Università degli Studi di Padova - Formazione e Sicurezza
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<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong><br />
Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia<br />
CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN TECNICHE DELLA<br />
PREVENZIONE NELL’AMBIENTE E NEI LUOGHI DI LAVORO<br />
TESI DI LAUREA<br />
ZANZARA TIGRE (AEDES ALBOPICTUS): PRESENZA NEL<br />
TERRITORIO DELL’AZIENDA ULSS 4 “ALTO VICENTINO” –<br />
THIENE (VI). L’INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE PER<br />
PREVENIRE LA DIFFUSIONE<br />
RELATORE: PROF. SSA TIZIANA MAGRO<br />
LAUREANDO: SANTACATTERINA FRANCO<br />
MATRICOLA 570141<br />
ANNO ACCADEMICO 2006 - 2007
- 2 -
INTRODUZIONE<br />
Questo stu<strong>di</strong>o prende spunto dal fatto che, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni dalla<br />
comparsa della zanzara tigre (Aedes albopictus) in Italia, nel territorio<br />
dell’Azienda ULSS 4 “Alto Vicentino”, gli sforzi per coinvolgere attivamente i<br />
citta<strong>di</strong>ni nella lotta contro la sua <strong>di</strong>ffusione non hanno portato a sod<strong>di</strong>sfacenti<br />
risultati ed anzi alcuni comportamenti spesso risultano ancor oggi palesemente<br />
scorretti.<br />
Tale situazione può costituire un pericolo per la salute pubblica, come ha<br />
<strong>di</strong>mostrato l’epidemia <strong>di</strong> chikungunya sviluppatasi nell’ estate 2007 in Emilia<br />
Romagna; da quel momento Aedes albopictus non è più solo un “fasti<strong>di</strong>oso”<br />
insetto.<br />
A <strong>di</strong>mostrazione che è invece possibile evitare la presenza della “zanzara tigre”,<br />
verranno illustrate le metodologie <strong>di</strong> lotta attivate nei due presi<strong>di</strong> ospedalieri <strong>di</strong><br />
Schio e Thiene, dove non è mai stata segnalata la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus.<br />
Partendo da questo stato <strong>di</strong> fatto, analizzeremo i dati <strong>di</strong>sponibili sulla presenza<br />
della “zanzara tigre” nell’ULSS 4, nel Veneto, in Italia ed in Europa correlando<br />
il suo ciclo biologico con i possibili meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lotta. Nell’illustrare la strategia <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ffusione sul territorio, cercheremo inoltre <strong>di</strong> evidenziare i principali<br />
mutamenti del suo comportamento, conseguenti all’adattamento al suo nuovo<br />
ambiente.<br />
Metteremo poi in luce le recenti problematiche sanitarie connesse al rischio <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie infettive.<br />
La panoramica sulla normativa <strong>di</strong> riferimento, regionale e nazionale, servirà a<br />
chiarire la competenze dei vari Enti coinvolti nella lotta per limitare la presenza<br />
<strong>di</strong> Aedes albopictus nelle aree in cui si è <strong>di</strong>ffusa.<br />
- 3 -
Il lavoro proporrà poi l’analisi <strong>degli</strong> strumenti organizzativi e dei principali<br />
interventi <strong>di</strong> informazione, comunicazione e formazione realizzati nell’Azienda<br />
ULSS 4 “Alto Vicentino” e <strong>di</strong> altre esperienze attuate nel corso <strong>di</strong> vari anni in<br />
Veneto ed Emilia Romagna.<br />
Il cuore della tesi si prefigge però <strong>di</strong> analizzare i meccanismi che sorreggono le<br />
decisioni delle persone, investigare gli automatismi della persuasione nonché<br />
approfon<strong>di</strong>re i concetti della comunicazione efficace.<br />
L’analisi è stata condotta prevalentemente in relazione alla necessità <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare metodologie <strong>di</strong> informazione-comunicazione capaci <strong>di</strong> incidere in<br />
modo più efficace, rispetto a quanto fatto finora, sui comportamenti delle<br />
persone e al fine <strong>di</strong> dare attuazione alle normative che “impongono” alla<br />
Pubblica Amministrazione <strong>di</strong> sviluppare e strutturare una corretta<br />
comunicazione.<br />
Nelle conclusioni verranno proposte le possibili strategie <strong>degli</strong> interventi <strong>di</strong><br />
informazione, comunicazione e formazione dell’Azienda ULSS 4 “Alto<br />
Vicentino” presentando delle proposte operative per il coinvolgimento più<br />
attivo della popolazione nella lotta per limitare la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus.<br />
- 4 -
INDICE<br />
CAPITOLO 1<br />
LA “ZANZARA TIGRE” (AEDES ALBOPICTUS): GENERALITA’,<br />
PROBLEMATICHE EMERSE ED EMERGENTI pag. 7<br />
-1.1 Da dove viene e <strong>di</strong>ffusione in Italia 7<br />
1.1.1 L’origine 7<br />
1.1.2 La progressiva <strong>di</strong>ffusione 8<br />
- 1.2 Cenni <strong>di</strong> biologia e ciclo <strong>di</strong> riproduzione 10<br />
- 1.3 Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> controllo 10<br />
1.3.1 Riduzione dei focolai larvali 11<br />
1.3.2 Interventi larvici<strong>di</strong> 11<br />
1.3.3 Interventi adultici<strong>di</strong> 12<br />
- 1.4 Evoluzione delle conoscenze nel tempo 12<br />
1.4.1 Processo <strong>di</strong> adattamento 13<br />
1.4.2 Processo <strong>di</strong> infestazione 14<br />
- 1.5 Aspetti sanitari 15<br />
1.5.1 Malattie infettive: generalità 15<br />
1.5.2 Epidemia <strong>di</strong> Chikungunya 16<br />
1.5.3 Potenziali rischi sanitari 17<br />
CAPITOLO 2<br />
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 19<br />
- 2.1 I Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza ( LEA) 20<br />
- 2.2 I provve<strong>di</strong>menti regionali 21<br />
- 2.3 Il protocollo Chikungunya 24<br />
CAPITOLO 3<br />
AZIENDA ULSS 4 “ALTO VICENTINO”: LA PRESENZA DI AEDES ALBOPICTUS<br />
E GLI STRUMENTI PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE – ESPERIENZE<br />
DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE 25<br />
- 3.1 Provve<strong>di</strong>menti Azienda ULSS-Comuni per il contenimento 25<br />
3.1.1 L’Atto <strong>di</strong> Intesa 25<br />
3.1.2 Il Regolamento per la gestione delle segnalazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo-<strong>di</strong>sagio causato dalla<br />
detenzione <strong>di</strong> animali e dalla presenza <strong>di</strong> animali infestanti 27<br />
3.1.3 Emergenza Chikungunya: l’Or<strong>di</strong>nanza 28<br />
- 3.2 Esperienze <strong>di</strong> informazione e formazione 29<br />
3.2.1 Comuni 29<br />
3.2.2 Comunità – Scuola 31<br />
3.2.3 Citta<strong>di</strong>nanza 31<br />
3.2.4 Progetto “Santo” 33<br />
3.2.5 Sito WEB 35<br />
- 3.3 Strutture Azienda ULSS 35<br />
3.3.1 Il caso dei presi<strong>di</strong> ospedalieri 35<br />
- 5 -
CAPITOLO 4<br />
INFORMAZIONE E FORMAZIONE: ESPERIENZE IN ALTRE REALTA’ pag. 39<br />
- 4.1 Interventi nel Veneto 40<br />
4.1.1 Attività <strong>di</strong> porta a porta a Montegrotto Terme 40<br />
4.1.2 Esperienza <strong>di</strong> lotta a Castelfranco Veneto 41<br />
4.1.3 Lotta alle zanzare e strategie me<strong>di</strong>atiche 42<br />
- 4.2 Interventi in Emilia Romagna 43<br />
4.2.1 Il volontariato collegato ai Comuni 43<br />
4.2.2 Il porta a porta con Guar<strong>di</strong>e Ecologiche Volontarie a Forlì 45<br />
4.2.3 I focus group per accrescere le conoscenze dei citta<strong>di</strong>ni 46<br />
4.2.4 La comunicazione in emergenza 47<br />
- 4.3 L’esperienza francese 48<br />
CAPITOLO 5<br />
INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE AUTENTICA 51<br />
- 5.1 La Pubblica Amministrazione 51<br />
5.1.1 Breve storia della Pubblica Amministrazione 51<br />
5.1.2 La normativa e i principi della comunicazione pubblica 52<br />
5.1.3 Le modalità comunicative 54<br />
- 5.2 La comunicazione autentica 56<br />
5.2.1 Definizioni e postulati della comunicazione 56<br />
5.2.2 Tecniche <strong>di</strong> comunicazione 57<br />
CAPITOLO 6<br />
DECIDERE E PERSUADERE 61<br />
- 6.1 Decidere 61<br />
6.1.1 Le regole 61<br />
6.1.2 Aspetti psicologici che inducono le decisioni 62<br />
- 6.2 Persuadere 64<br />
6.2.1 Principio <strong>di</strong> reciprocità o <strong>di</strong> contraccambio 65<br />
6.2.2 Principio dell’impegno e della coerenza 66<br />
6.2.3 Principio della riprova sociale 67<br />
6.2.4 Principio della simpatia 68<br />
6.2.5 Principio dell’autorità 68<br />
6.2.6 Principio <strong>di</strong> scarsità 69<br />
- 6.3 Sintesi finale 70<br />
CAPITOLO 7<br />
CONCLUSIONI 71<br />
7.1 Comuni 72<br />
7.2 Comunità – Scuola 73<br />
7.3 Citta<strong>di</strong>nanza 74<br />
7.4 Progetto “Santo” 77<br />
7.5 Sito WEB 78<br />
BIBLIOGRAFIA 81<br />
SITOGRAFIA 83<br />
ALLEGATI 84<br />
- 6 -
CAPITOLO 1<br />
LA “ZANZARA TIGRE” (AEDES ALBOPICTUS): GENERALITA’,<br />
PROBLEMATICHE EMERSE ED EMERGENTI<br />
Nel capitolo, dopo una breve descrizione dei luoghi <strong>di</strong> origine della “zanzara tigre”,<br />
vengono proposti i dati della sua attuale <strong>di</strong>ffusione.<br />
Le in<strong>di</strong>cazioni sul ciclo biologico risultano in<strong>di</strong>spensabili per illustrare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lotta<br />
per limitarne la presenza; nell’evidenziare come, dal suo arrivo in Italia nel 1990, la<br />
“zanzara tigre” ha mutato alcuni comportamenti, descriveremo la strategia <strong>di</strong><br />
colonizzazione dei territori.<br />
L’ultima parte del capitolo è riservata all’inquadramento delle problematiche sanitarie<br />
alla luce dell’epidemia <strong>di</strong> chikungunya che ha colpito alcuni paesi della costa<br />
romagnola, nell’estate del 2007.<br />
1.1 Da dove viene e <strong>di</strong>ffusione in Italia<br />
1.1.1 L’origine<br />
Nel mondo esistono circa 3200 specie <strong>di</strong> zanzare 1 <strong>di</strong>ffuse a tutte le latitu<strong>di</strong>ni dai<br />
climi più cal<strong>di</strong> fino al polo nord. Sono comprese nell’or<strong>di</strong>ne dei <strong>di</strong>tteri; in Italia<br />
sono presenti una settantina <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> cui solamente <strong>di</strong>eci pungono l’uomo.<br />
La “zanzara tigre” (Aedes albopictus) è originaria delle giungle dell’estremo<br />
Oriente nella quale i focolai 2 tipici dell’ambiente forestale <strong>di</strong> origine sono costituiti<br />
dalle cavità che si formano nel tronco <strong>degli</strong> alberi ad alto fusto, ma anche dagli incavi<br />
delle ascelle fogliari <strong>di</strong> alcune piante, dalle cavità dei bambù abbattuti o tagliati e da<br />
piccole pozze tra le rocce 3 . La sua grande capacità <strong>di</strong> adattamento la ha poi portata<br />
a colonizzare le aree rurali a<strong>di</strong>acenti e quin<strong>di</strong> gli ambienti sub-urbani ed urbani<br />
circostanti.<br />
1 Venturelli C., Mascali Zeo S. (2007) “La zanzara che venne dal caldo” SNOP Rivista della società nazionale <strong>degli</strong><br />
operatori della prevenzione n° 73 pag. 7<br />
2 FOCOLAI - Si intendono le raccolte d’acqua dove la zanzara depone le uova. Si possono sud<strong>di</strong>videre in:<br />
- rimovibili: sono tutti i manufatti che possono riempirsi d’acqua (tappi, sottovasi, copertoni, bidoni, giochi…). la<br />
loro attenta eliminazione rende impossibile la riproduzione del <strong>di</strong>ttero.<br />
- permanenti: sono raccolte <strong>di</strong> acqua ineliminabili (es. fontane, ca<strong>di</strong>toie stradali). Devono essere “messi in sicurezza”<br />
introducendo dei pesci rossi oppure trattati me<strong>di</strong>ante l’impiego <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong>.<br />
3 Romi R., Di Luca M., Severini F., Toma L. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002) Linee guida per la sorveglianza e il<br />
controllo della “zanzara tigre” Aedes albopictus Roma Pag. 9<br />
- 7 -
1.1.2 La progressiva <strong>di</strong>ffusione<br />
Dalla metà dello secolo scorso, in concomitanza con l’aumento dei traffici<br />
commerciali, Aedes albopictus inizia il suo spostamento verso altri continenti:<br />
Africa, Americhe, Australia, mentre il primo avvistamento in Europa risale al<br />
1988 in Albania.<br />
Questa straor<strong>di</strong>naria abilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione è legata alla in<strong>di</strong>scriminata capacità <strong>di</strong><br />
utilizzare, per deporre le uova, tutto ciò che può contenere acqua; pertanto la<br />
riproduzione può avvenire in qualsivoglia contenitore: scatolette, sottovasi,<br />
vecchi secchi, contenitori abbandonati, tombini stradali ecc., anche se il più<br />
efficiente mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle uova si è rivelato essere il commercio dei<br />
copertoni d’auto.<br />
L’arrivo in Italia è datato 1990 al porto <strong>di</strong> Genova assieme ad un carico <strong>di</strong><br />
pneumatici usati proveniente dagli Stati Uniti d’America. Negli anni<br />
imme<strong>di</strong>atamente successivi, 1991-1993, la sua presenza si <strong>di</strong>ffonde ad altre<br />
regioni “seguendo” la rotta del commercio dei copertoni; in alcune aree la sua<br />
presenza risulterà essere stabile (Lombar<strong>di</strong>a e Veneto) in altre, in un primo<br />
momento, la “zanzara tigre” viene era<strong>di</strong>cata (Trentino, Toscana, Sardegna).<br />
Da quel momento il <strong>di</strong>ttero inizia una lenta, ma incessante colonizzazione che<br />
lo porta ad invadere praticamente la totalità del nostro Paese come <strong>di</strong>mostrano<br />
le successive cartine della figura 1.<br />
1997 2000 2003 2006<br />
Figura 1 – progressiva <strong>di</strong>ffusione (in ROSSO) in Italia<br />
(fonte Regione Veneto Piano Regionale <strong>di</strong> lotta alla “zanzara tigre” e <strong>di</strong> prevenzione della chikungunya)<br />
Focalizzando l’attenzione sulla nostra Regione si ha conferma che, nel corso<br />
<strong>degli</strong> anni, la progressiva <strong>di</strong>ffusione ha portato la “zanzara tigre” ad essere<br />
presente in tutte e sette le province venete (figura 2).<br />
- 8 -
- 9 -<br />
figura 2<br />
(fonte Regione Veneto Piano Regionale <strong>di</strong><br />
lotta alla “zanzara tigre” e <strong>di</strong> prevenzione<br />
della chikungunya)<br />
In figura è in<strong>di</strong>viduata con un cerchio<br />
l’Azienda ULSS 4 “Alto Vicentino”.<br />
Se invece allarghiamo il nostro orizzonte all’Europa (figura 3), possiamo notare<br />
come Aedes albopictus sia sostanzialmente presente in modo esteso solamente<br />
in Italia; tale situazione ci pone nello sgra<strong>di</strong>to ruolo <strong>di</strong> possibili <strong>di</strong>ffusori del<br />
<strong>di</strong>ttero agli altri paesi con i rischi, anche sanitari, che ciò comporta.<br />
figura 3 – <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus in Europa<br />
(fonte ECDC European Centre for Disease Prevention and Control – “Consultation on vector-related risk for<br />
chikungunya virus transmission in Europe”)
1.2 Cenni <strong>di</strong> biologia e ciclo <strong>di</strong> riproduzione<br />
L’eccezionale capacità <strong>di</strong>ffusiva <strong>di</strong> Aedes albopictus è dovuta principalmente al trasporto<br />
passivo delle uova 4 che vengono normalmente deposte appena sopra il pelo<br />
dell’acqua. Esse sono dotate <strong>di</strong> una particolare struttura che consente loro <strong>di</strong><br />
resistere al <strong>di</strong>sseccamento anche per parecchi mesi.<br />
Il periodo autunno-invernale, sfavorevole per la riproduzione, viene superato<br />
sottoforma <strong>di</strong> uova: quelle deposte dalle femmine dell’ultima generazione stagionale,<br />
sono in grado <strong>di</strong> ibernare attraverso una <strong>di</strong>apausa embrionale indotta dal fotoperiodo 5 .<br />
Per la loro schiusa è essenziale che vengano sommerse dall’acqua, ma anche che<br />
siano presenti altri fattori concomitanti tra cui la durata del fotoperiodo<br />
giornaliero (almeno 12 ore <strong>di</strong> luce) ed una temperatura me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> almeno 10° C.<br />
Dalla schiusa delle uova si sviluppano delle larve che attraverso quattro sta<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
crescita, e quattro mute, si trasformano in pupa. Dopo 48 ore “sfarfalla” la<br />
zanzara adulta. Trascorse altre 48 ore può avvenire l’accoppiamento, la<br />
femmina è quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> compiere il pasto <strong>di</strong> sangue in<strong>di</strong>spensabile alla<br />
maturazione delle uova, 40-80 per pasto <strong>di</strong> sangue, che verranno<br />
successivamente deposte.<br />
La durata dell’intero ciclo riproduttivo varia dai 10 giorni a più settimane ed è<br />
essenzialmente funzione della temperatura.<br />
La vita delle femmine adulte in laboratorio si prolunga fino a 4-6 settimane che<br />
si riducono a circa la metà in natura.<br />
1.3 Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> controllo<br />
I meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> controllo sono essenzialmente riconducibili:<br />
- alla riduzione dei focolai larvali;<br />
4 Romi R., Di Luca M., Severini F., Toma L. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002) Linee guida per la sorveglianza e il controllo<br />
della “zanzara tigre” Aedes albopictus Roma Pag. 10<br />
5 Romi R., Di Luca M., Severini F., Toma L. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002) Linee guida per la sorveglianza e il controllo<br />
della “zanzara tigre” Aedes albopictus Roma Pag. 10<br />
- 10 -
- agli interventi larvici<strong>di</strong>;<br />
- agli interventi adultici<strong>di</strong>.<br />
1.3.1 Riduzione dei focolai larvali<br />
La prima strategia <strong>di</strong> lotta appare scontata: avendo la “zanzara tigre” necessità<br />
<strong>di</strong> acqua per il ciclo riproduttivo… basterà non fargliela trovare.<br />
Spesso infatti la “zanzara tigre” che infesta il nostro giar<strong>di</strong>no l’alleviamo noi<br />
stessi. Questo perché Aedes albopictus, come già scritto, riesce a colonizzare<br />
tutte le raccolte <strong>di</strong> acqua, piccole o gran<strong>di</strong> che siano, che le lasciamo a<br />
<strong>di</strong>sposizione: dal vasetto abbandonato accidentalmente, al bidone dell’acqua<br />
per innaffiare l’orto, la fontana, il pozzetto <strong>di</strong> scarico della grondaia come<br />
evidenziato in figura 4.<br />
In realtà l’applicazione <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> controllo è molto più complicato <strong>di</strong><br />
quello che si pensi; alle volte anche interventi che rivelano la buona volontà<br />
delle persone possono dare origine ad ulteriori focolai <strong>di</strong> riproduzione come<br />
mostra l’immagine del bidone coperto con un telo sopra il quale si è formata<br />
una piccola raccolta d’acqua ideale per la riproduzione della zanzara.<br />
Figura 4 – potenziali focolai (fonte Archivio Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4)<br />
1.3.2 Interventi larvici<strong>di</strong><br />
Nei focolai permanenti o in cui non è possibile utilizzare altre forme <strong>di</strong> lotta, ad<br />
esempio la “messa in sicurezza” delle fontane me<strong>di</strong>ante l’introduzione dei pesci<br />
rossi ottimi <strong>di</strong>voratori <strong>di</strong> larve, devono essere impiegati insettici<strong>di</strong> larvici<strong>di</strong>.<br />
Il controllo delle forme larvali consente un’ottima efficacia con minori<br />
conseguenze ambientali; questo è il metodo utilizzato per trattare i tombini.<br />
Gli insettici<strong>di</strong> soli<strong>di</strong> - in pastiglie o granuli - o liqui<strong>di</strong> sono impiegati<br />
in<strong>di</strong>cativamente da aprile ad ottobre cioè durante il periodo in cui sono<br />
- 11 -
presenti le con<strong>di</strong>zioni meteo-climatiche che consentono la riproduzione del<br />
<strong>di</strong>ttero.<br />
La metodologia d’uso e la perio<strong>di</strong>cità dell’intervento varierà in base al tipo <strong>di</strong><br />
formulato commerciale usato; ad ogni buon conto dovranno essere seguite tutte<br />
le in<strong>di</strong>cazioni riportate sull’etichetta che accompagna il prodotto.<br />
Un aspetto importante da tenere presente è che più meto<strong>di</strong>camente vengono<br />
applicati i larvici<strong>di</strong> tanto minore sarà il ricorso agli insettici<strong>di</strong> adultici<strong>di</strong>, mentre<br />
un limite dell’applicazione <strong>di</strong> questi preparati è la necessità <strong>di</strong> ripetere i<br />
trattamenti nel caso <strong>di</strong> forti piogge che comportano il <strong>di</strong>lavamento della<br />
sostanza attiva.<br />
1.3.3 Interventi adultici<strong>di</strong><br />
Come in<strong>di</strong>ca il nome stesso, si tratta <strong>di</strong> una procedura <strong>di</strong> lotta che mira ad<br />
abbattere la popolazione adulta presente. Spesso questa prassi garantisce<br />
risultati temporanei ed insod<strong>di</strong>sfacenti. Inoltre ha un notevole impatto<br />
ambientale, andando a colpire in<strong>di</strong>stintamente tutti gli insetti presenti nell’area<br />
<strong>di</strong> trattamento.<br />
Si ritiene debba essere impiegata in situazioni <strong>di</strong> emergenza per ridurre<br />
rapidamente la popolazione <strong>di</strong> zanzare, riportando la densità entro limiti<br />
sopportabili ed avendo cura, prima, <strong>di</strong> ricercare e rimuovere i focolai <strong>di</strong><br />
infestazione.<br />
1.4 Evoluzione delle conoscenze nel tempo<br />
La caratteristica che ha portato agli onori delle cronache Aedes albopictus è<br />
sicuramente l’aggressività: la sua presenza comporta il <strong>di</strong>sagio-fasti<strong>di</strong>o<br />
provocato dalle punture e causa l’impossibilità <strong>di</strong> usufruire in libertà <strong>degli</strong><br />
spazi esterni delle abitazioni o dei giar<strong>di</strong>ni pubblici.<br />
Le conoscenze che hanno accompagnato l’inizio dell’infestazione in Italia<br />
caratterizzavano la “zanzara tigre” come una specie con spiccata attività <strong>di</strong>urna<br />
- 12 -
ed enofila, cioè prevalentemente esterna alle abitazioni, impossibilitata a volare<br />
fino ad altezze elevate, dotata <strong>di</strong> una scarsa capacità <strong>di</strong> spostamento dal luogo<br />
<strong>di</strong> riproduzione tanto che nei primi anni <strong>di</strong> presenza la colonizzazione delle<br />
città era “a macchia <strong>di</strong> leopardo”; il suo habitat era associato a luoghi freschi e,<br />
soprattutto, umi<strong>di</strong>. Relativamente alla possibilità <strong>di</strong> colonizzare il sud Italia si<br />
pensava che: “a latitu<strong>di</strong>ni più meri<strong>di</strong>onali invece, le con<strong>di</strong>zioni ambientali determinate<br />
dalle temperature me<strong>di</strong>e più elevate e dalla scarsità <strong>di</strong> precipitazioni durante i mesi<br />
estivi, rendono l’ambiente meno favorevole alla colonizzazione da parte <strong>di</strong> Ae.<br />
Albopictus o comunque limitato il suo sviluppo massivo 6 .<br />
1.4.1 Processo <strong>di</strong> adattamento<br />
Alcune <strong>di</strong> queste caratteristiche sono state mantenute nel tempo; per altre si è<br />
notato un mutamento. La capacità <strong>di</strong> spostamento dal luogo <strong>di</strong> riproduzione,<br />
all’inizio minima, è stato <strong>di</strong>mostrato abbia raggiunto il chilometro, anche se i<br />
dati sono contrastanti. Si riproduce molto efficacemente anche in luoghi<br />
fortemente assolati e poco umi<strong>di</strong> come, ad esempio, i parcheggi delle città o<br />
delle zone artigianali-industriali. Il fatto poi che essa abbia attività solamente<br />
<strong>di</strong>urna, enofila e che non sia in grado <strong>di</strong> salire ai piani alti delle abitazioni è<br />
contraddetto non solo da stu<strong>di</strong> sperimentali, ma anche dall’esperienza<br />
quoti<strong>di</strong>ana dei citta<strong>di</strong>ni residenti nelle città infestate.<br />
Infine, non possiamo non ricordare che le previsioni <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fficile “<strong>di</strong>scesa”<br />
verso l’Italia meri<strong>di</strong>onale sono state sconfessate totalmente (figura 1); per<br />
quest’aspetto c’è piuttosto da segnalare quanto riferito dal Dr. Andrea Drago 7<br />
nel corso dell’incontro avvenuto a Legnaro il 16/10/08 nella fase <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong><br />
materiale ed informazioni per la stesura della tesi: a Roma, dopo l’inizio della<br />
colonizzazione caratterizzata da una improvvisa e massiccia presenza, sembra<br />
che, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> qualche anno, la densità si attesti a livelli più modesti.<br />
6 Romi R.– (2001) “Aedes albopictus in Italia: un problema sanitario sottovalutato” Annali Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità –<br />
Vol. 37, n° 2 pag. 242<br />
7 Entomologo <strong>di</strong> Entostu<strong>di</strong>o snc Brugine (PD)<br />
- 13 -
1.4.2 Processo <strong>di</strong> infestazione<br />
Contro una così perfetta “macchina da guerra” poco sono valse le Or<strong>di</strong>nanze<br />
emesse da molte amministrazioni pubbliche. Questo anche in virtù della<br />
subdola strategia <strong>di</strong> infestazione adottata dal <strong>di</strong>ttero, <strong>di</strong> cui i citta<strong>di</strong>ni segnalano<br />
la presenza quando oramai l’unico obiettivo possibile della lotta è il<br />
contenimento, ma non certo l’era<strong>di</strong>cazione.<br />
Durante la prima fase dell’infestazione infatti i focolai sono in numero limitato<br />
ed anche la densità delle zanzare è bassa tanto da passare inosservata.<br />
Poi un po’ alla volta gli adulti si <strong>di</strong>ffondono sul territorio circostante attraverso<br />
il volo nella <strong>di</strong>rezione dei venti dominanti o grazie al “trasporto passivo” <strong>degli</strong><br />
adulti (e in questo caso termine mai si è rivelato più adatto) che spesso avviene<br />
dentro le auto che partono dalle zone infestate.<br />
Con l’aumento del numero <strong>di</strong> zanzare aumentano anche i focolai utilizzati per<br />
la riproduzione; comincia la colonizzazione dei tombini e la presenza <strong>di</strong>venta<br />
evidente agli abitanti.<br />
La conferma <strong>di</strong> questa strategia <strong>di</strong> infestazione e la descrizione puntuale della<br />
stessa si possono ritrovare in uno stu<strong>di</strong>o, unico nel suo genere, che ha coinvolto<br />
la città <strong>di</strong> Rovereto nell’ambito del quale è stato seguito il processo <strong>di</strong><br />
infestazione a partire dal 1996 anno <strong>di</strong> rilevazione della presenza <strong>di</strong> Aedes<br />
albopictus in una fabbrica <strong>di</strong> copertoni usati.<br />
Le conseguenze, riportate nelle conclusioni sono che l’era<strong>di</strong>cazione non è più<br />
un obiettivo possibile, che i provve<strong>di</strong>menti per limitare la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes<br />
albopictus sono sembrati inefficaci rispetto alla capacità della “zanzara tigre” <strong>di</strong><br />
colonizzare il territorio, che oramai è perseguibile solo la riduzione della<br />
molestia ed il rallentamento della <strong>di</strong>ffusione ottenibili, peraltro, solo attraverso<br />
una reale ed attiva partecipazione dei citta<strong>di</strong>ni.<br />
- 14 -
Di fronte a tale situazione <strong>di</strong>venta sempre più presente il rischio <strong>di</strong><br />
rassegnazione e <strong>di</strong> impotenza dei citta<strong>di</strong>ni che andrà contrastato soprattutto<br />
tenendo presenti i rischi sanitari che la presenza <strong>di</strong> “zanzara tigre” comporta.<br />
1.5 Aspetti sanitari<br />
Finora, abbiamo più volte associato la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus al <strong>di</strong>sturbo-<br />
<strong>di</strong>sagio provocato dal fatto <strong>di</strong> non poter usufruire <strong>degli</strong> spazi esterni e peggio<br />
dalle conseguenze della sue punture che in qualche caso ha comportato la<br />
necessità <strong>di</strong> ricorrere al Pronto Soccorso del presi<strong>di</strong>o ospedaliero, al Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina Generale o ai consigli del farmacista. In tal senso il Dr. Clau<strong>di</strong>o<br />
Venturelli 8 , e il Prof. Federico Maggioli 9 riportano i dati tratti dall’elaborazione<br />
<strong>di</strong> un questionario somministrato ad alcuni abitanti <strong>di</strong> due quartieri del<br />
cesenate: il 3,3% infatti <strong>degli</strong> intervistati auto<strong>di</strong>chiarano <strong>di</strong> essersi rivolti al Pronto<br />
soccorso a causa delle punture <strong>di</strong> questo insetto, il 5,7% al proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base e il<br />
2,4% al farmacista 10 .<br />
In realtà occupandoci <strong>di</strong> problematiche sanitarie collegate alla presenza <strong>di</strong><br />
“zanzara tigre” non possiamo non tener presente gli aspetti legati alla<br />
competenza <strong>di</strong> tale vettore nel trasmettere malattie infettive.<br />
1.5.1 Malattie infettive: generalità<br />
Le malattie infettive sono ancora la principale causa <strong>di</strong> morte del genere umano<br />
anche se ciò non vale per i paesi industrializzati dove, <strong>di</strong> fatto, sono scomparse<br />
grazie al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni igieniche sia all’applicazione <strong>di</strong> efficaci<br />
campagne <strong>di</strong> vaccinazione. Per alcune la trasmissione non è <strong>di</strong>retta, ma avviene<br />
attraverso veicoli (inanimati) o vettori (animati). Quest’ultimi “sono rappresentati<br />
8 Dipartimento Sanità Pubblica AUSL <strong>di</strong> Cesena<br />
9 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che Comparate Fac. Med. Veterinaria <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Teramo<br />
10 Venturelli C., Maggioli F. (2007) “Caratteristiche <strong>degli</strong> ambienti e presenza <strong>di</strong> zanzara tigre: indagine sui <strong>di</strong>versi<br />
ambiti inse<strong>di</strong>ativi nel territorio urbano” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara tigre. Atti del convegno. Cesena<br />
23 febbraio 2006 pag. 32<br />
- 15 -
da esseri viventi, per la maggior parte insetti, che dopo aver assunto i parassiti dalla<br />
sorgente li <strong>di</strong>sperdono nel mondo esterno o li inoculano <strong>di</strong>rettamente in un organismo<br />
sano 11 .<br />
Proprio per quest’aspetto preoccupa la presenza <strong>di</strong> “zanzara tigre” che risulta<br />
essere efficiente vettore <strong>di</strong> arbovirus: è stata <strong>di</strong>mostrata la sua competenza a trasmettere<br />
23 arbovirus. Nel continente <strong>di</strong> origine è vettore del virus della dengue.<br />
A tal proposito R. Romi 12 nel 2003 scriveva:<br />
l’entità del problema è spesso sottostimata dalle Autorità competenti, col risultato che la<br />
specie può raggiungere localmente densità preoccupanti. Tutto questo contribuisce a<br />
determinare una situazione <strong>di</strong> rischio sanitario che non può essere ignorata. Infatti,<br />
anche se in Italia il rischio che la zanzara tigre possa trasmettere arbovirus è<br />
attualmente solo teorico, non si può comunque del tutto escludere un evento accidentale<br />
legato alla temporanea importazione <strong>di</strong> serbatoi <strong>di</strong> infezione 13 .<br />
1.5.2 Epidemia <strong>di</strong> Chikungunya<br />
La previsione del dott. Romi ha trovato esatta conferma nell’estate 2007 con<br />
l’epidemia <strong>di</strong> questa malattia tropicale in un’area della costa romagnola tra<br />
Castiglione <strong>di</strong> Cervia e Castiglione <strong>di</strong> Ravenna.<br />
Chikungunya ovvero “l’uomo che cammina piegato”, proprio perché, oltre alla<br />
febbre che scompare dopo qualche giorno, la sintomatologia caratteristica è il<br />
forte dolore alle articolazioni che rende <strong>di</strong>fficile la deambulazione anche per<br />
lungo tempo; il decorso è assai raramente fatale.<br />
L’epidemia, come riscontrato dall’indagine epidemiologica, è stata causata dalla<br />
presenza <strong>di</strong> una persona infetta giunta in Italia, per visitare alcuni parenti, da<br />
un’area dell’In<strong>di</strong>a in cui tale malattia è endemica. Questo fatto unitamente<br />
11 Marin Prof.ssa Valeria - Laurea triennale in Tecniche della Prevenzione (percorso straor<strong>di</strong>nario) Corso integrato <strong>di</strong><br />
Igiene e me<strong>di</strong>cina del lavoro Dispense Insegnamento Epidemiologia delle malattie infettive<br />
12 R. Romi laboratorio <strong>di</strong> parassitologia Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
13 Romi R. (2003) “Diffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus in Italia e analisi del rischio sanitario” SNOP Rivista della società<br />
nazionale <strong>degli</strong> operatori della prevenzione n° 61 pag. 26<br />
- 16 -
all’altissima densità <strong>di</strong> “zanzara tigre” (vettore) riscontrata nell’area in<br />
questione ha reso possibile l’epidemia che ha colpito circa 200 persone.<br />
1.5.3 Potenziali rischi sanitari<br />
Quanto successo deve suonare come un campanello dall’allarme in quanto, se<br />
chikungunya è <strong>di</strong> fatto una patologia benigna, Aedes albopictus è vettore <strong>di</strong><br />
malattie infettive ben più gravi i cui esiti, nel caso <strong>di</strong> complicanze, possono<br />
essere fatali come ad esempio la già citata dengue.<br />
L’aumento del rischio sanitario è legato a cause <strong>di</strong>fficilmente controllabili quali<br />
l’incremento <strong>degli</strong> spostamenti delle persone, l’amplificazione dei commerci <strong>di</strong><br />
materiali e merci o ai cambiamenti climatici (“Vengono confermati per i periodo<br />
1956-2004, anche a livello locale, trend globali che descrivono le precipitazioni in<br />
<strong>di</strong>minuzione e le temperature in aumento” 14 ).<br />
Accanto a questi fattori, altri ancora devono essere oggetto <strong>di</strong> attenzione da<br />
parte delle Autorità che non possono, almeno, non tentare <strong>di</strong> governare tali<br />
variabili: appare infatti certo dalle indagini svolte in Emilia Romagna che,<br />
determinante per lo sviluppo dell’epidemia <strong>di</strong> chikungunya, è stata l’elevata<br />
densità <strong>di</strong> “zanzara tigre” presente nell’area. E’ quin<strong>di</strong> necessario intervenire<br />
sistematicamente attraverso una capillare opera <strong>di</strong> informazione e formazione<br />
dei citta<strong>di</strong>ni perché <strong>di</strong>ventino necessariamente attori attivi della prevenzione al<br />
fine <strong>di</strong> rendere possibile l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre la densità <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>ttero che<br />
non risulta più solo fasti<strong>di</strong>oso.<br />
14 www.arpa.veneto.it Barbi A., Chiaudani A., Delillo I., Borin M., Berti A. “Andamenti agroclimatici nella regione<br />
Veneto nel periodo 1956-2004 accesso 19/10/2008<br />
- 17 -
- 18 -
CAPITOLO 2<br />
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO<br />
Nel capitolo dopo un’analisi generica sulle numerose normative nazionali e regionali<br />
che riguardano più o meno specificatamente la lotta ad Aedes albopictus si<br />
approfon<strong>di</strong>sce la problematica circa le competenze dei vari Enti coinvolti (Regione,<br />
Azienda ULSS, Comuni) al fine <strong>di</strong> definire il quadro attualmente in vigore nella<br />
regione Veneto.<br />
In relazione alle problematiche inerenti alla lotta ad Aedes albopictus nelle due<br />
tabelle (1 e 2) sono riportate le principali normative <strong>di</strong> riferimento promulgate<br />
nel corso <strong>degli</strong> anni.<br />
Provve<strong>di</strong>menti STATALI Data Titolo<br />
Circolare n° 13 Ministero della<br />
Sanità<br />
19/07/91<br />
Circolare n° 42 Ministero della<br />
Sanità<br />
25/10/93<br />
Direttiva 98/8/UE 16/02/1998 relativa all’immissione sul mercato dei bioci<strong>di</strong><br />
Decreto Legislativo n°174 25/02/2000<br />
Attuazione della <strong>di</strong>rettiva 98/8/CE in materia <strong>di</strong> immissione sul<br />
mercato <strong>di</strong> bioci<strong>di</strong><br />
Decreto Presidente Consiglio<br />
dei Ministri<br />
29/11/2001 Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza LEA<br />
Nota Ministero della salute 2006 Sorveglianza della chikungunya<br />
Tabella 1<br />
Provve<strong>di</strong>mento REGIONALI Data Titolo<br />
Legge Regionale 5 03/02/96 Piano socio sanitario regionale 1996-98<br />
programma <strong>di</strong> sorveglianza e controllo Aedes albopictus e la<br />
Delibera Giunta Regionale 1481 22/04/1997 conduzione dell'indagine sui culici<strong>di</strong> antropofili delle aree litoranee …<br />
sperimentazione triennale<br />
Delibera Giunta Regionale 936 20/04/2001 programma <strong>di</strong> sorveglianza e controllo Aedes albopictus …<br />
Piano triennale Servizi Igiene e Sanità Pubblica afferenti ai<br />
Delibera Giunta Regionale 2093 02/08/2002 Dipartimenti <strong>di</strong> Prevenzione delle Aziende ULSS del veneto –<br />
approvazione impegno <strong>di</strong> spesa<br />
Delibera Giunta Regionale 2204 09/08/2002<br />
Secondo programma <strong>di</strong> sorveglianza e controllo regionale della<br />
<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus (zanzara tigre) e altri culici<strong>di</strong> antropofili<br />
Piano triennale dei Servizi <strong>di</strong> Igiene e Sanità Pubblica (SISP) afferenti ai<br />
Delibera Giunta Regionale 3015 10/10/2003 Dipartimenti <strong>di</strong> Prevenzione delle Aziende ULSS del Veneto - schede<br />
tecniche specifiche e trasversali - approvazione<br />
Delibera Giunta Regionale 3846 03/12/2004 Pianificazione triennale della prevenzione 2005-2007 - approvazione<br />
Delibera Giunta Regionale 324 12/02/2006<br />
Linee guida per l'organizzazione e la gestione delle attività <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da ratti e zanzare<br />
Delibera Giunta Regionale 2178 08/08/2008<br />
Programma per l’organizzazione e la gestione delle attività <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da zanzara tigre - impegno <strong>di</strong> spesa<br />
Tabella 2<br />
Come si può notare alcune normative sono essenzialmente <strong>di</strong> programmazione<br />
sanitaria: i Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza (LEA) o il Piano socio-sanitario<br />
- 19 -
egionale del 1996, il quale anche se datato è attualmente in vigore, o i Piani<br />
Triennali dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica.<br />
Altre sono state emanate proprio in funzione della crescente <strong>di</strong>ffusione della<br />
“zanzara tigre” nel Paese: citiamo le prime circolari del Ministero della Sanità<br />
del 1991 e 1993, nonché le numerose Delibere <strong>di</strong> Giunta Regionale che si sono<br />
susseguite a partire dal 1997.<br />
Nella sostanza tutte sono servite per delineare azioni <strong>di</strong> controllo e stu<strong>di</strong>o<br />
dell’infestante, nonché per pianificare l’attività <strong>degli</strong> Enti interessati.<br />
Diverse norme invece non riguardano <strong>di</strong>rettamente Aedes albopictus, ma la<br />
loro applicazione ha influenzato le metodologie adottate per il suo<br />
contenimento: per tutte segnaliamo la Direttiva 98/8/UE “Bioci<strong>di</strong>” e il collegato<br />
Decreto Legislativo 174/00 <strong>di</strong> recepimento. L’applicazione <strong>di</strong> tali provve<strong>di</strong>menti<br />
ha comportato la revoca <strong>di</strong> molte sostanze attive usate nella <strong>di</strong>sinfestazione<br />
civile. La ricaduta pratica è stato il ritiro dal commercio <strong>di</strong> numerosi Presi<strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>co Chirurgici ampiamente utilizzati, sia per il loro basso costo sia per la<br />
loro efficacia, nella lotta larvicida e adulticida al <strong>di</strong>ttero.<br />
L’obiettivo del lavoro non è certo quello <strong>di</strong> analizzare ognuna delle norme che<br />
ci serviranno invece per illustrare e delineare il quadro delle competenze<br />
previsto nella Regione Veneto in tema <strong>di</strong> lotta alla “zanzara tigre”.<br />
2.1 I Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza (LEA)<br />
Le basi <strong>di</strong> qualsivoglia provve<strong>di</strong>mento regionale <strong>di</strong> programmazione sanitaria<br />
non possono essere che i Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza (LEA). Con apposito<br />
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) lo Stato, <strong>di</strong> concerto<br />
con le Regioni, stabilisce le prestazioni garantite e tutti i citta<strong>di</strong>ni dal Sistema<br />
Sanitario Nazionale.<br />
- 20 -
Attualmente, si deve far riferimento al DPCM del 2001 in quanto quello<br />
dell’aprile scorso è stato ritirato anche se pare sia in via <strong>di</strong> definizione un<br />
nuovo decreto.<br />
Ad ogni buon conto non pare verrà stravolta l’impostazione data nel 2001 per<br />
quanto riguarda la “Prevenzione collettiva e sanità pubblica”, che comprende le<br />
attività e le prestazioni volte a tutelare la salute e la sicurezza della comunità da<br />
rischi infettivi, ambientali, legati alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro, correlati agli stili <strong>di</strong><br />
vita.<br />
L’area <strong>di</strong> intervento entro cui ricadono le iniziative per il contenimento della<br />
“zanzara tigre” fa riferimento alla sorveglianza, prevenzione e controllo delle<br />
malattie infettive.<br />
Nella sostanza il Servizio Sanitario Nazionale (quin<strong>di</strong> le Aziende ULSS)<br />
dovrebbe garantire le attività <strong>di</strong> vigilanza igienica (e non esecuzione) sugli<br />
interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione, l’attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento tra gli<br />
Enti e le Amministrazioni coinvolte e la perio<strong>di</strong>ca comunicazione con i citta<strong>di</strong>ni.<br />
2.2 I provve<strong>di</strong>menti regionali<br />
All’interno del solco tracciato dai LEA deve quin<strong>di</strong> muoversi la<br />
programmazione regionale anche nel campo specifico della <strong>di</strong>sinfestazione.<br />
Il vecchio piano socio-sanitario approvato nel 1996, ma ancora in vigore,<br />
prevedeva all’art. 12 la razionalizzazione delle risorse dell’Azienda ULSS e<br />
<strong>degli</strong> Enti locali, definendo le funzioni <strong>di</strong> vigilanza igienico sanitaria <strong>di</strong> specifica<br />
competenza:<br />
- ai Comuni spettano le verifiche <strong>di</strong> I° livello, attinenti al Regolamento<br />
Comunale <strong>di</strong> Igiene<br />
- al Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione (Azienda ULSS) competono le verifiche <strong>di</strong><br />
II° livello.<br />
Inoltre il Piano riconosce alla municipalità locale la funzione <strong>di</strong> conoscenza e<br />
gestione del proprio territorio.<br />
- 21 -
Questa linea operativa ha trovato conferma nelle Delibere <strong>di</strong> Giunta Regionale<br />
(DGR) n° 2093/02 (Piano triennale dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica 2002-<br />
2004), n° 3015/03 (piano triennale dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica) e n°<br />
3846/04 (Pianificazione triennale della prevenzione 2005-2007).<br />
Di più, in relazione alle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione nella premessa<br />
la DGR n° 324 del 14/02/2006 “Linee guida per l’organizzazione e la gestione<br />
delle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da ratti e zanzare” specifica che,<br />
sulla base della DGR n° 2093/02, venne costituito un gruppo <strong>di</strong> lavoro con esperti <strong>di</strong><br />
varie Aziende ULSS con l’obiettivo <strong>di</strong> valutare, ridefinire ed orientare l’impegno dei<br />
soggetti a vario titolo coinvolti nelle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione da ratti e<br />
zanzare e che, in relazione alla DGR n° 3015/03, viene prevista la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />
linee guida aventi lo scopo <strong>di</strong> determinare le linee entro cui le Amministrazioni<br />
(Regione, Aziende ULSS, Comuni) ed altri Enti dovranno operare per la progettazione,<br />
esecuzione e gestione dei servizi <strong>di</strong> lotta agli infestanti sul suolo pubblico. Inoltre con<br />
la scheda tecnica 1.5 “Vigilanza igienica sulle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione,<br />
<strong>di</strong>sinfestazione e derattizzazione” (allegato 5 alla DGR n° 3015/03) vennero già<br />
in<strong>di</strong>viduati compiti, competenze e prospettive <strong>di</strong> lavoro e, al punto relativo agli<br />
“Aspetti <strong>di</strong> comunicazione e coinvolgimento dell’utente”, precisato che tale<br />
ruolo spetta ai Servizi Igiene e Sanità Pubblica.<br />
La conclusione del processo organizzativo vede la luce con l’approvazione della<br />
già citata Delibera Giunta Regionale n° 324/06.<br />
In riferimento a tale norma si riportano le conclusioni relative ai <strong>di</strong> compiti<br />
Regione, Azienda ULSS e Comuni presentate dal Direttore del Dipartimento <strong>di</strong><br />
Prevenzione dell’Azienda ULSS 4 “Alto Vicentino” durante il Convegno:<br />
Disinfestazione urbana meto<strong>di</strong> e strumenti nuove proposte, che si è tenuto il<br />
20/02/2007 a Montecchio Precalcino (VI):<br />
Compiti della Regione:<br />
- sorveglianza epidemiologica malattie trasmissibili<br />
- pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> linee guida<br />
- monitoraggio generale dei programmi <strong>di</strong> lotta e verifica loro efficacia<br />
- 22 -
- supporto alle attività <strong>di</strong> informazione alla popolazione<br />
- supporto alle attività <strong>di</strong> formazione agli operatori<br />
Compiti delle Aziende ULSS evoluzione da intervento <strong>di</strong>retto a ruolo <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento:<br />
- ricercare alleanze e offrire una attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento agli Enti e<br />
Amministrazioni a vario titolo coinvolte;<br />
- mettere a <strong>di</strong>sposizione il personale tecnico specializzato per l’attività <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento e le azioni <strong>di</strong> supporto alle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione condotte<br />
dai Comuni;<br />
- proporre il capitolato speciale ed in<strong>di</strong>viduare i livelli <strong>di</strong> attività in riferimento<br />
alle esigenze del territorio; (Collaborare con gli Enti e Amministrazioni a vario<br />
titolo coinvolte, per la stesura del capitolato)<br />
- effettuare la vigilanza igienico sanitaria (valutazione della sicurezza, verifica<br />
dei principi attivi, etc.);<br />
- valutare l’efficacia delle campagne <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione anche ai fini <strong>di</strong> un<br />
rior<strong>di</strong>namento dei programmi <strong>di</strong> intervento;<br />
- pre<strong>di</strong>sporre per il gruppo tecnico <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento una relazione annuale<br />
Compiti dei Comuni:<br />
- partecipare alle iniziative coor<strong>di</strong>nate tra Enti (per es. attività <strong>di</strong> formazione)<br />
- censire le aree oggetto <strong>di</strong> infestazione<br />
- approvare eventuale capitolato d’appalto e i livelli <strong>di</strong> attività<br />
- in<strong>di</strong>viduare le aree da sottoporre a <strong>di</strong>sinfestazione<br />
- finanziare gli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione<br />
- verificare le attività in conformità al capitolato<br />
Inoltre, sono state illustrate altre attività <strong>di</strong> competenza dell’azienda ULSS 4:<br />
- effettuare campagne mirate per particolari infestazioni con osservatorio della<br />
problematica<br />
- 23 -
- effettuare la <strong>di</strong>sinfestazione per le strutture dell’AULSS<br />
- assicurare il compito formativo/informativo sulle tematiche della <strong>di</strong>sinfezione,<br />
<strong>di</strong>sinfestazione e derattizzazione<br />
- effettuare la sorveglianza epidemiologica delle patologie infettive in cui vi<br />
siano dei vettori potenziali<br />
2.3 Il protocollo Chikungunya<br />
A seguito dell’epidemia <strong>di</strong> questa malattia “tropicale” che ha colpito la vicina<br />
costa romagnola nell’estate 2007, la regione Veneto, nell’emanare la recente<br />
Delibera Giunta Regionale n° 2178 del 08/08/2008, ha confermato<br />
l’impostazione che prevede un’evoluzione dei compiti della Azienda ULSS da<br />
“esecutrice” a “coor<strong>di</strong>natrice”. Il Piano regionale <strong>di</strong> lotta alla zanzara tigre e <strong>di</strong><br />
prevenzione della chikungunya infatti nello stabilire come obiettivi <strong>di</strong> piano la<br />
riduzione e il mantenimento a bassi livelli dell’infestazione <strong>di</strong> “zanzara tigre”<br />
nonchè l’in<strong>di</strong>viduazione precoce dei casi della malattia, ha anche precisato che,<br />
in caso <strong>di</strong> allerta, spettino al Servizio Igiene e Sanità Pubblica il compito <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento, mentre al Sindaco l’esecuzione <strong>di</strong> aspetti più pratici tra i quali<br />
l’in<strong>di</strong>viduazione della Ditta <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione e l’esecuzione dei trattamenti.<br />
- 24 -
CAPITOLO 3<br />
AZIENDA ULSS 4 “ALTO VICENTINO”: LA PRESENZA DI AEDES<br />
ALBOPITUS E GLI STRUMENTI PER IL CONTENIMENTO DELLA<br />
DIFFUSIONE – ESPERIENZE DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE<br />
Nella prima parte del capitolo si presenteranno gli strumenti pre<strong>di</strong>sposti dall’Azienda<br />
ULSS 4 ed i Comuni del territorio <strong>di</strong> competenza per organizzare le attività <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sinfestazione e <strong>di</strong> vigilanza.<br />
Nella seconda parte vengono invece brevemente descritte le iniziative <strong>di</strong> informazione<br />
e comunicazione attuate dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica con un breve valutazione<br />
dei risultati ottenuti.<br />
3.1 Provve<strong>di</strong>menti Azienda ULSS–Comuni per il contenimento<br />
Anticipando <strong>di</strong> qualche anno le previsioni regionali, il Servizio Igiene e Sanità<br />
Pubblica, afferente al Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione, ha proposto alla<br />
Conferenza dei Sindaci due documenti che governano i rapporti tra le<br />
Amministrazioni in merito all’organizzazione delle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione.<br />
3.1.1 L’Atto <strong>di</strong> Intesa<br />
Il documento risale al 2002 e fu messo a punto espressamente al fine <strong>di</strong> ricercare<br />
una forma organizzativa stabile tra le amministrazioni in relazione alla<br />
problematica “zanzara tigre”.<br />
L’Atto, prendendo spunto dalla progressiva estensione dell’infestazione <strong>di</strong><br />
Aedes albopictus nel territorio <strong>di</strong> competenza (figura 5) e del fatto che in<br />
Aziende ULSS limitrofe la presenza del <strong>di</strong>ttero stava comportando notevoli<br />
<strong>di</strong>sagi alla popolazione soprattutto in termini <strong>di</strong> usufruibilità delle aree esterne<br />
(giar<strong>di</strong>ni privati, ma anche parchi gioco), si poneva l’obiettivo <strong>di</strong> contenere la<br />
presenza <strong>di</strong> “zanzara tigre” e <strong>di</strong>minuire i fasti<strong>di</strong> alle persone.<br />
- 25 -
figura 5: ROSSO aree infestate; AZZURRO area era<strong>di</strong>cata<br />
(fonti : 1998 Regione Veneto Piano sorveglianza e controllo della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes albopictus e dei culici<strong>di</strong><br />
antropofili delle aree litoranee - 2001 Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4 )<br />
I punti salienti proponevano:<br />
Azienda ULSS:<br />
- ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e consulenza circa gli aspetti tecnici dell’attuazione<br />
della lotta larvicida – formazione del personale dei Comuni<br />
- effettuazione delle verifiche <strong>di</strong> efficacia dei trattamenti eseguiti<br />
- relazione alle Amministrazioni interessate sull’andamento del progetto<br />
- presenza ad eventuali incontri con la popolazione<br />
- fornitura <strong>di</strong> materiale informativo (manifesti e volantini) per la popolazione<br />
forniti dalla regione o pre<strong>di</strong>sposti <strong>di</strong>rettamente<br />
- vigilanza sulle <strong>di</strong>tte <strong>di</strong> gommisti<br />
- attività <strong>di</strong> front-office verso i citta<strong>di</strong>ni nel caso <strong>di</strong> telefonate<br />
- collocazione a tempo, praticamente pieno, <strong>di</strong> un operatore <strong>di</strong> riferimento<br />
Comuni:<br />
Schio<br />
Thiene<br />
Furono sud<strong>di</strong>visi in quattro categorie, sulla base delle conoscenze <strong>di</strong>sponibili, in<br />
funzione del fatto <strong>di</strong> essere infestati, potenzialmente infestabili, a basso o nullo<br />
rischio <strong>di</strong> infestazione. I compiti assegnati furono:<br />
- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un responsabile-referente delle azioni e dei rapporti con le<br />
<strong>di</strong>tte, la popolazione e l’Azienda ULSS<br />
1998 2001<br />
- 26 -<br />
Schio<br />
Thiene
- effettuazione dei trattamenti nei focolai non rimovibili presenti nelle aree<br />
pubbliche (nella sostanza le ca<strong>di</strong>toie stradali) con assunzione <strong>degli</strong> oneri<br />
economici<br />
- mettere a <strong>di</strong>sposizione e <strong>di</strong>stribuire materiale informativo ai citta<strong>di</strong>ni<br />
- organizzare eventuali incontri con la popolazione<br />
- attività <strong>di</strong> front-office verso i citta<strong>di</strong>ni<br />
L’accordo tra la <strong>di</strong>rezione Aziendale ULSS 4 e l’Esecutivo dei Sindaci fu<br />
formalizzato alle amministrazioni con la nota prot. 13011 del 20/06/2002 a firma<br />
del Presidente della Conferenza dei Sindaci (allegato 1).<br />
3.1.2 Il Regolamento per la gestione delle segnalazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo-<strong>di</strong>sagio<br />
causato dalla detenzione <strong>di</strong> animali e dalla presenza <strong>di</strong> animali infestanti<br />
(allegato 2 estratto)<br />
Alla luce della positiva esperienza avviata con l’Atto <strong>di</strong> Intesa in relazione alla<br />
fattiva collaborazione tra le amministrazioni, nel 2004 si giunse<br />
all’approvazione del Regolamento in questione nella seduta della Conferenza<br />
dei Sindaci del 24 marzo.<br />
Il documento ha certamente un “respiro” più generale rispetto all’Atto <strong>di</strong><br />
Intesa ed è stato pre<strong>di</strong>sposto per dare attuazione al dettato dei Livelli Essenziali<br />
<strong>di</strong> Assistenza del 2001 e al Piano Socio-Sanitario della regione Veneto del 1996.<br />
Infatti all’art. 18 precisa nel dettaglio i compiti dei Comuni ed dell’Azienda<br />
Sanitaria, in relazione alle verifiche <strong>di</strong> I° e II° livello al fine <strong>di</strong> una<br />
razionalizzazione delle risorse; per la <strong>di</strong>sinfestazione all’art. 17 propone delle<br />
Schede Tecniche (<strong>di</strong> cui due specifiche per le zanzare) sulla corretta esecuzione<br />
<strong>di</strong> trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione che, come previsto dal Regolamento stesso,<br />
sono già state aggiornate un paio <strong>di</strong> volte; ultima lo scorso mese.<br />
Pur in presenza <strong>di</strong> questi due strumenti organizzativi, <strong>di</strong> una sempre più<br />
efficiente pianificazione dei trattamenti larvici<strong>di</strong> da parte dei Comuni e <strong>di</strong> una<br />
costante collaborazione tra il Servizio Igiene e Sanità Pubblica e i referenti<br />
- 27 -
Schio<br />
figura 6: ROSSO aree infestate<br />
2004<br />
Thiene<br />
(fonti : 2004 Annali <strong>di</strong> igiene - 2007 Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4 )<br />
comunali, la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus si è progressivamente estesa ha tutte<br />
le zone pianeggianti del territorio dell’Azienda ULSS 4 (figura 6).<br />
3.1.3 Emergenza Chikungunya: l’Or<strong>di</strong>nanza<br />
Come già ampiamente spiegato, l’epidemia <strong>di</strong> chikungunya ha fatto scattare un<br />
campanello <strong>di</strong> allarme circa i potenziali rischi sanitari che la presenza <strong>di</strong><br />
“zanzara tigre” può comportare.<br />
Proprio per questo, nel corso del corrente anno, il Servizio Igiene e Sanità<br />
Pubblica in collaborazione con alcuni referenti comunali ha proposto il testo <strong>di</strong><br />
un’Or<strong>di</strong>nanza (allegato 3) quale ulteriore strumento, per la riduzione della<br />
densità <strong>di</strong> Aedes albopictus; l’atto amministrativo è stato adottato da ventotto<br />
Sindaci su trentadue e questo permette ora d’avere uno strumento omogeneo,<br />
su tutto il territorio <strong>di</strong> competenza, per il controllo.<br />
- 28 -<br />
Schio<br />
2007<br />
Thiene
3.2 Esperienze <strong>di</strong> informazione e formazione<br />
Parallelamente all’attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, il Servizio Igiene e Sanità Pubblica<br />
ha cercato <strong>di</strong> lavorare alacremente sul piano dell’informazione e formazione dei<br />
citta<strong>di</strong>ni e del personale dei Comuni.<br />
Per poter gestire al meglio tali attività il Servizio ha curato nel corso <strong>degli</strong> anni<br />
la formazione del proprio personale, non lesinando risorse per far partecipare i<br />
tecnici ai corsi organizzati dalla Regione Veneto nell’ambito dei Piani triennali,<br />
ma anche a convegni, mostre, incontri organizzati da Enti, società nel Veneto o<br />
in altre Regioni.<br />
3.2.1 Comuni<br />
Fin dall’inizio dell’infestazione <strong>di</strong> “zanzara tigre”, nel corso dei primi anni ’90,<br />
il personale del Servizio ha sempre fornito supporto tecnico-pratico alle<br />
amministrazioni.<br />
Questo compito è <strong>di</strong>venuto via via più impellente con la progressiva <strong>di</strong>ffusione<br />
ed intensificazione della presenza del <strong>di</strong>ttero che ha imposto ai Comuni la<br />
necessità <strong>di</strong> effettuare i trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione, con l’impiego <strong>di</strong> operai<br />
comunali o ricorrendo a Ditte <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione.<br />
Proprio per permettere ai tecnici dei comuni <strong>di</strong> poter condurre al meglio le<br />
nuove incombenze e tenuto anche conto del passaggio <strong>di</strong> competenze<br />
formalizzato con l’approvazione del Regolamento citato (il Comune svolge le<br />
verifiche <strong>di</strong> I° livello), il Servizio ha proposto due corsi <strong>di</strong> formazione negli<br />
anni 2004 e 2005.<br />
Il primo è stato tenuto da personale dell’Ufficio Disinfestazione (allegato 4 il<br />
programma), ha riguardato essenzialmente la lotta alla “zanzara tigre” ed ai<br />
ratti, vi hanno partecipato una trentina tra tecnici ed operai comunali.<br />
Accanto alla trattazione teorica in aula si è affiancata una simulazione pratica<br />
che ha permesso <strong>di</strong> veder attuati gli interventi proposti in aula.<br />
- 29 -
Obiettivo del secondo corso è stato fornire un’ampia panoramica sia <strong>degli</strong><br />
infestanti urbani sia dei problemi connessi all’uso <strong>di</strong> prodotti chimici (allegato 5<br />
il programma).<br />
Le relazioni sono state svolte da figure professionali interne al Dipartimento <strong>di</strong><br />
Prevenzione e dal Dr. Simone Martini 15 referente regionale per la<br />
<strong>di</strong>sinfestazione.<br />
Il corso ha visto la partecipazione <strong>di</strong> oltre quaranta tra tecnici ed operai<br />
comunali.<br />
Con questi due momenti <strong>di</strong> formazione si pensa d’aver fornito le conoscenze <strong>di</strong><br />
base perché i Comuni possano gestire i compiti a loro affidati e per garantire<br />
l’omogeneità <strong>di</strong> intervento.<br />
Sempre per dar compimento al coor<strong>di</strong>namento il Servizio Igiene e Sanità<br />
Pubblica convoca perio<strong>di</strong>che riunioni (otto a partire dal 2002 16 ) <strong>di</strong> confronto e<br />
aggiornamento con le Amministrazioni a cui vengono invitati, oltre ai referenti<br />
comunali per le attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione, Sindaci ed Assessori all’ecologia.<br />
Altri momenti <strong>di</strong> formazione del personale dei Comuni possono venire attuati<br />
me<strong>di</strong>ante l’esecuzione <strong>di</strong> sopralluoghi congiunti nel caso <strong>di</strong> segnalazioni <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio da parte dei citta<strong>di</strong>ni. Come già precisato la normativa pone a carico dei<br />
Comuni le verifiche <strong>di</strong> I° livello che consistono nella verifica della situazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sturbo segnalata e del rispetto dei Regolamenti Comunali vigenti.<br />
E’ prassi che almeno per i primi controlli, su richiesta del comune interessato, le<br />
verifiche “in campo” vengano effettuate anche da personale dell’Ufficio<br />
Disinfestazione e dell’amministrazione.<br />
Questo consente <strong>di</strong> rendere il personale comunale, nel giro <strong>di</strong> breve tempo, più<br />
autonomo.<br />
15 Entomologo <strong>di</strong> Entostu<strong>di</strong>o snc - Brugine (PD)<br />
16 Dato: Servizio Igiene e Sanità Pubblica Azienda ULSS 4 “Alto Vicentino”<br />
- 30 -
3.2.2 Comunità – Scuola<br />
Un altro ambito in cui si è cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere informazioni sono state le<br />
comunità intese come scuole, asili nido e case <strong>di</strong> riposo in quanto a più riprese<br />
erano giunte segnalazioni <strong>di</strong> massicce infestazioni <strong>di</strong> “zanzara tigre” tanto da<br />
rendere problematico poter usufruire <strong>degli</strong> spazi esterni <strong>di</strong> alcune strutture.<br />
In questo caso il Servizio Igiene e Sanità Pubblica ha segnalato ai Comuni il<br />
fenomeno e pre<strong>di</strong>sposto delle in<strong>di</strong>cazioni (allegato 6) la cui notifica è stata<br />
demandata ai Sindaci in quanto hanno perio<strong>di</strong>ci contatti con queste realtà che,<br />
alle volte, gestiscono.<br />
Pare che questa semplice iniziativa sia stata efficace in quanto le segnalazioni<br />
all’Ufficio Disinfestazione sono ora rare.<br />
In relazione ad interventi <strong>di</strong> formazione nelle scuole il Servizio non ha al<br />
momento strutturato alcun progetto pur avendo preparato alla fine 2003 una<br />
giuda <strong>di</strong>dattica per insegnanti (allegato 7 - la copertina) che accompagnava una<br />
video-cassetta pre<strong>di</strong>sposta dalla Regione Veneto.<br />
Anche in questo caso si è demandato al personale dei Comuni il coinvolgimento<br />
delle scuole poste sul loro territorio. Si è peraltro verificato che, in alcuni casi, il<br />
materiale è stato semplicemente fatto pervenire alle scuole, mentre in altre<br />
Amministrazioni il personale si è recato in alcune classi tenendo alcune ore <strong>di</strong><br />
lezione.<br />
3.2.3 Citta<strong>di</strong>nanza<br />
L’Ufficio <strong>di</strong>sinfestazione ha cercato <strong>di</strong> attuare varie iniziative spesso più <strong>di</strong><br />
informazione che <strong>di</strong> comunicazione verso l’utenza.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> manifesti e pieghevoli informativi, in<br />
collaborazione con i Comuni, realizzati dalla Regione Veneto (2002), prodotti<br />
dall’Azienda sanitaria (2003), nonché l’ultima campagna del 2008 per <strong>di</strong>vulgare<br />
- 31 -
informazioni anche sui i possibili rischi sanitari dovuti alla capacità della<br />
“zanzara tigre” <strong>di</strong> trasmettere malattie infettive.<br />
Nella scorsa primavera il manifesto e i volantini sono stati inviati anche ai<br />
Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale, ai pe<strong>di</strong>atri, ai Farmacisti ritenendoli i soggetti<br />
“più vicini” ai citta<strong>di</strong>ni e, quin<strong>di</strong>, in grado fornir loro informazioni.<br />
Al fine <strong>di</strong> verificare l’efficacia <strong>di</strong> questi canali informativi, il Servizio Igiene e<br />
Sanità Pubblica ha somministrato un questionario (allegato 8), nel corso <strong>di</strong> una<br />
riunione <strong>di</strong> aggiornamento, a me<strong>di</strong>ci, pe<strong>di</strong>atri e, telefonicamente, ad un<br />
campione casuale <strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ci farmacisti.<br />
Le risposte sono state elaborate e i risultati sono riportati in tabella 3.<br />
Ha ricevuto tale materiale?<br />
Lo ha esposto?<br />
Qualche paziente le ha chiesto notizie?<br />
Gli utenti hanno ritirato i pieghevoli?<br />
Ritiene adeguata la sua conoscenza …<br />
Tabella 3 (fonte Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4)<br />
Appare chiaro che, se a livello <strong>di</strong> informazione l’iniziativa è stata positiva (il<br />
materiale è stato ritirato dai citta<strong>di</strong>ni), a livello <strong>di</strong> comunicazione emerge<br />
qualche perplessità in più nel definire efficace il progetto (pochi hanno chiesto<br />
notizie); ma quello che più ha colpito è la richiesta <strong>di</strong> aggiornamento specifico<br />
in quanto la preparazione sulle malattie trasmesse da zanzara è stata auto-<br />
giu<strong>di</strong>cata non adeguata.<br />
QUESITO<br />
Ci in<strong>di</strong>chi le modalità con cui vorrebbe ricevere approfon<strong>di</strong>menti<br />
Me<strong>di</strong>ci e Pe<strong>di</strong>atri<br />
Farmacisti<br />
lettera<br />
40<br />
12<br />
Per quanto riguarda la comunicazione con gli utenti, le metodologie sono<br />
invece riconducibili all’attività <strong>di</strong> front-office durante la quale vengono fornite<br />
le in<strong>di</strong>cazioni sulle corrette tecniche <strong>di</strong> lotta alla zanzara tigre (rimozione dei<br />
- 32 -<br />
Corso<br />
28<br />
3<br />
SI<br />
92<br />
89<br />
34<br />
79<br />
23<br />
Me<strong>di</strong>ci e<br />
Pe<strong>di</strong>atri<br />
22<br />
1<br />
NO<br />
5<br />
5<br />
62<br />
12<br />
75<br />
lezione<br />
SI<br />
14<br />
14<br />
9<br />
14<br />
3<br />
Farmacisti<br />
Non<br />
interessa<br />
5<br />
1<br />
NO<br />
0<br />
0<br />
5<br />
0<br />
11
focolai, trattamenti larvici<strong>di</strong>) e agli incontri con la popolazione organizzatati<br />
abitualmente dalle amministrazioni comunali, al fine <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> favorire la<br />
collaborazione dei citta<strong>di</strong>ni nella lotta. Purtroppo, in quest’ultimo caso la<br />
partecipazione è risultata quasi sempre molto scarsa, anche in presenza <strong>di</strong><br />
massicce infestazioni <strong>di</strong> “zanzara tigre” (tabella 4).<br />
Comune Popolazione 1 Data Persone Comune Popolazione 1 Data Persone<br />
Thiene 22 lug 03 35 Fara Vic. no 3954 22 lug 07 1<br />
Thiene 27 apr 04 15 Schio3 22145<br />
38661 12 giu 06 4<br />
Thiene<br />
S.Vito <strong>di</strong> L. 2 3620 21 apr 05 50<br />
Tabella 4 (fonte Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4)<br />
1 fonte Ufficio Piani <strong>di</strong> Zona - Azienda ULSS 4 – popolazione al 31 <strong>di</strong>c 06<br />
2 congiuntamente al problema delle zecche<br />
3 organizzato da privato<br />
Appare evidente che gli esiti delle attività attuate siano al momento “deludenti”<br />
tenuto conto del risultato pratico vista l’incessante <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Aedes<br />
albopictus sul territorio.<br />
3.2.4 Progetto “Santo”<br />
Figura 7<br />
THIENE<br />
- 33 -<br />
Proprio riflettendo sullo scarso<br />
coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni, nel<br />
2006 il Servizio Igiene e Sanità<br />
Pubblica ha proposto al Comune <strong>di</strong><br />
Thiene ed attuato con la sua<br />
collaborazione il Progetto “Santo”<br />
dal nome della frazione (figura 7) in<br />
cui è stato sperimentato.<br />
La presentazione dei risultati è avvenuta durante il Convegno: Disinfestazione<br />
urbana meto<strong>di</strong> e strumenti nuove proposte, tenutosi il 20/02/2007 a Montecchio<br />
Precalcino (VI).<br />
12 mag 04 25 Chiappano 2635 31 mag 07 40<br />
SANTO
Il progetto ha impegnato due operatori del Servizio che si sono fatti carico dei<br />
contatti con l’Amministrazione comunale per la stesura <strong>di</strong> una lettera <strong>di</strong><br />
presentazione (allegato 9), dell’organizzazione pratica, stabilendo compiti e<br />
tempi <strong>di</strong> esecuzione nonché <strong>di</strong> tutte le verifiche presso le abitazioni interessate.<br />
Lo sforzo è stato notevole sia in termini <strong>di</strong> tempo de<strong>di</strong>cato (138 ore<br />
complessive) sia <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità ad operare al <strong>di</strong> fuori del consueto orario <strong>di</strong><br />
servizio (tardo pomeriggio e al sabato) al fine <strong>di</strong> trovare in casa le persone (187<br />
nuclei familiari) alle quali veniva lasciato un verbale della visita con le<br />
in<strong>di</strong>cazioni per colmare eventuali lacune riscontrate (allegato 10).<br />
L’iniziativa ha peraltro consentito <strong>di</strong> accumulare una notevole mole <strong>di</strong> dati e<br />
notizie che potranno essere utili per calibrare altre iniziative.<br />
Anche attraverso questo progetto si è avuta la conferma della <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> far<br />
partecipare le persone agli incontri serali: l’adesione si è limitata al 17% dei<br />
nuclei familiari interessati; l’attuazione dei suggerimenti da parte dei citta<strong>di</strong>ni è<br />
stata <strong>di</strong>versa anche in relazione alla zona <strong>di</strong> residenza e comunque il 20% non le<br />
ha messe in pratica, inoltre si è potuto constatare che la comunicazione non<br />
funziona neppure tra condomini: le in<strong>di</strong>cazioni suggerimenti forniti nel corso<br />
della visita erano <strong>di</strong>sattese dagli altri residenti perché non ne erano stati<br />
informati.<br />
In merito alla possibile riproposta <strong>di</strong> interventi nella sostanza simili, ma con<br />
modalità operative <strong>di</strong>verse (es. impiego <strong>di</strong> volontari) dovrà esserci una attenta<br />
valutazione tenendo conto anche delle esperienze <strong>di</strong> altri Enti che descriveremo<br />
nel capitolo successivo.<br />
- 34 -
3.2.5 Sito WEB<br />
Attualmente l’Ufficio Disinfestazione ha fatto pubblicare sul sito aziendale 17 :<br />
- il 22/05/06 le Schede Tecniche per una corretta <strong>di</strong>sinfestazione allegate al<br />
Regolamento sulla gestione delle segnalazioni <strong>di</strong> cui si è accennato in<br />
precedenza; gli accessi sono stati 949<br />
- il 09/07/08 manifesto ed il volantino della campagna informativa 2008<br />
sull’emanazione dell’Or<strong>di</strong>nanza sindacale e sui rischi <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong><br />
malattie infettive; gli accessi sono stati 928<br />
Al momento non c’è una pagina che raccolga tutte le notizie relative all’attività<br />
dell’ufficio <strong>di</strong>sinfestazione, anzi anche i due documenti citati sono inseriti nella<br />
pagina iniziale assieme ad altre informazioni <strong>di</strong> tutt’altro genere.<br />
Certamente questo strumento, sempre più usato dai citta<strong>di</strong>ni per reperire<br />
informazioni, andrà potenziato e sfruttato meglio anche per <strong>di</strong>ffondere<br />
rapidamente notizie; con<strong>di</strong>zione essenziale sarà la possibilità <strong>di</strong> mantenerlo<br />
aggiornato continuamente.<br />
3.3 Strutture Azienda ULSS<br />
L’Ufficio Disinfestazione ha l’incarico <strong>di</strong> evitare la presenza <strong>di</strong> animali<br />
infestanti (esempio ro<strong>di</strong>tori, zanzare, blatte) al fine <strong>di</strong> garantire la piena<br />
usufruibilità delle strutture dell’Azienda ULSS da parte <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti ed utenti.<br />
A tale scopo sono stati pre<strong>di</strong>sposti dei piani <strong>di</strong> intervento che sono eseguiti dal<br />
personale dell’Ufficio oppure, per como<strong>di</strong>tà, demandati a maestranze ben<br />
in<strong>di</strong>viduate che lavorano all’interno delle varie strutture; in quest’ultimo caso il<br />
Servizio Disinfestazione svolge attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, supporto e verifica.<br />
3.3.1 Il caso dei presi<strong>di</strong> ospedalieri<br />
Si può con buona ragione parlare <strong>di</strong> caso.<br />
17 www.ulss4.veneto.it accesso 29/10/08<br />
- 35 -
L’allegato 11, riporta per i due presi<strong>di</strong> ospedalieri i dati dell’attività <strong>di</strong><br />
prevenzione contro Aedes albopictus svolta nei vari anni da personale ULSS o<br />
da Ditte esterne e la pianta planimetrica <strong>degli</strong> stessi con in<strong>di</strong>viduate le ca<strong>di</strong>toie<br />
stradali presenti e le superfici su sui si sviluppano. Al solo colpo d’occhio si<br />
evidenzia la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> gestire efficacemente la lotta contro “zanzara tigre”<br />
soprattutto tenendo a mente la facilità con cui sfrutta per la riproduzione tutti i<br />
focolai a <strong>di</strong>sposizione siano essi permanenti o rimovibili.<br />
Ebbene, in queste due strutture non è mai stata segnalata la presenza <strong>di</strong> questo<br />
<strong>di</strong>ttero.<br />
Nel particolare si è trattato <strong>di</strong> eseguire nel corso <strong>degli</strong> anni una puntuale lotta<br />
preventiva: eliminazione o la messa in sicurezza tutti i potenziali focolai o<br />
ristagni <strong>di</strong> acqua (figura 8) e il trattamento dei focolai permanenti (ca<strong>di</strong>toie<br />
stradali).<br />
Per gli interventi con insettici<strong>di</strong> eseguiti dal Servizio Disinfestazione vengono<br />
impiegati prodotti chimici (Presi<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>co Chirurgici) autorizzati dal Mistero<br />
della Salute conservati in un apposito magazzino in gestione al Servizio stesso.<br />
Figura 8 - esempi <strong>di</strong> riduzione dei focolai presso i presi<strong>di</strong> ospedalieri<br />
(fonte Archivio Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Ufficio Disinfestazione - Azienda ULSS 4)<br />
Un problema rilevante s’è rivelato essere l’abbandono all’aperto <strong>di</strong> contenitori,<br />
a causa dell’imperizia <strong>di</strong> qualche operatore-visitatore, i quali riempiendosi<br />
d’acqua si trasformano in efficienti focolai <strong>di</strong> riproduzione.<br />
A questo proposito molto tempo è stato de<strong>di</strong>cato all’attività <strong>di</strong> formazione del<br />
personale, al fine <strong>di</strong> renderlo edotto sulle poche, ma essenziali regole da seguire<br />
per evitare la proliferazione della “zanzara tigre”.<br />
- 36 -
Di tutta l’attività è sempre stata informata la Direzione Sanitaria che, a sua<br />
volta, ha impartito le <strong>di</strong>sposizioni a tutti gli operatori. Nel giugno 2007 è stato<br />
nominato, da parte della Dirigenza Ospedaliera, un Responsabile per ognuno<br />
dei presi<strong>di</strong> ospedalieri che viene contattato in caso <strong>di</strong> necessità; questo ha<br />
permesso <strong>di</strong> dare attuazione alle prescrizioni impartite in tempi assai più rapi<strong>di</strong><br />
<strong>degli</strong> anni precedenti.<br />
L’ottimo risultato ottenuto nella lotta alla “zanzara tigre” va ascritto<br />
all’operatore tecnico Luca Terzo che da sempre “presi<strong>di</strong>a” i due ospedali con<br />
puntuale e tempestiva competenza.<br />
Ciò è anche la <strong>di</strong>mostrazione che la lotta ad Aedes albopictus può essere<br />
efficace.<br />
- 37 -
- 38 -
CAPITOLO 4<br />
INFORMAZIONE E FORMAZIONE : ESPERIENZE IN ALTRE REALTA’<br />
Nel capitolo si illustrano alcuni interventi <strong>di</strong> informazione, comunicazione e<br />
formazione per il coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni attuati nel corso <strong>degli</strong> anni in aree del<br />
Veneto e dell’Emilia Romagna. Si cercherà <strong>di</strong> mettere il luce i punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong><br />
debolezza dei vari progetti che è possibile ricavare dalla lettura <strong>degli</strong> articoli<br />
selezionati, ma anche dalle notizie raccolte <strong>di</strong>rettamente da alcuni <strong>degli</strong> autori.<br />
Alla fine viene presentato succintamente, il metodo <strong>di</strong> lotta alle zanzare adottato in<br />
Francia che in<strong>di</strong>rettamente ha permesso, fino ad oggi, <strong>di</strong> mantenere sostanzialmente<br />
indenne la nazione anche dalla presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus.<br />
Verranno <strong>di</strong> seguito illustrati interventi <strong>di</strong> informazione, comunicazione e<br />
formazione della citta<strong>di</strong>nanza avviati al fine <strong>di</strong> limitare la <strong>di</strong>ffusione della<br />
“zanzara tigre”, estrapolando dagli stessi gli aspetti tecnico-organizzativi<br />
ritenuti più interessanti per questo lavoro <strong>di</strong> tesi. Scorrendo questa panoramica<br />
si potrà anche notare il fatto che nei primi anni <strong>di</strong> infestazione l’obiettivo che i<br />
progetti si prefiggevano era l’era<strong>di</strong>cazione del <strong>di</strong>ttero mentre con il passare del<br />
tempo le aspettative si sono ri<strong>di</strong>mensionate tanto che oggi si punta a<br />
raggiungere la riduzione della densità del fasti<strong>di</strong>oso infestante. Del resto il solo<br />
abbassamento del numero <strong>di</strong> zanzare può essere un efficace mezzo per ridurre<br />
il rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie infettive.<br />
La scelta <strong>di</strong> illustrare alcuni lavori svolti in Veneto ed Emilia Romagna è<br />
motivata dal fatto che la prima è la nostra regione, ma rare sono le occasioni <strong>di</strong><br />
con<strong>di</strong>videre le esperienze, mentre in Emilia Romagna l’organizzazione sociale e<br />
l’intuizione delle Autorità sanitarie hanno permesso il coinvolgimento delle<br />
Associazioni e dei citta<strong>di</strong>ni in modo strutturato già da qualche anno e perché,<br />
l’epidemia <strong>di</strong> chikungunya, ha costretto gli Enti coinvolti ad un salto <strong>di</strong> qualità<br />
nel coor<strong>di</strong>namento <strong>degli</strong> interventi, ma anche nell’informazione-comunicazione<br />
con il citta<strong>di</strong>no.<br />
- 39 -
4.1 Interventi nel Veneto<br />
I lavori presentati hanno visto tutti coinvolto il Dr. Andrea Drago che ho<br />
incontrato il 16 ottobre scorso a Legnaro (PD) durante il lavoro <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong><br />
notizie per la stesura della tesi. Pertanto quanto riportato è tratto dagli articoli<br />
citati in bibliografia ed anche da quanto riferitomi durante l’intervista.<br />
4.1.1 Attività <strong>di</strong> porta a porta a Montegrotto Terme<br />
Il progetto rientrava nel Piano <strong>di</strong> sorveglianza e controllo della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong><br />
Aedes albopictus e dei culici<strong>di</strong> antropofili delle aree litoranee, finanziato dalla<br />
Regione Veneto e condotto dall’Istituto <strong>di</strong> Entomologia Agraria dell’<strong>Università</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Padova</strong> nel 1997-1998.<br />
L’obiettivo del lavoro era l’era<strong>di</strong>cazione della “zanzara tigre” che non fu<br />
raggiunto anche a causa delle continue reinfestazioni dalle zone confinanti con<br />
l’area <strong>di</strong> progetto.<br />
L’esecuzione pratica del progetto ha visto coinvolti tre tecnici con il compito <strong>di</strong><br />
visitare ogni 10 gg. le abitazioni ricadenti nella zona <strong>di</strong> progetto al fine <strong>di</strong><br />
trattare i focolai permanenti e rimuovere i nuovi focolai.<br />
I residenti al <strong>di</strong> fuori del territorio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o potevano invece richiedere una<br />
verifica per la valutazione della loro situazione e per avere precise in<strong>di</strong>cazioni<br />
per un’efficace lotta.<br />
Quello che permise <strong>di</strong> mettere in luce l’attività fu che, con l’andar del tempo, la<br />
“qualità” dei controlli eseguiti dai tecnici tendeva a ridursi; le cause principali<br />
<strong>di</strong> ciò sono da ricercare nelle <strong>di</strong>fficoltà fisiche <strong>di</strong> dover operare per molte ore<br />
all’esterno, in presenza <strong>di</strong> elevate temperature, ma anche nella necessità <strong>di</strong><br />
doversi continuamente rapportare con lo scetticismo <strong>di</strong> alcuni privati che poco<br />
collaboravano con l’iniziativa. Le conseguenze possono consistere in verifiche<br />
eseguite in modo “superficiale” ed la mancata rimozione dei nuovi focolai.<br />
- 40 -
Anche l’opportunità fornita ai citta<strong>di</strong>ni non rientranti nella zona sperimentale<br />
<strong>di</strong> richiedere un sopralluogo dette esiti contrad<strong>di</strong>ttori se non negativi: alle volte<br />
la visita fu effettuata da citta<strong>di</strong>ni già sensibili al problema e che mettevano in<br />
atto comportamenti corretti, spesso pressi residenti a cui la verifica serviva per<br />
lamentarsi del comportamento del vicino.<br />
4.1.2 Esperienza <strong>di</strong> lotta a Castelfranco Veneto<br />
In questo Comune l’infestazione è <strong>di</strong>ventata evidente nel settembre del 2000. Il<br />
piano messo a punto l’anno successivo dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica<br />
dell’Azienda ULSS 8 e dall’Amministrazione Comunale prevedeva: l’accurata<br />
pulizia delle ca<strong>di</strong>toie stradali (circa 8000); l’attività <strong>di</strong> informazione dei citta<strong>di</strong>ni<br />
che fu attuata attraverso comunicati stampa e l’invio <strong>di</strong> una lettera a tutte e<br />
famiglie; la comunicazione con la citta<strong>di</strong>nanza fu demandata ad un successivo<br />
incontro pubblico nonché all’attivazione <strong>di</strong> un recapito telefonico presso<br />
l’Ufficio Ecologia del Comune; si tentò anche il coinvolgimento delle farmacie<br />
per la ven<strong>di</strong>ta dei prodotti larvici<strong>di</strong>.<br />
Parallelamente a questa parte progettuale venne ovviamente attivato un piano<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione <strong>di</strong> tutte le ca<strong>di</strong>toie poste sul suolo pubblico.<br />
Gli esiti dell’esperienza consentirono <strong>di</strong> formulare una prima conclusione: che<br />
la presenza della “zanzare tigre”, comunque lamentata dai citta<strong>di</strong>ni a partire<br />
dal mese <strong>di</strong> agosto, fosse imputabile soprattutto alla permanenza <strong>di</strong> focolai<br />
nelle aree private. Questo è documentato dal fatto che i campionamenti casuali<br />
delle ca<strong>di</strong>toie in aree pubbliche hanno fornito praticamente sempre esito<br />
negativo (cioè non si è riscontrata al loro interno la presenza <strong>di</strong> larve) a<br />
comprova che i trattamenti eseguiti dal Comune erano stati efficaci.<br />
Nel caso specifico, il “<strong>di</strong>sinteresse” dei citta<strong>di</strong>ni può anche essere motivato dalla<br />
<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> reperire gli insettici<strong>di</strong> larvici<strong>di</strong> sul mercato; infatti il coinvolgimento<br />
- 41 -
delle farmacie fallì proprio la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> quest’ultime <strong>di</strong> approvvigionarsi <strong>di</strong><br />
questi preparati.<br />
La “zanzara tigre” arrivò prima che il mercato fosse in grado <strong>di</strong> mettere a<br />
<strong>di</strong>sposizione dei citta<strong>di</strong>ni mezzi <strong>di</strong> lotta adeguati.<br />
4.1.3 Lotta alle zanzare e strategie me<strong>di</strong>atiche<br />
Nell’articolo a firma del Dr. A. Drago, che risale al 2003, si affrontano alcune<br />
problematiche circa la informazione e comunicazione per far partecipi i citta<strong>di</strong>ni<br />
nella lotta alla “zanzara tigre”.<br />
La probabilità <strong>di</strong> coinvolgere le persone è legata ad una comunicazione efficace;<br />
quin<strong>di</strong> risulta importante come il messaggio viene “veicolato” e la strategia<br />
vincente potrebbe venire dal percorrere “strade <strong>di</strong>verse” dalle tra<strong>di</strong>zionali.<br />
Infatti, se è in<strong>di</strong>scutibile che a ripetitività dei messaggi è importante, c’è da<br />
rilevare, ad esempio, che i manifesti dovrebbero essere in grado <strong>di</strong> attirare<br />
l’attenzione, emozionare e, quin<strong>di</strong>, fornire le informazioni.<br />
In relazione agli incontri con la popolazione viene evidenziata la scarsa<br />
partecipazione, ma anche un altro problema, quando convocarli: per ottenere<br />
un efficace lotta dovrebbero essere svolti in primavera, prima cioè che il<br />
problema delle punture sia “sentito”, ma ciò si scontra con il fatto che se non c’è<br />
emergenza … il citta<strong>di</strong>no ancor meno partecipa. Se invece li si convoca in<br />
estate, quando il numero <strong>di</strong> zanzare presenti è molto elevato, il rischio concreto<br />
è che l’adozione tar<strong>di</strong>va dei comportamenti corretti non comporti un reale<br />
beneficio per i citta<strong>di</strong>ni che, presi da sconforto, pensano sia tutto inefficace.<br />
Un’alternativa proposta è la presenza <strong>di</strong> chioschi informativi durante le<br />
manifestazioni più importanti del paese o del quartiere dove poter colloquiare<br />
con i citta<strong>di</strong>ni. Dalle esperienze svolte pare poter <strong>di</strong>re che questa modalità<br />
consente comunque <strong>di</strong> contattare molte più persone che nell’ambito <strong>di</strong> un<br />
incontro serale.<br />
- 42 -
Un altro campo <strong>di</strong> lavoro è quello delle scuole dove, però, la proposta andrebbe<br />
<strong>di</strong>fferenziata a seconda dell’età dei bambini: per i più piccoli colorare dei<br />
<strong>di</strong>segni, mentre per i più gran<strong>di</strong>celli potrebbe essere previsto un ruolo più<br />
attivo.<br />
4.2 Interventi in Emilia Romagna<br />
Anche per questa parte del capitolo, per i lavori pubblicati dal Dr. Clau<strong>di</strong>o<br />
Venturelli e dalla Dr.ssa Roberta Colonna 18 le notizie riportate sono tratte dagli<br />
articoli citati in bibliografia e dalle informazioni raccolte durante l’intervista<br />
realizzata a Cesena il 14 ottobre scorso.<br />
4.2.1 Il volontariato collegato ai Comuni<br />
Uno dei progetti è stato attuato nel 2005 a Riolo Terme.<br />
I trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione negli spazi pubblici sono stati appaltati<br />
dall’Amministrazione ad una Ditta specializzata, mentre nel privato sono<br />
intervenuti i volontari col compito <strong>di</strong> comunicare con le persone, rimuovere i<br />
focolai ed eseguire anche i trattamenti perio<strong>di</strong>ci, con un prodotto larvicida<br />
messo a <strong>di</strong>sposizione dal Comune.<br />
La presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus è stata monitorata me<strong>di</strong>ante una rete <strong>di</strong><br />
ovitrappole 19 poste nei medesimi siti dell’anno precedente.<br />
La prima fase del progetto è servita per il reclutamento dei volontari, do<strong>di</strong>ci, tra<br />
persone impegnate nel sociale e quin<strong>di</strong> conosciute, per la loro formazione, la<br />
delimitazione del territorio a loro affidato, che s’è cercato corrispondesse al loro<br />
18 Centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” Crevalcore (BO)<br />
19 Romi R., Di Luca M., Severini F., Toma L. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002) – Linee guida per la sorveglianza e il<br />
controllo della “zanzara tigre” Aedes albopictus – Roma - Pag. 23:<br />
OVITRAPPOLA – consente la ricerca, sorveglianza <strong>di</strong> Aedes albopictus. E’ costituita da un contenitore nero <strong>di</strong> circa<br />
750-1000 ml in cui viene versata dell’acqua (che deve essere sempre presente) e nel cui centro viene fissata un<br />
asticella <strong>di</strong> legno in parte emersa. La “zanzara tigre” attirata dall’acqua e dal colore scuro deporrà le uova sul<br />
legnetto. La loro conta, in laboratorio, consente <strong>di</strong> avere notizie sul grado <strong>di</strong> infestazione <strong>di</strong> una certa area.<br />
- 43 -
quartiere, ma attenzione è stata riservata anche alla pubblicizzazione<br />
dell’iniziativa per la citta<strong>di</strong>nanza con la <strong>di</strong>stribuzione porta a porta <strong>di</strong> un<br />
depliant e la pubblicazione <strong>di</strong> un articolo sul bollettino comunale.<br />
Una volta iniziata la parte operativa del progetto, i sopralluoghi venivano<br />
ripetuti circa ogni 25 giorni, in caso <strong>di</strong> assenza dei residenti veniva lasciato un<br />
avviso con cui si raccomandava l’esecuzione del trattamento; i casi più<br />
“problematici” erano segnalati al Comune.<br />
Nelle conclusioni oltre ad evidenziare gli aspetti positivi, dagli autori viene<br />
proposta anche una analisi critica del progetto.<br />
Essenzialmente gli aspetti positivi sono così riassumibili: i citta<strong>di</strong>ni hanno<br />
<strong>di</strong>mostrato interesse, le segnalazioni spontanee sono passate da 100 a 20, il<br />
numero <strong>di</strong> uova “contate” sulle ovitrappole che è calato drasticamente, tanto<br />
che qualcuna è risultata negativa (nessun uovo deposto) per tutta la stagione.<br />
Le criticità sono invece riconducibili al fatto che l’esperimento viene ritenuto<br />
“ripetibile” solo in comuni dalle <strong>di</strong>mensioni piccole o me<strong>di</strong>e e a con<strong>di</strong>zione che<br />
esista un volontariato ben ra<strong>di</strong>cato e integrato con l’Amministrazione<br />
comunale.<br />
Inoltre, l’entità dei fon<strong>di</strong> a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong>venta un aspetto fondamentale in<br />
quanto il remunerare adeguatamente lo sforzo dei volontari aumenta la<br />
certezza che il loro lavoro venga svolto fino al termine in modo capillare.<br />
Essendo questo un aspetto sempre più attuale vengono suggerite due <strong>di</strong>verse<br />
strategie nel caso si dovesse operare con scarse risorse finanziarie:<br />
- aumentare il numero <strong>di</strong> volontari in modo che i sopralluoghi siano meno<br />
gravosi<br />
- nel comune <strong>di</strong> Castel Bolognese avendo, oltre a risorse finanziarie scarse,<br />
anche un limitato numero <strong>di</strong> volontari è stato eseguito un unico sopralluogo<br />
all’inizio della primavera durane il quale sono stati rimossi i focolai, formati i<br />
residenti sulle metodologie <strong>di</strong> lotta e lasciato l’insetticida da utilizzare nel<br />
- 44 -
corso dell’annata; solo le situazioni ritenute più critiche sono state oggetto <strong>di</strong><br />
un’ulteriore visita. C’è purtroppo da evidenziare come i controlli successivi a<br />
segnalazioni per la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus hanno confermato la scarsa<br />
costanza dei citta<strong>di</strong>ni a seguire i consigli forniti.<br />
4.2.2 Il porta a porta con Guar<strong>di</strong>e Ecologiche Volontarie a Forlì<br />
L’esperimento si è svolto nel 2003 ed è interessante perché coinvolge una<br />
grande città (circa 90.000 abitanti), probabilmente gli esiti del lavoro risentono<br />
<strong>di</strong> questa particolarità.<br />
Le fasi preliminari non sono <strong>di</strong>verse dall’esperienza <strong>di</strong> Riolo Terme: in questo<br />
caso i volontari appartengono alle Guar<strong>di</strong>e Ecologiche, la loro formazione<br />
prevede tre ore teoriche e una formazione sul campo; parallelamente viene<br />
informata la popolazione dell’iniziativa ed emanata un’apposita or<strong>di</strong>nanza.<br />
Operativamente il porta a porta viene attivato nelle aree più critiche e nella loro<br />
attività le Guar<strong>di</strong>e Ecologiche cercano <strong>di</strong> coinvolgere anche il citta<strong>di</strong>no nella<br />
ricerca dei propri focolai domestici; nel caso non fossero rimovibili, lo si<br />
invitava a provvedere al loro trattamento spiegando meto<strong>di</strong> e perio<strong>di</strong>cità.<br />
Nel caso <strong>di</strong> necessità <strong>di</strong> informazioni particolari era a <strong>di</strong>sposizione un esperto<br />
come consulente dei volontari; gli stessi perio<strong>di</strong>camente si ritrovavano in<br />
incontri <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento.<br />
L’intervento ha interessato il 12% del territorio <strong>di</strong> Forlì concentrato nel centro<br />
città.<br />
Le ovitrappole, con le quali si è monitorata la situazione che si veniva a creare<br />
hanno evidenziato un calo del numero delle uova deposte e del numero <strong>di</strong> siti<br />
positivi.<br />
- 45 -
Il fatto <strong>di</strong> aver usufruito dei volontari ha permesso <strong>di</strong> effettuare i sopralluoghi<br />
con maggiore flessibilità <strong>di</strong> orario contribuendo a ridurre i casi in cui il citta<strong>di</strong>no<br />
era assente (dal 25% al 10%); il 1,5% ha rifiutato la visita mentre nel 5% dei casi<br />
non si sono rilevati focolai.<br />
L’analisi dei risultati conferma che i focolai domestici più frequenti sono:<br />
tombini, sottovasi, secchi, ciotole, innaffiatoi, bidoni.<br />
Un problema segnalato circa i volontari coinvolti è il loro turn-over. Questo<br />
implica una possibile riduzione <strong>di</strong> accuratezza e omogeneità nelle verifiche; è<br />
un aspetto da tener presente monitorare continuamente.<br />
Nelle conclusioni gli autori <strong>di</strong>chiarano che già l’anno successivo, i pur piccoli<br />
segnali positivi, erano scomparsi. Probabilmente nella grande città, ancor più<br />
dei piccoli centri, esiste <strong>di</strong>fficoltà a mo<strong>di</strong>ficare i comportamenti dei citta<strong>di</strong>ni.<br />
4.2.3 I focus group per accrescere le conoscenze dei citta<strong>di</strong>ni<br />
Il progetto prende lo spunto dal fatto che la promozione della salute e del<br />
benessere deve vedere coinvolte attivamente le persone e che il grado <strong>di</strong><br />
infestazione <strong>di</strong> un territorio è influenzato per circa il 70% da focolai che si trovano in<br />
aree private (dati rilevati <strong>di</strong>rettamente) 20 .<br />
Gli obiettivi dell’intervento sono <strong>di</strong> formare dei citta<strong>di</strong>ni efficaci, in grado <strong>di</strong><br />
mantenere comportamenti corretti, coscienti delle proprie capacità e quin<strong>di</strong> in<br />
grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere, con il loro linguaggio, ad altri citta<strong>di</strong>ni le informazioni<br />
sulla lotta alla “zanzara tigre”.<br />
Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> riservare un ruolo attivo ai citta<strong>di</strong>ni nell’intento <strong>di</strong> “passare”<br />
dal prestare cure alla comunità, alla comunità che si prende cura <strong>di</strong> se stessa.<br />
Nell’intervento <strong>di</strong> formazione è apparso fondamentale che tutti i “peer”, anche<br />
se <strong>di</strong> estrazione sociale <strong>di</strong>versa, con<strong>di</strong>videssero gli scopi del progetto e la<br />
<strong>di</strong>sponibilità a sapere-imparare.<br />
20 Venturelli C., Palazzi M., Bakken E., Baldassarri E. (2007) “Il progetto <strong>di</strong> peer education: l’esperienza dei focus<br />
group per accrescere le competenze e le conoscenze dei citta<strong>di</strong>ni” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara<br />
tigre. Atti del convegno. Cesena 23 febbraio 2006 pag. 115<br />
- 46 -
4.2.4 La comunicazione in emergenza<br />
L’Emilia Romagna è stata la prima regione italiana a dover affrontare<br />
un’emergenza sanitaria dovuta ad una epidemia <strong>di</strong> malattia infettiva<br />
“tropicale”: Chikungunya.<br />
Fare il punto sull’esperienza, concentrando l’attenzione sugli aspetti della<br />
informazione-comunicazione e sull’organizzazione necessaria, può essere <strong>di</strong><br />
valido stimolo per tutte le organizzazioni sanitarie che si potrebbero trovare<br />
nella medesima situazione.<br />
Il primo insegnamento è che la comunicazione va gestita in modo preventivo:<br />
prendendo in prestito la metafora <strong>di</strong> David Heymann dell’Organizzazione mon<strong>di</strong>ale<br />
della sanità, la comunicazione del rischio in situazioni <strong>di</strong> emergenza è come . Se un servizio non ha già preparato<br />
per tempo la propria barca e non ha istruito il proprio equipaggio, è probabile che in<br />
frangenti come questi vada in contro al naufragio” 21 .<br />
E’ stato necessario creare una task-force a tempo pieno curando la formazione<br />
del personale interessato in itinere.<br />
Erano già attivati i canali <strong>di</strong> informazione attraverso una costante<br />
collaborazione con i me<strong>di</strong>a locali, ma anche con la possibilità <strong>di</strong> aggiornare<br />
rapidamente il sito web aziendale. In merito a quest’aspetto si precisa che il sito<br />
web dell’AUSL <strong>di</strong> Cesena per l’aspetto riguardante la “zanzara tigre” è il<br />
riferimento <strong>di</strong> tutta la regione Emilia Romagna e la gestione, aggiornamento è<br />
finanziata dall’Ente regionale.<br />
E’stato in<strong>di</strong>viduato come portavoce del Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione, punto <strong>di</strong><br />
riferimento, un esperto cre<strong>di</strong>bile ed autorevole, nelle comunicazioni. Ogni<br />
giorno è stato emesso un comunicato stampa ed il sito web è stato<br />
costantemente aggiornato.<br />
21 M. Palazzi (2007) “Quando la bussola è la comunicazione” SNOP Rivista della società nazionale <strong>degli</strong> operatori della<br />
prevenzione n° 73 pag. 6<br />
- 47 -
Un aspetto critico, emerso nel corso dell’epidemia, è quello delle comunicazioni<br />
informali che i <strong>di</strong>pendenti mettono in atto fuori dall’orario <strong>di</strong> lavoro: il rischio è<br />
la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> notizie imprecise e contrad<strong>di</strong>ttorie. Per evitare ciò è stato<br />
pre<strong>di</strong>sposto un documento con le più frequenti domande e le relative risposte<br />
<strong>di</strong>vulgato a tutti i <strong>di</strong>pendenti, ma anche ai Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale,<br />
Pe<strong>di</strong>atri, Farmacisti.<br />
Nel contempo si è data la massima <strong>di</strong>sponibilità a partecipare ad incontri<br />
pubblici o trasmissioni ra<strong>di</strong>o-televisive.<br />
Un altro dato confermato dall’emergenza e che è importante dare ascolto alle<br />
“paure” dei citta<strong>di</strong>ni; per questo motivo è stato sempre <strong>di</strong>sponibile un recapito<br />
telefonico a cui potevano rivolgersi.<br />
4.3 L’esperienza francese<br />
Come anticipato nella premessa, a titolo informativo, viene qui riportato a titolo<br />
informativo il metodo <strong>di</strong> lotta alle zanzare adottato nel Paese transalpino che ha<br />
consentito finora <strong>di</strong> mantenere sotto controllo anche Aedes albopictus (in alcuni<br />
casi anche era<strong>di</strong>carla).<br />
Come confermato dal Dr. A. Drago nell’incontro del 16 ottobre u.s. questa resta<br />
una modalità <strong>di</strong> intervento assolutamente unica.<br />
In alcune aree del territorio la lotta alle zanzare è gestita da organismi pubblici<br />
gli Entente Interdépartementale pour la Démoustication (EID); il più grande è il<br />
Me<strong>di</strong>terranée sorto per prevenire le infestazioni <strong>di</strong> altre specie <strong>di</strong> zanzare<br />
(Aedes caspius e Culex pipiens) che proliferano a causa <strong>di</strong> peculiari aspetti<br />
agronomici legati alla coltivazione del riso; per questo motivo controlla un<br />
territorio la cui superficie è paragonabile a quella della Valle d’Aosta. Le<br />
persone che operano sono 160, <strong>di</strong> cui un centinaio tecnici <strong>di</strong> campo, i<br />
trattamenti sono effettuati con due aerei alternando le sostanze attive per<br />
evitare fenomeni <strong>di</strong> resistenza.<br />
- 48 -
L’alto costo è giustificato dalla sod<strong>di</strong>sfazione della popolazione, dalla maggiore<br />
attività turistica dell’area e dal fatto <strong>di</strong> operare sempre con un numero così<br />
elevato <strong>di</strong> tecnici.<br />
Gli altri due EID sono <strong>di</strong> più piccole <strong>di</strong>mensioni e <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> meno<br />
personale, combattono anche altre specie <strong>di</strong> zanzare che, nelle zone dove<br />
operano, proliferano per altri motivi:<br />
- l’EID Atlantique (700-800 ettari – una cinquantina <strong>di</strong> persone) limita la<br />
proliferazioni dei <strong>di</strong>tteri dovuta alle maree oceaniche e al bestiame allevato<br />
allo stato brado il cui calpestio crea sul terreno innumerevoli affossamenti<br />
che se riempiti d’acqua si trasformano in efficienti focolai;<br />
- l’EID Rhône Alpes (25 Kmq - un <strong>di</strong>pendente più vari stagionali) si occupa dei<br />
focolai dovuti allo scioglimento delle nevi, agli allagamenti dovuti alle<br />
precipitazioni atmosferiche e agli innalzamenti del livello del Reno.<br />
- 49 -
- 50 -
CAPITOLO 5<br />
INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE AUTENTICA<br />
Nella prima parte del capitolo si affronta la problematica della comunicazione nelle<br />
pubbliche amministrazioni. Dopo una rapida analisi storica, viene fornito un breve<br />
inquadramento legislativo <strong>di</strong> cui si illustrano i motivi ispiratori; successivamente si<br />
propongono i caratteri ed i principi essenziali <strong>di</strong> una comunicazione <strong>di</strong> qualità per<br />
in<strong>di</strong>viduare infine alcune possibili modalità comunicative.<br />
La seconda parte del capitolo è de<strong>di</strong>cata ad illustrare i fondamenti e i meccanismi che<br />
sono alla base <strong>di</strong> una comunicazione autentica ed efficace mentre poi si<br />
commenteranno i vari tipi e tecniche <strong>di</strong> comunicazione.<br />
5.1 La Pubblica Amministrazione<br />
Una Pubblica Amministrazione efficiente è chiamata ad essere al servizio del<br />
citta<strong>di</strong>ni; non sempre ciò è avvenuto ed ancora oggi alcune volte non avviene.<br />
Spesso l’impressione è che essa sia estranea ai problemi, alle persone e che il<br />
rapporto con i citta<strong>di</strong>ni tenda ad essere gerarchico.<br />
Per superare questa situazione la Pubblica Amministrazione è chiamata a fare<br />
un rapido salto <strong>di</strong> qualità nella comunicazione col citta<strong>di</strong>no; del resto oggi la<br />
società lo pretende, ma ciò è necessario anche perché alcune leggi lo<br />
impongono.<br />
5.1.1 Breve storia della Pubblica Amministrazione<br />
Non solo da oggi la Pubblica Amministrazione è “accusata” <strong>di</strong> non far parte del<br />
processo evolutivo della società civile.<br />
Prima dell’unità <strong>di</strong> Italia, essa aveva caratteri marcatamente gerarchici<br />
nell’ambito dei <strong>di</strong>versi Stati <strong>di</strong> cui si componeva il nostro Paese e<br />
successivamente una burocrazia farraginosa inizia ad esserne parte integrante.<br />
Lo sviluppo industriale <strong>di</strong> inizio ‘900 impone un aumento <strong>di</strong> organici ed … un<br />
ulteriore appesantimento burocratico, tanto che, già dopo la prima guerra<br />
mon<strong>di</strong>ale viene istituita una commissione per la riforma dei servizi pubblici.<br />
- 51 -
Nel ventennio fascista, l’organizzazione assume invece i caratteri<br />
dell’autoritarismo.<br />
Anche la nascita della Repubblica è un’occasione persa: la Pubblica<br />
Amministrazione rimane “<strong>di</strong>stante” dai gran<strong>di</strong> cambiamenti in atto nel Paese,<br />
tanto che nel 1948 la Presidenza del Consiglio registra in una propria ricerca una<br />
“sostanziale estraneità della burocrazia alle istanze <strong>di</strong> modernizzazione” 22 .<br />
Altri tentativi <strong>di</strong> riforma prendono avvio e falliscono nel corso <strong>degli</strong> anni<br />
successivi, anche se la nascita delle regioni nel 1970, muta lo scenario<br />
amministrativo, determinando un primo processo <strong>di</strong> decentramento.<br />
Il decennio successivo per la Pubblica Amministrazione è segnato da una<br />
grande frammentazione e da una crescente complessità.<br />
Finalmente, all’inizio <strong>degli</strong> anni novanta del secolo scorso, vengono emanati<br />
una serie <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti legislativi con lo scopo <strong>di</strong> inquadrare la Pubblica<br />
Amministrazione all’interno <strong>di</strong> una visione europea con l’introduzione <strong>di</strong><br />
modelli <strong>di</strong> tipo privatistico e che le “impongono” <strong>di</strong> comunicare con il citta<strong>di</strong>no<br />
per renderlo consapevole e partecipe al fine <strong>di</strong> consentirgli <strong>di</strong> decidere.<br />
5.1.2 La normativa e i principi della comunicazione pubblica<br />
Se la normativa <strong>di</strong> riforma è <strong>di</strong> “recente” promulgazione, non può essere certo<br />
<strong>di</strong>menticato il dettato dell’art. 3 della Carta Costituzionale da cui si evince che<br />
un corretto rapporto con i citta<strong>di</strong>ni è un passo obbligato per la Pubblica<br />
Amministrazione al fine <strong>di</strong> garantire a tutte le persone l’accesso ai servizi e alle<br />
risorse che lo Stato offre.<br />
Nello specifico invece si possono così riassumere i capisal<strong>di</strong> delle normative in<br />
tema <strong>di</strong> comunicazione 23 :<br />
22 Rovinetti A. (2006) Comunicazione pubblica: sapere e fare Il Sole 24 Ore libri pag. 3<br />
23 Rovinetti A. (2006) Comunicazione pubblica: sapere e fare Il Sole 24 Ore libri pag. 5<br />
- 52 -
- Legge 142 del 1990 ho il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere informato e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
conoscere<br />
- Legge 241 del 1990 ho <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accedere e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> partecipare<br />
- Decreto Legislativo 29 del 1993 ho il dovere <strong>di</strong> scegliere e <strong>di</strong> decidere<br />
- Legge 150 del 2000 legittimazione e ruolo dell’informazione e<br />
comunicazione<br />
Questa produzione legislativa in realtà non fa altro che integrare la Pubblica<br />
Amministrazione nel più ampio processo evolutivo della società che vede il<br />
citta<strong>di</strong>no, autonomo nelle scelte, <strong>di</strong>venire il protagonista della promozione della<br />
salute nella ricerca del suo benessere.<br />
E’ un passaggio epocale che presuppone che la Pubblica Amministrazione sia<br />
imparziale, quin<strong>di</strong> trasparente, quin<strong>di</strong> comunicativa.<br />
Diventa altrettanto essenziale una trasformazione della comunicazione da<br />
propaganda, che vedeva il citta<strong>di</strong>no come soggetto passivo e dava un’immagine<br />
della Pubblica Amministrazione virtuale, ad una comunicazione <strong>di</strong> servizio che<br />
si fa capire e cerca <strong>di</strong> capire la gente e i suoi bisogni: fondamentalmente si tratta<br />
<strong>di</strong> passare da una comunicazione per pochi ad una largamente <strong>di</strong>ffusa.<br />
Inoltre, è necessario che dall’informazione, processo gerarchico e in<strong>di</strong>viduale, si<br />
arrivi alla comunicazione, processo circolare, in cui il feed-back consente <strong>di</strong><br />
capire chi è, cosa vuole e cosa pensa il citta<strong>di</strong>no.<br />
Se poi si vuole inquadrare questi aspetti nella prospettiva della “comunicazione<br />
& salute” <strong>di</strong>venta importante che i messaggi siano coerenti e adeguati tenendo<br />
conto dei destinatari: che stimolino la comunità a <strong>di</strong>venire attiva, che siano<br />
attenti alle <strong>di</strong>suguaglianze sociali e pertanto in grado <strong>di</strong> raggiungere anche i più<br />
deboli tenendo presente che spesso proprio le fasce meno istruite sono le più<br />
esposte a stili <strong>di</strong> vita non virtuosi.<br />
- 53 -
In questo contesto altrettanto importante è la capacità <strong>di</strong> comunicare anche<br />
aspetti che il citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong>fficilmente accetta, come, ad esempio, il para<strong>di</strong>gma<br />
secondo il quale in sanità il rischio zero non esiste per quanto efficaci siano gli<br />
interventi.<br />
Spesso nell’illustrare i progetti non si evidenzia questo aspetto, che invece è<br />
essenziale <strong>di</strong>venga consapevolezza con<strong>di</strong>visa da tutti.<br />
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo un altro aspetto è decisivo. La<br />
comunicazione pubblica non può essere pensata come appen<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> altre<br />
<strong>di</strong>scipline, ma deve essere vista come <strong>di</strong>sciplina autonoma: un sistema complesso<br />
e in continua evoluzione destinato a verificare il rapporto tra il citta<strong>di</strong>no e l’Ente, a<br />
semplificare le procedure, gli iter e le norme, a modernizzare i servizi e gli apparati 24 .<br />
5.1.3 Le modalità comunicative<br />
E’ sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti lo stravolgimento tecnologico avvenuto negli ultimi<br />
anni che consente <strong>di</strong> scambiare informazioni in modo rapido, veloce, a <strong>di</strong>stanza.<br />
Solo vent’anni fa sarebbe stato impensabile; basti ricordare qual’era la<br />
dotazione <strong>di</strong> personal computer nei nostri uffici.<br />
Tutto ciò, se da un lato facilita la comunicazione, dall’altro richiede competenze<br />
specifiche e l’impiego <strong>di</strong> strumenti complessi e sofisticati. In più, esiste il rischio<br />
<strong>di</strong> esserne “travolti” e quin<strong>di</strong> … rimanere isolati; è sufficiente pensare alle<br />
numerose e-mail che ci giungono quoti<strong>di</strong>anamente e che non leggiamo o<br />
cancelliamo.<br />
Diventa quin<strong>di</strong> essenziale, oltre ad una organizzazione specifica, anche aver<br />
chiare le modalità comunicative <strong>di</strong> cui la Pubblica Amministrazione può<br />
<strong>di</strong>sporre.<br />
Preliminarmente appare necessario giusto chiarire la linea <strong>di</strong>stintiva tra<br />
l’informazione (comunicazione in<strong>di</strong>retta) e la comunicazione <strong>di</strong>retta (circolare).<br />
24 Rovinetti A. (2006) Comunicazione pubblica: sapere e fare Il Sole 24 Ore libri pag. 27<br />
- 54 -
La prima si <strong>di</strong>stingue per essere in<strong>di</strong>fferenziata, cioè raggiunge un pubblico<br />
generico a cui fornire informazioni <strong>di</strong> ampia portata.<br />
La seconda è relazione con la persona. In questo caso <strong>di</strong>venta preponderante il<br />
ruolo dell’operatore perché questo contatto <strong>di</strong>retto si trasformi in<br />
comunicazione autentica (oggetto della seconda parte del capitolo).<br />
Si elencano a titolo esemplificativo alcune forme <strong>di</strong> informazione e<br />
comunicazione:<br />
- Brochuristica: consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere messaggi precisi su un servizio. E’<br />
molto sfruttata e la riuscita dell’iniziativa è in<strong>di</strong>ssolubilmente legata al modo<br />
con cui il prodotto raggiunge il citta<strong>di</strong>no: consegna <strong>di</strong>retta, invio postale,<br />
allegato ad un perio<strong>di</strong>co. Sono solo alcune delle modalità possibili che<br />
possono fornire esiti molto <strong>di</strong>versi.<br />
- Perio<strong>di</strong>ci: sono sempre più spesso on-line. Possono consentire un costante<br />
aggiornamento su argomenti specifici.<br />
- Fiere e mostre: la <strong>di</strong>fferenza la fa il contatto <strong>di</strong>retto con i citta<strong>di</strong>ni. Permettono<br />
<strong>di</strong> tastare “il polso della situazione” sugli argomenti pubblicizzati.<br />
- Convegni: fondamentali in ambito pubblico consentono <strong>di</strong> coinvolgere<br />
specifici gruppi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni o soggetti istituzionali. Consentono lo scambio <strong>di</strong><br />
informazioni, notizie, esperienze.<br />
- Comunicazione sociale: trasmette, tramite i citta<strong>di</strong>ni facenti parte <strong>di</strong> quel<br />
gruppo-associazione, le conoscenze. Il punto <strong>di</strong> forza è il citta<strong>di</strong>no che<br />
comunica con i suoi pari con il loro stesso linguaggio.<br />
- Impiego delle tecnologie: questi strumenti, lo si ricordava all’inizio,<br />
consentono <strong>di</strong> veicolare numerose notizie o <strong>di</strong> “far accedere” alle<br />
informazioni numerosi utenti. Le tecniche possono essere <strong>di</strong> comunicazione<br />
uno-a-uno (es. e-mail, newletter, sms) oppure uno-a-tanti (es. sito web<br />
dell’uffcio, web forum con esperti, download <strong>di</strong> modulistica).<br />
Non si può certo <strong>di</strong>re che gli strumenti manchino. Devono però sempre essere<br />
ricordate alcune regole della comunicazione perché possa essere efficace.<br />
- 55 -
Essa dev’essere:<br />
- obiettiva: non esprime contenuti <strong>di</strong> parte, non è percepita come propaganda.<br />
- cre<strong>di</strong>bile: comunica ciò che è realmente.<br />
- accessibile: chiara, corredata <strong>di</strong> testi semplici.<br />
- tempestiva: rapida nella <strong>di</strong>ffusione.<br />
- persuasiva: convince, suggerendo comportamenti e non imponendoli.<br />
5.2 La comunicazione autentica<br />
Abbiamo appena descritto le caratteristiche che la comunicazione della Pubblica<br />
Amministrazione deve avere e in<strong>di</strong>viduato nella comunicazione <strong>di</strong>retta una<br />
forma <strong>di</strong> relazione con la persona.<br />
Cercheremo ora <strong>di</strong> definire alcuni aspetti che trasformano la comunicazione in<br />
comunicazione autentica introducendo l’argomento con alcune definizioni del<br />
termine comunicazione: è qualsiasi strategia o metodo che permetta <strong>di</strong> capire-<br />
comprendere; è con<strong>di</strong>visione; è relazione tra almeno due soggetti.<br />
5.2.1 Definizioni e postulati della comunicazione<br />
Vale la pena <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre anche delle definizioni relative ad alcuni aspetti<br />
generali della comunicazione:<br />
- Emittente: colui che ”lancia” il messaggio.<br />
- Ricevente: il destinatario della comunicazione.<br />
- Messaggio: è il contenuto; è ciò che si comunica. Può essere un dato, una<br />
notizia, ma anche una sensazione.<br />
- Contesto-ambiente: è il luogo fisico o sociale dove avviene la comunicazione.<br />
Può favorirla (una stanza) o renderla <strong>di</strong>fficoltosa (un luogo rumoroso).<br />
- Co<strong>di</strong>fica: processo svolto dall’emittente per trasformare quello che vuol<br />
esprimere in un messaggio comunicabile.<br />
- 56 -
- Deco<strong>di</strong>fica: processo inverso al precedente, svolto dal ricevente, che<br />
trasforma il messaggio ricevuto in idee, concetti, sensazioni, immagini.<br />
- Canale: il sistema scelto per inviare il messaggio. Può essere un segno,<br />
l’utilizzo <strong>di</strong> una tecnologia (telefono, fax, personal computer), un mezzo<br />
sensoriale (u<strong>di</strong>to, vista).<br />
- Feed-back: interscambio tra ricevente ed emittente che permette a<br />
quest’ultimo <strong>di</strong> capire se il messaggio è stato interpretato correttamente.<br />
Altri elementi certi ed inconfutabili della comunicazione sono alcuni suoi<br />
postulati:<br />
- Non si può non comunicare.<br />
- Ogni comunicazione ha un aspetto <strong>di</strong> contenuto (cosa voglio <strong>di</strong>re) e <strong>di</strong><br />
relazione (come la <strong>di</strong>co).<br />
- La comunicazione avviene su tre livelli (o sfruttando tre tecniche): verbale,<br />
paraverbale e non verbale; perché il comunicare sia efficace devono essere<br />
contemporaneamente coerenti.<br />
- La gerarchia nella comunicazione. Alle volte è fondamentale chi <strong>di</strong>ce le cose:<br />
“Andremo in vacanza negli Stati Uniti” è <strong>di</strong>verso che lo annunci un genitore<br />
o il figlio <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni.<br />
- La deco<strong>di</strong>fica. Mi consente <strong>di</strong> ricordare il messaggio in un certo modo: mi<br />
arriva una comunicazione dal Responsabile che penso essere una<br />
“stupidaggine”, se il giorno dopo ho una riunione <strong>di</strong> lavoro … tenderò a<br />
trascinarmi <strong>di</strong>etro una sensazione negativa nei suoi riguar<strong>di</strong> con il rischio <strong>di</strong><br />
deco<strong>di</strong>ficare come “stupidaggini” anche le nuove comunicazioni.<br />
- Il feed-back. Se manca la comunicazione <strong>di</strong>venta informazione.<br />
5.2.2 Tecniche <strong>di</strong> comunicazione<br />
Nella comunicazione conta il risultato e cioè che l’ascoltatore capisca realmente<br />
quello che l’emittente voleva <strong>di</strong>rgli. E’ però comprovato che l’uso esclusivo <strong>di</strong><br />
uno dei <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> comunicazione (verbale, paraverbale e non verbale),<br />
- 57 -
l’impiego in associazione o ancora affiancare queste tecniche a modalità <strong>di</strong>verse<br />
<strong>di</strong> presentazione del messaggio, portano a percentuali <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento molto<br />
<strong>di</strong>verse.<br />
Pur con tutti i limiti che le semplificazioni comportano, quanto sopra può<br />
essere riassunto nella tabella 5:<br />
Tecniche Canale percezione % appren<strong>di</strong>mento<br />
Verbale Solo u<strong>di</strong>to 20<br />
Grafica\icona gestuale Solo vista 30<br />
Mista U<strong>di</strong>to+vista 50<br />
Mista U<strong>di</strong>to+vista+<strong>di</strong>scussione 70<br />
Mista+sperimentazione U<strong>di</strong>to+vista+<strong>di</strong>scussione+uso\prova 90<br />
Tabella 5<br />
Va da sé che se così fosse, non ci sarebbero dubbi sul come svolgere i corsi, gli<br />
incontri, le riunioni che organizziamo nel nostro lavoro.<br />
Altri dubbi verrebbero spazzati via anche vedendo i dati riportati nella<br />
prossima tabella 6 che ribaltano completamente il pensiero <strong>di</strong> molte persone<br />
circa i tipi <strong>di</strong> comunicazione che realmente siamo soliti utilizzare:<br />
Tipologia Modo % uso<br />
Verbale 10<br />
Paraverbale Volume - pause - tono - ritmo 30<br />
Non verbale Sguar<strong>di</strong> - postura - espressione - gesti 60<br />
Tabella 6<br />
In realtà l’appren<strong>di</strong>mento e quin<strong>di</strong> l’efficacia della comunicazione è influenzato<br />
anche da molte altre variabili alcune delle quali “governate” esclusivamente<br />
dall’emittente o dal ricevente.<br />
Per fare alcuni esempi possiamo <strong>di</strong>re che per l’emittente <strong>di</strong>venta fondamentale<br />
oltre alla chiarezza espositiva anche la chiarezza intellettuale: essere convinto <strong>di</strong><br />
ciò che sto <strong>di</strong>cendo, evitando che chi ascolta pensi … ma dove vuole andare a<br />
parare?<br />
Nel ruolo del ricevente <strong>di</strong>viene importante la <strong>di</strong>sponibilità ad ascoltare, il non<br />
dare nulla per scontato ed il riuscire a mettersi in sintonia con l’emittente.<br />
- 58 -
Forse risulta interessante ricordare che non tutto ciò che compone il messaggio<br />
viene detto e che <strong>di</strong> ciò che perviene al ricevente non tutto viene ricordato.<br />
Ricorrendo ad una ulteriore semplificazione possiamo così riassumere :<br />
l’emittente vuol comunicare 100<br />
<strong>di</strong>ce solo 80<br />
il ricevente può sentire solo 50<br />
capisce 30<br />
ricorda 20<br />
Tabella 7<br />
Quando poi si comunica, e non si informa, preoccupazione primaria<br />
dell’emittente dovrebbe essere quella <strong>di</strong> verificare se il ricevente ha interpretato<br />
correttamente il messaggio (il feed-back).<br />
Appare intuitivo che quest’ultimo processo non potrà essere efficace se le<br />
comunicazioni sono troppo lunghe o troppi gli argomenti esposti, se è basato<br />
sulle impressioni o se viene completato il giorno successivo.<br />
Perché il feed-back sia un efficace misura della nostra capacità comunicativa<br />
risulta quin<strong>di</strong> importante, oltre a non commettere gli errori sopra menzionati,<br />
che esso sia <strong>di</strong>retto e costruttivo.<br />
- 59 -
- 60 -
CAPITOLO 6<br />
DECIDERE E PERSUADERE<br />
Nella prima parte del capitolo si espongono le regole e gli aspetti psicologici che<br />
portano alle decisioni cercando <strong>di</strong> proporre semplici esempi per meglio comprenderne<br />
i meccanismi e per evidenziare che questo modo <strong>di</strong> decidere accompagna la nostra<br />
quoti<strong>di</strong>anità.<br />
La parte del capitolo de<strong>di</strong>cata alla persuasione illustra invece i sei principi psicologici<br />
che la controllano. Anche in questo caso per ognuno si illustrano i meccanismi che<br />
consentono <strong>di</strong> attivarlo e le situazioni nelle quali il principio si potenzia.<br />
6.1 Decidere<br />
Per poter decidere devo essere <strong>di</strong> fronte ad almeno due alternative. Di fatto è un<br />
proce<strong>di</strong>mento con il quale assumo dei rischi e la decisione viene presa in<br />
funzione della probabilità <strong>di</strong> … non sbagliare.<br />
Nel decidere, contrariamente a quel che si pensa, raramente la nostra scelta è<br />
ponderata. Anzi si può tranquillamente affermare che la quasi totalità delle<br />
decisioni siano automatiche: al supermercato più che scegliere un prodotto, lo<br />
riconosciamo.<br />
L’attivazione <strong>di</strong> questo automatismo è fondamentale perchè ci permette <strong>di</strong><br />
risparmiare energie e spesso consente, basandosi sull’esperienza, <strong>di</strong> fare le<br />
scelte più azzeccate.<br />
6.1.1 Le regole<br />
Ho già ricordato che le decisioni ponderate sono rare; quelle “importanti”, che<br />
richiedono cioè giorni <strong>di</strong> riflessione, rarissime e sono comunque basate sulla<br />
scala dei valori che ognuno <strong>di</strong> noi possiede. Ad esempio, per l’acquisto del<br />
medesimo bene sono <strong>di</strong>verse le caratteristiche che ogni persona ritiene<br />
importanti e valuta. Il risultato è l’acquisto <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> quel bene.<br />
Ma quali sono alcuni dei percorsi che attiviamo per giungere a scelte perlomeno<br />
sod<strong>di</strong>sfacenti ?<br />
- 61 -
- la regola congiuntiva: nella scelta <strong>di</strong> un prodotto si fissano dei paletti, non<br />
superabili, per ogni caratteristica che si ritiene importante. Esemplificando:<br />
nella scelta <strong>di</strong> un viaggio posso decidere che non deve durare più <strong>di</strong> un certo<br />
numero giorni, deve avere un costo inferiore ad una certa cifra e che la lingua<br />
del Paese dove mi reco dev’essere il francese. La scelta cadrà su una delle<br />
alternative che rispetta queste tre con<strong>di</strong>zioni. Un rischio è <strong>di</strong> restare senza<br />
alternative e dover rivedere i criteri <strong>di</strong> scelta.<br />
- Eliminazione per aspetti: fissata la caratteristica, per me, più importante <strong>di</strong><br />
un prodotto, scarto tutte le alternative che non la rispettano. Il rischio è <strong>di</strong><br />
dover comunque accettare una decisione che non mi sod<strong>di</strong>sfa.<br />
- Decidere per esclusione: progressivamente non tengo più conto delle<br />
alternative che non rispettano una delle caratteristiche che ritengo<br />
importanti. Adottando questa tecnica alla fine si ha in mano prodotto non<br />
ottimale, ma sod<strong>di</strong>sfacente.<br />
6.1.2 Aspetti psicologici che inducono le decisioni<br />
In rapida sequenza cercheremo <strong>di</strong> evidenziare alcuni aspetti psicologici che<br />
con<strong>di</strong>zionano le nostre decisioni. Quest’ultime sono alle volte pilotate dai<br />
ricor<strong>di</strong>; con il rischio che gli aspetti emotivi a questi legati ci portino alla<br />
<strong>di</strong>storsione del giu<strong>di</strong>zio.<br />
Spesso poi la decisione è basata più sull’esito desiderato che sulle informazioni<br />
<strong>di</strong>sponibili. Ad esempio, se deve essere nominato un nuovo Responsabile e le<br />
ultime a ricoprire quell’incarico sono state donne in molti penseranno che verrà<br />
nominato un uomo.<br />
Questo tipo <strong>di</strong> modalità decisionali contrad<strong>di</strong>stingue anche la cosiddetta<br />
“fallacia dello scommettitore” che molti avranno provato: giocando a testa o<br />
croce, dopo quattro volte che è uscita testa si scommetterà più facilmente<br />
sull’uscita <strong>di</strong> croce anche se razionalmente tutti sanno che le probabilità che<br />
esca l’uno o l’altro, ad ogni lancio, sono sempre uguali.<br />
- 62 -
Il credere <strong>di</strong> essere in grado <strong>di</strong> “governare gli eventi” è un’altra caratteristica<br />
che con<strong>di</strong>ziona il nostro modo <strong>di</strong> decidere: basiamo tutto sulla nostra abilità<br />
anche quando sono puramente casuali.<br />
In questo ambito rientra la convinzione, specie dei ragazzi, <strong>di</strong> essere immortali<br />
e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> poter adottare comportamenti a rischio in quanto … io posso<br />
fermarmi quando voglio oppure … vuoi che ‘sta cosa capiti proprio a me?<br />
Sarà poi capitato a molti <strong>di</strong> provare la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> adottare atteggiamenti<br />
<strong>di</strong>versi. Il motivo per cui le persone <strong>di</strong>fficilmente cambiano i comportamenti<br />
(quante volte lo abbiamo toccato con mano sul lavoro) è dovuto al fatto che<br />
siamo “ancorati” a conoscenze pregresse e a decisioni già prese in passato. Di<br />
fatto siamo conservatori e <strong>di</strong>fficilmente ci schio<strong>di</strong>amo dalle nostre posizioni.<br />
Altrettanto interessante per la nostra professione che ci porta a tenere corsi in<br />
pubblico è la “sindrome della prima impressione”; se sbagliamo l’approccio …<br />
Del resto un’esemplificazione <strong>di</strong> questo meccanismo l’abbiamo probabilmente<br />
sperimentata durante la nostra carriera scolastica: quanta fatica <strong>di</strong> far cambiare<br />
l’opinione all’insegnante se il primo compito andava male.<br />
Una componente importante nel decidere sono le “emozioni”. Può essere<br />
importante saper sfruttare quest’aspetto psicologico per cercare <strong>di</strong> far adottare<br />
quanto proposto.<br />
Diventa essenziale far notare che se decido per quella o l’altra cosa sarò felice,<br />
avrò quin<strong>di</strong> un vantaggio.<br />
L’emozionare può essere altrettanto strategico per suscitare un conflitto<br />
decisionale nel caso gli atteggiamenti non siano coerenti con i pensieri; questo<br />
può indurre la revisione dei criteri <strong>di</strong> scelta-comportamento.<br />
A proposito <strong>di</strong> coerenza bisognerà però prestare attenzione a non far scattare il<br />
cosiddetto meccanismo del “salvare la faccia”, indotto da passate decisioni.<br />
- 63 -
Questo alle volte innesca un automatismo irrazionale che porta al rifiuto <strong>di</strong> una<br />
proposta anche se palesemente valida.<br />
Del resto eventi, comportamenti, scelte del passato determinano spesso le<br />
decisioni per il futuro <strong>di</strong> solito in modo <strong>di</strong>rettamente proporzionale al “costo”<br />
già pagato.<br />
Insomma decidere è <strong>di</strong>fficile, ma bisogna anche tener contro del fatto che una<br />
buona decisione, cioè una decisione che produce gli effetti prefissati, non <strong>di</strong>pende<br />
esclusivamente dal fatto che la decisione sia presa correttamente 25 .<br />
6.2 Persuadere<br />
Convincere, indurre una persona ad agire in un determinato modo. Ottenere<br />
consenso, ispirare fiducia. Questa è la definizione <strong>di</strong> persuadere nel vocabolario<br />
Treccani.<br />
Un'altra articolazione dello stesso termine venne messa in luce dopo la fine<br />
della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale in una ricerca all’università <strong>di</strong> Yale: un processo<br />
<strong>di</strong> influenza che si attua in un contesto <strong>di</strong> comunicazione tra una fonte e un ricevente,<br />
attraverso un messaggio che va dal primo al secondo 26 .<br />
Sei sono i meccanismi psicologici che ci “persuadono” a prendere o non<br />
prendere una determinata decisione: il principio <strong>di</strong> reciprocità o <strong>di</strong><br />
contraccambio, il principio <strong>di</strong> impegno e coerenza, il principio della riprova<br />
sociale, il principio della simpatia, il principio dell’autorità, il principio della<br />
scarsità.<br />
Seppur brevemente li illustreremo tutti per poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> più frecce possibili<br />
per il nostro arco nel comunicare con i citta<strong>di</strong>ni.<br />
25 Rumiati R. (2000) Decidere Il Mulino Bologna pag. 110<br />
26 Cavazza N. (1997) Comunicazione e persuasione Il Mulino Bologna pag. 20<br />
- 64 -
6.2.1 Principio <strong>di</strong> reciprocità o <strong>di</strong> contraccambio<br />
E’ una delle armi più potenti della persuasione. Ti chiedo qualcosa in cambio<br />
del favore che ti ho già fatto; anzi … io ti do qualcosa perché tu mi hai gia dato<br />
qualcos’altro.<br />
Un aspetto importante che merita menzione: questo è un comportamento<br />
ubiquitario, comune a tutte le culture del mondo, del resto è anche il<br />
comportamento che consente la convivenza.<br />
Gli esempi riconducibili a questo principio possono essere molteplici. Quante<br />
volte abbiamo comperato i biglietti della lotteria perché chi li vende aveva<br />
acquistato i nostri! La cosa straor<strong>di</strong>naria, che <strong>di</strong>mostra la forza <strong>di</strong> questo<br />
principio e che funziona anche se chi ci vende i biglietti ci è antipatico.<br />
Se poi il “dono” è inatteso, il contraccambio potrà essere <strong>di</strong> “valore” molto più<br />
alto.<br />
Di fatto dopo aver ricevuto qualcosa siamo nelle mani <strong>degli</strong> altri, per<strong>di</strong>amo la<br />
nostra in<strong>di</strong>pendenza aspetto ben noto anche al donatore.<br />
In questo meccanismo che fa scattare la trappola non è tanto il regalo, ma il<br />
con<strong>di</strong>zionamento sociale che considera “buoni citta<strong>di</strong>ni” coloro che<br />
restituiscono il favore/bene.<br />
La pressione psicologica, a cui siamo sottoposti dopo aver ricevuto qualcosa, ci<br />
impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> a fare a meno <strong>di</strong> restituire anche quando sappiamo <strong>di</strong> essere in<br />
per<strong>di</strong>ta.<br />
Un evoluzione <strong>di</strong> questa regola è la tecnica del “ripiegamento dopo il rifiuto”:<br />
propongo qualcosa che so essere inaccettabile, <strong>di</strong> fronte al rifiuto abbasso le<br />
pretese e normalmente l’interlocutore accetta. Molte trattative, se non tutte,<br />
sono basate su questa regola che si può sintetizzare in: testa vinco io, croce per<strong>di</strong><br />
tu 27 .<br />
27 Cial<strong>di</strong>ni R.B.– (2005) – Le armi della persuasione – Giunti – Firenze – pag. 59<br />
- 65 -
Il potenziamento <strong>di</strong> questa tecnica è dovuto al fatto che la persona la quale<br />
accetta la seconda proposta, è convinta d’aver partecipato attivamente alla<br />
soluzione.<br />
6.2.2 Principio dell’impegno e della coerenza<br />
Essere coerenti, come per il contraccambio è apprezzato dalla società. Il chimico<br />
inglese Faraday riferiva <strong>di</strong> come l’essere coerenti riscuota comunemente<br />
approvazione, forse più ancora che l’essere nel giusto 28 .<br />
Questo meccanismo attacca il programma automatico <strong>di</strong> risposta tanto che il<br />
voler essere coerenti a tutti i costo, con quanto precedentemente espresso,<br />
manifestato, comunicato, può anche portarci ad essere in torto. Ma proprio per<br />
non avere questa consapevolezza ci rifiutiamo <strong>di</strong> pensare.<br />
Il “trucco” per far scattare questo meccanismo è <strong>di</strong> per sé semplice: far prendere<br />
un impegno piccolo, modesto.<br />
L’atto magico che aumenta ulteriormente la potenza <strong>di</strong> questo principio e far<br />
sottoscrivere l’impegno preso, magari facendolo scrivere <strong>di</strong>rettamente a chi lo<br />
assume.<br />
La sottoscrizione dell’impegno, inoltre, può essere mostrata ad altri a conferma<br />
dell’adesione.<br />
Inoltre tanto più sarà faticoso far parte del “patto”, tanto maggiore sarà la<br />
coerenza nel portare avanti l’impegno.<br />
Un altro aspetto da ricordare è che la partecipazione all’impegno dev’essere<br />
“carpita” senza farla sembrare un obbligo (con poca pressione esterna) in modo<br />
che le persona la viva come frutto della propria volontà.<br />
Al rovescio lo stesso principio può essere sfruttato, come già accennato nei<br />
processi che guidano le decisioni, anche quando una persona si <strong>di</strong>mostra restia<br />
al cambiamento per rispettare (essere coerente) decisioni già maturate.<br />
28 Cial<strong>di</strong>ni R.B. (2005) Le armi della persuasione Giunti Firenze pag. 74<br />
- 66 -
In questo caso può essere d’aiuto la citazione <strong>di</strong> Ralph Waldo Emerson : una<br />
sciocca coerenza è lo spauracchio delle piccole menti 29 .<br />
Si dovrà far emergere il fatto che cambiare non solo si può, ma che alle volte si<br />
deve.<br />
6.2.3 Principio della riprova sociale<br />
Spesso quando dobbiamo decidere, cerchiamo <strong>di</strong> capire cosa farebbero o cosa<br />
considerano più giusto gli altri.<br />
L’aumento della potenza <strong>di</strong> questo meccanismo si ha se il riferimento a cui<br />
tendere è simile a noi.<br />
Ecco spiegate, almeno in parte, le pubblicità in cui tentano <strong>di</strong> persuaderci …<br />
persone normali, che ci assomigliano; questo meccanismo funziona per tutte le<br />
fasce <strong>di</strong> età.<br />
E’ il motivo per cui l’educazione tra pari può essere più efficace <strong>di</strong> lezioni<br />
tenute da esperti e quin<strong>di</strong> perché una persona cambia improvvisamente il suo<br />
comportamento: Andrea ha paura <strong>di</strong> andare sullo scivolo, ma dopo un<br />
pomeriggio passato ai giar<strong>di</strong>ni con un amichetto molto pratico con questo<br />
gioco, c’è il serio rischio <strong>di</strong> vedere Andrea <strong>di</strong>vertirsi su questo impianto per<br />
giornate intere.<br />
Ben più drammatica è invece l’esperienza, statisticamente provata,<br />
dell’aumento dei suici<strong>di</strong> dopo la pubblicazione <strong>di</strong> un evento simile che ha visto<br />
coinvolto un personaggio famoso.<br />
Altro aspetto da tener presente è che il principio viene attivato anche dalla<br />
visione <strong>di</strong> filmati: la sperimentazione <strong>di</strong>mostra che per bambini un po’ isolati<br />
funziona la pratica <strong>di</strong> far osservare immagini in cui, un bimbo spesso solo, si<br />
unisce agli amici per giocare.<br />
29 Cial<strong>di</strong>ni R.B. (2005) Le armi della persuasione Giunti Firenze pag. 120<br />
- 67 -
6.2.4 Principio della simpatia<br />
Acconsentiamo maggiormente a proposte-richieste <strong>di</strong> persone che ci piacciono<br />
o che ci sono simpatiche.<br />
L’espe<strong>di</strong>ente, in cui ci saremo sicuramente trovati invischiati sta alla base delle<br />
ven<strong>di</strong>te a cui si partecipa perché invitati dalla padrona <strong>di</strong> casa o della maggiore<br />
efficacia del volontariato praticato dal vicino <strong>di</strong> casa.<br />
L’influenza nella decisione aumenta considerevolmente se la proposta viene<br />
accompagnata dalla bellezza, da complimenti (anche banali) o, per tornare ad<br />
un concetto appena visto, da persone a noi simili quin<strong>di</strong>, vestite come noi o con<br />
i nostri stessi interessi.<br />
Il tutto si basa sul fatto che pensiamo <strong>di</strong> avere un alleato che lavora per noi.<br />
6.2.5 Principio dell’autorità<br />
Siamo deferenti verso l’autorità.<br />
Il solo simbolismo fa scattare la risposta automatica; <strong>di</strong> fronte ad una persona<br />
che la <strong>di</strong>mostra a causa dei suoi vestiti, ornamenti o titoli ci sciogliamo come<br />
neve al sole.<br />
Probabilmente il tutto nasce dal fatto che fin da piccoli siamo educati al rispetto<br />
dell’autorità (genitori, maestri) e pertanto se ci troviamo <strong>di</strong> fronte qualcuno che<br />
pensiamo ne sappia più <strong>di</strong> noi ci adeguiamo alla sua volontà.<br />
In ambito sanitario ci sono stu<strong>di</strong> quantomeno preoccupanti che <strong>di</strong>mostrano la<br />
potenza <strong>di</strong> questo meccanismo: anche <strong>di</strong> fronte a palesi errori nelle prescrizioni<br />
<strong>di</strong> farmaci da parte del me<strong>di</strong>co, l’infermiere li somministra; ciò accade anche nel<br />
caso il personale infermieristico sia esperto.<br />
Siamo <strong>di</strong> fronte alla totale <strong>di</strong>sattivazione delle proprie competenze.<br />
- 68 -
6.2.6 Principio <strong>di</strong> scarsità<br />
E’ strettamente collegato all’idea <strong>di</strong> poter possedere qualcosa <strong>di</strong> raro e<br />
soprattutto che è <strong>di</strong>sponibile per pochi.<br />
La regola d’oro che lo fa scattare è la paura <strong>di</strong> perdere questa possibilità.<br />
A questo aspetto psicologico è legato il fatto che le persone paiono indotte ad<br />
agire più dal timore <strong>di</strong> una per<strong>di</strong>ta che dalla speranza <strong>di</strong> un guadagno: è più<br />
efficace il messaggio che invita le donne ai controlli per prevenire il tumore al<br />
seno se sottolinea i pericoli che consente <strong>di</strong> evitare piuttosto che i benefici che si<br />
ottengono; nel caso della “zanzara tigre” sarà ad esempio più opportuno<br />
proporre il messaggio <strong>di</strong>cendo: se metti in pratica questi suggerimenti “eviti <strong>di</strong><br />
prendere le punture” piuttosto che “previeni le punture dell’insetto”.<br />
Altro aspetto che potenzia il principio è il poco tempo per decidere, il non far<br />
pensare ad alternative possibili, il dover decider su due pie<strong>di</strong>.<br />
Inoltre il far coincidere il principio <strong>di</strong> scarsità con il fatto che il non possedere<br />
limita la nostra libertà ci induce ad essere più propensi a decidere in fretta pur<br />
<strong>di</strong> non perdere la proposta.<br />
Il fatto poi che la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> libertà concorra a farci perdere qualcosa che<br />
abbiamo sempre avuto a <strong>di</strong>sposizione (es. la possibilità <strong>di</strong> usufruire del<br />
giar<strong>di</strong>no perchè invaso da Aedes albopictus) aumenta la nostra frustrazione in<br />
particolar modo se gli altri continuano a poterne usufruire e quin<strong>di</strong> faremo <strong>di</strong><br />
tutto per riappropriarcene.<br />
Spiegati i sei principi pare importante aggiungere che secondo W. McGuire:<br />
“la persuasione si attua in sei fasi: presentazione del messaggio, attenzione,<br />
comprensione dei contenuti, accettazione della posizione sostenuta da questo,<br />
- 69 -
memorizzazione della nuova opinione, comportamento” 30 ,<br />
catena che deve essere ininterrotta pena il fallimento <strong>di</strong> tutto il processo.<br />
6.3 Sintesi finale<br />
Alla conclusione del capitolo tentiamo una breve sintesi: spesso deci<strong>di</strong>amo o ci<br />
facciamo persuadere secondo programmi <strong>di</strong> risposta automatici. In realtà<br />
queste scorciatoie, spesso ci consentono <strong>di</strong> risparmiare “energia” ed azzeccare<br />
la scelte, ma sempre più nascondono un <strong>di</strong>sagio.<br />
Negli ultimi anni la possibilità <strong>di</strong> conoscere ed accedere alle informazioni è<br />
cresciuta a <strong>di</strong>smisura. Questa opportunità, però, si sta trasformando in un<br />
boomerang: invece <strong>di</strong> renderci più consapevoli nel decidere, ci rende più<br />
insicuri perché non riusciamo a gestire tutti gli input (che alle volte sono<br />
contrad<strong>di</strong>tori).<br />
Si può concludere <strong>di</strong>cendo che la velocità dell’evoluzione tecnologica è troppo<br />
elevata per la nostra capacità <strong>di</strong> adattamento, col rischio che siano altri che<br />
decidono per noi.<br />
30 Cavazza N. (1997) Comunicazione e persuasione Il Mulino Bologna pag. 25<br />
- 70 -
CAPITOLO 7<br />
CONCLUSIONI<br />
L’informazione e la comunicazione sono arti complicate.<br />
Questa è certamente la prima conclusione che si trae dal lavoro svolto e, proprio<br />
perché complicate, non possono essere né improvvisate né tanto meno gestite<br />
da “appren<strong>di</strong>sti stregoni”; questo presuppone un salto <strong>di</strong> qualità anche per<br />
cercare <strong>di</strong> dare pienamente corso alle previsioni normative.<br />
Un altro aspetto <strong>di</strong> cui prendere coscienza è che la comunicazione autentica<br />
crea un rapporto tra emittente e ricevente e quin<strong>di</strong> gli esiti <strong>di</strong> un progetto sono<br />
con<strong>di</strong>zionati da chi lo gestisce. Non esiste in linea <strong>di</strong> principio, a priori, un<br />
progetto “buono o cattivo”.<br />
Appare dunque evidente che un buon comunicatore deve “sentirsi dentro”<br />
questo ruolo, deve aver la voglia <strong>di</strong> imparare, deve essere umile e confrontarsi<br />
con altre esperienze, deve essere <strong>di</strong>sponibile a con<strong>di</strong>videre le sue conoscenze.<br />
Tutti gli operatori perciò dovrebbero perlomeno avere una seppur generica<br />
formazione sull’argomento che partendo dalla conoscenza delle leggi,<br />
approfon<strong>di</strong>sca le conoscenze circa le strategie, gli strumenti <strong>di</strong> lavoro perché gli<br />
interventi siano progettati in modo efficace.<br />
Fatta questa premessa generale, proviamo a illustrare nel dettaglio un’ipotesi<br />
circa la riformulazione da parte dell’azienda ULSS 4 “Alto Vicentino” dei suoi<br />
interventi <strong>di</strong> informazione e comunicazione sul tema della “zanzara tigre”.<br />
L’obiettivo primo è certamente quello <strong>di</strong> coinvolgere maggiormente i citta<strong>di</strong>ni,<br />
le associazioni, le amministrazioni in modo che sia la comunità stessa a<br />
prendersi cura <strong>di</strong> se stessa al fine <strong>di</strong> garantirsi un benessere <strong>di</strong>ffuso.<br />
Gli ambiti su cui verranno formulate le successive proposte, per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />
esposizione rimangono gli stessi della seconda parte del capitolo 3.<br />
- 71 -
7.1 Comuni<br />
L’organizzazione attuale che l’Azienda ULSS 4 si è data nel corso <strong>degli</strong> anni,<br />
rispetta le in<strong>di</strong>cazioni della normativa nazionale e regionale per quanto attiene<br />
ai controlli e all’esecuzione della lotta ad Aedes albopictus negli ambiti<br />
pubblici; si dovrà consolidarla.<br />
Questo potrà avvenire rafforzando la “sensazione” <strong>di</strong> tutti i tecnici e operai<br />
comunali, a vario titolo coinvolti nella problematica, <strong>di</strong> far parte <strong>di</strong> un gruppo.<br />
Per alimentare questo sentire comune la rete <strong>di</strong> comunicazione tra i vari uffici<br />
dovrà sempre più servire a con<strong>di</strong>videre soluzioni, esperienze, iniziative che<br />
possono consentire alle Amministrazioni <strong>di</strong> dare risposta alle richieste dei loro<br />
abitanti.<br />
Inoltre da parte dell’Azienda sanitaria sarà importante riuscire ad ascoltare le<br />
necessità delle Amministrazioni cercando <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le priorità comuni e<br />
quin<strong>di</strong> mettere in atto iniziative con<strong>di</strong>vise in grado <strong>di</strong> dare le risposte attese.<br />
Relativamente ai nuovi rischi sanitari legati alla possibile <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie<br />
infettive, dovranno essere partecipate le decisioni circa i protocolli da attuare in<br />
emergenza, in modo da poter intervenire in maniera efficace rispetto al rischio<br />
epidemico, ma soprattutto per calare nella realtà locale le in<strong>di</strong>cazioni regionali.<br />
In linea con quanto appena espresso si dovrà coinvolgere a pieno titolo anche il<br />
personale dei Consorzi <strong>di</strong> Vigilanza Urbana (che spesso esegue i controlli <strong>di</strong> I°<br />
livello) e probabilmente anche della Protezione Civile.<br />
Più in generale dovranno essere programmati dei percorsi <strong>di</strong> formazione<br />
specifica su Aedes albopictus e sul rischio sanitario.<br />
Accanto a questi aspetti tecnico-organizzativi prioritario per il Servizio Igiene e<br />
Sanità Pubblica sarà anche con<strong>di</strong>videre con i “politici” le nuove problematiche<br />
sanitarie e le strategie necessarie per affrontarle.<br />
- 72 -
7.2 Comunità – Scuola<br />
Focalizzeremo l’attenzione sui possibili interventi <strong>di</strong> informazione-formazione<br />
su “zanzara tigre” nelle scuole.<br />
La proposta dell’Azienda sanitaria al momento si limita all’intervento già<br />
descritto (pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un opuscolo per gli insegnanti unitamente ad una<br />
video-cassetta regionale) la cui attuazione è stata, tra l’altro, demandata ai<br />
Comuni.<br />
Al contrario <strong>di</strong> ciò, l’ULSS 4 lavora da molti anni col mondo della scuola<br />
proponendo vari progetti (dall’educazione stradale alla prevenzione del<br />
tabagismo, dalla corretta nutrizione alla prevenzione dei comportamenti a<br />
rischio) e da queste esperienze si potranno estrapolare le migliori strategie per<br />
proporre gli interventi su Aedes albopictus.<br />
Un aspetto importante da mettere in rilievo sia nella proposta ai Dirigenti sia<br />
nel negli incontri con gli insegnanti è che il lavoro non deve essere inteso come<br />
“un qualcosa in più da fare”, ma come un opportunità per spiegare ad esempio<br />
il ciclo biologico <strong>degli</strong> insetti, facendo riferimento a quello della “zanzara tigre”.<br />
Oltre a ciò si dovranno evidenziare i pericoli sanitari che la presenza del <strong>di</strong>ttero<br />
comporta al fine <strong>di</strong> far crescere la consapevolezza che le azioni intraprese<br />
favoriscono anche la salute pubblica.<br />
Si pensa che un progetto <strong>di</strong> questo tipo possa essere proposto dalle scuole<br />
materne alle secondarie <strong>di</strong> primo grado.<br />
In linea <strong>di</strong> massima, una prima <strong>di</strong>fferenziazione dei progetti la si avrà a seconda<br />
che siano destinati alla formazione <strong>degli</strong> insegnanti o che vedano coinvolti<br />
anche gli scolari.<br />
Nel primo caso sarà necessario rivedere i contenuti dell’opuscolo già<br />
pre<strong>di</strong>sposto, alla luce delle conoscenze maturate ne corso <strong>degli</strong> anni; questo<br />
permetterà <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un adeguato strumento <strong>di</strong>dattico-informativo. Si<br />
- 73 -
potranno poi organizzare <strong>degli</strong> interventi <strong>di</strong> formazione in aula al fine <strong>di</strong> fornire<br />
ai docenti le notizie basilari e, soprattutto, costruire assieme dei percorsi<br />
<strong>di</strong>dattici per gli alunni.<br />
Disporre <strong>di</strong> schede <strong>di</strong> lavoro permetterà infatti <strong>di</strong> poter valutare l’impegno<br />
richiesto per attuare il progetto e trovare eventualmente i migliori correttivi.<br />
La partecipazione <strong>degli</strong> insegnanti alla formazione sopra descritta è da<br />
considerarsi propedeutica per poter attivare un progetto che veda il<br />
coinvolgimento attivo <strong>degli</strong> scolari.<br />
In questo caso potrà essere necessario anche pensare ad un intervento <strong>di</strong>retto<br />
del personale tecnico dell’azienda sanitaria nelle scuole, almeno per i primi anni<br />
della proposta.<br />
Ad ogni buon conto si ritiene che i percorsi dovranno essere <strong>di</strong>fferenziati a<br />
seconda della scuola. Solo a titolo esemplificativo potrà essere proposto:<br />
- alle materne l’obiettivo potrà essere far conoscere la “zanzara tigre” e i<br />
focolai domestici colorando le loro immagini.<br />
- Nelle scuole primarie <strong>di</strong> primo grado accanto al medesimo percorso, potrà<br />
essere prevista, per i più gran<strong>di</strong>, l’in<strong>di</strong>viduazione dei focolai nelle proprie<br />
abitazioni e quin<strong>di</strong> una produzione scritta della “caccia al tesoro”.<br />
Vale la pena <strong>di</strong> evidenziare che in questa proposta potranno essere coinvolti nel<br />
suo svolgimento maestri titolari <strong>di</strong> varie competenze: lingua italiana, immagine,<br />
scienze.<br />
7.3 Citta<strong>di</strong>nanza<br />
In questo caso i tentativi, perlomeno <strong>di</strong> informare i citta<strong>di</strong>ni, sono stati<br />
molteplici e spesso messi in atto con la collaborazione dei Comuni; purtroppo i<br />
risultati sono ancora scarsi tanto che ancor oggi molte persone, oltre a non<br />
- 74 -
attuare alcuna forma <strong>di</strong> lotta larvicida, mantengono anche altri comportamenti<br />
scorretti; la cosa è preoccupante considerato che la responsabilità della presenza<br />
<strong>di</strong> Aedes albopictus è normalmente da imputare quasi esclusivamente a focolai<br />
presenti nelle aree private.<br />
Si ritiene comunque che le campagne informative attraverso la stampa <strong>di</strong><br />
pieghevoli, manifesti, volantini andranno comunque messe in atto perché forme<br />
<strong>di</strong> informazione <strong>di</strong>ffusa; si tratterà piuttosto <strong>di</strong> trovare canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />
<strong>di</strong>versificati in modo da raggiungere le varie fasce della popolazione.<br />
In tal senso l’esperienza <strong>di</strong> quest’estate che ha coinvolto i Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
Generale, Pe<strong>di</strong>atri, Farmacisti nella <strong>di</strong>ffusione del materiale informativo è stata<br />
senza dubbio positiva; <strong>di</strong> contro le risposte <strong>di</strong> tali soggetti al questionario<br />
somministrato impegnano il Servizio Igiene e Sanità Pubblica a dar corso alla<br />
loro richiesta <strong>di</strong> essere formati sui specifici rischi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie<br />
infettive trasmesse da zanzare.<br />
Certamente, anche se laboriosa, si dovrà anche cercare <strong>di</strong> privilegiare la<br />
consegna <strong>di</strong>retta. Questo consente <strong>di</strong> comunicare con il citta<strong>di</strong>no, dare risposte<br />
alle sue domande cercando <strong>di</strong> “persuaderlo” ad assumere atteggiamenti corretti<br />
evidenziando, se necessario, che la presenza <strong>di</strong> Aedes albopictus spesso limita<br />
la sua libertà <strong>di</strong> usufruire <strong>degli</strong> spazi aperti.<br />
Altresì dovranno essere rivisti i contenuti dei messaggi per cercare <strong>di</strong> “toccare”<br />
qualche corda emotiva del lettore: invece della classica foto con in primo piano<br />
la zanzara, si potrà inserire immagini <strong>di</strong> vita domestica (foto <strong>di</strong> bimbi che<br />
giocano all’aperto, <strong>di</strong> anziani nei giar<strong>di</strong>ni, o <strong>di</strong> un giar<strong>di</strong>no … vuoto); le frasi<br />
che li accompagnano dovranno sottolineare i “rischi evitati” piuttosto che<br />
“quelli prevenuti” nel mettere in atto comportamenti corretti.<br />
Un altro sforzo andrà poi fatto nell’iniziare a <strong>di</strong>ffondere le informazioni anche<br />
nelle lingue parlate dalle comunità straniere presenti sul territorio.<br />
- 75 -
Come ampiamente <strong>di</strong>mostrato, gli incontri serali con la citta<strong>di</strong>nanza non sono<br />
partecipati! Andrà comunque messo in atto un tentativo <strong>di</strong> variare strategia<br />
comunicativa.<br />
Potranno essere pubblicizzati con la promessa che verranno <strong>di</strong>stribuiti<br />
gratuitamente insettici<strong>di</strong> per il trattamento dei focolai domestici, si potrà far<br />
firmare la presenza e raccogliere dei dati per poter ricontattare i presenti<br />
(esempio <strong>di</strong>sporre dell’in<strong>di</strong>rizzo e-mail consente <strong>di</strong> far pervenire loro notizie<br />
sulla “zanzara tigre”). Altri mutamenti dovranno essere introdotti nella<br />
gestione <strong>degli</strong> incontri: all’inizio della riunione si potrà chiedere ai partecipanti<br />
le loro conoscenze su Aedes albopictus; la classica lezione frontale dovrà essere<br />
arricchita con brevi filmati ad esempio sulla ricerca dei focolai domestici, la loro<br />
rimozione, il trattamento o la messa in sicurezza <strong>di</strong> quelli non rimovibili.<br />
Considerate le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> far partecipare la citta<strong>di</strong>nanza agli incontri dovrà<br />
essere progettato il tentativo <strong>di</strong> andare verso la gente.<br />
Una delle ipotesi potrebbe essere quella <strong>di</strong> partecipare a mercati o feste<br />
paesane. Le modalità potrebbero essere quelle descritte per gli incontri<br />
arricchendole con l’esposizione <strong>di</strong> pannelli informativi.<br />
Un’altra possibilità potrebbe consistere nel partecipare alle riunioni delle<br />
Associazioni del volontariato sociale coinvolgendo l’Amministrazione<br />
Comunale nel compito <strong>di</strong> contattare le Associazioni del territorio e organizzare<br />
l’incontro.<br />
In tutte le assemblee si potrà far presente ai partecipanti il “privilegio” <strong>di</strong> avere<br />
a <strong>di</strong>sposizione <strong>degli</strong> esperti che possono … fargli riconquistare il giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />
casa. Inoltre al fine <strong>di</strong> farli sentire attori <strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>nanza attiva queste<br />
persone potranno essere invitate, consegnando loro una lista <strong>di</strong> controllo, a<br />
ricercare presso le loro abitazioni i focolai <strong>di</strong> riproduzione e a informare i pari<br />
delle conoscenze acquisite durante l’incontro.<br />
- 76 -
Dal punto <strong>di</strong> vista psicologico sarà però importante non <strong>di</strong>menticare, ogni volta<br />
che se ne presenta l’opportunità, <strong>di</strong> mettere in evidenza gli ottimi risultati<br />
raggiunti nei nostri due presi<strong>di</strong> ospedalieri e quin<strong>di</strong> che combattere la zanzara<br />
tigre è possibile; andrà anche sottolineato il fatto, facendo riflettere le persone,<br />
che se ci riusciamo in un contesto così complesso (numerose ca<strong>di</strong>toie da trattare<br />
e superfici molto ampie da tenere sotto controllo) possono tranquillamente<br />
farcela anche casa loro.<br />
7.4 Progetto “Santo”<br />
Come spiegato nel capitolo 3, questo è stato l’unico intervento <strong>di</strong> porta-a-porta<br />
effettuato dalla nostra Azienda sanitaria. E’ stata un’ottima sperimentazione<br />
che ha dato esiti positivi; il tempo <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sporre è considerevole tanto che si<br />
era pensato <strong>di</strong> riproporlo in altri ambiti, affidandone però i compiti <strong>di</strong> controllo<br />
a volontari.<br />
Le esperienze maturate in altri contesti hanno però <strong>di</strong>mostrato la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />
gestire un progetto con i volontari <strong>di</strong>rettamente coinvolti nella vigilanza sia in<br />
relazione alle risorse economiche necessarie per compensarli sia per mantenerli<br />
motivati nel tempo.<br />
Potrebbe quin<strong>di</strong> essere plausibile che ha svolgere i controlli siano i tecnici<br />
dell’ULSS congiuntamente con il personale del Comune mentre ai volontari,<br />
che comunque dovrebbero essere conosciuti nella zona in cui si esplica il<br />
progetto, sarebbero demandati compiti <strong>di</strong> supporto, quali, ad esempio, la<br />
<strong>di</strong>stribuzione della lettera <strong>di</strong> presentazione dell’iniziativa, curare la<br />
partecipazione delle persone alla serata informativa, contattare i residenti non<br />
trovati in casa per fissare un appuntamento ecc.<br />
Solo nel caso manifestassero la volontà <strong>di</strong> effettuare qualche controllo,<br />
potrebbero svolgerlo dopo opportuna formazione teorico-pratica.<br />
- 77 -
Questo permetterebbe <strong>di</strong> consolidare le conoscenze in un gruppo <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
riferimento per l’area <strong>di</strong> progetto e nel contempo li si libererebbe dai compiti<br />
più gravosi.<br />
7.5 Sito WEB<br />
Finora si sono poco sfruttate le potenzialità <strong>di</strong> questo straor<strong>di</strong>nario strumento <strong>di</strong><br />
trasmissione dell’informazione.<br />
Però proprio in questo periodo è in atto un progetto per la realizzazione del<br />
portale del Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione: uno spazio “de<strong>di</strong>cato”, all’interno del<br />
sito aziendale.<br />
La Direzione Generale ha concordato che per il Servizio Igiene e Sanità Pubblica<br />
la sperimentazione sarà a carico dell’Ufficio Disinfestazione. Quale occasione<br />
migliore per poter tentare <strong>di</strong> fare un salto <strong>di</strong> qualità sia come informazioni<br />
<strong>di</strong>ffuse sia per rendere semplice l’accesso per l’utente alle stesse?<br />
Oltre alle poche notizie pubblicate che riguardano la <strong>di</strong>sinfestazione, in merito<br />
alla specifica problematica riguardante la “zanzara tigre”, potrebbe essere<br />
importante poter inserire dei filmati, gli stessi preparati per gli incontri con i<br />
citta<strong>di</strong>ni, mettere in rete le notizie su Aedes albopictus (esempio luogo, data ed<br />
ora <strong>degli</strong> incontri), oppure mettere a <strong>di</strong>sposizione delle attività interattive come<br />
ad esempio dei test con i quali il visitatore potrà auto-valutare le sue<br />
conoscenze sul <strong>di</strong>ttero.<br />
Un fattore determinante sarà in<strong>di</strong>viduare il Responsabile <strong>degli</strong> aggiornamenti<br />
in considerazione del fatto che la tempestività <strong>di</strong>venta fondamentale per poter<br />
sfruttare al meglio questo strumento.<br />
- 78 -
Molte sono le azioni possibili. Forse quello qui proposto può sembrare un libro<br />
dei sogni.<br />
In realtà si tratta <strong>di</strong> crederci e con<strong>di</strong>videre un percorso nuovo <strong>di</strong> comunicazione<br />
verso il citta<strong>di</strong>no che potrà anche servire quale sperimentazione per altri ambiti<br />
<strong>di</strong> attività del Servizio Igiene e Sanità Pubblica.<br />
Una possibilità concreta <strong>di</strong> attuarlo è quella <strong>di</strong> siglare “un’intesa” con un<br />
Comune pilota dove attuare le varie attività proposte per poter poi verificare<br />
quali siano le più efficaci e quelle realizzabili.<br />
E’ veramente una sfida quella che abbiamo <strong>di</strong>nnanzi che però, se vinta, può<br />
restituire all’Azienda sanitaria dei tecnici più motivati, più competenti e<br />
preparati a gestire anche la comunicazione con i citta<strong>di</strong>ni, elemento<br />
fondamentale per una Pubblica Amministrazione moderna che voglia<br />
colloquiare con i suoi utenti e che sia <strong>di</strong>sponibile a mettersi in <strong>di</strong>scussione.<br />
In fondo si tratta <strong>di</strong> andare “oltre la norma”; <strong>di</strong> aver voglia <strong>di</strong> provare a<br />
con<strong>di</strong>videre, <strong>di</strong> progettare qualcosa <strong>di</strong> nuovo facendo tesoro <strong>degli</strong> errori e dei<br />
risultati concreti del passato ricordando sempre, e l’epidemia <strong>di</strong> chikungunya lo<br />
sta a <strong>di</strong>mostrare, che il mondo è in vorticoso cambiamento. Quin<strong>di</strong> non è<br />
pensabile non aggiornarsi o lavorare con tecniche mai rinnovate per poter far<br />
fronte alle nuove competenze che ci vengono richieste dai mutati scenari, ma<br />
anche dal continuo aggiornamento legislativo.<br />
- 79 -
- 80 -
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Magro Prof.ssa Tiziana Laurea triennale in Tecniche della Prevenzione<br />
(percorso straor<strong>di</strong>nario) Dispense Corso integrato <strong>di</strong> Psicologia generale<br />
Maistro S. (2007) Il ruolo dell'azienda sanitaria nell'attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione<br />
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Marin Prof.ssa Valeria Laurea triennale in Tecniche della Prevenzione (percorso<br />
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Insegnamento Epidemiologia delle malattie infettive.<br />
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- 81 -
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Romi R., Di Luca M., Severini F., L. Toma Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (2002)<br />
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Disinfestazione urbana meto<strong>di</strong> e strumenti nuove proposte -<br />
Santacatterina F. (2007) Tesina: “Limitazione della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie<br />
infettive da animali infestanti. Definizione <strong>di</strong> Regolamento Interno dell’attività<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione nel nuovo polo unico ospedaliero <strong>di</strong> Santorso (VI)” Laurea<br />
triennale in Tecniche della Prevenzione (percorso straor<strong>di</strong>nario) Corso integrato<br />
<strong>di</strong> Ingegneria applicata e protezionistica 1° Insegnamento Ingegneria sanitaria e<br />
ambientale docente Olivi Prof. Giuseppe<br />
Sarpellini P., Flamini S., Colonna R. (2007) “Educazione porta a porta con il<br />
coinvolgimento del volontariato delle Guar<strong>di</strong>e Ecologiche Volontarie (GEV) nel<br />
comune <strong>di</strong> Forlì” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara tigre. Atti del<br />
convegno. Cesena 23 febbraio 2006 pagg. 65-70<br />
Tola E., Formica Blu srl (2007) “La zanzara tigre in Italia: questione <strong>di</strong><br />
comunicazione” Verso una strategia <strong>di</strong> lotta integrata alla zanzara tigre. Atti del<br />
convegno. Cesena 23 febbraio 2006 pagg. 13-17<br />
<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> Istituto <strong>di</strong> Entomologia Agraria (1999)<br />
Diffusione della zanzara tigre in Veneto 1998 Relazione sul Piano sorveglianza e<br />
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aree litoranee Regione Veneto<br />
Venturelli C., Maggioli F. (2007) “Caratteristiche <strong>degli</strong> ambienti e presenza <strong>di</strong><br />
zanzara tigre: indagine sui <strong>di</strong>versi ambiti inse<strong>di</strong>ativi nel territorio urbano” Verso<br />
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Venturelli C., Mascali Zeo S. (2007) “La zanzara che venne dal caldo” SNOP<br />
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- 82 -
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aedes albopictus (skuse) a Rovereto nel 2005” Annali Museo Civico Rovereto<br />
sezione: archeologia, storia, scienze naturali - volume 21 (2005) - pagg. 261-269 -<br />
accesso 07/10/08<br />
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www.ulss4.veneto.it Ufficio Relazioni con il Pubblico “Campagna contro la<br />
zanzara tigre” 09/07/2008 accesso 29/10/2008<br />
- 83 -
ALLEGATI<br />
SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE - REGIONE VENETO<br />
U.L.SS. n. 4 "ALTO VICENTINO"<br />
AZIENDA ex DD.Leg.vi 502/92 e 517/93<br />
Co<strong>di</strong>ce U.L.SS. 050/004 - c.f. e p.i. 00913490249<br />
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE<br />
dpre@ulss4.veneto.it<br />
Ufficio del Direttore Dpre<br />
Prot. n. 13011 / 70.01.99<br />
Risposta a nota n.<br />
del<br />
Oggetto: Infestazione zanzara tigre<br />
- 84 -<br />
Allegato 1<br />
Thiene, 20 giugno 2002<br />
Egr. Sigg. SINDACI<br />
L’infestazione da zanzara tigre si sta rapidamente <strong>di</strong>ffondendo nel nostro territorio:<br />
risultano stabilmente colonizzati i Comuni <strong>di</strong> Breganze, Marano Vicentino, Thiene, Sarcedo,<br />
Villaverla, Schio, Montecchio Precalcino, notevole è la possibilità <strong>di</strong> interessamento anche <strong>di</strong><br />
Piovene Rocchette, Santorso, Zanè, Zugliano, Carrè, Malo, San Vito <strong>di</strong> Leguzzano, Monte <strong>di</strong><br />
Malo, Torrebelvicino, Lugo <strong>di</strong> Vicenza, Chiuppano, Fara Vicentino, (Salcedo e Cogollo del<br />
Cengio).<br />
Già molte Amministrazioni hanno organizzato una risposta al problema; vi può essere però la<br />
reinfestazione dei territori confinanti, la non partecipazione dei citta<strong>di</strong>ni, un uso improprio <strong>di</strong><br />
antiparassitarii, ecc. Nella ricerca <strong>di</strong> un coor<strong>di</strong>namento l’Esecutivo dei Sindaci dell’ULSS 4 ha<br />
<strong>di</strong>scusso l’argomento con la Direzione Aziendale: obiettivo imme<strong>di</strong>ato è una risposta<br />
organizzata dei singoli Comuni con la collaborazione dell’ULSS; verrà stu<strong>di</strong>ata una forma<br />
organizzativa stabile fra le amministrazioni Comunali per contrastare l’infestazione.<br />
Si propone quin<strong>di</strong> l’intervento in base al rischio <strong>di</strong> infestazione:<br />
Rischio nullo <strong>di</strong> infestazione (comuni <strong>di</strong> Valli del Pasubio, Posina, Laghi, Arsiero, Lastebasse,<br />
Pedemonte, Valdastico, Tonezza del Cimone, Velo d’Astico, Caltrano, Calvene) comunicare il<br />
problema della zanzara tigre, la cui presenza si sta espandendo nel nostro territorio e <strong>di</strong><br />
conseguenza i comuni interessati sono impegnati a promuovere <strong>degli</strong> interventi per limitare la<br />
<strong>di</strong>ffusione.<br />
Affermare che i comuni in elenco non sono a rischio perché, sulla base delle conoscenze<br />
scientifiche attuali, hanno una situazione microclimatica che non consente la riproduzione della<br />
zanzara tigre. Va da sé che nel caso venisse in<strong>di</strong>viduata la sua presenza la cosa dovrà essere<br />
tempestivamente segnalata al Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione.<br />
Fornire comunque del materiale informativo (manifesti) in cui siano evidenziati i<br />
comportamenti a rischio che possono favorire lo sviluppo del <strong>di</strong>ttero.<br />
Rischio basso <strong>di</strong> infestazione (territorio pianeggiante <strong>di</strong>: Cogollo del Cengio, Lugo <strong>di</strong> Vicenza,<br />
Salcedo) sono i comuni dell’alta fascia pedemontana i cui territori a sud possono essere infestati<br />
sia per caratteristiche climatiche intrinseche che per la presenza nei comuni confinanti.<br />
Anche per queste amministrazioni oltre al materiale <strong>di</strong> cui sopra si forniranno dei pieghevoli da<br />
porre in <strong>di</strong>stribuzione presso i locali aperti al pubblico.
Il Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione dell’ULSS effettuerà il monitoraggio dei punti a rischio. I<br />
Comuni vieteranno il deposito <strong>di</strong> pneumatici all’esterno.<br />
Potenzialmente infestati: Torrebelvicino, Monte <strong>di</strong> Malo, Malo, Santorso, Piovene Rocchette,<br />
Chiuppano, Carrè, Zanè, Zugliano, Fara Vicentino, S. Vito <strong>di</strong> Leguzzano, sono i comuni da cui<br />
non sono pervenute segnalazioni nel corso del 2001, ma che sono stati infestati negli anni<br />
precedenti o comunque presentano caratteristiche climatiche ancor più accentuate per favorire<br />
la presenza del <strong>di</strong>ttero o sono contermini con comuni già infestati.<br />
Oltre agli interventi già descritti (monitoraggio, pneumatici, ecc.) è opportuna la raccolta delle<br />
segnalazioni dei citta<strong>di</strong>ni in<strong>di</strong>viduando un apposito ufficio/numero telefonico comunale per i<br />
contatti con il pubblico e il rapporto con il Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione.<br />
L’informazione alla popolazione tramite depliant e manifesti può essere personalizzata dal<br />
singolo Comune (l’ULSS fornisce il modello regionale informatizzato).<br />
Le farmacie, in base ad accor<strong>di</strong> regionali e locali forniranno informazioni sull’argomento e un<br />
antiparassitario a prezzo controllato per il trattamento <strong>di</strong> ca<strong>di</strong>toie, raccolte d’acqua stagnante<br />
non eliminabili, ecc.<br />
Il personale del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> prevenzione si renderà <strong>di</strong>sponibile per incontri con la<br />
popolazione o altre modalità <strong>di</strong> informazione (dal prossimo anno anche con la scuola).<br />
Il Comune dovrebbe rispondere tempestivamente (ca<strong>di</strong>toie stradali e aree interessate, rinforzo<br />
dell’informazione alla popolazione) all’eventualità <strong>di</strong> segnalazione <strong>di</strong> infestazione, verificata<br />
dall’ULSS.<br />
Infestati (Schio, Marano Vicentino, Thiene, Sarcedo, Breganze, Montecchio Precalcino,<br />
Villaverla) sono i comuni da cui sono arrivate le segnalazioni <strong>di</strong> presenza del <strong>di</strong>ttero nel 2001,<br />
per cui si presume l’infestazione anche quest’anno.<br />
In aggiunta a quanto riportato nei punti precedenti sono in<strong>di</strong>cati gli interventi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sinfestazione antilarvale dei pozzetti stradali con perio<strong>di</strong>cità quin<strong>di</strong>cinale, la loro pulizia,<br />
l’eliminazione e il rischio dovuto alle raccolte d’acqua stagnante nel suolo pubblico, la<br />
<strong>di</strong>sinfestazione del verde pubblico attrezzato.<br />
Se i trattamenti sono effettuati da personale dovrà essere curata la preparazione dello stesso, se<br />
da <strong>di</strong>tta esterna, è opportune verificare l’efficienza dell’azione, in ogni caso l’ULSS verifica<br />
l’efficacia.<br />
Importante è l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un responsabile/referente delle azioni per i rapporti con le<br />
<strong>di</strong>tte, la popolazione e l’ULSS.<br />
E’ auspicabile per sod<strong>di</strong>sfare la domanda dei citta<strong>di</strong>ni, pre<strong>di</strong>sporre l’intervento <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte per la<br />
<strong>di</strong>sinfestazione in ambiti privati, a prezzi calmierati e con metodologia <strong>di</strong> intervento concordata.<br />
GB/sz<br />
Distinti saluti.<br />
- 85 -<br />
Conferenza dei Sindaci<br />
Il Presidente<br />
(Zaccaria dr. Ermenegildo)
Regolamento per la<br />
gestione delle segnalazioni<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo e\o <strong>di</strong>sagio<br />
causato dalla detenzione <strong>di</strong><br />
animali e dalla presenza <strong>di</strong><br />
animali infestanti<br />
- 86 -<br />
Allegato 2
ARTICOLO 17<br />
1. I luoghi infestati da animali o insetti indesiderati devono essere bonificati con interventi a il<br />
cui costo è a carico del Responsabile.<br />
2. Al presente Regolamento sono allegate delle Schede in cui vengono precisate le<br />
metodologie da seguire per attuare una corretta <strong>di</strong>sinfestazione relativamente:<br />
A. alle zecche (Scheda 1)<br />
B. alle zanzare (Schede 2 e 3)<br />
C. al contenimento dei piccioni (Scheda 4)<br />
D. alla derattizzazione (Scheda 5)<br />
Tali schede verranno costantemente aggiornate*<br />
*Nel corso <strong>degli</strong> anni oltre agli aggiornamenti sono state aggiunte le schede relative a:<br />
- Blatte<br />
- Vespe\calabroni (imenotteri)<br />
- Pulci<br />
ARTICOLO 18<br />
1. Il Comune effettuerà la valutazione <strong>di</strong> 1° livello dell’inconveniente segnalato.<br />
2. A tal fine istruirà la pratica verificando:<br />
A. la presenza <strong>di</strong> precedenti in archivio e/o <strong>di</strong> segnalazioni analoghe nelle vicinanze<br />
B. eventuali provve<strong>di</strong>menti richiesti, verificandone l’osservanza<br />
C. il rispetto del PRG e <strong>di</strong> eventuali norme comunali, compreso il presente Regolamento<br />
D. <strong>di</strong>sporrà, tramite proprio personale o quello <strong>di</strong> vigilanza urbana un sopralluogo <strong>di</strong><br />
verifica<br />
La violazione <strong>di</strong> norme comunali e /o precedenti prescrizioni comporterà automaticamente<br />
l’emissione <strong>di</strong> un provve<strong>di</strong>mento.<br />
3. Il comune potrà richiedere ad altro Ente o Istituzione (es. Vigili del Fuoco, ARPAV, ULSS)<br />
un accertamento <strong>di</strong> 2° livello secondo le <strong>di</strong>sposizioni fornite da questi.<br />
4. L’Azienda ULSS potrà essere attivata in presenza <strong>di</strong>:<br />
E. numerose segnalazioni sulla stessa problematica in un’area circoscritta del territorio<br />
comunale (es. aumento cospicuo <strong>di</strong> mosche nelle abitazioni);<br />
F. inconvenienti in cui sia già accertato il rispetto <strong>di</strong> precedenti prescrizioni e <strong>di</strong> Norme<br />
comunali (Regolamento e<strong>di</strong>lizio, NTA, Regolamento smaltimento rifiuti, competenza<br />
civilistica /Regolamento condominiale, Regolamento fognatura, presente Regolamento<br />
ecc.).<br />
- 87 -
OGGETTO: provve<strong>di</strong>mento per la prevenzione ed il controllo delle malattie trasmesse da<br />
insetti vettori ed in particolare dalla zanzara tigre (Aedes albopictus).<br />
IL SINDACO<br />
- Vista la necessità <strong>di</strong> intervenire a tutela della salute ed igiene pubblica per prevenire e<br />
controllare malattie infettive trasmissibili all’uomo attraverso le punture <strong>di</strong> animali vettori;<br />
- Considerato che il sistema <strong>di</strong> sorveglianza e monitoraggio ha <strong>di</strong>mostrato la presenza nel<br />
territorio comunale della zanzara tigre;<br />
- Considerato che occorre provvedere, per contenerne la <strong>di</strong>ffusione, ad una campagna <strong>di</strong><br />
prevenzione su tutto il territorio comunale, da estendere tassativamente anche nelle aree <strong>di</strong><br />
proprietà privata al fine <strong>di</strong> garantire l’efficacia della campagna stessa;<br />
- Rilevato che le larve <strong>di</strong> zanzara si sviluppano in acque stagnanti o a lento deflusso ove<br />
depongono le uova;<br />
- Considerata la necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> misure che si rivolgano alla generalità della<br />
popolazione nonché alle imprese ed ai responsabili <strong>di</strong> aree particolarmente critiche ai fini<br />
della proliferazione del fenomeno quali: gommisti, florovivaisti, aziende agricole, cantieri,<br />
aree <strong>di</strong>messe, piazzali <strong>di</strong> deposito, parcheggi, aree condominiali e altre attività produttive<br />
che possano dar luogo anche a piccole raccolte d’acqua;<br />
- Dato atto che, congiuntamente all’adozione del presente provve<strong>di</strong>mento, il Comune<br />
provvede alla messa in atto <strong>di</strong> apposite iniziative, in collaborazione con l’azienda ULSS,<br />
volte ad informare, sensibilizzare, sui corretti comportamenti da adottare;<br />
- Visto il RD n° 1265 del 27 luglio 1934 (T.U.LL.SS.)<br />
- Vista la L n° 833 del 23 <strong>di</strong>cembre 1978<br />
- Visto il DLgs n° 267 del 18 agosto 2000 art. 50 e successive mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni<br />
- Vista la L n° 689 del 24 novembre 1981<br />
- Vista la DGR n° 324 del 06 marzo 2006<br />
- Visti i Regolamenti Comunali vigenti<br />
ORDINA<br />
a tutte le persone sul territorio comunale<br />
1. ELIMINARE LE RACCOLTE DI ACQUA STAGNANTE CHE FAVORISCANO LA<br />
PROLIFERAZIONE DELLA ZANZARA TIGRE<br />
2. NEL CASO NON SIA POSSIBILE L’ELIMINAZIONE DELLE RACCOLTE DI ACQUA<br />
STAGNANTE DOVRANNO ESSERE ADOTTATI IDONEI SISTEMI DI LOTTA PER<br />
EVITARE LA RIPRODUZIONE DELLA ZANZARA TIGRE<br />
3. DI NON ADOTTARE COMPORTAMENTI CHE POSSANO FAVORIRE LA<br />
FORMAZIONE DI RISTAGNI D’ACQUA INCONTROLLATI<br />
- 88 -<br />
Allegato 3
Quanto sopra prescritto/raccomandato non si applica alle eventuali ovitrappole presenti sul territorio<br />
comunale ed inserite nel sistema regionale <strong>di</strong> monitoraggio.<br />
PRESCRIVE/RACCOMANDA A TITOLO ESEMPLIFICATIVO L’ADOZIONE DELLE<br />
SEGUENTI BUONE PRATICHE<br />
• Trattare l’acqua presente in tombini, griglie <strong>di</strong> scarico, pozzetti <strong>di</strong> raccolta ricorrendo a<br />
prodotti larvici<strong>di</strong> autorizzati a tale scopo. La perio<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> tali operazioni dev’essere<br />
congruente alla tipologia del prodotto usato secondo le in<strong>di</strong>cazioni riportate in<br />
etichetta. In<strong>di</strong>pendentemente dalla perio<strong>di</strong>cità prevista, il trattamento va ripetuto entro<br />
le 72 ore successive ad una precipitazione meteorica.<br />
In alternativa applicare ai tombini, griglie, pozzetti, una “zanzariera” in rete metallica<br />
da mantenere costantemente integra.<br />
• Evitare l’abbandono definitivo o temporaneo negli spazi scoperti <strong>di</strong> contenitori <strong>di</strong><br />
qualsivoglia capacità e natura nei quali possa raccogliersi acqua piovana ed evitare<br />
qualsiasi raccolta <strong>di</strong> acqua stagnante anche temporanea.<br />
• Procedere, per i contenitori sotto il controllo dei proprietari o <strong>di</strong> chi ne ha l’uso effettivo,<br />
allo svuotamento dell’acqua in essi contenuta e alla loro sistemazione in modo da<br />
evitare accumuli <strong>di</strong> acqua meteorica; <strong>di</strong>versamente, procedere alla loro chiusura con<br />
zanzariera, coperchio a tenuta o sistemi similari evitando soluzioni che permettono<br />
l’accumulo <strong>di</strong> acqua nel caso <strong>di</strong> piogge (esempio la loro copertura con telo<br />
impermeabile fissato e ben teso).<br />
• In alternativa si potrà procedere allo svuotamento delle raccolte dopo ogni pioggia.<br />
• Assicurare, nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> tutti i materiali stoccati all’aperto in cui si possa accumulare<br />
acqua e per i quali non sia possibile l’eliminazione o la protezione (come sopra<br />
consigliato), l’esecuzione <strong>di</strong> trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione. La perio<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> tali<br />
operazioni dev’essere congruente alla tipologia del prodotto usato secondo le<br />
in<strong>di</strong>cazioni riportate in etichetta; in<strong>di</strong>pendentemente dalla perio<strong>di</strong>cità prevista, la<br />
<strong>di</strong>sinfestazione andrà ripetuta entro 3 giorni dalla precipitazione meteorica.<br />
• Tenere sgombri i cortili e le aree scoperte da erbacce, sterpi provvedendo alla rimozione<br />
dei rifiuti <strong>di</strong> ogni genere, in modo da evitare accumuli <strong>di</strong> acque non controllati<br />
effettuando il taglio perio<strong>di</strong>co dell’erba (almeno 4 volte da maggio ad ottobre).<br />
• Mantenere le scarpate ferroviarie, i cigli stradali, gli argini dei corsi d’acqua liberi da<br />
rifiuti o altri materiali che possano favorire accumuli <strong>di</strong> acque stagnanti.<br />
• Eseguire l’annaffiatura <strong>di</strong>retta tramite pompa o contenitore da riempire <strong>di</strong> volta in volta e<br />
da svuotare completamente dopo l’uso.<br />
• Chiudere appropriatamente e stabilmente le aperture dei serbatoti <strong>di</strong> acqua.<br />
• Provvedere ad un rapido smaltimento <strong>di</strong> pneumatici stoccati all’aperto avendo cura <strong>di</strong><br />
svuotarli perio<strong>di</strong>camente da eventuali residui <strong>di</strong> acqua al loro interno e prima <strong>di</strong><br />
consegnarli alle imprese <strong>di</strong> smaltimento, rigenerazione e commercializzazione.<br />
• Stoccare i copertoni, dopo averli svuotati <strong>di</strong> eventuali raccolte d’acqua, al coperto o, se<br />
all’aperto, proteggerli con teli impermeabili tesi o con teli tipo “zanzariera” in rete, da<br />
mantenere costantemente integri.<br />
- 89 -
• Non utilizzare copertoni per la copertura dei silos-mais per l’alimentazione del bestiame.<br />
• Sistemare i materiali necessari alle attività <strong>di</strong> cantiere e quelli <strong>di</strong> risulta in modo tale da<br />
evitare raccolte d’acqua.<br />
• Provvedere in caso <strong>di</strong> sospensione dell’attività del cantiere, alla sistemazione <strong>di</strong> tutti i<br />
materiali presenti in modo da evitare il formarsi <strong>di</strong> raccolte <strong>di</strong> acqua stagnante.<br />
• Curare lo stato <strong>di</strong> efficienza <strong>di</strong> tutti gli impianti idrici per irrigazione, compresi quelli<br />
sparsi in campagna, al fine <strong>di</strong> evitare il formarsi <strong>di</strong> raccolte d’acqua stagnante non<br />
controllati.<br />
All’interno dei CIMITERI<br />
si raccomanda <strong>di</strong> evitare comportamenti che possano favorire lo sviluppo della zanzara tigre in<br />
particolare non mantenere acqua nei sottovasi. In caso <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> fiori finti il vaso dovrà<br />
essere riempito <strong>di</strong> sabbia\ghiaino, se collocato all’aperto.<br />
AVVERTE<br />
l’inosservanza delle <strong>di</strong>sposizioni contenute nel presente provve<strong>di</strong>mento comporta<br />
l’applicazione delle sanzioni previste dai Regolamenti Comunali o dal DLgs n° 267 del 18<br />
agosto 2000 art. 50 e successive mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni nel rispetto <strong>di</strong> quanto previsto dalla L<br />
n° 689 del 24 novembre 1981<br />
DISPONE<br />
• che all’esecuzione sull’osservanza delle <strong>di</strong>sposizioni contenute nella presente or<strong>di</strong>nanza<br />
provvedano per quanto <strong>di</strong> competenza la Polizia Municipale, il personale del Comune<br />
appositamente formato attraverso specifici incontri organizzati dall’azienda ULSS,<br />
l’azienda ULSS, ogni altro agente o ufficiale <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria nonché tutti i pubblici<br />
ufficiali <strong>di</strong>pendenti dell’Amministarzione comunale;<br />
• che all’irrogazione delle sanzioni previste provvedano per quanto <strong>di</strong> competenza la Polizia<br />
Locale\Municipale, il personale del Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione dell’azienda ULSS, ogni<br />
altro agente o ufficiale <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria:<br />
• il ritiro <strong>di</strong> ogni precedente atto amministrativo in contrasto con la presente or<strong>di</strong>nanza o del<br />
medesimo oggetto<br />
• ai sensi dell’art. 3 comma quarto della L 241/90, avverso la presente or<strong>di</strong>nanza è ammesso<br />
ricorso giuris<strong>di</strong>zionale, per incompetenza, eccesso <strong>di</strong> potere o violazione della legge,<br />
davanti al Tribunale Amministrativo Regionale, entro 60 giorni dalla data <strong>di</strong> pubblicazione<br />
o, in via straor<strong>di</strong>naria, entro 120 giorni al Presidente della Repubblica (L n° 1034 del 06<br />
<strong>di</strong>cembre 1971) dalla stessa data.<br />
• ai sensi art. 5 comma terzo della L 241/90 l’Ufficio competente è _____________ ed il<br />
responsabile del proce<strong>di</strong>mento è __________________________<br />
- 90 -<br />
IL SINDACO
ore 08,30 registrazione dei partecipanti<br />
PROGRAMMA<br />
PROGRAMMA<br />
PROGRAMMA<br />
PROGRAMMA<br />
ore 08,45 saluti ai partecipanti<br />
o Dr.Sandro Caffi Direttore Generale dell’Azienda ULSS<br />
o Dr.Gianferruccio Righetto Direttore Dipartimento Prevenzione<br />
ore 09,10 La DERATTIZZAZIONE<br />
o Biologia essenziale delle specie del nostro territorio<br />
o Aspetti sanitari: cenni<br />
o L’organizzazione <strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong> derattizzazione<br />
o Metodologia <strong>di</strong> intervento<br />
o Prodotti chimici<br />
o Mezzi fisici<br />
o Attrezzature e protezione dell’operatore<br />
ore 10,00 pausa<br />
ore 10,20 Ia lotta alla ZANZARA TIGRE<br />
o Biologia essenziale delle specie del nostro territorio<br />
o Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lotta e <strong>di</strong> prevenzione<br />
o Il campionamento larvale<br />
o Prodotti chimici<br />
o Mezzi fisici<br />
o Metodologia <strong>di</strong> intervento<br />
o Attrezzature e protezione dell’operatore<br />
ore 10,50 Simulazione pratica<br />
N.B. Il personale dovrà essere in possesso <strong>di</strong> giacca ad alta visibilità,<br />
guanti, stivali o scarponcini al fine <strong>di</strong> poter effettuare le<br />
esercitazioni pratiche.<br />
- 91 -<br />
Allegato 4
ore 08,30 Registrazione <strong>degli</strong> iscritti.<br />
PROGRAMMA<br />
PROGRAMMA<br />
PROGRAMMA<br />
PROGRAMMA<br />
ore 09,00 Saluto ai partecipanti.<br />
Dr.Sandro Caffi Direttore Generale dell’Azienda ULSS.<br />
ore 09,15 La normativa sulla <strong>di</strong>sinfestazione: attualità e prospettive.<br />
Dr.G. Righetto Direttore Dipartimento Prevenzione.<br />
ore 09,30 Prodotti chimici per la <strong>di</strong>sinfestazione - derattizzazione:<br />
in<strong>di</strong>cazioni tecniche e meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> applicazione.<br />
ore 10,20 Il punto sulla lotta a mosche e zanzare.<br />
ore 11,20 Pausa<br />
ore 11,40 Zecche e imenotteri: prevenzione e controllo.<br />
ore 12,20 Ratti e topi: prevenzione e lotta.<br />
ore 13,00 Discussione.<br />
ore 13,30 Pranzo<br />
ore 14,15 Gli insetti striscianti: Blatte, pulci e formiche.<br />
ore 14,45 Il piccione selvatico – Columba livia.<br />
Dr. Gugliemo Simonato – Servizio Veterinario ULSS.<br />
ore 15,45 Discussione.<br />
Gli interventi, salvo dove in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versamente, saranno a curati dal Dr.<br />
Simone Martini – Referente regionale per la <strong>di</strong>sinfestazione – coa<strong>di</strong>uvato da<br />
Me<strong>di</strong>ci e tecnici dell’Azienda Sanitaria.<br />
- 92 -<br />
Allegato 5
Progetto “Aedes Albopictus”<br />
OGGETTO: Presenza <strong>di</strong> zanzare nelle aree <strong>di</strong> comunità.<br />
Provve<strong>di</strong>menti da adottare per prevenire la <strong>di</strong>ffusione.-<br />
Dai sopralluoghi eseguiti negli anni scorsi presso le strutture in oggetto (scuole materne, asili nido, case <strong>di</strong><br />
riposo ecc.), si è constatato che la presenza <strong>di</strong> zanzare, in particolare della zanzara tigre (Aedes<br />
Albopictus) è provocata essenzialmente da comportamenti scorretti <strong>di</strong> ospiti e\o operatori che,<br />
involontariamente, favoriscono la proliferazione dei <strong>di</strong>tteri.<br />
In relazione a ciò, è obbligo premettere che tutte le specie <strong>di</strong> zanzare, per chiudere il proprio ciclo<br />
biologico (uovo, larva, pupa, insetto adulto o alato) hanno necessità <strong>di</strong> acqua stagnante, e che la<br />
vegetazione (parchi, alberi, siepi, ecc..), presente in queste strutture, non è la causa della presenza <strong>di</strong><br />
zanzare, però risulta essere il luogo ideale per il riparo dell’insetto adulto.<br />
Considerata la <strong>di</strong>fficoltà, e qualche volta l’impossibilità, <strong>di</strong> eseguire interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione<br />
contro gli insetti adulti nelle strutture in oggetto, <strong>di</strong>venta essenziale un’efficace azione <strong>di</strong> prevenzione al<br />
fine <strong>di</strong> prevenire l’ovodeposizione e la conseguente <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> zanzare.<br />
Nella pratica si devono pertanto osservare SCRUPOLOSAMENTE le seguenti<br />
in<strong>di</strong>cazioni:<br />
1) non lasciare all’esterno recipienti <strong>di</strong> nessun tipo e capienza con acqua stagnante o che si possano<br />
riempire durante le precipitazioni meteoriche: bottiglie, vasetti, tappi, giochi per bambini, ecc.<br />
2) rimuovere tutti i sottovasi;<br />
3) smaltire tutti gli eventuali pneumatici presenti; in caso del loro utilizzo come gioco, provvedere a<br />
riempirli <strong>di</strong> sabbia o terra, oppure forarli, in modo tale da evitare ristagni d’acqua;<br />
4) nelle fontanelle o vasche d’acqua, devono essere introdotti dei pesci larvici<strong>di</strong> (es. con il comune pesce<br />
rosso);<br />
5) proteggere con retine a maglia fine (1 mm) tutti i tombini\ca<strong>di</strong>toie, con acqua pluviale stagnante. Solo<br />
se tale operazione risulta inattuabile si potrà prevedere il loro trattamento con specifico prodotto<br />
insetticida antilarvale (deltametrina e/o temephos). Evidentemente trattandosi <strong>di</strong> operazioni da<br />
eseguirsi con prodotti chimici, dovranno essere seguite le in<strong>di</strong>cazioni dell’etichetta (<strong>di</strong>luizione,<br />
perio<strong>di</strong>cità dei trattamenti ecc.) ponendo la massima attenzione alla corretta protezione dell’operatore<br />
che esegue il trattamento.<br />
Inoltre bisogna tener presente che dopo precipitazioni atmosferiche il trattamento deve essere<br />
comunque ripetuto.<br />
Si fa presente infine che, in assenza <strong>degli</strong> accorgimenti <strong>di</strong> cui sopra, nel contesto <strong>di</strong> queste<br />
strutture, le zanzare trovano un habitat ideale arrecando notevoli <strong>di</strong>sagi sia agli ospiti ed operatori delle<br />
strutture che ai residenti nelle zone limitrofe.<br />
Lo scrivente rimane a <strong>di</strong>sposizione per qualsiasi chiarimento in merito e con l’occasione porge<br />
<strong>di</strong>stinti saluti<br />
- 93 -<br />
Allegato 6
Azienda ULSS n° 4 “Alto Vicentino”<br />
Conferenza dei Sindaci<br />
Zanzara TIGRE… il sangue<br />
donalo a qualcun altro<br />
- 94 -<br />
Allegato 7<br />
OPUSCOLO DIDATTICO<br />
per insegnanti delle<br />
scuole elementari<br />
e me<strong>di</strong>e inferiori
SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE - REGIONE VENETO<br />
AZIENDA U.L.SS. n. 4 “ALTO VICENTINO”<br />
Via Rasa, 9 - 36016 THIENE - Tel.0445/389111- Fax 0445/370457<br />
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE<br />
IL SERVIZIO IGIENE E SANITA’ PUBBLICA QUESTA ESTATE HA<br />
DIVULGATO DEL MATERIALE INFORMATIVO RELATIVO ALLA ZANZARA<br />
TIGRE E ALLA TRASMISSIONE DI INFEZIONI<br />
ATTRAVERSO LA SUA PUNTURA.<br />
ABBIAMO BISOGNO DEL SUO GIUDIZIO !<br />
1. Nel mese <strong>di</strong> giugno 2008 le sono stati spe<strong>di</strong>ti dei manifesti e pieghevoli sulla<br />
lotta alla zanzara tigre.<br />
Ha ricevuto tale materiale? SI [ ] NO [ ]<br />
Lo ha esposto? SI [ ] NO [ ]<br />
Qualche paziente le ha chiesto notizie? SI [ ] NO [ ]<br />
Gli utenti hanno ritirato i pieghevoli? SI [ ] NO [ ]<br />
2. Ritiene adeguata la sua conoscenza rispetto alle malattie trasmesse da zanzare,<br />
come Febbre Dengue, West Nile e Chikungunya....?<br />
SI [ ] NO [ ]<br />
Ci in<strong>di</strong>chi le modalità con cui vorrebbe ricevere approfon<strong>di</strong>menti:<br />
[ ] lettera [ ] lezione frontale<br />
[ ] corso specifico [ ] non mi interessa<br />
- 95 -<br />
Allegato 8<br />
Grazie per la collaborazione
CITTA’ DI THIENE<br />
Settore Lavori Pubblici<br />
Servizio Ecologia – Ambiente<br />
AZIENDA U.L.S.S. n. 4 “ALTO VICENTINO”<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione<br />
Servizio Igiene e Sanità Pubblica<br />
in collaborazione con<br />
Oggetto: progetto pilota per la “Lotta integrata alla zanzara tigre” in loc. Santo – THIENE<br />
La zanzara tigre, nome scientifico Aedes Albopictus, è oramai ra<strong>di</strong>cata da vari anni anche nel<br />
nostro territorio. Importata dall’Asia, con il commercio <strong>di</strong> pneumatici usati, ha trovato un<br />
habitat idoneo al suo sviluppo.<br />
Grazie alla sua versatilità, la zanzara tigre è riuscita a superare barriere ambientali notevoli: le<br />
uova autunnali, resistono in ambienti asciutti e poco luminosi (es. tombini stradali), a inverni<br />
anche rigi<strong>di</strong>. Il ciclo riprende quando aumentano le ore <strong>di</strong> luce, la temperatura sale oltre i 10<br />
gra<strong>di</strong> e le uova vengono sommerse dall’acqua; con la presenza contemporanea <strong>di</strong> questi fattori<br />
le uova schiudono dando origine a larve e quin<strong>di</strong> a zanzare adulte. La colonizzazione del<br />
territorio avviene secondo un andamento “a focolaio”, cioè in modo non continuo e<br />
<strong>di</strong>somogeneo.<br />
Nonostante le campagne <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione adottate ogni anno dai vari Comuni me<strong>di</strong>ante il<br />
trattamento <strong>di</strong> tombini stradali e delle ca<strong>di</strong>toie in aree pubbliche i risultati non sono stati quelli<br />
attesi, anche perchè la maggior parte dei ristagni d’acqua si trova ubicata nelle proprietà private<br />
(tombini, sottovasi, pneumatici, teli <strong>di</strong> nylon, bidoni per la raccolta dell’acqua piovana ecc.)<br />
dove spesso non viene posta in atto una lotta sistematica.<br />
Scopo del progetto<br />
L’in<strong>di</strong>viduazione dei focolai attivi e/o potenziali e l’aumento delle conoscenze delle persone: è<br />
importante infatti che il citta<strong>di</strong>no prenda coscienza del ruolo essenziale che riveste nella lotta<br />
contro la zanzara. Pochi e semplici accorgimenti limitano il fasti<strong>di</strong>o che questi insetti producono<br />
durante i mesi primaverili ed estivi e migliorano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vivibilità nostre e <strong>di</strong> chi ci<br />
circonda.<br />
Verificare la fattibilità dell’indagine in altri comuni, investendo magari del ruolo <strong>di</strong><br />
informatori\controllori le associazioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni.<br />
- 96 -<br />
Allegato 9
Obiettivi<br />
• informare ogni singolo citta<strong>di</strong>no sulle con<strong>di</strong>zioni favorenti lo sviluppo della zanzara<br />
tigre all’interno della propria abitazione;<br />
• consigliare le varie metodologie utilizzabili in ambito privato, per limitare e ostacolare<br />
la proliferazione della zanzara;<br />
• rimuovere tutti i focolai larvali e/o potenziali nell’ambito privato;<br />
• responsabilizzare ogni citta<strong>di</strong>no ad una maggiore partecipazione nella lotta contro le<br />
infestazioni della zanzara tigre.<br />
Area <strong>di</strong> intervento:<br />
Località Santo<br />
Metodologia <strong>di</strong> intervento:<br />
I tecnici dell’Azienda Sanitaria nr. 4 “Alto Vicentino”, dalla fine <strong>di</strong> maggio effettueranno<br />
sopralluoghi in tutte le proprietà private site nell’area del progetto pilota. Oltre alle in<strong>di</strong>cazioni<br />
sugli interventi da adottare verrà compilata una scheda per ogni residenza <strong>di</strong> cui una copia<br />
resterà alla famiglia.<br />
Nel mese <strong>di</strong> agosto, a campione, verranno effettuati ulteriori sopralluoghi per verificare la<br />
situazione e l’adozione dei comportamenti corretti prescritti durante la prima visita.<br />
Certi <strong>di</strong> un favorevole accoglimento dell’iniziativa si coglie l’occasione per porgere <strong>di</strong>stinti<br />
saluti.<br />
Il Direttore S.I.S.P. L’Assessore all’Ecologia<br />
Dott. Edoardo Chiesa Dott. Angelo Rossi<br />
- 97 -
ULSS N° 4 "Alto Vicentino" Comune <strong>di</strong> Thiene<br />
DIPARTIMENTO <strong>di</strong> PREVENZIONE UFFICIO ECOLOGIA<br />
SORVEGLIANZA E CONTROLLO DIFFUSIONE DI AEDES ALBOPICTUS<br />
PROGETTO: Santo<br />
DATA …………….………<br />
- 98 -<br />
[ ] verifica focolaio<br />
[ ] verifica prescrizioni<br />
ultimo trattamento …….…………...<br />
prodotto …………………………….<br />
Sig. ……………………………………………………………………………………………………<br />
Via ..……………………………………………………………….………Tel …….…….…………<br />
REPERIMENTO LARVE [ ] PUPE [ ] ADULTI [ ]<br />
SUOLO PRIVATO: Giar<strong>di</strong>no[ ] Viale [ ] Altro [ ] …………...<br />
LUOGO: Tombino [ ] Vasca [ ] Copertone [ ] Altro [ ] …………………..<br />
TIPO E QUALITÀ DELL’ACQUA: Piovana [ ] Scolo [ ] Fontana [ ]<br />
Permanente [ ] Perio<strong>di</strong>ca [ ] Episo<strong>di</strong>ca [ ]<br />
PRESCRIZIONI:<br />
Firma persona presente al sopralluogo Firma personale Azienda U.L.SS.<br />
Informativa ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/2003 “Co<strong>di</strong>ce Privacy”<br />
L’azienda U.L.SS. n°4 Alto Vicentino, titolare del trattamento, informa che i Suoi dati personali sono trattati anche tramite strumenti<br />
informatizzati al fine <strong>di</strong> svolgere questo progetto pilota che rientra nelle attività istituzionali dell’azienda U.L.SS. quale igiene ambientale.<br />
I dati saranno comunicati al comune <strong>di</strong> Thiene, collaborante con l’azienda U.L.SS. ai fini <strong>di</strong> questo progetto.<br />
Il titolare del trattamento dei dati è l’azienda U.L.SS. n°4 Alto Vicentino – Via Rasa, 9 – Thiene(VI).<br />
Il responsabile del trattamento dei dati è il dr. Silvano Maistro – Direttore del Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione.<br />
In qualità <strong>di</strong> interessato del trattamento, in ogni momento Lei potrà esercitare i Suoi <strong>di</strong>ritti nei confronti del titolare, ai sensi dell’art. 7 del<br />
D.Lgs. 196/2003. in particolare il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accedere ai propri dati personali, <strong>di</strong> chiederne la rettifica, l’aggiornamento e la cancellazione, se<br />
incompleti, erronei o raccolti in violazione della legge, nonché <strong>di</strong> opporsi al loro trattamento per motivi legittimi.<br />
Concento che i miei dati personali siano trattati per informarmi <strong>di</strong> future iniziative dell’Azienda U.L.SS. n° 4 Alto Vicentino.<br />
Firma<br />
Allegato 10
INTERVENTI DI<br />
DISINFESTAZIONE<br />
ANTILARVALI<br />
*in collaborazione con personale U.O. Disinfestazione<br />
Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> SCHIO<br />
PERSONALE ULSS DITTE ESTERNE<br />
INTERVENTI DI<br />
DISINFESTAZIONE<br />
ADULTICIDI<br />
CAMPIONI<br />
CADITOIE E ALTRI<br />
INTERVENTI<br />
FONTE DATI: Ca<strong>di</strong>toie SISP – Ufficio Disinfestazione Azienda ULSS 4<br />
Planimetria Ufficio Tecnico Azienda ULSS 4<br />
- 99 -<br />
INTERVENTI DI<br />
DISINFESTAZIONE<br />
ANTILARVALI<br />
INTERVENTI DI<br />
DISINFESTAZIONE<br />
ADULTICIDI<br />
CAMPIONAMENTI<br />
CADITOIE E ALTRI<br />
INTERVENTI<br />
2001 6 0 0 0 0 0<br />
2002 6 0 3 0 0 0<br />
2003 3 2 11 0 3* 1*<br />
2004 7 1 4 0 3* 0<br />
2005 5 0 5 0 5* 1*<br />
2006 11 0 7 0 4* 0<br />
2007 5 0 5 0 5* 0<br />
239 ca<strong>di</strong>toie<br />
Allegato 11
INTERVENTI DI<br />
DISINFESTAZIONE<br />
ANTILARVALI<br />
Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> THIENE<br />
PERSONALE ULSS DITTE ESTERNE<br />
INTERVENTI DI<br />
DISINFESTAZIONE<br />
ADULTICIDI<br />
CAMPIONI<br />
CADITOIE E<br />
ALTRI<br />
INTERVENTI<br />
FONTE DATI: Ca<strong>di</strong>toie SISP – Ufficio Disinfestazione Azienda ULSS 4<br />
Planimetria Ufficio Tecnico Azienda ULSS 4<br />
- 100 -<br />
INTERVENTI DI<br />
DISINFESTAZIONE<br />
ANTILARVALI<br />
INTERVENTI DI<br />
DISINFESTAZIONE<br />
ADULTICIDI<br />
CAMPIONAMENTI<br />
CADITOIE E ALTRI<br />
INTERVENTI<br />
2001 5 0 1 0 0 0<br />
2002 4 0 3 0 0 0<br />
2003 4 0 1 0 0 0<br />
2004 6 0 0 0 0 0<br />
2005 4 1 7 0 0 0<br />
2006 6 0 13 0 0 0<br />
2007 6 0 7 0 0 0<br />
86 ca<strong>di</strong>toie<br />
fontana