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Allegato al Documento Tecnico- relazione illustrativa generale

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PRESIDIO OSPEDALIERO DI SONDRIO (SO) – RISTRUTTURAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN NUOVO BLOCCO<br />

OPERATORIO – AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA<br />

Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

-<br />

1.PREMESSA ...................................................................................................................................... 2<br />

1.1 Il sistema sanitario ........................................................................................................... 2<br />

1.2 L’azienda osped<strong>al</strong>iera “V<strong>al</strong>tellina e V<strong>al</strong>chiavenna” e la sua “rete” ......... 4<br />

1.3 I nuovi orientamenti osped<strong>al</strong>ieri ............................................................................... 5<br />

1.3.1 I principi e criteri formativi .................................................................................. 7<br />

1.3.2 Gli obbiettivi strategici ........................................................................................... 8<br />

2.OGGETTO D’INTERVENTO .....................................................................................................10<br />

2.1 Inquadramento del presidio di Sondrio .........................................................10<br />

2.1.1 Inquadramento urbanistico ...............................................................................10<br />

2.1.2 Area d’ intervento, contesto storico, accessibilità ................................11<br />

2.2.2 Stato dei luoghi ........................................................................................................11<br />

2.2.3 Lo stato delle funzioni ..........................................................................................14<br />

2.2 Esigenze e requisiti ...................................................................................................16<br />

3.PROGETTO ARCHITETTONICO ............................................................................................17<br />

3.0 Stato di fatto Padiglione Sud .....................................................................................17<br />

3.1 Criteri utilizzati per le scelte architettoniche ....................................................18<br />

3.1.2 Il lotto ..........................................................................................................................18<br />

3.1.3 Le quote di connessione ....................................................................................19<br />

4.1.2 Le quote di connessione ....................................................................................19<br />

3.2 Il nuovo blocco operatorio ....................................................................................20<br />

3.2.1 Le funzioni .................................................................................................................20<br />

3.2.2 I percorsi ....................................................................................................................22<br />

3.3. La sterilizzazione centr<strong>al</strong>e ......................................................................................23<br />

3.3.1 I criteri di progettazione ..................................................................................23<br />

3.3.2 Percorsi e collegamenti ....................................................................................25<br />

3.4. Il tetto verde .............................................................................................................25<br />

3.5. Precisazioni sulle aree di non intervento piano interrato .................26<br />

3.6. Soluzioni adottate per il superamento delle barriere<br />

architettoniche .......................................................................................................................................26<br />

3.7. La nuova recinzione del plesso osped<strong>al</strong>iero .................................................28<br />

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PRESIDIO OSPEDALIERO DI SONDRIO (SO) – RISTRUTTURAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN NUOVO BLOCCO<br />

OPERATORIO – AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA<br />

Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

1. PREMESSA<br />

La presente <strong>relazione</strong> individua gli indirizzi programmatici a cui si è attenuta la<br />

redazione del progetto esecutivo in continuità <strong>al</strong> progetto definitivo posto a base di<br />

gara relativo agli interventi previsti d<strong>al</strong> IV° Atto Integrativo dell’Accordo di Programma<br />

Quadro (AdPQ) in materia di Sanità (sottoscritto il 23 gennaio 2008) per i Presidi di<br />

Sondrio e di Sond<strong>al</strong>o appartenenti <strong>al</strong>la Azienda Osped<strong>al</strong>iera “V<strong>al</strong>tellina e<br />

V<strong>al</strong>chiavenna”.<br />

L’obiettivo del presente <strong>Documento</strong> è quello di offrire una sintesi delle an<strong>al</strong>isi<br />

svolte e delle soluzioni progettu<strong>al</strong>i proposte sulla base del quadro esigenzi<strong>al</strong>e espresso<br />

dell’organizzazione osped<strong>al</strong>iera (le direzioni, il person<strong>al</strong>e, gli uffici tecnici) e dei<br />

finanziamenti disponibili.<br />

Il settore osped<strong>al</strong>iero è caratterizzato da un <strong>al</strong>to grado di complessità, in quanto<br />

coinvolge necessariamente competenze multi-disciplinari e obbliga ad una an<strong>al</strong>isi di<br />

contesto particolarmente ampia, propedeutica <strong>al</strong>la definizione di strategie di sviluppo<br />

che devono tener conto di una rapida e a volte imprevedibile evoluzione scientifica.<br />

In sintesi l’approccio an<strong>al</strong>itico seguito in fase di Progettazione definitiva è così<br />

riassumibile:<br />

• An<strong>al</strong>isi di “sistema” (il sistema sanitario ed il suo sviluppo);<br />

• An<strong>al</strong>isi macro-contestu<strong>al</strong>e (l’azienda osped<strong>al</strong>iera di riferimento e la sua “rete” di<br />

servizi e di presidi);<br />

• An<strong>al</strong>isi micro-contestu<strong>al</strong>e (il singolo presidio osped<strong>al</strong>iero).<br />

1.1 Il sistema sanitario<br />

Sebbene appaia superfluo ripercorrere l’intero percorso evolutivo del nostro<br />

Sistema Sanitario nazion<strong>al</strong>e e region<strong>al</strong>e, soggetto a una rapida e profonda<br />

trasformazione, è tuttavia indispensabile ricordarne <strong>al</strong>cuni “passaggi” fondament<strong>al</strong>i,<br />

che consentano di iscrivere il precorso strategico definito d<strong>al</strong>la presente <strong>relazione</strong> in<br />

un disegno consapevole e lungimirante.<br />

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PRESIDIO OSPEDALIERO DI SONDRIO (SO) – RISTRUTTURAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN NUOVO BLOCCO<br />

OPERATORIO – AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA<br />

Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

T<strong>al</strong>e profonda trasformazione è dovuta ad <strong>al</strong>cuni fattori di contesto fondament<strong>al</strong>i<br />

che hanno caratterizzato la re<strong>al</strong>tà it<strong>al</strong>iana, in particolar modo quella lombarda, nel<br />

settore sanitario in questi ultimi di decenni:<br />

• introduzione nel 1994 del sistema di tariffazione basato sui Diagnosi Related<br />

Group (cd. DRG) che ha determinato una “rivoluzione” nel sistema sanitario e<br />

nelle logiche di gestione e programmazione della spesa pubblica;<br />

• emanazione della Legge di “riordino del Sistema Sanitario Region<strong>al</strong>e” (L.R. n.31<br />

11/07/1997) e di tutto il corpo normativo e programmatico da essa<br />

discendente;<br />

• introduzione progressiva del concetto di “rete” dei servizi sanitari, con la<br />

necessità di aprire ad una visione urbanistica e territori<strong>al</strong>e dei sistemi sanitari,<br />

strutturati con componenti differenziate in funzione della domanda di<br />

assistenza;<br />

• evoluzione del percorso clinico per processi di cura;<br />

• profonda trasformazione del concetto di Osped<strong>al</strong>e, da grande edificio<br />

nosocomi<strong>al</strong>e pubblico, progettato per essere “luogo di ricovero”, molto spesso<br />

dispersivo, a macchina efficiente ed efficace capace di “ospitare” il Paziente, ora<br />

<strong>al</strong> centro del sistema, con progressiva “umanizzazione” delle strutture. In t<strong>al</strong><br />

senso vanno ricordati gli innovativi contributi portati d<strong>al</strong> Nuovo Modello di<br />

Osped<strong>al</strong>e (Meta-progetto D.M. 12/12/2000) e i successivi Principi Guida (ASSR<br />

settembre-ottobre 2003) e linee guida Regione Lombardia (D.G.R. 6595<br />

21/09/2001 e successive integrazioni);<br />

• evoluzione del ruolo del management sanitario, in linea con il processo di<br />

aziend<strong>al</strong>izzazione delle strutture pubbliche;<br />

• evoluzione del rapporto pubblico-privato verso forme evolute di partenariato;<br />

• introduzione di logiche di quasi-mercato in sanità; mercato condiviso tra<br />

strutture pubbliche e strutture private, in competizione ed in partnership tra di<br />

loro, nell’ambito del sistema sanitario nazion<strong>al</strong>e; aspetto questo che nel sistema<br />

sanitario strutturato in Regione Lombardia ha trovato la sua peculiare<br />

applicazione;<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

• introduzione dei principi di “Accreditamento <strong>al</strong>l’eccellenza” (PSSR 2002-2004<br />

Regione Lombardia – Joint Commission Internation<strong>al</strong>).<br />

Dunque un contesto scientifico, istituzion<strong>al</strong>e, legislativo, tecnico e cultur<strong>al</strong>e molto<br />

mutato negli ultimi anni ed in continua, rapida, evoluzione, t<strong>al</strong>e da costringere a<br />

iniziative necessariamente lungimiranti.<br />

1.2 L’azienda osped<strong>al</strong>iera “V<strong>al</strong>tellina e V<strong>al</strong>chiavenna” e la sua “rete”<br />

Il territorio su cui direttamente gravitano le strutture dei suddetti Presidi è<br />

particolarmente vasto, contando una popolazione glob<strong>al</strong>e di circa 178.000 abitanti,<br />

dislocate lungo una percorrenza di 73 Km. che collega Morbegno a Sondrio ( 25 Km) e<br />

Sondrio a Sond<strong>al</strong>o ( 48 Km), a servizio di 78 comuni situati in un ambito territori<strong>al</strong>e<br />

montano di 3211kmq.<br />

La diffusione su un ampio territorio, con un limitato numero di abitanti, non<br />

consente la ridondanza su 4 presidi delle stesse funzioni sanitarie.<br />

E’ necessario procedere v<strong>al</strong>utando le possibilità ed i vantaggi offerti da un<br />

sistema sanitario “a rete”, in cui i presidi osped<strong>al</strong>ieri vengono dotati delle<br />

speci<strong>al</strong>izzazioni sanitarie e dei servizi in forma complementare e sinergica, garantendo<br />

l’accessibilità ai presidi con mezzi di trasporto adeguati e innovativi.<br />

Opportune in questo contesto sono le iniziative dell’Azienda di dotare di eliporti i<br />

Presidi di Sond<strong>al</strong>o (già re<strong>al</strong>izzato) e di Sondrio (in costruzione), per una adeguata<br />

risposta <strong>al</strong>le emergenze e una efficace sinergia tra i servizi sanitari disponibili.<br />

Come accennato è divenuto indispensabile un approccio <strong>al</strong> tema della<br />

riqu<strong>al</strong>ificazione del patrimonio osped<strong>al</strong>iero che origini da una visione di sistema e<br />

dunque an<strong>al</strong>izzi l’intera rete dei servizi sanitari e dei presidi deputati ad erogarli,<br />

definendone ruoli, sinergie, complementarietà.<br />

L’azienda osped<strong>al</strong>iera “V<strong>al</strong>tellina e V<strong>al</strong>chiavenna” ha sede leg<strong>al</strong>e in Sondrio, ed è<br />

composta da quattro presidi osped<strong>al</strong>ieri:<br />

Presidio Osped<strong>al</strong>iero di Sondrio, con sede in Via Stelvio, n. 25 - 23100,<br />

Sondrio;<br />

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OPERATORIO – AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA<br />

Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

Presidio Osped<strong>al</strong>iero di Sond<strong>al</strong>o, con sede in Via Zubiani 33, Sond<strong>al</strong>o;<br />

Presidio Osped<strong>al</strong>iero di Morbegno, con sede in Piazza S. Antonio n. 2 ,<br />

23017, Morbegno ;<br />

Presidio Osped<strong>al</strong>iero di Chiavenna, con sede in Via Cereria n. 4,<br />

Chiavenna<br />

e da sette presidi ambulatori<strong>al</strong>i: Livigno, Bormio, Grosio, Tirano, Chiuro, Chiesa<br />

V<strong>al</strong>m<strong>al</strong>enco e Berbenno.<br />

In V<strong>al</strong>tellina l’Azienda dispone, nei presidi di Sondrio e Sond<strong>al</strong>o, dei seguenti posti<br />

letto.<br />

1.3 I nuovi orientamenti osped<strong>al</strong>ieri<br />

Nel corso degli ultimi decenni si è passati progressivamente d<strong>al</strong> concetto di<br />

osped<strong>al</strong>e come luogo di asilo e di assistenza a quello di struttura ad <strong>al</strong>to contenuto<br />

tecnologico-scientifico e di notevole complessità organizzativa, capace di offrire un<br />

gran numero di prestazioni fortemente differenziate e concentrate in ridotti archi di<br />

tempo.<br />

L’osped<strong>al</strong>e, pertanto, deve essere visto come una risorsa da usare solo quando<br />

è indispensabile e per il tempo strettamente necessario e deve essere ideato e<br />

organizzato attorno <strong>al</strong> paziente con la sua esigenza di cura e i suoi bisogni di<br />

assistenza.<br />

La riduzione dei posti letto, il marcato incremento di contenuti tecnologici sotto<br />

il profilo sia quantitativo, sia qu<strong>al</strong>itativo e l’incremento delle attività di day-hospit<strong>al</strong><br />

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OPERATORIO – AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA<br />

Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

implicano che la struttura non sarà dimensionata unicamente in funzione del numero<br />

di posti letto, ma in base <strong>al</strong>le prestazioni erogabili.<br />

I caratteri princip<strong>al</strong>i di questa dimensione qu<strong>al</strong>itativa delle cure devono<br />

soddisfare il dec<strong>al</strong>ogo dell'osped<strong>al</strong>e modello:<br />

1) Umanizzazione. Il m<strong>al</strong>ato deve essere posto in un ambiente a misura d'uomo,<br />

sicuro e confortevole, in cui sia garantita la privacy. Deve essere informato e guidato.<br />

Non deve vivere a stretto contatto con gli <strong>al</strong>tri m<strong>al</strong>ati. Deve avere la possibilità di<br />

ricevere le visite di parenti e amici a qu<strong>al</strong>siasi ora.<br />

2) Urbanità. L'osped<strong>al</strong>e non deve essere avulso d<strong>al</strong> centro cittadino, ma piuttosto<br />

diventare un prolungamento della città, cioè essere un 'osped<strong>al</strong>e aperto'.<br />

3) Soci<strong>al</strong>ità. All'interno dell'osped<strong>al</strong>e si riscoprono v<strong>al</strong>ori ormai considerati del passato,<br />

come solidarietà, senso di appartenenza e interdipendenza.<br />

4) Organizzazione. Elevata efficacia della diagnosi, della terapia e della riabilitazione, e<br />

un diffuso senso del benessere <strong>al</strong>l'interno dell'osped<strong>al</strong>e.<br />

5) Interattività. Il percorso clinico-diagnostico inizia con la prima visita presso il<br />

medico di famiglia e continua lungo le diverse componenti del sistema sanitario,<br />

secondo una logica di continuum assistenzi<strong>al</strong>e, che può portare <strong>al</strong>la fine <strong>al</strong> ricovero in<br />

osped<strong>al</strong>e.<br />

6) Appropriatezza. Le cure devono rispondere <strong>al</strong>le re<strong>al</strong>i esigenze del m<strong>al</strong>ato e il<br />

ricovero va riservato ai pazienti acuti e non autosufficienti. Per tutti gli <strong>al</strong>tri si deve<br />

ricorrere <strong>al</strong> day hospit<strong>al</strong> o <strong>al</strong>l'ambulatorio.<br />

7) Affidabilità. Da questo principio, che contempla la capacità diagnostico terapeutica,<br />

la sicurezza ambient<strong>al</strong>e, tecnico-costruttiva, impiantistica e igienica, dipendono la<br />

tranquillità e la fiducia verso l'osped<strong>al</strong>e.<br />

8) Innovazione: L'osped<strong>al</strong>e deve essere flessibile, pronto a cambiare a seconda delle<br />

esigenze sotto tutti i punti di vista: terapeutico, tecnologico, organizzativo e form<strong>al</strong>e.<br />

9) Ricerca. L'osped<strong>al</strong>e deve essere centro di ricerca clinico-scientifica che, favorendo il<br />

continuo aggiornamento e adeguamento <strong>al</strong>le ultime novità, moltiplica le capacità<br />

assistenzi<strong>al</strong>i.<br />

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OPERATORIO – AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA<br />

Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

10) Formazione. L'osped<strong>al</strong>e deve essere un luogo di aggiornamento continuo,<br />

profession<strong>al</strong>e e cultur<strong>al</strong>e, per medici interni ed esterni, infermieri, tecnici e chi si<br />

occupa della gestione.<br />

Un osped<strong>al</strong>e orientato <strong>al</strong>l’utente definisce percorsi diagnostici e terapeutici volti <strong>al</strong>la<br />

soluzione dei problemi di s<strong>al</strong>ute, recependo ciò che il paziente è in grado di esprimere<br />

riguardo la propria m<strong>al</strong>attia.<br />

L’osped<strong>al</strong>e riconosce tra gli obiettivi prioritari la cura della s<strong>al</strong>ute dei pazienti. Il<br />

decorso clinico di una m<strong>al</strong>attia inizia con la prima visita presso il medico di famiglia e<br />

continua lungo le diverse componenti del sistema sanitario. I risultati dipendono non<br />

solo dai cambiamenti introdotti nella pratica lavorativa dei singoli, ma soprattutto d<strong>al</strong><br />

loro grado d’integrazione con l’intero processo di assistenza.<br />

In questa concezione unitaria dei servizi sanitari l’osped<strong>al</strong>e rappresenta un elemento<br />

di passaggio lungo il percorso diagnostico e terapeutico, il cui ruolo di di<strong>al</strong>ogo con la<br />

rete territori<strong>al</strong>e deve essere letto anche nell’organizzazione della sua architettura.<br />

1.3.1 I principi e criteri formativi<br />

Il concetto di “umanizzazione” pone la persona e le sue necessità <strong>al</strong> centro del<br />

processo di progettazione e organizzazione degli spazi; t<strong>al</strong>e concetto si esplica<br />

concretamente nella qu<strong>al</strong>ità progettu<strong>al</strong>e del manufatto edilizio come risposta adeguata<br />

<strong>al</strong>le esigenze delle diverse categorie di utenti: pazienti, operatori, visitatori e cittadini.<br />

Il nuovo osped<strong>al</strong>e deve essere in grado di conciliare le complessità tecnologiche con la<br />

dimensione umana per offrire agli utenti ambienti s<strong>al</strong>utari e per creare spazi di lavoro<br />

accoglienti per gli operatori.<br />

L’assetto distributivo delle nuove strutture sanitarie sarà caratterizzato<br />

d<strong>al</strong>l’articolazione in aree funzion<strong>al</strong>i interconesse, organizzate in base <strong>al</strong>le esigenze di<br />

cor<strong>relazione</strong> tra i servizi che le compongono.<br />

Pertanto il progetto an<strong>al</strong>izza, in primo luogo gli aspetti compositivi, distributivi e<br />

funzion<strong>al</strong>i: rapporti dimension<strong>al</strong>i, mod<strong>al</strong>ità di aggregazione degli spazi e delle funzioni,<br />

adeguatezza degli spazi, distribuzione dei percorsi (trasporto persone, materi<strong>al</strong>i,<br />

comunicazioni), diversificazione degli accessi, chiarezza distributiva, facilità di<br />

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OPERATORIO – AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA<br />

Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

orientamento, flessibilità struttur<strong>al</strong>e e funzion<strong>al</strong>e, modularità e interscambiabilità,<br />

organizzazione per intensità di cura e per tipologia di assistenza richiesta, contiguità o<br />

vicinanza dei servizi interrelati nei processi di cura, centr<strong>al</strong>izzazione dei servizi.<br />

Nell’organizzazione del progetto si pone, inoltre, particolare attenzione ai seguenti<br />

criteri:<br />

flessibilità struttur<strong>al</strong>e e organizzativa (eventu<strong>al</strong>i future modifiche distributive e<br />

impiantistiche, adeguamento con l’evolversi della tecnologia, ecc.);<br />

confort ambient<strong>al</strong>e degli spazi: l’obiettivo è quello di progettare un ambiente a<br />

misura d’uomo in cui siano garantite la privacy, il benessere ambient<strong>al</strong>e, l’accoglienza<br />

e l’informazione attraverso l’accurato studio dei vari elementi qu<strong>al</strong>i: arredi, finiture,<br />

segn<strong>al</strong>etica, qu<strong>al</strong>ità dei materi<strong>al</strong>i, colori, luminosità, temperatura, pulizia, igiene,<br />

ergonomia;<br />

autosufficienza dell’intervento d<strong>al</strong> punto di vista re<strong>al</strong>izzativo, funzion<strong>al</strong>e,<br />

economico e organizzativo pur rimanendo strettamente connesso con tutta la rete;<br />

centr<strong>al</strong>ità del paziente e dei suoi bisogni assistenzi<strong>al</strong>i declinata anche attraverso<br />

la separazione dei percorsi;<br />

leggibilità della collocazione delle funzioni in rapporto <strong>al</strong>la loro importanza.<br />

1.3.2 Gli obbiettivi strategici<br />

La programmazione, la progettazione e la re<strong>al</strong>izzazione di interventi di edilizia<br />

sanitaria non possono prescindere:<br />

d<strong>al</strong>la conoscenza del territorio inteso sotto il profilo demografico, economico,<br />

geologico, delle infrastrutture deputate <strong>al</strong>la mobilità, della sua storia soci<strong>al</strong>e,<br />

della epidemiologia clinica loc<strong>al</strong>e;<br />

d<strong>al</strong>la an<strong>al</strong>isi della rete delle strutture sanitarie ed osped<strong>al</strong>iere lombarde con le<br />

loro articolazioni a complessità crescente. Rete che necessita di regia unica a<br />

livello di programmazione <strong>al</strong> fine di offrire <strong>al</strong>l’utente una risposta ai bisogni di<br />

s<strong>al</strong>ute coordinata, continua, appropriata, sicura, tempestiva ed efficiente;<br />

d<strong>al</strong>la sinergia di varie profession<strong>al</strong>ità: cliniche, ingegneristiche, tecniche,<br />

economicistiche e manageri<strong>al</strong>i;<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

d<strong>al</strong>la necessità di collocare l’utente <strong>al</strong> centro delle proprie attività.<br />

Partendo da questi presupposti, l’Azienda Osped<strong>al</strong>iera della V<strong>al</strong>tellina e della<br />

V<strong>al</strong>chiavenna nel predisporre il piano per gli interventi di edilizia sanitaria presso i<br />

presidi di Sondrio e Sond<strong>al</strong>o si è posta i seguenti obiettivi:<br />

pieno adeguamento delle strutture coinvolte ai requisiti struttur<strong>al</strong>i e impiantistici<br />

(gener<strong>al</strong>i e specifici) previsti d<strong>al</strong>la normativa nazion<strong>al</strong>e e region<strong>al</strong>e in materia di<br />

accreditamento istituzion<strong>al</strong>e delle organizzazioni sanitarie, garanzia di sicurezza<br />

e confort degli ambienti deputati <strong>al</strong>l’attività sanitaria;<br />

accorpamento, ridistribuzione e riorganizzazione di attività/servizi sulla base<br />

della v<strong>al</strong>utazione approfondita dei bisogni degli utenti, della epidemiologia<br />

loc<strong>al</strong>e, dei percorsi diagnostico-terapeutici più innovativi , in una ottica di<br />

miglioramento della sicurezza e della efficienza delle prestazioni erogate;<br />

miglioramento di ambienti e infrastrutture dedicate <strong>al</strong>l’accoglimento del<br />

paziente e superamento delle barriere architettoniche;<br />

rispondenza degli interventi a caratteristiche di adattabilità <strong>al</strong>le innovazioni dei<br />

processi diagnostico-terapeutici e di flessibilità che permetta la riconversione<br />

degli ambienti sulla base dell’evoluzione delle tecnologie biomediche;<br />

adeguatezza degli interventi rispetto <strong>al</strong>le norme in materia ambient<strong>al</strong>e.<br />

Pertanto l’obbiettivo strategico prioritario dell’intervento programmato per<br />

l’azienda osped<strong>al</strong>iera della V<strong>al</strong>tellina e della V<strong>al</strong>chiavenna è la costruzione di una<br />

organizzazione dipartiment<strong>al</strong>e del comprensorio: tutti gli interventi devono essere<br />

fin<strong>al</strong>izzati per la messa a rete delle specifiche competenze e dotazioni speci<strong>al</strong>istiche.<br />

Altrettanto importante sul piano dell’adeguamento funzion<strong>al</strong>e delle strutture esistenti,<br />

( DPR 14/01/97 e DGR 06/08/98), è il conseguimento dei requisiti di accreditamento.<br />

L’approccio metodologico muove d<strong>al</strong>l’esigenza di un ridisegno dell’assetto<br />

dell’intero presidio teso ad una profonda riorganizzazione funzion<strong>al</strong>e cui pervenire<br />

attraverso un gradu<strong>al</strong>e adeguamento delle funzioni, servizi e reparti, sulla base dei<br />

finanziamenti di volta in volta disponibili.<br />

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OPERATORIO – AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA<br />

Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

2. OGGETTO D’INTERVENTO<br />

2.1 Inquadramento del presidio di Sondrio<br />

2.1.1 Inquadramento urbanistico<br />

La città di Sondrio è dotata di Piano Regolatore Gener<strong>al</strong>e approvato con D.G.R.<br />

n. 48765 del 29.02.2000, successivamente integrato con Varianti cartografiche di<br />

azzonamento del 25.10.2002 e 05.05.2006.<br />

In t<strong>al</strong>i strumenti urbanistici l’area dell’osped<strong>al</strong>e è classificata tra le aree F–<br />

Attrezzature pubbliche di interesse gener<strong>al</strong>e ( NTA di PRG Art. 3.2.3), con<br />

destinazione Fs–Attrezzature sanitarie ed osped<strong>al</strong>ieri ( NTA di PRG Art. 3.2.3.2).<br />

La normativa prevede per t<strong>al</strong>i aree la possibilità di intervento diretto, sulla base di<br />

progetti con rilascio di autorizzazioni o permessi di costruire assentiti con delibera del<br />

Consiglio Comun<strong>al</strong>e.<br />

Zona Fs-Attrezzature relative <strong>al</strong> presidio<br />

osped<strong>al</strong>iero di Sondrio<br />

Str<strong>al</strong>cio PRG Comune di Sondrio<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

2.1.2 Area d’ intervento, contesto storico, accessibilità<br />

Il sistema insediativo della V<strong>al</strong>tellina è strutturato su una rete strad<strong>al</strong>e condizionata<br />

d<strong>al</strong>la presenza di una unica arteria princip<strong>al</strong>e, la Stat<strong>al</strong>e n. 38 dello Stelvio, che d<strong>al</strong>lo<br />

svincolo di Piantanedo ( dove si distacca d<strong>al</strong>la SS. 36 dello Spluga, che porta in<br />

V<strong>al</strong>chiavenna) percorre tutto il fondov<strong>al</strong>le collegando gli insediamenti di Morbegno,<br />

Sondrio, Sond<strong>al</strong>o, sino a Bormio, imponendo spesso lunghi tempi di percorrenza anche<br />

per brevi tragitti.<br />

Par<strong>al</strong>lela <strong>al</strong>la SS. 38 dello Stelvio corre la ferrovia dello Stato che costituisce<br />

probabilmente la via più rapida (e sicura) di collegamento tra la V<strong>al</strong>tellina ed il<br />

capoluogo Region<strong>al</strong>e. L'<strong>al</strong>ternativa via strad<strong>al</strong>e non è sicuramente più veloce, con<br />

tempi medi di percorrenza di 40-50 km/h, perché la stat<strong>al</strong>e è poco agevole e molto<br />

trafficata, sia nei giorni feri<strong>al</strong>i che nei festivi.<br />

Il Presidio Osped<strong>al</strong>iero di Sondrio insiste su un’area di forma rettangolare, della<br />

superficie fondiaria complessiva di 36.200 mq ed è delimitata a sud d<strong>al</strong>la via Stelvio<br />

(S.S. 38 dello Stelvio), a nord d<strong>al</strong>la via Don Bosco, ad ovest Via Brennero ed ad est<br />

d<strong>al</strong>l’area destinata a parcheggio pubblico dei visitatori. L’ingresso princip<strong>al</strong>e <strong>al</strong> presidio<br />

è situato sulla Via Stelvio, mentre gli accessi secondari sono ubicati sulla via Don<br />

Bosco e Via Brennero (ingresso <strong>al</strong> Pronto Soccorso).<br />

2.2.2 Stato dei luoghi<br />

Il Presidio Osped<strong>al</strong>iero di Sondrio (408 posti letto accreditati, 352 effettivi) è costituito<br />

da 3 padiglioni princip<strong>al</strong>i individuati come Padiglione Est, Padiglione Nord e Padiglione<br />

Sud, oltre a manufatti di complemento. La struttura osped<strong>al</strong>iera occupa gran parte<br />

dell’area fondiaria di proprietà, lasciando libera la porzione a sud - est, destinata a<br />

“verde” con essenze di pregio e <strong>al</strong>beri ad <strong>al</strong>to fusto e quella a sud-ovest, destinata a<br />

“verde” con rada piantumazione. La struttura edilizia e’ un organismo composito,<br />

costituito da tipologie edilizie di differente epoca storica e di diversa morfologia<br />

planimetrica. La consistenza edilizia dei tre padiglioni sanitari è la seguente:<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

Padiglione Est:<br />

costruito nel 1934 (contestu<strong>al</strong>mente <strong>al</strong> villaggio sanatori<strong>al</strong>e di Sond<strong>al</strong>o, di cui<br />

costituiva complemento sanitario); superficie coperta 3.000 mq; superficie lorda di<br />

pavimento 14.000 mq; volume 58.000 mc; 5 piani fuori terra oltre <strong>al</strong> piano interrato.<br />

Padiglione Nord:<br />

re<strong>al</strong>izzato nel 1947; superficie coperta 3.000 mq; superficie lorda di pavimento<br />

26.000 mq; volume 60.000 mc; n. 6 piani fuori terra oltre <strong>al</strong> piano interrato.<br />

Padiglione Sud:<br />

costruito nel 1975; superficie coperta 3.700 mq; volume 62.500 mc; superficie lorda<br />

di pavimento 17.500 mq; n. 6 piani fuori terra.<br />

I tre padiglioni, pur essendo tipologicamente e morfologicamente diversi, si<br />

equiv<strong>al</strong>gono per il corpo doppio di fabbrica per tutti gli edifici di cura, che ospitano<br />

indifferentemente funzioni ambulatori<strong>al</strong>i, reparti di degenza, servizi amministrativi,<br />

servizi per il person<strong>al</strong>e ed impianti tecnologici.<br />

Di particolare rilevanza storica è l’edifico neoclassico a pianta quadrata ubicato<br />

<strong>al</strong>l’ingresso dell’Osped<strong>al</strong>e opera del G. Muraglia, l’edificio è inserito nel “percorso<br />

neoclassico” della città che si svolge partendo da Piazza Garib<strong>al</strong>di d<strong>al</strong>l’ Ex Teatro<br />

Soci<strong>al</strong>e, oggi Cineteatro Pedretti (Luigi Canonica - 1821), attraverso il Monumento<br />

della riconoscenza di Giuseppe Croff - XIX sec, <strong>al</strong>lievo del Canova, monumento, eretto<br />

nel 1839 in riconoscenza <strong>al</strong>l’imperatore Ferdinando I per aver fatto costruire gli argini<br />

del torrente M<strong>al</strong>lero dopo l’<strong>al</strong>luvione del 1834, e infine la chiesa della<br />

Collegiata su disegno di Pietro Ligari - XVIII sec.<br />

Chiesa della<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

Osped<strong>al</strong>e Civile: facciata neoclassica di G. Muraglia (1837)<br />

Veduta d<strong>al</strong> cortile interno dell’osped<strong>al</strong>e dello stesso edificio ottocentesco<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

2.2.3 Lo stato delle funzioni<br />

D<strong>al</strong> punto di vista distributivo delle funzioni osped<strong>al</strong>iere in sistema è articolato come<br />

segue:<br />

Padiglione Est<br />

PIANO SEMINTERRATO:<br />

spogliatoi, sottostazioni impianti, cabina elettrica, acceleratore lineare;<br />

PIANO RIALZATO:<br />

ufficio formazione, relazioni con il pubblico, economato, psichiatria, neurologia, aula<br />

magna, mensa person<strong>al</strong>e;<br />

PIANO PRIMO:<br />

geriatria, di<strong>al</strong>isi, cappella;<br />

PIANO SECONDO:<br />

di<strong>al</strong>isi nuovo reparto, DH infettologia, magazzino deposito biancheria;<br />

PIANO TERZO:<br />

nuovo reparto m<strong>al</strong>attie infettive;<br />

PIANO SOTTOTETTI:<br />

impianti tecnologici.<br />

Padiglione Nord<br />

PIANO INTERRATO:<br />

rampa di accesso;<br />

PIANO SEMINTERRATO:<br />

laboratori di an<strong>al</strong>isi, medicina nucleare, centro trasfusion<strong>al</strong>e, obitorio, servizio<br />

mortuario;<br />

PIANO RIALZATO:<br />

risonanza magnetica, TAC - angiografia, urologia;<br />

PIANO PRIMO:<br />

endoscopia, chirurgia, s<strong>al</strong>e operatorie;<br />

PIANO SECONDO:<br />

ortopedia - traumatologia s<strong>al</strong>e operatorie, urologia s<strong>al</strong>e operatorie;<br />

PIANO TERZO:<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

ostetricia-ginecologia, nuove s<strong>al</strong>e parto, anatomia patologica ( 1° livello);<br />

PIANO QUARTO:<br />

oculistica, otorinolaringoiatria, anatomia patologica ( 2° livello);<br />

PIANO SOTTOTETTO :<br />

impianti tecnologici, sottotetto non utilizzabile;<br />

PIANO COPERTURA:<br />

eliporto<br />

corpo di collegamento tra il Padiglione Sud e il Padiglione Nord (quarto livello<br />

attu<strong>al</strong>mente in costruzione).<br />

Padiglione Sud<br />

PIANO INTERRATO:<br />

impianti tecnologici, sottostazioni tecnologiche, officine manutenzione, depositi;<br />

PIANO SEMINTERRATO:<br />

pronto soccorso, poliambulatori;<br />

PIANO RIALZATO:<br />

atrio ingresso, accettazione ricoveri, CUP, farmacia, nuovo 118, cappella,<br />

rianimazione, odontostomatologia, sistemi informatici, direzione sanitaria, servizio<br />

tecnico;<br />

PIANO PRIMO:<br />

cardiologia e rianimazione, neurologia;<br />

PIANO SECONDO:<br />

pneumologia, recupero e riabilitazione funzion<strong>al</strong>e, fisioterapia, doppler;<br />

PIANO TERZO:<br />

pediatria, neuropsichiatria infantile;<br />

PIANO QUARTO:<br />

medicina gener<strong>al</strong>e;<br />

PIANO SOTTOTETTO:<br />

impianti tecnologici;<br />

PIANO COPERTURA.<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

L’assetto attu<strong>al</strong>e è riassunto nella seguente tabella:<br />

2.2 Esigenze e requisiti<br />

Sono stati individuati in sede di Progettazione Definitiva gli interventi, da<br />

attuare a medio-lungo termine, di accreditamento e adeguamento funzion<strong>al</strong>e ed<br />

impiantistico:<br />

1) creazione di un nuovo DEU: la direzione dell’azienda ha individuato la<br />

necessità di re<strong>al</strong>izzare un nuovo DEU (Dipartimento di Emergenza ed Urgenza),<br />

dotato di un blocco operatorio di 8 s<strong>al</strong>e, di centr<strong>al</strong>e di sterilizzazione e servizi<br />

annessi. La re<strong>al</strong>izzazione di un DEU presso il Presidio Osped<strong>al</strong>iero di Sondrio,<br />

dotato di eliporto porterà ad una razion<strong>al</strong>izzazione del sistema a rete;<br />

Sono state individuate le priorità, verificate e approfondite con l’Azienda Osped<strong>al</strong>iera.<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

Il nuovo complesso operatorio sarà dotato di 8 s<strong>al</strong>e operatorie e posizionato in modo<br />

da garantire le necessarie relazioni funzion<strong>al</strong>i con il Pronto Soccorso, la Rianimazione,<br />

la Terapia Intensiva e con i Reparti di Degenza Chirurgica. Il progetto pone particolare<br />

attenzione <strong>al</strong>la definizione dei collegamenti vertic<strong>al</strong>i ed orizzont<strong>al</strong>i e <strong>al</strong>la<br />

differenziazione dei percorsi.<br />

Le singole s<strong>al</strong>e operatorie saranno collegate con la zona di preparazione e risveglio<br />

pazienti, quest’ultima adeguatamente attrezzata per il monitoraggio del paziente per il<br />

tempo necessario, e saranno predisposti spogliatoi per la preparazione del person<strong>al</strong>e<br />

dotati di servizi igienici e docce. L’accesso dei pazienti <strong>al</strong> gruppo operatorio avverrà<br />

attraverso una zona di cambio letti dove l’operato verrà trasferito d<strong>al</strong> suo letto/barella<br />

<strong>al</strong> letto operatorio e viceversa <strong>al</strong> termine dell’intervento operatorio. Il gruppo<br />

operatorio prevede ampi spazi per lo stoccaggio del materi<strong>al</strong>e pulito, delle<br />

attrezzature, dei farmaci e presidi. All’interno dell’area del gruppo operatorio ci<br />

saranno adeguati spazi per il relax del person<strong>al</strong>e.<br />

È stata posta particolare attenzione ai percorsi annessi <strong>al</strong>le s<strong>al</strong>e operatorie: per<br />

l’ingresso del person<strong>al</strong>e, attraverso spogliatoi filtro; per l’ingresso dei pazienti<br />

attraverso un “ cambio letto”; per la raccolta del materi<strong>al</strong>e sporco in uscita d<strong>al</strong>le s<strong>al</strong>e,<br />

per l’ingresso del materi<strong>al</strong>e sterile attraverso l’inserimento di montacarichi che<br />

collegheranno il blocco operatorio con la nuova centr<strong>al</strong>e di sterilizzazione.<br />

3. PROGETTO ARCHITETTONICO<br />

3.0 Stato di fatto Padiglione Sud<br />

Il padiglione Sud, oggetto di ristrutturazione parzi<strong>al</strong>e del presente intervento,<br />

presenta le seguenti finiture interne:<br />

• PAVIMENTI: resiliente in PVC<br />

• CONTROSOFFITTI: solo lungo i corridoi ad <strong>al</strong>tezza 250 cm in doghe met<strong>al</strong>liche<br />

• TRAMEZZI INTERNI: laterizio intonacato e sm<strong>al</strong>tato<br />

• SOLAIO: vd. Immagine successiva<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

Si fa presente che la ristrutturazione, ove prevista negli elaborati grafici, prevede la<br />

demolizione pesante di tutte le finiture e tramezzature esistenti.<br />

3.1 Criteri utilizzati per le scelte architettoniche<br />

3.1.2 Il lotto<br />

Il nuovo complesso operatorio sarà dotato di 8 s<strong>al</strong>e operatorie e sarà posizionato<br />

nell’area libera antistante il Padiglione Sud, attu<strong>al</strong>mente adibita a giardino.<br />

L’<strong>al</strong>locazione prevista nel progetto preliminare del 2003 (fra Pad. Nord e Pad. Sud) è<br />

stata scartata, in concerto con l’Azienda Osped<strong>al</strong>iera, anche se più baricentrica<br />

rispetto <strong>al</strong>le funzioni strettamente correlate ad esso (Pronto Soccorso – Rianimazione<br />

– Terapia Intensiva – Degenze Chirurgiche), perché par<strong>al</strong>lelamente la proprietà sta<br />

ipotizzando la ristrutturazione ed ampliamento del pronto Soccorso che andrà ad<br />

occupare l’area interstizi<strong>al</strong>e fra i due padiglioni. Non per ultimo, da una disamina<br />

preliminare delle superfici necessarie, i progettisti hanno ritenuto non sufficiente lo<br />

spazio a disposizione fra i due padiglioni per poter distribuire 8 s<strong>al</strong>e operatorie e<br />

servizi annessi su un unico livello. Si è proceduto quindi ad individuare nel giardino<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

front<strong>al</strong>e <strong>al</strong> padiglione Sud i confini da rispettare e le <strong>al</strong>timetrie da collegare per poter<br />

integrare il nuovo DEU <strong>al</strong> sistema osped<strong>al</strong>iero esistente.<br />

INDIVIDUAZIONE AREA D’AMPLIAMENTO PER REALIZZAZIONE NUOVO DEU<br />

3.1.3 Le quote di connessione<br />

4.1.2 Le quote di connessione<br />

Il blocco operatorio si estenderà <strong>al</strong>la quota di pavimento del piano seminterrato<br />

(denominata negli elaborati progettu<strong>al</strong>i 0,00 - rispetto <strong>al</strong>la quota 3,40 individuata <strong>al</strong><br />

piano d’ingresso del padiglione Sud), primo livello utile che connette funzion<strong>al</strong>mente il<br />

nuovo intervento con gli ascensori d’emergenza (fase re<strong>al</strong>izzativa – I Lotto) e nel<br />

futuro con il Nuovo Pronto Soccorso.<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

Nel corso dei vari confronti con l’Azienda Osped<strong>al</strong>iera è emersa la possibilità di<br />

utilizzare l’<strong>al</strong>a OVEST del padiglione Sud a livello del seminterrato (piano di innesto del<br />

nuovo DEU) da destinare a supporto del Blocco Operatorio, come spogliatoi o depositi<br />

avendo il vincolo dell’<strong>al</strong>tezza contenuta (300 cm circa).<br />

La sterilizzazione è stata funzion<strong>al</strong>mente posta <strong>al</strong> di sotto della sagoma del Blocco<br />

Operatorio e razion<strong>al</strong>izzando i percorsi di ingresso e di uscita dei<br />

proveniente sia d<strong>al</strong>le s<strong>al</strong>e operatorie che dai restanti reparti del nosocomio.<br />

materi<strong>al</strong>i<br />

3.2 Il nuovo blocco operatorio<br />

3.2.1 Le funzioni<br />

Il blocco operatorio (piano seminterrato) presenta una superficie netta di 1713 mq<br />

come NUOVA COSTRUZIONE e 645 mq come RISTRUTTURAZIONE, per un tot<strong>al</strong>e di<br />

2358 mq lordi, v<strong>al</strong>ore in linea rispetto a standard ottim<strong>al</strong>i, riscontrabili in letteratura<br />

e verificabili in strutture esistenti di provata efficienza, di 290 mq/s<strong>al</strong>a in termini di<br />

superficie netta.<br />

La genesi della geometria planimetrica dell’intervento è stata dettata dai confini<br />

struttur<strong>al</strong>i e di proprietà dell’area, per tanto a est i si è tenuto conto della preesistenza<br />

dell’edificio neoclassico adibito ad ingresso princip<strong>al</strong>e del complesso osped<strong>al</strong>iero,<br />

mentre su Via Stelvio è stato scelto di sfruttare la superficie edificabile sino <strong>al</strong> confine<br />

con il marciapiede pubblico, sostituendo con il nuovo corpo di fabbrica, la recinzione<br />

esistente che delimita l’area osped<strong>al</strong>iera.<br />

Per ciò che concerne la distribuzione interna, è stata prediletta una disposizione polare<br />

delle s<strong>al</strong>e operatorie in modo t<strong>al</strong>e da collocare <strong>al</strong> centro del reparto il controllo<br />

infermieri e concentrare la funzione di risveglio in un unico ambiente, così da<br />

ottimizzare l’attività del person<strong>al</strong>e medico ed infermieristico.<br />

Anche le zone di preparazione sono state collocate in sole due zone ben definite<br />

front<strong>al</strong>i <strong>al</strong>l’ingresso delle s<strong>al</strong>e operatorie, in modo da limitare le manovre d’entrata del<br />

paziente barellato in s<strong>al</strong>a e garantire una buona visibilità traducibile in controllo degli<br />

operandi da parte degli operatori anche in fase di induzione.<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

La zona preparazione chirurgo è stata frazionata in 4 aree a servizio delle 8 s<strong>al</strong>e<br />

operatorie. Alle sp<strong>al</strong>le di t<strong>al</strong>i ambienti, anche i depositi sporchi sono collegati<br />

attraverso un passa sporco <strong>al</strong>le s<strong>al</strong>e operatorie e <strong>al</strong> corridoio sporco isolato<br />

struttur<strong>al</strong>mente rispetto <strong>al</strong>la zona sterile.<br />

Questo layout garantisce asetticità <strong>al</strong>le attività chirurgiche che sono costantemente<br />

isolate rispetto <strong>al</strong>l’attività di raccolta dei residui da bonificare e <strong>al</strong>lontanare<br />

tempestivamente.<br />

Il progetto ha rispettato le normative inerenti l’accreditamento sanitario, di<br />

cui ai sensi del D.P.R. del 14/01/1997, di seguito riportate:<br />

NUOVO BLOCCO BLOCCO OPERATORIO<br />

D.P.R.<br />

14 Gennaio 1997<br />

PROGETTO<br />

DEFINITIVO<br />

PROGETTO<br />

ESECUTIVO<br />

zona filtro person<strong>al</strong>e addetto con lavabo, doccia, servizi igienici √ √<br />

zona filtro entrata operandi √ √<br />

s<strong>al</strong>e operatorie √ √<br />

zona / loc<strong>al</strong>e preparazione chirurghi √ √<br />

deposito sporco √ √<br />

deposito pulito √ √<br />

deposito presidi, strumentario… √ √<br />

zona preparazione pazienti √ √<br />

zona risveglio pazienti √ √<br />

Gli spogliatoi sono stati dimensionati per due nuclei (maschi e femmine) da 25<br />

unità con annessi bagni e docce in numero come richiesto d<strong>al</strong> Regolamento d’Igiene<br />

del comune di Sondrio. Gli spazi di vestizione sono filtrati d<strong>al</strong> punto di vista sanitario e<br />

antincendio creando un percorso “obbligato” per gli operatori in fase di entrata e di<br />

uscita d<strong>al</strong> nucleo operatorio, soluzione condivisa in pieno con l’Azienda Osped<strong>al</strong>iera.<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

3.2.2 I percorsi<br />

Lo studio della migliore configurazione dei percorsi ha preceduto l’individuazione<br />

del layout dei singoli servizi: percorsi chiari, brevi e obbligati sono infatti la chiave di<br />

una gestione delle attività ordinata, efficace ed efficiente, soprattutto in termini di<br />

unità di person<strong>al</strong>e necessario.<br />

I principi guida della progettazione possono essere così riassunti:<br />

• È stato garantito il “percorso d’emergenza” con i nuovi monta lettighe<br />

individuati nel I Lotto e adiacenti <strong>al</strong> Padiglione Nord. Il percorso collega<br />

direttamente senza <strong>al</strong>cuna interferenza i reparti di Degenza chirurgica con il<br />

Nuovo Blocco Operatorio.<br />

• È stata rispettata la separazione fra corridoio sporco e corridoio pulito dando<br />

continuità ad entrambi sia in ingresso che in uscita.<br />

• I flussi del person<strong>al</strong>e, dei pazienti, delle merci pulite e delle merci in uscita è<br />

articolato in zone progressivamente meno contaminate, d<strong>al</strong>l’ingresso fino <strong>al</strong>le<br />

s<strong>al</strong>e operatorie, in un sistema molto compatto basato su aree funzion<strong>al</strong>mente<br />

interconnesse.<br />

• Il percorso sporco perimetr<strong>al</strong>e copre funzion<strong>al</strong>mente la raccolta dei residui da<br />

bonificare provenienti d<strong>al</strong>le s<strong>al</strong>e operatorie e si collega direttamente con la<br />

sterilizzazione ubicata <strong>al</strong> piano interrato contiguo <strong>al</strong> blocco operatorio che verrà<br />

an<strong>al</strong>izzata in seguito.<br />

Nel progetto sono stati individuati tre differenti ingressi: uno in posizione later<strong>al</strong>e (est)<br />

per l’ingresso del paziente; uno verso ovest per l’ingresso del person<strong>al</strong>e e l’ultimo<br />

centr<strong>al</strong>e per l’uscita del person<strong>al</strong>e in modo t<strong>al</strong>e da rendere i percorsi “obbligati” in<br />

entrata e in uscita assicurando l’igienicità del reparto operatorio. Nell’ingresso <strong>al</strong>lettati<br />

è presente anche una porta a doppio battente da utilizzarsi come via di fuga ed in<br />

caso di interventi urgenti, ovvero quanto il paziente non può attendere il tempo<br />

necessario per il trasbordo tramite passam<strong>al</strong>ati.<br />

Le porte di accesso <strong>al</strong> reparto operatorio e <strong>al</strong>la zona spogliatoi di cui la prima ad<br />

ante scorrevoli e la seconda ad ante norm<strong>al</strong>i sono ad accesso controllato ed apribili<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

elettronicamente tramite tastierino <strong>al</strong>fa-numerico / badge d<strong>al</strong> person<strong>al</strong>e autorizzato e<br />

sono dotate di citofono e tiro per l’apertura d<strong>al</strong>l’interno.<br />

3.3. La sterilizzazione centr<strong>al</strong>e<br />

3.3.1 I criteri di progettazione<br />

Il servizio di sterilizzazione ha una superficie di circa 1193 mq (SUL), v<strong>al</strong>ore che<br />

risulta in linea rispetto a standard ottim<strong>al</strong>i riscontrabili in letteratura e verificabili in<br />

strutture esistenti di provata efficienza ed an<strong>al</strong>oghe caratteristiche dimension<strong>al</strong>i.<br />

Con riferimento agli elaborati grafici <strong>al</strong>legati <strong>al</strong>la presente <strong>relazione</strong> si possono<br />

individuare aree ben distinte ed evidenziate come di seguito:<br />

• Area Spogliatoi<br />

In questa area, munita di idonei servizi igienici e dimensionati secondo si<br />

accede direttamente d<strong>al</strong>l’esterno della centr<strong>al</strong>e ove il person<strong>al</strong>e dovrà vestire le<br />

proprie divise e poter accedere dà e verso l’area di confezionamento e l’area della<br />

sterilizzazione.<br />

• Zona ricevimento disinfezione, lavaggio e asciugatura ferri e materi<strong>al</strong>i<br />

termolabili<br />

In questa area arrivano materi<strong>al</strong>i potenzi<strong>al</strong>mente infetti che vengono trattati in<br />

lava strumenti; è necessario per questo non permettere la diffusione di aria <strong>al</strong>le zone<br />

circostanti e creare una depressione interna rispetto <strong>al</strong>l’esterno e ai vari loc<strong>al</strong>i<br />

confinanti.<br />

• Area di controllo, confezionamento<br />

In t<strong>al</strong>e zona arriva il materi<strong>al</strong>e controllato da preparare <strong>al</strong> processo di<br />

sterilizzazione, difatti qui vengono confezionati i kit con carta medic<strong>al</strong>grade o buste<br />

apposite. Nell’area sono presenti carrelli interni di trasporto, carrelli per la<br />

preparazione dei lotti, materi<strong>al</strong>i da trattare di vario genere, person<strong>al</strong>e e arredi,<br />

pertanto è necessario che essa sia un’area del tipo “open space” con tavoli posizionati<br />

correttamente <strong>al</strong> fine di eliminare eventu<strong>al</strong>i impedimenti ai flussi. L’area deve<br />

presentare una pressione positiva rispetto a tutti i loc<strong>al</strong>i circostanti (escluso zona<br />

sterile)<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

• area deposito materi<strong>al</strong>e sterilizzato<br />

In t<strong>al</strong>e settore i pacchi sterili uscenti d<strong>al</strong>le autoclavi vengono stoccati in attesa<br />

della spedizione. T<strong>al</strong>e area dovrà quindi garantire la non ricontaminazione dei set, la<br />

conservazione delle caratteristiche igieniche del secondo involucro e l’avvio nella zona<br />

di spedizione<br />

Tutta l’area sterile dovrà poi essere caratterizzata da una pavimentazione con<br />

colorazione diversa d<strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre zone, questo perché il codice colori impegna<br />

visivamente il person<strong>al</strong>e entrante; la discontinuità dei colori infatti richiama <strong>al</strong>la mente<br />

i criteri comportament<strong>al</strong>i da tenere in t<strong>al</strong>e luogo.<br />

area spedizione<br />

Il materi<strong>al</strong>e trattato viene caricato in carrelli che compongono i lotti di<br />

spedizione e viene preparato quindi per la spedizione in una zona ove possono<br />

accedere anche operatori non direttamente impegnati nelle attività della centr<strong>al</strong>e.<br />

L’area in questione deve quindi confinare con l’esterno del perimetro della centr<strong>al</strong>e.<br />

• Aree filtri e servizi<br />

I loc<strong>al</strong>i della centr<strong>al</strong>e di sterilizzazione non devono essere a diretto contatto con<br />

le <strong>al</strong>tre zone o l’esterno; una serie di vani filtri, con porte interbloccate dovranno<br />

concorrere ad evitare contaminazioni dirette dai loc<strong>al</strong>i attigui o d<strong>al</strong>l’esterno.<br />

Nella centr<strong>al</strong>e sono stati previsti servizi igienici e spogliatoi dove il person<strong>al</strong>e, può<br />

indossare una divisa da portare solo in centr<strong>al</strong>e di sterilizzazione.<br />

• area lavaggio carrelli e tavoli per s<strong>al</strong>a operatoria<br />

Indispensabile è l’impianto di lavaggio carrelli re<strong>al</strong>izzato completamente in acciaio<br />

inossidabile , dimensionato per soddisfare il lavaggio dei carrelli e dei tavoli delle s<strong>al</strong>e<br />

operatorie dell’intero flusso produttivo.<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

3.3.2 Percorsi e collegamenti<br />

La distribuzione funzion<strong>al</strong>e del reparto di sterilizzazione deve contribuire <strong>al</strong>la<br />

garanzia di un prodotto in uscita d<strong>al</strong> processo che risponda <strong>al</strong>le caratteristiche di<br />

sterilità e di qu<strong>al</strong>ità richieste d<strong>al</strong>le norme europee, pertanto l’offerente ha rivolto<br />

anche particolare attenzione <strong>al</strong>la identificazione e <strong>al</strong>la separazione dei flussi, che<br />

possono essere identificati come di seguito:<br />

• Flussi dei materi<strong>al</strong>i (qu<strong>al</strong>i teleria, materi<strong>al</strong>i speci<strong>al</strong>i, ferri, letti, materi<strong>al</strong>i di<br />

consumo, ecc….)<br />

• Flussi dei carrelli<br />

• Flusso del person<strong>al</strong>e<br />

Il criterio gener<strong>al</strong>e perseguito è stato quello di collocarli in aree distinte per non creare<br />

intersezioni fastidiose e poco gestibili sia come lavoro che come igiene, è quindi<br />

necessario sottolineare che:<br />

‣ il person<strong>al</strong>e accede <strong>al</strong>l’area spogliatoi d<strong>al</strong>l’esterno della centr<strong>al</strong>e o da un filtro<br />

che permetta agli operatori stessi di vestire le divise che dovranno portare solo<br />

<strong>al</strong>l’interno del perimetro della centr<strong>al</strong>e stessa<br />

‣ il materi<strong>al</strong>e in ingresso dovrà essere separato in funzione della propria tipologia<br />

e dovrà accedere ad aree distinte per essere controllato e confezionato o lavato<br />

in maniera isolata<br />

‣ i carrelli circolanti dovranno seguire flussi logici che evitino la contaminazione<br />

portate d<strong>al</strong>l’esterno<br />

3.4. Il tetto verde<br />

E’ stata utilizzata la tipologia a copertura piana, la cui conformazione struttur<strong>al</strong>e<br />

permette la c<strong>al</strong>pestabilità e la fruibilità. I materi<strong>al</strong>i scelti assicurano un perfetto<br />

isolamento termico ed impermeabilità. In particolare è stato scelto un tetto giardino a<br />

verde estensivo: la ragione di t<strong>al</strong>e scelta sta soprattutto nella delicatezza dell’affaccio<br />

sul fronte sud d<strong>al</strong>l’edificio esistente (con la vista diretta sulla copertura).<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

La soluzione del tetto verde è stata adottata anche per limitare la dispersione termica<br />

di un loc<strong>al</strong>e con ampia superficie esposta; il tema del risparmio energetico, del<br />

contenimento delle dispersioni termiche e dell’isolamento termico è stato basilare<br />

nella scelta di t<strong>al</strong>e soluzione a “verde estensivo”<br />

I vantaggi di una simile copertura “verde” sono :<br />

1. Prolungamento delle funzion<strong>al</strong>ità della copertura (protezione d<strong>al</strong>le escursioni<br />

termiche e meccaniche degli elementi isolanti ed impermeabilizzanti);<br />

2. Maggior isolamento acustico;<br />

3. Risparmio energetico;<br />

4. Maggior comfort interno;<br />

Ai fini delle predisposizioni delle normative di sicurezza verrà predisposta una<br />

linea anticaduta orizzont<strong>al</strong>e costituita da una fune di acciaio inox di diametro di 8 mm<br />

collegata a termin<strong>al</strong>i inox per consentire il passaggio del moschettone di collegamento<br />

<strong>al</strong> cordino anticaduta dell’addetto <strong>al</strong>a manutenzione<br />

3.5. Precisazioni sulle aree di non intervento piano interrato<br />

Si precisa che l’areazione dei loc<strong>al</strong>i destinati a MAGAZZINI FARMACIA sul lato<br />

sud del Padiglione Sud sono areati meccanicamente. Le bocche di lupo esistenti che<br />

verranno chiuse per creare il collegamento <strong>al</strong> piano delle s<strong>al</strong>e operatorie non sono<br />

utilizzate attu<strong>al</strong>mente ai fini dell’areazione di suddetti loc<strong>al</strong>i.<br />

3.6. Soluzioni adottate per il superamento delle barriere architettoniche<br />

Il progetto é stato elaborato nel rispetto delle normative vigenti in materia di<br />

eliminazione delle barriere architettoniche.<br />

Per quanto riguarda i parametri e i minimi dimension<strong>al</strong>i, si é fatto riferimento <strong>al</strong>le<br />

indicazioni presenti nei seguenti testi di legge:<br />

<br />

Legge del 9 gennaio 1989, n. 13, “Disposizioni per favorire il superamento e<br />

l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”.<br />

<br />

D.M. Lavori Pubblici del 14 giugno 1989, n. 236, “Prescrizioni tecniche<br />

necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici<br />

privati e di edilizia residenzi<strong>al</strong>e pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”.<br />

LEGGE REGIONALE 20 febbraio 1989, n. 6 «Norme sull’eliminazione delle<br />

barriere architettoniche<br />

e prescrizioni tecniche di attuazione». (B.U. 22 febbraio 1989, n. 8, 1º suppl. ord.)<br />

In particolare sono previsti i seguenti parametri di progetto, conformi <strong>al</strong> LEGGE<br />

REGIONALE 20 febbraio 1989, n. 6:<br />

Visitabilità:<br />

Per garantire la visitabilità di un <strong>al</strong>loggio <strong>al</strong>le persone disabili è necessario siano<br />

rispettate le seguenti minime prestazioni:<br />

le porte di ingresso <strong>al</strong>le unità abitative devono permettere<br />

il passaggio di una carrozzina e comunque avere una larghezza non inferiore a m<br />

0.90;<br />

le porte interne di accesso <strong>al</strong>la zona a giorno e ad un servizio igienico devono<br />

avere una dimensione non inferiore a m 0.80.<br />

Percorsi orizzont<strong>al</strong>i interni: Larghezza minima 200 cm. con zone più ampie per<br />

inversione di marcia<br />

Pavimenti:<br />

Porte interne:<br />

Servizio igienico:<br />

Pavimenti orizzont<strong>al</strong>i e complanari tra di loro e non<br />

sdrucciolevoli<br />

Eventu<strong>al</strong>i dislivelli massimi: 2,5 cm<br />

Luce netta minima: 80 cm<br />

Altezza della maniglia compresa tra 90 e 120 cm<br />

Possibilità di accostamento e trasferimento later<strong>al</strong>e d<strong>al</strong>la<br />

sedia a rotelle <strong>al</strong>la tazza wc,<br />

Possibilità di accostamento front<strong>al</strong>e d<strong>al</strong>la sedia a rotelle <strong>al</strong><br />

lavabo.<br />

Luce libera minima d<strong>al</strong>l'asse della tazza wc verso il lato<br />

avvicinamento: 100 cm.<br />

Distanza dell'asse della tazza wc d<strong>al</strong>la parete vicina: 40<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

cm<br />

Distanza tra bordo anteriore della tazza wc e parete<br />

posteriore: 75-80 cm<br />

Altezza del piano superiore della tazza wc e d<strong>al</strong><br />

pavimento: 45-50 cm<br />

Altezza del piano superiore del lavabo d<strong>al</strong> pavimento: 80<br />

cm<br />

Lavabo a mensola<br />

Dotazione di corrimano ad <strong>al</strong>tezza da pavimento: 80 cm<br />

Nei servizi per disabili saranno previsti adeguati apparecchi sanitari (vaso e lavabo) in<br />

porcellana dura vetrificata corredati di idonea rubinetteria e di accessori.<br />

3.7. La nuova recinzione del plesso osped<strong>al</strong>iero<br />

Attu<strong>al</strong>mente il lotto<br />

d’intervento antistante il Padiglione<br />

Sud, come già esplicitato in<br />

precedenza, è adibito a giardino<br />

interno dell’osped<strong>al</strong>e ed è separato<br />

d<strong>al</strong> marciapiede di Via Stelvio da<br />

una recinzione in acciaio con siepe<br />

ad <strong>al</strong>tezza circa 2.50 m d<strong>al</strong> piano<br />

strad<strong>al</strong>e, come si evince d<strong>al</strong>la foto<br />

a sinistra.<br />

Il progetto del nuovo corpo di fabbrica, di sviluppo prev<strong>al</strong>entemente interrato,<br />

prevede che sarà lo stesso edificio che fuoriesce da piano di campagna per circa 2.80<br />

m a formare la nuova recinzione verso Via Stelvio, mentre si raccorderà con la<br />

recinzione esistente per mantenere la separazione degli ambiti (pubblico strad<strong>al</strong>e e<br />

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Relazione <strong>illustrativa</strong> gener<strong>al</strong>e<br />

pubblico osped<strong>al</strong>iero).<br />

In evidenza, nel fotomontaggio, il nuovo fronte strad<strong>al</strong>e e insieme recinzione<br />

dell’osped<strong>al</strong>e lungo il marciapiede di Via Stelvio.<br />

Una parte della recinzione in acciaio esistente (ai due estremi del fronte<br />

princip<strong>al</strong>e) verrà mantenuta nella medesima posizione, previo smontaggio e<br />

rimontaggio, come evidenziato nei grafici di progetto.<br />

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