programma 06-07
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Capitolo 1<br />
introduzione<br />
Sistemi dinamici<br />
Le teorie fisiche consistono di due elementi essenziali , una struttura cinematica , che<br />
descrive ad un dato istante gli stati e le osservabili di un sistema, e una legge dinamica che<br />
descrive il cambiamento di questi stati e delle osservabili con il tempo.In meccanica classica<br />
(particelle puntiformi) uno stato é rappresentato da un punto su una varietá differenziabile<br />
e le osservabili da funzioni sulla varietá.In meccanica quantistica (di sistemi con un numero<br />
finito di gradi di libertá) gli stati sono dati da raggi in uno spazio di Hilbert e le osservabili<br />
da operatori che agiscono sullo spazio stesso.In ciascuno di questi esempi la descrizione<br />
dinamica del sistema é data da un flusso , un gruppo ad un parametro di automorfismi<br />
della struttura cinematica sottostante, che rappresenta il moto del sistema al variare del<br />
tempo. In meccanica classica si tratta di un gruppo ad un parametro di diffeomorfismi ,<br />
in meccanica quantistica un gruppo di operatori unitari sullo spazio di Hilbert (per sis-<br />
temi con un numero infinito di gradi di libertá un gruppo di automorfismi dell’agebra<br />
delle osservabili).La descrizione naturale del moto é in termini di cambiamenti infinitesimi<br />
del sistema . Il moto infinitesimo del sistema é descritto direttamente da una qualche<br />
forma di formalismo hamiltoniano: in meccanica classica dal campo vettoriale hamiltoni-<br />
ano, in meccanica quantistica da un operatore hamiltoniano autoaggiunto.Il problema di<br />
base consiste nell’integrare queste ”prescrizione infinitesime” in modo da ottenere il flusso<br />
dinamico. Pertanto il problema generale é studiare l’equazione differenziale :<br />
dAt<br />
dt<br />
= SAt<br />
in opportune ipotesi. Ad ogni istante A corrisponde ad una osservabile , o uno stato, del<br />
sistema . La funzione<br />
tɛR → At<br />
3
Sistemi dinamici<br />
descrive il moto di A e S é un opportuno operatore, che genera il cambiamento infinitesimo<br />
di A. Le ” dinamiche” sono date dalle soluzioni dell’equazione differenziale , con oppor-<br />
tune condizioni di crescita e continuitá.Lo sviluppo temporale del sistema é equivalente<br />
all’esistenza delle soluzioni globali dell’equazione del moto , soddisfacenti opportune con-<br />
dizioni al bordo. Ci sono tre questioni fondamentali che riguadano le soluzioni : esistenza<br />
, unicitá, e stabilitá sotto piccole perturbazioni. Formalmente la soluzione dell’equazione<br />
differenziale é At = UtA, dove Ut = exp(tS), il problema consiste nel dare significato<br />
all’esponenziale (a lezione ad esempio abbiamo considerato lo sviluppo dell’esponenziale<br />
di una matrice nxn, mentre in m.q. possiamo pensare al teorema di risoluzione spet-<br />
trale per operatori autoaggiunti). Indipendentemente dal modo in cui diamo significato<br />
all’esponenziale ci aspettiamo alcune proprietá essenziali :<br />
U0 = 1<br />
UtUs = Ut+s.<br />
Comunque esistono modi differenti di caratterizzare la continuitá dell’applicazione :<br />
(forte,debole e uniforme).<br />
1.1 Sistemi classici<br />
t→Ut<br />
L’evoluzione di un sistema dinamico pu essere rappresentato da un insieme di trafor-<br />
mazioni, parametrizzate dal tempo, nello spazio degli stati del sistema in sè stesso :<br />
Dt : S → S.<br />
Queste trasformazioni rappresentano la semiretta come un semigruppo ad un parametro<br />
(R0 + , +),poichè soddisfano una legge di composizione per ogni valore positivo del parametro<br />
t:<br />
D0 = 1<br />
4
Se inoltre è verificata la relazione:<br />
Dt+s = Dt · Ds = Ds · Dt.<br />
Dt −1 ≡ D−t<br />
e l’evoluzione temporale vista come un gruppo a un parametro di trasformazioni di S in<br />
sè (R, +). In meccanica classica l’insieme degli stati puri è formalizzato come una varietà<br />
L e le osservabili sono rappresentate da funzioni reali su questa varietà.L’evoluzione di un<br />
sistema dinamico classico pu essere vista come un gruppo ad un parametro di diffeomorfismi<br />
di L , il cui generatore infinitesimale é un campo vettoriale (completo).Le curve integrali di<br />
questo campo vettoriale rapprentano l’evoluzione di stati puri , mentre l’evoluzione delle<br />
osservabili puó essere scritta come :<br />
ft = f ◦ Φt<br />
oppure , da un punto di vista infinitesimo come :<br />
df<br />
dx<br />
= LXf<br />
(dove f è la funzione che rappresenta l’osservabile ,X è il campo vettoriale che genera la<br />
dinamica , e LXf la derivata di Lie di f lungo X, ossia la derivata direzionale di f lungo<br />
le curve integrali di X. ) Data la varietà L , una parentesi di Poisson é una applicazione<br />
associativa che ad ogni coppia di funzioni su L, associa un’altra funzione su L:<br />
F (L) × F (L) → F (L)<br />
tale che sia una applicazione bilineare, antisimmetrica e che soddisfi :<br />
1)l’identitá di Jacobi, per ogni terna di funzioni:<br />
{f, {g, h}} + {g, {h, f}} + {h, {f, g}} = 0<br />
2)la regola di Leibnitz, per ogni terna di funzioni:<br />
{fg, h} = f{g, h} + {f, h}g<br />
5
Sistemi dinamici<br />
rispetto al prodotto standard di funzioni (prodotto puntuale )tra elementi di F (L).<br />
Inoltre la parentesi di Poisson viene definita regolare se dalla condizione {f, g} = 0 ∀fɛF (L)<br />
segue che g è costante. Una applicazione Φ : L → L è definita canonica se preserva la<br />
parentesi di Poisson :<br />
{f, g} ◦ Φ = {f ◦ Φ, g ◦ Φ}<br />
∀f, gɛF (L). Una dinamica classica ha una formulazione canonica se l’evoluzione temporale<br />
è rappresentata da un gruppo ad un parametro di trasformazioni canoniche (rispetto a una<br />
data struttura di Poisson).Questa formulazione può essere espressa in forma infinitesima.<br />
Siccome la parentesi di Poisson verifica la regola di Leibnitz , per una fissata funzione<br />
HɛF (L) l’applicazione :<br />
{·, H} : F (L) → F (L)<br />
rappresenta una derivazione nell’algebra abeliana delle funzioni F(L). Nella teoria delle<br />
varietà differenziabili , èpossibile dimostrare che ad ogni derivazione reglare su F (L)<br />
èpossibile associare un campo vettoriale.Pertanto alla derivata poissoniana definita da H<br />
corrisponde un campo vettoriale XH, tale che :<br />
{f, H} = LXH f<br />
, e XH èchiamato campo vettoriale Hamiltoniano di funzione Hamiltoniana H (rispetto<br />
alla data parentesi di Poisson).Le componenti di questo campo vettoriale Hamiltoniano,<br />
sono espresse da (in una opportuna carta locale {ξ a }):<br />
˙ξ = dξa<br />
dt<br />
= {ξ, H}<br />
; pertanto la parentesi di Poisson di due funzioni può essere scritta come :<br />
{f, g} = Xg · f = {f, ξ b } ∂g ∂g<br />
=<br />
∂ξb ∂ξa {ξa , ξ b } ∂g<br />
∂ξb .La parentesi di Poisson è definita dalle componenti :<br />
Λab = {ξ a , ξ b }<br />
6
Sistemi dinamici<br />
del tensore antisimmetrico due volte controvariante:<br />
in modo tale che :<br />
ab ∂ ∂<br />
Λ ≡ Λ ⊗<br />
∂ξa ∂ξb {f, g} = Λ(df, dg).<br />
Un gruppo ad un parametro di trasformazioni canoniche su L (Φs) ègenerato da un campo<br />
vettoriale X:<br />
LXΛ = 0 ⇔ LX{f, g} = {LXf, g} + {f, LXg}.<br />
Un campo vettoriale Hamiltoniano un campo vettoriale canonico, pertanto l’evoluzione<br />
temporale generata da una Hamiltoniana preserva il tensore di Poisson. La forma in-<br />
finitesima delle equazioni di evoluzione per un sistema dinamico nel formalismo di Poisson<br />
è:<br />
df<br />
dt<br />
= {f, H}.<br />
Se il tensore di Poisson è regolare , allora è invertibile globalmente , pertanto è possibile<br />
introdurre un tensore antisimmetrico due volte covariante su L. In coordinate locale si<br />
scrive:<br />
dove<br />
ω = ωabdξ a ⊗ dξ b<br />
λ ab ωbc ≡ −δ a c.<br />
Questo tensore non è degenere . La coppia (L,ω), con L varietà differenzialbile e ω una<br />
forma chiusa (dω=0), non degenere antisimmetrica due volte covariante è chiamata varietà<br />
simplettica. Un campo vettoriale X è chiamato localmente Hamiltoniano se è il generatore<br />
infinitesimo di trasformazioni simplettiche, che preservano il tensore simplettico:<br />
LXω = 0.<br />
I campi vettoriali simplettici sono canonici rispetto al tensore di Poisson associato ad ω:<br />
LXω = 0 ⇔ LXΛ = 0<br />
7
Inoltre in base alla identità di Cartan :<br />
Sistemi dinamici<br />
LXω = 0 ⇒ iXdω + diXω = 0 ⇒ diXω = 0.<br />
Pertanto i campi vettoriali globalmente Hamiltoniani sono quei campi per cui la 1-<br />
forma non èsolo chiusa ma anche esatta:<br />
iXω = dH.<br />
Ad esempio se Q rappresenta lo spazio delle configurazioni per l’evoluzione di un sistema<br />
Newtoniano , le cui equazioni del moto sono scritte come (q a sono le coordinate di posizione<br />
v a sono le coordinate di velocitá, mentre l’evoluzione avviene sul fibrato cotangente TQ ):<br />
˙<br />
v a = F a (q i , v j )<br />
˙<br />
q a = v a ;<br />
per cui , sulla varietà L = T ∗ Q (dove le q a sono ancora coordinate su Q , la base del<br />
fibato , ossia le osservabili di posizione, mentre le pa sono coordinate locali sulle fibre , ed<br />
indicano i momenti)questa evoluzione diventa simplettica se definiamo :<br />
Λ a b = {q a , pb} = δ a b<br />
Λ = ∂ ∂<br />
∧<br />
∂qa ∂pa<br />
ω = dq a ∧ dpb<br />
poichè le equazioni del moto possono essere riscritte nella forma<br />
q˙a = p a = {q a , H} = ∂H<br />
∂pa<br />
pa ˙ = − ∂H<br />
∂qa = {pa, H} = ∂H<br />
∂pa<br />
8
Sistemi dinamici<br />
dove H = 1<br />
2 pa pa + U(q a ), mentre U indica l’energia potenziale il cui gradiente è il campo<br />
di forze F:<br />
Fa = − ∂U<br />
.<br />
∂qa E’ possibile considerare una vatietá simplettica (L,ω), come uno spazio omogeneo per<br />
l’azione , libera e transitiva, del gruppo delle traslazioni. Se il sistema di coordinate (q a , pa)<br />
è globale , allora le funzioni coordinate possono essere viste come funzioni Hamiltoniane che<br />
generano campi vettoriali hamiltoniani, che rappresentano proprio i generatori del gruppo<br />
delle traslazioni:<br />
1.3 Operatori canonici :<br />
q a ∂<br />
→ Xqa = −<br />
∂pa<br />
pa → Xpa<br />
∂<br />
= .<br />
∂qa La formulazione dei sistemi dinamici quantistici è profondamente differente .Gli stati<br />
puri sono rappresentati da raggi di uno spazio di Hilbert separabile , le osservabili sono rap-<br />
presentate da operatori autoaggiunti su questo spazio.L’evoluzione temporale è rappresen-<br />
tata da trasformazioni unitarie nell’insieme degli stati.In base al principio di corrispondenza<br />
possiamo postulare che ,in meccanica quantistica, il gruppo generato dalle coordinate carte-<br />
siane posizione e momento (per un sistema di particelle) sia lo stesso di quello classico (le co-<br />
ordinate posizione e momento ,x e p, generano , rispettivamente, le traslazioni nei momenti<br />
e nelle posizioni) .La nozione di sistema di Weyl permette di confermare questa ipotesi.La<br />
meccanica quantistica di sistemi con un numero finito di gradi di libertá è espresso in ter-<br />
mini di un insieme finito di coppie canoniche Q1, P1; Q2, P2; ...Qn, Pn. Dunque si inizierá<br />
dalle relazioni di commutazione per gli operatori posizione e momento(Q,P).<br />
Dalla meccanica ondulatorio é noto che nella rappresentazione delle coordinate<br />
l’operatore posizione agisce come operatore di moltiplicazione su funzioni quadrato in-<br />
tegrabile :<br />
(ˆxf)(x) = xf(x)<br />
9
Sistemi dinamici<br />
mentre l’operatore momento é un operatore differenziale del primo ordine su tali funzioni:<br />
(ˆpf)(x) = −i¯hgradf(x).<br />
Allo stesso modo nella rappresentazione dei momenti l’azione delle ˆx,e delle ˆp 1’e scambi-<br />
ato: ˆx agisce come un operatore differenziale del primo ordine sulle funzioni a quadrato<br />
integrabile rispetto alle variabili p,ossia<br />
(ˆxφ)(p) = i¯hgradφ(p)<br />
mentre le ˆp agiscono come un operatore di moltiplicazione su tale classe di funzioni,<br />
In entrambe le rappresentazioni si trova :<br />
(ˆpφ)(p) = pφ(p).<br />
ˆxˆp − ˆpˆx = i¯h1<br />
(questa uguaglianza deve essere intesa in senso operatoriale ossia entrambi i membri agis-<br />
cono su una opportuna classe di funzioni).<br />
Pertanto possiamo pensare a una concreta realizzazione degli operatori posizione e<br />
momento , dove ˆx, e ˆp agiscono su funzioni φ(x)ɛL 2 (R 3 ). Comunque possiamo assumere<br />
un punto di vista più astratto dove eviteremo di considerare una particolate realizzazione<br />
per entrambi ˆx, ˆp come operatori defferenziali , e supporremo che agiscono su elementi di<br />
uno spazio di Hilbert astratto H. Comunque continueremo a richiedere , che il commutatore<br />
definito da<br />
[ˆx, ˆp] ≡ ˆxˆp − ˆpˆx<br />
sia ancora uguale ad un multiplo dell’identitá.<br />
osservazione: per dare significato a [ˆx, ˆp], dobbiamo sempre trovare un dominio D ⊂<br />
D(x) ∩ D(p) tale che xD ⊂ D(p) e pD ⊂ D(x). Negli esempi di prima (rappresentazione<br />
dei momenti o delle posizioni) una buona scelta dei domini consiste nel considerare gli spazi<br />
di Sobolev (S∞ ossia spazi di funzione di classe C ∞ che decrescono all’infinito, insieme con<br />
10
Sistemi dinamici<br />
tutte le derivate, piú rapidamente di qualunque potenza negativa di x ).In questo caso lo<br />
spazio é uguale al suo trasformato secondo trasformata di Fourier,<br />
A questo punto osserviamo che operatori soddisfacenti la relazione di commutazione<br />
canonica non possono essere entrambi limitati , in virtú del teorema di Wintner. Infatti<br />
si supponga per assurdo che due generici operatori  e ˆ B autoaggiunti e limitati abbiano<br />
commutatore pari ad un multiplo dell’identitá [ Â, ˆ B] = c1.Dunque ripetendo l’applicazione<br />
delle regole di commutazione si ottiene<br />
[ Â, ˆ B n ] = cn ˆ B n−1<br />
, da cui applicando la diseguaglianza triangolare ad entrambi i membri si ottiene :<br />
e questo accade ∀nɛN ossia :<br />
cn|| ˆ B|| n−1 = cn|| ˆ B n−1 || ≤ 2|| Â|||| ˆ B|| n<br />
cn ≤ 2|| Â|||| ˆ B||<br />
. Questo risultato é in palese contraddizione con l’ipotesi di operatori entrambi limi-<br />
tati.Dunque possiamo concludere che mentre il membro di destra delle relazioni di com-<br />
mutazione é definito sull’intero spazio di Hilbert, il membro di sinistra non lo é.Tale risul-<br />
tato é imputabile al teorema di Hellinger e Toeplitz 1 ,il quale stabilisce che un operatore<br />
chiuso 2 (A, DA) definito in uno spazio di Hilbert H e tale che DA = H, é limitato.Dunque<br />
un operatore chiuso non limitato non puó avere come dominio di definizione l’intero spazio<br />
di Hilbert.<br />
Questo risultato si enuncia anche dicendo che dove il commutatore é definito é un<br />
multiplo dell’identitá. In altre parole l’identificazione del momento e della posizione con<br />
operatori differenziali che agiscono su funzioni a valori complessi ( ad esempio con dominio<br />
le funzioni di classe C ∞ )<br />
Dunque il problema che tecnicamente si pone é : come dare significato alle relazioni di<br />
commutazione se gli operatori pur essendo autoaggiunti non sono limitati?La risposta fu<br />
1 si veda biblio,n4<br />
2 ∀fn ⊂ DA se fn → g allora fɛDA inoltre se Afn → ϕ allora Afn = ϕ<br />
11
Sistemi dinamici<br />
suggerita da Weyl.Piuttosto che considerare operatori differenziali si possono considerare<br />
operatori unitari (dunque limitati)ottenuti per esponenziazione degli operatori P,Q ossia :<br />
U(s) = e isP , V (t) = e itQ<br />
( gruppi a un parametro)tali che soddisfino la seguente relazione<br />
.<br />
U(s)V (t) = e ist V (t)U(s)<br />
Il teorema di risoluzione spettrale per operatori autoaggiunti non limitati permette<br />
di dare senso all’esponenziale di un operatore .Riportiamo il seguente risultato chiave :<br />
sia A operatore autoaggiunto nello spazio di Hibert H, esiste una famiglia di operatori*<br />
Eλ (λɛR) tali che E −(∞) = 0 e E (∞) = 1 i quali permettono di scrivere A = λdEλ.In<br />
particolare se si considera la funzione f : R → C integrabile secondo Lebesgue allora<br />
risulta f(A) = f(λ)dEλ.Nel caso in cui la f sia e ix otteniamo U=e iA = e iλ dEλ, ot-<br />
teniamo l’esponenziale dell’operatore non limitato ma autoaggiunto di cui eravamo alla<br />
ricerca.In proposito si enuncia il seguente teorema dovuto a Stone:dato H spazio di Hilbert<br />
,l’operatore funzione U :R −→ U(H) il quale soddisfi le seguenti condizioni:<br />
1)∀tεR, U(t)é un operatore unitario e U(t+s)=U(t)U(s),∀s, tɛR<br />
2)∀ϕɛH set −→ t0 allora risulta U(t)ϕ −→ U(t0)ϕ; si definisce operatore unitario ad<br />
un parametro fortemente continuo.Per i vettori ψ per i quali esiste il limite :<br />
lim U(t)ψ − ψ<br />
t → 0 t<br />
≡ iAψ<br />
si definisce A generatore infinitesimale .L’insieme delle ψ per cui il limite esiste é il dominio<br />
di A. All’interno di questo dominio A risulta essere essenzialmente autoaggiunto.<br />
2.1 Sistemi di Weyl:<br />
Per ”quantizzazione ” intendiamo il passaggio da un sistema meccanico classico ad<br />
uno quantistico.Il punto di partenza é uno spazio vettoriale simplettico che indicheremo<br />
* si veda appendice decomposizione spettrale<br />
12
Sistemi dinamici<br />
con (L, ω) dove L é uno spazio vettoriale finito dimensionale e ω una forma bilineare<br />
antisimmetrica e non degenere .Per sistema di Weyl associato ad (L,ω) si intende una<br />
applicazione nell’insieme degli operatori unitari su uno spazio di Hilbert separabile H:<br />
tale che :<br />
W : L ↦−→ U(H)<br />
1)W é continuo nella topologia forte degli operatori;<br />
2)Per ogni coppia di vettori z,z’ɛL :<br />
W (z + z ′ ) = e iω(z,z′ )<br />
2¯h W (z)W (z ′ )<br />
(da questo momento in poi,salvo avviso contrario ,porremo ¯h = 1).<br />
Tale condizione comporta:<br />
W (z ′ )W (z) = e iω(z,z′ ) W (z)W (z ′ ) [1]<br />
Ogni spazio vettoriale é un gruppo rispetto alla somma .Ebbene il sistema di Weyl<br />
puó essere riguardato come una rappresentazione unitaria ,proiettiva del gruppo delle<br />
traslazioni.Il fattore di fase di questa rappresentazione é connesso con la forma simplettica<br />
su L. Nell’ipotesi in cui L sia decomponibile nella somma diretta di uno spazio vettoriale<br />
e del suo duale :<br />
L = S ⊕ S ∗<br />
si puó esprimere la definizione dei sistemi di Weyl nel seguente modo .Consideriamo<br />
e ancora<br />
U : S −→ U(H)<br />
V : S ∗ −→ U(H)<br />
dove entrambi gli operatori U,V sono rappresentazioni unitarie continue di S,S ∗ . Ebbene<br />
diremo che la coppia (U,V) definisce un sistema di Weyl se<br />
V (f)U(x) = e if(x) U(x)V (f) ∀xɛS ∀fɛS<br />
13
e ancora<br />
Infatti in questo caso essendo<br />
Sistemi dinamici<br />
U(x)U(x ′ ) = U(x ′ )U(x) , V (f)V (f ′ ) = V (f ′ )V (f)<br />
L = S(spazio configurazioni) ⊕ S ∗ (spazio dei momenti)<br />
una forma simplettica naturale é data da [(x, f), (x ′ , f ′ )] = 〈f, x ′ 〉 − 〈f ′ , x〉 dove 〈·, ·〉<br />
stanno a indicare le parentesi di dualitá (in particolare 〈f, x〉=f(x)). Dunque definiamo<br />
W (z) = e if(x)<br />
2 U(x)V (f) da cui si puó dimostrare W (z + z ′ ) = e iω(z,z′ )<br />
2 W (z)W (z ′ ). In<br />
particolare prendendo in considerazione un vettore di L,e due scalari t,t’ :<br />
W (tz)W (t ′ z) = W ((t + t ′ )z) , ∀t, t ′ ɛR ∀zɛL<br />
ossia W(tz)é un omomorfismo tra R e U(H), ossia un gruppo ad un parametro di trasfor-<br />
mazioni unitarie. W(tz) é un gruppo ad un parametro di operatori unitari fortemente<br />
continui. Dunque appellandosi al teorema di Stone W si puó considerare l’esponenziale di<br />
un operatore autoaggiunto:<br />
W (z) = e iR(z)<br />
. Dalle ipotesi fatte per il sistema di Weyl segue che R(z) é lineare<br />
. Inoltre la relazione [1] stabilisce<br />
R(tz) = tR(z) ∀tɛR ∀zɛL<br />
W (tz)W (t ′ z ′ ) = e −iω(tz,t′ z ′ ) W (t ′ z ′ )W (tz)<br />
e itR(z) e it′ R(z ′ ) = e −iω(tz,t ′ z ′ ) e it ′ R(z ′ ) e itR(z)<br />
Dunque il sistema di Weyl per un sottospazio unidimensionale corrisponde a un gruppo<br />
unitario ad un parametro di operatori unitari che soddisfano le regole di commutazione .<br />
In particolare lo sviluppo in serie di entrambi i membri della [2](arrestato al primo ordine)<br />
conduce alla formula<br />
[R(z), R(z ′ )] = iω(z, z ′ )<br />
14<br />
[2]
.<br />
2.2 Schrödinger picture:<br />
Sistemi dinamici<br />
Una volta definito il sistema di Weyl il passo successivo é darne una realizzazione.In<br />
particolare consideriamo L = S ⊕ S ∗ , dove se con S intendiamo una varietá (spazio vet-<br />
toriale reale di dimensione finita) L ∼ = T ∗ S (fibrato cotangente).Introdotto un sistema di<br />
carte globali ad ogni vettore z restano associate le coordinate (q a , pa). Con M intender-<br />
emo lo spazio di Hilbert H=L 2 (S, dx): spazio delle funzioni a quadrato integrabile rispetto<br />
alla misura di Lebesgue (invariante per traslazione).Gli operatori U,V (di cui al paragrafo<br />
precedente) sono cosí definiti:<br />
(U(q)ψ)(x) = ψ(x + q) U : S −→ U(L 2 (S))<br />
(V (p)ψ)(x) = e i〈p,x〉 ψ(x) V : S ∗ −→ U(L 2 (S))<br />
dove 〈p, x〉 corrisponde all’azione del covettore p su x (parentesi di dualitá).<br />
L’operatore<br />
W (z)ψ = W (q, p)ψ = U†(q)V (p)e i〈p,x〉<br />
2 ψ(x)<br />
fornisce una realizzazzione del sistema di Weyl .<br />
La sua azione su una funzione ψ in H é<br />
W (q, p)ψ(x) = e −i〈p,q〉<br />
2 e i〈p,x〉 ψ(x − q)<br />
Essendo U(q) e V(p) gruppi ad un parametro di operatori unitari possono riscriversi<br />
in termini di operatori autoaggiunti (generatori infinitesimali)<br />
U(q) = e iqa ˆ Pa ( ˆ Paψ)(x) = −i dψ<br />
dx a<br />
V (p) = e ipb ˆ Qb ( ˆ Q b ψ)(x) = x b ψ(x)<br />
15
Sistemi dinamici<br />
U(q) costituisce una rappresentazione fedele del guppo abeliano delle traslazioni (S,+).<br />
Analogamente, visto che S ∗ é isomorfo a S ,V(p) puó considerarsi una rappresentazione di<br />
(S ∗ ,+).I singoli operatori associati non commutano :<br />
U(q)V (p) = e iω(q,0),(0,p) V (p)U(q)<br />
La rappresentazione di Schrödinger oltre ad essere irriducibile (si dimostra) risulta<br />
il ”prototipo” di realizzazione in meccanica quantistica .Questo risultato va sotto il nome<br />
di teorema di Von Neumann.Il teorema stabilisce che :dati due gruppi a un parametro su<br />
uno spazio di Hilbert H separabile ,e tali da soddisfare le relazioni qualificanti il sistema<br />
di Weyl , allora esistono sottospazi chiusi ,Hl tali che :<br />
1)H = ⊕l=1 N Hl , N > 0 N ≤ ∞<br />
2)Ciascun Hl é invariante per azione di U(α) e V(β) ∀α, βɛR<br />
3)Per ogni l, esiste un operatore unitario Tl : Hl −→ L 2 (R) tale che TlU(α)Tl −1 é una<br />
traslazione di α e TlV (β)Tl −1 é una moltiplicazione per un fattore di fase e iβx .<br />
In altri termini le realizzazioni irriducibili delle relazioni di commutazione alla Weyl<br />
sono equivalenti tra di loro;dunque possono essere ricondotte alla rappresentazione di<br />
Schödinger attraverso un operatore (isometria)Tl che agisce per coniugazione:<br />
(Tl(U(α))Tl −1 ψ)(x) = ψ(x)<br />
(Tl(V (β))Tl −1 ψ)(x) = e i〈β,x〉 ψ(x)<br />
2.3 Applicazioni lineari simplettiche e operatori unitari<br />
Il sistema di Weyl si basa su uno spazio vettoriale simplettico;le strutture geometriche<br />
che abbiamo a disposizione sono dunque:struttura di spazio vettoriale, e una forma simplet-<br />
tica invariante per traslazioni.Le trasformazioni T dello spazio di partenza (T : L −→ L)<br />
che conservano entrambe le strutture sono le trasformazioni lineari e simplettiche.Ci pro-<br />
poniamo , dunque, di esaminare le proprietá di covarianza del sistema di Weyl per trasfor-<br />
mazioni di questo tipo .<br />
W (T (z + z ′ )) = e iω(z,z′ )<br />
2 W (T (z))W (T (z ′ ))<br />
16
Sistemi dinamici<br />
(linearitá di T) mentre in base alla simpletticitá<br />
.<br />
ω(T (z), T (z ′ )) = ω(z, z ′ )<br />
Questo risultato suggerisce di considerare un nuovo sistema di Weyl WT : S −→<br />
U(H) tale che z −→ W (T z)<br />
WT (z + z ′ ) = WT (z)WT (z ′ )e iω(z,z′ )<br />
2<br />
. Dunque essendo WT unitariamente equivalente a W é possibile definire un automorfismo<br />
(associato alla specifica trasformazione T)<br />
per cui<br />
υT : U(H) −→ U(H)<br />
W (T z) = WT (z) = υT (W (Z))<br />
Siccome ogni automorfismo del gruppo degli operatori unitari si puó scrivere come<br />
una coniugazione per un operatore unitario<br />
υT (W (z)) = UT −1 W (z)UT<br />
, ogni trasformazione simplettica puó essere rappresentata come operatore unitario sullo<br />
spazio di Hilbert risolvendo l’equazione:<br />
o per quanto riguarda i generatori R(z):<br />
UT −1 W (z)UT = W (T z)<br />
UT −1 R(z)UT = RT (z) = pa ˆ Q a T − q a ˆ PT a<br />
In base al teorema di Von Neumann i calcoli possono essere svolti nella rappresen-<br />
tazione di Schrödinger.Prima di procedere é necessario motivare la presenza degli indici,<br />
rispettivamente in alto e in basso, per gli operatori ˆ (P ) e ˆ Q. Si consideri la trasformazione<br />
17
Sistemi dinamici<br />
T (di cui sopra) che agisce sulle componenti q ,q ′ a ≡ T a bq b e per le componenti duali<br />
p ′<br />
a ≡ T −1b a(pb) in base a quanto precedentemente osservato<br />
da cui<br />
UT −1 e iqa ˆ Pa UT UT −1 e −ipa ˆ Q a<br />
(si trascura il fattore di fase ) da cui<br />
UT −1 W (z)UT = UT −1 e i(qa ˆ Pa−pa ˆ Q a ) UT<br />
UT = e i(T a bq b ˆ Pa) e i(T −1b a(pb) ˆ Qa) ≡ W (z)<br />
ˆPT a = T b a( ˆ Pb)<br />
mentre nel caso degli operatori ˆ Q otteniamo :<br />
ˆQ a T = Tb −1a ( ˆ Q b )<br />
(le ˆ P si trasformano con legge di controvarianza rispetto alle ˆ Q).<br />
Queste leggi di trasformazione dei sistemi di Weyl rispetto al gruppo delle trasfor-<br />
mazioni lineari simplettiche suggeriscono una riflessione : supponiamo di avere una dinam-<br />
ica classica sullo spazio vettoriale di partenza L , e che questa dinamica possa esprimersi in<br />
forma canonica attraverso una hamiltoniana quadratica .L’evoluzione temporale dunque<br />
potrá scriversi come un gruppo ad un parametro di trasformazioni lineari simplettiche su<br />
L (lungo il moto si conserva la forma simplettica ,le equazioni di Hamilton sono del primo<br />
ordine ).<br />
Dunque una volta ottenuta l’evoluzione temporale si puó pensare ,tramite quanto<br />
detto in precedenza , di ottenere il corrispondente gruppo ad un parametro di operatori<br />
unitari ,ossia l’evoluzione quantistica.<br />
2.4 Oscillatore armonico<br />
A volte risulta conveniente , in particolare in teoria dei campi , introdurre variabili<br />
canoniche complesse. Per arrivare alla formulazione di uno spazio delle fasi come una<br />
18
Sistemi dinamici<br />
varietá lineare complessa anziché reale , consideriamo lo spazio delle configurazioni L dotato<br />
, non solo della struttura di spazio vettoriale reale , ma anche di una struttura metrica<br />
(ossia lo spazio delle configurazioni é uno spazio euclideo). Supponiamo, pertanto, che<br />
su L sia definita una forma bilineare (reale) simmetrica definita positiva , (x, y), ∀x, yɛL.<br />
In questo caso lo spazio vettoriale L ∗ duale di L può essere mappato canonicamente in L<br />
(isomorfismo tra spazi); se f é in L ∗ , esiste un unico elemento u in L per cui<br />
f(u) = (x, u)<br />
(al variare di x il L). Pertanto f = u ∗ e u = f ∗ , da cui é chiaro che u ∗∗ = u. Un elemento<br />
generico z di M = L ⊕ L ∗ ha la forma :<br />
z = u ⊕ v ∗<br />
con u, vɛL. A questo punto definiamo l’operatore j su M come segue :<br />
jz = −v ⊕ u ∗ .<br />
E’ facile dimostrare che j é una trasformazione reale (j(az) = aj(z), ∀aɛR e j(z + z ′ ) =<br />
jz + jz ′ , ∀z, z ′ ɛM ) e che j 2 = −1,dove 1 indica la trasformazione identica . Pertanto j<br />
si comporta come il prodotto per l’unitá immaginaria i, dunque possiamo introdurre una<br />
struttura complessa su M (come un fatto di pura algebra) definendo l’azione di un generico<br />
numero complesso a + ib come :<br />
(a + ib)z = az + bjz.<br />
Non é difficile dimostrare che con questa definizione M diventa uno spazio vettoriale sul<br />
campo dei numeri complessi. A questo punto definiamo per z in M un operatore :<br />
a † (z) =<br />
a(z) =<br />
[R(z) − iR(jz)]<br />
√ 2<br />
[R(z) + iR(jz)]<br />
√ .<br />
2<br />
19
Sistemi dinamici<br />
E’ possibile dimostrare che a e a † (operatori di creazione e distruzione) sono funzioni lineari<br />
complesse di z (a(cz) = ca(z) e a † (cz) = ca † (z) ∀cɛC) , a differenza del carattere lineare<br />
reale di R(z).Inoltre le relazioni di commutazione per gli operatori di creazione e distruzione<br />
hanno relazioni di commutazioni più convenienti rispetto a R(z).In primo luogo bisogna<br />
osservare che M ,dotato della struttura complessa j, diventa uno spazio unitario. Definendo<br />
S(z, z ′ ) = −ω(iz, z ′ ) é facile dimostare che<br />
S(z, z ′ ) = (u ′ , u) + (v, v ′ )<br />
, per cui S(z,z’) é una forma reale simmetrica definita positiva su M . Possiamo verificare<br />
che :<br />
< z, z ′ >= S(z, z ′ ) + iω(z, z ′ )<br />
z = u ⊕ v z ′ = u ′ ⊕ v ′<br />
< z, z ′ >= (u, u ′ ) + (v, v ′ ) + i[(v, u ′ ) − (v ′ , u)]<br />
definisce un prodotto su M che lo rende uno spazio unitario. Pertanto le relazioni di<br />
commutazione per gli operatori di distruzione e costruzione diventano:<br />
[a(z), a † (z ′ )] = − < z, z ′ > .<br />
Se lo spazio vettoriale simplettico é dotato di una base simplettica e1, e2, ...e ′ 1, e ′ 2..., per<br />
cui:<br />
ω(en, ep) = ω(e ′ n, e ′ p) = 0<br />
ω(en, e ′ p) = δnp<br />
, le precedenti relazioni di commutazione assumono la forma:<br />
[aj, a † k ] = δjk.<br />
Passiamo ad un esempio : l’oscillatore armonico . La varietá simplettica corrisponde<br />
a M = R 2 = T ∗ R ( come vedremo, l’evoluzione temporale dell’oscillatore armonico non<br />
20
Sistemi dinamici<br />
preserva la suddivisione tra spazio delle configurazioni e spazio duale :L⊕L ∗ ). La struttura<br />
simplettica naturale corrisponde a :<br />
L’Hamiltoniana classica é data da :<br />
a,b:<br />
ω[(a, b); (a ′ , b ′ )] ≡ ba ′ − ab ′<br />
R(a, b) ≡ aP + bQ.<br />
H = b2 m<br />
+<br />
2m 2 ω2a 2<br />
Risolvendo le equazioni di Hamilton associate otteniamo l’evoluzione dei parametri<br />
at = acos (ωt) + b<br />
mω sin(ωt)<br />
bt = −amω sin (ωt) + bcos(ωt).<br />
L’evoluzione temporale dei parametri a e b induce un gruppo ad un parametro di auto-<br />
morfismi sulle osservabili Pt, Qt<br />
Pt ≡ P cos (ωt)−Qmω sin(ωt)<br />
Qt ≡ P<br />
sin(ωt) + Q cos(ωt)<br />
mω<br />
. In particolare (secondo la notazione del paragrafo precedente)<br />
νt(R(a, b)) = aPt + bQt = [acos (ωt) + b<br />
sin(ωt)]P + [−amω sin (ωt) + bcos(ωt)]Q.<br />
mω<br />
In altre parole otteniamo<br />
νt(R(a, b)) = aPt + bQt = atP + btQ = U −1<br />
t R(a, b)Ut.<br />
Le formule relative all’evoluzione degli operatori P e Q sono soluzioni delle equazioni del<br />
moto di Heisenberg :<br />
i¯h d<br />
dt At = [At, H]<br />
21
, con Hamiltoniana H =<br />
e Tt preserva la struttura complessa<br />
C ∗ − algebre<br />
Sistemi dinamici<br />
2<br />
P m<br />
2m + 2 ω2Q2 . L’automorfismo corrispondente :<br />
νt(A) = At = e iHt Ae −iHt ,<br />
<br />
<br />
0<br />
−mω 0<br />
1<br />
mω<br />
La teoria delle C ∗ algebre é una astrazione delle strutture di alcune algebre di operatori<br />
limitati che agiscono su un certo spazio di Hilbert H, e contemporaneamente costituiscono<br />
un particolare esempio di algebra di Banach. Sia A uno spazio vettoriale sul campo dei<br />
numeri complessi C.Lo spazio A é chiamato algebra se é dotato di una legge di molti-<br />
plicazione che permette di associare il prodotto AB a ogni coppia A, BɛA.Il prodotto é<br />
assunto associativo e distributivo. In particolare si assume :<br />
<br />
<br />
<br />
.<br />
A(BC) = (AB)C<br />
A(B + C) = AB + AC,<br />
ab(AB) = (aA)(bB), ∀a, bɛC.<br />
Un sottospazio B di A che é un’algebra rispetto alle operazioni di A é chiamata sottoal-<br />
gebra. L’algebra A é commutativa , o abeliana, se il prodotto é commutativo,i.e.<br />
AB = BA.<br />
Una applicazione AɛA→ A ∗ ɛA é chiamata involuzione , o aggiunto, dell’algebra A se<br />
accade che :<br />
A ∗∗ = A<br />
(AB) ∗ = B ∗ A ∗<br />
22
Sistemi dinamici<br />
(aA + bB) ∗ = aA ∗ + bB ∗<br />
(a =complesso coniugato di a). Un’algebra con involuzione é chiamata *-algebra, e un<br />
sottoinsieme B di A é chiamato autoaggiunto se AɛB implica che A ∗ ɛB.<br />
L’algebra B é normata se ad ogni elemento A ’e associato un numero reale | |A| |, la<br />
norma di A, con le proprietá:<br />
| |A| | ≥ 0 , | |A| | = 0 → A = 0<br />
a| |A| | = | a || |A| |<br />
| |A + B| | ≤ | |A| |+| |B| |<br />
| |AB| | ≤ | |A| || |B| |.<br />
La terza di queste condizioni é la disuguaglianza triangolare . La norma definisce una<br />
topologia metrica su A ,definita topologia uniforme.Gli aperti di un elemento A in A in<br />
questa topologia sono dati da :<br />
U(A; ɛ) = {B; BɛA, | |B − A| | < ɛ}.<br />
Se A é completa rispetto alla topologia uniforme allora é chiamata algebra di Banach.Un’algebra<br />
normata completa e con involuzione e con la proprietá | |A| | = | |A ∗ | | é chiamata *-algebra<br />
di Banach.<br />
definizione una C ∗ algebra é un’algebra di Banach A con la proprietá:<br />
per ogni AɛA.<br />
| |A ∗ A| | = | |A| | 2<br />
Si osservi che questa proprietá combinata con la disuguaglianza relativa al prodotto,<br />
determina :<br />
da cui segue<br />
| |A| | 2 = | |A ∗ A| | ≤ | |A ∗ | || |A| |<br />
| |A ∗ | | = | |A| |<br />
23
Sistemi dinamici<br />
per ogni AɛA. Una identitá 1 di una C ∗ -algebra A é un elemento di A tale che<br />
A = 1A = A1<br />
∀AɛA. Risulta anche che 1 ∗ é un’identitá. L’identitá in A se esiste é unica. Infatti non<br />
necessariamente un’algebra é dotata di identitá. Una volta introdotta la struttura di C ∗<br />
algebra in astratto , siamo interessati ad introdurre la teoria delle rappresentazioni .I due<br />
concetti chiave sono quello di rappresentazione e di stato.Gli stati su A sono una classe di<br />
funzionali lineari definiti su A a valori positivi.Per *-morfismo tra due *-algebre A,B si<br />
intende una apllicazione π:<br />
π(aA + bB) = aπ(A) + bπ(B),<br />
π(AB) = π(A)π(B),<br />
π(A ∗ ) = π(A) ∗<br />
per ogni coppia A,B in A,B e a,b in C. Risulta: Sia A una *-algebra di Banach con<br />
identitá,e B una C ∗ algebra ,e π uno *-morfismo da A in B. Allora π é continuo e :<br />
| |πA| | ≤ | |A| |<br />
per ogni AɛA.Inoltre , se A é una C ∗ algebra allora il range di π,Bπ = {π(A) ; AɛA}, é<br />
una C ∗ -algebra di B. Ora introduciamo il kernell di π come :<br />
ker(π) = AɛA; π(A) = 0<br />
dove ker π é uno *-ideale bilatero. Dunque possiamo considerare l’algebra quoziente Aπ =<br />
A\kerπ.Gli elementi di Aπ sono le classi<br />
 = (A + I, Iɛkerπ) e il morfismo π induce<br />
un morfismo ˆπ definito come ˆπ( Â) = π(A).Il kernell di ˆπ é nullo per costruzione . A<br />
questo punto definiamo il concetto di uno *-isomorfismo tra C ∗ algebre. Uno *-morfismo<br />
π di A in B é uno *-isomorfismo se é iniettivo e suriettivo.Pertanto uno *-morfismo é uno<br />
*-isomorfismo , se e solo se kerπ = 0.<br />
Rappresentazioni<br />
24
Sistemi dinamici<br />
Una rappresentazione di una C ∗ algebra A é definita come la coppia (H, π), dove<br />
H é uno spazio di Hilbert complesso e π é uno *-morfismo di A nello spazio di Banach<br />
degli operatori limitati L(H). La rappresentazione ’e detta fedele se e solo se π é uno<br />
*-isomorfismo tra A e π(A) . Dunque un criterio generale per comprendere se una rap-<br />
presentazione é fedele consiste nel verificare che kerπ = 0. Uno *-automorfismo τ di una<br />
C ∗ algebra corrisponde a uno *-isomorfismo di A in sé stesso.<br />
norma ,<br />
In particolare risulta che ogni *-automorfismo τ di una C ∗ algebra A conserva la<br />
| |τ(A)| | = | |A| | ∀AɛA.<br />
Per comprendere i vari tipi di rappresentazione é necessario introdurre il concetto<br />
di sottorappresentazione .Se (H, π) é una rappresentazione di una C ∗ algebra e H1 é<br />
un sottospazio di H allora H1 é detto un sottospazio invariante , o stabile sotto π se<br />
π(H1) ⊆ H1 per ogni AɛA.Se H1é un sottospazio chiuso di H e PH1<br />
proiettore ortogonale con range H1 allora l’invarianza di H1 sotto π implica che<br />
per ogni AɛA. Dunque<br />
per ogni AɛA(in altre parole PH1<br />
PH1π(A)PH1 = π(A)PH1<br />
π(A)PH1 = (PH1π(A ∗ )PH1) ∗<br />
= π(A ∗ ∗<br />
)PH1<br />
= PH1π(A),<br />
deduce che H1 é invariante sotto π se e solo se<br />
corrisponde al<br />
commuta con ogni rappresentativo π(A).) Viceversa si<br />
π(A)PH1<br />
= PH1 π(A)<br />
per ogni AɛA. Pertanto possiamo concludere che seH1 é invariante per π e π1 é definito<br />
come<br />
π1 = (PH1π(A)PH1)<br />
25
Sistemi dinamici<br />
allora la coppia (H1, π1) é una rappresentazione di A,per esempio<br />
π1(A)π1(B) = (PH1π(A))(π(B)PH1 )<br />
= PH1π(AB)PH1 = π1(AB).<br />
Una rappresentazione costruita in questo modo é chiamata sottorappresentazione di (H, π).<br />
Si osservi inoltre che questo metodo fornisce una decomposizione di π nel seguente senso.Se<br />
H1 é invariante sotto π allora il suo complemento ortogonale H1 ⊥ é anch’esso invariante<br />
.Ponendo H1 ⊥ = H2 possiamo definire una seconda sottorappresentazione (H2, π2), dove<br />
π2(A) = PH2π(A)PH2 .Ma , essendo H uno spazio di Hilbert, ammette una decomposizione<br />
in somma diretta H = H ⊕ H, e ogni operatore risula decomposto nella somma diretta<br />
π(A) = π1(A) ⊕ π2(A).Pertanto possiamo porre π = π1 ⊕ π2, e (H, π) = (H1π) ⊕ (H1π).<br />
La rappresentazione triviale é data da π = 0 , ossia π(A) = 0 ∀A. Una rappresentazione<br />
, anche se non triviale, puó ammettere una componente triviale .Dunque se H0 é definito<br />
come<br />
H0 = {ψ; ψɛH, π(A)ψ = 0 ∀AɛA}<br />
allora H0 é invariante sotto π e la corrispondente sottorappresentazione π0(A) = PH0 π(A)PH0<br />
é nulla . Una importante categoria di rappresentazioni non degenere é data dalle rappre-<br />
sentazioni cicliche.Prima di introdurre questo concetto é necessario introdurre il concetto<br />
di vettore ciclico(Ω) in uno spazio di Hilbert H rispetto a un insieme di operatori limitati<br />
M.Un vettore (Ω) é ciclico se la varietá lineare generata da {AΩ; AɛM} é densa in H.<br />
Allora possiamo definire :<br />
Una rappresentazione ciclica di una C ∗ algebra A é definita dalla terna (H, π, Ω),<br />
dove (H, π) é una rappresentazione di A e Ω é un vettore ciclico in (H) (ciclico per π,<br />
in H).Esiste in realtá un concetto piú generale di vettore ciclico .Se R é un sottospazio<br />
chiuso di H allora R é chiamato un sottospazio ciclico per H ogni volta che :<br />
{Σiπ(Ai)ψi; AiɛA, ψiɛR}<br />
é denso in H. I proiettori ortogonali PR, il cui range é in R é chiamato un proiettore<br />
ciclico. E’ evidente da queste definizioni che ogni rappresentazione ciclica é non degenere,<br />
26
Sistemi dinamici<br />
ma esiste anche la proposizione inversa.Per descrivere questa proposizione inversa abbiamo<br />
bisogno del concetto di somma diretta di rappresentazioni. Sia (Hi, πi)iɛI una famiglia di<br />
rappresentazioni di una C ∗ algebra A (l’insieme degli indici puó essere sia numerabile che<br />
non). La somma diretta<br />
H = <br />
iɛI Hi<br />
di spazi Hi, é definita al solito modo e la somma diretta dei rappresentativi<br />
π = <br />
ponendo π(A) uguale all’operatore πi(A) sul sottospazio relativo Hi. Risulta (teorema<br />
senza dimostrazione) : sia(A, π) una rappresentazione non degenere di una C ∗ -algebra<br />
A;allora π é la somma diretta di una famiglia di sottorappresentazioni cicliche. In base a<br />
questa proposizione il problema generale delle rappresentazioni si riduce al problema delle<br />
rappresentazioni cicliche.Questo risultato é molto utile siccome esiste un modo canonico<br />
di costruire le rappresentazioni cicliche. Un concetto chiave nella teoria é il concetto di<br />
rappresentazione irriducibile :<br />
iɛI πi<br />
Un insieme M di operatori limitati sullo spazio di Hilbert H é definito irriducibile se i<br />
sottospazi di H che sono invarianti sotto l’azione di M, sono solo i sottospazi triviali {0} e<br />
H.Una rappresentazione (H, π) di una C ∗ -algebra A é definita irriducibile se l’insieme π(A)<br />
é irriducibile su H . Esistono due criteri standard per l’irriducibilitá. Sia M un insieme di<br />
operatori autoaggiunti e limitati su uno spazio di Hilbert H.Le seguenti proposizioni sono<br />
equivalenti:<br />
1)M é irriducibile;<br />
2)L’isieme degli operatori M’ limitati su H che commutano con ogni A ɛM, consiste<br />
dei soli multipli dell’operatore identitá<br />
3)ogni vettore non nullo ψɛH é ciclico per M in H.<br />
Concludiamo questa breve sintesi delle proprietá delle rappresentazioni osservando<br />
che se é nota una rappresentazione di una C ∗ -algebra allora é facile costruirne altre. Per<br />
esempio se U é una rappresentazione unitaria su H e noi introduciamo πU come πU (A) =<br />
Uπ(A)U ∗ , allora (H, πU ) é una seconda rappresentazione<br />
27
Stati<br />
Sistemi dinamici<br />
Abbiamo elencato alcune proprietá delle rappresentazioni di una C ∗ -algebra A,ma<br />
non abbiamo ancora dimostrato la loro esistenza.I funzionali lineari definiti positivi su<br />
A giocano un ruolo importante per dimostrare l’esistenza delle rappresentazioni e per<br />
costruirne alcune. Indichiamo il duale di A con A ∗ (lo spazio dei funzionali lineari continui<br />
su A), e definiamo la norma di un funzionale f su A come<br />
| |f | | = sup{| f |, | |A| | = 1}.<br />
I funzionali di particolare interesse sono : un funzionale lineare ω su una *-algebra A<br />
é definito positiva se<br />
ω(A ∗ A) ≥ 0<br />
per ogni AɛA.Un funzionale positivo su una C ∗ -algebra A con | | ω | | = 1 é definito<br />
stato. Supponiamo di avere a disposizione una rappresentazione (H, π) di una C ∗ -algebra<br />
.Supponiamo che ΩɛH sia un vettore non nullo e definiamo<br />
ωΩ(A) = (Ω, π(A)Ω)<br />
per ogni AɛA. Dunque ωΩ é un funzionale lineare su A ma é anche definito positivo<br />
ωΩ(A ∗ A) = | |π(A)Ω| | 2 ≥ 0.<br />
Stati di questo tipo sono solitamente chiamati vettori di stato della rappresentazione<br />
(H, π).Ogni stato su una C ∗ algebra é un vettore di stato in una opportuna rappresen-<br />
tazione.Per comprendere il legame tra stati e rappresentazioni é necessario enunciare la<br />
seguente proposizione sulla didusuaglianza di Schwarz<br />
sia ω un funzionale lineare positivo su una *-algebra A , risulta<br />
ω(A ∗ B) = ω(B ∗ A),<br />
| ω(A ∗ B) | 2 ≤ ω(A ∗ A)ω(B ∗ B).<br />
28
Sistemi dinamici<br />
Siamo interessati a dimostare la proposizione inversa.Ogni stato é un vettore di stato<br />
per qualche rappresentazione non degenere.Pertanto partendo da uno stato ω vogliamo<br />
costruire una rappresentazione (Hω, πω) di A e un vettore ΩωɛHω tale che<br />
ω(A) = (Ωω, πω(A)Ωω)<br />
per ogni A in A. L’idea che c’é dietro la costruzione della rappresentazione é semplice.L’algebra<br />
A é uno spazio di Banach e con l’aiuto di ω puó essere convertito in uno spazio pre-<br />
Hilbert.Introduciamo il prodotto scalare (semidefinito positivo):<br />
Adesso definiamo Iω in questo modo<br />
L’insieme Iω é un ideale sinistro di A,<br />
< A, B >= ω(A ∗ B).<br />
Iω = {A; AɛA, ω(A ∗ A) = 0}.<br />
0 ≤ ω((AI) ∗ AI) ≤ | |A| |ω(I ∗ I) = 0.<br />
Ora definiamo la classe di equivalenza ψA, ψB come<br />
ψA = { Â; Â = A + I, IɛIω}<br />
e inoltre queste classi di equivalenza formano uno spazio vettoriale complesso quando sono<br />
dotati delle operazioni di A;ψA + ψB = ψA+B,aψA = ψaA. Definiamo il prodotto scalare<br />
come<br />
(ψA, ψB) =< A, B >= ω(A ∗ B)<br />
ed é indipendente dal particolare rappresentativo della classe siccome :<br />
(ψA, ψB) =< A, B >= ω((A + I1) ∗ (B + I2)) =<br />
ω(A ∗ B) + ω(B ∗ I1) + ω(A ∗ I2) + ω(I ∗ 1I2)<br />
= ω(A ∗ B)<br />
29
Sistemi dinamici<br />
Lo spazio vettoriale cosí ottenuto non é completo ,pertanto deve essere completato<br />
considerando una sua immersione (come spazio denso) in uno spazio di Hilbert.In questo<br />
modo otteniamo lo spazio della rappresentazione Hω.Passiamo ai rappresentativi πω(A).<br />
La loro azione su Hω é data da<br />
πω(A)ψB = ψAB<br />
con B in A. Ancora una volta questa definizione é indipendente dal particolare rappresen-<br />
tativo considerato per la classe di equivalenza<br />
πω(A)ψB+I = ψAB+AI = ψAB = πω(A)ψB<br />
per I in Iω. Inoltre, ogni πω(A) é un operatore lineare<br />
πω(A)(λψB + ψC) = πω(A)ψλB+C<br />
= ψλAB+AC<br />
= λψABψAC<br />
= λπω(A)ψB + πω(A)ψC<br />
Le proprietá algebriche di πω(A) seguono facilmente dalla definizione<br />
Ci rimane da definire il vettore Ωω.<br />
per cui<br />
πω(A1)πω(A2)ψB = ψA1A2B = πω(A1A2)ψB.<br />
Se A contiene l’identitá definiamo Ωω come<br />
Ωω = ψ1<br />
(Ωω, πω(A)Ωω) = (ψ1, ψA) = ω(A).<br />
Siamo nelle condizione per enunciare il seguente teorema (bisogna dimostare solo<br />
l’unicitá):<br />
Sia ω uno stato su una C ∗ -algebra A.<br />
30
Sistemi dinamici<br />
Allora esiste una rappresentazione ciclica (Hω, πω, Ωω) di A tale che<br />
ω(A) = (Ωω, πω(A)Ωω)<br />
Un importante corollario a questo teorema é il seguente : sia ω uno stato su una C ∗<br />
algebra A e τ uno *-automorfismo di A che lascia ω invariato,ossia<br />
ω(τ(A)) = ω(A),<br />
per ogni A in A.Segue che deve esistere un unico operatore Uω , sullo spazio della rappre-<br />
sentazioni ciclica (Hω, πω, Ωω) costruito a partire da ω , tale che<br />
per ogni A in A, e UωΩω = Ωω.<br />
UωπωUω −1 = πω(τ(A))<br />
La rappresentazione ciclica (Hω, πω, Ωω), costruita a partire dallo stato ω su una<br />
C ∗ -algebra A, é definita una rappresentazione ciclica canonica di A associata con ω.<br />
A questo punto siamo nelle condizioni per formalizzare meglio il concetto di sistema<br />
dinamico quantistico in termini di algebra di operatori. Un C ∗ -sistema dinamico é la<br />
tripla (A, G, α), dove Aé una C ∗ -algebra , G é un gruppo localmente compatto , e α é una<br />
rappresentazione fortemente continua di G nel gruppo degli automorfismi di A, ossia per<br />
ogni gɛG,αg é un automorfismo di A e<br />
αe = 1,<br />
αg1αg2 = αg1g2<br />
l’applicazione g → αg(A) é continua in norma per ogni AɛA (e rappresenta l’identitá<br />
in G mentre 1 é la mappa identica in A).Una rappresentazione covariante di un sistema<br />
dinamico é la tripla (H, π, U), dove Hé uno spazio di Hilbert , π é una rappresentazione<br />
non degenere dell’algebra su H, e U é una rappresentazione unitaria fortemente continua<br />
di G su H, tale che :<br />
π(αg(A)) = Ugπ(A)Ug ∗ ,<br />
31
AɛA,gɛG.<br />
Appendice sui gruppi<br />
Sistemi dinamici<br />
Un gruppo di Lie é un gruppo topologico ossia un gruppo algebrico che é anche uno<br />
spazio topologoco dotato di una mappa ψ : (g, h) −→ gh −1 (continua) . In particolare<br />
G deve avere la struttura di varietá differenziabile e le applicazioni Φ : (g, h) −→ gh<br />
τ : g −→ g −1 devono essere differenziabili. Se G é un gruppo con queste proprietá ,<br />
l’operazione di traslazione a sinistra Lg : G −→ G definita da Lgh = gh é un diffeomorfismo<br />
di G in sé .(Anche l’operazione di traslazione a destra lo é).Una traslazione a sinistra<br />
induce una mappa tra i campi vettoriali (Lg∗X)a = Lg∗X g −1 a (X campo vettoriale ,<br />
a destra Lg∗ é la mappa tangente in g −1 a ).Dato un vettore tangente ,A, nell’identitá,<br />
Aɛ(TeG) consideriamo il campo vettoriale X su G dato da Xg = (Lg∗A). Questo campo<br />
é invariante a sinistra Lg∗Xh = (Lg∗) ◦ (Lh∗A)=(Lg ◦ Lh) ∗ A = (Lgh∗A) = Xgh. ( É<br />
possibile dimostrare che X é l’unico campo vettoriale differenziabile invariante a sinistra<br />
ovunque su G tale che Xe = A). I campi invarianti a sinistra su G sono pertanto in<br />
corrispondenza uno a uno con i vettori tangenti nell’unitá, i quali formano uno spazio<br />
vettoriale di dimensione n ( ˜ G). Data un’applicazione ϕ : M −→ N tra due varietá ,<br />
diremo che i campi sono ϕ−related se (ϕ∗Xp) = X ′ ϕ(p)<br />
∀pɛM. In generale non esiste<br />
un campo vettoriale ϕ−related ad un generico campo vettoriale X su M a meno che ϕ<br />
non é un diffeomorfismo.In proposito si enuncia il seguente risultato : se ϕ : M −→ N<br />
é un’applicazione (C ∞ ) e X,Y sono campi ϕ−related su M rispettivamente a X’,Y’ su N<br />
la loro parentesi di Lie [X, Y ] e [X ′ , Y ′ ] sono ϕ−related, ossia [X ′ , Y ′ ] ϕ(p)f=ϕ∗[X, Y ] (p)f,<br />
dove f : N −→ R. Se X,Y sono invarianti a sinistra su un gruppo di Lie allora dal risultato<br />
precedente segue Lg∗[X, Y ] = [X, Y ].Lo spazio vettoriale ˜ G perció forma un’algebra n-<br />
dimensionale chiamata algebra di Lie del gruppo .Poiché esiste una corrispondenza<br />
uno a uno tra ˜ G e (TeG) si puó pensare di scrivere [A, B] ∀Aɛ(TeG),ossia si puó pensare<br />
32
Sistemi dinamici<br />
che la struttura di algebra di Lie viva sullo spazio tangente all’identitá.Un omomorfismo<br />
tra gruppi di Lie G e M é un’applicazione differenziale ϕ : G −→ M che é un omomorfismo<br />
di gruppo ,ϕ(gh) = ϕ(g)ϕ(h),∀(g, h)ɛ(G).Nel caso in cui ϕ é un diffeomorfismo, ϕ é detto<br />
isomorfismo tra gruppi.Un risultato notevole é il seguente :un omomorfismo di gruppo,<br />
ϕ : G −→ M, ne induce una di algebre, ϕ∗ : G∗ −→ M∗.Se ϕ é un isomorfismo , allora<br />
ϕ∗ é un isomorfismo di algebre. In particolare un sottogruppo ad un parametro é<br />
un omomorfismo γ : R −→ G tale che γ(t + s) −→ γ(s)γ(t). L’applicazione esponenziale<br />
exp: ˆ G −→ G é definita dalla relazione exp(X) = γ(1) (dove γ : R −→ G ,sottogruppo ad<br />
un parametro generato dai campi vettoriali invarianti a sinistra). Allora γ(s) = exp(sX). Il<br />
nome mappa esponenziale deriva dalla proprietá exp(sX)exp(tX) = γ(s)γ(t) = γ(s + t) =<br />
exp(s + t)X. Un sottogruppo di Lie H di un gruppo di Lie G é un sottogruppo algebrico<br />
tale che l’immersione i : H −→ G i(g)=g dia una sottovarietá regolare.Un gruppo é chiuso<br />
se é un sottoinsieme chiuso di G. Sia M una varietá differenziabile e G un gruppo di Lie<br />
,per azione di G su M intendiamo Φ : G × M −→ M spesso indicata con Φ(g, x) = gx tale<br />
che :<br />
i) ex=x ∀xɛM dove e é l’identitá.<br />
ii)(gh)x=g(hx)<br />
, in questo caso G é detto gruppo di trasformazione per M.L’azione di G su M é<br />
detta effettiva ae e lascia tutti i punti xɛM fissi (gx = x =⇒ g = e).Per orbita di un punto<br />
xɛM intendiamo l’insieme Gx = {gx|gɛG} e l’azione di G su M é transitiva se l’intera<br />
varietá M é orbita di alcuni punti di M.In questo caso M é detta varietá omogenea di G. Un<br />
sottogruppo é chiamato normale se gNg −1 = N ∀gɛG, da cui risulta gN = gNg −1 g = Ng.<br />
Se G é un gruppo topologico e V uno spazio vettoriale topologico ,una rappresen-<br />
tazione T di G in V:<br />
T : G −→ Aut(V ) : a −→ T (a)<br />
ossia che associa ad ogni elemento del gruppo un operatore continuo e lineare T(a) su V,<br />
e tale che :<br />
T (ab) = T (a)T (b)<br />
T (a) = 1<br />
33
Sistemi dinamici<br />
∀a, bɛG. In particolare se lo spazio V é uno spazio di Hilbert, e T(a) operatore unitario<br />
∀aɛG ,la rappresentazione sará presa fortemente continua.Date due rappresentazioni T,T’<br />
di G in H,H’ si diranno unitariamente equivalenti se esiste una mappa U da H in H’<br />
tale che ,∀aɛG,:<br />
UT (a) = T ′ (a)U<br />
. Una rappresentazione unitaria e continua é detta irriducibile se non esiste alcuno spazio<br />
vuoto di H che rimane invariato sotto l’azione dell’intero insieme di trasformazioni T(a).<br />
Appendice :decomposizione spettrale<br />
Per ogni operatore autoaggiunto esiste una decomposizione spettrale del tipo : A =<br />
xdÊx dove gli operatori Êx costituiscono una famiglia spettrale e cioé soddisfano alle<br />
seguenti proprietá :<br />
a)per ogni x reale Êx é un operatore di proiezione ortogonale su un sottospazio lineare<br />
dello spazio di Hilbert;<br />
b)limx→−∞ Êx = 0;<br />
c)limx→∞ Êx = 1;<br />
d)limɛ→0|| Êx+ɛ − Êx|ψ〉|| = 0;<br />
Abbiamo utilizzato le notazioni seguenti: || · || indica la norma del vettore ,0 é<br />
l’operatore nullo e 1 é l’operatore unitá e infine il limite ɛ → 0 si intende per valori stret-<br />
tamente positivi di ɛ.Dalla definizione segue facilmente che : Êx Êy = Êy Êx = Êx , x < y.<br />
Si ha allora che ogni funzione f(A) puó essere definita attraverso l’integrale:f(A) :=<br />
∞<br />
−∞ f(x)dÊx.<br />
:<br />
L’integrale rispetto alla famiglia spettrale deve intendersi secondo la seguente costruzione<br />
sia f(x) continua in un intervallo (a,b). Suddividiamo l’intervallo in n parti a =<br />
x0, x1, x2, ...xn = b.<br />
Formiamo poi le somme parzialiSn = n k=1 f(xk)( Êxk − Êxk−1 ) e mandiamo n →<br />
∞ in modo che tutti gli intervalli parziali tendano uniformente a zero.Il limite definisce<br />
l’integrale b<br />
a f(x)dÊx.Per quello che ci interessa non attribuiremo a d Êx un significato<br />
34
Sistemi dinamici<br />
particolare , ha solo un valore simbolico nella definizione di prima. La famiglia spettrale<br />
caratterizza interamente l’operatore autoaggiunto,in particolare il suo spettro.L’asse reale<br />
é suddiviso in tre sottoinsiemi :R(A),P σ(A) e Cσ(A):<br />
a)R(a) é detto insieme risolvente é costituito dai punti x tali che Êx é costante in un<br />
intorno di x;i punti di R(A) non contribuiscono alla decomposizione spettrale ;<br />
b)P σ(A)(lo spettro discreto ) é costituito dai punti di discontinuitá di Êx:e cioé<br />
P σ(A) = {x|limy→x Êy = Êx}<br />
c)Cσ(A) (lo spettro continuo) é costituito dai punti x in cui Êy ćontinuo anche a sinis-<br />
tra in x , ma non é costante in alcun suo intorno. Si verifica facilmente che i punti dello spet-<br />
tro discreto corrispondono agli autovalori di A nel senso che per ogni xɛP esiste almeno un<br />
vettore 〈x tale che :A〈x = x〈x. Si ha infatti :AÊx − Êx−ɛ|ψ〉 = ∞<br />
−∞ ydÊy( Êx − Êx−ɛ)|ψ〉 =<br />
∞<br />
−∞ ydÊyÊx|ψ〉 − ∞<br />
−∞ yÊx−ɛ|ψ〉=<br />
x<br />
−∞<br />
yd Êy|ψ〉 −<br />
x−ɛ<br />
−∞<br />
yd Êy|ψ〉 =<br />
x<br />
x−ɛ<br />
yd Êy|ψ〉 ∼ x( Êx − Êx−ɛ)|ψ〉<br />
L’operatore Px = limɛ→0 Êx − Êx−ɛ proietta perció nel sottospazio delle soluzioni<br />
dell’equazione agli autovalori A|ψ〉 = x|ψ〉<br />
Appendice :Rappresentazione di Heisenberg per l’evoluzione temporale<br />
É noto che l’equazione di Schrödinger per i vettori di stato é un’equazione differen-<br />
ziale su uno spazio di Hilbert a infinite dimensioni.Inoltre sappiamo che le sue soluzioni<br />
possono essere espresse nella forma ψ(t) = U(t, t0)ψ(t0), dove l’operatore U(t, t0) soddisfa<br />
l’equazione del primo ordine :<br />
con le condizioni iniziali :<br />
i¯h d<br />
dt U(t, t0) = HU(t, t0) (1)<br />
U(t0, t0) = 1.<br />
Questa equazione é leggermente differente dalla rappresentazione ”spazio-tempo” asso-<br />
ciata all’equazione di Schrödinger per la funzione d’onda ,che é invece una equazione<br />
35
Sistemi dinamici<br />
differenziale alle derivate parziali ,la cui soluzione é definita su tutto lo spazio tempo (di<br />
Minkowski). Il valor medio dell’osservabile A sullo stato ψ é : 〈A〉ψ ≡ (ψ,Aψ)<br />
(ψ,ψ)<br />
ma se si considera un nuovo vettore di stato (dove V(t) é un operatore scelto oppor-<br />
tunamente ):<br />
definire :<br />
Φ(t) ≡ V (t)ψ(t) il suo valor medio diventa: 〈A〉ψ ≡ (Φ,V AV −1 Ψ)<br />
(Ψ,Ψ) . Questo permette di<br />
A(t, t0) = V AV −1<br />
e nella rappresentazione di Heisenberg si sceglie:<br />
che implica :<br />
A(t, t0) = U −1 (t, t0)AU(t, t0)<br />
V (t) ≡ U −1 (t, t0)<br />
Φ(t) = U −1 (t, t0)U(t, t0)ψ(t0) = ψ(t0).<br />
Questo significa che nella rappresentazione di Heisenberg gli operatori evolvono nel tempo<br />
mentre i vettori di stato restano fissi.Inoltre ,in base all’equazione (1) otteniamo :<br />
da cui:<br />
i¯h d<br />
dt U† (t, t0) = −U −1 (t, t0)H<br />
i¯h d<br />
dt A(t, t0) = −U −1 (t, t0)(AH − HA)U(t, t0) = [A(t, t0, H)].<br />
Questo implica che l’operatore A(t, t0) é una costante del moto se e solo se commuta con<br />
H.<br />
.<br />
36