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3 5<br />
2012<br />
22 OTTOBRE<br />
• GDOWEEK 2012 • Settimanale • <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A. – via Carlo Pisacane 1 – 20016 PERO (MILANO) • Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano<br />
INTERVISTA<br />
COOP ITALIA<br />
Domenico Brisigotti<br />
illustra il taglio<br />
innovativo delle pl<br />
<br />
RETAIL<br />
ACQUA & SAPONE<br />
L’insegna cresce<br />
e punta a sviluppare<br />
la rete di vendita<br />
<br />
RETAIL<br />
www.gdoweek.it www.gdoweektv.it<br />
BILLA<br />
Riconversione in atto:<br />
i primi risultati<br />
sono più che positivi<br />
<br />
INDUSTRIA<br />
INTERBRAND<br />
Nell’annuale classifi ca<br />
spicca il risultato<br />
ottenuto da Apple<br />
<br />
EFFETTI DELLA LIBERALIZZAZIONE DEI CARBURANTI IN ITALIA pag. 14
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<strong>Il</strong> cuore della forma si è fatto morbido.<br />
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cristina.lazzati@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />
a quando mi occupo di stilare mensilmente<br />
i contenuti del nostro tg<br />
online Econews, dedicato all’ecologia<br />
del vivere, mi capita sempre più spesso<br />
di cogliere, soprattutto nel retail anglosassone,<br />
un’evoluta capacità di ascolto e di<br />
apertura alle critiche che, nel nostro Paese,<br />
sembra impossibile da praticare.<br />
Passiamo ai fatti. Recentemente, Justin<br />
King, ceo di Sainsbury, terzo retailer food<br />
britannico, si è prodotto in un “uno contro<br />
tutti” per raccontare e spiegare gli obiettivi<br />
in ambito di sostenibilità della sua azienda<br />
ma a differenza dell’Italia, dove questa<br />
pratica non è molto amata e al massimo<br />
si fa in consessi chiusissimi, o mettendo<br />
sul palco icone intoccabili, lì la platea era<br />
fatta da critici ed esperti in sostenibilità,<br />
aziende fornitrici e, udite udite, concorrenti,<br />
che non hanno mancato di sottolineare<br />
eventuali incongruenze, superficialità e<br />
pressapochismi vari.<br />
I video dell’evento sono stati, poi, resi pubblici,<br />
quindi, nulla è stato tenuto riservato.<br />
Che cosa ha avuto in ritorno Sainsbury?<br />
Consigli e suggerimenti gratuiti da parte di<br />
esperti che si sono appassionati al caso,<br />
aperture su criticità che avrebbero potuto<br />
EDITORIALE<br />
<br />
<br />
<br />
dare agio ai concorrenti per fare controinformazione,<br />
possibilità di misurarsi sulla<br />
comunicazione ed, eventualmente, fare<br />
aggiustamenti. Un caso estremo? No, la<br />
punta avanzata di un meccanismo interlocutorio<br />
che caratterizza sempre di più<br />
il rapporto tra cittadino-consumatore e<br />
azienda, che però prevede la voglia e l’interesse<br />
da parte dell’azienda di mettersi in<br />
gioco.<br />
Torniamo nel nostro Paese. In Italia, molte<br />
aziende non sono in grado di misurarsi con<br />
la realtà per paura delle critiche, aziende<br />
che non sfruttano i social network appieno<br />
perché, nel farlo, potrebbe trovarsi in situazioni<br />
imbarazzanti.<br />
Aziende che continuano a perpetuare solo<br />
un tipo di comunicazione ad una sola dimensione,<br />
la loro. Non voglio criticare tutto<br />
il sistema, non è così per tutti e neppure<br />
penso che le cose non possano cambiare,<br />
ma mi piacerebbe che, sfruttando le<br />
immense potenzialità che oggi ci offre il<br />
web per ascoltare, imparassimo a farlo<br />
una buona volta, senza la paura di dire: “sì,<br />
ho sbagliato” e di chiedere scusa. Anche<br />
questo significa crescere, come manager,<br />
come azienda e come Paese.•<br />
22 ottobre 2012 3
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EDITORIALE<br />
OSSERVATORIO<br />
INTERVISTA<br />
COVER STORY<br />
3 5<br />
2012<br />
RETAIL<br />
INDUSTRIA<br />
L’azienda si rafforza, se ascolta<br />
i consigli e accetta le critiche<br />
Largo consumo: margini stretti,<br />
crescono Pl e promozioni<br />
<strong>Il</strong> paniere prezzi<br />
La borsa della spesa,<br />
a confronto Gross Iper e Lidl<br />
Faccia a faccia<br />
Creare valore con sostenibilità<br />
e promozione del territorio<br />
Innovare le private label:<br />
la nuova sfida di Coop<br />
Carrefour con Shell<br />
nel “tank & shop”<br />
Prossimità allargata,<br />
Carrefour sperimenta i format<br />
Shell fa da battistrada<br />
nei convenience store<br />
Marketing mix evoluto:<br />
Acqua & Sapone cresce<br />
Billa centra i primi risultati<br />
della riconversione<br />
<strong>Il</strong> Subcontinente indiano<br />
si apre alle multinazional<br />
Abercrombie & Fitch frena:<br />
ora si differenzia meno<br />
Sviluppo rete<br />
Apple insegue Coca-Cola,<br />
parola di Interbrand<br />
Mercati<br />
Salame: gusto e prezzo<br />
lo rendono competitivo<br />
Torna la fiducia<br />
nella classica bistecca<br />
Mercati<br />
Si rinnova l’immagine<br />
della frutta secca<br />
Mercati<br />
Assorbenza, cresce<br />
il segmento incontinenti<br />
03<br />
06<br />
08<br />
10<br />
12<br />
14<br />
15<br />
16<br />
18<br />
21<br />
22<br />
25<br />
29<br />
32<br />
35<br />
40<br />
43<br />
47<br />
06 Osservatorio<br />
12 Domenico<br />
Brisigotti<br />
22 India<br />
25 Abercrombie<br />
& Fitch<br />
32 Interbrand<br />
35 Salame<br />
43 Frutta secca<br />
47 Assorbenza<br />
50 Social<br />
technologies<br />
SERVIZI<br />
CULTURE<br />
Secondo appuntamento<br />
con il Tg Green<br />
di GdoweekTv.<br />
Ecco le dieci top news<br />
del mese di ottobre scelte<br />
da Gdoweek su quanto<br />
di più brillante realizzano<br />
le imprese nell’ambito<br />
dell’ecosostenibilità.<br />
Si parla di: Conad<br />
Adriatico, Sainsbury,<br />
Lidl e Utz, Whole Foods.<br />
Tesco propone il negozio<br />
online all’areoporto.<br />
A Gatwick (Londra) Terminal<br />
Nord, da Tesco si può<br />
ordinare food da più touch<br />
screen (appunto un negozio<br />
online) per chi rientra dopo<br />
un viaggio ed ha il frigo<br />
vuoto. La nuova soluzione<br />
(attiva solo in Uk), quindi,<br />
offre di fatto il primo pdv<br />
di alimentari virtuale.<br />
Sainsbury’s lancia<br />
il magazine augmented.<br />
Sainsbury ha proposto<br />
il primo numero interattivo<br />
del proprio magazine.<br />
Nel numero di ottobre<br />
in uscita si aggiungeranno<br />
anche annunci pubblicitari<br />
interattivi e pagine editoriali<br />
arricchite dalla realtà<br />
aumentata. <strong>Il</strong> video mostra<br />
il funzionamento di un iPad.<br />
Social technologies<br />
per generare valore<br />
EcoPaperLoop:<br />
il riciclo si fa virtuoso<br />
Formazione? Per senior<br />
e nuovi professionisti<br />
Opinione<br />
Cresce l’importanza<br />
del retropack nelle strategie<br />
di branding<br />
Libri<br />
Ben arrivati nel pensiero<br />
di Slavoj Žižek<br />
50<br />
53<br />
57<br />
56<br />
57<br />
ECOnews<br />
Video Tour<br />
Video Presentation<br />
22 ottobre 2012 5
6<br />
OSSERVATORIO<br />
di Gino Pagliuca<br />
nticiclico sì, ma fino a un certo<br />
punto. La recessione colpisce<br />
anche il carrello della spesa dei<br />
prodotti di largo consumo, con<br />
un consumatore costretto a fare i conti<br />
con lo scenario peggiore possibile: redditi<br />
reali in riduzione, prezzi in crescita. E<br />
così per la prima volta da decenni si assiste<br />
nel mondo della grande distribuzione<br />
a un calo dei volumi venduti, mentre la rete<br />
di vendita non si espande più. Questo,<br />
in sintesi, il quadro presentato da Angelo<br />
IL CENSIMENTO DEI PUNTI VENDITA DELLA GDO<br />
Diminuisce il numero dei negozi, cresce la quota dei supermercati<br />
22 ottobre 2012<br />
Numerica Variazione Quota<br />
mercato<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Massaro, Ad di SymphonyIRI Group per<br />
l’Italia, all’inaugurazione del Master Consumer<br />
& Retail management promosso da<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong>. Vediamo alcuni dei numeri<br />
analizzati durante la presentazione.<br />
<br />
I quattro indicatori fondamentali, Pil, consumi,<br />
disoccupazione e inflazione sono tutti<br />
in crescita e solo sull’aumento dei prezzi<br />
è possibile prevedere a breve un arretramento,<br />
indotto dalla diminuzione della do-<br />
Variazione<br />
annua<br />
Totale 72.395 -1,6% - -<br />
Ipermercati 445 4,<strong>2%</strong> 16,5% 0,1%<br />
Supermercati 8.992 0,3% 50,0% 0,4%<br />
Superette 6.594 -0,9% 10,3% -0,<strong>2%</strong><br />
Minimarket 5.102 -4,1% 3,1% -0,<strong>2%</strong><br />
Casa-Toilette 2.413 5,5% 2,9% 0,<strong>2%</strong><br />
Discount 4.309 1,4% 10,6% 0,3%<br />
Micro 6013 -4,3% 2,3% -0,<strong>2%</strong><br />
Misti 20.747 -2,5% 2,6% -0,<strong>2%</strong><br />
Alimentari 17.780 -1,6% 1,8% -0,<strong>2%</strong><br />
manda. In particolare, i consumi delle famiglie<br />
nel primo semestre di quest’anno<br />
sono scesi del 3,6%, a fronte di due modestissime<br />
riprese (0,2 e 1,<strong>2%</strong>) nei due<br />
anni precedenti, con aumenti che non<br />
avevano compensato il -1,6% del 2009.<br />
A volumi, la progressiva dei primi 8 mesi<br />
dell’anno fa segnare un -0,8% per il largo<br />
consumo. Tra le quattro macrofamiglie in<br />
cui si può suddividere l’universo Lcc solo<br />
l’alimentare tiene, perdendo lo 0,1%,<br />
mentre le bevande cedono lo 0,8%, la<br />
Prossimità e numeri che non quadrano<br />
Negli ultimi anni, tutti gli osservatori hanno posto<br />
l’accento sulla crescente importanza che avrà<br />
la prossimità nello scenario del commercio.<br />
I numeri però non sono completamente allineati<br />
alla previsione, perché in realtà i negozi di piccola<br />
dimensione (eccezion fatta per gli specialisti<br />
del toiletry) sono in arretramento e perdono<br />
significative quote di mercato. Cresce ma non esplode<br />
il discount, che probabilmente ha raggiunto un grado<br />
di saturazione. La spiegazione è che con tutta<br />
probabilità i format migliori interpreti della prossimità<br />
non saranno i piccoli negozi ma i supermercati.<br />
Fonte: Symphony Iri Group
OSSERVATORIO<br />
I MACROSETTORI LCC<br />
Andamento delle vendite in quantità e fatturato<br />
Vendite a volume Vendite a valore<br />
2012 2011 2012 2011<br />
Alimentari -0,1 1,0 2,0 3,5<br />
Bevande -0,8 1,4 1,8 2,2<br />
Cura Casa -4,9 -0,6 -0,6 0,5<br />
Cura Persona -1,0 1,2 -1,0 1,4<br />
cura persona l’1% e la cura casa un -4,9%,<br />
con un dato clamoroso. Nell’alimentare si<br />
registra la crescita del 3,<strong>2%</strong> per i prodotti<br />
basici e qui la spiegazione sta anche nel<br />
fatto che si stanno privilegiando, soprattutto<br />
per motivi economici, le preparazioni<br />
domestiche, a scapito di piatti pronti e<br />
pranzi/cene fuori casa.<br />
Prosegue il downgrading del carrello, come<br />
dimostra la lieve differenza tra inflazione<br />
Lcc (ovvero l’aumento dei prezzi medi<br />
dei prodotti) e gli scontrini battuti alle casse:<br />
il cliente si difende scegliendo prodotti<br />
di minor costo. E lo fa non abbassando<br />
necessariamente la qualità della scelta,<br />
come dimostra il boom sia delle promozioni<br />
sia delle private label. La pressione<br />
promozionale è infatti salita al 25,5%, con<br />
un incremento di 0,9 punti rispetto a un<br />
anno prima. Risulta in aumento anche lo<br />
sconto medio, passato dal 26,6% di un<br />
anno fa al 27%. Cresce anche l’efficacia<br />
delle promozioni; l’incremento medio delle<br />
vendite è del 113%, mentre un anno fa era<br />
del 106%.<br />
La vendita di Pl è salita del 7,1%, ma, a<br />
riprova di quanto si diceva sopra sulla qualità,<br />
interessa in maniera più che doppia<br />
(16,1%) i prodotti premium, mentre è<br />
dell’11,<strong>2%</strong> la crescita delle Pl primo prezzo,<br />
a ulteriore conferma della polarizzazione<br />
dei consumi. Accanto a questi, Massaro<br />
ha segnalato tre fenomeni significativi<br />
per il largo consumo: l’aumento dei pdv visitati<br />
in un mese, saliti a 3,7; la crescente<br />
attenzione al volantino promozionale: nel<br />
2004 lo guardava con attenzione il 53%<br />
dei destinatari, oggi si è al 90% e, infine, la<br />
maggiore frequenza della spesa (per abbassare<br />
lo scontrino unitario): il fenomeno<br />
riguarda il 71% dei consumatori.•<br />
Fonte: Symphony Iri Group<br />
<strong>2%</strong><br />
Aumento a valore<br />
degli alimentari<br />
nel I sem. 2012<br />
2,<strong>2%</strong><br />
Aumento a valore<br />
delle bevande<br />
nel I sem. 2012<br />
1,4%<br />
Aumento a valore<br />
della cura persona<br />
nel I sem. 2012<br />
22 ottobre 2012<br />
7
8<br />
OSSERVATORIO_ il paniere prezzi<br />
<br />
<br />
a cura di Lu. Ca.<br />
22 ottobre 2012<br />
Prima rilevazione del paniere di Gdoweek in<br />
Gross Iper, un’insegna del gruppo Carrefour,<br />
a sua volta raffrontato con un discount Lidl,<br />
entrambi a Milano. Gross Iper si caratterizza<br />
per una formula di vendita mutuata dall’ingrosso<br />
e declinata nel dettaglio, con tutte<br />
le marche del nostro paniere presenti nei<br />
formati di riferimento. Non è così, invece,<br />
per la marca privata ed i primi prezzi, spesso<br />
mancanti. <strong>Il</strong> paniere delle marche risulta<br />
così competitivo, anche per la presenza di<br />
dieci prodotti in promozione, mentre appaiono<br />
elevati la private label ed i primi prezzi,<br />
superiori di circa il 15% da quelli di Lidl.•<br />
Private label Primo prezzo<br />
prodotto marca euro euro euro euro<br />
latte UHT p.s. lt 1 Granarolo 0,69 0,69 0,55 0,55<br />
yogurt frutta 125 g cadauno Yomo 0,39 0,34 0,25 0,18<br />
mozzarella 125 g cadauna S. Lucia 1,19 1,19 0,69 0,69<br />
formaggio grattugiato 100 g mix Biraghi 1,19 1,19 0,99 1,20<br />
burro 250 g Prealpi 2,50 2,50 1,55 1,15<br />
tortelloni ricotta e spinaci 250 g Rana 1,80 1,80 0,96 0,85<br />
cracker 500 g Mulino Bianco 1,39 1,06 1,06 1,33<br />
pasta 1 kg Barilla 1,51 1,08 0,78 0,65<br />
riso arborio 1 kg Gallo 2,36 2,36 1,40 1,45<br />
pomodori pelati 400 g lordo Cirio 1,02 0,48 0,37 0,39<br />
passata di pomodoro bottiglia 700 g Pummarò 1,08 0,72 0,61 0,55<br />
polpa di pomodoro 400 g cad. DeRica 0,41 0,44 0,37 0,39<br />
fagioli borlotti scatola 400 g lordo cadauna Valfrutta 0,80 0,80 0,31 0,29<br />
piselli medi scatola 400 g lordo cadauna Cirio 0,86 0,55 0,58 0,45<br />
tonno all'olio d'oliva 160 g Rio Mare 1,99 1,40 1,31 0,99<br />
olio extra vergine 1 lt Bertolli 3,94 4,32 2,98 2,99<br />
olio di mais 1 lt Maya 2,45 1,87 1,63 1,39<br />
olio di semi vari 1 lt Olita 2,17 1,76 1,41 1,25<br />
biscotti frollini 800 g Mulino Bianco 2,85 2,15 1,70 0,92<br />
merendine croissant lisci 400 g Bauli 1,99 1,92 1,92 1,32<br />
cioccolato tavolette 100 g Milka 1,19 0,79 0,79 0,45<br />
confettura albicocca 400 g Zuegg 1,61 1,16 1,16 1,11<br />
caffè 250 g miscela classica cadauno Splendid 1,93 1,65 1,00 0,85<br />
minestrone surgelato 1 kg Findus 2,08 2,08 1,33 1,00<br />
spinaci in foglia surgelati 1 kg Orogel 2,31 2,31 1,61 1,39<br />
pizza margherita surgelata 600 g Bella Napoli 3,90 3,90 1,98 1,99<br />
acqua minerale naturale 1,5 lt Ferrarelle 0,42 0,42 0,15 0,13<br />
cola 1,5 lt Coca Cola 1,82 1,23 0,35 0,59<br />
succo arance 1 lt Santal 1,08 1,08 0,90 0,86<br />
vino brik 1 lt - 10° Tavernello 1,36 1,00 1,00 0,89<br />
cibo per gatti 400 g caduno Kitekat 1,00 0,59 0,42 0,39<br />
cibo per cani 1.250 g cadauno Friskies 2,12 1,40 1,06 0,89<br />
candeggina 2,5 lt Ace 2,<strong>24</strong> 2,<strong>24</strong> 0,84 0,69<br />
detersivo liquido 30 lavaggi Dixan 5,68 4,85 3,53 3,79<br />
ammorbidente 2 lt Vernel 2,23 2,23 1,20 0,99<br />
detergente piatti conc. 1,250 lt Svelto 2,85 1,86 0,88 0,71<br />
detergente casa 1,5 lt Aiax 2,51 2,51 2,09 0,99<br />
carta igienica x 10 rotoli Scottex 2,82 1,83 0,99 1,55<br />
asciugatutto x 4 rotoli Scottex 2,87 2,58 1,76 1,29<br />
pellicola metri 30 Cuki 2,09 1,38 1,38 0,57<br />
Totale paniere<br />
Differenza assoluta<br />
Differenza %<br />
Indice di convenienza (marca = 100)<br />
Numero offerte speciali<br />
76,69<br />
100<br />
11<br />
65,72<br />
10,97<br />
14,30<br />
85,70<br />
I prezzi sono riferiti ad unità di vendita dello stesso tipo, peso e multiplo, ma ove ciò non fosse possibile, sono stati parametrati alle unità di misura del<br />
prodotto di base, così ad esempio, i prezzi dei biscotti sono rapportati al peso di 800 grammi e la carta igienica a 10 rotoli, anche se in confezioni di peso<br />
o quantità diversi. Da GrossIper, la marca privata ed i primi prezzi, quando presenti, sono a marca Carrefour e Carrefour Discount; nel caso della pl, se<br />
mancante, sono state rilevate marche follower. Per il paniere dei primi prezzi, sia presso Gross Iper che Lidl, sono stati comunque rilevati i prezzi apparsi<br />
più bassi, indipendentemente da ogni considerazione qualitativa. A tutti i prodotti, anche se non presenti, è stato comunque attribuito il miglior prezzo di<br />
riferimento. Sono considerati i prezzi promozionali.<br />
Offerte speciali Prezzo mancante (attribuito)<br />
0<br />
45,84<br />
30,85<br />
40,23<br />
59,77<br />
1<br />
40,10<br />
36,59<br />
47,72<br />
52,28<br />
Rilevazioni del 14 settembre 2012<br />
rispettivamente presso l’ipermercato<br />
Gross Iper di via Cusago ed il discount<br />
Lidl di viale Cassala, entrambi a Milano<br />
(non c’è riferimento col 2011).<br />
0
LE SOTTILI<br />
LASAGNE ALL’UOVO<br />
Dalla tradizione di Emiliane Barilla nascono Le Sottili, le nuove lasagne Emiliane Barilla<br />
con spessore ridotto, ideali per esaltare i condimenti più vari con un gusto delicato e<br />
garantire tutto il piacere morbido delle lasagne all’uovo, in soli 12 minuti.<br />
Le Sottili, una innovativa proposizione nella categoria Pasta all’Uovo Secca,<br />
per incontrare il gusto di un target più giovane e moderno
10<br />
OSSERVATORIO_ faccia a faccia<br />
<strong>Il</strong> parere di Coop Adriatica e Riso Scotti<br />
<br />
<br />
DISTRIBUZIONE<br />
Pietro<br />
Terlingo,<br />
Coop Adriatica<br />
di Barbara Trigari<br />
ostenibilità e attenta gestione delle<br />
leve di business, fanno parte della<br />
ricetta di Coop Adriatica e Riso<br />
Scotti. Ne parliamo con Pietro<br />
Terlingo, responsabile servizio marketing di<br />
Coop Adriatica e Gianluca Pesce, direttore<br />
commerciale e marketing di Riso Scotti.<br />
Localismo e territorialità: come influenzano<br />
gli assortimenti?<br />
Terlingo - Li influenzano molto, in particolar<br />
modo su alcune categorie che caratterizzano<br />
maggiormente la territorialità, come vini<br />
e liquori, ortofrutta, salumi e formaggi, con<br />
variazioni sia in funzione dell’ampiezza sia<br />
della profondità. Coop Adriatica copre un<br />
territorio molto vasto, dal Veneto all’Abruzzo,<br />
e per valorizzarlo stiamo attuando il progetto<br />
“Territori.coop” con un sito dedicato ai fornitori<br />
locali ed etichette che evidenziano sia<br />
i prodotti che i fornitori locali sullo scaffale.<br />
Pesce - Oggi assistiamo sia a un fenomeno<br />
di difesa e valorizzazione delle territorialità<br />
sia all’espansione di alcuni localismi in territori<br />
un tempo non presidiati; per esempio,<br />
il carnaroli e l’arborio si vendono oggi anche<br />
al sud e addirittura fanno parte delle pianificazioni<br />
promozionali. Negli assortimenti<br />
troviamo, quindi, un numero maggiore di<br />
22 ottobre 2012<br />
INDUSTRIA<br />
Gianluca<br />
Pesce,<br />
Riso Scotti<br />
prodotti a valenza nazionale, affiancati non<br />
solo da specificità territoriali, ma anche da<br />
specialità una volta considerate di nicchia<br />
e oggi a elevata rotazione, come il basmati.<br />
Business model per le pmi/d.o., quali le<br />
coordinate?<br />
Terlingo - L’aspetto più importante per noi in<br />
questo momento sono i soci e titolari della<br />
nostra azienda, cui cerchiamo di dare sempre<br />
più valore aggiunto. Le promozioni sono<br />
molto importanti, perché il cliente cerca la<br />
convenienza, anche come percezione, compra<br />
molto in promozione e acquista di più i<br />
prodotti a marchio: utilizza in maniera sempre<br />
più oculata un budget che si è ridotto.<br />
Occorre lavorare su tutte le leve per sostenere<br />
le vendite e ridurre i costi, purtroppo<br />
sempre in crescita.<br />
Pesce - L’aspetto che assumerà più importanza<br />
per un’azienda di marca leader nel<br />
mercato del riso come noi sarà ottimizzare<br />
il pacchetto d’offerta. Agire su una sola leva<br />
non è più sufficiente, occorre il perfetto<br />
bilanciamento tra prezzo, valore percepito<br />
dal consumatore, peso promozionale, qualità.<br />
La capacità di analisi da parte sia delle<br />
aziende sia della distribuzione è straordinariamente<br />
elevata, quindi le performance<br />
devono essere reali e sono appunto una<br />
componente del pacchetto d’offerta.<br />
Sostenibilità: come incide sulle vostre<br />
strategie?<br />
Terlingo - Coop è molto attenta alla sostenibilità<br />
come dimostrano le numerose iniziative<br />
volte al rispetto dell’ambiente, come la<br />
proposta dei detersivi sfusi o la campagna a<br />
km 0 per l’acqua. Dal canto nostro abbiamo<br />
dotato molti punti di vendita di pannelli solari,<br />
chiuso tutti i banchi surgelati e in alcuni<br />
casi anche quelli dei prodotti freschi. Da un<br />
anno abbiamo aperto a Conselice (Ra) un<br />
punto di vendita completamente ecologico.<br />
Pesce - Oggi non si può fare a meno della<br />
sostenibilità, e non solo perché il consumatore<br />
la richiede, ma perché è una garanzia<br />
per il futuro. Però deve essere una sostenibilità<br />
“sostenibile”, a 360°, conveniente<br />
anche per il cliente: quindi l’industria deve<br />
rispettare l’ambiente, costare meno e<br />
semplificare il servizio; concretamente noi<br />
abbiamo ridotto al minimo il cartone degli<br />
imballi, ottimizzato i consumi, ridotto i<br />
trasporti puntando su carichi completi. In<br />
definitiva, la semplificazione è sostenibilità:<br />
se un’azienda è semplice ha anche minore<br />
impatto ambientale.<br />
Qual è la propensione delle pmi allo sviluppo<br />
di nuovi prodotti/servizi?<br />
Terlingo - Si nota un rallentamento nella<br />
corsa a innovare, dettato dagli elevati costi<br />
che ricadono sull’industria, e dalla volontà<br />
di non bruciare le uscite in un periodo di<br />
vendite stagnanti. Da parte nostra, come<br />
innovazione di servizio, oltre all’offerta che<br />
caratterizza Coop a livello nazionale, recentemente<br />
abbiamo posizionato in alcuni pdv<br />
dei depuratori per l’acqua pubblica, sempre<br />
per ridurre l’inquinamento derivato dal trasporto<br />
delle bottiglie.<br />
Pesce - Credo che l’industria sia veramente<br />
obbligata a fare il mestiere dell’industria,<br />
quindi a essere innovatrice, propositrice,<br />
creatrice di nuovi prodotti e servizi per essere<br />
sempre un passo avanti nel percepire<br />
eventuali segnali deboli e orientare il cliente<br />
verso le scelte migliori. Crediamo però<br />
in un’innovazione continua e determinata,<br />
un “percorso innovazione” capace di creare<br />
futuro a medio e lungo termine, perché solo<br />
così a beneficiarne sarà il sistema nel suo<br />
insieme. L’invito che mi sento di rivolgere alla<br />
gdo è quello di premiare l’innovazione vera<br />
nelle proprie scelte.•
12<br />
INTERVISTA<br />
<br />
<br />
Con il lancio di due integratori, Coop introduce una nuova<br />
categoria e si candida a declinare l’innovazione di marca<br />
con l’approccio e l’originalità tipica di un brand industriale<br />
di Marina Bassi<br />
Chi è<br />
Domenico<br />
Brisigotti,<br />
direttore prodotti<br />
a marchio<br />
di Coop Italia,<br />
risultato di oltre<br />
vent’anni di carriera<br />
22 ottobre 2012<br />
ssere unici nell’offerta e in sintonia<br />
con la domanda dei consumatori:<br />
queste le direttrici lungo le quali si<br />
muove Coop nella definizione dei<br />
suoi prodotti a marchio, come spiega<br />
Domenico Brisigotti, direttore prodotti<br />
a marchio di Coop Italia. “Per un distributore,<br />
il tema dell’unicità del suo posizionamento<br />
è sempre difficile da affrontare,<br />
visto che oggi, con i tempi di inseguimento<br />
sempre più rapidi, mantenere un<br />
vantaggio competitivo per lungo tempo<br />
presenta complessità. In quest’ottica, la<br />
marca commerciale rappresenta la leva<br />
più diretta sulla quale ogni retailer può<br />
agire per costruire, in maniera continuativa,<br />
il proprio plus rispetto ai competitor<br />
-continua Brisigotti-. Questo è tanto più<br />
vero oggi in Italia, dove la marca commerciale,<br />
pur continuando a mantenere<br />
un ruolo marginale in confronto con le<br />
quote europee, ha raggiunto uno stadio<br />
avanzato, con tassi di crescita rilevanti,<br />
negli ultimi due anni, che fanno immaginare<br />
prospettive interessanti per tutti i<br />
retailer. Per Coop, che vanta numeri simili<br />
ai top retailer europei, distanti dalla media<br />
italiana, questo si traduce in progetti<br />
fortemente innovativi e distintivi”.<br />
L’innovazione, quindi, è un tema centrale.<br />
Chi la decide: il distributore, il<br />
fornitore o altri enti?<br />
Per Coop si tratta di un argomento strategico,<br />
da sviluppare in maniera autonoma:<br />
ci sono tanti modi di definire l’innovazione,<br />
dai più originali e fantasiosi ai più
igorosi, ma il nostro modello di innovazione<br />
individua nelle dinamiche della<br />
domanda la base per esplorare nuovi<br />
territori, magari con l’aiuto di soggetti<br />
terzi, che non appartengono al mondo<br />
dell’industria, alla quale ci rivolgiamo in<br />
una seconda fase.<br />
Cosa chiedete ai fornitori a conferma<br />
della loro propensione all’innovazione?<br />
Di essere dei partner in grado di comprendere<br />
e condividere sfide, ambizioni<br />
e obiettivi, grazie a relazioni di lunga durata.<br />
Del resto, non abbiamo alternative:<br />
è l’unico approccio valido per smarcarci<br />
dall’omologazione in atto, evidenziando<br />
ulteriormente l’unicità della nostra mission.<br />
La sfida che ci troviamo ad affrontare,<br />
quindi, è quella di diventare più bravi<br />
e originali nel creare nuove pl, che, al di<br />
là dei rapporti con l’industria, devono essere<br />
costruite su progetti di largo respiro,<br />
difficili da replicare per il loro contenuto<br />
intrinseco, non certo per le esclusive o i<br />
contratti blindati sottoscritti con l’industria.<br />
Questa è la strada che seguiamo,<br />
come dimostrano alcune recenti operazioni<br />
distintive.<br />
Come il lancio dei due integratori Eufyr<br />
e EuKappa?<br />
Sì. Una nuova frontiera, destinata, probabilmente,<br />
ad aprire nuove categorie non<br />
solo per Coop, ma per l’intero mercato.<br />
È la prima volta, infatti, che in due integratori<br />
viene utilizzata la vitamina K2,<br />
da sempre considerata antagonista nei<br />
processi di decadimento della struttura<br />
ossea, capacità oggi dimostrata anche<br />
da recentissime ricerche scientifiche. E<br />
il soggetto economico più all’avanguardia<br />
e in linea con gli studi scientifici più<br />
avanzati sull’argomento è un distributore.<br />
Italiano. Se non è innovazione questa...<br />
Cosa vi aspettate da un’operazione di<br />
questo genere?<br />
Prima di tutto, una positiva ricaduta di<br />
immagine sul nostro posizionamento di<br />
marca e sulla nostra capacità di esprimere<br />
e realizzare prodotti innovativi, che<br />
sono tali non soltanto a livello di ingre-<br />
dienti e composizione. Con Eufir e Euk<br />
entriamo, infatti, in nuovi territori anche<br />
per la scelta del nome: per la prima volta,<br />
come brand sono utilizzati due nomi<br />
di prodotto. Parliamo di un aspetto, a<br />
prima vista, forse, non particolarmente<br />
importante, ma che assume un significato<br />
strategico in termini di marketing:<br />
vuol dire che la marca privata comincia a<br />
introdurre denominazioni di prodotto che<br />
potrebbero aprire nuove riflessioni sulla<br />
marca e il suo valore. In questo senso,<br />
qualcosa si sta muovendo all’estero: Tesco,<br />
ad esempio, ha adottato una scelta<br />
simile per alcuni gelati e item di petfood.<br />
Piccole mosse che fanno intravedere le<br />
potenzialità di domani.<br />
innovare<br />
significa essere<br />
in sintonia con<br />
la domanda<br />
con un’offerta<br />
unica<br />
e distintiva<br />
Ma gli integratori non sono l’unico<br />
esempio di approccio innovativo nella<br />
definizione di nuove linee di pl, vero?.<br />
Esatto. Un altro esempio interessante<br />
è la linea Club 4-10 dedicata al mondo<br />
dell’infanzia, sulla quale ci siamo fatti le<br />
ossa prima di affrontare gli integratori.<br />
Anche in questo caso, per costruire un<br />
posizionamento competitivo e distintivo<br />
-e non una banale rieticchettatura di prodotti<br />
già esistenti, come succede negli<br />
assortimenti della quasi totalità dei retailer<br />
in Europa-, abbiamo analizzato la<br />
domanda. Così, abbiamo scoperto che<br />
l’Italia è in testa alle classifiche per numero<br />
di bambini obesi e sovrappeso, un<br />
dato impressionante nel Paese della dieta<br />
mediterranea. Ci siamo, quindi, rivolti<br />
alla comunità scientifica, coinvolgendo<br />
l’Ecog, l’ente europeo che si occupa di<br />
obesità infantile, e la SIO, la Società<br />
Italiana dell’Obesità, stabilendo con loro<br />
regole stringenti sulle quali costruire<br />
prodotti nuovi e sani, come gli omoge-<br />
INTERVISTA<br />
neizzati senza zucchero e sali aggiunti e<br />
le merendine con basse quantità di grassi<br />
e ricche di fibre.<br />
Una sfida ambiziosa, che va anche spiegata<br />
al consumatore...<br />
<strong>Il</strong> punto, infatti, è proprio verificare la sintonia<br />
con i clienti, svelarla e diffonderla.<br />
Per questo, abbiamo stretto un accordo<br />
di licencing con Warner Bros per avere i<br />
loro personaggi sui pack ed organizzato<br />
attività in-store per facilitare la visibilità a<br />
scaffale. Ma l’unicità della proposta non<br />
ha nulla a che fare con il personaggio dei<br />
cartoon: il valore è il progetto strategico<br />
alle spalle, che mostra la differenza tra<br />
un’operazione tattica -“faccio una merendina<br />
più sana”- e una strategia definita<br />
-“penso a una dieta alimentare che preservi<br />
la salute”.<br />
Questo approccio implica un lavoro continuo,<br />
senza soste. Per questo, Coop non<br />
ha chiesto una consulenza una tantum:<br />
medici, scienziati ed esperti di alimentazione<br />
continuano a lavorare con noi,<br />
all’interno di processo impegnativo e<br />
costoso, in termini di risorse, tempo e<br />
relazioni, ma soltanto in questo modo si<br />
costruisce quel valore aggiunto che differenzia<br />
un’insegna dai competitor.<br />
Si tratta di progetti che porteranno, anche<br />
a incrementi nella quota delle pl?<br />
É il nostro obiettivo. Oggi, i nostri prodotti<br />
a marchio rappresentano circa un quarto<br />
delle vendite, percentuali anche superiori<br />
se analizziamo i dati a volume e la redditività.<br />
Ma vogliamo migliorare ancora i<br />
dati, anche se è difficile indicare numeri,<br />
oggi. Prevedo, comunque, a medio termine,<br />
un ruolo prevalente della marca commerciale<br />
rispetto all’offerta di marca, con<br />
un’inversione dei ruoli rispetto ad oggi.<br />
A proposito di idm, che effetto avrà<br />
l’art. 62 sui fornitori di private label?<br />
Nel breve, non vedo effetti diretti sui produttori<br />
di pl. A medio termine, si verificherà<br />
un generale riequilibrio dei rapporti fra<br />
idm e gdo, che coinvolgerà soprattutto le<br />
imprese intermedie e aprirà ulteriori spazi<br />
alle private label, in tutte le direzioni.•<br />
22 ottobre 2012 13
14<br />
COVER STORY<br />
<br />
<br />
Primi effetti<br />
delle liberalizzazioni:<br />
anche in Italia<br />
il retail cerca<br />
e trova<br />
i suoi “spazi”<br />
di vendita<br />
22 ottobre 2012<br />
di Roberto Pacifico<br />
a collaborazione italiana tra Shell<br />
Italia e Carrefour Italia, inauguratasi<br />
con l’apertura del piccolo<br />
supermercato nella stazione di<br />
servizio in via S. Rita da Cascia, a Milano,<br />
è la prima, e per ora unica, di questo<br />
genere in Italia. Per essere più precisi,<br />
Carrefour viene da un test, dagli esiti non<br />
proprio fortunati, con Eni, a Roma: dei<br />
cinque pdv sviluppati, ne è rimasto aperto<br />
solo uno. Nell’intervista pubblicata qui<br />
a fianco, Gabriele Di Teodoro, direttore<br />
divisione supermercati e prossimità di<br />
Carrefour Italia spiega la ragione principale<br />
di questo insuccesso, ma è importante<br />
ricordare che il nuovo concetto<br />
distributivo di Carrefour express visto a<br />
Milano potrebbe fare da apripista a un<br />
format intermedio tra supermercato di<br />
prossimità e convenience store in senso<br />
stretto (alla “drugstore”), a seconda<br />
che si sviluppi su posizioni urbane o location<br />
autostradali e/o extra-cittadine.<br />
Per Shell Italia questo punto di vendita<br />
rappresenta il primo passo in direzione<br />
di uno sviluppo del convenience store in<br />
Italia. Nell’eventualità che le principali<br />
compagnie petrolifere operanti in Italia<br />
intendano -margini, conti economici e<br />
crisi dei consumi permettendo- accelerare<br />
lo sviluppo del non-oil, si potrebbe<br />
configurare uno scenario collaborativo
caratterizzato da una netta divisione<br />
delle competenze tradizionali: ai retailer<br />
il compito di aprire nuovi spazi in prossimità<br />
delle aree di rifornimento, alle<br />
compagnie petrolifere il tradizionale e<br />
ben più lucroso business dell’erogazione<br />
carburanti. Che rimane senza dubbio<br />
il core business, quello che garantisce<br />
i “veri” volumi d’affari. Carrefour Italia<br />
(che ha una rete complessiva di 1.219<br />
punti di vendita divisi tra 45 ipermercati<br />
Carrefour, 443 Carrefour Market, 717<br />
Carrefour express, e 14 cash and carry<br />
a insegna DocksMarket e Grossiper), ha<br />
25 stazioni di rifornimento carburanti, integrate<br />
ai centri commerciali, alcune in<br />
COVER STORY<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
GABRIELE<br />
DI TEODORO<br />
direttore divisione<br />
supermercati<br />
e prossimità<br />
di Carrefour Italia<br />
arrefour Italia sta sperimentando molto in<br />
questo periodo. Innovando. Ha aperto il primo<br />
super italiano “<strong>24</strong>h open” a Milano in Piazza<br />
Clotilde, Poi il primo Carrefour express aperto<br />
in un’area ristorazione autostradale (La Pioppa<br />
Ovest a Bologna), e ora il primo super in Italia<br />
su un’area di rifornimento carburanti cittadina.<br />
<strong>Il</strong> partner è Shell Italia. Una scelta motivata<br />
dalla leadership che il gruppo petrolifero angloolandese<br />
ha maturato nel canale dei convenience<br />
store in Europa, dove è leader di mercato. Ne<br />
parliamo con Gabriele Di Teodoro, direttore<br />
supermercati e prossimità di Carrefour Italia.<br />
C’è di che essere soddisfatti per questo nuovo<br />
punto di vendita, conferma?<br />
Sì, siamo soddisfatti della collaborazione<br />
sotto ogni profilo, soprattutto quello operativo. Abbiamo aperto il punto di<br />
vendita dopo sei mesi dal primo contatto. In base ai risultati, decideremo<br />
come e quanto sviluppare questo formato. Che però non si potrà esportare<br />
facilmente su larga scala. La location urbana permette comunque di<br />
cogliere due grandi fasce di utenti: i residenti nel quartiere che vogliono<br />
fare una spesa di completamento, e i consumatori di passaggio che<br />
si fermano a fare rifornimento. La sfida sarà integrare entrambe,<br />
incrementando il tank&shop.<br />
Che cosa non ha funzionato con Eni?<br />
Le location. Abbiamo aperto cinque negozi in posizioni extra-urbane e<br />
autostradali impossibili da raggiungere a piedi. Le dico solo che a Roma,<br />
con quel tipo di location, per ottenere i risultati che stiamo registrando in<br />
pochi mesi di apertura qui a Milano, ci avremmo messo un anno.<br />
Come sta andando La Pioppa Ovest a Bologna?<br />
Benissimo, se paragonato al trend di Autostrade quest’estate, con un calo<br />
generalizzato di circolazione nell’ordine delle due cifre. Carrefour express<br />
nell’area ristorazione MyChef, ha realizzato il 20% in più di quanto facevano<br />
loro, prima che arrivassimo. Anche se questa performance non ripaga<br />
per ora gli elevati investimenti per aprire a Bologna, rimane un caso di<br />
successo.<br />
In che cosa si differenzia questo Carrefour express aperto con Shell?<br />
È un concetto diverso da Bologna-La Pioppa, non tanto graficamente e<br />
visivamente, quanto in termini di assortimento e servizio. A Milano su 120<br />
mq abbiamo massimizzato le unità di bisogno per completare la spesa di<br />
chi si ferma a fare rifornimento, e degli abitanti in zona: l’offerta è di 1.500<br />
referenze, con densità molto alta. L’assortimento base potrebbe cambiare<br />
in alcune categorie per adattarsi a specifici segmenti di domanda. RP<br />
22 ottobre 2012 15
16<br />
COVER STORY<br />
<br />
<br />
<br />
KAI-UWE<br />
WITTERSTEIN<br />
General Manager<br />
retail di Shell Italia<br />
1 2<br />
1-Carrefour express sull’area di servizio Shell a<br />
Milano è il primo convenience store della grande<br />
distribuzione su un’area di rifornimento carburanti.<br />
Gli orari d’apertura sono: 7-21 lu-sa, e domenica<br />
mattina. <strong>Il</strong> prezzo della benzina senza piombo<br />
riportato sul totem si riferisce al 3 settembre 2012<br />
2- Prima corsia d’ingresso dedicata al breakfast:<br />
in fondo la cantina<br />
3-Le casse gestiscono sia il check out<br />
dei clienti del supermercato sia il pagamento<br />
del rifornimento<br />
22 ottobre 2012<br />
hell Italia spa è la società cui fanno capo<br />
le attività della distribuzione finale dei<br />
carburanti (downstream) attraverso 900<br />
stazioni stradali e autostradali. La conchiglia<br />
d’oro, simbolo nel mondo del gruppo petrolifero<br />
anglo-olandese, è un’icona familiare agli occhi<br />
degli italiani, essendo presente ormai sulla<br />
Penisola da un secolo (1912). E sempre in<br />
ambito downstream, Royal Dutch Shell plc è<br />
leader in Europa nei convenience store abbinati<br />
alle sue aree di rifornimento carburanti.<br />
Shell Italia è la prima società petrolifera ad<br />
aprire in Italia un supermercato (tecnicamente<br />
bisognerebbe definirlo superette) della grande<br />
co-branded con altre compagnie, fra le<br />
quali Shell. Come tutte le principali società<br />
impegnate nel mercato downstream<br />
italiano, Shell ha quasi 500 shop annessi<br />
alle aree di servizio, in prevalenza con<br />
marchio Select. Non è l’unica. Non poche<br />
delle insegne petrolifere presenti sul<br />
territorio italiano hanno sviluppato una<br />
loro linea di bar/minimarket autostradali:<br />
Esso Italia con On the Run, Eni con<br />
gli Eni cafè, Q8 con al Punto giusto, ma<br />
esperimenti (a volte molto interessanti<br />
e riusciti) li troviamo pure in TotalErg.<br />
<strong>Il</strong> problema è la discontinuità della rete:<br />
distribuzione alimentare su un’area di servizio<br />
e in location urbana. Kai-Uwe Witterstein,<br />
che abbiamo incontrato a Milano, in visita<br />
al Carrefour express di Milano-Santa Rita<br />
da Cascia, lo definisce il primo passo per lo<br />
sviluppo del canale convenience in Italia.<br />
Shell è molto attiva nei convenience store<br />
con il proprio marchio. Lavorate anche con<br />
altri partner della distribuzione?<br />
Nei principali mercati europei nei quali siamo<br />
presenti abbiamo sviluppato punti di vendita<br />
sia con nostro marchio principale, Select, sia<br />
con le insegne dei retailer nazionali come Spar<br />
non tutte le aree permettono lo sviluppo<br />
di concept adeguati per spazio e assortimento,<br />
dipende poi dalla disponibilità dei<br />
singoli gestori; infine, soprattutto per le<br />
location autostradali, c’è la concorrenza<br />
con Autogrill e i suoi servizi integrati bar/<br />
market, la cui presenza sull’area di sosta<br />
autostradale ha sempre fatto da magnete<br />
incontrastato.<br />
<br />
Tornando a Milano, il punto di vendita<br />
sull’area di servizio Shell è, in base alla<br />
tradizionale classificazione dimensiona-
in Austria e Germania, Edeka sempre in Germania, Waitrose in<br />
Regno Unito e Migros in Svizzera che sviluppa con noi<br />
i convenience a insegna Migrolino (foto a fianco).<br />
L’obiettivo principale è di differenziarci in rapporto alle<br />
esigenze dei singoli mercati. L’accordo con Carrefour in<br />
Italia va in questa direzione, anche se il concetto italiano di<br />
convenience store diverge non poco da quello tradizionalmente<br />
adottato e sviluppato nei principali paesi europei.<br />
In Italia avete quasi 500 punti di vendita. Pensate di<br />
convertirne una parte al nuovo format Carrefour express<br />
inaugurato qui a Milano?<br />
È impossibile dare una risposta ora. Questo primo, e unico<br />
in Italia, Carrefour express rappresenta un test per verificare<br />
la fattibilità del format sul mercato italiano. Molto dipenderà<br />
dai risultati. E comunque non si può pensare di convertire<br />
un’intera rete senza considerare le peculiarità di ogni location.<br />
Questo Carrefour express è situato su un’area di rifornimento<br />
carburanti in una posizione urbana e quindi con possibilità di<br />
funzionare anche da supermercato di prossimità.<br />
3<br />
le, un minimercato (100-200 mq): dispone<br />
infatti di 120 mq di vendita, ma per<br />
numero di item (1.500), si può definire<br />
un supermercato tascabile che copre<br />
tutte le principali occasioni di consumo,<br />
dagli acquisti base/quotidiani (“gli indispensabili”,<br />
come recita l’indicazione di<br />
reparto) agli acquisti d’impulso e dell’ultimo<br />
momento. Non manca la cantina<br />
vini. Indicazioni di reparto identificano le<br />
principali aree dell’assortimento: “Specialità<br />
da gustare”, “il benessere parte<br />
da qui” (toiletries e cura persona), “per<br />
ogni tua necessità”, “golosità per te”.<br />
Moltissimi i prodotti a marchio Carrefour<br />
che si dividono l’assortimento con i brand<br />
leader. <strong>Il</strong> colpo d’occhio dall’esterno è di<br />
sicuro impatto, “catching & appealing”:<br />
le altre due stazioni di servizio presenti<br />
sulla stessa via, non reggono il confronto<br />
con Shell. L’interno è ben strutturato. Le<br />
corsie sono un po’ strette, a dire il vero,<br />
e mancano parafarmaco, giornali, e<br />
il “tobacconist” come tutti i convenience<br />
store che si rispettino. Ma “i prezzi sono<br />
quelli che un cliente si aspetterebbe da<br />
un Carrefour Market” aggiunge di Teodoro.<br />
Anche se non siamo nel <strong>24</strong>h open,<br />
COVER STORY<br />
L’accordo con Carrefour prevede anche integrazioni e<br />
sinergie nelle politiche marketing e loyalty?<br />
Esistono interessanti aree di sovrapposizione sinergica, per<br />
esempio nei programmi di fedeltà e di co-marketing: sia noi<br />
di Shell sia Carrefour abbiamo specifiche carte: ma non è<br />
escluso che lavoreremo sull’integrazione, qualora dovessimo<br />
passare dal test a un più ampio roll-out.<br />
900<br />
Le stazioni<br />
di servizio Shell<br />
in Italia<br />
50%<br />
L’incidenza della rete<br />
italiana Shell<br />
con offerta non-oil<br />
che Carrefour sperimenta già a Milano,<br />
in Piazza Clotilde, l’orario è abbastanza<br />
lungo: 7-21, e domenica mattina. <strong>Il</strong> parcheggio<br />
è limitatissimo: otto posti auto.<br />
Potrebbero esserci problemi di affollamento<br />
tra chi fa rifornimento carburanti<br />
e chi lascia l’auto per fare la spesa, anche<br />
se il pdv è di quartiere, e quindi facilmente<br />
raggiungibile a piedi. <strong>Il</strong> format è<br />
perciò molto adatto ai contesti urbani:<br />
d’altronde Shell ha solo 28 aree di servizio<br />
in autostrada su 900 totali, ma una<br />
sessantina in contiguità con centri commerciali/ipermercati.•<br />
22 ottobre 2012 17
18<br />
RETAIL<br />
Si confermano<br />
le performance<br />
dell’insegna,<br />
che punta allo<br />
sviluppo della rete<br />
e dell’assortimento<br />
<br />
<br />
di Alessandra Bonaccorsi<br />
entidue nuove aperture e un fatturato<br />
dei primo semestre 2012<br />
pari a 438 mio €, in aumento<br />
dell’8,7% rispetto allo stesso<br />
periodo del 2011: questi i numeri di Acqua<br />
& Sapone, la catena specializzata in<br />
prodotti per la bellezza, la cura della persona<br />
e la pulizia della casa, che fa capo<br />
al Gruppo Cedas. Si tratta di indicatori,<br />
che confermano il trend degli ultimi anni,<br />
attestati su un volume d’affari 2011 pari<br />
a 853 milioni di euro, con un incremento<br />
del 12,7% rispetto all’anno precedente.<br />
<br />
Visti i risultati del primo semestre, le<br />
prospettive di chiusura del 2012 sono<br />
più che positive: “Quello che ci fa ben<br />
sperare per il futuro sono le due direttrici<br />
su cui ci stiamo concentrando e che,<br />
ad oggi, ci hanno portato già dei buoni<br />
risultati di mercato -spiega Nando Barbarossa,<br />
vicepresidente Acqua & Sapone<br />
srl-. <strong>Il</strong> primo asset riguarda la politica<br />
22 ottobre 2012<br />
di marketing che definirei coraggiosa e<br />
lungimirante: un mix fra spot televisivi,<br />
un originale concorso e offerte ad hoc<br />
studiate per le esigenze dei nostri clienti.<br />
<strong>Il</strong> secondo focus si concentra sul punto<br />
di vendita, a livello sia di immagine sia di<br />
assortimento, che deve essere in grado<br />
di garantire una trasversalità di offerta<br />
che, al momento, pochi, se non nessuno,<br />
possono vantare nel nostro settore”.<br />
Acqua & Sapone,<br />
insegna di proprietà<br />
del Gruppo Cedas,<br />
che aderisce<br />
a ESD Italia<br />
(con Esselunga,<br />
Selex, Agorà<br />
Network<br />
e Gruppo Sun),<br />
opera con 703 pdv,<br />
distribuiti sull’intero<br />
territorio nazionale.<br />
<br />
In un contesto aziendale basato su valori<br />
commerciali forti, che spaziano dal<br />
costante aggiornamento alla competenza<br />
del personale, dall’offerta di prodotti<br />
di tutte le grandi marche a un ambiente<br />
nuovo, moderno e accogliente, che presenta<br />
una disposizione metodica e logica<br />
dei prodotti, facilmente accessibili e<br />
fruibili, per offrire un servizio accurato e
professionale alla clientela,<br />
l’evoluzione dell’insegna<br />
prevede un assortimento<br />
sempre più specializzato<br />
e indirizzato verso mondi<br />
professionali. “Stiamo cercando<br />
sia di ottimizzare il<br />
nostro reparto profumeria<br />
con marchi selettivi sia di<br />
incentivare la presenza di<br />
prodotti professionali nel<br />
settore capelli. Stiamo già<br />
lavorando in questa direzione e, nel breve<br />
periodo, apporteremo le dovute modifiche<br />
all’intera rete”. <strong>Il</strong> format dei punti di<br />
vendita sarà, quindi, adeguato alle novità<br />
merceologiche con l’obiettivo di enfatizzare<br />
e ottimizzare l’esposizione dei nuovi<br />
prodotti in assortimento.<br />
Progetti in corso anche per quanto riguarda<br />
le private label. “Le stiamo sviluppando,<br />
anche se ci riteniamo più venditori di<br />
marche e di prodot-<br />
ti innovativi, funzioni<br />
che rimangono il<br />
nostro principale<br />
focus -prosegue il<br />
vicepresidente-. Da<br />
qualche anno, però,<br />
abbiamo deciso di<br />
integrare la nostra<br />
offerta anche con<br />
prodotti a marchio, sviluppati, però, solo<br />
su categorie generiche per rispondere<br />
al bisogno di qualità e convenienza oggi<br />
sempre più diffuso”.<br />
<br />
Allo stesso tempo, il management di<br />
Acqua & Sapone è focalizzato sulla ricerca<br />
di nuovi business: le aspirazioni<br />
riguardano il settore farmacologico, legislazione<br />
permettendo. “<strong>Il</strong> nostro format<br />
è in continua evoluzione per individuare<br />
nuovi spazi di mercato -chiarisce Barbarossa-.<br />
In questo senso, non nascondo<br />
l’interesse verso la parafarmacia, che ritengo<br />
un settore vicino e compatibile con<br />
il nostro. Se le leggi cambiassero o se si<br />
dovesse procedere ad altre liberalizzazioni,<br />
il nostro gruppo si muoverà certamente<br />
verso questa direzione di sviluppo”.<br />
NANDO<br />
BARBAROSSA<br />
vicepresidente<br />
Acqua & Sapone<br />
auspichiamo<br />
normative<br />
per sviluppare<br />
il settore<br />
farmaceutico<br />
<br />
Tra le ultime novità del<br />
brand, non manca una nuova<br />
attenzione verso l’ambiente,<br />
che si traduce nella<br />
stampa di tutti i volantini informativi<br />
e promozionali su<br />
carta riciclata e proveniente<br />
da foreste certificate secondo<br />
i criteri stabiliti dal Forest<br />
Stewardship Council (FSC).<br />
Inoltre, è stata realizzata<br />
una linea di detergenti artigianali erboristici<br />
per il corpo dal cuore green, nel<br />
senso di totalmente privi di coloranti e<br />
materie petrolchimiche, ma 100% vegetali<br />
e biodegradabili.<br />
<br />
Quest’anno ricorrono anche vent’anni<br />
di attività di Acqua & Sapone. In occasione<br />
dell’anniversario, il gruppo ha<br />
voluto realizzare per<br />
la prima volta a livello<br />
nazionale un<br />
concorso a premi.<br />
Così, dal 1° ottobre<br />
al 30 novembre di<br />
quest’anno, ai consumatori<br />
basterà acquistare<br />
due diversi<br />
prodotti Procter &<br />
Gamble -sponsor del concorso con tutti<br />
i marchi presenti nell’assortimento di<br />
questi drugstore- in un unico scontrino<br />
per tentare la fortuna con una classica<br />
cartolina “cancella e vinci”, che mette<br />
in palio cento premi immediati, tra cui:<br />
venti scooter Scarabeo, venti biciclette<br />
elettriche Masciaghi, venti iPad, venti kit<br />
per la colazione Electrolux, venti buoni<br />
spesa Acqua & Sapone del valore di<br />
duecento euro l’uno.<br />
In caso di mancata vincita, è possibile,<br />
comunque, tentare la fortuna sul<br />
sito www.acquaesapone.it, oppure<br />
sulla pagina Facebook “20anniacquaesapone”<br />
inserendo i propri dati<br />
personali e gli estremi contenuti nello<br />
scontrino per partecipare all’estrazione<br />
di un superpremio finale, una Giulietta<br />
Alfa Romeo.•<br />
RETAIL<br />
PRESENZA E SVILUPPO<br />
DELLA RETE SUL TERRITORIO<br />
L’insegna, nata venti anni fa,<br />
è presente in tutta Italia con 703 punti<br />
di vendita (a settembre 2012)<br />
distribuiti in 96 province (su un totale<br />
di 110) ed è gestita dalle nove aziende<br />
che fanno parte della società consortile<br />
Cedas. Nello specifico, si tratta di:<br />
Cesar, che opera in Lombardia,<br />
Marche, Abruzzo, Molise;<br />
Gottardo, focalizzato in Trentino Alto<br />
Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia,<br />
Emilia Romagna;<br />
Gruppo SDA/Quamar, attivo<br />
in Piemonte, Lazio e Sardegna;<br />
Gruppo Synergo, il cui raggio d’azione<br />
spazia dalla Liguria alla provincia<br />
di Cuneo;<br />
Leto, che opera in Sicilia;<br />
LGM, la cui rete è sviluppata<br />
in Toscana ed Umbria;<br />
Reale Commerciale, concentrato<br />
in Campania e Calabria;<br />
VDM Vaccaro Distribuzione Merci,<br />
che svolge la propria attività in Puglia<br />
e Basilicata.<br />
Ambizioso si rivela anche il piano<br />
di sviluppo che prevede 300 nuove<br />
aperture nei prossimi quattro anni.<br />
“L’area geografica di maggiore<br />
interesse per noi, al momento, è il Nord<br />
Italia, soprattutto il nord ovest dove<br />
siamo meno radicati -chiarisce Nando<br />
Barbarossa, vicepresidente Gruppo<br />
Cesar-. L’obiettivo è quello di rafforzare<br />
la presenza in tutta la penisola senza<br />
trascurare il Centro e il Sud”.<br />
22 ottobre 2012 19
RETAIL<br />
<br />
<br />
Ora la rete è più omogenea sul territorio e il concept, più orientato<br />
al servizio di vicinato. Confermato l’impegno di Rewe in Italia<br />
di Patrick Fontana<br />
ewe Group riconferma il proprio<br />
impegno in Italia: non solo a livello<br />
discount, ma anche nella più difficile<br />
tipologia del supermercato.<br />
L’annuncio arriva ai fornitori, nel corso della<br />
convention autunnale. Evidente la soddisfazione<br />
di tutto il board responsabile del business<br />
a sud delle Alpi, per il conseguimento<br />
dei primi lusinghieri risultati positivi ottenuti<br />
dal piano di riconversione strategica della<br />
rete super (142 pdv). <strong>Il</strong> che permette ora<br />
alla catena controllata dal gruppo di Colonia<br />
(Germania) di guardare con fiducia alle<br />
prossime mosse per il periodo 2013-15.<br />
<br />
Per quanto circondata inizialmente dallo<br />
scetticismo generale, la scelta di puntare<br />
tutto sull’insegna Billa (avvenuta<br />
due anni fa) sta pagando, anche in Italia.<br />
“Registriamo un ritorno in termini di<br />
notorietà importante che si è evidenziato<br />
nel corso del 2012. La rete ha voltato<br />
pagina rispetto al vissuto Standa, del<br />
resto mai parso davvero in linea con le<br />
esigenze di uno specialista alimentare”<br />
Quella di Billa in<br />
Italia è una catena<br />
ora più omogenea,<br />
che ha come<br />
modello il super<br />
di vicinato<br />
con dimensioni<br />
da 1.000 mq<br />
ha affermato il Coo e direttore<br />
commerciale, Andrea Colombo.<br />
In termini di clientela effettiva,<br />
il dato si traduce in un<br />
incremento annuale dei flussi<br />
di 5,9 punti percentuali (dato<br />
progressivo a fine agosto).<br />
<strong>Il</strong> nuovo posizionamento di<br />
rete multiregionale -da Ventimiglia<br />
a Trieste-, omogenea<br />
e monoformat (punti di vendita<br />
da 800-1.000 mq, nei<br />
centri storici e nei quartieri urbani), nonché<br />
monoconcept declinato alla prossimità,<br />
ha reso Billa il best-performer di<br />
tipologia nei primi otto mesi del 2012<br />
(dati Nielsen). Si tratta di un +3,50% alle<br />
casse che è, appunto, il dato migliore<br />
in una graduatoria di 19 protagonisti<br />
distributivi. A sostegno del risultato, c’è<br />
la leadership su piazza in alcuni singoli<br />
capoluoghi. Particolarmente brillante è,<br />
per esempio, la situazione a Novara (dove<br />
la quota di mercato è 20,9%), mentre a<br />
Milano Billa si colloca al secondo posto<br />
(qui la quota di mercato è 1<strong>2%</strong>).<br />
ANDREA COLOMBO<br />
Coo e direttore<br />
commerciale<br />
di Billa Italia<br />
L’incidenza di fatturato<br />
fidelizzato,a sua volta,<br />
sale dal 63 al 71%, con<br />
punte del 74%. Rispetto<br />
allo scontrino settimanale<br />
medio, la clientela di fascia<br />
gold ha un’incidenza pari<br />
a 2,21 volte. <strong>Il</strong> 30% altospendente<br />
fra i possessori<br />
della card vale oltre la<br />
metà del fatturato, che si<br />
aggira a rete ristrutturata<br />
attorno ai 700 milioni di euro.<br />
<br />
Fra i segreti del successo c’è l’attualizzazione<br />
degli store (“mai più un negozio vecchio<br />
oltre sette anni” è l’imperativo Rewe da Colonia)<br />
come pure una nuova e maniacale attenzione<br />
al prezzo: una sorta di prezzo giusto<br />
ogni giorno, che viene definito per ogni categoria<br />
in ciascun pdv sulla base di più livelli, a<br />
seconda dello scenario competitivo locale. <strong>Il</strong><br />
che comporta una revisione profonda dello<br />
strumento promozionale. Confermato, infine,<br />
lo sviluppo programmato (sono previste<br />
cinque aperture all’anno), mentre da Natale<br />
partirà la grande campagna mediatica con<br />
respiro triennale. Si prevede un aumento del<br />
budget (attualmente di 5,5 milioni di euro su<br />
stampa locale e affissioni), per una pianificazione<br />
tv costruita attorno ai personaggi di<br />
Cappuccetto rosso, King Kong, Babbo Natale<br />
e un Supereroe. Verrà allo stesso modo<br />
riproposta la formula promozionale del<br />
“Facciamo a metà”, incentrata sull’acquisto<br />
a prezzo pieno di bestseller dell’elettronica,<br />
con l’emissione del 50% del valore in buoni<br />
sconto valevoli per l’area food.•<br />
22 ottobre 2012 21
RETAIL<br />
<br />
<br />
Una fondamentale modifica legislativa, osteggiata dal piccolo dettaglio,<br />
prevede la possibilità di investimento da parte dei retailer stranieri<br />
22<br />
di Luigi Dell’Olio<br />
li operatori stranieri potranno diventare<br />
azionisti di maggioranza<br />
delle aziende retail indiane. Dopo<br />
dieci anni dall’avvio del progetto<br />
e numerosi rinvii, il Governo del Subcontinente<br />
ha dato il via libera a una liberalizzazione<br />
che promette di rivoluzionare il<br />
commercio, innalzando gli standard qualitativi<br />
dei prodotti. Finora i retailer stranieri<br />
potevano detenere società di ingrosso,<br />
mentre in quelle di vendite al dettaglio non<br />
potevano andare oltre il 49% del capitale,<br />
in modo da preservare la maggioranza in<br />
capo a operatori locali.<br />
La cornice legislativa indiana non richiede<br />
l’approvazione da parte del Parlamento,<br />
anche se la presa di posizione dell’esecutivo<br />
-che in questo modo vuole reagire al<br />
rallentamento della crescita economica,<br />
attestatasi al +5,<strong>2%</strong> nei primi sei mesi<br />
dell’anno, due punti percentuali in meno rispetto<br />
al confronto 2010-2011 e offrire di<br />
sé un’immagine più friendly verso il mondo<br />
del business per attirare investimenti<br />
internazionali- ha creato molti malumori,<br />
mettendo a rischio la tenuta della maggioranza.<br />
In particolare tra i parlamentari che<br />
sostengono le preoccupazioni dei piccoli<br />
dettaglianti, spaventati dalla concorrenza<br />
dei giganti americani ed europei.<br />
<br />
Per proteggere i produttori locali, il Governo<br />
indiano ha fissato alcuni paletti: intanto<br />
stabilendo che ogni Stato dell’Unione sarà<br />
libero di adottare o meno la riforma; quindi<br />
limitando le aperture dei colossi del retail<br />
ai soli comuni con almeno 100mila abitanti<br />
(sono 53 secondo l’ultimo censimento);<br />
22 ottobre 2012<br />
Walmart in India è presente grazie a una joint-venture con Bharti Enterprises. Prima della recente modifica<br />
delle norme in materia di commercio, i retailer stranieri potevano detenere solo quote di minoranza<br />
la terza condizione è un investimento non<br />
inferiore ai 100 milioni di dollari, di cui<br />
metà da destinare al back-end (sviluppo<br />
di infrastrutture nelle zone rurali, di cui<br />
beneficeranno i produttori locali, oggi ancora<br />
alle prese con sistemi antiquati che<br />
mettono a serio rischio la conservazione<br />
dei prodotti, soprattutto quelli alimentari)<br />
e il resto ai negozi veri e propri. Inoltre,<br />
almeno il 30% dei prodotti proposti<br />
sugli scaffali dovrà arrivare da produttori<br />
indiani, senza distinzioni tra piccoli, medi<br />
e grandi. Quest’ultima misura inciderà<br />
anche sui monomarca, che già prima del-<br />
la riforma potevano detenere società al<br />
100% in India, ma che spesso erano state<br />
frenate dalla necessità di rifornirsi solo<br />
da piccoli produttori nazionali. “Si tratta<br />
di una riforma importante, che è seguita<br />
con grande attenzione dalle multinazionali<br />
del commercio”, commenta Dario Righetti,<br />
partner di Deloitte, responsabile per il<br />
Consumer Business. “L’India era un osservato<br />
speciale già prima perché parliamo di<br />
un mercato da 1,2 miliardi di persone, che<br />
pesa per il 2<strong>2%</strong> circa sull’intera economia<br />
asiatica”.<br />
A confermare l’interesse per questo Pa-
ese sono i numeri relativi alla food industry,<br />
che a fine 2011 valeva 260,7 miliardi<br />
di euro, dopo una crescita annua<br />
media dell’11,1% tra il 2007 e il 2011.<br />
E la corsa non è destinata a esaurirsi a<br />
breve: per quest’anno le stime indicano<br />
un progresso del 10,8%, mentre la media<br />
fino al 2016 dovrebbe attestarsi intorno<br />
al 10,5%, per raggiungere un giro d’affari<br />
complessivo di 430,3 miliardi di euro.<br />
“Quanto alla composizione del mercato,<br />
il food&beverage ricopre un ruolo fondamentale”,<br />
spiega Righetti, “a causa della<br />
tradizionale vocazione contadina dell’India.<br />
Gli investimenti delle multinazionali<br />
aiuteranno a far crescere la qualità dei<br />
prodotti, grazie all’arrivo di tecnologie per<br />
la conservazione”.<br />
L’effetto emulazione dovrebbe produrre<br />
effetti benefici anche per gli operatori locali,<br />
che tenderanno a innalzare gli standard<br />
qualitativi e, con molta probabilità,<br />
avvieranno campagne di acquisizioni per<br />
puntare a generare economie di scala.<br />
Per gli stranieri, investire in India, anche<br />
dopo la liberalizzazione, non sarà comunque<br />
una passeggiata: si tratta di un Paese<br />
molto complesso<br />
per via delle dimensioni<br />
e delle differenze<br />
che sussistono tra<br />
le grandi città, che<br />
si avvicinano nei<br />
modelli di consumo<br />
all’Occidente, e le<br />
campagne, più ancorate<br />
a modelli della tradizione. Senza<br />
dimenticare l’elevato tasso di corruzione<br />
che caratterizza tutti i livelli del business.<br />
“Restando all’ambito del commercio,<br />
un’altra sfida da affrontare riguarda<br />
i costi di locazione, che in alcuni centri<br />
arrivano al 10% delle vendite”, aggiunge<br />
l’esperto, precisando che a trarre i maggiori<br />
vantaggi dalla riforma saranno le<br />
multinazionali già presenti nel Paese, da<br />
Wal-Mart (ha in corso una joint-venture<br />
con Bharti Enterprises) a Carrefour (con<br />
il brand Carrefour Cash & Carry), passando<br />
per Tesco (franchising con Tata) e Metro<br />
(presente con nove punti di vendita<br />
nelle principali città).<br />
investire non<br />
sarà facile,<br />
per l’elevato<br />
livello della<br />
corruzione<br />
ANDAMENTO DEL MERCATO COMMERCIALE IN INDIA<br />
Evoluzione del fatturato retail nel decennio 2007-2016 (mld euro)<br />
2007<br />
2008<br />
2009<br />
2010<br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
<br />
Saranno i mercati emergenti a trainare la<br />
prossima stagione di fusioni e acquisizioni<br />
nel consumer market. È la conclusione<br />
alla quale arriva uno studio realizzato da<br />
Kpmg International sul settore, che ha<br />
un sottotitolo significativo: “Pursuing<br />
growth in an uncertain world”. E perseguire<br />
la crescita in un mondo caratterizzato<br />
da profonde in-<br />
certezze-dall’instabilità dell’Eurozona<br />
alla sfiducia dei<br />
consumatori, passando<br />
per le tensioni<br />
inflazionistiche e<br />
la volatilità relativa<br />
ai prezzi delle materie<br />
prime- sarà possibile solo volgendo<br />
lo sguardo al di là dei canoni consolidati.<br />
Nel breve-medio periodo, spiegano gli<br />
analisti, non sarà facile assistere a grandi<br />
operazioni di concentrazione: è più<br />
probabile che le mire espansionistiche<br />
si rivolgano su società di piccole-medie<br />
dimensioni o ben caratterizzate da un<br />
punto di vista geografico.<br />
Una conclusione per certi versi sorprendente<br />
della ricerca è relativa alla<br />
“bancabilità” delle iniziative: il rapporto<br />
con le banche si è fatto più difficile rispetto<br />
al passato e le garanzie richieste<br />
dal mondo del credito sono cresciute,<br />
ma i finanziamenti non mancano, se<br />
RETAIL<br />
171,4<br />
Crescita a due cifre<br />
Dal 2007 al 2011 il fatturato delle<br />
189,5<br />
imprese commerciali è cresciuto<br />
costantemente a due cifre all’anno.<br />
208,3<br />
Nel giro di un decennio si dovrebbe<br />
228,8<br />
passare da 171 a 430 miliardi di euro,<br />
grazie allo sviluppo dell’economia.<br />
260,7<br />
288,8 Previsione<br />
321,2<br />
358,6<br />
393,4<br />
430,3<br />
Fonte: Deloitte<br />
si escludono le operazioni superiori ai<br />
100 milioni di euro. L’area più debole<br />
resterà ancora per diverso tempo l’Europa,<br />
ma processi di consolidamento si<br />
registreranno nelle altre aree mondiali,<br />
in particolare nei mercati emergenti, dove<br />
questa tendenza sarà guidato dalla<br />
necessità di migliorare la supply chain<br />
e generare economie di scala. Inoltre, i<br />
Bric saranno oggetto di investimenti da<br />
parte delle multinazionali. La crescita<br />
organica dei grandi gruppi in Brasile,<br />
Russia, India e Cina è sicuramente meno<br />
costosa rispetto a un’acquisizione,<br />
sottolineano gli autori del report, ma richiede<br />
tempi più lunghi rispetto all’acquisizione<br />
di un operatore locale, che<br />
offre una spinta immediata in termini<br />
di ricavi.<br />
Quanto all’India, il report rileva un rallentamento<br />
delle fusioni e acquisizioni<br />
nel corso del 2011, ma lancia segnali<br />
di ottimismo per il futuro alla luce della<br />
crescita dei consumi interni. Affinché<br />
la situazione si sblocchi sarà tuttavia<br />
necessario un repricing, con i venditori<br />
che dovranno essere disposti ad accettare<br />
multipli più bassi rispetto a quelli<br />
di qualche anno fa.•<br />
<br />
La rassegna sul retail nei Paesi emergenti<br />
(Bric) proseguirà nel prossimo numero.<br />
La quarta e ultima puntata riguarderà<br />
la Repubblica Popolare Cinese.<br />
22 ottobre 2012 23
Essere al passo<br />
con i tempi, innovare,<br />
è un imperativo<br />
per tutti. Vale anche<br />
per insegne cult<br />
del calibro di A&F,<br />
che oggi deve subire<br />
la concorrenza serrata<br />
di insegne agguerrite<br />
come Aeropostale<br />
RETAIL<br />
<br />
<br />
di Fabio Salvati<br />
irca due decenni fa, Abercrombie<br />
& Fitch è stata capace di<br />
reinventarsi totalmente. Quello<br />
che, per anni, era stato un produttore<br />
di articoli belli, ma un po’ “old<br />
fashioned” per il safari e per il campeggio,<br />
rivolti soprattutto ad un pubblico adulto e di<br />
reddito medio-alto, si trasformò in un punto<br />
di riferimento per un pubblico giovane e<br />
trendy grazie a un’offerta e a una comunicazione<br />
dove si mescolano in uguale misura<br />
glamour, volti e fisici sexy, molta pelle al<br />
vento, divise universitarie della Ivy League<br />
e delle squadre di atletica delle high school.<br />
<strong>Il</strong> tutto con un posizionamento di prezzo<br />
molto premium rafforzato da un’esperienza<br />
di acquisto estremamente distintiva lega-<br />
IL CONTO ECONOMICO DI ABERCROMBIE & FITCH<br />
L’andamento dal 2008 al 2011 (in $ mio)<br />
ta ad una profonda revisione del punto di<br />
vendita. Quest’ultimo si trasformò, profondamente,<br />
diventando un luogo di celebrazione<br />
del brand, dove tutti gli elementi che<br />
costituiscono l’identità di marca si ritrovano<br />
espressi al massimo livello e la rafforzano:<br />
la fila all’ingresso dei flagship con i modelli<br />
a torso nudo che fanno da “buttadentro”,<br />
che danno l’impressione di entrare più in<br />
un club esclusivo che in un negozio di abbigliamento,<br />
l’ambiente poco illuminato, la<br />
colonna sonora da discoteca, i commessi<br />
belli, gentili e poco vestiti che fanno più<br />
parte dello spettacolo che del servizio di<br />
vendita, le macchie di colori create dalle<br />
pile di felpe e t-shirt, il profumo, sempre<br />
uguale in tutto il mondo, che pervade l’aria<br />
2011 2011/2010 2010 2010/2009 2009 2009/2008<br />
Fatturato 4.158,0 20% 3.468,8 18% 2.928,6 -16%<br />
Margine lordo 2.518,9 14% 2.212,2 17% 1.883,6 -19%<br />
Margine operativo 190,0 -18% 231,9 97% 117,9 -76%<br />
Utile netto 126,8 -16% 150,3 90% 78,9 -74%<br />
Fonte: dati aziendali<br />
e costituisce uno dei tratti più riconoscibili<br />
della catena. I flagship di A&F col passare<br />
del tempo divennero veri e propri landmark<br />
cittadini, meta di pellegrinaggio di shopper<br />
e turisti.<br />
<br />
Questo meccanismo, che ha garantito una<br />
crescita molto rapida per almeno una quindicina<br />
di anni, sembra mostrare qualche<br />
battuta di arresto, perlomeno nel mercato<br />
Usa. Nel secondo trimestre del 2012, le<br />
vendite nei pdv americani sono scese del<br />
5% rispetto allo stesso periodo del 2011<br />
e su base annua del 3%. Dopo aver chiuso<br />
135 pdv nel 2010-11, da poco è stato dato<br />
l’annuncio di altre 180 potenziali chiusure<br />
entro la fine del 2015. Se, da una parte, la<br />
causa di questo rallentamento è di sicuro<br />
imputabile ad una congiuntura economica<br />
debole, come sostiene il management<br />
aziendale, dall’altra, c’è probabilmente qualcosa<br />
di vero anche nell’opinione di diversi<br />
analisti del settore che imputano alla compagnia<br />
di non aver saputo adattare la sua<br />
proposta di marca al mutato spirito del tempo,<br />
senza alimentare a sufficienza i fattori<br />
22 ottobre 2012 25
26<br />
RETAIL<br />
di differenziazione. Conferme del fenomeno<br />
arrivano da una serie di fatti interni ed esterni<br />
all’azienda. Se si guarda all’ultimo triennio,<br />
ad esempio, la parte più consistente della<br />
crescita complessiva del gruppo è venuta<br />
dall’estero, dove la suggestione del brand,<br />
unita all’effetto scarsità, ha i suoi effetti ancora,<br />
oltre che da Hollister, il brand low cost<br />
del gruppo, con un look molto simile. <strong>Il</strong> suo<br />
fatturato è passato da circa 1,3 mld di dollari<br />
nel 2009 a poco più di 2 mld nel 2011<br />
(+58%). Nello stesso periodo il fatturato del<br />
brand Abercrombie & Fitch è salito da circa<br />
1,3 miliardi di dollari a poco meno di 1,7 mld<br />
di dollari (+ 30%). Le diverse dinamiche non<br />
sono spiegate solo dal numero di aperture,<br />
ma anche dal fatto che le vendite di Hollister,<br />
a parità di pdv, crescono più rapidamente<br />
(+8% nel 2011 contro +3%).<br />
Allo stesso tempo, si sono moltiplicati i<br />
LA DIVISIONE DEL FATTURATO<br />
Ripartizione per marchi e per aree geografiche<br />
22 ottobre 2012<br />
brand Usa con un posizionamento molto<br />
simile, in termini di prodotto, di immagine e<br />
di ambiente di vendita, ma con un livello di<br />
prezzo nettamente inferiore. Dall’altro A&F<br />
di fatto non ha rinnovato la sua proposta<br />
di prodotto che, con qualche variazione, è<br />
stata molto costante negli ultimi dieci anni.<br />
<br />
Se una proposta di prodotto più o meno<br />
costante per lunghi periodi può funzionare in<br />
alcuni segmenti adulti e classici alla ricerca<br />
di una “divisa” (un tipico esempio è Brooks<br />
Brothers, ndr), per un produttore di capi per<br />
giovanissimi alla lunga ciò può rappresentare<br />
un problema. Se la divisa proposta perde<br />
parte del suo appeal perché diventa abbastanza<br />
simile a molte altre, però con prezzi<br />
decisamente più alti, le vendite tendono ad<br />
appiattirsi, favorendo concorrenti con pro-<br />
I brand 2011 2011/2010 2010 2010/2009 2009 2009/2008<br />
Abercrombie & Fitch 1.665,1 1<strong>2%</strong> 1.493,1 17% 1.272,3 -17%<br />
Abercrombie 397,9 4% 382,6 11% 343,2 -18%<br />
Hollister 2.022,0 30% 1.552,8 21% 1.287,2 -15%<br />
Gilly Hicks 73,0 81% 40,3 55% 25,9 45%<br />
I mercati 2011 2011/2010 2010 2010/2009 2009 2009/2008<br />
Usa 2.710,8 6% 2.546,8 7% 2.377,7 -21%<br />
Internazionale 876,6 74% 505,1 97% 256,2 70%<br />
Vendite dirette 552,6 36% 404,9 40% 290,1 -8%<br />
Altro 18,0 5<strong>2%</strong> 11,9 16<strong>2%</strong> 4,5 15%<br />
Fonte: dati aziendali<br />
poste di prezzo più aggressive. Inoltre, va<br />
preso in considerazione un radicale cambiamento<br />
dei gusti e dei comportamenti di<br />
acquisto dei ventenni di oggi rispetto ai loro<br />
omologhi di 10-15 anni fa: amano sempre<br />
meno le omologazioni e si frammentano in<br />
una miriade di tribù di appartenenza, con<br />
stili e look assai differenti; in più, possono<br />
sviluppare stili di abbigliamento personali,<br />
grazie all’enorme massa di stimoli e di spunti<br />
che arrivano quotidianamente tramite web<br />
e social network.<br />
Questi cambiamenti favoriscono sul mercato<br />
Usa concorrenti sia con posizionamenti<br />
simili a quello di A&F, ma con prezzi più bassi,<br />
sia con proposte in continua sintonia col<br />
mercato e prezzi competitivi come H&M,<br />
American Eagle, Outfitters e Forever 21.<br />
<br />
Eloquente è la crescita di Aeropostale, un<br />
retailer che si rivolge ad un pubblico non<br />
molto dissimile da quello di A&F, seppur<br />
leggermente più giovane (core target tra i<br />
15 ed i 20 anni), con prodotti con uno stile<br />
e un segno grafico molto simili e prezzi<br />
inferiori. Pur registrando una contrazione<br />
nel corso dell’ultimo esercizio, Aeropostale<br />
è riuscita a far crescere il suo fatturato<br />
da 1,41 mld di dollari del 2007-08 ai<br />
2,34 mld del 2011-12, mantenendo una<br />
buona redditività, sia operativa che netta.<br />
Del resto, i pdv Aeropostale sono molto<br />
“furbi” e spettacolari: le tecniche di visual<br />
merchandising, simili a quella di A&F, lavorano<br />
nell’ambito di un pdv più luminoso e<br />
con un’immagine di marca più scanzonata<br />
e meno legata e suggestioni erotiche. Lo<br />
store si caratterizza per l’abbondanza di<br />
merce, esposta in pile coloratissime, con<br />
ambientazioni industrial, che fanno grande<br />
uso di scaffalature perimetrali e di isole di<br />
esposizione del prodotto, sulle quali il consumatore,<br />
per forza, si imbatte, creando,<br />
così, forti opportunità ad acquisti di impulso<br />
dal pricing aggressivo. Nel pdv sono<br />
tralasciati una serie di dettagli che caratterizzano<br />
A&F rendendone difficile l’imitazione.<br />
In sostanza, però, Aeropostale offre un<br />
buon prodotto e un’esperienza di acquisto<br />
più che soddisfacente e coinvolgente per i<br />
consumatori interessati a quel tipo di prodotto<br />
e di look e che non intendono pagare<br />
il premium price richiesto da A&F.•
di A. Bonaccorsi<br />
* Dati aree da: Guida Nielsen Largo<br />
Consumo, edizione gennaio 2012<br />
AREA NIELSEN 2<br />
IPERMERCATI: 200<br />
MQ 1.649.157<br />
SUPERMERCATI: 1.831<br />
MQ 1.649.157<br />
ALTRI: 3.793<br />
MQ 1.114.701<br />
Supermercato<br />
Via Perusini 4/6<br />
Cividale del Friuli (Ud)<br />
1.500 mq<br />
Coop Consumatori Nordest<br />
DATA DI APERTURA<br />
20 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Ubicato in zona centrale, poco<br />
distante da piazza Duomo e<br />
dal Palazzo comunale.<br />
CONCORRENZA<br />
Nello stesso bacino di utenza<br />
è presente un supermercato<br />
Despar.<br />
LAYOUT<br />
La struttura a pianta rettangolare<br />
riapre dopo lavori di ristrutturazione,<br />
che hanno triplicato<br />
la superficie di vendita, passata<br />
da 500 a 1.500 mq. <strong>Il</strong> nuovo<br />
look è caratterizzato dall’utilizzo<br />
di moderne tecnologie in grado<br />
di diminuire l’impatto ambientale<br />
e migliorare il risparmio<br />
energetico.<br />
OFFERTA<br />
Le referenze in assortimento<br />
sono circa 10.000.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 8,30-19,30;<br />
domenica 9,00-13,00. Gli automobilisti<br />
hanno a disposizione<br />
130 posti auto nel parcheggio.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Impiega 28 addetti. La barriera<br />
casse prevede sei postazioni.<br />
AREA NIELSEN 4<br />
IPERMERCATI: 150<br />
MQ 779.145<br />
SUPERMERCATI: 2.739<br />
MQ 2.065.999<br />
ALTRI: 7.204<br />
MQ 1.984.229<br />
Supermercato<br />
Via Zara 87<br />
Foggia<br />
900 mq<br />
La Prima srl (Coralis)<br />
DATA DI APERTURA<br />
31 agosto 2012<br />
LOCATION<br />
Lo store si trova vicino all’Amgas,<br />
gli uffici dell’azienda del<br />
gas in zona centrale, poco distante<br />
dalla sede della Provincia<br />
di Foggia. <strong>Il</strong> fatturato annuo<br />
è stimato in 6 mio € in un<br />
sviluppo reti _ RETAIL<br />
bacino di utenza potenziale di<br />
15.000 abitanti.<br />
CONCORRENZA<br />
Nella stessa area urbana gravitano<br />
un punto di vendita Eurospar<br />
e un secondo pdv a insegna<br />
La Prima.<br />
LAYOUT<br />
Segue il format dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
Conta in assortimento 3.500<br />
referenze alimentari e 1.500<br />
non alimentari.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-dom 8,00-21,00.<br />
Sono disponibili 50 posti auto<br />
nel parcheggio privato.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Sono impiegati 23 addetti. Attive<br />
in barriera sei casse.<br />
Discount<br />
Via Don Sturzo 28<br />
Frattaminore (Na)<br />
1.100 mq<br />
Lillo spa<br />
DATA DI APERTURA<br />
6 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
È ubicato in una zona periferica,<br />
che incrocia ad angolo con<br />
via Rosario, a pochi metri dal<br />
cimitero del paese.<br />
CONCORRENZA<br />
Non sono attivi concorrenti<br />
nello stesso bacino di utenza.<br />
LAYOUT<br />
Non si discosta dalla tradizionale<br />
linea aziendale.<br />
OFFERTA<br />
In assortimento oltre 2.000 articoli<br />
food e non food.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-20,30;<br />
domenica 9,00-13,00 e 16,00-<br />
20,00.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Dato non disponibile.<br />
Discount<br />
Via Nazionale snc<br />
Vallo Scalo (Sa)<br />
750 mq<br />
Lillo spa<br />
DATA DI APERTURA<br />
15 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Sulla strada statale 18, in<br />
centro cittadino, non lontano<br />
dall’Istituto professionale alberghiero.<br />
CONCORRENZA<br />
Sono presenti insegne di imprenditori<br />
locali.<br />
LAYOUT<br />
Segue le caratteristiche del tipico<br />
format dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
Offre in assortimento circa<br />
1.500 item.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 8,00-21,00;<br />
domenica 8,30-14,00 e 16,30-<br />
20,30.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Non disponibile.<br />
NON FOOD<br />
Profumeria<br />
Via Chiaia 203/204<br />
Napoli<br />
120 mq<br />
Gargiulo & Maiello spa<br />
(associato Interdis)<br />
DATA DI APERTURA<br />
27 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Si trova in zona centrale, a poche<br />
decine di metri dalla Basilica<br />
di San Francesco di Paola<br />
e dal Teatro San Carlo. La più<br />
vicina fermata dell’autobus è<br />
Nicotera. Ha un giro di affa-<br />
22 ottobre 2012 29
RETAIL_ sviluppo reti<br />
ri stimato (a regime) di circa<br />
70.000 euro.<br />
CONCORRENZA<br />
Nello stesso bacino di utenza,<br />
sono attive le insegne Limoni<br />
e Sephora.<br />
LAYOUT<br />
Applica le caratteristiche standard<br />
del format aziendale.<br />
OFFERTA<br />
Dispone di circa 18.000 articoli<br />
in vendita.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,30-20,30.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
<strong>Il</strong> team di lavoro è formato<br />
da cinque addetti. Attive due<br />
casse.<br />
30<br />
Libreria<br />
Viale XXI Aprile 87<br />
Roma<br />
50 mq<br />
La Feltrinelli<br />
DATA DI APERTURA<br />
22 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
La libreria dello storico quartiere<br />
Nomentano-Italia, collocata<br />
in una posizione strategica,<br />
rappresenta il punto di<br />
congiunzione tra la zona universitaria<br />
e quella residenziale.<br />
Nata circa mezzo secolo fa,<br />
è stata rilevata, a partire dal<br />
1999, da Silvana Piparo. Come<br />
mezzi pubblici, è servita dalla<br />
linea B, dalla recente B1 della<br />
Metropolitana e da numerose<br />
linee Atac; inoltre, è circondata<br />
da alcune delle più famose ville<br />
di Roma: Villa Torlonia, Villa<br />
Massimo, Villa Mirafiori (sede<br />
della Facoltà di Filosofia e di<br />
Lingue dell’Università degli<br />
Studi La Sapienza), Villa Blanc.<br />
CONCORRENZA<br />
Sono presenti in zona diverse<br />
librerie di imprenditori locali.<br />
22 ottobre 2012<br />
LAYOUT<br />
L’ex libreria Tuttititoli cambia<br />
veste ed entra nel circuito la<br />
Feltrinelli Point seguendo la linea<br />
aziendale. È stato creato<br />
uno spazio dedicato agli articoli<br />
di cartoleria.<br />
OFFERTA<br />
Offre 12.000 titoli di narrativa<br />
italiana e straniera, saggistica,<br />
illustrati d’arte e fotografia,<br />
piccola editoria e libri per<br />
l’infanzia.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,30-20,00;<br />
domenica e festivi 10,00-<br />
13,00 e 16,00-19,30.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Lo store dispone di due addetti<br />
alla vendita e di una cassa.<br />
Elettronica di consumo<br />
Viale Pasteur 6<br />
Bari<br />
1.300 mq<br />
Sgm Distribuzione<br />
DATA DI APERTURA<br />
15 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
In galleria, nel centro commerciale<br />
Mongolfiera. L’apertura<br />
ha un’importanza strategica<br />
per l’insegna perché inserita<br />
in un’area geografica finora<br />
non presidiata.<br />
CONCORRENZA<br />
Non sono attivi concorrenti diretti<br />
in zona.<br />
LAYOUT<br />
<strong>Il</strong> punto di vendita ex Eldo è<br />
stato completamente rinnovato,<br />
in linea con il format dell’insegna,<br />
che intende valorizzare<br />
tutti i comparti.<br />
OFFERTA<br />
In vendita sono proposti circa<br />
7.000 articoli.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-21,00. Tra<br />
i servizi offerta alla clientela, la<br />
possibilità di usufruire di wi-fi<br />
gratuito, la consegna a domicilio<br />
e le liste nozze.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
È stato riconfermato interamente<br />
il personale del precedente<br />
pdv che contava 23 dipendenti.<br />
In barriera, operano<br />
quattro casse.<br />
Pet store<br />
Via Roncadelle 70<br />
Castel Mella (Bs)<br />
550 mq<br />
Maxi Zoo Italia spa<br />
DATA DI APERTURA<br />
6 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Ubicato in periferia, a ridosso<br />
della strada statale 235.<br />
CONCORRENZA<br />
Nessun concorrente attivo in<br />
zona.<br />
LAYOUT<br />
Non si discosta dalla tradizionale<br />
formula aziendale.<br />
OFFERTA<br />
In totale sono disponibili 7.000<br />
prodotti: 3.000 di petfood e<br />
4.000 di petcare.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-20,00;<br />
domenica 9,30-19,30.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Katia Quaranta coordina un<br />
addetto full-time e cinque<br />
part-time. Sono disponibili<br />
due casse.<br />
Arredamento<br />
Via Pomposa 28<br />
Rimini<br />
3.500 mq<br />
Mondo convenienza<br />
DATA DI APERTURA<br />
27 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
È il secondo punto di vendita<br />
dell’Emilia Romagna, realizzato<br />
in una zona periferica. La via<br />
è perpendicolare a via Circonvallazione<br />
Nuova. È raggiungibile<br />
dall’autostrada A14, uscita<br />
Rimini Sud.<br />
CONCORRENZA<br />
Nella stessa area, sono attivi<br />
Edil Arredo e La Primula mobili.<br />
LAYOUT<br />
Resta in sintonia con la tradizione<br />
dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
Conta 750 articoli ognuno in<br />
diverse varianti di materiale,<br />
colore, tessuti ed essenze a<br />
seconda della categoria di<br />
prodotto.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-dom 9,00-20,30.<br />
Disponibile un parcheggio per<br />
156 posti auto.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
A disposizione dei clienti, ci sono<br />
60 consulenti alla vendita.<br />
Per i pagamenti, sono attive<br />
sei casse.
tel. 02 9039251 - info@dibevit.com - www.dibevit.it - www.beviresponsabile.it
INDUSTRIA<br />
<br />
<br />
Sorpresa nella classifica del valore delle marche:<br />
quella della Mela guadagna sei posizioni e cresce del 129%<br />
Le code che si sono formate<br />
in tutto il mondo la sera<br />
precedente l’avvio delle vendite<br />
dell’iPhone 5 parlano più dei dati<br />
econonomicinello spiegare<br />
il balzo in avanti di Apple<br />
32<br />
22 ottobre 2012<br />
di Gino Pagliuca<br />
li Stati Uniti stravincono ancora il<br />
campionato mondiale dei brand.<br />
Uscendo dalla metafora sportiva,<br />
la classifica globale di Interbrand,<br />
che misura il valore delle marche<br />
basandosi sulle performance economiche<br />
e sulla reputazione delle aziende che li detengono,<br />
vede ai primi tre posti Coca-Cola,<br />
Apple e Ibm. Coca-Cola consolida la propria<br />
posizione incrementando il valore del<br />
brand dell’8% (77,839 miliardi di dollari).<br />
Spettacolare il balzo in avanti di Apple,<br />
che ha visto il suo valore salire del 129%,<br />
toccando quota 76,568 miliardi di dollari,<br />
grazie ad una crescita nell’ultimo anno sia<br />
nei mercati evoluti sia in quelli emergenti;<br />
e va segnalato che l’azienda di Cupertino<br />
è riuscita a crescere in maniera così<br />
impetuosa anche dopo la morte di Steve<br />
Jobs. I numeri del conto economico sono<br />
impressionanti: a giugno il fatturato trimestrale<br />
ha toccato 35 miliardi di dollari, per<br />
un utile netto di 8,8 miliardi di dollari. Dati<br />
che nell’ultimo timestre dell’anno, con tutta<br />
probabilità, saranno battuti, grazie al lancio<br />
dell’iPhone 5. Ibm, nonostante abbia<br />
un core business incentrato sulle soluzioni<br />
per le imprese, mantiene una grande popolarità<br />
ed il suo brand vale, secondo l’analisi,<br />
75,532 miliardi di dollari (+8% rispetto<br />
l’anno precedente).<br />
<br />
I brand legati al mondo dell’IT e al Web, anche<br />
se meno performanti di Apple, hanno<br />
tutti registrato buoni risultati. Fa parzialmente<br />
eccezione la rivale storica di Apple,<br />
Microsoft, che ha perso il <strong>2%</strong> del<br />
valore e due posizioni in classifica, venendo<br />
sopravanzata oltre che da Apple<br />
anche da Google, che ha registrato un<br />
incremento del valore del 26%.<br />
<strong>Il</strong> vero competitor del marchio della Mela<br />
oggi, come mostrano le aspre battaglie<br />
legali condotte negli ultimi mesi, appare<br />
piuttosto Samsung, che secondo Interbrand<br />
in un solo anno ha conseguito un<br />
incremento di valore del 40%.<br />
Grande balzo in avanti anche per Amazon,<br />
che mette a segno una crescita del<br />
46% nel valore del marchio, grazie soprattutto<br />
alle vendite del suo Kindle e<br />
del Kindle Fire (introdotto recentemente<br />
anche in Italia) che di fatto ha ampliato<br />
le possibilità dell’e-book reader, trasformandolo<br />
in tablet.<br />
In aumento del 28% anche Oracle, che
LA TOP 15 DEI BRAND<br />
Raffronto con l’anno precedente e valore attuale<br />
Posiz. 2012 Posiz. 2011 Brand Valore (mio $) Var. annua<br />
1 1 Coca-Cola 77.839 8%<br />
2 8 Apple 76.568 129%<br />
3 2 Ibm 75.532 8%<br />
4 4 Google 69.726 26%<br />
5 3 Microsoft 57.853 -<strong>2%</strong><br />
6 5 GE 43.682 <strong>2%</strong><br />
7 6 McDonald’s 40.062 13%<br />
8 7 Intel 39.385 1<strong>2%</strong><br />
9 17 Samsung 32.893 40%<br />
10 11 Toyota 30.280 9%<br />
11 12 Mercedes-Benz 30.097 10%<br />
12 15 Bmw 29.052 18%<br />
13 9 Disney 27.438 -5%<br />
14 13 Cisco 27.197 7%<br />
15 10 HP 26.087 -8%<br />
sta puntando ad acquisizioni strategiche<br />
volte ad accrescere competenze e offerta,<br />
soprattutto nel cloud computing.<br />
<br />
Tre i marchi italiani presenti in classifica<br />
e appartenenti tutti all’altissima gamma.<br />
Si tratta di Gucci, Prada e Ferrari. Per<br />
quanto riguarda il primo, si registra una<br />
crescita di fatturato del 18% accompagnato<br />
da un signi-<br />
ficativo aumento<br />
dei profitti, dovuti<br />
anche all’impennata<br />
del 30% delle<br />
vendite online e del<br />
15% in Cina; il valore<br />
del brand si attesta<br />
a 9,446 miliardi di<br />
dollari, +8% rispetto alla scorsa edizione.<br />
Prada ha un valore di 4,271 miliardi<br />
di dollari e conquista la la posizione 84<br />
grazie a una crescita del 26% dei risultati<br />
finanziari.<br />
Al 99esimo posto si trova Ferrari con<br />
una stima di 3,770 miliardi di dollari, in<br />
crescita del 5%, grazie anche al raggiungimento<br />
di nuovi e significativi accordi<br />
di licensing. <strong>Il</strong> risultato, date le piccole<br />
in grande<br />
evidenza<br />
le aziende<br />
tecnologiche<br />
e del web<br />
Fonte: Interbrand<br />
dimensioni dell’azienda di Maranello, va<br />
considerato eccezionale.<br />
<br />
Poco numerosa la pattuglia di retailer<br />
presenti nella classifica di Interbrand.<br />
H&M occupa il 23esimo posto in classisifica,<br />
ha perso una posizione rispetto al<br />
2011 e ha un valore di marchio stimato<br />
in 16.571 milioni di dollari.<br />
Guadagna invece<br />
tre posizioni (dalla<br />
31esima alla 28esima)<br />
Ikea, che vale<br />
12.808 milioni di<br />
dollari. Balzo di sette<br />
posti per Zara, che<br />
raggiunge il 37esimo<br />
gradino, con un<br />
aumento di valore del 18%. Nella posizione<br />
86, cinque in meno dello scorso<br />
anno, si trova la catena di ristorazione<br />
Pizza Hut mentre al centesimo posto,<br />
con una perdita di ben 16 piazze, si trova<br />
Gap. A prima vista meraviglia l’assenza<br />
di Walmart, ma probabilmente il fatto<br />
che la parte preponderante del fatturato<br />
sia conseguito negli Usa lo esclude dalla<br />
graduatoria.•<br />
INDUSTRIA<br />
LE REGOLE DI INTERBRAND<br />
L’Interbrand Best Global Brands,<br />
giunto quest’anno alla sua 13esima<br />
edizione, si basa su una metodologia<br />
proprietaria, ha ottenuto la<br />
certificazione ISO ed è diventato un<br />
benchmark a cui analisti economici e<br />
media fanno riferimento.<br />
Vengono analizzati i molteplici modi in<br />
cui un brand influenza e crea benefici<br />
per l’azienda, dalla generazione di<br />
risultati economici fino alla definizione<br />
e al superamento delle aspettative dei<br />
consumatori.<br />
Interbrand considera tre aspetti<br />
fondamentali:<br />
■ la performance economica dei<br />
prodotti o servizi contraddistinti dal<br />
brand;<br />
■ il ruolo del brand nel processo di<br />
scelta e di acquisto da parte della<br />
clientela;<br />
■ la forza competitiva del brand,<br />
letta come capacità di continuare a<br />
generare margini nel tempo.<br />
Base di partenza sono ovviamente i<br />
dati economici e la loro pubblicità:<br />
ad esempio quest’anno non compare<br />
nella classifica quello che, con tutta<br />
probabilità, è il marchio italiano del<br />
lusso più noto nel mondo e cioè quello<br />
di Armani, perché i dati pubblici non<br />
sono sufficienti.<br />
Un altro requisito discriminante è<br />
l’internazionalizzazione del marchio,<br />
che deve realizzare almeno un terzo del<br />
fatturato fuori del paese d’origine.<br />
22 ottobre 2012 33
L’intera categoria<br />
è in leggera<br />
ripresa rispetto<br />
allo scorso anno.<br />
L’industria tende<br />
ad aumentare<br />
le occasioni<br />
di consumo,<br />
ma la domanda<br />
di convenienza<br />
fa da protagonista<br />
in collaborazione con<br />
ersatile, gustoso, pratico, adatto<br />
a un consumo “fast”: il salame<br />
sembra essere passato indenne<br />
dalla new wave salutistica che<br />
ha interessato il mercato alimentare nazionale<br />
in queste ultime stagioni. E oggi,<br />
anche in virtù di un posizionamento euro/<br />
kg basso, soprattutto in alcuni segmenti<br />
del mercato, si propone come prodotto<br />
“anticrisi”, che permette di fare il pieno<br />
di gusto mantenendo bassa la battuta<br />
di cassa. Di certo quella del salame è<br />
una storia comune ad altre tipologie di<br />
salume che punteggiano l’Italia da Nord a<br />
Sud: una forte regionalità ha determinato<br />
l’arrivo sul mercato di numerose tipologie<br />
di prodotti con caratteristiche differenti<br />
tra loro per ricettazione e tradizione, con<br />
uno spettro qualitativo dei prodotti piuttosto<br />
ampio, tra le referenze premium e<br />
quelle che puntano più al bersaglio grosso<br />
della convenienza.<br />
Non a caso, infatti, sono proprio queste<br />
INDUSTRIA<br />
ultime, secondo Nielsen, a mostrare un<br />
maggiore dinamismo, a conferma che il<br />
fenomeno della polarizzazione dei consumi<br />
in tempi di crisi, riguarda anche questo<br />
pilastro dell’industria salsamentaria<br />
nazionale.<br />
<br />
La situazione produttiva/competitiva rispecchia<br />
questa grande diffusione di differenti<br />
tipologie di prodotto su tutto il territorio<br />
nazionale, tanto che, a fianco dei<br />
big, esistono numerose piccole e medie<br />
imprese, che fanno proprio dell’appartenenza<br />
alla tradizione una leva competitiva<br />
forte da utilizzare in chiave locale.<br />
Di contro, le grandi industrie branded<br />
puntano su una più spiccata immagine<br />
salutistica, appropriandosi di concetti<br />
come il low fat o il minore tasso di sale,<br />
oppure di maggiore qualità come l’origine<br />
nazionale delle carni utilizzate, la filiera<br />
tracciata, ecc.<br />
22 ottobre 2012 35
36<br />
INDUSTRIA<br />
IL SEGMENTO SALAME CRUDO<br />
Totale peso imposto + peso variabile<br />
Anni<br />
terminanti<br />
Totale<br />
Distribuzione<br />
Moderna<br />
S<br />
14/08/11<br />
22 ottobre 2012<br />
V.Vol (Kg.000) V.Val (€000) Prezzo Medio<br />
S<br />
12/08/12<br />
Var%<br />
S<br />
14/08/11<br />
S<br />
12/08/12<br />
Var%<br />
S<br />
14/08/11<br />
S<br />
12/08/12<br />
39.742 39.295 -1,1 546.405 542.257 -0,8 13,75 13,80 0,4<br />
Area 1 11.072 10.954 -1,1 163.825 161.228 -1,6 14,80 14,72 -0,5<br />
Area 2 7.287 7.256 -0,4 104.894 108.285 3,2 14,39 14,92 3,7<br />
Area 3 10.928 10.663 -2,4 138.1<strong>24</strong> 135.504 -1,9 12,64 12,71 0,5<br />
Area 4 10.455 10.418 -0,4 139.562 137.205 -1,7 13,35 13,17 -1,3<br />
Iper 11.444 11.111 -2,9 153.910 152.373 -1,0 13,45 13,71 2,0<br />
Super Grandi 8.826 8.867 0,5 123.237 123.859 0,5 13,96 13,97 0,0<br />
Super Piccoli<br />
+ LIS<br />
19.472 19.316 -0,8 269.259 266.022 -1,2 13,83 13,77 -0,4<br />
IL SEGMENTO SALAMINI<br />
Totale peso imposto + peso variabile<br />
V.Vol (Kg.000) V.Val (€000) Prezzo Medio<br />
Anni<br />
S<br />
S Var% S<br />
S Var% S<br />
S Var%<br />
terminanti 14/08/11 12/08/12 vs Corrisp. 14/08/11 12/08/12 vs Corrisp. 14/08/11 12/08/12 vs Corrisp.<br />
Totale Italia<br />
Food<br />
4.111 4.608 12,1 53.523 58.280 8,9 13,02 12,65 -2,9<br />
Area 1 1.080 1.254 16,1 15.438 17.004 10,1 14,29 13,56 -5,1<br />
Area 2 748 786 5,0 10.293 11.016 7,0 13,76 14,02 1,9<br />
Area 3 1.036 1.189 14,8 13.762 15.275 11,0 13,28 12,84 -3,3<br />
Area 4 1.<strong>24</strong>7 1.379 10,7 14.030 14.985 6,8 11,25 10,86 -3,5<br />
Iper + Super 1.676 1.639 -2,2 29.531 29.271 -0,9 17,62 17,86 1,3<br />
Iper 729 762 4,5 12.880 13.277 3,1 17,66 17,42 -1,3<br />
Super 946 877 -7,3 16.651 15.994 -4,0 17,60 18,23 3,6<br />
Liberi Servizi 286 276 -3,6 5.639 5.363 -4,9 19,73 19,46 -1,3<br />
Traditional<br />
Grocery<br />
64 63 -2,9 1.412 1.374 -2,7 21,92 21,97 0,2<br />
Discount 2.085 2.631 26,2 16.941 22.272 31,5 8,12 8,47 4,2<br />
<br />
Le grandi industrie nazionali hanno inoltre<br />
investito sull’innovazione di prodotto:<br />
difficile incrementare significativamente il<br />
contenuto di servizio del prodotto, di certo<br />
uno dei più basic dell’intero alimentare,<br />
anche se qualche produttore si è spinto a<br />
migliorare aspetti di stretta natura pratica<br />
come la pelabilità delle fette o la richiudibilità<br />
del salame, i maggiori competitor si<br />
sono confrontati con una segmentazione<br />
più puntuale dell’offerta per allargare il bacino<br />
dei consumatori e delle occasioni di<br />
consumo, facendo leva sul fuoripasto in<br />
funzione merenda/snack/on the go. Proprio<br />
questi due segmenti, secondo dati<br />
Nielsen (A.T. agosto 2012), mostrano un<br />
andamento differente tra loro, con le vendite<br />
di salame in calo e i salamini che si<br />
dimostrano più vivaci.<br />
Var%<br />
Fonte: Nielsen<br />
Fonte: Nielsen<br />
<br />
Con Patrizia Bianca di Nielsen analizziamo<br />
l’andamento del mercato, cercando<br />
di comprendere se alla base di questa<br />
dinamica sta solo il maggior contenuto di<br />
servizio e un fenomeno di “snackizzazione”<br />
dei pasti che incide sulle abitudini di<br />
consumo degli italiani da oltre un decennio<br />
che favorirebbe i piccoli formati, oppure<br />
se altri fattori stanno intervenendo
La nuova forma della tradizione,<br />
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Ha una confezione ergonomica, visibile e riconoscibile a scaff ale.<br />
<strong>Il</strong> successo di vendite è servito. <strong>Il</strong> piacere del formaggio
38<br />
INDUSTRIA<br />
I PROFILI SOCIODEMOGRAFICI<br />
Suddivisione per nucleo familiare, per disponibilità economiche e aree geografiche<br />
22 ottobre 2012<br />
% Famiglie<br />
Universo<br />
% Famiglie<br />
Acquirenti<br />
Indice Alloc.<br />
Universo<br />
LIFESTAGES<br />
Pre-Family 10,3 10,4 101<br />
New-Families 8,7 8,4 97<br />
Maturing-Families 10,0 11,2 112<br />
Estabilished-Families 9,1 10,4 114<br />
Post Families 19,7 18,8 96<br />
Older Couples 26,2 26,9 103<br />
Older Singles<br />
AFFLUENCY<br />
16,0 13,8 86<br />
Low Affluency 20,0 20,9 104<br />
Below-Average Affluency 30,0 31,2 104<br />
Above Average Affluency 30,0 29,5 98<br />
High Affluency<br />
AREE<br />
20,0 18,4 92<br />
Area 1 28,5 28,8 101<br />
Area 2 19,8 19,0 96<br />
Area 3 + Sardegna 22,5 22,4 99<br />
Area 4 29,2 29,8 102<br />
su questa dinamica e modificando il profilo<br />
di questo mercato. “La categoria del<br />
salame -spiega- mostra un trend negativo<br />
ma in leggera ripresa rispetto agli andamenti<br />
dello scorso anno. È importante<br />
distinguere tra peso fisso (snack + salamini)<br />
e peso variabile (asporto e taglio)<br />
che rispondono a domande di mercato<br />
completamente differenti. I salamini, che<br />
rappresentano ancora un segmento minoritario<br />
(circa il 5% del totale mercato)<br />
rispecchiano l’attuale tendenza dei retailer<br />
che tendono a privilegiare la vendita a<br />
libero servizio rispetto al banco taglio. Da<br />
sottolineare, inoltre, la differente struttura<br />
competitiva di questi, caratterizzati<br />
da un mercato concentrato su un grosso<br />
player e sulle private label”. L’andamento<br />
di queste ultime spiega la crescita del<br />
mercato come effetto dell’ingresso di alcune<br />
grandi insegne nella categoria con<br />
formati “famiglia”. “<strong>Il</strong> salame a peso va-<br />
Fonte: Nielsen<br />
riabile -prosegue l’analista Nielsen- e soprattutto<br />
il prodotto veicolato attraverso<br />
il banco taglio, costituisce una categoria<br />
con una grossa connotazione regionale<br />
che, conseguentemente, risulta molto<br />
frammentato a livello di competition. Nella<br />
rosa delle tipologie di salumi il salame<br />
rappresenta, insieme alla mortadella, la<br />
categoria con il più basso rapporto euro/<br />
kg, ma all’interno della stessa risultano<br />
in difficoltà i segmenti a più alto prezzo<br />
come il Felino e l’Ungherese, mentre crescono<br />
invece Napoli e Milano che hanno<br />
un posizionamento più basso”.<br />
<br />
Uno scivolamento verso il basso che<br />
premia, quindi, le tipologie di prodotto a<br />
più spiccata convenienza, anche se, secondo<br />
i dati Nielsen, il prezzo medio di<br />
vendita del salame è in crescita. “Non c’è<br />
una contraddizione in questo -prosegue<br />
Bianca- e il prezzo medio è in crescita,<br />
ma in maniera più contenuta rispetto al<br />
grocery, tenendo presente che il livello di<br />
inflazione è superiore al 3%. <strong>Il</strong> mercato<br />
ha visto una riduzione importante delle<br />
promozioni sul segmento da taglio e<br />
un contenimento dei tagli sulle fasce di<br />
sconto più aggressive, in controtendenza<br />
con quanto accade in altre categorie.<br />
Non da ultimo si sottolinea l’importanza<br />
e la tendenza positiva degli affettati di<br />
salame a peso fisso che di fatto cannibalizzano<br />
l’acquisto del banco assistito”.<br />
<br />
Guardando alla suddivisione del mercato<br />
in base alle tipologie di vendita, emerge<br />
tuttora la predominanza del peso variabile,<br />
che copre il 95% del totale delle<br />
vendite rispetto al 5% riferibile al peso<br />
imposto. Analogamente, il territorio nazionale<br />
fa emergere differenze su base<br />
geografica, anche sotto il profilo della<br />
promozionalità, con Area 1 e Area 2, ad<br />
esempio, che mostrano valori molto diversi<br />
tra loro, rispettivamente 36,8 contro<br />
20,4. “Si tratta -prosegue Bianca- di<br />
un fenomeno legato alla forte concentrazione<br />
del numero di ipermercati in Area<br />
1 che hanno mostrato un livello promo<br />
più aggressivo. Allo stesso tempo, i salamini<br />
in versione snack mostrano una<br />
performance negativa all’interno dei<br />
super. Una dinamica legata al prezzo di<br />
vendita e alla contemporanea crescita<br />
dei canali alternativi con prodotti dal posizionamento<br />
di prezzo più basso come<br />
il discount.<br />
“<strong>Il</strong> peso a volume delle private label nel<br />
canale distribuzione moderna -conclude<br />
Bianca- nell’anno terminante al 12 agosto<br />
2012 è pari al 4% per il salame peso<br />
variabile e al 17% per il salame peso imposto”.<br />
Si tratta di valori tutto sommato<br />
in media con le restanti famiglie di salumi<br />
vendute nella distribuzione moderna,<br />
anche se l’incidenza delle private label<br />
su questo mercato potrebbe aumentare,<br />
soprattutto in una fase di riduzione del<br />
potere di acquisto delle famiglie come<br />
quella che stiamo vivendo.<br />
Davide Bernieri
38<br />
INDUSTRIA<br />
I PROFILI SOCIODEMOGRAFICI<br />
Suddivisione per nucleo familiare, per disponibilità economiche e aree geografiche<br />
22 ottobre 2012<br />
% Famiglie<br />
Universo<br />
% Famiglie<br />
Acquirenti<br />
Indice Alloc.<br />
Universo<br />
LIFESTAGES<br />
Pre-Family 10,3 10,4 101<br />
New-Families 8,7 8,4 97<br />
Maturing-Families 10,0 11,2 112<br />
Estabilished-Families 9,1 10,4 114<br />
Post Families 19,7 18,8 96<br />
Older Couples 26,2 26,9 103<br />
Older Singles<br />
AFFLUENCY<br />
16,0 13,8 86<br />
Low Affluency 20,0 20,9 104<br />
Below-Average Affluency 30,0 31,2 104<br />
Above Average Affluency 30,0 29,5 98<br />
High Affluency<br />
AREE<br />
20,0 18,4 92<br />
Area 1 28,5 28,8 101<br />
Area 2 19,8 19,0 96<br />
Area 3 + Sardegna 22,5 22,4 99<br />
Area 4 29,2 29,8 102<br />
su questa dinamica e modificando il profilo<br />
di questo mercato. “La categoria del<br />
salame -spiega- mostra un trend negativo<br />
ma in leggera ripresa rispetto agli andamenti<br />
dello scorso anno. È importante<br />
distinguere tra peso fisso (snack + salamini)<br />
e peso variabile (asporto e taglio)<br />
che rispondono a domande di mercato<br />
completamente differenti. I salamini, che<br />
rappresentano ancora un segmento minoritario<br />
(circa il 5% del totale mercato)<br />
rispecchiano l’attuale tendenza dei retailer<br />
che tendono a privilegiare la vendita a<br />
libero servizio rispetto al banco taglio. Da<br />
sottolineare, inoltre, la differente struttura<br />
competitiva di questi, caratterizzati<br />
da un mercato concentrato su un grosso<br />
player e sulle private label”. L’andamento<br />
di queste ultime spiega la crescita del<br />
mercato come effetto dell’ingresso di alcune<br />
grandi insegne nella categoria con<br />
formati “famiglia”. “<strong>Il</strong> salame a peso va-<br />
Fonte: Nielsen<br />
riabile -prosegue l’analista Nielsen- e soprattutto<br />
il prodotto veicolato attraverso<br />
il banco taglio, costituisce una categoria<br />
con una grossa connotazione regionale<br />
che, conseguentemente, risulta molto<br />
frammentato a livello di competition. Nella<br />
rosa delle tipologie di salumi il salame<br />
rappresenta, insieme alla mortadella, la<br />
categoria con il più basso rapporto euro/<br />
kg, ma all’interno della stessa risultano<br />
in difficoltà i segmenti a più alto prezzo<br />
come il Felino e l’Ungherese, mentre crescono<br />
invece Napoli e Milano che hanno<br />
un posizionamento più basso”.<br />
<br />
Uno scivolamento verso il basso che<br />
premia, quindi, le tipologie di prodotto a<br />
più spiccata convenienza, anche se, secondo<br />
i dati Nielsen, il prezzo medio di<br />
vendita del salame è in crescita. “Non c’è<br />
una contraddizione in questo -prosegue<br />
Bianca- e il prezzo medio è in crescita,<br />
ma in maniera più contenuta rispetto al<br />
grocery, tenendo presente che il livello di<br />
inflazione è superiore al 3%. <strong>Il</strong> mercato<br />
ha visto una riduzione importante delle<br />
promozioni sul segmento da taglio e<br />
un contenimento dei tagli sulle fasce di<br />
sconto più aggressive, in controtendenza<br />
con quanto accade in altre categorie.<br />
Non da ultimo si sottolinea l’importanza<br />
e la tendenza positiva degli affettati di<br />
salame a peso fisso che di fatto cannibalizzano<br />
l’acquisto del banco assistito”.<br />
<br />
Guardando alla suddivisione del mercato<br />
in base alle tipologie di vendita, emerge<br />
tuttora la predominanza del peso variabile,<br />
che copre il 95% del totale delle<br />
vendite rispetto al 5% riferibile al peso<br />
imposto. Analogamente, il territorio nazionale<br />
fa emergere differenze su base<br />
geografica, anche sotto il profilo della<br />
promozionalità, con Area 1 e Area 2, ad<br />
esempio, che mostrano valori molto diversi<br />
tra loro, rispettivamente 36,8 contro<br />
20,4. “Si tratta -prosegue Bianca- di<br />
un fenomeno legato alla forte concentrazione<br />
del numero di ipermercati in Area<br />
1 che hanno mostrato un livello promo<br />
più aggressivo. Allo stesso tempo, i salamini<br />
in versione snack mostrano una<br />
performance negativa all’interno dei<br />
super. Una dinamica legata al prezzo di<br />
vendita e alla contemporanea crescita<br />
dei canali alternativi con prodotti dal posizionamento<br />
di prezzo più basso come<br />
il discount.<br />
“<strong>Il</strong> peso a volume delle private label nel<br />
canale distribuzione moderna -conclude<br />
Bianca- nell’anno terminante al 12 agosto<br />
2012 è pari al 4% per il salame peso<br />
variabile e al 17% per il salame peso imposto”.<br />
Si tratta di valori tutto sommato<br />
in media con le restanti famiglie di salumi<br />
vendute nella distribuzione moderna,<br />
anche se l’incidenza delle private label<br />
su questo mercato potrebbe aumentare,<br />
soprattutto in una fase di riduzione del<br />
potere di acquisto delle famiglie come<br />
quella che stiamo vivendo.<br />
Davide Bernieri
INDUSTRIA<br />
<br />
<br />
Indagine in Italia commissionata a Doxa da Eblex,<br />
il Consorzio di promozione delle carni bovine inglesi<br />
40<br />
di Gino Pagliuca<br />
on circa 400.000 tonnellate<br />
l’anno, l’Italia si conferma<br />
essere il principale importatore<br />
di carni bovine di qualità<br />
dell’Unione Europea. Dal 2006 -anno in<br />
cui l’Inghilterra ha potuto riammettere le<br />
sue carni sui mercati dopo la crisi della<br />
Bse- le esportazioni verso l’Italia sono<br />
cresciute fino a toccare nel 2011 le<br />
9.000 tonnellate di manzo. <strong>Il</strong> canale più<br />
importante per queste carni è la ristorazione.<br />
Eblex, l’Ente inglese che promuove<br />
le carni rosse in Europa, ha deciso di<br />
commissionare a Doxa l’aggiornamento<br />
di una ricerca che aveva già condotto<br />
nel 1999 e nel 2005, sul rapporto tra<br />
italiani e carni rosse.<br />
<br />
Solo il 7% degli intervistati dichiara di<br />
aver aumentato negli ultimi anni il consumo<br />
di carne, il 39% dichiara un consumo<br />
stabile, il 56% invece ha diminuito.<br />
<strong>Il</strong> problema della “mucca pazza” resta<br />
vivo presso il 44% degli Italiani, la per-<br />
28 ottobre 2012<br />
cezione, tuttavia, è calata<br />
sensibilmente rispetto a<br />
qualche anno fa (nel 1999<br />
era dell’80% e nel 2005<br />
del 53%). <strong>Il</strong> consumo di<br />
carne bovina in Italia rimane<br />
molto forte e riguarda<br />
l’88% del campione. <strong>Il</strong> dato<br />
però ha avuto nel tempo<br />
un andamento altalenante:<br />
nel 2005, rispetto al<br />
1999, era stato registrato<br />
un aumento dei consumi<br />
(+4%). Oggi, rispetto a 7<br />
anni fa, dal 2005 al 2012,<br />
si nota una lieve flessione<br />
dei consumi (-5%), che<br />
tornano ad un livello pari<br />
a quello rilevato 13 anni fa (89%). Per<br />
quanto riguarda i cluster di consumatori,<br />
le famiglie monoparentali (77%) e quelle<br />
a basso reddito (83%) sono i due sottogruppi<br />
dove si registra un consumo di<br />
carne bovina minore rispetto alla media<br />
nazionale. Anche i giovani adulti di 15-<br />
L’agnello gallese incontra l’alta cucina<br />
Dati economici e l’alta cucina di Carlo Cracco: occasione di questo<br />
incontro è stata una recente iniziativa promossa a Milano da Hcc, il<br />
consorzio per la promozione della carne del Galles e il cui acronimo<br />
sta per le tre parole gaeliche Hybu cig cymru.<br />
Nel corso dell’incontro, lo chef stellato ha proposto una serie<br />
di interpretazioni dell’agnello gallese. Un prodotto sempre più<br />
apprezzato in Italia, se si considera che lo scorso anno il nostro<br />
Paese ha importato agnello gallese per circa 14 milioni di euro con un<br />
incremento del 40% rispetto al 2010.<br />
In aggiunta, l’Italia ha anche importato manzo per un valore di 8,5<br />
44%<br />
Italiani che hanno<br />
ancora timore della<br />
mucca pazza<br />
26%<br />
Quanti reputano<br />
importante<br />
la provenienza<br />
34 anni (84%) risultano un<br />
target di consumatori sotto<br />
media.<br />
<br />
La rilevazione ha anche<br />
permesso di effettuare<br />
un’analisi di tipo qualitativo.<br />
In particolare si rileva<br />
una maggiore fiducia che in<br />
passato nei confronti delle<br />
carni di provenienza estera,<br />
grazie anche alla percezione<br />
di una maggiore affidabilità<br />
dei controlli dell’autorità sanitaria<br />
nazionale e di quelle<br />
comunitarie.<br />
Vi è anche una crescente attenzione<br />
al paese di provenienza della<br />
carne bovina; a questo riguardo, mentre<br />
si guarda con assai meno sospetto alle<br />
importazioni dalla Gran Bretagna le preoccupazioni<br />
maggiori si sono spostate<br />
verso i Paesi dell’Estremo Oriente e in<br />
particolare verso la Cina.•<br />
milioni di euro, con un aumento annuo del<br />
17%. Nel 2011, il settore dell’export per<br />
i prodotti gallesi a base di carne ovina e<br />
bovina ha superato tutti i precedenti record<br />
raggiungendo quasi <strong>24</strong>0 milioni di sterline,<br />
quasi 300 milioni di euro, una cifra che si<br />
ottiene sommando le vendite all’estero di<br />
agnello, manzo (in forte crescita) e pellami.<br />
E sono dati che, stando alle rilevazioni di questi ultimi mesi, nel 2012<br />
dovrebbero essere ampiamente superati.
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riattualizzando le nostre tradizioni rurali,<br />
sia guardando ai tanti “giacimenti” che<br />
costellano tutto il mondo.<br />
L’obiettivo è raggiungere la fascia di consumatori<br />
più attenta alle moderne istanze<br />
in fatto di alimentazione, che guardano<br />
ai semi oleosi e alla frutta disidratata come<br />
elementi centrali in una dieta, capaci<br />
di fornire nutrienti altrimenti difficili da<br />
reperire in tali quantità per il nostro organismo<br />
negli altri alimenti.<br />
In questo senso, i competitor hanno<br />
messo in campo una serie di iniziative<br />
per fare avvicinare i consumatori, lanciando<br />
specialità provenienti dal Sudamerica<br />
o dall’Asia, ancora poco note in<br />
Italia, rinnovando i packaging in funzione<br />
di un’immagine più moderna e con un<br />
occhio attento al contenuto di servizio e<br />
dando vita a operazioni promozionali articolate,<br />
dalle operazioni in-store, al coinvolgimento<br />
di chef di rango per sviluppare<br />
proposte gourmet che esaltano il gusto di<br />
questi prodotti, fino ad esperimenti più<br />
complessi, come la creazione di concept<br />
store monomarca, esclusivamente dedicati<br />
a frutta secca e semi provenienti da<br />
tutto il mondo.<br />
Iniziative, queste, che sono lo specchio<br />
della ricerca di una nuova identità da<br />
parte dei produttori, verso un’evoluzione<br />
simile a quanto avvenuto su altri mercati,<br />
come quello statunitense, nel quale<br />
l’affermazione di nuovi concept alimentari<br />
orientati al salutismo ha dato nuovo<br />
impulso alle vendite di questi prodotti.<br />
<br />
Oggi, secondo dati Symphony Iri Group<br />
riferiti all’anno terminante a luglio 2012,<br />
a totale Italia, iper+super+Lsp da 100 a<br />
399 mq, si notano i primi risultati di questa<br />
rivoluzione: le vendite fanno registrare<br />
una flessione dell’1,9% a volume, mentre<br />
€ 9,85<br />
IL PREZZO<br />
MEDIO<br />
LA QUOTA VALORE<br />
DELLE PL<br />
84,4<br />
IL NUMERO MEDIO<br />
DI REFERENZE<br />
34,<strong>2%</strong> 32,1%<br />
LA QUOTA VOLUME<br />
DELLE PL<br />
guadagnano 2,3% a valore. Segmentando<br />
questi dati si nota il differente dinamismo<br />
dei vari segmenti, riconducibile al<br />
grado di innovazione e di appeal espresso<br />
dai vari prodotti: così, mentre la frutta<br />
secca con guscio, la tipologia più basic e<br />
la più “complessa” da consumare, flette<br />
del 4,7% a volume, la versione sgusciata<br />
guadagna il 2,7% sempre nelle vendite<br />
in quantità.<br />
Male datteri e fichi, contiene le perdite la<br />
frutta essiccata che rappresenta, almeno<br />
in alcune propaggini del mercato, il prodotto<br />
più moderno e appealing, che si pone<br />
quasi in concorrenza con le altre forme<br />
di frutta ready to eat, ma che spinge ancora<br />
di più il concetto di servizio, anche<br />
in funzione on the go. Così, mentre i semi<br />
tostati, secondo segmento del mercato<br />
per dimensioni dietro la frutta con guscio,<br />
mostrano flessioni delle vendite a volume<br />
nell’ordine dell’1,7%, le prugne secche<br />
guadagnano nello stesso periodo l’1,6%,<br />
facendo leva su contenuto salutistico e<br />
innovazione di pack e di processo, verso<br />
una maggiore resa qualitativa.<br />
22 ottobre 2012 43
44<br />
INDUSTRIA_ mercati<br />
DIMENSIONI E TREND DEL MERCATO<br />
Andamento dei segmenti - Anno terminante luglio 2012<br />
22 ottobre 2012<br />
Vendite<br />
in Volume<br />
Var % su anno<br />
precedente<br />
Vendite<br />
in Valore<br />
Var % su anno<br />
precedente<br />
Totale categoria frutta secca 46.358.233 -1,9 456.646.938 2,3<br />
Frutta secca con guscio 14.706.457 -4,7 98.473.550 3,5<br />
Frutta secca senza guscio 5.865.700 2,7 126.795.460 3,6<br />
Frutta essiccata/esotica/altri 4.302.039 -0,9 40.157.172 0,3<br />
Prugne 5.803.981 1,6 49.897.915 0,6<br />
Datteri e fichi 4.447.766 -4,2 27.984.135 -4,6<br />
Semi tostati 11.232.294 -1,7 113.338.702 3,3<br />
Fonte: Symphony Iri Group<br />
ALLOCAZIONE NEI CANALI E NELLE AREE GEOGRAFICHE<br />
Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante luglio 2012<br />
Vendite Sales Location Vendite Sales Location<br />
in Volume in Volume in Valore in Valore<br />
Totale Italia 46.358.233 100 456.646.938 100<br />
Nord-Ovest 16.964.080 36,6 167.082.906 36,6<br />
Nord-Est 11.160.523 <strong>24</strong>,1 112.999.792 <strong>24</strong>,7<br />
Centro+Sardegna 11.599.986 25,0 115.781.502 25,4<br />
Sud 6.633.643 14,3 60.782.732 13,3<br />
Ipermercati 9.689.999 20,9 87.287.414 19,1<br />
Supermercati 30.671.710 66,2 303.937.339 66,6<br />
LSP 5.996.527 12,9 65.422.180 14,3<br />
Diverso l’andamento a volume degli stessi<br />
segmenti: secondo i dati, solo datteri<br />
e fichi perdono terreno, lasciando sul<br />
terreno il 4,6% delle vendite rispetto allo<br />
stesso periodo precedente, mentre tutte<br />
le altre tipologie di prodotto guadagnano<br />
valore, in particolare la frutta secca sgusciata<br />
(+3,6%), quella con guscio (+3,5%)<br />
e i semi tostati (+3,3%).<br />
<br />
Suddividendo le vendite su base geografica,<br />
emerge come il Nord-Ovest guidi la<br />
classifica italiana, rappresentando più<br />
di un terzo dell’intero mercato, mentre il<br />
Sud, che pure ha una forte e radicata tradizione<br />
nella produzione e nella trasformazione<br />
di frutta secca e semi, chiude<br />
con percentuali al di sotto del 15%. Una<br />
dinamica, questa, determinata da una<br />
rete della distribuzione moderna ancora<br />
non sufficientemente articolata nelle<br />
regioni del Mezzogiorno e dalla radicata<br />
abitudine, da parte dei consumatori, di<br />
rivolgersi a canali distributivi alternativi.<br />
Tornando ai dati Symphony Iri Group, il<br />
prezzo medio di questi prodotti è in crescita,<br />
guadagnando il 4,3% rispetto allo<br />
stesso periodo precedente e giungendo<br />
a quota 9,85 euro/chilogrammo: di contro,<br />
anche le private label, le preferite da<br />
chi cerca la convenienza, continuano a<br />
guadagnare terreno, raggiungendo quota<br />
3<strong>2%</strong> a volume e valore, con un balzo del<br />
4,8% rispetto allo scorso anno.<br />
<br />
Naturalmente, anche le referenze a<br />
marchio del distributore, beneficiano di<br />
questa lunga ondata di rinnovamento, at-<br />
Fonte: Symphony Iri Group<br />
traverso un allargamento delle gamme,<br />
un’immagine più giovane e packaging a<br />
maggiore contenuto di servizio. Di fatto,<br />
questo grande fermento in termini di<br />
lanci e rinnovamento delle referenze si<br />
ripercuote immediatamente sulla struttura<br />
dell’offerta e sullo scaffale: oggi, il<br />
numero medio di referenze si attesta a<br />
quota 84,4 e, in taluni casi, soprattutto<br />
se si prendono in esame gli ipermercati<br />
più evoluti, il numero delle referenze<br />
di frutta secca e semi oleosi presenti in<br />
assortimento è superiore a quello della<br />
frutta ready to eat, nonostante il baricentro<br />
della dieta sia spostato sui freschi e la<br />
grande attenzione sui fresh cut da parte<br />
di tutti gli attori della filiera distributiva.<br />
Anche questo è un chiaro segnale nel<br />
cambiamento in atto.<br />
Manuela Soressi
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Boom di vendite in gdo<br />
degli assorbenti<br />
per incontinenza<br />
urinaria.<br />
Gli iper detengono<br />
una quota<br />
superiore al 60%<br />
mercati _ INDUSTRIA<br />
<br />
<br />
di<br />
incontinenza urinaria è un’involontaria<br />
perdita delle urine, che<br />
determina un peggioramento<br />
della qualità della vita personale<br />
e sociale. Questa condizione medica è<br />
sempre più frequente nel nostro Paese,<br />
sia in ragione dell’invecchiamento della<br />
popolazione (fenomeno che continuerà<br />
a progredire) che dell’aumento di alcune<br />
patologie, in primis l’obesità, le operazioni<br />
alla prostata, le infiammazioni ecc…<br />
nonché anche di scorretti stili di vita (sedentarietà<br />
e alimentazione inadeguata).<br />
Da dati pubblicati, risulterebbe che in<br />
Italia almeno tre milioni di persone sono<br />
soggette a fenomeni di incontinenza e la<br />
maggior parte sono donne: si calcola che<br />
il 14% delle donne con più di quarant’anni<br />
presenta questo tipo di disturbo, ma è<br />
soprattutto con il salire dell’età che aumenta,<br />
arrivando al 30% tra le persone<br />
ultra 65enni. Del resto basta osservare<br />
la quantità di spot pubblicitari che reclamizzano<br />
assorbenti per incontinenti,<br />
per rendersi conto della diffusione del<br />
problema.<br />
<strong>Il</strong> sintomo dell’incontinenza urinaria è<br />
quasi sempre il risultato di una sottostante<br />
condizione medica curabile, ma<br />
pare che sia sottostimato sia dai medici<br />
sia dai pazienti, specialmente in età<br />
anziana, che soccombono e cercano di<br />
rimediare al sintomo più che alla causa.<br />
Le badanti ucraine e rumene, che sempre<br />
più si prendono cura dei nostri anziani,<br />
potrebbero dare testimonianze precise in<br />
merito. Quello che in questo articolo vorrei<br />
sottolineare è il risvolto commerciale<br />
dati<br />
e socio-culturale di questo fenomeno. <strong>Il</strong><br />
mercato degli assorbenti, dei pannolini e<br />
delle mutande specifiche per le perdite<br />
di urina è cresciuto nel giro di un anno<br />
di quasi il 6% a volume e del 7% a valore.<br />
È quanto emerge dai dati più recenti<br />
Symphony Iri (A.T. agosto 2012) che nel<br />
contesto segnalano invece un calo delle<br />
vendite degli assorbenti interni, esterni e<br />
salvaslip femminili, in particolare a volume<br />
più che a valore.<br />
I motivi? Per quanto riguarda la seconda<br />
categoria di assorbenti, cioè quelli igienici<br />
per le perdite mestruali e interciclo,<br />
abbiamo potuto osservare che la crisi ha<br />
indotto molte donne a prestare più attenzione<br />
negli acquisti, prediligendo la qualità<br />
alla quantità ed un utilizzo più consapevole<br />
ed efficiente. Allo stesso tempo,<br />
22 ottobre 2012 47
48<br />
INDUSTRIA_ mercati<br />
DIMENSIONI E TREND DEL MERCATO<br />
Andamento dei segmenti - Anno terminante agosto 2012<br />
22 ottobre 2012<br />
Vendite<br />
in Volume<br />
Var % su anno<br />
precedente<br />
Vendite<br />
in Valore<br />
Var % su anno<br />
precedente<br />
Totale Mercato 3.309.829.740 -3,2 432.701.949 -0,4<br />
Assorbenti Esterni 1.649.466.720 -5,3 252.597.054 -2,0<br />
Assorbenti Interni 142.845.538 -3,1 28.379.725 0,1<br />
Proteggislip 1.262.634.6<strong>24</strong> -2,1 79.709.300 -1,2<br />
Pannolini/mutande Incontinenti 254.882.858 5,7 72.015.870 6,7<br />
Fonte: Symphony Iri Group<br />
ALLOCAZIONE NEI CANALI E NELLE AREE GEOGRAFICHE<br />
Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante agosto 2012<br />
Vendite Sales Location Vendite Sales Location<br />
in Volume in Volume in Valore in Valore<br />
Totale Italia 3.309.829.740 100,0 432.701.949 100,0<br />
Nord-Ovest 1.111.657.916 33,6 146.019.547 33,7<br />
Nord-Est 745.098.386 22,5 97.279.486 22,5<br />
Centro + Sardegna 748.515.977 22,6 101.297.035 23,4<br />
Sud Iper+super+LSP 704.557.438 21,3 88.105.876 20,4<br />
LSP 496.759.022 15,0 68.415.402 15,8<br />
Supermercati 781.418.237 23,6 96.614.453 22,3<br />
Ipermercati 2.031.652.471 61,4 267.672.092 61,9<br />
negli ultimi anni le innovazioni tecnologiche<br />
nel campo dell’assorbenza hanno<br />
notevolmente migliorato le performance<br />
di questi prodotti, anche in termini di durata<br />
d’uso, con minori sprechi nell’utilizzo.<br />
Inoltre, le consumatrici diversificano<br />
le strategie d’acquisto, utilizzando canali<br />
e modalità che spesso sfuggono a certe<br />
analisi statistiche, come ad esempio attraverso<br />
grossisti e internet.<br />
Le vendite degli assorbenti per l’incontinenza<br />
urinaria sono, invece, il fenomeno<br />
in crescita e in particolare nella gdo, di<br />
cui gli ipermercati hanno una quota di<br />
oltre il 60%, sia a volume che a valore,<br />
offrendo al consumatore maggiore convenienza<br />
e assortimento rispetto al tradizionale<br />
canale farmacia.<br />
Si tratta di un vero e proprio boom commerciale,<br />
di cui si avvantaggiano un ristretto<br />
numero di produttori, essendo<br />
il mercato presidiato a valore per oltre<br />
l’85% da tre grandi aziende (Fater, Sca<br />
Hygiene, Johnson & Johnson) a cui seguono<br />
le private label, che stanno conquistando<br />
sempre più spazi anche in questo<br />
segmento (12,<strong>2%</strong> quota valore delle<br />
pl sempre da dati Symphony Iri).<br />
Cresce a vista d’occhio lo spazio occupato<br />
da questa tipologia di prodotti negli<br />
scaffali della gdo, tanto che in alcune<br />
realtà ha quasi raggiunto la stessa quota<br />
occupata dagli altri tipi di assorbenti<br />
femminili.<br />
<br />
<strong>Il</strong> problema dell’incontinenza urinaria è<br />
stato gestito in chiave comunicazionalepubblicitaria<br />
in modo molto chiaro ed efficace<br />
ai fini dell’impatto, anche se non<br />
sempre gradito, in particolare dalle donne.<br />
Alcuni emblematici spot hanno porta-<br />
Fonte: Symphony Iri Group<br />
to all’attenzione di tutti il fastidioso odore<br />
di urina: nella famosa scena dell’ascensore,<br />
ad esempio, utilizzando uno schema<br />
molto simile a quello dell’odore di<br />
sudore e come correlato emotivo il sentimento<br />
di vergogna e la riprovazione sociale<br />
che fu alla base dei primi spot sui<br />
deodoranti negli anni Settanta. Lo spot<br />
ha sicuramente colpito e sdoganato con<br />
ironia un argomento imbarazzante. Allo<br />
stesso tempo ha però infastidito l’utilizzo<br />
di cliché eccessivamente negativi nei<br />
confronti delle donne, che sembrano essere<br />
le uniche o quasi ad avere problemi<br />
di incontinenza. In tempi di crisi e di<br />
ascensori sociali bloccati, si invertono i<br />
ruoli: una volta erano le donne ad avere<br />
timore di salire in ascensore con uno<br />
sconosciuto, ora tocca agli uomini sfidare<br />
la salita in ascensore con le donne<br />
incontinenti?•
50<br />
SERVIZI<br />
Un report di McKinsey Global Institute mette in luce<br />
i possibili benefici derivanti dall’uso di tecnologie social<br />
sia a livello di funzioni organizzative che enterprise<br />
<br />
<br />
di Xjdsfhsdjhf<br />
di Enrico Sacchi<br />
el giro di pochi anni, le piattaforme<br />
social sono entrate nella<br />
cultura popolare affermandosi<br />
come autorevole strumento di<br />
informazione/influenza per i consumatori.<br />
I numeri che attestano il fenomeno<br />
sono eloquenti: 1,5 miliardi gli user di<br />
social network a livello globale, 80% gli<br />
user online che interagiscono regolarmente<br />
con i social network. Se dunque sul lato<br />
consumer la dimensione social è ormai<br />
un fatto assodato non altrettanto si può<br />
dire per il versante business. È pur vero<br />
che il 7<strong>2%</strong> delle aziende impiega le social<br />
technologies a vario titolo, ed il 90% ne<br />
trae qualche beneficio, ma sono davvero<br />
22 ottobre 2012<br />
poche quelle che riescono a sfruttarne<br />
appieno tutti i potenziali benefici. Molto<br />
ancora c’è da fare, dunque, perché le social<br />
technologies diventino uno strumento<br />
capace di generare valore per l’impresa:<br />
è questo il punto di partenza dello studio<br />
“The social economy: unlocking value and<br />
productivity trough social technologies”<br />
realizzato dal McKinsey Global Institute.<br />
<br />
Lo studio esplora il potenziale impatto<br />
economico delle social technologies in<br />
quattro settori: consumer packaged goods<br />
(CPG), servizi finanziari retail, manifatturiero<br />
avanzato, servizi professionali.<br />
Queste tecnologie, che creano valore<br />
migliorando la produttività lungo la value<br />
chain, possono contribuire annualmente<br />
in termini di valore per questi settori in<br />
un range che va da 900 milioni $ a 1,3<br />
trilioni $; due terzi di questo valore potenziale<br />
derivano dal miglioramento della<br />
collaborazione all’interno e attraverso le<br />
organizzazioni. Adottando queste tecnologie<br />
organizzative, il report di McKinsey<br />
stima che le imprese possano innalzare la<br />
produttività dei knowledge worker dal 20<br />
al 25%. Tuttavia, l’ottenimento di questi<br />
vantaggi comporterà significative trasformazioni<br />
nelle pratiche di management e<br />
nei comportamenti organizzativi. Le social<br />
technologies possono permettere alle<br />
organizzazioni di diventare delle imprese<br />
totalmente “in rete”, sia da un punto di<br />
vista tecnico che comportamentale.
Usare social<br />
technology<br />
per migliorare<br />
collaborazione<br />
e comunicazione<br />
interna<br />
all’organizzazione<br />
e verso l’esterno<br />
Usare social<br />
technology<br />
per abbinare<br />
talento<br />
alle attività<br />
SERVIZI<br />
FUNZIONI CORPORATE CHE USANO TECNOLOGIE WEB 2.0 PENETRAZIONE SOCIAL TECHNOLOGIES: CONSUMER VS AZIENDE<br />
I web tool sono usati trasversalmente a tutte le funzioni L’adozione di tecnologie sociali nelle imprese è indietro rispetto ai consumatori<br />
Marketing 79 Social networks<br />
84 50<br />
Vendite 51 Video sharing 81 38<br />
Consumatori Dipendenti<br />
1<br />
Servizi 35 Microblogging 23 23<br />
3<br />
IT 48 Blogs<br />
57 41<br />
Ricerca e sviluppo 44 Wikis 36 25<br />
Amministrazione 34 Media<br />
56 35<br />
2<br />
Produzione/Operation 29<br />
Fonte: “How social technologies are extending the organization”,<br />
The McKinsey Quarterly, novembre 2011<br />
DIECI MODALITÀ SECONDO CUI LE SOCIAL TECHNOLOGIES POSSONO AGGIUNGERE VALORE<br />
Le applicazioni sono riferite sia al livello organizzativo che al livello enterprise<br />
Funzioni organizzative Lungo l’intera impresa<br />
Sviluppo<br />
prodotto<br />
Operations<br />
e distribuzione<br />
Marketing<br />
e vendite<br />
Customer<br />
service<br />
Business<br />
support (2)<br />
4<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
8<br />
Derivare customer insight (1)<br />
Co-creazione prodotto<br />
Leva social per prevedere e monitorare<br />
Usare social per distribuire processi di business<br />
Derivare customer insight<br />
Usare tecnologie social per interazioni<br />
di marketing e comunicazione<br />
Generare e favorire opportunità di vendita<br />
Social commerce<br />
Fornire customer care tramite tecnologie social<br />
Migliorare collaborazione e comunicazione;<br />
abbinare talento alle attività<br />
<br />
In questo quadro, le imprese che fanno<br />
affidamento sulla conoscenza dei comportamenti<br />
di consumo per lo sviluppo<br />
e per il marketing hanno l’opportunità di<br />
creare valore coinvolgendosi con i consumatori<br />
sui social media e monitorando<br />
le conversazioni in questi canali per<br />
generare consumer insights ed una più<br />
profonda comprensione del mercato. Le<br />
imprese del settore CPG, per esempio,<br />
hanno l’opportunità di creare un valore<br />
che è equivalente tra il 15 e il 30%<br />
delle spese correnti in queste attività.<br />
Tale valore si riferisce non solo all’uso<br />
delle social technologies ma anche alle<br />
strategie -creative, ponderate e ben<br />
eseguite- che possono incorporare al-<br />
1. Da ottobre 2011<br />
2. Classificata come<br />
directory<br />
3. Include Twitter,<br />
Tumblr, Welbo, Plurk<br />
e Posterous Spaces<br />
Fonte: “comScore, maggio 2012, comScore Global Online Video Viewing ottobre 2011;<br />
“How social technologies are extending the organization”. The McKinsey Quarterly, novembre 2011<br />
Leve a livello<br />
enterprise<br />
(Social come<br />
tecnologia<br />
organizzativa)<br />
9<br />
10<br />
tri canali. Inoltre, le aziende CPG che<br />
hanno un elevato numero di knowledge<br />
worker e che fanno forte affidamento<br />
sulla riconoscibilità del brand, possono<br />
usare le tecnologie social lungo tutti<br />
gli anelli della catena del valore. Così<br />
operando, secondo il rapporto McKinsey,<br />
queste imprese possono incrementare<br />
i loro margini fino al 60%, usando<br />
le social technologies per migliorare la<br />
produttività dei knowledge worker. Nel<br />
report viene altresì sottolineato come<br />
non sia sufficiente dirottare semplicemente<br />
il budget per pubblicità e consumer<br />
insight verso i social media; negli<br />
ultimi anni è apparso evidente che solo<br />
i programmi ben pianificati e ben eseguiti<br />
(spesso comprendenti componenti<br />
1. La derivazione di customer insight<br />
per lo sviluppo del prodotto è inclusa<br />
nei customer insight (livello 4), all’interno<br />
dell’area marketing e vendite.<br />
2. Le funzioni di supporto al business sono<br />
attività corporate o amministrative, come<br />
le risorse umane, o finanze e contabilità.<br />
3. I livelli 9 e 10 si applicano alle funzioni<br />
di supporto al business come avviene nelle<br />
altre aree funzionali di valore.<br />
Fonte: McKinsey Global Institute analysis<br />
non social come i mass media) possono<br />
catturare il valore potenziale delle social<br />
technologies.<br />
<br />
Una frazione considerevole del recupero<br />
di valore reso possibile dalle social<br />
technologies può venire intercettato dai<br />
consumatori sotto forma di prezzi più<br />
bassi, qualità più alta dei prodotti, migliore<br />
offerta in relazione ai loro bisogni<br />
e miglioramento nel servizio clienti. Ma<br />
non solo. I consumatori possono avvantaggiarsi<br />
dalla capacità di identificare un<br />
gruppo con il quale intercorrono affinità,<br />
rimanendo in contatto con un network<br />
di persone, o accedendo a messaggi e<br />
contenuti, praticamente a costo zero.•<br />
22 ottobre 2012 51
informazione commerciale
Progetto dei Paesi dell’Europa Centrale per migliorare<br />
la raccolta e l’ecodesign di carta e imballaggi<br />
di Gino Pagliuca<br />
e si chiedesse a un campione<br />
generico di consumatori quali<br />
materiali sono riciclabili con<br />
tutta probabilità si otterrebbero<br />
due risposte, il vetro e la carta. In realtà,<br />
la seconda è una risposta solo in parte<br />
vera, perché si tratta di un materiale che<br />
sì proviene da fonti rinnovabili, ma che è<br />
ancora ben lontano dall’essere integralmente<br />
recuperato.<br />
Innanzitutto per le modalità di raccolta:<br />
sistemi poco efficaci possono ridurne<br />
drasticamente la quantità utilizzabile<br />
per il riciclo; ma anche l’eco design non<br />
corretto dei prodotti stampati e d’imballaggio<br />
possono renderli inutilizzabili o addirittura<br />
dannosi nel processo di riciclo.<br />
Basti pensare ai packaging poliaccoppiati,<br />
eleganti e resistenti ma di problematico<br />
smaltimento. La conseguenza è,<br />
come segnala un recente rapporto della<br />
Comunità europea, alcuni paesi inviano<br />
ancora in discarica enormi quantità<br />
di rifiuti urbani -la peggiore opzione di<br />
smaltimento- nonostante l’esistenza di<br />
alternative migliori, e nonostante siano<br />
disponibili fondi strutturali per finanziare<br />
alternative più sostenibili.<br />
UNO SPRECO ANCORA TROPPO ALTO IN EUROPA<br />
Tasso di riutilizzo della carta destinata al riciclo: 30 punti in più in 20 anni<br />
1991<br />
40,3%<br />
1995<br />
46,6%<br />
2000<br />
51,8%<br />
2005<br />
62,0%<br />
LA RACCOLTA CARTA NEI PAESI EUROPEI<br />
Quantità in migliaia di tonnellate<br />
Austria 1.434<br />
Germania 7.459<br />
Italia 2.869<br />
Polonia 1.844<br />
Repubblica Ceca 789<br />
Slovacchia 232<br />
Slovenia 237<br />
Ungheria 439<br />
Totale 15.303<br />
Stima Totale Europa 59.000<br />
Fonte: EcoPaperLoop su dati Unione europea<br />
2010<br />
68,7%<br />
2011<br />
70,4%<br />
Fonte: EcoPaperLoop su dati Unione europea<br />
SERVIZI<br />
<br />
Otto paesi dell’Europa Centrale hanno<br />
dato vita al progetto EcoPaperLoop;<br />
l’iniziativa è transnazionale perché la<br />
carta non viene solo riciclata nel paese<br />
dove è prodotta ed è quindi necessario<br />
una messa in comune delle metodiche<br />
di raccolta ed ecodesign se si vogliono<br />
ottenere processi efficaci e che aumentino<br />
la sostenibilità dell’intero ciclo di vita<br />
della carta.<br />
<strong>Il</strong> progetto, co-finanziato con i Fondi Europei<br />
di Sviluppo Regionale (ERDF) proseguirà<br />
fino alla fine del 2014.<br />
Per l’Italia se ne occupa l’azienda speciale<br />
della Camera di commercio di Milano<br />
Innovhub-SSI; nel corso della presentazione<br />
il responsabile per l’Italia, Graziano<br />
Elegir, ha spiegato: “<strong>Il</strong> nostro scopo è<br />
aumentare la consapevolezza delle criticità<br />
legate al processo di lavorazione<br />
della carta e lo faremo presso editori e<br />
stampatori, designer, utilizzatori d’imballaggio<br />
e acquirenti di prodotti stampati,<br />
così come trasformatori e pubblica amministrazione”.<br />
<strong>Il</strong> miglioramento delle prestazioni di fine<br />
vita dei prodotti a base carta, finalità di<br />
EcoPaperLoop, contribuisce al raggiungimento<br />
degli obiettivi previsti dalla Strategia<br />
di Lisbona in merito alla produzione e<br />
al consumo sostenibile (SCP/SIP).<br />
Con la riduzione del consumo di energia<br />
e acqua nel processo di produzione di<br />
nuova carta -sottolineano i responsabili<br />
di progetto- si innesca un processo virtuoso<br />
perché il riciclo garantisce l’immagazzinamento<br />
del carbonio organico.•<br />
22 ottobre 2012 53
SERVIZI<br />
<br />
<br />
Ricerca Accenture: le aziende hanno un capitale<br />
umano che non possono permettersi di sprecare<br />
54<br />
di Loredana Oliva<br />
un domani davvero difficile da definire,<br />
se riferito al mondo del lavoro,<br />
al superamento della crisi e della<br />
recessione, dove ci saranno i neoprofessionisti,<br />
i giovani e quelli con anni e<br />
anni di esperienza che le aziende devono<br />
aggiornare e ricollocare. Proprio di “Nuove<br />
competenze per i lavori di domani”, si è<br />
discusso qualche settimana fa nella sede<br />
di Sandvik a Milano, in una giornata<br />
di dibattito organizzata dalla Fondazione<br />
Sodalitas. Sono stati analizzati, attraverso<br />
esperienze e ricerche, esempi di partnership<br />
scuola-impresa che si propongono<br />
di combattere la disoccupazione giovanile<br />
riducendo il mismatch fra le nuove specializzazioni<br />
richieste dal mercato del lavoro,<br />
anche riguardo all’emergere di nuove professioni,<br />
e l’offerta didattica della scuola<br />
italiana.<br />
<br />
Sulle nuove competenze è arrivata la<br />
doccia fredda di Accenture Italia che ha<br />
presentato i dati della ricerca “Lavorare<br />
a lungo lavorare meglio”, un’analisi che<br />
fa emergere le criticità che nasceranno<br />
dalla connessione tra le dinamiche demografiche<br />
e quelle della riforma delle<br />
pensioni (Decreto Legge 201/2011, Legge<br />
<strong>24</strong>1/2011). Emerge che le imprese, così<br />
come tutta la popolazione italiana, diventeranno<br />
sempre più “vecchie”. E i giovani,<br />
con le loro nuove competenze, faranno<br />
sempre più fatica a trovarsi percorsi di<br />
accesso. In una prospettiva a lungo termine<br />
i numeri della forza lavoro impiegata<br />
sembrerebbero destinati a salire in tutte le<br />
aziende. Retribuiti a caro prezzo, visto che<br />
22 ottobre 2012<br />
ad aumentare saranno i lavoratori nelle<br />
fasce di età più avanzate, quelli con gli<br />
stipendi più elevati. Come si legge nel documento<br />
di Accenture Italia, tutto ciò comporta<br />
un ostacolo all’ingresso in azienda<br />
per quanto riguarda proprio quelle nuove<br />
competenze necessarie per svolgere i me-<br />
Le imprese, come<br />
la popolazione,<br />
diventeranno<br />
più “vecchie”<br />
e i giovani ...<br />
stieri che saranno richiesti in futuro, nonché<br />
limitazioni per i nuovi lavoratori dovute<br />
alla permanenza di nuovi lavoratori senior.<br />
Un fenomeno che ha del paradossale, poiché<br />
il mercato europeo del lavoro, e in parte<br />
anche italiano, lamenta una mancanza<br />
di professionalità high skilled che cresce<br />
contemporaneamente all’aumentare del<br />
tasso di disoccupazione. Uno dei motivi è<br />
proprio il divario fra le competenze richieste<br />
e quelle disponibili. E se il patrimonio di<br />
competenze, e di professionisti con voglia<br />
di acquisire le skill necessarie per il lavoro<br />
futuro, le aziende le avessero già in casa?<br />
<br />
Da un sondaggio elaborato ancora da Accenture<br />
su un campione di 500 interviste<br />
a lavoratori dai 50 anni in su che ricoprono<br />
posizioni di responsabili in società con più<br />
di 250 dipendenti, emerge che le aziende<br />
ora dispongono di un capitale umano che<br />
non possono permettersi di sprecare. Gli<br />
over 50 non si considerano a fine carriera o<br />
con meno entusiasmi dei giovani -spiegano<br />
da Talent & Organization di Accenture-, al<br />
contrario desiderano mettere a disposizione<br />
la loro esperienza e aggiornare le<br />
proprie competenze. Per le aziende diventa<br />
fondamentale rivedere le politiche di formazione,<br />
di nuove carriere con la possibilità<br />
di crescere non solo nel meccanismo<br />
verticale ma anche orizzontale. La mobilità<br />
sarà fondamentale soprattutto all’interno<br />
dell’azienda. È un richiamo al rigore, che<br />
purtroppo rimane inascoltato. Le imprese<br />
di ogni dimensione nel 2011 hanno tagliato<br />
i budget già ristretti per la formazione aziendale,<br />
e per il 2012 prevedono di rivederli<br />
ancora, e verso il basso. Tutto il sistema<br />
delle conoscenze va rivisto. E se per i giovani<br />
si deve partire prestissimo, addirittura<br />
risalendo la corrente del sistema educativo<br />
attrezzandoli e orientandoli fin dai primi anni<br />
di scuola, per gli over 40 è la formazione<br />
che va ripensata e intensificata, con una<br />
visione puntata su un nuovo modo di fare<br />
industria, in maniera efficace.•
www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com/summithoreca2012<br />
3° SUMMIT HORECA<br />
IMPRESE FUORI CASA<br />
Le soluzioni strategico-fi nanziarie per avere successo<br />
Milano, 19 novembre 2012 (<strong>Ore</strong>: 09.00 - 19.00)<br />
Sede del Gruppo <strong>24</strong> ORE - Via Monte Rosa, 91<br />
<strong>Il</strong> credito è considerato un problema da oltre l’80% degli imprenditori della distribuzione. Allo stesso tempo generare il cash fl o w n e c e s s a r i o<br />
per la presenza sul mercato e lo sviluppo commerciale dell’attività è preoccupazione comune a tutti gli imprenditori del fuori casa: gestori,<br />
ristoratori, albergatori, manager f&b. Questi i temi attorno ai quali ruoterà la terza edizione del Summit Horeca che per la prima volta vedrà<br />
i nostri esperti sul palco per rispondere in diretta alla domande dal pubblico: da come gestire i rapporti con le banche e i fornitori, alle<br />
opportunità legate ai micropagamenti fi no alle formule di successo per un marketing a misura di horeca.<br />
Programma<br />
<strong>Ore</strong> 9.00 Registrazione dei partecipanti<br />
<strong>Ore</strong> 9.30 Introduzione ai lavori<br />
<strong>Ore</strong> 9.45 I PAGAMENTI NELL’HORECA:<br />
CRITICITÀ E STRUMENTI PER RECUPERARE VALORE<br />
Presentazione ricerca Cribis D&B,<br />
sui comportamenti di pagamento nel canale horeca<br />
<strong>Ore</strong> 10.15 L’ESPERTO TI RISPONDE<br />
Strategie per la gestione del credito<br />
<strong>Ore</strong> 11.30 TAVOLA ROTONDA:<br />
Recuperare effi cienza e marginalità: strategie, opportunità,<br />
nuove applicazioni tecnologiche<br />
Tra gli altri interverranno<br />
Claudio Bonomi,<br />
Vice Caporedattore Area Horeca<br />
Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />
Roger Botti, Direttore Operativo,<br />
RobilantAssociati<br />
Roberto Carcangiu,<br />
Chef e Consulente, R.C. Food Consulting<br />
Oscar Cavallera,<br />
Direttore Bar University<br />
Rossella De Stefano,<br />
Caporedattore Area Horeca<br />
Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />
Servizio Clienti<br />
Tel. 02 5660.1887 - Fax 02 7004.8601<br />
info@formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />
Michele Di Carlo,<br />
Presidente, Cocktail Classic<br />
Club - Esperto Food&Beverage<br />
Matteo Figura,<br />
Food Service Manager,<br />
Npd Italia<br />
Massimo A. Giubilesi,<br />
Presidente,<br />
Giubilesi&Associati<br />
Mattia Losi,<br />
Direttore Editoriale<br />
Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />
<strong>Ore</strong> 14.00 MOLTIPLICARE LE OCCASIONI DI CONSUMO PER ATTIVITÀ A PIENO REGIME<br />
Presentazione ricerca Npd Group sui comportamenti d’acquisto dei consumatori<br />
italiani ed europei e presentazione rapporto sulle occasioni di consumo a cura<br />
del Laboratorio sui new social media dell’università di Parma<br />
<strong>Ore</strong> 15.00 L’ESPERTO TI RISPONDE<br />
Formule di successo e marketing a misura di horeca<br />
<strong>Ore</strong> 15.30 LABORATORI DI APPROFONDIMENTO<br />
• Scelte sostenibili: come risparmiare sulle bollette<br />
• Momento aperitivo: opportunità, idee e soluzioni<br />
<strong>Ore</strong> 17.30 HORECA <strong>24</strong> INNOVAZIONE DELL’ANNO 2013<br />
Premiazione prodotti vincitori e assegnazione New Format Award ai locali innovativi<br />
SPONSOR EXHIBITOR<br />
IN COLLABORAZIONE CON<br />
rgmania.com<br />
Carlo Meo,<br />
Amministratore Delegato,<br />
Marketing&Trade<br />
Andrea Mongilardi,<br />
Giornalista Area Horeca<br />
Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />
Giorgio Negri,<br />
Amministratore Delegato,<br />
RG Commerciale<br />
Stefano Nincevich,<br />
Redattore Area Horeca<br />
Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />
Raffaella Nobile,<br />
Caporedattore Area Horeca<br />
Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />
Luca Pellegrini,<br />
Professore Ordinario IULM<br />
e Presidente Tradelab<br />
Marco Preti,<br />
Amministratore Delegato,<br />
CRIBIS D&B<br />
La partecipazione all’evento è libera e gratuita fi no ad esaurimento posti<br />
Per aggiornamenti e iscrizioni visita il sito www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com/summithoreca2012<br />
Nicola Ticozzi,<br />
Direttore corsi HoReCa Design<br />
di POLI.design - Consorzio<br />
del Politecnico di Milano<br />
Giorgio Triani,<br />
Sociologo, Giornalista<br />
e Consulente d’Impresa<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE Eventi<br />
www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />
www.bargiornale.it<br />
Organizzazione con sistema di qualità certifi cato ISO 9001:2008
CULTURE _ opinione<br />
<br />
<br />
56<br />
22 ottobre 2012<br />
Roger Botti,<br />
Direttore<br />
Operativo<br />
Robilant<br />
&Associati<br />
er cominciare, proviamo con un<br />
esercizio semplice: guardare il retro<br />
di un pack (senza aver visto il<br />
fronte) e verificare se si è in grado di dire<br />
di che marca/prodotto si tratti.<br />
Le marche più consapevoli sono già a<br />
questo stadio di evoluzione del branding:<br />
pensiamo ai prodotti Kellogg’s o Pan di<br />
stelle. Quando è possibile identificare un<br />
brand senza che questo sia citato esplicitamente<br />
siamo in presenza di una marca<br />
che ha saputo costruire il miglior sistema<br />
d’identità.<br />
Per anni, nella progettazione del packaging<br />
di prodotto, l’attenzione è rimasta<br />
focalizzata in misura nettamente preponderante<br />
sul fronte della confezione,<br />
trattata in maniera sempre più raffinata<br />
in vista del raggiungimento dell’obiettivo<br />
massimo: l’impatto a scaffale. <strong>Il</strong> packaging<br />
aveva il compito di rendere attraente<br />
e eye-catching un prodotto che doveva<br />
emergere da uno scaffale affollato<br />
e conquistare il consumatore nei cinque<br />
secondi decisivi della scelta d’acquisto.<br />
Gli altri lati erano considerati poco più<br />
che un completamento, riempiti con fitte<br />
righe d’informazioni in tutte le lingue,<br />
ammassate senza grande rispetto per le<br />
regole di chiarezza e leggibilità (ancor<br />
meno di branding).<br />
Negli ultimi anni, però, qualcosa è cambiato.<br />
Un approccio all’acquisto decisamente<br />
più evoluto da parte del consumatore<br />
è intervenuto a modificare le regole<br />
della relazione tra le marche e il pubblico;<br />
e il pack, lo ricordiamo, rimane uno degli<br />
strumenti primari di questa relazione.<br />
Le imprese si sono accorte di avere<br />
molto da raccontare per poter costruire<br />
un rapporto di fiducia<br />
con il mercato e ogni<br />
occasione per dire,<br />
spiegare, mostrare o<br />
suggerire, è diventata<br />
preziosa.<br />
Secondo i dati raccolti<br />
da uno studio<br />
dell’Osservatorio Adi-<br />
Nestlè sugli stili di vita<br />
(edizione 2011),<br />
solo il 4% degli italiani non legge le etichette;<br />
l’88% legge almeno la data di<br />
scadenza; il 73% la lista degli ingredienti<br />
e due acquirenti su dieci (con una percentuale<br />
in continuo aumento) sono interessati<br />
a ricevere informazioni aggiuntive.<br />
Attento alla salute, all’ambiente, all’etica,<br />
il consumatore ricerca in etichetta caratteristiche<br />
del prodotto, provenienza, filiera,<br />
processo, plus nutrizionali, consigli<br />
d’uso, informazioni sull’impresa, indicazioni<br />
sullo smaltimento e molto altro. È<br />
esattamente in questa chiave che i retri<br />
delle confezioni rappresentano spazi di<br />
grande rilevanza strategica i cui contenuti<br />
vanno riprogettati e presentati secondo<br />
un approccio che amplifichi e valorizzi la<br />
il retropack<br />
deve educare,<br />
coinvolgere,<br />
raccontare,<br />
intrattenere<br />
e non solo<br />
brand experience. Se il front pack deve<br />
saper stupire ed emozionare, alcune delle<br />
possibili applicazioni del retropack sono<br />
raccontare, educare, coinvolgere e intrattenere.<br />
Pensiamo a Lipton, che utilizza<br />
questo strumento per far conoscere il suo<br />
impegno etico in favore dei coltivatori di<br />
tè e del loro territorio; a Yomo, che lì declama<br />
la lista degli ingredienti più breve<br />
nel mondo degli yogurt. Pensiamo ancora<br />
al gioco dell’orto sui retri dei Piccolini Barilla<br />
o al decalogo della prima colazione<br />
di Mulino Bianco.<br />
Ogni contenuto riportato sul retro parla<br />
della natura della marca, della sua personalità,<br />
della sua<br />
vocazione primaria,<br />
nella stessa misura<br />
del front pack o addirittura<br />
con maggiore<br />
efficacia, dal momento<br />
che il tono di<br />
voce può essere più<br />
autentico e relazionale<br />
e meno pubblicitario.<br />
Se in più tali contenuti sono offerti con<br />
un linguaggio visivo, tipico e riconoscibile,<br />
che li renda gradevoli e facilmente<br />
intellegibili, il gioco è fatto.<br />
Al limite della sua evoluzione, questo fenomeno<br />
porta ad esempi eclatanti come<br />
il trasferimento delle tabelle nutrizionali<br />
sul fronte o alla brandizzazione del codice<br />
a barre, fino a ieri emblema della<br />
standardizzazione anonima da retropack.<br />
Le altre facce della confezione si trasformano<br />
in un’opportunità imperdibile per<br />
parlare del prodotto e delle scelte dell’impresa<br />
e per alimentare la relazione con<br />
il consumatore, con ricadute importanti<br />
sulla percezione di autorevolezza, credibilità<br />
e affidabilità della Marca.•
di Gennaro Fucile<br />
lavoj Žižek provoca, questo è evidente.<br />
È un’operazione che compie sistematicamente,<br />
disorientando il lettore,<br />
catturandolo con improvvisi colpi di scena,<br />
affrontando discese vertiginose degne delle<br />
più spericolate montagne russe, incrociando<br />
saperi davvero differenti. Psicoanalisi,<br />
cinema, politica, letteratura, economia:<br />
tutto rimbalza dal polo della cultura pop<br />
a quello del sapere accademico e finisce<br />
nel suo vorticoso ragionare. Žižek provoca<br />
e il suo pensiero, seppur urticante in diversi<br />
passaggi, giunge salutare, capace come<br />
pochi di scuotere un panorama intellettua-<br />
BENVENUTI<br />
IN TEMPI<br />
INTERESSANTI<br />
di Slavoj Žižek<br />
Ponte alle Grazie<br />
pagine 140, € 13,00<br />
libri _ <br />
<br />
<br />
le in massima parte ingessato. Una scossa<br />
elettrica che si registra puntuale anche in<br />
questa ultima uscita. Curiosamente il titolo<br />
rimanda a quello di uno dei suoi primi saggi<br />
comparsi in Italia, “Benvenuti nel mondo del<br />
reale”, titolo preso a prestito da una celebre<br />
battuta del film “Matrix”. Žižek lo spiega così:<br />
“Dicono che in Cina se si odia veramente<br />
qualcuno, lo si maledice così: ‘Che tu possa<br />
vivere in tempi interessanti!’ Storicamente i<br />
‘tempi interessanti’ sono stati periodi di irrequietezza,<br />
di guerre e lotte per il potere che<br />
hanno portato sofferenze a milioni di innocenti.<br />
Oggi ci stiamo chiaramente avvicinan-<br />
do a una nuova epoca di tempi interessanti.<br />
Dopo decenni di Stato sociale in cui i tagli<br />
finanziari erano limitati a brevi periodi ed<br />
erano sostenuti dalla promessa che le cose<br />
sarebbero ben presto tornate alla normalità,<br />
stiamo entrando in un nuovo periodo in cui<br />
la crisi economica è diventata permanente,<br />
è ormai un semplice modo di vita”. Da qui la<br />
radicale critica dell’esistente, il riaffiorare di<br />
autori (Karl Marx), visioni e progetti politici<br />
(il comunismo) condannati e rimossi. Žižek<br />
provoca, lo si è premesso, lancia un guanto<br />
di sfida intelligente che intelligentemente<br />
non si può che raccogliere.•
58<br />
NOMI<br />
Abercrombie & Fitch 25, Accenture Italia<br />
54, Amazon 32, American Eagle 26, Apple<br />
32, Armani 33, Autogrill 16, Bianca Patri-<br />
zia 36, Bharti Enterprise 22/23, Billa 21,<br />
Brisigotti Domenico 12, Carrefour Espress<br />
14/17, Carrefour Italia 14, Coca Cola<br />
32, Colombo Andrea 21, Coop 29, Coop<br />
Adriatica 10, Coop Italia 12, Deloitte 22,<br />
Di Teodoro Gabriele 14/15, Eblex 41, Eco<br />
PaperLoop 53, Edeka 17, Elegir Graziano<br />
53, Eni 14/16, Fater 48, Ferrari 33, Fonda-<br />
zione Sodalitas 54, Forever 21 26, Gap 33,<br />
Google 32, Gross Iper 8, Gucci 33, H&M<br />
26/33, Ibm 32, Idea Bellezza 29, Ikea 33,<br />
Innovhub-Ssi 53, Interbrand 32, Johnson<br />
& Johnson 48, Kpmg Internazionale 23, La<br />
Feltrinelli 30, La Prima 29, Lidl 8, Marco<br />
Polo Expert 30, Maxi Zoo 30, McKinsey<br />
Global Institute 48, Md 29, Metro 23, Mi-<br />
crosoft 32, Migros 17, Mondo Convenien-<br />
za 30, Nielsen 21, Oracle 32, Outfitters<br />
26, Pesce Gianluca 10, Pizza Hut 33, Ponte<br />
alle Grazie 57, Prada 33, Q8 16, Rewe<br />
Italia 21, Righetti Dario 22, Riso scotti 10,<br />
Royal Dutch Shell 16, Samsung 32, Sand-<br />
vik 54, Sca Hygiene 48, Eni 14/16 Select<br />
16, Sio 13, Spar 16, Standa 21, Tata 23,<br />
Terlingo Pietro 10, Tesco 23, TotalErg 16,<br />
Walmart 22/23/36, Waitrose 17, Witter-<br />
stein Kai Uwe 16, Zara 33<br />
22 ottobre 2012<br />
numero 35 - 22 ottobre 2012<br />
www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it<br />
DIRETTORE RESPONSABILE: Mattia Losi<br />
AREA RETAIL<br />
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ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area<br />
Professionale, presso <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Pisacane 1 - 20016<br />
Pero (MI). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono<br />
riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in<br />
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scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile<br />
presso l’Ufficio Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da<br />
incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere<br />
comunicati alle società di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta,<br />
a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />
“Annuncio ai sensi dell’articolo 2, comma 2, del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati<br />
personali nell’esercizio dell’attività giornalistica”.<br />
La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., editore della rivista Gdoweek rende noto al pubblico che esistono<br />
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esercitare i diritti previsti dal D.LGS. n. 196/03 è l’ufficio del Responsabile del Trattamento dei dati<br />
personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali.<br />
Testata a diffusione nazionale volontariamente sottoposta dall’editore ad accertamento e riscontro della<br />
tiratura e diffusione per il periodo 01/01/2009-31/12/2009; tiratura media 21.022 copie, diffusione media<br />
20.589 copie. Società di Revisione Fausto Vittucci & C. sas.
www.mila.it<br />
Un grande concorso<br />
per uno yogurt intero<br />
di successo<br />
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Regolamento completo su: www.mila.it e www.gallorosso.it<br />
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