apss notizie, n. 1, anno 10 - Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari
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<strong>notizie</strong><br />
Numero 1 | Anno <strong>10</strong> | Marzo 2011 | Trimestrale Poste Italiane spa | Spedizione in Abbonamento Postale | 70% | CNS Trento | Taxe Percue<br />
<strong>Azienda</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> <strong>Sanitari</strong><br />
ALL'INTERNO | IL NUOVO CARCERE A SPINI DI GARDOLO E L'ASSISTENZA SANITARIA DELL'APSS<br />
LA RIORGANIZZAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO | PER.LA 3.0 IL FUTURO È INIZIATO | FACCIA A<br />
FACCIA: DUE CHIRURGHI A CONFRONTO | CINEMA E SALUTE | E MOLTO ALTRO...
APSS NOTIZIE<br />
PERIODICO D'INFORMAZIONE<br />
DIREZIONE E REDAZIONE<br />
<strong>Azienda</strong> provinciale <strong>per</strong> i servizi sanitari<br />
Provincia autonoma di Trento<br />
Via Degas<strong>per</strong>i 79 - Trento<br />
www.<strong>apss</strong>.tn.it<br />
Tel. 0461 904111 / 0461 904131<br />
Tel. 0461 902920 / 0461 904171<br />
Fax 0461 902909<br />
<strong>apss</strong><strong>notizie</strong>@<strong>apss</strong>.tn.it<br />
Iscrizione al registro stampe del Tribunale<br />
di Trento n. 1112 del 30 gennaio 2002<br />
DIRETTORE EDITORIALE<br />
Luciano Flor<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Stefano Bertoni<br />
REDAZIONE<br />
Luciano Bocchi, Renata Brolis, Orazio Caffo,<br />
Sandra Chighizola, Roberta Corazza,<br />
Maurizio Del Greco, Davide Donner,<br />
Barbara Gas<strong>per</strong>ini, Annamaria Guarnier,<br />
Lorenza Lenzi, Angelo Cesare Passerini,<br />
Franca Refatti, Silvia Romani, Lucia Sabbadin,<br />
Adrianne Segata, Bruno Zanon<br />
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO<br />
Luisa Benedetti, Mauro Bertoluzza,<br />
Manuele Cappuccini, Fabio Cembrani,<br />
Maura De Bon, Annunziata Di Palma,<br />
Pirous Fateh-Moghadam, Laura Ferrari,<br />
Giorgio Folgheraiter, Paola Maccani,<br />
Amelia Marzano, Marilena Nella, Fabio Pederzini,<br />
Marisa Piffer, Claudio Ramponi, Enzo Tranquillini,<br />
Federica Trotter, Sara Turato, il team del polo<br />
universitario delle professioni sanitarie<br />
FOTOGRAFIE<br />
Ufficio stampa APSS<br />
Le fotografie del nuovo carcere a Spini di Gardolo<br />
a pagina 9 sono di Massimo Zarucco - Archivio ufficio<br />
stampa Pat.<br />
GRAFICA E IMPAGINAZIONE<br />
Verba Volant - Trento<br />
AD Giuseppe Marchi<br />
STAMPA<br />
Litotipografia Alcione<br />
Via Galileo Galilei, 47 - Lavis (TN)<br />
TITOLARE DEL TRATTAMENTO DATI<br />
(D.Lgs. 196/2003) Luciano Flor
USIAMO QUESTO GIORNALE<br />
PER MIGLIORARE<br />
Stefano Bertoni<br />
direttore responsabile di «APSS Notizie»<br />
«APSS Notizie» compie dieci anni. Di<br />
strada ne è stata fatta dal primo numero<br />
(<strong>per</strong> gli storiografi, gli appassionati<br />
e <strong>per</strong> i semplici curiosi ricordo<br />
che tutti i numeri sono disponibili online<br />
nella sezione dell'ufficio stampa<br />
di www.<strong>apss</strong>.tn.it).<br />
I contenuti sono stati migliorati, l'approccio<br />
ai temi è diventato sempre più informativo,<br />
le porte si sono a<strong>per</strong>te sempre di<br />
più a un approccio il più possibile completo<br />
a tutte le realtà dell'APSS. A completamento<br />
di quest'o<strong>per</strong>azione, abbiamo<br />
anche cambiato il formato e l'impianto<br />
grafico, che riscuotono entrambi un<br />
gradimento diffuso.<br />
L'intento mio e di tutta la redazione, <strong>per</strong>ò,<br />
non cambia. La voglia - il bisogno, direi<br />
- è di aumentare il colloquio con tutti<br />
voi, voi che siete i lettori, voi che siete la<br />
parte vitale di questa azienda. Quello che<br />
stiamo cercando di fare (s<strong>per</strong>o sempre<br />
nel migliore dei modi possibili) è di avere<br />
un sempre maggiore contributo da voi<br />
che vi trovate la rivista tra le mani, la leggete,<br />
la sfogliate, oppure la consultate<br />
online. Questo giornale, che - ci tengo a<br />
ricordarlo - appartiene a tutti, viene fatto<br />
sempre con grande fatica, con responsabilità<br />
nei confronti di chi lo legge e lo paga<br />
e con l'obiettivo finale di realizzare un<br />
circolo virtuoso della comunicazione. Bisogna<br />
anche dire che le richieste che provengono<br />
da enti o privati cittadini di ricevere<br />
la rivista ci d<strong>anno</strong> un ritorno di<br />
quanto questo lavoro sia apprezzato anche<br />
da chi non appartiene all'APSS.<br />
L'azienda <strong>per</strong> la quale lavoriamo è una<br />
macchina complessa. È composta da o-<br />
spedali, distretti, strutture amministrative<br />
che h<strong>anno</strong>, come si dice spesso, a<br />
cuore la centralità del paziente. Questo è<br />
un effetto finale, che si concretizza solo<br />
nel momento in cui siamo tutti a conoscenza<br />
della sua struttura, di come si articola,<br />
di quali sono le sue caratteristiche<br />
organizzative e gestionali. Insomma, il<br />
giornale serve anche a questo: a farci sa<strong>per</strong>e<br />
in che punto ci collochiamo nell'azienda,<br />
quali sono le <strong>per</strong>sone con le quali<br />
dobbiamo lavorare e con le quali interagire<br />
a vario titolo.<br />
Una maggiore consapevolezza si ottiene<br />
leggendo. Facciamo tutti uno sforzo: che<br />
le parole scritte su questo giornale non<br />
siano come bolle di sapone, ma che cadano<br />
come gocce di pioggia su un terreno<br />
fertile, pronto a dare i suoi frutti.<br />
<strong>notizie</strong><br />
01
SOMMARIO<br />
04 INDIRIZZI E DIRETTIVE PER L'APSS<br />
06 RESPONSABILI DI INDIRIZZI E DIRETTIVE<br />
07 L'ASSISTENZA SANITARIA AI DETENUTI PASSA ALL'AZIENDA<br />
09 AL PRONTO SOCCORSO DI TRENTO È AFFIDATA LA GESTIONE DELLE CURE<br />
<strong>10</strong> LA NUOVA CASA CIRCONDARIALE DI SPINI DI GARDOLO<br />
11 LA RIORGANIZZAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO DI TRENTO<br />
14 IL PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO<br />
15 EMERGENZA PEDIATRICA: UNA FORMAZIONE EFFICACE DI MASSA<br />
16 [formazione] ANALISI DEI FABBISOGNI: ISTRUZIONI PER L'USO<br />
18 PER.LA 3.0, IL FUTURO È INIZIATO<br />
20 IL RUOLO DEI MEDICI E DEGLI OPERATORI SANITARI NELLA PROMOZIONE DELLA SALUTE<br />
E NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE<br />
22 LA CURA DELL'ORGANIZZAZIONE CHE CURA<br />
24 MODI D'INTERPRETARE LA VITA: CONTINUA LA QUERELLE<br />
28 EN GARDE!<br />
28 I FACCIA A FACCIA: DUE CHIRURGHI A CONFRONTO<br />
30 POLO UNIVERSITARIO DELLE PROFESSIONI SANITARIE<br />
33 [buone pratiche] UN ESEMPIO DI «BUONA PRATICA»<br />
PER I PAZIENTI IN COMA POST TRAUMATICO<br />
34 LE RICADUTE DEL NUOVO SISTEMA DI VALUTAZIONE<br />
35 LA NUOVA GUIDA ALL'INVALIDITÀ CIVILE E ALL'HANDICAP<br />
36 LA RICETTA SALUTARE<br />
37 CINEMA E SALUTE<br />
<strong>notizie</strong><br />
03
INDIRIZZI E DIRETTIVE<br />
PER L'APSS<br />
Stefano Bertoni<br />
direttore responsabile di «APSS Notizie»<br />
La Giunta provinciale ha da poco approvato<br />
- contestualmente al Programma<br />
di attività 2011 dell'APSS,<br />
anche gli indirizzi e le direttive <strong>per</strong><br />
l'<strong>anno</strong> 2011.<br />
Indirizzi e direttive sono così definiti.<br />
AREA DELL'INTEGRAZIONE<br />
SOCIOSANITARIA<br />
1) Definizione, d'intesa con la Provincia,<br />
dei modelli organizzativi e dei <strong>per</strong>corsi<br />
clinici assistenziali <strong>per</strong> ottimizzare il passaggio<br />
in gestione all'APSS, dal 1° gennaio<br />
2012, delle seguenti attività dell'area<br />
sociosanitaria:<br />
A. ADI (assistenza domiciliare integrata);<br />
B. ADI cure palliative;<br />
C. accompagnamento <strong>per</strong> instaurazione<br />
rapporto di lavoro con assistenti<br />
familiari;<br />
D. centri diurni <strong>per</strong> anziani;<br />
E. centri diurni socio riabilitativi <strong>per</strong> disabili;<br />
F. comunità sociosanitarie <strong>per</strong> minori<br />
con patologie psichiatriche;<br />
G. comunità sociosanitarie <strong>per</strong> adulti<br />
con patologie psichiatriche;<br />
H. servizio trasporto infermi <strong>per</strong> soggetti<br />
affetti da nefropatia cronica o sottoposti<br />
a trapianto renale;<br />
I. contributo spese riscaldamento a favore<br />
dei soggetti affetti da nefropatia<br />
cronica;<br />
J. rimborso spese forfettario <strong>per</strong> dialisi<br />
domiciliare e <strong>per</strong>itoneale;<br />
K. rimborso spese trasporto <strong>per</strong> soggetti<br />
affetti da nefropatie croniche o sottoposti<br />
a trapianto renale;<br />
L. rimborso spese forfettario <strong>per</strong> soggetti<br />
affetti da particolari patologie;<br />
M. rimborso <strong>per</strong> soggiorni <strong>per</strong> cure climatiche<br />
e termali;<br />
N. assegno di cura.<br />
2) Individuazione, d'intesa con la Provincia,<br />
delle caratteristiche delle <strong>per</strong>sone o-<br />
spiti dei centri residenziali <strong>per</strong> disabili<br />
Don Ziglio, Villa Maria e Casa Serena, di<br />
<strong>per</strong>corsi codificati <strong>per</strong> l'accesso e la presa<br />
in carico, nonché delle caratteristiche e<br />
dei costi dei servizi erogati.<br />
ASSISTENZA ODONTOIATRICA<br />
Definizione, entro il 30 giugno 2011, di<br />
un'architettura del sistema informativo<br />
territoriale (modulo odontoiatria) idonea<br />
a identificare degli standard di riferimento<br />
e a una confrontabilità delle attività<br />
di assistenza odontoiatrica svolte<br />
dall'APSS direttamente (con le proprie u-<br />
nità o<strong>per</strong>ative e/o tramite medici specialisti<br />
convenzionati interni) rispetto alle<br />
attività svolte da soggetti convenzionati.<br />
ASSISTENZA NEONATALE<br />
Raggiungimento, entro l'<strong>anno</strong>, di un assetto<br />
organizzativo idoneo a utilizzare gli<br />
spazi apprestati all'interno dell'Unità o-<br />
<strong>per</strong>ativa di neonatologia, anche al fine di<br />
una tendenziale riduzione della necessità<br />
di trasferire neonati con patologie<br />
neonatali in ospedali fuori provincia.<br />
ASSISTENZA NEFROLOGICA<br />
Incremento, all'interno degli ospedali<br />
che possiedono letti <strong>per</strong> dialisi con capa-<br />
cità produttiva inutilizzata, dell'arruolamento<br />
e dell'accesso di <strong>per</strong>sone che richiedono<br />
il servizio di dialisi in occasione<br />
di soggiorni / vacanze.<br />
ASSISTENZA FARMACEUTICA<br />
Supporto alla Provincia nella definizione<br />
del progetto di creazione di meccanismi<br />
incentivanti la prescrizione di farmaci e-<br />
quivalenti; monitoraggio sull'effettiva realizzazione<br />
del progetto medesimo; attività<br />
di ausilio, di raccomandazione e d'informazione<br />
indipendente nei confronti<br />
dei medici prescrittori.<br />
ASSISTENZA SPECIALISTICA<br />
Predisposizione, entro il 30 giugno 2011,<br />
di un progetto di razionalizzazione delle<br />
convenzioni esterne <strong>per</strong> radiologia diagnostica<br />
e laboratorio. Tale progetto deve<br />
evidenziare, in particolare, i costi (sia<br />
correnti sia d'investimento) e i benefici di<br />
un'eventuale «internalizzazione» parziale<br />
o totale di tali attività, rispetto ai costi<br />
attuali derivanti dalle suddette convenzioni.<br />
ATTIVAZIONE DI NUOVE FUNZIONI<br />
MESSA A REGIME DI FUNZIONI<br />
ESISTENTI<br />
Messa a regime, entro l'<strong>anno</strong>, dell'assetto<br />
organizzativo previsto <strong>per</strong> l'Unità o<strong>per</strong>ativa<br />
di cardiochirurgia dell'ospedale<br />
Santa Chiara di Trento. Piena o<strong>per</strong>atività<br />
del modello organizzativo definito <strong>per</strong><br />
l'assistenza sanitaria penitenziaria nel<br />
nuovo carcere di Spini di Gardolo. Messa<br />
a regime, entro l'<strong>anno</strong>, dell'assetto orga-<br />
04 <strong>notizie</strong>
nizzativo programmato <strong>per</strong> l'osservazione<br />
breve di pronto soccorso dell'ospedale<br />
Santa Chiara. Prosecuzione del programma<br />
di potenziamento dell'attività<br />
del Centro di procreazione medicalmente<br />
assistita di Arco, secondo quanto previsto<br />
dall'obiettivo provinciale n. 3/20<strong>10</strong>,<br />
al fine di aumentare, nel 2011, il numero<br />
dei cicli di secondo livello effettuati e<br />
<strong>per</strong>venire, a fine 2012, al raggiungimento<br />
del parametro di riferimento provinciale<br />
di 500 cicli di secondo livello / <strong>anno</strong>.<br />
Piena integrazione, nella rete delle cure<br />
palliative, della nuova struttura hospice<br />
in corso di completamento presso la RSA<br />
di Mori di Trento.<br />
ADI - ADICP - CURE PALLIATIVE<br />
PEDIATRICHE<br />
Integrazione, entro il 31 marzo 2011, della<br />
relazione informativa sull'assistenza<br />
domiciliare, e in particolare sull'ADI, con<br />
ulteriori informazioni su: riclassificazione<br />
delle prestazioni secondo la classificazione<br />
NSIS; differenze qualitative e quantitative<br />
fra i distretti; modalità di integrazione<br />
con il servizio di assistenza domiciliare<br />
gestito dalle comunità; costi delle<br />
diverse tipologie di servizio.<br />
Definizione, su direttiva della Provincia,<br />
di un programma di potenziamento progressivo<br />
dell'ADI - ADICP destinata alla<br />
popolazione di oltre 65 anni, al fine di<br />
<strong>per</strong>venire, nell'arco di cinque anni e tenuto<br />
conto della elevata presenza di posti<br />
letto in residenze sanitarie assistenziali,<br />
al gold standard tra le regioni italiane.<br />
Attuazione, su direttiva della Provincia,<br />
di un programma di potenziamento<br />
delle cure palliative pediatriche.<br />
RETE PER LA TERAPIA DEL DOLORE<br />
Realizzazione di un progetto s<strong>per</strong>imentale<br />
di rete <strong>per</strong> la terapia del dolore, ai<br />
sensi della legge 15 marzo 20<strong>10</strong>, n. 38,<br />
secondo le caratteristiche definite con<br />
deliberazione della Giunta provinciale.<br />
COMPLETAMENTO OBIETTIVI ANNUALI<br />
SPECIFICI 2009<br />
Completamento delle attività previste<br />
nell'ambito dell'obiettivo PAT 3/2009 «Allergie<br />
e intolleranze alimentari - Rete allergologica<br />
provinciale». Completamento<br />
della messa a regime dell'obiettivo PAT<br />
9/2009 «Sepsi ospedaliera - Sorveglianza<br />
e terapia». Completamento della messa a<br />
regime dell'obiettivo PAT 11/2009 «Linee<br />
guida - Adozione o<strong>per</strong>ativa e meccanismi<br />
di verifica», con particolare riferimento<br />
alla strutturazione di un sistema di monitoraggio<br />
delle linee guida e dei <strong>per</strong>corsi<br />
assistenziali che ne dimostri il grado di<br />
implementazione.<br />
COMUNICAZIONE AL CITTADINO<br />
Realizzazione di un numero unico (verde)<br />
<strong>per</strong> informazioni telefoniche sull'accesso<br />
ai servizi 7 giorni su 7.<br />
ISTITUZIONE DELLA «BREAST UNIT<br />
PROVINCIALE»<br />
Realizzazione, entro il 30 giugno 2011, di<br />
quanto previsto dall'ordine del giorno<br />
del Consiglio provinciale n. 86 di data 17<br />
dicembre 2009 - Istituzione della «Breast<br />
unit provinciale».
RESPONSABILI DI INDIRIZZI E DIRETTIVE PAT PER IL 2011<br />
AREA DELL'INTEGRAZIONE<br />
SOCIOSANITARIA<br />
Daniela Zanon (Punti 1A, 1B, 1C, 1D,<br />
1E)<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di assistenza primaria,<br />
Distretto Non e Sole - Direzione <strong>per</strong><br />
l'integrazione sociosanitaria<br />
Michela Agrimi (Punto 1F)<br />
Neuropsichiatria infantile - Direzione <strong>per</strong><br />
l'integrazione sociosanitaria<br />
Alfredo Vivaldelli (Punti 1G)<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di psichiatria 4, Distretto<br />
Vallagarina - Direzione <strong>per</strong> l'integrazione<br />
sociosanitaria<br />
Enrico Campregher (Punti 1H, 1I,<br />
1J, 1K, 1L, 1M, 1N)<br />
<strong>Servizi</strong>o prestazioni e rapporti con<br />
soggetti accreditati - Direzione <strong>per</strong><br />
l'integrazione sociosanitaria<br />
Simona Sforzin (Punto 2)<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di assistenza primaria,<br />
Distretto di Trento - Direzione <strong>per</strong> l'integrazione<br />
sociosanitaria<br />
ASSISTENZA ODONTOIATRICA<br />
Michela Monterosso<br />
Assistenza ospedaliera - Direzione<br />
sanitaria<br />
Leonardo Sartori<br />
<strong>Servizi</strong>o sistemi informativi - Direzione<br />
sanitaria<br />
ASSISTENZA NEONATALE<br />
Fernando Ianeselli<br />
Direzione medica - Ospedale di Trento,<br />
Direzione sanitaria<br />
ASSISTENZA NEFROLOGICA<br />
Giuliano Brunori<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di nefrologia - Ospedale<br />
di Trento, Direzione sanitaria<br />
ASSISTENZA FARMACEUTICA<br />
Riccardo Roni<br />
<strong>Servizi</strong>o farmaceutico - Direzione sanitaria<br />
ASSISTENZA SPECIALISTICA<br />
Enrico Campregher<br />
<strong>Servizi</strong>o prestazioni e rapporti con<br />
soggetti accreditati - Direzione sanitaria<br />
ATTIVAZIONE NUOVE FUNZIONI<br />
MESSA A REGIME DI FUNZIONI<br />
ESISTENTI<br />
Fernando Ianeselli (Punti 7A, 7C)<br />
Direzione medica, Ospedale di Trento<br />
Direzione sanitaria<br />
Claudio Ramponi (Punto 7B, 7C)<br />
Pronto soccorso, Ospedale di Trento<br />
Direzione sanitaria<br />
Luca Fabbri (Punto 7D)<br />
Direzione medica, Ospedale di Arco<br />
Direzione sanitaria<br />
Giuliano Mariotti (Punto 7E)<br />
Direttore AOF (Distretto Vallagarina e<br />
Ospedale di Rovereto) - Direzione<br />
sanitaria<br />
ADI - ADICP - CURE PALLIATIVE<br />
PEDIATRICHE<br />
Arrigo Andrenacci (Punto 8A)<br />
Assistenza distrettuale - Direzione <strong>per</strong><br />
l'integrazione sociosanitaria<br />
Daniela Zanon (Punto 8B)<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di assistenza primaria,<br />
Distretto Non e Sole - Direzione <strong>per</strong><br />
l'integrazione sociosanitaria<br />
Annunziata Di Palma (Punto 8C)<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria, Ospedale di<br />
Trento - Direzione <strong>per</strong> l'integrazione<br />
sociosanitaria<br />
Erm<strong>anno</strong> Baldo (Punto 8C)<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria, Ospedale di<br />
Rovereto - Direzione <strong>per</strong> l'integrazione<br />
sociosanitaria<br />
RETE PER LA TERAPIA DEL DOLORE<br />
Michela Monterosso<br />
Assistenza ospedaliera - Direzione <strong>per</strong><br />
l'integrazione sociosanitaria<br />
COMPLETAMENTO OBIETTIVI ANNUALI<br />
SPECIFICI 2009<br />
Romano Nardelli (Punto <strong>10</strong>A, Rete<br />
allergologica provinciale - adulti)<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di pneumologia,<br />
Ospedale di Arco - Direzione sanitaria<br />
Erm<strong>anno</strong> Baldo (Punto <strong>10</strong>A, Rete<br />
allergologica provinciale - pediatrica)<br />
Unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria, Ospedale di<br />
Rovereto - Direzione sanitaria<br />
Luca Fabbri (Punto <strong>10</strong>B, sepsi<br />
ospedaliera - Sorveglianza e terapia)<br />
Direzione medica, Ospedale di Arco -<br />
Direzione sanitaria<br />
Valter Dapor (Punto <strong>10</strong>B, sepsi o-<br />
spedaliera - Sorveglianza e terapia)<br />
<strong>Servizi</strong>o sistemi informativi, Ospedale di<br />
Rovereto - Direzione sanitaria<br />
Giuliano Mariotti (Punto <strong>10</strong>C, linee<br />
guida - Adozione o<strong>per</strong>ativa e meccanismi<br />
di verifica)<br />
Direttore AOF, Distretto Vallagarina e<br />
Ospedale di Rovereto - Direzione sanitaria<br />
COMUNICAZIONE AL CITTADINO<br />
(numero verde)<br />
Sandra Chighizola<br />
Ufficio stampa - Direzione generale<br />
ISTITUZIONE DELLA «BREAST UNIT<br />
PROVINCIALE»<br />
Fernando Ianeselli<br />
Direzione medica, Ospedale di Trento -<br />
Direzione sanitaria<br />
06 <strong>notizie</strong>
L'ASSISTENZA SANITARIA<br />
AI DETENUTI PASSA ALL'AZIENDA<br />
Sara ............... Turato<br />
.........................................................<br />
servizio gestione risorse umane<br />
Il 17 febbraio scorso è entrato in vigore<br />
il Decreto legislativo 19 novembre<br />
20<strong>10</strong>, n. 52 che ha come oggetto<br />
«Norme di attuazione dello<br />
Statuto speciale della regione autonoma<br />
Trentino-Alto Adige concernente<br />
disposizioni in materia di assistenza<br />
sanitaria ai detenuti e agli internati<br />
negli istituti penitenziari» e<br />
che trasferisce queste funzioni alle<br />
province autonome di Trento e di<br />
Bolzano <strong>per</strong> poter garantire ai detenuti<br />
l'erogazione di efficaci e appropriate<br />
prestazioni di prevenzione,<br />
diagnosi, cura e riabilitazione.<br />
La disposizione è una delle ultime tappe<br />
di un lungo <strong>per</strong>corso, prima di ripensamento<br />
e quindi di revisione, del sistema<br />
precedente, dove il diritto alla salute dell'individuo<br />
recluso veniva garantito nell'ambito<br />
della disciplina «speciale» propria<br />
dell'ordinamento penitenziario e,<br />
come tale, organizzato dal Ministero della<br />
giustizia e dall'amministrazione penitenziaria.<br />
L'art. 11, comma 1 della legge 26 luglio<br />
1975, n. 354 disponeva che «[…] ogni<br />
istituto penitenziario è dotato di servizio<br />
medico e di servizio farmaceutico rispondenti<br />
alle esigenze profilattiche e di cura<br />
della salute dei detenuti e degli internati;<br />
dispone, inoltre, dell'o<strong>per</strong>a di almeno<br />
uno specialista in psichiatria». La norma<br />
proseguiva, quindi, individuando alcune<br />
specifiche prestazioni e attività: la visita<br />
all'ingresso, la visita <strong>per</strong>iodica, l'adozione<br />
di misure di isolamento nel caso di<br />
malattie contagiose, la particolare assistenza<br />
da prestare alle detenute madri e<br />
ai loro figli. Promuoveva quindi la collaborazione<br />
con i servizi pubblici sanitari<br />
locali. Tutte le attività mediche e infermieristiche<br />
erano garantite da <strong>per</strong>sonale<br />
appartenente al ruolo dell'amministrazione<br />
penitenziaria e da <strong>per</strong>sonale non di<br />
ruolo, qualificato come «incaricato» da<br />
una norma degli anni settanta che detta -<br />
negli anni in cui l'impiego nell'amministrazione<br />
non era che pubblico - una disciplina<br />
del tutto speciale, istituendo un<br />
rapporto di lavoro sui generis.<br />
Soprattutto a seguito dell'istituzione del<br />
<strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale, si è intensificato<br />
il dibattito sulla legittimità e l'opportunità<br />
della sanità penitenziaria: da<br />
un lato, un'assistenza «diversa» risultava<br />
stridente con l'affermazione del principio<br />
di uguaglianza «di tutta la popolazione<br />
senza distinzioni di condizioni individuali<br />
o sociali», dall'altro, in nome di<br />
un'uguaglianza di tipo «sostanziale», che<br />
tenga cioè in debito conto il contesto<br />
che, di fatto, condiziona la tutela della<br />
salute in carcere, appariva quantomeno<br />
improprio ignorare il valore aggiunto del<br />
sistema e delle <strong>per</strong>sone che in questo<br />
ambiente si erano formate e specializzate.<br />
Nel 1992, l'<strong>anno</strong> della riforma sanitaria,<br />
la sanità penitenziaria prosegue lungo il<br />
solco della specialità, ma il servizio sanitario<br />
penitenziario viene innovato in<br />
un'ottica di maggiore programmazione e<br />
avvicinamento al <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale:<br />
le attività dell'istituto penitenziario<br />
vengono raggruppate in aree in base<br />
ai propri fini istituzionali, viene individuata<br />
una specifica area sanitaria e puntualmente<br />
organizzata in livelli di assistenza<br />
commisurati alla dimensione della<br />
struttura; questo conduce, in alcuni<br />
contesti, all'istituzione di un'unità o<strong>per</strong>ativa<br />
di sanità penitenziaria regionale, con<br />
funzioni di coordinamento, pianificazione,<br />
attuazione dei programmi e verifica<br />
dei risultati, potenziamento dei servizi<br />
mediante forme di integrazione con il<br />
<strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale e i servizi<br />
sociali territoriali.<br />
Ma è solo con la cosiddetta riforma sanitaria<br />
ter, che ha preso le mosse dalla legge<br />
delega 30 novembre 1998, n. 419, che<br />
al Governo viene demandato di riordinare<br />
la medicina penitenziaria nel rispetto<br />
di alcuni principi fondamentali, tra i quali<br />
il progressivo inserimento, preceduto da<br />
s<strong>per</strong>imentazione di modelli organizzativi,<br />
nell'ambito del <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale,<br />
di <strong>per</strong>sonale e strutture dell'am-<br />
<strong>notizie</strong><br />
07
ministrazione penitenziaria e l'organizzazione<br />
di un'attività specifica che garantisca<br />
un livello di prestazioni di assistenza<br />
sanitaria adeguato alle peculiari condizioni<br />
di detenzione.<br />
Il decreto legislativo 22 giugno 1999, n.<br />
230, attuativo della delega, afferma<br />
quindi il diritto alla salute dei detenuti e<br />
degli internati «al pari dei cittadini in stato<br />
di libertà», in base alla pianificazione<br />
sanitaria nazionale, assicurato da livelli di<br />
prestazioni analoghi, azioni di protezione,<br />
informazione ed educazione, informazioni<br />
complete sul proprio stato di<br />
salute, prevenzione, cura e sostegno del<br />
disagio psichico e sociale, assistenza della<br />
gravidanza e della maternità, assistenza<br />
pediatrica idonea a evitare pregiudizi<br />
alla crescita equilibrata e allo sviluppo<br />
della <strong>per</strong>sonalità. Ogni azienda, nel cui<br />
ambito è ubicato un istituto penitenziario,<br />
adotta un'apposita carta dei servizi<br />
sanitari <strong>per</strong> i detenuti e gli internati.<br />
È quindi prevista una fase s<strong>per</strong>imentale<br />
in cui vengono immediatamente trasferite<br />
al <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale le funzioni<br />
riferite ai soli settori della prevenzione<br />
e dell'assistenza ai detenuti e agli<br />
internati tossicodipendenti, il relativo<br />
<strong>per</strong>sonale, le attrezzature, gli arredi e gli<br />
altri beni strumentali. Le restanti funzioni<br />
vengono gradualmente trasferite, in<br />
forma s<strong>per</strong>imentale, a tre regioni, Toscana,<br />
Lazio e Puglia, cui si aggiunger<strong>anno</strong> in<br />
seguito Emilia Romagna, Molise e Campania.<br />
L'attuazione del trasferimento <strong>per</strong> le regioni<br />
a statuto speciale e le province autonome<br />
di Trento e di Bolzano viene demandata<br />
all'adozione di norme di attuazione<br />
dei rispettivi statuti.<br />
La fase s<strong>per</strong>imentale <strong>per</strong> le regioni a statuto<br />
ordinario si è chiusa nel 2008, mentre<br />
la norma attuativa dello Statuto, come<br />
abbiamo visto, è stata adottata solo<br />
alla fine dell'<strong>anno</strong> scorso e inserita nelle<br />
direttive che la Provincia ha dato all'APSS<br />
<strong>per</strong> il 2011, tenuto conto anche della coincidenza<br />
con l'a<strong>per</strong>tura del nuovo carcere<br />
(«piena o<strong>per</strong>atività del modello organizzativo<br />
definito <strong>per</strong> l'assistenza sanitaria<br />
penitenziaria nel nuovo carcere di<br />
Spini di Gardolo»). Successivamente, la<br />
Provincia ha puntualizzato e definito le<br />
nuove competenze, definendo gli adempimenti<br />
e le funzioni che spettano all'APSS:<br />
garantire alle <strong>per</strong>sone in carcere le prestazioni<br />
di prevenzione, diagnosi, cura<br />
e riabilitazione previste nei livelli essenziali<br />
e uniformi di assistenza;<br />
redigere la Carta dei servizi sanitari da<br />
garantire all'interno degli istituti penitenziari;<br />
attuare il modello organizzativo aziendale<br />
<strong>per</strong> la tutela della salute in ambito<br />
penitenziario nel rispetto delle indicazioni<br />
di massima recate dalle disposizioni<br />
statali;<br />
prendere in carico attrezzature, arredi<br />
e beni strumentali afferenti alle attività<br />
sanitarie di proprietà del Ministero<br />
della giustizia; stipulare un'apposita<br />
convenzione con l'amministrazione<br />
penitenziaria <strong>per</strong> l'uso a titolo gratuito<br />
dei locali;<br />
prendere in carico il <strong>per</strong>sonale dipendente<br />
con rapporto di lavoro a tempo<br />
indeterminato e le convenzioni e i contratti<br />
a tempo determinato che, <strong>per</strong><br />
garantire la necessaria continuità al<br />
servizio, sono stati prorogati al 16 febbraio<br />
2012, salva scadenza naturale se<br />
successiva;<br />
garantire continuità all'assistenza sanitaria<br />
psicologica stipulando apposite<br />
convenzioni non onerose con il Ministero<br />
della giustizia;<br />
assicurare, nel rispetto delle norme di<br />
sicurezza definite d'intesa tra la Provincia<br />
autonoma di Trento e l'amministrazione<br />
penitenziaria, il necessario coordinamento<br />
tra servizi sanitari, amministrazione<br />
penitenziaria e giustizia minorile.<br />
08 <strong>notizie</strong>
AL PRONTO SOCCORSO DI TRENTO<br />
È AFFIDATA LA GESTIONE DELLE CURE<br />
L'incarico di gestire l'assistenza sanitaria<br />
dei detenuti è stato assegnato<br />
all'Unità o<strong>per</strong>ativa di medicina d'urgenza<br />
e pronto soccorso dell'ospedale<br />
Santa Chiara di Trento.<br />
Nel primo <strong>per</strong>iodo, il <strong>per</strong>sonale medico<br />
del pronto soccorso integrerà quello già<br />
in servizio nel carcere, al quale sono stati<br />
prorogati fino a febbraio 2012 i contratti<br />
a tempo determinato; in seguito se ne farà<br />
carico completamente, mediante l'acquisizione<br />
di ulteriore <strong>per</strong>sonale medico.<br />
Per quanto riguarda il <strong>per</strong>sonale infermieristico,<br />
da oltre un <strong>anno</strong> l'APSS sta<br />
fornendo <strong>per</strong>sonale proprio <strong>per</strong> integrare<br />
quello dipendente dal carcere. Se inizialmente<br />
era stato assegnato dall'azienda<br />
sanitaria <strong>per</strong>sonale a tempo determinato,<br />
ora si sta incardinando <strong>per</strong>sonale in<br />
ruolo. Fin da subito si è ritenuto importante<br />
selezionare il <strong>per</strong>sonale secondo<br />
criteri di competenza e attitudine, vista la<br />
delicatezza e la complessità dell'ambiente<br />
carcerario. È stato emesso un bando di<br />
avviso interno, rivolto a tutti gli infermieri<br />
dell'azienda, <strong>per</strong> identificare le <strong>per</strong>sone<br />
più competenti e motivate, disponibili a<br />
<strong>per</strong>correre questa es<strong>per</strong>ienza. È comunque<br />
garantita una ricollocazione <strong>per</strong> coloro<br />
che decidessero di concludere questa<br />
es<strong>per</strong>ienza. Attualmente, sono assegnati<br />
o in via di assegnazione tre infermieri<br />
al carcere di Trento e uno al carcere<br />
di Rovereto. A Trento l'organico è completato<br />
da un'infermiera già dipendente<br />
del carcere; a Rovereto (in attesa di nuove<br />
disposizioni sul trasferimento anche di<br />
questa struttura a Spini), le ore di assistenza<br />
previste sono integrate da ore di<br />
libera professione. Il <strong>per</strong>sonale fa riferimento<br />
a un coordinatore infermieristico.<br />
L'organico è calcolato <strong>per</strong> gestire le condizioni<br />
attuali, al cui variare (trasferimento<br />
del carcere di Rovereto, aumento dei<br />
detenuti, ecc.) sar<strong>anno</strong> apportate le modifiche<br />
necessarie.<br />
Oltre alla dotazione di un organico adeguato,<br />
è necessario soprattutto predisporre<br />
protocolli e linee guida sulla gestione<br />
delle problematiche sanitarie, che<br />
dovr<strong>anno</strong> essere affrontate in una struttura<br />
con peculiarità da considerare attentamente.<br />
Si dovrà garantire l'assistenza sanitaria e<br />
il mantenimento dello stato di salute dei<br />
detenuti, tenuto conto del grado di urgenza<br />
del problema e della possibilità di<br />
risolverlo in sede, alla luce dei mezzi a disposizione<br />
di tipo diagnostico (ECG, esami<br />
di laboratorio, radiologici, ecc.) e terapeutico.<br />
Un obiettivo sarà sicuramente<br />
quello di individuare i casi in cui l'invio all'ospedale<br />
Santa Chiara sia strettamente<br />
necessario, predisponendo strumenti,<br />
strutturali ma anche organizzativi, che<br />
possano limitare <strong>per</strong> quanto possibile lo<br />
spostamento dei detenuti, pur garantendo<br />
loro la sicurezza al pari della popolazione<br />
generale. L'integrazione con il<br />
pronto soccorso consentirà la predisposizione<br />
di <strong>per</strong>corsi, preventivamente concordati,<br />
che facilitino la gestione nel caso<br />
di problematiche sanitarie urgenti, che<br />
richiedano l'accesso all'ospedale. (ag, fr)<br />
<strong>notizie</strong><br />
09
LA NUOVA CASA CIRCONDARIALE<br />
DI SPINI DI GARDOLO<br />
Il passaggio delle competenze in materia<br />
sanitaria all'interno degli istituti<br />
di pena all'APSS può sembrare circoscritto<br />
ai soli aspetti sanitari, ma, a<br />
una lettura più attenta, ha un significato<br />
ben più articolato: è l'avvio di un<br />
processo di ridefinizione delle competenze<br />
e delle responsabilità che va<br />
definito, effettuati gli opportuni approfondimenti<br />
con il competente assessorato,<br />
attraverso specifici protocolli<br />
o<strong>per</strong>ativi sottoscritti tra la direzione<br />
aziendale e la direzione del carcere.<br />
Infatti, tralasciando gli aspetti meramente<br />
sanitari, quali la tipologia dei professionisti<br />
coinvolti, la loro numerosità, la<br />
loro frequenza nella struttura, sono molti<br />
gli aspetti che necessitano di chiarimenti<br />
e che sono da ricondurre alla specificità<br />
della situazione carceraria, ove<br />
due istituzioni (azienda sanitaria e istituto<br />
penitenziario), ognuno con le sue regole,<br />
le sue procedure e le sue responsabilità,<br />
devono convivere in un'unica organizzazione.<br />
Si pensi, a titolo d'esempio, ai<br />
mandati specifici dei singoli enti: l'APSS<br />
ha come mission l'assistenza sanitaria e il<br />
mantenimento dello stato di salute dei<br />
detenuti; l'istituto penitenziario, oltre ai<br />
compiti specifici di custodia e rieducazione<br />
dei detenuti, deve garantire la sicurezza<br />
all'interno della struttura con modelli<br />
organizzativi che, talvolta, possono confliggere<br />
con quelli prettamente sanitari.<br />
È <strong>per</strong>tanto necessario analizzare attentamente<br />
questi aspetti <strong>per</strong> meglio comprendere<br />
che, al di là dell'assegnazione<br />
delle competenze stabilite <strong>per</strong> legge, il<br />
<strong>per</strong>corso <strong>per</strong> renderle effettivamente<br />
agibili, deve necessariamente affrontare<br />
alcune tematiche, talvolta anche apparentemente<br />
semplici, dalla cui funzionalità<br />
dipende la qualità dell'assistenza offerta.<br />
Di seguito, si riassumono gli aspetti più<br />
significativi.<br />
Gestione del <strong>per</strong>sonale. Questo aspetto<br />
fa riferimento alla gestione della fase di<br />
transizione in cui, all'interno del carcere,<br />
convivr<strong>anno</strong> professionisti medici incaricati<br />
con il vecchio ordinamento, che sar<strong>anno</strong><br />
gestiti da un professionista medico<br />
dipendente dalla azienda sanitaria.<br />
Dovr<strong>anno</strong> essere <strong>per</strong>tanto riviste la turnistica,<br />
le procedure assistenziali e cliniche,<br />
definendo in maniera chiara i confini<br />
tra gli aspetti sanitari, propri della APSS,<br />
e quelli di custodia, propri della direzione<br />
del carcere, che f<strong>anno</strong> riferimento alla<br />
movimentazione dei detenuti all'interno<br />
e all'esterno della struttura, con particolare<br />
attenzione all'invio e al trasporto<br />
verso le strutture sanitarie di secondo livello<br />
esterne all'istituto penitenziario.<br />
Informatizzazione della struttura carceraria.<br />
L'informatizzazione rappresenta<br />
un altro tema fondamentale <strong>per</strong> la possibilità<br />
di integrare le apparecchiature<br />
sanitarie - che sar<strong>anno</strong> installate nella<br />
struttura carceraria - e le postazioni di lavoro<br />
con i sistemi informatici aziendali<br />
<strong>per</strong> la gestione delle prestazioni ospedaliere<br />
e ambulatoriali e <strong>per</strong> le attività<br />
del SerT. Sarà <strong>per</strong>tanto importante stabilire<br />
con la direzione del carcere chi realizza<br />
e mantiene gli impianti di cablaggio<br />
<strong>per</strong> i necessari collegamenti.<br />
Gestione immobili. Anche la gestione<br />
degli immobili a disposizione dell'APSS è<br />
un aspetto che va approfondito <strong>per</strong> quel-<br />
lo che riguarda la manutenzione ordinaria<br />
e straordinaria, la responsabilità delle<br />
verifiche tecniche <strong>per</strong>iodiche, le spese<br />
<strong>per</strong> il funzionamento e i nuovi lavori, l'assicurazione<br />
della struttura.<br />
Ingegneria clinica. La gestione e la manutenzione<br />
delle attrezzature che sar<strong>anno</strong><br />
fornite, i controlli di sicurezza, anche<br />
con riferimento all'accesso all'interno<br />
del carcere di tecnici dell'APSS e di ditte<br />
esterne <strong>per</strong> gli interventi di riparazione e<br />
di controllo, sono argomenti che dovr<strong>anno</strong><br />
essere ben dettagliati <strong>per</strong> assicurare<br />
quella continuità o<strong>per</strong>ativa indispensabile<br />
a garantire un'adeguata assistenza.<br />
Fisica sanitaria. Tra le attività specifiche,<br />
si ricordano quelle relative alla radioprotezione,<br />
sia <strong>per</strong> la sala radiologica sia <strong>per</strong><br />
l'ambulatorio dentale, le attività testistiche<br />
sulle attrezzature, l'affissione di norme<br />
interne, la segnaletica, oltre all'indispensabile<br />
informazione al <strong>per</strong>sonale addetto.<br />
Inoltre, sarà necessaria l'individuazione<br />
delle figure del datore di lavoro,<br />
del dirigente, del preposto degli ambienti<br />
interessati e il <strong>per</strong>sonale coinvolto.<br />
Anche <strong>per</strong> tali aspetti sarà necessario<br />
confrontarsi con la direzione del carcere<br />
<strong>per</strong> individuare le soluzioni più agevoli e<br />
funzionali.<br />
Aspetti alberghieri e logistici. Per queste<br />
attività dovr<strong>anno</strong> essere verificate le<br />
competenze <strong>per</strong> la pulizia e la sanificazione<br />
dei locali, la lavanderia <strong>per</strong> le divise<br />
del <strong>per</strong>sonale sanitario e il loro trasporto,<br />
la fornitura di materassi, cuscini, coprimaterassi,<br />
lenzuola, traverse, federe e<br />
telini, la sterilizzazione dello strumentario<br />
e dei dispositivi pluriuso, la fornitura<br />
<strong>10</strong> <strong>notizie</strong>
LA RIORGANIZZAZIONE<br />
DEL PRONTO SOCCORSO DI TRENTO<br />
Claudio Ramponi<br />
pronto soccorso, ospedale di Trento<br />
di materiale non compreso dal prontuario<br />
farmaceutico, dei dispositivi e della<br />
cancelleria, la gestione dei rifiuti sanitari,<br />
la fornitura dei pasti <strong>per</strong> i dipendenti<br />
dell'APSS.<br />
Appare evidente, <strong>per</strong>tanto, che il passaggio<br />
delle competenze sanitarie in capo<br />
all'APSS all'interno del carcere di Spini di<br />
Gardolo non si esaurisce con l'assegnazione<br />
del <strong>per</strong>sonale, ma investe una serie<br />
di aspetti infrastrutturali e di supporto,<br />
talvolta scarsamente visibili, la cui funzionalità<br />
è fondamentale ed essenziale<br />
<strong>per</strong> un'assistenza sanitaria adeguata e<br />
moderna.<br />
La gestione di molti di questi aspetti può<br />
confliggere con l'organizzazione interna<br />
della struttura carceraria. Da questo deriva<br />
l'indispensabilità che questi temi<br />
vengano affrontati dai due enti, al fine di<br />
formulare protocolli o<strong>per</strong>ativi in progress<br />
che consentano, nel rispetto delle<br />
specifiche competenze, di assicurare<br />
un'assistenza sanitaria in grado di limitare<br />
la movimentazione esterna dei detenuti,<br />
e nel contempo di garantire un<br />
livello essenziale di assistenza analogo a<br />
quello dei restanti cittadini, <strong>per</strong> assicurare,<br />
coerentemente con la filosofia progettuale<br />
della nuova struttura, pari dignità<br />
alla popolazione reclusa.<br />
Nel corso degli ultimi 2-3 anni il pronto<br />
soccorso dell'ospedale Santa Chiara<br />
di Trento è andato incontro a importanti<br />
e sostanziali modifiche strutturali<br />
e organizzative.<br />
È ormai consolidata la divisione nella gestione<br />
delle urgenze emergenze (codici<br />
rossi e gialli) da quella dei casi a minor<br />
impatto clinico (codici verdi e bianchi).<br />
Le modifiche strutturali seguite alla ristrutturazione<br />
del pronto soccorso del<br />
2008, che vedono la divisione dell'area<br />
emergenza urgenza (in prossimità alla<br />
quale vi sono TAC, radiologia ed ecografia<br />
dedicate all'urgenza) da quella dedicata<br />
a codici bianchi e verdi, h<strong>anno</strong> reso<br />
necessario un importante adeguamento<br />
organizzativo, con l'individuazione, <strong>per</strong><br />
ciascun turno, del <strong>per</strong>sonale infermieristico<br />
e medico dedicato alla sala urgenza<br />
e agli ambulatori <strong>per</strong> i codici bianchi e<br />
verdi, e, fra questi, delle figure medica e<br />
infermieristica responsabili dell'accoglimento<br />
sulla piazzola dei pazienti elitrasportati.<br />
Sono inoltre individuati medici, infermieri<br />
e OSS dedicati all'Osservazione breve.<br />
OSSERVAZIONE BREVE<br />
Con la chiusura dell'ospedale di Mezzolombardo,<br />
il 27 gennaio 20<strong>10</strong>, l'Osservazione<br />
breve di pronto soccorso è passata<br />
da 8 a 12 letti, con la possibilità di trattenere<br />
i pazienti fino a 72 ore. Contemporaneamente,<br />
vi è stata l'acquisizione<br />
di <strong>per</strong>sonale infermieristico e OSS, potendo<br />
garantire così l'assistenza adeguata<br />
anche a pazienti non autosufficienti<br />
e/o a elevata intensità assistenziale. La<br />
possibilità di gestire pazienti complessi<br />
dal punto di vista assistenziale e il prolungamento<br />
del tempo di osservazione h<strong>anno</strong><br />
comportato conseguentemente l'accoglimento<br />
nell'Osservazione breve di<br />
pazienti maggiormente impegnativi dal<br />
punto di vista clinico. Ora, si possono: approfondire<br />
gli accertamenti; iniziare la<br />
terapia e dimettere al proprio domicilio i<br />
pazienti; stabilizzare e rinviare poi in RSA<br />
ospiti inviati dalle stesse (tabella 1); trasferire<br />
in ospedali di distretto o convenzionati<br />
(tabella 2) pazienti inizialmente<br />
troppo gravi <strong>per</strong> poter garantire loro un<br />
trasporto in sicurezza.<br />
Questa nuova impostazione ha consentito,<br />
nel 20<strong>10</strong>, di ridurre in modo significativo<br />
i ricoveri nei reparti del Santa<br />
Chiara (tabella 3).<br />
È previsto <strong>per</strong> aprile 2011, dopo l'acquisizione<br />
di altro <strong>per</strong>sonale OSS e infermieristico,<br />
un ulteriore ampliamento della Osservazione<br />
breve con l'attivazione della<br />
quarta stanza di 4 letti, anch'essi monitorati,<br />
e il raggiungimento così delle dimensioni<br />
di 16 posti letto.<br />
È evidente l'evoluzione da un'Osservazione<br />
breve a una realtà di Medicina<br />
d'urgenza, che comporta un maggiore<br />
carico organizzativo, cui sarà data risposta<br />
affidando la struttura a un coordinatore<br />
infermieristico dedicato. Questa e-<br />
voluzione, inoltre, comporterà un maggiore<br />
impegno <strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale medico<br />
(attualmente 2 unità in orario 8-20 e<br />
un'unità 20-8, che supporta il collega in<br />
servizio <strong>per</strong> il turno di notte in pronto<br />
soccorso): il medico di turno in medicina<br />
d'urgenza e osservazione breve sarà<br />
sempre meno disponibile <strong>per</strong> supportare<br />
il pronto soccorso, rendendo forse necessario<br />
un incremento della presenza<br />
medica notturna.<br />
Ancora, la necessità di gestire in tempi<br />
<strong>notizie</strong><br />
00 11
evi un numero crescente di pazienti<br />
con problematiche cliniche rilevanti<br />
comporta l'esigenza di un maggiore supporto<br />
da parte dei servizi (laboratorio e<br />
radiologia) e degli specialisti consulenti. I<br />
risultati del 20<strong>10</strong> dimostrano che l'attività<br />
integrata di tutto l'ospedale produce,<br />
a fronte del maggiore impegno di ciascuno,<br />
indubitabili risultati a vantaggio<br />
dei pazienti e dell'organizzazione.<br />
PEDIATRIA<br />
Da luglio 20<strong>10</strong> il pronto soccorso pediatrico<br />
è attivo nella sede definitiva, al<br />
piano rialzato, sul corridoio che dall'area<br />
di pronto soccorso conduce alla palazzina<br />
B (dove si trovano gli ambulatori cardiologici).<br />
Il cambiamento di sede è avvenuto<br />
in concomitanza a un importante<br />
cambiamento organizzativo, che ha determinato<br />
la costituzione di un servizio<br />
autonomo, sotto la responsabilità della<br />
dottoressa Annunziata Di Palma, direttrice<br />
dell'Unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria.<br />
L'attività è svolta da <strong>per</strong>sonale medico,<br />
infermieristico e OSS delle unità o<strong>per</strong>ative<br />
di pediatria e di chirurgia pediatrica.<br />
L'accettazione dei pazienti e il triage restano<br />
in carico al pronto soccorso generale,<br />
come pure la gestione in sala urgenze<br />
dei bambini che presentano problematiche<br />
di particolare gravità; <strong>per</strong> tali<br />
bambini è prevista la gestione integrata<br />
da parte di medico di pronto soccorso,<br />
pediatra, chirurgo ortopedico pediatrico,<br />
neonatologo o rianimatore.<br />
TRAUMATOLOGIA<br />
Nel luglio 2008 l'unità o<strong>per</strong>ativa di ortopedia<br />
si è trasferita da Villa Igea all'ospedale<br />
Santa Chiara. Ciò ha comportato anche<br />
il trasferimento del pronto soccorso<br />
traumatologico, che <strong>per</strong> motivi organizzativi<br />
è stato integrato nel pronto soccorso<br />
generale, pur essendo gestito 24<br />
ore su 24 dagli specialisti ortopedici.<br />
Nel corso del 20<strong>10</strong> sono stati gestiti dal<br />
pronto soccorso ortopedico 17.800 pazienti,<br />
dei quali 981 sono stati ricoverati e<br />
134 trattenuti in osservazione breve di<br />
reparto.<br />
A partire dal 1º marzo 2011 la gestione<br />
dei pazienti con problematiche traumatologiche<br />
e/o ortopediche è passata in<br />
carico ai medici del pronto soccorso generale,<br />
che provvedono a ricoverare (in<br />
ricovero ordinario o osservazione breve<br />
di reparto) nella sede adeguata (ortopedia,<br />
chirurgia, neurochirurgia) i pazienti<br />
che ne avessero bisogno o si avvalgono<br />
della consulenza dello specialista ortopedico<br />
nei casi in cui è prevedibile la dimissione<br />
dopo il primo trattamento in<br />
urgenza (fratture, lussazioni, lesioni tendinee).<br />
Le problematiche minori vengono invece<br />
demandate agli ambulatori ortopedici<br />
della rete provinciale, con accesso in<br />
tempi adeguati garantito dall'indicazione<br />
del codice RAO.<br />
GINECOLOGIA<br />
Le pazienti con problematiche ostetriche<br />
e ginecologiche vengono da sempre gestite<br />
dai ginecologi o in casi particolari<br />
(problematiche del puer<strong>per</strong>io, dell'allattamento)<br />
dalle ostetriche. Nel corso del<br />
20<strong>10</strong> sono state viste in ginecologia<br />
6.857 pazienti; fra queste vi sono quelle<br />
donne che non vi sono state inviate direttamente<br />
dal triage, ma dal medico del<br />
pronto soccorso che le ha valutate <strong>per</strong><br />
addominalgia o sintomatologia correlata.<br />
Da marzo, il pronto soccorso ginecologico<br />
è autonomo, sul modello di quello<br />
pediatrico. Analogamente a questo, le<br />
pazienti vengono accettate e viene praticato<br />
il triage al pronto soccorso generale,<br />
vengono trattenute e gestite in sala urgenza<br />
le pazienti con parametri vitali instabili<br />
o in travaglio di parto avanzato con<br />
espletamento imminente. Nel primo caso<br />
il medico di pronto soccorso si avvale<br />
dell'intervento del rianimatore ed eventualmente<br />
del ginecologo; nel secondo<br />
intervengono in sala urgenza l'ostetrica,<br />
il ginecologo, il neonatologo con il <strong>per</strong>sonale<br />
infermieristico. Tutte le altre pazienti<br />
vengono inviate in reparto, dove<br />
vengono subito accolte dal <strong>per</strong>sonale infermieristico<br />
e dal medico appena possibile,<br />
tenuto conto del codice di gravità e<br />
della problematica presentata.<br />
L'evoluzione nella gestione della paziente<br />
con problematiche ostetriche o ginecologiche<br />
trova ragione nel numero crescente<br />
di utenti e ne garantisce la tempestiva<br />
presa in carico.<br />
OCULISTICA<br />
È prevista l'a<strong>per</strong>tura all'interno del pronto<br />
soccorso generale dell'ambulatorio o-<br />
culistico d'urgenza, nel quale sarà presente<br />
dalle ore 8.00 alle ore 14.00 lo specialista<br />
con <strong>per</strong>sonale infermieristico dedicato.<br />
Dalle ore 14.00 alle ore 19.00 i<br />
pazienti con problematiche oculistiche<br />
continuer<strong>anno</strong>, invece, a essere inviati<br />
direttamente dall'infermiere di triage all'ambulatorio<br />
di reparto.<br />
L'oculista resta disponibile <strong>per</strong> le consulenze<br />
richieste dal pronto soccorso generale<br />
<strong>per</strong> pazienti che vi accedono <strong>per</strong> altre<br />
problematiche prevalenti (neurologiche,<br />
traumatologiche) o <strong>per</strong> coloro che<br />
12 <strong>notizie</strong>
accedono in orario notturno con problematiche<br />
oculistiche che, a giudizio del<br />
medico in turno, necessitano di valutazione/trattamento<br />
urgente da parte dello<br />
specialista.<br />
Tabella 1 - PAZIENTI PROVENIENTI DA RSA TRATTENUTI<br />
IN MEDICINA D'URGENZA E OSSERVAZIONE BREVE (FEB - NOV 20<strong>10</strong>)<br />
Rinviati In Rsa 44<br />
Ricoverati 4<br />
Trasferiti 4<br />
Deceduti 3<br />
Totale 55<br />
Tabella 2 - TRASFERIMENTI DA PRONTO SOCCORSO<br />
E DALL'OSSERVAZIONE BREVE (FEB - DIC)<br />
2009 20<strong>10</strong> VARIAZIONE<br />
S. Camillo 258 451 193<br />
Casa di cura Villa Bianca 144 148 4<br />
Casa di cura Solatrix 244 330 86<br />
Rovereto <strong>10</strong>6 182 76<br />
Borgo 59 98 39<br />
Cles 40 97 57<br />
Arco 42 35 -7<br />
Tione 15 14 -1<br />
Cavalese 13 19 6<br />
Totali<br />
891<br />
87 da OB<br />
1.374<br />
404 da OB 422<br />
Tabella 3 - ANDAMENTO ATTIVITÀ DI OSSERVAZIONE BREVE E RICOVERI<br />
(FEB - DIC)<br />
2009 20<strong>10</strong> VARIAZIONE<br />
Medicina d'urgenza e Osservazione breve PS 2965 4004 +<strong>10</strong>39<br />
Reparti internistici (medicine e geriatria) 3404 2338 -<strong>10</strong>66<br />
Chirurgia generale 761 654 -<strong>10</strong>7<br />
Tabella 4 - ESITO DI ALCUNE PATOLOGIE GESTITE IN OSSERVAZIONE BREVE<br />
NEL 20<strong>10</strong><br />
POLMONITI<br />
SCOMPENSI EMORRAGIE<br />
CARDIACI DIGESTIVE<br />
Totali<br />
285<br />
68 del<br />
2009<br />
168<br />
nessuno<br />
nel 2009<br />
95<br />
33 nel<br />
2009<br />
rinvio a domicilio 202 75 61<br />
trasferimento 65 64 18<br />
ricovero al Santa Chiara 15 26 15<br />
decesso 1 1 -<br />
rifiuto ricovero 1 2 -<br />
rifiuto di proseguire osservazione 1 - 1<br />
<strong>notizie</strong><br />
13
IL PRONTO SOCCORSO<br />
PEDIATRICO<br />
Annunziata Di Palma, Marisa Piffer<br />
unità o<strong>per</strong>ativa di pediatria, ospedale di Trento<br />
chirurgo ortopedico pediatra, che interviene<br />
prevalentemente sulle patologie<br />
traumatologiche, sia il pediatra, che invece<br />
visita i bambini con problematiche<br />
di ordino medico.<br />
Infine, la possibilità di gestione autonoma<br />
del pronto soccorso anche nelle ore<br />
notturne ha portato un ulteriore vantaggio<br />
<strong>per</strong> gli utenti, che trovano immediatamente<br />
disponibile l'equipe dedicata,<br />
con una riduzione dei tempi d'attesa.<br />
Questo <strong>per</strong>mette al paziente di non fare<br />
più la spola dall'ambulatorio di pronto<br />
soccorso al reparto di pediatria del quarto<br />
piano, anche con ricadute positive, in<br />
termini di tranquillità, <strong>per</strong> i bambini ricoverati<br />
in reparto.<br />
Nel corso del 20<strong>10</strong>, in accordo con la<br />
direzione sanitaria dell'ospedale S.<br />
Chiara di Trento, è stata portata a termine<br />
<strong>per</strong> tappe successive una profonda<br />
variazione organizzativa delle<br />
attività di pronto soccorso pediatrico,<br />
che, sotto la diretta responsabilità<br />
della pediatria, vede oggi impegnato<br />
<strong>per</strong>sonale dedicato dell'area pediatrica<br />
ospedaliera, 24 ore su 24.<br />
A distanza di pochi mesi dall'avvio del<br />
pronto soccorso pediatrico autonomo,<br />
sono già evidenti alcune fondamentali<br />
migliorie nella risposta che viene fornita<br />
agli utenti.<br />
In primo luogo, la nuova organizzazione<br />
<strong>per</strong>mette di passare da una semplice<br />
prestazione ambulatoriale di pronto soccorso<br />
a una risposta assistenziale più articolata,<br />
che comprende, se necessario,<br />
la stabilizzazione clinica di un paziente<br />
con un problema acuto maggiore. La<br />
possibilità di far funzionare in contemporanea<br />
due ambulatori, soprattutto nelle<br />
ore pomeridiane, in genere quelle caratterizzate<br />
da un maggiore afflusso di<br />
pazienti, consente di far lavorare sia il<br />
14 <strong>notizie</strong>
EMERGENZA PEDIATRICA:<br />
UNA FORMAZIONE EFFICACE DI MASSA<br />
Fabio Pederzini<br />
unità o<strong>per</strong>ativa di neonatologia e terapia intensiva neonatale<br />
Giorgio Folgheraiter<br />
118 Trentino Emergenza<br />
Lo stato di un bambino incosciente in<br />
arresto cardiorespiratorio crea in chi<br />
assiste all'evento particolare ansia e<br />
le fasi iniziali del soccorso avvengono<br />
spesso in modo caotico, in un contesto<br />
nel quale è difficile riflettere, organizzare<br />
le idee e coordinare gli sforzi.<br />
Un intervento efficace, in attesa del medico,<br />
è determinante <strong>per</strong> salvare la vita<br />
del piccolo paziente. Conoscere le tecniche<br />
della rianimazione cardiopolmonare<br />
consente di mantenere le funzioni<br />
vitali fino all'arrivo dei soccorsi sanitari.<br />
Il determinante principale della sopravvivenza<br />
a un arresto cardiaco del bambino<br />
è la presenza, nel momento dell'evento,<br />
di un soccorritore occasionale addestrato<br />
e in grado di agire. Quindi, il nostro<br />
grande obiettivo rimane l'educazione<br />
della popolazione e la comprensione delle<br />
barriere che impediscono a un soccorritore<br />
occasionale addestrato di applicare<br />
le manovre salvavita al bambino.<br />
Un'educazione efficace con ritenuta delle<br />
conoscenze e delle abilità nel tempo è<br />
uno degli elementi essenziali <strong>per</strong> un'efficace<br />
rianimazione del bambino in arresto<br />
cardiorespiratorio (ma ciò vale anche<br />
<strong>per</strong> l'adulto!). Fare ricerca al fine d'ottimizzare<br />
la formazione all'emergenza pediatrica,<br />
rendendola sempre più efficace<br />
e diffusa tra la popolazione, è stato lo<br />
scopo della partecipazione al Bando provinciale<br />
2009 <strong>per</strong> la ricerca sanitaria. Vi<br />
sono nazioni in cui la comunità partecipa<br />
ai corsi di formazione al primo soccorso<br />
nella <strong>per</strong>centuale del 40-50% (Axelsson<br />
ÅB et al. Resuscitation 2006); da noi non<br />
è così, dove i corsi PBLS (pediatric basic<br />
life support) raggiungono la co<strong>per</strong>tura<br />
del 4-5% della popolazione trentina.<br />
L'Unità o<strong>per</strong>ativa di neonatologia dell'ospedale<br />
S. Chiara ha lanciato l'idea di un<br />
mass training, cioè un progetto di formazione<br />
su vasta scala. Il 118 Trentino<br />
Emergenza ha accolto l'idea, ed è così<br />
nato un progetto di studio e di ricerca,<br />
con l'obiettivo di confrontare, nel contesto<br />
dell'educazione pubblica al primo<br />
soccorso al bambino, l'efficacia tra il metodo<br />
tradizionale (su piccoli gruppi di 4-5<br />
<strong>per</strong>sone) e un addestramento detto «di<br />
massa», che coinvolge contemporaneamente<br />
50-<strong>10</strong>0 <strong>per</strong>sone. La dimensione<br />
minima del campione in studio, <strong>per</strong> un livello<br />
di significatività statistica sufficiente,<br />
è di 400 partecipanti da randomizzare<br />
in due gruppi: gruppo mass training e<br />
gruppo tradizionale. La valutazione delle<br />
<strong>per</strong>formance dell'allievo di fronte a uno<br />
scenario simulato di un bambino in arresto<br />
cardiorespiratorio richiede l'osservazione<br />
diretta del comportamento (un i-<br />
struttore osserva e valuta), ma anche<br />
strumenti che misurino la capacità dell'allievo<br />
d'eseguire una ventilazione senza<br />
esagerare, di comprimere il torace,<br />
con sufficiente profondità e rilascio e di<br />
non <strong>per</strong>dere tempo nei vari passaggi. Il<br />
tutto al fine di aumentare l'efficacia<br />
emodinamica e ridurre il così detto no<br />
flow time, cioè il tempo in cui, se non<br />
comprimiamo bene, non circola sangue<br />
nella vittima. I 400 cittadini volontari, disposti<br />
a sottoporsi alle prove di primo<br />
soccorso simulato al bambino, h<strong>anno</strong><br />
<strong>per</strong>tanto seguito il corso PBLS mass<br />
training o tradizionale, e dopo 6 mesi sono<br />
tornati a ripetere la prova di soccorso<br />
simulato. Il progetto si è avvalso di uno<br />
speciale manichino pediatrico, instrumentato<br />
elettronicamente, che, non essendo<br />
disponibile sul mercato, ha portato<br />
a ricorrere al Laboratorio di biofisica<br />
e biosegnali dell'Università di Trento,<br />
dove è stato messo a punto il primo manichino<br />
pediatrico in grado di registrare: i<br />
volumi, le pressioni di insufflazione nei<br />
polmoni, la profondità, il ritmo, il rilascio<br />
delle compressioni e il no flow time. Durante<br />
un mass training le 50-<strong>10</strong>0 <strong>per</strong>sone<br />
in aula, ognuna con il suo manichino pediatrico,<br />
eseguono, dopo averle osservate,<br />
e ripetono le manovre che il megaschermo<br />
mostra loro. È stato anche realizzato<br />
un DVD in collaborazione con gli<br />
istruttori di 118 Trentino Emergenza e<br />
del pronto soccorso di Trento e la<br />
partnership di Farmacie comunali SpA.<br />
Infine, il progetto è stato ammesso a finanziamento<br />
da parte dell'Assessorato<br />
alla salute e alle politiche sociali. La sfida<br />
didattica è stata quella di formare soccorritori<br />
occasionali che fossero pronti<br />
ad avviare la rianimazione di un bambino<br />
sia dopo il corso, sia a distanza dal corso<br />
stesso: è noto che la ritenuta nel tempo è<br />
molto bassa. Quindi, l'es<strong>per</strong>ienza educativa<br />
deve lasciare un segno, se, a distanza<br />
di tempo, vogliamo ci guidi ancora, in situazioni<br />
in cui altrimenti è il panico a<br />
prendere il sopravvento. L'efficacia della<br />
comunicazione nella formazione all'emergenza<br />
è stata studiata e migliorata,<br />
utilizzando moderne metodologie fondate<br />
sull'osservazione diretta e riprese<br />
video al fine di rendere possibile l'analisi<br />
del comportamento degli allievi da parte<br />
di es<strong>per</strong>ti della Facoltà di sociologia, parte<br />
del team di ricerca. La ricerca si è conclusa.<br />
I partecipanti sono tornati a farsi<br />
esaminare dopo 6 mesi e i risultati sar<strong>anno</strong><br />
a disposizione <strong>per</strong> future applicazioni<br />
e oggetto di un aggiornamento monotematico<br />
il 18 maggio 2011.<br />
<strong>notizie</strong><br />
15
ANALISI DEI FABBISOGNI:<br />
ISTRUZIONI PER L'USO<br />
Amelia Marzano<br />
servizio formazione<br />
In questo articolo si vogliono offrire<br />
alcune indicazioni, in linea con gli sviluppi<br />
più recenti della letteratura dedicata,<br />
su come effettuare al meglio,<br />
all'interno delle unità o<strong>per</strong>ative, dei<br />
dipartimenti e delle direzioni, la ricognizione<br />
delle reali necessità formative,<br />
utilizzando tutte le fonti possibili.<br />
Da tempo, quando si fa riferimento al<br />
fabbisogno formativo, si pensa al concetto<br />
di gap da colmare tra conoscenze, a-<br />
bilità, competenze possedute e quelle<br />
che occorre idealmente garantire <strong>per</strong> assicurare<br />
cure di qualità. Che esista un gap<br />
tra le cure che ricevono i pazienti e le pratiche<br />
raccomandate è ampiamente dimostrato<br />
in letteratura; altrettanto evidente,<br />
e in contrasto con i principi di qualità<br />
delle cure, è l'eccessiva variabilità<br />
nelle pratiche e negli outcome clinici sia<br />
nelle cure primarie sia negli ospedali, variabilità<br />
che non può essere spiegata solamente<br />
con le caratteristiche individuali<br />
dei pazienti.<br />
Ci sono due punti su cui riflettere: non è<br />
sempre vero, anche se può sembrare<br />
scontato, che un professionista sanitario<br />
modifichi la propria pratica professionale<br />
sulla base delle indicazioni di colleghi e-<br />
s<strong>per</strong>ti o delle linee guida; d'altra parte si<br />
dà <strong>per</strong> scontato che la partecipazione a<br />
eventi formativi comporti un apprendimento<br />
che si tradurrà poi nella pratica. In<br />
realtà, revisioni sistematiche della letteratura<br />
h<strong>anno</strong> dimostrato che, da eventi<br />
quali meeting, conferenze, workshop, seminari,<br />
simposi, corsi, al massimo ci si<br />
può attendere qualche miglioramento<br />
nel livello delle conoscenze, mentre è<br />
trascurabile l'effetto sui comportamenti<br />
e, conseguentemente, anche sugli outcome<br />
dei pazienti.<br />
Ora, l'approccio <strong>per</strong> competenze, sempre<br />
più utilizzato nella formazione continua<br />
dei professionisti sanitari, richiede e-<br />
spressamente di sviluppare attività di apprendimento<br />
<strong>per</strong> raggiungere outcome<br />
definiti e misurabili.<br />
Questo approccio implica un cambiamento<br />
di tutto il processo formativo, a<br />
partire dal momento della analisi e definizione<br />
dei fabbisogni, che dovrà essere<br />
il più possibile accurata e aderente alle<br />
realtà esplorate, <strong>per</strong> passare alle metodologie<br />
formative, che dovr<strong>anno</strong> privilegiare<br />
soprattutto l'interattività, <strong>per</strong> finire<br />
con il momento della valutazione, che<br />
dovrà andare ben oltre le misure della<br />
sola soddisfazione dei partecipanti, ma<br />
prevedere, quando possibile, misure di<br />
outcome.<br />
Non si può più partire solo da quello che<br />
il professionista vuole, nella s<strong>per</strong>anza<br />
che quello che viene imparato sarà poi<br />
trasferito nella pratica, ma si deve partire<br />
dai bisogni derivati da misure di <strong>per</strong>formance,<br />
outcome di salute ed eventi avversi.<br />
Ecco che allora provo a dare alcune indicazioni<br />
ai professionisti, affinché valorizzino<br />
l'ambiente dove lavorano come un<br />
luogo ricco di opportunità <strong>per</strong> identificare<br />
gap di conoscenza, risolvere problemi<br />
legati alla pratica, sviluppare strategie di<br />
autovalutazione.<br />
Quali allora le possibili fonti <strong>per</strong> la ricognizione<br />
dei fabbisogni formativi?<br />
Autovalutazione . Che cosa andare a cercare<br />
nella propria pratica, che cosa valutare<br />
e come integrare diverse sorgenti di<br />
dati? Si parla sempre più di valutazione a<br />
360° che tenga conto, quindi, di molte-<br />
plici fonti: i dati delle <strong>per</strong>formance individuali<br />
e di team, il confronto tra pari, la valutazione<br />
delle cartelle cliniche o dei registri<br />
di pazienti o dei reclami, i pattern<br />
delle prescrizioni, gli incidenti critici…<br />
Certo è che i dati v<strong>anno</strong> accuratamente<br />
ricercati, gli indicatori devono essere<br />
scelti con attenzione particolare a quelli<br />
riferiti alla sicurezza del paziente, all'efficienza<br />
e all'efficacia, all'appropriatezza,<br />
all'equità e <strong>per</strong>seguiti outcome il più possibile<br />
misurabili.<br />
La formazione può supportare i professionisti,<br />
promuovendo e sostenendo anche<br />
attività diverse da quelle tradizionali<br />
di aula, tra le quali l'audit, una delle più<br />
efficaci metodologie formative che prevede<br />
il confronto delle proprie <strong>per</strong>formance<br />
(autovalutazione) con specifici<br />
standard di cura e la traduzione dei risultati<br />
in piani di azione. Audit e feeback<br />
sono praticamente gli unici strumenti<br />
che abbiano dimostrato di incidere sui<br />
comportamenti e la pratica clinica.<br />
Le organizzazioni e i sistemi sanitari, dal<br />
canto loro, devono essere incoraggiati a<br />
sviluppare e promuovere processi che<br />
forniscano ai professionisti dati rilevanti<br />
e feedback significativi, affinché i professionisti<br />
possano più facilmente identificare<br />
gap e fabbisogni altrimenti non <strong>per</strong>cepiti.<br />
Esplorare sistematicamente le informazioni.<br />
Si è circondati da un mare di informazioni<br />
sparse in mille luoghi: giornali,<br />
monografie, libri, report, linee guida,<br />
ecc.; è strategico, quindi, sviluppare abilità<br />
nel ricercare nuove linee guida, filtrare<br />
<strong>notizie</strong>, condividere pareri con i propri<br />
pari, i colleghi.<br />
Formulare e rispondere a domande.<br />
È<br />
importante allenarsi a formulare «buo-<br />
16 <strong>notizie</strong>
ne» domande <strong>per</strong> trasformarle in opportunità<br />
di apprendimento e sviluppo. Domande<br />
rilevanti possono emergere durante<br />
la visita medica giornaliera, dalla<br />
letteratura, dall'insegnamento o rivedendo<br />
dati di <strong>per</strong>formance e possono i-<br />
dentificare necessità di formazione/apprendimento<br />
di competenze multiple.<br />
Per la formulazione corretta delle necessità<br />
formative è importante tenere distinte<br />
le domande che riflettono la necessità<br />
immediata di risolvere un'incertezza<br />
da quelle che non sono così tempo<br />
dipendenti e sono generate <strong>per</strong> la migliore<br />
comprensione di un problema.<br />
Da quanto sopra, emerge chiaramente<br />
che la ricognizione e l'analisi del fabbisogno<br />
formativo non si possono esaurire<br />
nella riunione biennale appositamente<br />
convocata dal <strong>Servizi</strong>o formazione; <strong>per</strong><br />
una formazione in grado di incidere sulle<br />
pratiche lavorative e quindi, possibilmente,<br />
sugli esiti delle cure, sono richieste<br />
attenzione e tensione costanti <strong>per</strong> fare<br />
emergere le reali necessità di formazione<br />
<strong>per</strong>cepite e non, <strong>per</strong> l'organizzazione<br />
e <strong>per</strong> l'individuo.<br />
Alcune indicazioni presenti in questo articolo<br />
sono ricavate dal documento «European<br />
Observatory on Health Systems<br />
and Policies - Policy Briefs. 20<strong>10</strong>» e dalla<br />
relativa, ricca bibliografia.<br />
<strong>notizie</strong><br />
17
PER.LA 3.0,<br />
IL FUTURO È INIZIATO<br />
Paola Maccani<br />
responsabile del progetto Per.La<br />
Maura De Bon<br />
consulente tecnica progetto Per.La<br />
Ci eravamo lasciati nel'ultimo numero<br />
di «APSS Notizie» con un resoconto<br />
finale sul progetto Per.La e con la<br />
decisione del Consiglio di direzione di<br />
implementare il progetto attraverso<br />
il consolidamento nelle realtà in cui è<br />
già avvenuta la s<strong>per</strong>imentazione e<br />
l'estensione progressiva a tutto il<br />
<strong>per</strong>sonale non turnista dei servizi a-<br />
ziendali non ancora coinvolti. Alcuni<br />
mesi sono passati e ora siamo di nuovo<br />
qui <strong>per</strong> illustrare le modalità e i<br />
tempi di realizzazione di Per.La 3.0.<br />
In che modo Per.La 3.0 rappresenterà la<br />
fase del consolidamento e dell'estensione<br />
progressiva in tutti i contesti aziendali?<br />
Sar<strong>anno</strong> stabilizzati gli accordi Per.La<br />
nei servizi in cui e stata effettuata la s<strong>per</strong>imentazione<br />
pilota nel 2009-20<strong>10</strong>, sar<strong>anno</strong><br />
assegnate le competenze relative<br />
alla gestione «a regime» degli orari di lavoro<br />
a uno specifico gruppo con la presenza<br />
di un referente in ogni sede aziendale,<br />
ma soprattutto il progetto sarà e-<br />
steso al <strong>per</strong>sonale non turnista di altre<br />
strutture APSS.<br />
Il piano 2011 prevede di coinvolgere i<br />
servizi dei distretti di Fiemme, Ladino di<br />
Fassa, Alta Valsugana, Bassa Valsugana,<br />
Tesino e Primiero, i servizi di psicologia,<br />
di psichiatria e neuropsichiatria infantile<br />
del distretto di Trento e Valle dei Laghi, il<br />
Polo universitario delle professioni sanitarie,<br />
il SerT, la centrale o<strong>per</strong>ativa di Trentino<br />
Emergenza 118 e il <strong>Servizi</strong>o immobili<br />
e servizi tecnici.<br />
In queste strutture, nel corso del mese di<br />
febbraio, si sono svolti gli incontri informativi<br />
<strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale e <strong>per</strong> i responsabili;<br />
il <strong>per</strong>corso di accompagnamento a<br />
negoziazione e sottoscrizione degli accordi<br />
è previsto nel <strong>per</strong>iodo tra marzo e<br />
maggio.<br />
Come nelle precedenti s<strong>per</strong>imentazioni,<br />
nel corso della negoziazione degli accordi<br />
si dovrà tenere conto di alcuni vincoli:<br />
non vi dovr<strong>anno</strong> essere modifiche negative<br />
sulla qualità del servizio erogato e sul<br />
numero delle ore totali lavorate e coloro<br />
che aderir<strong>anno</strong> al progetto dovr<strong>anno</strong> tenere<br />
conto, oltre che delle proprie esigenze,<br />
di quelle dei colleghi, e dovr<strong>anno</strong><br />
concordare gli orari di servizio con i propri<br />
responsabili. La <strong>per</strong>sonalizzazione<br />
dell'orario dovrà, inoltre, diventare l'occasione<br />
<strong>per</strong> rivedere l'organizzazione del<br />
lavoro, al fine di trovare - dipendente e<br />
responsabile insieme - soluzioni organizzative<br />
che migliorino la <strong>per</strong>formance dell'attività.<br />
Trattandosi di <strong>per</strong>sonalizzazione degli o-<br />
rari, le soluzioni possono essere le più varie,<br />
passando da aggiustamenti minimi, a<br />
soluzioni più complesse come la gestione<br />
dell'orario di lavoro in modo autonomo,<br />
con il rispetto di un monte ore settimanale,<br />
mensile o annuale, oppure ancora<br />
una o più fasce orarie di presenza<br />
obbligatoria, lasciando all'organizzazione<br />
individuale il rimanente tempo di lavoro.<br />
Si potrà optare <strong>per</strong> la formulazione<br />
di diversi orari variabili, da attivare a seconda<br />
delle esigenze contingenti (familiari<br />
e lavorative), con la comunicazione<br />
preventiva al proprio responsabile e agli<br />
altri colleghi dell'orario attivato nel <strong>per</strong>iodo<br />
di riferimento e altro ancora. Le tipologie<br />
di orario, quindi, potr<strong>anno</strong> essere<br />
le più varie, frutto della collaborazione<br />
attiva di dipendenti e responsabili nella<br />
riorganizzazione dell'orario, ma dovrà<br />
Per.La, ovvero «<strong>per</strong>sonalizzazione<br />
dell'orario di lavoro e telelavoro», è<br />
il progetto innovativo, finanziato<br />
dal Dipartimento <strong>per</strong> le politiche<br />
della famiglia, che ha<br />
s<strong>per</strong>imentato, all'interno dell'APSS,<br />
forme di <strong>per</strong>sonalizzazione degli<br />
orari di lavoro e di telelavoro, così<br />
da <strong>per</strong>mettere la conciliazione tra<br />
vita lavorativa e vita <strong>per</strong>sonale dei<br />
dipendenti. Il progetto s'inserisce<br />
all'interno di una serie di interventi<br />
volti al miglioramento del clima<br />
aziendale e conseguentemente del<br />
servizio offerto ai cittadini. Per.La<br />
ha coinvolto il <strong>per</strong>sonale<br />
amministrativo, tecnico e sanitario<br />
non turnista, con figli minori o<br />
familiari anziani o disabili non<br />
autosufficienti a carico, di alcuni<br />
settori lavorativi. Nel ricercare le<br />
forme di <strong>per</strong>sonalizzazione più<br />
adatte alle <strong>per</strong>sone e ai servizi<br />
coinvolti si è intervenuti anche<br />
sulla riorganizzazione degli uffici,<br />
dei servizi e dei processi lavorativi<br />
con ricadute che h<strong>anno</strong> creato<br />
opportunità di flessibilità anche <strong>per</strong><br />
il <strong>per</strong>sonale non direttamente<br />
coinvolto nel progetto. In questo<br />
modo, tra beneficiari diretti e<br />
indiretti la <strong>per</strong>sonalizzazione ha<br />
interessato più di un terzo del<br />
<strong>per</strong>sonale dei servizi coinvolti nella<br />
s<strong>per</strong>imentazione.<br />
18 <strong>notizie</strong>
essere sempre garantito il servizio erogato,<br />
gli orari di a<strong>per</strong>tura al pubblico o la<br />
re<strong>per</strong>ibilità necessaria.<br />
Il <strong>per</strong>sonale a tempo parziale che aderirà<br />
a PerLa 3.0 avrà la possibilità, durante la<br />
fase s<strong>per</strong>imentale, di richiedere l'aumento<br />
dell'orario del part time o rientrare a<br />
tempo pieno, con la conservazione del<br />
proprio posto a tempo parziale <strong>per</strong> valutare<br />
se la nuova organizzazione del lavoro<br />
gli <strong>per</strong>mette di conciliare lavoro e impegni<br />
<strong>per</strong>sonali.<br />
Il 2011 sarà anche l'<strong>anno</strong> della s<strong>per</strong>imentazione<br />
delle «isole di telelavoro», che<br />
consentir<strong>anno</strong> al <strong>per</strong>sonale interessato,<br />
d'intesa con il proprio responsabile, di lavorare<br />
alcune giornate più vicino a casa<br />
in uffici condivisi allestiti in alcune sedi<br />
APSS. La prima «isola» è prevista a Pergine,<br />
nel distretto Alta Valsugana.<br />
Per quanto riguarda il telelavoro, al momento<br />
non sar<strong>anno</strong> attivate nuove postazioni,<br />
ma è allo studio la predisposizione<br />
della disciplina organica della materia,<br />
che preveda appositi criteri e modalità<br />
<strong>per</strong> la gestione dell'accordo di telelavoro<br />
e <strong>per</strong> l'assegnazione delle postazioni.<br />
Quest'<strong>anno</strong> sarà, infine, indagata la possibilità<br />
di attivare strumenti di conciliazione<br />
<strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale turnista. A tale scopo,<br />
sarà costituito un comitato guida, che<br />
valuterà e indirizzerà le azioni alla luce<br />
dei risultati delle analisi di fattibilità, che<br />
sar<strong>anno</strong> condotte coinvolgendo i soggetti<br />
potenzialmente interessati dalle azioni<br />
di conciliazione che sarà possibile implementare.<br />
Per.La 3.0<br />
<strong>Servizi</strong> coinvolti<br />
Tutti i servizi dei distretti<br />
Fiemme, Ladino di Fassa, Alta<br />
Valsugana, Bassa Valsugana,<br />
Tesino e Primiero<br />
<strong>Servizi</strong> di psicologia, psichiatria e<br />
neuropsichiatria infantile del<br />
distretto di Trento e Valle dei<br />
Laghi<br />
Polo universitario delle<br />
professioni sanitarie<br />
Ser.T<br />
Centrale o<strong>per</strong>ativa di Trentino<br />
Emergenza 118<br />
<strong>Servizi</strong>o immobili e servizi tecnici<br />
Le adesioni al progetto sono<br />
in totale 196 (52/144),<br />
di cui 62 (3/59) a part time<br />
(maschi/femmine).<br />
<strong>notizie</strong><br />
19
IL RUOLO DEI MEDICI E DEGLI OPERATORI SANITARI<br />
NELLA PROMOZIONE DELLA SALUTE<br />
E NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE<br />
Pirous Fateh-Moghadam, Laura Ferrari<br />
coordinamento gruppo PASSI del Trentino<br />
Le malattie croniche (soprattutto le<br />
malattie cardiovascolari e i tumori)<br />
rappresentano nel mondo occidentale<br />
le prime cause di morte. Anche<br />
in Trentino rappresentano le prime<br />
cause dei ricoveri e sono responsabili<br />
di circa il 70% di tutti i decessi. Adottare<br />
uno stile di vita salutare riduce<br />
significativamente il rischio di sviluppare<br />
malattie cardiovascolari e tumori<br />
e di morire precocemente e<br />
<strong>per</strong>mette di rimanere a lungo in buona<br />
salute e autonomi anche nella<br />
vecchiaia.<br />
Adottare una sana alimentazione, praticare<br />
attività fisica, mantenere il peso<br />
nella norma, non fumare e non bere più<br />
di due bicchieri di alcol al giorno <strong>per</strong> gli<br />
uomini e non più di un bicchiere al giorno<br />
<strong>per</strong> le donne (o non bere affatto) sono i<br />
modi migliori <strong>per</strong> combattere efficacemente<br />
le malattie cardiovascolari e i tumori.<br />
Per godersi i vantaggi di salute non<br />
occorre stravolgere il proprio regime alimentare<br />
o diventare atleti. Effetti salutari<br />
si h<strong>anno</strong> già mangiando 5 porzioni di<br />
frutta e verdura tutti giorni, riducendo il<br />
consumo di cibi troppo salati e/o ricchi di<br />
grassi e camminando di buon passo o<br />
andando in bicicletta <strong>per</strong> almeno 30 minuti<br />
almeno 5 giorni la settimana.<br />
Come dimostrano i dati del sistema di<br />
monitoraggio PASSI, raccolti mensilmente<br />
dal 2007 attraverso interviste telefoniche,<br />
molte <strong>per</strong>sone in Trentino conducono<br />
già uno stile di vita salutare, <strong>per</strong> molte<br />
altre sarebbe sufficiente un piccolo sforzo<br />
in più <strong>per</strong> incrementare ulteriormente<br />
i vantaggi. Una minoranza, invece, ha ancora<br />
difficoltà e va quindi sostenuta anche<br />
attraverso politiche e interventi <strong>per</strong><br />
rendere più facile la scelta salutare come<br />
delineato dal programma «Guadagnare<br />
salute»*.<br />
In questo ambito i consigli, anche brevi,<br />
dei medici risultano di provata efficacia<br />
nell'indurre modifiche positive nello stile<br />
di vita dei propri assistiti.<br />
La grande maggioranza (tre quarti) dei<br />
residenti in Trentino non fuma e due terzi<br />
della popolazione beve solo moderatamente<br />
o non beve affatto o solo molto<br />
raramente bevande alcoliche. Quasi tutti<br />
gli intervistati mangiano quotidianamente<br />
almeno una porzione di frutta e verdura,<br />
oltre la metà mangia 3-4 porzioni o<br />
5 porzioni e più al giorno (rispettivamente<br />
44% e 16%). La netta maggioranza della<br />
popolazione è normopeso (65%), ed è<br />
fisicamente attiva (40% molto e 43% almeno<br />
un po').<br />
Rispetto alle altre regioni italiane la popolazione<br />
trentina si sente meglio e conduce<br />
una vita più attiva e salutare, fatta<br />
eccezione <strong>per</strong> il consumo di alcol ad alto<br />
rischio che è più elevato rispetto alla media<br />
italiana.<br />
Tuttavia, sarebbe un errore ritenere che<br />
non ci siano problemi. Rimane una minoranza<br />
di popolazione, consistente e stabile<br />
nel tempo, che presenta ancora uno<br />
stile di vita rischioso <strong>per</strong> la salute. Una<br />
<strong>per</strong>sona su quattro non è ancora riuscita<br />
a smettere di fumare o beve alcol in maniera<br />
altamente rischiosa. Una piccola<br />
minoranza mette a rischio la propria vita<br />
(e quella degli altri), guidando anche<br />
quando è sotto l'effetto dell'alcol, una<br />
<strong>per</strong>sona su tre è in sovrappeso, solo una<br />
su cinque circa mangia le 5 porzioni di<br />
frutta e verdura come raccomandato e<br />
circa una su cinque conduce uno stile di<br />
vita sedentario (con trend in aumento),<br />
PASSI è un sistema di monitoraggio della popolazione adulta al quale collaborano<br />
tutte le regioni e province autonome. L'obiettivo è stimare la frequenza e l'evoluzione<br />
dei fattori di rischio <strong>per</strong> la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre<br />
alla diffusione delle misure di prevenzione. Personale delle ASL, specificamente<br />
formato, effettua interviste telefoniche (in Trentino circa 60 al mese) con<br />
un questionario standardizzato a un campione rappresentativo della popolazione<br />
tra 18 e 69 anni.<br />
Per maggiori informazioni, visita il sito www.epicentro.iss.it/passi<br />
I risultati PASSI del Trentino relativi a fattori di rischio comportamentali e consigli<br />
dei medici (e su altre tematiche) sono disponibili sul sito aziendale all'indirizzo:<br />
http://www.<strong>apss</strong>.tn.it/Public/allegati/DOC_636896_0.pdf<br />
20 <strong>notizie</strong>
spesso in maniera inconsapevole. Per<br />
molti di questi fattori di rischio si evidenzia,<br />
inoltre, un gradiente socio economico,<br />
che vede penalizzati i ceti meno abbienti<br />
o meno istruiti, ponendo anche un<br />
problema di equità e di giustizia sociale.<br />
Le interviste del PASSI evidenziano l'attività<br />
dei medici attivi in provincia di<br />
Trento impegnati a prevenire e trattare le<br />
malattie croniche attraverso le modifiche<br />
positive dello stile di vita: quasi metà<br />
degli intervistati ha riferito che un medico<br />
si è informato sul fatto se fuma (con<br />
trend in aumento) e quasi 2 fumatori su 3<br />
h<strong>anno</strong> ricevuto il consiglio di smettere. Il<br />
41% dei medici si è informato sull'attività<br />
fisica praticata dai propri assistiti<br />
(con trend in aumento) e il 35% degli intervistati<br />
ha riferito che il proprio medico<br />
ha consigliato di praticarla. Il 44%<br />
delle <strong>per</strong>sone in sovrappeso e il 90% delle<br />
<strong>per</strong>sone obese h<strong>anno</strong> ricevuto il consiglio<br />
di <strong>per</strong>dere peso e chi ha ricevuto il<br />
consiglio segue più frequentemente una<br />
dieta rispetto a chi non lo ha ricevuto (a<br />
prova dell'efficacia del consiglio). Il 24%<br />
degli intervistati in Trentino riferisce che<br />
un medico o un altro o<strong>per</strong>atore sanitario<br />
si è informato sui comportamenti in relazione<br />
al consumo di alcol (una <strong>per</strong>centuale<br />
in continua crescita). Purtroppo,<br />
anche tra chi beve troppo, solo pochi ricevono<br />
il consiglio di bere meno, evidenziando<br />
un problema di corretto inquadramento<br />
del rischio alcol correlato da<br />
parte del <strong>per</strong>sonale sanitario.<br />
In questo ambito il lavoro dei medici e, in<br />
particolare, dei medici di medicina generale<br />
è di fondamentale importanza. Sia<br />
<strong>per</strong> i loro frequenti contatti con una larga<br />
fetta di popolazione, sia <strong>per</strong> la fiducia di<br />
cui godono presso di essa. Infatti, anche i<br />
soli consigli (anche brevi) dati dai medici<br />
ai propri assistiti, si sono dimostrati efficaci<br />
nel modificare gli stili di vita in molti<br />
ambiti (fumo, attività fisica, dieta, consumo<br />
di alcol). Inoltre, la capacità del medico<br />
di affrontare l'argomento degli stili di<br />
vita è apprezzato molto dai pazienti come<br />
segno di una buona relazione medico-paziente.<br />
Da recenti indagini dell'OMS<br />
risulta, <strong>per</strong> esempio, che la capacità<br />
dei medici di parlare del consumo di<br />
alcol è particolarmente apprezzato dai<br />
pazienti.<br />
Dai dati PASSI risulta che in provincia di<br />
Trento l'interesse dei medici <strong>per</strong> la promozione<br />
di stili di vita salutari nell'ambito<br />
della loro attività è alto e cresce anche<br />
in ambiti tradizionalmente «trascurati»<br />
come il consumo di alcol, confermando<br />
un'elevata professionalità dei medici attivi<br />
sul territorio trentino. In prospettiva,<br />
occorre facilitare l'adozione di questo tipo<br />
di best pratice anche tra i medici, che<br />
h<strong>anno</strong> ancora difficoltà a parlare di stili di<br />
vita con i propri assistiti, al fine di ampliare<br />
il numero di medici in grado di affrontare<br />
la salute con un approccio più completo,<br />
che tenga conto anche degli stili di<br />
vita e dei determinanti socio economici.<br />
Referente<br />
Annamaria Trenti<br />
Coordinamento<br />
Pirous Fateh-Moghadam<br />
Laura Ferrari<br />
Campionamento<br />
Laura Battisti<br />
Segreteria<br />
Rossella Rigato<br />
Elisabetta Schiattarella<br />
Silvia Gramola<br />
Comunicazione<br />
Martina Liber<br />
Interviste<br />
Maria Pia Baldessari<br />
Marilena Battisti<br />
Franca Casagranda<br />
Maria Vittoria Cordin<br />
Adriana Fedrigoni<br />
Paola Felis<br />
Patrizia Loner<br />
Alessandra Martinatti<br />
Marilena Moser<br />
Claudia Plaga<br />
Maria Teresa Tonini<br />
Franca Trentini<br />
Caterina Zanoni<br />
<strong>notizie</strong><br />
21
LA CURA DELL’ORGANIZZAZIONE CHE CURA<br />
Federica Trotter<br />
direzione generale<br />
«Considerare il problema dello stress<br />
sul lavoro può voler dire una maggiore<br />
efficienza e un deciso miglioramento<br />
delle condizioni di salute e sicurezza<br />
sul lavoro, con conseguenti<br />
benefici economici e sociali <strong>per</strong> le<br />
aziende, i lavoratori e la società nel<br />
suo insieme». (Accordo europeo sullo<br />
stress lavoro, 2004)<br />
La normativa<br />
L'ingresso ufficiale del concetto di stress<br />
lavoro correlato nell'ambito della più generale<br />
tutela della salute e sicurezza sul<br />
lavoro è ascrivibile all'Accordo europeo<br />
sullo stress lavoro del 2004, stipulato in<br />
conseguenza di uno specifico interessamento<br />
a livello internazionale sul tema e<br />
di una conseguente previsione di azioni<br />
comuni.<br />
A livello nazionale, l'Accordo europeo è<br />
stato recepito nel 2008 da parte delle associazioni<br />
datoriali e organizzazioni sindacali,<br />
e successivamente dal legislatore<br />
nazionale, che ha previsto espressamente<br />
l'obbligo della valutazione del rischio<br />
da stress lavoro correlato a carico del datore<br />
di lavoro, nel Testo unico <strong>per</strong> la sicurezza<br />
sui luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/<br />
2008).<br />
Nel novembre 20<strong>10</strong>, infine, la commissione<br />
consultiva <strong>per</strong> la valutazione di<br />
questo tipo di stress, appositamente istituita<br />
a livello ministeriale, ha formulato<br />
delle indicazioni metodologiche in ordine<br />
al corretto adempimento dell'obbligo<br />
legislativo previsto.<br />
La scelta dell'APSS<br />
Fra gli ambiti d'intervento dell'APSS rientra<br />
quello relativo agli aspetti del benes-<br />
sere lavorativo e organizzativo sul lavoro,<br />
dato che un buon funzionamento dei<br />
processi di assistenza e cura con conseguente<br />
riduzione degli errori, un contenimento<br />
delle assenze e del turnover<br />
nonché delle <strong>per</strong>formance lavorative di<br />
qualità non possono prescindere da condizioni<br />
di benessere psichico, fisico e sociale,<br />
soprattutto in un contesto lavorativo<br />
come quello sanitario, caratterizzato<br />
da situazioni che possono evidentemente<br />
favorire condizioni di rischio da stress<br />
correlato al lavoro. L'individuazione di un<br />
problema di stress da lavoro avviene attraverso<br />
l'analisi di fattori quali l'organizzazione,<br />
i processi di lavoro, le condizioni,<br />
l'ambiente di lavoro, la comunicazione<br />
e i fattori soggettivi; qualora sia identificato<br />
un problema di tale natura, è interesse<br />
dell'azienda agire <strong>per</strong> prevenirlo,<br />
eliminarlo o ridurlo.<br />
La scelta strategica dell'APSS è stata quella<br />
di istituire un Gruppo tecnico aziendale<br />
<strong>per</strong> la valutazione e la gestione del rischio<br />
da stress lavoro correlato dei lavoratori<br />
APSS. Il gruppo, coordinato da Antonio<br />
Cristofolini, responsabile del Nucleo<br />
o<strong>per</strong>ativo del medico competente, è<br />
stato costituito nel luglio del 20<strong>10</strong> e coinvolge<br />
diverse professionalità, al fine di<br />
promuovere l'apporto di molteplici competenze<br />
e risorse, garantendo altresì una<br />
metodologia interdisciplinare nella valutazione<br />
dei rischi, nella loro gestione e<br />
contenimento, nonché nella riprogettazione<br />
organizzativa, nell'approfondimento<br />
e nella certificazione della patologie<br />
da stress, negli interventi terapeutici<br />
individuali e, infine, nei <strong>per</strong>corsi formativi.<br />
L'attività del gruppo si sta sviluppando<br />
attraverso la raccolta dei dati, sulla base<br />
di alcuni indicatori generali di benessere<br />
organizzativo (assenteismo, infortuni,<br />
turnover, ecc.) e nell'analisi del contenuto<br />
del Documento di valutazione dei<br />
rischi (DVR) di unità o<strong>per</strong>ativa/servizio, al<br />
fine di contestualizzare le situazioni da<br />
stress alle singole attività e individuare le<br />
aree più significative di intervento (aree<br />
critiche), nonché le azioni formative intraprese<br />
o da intraprendere (strumenti e<br />
durata).<br />
È in corso, inoltre, un censimento di quelle<br />
azioni che possono essere collegate ad<br />
attività aziendali sul benessere organizzativo.<br />
A titolo esemplificativo, si citano,<br />
fra le altre: i comitati paritetici sul fenomeno<br />
del mobbing, il codice di condotta<br />
e il consigliere di fiducia, l'asilo nido a-<br />
ziendale, il progetto Per.La. (<strong>per</strong>sonalizzazione<br />
del lavoro), il programma di sviluppo<br />
delle risorse umane, i questionari<br />
sulla soddisfazione del <strong>per</strong>sonale, l'inserimento<br />
lavorativo del neoassunto, il<br />
supporto psicologico mirato ad alcune<br />
unità o<strong>per</strong>ative aziendali. Tali iniziative<br />
sono puntualmente riportate nelle indicazioni<br />
o<strong>per</strong>ative <strong>per</strong> l'aggiornamento<br />
20<strong>10</strong> dei fascicoli del DVR edizione 2011.<br />
Un <strong>per</strong>corso parallelo e integrativo a<br />
quello avviato dal gruppo è compiuto<br />
nell'ambito del progetto «Laboratorio<br />
sul benessere organizzativo», promosso<br />
dalla Federazione italiana aziende sanitarie<br />
e ospedaliere (FIASO). Tale progetto<br />
promuove la s<strong>per</strong>imentazione di un piano<br />
condiviso, specifico <strong>per</strong> ognuna delle<br />
aziende sanitarie aderenti dislocate sul<br />
territorio nazionale, finalizzato a promuovere<br />
la salute organizzativa dell'a-<br />
22 <strong>notizie</strong>
zienda, ponendo particolare attenzione<br />
al benessere fisico, psicologico e sociale<br />
di ciascun lavoratore attraverso azioni<br />
che mirino ad aumentare la partecipazione<br />
attiva da parte di tutto il <strong>per</strong>sonale<br />
alla vita organizzativa; l'obiettivo è facilitare<br />
l'avvio di un processo di condivisione,<br />
che possa sviluppare il senso di appartenenza<br />
alla propria struttura o<strong>per</strong>ativa<br />
aziendale.<br />
Aderendo a questo progetto, l'APSS ha<br />
istituito un apposito gruppo Laboratorio<br />
sul benessere organizzativo aziendale,<br />
coordinato da Francesco Reitano, direttore<br />
dell'Unità o<strong>per</strong>ativa di psicologia 2,<br />
con competenze professionali ed es<strong>per</strong>ienza<br />
in psicologia sociale, del lavoro e<br />
delle organizzazioni, nella valutazione<br />
dei rischi e della patologia stress lavoro<br />
correlato, nella gestione di interventi e<br />
soluzioni organizzative appropriate; il<br />
gruppo svolge, inoltre, funzioni di carattere<br />
o<strong>per</strong>ativo nell'ambito delle indicazioni<br />
elaborate dal Gruppo tecnico aziendale<br />
<strong>per</strong> la valutazione e la gestione del<br />
rischio sopra citato.<br />
L'attività del laboratorio FIASO sul benessere<br />
organizzativo ha portato alla realizzazione<br />
di uno strumento <strong>per</strong> l'individuazione<br />
degli indicatori <strong>per</strong> la raccolta<br />
di dati oggettivi a livello aziendale, necessari<br />
<strong>per</strong> la valutazione del rischio<br />
stress lavoro correlato; la rilevazione dei<br />
dati soggettivi, relativi alla <strong>per</strong>cezione<br />
degli individui, sarà invece realizzata utilizzando<br />
un questionario sul benessere<br />
organizzativo <strong>per</strong>cepito attualmente in<br />
fase di validazione a livello nazionale.<br />
Le prospettive<br />
La sinergia delle iniziative attuate dall'APSS<br />
evidenzia un orientamento dell'organizzazione<br />
al miglioramento non<br />
solo delle capacità di efficacia e di produttività,<br />
ma anche alla crescita e allo sviluppo<br />
dell'azienda attraverso la promozione<br />
di un adeguato grado di benessere<br />
fisico e psicologico.<br />
Riuscire a contestualizzare in una logica<br />
di processo le diverse attività aziendali<br />
sul benessere organizzativo <strong>per</strong>mette di<br />
rendere visibili e disponibili tali iniziative<br />
in momenti cruciali della vita lavorativa/<strong>per</strong>sonale<br />
di ciascun dipendente, garantendo<br />
un adeguato supporto sia ai<br />
singoli individui sia alla stessa organizzazione<br />
aziendale.<br />
Si concretizza di conseguenza un obiettivo<br />
sfidante seppure realistico, quello della<br />
salute organizzativa, dove individuo e<br />
organizzazione sono entrambi attori e responsabili<br />
della salute; la «cura dell'organizzazione<br />
che cura», quindi, che si alimenta<br />
prendendosi cura del <strong>per</strong>sonale,<br />
in armonia con il compito istituzionale<br />
del prendersi cura dei cittadini, assicurando<br />
un contesto lavorativo basato<br />
sulla massima valorizzazione, soddisfazione<br />
ed energia delle <strong>per</strong>sone.<br />
Non c'è nulla di più stimolante della qualità;<br />
raggiungerla nell'ambito di una gestione<br />
organizzativa basata su un sistema<br />
di cosiddetto wellness organizzativo, sviluppa<br />
un benefico circuito virtuoso che<br />
coinvolge l'organizzazione, gli individui<br />
che vi lavorano e, last but not least, l'utenza.<br />
<strong>notizie</strong><br />
23
MODI D'INTERPRETARE LA VITA:<br />
CONTINUA LA QUERELLE<br />
OVVERO COME OGGI LA MORTE E I SUOI CRITERI DI ACCERTAMENTO<br />
NON SONO PIÙ INTERPRETATI UNIVOCAMENTE<br />
Fabio Cembrani<br />
unità o<strong>per</strong>ativa di medicina legale<br />
Nel nostro paese anche la morte è,<br />
oggi, al centro di una non sopita controversia<br />
bioetica stimolata da alcune<br />
prese di posizione di studiosi<br />
del diritto, che sono più volte intervenuti<br />
sul tema ponendone soprattutto<br />
in discussione i criteri di accertamento.<br />
Questi studiosi sostengono,<br />
più in particolare, che tali criteri,<br />
<strong>per</strong> come sono codificati nella nostra<br />
legislazione, non sono in grado di accertare<br />
la «<strong>per</strong>dita irreversibile di tutte<br />
le funzioni dell'encefalo».<br />
Indicano quattro prove a supporto della<br />
loro tesi. La prima è che le <strong>per</strong>sone dichiarate<br />
morte conservano integra la funzione<br />
endocrino ipotalamica documentata<br />
dalla presenza di un ormone (l'arginina<br />
vasopressina); la seconda è che in<br />
queste <strong>per</strong>sone è comunque registrabile<br />
un'attività elettrica cerebrale; la terza è<br />
che in alcune <strong>per</strong>sone dichiarate morte si<br />
registrano, nel corso dell'incisione chirurgica<br />
finalizzata al prelievo degli organi, reazioni<br />
emodinamiche (aumento della frequenza<br />
cardiaca e della pressione arteriosa);<br />
la quarta è che in queste <strong>per</strong>sone<br />
sono a lungo conservati i riflessi spinali e<br />
propongono, <strong>per</strong>tanto, di abbandonare<br />
definitivamente i criteri neurologici di accertamento<br />
della morte, mantenendo<br />
solo quelli cardiaci. Queste posizioni h<strong>anno</strong><br />
una serie di conseguenze drammatiche<br />
(sul piano non solo dei trapianti di<br />
organo), che amplificano ancora più nettamente<br />
la linea di frattura che esiste tra<br />
chi sostiene la sacralità (e l'inviolabilità)<br />
della vita umana e chi ne postula la sua<br />
parziale disponibilità, facendola rientrare<br />
nei diritti inviolabili della <strong>per</strong>sona: cosa<br />
che è avvenuta puntualmente quando<br />
Lucetta Scaraffia, in un editoriale apparso<br />
sulla prima pagina dell'«Osservatore Romano»<br />
(4 settembre 2008), ha affermato<br />
che l'identificazione della <strong>per</strong>sona umana<br />
con le sole attività cerebrali «[…] entra in<br />
contraddizione con il concetto di <strong>per</strong>sona<br />
secondo la dottrina cattolica, e quindi con<br />
le direttive della Chiesa nei confronti di<br />
casi di coma <strong>per</strong>sistente».<br />
Le parole di Scaraffia h<strong>anno</strong> innescato -<br />
nonostante la cauta presa di posizione<br />
del portavoce del Vaticano, padre Federico<br />
Lombardi, pubblicata dopo qualche<br />
giorno sul «Corriere della Sera» («Il testo<br />
dell'“Osservatore Romano” è un interessante<br />
e autorevole articolo, firmato dalla<br />
signora Lucetta Scaraffia, ma non può essere<br />
considerato una posizione del magistero<br />
della Chiesa») - lo scarto tra una<br />
sempre più ristretta, ma significativa,<br />
rappresentanza cattolica e il resto laico<br />
del mondo sull'unico tema bioetico sul<br />
quale c'era stata, fino a quel momento,<br />
ampia convergenza di vedute anche <strong>per</strong><br />
la pacatezza con cui l'allora pontefice<br />
Giovanni Paolo II lo aveva affrontato:<br />
quello della tenuta - anche antropologica<br />
e non solo giuridica - dei criteri di accertamento<br />
della morte finalizzati al trapianto<br />
di organo da cadavere.<br />
Oggi, voglio inserirmi in questo dibattito<br />
sul quale devo, purtroppo, registrare il<br />
nostro responsabile silenzio. E lo farò dopo<br />
aver esaminato, con spirito critico, la<br />
legislazione vigente in punto di accertamento<br />
della morte che troviamo contenuta,<br />
oltre che nel Regolamento di polizia<br />
mortuaria (approvato con Decreto<br />
del Presidente della Repubblica <strong>10</strong> settembre<br />
1990, n. 285), nella legislazione<br />
che, a partire dal 1975 (Legge 2 dicembre<br />
1975, n. 644), ha disciplinato il prelievo di<br />
parti di cadavere a scopo di trapianto<br />
terapeutico.<br />
È interessante notare che nella legislazione<br />
italiana degli anni settanta non<br />
si trova una definizione giuridica di<br />
«morte», e che quella legislazione era<br />
prioritariamente finalizzata al suo<br />
accertamento destinato al prelievo degli<br />
organi <strong>per</strong> il loro trapianto (all'epoca, soprattutto<br />
il rene e il cuore) con una disciplina<br />
che necessariamente si trovava a<br />
fare i conti con le disposizioni previgenti<br />
in punto di <strong>per</strong>iodo di osservazione dei<br />
cadaveri (artt. 7, 8 e 9 del Regolamento<br />
di polizia mortuaria, approvato con regio<br />
Decreto 21 dicembre 1942, n. 1880). I<br />
problemi principali che all'epoca si ponevano,<br />
dunque, erano quelli di disciplinare<br />
(regolamentandolo) il prelievo di parti di<br />
cadavere a scopo di trapianto terapeutico<br />
e di ridurre, necessariamente, il cosiddetto<br />
«<strong>per</strong>iodo di osservazione», così<br />
da poter espiantare organi ancora <strong>per</strong>fusi,<br />
effettivamente trapiantabili (art. 1<br />
della Legge n. 644/1975). È in quella legislazione<br />
che si trovano indicati <strong>per</strong> la<br />
prima volta i criteri clinici <strong>per</strong> l'accertamento,<br />
che i commentatori medico legali<br />
di allora avevano impropriamente utilizzato<br />
<strong>per</strong> distinguere due distinte tipologie<br />
di morte:<br />
la morte cardiaca o <strong>per</strong> cessazione del<br />
battito cardiaco;<br />
la morte cerebrale relativa a soggetti<br />
affetti da lesioni cerebrali primitive e<br />
sottoposti a rianimazione in enti ospedalieri<br />
o istituti universitari.<br />
In quella legislazione si indicavano, <strong>per</strong>tanto,<br />
quali erano le condizioni <strong>per</strong> accertare<br />
precocemente la morte (prima,<br />
cioè, della comparsa di quei segni abiotici<br />
trasformativi - rigidità cadaverica, de-<br />
24 <strong>notizie</strong>
cremento della tem<strong>per</strong>atura corporea e<br />
comparsa delle macchie ipostatiche -<br />
che, in ambito necroscopico, si utilizzano<br />
<strong>per</strong> accertarne la sua realtà), i suoi segni<br />
clinico osservazionali (cessazione del<br />
battito cardiaco, stato di coma profondo,<br />
atonia muscolare, ecc.) e i relativi criteri<br />
diagnostici (rispettivamente di tipo cardiologico<br />
e di tipo neurologico), con una<br />
disciplina finalizzata al solo trapianto di<br />
organi da cadavere che, in maniera del<br />
tutto appropriata, rinunciava a cimentarsi<br />
in una sua formale definizione giuridica.<br />
Esisteva, infatti, una legittima preoccupazione,<br />
che si coglie ancora oggi rileggendo<br />
i dibattiti di quel tempo: quella<br />
di non «ingessare» le molte (e difficili)<br />
questioni a<strong>per</strong>te, riportandole dentro le<br />
categorie giuridiche, <strong>per</strong> dare evidentemente<br />
una risposta concreta ai molti<br />
problemi di quei pazienti in attesa di trapianto<br />
di organo. Anche se ciò richiedeva<br />
di prendere, <strong>per</strong> così dire, le distanze da<br />
quel potere taumaturgico che viene oggi<br />
troppo spesso attribuito alla scienza nella<br />
sua riconosciuta incapacità di fornire<br />
risposte assolute (non falsificabili) ai<br />
grandi problemi esistenziali dell'umanità<br />
che v<strong>anno</strong> certamente affrontati con<br />
l'aiuto delle conoscenze scientifiche, ma<br />
all'interno di una vision che deve essere<br />
e restare di matrice etica.<br />
Questa situazione vira radicalmente, a<br />
partire dal 1993, <strong>per</strong> una non trascurabile<br />
circostanza, poco considerata sul<br />
piano dell'elaborazione critica. È da questa<br />
data che il legislatore si cimenta in<br />
una titanica impresa: quella di trasferire<br />
la morte dentro i rigidi schemi della tassonomia<br />
giuridica e di farlo all'interno di<br />
una disciplina organica che, rispetto alla<br />
precedente, <strong>per</strong>de i suoi punti di contatto<br />
con quella dei trapianto degli organi.<br />
La circostanza merita la nostra attenzione.<br />
È la legge del 29 dicembre 1993, n. 578<br />
(«Norme <strong>per</strong> l'accertamento e la certificazione<br />
di morte») che introduce una<br />
definizione giuridica della morte, identificandola<br />
(art. 1 - Definizione di morte)<br />
con la «cessazione irreversibile di tutte le<br />
funzioni dell'encefalo». Si tratta di una<br />
definizione circoncisa, chiara nella sua<br />
formulazione testuale (solo la parola<br />
«encefalo» suscita qualche <strong>per</strong>plessità<br />
interpretativa; fugata, <strong>per</strong>altro, da alcuni<br />
dettagli contenuti nel successivo decreto<br />
del Ministero della sanità 22 agosto<br />
1994, n. 582, art. 3, comma 2, in cui si<br />
ribadisce l'irrilevanza dei riflessi spinali,<br />
spontanei o provocati, «essendo essi<br />
compatibili con la condizione di cessazione<br />
irreversibile di tutte le funzioni encefaliche»),<br />
che, tuttavia, ripropone le insidie<br />
e i <strong>per</strong>icoli (ripetutamente segnalati<br />
da Stefano Rodotà) di un diritto particolarmente<br />
intrusivo, onnipresente, <strong>per</strong>vasivo,<br />
miope e incapace di guardare<br />
lontano.<br />
Dal 1993 la morte ha, dunque, trovato<br />
diritto di cittadinanza tassonomica nel<br />
dizionario giuridico, essendo stata definita<br />
come la «cessazione irreversibile di<br />
tutte le funzioni dell'encefalo», nonostante<br />
poi siano stati esplicitati i «segni<br />
clinico osservazionali» e i «criteri diagnostici»<br />
- e, <strong>per</strong>tanto, le condizioni - <strong>per</strong> il<br />
suo accertamento e la sua certificazione.<br />
All'epoca, non si sollevarono forti obiezioni<br />
nel dibattito scientifico e bioetico,<br />
ma che le creano oggi, essendo stato dimostrato<br />
che quelle condizioni non sono<br />
in grado di esprimere l'impairment (la<br />
cessazione irreversibile) di tutte le funzioni<br />
dell'encefalo e, anzi, che alcune di<br />
queste restano conservate in pazienti<br />
potenzialmente espiantabili.<br />
La circostanza, a ben riflettere, appare<br />
davvero paradossale: nel momento in<br />
cui il legislatore decise di separare la disciplina<br />
dell'accertamento della morte<br />
da quella dei trapianti di organo da cadavere,<br />
la scelta fatta fu quella di inserire<br />
la morte dentro i complessi (e rigidi)<br />
schemi concettuali della tassonomia giuridica,<br />
nel tentativo - possibile ma non<br />
dichiarato - di agganciare la disciplina del<br />
1975 con il Regolamento di polizia mortuaria<br />
del 1990, di su<strong>per</strong>are le ampie<br />
criticità che ancora oggi esistono tra la<br />
constatazione della morte e l'accertamento<br />
della sua realtà e di farle <strong>per</strong>dere<br />
quella nudità che le è propria e che rende<br />
aprioristicamente improprio qualsiasi<br />
tentativo linguistico concettuale di raffreddare<br />
un processo dinamico (la morte,<br />
appunto) all'interno di rigide (e prefissate)<br />
coordinate spazio temporali.<br />
A sproposito si è parlato, a questo riguardo,<br />
d'ing<strong>anno</strong> della legge, <strong>per</strong>ché è evidente<br />
che la norma del 1993 non modifica<br />
le previsioni del Regolamento di polizia<br />
mortuaria e, soprattutto, la durata del<br />
<strong>per</strong>iodo di osservazione dei cadaveri e i<br />
criteri tanatologici tradizionali usati, da<br />
secoli, <strong>per</strong> accertarne la sua realtà: la<br />
legge si limita a definire la morte, le sue<br />
distinte fenomenologie (morte da arresto<br />
cardiaco e morte cerebrale) e a rinviare<br />
al Ministro della sanità la definizione<br />
(e il <strong>per</strong>iodico aggiornamento) delle<br />
«condizioni la cui presenza simultanea<br />
determina il momento della morte». Cosa<br />
che, puntualmente, è avvenuta con il<br />
decreto del Ministero della sanità 22<br />
<strong>notizie</strong><br />
25
agosto 1994, n. 582 («Regolamento recante<br />
le modalità <strong>per</strong> l'accertamento e la<br />
certificazione di morte») e successive<br />
modifiche e integrazioni, che ha descritto<br />
i segni clinico osservazionali e i criteri<br />
diagnostici <strong>per</strong> il suo accertamento (individuati,<br />
nel concreto, in «condizioni» -<br />
questo il termine non equivoco usato dal<br />
legislatore -, la cui verifica simultanea<br />
cronologizza il momento della morte) e,<br />
non da ultimo, la durata del <strong>per</strong>iodo di<br />
osservazione.<br />
È stato anche detto molto - e a sproposito<br />
- riguardo alla tolleranza di tali criteri<br />
rispetto a quelli individuati in precedenza<br />
dal legislatore, con la norma del<br />
1975. Non intendo, sul punto, dilungarmi.<br />
Ciò che vale la pena osservare è che, pur<br />
essendo la morte una - e una soltanto -<br />
nella tassonomia giuridica (cessazione irreversibile<br />
di tutte le funzioni dell'encefalo),<br />
diverse sono le condizioni al verificarsi<br />
delle quali essa stessa può essere<br />
accertata e certificata.<br />
Nel caso di morte <strong>per</strong> arresto cardiaco,<br />
trovano conferma le condizioni già individuate<br />
dalla legislazione precedente e<br />
ribadite dal Regolamento di polizia mortuaria<br />
del 1990, sia pur come eccezione<br />
alla regola generale (in tale direzione va<br />
interpretato quel «[…] può essere effettuata»<br />
di cui all'art. 1, comma 1, del decreto<br />
del Ministero della sanità del<br />
2004): il rilievo continuo dell'ECG, protratto<br />
<strong>per</strong> non meno di 20 minuti «[…]<br />
registrato su supporto cartaceo o digitale»).<br />
Nel caso, invece, di <strong>per</strong>sone affette da lesioni<br />
encefaliche e sottoposte a misure<br />
rianimatorie, è mediante il rilevamento<br />
contemporaneo durante tutto il <strong>per</strong>iodo<br />
di osservazione di due distinti standard<br />
(segni clinico osservazionali più criteri<br />
diagnostici).<br />
1. Standard universali (da rilevare sempre<br />
e comunque):<br />
assenza dello stato di vigilanza e di coscienza;<br />
silenzio elettrico cerebrale documentato<br />
dall'esame EEG eseguito con modalità<br />
standardizzate e coerentemente<br />
alle modalità previste nell'all. 1;<br />
assenza dei riflessi del tronco encefalico;<br />
assenza di respiro spontaneo dopo sospensione<br />
della ventilazione artificiale<br />
con valori documentati di CO 2 arteriosa<br />
non inferiori a 60 mm Hg e pH ematico<br />
non su<strong>per</strong>iore a 7,40 in assenza di ventilazione<br />
artificiale.<br />
2. Standard accessori, ma non alternativi<br />
(in situazioni particolari):<br />
potenziali evocati somato sensitivi e<br />
acustici a breve latenza;<br />
indagini atte a escludere l'esistenza di<br />
flusso ematico encefalico.<br />
Sul piano medico giuridico, la morte ha<br />
<strong>per</strong>so, dunque, quell'intima indicibilità,<br />
unicità e incomparabilità che le viene a-<br />
scritta da Vladimir Jankélévitch (quando<br />
la definisce come «[…] mutazione-limite<br />
[…] non a misura del linguaggio»), essendo<br />
stata ridotta a categoria giuridica, e<br />
identificata, in siffatta direzione, nella<br />
cessazione irreversibile di tutte le funzioni<br />
dell'encefalo.<br />
Ai filosofi del diritto, che sono recentemente<br />
intervenuti anche su questo tema,<br />
va certamente riconosciuto un merito:<br />
quello di aver ridato voce, anche nel<br />
nostro paese, al dibattito bioetico e biogiuridico<br />
riguardo al tema della morte e<br />
alla tenuta dei suoi criteri (condizioni) di<br />
accertamento, proposti dal Rapporto di<br />
Harvard del lontano 1968 e fatti in gran<br />
parte propri dalla legislazione italiana,<br />
pur offrendo il destro alla strumentalizzazione<br />
registrata dalla cronaca, visto e<br />
considerato che le loro posizioni h<strong>anno</strong><br />
fatto riesplodere le tensioni tra chi difende<br />
a oltranza la sacralità della vita (e la<br />
sua assoluta indisponibilità) e chi, al contrario,<br />
ne postula la sua parziale disponibilità.<br />
Pur condividendo la premessa da cui<br />
muovono, a me pare esista in questo itinerario<br />
argomentativo un equivoco di<br />
fondo: gli autori confondono la morte<br />
con i suoi criteri (condizioni) di accertamento<br />
(quelli di tipo neurologico) e, a<br />
fronte della (sia pur incompleta) insufficienza<br />
dimostrativa di questi ultimi, generano,<br />
attraverso la cascata del sillogi-<br />
26 <strong>notizie</strong>
smo, una serie di drammatiche conseguenze,<br />
che riconoscono quando affermano,<br />
testualmente, che ciò «[…] non<br />
comporterebbe necessariamente la sospensione<br />
dei trapianti», ma unicamente<br />
«[…] una restrizione del tipo di organi da<br />
prelevare» e che lo portano a suggerire<br />
di trasferire la morte nella sola direzione<br />
criteriologica cardiorespiratoria.<br />
La legge ha, come si è visto, collocato la<br />
morte dentro i complessi (e rigidi) schemi<br />
della tassonomia giuridica, identificandola<br />
nella cessazione irreversibile di<br />
tutte le funzioni dell'encefalo e disciplinando,<br />
poi, i suoi criteri (condizioni) di<br />
accertamento (neurologici e cardiaci),<br />
nel tentativo di su<strong>per</strong>are gli sbarramenti<br />
(<strong>per</strong>iodo di osservazione) previsti dal Regolamento<br />
di polizia mortuaria. Con conseguenze<br />
che sono sotto gli occhi di tutti:<br />
alla nuda morte è stata attribuita una<br />
precisa connotazione giuridico ontologica<br />
che, oggi, viene messa profondamente<br />
in crisi dalla comunità scientifica, non<br />
già <strong>per</strong> la definizione, quanto, invece,<br />
<strong>per</strong>ché gli attuali criteri neurologici <strong>per</strong> il<br />
suo accertamento clinico (in deroga alla<br />
regola generale) non sono in grado di dimostrare<br />
la cessazione irreversibile di<br />
tutte le funzioni dell'encefalo.<br />
C'è da chiedersi se la bocca da fuoco deve<br />
essere puntata sulla non attuale tenuta<br />
dimostrativa dei criteri (condizioni)<br />
della morte cerebrale o se, invero, ciò<br />
che dovremmo mettere in discussione è,<br />
non solo la loro revisione, ma anche la<br />
definizione giuridica di morte <strong>per</strong> come<br />
essa è stata testualmente formulata dal<br />
nostro legislatore, e denunciare, prendendone<br />
evidentemente le distanze,<br />
quella particolare modalità di esercitare<br />
il diritto, <strong>per</strong>vadendo intrusivamente<br />
quei campi propri della vita, sui quali l'umanità<br />
discute da millenni e che, giocoforza,<br />
non possono essere ridotti a un'astratta<br />
categoria giuridica che si avvale di<br />
rigidi schemi tassonomici.<br />
Perché ciò, evidentemente, trasforma la<br />
legge non già in un'opportunità, ma in un<br />
vincolo, rischiando davvero di rendere<br />
non esigibili quei diritti fondamentali di<br />
ogni essere umano iscritti nella Carta costituzionale<br />
(primo fra tutti, la solidarietà).<br />
<strong>notizie</strong><br />
27
EN<br />
GARDE!<br />
I FACCIA A FACCIA:<br />
DUE CHIRURGHI A CONFRONTO<br />
Sandra Chighizola<br />
.........................................................<br />
Non me ne vorrà Edmond Rostand,<br />
grande scrittore francese (sui cui<br />
libri <strong>per</strong>si alcune notti nella<br />
preparazione di un grosso esame di<br />
letteratura francese alcuni anni<br />
orsono), se prendo in prestito <strong>per</strong><br />
questo mio piccolo pezzo da<br />
«inviata» alcune citazioni di una sua<br />
famosa o<strong>per</strong>a, il Cyrano de<br />
Bergerac, capolavoro della<br />
commedia eroica fine Ottocento.<br />
Quale duello fu più elegante, quali<br />
stoccate ritmate dalla poesia dei due<br />
contendenti, quali fendenti furono<br />
mirati se non <strong>per</strong> uccidere ma <strong>per</strong><br />
«toccare - toucher», di quel duello in<br />
versi delicato e sottile tra Cyrano e<br />
Ragueneau che «appunto in fin della<br />
licenza… io tocco!».<br />
Vabbe', direte giustamente, e dopo<br />
tutte queste dotte citazioni dove ci vuoi<br />
portare, chi sarebbero questi due<br />
mirabili moschettieri che h<strong>anno</strong><br />
animato sul filo del fioretto una delle<br />
tue tante interviste? Be', questo vuol<br />
essere semplicemente l'introduzione a<br />
un piacevole incontro di alcuni giorni fa<br />
tra i due direttori delle unità o<strong>per</strong>ative<br />
di chirurgia dell'ospedale Santa Chiara<br />
di Trento, Giuseppe Tirone e Alberto<br />
Brolese.<br />
Eccoli, in singolar tenzone, in un<br />
normale pomeriggio di lavoro tra<br />
un'o<strong>per</strong>azione e l'altra, un cicalino che<br />
suona e l'altro pure, in un confronto<br />
leale, con qualche stoccata più o meno<br />
profonda, impegnati in un faccia a<br />
faccia onesto, senza veli o velatura in<br />
un crescendo di “posizioni d'affondo”,<br />
“sei e cinque” ...io tocco, ah che<br />
potenza”! (s.ch.)<br />
Come ogni intervista - o approfondimento<br />
- che voglia essere davvero seria,<br />
si parte dai numeri, con una definizione<br />
della Unità o<strong>per</strong>ativa di chirurgia,<br />
che vede entrambi i primari<br />
totalmente d'accordo: specialità che<br />
qualifica l'ospedale, la locomotiva del<br />
treno, la colonna portante della struttura.<br />
Ed ecco i numeri.<br />
Ospedale di Trento<br />
Chirurgia 1:<br />
9 chirurghi + il direttore<br />
Giuseppe Tirone<br />
1 coordinatrice<br />
18 infermieri di cui 4 part time<br />
9 OSS<br />
2 segretarie di cui 1 part time<br />
Chirurgia 2:<br />
9 chirurghi + il direttore<br />
Alberto Brolese<br />
1 coordinatrice<br />
21 infermieri di cui 6 part time<br />
9 OSS<br />
1 segretaria<br />
Eccoci qui, dunque, in una saletta del<br />
Santa Chiara con i nostri chirurghi che si<br />
sono messi gentilmente a disposizione<br />
<strong>per</strong> fare questa chiacchierata, forse non<br />
usuale, ma che è sicuramente un modo<br />
<strong>per</strong> conoscerli meglio. Bene, si parte.<br />
Nome: Giuseppe Tirone<br />
Origini: calabresi<br />
Anni: 55<br />
Stato civile: sposato<br />
Figli: 2 “...e nonno di due nipotini” (ce<br />
lo dice con un fiero sorriso sulle labbra)<br />
Hobby: caccia<br />
Sport preferito: sci e sport acquatici<br />
Vacanze preferite: mare<br />
Ultimo film che gli è piaciuto:<br />
“Benvenuti al Sud” di Luca Miniero<br />
Macchina: Volvo<br />
Guarda la tv: poca la sera<br />
Piatto preferito: orecchiette<br />
alle cime di rapa<br />
In cucina: prepara benissimo<br />
la selvaggina<br />
Vive: a Trento da solo, famiglia altrove<br />
Abbigliamento preferito: sportivo,<br />
ma ricercato<br />
Canzone preferita: “Questo piccolo<br />
grande amore” di Baglioni<br />
Qualità: disponibilità<br />
Difetto: testardo, quasi <strong>per</strong>maloso<br />
Come si trova: molto bene, ogni giorno<br />
va al lavoro con entusiasmo<br />
Se non il chirurgo: il bancario<br />
Quante ore lavora al giorno: 11 ore<br />
di media<br />
Ultimo libro letto: “Il cuore e la spada”<br />
di Bruno Vespa<br />
Giornata tipo: arriva presto, giro visite,<br />
sala o<strong>per</strong>atoria, sedute lunghe, sempre<br />
attenzione all'aggiornamento, dialoga<br />
con pazienti, familiari e collaboratori<br />
Quali interventi: maggior parte<br />
chirurgia oncologica, tumori<br />
gastroenterici, mammella,<br />
toracopolmonare, laparoscopia<br />
avanzata.<br />
28 <strong>notizie</strong>
Nome: Alberto Brolese<br />
Origini: venete<br />
Anni: 49<br />
Stato civile: sposato<br />
Figli: 2 (liceali)<br />
Hobby: calcio<br />
Sport preferito: calcio<br />
Vacanze preferite: mare e montagna<br />
Ultimo film che gli è piaciuto:<br />
“Il curioso caso di Benjamin Button” di<br />
David Fincher<br />
Macchina: BMW<br />
Guarda la tv: poca la sera<br />
Piatto preferito: spaghetti aglio, olio<br />
e pe<strong>per</strong>oncino<br />
In cucina: buon cuoco di pesce e fa<br />
spesso da mangiare<br />
Vive: a Trento da solo, famiglia altrove<br />
Abbigliamento: elegante e sportivo<br />
(quasi sempre in cravatta)<br />
Canzone preferita: “We are the<br />
champions” (cantata dopo il primo<br />
trapianto di fegato del Nordest nel<br />
1990)<br />
Qualità: disponibilità<br />
Difetto: ostinato<br />
Come si trova: fare il chirurgo è la cosa<br />
che ha sempre desiderato e va sempre<br />
al lavoro con una forte motivazione<br />
Se non il chirurgo: il pilota di aereo<br />
Quante ore lavora al giorno: 11 ore<br />
di media<br />
Ultimo libro letto: “Il cacciatore di<br />
aquiloni” di Kaled Hosseini<br />
Giornata tipo: arriva presto, giro visite,<br />
gestione sala o<strong>per</strong>atoria, colloquio con<br />
pazienti e familiari, attività in sala,<br />
attenzione all'aggiornamento<br />
Quali interventi: chirurgia oncologia,<br />
epatobiliari, pancreas, mammella,<br />
laparoscopia, tiroide.<br />
E <strong>per</strong> finire, alcuni commenti a due voci.<br />
Chirurgia al femminile? Le colleghe chirurghe<br />
sono bravissime e competenti, affermano<br />
entrambi, le donne oggi sono<br />
sempre più numerose, ma la chirurgia è<br />
totalizzante e anche faticosa, diventa<br />
molte volte prioritaria su tutto e le donne<br />
spesso o sempre si devono <strong>per</strong> forza<br />
occupare anche di molto altro, ma il futuro,<br />
ormai vicino, sarà comunque donna.<br />
Cosa vi aspettate dal futuro? Una forte<br />
riorganizzazione della chirurgia, grandi a-<br />
spettative <strong>per</strong> la rete: oggi, molte volte,<br />
siamo in difficoltà a dare risposte a tutte<br />
le richieste; potenziamento qualitativo<br />
delle risorse umane, investire maggiormente<br />
in sicurezza con dei protocolli<br />
condivisi in una rete uniforme <strong>per</strong> tutte<br />
le chirurgie del Trentino, siamo comunque<br />
sulla buona strada e le indicazioni<br />
sono quelle: + sicurezza = + qualità.<br />
E le nuove tecnologie? Quello che chiediamo<br />
<strong>per</strong> migliorare il nostro lavoro ci<br />
viene sempre dato e <strong>per</strong> questo siamo<br />
molto invidiati da altre realtà anche vicine<br />
ed è questo un motivo del nostro impegno<br />
<strong>per</strong> migliorare sempre, in attesa<br />
anche del nuovo ospedale, una grande<br />
avventura che ci vede entusiasti e disponibili<br />
al cambiamento.<br />
Siamo in chiusura, i cicalini suonano e o-<br />
gnuno prende la sua strada… Ma, direte<br />
voi, e il duello, e le schermaglie, e le toccate<br />
che ci erano state promesse e che<br />
forse ci rendevano l'intervista e i commenti<br />
più divertenti? Sono rimasti nella<br />
penna di chi scrive, come avrebbero detto<br />
nell'Ottocento, e capite il <strong>per</strong>ché… Ma<br />
vi assicuro che anche Rostand, fosse stato<br />
presente, avrebbe pensato a una nuova<br />
e moderna scrittura del Cyrano de<br />
Bergerac!<br />
<strong>notizie</strong><br />
29
POLO UNIVERSITARIO<br />
DELLE PROFESSIONI SANITARIE<br />
team del polo universitario delle professioni sanitarie<br />
Nell'aprile 2007, con deliberazione<br />
della Giunta provinciale, è stata modificata<br />
la denominazione della Scuola<br />
su<strong>per</strong>iore di formazione sanitaria,<br />
con sede a Trento e Rovereto/Ala, in<br />
Polo universitario delle professioni sanitarie<br />
<strong>per</strong> valorizzare adeguatamente<br />
il livello universitario dei corsi delle<br />
professioni sanitarie garantiti, in loco,<br />
dalla Provincia autonoma di Trento.<br />
La principale funzione del Polo universitario<br />
delle professioni sanitarie è di gestire<br />
le attività formative dell'area sanitaria,<br />
universitarie e non, che comportano il<br />
conseguimento di una laurea di primo livello,<br />
di un diploma di formazione complementare<br />
o specialistica (master) o di<br />
una qualifica professionale. Il polo universitario<br />
unico si articola in due sedi formative:<br />
alla sede di Trento è affidata la<br />
formazione universitaria dell'area infermieristica<br />
e post base (master, corsi di<br />
<strong>per</strong>fezionamento) e alla sede di Rovereto/Ala<br />
la formazione universitaria dell'area<br />
tecnico sanitaria, della riabilitazione<br />
e della prevenzione. Entrambe le sedi gestiscono<br />
inoltre la formazione professionale<br />
degli O<strong>per</strong>atori Socio <strong>Sanitari</strong>.<br />
La ex Scuola su<strong>per</strong>iore di formazione sanitaria<br />
dell'APSS era stata attivata con deliberazione<br />
della Giunta provinciale nel<br />
1998, quale trasformazione della precedente<br />
Scuola <strong>per</strong> infermieri professionali,<br />
istituita all'ospedale di Trento nel 1971.<br />
All'epoca della formazione professionale,<br />
nella provincia di Trento erano presenti<br />
tre scuole, che realizzavano corsi<br />
<strong>per</strong> alcune professioni quali l'infermiere<br />
professionale e il tecnico di laboratorio,<br />
con sede a Trento, Rovereto e Arco.<br />
Con l'<strong>anno</strong> accademico 1995/1996 la formazione<br />
delle professioni sanitarie è passata<br />
a livello universitario tramite il protocollo<br />
d'intesa tra la Provincia autonoma<br />
di Trento e le università di Verona e<br />
Trento.<br />
Formazione universitaria<br />
Dai dati presentati nella Conferenza <strong>per</strong>manente<br />
delle classi di laurea delle pro-<br />
TABELLA 1 - LAUREATI NEI CORSI DI LAUREA DELLE PROFESSIONI SANITARIE<br />
ANNO<br />
ACCADEMICO<br />
INFERMIE-<br />
RISTICA<br />
FISIOTERAPIA<br />
TECNICI DI<br />
LABORATORIO<br />
IGIENISTI<br />
DENTALI<br />
a<br />
a<br />
* 2009/<strong>10</strong> 1 sessione di laurea a novembre 20<strong>10</strong> e in corso 2 sessione marzo 2011<br />
TECNICO<br />
DELLA<br />
RIABILITAZIONE<br />
PSICHIATRICA<br />
PREVENZIONE<br />
AMBIENTE<br />
E LUOGHI<br />
DI LAVORO<br />
TECNICO DI<br />
RADIOLOGIA<br />
MEDICA<br />
1997/1998 40<br />
1998/1999 42<br />
1999/2000 32 13 11<br />
2000/2001 39 14 <strong>10</strong><br />
2001/2002 46 13 <strong>10</strong> 12 11<br />
2002/2003 78 13 <strong>10</strong> <strong>10</strong> 11<br />
2003/2004 65 18 12 12 9<br />
2004/2005 71 18 9 12 12<br />
2005/2006 62 20 5 17 12 19<br />
2006/2007 66 17 11 14 9 11 18<br />
2007/2008 70 21 <strong>10</strong> 15 11 18 18<br />
2008/2009 71 22 13 16 11 19 16<br />
2009/20<strong>10</strong> 92 24 11 6 16 24 14<br />
Totale 774 193 112 114 <strong>10</strong>2 72 85<br />
30 <strong>notizie</strong>
fessioni sanitarie emerge una generale<br />
tendenza all'aumento delle domande<br />
d'iscrizione ai corsi di laurea (CdL) delle<br />
professioni sanitarie; in particolare, si segnala<br />
un aumento significativo dei posti<br />
<strong>per</strong> i CdL di infermieristica. Il dibattito nazionale<br />
mette in luce la necessità che le<br />
università attivino solamente i CdL che rispondono<br />
realmente ai fabbisogni del sistema<br />
sanitario, che abbiano una corrispondenza<br />
nei profili professionali e negli<br />
organici delle aziende sanitarie.<br />
L'orientamento emerso nell'ambito della<br />
conferenza è di attivare un'offerta differenziata<br />
coerente non solo ai fabbisogni<br />
locali, ma garante anche di standard qualitativi<br />
sia <strong>per</strong> la formazione teorica sia<br />
nei tirocini. A tal fine, si ritiene utile passare<br />
dal criterio di accreditamento «numero<br />
sedi tirocinio» al criterio «volume<br />
di attività sanitaria nel settore specifico».<br />
Con la sessione di laurea di marzo-aprile<br />
2011 si concluderà il <strong>per</strong>corso straordinario<br />
finalizzato al conseguimento della<br />
laurea in tecniche della prevenzione negli<br />
ambienti e nei luoghi di lavoro <strong>per</strong> 34<br />
professionisti; <strong>per</strong>corso attivato nell'<strong>anno</strong><br />
accademico 2009-<strong>10</strong> in sinergia con<br />
Provincia autonoma di Trento, APSS e<br />
Università di Verona e Trento.<br />
Con l'<strong>anno</strong> accademico 20<strong>10</strong>/11 i corsi di<br />
laurea sono stati attivati con nuovi piani<br />
di studio, secondo le disposizioni della riforma<br />
universitaria prevista dal decreto<br />
ministeriale 270/2004.<br />
La riforma prevede alcuni elementi base:<br />
ridurre il numero dei corsi di laurea;<br />
garantire coerenza tra corsi di laurea e<br />
bisogni del mondo del lavoro;<br />
ridurre la frammentazione della didattica;<br />
Fig.1 - DOCENTI DIPENDENTI<br />
DEL SERVIZIO SANITARIO<br />
PROVINCIA DI TRENTO<br />
65%<br />
INFERMIERISTICA<br />
51%<br />
FISIOTERAPIA<br />
30%<br />
TECNICO RIAB. PSIC.<br />
54%<br />
TECNICO LAB.<br />
70%<br />
TECNICO RADI. MED.<br />
25%<br />
TECNICO PREV.<br />
43%<br />
IGIENISTA DENTALE<br />
prevedere un massimo di 20 esami nel<br />
triennio;<br />
aumentare la docenza di ruolo (professori<br />
universitari e ricercatori) <strong>per</strong> almeno<br />
il 50% dei moduli; ridurre gli affidamenti<br />
di docenza esterna ed equilibrare<br />
la docenza a <strong>per</strong>sonale del ruolo sanitario<br />
dipendenti del <strong>Servizi</strong>o sanitario<br />
provinciale (La fig. 1 presenta la situazione<br />
nei corsi di laurea gestiti nella<br />
provincia di Trento nell'<strong>anno</strong> accademico<br />
2009/<strong>10</strong>);<br />
favorire l'effettiva mobilità degli studenti<br />
attraverso l'uniformità e la trasparenza<br />
dei piani didattici;<br />
collaborare con il mondo del lavoro e<br />
delle professioni;<br />
assicurare agli studenti una formazione<br />
di elevato contenuto pratico e professionale;<br />
rispettare direttive e accordi europei<br />
<strong>per</strong> il libero scambio dei titoli.<br />
Gli obiettivi formativi dei corsi di laurea<br />
f<strong>anno</strong> riferimento alle professioni sanitarie<br />
regolamentate dal Ministero della salute<br />
(profili professionali), nonché in termini<br />
di risultati di apprendimento attesi<br />
(learning outcomes), con riferimento al<br />
sistema adottato in sede europea - secondo<br />
la struttura dei descrittori di Dublino,<br />
che considerano le seguenti 5 aree:<br />
1. conoscenza e capacità di comprensione<br />
(knowledge and understanding)<br />
2. capacità di applicare conoscenza e<br />
comprensione (applying knowledge<br />
and understanding)<br />
3. autonomia di giudizio (making judgements)<br />
4. abilità comunicative (communication<br />
skills)<br />
5. capacità di apprendimento (learning<br />
skills).<br />
I piani di studio sono stati elaborati con il<br />
contributo dei coordinatori della didattica<br />
professionale e organizzati in insegnamenti<br />
che forniscono competenze<br />
specifiche, come <strong>per</strong> esempio nelle metodiche<br />
di imaging radiologico, e insegnamenti<br />
che forniscono competenze<br />
trasversali agli o<strong>per</strong>atori della salute e<br />
che contribuiscono a «essere professionisti<br />
responsabili» e «professionisti integrati<br />
nei processi organizzativi sanitari».<br />
<strong>notizie</strong><br />
31
Formazione universitaria post laurea:<br />
master e corsi di <strong>per</strong>fezionamento<br />
Con l'<strong>anno</strong> accademico 2000/2001 sono<br />
stati attivati i primi corsi master in applicazione<br />
del protocollo d'intesa tra la Provincia<br />
autonoma di Trento e le università<br />
di Verona e di Trento. Il polo formativo ha<br />
gestito in questi anni tre master nella tutorship<br />
rivolti a medici e professionisti sanitari,<br />
a psicologi e pedagogisti; tre master<br />
<strong>per</strong> lo sviluppo di competenze manageriali<br />
<strong>per</strong> coordinatori delle professioni<br />
sanitarie; due master in nursing geriatrico;<br />
un master in nursing avanzato <strong>per</strong> il<br />
controllo e la sorveglianza epidemiologica<br />
delle infezioni correlate ai processi assistenziali;<br />
un corso di <strong>per</strong>fezionamento<br />
in cure palliative; un corso di <strong>per</strong>fezionamento<br />
in management del paziente con<br />
ictus.<br />
Formazione sanitaria professionale:<br />
o<strong>per</strong>atori sociosanitari<br />
Il polo formativo gestisce la formazione<br />
degli o<strong>per</strong>atori di supporto a Rovereto,<br />
Trento, Ziano di Fiemme, Primiero e Tione<br />
e i corsi sanitari <strong>per</strong> esercenti di tattoo<br />
e piercing e collaboratori di studio del<br />
medico di medicina generale e del pediatra<br />
di libera scelta.<br />
TABELLA 2 - FORMAZIONE OSS NELL'ANNO 20<strong>10</strong>/11<br />
ROVERETO<br />
ZIANO<br />
DI FIEMME<br />
Con l'<strong>anno</strong> 2000/2001 sono stati sospesi<br />
i corsi <strong>per</strong> OTA ed è stato attivato il corso<br />
biennale di 1.400 ore <strong>per</strong> o<strong>per</strong>atore sociosanitario<br />
(OSS), dal 2002 (<strong>anno</strong> dei<br />
primi diplomati) a oggi sono stati qualificati<br />
959 OSS nelle sedi formative dell'APSS.<br />
La tabella 2 sintetizza i corsi attualmente<br />
attivi<br />
Corpo docente e corsi<br />
di formazione pedagogica<br />
Nella formazione universitaria di base e<br />
avanzata, <strong>per</strong> attività di laboratorio ed e-<br />
sercitazioni sono coinvolti i professionisti<br />
sanitari prevalentemente delle aree infermieristica,<br />
tecnico sanitaria, prevenzione<br />
e riabilitazione. Per favorire lo svolgimento<br />
di un adeguato tirocinio formativo,<br />
a fianco dei tutor clinici sono stati individuati<br />
circa 350 su<strong>per</strong>visori di tirocinio<br />
tra i professionisti sanitari che, contestualmente<br />
al loro esercizio professionale,<br />
assumono una funzione di accompagnamento<br />
e su<strong>per</strong>visione del tirocinante.<br />
Al fine di diffondere competenze tutoriali<br />
i team di coordinatori della didattica<br />
professionale e tutor h<strong>anno</strong> progettato<br />
e realizzato corsi di formazione pedagogica<br />
<strong>per</strong> diffondere competenze tutoriali<br />
e attivato un progetto finalizzato al<br />
TRENTO<br />
TIONE<br />
PRIMIERO<br />
50% videoconferenza<br />
con TN<br />
OSS 1° ciclo 43 26 51 19 --<br />
OSS 2° ciclo 34 11 32 16 16<br />
Corso OSS<br />
<strong>per</strong> ausiliari<br />
51 Non<br />
attivato<br />
49 29<br />
Non<br />
attivato<br />
riconoscimento ECM dell'attività di su<strong>per</strong>visione,<br />
svolta dai professionisti congiuntamente<br />
alla loro attività di servizio<br />
verso gli studenti dei corsi di laurea gestiti<br />
all'interno della provincia di Trento.<br />
Quest'ultimo progetto è scaturito dall'esigenza<br />
di valorizzare l'impegno e la<br />
collaborazione nell'attività tutoriale e riconoscere<br />
formalmente questa attività<br />
attraverso il sistema ECM.<br />
Biblioteca delle professioni sanitarie<br />
L'attuale biblioteca denominata di «infermieristica»<br />
sarà denominata delle<br />
«professioni sanitarie». Attualmente la<br />
biblioteca del polo universitario dispone<br />
di 2.900 testi e 88 riviste scientifiche, di<br />
cui 48 in lingua inglese. È punto di riferimento<br />
sia <strong>per</strong> gli studenti sia <strong>per</strong> i professionisti<br />
sanitari della provincia di Trento e<br />
delle regioni limitrofe.<br />
Ringraziamenti<br />
Nel descrivere alcune novità nella formazione<br />
gestita dal polo universitario ci sembra<br />
doveroso ringraziare coordinatori e<br />
professionisti dei servizi, sedi di tirocinio e<br />
docenti dell'APSS <strong>per</strong> il loro contributo alla<br />
formazione degli studenti e al miglioramento<br />
dell'insegnamento professionale.<br />
Un particolare ringraziamento lo rivolgiamo<br />
alla collega Ambra Perino, che <strong>per</strong> anni<br />
con impegno e grande professionalità<br />
si è dedicata alla formazione degli OSS e<br />
alla direzione del Polo di Rovereto/Ala.<br />
32 <strong>notizie</strong>
Luisa Benetti<br />
unità o<strong>per</strong>ativa di medicina fisica<br />
e riabilitazione, ospedale di Rovereto<br />
Manuela Cappuccini<br />
corso di laurea in fisioterapia,<br />
Polo universitario, sede di Rovereto<br />
Enzo Tranquillini<br />
unità o<strong>per</strong>ativa di neurologia,<br />
ospedale di Trento<br />
Nell'ambito del progetto di valorizzazione<br />
delle tesi dei corsi di laurea in<br />
fisioterapia degli atenei del Triveneto,<br />
al Polo <strong>per</strong> le professioni sanitarie<br />
di Rovereto è stata realizzata da Luisa<br />
Benetti una tesi dedicata a «Il ruolo<br />
della stimolazione multisensoriale<br />
nel processo di recu<strong>per</strong>o della coscienza<br />
nei pazienti in coma post traumatico».<br />
Il lavoro, al termine del <strong>per</strong>corso formativo<br />
triennale, ha dato conto del costante<br />
impegno di tutto lo staff dei docenti, dei<br />
tutor e dei su<strong>per</strong>visori fisioterapisti nel<br />
far riferimento al progresso delle conoscenze<br />
scientifiche, fornendo ai nuovi<br />
professionisti conoscenze, abilità e competenze<br />
adeguate ai bisogni di salute<br />
delle <strong>per</strong>sone, favorendo, al contempo,<br />
nuovi modelli e approcci terapeutici basati<br />
su prove di efficacia. Lo scopo della<br />
tesi è di verificare il ruolo di un programma<br />
di stimolazione multisensoriale, applicato<br />
in fase acuta in pazienti in coma<br />
post traumatico, come strumento di promozione<br />
del processo di recu<strong>per</strong>o spontaneo<br />
della coscienza. Questo lavoro deriva<br />
da una ricerca in letteratura, associata<br />
a un intervento s<strong>per</strong>imentale. La ricerca<br />
in letteratura è stata compiuta nelle<br />
principali banche dati, quali Medline,<br />
Cochrane, PEDro, PubMed. La componente<br />
s<strong>per</strong>imentale è stata realizzata nell'Unità<br />
o<strong>per</strong>ativa di terapia intensiva dell'Ospedale<br />
Santa Chiara di Trento con<br />
l'attuazione di un programma di stimolazione<br />
multisensoriale, ripreso dalla letteratura<br />
e parzialmente modificato, su<br />
tre pazienti. Il programma consisteva<br />
nell'applicazione di stimoli visivi, uditivi,<br />
sensitivi, olfattivi, gustativi, cinestesici,<br />
associati a un intervento di musicoterapia.<br />
Il trattamento, della durata di 45 minuti,<br />
veniva applicato una volta al giorno<br />
<strong>per</strong> <strong>10</strong> sedute consecutive. La valutazione<br />
dello stato di coscienza e delle risposte<br />
comportamentali è stata attuata attraverso<br />
Glasgow Coma Scale, Full Outline<br />
of Un Responsiveness, Rancho Los<br />
Amigos Scale, Coma Recovery Scale Revised,<br />
Coma Remission Scale, associate alla<br />
rilevazione dei parametri vitali e delle<br />
modificazioni comportamentali. Da tali<br />
rilevazioni, si è potuto evidenziare un<br />
graduale miglioramento del livello di coscienza<br />
nei tre pazienti nell'arco delle sedute<br />
di trattamento, così come documentato<br />
dalla progressiva e consistente<br />
modificazione dei punteggi delle diverse<br />
scale. La rivalutazione a tre mesi dalla lesione,<br />
effettuata attraverso una visita<br />
neurologica, una neuropsicologica e la<br />
compilazione della Disability Rating Scale,<br />
mostrava la <strong>per</strong>sistenza di disabilità<br />
compresa tra parziale e moderatamente<br />
severa.<br />
Da sinistra a destra:<br />
Manuela Cappuccini<br />
Luisa Benetti<br />
Enzo Tranquillini<br />
Nonostante i risultati della parte s<strong>per</strong>imentale<br />
dello studio mostrino un outcome<br />
positivo, essi non possono essere<br />
generalizzati a causa della ridotta dimensione<br />
del campione, della mancanza di<br />
un follow up a medio/lungo termine, dell'assenza<br />
di un gruppo di controllo e dell'esiguità<br />
di dati di confronto in letteratura.<br />
Anche in letteratura il ruolo della stimolazione<br />
è ampiamente discusso. Le <strong>per</strong>sistenti<br />
difficoltà metodologiche, cliniche<br />
ed etiche h<strong>anno</strong> condotto a studi ampiamente<br />
differenziati tra loro, così da rendere<br />
a tutt'oggi impossibile trarre conclusioni<br />
univoche e universali. I nuovi<br />
studi di neuroimaging potr<strong>anno</strong> forse<br />
fornire nuove conoscenze sulla neurofisiologia<br />
dello stato di coscienza e delle<br />
relative alterazioni, <strong>per</strong>mettendoci in tal<br />
modo di comprendere la reale capacità<br />
di tali pazienti di <strong>per</strong>cepire i diversi stimoli<br />
e, quindi, di identificare il ruolo di un<br />
programma di stimolazione sensoriale<br />
nella promozione del processo di recu<strong>per</strong>o<br />
della coscienza.<br />
<strong>notizie</strong><br />
00
LE RICADUTE DEL NUOVO SISTEMA<br />
DI VALUTAZIONE<br />
Marilena Nella *<br />
unità o<strong>per</strong>ativa di anestesia e rianimazione, ospedale di Trento<br />
Nei distretti Alto Garda, Ledro e Giudicarie<br />
Rendena è stato somministrato<br />
un questionario <strong>per</strong> la raccolta di<br />
informazioni sulle <strong>per</strong>cezioni dei valutati<br />
sottoposti al nuovo sistema di<br />
valutazione e sviluppo delle prestazioni<br />
introdotto nel 20<strong>10</strong> nell'APSS. Il<br />
campione di riferimento è costituito<br />
da 39 infermieri.<br />
Tramite il questionario sono stati raccolti<br />
dati sugli stati d'animo vissuti al momento<br />
del colloquio di valutazione e di assegnazione<br />
degli obiettivi e le considerazioni<br />
emerse; sono state poi indagate le <strong>per</strong>cezioni<br />
sugli effetti che il nuovo sistema<br />
ha avuto nell'ambito professionale. Di<br />
seguito le informazioni più significative<br />
che si sono rilevate:<br />
1. l'età media delle <strong>per</strong>sone che h<strong>anno</strong><br />
risposto è di 43 anni; nel 74% dei casi<br />
essi collaborano da oltre un <strong>anno</strong> con<br />
lo stesso coordinatore/valutatore;<br />
2. sono emerse alcune contraddizioni: a<br />
fronte di affermazioni che potrebbero<br />
essere giudicate non positive, quali<br />
«[…] è solo una formalità <strong>per</strong> il raggiungimento<br />
degli obiettivi della dirigenza»<br />
e «[…] dopo il colloquio non<br />
cambierà nulla», nella maggior parte<br />
dei casi gli stati d'animo vissuti nel<br />
momento della valutazione sono positivi<br />
(tranquillo, collaborativo e propositivo)<br />
e nel 59% dei casi gli obiettivi<br />
assegnati sono stati definiti <strong>per</strong>sonalizzati;<br />
3. anche <strong>per</strong> quanto riguarda la voce<br />
«assegnazione degli obiettivi» emergono<br />
dati diversi: il 28% del campione<br />
la ritiene «abbastanza responsabilizzante»,<br />
mentre il 25,6% «assolutamente<br />
non responsabilizzante»;<br />
4. <strong>per</strong> quanto riguarda la <strong>per</strong>cezione<br />
che il nuovo sistema di valutazione e<br />
sviluppo delle prestazioni possa generare<br />
miglioramenti nella qualità<br />
delle prestazioni erogate, nei comportamenti<br />
professionalizzanti, nell'impegno<br />
erogato nell'assistenza all'utente,<br />
nella disponibilità alla formazione<br />
continua e nel lavoro di<br />
equipe multidisciplinare, gli intervistati<br />
d<strong>anno</strong> di media un punteggio<br />
pari a 5 (su una scala che va da 1 a<br />
<strong>10</strong>). Si collocano, quindi, in una situazione<br />
intermedia, probabilmente giustificata<br />
dalla novità che non ha ancora<br />
consentito di misurare gli esiti<br />
effettivi.<br />
Si riportano, infine, alcune osservazioni<br />
scritte sui questionari, che sembrano<br />
sottolineare una <strong>per</strong>cezione positiva del<br />
nuovo sistema di valutazione, legato al<br />
maggior coinvolgimento e crescita professionale,<br />
con l'auspicio di un futuro riconoscimento<br />
economico dell'impegno:<br />
«rispetto al precedente sistema è indubbiamente<br />
più completo e coinvolgente»,<br />
[…] «s<strong>per</strong>iamo che rimanga anche<br />
in futuro uno strumento di crescita<br />
<strong>per</strong>sonale e professionale», […] «il principio<br />
alla base è ottimo, ma il sistema<br />
incentivante non è adeguato».<br />
* Marilena Nella ha conseguito il master<br />
in Management sanitario <strong>per</strong> le funzioni<br />
di coordinamento delle professioni sanitarie<br />
all'università IULM Milano-Feltre.<br />
34 <strong>notizie</strong>
Il volume può essere scaricato dal portale<br />
LA NUOVA GUIDA<br />
ALL'INVALIDITÀ CIVILE<br />
E ALL'HANDICAP<br />
Fabio Cembrani, Cristina Larentis e<br />
Federica Merz dell'Unità o<strong>per</strong>ativa di<br />
medicina legale dell'APSS h<strong>anno</strong> curato<br />
il volume «Invalidità civile e handicap:<br />
guida informativa <strong>per</strong> orientare<br />
la <strong>per</strong>sona disabile», edito dalla<br />
Provincia autonoma di Trento.<br />
Il volume, che aggiorna la precedente<br />
«Guida», pubblicata nel 2005, si propone<br />
di orientare la <strong>per</strong>sona disabile nel <strong>per</strong>corso<br />
finalizzato al riconoscimento dell'invalidità<br />
civile e dell'handicap con un<br />
linguaggio semplice e accessibile anche<br />
ai non addetti ai lavori.<br />
Il volume si compone di alcune distinte<br />
parti. Le prime due descrivono, rispettivamente,<br />
il <strong>per</strong>corso assistenziale finalizzato<br />
al riconoscimento dell'invalidità civile<br />
e dell'handicap, richiamando le norme<br />
di riferimento, i diritti delle <strong>per</strong>sone disabili,<br />
le modalità di presentazione della<br />
domanda e il processo valutativo. La terza<br />
parte contiene gli indirizzi utili alla <strong>per</strong>sona<br />
<strong>per</strong> presentare la domanda, <strong>per</strong> ottenere<br />
i benefici economici e le altre prestazioni<br />
assistenziali (collocamento al lavoro,<br />
fornitura protesica, agevolazioni fiscali,<br />
ecc.). La quarta parte propone il<br />
glossario dei termini tecnici utilizzati<br />
dando a essi un preciso riferimento descrittivo.<br />
Infine, nella quinta parte sono<br />
riportati in tavole sinottiche gli importi<br />
delle prestazioni economiche previste<br />
<strong>per</strong> gli invalidi civili.<br />
Alla preparazione del volume h<strong>anno</strong> contribuito<br />
anche Graziella Anesi (Coo<strong>per</strong>ativa<br />
HandiCrea), Orietta Campostrini (Agenzia<br />
provinciale <strong>per</strong> la assistenza e la<br />
previdenza integrativa) e Cristian Perini<br />
(Patronato INAS- CISL).<br />
<strong>notizie</strong><br />
35
ZUPPA DI LENTICCHIE<br />
Ingredienti<br />
250 g di lenticchie secche piccole<br />
150 g di coste<br />
80 g di sedano verde<br />
80 g di zucchine<br />
60 g di carote<br />
60 g di scalogno<br />
<strong>10</strong> g di olio extravergine d'oliva<br />
1 spicchio d'aglio<br />
1 foglia d'alloro<br />
concentrato di pomodoro qb<br />
Procedimento<br />
Mettere in ammollo le lenticchie in acqua<br />
fredda.<br />
Lavare le verdure, tagliare le coste a fette<br />
e le altre verdure a cubetti e far stufare<br />
con poco brodo vegetale e olio, uno spicchio<br />
d'aglio intero e una foglia d'alloro.<br />
Aggiungere le lenticchie scolate, coprire<br />
con del brodo vegetale, insaporire con<br />
un po' di concentrato di pomodoro e far<br />
cuocere <strong>per</strong> una quarantina di minuti a<br />
fuoco lento, rimestando di tanto in tanto.<br />
Si può servire con crostini di pane integrale.<br />
Ricetta a cura del gruppo aziendale<br />
<strong>per</strong> il progetto “Laboratori di cucina salutare”
CINEMA E SALUTE<br />
a cura di Mauro Bertoluzza<br />
Francia settentrionale, <strong>anno</strong> 1912. Séraphine è un donnone energico, che si<br />
trascina <strong>per</strong> la campagna con un carretto e con enormi sporte. Di giorno lavora<br />
come domestica nelle case dei ricchi abitanti di un paese non lontano da Parigi:<br />
dà lo straccio <strong>per</strong> terra, rassetta, lava e stira i panni sporchi degli altri. Non<br />
parla volentieri, non saluta quando se ne va. La sua vita così semplice e<br />
<strong>per</strong>ennemente in fuga rallenta solamente di fronte all'abbraccio della natura,<br />
che la riscalda, protegge, conforta. La sera, <strong>per</strong>ò, nel buio e nell'angusto della<br />
sua stanzetta si dedica anima e corpo alla pittura. Solitaria e immersa<br />
totalmente nel suo mondo, Séraphine fa un incontro che le cambierà la vita.<br />
Arriva in paese Wilhelm Uhde, noto critico d'arte, che rimane folgorato dal<br />
talento della donna e promette d'aiutarla. Il sodalizio umano e artistico tra i<br />
due viene tuttavia interrotto bruscamente dallo scoppio della prima guerra<br />
mondiale. Molti anni dopo Uhde, tornato in Francia dopo la guerra, si ricorda<br />
<strong>per</strong> caso di Séraphine e decide di puntare nuovamente su di lei. La s<strong>per</strong>anza di<br />
una nuova vita trascina Séraphine in un vortice di ossessioni e paure e la<br />
precipita nel baratro della follia.<br />
Il film biografico è ispirato al libro<br />
della psicanalista Françoise Cloarec<br />
«La vita sognata di Séraphine de<br />
Senlis (1864-1942)», che ricostruisce<br />
la vita dell'artista francese, una delle<br />
più grandi pittrici «neoprimitive»,<br />
attraverso documenti, lettere,<br />
testimonianze.<br />
Il regista Martin Provost sceglie la storia<br />
di questa piccola artista, che fa nascere i<br />
colori dalla melma del fiume, dal sangue<br />
della carne macellata, dalla cera delle<br />
candele, <strong>per</strong> costruire un delicato bozzetto<br />
naturalistico che parla insieme di<br />
arte, di natura e d'amore. Il film, modesto<br />
<strong>per</strong> quanto riguarda le scelte registiche,<br />
ha conquistato il pubblico francese,<br />
vincendo ben sette Cesar nel 2009 (tra<br />
cui quello <strong>per</strong> il miglior film e <strong>per</strong> l'interpretazione<br />
della straordinaria Yolande<br />
Moreau) forse proprio <strong>per</strong> questo suo<br />
minimalismo, che scorre sempre <strong>per</strong>fettamente<br />
in bilico tra rappresentazione<br />
pietistica e sguardo finemente oggettivo.<br />
La lentezza dei movimenti, la naturalità<br />
degli eventi, l'attenzione ai piccoli gesti,<br />
ripetuti, umili, spontanei, sembrano restituirci<br />
la semplicità della pittura di<br />
Séraphine, così primitiva, immersa nei<br />
colori, nei suoni, nella materia della natura,<br />
da cui si fa avvolgere in una totale<br />
empatia.<br />
Il regista si sofferma sull'artista al lavoro,<br />
rivelandoci quello che si nasconde dietro<br />
le porte chiuse, svelandoci l'ispirazione<br />
mistica di Séraphine, ma anche il suo<br />
rapporto fisico con la tela che riempie di<br />
forme e colori, distesi con il pennello o<br />
con le dita, senza ripensamenti o titubanze.<br />
Nella lunga inquadratura finale<br />
Séraphine, chiusa in manicomio, raggiunge<br />
una collina sulla cui cima emerge<br />
un grande albero. Seduta all'ombra dei<br />
«Credo che esistano possibilità<br />
che la malattia,<br />
in particolare quella psichica,<br />
possa creare condizioni<br />
di peculiare <strong>per</strong>cezione della realtà.<br />
In fondo che cos'è la follia?<br />
È una costruzione della realtà<br />
come avrebbe dovuto essere e non è.<br />
Risponde forse anche a desideri<br />
di costrutti emozionali<br />
di realtà inesistenti,<br />
ma <strong>per</strong>cepibili soggettivamente».<br />
(Alda Merini)<br />
suoi rami, Séraphine è finalmente pronta<br />
a riprendersi la vita, a porsi di nuovo in<br />
sintonia con la natura, senza più affanni<br />
né fatiche e paure. Attraverso queste immagini<br />
il regista tenta di restituire lo spirito<br />
di un'artista e liberarla dall'oblio in<br />
cui il destino e la storia l'avevano ingiustamente<br />
relegata.<br />
Sul rapporto tra arte e follia consiglio anche<br />
la visione del film «Un angelo alla<br />
mia tavola» (1990) di Jane Campion, sulla<br />
biografia della scrittrice neozelandese<br />
Janet Frame, introversa e solitaria, che<br />
dopo otto anni di manicomio, <strong>per</strong>ché<br />
considerata schizofrenica, si salva dalla<br />
lobotomia solo grazie a un premio letterario<br />
ottenuto con una sua pubblicazione.<br />
Interessante anche il film di Ed Harris<br />
«Pollock» (2000) sulla breve e tormentata<br />
vita (inclinazione all'alcol e all'autodistruzione)<br />
del pittore Jackson Pollock, il<br />
principale esponente dell'action painting,<br />
caratterizzata dal dripping (sgocciolamento<br />
dei colori sulla tela).<br />
Séraphine<br />
Nazione Francia, Belgio,<br />
Germania Anno 2008<br />
Genere Drammatico Durata<br />
125 min. Regia Martin<br />
Provost Interpreti Yolande<br />
Moreau, Ulrich Tukur, Anne<br />
Bennent, Geneviève Mnich,<br />
Nico Rogner, Adélaïde<br />
Leroux, Serge Larivière,<br />
Françoise Lebrun, Jean-<br />
Pascal Abribat, Anne<br />
Benoît, Sandrine Bodenes,<br />
Léna Breban, Rosine Favey,<br />
Serge Gaborieau, Hélène<br />
Hardouin, Francis Lacloche,<br />
Josette Ménard,<br />
Dominique Pozzetto,<br />
Sophie Raive, Muriel Riou<br />
Distribuzione Onemovie<br />
Data di uscita 22/<strong>10</strong>/20<strong>10</strong>
<strong>Azienda</strong> provinciale <strong>per</strong> i servizi sanitari<br />
Provincia autonoma di Trento<br />
Via Degas<strong>per</strong>i 79, Trento<br />
Tel. 0461 904111 / 0461 904131<br />
www.<strong>apss</strong>.tn.it<br />
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Sono molti i lettori che, <strong>per</strong> motivi anche diversi,<br />
h<strong>anno</strong> chiesto una spedizione “razionata” del<br />
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Per questo cercheremo di soddisfarli. Inoltre, ci<br />
stiamo impegnando tutti <strong>per</strong> una maggiore<br />
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