Situazione e tendenze della comunicazione istituzionale in Italia
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Postfazione<br />
Come cuore di tutto il meccanismo, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, agiscono le motivazioni e i bisogni, ossia quel motore primo che,<br />
giocando sulle pulsioni e sugli ist<strong>in</strong>ti, riesce ad <strong>in</strong>nescare tutta la complessa alchimia per cui le componenti emotive<br />
e quelle razionali f<strong>in</strong>iscono per tradursi <strong>in</strong> comportamento.<br />
La <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> non deve costr<strong>in</strong>gere, né manipolare. Deve <strong>in</strong>formare, <strong>in</strong>fluendo così, <strong>in</strong>direttamente<br />
ma validamente, sulle conv<strong>in</strong>zioni e sul comportamento del cittad<strong>in</strong>o.<br />
Ciò su cui punta la <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> è soprattutto la sfera razionale dei suoi dest<strong>in</strong>atari ma, laddove<br />
risulta necessario, essa saprà fare appello anche alla sfera emotiva, sempre però evitando di cadere nella<br />
manipolazione.<br />
Come è noto, la sfera razionale e quella emotiva sono raggiungibili attraverso mezzi differenziati: la prima è<br />
raggiungibile per mezzo di argomentazioni logiche costituite da promesse e da prove mentre la seconda è<br />
<strong>in</strong>fluenzabile solo attraverso appelli emotivi, atti a creare un’atmosfera capace di predisporre ai comportamenti<br />
desiderati. Mentre il pubblicitario ricorre soprattutto ad appelli emotivi pensati per manipolare il consumatore, il<br />
comunicatore pubblico privilegerà le argomentazioni logiche con cui conv<strong>in</strong>cerlo razionalmente.<br />
Ma noi sappiamo che il cittad<strong>in</strong>o non opera mai le sue scelte sulla base <strong>della</strong> sola sfera razionale o sulla base <strong>della</strong><br />
sola sfera emotiva. Egli si serve di entrambe, anche se <strong>in</strong> misura diversa: tende a privilegiare soprattutto la ragione<br />
quando deve compiere scelte importanti e preferisce affidarsi soprattutto alla sua sfera emotiva quando deve<br />
compiere scelte più frivole. Ne deriva che ogni <strong>comunicazione</strong>, per essere efficace, deve ricorrere ad un mix di<br />
argomentazioni logiche e di appelli emotivi dando la prevalenza alle une o agli altri secondo le circostanze. Nel<br />
caso <strong>della</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> si farà ricorso agli appelli emotivi solo nella misura <strong>in</strong> cui essi non<br />
prevaricano sul contenuto razionale dei messaggi.<br />
C’è da fare una ulteriore osservazione. Già da alcuni decenni è stato scoperto che gli appelli emotivi risultano tanto<br />
più efficaci quanto più <strong>in</strong>consapevole è il ricettore cui sono diretti: essi, qu<strong>in</strong>di, vengono spesso dissimulati dai<br />
pubblicitari <strong>in</strong> forma simbolica, o sono evocati tramite capziose associazioni di idee, o vengono addirittura celati<br />
a livello psicanalitico, ottenendo così i vantaggi congiunti di catturare il ricettore senza che egli se ne accorga, di<br />
impedirgli l’uso di eventuali difese contro il messaggio, di utilizzare mezzi riprovati dalla morale corrente celandoli<br />
sotto messaggi apparentemente impeccabili.<br />
Al contrario, si è scoperto che le argomentazioni logiche, con cui si <strong>in</strong>tende <strong>in</strong>formare razionalmente, risultano<br />
tanto più efficaci quanto più il ricettore è attento e consapevole nel momento <strong>in</strong> cui le riceve. Ne deriva che i<br />
messaggi razionali vanno diffusi con sistemi e <strong>in</strong> momenti capaci di attirare su di essi la massima attenzione critica<br />
dei dest<strong>in</strong>atari.<br />
Un’ultima osservazione riguarda il livello psichico al quale è dest<strong>in</strong>ato il messaggio pubblicitario.<br />
Inf<strong>in</strong>e, le acquisizioni psicoanalitiche utilizzate dai pubblicitari hanno rivelato quanto sia per essi redditizio fare<br />
leva sui complessi, sulle nevrosi e sulle psicosi dei consumatori.<br />
E’ ovvio che la <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> deve essere effettuata da esperti del processo <strong>in</strong>formativo capaci di<br />
valorizzare le acquisizioni <strong>della</strong> psicologia e delle psicanalisi, ma non per potenziare la forza manipolativa dei loro<br />
messaggi bensì per depurarli di ogni scoria manipolativa. La <strong>comunicazione</strong>, per sua natura, è adatta a far conoscere<br />
ai suoi dest<strong>in</strong>atari una determ<strong>in</strong>ata realtà e, nelle stesso tempo, conferirle precisione, autorevolezza, affidabilità.<br />
Come prodotto congiunto, essa può riuscire nell’<strong>in</strong>tento di “sollecitare” la loro sfera emotiva creando, <strong>in</strong>torno alla<br />
realtà comunicata, l’atmosfera adatta alla sua accettazione o al suo rigetto.<br />
Nel caso specifico <strong>della</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong>, essa può raggiungere c<strong>in</strong>que obiettivi contemporaneamente:<br />
diffondere l’esatta conoscenza dell’istituzione e delle sue attività presso l’<strong>in</strong>tera popolazione; diffondere l’esatta<br />
conoscenza di alcune attività istituzionali presso un segmento mirato di cittad<strong>in</strong>i; modificare l’immag<strong>in</strong>e errata di<br />
una istituzione e delle sue attività; ripulire l’immag<strong>in</strong>e dagli stereotipi che la deformano; surrogare a forme esplicite<br />
di pubblicità.<br />
I dest<strong>in</strong>atari <strong>della</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong><br />
Una volta del<strong>in</strong>eata la d<strong>in</strong>amica <strong>della</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong>, possiamo tornare all’analisi dei s<strong>in</strong>goli elementi<br />
che entrano <strong>in</strong> gioco nel processo comunicativo e, <strong>in</strong> particolare, ai dest<strong>in</strong>atari dei suoi messaggi.<br />
Nel caso delle comunicazioni di massa, il pubblico è vasto, eterogeneo e anonimo. D’altra parte, come già si è detto,<br />
le argomentazioni logiche, privilegiate dalla <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong>, producono i loro effetti soprattutto su<br />
ricettori attenti mentre gli appelli emotivi esercitano maggiore <strong>in</strong>fluenza su ricettori <strong>in</strong>consapevoli.<br />
Tali messaggi sono trasmessi <strong>in</strong> codice (figure, suoni, cifre, parole, ecc.) qu<strong>in</strong>di nulla garantisce che, una volta<br />
raggiunto il dest<strong>in</strong>atario, essi siano decodificati ed <strong>in</strong>terpretati nello stesso senso <strong>in</strong> cui furono <strong>in</strong>tesi<br />
dall’emittente: la musica scritta da Beethoven per esprimere serenità olimpica, <strong>in</strong>duce alla violenza il protagonista<br />
<strong>Situazione</strong> e <strong>tendenze</strong> <strong>della</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> (2000-2004) - Rapporto al M<strong>in</strong>istro per la Funzione Pubblica