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apss notizie, n. 1, anno 10 - Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari

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<strong>notizie</strong><br />

Numero 1 | Anno <strong>10</strong> | Marzo 2011 | Trimestrale Poste Italiane spa | Spedizione in Abbonamento Postale | 70% | CNS Trento | Taxe Percue<br />

<strong>Azienda</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> <strong>Sanitari</strong><br />

ALL'INTERNO | IL NUOVO CARCERE A SPINI DI GARDOLO E L'ASSISTENZA SANITARIA DELL'APSS<br />

LA RIORGANIZZAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO | PER.LA 3.0 IL FUTURO È INIZIATO | FACCIA A<br />

FACCIA: DUE CHIRURGHI A CONFRONTO | CINEMA E SALUTE | E MOLTO ALTRO...


APSS NOTIZIE<br />

PERIODICO D'INFORMAZIONE<br />

DIREZIONE E REDAZIONE<br />

<strong>Azienda</strong> provinciale <strong>per</strong> i servizi sanitari<br />

Provincia autonoma di Trento<br />

Via Degas<strong>per</strong>i 79 - Trento<br />

www.<strong>apss</strong>.tn.it<br />

Tel. 0461 904111 / 0461 904131<br />

Tel. 0461 902920 / 0461 904171<br />

Fax 0461 902909<br />

<strong>apss</strong><strong>notizie</strong>@<strong>apss</strong>.tn.it<br />

Iscrizione al registro stampe del Tribunale<br />

di Trento n. 1112 del 30 gennaio 2002<br />

DIRETTORE EDITORIALE<br />

Luciano Flor<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Stefano Bertoni<br />

REDAZIONE<br />

Luciano Bocchi, Renata Brolis, Orazio Caffo,<br />

Sandra Chighizola, Roberta Corazza,<br />

Maurizio Del Greco, Davide Donner,<br />

Barbara Gas<strong>per</strong>ini, Annamaria Guarnier,<br />

Lorenza Lenzi, Angelo Cesare Passerini,<br />

Franca Refatti, Silvia Romani, Lucia Sabbadin,<br />

Adrianne Segata, Bruno Zanon<br />

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO<br />

Luisa Benedetti, Mauro Bertoluzza,<br />

Manuele Cappuccini, Fabio Cembrani,<br />

Maura De Bon, Annunziata Di Palma,<br />

Pirous Fateh-Moghadam, Laura Ferrari,<br />

Giorgio Folgheraiter, Paola Maccani,<br />

Amelia Marzano, Marilena Nella, Fabio Pederzini,<br />

Marisa Piffer, Claudio Ramponi, Enzo Tranquillini,<br />

Federica Trotter, Sara Turato, il team del polo<br />

universitario delle professioni sanitarie<br />

FOTOGRAFIE<br />

Ufficio stampa APSS<br />

Le fotografie del nuovo carcere a Spini di Gardolo<br />

a pagina 9 sono di Massimo Zarucco - Archivio ufficio<br />

stampa Pat.<br />

GRAFICA E IMPAGINAZIONE<br />

Verba Volant - Trento<br />

AD Giuseppe Marchi<br />

STAMPA<br />

Litotipografia Alcione<br />

Via Galileo Galilei, 47 - Lavis (TN)<br />

TITOLARE DEL TRATTAMENTO DATI<br />

(D.Lgs. 196/2003) Luciano Flor


USIAMO QUESTO GIORNALE<br />

PER MIGLIORARE<br />

Stefano Bertoni<br />

direttore responsabile di «APSS Notizie»<br />

«APSS Notizie» compie dieci anni. Di<br />

strada ne è stata fatta dal primo numero<br />

(<strong>per</strong> gli storiografi, gli appassionati<br />

e <strong>per</strong> i semplici curiosi ricordo<br />

che tutti i numeri sono disponibili online<br />

nella sezione dell'ufficio stampa<br />

di www.<strong>apss</strong>.tn.it).<br />

I contenuti sono stati migliorati, l'approccio<br />

ai temi è diventato sempre più informativo,<br />

le porte si sono a<strong>per</strong>te sempre di<br />

più a un approccio il più possibile completo<br />

a tutte le realtà dell'APSS. A completamento<br />

di quest'o<strong>per</strong>azione, abbiamo<br />

anche cambiato il formato e l'impianto<br />

grafico, che riscuotono entrambi un<br />

gradimento diffuso.<br />

L'intento mio e di tutta la redazione, <strong>per</strong>ò,<br />

non cambia. La voglia - il bisogno, direi<br />

- è di aumentare il colloquio con tutti<br />

voi, voi che siete i lettori, voi che siete la<br />

parte vitale di questa azienda. Quello che<br />

stiamo cercando di fare (s<strong>per</strong>o sempre<br />

nel migliore dei modi possibili) è di avere<br />

un sempre maggiore contributo da voi<br />

che vi trovate la rivista tra le mani, la leggete,<br />

la sfogliate, oppure la consultate<br />

online. Questo giornale, che - ci tengo a<br />

ricordarlo - appartiene a tutti, viene fatto<br />

sempre con grande fatica, con responsabilità<br />

nei confronti di chi lo legge e lo paga<br />

e con l'obiettivo finale di realizzare un<br />

circolo virtuoso della comunicazione. Bisogna<br />

anche dire che le richieste che provengono<br />

da enti o privati cittadini di ricevere<br />

la rivista ci d<strong>anno</strong> un ritorno di<br />

quanto questo lavoro sia apprezzato anche<br />

da chi non appartiene all'APSS.<br />

L'azienda <strong>per</strong> la quale lavoriamo è una<br />

macchina complessa. È composta da o-<br />

spedali, distretti, strutture amministrative<br />

che h<strong>anno</strong>, come si dice spesso, a<br />

cuore la centralità del paziente. Questo è<br />

un effetto finale, che si concretizza solo<br />

nel momento in cui siamo tutti a conoscenza<br />

della sua struttura, di come si articola,<br />

di quali sono le sue caratteristiche<br />

organizzative e gestionali. Insomma, il<br />

giornale serve anche a questo: a farci sa<strong>per</strong>e<br />

in che punto ci collochiamo nell'azienda,<br />

quali sono le <strong>per</strong>sone con le quali<br />

dobbiamo lavorare e con le quali interagire<br />

a vario titolo.<br />

Una maggiore consapevolezza si ottiene<br />

leggendo. Facciamo tutti uno sforzo: che<br />

le parole scritte su questo giornale non<br />

siano come bolle di sapone, ma che cadano<br />

come gocce di pioggia su un terreno<br />

fertile, pronto a dare i suoi frutti.<br />

<strong>notizie</strong><br />

01


SOMMARIO<br />

04 INDIRIZZI E DIRETTIVE PER L'APSS<br />

06 RESPONSABILI DI INDIRIZZI E DIRETTIVE<br />

07 L'ASSISTENZA SANITARIA AI DETENUTI PASSA ALL'AZIENDA<br />

09 AL PRONTO SOCCORSO DI TRENTO È AFFIDATA LA GESTIONE DELLE CURE<br />

<strong>10</strong> LA NUOVA CASA CIRCONDARIALE DI SPINI DI GARDOLO<br />

11 LA RIORGANIZZAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO DI TRENTO<br />

14 IL PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO<br />

15 EMERGENZA PEDIATRICA: UNA FORMAZIONE EFFICACE DI MASSA<br />

16 [formazione] ANALISI DEI FABBISOGNI: ISTRUZIONI PER L'USO<br />

18 PER.LA 3.0, IL FUTURO È INIZIATO<br />

20 IL RUOLO DEI MEDICI E DEGLI OPERATORI SANITARI NELLA PROMOZIONE DELLA SALUTE<br />

E NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE<br />

22 LA CURA DELL'ORGANIZZAZIONE CHE CURA<br />

24 MODI D'INTERPRETARE LA VITA: CONTINUA LA QUERELLE<br />

28 EN GARDE!<br />

28 I FACCIA A FACCIA: DUE CHIRURGHI A CONFRONTO<br />

30 POLO UNIVERSITARIO DELLE PROFESSIONI SANITARIE<br />

33 [buone pratiche] UN ESEMPIO DI «BUONA PRATICA»<br />

PER I PAZIENTI IN COMA POST TRAUMATICO<br />

34 LE RICADUTE DEL NUOVO SISTEMA DI VALUTAZIONE<br />

35 LA NUOVA GUIDA ALL'INVALIDITÀ CIVILE E ALL'HANDICAP<br />

36 LA RICETTA SALUTARE<br />

37 CINEMA E SALUTE<br />

<strong>notizie</strong><br />

03


INDIRIZZI E DIRETTIVE<br />

PER L'APSS<br />

Stefano Bertoni<br />

direttore responsabile di «APSS Notizie»<br />

La Giunta provinciale ha da poco approvato<br />

- contestualmente al Programma<br />

di attività 2011 dell'APSS,<br />

anche gli indirizzi e le direttive <strong>per</strong><br />

l'<strong>anno</strong> 2011.<br />

Indirizzi e direttive sono così definiti.<br />

AREA DELL'INTEGRAZIONE<br />

SOCIOSANITARIA<br />

1) Definizione, d'intesa con la Provincia,<br />

dei modelli organizzativi e dei <strong>per</strong>corsi<br />

clinici assistenziali <strong>per</strong> ottimizzare il passaggio<br />

in gestione all'APSS, dal 1° gennaio<br />

2012, delle seguenti attività dell'area<br />

sociosanitaria:<br />

A. ADI (assistenza domiciliare integrata);<br />

B. ADI cure palliative;<br />

C. accompagnamento <strong>per</strong> instaurazione<br />

rapporto di lavoro con assistenti<br />

familiari;<br />

D. centri diurni <strong>per</strong> anziani;<br />

E. centri diurni socio riabilitativi <strong>per</strong> disabili;<br />

F. comunità sociosanitarie <strong>per</strong> minori<br />

con patologie psichiatriche;<br />

G. comunità sociosanitarie <strong>per</strong> adulti<br />

con patologie psichiatriche;<br />

H. servizio trasporto infermi <strong>per</strong> soggetti<br />

affetti da nefropatia cronica o sottoposti<br />

a trapianto renale;<br />

I. contributo spese riscaldamento a favore<br />

dei soggetti affetti da nefropatia<br />

cronica;<br />

J. rimborso spese forfettario <strong>per</strong> dialisi<br />

domiciliare e <strong>per</strong>itoneale;<br />

K. rimborso spese trasporto <strong>per</strong> soggetti<br />

affetti da nefropatie croniche o sottoposti<br />

a trapianto renale;<br />

L. rimborso spese forfettario <strong>per</strong> soggetti<br />

affetti da particolari patologie;<br />

M. rimborso <strong>per</strong> soggiorni <strong>per</strong> cure climatiche<br />

e termali;<br />

N. assegno di cura.<br />

2) Individuazione, d'intesa con la Provincia,<br />

delle caratteristiche delle <strong>per</strong>sone o-<br />

spiti dei centri residenziali <strong>per</strong> disabili<br />

Don Ziglio, Villa Maria e Casa Serena, di<br />

<strong>per</strong>corsi codificati <strong>per</strong> l'accesso e la presa<br />

in carico, nonché delle caratteristiche e<br />

dei costi dei servizi erogati.<br />

ASSISTENZA ODONTOIATRICA<br />

Definizione, entro il 30 giugno 2011, di<br />

un'architettura del sistema informativo<br />

territoriale (modulo odontoiatria) idonea<br />

a identificare degli standard di riferimento<br />

e a una confrontabilità delle attività<br />

di assistenza odontoiatrica svolte<br />

dall'APSS direttamente (con le proprie u-<br />

nità o<strong>per</strong>ative e/o tramite medici specialisti<br />

convenzionati interni) rispetto alle<br />

attività svolte da soggetti convenzionati.<br />

ASSISTENZA NEONATALE<br />

Raggiungimento, entro l'<strong>anno</strong>, di un assetto<br />

organizzativo idoneo a utilizzare gli<br />

spazi apprestati all'interno dell'Unità o-<br />

<strong>per</strong>ativa di neonatologia, anche al fine di<br />

una tendenziale riduzione della necessità<br />

di trasferire neonati con patologie<br />

neonatali in ospedali fuori provincia.<br />

ASSISTENZA NEFROLOGICA<br />

Incremento, all'interno degli ospedali<br />

che possiedono letti <strong>per</strong> dialisi con capa-<br />

cità produttiva inutilizzata, dell'arruolamento<br />

e dell'accesso di <strong>per</strong>sone che richiedono<br />

il servizio di dialisi in occasione<br />

di soggiorni / vacanze.<br />

ASSISTENZA FARMACEUTICA<br />

Supporto alla Provincia nella definizione<br />

del progetto di creazione di meccanismi<br />

incentivanti la prescrizione di farmaci e-<br />

quivalenti; monitoraggio sull'effettiva realizzazione<br />

del progetto medesimo; attività<br />

di ausilio, di raccomandazione e d'informazione<br />

indipendente nei confronti<br />

dei medici prescrittori.<br />

ASSISTENZA SPECIALISTICA<br />

Predisposizione, entro il 30 giugno 2011,<br />

di un progetto di razionalizzazione delle<br />

convenzioni esterne <strong>per</strong> radiologia diagnostica<br />

e laboratorio. Tale progetto deve<br />

evidenziare, in particolare, i costi (sia<br />

correnti sia d'investimento) e i benefici di<br />

un'eventuale «internalizzazione» parziale<br />

o totale di tali attività, rispetto ai costi<br />

attuali derivanti dalle suddette convenzioni.<br />

ATTIVAZIONE DI NUOVE FUNZIONI<br />

MESSA A REGIME DI FUNZIONI<br />

ESISTENTI<br />

Messa a regime, entro l'<strong>anno</strong>, dell'assetto<br />

organizzativo previsto <strong>per</strong> l'Unità o<strong>per</strong>ativa<br />

di cardiochirurgia dell'ospedale<br />

Santa Chiara di Trento. Piena o<strong>per</strong>atività<br />

del modello organizzativo definito <strong>per</strong><br />

l'assistenza sanitaria penitenziaria nel<br />

nuovo carcere di Spini di Gardolo. Messa<br />

a regime, entro l'<strong>anno</strong>, dell'assetto orga-<br />

04 <strong>notizie</strong>


nizzativo programmato <strong>per</strong> l'osservazione<br />

breve di pronto soccorso dell'ospedale<br />

Santa Chiara. Prosecuzione del programma<br />

di potenziamento dell'attività<br />

del Centro di procreazione medicalmente<br />

assistita di Arco, secondo quanto previsto<br />

dall'obiettivo provinciale n. 3/20<strong>10</strong>,<br />

al fine di aumentare, nel 2011, il numero<br />

dei cicli di secondo livello effettuati e<br />

<strong>per</strong>venire, a fine 2012, al raggiungimento<br />

del parametro di riferimento provinciale<br />

di 500 cicli di secondo livello / <strong>anno</strong>.<br />

Piena integrazione, nella rete delle cure<br />

palliative, della nuova struttura hospice<br />

in corso di completamento presso la RSA<br />

di Mori di Trento.<br />

ADI - ADICP - CURE PALLIATIVE<br />

PEDIATRICHE<br />

Integrazione, entro il 31 marzo 2011, della<br />

relazione informativa sull'assistenza<br />

domiciliare, e in particolare sull'ADI, con<br />

ulteriori informazioni su: riclassificazione<br />

delle prestazioni secondo la classificazione<br />

NSIS; differenze qualitative e quantitative<br />

fra i distretti; modalità di integrazione<br />

con il servizio di assistenza domiciliare<br />

gestito dalle comunità; costi delle<br />

diverse tipologie di servizio.<br />

Definizione, su direttiva della Provincia,<br />

di un programma di potenziamento progressivo<br />

dell'ADI - ADICP destinata alla<br />

popolazione di oltre 65 anni, al fine di<br />

<strong>per</strong>venire, nell'arco di cinque anni e tenuto<br />

conto della elevata presenza di posti<br />

letto in residenze sanitarie assistenziali,<br />

al gold standard tra le regioni italiane.<br />

Attuazione, su direttiva della Provincia,<br />

di un programma di potenziamento<br />

delle cure palliative pediatriche.<br />

RETE PER LA TERAPIA DEL DOLORE<br />

Realizzazione di un progetto s<strong>per</strong>imentale<br />

di rete <strong>per</strong> la terapia del dolore, ai<br />

sensi della legge 15 marzo 20<strong>10</strong>, n. 38,<br />

secondo le caratteristiche definite con<br />

deliberazione della Giunta provinciale.<br />

COMPLETAMENTO OBIETTIVI ANNUALI<br />

SPECIFICI 2009<br />

Completamento delle attività previste<br />

nell'ambito dell'obiettivo PAT 3/2009 «Allergie<br />

e intolleranze alimentari - Rete allergologica<br />

provinciale». Completamento<br />

della messa a regime dell'obiettivo PAT<br />

9/2009 «Sepsi ospedaliera - Sorveglianza<br />

e terapia». Completamento della messa a<br />

regime dell'obiettivo PAT 11/2009 «Linee<br />

guida - Adozione o<strong>per</strong>ativa e meccanismi<br />

di verifica», con particolare riferimento<br />

alla strutturazione di un sistema di monitoraggio<br />

delle linee guida e dei <strong>per</strong>corsi<br />

assistenziali che ne dimostri il grado di<br />

implementazione.<br />

COMUNICAZIONE AL CITTADINO<br />

Realizzazione di un numero unico (verde)<br />

<strong>per</strong> informazioni telefoniche sull'accesso<br />

ai servizi 7 giorni su 7.<br />

ISTITUZIONE DELLA «BREAST UNIT<br />

PROVINCIALE»<br />

Realizzazione, entro il 30 giugno 2011, di<br />

quanto previsto dall'ordine del giorno<br />

del Consiglio provinciale n. 86 di data 17<br />

dicembre 2009 - Istituzione della «Breast<br />

unit provinciale».


RESPONSABILI DI INDIRIZZI E DIRETTIVE PAT PER IL 2011<br />

AREA DELL'INTEGRAZIONE<br />

SOCIOSANITARIA<br />

Daniela Zanon (Punti 1A, 1B, 1C, 1D,<br />

1E)<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di assistenza primaria,<br />

Distretto Non e Sole - Direzione <strong>per</strong><br />

l'integrazione sociosanitaria<br />

Michela Agrimi (Punto 1F)<br />

Neuropsichiatria infantile - Direzione <strong>per</strong><br />

l'integrazione sociosanitaria<br />

Alfredo Vivaldelli (Punti 1G)<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di psichiatria 4, Distretto<br />

Vallagarina - Direzione <strong>per</strong> l'integrazione<br />

sociosanitaria<br />

Enrico Campregher (Punti 1H, 1I,<br />

1J, 1K, 1L, 1M, 1N)<br />

<strong>Servizi</strong>o prestazioni e rapporti con<br />

soggetti accreditati - Direzione <strong>per</strong><br />

l'integrazione sociosanitaria<br />

Simona Sforzin (Punto 2)<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di assistenza primaria,<br />

Distretto di Trento - Direzione <strong>per</strong> l'integrazione<br />

sociosanitaria<br />

ASSISTENZA ODONTOIATRICA<br />

Michela Monterosso<br />

Assistenza ospedaliera - Direzione<br />

sanitaria<br />

Leonardo Sartori<br />

<strong>Servizi</strong>o sistemi informativi - Direzione<br />

sanitaria<br />

ASSISTENZA NEONATALE<br />

Fernando Ianeselli<br />

Direzione medica - Ospedale di Trento,<br />

Direzione sanitaria<br />

ASSISTENZA NEFROLOGICA<br />

Giuliano Brunori<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di nefrologia - Ospedale<br />

di Trento, Direzione sanitaria<br />

ASSISTENZA FARMACEUTICA<br />

Riccardo Roni<br />

<strong>Servizi</strong>o farmaceutico - Direzione sanitaria<br />

ASSISTENZA SPECIALISTICA<br />

Enrico Campregher<br />

<strong>Servizi</strong>o prestazioni e rapporti con<br />

soggetti accreditati - Direzione sanitaria<br />

ATTIVAZIONE NUOVE FUNZIONI<br />

MESSA A REGIME DI FUNZIONI<br />

ESISTENTI<br />

Fernando Ianeselli (Punti 7A, 7C)<br />

Direzione medica, Ospedale di Trento<br />

Direzione sanitaria<br />

Claudio Ramponi (Punto 7B, 7C)<br />

Pronto soccorso, Ospedale di Trento<br />

Direzione sanitaria<br />

Luca Fabbri (Punto 7D)<br />

Direzione medica, Ospedale di Arco<br />

Direzione sanitaria<br />

Giuliano Mariotti (Punto 7E)<br />

Direttore AOF (Distretto Vallagarina e<br />

Ospedale di Rovereto) - Direzione<br />

sanitaria<br />

ADI - ADICP - CURE PALLIATIVE<br />

PEDIATRICHE<br />

Arrigo Andrenacci (Punto 8A)<br />

Assistenza distrettuale - Direzione <strong>per</strong><br />

l'integrazione sociosanitaria<br />

Daniela Zanon (Punto 8B)<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di assistenza primaria,<br />

Distretto Non e Sole - Direzione <strong>per</strong><br />

l'integrazione sociosanitaria<br />

Annunziata Di Palma (Punto 8C)<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria, Ospedale di<br />

Trento - Direzione <strong>per</strong> l'integrazione<br />

sociosanitaria<br />

Erm<strong>anno</strong> Baldo (Punto 8C)<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria, Ospedale di<br />

Rovereto - Direzione <strong>per</strong> l'integrazione<br />

sociosanitaria<br />

RETE PER LA TERAPIA DEL DOLORE<br />

Michela Monterosso<br />

Assistenza ospedaliera - Direzione <strong>per</strong><br />

l'integrazione sociosanitaria<br />

COMPLETAMENTO OBIETTIVI ANNUALI<br />

SPECIFICI 2009<br />

Romano Nardelli (Punto <strong>10</strong>A, Rete<br />

allergologica provinciale - adulti)<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di pneumologia,<br />

Ospedale di Arco - Direzione sanitaria<br />

Erm<strong>anno</strong> Baldo (Punto <strong>10</strong>A, Rete<br />

allergologica provinciale - pediatrica)<br />

Unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria, Ospedale di<br />

Rovereto - Direzione sanitaria<br />

Luca Fabbri (Punto <strong>10</strong>B, sepsi<br />

ospedaliera - Sorveglianza e terapia)<br />

Direzione medica, Ospedale di Arco -<br />

Direzione sanitaria<br />

Valter Dapor (Punto <strong>10</strong>B, sepsi o-<br />

spedaliera - Sorveglianza e terapia)<br />

<strong>Servizi</strong>o sistemi informativi, Ospedale di<br />

Rovereto - Direzione sanitaria<br />

Giuliano Mariotti (Punto <strong>10</strong>C, linee<br />

guida - Adozione o<strong>per</strong>ativa e meccanismi<br />

di verifica)<br />

Direttore AOF, Distretto Vallagarina e<br />

Ospedale di Rovereto - Direzione sanitaria<br />

COMUNICAZIONE AL CITTADINO<br />

(numero verde)<br />

Sandra Chighizola<br />

Ufficio stampa - Direzione generale<br />

ISTITUZIONE DELLA «BREAST UNIT<br />

PROVINCIALE»<br />

Fernando Ianeselli<br />

Direzione medica, Ospedale di Trento -<br />

Direzione sanitaria<br />

06 <strong>notizie</strong>


L'ASSISTENZA SANITARIA<br />

AI DETENUTI PASSA ALL'AZIENDA<br />

Sara ............... Turato<br />

.........................................................<br />

servizio gestione risorse umane<br />

Il 17 febbraio scorso è entrato in vigore<br />

il Decreto legislativo 19 novembre<br />

20<strong>10</strong>, n. 52 che ha come oggetto<br />

«Norme di attuazione dello<br />

Statuto speciale della regione autonoma<br />

Trentino-Alto Adige concernente<br />

disposizioni in materia di assistenza<br />

sanitaria ai detenuti e agli internati<br />

negli istituti penitenziari» e<br />

che trasferisce queste funzioni alle<br />

province autonome di Trento e di<br />

Bolzano <strong>per</strong> poter garantire ai detenuti<br />

l'erogazione di efficaci e appropriate<br />

prestazioni di prevenzione,<br />

diagnosi, cura e riabilitazione.<br />

La disposizione è una delle ultime tappe<br />

di un lungo <strong>per</strong>corso, prima di ripensamento<br />

e quindi di revisione, del sistema<br />

precedente, dove il diritto alla salute dell'individuo<br />

recluso veniva garantito nell'ambito<br />

della disciplina «speciale» propria<br />

dell'ordinamento penitenziario e,<br />

come tale, organizzato dal Ministero della<br />

giustizia e dall'amministrazione penitenziaria.<br />

L'art. 11, comma 1 della legge 26 luglio<br />

1975, n. 354 disponeva che «[…] ogni<br />

istituto penitenziario è dotato di servizio<br />

medico e di servizio farmaceutico rispondenti<br />

alle esigenze profilattiche e di cura<br />

della salute dei detenuti e degli internati;<br />

dispone, inoltre, dell'o<strong>per</strong>a di almeno<br />

uno specialista in psichiatria». La norma<br />

proseguiva, quindi, individuando alcune<br />

specifiche prestazioni e attività: la visita<br />

all'ingresso, la visita <strong>per</strong>iodica, l'adozione<br />

di misure di isolamento nel caso di<br />

malattie contagiose, la particolare assistenza<br />

da prestare alle detenute madri e<br />

ai loro figli. Promuoveva quindi la collaborazione<br />

con i servizi pubblici sanitari<br />

locali. Tutte le attività mediche e infermieristiche<br />

erano garantite da <strong>per</strong>sonale<br />

appartenente al ruolo dell'amministrazione<br />

penitenziaria e da <strong>per</strong>sonale non di<br />

ruolo, qualificato come «incaricato» da<br />

una norma degli anni settanta che detta -<br />

negli anni in cui l'impiego nell'amministrazione<br />

non era che pubblico - una disciplina<br />

del tutto speciale, istituendo un<br />

rapporto di lavoro sui generis.<br />

Soprattutto a seguito dell'istituzione del<br />

<strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale, si è intensificato<br />

il dibattito sulla legittimità e l'opportunità<br />

della sanità penitenziaria: da<br />

un lato, un'assistenza «diversa» risultava<br />

stridente con l'affermazione del principio<br />

di uguaglianza «di tutta la popolazione<br />

senza distinzioni di condizioni individuali<br />

o sociali», dall'altro, in nome di<br />

un'uguaglianza di tipo «sostanziale», che<br />

tenga cioè in debito conto il contesto<br />

che, di fatto, condiziona la tutela della<br />

salute in carcere, appariva quantomeno<br />

improprio ignorare il valore aggiunto del<br />

sistema e delle <strong>per</strong>sone che in questo<br />

ambiente si erano formate e specializzate.<br />

Nel 1992, l'<strong>anno</strong> della riforma sanitaria,<br />

la sanità penitenziaria prosegue lungo il<br />

solco della specialità, ma il servizio sanitario<br />

penitenziario viene innovato in<br />

un'ottica di maggiore programmazione e<br />

avvicinamento al <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale:<br />

le attività dell'istituto penitenziario<br />

vengono raggruppate in aree in base<br />

ai propri fini istituzionali, viene individuata<br />

una specifica area sanitaria e puntualmente<br />

organizzata in livelli di assistenza<br />

commisurati alla dimensione della<br />

struttura; questo conduce, in alcuni<br />

contesti, all'istituzione di un'unità o<strong>per</strong>ativa<br />

di sanità penitenziaria regionale, con<br />

funzioni di coordinamento, pianificazione,<br />

attuazione dei programmi e verifica<br />

dei risultati, potenziamento dei servizi<br />

mediante forme di integrazione con il<br />

<strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale e i servizi<br />

sociali territoriali.<br />

Ma è solo con la cosiddetta riforma sanitaria<br />

ter, che ha preso le mosse dalla legge<br />

delega 30 novembre 1998, n. 419, che<br />

al Governo viene demandato di riordinare<br />

la medicina penitenziaria nel rispetto<br />

di alcuni principi fondamentali, tra i quali<br />

il progressivo inserimento, preceduto da<br />

s<strong>per</strong>imentazione di modelli organizzativi,<br />

nell'ambito del <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale,<br />

di <strong>per</strong>sonale e strutture dell'am-<br />

<strong>notizie</strong><br />

07


ministrazione penitenziaria e l'organizzazione<br />

di un'attività specifica che garantisca<br />

un livello di prestazioni di assistenza<br />

sanitaria adeguato alle peculiari condizioni<br />

di detenzione.<br />

Il decreto legislativo 22 giugno 1999, n.<br />

230, attuativo della delega, afferma<br />

quindi il diritto alla salute dei detenuti e<br />

degli internati «al pari dei cittadini in stato<br />

di libertà», in base alla pianificazione<br />

sanitaria nazionale, assicurato da livelli di<br />

prestazioni analoghi, azioni di protezione,<br />

informazione ed educazione, informazioni<br />

complete sul proprio stato di<br />

salute, prevenzione, cura e sostegno del<br />

disagio psichico e sociale, assistenza della<br />

gravidanza e della maternità, assistenza<br />

pediatrica idonea a evitare pregiudizi<br />

alla crescita equilibrata e allo sviluppo<br />

della <strong>per</strong>sonalità. Ogni azienda, nel cui<br />

ambito è ubicato un istituto penitenziario,<br />

adotta un'apposita carta dei servizi<br />

sanitari <strong>per</strong> i detenuti e gli internati.<br />

È quindi prevista una fase s<strong>per</strong>imentale<br />

in cui vengono immediatamente trasferite<br />

al <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale le funzioni<br />

riferite ai soli settori della prevenzione<br />

e dell'assistenza ai detenuti e agli<br />

internati tossicodipendenti, il relativo<br />

<strong>per</strong>sonale, le attrezzature, gli arredi e gli<br />

altri beni strumentali. Le restanti funzioni<br />

vengono gradualmente trasferite, in<br />

forma s<strong>per</strong>imentale, a tre regioni, Toscana,<br />

Lazio e Puglia, cui si aggiunger<strong>anno</strong> in<br />

seguito Emilia Romagna, Molise e Campania.<br />

L'attuazione del trasferimento <strong>per</strong> le regioni<br />

a statuto speciale e le province autonome<br />

di Trento e di Bolzano viene demandata<br />

all'adozione di norme di attuazione<br />

dei rispettivi statuti.<br />

La fase s<strong>per</strong>imentale <strong>per</strong> le regioni a statuto<br />

ordinario si è chiusa nel 2008, mentre<br />

la norma attuativa dello Statuto, come<br />

abbiamo visto, è stata adottata solo<br />

alla fine dell'<strong>anno</strong> scorso e inserita nelle<br />

direttive che la Provincia ha dato all'APSS<br />

<strong>per</strong> il 2011, tenuto conto anche della coincidenza<br />

con l'a<strong>per</strong>tura del nuovo carcere<br />

(«piena o<strong>per</strong>atività del modello organizzativo<br />

definito <strong>per</strong> l'assistenza sanitaria<br />

penitenziaria nel nuovo carcere di<br />

Spini di Gardolo»). Successivamente, la<br />

Provincia ha puntualizzato e definito le<br />

nuove competenze, definendo gli adempimenti<br />

e le funzioni che spettano all'APSS:<br />

garantire alle <strong>per</strong>sone in carcere le prestazioni<br />

di prevenzione, diagnosi, cura<br />

e riabilitazione previste nei livelli essenziali<br />

e uniformi di assistenza;<br />

redigere la Carta dei servizi sanitari da<br />

garantire all'interno degli istituti penitenziari;<br />

attuare il modello organizzativo aziendale<br />

<strong>per</strong> la tutela della salute in ambito<br />

penitenziario nel rispetto delle indicazioni<br />

di massima recate dalle disposizioni<br />

statali;<br />

prendere in carico attrezzature, arredi<br />

e beni strumentali afferenti alle attività<br />

sanitarie di proprietà del Ministero<br />

della giustizia; stipulare un'apposita<br />

convenzione con l'amministrazione<br />

penitenziaria <strong>per</strong> l'uso a titolo gratuito<br />

dei locali;<br />

prendere in carico il <strong>per</strong>sonale dipendente<br />

con rapporto di lavoro a tempo<br />

indeterminato e le convenzioni e i contratti<br />

a tempo determinato che, <strong>per</strong><br />

garantire la necessaria continuità al<br />

servizio, sono stati prorogati al 16 febbraio<br />

2012, salva scadenza naturale se<br />

successiva;<br />

garantire continuità all'assistenza sanitaria<br />

psicologica stipulando apposite<br />

convenzioni non onerose con il Ministero<br />

della giustizia;<br />

assicurare, nel rispetto delle norme di<br />

sicurezza definite d'intesa tra la Provincia<br />

autonoma di Trento e l'amministrazione<br />

penitenziaria, il necessario coordinamento<br />

tra servizi sanitari, amministrazione<br />

penitenziaria e giustizia minorile.<br />

08 <strong>notizie</strong>


AL PRONTO SOCCORSO DI TRENTO<br />

È AFFIDATA LA GESTIONE DELLE CURE<br />

L'incarico di gestire l'assistenza sanitaria<br />

dei detenuti è stato assegnato<br />

all'Unità o<strong>per</strong>ativa di medicina d'urgenza<br />

e pronto soccorso dell'ospedale<br />

Santa Chiara di Trento.<br />

Nel primo <strong>per</strong>iodo, il <strong>per</strong>sonale medico<br />

del pronto soccorso integrerà quello già<br />

in servizio nel carcere, al quale sono stati<br />

prorogati fino a febbraio 2012 i contratti<br />

a tempo determinato; in seguito se ne farà<br />

carico completamente, mediante l'acquisizione<br />

di ulteriore <strong>per</strong>sonale medico.<br />

Per quanto riguarda il <strong>per</strong>sonale infermieristico,<br />

da oltre un <strong>anno</strong> l'APSS sta<br />

fornendo <strong>per</strong>sonale proprio <strong>per</strong> integrare<br />

quello dipendente dal carcere. Se inizialmente<br />

era stato assegnato dall'azienda<br />

sanitaria <strong>per</strong>sonale a tempo determinato,<br />

ora si sta incardinando <strong>per</strong>sonale in<br />

ruolo. Fin da subito si è ritenuto importante<br />

selezionare il <strong>per</strong>sonale secondo<br />

criteri di competenza e attitudine, vista la<br />

delicatezza e la complessità dell'ambiente<br />

carcerario. È stato emesso un bando di<br />

avviso interno, rivolto a tutti gli infermieri<br />

dell'azienda, <strong>per</strong> identificare le <strong>per</strong>sone<br />

più competenti e motivate, disponibili a<br />

<strong>per</strong>correre questa es<strong>per</strong>ienza. È comunque<br />

garantita una ricollocazione <strong>per</strong> coloro<br />

che decidessero di concludere questa<br />

es<strong>per</strong>ienza. Attualmente, sono assegnati<br />

o in via di assegnazione tre infermieri<br />

al carcere di Trento e uno al carcere<br />

di Rovereto. A Trento l'organico è completato<br />

da un'infermiera già dipendente<br />

del carcere; a Rovereto (in attesa di nuove<br />

disposizioni sul trasferimento anche di<br />

questa struttura a Spini), le ore di assistenza<br />

previste sono integrate da ore di<br />

libera professione. Il <strong>per</strong>sonale fa riferimento<br />

a un coordinatore infermieristico.<br />

L'organico è calcolato <strong>per</strong> gestire le condizioni<br />

attuali, al cui variare (trasferimento<br />

del carcere di Rovereto, aumento dei<br />

detenuti, ecc.) sar<strong>anno</strong> apportate le modifiche<br />

necessarie.<br />

Oltre alla dotazione di un organico adeguato,<br />

è necessario soprattutto predisporre<br />

protocolli e linee guida sulla gestione<br />

delle problematiche sanitarie, che<br />

dovr<strong>anno</strong> essere affrontate in una struttura<br />

con peculiarità da considerare attentamente.<br />

Si dovrà garantire l'assistenza sanitaria e<br />

il mantenimento dello stato di salute dei<br />

detenuti, tenuto conto del grado di urgenza<br />

del problema e della possibilità di<br />

risolverlo in sede, alla luce dei mezzi a disposizione<br />

di tipo diagnostico (ECG, esami<br />

di laboratorio, radiologici, ecc.) e terapeutico.<br />

Un obiettivo sarà sicuramente<br />

quello di individuare i casi in cui l'invio all'ospedale<br />

Santa Chiara sia strettamente<br />

necessario, predisponendo strumenti,<br />

strutturali ma anche organizzativi, che<br />

possano limitare <strong>per</strong> quanto possibile lo<br />

spostamento dei detenuti, pur garantendo<br />

loro la sicurezza al pari della popolazione<br />

generale. L'integrazione con il<br />

pronto soccorso consentirà la predisposizione<br />

di <strong>per</strong>corsi, preventivamente concordati,<br />

che facilitino la gestione nel caso<br />

di problematiche sanitarie urgenti, che<br />

richiedano l'accesso all'ospedale. (ag, fr)<br />

<strong>notizie</strong><br />

09


LA NUOVA CASA CIRCONDARIALE<br />

DI SPINI DI GARDOLO<br />

Il passaggio delle competenze in materia<br />

sanitaria all'interno degli istituti<br />

di pena all'APSS può sembrare circoscritto<br />

ai soli aspetti sanitari, ma, a<br />

una lettura più attenta, ha un significato<br />

ben più articolato: è l'avvio di un<br />

processo di ridefinizione delle competenze<br />

e delle responsabilità che va<br />

definito, effettuati gli opportuni approfondimenti<br />

con il competente assessorato,<br />

attraverso specifici protocolli<br />

o<strong>per</strong>ativi sottoscritti tra la direzione<br />

aziendale e la direzione del carcere.<br />

Infatti, tralasciando gli aspetti meramente<br />

sanitari, quali la tipologia dei professionisti<br />

coinvolti, la loro numerosità, la<br />

loro frequenza nella struttura, sono molti<br />

gli aspetti che necessitano di chiarimenti<br />

e che sono da ricondurre alla specificità<br />

della situazione carceraria, ove<br />

due istituzioni (azienda sanitaria e istituto<br />

penitenziario), ognuno con le sue regole,<br />

le sue procedure e le sue responsabilità,<br />

devono convivere in un'unica organizzazione.<br />

Si pensi, a titolo d'esempio, ai<br />

mandati specifici dei singoli enti: l'APSS<br />

ha come mission l'assistenza sanitaria e il<br />

mantenimento dello stato di salute dei<br />

detenuti; l'istituto penitenziario, oltre ai<br />

compiti specifici di custodia e rieducazione<br />

dei detenuti, deve garantire la sicurezza<br />

all'interno della struttura con modelli<br />

organizzativi che, talvolta, possono confliggere<br />

con quelli prettamente sanitari.<br />

È <strong>per</strong>tanto necessario analizzare attentamente<br />

questi aspetti <strong>per</strong> meglio comprendere<br />

che, al di là dell'assegnazione<br />

delle competenze stabilite <strong>per</strong> legge, il<br />

<strong>per</strong>corso <strong>per</strong> renderle effettivamente<br />

agibili, deve necessariamente affrontare<br />

alcune tematiche, talvolta anche apparentemente<br />

semplici, dalla cui funzionalità<br />

dipende la qualità dell'assistenza offerta.<br />

Di seguito, si riassumono gli aspetti più<br />

significativi.<br />

Gestione del <strong>per</strong>sonale. Questo aspetto<br />

fa riferimento alla gestione della fase di<br />

transizione in cui, all'interno del carcere,<br />

convivr<strong>anno</strong> professionisti medici incaricati<br />

con il vecchio ordinamento, che sar<strong>anno</strong><br />

gestiti da un professionista medico<br />

dipendente dalla azienda sanitaria.<br />

Dovr<strong>anno</strong> essere <strong>per</strong>tanto riviste la turnistica,<br />

le procedure assistenziali e cliniche,<br />

definendo in maniera chiara i confini<br />

tra gli aspetti sanitari, propri della APSS,<br />

e quelli di custodia, propri della direzione<br />

del carcere, che f<strong>anno</strong> riferimento alla<br />

movimentazione dei detenuti all'interno<br />

e all'esterno della struttura, con particolare<br />

attenzione all'invio e al trasporto<br />

verso le strutture sanitarie di secondo livello<br />

esterne all'istituto penitenziario.<br />

Informatizzazione della struttura carceraria.<br />

L'informatizzazione rappresenta<br />

un altro tema fondamentale <strong>per</strong> la possibilità<br />

di integrare le apparecchiature<br />

sanitarie - che sar<strong>anno</strong> installate nella<br />

struttura carceraria - e le postazioni di lavoro<br />

con i sistemi informatici aziendali<br />

<strong>per</strong> la gestione delle prestazioni ospedaliere<br />

e ambulatoriali e <strong>per</strong> le attività<br />

del SerT. Sarà <strong>per</strong>tanto importante stabilire<br />

con la direzione del carcere chi realizza<br />

e mantiene gli impianti di cablaggio<br />

<strong>per</strong> i necessari collegamenti.<br />

Gestione immobili. Anche la gestione<br />

degli immobili a disposizione dell'APSS è<br />

un aspetto che va approfondito <strong>per</strong> quel-<br />

lo che riguarda la manutenzione ordinaria<br />

e straordinaria, la responsabilità delle<br />

verifiche tecniche <strong>per</strong>iodiche, le spese<br />

<strong>per</strong> il funzionamento e i nuovi lavori, l'assicurazione<br />

della struttura.<br />

Ingegneria clinica. La gestione e la manutenzione<br />

delle attrezzature che sar<strong>anno</strong><br />

fornite, i controlli di sicurezza, anche<br />

con riferimento all'accesso all'interno<br />

del carcere di tecnici dell'APSS e di ditte<br />

esterne <strong>per</strong> gli interventi di riparazione e<br />

di controllo, sono argomenti che dovr<strong>anno</strong><br />

essere ben dettagliati <strong>per</strong> assicurare<br />

quella continuità o<strong>per</strong>ativa indispensabile<br />

a garantire un'adeguata assistenza.<br />

Fisica sanitaria. Tra le attività specifiche,<br />

si ricordano quelle relative alla radioprotezione,<br />

sia <strong>per</strong> la sala radiologica sia <strong>per</strong><br />

l'ambulatorio dentale, le attività testistiche<br />

sulle attrezzature, l'affissione di norme<br />

interne, la segnaletica, oltre all'indispensabile<br />

informazione al <strong>per</strong>sonale addetto.<br />

Inoltre, sarà necessaria l'individuazione<br />

delle figure del datore di lavoro,<br />

del dirigente, del preposto degli ambienti<br />

interessati e il <strong>per</strong>sonale coinvolto.<br />

Anche <strong>per</strong> tali aspetti sarà necessario<br />

confrontarsi con la direzione del carcere<br />

<strong>per</strong> individuare le soluzioni più agevoli e<br />

funzionali.<br />

Aspetti alberghieri e logistici. Per queste<br />

attività dovr<strong>anno</strong> essere verificate le<br />

competenze <strong>per</strong> la pulizia e la sanificazione<br />

dei locali, la lavanderia <strong>per</strong> le divise<br />

del <strong>per</strong>sonale sanitario e il loro trasporto,<br />

la fornitura di materassi, cuscini, coprimaterassi,<br />

lenzuola, traverse, federe e<br />

telini, la sterilizzazione dello strumentario<br />

e dei dispositivi pluriuso, la fornitura<br />

<strong>10</strong> <strong>notizie</strong>


LA RIORGANIZZAZIONE<br />

DEL PRONTO SOCCORSO DI TRENTO<br />

Claudio Ramponi<br />

pronto soccorso, ospedale di Trento<br />

di materiale non compreso dal prontuario<br />

farmaceutico, dei dispositivi e della<br />

cancelleria, la gestione dei rifiuti sanitari,<br />

la fornitura dei pasti <strong>per</strong> i dipendenti<br />

dell'APSS.<br />

Appare evidente, <strong>per</strong>tanto, che il passaggio<br />

delle competenze sanitarie in capo<br />

all'APSS all'interno del carcere di Spini di<br />

Gardolo non si esaurisce con l'assegnazione<br />

del <strong>per</strong>sonale, ma investe una serie<br />

di aspetti infrastrutturali e di supporto,<br />

talvolta scarsamente visibili, la cui funzionalità<br />

è fondamentale ed essenziale<br />

<strong>per</strong> un'assistenza sanitaria adeguata e<br />

moderna.<br />

La gestione di molti di questi aspetti può<br />

confliggere con l'organizzazione interna<br />

della struttura carceraria. Da questo deriva<br />

l'indispensabilità che questi temi<br />

vengano affrontati dai due enti, al fine di<br />

formulare protocolli o<strong>per</strong>ativi in progress<br />

che consentano, nel rispetto delle<br />

specifiche competenze, di assicurare<br />

un'assistenza sanitaria in grado di limitare<br />

la movimentazione esterna dei detenuti,<br />

e nel contempo di garantire un<br />

livello essenziale di assistenza analogo a<br />

quello dei restanti cittadini, <strong>per</strong> assicurare,<br />

coerentemente con la filosofia progettuale<br />

della nuova struttura, pari dignità<br />

alla popolazione reclusa.<br />

Nel corso degli ultimi 2-3 anni il pronto<br />

soccorso dell'ospedale Santa Chiara<br />

di Trento è andato incontro a importanti<br />

e sostanziali modifiche strutturali<br />

e organizzative.<br />

È ormai consolidata la divisione nella gestione<br />

delle urgenze emergenze (codici<br />

rossi e gialli) da quella dei casi a minor<br />

impatto clinico (codici verdi e bianchi).<br />

Le modifiche strutturali seguite alla ristrutturazione<br />

del pronto soccorso del<br />

2008, che vedono la divisione dell'area<br />

emergenza urgenza (in prossimità alla<br />

quale vi sono TAC, radiologia ed ecografia<br />

dedicate all'urgenza) da quella dedicata<br />

a codici bianchi e verdi, h<strong>anno</strong> reso<br />

necessario un importante adeguamento<br />

organizzativo, con l'individuazione, <strong>per</strong><br />

ciascun turno, del <strong>per</strong>sonale infermieristico<br />

e medico dedicato alla sala urgenza<br />

e agli ambulatori <strong>per</strong> i codici bianchi e<br />

verdi, e, fra questi, delle figure medica e<br />

infermieristica responsabili dell'accoglimento<br />

sulla piazzola dei pazienti elitrasportati.<br />

Sono inoltre individuati medici, infermieri<br />

e OSS dedicati all'Osservazione breve.<br />

OSSERVAZIONE BREVE<br />

Con la chiusura dell'ospedale di Mezzolombardo,<br />

il 27 gennaio 20<strong>10</strong>, l'Osservazione<br />

breve di pronto soccorso è passata<br />

da 8 a 12 letti, con la possibilità di trattenere<br />

i pazienti fino a 72 ore. Contemporaneamente,<br />

vi è stata l'acquisizione<br />

di <strong>per</strong>sonale infermieristico e OSS, potendo<br />

garantire così l'assistenza adeguata<br />

anche a pazienti non autosufficienti<br />

e/o a elevata intensità assistenziale. La<br />

possibilità di gestire pazienti complessi<br />

dal punto di vista assistenziale e il prolungamento<br />

del tempo di osservazione h<strong>anno</strong><br />

comportato conseguentemente l'accoglimento<br />

nell'Osservazione breve di<br />

pazienti maggiormente impegnativi dal<br />

punto di vista clinico. Ora, si possono: approfondire<br />

gli accertamenti; iniziare la<br />

terapia e dimettere al proprio domicilio i<br />

pazienti; stabilizzare e rinviare poi in RSA<br />

ospiti inviati dalle stesse (tabella 1); trasferire<br />

in ospedali di distretto o convenzionati<br />

(tabella 2) pazienti inizialmente<br />

troppo gravi <strong>per</strong> poter garantire loro un<br />

trasporto in sicurezza.<br />

Questa nuova impostazione ha consentito,<br />

nel 20<strong>10</strong>, di ridurre in modo significativo<br />

i ricoveri nei reparti del Santa<br />

Chiara (tabella 3).<br />

È previsto <strong>per</strong> aprile 2011, dopo l'acquisizione<br />

di altro <strong>per</strong>sonale OSS e infermieristico,<br />

un ulteriore ampliamento della Osservazione<br />

breve con l'attivazione della<br />

quarta stanza di 4 letti, anch'essi monitorati,<br />

e il raggiungimento così delle dimensioni<br />

di 16 posti letto.<br />

È evidente l'evoluzione da un'Osservazione<br />

breve a una realtà di Medicina<br />

d'urgenza, che comporta un maggiore<br />

carico organizzativo, cui sarà data risposta<br />

affidando la struttura a un coordinatore<br />

infermieristico dedicato. Questa e-<br />

voluzione, inoltre, comporterà un maggiore<br />

impegno <strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale medico<br />

(attualmente 2 unità in orario 8-20 e<br />

un'unità 20-8, che supporta il collega in<br />

servizio <strong>per</strong> il turno di notte in pronto<br />

soccorso): il medico di turno in medicina<br />

d'urgenza e osservazione breve sarà<br />

sempre meno disponibile <strong>per</strong> supportare<br />

il pronto soccorso, rendendo forse necessario<br />

un incremento della presenza<br />

medica notturna.<br />

Ancora, la necessità di gestire in tempi<br />

<strong>notizie</strong><br />

00 11


evi un numero crescente di pazienti<br />

con problematiche cliniche rilevanti<br />

comporta l'esigenza di un maggiore supporto<br />

da parte dei servizi (laboratorio e<br />

radiologia) e degli specialisti consulenti. I<br />

risultati del 20<strong>10</strong> dimostrano che l'attività<br />

integrata di tutto l'ospedale produce,<br />

a fronte del maggiore impegno di ciascuno,<br />

indubitabili risultati a vantaggio<br />

dei pazienti e dell'organizzazione.<br />

PEDIATRIA<br />

Da luglio 20<strong>10</strong> il pronto soccorso pediatrico<br />

è attivo nella sede definitiva, al<br />

piano rialzato, sul corridoio che dall'area<br />

di pronto soccorso conduce alla palazzina<br />

B (dove si trovano gli ambulatori cardiologici).<br />

Il cambiamento di sede è avvenuto<br />

in concomitanza a un importante<br />

cambiamento organizzativo, che ha determinato<br />

la costituzione di un servizio<br />

autonomo, sotto la responsabilità della<br />

dottoressa Annunziata Di Palma, direttrice<br />

dell'Unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria.<br />

L'attività è svolta da <strong>per</strong>sonale medico,<br />

infermieristico e OSS delle unità o<strong>per</strong>ative<br />

di pediatria e di chirurgia pediatrica.<br />

L'accettazione dei pazienti e il triage restano<br />

in carico al pronto soccorso generale,<br />

come pure la gestione in sala urgenze<br />

dei bambini che presentano problematiche<br />

di particolare gravità; <strong>per</strong> tali<br />

bambini è prevista la gestione integrata<br />

da parte di medico di pronto soccorso,<br />

pediatra, chirurgo ortopedico pediatrico,<br />

neonatologo o rianimatore.<br />

TRAUMATOLOGIA<br />

Nel luglio 2008 l'unità o<strong>per</strong>ativa di ortopedia<br />

si è trasferita da Villa Igea all'ospedale<br />

Santa Chiara. Ciò ha comportato anche<br />

il trasferimento del pronto soccorso<br />

traumatologico, che <strong>per</strong> motivi organizzativi<br />

è stato integrato nel pronto soccorso<br />

generale, pur essendo gestito 24<br />

ore su 24 dagli specialisti ortopedici.<br />

Nel corso del 20<strong>10</strong> sono stati gestiti dal<br />

pronto soccorso ortopedico 17.800 pazienti,<br />

dei quali 981 sono stati ricoverati e<br />

134 trattenuti in osservazione breve di<br />

reparto.<br />

A partire dal 1º marzo 2011 la gestione<br />

dei pazienti con problematiche traumatologiche<br />

e/o ortopediche è passata in<br />

carico ai medici del pronto soccorso generale,<br />

che provvedono a ricoverare (in<br />

ricovero ordinario o osservazione breve<br />

di reparto) nella sede adeguata (ortopedia,<br />

chirurgia, neurochirurgia) i pazienti<br />

che ne avessero bisogno o si avvalgono<br />

della consulenza dello specialista ortopedico<br />

nei casi in cui è prevedibile la dimissione<br />

dopo il primo trattamento in<br />

urgenza (fratture, lussazioni, lesioni tendinee).<br />

Le problematiche minori vengono invece<br />

demandate agli ambulatori ortopedici<br />

della rete provinciale, con accesso in<br />

tempi adeguati garantito dall'indicazione<br />

del codice RAO.<br />

GINECOLOGIA<br />

Le pazienti con problematiche ostetriche<br />

e ginecologiche vengono da sempre gestite<br />

dai ginecologi o in casi particolari<br />

(problematiche del puer<strong>per</strong>io, dell'allattamento)<br />

dalle ostetriche. Nel corso del<br />

20<strong>10</strong> sono state viste in ginecologia<br />

6.857 pazienti; fra queste vi sono quelle<br />

donne che non vi sono state inviate direttamente<br />

dal triage, ma dal medico del<br />

pronto soccorso che le ha valutate <strong>per</strong><br />

addominalgia o sintomatologia correlata.<br />

Da marzo, il pronto soccorso ginecologico<br />

è autonomo, sul modello di quello<br />

pediatrico. Analogamente a questo, le<br />

pazienti vengono accettate e viene praticato<br />

il triage al pronto soccorso generale,<br />

vengono trattenute e gestite in sala urgenza<br />

le pazienti con parametri vitali instabili<br />

o in travaglio di parto avanzato con<br />

espletamento imminente. Nel primo caso<br />

il medico di pronto soccorso si avvale<br />

dell'intervento del rianimatore ed eventualmente<br />

del ginecologo; nel secondo<br />

intervengono in sala urgenza l'ostetrica,<br />

il ginecologo, il neonatologo con il <strong>per</strong>sonale<br />

infermieristico. Tutte le altre pazienti<br />

vengono inviate in reparto, dove<br />

vengono subito accolte dal <strong>per</strong>sonale infermieristico<br />

e dal medico appena possibile,<br />

tenuto conto del codice di gravità e<br />

della problematica presentata.<br />

L'evoluzione nella gestione della paziente<br />

con problematiche ostetriche o ginecologiche<br />

trova ragione nel numero crescente<br />

di utenti e ne garantisce la tempestiva<br />

presa in carico.<br />

OCULISTICA<br />

È prevista l'a<strong>per</strong>tura all'interno del pronto<br />

soccorso generale dell'ambulatorio o-<br />

culistico d'urgenza, nel quale sarà presente<br />

dalle ore 8.00 alle ore 14.00 lo specialista<br />

con <strong>per</strong>sonale infermieristico dedicato.<br />

Dalle ore 14.00 alle ore 19.00 i<br />

pazienti con problematiche oculistiche<br />

continuer<strong>anno</strong>, invece, a essere inviati<br />

direttamente dall'infermiere di triage all'ambulatorio<br />

di reparto.<br />

L'oculista resta disponibile <strong>per</strong> le consulenze<br />

richieste dal pronto soccorso generale<br />

<strong>per</strong> pazienti che vi accedono <strong>per</strong> altre<br />

problematiche prevalenti (neurologiche,<br />

traumatologiche) o <strong>per</strong> coloro che<br />

12 <strong>notizie</strong>


accedono in orario notturno con problematiche<br />

oculistiche che, a giudizio del<br />

medico in turno, necessitano di valutazione/trattamento<br />

urgente da parte dello<br />

specialista.<br />

Tabella 1 - PAZIENTI PROVENIENTI DA RSA TRATTENUTI<br />

IN MEDICINA D'URGENZA E OSSERVAZIONE BREVE (FEB - NOV 20<strong>10</strong>)<br />

Rinviati In Rsa 44<br />

Ricoverati 4<br />

Trasferiti 4<br />

Deceduti 3<br />

Totale 55<br />

Tabella 2 - TRASFERIMENTI DA PRONTO SOCCORSO<br />

E DALL'OSSERVAZIONE BREVE (FEB - DIC)<br />

2009 20<strong>10</strong> VARIAZIONE<br />

S. Camillo 258 451 193<br />

Casa di cura Villa Bianca 144 148 4<br />

Casa di cura Solatrix 244 330 86<br />

Rovereto <strong>10</strong>6 182 76<br />

Borgo 59 98 39<br />

Cles 40 97 57<br />

Arco 42 35 -7<br />

Tione 15 14 -1<br />

Cavalese 13 19 6<br />

Totali<br />

891<br />

87 da OB<br />

1.374<br />

404 da OB 422<br />

Tabella 3 - ANDAMENTO ATTIVITÀ DI OSSERVAZIONE BREVE E RICOVERI<br />

(FEB - DIC)<br />

2009 20<strong>10</strong> VARIAZIONE<br />

Medicina d'urgenza e Osservazione breve PS 2965 4004 +<strong>10</strong>39<br />

Reparti internistici (medicine e geriatria) 3404 2338 -<strong>10</strong>66<br />

Chirurgia generale 761 654 -<strong>10</strong>7<br />

Tabella 4 - ESITO DI ALCUNE PATOLOGIE GESTITE IN OSSERVAZIONE BREVE<br />

NEL 20<strong>10</strong><br />

POLMONITI<br />

SCOMPENSI EMORRAGIE<br />

CARDIACI DIGESTIVE<br />

Totali<br />

285<br />

68 del<br />

2009<br />

168<br />

nessuno<br />

nel 2009<br />

95<br />

33 nel<br />

2009<br />

rinvio a domicilio 202 75 61<br />

trasferimento 65 64 18<br />

ricovero al Santa Chiara 15 26 15<br />

decesso 1 1 -<br />

rifiuto ricovero 1 2 -<br />

rifiuto di proseguire osservazione 1 - 1<br />

<strong>notizie</strong><br />

13


IL PRONTO SOCCORSO<br />

PEDIATRICO<br />

Annunziata Di Palma, Marisa Piffer<br />

unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria, ospedale di Trento<br />

chirurgo ortopedico pediatra, che interviene<br />

prevalentemente sulle patologie<br />

traumatologiche, sia il pediatra, che invece<br />

visita i bambini con problematiche<br />

di ordino medico.<br />

Infine, la possibilità di gestione autonoma<br />

del pronto soccorso anche nelle ore<br />

notturne ha portato un ulteriore vantaggio<br />

<strong>per</strong> gli utenti, che trovano immediatamente<br />

disponibile l'equipe dedicata,<br />

con una riduzione dei tempi d'attesa.<br />

Questo <strong>per</strong>mette al paziente di non fare<br />

più la spola dall'ambulatorio di pronto<br />

soccorso al reparto di pediatria del quarto<br />

piano, anche con ricadute positive, in<br />

termini di tranquillità, <strong>per</strong> i bambini ricoverati<br />

in reparto.<br />

Nel corso del 20<strong>10</strong>, in accordo con la<br />

direzione sanitaria dell'ospedale S.<br />

Chiara di Trento, è stata portata a termine<br />

<strong>per</strong> tappe successive una profonda<br />

variazione organizzativa delle<br />

attività di pronto soccorso pediatrico,<br />

che, sotto la diretta responsabilità<br />

della pediatria, vede oggi impegnato<br />

<strong>per</strong>sonale dedicato dell'area pediatrica<br />

ospedaliera, 24 ore su 24.<br />

A distanza di pochi mesi dall'avvio del<br />

pronto soccorso pediatrico autonomo,<br />

sono già evidenti alcune fondamentali<br />

migliorie nella risposta che viene fornita<br />

agli utenti.<br />

In primo luogo, la nuova organizzazione<br />

<strong>per</strong>mette di passare da una semplice<br />

prestazione ambulatoriale di pronto soccorso<br />

a una risposta assistenziale più articolata,<br />

che comprende, se necessario,<br />

la stabilizzazione clinica di un paziente<br />

con un problema acuto maggiore. La<br />

possibilità di far funzionare in contemporanea<br />

due ambulatori, soprattutto nelle<br />

ore pomeridiane, in genere quelle caratterizzate<br />

da un maggiore afflusso di<br />

pazienti, consente di far lavorare sia il<br />

14 <strong>notizie</strong>


EMERGENZA PEDIATRICA:<br />

UNA FORMAZIONE EFFICACE DI MASSA<br />

Fabio Pederzini<br />

unità o<strong>per</strong>ativa di neonatologia e terapia intensiva neonatale<br />

Giorgio Folgheraiter<br />

118 Trentino Emergenza<br />

Lo stato di un bambino incosciente in<br />

arresto cardiorespiratorio crea in chi<br />

assiste all'evento particolare ansia e<br />

le fasi iniziali del soccorso avvengono<br />

spesso in modo caotico, in un contesto<br />

nel quale è difficile riflettere, organizzare<br />

le idee e coordinare gli sforzi.<br />

Un intervento efficace, in attesa del medico,<br />

è determinante <strong>per</strong> salvare la vita<br />

del piccolo paziente. Conoscere le tecniche<br />

della rianimazione cardiopolmonare<br />

consente di mantenere le funzioni<br />

vitali fino all'arrivo dei soccorsi sanitari.<br />

Il determinante principale della sopravvivenza<br />

a un arresto cardiaco del bambino<br />

è la presenza, nel momento dell'evento,<br />

di un soccorritore occasionale addestrato<br />

e in grado di agire. Quindi, il nostro<br />

grande obiettivo rimane l'educazione<br />

della popolazione e la comprensione delle<br />

barriere che impediscono a un soccorritore<br />

occasionale addestrato di applicare<br />

le manovre salvavita al bambino.<br />

Un'educazione efficace con ritenuta delle<br />

conoscenze e delle abilità nel tempo è<br />

uno degli elementi essenziali <strong>per</strong> un'efficace<br />

rianimazione del bambino in arresto<br />

cardiorespiratorio (ma ciò vale anche<br />

<strong>per</strong> l'adulto!). Fare ricerca al fine d'ottimizzare<br />

la formazione all'emergenza pediatrica,<br />

rendendola sempre più efficace<br />

e diffusa tra la popolazione, è stato lo<br />

scopo della partecipazione al Bando provinciale<br />

2009 <strong>per</strong> la ricerca sanitaria. Vi<br />

sono nazioni in cui la comunità partecipa<br />

ai corsi di formazione al primo soccorso<br />

nella <strong>per</strong>centuale del 40-50% (Axelsson<br />

ÅB et al. Resuscitation 2006); da noi non<br />

è così, dove i corsi PBLS (pediatric basic<br />

life support) raggiungono la co<strong>per</strong>tura<br />

del 4-5% della popolazione trentina.<br />

L'Unità o<strong>per</strong>ativa di neonatologia dell'ospedale<br />

S. Chiara ha lanciato l'idea di un<br />

mass training, cioè un progetto di formazione<br />

su vasta scala. Il 118 Trentino<br />

Emergenza ha accolto l'idea, ed è così<br />

nato un progetto di studio e di ricerca,<br />

con l'obiettivo di confrontare, nel contesto<br />

dell'educazione pubblica al primo<br />

soccorso al bambino, l'efficacia tra il metodo<br />

tradizionale (su piccoli gruppi di 4-5<br />

<strong>per</strong>sone) e un addestramento detto «di<br />

massa», che coinvolge contemporaneamente<br />

50-<strong>10</strong>0 <strong>per</strong>sone. La dimensione<br />

minima del campione in studio, <strong>per</strong> un livello<br />

di significatività statistica sufficiente,<br />

è di 400 partecipanti da randomizzare<br />

in due gruppi: gruppo mass training e<br />

gruppo tradizionale. La valutazione delle<br />

<strong>per</strong>formance dell'allievo di fronte a uno<br />

scenario simulato di un bambino in arresto<br />

cardiorespiratorio richiede l'osservazione<br />

diretta del comportamento (un i-<br />

struttore osserva e valuta), ma anche<br />

strumenti che misurino la capacità dell'allievo<br />

d'eseguire una ventilazione senza<br />

esagerare, di comprimere il torace,<br />

con sufficiente profondità e rilascio e di<br />

non <strong>per</strong>dere tempo nei vari passaggi. Il<br />

tutto al fine di aumentare l'efficacia<br />

emodinamica e ridurre il così detto no<br />

flow time, cioè il tempo in cui, se non<br />

comprimiamo bene, non circola sangue<br />

nella vittima. I 400 cittadini volontari, disposti<br />

a sottoporsi alle prove di primo<br />

soccorso simulato al bambino, h<strong>anno</strong><br />

<strong>per</strong>tanto seguito il corso PBLS mass<br />

training o tradizionale, e dopo 6 mesi sono<br />

tornati a ripetere la prova di soccorso<br />

simulato. Il progetto si è avvalso di uno<br />

speciale manichino pediatrico, instrumentato<br />

elettronicamente, che, non essendo<br />

disponibile sul mercato, ha portato<br />

a ricorrere al Laboratorio di biofisica<br />

e biosegnali dell'Università di Trento,<br />

dove è stato messo a punto il primo manichino<br />

pediatrico in grado di registrare: i<br />

volumi, le pressioni di insufflazione nei<br />

polmoni, la profondità, il ritmo, il rilascio<br />

delle compressioni e il no flow time. Durante<br />

un mass training le 50-<strong>10</strong>0 <strong>per</strong>sone<br />

in aula, ognuna con il suo manichino pediatrico,<br />

eseguono, dopo averle osservate,<br />

e ripetono le manovre che il megaschermo<br />

mostra loro. È stato anche realizzato<br />

un DVD in collaborazione con gli<br />

istruttori di 118 Trentino Emergenza e<br />

del pronto soccorso di Trento e la<br />

partnership di Farmacie comunali SpA.<br />

Infine, il progetto è stato ammesso a finanziamento<br />

da parte dell'Assessorato<br />

alla salute e alle politiche sociali. La sfida<br />

didattica è stata quella di formare soccorritori<br />

occasionali che fossero pronti<br />

ad avviare la rianimazione di un bambino<br />

sia dopo il corso, sia a distanza dal corso<br />

stesso: è noto che la ritenuta nel tempo è<br />

molto bassa. Quindi, l'es<strong>per</strong>ienza educativa<br />

deve lasciare un segno, se, a distanza<br />

di tempo, vogliamo ci guidi ancora, in situazioni<br />

in cui altrimenti è il panico a<br />

prendere il sopravvento. L'efficacia della<br />

comunicazione nella formazione all'emergenza<br />

è stata studiata e migliorata,<br />

utilizzando moderne metodologie fondate<br />

sull'osservazione diretta e riprese<br />

video al fine di rendere possibile l'analisi<br />

del comportamento degli allievi da parte<br />

di es<strong>per</strong>ti della Facoltà di sociologia, parte<br />

del team di ricerca. La ricerca si è conclusa.<br />

I partecipanti sono tornati a farsi<br />

esaminare dopo 6 mesi e i risultati sar<strong>anno</strong><br />

a disposizione <strong>per</strong> future applicazioni<br />

e oggetto di un aggiornamento monotematico<br />

il 18 maggio 2011.<br />

<strong>notizie</strong><br />

15


ANALISI DEI FABBISOGNI:<br />

ISTRUZIONI PER L'USO<br />

Amelia Marzano<br />

servizio formazione<br />

In questo articolo si vogliono offrire<br />

alcune indicazioni, in linea con gli sviluppi<br />

più recenti della letteratura dedicata,<br />

su come effettuare al meglio,<br />

all'interno delle unità o<strong>per</strong>ative, dei<br />

dipartimenti e delle direzioni, la ricognizione<br />

delle reali necessità formative,<br />

utilizzando tutte le fonti possibili.<br />

Da tempo, quando si fa riferimento al<br />

fabbisogno formativo, si pensa al concetto<br />

di gap da colmare tra conoscenze, a-<br />

bilità, competenze possedute e quelle<br />

che occorre idealmente garantire <strong>per</strong> assicurare<br />

cure di qualità. Che esista un gap<br />

tra le cure che ricevono i pazienti e le pratiche<br />

raccomandate è ampiamente dimostrato<br />

in letteratura; altrettanto evidente,<br />

e in contrasto con i principi di qualità<br />

delle cure, è l'eccessiva variabilità<br />

nelle pratiche e negli outcome clinici sia<br />

nelle cure primarie sia negli ospedali, variabilità<br />

che non può essere spiegata solamente<br />

con le caratteristiche individuali<br />

dei pazienti.<br />

Ci sono due punti su cui riflettere: non è<br />

sempre vero, anche se può sembrare<br />

scontato, che un professionista sanitario<br />

modifichi la propria pratica professionale<br />

sulla base delle indicazioni di colleghi e-<br />

s<strong>per</strong>ti o delle linee guida; d'altra parte si<br />

dà <strong>per</strong> scontato che la partecipazione a<br />

eventi formativi comporti un apprendimento<br />

che si tradurrà poi nella pratica. In<br />

realtà, revisioni sistematiche della letteratura<br />

h<strong>anno</strong> dimostrato che, da eventi<br />

quali meeting, conferenze, workshop, seminari,<br />

simposi, corsi, al massimo ci si<br />

può attendere qualche miglioramento<br />

nel livello delle conoscenze, mentre è<br />

trascurabile l'effetto sui comportamenti<br />

e, conseguentemente, anche sugli outcome<br />

dei pazienti.<br />

Ora, l'approccio <strong>per</strong> competenze, sempre<br />

più utilizzato nella formazione continua<br />

dei professionisti sanitari, richiede e-<br />

spressamente di sviluppare attività di apprendimento<br />

<strong>per</strong> raggiungere outcome<br />

definiti e misurabili.<br />

Questo approccio implica un cambiamento<br />

di tutto il processo formativo, a<br />

partire dal momento della analisi e definizione<br />

dei fabbisogni, che dovrà essere<br />

il più possibile accurata e aderente alle<br />

realtà esplorate, <strong>per</strong> passare alle metodologie<br />

formative, che dovr<strong>anno</strong> privilegiare<br />

soprattutto l'interattività, <strong>per</strong> finire<br />

con il momento della valutazione, che<br />

dovrà andare ben oltre le misure della<br />

sola soddisfazione dei partecipanti, ma<br />

prevedere, quando possibile, misure di<br />

outcome.<br />

Non si può più partire solo da quello che<br />

il professionista vuole, nella s<strong>per</strong>anza<br />

che quello che viene imparato sarà poi<br />

trasferito nella pratica, ma si deve partire<br />

dai bisogni derivati da misure di <strong>per</strong>formance,<br />

outcome di salute ed eventi avversi.<br />

Ecco che allora provo a dare alcune indicazioni<br />

ai professionisti, affinché valorizzino<br />

l'ambiente dove lavorano come un<br />

luogo ricco di opportunità <strong>per</strong> identificare<br />

gap di conoscenza, risolvere problemi<br />

legati alla pratica, sviluppare strategie di<br />

autovalutazione.<br />

Quali allora le possibili fonti <strong>per</strong> la ricognizione<br />

dei fabbisogni formativi?<br />

Autovalutazione . Che cosa andare a cercare<br />

nella propria pratica, che cosa valutare<br />

e come integrare diverse sorgenti di<br />

dati? Si parla sempre più di valutazione a<br />

360° che tenga conto, quindi, di molte-<br />

plici fonti: i dati delle <strong>per</strong>formance individuali<br />

e di team, il confronto tra pari, la valutazione<br />

delle cartelle cliniche o dei registri<br />

di pazienti o dei reclami, i pattern<br />

delle prescrizioni, gli incidenti critici…<br />

Certo è che i dati v<strong>anno</strong> accuratamente<br />

ricercati, gli indicatori devono essere<br />

scelti con attenzione particolare a quelli<br />

riferiti alla sicurezza del paziente, all'efficienza<br />

e all'efficacia, all'appropriatezza,<br />

all'equità e <strong>per</strong>seguiti outcome il più possibile<br />

misurabili.<br />

La formazione può supportare i professionisti,<br />

promuovendo e sostenendo anche<br />

attività diverse da quelle tradizionali<br />

di aula, tra le quali l'audit, una delle più<br />

efficaci metodologie formative che prevede<br />

il confronto delle proprie <strong>per</strong>formance<br />

(autovalutazione) con specifici<br />

standard di cura e la traduzione dei risultati<br />

in piani di azione. Audit e feeback<br />

sono praticamente gli unici strumenti<br />

che abbiano dimostrato di incidere sui<br />

comportamenti e la pratica clinica.<br />

Le organizzazioni e i sistemi sanitari, dal<br />

canto loro, devono essere incoraggiati a<br />

sviluppare e promuovere processi che<br />

forniscano ai professionisti dati rilevanti<br />

e feedback significativi, affinché i professionisti<br />

possano più facilmente identificare<br />

gap e fabbisogni altrimenti non <strong>per</strong>cepiti.<br />

Esplorare sistematicamente le informazioni.<br />

Si è circondati da un mare di informazioni<br />

sparse in mille luoghi: giornali,<br />

monografie, libri, report, linee guida,<br />

ecc.; è strategico, quindi, sviluppare abilità<br />

nel ricercare nuove linee guida, filtrare<br />

<strong>notizie</strong>, condividere pareri con i propri<br />

pari, i colleghi.<br />

Formulare e rispondere a domande.<br />

È<br />

importante allenarsi a formulare «buo-<br />

16 <strong>notizie</strong>


ne» domande <strong>per</strong> trasformarle in opportunità<br />

di apprendimento e sviluppo. Domande<br />

rilevanti possono emergere durante<br />

la visita medica giornaliera, dalla<br />

letteratura, dall'insegnamento o rivedendo<br />

dati di <strong>per</strong>formance e possono i-<br />

dentificare necessità di formazione/apprendimento<br />

di competenze multiple.<br />

Per la formulazione corretta delle necessità<br />

formative è importante tenere distinte<br />

le domande che riflettono la necessità<br />

immediata di risolvere un'incertezza<br />

da quelle che non sono così tempo<br />

dipendenti e sono generate <strong>per</strong> la migliore<br />

comprensione di un problema.<br />

Da quanto sopra, emerge chiaramente<br />

che la ricognizione e l'analisi del fabbisogno<br />

formativo non si possono esaurire<br />

nella riunione biennale appositamente<br />

convocata dal <strong>Servizi</strong>o formazione; <strong>per</strong><br />

una formazione in grado di incidere sulle<br />

pratiche lavorative e quindi, possibilmente,<br />

sugli esiti delle cure, sono richieste<br />

attenzione e tensione costanti <strong>per</strong> fare<br />

emergere le reali necessità di formazione<br />

<strong>per</strong>cepite e non, <strong>per</strong> l'organizzazione<br />

e <strong>per</strong> l'individuo.<br />

Alcune indicazioni presenti in questo articolo<br />

sono ricavate dal documento «European<br />

Observatory on Health Systems<br />

and Policies - Policy Briefs. 20<strong>10</strong>» e dalla<br />

relativa, ricca bibliografia.<br />

<strong>notizie</strong><br />

17


PER.LA 3.0,<br />

IL FUTURO È INIZIATO<br />

Paola Maccani<br />

responsabile del progetto Per.La<br />

Maura De Bon<br />

consulente tecnica progetto Per.La<br />

Ci eravamo lasciati nel'ultimo numero<br />

di «APSS Notizie» con un resoconto<br />

finale sul progetto Per.La e con la<br />

decisione del Consiglio di direzione di<br />

implementare il progetto attraverso<br />

il consolidamento nelle realtà in cui è<br />

già avvenuta la s<strong>per</strong>imentazione e<br />

l'estensione progressiva a tutto il<br />

<strong>per</strong>sonale non turnista dei servizi a-<br />

ziendali non ancora coinvolti. Alcuni<br />

mesi sono passati e ora siamo di nuovo<br />

qui <strong>per</strong> illustrare le modalità e i<br />

tempi di realizzazione di Per.La 3.0.<br />

In che modo Per.La 3.0 rappresenterà la<br />

fase del consolidamento e dell'estensione<br />

progressiva in tutti i contesti aziendali?<br />

Sar<strong>anno</strong> stabilizzati gli accordi Per.La<br />

nei servizi in cui e stata effettuata la s<strong>per</strong>imentazione<br />

pilota nel 2009-20<strong>10</strong>, sar<strong>anno</strong><br />

assegnate le competenze relative<br />

alla gestione «a regime» degli orari di lavoro<br />

a uno specifico gruppo con la presenza<br />

di un referente in ogni sede aziendale,<br />

ma soprattutto il progetto sarà e-<br />

steso al <strong>per</strong>sonale non turnista di altre<br />

strutture APSS.<br />

Il piano 2011 prevede di coinvolgere i<br />

servizi dei distretti di Fiemme, Ladino di<br />

Fassa, Alta Valsugana, Bassa Valsugana,<br />

Tesino e Primiero, i servizi di psicologia,<br />

di psichiatria e neuropsichiatria infantile<br />

del distretto di Trento e Valle dei Laghi, il<br />

Polo universitario delle professioni sanitarie,<br />

il SerT, la centrale o<strong>per</strong>ativa di Trentino<br />

Emergenza 118 e il <strong>Servizi</strong>o immobili<br />

e servizi tecnici.<br />

In queste strutture, nel corso del mese di<br />

febbraio, si sono svolti gli incontri informativi<br />

<strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale e <strong>per</strong> i responsabili;<br />

il <strong>per</strong>corso di accompagnamento a<br />

negoziazione e sottoscrizione degli accordi<br />

è previsto nel <strong>per</strong>iodo tra marzo e<br />

maggio.<br />

Come nelle precedenti s<strong>per</strong>imentazioni,<br />

nel corso della negoziazione degli accordi<br />

si dovrà tenere conto di alcuni vincoli:<br />

non vi dovr<strong>anno</strong> essere modifiche negative<br />

sulla qualità del servizio erogato e sul<br />

numero delle ore totali lavorate e coloro<br />

che aderir<strong>anno</strong> al progetto dovr<strong>anno</strong> tenere<br />

conto, oltre che delle proprie esigenze,<br />

di quelle dei colleghi, e dovr<strong>anno</strong><br />

concordare gli orari di servizio con i propri<br />

responsabili. La <strong>per</strong>sonalizzazione<br />

dell'orario dovrà, inoltre, diventare l'occasione<br />

<strong>per</strong> rivedere l'organizzazione del<br />

lavoro, al fine di trovare - dipendente e<br />

responsabile insieme - soluzioni organizzative<br />

che migliorino la <strong>per</strong>formance dell'attività.<br />

Trattandosi di <strong>per</strong>sonalizzazione degli o-<br />

rari, le soluzioni possono essere le più varie,<br />

passando da aggiustamenti minimi, a<br />

soluzioni più complesse come la gestione<br />

dell'orario di lavoro in modo autonomo,<br />

con il rispetto di un monte ore settimanale,<br />

mensile o annuale, oppure ancora<br />

una o più fasce orarie di presenza<br />

obbligatoria, lasciando all'organizzazione<br />

individuale il rimanente tempo di lavoro.<br />

Si potrà optare <strong>per</strong> la formulazione<br />

di diversi orari variabili, da attivare a seconda<br />

delle esigenze contingenti (familiari<br />

e lavorative), con la comunicazione<br />

preventiva al proprio responsabile e agli<br />

altri colleghi dell'orario attivato nel <strong>per</strong>iodo<br />

di riferimento e altro ancora. Le tipologie<br />

di orario, quindi, potr<strong>anno</strong> essere<br />

le più varie, frutto della collaborazione<br />

attiva di dipendenti e responsabili nella<br />

riorganizzazione dell'orario, ma dovrà<br />

Per.La, ovvero «<strong>per</strong>sonalizzazione<br />

dell'orario di lavoro e telelavoro», è<br />

il progetto innovativo, finanziato<br />

dal Dipartimento <strong>per</strong> le politiche<br />

della famiglia, che ha<br />

s<strong>per</strong>imentato, all'interno dell'APSS,<br />

forme di <strong>per</strong>sonalizzazione degli<br />

orari di lavoro e di telelavoro, così<br />

da <strong>per</strong>mettere la conciliazione tra<br />

vita lavorativa e vita <strong>per</strong>sonale dei<br />

dipendenti. Il progetto s'inserisce<br />

all'interno di una serie di interventi<br />

volti al miglioramento del clima<br />

aziendale e conseguentemente del<br />

servizio offerto ai cittadini. Per.La<br />

ha coinvolto il <strong>per</strong>sonale<br />

amministrativo, tecnico e sanitario<br />

non turnista, con figli minori o<br />

familiari anziani o disabili non<br />

autosufficienti a carico, di alcuni<br />

settori lavorativi. Nel ricercare le<br />

forme di <strong>per</strong>sonalizzazione più<br />

adatte alle <strong>per</strong>sone e ai servizi<br />

coinvolti si è intervenuti anche<br />

sulla riorganizzazione degli uffici,<br />

dei servizi e dei processi lavorativi<br />

con ricadute che h<strong>anno</strong> creato<br />

opportunità di flessibilità anche <strong>per</strong><br />

il <strong>per</strong>sonale non direttamente<br />

coinvolto nel progetto. In questo<br />

modo, tra beneficiari diretti e<br />

indiretti la <strong>per</strong>sonalizzazione ha<br />

interessato più di un terzo del<br />

<strong>per</strong>sonale dei servizi coinvolti nella<br />

s<strong>per</strong>imentazione.<br />

18 <strong>notizie</strong>


essere sempre garantito il servizio erogato,<br />

gli orari di a<strong>per</strong>tura al pubblico o la<br />

re<strong>per</strong>ibilità necessaria.<br />

Il <strong>per</strong>sonale a tempo parziale che aderirà<br />

a PerLa 3.0 avrà la possibilità, durante la<br />

fase s<strong>per</strong>imentale, di richiedere l'aumento<br />

dell'orario del part time o rientrare a<br />

tempo pieno, con la conservazione del<br />

proprio posto a tempo parziale <strong>per</strong> valutare<br />

se la nuova organizzazione del lavoro<br />

gli <strong>per</strong>mette di conciliare lavoro e impegni<br />

<strong>per</strong>sonali.<br />

Il 2011 sarà anche l'<strong>anno</strong> della s<strong>per</strong>imentazione<br />

delle «isole di telelavoro», che<br />

consentir<strong>anno</strong> al <strong>per</strong>sonale interessato,<br />

d'intesa con il proprio responsabile, di lavorare<br />

alcune giornate più vicino a casa<br />

in uffici condivisi allestiti in alcune sedi<br />

APSS. La prima «isola» è prevista a Pergine,<br />

nel distretto Alta Valsugana.<br />

Per quanto riguarda il telelavoro, al momento<br />

non sar<strong>anno</strong> attivate nuove postazioni,<br />

ma è allo studio la predisposizione<br />

della disciplina organica della materia,<br />

che preveda appositi criteri e modalità<br />

<strong>per</strong> la gestione dell'accordo di telelavoro<br />

e <strong>per</strong> l'assegnazione delle postazioni.<br />

Quest'<strong>anno</strong> sarà, infine, indagata la possibilità<br />

di attivare strumenti di conciliazione<br />

<strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale turnista. A tale scopo,<br />

sarà costituito un comitato guida, che<br />

valuterà e indirizzerà le azioni alla luce<br />

dei risultati delle analisi di fattibilità, che<br />

sar<strong>anno</strong> condotte coinvolgendo i soggetti<br />

potenzialmente interessati dalle azioni<br />

di conciliazione che sarà possibile implementare.<br />

Per.La 3.0<br />

<strong>Servizi</strong> coinvolti<br />

Tutti i servizi dei distretti<br />

Fiemme, Ladino di Fassa, Alta<br />

Valsugana, Bassa Valsugana,<br />

Tesino e Primiero<br />

<strong>Servizi</strong> di psicologia, psichiatria e<br />

neuropsichiatria infantile del<br />

distretto di Trento e Valle dei<br />

Laghi<br />

Polo universitario delle<br />

professioni sanitarie<br />

Ser.T<br />

Centrale o<strong>per</strong>ativa di Trentino<br />

Emergenza 118<br />

<strong>Servizi</strong>o immobili e servizi tecnici<br />

Le adesioni al progetto sono<br />

in totale 196 (52/144),<br />

di cui 62 (3/59) a part time<br />

(maschi/femmine).<br />

<strong>notizie</strong><br />

19


IL RUOLO DEI MEDICI E DEGLI OPERATORI SANITARI<br />

NELLA PROMOZIONE DELLA SALUTE<br />

E NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE<br />

Pirous Fateh-Moghadam, Laura Ferrari<br />

coordinamento gruppo PASSI del Trentino<br />

Le malattie croniche (soprattutto le<br />

malattie cardiovascolari e i tumori)<br />

rappresentano nel mondo occidentale<br />

le prime cause di morte. Anche<br />

in Trentino rappresentano le prime<br />

cause dei ricoveri e sono responsabili<br />

di circa il 70% di tutti i decessi. Adottare<br />

uno stile di vita salutare riduce<br />

significativamente il rischio di sviluppare<br />

malattie cardiovascolari e tumori<br />

e di morire precocemente e<br />

<strong>per</strong>mette di rimanere a lungo in buona<br />

salute e autonomi anche nella<br />

vecchiaia.<br />

Adottare una sana alimentazione, praticare<br />

attività fisica, mantenere il peso<br />

nella norma, non fumare e non bere più<br />

di due bicchieri di alcol al giorno <strong>per</strong> gli<br />

uomini e non più di un bicchiere al giorno<br />

<strong>per</strong> le donne (o non bere affatto) sono i<br />

modi migliori <strong>per</strong> combattere efficacemente<br />

le malattie cardiovascolari e i tumori.<br />

Per godersi i vantaggi di salute non<br />

occorre stravolgere il proprio regime alimentare<br />

o diventare atleti. Effetti salutari<br />

si h<strong>anno</strong> già mangiando 5 porzioni di<br />

frutta e verdura tutti giorni, riducendo il<br />

consumo di cibi troppo salati e/o ricchi di<br />

grassi e camminando di buon passo o<br />

andando in bicicletta <strong>per</strong> almeno 30 minuti<br />

almeno 5 giorni la settimana.<br />

Come dimostrano i dati del sistema di<br />

monitoraggio PASSI, raccolti mensilmente<br />

dal 2007 attraverso interviste telefoniche,<br />

molte <strong>per</strong>sone in Trentino conducono<br />

già uno stile di vita salutare, <strong>per</strong> molte<br />

altre sarebbe sufficiente un piccolo sforzo<br />

in più <strong>per</strong> incrementare ulteriormente<br />

i vantaggi. Una minoranza, invece, ha ancora<br />

difficoltà e va quindi sostenuta anche<br />

attraverso politiche e interventi <strong>per</strong><br />

rendere più facile la scelta salutare come<br />

delineato dal programma «Guadagnare<br />

salute»*.<br />

In questo ambito i consigli, anche brevi,<br />

dei medici risultano di provata efficacia<br />

nell'indurre modifiche positive nello stile<br />

di vita dei propri assistiti.<br />

La grande maggioranza (tre quarti) dei<br />

residenti in Trentino non fuma e due terzi<br />

della popolazione beve solo moderatamente<br />

o non beve affatto o solo molto<br />

raramente bevande alcoliche. Quasi tutti<br />

gli intervistati mangiano quotidianamente<br />

almeno una porzione di frutta e verdura,<br />

oltre la metà mangia 3-4 porzioni o<br />

5 porzioni e più al giorno (rispettivamente<br />

44% e 16%). La netta maggioranza della<br />

popolazione è normopeso (65%), ed è<br />

fisicamente attiva (40% molto e 43% almeno<br />

un po').<br />

Rispetto alle altre regioni italiane la popolazione<br />

trentina si sente meglio e conduce<br />

una vita più attiva e salutare, fatta<br />

eccezione <strong>per</strong> il consumo di alcol ad alto<br />

rischio che è più elevato rispetto alla media<br />

italiana.<br />

Tuttavia, sarebbe un errore ritenere che<br />

non ci siano problemi. Rimane una minoranza<br />

di popolazione, consistente e stabile<br />

nel tempo, che presenta ancora uno<br />

stile di vita rischioso <strong>per</strong> la salute. Una<br />

<strong>per</strong>sona su quattro non è ancora riuscita<br />

a smettere di fumare o beve alcol in maniera<br />

altamente rischiosa. Una piccola<br />

minoranza mette a rischio la propria vita<br />

(e quella degli altri), guidando anche<br />

quando è sotto l'effetto dell'alcol, una<br />

<strong>per</strong>sona su tre è in sovrappeso, solo una<br />

su cinque circa mangia le 5 porzioni di<br />

frutta e verdura come raccomandato e<br />

circa una su cinque conduce uno stile di<br />

vita sedentario (con trend in aumento),<br />

PASSI è un sistema di monitoraggio della popolazione adulta al quale collaborano<br />

tutte le regioni e province autonome. L'obiettivo è stimare la frequenza e l'evoluzione<br />

dei fattori di rischio <strong>per</strong> la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre<br />

alla diffusione delle misure di prevenzione. Personale delle ASL, specificamente<br />

formato, effettua interviste telefoniche (in Trentino circa 60 al mese) con<br />

un questionario standardizzato a un campione rappresentativo della popolazione<br />

tra 18 e 69 anni.<br />

Per maggiori informazioni, visita il sito www.epicentro.iss.it/passi<br />

I risultati PASSI del Trentino relativi a fattori di rischio comportamentali e consigli<br />

dei medici (e su altre tematiche) sono disponibili sul sito aziendale all'indirizzo:<br />

http://www.<strong>apss</strong>.tn.it/Public/allegati/DOC_636896_0.pdf<br />

20 <strong>notizie</strong>


spesso in maniera inconsapevole. Per<br />

molti di questi fattori di rischio si evidenzia,<br />

inoltre, un gradiente socio economico,<br />

che vede penalizzati i ceti meno abbienti<br />

o meno istruiti, ponendo anche un<br />

problema di equità e di giustizia sociale.<br />

Le interviste del PASSI evidenziano l'attività<br />

dei medici attivi in provincia di<br />

Trento impegnati a prevenire e trattare le<br />

malattie croniche attraverso le modifiche<br />

positive dello stile di vita: quasi metà<br />

degli intervistati ha riferito che un medico<br />

si è informato sul fatto se fuma (con<br />

trend in aumento) e quasi 2 fumatori su 3<br />

h<strong>anno</strong> ricevuto il consiglio di smettere. Il<br />

41% dei medici si è informato sull'attività<br />

fisica praticata dai propri assistiti<br />

(con trend in aumento) e il 35% degli intervistati<br />

ha riferito che il proprio medico<br />

ha consigliato di praticarla. Il 44%<br />

delle <strong>per</strong>sone in sovrappeso e il 90% delle<br />

<strong>per</strong>sone obese h<strong>anno</strong> ricevuto il consiglio<br />

di <strong>per</strong>dere peso e chi ha ricevuto il<br />

consiglio segue più frequentemente una<br />

dieta rispetto a chi non lo ha ricevuto (a<br />

prova dell'efficacia del consiglio). Il 24%<br />

degli intervistati in Trentino riferisce che<br />

un medico o un altro o<strong>per</strong>atore sanitario<br />

si è informato sui comportamenti in relazione<br />

al consumo di alcol (una <strong>per</strong>centuale<br />

in continua crescita). Purtroppo,<br />

anche tra chi beve troppo, solo pochi ricevono<br />

il consiglio di bere meno, evidenziando<br />

un problema di corretto inquadramento<br />

del rischio alcol correlato da<br />

parte del <strong>per</strong>sonale sanitario.<br />

In questo ambito il lavoro dei medici e, in<br />

particolare, dei medici di medicina generale<br />

è di fondamentale importanza. Sia<br />

<strong>per</strong> i loro frequenti contatti con una larga<br />

fetta di popolazione, sia <strong>per</strong> la fiducia di<br />

cui godono presso di essa. Infatti, anche i<br />

soli consigli (anche brevi) dati dai medici<br />

ai propri assistiti, si sono dimostrati efficaci<br />

nel modificare gli stili di vita in molti<br />

ambiti (fumo, attività fisica, dieta, consumo<br />

di alcol). Inoltre, la capacità del medico<br />

di affrontare l'argomento degli stili di<br />

vita è apprezzato molto dai pazienti come<br />

segno di una buona relazione medico-paziente.<br />

Da recenti indagini dell'OMS<br />

risulta, <strong>per</strong> esempio, che la capacità<br />

dei medici di parlare del consumo di<br />

alcol è particolarmente apprezzato dai<br />

pazienti.<br />

Dai dati PASSI risulta che in provincia di<br />

Trento l'interesse dei medici <strong>per</strong> la promozione<br />

di stili di vita salutari nell'ambito<br />

della loro attività è alto e cresce anche<br />

in ambiti tradizionalmente «trascurati»<br />

come il consumo di alcol, confermando<br />

un'elevata professionalità dei medici attivi<br />

sul territorio trentino. In prospettiva,<br />

occorre facilitare l'adozione di questo tipo<br />

di best pratice anche tra i medici, che<br />

h<strong>anno</strong> ancora difficoltà a parlare di stili di<br />

vita con i propri assistiti, al fine di ampliare<br />

il numero di medici in grado di affrontare<br />

la salute con un approccio più completo,<br />

che tenga conto anche degli stili di<br />

vita e dei determinanti socio economici.<br />

Referente<br />

Annamaria Trenti<br />

Coordinamento<br />

Pirous Fateh-Moghadam<br />

Laura Ferrari<br />

Campionamento<br />

Laura Battisti<br />

Segreteria<br />

Rossella Rigato<br />

Elisabetta Schiattarella<br />

Silvia Gramola<br />

Comunicazione<br />

Martina Liber<br />

Interviste<br />

Maria Pia Baldessari<br />

Marilena Battisti<br />

Franca Casagranda<br />

Maria Vittoria Cordin<br />

Adriana Fedrigoni<br />

Paola Felis<br />

Patrizia Loner<br />

Alessandra Martinatti<br />

Marilena Moser<br />

Claudia Plaga<br />

Maria Teresa Tonini<br />

Franca Trentini<br />

Caterina Zanoni<br />

<strong>notizie</strong><br />

21


LA CURA DELL’ORGANIZZAZIONE CHE CURA<br />

Federica Trotter<br />

direzione generale<br />

«Considerare il problema dello stress<br />

sul lavoro può voler dire una maggiore<br />

efficienza e un deciso miglioramento<br />

delle condizioni di salute e sicurezza<br />

sul lavoro, con conseguenti<br />

benefici economici e sociali <strong>per</strong> le<br />

aziende, i lavoratori e la società nel<br />

suo insieme». (Accordo europeo sullo<br />

stress lavoro, 2004)<br />

La normativa<br />

L'ingresso ufficiale del concetto di stress<br />

lavoro correlato nell'ambito della più generale<br />

tutela della salute e sicurezza sul<br />

lavoro è ascrivibile all'Accordo europeo<br />

sullo stress lavoro del 2004, stipulato in<br />

conseguenza di uno specifico interessamento<br />

a livello internazionale sul tema e<br />

di una conseguente previsione di azioni<br />

comuni.<br />

A livello nazionale, l'Accordo europeo è<br />

stato recepito nel 2008 da parte delle associazioni<br />

datoriali e organizzazioni sindacali,<br />

e successivamente dal legislatore<br />

nazionale, che ha previsto espressamente<br />

l'obbligo della valutazione del rischio<br />

da stress lavoro correlato a carico del datore<br />

di lavoro, nel Testo unico <strong>per</strong> la sicurezza<br />

sui luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/<br />

2008).<br />

Nel novembre 20<strong>10</strong>, infine, la commissione<br />

consultiva <strong>per</strong> la valutazione di<br />

questo tipo di stress, appositamente istituita<br />

a livello ministeriale, ha formulato<br />

delle indicazioni metodologiche in ordine<br />

al corretto adempimento dell'obbligo<br />

legislativo previsto.<br />

La scelta dell'APSS<br />

Fra gli ambiti d'intervento dell'APSS rientra<br />

quello relativo agli aspetti del benes-<br />

sere lavorativo e organizzativo sul lavoro,<br />

dato che un buon funzionamento dei<br />

processi di assistenza e cura con conseguente<br />

riduzione degli errori, un contenimento<br />

delle assenze e del turnover<br />

nonché delle <strong>per</strong>formance lavorative di<br />

qualità non possono prescindere da condizioni<br />

di benessere psichico, fisico e sociale,<br />

soprattutto in un contesto lavorativo<br />

come quello sanitario, caratterizzato<br />

da situazioni che possono evidentemente<br />

favorire condizioni di rischio da stress<br />

correlato al lavoro. L'individuazione di un<br />

problema di stress da lavoro avviene attraverso<br />

l'analisi di fattori quali l'organizzazione,<br />

i processi di lavoro, le condizioni,<br />

l'ambiente di lavoro, la comunicazione<br />

e i fattori soggettivi; qualora sia identificato<br />

un problema di tale natura, è interesse<br />

dell'azienda agire <strong>per</strong> prevenirlo,<br />

eliminarlo o ridurlo.<br />

La scelta strategica dell'APSS è stata quella<br />

di istituire un Gruppo tecnico aziendale<br />

<strong>per</strong> la valutazione e la gestione del rischio<br />

da stress lavoro correlato dei lavoratori<br />

APSS. Il gruppo, coordinato da Antonio<br />

Cristofolini, responsabile del Nucleo<br />

o<strong>per</strong>ativo del medico competente, è<br />

stato costituito nel luglio del 20<strong>10</strong> e coinvolge<br />

diverse professionalità, al fine di<br />

promuovere l'apporto di molteplici competenze<br />

e risorse, garantendo altresì una<br />

metodologia interdisciplinare nella valutazione<br />

dei rischi, nella loro gestione e<br />

contenimento, nonché nella riprogettazione<br />

organizzativa, nell'approfondimento<br />

e nella certificazione della patologie<br />

da stress, negli interventi terapeutici<br />

individuali e, infine, nei <strong>per</strong>corsi formativi.<br />

L'attività del gruppo si sta sviluppando<br />

attraverso la raccolta dei dati, sulla base<br />

di alcuni indicatori generali di benessere<br />

organizzativo (assenteismo, infortuni,<br />

turnover, ecc.) e nell'analisi del contenuto<br />

del Documento di valutazione dei<br />

rischi (DVR) di unità o<strong>per</strong>ativa/servizio, al<br />

fine di contestualizzare le situazioni da<br />

stress alle singole attività e individuare le<br />

aree più significative di intervento (aree<br />

critiche), nonché le azioni formative intraprese<br />

o da intraprendere (strumenti e<br />

durata).<br />

È in corso, inoltre, un censimento di quelle<br />

azioni che possono essere collegate ad<br />

attività aziendali sul benessere organizzativo.<br />

A titolo esemplificativo, si citano,<br />

fra le altre: i comitati paritetici sul fenomeno<br />

del mobbing, il codice di condotta<br />

e il consigliere di fiducia, l'asilo nido a-<br />

ziendale, il progetto Per.La. (<strong>per</strong>sonalizzazione<br />

del lavoro), il programma di sviluppo<br />

delle risorse umane, i questionari<br />

sulla soddisfazione del <strong>per</strong>sonale, l'inserimento<br />

lavorativo del neoassunto, il<br />

supporto psicologico mirato ad alcune<br />

unità o<strong>per</strong>ative aziendali. Tali iniziative<br />

sono puntualmente riportate nelle indicazioni<br />

o<strong>per</strong>ative <strong>per</strong> l'aggiornamento<br />

20<strong>10</strong> dei fascicoli del DVR edizione 2011.<br />

Un <strong>per</strong>corso parallelo e integrativo a<br />

quello avviato dal gruppo è compiuto<br />

nell'ambito del progetto «Laboratorio<br />

sul benessere organizzativo», promosso<br />

dalla Federazione italiana aziende sanitarie<br />

e ospedaliere (FIASO). Tale progetto<br />

promuove la s<strong>per</strong>imentazione di un piano<br />

condiviso, specifico <strong>per</strong> ognuna delle<br />

aziende sanitarie aderenti dislocate sul<br />

territorio nazionale, finalizzato a promuovere<br />

la salute organizzativa dell'a-<br />

22 <strong>notizie</strong>


zienda, ponendo particolare attenzione<br />

al benessere fisico, psicologico e sociale<br />

di ciascun lavoratore attraverso azioni<br />

che mirino ad aumentare la partecipazione<br />

attiva da parte di tutto il <strong>per</strong>sonale<br />

alla vita organizzativa; l'obiettivo è facilitare<br />

l'avvio di un processo di condivisione,<br />

che possa sviluppare il senso di appartenenza<br />

alla propria struttura o<strong>per</strong>ativa<br />

aziendale.<br />

Aderendo a questo progetto, l'APSS ha<br />

istituito un apposito gruppo Laboratorio<br />

sul benessere organizzativo aziendale,<br />

coordinato da Francesco Reitano, direttore<br />

dell'Unità o<strong>per</strong>ativa di psicologia 2,<br />

con competenze professionali ed es<strong>per</strong>ienza<br />

in psicologia sociale, del lavoro e<br />

delle organizzazioni, nella valutazione<br />

dei rischi e della patologia stress lavoro<br />

correlato, nella gestione di interventi e<br />

soluzioni organizzative appropriate; il<br />

gruppo svolge, inoltre, funzioni di carattere<br />

o<strong>per</strong>ativo nell'ambito delle indicazioni<br />

elaborate dal Gruppo tecnico aziendale<br />

<strong>per</strong> la valutazione e la gestione del<br />

rischio sopra citato.<br />

L'attività del laboratorio FIASO sul benessere<br />

organizzativo ha portato alla realizzazione<br />

di uno strumento <strong>per</strong> l'individuazione<br />

degli indicatori <strong>per</strong> la raccolta<br />

di dati oggettivi a livello aziendale, necessari<br />

<strong>per</strong> la valutazione del rischio<br />

stress lavoro correlato; la rilevazione dei<br />

dati soggettivi, relativi alla <strong>per</strong>cezione<br />

degli individui, sarà invece realizzata utilizzando<br />

un questionario sul benessere<br />

organizzativo <strong>per</strong>cepito attualmente in<br />

fase di validazione a livello nazionale.<br />

Le prospettive<br />

La sinergia delle iniziative attuate dall'APSS<br />

evidenzia un orientamento dell'organizzazione<br />

al miglioramento non<br />

solo delle capacità di efficacia e di produttività,<br />

ma anche alla crescita e allo sviluppo<br />

dell'azienda attraverso la promozione<br />

di un adeguato grado di benessere<br />

fisico e psicologico.<br />

Riuscire a contestualizzare in una logica<br />

di processo le diverse attività aziendali<br />

sul benessere organizzativo <strong>per</strong>mette di<br />

rendere visibili e disponibili tali iniziative<br />

in momenti cruciali della vita lavorativa/<strong>per</strong>sonale<br />

di ciascun dipendente, garantendo<br />

un adeguato supporto sia ai<br />

singoli individui sia alla stessa organizzazione<br />

aziendale.<br />

Si concretizza di conseguenza un obiettivo<br />

sfidante seppure realistico, quello della<br />

salute organizzativa, dove individuo e<br />

organizzazione sono entrambi attori e responsabili<br />

della salute; la «cura dell'organizzazione<br />

che cura», quindi, che si alimenta<br />

prendendosi cura del <strong>per</strong>sonale,<br />

in armonia con il compito istituzionale<br />

del prendersi cura dei cittadini, assicurando<br />

un contesto lavorativo basato<br />

sulla massima valorizzazione, soddisfazione<br />

ed energia delle <strong>per</strong>sone.<br />

Non c'è nulla di più stimolante della qualità;<br />

raggiungerla nell'ambito di una gestione<br />

organizzativa basata su un sistema<br />

di cosiddetto wellness organizzativo, sviluppa<br />

un benefico circuito virtuoso che<br />

coinvolge l'organizzazione, gli individui<br />

che vi lavorano e, last but not least, l'utenza.<br />

<strong>notizie</strong><br />

23


MODI D'INTERPRETARE LA VITA:<br />

CONTINUA LA QUERELLE<br />

OVVERO COME OGGI LA MORTE E I SUOI CRITERI DI ACCERTAMENTO<br />

NON SONO PIÙ INTERPRETATI UNIVOCAMENTE<br />

Fabio Cembrani<br />

unità o<strong>per</strong>ativa di medicina legale<br />

Nel nostro paese anche la morte è,<br />

oggi, al centro di una non sopita controversia<br />

bioetica stimolata da alcune<br />

prese di posizione di studiosi<br />

del diritto, che sono più volte intervenuti<br />

sul tema ponendone soprattutto<br />

in discussione i criteri di accertamento.<br />

Questi studiosi sostengono,<br />

più in particolare, che tali criteri,<br />

<strong>per</strong> come sono codificati nella nostra<br />

legislazione, non sono in grado di accertare<br />

la «<strong>per</strong>dita irreversibile di tutte<br />

le funzioni dell'encefalo».<br />

Indicano quattro prove a supporto della<br />

loro tesi. La prima è che le <strong>per</strong>sone dichiarate<br />

morte conservano integra la funzione<br />

endocrino ipotalamica documentata<br />

dalla presenza di un ormone (l'arginina<br />

vasopressina); la seconda è che in<br />

queste <strong>per</strong>sone è comunque registrabile<br />

un'attività elettrica cerebrale; la terza è<br />

che in alcune <strong>per</strong>sone dichiarate morte si<br />

registrano, nel corso dell'incisione chirurgica<br />

finalizzata al prelievo degli organi, reazioni<br />

emodinamiche (aumento della frequenza<br />

cardiaca e della pressione arteriosa);<br />

la quarta è che in queste <strong>per</strong>sone<br />

sono a lungo conservati i riflessi spinali e<br />

propongono, <strong>per</strong>tanto, di abbandonare<br />

definitivamente i criteri neurologici di accertamento<br />

della morte, mantenendo<br />

solo quelli cardiaci. Queste posizioni h<strong>anno</strong><br />

una serie di conseguenze drammatiche<br />

(sul piano non solo dei trapianti di<br />

organo), che amplificano ancora più nettamente<br />

la linea di frattura che esiste tra<br />

chi sostiene la sacralità (e l'inviolabilità)<br />

della vita umana e chi ne postula la sua<br />

parziale disponibilità, facendola rientrare<br />

nei diritti inviolabili della <strong>per</strong>sona: cosa<br />

che è avvenuta puntualmente quando<br />

Lucetta Scaraffia, in un editoriale apparso<br />

sulla prima pagina dell'«Osservatore Romano»<br />

(4 settembre 2008), ha affermato<br />

che l'identificazione della <strong>per</strong>sona umana<br />

con le sole attività cerebrali «[…] entra in<br />

contraddizione con il concetto di <strong>per</strong>sona<br />

secondo la dottrina cattolica, e quindi con<br />

le direttive della Chiesa nei confronti di<br />

casi di coma <strong>per</strong>sistente».<br />

Le parole di Scaraffia h<strong>anno</strong> innescato -<br />

nonostante la cauta presa di posizione<br />

del portavoce del Vaticano, padre Federico<br />

Lombardi, pubblicata dopo qualche<br />

giorno sul «Corriere della Sera» («Il testo<br />

dell'“Osservatore Romano” è un interessante<br />

e autorevole articolo, firmato dalla<br />

signora Lucetta Scaraffia, ma non può essere<br />

considerato una posizione del magistero<br />

della Chiesa») - lo scarto tra una<br />

sempre più ristretta, ma significativa,<br />

rappresentanza cattolica e il resto laico<br />

del mondo sull'unico tema bioetico sul<br />

quale c'era stata, fino a quel momento,<br />

ampia convergenza di vedute anche <strong>per</strong><br />

la pacatezza con cui l'allora pontefice<br />

Giovanni Paolo II lo aveva affrontato:<br />

quello della tenuta - anche antropologica<br />

e non solo giuridica - dei criteri di accertamento<br />

della morte finalizzati al trapianto<br />

di organo da cadavere.<br />

Oggi, voglio inserirmi in questo dibattito<br />

sul quale devo, purtroppo, registrare il<br />

nostro responsabile silenzio. E lo farò dopo<br />

aver esaminato, con spirito critico, la<br />

legislazione vigente in punto di accertamento<br />

della morte che troviamo contenuta,<br />

oltre che nel Regolamento di polizia<br />

mortuaria (approvato con Decreto<br />

del Presidente della Repubblica <strong>10</strong> settembre<br />

1990, n. 285), nella legislazione<br />

che, a partire dal 1975 (Legge 2 dicembre<br />

1975, n. 644), ha disciplinato il prelievo di<br />

parti di cadavere a scopo di trapianto<br />

terapeutico.<br />

È interessante notare che nella legislazione<br />

italiana degli anni settanta non<br />

si trova una definizione giuridica di<br />

«morte», e che quella legislazione era<br />

prioritariamente finalizzata al suo<br />

accertamento destinato al prelievo degli<br />

organi <strong>per</strong> il loro trapianto (all'epoca, soprattutto<br />

il rene e il cuore) con una disciplina<br />

che necessariamente si trovava a<br />

fare i conti con le disposizioni previgenti<br />

in punto di <strong>per</strong>iodo di osservazione dei<br />

cadaveri (artt. 7, 8 e 9 del Regolamento<br />

di polizia mortuaria, approvato con regio<br />

Decreto 21 dicembre 1942, n. 1880). I<br />

problemi principali che all'epoca si ponevano,<br />

dunque, erano quelli di disciplinare<br />

(regolamentandolo) il prelievo di parti di<br />

cadavere a scopo di trapianto terapeutico<br />

e di ridurre, necessariamente, il cosiddetto<br />

«<strong>per</strong>iodo di osservazione», così<br />

da poter espiantare organi ancora <strong>per</strong>fusi,<br />

effettivamente trapiantabili (art. 1<br />

della Legge n. 644/1975). È in quella legislazione<br />

che si trovano indicati <strong>per</strong> la<br />

prima volta i criteri clinici <strong>per</strong> l'accertamento,<br />

che i commentatori medico legali<br />

di allora avevano impropriamente utilizzato<br />

<strong>per</strong> distinguere due distinte tipologie<br />

di morte:<br />

la morte cardiaca o <strong>per</strong> cessazione del<br />

battito cardiaco;<br />

la morte cerebrale relativa a soggetti<br />

affetti da lesioni cerebrali primitive e<br />

sottoposti a rianimazione in enti ospedalieri<br />

o istituti universitari.<br />

In quella legislazione si indicavano, <strong>per</strong>tanto,<br />

quali erano le condizioni <strong>per</strong> accertare<br />

precocemente la morte (prima,<br />

cioè, della comparsa di quei segni abiotici<br />

trasformativi - rigidità cadaverica, de-<br />

24 <strong>notizie</strong>


cremento della tem<strong>per</strong>atura corporea e<br />

comparsa delle macchie ipostatiche -<br />

che, in ambito necroscopico, si utilizzano<br />

<strong>per</strong> accertarne la sua realtà), i suoi segni<br />

clinico osservazionali (cessazione del<br />

battito cardiaco, stato di coma profondo,<br />

atonia muscolare, ecc.) e i relativi criteri<br />

diagnostici (rispettivamente di tipo cardiologico<br />

e di tipo neurologico), con una<br />

disciplina finalizzata al solo trapianto di<br />

organi da cadavere che, in maniera del<br />

tutto appropriata, rinunciava a cimentarsi<br />

in una sua formale definizione giuridica.<br />

Esisteva, infatti, una legittima preoccupazione,<br />

che si coglie ancora oggi rileggendo<br />

i dibattiti di quel tempo: quella<br />

di non «ingessare» le molte (e difficili)<br />

questioni a<strong>per</strong>te, riportandole dentro le<br />

categorie giuridiche, <strong>per</strong> dare evidentemente<br />

una risposta concreta ai molti<br />

problemi di quei pazienti in attesa di trapianto<br />

di organo. Anche se ciò richiedeva<br />

di prendere, <strong>per</strong> così dire, le distanze da<br />

quel potere taumaturgico che viene oggi<br />

troppo spesso attribuito alla scienza nella<br />

sua riconosciuta incapacità di fornire<br />

risposte assolute (non falsificabili) ai<br />

grandi problemi esistenziali dell'umanità<br />

che v<strong>anno</strong> certamente affrontati con<br />

l'aiuto delle conoscenze scientifiche, ma<br />

all'interno di una vision che deve essere<br />

e restare di matrice etica.<br />

Questa situazione vira radicalmente, a<br />

partire dal 1993, <strong>per</strong> una non trascurabile<br />

circostanza, poco considerata sul<br />

piano dell'elaborazione critica. È da questa<br />

data che il legislatore si cimenta in<br />

una titanica impresa: quella di trasferire<br />

la morte dentro i rigidi schemi della tassonomia<br />

giuridica e di farlo all'interno di<br />

una disciplina organica che, rispetto alla<br />

precedente, <strong>per</strong>de i suoi punti di contatto<br />

con quella dei trapianto degli organi.<br />

La circostanza merita la nostra attenzione.<br />

È la legge del 29 dicembre 1993, n. 578<br />

(«Norme <strong>per</strong> l'accertamento e la certificazione<br />

di morte») che introduce una<br />

definizione giuridica della morte, identificandola<br />

(art. 1 - Definizione di morte)<br />

con la «cessazione irreversibile di tutte le<br />

funzioni dell'encefalo». Si tratta di una<br />

definizione circoncisa, chiara nella sua<br />

formulazione testuale (solo la parola<br />

«encefalo» suscita qualche <strong>per</strong>plessità<br />

interpretativa; fugata, <strong>per</strong>altro, da alcuni<br />

dettagli contenuti nel successivo decreto<br />

del Ministero della sanità 22 agosto<br />

1994, n. 582, art. 3, comma 2, in cui si<br />

ribadisce l'irrilevanza dei riflessi spinali,<br />

spontanei o provocati, «essendo essi<br />

compatibili con la condizione di cessazione<br />

irreversibile di tutte le funzioni encefaliche»),<br />

che, tuttavia, ripropone le insidie<br />

e i <strong>per</strong>icoli (ripetutamente segnalati<br />

da Stefano Rodotà) di un diritto particolarmente<br />

intrusivo, onnipresente, <strong>per</strong>vasivo,<br />

miope e incapace di guardare<br />

lontano.<br />

Dal 1993 la morte ha, dunque, trovato<br />

diritto di cittadinanza tassonomica nel<br />

dizionario giuridico, essendo stata definita<br />

come la «cessazione irreversibile di<br />

tutte le funzioni dell'encefalo», nonostante<br />

poi siano stati esplicitati i «segni<br />

clinico osservazionali» e i «criteri diagnostici»<br />

- e, <strong>per</strong>tanto, le condizioni - <strong>per</strong> il<br />

suo accertamento e la sua certificazione.<br />

All'epoca, non si sollevarono forti obiezioni<br />

nel dibattito scientifico e bioetico,<br />

ma che le creano oggi, essendo stato dimostrato<br />

che quelle condizioni non sono<br />

in grado di esprimere l'impairment (la<br />

cessazione irreversibile) di tutte le funzioni<br />

dell'encefalo e, anzi, che alcune di<br />

queste restano conservate in pazienti<br />

potenzialmente espiantabili.<br />

La circostanza, a ben riflettere, appare<br />

davvero paradossale: nel momento in<br />

cui il legislatore decise di separare la disciplina<br />

dell'accertamento della morte<br />

da quella dei trapianti di organo da cadavere,<br />

la scelta fatta fu quella di inserire<br />

la morte dentro i complessi (e rigidi)<br />

schemi concettuali della tassonomia giuridica,<br />

nel tentativo - possibile ma non<br />

dichiarato - di agganciare la disciplina del<br />

1975 con il Regolamento di polizia mortuaria<br />

del 1990, di su<strong>per</strong>are le ampie<br />

criticità che ancora oggi esistono tra la<br />

constatazione della morte e l'accertamento<br />

della sua realtà e di farle <strong>per</strong>dere<br />

quella nudità che le è propria e che rende<br />

aprioristicamente improprio qualsiasi<br />

tentativo linguistico concettuale di raffreddare<br />

un processo dinamico (la morte,<br />

appunto) all'interno di rigide (e prefissate)<br />

coordinate spazio temporali.<br />

A sproposito si è parlato, a questo riguardo,<br />

d'ing<strong>anno</strong> della legge, <strong>per</strong>ché è evidente<br />

che la norma del 1993 non modifica<br />

le previsioni del Regolamento di polizia<br />

mortuaria e, soprattutto, la durata del<br />

<strong>per</strong>iodo di osservazione dei cadaveri e i<br />

criteri tanatologici tradizionali usati, da<br />

secoli, <strong>per</strong> accertarne la sua realtà: la<br />

legge si limita a definire la morte, le sue<br />

distinte fenomenologie (morte da arresto<br />

cardiaco e morte cerebrale) e a rinviare<br />

al Ministro della sanità la definizione<br />

(e il <strong>per</strong>iodico aggiornamento) delle<br />

«condizioni la cui presenza simultanea<br />

determina il momento della morte». Cosa<br />

che, puntualmente, è avvenuta con il<br />

decreto del Ministero della sanità 22<br />

<strong>notizie</strong><br />

25


agosto 1994, n. 582 («Regolamento recante<br />

le modalità <strong>per</strong> l'accertamento e la<br />

certificazione di morte») e successive<br />

modifiche e integrazioni, che ha descritto<br />

i segni clinico osservazionali e i criteri<br />

diagnostici <strong>per</strong> il suo accertamento (individuati,<br />

nel concreto, in «condizioni» -<br />

questo il termine non equivoco usato dal<br />

legislatore -, la cui verifica simultanea<br />

cronologizza il momento della morte) e,<br />

non da ultimo, la durata del <strong>per</strong>iodo di<br />

osservazione.<br />

È stato anche detto molto - e a sproposito<br />

- riguardo alla tolleranza di tali criteri<br />

rispetto a quelli individuati in precedenza<br />

dal legislatore, con la norma del<br />

1975. Non intendo, sul punto, dilungarmi.<br />

Ciò che vale la pena osservare è che, pur<br />

essendo la morte una - e una soltanto -<br />

nella tassonomia giuridica (cessazione irreversibile<br />

di tutte le funzioni dell'encefalo),<br />

diverse sono le condizioni al verificarsi<br />

delle quali essa stessa può essere<br />

accertata e certificata.<br />

Nel caso di morte <strong>per</strong> arresto cardiaco,<br />

trovano conferma le condizioni già individuate<br />

dalla legislazione precedente e<br />

ribadite dal Regolamento di polizia mortuaria<br />

del 1990, sia pur come eccezione<br />

alla regola generale (in tale direzione va<br />

interpretato quel «[…] può essere effettuata»<br />

di cui all'art. 1, comma 1, del decreto<br />

del Ministero della sanità del<br />

2004): il rilievo continuo dell'ECG, protratto<br />

<strong>per</strong> non meno di 20 minuti «[…]<br />

registrato su supporto cartaceo o digitale»).<br />

Nel caso, invece, di <strong>per</strong>sone affette da lesioni<br />

encefaliche e sottoposte a misure<br />

rianimatorie, è mediante il rilevamento<br />

contemporaneo durante tutto il <strong>per</strong>iodo<br />

di osservazione di due distinti standard<br />

(segni clinico osservazionali più criteri<br />

diagnostici).<br />

1. Standard universali (da rilevare sempre<br />

e comunque):<br />

assenza dello stato di vigilanza e di coscienza;<br />

silenzio elettrico cerebrale documentato<br />

dall'esame EEG eseguito con modalità<br />

standardizzate e coerentemente<br />

alle modalità previste nell'all. 1;<br />

assenza dei riflessi del tronco encefalico;<br />

assenza di respiro spontaneo dopo sospensione<br />

della ventilazione artificiale<br />

con valori documentati di CO 2 arteriosa<br />

non inferiori a 60 mm Hg e pH ematico<br />

non su<strong>per</strong>iore a 7,40 in assenza di ventilazione<br />

artificiale.<br />

2. Standard accessori, ma non alternativi<br />

(in situazioni particolari):<br />

potenziali evocati somato sensitivi e<br />

acustici a breve latenza;<br />

indagini atte a escludere l'esistenza di<br />

flusso ematico encefalico.<br />

Sul piano medico giuridico, la morte ha<br />

<strong>per</strong>so, dunque, quell'intima indicibilità,<br />

unicità e incomparabilità che le viene a-<br />

scritta da Vladimir Jankélévitch (quando<br />

la definisce come «[…] mutazione-limite<br />

[…] non a misura del linguaggio»), essendo<br />

stata ridotta a categoria giuridica, e<br />

identificata, in siffatta direzione, nella<br />

cessazione irreversibile di tutte le funzioni<br />

dell'encefalo.<br />

Ai filosofi del diritto, che sono recentemente<br />

intervenuti anche su questo tema,<br />

va certamente riconosciuto un merito:<br />

quello di aver ridato voce, anche nel<br />

nostro paese, al dibattito bioetico e biogiuridico<br />

riguardo al tema della morte e<br />

alla tenuta dei suoi criteri (condizioni) di<br />

accertamento, proposti dal Rapporto di<br />

Harvard del lontano 1968 e fatti in gran<br />

parte propri dalla legislazione italiana,<br />

pur offrendo il destro alla strumentalizzazione<br />

registrata dalla cronaca, visto e<br />

considerato che le loro posizioni h<strong>anno</strong><br />

fatto riesplodere le tensioni tra chi difende<br />

a oltranza la sacralità della vita (e la<br />

sua assoluta indisponibilità) e chi, al contrario,<br />

ne postula la sua parziale disponibilità.<br />

Pur condividendo la premessa da cui<br />

muovono, a me pare esista in questo itinerario<br />

argomentativo un equivoco di<br />

fondo: gli autori confondono la morte<br />

con i suoi criteri (condizioni) di accertamento<br />

(quelli di tipo neurologico) e, a<br />

fronte della (sia pur incompleta) insufficienza<br />

dimostrativa di questi ultimi, generano,<br />

attraverso la cascata del sillogi-<br />

26 <strong>notizie</strong>


smo, una serie di drammatiche conseguenze,<br />

che riconoscono quando affermano,<br />

testualmente, che ciò «[…] non<br />

comporterebbe necessariamente la sospensione<br />

dei trapianti», ma unicamente<br />

«[…] una restrizione del tipo di organi da<br />

prelevare» e che lo portano a suggerire<br />

di trasferire la morte nella sola direzione<br />

criteriologica cardiorespiratoria.<br />

La legge ha, come si è visto, collocato la<br />

morte dentro i complessi (e rigidi) schemi<br />

della tassonomia giuridica, identificandola<br />

nella cessazione irreversibile di<br />

tutte le funzioni dell'encefalo e disciplinando,<br />

poi, i suoi criteri (condizioni) di<br />

accertamento (neurologici e cardiaci),<br />

nel tentativo di su<strong>per</strong>are gli sbarramenti<br />

(<strong>per</strong>iodo di osservazione) previsti dal Regolamento<br />

di polizia mortuaria. Con conseguenze<br />

che sono sotto gli occhi di tutti:<br />

alla nuda morte è stata attribuita una<br />

precisa connotazione giuridico ontologica<br />

che, oggi, viene messa profondamente<br />

in crisi dalla comunità scientifica, non<br />

già <strong>per</strong> la definizione, quanto, invece,<br />

<strong>per</strong>ché gli attuali criteri neurologici <strong>per</strong> il<br />

suo accertamento clinico (in deroga alla<br />

regola generale) non sono in grado di dimostrare<br />

la cessazione irreversibile di<br />

tutte le funzioni dell'encefalo.<br />

C'è da chiedersi se la bocca da fuoco deve<br />

essere puntata sulla non attuale tenuta<br />

dimostrativa dei criteri (condizioni)<br />

della morte cerebrale o se, invero, ciò<br />

che dovremmo mettere in discussione è,<br />

non solo la loro revisione, ma anche la<br />

definizione giuridica di morte <strong>per</strong> come<br />

essa è stata testualmente formulata dal<br />

nostro legislatore, e denunciare, prendendone<br />

evidentemente le distanze,<br />

quella particolare modalità di esercitare<br />

il diritto, <strong>per</strong>vadendo intrusivamente<br />

quei campi propri della vita, sui quali l'umanità<br />

discute da millenni e che, giocoforza,<br />

non possono essere ridotti a un'astratta<br />

categoria giuridica che si avvale di<br />

rigidi schemi tassonomici.<br />

Perché ciò, evidentemente, trasforma la<br />

legge non già in un'opportunità, ma in un<br />

vincolo, rischiando davvero di rendere<br />

non esigibili quei diritti fondamentali di<br />

ogni essere umano iscritti nella Carta costituzionale<br />

(primo fra tutti, la solidarietà).<br />

<strong>notizie</strong><br />

27


EN<br />

GARDE!<br />

I FACCIA A FACCIA:<br />

DUE CHIRURGHI A CONFRONTO<br />

Sandra Chighizola<br />

.........................................................<br />

Non me ne vorrà Edmond Rostand,<br />

grande scrittore francese (sui cui<br />

libri <strong>per</strong>si alcune notti nella<br />

preparazione di un grosso esame di<br />

letteratura francese alcuni anni<br />

orsono), se prendo in prestito <strong>per</strong><br />

questo mio piccolo pezzo da<br />

«inviata» alcune citazioni di una sua<br />

famosa o<strong>per</strong>a, il Cyrano de<br />

Bergerac, capolavoro della<br />

commedia eroica fine Ottocento.<br />

Quale duello fu più elegante, quali<br />

stoccate ritmate dalla poesia dei due<br />

contendenti, quali fendenti furono<br />

mirati se non <strong>per</strong> uccidere ma <strong>per</strong><br />

«toccare - toucher», di quel duello in<br />

versi delicato e sottile tra Cyrano e<br />

Ragueneau che «appunto in fin della<br />

licenza… io tocco!».<br />

Vabbe', direte giustamente, e dopo<br />

tutte queste dotte citazioni dove ci vuoi<br />

portare, chi sarebbero questi due<br />

mirabili moschettieri che h<strong>anno</strong><br />

animato sul filo del fioretto una delle<br />

tue tante interviste? Be', questo vuol<br />

essere semplicemente l'introduzione a<br />

un piacevole incontro di alcuni giorni fa<br />

tra i due direttori delle unità o<strong>per</strong>ative<br />

di chirurgia dell'ospedale Santa Chiara<br />

di Trento, Giuseppe Tirone e Alberto<br />

Brolese.<br />

Eccoli, in singolar tenzone, in un<br />

normale pomeriggio di lavoro tra<br />

un'o<strong>per</strong>azione e l'altra, un cicalino che<br />

suona e l'altro pure, in un confronto<br />

leale, con qualche stoccata più o meno<br />

profonda, impegnati in un faccia a<br />

faccia onesto, senza veli o velatura in<br />

un crescendo di “posizioni d'affondo”,<br />

“sei e cinque” ...io tocco, ah che<br />

potenza”! (s.ch.)<br />

Come ogni intervista - o approfondimento<br />

- che voglia essere davvero seria,<br />

si parte dai numeri, con una definizione<br />

della Unità o<strong>per</strong>ativa di chirurgia,<br />

che vede entrambi i primari<br />

totalmente d'accordo: specialità che<br />

qualifica l'ospedale, la locomotiva del<br />

treno, la colonna portante della struttura.<br />

Ed ecco i numeri.<br />

Ospedale di Trento<br />

Chirurgia 1:<br />

9 chirurghi + il direttore<br />

Giuseppe Tirone<br />

1 coordinatrice<br />

18 infermieri di cui 4 part time<br />

9 OSS<br />

2 segretarie di cui 1 part time<br />

Chirurgia 2:<br />

9 chirurghi + il direttore<br />

Alberto Brolese<br />

1 coordinatrice<br />

21 infermieri di cui 6 part time<br />

9 OSS<br />

1 segretaria<br />

Eccoci qui, dunque, in una saletta del<br />

Santa Chiara con i nostri chirurghi che si<br />

sono messi gentilmente a disposizione<br />

<strong>per</strong> fare questa chiacchierata, forse non<br />

usuale, ma che è sicuramente un modo<br />

<strong>per</strong> conoscerli meglio. Bene, si parte.<br />

Nome: Giuseppe Tirone<br />

Origini: calabresi<br />

Anni: 55<br />

Stato civile: sposato<br />

Figli: 2 “...e nonno di due nipotini” (ce<br />

lo dice con un fiero sorriso sulle labbra)<br />

Hobby: caccia<br />

Sport preferito: sci e sport acquatici<br />

Vacanze preferite: mare<br />

Ultimo film che gli è piaciuto:<br />

“Benvenuti al Sud” di Luca Miniero<br />

Macchina: Volvo<br />

Guarda la tv: poca la sera<br />

Piatto preferito: orecchiette<br />

alle cime di rapa<br />

In cucina: prepara benissimo<br />

la selvaggina<br />

Vive: a Trento da solo, famiglia altrove<br />

Abbigliamento preferito: sportivo,<br />

ma ricercato<br />

Canzone preferita: “Questo piccolo<br />

grande amore” di Baglioni<br />

Qualità: disponibilità<br />

Difetto: testardo, quasi <strong>per</strong>maloso<br />

Come si trova: molto bene, ogni giorno<br />

va al lavoro con entusiasmo<br />

Se non il chirurgo: il bancario<br />

Quante ore lavora al giorno: 11 ore<br />

di media<br />

Ultimo libro letto: “Il cuore e la spada”<br />

di Bruno Vespa<br />

Giornata tipo: arriva presto, giro visite,<br />

sala o<strong>per</strong>atoria, sedute lunghe, sempre<br />

attenzione all'aggiornamento, dialoga<br />

con pazienti, familiari e collaboratori<br />

Quali interventi: maggior parte<br />

chirurgia oncologica, tumori<br />

gastroenterici, mammella,<br />

toracopolmonare, laparoscopia<br />

avanzata.<br />

28 <strong>notizie</strong>


Nome: Alberto Brolese<br />

Origini: venete<br />

Anni: 49<br />

Stato civile: sposato<br />

Figli: 2 (liceali)<br />

Hobby: calcio<br />

Sport preferito: calcio<br />

Vacanze preferite: mare e montagna<br />

Ultimo film che gli è piaciuto:<br />

“Il curioso caso di Benjamin Button” di<br />

David Fincher<br />

Macchina: BMW<br />

Guarda la tv: poca la sera<br />

Piatto preferito: spaghetti aglio, olio<br />

e pe<strong>per</strong>oncino<br />

In cucina: buon cuoco di pesce e fa<br />

spesso da mangiare<br />

Vive: a Trento da solo, famiglia altrove<br />

Abbigliamento: elegante e sportivo<br />

(quasi sempre in cravatta)<br />

Canzone preferita: “We are the<br />

champions” (cantata dopo il primo<br />

trapianto di fegato del Nordest nel<br />

1990)<br />

Qualità: disponibilità<br />

Difetto: ostinato<br />

Come si trova: fare il chirurgo è la cosa<br />

che ha sempre desiderato e va sempre<br />

al lavoro con una forte motivazione<br />

Se non il chirurgo: il pilota di aereo<br />

Quante ore lavora al giorno: 11 ore<br />

di media<br />

Ultimo libro letto: “Il cacciatore di<br />

aquiloni” di Kaled Hosseini<br />

Giornata tipo: arriva presto, giro visite,<br />

gestione sala o<strong>per</strong>atoria, colloquio con<br />

pazienti e familiari, attività in sala,<br />

attenzione all'aggiornamento<br />

Quali interventi: chirurgia oncologia,<br />

epatobiliari, pancreas, mammella,<br />

laparoscopia, tiroide.<br />

E <strong>per</strong> finire, alcuni commenti a due voci.<br />

Chirurgia al femminile? Le colleghe chirurghe<br />

sono bravissime e competenti, affermano<br />

entrambi, le donne oggi sono<br />

sempre più numerose, ma la chirurgia è<br />

totalizzante e anche faticosa, diventa<br />

molte volte prioritaria su tutto e le donne<br />

spesso o sempre si devono <strong>per</strong> forza<br />

occupare anche di molto altro, ma il futuro,<br />

ormai vicino, sarà comunque donna.<br />

Cosa vi aspettate dal futuro? Una forte<br />

riorganizzazione della chirurgia, grandi a-<br />

spettative <strong>per</strong> la rete: oggi, molte volte,<br />

siamo in difficoltà a dare risposte a tutte<br />

le richieste; potenziamento qualitativo<br />

delle risorse umane, investire maggiormente<br />

in sicurezza con dei protocolli<br />

condivisi in una rete uniforme <strong>per</strong> tutte<br />

le chirurgie del Trentino, siamo comunque<br />

sulla buona strada e le indicazioni<br />

sono quelle: + sicurezza = + qualità.<br />

E le nuove tecnologie? Quello che chiediamo<br />

<strong>per</strong> migliorare il nostro lavoro ci<br />

viene sempre dato e <strong>per</strong> questo siamo<br />

molto invidiati da altre realtà anche vicine<br />

ed è questo un motivo del nostro impegno<br />

<strong>per</strong> migliorare sempre, in attesa<br />

anche del nuovo ospedale, una grande<br />

avventura che ci vede entusiasti e disponibili<br />

al cambiamento.<br />

Siamo in chiusura, i cicalini suonano e o-<br />

gnuno prende la sua strada… Ma, direte<br />

voi, e il duello, e le schermaglie, e le toccate<br />

che ci erano state promesse e che<br />

forse ci rendevano l'intervista e i commenti<br />

più divertenti? Sono rimasti nella<br />

penna di chi scrive, come avrebbero detto<br />

nell'Ottocento, e capite il <strong>per</strong>ché… Ma<br />

vi assicuro che anche Rostand, fosse stato<br />

presente, avrebbe pensato a una nuova<br />

e moderna scrittura del Cyrano de<br />

Bergerac!<br />

<strong>notizie</strong><br />

29


POLO UNIVERSITARIO<br />

DELLE PROFESSIONI SANITARIE<br />

team del polo universitario delle professioni sanitarie<br />

Nell'aprile 2007, con deliberazione<br />

della Giunta provinciale, è stata modificata<br />

la denominazione della Scuola<br />

su<strong>per</strong>iore di formazione sanitaria,<br />

con sede a Trento e Rovereto/Ala, in<br />

Polo universitario delle professioni sanitarie<br />

<strong>per</strong> valorizzare adeguatamente<br />

il livello universitario dei corsi delle<br />

professioni sanitarie garantiti, in loco,<br />

dalla Provincia autonoma di Trento.<br />

La principale funzione del Polo universitario<br />

delle professioni sanitarie è di gestire<br />

le attività formative dell'area sanitaria,<br />

universitarie e non, che comportano il<br />

conseguimento di una laurea di primo livello,<br />

di un diploma di formazione complementare<br />

o specialistica (master) o di<br />

una qualifica professionale. Il polo universitario<br />

unico si articola in due sedi formative:<br />

alla sede di Trento è affidata la<br />

formazione universitaria dell'area infermieristica<br />

e post base (master, corsi di<br />

<strong>per</strong>fezionamento) e alla sede di Rovereto/Ala<br />

la formazione universitaria dell'area<br />

tecnico sanitaria, della riabilitazione<br />

e della prevenzione. Entrambe le sedi gestiscono<br />

inoltre la formazione professionale<br />

degli O<strong>per</strong>atori Socio <strong>Sanitari</strong>.<br />

La ex Scuola su<strong>per</strong>iore di formazione sanitaria<br />

dell'APSS era stata attivata con deliberazione<br />

della Giunta provinciale nel<br />

1998, quale trasformazione della precedente<br />

Scuola <strong>per</strong> infermieri professionali,<br />

istituita all'ospedale di Trento nel 1971.<br />

All'epoca della formazione professionale,<br />

nella provincia di Trento erano presenti<br />

tre scuole, che realizzavano corsi<br />

<strong>per</strong> alcune professioni quali l'infermiere<br />

professionale e il tecnico di laboratorio,<br />

con sede a Trento, Rovereto e Arco.<br />

Con l'<strong>anno</strong> accademico 1995/1996 la formazione<br />

delle professioni sanitarie è passata<br />

a livello universitario tramite il protocollo<br />

d'intesa tra la Provincia autonoma<br />

di Trento e le università di Verona e<br />

Trento.<br />

Formazione universitaria<br />

Dai dati presentati nella Conferenza <strong>per</strong>manente<br />

delle classi di laurea delle pro-<br />

TABELLA 1 - LAUREATI NEI CORSI DI LAUREA DELLE PROFESSIONI SANITARIE<br />

ANNO<br />

ACCADEMICO<br />

INFERMIE-<br />

RISTICA<br />

FISIOTERAPIA<br />

TECNICI DI<br />

LABORATORIO<br />

IGIENISTI<br />

DENTALI<br />

a<br />

a<br />

* 2009/<strong>10</strong> 1 sessione di laurea a novembre 20<strong>10</strong> e in corso 2 sessione marzo 2011<br />

TECNICO<br />

DELLA<br />

RIABILITAZIONE<br />

PSICHIATRICA<br />

PREVENZIONE<br />

AMBIENTE<br />

E LUOGHI<br />

DI LAVORO<br />

TECNICO DI<br />

RADIOLOGIA<br />

MEDICA<br />

1997/1998 40<br />

1998/1999 42<br />

1999/2000 32 13 11<br />

2000/2001 39 14 <strong>10</strong><br />

2001/2002 46 13 <strong>10</strong> 12 11<br />

2002/2003 78 13 <strong>10</strong> <strong>10</strong> 11<br />

2003/2004 65 18 12 12 9<br />

2004/2005 71 18 9 12 12<br />

2005/2006 62 20 5 17 12 19<br />

2006/2007 66 17 11 14 9 11 18<br />

2007/2008 70 21 <strong>10</strong> 15 11 18 18<br />

2008/2009 71 22 13 16 11 19 16<br />

2009/20<strong>10</strong> 92 24 11 6 16 24 14<br />

Totale 774 193 112 114 <strong>10</strong>2 72 85<br />

30 <strong>notizie</strong>


fessioni sanitarie emerge una generale<br />

tendenza all'aumento delle domande<br />

d'iscrizione ai corsi di laurea (CdL) delle<br />

professioni sanitarie; in particolare, si segnala<br />

un aumento significativo dei posti<br />

<strong>per</strong> i CdL di infermieristica. Il dibattito nazionale<br />

mette in luce la necessità che le<br />

università attivino solamente i CdL che rispondono<br />

realmente ai fabbisogni del sistema<br />

sanitario, che abbiano una corrispondenza<br />

nei profili professionali e negli<br />

organici delle aziende sanitarie.<br />

L'orientamento emerso nell'ambito della<br />

conferenza è di attivare un'offerta differenziata<br />

coerente non solo ai fabbisogni<br />

locali, ma garante anche di standard qualitativi<br />

sia <strong>per</strong> la formazione teorica sia<br />

nei tirocini. A tal fine, si ritiene utile passare<br />

dal criterio di accreditamento «numero<br />

sedi tirocinio» al criterio «volume<br />

di attività sanitaria nel settore specifico».<br />

Con la sessione di laurea di marzo-aprile<br />

2011 si concluderà il <strong>per</strong>corso straordinario<br />

finalizzato al conseguimento della<br />

laurea in tecniche della prevenzione negli<br />

ambienti e nei luoghi di lavoro <strong>per</strong> 34<br />

professionisti; <strong>per</strong>corso attivato nell'<strong>anno</strong><br />

accademico 2009-<strong>10</strong> in sinergia con<br />

Provincia autonoma di Trento, APSS e<br />

Università di Verona e Trento.<br />

Con l'<strong>anno</strong> accademico 20<strong>10</strong>/11 i corsi di<br />

laurea sono stati attivati con nuovi piani<br />

di studio, secondo le disposizioni della riforma<br />

universitaria prevista dal decreto<br />

ministeriale 270/2004.<br />

La riforma prevede alcuni elementi base:<br />

ridurre il numero dei corsi di laurea;<br />

garantire coerenza tra corsi di laurea e<br />

bisogni del mondo del lavoro;<br />

ridurre la frammentazione della didattica;<br />

Fig.1 - DOCENTI DIPENDENTI<br />

DEL SERVIZIO SANITARIO<br />

PROVINCIA DI TRENTO<br />

65%<br />

INFERMIERISTICA<br />

51%<br />

FISIOTERAPIA<br />

30%<br />

TECNICO RIAB. PSIC.<br />

54%<br />

TECNICO LAB.<br />

70%<br />

TECNICO RADI. MED.<br />

25%<br />

TECNICO PREV.<br />

43%<br />

IGIENISTA DENTALE<br />

prevedere un massimo di 20 esami nel<br />

triennio;<br />

aumentare la docenza di ruolo (professori<br />

universitari e ricercatori) <strong>per</strong> almeno<br />

il 50% dei moduli; ridurre gli affidamenti<br />

di docenza esterna ed equilibrare<br />

la docenza a <strong>per</strong>sonale del ruolo sanitario<br />

dipendenti del <strong>Servizi</strong>o sanitario<br />

provinciale (La fig. 1 presenta la situazione<br />

nei corsi di laurea gestiti nella<br />

provincia di Trento nell'<strong>anno</strong> accademico<br />

2009/<strong>10</strong>);<br />

favorire l'effettiva mobilità degli studenti<br />

attraverso l'uniformità e la trasparenza<br />

dei piani didattici;<br />

collaborare con il mondo del lavoro e<br />

delle professioni;<br />

assicurare agli studenti una formazione<br />

di elevato contenuto pratico e professionale;<br />

rispettare direttive e accordi europei<br />

<strong>per</strong> il libero scambio dei titoli.<br />

Gli obiettivi formativi dei corsi di laurea<br />

f<strong>anno</strong> riferimento alle professioni sanitarie<br />

regolamentate dal Ministero della salute<br />

(profili professionali), nonché in termini<br />

di risultati di apprendimento attesi<br />

(learning outcomes), con riferimento al<br />

sistema adottato in sede europea - secondo<br />

la struttura dei descrittori di Dublino,<br />

che considerano le seguenti 5 aree:<br />

1. conoscenza e capacità di comprensione<br />

(knowledge and understanding)<br />

2. capacità di applicare conoscenza e<br />

comprensione (applying knowledge<br />

and understanding)<br />

3. autonomia di giudizio (making judgements)<br />

4. abilità comunicative (communication<br />

skills)<br />

5. capacità di apprendimento (learning<br />

skills).<br />

I piani di studio sono stati elaborati con il<br />

contributo dei coordinatori della didattica<br />

professionale e organizzati in insegnamenti<br />

che forniscono competenze<br />

specifiche, come <strong>per</strong> esempio nelle metodiche<br />

di imaging radiologico, e insegnamenti<br />

che forniscono competenze<br />

trasversali agli o<strong>per</strong>atori della salute e<br />

che contribuiscono a «essere professionisti<br />

responsabili» e «professionisti integrati<br />

nei processi organizzativi sanitari».<br />

<strong>notizie</strong><br />

31


Formazione universitaria post laurea:<br />

master e corsi di <strong>per</strong>fezionamento<br />

Con l'<strong>anno</strong> accademico 2000/2001 sono<br />

stati attivati i primi corsi master in applicazione<br />

del protocollo d'intesa tra la Provincia<br />

autonoma di Trento e le università<br />

di Verona e di Trento. Il polo formativo ha<br />

gestito in questi anni tre master nella tutorship<br />

rivolti a medici e professionisti sanitari,<br />

a psicologi e pedagogisti; tre master<br />

<strong>per</strong> lo sviluppo di competenze manageriali<br />

<strong>per</strong> coordinatori delle professioni<br />

sanitarie; due master in nursing geriatrico;<br />

un master in nursing avanzato <strong>per</strong> il<br />

controllo e la sorveglianza epidemiologica<br />

delle infezioni correlate ai processi assistenziali;<br />

un corso di <strong>per</strong>fezionamento<br />

in cure palliative; un corso di <strong>per</strong>fezionamento<br />

in management del paziente con<br />

ictus.<br />

Formazione sanitaria professionale:<br />

o<strong>per</strong>atori sociosanitari<br />

Il polo formativo gestisce la formazione<br />

degli o<strong>per</strong>atori di supporto a Rovereto,<br />

Trento, Ziano di Fiemme, Primiero e Tione<br />

e i corsi sanitari <strong>per</strong> esercenti di tattoo<br />

e piercing e collaboratori di studio del<br />

medico di medicina generale e del pediatra<br />

di libera scelta.<br />

TABELLA 2 - FORMAZIONE OSS NELL'ANNO 20<strong>10</strong>/11<br />

ROVERETO<br />

ZIANO<br />

DI FIEMME<br />

Con l'<strong>anno</strong> 2000/2001 sono stati sospesi<br />

i corsi <strong>per</strong> OTA ed è stato attivato il corso<br />

biennale di 1.400 ore <strong>per</strong> o<strong>per</strong>atore sociosanitario<br />

(OSS), dal 2002 (<strong>anno</strong> dei<br />

primi diplomati) a oggi sono stati qualificati<br />

959 OSS nelle sedi formative dell'APSS.<br />

La tabella 2 sintetizza i corsi attualmente<br />

attivi<br />

Corpo docente e corsi<br />

di formazione pedagogica<br />

Nella formazione universitaria di base e<br />

avanzata, <strong>per</strong> attività di laboratorio ed e-<br />

sercitazioni sono coinvolti i professionisti<br />

sanitari prevalentemente delle aree infermieristica,<br />

tecnico sanitaria, prevenzione<br />

e riabilitazione. Per favorire lo svolgimento<br />

di un adeguato tirocinio formativo,<br />

a fianco dei tutor clinici sono stati individuati<br />

circa 350 su<strong>per</strong>visori di tirocinio<br />

tra i professionisti sanitari che, contestualmente<br />

al loro esercizio professionale,<br />

assumono una funzione di accompagnamento<br />

e su<strong>per</strong>visione del tirocinante.<br />

Al fine di diffondere competenze tutoriali<br />

i team di coordinatori della didattica<br />

professionale e tutor h<strong>anno</strong> progettato<br />

e realizzato corsi di formazione pedagogica<br />

<strong>per</strong> diffondere competenze tutoriali<br />

e attivato un progetto finalizzato al<br />

TRENTO<br />

TIONE<br />

PRIMIERO<br />

50% videoconferenza<br />

con TN<br />

OSS 1° ciclo 43 26 51 19 --<br />

OSS 2° ciclo 34 11 32 16 16<br />

Corso OSS<br />

<strong>per</strong> ausiliari<br />

51 Non<br />

attivato<br />

49 29<br />

Non<br />

attivato<br />

riconoscimento ECM dell'attività di su<strong>per</strong>visione,<br />

svolta dai professionisti congiuntamente<br />

alla loro attività di servizio<br />

verso gli studenti dei corsi di laurea gestiti<br />

all'interno della provincia di Trento.<br />

Quest'ultimo progetto è scaturito dall'esigenza<br />

di valorizzare l'impegno e la<br />

collaborazione nell'attività tutoriale e riconoscere<br />

formalmente questa attività<br />

attraverso il sistema ECM.<br />

Biblioteca delle professioni sanitarie<br />

L'attuale biblioteca denominata di «infermieristica»<br />

sarà denominata delle<br />

«professioni sanitarie». Attualmente la<br />

biblioteca del polo universitario dispone<br />

di 2.900 testi e 88 riviste scientifiche, di<br />

cui 48 in lingua inglese. È punto di riferimento<br />

sia <strong>per</strong> gli studenti sia <strong>per</strong> i professionisti<br />

sanitari della provincia di Trento e<br />

delle regioni limitrofe.<br />

Ringraziamenti<br />

Nel descrivere alcune novità nella formazione<br />

gestita dal polo universitario ci sembra<br />

doveroso ringraziare coordinatori e<br />

professionisti dei servizi, sedi di tirocinio e<br />

docenti dell'APSS <strong>per</strong> il loro contributo alla<br />

formazione degli studenti e al miglioramento<br />

dell'insegnamento professionale.<br />

Un particolare ringraziamento lo rivolgiamo<br />

alla collega Ambra Perino, che <strong>per</strong> anni<br />

con impegno e grande professionalità<br />

si è dedicata alla formazione degli OSS e<br />

alla direzione del Polo di Rovereto/Ala.<br />

32 <strong>notizie</strong>


Luisa Benetti<br />

unità o<strong>per</strong>ativa di medicina fisica<br />

e riabilitazione, ospedale di Rovereto<br />

Manuela Cappuccini<br />

corso di laurea in fisioterapia,<br />

Polo universitario, sede di Rovereto<br />

Enzo Tranquillini<br />

unità o<strong>per</strong>ativa di neurologia,<br />

ospedale di Trento<br />

Nell'ambito del progetto di valorizzazione<br />

delle tesi dei corsi di laurea in<br />

fisioterapia degli atenei del Triveneto,<br />

al Polo <strong>per</strong> le professioni sanitarie<br />

di Rovereto è stata realizzata da Luisa<br />

Benetti una tesi dedicata a «Il ruolo<br />

della stimolazione multisensoriale<br />

nel processo di recu<strong>per</strong>o della coscienza<br />

nei pazienti in coma post traumatico».<br />

Il lavoro, al termine del <strong>per</strong>corso formativo<br />

triennale, ha dato conto del costante<br />

impegno di tutto lo staff dei docenti, dei<br />

tutor e dei su<strong>per</strong>visori fisioterapisti nel<br />

far riferimento al progresso delle conoscenze<br />

scientifiche, fornendo ai nuovi<br />

professionisti conoscenze, abilità e competenze<br />

adeguate ai bisogni di salute<br />

delle <strong>per</strong>sone, favorendo, al contempo,<br />

nuovi modelli e approcci terapeutici basati<br />

su prove di efficacia. Lo scopo della<br />

tesi è di verificare il ruolo di un programma<br />

di stimolazione multisensoriale, applicato<br />

in fase acuta in pazienti in coma<br />

post traumatico, come strumento di promozione<br />

del processo di recu<strong>per</strong>o spontaneo<br />

della coscienza. Questo lavoro deriva<br />

da una ricerca in letteratura, associata<br />

a un intervento s<strong>per</strong>imentale. La ricerca<br />

in letteratura è stata compiuta nelle<br />

principali banche dati, quali Medline,<br />

Cochrane, PEDro, PubMed. La componente<br />

s<strong>per</strong>imentale è stata realizzata nell'Unità<br />

o<strong>per</strong>ativa di terapia intensiva dell'Ospedale<br />

Santa Chiara di Trento con<br />

l'attuazione di un programma di stimolazione<br />

multisensoriale, ripreso dalla letteratura<br />

e parzialmente modificato, su<br />

tre pazienti. Il programma consisteva<br />

nell'applicazione di stimoli visivi, uditivi,<br />

sensitivi, olfattivi, gustativi, cinestesici,<br />

associati a un intervento di musicoterapia.<br />

Il trattamento, della durata di 45 minuti,<br />

veniva applicato una volta al giorno<br />

<strong>per</strong> <strong>10</strong> sedute consecutive. La valutazione<br />

dello stato di coscienza e delle risposte<br />

comportamentali è stata attuata attraverso<br />

Glasgow Coma Scale, Full Outline<br />

of Un Responsiveness, Rancho Los<br />

Amigos Scale, Coma Recovery Scale Revised,<br />

Coma Remission Scale, associate alla<br />

rilevazione dei parametri vitali e delle<br />

modificazioni comportamentali. Da tali<br />

rilevazioni, si è potuto evidenziare un<br />

graduale miglioramento del livello di coscienza<br />

nei tre pazienti nell'arco delle sedute<br />

di trattamento, così come documentato<br />

dalla progressiva e consistente<br />

modificazione dei punteggi delle diverse<br />

scale. La rivalutazione a tre mesi dalla lesione,<br />

effettuata attraverso una visita<br />

neurologica, una neuropsicologica e la<br />

compilazione della Disability Rating Scale,<br />

mostrava la <strong>per</strong>sistenza di disabilità<br />

compresa tra parziale e moderatamente<br />

severa.<br />

Da sinistra a destra:<br />

Manuela Cappuccini<br />

Luisa Benetti<br />

Enzo Tranquillini<br />

Nonostante i risultati della parte s<strong>per</strong>imentale<br />

dello studio mostrino un outcome<br />

positivo, essi non possono essere<br />

generalizzati a causa della ridotta dimensione<br />

del campione, della mancanza di<br />

un follow up a medio/lungo termine, dell'assenza<br />

di un gruppo di controllo e dell'esiguità<br />

di dati di confronto in letteratura.<br />

Anche in letteratura il ruolo della stimolazione<br />

è ampiamente discusso. Le <strong>per</strong>sistenti<br />

difficoltà metodologiche, cliniche<br />

ed etiche h<strong>anno</strong> condotto a studi ampiamente<br />

differenziati tra loro, così da rendere<br />

a tutt'oggi impossibile trarre conclusioni<br />

univoche e universali. I nuovi<br />

studi di neuroimaging potr<strong>anno</strong> forse<br />

fornire nuove conoscenze sulla neurofisiologia<br />

dello stato di coscienza e delle<br />

relative alterazioni, <strong>per</strong>mettendoci in tal<br />

modo di comprendere la reale capacità<br />

di tali pazienti di <strong>per</strong>cepire i diversi stimoli<br />

e, quindi, di identificare il ruolo di un<br />

programma di stimolazione sensoriale<br />

nella promozione del processo di recu<strong>per</strong>o<br />

della coscienza.<br />

<strong>notizie</strong><br />

00


LE RICADUTE DEL NUOVO SISTEMA<br />

DI VALUTAZIONE<br />

Marilena Nella *<br />

unità o<strong>per</strong>ativa di anestesia e rianimazione, ospedale di Trento<br />

Nei distretti Alto Garda, Ledro e Giudicarie<br />

Rendena è stato somministrato<br />

un questionario <strong>per</strong> la raccolta di<br />

informazioni sulle <strong>per</strong>cezioni dei valutati<br />

sottoposti al nuovo sistema di<br />

valutazione e sviluppo delle prestazioni<br />

introdotto nel 20<strong>10</strong> nell'APSS. Il<br />

campione di riferimento è costituito<br />

da 39 infermieri.<br />

Tramite il questionario sono stati raccolti<br />

dati sugli stati d'animo vissuti al momento<br />

del colloquio di valutazione e di assegnazione<br />

degli obiettivi e le considerazioni<br />

emerse; sono state poi indagate le <strong>per</strong>cezioni<br />

sugli effetti che il nuovo sistema<br />

ha avuto nell'ambito professionale. Di<br />

seguito le informazioni più significative<br />

che si sono rilevate:<br />

1. l'età media delle <strong>per</strong>sone che h<strong>anno</strong><br />

risposto è di 43 anni; nel 74% dei casi<br />

essi collaborano da oltre un <strong>anno</strong> con<br />

lo stesso coordinatore/valutatore;<br />

2. sono emerse alcune contraddizioni: a<br />

fronte di affermazioni che potrebbero<br />

essere giudicate non positive, quali<br />

«[…] è solo una formalità <strong>per</strong> il raggiungimento<br />

degli obiettivi della dirigenza»<br />

e «[…] dopo il colloquio non<br />

cambierà nulla», nella maggior parte<br />

dei casi gli stati d'animo vissuti nel<br />

momento della valutazione sono positivi<br />

(tranquillo, collaborativo e propositivo)<br />

e nel 59% dei casi gli obiettivi<br />

assegnati sono stati definiti <strong>per</strong>sonalizzati;<br />

3. anche <strong>per</strong> quanto riguarda la voce<br />

«assegnazione degli obiettivi» emergono<br />

dati diversi: il 28% del campione<br />

la ritiene «abbastanza responsabilizzante»,<br />

mentre il 25,6% «assolutamente<br />

non responsabilizzante»;<br />

4. <strong>per</strong> quanto riguarda la <strong>per</strong>cezione<br />

che il nuovo sistema di valutazione e<br />

sviluppo delle prestazioni possa generare<br />

miglioramenti nella qualità<br />

delle prestazioni erogate, nei comportamenti<br />

professionalizzanti, nell'impegno<br />

erogato nell'assistenza all'utente,<br />

nella disponibilità alla formazione<br />

continua e nel lavoro di<br />

equipe multidisciplinare, gli intervistati<br />

d<strong>anno</strong> di media un punteggio<br />

pari a 5 (su una scala che va da 1 a<br />

<strong>10</strong>). Si collocano, quindi, in una situazione<br />

intermedia, probabilmente giustificata<br />

dalla novità che non ha ancora<br />

consentito di misurare gli esiti<br />

effettivi.<br />

Si riportano, infine, alcune osservazioni<br />

scritte sui questionari, che sembrano<br />

sottolineare una <strong>per</strong>cezione positiva del<br />

nuovo sistema di valutazione, legato al<br />

maggior coinvolgimento e crescita professionale,<br />

con l'auspicio di un futuro riconoscimento<br />

economico dell'impegno:<br />

«rispetto al precedente sistema è indubbiamente<br />

più completo e coinvolgente»,<br />

[…] «s<strong>per</strong>iamo che rimanga anche<br />

in futuro uno strumento di crescita<br />

<strong>per</strong>sonale e professionale», […] «il principio<br />

alla base è ottimo, ma il sistema<br />

incentivante non è adeguato».<br />

* Marilena Nella ha conseguito il master<br />

in Management sanitario <strong>per</strong> le funzioni<br />

di coordinamento delle professioni sanitarie<br />

all'università IULM Milano-Feltre.<br />

34 <strong>notizie</strong>


Il volume può essere scaricato dal portale<br />

LA NUOVA GUIDA<br />

ALL'INVALIDITÀ CIVILE<br />

E ALL'HANDICAP<br />

Fabio Cembrani, Cristina Larentis e<br />

Federica Merz dell'Unità o<strong>per</strong>ativa di<br />

medicina legale dell'APSS h<strong>anno</strong> curato<br />

il volume «Invalidità civile e handicap:<br />

guida informativa <strong>per</strong> orientare<br />

la <strong>per</strong>sona disabile», edito dalla<br />

Provincia autonoma di Trento.<br />

Il volume, che aggiorna la precedente<br />

«Guida», pubblicata nel 2005, si propone<br />

di orientare la <strong>per</strong>sona disabile nel <strong>per</strong>corso<br />

finalizzato al riconoscimento dell'invalidità<br />

civile e dell'handicap con un<br />

linguaggio semplice e accessibile anche<br />

ai non addetti ai lavori.<br />

Il volume si compone di alcune distinte<br />

parti. Le prime due descrivono, rispettivamente,<br />

il <strong>per</strong>corso assistenziale finalizzato<br />

al riconoscimento dell'invalidità civile<br />

e dell'handicap, richiamando le norme<br />

di riferimento, i diritti delle <strong>per</strong>sone disabili,<br />

le modalità di presentazione della<br />

domanda e il processo valutativo. La terza<br />

parte contiene gli indirizzi utili alla <strong>per</strong>sona<br />

<strong>per</strong> presentare la domanda, <strong>per</strong> ottenere<br />

i benefici economici e le altre prestazioni<br />

assistenziali (collocamento al lavoro,<br />

fornitura protesica, agevolazioni fiscali,<br />

ecc.). La quarta parte propone il<br />

glossario dei termini tecnici utilizzati<br />

dando a essi un preciso riferimento descrittivo.<br />

Infine, nella quinta parte sono<br />

riportati in tavole sinottiche gli importi<br />

delle prestazioni economiche previste<br />

<strong>per</strong> gli invalidi civili.<br />

Alla preparazione del volume h<strong>anno</strong> contribuito<br />

anche Graziella Anesi (Coo<strong>per</strong>ativa<br />

HandiCrea), Orietta Campostrini (Agenzia<br />

provinciale <strong>per</strong> la assistenza e la<br />

previdenza integrativa) e Cristian Perini<br />

(Patronato INAS- CISL).<br />

<strong>notizie</strong><br />

35


ZUPPA DI LENTICCHIE<br />

Ingredienti<br />

250 g di lenticchie secche piccole<br />

150 g di coste<br />

80 g di sedano verde<br />

80 g di zucchine<br />

60 g di carote<br />

60 g di scalogno<br />

<strong>10</strong> g di olio extravergine d'oliva<br />

1 spicchio d'aglio<br />

1 foglia d'alloro<br />

concentrato di pomodoro qb<br />

Procedimento<br />

Mettere in ammollo le lenticchie in acqua<br />

fredda.<br />

Lavare le verdure, tagliare le coste a fette<br />

e le altre verdure a cubetti e far stufare<br />

con poco brodo vegetale e olio, uno spicchio<br />

d'aglio intero e una foglia d'alloro.<br />

Aggiungere le lenticchie scolate, coprire<br />

con del brodo vegetale, insaporire con<br />

un po' di concentrato di pomodoro e far<br />

cuocere <strong>per</strong> una quarantina di minuti a<br />

fuoco lento, rimestando di tanto in tanto.<br />

Si può servire con crostini di pane integrale.<br />

Ricetta a cura del gruppo aziendale<br />

<strong>per</strong> il progetto “Laboratori di cucina salutare”


CINEMA E SALUTE<br />

a cura di Mauro Bertoluzza<br />

Francia settentrionale, <strong>anno</strong> 1912. Séraphine è un donnone energico, che si<br />

trascina <strong>per</strong> la campagna con un carretto e con enormi sporte. Di giorno lavora<br />

come domestica nelle case dei ricchi abitanti di un paese non lontano da Parigi:<br />

dà lo straccio <strong>per</strong> terra, rassetta, lava e stira i panni sporchi degli altri. Non<br />

parla volentieri, non saluta quando se ne va. La sua vita così semplice e<br />

<strong>per</strong>ennemente in fuga rallenta solamente di fronte all'abbraccio della natura,<br />

che la riscalda, protegge, conforta. La sera, <strong>per</strong>ò, nel buio e nell'angusto della<br />

sua stanzetta si dedica anima e corpo alla pittura. Solitaria e immersa<br />

totalmente nel suo mondo, Séraphine fa un incontro che le cambierà la vita.<br />

Arriva in paese Wilhelm Uhde, noto critico d'arte, che rimane folgorato dal<br />

talento della donna e promette d'aiutarla. Il sodalizio umano e artistico tra i<br />

due viene tuttavia interrotto bruscamente dallo scoppio della prima guerra<br />

mondiale. Molti anni dopo Uhde, tornato in Francia dopo la guerra, si ricorda<br />

<strong>per</strong> caso di Séraphine e decide di puntare nuovamente su di lei. La s<strong>per</strong>anza di<br />

una nuova vita trascina Séraphine in un vortice di ossessioni e paure e la<br />

precipita nel baratro della follia.<br />

Il film biografico è ispirato al libro<br />

della psicanalista Françoise Cloarec<br />

«La vita sognata di Séraphine de<br />

Senlis (1864-1942)», che ricostruisce<br />

la vita dell'artista francese, una delle<br />

più grandi pittrici «neoprimitive»,<br />

attraverso documenti, lettere,<br />

testimonianze.<br />

Il regista Martin Provost sceglie la storia<br />

di questa piccola artista, che fa nascere i<br />

colori dalla melma del fiume, dal sangue<br />

della carne macellata, dalla cera delle<br />

candele, <strong>per</strong> costruire un delicato bozzetto<br />

naturalistico che parla insieme di<br />

arte, di natura e d'amore. Il film, modesto<br />

<strong>per</strong> quanto riguarda le scelte registiche,<br />

ha conquistato il pubblico francese,<br />

vincendo ben sette Cesar nel 2009 (tra<br />

cui quello <strong>per</strong> il miglior film e <strong>per</strong> l'interpretazione<br />

della straordinaria Yolande<br />

Moreau) forse proprio <strong>per</strong> questo suo<br />

minimalismo, che scorre sempre <strong>per</strong>fettamente<br />

in bilico tra rappresentazione<br />

pietistica e sguardo finemente oggettivo.<br />

La lentezza dei movimenti, la naturalità<br />

degli eventi, l'attenzione ai piccoli gesti,<br />

ripetuti, umili, spontanei, sembrano restituirci<br />

la semplicità della pittura di<br />

Séraphine, così primitiva, immersa nei<br />

colori, nei suoni, nella materia della natura,<br />

da cui si fa avvolgere in una totale<br />

empatia.<br />

Il regista si sofferma sull'artista al lavoro,<br />

rivelandoci quello che si nasconde dietro<br />

le porte chiuse, svelandoci l'ispirazione<br />

mistica di Séraphine, ma anche il suo<br />

rapporto fisico con la tela che riempie di<br />

forme e colori, distesi con il pennello o<br />

con le dita, senza ripensamenti o titubanze.<br />

Nella lunga inquadratura finale<br />

Séraphine, chiusa in manicomio, raggiunge<br />

una collina sulla cui cima emerge<br />

un grande albero. Seduta all'ombra dei<br />

«Credo che esistano possibilità<br />

che la malattia,<br />

in particolare quella psichica,<br />

possa creare condizioni<br />

di peculiare <strong>per</strong>cezione della realtà.<br />

In fondo che cos'è la follia?<br />

È una costruzione della realtà<br />

come avrebbe dovuto essere e non è.<br />

Risponde forse anche a desideri<br />

di costrutti emozionali<br />

di realtà inesistenti,<br />

ma <strong>per</strong>cepibili soggettivamente».<br />

(Alda Merini)<br />

suoi rami, Séraphine è finalmente pronta<br />

a riprendersi la vita, a porsi di nuovo in<br />

sintonia con la natura, senza più affanni<br />

né fatiche e paure. Attraverso queste immagini<br />

il regista tenta di restituire lo spirito<br />

di un'artista e liberarla dall'oblio in<br />

cui il destino e la storia l'avevano ingiustamente<br />

relegata.<br />

Sul rapporto tra arte e follia consiglio anche<br />

la visione del film «Un angelo alla<br />

mia tavola» (1990) di Jane Campion, sulla<br />

biografia della scrittrice neozelandese<br />

Janet Frame, introversa e solitaria, che<br />

dopo otto anni di manicomio, <strong>per</strong>ché<br />

considerata schizofrenica, si salva dalla<br />

lobotomia solo grazie a un premio letterario<br />

ottenuto con una sua pubblicazione.<br />

Interessante anche il film di Ed Harris<br />

«Pollock» (2000) sulla breve e tormentata<br />

vita (inclinazione all'alcol e all'autodistruzione)<br />

del pittore Jackson Pollock, il<br />

principale esponente dell'action painting,<br />

caratterizzata dal dripping (sgocciolamento<br />

dei colori sulla tela).<br />

Séraphine<br />

Nazione Francia, Belgio,<br />

Germania Anno 2008<br />

Genere Drammatico Durata<br />

125 min. Regia Martin<br />

Provost Interpreti Yolande<br />

Moreau, Ulrich Tukur, Anne<br />

Bennent, Geneviève Mnich,<br />

Nico Rogner, Adélaïde<br />

Leroux, Serge Larivière,<br />

Françoise Lebrun, Jean-<br />

Pascal Abribat, Anne<br />

Benoît, Sandrine Bodenes,<br />

Léna Breban, Rosine Favey,<br />

Serge Gaborieau, Hélène<br />

Hardouin, Francis Lacloche,<br />

Josette Ménard,<br />

Dominique Pozzetto,<br />

Sophie Raive, Muriel Riou<br />

Distribuzione Onemovie<br />

Data di uscita 22/<strong>10</strong>/20<strong>10</strong>


<strong>Azienda</strong> provinciale <strong>per</strong> i servizi sanitari<br />

Provincia autonoma di Trento<br />

Via Degas<strong>per</strong>i 79, Trento<br />

Tel. 0461 904111 / 0461 904131<br />

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