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2% - B2B24 - Il Sole 24 Ore

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3 5<br />

2012<br />

22 OTTOBRE<br />

• GDOWEEK 2012 • Settimanale • <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A. – via Carlo Pisacane 1 – 20016 PERO (MILANO) • Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano<br />

INTERVISTA<br />

COOP ITALIA<br />

Domenico Brisigotti<br />

illustra il taglio<br />

innovativo delle pl<br />

<br />

RETAIL<br />

ACQUA & SAPONE<br />

L’insegna cresce<br />

e punta a sviluppare<br />

la rete di vendita<br />

<br />

RETAIL<br />

www.gdoweek.it www.gdoweektv.it<br />

BILLA<br />

Riconversione in atto:<br />

i primi risultati<br />

sono più che positivi<br />

<br />

INDUSTRIA<br />

INTERBRAND<br />

Nell’annuale classifi ca<br />

spicca il risultato<br />

ottenuto da Apple<br />

<br />

EFFETTI DELLA LIBERALIZZAZIONE DEI CARBURANTI IN ITALIA pag. 14


FetteMorbide di GranBiraghi.<br />

<strong>Il</strong> cuore della forma si è fatto morbido.<br />

GRANDE NOVITÀ<br />

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Pack riconoscibile e a incastro,<br />

per un ottimo facing.


cristina.lazzati@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

a quando mi occupo di stilare mensilmente<br />

i contenuti del nostro tg<br />

online Econews, dedicato all’ecologia<br />

del vivere, mi capita sempre più spesso<br />

di cogliere, soprattutto nel retail anglosassone,<br />

un’evoluta capacità di ascolto e di<br />

apertura alle critiche che, nel nostro Paese,<br />

sembra impossibile da praticare.<br />

Passiamo ai fatti. Recentemente, Justin<br />

King, ceo di Sainsbury, terzo retailer food<br />

britannico, si è prodotto in un “uno contro<br />

tutti” per raccontare e spiegare gli obiettivi<br />

in ambito di sostenibilità della sua azienda<br />

ma a differenza dell’Italia, dove questa<br />

pratica non è molto amata e al massimo<br />

si fa in consessi chiusissimi, o mettendo<br />

sul palco icone intoccabili, lì la platea era<br />

fatta da critici ed esperti in sostenibilità,<br />

aziende fornitrici e, udite udite, concorrenti,<br />

che non hanno mancato di sottolineare<br />

eventuali incongruenze, superficialità e<br />

pressapochismi vari.<br />

I video dell’evento sono stati, poi, resi pubblici,<br />

quindi, nulla è stato tenuto riservato.<br />

Che cosa ha avuto in ritorno Sainsbury?<br />

Consigli e suggerimenti gratuiti da parte di<br />

esperti che si sono appassionati al caso,<br />

aperture su criticità che avrebbero potuto<br />

EDITORIALE<br />

<br />

<br />

<br />

dare agio ai concorrenti per fare controinformazione,<br />

possibilità di misurarsi sulla<br />

comunicazione ed, eventualmente, fare<br />

aggiustamenti. Un caso estremo? No, la<br />

punta avanzata di un meccanismo interlocutorio<br />

che caratterizza sempre di più<br />

il rapporto tra cittadino-consumatore e<br />

azienda, che però prevede la voglia e l’interesse<br />

da parte dell’azienda di mettersi in<br />

gioco.<br />

Torniamo nel nostro Paese. In Italia, molte<br />

aziende non sono in grado di misurarsi con<br />

la realtà per paura delle critiche, aziende<br />

che non sfruttano i social network appieno<br />

perché, nel farlo, potrebbe trovarsi in situazioni<br />

imbarazzanti.<br />

Aziende che continuano a perpetuare solo<br />

un tipo di comunicazione ad una sola dimensione,<br />

la loro. Non voglio criticare tutto<br />

il sistema, non è così per tutti e neppure<br />

penso che le cose non possano cambiare,<br />

ma mi piacerebbe che, sfruttando le<br />

immense potenzialità che oggi ci offre il<br />

web per ascoltare, imparassimo a farlo<br />

una buona volta, senza la paura di dire: “sì,<br />

ho sbagliato” e di chiedere scusa. Anche<br />

questo significa crescere, come manager,<br />

come azienda e come Paese.•<br />

22 ottobre 2012 3


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ed aromatico…<br />

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EDITORIALE<br />

OSSERVATORIO<br />

INTERVISTA<br />

COVER STORY<br />

3 5<br />

2012<br />

RETAIL<br />

INDUSTRIA<br />

L’azienda si rafforza, se ascolta<br />

i consigli e accetta le critiche<br />

Largo consumo: margini stretti,<br />

crescono Pl e promozioni<br />

<strong>Il</strong> paniere prezzi<br />

La borsa della spesa,<br />

a confronto Gross Iper e Lidl<br />

Faccia a faccia<br />

Creare valore con sostenibilità<br />

e promozione del territorio<br />

Innovare le private label:<br />

la nuova sfida di Coop<br />

Carrefour con Shell<br />

nel “tank & shop”<br />

Prossimità allargata,<br />

Carrefour sperimenta i format<br />

Shell fa da battistrada<br />

nei convenience store<br />

Marketing mix evoluto:<br />

Acqua & Sapone cresce<br />

Billa centra i primi risultati<br />

della riconversione<br />

<strong>Il</strong> Subcontinente indiano<br />

si apre alle multinazional<br />

Abercrombie & Fitch frena:<br />

ora si differenzia meno<br />

Sviluppo rete<br />

Apple insegue Coca-Cola,<br />

parola di Interbrand<br />

Mercati<br />

Salame: gusto e prezzo<br />

lo rendono competitivo<br />

Torna la fiducia<br />

nella classica bistecca<br />

Mercati<br />

Si rinnova l’immagine<br />

della frutta secca<br />

Mercati<br />

Assorbenza, cresce<br />

il segmento incontinenti<br />

03<br />

06<br />

08<br />

10<br />

12<br />

14<br />

15<br />

16<br />

18<br />

21<br />

22<br />

25<br />

29<br />

32<br />

35<br />

40<br />

43<br />

47<br />

06 Osservatorio<br />

12 Domenico<br />

Brisigotti<br />

22 India<br />

25 Abercrombie<br />

& Fitch<br />

32 Interbrand<br />

35 Salame<br />

43 Frutta secca<br />

47 Assorbenza<br />

50 Social<br />

technologies<br />

SERVIZI<br />

CULTURE<br />

Secondo appuntamento<br />

con il Tg Green<br />

di GdoweekTv.<br />

Ecco le dieci top news<br />

del mese di ottobre scelte<br />

da Gdoweek su quanto<br />

di più brillante realizzano<br />

le imprese nell’ambito<br />

dell’ecosostenibilità.<br />

Si parla di: Conad<br />

Adriatico, Sainsbury,<br />

Lidl e Utz, Whole Foods.<br />

Tesco propone il negozio<br />

online all’areoporto.<br />

A Gatwick (Londra) Terminal<br />

Nord, da Tesco si può<br />

ordinare food da più touch<br />

screen (appunto un negozio<br />

online) per chi rientra dopo<br />

un viaggio ed ha il frigo<br />

vuoto. La nuova soluzione<br />

(attiva solo in Uk), quindi,<br />

offre di fatto il primo pdv<br />

di alimentari virtuale.<br />

Sainsbury’s lancia<br />

il magazine augmented.<br />

Sainsbury ha proposto<br />

il primo numero interattivo<br />

del proprio magazine.<br />

Nel numero di ottobre<br />

in uscita si aggiungeranno<br />

anche annunci pubblicitari<br />

interattivi e pagine editoriali<br />

arricchite dalla realtà<br />

aumentata. <strong>Il</strong> video mostra<br />

il funzionamento di un iPad.<br />

Social technologies<br />

per generare valore<br />

EcoPaperLoop:<br />

il riciclo si fa virtuoso<br />

Formazione? Per senior<br />

e nuovi professionisti<br />

Opinione<br />

Cresce l’importanza<br />

del retropack nelle strategie<br />

di branding<br />

Libri<br />

Ben arrivati nel pensiero<br />

di Slavoj Žižek<br />

50<br />

53<br />

57<br />

56<br />

57<br />

ECOnews<br />

Video Tour<br />

Video Presentation<br />

22 ottobre 2012 5


6<br />

OSSERVATORIO<br />

di Gino Pagliuca<br />

nticiclico sì, ma fino a un certo<br />

punto. La recessione colpisce<br />

anche il carrello della spesa dei<br />

prodotti di largo consumo, con<br />

un consumatore costretto a fare i conti<br />

con lo scenario peggiore possibile: redditi<br />

reali in riduzione, prezzi in crescita. E<br />

così per la prima volta da decenni si assiste<br />

nel mondo della grande distribuzione<br />

a un calo dei volumi venduti, mentre la rete<br />

di vendita non si espande più. Questo,<br />

in sintesi, il quadro presentato da Angelo<br />

IL CENSIMENTO DEI PUNTI VENDITA DELLA GDO<br />

Diminuisce il numero dei negozi, cresce la quota dei supermercati<br />

22 ottobre 2012<br />

Numerica Variazione Quota<br />

mercato<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Massaro, Ad di SymphonyIRI Group per<br />

l’Italia, all’inaugurazione del Master Consumer<br />

& Retail management promosso da<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong>. Vediamo alcuni dei numeri<br />

analizzati durante la presentazione.<br />

<br />

I quattro indicatori fondamentali, Pil, consumi,<br />

disoccupazione e inflazione sono tutti<br />

in crescita e solo sull’aumento dei prezzi<br />

è possibile prevedere a breve un arretramento,<br />

indotto dalla diminuzione della do-<br />

Variazione<br />

annua<br />

Totale 72.395 -1,6% - -<br />

Ipermercati 445 4,<strong>2%</strong> 16,5% 0,1%<br />

Supermercati 8.992 0,3% 50,0% 0,4%<br />

Superette 6.594 -0,9% 10,3% -0,<strong>2%</strong><br />

Minimarket 5.102 -4,1% 3,1% -0,<strong>2%</strong><br />

Casa-Toilette 2.413 5,5% 2,9% 0,<strong>2%</strong><br />

Discount 4.309 1,4% 10,6% 0,3%<br />

Micro 6013 -4,3% 2,3% -0,<strong>2%</strong><br />

Misti 20.747 -2,5% 2,6% -0,<strong>2%</strong><br />

Alimentari 17.780 -1,6% 1,8% -0,<strong>2%</strong><br />

manda. In particolare, i consumi delle famiglie<br />

nel primo semestre di quest’anno<br />

sono scesi del 3,6%, a fronte di due modestissime<br />

riprese (0,2 e 1,<strong>2%</strong>) nei due<br />

anni precedenti, con aumenti che non<br />

avevano compensato il -1,6% del 2009.<br />

A volumi, la progressiva dei primi 8 mesi<br />

dell’anno fa segnare un -0,8% per il largo<br />

consumo. Tra le quattro macrofamiglie in<br />

cui si può suddividere l’universo Lcc solo<br />

l’alimentare tiene, perdendo lo 0,1%,<br />

mentre le bevande cedono lo 0,8%, la<br />

Prossimità e numeri che non quadrano<br />

Negli ultimi anni, tutti gli osservatori hanno posto<br />

l’accento sulla crescente importanza che avrà<br />

la prossimità nello scenario del commercio.<br />

I numeri però non sono completamente allineati<br />

alla previsione, perché in realtà i negozi di piccola<br />

dimensione (eccezion fatta per gli specialisti<br />

del toiletry) sono in arretramento e perdono<br />

significative quote di mercato. Cresce ma non esplode<br />

il discount, che probabilmente ha raggiunto un grado<br />

di saturazione. La spiegazione è che con tutta<br />

probabilità i format migliori interpreti della prossimità<br />

non saranno i piccoli negozi ma i supermercati.<br />

Fonte: Symphony Iri Group


OSSERVATORIO<br />

I MACROSETTORI LCC<br />

Andamento delle vendite in quantità e fatturato<br />

Vendite a volume Vendite a valore<br />

2012 2011 2012 2011<br />

Alimentari -0,1 1,0 2,0 3,5<br />

Bevande -0,8 1,4 1,8 2,2<br />

Cura Casa -4,9 -0,6 -0,6 0,5<br />

Cura Persona -1,0 1,2 -1,0 1,4<br />

cura persona l’1% e la cura casa un -4,9%,<br />

con un dato clamoroso. Nell’alimentare si<br />

registra la crescita del 3,<strong>2%</strong> per i prodotti<br />

basici e qui la spiegazione sta anche nel<br />

fatto che si stanno privilegiando, soprattutto<br />

per motivi economici, le preparazioni<br />

domestiche, a scapito di piatti pronti e<br />

pranzi/cene fuori casa.<br />

Prosegue il downgrading del carrello, come<br />

dimostra la lieve differenza tra inflazione<br />

Lcc (ovvero l’aumento dei prezzi medi<br />

dei prodotti) e gli scontrini battuti alle casse:<br />

il cliente si difende scegliendo prodotti<br />

di minor costo. E lo fa non abbassando<br />

necessariamente la qualità della scelta,<br />

come dimostra il boom sia delle promozioni<br />

sia delle private label. La pressione<br />

promozionale è infatti salita al 25,5%, con<br />

un incremento di 0,9 punti rispetto a un<br />

anno prima. Risulta in aumento anche lo<br />

sconto medio, passato dal 26,6% di un<br />

anno fa al 27%. Cresce anche l’efficacia<br />

delle promozioni; l’incremento medio delle<br />

vendite è del 113%, mentre un anno fa era<br />

del 106%.<br />

La vendita di Pl è salita del 7,1%, ma, a<br />

riprova di quanto si diceva sopra sulla qualità,<br />

interessa in maniera più che doppia<br />

(16,1%) i prodotti premium, mentre è<br />

dell’11,<strong>2%</strong> la crescita delle Pl primo prezzo,<br />

a ulteriore conferma della polarizzazione<br />

dei consumi. Accanto a questi, Massaro<br />

ha segnalato tre fenomeni significativi<br />

per il largo consumo: l’aumento dei pdv visitati<br />

in un mese, saliti a 3,7; la crescente<br />

attenzione al volantino promozionale: nel<br />

2004 lo guardava con attenzione il 53%<br />

dei destinatari, oggi si è al 90% e, infine, la<br />

maggiore frequenza della spesa (per abbassare<br />

lo scontrino unitario): il fenomeno<br />

riguarda il 71% dei consumatori.•<br />

Fonte: Symphony Iri Group<br />

<strong>2%</strong><br />

Aumento a valore<br />

degli alimentari<br />

nel I sem. 2012<br />

2,<strong>2%</strong><br />

Aumento a valore<br />

delle bevande<br />

nel I sem. 2012<br />

1,4%<br />

Aumento a valore<br />

della cura persona<br />

nel I sem. 2012<br />

22 ottobre 2012<br />

7


8<br />

OSSERVATORIO_ il paniere prezzi<br />

<br />

<br />

a cura di Lu. Ca.<br />

22 ottobre 2012<br />

Prima rilevazione del paniere di Gdoweek in<br />

Gross Iper, un’insegna del gruppo Carrefour,<br />

a sua volta raffrontato con un discount Lidl,<br />

entrambi a Milano. Gross Iper si caratterizza<br />

per una formula di vendita mutuata dall’ingrosso<br />

e declinata nel dettaglio, con tutte<br />

le marche del nostro paniere presenti nei<br />

formati di riferimento. Non è così, invece,<br />

per la marca privata ed i primi prezzi, spesso<br />

mancanti. <strong>Il</strong> paniere delle marche risulta<br />

così competitivo, anche per la presenza di<br />

dieci prodotti in promozione, mentre appaiono<br />

elevati la private label ed i primi prezzi,<br />

superiori di circa il 15% da quelli di Lidl.•<br />

Private label Primo prezzo<br />

prodotto marca euro euro euro euro<br />

latte UHT p.s. lt 1 Granarolo 0,69 0,69 0,55 0,55<br />

yogurt frutta 125 g cadauno Yomo 0,39 0,34 0,25 0,18<br />

mozzarella 125 g cadauna S. Lucia 1,19 1,19 0,69 0,69<br />

formaggio grattugiato 100 g mix Biraghi 1,19 1,19 0,99 1,20<br />

burro 250 g Prealpi 2,50 2,50 1,55 1,15<br />

tortelloni ricotta e spinaci 250 g Rana 1,80 1,80 0,96 0,85<br />

cracker 500 g Mulino Bianco 1,39 1,06 1,06 1,33<br />

pasta 1 kg Barilla 1,51 1,08 0,78 0,65<br />

riso arborio 1 kg Gallo 2,36 2,36 1,40 1,45<br />

pomodori pelati 400 g lordo Cirio 1,02 0,48 0,37 0,39<br />

passata di pomodoro bottiglia 700 g Pummarò 1,08 0,72 0,61 0,55<br />

polpa di pomodoro 400 g cad. DeRica 0,41 0,44 0,37 0,39<br />

fagioli borlotti scatola 400 g lordo cadauna Valfrutta 0,80 0,80 0,31 0,29<br />

piselli medi scatola 400 g lordo cadauna Cirio 0,86 0,55 0,58 0,45<br />

tonno all'olio d'oliva 160 g Rio Mare 1,99 1,40 1,31 0,99<br />

olio extra vergine 1 lt Bertolli 3,94 4,32 2,98 2,99<br />

olio di mais 1 lt Maya 2,45 1,87 1,63 1,39<br />

olio di semi vari 1 lt Olita 2,17 1,76 1,41 1,25<br />

biscotti frollini 800 g Mulino Bianco 2,85 2,15 1,70 0,92<br />

merendine croissant lisci 400 g Bauli 1,99 1,92 1,92 1,32<br />

cioccolato tavolette 100 g Milka 1,19 0,79 0,79 0,45<br />

confettura albicocca 400 g Zuegg 1,61 1,16 1,16 1,11<br />

caffè 250 g miscela classica cadauno Splendid 1,93 1,65 1,00 0,85<br />

minestrone surgelato 1 kg Findus 2,08 2,08 1,33 1,00<br />

spinaci in foglia surgelati 1 kg Orogel 2,31 2,31 1,61 1,39<br />

pizza margherita surgelata 600 g Bella Napoli 3,90 3,90 1,98 1,99<br />

acqua minerale naturale 1,5 lt Ferrarelle 0,42 0,42 0,15 0,13<br />

cola 1,5 lt Coca Cola 1,82 1,23 0,35 0,59<br />

succo arance 1 lt Santal 1,08 1,08 0,90 0,86<br />

vino brik 1 lt - 10° Tavernello 1,36 1,00 1,00 0,89<br />

cibo per gatti 400 g caduno Kitekat 1,00 0,59 0,42 0,39<br />

cibo per cani 1.250 g cadauno Friskies 2,12 1,40 1,06 0,89<br />

candeggina 2,5 lt Ace 2,<strong>24</strong> 2,<strong>24</strong> 0,84 0,69<br />

detersivo liquido 30 lavaggi Dixan 5,68 4,85 3,53 3,79<br />

ammorbidente 2 lt Vernel 2,23 2,23 1,20 0,99<br />

detergente piatti conc. 1,250 lt Svelto 2,85 1,86 0,88 0,71<br />

detergente casa 1,5 lt Aiax 2,51 2,51 2,09 0,99<br />

carta igienica x 10 rotoli Scottex 2,82 1,83 0,99 1,55<br />

asciugatutto x 4 rotoli Scottex 2,87 2,58 1,76 1,29<br />

pellicola metri 30 Cuki 2,09 1,38 1,38 0,57<br />

Totale paniere<br />

Differenza assoluta<br />

Differenza %<br />

Indice di convenienza (marca = 100)<br />

Numero offerte speciali<br />

76,69<br />

100<br />

11<br />

65,72<br />

10,97<br />

14,30<br />

85,70<br />

I prezzi sono riferiti ad unità di vendita dello stesso tipo, peso e multiplo, ma ove ciò non fosse possibile, sono stati parametrati alle unità di misura del<br />

prodotto di base, così ad esempio, i prezzi dei biscotti sono rapportati al peso di 800 grammi e la carta igienica a 10 rotoli, anche se in confezioni di peso<br />

o quantità diversi. Da GrossIper, la marca privata ed i primi prezzi, quando presenti, sono a marca Carrefour e Carrefour Discount; nel caso della pl, se<br />

mancante, sono state rilevate marche follower. Per il paniere dei primi prezzi, sia presso Gross Iper che Lidl, sono stati comunque rilevati i prezzi apparsi<br />

più bassi, indipendentemente da ogni considerazione qualitativa. A tutti i prodotti, anche se non presenti, è stato comunque attribuito il miglior prezzo di<br />

riferimento. Sono considerati i prezzi promozionali.<br />

Offerte speciali Prezzo mancante (attribuito)<br />

0<br />

45,84<br />

30,85<br />

40,23<br />

59,77<br />

1<br />

40,10<br />

36,59<br />

47,72<br />

52,28<br />

Rilevazioni del 14 settembre 2012<br />

rispettivamente presso l’ipermercato<br />

Gross Iper di via Cusago ed il discount<br />

Lidl di viale Cassala, entrambi a Milano<br />

(non c’è riferimento col 2011).<br />

0


LE SOTTILI<br />

LASAGNE ALL’UOVO<br />

Dalla tradizione di Emiliane Barilla nascono Le Sottili, le nuove lasagne Emiliane Barilla<br />

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Le Sottili, una innovativa proposizione nella categoria Pasta all’Uovo Secca,<br />

per incontrare il gusto di un target più giovane e moderno


10<br />

OSSERVATORIO_ faccia a faccia<br />

<strong>Il</strong> parere di Coop Adriatica e Riso Scotti<br />

<br />

<br />

DISTRIBUZIONE<br />

Pietro<br />

Terlingo,<br />

Coop Adriatica<br />

di Barbara Trigari<br />

ostenibilità e attenta gestione delle<br />

leve di business, fanno parte della<br />

ricetta di Coop Adriatica e Riso<br />

Scotti. Ne parliamo con Pietro<br />

Terlingo, responsabile servizio marketing di<br />

Coop Adriatica e Gianluca Pesce, direttore<br />

commerciale e marketing di Riso Scotti.<br />

Localismo e territorialità: come influenzano<br />

gli assortimenti?<br />

Terlingo - Li influenzano molto, in particolar<br />

modo su alcune categorie che caratterizzano<br />

maggiormente la territorialità, come vini<br />

e liquori, ortofrutta, salumi e formaggi, con<br />

variazioni sia in funzione dell’ampiezza sia<br />

della profondità. Coop Adriatica copre un<br />

territorio molto vasto, dal Veneto all’Abruzzo,<br />

e per valorizzarlo stiamo attuando il progetto<br />

“Territori.coop” con un sito dedicato ai fornitori<br />

locali ed etichette che evidenziano sia<br />

i prodotti che i fornitori locali sullo scaffale.<br />

Pesce - Oggi assistiamo sia a un fenomeno<br />

di difesa e valorizzazione delle territorialità<br />

sia all’espansione di alcuni localismi in territori<br />

un tempo non presidiati; per esempio,<br />

il carnaroli e l’arborio si vendono oggi anche<br />

al sud e addirittura fanno parte delle pianificazioni<br />

promozionali. Negli assortimenti<br />

troviamo, quindi, un numero maggiore di<br />

22 ottobre 2012<br />

INDUSTRIA<br />

Gianluca<br />

Pesce,<br />

Riso Scotti<br />

prodotti a valenza nazionale, affiancati non<br />

solo da specificità territoriali, ma anche da<br />

specialità una volta considerate di nicchia<br />

e oggi a elevata rotazione, come il basmati.<br />

Business model per le pmi/d.o., quali le<br />

coordinate?<br />

Terlingo - L’aspetto più importante per noi in<br />

questo momento sono i soci e titolari della<br />

nostra azienda, cui cerchiamo di dare sempre<br />

più valore aggiunto. Le promozioni sono<br />

molto importanti, perché il cliente cerca la<br />

convenienza, anche come percezione, compra<br />

molto in promozione e acquista di più i<br />

prodotti a marchio: utilizza in maniera sempre<br />

più oculata un budget che si è ridotto.<br />

Occorre lavorare su tutte le leve per sostenere<br />

le vendite e ridurre i costi, purtroppo<br />

sempre in crescita.<br />

Pesce - L’aspetto che assumerà più importanza<br />

per un’azienda di marca leader nel<br />

mercato del riso come noi sarà ottimizzare<br />

il pacchetto d’offerta. Agire su una sola leva<br />

non è più sufficiente, occorre il perfetto<br />

bilanciamento tra prezzo, valore percepito<br />

dal consumatore, peso promozionale, qualità.<br />

La capacità di analisi da parte sia delle<br />

aziende sia della distribuzione è straordinariamente<br />

elevata, quindi le performance<br />

devono essere reali e sono appunto una<br />

componente del pacchetto d’offerta.<br />

Sostenibilità: come incide sulle vostre<br />

strategie?<br />

Terlingo - Coop è molto attenta alla sostenibilità<br />

come dimostrano le numerose iniziative<br />

volte al rispetto dell’ambiente, come la<br />

proposta dei detersivi sfusi o la campagna a<br />

km 0 per l’acqua. Dal canto nostro abbiamo<br />

dotato molti punti di vendita di pannelli solari,<br />

chiuso tutti i banchi surgelati e in alcuni<br />

casi anche quelli dei prodotti freschi. Da un<br />

anno abbiamo aperto a Conselice (Ra) un<br />

punto di vendita completamente ecologico.<br />

Pesce - Oggi non si può fare a meno della<br />

sostenibilità, e non solo perché il consumatore<br />

la richiede, ma perché è una garanzia<br />

per il futuro. Però deve essere una sostenibilità<br />

“sostenibile”, a 360°, conveniente<br />

anche per il cliente: quindi l’industria deve<br />

rispettare l’ambiente, costare meno e<br />

semplificare il servizio; concretamente noi<br />

abbiamo ridotto al minimo il cartone degli<br />

imballi, ottimizzato i consumi, ridotto i<br />

trasporti puntando su carichi completi. In<br />

definitiva, la semplificazione è sostenibilità:<br />

se un’azienda è semplice ha anche minore<br />

impatto ambientale.<br />

Qual è la propensione delle pmi allo sviluppo<br />

di nuovi prodotti/servizi?<br />

Terlingo - Si nota un rallentamento nella<br />

corsa a innovare, dettato dagli elevati costi<br />

che ricadono sull’industria, e dalla volontà<br />

di non bruciare le uscite in un periodo di<br />

vendite stagnanti. Da parte nostra, come<br />

innovazione di servizio, oltre all’offerta che<br />

caratterizza Coop a livello nazionale, recentemente<br />

abbiamo posizionato in alcuni pdv<br />

dei depuratori per l’acqua pubblica, sempre<br />

per ridurre l’inquinamento derivato dal trasporto<br />

delle bottiglie.<br />

Pesce - Credo che l’industria sia veramente<br />

obbligata a fare il mestiere dell’industria,<br />

quindi a essere innovatrice, propositrice,<br />

creatrice di nuovi prodotti e servizi per essere<br />

sempre un passo avanti nel percepire<br />

eventuali segnali deboli e orientare il cliente<br />

verso le scelte migliori. Crediamo però<br />

in un’innovazione continua e determinata,<br />

un “percorso innovazione” capace di creare<br />

futuro a medio e lungo termine, perché solo<br />

così a beneficiarne sarà il sistema nel suo<br />

insieme. L’invito che mi sento di rivolgere alla<br />

gdo è quello di premiare l’innovazione vera<br />

nelle proprie scelte.•


12<br />

INTERVISTA<br />

<br />

<br />

Con il lancio di due integratori, Coop introduce una nuova<br />

categoria e si candida a declinare l’innovazione di marca<br />

con l’approccio e l’originalità tipica di un brand industriale<br />

di Marina Bassi<br />

Chi è<br />

Domenico<br />

Brisigotti,<br />

direttore prodotti<br />

a marchio<br />

di Coop Italia,<br />

risultato di oltre<br />

vent’anni di carriera<br />

22 ottobre 2012<br />

ssere unici nell’offerta e in sintonia<br />

con la domanda dei consumatori:<br />

queste le direttrici lungo le quali si<br />

muove Coop nella definizione dei<br />

suoi prodotti a marchio, come spiega<br />

Domenico Brisigotti, direttore prodotti<br />

a marchio di Coop Italia. “Per un distributore,<br />

il tema dell’unicità del suo posizionamento<br />

è sempre difficile da affrontare,<br />

visto che oggi, con i tempi di inseguimento<br />

sempre più rapidi, mantenere un<br />

vantaggio competitivo per lungo tempo<br />

presenta complessità. In quest’ottica, la<br />

marca commerciale rappresenta la leva<br />

più diretta sulla quale ogni retailer può<br />

agire per costruire, in maniera continuativa,<br />

il proprio plus rispetto ai competitor<br />

-continua Brisigotti-. Questo è tanto più<br />

vero oggi in Italia, dove la marca commerciale,<br />

pur continuando a mantenere<br />

un ruolo marginale in confronto con le<br />

quote europee, ha raggiunto uno stadio<br />

avanzato, con tassi di crescita rilevanti,<br />

negli ultimi due anni, che fanno immaginare<br />

prospettive interessanti per tutti i<br />

retailer. Per Coop, che vanta numeri simili<br />

ai top retailer europei, distanti dalla media<br />

italiana, questo si traduce in progetti<br />

fortemente innovativi e distintivi”.<br />

L’innovazione, quindi, è un tema centrale.<br />

Chi la decide: il distributore, il<br />

fornitore o altri enti?<br />

Per Coop si tratta di un argomento strategico,<br />

da sviluppare in maniera autonoma:<br />

ci sono tanti modi di definire l’innovazione,<br />

dai più originali e fantasiosi ai più


igorosi, ma il nostro modello di innovazione<br />

individua nelle dinamiche della<br />

domanda la base per esplorare nuovi<br />

territori, magari con l’aiuto di soggetti<br />

terzi, che non appartengono al mondo<br />

dell’industria, alla quale ci rivolgiamo in<br />

una seconda fase.<br />

Cosa chiedete ai fornitori a conferma<br />

della loro propensione all’innovazione?<br />

Di essere dei partner in grado di comprendere<br />

e condividere sfide, ambizioni<br />

e obiettivi, grazie a relazioni di lunga durata.<br />

Del resto, non abbiamo alternative:<br />

è l’unico approccio valido per smarcarci<br />

dall’omologazione in atto, evidenziando<br />

ulteriormente l’unicità della nostra mission.<br />

La sfida che ci troviamo ad affrontare,<br />

quindi, è quella di diventare più bravi<br />

e originali nel creare nuove pl, che, al di<br />

là dei rapporti con l’industria, devono essere<br />

costruite su progetti di largo respiro,<br />

difficili da replicare per il loro contenuto<br />

intrinseco, non certo per le esclusive o i<br />

contratti blindati sottoscritti con l’industria.<br />

Questa è la strada che seguiamo,<br />

come dimostrano alcune recenti operazioni<br />

distintive.<br />

Come il lancio dei due integratori Eufyr<br />

e EuKappa?<br />

Sì. Una nuova frontiera, destinata, probabilmente,<br />

ad aprire nuove categorie non<br />

solo per Coop, ma per l’intero mercato.<br />

È la prima volta, infatti, che in due integratori<br />

viene utilizzata la vitamina K2,<br />

da sempre considerata antagonista nei<br />

processi di decadimento della struttura<br />

ossea, capacità oggi dimostrata anche<br />

da recentissime ricerche scientifiche. E<br />

il soggetto economico più all’avanguardia<br />

e in linea con gli studi scientifici più<br />

avanzati sull’argomento è un distributore.<br />

Italiano. Se non è innovazione questa...<br />

Cosa vi aspettate da un’operazione di<br />

questo genere?<br />

Prima di tutto, una positiva ricaduta di<br />

immagine sul nostro posizionamento di<br />

marca e sulla nostra capacità di esprimere<br />

e realizzare prodotti innovativi, che<br />

sono tali non soltanto a livello di ingre-<br />

dienti e composizione. Con Eufir e Euk<br />

entriamo, infatti, in nuovi territori anche<br />

per la scelta del nome: per la prima volta,<br />

come brand sono utilizzati due nomi<br />

di prodotto. Parliamo di un aspetto, a<br />

prima vista, forse, non particolarmente<br />

importante, ma che assume un significato<br />

strategico in termini di marketing:<br />

vuol dire che la marca privata comincia a<br />

introdurre denominazioni di prodotto che<br />

potrebbero aprire nuove riflessioni sulla<br />

marca e il suo valore. In questo senso,<br />

qualcosa si sta muovendo all’estero: Tesco,<br />

ad esempio, ha adottato una scelta<br />

simile per alcuni gelati e item di petfood.<br />

Piccole mosse che fanno intravedere le<br />

potenzialità di domani.<br />

innovare<br />

significa essere<br />

in sintonia con<br />

la domanda<br />

con un’offerta<br />

unica<br />

e distintiva<br />

Ma gli integratori non sono l’unico<br />

esempio di approccio innovativo nella<br />

definizione di nuove linee di pl, vero?.<br />

Esatto. Un altro esempio interessante<br />

è la linea Club 4-10 dedicata al mondo<br />

dell’infanzia, sulla quale ci siamo fatti le<br />

ossa prima di affrontare gli integratori.<br />

Anche in questo caso, per costruire un<br />

posizionamento competitivo e distintivo<br />

-e non una banale rieticchettatura di prodotti<br />

già esistenti, come succede negli<br />

assortimenti della quasi totalità dei retailer<br />

in Europa-, abbiamo analizzato la<br />

domanda. Così, abbiamo scoperto che<br />

l’Italia è in testa alle classifiche per numero<br />

di bambini obesi e sovrappeso, un<br />

dato impressionante nel Paese della dieta<br />

mediterranea. Ci siamo, quindi, rivolti<br />

alla comunità scientifica, coinvolgendo<br />

l’Ecog, l’ente europeo che si occupa di<br />

obesità infantile, e la SIO, la Società<br />

Italiana dell’Obesità, stabilendo con loro<br />

regole stringenti sulle quali costruire<br />

prodotti nuovi e sani, come gli omoge-<br />

INTERVISTA<br />

neizzati senza zucchero e sali aggiunti e<br />

le merendine con basse quantità di grassi<br />

e ricche di fibre.<br />

Una sfida ambiziosa, che va anche spiegata<br />

al consumatore...<br />

<strong>Il</strong> punto, infatti, è proprio verificare la sintonia<br />

con i clienti, svelarla e diffonderla.<br />

Per questo, abbiamo stretto un accordo<br />

di licencing con Warner Bros per avere i<br />

loro personaggi sui pack ed organizzato<br />

attività in-store per facilitare la visibilità a<br />

scaffale. Ma l’unicità della proposta non<br />

ha nulla a che fare con il personaggio dei<br />

cartoon: il valore è il progetto strategico<br />

alle spalle, che mostra la differenza tra<br />

un’operazione tattica -“faccio una merendina<br />

più sana”- e una strategia definita<br />

-“penso a una dieta alimentare che preservi<br />

la salute”.<br />

Questo approccio implica un lavoro continuo,<br />

senza soste. Per questo, Coop non<br />

ha chiesto una consulenza una tantum:<br />

medici, scienziati ed esperti di alimentazione<br />

continuano a lavorare con noi,<br />

all’interno di processo impegnativo e<br />

costoso, in termini di risorse, tempo e<br />

relazioni, ma soltanto in questo modo si<br />

costruisce quel valore aggiunto che differenzia<br />

un’insegna dai competitor.<br />

Si tratta di progetti che porteranno, anche<br />

a incrementi nella quota delle pl?<br />

É il nostro obiettivo. Oggi, i nostri prodotti<br />

a marchio rappresentano circa un quarto<br />

delle vendite, percentuali anche superiori<br />

se analizziamo i dati a volume e la redditività.<br />

Ma vogliamo migliorare ancora i<br />

dati, anche se è difficile indicare numeri,<br />

oggi. Prevedo, comunque, a medio termine,<br />

un ruolo prevalente della marca commerciale<br />

rispetto all’offerta di marca, con<br />

un’inversione dei ruoli rispetto ad oggi.<br />

A proposito di idm, che effetto avrà<br />

l’art. 62 sui fornitori di private label?<br />

Nel breve, non vedo effetti diretti sui produttori<br />

di pl. A medio termine, si verificherà<br />

un generale riequilibrio dei rapporti fra<br />

idm e gdo, che coinvolgerà soprattutto le<br />

imprese intermedie e aprirà ulteriori spazi<br />

alle private label, in tutte le direzioni.•<br />

22 ottobre 2012 13


14<br />

COVER STORY<br />

<br />

<br />

Primi effetti<br />

delle liberalizzazioni:<br />

anche in Italia<br />

il retail cerca<br />

e trova<br />

i suoi “spazi”<br />

di vendita<br />

22 ottobre 2012<br />

di Roberto Pacifico<br />

a collaborazione italiana tra Shell<br />

Italia e Carrefour Italia, inauguratasi<br />

con l’apertura del piccolo<br />

supermercato nella stazione di<br />

servizio in via S. Rita da Cascia, a Milano,<br />

è la prima, e per ora unica, di questo<br />

genere in Italia. Per essere più precisi,<br />

Carrefour viene da un test, dagli esiti non<br />

proprio fortunati, con Eni, a Roma: dei<br />

cinque pdv sviluppati, ne è rimasto aperto<br />

solo uno. Nell’intervista pubblicata qui<br />

a fianco, Gabriele Di Teodoro, direttore<br />

divisione supermercati e prossimità di<br />

Carrefour Italia spiega la ragione principale<br />

di questo insuccesso, ma è importante<br />

ricordare che il nuovo concetto<br />

distributivo di Carrefour express visto a<br />

Milano potrebbe fare da apripista a un<br />

format intermedio tra supermercato di<br />

prossimità e convenience store in senso<br />

stretto (alla “drugstore”), a seconda<br />

che si sviluppi su posizioni urbane o location<br />

autostradali e/o extra-cittadine.<br />

Per Shell Italia questo punto di vendita<br />

rappresenta il primo passo in direzione<br />

di uno sviluppo del convenience store in<br />

Italia. Nell’eventualità che le principali<br />

compagnie petrolifere operanti in Italia<br />

intendano -margini, conti economici e<br />

crisi dei consumi permettendo- accelerare<br />

lo sviluppo del non-oil, si potrebbe<br />

configurare uno scenario collaborativo


caratterizzato da una netta divisione<br />

delle competenze tradizionali: ai retailer<br />

il compito di aprire nuovi spazi in prossimità<br />

delle aree di rifornimento, alle<br />

compagnie petrolifere il tradizionale e<br />

ben più lucroso business dell’erogazione<br />

carburanti. Che rimane senza dubbio<br />

il core business, quello che garantisce<br />

i “veri” volumi d’affari. Carrefour Italia<br />

(che ha una rete complessiva di 1.219<br />

punti di vendita divisi tra 45 ipermercati<br />

Carrefour, 443 Carrefour Market, 717<br />

Carrefour express, e 14 cash and carry<br />

a insegna DocksMarket e Grossiper), ha<br />

25 stazioni di rifornimento carburanti, integrate<br />

ai centri commerciali, alcune in<br />

COVER STORY<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

GABRIELE<br />

DI TEODORO<br />

direttore divisione<br />

supermercati<br />

e prossimità<br />

di Carrefour Italia<br />

arrefour Italia sta sperimentando molto in<br />

questo periodo. Innovando. Ha aperto il primo<br />

super italiano “<strong>24</strong>h open” a Milano in Piazza<br />

Clotilde, Poi il primo Carrefour express aperto<br />

in un’area ristorazione autostradale (La Pioppa<br />

Ovest a Bologna), e ora il primo super in Italia<br />

su un’area di rifornimento carburanti cittadina.<br />

<strong>Il</strong> partner è Shell Italia. Una scelta motivata<br />

dalla leadership che il gruppo petrolifero angloolandese<br />

ha maturato nel canale dei convenience<br />

store in Europa, dove è leader di mercato. Ne<br />

parliamo con Gabriele Di Teodoro, direttore<br />

supermercati e prossimità di Carrefour Italia.<br />

C’è di che essere soddisfatti per questo nuovo<br />

punto di vendita, conferma?<br />

Sì, siamo soddisfatti della collaborazione<br />

sotto ogni profilo, soprattutto quello operativo. Abbiamo aperto il punto di<br />

vendita dopo sei mesi dal primo contatto. In base ai risultati, decideremo<br />

come e quanto sviluppare questo formato. Che però non si potrà esportare<br />

facilmente su larga scala. La location urbana permette comunque di<br />

cogliere due grandi fasce di utenti: i residenti nel quartiere che vogliono<br />

fare una spesa di completamento, e i consumatori di passaggio che<br />

si fermano a fare rifornimento. La sfida sarà integrare entrambe,<br />

incrementando il tank&shop.<br />

Che cosa non ha funzionato con Eni?<br />

Le location. Abbiamo aperto cinque negozi in posizioni extra-urbane e<br />

autostradali impossibili da raggiungere a piedi. Le dico solo che a Roma,<br />

con quel tipo di location, per ottenere i risultati che stiamo registrando in<br />

pochi mesi di apertura qui a Milano, ci avremmo messo un anno.<br />

Come sta andando La Pioppa Ovest a Bologna?<br />

Benissimo, se paragonato al trend di Autostrade quest’estate, con un calo<br />

generalizzato di circolazione nell’ordine delle due cifre. Carrefour express<br />

nell’area ristorazione MyChef, ha realizzato il 20% in più di quanto facevano<br />

loro, prima che arrivassimo. Anche se questa performance non ripaga<br />

per ora gli elevati investimenti per aprire a Bologna, rimane un caso di<br />

successo.<br />

In che cosa si differenzia questo Carrefour express aperto con Shell?<br />

È un concetto diverso da Bologna-La Pioppa, non tanto graficamente e<br />

visivamente, quanto in termini di assortimento e servizio. A Milano su 120<br />

mq abbiamo massimizzato le unità di bisogno per completare la spesa di<br />

chi si ferma a fare rifornimento, e degli abitanti in zona: l’offerta è di 1.500<br />

referenze, con densità molto alta. L’assortimento base potrebbe cambiare<br />

in alcune categorie per adattarsi a specifici segmenti di domanda. RP<br />

22 ottobre 2012 15


16<br />

COVER STORY<br />

<br />

<br />

<br />

KAI-UWE<br />

WITTERSTEIN<br />

General Manager<br />

retail di Shell Italia<br />

1 2<br />

1-Carrefour express sull’area di servizio Shell a<br />

Milano è il primo convenience store della grande<br />

distribuzione su un’area di rifornimento carburanti.<br />

Gli orari d’apertura sono: 7-21 lu-sa, e domenica<br />

mattina. <strong>Il</strong> prezzo della benzina senza piombo<br />

riportato sul totem si riferisce al 3 settembre 2012<br />

2- Prima corsia d’ingresso dedicata al breakfast:<br />

in fondo la cantina<br />

3-Le casse gestiscono sia il check out<br />

dei clienti del supermercato sia il pagamento<br />

del rifornimento<br />

22 ottobre 2012<br />

hell Italia spa è la società cui fanno capo<br />

le attività della distribuzione finale dei<br />

carburanti (downstream) attraverso 900<br />

stazioni stradali e autostradali. La conchiglia<br />

d’oro, simbolo nel mondo del gruppo petrolifero<br />

anglo-olandese, è un’icona familiare agli occhi<br />

degli italiani, essendo presente ormai sulla<br />

Penisola da un secolo (1912). E sempre in<br />

ambito downstream, Royal Dutch Shell plc è<br />

leader in Europa nei convenience store abbinati<br />

alle sue aree di rifornimento carburanti.<br />

Shell Italia è la prima società petrolifera ad<br />

aprire in Italia un supermercato (tecnicamente<br />

bisognerebbe definirlo superette) della grande<br />

co-branded con altre compagnie, fra le<br />

quali Shell. Come tutte le principali società<br />

impegnate nel mercato downstream<br />

italiano, Shell ha quasi 500 shop annessi<br />

alle aree di servizio, in prevalenza con<br />

marchio Select. Non è l’unica. Non poche<br />

delle insegne petrolifere presenti sul<br />

territorio italiano hanno sviluppato una<br />

loro linea di bar/minimarket autostradali:<br />

Esso Italia con On the Run, Eni con<br />

gli Eni cafè, Q8 con al Punto giusto, ma<br />

esperimenti (a volte molto interessanti<br />

e riusciti) li troviamo pure in TotalErg.<br />

<strong>Il</strong> problema è la discontinuità della rete:<br />

distribuzione alimentare su un’area di servizio<br />

e in location urbana. Kai-Uwe Witterstein,<br />

che abbiamo incontrato a Milano, in visita<br />

al Carrefour express di Milano-Santa Rita<br />

da Cascia, lo definisce il primo passo per lo<br />

sviluppo del canale convenience in Italia.<br />

Shell è molto attiva nei convenience store<br />

con il proprio marchio. Lavorate anche con<br />

altri partner della distribuzione?<br />

Nei principali mercati europei nei quali siamo<br />

presenti abbiamo sviluppato punti di vendita<br />

sia con nostro marchio principale, Select, sia<br />

con le insegne dei retailer nazionali come Spar<br />

non tutte le aree permettono lo sviluppo<br />

di concept adeguati per spazio e assortimento,<br />

dipende poi dalla disponibilità dei<br />

singoli gestori; infine, soprattutto per le<br />

location autostradali, c’è la concorrenza<br />

con Autogrill e i suoi servizi integrati bar/<br />

market, la cui presenza sull’area di sosta<br />

autostradale ha sempre fatto da magnete<br />

incontrastato.<br />

<br />

Tornando a Milano, il punto di vendita<br />

sull’area di servizio Shell è, in base alla<br />

tradizionale classificazione dimensiona-


in Austria e Germania, Edeka sempre in Germania, Waitrose in<br />

Regno Unito e Migros in Svizzera che sviluppa con noi<br />

i convenience a insegna Migrolino (foto a fianco).<br />

L’obiettivo principale è di differenziarci in rapporto alle<br />

esigenze dei singoli mercati. L’accordo con Carrefour in<br />

Italia va in questa direzione, anche se il concetto italiano di<br />

convenience store diverge non poco da quello tradizionalmente<br />

adottato e sviluppato nei principali paesi europei.<br />

In Italia avete quasi 500 punti di vendita. Pensate di<br />

convertirne una parte al nuovo format Carrefour express<br />

inaugurato qui a Milano?<br />

È impossibile dare una risposta ora. Questo primo, e unico<br />

in Italia, Carrefour express rappresenta un test per verificare<br />

la fattibilità del format sul mercato italiano. Molto dipenderà<br />

dai risultati. E comunque non si può pensare di convertire<br />

un’intera rete senza considerare le peculiarità di ogni location.<br />

Questo Carrefour express è situato su un’area di rifornimento<br />

carburanti in una posizione urbana e quindi con possibilità di<br />

funzionare anche da supermercato di prossimità.<br />

3<br />

le, un minimercato (100-200 mq): dispone<br />

infatti di 120 mq di vendita, ma per<br />

numero di item (1.500), si può definire<br />

un supermercato tascabile che copre<br />

tutte le principali occasioni di consumo,<br />

dagli acquisti base/quotidiani (“gli indispensabili”,<br />

come recita l’indicazione di<br />

reparto) agli acquisti d’impulso e dell’ultimo<br />

momento. Non manca la cantina<br />

vini. Indicazioni di reparto identificano le<br />

principali aree dell’assortimento: “Specialità<br />

da gustare”, “il benessere parte<br />

da qui” (toiletries e cura persona), “per<br />

ogni tua necessità”, “golosità per te”.<br />

Moltissimi i prodotti a marchio Carrefour<br />

che si dividono l’assortimento con i brand<br />

leader. <strong>Il</strong> colpo d’occhio dall’esterno è di<br />

sicuro impatto, “catching & appealing”:<br />

le altre due stazioni di servizio presenti<br />

sulla stessa via, non reggono il confronto<br />

con Shell. L’interno è ben strutturato. Le<br />

corsie sono un po’ strette, a dire il vero,<br />

e mancano parafarmaco, giornali, e<br />

il “tobacconist” come tutti i convenience<br />

store che si rispettino. Ma “i prezzi sono<br />

quelli che un cliente si aspetterebbe da<br />

un Carrefour Market” aggiunge di Teodoro.<br />

Anche se non siamo nel <strong>24</strong>h open,<br />

COVER STORY<br />

L’accordo con Carrefour prevede anche integrazioni e<br />

sinergie nelle politiche marketing e loyalty?<br />

Esistono interessanti aree di sovrapposizione sinergica, per<br />

esempio nei programmi di fedeltà e di co-marketing: sia noi<br />

di Shell sia Carrefour abbiamo specifiche carte: ma non è<br />

escluso che lavoreremo sull’integrazione, qualora dovessimo<br />

passare dal test a un più ampio roll-out.<br />

900<br />

Le stazioni<br />

di servizio Shell<br />

in Italia<br />

50%<br />

L’incidenza della rete<br />

italiana Shell<br />

con offerta non-oil<br />

che Carrefour sperimenta già a Milano,<br />

in Piazza Clotilde, l’orario è abbastanza<br />

lungo: 7-21, e domenica mattina. <strong>Il</strong> parcheggio<br />

è limitatissimo: otto posti auto.<br />

Potrebbero esserci problemi di affollamento<br />

tra chi fa rifornimento carburanti<br />

e chi lascia l’auto per fare la spesa, anche<br />

se il pdv è di quartiere, e quindi facilmente<br />

raggiungibile a piedi. <strong>Il</strong> format è<br />

perciò molto adatto ai contesti urbani:<br />

d’altronde Shell ha solo 28 aree di servizio<br />

in autostrada su 900 totali, ma una<br />

sessantina in contiguità con centri commerciali/ipermercati.•<br />

22 ottobre 2012 17


18<br />

RETAIL<br />

Si confermano<br />

le performance<br />

dell’insegna,<br />

che punta allo<br />

sviluppo della rete<br />

e dell’assortimento<br />

<br />

<br />

di Alessandra Bonaccorsi<br />

entidue nuove aperture e un fatturato<br />

dei primo semestre 2012<br />

pari a 438 mio €, in aumento<br />

dell’8,7% rispetto allo stesso<br />

periodo del 2011: questi i numeri di Acqua<br />

& Sapone, la catena specializzata in<br />

prodotti per la bellezza, la cura della persona<br />

e la pulizia della casa, che fa capo<br />

al Gruppo Cedas. Si tratta di indicatori,<br />

che confermano il trend degli ultimi anni,<br />

attestati su un volume d’affari 2011 pari<br />

a 853 milioni di euro, con un incremento<br />

del 12,7% rispetto all’anno precedente.<br />

<br />

Visti i risultati del primo semestre, le<br />

prospettive di chiusura del 2012 sono<br />

più che positive: “Quello che ci fa ben<br />

sperare per il futuro sono le due direttrici<br />

su cui ci stiamo concentrando e che,<br />

ad oggi, ci hanno portato già dei buoni<br />

risultati di mercato -spiega Nando Barbarossa,<br />

vicepresidente Acqua & Sapone<br />

srl-. <strong>Il</strong> primo asset riguarda la politica<br />

22 ottobre 2012<br />

di marketing che definirei coraggiosa e<br />

lungimirante: un mix fra spot televisivi,<br />

un originale concorso e offerte ad hoc<br />

studiate per le esigenze dei nostri clienti.<br />

<strong>Il</strong> secondo focus si concentra sul punto<br />

di vendita, a livello sia di immagine sia di<br />

assortimento, che deve essere in grado<br />

di garantire una trasversalità di offerta<br />

che, al momento, pochi, se non nessuno,<br />

possono vantare nel nostro settore”.<br />

Acqua & Sapone,<br />

insegna di proprietà<br />

del Gruppo Cedas,<br />

che aderisce<br />

a ESD Italia<br />

(con Esselunga,<br />

Selex, Agorà<br />

Network<br />

e Gruppo Sun),<br />

opera con 703 pdv,<br />

distribuiti sull’intero<br />

territorio nazionale.<br />

<br />

In un contesto aziendale basato su valori<br />

commerciali forti, che spaziano dal<br />

costante aggiornamento alla competenza<br />

del personale, dall’offerta di prodotti<br />

di tutte le grandi marche a un ambiente<br />

nuovo, moderno e accogliente, che presenta<br />

una disposizione metodica e logica<br />

dei prodotti, facilmente accessibili e<br />

fruibili, per offrire un servizio accurato e


professionale alla clientela,<br />

l’evoluzione dell’insegna<br />

prevede un assortimento<br />

sempre più specializzato<br />

e indirizzato verso mondi<br />

professionali. “Stiamo cercando<br />

sia di ottimizzare il<br />

nostro reparto profumeria<br />

con marchi selettivi sia di<br />

incentivare la presenza di<br />

prodotti professionali nel<br />

settore capelli. Stiamo già<br />

lavorando in questa direzione e, nel breve<br />

periodo, apporteremo le dovute modifiche<br />

all’intera rete”. <strong>Il</strong> format dei punti di<br />

vendita sarà, quindi, adeguato alle novità<br />

merceologiche con l’obiettivo di enfatizzare<br />

e ottimizzare l’esposizione dei nuovi<br />

prodotti in assortimento.<br />

Progetti in corso anche per quanto riguarda<br />

le private label. “Le stiamo sviluppando,<br />

anche se ci riteniamo più venditori di<br />

marche e di prodot-<br />

ti innovativi, funzioni<br />

che rimangono il<br />

nostro principale<br />

focus -prosegue il<br />

vicepresidente-. Da<br />

qualche anno, però,<br />

abbiamo deciso di<br />

integrare la nostra<br />

offerta anche con<br />

prodotti a marchio, sviluppati, però, solo<br />

su categorie generiche per rispondere<br />

al bisogno di qualità e convenienza oggi<br />

sempre più diffuso”.<br />

<br />

Allo stesso tempo, il management di<br />

Acqua & Sapone è focalizzato sulla ricerca<br />

di nuovi business: le aspirazioni<br />

riguardano il settore farmacologico, legislazione<br />

permettendo. “<strong>Il</strong> nostro format<br />

è in continua evoluzione per individuare<br />

nuovi spazi di mercato -chiarisce Barbarossa-.<br />

In questo senso, non nascondo<br />

l’interesse verso la parafarmacia, che ritengo<br />

un settore vicino e compatibile con<br />

il nostro. Se le leggi cambiassero o se si<br />

dovesse procedere ad altre liberalizzazioni,<br />

il nostro gruppo si muoverà certamente<br />

verso questa direzione di sviluppo”.<br />

NANDO<br />

BARBAROSSA<br />

vicepresidente<br />

Acqua & Sapone<br />

auspichiamo<br />

normative<br />

per sviluppare<br />

il settore<br />

farmaceutico<br />

<br />

Tra le ultime novità del<br />

brand, non manca una nuova<br />

attenzione verso l’ambiente,<br />

che si traduce nella<br />

stampa di tutti i volantini informativi<br />

e promozionali su<br />

carta riciclata e proveniente<br />

da foreste certificate secondo<br />

i criteri stabiliti dal Forest<br />

Stewardship Council (FSC).<br />

Inoltre, è stata realizzata<br />

una linea di detergenti artigianali erboristici<br />

per il corpo dal cuore green, nel<br />

senso di totalmente privi di coloranti e<br />

materie petrolchimiche, ma 100% vegetali<br />

e biodegradabili.<br />

<br />

Quest’anno ricorrono anche vent’anni<br />

di attività di Acqua & Sapone. In occasione<br />

dell’anniversario, il gruppo ha<br />

voluto realizzare per<br />

la prima volta a livello<br />

nazionale un<br />

concorso a premi.<br />

Così, dal 1° ottobre<br />

al 30 novembre di<br />

quest’anno, ai consumatori<br />

basterà acquistare<br />

due diversi<br />

prodotti Procter &<br />

Gamble -sponsor del concorso con tutti<br />

i marchi presenti nell’assortimento di<br />

questi drugstore- in un unico scontrino<br />

per tentare la fortuna con una classica<br />

cartolina “cancella e vinci”, che mette<br />

in palio cento premi immediati, tra cui:<br />

venti scooter Scarabeo, venti biciclette<br />

elettriche Masciaghi, venti iPad, venti kit<br />

per la colazione Electrolux, venti buoni<br />

spesa Acqua & Sapone del valore di<br />

duecento euro l’uno.<br />

In caso di mancata vincita, è possibile,<br />

comunque, tentare la fortuna sul<br />

sito www.acquaesapone.it, oppure<br />

sulla pagina Facebook “20anniacquaesapone”<br />

inserendo i propri dati<br />

personali e gli estremi contenuti nello<br />

scontrino per partecipare all’estrazione<br />

di un superpremio finale, una Giulietta<br />

Alfa Romeo.•<br />

RETAIL<br />

PRESENZA E SVILUPPO<br />

DELLA RETE SUL TERRITORIO<br />

L’insegna, nata venti anni fa,<br />

è presente in tutta Italia con 703 punti<br />

di vendita (a settembre 2012)<br />

distribuiti in 96 province (su un totale<br />

di 110) ed è gestita dalle nove aziende<br />

che fanno parte della società consortile<br />

Cedas. Nello specifico, si tratta di:<br />

Cesar, che opera in Lombardia,<br />

Marche, Abruzzo, Molise;<br />

Gottardo, focalizzato in Trentino Alto<br />

Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia,<br />

Emilia Romagna;<br />

Gruppo SDA/Quamar, attivo<br />

in Piemonte, Lazio e Sardegna;<br />

Gruppo Synergo, il cui raggio d’azione<br />

spazia dalla Liguria alla provincia<br />

di Cuneo;<br />

Leto, che opera in Sicilia;<br />

LGM, la cui rete è sviluppata<br />

in Toscana ed Umbria;<br />

Reale Commerciale, concentrato<br />

in Campania e Calabria;<br />

VDM Vaccaro Distribuzione Merci,<br />

che svolge la propria attività in Puglia<br />

e Basilicata.<br />

Ambizioso si rivela anche il piano<br />

di sviluppo che prevede 300 nuove<br />

aperture nei prossimi quattro anni.<br />

“L’area geografica di maggiore<br />

interesse per noi, al momento, è il Nord<br />

Italia, soprattutto il nord ovest dove<br />

siamo meno radicati -chiarisce Nando<br />

Barbarossa, vicepresidente Gruppo<br />

Cesar-. L’obiettivo è quello di rafforzare<br />

la presenza in tutta la penisola senza<br />

trascurare il Centro e il Sud”.<br />

22 ottobre 2012 19


RETAIL<br />

<br />

<br />

Ora la rete è più omogenea sul territorio e il concept, più orientato<br />

al servizio di vicinato. Confermato l’impegno di Rewe in Italia<br />

di Patrick Fontana<br />

ewe Group riconferma il proprio<br />

impegno in Italia: non solo a livello<br />

discount, ma anche nella più difficile<br />

tipologia del supermercato.<br />

L’annuncio arriva ai fornitori, nel corso della<br />

convention autunnale. Evidente la soddisfazione<br />

di tutto il board responsabile del business<br />

a sud delle Alpi, per il conseguimento<br />

dei primi lusinghieri risultati positivi ottenuti<br />

dal piano di riconversione strategica della<br />

rete super (142 pdv). <strong>Il</strong> che permette ora<br />

alla catena controllata dal gruppo di Colonia<br />

(Germania) di guardare con fiducia alle<br />

prossime mosse per il periodo 2013-15.<br />

<br />

Per quanto circondata inizialmente dallo<br />

scetticismo generale, la scelta di puntare<br />

tutto sull’insegna Billa (avvenuta<br />

due anni fa) sta pagando, anche in Italia.<br />

“Registriamo un ritorno in termini di<br />

notorietà importante che si è evidenziato<br />

nel corso del 2012. La rete ha voltato<br />

pagina rispetto al vissuto Standa, del<br />

resto mai parso davvero in linea con le<br />

esigenze di uno specialista alimentare”<br />

Quella di Billa in<br />

Italia è una catena<br />

ora più omogenea,<br />

che ha come<br />

modello il super<br />

di vicinato<br />

con dimensioni<br />

da 1.000 mq<br />

ha affermato il Coo e direttore<br />

commerciale, Andrea Colombo.<br />

In termini di clientela effettiva,<br />

il dato si traduce in un<br />

incremento annuale dei flussi<br />

di 5,9 punti percentuali (dato<br />

progressivo a fine agosto).<br />

<strong>Il</strong> nuovo posizionamento di<br />

rete multiregionale -da Ventimiglia<br />

a Trieste-, omogenea<br />

e monoformat (punti di vendita<br />

da 800-1.000 mq, nei<br />

centri storici e nei quartieri urbani), nonché<br />

monoconcept declinato alla prossimità,<br />

ha reso Billa il best-performer di<br />

tipologia nei primi otto mesi del 2012<br />

(dati Nielsen). Si tratta di un +3,50% alle<br />

casse che è, appunto, il dato migliore<br />

in una graduatoria di 19 protagonisti<br />

distributivi. A sostegno del risultato, c’è<br />

la leadership su piazza in alcuni singoli<br />

capoluoghi. Particolarmente brillante è,<br />

per esempio, la situazione a Novara (dove<br />

la quota di mercato è 20,9%), mentre a<br />

Milano Billa si colloca al secondo posto<br />

(qui la quota di mercato è 1<strong>2%</strong>).<br />

ANDREA COLOMBO<br />

Coo e direttore<br />

commerciale<br />

di Billa Italia<br />

L’incidenza di fatturato<br />

fidelizzato,a sua volta,<br />

sale dal 63 al 71%, con<br />

punte del 74%. Rispetto<br />

allo scontrino settimanale<br />

medio, la clientela di fascia<br />

gold ha un’incidenza pari<br />

a 2,21 volte. <strong>Il</strong> 30% altospendente<br />

fra i possessori<br />

della card vale oltre la<br />

metà del fatturato, che si<br />

aggira a rete ristrutturata<br />

attorno ai 700 milioni di euro.<br />

<br />

Fra i segreti del successo c’è l’attualizzazione<br />

degli store (“mai più un negozio vecchio<br />

oltre sette anni” è l’imperativo Rewe da Colonia)<br />

come pure una nuova e maniacale attenzione<br />

al prezzo: una sorta di prezzo giusto<br />

ogni giorno, che viene definito per ogni categoria<br />

in ciascun pdv sulla base di più livelli, a<br />

seconda dello scenario competitivo locale. <strong>Il</strong><br />

che comporta una revisione profonda dello<br />

strumento promozionale. Confermato, infine,<br />

lo sviluppo programmato (sono previste<br />

cinque aperture all’anno), mentre da Natale<br />

partirà la grande campagna mediatica con<br />

respiro triennale. Si prevede un aumento del<br />

budget (attualmente di 5,5 milioni di euro su<br />

stampa locale e affissioni), per una pianificazione<br />

tv costruita attorno ai personaggi di<br />

Cappuccetto rosso, King Kong, Babbo Natale<br />

e un Supereroe. Verrà allo stesso modo<br />

riproposta la formula promozionale del<br />

“Facciamo a metà”, incentrata sull’acquisto<br />

a prezzo pieno di bestseller dell’elettronica,<br />

con l’emissione del 50% del valore in buoni<br />

sconto valevoli per l’area food.•<br />

22 ottobre 2012 21


RETAIL<br />

<br />

<br />

Una fondamentale modifica legislativa, osteggiata dal piccolo dettaglio,<br />

prevede la possibilità di investimento da parte dei retailer stranieri<br />

22<br />

di Luigi Dell’Olio<br />

li operatori stranieri potranno diventare<br />

azionisti di maggioranza<br />

delle aziende retail indiane. Dopo<br />

dieci anni dall’avvio del progetto<br />

e numerosi rinvii, il Governo del Subcontinente<br />

ha dato il via libera a una liberalizzazione<br />

che promette di rivoluzionare il<br />

commercio, innalzando gli standard qualitativi<br />

dei prodotti. Finora i retailer stranieri<br />

potevano detenere società di ingrosso,<br />

mentre in quelle di vendite al dettaglio non<br />

potevano andare oltre il 49% del capitale,<br />

in modo da preservare la maggioranza in<br />

capo a operatori locali.<br />

La cornice legislativa indiana non richiede<br />

l’approvazione da parte del Parlamento,<br />

anche se la presa di posizione dell’esecutivo<br />

-che in questo modo vuole reagire al<br />

rallentamento della crescita economica,<br />

attestatasi al +5,<strong>2%</strong> nei primi sei mesi<br />

dell’anno, due punti percentuali in meno rispetto<br />

al confronto 2010-2011 e offrire di<br />

sé un’immagine più friendly verso il mondo<br />

del business per attirare investimenti<br />

internazionali- ha creato molti malumori,<br />

mettendo a rischio la tenuta della maggioranza.<br />

In particolare tra i parlamentari che<br />

sostengono le preoccupazioni dei piccoli<br />

dettaglianti, spaventati dalla concorrenza<br />

dei giganti americani ed europei.<br />

<br />

Per proteggere i produttori locali, il Governo<br />

indiano ha fissato alcuni paletti: intanto<br />

stabilendo che ogni Stato dell’Unione sarà<br />

libero di adottare o meno la riforma; quindi<br />

limitando le aperture dei colossi del retail<br />

ai soli comuni con almeno 100mila abitanti<br />

(sono 53 secondo l’ultimo censimento);<br />

22 ottobre 2012<br />

Walmart in India è presente grazie a una joint-venture con Bharti Enterprises. Prima della recente modifica<br />

delle norme in materia di commercio, i retailer stranieri potevano detenere solo quote di minoranza<br />

la terza condizione è un investimento non<br />

inferiore ai 100 milioni di dollari, di cui<br />

metà da destinare al back-end (sviluppo<br />

di infrastrutture nelle zone rurali, di cui<br />

beneficeranno i produttori locali, oggi ancora<br />

alle prese con sistemi antiquati che<br />

mettono a serio rischio la conservazione<br />

dei prodotti, soprattutto quelli alimentari)<br />

e il resto ai negozi veri e propri. Inoltre,<br />

almeno il 30% dei prodotti proposti<br />

sugli scaffali dovrà arrivare da produttori<br />

indiani, senza distinzioni tra piccoli, medi<br />

e grandi. Quest’ultima misura inciderà<br />

anche sui monomarca, che già prima del-<br />

la riforma potevano detenere società al<br />

100% in India, ma che spesso erano state<br />

frenate dalla necessità di rifornirsi solo<br />

da piccoli produttori nazionali. “Si tratta<br />

di una riforma importante, che è seguita<br />

con grande attenzione dalle multinazionali<br />

del commercio”, commenta Dario Righetti,<br />

partner di Deloitte, responsabile per il<br />

Consumer Business. “L’India era un osservato<br />

speciale già prima perché parliamo di<br />

un mercato da 1,2 miliardi di persone, che<br />

pesa per il 2<strong>2%</strong> circa sull’intera economia<br />

asiatica”.<br />

A confermare l’interesse per questo Pa-


ese sono i numeri relativi alla food industry,<br />

che a fine 2011 valeva 260,7 miliardi<br />

di euro, dopo una crescita annua<br />

media dell’11,1% tra il 2007 e il 2011.<br />

E la corsa non è destinata a esaurirsi a<br />

breve: per quest’anno le stime indicano<br />

un progresso del 10,8%, mentre la media<br />

fino al 2016 dovrebbe attestarsi intorno<br />

al 10,5%, per raggiungere un giro d’affari<br />

complessivo di 430,3 miliardi di euro.<br />

“Quanto alla composizione del mercato,<br />

il food&beverage ricopre un ruolo fondamentale”,<br />

spiega Righetti, “a causa della<br />

tradizionale vocazione contadina dell’India.<br />

Gli investimenti delle multinazionali<br />

aiuteranno a far crescere la qualità dei<br />

prodotti, grazie all’arrivo di tecnologie per<br />

la conservazione”.<br />

L’effetto emulazione dovrebbe produrre<br />

effetti benefici anche per gli operatori locali,<br />

che tenderanno a innalzare gli standard<br />

qualitativi e, con molta probabilità,<br />

avvieranno campagne di acquisizioni per<br />

puntare a generare economie di scala.<br />

Per gli stranieri, investire in India, anche<br />

dopo la liberalizzazione, non sarà comunque<br />

una passeggiata: si tratta di un Paese<br />

molto complesso<br />

per via delle dimensioni<br />

e delle differenze<br />

che sussistono tra<br />

le grandi città, che<br />

si avvicinano nei<br />

modelli di consumo<br />

all’Occidente, e le<br />

campagne, più ancorate<br />

a modelli della tradizione. Senza<br />

dimenticare l’elevato tasso di corruzione<br />

che caratterizza tutti i livelli del business.<br />

“Restando all’ambito del commercio,<br />

un’altra sfida da affrontare riguarda<br />

i costi di locazione, che in alcuni centri<br />

arrivano al 10% delle vendite”, aggiunge<br />

l’esperto, precisando che a trarre i maggiori<br />

vantaggi dalla riforma saranno le<br />

multinazionali già presenti nel Paese, da<br />

Wal-Mart (ha in corso una joint-venture<br />

con Bharti Enterprises) a Carrefour (con<br />

il brand Carrefour Cash & Carry), passando<br />

per Tesco (franchising con Tata) e Metro<br />

(presente con nove punti di vendita<br />

nelle principali città).<br />

investire non<br />

sarà facile,<br />

per l’elevato<br />

livello della<br />

corruzione<br />

ANDAMENTO DEL MERCATO COMMERCIALE IN INDIA<br />

Evoluzione del fatturato retail nel decennio 2007-2016 (mld euro)<br />

2007<br />

2008<br />

2009<br />

2010<br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

<br />

Saranno i mercati emergenti a trainare la<br />

prossima stagione di fusioni e acquisizioni<br />

nel consumer market. È la conclusione<br />

alla quale arriva uno studio realizzato da<br />

Kpmg International sul settore, che ha<br />

un sottotitolo significativo: “Pursuing<br />

growth in an uncertain world”. E perseguire<br />

la crescita in un mondo caratterizzato<br />

da profonde in-<br />

certezze-dall’instabilità dell’Eurozona<br />

alla sfiducia dei<br />

consumatori, passando<br />

per le tensioni<br />

inflazionistiche e<br />

la volatilità relativa<br />

ai prezzi delle materie<br />

prime- sarà possibile solo volgendo<br />

lo sguardo al di là dei canoni consolidati.<br />

Nel breve-medio periodo, spiegano gli<br />

analisti, non sarà facile assistere a grandi<br />

operazioni di concentrazione: è più<br />

probabile che le mire espansionistiche<br />

si rivolgano su società di piccole-medie<br />

dimensioni o ben caratterizzate da un<br />

punto di vista geografico.<br />

Una conclusione per certi versi sorprendente<br />

della ricerca è relativa alla<br />

“bancabilità” delle iniziative: il rapporto<br />

con le banche si è fatto più difficile rispetto<br />

al passato e le garanzie richieste<br />

dal mondo del credito sono cresciute,<br />

ma i finanziamenti non mancano, se<br />

RETAIL<br />

171,4<br />

Crescita a due cifre<br />

Dal 2007 al 2011 il fatturato delle<br />

189,5<br />

imprese commerciali è cresciuto<br />

costantemente a due cifre all’anno.<br />

208,3<br />

Nel giro di un decennio si dovrebbe<br />

228,8<br />

passare da 171 a 430 miliardi di euro,<br />

grazie allo sviluppo dell’economia.<br />

260,7<br />

288,8 Previsione<br />

321,2<br />

358,6<br />

393,4<br />

430,3<br />

Fonte: Deloitte<br />

si escludono le operazioni superiori ai<br />

100 milioni di euro. L’area più debole<br />

resterà ancora per diverso tempo l’Europa,<br />

ma processi di consolidamento si<br />

registreranno nelle altre aree mondiali,<br />

in particolare nei mercati emergenti, dove<br />

questa tendenza sarà guidato dalla<br />

necessità di migliorare la supply chain<br />

e generare economie di scala. Inoltre, i<br />

Bric saranno oggetto di investimenti da<br />

parte delle multinazionali. La crescita<br />

organica dei grandi gruppi in Brasile,<br />

Russia, India e Cina è sicuramente meno<br />

costosa rispetto a un’acquisizione,<br />

sottolineano gli autori del report, ma richiede<br />

tempi più lunghi rispetto all’acquisizione<br />

di un operatore locale, che<br />

offre una spinta immediata in termini<br />

di ricavi.<br />

Quanto all’India, il report rileva un rallentamento<br />

delle fusioni e acquisizioni<br />

nel corso del 2011, ma lancia segnali<br />

di ottimismo per il futuro alla luce della<br />

crescita dei consumi interni. Affinché<br />

la situazione si sblocchi sarà tuttavia<br />

necessario un repricing, con i venditori<br />

che dovranno essere disposti ad accettare<br />

multipli più bassi rispetto a quelli<br />

di qualche anno fa.•<br />

<br />

La rassegna sul retail nei Paesi emergenti<br />

(Bric) proseguirà nel prossimo numero.<br />

La quarta e ultima puntata riguarderà<br />

la Repubblica Popolare Cinese.<br />

22 ottobre 2012 23


Essere al passo<br />

con i tempi, innovare,<br />

è un imperativo<br />

per tutti. Vale anche<br />

per insegne cult<br />

del calibro di A&F,<br />

che oggi deve subire<br />

la concorrenza serrata<br />

di insegne agguerrite<br />

come Aeropostale<br />

RETAIL<br />

<br />

<br />

di Fabio Salvati<br />

irca due decenni fa, Abercrombie<br />

& Fitch è stata capace di<br />

reinventarsi totalmente. Quello<br />

che, per anni, era stato un produttore<br />

di articoli belli, ma un po’ “old<br />

fashioned” per il safari e per il campeggio,<br />

rivolti soprattutto ad un pubblico adulto e di<br />

reddito medio-alto, si trasformò in un punto<br />

di riferimento per un pubblico giovane e<br />

trendy grazie a un’offerta e a una comunicazione<br />

dove si mescolano in uguale misura<br />

glamour, volti e fisici sexy, molta pelle al<br />

vento, divise universitarie della Ivy League<br />

e delle squadre di atletica delle high school.<br />

<strong>Il</strong> tutto con un posizionamento di prezzo<br />

molto premium rafforzato da un’esperienza<br />

di acquisto estremamente distintiva lega-<br />

IL CONTO ECONOMICO DI ABERCROMBIE & FITCH<br />

L’andamento dal 2008 al 2011 (in $ mio)<br />

ta ad una profonda revisione del punto di<br />

vendita. Quest’ultimo si trasformò, profondamente,<br />

diventando un luogo di celebrazione<br />

del brand, dove tutti gli elementi che<br />

costituiscono l’identità di marca si ritrovano<br />

espressi al massimo livello e la rafforzano:<br />

la fila all’ingresso dei flagship con i modelli<br />

a torso nudo che fanno da “buttadentro”,<br />

che danno l’impressione di entrare più in<br />

un club esclusivo che in un negozio di abbigliamento,<br />

l’ambiente poco illuminato, la<br />

colonna sonora da discoteca, i commessi<br />

belli, gentili e poco vestiti che fanno più<br />

parte dello spettacolo che del servizio di<br />

vendita, le macchie di colori create dalle<br />

pile di felpe e t-shirt, il profumo, sempre<br />

uguale in tutto il mondo, che pervade l’aria<br />

2011 2011/2010 2010 2010/2009 2009 2009/2008<br />

Fatturato 4.158,0 20% 3.468,8 18% 2.928,6 -16%<br />

Margine lordo 2.518,9 14% 2.212,2 17% 1.883,6 -19%<br />

Margine operativo 190,0 -18% 231,9 97% 117,9 -76%<br />

Utile netto 126,8 -16% 150,3 90% 78,9 -74%<br />

Fonte: dati aziendali<br />

e costituisce uno dei tratti più riconoscibili<br />

della catena. I flagship di A&F col passare<br />

del tempo divennero veri e propri landmark<br />

cittadini, meta di pellegrinaggio di shopper<br />

e turisti.<br />

<br />

Questo meccanismo, che ha garantito una<br />

crescita molto rapida per almeno una quindicina<br />

di anni, sembra mostrare qualche<br />

battuta di arresto, perlomeno nel mercato<br />

Usa. Nel secondo trimestre del 2012, le<br />

vendite nei pdv americani sono scese del<br />

5% rispetto allo stesso periodo del 2011<br />

e su base annua del 3%. Dopo aver chiuso<br />

135 pdv nel 2010-11, da poco è stato dato<br />

l’annuncio di altre 180 potenziali chiusure<br />

entro la fine del 2015. Se, da una parte, la<br />

causa di questo rallentamento è di sicuro<br />

imputabile ad una congiuntura economica<br />

debole, come sostiene il management<br />

aziendale, dall’altra, c’è probabilmente qualcosa<br />

di vero anche nell’opinione di diversi<br />

analisti del settore che imputano alla compagnia<br />

di non aver saputo adattare la sua<br />

proposta di marca al mutato spirito del tempo,<br />

senza alimentare a sufficienza i fattori<br />

22 ottobre 2012 25


26<br />

RETAIL<br />

di differenziazione. Conferme del fenomeno<br />

arrivano da una serie di fatti interni ed esterni<br />

all’azienda. Se si guarda all’ultimo triennio,<br />

ad esempio, la parte più consistente della<br />

crescita complessiva del gruppo è venuta<br />

dall’estero, dove la suggestione del brand,<br />

unita all’effetto scarsità, ha i suoi effetti ancora,<br />

oltre che da Hollister, il brand low cost<br />

del gruppo, con un look molto simile. <strong>Il</strong> suo<br />

fatturato è passato da circa 1,3 mld di dollari<br />

nel 2009 a poco più di 2 mld nel 2011<br />

(+58%). Nello stesso periodo il fatturato del<br />

brand Abercrombie & Fitch è salito da circa<br />

1,3 miliardi di dollari a poco meno di 1,7 mld<br />

di dollari (+ 30%). Le diverse dinamiche non<br />

sono spiegate solo dal numero di aperture,<br />

ma anche dal fatto che le vendite di Hollister,<br />

a parità di pdv, crescono più rapidamente<br />

(+8% nel 2011 contro +3%).<br />

Allo stesso tempo, si sono moltiplicati i<br />

LA DIVISIONE DEL FATTURATO<br />

Ripartizione per marchi e per aree geografiche<br />

22 ottobre 2012<br />

brand Usa con un posizionamento molto<br />

simile, in termini di prodotto, di immagine e<br />

di ambiente di vendita, ma con un livello di<br />

prezzo nettamente inferiore. Dall’altro A&F<br />

di fatto non ha rinnovato la sua proposta<br />

di prodotto che, con qualche variazione, è<br />

stata molto costante negli ultimi dieci anni.<br />

<br />

Se una proposta di prodotto più o meno<br />

costante per lunghi periodi può funzionare in<br />

alcuni segmenti adulti e classici alla ricerca<br />

di una “divisa” (un tipico esempio è Brooks<br />

Brothers, ndr), per un produttore di capi per<br />

giovanissimi alla lunga ciò può rappresentare<br />

un problema. Se la divisa proposta perde<br />

parte del suo appeal perché diventa abbastanza<br />

simile a molte altre, però con prezzi<br />

decisamente più alti, le vendite tendono ad<br />

appiattirsi, favorendo concorrenti con pro-<br />

I brand 2011 2011/2010 2010 2010/2009 2009 2009/2008<br />

Abercrombie & Fitch 1.665,1 1<strong>2%</strong> 1.493,1 17% 1.272,3 -17%<br />

Abercrombie 397,9 4% 382,6 11% 343,2 -18%<br />

Hollister 2.022,0 30% 1.552,8 21% 1.287,2 -15%<br />

Gilly Hicks 73,0 81% 40,3 55% 25,9 45%<br />

I mercati 2011 2011/2010 2010 2010/2009 2009 2009/2008<br />

Usa 2.710,8 6% 2.546,8 7% 2.377,7 -21%<br />

Internazionale 876,6 74% 505,1 97% 256,2 70%<br />

Vendite dirette 552,6 36% 404,9 40% 290,1 -8%<br />

Altro 18,0 5<strong>2%</strong> 11,9 16<strong>2%</strong> 4,5 15%<br />

Fonte: dati aziendali<br />

poste di prezzo più aggressive. Inoltre, va<br />

preso in considerazione un radicale cambiamento<br />

dei gusti e dei comportamenti di<br />

acquisto dei ventenni di oggi rispetto ai loro<br />

omologhi di 10-15 anni fa: amano sempre<br />

meno le omologazioni e si frammentano in<br />

una miriade di tribù di appartenenza, con<br />

stili e look assai differenti; in più, possono<br />

sviluppare stili di abbigliamento personali,<br />

grazie all’enorme massa di stimoli e di spunti<br />

che arrivano quotidianamente tramite web<br />

e social network.<br />

Questi cambiamenti favoriscono sul mercato<br />

Usa concorrenti sia con posizionamenti<br />

simili a quello di A&F, ma con prezzi più bassi,<br />

sia con proposte in continua sintonia col<br />

mercato e prezzi competitivi come H&M,<br />

American Eagle, Outfitters e Forever 21.<br />

<br />

Eloquente è la crescita di Aeropostale, un<br />

retailer che si rivolge ad un pubblico non<br />

molto dissimile da quello di A&F, seppur<br />

leggermente più giovane (core target tra i<br />

15 ed i 20 anni), con prodotti con uno stile<br />

e un segno grafico molto simili e prezzi<br />

inferiori. Pur registrando una contrazione<br />

nel corso dell’ultimo esercizio, Aeropostale<br />

è riuscita a far crescere il suo fatturato<br />

da 1,41 mld di dollari del 2007-08 ai<br />

2,34 mld del 2011-12, mantenendo una<br />

buona redditività, sia operativa che netta.<br />

Del resto, i pdv Aeropostale sono molto<br />

“furbi” e spettacolari: le tecniche di visual<br />

merchandising, simili a quella di A&F, lavorano<br />

nell’ambito di un pdv più luminoso e<br />

con un’immagine di marca più scanzonata<br />

e meno legata e suggestioni erotiche. Lo<br />

store si caratterizza per l’abbondanza di<br />

merce, esposta in pile coloratissime, con<br />

ambientazioni industrial, che fanno grande<br />

uso di scaffalature perimetrali e di isole di<br />

esposizione del prodotto, sulle quali il consumatore,<br />

per forza, si imbatte, creando,<br />

così, forti opportunità ad acquisti di impulso<br />

dal pricing aggressivo. Nel pdv sono<br />

tralasciati una serie di dettagli che caratterizzano<br />

A&F rendendone difficile l’imitazione.<br />

In sostanza, però, Aeropostale offre un<br />

buon prodotto e un’esperienza di acquisto<br />

più che soddisfacente e coinvolgente per i<br />

consumatori interessati a quel tipo di prodotto<br />

e di look e che non intendono pagare<br />

il premium price richiesto da A&F.•


di A. Bonaccorsi<br />

* Dati aree da: Guida Nielsen Largo<br />

Consumo, edizione gennaio 2012<br />

AREA NIELSEN 2<br />

IPERMERCATI: 200<br />

MQ 1.649.157<br />

SUPERMERCATI: 1.831<br />

MQ 1.649.157<br />

ALTRI: 3.793<br />

MQ 1.114.701<br />

Supermercato<br />

Via Perusini 4/6<br />

Cividale del Friuli (Ud)<br />

1.500 mq<br />

Coop Consumatori Nordest<br />

DATA DI APERTURA<br />

20 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Ubicato in zona centrale, poco<br />

distante da piazza Duomo e<br />

dal Palazzo comunale.<br />

CONCORRENZA<br />

Nello stesso bacino di utenza<br />

è presente un supermercato<br />

Despar.<br />

LAYOUT<br />

La struttura a pianta rettangolare<br />

riapre dopo lavori di ristrutturazione,<br />

che hanno triplicato<br />

la superficie di vendita, passata<br />

da 500 a 1.500 mq. <strong>Il</strong> nuovo<br />

look è caratterizzato dall’utilizzo<br />

di moderne tecnologie in grado<br />

di diminuire l’impatto ambientale<br />

e migliorare il risparmio<br />

energetico.<br />

OFFERTA<br />

Le referenze in assortimento<br />

sono circa 10.000.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 8,30-19,30;<br />

domenica 9,00-13,00. Gli automobilisti<br />

hanno a disposizione<br />

130 posti auto nel parcheggio.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Impiega 28 addetti. La barriera<br />

casse prevede sei postazioni.<br />

AREA NIELSEN 4<br />

IPERMERCATI: 150<br />

MQ 779.145<br />

SUPERMERCATI: 2.739<br />

MQ 2.065.999<br />

ALTRI: 7.204<br />

MQ 1.984.229<br />

Supermercato<br />

Via Zara 87<br />

Foggia<br />

900 mq<br />

La Prima srl (Coralis)<br />

DATA DI APERTURA<br />

31 agosto 2012<br />

LOCATION<br />

Lo store si trova vicino all’Amgas,<br />

gli uffici dell’azienda del<br />

gas in zona centrale, poco distante<br />

dalla sede della Provincia<br />

di Foggia. <strong>Il</strong> fatturato annuo<br />

è stimato in 6 mio € in un<br />

sviluppo reti _ RETAIL<br />

bacino di utenza potenziale di<br />

15.000 abitanti.<br />

CONCORRENZA<br />

Nella stessa area urbana gravitano<br />

un punto di vendita Eurospar<br />

e un secondo pdv a insegna<br />

La Prima.<br />

LAYOUT<br />

Segue il format dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

Conta in assortimento 3.500<br />

referenze alimentari e 1.500<br />

non alimentari.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-dom 8,00-21,00.<br />

Sono disponibili 50 posti auto<br />

nel parcheggio privato.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Sono impiegati 23 addetti. Attive<br />

in barriera sei casse.<br />

Discount<br />

Via Don Sturzo 28<br />

Frattaminore (Na)<br />

1.100 mq<br />

Lillo spa<br />

DATA DI APERTURA<br />

6 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

È ubicato in una zona periferica,<br />

che incrocia ad angolo con<br />

via Rosario, a pochi metri dal<br />

cimitero del paese.<br />

CONCORRENZA<br />

Non sono attivi concorrenti<br />

nello stesso bacino di utenza.<br />

LAYOUT<br />

Non si discosta dalla tradizionale<br />

linea aziendale.<br />

OFFERTA<br />

In assortimento oltre 2.000 articoli<br />

food e non food.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-20,30;<br />

domenica 9,00-13,00 e 16,00-<br />

20,00.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Dato non disponibile.<br />

Discount<br />

Via Nazionale snc<br />

Vallo Scalo (Sa)<br />

750 mq<br />

Lillo spa<br />

DATA DI APERTURA<br />

15 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Sulla strada statale 18, in<br />

centro cittadino, non lontano<br />

dall’Istituto professionale alberghiero.<br />

CONCORRENZA<br />

Sono presenti insegne di imprenditori<br />

locali.<br />

LAYOUT<br />

Segue le caratteristiche del tipico<br />

format dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

Offre in assortimento circa<br />

1.500 item.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 8,00-21,00;<br />

domenica 8,30-14,00 e 16,30-<br />

20,30.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Non disponibile.<br />

NON FOOD<br />

Profumeria<br />

Via Chiaia 203/204<br />

Napoli<br />

120 mq<br />

Gargiulo & Maiello spa<br />

(associato Interdis)<br />

DATA DI APERTURA<br />

27 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Si trova in zona centrale, a poche<br />

decine di metri dalla Basilica<br />

di San Francesco di Paola<br />

e dal Teatro San Carlo. La più<br />

vicina fermata dell’autobus è<br />

Nicotera. Ha un giro di affa-<br />

22 ottobre 2012 29


RETAIL_ sviluppo reti<br />

ri stimato (a regime) di circa<br />

70.000 euro.<br />

CONCORRENZA<br />

Nello stesso bacino di utenza,<br />

sono attive le insegne Limoni<br />

e Sephora.<br />

LAYOUT<br />

Applica le caratteristiche standard<br />

del format aziendale.<br />

OFFERTA<br />

Dispone di circa 18.000 articoli<br />

in vendita.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,30-20,30.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

<strong>Il</strong> team di lavoro è formato<br />

da cinque addetti. Attive due<br />

casse.<br />

30<br />

Libreria<br />

Viale XXI Aprile 87<br />

Roma<br />

50 mq<br />

La Feltrinelli<br />

DATA DI APERTURA<br />

22 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

La libreria dello storico quartiere<br />

Nomentano-Italia, collocata<br />

in una posizione strategica,<br />

rappresenta il punto di<br />

congiunzione tra la zona universitaria<br />

e quella residenziale.<br />

Nata circa mezzo secolo fa,<br />

è stata rilevata, a partire dal<br />

1999, da Silvana Piparo. Come<br />

mezzi pubblici, è servita dalla<br />

linea B, dalla recente B1 della<br />

Metropolitana e da numerose<br />

linee Atac; inoltre, è circondata<br />

da alcune delle più famose ville<br />

di Roma: Villa Torlonia, Villa<br />

Massimo, Villa Mirafiori (sede<br />

della Facoltà di Filosofia e di<br />

Lingue dell’Università degli<br />

Studi La Sapienza), Villa Blanc.<br />

CONCORRENZA<br />

Sono presenti in zona diverse<br />

librerie di imprenditori locali.<br />

22 ottobre 2012<br />

LAYOUT<br />

L’ex libreria Tuttititoli cambia<br />

veste ed entra nel circuito la<br />

Feltrinelli Point seguendo la linea<br />

aziendale. È stato creato<br />

uno spazio dedicato agli articoli<br />

di cartoleria.<br />

OFFERTA<br />

Offre 12.000 titoli di narrativa<br />

italiana e straniera, saggistica,<br />

illustrati d’arte e fotografia,<br />

piccola editoria e libri per<br />

l’infanzia.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,30-20,00;<br />

domenica e festivi 10,00-<br />

13,00 e 16,00-19,30.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Lo store dispone di due addetti<br />

alla vendita e di una cassa.<br />

Elettronica di consumo<br />

Viale Pasteur 6<br />

Bari<br />

1.300 mq<br />

Sgm Distribuzione<br />

DATA DI APERTURA<br />

15 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

In galleria, nel centro commerciale<br />

Mongolfiera. L’apertura<br />

ha un’importanza strategica<br />

per l’insegna perché inserita<br />

in un’area geografica finora<br />

non presidiata.<br />

CONCORRENZA<br />

Non sono attivi concorrenti diretti<br />

in zona.<br />

LAYOUT<br />

<strong>Il</strong> punto di vendita ex Eldo è<br />

stato completamente rinnovato,<br />

in linea con il format dell’insegna,<br />

che intende valorizzare<br />

tutti i comparti.<br />

OFFERTA<br />

In vendita sono proposti circa<br />

7.000 articoli.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-21,00. Tra<br />

i servizi offerta alla clientela, la<br />

possibilità di usufruire di wi-fi<br />

gratuito, la consegna a domicilio<br />

e le liste nozze.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

È stato riconfermato interamente<br />

il personale del precedente<br />

pdv che contava 23 dipendenti.<br />

In barriera, operano<br />

quattro casse.<br />

Pet store<br />

Via Roncadelle 70<br />

Castel Mella (Bs)<br />

550 mq<br />

Maxi Zoo Italia spa<br />

DATA DI APERTURA<br />

6 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Ubicato in periferia, a ridosso<br />

della strada statale 235.<br />

CONCORRENZA<br />

Nessun concorrente attivo in<br />

zona.<br />

LAYOUT<br />

Non si discosta dalla tradizionale<br />

formula aziendale.<br />

OFFERTA<br />

In totale sono disponibili 7.000<br />

prodotti: 3.000 di petfood e<br />

4.000 di petcare.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-20,00;<br />

domenica 9,30-19,30.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Katia Quaranta coordina un<br />

addetto full-time e cinque<br />

part-time. Sono disponibili<br />

due casse.<br />

Arredamento<br />

Via Pomposa 28<br />

Rimini<br />

3.500 mq<br />

Mondo convenienza<br />

DATA DI APERTURA<br />

27 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

È il secondo punto di vendita<br />

dell’Emilia Romagna, realizzato<br />

in una zona periferica. La via<br />

è perpendicolare a via Circonvallazione<br />

Nuova. È raggiungibile<br />

dall’autostrada A14, uscita<br />

Rimini Sud.<br />

CONCORRENZA<br />

Nella stessa area, sono attivi<br />

Edil Arredo e La Primula mobili.<br />

LAYOUT<br />

Resta in sintonia con la tradizione<br />

dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

Conta 750 articoli ognuno in<br />

diverse varianti di materiale,<br />

colore, tessuti ed essenze a<br />

seconda della categoria di<br />

prodotto.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-dom 9,00-20,30.<br />

Disponibile un parcheggio per<br />

156 posti auto.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

A disposizione dei clienti, ci sono<br />

60 consulenti alla vendita.<br />

Per i pagamenti, sono attive<br />

sei casse.


tel. 02 9039251 - info@dibevit.com - www.dibevit.it - www.beviresponsabile.it


INDUSTRIA<br />

<br />

<br />

Sorpresa nella classifica del valore delle marche:<br />

quella della Mela guadagna sei posizioni e cresce del 129%<br />

Le code che si sono formate<br />

in tutto il mondo la sera<br />

precedente l’avvio delle vendite<br />

dell’iPhone 5 parlano più dei dati<br />

econonomicinello spiegare<br />

il balzo in avanti di Apple<br />

32<br />

22 ottobre 2012<br />

di Gino Pagliuca<br />

li Stati Uniti stravincono ancora il<br />

campionato mondiale dei brand.<br />

Uscendo dalla metafora sportiva,<br />

la classifica globale di Interbrand,<br />

che misura il valore delle marche<br />

basandosi sulle performance economiche<br />

e sulla reputazione delle aziende che li detengono,<br />

vede ai primi tre posti Coca-Cola,<br />

Apple e Ibm. Coca-Cola consolida la propria<br />

posizione incrementando il valore del<br />

brand dell’8% (77,839 miliardi di dollari).<br />

Spettacolare il balzo in avanti di Apple,<br />

che ha visto il suo valore salire del 129%,<br />

toccando quota 76,568 miliardi di dollari,<br />

grazie ad una crescita nell’ultimo anno sia<br />

nei mercati evoluti sia in quelli emergenti;<br />

e va segnalato che l’azienda di Cupertino<br />

è riuscita a crescere in maniera così<br />

impetuosa anche dopo la morte di Steve<br />

Jobs. I numeri del conto economico sono<br />

impressionanti: a giugno il fatturato trimestrale<br />

ha toccato 35 miliardi di dollari, per<br />

un utile netto di 8,8 miliardi di dollari. Dati<br />

che nell’ultimo timestre dell’anno, con tutta<br />

probabilità, saranno battuti, grazie al lancio<br />

dell’iPhone 5. Ibm, nonostante abbia<br />

un core business incentrato sulle soluzioni<br />

per le imprese, mantiene una grande popolarità<br />

ed il suo brand vale, secondo l’analisi,<br />

75,532 miliardi di dollari (+8% rispetto<br />

l’anno precedente).<br />

<br />

I brand legati al mondo dell’IT e al Web, anche<br />

se meno performanti di Apple, hanno<br />

tutti registrato buoni risultati. Fa parzialmente<br />

eccezione la rivale storica di Apple,<br />

Microsoft, che ha perso il <strong>2%</strong> del<br />

valore e due posizioni in classifica, venendo<br />

sopravanzata oltre che da Apple<br />

anche da Google, che ha registrato un<br />

incremento del valore del 26%.<br />

<strong>Il</strong> vero competitor del marchio della Mela<br />

oggi, come mostrano le aspre battaglie<br />

legali condotte negli ultimi mesi, appare<br />

piuttosto Samsung, che secondo Interbrand<br />

in un solo anno ha conseguito un<br />

incremento di valore del 40%.<br />

Grande balzo in avanti anche per Amazon,<br />

che mette a segno una crescita del<br />

46% nel valore del marchio, grazie soprattutto<br />

alle vendite del suo Kindle e<br />

del Kindle Fire (introdotto recentemente<br />

anche in Italia) che di fatto ha ampliato<br />

le possibilità dell’e-book reader, trasformandolo<br />

in tablet.<br />

In aumento del 28% anche Oracle, che


LA TOP 15 DEI BRAND<br />

Raffronto con l’anno precedente e valore attuale<br />

Posiz. 2012 Posiz. 2011 Brand Valore (mio $) Var. annua<br />

1 1 Coca-Cola 77.839 8%<br />

2 8 Apple 76.568 129%<br />

3 2 Ibm 75.532 8%<br />

4 4 Google 69.726 26%<br />

5 3 Microsoft 57.853 -<strong>2%</strong><br />

6 5 GE 43.682 <strong>2%</strong><br />

7 6 McDonald’s 40.062 13%<br />

8 7 Intel 39.385 1<strong>2%</strong><br />

9 17 Samsung 32.893 40%<br />

10 11 Toyota 30.280 9%<br />

11 12 Mercedes-Benz 30.097 10%<br />

12 15 Bmw 29.052 18%<br />

13 9 Disney 27.438 -5%<br />

14 13 Cisco 27.197 7%<br />

15 10 HP 26.087 -8%<br />

sta puntando ad acquisizioni strategiche<br />

volte ad accrescere competenze e offerta,<br />

soprattutto nel cloud computing.<br />

<br />

Tre i marchi italiani presenti in classifica<br />

e appartenenti tutti all’altissima gamma.<br />

Si tratta di Gucci, Prada e Ferrari. Per<br />

quanto riguarda il primo, si registra una<br />

crescita di fatturato del 18% accompagnato<br />

da un signi-<br />

ficativo aumento<br />

dei profitti, dovuti<br />

anche all’impennata<br />

del 30% delle<br />

vendite online e del<br />

15% in Cina; il valore<br />

del brand si attesta<br />

a 9,446 miliardi di<br />

dollari, +8% rispetto alla scorsa edizione.<br />

Prada ha un valore di 4,271 miliardi<br />

di dollari e conquista la la posizione 84<br />

grazie a una crescita del 26% dei risultati<br />

finanziari.<br />

Al 99esimo posto si trova Ferrari con<br />

una stima di 3,770 miliardi di dollari, in<br />

crescita del 5%, grazie anche al raggiungimento<br />

di nuovi e significativi accordi<br />

di licensing. <strong>Il</strong> risultato, date le piccole<br />

in grande<br />

evidenza<br />

le aziende<br />

tecnologiche<br />

e del web<br />

Fonte: Interbrand<br />

dimensioni dell’azienda di Maranello, va<br />

considerato eccezionale.<br />

<br />

Poco numerosa la pattuglia di retailer<br />

presenti nella classifica di Interbrand.<br />

H&M occupa il 23esimo posto in classisifica,<br />

ha perso una posizione rispetto al<br />

2011 e ha un valore di marchio stimato<br />

in 16.571 milioni di dollari.<br />

Guadagna invece<br />

tre posizioni (dalla<br />

31esima alla 28esima)<br />

Ikea, che vale<br />

12.808 milioni di<br />

dollari. Balzo di sette<br />

posti per Zara, che<br />

raggiunge il 37esimo<br />

gradino, con un<br />

aumento di valore del 18%. Nella posizione<br />

86, cinque in meno dello scorso<br />

anno, si trova la catena di ristorazione<br />

Pizza Hut mentre al centesimo posto,<br />

con una perdita di ben 16 piazze, si trova<br />

Gap. A prima vista meraviglia l’assenza<br />

di Walmart, ma probabilmente il fatto<br />

che la parte preponderante del fatturato<br />

sia conseguito negli Usa lo esclude dalla<br />

graduatoria.•<br />

INDUSTRIA<br />

LE REGOLE DI INTERBRAND<br />

L’Interbrand Best Global Brands,<br />

giunto quest’anno alla sua 13esima<br />

edizione, si basa su una metodologia<br />

proprietaria, ha ottenuto la<br />

certificazione ISO ed è diventato un<br />

benchmark a cui analisti economici e<br />

media fanno riferimento.<br />

Vengono analizzati i molteplici modi in<br />

cui un brand influenza e crea benefici<br />

per l’azienda, dalla generazione di<br />

risultati economici fino alla definizione<br />

e al superamento delle aspettative dei<br />

consumatori.<br />

Interbrand considera tre aspetti<br />

fondamentali:<br />

■ la performance economica dei<br />

prodotti o servizi contraddistinti dal<br />

brand;<br />

■ il ruolo del brand nel processo di<br />

scelta e di acquisto da parte della<br />

clientela;<br />

■ la forza competitiva del brand,<br />

letta come capacità di continuare a<br />

generare margini nel tempo.<br />

Base di partenza sono ovviamente i<br />

dati economici e la loro pubblicità:<br />

ad esempio quest’anno non compare<br />

nella classifica quello che, con tutta<br />

probabilità, è il marchio italiano del<br />

lusso più noto nel mondo e cioè quello<br />

di Armani, perché i dati pubblici non<br />

sono sufficienti.<br />

Un altro requisito discriminante è<br />

l’internazionalizzazione del marchio,<br />

che deve realizzare almeno un terzo del<br />

fatturato fuori del paese d’origine.<br />

22 ottobre 2012 33


L’intera categoria<br />

è in leggera<br />

ripresa rispetto<br />

allo scorso anno.<br />

L’industria tende<br />

ad aumentare<br />

le occasioni<br />

di consumo,<br />

ma la domanda<br />

di convenienza<br />

fa da protagonista<br />

in collaborazione con<br />

ersatile, gustoso, pratico, adatto<br />

a un consumo “fast”: il salame<br />

sembra essere passato indenne<br />

dalla new wave salutistica che<br />

ha interessato il mercato alimentare nazionale<br />

in queste ultime stagioni. E oggi,<br />

anche in virtù di un posizionamento euro/<br />

kg basso, soprattutto in alcuni segmenti<br />

del mercato, si propone come prodotto<br />

“anticrisi”, che permette di fare il pieno<br />

di gusto mantenendo bassa la battuta<br />

di cassa. Di certo quella del salame è<br />

una storia comune ad altre tipologie di<br />

salume che punteggiano l’Italia da Nord a<br />

Sud: una forte regionalità ha determinato<br />

l’arrivo sul mercato di numerose tipologie<br />

di prodotti con caratteristiche differenti<br />

tra loro per ricettazione e tradizione, con<br />

uno spettro qualitativo dei prodotti piuttosto<br />

ampio, tra le referenze premium e<br />

quelle che puntano più al bersaglio grosso<br />

della convenienza.<br />

Non a caso, infatti, sono proprio queste<br />

INDUSTRIA<br />

ultime, secondo Nielsen, a mostrare un<br />

maggiore dinamismo, a conferma che il<br />

fenomeno della polarizzazione dei consumi<br />

in tempi di crisi, riguarda anche questo<br />

pilastro dell’industria salsamentaria<br />

nazionale.<br />

<br />

La situazione produttiva/competitiva rispecchia<br />

questa grande diffusione di differenti<br />

tipologie di prodotto su tutto il territorio<br />

nazionale, tanto che, a fianco dei<br />

big, esistono numerose piccole e medie<br />

imprese, che fanno proprio dell’appartenenza<br />

alla tradizione una leva competitiva<br />

forte da utilizzare in chiave locale.<br />

Di contro, le grandi industrie branded<br />

puntano su una più spiccata immagine<br />

salutistica, appropriandosi di concetti<br />

come il low fat o il minore tasso di sale,<br />

oppure di maggiore qualità come l’origine<br />

nazionale delle carni utilizzate, la filiera<br />

tracciata, ecc.<br />

22 ottobre 2012 35


36<br />

INDUSTRIA<br />

IL SEGMENTO SALAME CRUDO<br />

Totale peso imposto + peso variabile<br />

Anni<br />

terminanti<br />

Totale<br />

Distribuzione<br />

Moderna<br />

S<br />

14/08/11<br />

22 ottobre 2012<br />

V.Vol (Kg.000) V.Val (€000) Prezzo Medio<br />

S<br />

12/08/12<br />

Var%<br />

S<br />

14/08/11<br />

S<br />

12/08/12<br />

Var%<br />

S<br />

14/08/11<br />

S<br />

12/08/12<br />

39.742 39.295 -1,1 546.405 542.257 -0,8 13,75 13,80 0,4<br />

Area 1 11.072 10.954 -1,1 163.825 161.228 -1,6 14,80 14,72 -0,5<br />

Area 2 7.287 7.256 -0,4 104.894 108.285 3,2 14,39 14,92 3,7<br />

Area 3 10.928 10.663 -2,4 138.1<strong>24</strong> 135.504 -1,9 12,64 12,71 0,5<br />

Area 4 10.455 10.418 -0,4 139.562 137.205 -1,7 13,35 13,17 -1,3<br />

Iper 11.444 11.111 -2,9 153.910 152.373 -1,0 13,45 13,71 2,0<br />

Super Grandi 8.826 8.867 0,5 123.237 123.859 0,5 13,96 13,97 0,0<br />

Super Piccoli<br />

+ LIS<br />

19.472 19.316 -0,8 269.259 266.022 -1,2 13,83 13,77 -0,4<br />

IL SEGMENTO SALAMINI<br />

Totale peso imposto + peso variabile<br />

V.Vol (Kg.000) V.Val (€000) Prezzo Medio<br />

Anni<br />

S<br />

S Var% S<br />

S Var% S<br />

S Var%<br />

terminanti 14/08/11 12/08/12 vs Corrisp. 14/08/11 12/08/12 vs Corrisp. 14/08/11 12/08/12 vs Corrisp.<br />

Totale Italia<br />

Food<br />

4.111 4.608 12,1 53.523 58.280 8,9 13,02 12,65 -2,9<br />

Area 1 1.080 1.254 16,1 15.438 17.004 10,1 14,29 13,56 -5,1<br />

Area 2 748 786 5,0 10.293 11.016 7,0 13,76 14,02 1,9<br />

Area 3 1.036 1.189 14,8 13.762 15.275 11,0 13,28 12,84 -3,3<br />

Area 4 1.<strong>24</strong>7 1.379 10,7 14.030 14.985 6,8 11,25 10,86 -3,5<br />

Iper + Super 1.676 1.639 -2,2 29.531 29.271 -0,9 17,62 17,86 1,3<br />

Iper 729 762 4,5 12.880 13.277 3,1 17,66 17,42 -1,3<br />

Super 946 877 -7,3 16.651 15.994 -4,0 17,60 18,23 3,6<br />

Liberi Servizi 286 276 -3,6 5.639 5.363 -4,9 19,73 19,46 -1,3<br />

Traditional<br />

Grocery<br />

64 63 -2,9 1.412 1.374 -2,7 21,92 21,97 0,2<br />

Discount 2.085 2.631 26,2 16.941 22.272 31,5 8,12 8,47 4,2<br />

<br />

Le grandi industrie nazionali hanno inoltre<br />

investito sull’innovazione di prodotto:<br />

difficile incrementare significativamente il<br />

contenuto di servizio del prodotto, di certo<br />

uno dei più basic dell’intero alimentare,<br />

anche se qualche produttore si è spinto a<br />

migliorare aspetti di stretta natura pratica<br />

come la pelabilità delle fette o la richiudibilità<br />

del salame, i maggiori competitor si<br />

sono confrontati con una segmentazione<br />

più puntuale dell’offerta per allargare il bacino<br />

dei consumatori e delle occasioni di<br />

consumo, facendo leva sul fuoripasto in<br />

funzione merenda/snack/on the go. Proprio<br />

questi due segmenti, secondo dati<br />

Nielsen (A.T. agosto 2012), mostrano un<br />

andamento differente tra loro, con le vendite<br />

di salame in calo e i salamini che si<br />

dimostrano più vivaci.<br />

Var%<br />

Fonte: Nielsen<br />

Fonte: Nielsen<br />

<br />

Con Patrizia Bianca di Nielsen analizziamo<br />

l’andamento del mercato, cercando<br />

di comprendere se alla base di questa<br />

dinamica sta solo il maggior contenuto di<br />

servizio e un fenomeno di “snackizzazione”<br />

dei pasti che incide sulle abitudini di<br />

consumo degli italiani da oltre un decennio<br />

che favorirebbe i piccoli formati, oppure<br />

se altri fattori stanno intervenendo


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Ha una confezione ergonomica, visibile e riconoscibile a scaff ale.<br />

<strong>Il</strong> successo di vendite è servito. <strong>Il</strong> piacere del formaggio


38<br />

INDUSTRIA<br />

I PROFILI SOCIODEMOGRAFICI<br />

Suddivisione per nucleo familiare, per disponibilità economiche e aree geografiche<br />

22 ottobre 2012<br />

% Famiglie<br />

Universo<br />

% Famiglie<br />

Acquirenti<br />

Indice Alloc.<br />

Universo<br />

LIFESTAGES<br />

Pre-Family 10,3 10,4 101<br />

New-Families 8,7 8,4 97<br />

Maturing-Families 10,0 11,2 112<br />

Estabilished-Families 9,1 10,4 114<br />

Post Families 19,7 18,8 96<br />

Older Couples 26,2 26,9 103<br />

Older Singles<br />

AFFLUENCY<br />

16,0 13,8 86<br />

Low Affluency 20,0 20,9 104<br />

Below-Average Affluency 30,0 31,2 104<br />

Above Average Affluency 30,0 29,5 98<br />

High Affluency<br />

AREE<br />

20,0 18,4 92<br />

Area 1 28,5 28,8 101<br />

Area 2 19,8 19,0 96<br />

Area 3 + Sardegna 22,5 22,4 99<br />

Area 4 29,2 29,8 102<br />

su questa dinamica e modificando il profilo<br />

di questo mercato. “La categoria del<br />

salame -spiega- mostra un trend negativo<br />

ma in leggera ripresa rispetto agli andamenti<br />

dello scorso anno. È importante<br />

distinguere tra peso fisso (snack + salamini)<br />

e peso variabile (asporto e taglio)<br />

che rispondono a domande di mercato<br />

completamente differenti. I salamini, che<br />

rappresentano ancora un segmento minoritario<br />

(circa il 5% del totale mercato)<br />

rispecchiano l’attuale tendenza dei retailer<br />

che tendono a privilegiare la vendita a<br />

libero servizio rispetto al banco taglio. Da<br />

sottolineare, inoltre, la differente struttura<br />

competitiva di questi, caratterizzati<br />

da un mercato concentrato su un grosso<br />

player e sulle private label”. L’andamento<br />

di queste ultime spiega la crescita del<br />

mercato come effetto dell’ingresso di alcune<br />

grandi insegne nella categoria con<br />

formati “famiglia”. “<strong>Il</strong> salame a peso va-<br />

Fonte: Nielsen<br />

riabile -prosegue l’analista Nielsen- e soprattutto<br />

il prodotto veicolato attraverso<br />

il banco taglio, costituisce una categoria<br />

con una grossa connotazione regionale<br />

che, conseguentemente, risulta molto<br />

frammentato a livello di competition. Nella<br />

rosa delle tipologie di salumi il salame<br />

rappresenta, insieme alla mortadella, la<br />

categoria con il più basso rapporto euro/<br />

kg, ma all’interno della stessa risultano<br />

in difficoltà i segmenti a più alto prezzo<br />

come il Felino e l’Ungherese, mentre crescono<br />

invece Napoli e Milano che hanno<br />

un posizionamento più basso”.<br />

<br />

Uno scivolamento verso il basso che<br />

premia, quindi, le tipologie di prodotto a<br />

più spiccata convenienza, anche se, secondo<br />

i dati Nielsen, il prezzo medio di<br />

vendita del salame è in crescita. “Non c’è<br />

una contraddizione in questo -prosegue<br />

Bianca- e il prezzo medio è in crescita,<br />

ma in maniera più contenuta rispetto al<br />

grocery, tenendo presente che il livello di<br />

inflazione è superiore al 3%. <strong>Il</strong> mercato<br />

ha visto una riduzione importante delle<br />

promozioni sul segmento da taglio e<br />

un contenimento dei tagli sulle fasce di<br />

sconto più aggressive, in controtendenza<br />

con quanto accade in altre categorie.<br />

Non da ultimo si sottolinea l’importanza<br />

e la tendenza positiva degli affettati di<br />

salame a peso fisso che di fatto cannibalizzano<br />

l’acquisto del banco assistito”.<br />

<br />

Guardando alla suddivisione del mercato<br />

in base alle tipologie di vendita, emerge<br />

tuttora la predominanza del peso variabile,<br />

che copre il 95% del totale delle<br />

vendite rispetto al 5% riferibile al peso<br />

imposto. Analogamente, il territorio nazionale<br />

fa emergere differenze su base<br />

geografica, anche sotto il profilo della<br />

promozionalità, con Area 1 e Area 2, ad<br />

esempio, che mostrano valori molto diversi<br />

tra loro, rispettivamente 36,8 contro<br />

20,4. “Si tratta -prosegue Bianca- di<br />

un fenomeno legato alla forte concentrazione<br />

del numero di ipermercati in Area<br />

1 che hanno mostrato un livello promo<br />

più aggressivo. Allo stesso tempo, i salamini<br />

in versione snack mostrano una<br />

performance negativa all’interno dei<br />

super. Una dinamica legata al prezzo di<br />

vendita e alla contemporanea crescita<br />

dei canali alternativi con prodotti dal posizionamento<br />

di prezzo più basso come<br />

il discount.<br />

“<strong>Il</strong> peso a volume delle private label nel<br />

canale distribuzione moderna -conclude<br />

Bianca- nell’anno terminante al 12 agosto<br />

2012 è pari al 4% per il salame peso<br />

variabile e al 17% per il salame peso imposto”.<br />

Si tratta di valori tutto sommato<br />

in media con le restanti famiglie di salumi<br />

vendute nella distribuzione moderna,<br />

anche se l’incidenza delle private label<br />

su questo mercato potrebbe aumentare,<br />

soprattutto in una fase di riduzione del<br />

potere di acquisto delle famiglie come<br />

quella che stiamo vivendo.<br />

Davide Bernieri


38<br />

INDUSTRIA<br />

I PROFILI SOCIODEMOGRAFICI<br />

Suddivisione per nucleo familiare, per disponibilità economiche e aree geografiche<br />

22 ottobre 2012<br />

% Famiglie<br />

Universo<br />

% Famiglie<br />

Acquirenti<br />

Indice Alloc.<br />

Universo<br />

LIFESTAGES<br />

Pre-Family 10,3 10,4 101<br />

New-Families 8,7 8,4 97<br />

Maturing-Families 10,0 11,2 112<br />

Estabilished-Families 9,1 10,4 114<br />

Post Families 19,7 18,8 96<br />

Older Couples 26,2 26,9 103<br />

Older Singles<br />

AFFLUENCY<br />

16,0 13,8 86<br />

Low Affluency 20,0 20,9 104<br />

Below-Average Affluency 30,0 31,2 104<br />

Above Average Affluency 30,0 29,5 98<br />

High Affluency<br />

AREE<br />

20,0 18,4 92<br />

Area 1 28,5 28,8 101<br />

Area 2 19,8 19,0 96<br />

Area 3 + Sardegna 22,5 22,4 99<br />

Area 4 29,2 29,8 102<br />

su questa dinamica e modificando il profilo<br />

di questo mercato. “La categoria del<br />

salame -spiega- mostra un trend negativo<br />

ma in leggera ripresa rispetto agli andamenti<br />

dello scorso anno. È importante<br />

distinguere tra peso fisso (snack + salamini)<br />

e peso variabile (asporto e taglio)<br />

che rispondono a domande di mercato<br />

completamente differenti. I salamini, che<br />

rappresentano ancora un segmento minoritario<br />

(circa il 5% del totale mercato)<br />

rispecchiano l’attuale tendenza dei retailer<br />

che tendono a privilegiare la vendita a<br />

libero servizio rispetto al banco taglio. Da<br />

sottolineare, inoltre, la differente struttura<br />

competitiva di questi, caratterizzati<br />

da un mercato concentrato su un grosso<br />

player e sulle private label”. L’andamento<br />

di queste ultime spiega la crescita del<br />

mercato come effetto dell’ingresso di alcune<br />

grandi insegne nella categoria con<br />

formati “famiglia”. “<strong>Il</strong> salame a peso va-<br />

Fonte: Nielsen<br />

riabile -prosegue l’analista Nielsen- e soprattutto<br />

il prodotto veicolato attraverso<br />

il banco taglio, costituisce una categoria<br />

con una grossa connotazione regionale<br />

che, conseguentemente, risulta molto<br />

frammentato a livello di competition. Nella<br />

rosa delle tipologie di salumi il salame<br />

rappresenta, insieme alla mortadella, la<br />

categoria con il più basso rapporto euro/<br />

kg, ma all’interno della stessa risultano<br />

in difficoltà i segmenti a più alto prezzo<br />

come il Felino e l’Ungherese, mentre crescono<br />

invece Napoli e Milano che hanno<br />

un posizionamento più basso”.<br />

<br />

Uno scivolamento verso il basso che<br />

premia, quindi, le tipologie di prodotto a<br />

più spiccata convenienza, anche se, secondo<br />

i dati Nielsen, il prezzo medio di<br />

vendita del salame è in crescita. “Non c’è<br />

una contraddizione in questo -prosegue<br />

Bianca- e il prezzo medio è in crescita,<br />

ma in maniera più contenuta rispetto al<br />

grocery, tenendo presente che il livello di<br />

inflazione è superiore al 3%. <strong>Il</strong> mercato<br />

ha visto una riduzione importante delle<br />

promozioni sul segmento da taglio e<br />

un contenimento dei tagli sulle fasce di<br />

sconto più aggressive, in controtendenza<br />

con quanto accade in altre categorie.<br />

Non da ultimo si sottolinea l’importanza<br />

e la tendenza positiva degli affettati di<br />

salame a peso fisso che di fatto cannibalizzano<br />

l’acquisto del banco assistito”.<br />

<br />

Guardando alla suddivisione del mercato<br />

in base alle tipologie di vendita, emerge<br />

tuttora la predominanza del peso variabile,<br />

che copre il 95% del totale delle<br />

vendite rispetto al 5% riferibile al peso<br />

imposto. Analogamente, il territorio nazionale<br />

fa emergere differenze su base<br />

geografica, anche sotto il profilo della<br />

promozionalità, con Area 1 e Area 2, ad<br />

esempio, che mostrano valori molto diversi<br />

tra loro, rispettivamente 36,8 contro<br />

20,4. “Si tratta -prosegue Bianca- di<br />

un fenomeno legato alla forte concentrazione<br />

del numero di ipermercati in Area<br />

1 che hanno mostrato un livello promo<br />

più aggressivo. Allo stesso tempo, i salamini<br />

in versione snack mostrano una<br />

performance negativa all’interno dei<br />

super. Una dinamica legata al prezzo di<br />

vendita e alla contemporanea crescita<br />

dei canali alternativi con prodotti dal posizionamento<br />

di prezzo più basso come<br />

il discount.<br />

“<strong>Il</strong> peso a volume delle private label nel<br />

canale distribuzione moderna -conclude<br />

Bianca- nell’anno terminante al 12 agosto<br />

2012 è pari al 4% per il salame peso<br />

variabile e al 17% per il salame peso imposto”.<br />

Si tratta di valori tutto sommato<br />

in media con le restanti famiglie di salumi<br />

vendute nella distribuzione moderna,<br />

anche se l’incidenza delle private label<br />

su questo mercato potrebbe aumentare,<br />

soprattutto in una fase di riduzione del<br />

potere di acquisto delle famiglie come<br />

quella che stiamo vivendo.<br />

Davide Bernieri


INDUSTRIA<br />

<br />

<br />

Indagine in Italia commissionata a Doxa da Eblex,<br />

il Consorzio di promozione delle carni bovine inglesi<br />

40<br />

di Gino Pagliuca<br />

on circa 400.000 tonnellate<br />

l’anno, l’Italia si conferma<br />

essere il principale importatore<br />

di carni bovine di qualità<br />

dell’Unione Europea. Dal 2006 -anno in<br />

cui l’Inghilterra ha potuto riammettere le<br />

sue carni sui mercati dopo la crisi della<br />

Bse- le esportazioni verso l’Italia sono<br />

cresciute fino a toccare nel 2011 le<br />

9.000 tonnellate di manzo. <strong>Il</strong> canale più<br />

importante per queste carni è la ristorazione.<br />

Eblex, l’Ente inglese che promuove<br />

le carni rosse in Europa, ha deciso di<br />

commissionare a Doxa l’aggiornamento<br />

di una ricerca che aveva già condotto<br />

nel 1999 e nel 2005, sul rapporto tra<br />

italiani e carni rosse.<br />

<br />

Solo il 7% degli intervistati dichiara di<br />

aver aumentato negli ultimi anni il consumo<br />

di carne, il 39% dichiara un consumo<br />

stabile, il 56% invece ha diminuito.<br />

<strong>Il</strong> problema della “mucca pazza” resta<br />

vivo presso il 44% degli Italiani, la per-<br />

28 ottobre 2012<br />

cezione, tuttavia, è calata<br />

sensibilmente rispetto a<br />

qualche anno fa (nel 1999<br />

era dell’80% e nel 2005<br />

del 53%). <strong>Il</strong> consumo di<br />

carne bovina in Italia rimane<br />

molto forte e riguarda<br />

l’88% del campione. <strong>Il</strong> dato<br />

però ha avuto nel tempo<br />

un andamento altalenante:<br />

nel 2005, rispetto al<br />

1999, era stato registrato<br />

un aumento dei consumi<br />

(+4%). Oggi, rispetto a 7<br />

anni fa, dal 2005 al 2012,<br />

si nota una lieve flessione<br />

dei consumi (-5%), che<br />

tornano ad un livello pari<br />

a quello rilevato 13 anni fa (89%). Per<br />

quanto riguarda i cluster di consumatori,<br />

le famiglie monoparentali (77%) e quelle<br />

a basso reddito (83%) sono i due sottogruppi<br />

dove si registra un consumo di<br />

carne bovina minore rispetto alla media<br />

nazionale. Anche i giovani adulti di 15-<br />

L’agnello gallese incontra l’alta cucina<br />

Dati economici e l’alta cucina di Carlo Cracco: occasione di questo<br />

incontro è stata una recente iniziativa promossa a Milano da Hcc, il<br />

consorzio per la promozione della carne del Galles e il cui acronimo<br />

sta per le tre parole gaeliche Hybu cig cymru.<br />

Nel corso dell’incontro, lo chef stellato ha proposto una serie<br />

di interpretazioni dell’agnello gallese. Un prodotto sempre più<br />

apprezzato in Italia, se si considera che lo scorso anno il nostro<br />

Paese ha importato agnello gallese per circa 14 milioni di euro con un<br />

incremento del 40% rispetto al 2010.<br />

In aggiunta, l’Italia ha anche importato manzo per un valore di 8,5<br />

44%<br />

Italiani che hanno<br />

ancora timore della<br />

mucca pazza<br />

26%<br />

Quanti reputano<br />

importante<br />

la provenienza<br />

34 anni (84%) risultano un<br />

target di consumatori sotto<br />

media.<br />

<br />

La rilevazione ha anche<br />

permesso di effettuare<br />

un’analisi di tipo qualitativo.<br />

In particolare si rileva<br />

una maggiore fiducia che in<br />

passato nei confronti delle<br />

carni di provenienza estera,<br />

grazie anche alla percezione<br />

di una maggiore affidabilità<br />

dei controlli dell’autorità sanitaria<br />

nazionale e di quelle<br />

comunitarie.<br />

Vi è anche una crescente attenzione<br />

al paese di provenienza della<br />

carne bovina; a questo riguardo, mentre<br />

si guarda con assai meno sospetto alle<br />

importazioni dalla Gran Bretagna le preoccupazioni<br />

maggiori si sono spostate<br />

verso i Paesi dell’Estremo Oriente e in<br />

particolare verso la Cina.•<br />

milioni di euro, con un aumento annuo del<br />

17%. Nel 2011, il settore dell’export per<br />

i prodotti gallesi a base di carne ovina e<br />

bovina ha superato tutti i precedenti record<br />

raggiungendo quasi <strong>24</strong>0 milioni di sterline,<br />

quasi 300 milioni di euro, una cifra che si<br />

ottiene sommando le vendite all’estero di<br />

agnello, manzo (in forte crescita) e pellami.<br />

E sono dati che, stando alle rilevazioni di questi ultimi mesi, nel 2012<br />

dovrebbero essere ampiamente superati.


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La partecipazione è gratuita, le aziende che<br />

desiderano candidarsi sono invitate ad inviare<br />

le proprie iniziative entro il 15 gennaio 2013<br />

compilando la “Scheda di partecipazione”<br />

scaricabile dal sito gdoweek.it – bottone Ethic Award<br />

o richiedendola alla Segreteria organizzativa del<br />

Premio: gdoweek.ethicaward@ilsole<strong>24</strong>ore.com


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dosso l’immagine di prodotto strettamente<br />

connotato a determinate<br />

occasioni di consumo, dall’aperitivo<br />

alle feste comandate, e definire<br />

un’identità più moderna che faccia leva<br />

sulla praticità, sul gusto e sul contenuto<br />

salutistico dei prodotti, sia riscoprendo e<br />

riattualizzando le nostre tradizioni rurali,<br />

sia guardando ai tanti “giacimenti” che<br />

costellano tutto il mondo.<br />

L’obiettivo è raggiungere la fascia di consumatori<br />

più attenta alle moderne istanze<br />

in fatto di alimentazione, che guardano<br />

ai semi oleosi e alla frutta disidratata come<br />

elementi centrali in una dieta, capaci<br />

di fornire nutrienti altrimenti difficili da<br />

reperire in tali quantità per il nostro organismo<br />

negli altri alimenti.<br />

In questo senso, i competitor hanno<br />

messo in campo una serie di iniziative<br />

per fare avvicinare i consumatori, lanciando<br />

specialità provenienti dal Sudamerica<br />

o dall’Asia, ancora poco note in<br />

Italia, rinnovando i packaging in funzione<br />

di un’immagine più moderna e con un<br />

occhio attento al contenuto di servizio e<br />

dando vita a operazioni promozionali articolate,<br />

dalle operazioni in-store, al coinvolgimento<br />

di chef di rango per sviluppare<br />

proposte gourmet che esaltano il gusto di<br />

questi prodotti, fino ad esperimenti più<br />

complessi, come la creazione di concept<br />

store monomarca, esclusivamente dedicati<br />

a frutta secca e semi provenienti da<br />

tutto il mondo.<br />

Iniziative, queste, che sono lo specchio<br />

della ricerca di una nuova identità da<br />

parte dei produttori, verso un’evoluzione<br />

simile a quanto avvenuto su altri mercati,<br />

come quello statunitense, nel quale<br />

l’affermazione di nuovi concept alimentari<br />

orientati al salutismo ha dato nuovo<br />

impulso alle vendite di questi prodotti.<br />

<br />

Oggi, secondo dati Symphony Iri Group<br />

riferiti all’anno terminante a luglio 2012,<br />

a totale Italia, iper+super+Lsp da 100 a<br />

399 mq, si notano i primi risultati di questa<br />

rivoluzione: le vendite fanno registrare<br />

una flessione dell’1,9% a volume, mentre<br />

€ 9,85<br />

IL PREZZO<br />

MEDIO<br />

LA QUOTA VALORE<br />

DELLE PL<br />

84,4<br />

IL NUMERO MEDIO<br />

DI REFERENZE<br />

34,<strong>2%</strong> 32,1%<br />

LA QUOTA VOLUME<br />

DELLE PL<br />

guadagnano 2,3% a valore. Segmentando<br />

questi dati si nota il differente dinamismo<br />

dei vari segmenti, riconducibile al<br />

grado di innovazione e di appeal espresso<br />

dai vari prodotti: così, mentre la frutta<br />

secca con guscio, la tipologia più basic e<br />

la più “complessa” da consumare, flette<br />

del 4,7% a volume, la versione sgusciata<br />

guadagna il 2,7% sempre nelle vendite<br />

in quantità.<br />

Male datteri e fichi, contiene le perdite la<br />

frutta essiccata che rappresenta, almeno<br />

in alcune propaggini del mercato, il prodotto<br />

più moderno e appealing, che si pone<br />

quasi in concorrenza con le altre forme<br />

di frutta ready to eat, ma che spinge ancora<br />

di più il concetto di servizio, anche<br />

in funzione on the go. Così, mentre i semi<br />

tostati, secondo segmento del mercato<br />

per dimensioni dietro la frutta con guscio,<br />

mostrano flessioni delle vendite a volume<br />

nell’ordine dell’1,7%, le prugne secche<br />

guadagnano nello stesso periodo l’1,6%,<br />

facendo leva su contenuto salutistico e<br />

innovazione di pack e di processo, verso<br />

una maggiore resa qualitativa.<br />

22 ottobre 2012 43


44<br />

INDUSTRIA_ mercati<br />

DIMENSIONI E TREND DEL MERCATO<br />

Andamento dei segmenti - Anno terminante luglio 2012<br />

22 ottobre 2012<br />

Vendite<br />

in Volume<br />

Var % su anno<br />

precedente<br />

Vendite<br />

in Valore<br />

Var % su anno<br />

precedente<br />

Totale categoria frutta secca 46.358.233 -1,9 456.646.938 2,3<br />

Frutta secca con guscio 14.706.457 -4,7 98.473.550 3,5<br />

Frutta secca senza guscio 5.865.700 2,7 126.795.460 3,6<br />

Frutta essiccata/esotica/altri 4.302.039 -0,9 40.157.172 0,3<br />

Prugne 5.803.981 1,6 49.897.915 0,6<br />

Datteri e fichi 4.447.766 -4,2 27.984.135 -4,6<br />

Semi tostati 11.232.294 -1,7 113.338.702 3,3<br />

Fonte: Symphony Iri Group<br />

ALLOCAZIONE NEI CANALI E NELLE AREE GEOGRAFICHE<br />

Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante luglio 2012<br />

Vendite Sales Location Vendite Sales Location<br />

in Volume in Volume in Valore in Valore<br />

Totale Italia 46.358.233 100 456.646.938 100<br />

Nord-Ovest 16.964.080 36,6 167.082.906 36,6<br />

Nord-Est 11.160.523 <strong>24</strong>,1 112.999.792 <strong>24</strong>,7<br />

Centro+Sardegna 11.599.986 25,0 115.781.502 25,4<br />

Sud 6.633.643 14,3 60.782.732 13,3<br />

Ipermercati 9.689.999 20,9 87.287.414 19,1<br />

Supermercati 30.671.710 66,2 303.937.339 66,6<br />

LSP 5.996.527 12,9 65.422.180 14,3<br />

Diverso l’andamento a volume degli stessi<br />

segmenti: secondo i dati, solo datteri<br />

e fichi perdono terreno, lasciando sul<br />

terreno il 4,6% delle vendite rispetto allo<br />

stesso periodo precedente, mentre tutte<br />

le altre tipologie di prodotto guadagnano<br />

valore, in particolare la frutta secca sgusciata<br />

(+3,6%), quella con guscio (+3,5%)<br />

e i semi tostati (+3,3%).<br />

<br />

Suddividendo le vendite su base geografica,<br />

emerge come il Nord-Ovest guidi la<br />

classifica italiana, rappresentando più<br />

di un terzo dell’intero mercato, mentre il<br />

Sud, che pure ha una forte e radicata tradizione<br />

nella produzione e nella trasformazione<br />

di frutta secca e semi, chiude<br />

con percentuali al di sotto del 15%. Una<br />

dinamica, questa, determinata da una<br />

rete della distribuzione moderna ancora<br />

non sufficientemente articolata nelle<br />

regioni del Mezzogiorno e dalla radicata<br />

abitudine, da parte dei consumatori, di<br />

rivolgersi a canali distributivi alternativi.<br />

Tornando ai dati Symphony Iri Group, il<br />

prezzo medio di questi prodotti è in crescita,<br />

guadagnando il 4,3% rispetto allo<br />

stesso periodo precedente e giungendo<br />

a quota 9,85 euro/chilogrammo: di contro,<br />

anche le private label, le preferite da<br />

chi cerca la convenienza, continuano a<br />

guadagnare terreno, raggiungendo quota<br />

3<strong>2%</strong> a volume e valore, con un balzo del<br />

4,8% rispetto allo scorso anno.<br />

<br />

Naturalmente, anche le referenze a<br />

marchio del distributore, beneficiano di<br />

questa lunga ondata di rinnovamento, at-<br />

Fonte: Symphony Iri Group<br />

traverso un allargamento delle gamme,<br />

un’immagine più giovane e packaging a<br />

maggiore contenuto di servizio. Di fatto,<br />

questo grande fermento in termini di<br />

lanci e rinnovamento delle referenze si<br />

ripercuote immediatamente sulla struttura<br />

dell’offerta e sullo scaffale: oggi, il<br />

numero medio di referenze si attesta a<br />

quota 84,4 e, in taluni casi, soprattutto<br />

se si prendono in esame gli ipermercati<br />

più evoluti, il numero delle referenze<br />

di frutta secca e semi oleosi presenti in<br />

assortimento è superiore a quello della<br />

frutta ready to eat, nonostante il baricentro<br />

della dieta sia spostato sui freschi e la<br />

grande attenzione sui fresh cut da parte<br />

di tutti gli attori della filiera distributiva.<br />

Anche questo è un chiaro segnale nel<br />

cambiamento in atto.<br />

Manuela Soressi


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Boom di vendite in gdo<br />

degli assorbenti<br />

per incontinenza<br />

urinaria.<br />

Gli iper detengono<br />

una quota<br />

superiore al 60%<br />

mercati _ INDUSTRIA<br />

<br />

<br />

di<br />

incontinenza urinaria è un’involontaria<br />

perdita delle urine, che<br />

determina un peggioramento<br />

della qualità della vita personale<br />

e sociale. Questa condizione medica è<br />

sempre più frequente nel nostro Paese,<br />

sia in ragione dell’invecchiamento della<br />

popolazione (fenomeno che continuerà<br />

a progredire) che dell’aumento di alcune<br />

patologie, in primis l’obesità, le operazioni<br />

alla prostata, le infiammazioni ecc…<br />

nonché anche di scorretti stili di vita (sedentarietà<br />

e alimentazione inadeguata).<br />

Da dati pubblicati, risulterebbe che in<br />

Italia almeno tre milioni di persone sono<br />

soggette a fenomeni di incontinenza e la<br />

maggior parte sono donne: si calcola che<br />

il 14% delle donne con più di quarant’anni<br />

presenta questo tipo di disturbo, ma è<br />

soprattutto con il salire dell’età che aumenta,<br />

arrivando al 30% tra le persone<br />

ultra 65enni. Del resto basta osservare<br />

la quantità di spot pubblicitari che reclamizzano<br />

assorbenti per incontinenti,<br />

per rendersi conto della diffusione del<br />

problema.<br />

<strong>Il</strong> sintomo dell’incontinenza urinaria è<br />

quasi sempre il risultato di una sottostante<br />

condizione medica curabile, ma<br />

pare che sia sottostimato sia dai medici<br />

sia dai pazienti, specialmente in età<br />

anziana, che soccombono e cercano di<br />

rimediare al sintomo più che alla causa.<br />

Le badanti ucraine e rumene, che sempre<br />

più si prendono cura dei nostri anziani,<br />

potrebbero dare testimonianze precise in<br />

merito. Quello che in questo articolo vorrei<br />

sottolineare è il risvolto commerciale<br />

dati<br />

e socio-culturale di questo fenomeno. <strong>Il</strong><br />

mercato degli assorbenti, dei pannolini e<br />

delle mutande specifiche per le perdite<br />

di urina è cresciuto nel giro di un anno<br />

di quasi il 6% a volume e del 7% a valore.<br />

È quanto emerge dai dati più recenti<br />

Symphony Iri (A.T. agosto 2012) che nel<br />

contesto segnalano invece un calo delle<br />

vendite degli assorbenti interni, esterni e<br />

salvaslip femminili, in particolare a volume<br />

più che a valore.<br />

I motivi? Per quanto riguarda la seconda<br />

categoria di assorbenti, cioè quelli igienici<br />

per le perdite mestruali e interciclo,<br />

abbiamo potuto osservare che la crisi ha<br />

indotto molte donne a prestare più attenzione<br />

negli acquisti, prediligendo la qualità<br />

alla quantità ed un utilizzo più consapevole<br />

ed efficiente. Allo stesso tempo,<br />

22 ottobre 2012 47


48<br />

INDUSTRIA_ mercati<br />

DIMENSIONI E TREND DEL MERCATO<br />

Andamento dei segmenti - Anno terminante agosto 2012<br />

22 ottobre 2012<br />

Vendite<br />

in Volume<br />

Var % su anno<br />

precedente<br />

Vendite<br />

in Valore<br />

Var % su anno<br />

precedente<br />

Totale Mercato 3.309.829.740 -3,2 432.701.949 -0,4<br />

Assorbenti Esterni 1.649.466.720 -5,3 252.597.054 -2,0<br />

Assorbenti Interni 142.845.538 -3,1 28.379.725 0,1<br />

Proteggislip 1.262.634.6<strong>24</strong> -2,1 79.709.300 -1,2<br />

Pannolini/mutande Incontinenti 254.882.858 5,7 72.015.870 6,7<br />

Fonte: Symphony Iri Group<br />

ALLOCAZIONE NEI CANALI E NELLE AREE GEOGRAFICHE<br />

Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante agosto 2012<br />

Vendite Sales Location Vendite Sales Location<br />

in Volume in Volume in Valore in Valore<br />

Totale Italia 3.309.829.740 100,0 432.701.949 100,0<br />

Nord-Ovest 1.111.657.916 33,6 146.019.547 33,7<br />

Nord-Est 745.098.386 22,5 97.279.486 22,5<br />

Centro + Sardegna 748.515.977 22,6 101.297.035 23,4<br />

Sud Iper+super+LSP 704.557.438 21,3 88.105.876 20,4<br />

LSP 496.759.022 15,0 68.415.402 15,8<br />

Supermercati 781.418.237 23,6 96.614.453 22,3<br />

Ipermercati 2.031.652.471 61,4 267.672.092 61,9<br />

negli ultimi anni le innovazioni tecnologiche<br />

nel campo dell’assorbenza hanno<br />

notevolmente migliorato le performance<br />

di questi prodotti, anche in termini di durata<br />

d’uso, con minori sprechi nell’utilizzo.<br />

Inoltre, le consumatrici diversificano<br />

le strategie d’acquisto, utilizzando canali<br />

e modalità che spesso sfuggono a certe<br />

analisi statistiche, come ad esempio attraverso<br />

grossisti e internet.<br />

Le vendite degli assorbenti per l’incontinenza<br />

urinaria sono, invece, il fenomeno<br />

in crescita e in particolare nella gdo, di<br />

cui gli ipermercati hanno una quota di<br />

oltre il 60%, sia a volume che a valore,<br />

offrendo al consumatore maggiore convenienza<br />

e assortimento rispetto al tradizionale<br />

canale farmacia.<br />

Si tratta di un vero e proprio boom commerciale,<br />

di cui si avvantaggiano un ristretto<br />

numero di produttori, essendo<br />

il mercato presidiato a valore per oltre<br />

l’85% da tre grandi aziende (Fater, Sca<br />

Hygiene, Johnson & Johnson) a cui seguono<br />

le private label, che stanno conquistando<br />

sempre più spazi anche in questo<br />

segmento (12,<strong>2%</strong> quota valore delle<br />

pl sempre da dati Symphony Iri).<br />

Cresce a vista d’occhio lo spazio occupato<br />

da questa tipologia di prodotti negli<br />

scaffali della gdo, tanto che in alcune<br />

realtà ha quasi raggiunto la stessa quota<br />

occupata dagli altri tipi di assorbenti<br />

femminili.<br />

<br />

<strong>Il</strong> problema dell’incontinenza urinaria è<br />

stato gestito in chiave comunicazionalepubblicitaria<br />

in modo molto chiaro ed efficace<br />

ai fini dell’impatto, anche se non<br />

sempre gradito, in particolare dalle donne.<br />

Alcuni emblematici spot hanno porta-<br />

Fonte: Symphony Iri Group<br />

to all’attenzione di tutti il fastidioso odore<br />

di urina: nella famosa scena dell’ascensore,<br />

ad esempio, utilizzando uno schema<br />

molto simile a quello dell’odore di<br />

sudore e come correlato emotivo il sentimento<br />

di vergogna e la riprovazione sociale<br />

che fu alla base dei primi spot sui<br />

deodoranti negli anni Settanta. Lo spot<br />

ha sicuramente colpito e sdoganato con<br />

ironia un argomento imbarazzante. Allo<br />

stesso tempo ha però infastidito l’utilizzo<br />

di cliché eccessivamente negativi nei<br />

confronti delle donne, che sembrano essere<br />

le uniche o quasi ad avere problemi<br />

di incontinenza. In tempi di crisi e di<br />

ascensori sociali bloccati, si invertono i<br />

ruoli: una volta erano le donne ad avere<br />

timore di salire in ascensore con uno<br />

sconosciuto, ora tocca agli uomini sfidare<br />

la salita in ascensore con le donne<br />

incontinenti?•


50<br />

SERVIZI<br />

Un report di McKinsey Global Institute mette in luce<br />

i possibili benefici derivanti dall’uso di tecnologie social<br />

sia a livello di funzioni organizzative che enterprise<br />

<br />

<br />

di Xjdsfhsdjhf<br />

di Enrico Sacchi<br />

el giro di pochi anni, le piattaforme<br />

social sono entrate nella<br />

cultura popolare affermandosi<br />

come autorevole strumento di<br />

informazione/influenza per i consumatori.<br />

I numeri che attestano il fenomeno<br />

sono eloquenti: 1,5 miliardi gli user di<br />

social network a livello globale, 80% gli<br />

user online che interagiscono regolarmente<br />

con i social network. Se dunque sul lato<br />

consumer la dimensione social è ormai<br />

un fatto assodato non altrettanto si può<br />

dire per il versante business. È pur vero<br />

che il 7<strong>2%</strong> delle aziende impiega le social<br />

technologies a vario titolo, ed il 90% ne<br />

trae qualche beneficio, ma sono davvero<br />

22 ottobre 2012<br />

poche quelle che riescono a sfruttarne<br />

appieno tutti i potenziali benefici. Molto<br />

ancora c’è da fare, dunque, perché le social<br />

technologies diventino uno strumento<br />

capace di generare valore per l’impresa:<br />

è questo il punto di partenza dello studio<br />

“The social economy: unlocking value and<br />

productivity trough social technologies”<br />

realizzato dal McKinsey Global Institute.<br />

<br />

Lo studio esplora il potenziale impatto<br />

economico delle social technologies in<br />

quattro settori: consumer packaged goods<br />

(CPG), servizi finanziari retail, manifatturiero<br />

avanzato, servizi professionali.<br />

Queste tecnologie, che creano valore<br />

migliorando la produttività lungo la value<br />

chain, possono contribuire annualmente<br />

in termini di valore per questi settori in<br />

un range che va da 900 milioni $ a 1,3<br />

trilioni $; due terzi di questo valore potenziale<br />

derivano dal miglioramento della<br />

collaborazione all’interno e attraverso le<br />

organizzazioni. Adottando queste tecnologie<br />

organizzative, il report di McKinsey<br />

stima che le imprese possano innalzare la<br />

produttività dei knowledge worker dal 20<br />

al 25%. Tuttavia, l’ottenimento di questi<br />

vantaggi comporterà significative trasformazioni<br />

nelle pratiche di management e<br />

nei comportamenti organizzativi. Le social<br />

technologies possono permettere alle<br />

organizzazioni di diventare delle imprese<br />

totalmente “in rete”, sia da un punto di<br />

vista tecnico che comportamentale.


Usare social<br />

technology<br />

per migliorare<br />

collaborazione<br />

e comunicazione<br />

interna<br />

all’organizzazione<br />

e verso l’esterno<br />

Usare social<br />

technology<br />

per abbinare<br />

talento<br />

alle attività<br />

SERVIZI<br />

FUNZIONI CORPORATE CHE USANO TECNOLOGIE WEB 2.0 PENETRAZIONE SOCIAL TECHNOLOGIES: CONSUMER VS AZIENDE<br />

I web tool sono usati trasversalmente a tutte le funzioni L’adozione di tecnologie sociali nelle imprese è indietro rispetto ai consumatori<br />

Marketing 79 Social networks<br />

84 50<br />

Vendite 51 Video sharing 81 38<br />

Consumatori Dipendenti<br />

1<br />

Servizi 35 Microblogging 23 23<br />

3<br />

IT 48 Blogs<br />

57 41<br />

Ricerca e sviluppo 44 Wikis 36 25<br />

Amministrazione 34 Media<br />

56 35<br />

2<br />

Produzione/Operation 29<br />

Fonte: “How social technologies are extending the organization”,<br />

The McKinsey Quarterly, novembre 2011<br />

DIECI MODALITÀ SECONDO CUI LE SOCIAL TECHNOLOGIES POSSONO AGGIUNGERE VALORE<br />

Le applicazioni sono riferite sia al livello organizzativo che al livello enterprise<br />

Funzioni organizzative Lungo l’intera impresa<br />

Sviluppo<br />

prodotto<br />

Operations<br />

e distribuzione<br />

Marketing<br />

e vendite<br />

Customer<br />

service<br />

Business<br />

support (2)<br />

4<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

Derivare customer insight (1)<br />

Co-creazione prodotto<br />

Leva social per prevedere e monitorare<br />

Usare social per distribuire processi di business<br />

Derivare customer insight<br />

Usare tecnologie social per interazioni<br />

di marketing e comunicazione<br />

Generare e favorire opportunità di vendita<br />

Social commerce<br />

Fornire customer care tramite tecnologie social<br />

Migliorare collaborazione e comunicazione;<br />

abbinare talento alle attività<br />

<br />

In questo quadro, le imprese che fanno<br />

affidamento sulla conoscenza dei comportamenti<br />

di consumo per lo sviluppo<br />

e per il marketing hanno l’opportunità di<br />

creare valore coinvolgendosi con i consumatori<br />

sui social media e monitorando<br />

le conversazioni in questi canali per<br />

generare consumer insights ed una più<br />

profonda comprensione del mercato. Le<br />

imprese del settore CPG, per esempio,<br />

hanno l’opportunità di creare un valore<br />

che è equivalente tra il 15 e il 30%<br />

delle spese correnti in queste attività.<br />

Tale valore si riferisce non solo all’uso<br />

delle social technologies ma anche alle<br />

strategie -creative, ponderate e ben<br />

eseguite- che possono incorporare al-<br />

1. Da ottobre 2011<br />

2. Classificata come<br />

directory<br />

3. Include Twitter,<br />

Tumblr, Welbo, Plurk<br />

e Posterous Spaces<br />

Fonte: “comScore, maggio 2012, comScore Global Online Video Viewing ottobre 2011;<br />

“How social technologies are extending the organization”. The McKinsey Quarterly, novembre 2011<br />

Leve a livello<br />

enterprise<br />

(Social come<br />

tecnologia<br />

organizzativa)<br />

9<br />

10<br />

tri canali. Inoltre, le aziende CPG che<br />

hanno un elevato numero di knowledge<br />

worker e che fanno forte affidamento<br />

sulla riconoscibilità del brand, possono<br />

usare le tecnologie social lungo tutti<br />

gli anelli della catena del valore. Così<br />

operando, secondo il rapporto McKinsey,<br />

queste imprese possono incrementare<br />

i loro margini fino al 60%, usando<br />

le social technologies per migliorare la<br />

produttività dei knowledge worker. Nel<br />

report viene altresì sottolineato come<br />

non sia sufficiente dirottare semplicemente<br />

il budget per pubblicità e consumer<br />

insight verso i social media; negli<br />

ultimi anni è apparso evidente che solo<br />

i programmi ben pianificati e ben eseguiti<br />

(spesso comprendenti componenti<br />

1. La derivazione di customer insight<br />

per lo sviluppo del prodotto è inclusa<br />

nei customer insight (livello 4), all’interno<br />

dell’area marketing e vendite.<br />

2. Le funzioni di supporto al business sono<br />

attività corporate o amministrative, come<br />

le risorse umane, o finanze e contabilità.<br />

3. I livelli 9 e 10 si applicano alle funzioni<br />

di supporto al business come avviene nelle<br />

altre aree funzionali di valore.<br />

Fonte: McKinsey Global Institute analysis<br />

non social come i mass media) possono<br />

catturare il valore potenziale delle social<br />

technologies.<br />

<br />

Una frazione considerevole del recupero<br />

di valore reso possibile dalle social<br />

technologies può venire intercettato dai<br />

consumatori sotto forma di prezzi più<br />

bassi, qualità più alta dei prodotti, migliore<br />

offerta in relazione ai loro bisogni<br />

e miglioramento nel servizio clienti. Ma<br />

non solo. I consumatori possono avvantaggiarsi<br />

dalla capacità di identificare un<br />

gruppo con il quale intercorrono affinità,<br />

rimanendo in contatto con un network<br />

di persone, o accedendo a messaggi e<br />

contenuti, praticamente a costo zero.•<br />

22 ottobre 2012 51


informazione commerciale


Progetto dei Paesi dell’Europa Centrale per migliorare<br />

la raccolta e l’ecodesign di carta e imballaggi<br />

di Gino Pagliuca<br />

e si chiedesse a un campione<br />

generico di consumatori quali<br />

materiali sono riciclabili con<br />

tutta probabilità si otterrebbero<br />

due risposte, il vetro e la carta. In realtà,<br />

la seconda è una risposta solo in parte<br />

vera, perché si tratta di un materiale che<br />

sì proviene da fonti rinnovabili, ma che è<br />

ancora ben lontano dall’essere integralmente<br />

recuperato.<br />

Innanzitutto per le modalità di raccolta:<br />

sistemi poco efficaci possono ridurne<br />

drasticamente la quantità utilizzabile<br />

per il riciclo; ma anche l’eco design non<br />

corretto dei prodotti stampati e d’imballaggio<br />

possono renderli inutilizzabili o addirittura<br />

dannosi nel processo di riciclo.<br />

Basti pensare ai packaging poliaccoppiati,<br />

eleganti e resistenti ma di problematico<br />

smaltimento. La conseguenza è,<br />

come segnala un recente rapporto della<br />

Comunità europea, alcuni paesi inviano<br />

ancora in discarica enormi quantità<br />

di rifiuti urbani -la peggiore opzione di<br />

smaltimento- nonostante l’esistenza di<br />

alternative migliori, e nonostante siano<br />

disponibili fondi strutturali per finanziare<br />

alternative più sostenibili.<br />

UNO SPRECO ANCORA TROPPO ALTO IN EUROPA<br />

Tasso di riutilizzo della carta destinata al riciclo: 30 punti in più in 20 anni<br />

1991<br />

40,3%<br />

1995<br />

46,6%<br />

2000<br />

51,8%<br />

2005<br />

62,0%<br />

LA RACCOLTA CARTA NEI PAESI EUROPEI<br />

Quantità in migliaia di tonnellate<br />

Austria 1.434<br />

Germania 7.459<br />

Italia 2.869<br />

Polonia 1.844<br />

Repubblica Ceca 789<br />

Slovacchia 232<br />

Slovenia 237<br />

Ungheria 439<br />

Totale 15.303<br />

Stima Totale Europa 59.000<br />

Fonte: EcoPaperLoop su dati Unione europea<br />

2010<br />

68,7%<br />

2011<br />

70,4%<br />

Fonte: EcoPaperLoop su dati Unione europea<br />

SERVIZI<br />

<br />

Otto paesi dell’Europa Centrale hanno<br />

dato vita al progetto EcoPaperLoop;<br />

l’iniziativa è transnazionale perché la<br />

carta non viene solo riciclata nel paese<br />

dove è prodotta ed è quindi necessario<br />

una messa in comune delle metodiche<br />

di raccolta ed ecodesign se si vogliono<br />

ottenere processi efficaci e che aumentino<br />

la sostenibilità dell’intero ciclo di vita<br />

della carta.<br />

<strong>Il</strong> progetto, co-finanziato con i Fondi Europei<br />

di Sviluppo Regionale (ERDF) proseguirà<br />

fino alla fine del 2014.<br />

Per l’Italia se ne occupa l’azienda speciale<br />

della Camera di commercio di Milano<br />

Innovhub-SSI; nel corso della presentazione<br />

il responsabile per l’Italia, Graziano<br />

Elegir, ha spiegato: “<strong>Il</strong> nostro scopo è<br />

aumentare la consapevolezza delle criticità<br />

legate al processo di lavorazione<br />

della carta e lo faremo presso editori e<br />

stampatori, designer, utilizzatori d’imballaggio<br />

e acquirenti di prodotti stampati,<br />

così come trasformatori e pubblica amministrazione”.<br />

<strong>Il</strong> miglioramento delle prestazioni di fine<br />

vita dei prodotti a base carta, finalità di<br />

EcoPaperLoop, contribuisce al raggiungimento<br />

degli obiettivi previsti dalla Strategia<br />

di Lisbona in merito alla produzione e<br />

al consumo sostenibile (SCP/SIP).<br />

Con la riduzione del consumo di energia<br />

e acqua nel processo di produzione di<br />

nuova carta -sottolineano i responsabili<br />

di progetto- si innesca un processo virtuoso<br />

perché il riciclo garantisce l’immagazzinamento<br />

del carbonio organico.•<br />

22 ottobre 2012 53


SERVIZI<br />

<br />

<br />

Ricerca Accenture: le aziende hanno un capitale<br />

umano che non possono permettersi di sprecare<br />

54<br />

di Loredana Oliva<br />

un domani davvero difficile da definire,<br />

se riferito al mondo del lavoro,<br />

al superamento della crisi e della<br />

recessione, dove ci saranno i neoprofessionisti,<br />

i giovani e quelli con anni e<br />

anni di esperienza che le aziende devono<br />

aggiornare e ricollocare. Proprio di “Nuove<br />

competenze per i lavori di domani”, si è<br />

discusso qualche settimana fa nella sede<br />

di Sandvik a Milano, in una giornata<br />

di dibattito organizzata dalla Fondazione<br />

Sodalitas. Sono stati analizzati, attraverso<br />

esperienze e ricerche, esempi di partnership<br />

scuola-impresa che si propongono<br />

di combattere la disoccupazione giovanile<br />

riducendo il mismatch fra le nuove specializzazioni<br />

richieste dal mercato del lavoro,<br />

anche riguardo all’emergere di nuove professioni,<br />

e l’offerta didattica della scuola<br />

italiana.<br />

<br />

Sulle nuove competenze è arrivata la<br />

doccia fredda di Accenture Italia che ha<br />

presentato i dati della ricerca “Lavorare<br />

a lungo lavorare meglio”, un’analisi che<br />

fa emergere le criticità che nasceranno<br />

dalla connessione tra le dinamiche demografiche<br />

e quelle della riforma delle<br />

pensioni (Decreto Legge 201/2011, Legge<br />

<strong>24</strong>1/2011). Emerge che le imprese, così<br />

come tutta la popolazione italiana, diventeranno<br />

sempre più “vecchie”. E i giovani,<br />

con le loro nuove competenze, faranno<br />

sempre più fatica a trovarsi percorsi di<br />

accesso. In una prospettiva a lungo termine<br />

i numeri della forza lavoro impiegata<br />

sembrerebbero destinati a salire in tutte le<br />

aziende. Retribuiti a caro prezzo, visto che<br />

22 ottobre 2012<br />

ad aumentare saranno i lavoratori nelle<br />

fasce di età più avanzate, quelli con gli<br />

stipendi più elevati. Come si legge nel documento<br />

di Accenture Italia, tutto ciò comporta<br />

un ostacolo all’ingresso in azienda<br />

per quanto riguarda proprio quelle nuove<br />

competenze necessarie per svolgere i me-<br />

Le imprese, come<br />

la popolazione,<br />

diventeranno<br />

più “vecchie”<br />

e i giovani ...<br />

stieri che saranno richiesti in futuro, nonché<br />

limitazioni per i nuovi lavoratori dovute<br />

alla permanenza di nuovi lavoratori senior.<br />

Un fenomeno che ha del paradossale, poiché<br />

il mercato europeo del lavoro, e in parte<br />

anche italiano, lamenta una mancanza<br />

di professionalità high skilled che cresce<br />

contemporaneamente all’aumentare del<br />

tasso di disoccupazione. Uno dei motivi è<br />

proprio il divario fra le competenze richieste<br />

e quelle disponibili. E se il patrimonio di<br />

competenze, e di professionisti con voglia<br />

di acquisire le skill necessarie per il lavoro<br />

futuro, le aziende le avessero già in casa?<br />

<br />

Da un sondaggio elaborato ancora da Accenture<br />

su un campione di 500 interviste<br />

a lavoratori dai 50 anni in su che ricoprono<br />

posizioni di responsabili in società con più<br />

di 250 dipendenti, emerge che le aziende<br />

ora dispongono di un capitale umano che<br />

non possono permettersi di sprecare. Gli<br />

over 50 non si considerano a fine carriera o<br />

con meno entusiasmi dei giovani -spiegano<br />

da Talent & Organization di Accenture-, al<br />

contrario desiderano mettere a disposizione<br />

la loro esperienza e aggiornare le<br />

proprie competenze. Per le aziende diventa<br />

fondamentale rivedere le politiche di formazione,<br />

di nuove carriere con la possibilità<br />

di crescere non solo nel meccanismo<br />

verticale ma anche orizzontale. La mobilità<br />

sarà fondamentale soprattutto all’interno<br />

dell’azienda. È un richiamo al rigore, che<br />

purtroppo rimane inascoltato. Le imprese<br />

di ogni dimensione nel 2011 hanno tagliato<br />

i budget già ristretti per la formazione aziendale,<br />

e per il 2012 prevedono di rivederli<br />

ancora, e verso il basso. Tutto il sistema<br />

delle conoscenze va rivisto. E se per i giovani<br />

si deve partire prestissimo, addirittura<br />

risalendo la corrente del sistema educativo<br />

attrezzandoli e orientandoli fin dai primi anni<br />

di scuola, per gli over 40 è la formazione<br />

che va ripensata e intensificata, con una<br />

visione puntata su un nuovo modo di fare<br />

industria, in maniera efficace.•


www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com/summithoreca2012<br />

3° SUMMIT HORECA<br />

IMPRESE FUORI CASA<br />

Le soluzioni strategico-fi nanziarie per avere successo<br />

Milano, 19 novembre 2012 (<strong>Ore</strong>: 09.00 - 19.00)<br />

Sede del Gruppo <strong>24</strong> ORE - Via Monte Rosa, 91<br />

<strong>Il</strong> credito è considerato un problema da oltre l’80% degli imprenditori della distribuzione. Allo stesso tempo generare il cash fl o w n e c e s s a r i o<br />

per la presenza sul mercato e lo sviluppo commerciale dell’attività è preoccupazione comune a tutti gli imprenditori del fuori casa: gestori,<br />

ristoratori, albergatori, manager f&b. Questi i temi attorno ai quali ruoterà la terza edizione del Summit Horeca che per la prima volta vedrà<br />

i nostri esperti sul palco per rispondere in diretta alla domande dal pubblico: da come gestire i rapporti con le banche e i fornitori, alle<br />

opportunità legate ai micropagamenti fi no alle formule di successo per un marketing a misura di horeca.<br />

Programma<br />

<strong>Ore</strong> 9.00 Registrazione dei partecipanti<br />

<strong>Ore</strong> 9.30 Introduzione ai lavori<br />

<strong>Ore</strong> 9.45 I PAGAMENTI NELL’HORECA:<br />

CRITICITÀ E STRUMENTI PER RECUPERARE VALORE<br />

Presentazione ricerca Cribis D&B,<br />

sui comportamenti di pagamento nel canale horeca<br />

<strong>Ore</strong> 10.15 L’ESPERTO TI RISPONDE<br />

Strategie per la gestione del credito<br />

<strong>Ore</strong> 11.30 TAVOLA ROTONDA:<br />

Recuperare effi cienza e marginalità: strategie, opportunità,<br />

nuove applicazioni tecnologiche<br />

Tra gli altri interverranno<br />

Claudio Bonomi,<br />

Vice Caporedattore Area Horeca<br />

Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />

Roger Botti, Direttore Operativo,<br />

RobilantAssociati<br />

Roberto Carcangiu,<br />

Chef e Consulente, R.C. Food Consulting<br />

Oscar Cavallera,<br />

Direttore Bar University<br />

Rossella De Stefano,<br />

Caporedattore Area Horeca<br />

Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />

Servizio Clienti<br />

Tel. 02 5660.1887 - Fax 02 7004.8601<br />

info@formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

Michele Di Carlo,<br />

Presidente, Cocktail Classic<br />

Club - Esperto Food&Beverage<br />

Matteo Figura,<br />

Food Service Manager,<br />

Npd Italia<br />

Massimo A. Giubilesi,<br />

Presidente,<br />

Giubilesi&Associati<br />

Mattia Losi,<br />

Direttore Editoriale<br />

Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />

<strong>Ore</strong> 14.00 MOLTIPLICARE LE OCCASIONI DI CONSUMO PER ATTIVITÀ A PIENO REGIME<br />

Presentazione ricerca Npd Group sui comportamenti d’acquisto dei consumatori<br />

italiani ed europei e presentazione rapporto sulle occasioni di consumo a cura<br />

del Laboratorio sui new social media dell’università di Parma<br />

<strong>Ore</strong> 15.00 L’ESPERTO TI RISPONDE<br />

Formule di successo e marketing a misura di horeca<br />

<strong>Ore</strong> 15.30 LABORATORI DI APPROFONDIMENTO<br />

• Scelte sostenibili: come risparmiare sulle bollette<br />

• Momento aperitivo: opportunità, idee e soluzioni<br />

<strong>Ore</strong> 17.30 HORECA <strong>24</strong> INNOVAZIONE DELL’ANNO 2013<br />

Premiazione prodotti vincitori e assegnazione New Format Award ai locali innovativi<br />

SPONSOR EXHIBITOR<br />

IN COLLABORAZIONE CON<br />

rgmania.com<br />

Carlo Meo,<br />

Amministratore Delegato,<br />

Marketing&Trade<br />

Andrea Mongilardi,<br />

Giornalista Area Horeca<br />

Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />

Giorgio Negri,<br />

Amministratore Delegato,<br />

RG Commerciale<br />

Stefano Nincevich,<br />

Redattore Area Horeca<br />

Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />

Raffaella Nobile,<br />

Caporedattore Area Horeca<br />

Business Media, Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />

Luca Pellegrini,<br />

Professore Ordinario IULM<br />

e Presidente Tradelab<br />

Marco Preti,<br />

Amministratore Delegato,<br />

CRIBIS D&B<br />

La partecipazione all’evento è libera e gratuita fi no ad esaurimento posti<br />

Per aggiornamenti e iscrizioni visita il sito www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com/summithoreca2012<br />

Nicola Ticozzi,<br />

Direttore corsi HoReCa Design<br />

di POLI.design - Consorzio<br />

del Politecnico di Milano<br />

Giorgio Triani,<br />

Sociologo, Giornalista<br />

e Consulente d’Impresa<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE Eventi<br />

www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

www.bargiornale.it<br />

Organizzazione con sistema di qualità certifi cato ISO 9001:2008


CULTURE _ opinione<br />

<br />

<br />

56<br />

22 ottobre 2012<br />

Roger Botti,<br />

Direttore<br />

Operativo<br />

Robilant<br />

&Associati<br />

er cominciare, proviamo con un<br />

esercizio semplice: guardare il retro<br />

di un pack (senza aver visto il<br />

fronte) e verificare se si è in grado di dire<br />

di che marca/prodotto si tratti.<br />

Le marche più consapevoli sono già a<br />

questo stadio di evoluzione del branding:<br />

pensiamo ai prodotti Kellogg’s o Pan di<br />

stelle. Quando è possibile identificare un<br />

brand senza che questo sia citato esplicitamente<br />

siamo in presenza di una marca<br />

che ha saputo costruire il miglior sistema<br />

d’identità.<br />

Per anni, nella progettazione del packaging<br />

di prodotto, l’attenzione è rimasta<br />

focalizzata in misura nettamente preponderante<br />

sul fronte della confezione,<br />

trattata in maniera sempre più raffinata<br />

in vista del raggiungimento dell’obiettivo<br />

massimo: l’impatto a scaffale. <strong>Il</strong> packaging<br />

aveva il compito di rendere attraente<br />

e eye-catching un prodotto che doveva<br />

emergere da uno scaffale affollato<br />

e conquistare il consumatore nei cinque<br />

secondi decisivi della scelta d’acquisto.<br />

Gli altri lati erano considerati poco più<br />

che un completamento, riempiti con fitte<br />

righe d’informazioni in tutte le lingue,<br />

ammassate senza grande rispetto per le<br />

regole di chiarezza e leggibilità (ancor<br />

meno di branding).<br />

Negli ultimi anni, però, qualcosa è cambiato.<br />

Un approccio all’acquisto decisamente<br />

più evoluto da parte del consumatore<br />

è intervenuto a modificare le regole<br />

della relazione tra le marche e il pubblico;<br />

e il pack, lo ricordiamo, rimane uno degli<br />

strumenti primari di questa relazione.<br />

Le imprese si sono accorte di avere<br />

molto da raccontare per poter costruire<br />

un rapporto di fiducia<br />

con il mercato e ogni<br />

occasione per dire,<br />

spiegare, mostrare o<br />

suggerire, è diventata<br />

preziosa.<br />

Secondo i dati raccolti<br />

da uno studio<br />

dell’Osservatorio Adi-<br />

Nestlè sugli stili di vita<br />

(edizione 2011),<br />

solo il 4% degli italiani non legge le etichette;<br />

l’88% legge almeno la data di<br />

scadenza; il 73% la lista degli ingredienti<br />

e due acquirenti su dieci (con una percentuale<br />

in continuo aumento) sono interessati<br />

a ricevere informazioni aggiuntive.<br />

Attento alla salute, all’ambiente, all’etica,<br />

il consumatore ricerca in etichetta caratteristiche<br />

del prodotto, provenienza, filiera,<br />

processo, plus nutrizionali, consigli<br />

d’uso, informazioni sull’impresa, indicazioni<br />

sullo smaltimento e molto altro. È<br />

esattamente in questa chiave che i retri<br />

delle confezioni rappresentano spazi di<br />

grande rilevanza strategica i cui contenuti<br />

vanno riprogettati e presentati secondo<br />

un approccio che amplifichi e valorizzi la<br />

il retropack<br />

deve educare,<br />

coinvolgere,<br />

raccontare,<br />

intrattenere<br />

e non solo<br />

brand experience. Se il front pack deve<br />

saper stupire ed emozionare, alcune delle<br />

possibili applicazioni del retropack sono<br />

raccontare, educare, coinvolgere e intrattenere.<br />

Pensiamo a Lipton, che utilizza<br />

questo strumento per far conoscere il suo<br />

impegno etico in favore dei coltivatori di<br />

tè e del loro territorio; a Yomo, che lì declama<br />

la lista degli ingredienti più breve<br />

nel mondo degli yogurt. Pensiamo ancora<br />

al gioco dell’orto sui retri dei Piccolini Barilla<br />

o al decalogo della prima colazione<br />

di Mulino Bianco.<br />

Ogni contenuto riportato sul retro parla<br />

della natura della marca, della sua personalità,<br />

della sua<br />

vocazione primaria,<br />

nella stessa misura<br />

del front pack o addirittura<br />

con maggiore<br />

efficacia, dal momento<br />

che il tono di<br />

voce può essere più<br />

autentico e relazionale<br />

e meno pubblicitario.<br />

Se in più tali contenuti sono offerti con<br />

un linguaggio visivo, tipico e riconoscibile,<br />

che li renda gradevoli e facilmente<br />

intellegibili, il gioco è fatto.<br />

Al limite della sua evoluzione, questo fenomeno<br />

porta ad esempi eclatanti come<br />

il trasferimento delle tabelle nutrizionali<br />

sul fronte o alla brandizzazione del codice<br />

a barre, fino a ieri emblema della<br />

standardizzazione anonima da retropack.<br />

Le altre facce della confezione si trasformano<br />

in un’opportunità imperdibile per<br />

parlare del prodotto e delle scelte dell’impresa<br />

e per alimentare la relazione con<br />

il consumatore, con ricadute importanti<br />

sulla percezione di autorevolezza, credibilità<br />

e affidabilità della Marca.•


di Gennaro Fucile<br />

lavoj Žižek provoca, questo è evidente.<br />

È un’operazione che compie sistematicamente,<br />

disorientando il lettore,<br />

catturandolo con improvvisi colpi di scena,<br />

affrontando discese vertiginose degne delle<br />

più spericolate montagne russe, incrociando<br />

saperi davvero differenti. Psicoanalisi,<br />

cinema, politica, letteratura, economia:<br />

tutto rimbalza dal polo della cultura pop<br />

a quello del sapere accademico e finisce<br />

nel suo vorticoso ragionare. Žižek provoca<br />

e il suo pensiero, seppur urticante in diversi<br />

passaggi, giunge salutare, capace come<br />

pochi di scuotere un panorama intellettua-<br />

BENVENUTI<br />

IN TEMPI<br />

INTERESSANTI<br />

di Slavoj Žižek<br />

Ponte alle Grazie<br />

pagine 140, € 13,00<br />

libri _ <br />

<br />

<br />

le in massima parte ingessato. Una scossa<br />

elettrica che si registra puntuale anche in<br />

questa ultima uscita. Curiosamente il titolo<br />

rimanda a quello di uno dei suoi primi saggi<br />

comparsi in Italia, “Benvenuti nel mondo del<br />

reale”, titolo preso a prestito da una celebre<br />

battuta del film “Matrix”. Žižek lo spiega così:<br />

“Dicono che in Cina se si odia veramente<br />

qualcuno, lo si maledice così: ‘Che tu possa<br />

vivere in tempi interessanti!’ Storicamente i<br />

‘tempi interessanti’ sono stati periodi di irrequietezza,<br />

di guerre e lotte per il potere che<br />

hanno portato sofferenze a milioni di innocenti.<br />

Oggi ci stiamo chiaramente avvicinan-<br />

do a una nuova epoca di tempi interessanti.<br />

Dopo decenni di Stato sociale in cui i tagli<br />

finanziari erano limitati a brevi periodi ed<br />

erano sostenuti dalla promessa che le cose<br />

sarebbero ben presto tornate alla normalità,<br />

stiamo entrando in un nuovo periodo in cui<br />

la crisi economica è diventata permanente,<br />

è ormai un semplice modo di vita”. Da qui la<br />

radicale critica dell’esistente, il riaffiorare di<br />

autori (Karl Marx), visioni e progetti politici<br />

(il comunismo) condannati e rimossi. Žižek<br />

provoca, lo si è premesso, lancia un guanto<br />

di sfida intelligente che intelligentemente<br />

non si può che raccogliere.•


58<br />

NOMI<br />

Abercrombie & Fitch 25, Accenture Italia<br />

54, Amazon 32, American Eagle 26, Apple<br />

32, Armani 33, Autogrill 16, Bianca Patri-<br />

zia 36, Bharti Enterprise 22/23, Billa 21,<br />

Brisigotti Domenico 12, Carrefour Espress<br />

14/17, Carrefour Italia 14, Coca Cola<br />

32, Colombo Andrea 21, Coop 29, Coop<br />

Adriatica 10, Coop Italia 12, Deloitte 22,<br />

Di Teodoro Gabriele 14/15, Eblex 41, Eco<br />

PaperLoop 53, Edeka 17, Elegir Graziano<br />

53, Eni 14/16, Fater 48, Ferrari 33, Fonda-<br />

zione Sodalitas 54, Forever 21 26, Gap 33,<br />

Google 32, Gross Iper 8, Gucci 33, H&M<br />

26/33, Ibm 32, Idea Bellezza 29, Ikea 33,<br />

Innovhub-Ssi 53, Interbrand 32, Johnson<br />

& Johnson 48, Kpmg Internazionale 23, La<br />

Feltrinelli 30, La Prima 29, Lidl 8, Marco<br />

Polo Expert 30, Maxi Zoo 30, McKinsey<br />

Global Institute 48, Md 29, Metro 23, Mi-<br />

crosoft 32, Migros 17, Mondo Convenien-<br />

za 30, Nielsen 21, Oracle 32, Outfitters<br />

26, Pesce Gianluca 10, Pizza Hut 33, Ponte<br />

alle Grazie 57, Prada 33, Q8 16, Rewe<br />

Italia 21, Righetti Dario 22, Riso scotti 10,<br />

Royal Dutch Shell 16, Samsung 32, Sand-<br />

vik 54, Sca Hygiene 48, Eni 14/16 Select<br />

16, Sio 13, Spar 16, Standa 21, Tata 23,<br />

Terlingo Pietro 10, Tesco 23, TotalErg 16,<br />

Walmart 22/23/36, Waitrose 17, Witter-<br />

stein Kai Uwe 16, Zara 33<br />

22 ottobre 2012<br />

numero 35 - 22 ottobre 2012<br />

www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it<br />

DIRETTORE RESPONSABILE: Mattia Losi<br />

AREA RETAIL<br />

VICEDIRETTORE: Cristina Lazzati<br />

REDAZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore),<br />

Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio)<br />

Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio),<br />

Anna Bertolini, Roberto Pacifico<br />

UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli,<br />

Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli,<br />

Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli<br />

SEGRETERIA DI REDAZIONE: Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Paola Melis<br />

redazione.gdoweek@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

COLLABORATORI: Davide Bernieri, Alessandra Bonaccorsi, Roger Botti (Robilant &<br />

Associati), Marilena Colussi, Luigi Dell’Olio, Lu.Ca, Loredana Oliva, Fabio Salvati,<br />

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PROGETTO GRAFICO: Elisabetta Delfini, Walter Tinelli<br />

DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi<br />

PROPRIETARIO ED EDITORE: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

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PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti<br />

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STAMPA: ROTOLITO LOMBARDA S.p.A. - Via Sondrio, 3<br />

20096 Seggiano di Pioltello (Mi)<br />

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Professionale, presso <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Pisacane 1 - 20016<br />

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scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile<br />

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“Annuncio ai sensi dell’articolo 2, comma 2, del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati<br />

personali nell’esercizio dell’attività giornalistica”.<br />

La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., editore della rivista Gdoweek rende noto al pubblico che esistono<br />

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tiratura e diffusione per il periodo 01/01/2009-31/12/2009; tiratura media 21.022 copie, diffusione media<br />

20.589 copie. Società di Revisione Fausto Vittucci & C. sas.


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