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2000b - Università di Palermo

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STORI^ Dl l'^l fR^ro<br />

!(r r'\n ll . DA! TARDO-^N'IICo ALL'Isl-aM<br />

fonte numismatica<br />

Gli Arabi esercitarono il loro controllo polirico<br />

sulla Sicilia, o su parte <strong>di</strong> essa, per un<br />

periodo <strong>di</strong> circa due secoli e mezzo e piú precisamente<br />

dall'827 d.C. all'epoca dell'avvento<br />

e della progressiva conquista dell'lsola<br />

da parre dei Normanni. conclusasi intorno<br />

al rogo d.C.<br />

Su questo, non irrilevante, segmento storico<br />

noi abbiamo notizie, piú o meno dettagliate,<br />

grazie ai resoconti coevi o pnsreriori<br />

redatti, in Occidente come in Oriente, da<br />

geografi, viaggiatori, cronisti, storici ed eru<strong>di</strong>ti<br />

in genere, che alla Sicilia araba hanno<br />

de<strong>di</strong>cato qualche accenno nell'ambito della<br />

loro opera. La maggior parte <strong>di</strong> quesri testi<br />

è stata passata al setaccio dal grande storico<br />

Michele Amari,' al quale si deve la sistematìca<br />

raccolta e traduzione in italiano<br />

<strong>di</strong> rutte le fonti storiche" ed epigraficher in<br />

lingua araba <strong>di</strong>sponibili, ai suoi tempi, sul-<br />

I'argomento.<br />

Se, dunque, le fonti scritte non fanno <strong>di</strong>fetto,<br />

quelle archeologiche sono invece oltremodo<br />

carenti o quasi inesistenti; per qualto<br />

strano ciò possa sembrare, infatti, la presenza<br />

e il secolare dominio degli Arabi sulla<br />

nostra Isola non hanno lasciato quast nessuna<br />

traccia materiale. Al momento attuale,<br />

ma la situazione potrebbe presto mutare, dato<br />

I'incremento continuo delle indagini in<br />

questo settore scientifico, non <strong>di</strong>sponiamo<br />

<strong>di</strong> alcun reperto archeologico che sia databile,<br />

e quin<strong>di</strong> attribuibile, c0n aisoluta cer'<br />

tezza (e non inbase a congetture o a semplici<br />

confronti) al peiiodo in questione: non un<br />

e<strong>di</strong>ficio, non un muro, non un mattone e<br />

nemmeno un semplice coccio. l-e uniche ec-<br />

cezioni in questo desolante panorama sono<br />

costituite, oltre a qualche iscrizione,+ dalle<br />

numerose monete, con leggende in lingua<br />

araba, sulle quali figura I'in<strong>di</strong>cazione della<br />

zecca siciliana e della data <strong>di</strong> emissione.<br />

Da quanto detto si la presto ad evìncere<br />

l'importanza, spesso sottovalutata, della testimonianza<br />

numismatica che, a Pafte quella<br />

srorica, a buon <strong>di</strong>ritto può essere consideratal'uticain<br />

grado <strong>di</strong> documenrarci. con<br />

estrema precisione cronologica, la presenza<br />

politica e finanziaria degli Arabi nella nostra<br />

Isola e <strong>di</strong> farcene misurare la portata eÉ<br />

fettiva.<br />

l,a maggior parte delle monete coniare dagliArabi<br />

in Sicilia è oggi conservata nei piú<br />

importanti medaglieri pubblici e privatì del-<br />

la regione, ma molteplici sono gli esemplari<br />

siciliani custo<strong>di</strong>ti presso istituzioni e collezioni<br />

nazionali ed estere.<br />

Sulla base del materiale inventariato ed ^<br />

e<strong>di</strong>to, che, purtroppo, costituisce solo una<br />

piccola porzione <strong>di</strong> quello effettivamente<br />

esistente, si è tentata la ricostruzione della<br />

storia delle emissioni arabe sul suolo sicilianor<br />

il che, poi, equivale a <strong>di</strong>re la storia della<br />

zecca <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>. È in<strong>di</strong>scutibile, infatti,<br />

che questa città, conquistata nell'83r d.C., a<br />

- . ,1Xt- l,^ui, SrrU a,í nusulnaaí tti Siília, r cà. a c <strong>di</strong><br />

C.A. Nallino, s voll., Car^úà t9)J-!9)9.<br />

t)ldem. Biblionra Arabo'Siraiz: rpp. lt'ed Pa<br />

'oll'<br />

lermo r88o{889) rist. an. CaGnia 1992.<br />

I lden, Le epigraf anbicbe <strong>di</strong> Sicilia, a c ài F. Gabrielt,<br />

in Ed. Naz. Oqrc li Micheb Anai, Palerno t97r.<br />

4l Si allude alla maestosa epigrafe in cararreri cufici' incisa<br />

presumibilmente nel fornice <strong>di</strong> unaponadella cir:delia<br />

<strong>di</strong> Termini, pubblicata ibi&n, pp. zr'29 c a n gratîuo ri'<br />

trovaro sull'isola <strong>di</strong> Lìnosa e pubbliato in Lagumira B , irÈ<br />

zíonc araba <strong>di</strong> Línosa, in .Archivio Storico Siciliano', n s,<br />

)s1rfl (r9o9), pp. 4t9'46o.<br />

I R, Spah4 b nonac icìlianc daí bizantini a Caio r dAngìa<br />

(t8r-r282), Zijrich-Caz 1976.


pochissimi anni dallo sbarco, e imme<strong>di</strong>atamente<br />

prescelta daglì Arabi quale capoluogo<br />

amministrativo della colonia <strong>di</strong> nuova<br />

formazione, sia <strong>di</strong>ventata la sede unica della<br />

zecca siciliana. Quì furono coniare. lungo<br />

tutto il periodo dell'egemonia musulmana,<br />

le monete destinare dai governatol<br />

arabi alla circolazione nell'Isola o nelle regioni<br />

vicine, con talune spora<strong>di</strong>che ecceaoni:<br />

durante la fase iniziale della conquista,<br />

quando ancora non si poteva contare su<br />

un'organizzazione amministrativa locale in<br />

grado <strong>di</strong> fronteggiare le necessità finanziarie<br />

della nascente comunità musulmana, e<br />

nella fase finale della dominazione, allorché<br />

quella medesima organizzazione venne eclissata<br />

dal <strong>di</strong>lagare dell'anarchia e dalle autonomie<br />

periferiche. Nel primo caso, alludo<br />

alle monete bamute in Sicilia, a quanto sembra,6<br />

duranle l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Enna nell'829 d.C.,<br />

pe r or<strong>di</strong>n_e del condottiero Muhammad ìbn<br />

(Abi) al-Gawarl, da una zecca <strong>di</strong> lonuna approntata<br />

dagli invasori, presso il loro stesso<br />

accampamento militare, allo scopo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare,<br />

in tempi brevi, le esigenze delle truppe<br />

che reclamavano il soldo; nel secondo,<br />

alle abbondanti monete presumibilmente<br />

emesse da qualche zecca periferica sotto il<br />

controllo <strong>di</strong> signori locali o degli stessi Normanni.<br />

Nascita e wiluppo<br />

della numismatica araba in Sicilia<br />

Linteresse per la ricerca, lo stu<strong>di</strong>o e la classificazìone<br />

degli esemplari numismatici prodorri<br />

ìn Sicilia all'epoca musulmana "i risvegliò<br />

alla fine del <strong>di</strong>ciottesimo secolo e maturò<br />

in owia simbiosi con la crescente atrenzione<br />

che gli ambienti colti siciliani cominciarono,<br />

a quel tempo, a prestare aÌ passato<br />

me<strong>di</strong>evale della nostra lsola, fino ad allora<br />

piuttosto trascurato.<br />

Man mano che si approfon<strong>di</strong>vano gli stu<strong>di</strong><br />

sull'argomento, aumerìrava la curiositir<br />

verso un settore che si andava rivelando sem-<br />

6) Cfr. M. jmari, Stona dci n$ulnaní .., cit., vol t, PP.<br />

4r+-4rr. A quell'€poo. <strong>Palermo</strong> non era ancora caduta in mano<br />

araba, dunque Ia<strong>di</strong>cilura $4ill,ya, presenresu un semplare<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>rhan cr*odno nel medagliere <strong>di</strong> Parigi e dar:ro<br />

8r9, non può che frre riferimenr" "d "ra zecca dì forruna<br />

|l titìrt]()t)() \R \ nL) t !-A MoNELazIoNE ARÀBA<br />

pre piú gravido <strong>di</strong> sorprese ed impltcaztont<br />

e che, soprarrurro, merleva in luce un capitolo<br />

assai caratterìzzante della vicenda siciliana,<br />

contrassegnato da una vivacità intellettuale<br />

e materiale che contrastava con la<br />

recessione ancora imperante nel resto del-<br />

I'ltalia e nel nord dell'Europa.<br />

ll Me<strong>di</strong>oevo islamico insulare, le cui due<br />

fasi, araba e normanna, non furono all'inizio<br />

adeguatamente <strong>di</strong>stinte, filtrato da una<br />

ancora ru<strong>di</strong>mentale e superficiaJe sLoriografia,<br />

dovette allora apparire, con la sua solarirà,<br />

le sue mollezze orientali, la sua variegara<br />

cuhura plurietnica e pluriconfessionale, la<br />

sua incessante osmosi ideologica, tecnologica<br />

e materiale, la sua spinta urbantzzaztone,<br />

sorprendentemente <strong>di</strong>verso dall'alto Me<strong>di</strong>oevo<br />

nor<strong>di</strong>co, austero, rurale e meno permeabile<br />

alle correnti culrurali esteine.<br />

Gli illuministi sìciliani, per molti dei quali<br />

la riscoperta <strong>di</strong> un passato cosí peculiare<br />

ben si sposava con quel latente e mal represso<br />

irredentismo e con quella gattopardesca "in-<br />

sularità" che, solo nel successivo secolo, avrebbero<br />

trovato adeguate valvole <strong>di</strong> sfogo, ne<br />

furono conquistati, sicché molti <strong>di</strong> loro si<br />

gerrarono a capoficto nell'opera <strong>di</strong> riscoperta<br />

e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo singolare periodo.<br />

Nasceva cosí l'interesse arabistico siciliano,<br />

supportato da una febbrile ricerca <strong>di</strong><br />

sempre nuove testimonianze in grado <strong>di</strong> fornire<br />

notizie sulla Sicilia araba: iniziò la caccia<br />

alle fonti storiche; si fece incetta <strong>di</strong> manoscrirti,<br />

iscrizioni, lapi<strong>di</strong> funerarie, manufatti<br />

e, owiamente, ci si <strong>di</strong>ede a raggranel-<br />

Iare monete, il cui valore intrinseco ne tendeva<br />

la raccolta ancora piú appetibile e remunerativa.<br />

Fu allora che si formarono a Pa-<br />

Iermo i nuclei delle piú importanti collezioni,<br />

alcune delle qrrîìi desrin.rte in \eguiro<br />

a confluire nelle atruali maggìori raccolte<br />

pubbliche siciliane.<br />

fJn breve accenno alle vicende <strong>di</strong> questo<br />

collezionismo mi sembra qui doveroso, non<br />

solo perché serve ad illustrare le origini <strong>di</strong><br />

uno dei piú importanti beni culturali deila<br />

cirtà <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, cioè il prezioso medagli€re<br />

aftualmente custo<strong>di</strong>to presso la Biblioteca<br />

Comunale, ma perché tali vicende hanno<br />

avuro una parte considerevole nella storia<br />

della no"rra citrà inrrecciandosi con un<br />

evenro tra ipiú curiosi riporrati dalla cro-<br />

MARIA AMALIA DE IUCA


5rorla Llr r'^r lil{^r()<br />

DAL T RDO-^^\TICO ALL|ISl-aM<br />

naca metroÉolitana, a cavallo tra il <strong>di</strong>ciottesimo<br />

ed il <strong>di</strong>ciannovesimo secolo.<br />

Una delle prime e piú pregevoli raccolte <strong>di</strong><br />

monete fu patrocinata a <strong>Palermo</strong> dal noto<br />

Monsìgnor Alfonso Airol<strong>di</strong>. nobile preìato<br />

palermitano, infaticabile e appassionato pro- ,<br />

mocore <strong>di</strong> ricerche archeologiche aventi pcr<br />

oggetto sia ìl mondo classico che quello islamico<br />

mc<strong>di</strong>evale. Arrcora piú ricca ed interessante<br />

dovette essere quella, purtroppo andata<br />

<strong>di</strong>spersa, <strong>di</strong> Giuseppe Vella, il truffal<strong>di</strong>no<br />

abate maltese, immortalato da Lronardo Sciasciz<br />

nel Coxsiglio d'Egitto.z llYella, tnfatti,<br />

sfruttando una certa <strong>di</strong>mestichezza con l'arabo<br />

parlato, dowta forse alla sua origine maltese,<br />

ottenne <strong>di</strong> afiìancarsi a.ll'Airoldì nelle indaginì<br />

arabistiche, finendo coll'assecondare,<br />

con uno zelo che sarebbe il minimo definire<br />

"eccessivo", le aspirazioni intellettuali del<br />

Monsignore e del suo circolo. Egli, in breve,<br />

si gettò a capofino nella contraffazione, rive-<br />

Iata.i ben presto remuneratirz, <strong>di</strong> manoccritti<br />

antichi in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare pienamente le<br />

curiosità dell'élite palermìtana e, in piú, <strong>di</strong><br />

solleticme le sommerse ambizioni politiche.8<br />

A tempo perso, non mancò, a sua volta, <strong>di</strong><br />

collezionare una gran quantità <strong>di</strong> splen<strong>di</strong>de<br />

monete arabe aìle quali s'ispirò, non troPPo<br />

abilmente, per confezionarne in proprio. Dalla<br />

sua zecca "casalinga" uscirono voluminose<br />

"patacche" ir.rcise con grossolani grafemi arabi<br />

e ridondanti <strong>di</strong> castronerìe numismatiche,<br />

che I'ineffabile abate rifilava all'incauto Monsignore.<br />

conrenro e gabbato <strong>di</strong>nanzi a tosi<br />

:<br />

--^-.^ -.t ^-^,, i.:-:^^:<br />

Le cose sarebbero andate avanti per un<br />

bel po' con somma gratificazione spirituale<br />

dell'uno e materiale dell'altro (che nel frattempo<br />

si era procacciato una cattedra universitaria<br />

e un abbazia), se qualcuno, un tantino<br />

pìú ar.veduto e parecchio piú invi<strong>di</strong>o-<br />

so dei facili successi del maltese,g non avesse<br />

sollevato un gran vespaio. l,a truffa, a Dio<br />

piacendo, fu cosi smascherata (pur lasciando<br />

in so.peso fino ad oggil numerosi interrogativi<br />

irrisolti e non pochisospetti d'inrrighi<br />

e macchinarionì poliriche). trascinando<br />

il Monsignore nel ri<strong>di</strong>colo e il Vella<br />

in una patria galera.<br />

Uscito <strong>di</strong> là, il nostro falsario decise <strong>di</strong> sbarazzarsi<br />

della sua preziosa collezione <strong>di</strong> monete<br />

arabe, per ricavarne un bel gruzzolo che<br />

ìo ripagasse delìe monificazionì patite irr gartabuia.<br />

La sua raccolta <strong>di</strong> monete andò quin<strong>di</strong><br />

perduta, mentre quella dell'aristocrat ico.<br />

passata al setaccio da veri esperti,'o fu rior<strong>di</strong>nata<br />

e classìficata.<br />

Dopo la morte del proprietario essa rtmase,<br />

per alcuni decenni, custo<strong>di</strong>ta nella Villa<br />

dei Colli, finché, nel 1848, venne ceduta da<br />

uno degli ere<strong>di</strong>, il conte Cesare, alh Iliblioteca<br />

Comunale <strong>di</strong> Pale rmo. Qui fu stu<strong>di</strong>atarÌ<br />

ed incrementata, lungo tutta la seconda<br />

metà del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo, ad opera<br />

della nuova generazione <strong>di</strong> arabisti che, nel<br />

frartempo. aveva prcso il potro <strong>di</strong> quei ge'<br />

nerosi ma un po'spro'"veduti pionieri che<br />

avevano operato tra la fine del Settecento e<br />

gli inizi dell'Ottocento. Tra gli arabisti basterà<br />

citare Michele Amari, Bartolomeo Lagumina<br />

e Salvatore Cusa, a.l secondo dei quali<br />

si deve la prima scientifica catalogazìone<br />

<strong>di</strong> tutri gli esemplari islamìci raccolti, sia <strong>di</strong><br />

zecca siciliana che estera.'"<br />

Nel corso dell'attuale secolo la collezione<br />

ha subito un lungo periodo <strong>di</strong>stallo fino alle<br />

piú recenti classificazioni.'l Nel frattem-<br />

7 L S,.;*.i^, tt C*';gta r! Egitto,Torino 1e61.<br />

8l Non si può escìudere infatri che il mahese sa stato, ad<br />

un ceno momento, ellenivamente risucchiato in una mac'<br />

chìnazione politica asai piú grande <strong>di</strong> lui, condotta dal-<br />

I'anrbiguoCarell;, ilquaJe,stnrmentalizando abi|nentcl'a*<br />

bizione e I'indubbio esrro dell'abate, avrebbe rentato <strong>di</strong> tev<br />

sere, attravero la mnrificarone storìca deÌ Consiglio d Egitro,<br />

una trama in gndo <strong>di</strong> age"olare ìa poìitìca ritormista<br />

del "icerd a <strong>di</strong>scapito delborioso conseNatorismo della nobilù<br />

feudalc sicilian a. Per approion<strong>di</strong>re la rìcenda cfr. A. Batierz,\lbanese,<br />

It problena ddt'atabna inpottura, in Lhtabr<br />

ca inpottura, <strong>Palermo</strong> 1978, pp. 89jtl.<br />

9l Alludo al canonico Rosrrio Gregorio, esperto dr ara-<br />

rol Alludo a Salvatore Moro (I766-1828) per il quale si<br />

veda: M.A. De Luca, /elk nanetc anbo'nomanne dttth<br />

bdk G- UeIa,in M.W.,'Azhat": Sndì atabo'islanri ìr nt<br />

notiadí U. Rizznano (t9tj-r98o), in "Annalidella Facokà <strong>di</strong><br />

Lerrere e F;loso6a dell Univ€lsìrà d; <strong>Palermo</strong>, )c\lll (I99t)'<br />

pp. 87-rro e Frden,. ,4 p'opotin à n faunh 'on i:r,iztorc<br />

;;"b" d"dn.!o. F"d,,n,do t, à Botbone ir "R*segnrSi<br />

ciliana" II (r997), pp. I9-lt.<br />

r)!. Mon;llaro, IL Mettaglierc arabo4ula delh Biblíoteca<br />

Conanale <strong>di</strong> Palerna,Paltrmo I86L A proposito <strong>di</strong> questo<br />

autore si veda: M.A. DeLcca, V Morrilkro natchesz dì<br />

Vitl,r/.rn: d?puntí Pù una coria dell arabístia :icilíata, it<br />

del liceo G.G. Adria <strong>di</strong>Mazar: detVallo,, Ma'<br />

"Quadern;<br />

zara delVallo r98o.<br />

nl B. Lagrnim. Caralogo delle nonete arabe dttenti ncl'<br />

lz Biblioteca Cons ale <strong>di</strong> Paletno, Palerno 1892.<br />

r3l È SapioVitrano, /ffznnalì"h ;'tanico. nornnnno<br />

lella Biblioteca Conunab dì Palerno, <strong>Palermo</strong> rgt;; M.A.Dc<br />

Lrca, ll Nunnariun <strong>di</strong> epoca araba kondkstl dí Patetr1|,<br />

in A,dbi c Nornaan in Slrilrz. Ani del."nregno inrerrr<br />

zìonale euro arabo, Agrigento rz-r1 febbraio r992, pp. Iat<br />

48 eB^d.m, Le nonetr con lcggenda araba dclla B;blioteca<br />

Conuaale <strong>di</strong> Palemo. t. Palerno 1998.


po ad essa si sono affiancate in Sicilia numerose<br />

raccolte private, <strong>di</strong> cui è però impossibile<br />

valutare l'entirà qualitativa e numerica,<br />

dato che si tratta <strong>di</strong> materiale non<br />

censito né tanto meno e<strong>di</strong>to, come, purtroppo,<br />

ancora solo parzialmente note sono<br />

molte monete sparse presso altri Medaglieri<br />

pubblici siciliani.<br />

A partire dagli anni Setranta, un fartore<br />

nuovo si è venuto ad aggiungere: a quell'epoca<br />

risale il decollo in Sicilia delia rrcerca<br />

archeoÌogica me<strong>di</strong>evale, supportata da mero<strong>di</strong><br />

e strumenti scientifici <strong>di</strong> avanguar<strong>di</strong>a e<br />

da numerosè campagne <strong>di</strong> scavo, che hanno<br />

interessato turta l'lsoìa, ma in parricolar<br />

modo l'area centro-occidentale e la città <strong>di</strong><br />

<strong>Palermo</strong>. Le indagini hanno portato alla lu-<br />

ce, insieme a reperti <strong>di</strong> varia natura, esemplari<br />

numismatici afferenti all'epoca araba,<br />

normanDa e sveva. Essi non semPre Yantano<br />

la perfezione ed il pregio dr quelli da collezione,<br />

ma presentano agii occhidello stu<strong>di</strong>oso<br />

l'incommensurabile vantaggio <strong>di</strong> essere<br />

inseriti in un preciso contesto cronologico<br />

e geografico ed associati nello scavo stratigrafico<br />

ad altri materiali, contribuendo cosí<br />

in maniera fattiva all'intelligibilità ed alla<br />

ricostruzione del periodo storico dì cui<br />

sono preziosì testimoni.<br />

Breve storia della monetazione a.aha<br />

Prima <strong>di</strong> illustrare I'attività della zecca palermitana<br />

nel periodo compreso ra l'awento<br />

degli Arabi e la loro cacciata ad opera dei<br />

Normanni, ritengo indìspensabile un breve<br />

excursus, che ctt consenta <strong>di</strong> valutare meglio<br />

la carica d'urto che I'introduzione della nuova<br />

moneta araba comunicò al sistema monerlrio<br />

isolrrro. si:r dll pLtrrto <strong>di</strong> vista stretramente<br />

merrologìco e morfologico, sia da<br />

quello sociale e finanziario. Sarà perciò utile<br />

fare un passo in<strong>di</strong>erro chiedendoci, in primo<br />

luogo, che ripo <strong>di</strong> monete abbiatto avuto<br />

corso in Sicilia e a Paler'mo all'arrivo degli<br />

Arabi e, in secondo luogo, che tipo <strong>di</strong><br />

moneta gli Arabi abbiano importato nella<br />

nostra Isola.<br />

Rispondere esaurientemente alla prima<br />

domanda non rientra nelle mie competenzel<br />

mi limiterò dunque a ricordare al letto-<br />

'' . LA MONÉlAZiO\l cRAÉ^<br />

re che la Sicilia bizantina era awezza ad una<br />

circolazione monetaria caratterizzata da emissioni<br />

d'oro, argento e rame: il soldo d'oro,<br />

solidus aureus o namisma, pesava all'incirca<br />

4rz g contro il peso teorico <strong>di</strong> 4,55 g che la<br />

stessa moneta presentava in Oriente. Tale<br />

peso, insieme al titolo <strong>di</strong> 24 carati, scemò<br />

ukeriormente nel corso del secolo vtll d.C.,<br />

finché, dopo lo sbarco degli Arabi sull'Isola<br />

e la progre:siva per<strong>di</strong>ta dellaprovincia occidentale,<br />

la zecca <strong>di</strong> Siracusa, capìrale bizantina<br />

della Sicilia, lìmitò la produzione<br />

aurea ad esemplari <strong>di</strong> lega sempre piú bassa<br />

tfìno a J.4o g) e <strong>di</strong>circolazione piuttoqto tircoscrirta,<br />

per poi chiudere definitivamente<br />

ia propria artìvità in seguito alla caduta in<br />

mano araba awenura nell 878 d.C.<br />

Assai piú usata del solidus era comuaque,<br />

ormai da tempo, in Sicilia, la frazione dena<br />

tretnissis, equlalente ad un terzo del suo peso,<br />

la quale, alla vrgilia dell'ar.wento musulmaro,<br />

osciÌlava tra r,1o e o,94 g. Scarsa o quasi<br />

nulla era suÌÌ'lsola, e nel meri<strong>di</strong>one d'ltalia<br />

in genere, l'en.rissione e la circolazione della<br />

monera d'argento bizantina, il milaresion: at'<br />

restata invece quella <strong>di</strong> rame, ill//ú prodono<br />

anch'esso dalla zecca siracusana.<br />

Quarrro agli invasori arabi, esJi imPortarono<br />

in Sicilia il loro articolato sistema monerario<br />

caratterizzato da un'equiliblata e vtvace<br />

emissione <strong>di</strong> oro, argento e rame.<br />

Lunità monetaria aurea era il dlnar,Ia cuì<br />

denominazione, derivata dal termine greco<br />

denarion, sta ad in<strong>di</strong>carne chiaramente i'origine.<br />

Tale moneta, infatti, era stata ideata<br />

dagli Arabi ad imitazione <strong>di</strong> quella in uso<br />

presso iBizantini. Non <strong>di</strong>mentichiamo che,<br />

in epoca preislamica, gli abicanti della penisola<br />

araba, a parte qualche eccezione limitata<br />

ai regni meri<strong>di</strong>onali, ignoravano la produzione<br />

monetaria, limitandosi all'uso spora<strong>di</strong>.o<br />

<strong>di</strong> monere d'importazione provenìenti<br />

dalle aree greco-bizantine e persiane.<br />

Dopo l'awento dell'lsÌam (6zz d.C.), la<br />

creazione del califfato e il successivo rxplort<br />

militare e politico che, nell'arco <strong>di</strong> ctrca mezzo<br />

secolo, traslormò la società tribale araba<br />

in una grande potenza in grado <strong>di</strong> dare scacco<br />

ai due piú imponenti imperi dell'epoca,<br />

quello bizantino e quello sasanide, gli Arabi<br />

dovettero impiantare e mett€re in moto,<br />

in brevissimo tempo, ura poderosa mac-<br />

MAITI AMALIA I)E LUCA<br />

Iò]


84 \(ìII'\Iì II' D I- ÎARDO-AN1ICO ALL'ISLAM<br />

s]-oRr^ DI P^t_Er{r\{o<br />

china statale in grado <strong>di</strong> fronteggiare, con la<br />

maggiore efficienza possìbile, i nuovi, complessi<br />

compiti ammìnistrativi che I'inaspettata<br />

ampiezza della conquista comportava,<br />

Dotati <strong>di</strong> notevole senso pratico e ben<br />

consapevoÌi deÌla propria inesperienza, gli<br />

invasori, invece <strong>di</strong> smantelÌare l'apparato<br />

amministrarì1,o pree.istente nei territori acquisiti,<br />

giu<strong>di</strong>carono pìú opportuno, almeno<br />

nella fase iniziale <strong>di</strong> riorganizzazione,<br />

adortare imodelli gestionali dei predecessori,<br />

iimitandosi ad un'intelligente opera <strong>di</strong><br />

selezione, adattamento, aggiornamento e<br />

sintesi delle pratiche e degli usi locali, Fu co-<br />

si che i sistemi monerari bizantino e sasanide,<br />

rispettivamente in uso nelÌe regioni nordoccìdentali<br />

e in quelle nord-orientali, furono<br />

assunti e fusi, nel corso del t tt secolo d.C.,<br />

dagli Arabi in un unico sistema bimetallico.<br />

Esso veniva alimentato da cospicui flussi <strong>di</strong><br />

oro e <strong>di</strong> argento, facìlitati dall'ampiezza geografica<br />

e dalla conseguente eterogeneità. mineraria<br />

delie nuove colonie e capaci <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare<br />

pienamente ìl fabbisogno del tesoro<br />

statale.<br />

Nel 66r d.C. il gìovane sraro islamico passava<br />

nelle mani della <strong>di</strong>nastia umaryade,<br />

che ne spostava il centro nevralgico in Sirìa,<br />

eleggendo come capitale la città <strong>di</strong> Damasco.<br />

Al quinto califfo <strong>di</strong> quella <strong>di</strong>nastia,<br />

Abd al-MaÌik (68rZoS d..C.), si deve il varo,<br />

nel 69o d.C., <strong>di</strong> una coraggiosa e ra<strong>di</strong>cale<br />

riforma monetaria che, ritirando dalla<br />

circolazione le precedenti monete, emancrpava<br />

definitivamente la moneta araba daì<br />

modelli bizantini e sasani<strong>di</strong>; veniva in tal<br />

modo strappato al superstite impero bizantino<br />

il monopolio, fino a quel momento<br />

in<strong>di</strong>scusso, della coniazione autea, segnando<br />

I'arwio <strong>di</strong> una politica economrca<br />

volta alla conquista <strong>di</strong> un primato finanziario<br />

internazionale.'+<br />

La riforma si proponeva <strong>di</strong> determtnare e<br />

garantire uniformità <strong>di</strong> peso, valore e stile<br />

alla moneta <strong>di</strong> stato. I due car<strong>di</strong>ni della circolazione<br />

mone taria dell'impero musulma-<br />

ral Cfr.4.5. Ehrenkreutz, Mlnetarr A'pert' ofMed;euat<br />

N. Eirzm Econonic Hi'.r? (r ed. Oxford Univer;ry Prss,<br />

ry7o), rt ed. in Monetary Change and Etoroni Hicory in tht<br />

Meà;eu! Mulin wold, Collecred Stu<strong>di</strong>es Series, %riorum<br />

t992, pp. 17 -9 e ldem, Mohq (t ed. Ia;den, EJ . Bt;ll, i97z),<br />

no <strong>di</strong>yennero il drnZrd'oro, immesso in circolazione<br />

intorno al 696 d.C., ìl cui peso<br />

standard fu fis.ato in 4.25 g (leggermente inferiore<br />

a quello del solido bizantìno <strong>di</strong> 4,5y<br />

g) e il <strong>di</strong>rham d'argento <strong>di</strong> :.97 g. immesso<br />

in circolazione due anni dopo.<br />

La denominazione <strong>di</strong>rham è un prestito<br />

greco poiché ha orìgrne dal rcrmine dracma,<br />

con cui veniva designata la moneta d'argento<br />

anche nell'area sasanide, cosí come greca è<br />

I'origine del vocabolo fak (da follis) che pres-<br />

so gli Arabi connota la moneta <strong>di</strong> rame. Quest'ultima<br />

si affiancava alle frazioni del dtnar<br />

e ó.el <strong>di</strong>rham per sod<strong>di</strong>sfare le esigenze del<br />

commercio minuto, ma, non essendo considerata<br />

un'emissione uffi ciale, virtualnenre<br />

av€va una circolazione limitata all'ambito<br />

provinciale.<br />

La percentuale aure a prescritta per il dlnar<br />

non doveva essere inferiore aI960/0, il che<br />

assicurò al conio musulmano una purezza<br />

uguale, se non ad<strong>di</strong>rittura superiore, a quel-<br />

la del solido bizantino ed un'invi<strong>di</strong>abile stabilità<br />

protrattasi per secoli. Essa comportava<br />

altresí un'attenta supervisione da parte<br />

dei funzionarì ed una rimarchevole pcrizia<br />

chimica ed orafa da parte dei lavoranti, che<br />

spiegano il ridotto numero <strong>di</strong> sedì autorizzarc<br />

alla rcalìzzazìone: non piú <strong>di</strong> sei, <strong>di</strong>slocate<br />

rispettivamente nella capitale, in Nord<br />

Africa, in Spagna, in Egitto e in Hìfz (regione<br />

dell'Arabia).<br />

La produzione argentea, anch'essa <strong>di</strong> ottima<br />

qualità (quasi 99olo <strong>di</strong> argento puro),<br />

fu invece assegnata ad un numero meno<br />

esclusivo <strong>di</strong> zecche, <strong>di</strong>stribuite sia nelle aree<br />

orientali, da secoli ar.vezze al nominale d'argento,<br />

sia in quelle occidentali.<br />

Nel 7yo d.C. agli Umayya<strong>di</strong>si sostitul una<br />

nuova <strong>di</strong>nastia <strong>di</strong> regnanti, gli Abbàri<strong>di</strong> (dal<br />

nome del capostipite Abbas), destinati a detenere<br />

il potere, quantomeno nominalmente,<br />

fino alla seconda metà del tre<strong>di</strong>cesimo<br />

secolo. Benché il baricenrro dell'lmpero si<br />

spostasse ad est nella metropoli irachena <strong>di</strong><br />

Baghdad, con incalcoiabili refluenze sul piano<br />

politico e socioculturale, il sistema monetario<br />

non subl, con il trapasso d'autorita,<br />

sostanziali mo<strong>di</strong>fiche e le monete manrennero<br />

pressoché invariate le principali caratt€ristiche<br />

ponderali e morfologiche varate<br />

da hbd al-Màlik.


Delle prime ho già detto succintamente;<br />

in quanro alle seconde, esse consistevano rn<br />

un tondello la cui unica decorazione era costiruita<br />

da iscrizioni eleganremente <strong>di</strong>stribuite<br />

tra il centro e i margini, scan<strong>di</strong>te da cerchi lineari<br />

o perlinati e accompagnate da anelli o<br />

sobri ornamenti geometrici (piú raramente,<br />

floreali) allo scopo <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>stinguere le<br />

varie emissioni [r oc. r, z s . raw xxvtt-xxvnt].<br />

"<br />

La moneta islamica si presentava, dunque,<br />

sostanzialmente aniconica e puntava<br />

tutto sull'eleganza calligrafica e sulla pregnanza<br />

etica delle formuie, in gran parte tratte<br />

dal repertorio coranico e religioso in genere.<br />

Lautorevolezza della fonte sacra servtva<br />

sia a ricordare continuamente all'utente<br />

il fondamento teocratico del potere politico,<br />

dal quale ogni singola moneta traeva il<br />

suo valore, sia ad incutergli fiducia e, al contempo,<br />

riverenza per quello strumento finanziario,<br />

<strong>di</strong>lfidandolo da ogni contraffazione<br />

o uso illegale.<br />

Le formule piú ricorrenti erano la professione<br />

dell'unicità <strong>di</strong> Dio, che recita: Noz<br />

c'è <strong>di</strong>o se non Dio che nessuno ha per compa'<br />

gtlo oppure il testo della centodo<strong>di</strong>cesima<br />

sura (dal termine ara6o sura che designa i<br />

capitoli del Corano), dove si legge: Dlo è<br />

uno, Dio, I'Eterno. Non generò né fu genera'<br />

ro ? ncssuno Cli è pario il verro trentatree:imo<br />

della nona sura: Muharnmad è il mes'<br />

saggero <strong>di</strong> Dio inuiato con la.retta guida e la<br />

Relìgione della uerità perché preualga sulle religioni<br />

tutte, anche a <strong>di</strong>spetto degli i':loktri.<br />

Accanto alle sentenze <strong>di</strong> sapore piú spiccatamente<br />

religioso, sulle monete <strong>di</strong> maggior<br />

pregio figurava abitualmente I'in<strong>di</strong>cazione<br />

della tipologia, della zecca e della data<br />

<strong>di</strong> emissione riassunte per lo piú nella leggenda:<br />

In nome <strong>di</strong> Dio è stato coniatl quettl<br />

fina, (o <strong>di</strong>rha- o fals) a... nell'anno... Essa,<br />

nel gergo numismatico, è defi,nita basmala,<br />

emìne che riecheggia l'esor<strong>di</strong>o della<br />

frase in lingua arabacheèpoiil bismillah<br />

che apre il Corano). ln quanto all'in<strong>di</strong>cazione<br />

dell autorirà emìttehce, va preLisato<br />

che in epoca umaryade la monetazione era<br />

del tuno anonima e che, solo dopo l'avvenro<br />

del secondo 'abbaside, al-Mansùr (754-<br />

75t d.C.), sulle monete arabe cominciò ad<br />

apparire il nome del califfo in carica o del<br />

successore.<br />

c<br />

@,<br />

@<br />

ffi<br />

ffi<br />

t LA MONETAZIONE AR,lBA<br />

MAIIIA AMALIA DE LUCA<br />

FIGG I e2<br />

Dv <strong>di</strong>rhan del period,o umaryade. ll primo, rn<br />

argenroi-risale al calìffato <strong>di</strong> Abd al-Malik (65-86<br />

E./68t-/ot d.C. I eo è po"reriore alh rifornra moner,r,<br />

da lui stesso varara nel 69o; è delpeso <strong>di</strong> 2,78 g ed ha<br />

un drmerro <strong>di</strong> r6 mm. Sul <strong>di</strong>ritro c"nrpeggia. riprn.,.r<br />

su tre righe, la professione dell'LLnicìtìL <strong>di</strong> Dio: /a l#i<br />

illa / Alklt nnl4tJtu / ln tai6 lnJ \^) l r'ron c è crio<br />

I r,,o rc, Dìo crìLr !:sslnorìalc ómpa!ro l. Sul<br />

margine corre la leggenda circolare detra basmala, che<br />

fornisce la data e il luogo <strong>di</strong> emissione della moner:r: óinti'llalt<br />

luriba ln/n ntl'lìtlnn li-Rn1y sana tís'un-<br />

14ú {B) |<br />

"-/r<br />

| r ùoìe niDn É srato coralo quesrÒ.r/h.'r ad<br />

.r8.!! nel ii:rc:*-1rr lt].o!e aÉll'E!ra. croò nel698/6!9<br />

r c ]. La leggenda è racchiusa de quatrro cerchi linerri;<br />

rra iì .er.hro e'rcrno e il pre.ederre sono rrcrrrri , inqre<br />

anellini <strong>di</strong>sranziati fra loro<br />

Nel campo del rovescio, su quanro righe, il tesro della<br />

sura cxìì del Coreno, altrimentì nota come "sura del<br />

ct:Jro sincero (;irat al-ibkl"t AIàh nl).rlAlkh /<br />

'1J'<br />

satnnrl lon ylid / ua-lnn yilul un-lon ynlztn / lnJnr<br />

h{ìt'alnd lc) l Lr o ' L ro. D,o / 'EtÈ ,lo rlan lrc r.ro / fè ru<br />

lormula è<br />

!r. r.r.ro \, .:{ Ì,.1 c,, c pa, ] Questa<br />

peculiare delle monete emesse sono gìi Umalya<strong>di</strong>, a<br />

D.lmr,.o e ir \prgna, r,rnro.he viene.opr.nnomin.rr"<br />

ìn numismarica "simbolo umaryade". Un cerchio<br />

lineare <strong>di</strong>vide il campo dal resto circolare sul margine,<br />

costituiro dalverso rrentatreesimo della sura tx del<br />

Corano. Esso recita: Malnnnod tnsùl'tlllih arsal*Ìtt<br />

bi-'l-budà ua-tltn al ltnqq li1uzhin'ltt 'nlà'ì'dnr<br />

h li-Li ualnw luríln nl-n ir;hatto \t ) | t!ìuh,rntr.l e<br />

,,,!..!::fr'r,,,,o, llr r!i,lo.oì iircil. !j,rda Él] Felrlllore<br />

,r,rì.,\.r.r r: !..rìL t,u\rìlasl l:rriL!.rr lLllÈ rrrche il orspello<br />

rr.1 rr,,.;L ]. Questa leggenda, molto consuera nella<br />

rnonctazione araba, è incorniciara rÌl'esterno da altri<br />

due cerchiche racchiudono rra ìoro cìnqLre anellini.<br />

La seconda moneta è <strong>di</strong> rame, Pesa l,iz g ed ha un<br />

<strong>di</strong>amerro <strong>di</strong> zu mm: non ne conosciamo la data né il<br />

luogo <strong>di</strong>emissione, sebbene l'esemplare sia lacilmente<br />

riferibile all'epoca umaryade e forse alla zecca <strong>di</strong><br />

Damasco. Su1 campo del <strong>di</strong>ritto, entro due cerchi<br />

linearisepararida raggì, si rrova la già menztonata<br />

prolessione deil'unicìtà <strong>di</strong> Dio, abbreviara in ft /,i/., /<br />

i ll/i Allri lt / twlrla'ltr l i\ìo,ì,i,r (r. 1 i, iùo, d D o l I<br />

Sul rovescio, eotro due cerchi lineariseparatì, a quel che<br />

pare. d r rnelli..r'rpeggi.r'u rre riglre Jr setrrpli.c<br />

le*eenda Ilutùn"t ul / ra,tl / Alltt'l' ,<br />

',<br />

'- r<br />

. o^ero l"mplr"nerrc Jellt halitnn<br />

o professione <strong>di</strong> lede islamicat a desrra della Paroh rarrTl<br />

(el è rawis.r[rile un piccolo motivo ornarnentale<br />

'J.'t!r;'t / os: +ll | / Jl ,Jt !<br />

Jr+ri=-J C4 ;j- I,i.lÉ-,! É,,!l<br />

ljr .:J; 'tljlf-d<br />

r=l lli< d / ,F- S" -lt-lt / 'L rl '-.-lt / *Ut -'-t*ttt<br />

D,-,--,',,;<br />

jr:J-..! o> 9J {!:.r! r! 6rd4 3-Jl ;r1.r.e 3:!Ld-rl<br />

E<br />

"!l Jr-r*<br />

r8t


s I oRla Dt f^LLu^to<br />

D L TARDO.ANIICO ALL'ìSLAM<br />

Dirham argenteo del periodo 'abbaside, emesso sotto iì<br />

califfato <strong>di</strong> Hàrún ar-Ralid (r7o-r93 E /786-8o9 d.C.).<br />

Questo esemplare ha un peso <strong>di</strong> z,8r g ed un dìametro<br />

<strong>di</strong> z8 mm. Sul <strong>di</strong>tìtto rirroviamo nel campo la<br />

prole.sione dell unicirà <strong>di</strong> Dio nella forma.ompletr e<br />

su rre righe.lurirnrorno. enrro tre cerchi lineori la<br />

bn:, n a la ci [or nice le seguenr i in<strong>di</strong>. azioni:<br />

hi-sni'llah rlatìba ltnli nd-11iltnn bi'l'<br />

Multantnaliyta snm i1 î,t tt'i'lnnntilt tna iit lr)<br />

I ìc ,ìonr. dr U o e :iiro c.i.rì. qr eslo rt n.?,r 'd a<br />

'' ' dell Lgira<br />

cor.ispondente al 798 dell'era cristiana]<br />

Di ben ,ci righe .i ' ompone la reggenda-sul crmpo del<br />

ro"e,cio: e.'id.rpp irr,iPro'orrtinus l.r'ormuh'he<br />

camoeeeia sul drrirro,.omponendo insieme r querLa<br />

un^ ìo\,ida tp'ol-."io"e <strong>di</strong> fedc) complera segr-re il<br />

nome dellerede al c.rlrffaro. al-Amin figlio <strong>di</strong> H:rún<br />

ar.RaSid: rnl itul'ntuuhÍl n' l tllkl' / "t;' 14'1<br />

aruna LtiJi nl-atuir / AbtlA anit al-Attin [ibn<br />

Rnì,dJ ini dlatt ìninh/Gtfarrt [ .e''túlrnr]r'ra'l<br />

è ni.1:ìnfrrr,r,o a Ll o 0.ìrrr 5sxrlah (l' lenì rc AirilÀ'<br />

!,r,îù ! Arr,ì / lt Lr ,. rrr tr Firl:rlj ciriD .1.r cr{rùrl / (la rJ ]!<br />

un solo cerchio iineare circonda queste righe. Sul<br />

mars,rne. clrrus.r da un rIro.erchio line.rre. ritro"iamo<br />

pe- e.'eso la . 'trrione della rura tr prc'enre nel gi)<br />

'nevionato <strong>di</strong>rhatn umayryade t Mulnnnad taul<br />

AIhh ecc.).<br />

;i.J J4j-tJ +jl "j-" !-hJL e)JJl lra .JJÈà 4Ll I f!<br />

ri,-+ / -',j--'Jl 1.t l;r, .r+-i'rll;r!l f'l I s / ,-'JÌ q r'l<br />

L- / {1JlJ"u_ r*<br />

Un altra novità apportata dagli Abbasi<strong>di</strong> è<br />

risconirabile nel sistema <strong>di</strong> Produzione, del<br />

quale gli Umayyadì, a partire da Hièam (724-<br />

7$ à.C.), si erano sforzati <strong>di</strong> accentuare la<br />

cenffalizzaz ione, sottraendo, per esempio, I'emissione<br />

aurea alle zecche p€riferiche e rlservandone<br />

la prerogatjva alìa sola zecca siriana.<br />

Con isucces.ori 'abbàs;<strong>di</strong>, invece. si manifestò<br />

un'opposta tendenza centrifuga, che<br />

comDortò la graduale proliFerd/ione <strong>di</strong> nuovi<br />

poli <strong>di</strong> pràduzione: i primiad essere ripriitinati<br />

furono quelli dell'Egitto e del Nord<br />

ilfri.", -", gi)L a cavallo tra l'un e il tx secoÌo,<br />

si contano piú <strong>di</strong>venti zecche, prepost€<br />

alla coniazione aur€a, <strong>di</strong>stribuit€ su tutto<br />

il territorio imperiale.<br />

Benché battuta <strong>di</strong>rettamente nei centri <strong>di</strong><br />

maggiore importanza, tuttavia, la moneta<br />

<strong>di</strong> stato, costituita dai dlndr, dai <strong>di</strong>rham e<br />

dai loro multipli e sottomultiPli, restò unica<br />

finrdntoché l'impe ro islamico si mantenne<br />

uniîo, conservando le caratteristiche fin<br />

qui ilÌustrate.<br />

Alla produzione, come ho accennato, erano<br />

preposti funzionari ufficìali. che soprintendevano<br />

alla delicata fase <strong>di</strong> coniazione affidata<br />

per lo pii ad ateliers specralìzzati. Le<br />

monete venivano realizzate me<strong>di</strong>ante tecnìche<br />

ere<strong>di</strong>tate dai Bizantini.<br />

11 proce<strong>di</strong>mento comportava due fasi: a)<br />

la preparazione del tondello: b) la.oniazio-<br />

n€ vefa e ProPrla.<br />

Per quanto concerne la fabbricazione del<br />

tondello, i meÌo<strong>di</strong> Potevano essere <strong>di</strong> vario<br />

ripo:rt o per fusione, o me<strong>di</strong>ante martellamento<br />

<strong>di</strong> un lingotto precedentemente Pesato,<br />

o, ancora, me<strong>di</strong>ante la rìfilatura <strong>di</strong> una<br />

lastra laminata.<br />

ll primo metodo appare il piú probabile,<br />

perché la superficie dei tondelli presenta so-<br />

',rente dei vuìti causati non da usura, ma da<br />

un irregolare contatto con la superficie del<br />

conio provocato, a sua volta, da una <strong>di</strong>fettosa<br />

colatura del metallo fuso. Anche ì microscopici<br />

buchi visibilisul metallo depongono<br />

a favore della prima ipotesi, poiché saiebbero<br />

effetto della presenza <strong>di</strong> granelli <strong>di</strong><br />

polvere incollati sulJa lormeìla ur ilizzata per<br />

la colarura. C'è infine da prendere in considerazione,<br />

come ulteriore prova, il frequente<br />

profilo mammillare del bordo della moneta<br />

caratterizzato da un'escrescenza: essa è<br />

il risultato della colatura del metallo fuso<br />

nella formella atltaverso un orifizio. in coincidenza<br />

col quaìe era inevìtabile una esi-<br />

gua Fuoriuscita che, raffreddandosi. sporge-<br />

va dal perimetro. Se poi ìa colarura era "a ca-<br />

tena", cioè multipla, veniva elfettuata su apposite<br />

{òrmelle collegate da un canale. ll metallo,<br />

attraverso questi canali, si <strong>di</strong>stribuiva<br />

nelle formelle contigúe; una volta soli<strong>di</strong>ficato,<br />

si procedeva a separare i singoli gettoni,<br />

risulìati uniti da rn sottile peduncolo:<br />

anche cosí era inevitabile che la roton<strong>di</strong>tà<br />

del bordo apparisse deformata dalla presenza<br />

<strong>di</strong> minuscole linguette sporgenti.<br />

Molto piú raramente gli Arabi ricorsero<br />

alla preparazione <strong>di</strong> lingotti, ridotti poi a la-<br />

ryl Cîr.P Balog, Apcrîu sur la tcchxique dt nonnavage<br />

naulna, au nolen-asc, in .Bullerin lnstitut d Egypte' nct<br />

,19a8-4eì, pp at-lor.idrr, Notvlh' ob',auat'o,' q' k e,h<br />

n;qw du aonnavagc rha b' nu*lna*:du noyz'd8"in .B:]'<br />

l€rin In(orur d fgypre' $cul ('9sr) Pp 14-4!: ldem r,.,1'<br />

wnrnatLaú dc lF pknbulzan? t Fdhnlc" Aioubitcs.<br />

l--i," l,i,-"lo,h; h*' krh n t q u4 n ona t'et in "Bulletin<br />

Insr;rùr d'Egypte' )cc{v (qta'rytì,Pp aot-429


mine sottili a forza <strong>di</strong> martellate e ritagliati,<br />

infine, con una sorra <strong>di</strong> forbicione. Tale proce<strong>di</strong>mento,<br />

che comporta risultati piú raffinati,<br />

ma che si rivela piú lungo, piú faticoso<br />

e, quin<strong>di</strong>, piú costoso, fu ado..acc., spora<strong>di</strong>camente<br />

in alcune aree occidenrali e, comunquer<br />

in epoche piú rarde risperro al periodo<br />

delJ'occ upazione della Sicilia.<br />

Alla fase preliminare della confezione del<br />

tondello seguiva quella della coniazione, dal<br />

momento che, nella lunga storia della monetazione<br />

islamica, solo eccezionalmente, si<br />

produssero monete non coniate, vale a <strong>di</strong>re<br />

fuse in forme già incise.<br />

La coniazione comportava, innanzr tutto,<br />

la preparazione dei due coni in<strong>di</strong>spensabili<br />

per le impronre del <strong>di</strong>ritto e del rovescio.<br />

La documentazione in nostro possesso<br />

e * come sempre awrene quaodo sr tratta<br />

<strong>di</strong> coni - assai scarsa: non <strong>di</strong>menrichi il<br />

lettore che neìl'anrichirà e nel Me<strong>di</strong>oevo, ovvie<br />

norme <strong>di</strong> sicurezza vietavano la conservazione<br />

dei coni delle zecche pubbliche, una<br />

volta cessato il loro uso. Ne consegue che il<br />

loro ritrovamenro è rarissimo e che ipochi<br />

esernplari recuperari possono essere opera <strong>di</strong><br />

falsari e, quin<strong>di</strong>, esemplificare per nor, non<br />

la produzione ufficiale, bensí quella ìllegale,<br />

sicuramente meno organizzara e piú ru<strong>di</strong>mentale.<br />

Il conio-madre era inciso a mano con bulini,<br />

punzonì o alrro; sul conio-madre si applicava<br />

dell'argiÌla per riprodurne I'immagine;<br />

nella lormella, cosí orrenura, si inrroduceva<br />

il bronzo per fabbricare, in serie, i<br />

coni da <strong>di</strong>stribuire alle zecche. Esiste rurtavia<br />

una buona probabilirà che l'incisione<br />

Fosse pr;ricata <strong>di</strong>re tramenre su una macrice<br />

<strong>di</strong> piombo (mareriale molto arto all'incisione)<br />

da applicare all'esrremità <strong>di</strong> un ci-<br />

Ìindro, nel quale si colava il bronzo per ottenere<br />

piú coni.<br />

Uua volta usata, la marrice <strong>di</strong> piombo veniva<br />

fusa, esanaÍrente come si procedeva per<br />

i coni obsoled. La durata <strong>di</strong> un conro era variabìle<br />

e <strong>di</strong>pendeva da <strong>di</strong>verse circosranze<br />

quali la qualità del metallo, la frequenza e le<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> impiego (in generaÌe il conio<br />

del marrello si dereriorava piú presto <strong>di</strong> quello<br />

dell'incu<strong>di</strong>ne, quir<strong>di</strong> è logico pensare che<br />

sia stato riservaro a conrenere le iscrizioni<br />

desrinare ad una piú frequenre sosriruzìone,<br />

ll tjt Rr{)Lr() . L-{ MoNETAZTONE ARABA<br />

^lr^Iro<br />

come l'incisione della data, che doveva rinnovarsi,<br />

quantomeno, una volra ì'anno).<br />

ln quanto alla dete rrninazione deI <strong>di</strong>ritto<br />

e del rouescio, sarà. opportuno awertire il lertore<br />

che rali espressioni, .he in numismarica<br />

quasi sempre sono usate a titoio convenzionale,<br />

a maggior ragione lo sono quando<br />

si parla delle monete islamiche, nelle quali<br />

non esisre un'effigie delì'aurorirà o immagìne<br />

principale o testa come in molte monete<br />

antiche, ch€ possa essere utilizzata per contrad<strong>di</strong>stinguere<br />

inequivocabilmente il /zru rto.<br />

Le monere coniate dai musulmani solo<br />

in casi eccezionali presenrano riproduzioni<br />

anrropomorL e. pcr lo piú, sfoggiano una<br />

decorazione esclusivamente callìgrafica: da<br />

qui I'oggerriva <strong>di</strong>fficolrà per lo stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare il <strong>di</strong>ritto. Ncuni Io ìdenrificano<br />

con la faccia dove compare il nome dell'autorità;<br />

altri con quella bartuta dall'incu<strong>di</strong>ne;<br />

altri ancora - e a costoro mi sono adeguata<br />

- con quella in cui è incisa la profèssione<br />

<strong>di</strong> fede musulmana, che, sicuramenre,<br />

cost iruisce I'elemenro piú cararrerizzante<br />

dell'intera monetazione in esame.'6<br />

La monetazione nordafricana<br />

aI tempo della conquista<br />

Alì'inizio del nono secolo I'unirà polirica<br />

dello sterminaro srato 'abbaside che, rrcor<strong>di</strong>amo,<br />

si estendeva dall'Atlanrico fino al,<br />

l'Indo e dal Caspio fin oltre il rropico del<br />

Cancro, cominciò, com'era inevirabile, ad<br />

essere minata da emergenti autonomismì locali<br />

<strong>di</strong> variegata estrazione e coloritura politica<br />

dovuti, sostanzialmente, alla <strong>di</strong>ffi col-<br />

tà <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> un'area cosí ampia ed ererogenea<br />

dal punto <strong>di</strong> visra ernico e socioculturale.<br />

Una delle prime province ad emanciparsi<br />

dall'autorità cenrrale abbaside, che rurravia<br />

rimaneva uflìcialmenre in<strong>di</strong>òcussa, fi.1 proprio<br />

I'lfriqiya, rerrirorio corrisponoenre, all'incirca,<br />

all'attuale Ti-rnisia. Un governarore<br />

locale, Ibrahim ibn al-Agiab (8oo-81 d.C.),<br />

16l Cfr J.L. Bacharach, H.A. Awad, The Prothn of thc<br />

Abwrte and Retrc in ltlaniî Nani'n'lti',in "Nurr,k.;,aric<br />

Chroùicle" xIr 0971), s.7, pp. t9t-ryo e rddend"n 6y<br />

N.M. Lowi.k, ìb;dtn, pp. r9o,t9r.


f sloRr^ or .'ALERM.<br />

a<br />

TUGGUBT<br />

FIG.4<br />

flfíqiya a tempo della<br />

<strong>di</strong>nasìia aglab ta (800 909).<br />

Legenoal<br />

. AL'AAYFAWAN<br />

Città PrlnciPali<br />

. [Al-Mah<strong>di</strong>]yaj<br />

S lìd successtva<br />

ubanizzazio..e<br />

Conl nide 'allua e Stato<br />

lunisino<br />

lvrsg oul<br />

\(IIL \ L II' DALTARDO'ANTICOALL''SLAM<br />

appròfittando del prestigio e dell'ascendente<br />

<strong>di</strong> cui godeva nella regione, ne arrogò a<br />

sé e alla sua <strong>di</strong>scendenza la gestione, limirandosì<br />

ad un teorico ed effimero riconoscimento<br />

del caÌiffato abbàside al quale, in<br />

cambio dell'autonomìa amministrativa, s'impegnò<br />

a pagare un tributo annuo. Iniziò cosí<br />

la frantumazione dell'impero. ìa cui uni-<br />

tà fu da allora incessantemente comPromessa<br />

dalla proliferazione <strong>di</strong> principati locali, piú<br />

o meno consistenti.<br />

È proprio sulla regione dell'Africa settentrionale<br />

chiamata Ifriqiya che è opportuno,<br />

adesso, concentlare la nostra attenzione<br />

perché è da lí che prese l'arwio I'Isìam<br />

siciliano [rrc. a].<br />

Fu, infatti, un emiro della neonata <strong>di</strong>nastia<br />

aglabita, e piú esattamente il terzo, <strong>di</strong><br />

nome Ziyadar Allah i (8ró-832 d.C.). che decise<br />

<strong>di</strong> procedere ail'annessione dell'isola <strong>di</strong><br />

Sicilia, ormai da piú <strong>di</strong> un secolo oggetto<br />

d'incursioni piratesche e razzie da parte de-<br />

a<br />

PALEBMO<br />

a.<br />

gli abitanti della costa africana.<br />

Nell'827 d.C. il progetto<br />

prese corpo ed una flotta salpò<br />

da Susa alla volta <strong>di</strong> Mazara,<br />

portando in Sicilia le<br />

truppe <strong>di</strong>Arabi e Berberi destinate<br />

a conquistare e colonizzare<br />

l'lsola.<br />

Gli emiri aglabiti, cone ho<br />

appena precisato, erano riuscìti,<br />

agli albori del tx secolo,<br />

a ritagliarsi una posizione<br />

in<strong>di</strong>pendente, trasformando<br />

la provincia d'lfrrqiya in una<br />

signoria autonoma: la <strong>di</strong>mostrazione<br />

piú evidente <strong>di</strong> ciò<br />

. è rappresentata dal fatto che<br />

essibatterono moneta a Proprio<br />

nome .<br />

I a monetazione a-raba nordafricana<br />

era stata, all'inizio,<br />

molto restia ad emanciParsi<br />

dai modelli bizantini e ad allinearsi<br />

alle innovazìoni varate<br />

da Abd aÌ-Màlik. TLttavia<br />

nel terzo decennio dell'ottavo<br />

secolo il processo <strong>di</strong> omologazione<br />

alle tipologie monetarie<br />

orientali si poté <strong>di</strong>re definidvamente<br />

concluso, sìcché, da<br />

quella data fino alla fine deÌ secolo, le zecche<br />

africane produssero monete del tutto simili<br />

alle orientali coeve [rrc. s xrvrn o].<br />

"rev<br />

Con I'ascesa al potere degli Aglabiti, Ie<br />

emissioni presentano una rivoluzionarta novità:<br />

accanto alle consuete, asettiche formule<br />

religiose e aJJa basmalaecco' infani.apparire<br />

tn motto, galzba che, utilizzando le tre<br />

consonanti del nome proprio Aglab, risuona<br />

al contempo, in arabo' come un augurio<br />

<strong>di</strong> vittoria. Esso costituisce dunque una vera<br />

e propria grife che <strong>di</strong>chiara, orgogliosamente<br />

ed inequivocabilmente, l'in<strong>di</strong>pendenza<br />

della moneta e <strong>di</strong> chi la batte. fintento<br />

autonomistico si fa ancora piú plateaìe<br />

con il secondo principe aglabita, hbd Ailah,<br />

il quale apporrà sulla moneta ad<strong>di</strong>rittura il<br />

proprio nome. dando inizio ad una pratica<br />

che si trasformerà presto in consuetu<strong>di</strong>ne.<br />

ll motto <strong>di</strong>nastico consente dunque <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere<br />

immedìatamente le monete della <strong>di</strong>nastia<br />

aglabita dalle altre monete abbasì<strong>di</strong>, del-


le quali, per il resro, riproducono pe<strong>di</strong>ssequamenre<br />

lo sdle e le leggende [rrc. o rev xxrx e].<br />

"<br />

La tipologia in vigore in Nord Africa fu<br />

importara in Sicilia all'arro della conquìsra e<br />

riprodotra nelle emissioni isolane . Queste ultime<br />

sono perciò riconoscibili se, e quando,<br />

portano la citazione della zecca siciliana.<br />

La prima moneta in nostro possesso che<br />

presenta tale cirazìone è datata all'anno zr4<br />

dell'Egira, corrispondente al periodo a cavallo<br />

rra gli anni 829-83o dell'era gregoriana.<br />

fucordo che I'in<strong>di</strong>cazione deÌla data sulle<br />

monere degli Arabi si basa. owiamente.<br />

sul calendario da essi utilizzato, che compura<br />

il corso degli anni a partire dal 6zz d.C.,<br />

anno del tras€erimento, deto Egira (dall'ara6o<br />

hi!ra), del profeta Maometto (Muhammad)<br />

dalla città natale <strong>di</strong> Mecca a quella <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>na. Stabilire I'equivalenza tra Ia dara<br />

gregoriana e quella musulmana risulta complicato<br />

dal fano che imusulmani calcolano<br />

la durata <strong>di</strong> un mese suÌla base del ciclo lunare.<br />

Tàle prassi fa sí che l'anno musulmano,<br />

caratterizzato dal succedersi <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci<br />

mesi, formati alternativamente da z9 e 3o<br />

giorni, risulti <strong>di</strong>circa rr giorni piú breve <strong>di</strong><br />

quello solare. Questa dìfferenza annuale <strong>di</strong><br />

rr giorni comporta, ogni trentatré anni, lo<br />

scarro <strong>di</strong> un incero.rnno rra i due sìstemi.<br />

Se vogliamo dunque tradurre una data<br />

dell Egira nella corrispondente gregoriana<br />

dovremo ri(orre-e dlla seguenre operazione:<br />

G = E + 6zz - (E :') e, viceversa: E = G -<br />

6zz+(G-6zz)r32.<br />

Farta questa necessaria premessa, ritor.niamo<br />

alla prima moneta siciliana. Si tratta<br />

<strong>di</strong> rn <strong>di</strong>rham d'argento rìsalente all'anno<br />

829-83o d.C. (zr4 E.), <strong>di</strong> cui è noto un solo<br />

esemplare, in possesso del Medagliere della<br />

Biblioteca Nazionale <strong>di</strong> Parigi. Di questa<br />

rnoneta esisre a Palenlo una riproduziore<br />

in galvano-plastica, commissionata da Michele<br />

Amari per la Biblioteca Comuna.le, dove<br />

è arruaÌmente custo<strong>di</strong>ta.<br />

La monera presenta sul oc (<strong>di</strong>ritto campo)<br />

una leggenda incisa in stile cufico che<br />

è lo stile calligrafico preferito dagli Arabi,<br />

almeno fino all'un<strong>di</strong>cesimo secolo, per le<br />

iscrizioni monume ntali e monetali. Que -<br />

sto stile prevedeva dei grafemi privi <strong>di</strong> segni<br />

<strong>di</strong>acritici (il che ne rende l'interpretazione<br />

rrlvolta alsai ardua). giustapposti su<br />

@<br />

@<br />

' ì T LA MONIIAZIONE ARABA r89<br />

MAITIA AMALTA DE LUCÀ<br />

FIG.5<br />

Dithamargemeo lel periodo 'abbaside, emesso sono il<br />

califfaro <strong>di</strong>Hàrún ar RaSid 07o-r93 E.h86-809 d.C.).<br />

Questo esemplare proviene dalì'lfrrqiya governata da<br />

lbràhim ibn al-AÈlab (r5y-r96 E./772-8rz d.C.) ancora<br />

sorro il calilfo ar-Raèíd; risale cioè a un periodo<br />

precedente 1a concessione dell'autonomìa dell'anno r84<br />

(8oo), che vedrà la regione erigersi ad emirato<br />

auronomo. Col suo peso <strong>di</strong> 2,85 g e un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> z5<br />

mm, la monera mostra ii Iivello <strong>di</strong>adeguamenro della<br />

zecca aîricana agli tanlarldelcaliffaro <strong>di</strong>Baghdad. SuL<br />

<strong>di</strong>rirto campeggia su rre righe la consueta professione<br />

é,ell'unici,rìL (la ;kh ilk / Alkh ecc.). Tutr'inrcnr: t<br />

ntrgine lz basnalaè tperta dalla consueta formula (órnni<br />

'llah duriba ecc.), e prosegue informandocì che la<br />

n,oneu è srJrr ,oniara [...] l.,t ljttiyyn qun,ìft 'uasnb'it<br />

wa-rni'a \aJ I f 1,r]Llrii1trr!cÈilos.lt;nLaser'<br />

Jell l-g.ra, ilTe: d.c.l. C\i.de'a .gg..d, un,.orni,e<br />

cornposta <strong>di</strong> tre cerchi perlinrti: rra I'esteoro e il<br />

preccdenre Sono inclusisei anelli con globerto cenrrale.<br />

Sul rovescio campeggia su quanro righe ìa seguente<br />

legge ,;L: bn! / Multnrnnad rnsùl / Allah nabî 1?l<br />

hthna / tatt \a) [ l]. r!' , ' r.L ll r.tri i: rl ìiessrtqe,o / d<br />

J i, r, .)l'.-ri, I ' ,, s,r, cù r -i so,;cor.o l. Tia il cerchio<br />

lineare che racchiude quesra lormula e queilo esterno della<br />

n-ronem rrova posto la consueta cirazione della sura x.<br />

i;J .:ér+- J @ iì- i:qri! I J<br />

)-àt'É)llll j "l.l<br />

| /Jr,"r.j,'J/!<br />

Dit'han aîtcano dell'emiro aglabita Ziyàdat Allah I<br />

r:or-r'J L/8rr,-8iz d.C.). 5rl Jirirro sr puo rrorrre<br />

come, all'interno deila consueta folmula in canpo,<br />

esalrrnre I'unicjtìL <strong>di</strong> Dio, in una terza riga tra le parole<br />

wnhda lne k,tt.r;r,r in'erral,ra Icrpre,,ione rans"rrr<br />

(A) | .r. l. La basmala sul margine rcnde noto che<br />

questo esemplare, <strong>di</strong> 2,87 g per un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> zi mm,<br />

è sraro coniaro [...J bî-]fÌqilln în n lntnan [?] u,ani'ntayt<br />

(a) L,, rrr,r.-1 ::,N. rìr,.! rr.o,ri I rl<br />

delt'Egira, ossia, probabilmenre, t'812,8,r d.c.l. Non è<br />

perspicuo se sirno due i cerchi linerri separati da<br />

ancllini che racchìudono la <strong>di</strong>cirura.<br />

ll campo delrovescio presenra, denrro un cerchio, una<br />

leggenda su cìnque righe, comprendentila consueta formula<br />

augurde aghbita e il nonre del comrn itten re: jzla/;a /<br />

Ml.,,ttnnrlrcitl / Allil uùntù nntu l.'i-lti al-a n tir / ...<br />

/ZiJààtAIàhlc)l\.,rt .i LiLrìr ,.irc , lss:i:rtrÙo.'!,<br />

r). ( Ò ìr ì,rsù,j;]1.ìa,rl.errr ro . . Zr'-r.rr.q rtr I. Sulmar8ine,<br />

verosimilmente enrro un cerchio con arelli, è posibile<br />

leggere I'usuale cirazione della sura x solo per un brcve<br />

trarra (Muhamnuul rn:il AJkh arsala hu bi'l-huàà), d,ao<br />

il non perfeno staro <strong>di</strong> conservazione della monera.<br />

j+rl"r lll ùLj i;,!"r,,q 1.. ì<br />

{!l :iJUj / .. / J.À-Jl .{1 r-l L- Jll / JJÉJ ]* / -J-è


STONIA DI P I-ERMO<br />

\ () tll rL. DAL 'TARDO-AN'rICO ALL'ISI-ÀM<br />

FIG.7<br />

Moneta da r;'ezzo <strong>di</strong>rhan in argento, coniata a <strong>Palermo</strong><br />

sotro il governo dell'emiro ailabita Muhammad t (zz6z4r<br />

E./84o-8i6 d.C.). Nessuna novità presenta il campo<br />

sul <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> questo esemplare, <strong>di</strong> 18 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>amerro<br />

per un peso <strong>di</strong> r,33 g: vi tiene luogo la consueta<br />

professione dell'unicitàL <strong>di</strong> Dìo. -fra lz basmak eil<br />

bordo sono tracciati ue cerchi perlinati, con sei anellini<br />

inclusi tra il cerchio esterno e quello precedente. La<br />

dìcitura circolare ci rende noto che Ia nroneta è stata<br />

coniara [...J bi-Maìi,n Bnlnrn sa,n lalalin nnni'ntnyn<br />

(a) [] I,re r olrn d, P,rrc,tr,o I iìnno<br />

d!ece'not'o.ra', 844 d.C.l.<br />

Nel crmpo del rouescìo trova posto un'iscnzrone su<br />

quatrro righe, che lascia spazio nei fondo a dLre motivi<br />

ornamentali, una stellina a sei punte e un globeno- Cosí<br />

appare la <strong>di</strong>citura: gaLbn / Muhannnad tnsal / Alkh<br />

sollà Alklt / 'nlalJti un-snllatna (a) I un,' a t<br />

tu1lrran,nìad è nressalqe,o / .l D o La bened zone .l Dio ' su<br />

'l<br />

d Lu e i sr uro / ]. l-a circonda, come al solito, la<br />

citazione per esteso della sura tx, chiusa da un cerchio<br />

perlinato.<br />

'!L { Jjlj ij- : ,L ;!s ..1<br />

. * / f-3 qt / rJJ I ./- {lr / Jr-) .r.-- / glò<br />

un unico piano, costituiti da segmenti per<br />

lo piú rettilìnei che, coll'andar del tempo,<br />

si evolsero verso forme meno sobrie e s'impreziosirono,<br />

sopralruÍro nelle parri terminali,<br />

<strong>di</strong> apìci e ornamenti floreali. La leggenda<br />

è <strong>di</strong>srribuita su quattro righe e ripoftat<br />

olúe alla già illustrata professione <strong>di</strong><br />

fede musulmana, il nome <strong>di</strong>lbn al-Cawari.<br />

Si tratta dunque <strong>di</strong> una <strong>di</strong> quelle monete,<br />

alle quali accennai in precedenza, che il<br />

condottiero arabo Muhammad ibn (Abi)<br />

al-èawàrl dovette coniare fortunosamenle<br />

duranre I'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Enna (Castrogiovannì),<br />

per rabbonire i suoi uomini. A conlerma<br />

delìa circostanza, sul DM (dìrirto margine)<br />

appare, infatti, la preziosissim basmalzt<br />

In nome <strong>di</strong> Dio fu coniato questo <strong>di</strong>rham<br />

in Sitlilliya I'anno duecento quattor<strong>di</strong>ci,<br />

data. che coincide con l'evento bellico<br />

in questione.<br />

Il n (rovescio) non si <strong>di</strong>scosta dalle formule<br />

tradìzionali in quanto presenta in campo<br />

il motto <strong>di</strong>nasrico seguito dal nome dell'emiro<br />

aglabita a quel tempo al potere, cioè<br />

il menzionato Zlyedat /JIi'h (817-838 d.C.)<br />

promotore deìl ìmpresa si(iliana, e, in margine,<br />

come <strong>di</strong> prammarica, la sura nona riguardant€<br />

la missione profetìca.<br />

La singolarità <strong>di</strong> questa moneta non risiede<br />

soltanto nelle inusuali circostanze <strong>di</strong><br />

emissione, che ne fanno il prodoto non già<br />

<strong>di</strong> una zecca stabile ma <strong>di</strong> un laboratorio <strong>di</strong><br />

fortuna approntato nel campo degli asse<strong>di</strong>anti,<br />

quanto nel fano che €ssa rappresenta<br />

l'unìco esemplare <strong>di</strong> dìrhaminterc (2,9o<br />

g) battuto in Sicilia dagli Arabi in tutto il<br />

periodo della loro dominazione.<br />

La sucressiva rest;monianza numìsma(ica<br />

risale all'835-836 d.C. (zzo E.). A quell'epoca<br />

<strong>Palermo</strong> era stata ormai espugnata da<br />

circa quattro anni (8lr d.C.). ma noi tton<br />

siaÀo in grado <strong>di</strong> stabilire quando, esattamente,<br />

la sua zecca abbia cominciato a funzionare<br />

e se sia stata proprio questa la prima<br />

emissione prodotta nel nuovo capoluogo.<br />

La nionèta in questione, che fino al secolo<br />

scorso era custo<strong>di</strong>ta nel Medagliere della<br />

Biblioteca Comunale <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, è risultata,<br />

nel corso dell'ultima classi6cazione, inspiegabìlmente<br />

irreperibile né, del resto, figura<br />

nel catalogo parziale àel tg75.t7<br />

Dalla descrizione lasciataci dal Lagumina,'8<br />

sappiamo trattarci <strong>di</strong> u\ mezzo <strong>di</strong>rham<br />

(r,26 g) emesso dal governatore <strong>di</strong> Sicilia<br />

Muhammad ibn Abd Ailah, risponde nte in<br />

tutto e per tutto alla tipologia tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Di <strong>di</strong>eci anni posteriori (844-845 d.C. I<br />

z3o E.) sono alcuni esemplari in cui. per la<br />

prima volta, leggiamo non iÌ generico nome<br />

della provincia - $iqilliya - ma quello <strong>di</strong><br />

Madrna Bakrm (Città <strong>di</strong> Pale rmo), con cur<br />

gli Arabi denominarono la città, adattando<br />

alla loro fonetica il precedente toponlmo.<br />

Ancota una volta si tratta <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong>rham<br />

$;2 g; r,45 g; r,9o g), anonimi, ma, in base<br />

alla data, attribuibili al quinto <strong>di</strong>nasta aglabita,<br />

Mullammad I (8+o-8i6 d.C.). Essi sono<br />

caratterizzati dalla presenza, sul nc, sotto<br />

la leggenda, <strong>di</strong> una stellina a sei punte frrc.<br />

z " rnv xxrx r]. Altri p ezzi, darati aJ, z4t E. e al<br />

246 E.. porrebbero essere eguaJmente siciliani,<br />

ma non ne abbiamo la certezza, porché<br />

I'in<strong>di</strong>cazione della zecca è illeggibile.<br />

Probabile invece, se dovesse risultare esatt<br />

lalettura Madtna, l'attribuzione a <strong>Palermo</strong><br />

dì un quarto <strong>di</strong> <strong>di</strong>rham (o,6o $ dell'862-<br />

8@ d.C. (249 E.) dell'emiro A-hmad (856-<br />

t7) Cfr. supra nota 11.<br />

r8l B. trgumina, Catabgo delL nanete..., cit., p. rjr, n.<br />

r eTav. L


86t d.C.) e <strong>di</strong> un altro (o,68 g) ài Ziyadat<br />

Allah It (863-86a d.C.) battuto nell'863-864<br />

d.C.( z5o E.).<br />

Come si può costarare dall elencazione<br />

precedente, tra le prime emissioni siciliane,<br />

finora documentate, mancano quelle in oro.<br />

TaÌe assenza può essere facilmente ricondotta<br />

alle precarie con<strong>di</strong>zioni economiche in cui<br />

dovette versare l'lsola all'indomani dell'invasione.<br />

La conquista araba, non <strong>di</strong>mentichiamolo,<br />

determinò, sopratturto nelle regioni<br />

centro-orientali guadagnate alla causa<br />

<strong>di</strong> Allah assai faticosamente e solo a prezzo<br />

<strong>di</strong> un considerevole sforzo bellico protrattosi<br />

fino allo scorcio del secolo ed oltre, un lungo<br />

periodo <strong>di</strong> danni e devastazioni e un cataclisma<br />

socio-culturale, che non potevano<br />

non influenzare negativamente I'econom ia<br />

e gli scambi. Non c'è proprio da stupirsi.<br />

dunque, se la contrazione delle attività economiche<br />

e finanziarie abbia ridotto al lumicino<br />

la circolazione monetaria, rendendo superflua<br />

l'introduzione sul mercato <strong>di</strong> monere<br />

d'oro e d'argento <strong>di</strong> grosso calibro.<br />

Del resto, l'assenza <strong>di</strong> queste ultime ed il<br />

conseguente ricorso ai loro sonomultipli, <strong>di</strong><br />

peso talvolta ridotrissimo, costìtuiranno un<br />

tratto saliente della monetazione siciliana<br />

perfino nel periodo piú prospero del dominio<br />

arabo.<br />

A:sai emblematica. in ral senso, è la presenza<br />

sul mercato siciliano, Sttestata a partire<br />

dal regno <strong>di</strong> Muhammad rt l8óa-875 d.C.)<br />

e, soprattutto, del successore lbràhim It ibn<br />

Ahmad (8719o2 d.C.), <strong>di</strong> una frazione fino<br />

allora inusitata: il quarro <strong>di</strong> dlnar aureo (tl<br />

cui peso è <strong>di</strong> circa un grammo) - in arabo<br />

rubà 't - destinato a <strong>di</strong>venire, tra il x e I'xl<br />

secolo, l'asse ponante dell'economta monetaria<br />

me<strong>di</strong>terranea e, sicuramente, una delle<br />

monete piú <strong>di</strong>ffuse ed imitate nel corso del<br />

Me<strong>di</strong>oevo.<br />

La comparsa in Sicilia <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>visionale<br />

sarebbe, secondo alcuni, da merrere in<br />

relazione con l'influenza esercitata sugli Arabi<br />

dal modello del tremissis bizantino, che,<br />

come ho spiegato in precedenza, essendo la<br />

monera maggiofmente usata in Sicilia all'al.vento<br />

dei musulmani, doveva essere anche<br />

la meglio rispondente al volume d'affari<br />

della regione nonché, fatto da non trascurare,<br />

quella piú familiare e gra<strong>di</strong>ta agli<br />

II I ] ](ì(]IX] \]] \II() ' LA MONETAZIONE ARÀAA I9I<br />

utenri. Il tremissis, peraftro, all'epoca dell'invasione<br />

pesava anch'esso circa un grammo,<br />

avendo perduto quasi un terzo del suo<br />

peso virtuale.<br />

Punroppo i prirni esemplari <strong>di</strong> rubà'r, rinvenuti<br />

in Sicilia e datati tal'875 d.C. (z6t<br />

E.) e I'89I d.C. (277 E.), non riportano il<br />

luogo <strong>di</strong> produzione: pertanto la loro attrrbuzione<br />

alla zecca palermitana, benché verosimile,<br />

non è <strong>di</strong>mostrabile.<br />

Molti <strong>di</strong> essi rientrano in un gruzzolo <strong>di</strong><br />

sessantacinque monete acquistato, alla fine<br />

del secoÌo scorso, dal Museo Nazionale <strong>di</strong><br />

<strong>Palermo</strong> e sommariamente descrino dal Lagumina.rg<br />

La provenienza <strong>di</strong> questo resoro<br />

sarebbe un riposriglio, <strong>di</strong> circa un centinaio<br />

<strong>di</strong> pezzi, rinvenuto incidentalmènte a <strong>Palermo</strong><br />

nel corro <strong>di</strong> Iavori idraulici nei pressl<br />

dl l'orta lermlnt,<br />

I rub'i'î aglablú,la cui percentuale aurea,<br />

laddove misurata, è risultata al <strong>di</strong> sopra del<br />

9o70, non si<strong>di</strong>scostano, tranne che nelle <strong>di</strong>mensìoni,<br />

daÌla tip ologia consrca del dînar<br />

aglabita <strong>di</strong> cui ripropongono stiìe e formu-<br />

Iario: su un Ìato campeggiano la professione<br />

<strong>di</strong> fede e la sura nona; sull'altro, oltre al<br />

motto <strong>di</strong>nastico, appaiono il nome dell'emiro<br />

e l'in<strong>di</strong>cazione della data. Va rilevata<br />

la presenza, sui quarti battuti da lbrahim Ir<br />

nel corso del primo decennio del suo quasi<br />

trenrennale emiraro, <strong>di</strong> un oscuro rermine,<br />

balago balap, che potrebbe alludere al nome<br />

<strong>di</strong> qualche sovrintendente dl zecca, fatto<br />

non inconsueto nella monetazione aglabita<br />

ed araba in genere [nc.a "ravxxxc].<br />

Sempre al regno <strong>di</strong> IbràÀìm iI, risale un<br />

altro rilevante evento monecario rappresentato<br />

dalla comparsa <strong>di</strong> una minuscola monerina<br />

d'argenio, detta [arruba (dal seme<br />

dell'omonima pianta, che in teoria ne esemplificava<br />

il peso srandard), equivalente ad<br />

un se<strong>di</strong>cesimo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rham (circa o,zo g), destinata<br />

a soppianrarele akre frazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>rham,<br />

ìl mezzo e<strong>di</strong>l quarto, in uso in Sicilia,<br />

e a rimanere per quasi duecento anni l'unica<br />

emissione siciliana d'argento. Nonostante<br />

le ridottissime <strong>di</strong>mensioni (circa ro mm<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>arnetro) le barrubdt <strong>di</strong>lbràhim II sono<br />

<strong>di</strong> accurarissima [arrura e riproducono in<br />

ry) B. Lagtnina,Un ptcget'alz riprrisliò ,!í nanù arabe<br />

t,auto a Pak,no, in .Archivio Storico Siciliano,, n.s., xx<br />

(189), pp. )6037a-<br />

MARIA AMALIA DE LUCA


192<br />

f sroRr^ Dr 'AI.ERMU<br />

@<br />

@<br />

\tìII \JI II' DAL TARDO. NT'CO ALI-'ISLAM<br />

L\<br />

" au*J .)lr-, J ú ij-' rbJl lji 'Jr-^à lJl r!<br />

@<br />

ffi<br />

...-_iJl Clir ...<br />

FIG. A<br />

Ruba't d'oro dell'epoce deli'emiro lbrahim It (z6r-289<br />

E./82+-qoz d.C.). Su entrambi ilati <strong>di</strong>questo<br />

esemplare, dì I3 mm <strong>di</strong><strong>di</strong>ametro e del peso <strong>di</strong> I,oz g, è<br />

preservara la tiPologia del <strong>di</strong>rbatn argemeo Si noà, alla<br />

fine della professione che carnpeggia immancabilmente<br />

sul <strong>di</strong>ritto,I'aggìunta, in Ì)n quarlo rigo, del misterìoso<br />

nome ó41,;g (n), forse relativo al soprintendente della<br />

z€cca. Quesra <strong>di</strong>citlrra è circondata Iungo iÌ margine<br />

d:rll:r.irrzionc Jcll.r s.rr'ì r\. Lhe <strong>di</strong> olito'i rro\r<br />

chll'.rltro lrro c che clui non sicstclìde' pcr motivirli<br />

soazio, al <strong>di</strong> Ià della pa rola kulli-hi ( t'l ', ).<br />

SLrl rovescio I'iscrizione augtrrale col motto degli<br />

.rel.rbiti si riprcscrrrr sirrrilc:r' r1lrlarz 'o1't.t ti1''tt:rto<br />

rria ,rnzichú prt,scgLrirc con l'culogi.r rirLr,rlc dcl lìoictr'<br />

cl,iudc ,J quiìto riqo eorr il ncrnc Llell crrri-o e<br />

.ammittente lbrahtn(e). Tale formula' in vìrtú dello<br />

scambio <strong>di</strong> facciate giàL ricordato' ;n qu€sto esemPlare è<br />

cinta all'esterrro dalla úasmala,la gaale notifica che bisnti'llalt<br />

drtibn ltala ad-d; lrr s.r n sitt ]n1;ttilt aani'ntavn<br />

lcl I fer,]o,fÉ,ir D.. sidl..c'-'.ìo oirlsÌt 'rjìar<br />

a,no Jr,..r.1îsest'n.ìse, l'829l8o dell'era crisriana]:<br />

nello scarso spaz.io della moneta, che' come sivede. non<br />

si concede alcuna ornamenrazione, non ha trovato<br />

posto nemmeno ia specifìcazione del ìuogo <strong>di</strong><br />

emissione-<br />

FIG 9<br />

$arrùba d'argento <strong>di</strong> epoca a!labita, risalente, al pari<br />

del /izdu sopra illustrato (r,r/l rtc a), all'emirato <strong>di</strong><br />

lbrahim ll. Nonostante le esigue <strong>di</strong>mensiont<br />

{dr.Ìme'ro to -m pe.o o,r- g) que


to profondament€ minato dalla crudeltà e<br />

dall'inettitu<strong>di</strong>ne dei suoi ultimi rappresenranri,<br />

che i Fàrimiri si ritagliarono la pnma,<br />

consistente, fetta <strong>di</strong> potere. Preceduto dalla<br />

propaganda del carismatico missionario Abù<br />

Abd A.llàh e dai suoi successi militari, che in<br />

pochianni avevano spa/zJro via la resisren-<br />

za governariva, nel 9o9 d.C. assunse ìa reg-<br />

genza del paese l'ìmàm (dal termine arabo<br />

imam, "co\i che sta davanti", che nell'arnbiro<br />

sciita può, tra I'altro, designare la suprema<br />

autorità religiosa e temporale della comunià)<br />

fàtimita 'lÀayd Allàh deno al-Mah<strong>di</strong><br />

hi'll;h (" il ben guidato da Dio").<br />

Il rivoluzionario cambio <strong>di</strong> vertice verificatosi<br />

nella madrepatria africana non poteva<br />

non causare ripercussioni nella colonia<br />

siciliana. GliArabi <strong>di</strong> Sicilia ritennero fosse<br />

giunto per loro il momento <strong>di</strong> scrollarsi<br />

<strong>di</strong> dosso il giogo del governo centrale e <strong>di</strong><br />

proclamare la propria autonomia. I notabili<br />

palermitani, legad alla vecchia guar<strong>di</strong>a aglabita,<br />

fecero quadrato intorno ad un nobile<br />

locale, Al.rmad ibn Qurhub, la cui politica<br />

anti-fàtimita e filo-abbaside registrò unanime,<br />

anche se effimero) consenso. Ibn Qurhub<br />

riuscí, infatri, a conquistarsi l'appoggio<br />

sia degli Arabi della capitale che dei Berberi<br />

dell'Agrigentino, insolitamente solidali,<br />

tanto da essere da entrambe le fazioni delegaro,<br />

il r8 maggio del 9r3 d.C., a reggere I'lsola,<br />

in qualità <strong>di</strong> emiro [rrc. ro rav xxx r].<br />

"<br />

Nonostante gli onimi auspici, la fortuna<br />

non gli arrise a lungo. Già dopo un anno il<br />

ruo ascendenre era desrinaLo ad appannarsi<br />

a causa dei primi smacch.i militari, del risorgere<br />

delle ataviche <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e tra i vari gruppi<br />

ernici e, in conclusione, degli incostanri<br />

umori della popolazione. Approfittando del<br />

suo crescente isolamento, i Fàrìmiri riuscirono<br />

pian piano ad esaucorarne I'autorità,<br />

riprendendo, nel 9r7 d.C., definitivamente<br />

nelle proprie mani il governo dell'lsola e<br />

mettendo fine alla sua fugace stagione d'in<strong>di</strong>pendenza.<br />

Se ho voluro <strong>di</strong>lungarmi alquanro in quesra<br />

<strong>di</strong>gressione storica, è perché gli awenimenti<br />

fin qui tratteggiari hanno puntuale<br />

risconrro nella monerazione coeva.<br />

Il prezioso ripostiglio <strong>di</strong> Porta Termini,<br />

cui ho accennato, ha restituito, ad esempìo,<br />

numerosi esemplari afferenti a questo tor-<br />

w<br />

@<br />

I '' ' LA MONLIAZIONI AR,ABA r93<br />

mentato segmento della storia siciliana, Di<br />

particolare interesse sono i qu,arti <strong>di</strong> dînar<br />

bartuti da Abu 'Abd AIIàh, rispertivamente<br />

nel 9o8-9o9 à.C. (296 E.) e nel 9o9-9ro d,C.<br />

(297 E.),Ie cui leggende, piuttosto cootroverse,<br />

sono state a lungo stu<strong>di</strong>ate e <strong>di</strong>scusse<br />

dal Lagumina."<br />

Ancor piú rari e significativi ì ruba'î del<br />

9t4-9t5 d.C. i3oz E.). e del 9r5-916 d.C. (3oj<br />

E,) emessi dalla zecca palermitana, durante<br />

la breve esperienza dell'autonomia gestita<br />

da lbn Qurhub, il cui nome Ahmad appare<br />

espÌicitamenre sul loro nC.<br />

Del primo imàm fàrimira, al-Mah<strong>di</strong> bi'llah<br />

(9o9-93a d.C.), sono conservate nel Medagliere<br />

della Bìblioteca Comunale <strong>di</strong>versi<br />

esemplari. ll ìoro srile calligrrfico è rncora<br />

quello severo, asciutto e stilizzato che aveva<br />

contrassegnato la monetazione afilabita, ma<br />

il rnotto galaba non vi coFrpare piú e, accanto<br />

alla professione <strong>di</strong> fede, essi riportano<br />

il nome e il sopralnome del nuovo imàm,<br />

spavaldamente seguito dal titolo <strong>di</strong> Amîr a/muminln<br />

("Principe dei Credenti"), fino a<br />

quel momento considerato privilegio dei califn<br />

'abbàsi<strong>di</strong>, dei quali aveva il compito <strong>di</strong><br />

-- a ^-rll<br />

( lr. ó. Llgumrnr, u3 Ptq.t ok 4Potîtgtt0 ... cu.. PP.<br />

)6) 369.<br />

IVIAIIIA AMALIA DÈ LUCA<br />

FLG. tO LA MONEIA DI IBN QUBHUB<br />

Rarìssima resrimonianza <strong>di</strong> uno dei momenri piú<br />

drammacici della storia <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> araba è quesro<br />

esemplate <strong>di</strong> ntbài, coniaro in oro aì tempo<br />

dell"'esperimenro" secessionistico fìlo'abbaside<br />

dell'emiro AÌrmad Ibn Qurhub (3oo 1o4 È.rer1-ero<br />

d.C.). Dalle <strong>di</strong>mensioni pressoché uguali alsopra<br />

ricordato drnàr <strong>di</strong> l6r'Àhim rr (ael nc. e), quesro<br />

esemplare mostra un impianro abbasranza rra<strong>di</strong>zionale,<br />

con la professione deli'unicirà <strong>di</strong> Dio nel campo e la<br />

cìtazìone della sura tx (accorciara sino alle parole ?lì<br />

d-<strong>di</strong>n, stte re gronl') a margine sul <strong>di</strong>rirto. Dall'altro<br />

laro si ha I'owio spostamento della basmatz sul<br />

margine, con I'in<strong>di</strong>cazione dell'anno ('lnntayn wajalajimi'a,<br />

)o1L.= 9t4l9t5 d.C.) ma non del luogo <strong>di</strong><br />

emissione, che però appare sconrato. Nella <strong>di</strong>citura sul<br />

campo del rovescio si può leggere, su cinque righe<br />

ìntervallare da un ron<strong>di</strong>no Allalt / Multannnd / ' /<br />

ranT I / Allah / Alnnad (a) | D o / N,r!ha,nm3d /. / è ir<br />

rnessaqèero r .l Dio / Arrnra.l l. Il nonìe <strong>di</strong> Ibn Qurhub, il<br />

commirtente, compare, dunque, in conclusione della<br />

formula.<br />

J.Éj / {Jl /JJIJ/ r /J.ù/.r.lll


f94<br />

STORIA DI PALERMO<br />

ffi<br />

@<br />

DAL TARDO-ANTICO ALL'ISLAM<br />

FlG. 11<br />

Rubaî d'oro del califfato <strong>di</strong> 'Ubayd Allih, detro al-<br />

Mah<strong>di</strong> bi-'llah, primo imàn f:arimìta ó'llrÌqife (297'<br />

pz E.l9o9-974 d.C.). Nonostante il cambio al vertice,<br />

la monetazione del periodo non si <strong>di</strong>stacca da quella<br />

aglabira se non per poche <strong>di</strong>citure. In questo<br />

esemplare, <strong>di</strong> r,o4 g per I1 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, la<br />

professione dell'unicità <strong>di</strong> Dio, immancabilmente<br />

<strong>di</strong>sposta su tre righe sulcampo <strong>di</strong>ritto, è preceduta e<br />

seg,ritr d'r rrrr.r prirn,r c tl.r trn:r rlrrirrr:r lirre.r clrc<br />

,ggiungono il norne e il titolo dcl corrrnrirrente: 7úzl<br />

Allilt / [... ] / anzr al-rninintn \t) f Abd Arràh / l .l/<br />

Prnc pe cleicredentr ]. Tutt'inrorno si Può leggere<br />

I'usuale citazione della sura Ix (tìno alla parola 2A).<br />

Anche sul ro"escio la tra<strong>di</strong>zionale proclamazione <strong>di</strong><br />

Muhammad messaggero <strong>di</strong> Dio trova posto nelle tre<br />

righe centrali del campo ed è tuttavia Prec€duta e<br />

selguita da ulreriori titoli deI commitrenra' aI-hnan /<br />

[...] / al'naLdr bi''lla, (B) [ r"à-/t ]/i bc' <strong>di</strong>etto<br />

oa olo ]. Illeggibile, per lo stato dì conservazione della<br />

moneta,la bantnla che Pure


fatto emancipara da esso, sotto il cui governo<br />

la Sicilia conobbe un cinquantennìo <strong>di</strong><br />

grande benessere materiale e spiriruale.<br />

Il cordone ombelicale ra i Kalbiti <strong>di</strong> Sicilia<br />

e gli imàm fàtimiti perdurò anche dopo<br />

la conquista, da parte <strong>di</strong> questi ultimi,<br />

dell'Egitto (g6g d,.C.) ed il conseguente trasferimento<br />

colà della sede <strong>di</strong> potere. La corte<br />

fàrimira, stabilitasi al Caìro, influenzò le<br />

scelte amministrative, milirari e culturaìi deÌl'lsola<br />

per molto tempo ancora, rappr€sen-<br />

rando umcialmenre, fino alsecolo successivo,<br />

il referente privilegiato della classe <strong>di</strong>rigente<br />

politica siciliana, nonché Ìa sua unrca<br />

fonte <strong>di</strong> legittimitir: non <strong>di</strong>mentichiamo che<br />

l'lsola, per quanto autonoma ne fosse la gestione,<br />

costituiva formalmente una porzione<br />

dell'ìmpero fàrimita, nel cui ambito po-<br />

Iitico, ma soprattuno finarziario, contrnuava<br />

a gravirare.<br />

La ricerca esretica emersa all'epoca <strong>di</strong> al-<br />

Manqur si evidenzia nelle monete del successore<br />

al-Mu'izz li-<strong>di</strong>n Allah (gsz.gzs d.C.\,<br />

al quale si deve il varo <strong>di</strong> un nuovo ripo, contrassegnato<br />

da un globetto cenrrale [rrc. ra.<br />

rav xxxr r], destinato a duratura fortuna: le<br />

leggende propongono un formulario, <strong>di</strong> marca<br />

piú squisitamente sciita, che arricchisce<br />

la professione <strong>di</strong> fede con la menzione del<br />

quarro califfo'Alî, personaggio assai venerato<br />

in ambito scii::. (Non c'è Dio se non Id<strong>di</strong>o<br />

Unico cbe rusruno ha per coTnpagno, Mulnmmad<br />

è il messagero <strong>di</strong> Dio e Alî è il ra?pre-<br />

sentante <strong>di</strong> Dio o altre espressioni analoghe)<br />

e concedono sempre piú spazio al protocollo<br />

personale dell'imàm.<br />

In quanto alle monete d'argento, sembra<br />

che la collezione del British Museum <strong>di</strong> Londra<br />

annoveri alcwne [arrubat dell'epoca <strong>di</strong><br />

al-Mu' rzz, che potrebbero essere siciliane.22<br />

Lattività della zecca <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> s'incremenra<br />

sorro il califfato <strong>di</strong> al:Aztz (975-996<br />

d.C.), <strong>di</strong> cui sono nore <strong>di</strong>verse emissioni siciliane<br />

auree e:una [arruba conservata alla<br />

Biblioteca Comunale, ma, soprattutto, sotto<br />

al-Hakim (996-tozt d.C.), del quale siamo<br />

in grado <strong>di</strong> documentare le emissioni siciliane<br />

<strong>di</strong> quarti d'oro, quasi ininterrottamente,<br />

dall'anno rooo al rorl d.C. (lgo-+oi E.) [rrc.<br />

ra e TAV )o(xr hl. Sufficie nremen te nota è pure<br />

la produzione <strong>di</strong> larrubat:'t generalmente<br />

piú piccole e piú incosranti nel peso <strong>di</strong> quel-<br />

@<br />

@<br />

.lt . L^ VONI f{ZIONL ^RÀL .<br />

ÀIANIA AMALiA DE LUCA<br />

FtG. 13<br />

-Rzóa!del periodo det f:tinita al-Mu'izz li<strong>di</strong>n Allah<br />

$4r-365 L.l95z-975 d,.C.). In questo esemplare d'oro <strong>di</strong><br />

r.oa g, d;l <strong>di</strong>amerro <strong>di</strong> I4 mm. non ve<strong>di</strong>,rmo piú<br />

campeggìare un'iscrizione ma un semplice globetto al<br />

cenrro, mencre le leggende sono <strong>di</strong>sposte su due<br />

margini concenrrici. Sul <strong>di</strong>rirro si legge bene all'interno,<br />

nonosrante una lacuna, l'in<strong>di</strong>cazione del luogo (ancora<br />

$iqilliya, du,nque <strong>Palermo</strong>) e dell,a data (hams uaa'rba'i<br />

ua-laklimi'A 3a


196 \1I]I'\II III DA]- TARDO.ANTICO ALLJISLAM<br />

B<br />

STORIA DI P LERÀTO<br />

@<br />

@<br />

@ En<br />

w<br />

Due monete siciliane del periodo <strong>di</strong> aì-Hakim, sesto<br />

inarn f-aùm:ra ()86-41 E./996-rozo d.C.). Nella prima,<br />

un ruba'i d,el pesa inferiore a un grammo (o,98y g, per<br />

un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> r4 mm) la data, pur presente sul<br />

margine del laro <strong>di</strong>ritto, è <strong>di</strong> impossibile letrura a causa<br />

dei grafemi sconnessi, Fatta eccezione per un lalaliní'a<br />

(r.Èc.nro. ), dalla grafìa insolita come quella del 5. r4ili,ya<br />

indìcanre il ìuogo dì ernissione. All'interno, separata<br />

d,a,lla basmak ó,a d,ue cerchìettì, I'epigrafc nel crmpo<br />

vede aggiunra rllc proclanrrzìonì dcll'unicirà <strong>di</strong> Dio (I'<br />

riga) e della missione del Profeta (u'rìga) Ia professione<br />

scika Alt unl; ,4lLth la) | nr' c norco ct, o,o , 3^ rigal.<br />

Nel rovescio si ripetono tanro sul margine quanro sul<br />

canìpo Ie menzioni del califfo al-l7altín la), o pitt<br />

estesamenrc al Ma|súr Ahù Ali hi-n Alkl) (c)<br />

"<br />

chiamato 'abd AlL1h aa-&ali-hi l seNa ù ùÒ €, t \).<br />

at11\.(i), imam e ami al-maminînl pr fite,te cte,taar; )<br />

secondo il consuero formulario fetimira,<br />

Nel secondo esemplare, onz latriiba argentea del peso<br />

<strong>di</strong>appena o,r8 grammie <strong>di</strong> 9 millimerri <strong>di</strong> dìamerro, è<br />

riprodotto rra le due facciate il protocollo del califfo<br />

firimìta col suo nome per esteso e gli appellarivi <strong>di</strong><br />

im:m e "principe dei credenti" come ncl solo rovescio<br />

del coe"o rubai .<br />

éul<br />

dJl r-U .rL J,l ,J-úJl<br />

della monetazione fàtimita, poiché tale capirolo<br />

rìguarda anche la produzione siciliana.<br />

Per tutto il periodo della dominazione dei<br />

Fàtimiti non si registra la coniazione <strong>di</strong> monete<br />

<strong>di</strong> rame. Di contro, a partire dal regno<br />

<strong>di</strong> al-Hàkim, assistiamo ad un incre<strong>di</strong>bile ed<br />

inspiegabile aumento <strong>di</strong> gettoni <strong>di</strong> vetro ritrovati<br />

in notevole quantità in Egitto e in<br />

tutto il t€rritorio sotto il suo controllo, ivi<br />

compresa. natu ra lmente, Ia Sicilia<br />

Per capirci meglio è necessario spiegare al<br />

lettore a cosa servivano i gettoni <strong>di</strong> vetro nel<br />

mondo arabo. Il loro uso era stato introdotto<br />

al tempo della riforma <strong>di</strong> hbd al-Màlik, <strong>di</strong><br />

cui si è detto, sul modello, ancora una volta,<br />

degli analoghi exagia bìzanrini. Questi<br />

gettoni vitrei, in ara6o sanagat, servivano ai<br />

commerciand, ai cambiavalute ed ìn genere<br />

a tutri gli operatori del settore finanziario,<br />

come campioni ponderali per controllare<br />

il peso delle monete d'oro e d'argento,<br />

ragion per cui i loro pesi corrispondevano a<br />

quelli delle monete piú <strong>di</strong>ffuse. Con questo<br />

specifico ruolo essi vennero adoperati a partire<br />

dall'epoca umayyade fino al periodo<br />

{àtimita, <strong>di</strong> cui ci stiamo occupando.<br />

Sorro al-Hakim la produzione dei getroni<br />

vitrei subisce un'improwisa impennata:<br />

il loro numero cresce a <strong>di</strong>smisura e non può<br />

assolutamente essere giustificato dalla loro<br />

funzione. Ciò ha [.rrro sl che si sia riproposta<br />

recentemente) e con vali<strong>di</strong>ssime argomentazioni,<br />

I'ipotesi che essi siano statt usati,<br />

in un momento imprecisabiJe, non piú<br />

come pesi, ma come vera e propria moneta<br />

<strong>di</strong>scambio per le piccole transazioni, al posto<br />

delle monete <strong>di</strong> rame ."<br />

Questo uso giustìficherebbe non solo l'altissimo<br />

numero <strong>di</strong> esemplari in circolazione<br />

md anche ìl larto che molti dei gettoni in<br />

quesrione hanno un peso che non corrisponde<br />

alle monete effeftivamente piú <strong>di</strong>ffuse<br />

all'epoca. Si spiegherebbe altresf il rirrovamenro<br />

<strong>di</strong> campioni monerari coevi in<br />

bronzo, messi in circolazione, evidentemente,<br />

per creare unlalternativa alvetro, che ormal<br />

era destinato ad assolvere il nuovo ruolo <strong>di</strong><br />

moneta,<br />

Un'altra determinante prova sarebbe costituita<br />

dàl fatto che una gran quantitir <strong>di</strong><br />

gettoni venne tesautizzata, come attestano<br />

i frequenti ritrovamenti <strong>di</strong> gruzzoli ammucchiati<br />

in un unico posto. Che senso<br />

avrebbe avuto il tesaurizzarli se non avessero<br />

avuto un valore <strong>di</strong> scambio? Ancor meno<br />

avrebbe avuto senso il contraffarli: eppure<br />

ne posse<strong>di</strong>amo moltissimi che sono<br />

chiaramente opera <strong>di</strong> falsari.<br />

Non va trascurato. infine. che proprio in<br />

concomitanza con il loro incremento, i gettoni<br />

cominciano a riportare, fatto del tutto<br />

inusuale, la data <strong>di</strong> emissione; elemento, quesr'ultimo,<br />

che potfebbe essere sintomatico <strong>di</strong><br />

un processo <strong>di</strong> omologazione alla moneta.<br />

ln conclusione, appare piú che verosimile<br />

ia possibilità che in un dato momento del-<br />

I'epoca fàtimita, forse all'awento del sesto<br />

califfo, al-Hàkim, si sia deciso <strong>di</strong> or.viare al-<br />

4l Cft P. Balog, Lct jerons fdtinirts en uerre, ìo .Revue<br />

belge de Numismatique', rc7, ry6r.pp. r7r-tl,,Idem, The<br />

FAtinid glas jcton, in "Annali dell'lstituto ftaliano <strong>di</strong> Nu'<br />

mismarica" xv[t-xrx (197t-t972), pp' r7s-264 e ibiden, tx<br />

(te7) , pp. tzt-uz; Iden, F4inil md ?úÈfainid slds j.tontfon<br />

Sitij,;n.Siú<strong>di</strong> Magrebint \at G97t. pp. r4'r481<br />

lden, La nonctazionc delk Siilia ardba..., cit., pp. 6t4-6tt.


I'endemica penuria <strong>di</strong> rame varando I'uso<br />

del gettone <strong>di</strong> vetro come moneta <strong>di</strong> piccolo<br />

scambio e, quin<strong>di</strong>, incrementandone la<br />

circoÌazione in tutto il dominio o me<strong>di</strong>ante<br />

l'esportazione dall Egìrro o me<strong>di</strong>anre una<br />

capillare produzione.<br />

Questa, con tutta probabilità, non fu però<br />

afTìdata alle zecche uffìciali, addette alla<br />

coniazione delle altre monete, bensí a piccoli<br />

laboratori privati che, tutnvia, operavano<br />

sotto Io stretto controllo governatlvo.<br />

Nel processo <strong>di</strong> fabbricazione, infatti, si doveva<br />

prestare la massima attenzione all'esatta<br />

dererminazione del peso. A ral fine si pre<strong>di</strong>sponevano<br />

dei blocchi <strong>di</strong> vetro che, poi,<br />

venivano ridorri in frantumie polverizzati.<br />

La polvere em pesata e sud<strong>di</strong>visa tn mucchierti<br />

corrispondenti al p€so del singolo<br />

gettone; questi erano collocati nel crogiolo;<br />

la perla <strong>di</strong> vetro cosí otrenuta subiva infine<br />

la pressione deì conio. Ceneralmcnte igertonipresenrano<br />

una sola faccia incisa, ma<br />

per quelli incisi su entrambe le superfici è<br />

logico ipotizzare che la pressione del conio<br />

awenisse quando la perla era sistemata su<br />

una lastra incisa, sicché, con un solo gesto,<br />

si poteva ottenere una doppia impressione.'6<br />

I gemoni siciliani non <strong>di</strong>fferiscono molto<br />

da quelli egiziani. ll <strong>di</strong>amerro dei gerroni<br />

fàrimiLi varia all'incirca rra i <strong>di</strong>eci e i rrentacinque<br />

mlllimetri: il loro peso corrisponde<br />

a quello deI dnar (4,25 g), del suo doppio<br />

(8,5o g) e del quarto G,rz g) e a quello<br />

del <strong>di</strong>rham (2,97 g), d,el suo doppio e dei<br />

suoi <strong>di</strong>versi sottomultipli. Agli inizi della <strong>di</strong>nastia<br />

si usava un vetro trasparente per lo<br />

piú verde ma talvolta anche rosa, miele o<br />

violaceo. A1l'epoca <strong>di</strong> al-Hàkim invalse l'uso<br />

<strong>di</strong>arricchire I'impasto con del pigmento<br />

vegetale che rese i tondelli piú opachi e piú<br />

resistenti € cons€ntí <strong>di</strong> ottenere una maggiore<br />

varietà <strong>di</strong> colorazioni, comprendenti<br />

anche il blu, il marrone, il rosso, il bianco<br />

ed il nero [rnv xxxrrd.<br />

Le leggende dei gettoni sono oltremodo<br />

variabili e vanno da quelle brevissime <strong>di</strong> una<br />

sola parola - una delle piú ricorrenti è, ad<br />

esempio, 'a<strong>di</strong>l (giusto) - a quelle piú estese<br />

z6l Cfr M. Jungfìeisch, Oú eî conneaîflrcntjàbiq'é'<br />

let poid:, joonr ct cttanpillu arabes en terrc, in .Les cúiers<br />

deTunisie' rv 0r16), pp.9r-91, da cuiho rrarro le noriz'eqLri<br />

|| lr rr() iLJ \rt \r!l . t_A MoNETAZIoNE AR-AB^<br />

@<br />

@<br />

che, nei casi piú fonunati, ci forniscono l'inrero<br />

prorocollo del regnanre e I'in<strong>di</strong>cazione<br />

dell'anno <strong>di</strong>emissione. La decorazione è, in<br />

generale, sobria e ru<strong>di</strong>mentale,'ma non marcano<br />

esemplari piutrosto raffinati sia dal<br />

punto <strong>di</strong> vista calligrafico che ornamentale.<br />

Le falsificazioni, come ho detto abbastanza<br />

frequenri, sono rese riconoscibili da una fattura<br />

piú grossolana e da leggende malamente<br />

contraffatte.<br />

Ritornando, dopo questa parentesi, alla<br />

sequenza delle emissioni palermitane constatiamo<br />

che, a nome del califfo az-Zahir<br />

(Iozo-ro35 d.C.), sono annuali ed abbondanci<br />

an.he se, essendo piurrosro riperitive<br />

sul piano rìpologico. ci lanrro rimpiangere<br />

la varietà stilisrica <strong>di</strong> cuì avevano dato<br />

prova quelle dei predécessori [rtc. to "rav<br />

xxxn r]. Le minuscole l2arrabat d'argento<br />

presentano una percentuale <strong>di</strong> merallo prezioso<br />

sempre piú bassa che si attesta, al momento,<br />

intorno al 5o7o ma che, sotto il suc-<br />

cessore, scenderà ulteriormente fino al 3o-<br />

2oo/o, ra.nro da farle facilmente scambiare<br />

^-- -^^-.li-^l,J.la<br />

morte <strong>di</strong> az-làhir succede al trono il<br />

piccolo al-Mustansir bi'Ìlài, che deterrà il<br />

potere fin quasi alla fine del secolo reggen-<br />

MARIA AI\{AI-IA DE LUCA<br />

FtG. 16<br />

RtbAî del|epc'cz d,el caliîfo az-Zihìr (4tt-427 EJtozctro19<br />

d.C.), del peso <strong>di</strong> o,97 g per un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 14<br />

mm. Il /rrgz delle monete <strong>di</strong> questo periodo <strong>di</strong>viene<br />

sempre piú complesso e rifiniro, come <strong>di</strong>mosrra la<br />

coesistenza, in questo esemplare, <strong>di</strong> tre lrasi per facciata,<br />

ripanìre ft; c"mpo. mrrBine inlerno e margine esrerno.<br />

Cosí sul <strong>di</strong>ritro si possono leggere le leggende<br />

tra<strong>di</strong>ziooali quali la proclamazione, tra due globerrì, <strong>di</strong><br />

Muhammad messaggero e'Ali amico <strong>di</strong> Dio (campo) e<br />

quella dell'unicirà <strong>di</strong> Dio (ìnrerno), nonché la citazione<br />

della sura Ix fino alìa parola hullì-hi (esreno).<br />

Simmetricamente I'iscrizione sui campo del rovescio,<br />

celebranre il "principe de\ cred,enri" az-Zàhir li-i'zaz<br />

<strong>di</strong>n / A àh (^) è posra anch'essa rra due globeni,<br />

menrre quella nel margine incerno non fa che ampliare<br />

nome- Abi'l-l.lasan Alt (al e ritoli del <strong>di</strong>nasra.<br />

Racchiude il tutro, sul bordo esterno,la, basnala, ct'e<br />

menziona ancora una v oha la localttìt dt $iqilliya e<br />

segnalava nón solo l'anno ('iírín wa-arba', 4zoE.,il<br />

nosrro rozShozg) ma anche il mese (íalr.,.)<br />

dell'emissione, ormai purrroppo illeggibile.<br />

{.!l/ ù.rJ jl}!}LÀll


198 D^L InRDO-^N]tCO ^LLjtSL M<br />

STORIA I)I P T-ENMO<br />

@<br />

@<br />

FtG. 17<br />

RzúrÍsiciliano del califfato <strong>di</strong> al-Musransìr bi-'llih<br />

Q27-487 E.lrql-\og4 d C.). Sui <strong>di</strong>rino <strong>di</strong> questo<br />

esemplare <strong>di</strong> o,ors g e <strong>di</strong> Ir mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>amerro campeggia<br />

la consueta proclamazione là ikh illà Allàh ( nor v è oto<br />

all nluorld Dio ) su <strong>di</strong> una sola riga, tra due globerti;<br />

chiuse entro un cerchio lineare esterno, le corre rntorno<br />

Ia citazione della sura tx, oggi allo stato frammentano.<br />

Delimita gli spazi delle due <strong>di</strong>citure un cerchio interno.<br />

La halima dell'vnicirà <strong>di</strong> Dio è completata sul<br />

rovescio, con l'cpignfc M nnunal ra tl Allnli,<br />

Mr hanìnrnd e I nress.ggero dr D o , mencre non segue<br />

alcuna menzìone <strong>di</strong> Al;. La <strong>di</strong>sposizìone <strong>di</strong>globertie<br />

cerchi su questo lato è stu<strong>di</strong>aramente uguale a quella<br />

del <strong>di</strong>ìtto. Le basmala circolare, qui Fo.tunàtanente<br />

lacunosa solo nelle parri srer€otipe o facilmente<br />

ricostruibili, fornisce sia I'in<strong>di</strong>cazione del luogo <strong>di</strong><br />

emissione (ancora .Sr4illlya) siala data, cìLoè 1l rc17<br />

(l'anno dell'Egira lacunosamente leggibile è rlr'zz-<br />

'iírîn...," wnunaee , cui è agevole integrare aaaúa'.<br />

aur'la.-1to ). La <strong>di</strong>fficile siturzione srorica<br />

della Sicilia, soggerta allora all'inrervento armato degli<br />

zrriti d lfriqiya. porrebbe spiegare come mai non<br />

compaia in questa moneta alcuna menzione del califfo<br />

fatimira-<br />

do le sorti dell'impero fàlimita per ben sessanr'anni,<br />

dal ro35 al ro94 d.C. In Sicilia,<br />

dopo il brillante cinquantennio gestito dai<br />

primi Kalbiti, all'inizio dell'x secolo la stabiiità<br />

della <strong>di</strong>nastia comincia avacillare, messa<br />

a dura prova dall'inefficienza dei nuovi<br />

rampolli. Perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> tranquillità si alternano<br />

sempre piú frequentemente a perio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

t€nsione, causata da lotte intestine, rivolte<br />

e dalla perenne minaccia dell'ostilità bizanuna.<br />

Duranre una <strong>di</strong> quesre crisi, nel roli d.C.,<br />

i nemici del casato kalbita richiesero l'intervento<br />

milirafe degli ziriti,la <strong>di</strong>nastia ber-<br />

bera che aveva ricevuro dai Fàrimiri in ere<strong>di</strong>tà<br />

il controllo dell'Ifriqiya; l'emìro zrrita<br />

non si fece pregare ed inviò un'armata al comando<br />

del figlio Abd Allah, intravedendo<br />

in questa mossa il prelu<strong>di</strong>o ad una futura<br />

espansione del proprio potere sulla Sicilia.<br />

In realtà il filo <strong>di</strong>retto ua la Sicilia e la cortr<br />

latim;ra com;nciava ormai ad essere minato<br />

dalla concorrenza del nuovo polo <strong>di</strong> attrazione<br />

politica rappresentato dal nascen-<br />

re asrro zlrira. Gli Ziriti, all'inizio fedeli vassalli<br />

dei Fàtimiti, tendevano via via ad emanciparsi<br />

sempre piú dalla loro tutela politica<br />

ed ideologica, tanto che nel Io49 d.C., dopo<br />

aver restaurato nelle loro terre l'ortodossia<br />

sunnita, riuscirono a proclamare defini-<br />

I<br />

tivamente la propria in<strong>di</strong>pendenza: agli occhi<br />

degli irredentisti siciliani essi rappresentavano,<br />

dunque, la logica alternativa al<br />

logoro potere kalbita.<br />

Lincalzare degli eventi politici trova puntuale<br />

conferma nella monetazione siciliana.<br />

Durante la delicata fase <strong>di</strong> trapasso del potere<br />

imperiale àa az-Zahir ad al-Mustansir<br />

bi'llah. nel ro37-8 d.C. (429 E.). appar"e. in<br />

Sicilia, una strana moneta [rrc. rz] che non<br />

riporta né il nome del califfo né l'usuale menzione<br />

<strong>di</strong> 'Ali, il che ha Fatto pensare che possa<br />

Lractarsi <strong>di</strong> un'emissione prodotta proprio<br />

nel critico momento in cui gli ortodossi Ziriti<br />

soppiantarono temporaneamente i Falimiti<br />

alla guida della regione.<br />

La secessione, se tale fu, dovette durare<br />

poco, vistb che già nell'emissione dell'anno<br />

seguente (43o E.) rispunta il nome del califfo<br />

fàtimita (ma senza la menzione <strong>di</strong> 'AIi);<br />

la corretta successione dei fatti, però, è lungi<br />

dall'esser chiara perché, nonostante da<br />

queJla data risultino regolari emissioni in<br />

nome <strong>di</strong> al-Mustansir, ancora nel ro4o o ro4r<br />

d.C. (+lr o qzE.), pur con il formulario<br />

sciita, venne battuta una moneta senza il suo<br />

nome.<br />

Un dato sembra, comunquei incontroveftibile:<br />

dopo alterne e confuse fasi <strong>di</strong> lotta,<br />

il partito legittimista sciita ebbe il sopral.vento,<br />

riconducendo la Sicilia nell'alveo<br />

politico tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Un altro sintomo d'incipiente crisi è il<br />

lento, ma progressivo, abbassamento del titolo<br />

aureo delle monete che scende, in quegli<br />

anni, approssimativamente al 7oolo.<br />

Nel ro5o-ro5r d.C. (442 E.) decollò in Siciha<br />

tn ruba'í <strong>di</strong> nuovo tipo, connotato da<br />

una rivoluzionaria impostazione grafica delle<br />

due facce campite da una specie <strong>di</strong> stella<br />

o ruota <strong>di</strong> ca-rroJ ottenuta con l'intersezione<br />

<strong>di</strong> sei linee <strong>di</strong> soittura corredate da pallini.<br />

Questa innovativa soluzione, a <strong>di</strong>re il vero,<br />

era stata tentata. già qualche decennio prima,<br />

nel 4o8 E., da al-Hàkim, ma non avendo<br />

riscosso, evidentemente, molto successo<br />

era stata presto abbandonata.<br />

La ruota stellata avrebbe caratterizzato le<br />

emissioni della zecca <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> fino all'ormai<br />

imminente arrivo dei Normanni: le tipologie<br />

piú tra<strong>di</strong>zionali non furono tuttavia<br />

accantonate, ma continuarono ad esse-


e bafiute e a circolare in concomitanza. Le<br />

leggende del nuovo quarto <strong>di</strong>. dlnar, put ,t utando<br />

<strong>di</strong>sposizione, rimaseto inalterate nel<br />

conrenuro: professione <strong>di</strong> fede sul nc sud<strong>di</strong>visa<br />

in sei linee; sura della missione proferica<br />

sul oii,t; protocollo del califfo falimita<br />

sul nc; in<strong>di</strong>cazione della zecca e della dara<br />

sul RM [r o. re]. A1 regno <strong>di</strong> al-Mustangir<br />

si fanno risalire pure alcune [arrubat,Ia cui<br />

<strong>di</strong>fficoltosa Iettura incontra tuttavìa molte<br />

Perpless,ta.'/<br />

La dominazione musulmana in Sicilia si<br />

al.viava frattanto aì tramonro: mentre il governo<br />

kalbita agonizzava nel capoluogo, il<br />

resLo dell'lsola si <strong>di</strong>videva in rre potenrari<br />

locali in<strong>di</strong>pendenti, aìlocati rispettivamente<br />

nel rerrirorio occidentale <strong>di</strong>Tiapani (con<br />

i <strong>di</strong>stretti <strong>di</strong> Marsala, Mazara e Sciacca), in<br />

quello <strong>di</strong> Castrogiovanni (con i <strong>di</strong>stretti <strong>di</strong><br />

Agrigento e Caltabellona) e in quello <strong>di</strong> Catania<br />

e governati ciascuno da un duce locale.<br />

A costoro si aggiunse piú tar<strong>di</strong> un quarto<br />

duce, Ibn a1-lì:mna, signore <strong>di</strong> Siracusa,<br />

che, entrató in conflitto con gli altri (circa<br />

ro53 d.C.), determinò l'intervento militare<br />

normanno in Sicilia (lo6r d.C.).<br />

A <strong>Palermo</strong>, travolto dalla inarrestabile<br />

anarchia, crollava infine il regime filo-sciita<br />

(ro5z-ro53 d.C.l+++ E.) e l'ultimo Kalbita<br />

era costretto a cedere I'autorità, ormai limitata<br />

a <strong>Palermo</strong>, al suo entroterra e alla costa<br />

settentrionale, ad una giunt4 <strong>di</strong>.norabili, che<br />

avrebbe rerto le sorti della città, non senza<br />

saltuarie ingerenze esterne (tra cui quella zirita<br />

dal ro64 al ro68 d.C.), fino alla sua caduta<br />

in mano normanna (to7z d.C.l4QE.),<br />

continuando a baatere moneta regolarmente<br />

in nome dei Fàtimiti.<br />

La persistente e sempre piú agguerrita<br />

avanzata normaona spinse, in seguito, i musulnani<br />

siciliani ad urÌultima <strong>di</strong>sperata mos-<br />

sa: richiedere, ancora una volta, l'aiuto degli<br />

Zrriti d'Africa, i quali, spinti dal miraggio<br />

<strong>di</strong> una facile conquista, tentarono I'avventura<br />

in Sicilia (ro6: d.C.).<br />

Nei decenni precedenti la conquisra normanna<br />

il quadro politico siciliano appare,<br />

dunque, terribilmente complicato dall'ampio<br />

ed articolato ventaglio <strong>di</strong> forze che si alt€rnano<br />

e susseguono in campo e che, tuttavia,<br />

nella fase finale della lotta, si possono<br />

riassumere nella seguente schemal izrezìone:<br />

l<br />

t<br />

fi r'lltor)() rr{\u(). L{ MoNETAZIONE T.RABA 199<br />

FtG. la<br />

MAIIIA AMALIA DÉ LUCA<br />

Questo rzúd'rsiciliano, <strong>di</strong> I6 mm per un grammo<br />

esatto dì peso, risale all'ulrima fase <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> araba, ed<br />

è caranerìzzato da un <strong>di</strong>segno innovarivo, comune a<br />

numerosi esemplari fatimici delperìodo: sul<strong>di</strong>rirto e<br />

sul rovescio l'iscrizione del campo compare riparthr su<br />

sei linee che si inrersecano a coppie parallele; al centro<br />

le incrocia tune un cerchio lineare. Tra gli spazi formati<br />

da quesri incroci ve<strong>di</strong>amo collocari tre paìlini. In questa<br />

sud<strong>di</strong>uisione rrova porro. con Lbera rìparrizione in sei<br />

segmenti, sul<strong>di</strong>rino la lormulasciita della<br />

proclamazione dell'unico Dio, <strong>di</strong>Muhammad suo<br />

mes,rggero e'AJi suo ami.o, :ul rove.. io la menzione<br />

del"principe deicredenti" al-In arn / Ma'a ld/al-<br />

Mltt talqíl / bi-'l làhl (^)<br />

Nei margini, scheggiaridal tempo, è poxibile leggere<br />

ancora qualche frammento deila sura x (<strong>di</strong>ritro) e la data<br />

d,eIla, úasnala (rovescio), ossi^ lamdn ua-arbai ua'<br />

arba' mi + l'anno 448 dell'Egna (to5y'to56)<br />

4 lL I ),-)i - dl / r<br />

ad oriente i Normanni ed i musulmani fautori<br />

dei Normanni (lbn at-Tumna); ad occidente<br />

e a sud gli Ziriti, e le altre fazioni<br />

musulmane.<br />

II fatto piú interessante per noi è che molte<br />

<strong>di</strong> queste, piú o meno effimere, forze politiche,<br />

ivi compresi i Normanni, probabilmente,<br />

batterono moneta segnando I'awio<br />

ed il temporaneo funzionamenro <strong>di</strong> nuove<br />

zecche, al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, e metrendo<br />

in circolazione una serie <strong>di</strong> monete, almeno<br />

nelle intenzioni, del tutto simili a quelle ufficiali<br />

e,9uin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile idenrìficazione.<br />

Ad una <strong>di</strong> queste zecche provinciali, forse<br />

alle <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> Ibn a1-lumna, si è, ad<br />

esempio, attribuita una copiosa quantità <strong>di</strong><br />

quali ài dt nàrsrellati, restimoniati 50Ptartutto<br />

da un ripostiglio rinvenuro a Cassibile,'8<br />

abbastanza somigliantì a quelli della<br />

zecca palermitana per peso e foggia, ma con-<br />

tenenri una percentuale aurea molto piú bassa<br />

(in genere intorno al 6o%o, ma talora minore),<br />

che ne giustifica il colore giallo palli<strong>di</strong>ssimo;<br />

assai piú grossolani nella fattura e<br />

z) P. Batog, Note *r quclquet nonrt<strong>di</strong>e' rt jeîo,' fatiniîcî<br />

/e Sr'<strong>di</strong>c in "Bullerìn Insrirur d'Egr'Pre, XL\1aI (I9Jar95t,<br />

pp. 69-70; ld€m, TheSiluet Coínge ..,cn., pp ta-ts.<br />

281 tusalenre al roTt{o76 d.C.: cfr' Idem, Cont ibutiont<br />

to ttu Arabi Metrologt anl Ca,nage in "AnnalideLl'lstìtuto<br />

lrrliano <strong>di</strong> Numnmatica' xxvll-xx\'lll (I98o-I), PP. IIfril e<br />

Thw. rx'xrx, rrÌ, PP. ri7j4t.


f SloRrA l)t PAr.ERrllo<br />

\ ( I L \1r Lr . D^L T^IDO-^NTICO ALI-'ISLAM<br />

illeggibili ne i margini. Quest'ultima caratteristica<br />

ci impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> stabilire con certezzala<br />

data e il luogo <strong>di</strong> emissione e quin<strong>di</strong>,<br />

ìn ultima analìsi, <strong>di</strong> suffragare I'attribuzione<br />

a Ibn a!-Ti-rmna.<br />

In un altro gruppo <strong>di</strong> ruba'î stellari, an'<br />

cora pìú rozzi. provenientidal medesimo ripostiglio,<br />

la percentuale aurea oscilla tra il<br />

560/o e il fio/ct: sì è supposto che essi siano<br />

opera dei Normannì sressi. Tale ipotesi. anzi.<br />

ha preso sempre piú corpo nei recent i slu<strong>di</strong>.'s<br />

secondo i quali le cosidderre imita.' ioni<br />

"barbariche' sarebbcro rtate coniatc proprio<br />

dai Normanni, in un luogo non identificato<br />

(Troina, Messina?), nel decennio<br />

compreso tra lo sbarco in Sicilia e I'occupazione<br />

<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> (e il conseguente rilevamento<br />

della sua zecca), allo scopo <strong>di</strong> finanziare<br />

l'impresa in corso.<br />

Un terzo gruppo del ripostiglio <strong>di</strong> Cassibile<br />

presenta invece una tipologia piú tra<strong>di</strong><br />

zionale con leggende centrali orizzontali indeciFrabili:<br />

es.o, se da alcuni stu<strong>di</strong>osi viene<br />

attribuito ugualmente ai Normanni, per altri<br />

sarebbe, jnvece. <strong>di</strong> matrice isìamica eattribuibile,<br />

insieme ad altri esemplari analoghi<br />

(ma provenientì da un ripostiglio della<br />

Sicilia occìdentale <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>rò fra poco), ad<br />

una delle fazioni che, strenuamente, opposero<br />

resistenza agli invasori nor<strong>di</strong>ci a Siracusa<br />

fino al ro86 d.C. e a Castrogiovanni fino<br />

al ro87 d.C.ro<br />

Dello stesso peso (circa r g) e deì tipo a<br />

ruota <strong>di</strong> carro sono noti, infine, alcuni pezzi<br />

provenienti da ripostigli della Sicilia orientale,<br />

<strong>di</strong> contenuto aureo talmente basso, o<br />

nullo, da essere stati considerati- non senza<br />

qualche perplessità - alla stregua <strong>di</strong> monete<br />

d'argento, equìvalenti dunque al valo-<br />

re dl clrca 5 0/1rruoat.)'<br />

zel P Balos, C. Mancini, P Petrillo Serafin, L Trnai-<br />

, Naoù contributi :ul contenu to aurco e la tipologìa del ta'<br />

rí in Jstituto ltaliano <strong>di</strong>Numismarica, viwn-).


tutta la durata del trentennio; z) l'ipotetico<br />

flusso provinciale, prodorto da una zecca fac€nte<br />

capo ad uno degli emiri ribelli attivi<br />

entro il ro64 d.C.; l) il flusso "zirita'prodotto<br />

dalle zecche africane per essere esportato<br />

in Sìcilia:4) liporeLico flu"so "normanno"<br />

prodotto, tra il to6l e il roTl' da<br />

una o piú zecche ignote; 5) l'ipotetico flusso<br />

anonimo islamico prodotto dagli ultimi<br />

focolai <strong>di</strong> resistenza ai Normanni tra cui: 6)<br />

l'attestato flusso prodotto dalla zecca <strong>di</strong> Agrigento<br />

nel ro75-6 d.C.<br />

A conclusione <strong>di</strong> quesro sinterico tesoconto<br />

sull'attivìtìr della zecca palermitana nel<br />

periodo della dominazione araba, non pos-<br />

so non rilevare una contrad<strong>di</strong>zione che apparentemenre<br />

contrassegna quest'artivìtà.<br />

Da un canto abbiamo un dato <strong>di</strong> fatro<br />

incontrovertibile: ilbasso profilo della monetazione<br />

arabo-sicìliana rappresentata, dal-<br />

I'inizio alla fine, da sottomultipli, a volte ridottissìmi,<br />

sl'a d,el dînartt che àel <strong>di</strong>rham'<br />

parrebbe testimoniare, come è stato spesso<br />

riba<strong>di</strong>to da un illustre stu<strong>di</strong>oso del settore,ll<br />

a favore <strong>di</strong> un'economia monetaria vivace<br />

, ma non florì<strong>di</strong>ssima e, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un<br />

necessario ri<strong>di</strong>mensionamento <strong>di</strong> quell'immagine<br />

della Sicilia musulmana <strong>di</strong> cui in<br />

pass=ato si è eccessivamente acclamata la prospentà.<br />

D'altro canto abbiamo testimonianzelt<br />

che ci confermano, quantqmeno per la seconda<br />

metà del decimo secolo e la prima<br />

dell'undecimo, il ruolo, non secondario, dell'lsola<br />

nel triangolo me<strong>di</strong>terraneo <strong>di</strong> scambi<br />

Sicilia-Maghrib-Egitto.<br />

Come conciliare dunque queste due realtà<br />

apparentemente in <strong>di</strong>saccordo? Si potrebbe<br />

pensare che l'adozione in Sicilta dt moneca<br />

<strong>di</strong>visionale sia stara de{ermtnata' lnnanzl tutto,<br />

dalla necessità da parte degli Arabi <strong>di</strong><br />

adattarsi alla rnodesta realtà finanziaria locale<br />

caratterizzata dai non alti parametrl monetari<br />

bizantini. In secondo luogo, dovette<br />

avere un peso non irrilevante il profondo<br />

<strong>di</strong>sagio economico che contrassegnò Ia prima<br />

lunghissima fase della conquista dell'Isola.<br />

ln quel clima <strong>di</strong> grande incettezza, ài<br />

persisrente stato <strong>di</strong> belligeranza, <strong>di</strong> economia<br />

ancora chiusa, la scelta <strong>di</strong> un ri<strong>di</strong>men-<br />

:ionamento doverte Presentarsi<br />

per i conquistatori<br />

quasi obbligata.<br />

'. t LX MO\EIA?IONL ARABA<br />

Quando poi la situazione si fu stabilizzara,<br />

tanto da consenlire il decollo <strong>di</strong> un economia<br />

che non fosse <strong>di</strong> me ra sussisrenza, ma<br />

anche <strong>di</strong> graduale apertura e scamhio verso<br />

l'Africa e verso il resto dell'Italia, probabilmente<br />

non si ritenne opportuno rivoluzionare<br />

un assetto ormai collaudato e il cui as-<br />

se portante, il ruba't, si era ivelato un cosí<br />

durtile e fortunato strumento.<br />

È probabile dunque che, piuttosto che apportare<br />

delle ra<strong>di</strong>cali e rischiose innovazioni<br />

(è notorio quanto la gente, ora come allora,<br />

si mostrì restia ad accogliere anche la<br />

piú piccola novità nel settore monetario), si<br />

,ia ptefetiro sopperire. incrementando ìl nu'<br />

-"ro e il uolumi delle emissioni che . <strong>di</strong>far-<br />

ti, in epoca kalbita (il periodo della massima<br />

espansione commerciale) risultano con-<br />

,.,ni.d una economia <strong>di</strong> scambì relarivamenre<br />

vivace.<br />

Del resto, per le transazioni piú imporranLi..he<br />

per lo pìú dovevano es\ere cjrcoscritte<br />

al mercato estero, invalse gradualmente<br />

I'uso <strong>di</strong> ricorrere non aÌle singole monere<br />

- per Ie grosse.omme rivelatesi troppo<br />

numerose da maneggÌare e computare -,<br />

rna a gruzzoligià pesari, conrrolìarie pre<strong>di</strong>-<br />

,porriin ,"..h-.,,igarantiri dal sigilìo <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong> zecca o <strong>di</strong> un altro addetto'<br />

"1fi.i"1.<br />

I controlli delle monere, la loro pesatura<br />

ed eventualn.rente la requisizione <strong>di</strong> quelle<br />

che apparivano eccessivamente rosate, uenivanoilfettuati<br />

in appositi uffici e non è da<br />

escludere che uno <strong>di</strong> questi sia stato allocato<br />

in prossimità della porta <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> in<br />

seguito nota come Porta delTrabocchetto<br />

j,l A q'e.to p opo.r'o non roglio'or'- cre i l:r ro che in<br />

,", ..r"J.* ' "";':- r,grrerebhe - sr"ndo ao un "rrlogo<br />

oubblicaro in arabo drll.r Brnca Cenrnle <strong>di</strong>Tunisir nel t968<br />

ial úolo an-tu.tad dl'anbiya f 'ltn;s - n rlnar Ìt,rto<br />

brnuro in Sicilir nell'anno r+l E /q:q d C. (contrasegnrto<br />

drl numero r8-r. Q'rrlor" que:r" l.rrura 'en'*e c"nlerm"tr'<br />

.i uorerermo d, frcnre ,ll'rn^ o e'empL e <strong>di</strong> /' r'i"ic'l ''<br />

no documentato. In anesa <strong>di</strong> una verifica, si porebbe iporiz,.re<br />

un ,enrarivo non ' u"ciro da p" re Jelle rutorita ';ciliane,<br />

d; immeirere in circolazione un taglio piú grossor ten'<br />

,,ri'o ',ggo;ro for.e d,lh efì'rr;vr cùlor:r de nrer'"roregr<br />

ull. Bi"e, la norerazioza cir'.pp oraecr6'<br />

rsir'1. Cit. S;,,tr,-,,. n I'shofîtr Ln'ddu'n t'<br />

Md pa alLr 'o"-.: .r\'tntundara GLLb'etn\rtlni<br />

ao all'ctulsione del49z' Attì del v convegdo<br />

'nr€rnaz'ona-<br />

Ie, Palemo Irrg siusno 1992, Mìnìstero per i Beri Culturali<br />

e Ambienrali UfÌìcio Cenrrale Per ì Ben; Archiv;!ric;' P3'<br />

lermo r995, pp. 96-17r, ove si rroverà una detragliata biblio'<br />

grafia sull'argomento.<br />

MARIA AMALIA DÈ LUCA


S TORIA DI P LENMO<br />

\iIII \II I DAL TARDO.ANTICO ALL'ISL{M<br />

Già da tempor6 si è infatti supposto che questo<br />

termine fosse da correlare al processo <strong>di</strong><br />

revisione - il trabucare monctam - esercitato<br />

sulle monete in epoca me<strong>di</strong>evale e, recentemenre,<br />

è stato suggerito che esso possa<br />

essere la corruzione dell'espress io n e ara-<br />

6a darb al-qit'a (5attitura degli spiccioii).rz<br />

Niente <strong>di</strong> certo invece siamo in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

sull'ubicazione della zecca in epoca araba:<br />

è da scartare l'in<strong>di</strong>zio offerto dal toponimo<br />

Cortile del Serra (che parrebbe richiamare<br />

la voce araba sihha,"zeccì', da cui peraltro<br />

deriva il corrispondente vocabolo italiano),<br />

che ancor oggi designa un profondo<br />

androne, <strong>di</strong> costruzione comunque assai piú<br />

recente, situato nei pressi del Monte <strong>di</strong> Pietà,<br />

e che sarebbe relativo all'impianto <strong>di</strong> una<br />

Zecca regia., a partírc d^l 167r.<br />

Luso della moneta a peso e non a numero,<br />

non ignoro ai Romani e ai Bizantini e at-<br />

testato nella Sicilia araba a partire dall'x secolo,<br />

<strong>di</strong>venne abituale in epoca normanna,<br />

anche perché consenti <strong>di</strong> superare il problema,<br />

sempre piú spinoso, della variabilitir<br />

ponderale delle monete. Sono i Normanru,<br />

infatti, le zecche non erano piú in grado <strong>di</strong><br />

garantire I'uniformità dei pezzi prodotti, sicché<br />

I'oscillazione <strong>di</strong> peso tra I'uno e l'altro<br />

;61 Ctr. V Di Ciovanni. la Iòpog,afa adna à t'ahno<br />

dal'ecob x dlryzvoll.,Pàermo r889-r89o, vol. I, pp. ro7-Io9.<br />

371 La felìce intuizione si de"e ad A. De Simone.<br />

esemplare aureo era <strong>di</strong>venuta intollerabile<br />

per I'utente.<br />

farchivìo della Geniza (la sinagoga del<br />

Cairo), dal quale si possono trarre le notizie<br />

piú preziose sul traffico commerciale<br />

me<strong>di</strong>terrar.reo, in gran parte gestito da Ebrei,<br />

ci ha resrituito molte lettere in cui si accenna<br />

a borse (in arabo ;urra, pl. ;urar) conrenenti<br />

quarti <strong>di</strong> dtnar spesso definiti rzba'ily<br />

ldrilyd, cioè " quarti <strong>di</strong> dínarferhi<br />

<strong>di</strong> conio". Da questo aggettivo reìativo arabo,<br />

usato per in<strong>di</strong>care la moneta vergine,<br />

nuova <strong>di</strong> zecca e quin<strong>di</strong> ancora esente dai<br />

guasti dell'usura, derivò nel mondo latìno<br />

e soprattutto in Sicilia il termltne tarí, con<br />

cui il quarto dì drnarele sue imitazioni vennero<br />

in seguito abitualmenre denominati.<br />

La fortùna e la vitalità <strong>di</strong> cui ha goduto<br />

questo termine sono forse lo strumento piú<br />

efficace per farci comprendere appieno il rivoluzionario<br />

input impresso, nel Me<strong>di</strong>oevo,<br />

dall'economia orienrale al mondo cristiano<br />

me<strong>di</strong>evale, reduce da una profonda recessione<br />

economica, nonché il ruolo, non secondario,<br />

che la Sicilia, e soprattutto il suo<br />

capoluogo <strong>Palermo</strong>, giocarono nella delicata<br />

fase <strong>di</strong> ricucitura dei legami tra Ie opposte<br />

sponde del Me<strong>di</strong>terraneo.


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MAfTtA AMAIIA DE LUCA

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