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Approccio Computazionale alla Nanomineralogia

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CAPITOLO 2. APPLICAZIONI A SISTEMI ATOMICI E MOLECOLARI 21<br />

la probabilità di trovare la particella 1 nell’elemento di volume dx 2 e la particella 2 nell’elemento<br />

di volume dx 1 . Poiché le due particelle sono identiche, il loro scambio non deve avere<br />

effetti misurabili (di fatto, lo scambio non altera nulla del sistema) il che significa che le due<br />

probabilià su scritte devono essere uguali:<br />

|ψ(x 1 , x 2 )| 2 dx 1 dx 2 = |ψ(x 2 , x 1 )| 2 dx 1 dx 2 (2.6)<br />

La (2.6) è compatibile con le due possibili equazioni:<br />

{<br />

ψ(x2 , x 1 ) = ψ(x 1 , x 2 )<br />

ψ(x 2 , x 1 ) = −ψ(x 1 , x 2 )<br />

Entrambe le possibilià sono in effetti osservate in Natura: le particelle che soddisfano <strong>alla</strong><br />

prima delle (2.7) sono dette bosoni e sono tutte le particelle a spin intero, zero compreso; le<br />

particelle che soddisfano <strong>alla</strong> seconda delle (2.7) sono dette fermioni e sono tutte le particelle<br />

a spin semi-intero. L’elettrone (spin 1/2) è un fermione. I sistemi multielettronici soddisfano<br />

così al principio di antisimmetria, per cui la loro funzione d’onda cambia di segno a seguito<br />

dello scambio di due elettroni.<br />

Nel caso generale, possiamo definire un operatore di permutazione 1 ˆP che scambia la<br />

posizione di due elettroni; se ˆP ij scambia l’elettrone i-esimo con l’elettrone j-esimo, allora:<br />

ˆP ij ψ(x 1 , . . . x i , . . . x j , . . . x n ) = −ψ(x 1 , . . . x j , . . . x i , . . . x n ). Se ˆP è una permutazione qualunque,<br />

che scambia un dato numero di elettroni, vale: ˆP ψ = ɛP ψ, dove ɛ P è la parità della<br />

permutazione, positiva se pari è il numero di scambi (p) operati da ˆP , negativa se p è dispari:<br />

ɛ P = (−1) p .<br />

Rimanendo al caso di due soli elettroni, se x 1 = x 2 , d<strong>alla</strong> seconda delle (2.7) si ha<br />

ψ(x 1 , x 1 ) = −ψ(x 1 , x 1 ) il che è possibile solo se ψ(x 1 , x 1 ) = 0: due elettroni aventi lo<br />

stesso spin (identico numero quantico s) non possono occupare la stessa posizione dello spazio,<br />

essendo nulla la corrispondente ampiezza di probabilità. Poiché la funzione d’onda è continua<br />

nelle coordinate (non presenta cioè salti bruschi al variare di queste), la circostanza per cui<br />

ψ(x 1 , x 1 ) = 0 implica che, fissata una delle due posizioni x (sia x 1 ), la stessa funzione abbia<br />

valori molto bassi per x 2 variabile nell’intorno di x 1 : è bassa la probabilità che i due elettroni<br />

(a spin identico) vengano a trovarsi in posizioni vicine. Questa è l’origine del principio di<br />

esclusione di Pauli sul quale torneremo in seguito. Due elettroni a spin opposto differiscono<br />

almeno per una coordinata (s), dunque per questi la circostanza x 1 = x 2 non può mai verificarsi<br />

anche nel caso r 1 = r 2 ; nessun vincolo è quindi imposto dal principio di antisimmetria<br />

alle loro rispettive posizioni.<br />

(2.7)<br />

2.3 Sistemi multielettronici<br />

Consideriamo ancora un sistema a due elettroni descritto d<strong>alla</strong> funzione d’onda ψ(x 1 , x 2 ).<br />

Fissiamo x 2 e consideriamo ψ(x 1 , x 2 ) come funzione di x 1 ; dato un insieme completo di au-<br />

1 Gli operatori di permutazione P sono Hermitiani e, nel loro insieme, costituiscono un gruppo: dato un<br />

insieme di N elettroni, esistono N! permutazioni {P i } i=1,N! , per cui P r P s = P q (cioè, il prodotto di due<br />

permutazioni, inteso come applicazione successiva delle stesse, è ancora una permutazione); Pr<br />

2 = I, dove I è<br />

l’operatore identità, per cui Pr<br />

−1 = P r , avendo definito con Pr −1 la permutazione inversa di P r .

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