22.12.2013 Views

Anno 0 – Numero 3 – Ottobre 2009 - Il Giullare

Anno 0 – Numero 3 – Ottobre 2009 - Il Giullare

Anno 0 – Numero 3 – Ottobre 2009 - Il Giullare

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Mensile di Approfondimento della Valdinievole a Diffusione Gratuita<br />

<strong>Anno</strong> 0 - <strong>Numero</strong> 3 - <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />

Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/<strong>2009</strong> del 14 maggio <strong>2009</strong><br />

Generazione X<br />

LE NUOVE DROGHE E LE DIPENDENZE DAL WEB<br />

Un viaggio tra vizi e manie dei giovani di oggi


2<br />

fotografate e fotografatevi<br />

Foto di Elena Sorini<br />

31 anni, vive a Ponte Buggianese,<br />

è addetta ai generi alimentari all’Ipercoop.<br />

È appassionata della Svizzera Pesciatina,<br />

ama fotografare i ritratti, i paesaggi e gli animali<br />

Diventate fotografi con “<strong>Il</strong> GIullare”. Inviateci le immagini che più vi piacciono, che vi hanno emozionato, che raccontano la vostra terra o la vostra vita.<br />

Ogni mese il miglior scatto, selezionato dalla redazione, sarà pubblicato sul nostro mensile. Tutte le altre fotografie che ricevermo compariranno sul<br />

sito www.ilgiullare.com. Inviate il materiale fotografico all’indirizzo di posta elettronica: foto@ilgiullare.com.<br />

Non saranno pubblicate immagini che non riportano il nome dell’autore. A fine anno sarà organizzata una mostra con i migliori scatti.<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Andrea Spadoni<br />

REDAZIONE<br />

Roberto Grazzini<br />

Chiara Cavalli<br />

Carlo Taddei<br />

Benedetti Lotti<br />

Diletta Severi<br />

Thomas Buonanno<br />

HANNO COLLABORATO<br />

Rocky Rossini<br />

Elisabetta Rossi<br />

I ragazzi del “Gruppo Valdinievole”<br />

FOTOGRAFIA<br />

Cristiano Bianchi<br />

GRAFICA E IMPAGINAZIONE<br />

Eva Bugiani<br />

STAMPA<br />

Tipografia “<strong>Il</strong> Bandino”<br />

Bagno a Ripoli (Firenze)<br />

SOCIETÀ EDITRICE<br />

Renovazio srl<br />

Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/<strong>2009</strong> del 14 maggio <strong>2009</strong><br />

Sede de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” via Camporcioni est, 2<br />

tel. 0572.386478<br />

email: info@ilgiullare.com<br />

“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” è visibile anche online all’indirizzo www.ilgiullare.com<br />

Cerca “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” su Facebook<br />

Cristiano Bianchi fa...30<br />

La redazione sta invecchiando. E proprio in questo mese abbiamo festeggiato<br />

il compleanno di una delle colonne portanti de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”,<br />

che con le sue foto rende le nostre pagine sempre più accantivanti.<br />

Stiamo parlando di Cristiano Bianchi, il nostro fotografo uffciale che il<br />

7 ottobre ha compiuto 30 anni e che tra poco aprirà il suo nuovo studio<br />

fotografico a S.Maria. Gli auguri a Cristiano da tutta la redazione.


SOMMARIO<br />

4 stupefacente<br />

22 la storia<br />

6 paparazzi<br />

23 vox populi<br />

Generazione X<br />

“Comprare droga è come<br />

comprare un biglietto per un<br />

mondo fantastico, ma il prezzo<br />

di questo biglietto è la vita”,<br />

scriveva Jim Morrison. Oggi<br />

il mondo è cambiato, ma la<br />

droga fa ancora paura. Quindi<br />

una domanda ce la dobbiamo<br />

porre: qual’è la droga oggi?<br />

Per questo siamo andati a<br />

vedere come si lavora nella<br />

comunità di recupero delle tossicodipendenze<br />

“Gruppo Valdinievole”<br />

e nelle altre pagine<br />

abbiamo cercato di raccontare<br />

i giovani attraverso i loro vizi<br />

e le loro tendenze. La droga<br />

oggi non è più considerata solo<br />

la sostanza da fumare, “sniffare”<br />

o da iniettarsi in vena,<br />

bensì esistono molti altri tipi<br />

di stupefacenti “invisibili”: le<br />

nuove tecnologie, la televisione<br />

e il web. Un mix esplosivo che<br />

spesso può alterare la vita di<br />

chi ne viene impossessato. Tv,<br />

voglia di popolarità e Facebook<br />

riempiono infatti gran parte dei<br />

dialoghi di questa generazione,<br />

dando vita a casi di gossip on<br />

line, come quelli che raccontiamo<br />

in questo numero.<br />

Siamo tutti figli della<br />

Generazione X?<br />

IL DIRETTORE<br />

Andrea Spadoni<br />

* Alla Generazione X si deve in gran parte l’espansione di Internet.<br />

Amazon, Google, Yahoo, MySpace, Dell, e infinite altre aziende<br />

tecnologiche miliardarie furono fondate da coetanei appartenenti<br />

alla Generazione X.<br />

8 il giullare<br />

va a scuola<br />

10 fenomeni<br />

12 il cuoco dei vip<br />

13 piatto ricco<br />

14 la nuova enoteca<br />

15 voi come noi<br />

25 la tragedia<br />

26 l’angolo<br />

dell’amore<br />

27 la coppia del mese<br />

28 nightlife<br />

30 talenti<br />

32 la bizona<br />

16 l’inchiesta: campi<br />

sportivi o arene?<br />

18 intervistate il<br />

vostro sindaco<br />

20 35 agenda<br />

ai confini della realtà<br />

34 il giullare<br />

dell’anno<br />

non perdere l’opportunità di apparire<br />

per la pubblicità su questo mensile<br />

chiama lo 0572.386198


4<br />

stupefacente<br />

“Si può vincere<br />

contro la droga”<br />

D<br />

In alto Giovanni Moschini che<br />

brinda con un ragazzo della<br />

comunità che è stato recuperato<br />

In basso una cena alla sede<br />

della comunità a Macchino<br />

a quanto tempo si dedica al recupero delle tossicodipendenze?<br />

“Da circa 20 anni, dopo aver avuto un’esperienza<br />

diretta e risolta”.<br />

Chi è, secondo lei, il vero tossicodipendente?<br />

“Si può descrivere sotto vari aspetti, ma fondamentalmente<br />

dentro chi si droga c’è una grande paura<br />

di vivere”.<br />

Chi sceglie la droga lo fa liberamente o è condizionato<br />

dal gruppo?<br />

“E’ una scelta personale che in alcuni casi può essere<br />

fatta in seguito al condizionamento di un gruppo”.<br />

Come funziona il Gruppo Valdinievole? Che differenze<br />

ci sono con le altre comunità?<br />

“La nostra è una Comunità privata che collabora con<br />

i Sert di tutta Italia. Dall’<strong>Ottobre</strong> del 2004, siamo iscritti<br />

all’Albo degli Enti Ausiliari della Regione Toscana e,<br />

dal Gennaio 2005 abbiamo stipulato una convenzione<br />

con la Asl per 25 ragazzi su un totale di 90 presenti in<br />

Comunità. A differenza di altre Comunità il nostro programma<br />

è “ad personam”, perché riteniamo che non<br />

sempre le problematiche di un singolo siano le stesse<br />

dell’altro e da questo ne conviene che gli interventi<br />

debbano essere di diversa natura”.<br />

Da dove vengono i ragazzi che bussano alla sua porta?<br />

“Da tutta Italia, dall’estero e, in molti casi, direttamente<br />

dalla strada”.<br />

Oggi prevale l’uso di droghe sintetiche, soprattutto<br />

tra i giovani. Che differenze ci sono tra questi e gli<br />

eroinomani?<br />

“Ugualmente drogati, senza equilibrio, senza razionalità<br />

e con un grande vuoto da colmare”.<br />

Qual’è il programma che si deve fare<br />

per salvare chi finisce nell’incubo della<br />

tossicodipendenza?<br />

“Responsabilizzando la persona senza<br />

cadere nell’assistenzialismo. E’ necessaria<br />

una maggiore attenzione di tutta<br />

la società civile, dato che il problema<br />

droga ultimamente è aumentato”.<br />

Qual’è il ruolo della famiglia prima, durante<br />

e dopo l’ingresso in comunità?<br />

“Se uno arriva in comunità vuol dire<br />

che prima, il ruolo della famiglia è evidentemente<br />

mancato. Durante la permanenza<br />

in comunità è importante la<br />

partecipazione in un cammino parallelo.<br />

Una volta usciti ci vogliono sostegno e fiducia e,<br />

soprattutto nei primi tempi, la famiglia deve esercitare<br />

un certo controllo”.<br />

A fine programma è difficile il reinserimento nella società?<br />

Come si combattono i pregiudizi contro gli ex<br />

tossicodipendenti?<br />

“Nel Gruppo Valdinievole la fase del reinserimento<br />

avviene quando il ragazzo è sempre in Comunità.<br />

Prima che il ragazzo rientri in società, aiutiamo a<br />

trovare un lavoro a quelli che hanno meno possibilità.<br />

I pregiudizi si combattono con i fatti, con la<br />

voglia e la grinta di riemergere”.<br />

Esiste una forma di prevenzione? Famiglia, scuola,<br />

attività creative possono aiutare?<br />

“Un ragazzo al quale vengono forniti più strumenti<br />

culturali è sicuramente meglio attrezzato contro il<br />

pericolo droga”.<br />

Cosa ne pensa della liberalizzazione delle droghe? C’è<br />

differenza tra droghe cosiddette leggere e pesanti?<br />

“Ritengo questa distinzione fuorviante e dannosa.<br />

Per chi la assume, la droga è droga”.<br />

Oggi, tra i giovani c’è molto abuso di alcool...<br />

“L’alcool è il viatico per la droga e, come la droga,<br />

risponde al bisogno di allontanare l’incognito, la<br />

paura di affrontare la vita”.<br />

<strong>Il</strong> suo lavoro è importante nella nostra società e per<br />

l’aiuto di tanti ragazzi...<br />

“Intanto per me non è un lavoro, ma una passione,<br />

come il bisogno di restituire agli altri quello che mi<br />

è stato dato. Questo mi dà anche l’opportunità di<br />

vivere la mia vita familiare all’interno di una più vasta<br />

famiglia che il Gruppo Valdinievole e la possibilità<br />

di un arricchimento talmente grande di cui sento<br />

l’importanza e mi ritengo sotto questo profilo molto<br />

fortunato. La soddisfazione è quella di avere sempre<br />

dei nuovi veri amici che tornano alla vita grazie<br />

all’impegno di tutti e del mio”.<br />

Lei si è salvato grazie a Vincenzo Muccioli. A tanti<br />

anni dalla sua scomparsa, come lo ricorda?<br />

“Mi ha liberato. E’ stato, è, e sarà sempre il numero<br />

uno in assoluto, il più grande”.


5<br />

stupefacente<br />

chi è<br />

Giovanni<br />

Moschini è<br />

promotore e fondatore<br />

del Gruppo<br />

Valdinievole che si è<br />

costituito nel 1990 da un<br />

gruppo di famiglie che credevano<br />

nel volontariato come<br />

risposta al problema della tossicodipendenza.<br />

In questi anni il<br />

Gruppo Valdinievole si è completato.<br />

Oggi le persone inserite svolgono<br />

un programma residenziale,<br />

pedagogico, riabilitativo e vengono<br />

seguite ventiquattr’ore su ventiquattro<br />

da responsabili, operatori con e senza<br />

qualifica e volontari. Dal 19 gennaio 2007<br />

fa parte del C.E.A.R.T. La sede è in via<br />

Macchino 12/b, località Cannelletto nel<br />

comune di Massa e Cozzile e c’è uno<br />

sportello alla Società di Soccorso<br />

Pubblico di Montecatini. Moschini<br />

è membro della consulta<br />

nazionale delle tossicodipendenze.<br />

<strong>Il</strong> pericolo oggi<br />

è la Ketamina<br />

Molte volte crescono con gravi disturbi<br />

psichici, altre volte muoiono. E’ accaduto<br />

in diverse occasioni che giovani e giovanissimi<br />

(a volte minorenni) perdono la vita<br />

o rischiano di restare segnati dall’uso (e<br />

l’abuso) di droghe sintetiche, sopratutto<br />

durante i rave party. <strong>Il</strong> pericolo principale<br />

oggi si chiama Ketamina, sostanza capace<br />

di creare delle forti dissociazioni psichiche,<br />

che possono spesso portare alla<br />

morte. La ketamina è molto diffusa durante<br />

le feste clandestine, si sniffa. In pratica<br />

è un anestetico dissociativo per uso veterinario<br />

ed umano. È commercializzata con<br />

i nomi di Ketalar, Ketanest e Ketaset. A<br />

dosi sub-anestetiche causa forti dissociazioni<br />

psichiche (nonché lieve analgesia),<br />

ha trovato perciò largo uso come sostanza<br />

stupefacente. Per l’assunzione cronica<br />

a scopo stupefacente che nell’uomo induce<br />

dipendenza, è stata invece evidenziata<br />

una riduzione della memoria a breve<br />

termine e intensi sintomi psichiatrici. In un<br />

primo momento è capace di provocare<br />

un forte sballo, ma le conseguenze possono<br />

essere gravissime.<br />

“Ho scelto la comunità<br />

e ho ritrovato me stesso”<br />

Mi chiamo Marco<br />

sono italo-tedesco, nato a Roma e ho 48 anni. Sono<br />

arrivato al Gruppo Valdinievole nel marzo del 2005, dopo<br />

aver subito un accoltellamento ed esser finito per ventitre<br />

giorni in ospedale. Come molti ragazzi della mia età, la voglia<br />

di rivoluzione e di uscire dagli schemi di comune “borghese”,<br />

come si diceva allora, mi ha portato a passare nottate in<br />

discussioni ideal-filosofiche, sacchi a pelo, chitarre e spinelli.<br />

Anche se l’estrazione sociale mi aveva dato la possibilità di<br />

frequentare una scuola privata inglese d’elite, con tanto di<br />

divisa con stemma sul taschino della giacca. Questo contrasto<br />

di vivere accanto a figli di ambasciatori con autisti e<br />

ville maestose, a nottate passate in aule occupate, piene di<br />

fumo dove, oltre a discorsi anarchici, si facevano le prime<br />

esperienze d’amore libero. Queste “reali” esperienze di vita,<br />

anche se sotto l’effetto di spinelli prima, poi d’allucinogeni,<br />

erano ai miei occhi, più vere e autentiche, che quelle effimere,<br />

alle quali non davo il giusto valore, come il calore materno<br />

o l’affetto della mia tata. Scelsi una “vita spericolata”. E<br />

oltre a provare di tutto ( in materia di droghe ), decisi che,<br />

per trovare la mia collocazione nel mondo,<br />

dovevo prima scoprire la mia spiritualità, o la<br />

“ragion pura” d’essere. Decisi sotto l’effetto<br />

di droghe varie, che solo l’India e l’Oriente,<br />

con le sue molteplici religioni, poteva darmi le<br />

risposte. Ma dopo lunghi viaggi, tornai con<br />

quella che si chiama “scimmia – bestiale “<br />

sulla spalla: un disperato bisogno fisico, una<br />

grave malattia con un nome piccolo, nonché<br />

20 chili in meno. Decisi a 30 anni di entrare in<br />

comunità, per cercare di nuovo la mia identità.<br />

Attraverso molti gruppi terapeutici e tanto<br />

tempo, sono riuscito a far crescere quella stima<br />

di me e delle mie capacità, sia intellettuali<br />

che attitudinali, che mi hanno dato la forza di<br />

ricominciare. Dopo questa parentesi durata<br />

tre anni, ho conosciuto mia moglie, con il<br />

suo aiuto e di un ospedale milanese, anche<br />

la gioia della paternità. Purtroppo le vicissitudini della vita,<br />

tragedie, incomprensioni, scelte sbagliate, mi hanno portato<br />

a quarant’anni ad essere separato e di nuovo con il problema<br />

droga. Devo ammettere che, se all’inizio ho avuto non pochi<br />

problemi d’adattamento e frustrazione, sono riuscito con il<br />

tempo a trovare il mio posto. Usando la determinazione, la<br />

grinta, la costanza per raggiungere un obiettivo e diventare<br />

un uomo con la “U” maiuscola. Oggi sono soddisfatto del<br />

lavoro che ho fatto durante il mio periodo di programma al<br />

“Gruppo Valdinievole”. Ovviamente non è stato facile, ma<br />

affidandomi ai responsabili e volendo veramente cambiare<br />

la mia vita e il mio futuro, sono riuscito a stare finalmente<br />

bene. Sicuramente con il tempo, mi è anche maturata l’idea<br />

di restare qua e poter, attraverso l’esperienza, i fallimenti,<br />

ma specialmente con la mia rinascita, dare (e di conseguenza<br />

ricevere) consigli ed essere un esempio di come si esce<br />

dalla droga. Ora lavoro per il “Gruppo” con gioia e<br />

dedizione, anche perché ho trovato un posto dove,<br />

attraverso il mio passato e presente, posso aiutare<br />

per il presente e futuro degli altri.


6<br />

paparazzi<br />

“Aveva scritto che uso droghe<br />

Non è vero, ora farò denuncia”<br />

Servizio di<br />

Diletta Severi<br />

Ragazza Notizia l’aveva accusata di assumere<br />

stupefacenti: “Appena ho letto il post<br />

“incriminato” sono rimasta esterrefatta -<br />

afferma <strong>Il</strong>aria Danesi - una calunnia può<br />

solo lasciarti senza parole. Oltre che sdegnarti.<br />

Ho provato, lì per lì, a replicare con<br />

ironia a Ragazza Notizia, rispondendo che<br />

doveva informarsi meglio sul mio conto visto<br />

che a scuola ci vado, eccome. L’accusa<br />

sulla droga non l’ho neanche presa in<br />

considerazione, tanto ero allibita dalla falsità<br />

di questa voce. Non ho intenzione di<br />

passarci sopra con tanta leggerezza: agirò<br />

per vie legali. Ho dovuto raccontare<br />

Giulia Buggiani<br />

Carlo Alberto Papini<br />

Elio Berti<br />

<strong>Il</strong>aria Danesi<br />

tutto ai miei genitori: per fortuna hanno<br />

molta fiducia in me, neppure per un attimo<br />

hanno dubitato della falsità di questo<br />

post”. Di Giulia Buggiani, 19 anni, Ragazza<br />

Notizia ha pubblicato la sua foto e<br />

quella dell’ex ragazzo sostenendo che i<br />

“Per fortuna i miei genitori<br />

hanno molta fiducia in<br />

me e non hanno creduto<br />

a niente di quello che era<br />

avevano letto su internet”<br />

due si fossero<br />

lasciati per le<br />

frequenti scappatelle<br />

di lui.<br />

“Sono stata il<br />

suo primo bersaglio.<br />

La prima<br />

volta ha pubblicato una notizia senza<br />

foto, la seconda volta (rettificando quanto<br />

aveva scritto in precedenza) con la mia<br />

immagine e quella del mio ex. Se all’inizio<br />

mi sono fatta una grassa risata, quando è<br />

scesa nello specifico, mi sono infastidita.<br />

Essere sulla bocca di tutti, soprattutto per<br />

queste cose, non è mai piacevole”. Ragazza<br />

Notizia ha colpito anche con Carlo<br />

Alberto Papini, 23 anni, pubblicando la<br />

sua foto e quella di un amico sostenendo<br />

che uno avesse “rubato” la fidanzata<br />

all’altro. “Nel mio caso la notizia era talmente<br />

ridicola che non posso essermela<br />

presa - afferma - tra l’altro sono<br />

ancora fidanzato e ho sempre un amico.<br />

Elio Berti, 22 anni, per Ragazza Notizia,<br />

è un vero playboy: “Sinceramente non<br />

sono mai stato particolarmente incuriosito<br />

da questa cosa. Sono stati i miei amici a<br />

dirmi le notizie su di me. La mia reazione<br />

è stata ironica: se una persona decide di<br />

rendere pubbliche questioni che riguardano<br />

altri dovrebbe almeno assicurarsi<br />

che siano corrispondenti al vero. Nel mio<br />

caso, non lo erano affatto e per questo<br />

non mi interessa niente”.<br />

non perdere l’opportunità di apparire<br />

per la pubblicità su questo mensile<br />

chiama lo 0572.386198


7<br />

paparazzi<br />

Esplode il gossip on line<br />

Arriva Ragazza Notizia<br />

Direttamente dagli States, è sbarcata anche<br />

in Valdinievole la versione nostrana<br />

di Gossip Girl, per la gioia degli amanti<br />

dei pettegolezzi. Con conseguenze,<br />

però, del tutto inaspettate. Teatro delle<br />

rivelazioni scottanti di un’anonima utente,<br />

registrata on line con lo pseudonimo<br />

di Ragazza Notizia è stato, per qualche<br />

settimana, il social network più famoso<br />

del momento: Facebook. Andiamo con<br />

ordine. Prendendo ispirazione dal successo<br />

di questa nota serie americana<br />

(Gossip Girl, appunto), in cui una misteriosa<br />

blogger, di cui nes- s u n o<br />

c o n o s c e<br />

Servizio di<br />

Diletta Severi<br />

l ’ i d e n t i t à ,<br />

pubblica sul proprio blog le notizie riguardanti<br />

tutti i protagonisti della serie,<br />

la nostrana Ragazza Notizia ha deciso di<br />

imitare i passi del suo alter ego americano.<br />

Per qualche giorno, infatti, la sua<br />

bacheca su Facebook è stata popolata<br />

da piccanti notizie riguardanti la vita, soprattutto<br />

sentimentale, di giovani abitanti<br />

valdinievolini. Ed ecco, allora, che aspiranti<br />

dongiovanni vengono immortalati in<br />

situazioni compromettenti, per la gioia di<br />

fidanzate ignare. O ancora, coppie che<br />

nascono, coppie che scoppiano, amici<br />

che si soffiano a vicenda le ragazze. Popolarità<br />

alle stelle, lista di amicizie in continua<br />

crescita e commenti piccanti di chi<br />

è stato (forse) colto in fallo. Ma dall’innocua<br />

chiacchiera alla calunnia o alla vera<br />

e propria diffamazione, il passo è breve.<br />

Ragazza Notizia pubblica, infatti, una notizia<br />

(in gergo, post) su una ragazza, in cui<br />

si insinua che abbia abbandonato gli<br />

studi per problemi<br />

di droga. Da questo<br />

punto, l’attività on line<br />

dell’anonima utente si<br />

interrompe. Nei giorni<br />

successivi si diceva<br />

c h e<br />

qualcuno<br />

avesse denunciato Ragazza Notizia.<br />

Chi è Ragazza Notizia? Nessuno<br />

ancora lo sa (e chi lo sa tace), a maggior<br />

ragione adesso. Nel frattempo, il suo<br />

profilo su Facebook è sparito (rimosso<br />

volontariamente o dal social network),<br />

lasciando il posto a una serie incredibile<br />

di emulatori (da Pescia, da Napoli, dal<br />

Nord Italia). L’unica certezza che abbiamo<br />

sull’attività di Ragazza Notizia (per<br />

sua stessa ammissione, confidata a più<br />

di una persona contattata per questo<br />

articolo) è che si serviva di segnalatori<br />

esterni per reperire notizie.<br />

Tutti nel vortice del social network, ecco cos’è<br />

FACEBOOK è il più popolare sito di social network<br />

ad accesso gratuito. Gli utenti creano profili<br />

che spesso contengono foto e liste di interessi<br />

personali, scambiano messaggi privati o pubblici<br />

e fanno parte di gruppi di amici. La visione dei<br />

dati dettagliati del profilo è ristretta ad utenti della<br />

stessa rete o di amici confermati. <strong>Il</strong> POST è il<br />

messaggio che viene lasciato da un utente sulla<br />

bacheca pubblica di un altro utente. La BACHE-<br />

CA è la spazio pubblico condiviso con altri utenti<br />

che rientrano nella lista delle amicizie. Può essere<br />

personalizzata con la descrizione di uno “stato”,<br />

con la pubblicazione di link e con i messaggi che<br />

gli altri utenti lasciano scritti.<br />

di Elisabetta Rossi<br />

Psicologa e<br />

Psicoterapeuta<br />

“<strong>Il</strong> pettegolezzo<br />

è affascinante”<br />

<strong>Il</strong> “pettegolezzo”, il far sapere<br />

e il venire a sapere<br />

sono letti come incentivazioni<br />

o giustificazioni dei<br />

tipi di comportamento:<br />

entrambi costituiscono il<br />

tessuto connettivo delle<br />

interazioni, in quanto sono<br />

i fattori principali dell’unità<br />

e della continuità dei gruppi<br />

umani e il veicolo della<br />

loro cultura. “Pettegolezzo”<br />

nasce dalla chiacchiera<br />

sociale e infatti è<br />

una verità non verificabile,<br />

la cui infondatezza non<br />

rappresenta un limite, ma<br />

addirittura un fascino per<br />

la possibilità che offre di<br />

immaginare. Ovviamente<br />

non tutte le dicerie sono<br />

false, ma buona parte di<br />

esse lo sono e la cosa che<br />

più sorprende è la nostra<br />

mancanza di senso critico<br />

nel sentire certe storie<br />

strampalate e soprattutto<br />

la nostra disponibilità<br />

inconscia a continuare a<br />

trasmettere agli altri cose<br />

in cui non crediamo o crediamo<br />

solo a metà. L’interesse<br />

per il pettegolezzo<br />

nasce dalla constatazione<br />

della sua onnipresenza: a<br />

partire dalla sua intrusione<br />

nei rapporti sociali che<br />

una persona instaura sin<br />

dai primi anni di vita, fino<br />

alla sua rilevanza entro i<br />

comuni mezzi di comunicazione<br />

di massa. Si possono<br />

verificare casi in cui<br />

le “malelingue” scatenano<br />

tempeste psicologiche<br />

o addirittura sociali che<br />

producono conseguenze<br />

poco piacevoli.


8<br />

il giullare va a scuola<br />

Arriva l’università<br />

per investigatori<br />

C<br />

Servizio di<br />

Chiara Cavalli<br />

SI: Scena del crimine (CSI: Crime Scene<br />

Investigation) nasce tra Pieve a Nievole e<br />

Roma. Ma non si tratta del set non è il set<br />

di un film. E’ in arrivo la prima università in<br />

Valdinievole: corso di laurea in Scienze<br />

e Tecniche Psicologiche con indirizzo in<br />

scienze criminali.<br />

Un “Csi”, crime scene investigation che vede<br />

protagoniste due città o meglio il comune di<br />

Pieve a Nievole e Caput Mundi: Roma, con<br />

la sua Università degli studi telematica Guglielmo<br />

Marconi, di Via Plinio 44, nel quartiere<br />

Prati. Una grandissima occasione per<br />

tutti i ragazzi delle nostre zone e delle zone<br />

limitrofe, da far invidia alle più note città toscane.<br />

I ragazzi potranno seguire le lezioni<br />

nei locali dell’ istituto comprensivo statale<br />

Gallileo Galilei di Pieve a Nievole in via della<br />

Libertà 5.<br />

“Abbiamo deciso di aprire una università<br />

non statale, riconosciuta giuridicamente<br />

dallo Stato, al pari dell’Università Commerciale<br />

Bocconi e della Cattolica di Milano -<br />

commenta Saverio Fortunato, Presidente<br />

del corso di laurea - è una laurea di primo<br />

livello, che non richiede la frequenza e alla<br />

quale si accede con il diploma di scuola<br />

superiore e consente l’accesso alla specialistica<br />

in Psicologia o altre specialistiche.<br />

Sono venti le materie di esame - sottolinea<br />

- esami da affontare nell’arco di tre anni<br />

accademici con il raggiungimento di 180<br />

crediti. Dieci sono gli esami nelle materie<br />

psicologiche che si possono seguire on<br />

line o addirittura su alcuni tipi di cellulari”.<br />

Le lezioni delle altre dieci materie dell’area<br />

di criminologia, invece, si possono seguire<br />

nella sede di Pieve e sempre qui si terranno<br />

gli esami, comprese le sedute<br />

di laurea. <strong>Il</strong> corso ha stipulato<br />

alcune convenzioni con le forze<br />

dell’ordine, le polizie locali della<br />

Liguria, Emilia Romagna, Lazio,<br />

Lombardia e con l’Associazione<br />

“CSI” Periti e Consulenti Forensi<br />

di Firenze. E Le iscrizioni sono<br />

aperte, fino al 30 novembre, on<br />

line sul sito www.criminologia.it o<br />

dell’università www.unimarconi.it.<br />

<strong>Il</strong> 1 dicembre inizieranno le lezioni<br />

dell’area psicologica on line.<br />

I DOCENTI<br />

Al momento sono quattro i nomi noti tra<br />

i docenti presenti all’interno del corso di<br />

laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche:<br />

Saverio Fortunato, presidente e coordinatore<br />

del corso di laurea e insegnante nelle<br />

discipline criminologiche del primo, secondo<br />

e terzo anno: criminologia generale, criminologia<br />

minorile, criminologia clinica. Per<br />

“Investigazione e Intelligence” il docente è<br />

Marco Capparella, noto Capitano Arma dei<br />

Carabinieri dell’Aquila. Domenico Libertini,<br />

Colonnello Arma dei Carabinieri Lazio, docente<br />

in Sicurezza. L’altro professore è Aldo<br />

Giubilaro, Sostituto Procuratore Generale<br />

alla Corte d’Appello di Firenze, che insegnerà<br />

elementi di diritto penale e di diritto<br />

penale processuale. Seguiranno altre figure<br />

autorevoli del posto nel campo della sicurezza,<br />

scena del crimine e criminalistica.


9<br />

il giullare va a scuola<br />

“Studiano<br />

solo i ricchi?”<br />

È<br />

Servizio di<br />

Benedetta Lotti<br />

autunno, insieme ai maglioni e<br />

al raffreddore tiriamo fuori i libri<br />

e ci prepariamo alla scuola.<br />

Noi de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” siamo curiosi,<br />

un po’ nostalgici dei vecchi<br />

banchi e volendo unirci al<br />

clima scolastico, prima di tutto<br />

ci chiediamo: “Quanto dovremmo<br />

spendere per acquistare<br />

tutto il materiale occorrente?”.<br />

Come per tutte le cose è giusto<br />

partire dall’inizio: dalle scuole<br />

Elementari. <strong>Il</strong> problema qui è,<br />

almeno in parte, superato, visto<br />

che i testi scolastici sono offerti<br />

dallo stato fino alla classe quinta.<br />

Ma certo non possiamo presentarci<br />

a scuola senza cartella,<br />

astuccio, penne, matite,<br />

quaderni. Se poi ci lasciamo<br />

affascinare dalle marche di ultima<br />

generazione, come Comix<br />

o Sweet Years, i costi variano<br />

tra i 32,00 e i 49,00 euro per<br />

gli zaini all’ultima moda. Per un<br />

astuccio grande a scomparti ci<br />

aggiriamo tra i 25 e i 30 euro,<br />

mentre per quello piccolo a bustina<br />

sui 15,00. Come tralasciare<br />

i quaderni con le immagini<br />

dei cartoni<br />

animati, per i<br />

quali si va da<br />

uno a due euro?<br />

Dato che siamo<br />

p a r t i t i , d o b b i a m o<br />

necessariamente continuare<br />

e allora eccoci arrivati,<br />

a buon diritto, in prima media.<br />

Soltanto per i libri abbiamo<br />

speso circa 300 euro. Ma adesso<br />

non bastano più quaderni,<br />

penne e astucci, diventano necessari<br />

anche righelli, squadre,<br />

goniometri, album da disegno, penne a<br />

china e lapis a mina. Quindi è necessario<br />

rimettere mano alle tasche. In seconda<br />

e terza media il costo dei libri di testo<br />

rimane sui 200 euro complessivi, mentre<br />

è entrando alle scuole superiori,<br />

che non sono più dell’obbligo, anche<br />

se oggi tutti ci si iscrivono, che si<br />

superano, spesso, i 300 euro ogni<br />

anno solo per i libri. Dopodiché<br />

non sappiamo se continueremo<br />

i nostri studi oltre,<br />

perché all’università i libri (per<br />

fortuna) li possiamo parzialmente<br />

fotocopiare o è possibile usufruire delle<br />

dispense fornite dai docenti. Intanto, usciamo<br />

dalla libreria e le nostre tasche iniziano a<br />

piangere. Come faremo a garantire ai nostri figli<br />

un’istruzione al passo con i tempi? E’ vero, quindi,<br />

che la scuola statale se la possono permettere<br />

tutti oppure è solo un privilegio per i ricchi?<br />

Una cartella griffata<br />

da scuole elementari<br />

costa circa 40 euro.<br />

Solo per i libri chi si<br />

iscrive alle medie spende<br />

300 euro. Al liceo si va<br />

anche oltre, senza calcolare<br />

quaderni, diari,<br />

penne e astucci


10<br />

fenomeni<br />

“Con la mia cucina<br />

metto in tavola l’arte”<br />

T<br />

Servizio di<br />

Benedetta Lotti<br />

ante ragazze l’avranno sognato in cucina guardandolo<br />

alla “Prova del cuoco”, mentre preparava una<br />

delle sue nuove e frizzanti ricette. Forse poche sanno<br />

che lui, Simone Rugiati, lo chef toscano più mediatico<br />

degli ultimi anni, è un prodotto nostrano: classe<br />

1981, diplomato nel 2000 all’ Istituto Alberghiero di<br />

Montecatini Terme. Simone è partito da zero,come<br />

un qualsiasi altro suo coetaneo, lavorava part-time<br />

nei ristoranti e seguiva la sua squadra, giocando a<br />

pallavolo nella Nazionale Under 21. La svolta è arrivata<br />

quando meno se l’aspettava: si trovava all’Isola<br />

d’Elba e faceva l’aiuto cuoco da primavera a fine<br />

estate, finchè lo chef se n’è andato e la responsabilità<br />

della cucina è passata nelle sue mani: “Dovevo<br />

Una ricetta di<br />

Simone Rugiati<br />

per il <strong>Giullare</strong><br />

Ravioli di grano saraceno<br />

spinacino<br />

Scorza di limone<br />

Scampi crudi<br />

Lessare il tutto in una bisque<br />

fatta di scampi,fare bollire<br />

e in questo brodo<br />

far cuocere i ravioli.<br />

inventarmi di essere bravo” - ci racconta. Dopo la paura<br />

iniziale, il nostro “principiante” ha cominciato a riuscire<br />

nei suoi piatti, tanto che bravo c’è diventato davvero,<br />

iniziando ad annoiarsi a fare sempre le stesse cose. A<br />

soli 21 anni parte e se ne va a Parma dove inizia a lavorare<br />

alla rivista “La mia cucina”. Qui ben presto diventa<br />

il cuoco ufficiale, nel senso che spetta a lui inventare e<br />

fotografare le nuove ricette che verranno poi pubblicate<br />

sul giornale. Questa è la palestra più importante dove<br />

dà libero sfogo alla sua creatività sempre in fermento.<br />

La collaborazione con la rivista dura cinque anni, che<br />

fruttano oltre duecento libri di cucina. Ma sappiamo che<br />

il camaleontico Simone non riesce a coprire gli stessi<br />

panni nel solito posto per troppo tempo. Così, da un<br />

momento all’altro, lo troviamo su Rai, Alice, il Gambero<br />

Rosso, Fox. Cosa c’entra Simone con il mondo della televisione?<br />

“Cercavano dei cuochi per Mediaset - spiega<br />

- andai semplicemente al casting e mi presero subito”.<br />

Oggi Simone Rugiati dall’Alberghiero di Montecatini, ha<br />

un suo spazio su Rai1, dal titolo “Sfida allo chef” che<br />

va in onda tutti i giovedì a mezzogiorno, ha una rubrica<br />

“Gambero Rosso” che si rivolge soprattutto a chi non<br />

ha esperienza in ambito culinario e consiglia piatti semplici<br />

per poi dimostrare che si possono realizzare anche<br />

solo con cinque euro di spesa. E’ impossibile stancarsi<br />

di lui, non ci stupisce certo che da a aprile ad agosto del<br />

2010, sarà in giro per le capitali europee come testimone<br />

di una Fiera che promuove i prodotti dei Paesi che<br />

si affacciano sul Mediterraneo. Questo non deve però<br />

scoraggiare le sue fans che possono sempre sperare di<br />

incontrarlo da metà ottobre nel suo “Food Loft”, centro<br />

multifunzionale che verrà costruito a Milano: un grande<br />

complesso basato sulla cucina, in cui Simone avrà una<br />

sua postazione video, base dei suoi format. All’interno si<br />

effettueranno corsi di cucina e ci sarà un ristorante vero<br />

e proprio per trenta persone, aperto solo la sera, e infine<br />

un elegante club. Simone Rugiati è un vulcano di idee:<br />

da poco è uscito anche il suo ultimo libro “<strong>Il</strong> gusto di<br />

sedurre”. “All’alberghiero di Montecatini - sottolinea - ho<br />

imparato tutto da un punto di vista teorico, è chiaro che<br />

per inventare sempre nuove ricette è necessario sapere<br />

la chimica, conoscere la Scienza dell’alimentazione”. Ci<br />

conforta sapere che, anche un camaleonte con il cappello<br />

da chef come lui, unisca ai piatti i sapori della sua<br />

terra, la Toscana.


Simone Rugiati e il suo libro<br />

“<strong>Il</strong> Gusto di sedurre” (Rizzoli)<br />

La cucina può rivelarsi una fonte di grande seduzione<br />

capace di coinvolgere, oltre al gusto, tutti i sensi. Simone<br />

Rugiati è un vero maestro in questo campo: stupisce<br />

e conquista chiunque con i suoi piatti e il suo savoir faire.<br />

E in questo libro ha deciso di rivelare le ricette e i segreti<br />

per preparare prelibatezze seducenti ma allo stesso<br />

tempo semplici, anche<br />

per cuochi alle prime armi.<br />

E così, guidati dall’abilità<br />

di Simone, prendere per<br />

la gola la propria dolce<br />

metà diventerà un gioco<br />

da ragazzi: sfiziosi finger<br />

food, rinfrescanti cocktail,<br />

originali primi piatti, esotici<br />

secondi e invoglianti dolci<br />

saranno perfette armi di<br />

seduzione.


12<br />

il cuoco dei vip<br />

“Vi racconto io<br />

i gusti delle star”<br />

Nelle foto Angelo Cardelli<br />

all’inizio della carriera<br />

con Gianfranco Fini<br />

A fianco lo chef con l’attrice<br />

americana Liz Hurley<br />

H<br />

a preparato cene alle star di tutto il mondo.<br />

E conosce tutti i loro segreti. La storia<br />

è quella di Angelo Cardelli, 40 anni, chef di<br />

livello internazionale che vive a Chiesina Uzzanese.<br />

Tutto iniziò nella primavera 1996.<br />

“Lavoravo negli hotel di Montecatini, dove<br />

avevo iniziato la mia carriera - afferma - il<br />

mio maestro è stato infatti Simonetto Sorini,<br />

all’Hotel Astoria. Sentivo che la cucina<br />

per me era qualcusa di creativo, non solo<br />

quello di preparare le classiche portate. Allora<br />

mi informai a Viareggio e conobbi il comandante<br />

dello yacht dello stilista Valentino<br />

Garavani, così mi chiese di fare una prova”.<br />

Angelo Cardelli, accettò la proposta e si<br />

trasferì a casa di Valentino tre giorni. “Dovevo<br />

preparargli cene, pranzi e spuntini.<br />

Rimase soddisfatto e mi propose di lavorare<br />

per lui. Penso di averlo conquistato<br />

con gli gnocchi di patate al pomodoro<br />

e basilico, mi diceva che non li aveva mai<br />

mangiati così buoni. Poi andava pazzo<br />

per i miei biscotti, i cioccolatini e i gelati”.<br />

Un inizio di carriera in salita per Cardelli,<br />

che diventò chef dello yacht dello stilista.<br />

“<strong>Il</strong> primo anno è stato impegnativo, perché<br />

la lontananza dalla mia famiglia e dalle<br />

mie origini, non mi faceva stare tranquillo.<br />

Così al termine della stagione lasciai”. Un<br />

periodo di transizione, fino alla seconda<br />

chiamata. “Mi trovavo a S.Tropez, perché<br />

ero a lavorare per un imprenditore<br />

milanese e Valentino, quando seppe che<br />

ero vicino alla loro barca, mi fece chiamare<br />

e mi chiese di tornare a lavorare per<br />

lui. Lusingato dalla proposta, accettai”.<br />

Dallo yacht, allo chef personale. “Sì, iniziai<br />

a lavorare per Valentino in qualsiasi grande<br />

occasione. Dai party dopo le sfilate e<br />

grandissime feste negli Usa e a Londra. Ho<br />

incontrato personaggi di calibro mondiale<br />

- racconta con entusiasmo - Madonna,<br />

un giorno mi fece impazzire per trovare la<br />

carne di bue di Kobe e solo quando iniziai<br />

a prepararla mi disse che era il pasto per i<br />

cani, Gianni Agnelli e anche la principessa<br />

Diana Spencer e Dodi Al Fayed. Al magnate<br />

arabo e alla ex principessa preparai una<br />

cena sullo yacht di Valentino pochi giorni<br />

prima del tragico incidente dove entrambi<br />

persero la vita. Al termine della serata,<br />

Diana scese in cucina per ringraziarmi”.<br />

E poi attori, modelli, modelle, Angelo Cardelli<br />

potrebbe scrivere un’enciclopedia su<br />

quello che mangiano i personaggi: “Ho preparato<br />

il party per il compleanno di Gwyneth<br />

Paltrow e ho conosciuto benissimo<br />

Liz Hurley e Tom Hanks”. Dopo 7 anni alle<br />

dipendenze di Valentino, lo hanno chiamato<br />

per eventi speciali De Benedetti, Colaninno<br />

e molti altri. Ora Angelo, tornato a vivere in<br />

Valdinievole, ha ancora un sogno: “Vorrei<br />

creare il ristorante della salute a Montecatini,<br />

tutto a base di prodotti natuali, senza<br />

condimenti”. Sarebbe il primo al mondo.


Piatto<br />

Ricco<br />

La carbonara al petto<br />

d’oca affumicato<br />

PIATTO RICCO è la nuova rubrica fissa de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”,<br />

rivolta agli amanti della buona cucina, ma anche alle<br />

donne che in queste pagine possono trovare idee per<br />

soddisfare le richieste della famiglia. Ogni mese infatti verrà<br />

proposta una ricetta dai massimi esperti chef della<br />

Valdinievole che dovrà abbinare la tradizione toscana e<br />

i prodotti locali con l’innovazione della cucina moderna.<br />

PIATTO RICCO è anche una specie di “Posta del cuoco”.<br />

I nostri chef, a turno, infatti risponderanno alle richieste e<br />

alle esigenze dei nostri lettori che potranno scrivere una<br />

mail all’indirizzo: direttore@ilgiullare.com e avere risposte<br />

precise su qualsiasi ricetta. Le mail (devono contenere<br />

sempe nome, cognome, indirizzo del destinatario o<br />

almeno il paese di residenza) saranno pubblicate su questa<br />

pagina, insieme alle ricette. Potete anche proporvi come<br />

chef de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” e diventerete anche voi protagonisti di<br />

.... PIATTO RICCO...<br />

In questo numero, nella prima pubblicazione della rubrica di<br />

cucina, abbiamo scelto Leonello Spadoni, 53 anni, conosciutissimo<br />

chef della Valdinievole e proprietario, insieme alla<br />

famiglia del ristorante “La Favola Mia” di Chiesina Uzzanese.<br />

Per i nostri lettori si è prestato nella preparazione di un piatto<br />

originale da lui lanciato qualche anno fa: la carbonara al petto<br />

d’oca affumicato.<br />

“Ho scelto questo piatto perché è di facile realizzazione,<br />

ma con un gusto assolutamente diverso dalla<br />

tradizionale carbonara con uova e pancetta. L’oca lo<br />

rende più leggero e particolare”.<br />

LA RICETTA DI “PIATTO RICCO”<br />

160 grammi di pappardelle fresche all’uovo<br />

180 grammi di petto d’oca affumicato di prima qualità<br />

2 tuorli di uova fresche<br />

2 tazzine da caffè di panna<br />

1 tazzina da caffè di vino bianco<br />

1 mano di prezzemolo<br />

Tagliare il petto d’oca a concassé (a dadi) farlo imbrunire<br />

nell’olio in una padella possibilmente antiaderente quindi versare<br />

il vino bianco e un pochino d’acqua per la cottura. Mettere<br />

a cuocere le pappardelle, toglierle dall’acqua al dente e<br />

saltarle nella padella con il petto d’oca. Spegnete il fuoco,<br />

mescolate la panna e le uova in una ciotola e quindi versatele<br />

nella padella. Saltare tutto a fuoco spento, mantecate la<br />

pasta con il sugo di carbonara di petto d’oca e preparate il<br />

piatto da servire con una spruzzata di prezzemolo.


14<br />

la nuova enoteca<br />

“<strong>Il</strong> più buon vino<br />

del mondo è qui”<br />

U<br />

na buona cena è, per forza, accompagnata da<br />

un vino di prima qualità. Ed ecco che noi de “<strong>Il</strong><br />

<strong>Giullare</strong>” ci siamo rivolti all’enologo più conosciuto<br />

della Valdinievole. Stiamo parlando di Alessio Malucchi,<br />

33 anni, imprenditore e ormai un nome che<br />

si affianca al buon bere. La sua ultima creazione<br />

è la nuovissima enoteca aperta proprio nel centro<br />

storico di Pescia, in via Andreotti. Un angolo di<br />

paradiso per gli amanti del vino.<br />

“Ho aperto questo negozio per alimentare la conoscenza<br />

del vino che è la bevanda più pregiata e<br />

che caratterizza l’Italia in tutto il mondo”. Malucchi<br />

è leader nel settore del vino e degli champagne<br />

in Toscana. “Abbiamo in totale 2400 etichette di<br />

vino, i più importanti al mondo e con la mia azienda,<br />

siamo fornitori di 250 ristoranti anche oltre la<br />

Toscana”. Oltre a Pescia, Malucchi è titolare di<br />

un’altra storica enoteca a Pieve a Nievole, precisamente<br />

Via Nova. “Da 35 anni con la mia famiglia<br />

lavoriamo nel settore della gastonomia e macelleria.<br />

Da un decennio invece io ho fatto diventare<br />

un lavoro, ampliando i nostri affari, quella che era<br />

la mia grande passione per il vino”. Nella nuovissima<br />

enoteca di Pescia, anche la gli strumenti<br />

sono all’avanguardia. Infatti le grandi etichette,<br />

tipo Tignanello, Sassicaia, Ornellaia, Amarone veneto,<br />

vengono serviti con il nuovissimo sistema<br />

easy wine, che è la tecnologia del momento per<br />

il dosaggio di vini e l’erogazione a base di azoto.<br />

Un sistema che mantiene inalterata la qualità del<br />

vino per circa un mese e viene servito nelle dosi<br />

giuste e alla temperatura giusta. “Abbiamo scelto<br />

la macchina con dodici bocche per l’erogazione -<br />

afferma Alessio Malucchi - una cosa simile si può<br />

trovare solo a Bolgheri o a Montalcino”. Non solo<br />

vino all’enoteca Malucchi, ma anche champagne<br />

pregiatissimi. “Sì abbiamo anche oltre 200 etichette<br />

di champagne”. E poi iniziative e aperitivi a base<br />

di ottimo vino: “Oltre alla possibilità di comprare<br />

bottiglie di vino e champagne delle migliori etichette,<br />

all’enoteca è possibile degustarle al tavolo.<br />

<strong>Il</strong> negozio è aperto tutti i giorni e dalle 18 in poi<br />

orgniazziamo aperitivi a base di prodotti gastronimici<br />

tipici della Toscana, accompagnati da pregiati<br />

calici di vino”.<br />

La nuova enoteca Malucchi di Pescia è quindi unica<br />

nel suo genere anche nell’architettura. Quando<br />

si entra sembra di essere in una cantina con un<br />

ampio spazio per le degustazioni con i soffitti in<br />

mattoncini ad archi, nella classica tradizione medievale<br />

della Toscana.<br />

Quale miglior occasione quindi per assaggiare<br />

i migliori vini del mondo in un ambiente innovativo<br />

e giovane, dove si abbinano elevata qualità,<br />

tradizione e originalità? <strong>Il</strong> nostro esperto enologo,<br />

Alessio Malucchi, aspetta anche voi.


15<br />

voi come noi<br />

<strong>Il</strong> Team Giorgi offshore<br />

è una risorsa per il turismo<br />

I consiglieri provinciali del Pdl Marco Onori e Karim<br />

Lapenna hanno partecipato, come ospiti del Team Giorgi<br />

offshore, alla tre giorni del campionato Mondiale offshore<br />

Class1 che si è tenuta sul Lago Maggiore, tra Stresa e le<br />

antistanti Isole Borromee. Siamo venuti qui per l’amicizia<br />

che ci lega con la famiglia Giorgi e per la passione per questo<br />

splendido sport. Qua c’è un grandissimo spettacolo, un<br />

pubblico numerosissimo e in tantissimi per la prima volta<br />

si sono mossi dalla nostra provincia. E’ stato un weekend<br />

meraviglioso, in una location incantevole e abbiamo avuto<br />

modo di apprezzare un’ organizzazione di alto livello. <strong>Il</strong> team<br />

Giorgi offshore dovrebbe essere una risorsa per la provincia<br />

e ogni amministrazione dovrebbe partecipare a eventi<br />

del genere, ottime opportunità di promozione turistica. Lo<br />

diciamo anche dopo ciò che ha affermato Dante Simoncini,<br />

presidente della Bts: “E’ l’anno dedicato al grande tema<br />

Acqua&Sport”. Dispiace che alle parole non seguano<br />

i fatti, specialmente quando un team locale<br />

non è stato nemmeno invitato a partecipare alla<br />

Borsa del turismo sportivo”<br />

ari lettori de<br />

“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”,<br />

questo spazio<br />

è tutto per<br />

voi. E’ nato<br />

per far sentire<br />

la vostra voce su quello<br />

che non vi piace e vi fa arrabbiare.<br />

Non avete coraggio? Ecco la rubrica<br />

“Ce l’ho con...”, non me ne<br />

voglia il collega Maurizio Mosca<br />

per il copyright. Scriveteci sulle<br />

ingiustizie, gli sprechi, le truffe, il<br />

degrado, le vostre storie personali<br />

sottolineando sempre chi o cosa<br />

proprio non sopportate. Tutte le<br />

lettere devono iniziare: “Ce l’ho<br />

con...” e devono essere firmate<br />

dall’autore. Inviatele all’indirizzo<br />

e-mail: direttore@ilgiullare.com<br />

Le discoteche non sono<br />

il vero problema sociale<br />

CE L’HO CON quelli che dicono che il vero problema<br />

dei giovani sono le discoteche e vorrebbero<br />

chiuderle tutte. La verità è che molto spesso non c’è comunicazione<br />

tra le generazioni: i ragazzi spesso si sentono i<br />

padroni del mondo. Gli adulti invece tendono a pensare che<br />

i loro tempi erano migliori di quelli attuali, giudicando sbagliato<br />

tutto quello che va ora di moda: discoteche, generi<br />

musicali, computer, social network. Andando<br />

avanti così non ci sarà mai il progresso. E le discoteche,<br />

per favore, teniamole aperte. C’erano<br />

prima, ci sono ora, ci saranno sempre.<br />

“Dobbiamo<br />

dire...basta!”<br />

Mi sento di dare ancora una volta alcuni<br />

consigli pratici per migliorare la<br />

nostra amatissima Montecatini.<br />

Prima di tutto volevo sottolineare<br />

come in questi giorni sia bellissima;<br />

con questo clima e questa luce mi<br />

sembra passeggiando per la città di<br />

vivere un sogno.<br />

Questa è e sarà la nostra fortuna.<br />

E’ una cosa fondamentale; con tutte<br />

le sue problematiche ha comunque<br />

un alto potenziale di rilancio anche<br />

internazionale. Soprattutto perché<br />

è una cittadina bellissima. Bisogna<br />

prendere decisioni che possono<br />

sembrare impopolari ma di fatto non<br />

lo sono. Bisogna avere il coraggio di<br />

dire basta!<br />

Basta con il mercato del giovedi;<br />

mi sono sempre domandato a chi è<br />

utile il mercato del giovedi. Vicinissimo<br />

al nostro mercato che vende gli<br />

stessi prodotti e vicinissimo a tanti<br />

negozi che vendono le stesse cose<br />

a basso prezzo anche loro.<br />

Quindi gli unici che ne traggono vantaggio<br />

sono gli ambulanti che lo fanno;<br />

e noi montecatinesi gli permettiamo<br />

di venirci a fare concorrenza in<br />

casa nostra?<br />

Basta con manifestazioni tipo le<br />

corse ciclistiche e il rally che passano<br />

dal centro; bisogna capire che sono<br />

loro che hanno bisogno del nome<br />

di Montecatini e non viceversa. E’<br />

quando ci sono occasioni che portano<br />

lustro al nome di Montecatini che<br />

si può e si deve aiutare il più possibile<br />

ad organizzare l’evento. I partecipanti<br />

delle corse ciclistiche in città non<br />

spendono un euro per comprare un<br />

gelato, le sigarette o quant’altro. Lasciano<br />

soltanto i rifiuti a Montecatini.<br />

Sapete quali bagni usano tutte le<br />

persone di questi chiassosi carrozzoni?<br />

Le piante e i cespugli del viale<br />

verdi. Cari amici montecatinesi dove<br />

voi, ed io, portate i vostri figli e nipoti<br />

loro hanno fatto i loro bisogni.<br />

Basta con gazebi, chioschi o<br />

stands sul viale Verdi che hanno solo<br />

l’Accento<br />

di Carlo Taddei<br />

bisogno di mettersi in mostra per il<br />

loro tornaconto; deve essere il contrario<br />

anche in questo caso. Sono<br />

loro, con le loro iniziative, che devono<br />

eventualmente dare un qualcosa<br />

in più al nome della nostra città.<br />

Basta con l’apertura di kebab. I<br />

turisti vengono per vedere la tipicità<br />

della toscana in tutti i suoi aspetti. E’<br />

già stato vietato in tanti piccoli comuni<br />

d’Italia, quindi anche in questo<br />

caso non saremmo i primi. Ma meglio<br />

tardi che mai.<br />

Basta con la moria di piante in<br />

centro senza che vengano reimpiantate.<br />

Ma possibile che si continui a<br />

tagliare piante secolari sul viale Verdi<br />

e non ci poniamo il problema di rimettercele?<br />

Forse il viale più importante<br />

della nostra città è destinato a<br />

diventare una pista d’atterraggio? E<br />

non mi vengano a dire che per ogni<br />

pianta tagliata ne viene reimpiantata<br />

sul campigli o nella nievole. Quelli<br />

che vivono sul campigli o nella nievole<br />

vengono a fare la passeggiata<br />

in centro a Montecatini e vogliono<br />

essere fieri della loro città.<br />

Basta con la prostituzione sulle<br />

strade. A Monsummano, Pieve a<br />

Nievole, Borgo a Buggiano, Pescia,<br />

Collodi, Larciano, Lamporecchio,<br />

Serravalle Pistoiese (potrei continuare.)<br />

non ci sono. A Montecatini<br />

è pieno ogni angolo. Mi chiedo se<br />

continueremo all’infinito a fare finta<br />

di nulla.<br />

Basta non volere bene a Montecatini.<br />

Bisogna pensare prima di tutto a<br />

quello che è giusto fare per la nostra<br />

città. Questo è il primo passo per la<br />

ricostruzione di una città che merita<br />

più rispetto.<br />

Mi permetto anche di dare un consiglio<br />

all’attuale amministrazione: ad<br />

ogni assessorato aggiungete la parola<br />

“turismo”.<br />

Semplice, ma efficace, per ricordarsi<br />

sempre che senza turismo qui si<br />

muore.


16<br />

Campi sportivi o arene<br />

Cosa c’è da rivedere?<br />

stadi<br />

All’inizio si chiamavano arene. La sabbia assorbiva il sangue dei morti e dei feriti. La gente sulle tribune tifava per il gladiatore<br />

più bravo, che non sempre era quello più corretto. Gli arbitri non c’erano. “Vox populi, vox Dei” voce di popolo, voce di Dio<br />

anche se l’ultima parola , o meglio il pollice verso , era dell’imperatore che decideva sulla vita o sulla morte dello sconfitto.<br />

Quindi verso il 70 dopo Cristo venne costruito lo “stadio Olimpico di allora, quel meraviglioso capolavoro di ingegneria e<br />

archittettura che rispondeva al nome di Anfiteatro Flavio e che poi sarebbe stato ribattezzato Colosseo. Ponti mobili, pompe<br />

idrauliche, spogliatoi, mense con ogni genere alimentari, animali esotici e soprattutto tanti duelli all’ultimo sangue, dall’alba al<br />

tramonto. Così persino l’ultimo degli schiavi aveva modo di divertirsi e di non pensare al domani. Poi , con il passare dei<br />

secoli ci fu l’avvento del calcio fiorentino, disciplina oggi chiamata, a nostro avviso dispregiativamente calcio in costume.<br />

Tanto contatto fisico, ovviamente a palla lontana e introduzione di una sorta di arbitro che divideva i più facinorosi a colpi di<br />

spada. E come tanto tempo prima, la sabbia, stavolta per coprire le piazze e facilitarne la pulizia ad avvenimento concluso.<br />

Questo breve preambolo ci è servito per introdurre le arene di oggi, in una Valdinievole culla del football e del campanile. Ma<br />

qual’è l’attuale stato dei nostri impianti? Sicuramente c’è qualcosa da rivedere. Vediamo il dettaglio.<br />

Servizio di<br />

Roberto Grazzini<br />

Foto di Cristiano Bianchi<br />

STADIO<br />

S.PERTINI<br />

Ponte Buggianese<br />

E’ l’ultimo nato in Valdinievole e quindi quello che ha<br />

meno bisogno di interventi sebbene il terreno sia<br />

stato rivisitato e corretto. Ha il nome del partigiano come<br />

presidente (cantava Cotugno).<br />

A Ponte praticamente quasi ogni frazione ha il campo<br />

sportivo ed esiste anche un comitato che difende strenuamente<br />

il “Banditori”, palcoscenico storico del calcio<br />

nostrano che sorge praticamente in centro. Una fossa<br />

inespugnabile che da sempre incute timore agli<br />

avversari dei pontigiani. Più dispersivo il “Pertini”, ma<br />

decisamente più funzionale.<br />

STADIO<br />

IDILIO CEI<br />

Larciano<br />

Ha preso a tutti gli effetti il ruolo ma non la location del<br />

vecchio comunale, abbattuto per far posto al centro<br />

commerciale ed a nuovi appartamenti. Deve il nome<br />

all’ex portiere della Lazio (290 gare ufficiali in biancazzurro),<br />

gloria cittadina, scomparso 13 anni orsono. L’ultimo<br />

tratto di strada prima del parcheggio è stretto. Niente<br />

pista alla moda anglosassone mentre il manto erboso è<br />

discerto, grazie alle cure degli addetti ed all’uso dell’attiguo<br />

sussidiario. Per quel che riguarda le tribune c’è<br />

vento pure in piena estate e l’altezza dei gradoni non<br />

aiuta chi ha le gambe corte. I nidi di piccioni sotto la<br />

copertura sono un altro piccolo problema. Funzionali gli<br />

spogliatoi, dove si trova la segreteria, l’infermeria ed altri<br />

spazi sapientemente utilizzati.<br />

Buona l’illuminazione. Ci gioca la Larcianese<br />

CAMPO SPORTIVO<br />

BRAMALEGNO<br />

Chiesina Uzzanese<br />

Nasce nell’immediato dopoguerra e prende il nome della<br />

zona in cui sorge. Niente pista e pubblico caliente alla<br />

rete. Negli anni 80 la tribuna viene coperta e nei primi<br />

anni 90 nasce il sussidiario ed i nuovi spogliatoi. Ha<br />

cercato faticosamente di adeguarsi ai tempi pur mantenendo<br />

un fascino “vintage”. Con la punta degli ombrelli<br />

si può, fortunatamente solo in teoria, colpire arbitro<br />

e/o giocatori attraverso la rete. Le tribune in cemento<br />

non sono troppo comode e spesso la gente segue la<br />

partita in piedi. Ospita le gare di Chiesina e Molin Nuovo.<br />

Drenaggio discreto penalizzato dalle tante partite. Buona<br />

l’illuminazione<br />

COMUNALE<br />

DI VIA ANCONA<br />

Pieve a Nievole<br />

<strong>Il</strong> tempo pare essersi fermato alla Pieve. L’odore del sabbione<br />

ti entra nelle narici in questa arena che fa da anello<br />

di congiunzione con quelle degli antichi romani, citate in<br />

precedenza. La vecchia tribuna prefabbricata rimbombava<br />

al calpestio ritmico dei sostenitori bianconeri e la<br />

gente urlava scuotendo la rete. Niente è cambiato come<br />

la luce fioca dei riflettori con diversi coni d’ombra. Avrebbe<br />

bisogno di parecchi interventi ma può pure restare<br />

così com’è, tempio di quel sano agonismo che non c’è<br />

più. Tatticamente è un’arma in più per la Pieve


stadi<br />

STADIO<br />

D.MARIOTTI<br />

Montecatini Terme<br />

Imponente struttura che ha vissuto i fasti della serie C,<br />

ebbe il manto completamente distrutto dai Tir e dagli<br />

stand dalla Festa dell’Amicizia nell’estate del 1990.<br />

Da allora, nonostante alcuni importanti intereventi, il<br />

dreanaggio è risultato in parte compromesso. Comincia<br />

ad avere i suoi anni, pur restando sempre un piccolo<br />

capolavoro artistico. La tribuna coperta a due piani, dal<br />

soffitto avveniristico è il pezzo forte mentre fa un po’ più<br />

inquietudine il fossato anti - invasione. Gli spogliatoi,<br />

esternamente accettabili, avrebbero necessità di<br />

qualche ammodernamento. Eccezionale l’illuminazione,<br />

totalmente rifatta poco prima del nuovo millennio. Riguardo<br />

al nome, Daniele Mariotti era un giovane giocatore<br />

del Montecatini morto in un incidente stradale. Oltre<br />

allo stadio, esiste anche un memorial “Mariotti”. Niente<br />

invece ricorda Amos Mariani, l’eroe di Wembley, ex<br />

nazionale ed ex ala di Milan, Juventus e Napoli. Forse<br />

intitolargli il sussidiario non sarebbe una cattiva idea.<br />

CENTRO<br />

I GIARDINETTI<br />

Lamporecchio<br />

Relativamente moderno. Accovacciato nell’accattivante<br />

scenario antistante Villa Rospigliosi, assomiglia molto alle<br />

Club House inglesi, con tanto di campi da tennis. L’unico<br />

difetto della tribuna coperta sono i gradini troppo alti,<br />

un problema che riscontreremo anche in altri impianti.<br />

Menzione speciale per gli spogliatoi recentemente rammodernati,<br />

molto confortevoli e spaziosi, con i finestroni<br />

che ricordano le prime opere di Andy Wahrol. Sopra gli<br />

spogliatoi c’è il campo sussidiario nato a metà degli anni<br />

80. Ospita le gare della Lampo, società che in questa<br />

stagione spegne ben 90 candeline sulla torta<br />

STADIO<br />

DEI FIORI<br />

Pescia<br />

E come avrebbe potuto chiamarsi il campo di battaglia<br />

sportivo della patria del commercio florerale? Look<br />

totalmente rifatto, ahimè tribune escluse, per il glorioso<br />

stadio pesciatino a riposo assoluto nella scorsa stagione.<br />

Maquillage azzeccato. Erba perfetta e pista sistemata.<br />

Però quei gradoni sono troppo pericolosi in altezza.<br />

<strong>Il</strong> bar, una sorta di capannone, non è poi il massimo<br />

dell’estetica. E’ la tana del PesciaUzzansese dopo la<br />

fusione avvenuta lo scorso anno.<br />

CAMPO<br />

L.NICCOLAI<br />

Marliana<br />

E’ il classico esempio di quanto l’amore e la volontà<br />

dei dirigenti, in questo del Gs Marliana, contano nella<br />

gestione di un impianto sportivo. Edificato in mezzo ad<br />

un bosco, è veramente un gioiellino, arrichito da questa<br />

stagione dalla nuova tribuna. Più triste purtroppo la<br />

storia del sodalizio rossoblu che nell’ultimo decennio ha<br />

perso, per maledetti incidenti stradali lo stesso Lorenzo<br />

Niccolai e Luigi Lavorini.<br />

STADIO<br />

LA PALAGINA<br />

Pieve a Nievole - Via Nova<br />

Campo centrale discreto ed usato con la dovuta parsimonia<br />

causa un drenaggio non eccelso. In compenso<br />

è stato da pochi giorni inaugurato il sussidiario in erba<br />

sintetica di ultima generazione oltre ad un campo di<br />

calcio a cinque sempre dello stesso materiale. Anche le<br />

tribune sui due campi sono praticamente nuove. Grosso<br />

investimento da parte del patron Romani, presidente<br />

del Via Nova che punta ad un ulteriore rafforzamento<br />

del settore giovanile. Fra poco partiranno i lavori per in<br />

punto di ristoro e di aggregazione che sarà situato fra i<br />

due campi. Lavoro titanico.<br />

STADIO<br />

A. BENEDETTI<br />

Borgo a Buggiano<br />

Fu un’opera che richiese parecchio tempo ma ne valse<br />

la pena perché adesso è uno degli impianti migliori del<br />

comprensorio valdinievolino. Lo stadio è intitolato allo<br />

sfortunato Alberto Benedetti ragazzo eccezionale a<br />

cui tutti al Borgo volevano un sacco di bene e grande<br />

portiere, prematuramente scomparso in un incidente<br />

stradale. <strong>Il</strong> fiore all’occhiello è lo spettacolare manto erboso<br />

ed il drenaggio pressoché perfetto. Sotto la tribuna<br />

coperta sono incavati il bar e la segreteria. Zona spogliatoi<br />

immensa con parcheggio privato ed interno per i<br />

giocatori. Dentro l’impianto c’è il campo sussidaiario in<br />

terra rossa, nome della via che costeggia l’impianto. Le<br />

giovanili giocano invece al vicinissimo Bonelli, per decenni<br />

casa della prima squadra azzurra. Fondo in terra<br />

battuta ma spogliatoi totalmente rinnovati.<br />

STADIO<br />

R.STRULLI<br />

Monsummano Terme<br />

<strong>Il</strong> tragico trait -d’union che lega i grandi portieri nostrani<br />

che non ci sono più prosegue con Roberto Strulli, che<br />

lasciò la vita sul campo di gioco nel 1965, a soli 27 anni,<br />

quando difendeva la porta dell’Ascoli in uno scontro fortuito<br />

con Caposciutti, attaccante della Sambenedettese.<br />

La sua Monsummano gli dedicò lo stadio, teatro di tante<br />

epiche battaglie con il Montecatini e della storica sfida<br />

con la Pistoiese ai tempi gloriosi dell’Unione Valdinievole.<br />

E’ l’unico impianto con gli spogliatoi sotterranei, rispolverando<br />

ancora una volta la moda degli antichi gladiatori.<br />

La tribuna coperta ha ancora le stecche di legno per non<br />

sentire freddo alle terga. Ovviamente stiamo parlando di<br />

un impianto relativamente datato, a cui una rinfrescatina<br />

non farebbe male. Terreno e drenaggio sono stati rivisitati<br />

e corretti. L’illuninazione è a posto. Vi si alternano Vergine<br />

e Monsummano. Seminuovo invece il “Loik” che ha<br />

usufruito del rifacimento di tutta l’area parcheggi compresi.<br />

Però palloni che possono ancora finire nel torrente<br />

Candalla, vecchio trucco per perdere tempo. La sabbia,<br />

meno costosa e più pratica, ha prevalso sul’erba .<br />

CAMPO SPORTIVO<br />

MUCCI<br />

Pieve a Nievole<br />

Sorge sotto la collina di montecatini Alto e vi gioca il Gs<br />

Nievole. Anche qui gli anni hanno lasciato delle rughe.<br />

<strong>Il</strong> problema grosso sono gli spogliatoi. Bello lo scenario.<br />

17


18<br />

intervistate il vostro sindaco<br />

“Partecipate<br />

al depuratore”<br />

Pierluigi Galligani, 55 anni, candidato capolista del Pd,<br />

ha vinto con larga maggioranza le elezioni diventando<br />

sindaco di Ponte Buggianese.<br />

<strong>Il</strong> tema caldo in paese è il caso del depuratore. I cittadini<br />

sono invitati dalla stessa maggioranza a partecipare ai<br />

gruppi di lavoro. Tutte le informazioni utili per partecipare al<br />

progetto si trovano sul sito: www.ilpadulechevorremmo.it<br />

Sul prossimo numero l’intervista di Bettarini<br />

Prosegue il nostro percorso di interviste con i sindaci della Valdinievole.<br />

Dopo Roberta Marchi e Giuseppe Bellandi, abbiamo messo a<br />

confronto con la sua popolazione il primo cittadino di Ponte Buggianse,<br />

Pierluigi Galligani. <strong>Il</strong> nostro esperimento ha riscosso molto<br />

successo tra i lettori proprio per la sua formula. Non saremo noi infatti<br />

a intervistare i sindaci, ma direttamente i cittadini che, contattati dalla<br />

nostra redazione telefonicamente, attraverso l’elenco, porranno una<br />

domanda in piena libertà al proprio sindaco. Potete anche inviarci una<br />

domanda via mail all’indirizzo: direttore@ilgiullare.com. Sul prossimo<br />

numero pubblicheremo le domande che i cittadini di Buggiano<br />

porranno al sindaco Daniele Bettarini.<br />

Integrazione razziale<br />

Giorgio Forti, 29 anni<br />

Ormai il paese non è più dei pontigiani,<br />

dato che ultimamente, quando<br />

torno nei week-end, entrando<br />

nei bar, molte persone mi sembrano<br />

di nazionalità straniera.<br />

Secondo lei, signor sindaco,<br />

in paesi piccoli come quello<br />

che amministra, qual’è la<br />

strada giusta da seguire?<br />

L’accoglienza, l’integrazione<br />

o invece cercare, almeno<br />

in queste realtà, di valorizzare<br />

le radici locali?<br />

Perseguire politiche di accoglienza o<br />

integrazione verso gli stranieri non significa<br />

che si diminuisce la valorizzazione delle<br />

radici locali. Noi pontigiani abbiamo una<br />

lunga tradizione dell’accoglienza, così come<br />

siamo orgogliosi della nostra identità e del nostro<br />

attaccamento al paese. Forse perché il nostro Comune<br />

ha origini recenti e la popolazione residente è venuta a bonificare<br />

le terre palustri da altre parti della Valdinievole e d’Italia.<br />

Pierluigi<br />

GALLIGANI<br />

Spazi per i giovani<br />

Chiara Fanucci, 20 anni<br />

Si possono creare spazi di aggregazione per i<br />

ragazzi?<br />

Le strutture comunali quali la biblioteca e gli impianti<br />

sportivi sono anche luoghi di aggregazione, così<br />

come lo sono gli spazi pubblici all’aperto di<br />

cui il nostro Comune è abbastanza dotato.<br />

Sono altresì luoghi di aggregazione anche<br />

quelle strutture legate alle varie attività<br />

di volontariato. Comunque la mia Amministrazione<br />

è disponibile a seguire<br />

iniziative anche per alimentare e migliorare<br />

la vita dei giovani in paese.<br />

Biblioteca<br />

Salomè Sodini, 20 anni<br />

Quando sarà pronta la sede<br />

della nuova biblioteca? Quella<br />

che abbiamo è scomoda, non a<br />

norma e si trova nella soffitta del Palazzo<br />

Comunale. Si rende conto?<br />

L’attuale sede della biblioteca non si trova in una soffitta,<br />

ma è vero che non è più funzionale alle esigenze odierne<br />

ed è per questo che si è pensato di costruirne una nuova.<br />

La nuova biblioteca dovrebbe essere pronta all’inizio del<br />

2010. E’ per quel periodo che è previsto il completamento<br />

degli interventi edilizi del piano terra del nuovo edificio. Si<br />

dovrà poi provvedere all’allestimento interno, all’arredamento<br />

ed al trasferimento dei libri. Anche per questo intervento<br />

esiste già il finanziamento regionale di 186.000 euro.<br />

Sono in corso gli atti amministrativi e la speranza<br />

è che la nuova biblioteca possa essere inaugurata<br />

a primavera o, al più tardi, a settembre 2010.


19<br />

intervistate il vostro sindaco<br />

Carenza di acqua<br />

Carla Cardelli, 50 anni<br />

Abito al primo piano e sono mesi e mesi che non<br />

ho l’acqua in casa in alcune fasce orarie. Com’è<br />

possibile che nel <strong>2009</strong> non si riesca a risolvere<br />

un problema così serio, cioè la mancanza di un<br />

bene primario?<br />

Nel <strong>2009</strong> risolvere un problema come questo è molto più difficile<br />

che in passato, perché il consumo è fortemente aumentato e<br />

perché la carenza di acqua da immettere nella rete idrica è più<br />

marcata. Devo dire, però, che la nostra amministrazione si è attivata<br />

per destinare significativi investimenti sull’acquedotto. Si<br />

pensi che, nonostante il forte aumento della popolazione pontigiana,<br />

da diversi anni non vi era stato fatto nessun intervento. Nel<br />

maggio <strong>2009</strong> è entrata in funzione la nuova vasca di accumulo,<br />

si è poi provveduto alla ristrutturazione della torre piezometrica<br />

(costo 150.000 euro). Questi due interventi si caratterizzano<br />

proprio per mantenere più costante la disponibilità idrica e per<br />

aumentare la pressione di erogazione. Si è poi attivato un nuovo<br />

allacciamento alla rete idrica di Acque spa in via Livornese<br />

(costo 30.000 euro), finalizzato ad una maggiore disponibilità di<br />

acqua. Inizieranno a breve gli interventi per la sostituzione della<br />

condotta in via Vincio (costo 70.000 euro). Nell’anno 2010 sono<br />

previsti altri interventi che sono in fase di valutazioni tecniche.<br />

Depuratore<br />

Sorini Rosetta, 70 anni<br />

Dato che è stato già deciso di realizzare il mega depuratore<br />

nel Padule, nonostante in paese esistano<br />

cittadini contrari a questa iniziativa. Ci può spiegare<br />

quali saranno i benefici di questo intervento?<br />

Anzitutto una precisazione: il depuratore da realizzare è di medie<br />

dimensioni, calibrato per accogliere i reflui di 50.000 abitanti, il bacino<br />

che servirà è attualmente di 35.000 abitanti. Come si vede si<br />

è progettato un impianto che potrà essere funzionale nel tempo e<br />

che andrà a sostituire i vecchi e obsoleti depuratori attualmente in<br />

funzione che, fra l’altro, sono sotto dimensionati. Inoltre con il nuovo<br />

depuratore sarà possibile estendere la rete fognaria in località<br />

non servite e potrà permettere l’allacciamento di nuovi insediamenti<br />

abitativi e produttivi. Questi credo che siano già da soli fondamentali<br />

benefici. La localizzazione ai margini dell’area palustre permetterà<br />

di immettere nell’ambiente acqua depurata con indubbie ripercussioni<br />

positive su tutto il territorio. Infine vorrei sottolinerare un aspetto:<br />

è vero che in paese esistono cittadini contrari a questa iniziativa<br />

è, però, altrettanto vero che la maggioranza è favorevole; questa è<br />

la motivazione che ci fa perseguire nell’obiettivo, perché ad un certo<br />

momento una decisione doveva essere presa per la risoluzione<br />

della problematica della depurazione del nostro comprensorio.


20<br />

ai confini della vita<br />

“Gian Luca sogna ancora<br />

lo snowboard”<br />

L<br />

Servizio di<br />

Andrea Spadoni<br />

Foto di Cristiano Bianchi<br />

Gian Luca è finito in<br />

coma due anni fa. Era<br />

appassionato di snowboard.<br />

I medici non ci<br />

davano speranze, per aiutarlo<br />

abbiamo fatto tutto con<br />

le nostre forze, ma ora non<br />

abbiamo più soldi<br />

per andare avanti.<br />

a sua passione era lo snowboard. E con<br />

quella “tavola magica”, volteggiava sui pendii<br />

dell’Appennino toscano. Tutti gli amici lo<br />

chiamano ancora “Faggiano”, il suo nome<br />

di battaglia. Oggi, insieme a loro, Gian Luca<br />

Ferraro, 23 anni, ama riguardare i video delle<br />

sue spettacolari evoluzioni. Seduto, immobile,<br />

con le gambe che non si muovono più e<br />

quella voce che resta soffocata in gola. Gian<br />

Luca, però non ha perso il sorriso e la voglia<br />

di continuare a vivere. La sua felicità sono<br />

proprio loro, gli amici. E poi papà, mamma<br />

e il fratello Luigi, 31 anni, che non lo abbandonano<br />

mai. Da quel terribile<br />

14 agosto 2007, è rimasto<br />

inchiodato su una sedia a rotelle,<br />

dopo esser stato diversi<br />

mesi tra la vita e la morte.<br />

Non parla, non cammina e i<br />

medici lo davano per spacciato<br />

per le gravissime lesioni<br />

celebrali riportate dall’incidente<br />

stradale. “Era la sera di<br />

Ferragosto - racconta la madre<br />

Giovanna, 52 anni - noi<br />

eravamo andati a cena da<br />

parenti, mentre Gian Luca<br />

era rimasto a casa per uscire<br />

con i suoi amici”. Qualche<br />

chilometro percorso dall’abitazione<br />

di famiglia nella frazione di Borgano,<br />

nel comune di Lamporecchio, e improvvisamente<br />

Gian Luca perde il controllo dell’auto.<br />

I fari di un’altra vettura che viaggiava in senso<br />

opposto lo hanno abbagliato e lui si è ribaltato.<br />

Nessuno lo soccorre all’istante. E quando<br />

arriva l’ambulanza le sue condizioni sono<br />

disperate. “Lo hanno ricoverato all’ospedale<br />

di Empoli con la diagnosi di coma di terzo<br />

grado. Non ci davano speranze - prosegue<br />

il padre Antonio - anzi, i medici dicevano<br />

che non era cosciente, invece io mi rendevo<br />

conto che seguiva i movimenti<br />

con gli occhi, come<br />

se ci riconoscesse e non<br />

riuscisse a parlare”. E infatti<br />

i genitori hanno avuto<br />

ragione. Dopo alcuni<br />

mesi Gian Luca si è risvegliato<br />

ed è stato trasferito<br />

al centro specializzato di<br />

Camaiore, per inziare un<br />

periodo di riabilitazione. I<br />

suoi progressi sono stati<br />

eccezionali, ma non è più<br />

riuscito ad avere la paro-<br />

la. Oggi comunica con gli amici grazie al computer e Facebook e<br />

parla con chi va a trovarlo, toccando con le dita le lettere dell’alfabeto<br />

scritte su un cartoncino plastificato. Sorride, è felice quando gli amici<br />

lo passano a salutare a casa. “Stiamo facendo tutto da soli - affermano<br />

Antonio e Giovanna - quando Gian Luca era ricoverato a Lido<br />

di Camaiore abbiamo preso un appartamento in affitto in Versilia per<br />

stargli vicino. Ci siamo sempre occupati di seguirlo quotidianamete<br />

dal giorno che è tornato a casa. <strong>Il</strong> programma di riabilitazione di 40<br />

ore che ci passava l’Asl non è sufficiente per queste persone, che invece<br />

hanno bisogno di assistenza continua e di muoversi. Da soli non<br />

ce la facciamo, com’è possibile che questi ragazzi, con gravissime<br />

disabilità vengano abbandonati? Se non li aiuta lo stato, chi può dare<br />

la speranza che ci possano essere miglioramenti?”. <strong>Il</strong> padre Antonio,<br />

che lavora come venditore ambulante di stoffe, aggiunge: “In questi<br />

due anni abbiamo fatto quasi tutto da soli. Anche economicamente<br />

la nostra situazione è difficile, quello che avevamo lo abbiamo già<br />

speso e andare avanti è sempre più complicato, perché Gian Luca<br />

ha bisogno di assistenza continua, di strumenti, medicinali, riabilitazione.<br />

Finché potremo, noi faremo il possibile, ma non è facile lottare<br />

da soli, senza aiuti”. La madre, che giorno dopo giorno, sta vicina<br />

al figlio, sottolinea un particolare: “Gian Luca ha amici meravigliosi.<br />

Loro sono la sua gioia di vivere, non lo hanno mai abbandonato. Li<br />

ringraziamo”.


21<br />

ai confini della vita<br />

“Noi lottiamo<br />

per la vita”<br />

“Aiuteremo le famiglia come quella di<br />

Gian Luca. Anche questo è un caso<br />

che dimostra come lo stato e le<br />

istituzioni sanitarie abbandonano<br />

le persone che soffrono di gravi<br />

disabilità. E’ per questo che Salvatore<br />

ha voluto dare vita all’associazione<br />

Sicilia Risvegli onlus”. Chi parla è<br />

Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, conosciutissimo<br />

in Valdinievole e ormai punto di<br />

La storia di Gian Luca Ferraro, ci ha lasciato senza fiato.<br />

E’ stato emozionante incontrare un ragazzo di 23 anni,<br />

che, a causa delle gravissime lesioni riportate in un incidente stradale,<br />

non può parlare e non può muovere le gambe che fino a due<br />

anni fa lo facevano volare sulla tavola da snowboard, ma nonostante<br />

questo non ha perso la voglia di sorridere. Stare a casa sua<br />

un pomeriggio di fine settembre ci ha insegnato quanto sia forte<br />

l’amore in una famiglia semplice, dove si lavora sodo e si pensa<br />

solo ad aiutare un figlio, abbandonato dalle istituzioni sanitarie.<br />

Per questo siamo noi oggi a fare un appello sulle pagine di questo<br />

giornale, per trovare persone che, insieme al nostro corpo redazionale<br />

e agli amici di Gian Luca, si impegnino a dare sostegno ad<br />

Antonio, Giovanna e Luigi. Abbiamo intenzione di organizzare una<br />

manifestazione a Lamporecchio che coinvolga tutti, nel periodo<br />

natalizio per fare un bel regalo a Gian Luca Ferraro. Scriveteci a<br />

direttore@ilgiullare.com.<br />

riferimento nazionale per le famiglie che devono<br />

vivere l’incubo di un parente in coma<br />

vegetativo e gravemente disabile. “Siamo a<br />

conoscenza di 1200 casi in tutta Italia, ci occupereremo<br />

di tutti loro, sia al sud Italia che<br />

in Toscana. Ci muoveremo con le Regioni, le<br />

Asl locali e il ministero della sanità - aggiunge<br />

Pietro - organizzeremo manifestazioni ed<br />

eventi”. L’associazione Sicilia Risvegli onlus<br />

sarà inaugurata il 18 novembre a Catania,<br />

dove attualmente vive Salvatore, al quale è<br />

stata dedicata e ha come principale obiettivo<br />

quello di costruire un centro risvegli funzionale<br />

e di garantire assistenza e riabilitazione<br />

24 ore su 24 per tutti i pazienti che spesso<br />

vengono abbandonati immobili in un letto.<br />

All’inagurazione in conferenza video, sarà<br />

presente anche il fratello di Terry Schidler<br />

Shiavo, la donna americana morta di fame<br />

e di sete dopo giorni di agonia il 31 marzo<br />

del 2005, dopo quindici anni di coma vegetativo.<br />

“La vera battaglia è quella della vita<br />

- conclude Pietro Crisafulli - queste persone<br />

hanno una coscienza, sorridono, piangono<br />

e comunicano a gesti. E per questo anche<br />

soffrono. Non devono ripetersi in Italia casi<br />

come quelli di Eluana Englaro”.


22<br />

la storia<br />

“Sono viva grazie<br />

ai miei libri”<br />

LServizio di<br />

Diletta Severi<br />

a scrittura, per Mila, è terapeutica. La scrittura,<br />

per Mila, è libertà. La scrittura, per Mila, è la vita<br />

stessa. Perché Mila Becarelli, una giovane donna<br />

di quarantatre anni, è costretta da anni su<br />

una sedia a rotelle, a causa di una rara malattia<br />

genetica progressiva che la limita nei movimenti,<br />

fino a renderle problematico anche il più semplice<br />

gesto, come parlare o lavorare al computer.<br />

Mila, però è una donna vivace, attenta e curiosa.<br />

Ed è una bravissima ed affermata scrittrice.<br />

Sono, ormai, dodici anni che scrive: lo fa per<br />

mestiere, certo, ma soprattutto per passione.<br />

Quando le chiediamo come ha cominciato ci<br />

risponde che stava attraversando un brutto<br />

momento – non solo per il progressivo sviluppo<br />

della malattia – di solitudine e di emarginazione<br />

e ha deciso di fermare su carta quelli che erano<br />

i suoi sentimenti. Si è sentita subito meglio, e ha<br />

compreso il potere della scrittura. Un potere “curativo”<br />

da una parte, e uno comunicativo, che le<br />

permette di far conoscere al pubblico ciò che<br />

dimora nella sua anima. Da allora, non si è più<br />

fermata. La fantasia di Mila è fervida, la curiosità<br />

mai sazia. Scrive, soprattutto, bellissimi racconti<br />

per bambini: e già solo dai titoli o dai nomi bizzarri<br />

che dà ai suoi personaggi si capisce che in<br />

lei c’è un grande talento, e una grande sensibilità<br />

per il mondo dei più piccoli. Ah..queste carote<br />

è stato il suo primissimo lavoro, pubblicato, poi<br />

nel 1999 nella raccolta Formicolando e affini (Lo<br />

Faro Editore). L’anno dopo esce La scrittrice di<br />

sogni e nel 2001 Filoblù ed altre storie (entrambi<br />

per la casa editrice L’Autore Libri di Firenze). La<br />

notorietà di Mila cresce, i riconoscimenti fioccano<br />

e i suoi libri vengono stimati ed apprezzati da<br />

piccoli e grandi. Grazie all’aiuto di Luisella, sua<br />

amica, ha la possibilità di girane per le scuole,<br />

incontrare bambini, partecipare ad eventi culturali,<br />

conoscere gente e farsi conoscere dalla<br />

gente. <strong>Il</strong> contatto umano per Mila è fondamentale.<br />

E’ la sua prima fonte di ispirazione. Ascolta<br />

i racconti degli amici, storie di vita quotidiana, le<br />

elabora e da queste trae spunto per le sue opere.<br />

Nel 2007 pubblica<br />

il suo lavoro più impegnativo<br />

Teniamoci<br />

in contatto, la storia<br />

commovente di una<br />

donna che scopre di<br />

aspettare un bambino<br />

dal proprio compagno<br />

quando, ormai,<br />

la relazione è finita.<br />

E’ stato un importante<br />

traguardo per Mila<br />

riuscire a scrivere un<br />

racconto di narrativa<br />

e non di fantasia, destinato<br />

ad un pubbli-<br />

co adulto. Ci spiega che scrivere di fantasia è molto più facile: le idee<br />

si susseguono con facilità e rapidità, un fiume in piena che prende<br />

forma e consistenza senza grandi intoppi. Ma la narrativa è un’altra<br />

storia. La difficoltà più grande è stata, però, di natura tecnica. Per<br />

Mila è difficile e stancante scrivere al pc. La sua postazione di lavoro<br />

è particolare e bene attrezzata (tastiera con tasti grandi, braccioli per<br />

poggiare le braccia, prolunghe da mettere alle dita realizzate da suo<br />

padre Luigi) ma lo sforzo fisico è, ugualmente, elevato. Quindi, Mila,<br />

si affida alla disponibilità di un’insegnante in pensione che va da lei<br />

qualche pomeriggio a settimana e batte al computer ciò che Mila<br />

le detta. Ma dettare una favola è più facile che trasferire emozioni,<br />

pathos, sensazioni di una storia vera. Tuttavia, nonostante il lavoro<br />

estremamente difficile, Mila è riuscita nel suo intento e gli elogi non<br />

sono mancati. Chi pensa a Mila come ad una donna solo dolce e<br />

sensibile, curiosa e talentuosa si sbaglia: c’è molto coraggio in lei,<br />

determinazione, grande senso di giustizia. Ci racconta un aneddoto,<br />

molto esplicativo: tempo fa andò con i genitori (Viviana, la madre e<br />

Luigi il padre) a Collodi, per una visita al famoso Parco di Pinocchio.<br />

Fu impossibile per lei, già costretta sulla sedia a rotelle, visitare il<br />

Parco, costellato di barriere architettoniche (scalinate su tutte). Mila,<br />

allora, scrisse a giornali e televisioni. <strong>Il</strong> suo caso finì alla Vita in Diretta<br />

e il Parco si attrezzò per ospitare visitatori nelle stesse condizioni<br />

di Mila. Fu proprio lei a tagliare il nastro che inaugurava la nuova<br />

struttura. Aldilà della facile retorica, conoscere la storia di Mila è stata<br />

ragazza è, quasi ma-<br />

una fortuna: la forza di volontà di questa<br />

terialmente, percepibile, la serenità che<br />

emana incoraggiante, la simpatia contagiosa,<br />

la voglia di vivere un esempio. E se le<br />

chiediamo qual è il suo sogno nel cassetto,<br />

ci risponde: “Vorrei che i miei libri potessero<br />

aiutare qualcuno”. La sensibilità, disarmante.<br />

Per acquistare i libri di Mila,<br />

tutti i contatti si possono<br />

trovare all’indirizzo<br />

www.fabulou.it/mila/


23<br />

vox populi<br />

Sull’eutanasia<br />

cosa ne pensi?<br />

E’ stata la terribile morte di Terri Schiavo e le lacrime che scendevano<br />

dal suo volto, a scatenare il dibattito mondiale sull’eutanasia.<br />

In Italia, chi lo ha alimentato, è stato prima Pier Giorgio Welby e<br />

poi la lunga battaglia di Beppino Englaro, padre di Eluana. Sul lato<br />

opposto, storie come quelle del nostro Salvatore Crisafulli.<br />

Cos’è il testamento biologico<br />

<strong>Il</strong> testamento biologico (o Testamento di vita o “living<br />

will”) è una “dichiarazione anticipata di volontà” che<br />

consente a ciascuno, finchè si trova nel possesso<br />

delle sue facoltà mentali, di dare disposizioni riguardo<br />

ai futuri trattamenti sanitari per quando tali facoltà<br />

fossero gravemente ridotte o annullate; disposizioni<br />

vincolanti per gli operatori sanitari e che, tuttavia, non<br />

siano in contrasto con la deontologia professionale<br />

del medico e con le realistiche previsioni di cura. Un<br />

atto che può essere revocato dal firmatario in qualsiasi<br />

momento e che può prevedere l’indicazione di<br />

una persona di fiducia, alla quale affidare scelte che<br />

l’interessato non è più in grado di assumere.<br />

Procurare intenzionalmente e nel suo interesse<br />

la morte di un individuo la cui qualità della<br />

vita sia permanentemente e irrimediabilmente<br />

compromessa è una scelta molto complessa,<br />

che ha implicazioni di carattere etico e religioso.<br />

Capisco le posizioni di tutti ma sono critico<br />

rispetto alla concezione di uno Stato etico<br />

che si sostituisce alla libertà dell’individuo a<br />

colpi di legge. Pertanto, sono favorevole alla<br />

istituzione del c.d. Testamento biologico atto<br />

a registrare formalmente le ultime volontà<br />

di cura in caso di gravi malattie. Questo,<br />

a mio parere, deve però avvenire successivamente ad<br />

un ampio dibattito parlamentare nel quale siano garantite<br />

l’assoluta liberta di coscienza a ciascun onorevole e la<br />

segretezza del voto.<br />

Ennio Rucco<br />

Assessore al Sociale, Giovani e istruzione<br />

Comune di Montecatini Terme<br />

Si dice che l’ eutanasia dovrebbe essere accettata ove<br />

il paziente subisse un dolore insopportabile. Ma chi ne<br />

giudica l’entità? La valutazione del paziente, è influenzata<br />

dalla malattia. Come si fa a stabilire il confine entro cui<br />

una vita è degna? Terzo problema: se il paziente non e<br />

in grado di decidere<br />

chi decide per lui? <strong>Il</strong><br />

testamento biologico<br />

non può essere una<br />

soluzione. Una persona<br />

è chiamata a decidere<br />

su ipotetiche condizioni<br />

che non conosce. Introdurre<br />

l’ eutanasia<br />

significa legittimare<br />

una pratica di morte. E non ho citato Dio. Per dire no alla<br />

eutanasia basta la ragione.<br />

Giovanni Bucciero<br />

Consigliere nazionale “Circolo buon governo” del Pdl<br />

Vice presidente Mediateca regionale Film Commission<br />

<strong>Il</strong> giullare ti offre un lavoro !!!<br />

Stiamo cercando promoter per la<br />

raccolta pubblicitaria.<br />

chiama lo 0572.386198<br />

invia un email a info@ilgiullare.com


25<br />

la tragedia<br />

“Addio Brian Filipi<br />

Eri un campione”<br />

P<br />

Nelle foto l’agente FIFA<br />

Sokol Haxhia, procuratore<br />

di Brian Filipi<br />

I due insieme alla firma del<br />

contratto e di fianco un’immagine<br />

del funerale nella Basilica di Cervia<br />

ochi giorni prima di morire era stato proprio<br />

con lui a cena in Valdinievole. Sokol Haxhia,<br />

35 anni, agente Fifa dal 2006, oggi è ancora<br />

commosso quando parla di quello che<br />

era il suo pupillo. “Mi aveva parlato di lui un<br />

dirigente del Cervia, all’epoca del programma<br />

Campioni. Quando l’ho visto giocare<br />

ho pensato subito di aver di fronte un vero<br />

talento”. Sokol, titolare della società di management<br />

sportivo SportX, è agente di 27<br />

calciatori professionisti in Italia, Germania,<br />

Cipro, Croazia, Albania, Ucraina e Canada.<br />

“Brian Filipi era un trequartista con il vizio del<br />

gol, sicuramente avrebbe raggiunto la serie<br />

A”. <strong>Il</strong> primo salto di qualità è stato quando<br />

dalla Beretti del Cervia è passato alla primavera<br />

del Ravenna. “Subito si era messo in<br />

luce, conquistando anche fiducia del tecnico<br />

della prima squadra che l’anno scorso lo<br />

aveva fatto esordire in serie C”. Una fiducia<br />

ripagata con i fatti, dato che Filipi lo scorso<br />

anno aveva segnato 11 reti in 22 presenze.<br />

“Prima di diventare agente Fifa seguivo le<br />

nazionali albanesi delle quali ero diventato<br />

team manager. Brian giocava nell’under<br />

21 ed era stato protagonista degli europei<br />

della sua categoria nel 2007 e nel 2008.<br />

Sicuramente in questa stagione avrebbe<br />

esordito nella nazionale maggiore, tutti<br />

credevano in lui. Aveva 20 anni, talento e<br />

voglia di sacrificarsi per giocare a calcio”.<br />

Brian Filipi era arrivato in Italia da clandestino,<br />

come tanti albanesi, quando era ancora<br />

bambino. Con lui c’era tutta la sua<br />

famiglia. <strong>Il</strong> calcio era stato il suo riscatto<br />

e poteva veramente diventare una stella.<br />

“Filipi, sicuramente, in prospettiva sarebbe<br />

diventato il giocatore albanese più importante<br />

in Europa insieme a Bogdani. All’inizio<br />

di questa stagione avevamo ricevuto<br />

un’offerta dal Palermo e successivamente<br />

da Chievo e Torino. A gennaio, probabilmente,<br />

sarebbe salito in serie A o B”.<br />

Ma il rapporto tra Sokol e Brian, andava oltre<br />

a quello che è il calcio. “Non mi sentivo solo<br />

il suo agente, in pratica ero molto affezionato<br />

a lui anche come ragazzo, ci vedevamo<br />

spesso e quando andavo a seguirlo a Ravenna<br />

mi chiedeva spesso di stare insieme<br />

a lui, oppure era Brian che dopo le partite,<br />

prendeva la macchina e veniva a trovarmi”.<br />

Un sogno quello di Brian, il calcio, che<br />

si è bruscamente arrestato il 18 settembre<br />

scorso, nel centro di Cervia<br />

dove abitava. Mentre tornava a casa<br />

a piedi con l’amico Stefano Scappino,<br />

un’auto lo ha travolto e lo ha ucciso.<br />

“Quando ho saputo della sua morte non ho<br />

pensato di aver perso un calciatore, ma soprattuto<br />

un ragazzo eccezionale e ho pensato<br />

al dolore della sua famiglia. Ho preso<br />

la macchina e sono andato subito a Cervia<br />

per cercare di stare vicino a suo padre e<br />

sua madre. E’ stata una tragedia infinita”.


26<br />

l’angolo dell’amore<br />

Chiara Cavalli è giornalista, laureata in psicopedagogia a Firenze, ha<br />

seguito corsi di giornalismo all’University of west of Florida e corsi di<br />

perfezionamento in sessuologia medica all’Università degli Studi di<br />

Firenze. Scrivete le vostre storie d’amore a: cuore@ilgiullare.com<br />

Se lui si dimentica del nostro anniversario<br />

Cara Chiara,<br />

Siamo fidanzati da ben sei anni, mi ritengo fortunata<br />

ad aver trovato un ragazzo come lui. Mi<br />

ha sempre “regalato” le sue attenzioni con gesti<br />

semplici, il prossimo anno ci sposeremo e abbiamo già<br />

in progetto di avere un bambino. Ma per la prima volta,<br />

tre settimane fa, si è dimenticato la data del nostro anniversario,<br />

e ci sono rimasta malissimo. Mi scriveva sempre<br />

una letterina, io altrettanto, e poi seguiva una cena<br />

romantica al nostro ristorante preferito. A lui ho detto che<br />

non ci sono rimasta male, perché dovrei? Del resto dopo<br />

5 anni meravigliosi di convivenza, non mi posso lamentare.<br />

Ma ti scrivo per chiedere se, secondo te, ritorneranno<br />

tutte le sue attenzioni ed il romanticismo che lo<br />

caratterizzavano! Sono proprio preoccupata,<br />

mi vengono sempre alla mente quei bei ricordi,<br />

quelle attenzioni, come se non tornassero più.<br />

Federica ’76<br />

Carissima Federica,<br />

penso che la tua situazione sia molto comune. I momenti<br />

iniziali di entusiasmo tendono a svanire, subentra la<br />

quotidianità, e forse il romanticismo cede alla routine, ma<br />

non per questo, vivrei in uno stato d’ansia e con il pensiero<br />

già rivolto ai ricordi. Siete ancora felici, addirittura, avete<br />

già progettato di avere una bambino e tra un anno vi<br />

sposerete. Ci sono motivi ben più importanti per essere<br />

preoccupate!. Se proprio vuoi risvegliare in lui, quell’animo<br />

romantico andato perduto , scrivi tu una bella letterina<br />

e digli che lo ami e che hai bisogno delle sue piccole<br />

dimostrazioni di amore, ma non essere insistente! Non<br />

vale la pena di diventare noiose in questo caso.<br />

di Chiara Cavalli<br />

Cosa faccio per farle capire che mi piace?<br />

Ciao Chiara,<br />

Sarò breve a spiegare la mia richiesta, perché<br />

non riesco a raccontare fatti del genere. Non<br />

ho mai scritto niente, neppure un bigliettino<br />

alla mia ragazza! Ma, adesso , tornato single, sono<br />

letteralmente impazzito per una ragazza, che lavora in<br />

un negozio, a fianco del mio ufficio. E davvero, non<br />

scherzo, tutte le volte che mi vede, mi fissa e mi mangia<br />

con gli occhi! Mi trafigge, ma non vorrei<br />

aver avuto un abbaglio! In zona mi conoscono<br />

tutti, immagina la figura! Per una svista,<br />

ritrovarmi con un 2 di picche, francamente<br />

ne faccio a meno!<br />

Luca<br />

Carissimo Luca,<br />

che cosa vuoi che ti dica? Francamente, non ho mai<br />

visto lo sguardo di questa ragazza. Rileggendo ciò<br />

che mi scrivi, la “tipa” ti ha lanciato un messaggio e<br />

senz’altro ama usare strategie seduttrici un tantino<br />

aggressive. Ma, se hai avvertito “quella fitta”, mentre<br />

ti divorava con il suo sguardo, allora stringi i denti e<br />

fatti avanti. E non aver paura di essere preso in giro<br />

dagli altri! Prima di salutarti, un avvertimento, le “tipe”<br />

che adescano i ragazzi in questo modo sono spesso<br />

dominatrici, se ti piace il genere, in bocca al lupo!<br />

Wedding<br />

time<br />

di Cristiano Bianchi<br />

Cari futuri Sposi, visto che l’autunno<br />

e l’inverno sono i mesi in<br />

cui si pianificano di solito le nozze,<br />

in questo numero ho deciso di<br />

pubblicare tutti gli appuntamenti<br />

con le principali fiere dedicate al<br />

matrimonio che si svolgeranno<br />

in Toscana. Le fiere e gli expo, vi<br />

aiuteranno ad organizzare al meglio<br />

il vostro grande giorno.<br />

E...se guardate bene, troverete<br />

anche il mio stand! Vi aspetto.<br />

Expo Sposi 2010<br />

6-8 Novembre <strong>2009</strong><br />

Ex Real Colleggio, Lucca<br />

Tutto Sposi Firenze<br />

7-15 Novembre <strong>2009</strong><br />

Fortezza da Basso, Firenze<br />

Versilia Sposi<br />

14-15 Novembre <strong>2009</strong><br />

Hotel Versilia Holidays, Forte dei<br />

Marmi (LU)<br />

Fiori d’Arancio<br />

21-22 Novembre <strong>2009</strong><br />

Terminal Crociere, Livorno<br />

Pistoia Sposi Expo<br />

27-28-29 Novembre <strong>2009</strong><br />

Centro Pistoia Fiere<br />

Area Ex Breda - Pistoia


27<br />

la coppia del mese<br />

R<br />

Servizio di<br />

Diletta Severi<br />

accontare la storia del matrimonio tra<br />

Sandro e Tania è un po’ come scrivere<br />

un libro. Perché loro sono una coppia<br />

sui generis, invidiabilmente affiatata ed<br />

estremamente ben assortita, e il loro<br />

racconto sembra, veramente, il frutto<br />

di un abile romanziere. Stanno insieme<br />

da due anni, da dieci sono amici<br />

e dal dicembre 2007, dopo sei mesi<br />

di fidanzamento non ufficiale, sono anche<br />

marito e moglie. Niente, del loro<br />

matrimonio, è canonico. A cominciare<br />

dalla proposta, che in realtà non<br />

c’è neppure stata. Sandro le ripeteva<br />

spesso “Attenta che ti sposo” e Tania<br />

sorrideva, scettica. Poi, lui una mattina<br />

si ferma in Comune e si informa sulla<br />

procedura del rito civile, all’insaputa di<br />

lei. Fa richiesta, e prende nota dei documenti<br />

che servono. <strong>Il</strong> giorno dopo,<br />

prima di accompagnare la fidanzata<br />

a lavoro si ferma di nuovo in municipio<br />

e la mette, praticamente, davanti<br />

il fatto compiuto. E Tania, felice come<br />

una pasqua, accetta di diventare la<br />

signora Verdiani. Basterebbe questa<br />

premessa per capire che “convenzionale”<br />

non è un termine del loro vocabolario.<br />

E, invece, il più ed il meglio,<br />

deve ancora arrivare. Fissati giorno,<br />

ora e luogo, i futuri sposi dovevano<br />

decidere come rendere memorabile<br />

“Cosa c’è in tv?<br />

Le nostre nozze”<br />

la loro unione: non doveva essere<br />

un classico matrimonio, doveva essere<br />

divertente, originale. Paradossalmente,<br />

mi spiegano, “spogliare”<br />

il matrimonio di tutti gli orpelli che<br />

lo contraddistinguono (fiori,vestito,<br />

invitati, pranzi o cene interminabili,<br />

regali) ha permesso loro di sentire<br />

intimamente il reale senso della loro<br />

unione. Nessuna “distrazione” per<br />

permettere di focalizzare l’attenzione<br />

solo sul fatto che avrebbero ufficializzato,<br />

per sempre, il loro amore.<br />

Tuttavia, un ricordo andava comunque<br />

lasciato e la scelta è caduta su il<br />

non informare nessuno dei loro propositi<br />

e allestire un “finto” matrimonio<br />

da riprendere con la telecamera,<br />

da far vedere poi a parenti ignari,<br />

seguito dalle riprese della cerimonia<br />

vera. Usando le scuse più incredibili<br />

(una, fra le tante, “Vieni a testimoniare<br />

in comune su un incidente che<br />

ho avuto in negozio qualche anno<br />

fa?) o facendo allusioni misteriose<br />

(“ Vieni in comune ma non mi fare<br />

domande”) creando aspettative di<br />

varia natura (“Vengo, ma non mi<br />

chiedere soldi”), Sandro e Tania riescono,<br />

sabato 01 dicembre 2007,<br />

ad attirare in municipio spaesati<br />

amici, che solo alla vista del sindaco<br />

con la fascia capiscono il motivo<br />

dell’adunata. Come da copione,<br />

vengono fatte le riprese degli sposi,<br />

visibilmente emozionati, e degli invitati,<br />

comprensibilmente increduli. Ma<br />

i rimorsi per non aver detto niente ai<br />

parenti bussa presto e il piano sul<br />

finto matrimonio salta. <strong>Il</strong> giorno dopo<br />

i neo sposi organizzano una cena, in<br />

cui, tra l’altro, le rispettive famiglie si<br />

incontrano per la prima volta. Neppure<br />

il tempo di congratularsi per il fidanzamento<br />

dei due ragazzi che alla<br />

TV di casa viene trasmesso il filmato<br />

del matrimonio. Incredulità, scetticismo,<br />

sorpresa, commenti divertiti<br />

(“E’ un filmato finto, figuratevi se ci<br />

caschiamo”) e una mezz’ora di gelo<br />

assoluto nell’aria, una volta realizzata<br />

la verità. Tranne il papà di Sandro,<br />

che ha impiegato qualche giorno per<br />

rendersi conto che il burlone del figlio,<br />

questa volta aveva fatto sul serio,<br />

la notizia è stata immediatamente,<br />

ed ovviamente, accettata da tutti.<br />

Un po’ di delusione,certo, chi vorrebbe<br />

perdersi il matrimonio dei figli<br />

o dei fratelli, ma la gioia alla fine ha<br />

prevalso ed il lieto fine assicurato.<br />

Mentre Tania (che ora aspetta anche<br />

un bambino) e Sandro mi raccontavano<br />

questa storia, ridevano come<br />

matti, e soltanto una volta si sono<br />

fatti seri: quando mi hanno detto<br />

che rifarebbero tutto, perché è stato<br />

questo il matrimonio che hanno<br />

voluto e che rivorrebbero. Altre mille<br />

volte. Poi Sandro aggiunge: “Non<br />

mi sono pentito, né del matrimonio,<br />

né della sposa”. E Tania, sorride.


28<br />

night life<br />

L’eleganza al Lidò<br />

firmata Emilio Pucci<br />

È<br />

Servizio di<br />

Diletta Severi<br />

difficile parlare di discoteca. Anche<br />

se la funzione primaria resta quella.<br />

Lidò Le Panteraie, versione invernale,<br />

va oltre il normale concetto di locale<br />

notturno. <strong>Il</strong> look è, ovviamente, nuovo.<br />

E dietro questo restyling, c’è il lavoro<br />

di squadra di un vero e proprio<br />

laboratorio d’arte, o per meglio dire,<br />

di “Architettura e Scenografia Emozionale”,<br />

coordinato da Fabio Madiai, già<br />

ideatore di altri locali di successo. Per<br />

capire, in concreto, l’attività di questo<br />

laboratorio, abbiamo fatto un tour, in<br />

anteprima, del nuovo Lidò. E ad ogni<br />

passo, ad ogni spiegazione che ricevevo<br />

sull’utilizzo di un materiale piuttosto<br />

che di un altro, sulla scelta di quel<br />

tessuto, sul perché di quella forma,<br />

ho capito il significato di architettura<br />

emozionale: un mix tra artigianato<br />

tradizionale e innovazione tecnologica.<br />

Questo richiamo tra passato e<br />

futuro è una costante del lavoro del<br />

laboratorio: d’altronde, fondamentale<br />

era non snaturare l’identità di uno dei<br />

locali storici della Valdinievole, né tantomeno<br />

perdere la memoria termale,<br />

prerogativa della città. Ma, altresì, importante<br />

era rinnovare, strizzando un<br />

occhio al futuro. Sapientemente fusi<br />

insieme, quindi, suggestive e moderne<br />

cascate o vasche retroilluminate,<br />

con bocche che ricordano le Terme,<br />

o ancora, stile decadente per le pareti,<br />

con la tecnologia della calce e della<br />

resina per creare effetto invecchiato<br />

a contrasto con applicazioni di luci a<br />

led fluorescenti. E poi, ancora, specchi<br />

a mosaico, d’ispirazione anni ’70,<br />

applicati però manualmente, uno ad<br />

uno, secondo la più rigida tradizione<br />

artigianale, per decorare elementi di<br />

dettaglio come il passamano lungo<br />

le scalinate. Niente è lasciato al caso,<br />

tutto è stato studiato nei più piccoli<br />

particolari, come, ad esempio, la scelta<br />

del lampadario: realizzato ad hoc,<br />

misura 20 metri, è uno dei più grandi<br />

in Italia e si caratterizza per enormi cascate<br />

di luce create dall’effetto di un<br />

innovativo materiale chiamato radiant.<br />

Uno degli elementi essenziali del restyling,<br />

la linea guida che percorre tutto<br />

il lavoro è il colore: quello brillante e<br />

vistoso, sempre attuale e mai scontato<br />

del maestro fiorentino Emilio Pucci.<br />

Da una sua stampa, prende spunto la<br />

coerenza cromatica del nuovo Lidò,<br />

in cui i tessuti delle sedute non sono<br />

stampati ma filati artigianalmente.


29<br />

night life<br />

Tanti ospiti<br />

al Bella Vita<br />

Rinnovamento e ristrutturazione interna<br />

anche per il BELLA VITA, il locale<br />

che in questi anni ha riscosso maggior<br />

successo in Valdinievole. <strong>Il</strong> locale si<br />

presenta ancora più accantivante e<br />

coinvolgente nelle varie sale in cui si<br />

suddivide. Le idee messe in campo<br />

dai due artefici del successo della discoteca<br />

che si trova a fianco al campo<br />

di Tiro a volo, sono Gianni Spicciani<br />

e Sergio Puccinelli, che organizzano<br />

sempre nuovi eventi seguendo<br />

le mode e le richieste di un pubblico<br />

ogni week end numerosissimo.<br />

Tanti sono gli appuntamento da non<br />

perdere al BELLA VITA. <strong>Il</strong> primo assolutamente<br />

esclusivo per la Valdinievole<br />

è sabato 24 ottobre. Si esibirà infatti<br />

al Bella Vita, Umberto Smaila e la sua<br />

band, portando in Valdinievole un po’<br />

di clima della Costa Smeralda e degli<br />

anni d’oro del suo locale sempre attivo<br />

(ora a S.Teodoro) , lo Smaila’s.<br />

Si prosegue venerdì 30 ottobre con<br />

la famosa dj Katrina Davies, seconda<br />

classificata la Grande Fratello 5 e<br />

oggi artista apprezzata in tutta Italia,<br />

in particolare nei migliori club milanesi<br />

e delle località turistiche estive.<br />

A fianco a loro sempre lo staff che ha<br />

fatto la fortuna del Bella Vita: dj Alex<br />

Berti, la vocalist Lisa, Claudio Sax e<br />

il percussionista Silvano Del Gado<br />

<strong>Il</strong> Syrah<br />

ha sei anni<br />

Sono passati sei anni<br />

dall’apertura del Syrah wine<br />

bar in viale IV novembre, nel<br />

cuore di Montecatini. Ben presto è diventato il ritrovo<br />

cool dei giovani di tutta la Valdinievole che nel week<br />

end, prima di immergersi in discoteca, non possono<br />

non fermarsi per un drink. In occasione del compleanno<br />

del locale, il titolare Massimiliano Sichi, ha organizzato<br />

una festa, invitando tutti i clienti che in questi<br />

sei anno hanno raccontato la storia del locale e della<br />

notte a Montecatini.<br />

Paolino show<br />

al Gambrinus<br />

Una simpatia travolgente<br />

e una carica di energia,<br />

fuori dal comune,<br />

capace di travolgere il<br />

pubblico che si trova di<br />

fronte. Stiamo parlando<br />

di Paolo Ruffini, livornese<br />

doc, esploso nel<br />

mondo dello spettacolo<br />

grazie al successo che<br />

hanno riscosso i suoi<br />

doppiaggi, con la compagnia<br />

“Nido del cuculo”. “Paolino” Ruffini è sempre molto<br />

attivo in televisione: lo abbiamo visto nei film Vanziniani di<br />

Natale, su Mtv e Rai 2 a Scalo 76. In questo mese è stato<br />

ospite al Gambrinus caffè e ha veramente fatto impazzire<br />

tutto il pubblico presente con la sua travolgente simpatia.<br />

E’ stata un’occasione speciale per tutti quelli che a Montecatini<br />

chiedono sempre eventi di un certo spessore con<br />

personaggi conosciuti a livello nazionale.


“Io e le foto<br />

della mente”<br />

AServizio di<br />

Diletta Severi<br />

<strong>Il</strong> nome di battesimo dell’artista è<br />

Roxana Voinescu, 29 anni.<br />

Le foto pubblicate si chiamano<br />

“Io e oi”<br />

“Io vi troverò”<br />

“Where is my baby”<br />

vederla, ci si aspetterebbe più di trovarla<br />

di fronte all’obiettivo della macchina<br />

fotografica. Invece, questa bella<br />

ragazza, che in arte si fa chiamare<br />

Aboutdarkside, fa la fotografa. E gli<br />

autoritratti, neppure le piacciono molto.<br />

Affascinata, fin da piccola, dall’arte<br />

in generale, bravissima nel disegno, si<br />

è accostata al mondo della fotografia<br />

(o per dirla con parole sue, all’arte fotografica)<br />

per puro caso. Ed è stato<br />

amore a prima vista. Quasi un richiamo,<br />

«la fotografia mi ha cercata, e trovata»,<br />

ci dice. La prima foto scattata<br />

ha avuto come set una villa dell’ 800<br />

in ristrutturazione: passeggiando tra i<br />

corridoi, la sua attenzione è stata catturata<br />

da un seggiolone posizionato di<br />

fronte ad una finestra. Deboli raggi di<br />

sole filtravano dalle persiane chiuse. <strong>Il</strong><br />

risultato, lo abbiamo pubblicato. Aboutdarkside<br />

predilige, però, altri soggetti<br />

e ben altre atmosfere per i suoi ritratti:<br />

già dallo pseudonimo si capisce che<br />

la sua arte ha toni oscuri, dark appunto,<br />

privilegia il bianco e nero, non disdegna<br />

le tematiche erotiche. Nessun<br />

corso, nessuna scuola di fotografia,<br />

soprattutto nessun ritocco con Photoshop.<br />

Dal set al trucco, passando<br />

per la scelta dei vestiti, Aboutdarkside<br />

non lascia niente al caso (una curiosità:<br />

ci ha raccontato che per realizzare<br />

la giusta luce nelle foto in notturna, si<br />

serve delle luci d’emergenza, utilizzate<br />

generalmente in caso di blackout nelle<br />

aziende o nelle abitazioni) e a vedere<br />

i suoi lavori, si stenta davvero a credere<br />

che siano frutto di un’autodidatta.<br />

Per lei la fotografia è una sorta di<br />

sfogo: ci spiega che l’arte fotografica<br />

è come una seduta dallo psicologo.<br />

Proietta sui suoi soggetti (donne, soprattutto<br />

«perché essendo donna, riesco<br />

ad entrare in empatia con loro»)<br />

i propri sogni, le proprie ambizioni, gli<br />

stati d’animo, i desideri, le frustrazioni<br />

per riuscire a capire meglio se stessa.<br />

Proprio per questa funzione terapeutica<br />

non esiste una foto che Aboutdarkside<br />

vorrebbe scattare: realizzare<br />

uno scatto non è un progetto che si<br />

può pianificare, uno studio da fare, è<br />

un momento della vita, inteso come<br />

condizione psicofisica o sensazione,<br />

da fermare. E proprio per questo,<br />

non prevedibile. Aboutdarkside non<br />

nasconde che quella che ora è solo<br />

una forte passione possa diventare<br />

il mestiere della vita («vorrei scattare<br />

foto per emozionare il mio pubblico»).<br />

Progetti in cantiere già ci sono, come,<br />

ad esempio, la realizzazione di un calendario<br />

per il 2010 in collaborazione<br />

con un’attività commerciale della Valdinievole,<br />

o lavori svolti per locali della<br />

zona. Una carriera non facile (come<br />

ammette lei stessa), affrontata però<br />

con piglio deciso e, soprattutto, con<br />

una passione fortemente motivante.


31<br />

talenti<br />

“Ho dato vita<br />

alla Pop Heart”<br />

T<br />

Alendro Roncarà, in<br />

arte IHO, da giocatore<br />

di basket, a ristoratore<br />

e ora anche pittore. I<br />

suoi quadri sono esposti a<br />

Roma a Ponte Milvio. Colori<br />

e frasi che raccontano<br />

anche la storia di<br />

Montecatini<br />

utti a Montecatini Terme conoscono Aleandro<br />

Roncarà, 42 anni, per la sua simpatia e<br />

la capacità di coinvolgere le persone. E’ da<br />

sempre un personaggio di spicco della città<br />

termale. Prima come giocatore di basket<br />

con i colori rossoblù: ha giocato nel Montecatini<br />

negli anni d’oro di Mario Boni e Andrea<br />

Niccolai e poi si è distinto per le sue capacità<br />

nella gestione del ristorante Egisto. La sua<br />

vita è un vero laboratorio di idee, come si<br />

nota a primo impatto, sia nella realizzazione<br />

dei menù del locale, che nei quadri appesi<br />

alle pareti.<br />

“I miei quadri infatti, all’inizio, hanno incuriosito<br />

i clienti del ristorante - afferma Aleandro<br />

Roncarà - quando dicevo loro che li avevo<br />

realizzati io, restavano colpiti. Anzi, mi chiedevano<br />

di portarli a casa”. Così di idea in<br />

idea è nata la Pop Heart, che lui firma con<br />

il nome d’arte di IHO. “Già da bambino imbrattavo<br />

i banchi delle scuole e i diari dei miei<br />

compagni. Ho sempre amato lo stile del fumetto”.<br />

Nelle sue creazioni si notato sempre<br />

frasi e aforismi storici, che spesso raccontano<br />

la storia del cinema o<br />

di Montecatini. “Tra le tante<br />

- aggiunge Roncarà - le frasi<br />

che mi piacciono di più sono<br />

quelle di Francesco Forbicini,<br />

detto il boss, che è l’ex<br />

bibliotecario di Montecatini.<br />

Un mito per quelli della mia<br />

generazione”.<br />

Dalla passione, alla prima<br />

consacrazione artistica<br />

quindi. Infatti Aleandro Roncarà<br />

ha avuto la possibilità<br />

di esporre le sue opere a Roma alla Torretta<br />

Valadier nel piazzale di Ponte Milvio,<br />

dal 16 al 22 ottobre. “E’ stata una grande<br />

soddisfazione, i miei quadri hanno riscosso<br />

enorme successo”.Dal comunicato<br />

stampa di Art Inside, che organizza<br />

la mostra si legge: “IHO esprime, attraverso<br />

forme e colori, una visione della<br />

vita dinamica e gioiosa, tutt’altro che priva<br />

di significato. Usa un linguaggio immediato,<br />

mutuato dallo slang giovanile,<br />

un melting pot di immagini, di parole di<br />

varie provenienze”.<br />

non perdere l’opportunità di apparire<br />

per la pubblicità su questo mensile<br />

chiama lo 0572.386198


32<br />

la bizona<br />

“Amo il calcio<br />

e Montecatini”<br />

Quella di Bruno Bolchi fu la prima figurina stampata della raccolta<br />

“Calciatori Panini”. Capelli perfettamente pettinati, zigomi forti, mascella<br />

pronunciata con quella maglia dell’ Inter a pari collo dai rigoni<br />

vistosi. Bruno, per tutti Maciste in virtù della stazza statuaria, nasce<br />

a Milano il 21 febbraio del 1940. Tempi duri, e non solo per i calciatori.<br />

Nel settore giovanile dell’ Internazionale tira i primi calci e a soli<br />

18 anni debutta in prima squadra. Alla fine della sua esperienza in<br />

nerazzurro saranno 109 le presenze, impreziosite da 10 reti. Verona<br />

, Atalanta, Torino e Pro Patria (dove gioca, ma anche allena) le tappe<br />

di un carriera chiusa alle soglie dei 32 anni. In Valdinievole arriva nel<br />

1972 per guidare la Pistoiese e quindi l’anno successivo l’Unione<br />

Valdinievole del lungimirante patron Marcello Melani. Si stabilisce a<br />

Montecatini, in Via Mascagni per trasferirsi successivamente nella<br />

quiete del complesso del Vergaiolo. E’ qui che ci riceve, in quella<br />

sorta di eremo che non ha più lasciato, pur girovagando per tutta<br />

l’Italia, isole comprese, nel suo pellegrinaggio da allenatore.<br />

Servizio di<br />

Roberto Grazzini<br />

Foto di Cristiano Bianchi<br />

ra me e la Valdinievole è stato amore<br />

a prima vista - dice guardando fuori<br />

dalla finestra dello studio -. Abituato ai<br />

frenetici ritmi meneghini, qui si arriva a sera<br />

quasi senza accorgersene, gustandoti<br />

ogni momento della giornata. Anche mia<br />

moglie Paola ne rimase colpita e così abbiamo<br />

deciso di far crescere qui i nostri figli<br />

Alessandro ed Andrea. Agli amici increduli al<br />

Nord raccontavo che per i divertimenti era<br />

come essere a Milano - prosegue Bolchi -<br />

al Kursall arrivavano le migliori compagnie,<br />

sia teatrali che musicali, e il Gambrinus era<br />

sempre gremito di gente, fuori e dentro i<br />

portici, per vedere i cantanti del momento. E<br />

non c’era il problema di far smettere la musica<br />

alla 23, 30. Era un piacere passegiare<br />

per i viali principali, tenuti come salotti di<br />

casa”. Una breve pausa, poi con un pizzico<br />

di amarezza aggiunge: Putroppo adesso le<br />

cose sono cambiate. La sera a Montecatini<br />

pare ci sia il coprifuoco. Le strutture ci sono<br />

e la natura fa il resto. Mancano le idee e le<br />

persone giuste al posto giusto”. A questo<br />

punto passiamo a parlare di calcio, il suo<br />

pane quotidiano. “Dalle vostre parti, che ormai<br />

per adozione, reputo pure le mie piace<br />

di più il basket e devo dire che mi sono fatto<br />

trascinare dalla passione per questo sport,<br />

anche perché uno dei miei figli è stato per<br />

diverso tempo il fisioterapista dell’ attuale<br />

Agricola Gloria. Che la gente ami la pallacanestro<br />

e i colori rossoblu ne ho avuto un<br />

esempio tangibile nello spareggio salvezza<br />

della scorsa stagione”. Maciste, tornando<br />

al calcio, parla di Marcello Melani. “Aveva<br />

provato a creare un club che riunisse l’intero<br />

comprensorio, ma probabilmente per<br />

troppo campanilismo, l’esperimento Unione<br />

Valdinievole fallì dopo pochi anni. Mi ricordo<br />

ancora una delle prime riunioni con i dirigenti<br />

di tutte le società. Melani parlò per un’ora<br />

spiegando il suo progetto e quando dette la<br />

parola a chi lo ascoltava la prima domanda<br />

fu: Ma di che colore le facciamo le maglie?<br />

Roba da farti cadere le braccia. A Montecatini<br />

il calcio non ha mai attecchito, a parte<br />

la gloriosa parentesi della serie C 2. La cittadina,<br />

che ha dato i natali a tanti campioni<br />

da tante stagioni vive nell’ anonimato delle<br />

serie inferiori”.


33<br />

la bizona<br />

E’ l’eccezione che conferma la regola in una<br />

Valdinievole che raccoglie ben 14 squadre<br />

dalla serie D alla seconda categoria. “Se mi<br />

permettete vorrei spendere due parole sulla<br />

Polisportiva Margine Coperta, esempio di<br />

come si deve fare calcio di qualità a livello<br />

di settore giovanile. Atleti come Pazzini,<br />

Guarente, Pisani, Rossini, Pagano per citare<br />

i nomi più importanti, lanciati da questa<br />

società legata all’Atalanta, dimostrano la<br />

bravura dello staff del Margine nello scovare<br />

e far crescere i talenti”. <strong>Il</strong> calcio è in continua<br />

evoluzione. Era meglio prima o è meglio<br />

adesso? Bolchi ci dà la sua visione: “Oggi il<br />

ragazzo prima deve avere un determinato<br />

fisico poi, in un secondo momento, si guarda<br />

la parte tecnica. Prima era esattamente il<br />

contrario. Del resto <strong>Il</strong> football attuale è molto<br />

muscolare e la velocità è notevolmente aumentata.<br />

Riguardo agli schemi puntualizza<br />

- vorrei sfatare una volta per tutte la leggenda<br />

della mia Inter definita “catenacciara”.<br />

Attaccavamo in sei, compreso il sottoscritto<br />

e il povero Facchetti, e difendevamo in cinque.<br />

Adesso vedo squadre che difendono<br />

in undici dietro la linea del pallone”. Ma non<br />

è solo questo che non gli va a genio. “La<br />

legge internazionale sui contratti lunghi porta<br />

il giocatore ad adagiarsi. Si impegna fino<br />

ad un certo punto. Prima, ogni stagione dovevamo<br />

sputare l’anima per il rinnovo”. Gli<br />

chiediamo se ha qualche rimpianto come<br />

il fatto di non aver mai allenato una cosiddetta<br />

“big”. “Oltre a giocare nell’Inter, ho<br />

avuto la fortuna di vestire l’azzurro di tutte le<br />

rappresentative nazionali e da tecnico sono<br />

stato alle dipendenze di società importanti,<br />

lasciando (oltre a sei promozioni ndr) credo<br />

un ottimo ricordo ovunque. Allo stesso tempo<br />

ha avuto a disposizione degli ottimi atleti,<br />

ma soprattutto degli uomini eccezionali<br />

come Rizzitelli o Ambrosini che a Cesena si<br />

faceva ogni giorno un centinaio di chilometri<br />

per andare a studiare a casa e poi tornava<br />

nel pomeriggio ad allenarsi. Cosa devo<br />

chiedere di più? Tuttora sono convinto che<br />

in generale, i tecnici italiani siano fra i più preparati<br />

al mondo dal punto di vista tattico. All’<br />

estero hanno capito che per vincere qualcosa<br />

ci vuole la nostra fantasia, e perché no,<br />

anche la nostra furbizia. Ecco spiegata la<br />

fuga di cervelli oltre i confini nazionali. Visto<br />

che siamo in argomento, vorrei fare una tiratina<br />

di orecchie ai media che consacrano<br />

troppo presto al ruolo di grandi condottieri<br />

i nuovi allenatori. Secondo me ci vogliono<br />

tante panchine e tante battaglie prima di<br />

essere definiti grandi con la g maiuscola”.<br />

Abbiamo capito che comunque il calcio lo<br />

diverte ancora. “Specie quando vedo Messi<br />

in questo momento è il giocatore più forte al<br />

mondo, ricorda Maradona”.<br />

Tra me e la Valdinievole<br />

è stato amore a<br />

prima vista, oggi le<br />

cose sono cambiate. Per il<br />

rilancio le strutture ci sono,<br />

la natura fa il resto. Mancano<br />

solo le idee e<br />

le persone giuste al<br />

posto giusto.


34<br />

il giullare dell’anno<br />

Scegliete voi lettori chi<br />

sarà il “<strong>Giullare</strong>” dell’anno<br />

Decidi tu chi<br />

nominare!<br />

invia subito un’email a<br />

direttore@ilgiullare.com<br />

Tanti nomi spesso si affiancano alle storie che pubblichiamo<br />

sul nostro giornale e sono gli stessi che hanno<br />

portato benefici o hanno lasciato un segno nella<br />

vita di tutti noi che amiamo e viviamo in Valdinievole.<br />

Proprio per questo motivo, dato che siamo ormai diventati<br />

una nuova voce del territorio, abbiamo deciso<br />

di far nascere il premio “IL GIULLARE DELL’ANNO”<br />

che sarà consegnato nel corso di una grande manifestazione<br />

organizzata nel periodo natalizio. Sarete voi<br />

lettori e decidere prima le nomination e poi a votare il<br />

vostro “<strong>Giullare</strong>” preferito.<br />

Le nomination, quindi i “papabili” che dall’uscita del<br />

nuovo numero della rivista di Novembre, fino a quella<br />

di dicembre, potranno esser votati, saranno pubblicate<br />

sulla prossima edizione de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”. Scriveteci subito,<br />

iniziate a darci la vostra preferenza. <strong>Il</strong> sistema è<br />

molto semplice, basta inviare un’e-mail alla redazione,<br />

precisamente all’indirizzo: direttore@ilgiullare.com.<br />

Allora, inziate a pensare: chi volete nominare? Proviamo<br />

a darvi qualche indicazione: il primo indiziato<br />

è Giuseppe Bellandi, il nuovo sindaco di Montecatini,<br />

che ha raggiunto un risultato storico riportando<br />

il centrosinistra al potere dopo dieci anni, in una città<br />

storicamente spostata a destra. Pensiamo poi a<br />

Giampaolo Pazzini, il campione di casa nostra che sta<br />

facendo faville con la Sampdoria e spera in un posto<br />

in nazionale ai mondiali. Nello spettacolo abbiamo<br />

Eleonora Di Miele, attrice di Centrovetrine e fondatrice<br />

dell scuola Art Show dance. Insomma, chi sarà “<strong>Il</strong><br />

<strong>Giullare</strong> dell’anno?”.


35<br />

agenda<br />

Artisti Toscani e Ipercoop<br />

uniti per il “Cuore si Scioglie”<br />

15 ottobre - Ponte Buggianese<br />

Una serata veramente da ricordare per i pontigiani che hanno assistito alla partita amichevole<br />

organizzata dal personale dell’Ipercoop, che si è disputata al pallazzetto dello<br />

sport di Ponte Buggianese. Tanti sono stati gli ospiti e numeroso il pubblico che ha seguito con<br />

interesse la manifestazione benefica a favore dell’associazione “<strong>Il</strong> cuore si scioglie” che insieme<br />

a Unicoop si impegna nel mondo del volontariato laico e cattolico, in una grande campagna di<br />

solidarietà per favorire l’adozione e l’affidamento a distanza dei bambini in molte realtà povere<br />

del sud del mondo. <strong>Il</strong> contributo delle adozioni e degli affidamenti consente a questi ragazzi di<br />

avere un sano vitto, assistenza sanitaria, la possibilità di accedere all’istruzione scolastica e poter<br />

così sperare in un futuro migliore. La cooperativa, d’altra parte, finanzia in questi stessi Paesi<br />

progetti per realizzare scuole, centri di accoglienza,<br />

garantire cure mediche e creare opportunità<br />

di lavoro. All’evento hanno partecipato,<br />

olte che gli amministratori locali, i dipendenti<br />

dell’Ipercoop di Montecatini, anche numerosi<br />

personaggi del mondo dello spettacolo della<br />

Toscana. La madrina della serata è stata Eleonora<br />

Di Miele. Insieme a lei tanti comici: Graziano<br />

Salvadori, Niki Giustini, Massimo Antichi,<br />

il campione di ciclismo Michele Bartoli, il sosia<br />

di Mr Bean, il nostro direttore Andrea Spadoni<br />

e tanti altri cabarettisti emergenti della Toscana.<br />

L’incontro di calcetto è finito in favore dei<br />

dipendenti dell’Ipercoop che hanno dimostrato<br />

superiorità sul campo da gioco, ma alla<br />

fine non contava il risultato sportivo, bensì<br />

la motivazione che ha spinto tanti ragazzi<br />

e artisti a impegnarsi per la solidarietà.<br />

Si indaga sulla<br />

morte del romeno<br />

19 ottobre - Montecatini Terme<br />

È entrato in caserma con le manette ai polsi. È uscito<br />

un paio d’ore più tardi su una lettiga, incosciente. Carlin<br />

Sorin, romeno di 24 anni, in evidente stato di ubriachezza,<br />

una volta in caserma ha dato in escandescenze,<br />

sbattendo la testa sul muro. I sanitari del 118 di<br />

gli hanno somministrato un calmante e quando hanno<br />

cercato di svegliarlo era in stato di incoscienza, è deceduto<br />

durante il trasporto all’ospedale di Pistoia. Ora<br />

si sta indagando sulle cause. Un nastro da riavvolgere,<br />

partendo da un finale tragico, per cristallizzare azioni<br />

e iniziative che hanno accompagnato per due volte la<br />

presenza dei soccorritori nell’edificio di via Tripoli. Quali<br />

erano le condizioni di Carlin Sorin e quanto potesse<br />

essere considerato presente durante il trattamento,<br />

ma anche come ha reagito alla somministrazione del<br />

sedativo, lo stanno valutando gli inquirenti.<br />

Non è escluso che la Procura decida di nominare un<br />

consulente per stabilire se e come l’anestetico ha influito<br />

sulle condizioni di salute del romeno<br />

portandolo al decesso.<br />

<strong>Il</strong> libro di Lenzi presentato<br />

da Belpietro e Renzi<br />

Sta riscuotendo un grande successo il libro del giornalista,<br />

originario di Ponte Buggianese, Massimiliano Lenzi. A lui e<br />

alla sua nuova opera, avevamo dedicato due pagine nella nostra<br />

rubrica “Fenomeni”, per attestarne la professionalità e l’elevato<br />

spessore culturale del lavoro che racconta la televisione e i suoi<br />

protagonisti come Dante racconta i personaggi della sua epoca<br />

nella Divina Commedia. <strong>Il</strong> libro “C’è<br />

posto per te” è infatti diventato un cult<br />

per gli amanti della televisione e chi<br />

vuol guardare oltre al monitor. Questo<br />

ha fatto anche Massimiliano Lenzi<br />

che con il piglio di un romanziere ne<br />

ha raccontato i segreti con simpatici<br />

aneddoti e percorsi storici. L’opera<br />

del giornalista di Ponte Buggianese,<br />

che ha mosso i primi passi nel mondo<br />

dell’editoria alla redazione di Montecatini<br />

de “<strong>Il</strong> Tirreno”, ha fatto il giro<br />

d’Italia. Ecco un momento della presentazione<br />

di “C’è posto per te” alla<br />

Libreria Edison di Firenze con Massimiliano<br />

Lenzi, Maurizio Belpietro<br />

(direttore di Libero),<br />

Matteo Renzi (sindaco di<br />

Firenze) e Carlo Freccero<br />

(diretttore di Rai 4).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!