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PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino

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Art. 22 - Specie legnose sporadiche<br />

1. Sono considerate specie sporadiche autoctone quelle presenti naturalmente con pochi<br />

esemplari quali olmi, acero campestre, tiglio cordato, varie rosacee (Prunus padus, Prunus<br />

avium, Malus sylvestris,, Pyrus pyraster , ecc...), frassino maggiore, ecc., ovvero altre specie<br />

spontanee caratteristiche <strong>del</strong>la fascia di vegetazione ma presenti con un numero esiguo di<br />

individui all’interno <strong>del</strong> popolamento (es. querce, carpino bianco, ontani ecc.).<br />

2. Queste specie devono essere favorite assicurandone le adeguate condizioni di sviluppo durante<br />

tutti gli interventi selvicolturali; di regola i prelievi a carico di queste specie sono vietati,<br />

potranno essere eseguiti solo limitati interventi di diradamento dove strettamente necessario o<br />

abbattimenti per motivi di sicurezza.<br />

Art. 23- Gestione <strong>del</strong>le formazioni forestali lineari, alberi isolati ed altre aree non boscate<br />

occupate da vegetazione arboreo-arbustiva<br />

1. Le formazioni forestali lineari (filari, fasce boscate, siepi campestri), le formazioni arboreoarbustive<br />

di collegamento tra i popolamenti forestali e altri habitat naturali, le formazioni<br />

arboreo-arbustive inframmezzate o a margine <strong>del</strong>le zone coltivate che non raggiungono la<br />

superficie minima per essere definiti bosco e gli alberi presenti lungo le strade, la viabilità<br />

minore, i corsi d’acqua, a margine o confine tra coltivi, rivestono notevole importanza per le loro<br />

funzioni produttive, di protezione e stabilizzazione di scarpate e ripe, oltre che paesaggistiche e<br />

naturalistiche. Obiettivi primari <strong>del</strong>la loro gestione sono quindi il mantenimento e la<br />

valorizzazione e la ricostituzione <strong>del</strong>le preesistenti, degradate o eliminate.<br />

2. Le formazioni arboreo-arbustive esistenti dovranno essere mantenute, si potranno effettuare<br />

limitati prelievi legnosi al fine di migliorarne la struttura. I filari arborei dovranno essere<br />

mantenuti, il prelievo legnoso potrà avvenire ciclicamente su esemplari capitozzati, le piante<br />

morte dovranno essere sostituite.<br />

3. E' ammessa la capitozzatura.<br />

4. Per la creazione di nuove siepi, anche dense a scopo di mascheramento, recinzione,<br />

confinamento, si potranno impiegare arbusti di specie spontanee, quali in particolare ligustro,<br />

biancospino, sanguinello, corniolo, lantana, pallone di maggio, prugnolo, cui possono<br />

consociarsi specie arboree, quali farnia, carpino bianco, acero campestre, salici e ontano nero<br />

(zone umide, fasce riparie), anche trattate a ceppaia o a capitozza.<br />

5. Per il taglio di alberi ad alto fusto o capitozze, in filari o anche isolati, è sempre prevista la<br />

sostituzione nella misura di almeno 5 piante per ciascun soggetto prelevato, scelte tra le specie<br />

spontanee sopra citate per i vari impianti, dietro preventivo parere di conformità <strong>del</strong>l’Ente<br />

Gestore; sono comunque esclusi i soggetti con particolari caratteristiche che possono essere<br />

abbattuti solo in caso di rischio per la pubblica incolumità.<br />

6. Gli alberi isolati di specie autoctone che per la loro dimensione o posizione abbiano, a<br />

giudizio <strong>del</strong>l'Ente Gestore, particolari valenze ambientali e/o paesaggistiche, dovranno essere<br />

mantenuti, salvo imperativi motivi di sicurezza, In caso di morte o schianto per eventi<br />

atmosferici, tali alberi dovranno essere sostituiti a cura <strong>del</strong> proprietario.<br />

7. Le rive e gli argini <strong>del</strong>le colture agricole confinanti con particelle forestali, devono essere<br />

mantenute boscate o cespugliate o a prato stabile. In tali aree è fatto divieto di utilizzare<br />

diserbanti e pesticidi.<br />

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