26.10.2013 Views

Università degli Studi di Padova - Formazione e Sicurezza

Università degli Studi di Padova - Formazione e Sicurezza

Università degli Studi di Padova - Formazione e Sicurezza

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong><br />

Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia<br />

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN TECNICHE DELLA<br />

PREVENZIONE NELL’AMBIENTE E NEI LUOGHI DI LAVORO<br />

TESI DI LAUREA<br />

ZANZARA TIGRE (AEDES ALBOPICTUS): PRESENZA NEL<br />

TERRITORIO DELL’AZIENDA ULSS 4 “ALTO VICENTINO” –<br />

THIENE (VI). L’INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE PER<br />

PREVENIRE LA DIFFUSIONE<br />

RELATORE: PROF. SSA TIZIANA MAGRO<br />

LAUREANDO: SANTACATTERINA FRANCO<br />

MATRICOLA 570141<br />

ANNO ACCADEMICO 2006 - 2007


- 2 -


INTRODUZIONE<br />

Questo stu<strong>di</strong>o prende spunto dal fatto che, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni dalla<br />

comparsa della zanzara tigre (Aedes albopictus) in Italia, nel territorio<br />

dell’Azienda ULSS 4 “Alto Vicentino”, gli sforzi per coinvolgere attivamente i<br />

citta<strong>di</strong>ni nella lotta contro la sua <strong>di</strong>ffusione non hanno portato a sod<strong>di</strong>sfacenti<br />

risultati ed anzi alcuni comportamenti spesso risultano ancor oggi palesemente<br />

scorretti.<br />

Tale situazione può costituire un pericolo per la salute pubblica, come ha<br />

<strong>di</strong>mostrato l’epidemia <strong>di</strong> chikungunya sviluppatasi nell’ estate 2007 in Emilia<br />

Romagna; da quel momento Aedes albopictus non è più solo un “fasti<strong>di</strong>oso”<br />

insetto.<br />

A <strong>di</strong>mostrazione che è invece possibile evitare la presenza della “zanzara tigre”,<br />

verranno illustrate le metodologie <strong>di</strong> lotta attivate nei due presi<strong>di</strong> ospedalieri <strong>di</strong><br />

Schio e Thiene, dove non è mai stata segnalata la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus.<br />

Partendo da questo stato <strong>di</strong> fatto, analizzeremo i dati <strong>di</strong>sponibili sulla presenza<br />

della “zanzara tigre” nell’ULSS 4, nel Veneto, in Italia ed in Europa correlando<br />

il suo ciclo biologico con i possibili meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lotta. Nell’illustrare la strategia <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione sul territorio, cercheremo inoltre <strong>di</strong> evidenziare i principali<br />

mutamenti del suo comportamento, conseguenti all’adattamento al suo nuovo<br />

ambiente.<br />

Metteremo poi in luce le recenti problematiche sanitarie connesse al rischio <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie infettive.<br />

La panoramica sulla normativa <strong>di</strong> riferimento, regionale e nazionale, servirà a<br />

chiarire la competenze dei vari Enti coinvolti nella lotta per limitare la presenza<br />

<strong>di</strong> Aedes albopictus nelle aree in cui si è <strong>di</strong>ffusa.<br />

- 3 -


Il lavoro proporrà poi l’analisi <strong>degli</strong> strumenti organizzativi e dei principali<br />

interventi <strong>di</strong> informazione, comunicazione e formazione realizzati nell’Azienda<br />

ULSS 4 “Alto Vicentino” e <strong>di</strong> altre esperienze attuate nel corso <strong>di</strong> vari anni in<br />

Veneto ed Emilia Romagna.<br />

Il cuore della tesi si prefigge però <strong>di</strong> analizzare i meccanismi che sorreggono le<br />

decisioni delle persone, investigare gli automatismi della persuasione nonché<br />

approfon<strong>di</strong>re i concetti della comunicazione efficace.<br />

L’analisi è stata condotta prevalentemente in relazione alla necessità <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare metodologie <strong>di</strong> informazione-comunicazione capaci <strong>di</strong> incidere in<br />

modo più efficace, rispetto a quanto fatto finora, sui comportamenti delle<br />

persone e al fine <strong>di</strong> dare attuazione alle normative che “impongono” alla<br />

Pubblica Amministrazione <strong>di</strong> sviluppare e strutturare una corretta<br />

comunicazione.<br />

Nelle conclusioni verranno proposte le possibili strategie <strong>degli</strong> interventi <strong>di</strong><br />

informazione, comunicazione e formazione dell’Azienda ULSS 4 “Alto<br />

Vicentino” presentando delle proposte operative per il coinvolgimento più<br />

attivo della popolazione nella lotta per limitare la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus.<br />

- 4 -


INDICE<br />

CAPITOLO 1<br />

LA “ZANZARA TIGRE” (AEDES ALBOPICTUS): GENERALITA’,<br />

PROBLEMATICHE EMERSE ED EMERGENTI pag. 7<br />

-1.1 Da dove viene e <strong>di</strong>ffusione in Italia 7<br />

1.1.1 L’origine 7<br />

1.1.2 La progressiva <strong>di</strong>ffusione 8<br />

- 1.2 Cenni <strong>di</strong> biologia e ciclo <strong>di</strong> riproduzione 10<br />

- 1.3 Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> controllo 10<br />

1.3.1 Riduzione dei focolai larvali 11<br />

1.3.2 Interventi larvici<strong>di</strong> 11<br />

1.3.3 Interventi adultici<strong>di</strong> 12<br />

- 1.4 Evoluzione delle conoscenze nel tempo 12<br />

1.4.1 Processo <strong>di</strong> adattamento 13<br />

1.4.2 Processo <strong>di</strong> infestazione 14<br />

- 1.5 Aspetti sanitari 15<br />

1.5.1 Malattie infettive: generalità 15<br />

1.5.2 Epidemia <strong>di</strong> Chikungunya 16<br />

1.5.3 Potenziali rischi sanitari 17<br />

CAPITOLO 2<br />

QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 19<br />

- 2.1 I Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza ( LEA) 20<br />

- 2.2 I provve<strong>di</strong>menti regionali 21<br />

- 2.3 Il protocollo Chikungunya 24<br />

CAPITOLO 3<br />

AZIENDA ULSS 4 “ALTO VICENTINO”: LA PRESENZA DI AEDES ALBOPICTUS<br />

E GLI STRUMENTI PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE – ESPERIENZE<br />

DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE 25<br />

- 3.1 Provve<strong>di</strong>menti Azienda ULSS-Comuni per il contenimento 25<br />

3.1.1 L’Atto <strong>di</strong> Intesa 25<br />

3.1.2 Il Regolamento per la gestione delle segnalazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo-<strong>di</strong>sagio causato dalla<br />

detenzione <strong>di</strong> animali e dalla presenza <strong>di</strong> animali infestanti 27<br />

3.1.3 Emergenza Chikungunya: l’Or<strong>di</strong>nanza 28<br />

- 3.2 Esperienze <strong>di</strong> informazione e formazione 29<br />

3.2.1 Comuni 29<br />

3.2.2 Comunità – Scuola 31<br />

3.2.3 Citta<strong>di</strong>nanza 31<br />

3.2.4 Progetto “Santo” 33<br />

3.2.5 Sito WEB 35<br />

- 3.3 Strutture Azienda ULSS 35<br />

3.3.1 Il caso dei presi<strong>di</strong> ospedalieri 35<br />

- 5 -


CAPITOLO 4<br />

INFORMAZIONE E FORMAZIONE: ESPERIENZE IN ALTRE REALTA’ pag. 39<br />

- 4.1 Interventi nel Veneto 40<br />

4.1.1 Attività <strong>di</strong> porta a porta a Montegrotto Terme 40<br />

4.1.2 Esperienza <strong>di</strong> lotta a Castelfranco Veneto 41<br />

4.1.3 Lotta alle zanzare e strategie me<strong>di</strong>atiche 42<br />

- 4.2 Interventi in Emilia Romagna 43<br />

4.2.1 Il volontariato collegato ai Comuni 43<br />

4.2.2 Il porta a porta con Guar<strong>di</strong>e Ecologiche Volontarie a Forlì 45<br />

4.2.3 I focus group per accrescere le conoscenze dei citta<strong>di</strong>ni 46<br />

4.2.4 La comunicazione in emergenza 47<br />

- 4.3 L’esperienza francese 48<br />

CAPITOLO 5<br />

INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE AUTENTICA 51<br />

- 5.1 La Pubblica Amministrazione 51<br />

5.1.1 Breve storia della Pubblica Amministrazione 51<br />

5.1.2 La normativa e i principi della comunicazione pubblica 52<br />

5.1.3 Le modalità comunicative 54<br />

- 5.2 La comunicazione autentica 56<br />

5.2.1 Definizioni e postulati della comunicazione 56<br />

5.2.2 Tecniche <strong>di</strong> comunicazione 57<br />

CAPITOLO 6<br />

DECIDERE E PERSUADERE 61<br />

- 6.1 Decidere 61<br />

6.1.1 Le regole 61<br />

6.1.2 Aspetti psicologici che inducono le decisioni 62<br />

- 6.2 Persuadere 64<br />

6.2.1 Principio <strong>di</strong> reciprocità o <strong>di</strong> contraccambio 65<br />

6.2.2 Principio dell’impegno e della coerenza 66<br />

6.2.3 Principio della riprova sociale 67<br />

6.2.4 Principio della simpatia 68<br />

6.2.5 Principio dell’autorità 68<br />

6.2.6 Principio <strong>di</strong> scarsità 69<br />

- 6.3 Sintesi finale 70<br />

CAPITOLO 7<br />

CONCLUSIONI 71<br />

7.1 Comuni 72<br />

7.2 Comunità – Scuola 73<br />

7.3 Citta<strong>di</strong>nanza 74<br />

7.4 Progetto “Santo” 77<br />

7.5 Sito WEB 78<br />

BIBLIOGRAFIA 81<br />

SITOGRAFIA 83<br />

ALLEGATI 84<br />

- 6 -


CAPITOLO 1<br />

LA “ZANZARA TIGRE” (AEDES ALBOPICTUS): GENERALITA’,<br />

PROBLEMATICHE EMERSE ED EMERGENTI<br />

Nel capitolo, dopo una breve descrizione dei luoghi <strong>di</strong> origine della “zanzara tigre”,<br />

vengono proposti i dati della sua attuale <strong>di</strong>ffusione.<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni sul ciclo biologico risultano in<strong>di</strong>spensabili per illustrare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lotta<br />

per limitarne la presenza; nell’evidenziare come, dal suo arrivo in Italia nel 1990, la<br />

“zanzara tigre” ha mutato alcuni comportamenti, descriveremo la strategia <strong>di</strong><br />

colonizzazione dei territori.<br />

L’ultima parte del capitolo è riservata all’inquadramento delle problematiche sanitarie<br />

alla luce dell’epidemia <strong>di</strong> chikungunya che ha colpito alcuni paesi della costa<br />

romagnola, nell’estate del 2007.<br />

1.1 Da dove viene e <strong>di</strong>ffusione in Italia<br />

1.1.1 L’origine<br />

Nel mondo esistono circa 3200 specie <strong>di</strong> zanzare 1 <strong>di</strong>ffuse a tutte le latitu<strong>di</strong>ni dai<br />

climi più cal<strong>di</strong> fino al polo nord. Sono comprese nell’or<strong>di</strong>ne dei <strong>di</strong>tteri; in Italia<br />

sono presenti una settantina <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> cui solamente <strong>di</strong>eci pungono l’uomo.<br />

La “zanzara tigre” (Aedes albopictus) è originaria delle giungle dell’estremo<br />

Oriente nella quale i focolai 2 tipici dell’ambiente forestale <strong>di</strong> origine sono costituiti<br />

dalle cavità che si formano nel tronco <strong>degli</strong> alberi ad alto fusto, ma anche dagli incavi<br />

delle ascelle fogliari <strong>di</strong> alcune piante, dalle cavità dei bambù abbattuti o tagliati e da<br />

piccole pozze tra le rocce 3 . La sua grande capacità <strong>di</strong> adattamento la ha poi portata<br />

a colonizzare le aree rurali a<strong>di</strong>acenti e quin<strong>di</strong> gli ambienti sub-urbani ed urbani<br />

circostanti.<br />

1 Venturelli C., Mascali Zeo S. (2007) “La zanzara che venne dal caldo” SNOP Rivista della società nazionale <strong>degli</strong><br />

operatori della prevenzione n° 73 pag. 7<br />

2 FOCOLAI - Si intendono le raccolte d’acqua dove la zanzara depone le uova. Si possono sud<strong>di</strong>videre in:<br />

- rimovibili: sono tutti i manufatti che possono riempirsi d’acqua (tappi, sottovasi, copertoni, bidoni, giochi…). la<br />

loro attenta eliminazione rende impossibile la riproduzione del <strong>di</strong>ttero.<br />

- permanenti: sono raccolte <strong>di</strong> acqua ineliminabili (es. fontane, ca<strong>di</strong>toie stradali). Devono essere “messi in sicurezza”<br />

introducendo dei pesci rossi oppure trattati me<strong>di</strong>ante l’impiego <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong>.<br />

3 Romi R., Di Luca M., Severini F., Toma L. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002) Linee guida per la sorveglianza e il<br />

controllo della “zanzara tigre” Aedes albopictus Roma Pag. 9<br />

- 7 -


1.1.2 La progressiva <strong>di</strong>ffusione<br />

Dalla metà dello secolo scorso, in concomitanza con l’aumento dei traffici<br />

commerciali, Aedes albopictus inizia il suo spostamento verso altri continenti:<br />

Africa, Americhe, Australia, mentre il primo avvistamento in Europa risale al<br />

1988 in Albania.<br />

Questa straor<strong>di</strong>naria abilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione è legata alla in<strong>di</strong>scriminata capacità <strong>di</strong><br />

utilizzare, per deporre le uova, tutto ciò che può contenere acqua; pertanto la<br />

riproduzione può avvenire in qualsivoglia contenitore: scatolette, sottovasi,<br />

vecchi secchi, contenitori abbandonati, tombini stradali ecc., anche se il più<br />

efficiente mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle uova si è rivelato essere il commercio dei<br />

copertoni d’auto.<br />

L’arrivo in Italia è datato 1990 al porto <strong>di</strong> Genova assieme ad un carico <strong>di</strong><br />

pneumatici usati proveniente dagli Stati Uniti d’America. Negli anni<br />

imme<strong>di</strong>atamente successivi, 1991-1993, la sua presenza si <strong>di</strong>ffonde ad altre<br />

regioni “seguendo” la rotta del commercio dei copertoni; in alcune aree la sua<br />

presenza risulterà essere stabile (Lombar<strong>di</strong>a e Veneto) in altre, in un primo<br />

momento, la “zanzara tigre” viene era<strong>di</strong>cata (Trentino, Toscana, Sardegna).<br />

Da quel momento il <strong>di</strong>ttero inizia una lenta, ma incessante colonizzazione che<br />

lo porta ad invadere praticamente la totalità del nostro Paese come <strong>di</strong>mostrano<br />

le successive cartine della figura 1.<br />

1997 2000 2003 2006<br />

Figura 1 – progressiva <strong>di</strong>ffusione (in ROSSO) in Italia<br />

(fonte Regione Veneto Piano Regionale <strong>di</strong> lotta alla “zanzara tigre” e <strong>di</strong> prevenzione della chikungunya)<br />

Focalizzando l’attenzione sulla nostra Regione si ha conferma che, nel corso<br />

<strong>degli</strong> anni, la progressiva <strong>di</strong>ffusione ha portato la “zanzara tigre” ad essere<br />

presente in tutte e sette le province venete (figura 2).<br />

- 8 -


- 9 -<br />

figura 2<br />

(fonte Regione Veneto Piano Regionale <strong>di</strong><br />

lotta alla “zanzara tigre” e <strong>di</strong> prevenzione<br />

della chikungunya)<br />

In figura è in<strong>di</strong>viduata con un cerchio<br />

l’Azienda ULSS 4 “Alto Vicentino”.<br />

Se invece allarghiamo il nostro orizzonte all’Europa (figura 3), possiamo notare<br />

come Aedes albopictus sia sostanzialmente presente in modo esteso solamente<br />

in Italia; tale situazione ci pone nello sgra<strong>di</strong>to ruolo <strong>di</strong> possibili <strong>di</strong>ffusori del<br />

<strong>di</strong>ttero agli altri paesi con i rischi, anche sanitari, che ciò comporta.<br />

figura 3 – <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus in Europa<br />

(fonte ECDC European Centre for Disease Prevention and Control – “Consultation on vector-related risk for<br />

chikungunya virus transmission in Europe”)


1.2 Cenni <strong>di</strong> biologia e ciclo <strong>di</strong> riproduzione<br />

L’eccezionale capacità <strong>di</strong>ffusiva <strong>di</strong> Aedes albopictus è dovuta principalmente al trasporto<br />

passivo delle uova 4 che vengono normalmente deposte appena sopra il pelo<br />

dell’acqua. Esse sono dotate <strong>di</strong> una particolare struttura che consente loro <strong>di</strong><br />

resistere al <strong>di</strong>sseccamento anche per parecchi mesi.<br />

Il periodo autunno-invernale, sfavorevole per la riproduzione, viene superato<br />

sottoforma <strong>di</strong> uova: quelle deposte dalle femmine dell’ultima generazione stagionale,<br />

sono in grado <strong>di</strong> ibernare attraverso una <strong>di</strong>apausa embrionale indotta dal fotoperiodo 5 .<br />

Per la loro schiusa è essenziale che vengano sommerse dall’acqua, ma anche che<br />

siano presenti altri fattori concomitanti tra cui la durata del fotoperiodo<br />

giornaliero (almeno 12 ore <strong>di</strong> luce) ed una temperatura me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> almeno 10° C.<br />

Dalla schiusa delle uova si sviluppano delle larve che attraverso quattro sta<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

crescita, e quattro mute, si trasformano in pupa. Dopo 48 ore “sfarfalla” la<br />

zanzara adulta. Trascorse altre 48 ore può avvenire l’accoppiamento, la<br />

femmina è quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> compiere il pasto <strong>di</strong> sangue in<strong>di</strong>spensabile alla<br />

maturazione delle uova, 40-80 per pasto <strong>di</strong> sangue, che verranno<br />

successivamente deposte.<br />

La durata dell’intero ciclo riproduttivo varia dai 10 giorni a più settimane ed è<br />

essenzialmente funzione della temperatura.<br />

La vita delle femmine adulte in laboratorio si prolunga fino a 4-6 settimane che<br />

si riducono a circa la metà in natura.<br />

1.3 Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> controllo<br />

I meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> controllo sono essenzialmente riconducibili:<br />

- alla riduzione dei focolai larvali;<br />

4 Romi R., Di Luca M., Severini F., Toma L. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002) Linee guida per la sorveglianza e il controllo<br />

della “zanzara tigre” Aedes albopictus Roma Pag. 10<br />

5 Romi R., Di Luca M., Severini F., Toma L. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002) Linee guida per la sorveglianza e il controllo<br />

della “zanzara tigre” Aedes albopictus Roma Pag. 10<br />

- 10 -


- agli interventi larvici<strong>di</strong>;<br />

- agli interventi adultici<strong>di</strong>.<br />

1.3.1 Riduzione dei focolai larvali<br />

La prima strategia <strong>di</strong> lotta appare scontata: avendo la “zanzara tigre” necessità<br />

<strong>di</strong> acqua per il ciclo riproduttivo… basterà non fargliela trovare.<br />

Spesso infatti la “zanzara tigre” che infesta il nostro giar<strong>di</strong>no l’alleviamo noi<br />

stessi. Questo perché Aedes albopictus, come già scritto, riesce a colonizzare<br />

tutte le raccolte <strong>di</strong> acqua, piccole o gran<strong>di</strong> che siano, che le lasciamo a<br />

<strong>di</strong>sposizione: dal vasetto abbandonato accidentalmente, al bidone dell’acqua<br />

per innaffiare l’orto, la fontana, il pozzetto <strong>di</strong> scarico della grondaia come<br />

evidenziato in figura 4.<br />

In realtà l’applicazione <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> controllo è molto più complicato <strong>di</strong><br />

quello che si pensi; alle volte anche interventi che rivelano la buona volontà<br />

delle persone possono dare origine ad ulteriori focolai <strong>di</strong> riproduzione come<br />

mostra l’immagine del bidone coperto con un telo sopra il quale si è formata<br />

una piccola raccolta d’acqua ideale per la riproduzione della zanzara.<br />

Figura 4 – potenziali focolai (fonte Archivio Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4)<br />

1.3.2 Interventi larvici<strong>di</strong><br />

Nei focolai permanenti o in cui non è possibile utilizzare altre forme <strong>di</strong> lotta, ad<br />

esempio la “messa in sicurezza” delle fontane me<strong>di</strong>ante l’introduzione dei pesci<br />

rossi ottimi <strong>di</strong>voratori <strong>di</strong> larve, devono essere impiegati insettici<strong>di</strong> larvici<strong>di</strong>.<br />

Il controllo delle forme larvali consente un’ottima efficacia con minori<br />

conseguenze ambientali; questo è il metodo utilizzato per trattare i tombini.<br />

Gli insettici<strong>di</strong> soli<strong>di</strong> - in pastiglie o granuli - o liqui<strong>di</strong> sono impiegati<br />

in<strong>di</strong>cativamente da aprile ad ottobre cioè durante il periodo in cui sono<br />

- 11 -


presenti le con<strong>di</strong>zioni meteo-climatiche che consentono la riproduzione del<br />

<strong>di</strong>ttero.<br />

La metodologia d’uso e la perio<strong>di</strong>cità dell’intervento varierà in base al tipo <strong>di</strong><br />

formulato commerciale usato; ad ogni buon conto dovranno essere seguite tutte<br />

le in<strong>di</strong>cazioni riportate sull’etichetta che accompagna il prodotto.<br />

Un aspetto importante da tenere presente è che più meto<strong>di</strong>camente vengono<br />

applicati i larvici<strong>di</strong> tanto minore sarà il ricorso agli insettici<strong>di</strong> adultici<strong>di</strong>, mentre<br />

un limite dell’applicazione <strong>di</strong> questi preparati è la necessità <strong>di</strong> ripetere i<br />

trattamenti nel caso <strong>di</strong> forti piogge che comportano il <strong>di</strong>lavamento della<br />

sostanza attiva.<br />

1.3.3 Interventi adultici<strong>di</strong><br />

Come in<strong>di</strong>ca il nome stesso, si tratta <strong>di</strong> una procedura <strong>di</strong> lotta che mira ad<br />

abbattere la popolazione adulta presente. Spesso questa prassi garantisce<br />

risultati temporanei ed insod<strong>di</strong>sfacenti. Inoltre ha un notevole impatto<br />

ambientale, andando a colpire in<strong>di</strong>stintamente tutti gli insetti presenti nell’area<br />

<strong>di</strong> trattamento.<br />

Si ritiene debba essere impiegata in situazioni <strong>di</strong> emergenza per ridurre<br />

rapidamente la popolazione <strong>di</strong> zanzare, riportando la densità entro limiti<br />

sopportabili ed avendo cura, prima, <strong>di</strong> ricercare e rimuovere i focolai <strong>di</strong><br />

infestazione.<br />

1.4 Evoluzione delle conoscenze nel tempo<br />

La caratteristica che ha portato agli onori delle cronache Aedes albopictus è<br />

sicuramente l’aggressività: la sua presenza comporta il <strong>di</strong>sagio-fasti<strong>di</strong>o<br />

provocato dalle punture e causa l’impossibilità <strong>di</strong> usufruire in libertà <strong>degli</strong><br />

spazi esterni delle abitazioni o dei giar<strong>di</strong>ni pubblici.<br />

Le conoscenze che hanno accompagnato l’inizio dell’infestazione in Italia<br />

caratterizzavano la “zanzara tigre” come una specie con spiccata attività <strong>di</strong>urna<br />

- 12 -


ed enofila, cioè prevalentemente esterna alle abitazioni, impossibilitata a volare<br />

fino ad altezze elevate, dotata <strong>di</strong> una scarsa capacità <strong>di</strong> spostamento dal luogo<br />

<strong>di</strong> riproduzione tanto che nei primi anni <strong>di</strong> presenza la colonizzazione delle<br />

città era “a macchia <strong>di</strong> leopardo”; il suo habitat era associato a luoghi freschi e,<br />

soprattutto, umi<strong>di</strong>. Relativamente alla possibilità <strong>di</strong> colonizzare il sud Italia si<br />

pensava che: “a latitu<strong>di</strong>ni più meri<strong>di</strong>onali invece, le con<strong>di</strong>zioni ambientali determinate<br />

dalle temperature me<strong>di</strong>e più elevate e dalla scarsità <strong>di</strong> precipitazioni durante i mesi<br />

estivi, rendono l’ambiente meno favorevole alla colonizzazione da parte <strong>di</strong> Ae.<br />

Albopictus o comunque limitato il suo sviluppo massivo 6 .<br />

1.4.1 Processo <strong>di</strong> adattamento<br />

Alcune <strong>di</strong> queste caratteristiche sono state mantenute nel tempo; per altre si è<br />

notato un mutamento. La capacità <strong>di</strong> spostamento dal luogo <strong>di</strong> riproduzione,<br />

all’inizio minima, è stato <strong>di</strong>mostrato abbia raggiunto il chilometro, anche se i<br />

dati sono contrastanti. Si riproduce molto efficacemente anche in luoghi<br />

fortemente assolati e poco umi<strong>di</strong> come, ad esempio, i parcheggi delle città o<br />

delle zone artigianali-industriali. Il fatto poi che essa abbia attività solamente<br />

<strong>di</strong>urna, enofila e che non sia in grado <strong>di</strong> salire ai piani alti delle abitazioni è<br />

contraddetto non solo da stu<strong>di</strong> sperimentali, ma anche dall’esperienza<br />

quoti<strong>di</strong>ana dei citta<strong>di</strong>ni residenti nelle città infestate.<br />

Infine, non possiamo non ricordare che le previsioni <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fficile “<strong>di</strong>scesa”<br />

verso l’Italia meri<strong>di</strong>onale sono state sconfessate totalmente (figura 1); per<br />

quest’aspetto c’è piuttosto da segnalare quanto riferito dal Dr. Andrea Drago 7<br />

nel corso dell’incontro avvenuto a Legnaro il 16/10/08 nella fase <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong><br />

materiale ed informazioni per la stesura della tesi: a Roma, dopo l’inizio della<br />

colonizzazione caratterizzata da una improvvisa e massiccia presenza, sembra<br />

che, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> qualche anno, la densità si attesti a livelli più modesti.<br />

6 Romi R.– (2001) “Aedes albopictus in Italia: un problema sanitario sottovalutato” Annali Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità –<br />

Vol. 37, n° 2 pag. 242<br />

7 Entomologo <strong>di</strong> Entostu<strong>di</strong>o snc Brugine (PD)<br />

- 13 -


1.4.2 Processo <strong>di</strong> infestazione<br />

Contro una così perfetta “macchina da guerra” poco sono valse le Or<strong>di</strong>nanze<br />

emesse da molte amministrazioni pubbliche. Questo anche in virtù della<br />

subdola strategia <strong>di</strong> infestazione adottata dal <strong>di</strong>ttero, <strong>di</strong> cui i citta<strong>di</strong>ni segnalano<br />

la presenza quando oramai l’unico obiettivo possibile della lotta è il<br />

contenimento, ma non certo l’era<strong>di</strong>cazione.<br />

Durante la prima fase dell’infestazione infatti i focolai sono in numero limitato<br />

ed anche la densità delle zanzare è bassa tanto da passare inosservata.<br />

Poi un po’ alla volta gli adulti si <strong>di</strong>ffondono sul territorio circostante attraverso<br />

il volo nella <strong>di</strong>rezione dei venti dominanti o grazie al “trasporto passivo” <strong>degli</strong><br />

adulti (e in questo caso termine mai si è rivelato più adatto) che spesso avviene<br />

dentro le auto che partono dalle zone infestate.<br />

Con l’aumento del numero <strong>di</strong> zanzare aumentano anche i focolai utilizzati per<br />

la riproduzione; comincia la colonizzazione dei tombini e la presenza <strong>di</strong>venta<br />

evidente agli abitanti.<br />

La conferma <strong>di</strong> questa strategia <strong>di</strong> infestazione e la descrizione puntuale della<br />

stessa si possono ritrovare in uno stu<strong>di</strong>o, unico nel suo genere, che ha coinvolto<br />

la città <strong>di</strong> Rovereto nell’ambito del quale è stato seguito il processo <strong>di</strong><br />

infestazione a partire dal 1996 anno <strong>di</strong> rilevazione della presenza <strong>di</strong> Aedes<br />

albopictus in una fabbrica <strong>di</strong> copertoni usati.<br />

Le conseguenze, riportate nelle conclusioni sono che l’era<strong>di</strong>cazione non è più<br />

un obiettivo possibile, che i provve<strong>di</strong>menti per limitare la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes<br />

albopictus sono sembrati inefficaci rispetto alla capacità della “zanzara tigre” <strong>di</strong><br />

colonizzare il territorio, che oramai è perseguibile solo la riduzione della<br />

molestia ed il rallentamento della <strong>di</strong>ffusione ottenibili, peraltro, solo attraverso<br />

una reale ed attiva partecipazione dei citta<strong>di</strong>ni.<br />

- 14 -


Di fronte a tale situazione <strong>di</strong>venta sempre più presente il rischio <strong>di</strong><br />

rassegnazione e <strong>di</strong> impotenza dei citta<strong>di</strong>ni che andrà contrastato soprattutto<br />

tenendo presenti i rischi sanitari che la presenza <strong>di</strong> “zanzara tigre” comporta.<br />

1.5 Aspetti sanitari<br />

Finora, abbiamo più volte associato la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus al <strong>di</strong>sturbo-<br />

<strong>di</strong>sagio provocato dal fatto <strong>di</strong> non poter usufruire <strong>degli</strong> spazi esterni e peggio<br />

dalle conseguenze della sue punture che in qualche caso ha comportato la<br />

necessità <strong>di</strong> ricorrere al Pronto Soccorso del presi<strong>di</strong>o ospedaliero, al Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina Generale o ai consigli del farmacista. In tal senso il Dr. Clau<strong>di</strong>o<br />

Venturelli 8 , e il Prof. Federico Maggioli 9 riportano i dati tratti dall’elaborazione<br />

<strong>di</strong> un questionario somministrato ad alcuni abitanti <strong>di</strong> due quartieri del<br />

cesenate: il 3,3% infatti <strong>degli</strong> intervistati auto<strong>di</strong>chiarano <strong>di</strong> essersi rivolti al Pronto<br />

soccorso a causa delle punture <strong>di</strong> questo insetto, il 5,7% al proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base e il<br />

2,4% al farmacista 10 .<br />

In realtà occupandoci <strong>di</strong> problematiche sanitarie collegate alla presenza <strong>di</strong><br />

“zanzara tigre” non possiamo non tener presente gli aspetti legati alla<br />

competenza <strong>di</strong> tale vettore nel trasmettere malattie infettive.<br />

1.5.1 Malattie infettive: generalità<br />

Le malattie infettive sono ancora la principale causa <strong>di</strong> morte del genere umano<br />

anche se ciò non vale per i paesi industrializzati dove, <strong>di</strong> fatto, sono scomparse<br />

grazie al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni igieniche sia all’applicazione <strong>di</strong> efficaci<br />

campagne <strong>di</strong> vaccinazione. Per alcune la trasmissione non è <strong>di</strong>retta, ma avviene<br />

attraverso veicoli (inanimati) o vettori (animati). Quest’ultimi “sono rappresentati<br />

8 Dipartimento Sanità Pubblica AUSL <strong>di</strong> Cesena<br />

9 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che Comparate Fac. Med. Veterinaria <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Teramo<br />

10 Venturelli C., Maggioli F. (2007) “Caratteristiche <strong>degli</strong> ambienti e presenza <strong>di</strong> zanzara tigre: indagine sui <strong>di</strong>versi<br />

ambiti inse<strong>di</strong>ativi nel territorio urbano” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara tigre. Atti del convegno. Cesena<br />

23 febbraio 2006 pag. 32<br />

- 15 -


da esseri viventi, per la maggior parte insetti, che dopo aver assunto i parassiti dalla<br />

sorgente li <strong>di</strong>sperdono nel mondo esterno o li inoculano <strong>di</strong>rettamente in un organismo<br />

sano 11 .<br />

Proprio per quest’aspetto preoccupa la presenza <strong>di</strong> “zanzara tigre” che risulta<br />

essere efficiente vettore <strong>di</strong> arbovirus: è stata <strong>di</strong>mostrata la sua competenza a trasmettere<br />

23 arbovirus. Nel continente <strong>di</strong> origine è vettore del virus della dengue.<br />

A tal proposito R. Romi 12 nel 2003 scriveva:<br />

l’entità del problema è spesso sottostimata dalle Autorità competenti, col risultato che la<br />

specie può raggiungere localmente densità preoccupanti. Tutto questo contribuisce a<br />

determinare una situazione <strong>di</strong> rischio sanitario che non può essere ignorata. Infatti,<br />

anche se in Italia il rischio che la zanzara tigre possa trasmettere arbovirus è<br />

attualmente solo teorico, non si può comunque del tutto escludere un evento accidentale<br />

legato alla temporanea importazione <strong>di</strong> serbatoi <strong>di</strong> infezione 13 .<br />

1.5.2 Epidemia <strong>di</strong> Chikungunya<br />

La previsione del dott. Romi ha trovato esatta conferma nell’estate 2007 con<br />

l’epidemia <strong>di</strong> questa malattia tropicale in un’area della costa romagnola tra<br />

Castiglione <strong>di</strong> Cervia e Castiglione <strong>di</strong> Ravenna.<br />

Chikungunya ovvero “l’uomo che cammina piegato”, proprio perché, oltre alla<br />

febbre che scompare dopo qualche giorno, la sintomatologia caratteristica è il<br />

forte dolore alle articolazioni che rende <strong>di</strong>fficile la deambulazione anche per<br />

lungo tempo; il decorso è assai raramente fatale.<br />

L’epidemia, come riscontrato dall’indagine epidemiologica, è stata causata dalla<br />

presenza <strong>di</strong> una persona infetta giunta in Italia, per visitare alcuni parenti, da<br />

un’area dell’In<strong>di</strong>a in cui tale malattia è endemica. Questo fatto unitamente<br />

11 Marin Prof.ssa Valeria - Laurea triennale in Tecniche della Prevenzione (percorso straor<strong>di</strong>nario) Corso integrato <strong>di</strong><br />

Igiene e me<strong>di</strong>cina del lavoro Dispense Insegnamento Epidemiologia delle malattie infettive<br />

12 R. Romi laboratorio <strong>di</strong> parassitologia Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />

13 Romi R. (2003) “Diffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus in Italia e analisi del rischio sanitario” SNOP Rivista della società<br />

nazionale <strong>degli</strong> operatori della prevenzione n° 61 pag. 26<br />

- 16 -


all’altissima densità <strong>di</strong> “zanzara tigre” (vettore) riscontrata nell’area in<br />

questione ha reso possibile l’epidemia che ha colpito circa 200 persone.<br />

1.5.3 Potenziali rischi sanitari<br />

Quanto successo deve suonare come un campanello dall’allarme in quanto, se<br />

chikungunya è <strong>di</strong> fatto una patologia benigna, Aedes albopictus è vettore <strong>di</strong><br />

malattie infettive ben più gravi i cui esiti, nel caso <strong>di</strong> complicanze, possono<br />

essere fatali come ad esempio la già citata dengue.<br />

L’aumento del rischio sanitario è legato a cause <strong>di</strong>fficilmente controllabili quali<br />

l’incremento <strong>degli</strong> spostamenti delle persone, l’amplificazione dei commerci <strong>di</strong><br />

materiali e merci o ai cambiamenti climatici (“Vengono confermati per i periodo<br />

1956-2004, anche a livello locale, trend globali che descrivono le precipitazioni in<br />

<strong>di</strong>minuzione e le temperature in aumento” 14 ).<br />

Accanto a questi fattori, altri ancora devono essere oggetto <strong>di</strong> attenzione da<br />

parte delle Autorità che non possono, almeno, non tentare <strong>di</strong> governare tali<br />

variabili: appare infatti certo dalle indagini svolte in Emilia Romagna che,<br />

determinante per lo sviluppo dell’epidemia <strong>di</strong> chikungunya, è stata l’elevata<br />

densità <strong>di</strong> “zanzara tigre” presente nell’area. E’ quin<strong>di</strong> necessario intervenire<br />

sistematicamente attraverso una capillare opera <strong>di</strong> informazione e formazione<br />

dei citta<strong>di</strong>ni perché <strong>di</strong>ventino necessariamente attori attivi della prevenzione al<br />

fine <strong>di</strong> rendere possibile l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre la densità <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>ttero che<br />

non risulta più solo fasti<strong>di</strong>oso.<br />

14 www.arpa.veneto.it Barbi A., Chiaudani A., Delillo I., Borin M., Berti A. “Andamenti agroclimatici nella regione<br />

Veneto nel periodo 1956-2004 accesso 19/10/2008<br />

- 17 -


- 18 -


CAPITOLO 2<br />

QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO<br />

Nel capitolo dopo un’analisi generica sulle numerose normative nazionali e regionali<br />

che riguardano più o meno specificatamente la lotta ad Aedes albopictus si<br />

approfon<strong>di</strong>sce la problematica circa le competenze dei vari Enti coinvolti (Regione,<br />

Azienda ULSS, Comuni) al fine <strong>di</strong> definire il quadro attualmente in vigore nella<br />

regione Veneto.<br />

In relazione alle problematiche inerenti alla lotta ad Aedes albopictus nelle due<br />

tabelle (1 e 2) sono riportate le principali normative <strong>di</strong> riferimento promulgate<br />

nel corso <strong>degli</strong> anni.<br />

Provve<strong>di</strong>menti STATALI Data Titolo<br />

Circolare n° 13 Ministero della<br />

Sanità<br />

19/07/91<br />

Circolare n° 42 Ministero della<br />

Sanità<br />

25/10/93<br />

Direttiva 98/8/UE 16/02/1998 relativa all’immissione sul mercato dei bioci<strong>di</strong><br />

Decreto Legislativo n°174 25/02/2000<br />

Attuazione della <strong>di</strong>rettiva 98/8/CE in materia <strong>di</strong> immissione sul<br />

mercato <strong>di</strong> bioci<strong>di</strong><br />

Decreto Presidente Consiglio<br />

dei Ministri<br />

29/11/2001 Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza LEA<br />

Nota Ministero della salute 2006 Sorveglianza della chikungunya<br />

Tabella 1<br />

Provve<strong>di</strong>mento REGIONALI Data Titolo<br />

Legge Regionale 5 03/02/96 Piano socio sanitario regionale 1996-98<br />

programma <strong>di</strong> sorveglianza e controllo Aedes albopictus e la<br />

Delibera Giunta Regionale 1481 22/04/1997 conduzione dell'indagine sui culici<strong>di</strong> antropofili delle aree litoranee …<br />

sperimentazione triennale<br />

Delibera Giunta Regionale 936 20/04/2001 programma <strong>di</strong> sorveglianza e controllo Aedes albopictus …<br />

Piano triennale Servizi Igiene e Sanità Pubblica afferenti ai<br />

Delibera Giunta Regionale 2093 02/08/2002 Dipartimenti <strong>di</strong> Prevenzione delle Aziende ULSS del veneto –<br />

approvazione impegno <strong>di</strong> spesa<br />

Delibera Giunta Regionale 2204 09/08/2002<br />

Secondo programma <strong>di</strong> sorveglianza e controllo regionale della<br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus (zanzara tigre) e altri culici<strong>di</strong> antropofili<br />

Piano triennale dei Servizi <strong>di</strong> Igiene e Sanità Pubblica (SISP) afferenti ai<br />

Delibera Giunta Regionale 3015 10/10/2003 Dipartimenti <strong>di</strong> Prevenzione delle Aziende ULSS del Veneto - schede<br />

tecniche specifiche e trasversali - approvazione<br />

Delibera Giunta Regionale 3846 03/12/2004 Pianificazione triennale della prevenzione 2005-2007 - approvazione<br />

Delibera Giunta Regionale 324 12/02/2006<br />

Linee guida per l'organizzazione e la gestione delle attività <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da ratti e zanzare<br />

Delibera Giunta Regionale 2178 08/08/2008<br />

Programma per l’organizzazione e la gestione delle attività <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da zanzara tigre - impegno <strong>di</strong> spesa<br />

Tabella 2<br />

Come si può notare alcune normative sono essenzialmente <strong>di</strong> programmazione<br />

sanitaria: i Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza (LEA) o il Piano socio-sanitario<br />

- 19 -


egionale del 1996, il quale anche se datato è attualmente in vigore, o i Piani<br />

Triennali dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica.<br />

Altre sono state emanate proprio in funzione della crescente <strong>di</strong>ffusione della<br />

“zanzara tigre” nel Paese: citiamo le prime circolari del Ministero della Sanità<br />

del 1991 e 1993, nonché le numerose Delibere <strong>di</strong> Giunta Regionale che si sono<br />

susseguite a partire dal 1997.<br />

Nella sostanza tutte sono servite per delineare azioni <strong>di</strong> controllo e stu<strong>di</strong>o<br />

dell’infestante, nonché per pianificare l’attività <strong>degli</strong> Enti interessati.<br />

Diverse norme invece non riguardano <strong>di</strong>rettamente Aedes albopictus, ma la<br />

loro applicazione ha influenzato le metodologie adottate per il suo<br />

contenimento: per tutte segnaliamo la Direttiva 98/8/UE “Bioci<strong>di</strong>” e il collegato<br />

Decreto Legislativo 174/00 <strong>di</strong> recepimento. L’applicazione <strong>di</strong> tali provve<strong>di</strong>menti<br />

ha comportato la revoca <strong>di</strong> molte sostanze attive usate nella <strong>di</strong>sinfestazione<br />

civile. La ricaduta pratica è stato il ritiro dal commercio <strong>di</strong> numerosi Presi<strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>co Chirurgici ampiamente utilizzati, sia per il loro basso costo sia per la<br />

loro efficacia, nella lotta larvicida e adulticida al <strong>di</strong>ttero.<br />

L’obiettivo del lavoro non è certo quello <strong>di</strong> analizzare ognuna delle norme che<br />

ci serviranno invece per illustrare e delineare il quadro delle competenze<br />

previsto nella Regione Veneto in tema <strong>di</strong> lotta alla “zanzara tigre”.<br />

2.1 I Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza (LEA)<br />

Le basi <strong>di</strong> qualsivoglia provve<strong>di</strong>mento regionale <strong>di</strong> programmazione sanitaria<br />

non possono essere che i Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza (LEA). Con apposito<br />

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) lo Stato, <strong>di</strong> concerto<br />

con le Regioni, stabilisce le prestazioni garantite e tutti i citta<strong>di</strong>ni dal Sistema<br />

Sanitario Nazionale.<br />

- 20 -


Attualmente, si deve far riferimento al DPCM del 2001 in quanto quello<br />

dell’aprile scorso è stato ritirato anche se pare sia in via <strong>di</strong> definizione un<br />

nuovo decreto.<br />

Ad ogni buon conto non pare verrà stravolta l’impostazione data nel 2001 per<br />

quanto riguarda la “Prevenzione collettiva e sanità pubblica”, che comprende le<br />

attività e le prestazioni volte a tutelare la salute e la sicurezza della comunità da<br />

rischi infettivi, ambientali, legati alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro, correlati agli stili <strong>di</strong><br />

vita.<br />

L’area <strong>di</strong> intervento entro cui ricadono le iniziative per il contenimento della<br />

“zanzara tigre” fa riferimento alla sorveglianza, prevenzione e controllo delle<br />

malattie infettive.<br />

Nella sostanza il Servizio Sanitario Nazionale (quin<strong>di</strong> le Aziende ULSS)<br />

dovrebbe garantire le attività <strong>di</strong> vigilanza igienica (e non esecuzione) sugli<br />

interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione, l’attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento tra gli<br />

Enti e le Amministrazioni coinvolte e la perio<strong>di</strong>ca comunicazione con i citta<strong>di</strong>ni.<br />

2.2 I provve<strong>di</strong>menti regionali<br />

All’interno del solco tracciato dai LEA deve quin<strong>di</strong> muoversi la<br />

programmazione regionale anche nel campo specifico della <strong>di</strong>sinfestazione.<br />

Il vecchio piano socio-sanitario approvato nel 1996, ma ancora in vigore,<br />

prevedeva all’art. 12 la razionalizzazione delle risorse dell’Azienda ULSS e<br />

<strong>degli</strong> Enti locali, definendo le funzioni <strong>di</strong> vigilanza igienico sanitaria <strong>di</strong> specifica<br />

competenza:<br />

- ai Comuni spettano le verifiche <strong>di</strong> I° livello, attinenti al Regolamento<br />

Comunale <strong>di</strong> Igiene<br />

- al Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione (Azienda ULSS) competono le verifiche <strong>di</strong><br />

II° livello.<br />

Inoltre il Piano riconosce alla municipalità locale la funzione <strong>di</strong> conoscenza e<br />

gestione del proprio territorio.<br />

- 21 -


Questa linea operativa ha trovato conferma nelle Delibere <strong>di</strong> Giunta Regionale<br />

(DGR) n° 2093/02 (Piano triennale dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica 2002-<br />

2004), n° 3015/03 (piano triennale dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica) e n°<br />

3846/04 (Pianificazione triennale della prevenzione 2005-2007).<br />

Di più, in relazione alle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione nella premessa<br />

la DGR n° 324 del 14/02/2006 “Linee guida per l’organizzazione e la gestione<br />

delle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da ratti e zanzare” specifica che,<br />

sulla base della DGR n° 2093/02, venne costituito un gruppo <strong>di</strong> lavoro con esperti <strong>di</strong><br />

varie Aziende ULSS con l’obiettivo <strong>di</strong> valutare, ridefinire ed orientare l’impegno dei<br />

soggetti a vario titolo coinvolti nelle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da ratti e<br />

zanzare e che, in relazione alla DGR n° 3015/03, viene prevista la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />

linee guida aventi lo scopo <strong>di</strong> determinare le linee entro cui le Amministrazioni<br />

(Regione, Aziende ULSS, Comuni) ed altri Enti dovranno operare per la progettazione,<br />

esecuzione e gestione dei servizi <strong>di</strong> lotta agli infestanti sul suolo pubblico. Inoltre con<br />

la scheda tecnica 1.5 “Vigilanza igienica sulle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione,<br />

<strong>di</strong>sinfestazione e derattizzazione” (allegato 5 alla DGR n° 3015/03) vennero già<br />

in<strong>di</strong>viduati compiti, competenze e prospettive <strong>di</strong> lavoro e, al punto relativo agli<br />

“Aspetti <strong>di</strong> comunicazione e coinvolgimento dell’utente”, precisato che tale<br />

ruolo spetta ai Servizi Igiene e Sanità Pubblica.<br />

La conclusione del processo organizzativo vede la luce con l’approvazione della<br />

già citata Delibera Giunta Regionale n° 324/06.<br />

In riferimento a tale norma si riportano le conclusioni relative ai <strong>di</strong> compiti<br />

Regione, Azienda ULSS e Comuni presentate dal Direttore del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Prevenzione dell’Azienda ULSS 4 “Alto Vicentino” durante il Convegno:<br />

Disinfestazione urbana meto<strong>di</strong> e strumenti nuove proposte, che si è tenuto il<br />

20/02/2007 a Montecchio Precalcino (VI):<br />

Compiti della Regione:<br />

- sorveglianza epidemiologica malattie trasmissibili<br />

- pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> linee guida<br />

- monitoraggio generale dei programmi <strong>di</strong> lotta e verifica loro efficacia<br />

- 22 -


- supporto alle attività <strong>di</strong> informazione alla popolazione<br />

- supporto alle attività <strong>di</strong> formazione agli operatori<br />

Compiti delle Aziende ULSS evoluzione da intervento <strong>di</strong>retto a ruolo <strong>di</strong><br />

coor<strong>di</strong>namento:<br />

- ricercare alleanze e offrire una attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento agli Enti e<br />

Amministrazioni a vario titolo coinvolte;<br />

- mettere a <strong>di</strong>sposizione il personale tecnico specializzato per l’attività <strong>di</strong><br />

coor<strong>di</strong>namento e le azioni <strong>di</strong> supporto alle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione condotte<br />

dai Comuni;<br />

- proporre il capitolato speciale ed in<strong>di</strong>viduare i livelli <strong>di</strong> attività in riferimento<br />

alle esigenze del territorio; (Collaborare con gli Enti e Amministrazioni a vario<br />

titolo coinvolte, per la stesura del capitolato)<br />

- effettuare la vigilanza igienico sanitaria (valutazione della sicurezza, verifica<br />

dei principi attivi, etc.);<br />

- valutare l’efficacia delle campagne <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione anche ai fini <strong>di</strong> un<br />

rior<strong>di</strong>namento dei programmi <strong>di</strong> intervento;<br />

- pre<strong>di</strong>sporre per il gruppo tecnico <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento una relazione annuale<br />

Compiti dei Comuni:<br />

- partecipare alle iniziative coor<strong>di</strong>nate tra Enti (per es. attività <strong>di</strong> formazione)<br />

- censire le aree oggetto <strong>di</strong> infestazione<br />

- approvare eventuale capitolato d’appalto e i livelli <strong>di</strong> attività<br />

- in<strong>di</strong>viduare le aree da sottoporre a <strong>di</strong>sinfestazione<br />

- finanziare gli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione<br />

- verificare le attività in conformità al capitolato<br />

Inoltre, sono state illustrate altre attività <strong>di</strong> competenza dell’azienda ULSS 4:<br />

- effettuare campagne mirate per particolari infestazioni con osservatorio della<br />

problematica<br />

- 23 -


- effettuare la <strong>di</strong>sinfestazione per le strutture dell’AULSS<br />

- assicurare il compito formativo/informativo sulle tematiche della <strong>di</strong>sinfezione,<br />

<strong>di</strong>sinfestazione e derattizzazione<br />

- effettuare la sorveglianza epidemiologica delle patologie infettive in cui vi<br />

siano dei vettori potenziali<br />

2.3 Il protocollo Chikungunya<br />

A seguito dell’epidemia <strong>di</strong> questa malattia “tropicale” che ha colpito la vicina<br />

costa romagnola nell’estate 2007, la regione Veneto, nell’emanare la recente<br />

Delibera Giunta Regionale n° 2178 del 08/08/2008, ha confermato<br />

l’impostazione che prevede un’evoluzione dei compiti della Azienda ULSS da<br />

“esecutrice” a “coor<strong>di</strong>natrice”. Il Piano regionale <strong>di</strong> lotta alla zanzara tigre e <strong>di</strong><br />

prevenzione della chikungunya infatti nello stabilire come obiettivi <strong>di</strong> piano la<br />

riduzione e il mantenimento a bassi livelli dell’infestazione <strong>di</strong> “zanzara tigre”<br />

nonchè l’in<strong>di</strong>viduazione precoce dei casi della malattia, ha anche precisato che,<br />

in caso <strong>di</strong> allerta, spettino al Servizio Igiene e Sanità Pubblica il compito <strong>di</strong><br />

coor<strong>di</strong>namento, mentre al Sindaco l’esecuzione <strong>di</strong> aspetti più pratici tra i quali<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione della Ditta <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione e l’esecuzione dei trattamenti.<br />

- 24 -


CAPITOLO 3<br />

AZIENDA ULSS 4 “ALTO VICENTINO”: LA PRESENZA DI AEDES<br />

ALBOPITUS E GLI STRUMENTI PER IL CONTENIMENTO DELLA<br />

DIFFUSIONE – ESPERIENZE DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE<br />

Nella prima parte del capitolo si presenteranno gli strumenti pre<strong>di</strong>sposti dall’Azienda<br />

ULSS 4 ed i Comuni del territorio <strong>di</strong> competenza per organizzare le attività <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sinfestazione e <strong>di</strong> vigilanza.<br />

Nella seconda parte vengono invece brevemente descritte le iniziative <strong>di</strong> informazione<br />

e comunicazione attuate dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica con un breve valutazione<br />

dei risultati ottenuti.<br />

3.1 Provve<strong>di</strong>menti Azienda ULSS–Comuni per il contenimento<br />

Anticipando <strong>di</strong> qualche anno le previsioni regionali, il Servizio Igiene e Sanità<br />

Pubblica, afferente al Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione, ha proposto alla<br />

Conferenza dei Sindaci due documenti che governano i rapporti tra le<br />

Amministrazioni in merito all’organizzazione delle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione.<br />

3.1.1 L’Atto <strong>di</strong> Intesa<br />

Il documento risale al 2002 e fu messo a punto espressamente al fine <strong>di</strong> ricercare<br />

una forma organizzativa stabile tra le amministrazioni in relazione alla<br />

problematica “zanzara tigre”.<br />

L’Atto, prendendo spunto dalla progressiva estensione dell’infestazione <strong>di</strong><br />

Aedes albopictus nel territorio <strong>di</strong> competenza (figura 5) e del fatto che in<br />

Aziende ULSS limitrofe la presenza del <strong>di</strong>ttero stava comportando notevoli<br />

<strong>di</strong>sagi alla popolazione soprattutto in termini <strong>di</strong> usufruibilità delle aree esterne<br />

(giar<strong>di</strong>ni privati, ma anche parchi gioco), si poneva l’obiettivo <strong>di</strong> contenere la<br />

presenza <strong>di</strong> “zanzara tigre” e <strong>di</strong>minuire i fasti<strong>di</strong> alle persone.<br />

- 25 -


figura 5: ROSSO aree infestate; AZZURRO area era<strong>di</strong>cata<br />

(fonti : 1998 Regione Veneto Piano sorveglianza e controllo della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus e dei culici<strong>di</strong><br />

antropofili delle aree litoranee - 2001 Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4 )<br />

I punti salienti proponevano:<br />

Azienda ULSS:<br />

- ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e consulenza circa gli aspetti tecnici dell’attuazione<br />

della lotta larvicida – formazione del personale dei Comuni<br />

- effettuazione delle verifiche <strong>di</strong> efficacia dei trattamenti eseguiti<br />

- relazione alle Amministrazioni interessate sull’andamento del progetto<br />

- presenza ad eventuali incontri con la popolazione<br />

- fornitura <strong>di</strong> materiale informativo (manifesti e volantini) per la popolazione<br />

forniti dalla regione o pre<strong>di</strong>sposti <strong>di</strong>rettamente<br />

- vigilanza sulle <strong>di</strong>tte <strong>di</strong> gommisti<br />

- attività <strong>di</strong> front-office verso i citta<strong>di</strong>ni nel caso <strong>di</strong> telefonate<br />

- collocazione a tempo, praticamente pieno, <strong>di</strong> un operatore <strong>di</strong> riferimento<br />

Comuni:<br />

Schio<br />

Thiene<br />

Furono sud<strong>di</strong>visi in quattro categorie, sulla base delle conoscenze <strong>di</strong>sponibili, in<br />

funzione del fatto <strong>di</strong> essere infestati, potenzialmente infestabili, a basso o nullo<br />

rischio <strong>di</strong> infestazione. I compiti assegnati furono:<br />

- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un responsabile-referente delle azioni e dei rapporti con le<br />

<strong>di</strong>tte, la popolazione e l’Azienda ULSS<br />

1998 2001<br />

- 26 -<br />

Schio<br />

Thiene


- effettuazione dei trattamenti nei focolai non rimovibili presenti nelle aree<br />

pubbliche (nella sostanza le ca<strong>di</strong>toie stradali) con assunzione <strong>degli</strong> oneri<br />

economici<br />

- mettere a <strong>di</strong>sposizione e <strong>di</strong>stribuire materiale informativo ai citta<strong>di</strong>ni<br />

- organizzare eventuali incontri con la popolazione<br />

- attività <strong>di</strong> front-office verso i citta<strong>di</strong>ni<br />

L’accordo tra la <strong>di</strong>rezione Aziendale ULSS 4 e l’Esecutivo dei Sindaci fu<br />

formalizzato alle amministrazioni con la nota prot. 13011 del 20/06/2002 a firma<br />

del Presidente della Conferenza dei Sindaci (allegato 1).<br />

3.1.2 Il Regolamento per la gestione delle segnalazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo-<strong>di</strong>sagio<br />

causato dalla detenzione <strong>di</strong> animali e dalla presenza <strong>di</strong> animali infestanti<br />

(allegato 2 estratto)<br />

Alla luce della positiva esperienza avviata con l’Atto <strong>di</strong> Intesa in relazione alla<br />

fattiva collaborazione tra le amministrazioni, nel 2004 si giunse<br />

all’approvazione del Regolamento in questione nella seduta della Conferenza<br />

dei Sindaci del 24 marzo.<br />

Il documento ha certamente un “respiro” più generale rispetto all’Atto <strong>di</strong><br />

Intesa ed è stato pre<strong>di</strong>sposto per dare attuazione al dettato dei Livelli Essenziali<br />

<strong>di</strong> Assistenza del 2001 e al Piano Socio-Sanitario della regione Veneto del 1996.<br />

Infatti all’art. 18 precisa nel dettaglio i compiti dei Comuni ed dell’Azienda<br />

Sanitaria, in relazione alle verifiche <strong>di</strong> I° e II° livello al fine <strong>di</strong> una<br />

razionalizzazione delle risorse; per la <strong>di</strong>sinfestazione all’art. 17 propone delle<br />

Schede Tecniche (<strong>di</strong> cui due specifiche per le zanzare) sulla corretta esecuzione<br />

<strong>di</strong> trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione che, come previsto dal Regolamento stesso,<br />

sono già state aggiornate un paio <strong>di</strong> volte; ultima lo scorso mese.<br />

Pur in presenza <strong>di</strong> questi due strumenti organizzativi, <strong>di</strong> una sempre più<br />

efficiente pianificazione dei trattamenti larvici<strong>di</strong> da parte dei Comuni e <strong>di</strong> una<br />

costante collaborazione tra il Servizio Igiene e Sanità Pubblica e i referenti<br />

- 27 -


Schio<br />

figura 6: ROSSO aree infestate<br />

2004<br />

Thiene<br />

(fonti : 2004 Annali <strong>di</strong> igiene - 2007 Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4 )<br />

comunali, la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus si è progressivamente estesa ha tutte<br />

le zone pianeggianti del territorio dell’Azienda ULSS 4 (figura 6).<br />

3.1.3 Emergenza Chikungunya: l’Or<strong>di</strong>nanza<br />

Come già ampiamente spiegato, l’epidemia <strong>di</strong> chikungunya ha fatto scattare un<br />

campanello <strong>di</strong> allarme circa i potenziali rischi sanitari che la presenza <strong>di</strong><br />

“zanzara tigre” può comportare.<br />

Proprio per questo, nel corso del corrente anno, il Servizio Igiene e Sanità<br />

Pubblica in collaborazione con alcuni referenti comunali ha proposto il testo <strong>di</strong><br />

un’Or<strong>di</strong>nanza (allegato 3) quale ulteriore strumento, per la riduzione della<br />

densità <strong>di</strong> Aedes albopictus; l’atto amministrativo è stato adottato da ventotto<br />

Sindaci su trentadue e questo permette ora d’avere uno strumento omogeneo,<br />

su tutto il territorio <strong>di</strong> competenza, per il controllo.<br />

- 28 -<br />

Schio<br />

2007<br />

Thiene


3.2 Esperienze <strong>di</strong> informazione e formazione<br />

Parallelamente all’attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, il Servizio Igiene e Sanità Pubblica<br />

ha cercato <strong>di</strong> lavorare alacremente sul piano dell’informazione e formazione dei<br />

citta<strong>di</strong>ni e del personale dei Comuni.<br />

Per poter gestire al meglio tali attività il Servizio ha curato nel corso <strong>degli</strong> anni<br />

la formazione del proprio personale, non lesinando risorse per far partecipare i<br />

tecnici ai corsi organizzati dalla Regione Veneto nell’ambito dei Piani triennali,<br />

ma anche a convegni, mostre, incontri organizzati da Enti, società nel Veneto o<br />

in altre Regioni.<br />

3.2.1 Comuni<br />

Fin dall’inizio dell’infestazione <strong>di</strong> “zanzara tigre”, nel corso dei primi anni ’90,<br />

il personale del Servizio ha sempre fornito supporto tecnico-pratico alle<br />

amministrazioni.<br />

Questo compito è <strong>di</strong>venuto via via più impellente con la progressiva <strong>di</strong>ffusione<br />

ed intensificazione della presenza del <strong>di</strong>ttero che ha imposto ai Comuni la<br />

necessità <strong>di</strong> effettuare i trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione, con l’impiego <strong>di</strong> operai<br />

comunali o ricorrendo a Ditte <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione.<br />

Proprio per permettere ai tecnici dei comuni <strong>di</strong> poter condurre al meglio le<br />

nuove incombenze e tenuto anche conto del passaggio <strong>di</strong> competenze<br />

formalizzato con l’approvazione del Regolamento citato (il Comune svolge le<br />

verifiche <strong>di</strong> I° livello), il Servizio ha proposto due corsi <strong>di</strong> formazione negli<br />

anni 2004 e 2005.<br />

Il primo è stato tenuto da personale dell’Ufficio Disinfestazione (allegato 4 il<br />

programma), ha riguardato essenzialmente la lotta alla “zanzara tigre” ed ai<br />

ratti, vi hanno partecipato una trentina tra tecnici ed operai comunali.<br />

Accanto alla trattazione teorica in aula si è affiancata una simulazione pratica<br />

che ha permesso <strong>di</strong> veder attuati gli interventi proposti in aula.<br />

- 29 -


Obiettivo del secondo corso è stato fornire un’ampia panoramica sia <strong>degli</strong><br />

infestanti urbani sia dei problemi connessi all’uso <strong>di</strong> prodotti chimici (allegato 5<br />

il programma).<br />

Le relazioni sono state svolte da figure professionali interne al Dipartimento <strong>di</strong><br />

Prevenzione e dal Dr. Simone Martini 15 referente regionale per la<br />

<strong>di</strong>sinfestazione.<br />

Il corso ha visto la partecipazione <strong>di</strong> oltre quaranta tra tecnici ed operai<br />

comunali.<br />

Con questi due momenti <strong>di</strong> formazione si pensa d’aver fornito le conoscenze <strong>di</strong><br />

base perché i Comuni possano gestire i compiti a loro affidati e per garantire<br />

l’omogeneità <strong>di</strong> intervento.<br />

Sempre per dar compimento al coor<strong>di</strong>namento il Servizio Igiene e Sanità<br />

Pubblica convoca perio<strong>di</strong>che riunioni (otto a partire dal 2002 16 ) <strong>di</strong> confronto e<br />

aggiornamento con le Amministrazioni a cui vengono invitati, oltre ai referenti<br />

comunali per le attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione, Sindaci ed Assessori all’ecologia.<br />

Altri momenti <strong>di</strong> formazione del personale dei Comuni possono venire attuati<br />

me<strong>di</strong>ante l’esecuzione <strong>di</strong> sopralluoghi congiunti nel caso <strong>di</strong> segnalazioni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sagio da parte dei citta<strong>di</strong>ni. Come già precisato la normativa pone a carico dei<br />

Comuni le verifiche <strong>di</strong> I° livello che consistono nella verifica della situazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbo segnalata e del rispetto dei Regolamenti Comunali vigenti.<br />

E’ prassi che almeno per i primi controlli, su richiesta del comune interessato, le<br />

verifiche “in campo” vengano effettuate anche da personale dell’Ufficio<br />

Disinfestazione e dell’amministrazione.<br />

Questo consente <strong>di</strong> rendere il personale comunale, nel giro <strong>di</strong> breve tempo, più<br />

autonomo.<br />

15 Entomologo <strong>di</strong> Entostu<strong>di</strong>o snc - Brugine (PD)<br />

16 Dato: Servizio Igiene e Sanità Pubblica Azienda ULSS 4 “Alto Vicentino”<br />

- 30 -


3.2.2 Comunità – Scuola<br />

Un altro ambito in cui si è cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere informazioni sono state le<br />

comunità intese come scuole, asili nido e case <strong>di</strong> riposo in quanto a più riprese<br />

erano giunte segnalazioni <strong>di</strong> massicce infestazioni <strong>di</strong> “zanzara tigre” tanto da<br />

rendere problematico poter usufruire <strong>degli</strong> spazi esterni <strong>di</strong> alcune strutture.<br />

In questo caso il Servizio Igiene e Sanità Pubblica ha segnalato ai Comuni il<br />

fenomeno e pre<strong>di</strong>sposto delle in<strong>di</strong>cazioni (allegato 6) la cui notifica è stata<br />

demandata ai Sindaci in quanto hanno perio<strong>di</strong>ci contatti con queste realtà che,<br />

alle volte, gestiscono.<br />

Pare che questa semplice iniziativa sia stata efficace in quanto le segnalazioni<br />

all’Ufficio Disinfestazione sono ora rare.<br />

In relazione ad interventi <strong>di</strong> formazione nelle scuole il Servizio non ha al<br />

momento strutturato alcun progetto pur avendo preparato alla fine 2003 una<br />

giuda <strong>di</strong>dattica per insegnanti (allegato 7 - la copertina) che accompagnava una<br />

video-cassetta pre<strong>di</strong>sposta dalla Regione Veneto.<br />

Anche in questo caso si è demandato al personale dei Comuni il coinvolgimento<br />

delle scuole poste sul loro territorio. Si è peraltro verificato che, in alcuni casi, il<br />

materiale è stato semplicemente fatto pervenire alle scuole, mentre in altre<br />

Amministrazioni il personale si è recato in alcune classi tenendo alcune ore <strong>di</strong><br />

lezione.<br />

3.2.3 Citta<strong>di</strong>nanza<br />

L’Ufficio <strong>di</strong>sinfestazione ha cercato <strong>di</strong> attuare varie iniziative spesso più <strong>di</strong><br />

informazione che <strong>di</strong> comunicazione verso l’utenza.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> manifesti e pieghevoli informativi, in<br />

collaborazione con i Comuni, realizzati dalla Regione Veneto (2002), prodotti<br />

dall’Azienda sanitaria (2003), nonché l’ultima campagna del 2008 per <strong>di</strong>vulgare<br />

- 31 -


informazioni anche sui i possibili rischi sanitari dovuti alla capacità della<br />

“zanzara tigre” <strong>di</strong> trasmettere malattie infettive.<br />

Nella scorsa primavera il manifesto e i volantini sono stati inviati anche ai<br />

Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale, ai pe<strong>di</strong>atri, ai Farmacisti ritenendoli i soggetti<br />

“più vicini” ai citta<strong>di</strong>ni e, quin<strong>di</strong>, in grado fornir loro informazioni.<br />

Al fine <strong>di</strong> verificare l’efficacia <strong>di</strong> questi canali informativi, il Servizio Igiene e<br />

Sanità Pubblica ha somministrato un questionario (allegato 8), nel corso <strong>di</strong> una<br />

riunione <strong>di</strong> aggiornamento, a me<strong>di</strong>ci, pe<strong>di</strong>atri e, telefonicamente, ad un<br />

campione casuale <strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ci farmacisti.<br />

Le risposte sono state elaborate e i risultati sono riportati in tabella 3.<br />

Ha ricevuto tale materiale?<br />

Lo ha esposto?<br />

Qualche paziente le ha chiesto notizie?<br />

Gli utenti hanno ritirato i pieghevoli?<br />

Ritiene adeguata la sua conoscenza …<br />

Tabella 3 (fonte Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4)<br />

Appare chiaro che, se a livello <strong>di</strong> informazione l’iniziativa è stata positiva (il<br />

materiale è stato ritirato dai citta<strong>di</strong>ni), a livello <strong>di</strong> comunicazione emerge<br />

qualche perplessità in più nel definire efficace il progetto (pochi hanno chiesto<br />

notizie); ma quello che più ha colpito è la richiesta <strong>di</strong> aggiornamento specifico<br />

in quanto la preparazione sulle malattie trasmesse da zanzara è stata auto-<br />

giu<strong>di</strong>cata non adeguata.<br />

QUESITO<br />

Ci in<strong>di</strong>chi le modalità con cui vorrebbe ricevere approfon<strong>di</strong>menti<br />

Me<strong>di</strong>ci e Pe<strong>di</strong>atri<br />

Farmacisti<br />

lettera<br />

40<br />

12<br />

Per quanto riguarda la comunicazione con gli utenti, le metodologie sono<br />

invece riconducibili all’attività <strong>di</strong> front-office durante la quale vengono fornite<br />

le in<strong>di</strong>cazioni sulle corrette tecniche <strong>di</strong> lotta alla zanzara tigre (rimozione dei<br />

- 32 -<br />

Corso<br />

28<br />

3<br />

SI<br />

92<br />

89<br />

34<br />

79<br />

23<br />

Me<strong>di</strong>ci e<br />

Pe<strong>di</strong>atri<br />

22<br />

1<br />

NO<br />

5<br />

5<br />

62<br />

12<br />

75<br />

lezione<br />

SI<br />

14<br />

14<br />

9<br />

14<br />

3<br />

Farmacisti<br />

Non<br />

interessa<br />

5<br />

1<br />

NO<br />

0<br />

0<br />

5<br />

0<br />

11


focolai, trattamenti larvici<strong>di</strong>) e agli incontri con la popolazione organizzatati<br />

abitualmente dalle amministrazioni comunali, al fine <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> favorire la<br />

collaborazione dei citta<strong>di</strong>ni nella lotta. Purtroppo, in quest’ultimo caso la<br />

partecipazione è risultata quasi sempre molto scarsa, anche in presenza <strong>di</strong><br />

massicce infestazioni <strong>di</strong> “zanzara tigre” (tabella 4).<br />

Comune Popolazione 1 Data Persone Comune Popolazione 1 Data Persone<br />

Thiene 22 lug 03 35 Fara Vic. no 3954 22 lug 07 1<br />

Thiene 27 apr 04 15 Schio3 22145<br />

38661 12 giu 06 4<br />

Thiene<br />

S.Vito <strong>di</strong> L. 2 3620 21 apr 05 50<br />

Tabella 4 (fonte Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4)<br />

1 fonte Ufficio Piani <strong>di</strong> Zona - Azienda ULSS 4 – popolazione al 31 <strong>di</strong>c 06<br />

2 congiuntamente al problema delle zecche<br />

3 organizzato da privato<br />

Appare evidente che gli esiti delle attività attuate siano al momento “deludenti”<br />

tenuto conto del risultato pratico vista l’incessante <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes<br />

albopictus sul territorio.<br />

3.2.4 Progetto “Santo”<br />

Figura 7<br />

THIENE<br />

- 33 -<br />

Proprio riflettendo sullo scarso<br />

coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni, nel<br />

2006 il Servizio Igiene e Sanità<br />

Pubblica ha proposto al Comune <strong>di</strong><br />

Thiene ed attuato con la sua<br />

collaborazione il Progetto “Santo”<br />

dal nome della frazione (figura 7) in<br />

cui è stato sperimentato.<br />

La presentazione dei risultati è avvenuta durante il Convegno: Disinfestazione<br />

urbana meto<strong>di</strong> e strumenti nuove proposte, tenutosi il 20/02/2007 a Montecchio<br />

Precalcino (VI).<br />

12 mag 04 25 Chiappano 2635 31 mag 07 40<br />

SANTO


Il progetto ha impegnato due operatori del Servizio che si sono fatti carico dei<br />

contatti con l’Amministrazione comunale per la stesura <strong>di</strong> una lettera <strong>di</strong><br />

presentazione (allegato 9), dell’organizzazione pratica, stabilendo compiti e<br />

tempi <strong>di</strong> esecuzione nonché <strong>di</strong> tutte le verifiche presso le abitazioni interessate.<br />

Lo sforzo è stato notevole sia in termini <strong>di</strong> tempo de<strong>di</strong>cato (138 ore<br />

complessive) sia <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità ad operare al <strong>di</strong> fuori del consueto orario <strong>di</strong><br />

servizio (tardo pomeriggio e al sabato) al fine <strong>di</strong> trovare in casa le persone (187<br />

nuclei familiari) alle quali veniva lasciato un verbale della visita con le<br />

in<strong>di</strong>cazioni per colmare eventuali lacune riscontrate (allegato 10).<br />

L’iniziativa ha peraltro consentito <strong>di</strong> accumulare una notevole mole <strong>di</strong> dati e<br />

notizie che potranno essere utili per calibrare altre iniziative.<br />

Anche attraverso questo progetto si è avuta la conferma della <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> far<br />

partecipare le persone agli incontri serali: l’adesione si è limitata al 17% dei<br />

nuclei familiari interessati; l’attuazione dei suggerimenti da parte dei citta<strong>di</strong>ni è<br />

stata <strong>di</strong>versa anche in relazione alla zona <strong>di</strong> residenza e comunque il 20% non le<br />

ha messe in pratica, inoltre si è potuto constatare che la comunicazione non<br />

funziona neppure tra condomini: le in<strong>di</strong>cazioni suggerimenti forniti nel corso<br />

della visita erano <strong>di</strong>sattese dagli altri residenti perché non ne erano stati<br />

informati.<br />

In merito alla possibile riproposta <strong>di</strong> interventi nella sostanza simili, ma con<br />

modalità operative <strong>di</strong>verse (es. impiego <strong>di</strong> volontari) dovrà esserci una attenta<br />

valutazione tenendo conto anche delle esperienze <strong>di</strong> altri Enti che descriveremo<br />

nel capitolo successivo.<br />

- 34 -


3.2.5 Sito WEB<br />

Attualmente l’Ufficio Disinfestazione ha fatto pubblicare sul sito aziendale 17 :<br />

- il 22/05/06 le Schede Tecniche per una corretta <strong>di</strong>sinfestazione allegate al<br />

Regolamento sulla gestione delle segnalazioni <strong>di</strong> cui si è accennato in<br />

precedenza; gli accessi sono stati 949<br />

- il 09/07/08 manifesto ed il volantino della campagna informativa 2008<br />

sull’emanazione dell’Or<strong>di</strong>nanza sindacale e sui rischi <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong><br />

malattie infettive; gli accessi sono stati 928<br />

Al momento non c’è una pagina che raccolga tutte le notizie relative all’attività<br />

dell’ufficio <strong>di</strong>sinfestazione, anzi anche i due documenti citati sono inseriti nella<br />

pagina iniziale assieme ad altre informazioni <strong>di</strong> tutt’altro genere.<br />

Certamente questo strumento, sempre più usato dai citta<strong>di</strong>ni per reperire<br />

informazioni, andrà potenziato e sfruttato meglio anche per <strong>di</strong>ffondere<br />

rapidamente notizie; con<strong>di</strong>zione essenziale sarà la possibilità <strong>di</strong> mantenerlo<br />

aggiornato continuamente.<br />

3.3 Strutture Azienda ULSS<br />

L’Ufficio Disinfestazione ha l’incarico <strong>di</strong> evitare la presenza <strong>di</strong> animali<br />

infestanti (esempio ro<strong>di</strong>tori, zanzare, blatte) al fine <strong>di</strong> garantire la piena<br />

usufruibilità delle strutture dell’Azienda ULSS da parte <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti ed utenti.<br />

A tale scopo sono stati pre<strong>di</strong>sposti dei piani <strong>di</strong> intervento che sono eseguiti dal<br />

personale dell’Ufficio oppure, per como<strong>di</strong>tà, demandati a maestranze ben<br />

in<strong>di</strong>viduate che lavorano all’interno delle varie strutture; in quest’ultimo caso il<br />

Servizio Disinfestazione svolge attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, supporto e verifica.<br />

3.3.1 Il caso dei presi<strong>di</strong> ospedalieri<br />

Si può con buona ragione parlare <strong>di</strong> caso.<br />

17 www.ulss4.veneto.it accesso 29/10/08<br />

- 35 -


L’allegato 11, riporta per i due presi<strong>di</strong> ospedalieri i dati dell’attività <strong>di</strong><br />

prevenzione contro Aedes albopictus svolta nei vari anni da personale ULSS o<br />

da Ditte esterne e la pianta planimetrica <strong>degli</strong> stessi con in<strong>di</strong>viduate le ca<strong>di</strong>toie<br />

stradali presenti e le superfici su sui si sviluppano. Al solo colpo d’occhio si<br />

evidenzia la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> gestire efficacemente la lotta contro “zanzara tigre”<br />

soprattutto tenendo a mente la facilità con cui sfrutta per la riproduzione tutti i<br />

focolai a <strong>di</strong>sposizione siano essi permanenti o rimovibili.<br />

Ebbene, in queste due strutture non è mai stata segnalata la presenza <strong>di</strong> questo<br />

<strong>di</strong>ttero.<br />

Nel particolare si è trattato <strong>di</strong> eseguire nel corso <strong>degli</strong> anni una puntuale lotta<br />

preventiva: eliminazione o la messa in sicurezza tutti i potenziali focolai o<br />

ristagni <strong>di</strong> acqua (figura 8) e il trattamento dei focolai permanenti (ca<strong>di</strong>toie<br />

stradali).<br />

Per gli interventi con insettici<strong>di</strong> eseguiti dal Servizio Disinfestazione vengono<br />

impiegati prodotti chimici (Presi<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>co Chirurgici) autorizzati dal Mistero<br />

della Salute conservati in un apposito magazzino in gestione al Servizio stesso.<br />

Figura 8 - esempi <strong>di</strong> riduzione dei focolai presso i presi<strong>di</strong> ospedalieri<br />

(fonte Archivio Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4)<br />

Un problema rilevante s’è rivelato essere l’abbandono all’aperto <strong>di</strong> contenitori,<br />

a causa dell’imperizia <strong>di</strong> qualche operatore-visitatore, i quali riempiendosi<br />

d’acqua si trasformano in efficienti focolai <strong>di</strong> riproduzione.<br />

A questo proposito molto tempo è stato de<strong>di</strong>cato all’attività <strong>di</strong> formazione del<br />

personale, al fine <strong>di</strong> renderlo edotto sulle poche, ma essenziali regole da seguire<br />

per evitare la proliferazione della “zanzara tigre”.<br />

- 36 -


Di tutta l’attività è sempre stata informata la Direzione Sanitaria che, a sua<br />

volta, ha impartito le <strong>di</strong>sposizioni a tutti gli operatori. Nel giugno 2007 è stato<br />

nominato, da parte della Dirigenza Ospedaliera, un Responsabile per ognuno<br />

dei presi<strong>di</strong> ospedalieri che viene contattato in caso <strong>di</strong> necessità; questo ha<br />

permesso <strong>di</strong> dare attuazione alle prescrizioni impartite in tempi assai più rapi<strong>di</strong><br />

<strong>degli</strong> anni precedenti.<br />

L’ottimo risultato ottenuto nella lotta alla “zanzara tigre” va ascritto<br />

all’operatore tecnico Luca Terzo che da sempre “presi<strong>di</strong>a” i due ospedali con<br />

puntuale e tempestiva competenza.<br />

Ciò è anche la <strong>di</strong>mostrazione che la lotta ad Aedes albopictus può essere<br />

efficace.<br />

- 37 -


- 38 -


CAPITOLO 4<br />

INFORMAZIONE E FORMAZIONE : ESPERIENZE IN ALTRE REALTA’<br />

Nel capitolo si illustrano alcuni interventi <strong>di</strong> informazione, comunicazione e<br />

formazione per il coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni attuati nel corso <strong>degli</strong> anni in aree del<br />

Veneto e dell’Emilia Romagna. Si cercherà <strong>di</strong> mettere il luce i punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong><br />

debolezza dei vari progetti che è possibile ricavare dalla lettura <strong>degli</strong> articoli<br />

selezionati, ma anche dalle notizie raccolte <strong>di</strong>rettamente da alcuni <strong>degli</strong> autori.<br />

Alla fine viene presentato succintamente, il metodo <strong>di</strong> lotta alle zanzare adottato in<br />

Francia che in<strong>di</strong>rettamente ha permesso, fino ad oggi, <strong>di</strong> mantenere sostanzialmente<br />

indenne la nazione anche dalla presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus.<br />

Verranno <strong>di</strong> seguito illustrati interventi <strong>di</strong> informazione, comunicazione e<br />

formazione della citta<strong>di</strong>nanza avviati al fine <strong>di</strong> limitare la <strong>di</strong>ffusione della<br />

“zanzara tigre”, estrapolando dagli stessi gli aspetti tecnico-organizzativi<br />

ritenuti più interessanti per questo lavoro <strong>di</strong> tesi. Scorrendo questa panoramica<br />

si potrà anche notare il fatto che nei primi anni <strong>di</strong> infestazione l’obiettivo che i<br />

progetti si prefiggevano era l’era<strong>di</strong>cazione del <strong>di</strong>ttero mentre con il passare del<br />

tempo le aspettative si sono ri<strong>di</strong>mensionate tanto che oggi si punta a<br />

raggiungere la riduzione della densità del fasti<strong>di</strong>oso infestante. Del resto il solo<br />

abbassamento del numero <strong>di</strong> zanzare può essere un efficace mezzo per ridurre<br />

il rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie infettive.<br />

La scelta <strong>di</strong> illustrare alcuni lavori svolti in Veneto ed Emilia Romagna è<br />

motivata dal fatto che la prima è la nostra regione, ma rare sono le occasioni <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>videre le esperienze, mentre in Emilia Romagna l’organizzazione sociale e<br />

l’intuizione delle Autorità sanitarie hanno permesso il coinvolgimento delle<br />

Associazioni e dei citta<strong>di</strong>ni in modo strutturato già da qualche anno e perché,<br />

l’epidemia <strong>di</strong> chikungunya, ha costretto gli Enti coinvolti ad un salto <strong>di</strong> qualità<br />

nel coor<strong>di</strong>namento <strong>degli</strong> interventi, ma anche nell’informazione-comunicazione<br />

con il citta<strong>di</strong>no.<br />

- 39 -


4.1 Interventi nel Veneto<br />

I lavori presentati hanno visto tutti coinvolto il Dr. Andrea Drago che ho<br />

incontrato il 16 ottobre scorso a Legnaro (PD) durante il lavoro <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong><br />

notizie per la stesura della tesi. Pertanto quanto riportato è tratto dagli articoli<br />

citati in bibliografia ed anche da quanto riferitomi durante l’intervista.<br />

4.1.1 Attività <strong>di</strong> porta a porta a Montegrotto Terme<br />

Il progetto rientrava nel Piano <strong>di</strong> sorveglianza e controllo della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong><br />

Aedes albopictus e dei culici<strong>di</strong> antropofili delle aree litoranee, finanziato dalla<br />

Regione Veneto e condotto dall’Istituto <strong>di</strong> Entomologia Agraria dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Padova</strong> nel 1997-1998.<br />

L’obiettivo del lavoro era l’era<strong>di</strong>cazione della “zanzara tigre” che non fu<br />

raggiunto anche a causa delle continue reinfestazioni dalle zone confinanti con<br />

l’area <strong>di</strong> progetto.<br />

L’esecuzione pratica del progetto ha visto coinvolti tre tecnici con il compito <strong>di</strong><br />

visitare ogni 10 gg. le abitazioni ricadenti nella zona <strong>di</strong> progetto al fine <strong>di</strong><br />

trattare i focolai permanenti e rimuovere i nuovi focolai.<br />

I residenti al <strong>di</strong> fuori del territorio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o potevano invece richiedere una<br />

verifica per la valutazione della loro situazione e per avere precise in<strong>di</strong>cazioni<br />

per un’efficace lotta.<br />

Quello che permise <strong>di</strong> mettere in luce l’attività fu che, con l’andar del tempo, la<br />

“qualità” dei controlli eseguiti dai tecnici tendeva a ridursi; le cause principali<br />

<strong>di</strong> ciò sono da ricercare nelle <strong>di</strong>fficoltà fisiche <strong>di</strong> dover operare per molte ore<br />

all’esterno, in presenza <strong>di</strong> elevate temperature, ma anche nella necessità <strong>di</strong><br />

doversi continuamente rapportare con lo scetticismo <strong>di</strong> alcuni privati che poco<br />

collaboravano con l’iniziativa. Le conseguenze possono consistere in verifiche<br />

eseguite in modo “superficiale” ed la mancata rimozione dei nuovi focolai.<br />

- 40 -


Anche l’opportunità fornita ai citta<strong>di</strong>ni non rientranti nella zona sperimentale<br />

<strong>di</strong> richiedere un sopralluogo dette esiti contrad<strong>di</strong>ttori se non negativi: alle volte<br />

la visita fu effettuata da citta<strong>di</strong>ni già sensibili al problema e che mettevano in<br />

atto comportamenti corretti, spesso pressi residenti a cui la verifica serviva per<br />

lamentarsi del comportamento del vicino.<br />

4.1.2 Esperienza <strong>di</strong> lotta a Castelfranco Veneto<br />

In questo Comune l’infestazione è <strong>di</strong>ventata evidente nel settembre del 2000. Il<br />

piano messo a punto l’anno successivo dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica<br />

dell’Azienda ULSS 8 e dall’Amministrazione Comunale prevedeva: l’accurata<br />

pulizia delle ca<strong>di</strong>toie stradali (circa 8000); l’attività <strong>di</strong> informazione dei citta<strong>di</strong>ni<br />

che fu attuata attraverso comunicati stampa e l’invio <strong>di</strong> una lettera a tutte e<br />

famiglie; la comunicazione con la citta<strong>di</strong>nanza fu demandata ad un successivo<br />

incontro pubblico nonché all’attivazione <strong>di</strong> un recapito telefonico presso<br />

l’Ufficio Ecologia del Comune; si tentò anche il coinvolgimento delle farmacie<br />

per la ven<strong>di</strong>ta dei prodotti larvici<strong>di</strong>.<br />

Parallelamente a questa parte progettuale venne ovviamente attivato un piano<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione <strong>di</strong> tutte le ca<strong>di</strong>toie poste sul suolo pubblico.<br />

Gli esiti dell’esperienza consentirono <strong>di</strong> formulare una prima conclusione: che<br />

la presenza della “zanzare tigre”, comunque lamentata dai citta<strong>di</strong>ni a partire<br />

dal mese <strong>di</strong> agosto, fosse imputabile soprattutto alla permanenza <strong>di</strong> focolai<br />

nelle aree private. Questo è documentato dal fatto che i campionamenti casuali<br />

delle ca<strong>di</strong>toie in aree pubbliche hanno fornito praticamente sempre esito<br />

negativo (cioè non si è riscontrata al loro interno la presenza <strong>di</strong> larve) a<br />

comprova che i trattamenti eseguiti dal Comune erano stati efficaci.<br />

Nel caso specifico, il “<strong>di</strong>sinteresse” dei citta<strong>di</strong>ni può anche essere motivato dalla<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> reperire gli insettici<strong>di</strong> larvici<strong>di</strong> sul mercato; infatti il coinvolgimento<br />

- 41 -


delle farmacie fallì proprio la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> quest’ultime <strong>di</strong> approvvigionarsi <strong>di</strong><br />

questi preparati.<br />

La “zanzara tigre” arrivò prima che il mercato fosse in grado <strong>di</strong> mettere a<br />

<strong>di</strong>sposizione dei citta<strong>di</strong>ni mezzi <strong>di</strong> lotta adeguati.<br />

4.1.3 Lotta alle zanzare e strategie me<strong>di</strong>atiche<br />

Nell’articolo a firma del Dr. A. Drago, che risale al 2003, si affrontano alcune<br />

problematiche circa la informazione e comunicazione per far partecipi i citta<strong>di</strong>ni<br />

nella lotta alla “zanzara tigre”.<br />

La probabilità <strong>di</strong> coinvolgere le persone è legata ad una comunicazione efficace;<br />

quin<strong>di</strong> risulta importante come il messaggio viene “veicolato” e la strategia<br />

vincente potrebbe venire dal percorrere “strade <strong>di</strong>verse” dalle tra<strong>di</strong>zionali.<br />

Infatti, se è in<strong>di</strong>scutibile che a ripetitività dei messaggi è importante, c’è da<br />

rilevare, ad esempio, che i manifesti dovrebbero essere in grado <strong>di</strong> attirare<br />

l’attenzione, emozionare e, quin<strong>di</strong>, fornire le informazioni.<br />

In relazione agli incontri con la popolazione viene evidenziata la scarsa<br />

partecipazione, ma anche un altro problema, quando convocarli: per ottenere<br />

un efficace lotta dovrebbero essere svolti in primavera, prima cioè che il<br />

problema delle punture sia “sentito”, ma ciò si scontra con il fatto che se non c’è<br />

emergenza … il citta<strong>di</strong>no ancor meno partecipa. Se invece li si convoca in<br />

estate, quando il numero <strong>di</strong> zanzare presenti è molto elevato, il rischio concreto<br />

è che l’adozione tar<strong>di</strong>va dei comportamenti corretti non comporti un reale<br />

beneficio per i citta<strong>di</strong>ni che, presi da sconforto, pensano sia tutto inefficace.<br />

Un’alternativa proposta è la presenza <strong>di</strong> chioschi informativi durante le<br />

manifestazioni più importanti del paese o del quartiere dove poter colloquiare<br />

con i citta<strong>di</strong>ni. Dalle esperienze svolte pare poter <strong>di</strong>re che questa modalità<br />

consente comunque <strong>di</strong> contattare molte più persone che nell’ambito <strong>di</strong> un<br />

incontro serale.<br />

- 42 -


Un altro campo <strong>di</strong> lavoro è quello delle scuole dove, però, la proposta andrebbe<br />

<strong>di</strong>fferenziata a seconda dell’età dei bambini: per i più piccoli colorare dei<br />

<strong>di</strong>segni, mentre per i più gran<strong>di</strong>celli potrebbe essere previsto un ruolo più<br />

attivo.<br />

4.2 Interventi in Emilia Romagna<br />

Anche per questa parte del capitolo, per i lavori pubblicati dal Dr. Clau<strong>di</strong>o<br />

Venturelli e dalla Dr.ssa Roberta Colonna 18 le notizie riportate sono tratte dagli<br />

articoli citati in bibliografia e dalle informazioni raccolte durante l’intervista<br />

realizzata a Cesena il 14 ottobre scorso.<br />

4.2.1 Il volontariato collegato ai Comuni<br />

Uno dei progetti è stato attuato nel 2005 a Riolo Terme.<br />

I trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione negli spazi pubblici sono stati appaltati<br />

dall’Amministrazione ad una Ditta specializzata, mentre nel privato sono<br />

intervenuti i volontari col compito <strong>di</strong> comunicare con le persone, rimuovere i<br />

focolai ed eseguire anche i trattamenti perio<strong>di</strong>ci, con un prodotto larvicida<br />

messo a <strong>di</strong>sposizione dal Comune.<br />

La presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus è stata monitorata me<strong>di</strong>ante una rete <strong>di</strong><br />

ovitrappole 19 poste nei medesimi siti dell’anno precedente.<br />

La prima fase del progetto è servita per il reclutamento dei volontari, do<strong>di</strong>ci, tra<br />

persone impegnate nel sociale e quin<strong>di</strong> conosciute, per la loro formazione, la<br />

delimitazione del territorio a loro affidato, che s’è cercato corrispondesse al loro<br />

18 Centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” Crevalcore (BO)<br />

19 Romi R., Di Luca M., Severini F., Toma L. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002) – Linee guida per la sorveglianza e il<br />

controllo della “zanzara tigre” Aedes albopictus – Roma - Pag. 23:<br />

OVITRAPPOLA – consente la ricerca, sorveglianza <strong>di</strong> Aedes albopictus. E’ costituita da un contenitore nero <strong>di</strong> circa<br />

750-1000 ml in cui viene versata dell’acqua (che deve essere sempre presente) e nel cui centro viene fissata un<br />

asticella <strong>di</strong> legno in parte emersa. La “zanzara tigre” attirata dall’acqua e dal colore scuro deporrà le uova sul<br />

legnetto. La loro conta, in laboratorio, consente <strong>di</strong> avere notizie sul grado <strong>di</strong> infestazione <strong>di</strong> una certa area.<br />

- 43 -


quartiere, ma attenzione è stata riservata anche alla pubblicizzazione<br />

dell’iniziativa per la citta<strong>di</strong>nanza con la <strong>di</strong>stribuzione porta a porta <strong>di</strong> un<br />

depliant e la pubblicazione <strong>di</strong> un articolo sul bollettino comunale.<br />

Una volta iniziata la parte operativa del progetto, i sopralluoghi venivano<br />

ripetuti circa ogni 25 giorni, in caso <strong>di</strong> assenza dei residenti veniva lasciato un<br />

avviso con cui si raccomandava l’esecuzione del trattamento; i casi più<br />

“problematici” erano segnalati al Comune.<br />

Nelle conclusioni oltre ad evidenziare gli aspetti positivi, dagli autori viene<br />

proposta anche una analisi critica del progetto.<br />

Essenzialmente gli aspetti positivi sono così riassumibili: i citta<strong>di</strong>ni hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato interesse, le segnalazioni spontanee sono passate da 100 a 20, il<br />

numero <strong>di</strong> uova “contate” sulle ovitrappole che è calato drasticamente, tanto<br />

che qualcuna è risultata negativa (nessun uovo deposto) per tutta la stagione.<br />

Le criticità sono invece riconducibili al fatto che l’esperimento viene ritenuto<br />

“ripetibile” solo in comuni dalle <strong>di</strong>mensioni piccole o me<strong>di</strong>e e a con<strong>di</strong>zione che<br />

esista un volontariato ben ra<strong>di</strong>cato e integrato con l’Amministrazione<br />

comunale.<br />

Inoltre, l’entità dei fon<strong>di</strong> a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong>venta un aspetto fondamentale in<br />

quanto il remunerare adeguatamente lo sforzo dei volontari aumenta la<br />

certezza che il loro lavoro venga svolto fino al termine in modo capillare.<br />

Essendo questo un aspetto sempre più attuale vengono suggerite due <strong>di</strong>verse<br />

strategie nel caso si dovesse operare con scarse risorse finanziarie:<br />

- aumentare il numero <strong>di</strong> volontari in modo che i sopralluoghi siano meno<br />

gravosi<br />

- nel comune <strong>di</strong> Castel Bolognese avendo, oltre a risorse finanziarie scarse,<br />

anche un limitato numero <strong>di</strong> volontari è stato eseguito un unico sopralluogo<br />

all’inizio della primavera durane il quale sono stati rimossi i focolai, formati i<br />

residenti sulle metodologie <strong>di</strong> lotta e lasciato l’insetticida da utilizzare nel<br />

- 44 -


corso dell’annata; solo le situazioni ritenute più critiche sono state oggetto <strong>di</strong><br />

un’ulteriore visita. C’è purtroppo da evidenziare come i controlli successivi a<br />

segnalazioni per la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus hanno confermato la scarsa<br />

costanza dei citta<strong>di</strong>ni a seguire i consigli forniti.<br />

4.2.2 Il porta a porta con Guar<strong>di</strong>e Ecologiche Volontarie a Forlì<br />

L’esperimento si è svolto nel 2003 ed è interessante perché coinvolge una<br />

grande città (circa 90.000 abitanti), probabilmente gli esiti del lavoro risentono<br />

<strong>di</strong> questa particolarità.<br />

Le fasi preliminari non sono <strong>di</strong>verse dall’esperienza <strong>di</strong> Riolo Terme: in questo<br />

caso i volontari appartengono alle Guar<strong>di</strong>e Ecologiche, la loro formazione<br />

prevede tre ore teoriche e una formazione sul campo; parallelamente viene<br />

informata la popolazione dell’iniziativa ed emanata un’apposita or<strong>di</strong>nanza.<br />

Operativamente il porta a porta viene attivato nelle aree più critiche e nella loro<br />

attività le Guar<strong>di</strong>e Ecologiche cercano <strong>di</strong> coinvolgere anche il citta<strong>di</strong>no nella<br />

ricerca dei propri focolai domestici; nel caso non fossero rimovibili, lo si<br />

invitava a provvedere al loro trattamento spiegando meto<strong>di</strong> e perio<strong>di</strong>cità.<br />

Nel caso <strong>di</strong> necessità <strong>di</strong> informazioni particolari era a <strong>di</strong>sposizione un esperto<br />

come consulente dei volontari; gli stessi perio<strong>di</strong>camente si ritrovavano in<br />

incontri <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento.<br />

L’intervento ha interessato il 12% del territorio <strong>di</strong> Forlì concentrato nel centro<br />

città.<br />

Le ovitrappole, con le quali si è monitorata la situazione che si veniva a creare<br />

hanno evidenziato un calo del numero delle uova deposte e del numero <strong>di</strong> siti<br />

positivi.<br />

- 45 -


Il fatto <strong>di</strong> aver usufruito dei volontari ha permesso <strong>di</strong> effettuare i sopralluoghi<br />

con maggiore flessibilità <strong>di</strong> orario contribuendo a ridurre i casi in cui il citta<strong>di</strong>no<br />

era assente (dal 25% al 10%); il 1,5% ha rifiutato la visita mentre nel 5% dei casi<br />

non si sono rilevati focolai.<br />

L’analisi dei risultati conferma che i focolai domestici più frequenti sono:<br />

tombini, sottovasi, secchi, ciotole, innaffiatoi, bidoni.<br />

Un problema segnalato circa i volontari coinvolti è il loro turn-over. Questo<br />

implica una possibile riduzione <strong>di</strong> accuratezza e omogeneità nelle verifiche; è<br />

un aspetto da tener presente monitorare continuamente.<br />

Nelle conclusioni gli autori <strong>di</strong>chiarano che già l’anno successivo, i pur piccoli<br />

segnali positivi, erano scomparsi. Probabilmente nella grande città, ancor più<br />

dei piccoli centri, esiste <strong>di</strong>fficoltà a mo<strong>di</strong>ficare i comportamenti dei citta<strong>di</strong>ni.<br />

4.2.3 I focus group per accrescere le conoscenze dei citta<strong>di</strong>ni<br />

Il progetto prende lo spunto dal fatto che la promozione della salute e del<br />

benessere deve vedere coinvolte attivamente le persone e che il grado <strong>di</strong><br />

infestazione <strong>di</strong> un territorio è influenzato per circa il 70% da focolai che si trovano in<br />

aree private (dati rilevati <strong>di</strong>rettamente) 20 .<br />

Gli obiettivi dell’intervento sono <strong>di</strong> formare dei citta<strong>di</strong>ni efficaci, in grado <strong>di</strong><br />

mantenere comportamenti corretti, coscienti delle proprie capacità e quin<strong>di</strong> in<br />

grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere, con il loro linguaggio, ad altri citta<strong>di</strong>ni le informazioni<br />

sulla lotta alla “zanzara tigre”.<br />

Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> riservare un ruolo attivo ai citta<strong>di</strong>ni nell’intento <strong>di</strong> “passare”<br />

dal prestare cure alla comunità, alla comunità che si prende cura <strong>di</strong> se stessa.<br />

Nell’intervento <strong>di</strong> formazione è apparso fondamentale che tutti i “peer”, anche<br />

se <strong>di</strong> estrazione sociale <strong>di</strong>versa, con<strong>di</strong>videssero gli scopi del progetto e la<br />

<strong>di</strong>sponibilità a sapere-imparare.<br />

20 Venturelli C., Palazzi M., Bakken E., Baldassarri E. (2007) “Il progetto <strong>di</strong> peer education: l’esperienza dei focus<br />

group per accrescere le competenze e le conoscenze dei citta<strong>di</strong>ni” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara<br />

tigre. Atti del convegno. Cesena 23 febbraio 2006 pag. 115<br />

- 46 -


4.2.4 La comunicazione in emergenza<br />

L’Emilia Romagna è stata la prima regione italiana a dover affrontare<br />

un’emergenza sanitaria dovuta ad una epidemia <strong>di</strong> malattia infettiva<br />

“tropicale”: Chikungunya.<br />

Fare il punto sull’esperienza, concentrando l’attenzione sugli aspetti della<br />

informazione-comunicazione e sull’organizzazione necessaria, può essere <strong>di</strong><br />

valido stimolo per tutte le organizzazioni sanitarie che si potrebbero trovare<br />

nella medesima situazione.<br />

Il primo insegnamento è che la comunicazione va gestita in modo preventivo:<br />

prendendo in prestito la metafora <strong>di</strong> David Heymann dell’Organizzazione mon<strong>di</strong>ale<br />

della sanità, la comunicazione del rischio in situazioni <strong>di</strong> emergenza è come . Se un servizio non ha già preparato<br />

per tempo la propria barca e non ha istruito il proprio equipaggio, è probabile che in<br />

frangenti come questi vada in contro al naufragio” 21 .<br />

E’ stato necessario creare una task-force a tempo pieno curando la formazione<br />

del personale interessato in itinere.<br />

Erano già attivati i canali <strong>di</strong> informazione attraverso una costante<br />

collaborazione con i me<strong>di</strong>a locali, ma anche con la possibilità <strong>di</strong> aggiornare<br />

rapidamente il sito web aziendale. In merito a quest’aspetto si precisa che il sito<br />

web dell’AUSL <strong>di</strong> Cesena per l’aspetto riguardante la “zanzara tigre” è il<br />

riferimento <strong>di</strong> tutta la regione Emilia Romagna e la gestione, aggiornamento è<br />

finanziata dall’Ente regionale.<br />

E’stato in<strong>di</strong>viduato come portavoce del Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione, punto <strong>di</strong><br />

riferimento, un esperto cre<strong>di</strong>bile ed autorevole, nelle comunicazioni. Ogni<br />

giorno è stato emesso un comunicato stampa ed il sito web è stato<br />

costantemente aggiornato.<br />

21 M. Palazzi (2007) “Quando la bussola è la comunicazione” SNOP Rivista della società nazionale <strong>degli</strong> operatori della<br />

prevenzione n° 73 pag. 6<br />

- 47 -


Un aspetto critico, emerso nel corso dell’epidemia, è quello delle comunicazioni<br />

informali che i <strong>di</strong>pendenti mettono in atto fuori dall’orario <strong>di</strong> lavoro: il rischio è<br />

la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> notizie imprecise e contrad<strong>di</strong>ttorie. Per evitare ciò è stato<br />

pre<strong>di</strong>sposto un documento con le più frequenti domande e le relative risposte<br />

<strong>di</strong>vulgato a tutti i <strong>di</strong>pendenti, ma anche ai Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale,<br />

Pe<strong>di</strong>atri, Farmacisti.<br />

Nel contempo si è data la massima <strong>di</strong>sponibilità a partecipare ad incontri<br />

pubblici o trasmissioni ra<strong>di</strong>o-televisive.<br />

Un altro dato confermato dall’emergenza e che è importante dare ascolto alle<br />

“paure” dei citta<strong>di</strong>ni; per questo motivo è stato sempre <strong>di</strong>sponibile un recapito<br />

telefonico a cui potevano rivolgersi.<br />

4.3 L’esperienza francese<br />

Come anticipato nella premessa, a titolo informativo, viene qui riportato a titolo<br />

informativo il metodo <strong>di</strong> lotta alle zanzare adottato nel Paese transalpino che ha<br />

consentito finora <strong>di</strong> mantenere sotto controllo anche Aedes albopictus (in alcuni<br />

casi anche era<strong>di</strong>carla).<br />

Come confermato dal Dr. A. Drago nell’incontro del 16 ottobre u.s. questa resta<br />

una modalità <strong>di</strong> intervento assolutamente unica.<br />

In alcune aree del territorio la lotta alle zanzare è gestita da organismi pubblici<br />

gli Entente Interdépartementale pour la Démoustication (EID); il più grande è il<br />

Me<strong>di</strong>terranée sorto per prevenire le infestazioni <strong>di</strong> altre specie <strong>di</strong> zanzare<br />

(Aedes caspius e Culex pipiens) che proliferano a causa <strong>di</strong> peculiari aspetti<br />

agronomici legati alla coltivazione del riso; per questo motivo controlla un<br />

territorio la cui superficie è paragonabile a quella della Valle d’Aosta. Le<br />

persone che operano sono 160, <strong>di</strong> cui un centinaio tecnici <strong>di</strong> campo, i<br />

trattamenti sono effettuati con due aerei alternando le sostanze attive per<br />

evitare fenomeni <strong>di</strong> resistenza.<br />

- 48 -


L’alto costo è giustificato dalla sod<strong>di</strong>sfazione della popolazione, dalla maggiore<br />

attività turistica dell’area e dal fatto <strong>di</strong> operare sempre con un numero così<br />

elevato <strong>di</strong> tecnici.<br />

Gli altri due EID sono <strong>di</strong> più piccole <strong>di</strong>mensioni e <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> meno<br />

personale, combattono anche altre specie <strong>di</strong> zanzare che, nelle zone dove<br />

operano, proliferano per altri motivi:<br />

- l’EID Atlantique (700-800 ettari – una cinquantina <strong>di</strong> persone) limita la<br />

proliferazioni dei <strong>di</strong>tteri dovuta alle maree oceaniche e al bestiame allevato<br />

allo stato brado il cui calpestio crea sul terreno innumerevoli affossamenti<br />

che se riempiti d’acqua si trasformano in efficienti focolai;<br />

- l’EID Rhône Alpes (25 Kmq - un <strong>di</strong>pendente più vari stagionali) si occupa dei<br />

focolai dovuti allo scioglimento delle nevi, agli allagamenti dovuti alle<br />

precipitazioni atmosferiche e agli innalzamenti del livello del Reno.<br />

- 49 -


- 50 -


CAPITOLO 5<br />

INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE AUTENTICA<br />

Nella prima parte del capitolo si affronta la problematica della comunicazione nelle<br />

pubbliche amministrazioni. Dopo una rapida analisi storica, viene fornito un breve<br />

inquadramento legislativo <strong>di</strong> cui si illustrano i motivi ispiratori; successivamente si<br />

propongono i caratteri ed i principi essenziali <strong>di</strong> una comunicazione <strong>di</strong> qualità per<br />

in<strong>di</strong>viduare infine alcune possibili modalità comunicative.<br />

La seconda parte del capitolo è de<strong>di</strong>cata ad illustrare i fondamenti e i meccanismi che<br />

sono alla base <strong>di</strong> una comunicazione autentica ed efficace mentre poi si<br />

commenteranno i vari tipi e tecniche <strong>di</strong> comunicazione.<br />

5.1 La Pubblica Amministrazione<br />

Una Pubblica Amministrazione efficiente è chiamata ad essere al servizio del<br />

citta<strong>di</strong>ni; non sempre ciò è avvenuto ed ancora oggi alcune volte non avviene.<br />

Spesso l’impressione è che essa sia estranea ai problemi, alle persone e che il<br />

rapporto con i citta<strong>di</strong>ni tenda ad essere gerarchico.<br />

Per superare questa situazione la Pubblica Amministrazione è chiamata a fare<br />

un rapido salto <strong>di</strong> qualità nella comunicazione col citta<strong>di</strong>no; del resto oggi la<br />

società lo pretende, ma ciò è necessario anche perché alcune leggi lo<br />

impongono.<br />

5.1.1 Breve storia della Pubblica Amministrazione<br />

Non solo da oggi la Pubblica Amministrazione è “accusata” <strong>di</strong> non far parte del<br />

processo evolutivo della società civile.<br />

Prima dell’unità <strong>di</strong> Italia, essa aveva caratteri marcatamente gerarchici<br />

nell’ambito dei <strong>di</strong>versi Stati <strong>di</strong> cui si componeva il nostro Paese e<br />

successivamente una burocrazia farraginosa inizia ad esserne parte integrante.<br />

Lo sviluppo industriale <strong>di</strong> inizio ‘900 impone un aumento <strong>di</strong> organici ed … un<br />

ulteriore appesantimento burocratico, tanto che, già dopo la prima guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale viene istituita una commissione per la riforma dei servizi pubblici.<br />

- 51 -


Nel ventennio fascista, l’organizzazione assume invece i caratteri<br />

dell’autoritarismo.<br />

Anche la nascita della Repubblica è un’occasione persa: la Pubblica<br />

Amministrazione rimane “<strong>di</strong>stante” dai gran<strong>di</strong> cambiamenti in atto nel Paese,<br />

tanto che nel 1948 la Presidenza del Consiglio registra in una propria ricerca una<br />

“sostanziale estraneità della burocrazia alle istanze <strong>di</strong> modernizzazione” 22 .<br />

Altri tentativi <strong>di</strong> riforma prendono avvio e falliscono nel corso <strong>degli</strong> anni<br />

successivi, anche se la nascita delle regioni nel 1970, muta lo scenario<br />

amministrativo, determinando un primo processo <strong>di</strong> decentramento.<br />

Il decennio successivo per la Pubblica Amministrazione è segnato da una<br />

grande frammentazione e da una crescente complessità.<br />

Finalmente, all’inizio <strong>degli</strong> anni novanta del secolo scorso, vengono emanati<br />

una serie <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti legislativi con lo scopo <strong>di</strong> inquadrare la Pubblica<br />

Amministrazione all’interno <strong>di</strong> una visione europea con l’introduzione <strong>di</strong><br />

modelli <strong>di</strong> tipo privatistico e che le “impongono” <strong>di</strong> comunicare con il citta<strong>di</strong>no<br />

per renderlo consapevole e partecipe al fine <strong>di</strong> consentirgli <strong>di</strong> decidere.<br />

5.1.2 La normativa e i principi della comunicazione pubblica<br />

Se la normativa <strong>di</strong> riforma è <strong>di</strong> “recente” promulgazione, non può essere certo<br />

<strong>di</strong>menticato il dettato dell’art. 3 della Carta Costituzionale da cui si evince che<br />

un corretto rapporto con i citta<strong>di</strong>ni è un passo obbligato per la Pubblica<br />

Amministrazione al fine <strong>di</strong> garantire a tutte le persone l’accesso ai servizi e alle<br />

risorse che lo Stato offre.<br />

Nello specifico invece si possono così riassumere i capisal<strong>di</strong> delle normative in<br />

tema <strong>di</strong> comunicazione 23 :<br />

22 Rovinetti A. (2006) Comunicazione pubblica: sapere e fare Il Sole 24 Ore libri pag. 3<br />

23 Rovinetti A. (2006) Comunicazione pubblica: sapere e fare Il Sole 24 Ore libri pag. 5<br />

- 52 -


- Legge 142 del 1990 ho il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere informato e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

conoscere<br />

- Legge 241 del 1990 ho <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accedere e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> partecipare<br />

- Decreto Legislativo 29 del 1993 ho il dovere <strong>di</strong> scegliere e <strong>di</strong> decidere<br />

- Legge 150 del 2000 legittimazione e ruolo dell’informazione e<br />

comunicazione<br />

Questa produzione legislativa in realtà non fa altro che integrare la Pubblica<br />

Amministrazione nel più ampio processo evolutivo della società che vede il<br />

citta<strong>di</strong>no, autonomo nelle scelte, <strong>di</strong>venire il protagonista della promozione della<br />

salute nella ricerca del suo benessere.<br />

E’ un passaggio epocale che presuppone che la Pubblica Amministrazione sia<br />

imparziale, quin<strong>di</strong> trasparente, quin<strong>di</strong> comunicativa.<br />

Diventa altrettanto essenziale una trasformazione della comunicazione da<br />

propaganda, che vedeva il citta<strong>di</strong>no come soggetto passivo e dava un’immagine<br />

della Pubblica Amministrazione virtuale, ad una comunicazione <strong>di</strong> servizio che<br />

si fa capire e cerca <strong>di</strong> capire la gente e i suoi bisogni: fondamentalmente si tratta<br />

<strong>di</strong> passare da una comunicazione per pochi ad una largamente <strong>di</strong>ffusa.<br />

Inoltre, è necessario che dall’informazione, processo gerarchico e in<strong>di</strong>viduale, si<br />

arrivi alla comunicazione, processo circolare, in cui il feed-back consente <strong>di</strong><br />

capire chi è, cosa vuole e cosa pensa il citta<strong>di</strong>no.<br />

Se poi si vuole inquadrare questi aspetti nella prospettiva della “comunicazione<br />

& salute” <strong>di</strong>venta importante che i messaggi siano coerenti e adeguati tenendo<br />

conto dei destinatari: che stimolino la comunità a <strong>di</strong>venire attiva, che siano<br />

attenti alle <strong>di</strong>suguaglianze sociali e pertanto in grado <strong>di</strong> raggiungere anche i più<br />

deboli tenendo presente che spesso proprio le fasce meno istruite sono le più<br />

esposte a stili <strong>di</strong> vita non virtuosi.<br />

- 53 -


In questo contesto altrettanto importante è la capacità <strong>di</strong> comunicare anche<br />

aspetti che il citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong>fficilmente accetta, come, ad esempio, il para<strong>di</strong>gma<br />

secondo il quale in sanità il rischio zero non esiste per quanto efficaci siano gli<br />

interventi.<br />

Spesso nell’illustrare i progetti non si evidenzia questo aspetto, che invece è<br />

essenziale <strong>di</strong>venga consapevolezza con<strong>di</strong>visa da tutti.<br />

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo un altro aspetto è decisivo. La<br />

comunicazione pubblica non può essere pensata come appen<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> altre<br />

<strong>di</strong>scipline, ma deve essere vista come <strong>di</strong>sciplina autonoma: un sistema complesso<br />

e in continua evoluzione destinato a verificare il rapporto tra il citta<strong>di</strong>no e l’Ente, a<br />

semplificare le procedure, gli iter e le norme, a modernizzare i servizi e gli apparati 24 .<br />

5.1.3 Le modalità comunicative<br />

E’ sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti lo stravolgimento tecnologico avvenuto negli ultimi<br />

anni che consente <strong>di</strong> scambiare informazioni in modo rapido, veloce, a <strong>di</strong>stanza.<br />

Solo vent’anni fa sarebbe stato impensabile; basti ricordare qual’era la<br />

dotazione <strong>di</strong> personal computer nei nostri uffici.<br />

Tutto ciò, se da un lato facilita la comunicazione, dall’altro richiede competenze<br />

specifiche e l’impiego <strong>di</strong> strumenti complessi e sofisticati. In più, esiste il rischio<br />

<strong>di</strong> esserne “travolti” e quin<strong>di</strong> … rimanere isolati; è sufficiente pensare alle<br />

numerose e-mail che ci giungono quoti<strong>di</strong>anamente e che non leggiamo o<br />

cancelliamo.<br />

Diventa quin<strong>di</strong> essenziale, oltre ad una organizzazione specifica, anche aver<br />

chiare le modalità comunicative <strong>di</strong> cui la Pubblica Amministrazione può<br />

<strong>di</strong>sporre.<br />

Preliminarmente appare necessario giusto chiarire la linea <strong>di</strong>stintiva tra<br />

l’informazione (comunicazione in<strong>di</strong>retta) e la comunicazione <strong>di</strong>retta (circolare).<br />

24 Rovinetti A. (2006) Comunicazione pubblica: sapere e fare Il Sole 24 Ore libri pag. 27<br />

- 54 -


La prima si <strong>di</strong>stingue per essere in<strong>di</strong>fferenziata, cioè raggiunge un pubblico<br />

generico a cui fornire informazioni <strong>di</strong> ampia portata.<br />

La seconda è relazione con la persona. In questo caso <strong>di</strong>venta preponderante il<br />

ruolo dell’operatore perché questo contatto <strong>di</strong>retto si trasformi in<br />

comunicazione autentica (oggetto della seconda parte del capitolo).<br />

Si elencano a titolo esemplificativo alcune forme <strong>di</strong> informazione e<br />

comunicazione:<br />

- Brochuristica: consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere messaggi precisi su un servizio. E’<br />

molto sfruttata e la riuscita dell’iniziativa è in<strong>di</strong>ssolubilmente legata al modo<br />

con cui il prodotto raggiunge il citta<strong>di</strong>no: consegna <strong>di</strong>retta, invio postale,<br />

allegato ad un perio<strong>di</strong>co. Sono solo alcune delle modalità possibili che<br />

possono fornire esiti molto <strong>di</strong>versi.<br />

- Perio<strong>di</strong>ci: sono sempre più spesso on-line. Possono consentire un costante<br />

aggiornamento su argomenti specifici.<br />

- Fiere e mostre: la <strong>di</strong>fferenza la fa il contatto <strong>di</strong>retto con i citta<strong>di</strong>ni. Permettono<br />

<strong>di</strong> tastare “il polso della situazione” sugli argomenti pubblicizzati.<br />

- Convegni: fondamentali in ambito pubblico consentono <strong>di</strong> coinvolgere<br />

specifici gruppi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni o soggetti istituzionali. Consentono lo scambio <strong>di</strong><br />

informazioni, notizie, esperienze.<br />

- Comunicazione sociale: trasmette, tramite i citta<strong>di</strong>ni facenti parte <strong>di</strong> quel<br />

gruppo-associazione, le conoscenze. Il punto <strong>di</strong> forza è il citta<strong>di</strong>no che<br />

comunica con i suoi pari con il loro stesso linguaggio.<br />

- Impiego delle tecnologie: questi strumenti, lo si ricordava all’inizio,<br />

consentono <strong>di</strong> veicolare numerose notizie o <strong>di</strong> “far accedere” alle<br />

informazioni numerosi utenti. Le tecniche possono essere <strong>di</strong> comunicazione<br />

uno-a-uno (es. e-mail, newletter, sms) oppure uno-a-tanti (es. sito web<br />

dell’uffcio, web forum con esperti, download <strong>di</strong> modulistica).<br />

Non si può certo <strong>di</strong>re che gli strumenti manchino. Devono però sempre essere<br />

ricordate alcune regole della comunicazione perché possa essere efficace.<br />

- 55 -


Essa dev’essere:<br />

- obiettiva: non esprime contenuti <strong>di</strong> parte, non è percepita come propaganda.<br />

- cre<strong>di</strong>bile: comunica ciò che è realmente.<br />

- accessibile: chiara, corredata <strong>di</strong> testi semplici.<br />

- tempestiva: rapida nella <strong>di</strong>ffusione.<br />

- persuasiva: convince, suggerendo comportamenti e non imponendoli.<br />

5.2 La comunicazione autentica<br />

Abbiamo appena descritto le caratteristiche che la comunicazione della Pubblica<br />

Amministrazione deve avere e in<strong>di</strong>viduato nella comunicazione <strong>di</strong>retta una<br />

forma <strong>di</strong> relazione con la persona.<br />

Cercheremo ora <strong>di</strong> definire alcuni aspetti che trasformano la comunicazione in<br />

comunicazione autentica introducendo l’argomento con alcune definizioni del<br />

termine comunicazione: è qualsiasi strategia o metodo che permetta <strong>di</strong> capire-<br />

comprendere; è con<strong>di</strong>visione; è relazione tra almeno due soggetti.<br />

5.2.1 Definizioni e postulati della comunicazione<br />

Vale la pena <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre anche delle definizioni relative ad alcuni aspetti<br />

generali della comunicazione:<br />

- Emittente: colui che ”lancia” il messaggio.<br />

- Ricevente: il destinatario della comunicazione.<br />

- Messaggio: è il contenuto; è ciò che si comunica. Può essere un dato, una<br />

notizia, ma anche una sensazione.<br />

- Contesto-ambiente: è il luogo fisico o sociale dove avviene la comunicazione.<br />

Può favorirla (una stanza) o renderla <strong>di</strong>fficoltosa (un luogo rumoroso).<br />

- Co<strong>di</strong>fica: processo svolto dall’emittente per trasformare quello che vuol<br />

esprimere in un messaggio comunicabile.<br />

- 56 -


- Deco<strong>di</strong>fica: processo inverso al precedente, svolto dal ricevente, che<br />

trasforma il messaggio ricevuto in idee, concetti, sensazioni, immagini.<br />

- Canale: il sistema scelto per inviare il messaggio. Può essere un segno,<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> una tecnologia (telefono, fax, personal computer), un mezzo<br />

sensoriale (u<strong>di</strong>to, vista).<br />

- Feed-back: interscambio tra ricevente ed emittente che permette a<br />

quest’ultimo <strong>di</strong> capire se il messaggio è stato interpretato correttamente.<br />

Altri elementi certi ed inconfutabili della comunicazione sono alcuni suoi<br />

postulati:<br />

- Non si può non comunicare.<br />

- Ogni comunicazione ha un aspetto <strong>di</strong> contenuto (cosa voglio <strong>di</strong>re) e <strong>di</strong><br />

relazione (come la <strong>di</strong>co).<br />

- La comunicazione avviene su tre livelli (o sfruttando tre tecniche): verbale,<br />

paraverbale e non verbale; perché il comunicare sia efficace devono essere<br />

contemporaneamente coerenti.<br />

- La gerarchia nella comunicazione. Alle volte è fondamentale chi <strong>di</strong>ce le cose:<br />

“Andremo in vacanza negli Stati Uniti” è <strong>di</strong>verso che lo annunci un genitore<br />

o il figlio <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni.<br />

- La deco<strong>di</strong>fica. Mi consente <strong>di</strong> ricordare il messaggio in un certo modo: mi<br />

arriva una comunicazione dal Responsabile che penso essere una<br />

“stupidaggine”, se il giorno dopo ho una riunione <strong>di</strong> lavoro … tenderò a<br />

trascinarmi <strong>di</strong>etro una sensazione negativa nei suoi riguar<strong>di</strong> con il rischio <strong>di</strong><br />

deco<strong>di</strong>ficare come “stupidaggini” anche le nuove comunicazioni.<br />

- Il feed-back. Se manca la comunicazione <strong>di</strong>venta informazione.<br />

5.2.2 Tecniche <strong>di</strong> comunicazione<br />

Nella comunicazione conta il risultato e cioè che l’ascoltatore capisca realmente<br />

quello che l’emittente voleva <strong>di</strong>rgli. E’ però comprovato che l’uso esclusivo <strong>di</strong><br />

uno dei <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> comunicazione (verbale, paraverbale e non verbale),<br />

- 57 -


l’impiego in associazione o ancora affiancare queste tecniche a modalità <strong>di</strong>verse<br />

<strong>di</strong> presentazione del messaggio, portano a percentuali <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento molto<br />

<strong>di</strong>verse.<br />

Pur con tutti i limiti che le semplificazioni comportano, quanto sopra può<br />

essere riassunto nella tabella 5:<br />

Tecniche Canale percezione % appren<strong>di</strong>mento<br />

Verbale Solo u<strong>di</strong>to 20<br />

Grafica\icona gestuale Solo vista 30<br />

Mista U<strong>di</strong>to+vista 50<br />

Mista U<strong>di</strong>to+vista+<strong>di</strong>scussione 70<br />

Mista+sperimentazione U<strong>di</strong>to+vista+<strong>di</strong>scussione+uso\prova 90<br />

Tabella 5<br />

Va da sé che se così fosse, non ci sarebbero dubbi sul come svolgere i corsi, gli<br />

incontri, le riunioni che organizziamo nel nostro lavoro.<br />

Altri dubbi verrebbero spazzati via anche vedendo i dati riportati nella<br />

prossima tabella 6 che ribaltano completamente il pensiero <strong>di</strong> molte persone<br />

circa i tipi <strong>di</strong> comunicazione che realmente siamo soliti utilizzare:<br />

Tipologia Modo % uso<br />

Verbale 10<br />

Paraverbale Volume - pause - tono - ritmo 30<br />

Non verbale Sguar<strong>di</strong> - postura - espressione - gesti 60<br />

Tabella 6<br />

In realtà l’appren<strong>di</strong>mento e quin<strong>di</strong> l’efficacia della comunicazione è influenzato<br />

anche da molte altre variabili alcune delle quali “governate” esclusivamente<br />

dall’emittente o dal ricevente.<br />

Per fare alcuni esempi possiamo <strong>di</strong>re che per l’emittente <strong>di</strong>venta fondamentale<br />

oltre alla chiarezza espositiva anche la chiarezza intellettuale: essere convinto <strong>di</strong><br />

ciò che sto <strong>di</strong>cendo, evitando che chi ascolta pensi … ma dove vuole andare a<br />

parare?<br />

Nel ruolo del ricevente <strong>di</strong>viene importante la <strong>di</strong>sponibilità ad ascoltare, il non<br />

dare nulla per scontato ed il riuscire a mettersi in sintonia con l’emittente.<br />

- 58 -


Forse risulta interessante ricordare che non tutto ciò che compone il messaggio<br />

viene detto e che <strong>di</strong> ciò che perviene al ricevente non tutto viene ricordato.<br />

Ricorrendo ad una ulteriore semplificazione possiamo così riassumere :<br />

l’emittente vuol comunicare 100<br />

<strong>di</strong>ce solo 80<br />

il ricevente può sentire solo 50<br />

capisce 30<br />

ricorda 20<br />

Tabella 7<br />

Quando poi si comunica, e non si informa, preoccupazione primaria<br />

dell’emittente dovrebbe essere quella <strong>di</strong> verificare se il ricevente ha interpretato<br />

correttamente il messaggio (il feed-back).<br />

Appare intuitivo che quest’ultimo processo non potrà essere efficace se le<br />

comunicazioni sono troppo lunghe o troppi gli argomenti esposti, se è basato<br />

sulle impressioni o se viene completato il giorno successivo.<br />

Perché il feed-back sia un efficace misura della nostra capacità comunicativa<br />

risulta quin<strong>di</strong> importante, oltre a non commettere gli errori sopra menzionati,<br />

che esso sia <strong>di</strong>retto e costruttivo.<br />

- 59 -


- 60 -


CAPITOLO 6<br />

DECIDERE E PERSUADERE<br />

Nella prima parte del capitolo si espongono le regole e gli aspetti psicologici che<br />

portano alle decisioni cercando <strong>di</strong> proporre semplici esempi per meglio comprenderne<br />

i meccanismi e per evidenziare che questo modo <strong>di</strong> decidere accompagna la nostra<br />

quoti<strong>di</strong>anità.<br />

La parte del capitolo de<strong>di</strong>cata alla persuasione illustra invece i sei principi psicologici<br />

che la controllano. Anche in questo caso per ognuno si illustrano i meccanismi che<br />

consentono <strong>di</strong> attivarlo e le situazioni nelle quali il principio si potenzia.<br />

6.1 Decidere<br />

Per poter decidere devo essere <strong>di</strong> fronte ad almeno due alternative. Di fatto è un<br />

proce<strong>di</strong>mento con il quale assumo dei rischi e la decisione viene presa in<br />

funzione della probabilità <strong>di</strong> … non sbagliare.<br />

Nel decidere, contrariamente a quel che si pensa, raramente la nostra scelta è<br />

ponderata. Anzi si può tranquillamente affermare che la quasi totalità delle<br />

decisioni siano automatiche: al supermercato più che scegliere un prodotto, lo<br />

riconosciamo.<br />

L’attivazione <strong>di</strong> questo automatismo è fondamentale perchè ci permette <strong>di</strong><br />

risparmiare energie e spesso consente, basandosi sull’esperienza, <strong>di</strong> fare le<br />

scelte più azzeccate.<br />

6.1.1 Le regole<br />

Ho già ricordato che le decisioni ponderate sono rare; quelle “importanti”, che<br />

richiedono cioè giorni <strong>di</strong> riflessione, rarissime e sono comunque basate sulla<br />

scala dei valori che ognuno <strong>di</strong> noi possiede. Ad esempio, per l’acquisto del<br />

medesimo bene sono <strong>di</strong>verse le caratteristiche che ogni persona ritiene<br />

importanti e valuta. Il risultato è l’acquisto <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> quel bene.<br />

Ma quali sono alcuni dei percorsi che attiviamo per giungere a scelte perlomeno<br />

sod<strong>di</strong>sfacenti ?<br />

- 61 -


- la regola congiuntiva: nella scelta <strong>di</strong> un prodotto si fissano dei paletti, non<br />

superabili, per ogni caratteristica che si ritiene importante. Esemplificando:<br />

nella scelta <strong>di</strong> un viaggio posso decidere che non deve durare più <strong>di</strong> un certo<br />

numero giorni, deve avere un costo inferiore ad una certa cifra e che la lingua<br />

del Paese dove mi reco dev’essere il francese. La scelta cadrà su una delle<br />

alternative che rispetta queste tre con<strong>di</strong>zioni. Un rischio è <strong>di</strong> restare senza<br />

alternative e dover rivedere i criteri <strong>di</strong> scelta.<br />

- Eliminazione per aspetti: fissata la caratteristica, per me, più importante <strong>di</strong><br />

un prodotto, scarto tutte le alternative che non la rispettano. Il rischio è <strong>di</strong><br />

dover comunque accettare una decisione che non mi sod<strong>di</strong>sfa.<br />

- Decidere per esclusione: progressivamente non tengo più conto delle<br />

alternative che non rispettano una delle caratteristiche che ritengo<br />

importanti. Adottando questa tecnica alla fine si ha in mano prodotto non<br />

ottimale, ma sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

6.1.2 Aspetti psicologici che inducono le decisioni<br />

In rapida sequenza cercheremo <strong>di</strong> evidenziare alcuni aspetti psicologici che<br />

con<strong>di</strong>zionano le nostre decisioni. Quest’ultime sono alle volte pilotate dai<br />

ricor<strong>di</strong>; con il rischio che gli aspetti emotivi a questi legati ci portino alla<br />

<strong>di</strong>storsione del giu<strong>di</strong>zio.<br />

Spesso poi la decisione è basata più sull’esito desiderato che sulle informazioni<br />

<strong>di</strong>sponibili. Ad esempio, se deve essere nominato un nuovo Responsabile e le<br />

ultime a ricoprire quell’incarico sono state donne in molti penseranno che verrà<br />

nominato un uomo.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> modalità decisionali contrad<strong>di</strong>stingue anche la cosiddetta<br />

“fallacia dello scommettitore” che molti avranno provato: giocando a testa o<br />

croce, dopo quattro volte che è uscita testa si scommetterà più facilmente<br />

sull’uscita <strong>di</strong> croce anche se razionalmente tutti sanno che le probabilità che<br />

esca l’uno o l’altro, ad ogni lancio, sono sempre uguali.<br />

- 62 -


Il credere <strong>di</strong> essere in grado <strong>di</strong> “governare gli eventi” è un’altra caratteristica<br />

che con<strong>di</strong>ziona il nostro modo <strong>di</strong> decidere: basiamo tutto sulla nostra abilità<br />

anche quando sono puramente casuali.<br />

In questo ambito rientra la convinzione, specie dei ragazzi, <strong>di</strong> essere immortali<br />

e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> poter adottare comportamenti a rischio in quanto … io posso<br />

fermarmi quando voglio oppure … vuoi che ‘sta cosa capiti proprio a me?<br />

Sarà poi capitato a molti <strong>di</strong> provare la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> adottare atteggiamenti<br />

<strong>di</strong>versi. Il motivo per cui le persone <strong>di</strong>fficilmente cambiano i comportamenti<br />

(quante volte lo abbiamo toccato con mano sul lavoro) è dovuto al fatto che<br />

siamo “ancorati” a conoscenze pregresse e a decisioni già prese in passato. Di<br />

fatto siamo conservatori e <strong>di</strong>fficilmente ci schio<strong>di</strong>amo dalle nostre posizioni.<br />

Altrettanto interessante per la nostra professione che ci porta a tenere corsi in<br />

pubblico è la “sindrome della prima impressione”; se sbagliamo l’approccio …<br />

Del resto un’esemplificazione <strong>di</strong> questo meccanismo l’abbiamo probabilmente<br />

sperimentata durante la nostra carriera scolastica: quanta fatica <strong>di</strong> far cambiare<br />

l’opinione all’insegnante se il primo compito andava male.<br />

Una componente importante nel decidere sono le “emozioni”. Può essere<br />

importante saper sfruttare quest’aspetto psicologico per cercare <strong>di</strong> far adottare<br />

quanto proposto.<br />

Diventa essenziale far notare che se decido per quella o l’altra cosa sarò felice,<br />

avrò quin<strong>di</strong> un vantaggio.<br />

L’emozionare può essere altrettanto strategico per suscitare un conflitto<br />

decisionale nel caso gli atteggiamenti non siano coerenti con i pensieri; questo<br />

può indurre la revisione dei criteri <strong>di</strong> scelta-comportamento.<br />

A proposito <strong>di</strong> coerenza bisognerà però prestare attenzione a non far scattare il<br />

cosiddetto meccanismo del “salvare la faccia”, indotto da passate decisioni.<br />

- 63 -


Questo alle volte innesca un automatismo irrazionale che porta al rifiuto <strong>di</strong> una<br />

proposta anche se palesemente valida.<br />

Del resto eventi, comportamenti, scelte del passato determinano spesso le<br />

decisioni per il futuro <strong>di</strong> solito in modo <strong>di</strong>rettamente proporzionale al “costo”<br />

già pagato.<br />

Insomma decidere è <strong>di</strong>fficile, ma bisogna anche tener contro del fatto che una<br />

buona decisione, cioè una decisione che produce gli effetti prefissati, non <strong>di</strong>pende<br />

esclusivamente dal fatto che la decisione sia presa correttamente 25 .<br />

6.2 Persuadere<br />

Convincere, indurre una persona ad agire in un determinato modo. Ottenere<br />

consenso, ispirare fiducia. Questa è la definizione <strong>di</strong> persuadere nel vocabolario<br />

Treccani.<br />

Un'altra articolazione dello stesso termine venne messa in luce dopo la fine<br />

della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale in una ricerca all’università <strong>di</strong> Yale: un processo<br />

<strong>di</strong> influenza che si attua in un contesto <strong>di</strong> comunicazione tra una fonte e un ricevente,<br />

attraverso un messaggio che va dal primo al secondo 26 .<br />

Sei sono i meccanismi psicologici che ci “persuadono” a prendere o non<br />

prendere una determinata decisione: il principio <strong>di</strong> reciprocità o <strong>di</strong><br />

contraccambio, il principio <strong>di</strong> impegno e coerenza, il principio della riprova<br />

sociale, il principio della simpatia, il principio dell’autorità, il principio della<br />

scarsità.<br />

Seppur brevemente li illustreremo tutti per poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> più frecce possibili<br />

per il nostro arco nel comunicare con i citta<strong>di</strong>ni.<br />

25 Rumiati R. (2000) Decidere Il Mulino Bologna pag. 110<br />

26 Cavazza N. (1997) Comunicazione e persuasione Il Mulino Bologna pag. 20<br />

- 64 -


6.2.1 Principio <strong>di</strong> reciprocità o <strong>di</strong> contraccambio<br />

E’ una delle armi più potenti della persuasione. Ti chiedo qualcosa in cambio<br />

del favore che ti ho già fatto; anzi … io ti do qualcosa perché tu mi hai gia dato<br />

qualcos’altro.<br />

Un aspetto importante che merita menzione: questo è un comportamento<br />

ubiquitario, comune a tutte le culture del mondo, del resto è anche il<br />

comportamento che consente la convivenza.<br />

Gli esempi riconducibili a questo principio possono essere molteplici. Quante<br />

volte abbiamo comperato i biglietti della lotteria perché chi li vende aveva<br />

acquistato i nostri! La cosa straor<strong>di</strong>naria, che <strong>di</strong>mostra la forza <strong>di</strong> questo<br />

principio e che funziona anche se chi ci vende i biglietti ci è antipatico.<br />

Se poi il “dono” è inatteso, il contraccambio potrà essere <strong>di</strong> “valore” molto più<br />

alto.<br />

Di fatto dopo aver ricevuto qualcosa siamo nelle mani <strong>degli</strong> altri, per<strong>di</strong>amo la<br />

nostra in<strong>di</strong>pendenza aspetto ben noto anche al donatore.<br />

In questo meccanismo che fa scattare la trappola non è tanto il regalo, ma il<br />

con<strong>di</strong>zionamento sociale che considera “buoni citta<strong>di</strong>ni” coloro che<br />

restituiscono il favore/bene.<br />

La pressione psicologica, a cui siamo sottoposti dopo aver ricevuto qualcosa, ci<br />

impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> a fare a meno <strong>di</strong> restituire anche quando sappiamo <strong>di</strong> essere in<br />

per<strong>di</strong>ta.<br />

Un evoluzione <strong>di</strong> questa regola è la tecnica del “ripiegamento dopo il rifiuto”:<br />

propongo qualcosa che so essere inaccettabile, <strong>di</strong> fronte al rifiuto abbasso le<br />

pretese e normalmente l’interlocutore accetta. Molte trattative, se non tutte,<br />

sono basate su questa regola che si può sintetizzare in: testa vinco io, croce per<strong>di</strong><br />

tu 27 .<br />

27 Cial<strong>di</strong>ni R.B.– (2005) – Le armi della persuasione – Giunti – Firenze – pag. 59<br />

- 65 -


Il potenziamento <strong>di</strong> questa tecnica è dovuto al fatto che la persona la quale<br />

accetta la seconda proposta, è convinta d’aver partecipato attivamente alla<br />

soluzione.<br />

6.2.2 Principio dell’impegno e della coerenza<br />

Essere coerenti, come per il contraccambio è apprezzato dalla società. Il chimico<br />

inglese Faraday riferiva <strong>di</strong> come l’essere coerenti riscuota comunemente<br />

approvazione, forse più ancora che l’essere nel giusto 28 .<br />

Questo meccanismo attacca il programma automatico <strong>di</strong> risposta tanto che il<br />

voler essere coerenti a tutti i costo, con quanto precedentemente espresso,<br />

manifestato, comunicato, può anche portarci ad essere in torto. Ma proprio per<br />

non avere questa consapevolezza ci rifiutiamo <strong>di</strong> pensare.<br />

Il “trucco” per far scattare questo meccanismo è <strong>di</strong> per sé semplice: far prendere<br />

un impegno piccolo, modesto.<br />

L’atto magico che aumenta ulteriormente la potenza <strong>di</strong> questo principio e far<br />

sottoscrivere l’impegno preso, magari facendolo scrivere <strong>di</strong>rettamente a chi lo<br />

assume.<br />

La sottoscrizione dell’impegno, inoltre, può essere mostrata ad altri a conferma<br />

dell’adesione.<br />

Inoltre tanto più sarà faticoso far parte del “patto”, tanto maggiore sarà la<br />

coerenza nel portare avanti l’impegno.<br />

Un altro aspetto da ricordare è che la partecipazione all’impegno dev’essere<br />

“carpita” senza farla sembrare un obbligo (con poca pressione esterna) in modo<br />

che le persona la viva come frutto della propria volontà.<br />

Al rovescio lo stesso principio può essere sfruttato, come già accennato nei<br />

processi che guidano le decisioni, anche quando una persona si <strong>di</strong>mostra restia<br />

al cambiamento per rispettare (essere coerente) decisioni già maturate.<br />

28 Cial<strong>di</strong>ni R.B. (2005) Le armi della persuasione Giunti Firenze pag. 74<br />

- 66 -


In questo caso può essere d’aiuto la citazione <strong>di</strong> Ralph Waldo Emerson : una<br />

sciocca coerenza è lo spauracchio delle piccole menti 29 .<br />

Si dovrà far emergere il fatto che cambiare non solo si può, ma che alle volte si<br />

deve.<br />

6.2.3 Principio della riprova sociale<br />

Spesso quando dobbiamo decidere, cerchiamo <strong>di</strong> capire cosa farebbero o cosa<br />

considerano più giusto gli altri.<br />

L’aumento della potenza <strong>di</strong> questo meccanismo si ha se il riferimento a cui<br />

tendere è simile a noi.<br />

Ecco spiegate, almeno in parte, le pubblicità in cui tentano <strong>di</strong> persuaderci …<br />

persone normali, che ci assomigliano; questo meccanismo funziona per tutte le<br />

fasce <strong>di</strong> età.<br />

E’ il motivo per cui l’educazione tra pari può essere più efficace <strong>di</strong> lezioni<br />

tenute da esperti e quin<strong>di</strong> perché una persona cambia improvvisamente il suo<br />

comportamento: Andrea ha paura <strong>di</strong> andare sullo scivolo, ma dopo un<br />

pomeriggio passato ai giar<strong>di</strong>ni con un amichetto molto pratico con questo<br />

gioco, c’è il serio rischio <strong>di</strong> vedere Andrea <strong>di</strong>vertirsi su questo impianto per<br />

giornate intere.<br />

Ben più drammatica è invece l’esperienza, statisticamente provata,<br />

dell’aumento dei suici<strong>di</strong> dopo la pubblicazione <strong>di</strong> un evento simile che ha visto<br />

coinvolto un personaggio famoso.<br />

Altro aspetto da tener presente è che il principio viene attivato anche dalla<br />

visione <strong>di</strong> filmati: la sperimentazione <strong>di</strong>mostra che per bambini un po’ isolati<br />

funziona la pratica <strong>di</strong> far osservare immagini in cui, un bimbo spesso solo, si<br />

unisce agli amici per giocare.<br />

29 Cial<strong>di</strong>ni R.B. (2005) Le armi della persuasione Giunti Firenze pag. 120<br />

- 67 -


6.2.4 Principio della simpatia<br />

Acconsentiamo maggiormente a proposte-richieste <strong>di</strong> persone che ci piacciono<br />

o che ci sono simpatiche.<br />

L’espe<strong>di</strong>ente, in cui ci saremo sicuramente trovati invischiati sta alla base delle<br />

ven<strong>di</strong>te a cui si partecipa perché invitati dalla padrona <strong>di</strong> casa o della maggiore<br />

efficacia del volontariato praticato dal vicino <strong>di</strong> casa.<br />

L’influenza nella decisione aumenta considerevolmente se la proposta viene<br />

accompagnata dalla bellezza, da complimenti (anche banali) o, per tornare ad<br />

un concetto appena visto, da persone a noi simili quin<strong>di</strong>, vestite come noi o con<br />

i nostri stessi interessi.<br />

Il tutto si basa sul fatto che pensiamo <strong>di</strong> avere un alleato che lavora per noi.<br />

6.2.5 Principio dell’autorità<br />

Siamo deferenti verso l’autorità.<br />

Il solo simbolismo fa scattare la risposta automatica; <strong>di</strong> fronte ad una persona<br />

che la <strong>di</strong>mostra a causa dei suoi vestiti, ornamenti o titoli ci sciogliamo come<br />

neve al sole.<br />

Probabilmente il tutto nasce dal fatto che fin da piccoli siamo educati al rispetto<br />

dell’autorità (genitori, maestri) e pertanto se ci troviamo <strong>di</strong> fronte qualcuno che<br />

pensiamo ne sappia più <strong>di</strong> noi ci adeguiamo alla sua volontà.<br />

In ambito sanitario ci sono stu<strong>di</strong> quantomeno preoccupanti che <strong>di</strong>mostrano la<br />

potenza <strong>di</strong> questo meccanismo: anche <strong>di</strong> fronte a palesi errori nelle prescrizioni<br />

<strong>di</strong> farmaci da parte del me<strong>di</strong>co, l’infermiere li somministra; ciò accade anche nel<br />

caso il personale infermieristico sia esperto.<br />

Siamo <strong>di</strong> fronte alla totale <strong>di</strong>sattivazione delle proprie competenze.<br />

- 68 -


6.2.6 Principio <strong>di</strong> scarsità<br />

E’ strettamente collegato all’idea <strong>di</strong> poter possedere qualcosa <strong>di</strong> raro e<br />

soprattutto che è <strong>di</strong>sponibile per pochi.<br />

La regola d’oro che lo fa scattare è la paura <strong>di</strong> perdere questa possibilità.<br />

A questo aspetto psicologico è legato il fatto che le persone paiono indotte ad<br />

agire più dal timore <strong>di</strong> una per<strong>di</strong>ta che dalla speranza <strong>di</strong> un guadagno: è più<br />

efficace il messaggio che invita le donne ai controlli per prevenire il tumore al<br />

seno se sottolinea i pericoli che consente <strong>di</strong> evitare piuttosto che i benefici che si<br />

ottengono; nel caso della “zanzara tigre” sarà ad esempio più opportuno<br />

proporre il messaggio <strong>di</strong>cendo: se metti in pratica questi suggerimenti “eviti <strong>di</strong><br />

prendere le punture” piuttosto che “previeni le punture dell’insetto”.<br />

Altro aspetto che potenzia il principio è il poco tempo per decidere, il non far<br />

pensare ad alternative possibili, il dover decider su due pie<strong>di</strong>.<br />

Inoltre il far coincidere il principio <strong>di</strong> scarsità con il fatto che il non possedere<br />

limita la nostra libertà ci induce ad essere più propensi a decidere in fretta pur<br />

<strong>di</strong> non perdere la proposta.<br />

Il fatto poi che la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> libertà concorra a farci perdere qualcosa che<br />

abbiamo sempre avuto a <strong>di</strong>sposizione (es. la possibilità <strong>di</strong> usufruire del<br />

giar<strong>di</strong>no perchè invaso da Aedes albopictus) aumenta la nostra frustrazione in<br />

particolar modo se gli altri continuano a poterne usufruire e quin<strong>di</strong> faremo <strong>di</strong><br />

tutto per riappropriarcene.<br />

Spiegati i sei principi pare importante aggiungere che secondo W. McGuire:<br />

“la persuasione si attua in sei fasi: presentazione del messaggio, attenzione,<br />

comprensione dei contenuti, accettazione della posizione sostenuta da questo,<br />

- 69 -


memorizzazione della nuova opinione, comportamento” 30 ,<br />

catena che deve essere ininterrotta pena il fallimento <strong>di</strong> tutto il processo.<br />

6.3 Sintesi finale<br />

Alla conclusione del capitolo tentiamo una breve sintesi: spesso deci<strong>di</strong>amo o ci<br />

facciamo persuadere secondo programmi <strong>di</strong> risposta automatici. In realtà<br />

queste scorciatoie, spesso ci consentono <strong>di</strong> risparmiare “energia” ed azzeccare<br />

la scelte, ma sempre più nascondono un <strong>di</strong>sagio.<br />

Negli ultimi anni la possibilità <strong>di</strong> conoscere ed accedere alle informazioni è<br />

cresciuta a <strong>di</strong>smisura. Questa opportunità, però, si sta trasformando in un<br />

boomerang: invece <strong>di</strong> renderci più consapevoli nel decidere, ci rende più<br />

insicuri perché non riusciamo a gestire tutti gli input (che alle volte sono<br />

contrad<strong>di</strong>tori).<br />

Si può concludere <strong>di</strong>cendo che la velocità dell’evoluzione tecnologica è troppo<br />

elevata per la nostra capacità <strong>di</strong> adattamento, col rischio che siano altri che<br />

decidono per noi.<br />

30 Cavazza N. (1997) Comunicazione e persuasione Il Mulino Bologna pag. 25<br />

- 70 -


CAPITOLO 7<br />

CONCLUSIONI<br />

L’informazione e la comunicazione sono arti complicate.<br />

Questa è certamente la prima conclusione che si trae dal lavoro svolto e, proprio<br />

perché complicate, non possono essere né improvvisate né tanto meno gestite<br />

da “appren<strong>di</strong>sti stregoni”; questo presuppone un salto <strong>di</strong> qualità anche per<br />

cercare <strong>di</strong> dare pienamente corso alle previsioni normative.<br />

Un altro aspetto <strong>di</strong> cui prendere coscienza è che la comunicazione autentica<br />

crea un rapporto tra emittente e ricevente e quin<strong>di</strong> gli esiti <strong>di</strong> un progetto sono<br />

con<strong>di</strong>zionati da chi lo gestisce. Non esiste in linea <strong>di</strong> principio, a priori, un<br />

progetto “buono o cattivo”.<br />

Appare dunque evidente che un buon comunicatore deve “sentirsi dentro”<br />

questo ruolo, deve aver la voglia <strong>di</strong> imparare, deve essere umile e confrontarsi<br />

con altre esperienze, deve essere <strong>di</strong>sponibile a con<strong>di</strong>videre le sue conoscenze.<br />

Tutti gli operatori perciò dovrebbero perlomeno avere una seppur generica<br />

formazione sull’argomento che partendo dalla conoscenza delle leggi,<br />

approfon<strong>di</strong>sca le conoscenze circa le strategie, gli strumenti <strong>di</strong> lavoro perché gli<br />

interventi siano progettati in modo efficace.<br />

Fatta questa premessa generale, proviamo a illustrare nel dettaglio un’ipotesi<br />

circa la riformulazione da parte dell’azienda ULSS 4 “Alto Vicentino” dei suoi<br />

interventi <strong>di</strong> informazione e comunicazione sul tema della “zanzara tigre”.<br />

L’obiettivo primo è certamente quello <strong>di</strong> coinvolgere maggiormente i citta<strong>di</strong>ni,<br />

le associazioni, le amministrazioni in modo che sia la comunità stessa a<br />

prendersi cura <strong>di</strong> se stessa al fine <strong>di</strong> garantirsi un benessere <strong>di</strong>ffuso.<br />

Gli ambiti su cui verranno formulate le successive proposte, per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

esposizione rimangono gli stessi della seconda parte del capitolo 3.<br />

- 71 -


7.1 Comuni<br />

L’organizzazione attuale che l’Azienda ULSS 4 si è data nel corso <strong>degli</strong> anni,<br />

rispetta le in<strong>di</strong>cazioni della normativa nazionale e regionale per quanto attiene<br />

ai controlli e all’esecuzione della lotta ad Aedes albopictus negli ambiti<br />

pubblici; si dovrà consolidarla.<br />

Questo potrà avvenire rafforzando la “sensazione” <strong>di</strong> tutti i tecnici e operai<br />

comunali, a vario titolo coinvolti nella problematica, <strong>di</strong> far parte <strong>di</strong> un gruppo.<br />

Per alimentare questo sentire comune la rete <strong>di</strong> comunicazione tra i vari uffici<br />

dovrà sempre più servire a con<strong>di</strong>videre soluzioni, esperienze, iniziative che<br />

possono consentire alle Amministrazioni <strong>di</strong> dare risposta alle richieste dei loro<br />

abitanti.<br />

Inoltre da parte dell’Azienda sanitaria sarà importante riuscire ad ascoltare le<br />

necessità delle Amministrazioni cercando <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le priorità comuni e<br />

quin<strong>di</strong> mettere in atto iniziative con<strong>di</strong>vise in grado <strong>di</strong> dare le risposte attese.<br />

Relativamente ai nuovi rischi sanitari legati alla possibile <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie<br />

infettive, dovranno essere partecipate le decisioni circa i protocolli da attuare in<br />

emergenza, in modo da poter intervenire in maniera efficace rispetto al rischio<br />

epidemico, ma soprattutto per calare nella realtà locale le in<strong>di</strong>cazioni regionali.<br />

In linea con quanto appena espresso si dovrà coinvolgere a pieno titolo anche il<br />

personale dei Consorzi <strong>di</strong> Vigilanza Urbana (che spesso esegue i controlli <strong>di</strong> I°<br />

livello) e probabilmente anche della Protezione Civile.<br />

Più in generale dovranno essere programmati dei percorsi <strong>di</strong> formazione<br />

specifica su Aedes albopictus e sul rischio sanitario.<br />

Accanto a questi aspetti tecnico-organizzativi prioritario per il Servizio Igiene e<br />

Sanità Pubblica sarà anche con<strong>di</strong>videre con i “politici” le nuove problematiche<br />

sanitarie e le strategie necessarie per affrontarle.<br />

- 72 -


7.2 Comunità – Scuola<br />

Focalizzeremo l’attenzione sui possibili interventi <strong>di</strong> informazione-formazione<br />

su “zanzara tigre” nelle scuole.<br />

La proposta dell’Azienda sanitaria al momento si limita all’intervento già<br />

descritto (pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un opuscolo per gli insegnanti unitamente ad una<br />

video-cassetta regionale) la cui attuazione è stata, tra l’altro, demandata ai<br />

Comuni.<br />

Al contrario <strong>di</strong> ciò, l’ULSS 4 lavora da molti anni col mondo della scuola<br />

proponendo vari progetti (dall’educazione stradale alla prevenzione del<br />

tabagismo, dalla corretta nutrizione alla prevenzione dei comportamenti a<br />

rischio) e da queste esperienze si potranno estrapolare le migliori strategie per<br />

proporre gli interventi su Aedes albopictus.<br />

Un aspetto importante da mettere in rilievo sia nella proposta ai Dirigenti sia<br />

nel negli incontri con gli insegnanti è che il lavoro non deve essere inteso come<br />

“un qualcosa in più da fare”, ma come un opportunità per spiegare ad esempio<br />

il ciclo biologico <strong>degli</strong> insetti, facendo riferimento a quello della “zanzara tigre”.<br />

Oltre a ciò si dovranno evidenziare i pericoli sanitari che la presenza del <strong>di</strong>ttero<br />

comporta al fine <strong>di</strong> far crescere la consapevolezza che le azioni intraprese<br />

favoriscono anche la salute pubblica.<br />

Si pensa che un progetto <strong>di</strong> questo tipo possa essere proposto dalle scuole<br />

materne alle secondarie <strong>di</strong> primo grado.<br />

In linea <strong>di</strong> massima, una prima <strong>di</strong>fferenziazione dei progetti la si avrà a seconda<br />

che siano destinati alla formazione <strong>degli</strong> insegnanti o che vedano coinvolti<br />

anche gli scolari.<br />

Nel primo caso sarà necessario rivedere i contenuti dell’opuscolo già<br />

pre<strong>di</strong>sposto, alla luce delle conoscenze maturate ne corso <strong>degli</strong> anni; questo<br />

permetterà <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un adeguato strumento <strong>di</strong>dattico-informativo. Si<br />

- 73 -


potranno poi organizzare <strong>degli</strong> interventi <strong>di</strong> formazione in aula al fine <strong>di</strong> fornire<br />

ai docenti le notizie basilari e, soprattutto, costruire assieme dei percorsi<br />

<strong>di</strong>dattici per gli alunni.<br />

Disporre <strong>di</strong> schede <strong>di</strong> lavoro permetterà infatti <strong>di</strong> poter valutare l’impegno<br />

richiesto per attuare il progetto e trovare eventualmente i migliori correttivi.<br />

La partecipazione <strong>degli</strong> insegnanti alla formazione sopra descritta è da<br />

considerarsi propedeutica per poter attivare un progetto che veda il<br />

coinvolgimento attivo <strong>degli</strong> scolari.<br />

In questo caso potrà essere necessario anche pensare ad un intervento <strong>di</strong>retto<br />

del personale tecnico dell’azienda sanitaria nelle scuole, almeno per i primi anni<br />

della proposta.<br />

Ad ogni buon conto si ritiene che i percorsi dovranno essere <strong>di</strong>fferenziati a<br />

seconda della scuola. Solo a titolo esemplificativo potrà essere proposto:<br />

- alle materne l’obiettivo potrà essere far conoscere la “zanzara tigre” e i<br />

focolai domestici colorando le loro immagini.<br />

- Nelle scuole primarie <strong>di</strong> primo grado accanto al medesimo percorso, potrà<br />

essere prevista, per i più gran<strong>di</strong>, l’in<strong>di</strong>viduazione dei focolai nelle proprie<br />

abitazioni e quin<strong>di</strong> una produzione scritta della “caccia al tesoro”.<br />

Vale la pena <strong>di</strong> evidenziare che in questa proposta potranno essere coinvolti nel<br />

suo svolgimento maestri titolari <strong>di</strong> varie competenze: lingua italiana, immagine,<br />

scienze.<br />

7.3 Citta<strong>di</strong>nanza<br />

In questo caso i tentativi, perlomeno <strong>di</strong> informare i citta<strong>di</strong>ni, sono stati<br />

molteplici e spesso messi in atto con la collaborazione dei Comuni; purtroppo i<br />

risultati sono ancora scarsi tanto che ancor oggi molte persone, oltre a non<br />

- 74 -


attuare alcuna forma <strong>di</strong> lotta larvicida, mantengono anche altri comportamenti<br />

scorretti; la cosa è preoccupante considerato che la responsabilità della presenza<br />

<strong>di</strong> Aedes albopictus è normalmente da imputare quasi esclusivamente a focolai<br />

presenti nelle aree private.<br />

Si ritiene comunque che le campagne informative attraverso la stampa <strong>di</strong><br />

pieghevoli, manifesti, volantini andranno comunque messe in atto perché forme<br />

<strong>di</strong> informazione <strong>di</strong>ffusa; si tratterà piuttosto <strong>di</strong> trovare canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong>versificati in modo da raggiungere le varie fasce della popolazione.<br />

In tal senso l’esperienza <strong>di</strong> quest’estate che ha coinvolto i Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

Generale, Pe<strong>di</strong>atri, Farmacisti nella <strong>di</strong>ffusione del materiale informativo è stata<br />

senza dubbio positiva; <strong>di</strong> contro le risposte <strong>di</strong> tali soggetti al questionario<br />

somministrato impegnano il Servizio Igiene e Sanità Pubblica a dar corso alla<br />

loro richiesta <strong>di</strong> essere formati sui specifici rischi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie<br />

infettive trasmesse da zanzare.<br />

Certamente, anche se laboriosa, si dovrà anche cercare <strong>di</strong> privilegiare la<br />

consegna <strong>di</strong>retta. Questo consente <strong>di</strong> comunicare con il citta<strong>di</strong>no, dare risposte<br />

alle sue domande cercando <strong>di</strong> “persuaderlo” ad assumere atteggiamenti corretti<br />

evidenziando, se necessario, che la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus spesso limita<br />

la sua libertà <strong>di</strong> usufruire <strong>degli</strong> spazi aperti.<br />

Altresì dovranno essere rivisti i contenuti dei messaggi per cercare <strong>di</strong> “toccare”<br />

qualche corda emotiva del lettore: invece della classica foto con in primo piano<br />

la zanzara, si potrà inserire immagini <strong>di</strong> vita domestica (foto <strong>di</strong> bimbi che<br />

giocano all’aperto, <strong>di</strong> anziani nei giar<strong>di</strong>ni, o <strong>di</strong> un giar<strong>di</strong>no … vuoto); le frasi<br />

che li accompagnano dovranno sottolineare i “rischi evitati” piuttosto che<br />

“quelli prevenuti” nel mettere in atto comportamenti corretti.<br />

Un altro sforzo andrà poi fatto nell’iniziare a <strong>di</strong>ffondere le informazioni anche<br />

nelle lingue parlate dalle comunità straniere presenti sul territorio.<br />

- 75 -


Come ampiamente <strong>di</strong>mostrato, gli incontri serali con la citta<strong>di</strong>nanza non sono<br />

partecipati! Andrà comunque messo in atto un tentativo <strong>di</strong> variare strategia<br />

comunicativa.<br />

Potranno essere pubblicizzati con la promessa che verranno <strong>di</strong>stribuiti<br />

gratuitamente insettici<strong>di</strong> per il trattamento dei focolai domestici, si potrà far<br />

firmare la presenza e raccogliere dei dati per poter ricontattare i presenti<br />

(esempio <strong>di</strong>sporre dell’in<strong>di</strong>rizzo e-mail consente <strong>di</strong> far pervenire loro notizie<br />

sulla “zanzara tigre”). Altri mutamenti dovranno essere introdotti nella<br />

gestione <strong>degli</strong> incontri: all’inizio della riunione si potrà chiedere ai partecipanti<br />

le loro conoscenze su Aedes albopictus; la classica lezione frontale dovrà essere<br />

arricchita con brevi filmati ad esempio sulla ricerca dei focolai domestici, la loro<br />

rimozione, il trattamento o la messa in sicurezza <strong>di</strong> quelli non rimovibili.<br />

Considerate le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> far partecipare la citta<strong>di</strong>nanza agli incontri dovrà<br />

essere progettato il tentativo <strong>di</strong> andare verso la gente.<br />

Una delle ipotesi potrebbe essere quella <strong>di</strong> partecipare a mercati o feste<br />

paesane. Le modalità potrebbero essere quelle descritte per gli incontri<br />

arricchendole con l’esposizione <strong>di</strong> pannelli informativi.<br />

Un’altra possibilità potrebbe consistere nel partecipare alle riunioni delle<br />

Associazioni del volontariato sociale coinvolgendo l’Amministrazione<br />

Comunale nel compito <strong>di</strong> contattare le Associazioni del territorio e organizzare<br />

l’incontro.<br />

In tutte le assemblee si potrà far presente ai partecipanti il “privilegio” <strong>di</strong> avere<br />

a <strong>di</strong>sposizione <strong>degli</strong> esperti che possono … fargli riconquistare il giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />

casa. Inoltre al fine <strong>di</strong> farli sentire attori <strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>nanza attiva queste<br />

persone potranno essere invitate, consegnando loro una lista <strong>di</strong> controllo, a<br />

ricercare presso le loro abitazioni i focolai <strong>di</strong> riproduzione e a informare i pari<br />

delle conoscenze acquisite durante l’incontro.<br />

- 76 -


Dal punto <strong>di</strong> vista psicologico sarà però importante non <strong>di</strong>menticare, ogni volta<br />

che se ne presenta l’opportunità, <strong>di</strong> mettere in evidenza gli ottimi risultati<br />

raggiunti nei nostri due presi<strong>di</strong> ospedalieri e quin<strong>di</strong> che combattere la zanzara<br />

tigre è possibile; andrà anche sottolineato il fatto, facendo riflettere le persone,<br />

che se ci riusciamo in un contesto così complesso (numerose ca<strong>di</strong>toie da trattare<br />

e superfici molto ampie da tenere sotto controllo) possono tranquillamente<br />

farcela anche casa loro.<br />

7.4 Progetto “Santo”<br />

Come spiegato nel capitolo 3, questo è stato l’unico intervento <strong>di</strong> porta-a-porta<br />

effettuato dalla nostra Azienda sanitaria. E’ stata un’ottima sperimentazione<br />

che ha dato esiti positivi; il tempo <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sporre è considerevole tanto che si<br />

era pensato <strong>di</strong> riproporlo in altri ambiti, affidandone però i compiti <strong>di</strong> controllo<br />

a volontari.<br />

Le esperienze maturate in altri contesti hanno però <strong>di</strong>mostrato la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

gestire un progetto con i volontari <strong>di</strong>rettamente coinvolti nella vigilanza sia in<br />

relazione alle risorse economiche necessarie per compensarli sia per mantenerli<br />

motivati nel tempo.<br />

Potrebbe quin<strong>di</strong> essere plausibile che ha svolgere i controlli siano i tecnici<br />

dell’ULSS congiuntamente con il personale del Comune mentre ai volontari,<br />

che comunque dovrebbero essere conosciuti nella zona in cui si esplica il<br />

progetto, sarebbero demandati compiti <strong>di</strong> supporto, quali, ad esempio, la<br />

<strong>di</strong>stribuzione della lettera <strong>di</strong> presentazione dell’iniziativa, curare la<br />

partecipazione delle persone alla serata informativa, contattare i residenti non<br />

trovati in casa per fissare un appuntamento ecc.<br />

Solo nel caso manifestassero la volontà <strong>di</strong> effettuare qualche controllo,<br />

potrebbero svolgerlo dopo opportuna formazione teorico-pratica.<br />

- 77 -


Questo permetterebbe <strong>di</strong> consolidare le conoscenze in un gruppo <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

riferimento per l’area <strong>di</strong> progetto e nel contempo li si libererebbe dai compiti<br />

più gravosi.<br />

7.5 Sito WEB<br />

Finora si sono poco sfruttate le potenzialità <strong>di</strong> questo straor<strong>di</strong>nario strumento <strong>di</strong><br />

trasmissione dell’informazione.<br />

Però proprio in questo periodo è in atto un progetto per la realizzazione del<br />

portale del Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione: uno spazio “de<strong>di</strong>cato”, all’interno del<br />

sito aziendale.<br />

La Direzione Generale ha concordato che per il Servizio Igiene e Sanità Pubblica<br />

la sperimentazione sarà a carico dell’Ufficio Disinfestazione. Quale occasione<br />

migliore per poter tentare <strong>di</strong> fare un salto <strong>di</strong> qualità sia come informazioni<br />

<strong>di</strong>ffuse sia per rendere semplice l’accesso per l’utente alle stesse?<br />

Oltre alle poche notizie pubblicate che riguardano la <strong>di</strong>sinfestazione, in merito<br />

alla specifica problematica riguardante la “zanzara tigre”, potrebbe essere<br />

importante poter inserire dei filmati, gli stessi preparati per gli incontri con i<br />

citta<strong>di</strong>ni, mettere in rete le notizie su Aedes albopictus (esempio luogo, data ed<br />

ora <strong>degli</strong> incontri), oppure mettere a <strong>di</strong>sposizione delle attività interattive come<br />

ad esempio dei test con i quali il visitatore potrà auto-valutare le sue<br />

conoscenze sul <strong>di</strong>ttero.<br />

Un fattore determinante sarà in<strong>di</strong>viduare il Responsabile <strong>degli</strong> aggiornamenti<br />

in considerazione del fatto che la tempestività <strong>di</strong>venta fondamentale per poter<br />

sfruttare al meglio questo strumento.<br />

- 78 -


Molte sono le azioni possibili. Forse quello qui proposto può sembrare un libro<br />

dei sogni.<br />

In realtà si tratta <strong>di</strong> crederci e con<strong>di</strong>videre un percorso nuovo <strong>di</strong> comunicazione<br />

verso il citta<strong>di</strong>no che potrà anche servire quale sperimentazione per altri ambiti<br />

<strong>di</strong> attività del Servizio Igiene e Sanità Pubblica.<br />

Una possibilità concreta <strong>di</strong> attuarlo è quella <strong>di</strong> siglare “un’intesa” con un<br />

Comune pilota dove attuare le varie attività proposte per poter poi verificare<br />

quali siano le più efficaci e quelle realizzabili.<br />

E’ veramente una sfida quella che abbiamo <strong>di</strong>nnanzi che però, se vinta, può<br />

restituire all’Azienda sanitaria dei tecnici più motivati, più competenti e<br />

preparati a gestire anche la comunicazione con i citta<strong>di</strong>ni, elemento<br />

fondamentale per una Pubblica Amministrazione moderna che voglia<br />

colloquiare con i suoi utenti e che sia <strong>di</strong>sponibile a mettersi in <strong>di</strong>scussione.<br />

In fondo si tratta <strong>di</strong> andare “oltre la norma”; <strong>di</strong> aver voglia <strong>di</strong> provare a<br />

con<strong>di</strong>videre, <strong>di</strong> progettare qualcosa <strong>di</strong> nuovo facendo tesoro <strong>degli</strong> errori e dei<br />

risultati concreti del passato ricordando sempre, e l’epidemia <strong>di</strong> chikungunya lo<br />

sta a <strong>di</strong>mostrare, che il mondo è in vorticoso cambiamento. Quin<strong>di</strong> non è<br />

pensabile non aggiornarsi o lavorare con tecniche mai rinnovate per poter far<br />

fronte alle nuove competenze che ci vengono richieste dai mutati scenari, ma<br />

anche dal continuo aggiornamento legislativo.<br />

- 79 -


- 80 -


BIBLIOGRAFIA<br />

Angelici R., Carola Finarelli A., Angelini P. (2007) “Pronto? Emergenza” SNOP<br />

Rivista della società nazionale <strong>degli</strong> operatori della prevenzione n° 73 pagg. 4-5<br />

Cassone A. (intervista) (2008) “Epidemia <strong>di</strong> chikungunya in Italia” Notiziario<br />

dell’istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità Vol. 21, n° 2 pagg. 15-17<br />

Cavazza N. (1997) Comunicazione e persuasione Il Mulino Bologna<br />

Cial<strong>di</strong>ni R.B. (2005) Le armi della persuasione.Come e perché si finisce col <strong>di</strong>re <strong>di</strong> sì<br />

Giunti Firenze<br />

Drago A. (1999) “Porta a porta a Montegrotto Terme” (allegato B) <strong>Università</strong><br />

<strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> Istituto <strong>di</strong> Entomologia Agraria Diffusione della zanzara<br />

tigre in Veneto 1998 Relazione sul Piano <strong>di</strong> sorveglianza e controllo della<br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus e dei culici<strong>di</strong> antropofili delle aree litoranee<br />

Regione Veneto<br />

Drago A. (2003) “Lotta alle zanzare e strategie me<strong>di</strong>aniche” Igiene Alimenti<br />

Disinfestazione & Igiene Ambientale Maggio/Giugno 2003 pagg. 1-4<br />

Drago A., Martini S., Lustro G. (2003) “Zanzare, un’esperienza in Francia” Igiene<br />

Alimenti Disinfestazione & Igiene Ambientale Gennaio/Febbraio 2003 pagg. 1-4<br />

Fabbri C., Ferrari R. (2007) “Il volontariato collegato ai comuni (auser,<br />

protezione civile, ecc): l’esperienza <strong>di</strong> Riolo Terme” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta<br />

integrata alla zanzara tigre. Atti del convegno. Cesena 23 febbraio 2006 pagg. 59-64<br />

Istituto della Enciclope<strong>di</strong>a Italiana (2003) Il Vocabolario Treccani Il Treccani<br />

Istituto della Enciclope<strong>di</strong>a Italiana Roma<br />

Lustro G. (2005) Linee guida per l’organizzazione e la gestione delle attività <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sinfestazione da ratti e zanzara” Annali <strong>di</strong> Igiene me<strong>di</strong>cina preventiva e <strong>di</strong><br />

comunità Società E<strong>di</strong>trice Universo Roma Suppl. 2 al Fasc. 3 Vol. 17<br />

Magro Prof.ssa Tiziana Laurea triennale in Tecniche della Prevenzione<br />

(percorso straor<strong>di</strong>nario) Dispense Corso integrato <strong>di</strong> Psicologia generale<br />

Maistro S. (2007) Il ruolo dell'azienda sanitaria nell'attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione<br />

(presentazione power point) 20/02/2007 Montecchio Precalcino (VI) Convegno:<br />

Disinfestazione urbana meto<strong>di</strong> e strumenti nuove proposte.<br />

Marin Prof.ssa Valeria Laurea triennale in Tecniche della Prevenzione (percorso<br />

straor<strong>di</strong>nario) Corso integrato <strong>di</strong> Igiene e me<strong>di</strong>cina del lavoro Dispense<br />

Insegnamento Epidemiologia delle malattie infettive.<br />

Martini S., Drago A., Bizzotto G. (2002) “Aedes albopictus a Castefranco<br />

Veneto: una esperienza <strong>di</strong> lotta” Igiene Alimenti Disinfestazione & Igiene<br />

Ambientale Marzo/Aprile 2002 pagg. 3-8<br />

Palazzi M. (2007) “Quando la bussola è la comunicazione” SNOP Rivista della<br />

società nazionale <strong>degli</strong> operatori della prevenzione n° 73 pagg. 6-7<br />

Regione Veneto DGR n° 324 del 14 febbraio 2006 “Linee guida per l’organizzazione<br />

e la gestione delle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da ratti e zanzare”.<br />

- 81 -


Regione Veneto - DGR n° 2178 del 08/08/2008 – “Regione Veneto Piano Regionale<br />

<strong>di</strong> lotta alla “zanzara tigre” e <strong>di</strong> prevenzione della chikungunya”.<br />

Romi R. (2001) “Aedes albopictus in Italia: un problema sanitario sottovalutato”<br />

Annali Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità Vol. 37, n° 2 pagg. 241-247<br />

Romi R. (2003) “Diffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus in Italia e analisi del rischio<br />

sanitario” SNOP Rivista della società nazionale <strong>degli</strong> operatori della prevenzione n° 61<br />

pagg. 23-27<br />

Romi R., Di Luca M., Severini F., L. Toma Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002)<br />

Linee guida per la sorveglianza e il controllo della “zanzara tigre” Aedes albopictus<br />

Roma.<br />

Rovinetti A. (2006) Comunicazione pubblica: sapere e fare 1° capitolo Il Sole 24 Ore<br />

libri<br />

Rumiati R. (2000) Decidere Il Mulino Bologna<br />

Santacatterina F. (2007) Il progetto Santo (Thiene) aspetti organizzativi<br />

(presentazione power point) 20/02/2007 Montecchio Precalcino (VI) Convegno:<br />

Disinfestazione urbana meto<strong>di</strong> e strumenti nuove proposte -<br />

Santacatterina F. (2007) Tesina: “Limitazione della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie<br />

infettive da animali infestanti. Definizione <strong>di</strong> Regolamento Interno dell’attività<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione nel nuovo polo unico ospedaliero <strong>di</strong> Santorso (VI)” Laurea<br />

triennale in Tecniche della Prevenzione (percorso straor<strong>di</strong>nario) Corso integrato<br />

<strong>di</strong> Ingegneria applicata e protezionistica 1° Insegnamento Ingegneria sanitaria e<br />

ambientale docente Olivi Prof. Giuseppe<br />

Sarpellini P., Flamini S., Colonna R. (2007) “Educazione porta a porta con il<br />

coinvolgimento del volontariato delle Guar<strong>di</strong>e Ecologiche Volontarie (GEV) nel<br />

comune <strong>di</strong> Forlì” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara tigre. Atti del<br />

convegno. Cesena 23 febbraio 2006 pagg. 65-70<br />

Tola E., Formica Blu srl (2007) “La zanzara tigre in Italia: questione <strong>di</strong><br />

comunicazione” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara tigre. Atti del<br />

convegno. Cesena 23 febbraio 2006 pagg. 13-17<br />

<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> Istituto <strong>di</strong> Entomologia Agraria (1999)<br />

Diffusione della zanzara tigre in Veneto 1998 Relazione sul Piano sorveglianza e<br />

controllo della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus e dei culici<strong>di</strong> antropofili delle<br />

aree litoranee Regione Veneto<br />

Venturelli C., Maggioli F. (2007) “Caratteristiche <strong>degli</strong> ambienti e presenza <strong>di</strong><br />

zanzara tigre: indagine sui <strong>di</strong>versi ambiti inse<strong>di</strong>ativi nel territorio urbano” Verso<br />

una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara tigre. Atti del convegno. Cesena 23 febbraio<br />

2006 pagg. 29-41<br />

Venturelli C., Mascali Zeo S. (2007) “La zanzara che venne dal caldo” SNOP<br />

Rivista della società nazionale <strong>degli</strong> operatori della prevenzione n° 73 pagg. 7-8<br />

Venturelli C., Palazzi M., Bakken E., Baldassarri E. (2007) “Il progetto <strong>di</strong> peer<br />

education: l’esperienza dei focus group per accrescere le competenze e le<br />

- 82 -


conoscenze dei citta<strong>di</strong>ni” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara tigre.<br />

Atti del convegno. Cesena 23 febbraio 2006 pagg. 115-119<br />

SITOGRAFIA<br />

www.arpa.veneto.it Barbi A., Chiaudani A., Delillo I., Borin M., Berti A.<br />

“Andamenti agroclimatici nella regione Veneto nel periodo 1956-2004 accesso<br />

19/10/2008<br />

www.consiglioveneto.it Regione Veneto “Leggi regionali a testo vigente 1996”<br />

accesso 29/10/2008<br />

www.ecdc.europa.eu ECDC European Centre for Disease Prevention and<br />

Control “Consultation on vector-related risk for chikungunya virus<br />

transmission in Europe” pubblicazione 22/10/07 accesso 16/10/08<br />

www.museocivico.rovereto.tn.it U. Ferrarese “Monitoraggio <strong>di</strong> aedes<br />

albopictus (skuse) (<strong>di</strong>ptera, culicidae) attorno ad un focolaio nel comune <strong>di</strong><br />

Rovereto (Trento)” Annali Museo Civico Rovereto sezione: archeologia, storia,<br />

scienze naturali volume 19 (2003) pagg. 281-295 accesso 07/10/08<br />

www.museocivico.rovereto.tn.it U. Ferrarese “La <strong>di</strong>ffusione della zanzara tigre<br />

aedes albopictus (skuse) a Rovereto nel 2005” Annali Museo Civico Rovereto<br />

sezione: archeologia, storia, scienze naturali - volume 21 (2005) - pagg. 261-269 -<br />

accesso 07/10/08<br />

www.ulss4.veneto.it Ufficio Disinfestazione SISP “Insetti e ro<strong>di</strong>tori. Cosa fare.”<br />

22/05/2006 accesso 29/10/2008<br />

www.ulss4.veneto.it Ufficio Relazioni con il Pubblico “Campagna contro la<br />

zanzara tigre” 09/07/2008 accesso 29/10/2008<br />

- 83 -


ALLEGATI<br />

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE - REGIONE VENETO<br />

U.L.SS. n. 4 "ALTO VICENTINO"<br />

AZIENDA ex DD.Leg.vi 502/92 e 517/93<br />

Co<strong>di</strong>ce U.L.SS. 050/004 - c.f. e p.i. 00913490249<br />

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE<br />

dpre@ulss4.veneto.it<br />

Ufficio del Direttore Dpre<br />

Prot. n. 13011 / 70.01.99<br />

Risposta a nota n.<br />

del<br />

Oggetto: Infestazione zanzara tigre<br />

- 84 -<br />

Allegato 1<br />

Thiene, 20 giugno 2002<br />

Egr. Sigg. SINDACI<br />

L’infestazione da zanzara tigre si sta rapidamente <strong>di</strong>ffondendo nel nostro territorio:<br />

risultano stabilmente colonizzati i Comuni <strong>di</strong> Breganze, Marano Vicentino, Thiene, Sarcedo,<br />

Villaverla, Schio, Montecchio Precalcino, notevole è la possibilità <strong>di</strong> interessamento anche <strong>di</strong><br />

Piovene Rocchette, Santorso, Zanè, Zugliano, Carrè, Malo, San Vito <strong>di</strong> Leguzzano, Monte <strong>di</strong><br />

Malo, Torrebelvicino, Lugo <strong>di</strong> Vicenza, Chiuppano, Fara Vicentino, (Salcedo e Cogollo del<br />

Cengio).<br />

Già molte Amministrazioni hanno organizzato una risposta al problema; vi può essere però la<br />

reinfestazione dei territori confinanti, la non partecipazione dei citta<strong>di</strong>ni, un uso improprio <strong>di</strong><br />

antiparassitarii, ecc. Nella ricerca <strong>di</strong> un coor<strong>di</strong>namento l’Esecutivo dei Sindaci dell’ULSS 4 ha<br />

<strong>di</strong>scusso l’argomento con la Direzione Aziendale: obiettivo imme<strong>di</strong>ato è una risposta<br />

organizzata dei singoli Comuni con la collaborazione dell’ULSS; verrà stu<strong>di</strong>ata una forma<br />

organizzativa stabile fra le amministrazioni Comunali per contrastare l’infestazione.<br />

Si propone quin<strong>di</strong> l’intervento in base al rischio <strong>di</strong> infestazione:<br />

Rischio nullo <strong>di</strong> infestazione (comuni <strong>di</strong> Valli del Pasubio, Posina, Laghi, Arsiero, Lastebasse,<br />

Pedemonte, Valdastico, Tonezza del Cimone, Velo d’Astico, Caltrano, Calvene) comunicare il<br />

problema della zanzara tigre, la cui presenza si sta espandendo nel nostro territorio e <strong>di</strong><br />

conseguenza i comuni interessati sono impegnati a promuovere <strong>degli</strong> interventi per limitare la<br />

<strong>di</strong>ffusione.<br />

Affermare che i comuni in elenco non sono a rischio perché, sulla base delle conoscenze<br />

scientifiche attuali, hanno una situazione microclimatica che non consente la riproduzione della<br />

zanzara tigre. Va da sé che nel caso venisse in<strong>di</strong>viduata la sua presenza la cosa dovrà essere<br />

tempestivamente segnalata al Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione.<br />

Fornire comunque del materiale informativo (manifesti) in cui siano evidenziati i<br />

comportamenti a rischio che possono favorire lo sviluppo del <strong>di</strong>ttero.<br />

Rischio basso <strong>di</strong> infestazione (territorio pianeggiante <strong>di</strong>: Cogollo del Cengio, Lugo <strong>di</strong> Vicenza,<br />

Salcedo) sono i comuni dell’alta fascia pedemontana i cui territori a sud possono essere infestati<br />

sia per caratteristiche climatiche intrinseche che per la presenza nei comuni confinanti.<br />

Anche per queste amministrazioni oltre al materiale <strong>di</strong> cui sopra si forniranno dei pieghevoli da<br />

porre in <strong>di</strong>stribuzione presso i locali aperti al pubblico.


Il Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione dell’ULSS effettuerà il monitoraggio dei punti a rischio. I<br />

Comuni vieteranno il deposito <strong>di</strong> pneumatici all’esterno.<br />

Potenzialmente infestati: Torrebelvicino, Monte <strong>di</strong> Malo, Malo, Santorso, Piovene Rocchette,<br />

Chiuppano, Carrè, Zanè, Zugliano, Fara Vicentino, S. Vito <strong>di</strong> Leguzzano, sono i comuni da cui<br />

non sono pervenute segnalazioni nel corso del 2001, ma che sono stati infestati negli anni<br />

precedenti o comunque presentano caratteristiche climatiche ancor più accentuate per favorire<br />

la presenza del <strong>di</strong>ttero o sono contermini con comuni già infestati.<br />

Oltre agli interventi già descritti (monitoraggio, pneumatici, ecc.) è opportuna la raccolta delle<br />

segnalazioni dei citta<strong>di</strong>ni in<strong>di</strong>viduando un apposito ufficio/numero telefonico comunale per i<br />

contatti con il pubblico e il rapporto con il Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione.<br />

L’informazione alla popolazione tramite depliant e manifesti può essere personalizzata dal<br />

singolo Comune (l’ULSS fornisce il modello regionale informatizzato).<br />

Le farmacie, in base ad accor<strong>di</strong> regionali e locali forniranno informazioni sull’argomento e un<br />

antiparassitario a prezzo controllato per il trattamento <strong>di</strong> ca<strong>di</strong>toie, raccolte d’acqua stagnante<br />

non eliminabili, ecc.<br />

Il personale del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> prevenzione si renderà <strong>di</strong>sponibile per incontri con la<br />

popolazione o altre modalità <strong>di</strong> informazione (dal prossimo anno anche con la scuola).<br />

Il Comune dovrebbe rispondere tempestivamente (ca<strong>di</strong>toie stradali e aree interessate, rinforzo<br />

dell’informazione alla popolazione) all’eventualità <strong>di</strong> segnalazione <strong>di</strong> infestazione, verificata<br />

dall’ULSS.<br />

Infestati (Schio, Marano Vicentino, Thiene, Sarcedo, Breganze, Montecchio Precalcino,<br />

Villaverla) sono i comuni da cui sono arrivate le segnalazioni <strong>di</strong> presenza del <strong>di</strong>ttero nel 2001,<br />

per cui si presume l’infestazione anche quest’anno.<br />

In aggiunta a quanto riportato nei punti precedenti sono in<strong>di</strong>cati gli interventi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sinfestazione antilarvale dei pozzetti stradali con perio<strong>di</strong>cità quin<strong>di</strong>cinale, la loro pulizia,<br />

l’eliminazione e il rischio dovuto alle raccolte d’acqua stagnante nel suolo pubblico, la<br />

<strong>di</strong>sinfestazione del verde pubblico attrezzato.<br />

Se i trattamenti sono effettuati da personale dovrà essere curata la preparazione dello stesso, se<br />

da <strong>di</strong>tta esterna, è opportune verificare l’efficienza dell’azione, in ogni caso l’ULSS verifica<br />

l’efficacia.<br />

Importante è l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un responsabile/referente delle azioni per i rapporti con le<br />

<strong>di</strong>tte, la popolazione e l’ULSS.<br />

E’ auspicabile per sod<strong>di</strong>sfare la domanda dei citta<strong>di</strong>ni, pre<strong>di</strong>sporre l’intervento <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte per la<br />

<strong>di</strong>sinfestazione in ambiti privati, a prezzi calmierati e con metodologia <strong>di</strong> intervento concordata.<br />

GB/sz<br />

Distinti saluti.<br />

- 85 -<br />

Conferenza dei Sindaci<br />

Il Presidente<br />

(Zaccaria dr. Ermenegildo)


Regolamento per la<br />

gestione delle segnalazioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo e\o <strong>di</strong>sagio<br />

causato dalla detenzione <strong>di</strong><br />

animali e dalla presenza <strong>di</strong><br />

animali infestanti<br />

- 86 -<br />

Allegato 2


ARTICOLO 17<br />

1. I luoghi infestati da animali o insetti indesiderati devono essere bonificati con interventi a il<br />

cui costo è a carico del Responsabile.<br />

2. Al presente Regolamento sono allegate delle Schede in cui vengono precisate le<br />

metodologie da seguire per attuare una corretta <strong>di</strong>sinfestazione relativamente:<br />

A. alle zecche (Scheda 1)<br />

B. alle zanzare (Schede 2 e 3)<br />

C. al contenimento dei piccioni (Scheda 4)<br />

D. alla derattizzazione (Scheda 5)<br />

Tali schede verranno costantemente aggiornate*<br />

*Nel corso <strong>degli</strong> anni oltre agli aggiornamenti sono state aggiunte le schede relative a:<br />

- Blatte<br />

- Vespe\calabroni (imenotteri)<br />

- Pulci<br />

ARTICOLO 18<br />

1. Il Comune effettuerà la valutazione <strong>di</strong> 1° livello dell’inconveniente segnalato.<br />

2. A tal fine istruirà la pratica verificando:<br />

A. la presenza <strong>di</strong> precedenti in archivio e/o <strong>di</strong> segnalazioni analoghe nelle vicinanze<br />

B. eventuali provve<strong>di</strong>menti richiesti, verificandone l’osservanza<br />

C. il rispetto del PRG e <strong>di</strong> eventuali norme comunali, compreso il presente Regolamento<br />

D. <strong>di</strong>sporrà, tramite proprio personale o quello <strong>di</strong> vigilanza urbana un sopralluogo <strong>di</strong><br />

verifica<br />

La violazione <strong>di</strong> norme comunali e /o precedenti prescrizioni comporterà automaticamente<br />

l’emissione <strong>di</strong> un provve<strong>di</strong>mento.<br />

3. Il comune potrà richiedere ad altro Ente o Istituzione (es. Vigili del Fuoco, ARPAV, ULSS)<br />

un accertamento <strong>di</strong> 2° livello secondo le <strong>di</strong>sposizioni fornite da questi.<br />

4. L’Azienda ULSS potrà essere attivata in presenza <strong>di</strong>:<br />

E. numerose segnalazioni sulla stessa problematica in un’area circoscritta del territorio<br />

comunale (es. aumento cospicuo <strong>di</strong> mosche nelle abitazioni);<br />

F. inconvenienti in cui sia già accertato il rispetto <strong>di</strong> precedenti prescrizioni e <strong>di</strong> Norme<br />

comunali (Regolamento e<strong>di</strong>lizio, NTA, Regolamento smaltimento rifiuti, competenza<br />

civilistica /Regolamento condominiale, Regolamento fognatura, presente Regolamento<br />

ecc.).<br />

- 87 -


OGGETTO: provve<strong>di</strong>mento per la prevenzione ed il controllo delle malattie trasmesse da<br />

insetti vettori ed in particolare dalla zanzara tigre (Aedes albopictus).<br />

IL SINDACO<br />

- Vista la necessità <strong>di</strong> intervenire a tutela della salute ed igiene pubblica per prevenire e<br />

controllare malattie infettive trasmissibili all’uomo attraverso le punture <strong>di</strong> animali vettori;<br />

- Considerato che il sistema <strong>di</strong> sorveglianza e monitoraggio ha <strong>di</strong>mostrato la presenza nel<br />

territorio comunale della zanzara tigre;<br />

- Considerato che occorre provvedere, per contenerne la <strong>di</strong>ffusione, ad una campagna <strong>di</strong><br />

prevenzione su tutto il territorio comunale, da estendere tassativamente anche nelle aree <strong>di</strong><br />

proprietà privata al fine <strong>di</strong> garantire l’efficacia della campagna stessa;<br />

- Rilevato che le larve <strong>di</strong> zanzara si sviluppano in acque stagnanti o a lento deflusso ove<br />

depongono le uova;<br />

- Considerata la necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> misure che si rivolgano alla generalità della<br />

popolazione nonché alle imprese ed ai responsabili <strong>di</strong> aree particolarmente critiche ai fini<br />

della proliferazione del fenomeno quali: gommisti, florovivaisti, aziende agricole, cantieri,<br />

aree <strong>di</strong>messe, piazzali <strong>di</strong> deposito, parcheggi, aree condominiali e altre attività produttive<br />

che possano dar luogo anche a piccole raccolte d’acqua;<br />

- Dato atto che, congiuntamente all’adozione del presente provve<strong>di</strong>mento, il Comune<br />

provvede alla messa in atto <strong>di</strong> apposite iniziative, in collaborazione con l’azienda ULSS,<br />

volte ad informare, sensibilizzare, sui corretti comportamenti da adottare;<br />

- Visto il RD n° 1265 del 27 luglio 1934 (T.U.LL.SS.)<br />

- Vista la L n° 833 del 23 <strong>di</strong>cembre 1978<br />

- Visto il DLgs n° 267 del 18 agosto 2000 art. 50 e successive mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni<br />

- Vista la L n° 689 del 24 novembre 1981<br />

- Vista la DGR n° 324 del 06 marzo 2006<br />

- Visti i Regolamenti Comunali vigenti<br />

ORDINA<br />

a tutte le persone sul territorio comunale<br />

1. ELIMINARE LE RACCOLTE DI ACQUA STAGNANTE CHE FAVORISCANO LA<br />

PROLIFERAZIONE DELLA ZANZARA TIGRE<br />

2. NEL CASO NON SIA POSSIBILE L’ELIMINAZIONE DELLE RACCOLTE DI ACQUA<br />

STAGNANTE DOVRANNO ESSERE ADOTTATI IDONEI SISTEMI DI LOTTA PER<br />

EVITARE LA RIPRODUZIONE DELLA ZANZARA TIGRE<br />

3. DI NON ADOTTARE COMPORTAMENTI CHE POSSANO FAVORIRE LA<br />

FORMAZIONE DI RISTAGNI D’ACQUA INCONTROLLATI<br />

- 88 -<br />

Allegato 3


Quanto sopra prescritto/raccomandato non si applica alle eventuali ovitrappole presenti sul territorio<br />

comunale ed inserite nel sistema regionale <strong>di</strong> monitoraggio.<br />

PRESCRIVE/RACCOMANDA A TITOLO ESEMPLIFICATIVO L’ADOZIONE DELLE<br />

SEGUENTI BUONE PRATICHE<br />

• Trattare l’acqua presente in tombini, griglie <strong>di</strong> scarico, pozzetti <strong>di</strong> raccolta ricorrendo a<br />

prodotti larvici<strong>di</strong> autorizzati a tale scopo. La perio<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> tali operazioni dev’essere<br />

congruente alla tipologia del prodotto usato secondo le in<strong>di</strong>cazioni riportate in<br />

etichetta. In<strong>di</strong>pendentemente dalla perio<strong>di</strong>cità prevista, il trattamento va ripetuto entro<br />

le 72 ore successive ad una precipitazione meteorica.<br />

In alternativa applicare ai tombini, griglie, pozzetti, una “zanzariera” in rete metallica<br />

da mantenere costantemente integra.<br />

• Evitare l’abbandono definitivo o temporaneo negli spazi scoperti <strong>di</strong> contenitori <strong>di</strong><br />

qualsivoglia capacità e natura nei quali possa raccogliersi acqua piovana ed evitare<br />

qualsiasi raccolta <strong>di</strong> acqua stagnante anche temporanea.<br />

• Procedere, per i contenitori sotto il controllo dei proprietari o <strong>di</strong> chi ne ha l’uso effettivo,<br />

allo svuotamento dell’acqua in essi contenuta e alla loro sistemazione in modo da<br />

evitare accumuli <strong>di</strong> acqua meteorica; <strong>di</strong>versamente, procedere alla loro chiusura con<br />

zanzariera, coperchio a tenuta o sistemi similari evitando soluzioni che permettono<br />

l’accumulo <strong>di</strong> acqua nel caso <strong>di</strong> piogge (esempio la loro copertura con telo<br />

impermeabile fissato e ben teso).<br />

• In alternativa si potrà procedere allo svuotamento delle raccolte dopo ogni pioggia.<br />

• Assicurare, nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> tutti i materiali stoccati all’aperto in cui si possa accumulare<br />

acqua e per i quali non sia possibile l’eliminazione o la protezione (come sopra<br />

consigliato), l’esecuzione <strong>di</strong> trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione. La perio<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> tali<br />

operazioni dev’essere congruente alla tipologia del prodotto usato secondo le<br />

in<strong>di</strong>cazioni riportate in etichetta; in<strong>di</strong>pendentemente dalla perio<strong>di</strong>cità prevista, la<br />

<strong>di</strong>sinfestazione andrà ripetuta entro 3 giorni dalla precipitazione meteorica.<br />

• Tenere sgombri i cortili e le aree scoperte da erbacce, sterpi provvedendo alla rimozione<br />

dei rifiuti <strong>di</strong> ogni genere, in modo da evitare accumuli <strong>di</strong> acque non controllati<br />

effettuando il taglio perio<strong>di</strong>co dell’erba (almeno 4 volte da maggio ad ottobre).<br />

• Mantenere le scarpate ferroviarie, i cigli stradali, gli argini dei corsi d’acqua liberi da<br />

rifiuti o altri materiali che possano favorire accumuli <strong>di</strong> acque stagnanti.<br />

• Eseguire l’annaffiatura <strong>di</strong>retta tramite pompa o contenitore da riempire <strong>di</strong> volta in volta e<br />

da svuotare completamente dopo l’uso.<br />

• Chiudere appropriatamente e stabilmente le aperture dei serbatoti <strong>di</strong> acqua.<br />

• Provvedere ad un rapido smaltimento <strong>di</strong> pneumatici stoccati all’aperto avendo cura <strong>di</strong><br />

svuotarli perio<strong>di</strong>camente da eventuali residui <strong>di</strong> acqua al loro interno e prima <strong>di</strong><br />

consegnarli alle imprese <strong>di</strong> smaltimento, rigenerazione e commercializzazione.<br />

• Stoccare i copertoni, dopo averli svuotati <strong>di</strong> eventuali raccolte d’acqua, al coperto o, se<br />

all’aperto, proteggerli con teli impermeabili tesi o con teli tipo “zanzariera” in rete, da<br />

mantenere costantemente integri.<br />

- 89 -


• Non utilizzare copertoni per la copertura dei silos-mais per l’alimentazione del bestiame.<br />

• Sistemare i materiali necessari alle attività <strong>di</strong> cantiere e quelli <strong>di</strong> risulta in modo tale da<br />

evitare raccolte d’acqua.<br />

• Provvedere in caso <strong>di</strong> sospensione dell’attività del cantiere, alla sistemazione <strong>di</strong> tutti i<br />

materiali presenti in modo da evitare il formarsi <strong>di</strong> raccolte <strong>di</strong> acqua stagnante.<br />

• Curare lo stato <strong>di</strong> efficienza <strong>di</strong> tutti gli impianti idrici per irrigazione, compresi quelli<br />

sparsi in campagna, al fine <strong>di</strong> evitare il formarsi <strong>di</strong> raccolte d’acqua stagnante non<br />

controllati.<br />

All’interno dei CIMITERI<br />

si raccomanda <strong>di</strong> evitare comportamenti che possano favorire lo sviluppo della zanzara tigre in<br />

particolare non mantenere acqua nei sottovasi. In caso <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> fiori finti il vaso dovrà<br />

essere riempito <strong>di</strong> sabbia\ghiaino, se collocato all’aperto.<br />

AVVERTE<br />

l’inosservanza delle <strong>di</strong>sposizioni contenute nel presente provve<strong>di</strong>mento comporta<br />

l’applicazione delle sanzioni previste dai Regolamenti Comunali o dal DLgs n° 267 del 18<br />

agosto 2000 art. 50 e successive mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni nel rispetto <strong>di</strong> quanto previsto dalla L<br />

n° 689 del 24 novembre 1981<br />

DISPONE<br />

• che all’esecuzione sull’osservanza delle <strong>di</strong>sposizioni contenute nella presente or<strong>di</strong>nanza<br />

provvedano per quanto <strong>di</strong> competenza la Polizia Municipale, il personale del Comune<br />

appositamente formato attraverso specifici incontri organizzati dall’azienda ULSS,<br />

l’azienda ULSS, ogni altro agente o ufficiale <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria nonché tutti i pubblici<br />

ufficiali <strong>di</strong>pendenti dell’Amministarzione comunale;<br />

• che all’irrogazione delle sanzioni previste provvedano per quanto <strong>di</strong> competenza la Polizia<br />

Locale\Municipale, il personale del Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione dell’azienda ULSS, ogni<br />

altro agente o ufficiale <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria:<br />

• il ritiro <strong>di</strong> ogni precedente atto amministrativo in contrasto con la presente or<strong>di</strong>nanza o del<br />

medesimo oggetto<br />

• ai sensi dell’art. 3 comma quarto della L 241/90, avverso la presente or<strong>di</strong>nanza è ammesso<br />

ricorso giuris<strong>di</strong>zionale, per incompetenza, eccesso <strong>di</strong> potere o violazione della legge,<br />

davanti al Tribunale Amministrativo Regionale, entro 60 giorni dalla data <strong>di</strong> pubblicazione<br />

o, in via straor<strong>di</strong>naria, entro 120 giorni al Presidente della Repubblica (L n° 1034 del 06<br />

<strong>di</strong>cembre 1971) dalla stessa data.<br />

• ai sensi art. 5 comma terzo della L 241/90 l’Ufficio competente è _____________ ed il<br />

responsabile del proce<strong>di</strong>mento è __________________________<br />

- 90 -<br />

IL SINDACO


ore 08,30 registrazione dei partecipanti<br />

PROGRAMMA<br />

PROGRAMMA<br />

PROGRAMMA<br />

PROGRAMMA<br />

ore 08,45 saluti ai partecipanti<br />

o Dr.Sandro Caffi Direttore Generale dell’Azienda ULSS<br />

o Dr.Gianferruccio Righetto Direttore Dipartimento Prevenzione<br />

ore 09,10 La DERATTIZZAZIONE<br />

o Biologia essenziale delle specie del nostro territorio<br />

o Aspetti sanitari: cenni<br />

o L’organizzazione <strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong> derattizzazione<br />

o Metodologia <strong>di</strong> intervento<br />

o Prodotti chimici<br />

o Mezzi fisici<br />

o Attrezzature e protezione dell’operatore<br />

ore 10,00 pausa<br />

ore 10,20 Ia lotta alla ZANZARA TIGRE<br />

o Biologia essenziale delle specie del nostro territorio<br />

o Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lotta e <strong>di</strong> prevenzione<br />

o Il campionamento larvale<br />

o Prodotti chimici<br />

o Mezzi fisici<br />

o Metodologia <strong>di</strong> intervento<br />

o Attrezzature e protezione dell’operatore<br />

ore 10,50 Simulazione pratica<br />

N.B. Il personale dovrà essere in possesso <strong>di</strong> giacca ad alta visibilità,<br />

guanti, stivali o scarponcini al fine <strong>di</strong> poter effettuare le<br />

esercitazioni pratiche.<br />

- 91 -<br />

Allegato 4


ore 08,30 Registrazione <strong>degli</strong> iscritti.<br />

PROGRAMMA<br />

PROGRAMMA<br />

PROGRAMMA<br />

PROGRAMMA<br />

ore 09,00 Saluto ai partecipanti.<br />

Dr.Sandro Caffi Direttore Generale dell’Azienda ULSS.<br />

ore 09,15 La normativa sulla <strong>di</strong>sinfestazione: attualità e prospettive.<br />

Dr.G. Righetto Direttore Dipartimento Prevenzione.<br />

ore 09,30 Prodotti chimici per la <strong>di</strong>sinfestazione - derattizzazione:<br />

in<strong>di</strong>cazioni tecniche e meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> applicazione.<br />

ore 10,20 Il punto sulla lotta a mosche e zanzare.<br />

ore 11,20 Pausa<br />

ore 11,40 Zecche e imenotteri: prevenzione e controllo.<br />

ore 12,20 Ratti e topi: prevenzione e lotta.<br />

ore 13,00 Discussione.<br />

ore 13,30 Pranzo<br />

ore 14,15 Gli insetti striscianti: Blatte, pulci e formiche.<br />

ore 14,45 Il piccione selvatico – Columba livia.<br />

Dr. Gugliemo Simonato – Servizio Veterinario ULSS.<br />

ore 15,45 Discussione.<br />

Gli interventi, salvo dove in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versamente, saranno a curati dal Dr.<br />

Simone Martini – Referente regionale per la <strong>di</strong>sinfestazione – coa<strong>di</strong>uvato da<br />

Me<strong>di</strong>ci e tecnici dell’Azienda Sanitaria.<br />

- 92 -<br />

Allegato 5


Progetto “Aedes Albopictus”<br />

OGGETTO: Presenza <strong>di</strong> zanzare nelle aree <strong>di</strong> comunità.<br />

Provve<strong>di</strong>menti da adottare per prevenire la <strong>di</strong>ffusione.-<br />

Dai sopralluoghi eseguiti negli anni scorsi presso le strutture in oggetto (scuole materne, asili nido, case <strong>di</strong><br />

riposo ecc.), si è constatato che la presenza <strong>di</strong> zanzare, in particolare della zanzara tigre (Aedes<br />

Albopictus) è provocata essenzialmente da comportamenti scorretti <strong>di</strong> ospiti e\o operatori che,<br />

involontariamente, favoriscono la proliferazione dei <strong>di</strong>tteri.<br />

In relazione a ciò, è obbligo premettere che tutte le specie <strong>di</strong> zanzare, per chiudere il proprio ciclo<br />

biologico (uovo, larva, pupa, insetto adulto o alato) hanno necessità <strong>di</strong> acqua stagnante, e che la<br />

vegetazione (parchi, alberi, siepi, ecc..), presente in queste strutture, non è la causa della presenza <strong>di</strong><br />

zanzare, però risulta essere il luogo ideale per il riparo dell’insetto adulto.<br />

Considerata la <strong>di</strong>fficoltà, e qualche volta l’impossibilità, <strong>di</strong> eseguire interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione<br />

contro gli insetti adulti nelle strutture in oggetto, <strong>di</strong>venta essenziale un’efficace azione <strong>di</strong> prevenzione al<br />

fine <strong>di</strong> prevenire l’ovodeposizione e la conseguente <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> zanzare.<br />

Nella pratica si devono pertanto osservare SCRUPOLOSAMENTE le seguenti<br />

in<strong>di</strong>cazioni:<br />

1) non lasciare all’esterno recipienti <strong>di</strong> nessun tipo e capienza con acqua stagnante o che si possano<br />

riempire durante le precipitazioni meteoriche: bottiglie, vasetti, tappi, giochi per bambini, ecc.<br />

2) rimuovere tutti i sottovasi;<br />

3) smaltire tutti gli eventuali pneumatici presenti; in caso del loro utilizzo come gioco, provvedere a<br />

riempirli <strong>di</strong> sabbia o terra, oppure forarli, in modo tale da evitare ristagni d’acqua;<br />

4) nelle fontanelle o vasche d’acqua, devono essere introdotti dei pesci larvici<strong>di</strong> (es. con il comune pesce<br />

rosso);<br />

5) proteggere con retine a maglia fine (1 mm) tutti i tombini\ca<strong>di</strong>toie, con acqua pluviale stagnante. Solo<br />

se tale operazione risulta inattuabile si potrà prevedere il loro trattamento con specifico prodotto<br />

insetticida antilarvale (deltametrina e/o temephos). Evidentemente trattandosi <strong>di</strong> operazioni da<br />

eseguirsi con prodotti chimici, dovranno essere seguite le in<strong>di</strong>cazioni dell’etichetta (<strong>di</strong>luizione,<br />

perio<strong>di</strong>cità dei trattamenti ecc.) ponendo la massima attenzione alla corretta protezione dell’operatore<br />

che esegue il trattamento.<br />

Inoltre bisogna tener presente che dopo precipitazioni atmosferiche il trattamento deve essere<br />

comunque ripetuto.<br />

Si fa presente infine che, in assenza <strong>degli</strong> accorgimenti <strong>di</strong> cui sopra, nel contesto <strong>di</strong> queste<br />

strutture, le zanzare trovano un habitat ideale arrecando notevoli <strong>di</strong>sagi sia agli ospiti ed operatori delle<br />

strutture che ai residenti nelle zone limitrofe.<br />

Lo scrivente rimane a <strong>di</strong>sposizione per qualsiasi chiarimento in merito e con l’occasione porge<br />

<strong>di</strong>stinti saluti<br />

- 93 -<br />

Allegato 6


Azienda ULSS n° 4 “Alto Vicentino”<br />

Conferenza dei Sindaci<br />

Zanzara TIGRE… il sangue<br />

donalo a qualcun altro<br />

- 94 -<br />

Allegato 7<br />

OPUSCOLO DIDATTICO<br />

per insegnanti delle<br />

scuole elementari<br />

e me<strong>di</strong>e inferiori


SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE - REGIONE VENETO<br />

AZIENDA U.L.SS. n. 4 “ALTO VICENTINO”<br />

Via Rasa, 9 - 36016 THIENE - Tel.0445/389111- Fax 0445/370457<br />

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE<br />

IL SERVIZIO IGIENE E SANITA’ PUBBLICA QUESTA ESTATE HA<br />

DIVULGATO DEL MATERIALE INFORMATIVO RELATIVO ALLA ZANZARA<br />

TIGRE E ALLA TRASMISSIONE DI INFEZIONI<br />

ATTRAVERSO LA SUA PUNTURA.<br />

ABBIAMO BISOGNO DEL SUO GIUDIZIO !<br />

1. Nel mese <strong>di</strong> giugno 2008 le sono stati spe<strong>di</strong>ti dei manifesti e pieghevoli sulla<br />

lotta alla zanzara tigre.<br />

Ha ricevuto tale materiale? SI [ ] NO [ ]<br />

Lo ha esposto? SI [ ] NO [ ]<br />

Qualche paziente le ha chiesto notizie? SI [ ] NO [ ]<br />

Gli utenti hanno ritirato i pieghevoli? SI [ ] NO [ ]<br />

2. Ritiene adeguata la sua conoscenza rispetto alle malattie trasmesse da zanzare,<br />

come Febbre Dengue, West Nile e Chikungunya....?<br />

SI [ ] NO [ ]<br />

Ci in<strong>di</strong>chi le modalità con cui vorrebbe ricevere approfon<strong>di</strong>menti:<br />

[ ] lettera [ ] lezione frontale<br />

[ ] corso specifico [ ] non mi interessa<br />

- 95 -<br />

Allegato 8<br />

Grazie per la collaborazione


CITTA’ DI THIENE<br />

Settore Lavori Pubblici<br />

Servizio Ecologia – Ambiente<br />

AZIENDA U.L.S.S. n. 4 “ALTO VICENTINO”<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione<br />

Servizio Igiene e Sanità Pubblica<br />

in collaborazione con<br />

Oggetto: progetto pilota per la “Lotta integrata alla zanzara tigre” in loc. Santo – THIENE<br />

La zanzara tigre, nome scientifico Aedes Albopictus, è oramai ra<strong>di</strong>cata da vari anni anche nel<br />

nostro territorio. Importata dall’Asia, con il commercio <strong>di</strong> pneumatici usati, ha trovato un<br />

habitat idoneo al suo sviluppo.<br />

Grazie alla sua versatilità, la zanzara tigre è riuscita a superare barriere ambientali notevoli: le<br />

uova autunnali, resistono in ambienti asciutti e poco luminosi (es. tombini stradali), a inverni<br />

anche rigi<strong>di</strong>. Il ciclo riprende quando aumentano le ore <strong>di</strong> luce, la temperatura sale oltre i 10<br />

gra<strong>di</strong> e le uova vengono sommerse dall’acqua; con la presenza contemporanea <strong>di</strong> questi fattori<br />

le uova schiudono dando origine a larve e quin<strong>di</strong> a zanzare adulte. La colonizzazione del<br />

territorio avviene secondo un andamento “a focolaio”, cioè in modo non continuo e<br />

<strong>di</strong>somogeneo.<br />

Nonostante le campagne <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione adottate ogni anno dai vari Comuni me<strong>di</strong>ante il<br />

trattamento <strong>di</strong> tombini stradali e delle ca<strong>di</strong>toie in aree pubbliche i risultati non sono stati quelli<br />

attesi, anche perchè la maggior parte dei ristagni d’acqua si trova ubicata nelle proprietà private<br />

(tombini, sottovasi, pneumatici, teli <strong>di</strong> nylon, bidoni per la raccolta dell’acqua piovana ecc.)<br />

dove spesso non viene posta in atto una lotta sistematica.<br />

Scopo del progetto<br />

L’in<strong>di</strong>viduazione dei focolai attivi e/o potenziali e l’aumento delle conoscenze delle persone: è<br />

importante infatti che il citta<strong>di</strong>no prenda coscienza del ruolo essenziale che riveste nella lotta<br />

contro la zanzara. Pochi e semplici accorgimenti limitano il fasti<strong>di</strong>o che questi insetti producono<br />

durante i mesi primaverili ed estivi e migliorano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vivibilità nostre e <strong>di</strong> chi ci<br />

circonda.<br />

Verificare la fattibilità dell’indagine in altri comuni, investendo magari del ruolo <strong>di</strong><br />

informatori\controllori le associazioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni.<br />

- 96 -<br />

Allegato 9


Obiettivi<br />

• informare ogni singolo citta<strong>di</strong>no sulle con<strong>di</strong>zioni favorenti lo sviluppo della zanzara<br />

tigre all’interno della propria abitazione;<br />

• consigliare le varie metodologie utilizzabili in ambito privato, per limitare e ostacolare<br />

la proliferazione della zanzara;<br />

• rimuovere tutti i focolai larvali e/o potenziali nell’ambito privato;<br />

• responsabilizzare ogni citta<strong>di</strong>no ad una maggiore partecipazione nella lotta contro le<br />

infestazioni della zanzara tigre.<br />

Area <strong>di</strong> intervento:<br />

Località Santo<br />

Metodologia <strong>di</strong> intervento:<br />

I tecnici dell’Azienda Sanitaria nr. 4 “Alto Vicentino”, dalla fine <strong>di</strong> maggio effettueranno<br />

sopralluoghi in tutte le proprietà private site nell’area del progetto pilota. Oltre alle in<strong>di</strong>cazioni<br />

sugli interventi da adottare verrà compilata una scheda per ogni residenza <strong>di</strong> cui una copia<br />

resterà alla famiglia.<br />

Nel mese <strong>di</strong> agosto, a campione, verranno effettuati ulteriori sopralluoghi per verificare la<br />

situazione e l’adozione dei comportamenti corretti prescritti durante la prima visita.<br />

Certi <strong>di</strong> un favorevole accoglimento dell’iniziativa si coglie l’occasione per porgere <strong>di</strong>stinti<br />

saluti.<br />

Il Direttore S.I.S.P. L’Assessore all’Ecologia<br />

Dott. Edoardo Chiesa Dott. Angelo Rossi<br />

- 97 -


ULSS N° 4 "Alto Vicentino" Comune <strong>di</strong> Thiene<br />

DIPARTIMENTO <strong>di</strong> PREVENZIONE UFFICIO ECOLOGIA<br />

SORVEGLIANZA E CONTROLLO DIFFUSIONE DI AEDES ALBOPICTUS<br />

PROGETTO: Santo<br />

DATA …………….………<br />

- 98 -<br />

[ ] verifica focolaio<br />

[ ] verifica prescrizioni<br />

ultimo trattamento …….…………...<br />

prodotto …………………………….<br />

Sig. ……………………………………………………………………………………………………<br />

Via ..……………………………………………………………….………Tel …….…….…………<br />

REPERIMENTO LARVE [ ] PUPE [ ] ADULTI [ ]<br />

SUOLO PRIVATO: Giar<strong>di</strong>no[ ] Viale [ ] Altro [ ] …………...<br />

LUOGO: Tombino [ ] Vasca [ ] Copertone [ ] Altro [ ] …………………..<br />

TIPO E QUALITÀ DELL’ACQUA: Piovana [ ] Scolo [ ] Fontana [ ]<br />

Permanente [ ] Perio<strong>di</strong>ca [ ] Episo<strong>di</strong>ca [ ]<br />

PRESCRIZIONI:<br />

Firma persona presente al sopralluogo Firma personale Azienda U.L.SS.<br />

Informativa ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/2003 “Co<strong>di</strong>ce Privacy”<br />

L’azienda U.L.SS. n°4 Alto Vicentino, titolare del trattamento, informa che i Suoi dati personali sono trattati anche tramite strumenti<br />

informatizzati al fine <strong>di</strong> svolgere questo progetto pilota che rientra nelle attività istituzionali dell’azienda U.L.SS. quale igiene ambientale.<br />

I dati saranno comunicati al comune <strong>di</strong> Thiene, collaborante con l’azienda U.L.SS. ai fini <strong>di</strong> questo progetto.<br />

Il titolare del trattamento dei dati è l’azienda U.L.SS. n°4 Alto Vicentino – Via Rasa, 9 – Thiene(VI).<br />

Il responsabile del trattamento dei dati è il dr. Silvano Maistro – Direttore del Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione.<br />

In qualità <strong>di</strong> interessato del trattamento, in ogni momento Lei potrà esercitare i Suoi <strong>di</strong>ritti nei confronti del titolare, ai sensi dell’art. 7 del<br />

D.Lgs. 196/2003. in particolare il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accedere ai propri dati personali, <strong>di</strong> chiederne la rettifica, l’aggiornamento e la cancellazione, se<br />

incompleti, erronei o raccolti in violazione della legge, nonché <strong>di</strong> opporsi al loro trattamento per motivi legittimi.<br />

Concento che i miei dati personali siano trattati per informarmi <strong>di</strong> future iniziative dell’Azienda U.L.SS. n° 4 Alto Vicentino.<br />

Firma<br />

Allegato 10


INTERVENTI DI<br />

DISINFESTAZIONE<br />

ANTILARVALI<br />

*in collaborazione con personale U.O. Disinfestazione<br />

Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> SCHIO<br />

PERSONALE ULSS DITTE ESTERNE<br />

INTERVENTI DI<br />

DISINFESTAZIONE<br />

ADULTICIDI<br />

CAMPIONI<br />

CADITOIE E ALTRI<br />

INTERVENTI<br />

FONTE DATI: Ca<strong>di</strong>toie SISP – Ufficio Disinfestazione Azienda ULSS 4<br />

Planimetria Ufficio Tecnico Azienda ULSS 4<br />

- 99 -<br />

INTERVENTI DI<br />

DISINFESTAZIONE<br />

ANTILARVALI<br />

INTERVENTI DI<br />

DISINFESTAZIONE<br />

ADULTICIDI<br />

CAMPIONAMENTI<br />

CADITOIE E ALTRI<br />

INTERVENTI<br />

2001 6 0 0 0 0 0<br />

2002 6 0 3 0 0 0<br />

2003 3 2 11 0 3* 1*<br />

2004 7 1 4 0 3* 0<br />

2005 5 0 5 0 5* 1*<br />

2006 11 0 7 0 4* 0<br />

2007 5 0 5 0 5* 0<br />

239 ca<strong>di</strong>toie<br />

Allegato 11


INTERVENTI DI<br />

DISINFESTAZIONE<br />

ANTILARVALI<br />

Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> THIENE<br />

PERSONALE ULSS DITTE ESTERNE<br />

INTERVENTI DI<br />

DISINFESTAZIONE<br />

ADULTICIDI<br />

CAMPIONI<br />

CADITOIE E<br />

ALTRI<br />

INTERVENTI<br />

FONTE DATI: Ca<strong>di</strong>toie SISP – Ufficio Disinfestazione Azienda ULSS 4<br />

Planimetria Ufficio Tecnico Azienda ULSS 4<br />

- 100 -<br />

INTERVENTI DI<br />

DISINFESTAZIONE<br />

ANTILARVALI<br />

INTERVENTI DI<br />

DISINFESTAZIONE<br />

ADULTICIDI<br />

CAMPIONAMENTI<br />

CADITOIE E ALTRI<br />

INTERVENTI<br />

2001 5 0 1 0 0 0<br />

2002 4 0 3 0 0 0<br />

2003 4 0 1 0 0 0<br />

2004 6 0 0 0 0 0<br />

2005 4 1 7 0 0 0<br />

2006 6 0 13 0 0 0<br />

2007 6 0 7 0 0 0<br />

86 ca<strong>di</strong>toie<br />

fontana

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!