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Botswana - Ice

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<strong>Botswana</strong>


AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010<br />

BOTSWANA<br />

1. QUADRO MACROECONOMICO<br />

a) Andamento congiunturale e rischio Paese<br />

12.0<br />

10.0<br />

8.0<br />

6.0<br />

4.0<br />

2.0<br />

0.0<br />

-2.0<br />

-4.0<br />

-6.0<br />

-8.0<br />

9.8<br />

5.9<br />

3.5<br />

9.0<br />

BOTSWANA: PIL REALE<br />

(variazioni percentuali)<br />

6.3 6.0<br />

1.6<br />

5.1 4.8<br />

-6.0<br />

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />

(*)<br />

3.1<br />

6.3<br />

5.1<br />

2011<br />

(**)<br />

(*) stime<br />

(**) previsioni<br />

Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010<br />

Il <strong>Botswana</strong> si e’ guadagnato una positiva reputazione internazionale come caso esemplare di<br />

economia africana di successo. Un territorio piccolo e senza sbocco al mare, con una<br />

popolazione di poco piu’ di un milione e mezzo di abitanti, era uno dei paesi piu’ poveri<br />

dell’Africa. Con un PIL pro-capite di circa 70 dollari al raggiungimento dell’indipendenza dal<br />

Regno Unito nel 1966, ha sperimentato una crescita senza precedenti ancorata fermamente su<br />

principi di governo democratico e di stabilita’ macroeconomica. Per trenta anni successivi<br />

all’indipendenza, il <strong>Botswana</strong> ha registrato la piu’ elevata crescita economica al mondo,<br />

addirittura superiore a quella delle “tigri” asiatiche, con un ritmo medio annuale di espansione<br />

pari al 9% che ha consentito al Paese di rientrare nel novero dei paesi a medio reddito, secondo<br />

le classificazioni internazionali delle economie in via di sviluppo.<br />

I significativi risultati conseguiti sono riflessi nel miglioramento delle infrastrutture sociali ed<br />

economiche e nelle elevate posizioni occupate nell’ambito delle graduatorie internazionali<br />

relative al buon governo, all’ambiente per la condotta degli affari ed agli indicatori di liberta’<br />

economica ed il Paese sta compiendo progressi verso il raggiungimento degli obiettivi inscritti<br />

nell’ambito dei Millennium Development Goals. Tuttavia, il <strong>Botswana</strong> deve continuare ad<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


affrontare notevoli sfide di sviluppo di lungo periodo che riguardano l’ampia sperequazione<br />

nella distribuzione della ricchezza, tra le piu’ elevate al mondo, l’elevata disoccupazione<br />

strutturale, pari a circa il 20% e diffusa soprattutto fra le generazioni piu’ giovani della<br />

popolazione attiva, la scarsita’ cronica di risorse umane qualificate e la fortissima incidenza<br />

dell’epidemia di HIV/AIDS che rappresenta un ostacolo incombente sul futuro sviluppo<br />

economico del paese.<br />

Principale forza trainante dell’economia continua ad essere il settore minerario dei diamanti, che<br />

da sempre domina la struttura economica del paese e contribuisce per circa il 40% alla<br />

formazione del PIL, nonostante gli sforzi del governo finalizzati a realizzare necessari processi<br />

di diversificazione. La produzione e’ stata sospinta dagli investimenti effettuati negli ultimi anni<br />

in una serie di grandi progetti, come quello della miniera diamantifera di Orapa. Il <strong>Botswana</strong> e’<br />

il principale produttore mondiale. La produzione di diamanti e’ cresciuta rapidamente<br />

nell’ultimo decennio, raggiungendo un volume di circa 34 milioni di carati nel 2007, ma<br />

mostrandosi nel 2008, e ancor piu’, nel 2009, in fortissima contrazione.<br />

Oltre che ai diamanti, il mantenimento degli elevati livelli della produzione mineraria e’<br />

ascrivibile anche all’oro (grazie all’entrata in funzione, alla fine del 2004, della miniera di<br />

Mupane), al rame e al nickel, materie prime che hanno registrato una rapida ascesa delle<br />

quotazioni internazionali. In continua crescita risultano anche i servizi (in particolare quelli<br />

finanziari, turistici, i trasporti e le telecomunicazioni), quale riflesso della robusta intonazione<br />

della spesa governativa e dei consumi privati e grazie ai continui sforzi per proporre il paese<br />

quale centro finanziario nonche’ meta turistica internazionale. Il contributo dell’agricoltura alla<br />

formazione del PIL, un tempo preponderante, si e’, invece, via via ridotto, a causa delle<br />

periodiche crisi di siccita’, delle inondazioni, delle patologie degli animali, della scarsa<br />

produttivita’ ma anche dei sempre piu’ intensi fenomeni di urbanizzazione. Lo sviluppo del<br />

settore manifatturiero procede con lentezza rispetto alle aspettative, non avendo ancora<br />

recuperato l’impatto negativo delle chiusure degli stabilimenti di assemblaggio dei veicoli da<br />

parte della Hyundai e della Volvo e le tensioni nelle relazioni industriali occorse in diverse<br />

fabbriche, circostanze che segnalano le difficolta’ oggettive di procedere, in tempi relativamente<br />

brevi, alla costruzione di una significativa struttura industriale in <strong>Botswana</strong>. Peraltro, nel<br />

dicembre 2009, si e’ assistito alla cessazione di un’altra attivita’ manifatturiera, quella<br />

dell’impresa tessile Caratex <strong>Botswana</strong>, con chiusura di sei fabbriche ed il licenziamento di 5000<br />

lavoratori, con ulteriore ricaduta negativa sul settore.<br />

Con un PIL pro-capite stimato dal Fondo Monetario in 6.407 dollari nel 2009, a prezzi e tassi di<br />

cambio correnti, pur in flessione di oltre il 15% rispetto al 2008, quinto maggiore livello tra i<br />

paesi africani dopo Guinea Equatoriale, Gabon, Seychelles e Mauritius, il <strong>Botswana</strong> e’ uno dei<br />

pochi paesi del continente ad essere classificati a medio reddito. Il governo, grazie ad una<br />

politica economica e finanziaria equilibrata, ha gestito finora in maniera prudente le risorse del<br />

Paese, attraendo significativi flussi di investimenti ed investendo in capitale fisico ed umano.<br />

Ciononostante, non e’ stato possibile realizzare una generalizzata ed equa distribuzione della<br />

ricchezza; anzi, oltre un terzo della popolazione, su un totale di soli 1,8 milioni di abitanti, vive<br />

ancora in condizioni critiche di sviluppo. Soltanto il 3% della manodopera viene impiegata nel<br />

settore minerario, mentre la principale fonte di occupazione del <strong>Botswana</strong> e’ rappresentata dalle<br />

strutture pubbliche o parastali che, dopo il settore minerario, forniscono il maggior contributo<br />

alla ricchezza prodotta dal paese e agli investimenti interni.<br />

A partire dall’inizio del decennio, il ritmo di crescita economica del paese ha manifestato un<br />

netto rallentamento, registrando una crescita media annuale del PIL intorno al 4,5%. Dopo aver<br />

mostrato un tasso di incremento del PIL reale del 3,1% nel 2008, nel 2009 si e’ verificata una<br />

netta contrazione del 6%, la peggiore recessione da quarant’anni, principalmente quale<br />

conseguenza della crisi economica internazionale che ha provocato una drastica riduzione della<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


domanda di diamanti, contribuendo ad un significativo deterioramento della performance<br />

economica del <strong>Botswana</strong>. Nel 2010, l’attivita’ economica si e’ mostrata in ripresa, grazie al<br />

progressivo rafforzamento della domanda internazionale che ha favorito la produzione di<br />

diamanti che, nel primo semestre, e’ raddoppiata rispetto allo stesso periodo del 2009.<br />

Parallelamente si e’ assistito ad un incremento degli investimenti nel settore minerario<br />

dell’uranio, dei diamanti e del rame. Anche il settore manifatturiero si e’ mostrato in ripresa,<br />

ancorche’ alcuni settori, come il tessile-abbigliamento, restino sotto forti pressioni competitive,<br />

soprattutto al graduale venir meno dei contributi governativi di sostegno, mentre il turismo ha<br />

beneficiato della pubblicita’ positiva associata ai campionati del mondo di calcio in Sud Africa.<br />

Nel World Economic Outlook del mese di aprile 2010, il Fondo Monetario stima una crescita<br />

del 6,3% per l’economia del <strong>Botswana</strong> nel 2010.<br />

Nel 2009, l’inflazione, che nel 2008 ha fatto registrare un netto rialzo rispetto al passato, ha<br />

mostrato un sostanziale rallentamento diminuendo dal 12,8% del mese di gennaio al 5,8% di<br />

dicembre, per una media dell’8,2% nel 2009, rispetto al 12,6% nel 2008. Dal momento che i tre<br />

quarti delle importazioni del <strong>Botswana</strong>, paese privo di sbocchi al mare, provengono dal Sud<br />

Africa, la riduzione della dinamica dei prezzi al consumo in quest’ultimo, unitamente al<br />

rallentamento della crescita dei prezzi dei prodotti alimentari, che rappresentano circa il 22% del<br />

paniere, ed al ridimensionamento di quelli petroliferi, hanno contribuito a tale rallentamento.<br />

Nel 2010, il tasso di crescita dell’indice dei prezzi al consumo si e’ stabilizzato, facendo<br />

registrare il 7,7% nel mese di giugno 2010 ed il 6,7% nel mese di agosto, ancora leggermente al<br />

di sopra dell’intervallo obiettivo del 3-6% della banca centrale, grazie anche all’effetto<br />

calmierante della bassa inflazione in Sud Africa da cui il <strong>Botswana</strong> dipende per<br />

l’approvvigionamento dei beni di consumo.<br />

A partire dalla meta’ del 2008 e per tutto il 2009, i tassi di interesse hanno mostrato una<br />

consistente riduzione, in linea con la traiettoria dell’inflazione. Nel contempo, l’indebolimento<br />

economico ha rappresentato causa di preoccupazione e la politica monetaria e’ diventata<br />

maggiormente accomodante al fine di stimolare la crescita. Il tasso di sconto e’ stato ridotto di<br />

550 punti base dal picco del 15,5% del periodo giugno-novembre 2008 al 10% nel mese di<br />

dicembre 2009, mantenuto su tale livello per i primi nove mesi del 2010. Il prime rate e’ sceso<br />

all’11,5% nel settembre 2010, essendo in media stato pari al 13,8% nel 2009.<br />

L’industria mineraria contribuisce tradizionalmente per la maggior parte delle entrate fiscali,<br />

con le entrate per royalties, dividendi e tasse pari a circa la meta’ delle entrate fiscali totali.<br />

Altra importante fonte di entrate fiscali e’ costituita dalle entrate daziarie dell’unione doganale<br />

SACU. Il governo ha adottato una regola fiscale secondo la quale gli introiti minerari devono<br />

essere devoluti all’espansione della base produttiva dell’economia piuttosto che alla spesa per<br />

consumi. I surplus nel bilancio pubblico, prima della crisi economica internazionale del 2008,<br />

costituivano la norma in <strong>Botswana</strong>, in parte ascrivibili alla bassa capacita’ di spesa in conto<br />

capitale, in parte all’incremento delle entrate minerarie e di quelle doganali associate alla South<br />

African Customs Union (SACU). Tuttavia, dopo aver fatto registrare un surplus pari al 4,8% nel<br />

2007/08 (aprile/marzo), nel 2008/09 il bilancio pubblico ha mostrato un deficit del 5,4% del<br />

PIL, a causa delle ripercussioni della crisi internazionale e della contrazione delle esportazioni<br />

diamantifere che hanno provocato una drastica riduzione delle entrate fiscali, mentre nel<br />

2009/10 il disavanzo ha registrato una sensibile espansione al 15,1% del PIL. Nonostante tale<br />

situazione, il governo intende confermare il proprio impegno relativamente ai propri programmi<br />

di spesa, finalizzati a promuovere la diversificazione economica, la creazione di occupazione e<br />

la riduzione della poverta’ accanto all’intensificazione delle politiche per combattere l’AIDS.<br />

Tuttavia, e’ costretto necessariamente a riconsiderare le proprie priorita’, alla luce della<br />

drammatica riduzione delle entrate associate alla vendita di diamanti. Le stesse agenzie di rating<br />

internazionale Standard & Poor’s and Moody’s hanno espresso riserve di fronte alla politica<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


fiscale espansiva programmata dal governo, riducendo gli indicatori di credito sovrano del<br />

paese. Nel frattempo, il Paese e’ stato costretto, nel mese di giugno 2009, a ricorrere ad un<br />

prestito di 1,5 miliardi di dollari della Banca Africana di Sviluppo, il prestito piu’ elevato da<br />

essa mai concesso, a favore del processo di diversificazione economica. Nel mese di ottobre<br />

2009, la Banca Africana ha inoltre approvato un nuovo prestito di 153 milioni di euro al<br />

governo per finanziare specifiche componenti del progetto di centrale elettrica Morupule B ed<br />

associate infrastrutture di trasmissione. Anche la Banca Mondiale ha fornito un prestito di 186<br />

milioni di dollari per finanziare il <strong>Botswana</strong>’s Integrated Transport Project.<br />

La politica di sviluppo economico di lungo periodo del <strong>Botswana</strong> e’ articolata nel documento<br />

governativo “Vision 2016, Long Term Vision for <strong>Botswana</strong>, Towards Prosperity for All”. Il<br />

<strong>Botswana</strong> celebrera’ i cinquant’anni dell’indipendenza nel 2016. Vision 2016 ambisce a<br />

triplicare per il 2016 il reddito pro-capite. A tal fine, e’ necessario raggiungere un tasso di<br />

crescita del 7,9%, con un contributo del settore manifatturiero pari al 30% del PIL, rispetto<br />

all’attuale 4%. Il piano corrente di breve periodo, inscritto in Vision 2016, e’ il National<br />

Development Plan 10 che copre il periodo da aprile 2009 fino a marzo 2016 il cui fine e’ di<br />

accelerare la crescita economica, ridurre la poverta’, diversificare la base economica e creare<br />

maggiori opportunita’ di lavoro sostenibili.<br />

A partire dal maggio 2005, le autorita’ monetarie hanno operato un cambiamento fondamentale<br />

nella politica del tasso di cambio, introducendo il passaggio ad un sistema di cambi<br />

convenzionalmente noto come “crawling peg” (parita’ mobile), in base al quale gli<br />

aggiustamenti, rispetto ad un paniere di valute dominato dal rand sudafricano, vengono<br />

effettuati sistematicamente e gradualmente e non piu’ periodicamente, con l’obiettivo di<br />

eliminare l’insorgenza di shock inattesi all’economia derivanti da svalutazioni repentine e<br />

sporadiche e perseguire un obiettivo di stabilizzazione del tasso di cambio effettivo reale. Nel<br />

2009, il tasso di cambio medio del pula rispetto al dollaro e’ stato di 7,15, rispetto a 6,83 pula<br />

del 2008. Tale indebolimento e’ da ascivere principalmente ai differenziali di inflazione fra il<br />

<strong>Botswana</strong> e i suoi principali partner commerciali. Nel 2010, il pula si e’ mantenuto<br />

sostanzialmente stabile, venendo scambiato, nel mese di settembre 2010, a 6.60 contro il dollaro<br />

e a 9 contro l’euro.<br />

Le prospettive per l’economia del <strong>Botswana</strong> continuano a dipendere fortemente dall’andamento<br />

della domanda internazionale di diamanti e dai suoi riflessi sulle entrate fiscali e quindi sulla<br />

domanda interna, insieme alla possibilita’ per il paese di mantenere invariati i propri programmi<br />

di investimento. Paradossalmente la crisi sperimentata dal paese nel 2009 ha chiaramente<br />

riaffermato la necessita’ di procedere con vigore lungo il processo di diversificazione<br />

dell’economia. Finora gli sforzi tesi in questa direzione non hanno ancora prodotto risultati<br />

apprezzabili ed il sistema economico resta ancora fortemente suscettibile agli shock asimmetrici<br />

esterni. Anche l’enfasi posta sullo sviluppo dei servizi, finalizzata a rendere il paese un centro<br />

finanziario e turistico internazionale, ha prodotto finora risultati inferiori alle attese. Tra gli<br />

aspetti maggiormente critici del futuro sviluppo economico vi sono il problema dell’AIDS, della<br />

disoccupazione e della carenza di risorse umane qualificate che rischiano di rappresentare un<br />

vincolo all’ulteriore rapido sviluppo del paese. Per il 2011 il Fondo Monetario prevede un tasso<br />

di incremento del 5,1% del PIL reale del <strong>Botswana</strong> nel 2011.<br />

b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri<br />

L’economia possiede un elevato grado di apertura al commercio internazionale, essendo il<br />

<strong>Botswana</strong> costretto ad importare la maggior parte dei beni capitali e di consumo per alimentare i<br />

propri fabbisogni interni. Nel 2009, la somma di esportazioni ed importazioni di merci e servizi<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


e’ stata pari al 79,9% del PIL, rispetto all’84,9% del 2008. La principale fonte di esportazioni e’<br />

costituita dai diamanti, pari a circa il 75% del valore totale delle vendite estere.<br />

34.4 36.5 34.6<br />

30.7 36.1<br />

200<br />

3<br />

<strong>Botswana</strong>: esportazioni ed importazioni<br />

in percentuale del PIL<br />

45.4<br />

44.2<br />

51.4<br />

200<br />

4<br />

200<br />

5<br />

Fonte: FMI – Sub-Saharan Africa Regional Economic Outlook – Aprile 2010<br />

47<br />

200<br />

6<br />

48.6<br />

200<br />

7<br />

Esportazioni di merci e servizi<br />

41.3<br />

43.9<br />

Dal momento che le ragioni di scambio risultano a favore del paese, dato l’elevato valore medio<br />

unitario dei diamanti, confrontato al relativamente piu’ basso valore delle importazioni, il<br />

<strong>Botswana</strong> normalmente registra ampi surplus mercantili che sono sufficienti a piu’ che<br />

compensare i deficit nella bilancia delle partite invisibili, prevalentemente indotti dai costi di<br />

trasporto ed assicurazione associati alle merci importate. Tuttavia, dopo aver visto ridotto il<br />

surplus ad un valore pari al 4,9% del PIL nel 2008, rispetto al 15,4% del 2007, nel 2009 la netta<br />

flessione delle esportazioni di diamanti, indotta dalla debolezza della domanda mondiale, ha<br />

influenzato negativamente il segno del saldo delle partite correnti, come pure il continuo<br />

incremento delle importazioni sia di merci, in particolare di beni capitali destinati ai progetti di<br />

sviluppo delle infrastrutture, sia di servizi, anch’essi associati agli investimenti fisici in corso di<br />

realizzazione. Nell’ambito della bilancia dei redditi, i flussi in entrata, associati ai rendimenti<br />

finanziari delle riserve e dei fondi pensione del paese investiti nel mercato dei capitali<br />

prevalentemente sudafricano, hanno risentito negativamente della situazione dei mercati<br />

finanziari internazionali, pur compensati dalla riduzione dei rimpatri dei profitti da parte delle<br />

aziende minerarie. Infine, anche i trasferimenti sono risultati in contrazione a causa della<br />

riduzione delle entrate doganali di fonte SACU.<br />

200<br />

8<br />

43.6<br />

36<br />

200<br />

9<br />

42.6<br />

36.2<br />

201<br />

0 (*)<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

Importazioni di merci e servizi<br />

BOTSWANA: SALDO PARTITE CORRENTI IN % DEL PIL<br />

0<br />

20.0<br />

15.0<br />

10.0<br />

5.0<br />

0.0<br />

-5.0<br />

-10.0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />

(**)<br />

2011<br />

(**)<br />

(*) stime<br />

(**) previsioni<br />

Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


In sintesi la bilancia delle partite correnti per il 2009 ha fatto registrare un deficit pari al 5,1%<br />

del PIL. La stima per il 2010 da parte del Fondo Monetario, formulata nel mese di aprile, indica<br />

un’espansione del deficit al 7,6% del PIL per un valore di circa un miliardo di dollari.<br />

Negli ultimi dieci anni, la bilancia dei pagamenti ha mostrato robusti saldi positivi, dovuti sia<br />

agli avanzi di parte corrente sia a quelli del conto finanziario, questi ultimi grazie al cospicuo<br />

flusso di investimenti diretti esteri che ha piu’ che compensato gli ampi deflussi dovuti ai fondi<br />

pensione investiti all’estero. Questa circostanza ha facilitato una rapida accumulazione di<br />

riserve ufficiali che, alla fine del 2009, consentono una copertura di diciannove mesi di<br />

importazioni. Fino al 2008, il <strong>Botswana</strong> presentava anche la caratteristica di un basso livello di<br />

debito estero, pari al 3% del PIL, tuttavia balzato all’11,7% del PIL nel 2009, a seguito dei<br />

nuovi prestiti contratti con le istituzioni finanziarie internazionali.<br />

La bilancia mercantile indica che, dopo aver fatto registrare un avanzo di 380 milioni di dollari<br />

nel 2009, in sensibile contrazione rispetto a oltre un miliardo dell’anno precedente, nei primi<br />

quattro mesi del 2010, le esportazioni di merci hanno fatto registrare un incremento dell’89%,<br />

rispetto allo stesso periodo del 2009, mentre le importazioni sono diminuite del 13.8%,<br />

determinando un surplus di 230 milioni di dollari rispetto al deficit di 19 milioni di dollari<br />

registrato nel periodo gennaio-aprile 2009.<br />

<strong>Botswana</strong>: Bilancia commerciale 1<br />

(valori in migliaia di dollari, variazioni e saldi normalizzati in percentuale)<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2009 2010<br />

gen-apr gen-apr<br />

Valori<br />

Esportazioni 1.743.114 1.775.255 2.174.508 2.686.100 2.912.545 3.213.915 2.268.514 1.920.183 1.251.937 248.857 470.495<br />

Importazioni 291.259 269.942 345.740 428.073 431.340 472.221 737.973 852.300 873.541 267.492 230.653<br />

Saldo 1.451.855 1.505.313 1.828.768 2.258.027 2.481.205 2.741.694 1.530.541 1.067.883 378.396 -18.635 239.842<br />

Saldo<br />

normalizzato<br />

(%)<br />

71,4 73,6 72,6 72,5 74,2 74,4 50,9 38,5 17,8 -3,6 34,2<br />

Variazioni sull'anno precedente<br />

Esportazioni 123,6 1,8 22,5 23,5 8,4 10,3 -29,4 -15,4 -34,8 -70,2 89,1<br />

Importazioni -5,8 -7,3 28,1 23,8 0,8 9,5 56,3 15,5 2,5 -1,8 -13,8<br />

Saldi<br />

(variazioni<br />

assolute)<br />

981.499 53.458 323.455 429.259 223.178 260.488 -1.211.153 -462.658 -689.487 -581.681 258.477<br />

Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS<br />

Circa i due terzi del valore delle esportazioni di merci del <strong>Botswana</strong> e’ costituito dai diamanti.<br />

Rame e nickel ne rappresentano un ulteriore 19%.<br />

Il Regno Unito e’ tradizionalmente il principale mercato per le esportazioni del <strong>Botswana</strong>, dal<br />

momento che la maggior parte dei diamanti del paese viene commercializzata a Londra dalla De<br />

Beers TDC per poi venire riesportata in altri paesi che spesso, nelle statistiche ufficiali,<br />

1 Si tratta di cd “mirror statistics” della banca dati FMI-DOTS in quanto il <strong>Botswana</strong> non e’ paese<br />

dichiarante (si considerano, quindi, come importazioni i flussi di esportazioni dei paesi dichiaranti verso il<br />

paese).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


egistrano questi acquisti come importazioni dirette dal <strong>Botswana</strong>, creando confusione circa<br />

l’effettivo profilo geografico delle esportazioni del paese.<br />

Il <strong>Botswana</strong> dipende fortemente dalle importazioni per i propri fabbisogni interni e, per lungo<br />

tempo, la principale voce di importazione e’ stata rappresentata dai prodotti alimentari. Dalla<br />

fine degli anni novanta, a causa della crescita degli investimenti produttivi, macchinari e<br />

impianti hanno assunto importanza preminente, mentre l’aumento dei redditi familiari ha<br />

stimolato la crescita delle importazioni dei beni di consumo durevoli, come quelle di<br />

elettrodomestici ed autoveicoli. Le importazioni del <strong>Botswana</strong> provengono, per la maggior<br />

parte, dall’area SACU, in particolare dal Sud Africa. L’Europa e’ la seconda fonte geografica,<br />

mentre lo Zimbabwe sta riducendo le proprie vendite in <strong>Botswana</strong> a causa della sua difficile<br />

situazione politica ed economica interna ma anche dei rapporti politici recentemente non<br />

idilliaci tra i governi dei due paesi.<br />

A partire dal 2002, il <strong>Botswana</strong> ha attratto significativi flussi di investimenti diretti esteri la<br />

maggior parte dei quali ha riguardato il settore minerario, seguito da quelli relativi al settore<br />

manifatturiero e finanziario e della distribuzione commerciale all’ingrosso e al dettaglio,<br />

quest’ultima caratterizzata dal predominio delle imprese sudafricane. Principali aree di<br />

provenienza degli investitori sono i paesi dell’Europa occidentale, il Sud Africa e gli Stati Uniti.<br />

Nel 2009, i flussi di investimenti in entrata hanno fatto registrare una battuta d’arresto in quanto,<br />

a causa della crisi economica internazionale, molti nuovi progetti di investimento sono stati<br />

differiti, in attesa della ripresa del ciclo e di una nuova fase di incremento delle quotazioni<br />

internazionali di materie prime.<br />

<strong>Botswana</strong>: investimenti diretti esteri in entrata<br />

(milioni di dollari)<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009<br />

57 31 403 418 391 279 486 495 521 234<br />

Fonte: UNCTAD – World Investment Report 2010<br />

c) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti<br />

esteri bilaterali<br />

I flussi commerciali tra Italia e <strong>Botswana</strong> assumono valori assoluti molto modesti. Nel 2009,<br />

l’avanzo mercantile dell’Italia, dopo aver fatto registrare il proprio valore massimo di 6,1<br />

milioni di euro nel 2008, si e’ ridotto a 3,7 milioni di euro per effetto di una riduzione del 41%<br />

del valore delle esportazioni italiane sul mercato, associato ad un quasi totale annullamento del<br />

valore delle importazioni dell’Italia.<br />

Nei primi sei mesi del 2010, il valore delle esportazioni italiane in <strong>Botswana</strong> e’ quasi<br />

raddoppiato, mentre il valore delle importazioni e’ aumentato, ancorche’ calcolato su livelli<br />

molto marginali, di circa il 50%, rispetto al primo semestre 2009. Di conseguenza nei primi sei<br />

mesi del 2010, l’Italia ha registrato un surplus mercantile di circa 3 milioni di euro e, data<br />

l’esigiota’ delle importazioni, un avanzo normalizzato prossimo al suo valore massimo del<br />

100%.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Italia: bilancia commerciale con il <strong>Botswana</strong><br />

(valori in migliaia di Euro e variazioni in percentuale)<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2009 2010<br />

gen-giu gen-giu<br />

Valori<br />

Esportazioni 11.953 4.118 3.059 4.671 2.281 3.151 6.149 6.291 3.710 1.482 2.948<br />

Importazioni 6.593 3.419 4.437 3.355 2.124 1.653 620 150 28 13 19<br />

Saldo 5.360 698 -1.378 1.316 156 1.499 5.529 6.141 3.682 1.470 2.930<br />

Saldo<br />

normalizzato<br />

(%)<br />

28,9 9,3 -18,4 16,4 3,5 31,2 81,7 95,3 98,5 98,3 98,7<br />

Variazioni sull'anno precedente<br />

Esportazioni 127,1 -65,6 -25,7 52,7 -51,2 38,2 95,1 2,3 -41,0 -51,3 98,9<br />

Importazioni 38,4 -48,1 29,8 -24,4 -36,7 -22,2 -62,5 -75,8 -81,4 -62,3 48,8<br />

Saldi<br />

(variazioni<br />

assolute)<br />

4.860 -4.662 -2.077 2.694 -1.160 1.342 4.030 612 -2.459 -1.543 1.460<br />

Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT<br />

15.0<br />

Italia: bilancia commerciale con il <strong>Botswana</strong><br />

(milioni di euro)<br />

10.0<br />

5.0<br />

0.0<br />

-5.0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009<br />

Gen-Giu<br />

2009<br />

Esportazioni 5.3 12.0 4.1 3.1 4.7 2.3 3.2 6.1 6.3 3.7 1.5 2.9<br />

Importazioni 4.8 6.6 3.4 4.4 3.4 2.1 1.7 0.6 0.2 0.0 0.0 0.0<br />

Saldo 0.5 5.4 0.7 -1.4 1.3 0.2 1.5 5.5 6.1 3.7 1.5 2.9<br />

Gen-Giu<br />

2010<br />

Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT<br />

Nel primo semestre 2010, la categoria dei motori, generatori e trasformatori elettrici ha<br />

rappresentato il principale gruppo merceologico delle esportazioni italiane in <strong>Botswana</strong> per un<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


totale di circa 1,8 milioni di euro euro. Altri principali prodotti esportati dall’Italia in <strong>Botswana</strong><br />

nel 2009 sono state forniture aeronautiche e macchinari.<br />

<strong>Botswana</strong>: principali prodotti esportati dall'Italia<br />

(valori in migliaia di Euro)<br />

Esportazioni<br />

2009 2010 Var %<br />

gen-giu gen-giu<br />

271 - Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la<br />

19 1.753 +++<br />

distribuzione e il controllo dell'elettricità<br />

303 - Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi . 364 .<br />

289 - Altre macchine per impieghi speciali 396 292 -26,2<br />

282 - Altre macchine di impiego generale 495 135 -72,7<br />

281 - Macchine di impiego generale 73 88 21,0<br />

325 - Strumenti e forniture mediche e dentistiche 96 52 -46,1<br />

201 - Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie<br />

plastiche e gomma sintetica in forme primarie<br />

2 47 +++<br />

Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT<br />

I dati di importazione dell’Italia dal <strong>Botswana</strong>, per il primo semestre 2010, mostrano come gli<br />

acquisti italiani, precedentemente quasi esclusivamente rappresentati da prodotti in cuoio, si<br />

siano ridotti a valori pressoche’ nulli.<br />

<strong>Botswana</strong>: principali prodotti importati dall'Italia<br />

(valori in migliaia di Euro)<br />

Importazioni<br />

2009 2010 Var %<br />

gen-giu gen-giu<br />

910 - Prodotti delle attività di biblioteche, archivi, musei e di altre attività<br />

10 9 -6,9<br />

culturali<br />

310 - Mobili . 8 .<br />

222 - Articoli in materie plastiche . 1 .<br />

Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT<br />

Non esistono investimenti rilevanti effettuati da grandi o medie imprese italiane in <strong>Botswana</strong>.<br />

Tuttavia, nel paese sono presenti impenditori di nazionalita’ italiana, alcuni di essi attivi nel<br />

settore delle costruzioni e dei servizi turistici con imprese di successo.<br />

2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO<br />

a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale<br />

La stabilita’ macroeconomica e politica, il perdurante processo di crescita, gli elevati livelli di<br />

reddito pro-capite e la forte dipendenza dalle importazioni giustificherebbero una presenza<br />

maggiormente diffusa dei prodotti italiani sia di consumo che di investimento. Si tratta - invero<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


- di un mercato dalle dimensioni molto limitate ma con opportunita’ di sviluppo indotte anche<br />

dalla circostanza che il paese e’ stato prescelto da molte imprese, soprattutto sudafricane, per<br />

processi di delocalizzazione produttiva e decisionale di attivita’ con proiezione regionale. Esso<br />

e’ anche stato prescelto come sede del Segretariato della comunita’ di integrazione economica<br />

SADC ed ospita numerosi uffici di organizzazioni internazionali. Tuttavia, dal punto di vista<br />

meramente commerciale, il <strong>Botswana</strong> non offre grandi opportunità per le imprese italiane. Si<br />

tratta di un paese relativamente esteso (all’incirca quanto la Francia), ma con una popolazione<br />

ridotta e con una quota marginale di consumatori di fasce reddituali e relativo potere d’acquisto<br />

tali da rappresentare un mercato dall’elevato potenziale di assorbimento di offerta italiana di<br />

prodotti di consumo. Esistono, peraltro, opportunità di nicchia per esportazioni di macchinari<br />

ed altri beni strumentali, subordinate all’auspicata intensificazione degli investimenti del paese<br />

per sviluppare la propria industria manifatturiera, al fine di diversificare l’economia<br />

pesantemente basata sulla produzione di risorse minerarie. I settori nei quali esistono<br />

interessanti margini per una maggiore penetrazione italiana riguardano i macchinari utensili, le<br />

attrezzature per l’industria mineraria, i mezzi di trasporto e le attrezzature per<br />

telecomunicazioni, le attrezzature per il settore energetico convenzionale ed alternativo, i<br />

macchinari agricoli, i prodotti alimentari, i prodotti in metallo, in gomma e plastica, le<br />

attrezzature medicali e le forniture ospedaliere, i prodotti chimici e farmaceutici, i prodotti<br />

tessili e dell’abbigliamento.<br />

b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia<br />

Il <strong>Botswana</strong>, piu’ che attrarre interessi prettamente commerciali, potrebbe rappresentare un<br />

potenziale polo di attrazione di investimenti diretti, considerato anche il notevole fenomeno di<br />

delocalizzazione di imprese sudafricane. Inoltre, lo sviluppo che l’economia ha registrato negli<br />

ultimi anni, insieme con la forte crescita del reddito pro-capite, la stabilizzazione dei parametri<br />

macroeconomici e la parallela crisi dello Zimbabwe, rendono il paese una interessante base<br />

logistica per servire i mercati della regione.<br />

Il turismo e’ stato identificato dal governo del <strong>Botswana</strong> come uno dei principali motori di<br />

sviluppo socio-economico del paese ed un elemento fondamentale della politica di<br />

diversificazione dell’economia che sta attivamente perseguendo. Il settore rappresenta già una<br />

quota consistente del PIL, pari al 10,3%, e nel prossimo futuro si intendono incoraggiare<br />

investimenti diretti e canalizzare risorse del settore privato per favorire l’ulteriore sviluppo delle<br />

attrezzature turistiche, al fine di attrarre i segmenti elevati del mercato turistico internazionale.<br />

Come affermato, finora gli investimenti nel paese da parte di imprese medio-grandi italiane<br />

sono stati relativamente scarsi. Esiste invece la presenza di imprenditori individuali di successo,<br />

prevalentemente operanti nel campo delle costruzioni e del turismo.<br />

c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori<br />

ad alto contenuto tecnologico<br />

Il <strong>Botswana</strong> e’ uno dei paesi con la struttura economica tra le più avanzate dell’Africa e, come<br />

tale, potrebbe aver la necessita’ di sostenere investimenti nei settori ad elevato contenuto<br />

tecnologico al fine di promuovere sviluppo e competitività. Occorrerà pertanto monitorare<br />

attentamente l’evoluzione delle politiche infrastrutturali del paese ed i progetti di sviluppo nei<br />

segmenti ad elevata intensità tecnologica (militare, aeronautico, telecomunicazioni) per<br />

verificare eventuali opportunità di futura cooperazione bilaterale.<br />

d) Suggerimenti per l’attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo<br />

pubblico per SACE e SIMEST<br />

Il <strong>Botswana</strong> e’ collocato nella categoria 3 della scala di valutazione del rischio da parte della<br />

SACE che lo configura quindi come paese relativamente a basso rischio verso il quale non<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


esistono particolari restrizioni per il supporto ad operazioni di assicurazione di crediti<br />

all’esportazione e di investimenti o di agevolazione finanziaria di esportazioni e di investimenti<br />

da parte della Simest. Occorre stimolare le imprese italiane a guardare al paese con una visione<br />

strategica di lungo periodo e con una proiezione di mercato regionale, considerando che esso<br />

gode dei benefici del programma AGOA, di trattamento preferenziale per le esportazioni verso<br />

gli Stati Uniti, ed ha firmato gli accordi preliminari Economic Partnership Agreement con<br />

l’Unione Europea, potendo candidarsi ad ospitare imprese manifatturiere a vocazione<br />

esportatrice.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO<br />

a) Barriere tariffarie<br />

La polica commerciale di natura tariffaria del <strong>Botswana</strong> si inscrive nell’ambito degli accordi<br />

dell’Unione Doganale SACU (Southern African Custom Union), alla quale appartiene insieme<br />

al Lesotho, alla Namibia, al Sud Africa e allo Swaziland. Come tale, non esistono barriere<br />

doganali all’interno dei paesi SACU, mentre alle importazioni dal resto del mondo si applicano<br />

tariffe e accise comuni. Gli introiti doganali affluiscono in un fondo comune, controllato dal<br />

Sud Africa, che lo redistribuisce ai vari paesi dell’Unione secondo uno schema di ripartizione<br />

concordato. A partire dai negoziati dell’Uruguay Round nel 1994, i paesi SACU, guidati dal<br />

Sud Africa, hanno riformato e semplificato la loro struttura daziaria, conseguendo una<br />

consistente riduzione del tasso medio di protezione tariffaria.<br />

Il <strong>Botswana</strong> e’ membro della comunita’ di integrazione economica SADC (Southern African<br />

Development Community) che ha creato un’area di libero scambio nel 2008 e si propone la<br />

realizzazione di un’unione doganale per il 2010 ed un mercato comune entro il 2015. Il<br />

Segretariato della SADC ha sede nella capitale del <strong>Botswana</strong>, Gaborone.<br />

b) Barriere non tariffarie<br />

Il Ministero del Commercio e dell’Industria e’ titolare delle principali responsabilita’ di<br />

formulazione e di attuazione delle politiche commerciali ed industriali del paese, soprattutto<br />

nelle aree non trattate dall’accordo doganale SACU. All’interno del Ministero, il Department of<br />

Trade and Consumer Affairs tratta la politica commerciale estera e rilascia le licenze di<br />

importazione. Il Department of Industrial Affairs formula ed attua la politica industriale,<br />

comprese le associate misure di sostegno, rilascia le licenze di produzione che vengono<br />

approvate dalla National Industrial Licensing Authority, in conformita’ con l’Industrial<br />

Development Act del 1998, di cui rappresenta il Segretariato. Tali licenze sono subordinate a<br />

vincoli di localizzazione, sanitari ed ambientali. Recentemente il paese ha riformato la propria<br />

legislazione doganale per renderla compatibile con i requisiti imposti dagli Stati Uniti<br />

nell’ambito dell’AGOA.<br />

Tutte le importazioni da paesi extra-SACU, ad eccezione del Malawi, sono soggette a licenza.<br />

Le importazioni di alcuni prodotti agricoli necessitano di preventiva approvazione da parte del<br />

Ministero dell’Agricoltura prima di ottenere licenza da parte del Department of Trade and<br />

Consumer Affairs. E’ proibita l’importazione di alcuni prodotti per ragioni sanitarie, di<br />

sicurezza, ambientali e morali. E’ proibita l’importazione di carne fresca di maiale, mentre le<br />

importazioni di volatili sono ammesse solo in presenza di scarsita’ sul mercato interno. Le<br />

importazioni di prodotti vegetali, carni e prodotti lattiero-caseari sono soggette a divieti<br />

stagionali.<br />

Gli standard del <strong>Botswana</strong> sono basati su norme internazionali o su quelle dei principali partner<br />

commerciali, soprattutto il Sud Africa. Il <strong>Botswana</strong> Bureau of Standards, riconosciuto dalla<br />

ISO, e’ stato fondato nel 1997 ed e’ responsabile della standardizzazione e del controllo di<br />

qualita’. Il BBS partecipa alle iniziative di standardizzazione regionali ed internazionali, anche<br />

se non ha firmato nessun accordo di mutuo riconoscimento. Ogni ente pubblico o privato, il cui<br />

prodotto soddisfa i requisiti standard, puo’ richiedere di ottenerne certificazione al Bureau of<br />

Standards.<br />

Tutti gli standard che abbiano impatto sulla salute, la sicurezza e l’ambiente sono obbligatori<br />

(gas derivati dal petrolio, prodotti pre-confezionati destinati ai consumatori, granaglie per<br />

consumo alimentare, mangimi animali, abbigliamento e acqua potabile), gli altri standard sono<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


volontari. Il <strong>Botswana</strong> non possiede un consolidato sistema di test di conformita’, tuttavia<br />

riconosce standard e risultati di collaudi effettuati all’estero ed utilizza spesso laboratori<br />

stranieri accreditati per condurre prove non effettuabili nel paese.<br />

Specifici requisiti esistono per l’etichettatura dei prodotti pre-confezionati e le informazioni<br />

relative alla preparazione degli alimenti ma anche alla presentazione dei prodotti e alla loro<br />

pubblicita’.<br />

c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale<br />

Negli ultimi anni, il paese ha compiuto notevoli progressi nella protezione dei diritti di<br />

proprieta’ intellettuale, allo scopo di uniformarsi agli standard internazionali. Nel 1996, e’ stata<br />

emanata la legislazione di tutela della proprieta’ industriale, che riguarda brevetti, licenze e<br />

marchi. Nel 1998, il paese e’ diventato membro delle Convenzioni di Berna (proprieta’ artistica<br />

e letteraria) e di Parigi (proprieta’ industriale), principali accordi internazionali che regolano i<br />

diritti di proprieta’ intellettuale. Nel 2000 e’ stata emanata la legge di tutela dei diritti di autore<br />

che regolamenta la produzione artistica, letteraria, teatrale e cinematografica, il software, le<br />

organizzazioni televisive e di registrazione musicale.<br />

Nella legislazione del <strong>Botswana</strong> esistono alcune lacune: la legge non definisce le indicazioni di<br />

origine geografica, gli schemi di configurazione dei circuiti integrati e le informazioni<br />

confidenziali. Inoltre, contrariamente ad altri paesi, non sono esclusi dalla brevettabilita’ i<br />

risultati di processi biologici animali e vegetali.<br />

d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese<br />

Il governo del <strong>Botswana</strong> ha effettuato degli sforzi considerevoli finalizzati a creare un ambiente<br />

economico adeguato ad attrarre investimenti diretti esteri, sforzi che hanno prodotto risultati<br />

positivi, considerato il giudizio favorevole del paese nel rating di agenzie internazionali come<br />

Moody’s o S&P. Tali rating pongono il <strong>Botswana</strong> ad un livello superiore a tutti gli altri paesi<br />

africani, nella stessa posizione di altre economie emergenti di successo come il Cile, l’Arabia<br />

Saudita, la Corea del Sud. Sin dall’indipendenza, il governo ha attuato una seria politica di<br />

stabilizzazione macroeconomica che ha consentito all’economia di realizzare tra i piu’ elevati<br />

tassi di crescita al mondo nei trent’anni dal 1966 al 1998. Attualmente il governo e’ impegnato<br />

nello sforzo di promuovere uno sviluppo industriale trainato dalle esportazioni e di diversificare<br />

l’economia verso la produzione di merci non tradizionali, come tessili e abbigliamento, prodotti<br />

in pelle, prodotti in vetro, informatica e telecomunicazioni, prodotti farmaceutici e turismo.<br />

Nel 1998 e’ stata fondata la <strong>Botswana</strong> Export Development and Investment Authority (BEDIA),<br />

ente che ha il compito di promuomere gli investimenti nel paese, con particolare enfasi sulle<br />

industrie manifatturiere orientate alle esportazioni e che rappresenta il punto di riferimento<br />

focale per tutti gli investitori del paese, esteri e nazionali. Funziona da sportello unico per la<br />

fornitura di servizi ex ante ed ex post alle attivita’ di investimento e concentra su di se’<br />

l’espletamento delle procedure per l’ottenimento delle necessarie licenze amministrative per<br />

poter operare nel paese.<br />

Il <strong>Botswana</strong> e’ stato il primo fra tutti i paesi africani ad abolire tutti i controlli valutari e sono<br />

stati effettuati importanti progressi nella lotta alla corruzione e al crimine e nel miglioramento<br />

del sistema giudiziario.<br />

Tutti gli investitori stranieri devono registrare la propria impresa in <strong>Botswana</strong> secondo le norme<br />

del Companies Act e attenersi alla legislazione in vigore per quanto concerne i trasferimenti di<br />

tecnologia e di capacita’ promuovendo il coinvolgimento della popolazione locale nell’ambito<br />

dei vari livelli di responsabilita’ gestionale, pur senza prescrivere obblighi di trasferimento della<br />

proprieta’.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Se, da un lato, il paese e’ aperto agli investimenti stranieri, dall’altro, riserva ai propri cittadini<br />

determinati settori, alcuni dei quali esclusi alla partecipazione straniera, mentre in altri si<br />

possono stabilire joint venture ma solo se controllate da cittadini del <strong>Botswana</strong>. In tutti gli altri<br />

settori, esiste apertura agli investimenti diretti che siano in conformita’ con il Codice degli<br />

Investimenti Esteri. Le licenze per gli investimenti turistici vengono rilasciate dal Ministry of<br />

Trade, Wildlife, Industry and Tourism dopo un processo di verifica trasparente.<br />

Il sistema legale del <strong>Botswana</strong> consente una completa tutela dei diritti degli stranieri ed un’equa<br />

risoluzione delle controversie commerciali.<br />

4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO<br />

CONGIUNTO<br />

a) Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema<br />

produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l’ICE intendono realizzare<br />

nel corso del secondo semestre del 2010<br />

Ambasciata d’Italia in Zambia e ufficio ICE di Johannesburg, competenti territorialmente per il<br />

paese, garantiscono la normale attivita’ di monitoraggio delle opportunita’ economiche del<br />

<strong>Botswana</strong>, al fine di effettuarne opportune segnalazioni alla comunita’ imprenditoriale italiana,<br />

ed offrono servizi di assistenza alle imprese italiane che richiedano supporto operativo alle<br />

proprie attivita’ di internazionalizzazione nel paese.<br />

b) Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economicocommerciali,<br />

degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici ,degli Istituti di Cultura e delle<br />

Camere di Commercio Italiane all’estero<br />

Al momento, non sono previste iniziative interistituzionali per il <strong>Botswana</strong>.<br />

c) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative<br />

promozionali nel corso del 2011<br />

Non sono previsti eventi promozionali sul mercato del <strong>Botswana</strong> nel 2011.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010

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