Crunchy Mussel / Mattia Travasoni / 3.2Mb - K-Karp
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<strong>Crunchy</strong><br />
<strong>Mussel</strong><br />
di <strong>Mattia</strong> <strong>Travasoni</strong><br />
62<br />
In primavera le carpe<br />
si dimostrano meno<br />
diffidenti permettendo<br />
l’impiego di esche più<br />
semplici…<br />
Mantenendo una sequenzialità<br />
logica con il mio ultimo testo<br />
“anti mussel”, questa volta<br />
voglio considerare le cozze<br />
sotto un nuovo aspetto.<br />
Dire che le cozze e i mitili d’acqua dolce<br />
siano tra i principali alimenti delle<br />
carpe è superfl uo e ormai chiunque è<br />
profondamente padrone di questo prezioso<br />
tesoro di teoria. Da questa piccola sfumatura<br />
è semplice dedurre che dove sono presenti<br />
abbondanti quantitativi di cozze sarà più<br />
probabile che vi bazzichino grosse carpe con<br />
l’intento di aspirarle, perciò diventa facile<br />
pensare che quelle aree siano eccellenti per<br />
depositare i nostri inneschi. Seguendo questa<br />
linea teorica, in tali circostanze pare che portare<br />
carpe giganti nel guadino sia un gioco<br />
molto semplice, ma sfortunatamente, anche<br />
se depositiamo i terminali proprio al centro di<br />
quelle distese, i nostri segnalatori potrebbero<br />
tacere per molto tempo facendoci annotare<br />
cappotti con notevole facilità.<br />
Penso che il problema principale sia<br />
dovuto a due probabili cause: in primis, le carpe<br />
potrebbero essere altrove; per secondo, le<br />
nostre amiche sono presenti ma stanno preferendo<br />
le cozze alle boilies. Quando la sorte<br />
ci porta sul secondo caso, ho osservato che<br />
almeno una partenza la si può sempre registrare,<br />
sebbene le carpe dedichino molta più<br />
attenzione alle cozze rispetto alle boilies. Tuttavia,<br />
se si pastura in modo molto discreto,<br />
63
magari con sacchettini di PVA, possiamo sperare<br />
concretamente di convincerne almeno<br />
una, ma, appena faremo l’errore di abbondare<br />
con qualche manciata di granaglie o boilies<br />
di troppo, andremo a rompere l’equilibrio, distogliendo<br />
completamente la loro attenzione<br />
da quell’area, vedendole spostarsi alla ricerca<br />
di altre distese di mitili. È ovvio che non funziona<br />
sempre così, infatti, durante i periodi<br />
di maggior pulsione alimentare, i tappeti di<br />
cozze sono e saranno sempre ottimi spot per<br />
catturare mediante pasturazioni tradizionali,<br />
sicuramente più esuberanti a confronto di un<br />
singolo sacchettino di PVA.<br />
Personalmente sono sempre stato infastidito<br />
dall’impossibilità di entrare in competizione<br />
con Madre Natura, specialmente<br />
quando pescavo con esche eccezionali vicino<br />
a succulenti cozze raggruppate qua e là, continuando<br />
a constatare che le carpe preferivano<br />
quei mitili duri, taglienti e diffi cili da strappare<br />
Dopo una notte in<br />
sacca è facile capire<br />
di cosa sono ghiotte!<br />
rispetto a nutrienti palline semplicissime da<br />
inghiottire. Da qui pensai a qualche variante<br />
che potesse far crollare, o meglio abbassare,<br />
le loro perplessità verso le mie boilies in modo<br />
da intrometterle cautamente nella loro dieta,<br />
senza farle rimanere soltanto un piatto di serie<br />
B al quale veniva dedicata poca e altalenante<br />
attenzione. Cercavo un’esca che potesse<br />
richiamare l’attenzione di diverse carpe, per<br />
mantenere il branco nei paraggi e soprattutto<br />
desideravo che quest’esca potesse essere<br />
accettata in parallelo ai mitili, entrando nella<br />
loro gamma di alimenti nel più breve tempo<br />
possibile. Veramente un obiettivo da rincorrere<br />
non semplice!<br />
Inizialmente scelsi la strada più naturale<br />
possibile, quella di procurarmi piccole cozze<br />
d’acqua dolce e infi larle nell’hair rig. Probabilmente<br />
fu tra le pescate più sozze della mia vita:<br />
vespe che mi giravano attorno in cerca di frammenti<br />
di molluschi; le mani sempre sporche di<br />
Ecco le cozze seccate<br />
pronte per essere<br />
aggiunte al mix.<br />
materiale viscido che fuoriusciva mentre trapanavo<br />
i loro gusci; ovunque toccavo lasciavo<br />
tracce puzzolenti e mucose. Insomma non mi<br />
piaceva affatto e il risultato non fruttò grossi<br />
pesci dal momento che la minutaglia riusciva<br />
a cibarsi della valva prima che giungessero le<br />
carpe! Con l’arrivo del branco guadinai qualche<br />
carpetta, nulla di eccezionale e infi ne alcune<br />
si slamarono a causa dell’errato movimento<br />
dell’accoppiata cozza e hair rig; provai anche<br />
confezionando piccole palline con le calze da<br />
donna all’interno delle quali racchiudevo qualche<br />
cozza schiacciata, ma anche questo sistema<br />
non mi procurò gran che. Probabilmente<br />
si trattò di un caso, comunque abbandonai<br />
l’esperimento nauseabondo pensando ad un<br />
sistema diverso che si prefi ggesse sempre il<br />
medesimo obiettivo.<br />
EFFETTO CRUNCH<br />
Il mio target era diffi cile da raggiungere. Po-<br />
Inizialmente le inserisco<br />
nelle uova poi<br />
introduco tutti gli<br />
additivi liquidi…<br />
Anche in zone in cui le cozze<br />
sembrano essere assenti,<br />
compaiono nelle sacche di<br />
mantenimento. Le carpe sanno<br />
dove trovarle!<br />
tevo abbandonare qualunque prova e tornare<br />
alla classica boilie realizzata con semplici birdfood<br />
dolci, sperando che almeno una delle<br />
carpe deviasse la sua attenzione da quelle appetitose<br />
cozze, oppure potevo sperimentare<br />
qualcosa di nuovo. Qualunque fosse stata la<br />
mia scelta avrei dovuto pasturare abbondantemente<br />
per abituarle a un piatto differente<br />
da quello a loro più naturale.<br />
Pensai perciò di raccogliere un po’ di<br />
cozze con uno strumento creato appositamente<br />
per questo scopo, che mi avrebbe permesso<br />
di “estirparle” dalle superfi ci alle quali erano aggrappate.<br />
Si trattava di un particolare rastrello<br />
“self made” con una rete sul fondo che avrebbe<br />
raccattato quelle che venivano strappate, molto<br />
simile a quei rastrelli usati dai pescatori di<br />
vongole lungo le spiagge, solo che al posto dei<br />
denti avevo collocato una lamina di metallo<br />
per raschiare le pareti di piloni, muri o rocce<br />
non troppo irte. Con il mio utensile iniziai a<br />
I gusci tritati ed espulsi<br />
dalle carpe non sono<br />
così piccoli! Più di una<br />
volta ho trovato conchiglie<br />
chiuse, ancora vive!<br />
grattare parecchie zone dove pensavo fossero<br />
presenti piccole cozze d’acqua dolce. È logico<br />
che non sempre riempivo la retina sottostante,<br />
ma spesso il risultato era quello desiderato.<br />
Ottenuta una buona quantità di valve, medie e<br />
piccole, decisi di farle seccare su semplici reti o<br />
lenzuola stese al sole, vedendo che dopo alcuni<br />
giorni erano pronte, infatti, conseguii circa 5<br />
kg di cozze secche, splendide e facili da essere<br />
usate senza sporcarsi le mani.<br />
Metabolizzai l’idea di mischiarle al<br />
mix durante l’impasto, con l’unico obiettivo di<br />
aggiungere una nota croccante all’esca, eliminando<br />
qualunque ambizione di apportare un<br />
gusto che entrasse in concorrenza con Madre<br />
Natura. Quindi il mio target sarebbe stato solamente<br />
quello di far scaturire un “suono” alla<br />
boilie non appena la carpa l’avesse schiacciata<br />
portandola ai denti faringei. Qui la mia trappola<br />
sarebbe entrata in azione, riproducendo lo<br />
stesso rumore (o perlomeno simile!) di quando<br />
…mescolo bene, aggiungo<br />
il mix, impasto…<br />
un pesce trita potentemente una cozza. Questo<br />
“suono”, in ambiente acquatico, è bene tradurlo<br />
col termine vibrazione.<br />
Fin da quando iniziai a pescare (e ormai<br />
è una vita!) ho sempre creduto che alcune<br />
vibrazioni abbiano la capacità di attrarre<br />
l’attenzione dei pesci, un po’ come quando i<br />
branchi di minutaglia imperversano sulle nostre<br />
esche: in questi casi, se passassero carpe<br />
nei paraggi, verrebbero a curiosare, attratte<br />
prima di tutto dal brulicare della minutaglia e<br />
soltanto in un secondo momento dall’odore<br />
delle nostre esche. Quest’ultima tesi può essere<br />
rapportata semplicemente alla verità e<br />
molti anglers ricorderanno di pescate in cui<br />
i segnalatori saltellavano per ore a causa di<br />
breme o carassi; poi, dopo qualche minuto di<br />
calma assoluta, una violenta partenza rompeva<br />
la quiete, facendoci divertire con qualche<br />
bella cattura. In questo caso, il branco di carpe<br />
è stato attratto chiaramente dalla frenesia<br />
64 65
della minutaglia, poi le esche hanno fatto il resto,<br />
prendendole… per la gola. Anche il clonk,<br />
lo strumento utilizzato dai pescatori di siluri,<br />
sfrutta un particolare tipo di vibrazione che<br />
realmente attrae i grossi “baffoni” nei pressi<br />
dell’imbarcazione, segno tangibile che un determinato<br />
rumore può richiamare l’interesse<br />
di molti pesci. Come ultima dimostrazione,<br />
riporto l’esperienza successa in un piccolo invaso<br />
privato nei pressi di casa mia, in cui le carpe<br />
sono richiamate dal semplice ma energico<br />
movimento della mano in acqua. In tal caso i<br />
pesci sono abituati a cibarsi a galla di grandi<br />
quantitativi di pane e pizza gettati dalla pizzeria<br />
vicina, entrando in competizione gli uni<br />
con gli altri non appena il primo pezzo cade in<br />
acqua. In tal caso, la vibrazione emessa dalla<br />
mano andava a riprodurre approssimativamente<br />
il rumore di varie carpe che si bisticciano<br />
un boccone sulla superfi cie, richiamando<br />
altre commensali in tutta fretta. Un vero diver-<br />
…rullo, cuocio le<br />
boilies e le innesco!<br />
Quelle quadrate sono<br />
perfette per la pesca<br />
in fiume.<br />
timento sentire le carpe che, confuse, assaggiavano<br />
le mie dita!<br />
Tornando alle acque libere e al mio<br />
esperimento, le boilies addizionate di cozze<br />
intere avrebbero funzionato in modo simile<br />
agli esempi sopra riportati, infatti, una volta inghiottita<br />
la pallina, le vibrazioni generate dalla<br />
rottura dei gusci avrebbero attirato l’attenzione<br />
delle carpe vicine, incitandole ad alimentarsi<br />
di un cibo diverso dal comune. L’affi nità<br />
del suono emesso durante la rottura dei gusci<br />
contenuti nella boilie avrebbe avuto il compito<br />
di abbattere alcuni dei loro naturali freni inibitori,<br />
che le rendono incerte dinnanzi alla scelta<br />
tra cozze oppure boilies. In tal modo notai di<br />
aver creato un piccolo anello di giunzione tra<br />
i piatti di Madre Natura e le mie self made: di<br />
fatto, bastava che venisse aspirata almeno una<br />
pallina per attrarre l’attenzione del branco, incitandole<br />
a cibarsi anche di quelle sferette assolutamente<br />
simili al loro piatto più comune.<br />
Questa grossa carpa<br />
un po’ deforme,<br />
rappresentò una<br />
tra le prime catture<br />
dell’esperimento.<br />
DALLE COZZE ALLE BOILIES<br />
Ricapitolando, le cozze introdotte nelle esche<br />
avrebbero avuto esclusivamente la funzione<br />
di attirare l’attenzione delle carpe non appena<br />
una boilie veniva schiacciata tramite i denti faringei.<br />
In tal caso, anche le altre carpe presenti<br />
si sarebbero avvicinate, chinando la testa e<br />
aspirando sia le cozze sia le palline. I risultati mi<br />
confermarono una buona riuscita della prova<br />
e soltanto ora potrei affermare che i miei bocconi<br />
erano accettati in modo parallelo ai mitili<br />
e persino le carpe più anziane e sospettose<br />
sembravano cadere nella trappola. La forma<br />
di pasturazione applicata si fondò su un breve<br />
periodo di dieci giorni in piena estate, nei quali<br />
feci cadere in acqua circa 8 kg di boilies lanciate<br />
in una zona ricca di cozze.<br />
Per avere una controprova dell’esperimento<br />
e per poter trasmettere al lettore un<br />
testo reale, intrapresi la medesima pasturazione<br />
anche nel periodo autunnale, registrando<br />
…ma in autunno le<br />
cozze fanno la differenza!<br />
Queste bocche riescono a<br />
strappare qualunque cozza<br />
mentre i denti faringei<br />
possono tritare anche<br />
quelle più dure.<br />
analogamente catture in un’area in cui le carpe<br />
grosse erano ormai un’utopia.<br />
Per giungere ad una conclusione pratica<br />
voglio descrivere come ho agito per costruire<br />
le esche. Esattamente dopo aver seccato tutti<br />
i gusci, li immisi in proporzioni di 200 g ogni<br />
10 uova (circa 850 g di mix) iniziando ad impastare<br />
come consuetudine. Durante le fasi di rullaggio<br />
era facile percepire l’effetto crunch tra i<br />
solchi della tavola, constatando che il risultato<br />
non era differente da quello comune, creando<br />
palline ben tonde ma costellate di piccole porzioni<br />
rigide incastonate qua e là. È ovvio che<br />
dal punto di vista organolettico, la boilie era<br />
immutata e il carbonato di calcio di cui sono<br />
composti i gusci è una sostanza sostanzialmente<br />
inerte e dona soltanto il ricercato effetto<br />
crunch. Per rimanere in tema, abbinai i gusci<br />
a un fi shmeal mix con abbondanti quantità di<br />
farine derivate dal pesce in modo da generare<br />
un’esca che non fosse troppo diversa da ciò<br />
L’alba regala<br />
sempre ottime<br />
soddisfazioni.<br />
che un pesce potrebbe reperire sul fondale.<br />
In tal modo ottenni boilies perfette,<br />
facili da rollare ed eccezionali per attrarre l’attenzione<br />
delle carpe.<br />
È ovvio che l’effetto crunch può essere<br />
replicato anche in altri modi, probabilmente<br />
il più conosciuto è quello mediante i gusci<br />
delle uova che, in mancanza di gusci di cozze,<br />
potrebbe cavarsela in modo suffi ciente. Personalmente<br />
ho testato anche questo sistema,<br />
ma il suono emesso durante la rottura della<br />
boilie è assai diverso e diffi cilmente riesce a<br />
convincere le carpe più diffi denti, defi nendolo<br />
ideale specialmente per confezionare le palline<br />
dedicate alle sedute di pasturazione. Infi ne<br />
ho utilizzato anche cozze, vongole e conchiglie<br />
di mare in genere, raccolte sulla spiaggia<br />
dopo una mareggiata.<br />
Al primo momento non credevo<br />
sull’effi cacia di questa soluzione, invece, visti<br />
i risultati, mi sono ricreduto. Il procedimento<br />
In inverno i mitili di<br />
mare sembrano funzionare<br />
molto bene.<br />
di preparazione è piuttosto semplice e può<br />
essere meno laborioso del previsto. Di fatto<br />
la raccolta delle conchiglie in mare, sia vive<br />
che morte, non è un’operazione complicata<br />
e dopo una tempesta ne possiamo trovare<br />
in grandi quantità sulla riva. Il perché è presto<br />
svelato e mi venne riferito da un esperto<br />
pescatore di vongole delle zone comacchiesi;<br />
egli mi spiegò che durante una burrasca le<br />
vongole e molti altri mitili vengono sballottati<br />
dalla corrente e la grande quantità di sabbia<br />
sollevata dalla tormenta le va a “soffocare”,<br />
inserendosi all’interno del guscio in quantità<br />
tali da impedirne una corretta espulsione. Di<br />
conseguenza muoiono.<br />
Tagliando corto, la sera dopo la burrasca<br />
raccolsi dalla spiaggia un secchio di varie<br />
conchiglie morte e, dopo averle lavate, le misi<br />
a bollire per circa trenta minuti dentro una<br />
grande pentola, aggiungendo una generosa<br />
quantità di zucchero a fi ne cottura. L’indoma-<br />
66 67
ni le stivai in molteplici piccoli sacchetti da un<br />
chilo conservandoli nel congelatore.<br />
Prima dell’uso preferisco sminuzzarle<br />
per pochi secondi in un frullatore, giusto da<br />
rompere i gusci e avendo cura di non polverizzarli<br />
per non smarrire l’effetto crunch. Questo<br />
ingrediente particolare non è diretto esclusivamente<br />
alla fabbricazione delle boilies, ma<br />
si sposa perfettamente anche per l’impasto di<br />
pasture da fondo o durante l’elaborazione di<br />
method originali, defi nendolo come un eccezionale<br />
componente “cattura-carpe” visto che<br />
l’esito è spesso immediato.<br />
Le preparazioni delle cozze di mare e<br />
di quelle d’acqua dolce sono diametralmente<br />
opposte e confi gurano due additivi diversi, di<br />
cui il primo possiede anche parecchie capacità<br />
attrattive, fondando parte delle sue caratteristiche<br />
sulla presenza di elevate quantità di sostanze<br />
attrattive. Le cozze d’acqua dolce invece,<br />
riproducono fedelmente le stesse vibrazioni<br />
Piloni, pareti a picco e<br />
rocce non troppo irte<br />
sono aree ideali dove<br />
ricercare le piccole<br />
cozze d’acqua dolce.<br />
Dopo aver raccolto<br />
le conchiglie sulla<br />
spiaggia, le ho cotte<br />
e stivate in piccoli<br />
sacchetti…<br />
emesse in natura durante le fasi di alimentazione<br />
di una carpa, richiamando l’attenzione di<br />
quelle vicine o meglio, del branco intero; personalmente<br />
le preferisco di gran lunga a quelle<br />
di mare poiché posso mantenere inalterate<br />
le qualità del mix, apportando un ingrediente<br />
neutrale dal punto di vista nutrizionale.<br />
Quelle di mare, vista la diffi coltà per<br />
pulirle da eventuali scorie e sabbia, prediligo<br />
coinvolgerle principalmente per la comune<br />
pastura da fondo, costantemente mia alleata<br />
durante la pesca in fi ume o in acque dove la<br />
velocità di attrazione è fondamentale. Soltanto<br />
in casi eccezionali, come la pesca in grandi<br />
fi umi prossimi alla foce o per esche volte alle<br />
lunghe pasturazioni, posso incorporarle nelle<br />
boilies notando un buon responso da parte di<br />
carpe molto diffi cili.<br />
Per i gusci delle conchiglie marine, ho<br />
constatato che un passaggio importantissimo<br />
è la cottura, tramite la quale si indeboliscono,<br />
I canali sono un ottimo<br />
campo di prova per<br />
molti esperimenti.<br />
…poi le ho<br />
messe in un<br />
frullatore, le ho<br />
zuccherate…<br />
…e infine le ho frullate!<br />
È importante mantenere<br />
piccoli pezzi<br />
interi per garantire<br />
l’effetto crunch.<br />
68 69
perdendo in solidità e si rendono più digeribili<br />
le valve contenute, cambiando sensibilmente<br />
il gusto dell’ingrediente fi nale. La sminuzzatura<br />
successiva si fonde col sapore del mollusco,<br />
battezzando questo elaborato come un eccezionale<br />
stimolatore d’appetito.<br />
Come ho accennato, uso mitili di mare<br />
nelle boilies solo raramente, preferendo un<br />
impiego esclusivo nelle pasture da fondo appunto<br />
per la grande proprietà attrattiva che<br />
sviluppano in acqua, indipendentemente dalla<br />
stagione o dalla temperatura.<br />
Un’ottima prova della loro effi cacia<br />
l’ho avuta alla fi ne dell’estate passata alle foci<br />
del Po, dove preparai una grande quantità di<br />
pastura da carpa, l’Ultimate di Trabucco, abbinata<br />
ad alcuni sacchetti di mitili marini, cotti,<br />
zuccherati e sminuzzati. Questi produssero<br />
una poltiglia scura assolutamente poco invitante,<br />
ma devo dire che l’effetto in pesca fu<br />
devastante e, dopo circa mezz’ora dall’aver<br />
70<br />
L’Ultimate di Trabuccoè<br />
una pastura ideale<br />
per i nostri scopi...<br />
…e il potere legante<br />
rimane invariato!<br />
…ma se aggiungiamo<br />
conchiglie di mare,<br />
cotte, zuccherate e<br />
tritate formiamo un<br />
vero portento...<br />
lanciato una decina di palle di pastura grandi<br />
come mandarini, la superfi cie dell’acqua si<br />
riempì di bollicine che comparivano qua e là<br />
in modo casuale. Di lì a poco anche le canne<br />
iniziarono a cantare partenze a raffi ca, segno<br />
inequivocabile che l’azione dello sfarinato stava<br />
facendo il suo effetto. È ovvio che per defi<br />
nire se un ingrediente è gradito o meno alle<br />
carpe, è necessario utilizzarlo solo dopo averle<br />
accuratamente individuate, quindi pescando<br />
dove abitualmente stazionano, passano o si<br />
alimentano, solo così potremo accertare la reale<br />
effi cacia della nostra invenzione.<br />
Terminando, sono convinto di aver sollevato<br />
un tema nuovo e di facile applicazione<br />
che, oltre alle solite pozioni di attrattori e stimolatori<br />
fondati su aminoacidi o aromi speciali,<br />
trova un meccanismo d’azione particolare,<br />
basato sulle vibrazioni emesse da un guscio<br />
mentre viene schiacciato dalle carpe e conseguentemente<br />
captato dalla sensibilissima linea<br />
In alcuni casi possiamo<br />
anche lasciarle<br />
intere ma attenzione<br />
alla coesione della<br />
pastura!<br />
laterale delle altre “amiche” del branco. La mia<br />
convinzione era già stata documentata da alcuni<br />
esperimenti sviluppati da altri anglers tramite<br />
la sola aggiunta di gusci d’uovo in mezzo<br />
all’impasto, ma l’inserimento di vere conchiglie<br />
parzialmente intere mi ha permesso di scavalcare<br />
le più rigide perplessità di molte enormi<br />
carpe che di boilies non ne volevano assolutamente<br />
sapere. Dopo alcune sedute di pasturazione<br />
preventiva con qualche chilo di palline,<br />
fu suffi ciente attendere l’attività di pesci di media<br />
taglia per provocare quelle vibrazioni particolari<br />
che richiamarono l’attenzione di ulteriori<br />
carpe, dirigendo il loro appetito verso quella<br />
determinata area dove avevo fatto cadere parecchie<br />
esche e, ovviamente, il mio innesco. In<br />
tal modo convincerle a cibarsi di boilies contemporaneamente<br />
a quelle prelibate cozze<br />
non fu così arduo, assicurandomi veramente<br />
tante catture, molte delle quali assolutamente<br />
inaspettate. Ora è tardi, vado a pesca!<br />
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2010 PREVIEW<br />
RED YELLOW BLUE GREEN<br />
Operazioni semplici grazie ai quattro tasti resistenti alle intemperie<br />
Volume e tono regolabili<br />
Regolazione della sensibilità a 4 posizioni<br />
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Altoparlanti potenti e resistenti alle intemperie<br />
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Sensore a ruota magnetica, opportunamente sagomato per ridurre lo slittamento<br />
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Funzionamento con batteria MN 21/23<br />
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