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“Lavorare con le emozioni” – Il volume raccoglie i contributi originali

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In questi casi, outward ad alta reciprocità, si determina una chiusura<br />

organizzaziona<strong>le</strong> di tipo “<strong>con</strong>testualizzato”.<br />

<strong>Il</strong> benessere viene ricercato attraverso la <strong>con</strong>quista di <strong>con</strong>ferme appetibili e di<br />

risultati significativi. Le crisi hanno origine solo quando il soggetto non riesce a<br />

gestire, <strong>con</strong> gli strumenti di cui dispone, un fallimento persona<strong>le</strong>, un risultato<br />

negativo o una dis<strong>con</strong>ferma esterna, non riuscendo quindi a renderli compatibili<br />

<strong>con</strong> la propria coerenza interna. In questi casi può provare inadeguatezza,<br />

delusione, vergogna, imbarazzo o rabbia, emozioni auto-valutative che richiedono<br />

un esame cognitivo del proprio comportamento perché possano attivarsi.<br />

Organizzazioni normative<br />

Negli sviluppi outward originati da una bassa prevedibilità e disponibilità<br />

dell’atteggiamento accudente, nei quali la reciprocità semantica è bassa, l’identità<br />

è costruita sul<strong>le</strong> rego<strong>le</strong> e sui criteri percepiti come giusti e certi, per poter<br />

distinguere ciò che è giusto o sbagliato, buono o cattivo, vero o falso, gestendo in<br />

questo modo gli aspetti ambiva<strong>le</strong>nti e antitetici dell’esperienza, che possono<br />

destabilizzare in quanto generano dubbi, incertezze e difficoltà di scelta. Sul piano<br />

adattivo, la propria adeguatezza cognitiva e, quindi, il <strong>con</strong>trollo del<strong>le</strong> situazioni<br />

vengono ricavati dal<strong>le</strong> certezze o dai dubbi percepiti. I parametri fondamentali in<br />

base ai quali valutare il proprio operato non sono i risultati (come avviene nel<strong>le</strong><br />

organizzazioni <strong>con</strong>testualizzate) ma il proprio impegno e la propria adesione a ciò<br />

che si sente “giusto”. La ricerca della reciprocità viene <strong>con</strong>seguita sulla base della<br />

compatibilità <strong>con</strong> i propri schemi emozionali di autovalutazione. <strong>Il</strong> soggetto è<br />

centrato sugli aspetti <strong>con</strong>oscitivi ed esplicativi della vita, ma anche sulla ricerca di<br />

una teoria sul fine e sul senso dell’esistenza umana.<br />

In questi casi, outward a bassa reciprocità semantica, si determina una chiusura<br />

organizzaziona<strong>le</strong> di tipo “normativo”.<br />

<strong>Il</strong> benessere viene cercato definendo criteri e ricercando valori che soddisfino il<br />

bisogno persona<strong>le</strong> di trovare un modo “giusto” di vivere. Solo all’interno di<br />

questo riferimento etico può essere raggiunto un equilibrio tra i dubbi e <strong>le</strong> certezze<br />

dell’esperienza. <strong>Il</strong> soggetto deve trovare la bussola e mantenere una rotta nella<br />

propria vita e questo <strong>con</strong>sente, in modo “ragionevo<strong>le</strong>”, di tol<strong>le</strong>rare i dubbi (in<br />

quanto il cana<strong>le</strong> cognitivo è sempre preva<strong>le</strong>nte). Ovviamente gli scompensi<br />

ricorrono se questo equilibrio interno si rompe, <strong>con</strong> una sorta di “naufragio”<br />

nell’incertezza, che appare caotica e ingestibi<strong>le</strong>, attivando un malumore di fondo<br />

fatto di ruminazioni, di sensi di colpa e di rabbia per la perdita di certezza e per il<br />

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