21.06.2013 Views

Crunchy Mussel / Mattia Travasoni / 3.2Mb - K-Karp

Crunchy Mussel / Mattia Travasoni / 3.2Mb - K-Karp

Crunchy Mussel / Mattia Travasoni / 3.2Mb - K-Karp

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Crunchy</strong><br />

<strong>Mussel</strong><br />

di <strong>Mattia</strong> <strong>Travasoni</strong><br />

62<br />

In primavera le carpe<br />

si dimostrano meno<br />

diffidenti permettendo<br />

l’impiego di esche più<br />

semplici…<br />

Mantenendo una sequenzialità<br />

logica con il mio ultimo testo<br />

“anti mussel”, questa volta<br />

voglio considerare le cozze<br />

sotto un nuovo aspetto.<br />

Dire che le cozze e i mitili d’acqua dolce<br />

siano tra i principali alimenti delle<br />

carpe è superfl uo e ormai chiunque è<br />

profondamente padrone di questo prezioso<br />

tesoro di teoria. Da questa piccola sfumatura<br />

è semplice dedurre che dove sono presenti<br />

abbondanti quantitativi di cozze sarà più<br />

probabile che vi bazzichino grosse carpe con<br />

l’intento di aspirarle, perciò diventa facile<br />

pensare che quelle aree siano eccellenti per<br />

depositare i nostri inneschi. Seguendo questa<br />

linea teorica, in tali circostanze pare che portare<br />

carpe giganti nel guadino sia un gioco<br />

molto semplice, ma sfortunatamente, anche<br />

se depositiamo i terminali proprio al centro di<br />

quelle distese, i nostri segnalatori potrebbero<br />

tacere per molto tempo facendoci annotare<br />

cappotti con notevole facilità.<br />

Penso che il problema principale sia<br />

dovuto a due probabili cause: in primis, le carpe<br />

potrebbero essere altrove; per secondo, le<br />

nostre amiche sono presenti ma stanno preferendo<br />

le cozze alle boilies. Quando la sorte<br />

ci porta sul secondo caso, ho osservato che<br />

almeno una partenza la si può sempre registrare,<br />

sebbene le carpe dedichino molta più<br />

attenzione alle cozze rispetto alle boilies. Tuttavia,<br />

se si pastura in modo molto discreto,<br />

63


magari con sacchettini di PVA, possiamo sperare<br />

concretamente di convincerne almeno<br />

una, ma, appena faremo l’errore di abbondare<br />

con qualche manciata di granaglie o boilies<br />

di troppo, andremo a rompere l’equilibrio, distogliendo<br />

completamente la loro attenzione<br />

da quell’area, vedendole spostarsi alla ricerca<br />

di altre distese di mitili. È ovvio che non funziona<br />

sempre così, infatti, durante i periodi<br />

di maggior pulsione alimentare, i tappeti di<br />

cozze sono e saranno sempre ottimi spot per<br />

catturare mediante pasturazioni tradizionali,<br />

sicuramente più esuberanti a confronto di un<br />

singolo sacchettino di PVA.<br />

Personalmente sono sempre stato infastidito<br />

dall’impossibilità di entrare in competizione<br />

con Madre Natura, specialmente<br />

quando pescavo con esche eccezionali vicino<br />

a succulenti cozze raggruppate qua e là, continuando<br />

a constatare che le carpe preferivano<br />

quei mitili duri, taglienti e diffi cili da strappare<br />

Dopo una notte in<br />

sacca è facile capire<br />

di cosa sono ghiotte!<br />

rispetto a nutrienti palline semplicissime da<br />

inghiottire. Da qui pensai a qualche variante<br />

che potesse far crollare, o meglio abbassare,<br />

le loro perplessità verso le mie boilies in modo<br />

da intrometterle cautamente nella loro dieta,<br />

senza farle rimanere soltanto un piatto di serie<br />

B al quale veniva dedicata poca e altalenante<br />

attenzione. Cercavo un’esca che potesse<br />

richiamare l’attenzione di diverse carpe, per<br />

mantenere il branco nei paraggi e soprattutto<br />

desideravo che quest’esca potesse essere<br />

accettata in parallelo ai mitili, entrando nella<br />

loro gamma di alimenti nel più breve tempo<br />

possibile. Veramente un obiettivo da rincorrere<br />

non semplice!<br />

Inizialmente scelsi la strada più naturale<br />

possibile, quella di procurarmi piccole cozze<br />

d’acqua dolce e infi larle nell’hair rig. Probabilmente<br />

fu tra le pescate più sozze della mia vita:<br />

vespe che mi giravano attorno in cerca di frammenti<br />

di molluschi; le mani sempre sporche di<br />

Ecco le cozze seccate<br />

pronte per essere<br />

aggiunte al mix.<br />

materiale viscido che fuoriusciva mentre trapanavo<br />

i loro gusci; ovunque toccavo lasciavo<br />

tracce puzzolenti e mucose. Insomma non mi<br />

piaceva affatto e il risultato non fruttò grossi<br />

pesci dal momento che la minutaglia riusciva<br />

a cibarsi della valva prima che giungessero le<br />

carpe! Con l’arrivo del branco guadinai qualche<br />

carpetta, nulla di eccezionale e infi ne alcune<br />

si slamarono a causa dell’errato movimento<br />

dell’accoppiata cozza e hair rig; provai anche<br />

confezionando piccole palline con le calze da<br />

donna all’interno delle quali racchiudevo qualche<br />

cozza schiacciata, ma anche questo sistema<br />

non mi procurò gran che. Probabilmente<br />

si trattò di un caso, comunque abbandonai<br />

l’esperimento nauseabondo pensando ad un<br />

sistema diverso che si prefi ggesse sempre il<br />

medesimo obiettivo.<br />

EFFETTO CRUNCH<br />

Il mio target era diffi cile da raggiungere. Po-<br />

Inizialmente le inserisco<br />

nelle uova poi<br />

introduco tutti gli<br />

additivi liquidi…<br />

Anche in zone in cui le cozze<br />

sembrano essere assenti,<br />

compaiono nelle sacche di<br />

mantenimento. Le carpe sanno<br />

dove trovarle!<br />

tevo abbandonare qualunque prova e tornare<br />

alla classica boilie realizzata con semplici birdfood<br />

dolci, sperando che almeno una delle<br />

carpe deviasse la sua attenzione da quelle appetitose<br />

cozze, oppure potevo sperimentare<br />

qualcosa di nuovo. Qualunque fosse stata la<br />

mia scelta avrei dovuto pasturare abbondantemente<br />

per abituarle a un piatto differente<br />

da quello a loro più naturale.<br />

Pensai perciò di raccogliere un po’ di<br />

cozze con uno strumento creato appositamente<br />

per questo scopo, che mi avrebbe permesso<br />

di “estirparle” dalle superfi ci alle quali erano aggrappate.<br />

Si trattava di un particolare rastrello<br />

“self made” con una rete sul fondo che avrebbe<br />

raccattato quelle che venivano strappate, molto<br />

simile a quei rastrelli usati dai pescatori di<br />

vongole lungo le spiagge, solo che al posto dei<br />

denti avevo collocato una lamina di metallo<br />

per raschiare le pareti di piloni, muri o rocce<br />

non troppo irte. Con il mio utensile iniziai a<br />

I gusci tritati ed espulsi<br />

dalle carpe non sono<br />

così piccoli! Più di una<br />

volta ho trovato conchiglie<br />

chiuse, ancora vive!<br />

grattare parecchie zone dove pensavo fossero<br />

presenti piccole cozze d’acqua dolce. È logico<br />

che non sempre riempivo la retina sottostante,<br />

ma spesso il risultato era quello desiderato.<br />

Ottenuta una buona quantità di valve, medie e<br />

piccole, decisi di farle seccare su semplici reti o<br />

lenzuola stese al sole, vedendo che dopo alcuni<br />

giorni erano pronte, infatti, conseguii circa 5<br />

kg di cozze secche, splendide e facili da essere<br />

usate senza sporcarsi le mani.<br />

Metabolizzai l’idea di mischiarle al<br />

mix durante l’impasto, con l’unico obiettivo di<br />

aggiungere una nota croccante all’esca, eliminando<br />

qualunque ambizione di apportare un<br />

gusto che entrasse in concorrenza con Madre<br />

Natura. Quindi il mio target sarebbe stato solamente<br />

quello di far scaturire un “suono” alla<br />

boilie non appena la carpa l’avesse schiacciata<br />

portandola ai denti faringei. Qui la mia trappola<br />

sarebbe entrata in azione, riproducendo lo<br />

stesso rumore (o perlomeno simile!) di quando<br />

…mescolo bene, aggiungo<br />

il mix, impasto…<br />

un pesce trita potentemente una cozza. Questo<br />

“suono”, in ambiente acquatico, è bene tradurlo<br />

col termine vibrazione.<br />

Fin da quando iniziai a pescare (e ormai<br />

è una vita!) ho sempre creduto che alcune<br />

vibrazioni abbiano la capacità di attrarre<br />

l’attenzione dei pesci, un po’ come quando i<br />

branchi di minutaglia imperversano sulle nostre<br />

esche: in questi casi, se passassero carpe<br />

nei paraggi, verrebbero a curiosare, attratte<br />

prima di tutto dal brulicare della minutaglia e<br />

soltanto in un secondo momento dall’odore<br />

delle nostre esche. Quest’ultima tesi può essere<br />

rapportata semplicemente alla verità e<br />

molti anglers ricorderanno di pescate in cui<br />

i segnalatori saltellavano per ore a causa di<br />

breme o carassi; poi, dopo qualche minuto di<br />

calma assoluta, una violenta partenza rompeva<br />

la quiete, facendoci divertire con qualche<br />

bella cattura. In questo caso, il branco di carpe<br />

è stato attratto chiaramente dalla frenesia<br />

64 65


della minutaglia, poi le esche hanno fatto il resto,<br />

prendendole… per la gola. Anche il clonk,<br />

lo strumento utilizzato dai pescatori di siluri,<br />

sfrutta un particolare tipo di vibrazione che<br />

realmente attrae i grossi “baffoni” nei pressi<br />

dell’imbarcazione, segno tangibile che un determinato<br />

rumore può richiamare l’interesse<br />

di molti pesci. Come ultima dimostrazione,<br />

riporto l’esperienza successa in un piccolo invaso<br />

privato nei pressi di casa mia, in cui le carpe<br />

sono richiamate dal semplice ma energico<br />

movimento della mano in acqua. In tal caso i<br />

pesci sono abituati a cibarsi a galla di grandi<br />

quantitativi di pane e pizza gettati dalla pizzeria<br />

vicina, entrando in competizione gli uni<br />

con gli altri non appena il primo pezzo cade in<br />

acqua. In tal caso, la vibrazione emessa dalla<br />

mano andava a riprodurre approssimativamente<br />

il rumore di varie carpe che si bisticciano<br />

un boccone sulla superfi cie, richiamando<br />

altre commensali in tutta fretta. Un vero diver-<br />

…rullo, cuocio le<br />

boilies e le innesco!<br />

Quelle quadrate sono<br />

perfette per la pesca<br />

in fiume.<br />

timento sentire le carpe che, confuse, assaggiavano<br />

le mie dita!<br />

Tornando alle acque libere e al mio<br />

esperimento, le boilies addizionate di cozze<br />

intere avrebbero funzionato in modo simile<br />

agli esempi sopra riportati, infatti, una volta inghiottita<br />

la pallina, le vibrazioni generate dalla<br />

rottura dei gusci avrebbero attirato l’attenzione<br />

delle carpe vicine, incitandole ad alimentarsi<br />

di un cibo diverso dal comune. L’affi nità<br />

del suono emesso durante la rottura dei gusci<br />

contenuti nella boilie avrebbe avuto il compito<br />

di abbattere alcuni dei loro naturali freni inibitori,<br />

che le rendono incerte dinnanzi alla scelta<br />

tra cozze oppure boilies. In tal modo notai di<br />

aver creato un piccolo anello di giunzione tra<br />

i piatti di Madre Natura e le mie self made: di<br />

fatto, bastava che venisse aspirata almeno una<br />

pallina per attrarre l’attenzione del branco, incitandole<br />

a cibarsi anche di quelle sferette assolutamente<br />

simili al loro piatto più comune.<br />

Questa grossa carpa<br />

un po’ deforme,<br />

rappresentò una<br />

tra le prime catture<br />

dell’esperimento.<br />

DALLE COZZE ALLE BOILIES<br />

Ricapitolando, le cozze introdotte nelle esche<br />

avrebbero avuto esclusivamente la funzione<br />

di attirare l’attenzione delle carpe non appena<br />

una boilie veniva schiacciata tramite i denti faringei.<br />

In tal caso, anche le altre carpe presenti<br />

si sarebbero avvicinate, chinando la testa e<br />

aspirando sia le cozze sia le palline. I risultati mi<br />

confermarono una buona riuscita della prova<br />

e soltanto ora potrei affermare che i miei bocconi<br />

erano accettati in modo parallelo ai mitili<br />

e persino le carpe più anziane e sospettose<br />

sembravano cadere nella trappola. La forma<br />

di pasturazione applicata si fondò su un breve<br />

periodo di dieci giorni in piena estate, nei quali<br />

feci cadere in acqua circa 8 kg di boilies lanciate<br />

in una zona ricca di cozze.<br />

Per avere una controprova dell’esperimento<br />

e per poter trasmettere al lettore un<br />

testo reale, intrapresi la medesima pasturazione<br />

anche nel periodo autunnale, registrando<br />

…ma in autunno le<br />

cozze fanno la differenza!<br />

Queste bocche riescono a<br />

strappare qualunque cozza<br />

mentre i denti faringei<br />

possono tritare anche<br />

quelle più dure.<br />

analogamente catture in un’area in cui le carpe<br />

grosse erano ormai un’utopia.<br />

Per giungere ad una conclusione pratica<br />

voglio descrivere come ho agito per costruire<br />

le esche. Esattamente dopo aver seccato tutti<br />

i gusci, li immisi in proporzioni di 200 g ogni<br />

10 uova (circa 850 g di mix) iniziando ad impastare<br />

come consuetudine. Durante le fasi di rullaggio<br />

era facile percepire l’effetto crunch tra i<br />

solchi della tavola, constatando che il risultato<br />

non era differente da quello comune, creando<br />

palline ben tonde ma costellate di piccole porzioni<br />

rigide incastonate qua e là. È ovvio che<br />

dal punto di vista organolettico, la boilie era<br />

immutata e il carbonato di calcio di cui sono<br />

composti i gusci è una sostanza sostanzialmente<br />

inerte e dona soltanto il ricercato effetto<br />

crunch. Per rimanere in tema, abbinai i gusci<br />

a un fi shmeal mix con abbondanti quantità di<br />

farine derivate dal pesce in modo da generare<br />

un’esca che non fosse troppo diversa da ciò<br />

L’alba regala<br />

sempre ottime<br />

soddisfazioni.<br />

che un pesce potrebbe reperire sul fondale.<br />

In tal modo ottenni boilies perfette,<br />

facili da rollare ed eccezionali per attrarre l’attenzione<br />

delle carpe.<br />

È ovvio che l’effetto crunch può essere<br />

replicato anche in altri modi, probabilmente<br />

il più conosciuto è quello mediante i gusci<br />

delle uova che, in mancanza di gusci di cozze,<br />

potrebbe cavarsela in modo suffi ciente. Personalmente<br />

ho testato anche questo sistema,<br />

ma il suono emesso durante la rottura della<br />

boilie è assai diverso e diffi cilmente riesce a<br />

convincere le carpe più diffi denti, defi nendolo<br />

ideale specialmente per confezionare le palline<br />

dedicate alle sedute di pasturazione. Infi ne<br />

ho utilizzato anche cozze, vongole e conchiglie<br />

di mare in genere, raccolte sulla spiaggia<br />

dopo una mareggiata.<br />

Al primo momento non credevo<br />

sull’effi cacia di questa soluzione, invece, visti<br />

i risultati, mi sono ricreduto. Il procedimento<br />

In inverno i mitili di<br />

mare sembrano funzionare<br />

molto bene.<br />

di preparazione è piuttosto semplice e può<br />

essere meno laborioso del previsto. Di fatto<br />

la raccolta delle conchiglie in mare, sia vive<br />

che morte, non è un’operazione complicata<br />

e dopo una tempesta ne possiamo trovare<br />

in grandi quantità sulla riva. Il perché è presto<br />

svelato e mi venne riferito da un esperto<br />

pescatore di vongole delle zone comacchiesi;<br />

egli mi spiegò che durante una burrasca le<br />

vongole e molti altri mitili vengono sballottati<br />

dalla corrente e la grande quantità di sabbia<br />

sollevata dalla tormenta le va a “soffocare”,<br />

inserendosi all’interno del guscio in quantità<br />

tali da impedirne una corretta espulsione. Di<br />

conseguenza muoiono.<br />

Tagliando corto, la sera dopo la burrasca<br />

raccolsi dalla spiaggia un secchio di varie<br />

conchiglie morte e, dopo averle lavate, le misi<br />

a bollire per circa trenta minuti dentro una<br />

grande pentola, aggiungendo una generosa<br />

quantità di zucchero a fi ne cottura. L’indoma-<br />

66 67


ni le stivai in molteplici piccoli sacchetti da un<br />

chilo conservandoli nel congelatore.<br />

Prima dell’uso preferisco sminuzzarle<br />

per pochi secondi in un frullatore, giusto da<br />

rompere i gusci e avendo cura di non polverizzarli<br />

per non smarrire l’effetto crunch. Questo<br />

ingrediente particolare non è diretto esclusivamente<br />

alla fabbricazione delle boilies, ma<br />

si sposa perfettamente anche per l’impasto di<br />

pasture da fondo o durante l’elaborazione di<br />

method originali, defi nendolo come un eccezionale<br />

componente “cattura-carpe” visto che<br />

l’esito è spesso immediato.<br />

Le preparazioni delle cozze di mare e<br />

di quelle d’acqua dolce sono diametralmente<br />

opposte e confi gurano due additivi diversi, di<br />

cui il primo possiede anche parecchie capacità<br />

attrattive, fondando parte delle sue caratteristiche<br />

sulla presenza di elevate quantità di sostanze<br />

attrattive. Le cozze d’acqua dolce invece,<br />

riproducono fedelmente le stesse vibrazioni<br />

Piloni, pareti a picco e<br />

rocce non troppo irte<br />

sono aree ideali dove<br />

ricercare le piccole<br />

cozze d’acqua dolce.<br />

Dopo aver raccolto<br />

le conchiglie sulla<br />

spiaggia, le ho cotte<br />

e stivate in piccoli<br />

sacchetti…<br />

emesse in natura durante le fasi di alimentazione<br />

di una carpa, richiamando l’attenzione di<br />

quelle vicine o meglio, del branco intero; personalmente<br />

le preferisco di gran lunga a quelle<br />

di mare poiché posso mantenere inalterate<br />

le qualità del mix, apportando un ingrediente<br />

neutrale dal punto di vista nutrizionale.<br />

Quelle di mare, vista la diffi coltà per<br />

pulirle da eventuali scorie e sabbia, prediligo<br />

coinvolgerle principalmente per la comune<br />

pastura da fondo, costantemente mia alleata<br />

durante la pesca in fi ume o in acque dove la<br />

velocità di attrazione è fondamentale. Soltanto<br />

in casi eccezionali, come la pesca in grandi<br />

fi umi prossimi alla foce o per esche volte alle<br />

lunghe pasturazioni, posso incorporarle nelle<br />

boilies notando un buon responso da parte di<br />

carpe molto diffi cili.<br />

Per i gusci delle conchiglie marine, ho<br />

constatato che un passaggio importantissimo<br />

è la cottura, tramite la quale si indeboliscono,<br />

I canali sono un ottimo<br />

campo di prova per<br />

molti esperimenti.<br />

…poi le ho<br />

messe in un<br />

frullatore, le ho<br />

zuccherate…<br />

…e infine le ho frullate!<br />

È importante mantenere<br />

piccoli pezzi<br />

interi per garantire<br />

l’effetto crunch.<br />

68 69


perdendo in solidità e si rendono più digeribili<br />

le valve contenute, cambiando sensibilmente<br />

il gusto dell’ingrediente fi nale. La sminuzzatura<br />

successiva si fonde col sapore del mollusco,<br />

battezzando questo elaborato come un eccezionale<br />

stimolatore d’appetito.<br />

Come ho accennato, uso mitili di mare<br />

nelle boilies solo raramente, preferendo un<br />

impiego esclusivo nelle pasture da fondo appunto<br />

per la grande proprietà attrattiva che<br />

sviluppano in acqua, indipendentemente dalla<br />

stagione o dalla temperatura.<br />

Un’ottima prova della loro effi cacia<br />

l’ho avuta alla fi ne dell’estate passata alle foci<br />

del Po, dove preparai una grande quantità di<br />

pastura da carpa, l’Ultimate di Trabucco, abbinata<br />

ad alcuni sacchetti di mitili marini, cotti,<br />

zuccherati e sminuzzati. Questi produssero<br />

una poltiglia scura assolutamente poco invitante,<br />

ma devo dire che l’effetto in pesca fu<br />

devastante e, dopo circa mezz’ora dall’aver<br />

70<br />

L’Ultimate di Trabuccoè<br />

una pastura ideale<br />

per i nostri scopi...<br />

…e il potere legante<br />

rimane invariato!<br />

…ma se aggiungiamo<br />

conchiglie di mare,<br />

cotte, zuccherate e<br />

tritate formiamo un<br />

vero portento...<br />

lanciato una decina di palle di pastura grandi<br />

come mandarini, la superfi cie dell’acqua si<br />

riempì di bollicine che comparivano qua e là<br />

in modo casuale. Di lì a poco anche le canne<br />

iniziarono a cantare partenze a raffi ca, segno<br />

inequivocabile che l’azione dello sfarinato stava<br />

facendo il suo effetto. È ovvio che per defi<br />

nire se un ingrediente è gradito o meno alle<br />

carpe, è necessario utilizzarlo solo dopo averle<br />

accuratamente individuate, quindi pescando<br />

dove abitualmente stazionano, passano o si<br />

alimentano, solo così potremo accertare la reale<br />

effi cacia della nostra invenzione.<br />

Terminando, sono convinto di aver sollevato<br />

un tema nuovo e di facile applicazione<br />

che, oltre alle solite pozioni di attrattori e stimolatori<br />

fondati su aminoacidi o aromi speciali,<br />

trova un meccanismo d’azione particolare,<br />

basato sulle vibrazioni emesse da un guscio<br />

mentre viene schiacciato dalle carpe e conseguentemente<br />

captato dalla sensibilissima linea<br />

In alcuni casi possiamo<br />

anche lasciarle<br />

intere ma attenzione<br />

alla coesione della<br />

pastura!<br />

laterale delle altre “amiche” del branco. La mia<br />

convinzione era già stata documentata da alcuni<br />

esperimenti sviluppati da altri anglers tramite<br />

la sola aggiunta di gusci d’uovo in mezzo<br />

all’impasto, ma l’inserimento di vere conchiglie<br />

parzialmente intere mi ha permesso di scavalcare<br />

le più rigide perplessità di molte enormi<br />

carpe che di boilies non ne volevano assolutamente<br />

sapere. Dopo alcune sedute di pasturazione<br />

preventiva con qualche chilo di palline,<br />

fu suffi ciente attendere l’attività di pesci di media<br />

taglia per provocare quelle vibrazioni particolari<br />

che richiamarono l’attenzione di ulteriori<br />

carpe, dirigendo il loro appetito verso quella<br />

determinata area dove avevo fatto cadere parecchie<br />

esche e, ovviamente, il mio innesco. In<br />

tal modo convincerle a cibarsi di boilies contemporaneamente<br />

a quelle prelibate cozze<br />

non fu così arduo, assicurandomi veramente<br />

tante catture, molte delle quali assolutamente<br />

inaspettate. Ora è tardi, vado a pesca!<br />

www.k-karp.com - contact us for more details<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

2010 PREVIEW<br />

RED YELLOW BLUE GREEN<br />

Operazioni semplici grazie ai quattro tasti resistenti alle intemperie<br />

Volume e tono regolabili<br />

Regolazione della sensibilità a 4 posizioni<br />

LED disponibili in quattro colori ad alta visibilità con spegnimento ritardato di 20 secondi<br />

Tecnologia di luce del Led Nite-Gio<br />

Altoparlanti potenti e resistenti alle intemperie<br />

Segnalazione di mangiata in calata sonora e visiva<br />

Sensore a ruota magnetica, opportunamente sagomato per ridurre lo slittamento<br />

Scatola resistente all’acqua<br />

Circuito elettronico rivestito da resina contro gli agenti atmosferici<br />

Funzionamento con batteria MN 21/23<br />

71

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!