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GLOBAL CITY REPORT - Scenari Immobiliari

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SCENARI IMMOBILIARI<br />

ISTITUTO INDIPENDENTE DI STUDI E RICERCHE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong><br />

Terza edizione<br />

Milano, 12 ottobre 2010


INTRODUZIONE<br />

In uno scenario sempre più complesso e globalizzato, la “qualità totale” di<br />

una città rappresenta una delle condizioni essenziali per attirare i talenti e gli<br />

ingegni altamente preparati e, di conseguenza, per accrescere la<br />

competitività a livello nazionale ed internazionale. Per “qualità totale” si<br />

intende l’insieme dei fattori che configurano un ambiente urbano favorevole<br />

allo svolgimento di positive relazioni sociali, culturali ed economiche, ma<br />

soprattutto la capacità della città di cambiare adeguandosi ai continui<br />

processi di trasformazione economica ed urbana.<br />

Le nostre economie e società sono in una fase di profonda trasformazione<br />

analoga a quella avvenuta negli anni cinquanta e sessanta. Se allora si<br />

assisteva al passaggio dal modello agricolo a quello industriale, oggi si va<br />

progressivamente affermando un nuovo sistema economico e sociale basato<br />

sull’innovazione, intesa come sviluppo della tecnologia dell’informazione e<br />

della comunicazione e come capacità di sviluppare nuovi prodotti, servizi,<br />

processi di produzione, modelli di business.<br />

Questo Rapporto, giunto alla terza edizione, ha lo scopo di individuare le<br />

città più innovative, quelle che hanno registrato un’evoluzione rapida,<br />

coerente ed efficiente ed hanno saputo costruire un tessuto infrastrutturale,<br />

economico e sociale in grado di attirare nuovi residenti, nuove funzioni,<br />

nuove imprese e, soprattutto, i nuovi talenti creativi. Su questo aspetto<br />

soprattutto si concentra Saskia Sassen, che analizza il ruolo delle risorse<br />

umane nel nuovo mercato del lavoro globale.<br />

A differenza delle edizioni precedenti, l’analisi è stata estesa dal livello<br />

europeo a quello mondiale, in considerazione del fatto che i processi<br />

innovativi sono inquadrabili solo in un’ottica globale. Il confronto è stato<br />

realizzato attraverso l’esame di alcuni aspetti, principalmente qualitativi<br />

(innovazione tecnologica, culturale, architettonica, sostenibilità), che<br />

sottolineano i punti di forza e di debolezza delle città.<br />

Viene presentata una classifica per ogni aspetto, stilata in base<br />

all’elaborazione dei dati di <strong>Scenari</strong> <strong>Immobiliari</strong> e dei ranking pubblicati nel<br />

corso dell’anno da alcuni tra i più importanti istituti di statistica<br />

internazionali. Dalle risultanze delle classifiche parziali è stata redatta la<br />

classifica delle città più innovative in assoluto. Infine vengono presentati<br />

alcuni progetti di particolare significato, perché contribuiscono a cambiare il<br />

volto alla città o perché ne determinano l’eccellenza in un settore specifico.<br />

ALLA RICERCA DELLA<br />

“QUALITÀ TOTALE”<br />

OBIETTIVO DI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> 2010<br />

INDIVIDUARE LE CITTÀ<br />

PIÙ INNOVATIVE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 1<br />

OTTOBRE 2010


TALENTI <strong>GLOBAL</strong>I PER CITTÀ <strong>GLOBAL</strong>I<br />

di<br />

Saskia Sassen<br />

L'alta velocità e le comunicazioni globali sono aspetti chiave delle economie<br />

odierne: sia regionali, che nazionali o mondiali. Quindi si potrebbe<br />

facilmente concludere che localizzazione e distanza non importino più.<br />

Tuttavia le capacità di operare, coordinare e controllare a livello globale,<br />

che fanno parte delle nuove tecnologie informatiche e del potere delle<br />

corporazioni transnazionali, sono tutte cose che devono essere prodotte.<br />

Comprendere come si producono queste capacità comporta la necessità di<br />

aggiungere una dimensione trascurata alla questione ben nota del potere<br />

delle grandi corporazioni e delle nuove tecnologie. L'attenzione, così, si<br />

sposta alle pratiche che costituiscono quella che noi chiamiamo<br />

“globalizzazione economica” e “gestione globale”: l'operazione di creare<br />

l'organizzazione e la gestione di un sistema globale di produzione e di un<br />

mercato globale per la finanza.<br />

Porre l'accento su questa operazione di creazione porta localizzazione e<br />

manodopera all’interno dell'analisi della globalizzazione economica. Sia la<br />

localizzazione che la manodopera passano in secondo piano quando si<br />

considerano soltanto le tecnologie ad alta velocità e il potere delle aziende<br />

globali. Velocità e potere sono importanti nella nostra economia globale, ma<br />

molte delle risorse necessarie per le attività economiche globali non sono<br />

mobili e, al contrario, sono fortemente radicate in un posto, soprattutto nelle<br />

città globali e nelle zone dove hanno luogo le operazioni di esportazione.<br />

In questo saggio desidero concentrare l’attenzione sul mercato mondiale del<br />

lavoro per professionisti di alto livello, in fase emergente, e sulle differenze<br />

tra le città globali.<br />

Per quale motivo è importante prendere di nuovo in considerazione<br />

localizzazione e produzione nelle analisi dell'economia globale, visto che<br />

questi due fattori fanno parte delle città globali? Perché essi ci permettono<br />

di vedere la molteplicità delle economie e delle culture del lavoro nelle quali<br />

è radicata l'economia globale dell'informazione. Inoltre questi fattori ci<br />

danno la possibilità di recuperare i processi concreti e localizzati alla base<br />

della globalizzazione e di affermare che gran parte del multiculturalismo<br />

nelle grandi città rappresenta un aspetto della globalizzazione tanto quanto<br />

la finanza internazionale. Infine, ci permette di concentrare l’attenzione<br />

sulle città e di specificare una geografia di localizzazioni strategiche su scala<br />

<strong>GLOBAL</strong>IZZAZIONE<br />

ECONOMICA E GESTIONE<br />

<strong>GLOBAL</strong>E<br />

ANALISI DEL MERCATO<br />

MONDIALE DEL LAVORO<br />

PER PROFESSIONISTI<br />

DI ALTO LIVELLO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 2<br />

OTTOBRE 2010


globale, luoghi interconnessi per la dinamica della globalizzazione<br />

economica. Mi riferisco a questo con la definizione “nuova geografia della<br />

centralità”.<br />

TRE CAMBIAMENTI NEL RUOLO SVOLTO DAI COLLABORATORI STRANIERI<br />

DI TALENTO PER LE AZIENDE <strong>GLOBAL</strong>I<br />

I primi anni novanta hanno visto gli albori di un mercato globale del lavoro.<br />

Oggi, nel 2010, tutti gli elementi sono al loro posto. Tuttavia, il mercato del<br />

lavoro in realtà non è molto aperto e globale. È un insieme di mercati, di<br />

programmi governativi, che permettono alle aziende di assumere lavoratori<br />

stranieri, e di intermediari, come agenzie globali per la manodopera ed altri<br />

servizi di collocamento lavorativo. Questo mercato globale del lavoro è<br />

semplice e il suo futuro potrebbe sembrare incerto nell’attuale contesto di<br />

recessione economica, di maggiori interventi governativi nelle economie, di<br />

crescente risentimento contro gli immigrati con i loro bassi salari e contro i<br />

professionisti stranieri, infine di un aumento di pratiche burocratiche<br />

dappertutto.<br />

Ciò premesso, alcune tendenze sembrano indicare che stiamo entrando in<br />

una nuova era per quanto riguarda la necessità e i vantaggi di avere un<br />

mercato globale del lavoro. Infatti, al di là del problema ben noto della<br />

caccia al talento, ci sono almeno tre tendenze strutturali che segnalano che si<br />

sentirà un bisogno immensamente maggiore di un mercato globale del<br />

lavoro e di un cambiamento qualitativo dei parametri di quel mercato.<br />

Queste tre tendenze strutturali riguardano i cambiamenti nel carattere della<br />

globalizzazione economica, l’aumento della segmentazione dei mercati del<br />

lavoro specializzati e i cambiamenti demografici. Tutte e tre stravolgeranno<br />

il nostro attuale modo di vedere la necessità di avere lavoratori stranieri e<br />

soprattutto personale straniero di talento. La nostra interpretazione è basata<br />

sia su dati esistenti, sia su interviste approfondite con aziende e esperti. I<br />

dati utilizzati includono quelli relativi alle tendenze, i quali non sono di<br />

solito presi in considerazione nelle analisi dell’impiego della manodopera<br />

straniera.<br />

Il modello predominante fino a poco tempo fa è stato quello di gestire le<br />

operazioni all’estero servendosi di personale di talento proveniente dal<br />

Paese della casa madre. Sempre più di frequente ci si rende conto di quanto<br />

questo modello sia inadeguato. Possiamo identificare tre cambiamenti che<br />

incoraggiano un ribaltamento nel mercato globale del lavoro.<br />

MERCATO ANCORA<br />

CHIUSO PER IL<br />

RISENTIMENTO<br />

CONTRO I BASSI SALARI<br />

DEGLI IMMIGRATI<br />

CI SARÀ SEMPRE PIÙ<br />

BISOGNO DI PERSONALE<br />

STRANIERO DI TALENTO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 3<br />

OTTOBRE 2010


Primo, l'evidenza disponibile suggerisce che crescerà senz’altro l'importanza<br />

di assumere professionisti stranieri, visto anche che l'economia globale non<br />

è così piatta, omogenea, come spesso si pensa e sicuramente non lo<br />

diventerà nell'immediato futuro. Addirittura in alcuni dei settori industriali<br />

più standardizzati su scala mondiale, le imprese globali si imbattono di<br />

continuo nella difficile penetrabilità e nelle peculiarità delle economie<br />

politiche nazionali, regionali e perfino locali. Servirsi di persone di talento<br />

provenienti da un Paese straniero è una buon’idea, ma non soltanto per il<br />

talento. Sta diventando necessario anche per aumentare al massimo<br />

l’efficienza e il successo operativo.<br />

Secondo, e in parte come conseguenza di quanto detto sopra, ciascuna<br />

azienda globale dovrà importare ai livelli più alti della sede centrale<br />

personale straniero di talento per poter capire e imparare il carattere<br />

specifico del Paese straniero e il modo in cui i talenti vengono identificati e<br />

usati in questo Paese. un metodo in netto contrasto con il modus operandi di<br />

prima, tuttora prevalente, di importare talenti stranieri nella sede centrale<br />

affinché loro possano acquisire la cultura della sede centrale; si tratta di un<br />

vecchio modello che persisterà, ma diventerà sempre più inadeguato.<br />

Terzo, la pratica tradizionale di mandare il personale di talento del Paese<br />

dove si trova la sede centrale a gestire le operazioni all’estero dovrà<br />

procedere sempre più frequentemente di pari passo con l'assunzione di<br />

talento locale, incluse le posizioni più alte come la direzione degli uffici<br />

esteri.<br />

Gli elementi specifici del periodo in corso sono chiaramente evidenti in<br />

quello che abbiamo trovato nelle nostre interviste dettagliate con aziende<br />

globali. Esse mettono in primo piano le condizioni fortemente variabili<br />

nelle quali le aziende operano. Tutte le persone intervistate hanno<br />

sottolineato le differenze in ciascuno dei Paesi in cui hanno lavorato. E<br />

hanno indicato chiaramente di aver capito che dovevano affrontare questa<br />

realtà e cambiare le vecchie strategie. Queste differenze non valgono solo<br />

per certi aspetti come economie politiche e culture gestionali estremamente<br />

diverse, riguardo le quali il più noto è probabilmente il contrasto tra gli Usa<br />

e la Cina. Tali differenze non sono riconosciute solo dalle aziende globali<br />

delle culture economiche dominanti, in special modo gli Usa e l'Europa, ma<br />

anche da aziende globali di Paesi meno dominanti, come Messico, India e<br />

Malesia.<br />

La misura in cui l'economia globale non è piatta, persino nel caso delle due<br />

potenze globali di oggi, la Cina e gli Usa, si rivela in alcune di queste<br />

interviste. Di solito ci si aspetta che, riguardo il talento straniero, gli Stati<br />

NELLE MULTINAZIONALI<br />

INDISPENSABILE<br />

PERSONALE ADDENTRO<br />

DELLE DIVERSE<br />

PECULIARITÀ NAZIONALI<br />

COMPETENZE STRANIERE<br />

IMPORTANTI ANCHE<br />

NELLE SEDI CENTRALI PER<br />

TRASFERIRE CULTURA<br />

OLTRE LE APPARENZE<br />

CINA PIÙ APERTA AL<br />

PERSONALE STRANIERO<br />

DEGLI STATI UNITI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 4<br />

OTTOBRE 2010


Uniti appaiano più illuminati della Cina, data la loro lunga storia di<br />

immigrazione e i molti benefici che essa ha portato al Paese. Invece l'attuale<br />

condizione negli Usa non corrisponde a questa posizione. La Cina, d'altro<br />

lato, con un sistema molto meno democratico e più chiuso, sembra avere<br />

una posizione più illuminata riguardo il talento straniero.<br />

Il secondo aspetto che si evidenzia è la differenza settoriale: un’azienda<br />

globale specializzata nella ricerca di personale per altre imprese (recluta i<br />

dipendenti appropriati per le aziende globali) deve sapersi muovere fra le<br />

leggi e le politiche di ciascuno dei Paesi con cui ha a che fare – un aspetto<br />

normale del lavoro di un'azienda che si occupa di forza lavoro. Questa è<br />

tutt'altra cosa in confronto a un'azienda che si occupa di creare prodotti e<br />

fornire servizi, invece di reperire e assumere talento straniero.<br />

Infine entrambi gli aspetti sottolineano la mancanza di obiettività che esiste<br />

nel mercato globale del lavoro, in particolar modo il continuo<br />

coinvolgimento del governo quando si tratta di lavoratori stranieri. Gran<br />

parte di quanto è stato detto rientra in un problema di posizionamento<br />

sistemico: ciascun Paese ha il suo modo particolare di rapportarsi con<br />

l'economia globale. Però ci mostra anche l'enorme variabilità presente sul<br />

mercato globale del lavoro e la misura in cui quel mercato, invece di essere<br />

un mercato globale unico, è costituito da una molteplicità di mercati del<br />

lavoro specializzati.<br />

Questo porta anche in primo piano il fatto che le differenze tra le oltre 70<br />

città globali del mondo oggi siano molto più importanti di quanto suggerito<br />

dalle varie teorie che vogliono l'economia globale come piatta. Infatti, nel<br />

corso delle nostre interviste, abbiamo anche verificato che le aziende globali<br />

stanno ricorrendo alle assunzioni di talento locale per gestire le loro sedi<br />

all'estero e, quindi, non solo meramente per fornire personale ai loro uffici<br />

all’estero.<br />

VARIETÀ DI LAVORATORI E VARIETÀ DI CITTÀ: ENTRAMBI SONO<br />

IMPORTANTI<br />

Desidero sottolineare il fatto che gran parte di quanto è stato messo in<br />

evidenza da queste tre tendenze strutturali e da un gran numero di problemi<br />

sollevati dai nostri intervistati riguarda una vasta tipologia di lavori.<br />

OGNI PAESE SI INSERISCE<br />

NELL’ECONOMIA<br />

<strong>GLOBAL</strong>E A SUO MODO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 5<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 1: PERCENTUALI DI LAVORATORI STRANIERI ALTAMENTE QUALIFICATI, PER<br />

SETTORE PRODUTTIVO<br />

Settore Paese<br />

Germania Francia Regno Unito Paesi Bassi<br />

Chimico 4,83 2,19 4,14 10,33<br />

Manifatturiero 1,93 3,09 3,56 7,30<br />

Finanziario 1,58 1,56 0,28 1,05<br />

Informatico 4,54 2,60 3,41 4,49<br />

Ricerca e Sviluppo 10,88 10,68 8,84 9,58<br />

Fonte: Bauer, Thomas K. & Kunze, Astrid, 2004. "The Demand for High-Skilled Workers and Immigration<br />

Policy," IZA Discussion Papers 999, Istituto per lo Studio del Lavoro (IZA). I dati sono tratti dall’International<br />

Employer Survey 2000. Le percentuali indicate rappresentano il numero dei lavoratori altamente qualificati<br />

provenienti dall’estero diviso per il numero totale di tutti i lavoratori altamente qualificati.<br />

A questo proposito è opportuno fare riferimento all'indagine condotta da<br />

Manpower nel 2007 su oltre 28mila datori di lavoro in 27 Paesi e territori<br />

che danno impiego a lavoratori stranieri. Tra l’altro questa indagine ha<br />

verificato che, per quanto riguarda le aziende sotto esame, le dieci maggiori<br />

categorie per numero di addetti in cui risulta alta la presenza di talento<br />

straniero sono: manovali, ingegneri, addetti alla produzione, personale<br />

tecnico, addetti all'informatica, rappresentanti commerciali, assistenti<br />

amministrativi/segretarie personali, addetti all’assistenza clienti, alti<br />

dirigenti/membri del consiglio di amministrazione, personale contabile e<br />

finanziario.<br />

TAVOLA 2 - LE DIECI MAGGIORI CATEGORIE CON ALTA PRESENZA DI TALENTO<br />

STRANIERO<br />

1 Manovali<br />

2 Ingegneri<br />

3 Addetti alla produzione<br />

4 Personale tecnico<br />

5 Addetti all’informatica<br />

6 Rappresentanti commerciali<br />

7 Assistenti amministrativi/Segretarie personali<br />

8 Addetti all’assistenza clienti<br />

9 Alti dirigenti/Membri del CdA<br />

10 Personale contabile e finanziario<br />

Fonte: Borderless Workforce Survey Global Summary, 2008, basato su un’indagine Manpower Inc. del luglio 2007<br />

NELL’INDAGINE<br />

MANPOWER I PAESI CHE<br />

IMPORTANO TALENTI<br />

STRANIERI HANNO PIÙ<br />

BISOGNO DI MANOVALI E<br />

INGEGNERI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 6<br />

OTTOBRE 2010


Chiaramente si tratta di una gamma estremamente varia di occupazioni, che<br />

va da operai per la produzione ad alti dirigenti. Questo aspetto è stato<br />

oggetto di una vasta ricerca contenuta nel rapporto commissionato dalla Bbc<br />

World Service (2009) al Migration Policy Institute a Washington Dc.<br />

Questo rapporto esamina l’occupazione dei lavoratori stranieri su scala<br />

mondiale e trova che la necessità di reperire dipendenti stranieri riguarda<br />

non solo i professionisti di talento, ma anche la manodopera per la<br />

produzione.<br />

La ricerca ha portato a sottolineare un aspetto molto specifico che spesso<br />

viene trascurato dalle analisi più generali della caccia al talento. Si tratta del<br />

problema della “conoscenza incompleta”. Le aziende hanno sempre dovuto<br />

affrontare il problema della conoscenza incompleta nelle economie del<br />

mercato. Quando queste imprese si mettono a operare su scala mondiale il<br />

problema diventa grave.<br />

I servizi aziendali (contabili, legali, finanziari, quelli di previsione, di stima<br />

di credito e altri servizi specializzati di natura simile) sono, secondo la mia<br />

analisi, un “bene organizzativo” la cui importanza aumenta di pari passo con<br />

la espansione di un’azienda (o di un settore economico) in mercati<br />

globalizzati (Sassen 2001, cap 5; 2009). Questo vale per aziende e mercati<br />

globali, qualunque sia il settore: minerario, agroalimentare, finanziario,<br />

assicurativo, e così via.<br />

Ma si va oltre: più le operazioni di un’azienda sono digitalizzate e<br />

globalizzate, più il suo problema della conoscenza incompleta si aggrava, in<br />

parte a causa dell’accelerazione delle operazioni e delle decisioni in settori<br />

altamente informatizzati.<br />

IL PROBLEMA DELLA<br />

“CONOSCENZA<br />

INCOMPLETA” DELLE<br />

ECONOMIE STRANIERE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 7<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 3 - LE RAGIONI ALLA BASE DELLE ASSUNZIONI DI PERSONALE STRANIERO<br />

ALTAMENTE QUALIFICATO (PERCENTUALI)<br />

Fattore D’accordo<br />

‘Assumiamo dipendenti stranieri perché…’<br />

Fortemente<br />

d’accordo<br />

Tutto considerato sono i migliori candidati 49,07 9,26<br />

Nel nostro Paese c’è scarsità di buoni candidati 55,45 10,91<br />

Conoscono i mercati stranieri 64,86 36,04<br />

Parlano le lingue straniere 71,17 47,75<br />

Parlano inglese 56,13 26,42<br />

Il tipo di conoscenza richiesta per questi lavori non è<br />

impartita dal nostro sistema educativo 27,93 4,5<br />

Le loro competenze rispondono meglio alle nostre<br />

preferenze di lavoro 51,35 15,32<br />

Nota: Bauer, Thomas K. & Kunze, Astrid, 2004. "The Demand for High-Skilled Workers and Immigration<br />

Policy," IZA Discussion Papers 999, Istituto per lo Studio del Lavoro (IZA). I risultati sono basati su un<br />

sottocampione tedesco tratto dal IZA International Employer Survey 2000. È indicata qui sopra la proporzione<br />

delle ditte che hanno risposto di essere d’accordo (o fortemente d’accordo) che un certo fattore avesse un peso nel<br />

processo decisionale di assumere personale straniero laureato. Le risposte sono di aziende che assumono<br />

lavoratori stranieri.<br />

A mio parere la crescente necessità di servirsi di personale straniero di<br />

talento rappresenta uno dei maggiori strumenti per affrontare il problema<br />

della conoscenza incompleta in un’economia globale. Questi lavoratori<br />

stranieri mettono a disposizione non solo la competenza o il talento base di<br />

cui l’azienda sa di aver bisogno, ma anche un tipo di conoscenza implicita, o<br />

difficile da codificare, della “cultura” economica del loro Paese d’origine. In<br />

tal modo, l’acquisizione di talento straniero aiuta in parte a risolvere il<br />

problema della conoscenza incompleta: il dipendente straniero di talento<br />

non viene portato alla sede centrale solo perché impari la cultura<br />

dell’azienda, ma anche perché introduca modi nuovi e strettamente connessi<br />

al suo Paese di intendere cosa sia un buon investimento, la fiducia informale<br />

e così via. E questo è uno degli aspetti chiave del nuovo ruolo del talento<br />

straniero in un’economia globale.<br />

Questo vale anche al livello della città, in particolare le 75 città globali nel<br />

mondo di oggi. La specificità della città nell’affrontare il problema della<br />

conoscenza incompleta, soprattutto per i protagonisti globali, è che la grande<br />

varietà di reti, di circuiti informativi, di professionisti provenienti da varie<br />

parti del mondo, produce un tipo particolare di capitale conoscitivo. Il<br />

ASSUMERE TALENTI<br />

STRANIERI SIGNIFICA PER<br />

UN’AZIENDA CONOSCERE<br />

MEGLIO LE ECONOMIE DEI<br />

LORO PAESI DI ORGINE<br />

IL CAPITALE DELLA<br />

CONOSCENZA URBANA E’<br />

MAGGIORE DELLA SOMMA<br />

DELLE CONOSCENZE DEI<br />

PROFESSIONISTI E<br />

AZIENDE DI UNA CITTÀ<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 8<br />

OTTOBRE 2010


termine che io uso è “capitale della conoscenza urbana”. Si tratta di un<br />

capitale della conoscenza maggiore della somma delle “conoscenze” dei<br />

professionisti e delle imprese di una città. Inoltre questo spiega anche<br />

perché il capitalismo globale produca una domanda sistemica di città globali<br />

nel mondo in numero sempre maggiore con l’intensificarsi della<br />

globalizzazione a partire dagli anni novanta. Ciascuna di queste città<br />

costituisce una fucina per la produzione di capitale della conoscenza urbana,<br />

in buona parte specifico per ciascuna città. Infatti, fin dall’inizio ho<br />

sostenuto che questa fase della globalizzazione ha bisogno delle differenze<br />

specializzate delle città, che rende specifico il capitale della conoscenza<br />

urbana di ciascuna città globale. A Roma sarà diverso da Milano, a New<br />

York da Chicago, a Hong Kong da Shanghai, e così via. E l’esistenza di<br />

queste differenze specializzate quindi spiega anche la crescente importanza<br />

del talento locale in un’azienda globale: il talento locale può apportare<br />

quella conoscenza specifica nell’azienda in cui lavora.<br />

LA CRESCENTE SEGMENTAZIONE DEI MERCATI DEL LAVORO SPECIALIZZATI<br />

La sempre più intensa segmentazione dei mercati del lavoro assume molte<br />

forme. Un’interpretazione allargata del mercato globale del lavoro ci<br />

porterebbe a dire che le fonti della segmentazione includono:<br />

a) un insieme di mercati del talento specializzati ed i loro specifici canali<br />

di reclutamento<br />

b) il lavoro degli intermediari, come i servizi di collocamento e le<br />

agenzie di reclutamento per professionisti<br />

c) la proliferazione di politiche governative di vario tipo intese ad<br />

importare lavoratori stranieri, inclusi i professionisti di alto livello,<br />

politiche talvolta dirette ai datori di lavoro e altre volte dirette ai<br />

lavoratori (e ai potenziali dipendenti).<br />

Sembra che, per quanto riguarda l’importazione delle tipologie di dipendenti<br />

più cercati, questa crescente segmentazione dei mercati del lavoro renderà<br />

più difficile per le imprese affidarsi alle agenzie che si occupano di<br />

manodopera globale o ai programmi governativi. Questo vale in modo<br />

particolare per i settori altamente specializzati. Quello che rende tutti<br />

questi ostacoli sempre più significativi è la crescente importanza di<br />

importare talento straniero nella sede centrale della casa madre, non solo per<br />

il tirocinio, ma con lo scopo di globalizzare la cultura del lavoro della casa<br />

madre, e questo costituirà un’ulteriore difficoltà a soddisfare i propri bisogni<br />

di personale attraverso i canali esistenti.<br />

I TALENTI STRANIERI<br />

NELLE SEDI CENTRALI<br />

<strong>GLOBAL</strong>IZZANO LA<br />

CULTURA DELLE IMPRESE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 9<br />

OTTOBRE 2010


Il mercato del lavoro attuale non è sufficientemente sviluppato per<br />

soddisfare una domanda altamente variegata. Fino a quando non si<br />

presenteranno migliori economie di scala, sarà difficile per gli intermediari<br />

chiave far sì che una domanda di talento specializzato disarticolata<br />

costituisca un’operazione remunerativa. I programmi governativi sarebbero<br />

molto probabilmente travolti da ostacoli burocratici se dovessero elaborare<br />

dozzine di nuovi tipi di visti per lavoratori altamente specializzati.<br />

Un’importante condizione posta dal contesto che intensifica l’urgenza di<br />

sviluppare un mercato del lavoro globale che funzioni: si tratta del<br />

cambiamento demografico.<br />

Oggi viene generalmente accettato che le tendenze demografiche delle<br />

società altamente sviluppate stiano precipitando verso una crescita negativa.<br />

A causa dell’alto livello di disoccupazione e del basso livello generale di<br />

crescita economica di oggi è difficile immaginare che potremmo presto<br />

dover affrontare una carenza di personale in determinati settori. Tuttavia il<br />

futuro demografico immediato sta già arrivando: non è una questione di<br />

previsioni, ma solo una questione di tempo.<br />

Ci sono altre due considerazioni che necessitano di ulteriore esame.<br />

IL PROBLEMA DELLE<br />

BUROCRAZIE NAZIONALI<br />

SUI VISTI PER IL<br />

PERSONALE ALTAMENTE<br />

SPECIALIZZATO<br />

IL CROLLO DEMOGRAFICO<br />

DELLE SOCIETÀ<br />

ALTAMENTE SVILUPPATE<br />

PORTERÀ ALLA CARENZA<br />

DI PERSONALE<br />

COMPETENTE IN ALCUNI<br />

SETTORI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 10<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 4 – CONFRONTO TRA I DIECI PAESI PREFERITI DAL PERSONALE DI TALENTO<br />

STRANIERO E I DIECI PAESI CHE MAGGIORMENTE FORNISCONO DIPENDENTI DI TALENTO<br />

STRANIERI<br />

Paesi preferiti dal talento straniero Paesi che esportano talento straniero<br />

1 Stati Uniti 1 Cina<br />

2 Regno Unito 2 Stati Uniti<br />

3 Spagna 3 India<br />

4 Canada 4 Regno Unito<br />

5 Australia 5 Germania<br />

6 Emirati Arabi Uniti 6 Giappone<br />

7 Francia 7 Spagna<br />

8 Italia 8 Francia<br />

9 Germania 9 Canada<br />

10 Argentina 10 Polonia<br />

BISOGNO DI IMMIGRATI<br />

AI PRIMI DIECI POSTI<br />

PER BISOGNO DI<br />

IMMIGRATI<br />

3.1 Proporzione del numero di anziani 1 Giappone<br />

3.2 Incremento naturale 2 Italia<br />

3.3 Rapporto occupazionale 3 Portogallo<br />

3.4 Rigidità dell’occupazione 4 Finlandia<br />

3.5 Produttività lavorativa 5 Repubblica Ceca<br />

3.6 Pensione e cure mediche non consolidate 6 Grecia<br />

3.7 Spesa pubblica per le pensioni 7 Francia<br />

3.8 Sussidi di disoccupazione 8 Lettonia<br />

3.9 Mobilità interna della manodopera 9 Belgio<br />

3.10 Forza lavoro 10 Austria<br />

Fonte: Global Migration Barometer: Methodology, Results and Findings,August 2008, studio preparato dall’<br />

Economist Intelligence Unit e sponsorizzato dalla Western Union. Il “Global Migration Barometer” usa un misto<br />

di due categorie: Elementi di attrattiva per chi emigra e “Accessibilità per gli immigrati”, per misurare<br />

l’attrazione di un Paese per chi vuole emigrare e il suo atteggiamento verso gli immigrati. Ciascuna categoria ha<br />

una varietà di indicatori. L’indagine usa la categoria “Bisogno di immigranti” per valutare il possibile bisogno<br />

che un Paese ha di immigranti per sostenere la sua crescita economica. Si basa su una varietà di indicatori.<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 11<br />

OTTOBRE 2010


La prima considerazione è la considerevole mancanza di corrispondenza tra<br />

i dieci Paesi in cui le persone straniere di talento preferiscono andare a<br />

lavorare e i dieci Paesi che hanno maggior necessità di dipendenti di talento.<br />

Quando si considerano i primi venti Paesi in ciascuna delle due categorie, si<br />

vede una certa sovrapposizione.<br />

Però, visto che nel mondo la maggioranza delle migrazioni non è pianificata<br />

centralmente, non si può prevedere che a lungo andare ci sia una migliore<br />

corrispondenza. Si potrebbe tentare di capire che cosa renda meno attraenti<br />

i Paesi che maggiormente necessitano di lavoratori stranieri.<br />

A questo proposito è particolarmente significativo uno dei fattori messi in<br />

risalto da alcuni dati: il valore che in un Paese i dipendenti stranieri<br />

attribuiscono alla solidità della democrazia, la sovranità della legge e la<br />

trasparenza del mercato del lavoro e di quello imprenditoriale.<br />

I protagonisti sul mercato globale del lavoro – le aziende e i lavoratori<br />

stranieri, sia quelli altamente qualificati che la manovalanza – vogliono più<br />

mercato e meno norme governative. I dati relativi ai professionisti mostrano<br />

che anch’essi reagiscono alle condizioni del mercato: uno degli esempi più<br />

noti è il ritorno degli oltre 10mila dipendenti nel settore dell’informatica<br />

dalla Silicon Valley all’India, il loro Paese d’origine.<br />

MANCA LA<br />

CORRISPONDENZA FRA LA<br />

DOMANDA DI TALENTO E<br />

LE METE PREFERITE PER<br />

L’EMIGRAZIONE DEI<br />

TALENTI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 12<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 5 – INDICATORI USATI PER DETERMINARE PER CHI EMIGRA L’ATTRATTIVA E<br />

L’ACCESSIBILITÀ DI UN PAESE<br />

ELEMENTI DI ATTRATTIVITA’ AI PRIMI DIECI POSTI IN<br />

QUESTA CATEGORIA<br />

1.1 Pil nominale 1 Stati Uniti<br />

1.2 Pil nominale pro capite a parità del potere<br />

d’acquisto<br />

2 Regno Unito<br />

1.3 Vincoli storici/commerciali 3 Australia<br />

1.4 Integrazione regionale 4 Norvegia<br />

1.5 Qualità del servizio sanitario 5 Francia<br />

1.6 Qualità dell’istruzione 6 Canada<br />

1.7 Retribuzione meritocratica 7 Svizzera<br />

1.8 Investimenti stranieri diretti 8 Svezia<br />

1.9 Possibilità/facilità di fare rimesse di<br />

denaro<br />

9 Irlanda<br />

1.1 Accesso ai servizi finanziari 10 Hong Kong<br />

1.11 Accesso al capitale<br />

1.12 Facilità di avviare un’impresa<br />

1.13 Libertà civili<br />

1.14 Tensioni sociali<br />

ACCESSIBILITÀ PER GLI<br />

IMMIGRATI<br />

AI PRIMI DIECI POSTI IN<br />

QUESTA CATEGORIA<br />

2.1 Politica governativa dell’immigrazione 1 Australia<br />

2.2 Facilità di assumere dipendenti stranieri 2 Canada<br />

2.3 Necessità di ottenere il permesso di lavoro 3 Singapore<br />

2.4 Facilità di ricongiungimento con la<br />

propria famiglia<br />

4 Nuova Zelanda<br />

2.5 Programmi per l’integrazione degli<br />

immigrati<br />

5 Israele<br />

2.6 Apertura culturale verso gli immigrati 6 Portogallo<br />

2.7 Potere dei sindacati 7 Stati Uniti<br />

2.8 Discriminazione “de jure” o “de facto” 8 Costa Rica<br />

9 Svezia<br />

10 Hong Kong<br />

(Continua)<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 13<br />

OTTOBRE 2010


(Segue)<br />

BISOGNO DI IMMIGRATI<br />

AI PRIMI DIECI POSTI<br />

PER BISOGNO DI<br />

IMMIGRATI<br />

3.1 Proporzione del numero di anziani 1 Giappone<br />

3.2 Incremento naturale 2 Italia<br />

3.3 Rapporto occupazionale 3 Portogallo<br />

3.4 Rigidità dell’occupazione 4 Finlandia<br />

3.5 Produttività lavorativa 5 Repubblica Ceca<br />

3.6 Pensione e cure mediche non consolidate 6 Grecia<br />

3.7 Spesa pubblica per le pensioni 7 Francia<br />

3.8 Sussidi di disoccupazione 8 Lettonia<br />

3.9 Mobilità interna della manodopera 9 Belgio<br />

3.10 Forza lavoro 10 Austria<br />

Fonte: Global Migration Barometer: Methodology, Results and Findings,August 2008, studio preparato dall’<br />

Economist Intelligence Unit e sponsorizzato dalla Western Union. Il “Global Migration Barometer” usa un<br />

misto di due categorie: Elementi di attrattiva per chi emigra e “Accessibilità per gli immigrati”, per misurare<br />

l’attrazione di un Paese per chi vuole emigrare e il suo atteggiamento verso gli immigrati. Ciascuna categoria<br />

ha una varietà di indicatori. L’indagine usa la categoria “Bisogno di immigranti” per valutare il possibile<br />

bisogno che un Paese ha di immigranti per sostenere la sua crescita economica. Si basa su una varietà di<br />

indicatori.<br />

La seconda considerazione riguarda la sempre più complessa e diversificata<br />

combinazione dei sistemi politici, attraverso i quali gli immigrati si<br />

spostano. Il numero di essi è cresciuto di colpo dagli anni ottanta e,<br />

soprattutto, dagli anni novanta, quando la globalizzazione è decollata ed ha<br />

incorporato la maggior parte dei Paesi del mondo. Si può dedurre la varietà<br />

dei regimi nazionali dalla varietà dei primi dieci Paesi che, rispettivamente,<br />

esportano e ricevono lavoratori stranieri.<br />

Secondo l’indagine di Manpower del 2008, basata sulle risposte di 28mila<br />

datori di lavoro in 27 diversi Stati, i primi dieci Paesi che forniscono<br />

lavoratori stranieri sono, in ordine di volume: Cina, Stati Uniti, India, Regno<br />

Unito, Germania, Giappone, Spagna, Francia, Canada e Polonia.<br />

E i primi dieci Paesi più preoccupati di perdere i propri dipendenti sono<br />

Cina, Stati Uniti, India, Regno Unito, Giappone, Australia, Germania,<br />

Russia, Spagna, Brasile.<br />

I PAESI CHE ESPORTANO<br />

TALENTI E QUELLI CHE<br />

HANNO PAURA DI<br />

PERDERE I PROPRI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 14<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 6 - I DIECI PAESI CHE PIÙ DI TUTTI POTREBBERO “RUBARE” MANODOPERA AGLI<br />

ALTRI PAESI<br />

1 Cina<br />

2 Stati Uniti<br />

3 India<br />

4 Regno Unito<br />

5 Giappone<br />

6 Australia<br />

7 Germania<br />

8 Russia<br />

9 Spagna<br />

10 Brasile<br />

Fonte: Borderless Workforce Survey Global Summary, 2008: riassunto basato su un’indagine condotta nel<br />

luglio del 2007 da Manpower Inc.<br />

Dal punto di vista del mercato globale del lavoro e delle aziende interessate<br />

ad assumere e ad evadere le necessarie pratiche burocratiche, questa varietà<br />

di Paesi comporta un’enorme quantità di visti da ottenere.<br />

Una questione che è sempre stata importante è quella della fuga dei cervelli,<br />

vista nell’ottica dei Paesi che perdono il talento. A questo proposito è molto<br />

interessante la conclusione di Manpower: non sono più gli Stati Uniti ad<br />

esser visti come il Paese più minaccioso in termini di concorrenza per il<br />

talento straniero, ma la Cina.<br />

Dopo Cina e Stati Uniti c’è un insieme di Paesi, alcuni prevedibili, altri<br />

mrno: India, Regno Unito, Giappone, Australia, Germania, Russia, Spagna e<br />

Brasile. Dovremmo aggiungere che alcuni dei Paesi in questa lista si<br />

ripresentano anche sull’altro elenco: quello dei Paesi in cui Manpower ha<br />

trovato la maggior preoccupazione tra i datori di lavoro riguardo la perdita<br />

di un talento nazionale a vantaggio di un Paese straniero.<br />

LACINA BATTE GLI USA<br />

COME PAESE CHE “RUBA”<br />

TALENTI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 15<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 7: LA PREOCCUPAZIONE DEI DATORI DI LAVORO RIGUARDO ALLA FUGA DEI<br />

CERVELLI DAL PAESE (PERCENTUALI)<br />

Datori di lavoro più<br />

preoccupati<br />

Datori di lavoro meno<br />

preoccupati<br />

1 Perù 82 Cina 1<br />

2 Argentina 66 Irlanda 7<br />

3 Sudafrica 65 Giappone 12<br />

4 Taiwan 64 Svizzera 12<br />

5 India 57 Paesi Bassi 13<br />

6 Nuova Zelanda 52 Stati Uniti 14<br />

7 Italia 42 Belgio 17<br />

8 Spagna 41 Norvegia 17<br />

9 Germania 39 Regno Unito 18<br />

10 Francia 38 Canada 19<br />

11 Messico 37 Hong Kong 20<br />

12 Austria 31 Singapore 22<br />

Fonte: Borderless Workforce Survey Global Summary, 2008, riassunto basato su un’indagine condotta nel luglio<br />

2007 da Manpower Inc.<br />

CONCLUSIONE<br />

Molte cose sono state dette sull’attuale recessione economica, che avrebbe<br />

ridotto la domanda di lavoratori stranieri e messo fine al dibattito sulla<br />

necessità di un mercato globale del lavoro. Le tendenze attuali non<br />

sostengono queste tesi. Il contesto base è già quello di carenze in certi<br />

segmenti del mercato del lavoro. Le aziende più piccole e meno potenti che<br />

necessitano di lavoratori stranieri hanno trovato che la recessione ha dato<br />

loro la possibilità di assumere personale di talento, visto che le imprese più<br />

grandi, per prudenza, erano diventate meno aggressive nella loro politica di<br />

assunzioni.<br />

Se a questo aggiungiamo il fatto che ai dipendenti stranieri, soprattutto ai<br />

professionisti nei settori innovativi, viene richiesto di lavorare in ambiti più<br />

ampi, si può prevedere che la domanda di questi dipendenti continuerà.<br />

Man mano che la globalizzazione incorporerà un sempre maggior numero di<br />

Paesi in particolari circuiti economici specializzati, sia le città globali che i<br />

lavoratori stranieri assumeranno sempre maggiore importanza.<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 16<br />

OTTOBRE 2010<br />

LA RECESSIONE HA<br />

PERMESSO ALLE AZIENDE<br />

MINORI DI ASSUMERE<br />

TALENTI


In confronto agli anni ottanta la nostra attuale economia globale è molto più<br />

diversificata e complessa. I Paesi che prima ricevevano passivamente le<br />

aziende straniere hanno oggi sviluppato un’idea precisa di quale sia il loro<br />

ordine di preferenza. Un tipo di collante che tiene insieme tutti questi<br />

diversi settori e geografie è la circolazione globale dei professionisti ed<br />

anche, in modi meno visibili, la circolazione degli operai specializzati.<br />

Un punto di importanza critica per le aziende che occupano questi lavoratori<br />

e anche per gli intermediari, come le agenzie che offrono un servizio di<br />

collocamento globale, è quello di far sì che tutti e due questi gruppi di<br />

lavoratori stranieri abbiano una protezione adeguata e solide garanzie<br />

contrattuali.<br />

CRITICO OFFRIRE A TUTTI<br />

I LAVORATORI STRANIERI<br />

LA PROTEZIONE E E<br />

GARANZIE ADEGUATE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 17<br />

OTTOBRE 2010


LE CITTÀ INNOVATIVE NEL MONDO<br />

di<br />

Paola Gianasso<br />

con Massimo Tiano<br />

Il concetto di innovazione non è univoco e viene interpretato in modo<br />

diverso a seconda dei periodi e delle aree geografiche. Ciascuna metropoli<br />

punta sull’eccellenza in settori specifici dell’innovazione al fine di<br />

accrescere la propria forza d’attrazione sul mercato nazionale e internazione.<br />

Per valutare il grado di innovazione delle città, sono stati analizzati quattro<br />

parametri:<br />

♦ il livello di innovazione tecnologica. Sono stati presi in<br />

considerazioni i progressi effettuati negli ultimi anni per quanto<br />

riguarda le comunicazioni, con particolare riferimento alla velocità<br />

di accesso a Internet, alla presenza di reti a fibra ottica e wi-fi<br />

♦ l’innovazione dell’offerta culturale. Sono stati considerati i progetti<br />

legati alla realizzazione o all’ampliamento di spazi culturali di<br />

particolare significato, spesso in grado da rilanciare l’immagine<br />

dell’intera città<br />

♦ il livello di innovazione architettonica e i grandi progetti per la città.<br />

Vengono presentate le città nelle quali sono in corso di realizzazione<br />

progetti caratterizzati da un particolare valore architettonico o<br />

riguardanti la valorizzazione di interi quartieri<br />

♦ il livello di sostenibilità. Vengono indicate le città più attente agli<br />

aspetti legati all’ecologia, al risparmio energetico, all’utilizzo di<br />

fonti alternative di energia.<br />

Successivamente è stato dato un peso ad ogni città, a seconda della<br />

posizione nella classifica relativa ad ogni aspetto per stilare un unico indice<br />

sintetico, che individua la posizione delle prime venti metropoli più<br />

innovative a livello mondiale.<br />

INNOVAZIONE TECNOLOGICA<br />

Uno dei criteri indispensabili per valutare il grado di innovazione di una<br />

metropoli è l’analisi dei progressi effettuati nel settore comunemente<br />

denominato Information and communications technology (Ict), che negli<br />

ultimi dieci anni ha trasformato radicalmente il mondo delle comunicazioni,<br />

I QUATTRO PARAMETRI<br />

PER GIUDICARE<br />

L’INNOVAZIONE<br />

DI UNA CITTA’<br />

ALLA RICERCA DI 20<br />

CENTRI INNOVATIVI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 18<br />

OTTOBRE 2010


con riflessi di enorme rilevanza sull’assetto sociale, culturale ed economico<br />

complessivo.<br />

In questo settore il progresso è estremamente rapido e le città investono<br />

importanti risorse in ricerca e sviluppo per mantenere o migliorare la propria<br />

posizione competitiva. Basti pensare che i dati circolanti su Internet nel<br />

2010 sono superiori di due terzi rispetto a quelli dell’anno precedente,<br />

mentre si stima che la capacità della rete mondiale di fibre ottiche, che<br />

sostiene tale traffico, raddoppi ogni 18 mesi. La domanda è destinata ad<br />

aumentare in modo ancora più evidente nei prossimi anni, anche in<br />

considerazione del sempre più diffuso utilizzo dei video, che generano più<br />

della metà del traffico globale di Internet, e allo sviluppo straordinario dei<br />

social network.<br />

Nell’Unione europea il 65 per cento delle famiglie ha accesso a Internet<br />

dalla propria abitazione. L’Europa è arretrata rispetto agli Stati Uniti e al<br />

Canada che registrano percentuali superiori al 70 per cento. Tuttavia alcuni<br />

Paesi europei, soprattutto quelli nordici, toccano valori molto elevati, con<br />

punte del 90 per cento come Islanda ed Olanda.<br />

L’Italia si situa tra gli ultimi posti della classifica in Europa, anche se,<br />

prendendo in considerazione solo le grandi città, la situazione appare più<br />

equilibrata.<br />

Il fanalino di coda è rappresentato dall’Asia, dove solo il 25 per cento della<br />

popolazione ha accesso a Internet. Fanno eccezione le grandi città, quali<br />

Shanghai, Hong Kong, Tokyo e Singapore, che registrano una percentuale<br />

intorno al 76 per cento.<br />

TAVOLA 1 - FAMIGLIE CHE HANNO A ACCESSO A INTERNET DA CASA<br />

(Valori percentuali, dicembre 2009)<br />

Fonte: Eurostat, US Census Bureau, Roi, Adb<br />

LE CITTÀ INVESTONO IN<br />

INNOVAZIONE<br />

TECNOLOGICA PER<br />

RESTARE COMPETITIVE<br />

L’EUROPA SEGUE USA E<br />

CANADA PER ACCESSO AL<br />

WEB NELLE ABITAZIONI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 19<br />

OTTOBRE 2010


Elemento essenziale dell’innovazione tecnologica è la possibilità di<br />

accedere alla rete Internet con una sistema di connessione a banda larga, il<br />

cui significato muta nel tempo ma che oggi può essere considerato sinonimo<br />

di alta velocità.<br />

Nonostante i progressi compiuti da alcune città, quali Roma, Milano,<br />

Torino, Genova, Venezia e Bari, il tasso di penetrazione della banda larga in<br />

Italia è scarsamente competitivo con il resto del mondo, come confermano<br />

le statistiche effettuate alla fine del 2009 dall’Oecd sulla percentuale di<br />

famiglie collegate a Internet con banda larga, dalle quali emerge la<br />

supremazia dei paesi del nord Europa e di alcuni paesi extra europei.<br />

L’Unione europea, complessivamente, presenta una percentuale del 56 per<br />

cento, contro il 63,5 per cento degli Stati Uniti, il 66,9 per cento del Canada<br />

e il 95,9 per cento della Corea del Sud.<br />

TAVOLA 2 - FAMIGLIE CON ACCESSO ALLA BANDA LARGA<br />

(Valori percentuali, dicembre 2009)<br />

Fonte: Oecd<br />

ESSENZIALE PER<br />

L’INNOVAZIONE<br />

L’ACCESSO<br />

ALLA BANDA LARGA<br />

COREA DEL SUD<br />

CAMPIONE DEL MONDO<br />

NEL WEB SUPERVELOCE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 20<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 3 - ACCESSO ALLA BANDA LARGA NEL MONDO<br />

(Numero accessi/100 abitanti)<br />

Fonte: World Telecommunication Ict Indicators database<br />

L’Unione europea si è posta l’obiettivo di garantire a tutti i suoi cittadini un<br />

accesso a banda larga entro il 2013. Alcune città, inoltre, mostrano<br />

esperienze eccellenti.<br />

Ad esempio a Stoccolma il 98 per cento della popolazione è raggiunto dalla<br />

banda larga, grazie anche ad un sistema di fibra ottica la cui realizzazione è<br />

iniziata nel 1994 e che raggiunge oggi un’estensione di un milione di<br />

chilometri. Inoltre, la capitale svedese ha costituito la Kista Science City,<br />

un distretto che ospita quasi 9mila imprese, di cui più di mille, per un totale<br />

di 24mila addetti, sono operative nel comparto Ict. Il distretto, che fornisce<br />

anche supporto alle aziende in fase di start-up, è in continua espansione, in<br />

particolare nei settori della telefonia mobile e delle comunicazioni wireless.<br />

La città di Tallin ha riconvertito rapidamente la propria economia grazie ad<br />

un efficiente settore delle tecnologie e dell’informazione. La capitale<br />

dell’Estonia ha fornito computer a tutte le scuole e diffuso l’accesso a<br />

Internet wi-fi, con circa 700 siti di accesso pubblico. A Tallin sono stati<br />

sviluppati diversi parchi scientifici high-tech, tra cui Ulemiste City, una<br />

moderna cittadella dell’innovazione realizzata nel rispetto dei criteri di<br />

sostenibilità. La città ospita la metà delle aziende informatiche di tutta<br />

l’Estonia, dove è nato il sistema di telefonia on-line Skype.<br />

Nonostante la sua arretratezza complessiva, anche in Italia emergono alcune<br />

eccellenze. Ad esempio a Milano è estremamente sviluppata la rete di fibra<br />

ottica, con un diffuso cablaggio residenziale, per un totale di 263mila<br />

chilometri.<br />

IN EUROPA CITTÀ<br />

ECCELLENTI E<br />

BANDA LARGA PER TUTTI<br />

ENTRO IL 2013<br />

IL CASO POSITIVO DI<br />

TALLIN<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 21<br />

OTTOBRE 2010


L’evoluzione dell’accesso rapido ad Internet è rappresentato dalle reti<br />

wireless, che sono nate negli Stati Uniti nel 2002, per poi diffondersi in<br />

tutto il mondo non solo per usi privati o societari, ma anche con finalità<br />

legate ai temi della sicurezza, del turismo e dei servizi al cittadino.<br />

In alcune città si stanno diffondendo reti municipali, promosse dalle<br />

amministrazioni locali e finalizzate a fornire ai cittadini un libero accesso<br />

alla rete, attraverso la presenza di accessi wi-fi in aree limitate (hotspot) o<br />

in interi ambiti urbani (hotzone).<br />

Tra le metropoli europee più evolute in questo settore emerge Parigi, la cui<br />

municipalità ha messo a punto il servizio “Paris Wi-fi”, che permette di<br />

connettersi gratuitamente a Internet, senza fili e a banda larga, da 260 luoghi<br />

equipaggiati, tra cui parchi cittadini, biblioteche e musei della capitale.<br />

Anche a Barcellona l’amministrazione comunale fornisce un servizio<br />

analogo, attraverso hotspot situati nei principali e più frequentati luoghi<br />

della città.<br />

Per quanto riguarda le grandi città italiane, un tentativo è stato fatto qualche<br />

anno fa a Roma, con il servizio “Roma wireless”, che ha messo a<br />

disposizione hotspot pubblici nei parchi delle principali ville storiche.<br />

Nel complesso le tre città mondiali che presentano il grado più elevato di<br />

innovazione tecnologica sono:<br />

1. Stoccolma. Nel 2010 l’Unione Internazionale delle<br />

Telecomunicazioni, che ha lo scopo di misurare l’indice<br />

internazionale di sviluppo Ict, ha definito quello svedese come il<br />

sistema economico mondiale leader nel settore, grazie a livelli<br />

elevatissimi di accesso a Internet e alla banda larga. La capitale ha il<br />

primato delle prestazioni del paese ed è tra le prime città al mondo<br />

come velocità di connessione.<br />

2. Seoul. Grazie ad una copertura completa di fibre ottiche e<br />

connessioni estremamente veloci disponibili in tutta la città, sia in<br />

superficie che nel sottosuolo, tutti i cittadini possono vedere la<br />

televisione sulla propria auto, in metropolitana o nei treni veloci.<br />

Quasi 30 milioni di coreani oggi guardano regolarmente la<br />

televisione dal proprio smartphone. La maggior parte delle famiglie<br />

dispone di connessioni rapide ma i progetti in corso fanno prevedere<br />

che nel 2012 la città sarà dieci volte più veloce, con una diffusione<br />

pressoché totale di connessioni a 1 Gbps. Vi sono sovvenzioni<br />

LA CAPITALE FRANCESE<br />

INVESTE IN INTERNET<br />

GRATUITO<br />

STOCCOLMA LEADER<br />

EUROPEA E TRA LE PRIME<br />

AL MONDO IN<br />

INNOVAZIONE<br />

TECNOLOGICA<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 22<br />

OTTOBRE 2010


pubbliche per connessioni ad alta velocità anche per poveri, anziani,<br />

casalinghe.<br />

3. Chicago. Il livello di innovazione tecnologica è elevato in tutte le<br />

principali città statunitensi, ma Chicago rappresenta una punta<br />

d’eccellenza, soprattutto per quanto riguarda l’attenzione verso gli<br />

aspetti sociali. Attualmente l’Agenzia Nazionale per le<br />

Telecomunicazioni e l’Informazione sostiene la città di Chicago in<br />

un progetto denominato “SmartChicago”, per un investimento di<br />

circa nove milioni di dollari, che favorisce l’accesso alla banda larga<br />

in cinque quartieri svantaggiati della città, nei quali vivono circa<br />

270mila abitanti in gran parte di origine afro e latino-americana. Il<br />

programma ha l’obiettivo di garantire l’accesso alla banda larga a<br />

11mila famiglie e 500 piccole imprese o associazioni no-profit,<br />

creando anche centri formativi per diffondere le conoscenze<br />

necessarie all’utilizzo di laptop e netbook, alla navigazione in<br />

Internet e alla ricerca di lavoro tramite le nuove tecnologie.<br />

INNOVAZIONE CULTURALE<br />

Un asse forte dello sviluppo innovativo di una grande città è la dotazione di<br />

infrastrutture a servizio della cultura, nella quale le città europee sono<br />

sempre state vincenti. Parigi e Londra, ma anche Roma e Milano, mostrano<br />

una buona offerta di musei, teatri, multisale cinematografiche, sale per<br />

concerti, oltre che una forte propensione alla valorizzazione del proprio<br />

patrimonio storico e artistico.<br />

Le infrastrutture, però, devono essere sostenute da un’adeguata politica<br />

culturale, che prevede il costante ammodernamento e l’adeguamento degli<br />

spazi alla progressiva trasformazione della città e delle esigenze dei<br />

cittadini.<br />

Il fattore chiave di successo è la capacità di coniugare l’innovazione con la<br />

tradizione, in quanto i progetti culturali non possono prescindere dal rispetto<br />

e dalla valorizzazione delle caratteristiche paesaggistiche, storiche ed<br />

artistiche locali e nazionali. Si pensi alla recente realizzazione del Nuovo<br />

Museo dell’Acropoli di Atene che, nonostante le ambizioni, è stato<br />

duramente contestato per la struttura eccessivamente moderna, estranea al<br />

contesto della città.<br />

Inoltre quasi tutti i progetti di successo si inseriscono nell’ambito di più<br />

ampi programmi di rivitalizzazione della città o costituiscono il fulcro<br />

intorno a cui ruota l’opera di recupero di interi quartieri.<br />

NEGLI USA È DI CASA LA<br />

TECNOLOGIA<br />

INFORMATICA, MA<br />

CHICAGO È IL MEGLIO<br />

EUROPA VINCENTE IN<br />

CULTURA.<br />

PRIME LONDRA E<br />

PARIGI, MA VANNO BENE<br />

ANCHE ROMA E MILANO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 23<br />

OTTOBRE 2010


In Europa, Parigi continua a detenere il primato della vivacità dell’offerta<br />

culturale, con una dotazione infrastrutturale in costante evoluzione e la<br />

presenza di eventi importanti e spesso all’avanguardia.<br />

Nel maggio 2010 è stata portata a termine la prima esperienza di<br />

decentramento di una grande istituzione culturale nazionale e parigina: il<br />

Centre Pompidou ha aperto al pubblico la sua nuova sede a Metz.<br />

La scelta della città è attribuibile ad una duplice motivazione: si inserisce<br />

nell’ambito di un più ampio processo di internazionalizzazione della cultura<br />

portato avanti da Parigi e dalle altre grandi città francesi ed è il punto di<br />

incontro tra due assi che attraversano l’Europa. Inoltre Metz è collegata a<br />

Parigi in un’ora dal Tgv.<br />

Il Centre Pompidou-Metz è situato nei pressi della stazione del Tgv e del<br />

centro città e sorge su un’area di 12mila metri quadrati, occupata in passato<br />

da uno scalo ferroviario e, nell’antichità, da un anfiteatro romano. L’edificio<br />

ospiterà 5mila metri quadrati di spazi espositivi, ma anche uno studio per<br />

proiezioni o performance artistiche, un auditorium, una libreria ed un<br />

ristorante.<br />

L’investimento si aggira intorno a 70 milioni di euro, sostenuti in gran parte<br />

dall’Agglomerazione di Metz, con contributi provenienti dallo Stato,<br />

dall’Unione europea e dai comuni di altre città.<br />

Oltre alla struttura architettonica, anche la suddivisione degli spazi è<br />

innovativa, in quanto, oltre alle sale espositive ed ai servizi tradizionali,<br />

ospita sale destinate all’accoglienza del pubblico ed alla creazione di<br />

progetti da parte dei visitatori. L’obiettivo è di attirare un pubblico nuovo,<br />

costituito soprattutto da giovani.<br />

Infine, l’edificio è stato realizzato nel rispetto dei criteri di efficienza<br />

energetica e bassi consumi, in linea con la politica di sviluppo sostenibile<br />

perseguita dalla città francese.<br />

Metz ha così seguito l’esempio di Bilbao, che ha saputo riqualificare il<br />

tessuto urbano e la sua immagine di città industriale rinascendo intorno al<br />

nuovo Guggenheim Museum, divenuto simbolo della città e uno dei simboli<br />

più noti dell’architettura contemporanea.<br />

Al secondo posto della classifica delle città più innovative per la cultura si<br />

situa Berlino, la cui ambizione è di diventare la capitale culturale europea.<br />

In quest’ottica, dopo undici anni di lavori, nel 2009 è stato riaperto il Museo<br />

IL CENTRO POMPIDOU<br />

DECENTRA E APRE UNA<br />

SEDE A METZ SERVITA<br />

DAL TGV<br />

LA CAPITALE TEDESCA<br />

RIAPRE IL MUSEO EGIZIO E<br />

FA RINASCERE L’ISOLA<br />

DEI MUSEI, PATRIMONIO<br />

UNESCO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 24<br />

OTTOBRE 2010


Egizio, che era stato gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra<br />

mondiale e poi abbandonato. L’intervento di ricostruzione restituisce alla<br />

capitale tedesca l’Isola dei Musei. Si tratta del complesso dei cinque musei<br />

che nel 1999 erano inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.<br />

Per la prima volta, dopo sessant’anni, i cinque musei tornano ad essere tutti<br />

visitabili.<br />

Il progetto è inquadrabile nell’ottica del connubio tra innovazione e<br />

tradizione, che peraltro ispira tutti i grandi progetti culturali della città. La<br />

sequenza originaria delle diverse stanze è stata ricostruita e l’annessione di<br />

spazi di nuova costruzione, realizzati con grandi elementi prefabbricati, si<br />

sviluppa in un sistema di continuità con la struttura esistente.<br />

Gli ultimi anni hanno visto un grande impegno e rilevanti investimenti<br />

nell’innovazione in ambito culturale da parte di alcune città del nord<br />

Europa.<br />

Ad esempio, Dublino sta portando avanti una massiccia opera di<br />

modernizzazione, con progetti di vario genere sparsi in tutta la città, tra cui<br />

il Grand Canal Square Theatre, progettato da Daniel Libeskind e inaugurato<br />

pochi mesi fa.<br />

Il teatro sorge sulla nuova piazza di Dublino. La piazza si estende su una<br />

superficie di 10mila metri quadrati situata sul waterfront del Grand Canal<br />

Harbour ed è uno dei progetti più innovativi mai intrapresi in Irlanda, con<br />

l’ambizione di divenire il più importante luogo di aggregazione urbana.<br />

La piazza, che ospita un hotel a cinque stelle ed alcune abitazioni, funge da<br />

grande lobby all'aperto per il Teatro che, a sua volta, è incluso nell’ambito<br />

di un più ampio sviluppo ad uso misto, che comprende 45mila metri<br />

quadrati di uffici e spazi commerciali.<br />

La struttura, che ospita 2mila posti su una superficie di 13.800 mq, è<br />

sostenibile, in quanto sono previsti impianti per il risparmio energetico, e<br />

tecnologica, con poltrone high-tech e ventilazione a lama fissa.<br />

Numerosi progressi sono stati compiuti anche da Copenhagen, dove nel<br />

2009 è stato inaugurato il Dr Concert Hall. La struttura, che si estende su<br />

25mila mq, si presenta come un misterioso cubo alto 45 metri e rivestito di<br />

veli traslucidi di colore blu intenso sulle cui pareti, che cambiano a seconda<br />

della luce diurna o notturna, sono proiettate immagini video.<br />

L’edificio è composto da quattro sale, differenti per dimensioni e<br />

progettazione interna, disposte attorno ad un foyer centrale che si sviluppa<br />

UNA PIAZZA NUOVA CON<br />

HOTEL DI LUSSO E UN<br />

TEATRO FIRMATO DANIEL<br />

LIEBESKIND<br />

MUSICHE DIVERSE<br />

NELLE SALE DEL DR<br />

CONCERT HALL, EDIFICIO<br />

CUBICO CHE CAMBIA<br />

COLORE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 25<br />

OTTOBRE 2010


su sette livelli. Ogni sala è dedicata ad un tipo diverso di musica, dal jazz<br />

alla musica da camera, ad uno studio di ricerche acustiche. In totale<br />

l’edificio offre 3.050 posti.<br />

L’ambizioso obiettivo di raggiungere un punto di fusione tra l’architettura e<br />

il paesaggio è stato perseguito nella realizzazione del progetto dell’Opera<br />

House ad Oslo, inaugurata nel 2008. L’obiettivo è già evidente dal nome<br />

scelto, Snøhetta, che corrisponde a quello del picco più alto del gruppo<br />

montuoso norvegese.<br />

L’Opera House sorge sull’area ex portuale della penisola di Bjøzvika,<br />

destinata a trasformarsi, per la vicinanza al centro della città, in un<br />

importante quartiere residenziale e commerciale. La nuova struttura<br />

culturale è vista, dunque, come un elemento generatore del nuovo sviluppo<br />

urbano dell’area, attualmente in fase di studio. Il traffico verrà eliminato<br />

grazie alla realizzazione di un tunnel che passerà sotto il fiordo e intorno al<br />

teatro sorgerà una vasta area verde.<br />

La struttura è composta da tre auditori, in grado di ospitare<br />

complessivamente 1.920 spettatori. L’innovazione formale consiste<br />

nell’aspetto esterno, che sembra raffigurare un iceberg grazie al rivestimento<br />

in marmo bianco e alle grandi vetrate, mentre gli spazi interni sono suddivisi<br />

da un muro a forma di onda, rivestito in legno bianco, il cui significato<br />

simbolico è una linea di demarcazione ideale tra il mare e la terra.<br />

Tra le città che mostrano una buona progettualità nel settore culturale<br />

emergono anche le due principali città italiane, Roma e Milano, che si<br />

collocano rispettivamente al decimo e dodicesimo posto della classifica<br />

mondiale.<br />

A Roma, a partire dal 2002 con l’inaugurazione dell’Auditorium Parco<br />

della Musica, sono stati realizzati alcuni importanti interventi che ne hanno<br />

rivitalizzato il tessuto culturale.<br />

In particolare nell’ultimo anno sono stati inaugurati il nuovo Maxxi, Museo<br />

nazionale delle arti del XXI secolo ed è stato ampliato il Macro, Museo<br />

d’Arte Contemporanea. I due progetti hanno permesso di riqualificare due<br />

interi ambiti urbani dismessi: il primo una caserma e il secondo l’ex<br />

mattatoio.<br />

Il Maxxi, progettato dall’architetta anglo-irachena Zaha Hadid, è situato nel<br />

quartiere Flaminio ed è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività<br />

contemporanea. Il progetto si distingue per la sua capacità di integrarsi nel<br />

tessuto urbano e per la soluzione architettonica innovativa, che riesce ad<br />

interpretare le potenzialità della nuova istituzione e di dotarla di un buon<br />

numero di spazi pubblici. Un percorso pedonale esterno segue la sagoma<br />

L’OPERA HOUSE AL<br />

CENTRO DI UN NUOVO<br />

SVILUPPO URBANO CHE<br />

PUNTA SUL VERDE<br />

IL PARCO DELLA MUSICA<br />

E I NUOVI MUSEI, MAXXI E<br />

MACRO INSERISCONO<br />

ROMA TRA LE CITTÀ<br />

DELLA CULTURA<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 26<br />

OTTOBRE 2010


dell’edificio e si apre in una grande piazza che, ripristinando un<br />

collegamento urbano interrotto per quasi un secolo dal precedente impianto<br />

militare, offre ai visitatori un luogo di svago.<br />

Il Museo, con i suoi 27mila metri qudrati, non si pone solo come luogo di<br />

conservazione ed esposizione del patrimonio artistico, ma anche e<br />

soprattutto come laboratorio di sperimentazione e innovazione culturale, di<br />

studio, ricerca e produzione di contenuti estetici moderni.<br />

Il sistema di copertura, estremamente innovativo sotto il profilo tecnologico<br />

e impiantistico, è composto da una doppia vetrata superiore e da un’ulteriore<br />

vetrata inferiore ed integra i serramenti, i dispositivi di controllo<br />

dell'illuminazione naturale, gli apparecchi per l'illuminazione artificiale, i<br />

meccanismi per il contenimento del calore da irraggiamento solare.<br />

All’esterno è protetto da un frangisole costituito da griglie metalliche che,<br />

oltre a schermare la luce, diventano passerelle percorribili a fini<br />

manutentivi.<br />

A Milano infine è in fase di completamento, e sarà inaugurato a novembre<br />

2010, il Museo del Novecento, che ospiterà un’importante collezione<br />

dell’arte italiana dell’ultimo secolo. Il progetto dell’architetto Italo Rota ha<br />

mantenuto la facciata esterna dell’Arengario, ripensando totalmente gli<br />

spazi interni e realizzando un percorso museale moderno e innovativo, che<br />

parte dal contenuto per differenziarsi dai contenitori che vengono creati in<br />

tutto il mondo.<br />

L’accesso al museo, che parte anche dai sotterranei della metropolitana,<br />

conduce ad un percorso che, attraverso un tunnel aereo, collega la torre al<br />

secondo piano di Palazzo Reale. In totale si tratta di 5mila metri quadrati di<br />

spazi espositivi.<br />

Un altro settore di eccellenza di Milano è quello legato alla formazione nel<br />

settore sanitario, con particolare riferimento alla ricerca biomedica, grazie<br />

alla presenza di un elevato numero di istituzioni scientifiche di alto livello e<br />

alla efficiente collaborazione tra il settore pubblico, gli operatori privati e il<br />

mondo delle associazioni.<br />

Due progetti di rilevanza internazionale, il Cerba (Centro Europeo di<br />

Ricerca Biomedica Avanzata) e la Città della Salute concentrano le<br />

principali novità nel settore.<br />

Il primo prevede la realizzazione di una moderna struttura che si estenderà<br />

su una superficie di 300mila metri quadrati. Grazie alla disponibilità di<br />

tecnologie mediche ed informatiche all’avanguardia, riunirà le funzioni di<br />

ricerca, cura, didattica e accoglienza. La prima fase prevede il<br />

IL NUOVO MUSEO DEL<br />

NOVECENTO PARTE DAL<br />

METRÀ E SI UNISCE A<br />

PALAZZO REALE CON UN<br />

TUNNEL AEREO<br />

MILANO TROVA<br />

L’ECCELLENZA NELLA<br />

FORMAZIONE E NELLA<br />

RICERCA IN AMBITO<br />

SANITARIO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 27<br />

OTTOBRE 2010


aggruppamento dei poli oncologico, cardiologico e neurologico, con la<br />

prospettiva futura di unire altre aree specialistiche.<br />

Invece nel quartiere di Vialba, situato nell’area nord-occidentale di Milano,<br />

è prevista la realizzazione della Città della Salute, che riunirà l’Ospedale<br />

Sacco con le nuove sedi dell’Istituto dei Tumori e dell’Istituto Neurologico<br />

Carlo Besta, formando così un nuovo e moderno polo della Salute.<br />

Ma la forza innovativa di Milano risiede anche nelle grandi strutture di<br />

ricerca accademica privata. Tra queste svolge un ruolo importante il campus<br />

Ifom-Ieo, che costituisce il più grande polo di ricerca oncologica d’Europa<br />

con 450 scienziati e 38 gruppi di ricerca.<br />

Infine, l’Istituto Mario Negri e il San Raffaele fanno parte del Science Park<br />

Raf, un grande parco scientifico per la ricerca sulle biotecnologie.<br />

Accanto alle città europee, compaiono nello scenario competitivo<br />

internazionale anche alcune città americane. Oltre a New York, la cui<br />

tradizione culturale è consolidata, stanno compiendo notevoli progressi città<br />

quali Boston e San Francisco.<br />

Tuttavia, l’evoluzione più rapida riguarda Chicago, che sta portando avanti<br />

con successo un’opera di integrazione tra i palazzi storici, i grattacieli<br />

avveniristici e i nuovi spazi culturali. In questo processo si inserisce la<br />

realizzazione della nuova ala dell’Art Institute, progettata da Renzo Piano,<br />

inaugurata nel 2008 e subito diventata il simbolo della città.<br />

L’intervento ha consentito un ampliamento degli spazi originari del 30 per<br />

cento, facendo dell’Art Institute il secondo più grande museo statunitense.<br />

Inoltre è stato realizzato un ponte pedonale in acciaio lungo quasi 190 metri<br />

che collega il museo con il vicino Millenium Park. Il collegamento non è<br />

solo fisico ma anche simbolico, dal momento che la facciata trasparente del<br />

museo consente una continua visuale sul parco.<br />

Gli elementi innovativi principali del progetto sono un sofisticato sistema<br />

centralizzato di illuminazione e l’alto grado di sostenibilità, perseguito<br />

attraverso il recupero dei materiali di risulta di cantiere e la progettazione<br />

della doppia pelle esterna che consente l’isolamento dell’edificio, in<br />

considerazione del rigido clima di Chicago. Il successo dell’iniziativa è<br />

confermato dall’ottenimento del livello d’argento della certificazione Leed.<br />

Recentemente anche alcune città fino a poco tempo fa estranee alla<br />

competizione internazionale hanno iniziato a portare avanti iniziative di<br />

sviluppo culturale. Tra queste spicca Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, dove<br />

NEW YORK SEMPRE IN<br />

VETTA, MA CRESCONO IN<br />

FRETTA BOSTON E SAN<br />

FRANCISCO<br />

ABU DHABI PROGETTA<br />

UN’ISOLA CHIAMATA<br />

LOUVRE DEL DESERTO,<br />

DEDICATA ALLA CULTURA<br />

ARABA<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 28<br />

OTTOBRE 2010


è in corso di progettazione da parte di importanti studi architettonici<br />

mondiali Saadiyat Island, un’isola situata a 500 metri dalla costa e destinata<br />

a diventare il luogo di attrazione più importante per i cittadini ed i turisti.<br />

L’isola sarà suddivisa in sette distretti tematici, di cui uno dedicato alla<br />

cultura. Il distretto culturale viene chiamato il “Louvre del Deserto”, dal<br />

momento che ospiterà il distaccamento in terra araba del più famoso museo<br />

parigino. Oltre al Louvre sono previsti un nuovo Guggenheim, un Museo<br />

marino, il Performing Arts Center ed il Sheikh Zaved National Museum,<br />

dedicato alla storia e alle tradizioni arabe. Il completamento dell’intero<br />

distretto culturale è previsto per il 2018.<br />

INNOVAZIONE ARCHITETTONICA, IMMOBILIARE E GRANDI PROGETTI<br />

Il rapido sviluppo della scienza e della tecnologia dell’informazione<br />

esercitano un forte impatto anche sull’edilizia e sul settore immobiliare ed<br />

hanno portato a nuove conoscenze e ad un grado sempre più elevato di<br />

innovazione, con riferimento sia alle nuove realizzazioni che alla<br />

ristrutturazione e modernizzazione del patrimonio esistente. Si tratta di un<br />

aspetto particolarmente significativo, dal momento che il settore delle<br />

costruzioni rappresenta il 10 per cento del Pil mondiale e concentra oltre il<br />

sette per cento della forza lavoro.<br />

Il settore edilizio è caratterizzato da un ciclo di vita lungo parecchi decenni,<br />

da un basso tasso di sostituzione dello stock (circa l’1 per cento l’anno) e da<br />

un tasso ancora più basso di demolizione (circa 20 volte inferiore rispetto<br />

alle nuove costruzioni). Questo significa che gli interventi sugli edifici<br />

esistenti avranno effetti importanti sui cambiamenti di clima, sulla qualità<br />

dell’aria e su una serie di aspetti legati alla sicurezza e alla sostenibilità a<br />

lungo termine.<br />

Il costante processo di innovazione permette di riqualificare lo stock<br />

esistente e di realizzare nuovi prodotti caratterizzati da un elevato livello di<br />

ingegnerizzazione e, dunque, rispondenti alle esigenze del mercato in<br />

continua evoluzione. In questo modo si ottiene anche il risultato di limitare<br />

la formazione di stock difficilmente assorbibili dal mercato immobiliare.<br />

Il concetto di innovazione non è univoco ed è stato interpretato in modo<br />

differente in ogni Paese, in base all’impronta culturale e alle esigenze della<br />

popolazione. Tuttavia, non può prescindere da alcuni aspetti fondamentali:<br />

IL SETTORE DELLE<br />

COSTRUZIONI<br />

RAPPRESENTA IL 10 PER<br />

CENTO DEL PIL MONDIALE<br />

E IL 7 PER CENTO DELLA<br />

FORZA LAVORO<br />

IL SETTORE PUNTA ALLA<br />

RIQUALIFICAZIONE<br />

DELL’ESISTENTE BASATO<br />

SU UN ELEVATO LIVELLO<br />

TECNICO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 29<br />

OTTOBRE 2010


♦ il rinnovamento si riflette nei processi di design e costruzione, ad<br />

esempio attraverso l’installazione di nuovi componenti e prodotti<br />

prefabbricati<br />

♦ emerge un rapido e significativo miglioramento dell’accessibilità e<br />

della flessibilità delle abitazioni, che si adattano alle esigenze sempre<br />

più differenziate delle diverse tipologie di utilizzatori e delle diverse<br />

fasce d’età<br />

♦ l’enfasi maggiore viene posta sulla sostenibilità, che comprende<br />

svariati aspetti legati all’efficienza energetica, ambientale, idrica,<br />

alla salute e alla sicurezza nella selezione dei materiali e nelle<br />

componenti strutturali<br />

♦ i nuovi sistemi di gestione degli edifici permettono agli occupanti di<br />

controllare una varietà sempre più ampia di funzione per un<br />

maggiore confort, come ventilazione, temperatura, illuminazione.<br />

L’alta tecnologia facilita la supervisione remota e il controllo delle<br />

applicazioni e dei sistemi di sicurezza<br />

♦ i nuovi progetti hanno l’obiettivo di contribuire a creare mix urbano<br />

sociale più armonico, garantendo una qualità adeguata delle<br />

abitazioni destinate alle fasce deboli della popolazione<br />

♦ la richiesta di maggiore efficienza energetica e l’integrazione di<br />

energia rinnovabile influenza sia la struttura degli edifici che le sue<br />

applicazioni in tutti i segmenti di mercato<br />

♦ gli uffici ed i locali produttivi devono presentare un alto grado di<br />

flessibilità. Le richieste di adattabilità e divisibilità degli immobili<br />

stimolano lo sviluppo di nuove soluzioni strutturali e tecnologiche,<br />

che sono facilitate dall’espansione della trasmissione dei dati<br />

wireless<br />

♦ nel comparto delle infrastrutture, gli investimenti devono prevedere<br />

un approccio strategico verso le caratteristiche funzionali a lungo<br />

termine dell’infrastruttura e i costi associati al ciclo di vita.<br />

Con riferimento all’innovazione architettonica e ai grandi progetti per la<br />

città, nella classifica mondiale compaiono numerose città statunitensi,<br />

europee e cinesi, queste ultime caratterizzate dalla capacità di cambiare<br />

radicalmente aspetto nell’arco di pochi anni.<br />

Tuttavia il livello più elevato di innovazione per quanto riguarda i grandi<br />

progetti immobiliari ed urbanistici spetta a Toronto, che costituisce un<br />

valido esempio di come una grande città possa essere “sostenibile”.<br />

La rivitalizzazione del waterfront, che avverrà nell’arco dei prossimi<br />

vent’anni, rappresenta il più grande progetto di rivitalizzazione urbana<br />

attualmente in corso nel nord America ed uno dei progetti più ambiziosi al<br />

mondo, che prevede l’utilizzo dei più innovativi criteri di sostenibilità,<br />

IN PRIMO PIANO SEMPRE<br />

LA SOSTENIBILITA’<br />

TORONTO AL PRIMO<br />

POSTO IN PROGETTI<br />

IMMOBILIARI E<br />

URBANISTICI DEDICATI<br />

ALLA SOSTENIBILITÀ<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 30<br />

OTTOBRE 2010


eccellenza nel design urbano, sviluppo immobiliare, infrastrutture<br />

tecnologiche e perseguimento di importanti obiettivi di politica pubblica. Si<br />

tratta di un’opportunità in grado di cambiare il volto di Toronto e di<br />

migliorare la sua immagine nel panorama competitivo mondiale.<br />

L’area coinvolta, che sorge vicino al lago Ontario, misura 800 ettari, su cui<br />

verranno realizzati immobili residenziali e servizi in grado di ospitare una<br />

popolazione di circa 70mila persone e di offrire lavoro a 30mila persone. Le<br />

tipologie edilizie saranno differenziate, adatte ad ogni tipo di famiglia e<br />

fascia d’età. Circa il 20 per cento delle abitazioni sarà in regime di social<br />

housing. Tutte le aree residenziali disporranno di scuole e servizi ai<br />

cittadini, mentre sul waterfront sorgeranno gli spazi pubblici e commerciali.<br />

Infine il 35 per cento del progetto sarà destinato a spazi verdi, nell’ambito<br />

dei quali verranno piantati 34mila alberi.<br />

La sostenibilità è riassunta in cinque obiettivi principali, perseguibili<br />

attraverso una serie di azioni a breve, medio e lungo termine: riduzione del<br />

consumo energetico, realizzazione di edifici verdi, miglioramento della<br />

qualità dell’aria e dell’acqua, potenziamento dei trasporti pubblici e<br />

creazione di comunità dinamiche e vitali.<br />

Al fine di ridurre al minimo l’uso dell’automobile tutti i servizi saranno<br />

raggiungibili con i mezzi pubblici in un tempo non superiore a cinque<br />

minuti da casa e l’85 per cento degli immobili sarà situato nell’arco di 500<br />

metri dalla rete ferroviaria. E’ considerata prioritaria la realizzazione<br />

dell’alta velocità. Saranno create anche numerose strade pedonali e piste<br />

ciclabili.<br />

Per ridurre i costi energetici, verrà realizzato un sistema distrettuale, che<br />

assicurerà l’utilizzo di energia alternativa, attraverso la predisposizione di<br />

impianti fotovoltaici, pannelli solari ed altri sistemi tecnologici. Verranno<br />

utilizzate tecniche di depurazione dell’acqua e tutta l’acqua piovana sarà<br />

riciclata per l’irrigazione ed altri usi.<br />

L’investimento fino ad oggi è stato di 2,4 miliardi di dollari, sostenuti per il<br />

74 per cento dal governo centrale e locale, che possiedono la maggior parte<br />

dei terreni, e per il 26 per cento dal settore privato. I ricavi provenienti dalla<br />

vendita dei terreni vengono reinvestiti nel finanziamento e nella<br />

realizzazione delle infrastrutture pubbliche. I promotori e i costruttori privati<br />

assumono solo il rischio di mercato.<br />

Nonostante la crisi economica che ha paralizzato il mercato immobiliare,<br />

negli ultimi anni Dubai ha visto la realizzazione di numerosi progetti<br />

d’avanguardia, con particolare riferimento al settore turistico e residenziale<br />

UNA MAGGIORE<br />

VIVIBILITÀ<br />

CONCENTRATA IN CINQUE<br />

PUNTI<br />

A DUBAI MOLTI PROGETTI<br />

D’AVANGUARDIA<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 31<br />

OTTOBRE 2010


di lusso, come Burj Dubai, The Pad, The Emirates Towers, the World<br />

Islands, Palm Islands e Business Bay<br />

Tuttavia l’edificio più rivoluzionario, progettato dall’architetto fiorentino<br />

David Fisher, è la Dynamic Tower, conosciuta anche come rotating tower. Il<br />

progetto, che attualmente è in fase conclusiva, ha caratteristiche che lo<br />

rendono unico dal punto di vista architettonico, ingegneristico, costruttivo<br />

ed energetico. Esso segna l’inizio di una nuova era architettonica, con<br />

l’affermazione del concetto di edifici in movimento, in contrapposizione alla<br />

stessa idea di immobile, che è alla base di ogni costruzione. Il grattacielo,<br />

infatti, assume forme continuamente diverse, dal momento che ogni piano<br />

ruota in modo indipendente dagli altri. L’intera rotazione avviene in tre ore.<br />

La Dynamic Tower, composta da 80 piani per un’altezza complessiva di 420<br />

metri, è il primo grattacielo al mondo ad essere completamente<br />

prefabbricato. Le singole unità sono completate in fabbrica, con le relative<br />

condutture idrauliche ed elettriche, le rifiniture dal pavimento al soffitto,<br />

l’illuminazione e gli altri elementi d’arredo. Sul posto vengono solo<br />

agganciate meccanicamente l’una all’altra.<br />

Questo comporta una notevole riduzione dei tempi di costruzione, dal<br />

momento che per la realizzazione di un piano si calcola una settimana,<br />

contro le tre necessarie per costruire un piano di un grattacielo tradizionale.<br />

L’introduzione degli elementi prefabbricati garantisce anche un notevole<br />

risparmio di costi, pari almeno al 10 per cento, dal momento che per la<br />

realizzazione del progetto saranno sufficienti 600 persone per<br />

l'assemblaggio in fabbrica e 80 tecnici in loco, invece dei soliti 2mila operai<br />

impiegati per un cantiere delle stesse dimensioni. L’investimento<br />

complessivo si aggira intorno a 700 milioni di dollari.<br />

Un altro vantaggio è rappresentato dalla facilità di manutenzione, dal<br />

momento che le parti che compongono il progetto sono facilmente<br />

ispezionabili, e quindi riparabili. La Dynamic Tower, dunque, potrà avere<br />

una durata superiore a quella degli edifici tradizionali.<br />

Il grattacielo sarà inoltre il primo edificio della storia ad essere<br />

completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie allo<br />

sfruttamento dell’energia solare ed eolica, che permettono di generare<br />

energia elettrica non solo per la torre ma anche per gli edifici vicini.<br />

L’energia eolica viene sfruttata mediante 79 turbine, alloggiate tra un<br />

pavimento di rotazione e l’altro, silenziose grazie alla forma e al materiale<br />

in fibra di carbonio. Invece le celle fotovoltaiche sono montate sul tetto di<br />

tutti gli 80 piani e, grazie al sistema di rotazione, possono godere della<br />

LA DYNAMIC TOWER DEL<br />

FIORENTINO FISHER<br />

L’EDIFICIO PIÙ<br />

RIVOLUZIONARIO<br />

COMPLETAMENTE<br />

PREFABBRICATO E ALTO<br />

420 METRI E’ FATTO DI<br />

MODULI CHE RUOTANO<br />

AUTOSUFFICIENTE DAL<br />

PUNTO DI VISTA<br />

ENERGETICO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 32<br />

OTTOBRE 2010


massima esposizione alla luce del sole. Infine, convettori solari saranno<br />

usati per il condizionamento dell’aria.<br />

Il grattacielo è ad uso misto e gli 80 piani, che offrono circa 146mila mq di<br />

spazi, sono così suddivisi:<br />

♦ piani 1-20: uffici<br />

♦ piani 21-35: hotel a sei stelle<br />

♦ piani 36-70: appartamenti di prestigio, a partire da 124 metri<br />

quadrati<br />

♦ piani 71-80: ville delle dimensioni di circa 1.200 metri quadrati.<br />

Ogni villa offrirà una vista a 360 gradi e sarà dotata di una piscina<br />

privata con vista mare, sauna, home theatre e un parcheggio privato.<br />

Infatti dal piano terreno partirà un ascensore veloce e riservato che<br />

porterà le auto direttamente al piano di ogni villa e si aprirà<br />

attraverso un sistema di riconoscimento oculare computerizzato.<br />

La società di commercializzazione ha già ricevuto un elevato numero di<br />

prenotazioni sia delle unità residenziali che degli uffici da privati e società<br />

soprattutto statunitensi, inglesi ed australiane, ma un notevole interesse<br />

proviene anche da Italia, Cina, Nuova Zelanda e altri paesi in tutto il<br />

mondo. I prezzi partono da 3,7 milioni di dollari per gli appartamenti e<br />

variano da 20 a 36 milioni per le ville di lusso.<br />

Una seconda torre dinamica è in fase di costruzione a Mosca, presso il<br />

centro direzionale, nella parte nuova della città. Il grattacielo, che avrà 70<br />

piani ed un’altezza di 400 metri, prevede un investimento di oltre 400<br />

milioni di dollari. La superficie totale sarà di circa 110mila mq: gli uffici e<br />

gli spazi commerciali saranno situati nei piani fissi della base, mentre gli<br />

appartamenti e le ville saranno ospitati dai piani superiori ruotanti.<br />

Una terza torre dinamica è in fase di studio a New York, ma anche altri<br />

Paesi, quali Corea, Canada, Germania, Svizzera, Francia e Italia hanno<br />

mostrato interesse per il progetto.<br />

Londra è ai primi posti delle classifiche mondiali con riferimento alla<br />

dotazione infrastrutturale, all’offerta culturale, al livello di<br />

internazionalizzazione. Tra i progetti destinati a contribuire all’evoluzione<br />

urbanistica della città, emerge la cosiddetta “scheggia di vetro”, che<br />

dovrebbe essere terminata nel 2012, in occasione dei giochi olimpici. La<br />

forma, larga in basso e stretta in alto, tende a scomparire alla vista e si ispira<br />

alla forma storica delle guglie di Londra.<br />

SPAZI MULTIFUNZIONI<br />

LA TORRE DINAMICA<br />

APPRODA A MOSCA<br />

LONDRA PROGETTA IL<br />

GRATTACIELO PIÙ ALTO<br />

D’EUROPA<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 33<br />

OTTOBRE 2010


Si tratterà del grattacielo più alto d’Europa, con 72 piani suddivisi su 309<br />

metri d’altezza. Il progetto, situato sulla London Bridge Station, nell’ambito<br />

di un nuovo sviluppo urbano chiamato London Bridge Quarter, ha<br />

l’obiettivo di diventare il simbolo di una grande metropoli che reclama il<br />

suo ruolo centrale, nonostante la scarsa predisposizione dei londinesi per i<br />

grattacieli.<br />

Il progetto rientra nella volontà londinese di densificare la città riducendo,<br />

nello stesso tempo, il numero di automobili. La scelta della London Bridge<br />

Station è strategica, dal momento che è servita da due linee di<br />

metropolitana, sei linee ferroviarie e 14 linee di autobus in grado di<br />

trasportare circa 200mila persone al giorno. Il progetto comprende la<br />

ristrutturazione della stazione ferroviaria ed ospiterà solo 47 posti auto.<br />

L’edificio sarà destinato ad uso misto: fino a metà altezza ospiterà uffici,<br />

teatri, bar, ristoranti. Nella parte superiore, nel punto in cui l’edificio si<br />

restringe, sorgerà un albergo, mentre negli ultimi dieci piani verranno<br />

costruiti 14 appartamenti. In alto è prevista la realizzazione di una terrazza<br />

panoramica con vista su Londra.<br />

Il grattacielo viene descritto come una delle torri tecnologicamente più<br />

avanzate mai costruite. I suoi elementi sostenibili comprendono una facciata<br />

con vetri tripli che contengono tende veneziane controllate in modo<br />

computerizzato e finalizzate a riparare dal sole e a ridurre l’esigenza di aria<br />

condizionata. Il calore generato dai computer negli uffici verrà utilizzato per<br />

sostenere il riscaldamento degli appartamenti e dell’albergo, che comunque<br />

sfrutterà l’energia solare, mentre un radiatore, posto nella parte più alta<br />

dell’edificio, sfrutterà il vento per raffreddare la torre. L’acqua piovana,<br />

infine, verrà raccolta in una grande cisterna e riciclata.<br />

La presenza di impianti tecnologicamente avanzati dovrebbe garantire una<br />

riduzione del fabbisogno energetico di circa il 30 per cento rispetto agli<br />

edifici di dimensioni analoghe.<br />

Anche Bilbao è considerata un modello di riconversione intelligente in tutta<br />

Europa. La città, infatti, ha avuto la capacità di trasformarsi in meno di<br />

vent’anni da porto industriale a città-giardino a misura d’uomo.<br />

L’innovazione, però, ha saputo integrarsi perfettamente con la tradizione.<br />

Le fabbriche lungo il fiume sono state demolite e sulle aree libere sono state<br />

create strade pedonali e piste ciclabili. L’intera rete di trasporti pubblici è<br />

stata ripensata, in modo da consentire ai cittadini di muoversi in tutte le zone<br />

della città, sia centrali che periferiche, senza mai far uso dell’automobile.<br />

L’inizio dell’opera di maquillage è rappresentato proprio dalla realizzazione<br />

DENSIFICARE LA CITTÀ<br />

PER RIDURRE L’USO<br />

DELLE AUTO<br />

TUTTE LE TECNOLOGIE<br />

IMPIEGATE PER RIDURRE<br />

DEL 30 PER CENTO IL<br />

BISOGNO DI ENERGIA<br />

RETE DEI TRASPORTI,<br />

PISTE CICLABILI E VIE<br />

PEDONALI PER ELIMINARE<br />

LE AUTO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 34<br />

OTTOBRE 2010


della nuova rete metropolitana, che oggi con le sue due linee e 37 stazioni è<br />

considerata una delle più eleganti ed efficienti del mondo.<br />

Tra le opere più importanti emerge l’edificio simbolo della città, il<br />

Guggenheim Museum, che viene definito “la balena”, a causa della sua<br />

forma di grande pesce rivestito di scaglie di titanio colto nell’atto di<br />

affiorare in superficie.<br />

Altri progetti di grande importanza sono l’avvenieristico aeroporto a forma<br />

di astronave, studiato da Santiago Calatrava e il ponte di Zubizuri, che si<br />

presenta come una ragnatela di metallo lanciata da una sponda all’altra del<br />

fiume Nervión che di notte s’illumina con spettacolari effetti scenici.<br />

Tuttavia il progetto più innovativo, firmato dall’architetta anglo-irachena<br />

Zaha Hadid , è la trasformazione della penisola di Zorrozaurre, un’area<br />

industriale attualmente abitata da poco più di 450 persone, situata nella parte<br />

orientale della città lungo la curva del fiume Nerviòn. Il masterplan prevede<br />

la trasformazione dell'area in un nuovo quartiere urbano autonomo dove<br />

troveranno spazio circa 15mila nuove residenze, oltre ad uffici e laboratori<br />

in grado di ospitare circa 6mila addetti, due centri tecnologici ed un parco da<br />

quattro ettari.<br />

Lo sviluppo del progetto avverrà nell’arco di venti anni. L’intenzione è di<br />

tagliare la lingua di terra che collega l’area alla terraferma, trasformandola<br />

in un’isola il cui collegamento con Bilbao sarà assicurato da una serie di<br />

ponti. Gli immobili saranno costruiti a 4,7 metri al di sopra del livello<br />

dell’acqua in modo da prevenire eventuali alluvioni.<br />

Il progetto, il cui investimento complessivo si aggira intorno a 1,5 miliardi<br />

di euro, punta a differenziare la penisola dal resto della città sviluppando al<br />

contempo un nuovo rapporto tra la città ed il mare. Gli investimenti nelle<br />

infrastrutture di trasporto e lo sviluppo di legami con il mondo delle<br />

università, finalizzato alla creazione di nuove attività economiche, sono due<br />

delle priorità individuate dall’amministrazione comunale. L’obiettivo è di<br />

attirare una popolazione giovane: infatti il 50 per cento delle residenze sarà<br />

destinato alle famiglie al di sotto dei 35 anni.<br />

SOSTENIBILITÀ ED ECO-CITTÀ<br />

L’aspetto innovativo ritenuto univocamente più significativo è la<br />

sostenibilità, dal momento che l’impatto ambientale e i timori legati ai<br />

cambiamenti climatici e al progressivo esaurimento delle risorse naturali è<br />

considerato prioritario a tutti i livelli.<br />

ZAHA HADID RIPENSA<br />

UN’AREA INDUSTRIALE<br />

L’INNOVAZIONE<br />

NELL’INDUSTRIA EDILIZIA<br />

POGGIA SULLA<br />

SOSTENIBILITÀ<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 35<br />

OTTOBRE 2010


L’innovazione sostenibile nell’industria edilizia può essere definita come<br />

l’insieme dei cambiamenti associati alla riduzione delle richieste energetiche<br />

e dell’impatto ambientale degli edifici, che concentrano il 42 per cento<br />

dell’energia utilizzata a livello dell’Unione europea e sono responsabili del<br />

35 per cento dell’emissione di gas nocivi.<br />

Un aspetto legato alla sostenibilità è lo sfruttamento di fonti di energia<br />

alternative, tenuto conto che attualmente la maggior parte dell’energia<br />

utilizzata nel mondo, pari a circa l’87 per cento, proviene da fonti non<br />

rinnovabili.<br />

L’attuale dipendenza ed inefficienza energetica potrebbe quasi azzerare le<br />

nostre più importanti risorse in poche generazioni. La British Petroleum<br />

stima che, a questi ritmi, fra quarant’anni il costo dell’estrazione di petrolio<br />

sarà superiore al valore dell’energia contenuta e l’80 per cento dei 64<br />

maggiori Stati produttori di petrolio già oggi sperimenta un declino della<br />

produzione. In considerazione del fatto che i grandi Paesi in via di sviluppo<br />

stanno aumentando i propri consumi energetici, secondo l’Associazione<br />

mondiale per l’energia nucleare le riserve di gas e di uranio potrebbero<br />

scarseggiare nell’arco di 125 anni.<br />

Investendo nell’efficienza energetica l’Unione europea potrebbe tagliare il<br />

sei per cento dell’emissione di anidride carbonica e creare da 280 a 450mila<br />

nuovi posti di lavoro nel settore edilizio entro il 2020.<br />

Sul fronte dell’uso delle energie rinnovabili, gli Stati Uniti sono<br />

all’avanguardia. Il maggiore sistema di energia solare si trova nel centro<br />

congressi di San Francisco. Una superficie di 5.400 mq genera 826mila<br />

Kwh all’anno, che si possono tradurre nel soddisfacimento del fabbisogno di<br />

184 abitazioni per un anno o nell’eliminazione di 7mila auto dalle strade.<br />

Nel corso della sua vita la centrale ridurrà le emissioni di anidride carbonica<br />

di 35mila tonnellate.<br />

In Europa, attualmente le fonti rinnovabili rappresentano soltanto il 7,5 per<br />

cento dell’energia totale, percentuale di gran lunga inferiore all’obiettivo del<br />

20 per cento fissato per il 2020 dall’Unione europea. Inoltre, in occasione<br />

della European Wind Energy Conference and Exhibition, tenutasi lo scorso<br />

aprile a Varsavia, è stato affermato che entro il 2050 l’energia eolica<br />

potrebbe soddisfare il 50 per cento del fabbisogno di elettricità dell’intera<br />

Unione europea.<br />

L’installazione di pannelli solari è ancora molto arretrata, anche se ha subito<br />

una notevole evoluzione negli ultimi dieci anni. Nel complesso nell’Unione<br />

FRA 40 ANNI ESTRARRE<br />

PETROLIO COSTERÀ PIÙ<br />

DEL SUO VALORE<br />

IL CENTRO CONGRESSI DI<br />

SAN FRANCISCO PRODUCE<br />

826MILA KWH OGNI<br />

ANNO<br />

EUROPA LONTANA DAGLI<br />

OBIETTIVI SULL’ENERGIA<br />

SOLARE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 36<br />

OTTOBRE 2010


europea si contano quasi 29 milioni di metri quadrati di pannelli solari, dei<br />

quali il 30 per cento è stato realizzato negli ultimi due anni.<br />

TAVOLA 4 - INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI NELL’UNIONE EUROPEA<br />

(Mq, 1995-2009)<br />

Fonte: Eurobserver e Jrc<br />

Per quanto riguarda la dotazione di pannelli solari in rapporto alla<br />

popolazione, Cipro detiene il primato europeo, con quasi 874 mq ogni 100<br />

abitanti, seguito da Austria, Grecia e Germania. L’Italia, per il momento, è<br />

arretrata dal momento che ospita solo 33,4 mq ogni cento abitanti, contro<br />

una media europea di quasi 65 metri quadrati.<br />

TAVOLA 5 - DOTAZIONE DI PANNELLI SOLARI IN ALCUNI PAESI EUROPEI<br />

(Dicembre 2009, mq/100 abitanti)<br />

Fonte: Eurobserver e Jrc<br />

CIPRO PRIMA IN EUROPA<br />

IN PANNELLI SOLARI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 37<br />

OTTOBRE 2010


Una città estremamente evoluta dal punto di vista ambientale è Copenhagen<br />

che, negli ultimi dieci anni, ha ridotto del 20 per cento l’emissione di<br />

anidride carbonica, con l’obiettivo di ridurla di un ulteriore 20 per cento<br />

entro il 2015. Il risultato è imputabile, oltre che alla moderata circolazione<br />

di automobili (il 36 per cento della popolazione raggiunge il posto di lavoro<br />

in bicicletta), anche al progresso effettuato nell’utilizzo dell’energia<br />

alternativa.<br />

Attualmente l’energia eolica copre già il 13 per cento del fabbisogno<br />

energetico totale, mentre il sistema di riscaldamento è uno degli esempi di<br />

maggiore successo al mondo. Esso recupera il calore di scarto della<br />

produzione elettrica riportandola nelle case sotto forma di calore,<br />

permettendo di tagliare il consumo di oltre 200mila tonnellate di petrolio<br />

l’anno, pari a 665mila tonnellate di anidride carbonica.<br />

Inoltre nel 2008 è stato adottato un innovativo piano di raccolta<br />

differenziata, che consente di smaltire in discarica solo il tre per cento dei<br />

rifiuti totali. Tale sistema permette di ridurre le emissioni di anidride<br />

carbonica di 40mila tonnellate l’anno e genera energia supplementare in<br />

grado di alimentare circa 70mila abitazioni. Tutto questo troverà la massima<br />

realizzazione nel futuristico quartiere di Nordhavn, che sorgerà sulle aree<br />

dismesse dell’ex porto nord della città e verrà costruito nei prossimi<br />

quarant’anni con l’obiettivo di ospitare circa 40mila persone.<br />

Il ricorso a fonti di energia alternativa è considerato prioritario anche a<br />

Stoccolma. Ad esempio, il quartiere di Järra sta portando avanti un<br />

massiccio progetto di riqualificazione energetica degli edifici costruiti tra gli<br />

anni ’60 e ‘80, per ridurne il consumo energetico medio annuo del 57 per<br />

cento. La municipalità, che dispone già di diversi “sportelli energia”,<br />

prevede il coinvolgimento dei cittadini. Per questo verrà designato in ogni<br />

immobile un responsabile energia, che aiuterà i condomini a trovare le<br />

soluzioni più corrette per ridurre il consumo energetico e, dunque, per<br />

risparmiare sulle bollette.<br />

Anche alcune città spagnole stanno compiendo grandi progressi.<br />

Barcellona, ad esempio, è la prima città europea che ha pubblicato<br />

un’ordinanza che impone di ricavare il 60 per cento di energia dal sole per<br />

riscaldare l’acqua degli edifici nuovi, ristrutturati o con cambio di<br />

destinazione, sia pubblici che privati. L’ordinanza è entrata in vigore nel<br />

2000 ed è stata perfezionata nel 2006.<br />

COPENHAGEN HA<br />

RIDOTTO LE EMISSIONI DI<br />

CO2 DEL 20 PER CENTO<br />

RACCOLTA<br />

DIFFERENZIATA DA<br />

RECORD, SOLO IL 3% IN<br />

DISCARICA<br />

A BARCELLONA SI DEVE<br />

RICAVARE IL 60 PER<br />

CENTO DI ENERGIA DAL<br />

SOLE PER SCALDARE<br />

L’ACQUA<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 38<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 6 - QUOTA DI ENERGIA RINNOVABILE SULL’ENERGIA COMPLESSIVAMENTE<br />

CONSUMATA (Valori percentuali)<br />

Città 2005 2009 2020 *<br />

San Francisco 16,7 22,8 40<br />

Copenhagen 16,8 19,5 30<br />

Stoccolma 16,4 19,0 30<br />

Helsinki 15,0 18,9 30<br />

Chicago 2,5 18,5 40<br />

Sacramento 12,0 16,5 31<br />

Vienna 12,1 14,8 28<br />

Portland 9,8 14,3 27<br />

Amsterdam 9,5 13,6 27<br />

Barcellona 9,3 12,5 23<br />

Singapore 4,3 12,4 25<br />

Roma 5,8 11,5 20<br />

Madrid 9,0 11,2 20<br />

San Diego 7,6 11,1 22<br />

Parigi 9,6 11,0 23<br />

Londra 9,4 10,7 23<br />

Berlino 7,0 9,5 18<br />

Los Angeles 5,0 9,2 20<br />

Lisbona 6,0 8,7 15<br />

Milano 5,3 8,3 18<br />

Atene 7,2 8,3 18<br />

Melbourne 4,0 7,6 20<br />

Praga 6,4 7,3 13<br />

Seattle 3,4 6,5 20<br />

Toronto 6,1 6,5 18<br />

Tokyo 2,7 6,5 18<br />

Boston 2,2 6,1 15<br />

Dublino 3,0 4,1 16<br />

Bruxelles 2,7 3,8 13<br />

Shanghai 2,0 3,8 15<br />

Fonte: Eurobserver e Jrc<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 39<br />

OTTOBRE 2010


L’innovazione nell’industria edilizia deve riguardare sia il prodotto,<br />

attraverso l’uso di materiali naturali, riciclati o rinnovabili, che il processo,<br />

attraverso l’applicazione di metodi di costruzione che minimizzino gli<br />

sprechi di energia e massimizzino il riciclo. Per essere davvero sostenibili,<br />

tuttavia, le tecnologie devono anche avere una dimensione sociale ed<br />

economica. La dimensione sociale può essere intesa come equità intragenerazionale<br />

e miglioramento degli standard di vita delle fasce povere della<br />

popolazione, mentre quella economica comprende la tutela delle esigenze<br />

delle società private e il mantenimento di adeguati livelli di profitto,<br />

particolarmente significativi in un’industria caratterizzata da margini<br />

modesti come quella edilizia.<br />

Alcune città si sono fortemente impegnate sul fronte della sostenibilità,<br />

realizzando delle vere e proprie eco città. Il concetto di “eco-città” fu<br />

coniato nel 1987 dall’urbanista americano Richard Register, ma è stato<br />

riproposto di recente in tutto il mondo per indicare una nuova forma di<br />

sviluppo urbano, che prevede l’adozione degli standard più elevati quanto a<br />

protezione ambientale e risparmio energetico, grazie a sistemi di trasporto<br />

urbano pulito, uso di fonti energetiche alternative e soluzioni di design<br />

innovative e pragmatiche.<br />

Gli Stati Uniti sono il principale centro di innovazione in tema di eco-città,<br />

con particolare riferimento ad alcuni Stati, come la California, dove tali<br />

progetti sono diventati la regola. Il primo esempio di successo di città<br />

interamente verde è rappresentato dalla città di Davis, che ospita sin dagli<br />

anni ’70 una comunità alternativa, composta perlopiù da ex hippy. Essi sono<br />

riusciti a realizzare un quartiere interamente ecologico con oltre duecento<br />

abitazioni, quasi privo di automobili e con ampio spazio per marciapiedi,<br />

parchi pubblici e spazi coltivabili. Il quartiere presenta un consumo<br />

energetico di tre volte inferiore rispetto alla media della città, che già<br />

consuma la metà rispetto alle altre città californiane.<br />

L’esperienza di Davis ha posto le basi per un nuovo tipo di pianificazione<br />

urbana e altri interventi di ecosostenibilità sono nati in altre grandi città<br />

come Cleveland, Cincinnati e Chicago.<br />

Anche in Cina viene posta attenzione agli aspetti di sostenibilità, anche<br />

perché il Paese è caratterizzato da un incremento demografico rapido e<br />

consistente, che comporta la presenza di gravi problemi ambientali in molte<br />

zone. Pertanto il governo ha espresso l’intenzione di realizzare venti ecocittà<br />

nei prossimi vent’anni. I due progetti già in fase di realizzazione<br />

riguardano le due principali città, Shanghai e Pechino.<br />

NELL’EDILIZIA<br />

L’INNOVAZIONE È SUI<br />

MATERIALI E SUI METODI<br />

DI COSTRUZIONE<br />

LE ECO-CITTÀ<br />

PROTEGGONO<br />

L’AMBIENTE E<br />

RISPARMIANO ENERGIA<br />

IN CALIFORNI A I<br />

PROGETTI URBANI SONO<br />

ECOCOMPATIBILI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 40<br />

OTTOBRE 2010


Dongtan punta ad essere la prima vera ecocity del mondo, studiata per<br />

essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale,<br />

economico e culturale.<br />

La città è situata nell’isola Chongming di Shanghai, alla foce del fiume<br />

Yangtze e sorge su un’area agricola di 86 chilometri quadrati, che<br />

corrispondono ad una dimensione pari a tre quarti di Manhattan. Il progetto<br />

si svilupperà su circa il 40 per cento dell’area, mentre il resto verrà<br />

impiegato per usi agricoli e per aree destinate alla produzione di energia.<br />

L’area verrà collegata da un tunnel al centro di Shanghai.<br />

Il progetto è suddiviso in tre fasi:<br />

1. in fase conclusiva, riguarda lo sviluppo di 100 ettari, che<br />

ospiteranno 10mila persone<br />

2. in calendario per il 2020 e riguarda lo sviluppo di 650 ettari, che<br />

ospiteranno 80mila persone<br />

3. Prevista per il 2050 e riguarda lo sviluppo di 3mila ettari, che<br />

saranno in grado di ospitare circa 500mila persone.<br />

Le varie zone del progetto, destinato a diventare una città nella città, saranno<br />

collegate da un sistema di viali pedonali. Le infrastrutture saranno<br />

realizzate in modo da incentivare l’uso della bicicletta e dei trasporti<br />

pubblici. Verrà utilizzato il sistema del car pooling e saranno consentite solo<br />

le auto ed i mezzi di trasporto pubblico ad emissioni zero. Vietati i motorini<br />

tradizionali sostituiti da biciclette o motorini elettrici.<br />

Il progetto di sostenibilità sociale prevede l’integrazione della popolazione<br />

attuale, composta da una comunità di pescatori ed agricoltori, con il resto<br />

della città ed un mix sociale differenziato.<br />

Gli edifici avranno un massimo di otto piani ed i tetti saranno ricoperti da<br />

erba e vegetazione, al fine di dare un aspetto gradevole e di costituire un<br />

isolante naturale per ridurre le dispersioni e riciclare le acque di scarico.<br />

Nel design verranno integrati pannelli fotovoltaici e piccoli mulini per<br />

sfruttare l’energia solare ed eolica, mentre nella periferia del quartiere<br />

saranno posizionate turbine eoliche. L’80 per cento dei rifiuti verrà riciclato.<br />

Gli obiettivi sono di coprire il 20 per cento del fabbisogno energetico<br />

attraverso il ricorso a fonti alternative e di utilizzare il 64 per cento<br />

dell’energia in meno rispetto ad una città di dimensioni analoghe.<br />

DONGTAN (SHANGHAI)<br />

SARÀ LA PRIMA ECO<strong>CITY</strong><br />

DEL MONDO<br />

UN PROGETTO DI<br />

SOSTENIBILITÀ SOCIALE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 41<br />

OTTOBRE 2010


Sull’esempio di Dongton, in Cina è in fase di realizzazione un’altra eco-<br />

città, Caofeidian Eco-City, 200 chilometri a sud-est di Pechino. Il progetto<br />

è ancora in fase di studio e per la sua realizzazione è stata lanciata una gara<br />

tra dieci studi di architettura più importanti del mondo.<br />

Caofeidian, situata a sud di Tangshan, è un’isoletta di origine alluvionale<br />

delle dimensioni di circa 30 chilometri quadrati. Il progetto ha il l’obiettivo<br />

di differenziarsi dalle città convenzionali cinesi in termini di sostenibilità<br />

ecologica, economica e sociale. L’intenzione è di coprire il 95 per cento del<br />

fabbisogno energetico attraverso il ricorso a fonti di energia rinnovabili. Si<br />

tratta di una sfida notevole, anche perché come molte altre città situate<br />

nell’area settentrionale della Cina, la città soffre di carenza di risorse<br />

idriche.<br />

In Europa, l’esempio di eco-città di maggior successo è rappresentato dal<br />

quartiere Vauban di Friburgo. Si estende su un’area di 38 ettari, occupata<br />

fino al 1992 da una caserma militare francese e successivamente acquistata<br />

dal governo locale per realizzare un quartiere socio ecologico in grado di<br />

ospitare circa 5mila abitanti.<br />

Friburgo è una delle città più soleggiate della Germania e, dunque, già dagli<br />

anni ’80 si sono avvicendati diversi interventi mirati al risparmio energetico<br />

ed allo sfruttamento delle energie rinnovabili. Tra l’altro vi hanno sede il<br />

Fraunhofer, il più importante centro di ricerca sulle fonti alternative di<br />

energia, l’associazione mondiale dei tecnici dell’energia solare e l’istituto di<br />

ricerca e documentazione dello sviluppo sostenibile.<br />

La progettazione del quartiere è avvenuta con la partecipazione attiva degli<br />

abitanti, che si sono riuniti in un’associazione con l’obiettivo di perseguire<br />

un elevato grado di sostenibilità ambientale e sociale, creando alloggi<br />

destinati ad ospitare diverse categorie sociali.<br />

Le principali iniziative finalizzate al perseguimento di un’elevata<br />

sostenibilità ambientale sono le seguenti:<br />

♦ le automobili possono accedere solo per le operazioni di carico e<br />

scarico. Infatti gli edifici non hanno garage singoli, ma esiste solo<br />

una rimessa collettiva posta in un edificio all’estremità del quartiere,<br />

sulla cui copertura sono stati installati pannelli fotovoltaici<br />

♦ gli edifici sono caratterizzati da diversi target energetici: case a basso<br />

consumo, case passive, edifici che producono più energia di quanta<br />

ne consumino, grazie alla totale copertura dei tetti, tutti rivolti verso<br />

sud, con moduli fotovoltaici<br />

♦ tutti gli edifici sono collegati alla centrale termica comunale<br />

A CAOFEDIAN<br />

IL 95 PER CENTO DEL<br />

FABBISOGNO ENERGETICO<br />

COPERTO DA FONTI<br />

RINNOVABILI<br />

IL QUARTIERE VAUBAN DI<br />

FRIBURGO PRIMO<br />

ESPERIMENTO IN EUROPA<br />

COME CENTRARE GLI<br />

OBIETTIVI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 42<br />

OTTOBRE 2010


♦ riciclo delle acque di scarico per usi domestici e recupero dell’acqua<br />

piovana per l’irrigazione delle zone verdi.<br />

Al secondo posto della classifica mondiale delle città più sostenibili si<br />

colloca Stoccolma, dove è in corso di ampliamento il quartiere di<br />

Hammarby, un esempio impressionante di urbanistica sostenibile ed<br />

innovativa.<br />

Si tratta di un progetto ambientale fuori dal comune, noto a livello nazionale<br />

ed internazionale e visitato ogni anno da migliaia di turisti. Lo sviluppo<br />

dell’area prosegue ma sono già in funzione una serie di immobili<br />

residenziali e commerciali. Una volta terminato ospiterà 11mila abitazioni<br />

per 25mila persone e circa 35mila persone vivranno e lavoreranno lì. Sarà<br />

terminato nel 2017.<br />

Il progetto è nato con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale.<br />

L’architettura è moderna, con un’attenzione particolare verso i materiali<br />

riciclabili e sostenibili, come vetro, legno, acciaio e pietre. Il rispetto dei<br />

criteri di sostenibilità è verificato da eco-ispezioni periodiche che vengono<br />

effettuate in tutto il periodo dei lavori.<br />

Il progetto prevede la realizzazione di un minimo di 15 mq di spazi aperti e<br />

di 25-30 mq di spazi verdi per ogni appartamento, ad una distanza massima<br />

di 300 metri. Nello sviluppo delle aree verdi si terrà conto delle biodiversità<br />

della zona ed eventuali aree di particolare valore saranno preservate dallo<br />

sviluppo.<br />

Particolare attenzione viene data ai mezzi di trasporto. L’obiettivo è di<br />

garantire che l’80 per cento degli spostamenti dei lavoratori e dei residenti<br />

avvenga con i mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi. Oltre agli investimenti<br />

effettuati per la metropolitana e per i mezzi di superficie è stato lanciato un<br />

servizio di car pooling, a cui fino ad ora ha aderito il 10 per cento delle<br />

famiglie, ma destinato ad un notevole potenziamento nel prossimo futuro.<br />

Il progetto di Hammarby riveste particolare importanza per le soluzioni<br />

innovative assunte in tema di risparmio energetico, utilizzo di energie<br />

alternative e rispetto dell’equilibrio ecologico, tanto che è stato sviluppato il<br />

cosiddetto modello di Hammarby, preso ad esempio da tutte le società<br />

pubbliche e private interessate a realizzare importanti progetti nelle grandi<br />

città internazionali.<br />

STOCCOLMA AL SECONDO<br />

POSTO NEL MONDO PER<br />

ECOSOSTENIBILITÀ<br />

30 MQ DI VERDE PER OGNI<br />

APPARTAMENTO<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 43<br />

OTTOBRE 2010


Il cosiddetto eco-ciclo coinvolge gli aspetti energetici, idrici e la raccolta dei<br />

rifiuti:<br />

♦ l’80 per cento dell’energia necessaria proviene da fonti alternative di<br />

energia. La metà di essa è garantita dalle celle solari, installate sia<br />

sulle strade che sugli edifici. L’energia proveniente da 1 mq di celle<br />

solari soddisfa le esigenze domestiche di 3 mq di spazio abitativo<br />

♦ i rifiuti combustibili ed il biocarburante vengono convertiti in<br />

riscaldamento ed elettricità e il calore emesso dalle acque di scarico<br />

è convertito in energia destinata al riscaldamento e poi al<br />

raffreddamento. In altre parole il raffreddamento è un prodotto di<br />

rifiuto dalla produzione del riscaldamento<br />

♦ non sono installati impianti di riscaldamento tradizionale<br />

♦ i pannelli solari utilizzano l’energia solare per riscaldare l’acqua<br />

♦ il consumo di acqua viene ridotto attraverso l’uso di impianti<br />

ecologici, servizi con un ridotto flusso di risciacquo e l’installazione<br />

di miscelatori d’aria. Uno degli obiettivi è di ridurre il consumo di<br />

acqua del 50 per cento. A Stoccolma si utilizzano circa 200 litri per<br />

persona al giorno mentre l’obiettivo è di arrivare a 100 litri.<br />

Attualmente gli abitanti di Hammarby ne utilizzano circa 150<br />

♦ l’acqua piovana proveniente dai tetti e dai cantieri viene drenata in<br />

uno speciale centro di raccolta, nella quale viene convogliata anche<br />

quella proveniente dalle strade e raccolta in speciali bacini. Dopo<br />

aver ristagnato per alcune ore per permettere agli elementi<br />

inquinanti di depositarsi sul fondo, viene depurata e riciclata<br />

attraverso un impianto altamente tecnologico, che è stato installato<br />

proprio per testare le nuove tecniche di depurazione dell’acqua<br />

♦ l’obiettivo è di riciclare l’80 per cento dei rifiuti. In particolare i<br />

rifiuti da combustibile vengono riciclati per produrre riscaldamento<br />

ed elettricità, mentre quelli alimentari vengono trasformati in biogas<br />

e biofertilizzanti<br />

♦ il quartiere dispone di un sistema di raccolta differenziata<br />

automatizzata, che dispone di bidoni collegati a diversi scivoli di<br />

deposito, che confluiscono in una stazione sotterranea dotata di<br />

diverse stanze per la raccolta differenziata dove vengono attirati per<br />

aspirazione. La stazione dispone di un sofisticato sistema di<br />

controllo in grado di smistare i rifiuti in modo corretto.<br />

L’ECO-CICLO DI<br />

HAMMARBY<br />

COME USARE L’ACQUA<br />

PIOVANA<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 44<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 7 - IL MODELLO ECOLOGICO DI HAMMARBY<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 45<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 8 – CLASSIFICHE PER CATEGORIE INNOVATIVE<br />

Le città più<br />

tecnologiche<br />

La migliore<br />

offerta culturale<br />

L'innovazione<br />

architettonica e i<br />

grandi progetti Le città più sostenibili<br />

1 Stoccolma Parigi Toronto Toronto<br />

2 Seul Berlino Londra Stoccolma<br />

3 Chicago Bilbao Chicago San Francisco<br />

4 Boston Londra Dubai Copenhagen<br />

5 Singapore Francoforte Boston Chicago<br />

6 Hong Kong Chicago Shanghai Friburgo<br />

7 Helsinki Vienna Bilbao Helsinki<br />

8 Seattle New York Singapore Melbourne<br />

9 Londra Dublino Mosca Oslo<br />

10 Tokyo Roma Parigi Bilbao<br />

11 Tel Aviv Copenhagen Pechino Boston<br />

12 San Francisco Milano Berlino Barcellona<br />

13 Bangalore Boston Seoul Edimburgo<br />

14 Vienna Amburgo Melbourne Londra<br />

15 Parigi San Francisco Amsterdam New York<br />

16 New York Madrid New York Parigi<br />

17 Copenhagen Oslo Helsinki Berlino<br />

18 Berlino Barcellona Stoccolma Vienna<br />

19 Amsterdam Mosca Dublino Bruxelles<br />

20 Bilbao Abu Dhabi San Francisco Abu Dhabi<br />

Fonte: <strong>Scenari</strong> <strong>Immobiliari</strong>, Mercer, Milken Institute, AT Kearney Foreign Policy, US Census Bureau<br />

CONCLUSIONI<br />

Il grado di innovazione delle città si traduce nella capacità di evolvere nel<br />

tempo e di rispondere in modo adeguato alle mutevoli esigenze dei cittadini<br />

e del sistema sociale ed economico urbano.<br />

Alcune città, come New York, Londra, Parigi, emergono come metropoli<br />

globali, cioè politicamente influenti a livello mondiale, cruciali dal punto di<br />

vista economico, con una forza lavoro altamente qualificata e un’offerta<br />

culturale di livello internazionale. L’evoluzione innovativa è rapida e<br />

costante nella maggior parte dei settori economici e sociali.<br />

LE CITTÀ <strong>GLOBAL</strong>I<br />

MONDIALI<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 46<br />

OTTOBRE 2010


Sotto il profilo culturale le prime città sono tutte europee, mentre per gli altri<br />

aspetti prevalgono le città americane, sebbene il gap si stia riducendo sia<br />

grazie al dinamismo di molte metropoli asiatiche ed europee, che alle<br />

problematiche legate all’economia ed ai mercati statunitensi. Ad esempio<br />

Stoccolma figura al primo posto con riferimento all’innovazione<br />

tecnologica.<br />

Londra e Parigi sono le due metropoli leader non solo a livello europeo, ma<br />

anche mondiale, essendo le uniche che figurano tra le prime venti città in<br />

tutti i settori considerati. Sono all’avanguardia per la dotazione<br />

infrastrutturale, grazie alla presenza dei due sistemi aeroportuali più<br />

importanti d’Europa e tra i primi al mondo e al maggior numero di linee di<br />

metropolitana, ma anche per l’offerta culturale, per lo sviluppo tecnologico<br />

e per il grado di internazionalizzazione.<br />

Tra le città americane emergono Chicago, San Francisco, New York, ma è<br />

particolarmente interessante la presenza di Boston, che fino a qualche anno<br />

fa risultava in fondo alle classifiche nazionali, mentre ora si situa al quarto<br />

posto del ranking mondiale. E’ tra le destinazioni commerciali più<br />

accessibili al mondo grazie anche alla presenza dell’alta velocità ed è una<br />

delle città statunitensi più innovative, grazie ai progressi compiuti<br />

nell’integrazione sociale, nell’accesso alla tecnologia, nella realizzazione di<br />

quartieri terziari efficienti, nella formazione di forza lavoro specializzata,<br />

nella creazione di nuovi spazi culturali.<br />

Le grandi città asiatiche hanno superato quelle americane quanto a sviluppo<br />

demografico ed edilizio ma sono ancora arretrate sotto il profilo della<br />

sostenibilità, dell’offerta culturale, dell’apertura verso i mercati<br />

internazionali e della stabilità politica. Fanno eccezione le città-simbolo del<br />

progresso e dello sviluppo tecnologico: Singapore, che figura<br />

all’undicesimo posto nel mondo. Una sorpresa, invece, è rappresentata da<br />

Seul, che emerge tra le prima venti città globali ed è la seconda al mondo<br />

quanto ad innovazione tecnologica.<br />

LE CITTÀ DELLA CULTURA<br />

SONO EUROPEE<br />

LONDRA E PARIGI AI<br />

PRIMI POSTI IN TUTTI I<br />

SETTORI CONSIDERATI<br />

BOSTON BALZA IN<br />

AVANTI NELLE<br />

CLASSIFICHE USA E<br />

MONDIALI<br />

IN ASIA SEUL SECONDA<br />

AL MONDO PER<br />

INNOVAZIONE<br />

TECNOLOGICA<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 47<br />

OTTOBRE 2010


TAVOLA 9 – LE PRIME VENTI CITTÀ INNOVATIVE NEL MONDO<br />

Le venti città complessivamente più innovative<br />

1 Londra<br />

2 Chicago<br />

3 Bilbao<br />

4 Boston<br />

5 Parigi<br />

6 Stoccolma<br />

7 Toronto<br />

8 San Francisco<br />

9 Berlino<br />

10 Helsinki<br />

11 Singapore<br />

12 New York<br />

13 Seul<br />

14 Vienna<br />

15 Copenhagen<br />

16 Melbourne<br />

17 Dubai<br />

18 Abu Dhabi<br />

19 Hong Kong<br />

20 Francoforte<br />

Fonte: elaborazione <strong>Scenari</strong> <strong>Immobiliari</strong><br />

È interessante, infine, sottolineare che l’innovazione “complessiva” premia<br />

soprattutto le città storiche del vecchio continente o degli States.<br />

Probabilmente chi ha maggiore esperienza sa cogliere meglio le<br />

trasformazioni e restare nella categoria delle eccellenze.<br />

L’ESPERIENZA “PREMIA”<br />

LE CITTÀ STORICHE<br />

<strong>GLOBAL</strong> <strong>CITY</strong> <strong>REPORT</strong> 48<br />

OTTOBRE 2010

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