0.1 Problemi ben posti
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<strong>0.1</strong> <strong>Problemi</strong> <strong>ben</strong> <strong>posti</strong><br />
Abbiamo già detto che affinchè un problema formulato con equazioni differenziali<br />
(in particolare lineari) sia determinato, cioè affinchè una sua soluzione, se<br />
esiste, sia unica, occorre formulare alcune condizioni supplementari (non necessariamente<br />
di Cauchy).<br />
Inoltre affinchè il problema sia possibile, cioè affinchè esista una soluzione,<br />
occorre specificare alcune proprietà di regolarità delle funzioni coefficienti e termine<br />
noto, per le equazioni lineari, e delle funzioni che definiscono le condizioni<br />
supplementari nonchè del supporto delle condizioni supplementari (nel caso particolare<br />
del problema generalizzato di Cauchy la superficie supporto non deve<br />
essere in alcun punto caratteristica 1 ).<br />
Ma occorre anche esigere un altro requisito affinchè il problema sia <strong>ben</strong> posto:<br />
occorre che la soluzione sia continua rispetto ai dati supplementari cioè che una<br />
piccola variazione dei dati supplementari possa solo cambiare di poco i valori<br />
della funzione nella regione in cui essa è determinata dai dati supplementari.<br />
Più precisamente. poichè per le equazioni differenziali a derivate parziali i dati<br />
supplementari sono formulati assegnando un insieme di funzioni su un opportuno<br />
supporto, la continuità si formula nel modo seguente:<br />
∀ε, ∃y tale che se il sup del modulo della variazione di ciascuna funzione dato<br />
supplementare è minore di y, allora il sup del modulo della variazione della<br />
soluzione è minore di ε, sup calcolato per i punti della regione in cui la soluzione<br />
è determinata dai dati supplementari.<br />
La motivazione del requisito di continuità è ovvia. Poichè le condizioni<br />
supplementari in qualunque problema delle scienze naturali, o di economia, di<br />
sociologia ecc., sono conosciuti solo approssimativamente con un errore che si<br />
può rendere sufficientemente piccolo ma non nullo, se non ci fosse continuità<br />
rispetto ai dati supplementari la soluzione potrebbe variare di una quantità<br />
arbitrariamente grande per piccole variazioni dei dati supplementari ed essere<br />
quindi di fatto completamente indeterminata.<br />
Diremo, pertanto, che un problema è <strong>ben</strong> posto (secondo Hadamard) se è<br />
formulato in modo da garantire esistenza, unicità e continuità della soluzione<br />
rispetto ai dati supplementari. Faremo ora vedere che il problema di Cauchy per<br />
l’equazione di Laplace non è <strong>ben</strong> posto, utilizzando un controesempio trovato da<br />
Hadamard per mostrare che la soluzione del problema non è continua rispetto<br />
ai dati supplementari.<br />
Consideriamo il seguente problema di Cauchy: trovare una soluzione dell’equazione<br />
di Laplace<br />
∂2u ∂x2 + ∂2u = 0<br />
∂y2 1 Osserviamo che per l’equazione del calore i piani t=cost. sono caratteristici e quindi il<br />
problema di Cauchy per t=cost. non è possibile. Tuttavia esiste ed è unica la soluzione<br />
assegnando come dato supplementare u(t0, x) = f(x) con f(x).<br />
1
con le condizioni<br />
u(0, y) = 0<br />
∂u 1<br />
(0, y) = sin ny<br />
∂x nk con n, k interi positivi.<br />
Facciamo vedere che la soluzione di tale problema può essere scritta nella<br />
forma<br />
u(x, y) = X(x)Y (y).<br />
Infatti sostituendo nell’equazione si ha<br />
e quindi<br />
Pertanto<br />
e quindi<br />
1<br />
X<br />
d 2 X<br />
dx 2 = α2 X,<br />
d2X 1 d<br />
= −<br />
dx2 Y<br />
2Y dy2 d 2 Y<br />
dy 2 = −α2 Y.<br />
X(x) = Ae αx + Be −αx<br />
Y (y) = C sin αy + D cos αy<br />
u(x, y) = (Ae αx + Be −αx )(C sin αy + D cos αy).<br />
Poichè u(0, y) = 0 deve essere A = −B e quindi<br />
u(x, y) = (e αx − e −αx )(C sin αy + D cos αy)<br />
∂u<br />
(0, y) = 2α(C sin αy + D cos αy).<br />
∂x<br />
Poichè ∂u(0, y)/∂x = sin ny/n k si ha D = 0, α = n,<br />
C = 1/2n k+1 .<br />
Pertanto la soluzione del problema è<br />
u(x, y) =<br />
Poichè <br />
sin ny<br />
n k+1<br />
∂u(0, y)<br />
∂x<br />
<br />
nx −nx e − e<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
< 1<br />
n k<br />
segue che per n sufficientemente grande il modulo di ∂u(0,y)<br />
∂y è arbitrariamente<br />
piccolo. D’altra parte il modulo della soluzione assume valori arbitrariamente<br />
grandi non appena n è sufficientemente grande. Supponiamo ora di aver trovato<br />
la soluzione del problema di Cauchy per l’equazione di Laplace con condizioni<br />
supplementari<br />
∂u(0, y)<br />
u(0, y) = ϕ0(y)<br />
= ϕ1(y)<br />
∂x<br />
2<br />
2
ed indichiamo con u0(x, y) tale soluzione (ovviamente tale soluzione non è in<br />
generale il prodotto di una funzione della sola x per una funzione della sola y).<br />
Allora la funzione<br />
v(x, y) = u0(x, y) +<br />
sin ny<br />
n k+1<br />
<br />
nx −nx e − e<br />
è soluzione del problema di Cauchy con dati supplementari<br />
v(0, y) = ϕ0(y)<br />
∂v(0, y)<br />
∂x = ϕ1(y) + 1<br />
sin ny.<br />
nk Pertanto un cambiamento arbitrariamente piccolo dei dati supplementari dovuto<br />
all’aggiunta della funzione sin ny/n k alla ϕ1 dà luogo ad un cambiamento arbitrariamente<br />
grande del modulo della soluzione per x arbitrariamente piccolo<br />
non appena n è sufficientemente grande. Pertanto la soluzione del problema di<br />
Cauchy per l’equazione di Laplace non è continua rispetto ai dati supplementari<br />
ed il problema non è <strong>ben</strong> posto. Lo stesso si può dimostrare per l’equazione di<br />
Laplace per un numero qualsiasi di variabili indipendenti, e più in generale per<br />
le equazioni di tipo ellittico. Invece il problema di Dirichelet per l’equazione<br />
di Laplace è <strong>ben</strong> posto perchè, come vedremo, la soluzione esiste, è unica ed è<br />
continua rispetto al dato supplementare (soluzione assegnata sul bordo di una<br />
regione connessa).<br />
3<br />
2