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Anno 0 – Numero 3 – Ottobre 2009 - Il Giullare

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33<br />

la bizona<br />

E’ l’eccezione che conferma la regola in una<br />

Valdinievole che raccoglie ben 14 squadre<br />

dalla serie D alla seconda categoria. “Se mi<br />

permettete vorrei spendere due parole sulla<br />

Polisportiva Margine Coperta, esempio di<br />

come si deve fare calcio di qualità a livello<br />

di settore giovanile. Atleti come Pazzini,<br />

Guarente, Pisani, Rossini, Pagano per citare<br />

i nomi più importanti, lanciati da questa<br />

società legata all’Atalanta, dimostrano la<br />

bravura dello staff del Margine nello scovare<br />

e far crescere i talenti”. <strong>Il</strong> calcio è in continua<br />

evoluzione. Era meglio prima o è meglio<br />

adesso? Bolchi ci dà la sua visione: “Oggi il<br />

ragazzo prima deve avere un determinato<br />

fisico poi, in un secondo momento, si guarda<br />

la parte tecnica. Prima era esattamente il<br />

contrario. Del resto <strong>Il</strong> football attuale è molto<br />

muscolare e la velocità è notevolmente aumentata.<br />

Riguardo agli schemi puntualizza<br />

- vorrei sfatare una volta per tutte la leggenda<br />

della mia Inter definita “catenacciara”.<br />

Attaccavamo in sei, compreso il sottoscritto<br />

e il povero Facchetti, e difendevamo in cinque.<br />

Adesso vedo squadre che difendono<br />

in undici dietro la linea del pallone”. Ma non<br />

è solo questo che non gli va a genio. “La<br />

legge internazionale sui contratti lunghi porta<br />

il giocatore ad adagiarsi. Si impegna fino<br />

ad un certo punto. Prima, ogni stagione dovevamo<br />

sputare l’anima per il rinnovo”. Gli<br />

chiediamo se ha qualche rimpianto come<br />

il fatto di non aver mai allenato una cosiddetta<br />

“big”. “Oltre a giocare nell’Inter, ho<br />

avuto la fortuna di vestire l’azzurro di tutte le<br />

rappresentative nazionali e da tecnico sono<br />

stato alle dipendenze di società importanti,<br />

lasciando (oltre a sei promozioni ndr) credo<br />

un ottimo ricordo ovunque. Allo stesso tempo<br />

ha avuto a disposizione degli ottimi atleti,<br />

ma soprattutto degli uomini eccezionali<br />

come Rizzitelli o Ambrosini che a Cesena si<br />

faceva ogni giorno un centinaio di chilometri<br />

per andare a studiare a casa e poi tornava<br />

nel pomeriggio ad allenarsi. Cosa devo<br />

chiedere di più? Tuttora sono convinto che<br />

in generale, i tecnici italiani siano fra i più preparati<br />

al mondo dal punto di vista tattico. All’<br />

estero hanno capito che per vincere qualcosa<br />

ci vuole la nostra fantasia, e perché no,<br />

anche la nostra furbizia. Ecco spiegata la<br />

fuga di cervelli oltre i confini nazionali. Visto<br />

che siamo in argomento, vorrei fare una tiratina<br />

di orecchie ai media che consacrano<br />

troppo presto al ruolo di grandi condottieri<br />

i nuovi allenatori. Secondo me ci vogliono<br />

tante panchine e tante battaglie prima di<br />

essere definiti grandi con la g maiuscola”.<br />

Abbiamo capito che comunque il calcio lo<br />

diverte ancora. “Specie quando vedo Messi<br />

in questo momento è il giocatore più forte al<br />

mondo, ricorda Maradona”.<br />

Tra me e la Valdinievole<br />

è stato amore a<br />

prima vista, oggi le<br />

cose sono cambiate. Per il<br />

rilancio le strutture ci sono,<br />

la natura fa il resto. Mancano<br />

solo le idee e<br />

le persone giuste al<br />

posto giusto.

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