Nicolò Franco e il plagio del Tempio d'amore - Italianistica e ...
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Alessandro Capata<br />
napoletani di noviziato letterario, tra <strong>il</strong> 1531 e <strong>il</strong> 1536, <strong>il</strong> giovanissimo <strong>Nicolò</strong> 4<br />
risulta introdotto dal fratello Vincenzo, latinista e suo precettore, nell’ambiente<br />
letterario aragonese nel periodo <strong>del</strong>la cosiddetta “seconda scuola” pontaniana<br />
guidata da Scipione Capece. 5 <strong>Nicolò</strong> conosce Luigi Tans<strong>il</strong>lo 6 e comincia a coltivare<br />
amicizie importanti, ass<strong>il</strong>lato dal problema di procurarsi una onorevole collocazione.<br />
Prende avvio in questi anni una specie di “ansia da sistemazione” che<br />
non abbandonerà più <strong>Nicolò</strong>, se non durante la breve, ancorché fondamentale,<br />
convivenza con l’Aretino. Su consiglio di Benedetto Agnello, nob<strong>il</strong>e mantovano<br />
ambasciatore a Venezia, cerca di trovare fortuna migliore a Roma, dove si reca<br />
per breve tempo nell’autunno <strong>del</strong> ’31, ricavandone solo <strong>del</strong>usione. 7 Anche l’idea<br />
di trasferirsi ad Urbino, per la quale si era pure adoperato, viene presto accantonata.<br />
8 Dà alle stampe nel ’35 la sua prima opera, la Hisabella, 9 raccolta di cento<br />
epigrammi latini che dedica ad Isabella di Capua, moglie di Ferrante Gonzaga.<br />
Non ottiene <strong>il</strong> successo sperato. È in questo quadro biografico, tra desiderio di<br />
imporsi e continue frustrazioni, che <strong>Nicolò</strong> <strong>Franco</strong> entra in contatto con <strong>il</strong> poemetto<br />
laudativo in ottava rima di Jacopo Campan<strong>il</strong>e scritto in onore <strong>del</strong>le dame<br />
napoletane. Di questo poeta napoletano, detto <strong>il</strong> Capanio, vissuto nel XVI secolo,<br />
non possediamo quasi nessuna notizia; 10 siamo certi <strong>del</strong>la paternità <strong>del</strong>l’O-<br />
4 <strong>Franco</strong> era nato a Benevento <strong>il</strong> 13 settembre 1515. Cfr. GRENDLER, op. cit., p. 38. La<br />
data di nascita di <strong>Nicolò</strong> <strong>Franco</strong> è stata oggetto di numerose dispute: vedi CARLO SIMIANI,<br />
<strong>Nicolò</strong> <strong>Franco</strong>. La vita e le opere, Torino-Roma, L.Roux e C., 1894; ENRICO SICARDI, L’anno<br />
di nascita di <strong>Nicolò</strong> <strong>Franco</strong>, in «Giornale storico <strong>del</strong>la letteratura italiana», 24, 1894, pp. 399-<br />
404; ID., Ancora <strong>del</strong>l’anno di nascita di <strong>Nicolò</strong> <strong>Franco</strong>, ivi, 25, 1895, pp. 170-172; GIUSEPPE<br />
DI MICHELE, <strong>Nicolò</strong> <strong>Franco</strong>. Biografia con documenti inediti, in «Studi di letteratura italiana»,<br />
XI, 1915, pp. 61-154.<br />
5 Sull’esordio napoletano di <strong>Franco</strong> cfr. DI FILIPPO BAREGGI, cit., p. 15.<br />
6 Cfr. GRENDLER, cit., pp. 38-39.<br />
7 Cfr. DI FILIPPO BAREGGI, cit., pp. 15-16.<br />
8 Dei tentativi di trasferirsi ad Urbino, alla ricerca di una “sistemazione”, sono testimonianza<br />
tra l’altro la lunga lettera inviata dal <strong>Franco</strong> al Duca d’Urbino, scritta da Roma <strong>il</strong> 10<br />
novembre 1531, e le ben sei missive destinate alla Duchessa d’Urbino, tutte inviate da Roma<br />
nell’ottobre <strong>del</strong> ’31. (N. FRANCO, Le pistole vulgari, Venezia, Gardane, 1542; cfr. la ristampa<br />
anastatica di questa edizione, a cura di Francesca Romana De Angelis, Bologna, Forni, 1986).<br />
9 NICOLÒ FRANCO, Hisabella, Neapoli, typis Johannis Sussebachi, Germani et Matthaei<br />
Cansii brixiani, 1535.<br />
10 Cfr. la voce a lui dedicata da GIOVANNI PARENTI nel Dizionario biografico degli italiani,<br />
XVII, Roma, Istituto <strong>del</strong>l’Enciclopedia Italiana, 1974, pp. 411-412. Di un verseggiatore di<br />
nome Capanio Francesco Torraca pubblicò alcuni madrigali (in F. TORRACA, Discussioni e ricerche<br />
letterarie, Livorno, F. Vigo, 1881, pp. 122, 177) trascritti da un codice <strong>del</strong>la biblioteca<br />
reale di Monaco di Baviera. Già Croce aveva tuttavia evidenziato l’impossib<strong>il</strong>ità di conc<strong>il</strong>iare<br />
i due Capanio in un unico personaggio, viste le irriducib<strong>il</strong>i distanze cronologiche tra <strong>il</strong> poeta<br />
prefigurato dal Torraca (quattrocentesco) e l’autore plagiato da <strong>Franco</strong>, sicuramente vivo<br />
intorno al 1520 (cfr. CROCE, Aneddoti di varia letteratura, I, cit., p. 262).<br />
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