10 febbraio 2005 - Provincia di Milano
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<strong>di</strong>scutevano del problema del centralismo democratico. Oggi il centralismo democratico è stato<br />
accantonato, però tutti quanti, forse Foglia è ancora un nostalgico, vogliono <strong>di</strong>re la propria. Ironia della<br />
sorte, devo ammettere che il Presidente Penati, nell’ultimo intervento, li ho classificati tutti i suoi<br />
interventi sull’argomento, quello del 8 <strong>febbraio</strong>, ha detto delle cose interessanti e positive.<br />
Per questo, anche in qualità <strong>di</strong> Consigliere <strong>di</strong> opposizione che ho sempre stigmatizzato in alcune<br />
occasioni l’atteggiamento <strong>di</strong> Penati, devo riconoscere che ha fatto un ragionamento interessante. Dice<br />
Penati: quello che non può essere un album <strong>di</strong> foto da sfogliare con nostalgia, dopo le regionali si può<br />
aprire una nuova stagione storica, con lo SDI e altre forze dell’Ulivo e mi auguro con certe culture<br />
liberali socialiste che oggi stanno con la destra.<br />
Questa che Forza Italia sia un partito <strong>di</strong> destra, è un’opinione personale <strong>di</strong> Penati, che io assolutamente<br />
non con<strong>di</strong>vido, io lo definisco un partito <strong>di</strong> centro, però è interessante che all’interno della sinistra e<br />
all’interno <strong>di</strong> un rappresentante forte qual è Penati del mondo della sinistra milanese, si faccia questa<br />
riflessione, è sicuramente un punto <strong>di</strong> partenza interessante per aprire un ragionamento, magari anche a<br />
puro carattere seminariale, però politico, sul futuro del riformismo in Italia e anche sul presente del<br />
riformismo milanese.<br />
Dico questo perché, in effetti, questa tematica è stata ripresa <strong>di</strong>rei con successo recentemente anche a<br />
livello locale dal Presidente Formigoni e da altri esponenti politici quale il ricordato, da Caputo,<br />
Sovrintendente alla Scala Carlo Fontana. E’ chiaro che la presenza socialista e riformista nel tessuto<br />
culturale ed economico milanese è sempre stata molto più rilevante rispetto ad altre realtà italiane. E’<br />
per questo che, secondo me, una seria riflessione su questa tematica e su questo progetto <strong>di</strong> ambizione<br />
politica è giusto che venga preso e ripreso da <strong>Milano</strong> città.<br />
Io non sono mai stato un fanatico del culto della personalità <strong>di</strong> Craxi e penso che i figli <strong>di</strong> Bettino Craxi<br />
debbano essere invitati a partecipare a questo percorso, così come altri interlocutori, e anche al pari <strong>di</strong><br />
altri interlocutori. E’ chiaro che l’occasione della convention fatta sulla figura personale <strong>di</strong> Bettino<br />
Craxi ha aperto un <strong>di</strong>battito nella società milanese, che secondo me deve essere raccolto non solo dal<br />
Presidente Penati ma da tutte quelle forze culturali, nei vari partiti e movimenti politici, che sono<br />
appunto espressione dell’area riformista.”<br />
Nel frattempo è entrato in aula il Vice Presidente Mattioli.<br />
Consigliere Patta: “Presidente, colleghi, io intervengo perché sono avvenuti in questi giorni dei fatti, mi<br />
riferisco in particolare a pezzi apparsi su giornali su temi che ci riguardano da vicino, in cui, in parte<br />
strumentalizzando <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> Consiglieri, in parte incollando insieme cumuli <strong>di</strong> menzogne che<br />
ogni giornalista dovrebbe vergognarsi <strong>di</strong> scrivere, hanno tentato <strong>di</strong> costruire intorno a questa nostra<br />
iniziativa sulle foibe un clima <strong>di</strong> contenuti che ne svilissero in qualche modo la natura e inserissero,<br />
attraverso un giornalismo cialtrone, strumentalizzatore delle cose più sacre, questa nostra scelta in una<br />
interpretazione generale della storia <strong>di</strong> questo Paese che rientra nelle ipotesi negazioniste e revisioniste<br />
e inserissero l’iniziativa politico amministrativa della Giunta e della nostra Amministrazione in un<br />
contesto, in una prospettiva, che non coincide nella maniera più assoluta con la verità.<br />
Io, che ho partecipato volentieri alla commemorazione delle foibe, senza questioni <strong>di</strong> numeri, senza<br />
contestualizzazioni, perché ritengo che non esistano violenze passate <strong>di</strong> quel tipo che giustifichino<br />
quelle successive, e lo voglio <strong>di</strong>re a voce alta e chiara, anche se fosse uno solo il presunto nemico da<br />
eliminare gettato nelle foibe, non sarebbe giustificabile. Io non sono stato qui a <strong>di</strong>re, come ho avuto<br />
occasione <strong>di</strong> <strong>di</strong>re in commissione, citando autorevoli testi, non ho citato il Segretario Vidali <strong>di</strong> Trieste<br />
dal 1944 al 1948, che ha rotto con Tito proprio su questo <strong>di</strong>scorso scrivendo pagine importanti su<br />
questo tema, non ho citato croati e sloveni che ricordano che le foibe furono usate già negli anni ‘20 e<br />
da altre parti politiche, non ho ricordato le deportazioni, i massacri, gli stupri, le violenze cui furono<br />
sottoposti i croati, perché ritengo quanto ho affermato prima.<br />
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