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Buone pratiche e qualità dell'assistenza - Collegio IP.AS.VI. di Brescia

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E<strong>di</strong>toriale<br />

<strong>Buone</strong> <strong>pratiche</strong> e <strong>qualità</strong> dell’assistenza<br />

<strong>di</strong> Stefano Bazzana*<br />

La <strong>qualità</strong> dell’assistenza erogata ai citta<strong>di</strong>ni sta a cuore al<br />

<strong>Collegio</strong> quanto le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> tutti gli infermieri, italiani<br />

e stranieri.<br />

Questi ultimi, forse più degli altri, vanno accolti e supportati.<br />

Riflettere sulla propria esperienza significa<br />

pensare a ciò che quoti<strong>di</strong>anamente si fa e porre<br />

delle domande quali, “come potremmo farlo<br />

meglio?” E anche, “là si lavora veramente bene,<br />

cerchiamo <strong>di</strong> capire il perché!”<br />

Nella professione infermieristica come in tutte le<br />

altre <strong>di</strong>scipline sanitarie, è costante il richiamo a<br />

fornire un’assistenza <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> che tenga conto<br />

della sod<strong>di</strong>sfazione della persona, all’interno <strong>di</strong><br />

un vero e proprio ‘sistema <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>’. Tutti ci<br />

aspettiamo maggiore efficacia e migliore <strong>qualità</strong><br />

nella tutela della salute ed i servizi sociosanitari<br />

si stanno sempre più orientando sulla base <strong>di</strong><br />

questo concetto, adottando sistemi <strong>di</strong> certificazione<br />

o <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento più o meno volontari.<br />

Dal momento che le persone assistite (e non<br />

solo) ci richiedono maggiori responsabilità, siamo<br />

sempre più chiamati, come professionisti,<br />

a rispondere ad aspettative legittimamente crescenti.<br />

Tutto ciò si traduce in un’enfasi, all’interno<br />

della nostra professione e all’esterno, sul<br />

miglioramento continuo della pratica da parte<br />

degli operatori, dei datori <strong>di</strong> lavoro, delle regioni<br />

e dei sistemi sanitari in genere. Ognuno<br />

<strong>di</strong> noi, con il proprio gruppo <strong>di</strong> lavoro, contribuisce<br />

certamente a questo miglioramento, con<br />

iniziative talvolta semplici e quoti<strong>di</strong>ane, rivolte<br />

<strong>di</strong>rettamente ai pazienti oppure in<strong>di</strong>rettamente,<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> E<strong>di</strong>toriale - 1


attraverso il supporto formativo e organizzativo<br />

a miglioramenti dell’assistenza o delle relazioni<br />

nell’équipe.<br />

Abbiamo chiesto pertanto agli iscritti <strong>di</strong> raccontarci<br />

esperienze che avessero declinato i concetti<br />

teorici della <strong>qualità</strong> nella prassi quoti<strong>di</strong>ana, allo<br />

scopo <strong>di</strong> dare visibilità e concretezza al concetto,<br />

talvolta fumoso e indefinito, <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>.<br />

Questo e<strong>di</strong>toriale presenta un numero <strong>di</strong> Tempo<br />

<strong>di</strong> Nursing de<strong>di</strong>cato proprio ai contributi raccolti<br />

in varie strutture della provincia, dove colleghi,<br />

con progetti gran<strong>di</strong> o piccoli, hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

che in contesti, anche <strong>di</strong>versi, è possibile passare<br />

dalla teoria alla prassi (e viceversa).<br />

Dopo un articolo introduttivo da parte della<br />

Dr.ssa Marina Bertoli Responsabile della Qualità<br />

per il <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>, il focus della rivista ci<br />

offre un’esperienza dell’A.O. Mellini <strong>di</strong> Chiari,<br />

riguardante il tema del rischio <strong>di</strong> cadute in ospedale,<br />

<strong>di</strong>venuto attuale in tutte le aziende ospedaliere<br />

sia per il progressivo aumento degli anziani<br />

ricoverati, sia perché considerato un evento<br />

sentinella nei programmi <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento e<br />

verifica della <strong>qualità</strong>. Gli autori ci descrivono<br />

un piano globale <strong>di</strong> interventi e <strong>di</strong> strategie per<br />

prevenire, gestire e monitorare in modo efficace<br />

tale problematica, molto impattante per la nostra<br />

professione.<br />

La responsabile del Sitra dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> ci<br />

presenta invece i risultati <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> miglioramento<br />

dell’assistenza alle persone<br />

portatrici <strong>di</strong> stomie intestinali<br />

e urinarie, sottolineando l’obiettivo<br />

<strong>di</strong> garantire una personalizzazione<br />

e una continuità assistenziale nei<br />

percorsi <strong>di</strong> educazione terapeutica,<br />

<strong>di</strong>missione e riabilitazione. Un progetto<br />

durato tre anni che ha coinvolto<br />

infermieri delle <strong>di</strong>verse strutture <strong>di</strong><br />

ricovero, pubbliche e private, consentendo<br />

loro <strong>di</strong> attivare confronti e<br />

sperimentare approcci rilevanti sia<br />

da un punto <strong>di</strong> vista metodologico sia<br />

per i risultati ottenuti.<br />

La terza esperienza è ambientata in<br />

una Fondazione, la Casa <strong>di</strong> Riposo <strong>di</strong><br />

Manerbio Onlus. Interessante scoprire<br />

che un argomento quale il dolore,<br />

anch’esso molto attuale in ambito<br />

ospedaliero perché <strong>di</strong>venuta obbligatoria<br />

la sua valutazione e gestione,<br />

viene affrontato organicamente dai<br />

colleghi con un progetto finalizzato a<br />

ridurre, controllare e se possibile eliminare il dolore<br />

nelle persone anziane affette da demenza.<br />

L’ultimo contributo, ma non ultimo, ché l’Ospedale<br />

dei Bambini sta lavorando per ottenere<br />

l’Accre<strong>di</strong>tamento Joint Commission, attiene<br />

all’ideazione e all’introduzione <strong>di</strong> una nuova<br />

documentazione assistenziale, relativa all’accertamento<br />

e alla pianificazione infermieristica.<br />

Emblematica del lavoro svolto, dal mio punto<br />

<strong>di</strong> vista, la seguente frase “Il momento <strong>di</strong> sperimentazione<br />

della documentazione rappresenta<br />

anche un’occasione <strong>di</strong> riflessione collettiva, che<br />

unisce i <strong>di</strong>versi professionisti che hanno partecipato<br />

all’esperienza: osservare e <strong>di</strong>scutere insieme<br />

e reciprocamente il proprio lavoro contribuisce<br />

a migliorare la capacità critica e a rafforzare<br />

i processi <strong>di</strong> progettazione e <strong>di</strong> decisione.”<br />

Infine un progetto in corso anche da parte <strong>di</strong><br />

<strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> BS, che intende favorire l’accoglienza<br />

dei tanti colleghi provenienti da <strong>di</strong>verse culture<br />

e nazioni, pur nel rispetto rigoroso delle norme<br />

che regolano l’iscrizione all’Albo dei professionisti<br />

comunitari e non. Questi rappresentano<br />

infatti una risorsa ormai irrinunciabile per molti<br />

nostri servizi.<br />

Buona lettura!<br />

* Presidente <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>-BS<br />

2 - E<strong>di</strong>toriale<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Osservatorio<br />

Il lavoro degli infermieri in carcere:<br />

cercare la <strong>qualità</strong> nella criticità.<br />

<strong>di</strong> Moreno Crotti Partel*<br />

La lettera della collega MariaStella merita un piccolo approfon<strong>di</strong>mento<br />

per delineare il contesto e le problematiche <strong>di</strong> una<br />

realtà poco conosciuta, che coinvolge, seppur con pochi professionisti,<br />

l’intera immagine della professione.<br />

“Sono un’Assistente Sanitaria e opero<br />

all’interno del carcere citta<strong>di</strong>no dal 1991 e attualmente<br />

anche nell’Istituto <strong>di</strong> Reclusione <strong>di</strong><br />

Verziano (dopo il passaggio della Me<strong>di</strong>cina Penitenziaria<br />

dal Ministero della Giustizia al Ministero<br />

della Salute).<br />

Leggendo “Tempo <strong>di</strong> Nursing” del settembre u.s.<br />

ho trovato alcuni articoli sul “malato terminale”,<br />

mi ha colpito il titolo ”Nessun uomo è inutile<br />

se allevia il peso <strong>di</strong> qualcun altro”(Ghan<strong>di</strong>).<br />

Per cui con questa mia lettera voglio dare un<br />

personale contributo alla <strong>di</strong>scussione aperta<br />

sulle pagine del nostro giornale.<br />

Il termine carcere deriva dall’ebraico “carcar”<br />

uguale tumulare, luogo senza tempo, quin<strong>di</strong> che<br />

nega la vita, ed è un evento drammatico che<br />

produce sofferenza e sofferenti restando l’ultima<br />

frontiera della <strong>di</strong>sperazione e <strong>di</strong> drammi umani.<br />

Molta della popolazione detenuta appartiene<br />

agli strati sociali più deboli e più poveri, dove<br />

dominano la scena, la tossico<strong>di</strong>pendenza e gli<br />

extra comunitari. Gli Istituti Penitenziari stanno<br />

vivendo situazioni drammatiche per le con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> sovraffollamento e <strong>di</strong> promiscuità.<br />

La quoti<strong>di</strong>anità è allarmante, piena <strong>di</strong> desolazione,<br />

<strong>di</strong> angoscia , <strong>di</strong> vuoto esistenziale ed emozionale.<br />

Ed ecco perché, le manifestazioni psicopatologiche<br />

sono particolarmente frequenti.<br />

Come Operatore Sanitario quoti<strong>di</strong>anamente mi<br />

trovo a contatto con la fragilità e la sofferenza,<br />

la nostra etica professionale ci insegna che tutti<br />

i citta<strong>di</strong>ni devono ricevere la stessa assistenza<br />

sanitaria in qualsiasi luogo siano collocati, anche<br />

dentro il carcere; e qualunque sia il proprio<br />

status sociale <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no, libero o rinchiuso,<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Osservatorio - 3


qualunque sia la razza e fede <strong>di</strong> appartenenza.<br />

La mia scelta lavorativa mi spinge non solo ad assistere<br />

e curare ma anche ad ascoltare i <strong>di</strong>sagi, il dolore,<br />

il pentimento, i sensi <strong>di</strong> colpa e la sofferenza <strong>di</strong><br />

persone, che stanno faticosamente intraprendendo un<br />

cammino <strong>di</strong> riscatto e <strong>di</strong> espiazione della propria colpa.<br />

Tentare <strong>di</strong> alleviare questo è estremamente complicato<br />

e <strong>di</strong>fficile.<br />

Talvolta cerco <strong>di</strong> dare aiuto nella risoluzione <strong>di</strong><br />

problemi non legati all’assistenza sanitaria ma<br />

che visti dall’esterno possano sembrare banali,<br />

ma in questo contesto assumono un peso <strong>di</strong>verso<br />

e questo aiuto può <strong>di</strong>ventare uno spiraglio <strong>di</strong><br />

luce per qualcuno.<br />

Lavorare all’interno degli Istituti Penitenziari,<br />

mi ha portato a conoscere fragilità che altri non<br />

comprendono, a con<strong>di</strong>videre limitazioni spaziali<br />

delle libertà in<strong>di</strong>viduali dei detenuti, ha inoltre<br />

contribuito a far crescere in me una sensibilità<br />

<strong>di</strong>versa verso una realtà e problematiche sconosciute<br />

alla comunità esterna, che spesso ignora<br />

gli operatori della assistenza sanitaria che operano<br />

nel servizio della me<strong>di</strong>cina penitenziaria.”<br />

Mariastella Anzoni. <strong>AS</strong>V<br />

In Italia la sanità penitenziaria è da anni al centro<br />

dell’attenzione, da circa due anni, le competenze<br />

in materia sono passate dal Ministero della Giustizia<br />

al Ministero della Salute.<br />

Le con<strong>di</strong>zioni nelle carceri sono critiche, mentre<br />

i bisogni <strong>di</strong> salute sono enormi e richiedono una<br />

vera e propria presa in carico dei detenuti, che<br />

oltre alle malattie comuni a tutta la popolazione,<br />

spesso presentano stati <strong>di</strong> salute aggravati dalle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita legate alla reclusione.<br />

Il vissuto <strong>di</strong> malattia e l’assistenza infermieristica<br />

sono destinate ad alterarsi nel carcere, rivestendosi<br />

<strong>di</strong> significati particolari. Un recente stu<strong>di</strong>o,<br />

condotto dall’Università <strong>di</strong> Toronto, Facoltà<br />

Bloomberg <strong>di</strong> infermieristica, ha esaminato il<br />

ruolo <strong>di</strong> 500 infermieri che lavorano nel sistema<br />

carcerario provinciale dell’Ontario, il quale si<br />

occupa <strong>di</strong> quasi 9.000 persone, in 30 strutture.<br />

Nello stu<strong>di</strong>o, condotto da Joan Almost e Diane<br />

Doran 1 , prima rassegna globale sugli infermieri<br />

che lavorano nelle strutture correzionali in<br />

Canada, si è riscontrato che gli infermieri che<br />

lavorano nel settore sentono <strong>di</strong> avere uno scarso<br />

controllo sulla loro pratica professionale, a<br />

causa delle restrizioni dovute alle ragioni <strong>di</strong> sicurezza,<br />

hanno un minore accesso alle risorse e<br />

4 - Osservatorio<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


alle attrezzature necessarie, e un’esperienza più<br />

elevata <strong>di</strong> stress emotivo e <strong>di</strong> tensione nella relazione<br />

col paziente.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o ha anche rilevato che, nonostante la<br />

sod<strong>di</strong>sfazione sul lavoro sia leggermente inferiore<br />

a quella degli infermieri impiegati in altri<br />

settori, coloro che lavorano in carcere registrano<br />

livelli <strong>di</strong> burnout inferiori, oltre che un maggiore<br />

proposito <strong>di</strong> rimanere a fare il proprio lavoro.<br />

La ricerca attribuisce questo aspetto al fatto che<br />

il lavoro in carcere è molto <strong>di</strong>versificato e richiede<br />

agli infermieri <strong>di</strong> attingere ad una vasta gamma<br />

delle loro competenze.<br />

La principale <strong>di</strong>fferenza tra carcere e altri settori<br />

è che negli istituti penitenziari è importante non<br />

solo l’assistenza sanitaria, ma anche la sicurezza,<br />

<strong>di</strong>ce Linda Ogilvie, responsabile dei servizi<br />

sanitari aziendali per il Ministero della Sicurezza<br />

della Comunità e dei servizi correzionali e<br />

questo è un equilibrio “unico”, molto particolare.<br />

L’ambiente insomma non è favorevole alla<br />

costruzione <strong>di</strong> una relazione terapeutica: se non<br />

si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un qualche tipo <strong>di</strong> meccanismo, che<br />

impe<strong>di</strong>sca lo stress emotivo, <strong>di</strong>venta un ambiente<br />

molto <strong>di</strong>fficile in cui lavorare. Ricerche simili<br />

sono state effettuate anche nel nostro paese cercando<br />

<strong>di</strong> rilevare la percezione del ruolo infermieristico<br />

all’interno degli Istituti <strong>di</strong> Pena e la<br />

relazione “paziente/detenuto e infermiere” 2 .<br />

Venendo al contesto italiano, il Dpcm 1° aprile<br />

2008 (Gazzetta Ufficiale del 30 maggio 2008)<br />

ha stabilito che i rapporti <strong>di</strong> lavoro, le risorse<br />

finanziarie, le attrezzature e i beni strumentali<br />

in materia <strong>di</strong> sanità penitenziaria venissero trasferiti<br />

dal Ministero della Giustizia al Servizio<br />

Sanitario Nazionale. Il rapporto <strong>di</strong> lavoro degli<br />

operatori sanitari (me<strong>di</strong>ci, ma soprattutto infermieri)<br />

che operavano negli Istituti penitenziari è<br />

stato inglobato, con alcune <strong>di</strong>fferenze Regionali,<br />

tra quelli gestiti dalle Aziende sanitarie locali o<br />

dalle Aziende Ospedaliere.<br />

La popolazione carceraria coinvolta è molto ampia,<br />

sono detenute nelle carceri italiane oltre 55<br />

mila persone, 7.800 delle quali con più <strong>di</strong> cinquanta<br />

anni <strong>di</strong> età. La quota maggiore si trova<br />

in Lombar<strong>di</strong>a (15,1%) seguita dalla Campania<br />

(12,6%) e dalla Sicilia (10,9%). Al 31 <strong>di</strong>cembre<br />

2010 nella nostra regione erano presenti 9.412<br />

detenuti (8.786 uomini, 626 donne), 3.766 in<br />

più rispetto alla capacità ricettiva massima 3-4 .<br />

La me<strong>di</strong>a dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sovraffollamento è del<br />

66,5% e la Lombar<strong>di</strong>a si piazza al quarto posto<br />

tra le regioni con il più alto tasso <strong>di</strong> affollamento<br />

penitenziario. A <strong>Brescia</strong> i detenuti nel carcere <strong>di</strong><br />

Canton Mombello sono 540 (il 65% è composto<br />

da extracomunitari) a fronte <strong>di</strong> una capienza <strong>di</strong><br />

280, con un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento del 174,3%<br />

(il più alto della Lombar<strong>di</strong>a e il secondo in Italia).<br />

Il carcere citta<strong>di</strong>no dovrebbe ospitare solo<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Osservatorio - 5


condannati in via definitiva ma dei detenuti ospitati<br />

oltre 200 sono in attesa <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio. 5-6<br />

Anche il Direttore Maria Gabriella Lusi, non ha nascosto<br />

che la situazione sia complessa: «Il personale ha dato<br />

atto <strong>di</strong> attenzione e umanità, ma le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> detenzione<br />

sono <strong>di</strong>fficili» 7 .<br />

In ambito sanitario l’epidemiologia penitenziaria <strong>di</strong>mostra<br />

che i bisogni <strong>di</strong> salute dei detenuti ruotano intorno<br />

a una vera presa in carico del paziente <strong>di</strong>ventando<br />

a volte il solo contenitore del <strong>di</strong>sagio sociale, più vicina<br />

dunque ai modelli <strong>di</strong> assistenza territoriale che non<br />

a quelli specialistici ospedalieri, proprio come avviene<br />

per la popolazione che vive al <strong>di</strong> fuori delle carceri e<br />

che ricorre alla me<strong>di</strong>cina generale molto più spesso <strong>di</strong><br />

quanto ricorra all’ospedale. E’ auspicabile che, come si<br />

è provato a fare a <strong>Brescia</strong> in questi ultimi anni, in una<br />

situazione <strong>di</strong> così profonda trasformazione limitata dalla<br />

scarsità <strong>di</strong> risorse e da criticità evidenti, si investa sui<br />

professionisti. Un’appropriata sanità penitenziaria non<br />

potrà che <strong>di</strong>pendere da un’organizzazione che sia in<br />

grado <strong>di</strong> assicurare tutti i livelli <strong>di</strong> assistenza me<strong>di</strong>ca (<strong>di</strong><br />

base, specialistica, gestione delle patologie croniche), a<br />

questo sarà necessario affiancare l’incentivazione dell’assistenza<br />

infermieristica, per favorire la prevenzione,<br />

l’educazione ai corretti stili <strong>di</strong> vita e interventi igienico<br />

organizzativi efficaci. Per fare ciò, l’unica possibilità è<br />

garantire la quantità e la <strong>qualità</strong> degli interventi assistenziali,<br />

per permettere l’erogazione <strong>di</strong> prestazioni professionali,<br />

erogate da personale riconosciuto, preparato,<br />

motivato e coinvolto.<br />

Note<br />

1 - J. Almost e D. Doran, Prison nurses face sex<br />

taunts, death threats, CBC. http://www.cbc.<br />

ca/news/health/story/2011/01/04/nurses-prison-threats.html?ref=rss<br />

2 - Massei, A. R. Marucci, M. F. Tiraterra, La<br />

professione infermieristica negli istituti penitenziari:<br />

un’indagine descrittiva Prof. Inf.<br />

Vol 60, No 1 (2007)<br />

3 - <strong>Brescia</strong>oggi, L’IDV visita il carcere «realtà<br />

<strong>di</strong>sumana», 13/02/2011<br />

4 - Giornale <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, <strong>Brescia</strong>: Canton Mombello,<br />

un carcere “incivile” e da chiudere,<br />

2/02/2008<br />

5 - Giornale <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, <strong>Brescia</strong>: affollamento al<br />

174%, il carcere <strong>di</strong> Canton Mombello rischia<br />

il collasso, 12/01/2011<br />

6 - <strong>Brescia</strong>oggi, Canton Mombello? E’ il carcere<br />

peggiore, 22/04/2009<br />

7 - <strong>Brescia</strong>oggi, Dramma a Canton Mombello:<br />

26enne si impicca nel bagno, 24/02/2010<br />

* Consiglere <strong>Collegio</strong> Ipasvi. Coor<strong>di</strong>natore infermieristico<br />

U.O. oncoematologia pe<strong>di</strong>atrica<br />

6 - Osservatorio<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Focus<br />

Scegliere la <strong>qualità</strong><br />

<strong>di</strong> Bruna Marina Bertoli*<br />

Garantire una buona <strong>qualità</strong> dell’assistenza è oggi, probabilmente,<br />

una delle maggiori sfide che i sistemi sanitari si trovano<br />

ad affrontare.<br />

Premessa<br />

I processi <strong>di</strong> innovazione che connotano l’attuale<br />

momento storico, le richieste <strong>di</strong> miglioramento<br />

<strong>di</strong> cure e prestazioni sanitarie da parte dei citta<strong>di</strong>ni,<br />

la progettazione delle trasformazioni qualitative<br />

ed i contesti socio-economici nei quali<br />

avvengono, hanno imposto un cambiamento nel<br />

modo <strong>di</strong> pensare e <strong>di</strong> gestire le strutture sanitarie.<br />

Le problematiche relative alla <strong>qualità</strong> ed al<br />

sistema delle relazioni e delle comunicazioni, la<br />

valutazione dell’efficienza e dell’efficacia delle<br />

prestazioni, sono componenti centrali del processo<br />

<strong>di</strong> cambiamento. La trasformazione degli<br />

enti sanitari in aziende induce quin<strong>di</strong> le strutture<br />

ad affrontare problemi tipici <strong>di</strong> altri settori, in<br />

particolare quelli della gestione dei prodotti, dei<br />

servizi, delle risorse e dell’ottimizzazione delle<br />

con<strong>di</strong>zioni operative per i gruppi professionali.<br />

L’evoluzione della realtà sociale richiede servizi<br />

più efficaci, non vincolati unicamente alle<br />

componenti materiali delle prestazioni ma riferiti<br />

agli elementi <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> del lavoro che concorrono<br />

a determinare le caratteristiche dei beni<br />

forniti. E’ necessario in<strong>di</strong>viduare e sviluppare<br />

metodologie, processi e procedure per coinvolgere<br />

la risorsa/cliente con l’obiettivo <strong>di</strong> gestirla e<br />

in<strong>di</strong>rizzarla in maniera efficiente ed efficace.<br />

Il Sistema Sanitario Nazionale ha subito una importante<br />

rivoluzione e con i decreti 502/517 lo<br />

Stato ha introdotto nuove regole, equiparando<br />

le strutture sanitarie pubbliche a quelle private<br />

accre<strong>di</strong>tate e introducendo il concetto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

dell’assistenza nei confronti dei citta<strong>di</strong>ni.<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 7


Questi principi sono rafforzati dal DPR 14 gennaio<br />

1997 che introduce l’accre<strong>di</strong>tamento delle<br />

strutture sanitarie e prevede che in tutti i presi<strong>di</strong><br />

devono essere attivati sistemi <strong>di</strong> valutazione e<br />

miglioramento delle attività.<br />

Il D.Lgs 229/99 riba<strong>di</strong>sce la necessità <strong>di</strong> garantire<br />

la <strong>qualità</strong> dell’assistenza e propone <strong>di</strong> adottare<br />

in via or<strong>di</strong>naria il metodo della verifica e revisione<br />

della <strong>qualità</strong> delle prestazioni, nonché il<br />

loro costo, al cui sviluppo devono risultare funzionali<br />

i modelli organizzativi e i flussi informativi<br />

dei soggetti erogatori e gli istituti normativi<br />

regolanti il rapporto <strong>di</strong> lavoro, prevedendo specifici<br />

accor<strong>di</strong> contrattuali tra Regione e Aziende<br />

Sanitarie.<br />

Da molti anni si leggono, sui perio<strong>di</strong>ci e sui quoti<strong>di</strong>ani,<br />

articoli sulla <strong>qualità</strong>, si organizzano corsi<br />

e conferenze e si assegnano premi per la <strong>qualità</strong>.<br />

Il miglioramento della <strong>qualità</strong> è <strong>di</strong>ventato<br />

la chiave strategica della competizione a livello<br />

nazionale e internazionale e ha suscitato un interesse<br />

crescente verso i Sistemi <strong>di</strong> Gestione per la<br />

<strong>qualità</strong> come metodologia per assicurare la conformità<br />

dei prodotti e dei servizi alle aspettative<br />

dei clienti.<br />

Concetto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

Il concetto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> ha subito numerose mo<strong>di</strong>fiche<br />

nel tempo. Nato per l’industria manifatturiera<br />

e applicato in principio esclusivamente al<br />

collaudo del prodotto finale, esso si è evoluto,<br />

trasformandosi prima nel concetto <strong>di</strong> controllo<br />

del processo produttivo, e poi, verso gli anni ‘90,<br />

nel concetto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> come sod<strong>di</strong>sfazione del<br />

cliente. Ciò ha spostato l’attenzione sulla <strong>qualità</strong><br />

del servizio erogato e del rapporto cliente-fornitore,<br />

enfatizzando così il principio della “<strong>qualità</strong><br />

globale” <strong>di</strong> tutte le competenze dell’organizzazione.<br />

L’utente ha assunto un ruolo centrale e si<br />

è trasformato in cliente.<br />

Sicuramente <strong>di</strong>verse definizioni sono possibili<br />

e legittime, <strong>di</strong>pendendo dal sistema nel quale si<br />

opera e dalla natura e dal grado <strong>di</strong> responsabilità<br />

<strong>di</strong> chi opera; <strong>di</strong> seguito ne troverete alcune:<br />

-”nell’analisi finale del mercato, la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> un<br />

prodotto <strong>di</strong>pende da quanto bene corrisponde<br />

ai modelli delle preferenze del consumatore”<br />

(Kuehn & Day 1962);<br />

- “conformità dell’assistenza erogata a criteri<br />

predefiniti (Donabe<strong>di</strong>an 1970);<br />

- “... è il grado in cui un prodotto specifico sod<strong>di</strong>sfa<br />

i bisogni <strong>di</strong> uno specifico consumatore”<br />

(Gilmore 1974);<br />

- “conformità a requisiti <strong>di</strong> riferimento standard,<br />

definiti <strong>di</strong> volta in volta da società scientifiche,<br />

da norme <strong>di</strong> legge, da in<strong>di</strong>rizzi regionali, da<br />

gruppi o commissioni sulla <strong>qualità</strong>” (Crosby<br />

1979);<br />

- “… è il grado <strong>di</strong> eccellenza ad un prezzo accettabile<br />

ed il controllo della variabilità ad un<br />

costo accettabile” (Broh 1982);<br />

- “fare le cose giuste la prima volta” (Price<br />

1985);<br />

- “… la misura in cui i servizi sanitari prestati<br />

aumentano la probabilità <strong>di</strong> ottenere risultati<br />

sperati a livello in<strong>di</strong>viduale o <strong>di</strong> popolazione,<br />

secondo le possibilità offerte dalle conoscenze<br />

<strong>di</strong>sponibili, entro i vincoli imposti dalle risorse<br />

presenti” (Brook, Lohr, 1985);<br />

- “l’essenza dell’approccio alla <strong>qualità</strong> totale è<br />

identificare e sod<strong>di</strong>sfare i requisiti dei clienti,<br />

sia interni che esterni” (Oakland 1989);<br />

- “la <strong>qualità</strong> deve essere raggiunta in cinque aree<br />

fondamentali: persone, mezzi, meto<strong>di</strong>, materiali<br />

e ambiente per assicurare la sod<strong>di</strong>sfazione<br />

dei bisogni del cliente” (Newell & Dale<br />

1991);<br />

- “… la capacità <strong>di</strong> un prodotto <strong>di</strong> rispondere<br />

completamente agli scopi per i quali è stato<br />

progettato e costruito al più basso costo possibile”<br />

(Ahannu Vuori);<br />

- “La <strong>qualità</strong> dell’assistenza consiste nella sua<br />

capacità <strong>di</strong> migliorare lo stato <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> una popolazione nei limiti<br />

concessi dalla tecnologia, dalle risorse <strong>di</strong>sponibili<br />

e dalle caratteristiche della utenza” (Palmer);<br />

- “grado in cui un insieme <strong>di</strong> caratteristiche intrinseche<br />

sod<strong>di</strong>sfano i requisiti” (ISO 9000 del<br />

2005: Fondamenti e Terminologia);<br />

- “l’insieme <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e tecniche che consentono<br />

8 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


<strong>di</strong> realizzare il miglioramento delle prestazioni<br />

e la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> tutte le parti coinvolte<br />

nell’organizzazione”;<br />

- “l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche<br />

<strong>di</strong> un’organizzazione, che ne determinano<br />

la capacità <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le esigenze espresse e<br />

implicite, tangibili o intangibili, del cliente”.<br />

- “assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti” nei processi assistenziali riscontrati<br />

dagli stessi operatori che svolgono i<br />

processi (<strong>qualità</strong> interna) o dai destinatari dell’intervento<br />

o dell’azione (<strong>qualità</strong> esterna).<br />

Il Sistema <strong>di</strong> Gestione per la Qualità<br />

Garantire una buona <strong>qualità</strong> dell’assistenza è<br />

oggi, probabilmente, una delle maggiori sfide<br />

che i sistemi sanitari si trovano ad affrontare,<br />

anche alla luce delle crescenti aspettative dei citta<strong>di</strong>ni,<br />

secondo le quali non è più sufficiente che<br />

l’assistenza sia «abbastanza» buona: essa deve<br />

essere «migliore» e, se non basta, «eccellente».<br />

Oggi è sempre più sentita la necessità <strong>di</strong> garantire<br />

livelli assistenziali adeguati ai bisogni <strong>di</strong> salute<br />

della popolazione e, conseguentemente, si<br />

va <strong>di</strong>ffondendo una cultura volta alla ricerca <strong>di</strong><br />

parametri utili per identificare e monitorare gli<br />

standard della <strong>qualità</strong> erogata.<br />

Nelle strutture sanitarie, al fine <strong>di</strong> ottenere un<br />

funzionamento efficace, occorre identificare e<br />

gestire gli innumerevoli processi che si svolgono<br />

all’interno, le loro interrelazioni e interazioni, il<br />

grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> un processo dall’altro. I<br />

processi sono quelli <strong>di</strong>rettamente connessi alla<br />

realizzazione del prodotto/erogazione del servizio<br />

(comunemente detti “primari”, quali progettazione,<br />

fabbricazione, erogazione, ven<strong>di</strong>te,<br />

approvvigionamenti, controlli, ecc) e quelli definiti<br />

<strong>di</strong> “supporto”, quali le attività <strong>di</strong> gestione in<br />

genere, la gestione delle risorse, le misurazioni<br />

ed i miglioramenti.<br />

La gestione per processi rappresenta una modalità<br />

<strong>di</strong> operare che nasce dalla necessità <strong>di</strong> dover<br />

integrare efficacemente le attività <strong>di</strong> una funzione<br />

con un’altra, mirando al raggiungimento dell’obiettivo<br />

finale.<br />

Il Sistema <strong>di</strong> Gestione per la Qualità (SGQ – Fig.<br />

n. 1) si configura come strumento <strong>di</strong> “governo”<br />

dei processi e dei risultati al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i<br />

clienti, ma anche per permettere all’azienda <strong>di</strong><br />

trarre benefici per sé e tutti i membri che la compongono,<br />

che sono comunque collegati al successo<br />

(o insuccesso) dell’azienda stessa.<br />

Il SGQ (secondo la norma UNI EN ISO<br />

9001:2008) deve essere visto come uno strumento<br />

volto a promuovere regole e <strong>di</strong>alogo interno<br />

in maniera tale da evitare incomprensioni e <strong>di</strong><br />

valorizzare al massimo la professionalità e l’iniziativa<br />

<strong>di</strong> tutti gli operatori. Tale metodologia è<br />

applicabile in ogni azienda in quanto può essere<br />

concepita in maniera <strong>di</strong>versa in relazione alla<br />

missione aziendale o al prodotto/servizio erogato;<br />

in altri termini, il SGQ si adatta all’evoluzione<br />

dell’azienda stessa e s’implementa nel tempo<br />

modulandosi a <strong>di</strong>mensioni sempre maggiori per<br />

il contributo che i soggetti coinvolti apportano.<br />

Fondamenti principali sui quali il SGQ deve necessariamente<br />

basarsi sono “l’approccio per processi<br />

e il miglioramento continuo” (questi due<br />

elementi consentono <strong>di</strong> superare la obsoleta modalità<br />

organizzativa della mera ripartizione o attribuzione<br />

<strong>di</strong> compiti alle professionalità presenti<br />

Fig. 1 Fig. 2<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 9


in azienda, per una visione sistemica delle attività,<br />

interpretate quali componenti interconnesse,<br />

inter<strong>di</strong>pendenti e costantemente comunicanti tra<br />

loro e orientate alla centralità del paziente ormai<br />

<strong>di</strong>venuto a tutti gli effetti “cliente”).<br />

Il cliente assume la duplice connotazione “dell’input”,<br />

che innesca il macroprocesso della<br />

“<strong>qualità</strong>” e “dell’output”, inteso quale punto<br />

d’arrivo che richiede la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> quelle<br />

stesse aspettative che sono poste all’origine della<br />

sequenza.<br />

Quando si parla <strong>di</strong> “cliente” in termini generali,<br />

ci si riferisce sia alla persona bisognosa <strong>di</strong> cure<br />

proveniente dall’esterno, sia al cliente interno e<br />

cioè al personale interno <strong>di</strong> una Unità Operativa<br />

che, per esempio, riceve una prestazione dai<br />

servizi sanitari (ra<strong>di</strong>ologie, laboratori ecc.) o dai<br />

servizi <strong>di</strong> supporto non sanitari (farmacia, servizio<br />

<strong>di</strong> bioingegneria, manutenzione ecc.).<br />

Il SGQ si fonda sulla norma ISO 9001 e sulla<br />

logica del PDCA o ciclo <strong>di</strong> Deming (Fig. n. 2);<br />

esso rappresenta un ciclo <strong>di</strong>namico che può essere<br />

applicato sia al singolo processo sia alla rete<br />

<strong>di</strong> processi. Il ciclo è strettamente associato alla<br />

pianificazione, all’attuazione, al controllo ed al<br />

miglioramento continuo dei processi stessi.<br />

La fase Plan consiste nell’identificare<br />

il problema, nell’analizzarlo,<br />

nell’in<strong>di</strong>viduare le cause<br />

reali, nel definire e pianificare le<br />

azioni correttive.<br />

La fase Do consiste nel preparare<br />

e applicare le azioni correttive<br />

pianificate.<br />

La fase Check consiste nel<br />

verificare i risultati delle azioni<br />

intraprese confrontandoli con gli<br />

obiettivi attesi.<br />

La fase Act consiste:<br />

- nello standar<strong>di</strong>zzare e consolidare<br />

le azioni intraprese qualora<br />

la fase <strong>di</strong> check si sia conclusa<br />

con esito positivo<br />

- nel ripercorrere un nuovo ciclo<br />

PDCA se i risultati rilevati nella<br />

fase <strong>di</strong> check non sono sod<strong>di</strong>sfacenti.<br />

PLAN<br />

DO<br />

CHECK<br />

ACT<br />

Gli obiettivi della <strong>qualità</strong> possono essere riassunti<br />

in:<br />

- assicurare la sod<strong>di</strong>sfazione del cliente;<br />

- assicurare la sod<strong>di</strong>sfazione dell’operatore;<br />

- assicurare la sod<strong>di</strong>sfazione dell’azienda (es.<br />

maggiore red<strong>di</strong>tività, competitività).<br />

Qualità in sanità<br />

Fornire prestazioni <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> <strong>di</strong>viene, pertanto,<br />

una responsabilità primaria delle istituzioni<br />

sanitarie che non può prescindere dal dovere<br />

morale ed etico <strong>di</strong> fornire la massima protezione<br />

possibile da eventuali danni conseguenti ad<br />

errori umani e <strong>di</strong> sistema.<br />

L’errore e la sua gestione in sanità, più che in ogni<br />

altro settore, per la natura stessa delle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> debolezza e fragilità del cliente, <strong>di</strong>ventano il<br />

tema centrale attorno al quale si sviluppano tutti<br />

i percorsi organizzativi che mirano a garantire la<br />

<strong>qualità</strong> del servizio e la sod<strong>di</strong>sfazione dei bisogni<br />

del cliente.<br />

Per <strong>qualità</strong> dell’assistenza sanitaria si intende:<br />

- rispondere con rapi<strong>di</strong>tà, efficacia ed umanità<br />

ai bisogni specifici <strong>di</strong> salute dei singoli e della<br />

comunità, con attenzione ad un utilizzo equilibrato<br />

delle risorse <strong>di</strong>sponibili ed un pensiero<br />

alle generazioni future;<br />

- con<strong>di</strong>videre percorsi e procedure sulle priorità<br />

assistenziali definite, con un metodo partecipativo,<br />

da tutti gli attori presenti nell’organizzazione<br />

facendo uso <strong>di</strong> un adeguato sistema informativo;<br />

- utilizzare procedure tecniche e gestionali appropriate<br />

nella prevenzione, cura e riabilitazione;<br />

misurarle e valutarle, anche in relazione ai<br />

10 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


loro esiti, con l’obiettivo <strong>di</strong> migliorarle <strong>di</strong> continuo;<br />

- decidere i cambiamenti che possono migliorare<br />

sia gli esiti che la sod<strong>di</strong>sfazione degli utenti e<br />

degli operatori.<br />

La <strong>qualità</strong> dell’assistenza è il risultato finale <strong>di</strong><br />

un complesso intreccio <strong>di</strong> fattori che riassumono<br />

le capacità <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> un sistema sanitario,<br />

il grado <strong>di</strong> razionalità nell’uso delle risorse, le<br />

sue competenze nel governo delle innovazioni<br />

biome<strong>di</strong>che e <strong>di</strong> gestione del rischio, la capacità<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare i comportamenti professionali<br />

verso scelte <strong>di</strong>agnostico-terapeutiche giuste ed<br />

efficaci.<br />

Si intersecano, in questa prospettiva, l’appropriata<br />

erogazione <strong>di</strong> interventi efficaci sotto il<br />

profilo clinico ed organizzativo, lo sviluppo e<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> tecnologie sanitarie sempre più complesse<br />

e sofisticate, la definizione dei bisogni assistenziali<br />

da garantire fornendo al paziente la<br />

risposta giusta al momento e nel luogo giusto e<br />

gli inevitabili vincoli imposti dalle non infinite<br />

risorse <strong>di</strong>sponibili.<br />

La <strong>qualità</strong> dell’assistenza infermieristica è l’insieme<br />

delle caratteristiche che conferiscono alla<br />

prestazione infermieristica la capacità <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare<br />

in modo appropriato il bisogno <strong>di</strong> assistenza<br />

infermieristica, nei limiti concessi dalla<br />

competenza professionale dell’infermiere, dalla<br />

tecnologia, dalle risorse <strong>di</strong>sponibili e dalle caratteristiche<br />

degli utenti/clienti.<br />

La professione infermieristica si pone, quin<strong>di</strong>,<br />

nell’ottica <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i requisiti che permettono<br />

<strong>di</strong> erogare prestazioni infermieristiche personalizzate,<br />

basate sulla definizione del bisogno<br />

<strong>di</strong> assistenza della persona. Il ruolo dell’infermiere<br />

è sempre più attivo, in quanto ricerca le<br />

modalità più adatte per perseguire dei risultati<br />

specifici attraverso il sod<strong>di</strong>sfacimento dei bisogni<br />

del cliente.<br />

Si delinea, in questa prospettiva, un infermiere<br />

promotore del cambiamento che lo porta alla posizione<br />

<strong>di</strong> decisore delle proprie attività/prestazioni<br />

e <strong>di</strong> responsabile del risultato conseguito,<br />

in quanto ricerca le modalità più adatte per perseguire<br />

risultati specifici attraverso il sod<strong>di</strong>sfacimento<br />

dei bisogni del cliente.<br />

Gli attori, coinvolti nel SGQ, sono gli stessi infermieri<br />

che nel quoti<strong>di</strong>ano:<br />

- formalizzano un progetto assistenziale centrato<br />

sull’utente/cliente in un contesto organizzativo<br />

ad esso coerente (pianifica e scrivi quello che<br />

deci<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare);<br />

- svolgono le attività decise (fai quello che hai<br />

scritto);<br />

- rendono evidente e quantificabile la loro attività<br />

utilizzando procedure, protocolli, profili<br />

<strong>di</strong> assistenza scritti, con<strong>di</strong>visi e documentando<br />

le azioni svolte e i risultati ottenuti (<strong>di</strong>mostra<br />

quello che hai fatto e che cosa hai ottenuto);<br />

- rivedono le loro azioni alla luce degli standard<br />

<strong>di</strong> competenza, delle evidenze scientifiche, delle<br />

valutazioni <strong>di</strong> efficacia e <strong>di</strong> quelle espresse<br />

dall’utenza e progettano miglioramenti realizzabili<br />

e misurabili (pensare a come migliorarlo).<br />

L’assistenza infermieristica <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> può essere,<br />

quin<strong>di</strong>, intesa come “livello al quale il processo<br />

<strong>di</strong> assistenza accresce la possibilità <strong>di</strong> ottenere<br />

risultati voluti e riduce quello <strong>di</strong> ottenere risultati<br />

non voluti” (Holtzrer 1980).<br />

La <strong>qualità</strong>, quin<strong>di</strong>, non è un “opinione” e la si<br />

può attuare attraverso:<br />

- la motivazione del personale infermieristico e<br />

- il completo coinvolgimento dello stesso.<br />

Si deve mirare:<br />

a) alla definizione <strong>di</strong> obiettivi compresi, con<strong>di</strong>visi<br />

e sostenuti da tutti gli operatori a tutti i<br />

livelli dell’organizzazione;<br />

b) alla definizione delle responsabilità;<br />

c) alla definizione <strong>di</strong> standard confrontabili;<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 11


d) a rendere sistematici la valutazione e il confronto<br />

dei risultati.<br />

Quin<strong>di</strong>:<br />

1) fare ciò che è utile (efficacia teorica);<br />

2) nel modo migliore (efficacia pratica);<br />

3) con il costo più appropriato (efficienza);<br />

4) a chi (accessibilità) e soltanto a chi ne ha bisogno<br />

(appropriatezza);<br />

5) facendo esercitare gli interventi sanitari a chi<br />

è competente per farlo (competenza);<br />

6) ottenendo i migliori risultati (sod<strong>di</strong>sfazione<br />

del citta<strong>di</strong>no/utente/persona).<br />

Il miglioramento delle performance assistenziali<br />

non può prescindere dalle seguenti attività:<br />

a) recuperare la centralità del citta<strong>di</strong>no nella pluralità<br />

delle sue <strong>di</strong>mensioni sociali e culturali,<br />

per calibrare concretamente il miglior iter assistenziale<br />

possibile, riguardo alle principali<br />

tipologie <strong>di</strong> bisogni;<br />

b) integrare le competenze degli operatori sanitari<br />

con una sistematica attenzione ai temi e<br />

ai valori che guidano la <strong>qualità</strong> percepita dagli<br />

utenti;<br />

c) comprendere i significati sociali dei processi<br />

<strong>di</strong> salute/malattia, affrontando così la questione<br />

della <strong>qualità</strong> nella sua complessa articolazione;<br />

d) valutare il problema della specializzazione e<br />

frammentazione delle competenze, che rende<br />

<strong>di</strong>fficile l’integrazione interfunzionale dei<br />

processi <strong>di</strong> cura, in particolare per patologie<br />

complesse e <strong>di</strong> lunga durata;<br />

e) implementare le prove <strong>di</strong> efficacia attraverso<br />

l’Evidence Based Me<strong>di</strong>cine e l’Evidence Based<br />

Nursing (EBM - EBN) nella pratica clinica<br />

e nei percorsi assistenziali, tramite la definizione<br />

<strong>di</strong> Linee Guida.<br />

Conclusioni<br />

L’applicazione dei principi del SGQ ottiene benefici<br />

<strong>di</strong>retti sul raggiungimento degli obiettivi<br />

<strong>di</strong> mantenimento e miglioramento delle capacità<br />

e delle prestazioni e permette anche una riduzione<br />

dei costi e dei rischi.<br />

All’interno del proprio SGQ, l’azienda sanitaria<br />

strategicamente può integrare la norma ISO con<br />

l’esperienza dell’accre<strong>di</strong>tamento all’eccellenza<br />

e con il rischio clinico, per promuovere un<br />

approccio professionale che assuma le valenze<br />

della EBM/EBN e che sappia trasferire in modo<br />

critico nella realtà il contenuto <strong>di</strong> Linee Guida e<br />

standard nazionali/internazionali.<br />

L’integrazione ed il compenetrarsi <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>versi<br />

permette <strong>di</strong> creare un sistema <strong>di</strong> governo<br />

clinico <strong>di</strong> successo, in grado <strong>di</strong> ottenere la fiducia<br />

degli operatori e <strong>di</strong> portare miglioramenti reali<br />

all’attività assistenziale erogata al citta<strong>di</strong>no.<br />

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delle <strong>qualità</strong> assistenziali: un binomio<br />

non sempre possibile per l’infermiere”,<br />

NEU n. 4, 1997<br />

* Infermiera. Responsabile del servizio<br />

<strong>qualità</strong> <strong>AS</strong>L Vallecamonica. Consigliere<br />

<strong>Collegio</strong> Ipasvi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />

12 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Strategie per la riduzione delle<br />

cadute in ambiente ospedaliero<br />

<strong>di</strong> Luca Maffei*, Maurizio Bertucco*, Luisa Fiorin*, Federica Reccagni*,<br />

Giuseppe Cutillo*, Annamaria Indelicato**<br />

Premessa<br />

Le cadute dei pazienti ricoverati in ospedale o<br />

nelle strutture protette, specie se anziani, rappresentano<br />

un problema molto rilevante. Esse<br />

costituiscono un evento avverso che si verifica<br />

frequentemente in ambito ospedaliero e rappresentano<br />

la causa <strong>di</strong> importanti complicanze nel<br />

corso della degenza, nonché la causa <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà<br />

temporanea e permanente della persona. Le<br />

cadute possono causare: traumi cranici, danni<br />

cerebrali, lesioni degli organi interni, lesioni dei<br />

tessuti molli, fratture, ecc. Oltre ai danni fisici,<br />

l’anziano sviluppa un forte senso <strong>di</strong> insicurezza<br />

che lo induce a limitare l’attività fisica compromettendo<br />

la propria autonomia e la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong><br />

vita.<br />

La letteratura internazionale definisce l’evento<br />

caduta in vari mo<strong>di</strong>:<br />

Nel 1987 il “Kellogg International Working<br />

Group” definì la caduta come un “involontario<br />

trasferimento del corpo al suolo o ad un livello<br />

inferiore rispetto a quello precedente, includendo<br />

anche quello causato da un colpo violento,<br />

dalla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza, da un improvviso ictus<br />

o da un attacco epilettico”.<br />

Secondo World Health Organisation (WHO<br />

2007) la caduta invece viene definita come<br />

“cambiamento nella posizione non intenzionale<br />

che costringe una persona ad accasciarsi a terra,<br />

sul pavimento o ad un livello più basso escludendo<br />

il cambio intenzionale della posizione con<br />

appoggio a mobili, pareti o altri oggetti”.<br />

Epidemiologia, classificazione ed eziologia<br />

del fenomeno<br />

Secondo l’OMS (2004) si stima che, nell’arco<br />

<strong>di</strong> un anno, è soggetto a caduta il 30-40%, circa,<br />

degli anziani che vivono al proprio domicilio.<br />

La percentuale sale al 40-50% negli anziani<br />

ospedalizzati e al 50% negli ospiti <strong>di</strong> istituzioni<br />

assistenziali 1 . Nelle case <strong>di</strong> riposo si stima che<br />

vi siano ogni anno 1,5 cadute per posto letto e in<br />

me<strong>di</strong>a 2.6 cadute per persona 2 .<br />

I tassi più elevati sono per le persone oltre i 75<br />

anni. Questo dato in<strong>di</strong>ca che la frequenza delle<br />

cadute aumenta con l’avanzare dell’età. Quasi<br />

la metà degli anziani che ha sperimentato una<br />

caduta va incontro, entro breve termine, a nuovi<br />

eventi traumatici.<br />

Vari stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrano che sono gli uomini a cadere<br />

più frequentemente prima dei 75 anni mentre<br />

negli ultra settantacinquenni la situazione si<br />

capovolge.<br />

Sempre secondo l’OMS, il 95% delle fratture <strong>di</strong><br />

femore nelle persone anziane segue un episo<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> caduta. Tra questi circa il 50% non riprende<br />

più il cammino e il 20% muore entro sei mesi.<br />

Ogni anno le cadute coinvolgono:<br />

• 30% tra i residenti in comunità;<br />

• 50% tra i pazienti in nursing home: <strong>di</strong> cui 20-<br />

30% > 65 anni e in 1 caso su 10 presenta lesioni<br />

importanti 3 .<br />

Dalla letteratura, secondo <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> riguardo<br />

alle cadute negli ospedali per acuti, risultano notevoli<br />

variazioni. Sul totale dei ricoveri si è verificato<br />

che le cadute variano tra 2% e 5%, e tra<br />

2,8 a 18,2 cadute per 1.000 giorni <strong>di</strong> ricovero 4 .<br />

Altri stu<strong>di</strong> osservazionali 5 hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 13


che, il tasso <strong>di</strong> cadute varia da:<br />

• 5 a 18 per 1000 giorni paziente in area geriatrica;<br />

• 10 per 1000 giorni paziente, area me<strong>di</strong>ca;<br />

• 6-9 per 1000 giorni paziente area chirurgica;<br />

• 3-7 per 1000 giorni paziente, ma il dato è considerato<br />

sottostimato a causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusounderreporting.<br />

In Gran Bretagna 1/3 della popolazione oltre i<br />

65 cade e metà <strong>di</strong> questi soggetti cade almeno<br />

due volte.<br />

Per quanto riguarda le cadute in ospedale, in<br />

Svezia quasi 1/3 delle fratture dell’anca avvengono<br />

nella popolazione ospedalizzata.<br />

Negli ospedali australiani, il 38% <strong>di</strong> tutti gli incidenti<br />

che avvengono durante il ricovero sono<br />

dovuti a cadute (The Johanna Briggs Institute for<br />

EBN, 1998). Il 50% dei pazienti anziani residenti<br />

in strutture residenziali cade ogni anno e circa<br />

il 7% <strong>di</strong> questi muore a causa della caduta.<br />

La Joint Comission For Acre<strong>di</strong>tation Of Hospital<br />

Organization, nel rapporto sugli eventi sentinella<br />

del 31 <strong>di</strong>cembre 2005, li segnala fra i primi<br />

eventi sentinella 6 .<br />

In Italia, secondo uno stu<strong>di</strong>o condotto nel 2000<br />

presso l‘ULSS 22 della regione Veneto, si è evidenziato<br />

che la frequenza delle cadute accidentali<br />

è pari allo 0,86% su tutti i ricoveri. Mentre uno<br />

stu<strong>di</strong>o del 2002 condotto dall’ <strong>AS</strong>L <strong>di</strong> Empoli,<br />

ha rilevato che le cadute <strong>di</strong> pazienti si verificano<br />

nel 4% <strong>di</strong> tutti i ricoveri e il 13% <strong>di</strong> queste sono<br />

cadute dal letto o dalla poltrona 7 .<br />

Nella Regione Lombar<strong>di</strong>a, secondo un recente<br />

stu<strong>di</strong>o (IRER 2009), l’incidenza delle cadute<br />

è stimata in 8 pazienti per ogni 1000 giorni <strong>di</strong><br />

degenza. La <strong>di</strong>stribuzione delle cadute, secondo<br />

lo stu<strong>di</strong>o sopra richiamato, è rappresentata dal<br />

grafico a fianco riportato.<br />

Vari stu<strong>di</strong> classificano<br />

le cadute come 8 :<br />

• Cadute preve<strong>di</strong>bili;<br />

quando avvengono<br />

nei soggetti<br />

esposti a fattori <strong>di</strong><br />

rischio identificabili<br />

(<strong>di</strong>sorientamento,<br />

<strong>di</strong>fficoltà nella deambulazione,<br />

mo<strong>di</strong>fiche<br />

della marcia causate<br />

da patologie neurologiche,<br />

ecc).<br />

• Cadute non preve<strong>di</strong>bili;<br />

quando sono<br />

determinate da con<strong>di</strong>zioni fisiologiche non<br />

preve<strong>di</strong>bili fino al momento della caduta, cadute<br />

che non possono essere previste a priori<br />

(crisi apoplettiche, vertigini, reazioni ai farmaci,<br />

sincope.)<br />

• Cadute accidentali; cadute attribuibili a fattori<br />

ambientali o a fatalità: quando la persona cade<br />

involontariamente (ad esempio scivolando sul<br />

pavimento bagnato).<br />

Si stima che circa il 14% delle cadute in ospedale<br />

siano classificabile come accidentali, l’8%<br />

come impreve<strong>di</strong>bili mentre il restante 78% rientrerebbe<br />

fra le cadute preve<strong>di</strong>bili.<br />

Le cadute hanno un’eziologia multifattoriale:<br />

Sono stati descritti più <strong>di</strong> 400 fattori <strong>di</strong> rischio.<br />

L’evento caduta mette in evidenza:<br />

• Carenze organizzative: procedure inesistenti<br />

o mal applicate, insufficiente comunicazione<br />

tra operatori e tra operatori e pazienti e familiari.<br />

• Sottovalutazione dei fattori <strong>di</strong> rischio: età,<br />

precedenti cadute, deficit cognitivi, calzature,<br />

assunzione <strong>di</strong> farmaci.<br />

• Sottovalutazione dei rischi ambientali: pavimenti<br />

sconnessi o scivolosi, gra<strong>di</strong>ni non<br />

sicuri, mancanza <strong>di</strong> appoggio, illuminazione<br />

inadeguata.<br />

La strategia <strong>di</strong> prevenzione dell’Azienda<br />

Ospedaliera M.Mellini <strong>di</strong> Chiari<br />

L’A.O. <strong>di</strong> Chiari, seguendo le in<strong>di</strong>cazioni contenute<br />

nel documento emanato a luglio 2010 dalla<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a “Linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e requisiti<br />

minimi regionali per l’implementazione <strong>di</strong><br />

un sistema per la prevenzione e la gestione del<br />

rischio caduta del paziente degente in ospeda-<br />

14 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


le o in RSA-RSD”, ha implementato, attraverso<br />

un Gruppo <strong>di</strong> Lavoro muti<strong>di</strong>sciplinare specifico<br />

denominato GAD Cadute, una strategia <strong>di</strong> prevenzione<br />

multifattoriale partendo dai seguenti<br />

elementi:<br />

• Inquadramento dei fattori <strong>di</strong> rischio<br />

• Integrazione dei fattori e delle competenze<br />

• Interventi <strong>di</strong> prevenzione/protezione multipli,<br />

mirati e specifici<br />

• Monitoraggio degli eventi<br />

• Formazione ed addestramento del personale<br />

Gli obiettivi principali che il Gruppo <strong>di</strong> lavoro si<br />

è posto nell’introdurre programmi <strong>di</strong> prevenzione<br />

sono stati:<br />

• ridurre le cadute;<br />

• ridurre i possibili danni correlati;<br />

• migliorare o mantenere l’autonomia funzionale<br />

e la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> vita del paziente;<br />

• non ridurre in appropriatamente l’autonomia e<br />

la mobilità del paziente;<br />

• allocare correttamente le risorse <strong>di</strong>sponibili.<br />

La strategia complessiva <strong>di</strong> prevenzione delle<br />

cadute è stata definita più nello specifico da una<br />

Linea Guida che l’Azienda ha elaborato e adottato<br />

dal titolo: “L.G. Aziendale per la prevenzione<br />

delle cadute”.<br />

Il documento prevede per l’inquadramento dei<br />

fattori <strong>di</strong> rischio del paziente, una valutazione<br />

dei rischi intrinseci caratterizzata da una valutazione<br />

me<strong>di</strong>ca completa (Stato mentale e psicologico,<br />

con<strong>di</strong>zioni fisiche e nutrizionali, visus,<br />

forza muscolare, andatura ed equilibrio, malattie<br />

croniche coesistenti, terapie farmacologiche ),<br />

un assessment infermieristico completo che preveda<br />

anche l’utilizzo <strong>di</strong> una scala <strong>di</strong> valutazione<br />

del rischio caduta. Dopo un’attenta ricerca bibliografica,<br />

l’Azienda ha scelto <strong>di</strong> applicare in<br />

via sperimentale la Scala Morse per le seguenti<br />

motivazioni:<br />

• è uno strumento validato per i pazienti ricoverati<br />

in degenze per acuti e lungodegenze;<br />

• è uno strumento facilmente compilabile;<br />

• è uno strumento il cui uso non prevede particolari<br />

azioni <strong>di</strong> formazione/addestramento del<br />

personale;<br />

• i tempi <strong>di</strong> compilazione sono molto ridotti (dai<br />

2 ai 5 minuti).<br />

La scala <strong>di</strong> valutazione deve essere applicata:<br />

• All’ingresso in reparto secondo modalità previste<br />

da appositi protocolli – linee guida;<br />

• Quando il paziente viene trasferito;<br />

• Quando vengono osservati e registrati cambiamenti<br />

delle con<strong>di</strong>zioni del paziente;<br />

• Quando intervengono variazioni terapeutiche;<br />

• Perio<strong>di</strong>camente per i pazienti ad elevato rischio;<br />

• A seguito <strong>di</strong> caduta.<br />

La valutazione effettuata prevede, come conseguenza:<br />

• La registrazione dell’esito della valutazione<br />

nella cartella clinica integrata;<br />

• L’ attivazione <strong>di</strong> eventuali ulteriori approfon<strong>di</strong>menti;<br />

• La definizione degli obiettivi assistenziali e<br />

pianificazione degli interventi da attivare;<br />

• Il monitoraggio, controllo e valutazione dei<br />

risultati ottenuti dagli interventi attivati attraverso<br />

puntuali registrazioni sul <strong>di</strong>ario infermieristico.<br />

La Linea Guida Aziendale prevede altresì un approccio<br />

integrato al problema cadute, che sinteticamente<br />

si richiama nei paragrafi successivi.<br />

Come valutare i rischi <strong>di</strong> ambienti e presi<strong>di</strong><br />

A questo proposito è stata messa a punto una<br />

check-list per la valutazione della sicurezza degli<br />

ambienti e dei presi<strong>di</strong> - M LG P7 322 002<br />

002 - che contiene i principali fattori <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong><br />

ambienti e presi<strong>di</strong> desunti dall’analisi della letteratura.<br />

La check-list è organizzata in 5 sezioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 15


per guidare i valutatori nell’osservazione dei <strong>di</strong>versi<br />

ambienti e dei presi<strong>di</strong> del reparto.<br />

La check-list per la valutazione della sicurezza<br />

degli ambienti e dei presi<strong>di</strong> viene compilata congiuntamente<br />

dal Coor<strong>di</strong>natore infermieristico e<br />

dall’Addetto del Servizio <strong>di</strong> Prevenzione e Protezione<br />

(SPP) in collaborazione con il Servizio<br />

Tecnico.<br />

La compilazione della check-list andrà effettuata<br />

ad un tempo zero (momento in cui si applica<br />

per la prima volta la L.G.) e successivamente in<br />

occasione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche degli ambienti o dei presi<strong>di</strong>.<br />

Una copia viene conservata in reparto ed<br />

un’altra nell’Ufficio del SPP.<br />

Gestione del paziente a rischio <strong>di</strong> caduta<br />

Una volta in<strong>di</strong>viduato il paziente a rischio <strong>di</strong> caduta<br />

devono essere messe in atto misure atte a<br />

ridurre il rischio <strong>di</strong> caduta. Un fattore limitante<br />

la prevenzione delle cadute del paziente è rappresentato<br />

dalla consapevolezza che il problema<br />

non è completamente eliminabile, che non è possibile<br />

garantire una stretta e continua sorveglianza<br />

da parte del personale <strong>di</strong> assistenza e che molto<br />

<strong>di</strong>pende dalla collaborazione dei familiari.<br />

La Linea Guida rilasciata dalla Agency for Healthcare<br />

Research and Quality statunitense è tra le<br />

più recenti ed è inoltre molto chiara ed approfon<strong>di</strong>ta.<br />

Dalla linea guida AHRQ possiamo trarre<br />

le seguenti raccomandazioni con grado <strong>di</strong><br />

evidenza A, che sono state recepite anche dalla<br />

L.G. dell’A.O. <strong>di</strong> Chiari:<br />

1. Identificare le persone che hanno una storia <strong>di</strong><br />

cadute, determinare il rischio <strong>di</strong> future cadute<br />

e ridurre i fattori <strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>viduali.<br />

2. Quando è possibile, si dovrebbe considerare<br />

la riduzione delle terapie farmacologiche per<br />

le persone anziane che prendono 4 o più farmaci<br />

e in generale per quelle che assumono<br />

psicofarmaci.<br />

3. La minimizzazione dell’allettamento durante<br />

il ricovero per pazienti anziani è una misura<br />

pratica e realistica che ha implicazioni per la<br />

prevenzione delle cadute così come per altre<br />

complicazioni acquisite in ospedale.<br />

4. Non c’è nessuna evidenza scientifica che supporta<br />

l’uso <strong>di</strong> mezzi fisici <strong>di</strong> contenimento<br />

come strategia per la prevenzione delle cadute<br />

in pazienti anziani.<br />

L’infermiere, la contenzione fisica e le cadute<br />

Per contenzione fisica s’intende la messa in atto<br />

<strong>di</strong> tutte le procedure, <strong>di</strong> mezzi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi applicati<br />

al corpo della persona o nello spazio circostante,<br />

atti a limitare la libertà <strong>di</strong> movimento.<br />

Anche le spon<strong>di</strong>ne applicate al letto del paziente<br />

sono un mezzo <strong>di</strong> contenzione fisica.<br />

Per quanto concerne la contenzione fisica essa<br />

è ammissibile solo quando è un trattamento terapeutico<br />

e preventivo eccezionale. Il Co<strong>di</strong>ce<br />

Deontologico dell’Infermiere anno 2009, all’art.<br />

30 sancisce che “L’infermiere si adopera<br />

affinché il ricorso alla contenzione fisica sia<br />

evento straor<strong>di</strong>nario, sostenuto da prescrizione<br />

me<strong>di</strong>ca o da documentate valutazioni assistenziali”.<br />

Nello specifico della contenzione fisica,<br />

gli infermieri propongono per l’assistito una decisione<br />

terapeutica che tuteli particolarmente il<br />

suo interesse: è fondamentale essere codecisori<br />

e co-responsabili <strong>di</strong> una valutazione ”integrata”<br />

e non assunta sulla base del giu<strong>di</strong>zio soggettivo<br />

<strong>di</strong> un solo professionista. Come poc’anzi affermato<br />

non c’è nessuna evidenza scientifica che<br />

supporta l’uso <strong>di</strong> mezzi fisici <strong>di</strong> contenimento<br />

come strategia per la prevenzione delle cadute<br />

soprattutto nei pazienti anziani.<br />

16 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Formazione dei professionisti<br />

La formazione del personale è un elemento<br />

fondamentale per la prevenzione delle cadute.<br />

Per questo l’Azienda nel corso del biennio<br />

2010/2011 ha progettato una serie <strong>di</strong> interventi<br />

formativi rivolti al personale clinico e <strong>di</strong> assistenza<br />

partendo dalle aree aziendali con maggior<br />

rischio, nell’ottica <strong>di</strong> fornire informazioni e far<br />

sviluppare agli operatori le competenze necessarie<br />

per essere in grado <strong>di</strong> valutare e monitorare<br />

il rischio <strong>di</strong> caduta dei pazienti. La finalità del<br />

corso era altresì quella <strong>di</strong> presentare il sistema<br />

aziendale per la prevenzione cadute.<br />

Informazione ed educazione sanitaria alla<br />

persona ed alla sua famiglia<br />

Le strategie <strong>di</strong> educazione del paziente e dei suoi<br />

famigliari hanno sempre <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> avere<br />

successo nella prevenzione delle cadute. È infatti<br />

importante che le persone assistite, valutate ad<br />

alto rischio <strong>di</strong> caduta, ricevano l’ educazione sanitaria<br />

rispetto al propri rischi. E’ stato verificato<br />

Altre raccomandazioni <strong>di</strong> grado inferiore<br />

fornite dalla letteratura<br />

• Bisogna compiere interventi educativi per il<br />

paziente e la sua famiglia che devono essere<br />

istruiti riguardo i fattori <strong>di</strong> rischio, i problemi<br />

<strong>di</strong> sicurezza e le problematiche legate alla limitazione<br />

della mobilità.<br />

• Controllare l’equilibrio e l’affaticamento durante<br />

la mobilizzazione e aiutare le persone<br />

che presentano sbandamenti.<br />

• Aiutare il paziente a deambulare ad intervalli<br />

regolari ricorrendo anche ai familiari e ad altri<br />

“caregiver”.<br />

• Sorvegliare i pazienti in terapia con <strong>di</strong>uretico<br />

e lassativi.<br />

• Valutare la possibilità <strong>di</strong> collaborazione da<br />

parte dei parenti o assistenti, specie durante la<br />

notte.<br />

• Valutare il grado <strong>di</strong> sedazione eventualmente<br />

necessario.<br />

• Controllare la funzionalità del letto, del materasso<br />

e delle spon<strong>di</strong>ne.<br />

• Concordare con il paziente ed i famigliari<br />

l’eventuale necessità dell’uso delle spon<strong>di</strong>ne.<br />

• Controllare che le porte delle camere restino<br />

aperte e che il paziente non rimanga da solo.<br />

che l’educazione sulle cadute riduce la paura <strong>di</strong><br />

cadere e migliora l’autoefficacia. L’educazione<br />

può essere erogata in mo<strong>di</strong> ed in contesti <strong>di</strong>versi.<br />

Gli stu<strong>di</strong> raccomandano sessioni in<strong>di</strong>viduali che<br />

possono creare un ambiente rassicurante e più<br />

personalizzato, consentendo alla persona <strong>di</strong> porre<br />

domande ed all’infermiere <strong>di</strong> compiere una<br />

valutazione più dettagliata; sono altresì molto<br />

utili anche specifici opuscoli informativi.<br />

Rilevazione e segnalazione della caduta<br />

Quando si verifica la caduta <strong>di</strong> un paziente, la<br />

stessa dovrà essere registrata all’interno della<br />

cartella clinica da parte del me<strong>di</strong>co e l’infermiere<br />

dovrà registrarla nella cartella infermieristica.<br />

Contestualmente bisognerà segnalare l’evento<br />

caduta attraverso la SCHEDA DI SEGNALA-<br />

ZIONE DELLE CADUTE IN OSPEDALE. La<br />

segnalazione, che è obbligatoria, dovrà essere<br />

redatta dal me<strong>di</strong>co della Unità Operativa/Servizio/Ambulatorio<br />

o dalla Guar<strong>di</strong>a dalla guar<strong>di</strong>a<br />

inter<strong>di</strong>visionale o dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> P.S. .<br />

La scheda originale va inviata alla Direzione<br />

Me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero, una copia va<br />

inviata all’U.O. Me<strong>di</strong>cina Legale e Gestione del<br />

Rischio Clinico e una copia va tenuta in cartella<br />

clinica; nel caso <strong>di</strong> attività ambulatoriali o <strong>di</strong> servizi<br />

<strong>di</strong>agnostici una copia va archiviata presso il<br />

Servizio.<br />

Perché è importante segnalare l’evento caduta?<br />

• Per permettere agli operatori <strong>di</strong> richiamare l’attenzione<br />

su eventi indesiderati e su con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> rischio<br />

• Per mettere l’organizzazione nelle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> rendersi conto dei problemi in modo da poter<br />

intervenire per la loro soluzione<br />

• Per evidenziare precocemente, all’interno delle<br />

strutture, possibili no<strong>di</strong> critici e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

rischio, così che possano essere messe in atto<br />

strategie preventive e <strong>di</strong> miglioramento per ridurre<br />

i pericoli ed aumentare la sicurezza<br />

• Per concorrere alla costruzione <strong>di</strong> banche dati<br />

su con<strong>di</strong>zioni ed eventi a rischio utili alla “comunità”<br />

professionale.<br />

Conseguenze della caduta<br />

Le cadute possono causare fratture, lesioni gravi<br />

e in taluni casi possono anche portare il paziente<br />

al decesso. Il Ministero della Salute ha emesso<br />

una lista <strong>di</strong> eventi sentinella, ossia <strong>di</strong> eventi avversi<br />

<strong>di</strong> particolare gravità, che causano morte<br />

o gravi danni al paziente e che determinano una<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> fiducia dei citta<strong>di</strong>ni nei confronti del<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 17


Servizio Sanitario; tra gli eventi sentinella è stata<br />

inserita anche la morte o grave danno per caduta<br />

del paziente (evento sentinella n° 9). Qualora<br />

la caduta <strong>di</strong>a origine a un danno per il paziente<br />

l’Operatore Sanitario (me<strong>di</strong>co, infermiere o altro<br />

professionista coinvolto nell’evento) comunica,<br />

anche telefonicamente, quanto accaduto al<br />

Risk Manager e alla Direzione Me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o.<br />

La Direzione Aziendale, oltre a prendere<br />

in carico il paziente per mettere in atto tutte le<br />

misure necessarie per mitigare il danno e ad attivare<br />

i dovuti processi <strong>di</strong> comunicazione con il<br />

paziente e i suoi familiari, attiva la procedura <strong>di</strong><br />

analisi dell’evento sentinella attraverso la Root<br />

Cause Analysis o l’Au<strong>di</strong>t Clinico, nonché effettua<br />

la ren<strong>di</strong>contazione alla Regione e al Ministero<br />

della Salute attraverso il cosiddetto SIMES<br />

– Sistema Informativo per il Monitoraggio degli<br />

Errori in Sanità.<br />

Considerazioni conclusive<br />

Le conseguenze delle cadute oltre a costituire un<br />

impatto sociale rilevante, hanno notevoli ripercussioni<br />

anche a livello dell’assistenza sanitaria<br />

dal momento che i costi sostenuti per cure, l’assistenza<br />

e la riabilitazione sono ingenti.<br />

Siamo convinti che le Professioni Sanitarie (ed<br />

in particolare Me<strong>di</strong>ci ed Infermieri) possono dare<br />

un grosso contributo, in termini <strong>di</strong> competenze,<br />

nell’affrontare il rilevante problema delle cadute<br />

in Ospedale adottando tutti gli strumenti a <strong>di</strong>sposizione<br />

che nell’articolo sono stati richiamati.<br />

È altresì evidente che solo attraverso l’implementazione<br />

<strong>di</strong> strategie preventive multifattoriali<br />

che tengano conto dell’inquadramento dei<br />

fattori <strong>di</strong> rischio, dell’integrazione dei fattori e<br />

delle competenze, <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> prevenzione/<br />

protezione multipli, mirati e specifici, del monitoraggio<br />

degli eventi e della formazione ed<br />

addestramento del personale sanitario, sarà possibile<br />

a nostro giu<strong>di</strong>zio una gestione più efficace<br />

<strong>di</strong> questa problematica.<br />

L’aspettativa dell’azienda è quella <strong>di</strong> ridurre il<br />

rischio caduta per tutti i pazienti che accedono<br />

alle strutture attraverso l’implementazione <strong>di</strong> un<br />

sistema <strong>di</strong> interventi integrati in grado <strong>di</strong> valutare<br />

in modo completo i pazienti, facendo emergere<br />

quelli con un rischio <strong>di</strong> caduta e quin<strong>di</strong> pianificando<br />

interventi preventivi efficaci, nonché<br />

intervenendo sui fattori ambientali e strutturali<br />

molto spesso responsabili <strong>di</strong> caduta.<br />

Infine anche i dati aziendali, seppur parziali, ci<br />

consentono comunque <strong>di</strong> affermare che la sensibilizzazione<br />

al tema caduta da parte dei Professionisti<br />

Sanitari (soprattutto degli Infermieri) è<br />

molto aumentata; questo dato è confermato ad<br />

esempio dai report relativi alla <strong>qualità</strong> cartella<br />

clinica dell’ultimo quadrimestre 2010 9 , ove<br />

si evince che nel 90% delle cartelle cliniche è<br />

18 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


documentata la valutazione del rischio caduta e<br />

che nel 78% del campione si riscontra una pianificazione<br />

infermieristica conseguente ai bisogni<br />

<strong>di</strong> assistenza infermieristica legati al problema<br />

caduta. Il futuro ci <strong>di</strong>mostrerà se il nostro piano<br />

ha raggiunto gli obiettivi stabiliti.<br />

Bibliografia<br />

• AZIENDA OSPEDALIERA DI BOLOGNA<br />

POLICLINICO S.ORSOLA–MALPIGHI.<br />

(2004), “Suggerimenti <strong>di</strong> pratica clinica per la<br />

prevenzione delle cadute dei pazienti in ospedale”,<br />

Centro Stu<strong>di</strong> EBN.<br />

• AZIENDA OSPEDALIERA DI CHIARI/REG.<br />

LOMBARDIA. “ L’evoluzione del Clinical<br />

Risk Managment: l’esperienza <strong>di</strong> un’Azienda<br />

Ospedaliera Lombarda”, 2007.<br />

• Barelli P. (2006), ”Informazioni dalla letteratura<br />

per una buona pratica infermieristica: Prevenzione<br />

delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />

Infad, 5.<br />

• Bran<strong>di</strong> A. Marilli R. (2006),” Le cadute in<br />

ospedale: uno stu<strong>di</strong>o osservazionale”, G. Gerontologia.<br />

• Chiari P., Mosci D., Fontana S., “Valutazione<br />

degli strumenti <strong>di</strong> misura del rischio <strong>di</strong> caduta<br />

dei pazienti”, Assistenza infermieristica e Ricerca,<br />

2002.<br />

• Dykes PC, Carrol DL, Hurley AC, “Why do<br />

patients in acute care hospitas fall? Can falls<br />

be prevented ?”, Journ Nurs Admnis 2009.<br />

• Le cadute in ospedale e in RSA: epidemiologia<br />

del fenomeno, tassonomia e background,<br />

evidence based health care (Gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />

regionale per la prevenzione del rischio cadute<br />

– Regione Lombar<strong>di</strong>a, Maggio 2010).<br />

• Linea guida per la prevenzione delle cadute<br />

(Direzione Sanitaria Aziendale, A.O. Mellino<br />

Mellini 10/6/2010).<br />

• Linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e requisiti minimi regionali<br />

per l’implementazione <strong>di</strong> un sistema per la<br />

prevenzione e la gestione del rischio caduta<br />

del paziente degente in ospedale o in RSA-<br />

RSD (Decreto N° 7295 del 22/7/2010 della<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a).<br />

• Università Degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, Facoltà <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Tesi <strong>di</strong> Laurea in Infermieristica<br />

“Rischio <strong>di</strong> caduta nel Paziente<br />

anziano in ospedale: analisi degli strumenti<br />

<strong>di</strong> valutazione del rischio caduta e implementazione<br />

<strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> prevenzione”,<br />

Baku Englantina, A.A. 2009/2010. Relatore<br />

Dott. Luca Maffei.<br />

• Strumenti <strong>di</strong> valutazione del rischio <strong>di</strong> caduta,<br />

le scale: opportunità e criticità (Gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />

regionale per la prevenzione del rischio<br />

cadute – Regione Lombar<strong>di</strong>a, Maggio 2010).<br />

• www.salute.toscana.it/sst/grc/prevenzione-cadute.shtml<br />

• www.evidenzebasednursing.it<br />

• www.sanita.regione.lombar<strong>di</strong>a.it<br />

• www.aochiari.it<br />

• www.ministerosalute.it<br />

• www.jcrinc.com/The-Joint-Commission-Perspectives-on-Patient-Safety<br />

Note<br />

1. PALMISANI A. (2009), “Cadute dal letto<br />

Prevenzione ospedalizzati: proposte ergonomiche”,<br />

Nursing, pp. 52-57.<br />

2. CAPPUCCIO R. GRANATELLO J. et al.<br />

(2008), “La Contenzione fisica e la sedazione<br />

farmacologica per la prevenzione delle cadute,<br />

l’interruzione dei trattamenti e l’aggressività<br />

nei pazienti con demenza senile e <strong>di</strong>sorientamento<br />

cognitivo”, Centro Stu<strong>di</strong> EBN, pp. 1-<br />

13.<br />

3. EVANS D. (2001), “Falls Risk factors in the<br />

Hospital Setting”, International Journal of<br />

Nursing Practise, (7): pp. 38-45. SCHWEN-<br />

DIMANN R. BUHLER H et al. “Characteristics<br />

of Hospitals Inpatient Falls across Clinical<br />

Departament”, Gerontology, (54) n.6, pp. 54<br />

4. HANGER HC. et al. (1999), “ An analysis of<br />

falls in the hospital: can we do without bedrails?”<br />

J Am Geriatr Soc. (47) pp: 529-531.<br />

5. OLIVER D. (2008), ”Quality and Safety in<br />

Health Care”, pp. 431-436.<br />

5b.SCHWENDIMANN R. BUHLER H et al.<br />

“Characteristics of Hospitals Inpatient Falls<br />

across Clinical Departament”, Gerontology,<br />

(54) n.6, pp. 54.<br />

6. BARELLI P. (2006),”Informazioni dalla letteratura<br />

per una buona pratica infermieristica,<br />

Prevenzione delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />

Infad, 5: pp. 6.<br />

7. PALMISANI A. (2009), “Cadute dal letto<br />

Prevenzione ospedalizzati: proposte ergonomiche”,<br />

Nursing, pp. 52-57.<br />

8. BARELLI P. (2006), ”Informazioni dalla letteratura<br />

per una buona pratica infermieristica:<br />

Prevenzione delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />

Infad, 5, pp. 6.<br />

9. Il campione controllato è rappresentato dal<br />

2% del totale ricoveri/anno.<br />

* Componenti del GAD, Gruppo Aziendale De<strong>di</strong>cato<br />

alle Cadute - A.O. M.Mellini <strong>di</strong> Chiari<br />

(BS)<br />

** Direttore Sanitario Aziendale - A.O. M.Mellini<br />

<strong>di</strong> Chiari (BS)<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 19


Migliorare l’assistenza e la continuità<br />

assistenziale alle persone portatrici <strong>di</strong><br />

stomie intestinali e urinarie<br />

<strong>di</strong> Simonetta Di Meo*<br />

Introduzione<br />

La vita della persona sottoposta ad intervento<br />

chirurgico con confezionamento <strong>di</strong> stomia viene<br />

pesantemente con<strong>di</strong>zionata da questa nuova situazione.<br />

Le implicazioni sociali, psicologiche,<br />

cliniche, relazionali e gli atti della vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

richiedono un processo <strong>di</strong> adattamento che,<br />

per la sua complessità, deve avere inizio prima<br />

dell’intervento e proseguire con continuità anche<br />

dopo la <strong>di</strong>missione dall’ospedale.<br />

Tutto ciò è fortemente influenzato dalla tendenza<br />

a ricoveri brevi con <strong>di</strong>missioni sempre più<br />

precoci e dalla scelta <strong>di</strong> tecniche chirurgiche<br />

molto complesse (Colwell e Gray, 2007) con il<br />

confezionamento elettivo <strong>di</strong> stomie temporanee.<br />

L’analisi della situazione nel contesto territoriale<br />

dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, sondata anche con uno specifico<br />

questionario inviato dall’<strong>AS</strong>L alle strutture<br />

<strong>di</strong> ricovero e cura nel 2007, ha evidenziato<br />

che spesso per le persone stomizzate si presentavano<br />

delle criticità alla <strong>di</strong>missione e nel periodo<br />

successivo, legate a:<br />

• limitato utilizzo <strong>di</strong> procedure <strong>di</strong> preparazione<br />

all’intervento;<br />

• ridotta attenzione all’educazione terapeutica relativa<br />

alla gestione della stomia e alle norme igienico-comportamentali<br />

correlate;<br />

• ridotta personalizzazione dei percorsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione<br />

e riabilitazione;<br />

• interruzione del percorso assistenziale alla <strong>di</strong>missione,<br />

con assenza <strong>di</strong> riferimenti<br />

competenti per l’attività <strong>di</strong> orientamento,<br />

consulenza e sostegno alle problematiche<br />

assistenziali, psicologiche, burocratiche quando<br />

la persona è al domicilio;<br />

• vincoli nella prescrizione/fornitura dei presi<strong>di</strong>,<br />

per assistiti con esigenze non costantemente<br />

standar<strong>di</strong>zzabili (almeno nel primo periodo) e,<br />

in alcuni casi, conseguente inadeguato utilizzo<br />

delle forniture protesiche a <strong>di</strong>sposizione.<br />

A fronte <strong>di</strong> tali elementi e dell’elevato numero <strong>di</strong><br />

persone portatrici <strong>di</strong> stomie presenti nel territorio<br />

(che risultavano essere pari a 1477 nel 2008, in<br />

linea con l’incidenza regionale dello 0,12%), si<br />

è costituito un gruppo <strong>di</strong> lavoro interaziendale <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>ci e infermieri per con<strong>di</strong>videre le criticità e<br />

le modalità per affrontarle. Gli infermieri hanno<br />

successivamente approfon<strong>di</strong>to le specifiche in<strong>di</strong>cazioni<br />

riferite al processo assistenziale ed elaborato<br />

gli strumenti organizzativi ed educativi <strong>di</strong><br />

supporto, formalmente trasmesse alle Direzioni<br />

Sanitarie <strong>di</strong> tutte le strutture <strong>di</strong> ricovero e cura<br />

nel settembre 2007. Per sostenere l’adozione <strong>di</strong><br />

questi strumenti l’<strong>AS</strong>L, nell’ambito del progetto<br />

<strong>qualità</strong>, ha previsto uno specifico addendum nei<br />

contratti sottoscritti dalle strutture per gli anni<br />

2008 e 2009.<br />

Nel giugno 2009, ad un incontro <strong>di</strong> verifica del<br />

percorso con i rappresentanti delle Direzioni Sanitarie<br />

e dei SITRA, si è costituito un nuovo<br />

gruppo infermieristico interaziendale (Tabella 1) con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> aggiornare il documento e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre<br />

criteri e obiettivi minimi per l’assisten-<br />

20 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


za infermieristica ospedaliera, in funzione della<br />

<strong>di</strong>missione della persona stomizzata.<br />

Per raggiungere tale obiettivo il gruppo ha:<br />

• valutato l’applicazione delle in<strong>di</strong>cazioni formulate<br />

nel 2007;<br />

• con<strong>di</strong>viso le criticità che ancora presenti nel<br />

percorso assistenziale e definito gli obiettivi<br />

comuni;<br />

• identificato i criteri assistenziali ritenuti vincolanti,<br />

sud<strong>di</strong>visi secondo le fasi assistenziali<br />

principali;<br />

• selezionato e consultato la letteratura recente<br />

relativa all’argomento;<br />

• revisionato il precedente documento in linea<br />

con le nuove evidenze scientifiche;<br />

• elaborato/aggiornato in sottogruppi gli strumenti<br />

assistenziali/educativi allegati al documento<br />

(Tabella 2 – Gli allegati).<br />

Scopo del progetto<br />

Lo scopo del documento “Assistenza alle persone<br />

portatrici <strong>di</strong> stomie intestinali e urinarie”<br />

(formalmente adottato e trasmesso alle strutture<br />

<strong>di</strong> ricovero e cura nel Settembre 2010) è quello<br />

<strong>di</strong> orientare gli infermieri nel loro lavoro, nei<br />

<strong>di</strong>fferenti setting <strong>di</strong> pratica, relativamente:<br />

• alla valutazione e gestione delle persone con<br />

colostomie, ileostomie e urostomie<br />

• alla valutazione e gestione della cute peristomale<br />

• alla continuità della cura, nel periodo pre-operatorio,<br />

post-operatorio e dopo la <strong>di</strong>missione<br />

• alla relazione terapeutica con l’utente e la famiglia<br />

per migliorare la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> vita delle<br />

persone stomizzate.<br />

Ciò avendo ben presente che la gestione e la cura<br />

della persona stomizzata non è standar<strong>di</strong>zzabile,<br />

i bisogni frequentemente cambiano e richiedono<br />

un piano <strong>di</strong> cura flessibile che tenga conto della<br />

complessità della persona.<br />

La struttura e i contenuti del documento<br />

L’analisi della letteratura ha evidenziato che<br />

la ricerca nel campo delle stomie e la pratica<br />

evidence-based è limitata e che il livello delle<br />

evidenze spesso riflette opinioni <strong>di</strong> esperti, referenze<br />

dalla letteratura grigia, fogli <strong>di</strong> opinioni e<br />

materiali delle conferenze.<br />

Le raccomandazioni presentate traggono, per lo<br />

più, spunto dal documento “iaBPG Clinical Best<br />

Practice Guidelines, “Ostomy Care and Management”<br />

2009, RNAO”, il più aggiornato tra la<br />

letteratura attualmente <strong>di</strong>sponibile.<br />

Partendo dalle in<strong>di</strong>cazioni del 2007, il documento<br />

è stato strutturato in sezioni relative alle<br />

<strong>di</strong>verse fasi del processo assistenziale, per ognuna<br />

delle quali sono stati elaborati/aggiornati gli<br />

strumenti organizzativi ed educativi ritenuti utili<br />

a supportare la traduzione operativa delle in<strong>di</strong>cazioni.<br />

Lo sforzo compiuto dagli infermieri esperti<br />

presenti nel gruppo <strong>di</strong> lavoro è stato quello <strong>di</strong><br />

mettere a confronto la propria esperienza e gli<br />

specifici aspetti organizzativi della struttura <strong>di</strong><br />

appartenenza, per con<strong>di</strong>videre strumenti realmente<br />

e trasversalmente trasferibili nella quoti<strong>di</strong>ana<br />

pratica assistenziale.<br />

Entrando nel merito dei contenuti, l’analisi del<br />

background ha messo in evidenza come in tutti i<br />

setting, dagli acuti alle cure a lungo termine/residenziali<br />

o domiciliari, una persona con stomia<br />

richiede cure specializzate che promuovano l’in<strong>di</strong>pendenza<br />

e la <strong>qualità</strong> della vita per l’interessato,<br />

il caregiver e la famiglia. La fornitura <strong>di</strong> tali<br />

cure comincia nella fase pre-operatoria, proseguendo<br />

nella fase post-operatoria e nel periodo<br />

<strong>di</strong> riabilitazione, permanendo in molti casi per<br />

tutta la vita. Date le problematiche che si trova<br />

ad affrontare la persona che vive con una stomia<br />

anche solo per un periodo temporaneo, la <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> ambulatori territoriali specifici rappresenta<br />

un requisito fondamentale per garantire<br />

la continuità assistenziale. La gestione della stomia,<br />

il trattamento delle complicanze della cute<br />

peristomale, l’accesso alla fornitura degli ausili<br />

protesici specifici, la consulenza <strong>di</strong>etetica e il<br />

supporto emotivo sono solo alcuni dei bisogni<br />

che richiedono consulenze da parte <strong>di</strong> esperti.<br />

Da quanto sopra premesso, deriva la centralità<br />

della relazione terapeutica tra l’infermiere e la<br />

persona/famiglia.<br />

La relazione terapeutica basata su un processo<br />

interpersonale è, infatti, un aspetto centrale della<br />

cura infermieristica ed è parte integrante nel<br />

determinare la <strong>qualità</strong> della pratica nella relazione<br />

paziente/famiglia (College of Nursing, 1999;<br />

RNAO, 2002).<br />

La relazione terapeutica ha inizio nella fase preoperatoria,<br />

per stabilire un rapporto e ottenere<br />

accurate informazioni sull’immaginario e i sentimenti<br />

rispetto alla malattia, circa l’immagine<br />

corporea, il tipo <strong>di</strong> intervento chirurgico propo-<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 21


sto, la vita a casa, la situazione familiare, i ruoli<br />

e le relazioni.<br />

Tutte le evidenze (Haugen et. al, 2006; Persson<br />

et Larsson, 2005; Erwin-Toth, 1999; Olejnic et<br />

al., 2005) <strong>di</strong>mostrano che la relazione terapeutica<br />

tra infermieri e pazienti è importante per<br />

un’assistenza sod<strong>di</strong>sfacente nella fase post-chirurgica,<br />

per l’adattamento a lungo termine alla<br />

stomia e per imparare le abilità necessarie per<br />

l’autogestione della stomia.<br />

A fronte <strong>di</strong> tali premesse, l’assistenza infermieristica<br />

alla persona sottoposta a chirurgia per<br />

confezionamento <strong>di</strong> stomia è stata sud<strong>di</strong>visa in<br />

quattro macro-fasi, articolate in sotto-processi:<br />

F<strong>AS</strong>E 1. <strong>AS</strong>SISTENZA PRE-OPERATORIA<br />

che comprende<br />

a) la valutazione globale del paziente/famiglia<br />

b) il counselling preparatorio<br />

c) il <strong>di</strong>segno preoperatorio (in<strong>di</strong>cazioni, obiettivi<br />

e check list)<br />

d) la formulazione del piano <strong>di</strong> assistenza (con<br />

<strong>di</strong>agnosi e pianificazione standar<strong>di</strong>zzata)<br />

e) l’apparecchiatura della stomia in sala operatoria<br />

(in<strong>di</strong>cazioni, obiettivi e check list)<br />

F<strong>AS</strong>E 2 - <strong>AS</strong>SISTENZA POST OPERATORIA,<br />

che comprende<br />

a) Valutazione della stomia nell’imme<strong>di</strong>ato postoperatorio<br />

e della con<strong>di</strong>zione cutanea peristomale<br />

ad ogni cambio del presi<strong>di</strong>o (in<strong>di</strong>cazioni,<br />

obiettivi e check list)<br />

b) Insegnamento della gestione della stomia<br />

(stoma care)<br />

c) Valutazione delle conoscenze e dell’appren<strong>di</strong>mento<br />

alla gestione dello stoma care<br />

d) Definizione del piano terapeutico e prescrizione<br />

dei presi<strong>di</strong> protesici<br />

d) Pianificazione della <strong>di</strong>missione ospedaliera<br />

Ambulatorio per enterostomizzati e urostomizzati<br />

Per gestire al meglio il processo assistenziale<br />

e soprattutto garantire la continuità <strong>di</strong> cura necessaria,<br />

viene riba<strong>di</strong>ta l’opportunità che siano<br />

istituiti nelle varie organizzazioni aziendali, ambulatori<br />

specifici rivolti a soggetti stomizzati,<br />

con personale me<strong>di</strong>co e infermieristico possibilmente<br />

de<strong>di</strong>cato, che possa <strong>di</strong>ventare tutor del<br />

processo <strong>di</strong> assistenza e cura.<br />

L’ambulatorio è punto <strong>di</strong> riferimento in grado<br />

<strong>di</strong> affrontare e risolvere i problemi legati alla<br />

gestione e alla riabilitazione conseguenti all’intervento<br />

subito.<br />

Non essendo previsto nell’attuale Nomenclatore<br />

Tariffario Regionale un co<strong>di</strong>ce specifico per le<br />

prestazioni infermieristiche, la linea <strong>di</strong> comportamento<br />

dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> è l’assimilazione<br />

del trattamento stomaterapico effettuato in ambulatorio<br />

al co<strong>di</strong>ce 89.01 “anamnesi e valutazione<br />

breve”, previa impegnativa che riporti la<br />

<strong>di</strong>citura sopra citata:<br />

• per i soggetti che accedono ad ambulatori <strong>di</strong><br />

Strutture <strong>di</strong>verse da quelle dove è avvenuto<br />

l’intervento;<br />

• per il soggetti che accedono all’ambulatorio<br />

della Struttura che ha effettuato l’intervento<br />

dopo 30 giorni dalla <strong>di</strong>missione.<br />

Verifica<br />

E’ prevista una verifica dell’andamento complessivo<br />

e degli strumenti a 6 mesi (marzo/aprile<br />

2011), tramite un incontro con gli infermieri che<br />

hanno collaborato alla revisione del documento.<br />

La ren<strong>di</strong>contazione trimestrale all’<strong>AS</strong>L dell’applicazione<br />

delle in<strong>di</strong>cazioni (allegato 7 del documento)<br />

è in capo alle strutture <strong>di</strong> ricovero e<br />

cura, per le quali ha rappresentato un Addendum<br />

contrattuale del Progetto Qualità anche per<br />

l’anno 2010.<br />

3 - F<strong>AS</strong>E DI FOLLOW-UP<br />

Per il paziente e la famiglia, dopo l’intervento<br />

chirurgico, è raccomandata la valutazione e il<br />

follow up da parte <strong>di</strong> un infermiere enterostomista<br />

al fine <strong>di</strong> ridurre lo stress psicologico,<br />

promuovere la <strong>qualità</strong> della vita e prevenire le<br />

complicanze.<br />

Risultati e considerazioni<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 3 anni dall’avvio del percorso, mi<br />

sembra importante sottolineare la rilevanza dell’approccio<br />

sia in termini metodologici sia per i<br />

risultati concreti già evidenti.<br />

Rispetto al primo punto, la costituzione <strong>di</strong> gruppi<br />

<strong>di</strong> lavoro interaziendali consente <strong>di</strong> attivare un<br />

22 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


confronto importante tra professionisti che hanno<br />

maturato specifiche competenze, non sempre<br />

realizzabile all’interno delle singole strutture.<br />

La con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> esperienze, <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> forza,<br />

<strong>di</strong> criticità e <strong>di</strong> strategie realizzate per affrontarle,<br />

all’interno <strong>di</strong> uno specifico contesto locale<br />

rappresentato dal territorio dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />

ha permesso <strong>di</strong> creare una rete <strong>di</strong> professionisti<br />

e una sinergia a favore della continuità dell’approccio<br />

assistenziale nei confronti delle persone<br />

stomizzate.<br />

Tale modalità è già stata utilmente sperimentata<br />

anche nell’ambito della revisione dei percorsi<br />

<strong>di</strong>agnostico terapeutico assistenziali (PDTA)<br />

relativi a scompenso car<strong>di</strong>aco e BPCO, consentendo<br />

<strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre ed elaborare strumenti per<br />

l’educazione terapeutica <strong>di</strong> persone affette da<br />

tali malattie croniche.<br />

Per quanto riguarda i risultati concreti, nell’ambito<br />

<strong>di</strong> alcune Aziende Ospedaliere e Strutture <strong>di</strong><br />

ricovero e cura private accre<strong>di</strong>tate il documento<br />

è stato oggetto <strong>di</strong> incontri <strong>di</strong> presentazione/<br />

formazione che hanno visto coinvolti tutti gli<br />

operatori interessati dal percorso. L’AO Spedali<br />

Civili <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e l’AO <strong>di</strong> Desenzano del Garda<br />

hanno inoltre attivato ex novo l’ambulatorio<br />

infermieristico per le persone stomizzate.<br />

Il documento e gli allegati sono consultabili sul<br />

sito dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> www.aslbrescia.it nella<br />

sezione Operatori -> altre professioni sanitarie<br />

-> infermieri.<br />

Bibliografia<br />

• Assistenza infermieristica alle persone portatrici<br />

<strong>di</strong> stomie intestinali e urinarie, <strong>AS</strong>L<br />

<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Settembre 2010;<br />

• Linee guida per l’educazione terapeutica,<br />

l’approccio assistenziale specifico e la<br />

continuità <strong>di</strong> cura ai soggetti portatori <strong>di</strong><br />

stomie intestinali e urinarie, <strong>AS</strong>L <strong>Brescia</strong><br />

Settembre 2007;<br />

• iaBPG Clinical Best Practice Guidelines,<br />

“Ostomy Care and Management” 2009,<br />

RNAO.<br />

* Infermiera. Responsabile SITRA <strong>AS</strong>L <strong>Brescia</strong><br />

Tabella 1 - Il gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />

Strutture <strong>di</strong> ricovero e cura<br />

Piera Baiguera – enterostomista - Ospedale S. Orsola<br />

- Fondazione Poliambulanza<br />

Mauro Bergamelli - enterostomista - A.O. Spedali<br />

Civili<br />

Stella Calatafimi – enterostomista – Istituto Clinico<br />

S. Rocco<br />

Eva Contrini – coor<strong>di</strong>natrice infermieristica - A.O.<br />

Spedali Civili<br />

Danila Maculotti – enterostomista - Fondazione<br />

Poliambulanza<br />

Silvano Mazzucchelli – coor<strong>di</strong>natore infermieristico<br />

-Istituto Clinico S. Anna<br />

Andrea Pasinetti - enterostomista - A.O. Spedali<br />

Civili<br />

Patrizia Roda – enterostomista - A.O. Mellino<br />

Mellini<br />

Simona Rossi – infermiera - A.O. Spedali Civili<br />

<strong>AS</strong>L <strong>Brescia</strong><br />

Stefania Beruffi – infermiera Dipartimento Cure<br />

Primarie<br />

Milena Giovanna Guarinoni – infermiera SITRA<br />

Simonetta Di Meo – responsabile SITRA<br />

Tabella 2 - Gli allegati al documento<br />

1 - In<strong>di</strong>cazioni per il <strong>di</strong>segno pre-operatorio<br />

1A - Check list per il <strong>di</strong>segno pre-operatorio<br />

2 - Piano <strong>di</strong> assistenza standar<strong>di</strong>zzato<br />

3 - In<strong>di</strong>cazioni per la prima apparecchiatura in sala<br />

operatoria<br />

4A - Check list per la prima apparecchiatura in sala<br />

operatoria<br />

4B - Check list monitoraggio della stomia<br />

5 - In<strong>di</strong>cazioni per il monitoraggio della stomia<br />

6A-6B-6C - In<strong>di</strong>cazioni per il paziente ileo/colo/<br />

urostomizzato<br />

7 - Scheda <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione trimestrale<br />

8 - Modello O3 e Programma terapeutico<br />

9 - Certificazione dei presi<strong>di</strong> protesici necessari<br />

10 - Organizzazione <strong>AS</strong>L per l’autorizzazione alla<br />

fornitura dei presi<strong>di</strong> protesici<br />

11 - Questionario <strong>di</strong> verifica delle conoscenze nella<br />

gestione dello stoma care<br />

12 - Scheda <strong>di</strong> valutazione dell’appren<strong>di</strong>mento nella<br />

gestione dello stoma care<br />

13 - Check list per la <strong>di</strong>missione.<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 23


La valutazione del dolore nell’anziano<br />

affetto da demenza<br />

<strong>di</strong> Angelo Benedetti*, Li<strong>di</strong>a Annamaria Tomaselli**<br />

La scarsa propensione alla valutazione del dolore<br />

nell’anziano affetto sia da demenza che da<br />

altre problematiche che ne limitano fortemente<br />

la funzione cognitiva e comunicativa, rimane<br />

ad oggi in Italia un problema solo parzialmente<br />

risolto. La International Association for the<br />

Study of Pain 1 (I<strong>AS</strong>P) da tempo ha definito il<br />

dolore come: “un’esperienza sensoriale ed emotiva<br />

spiacevole, associata ad attuale o potenziale<br />

danno tessutale” 2 e la letteratura spesso ha<br />

messo in evidenza la carenza <strong>di</strong> una cultura del<br />

dolore e la riluttanza dei sanitari nel procedere<br />

alla sua misurazione. Tale limitata sensibilità,<br />

può essere ricondotta essenzialmente a tutti quei<br />

fattori che sono riferibili alla persona assistita,<br />

al personale componente l’equipe assistenziale<br />

e/o all’organizzazione delle strutture residenziali.<br />

Attualmente, presso le Residenze Sanitarie<br />

Assistenziali (RSA) sono accolte persone <strong>di</strong> età<br />

molto avanzata, fragili, portatrici <strong>di</strong> molteplici<br />

patologie, spesso talmente compromesse dal<br />

punto <strong>di</strong> vista funzionale, da versare in una con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> limitata o assente autonomia. Difficile<br />

risulta per loro la gestione dei più semplici gesti<br />

<strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana, nonché l’agire adeguatamente<br />

le competenze comunicative-relazionali, poiché<br />

afflitti da svariate forme <strong>di</strong> demenza o da altre<br />

problematiche che ne hanno deteriorato ogni<br />

funzione cognitiva.<br />

La sintomatologia dolorosa associata alle malattie<br />

croniche, causa frequentemente <strong>di</strong>sagio,<br />

impotenza, frustrazione, inutile sofferenza e<br />

contribuisce a generare nell’anziano molteplici<br />

<strong>di</strong>sturbi del comportamento, quali l’agitazione,<br />

l’aggressività, l’insonnia, i deliri e l’apatia.<br />

Le recenti <strong>di</strong>sposizioni in campo normativo e<br />

professionale 3 offrono l’opportunità <strong>di</strong> riflettere<br />

sul tema e stimolano l’avvio <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong><br />

cambiamento culturale, organizzativo, professionale<br />

finalizzato alla rilevazione, monitoraggio<br />

e gestione della sofferenza nell’agire quoti<strong>di</strong>ano<br />

dei professionisti della salute.<br />

Per queste ragioni la Fondazione Casa <strong>di</strong> Riposo<br />

<strong>di</strong> Manerbio Onlus, sia pure tra mille <strong>di</strong>fficoltà,<br />

ha avviato questo processo, con un progetto<br />

mirato a valutare il dolore nella persona anziana<br />

affetta da demenza.<br />

La decisione <strong>di</strong> focalizzare l’attenzione su persone<br />

con <strong>di</strong>fficoltà cognitive porta con sè i seguenti<br />

aspetti critici:<br />

1) un’alterata capacità <strong>di</strong> esprimere il dolore da<br />

parte dell’assistito per alterazione delle funzioni<br />

cognitive-comunicative;<br />

2) una <strong>di</strong>somogenea sensibilità e competenza<br />

del personale sanitario nel valutare e trattare<br />

il dolore;<br />

3) la crescente complessità dei bisogni degli assistiti;<br />

4) la limitatezza delle risorse economiche messe<br />

a <strong>di</strong>sposizione.<br />

L’analisi del contesto che caratterizza la struttura<br />

ha evidenziato la possibilità <strong>di</strong> far leva sui<br />

seguenti punti <strong>di</strong> forza:<br />

1) consuetu<strong>di</strong>ne al lavoro d’equipe;<br />

2) stabilità dell’organico;<br />

3) presenza <strong>di</strong> formatori nell’equipe assistenziale;<br />

4) interesse del team ad affrontare la tematica<br />

della valutazione e gestione del dolore.<br />

Gli obiettivi del progetto sono:<br />

24 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


1. Sviluppare la cultura della valutazione e gestione<br />

del dolore nel personale che opera nella<br />

struttura;<br />

2. Migliorare l’assessment infermieristico della<br />

persona affetta da demenza o portatrice <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

cognitivo /comportamentali<br />

3. Ridurre, controllare o eliminare il dolore,<br />

nelle persone con demenza,<br />

4. Introdurre strumenti per la valutazione ed<br />

il monitoraggio del dolore utilizzabili dalle<br />

<strong>di</strong>verse figure che operano nell’equipe assistenziale.<br />

5. Potenziare il modello <strong>di</strong> lavoro in team, al fine<br />

<strong>di</strong> garantire la presa in carico della persona,<br />

la piena con<strong>di</strong>visione degli obiettivi assistenziali<br />

e la partecipazione <strong>di</strong> tutti al raggiungimento<br />

dei risultati finali.<br />

Il progetto si articola in più fasi, attualmente quasi<br />

interamente sviluppate, che sono le seguenti:<br />

A) Revisione della letteratura e scelta dello strumento<br />

<strong>di</strong> valutazione del dolore.<br />

B) Azione formativa.<br />

C) Introduzione dello strumento: fase <strong>di</strong> sperimentazione.<br />

D) Valutazione interme<strong>di</strong>a e finale.<br />

delle persone accolte in struttura, secondo ulteriori<br />

<strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> avanzamento del progetto:<br />

·Fase 1: sperimentazione iniziale, caratterizzata<br />

da almeno due valutazioni del dolore<br />

effettuate con la NOPPAIN (ad assistiti<br />

affetti da demenza e/o con funzioni cognitive,<br />

capacità comunicative alterate)<br />

e la V<strong>AS</strong> (per le persone ancora in grado<br />

<strong>di</strong> agire efficacemente la comunicazione),<br />

coinvolgendo in maniera randomizzata<br />

complessivamente 30 assistiti.<br />

·Fase 2: estensione della valutazione, alla globalità<br />

delle persone accolte in struttura,<br />

al fine <strong>di</strong> valutare la prevalenza e l’intensità<br />

della sintomatologia dolorosa<br />

nel complesso riferita dall’assistito o<br />

rilevata dall’operatore.<br />

·Fase 3: stesura <strong>di</strong> una procedura inerente le modalità<br />

<strong>di</strong> applicazione della valutazione<br />

del dolore da parte <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />

inter<strong>di</strong>sciplinare e la sua successiva<br />

<strong>di</strong>ffusione a tutto il personale della<br />

struttura.<br />

A) La revisione della letteratura è esitata nella<br />

scelta della scala <strong>di</strong> valutazione del dolore<br />

NOPPAIN 4 e NRS 5 da utilizzare, la prima<br />

nelle persone affette da demenza o <strong>di</strong>sturbi<br />

cognitivi, comportamentali e la seconda per<br />

tutti gli altri anziani ancora in grado <strong>di</strong> agire<br />

efficacemente la relazione, comunicazione.<br />

B) L’azione formativa a supporto della introduzione<br />

degli strumenti <strong>di</strong> valutazione del<br />

dolore, ha coinvolto tutto il personale sanitario-assistenziale-educativo<br />

della struttura,<br />

con l’obiettivo principale <strong>di</strong> sviluppare una<br />

cultura della rilevazione, monitoraggio e gestione<br />

del dolore, nonché <strong>di</strong> revisionare le<br />

conoscenze e competenze relative alla valutazione<br />

dei bisogni della persona in generale<br />

e, nello specifico, alla valutazione del dolore.<br />

La metodologia formativa prevedeva l’alternanza<br />

tra momenti teorici in aula e momenti<br />

<strong>di</strong> formazione sul campo, allo scopo <strong>di</strong> addestrare<br />

gli operatori al corretto utilizzo degli<br />

strumenti <strong>di</strong> valutazione, me<strong>di</strong>ante la guida<br />

e supervisione <strong>di</strong> alcuni formatori e <strong>di</strong> un<br />

esperto.<br />

C) L’introduzione dello strumento prevede gradualmente<br />

il coinvolgendo della globalità<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 25


D) La valutazione interme<strong>di</strong>a ha consentito<br />

<strong>di</strong> verificare la corretta compilazione delle<br />

schede <strong>di</strong> valutazione, mentre la valutazione<br />

finale ha evidenziato il raggiungimento dell’obiettivo,<br />

ossia la valutazione del dolore<br />

nella fase <strong>di</strong> accoglienza dell’assistito, durante<br />

l’aggiornamento perio<strong>di</strong>co del fascicolo<br />

socio-sanitario, con conseguente revisione<br />

Swot Analysis del progetto: “La valutazione del dolore nell’anziano<br />

affetto da demenza”.<br />

1) Punti <strong>di</strong> Forza 2) Punti <strong>di</strong> debolezza<br />

Ambiente<br />

Interno<br />

• Interesse del personale a sviluppare<br />

una cultura <strong>di</strong> contenimento del<br />

dolore.<br />

• Motivazione del personale al<br />

miglioramento della <strong>qualità</strong> del<br />

servizio erogato.<br />

• Presenza <strong>di</strong> formatori.<br />

• Orientamento alla continuità<br />

assistenziale.<br />

• Orientamento all’assistenza<br />

personalizzata<br />

• Modello <strong>di</strong> lavoro in equipe<br />

consolidato.<br />

• Bassissimo turn-over del personale.<br />

• Aumento della complessità clinicoassistenziale<br />

delle persone accolte in<br />

Rsa.<br />

• Rilevante presenza <strong>di</strong> persone con<br />

demenza e/o altri deficit cognitivi.<br />

• Scarsa <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse<br />

economiche.<br />

• Aumento del carico <strong>di</strong> lavoro per il<br />

personale.<br />

3) Opportunità 4) Minacce<br />

Ambiente<br />

Esterno<br />

• Disponibilità <strong>di</strong> un esperto, che ha già<br />

sperimentato nel proprio setting <strong>di</strong><br />

cura l’adozione <strong>di</strong> scale <strong>di</strong> valutazione<br />

del dolore.<br />

• Maggiore attenzione alla cultura della<br />

valutazione e gestione del dolore<br />

nelle persone anziane e/o affette da<br />

demenza.<br />

• Disposizioni legislative e professionali.<br />

• Pubblicazioni inerenti la valutazione<br />

del dolore.<br />

• Carente erogazione <strong>di</strong> risorse<br />

economiche regionali per le RSA.<br />

• Aumento della domanda <strong>di</strong><br />

accesso alla RSA, da parte <strong>di</strong><br />

persone afflitte da patologie con<br />

sintomatologia dolorosa (acuta o<br />

cronica), associata a <strong>di</strong>sturbi del<br />

comportamento, deficit cognitivo e<br />

<strong>di</strong>fficoltà comunicative.<br />

26 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


0 - 10 N.R.S. (NUMERAL RATING SCALE)<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />

NESSUN DOLORE DOLORE MODERATO MAGGIOR DOLORE<br />

POSSIBILE<br />

del PAI (Piano <strong>di</strong> Assistenza In<strong>di</strong>viduale) e<br />

ogni qualvolta se ne manifesti la necessità. Il<br />

confronto tra i componenti l’equipe assistenziale,<br />

i formatori e l’esperto si è rivelato molto<br />

proficuo, in quanto oltre al controllo della<br />

correttezza <strong>di</strong> compilazione delle schede, ha<br />

consentito anche la risoluzione <strong>di</strong> problematiche<br />

e dubbi, emersi in fase applicativa. Allo<br />

stato attuale ad ogni assistito è assicurata e<br />

documentata una accurata valutazione del<br />

dolore, il gruppo <strong>di</strong> lavoro, ha avviato la stesura<br />

<strong>di</strong> un protocollo per la gestione del dolore,<br />

che verrà presentato a tutto il personale<br />

della struttura.<br />

In conclusione, l’attuazione del progetto ha determinato<br />

un miglioramento della <strong>qualità</strong> dell’assistenza,<br />

in quanto si è passati:<br />

- da una modalità <strong>di</strong>screzionale <strong>di</strong> rilevazione del<br />

dolore, caratterizzata dall’assenza <strong>di</strong> strumenti<br />

e modalità <strong>di</strong> registrazione specifici, ad una<br />

misurazione e monitoraggio uniforme effettuati<br />

attraverso scale <strong>di</strong> valutazione validate.<br />

- dall’attenzione al dolore legata alla sensibilità<br />

<strong>di</strong> pochi operatori, ad una misurazione assicurata<br />

ad ogni assistito da parte <strong>di</strong> tutti gli operatori.<br />

- dall’assenza <strong>di</strong> dati sulla prevalenza del dolore,<br />

alla definizione <strong>di</strong> una prevalenza del dolore<br />

pari al 60% nei 30 assistiti del gruppo della<br />

fase C1 del progetto; i dati <strong>di</strong> prevalenza inerenti<br />

la totalità degli assistiti (fase C2), le se<strong>di</strong>,<br />

l’intensità del dolore, le patologie scatenanti/<br />

correlate, sono ancora in fase <strong>di</strong> elaborazione.<br />

- da una scarsa considerazione del dolore da parte<br />

del team assistenziale, ad un aumento dell’attenzione<br />

che il dolore stesso riceve durante<br />

gli incontri dell’equipe assistenziale finalizzati<br />

alla revisione dei PAI o alla con<strong>di</strong>visione delle<br />

strategie <strong>di</strong> gestione degli assistiti.<br />

Note bibliografiche<br />

1. Associazione Internazionale per lo Stu<strong>di</strong>o<br />

del Dolore<br />

2. Zanetti E.Valutare il dolore negli anziani affetti<br />

da deca<strong>di</strong>mento cognitivo.Assistenza<br />

Anziani.2006(2):59-63.<br />

- Zanetti E.La valutazione del dolore nell’anziano<br />

con deca<strong>di</strong>mento cognitivo.Bollettino<br />

SIGG.2008(6):15-24.<br />

- Guglielmi L.La valutazione del dolore in<br />

RSA.Atti del convegno Grg del 16.09.2005.<br />

- Bianchetti A.L’etica delle demenze: un<br />

problema emergente.in Trabucchi M.Le<br />

demenze.4^ed.2005.<br />

- Chiappan C.R. Syrjala K.L.La misurazione<br />

del dolore in Bonica’s Management of Pain.<br />

ed.it.2002.<br />

- Cester A.Morire in istituzione.Firenze.2007.<br />

- M. Ercolani, L. Pasquini: “La percezione del<br />

dolore”. Le E<strong>di</strong>zioni del Mulino, 2007.<br />

3. Legge 38 del 15 marzo 2010, ”Disposizioni<br />

per garantire l’accesso alle cure palliative e<br />

alla terapia del dolore”.<br />

- Linee guida sul dolore 2010, pubblicate dal<br />

Ministero della Salute.<br />

- <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>.Co<strong>di</strong>ce Deontologico degli Infermieri.Roma.2009.<br />

- JCAHO.Standard per la sicurezza del paziente.<br />

2008.<br />

4. NOPPAIN - Non-comunicative Patient’s<br />

Pain Assessment Instrument- (Lynn Snow<br />

et al, 2004) guida gli operatori ad osservare<br />

durante le attività <strong>di</strong> assistenza <strong>di</strong>retta, quei<br />

comportamenti che suggeriscono dolore. È<br />

<strong>di</strong> facile utilizzo, affina la nostra capacità <strong>di</strong><br />

osservazione e permette <strong>di</strong> rilevare possibili<br />

comportamenti o espressioni dell’assistito<br />

che denotano dolore.<br />

5. NRS:Numerical rating scale<br />

* Infermiere coor<strong>di</strong>natore RSA <strong>di</strong> Manerbio.<br />

** Infermiere <strong>di</strong>rigente RSA <strong>di</strong> Manerbio<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 27


NOPPAIN<br />

(Non-Comunicative Patient’s Pain Assessment<br />

Instrument)<br />

NOPPAIN Nome del operatore: ______________________<br />

(Non-Communicative Patient’s Pain Assessment Instrument) Nome dell’ospite: ______________________<br />

Check List delle attività Data: ______________________<br />

Ora: ______________________<br />

INDICAZIONi: l’operatore dovrebbe effettuare almeno 5 minuti <strong>di</strong> assistenza quoti<strong>di</strong>ana all’ospite osservando i comportamenti che<br />

suggeriscono dolore. Entrambe le pagine <strong>di</strong> questa scheda devono essere completate subito dopo il termine delle attività <strong>di</strong> assistenza.<br />

a) mettere a letto<br />

l’ospite OPPURE<br />

osservare l’ospite<br />

che si sdraia<br />

b) girare l’ospite nel<br />

letto<br />

c)passaggi posturali<br />

(letto-se<strong>di</strong>a, se<strong>di</strong>aletto,<br />

se<strong>di</strong>a-wc,<br />

se<strong>di</strong>a-in pie<strong>di</strong>)<br />

d) mettere seduto<br />

l’ospite OPPURE<br />

osservare l’ospite<br />

che si siede<br />

Hai svolto Hai rilevato Hai svolto Hai rilevato<br />

questa attività? dolore mentre questa attività? dolore mentre<br />

(barrare SI/NO) la svolgevi? (barrare SI/NO) la svolgevi?<br />

(barrare SI/NO)<br />

(barrare SI/NO)<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

f) alimentare<br />

l’ospite<br />

g) aiutare l’ospite<br />

a stare in pie<strong>di</strong><br />

OPPURE osservare<br />

l’ospite mentre è<br />

in pie<strong>di</strong><br />

h) aiutare l’ospite<br />

a camminare<br />

OPPURE osservare<br />

l’ospite che<br />

cammina<br />

i) fare il bagno<br />

all’ospite<br />

OPPURE fare una<br />

spugnatura al letto<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

SI<br />

NO<br />

e) vestire l’ospite SI<br />

NO<br />

<br />

<br />

SI<br />

NO<br />

Chiedere al paziente: “Sente dolore?” SI <br />

NO<br />

Chiedere al paziente: “Le faccio male?” SI <br />

NO<br />

Risposta al dolore (Cosa hai osservato o ascoltato<br />

problematiche<br />

durante le manovre assistenziali?)<br />

Identificazione delle aree<br />

28 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Parole che esprimono<br />

dolore?<br />

Espressioni <strong>di</strong> dolore<br />

del viso?<br />

Stringere una parte<br />

dolente?<br />

“Che male!” “Ahi!” “Vai via!”<br />

Imprecazioni “Basta!”<br />

Smorfie Sussulti<br />

Corrugamento della fronte<br />

Irrigi<strong>di</strong>re<br />

Tenere fermo<br />

Proteggersi<br />

SI NO<br />

Quanto intensamente?<br />

Quanto intensamente?<br />

SI NO<br />

Quanto intensamente?<br />

SI NO<br />

0 1 2 3 4 5<br />

la più bassa<br />

la più alta<br />

intensità<br />

intensità<br />

possibile<br />

possibile<br />

0 1 2 3 4 5<br />

la più bassa<br />

la più alta<br />

intensità<br />

intensità<br />

possibile<br />

possibile<br />

0 1 2 3 4 5<br />

la più bassa<br />

la più alta<br />

intensità<br />

intensità<br />

possibile<br />

possibile<br />

Versi che esprimono<br />

dolore?<br />

gemiti lamenti pianti<br />

singhiozzi borbottii ansimi<br />

Sfregare una parte<br />

dolente?<br />

Massaggiare un’area dolente<br />

Irrequietezza?<br />

Frequenti cambi <strong>di</strong> posizione<br />

impossibilità a stare fermo;<br />

opposizione alle cure<br />

SI NO<br />

Quanto intensamente?<br />

Quanto intensamente?<br />

SI NO<br />

SI NO<br />

Quanto intensamente?<br />

0 1 2 3 4 5<br />

la più bassa<br />

la più alta<br />

intensità<br />

intensità<br />

possibile<br />

possibilità<br />

0 1 2 3 4 5<br />

la più bassa<br />

la più alta<br />

intensità<br />

intensità<br />

possibile<br />

possibile<br />

0 1 2 3 4 5<br />

la più bassa<br />

la più alta<br />

intensità<br />

intensità<br />

possibile<br />

poss<br />

ibile<br />

NOPPAIN<br />

(Non-Communicative Patient’s Pain Assessment Instrument)<br />

Cognome Nome operatore:______________________<br />

Cognome Nome assistito:______________________<br />

Data:______________________<br />

Ora:______________________<br />

Stima del dolore del paziente al massimo livello visibile nel corso dell’assistenza (segna la tua risposta)<br />

Dolore insopportabile (10)<br />

Dolore intenso (7-9)<br />

Dolore moderato (4-6)<br />

Dolore lieve (1-3)<br />

Assenza <strong>di</strong> dolore (0)<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 29


Dalla teoria alla prassi o dalla prassi<br />

alla teoria? Il punto <strong>di</strong> vista attraverso<br />

l’esperienza J.C.I. dell’Ospedale dei<br />

Bambini <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />

<strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a Regonaschi*, Giovanna Ferretti**, Maria Angela Rizzieri***<br />

Non ha l’ottimo artista alcun concetto<br />

c’un solo marmo in sé non circoscriva<br />

col suo superchio, e solo a quello arriva<br />

la man che ubbi<strong>di</strong>sce all’intelletto<br />

Michelangelo Buonarroti, Sonetto XIX<br />

Secondo la riflessione del filosofo contemporaneo<br />

Gadamer, la con<strong>di</strong>zione necessaria per percepire<br />

una situazione è rappresentata da una preconoscenza<br />

la quale è spesso ben formata grazie<br />

alla teoria, ai principi e all’esperienza precedente.<br />

Egli sottolinea che la moderna <strong>di</strong>stinzione tra<br />

teoria e prassi, azione e pensiero, è essa stessa<br />

più teorica che pratica.<br />

L’antica, ma brillante intuizione <strong>di</strong> Aristotele<br />

che afferma: “la prassi non è antitetica alla teoria,<br />

poiché la stessa teoria è una forma <strong>di</strong> prassi”,<br />

si adatta a questo contesto e porta a pensare<br />

<strong>di</strong> conseguenza che la scarsa consapevolezza<br />

dell’identità infermieristica italiana può essere<br />

legata alla insufficiente riflessione su cosa sia<br />

la prassi infermieristica e quin<strong>di</strong> il suo rimando<br />

alla teoria. Aristotele chiama phrònesis (o<br />

saggezza pratica), la razionalità che guida la<br />

prassi, la quale richiede esperienza così come<br />

conoscenza. Infatti, essa non è un’acquisizione<br />

puramente razionale e una volta sperimentata resta<br />

in<strong>di</strong>menticabile, ma soprattutto, rispetto alla<br />

tecnica, <strong>di</strong>fferisce per il fine che è la bontà stessa<br />

dell’azione.<br />

Sulla base del pensiero <strong>di</strong> questi filosofi in ogni<br />

teoria si riconosce la matrice pratica <strong>di</strong> provenienza<br />

e viceversa, e in ogni teoria si riconosce<br />

la via attraverso la quale il professionista si può<br />

orientare per la risoluzione dei problemi.<br />

La questione saliente non è quella <strong>di</strong> scegliere<br />

la teoria o la pratica, ma <strong>di</strong> saperle correlare tra<br />

loro, affrontando il gap tra teoria e pratica e cercando<br />

<strong>di</strong> ridurlo con un’adeguata formazione <strong>di</strong><br />

base e permanente.<br />

Troviamo che il pensiero <strong>di</strong> Patricia Benner, teorica<br />

del nursing, si adatti perfettamente alla realtà<br />

italiana, riscattandola in qualche modo. Infatti, è<br />

innegabile che nel nostro Paese la conoscenza<br />

delle teorie infermieristiche, e la loro applicazione<br />

alla pratica sia ancora molto lontana da ciò<br />

che si vive, o si è vissuto nei cosiddetti Paesi<br />

all’avanguar<strong>di</strong>a dal punto <strong>di</strong> vista della cultura<br />

professionale infermieristica.<br />

La Benner afferma che, il più delle volte, la<br />

chiarezza concettuale viene dopo e non prima<br />

della pratica: l’esperienza è legata al vissuto,<br />

a un processo attivo <strong>di</strong> revisione e affinamento<br />

delle nozioni teoriche nel confronto con la<br />

30 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


ealtà operativa.<br />

Anche le teoriche J.E.Paterson e L.T.Zderad con<br />

la loro “teoria della pratica” affermano che il<br />

nursing è una combinazione tra teoria e pratica,<br />

in quanto l’una è il presupposto dell’altra e sono<br />

entrambe fortemente presenti nel metodo che<br />

guida l’incontro con il paziente.<br />

Riguardo alle teorie del nursing molti <strong>di</strong> noi vi<br />

vedono solo un inutile insieme <strong>di</strong> concetti astratti,<br />

incapaci <strong>di</strong> incidere sulla realtà, altri le considerano<br />

componente essenziale della scienza infermieristica,<br />

e base <strong>di</strong> una ricerca propriamente<br />

infermieristica. Per questi ultimi, sono le teorie<br />

del nursing a definire i rapporti tra infermiere e<br />

persona assistita e a spiegare le ragioni per le<br />

quali l’intervento dell’infermiere arreca beneficio<br />

alla persona che sta vivendo esperienze <strong>di</strong><br />

salute-malattia.<br />

Le situazioni cliniche reali sono <strong>di</strong> gran lunga<br />

più complesse e ricche <strong>di</strong> sfaccettature e <strong>di</strong> eccezioni<br />

rispetto alle teorie e ai modelli formali.<br />

La teoria ha un ruolo significativo perché in<strong>di</strong>ca<br />

dove cercare i problemi assistenziali e come prevederli<br />

e in<strong>di</strong>viduarli, ma è poi la pratica che rende<br />

concrete le conoscenze teoriche e che cambia<br />

il grado <strong>di</strong> competenza dell’operatore.<br />

Non tutta la conoscenza può essere catturata in<br />

proposizioni teoriche, ma un’adeguata descrizione<br />

della conoscenza pratica è essenziale per<br />

lo sviluppo e l’ampliamento della teoria.<br />

Teoria che deve essere una cornice <strong>di</strong> riferimento,<br />

ma come ha detto il filosofo Popper, non una<br />

prigione.<br />

Gli infermieri non vedono l’uomo come oggetto,<br />

ma come soggetto del proprio interesse, uomo<br />

nella sua interezza, psicobiologica, sociale,<br />

culturale.<br />

L’adozione <strong>di</strong> una valida teoria del nursing risulta<br />

utile ad un infermiere che vuole essere protagonista<br />

dell’assistenza, assumendo sia le decisioni,<br />

sia la responsabilità delle conseguenze che<br />

ne derivano all’assistito.<br />

La teoria del nursing svolge una funzione insostituibile<br />

nel contribuire a chiarire la natura della<br />

<strong>di</strong>sciplina, cioè il contributo specifico, unico<br />

che può dare all’umanità e le modalità con cui<br />

fornirlo.<br />

Il professionista infermiere deve imparare non<br />

solo ad applicare alla pratica nozioni teoriche,<br />

ma anche a teorizzare, interpretando la realtà in<br />

modo da dare Senso all’intervento assistenziale.<br />

L’Ospedale dei Bambini <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e Joint<br />

Commission International<br />

La ricerca <strong>di</strong> una <strong>qualità</strong> sempre più elevata ha<br />

assunto un carattere strategico nelle aziende sanitarie<br />

a causa <strong>di</strong> fattori quali una limitazione<br />

della spesa pubblica, che impone <strong>di</strong> evitare sprechi<br />

e i <strong>di</strong>sservizi, la necessità <strong>di</strong> alti standard,<br />

dovuta alla crescente competizione tra organizzazioni<br />

aventi finalità analoghe, e una domanda<br />

più esigente da parte dell’utenza.<br />

Nelle esperienze internazionali, in particolare<br />

anglosassone, il concetto <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento e la<br />

necessità <strong>di</strong> perseguirlo, nasce dall’attività volontaria<br />

dei professionisti sanitari <strong>di</strong> ricercare<br />

meto<strong>di</strong> e strumenti che consentano la <strong>di</strong>ffusione<br />

della cultura del miglioramento continuo e della<br />

ricerca dell’ottimo, per garantire la <strong>qualità</strong> delle<br />

prestazioni erogate non inferiore a livelli minimi<br />

considerati accettabili, che sia soggetta continuamente<br />

a revisione e persegua un costante<br />

processo <strong>di</strong> miglioramento. Rappresenta un importante<br />

segno <strong>di</strong> maturità professionale per cui<br />

l’obiettivo finale del miglioramento continuo si<br />

persegue coinvolgendo le <strong>di</strong>verse componenti<br />

professionali che rivedranno i processi, e formuleranno<br />

gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> esito, <strong>di</strong> processo e<br />

<strong>di</strong> performance.<br />

Nel 2008 maturò presso la <strong>di</strong>rezione aziendale<br />

l’inten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tare secondo la metodologia<br />

Joint Commission International (J.C.I.)<br />

l’Ospedale dei Bambini (680 operatori <strong>di</strong> cui 300<br />

appartenenti al profilo infermieristico) e il percorso<br />

<strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento è formalmente iniziato<br />

con la Site visit nel maggio 2009. Per informazioni<br />

circa la struttura dell’Ospedale dei Bambini<br />

<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> si rimanda al sito http://www.ospedalebambinibrescia.it/home.asp<br />

Il progetto<br />

Attraverso il racconto dell’esperienza in corso<br />

<strong>di</strong> realizzazione all’Ospedale dei Bambini <strong>di</strong><br />

<strong>Brescia</strong> c’è l’intento <strong>di</strong> proporre ai colleghi alcune<br />

riflessioni a partire da uno specifico contesto.<br />

In particolare il racconto metterà a fuoco<br />

l’ideazione e l’implementazione <strong>di</strong> una “nuova”<br />

documentazione assistenziale, relativa all’accertamento<br />

e alla pianificazione infermieristica.<br />

Questo progetto si è realizzato all’interno <strong>di</strong> un<br />

percorso, molto più articolato, finalizzato all’accre<strong>di</strong>tamento<br />

all’eccellenza secondo gli standard<br />

Joint Commission International (J.C.I.). Tutta<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 31


l’organizzazione ospedaliera, nelle sue varie<br />

componenti ed attività e tutti gli operatori sono<br />

stati, con gradazioni <strong>di</strong>verse, coinvolti.<br />

Infatti, è stato necessario occuparsi <strong>di</strong> struttura,<br />

processi <strong>di</strong> lavoro, competenze professionali,<br />

governo ed organizzazione avendo come riferimento<br />

il Manuale Joint Commission in cui<br />

sono raccolti gli standard che riguardano 3<br />

gran<strong>di</strong> ambiti:<br />

1. la sicurezza,<br />

2. il paziente,<br />

3. l’organizzazione.<br />

Al fine <strong>di</strong> realizzare quanto necessario, tra l’autunno<br />

2009 ad oggi, sono stati attivati 13 gruppi<br />

<strong>di</strong> lavoro, uno de<strong>di</strong>cato al governo del progetto,<br />

gli altri a tematiche specifiche, uno <strong>di</strong> questi era<br />

relativo alla cartella clinica integrata. La cartella<br />

clinica, intesa come l’insieme dei documenti<br />

sanitari, che testimoniano le con<strong>di</strong>zioni del paziente<br />

ed il processo <strong>di</strong> cura prestatogli, è all’interno<br />

del sistema <strong>qualità</strong> uno dei no<strong>di</strong> cruciali<br />

per garantire la sicurezza e la <strong>qualità</strong> al paziente<br />

stesso.<br />

Complessivamente i gruppi si sono incontrati<br />

circa 200 volte, ed hanno coinvolto nel livello<br />

propriamente progettuale un centinaio <strong>di</strong><br />

operatori appartenenti alle <strong>di</strong>verse qualifiche<br />

professionali.<br />

La documentazione assistenziale<br />

La scelta, la realizzazione e l’utilizzo della documentazione<br />

assistenziale è avvenuta all’interno<br />

<strong>di</strong> questo percorso <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>, si è quin<strong>di</strong><br />

confrontata nel suo prodursi con gli altri ambiti<br />

del progetto, con gli altri aspetti progettuali presenti<br />

in Azienda, con le norme e con l’erogazione<br />

quoti<strong>di</strong>ana delle prestazioni.<br />

Gli standard JCI richiedono che l’assistenza e le<br />

cure fornite a ciascun paziente siano pianificate<br />

e documentate in cartella clinica, e che le stesse<br />

debbano corrispondere ai bisogni identificati: al<br />

mutare dei bisogni del paziente deve corrispondere<br />

un cambiamento del piano <strong>di</strong> cura che deve<br />

essere registrato in cartella clinica.<br />

In accordo con le scelte iniziali, anche per questo<br />

ambito viene <strong>di</strong>chiarata l’importanza <strong>di</strong> riferimenti<br />

e strumenti che sostengano l’uniformità<br />

all’interno del Presi<strong>di</strong>o.<br />

Lo sviluppo dei lavori ha visto susseguirsi, ma<br />

anche sovrapporsi decisioni ed azioni.<br />

I componenti del S.I.T.R. <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o hanno iniziato<br />

durante il luglio 2009 a <strong>di</strong>scutere e riflettere<br />

su contenuti e strumenti a <strong>di</strong>sposizione degli<br />

infermieri in quel momento. A tal fine si è provveduto<br />

alla mappatura <strong>di</strong> tutta la documentazione<br />

in essere, e ad effettuare una ricerca ed un<br />

confronto su quanto utilizzato negli altri ospedali<br />

pe<strong>di</strong>atrici italiani, oltre che sulle proposte formative<br />

dei corsi <strong>di</strong> Laurea in Infermieristica da<br />

cui si attingono infermieri nel corso degli ultimi<br />

anni (Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e Università<br />

Federico II <strong>di</strong> Napoli), in aggiunta alla<br />

mappatura dei percorsi formativi posseduti dagli<br />

infermieri in servizio.<br />

Nell’ottobre 2009 viene istituito un apposito<br />

gruppo detto “documentazione infermieristica”,<br />

sottogruppo del gruppo “cartella clinica integrata”.<br />

Il sottogruppo inizialmente è stato composto<br />

da 2 Infermieri, 2 Coor<strong>di</strong>natori e dalla Re-<br />

32 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


sponsabile S.I.T.R. con il mandato <strong>di</strong> elaborare<br />

dei “format” rispondenti agli standard J.C.I. e le<br />

relative procedure ed istruzioni operative.<br />

Nel frattempo, è stato pensato un I° livello <strong>di</strong><br />

formazione sugli standard della cartella clinica,<br />

<strong>di</strong>retto ad un gruppo selezionato <strong>di</strong> operatori<br />

(che poi avrebbe avuto il compito <strong>di</strong> “formare” i<br />

colleghi), composto da tutti i Coor<strong>di</strong>natori, 2 Infermieri<br />

per reparto, 2 Me<strong>di</strong>ci per reparto (RQL<br />

e Referente delle SDO), S.I.T.R., Direzione Sanitaria<br />

e Referente dell’U.O. Formazione.<br />

A questo punto abbiamo ritenuto importante riflettere<br />

sulla scelta del modello teorico <strong>di</strong> riferimento<br />

<strong>di</strong> cui avvalerci per modulare la raccolta<br />

dati, l’accertamento infermieristico e la valutazione.<br />

La scelta dapprima effettuata dal S.I.T.R. è stata<br />

poi illustrata e con<strong>di</strong>visa con i componenti<br />

del gruppo “documentazione infermieristica”.<br />

Abbiamo ritenuto obiettivo prioritario lo sviluppo<br />

<strong>di</strong> un linguaggio <strong>di</strong> cura comune (standar<strong>di</strong>zzato).<br />

A tal fine è stato scelto un modello<br />

univoco per tutto il Presi<strong>di</strong>o Pe<strong>di</strong>atrico, su cui<br />

sviluppare il format de<strong>di</strong>cato all’accertamento<br />

infermieristico in modo da facilitare il ragionamento<br />

<strong>di</strong>agnostico. Il riferimento adottato è stato<br />

quello dei Modelli funzionali della salute <strong>di</strong><br />

Marjory Gordon, in uso presso il corso <strong>di</strong> Laurea<br />

dell’Università <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />

Nel prendere in esame gli un<strong>di</strong>ci modelli funzionali<br />

della salute <strong>di</strong> Gordon su cui modulare l’accertamento<br />

infermieristico, ci si è confrontati<br />

con la documentazione infermieristica raccolta<br />

e già in uso nei reparti. Sono stati identificati gli<br />

item <strong>di</strong> valutazione dei singoli modelli funzionali,<br />

ad esclusione <strong>di</strong> quelli “sessualità/riproduzione”<br />

e “valori/convinzioni”, ritenuti dal gruppo<br />

inapplicabili per età dei pazienti e/o competenza<br />

degli infermieri durante la fase iniziale del progetto.<br />

Della documentazione infermieristica già<br />

in uso, gli item già presenti sono stati riclassificati<br />

all’interno dei modelli, ed arricchiti da quelli<br />

relativi alle nuove variabili.<br />

Questa fase ha visto un primo allargamento del<br />

campo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione realizzatosi informalmente<br />

tra i membri del gruppo e i colleghi che hanno<br />

fornito il materiale già in uso nei reparti. Il confronto<br />

con la “saggezza” degli infermieri clinici<br />

ha portato ha una progressiva selezione degli<br />

item da considerare.<br />

L’elaborazione dei nuovi format infermieristici<br />

ha richiesto un lavoro <strong>di</strong> strutturazione e <strong>di</strong><br />

revisione delle conoscenze possedute dai componenti<br />

il gruppo, attraverso lo stu<strong>di</strong>o dei principali<br />

testi <strong>di</strong> riferimento (NANDA-I Diagnosi<br />

Infermieristiche definizioni e classificazione<br />

2009/2011; Carpenito L.J., (2009), Diagnosi infermieristiche<br />

applicazione alla pratica clinica,<br />

Milano: CEA; Gordon M. (2008), Manuale delle<br />

Diagnosi Infermieristiche, E<strong>di</strong>ses).<br />

In ottemperanza agli International Patient Safety<br />

Goals, sono state elaborate avvalendosi della<br />

collaborazione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> professionisti <strong>di</strong> supporto,<br />

la scheda <strong>di</strong> valutazione/rivalutazione del<br />

rischio <strong>di</strong> cadute e lo screening del dolore con<br />

relative procedure ed istruzioni operative.<br />

La valutazione e rivalutazione dei format ad<br />

opera dei consulenti, considerando non solo gli<br />

standard d’accre<strong>di</strong>tamento JCI, ma soprattutto<br />

il casemix dei pazienti, l’età evolutiva e la loro<br />

complessità assistenziale, ha permesso l’elaborazione<br />

<strong>di</strong> tre tipologie <strong>di</strong> accertamento iniziale<br />

infermieristico: uno per la rianimazione pe<strong>di</strong>atrica,<br />

uno per l’area neonatale e l’altro generico per<br />

l’area me<strong>di</strong>ca e chirurgica, che pur conservando<br />

l’impianto generale, hanno assunto connotazioni<br />

specifiche alle U.O..<br />

A questo punto lo strumento sviluppato è stato<br />

testato in due U.O. dove attraverso il processo <strong>di</strong><br />

accoglienza <strong>di</strong> alcuni pazienti, ne viene valutata<br />

appropriatezza, chiarezza, completezza, ma anche<br />

praticità e tempi <strong>di</strong> compilazione. Gli infermieri<br />

coinvolti forniscono un riscontro positivo<br />

<strong>di</strong> applicabilità.<br />

Mentre altri “sottogruppi” del gruppo della cartella<br />

clinica integrata producono i format loro<br />

affidati (F.U.T., valutazione e pianificazione me<strong>di</strong>ca,<br />

consensi informati), vengono identificate<br />

4 U.O. pilota dove avviare la sperimentazione<br />

della nuova cartella clinica integrata. Allo scopo<br />

<strong>di</strong> avere un panorama il più possibile completo e<br />

veritiero, sono stati in<strong>di</strong>viduati 3 ambiti <strong>di</strong> speri-<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 33


mentazione (dal 8 febbraio al 12 marzo 2010):<br />

• chirurgico,<br />

• me<strong>di</strong>co,<br />

• neonatale.<br />

All’U.O. <strong>di</strong> Terapia Intensiva Neonatale e <strong>di</strong><br />

Pe<strong>di</strong>atria, scelti obbligatoriamente perché unici,<br />

si sono poi aggiunte due can<strong>di</strong>dature volontarie<br />

e cioè la U.O. <strong>di</strong> Chirurgia e Rianimazione.<br />

L’entusiasmo, la volontarietà, la <strong>di</strong>sponibilità a<br />

mettersi in gioco ed a sperimentare il nuovo da<br />

parte dei professionisti <strong>di</strong> quest’ultime U.O. ci<br />

ha piacevolmente stupito e motivato, ed a posteriori<br />

possiamo <strong>di</strong>re che ha rappresentato la <strong>di</strong>sponibilità<br />

ed il sentire poi <strong>di</strong>mostrati verso questa<br />

importante parte del progetto, da parte della<br />

maggioranza degli infermieri del Presi<strong>di</strong>o.<br />

Il passaggio dalla fase <strong>di</strong> valutazione a quella <strong>di</strong><br />

pianificazione ha comportato la <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong><br />

più possibilità:<br />

• adottare un modello basato sulla rilevazione<br />

dei bisogni e quin<strong>di</strong> sulla successiva erogazione<br />

delle prestazioni (es. Cantarelli),<br />

• adottare la tassonomia delle <strong>di</strong>agnosi infermieristiche<br />

NANDA-I, e il “modello bifocale” <strong>di</strong><br />

L.J.Carpenito,<br />

• costruire un modello personalizzato all’ospedale.<br />

Allo scopo <strong>di</strong> maturare una decisione che potesse<br />

incontrare il più possibile le esigenze dei<br />

professionisti, e quin<strong>di</strong> ottimizzare le prestazioni<br />

effettuate ai pazienti, nel novembre 2009, in<br />

occasione del II° livello <strong>di</strong> formazione (2 giornate)<br />

rivolto a tutti gli operatori dei 4 reparti pilota,<br />

è stata riservata la seconda giornata agli infermieri,<br />

allo scopo <strong>di</strong> simulare la valutazione <strong>di</strong><br />

un paziente partendo da cartelle cliniche chiuse<br />

e compilate con la “vecchia documentazione”,<br />

e quin<strong>di</strong> sperimentare la stesura della pianificazione.<br />

Gli infermieri sud<strong>di</strong>visi in 6 gruppi ognuno con<br />

un tutor, hanno avuto il mandato <strong>di</strong>:<br />

• verificare la completezza del nuovo format per<br />

l’accertamento attraverso la raccolta dati, confrontando<br />

quest’ultimo con la documentazione<br />

in uso,<br />

• sviluppare la pianificazione secondo una modalità<br />

a loro scelta.<br />

Al termine dei lavori ogni gruppo ha esposto<br />

quanto elaborato agli altri gruppi. Per quanto<br />

riguarda la valutazione infermieristica iniziale<br />

vengono raccolte osservazioni e criticità, ma in<br />

generale vi è un ritorno positivo su quanto è stato<br />

approntato dal gruppo <strong>di</strong> progetto. Complessivamente<br />

il “nuovo” accertamento consente una<br />

raccolta dati più completa e puntuale rispetto<br />

allo strumento in uso (infatti alcuni dati richiesti<br />

dalla nuova documentazione non erano rilevabili<br />

dalla lettura <strong>di</strong> quella precedente).<br />

34 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


In merito alla pianificazione, due gruppi hanno<br />

utilizzato le <strong>di</strong>agnosi infermieristiche, mentre gli<br />

altri si sono concentrati sui “bisogni” del paziente.<br />

Durante l’esposizione del lavoro in plenaria<br />

la presentazione della pianificazione compiuta<br />

con l’utilizzo delle <strong>di</strong>agnosi risulta chiara e permette<br />

<strong>di</strong> confrontarsi in merito, mentre il lavoro<br />

degli altri 4 gruppi pone molti problemi <strong>di</strong> comprensione<br />

e con<strong>di</strong>visione ed in generale appare<br />

meno “strutturato”.<br />

Da questa esercitazione, ma soprattutto dalla riflessione<br />

effettuata poi con gli infermieri clinici,<br />

si è giunti alla decisione <strong>di</strong> adottare il sistema<br />

NANDA-I, e le pianificazioni <strong>di</strong> Carpenito.<br />

Ai professionisti <strong>di</strong> ogni U.O. è stato poi messo a<br />

<strong>di</strong>sposizione un testo completo <strong>di</strong> L.J.Carpenito<br />

Moyet “Diagnosi infermieristiche. Applicazione<br />

nella pratica clinica” e due manuali tascabili.<br />

A partire dall’elenco dei D.R.G. prevalenti nelle<br />

4 U.O. in sperimentazione, vengono in<strong>di</strong>viduati<br />

all’interno dell’elenco NANDA-I le denominazioni<br />

delle <strong>di</strong>agnosi infermieristiche (D.I.) più<br />

pertinenti allo specifico contesto clinico pe<strong>di</strong>atrico:<br />

ne vengono in<strong>di</strong>cate 50.<br />

A questo punto sono stati decisi gli elementi<br />

della pianificazione che dovranno comporre il<br />

format della scheda de<strong>di</strong>cata:<br />

• Titolo della <strong>di</strong>agnosi,<br />

• Cause,<br />

• Obiettivi (elenco dei prevalenti in pe<strong>di</strong>atria),<br />

• Interventi (elenco dei prevalenti in pe<strong>di</strong>atria),<br />

• Registrazione degli interventi,<br />

• Valutazione dell’obiettivo.<br />

Ad ogni membro del gruppo vengono affidate<br />

alcune D.I. con il mandato <strong>di</strong> partire dai testi<br />

<strong>di</strong> riferimento per poi formulare una scheda <strong>di</strong><br />

pianificazione contestualizzata all’Ospedale dei<br />

Bambini. Il titolo della scheda deve attenersi<br />

rigidamente al linguaggio scelto, mentre per<br />

le altre sezioni viene concessa maggior libertà<br />

espressiva.<br />

Nel confronto in aula gli infermieri “più giovani”,<br />

chiedono <strong>di</strong> strutturare maggiormente la<br />

descrizione delle cause che portano alla formulazione<br />

della <strong>di</strong>agnosi, dando visibilità sia ai fattori<br />

correlati che a quelli secondari. Le esemplificazioni<br />

<strong>di</strong> alcune pianificazioni, chiamano<br />

maggiormente in causa gli infermieri “più esperti”<br />

dando risalto alla loro competenza capace <strong>di</strong><br />

cogliere gli aspetti salienti e prevalenti dell’assistenza<br />

infermieristica da erogare al paziente.<br />

La preoccupazione circa l’impatto del nuovo<br />

sistema <strong>di</strong> pianificazione sui professionisti e la<br />

loro adesione in merito era alta, ed il messaggio<br />

che abbiamo voluto lanciare è stato quello<br />

che stavamo tutti in<strong>di</strong>fferentemente imparando<br />

a <strong>di</strong>chiarare quella parte <strong>di</strong> lavoro implicito che<br />

quoti<strong>di</strong>anamente stavamo già facendo. Un poco<br />

alla volta, infermieri, coor<strong>di</strong>natori e S.I.T.R., insieme,<br />

avremmo trovato le parole e il modo per<br />

esprimerlo.<br />

All’inizio della sperimentazione è stato reso <strong>di</strong>sponibile<br />

alle U.O. un database <strong>di</strong> schede <strong>di</strong><br />

pianificazione: 55 D.I. e 28 Problemi Collaborativi<br />

(C.P.).<br />

L’implementazione della nuova documentazione<br />

è stata accompagnata da una supervisione che<br />

comprendeva la visita presso le U.O. da parte<br />

dei membri del gruppo <strong>di</strong> progetto e loro collaboratori<br />

come consulenti per valutare ed affrontare<br />

le <strong>di</strong>fficoltà nella realizzazione della nuova<br />

modalità.<br />

In particolare, nella quoti<strong>di</strong>anità i vari problemi<br />

potevano essere annotati in un apposito quaderno,<br />

perché potessero essere visionati e risolti dai<br />

singoli consulenti, mentre quelli non risolvibili<br />

con questa modalità sono stati <strong>di</strong>scussi durante<br />

incontri settimanali <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> professionisti<br />

de<strong>di</strong>cati, composto dai membri del gruppo<br />

<strong>di</strong> progetto e loro collaboratori, dai Coor<strong>di</strong>natori<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 35


delle 4 U.O., e da un membro dell’U.O. Formazione.<br />

La necessità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre le riflessioni e i suggerimenti<br />

che la pratica clinica poneva è stata<br />

costante, e gli aggiustamenti in itinere alle schede<br />

delle D.I. e al format per l’accertamento infermieristico<br />

sono stati continui.<br />

Gli infermieri clinici, spontaneamente ed inaspettatamente<br />

in quanto non era stato previsto in<br />

fase <strong>di</strong> progettazione, hanno ampliato l’elenco<br />

delle D.I. utilizzate, rielaborando i contenuti della<br />

pianificazione.<br />

Un esempio per tutti, al termine della sperimentazione<br />

ci si è ritrovati con tre schede sviluppate<br />

<strong>di</strong>fferentemente per lo stesso titolo <strong>di</strong>agnostico<br />

“rischio infezione”, <strong>di</strong> cui era rimasto uguale<br />

solo il titolo, ma non cause, fattori correlati ed<br />

interventi.<br />

Sulla scorta <strong>di</strong> quest’esperienza nella fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

della sperimentazione a tutto l’ospedale,<br />

abbiamo sollecitato tutte le U.O. a compiere<br />

questo lavoro <strong>di</strong> scelta <strong>di</strong> D.I. tipiche per la propria<br />

casistica con la relativa contestualizzazione<br />

delle pianificazioni.<br />

La produzione <strong>di</strong> schede già pre<strong>di</strong>sposte è stata<br />

racchiusa in un catalogo <strong>di</strong> D.I. e C.P. aggiornato<br />

a Luglio 2010, che attualmente è a <strong>di</strong>sposizione<br />

<strong>di</strong> ogni U.O. in formato elettronico.<br />

Primi esiti<br />

Nel 2010 è stata realizzata un’analisi della documentazione<br />

assistenziale.<br />

Sono state valutate:<br />

• completezza della compilazione dell’accertamento<br />

e delle pianificazioni introdotte,<br />

• item <strong>di</strong> maggior <strong>di</strong>fficoltà,<br />

• D.I. e C.P. aperti ed utilizzati e loro <strong>di</strong>stribuzione<br />

per titolo,<br />

• utilizzo della “scheda educazione al bambino<br />

e ai familiari”.<br />

Le maggiori <strong>di</strong>fficoltà riguardanti la compilazione<br />

dell’accertamento infermieristico risultano<br />

essere, pur con specifiche <strong>di</strong>fferenziazioni nelle<br />

U.O., gli item riguardanti la “pianificazione della<br />

<strong>di</strong>missione”, le rivalutazioni della “pianificazione<br />

della <strong>di</strong>missione”;” e la “lingua parlata dai<br />

genitori”. Se lo screening iniziale del dolore e<br />

del rischio <strong>di</strong> cadute vengono rilevati, le successive<br />

rivalutazioni presentano problematicità.<br />

La valutazione delle pianificazioni introdotte<br />

ha permesso <strong>di</strong> rilevare che <strong>di</strong> n° 142 documentazioni<br />

esaminate, n° 36 titoli <strong>di</strong>agnostici sono<br />

Tabella I:<br />

titoli <strong>di</strong> D.I. più utilizzati nel Presi<strong>di</strong>o<br />

Titolo Diagnosi Infermieristica Nr Sk %<br />

(DI)<br />

Rischio infezione 53 25.2<br />

Compromissione comfort 18 8.6<br />

Rischio allattamento seno inefficace<br />

16 7.6<br />

Allattamento seno inefficace 15 7.1<br />

Dolore acuto 14 6.7<br />

Rischio caduta 14 6.7<br />

Rischio <strong>di</strong>sfunzione neuro vascolare<br />

13 6.2<br />

periferica<br />

Compromissione ruolo genitoriale 9 4.3<br />

Compromissione scambi gassosi 8 3.8<br />

Ansia del genitore 7 3.3<br />

Altre 57 20.5<br />

tot. DI=36 210 100.0<br />

Tabella II:<br />

titoli <strong>di</strong> P.C. più utilizzati nel Presi<strong>di</strong>o<br />

Titolo Problema<br />

Nr Sk %<br />

Collaborativo (CP)<br />

Ipoglicemia 9 25.2<br />

Iperbilirubinemia 4 8.6<br />

Crisi convulsive 2 7.6<br />

Sepsi 1 7.1<br />

Ipertensione endocranica 1 6.7<br />

(CP)<br />

Pneumotorace 1 6.7<br />

tot. CP=6 18 100.0<br />

riportati in n° 210 schede (me<strong>di</strong>a 1,4, tabella I),<br />

mentre sono in<strong>di</strong>viduati n° 6 problemi collaborativi<br />

presenti in n° 18 schede (tabella II). Il titolo<br />

<strong>di</strong>agnostico “rischio <strong>di</strong> infezione” è rappresentato<br />

nel 25,2% seguito da “compromissione<br />

del comfort”, mentre il problema collaborativo<br />

”ipoglicemia” (50%) è seguito da “iperbilirubinemia”.<br />

Le 21 “schede educazione al bambino e ai familiari”<br />

consentono sia la valutazione delle necessità<br />

educative sia la registrazione degli<br />

interventri educativi, come viene esplicitato<br />

36 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Tabella III: scheda educazione al bambino e<br />

ai familiari nel Presi<strong>di</strong>o<br />

Item %<br />

Interventi<br />

conoscenza della patologia 23.8<br />

gestione della terapia 19.0<br />

prevenzione dei rischi 4.0<br />

follow up 9.5<br />

Destinatari<br />

Genitore 71.5<br />

Genitore e bambino 28.5<br />

Metodo<br />

Verbale 52.5<br />

Verbale-pratico 38.0<br />

Verbale-scritto 9.5<br />

Verifica comprensione<br />

si 85.7<br />

no 14.3<br />

nella tabella III.<br />

Oltre ai principali interventi educativi esposti in<br />

tabella, vengono erogati i seguenti altri interventi<br />

combinati in percentuale <strong>di</strong>versa: igiene, alimentazione,<br />

uso dei presi<strong>di</strong>, uso delle apparecchiature<br />

sanitarie, gestione del dolore e risorse<br />

<strong>di</strong>sponibili in comunità.<br />

La successiva con<strong>di</strong>visione e <strong>di</strong>scussione dei<br />

dati con i coor<strong>di</strong>natori ha prodotto l’attivazione<br />

spontanea <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> au<strong>di</strong>t interni in 3 U.O.<br />

Una successiva indagine, condotta sempre nel<br />

2010, volta a indagare la percezione, le osservazioni<br />

e le valutazioni degli infermieri <strong>di</strong>rettamente<br />

coinvolti nell’utilizzazione della nuova<br />

documentazione, evidenzia che essi così si<br />

esprimono: circa l’accertamento infermieristico<br />

secondo i modelli funzionali della salute <strong>di</strong><br />

Marjory Gordon essi concordano sulla peculiarità<br />

che sia “un’attività propria, specifica e <strong>di</strong>stinta<br />

dell’infermiere al momento dell’accoglienza<br />

del paziente” (96,9%): in particolare come si<br />

evidenzia nella tabella IV, si esplicitano le principali<br />

caratteristiche <strong>di</strong> tale accertamento e il<br />

suo utilizzo con le ricadute nella quoti<strong>di</strong>anità<br />

professionale.<br />

L’88,4% del personale intervistato ritiene la<br />

pianificazione assistenziale secondo il modello<br />

bifocale <strong>di</strong> L.J. Carpenito e Diagnosi Infermieristiche<br />

NANDA, essere la “funzione propria dell’infermiere”,<br />

e come si evince dalla tabella V<br />

il suo utilizzo consente <strong>di</strong> poter “pensare prima<br />

<strong>di</strong> erogare” e <strong>di</strong> registrare in un unico documento<br />

gli interventi erogati. Si rinviene invece una<br />

<strong>di</strong>versa articolazione delle ricadute nell’operatività<br />

quoti<strong>di</strong>ana: a fronte del 55% che si <strong>di</strong>chiara<br />

in accordo sulla riduzione del tempo necessario<br />

al passaggio delle informazioni, si assesta sul<br />

62-63% la facilitazione nel passaggio delle informazioni<br />

e della comunicazione fra infermieri,<br />

la “competenza dell’infermiere” è tale per il<br />

68,2% nella redazione della scheda educazione<br />

al bambino e ai familiari, ed in particolare nella<br />

tabella <strong>VI</strong> vengono esplicate le principali finalità<br />

nell’utilizzo <strong>di</strong> tale scheda. Le tre principali ricadute<br />

nell’operatività quoti<strong>di</strong>ana sono valutate<br />

dagli infermieri con percentuali simili (tra il 63,<br />

Tabella IV: Accertamento infermieristico<br />

secondo i modelli funzionali della salute <strong>di</strong><br />

Marjory Gordon nel Presi<strong>di</strong>o<br />

l’accertamento consente: %<br />

l’identificazione delle alterazioni 91.5<br />

rilevate<br />

l’identificazione dei problemi e delle 88.4<br />

situazioni <strong>di</strong> rischio del paziente<br />

la raccolta delle informazioni relative 84.5<br />

alle con<strong>di</strong>zioni psicosociali e relazionali<br />

del bambino e della famiglia<br />

la conoscenza e la rilevazione dei 81.4<br />

dati sul livello <strong>di</strong> autonomia<br />

ricadute sulla operatività quoti<strong>di</strong>ana<br />

facilita il passaggio delle informazioni 69.8<br />

favorisce la comunicazione fra 71.5<br />

infermieri<br />

riduce il tempo necessario al passaggio<br />

delle<br />

54.3<br />

informazioni<br />

6% e il 68,8%), è una “attività collaborativa” per<br />

l’89,9% la scheda per la gestione del dolore e<br />

specificamente, come si evince dalla tabella <strong>VI</strong>I,<br />

essa risponde sia alle finalità dell’assistere un<br />

bambino con dolore, sia allo standard previsto<br />

dal programma <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento. Le tre principali<br />

ricadute nell’operatività sono tali in una<br />

percentuale fra il 70,5% e il 74,4%.<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 37


Tabella V: Pianificazione assistenziale secondo<br />

il modello bifocale <strong>di</strong> L.J. Carpenito<br />

e Diagnosi Infermieristiche NANDA nel<br />

Presi<strong>di</strong>o<br />

la pianificazione consente: %<br />

la definizione degli obiettivi per il 82.2<br />

paziente assistito<br />

la pianificazione dell’assistenza 85.3<br />

l’assistenza personalizzata 75.2<br />

la scelta degli interventi 85.3<br />

la registrazione tempestiva degli 66.7<br />

interventi<br />

la valutazione perio<strong>di</strong>ca del grado <strong>di</strong> 79.8<br />

raggiungimento degli obiettivi<br />

la rilevazione dei rischi e delle 77.5<br />

misure per garantire la sicurezza del<br />

paziente<br />

Tabella <strong>VI</strong>: Scheda educazione al bambino e<br />

ai familiari nel Presi<strong>di</strong>o<br />

le schede educative consentono: %<br />

l’identificazione delle necessità educative<br />

del bambino e della famiglia<br />

79.1<br />

la registrazione tempestiva degli 77.5<br />

interventi educativi<br />

Il raggiungimento degli obiettivi 75.2<br />

educativi<br />

Tabella <strong>VI</strong>I: Scheda per la gestione del dolore<br />

nel Presi<strong>di</strong>o<br />

la scheda consente: %<br />

la valutazione iniziale e continua del 90.7<br />

dolore del piccolo<br />

la definizione degli obiettivi relativi 82.9<br />

al contenimento del dolore<br />

la registrazione degli interventi terapeutici<br />

84.5<br />

il monitoraggio clinico 85.3<br />

Alcune riflessioni<br />

L’importanza e la rilevanza sociale della pratica<br />

infermieristica derivano dalla loro <strong>di</strong>retta connessione<br />

alla cura del paziente, e la pratica infermieristica<br />

deve fare i conti non soltanto con<br />

la teoria, ma con le con<strong>di</strong>zioni in cui essa si attua,<br />

con le politiche istituzionali, con le priorità<br />

politiche, con l’assegnazione delle risorse economiche,<br />

all’interno <strong>di</strong> un sistema multiprofessionale<br />

La prassi si “misura” obbligatoriamente con il<br />

contesto che assume contemporaneamente sia il<br />

significato <strong>di</strong> vincolo che <strong>di</strong> risorsa. Una delle<br />

con<strong>di</strong>zioni che permette ad una azione <strong>di</strong> “darsi”<br />

è uno spazio e un tempo specifico in cui realizzarsi;<br />

pertanto è solo assumendo il vincolo <strong>di</strong> un<br />

contesto (il reparto, la competenza dei professionisti,<br />

il tempo lavoro a <strong>di</strong>sposizione, …) che<br />

possiamo concretizzare dei gesti <strong>di</strong> cura.<br />

Nelle scelte relative ai riferimenti teorici da adottare,<br />

ai modelli gestionali necessari a condurre il<br />

progetto abbiamo cercato <strong>di</strong> far si che venissero<br />

poste domande. Domande che aiutassero a far<br />

emergere la conoscenza che era/è nascosta nell’esperienza,<br />

attraverso percorsi <strong>di</strong> “nominazione”,<br />

organizzazione, correlazione, con<strong>di</strong>visione.<br />

Nella fase pre-progettuale ci si è interrogati su<br />

“come fare la valutazione/accertamento e la<br />

pianificazione?” Molto rapidamente si è dovuta<br />

riformulare la domanda da “come” a “quale valutazione<br />

e pianificazione?”.<br />

Dal confronto tra le prassi in uso e “quella valutazione”,<br />

“quella pianificazione” è emersa la<br />

grande domanda: “perché?”<br />

Ci sembra che una <strong>qualità</strong> così intesa, appartenga<br />

alla natura <strong>di</strong> un’assistenza infermieristica<br />

che si può avvalere della teoria, ma che contemporaneamente<br />

non eluda i dati e le domande<br />

che la prassi lavorativa pone e/o impone. Ci<br />

piace quin<strong>di</strong> ricordare una frase <strong>di</strong> V. Henderson<br />

(1978) “Occorre tornare a fare “teoria” della pratica<br />

clinica: ogni brava infermiera è una teorica<br />

ed una ricercatrice clinica”.<br />

L’esperienza maturata, pur evidenziando le <strong>di</strong>fficoltà<br />

nell’uso delle <strong>di</strong>agnosi infermieristiche in<br />

riferimento alle manifestazioni, ai fattori correlati<br />

e secondari, ed agli interventi specifici per<br />

l’ambito neonatale e pe<strong>di</strong>atrico, ha avuto l’esito<br />

<strong>di</strong> rendere il personale infermieristico consapevole<br />

del proprio ruolo, permettendogli <strong>di</strong> apprezzare<br />

sul campo quanto un percorso <strong>di</strong> accre-<br />

38 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Piano formativo<br />

primo e secondo semestre<br />

2011<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Marzo<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici<br />

Imparare a <strong>di</strong>rsi ad<strong>di</strong>o.<br />

Il ruolo dell’infermiere nell’accompagnare la<br />

persona nella fase finale della vita<br />

31 marzo e 1 aprile 2011 dalle 9 alle 17<br />

14 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 45,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 67,50 (pranzo incluso)<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni 1 marzo 2011<br />

Aprile<br />

Corso per infermieri<br />

Riconoscere e gestire il delirium<br />

7-14 aprile 2011 dalle 14.30 alle 18.30.<br />

8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 15,00<br />

Altri Collegi Euro 22,50<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni 7 marzo 2011<br />

Corso per infermieri<br />

La documentazione sanitaria-assistenziale in Rsa<br />

21-28 aprile e 5 maggio 2011 dalle 14.30 alle 18.30<br />

12 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 20,00<br />

Altri Collegi Euro 30,00<br />

Apertura iscrizioni 21 marzo 2011<br />

Maggio<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici<br />

La progettazione della formazione degli adulti<br />

2, 3 e 9 maggio 2011 dalle 9 alle 17<br />

21 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 60,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 90,00 (pranzo incluso)<br />

Apertura iscrizioni 2 aprile 2011<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


VALUTAZIONE GRADIMENTO RI<strong>VI</strong>STE<br />

TEMPO DI NURSING<br />

E<br />

TEMPO DI NURSING NEWS<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Cognome ____________________________________ Nome ________________________<br />

In<strong>di</strong>rizzo ______________________________________ Tel. _________________________<br />

Email ________________________________<br />

In quale struttura svolge la Sua attività (Azienda Ospedaliera/Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero, <strong>AS</strong>L, Clinica, università, RSA,<br />

Unità Operativa, Sede, Libera Professione: settore d’intervento, sede)<br />

__________________________________________________________________________<br />

Incarico svolto<br />

__________________________________________________________________________<br />

Rivista Tempo <strong>di</strong> Nursing<br />

Barrare con una crocetta la casella che maggiormente corrisponde al giu<strong>di</strong>zio da Lei attribuito agli in<strong>di</strong>catori<br />

in<strong>di</strong>viduati per valutare il gra<strong>di</strong>mento della rivista Tempo <strong>di</strong> Nursing, pubblicata dal <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong>. <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />

secondo il gra<strong>di</strong>mento sottoriportato<br />

4 Completamente sod<strong>di</strong>sfatto 3 Molto sod<strong>di</strong>sfatto 2 Poco sod<strong>di</strong>sfatto Per niente sod<strong>di</strong>sfatto<br />

Come giu<strong>di</strong>ca la veste grafica e l’impaginazione della rivista? Esprima l’interesse attribuito agli articoli Come giu<strong>di</strong>ca l’utilità della rivista in riferimento alla Sua attività? Esprima il Suo giu<strong>di</strong>zio sui tempi <strong>di</strong> consegna della posta, rispetto alla data <strong>di</strong> emissione 4 3 2 1<br />

della rivista<br />

Come giu<strong>di</strong>ca il numero <strong>di</strong> pubblicazioni annue (tre) della rivista? 4 3 2 1<br />

Quali altri aspetti fondamentali, ritiene debbano essere presi in considerazione per migliorare<br />

ulteriormente il servizio?<br />

__________________________________________________________________________<br />

__________________________________________________________________________<br />

Eventuali osservazioni e/o suggerimenti<br />

__________________________________________________________________________<br />

__________________________________________________________________________<br />

Preferisce ricevere la rivista tempo <strong>di</strong> Nursing<br />

□ Solo in formato elettronico<br />

□ Solo in formato cartaceo<br />

□ Entrambi<br />

M INFO 002 Rev.00 Pag. 1 <strong>di</strong> 2 19.6.2009<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Rivista Tempo <strong>di</strong> Nursing News<br />

Barrare con una crocetta la casella che maggiormente corrisponde al giu<strong>di</strong>zio da Lei attribuito agli in<strong>di</strong>catori<br />

in<strong>di</strong>viduati per valutare il gra<strong>di</strong>mento della rivista Tempo <strong>di</strong> Nursing News, pubblicata dal <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong>. <strong>di</strong><br />

<strong>Brescia</strong>, secondo il gra<strong>di</strong>mento sottoriportato<br />

4 Completamente sod<strong>di</strong>sfatto 3 Molto sod<strong>di</strong>sfatto 2 Poco sod<strong>di</strong>sfatto 1 Per niente sod<strong>di</strong>sfatto<br />

Come giu<strong>di</strong>ca la veste grafica e l’impaginazione della rivista? Esprima l’interesse attribuito alle notizie riportate Come giu<strong>di</strong>ca l’utilità della rivista in riferimento alla Sua attività? Esprima il Suo giu<strong>di</strong>zio sui tempi <strong>di</strong> consegna della posta, rispetto alla data <strong>di</strong> emissione 4 3 2 1<br />

della rivista<br />

Come giu<strong>di</strong>ca il numero <strong>di</strong> pubblicazioni annue (tre) della rivista? 4 3 2 1<br />

Quali altri aspetti fondamentali, ritiene debbsano essere presi in considerazione per migliorare<br />

ulteriormente il servizio?<br />

__________________________________________________________________________<br />

__________________________________________________________________________<br />

Eventuali osservazioni e/o suggerimenti<br />

__________________________________________________________________________<br />

__________________________________________________________________________<br />

Avrebbe preferito compilare il questionario <strong>di</strong>rettamente sul web?<br />

□ Sì<br />

□ No<br />

Grazie per la collaborazione<br />

Le risposte ricevute serviranno a migliorare il servizio offerto agli iscritti. Per qualsiasi chiarimento<br />

contattare la segreteria del <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong>.<br />

Il Consiglio <strong>di</strong>rettivo<br />

NB: il questionario dovrà essere inviato via Fax al seguente numero: 03043194<br />

Oppure potrà essere spe<strong>di</strong>to per posta al seguente in<strong>di</strong>rizzo:<br />

Via P. Metastasio 26 – 25126 BRESCIA<br />

M INFO 002 Rev.00 Pag. 2 <strong>di</strong> 2 19.6.2009<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


VALUTAZIONE GRADIMENTO RI<strong>VI</strong>STE TEMPO DI<br />

NURSING<br />

E<br />

TEMPO DI NURSING NEWS<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Giugno<br />

Corso per infermieri e assistenti sanitari<br />

L’infermiere libero professionista e la me<strong>di</strong>cina<br />

del lavoro<br />

10 giugno 2011 dalle 9 alle 17<br />

7 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />

Apertura iscrizioni 10 maggio 2011<br />

Settembre<br />

Corso per infermieri e assistenti sanitari<br />

Il tirocinio nella formazione degli operatori <strong>di</strong><br />

supporto<br />

fine settembre 2011 dalle 9 alle 18<br />

8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />

Apertura iscrizioni 1 settembre 2011<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici (2 u<strong>di</strong>tori)<br />

L’infermiere <strong>di</strong> territorio e la rete dei servizi<br />

fine settembre 2011 dalle 9 alle 13<br />

4 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 10,00<br />

Altri Collegi Euro 15,00<br />

Apertura iscrizioni 1 settembre 2011<br />

CONVEGNO<br />

Convegno per infermieri<br />

L’utilizzo della contenzione fisica nella pratica<br />

clinica: cambiare è possibile!<br />

19 maggio 2011 dalle 14,00 alle 20,00<br />

4,5 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Evento gratuito<br />

ISCRIZIONE OBBLIGATORIA<br />

sul sito <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> BS<br />

Apertura iscrizioni 1 aprile 2011<br />

CONVEGNO<br />

Convegno per me<strong>di</strong>ci, infermieri, assistenti sanitari,<br />

infermieri pe<strong>di</strong>atrici, ostetriche<br />

Fragilità, povertà e <strong>di</strong>ritto alla salute<br />

22 ottobre 2011 dalle 8,30 alle 17,30<br />

4,5 cre<strong>di</strong>ti ECM<br />

Evento gratuito<br />

ISCRIZIONE OBBLIGATORIA<br />

sul sito <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> BS<br />

Apertura iscrizioni 15 settembre 2011<br />

ISCRIZIONI<br />

Per iscriversi è necessario collegarsi al sito www.ipasvibs.it e seguire le istruzioni.<br />

La quota <strong>di</strong> iscrizione comprende: partecipazione al corso, materiale <strong>di</strong>dattico, coffee break, pranzo (ove previsto).<br />

Le iscrizioni si chiudono 7 giorni prima della data <strong>di</strong> inizio del corso.<br />

NON è previsto il rimborso della quota <strong>di</strong> iscrizione per coloro che rinunciano a partecipare al corso.<br />

I corsi saranno annullati se le iscrizioni sono inferiori al 50% dei posti previsti: in questo caso la quota<br />

<strong>di</strong> iscrizione sarà interamente rimborsata.<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Ottobre<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici (2 u<strong>di</strong>tori)<br />

L’accre<strong>di</strong>tamento professionale volontario:<br />

una sfida per il futuro degli infermieri<br />

fine ottobre 2011 dalle 9 alle 18<br />

16 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 45,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 67,50 (pranzo incluso)<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni 1 ottobre 2011<br />

Corso per infermieri<br />

Le cadute nell’anziano: strategie <strong>di</strong> prevenzione<br />

6-13-20 ottobre 2011 dalle 14.30 alle 18.30<br />

12 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 20,00<br />

Altri Collegi Euro 30,00<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni 6 settembre 2011<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici<br />

Il governo clinico dei processi assistenziali<br />

(1 e<strong>di</strong>zione)<br />

8 ottobre 2011 dalle 9 alle 18<br />

8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni 8 settembre 2011<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici<br />

L’organizzazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o/ambulatorio infermieristico<br />

ottobre 2011 dalle 9 alle 13<br />

4 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 10,00<br />

Altri Collegi Euro 15,00<br />

Apertura iscrizioni settembre 2011<br />

Novembre<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici<br />

Il governo clinico dei processi assistenziali<br />

(2 e<strong>di</strong>zione)<br />

19 novembre 2011 dalle 9 alle 18<br />

8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni 19 ottobre 2011<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici<br />

La narrazione nei luoghi della cura<br />

24-25 novembre dalle 9 alle 17<br />

14 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 45,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 67,50 (pranzo incluso)<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni 24 ottobre 2011<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici<br />

La formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto:<br />

proposta <strong>di</strong> linee guida per l’insegnamento<br />

nelle aree “igienico sanitaria” e “tecnico operativa”<br />

novembre dalle 9 alle 18<br />

8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni ottobre 2011<br />

Corso per infermieri, assistenti sanitari<br />

(2 u<strong>di</strong>tori)<br />

La costruzione <strong>di</strong> un progetto quale strumento<br />

dell’infermiere libero professionista<br />

2 giornate in novembre 2011 dalle 9 alle 18<br />

16 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />

Quota iscrizione:<br />

Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 45,00 (pranzo incluso)<br />

Altri Collegi Euro 67,50 (pranzo incluso)<br />

Studenti gratuito<br />

Apertura iscrizioni ottobre 2011<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Da una forma perfetta all’essenza della forma<br />

… contemplando le Pietà <strong>di</strong> Michelangelo<br />

<strong>di</strong>tamento volontario può apportare alla <strong>qualità</strong><br />

assistenziale. Accanto agli sforzi compiuti per<br />

migliorare la capacità <strong>di</strong> scrivere e documentare,<br />

è stato basilare concentrarsi sull’accuratezza nel<br />

descrivere i problemi del paziente, in relazione<br />

a ciò che si pianifica, facendo partecipi i piccoli<br />

pazienti e le loro famiglie.<br />

Produzione <strong>di</strong> conoscenza<br />

Il momento <strong>di</strong> sperimentazione della documentazione<br />

rappresenta anche un’occasione <strong>di</strong> riflessione<br />

collettiva, che unisce i <strong>di</strong>versi professionisti<br />

che partecipano all’esperienza: osservare<br />

e <strong>di</strong>scutere insieme e reciprocamente il proprio<br />

lavoro contribuisce a migliorare la capacità critica<br />

e a rafforzare i processi <strong>di</strong> progettazione e <strong>di</strong><br />

decisione che precedono le iniziative seguenti.<br />

L’utilizzo della documentazione come strumento<br />

che favorisce la capacità <strong>di</strong> esplicitare, <strong>di</strong><br />

“oggettivare” le scelte compiute evidenziandone<br />

la correlazione con le proprie conoscenze, comporta<br />

anche la possibilità <strong>di</strong> una maggiore consapevolezza<br />

della propria biografia professionale<br />

nella sequenza dei <strong>di</strong>versi percorsi realizzati.<br />

Rispetto a questo approccio la documentazione<br />

rappresenta un linguaggio comune attraverso<br />

cui realizzare il confronto ed attivare processi<br />

<strong>di</strong> benchmarking interni ed esterni una comunità<br />

professionale.<br />

Michelangelo <strong>di</strong>sse che la statua era già nel blocco<br />

<strong>di</strong> marmo: il suo compito sarebbe stato semplicemente<br />

quello <strong>di</strong> togliere le parti <strong>di</strong> marmo<br />

in eccesso. Il grande artista teorizzava che per<br />

scultura è da intendersi solo quell’arte che “...<br />

si fa per forza <strong>di</strong> levare”. Da tenere ben presente<br />

che una volta tolto un pezzo da una massa originale,<br />

non può più essere messo a posto; pertanto<br />

è in<strong>di</strong>spensabile un controllo sulla tecnica.<br />

Fin dai tempi più antichi gli scultori hanno fatto<br />

ricorso all’uso <strong>di</strong> “modelli” <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni,<br />

in creta o in cera, che servivano sia per l’elaborazione<br />

iniziale dell’idea “plastica” sia come<br />

punto <strong>di</strong> riferimento durante la lavorazione.<br />

La forma si realizza scavando, tirando fuori dalla<br />

massa del marmo il “bello” che dentro c’è. Ma<br />

non è un’operazione scontata, un gesto sbagliato<br />

lascia il segno sulla pietra, è richiesta una grande<br />

padronanza degli strumenti <strong>di</strong> lavorazione. I modelli<br />

non sono l’opera d’arte, ma permettono <strong>di</strong><br />

elaborare le idee che sono punto <strong>di</strong> riferimento<br />

durante il lavoro.<br />

Nel constatare quanto l’assistenza infermieristica<br />

sia un insieme <strong>di</strong> gesti, ad alto contenuto<br />

fisico, che lasciano tracce, segni sul corpo del<br />

malato il pensiero <strong>di</strong> Michelangelo è particolarmente<br />

illuminante.<br />

La continua rivisitazione, con una progressiva<br />

limatura/riduzione, che gli item dell’accertamento<br />

hanno avuto, ci pare un’operazione “…<br />

per forza del levare”, in molti casi sostenuta da<br />

infermieri esperti, quelli che Michelangelo <strong>di</strong>rebbe<br />

dotati <strong>di</strong> controllo sulla tecnica. I modelli<br />

funzionali della salute <strong>di</strong> Gordon sono serviti per<br />

l’elaborazione iniziale dell’idea <strong>di</strong> accertamento<br />

e possono essere dei punti <strong>di</strong> riferimento nella<br />

valutazione del paziente.<br />

Ispirandoci alle parole dello scultore e sulla scorta<br />

delle sue opere, osserviamo come il para<strong>di</strong>gma<br />

della Pietà, ha assunto sembianze <strong>di</strong>verse. Lo<br />

scultore e il tema sono i medesimi, ma il blocco<br />

<strong>di</strong> marmo e il tempo sono <strong>di</strong>fferenti. L’artista ha<br />

fornito progressivamente interpretazioni <strong>di</strong>verse<br />

della deposizione del Cristo. Da una forma,<br />

giovanile, “finita” dove la superficie era perfettamente<br />

levigata, i particolari numerosi e compiutamente<br />

riprodotti, i personaggi composti e<br />

quasi sereni lo scultore è passato, durante la senilità,<br />

a una forma che perde contorni e confini,<br />

<strong>di</strong>venta “informe”e lascia spazio da protagonista<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 39


alla materia. Scompaiono i drappeggi delle vesti,<br />

la superficie levigata, i dettagli.<br />

Emerge intenso il significato del gesto della deposizione.<br />

Michelangelo, fa del non-finito il vero e proprio<br />

tema delle sue opere più suggestive e moderne.<br />

Il non-finito come scelta volontaria e consapevole,<br />

unico modo per esprimere anche il non-detto<br />

(dall’artista), oppure, se preferiamo, il non-visto<br />

(dall’osservatore), un non-finito, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />

valenza fisica e psicologica, un modo per porre<br />

delle domande e sollecitare delle risposte, perchè<br />

più il <strong>di</strong>scorso dell’artista è incompiuto ed<br />

indefinito, più sollecita lo spettatore a completarlo<br />

e ad interpretarlo.<br />

Dalla teoria alla prassi o dalla prassi alla teoria?<br />

Questa esperienza, come ci pare anche l’esperienza<br />

clinica degli infermieri esperti, ci suggerisce<br />

<strong>di</strong> non fare in merito al quesito una scelta <strong>di</strong><br />

campo o/o ma e/e. Riformulando allora l’interrogativo<br />

iniziale possiamo <strong>di</strong>re dalla teoria alla<br />

prassi E dalla prassi alla teoria, dove il primo e<br />

il secondo termine non sono fissi, ma possano<br />

essere scambiati tra <strong>di</strong> loro per mantenere una<br />

relazione che sia sempre generativa <strong>di</strong> nuova conoscenza.<br />

Bibliografia<br />

• Benner, P.E., L’eccellenza nella pratica clinica<br />

dell’infermiere, McGraw-Hill, Milano, 2003.<br />

• Calamandrei, C. “Riflessioni sull’ infermieristica<br />

e sulla scienza infermieristica”, Nursing<br />

Oggi, n. 3, 2003 pp.16-24.<br />

• Fawcett, J., Newman, B., Hinton Walzer, P., J.,<br />

„Sg the <strong>di</strong>scipline Top 10 unfinisched issues to<br />

inform the nursing debate in the millennium“,<br />

Journal of Advanced Nursing, Jan Forum, 35<br />

(1), 2001, pp. 138-138.<br />

• Edwards, S., Liaschenko J., “On the quest for<br />

a theory of nursing” Nursing Philosophy, n.4,<br />

2003, pp. 1-3.<br />

• Manara, D.F., “Il conflitto tra teoria e prassi<br />

nell’assistenza. L’assistenza pratica”, Nursing<br />

Oggi, n.3, 2002, pp. 16-28, n.4, 2002, pp. 18-27.<br />

• Manara, D. F., Verso una teoria dei bisogni<br />

dell’assistenza infermieristica, Lauri E<strong>di</strong>zioni,<br />

Milano, 2000.<br />

• Manzoni, E., Storia e filosofia dell’assistenza<br />

infermieristica, Masson, Milano,1996.<br />

• Motta, P., “La scienza infermieristica alle soglie<br />

del terzo millennio: teorie e modelli italiani.<br />

Interviste a M. Cantarelli, P. Chiari e R.<br />

Zanotti”, Nursing Oggi, n. 2, 1999, pp.15-30.<br />

• Nelson, S., Gordon, S., McGillon, M., “ Saving<br />

the practice- Top 10 unfinisched issus to inform<br />

the nursing debite in the new millenium”,<br />

Nursing Inquiry, 2002, 9 (2), pp. 63-64.<br />

• http://en.wiktionary.org/wiki/quality<br />

• http://etimologias.dechile.net/?calidad<br />

• http://www.etimo.it/?pag=hom<br />

• h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / P i e t à _<br />

vaticana#Bibliografia<br />

• http://www.homolaicus.com/arte/metodo.htm<br />

• http://bmcr.brynmawr.edu/1998/1998-07-13.html<br />

* Inf. Coor<strong>di</strong>natore S.I.T.R. Ospedale dei Bambini,<br />

A.O. Spedali Civili <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />

** Inf. Responsabile S.I.T.R. Ospedale dei Bambini,<br />

A.O. Spedali Civili <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />

***Inf. Coor<strong>di</strong>natore, U.O. Formazione A.O.<br />

Spedali Civili <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />

40 - Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Comunicazioni del <strong>Collegio</strong><br />

Infermieri stranieri:<br />

riflessioni e proposte<br />

<strong>di</strong> Ermellina Zanetti, Angelo Benedetti, Stefano Bazzana<br />

La situazione bresciana <strong>di</strong>fferisce in modo anomalo dalla situazione<br />

nazionale. Gli infermieri stranieri ci sono, lavorano nelle<br />

strutture sanitarie e socio sanitarie della nostra provincia, ma non<br />

sono iscritti al nostro <strong>Collegio</strong><br />

Infermieri stranieri: una presenza necessaria<br />

I risultati ottenuti dall’indagine, condotta dal<br />

Coor<strong>di</strong>namento dei 10 Collegi <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> della<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a, in<strong>di</strong>cano che complessivamente<br />

gli infermieri italiani e stranieri iscritti<br />

agli Albi della regione Lombar<strong>di</strong>a, al 31 <strong>di</strong>cembre<br />

2009, sono pari a 53.916 unità, (<strong>di</strong> cui circa<br />

4.000 stranieri), ai quali si sommano 1.023 infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici. Si evidenzia, pertanto, che i<br />

9.742.676 citta<strong>di</strong>ni residenti in Lombar<strong>di</strong>a al 31<br />

<strong>di</strong>cembre 2008 potevano contare su una presenza<br />

<strong>di</strong> 5,6 infermieri ogni 1000 abitanti, dato ben<br />

al <strong>di</strong> sotto della me<strong>di</strong>a nazionale, che si attesta<br />

al 6,2/1000, o <strong>di</strong> quella europea, pari a 8,9 infermieri<br />

per 1.000 abitanti (dati OCSE).<br />

La soluzione adottata per colmare il deficit è<br />

l’assunzione <strong>di</strong> infermieri stranieri, tanto che<br />

nel triennio 2005-2007 gli infermieri immigrati<br />

iscritti ai Collegi sono quadruplicati passando da<br />

6.735 a 30.639 unità in tutta Italia. Tra i Paesi<br />

più rappresentati vanno annoverati la Romania,<br />

la Polonia e la Bulgaria in Europa, il Perù, la Colombia,<br />

il Brasile in America Latina, la Tunisia<br />

in Africa, l’In<strong>di</strong>a in Asia.<br />

Gli stranieri rappresentano una componente non<br />

marginale tra gli infermieri. Alla fine del 2008,<br />

risultavano infatti iscritti ai Collegi Ipasvi <strong>di</strong> tutta<br />

Italia 33.364 stranieri, in gran parte (82,1%)<br />

concentrati al Centro-Nord e per quasi la metà<br />

(42,3%) costituita da extracomunitari. A livello<br />

nazionale, gli stranieri rappresentano poco meno<br />

del 10% del totale degli iscritti (9,4%), arrivando<br />

a superare il 12% nel Nord-Est. Significativa, ma<br />

molto meno rilevante, la presenza <strong>di</strong> infermieri<br />

stranieri al Sud e nelle Isole, dove si registrano<br />

valori intorno al 5%. Me<strong>di</strong>amente, gli iscritti<br />

stranieri risultano <strong>di</strong> circa tre anni più giovani<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 41


dei loro colleghi italiani (39,2 contro 42,4 anni);<br />

la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> età arriva a sfiorare tuttavia i 7<br />

anni nelle Isole (Federazione Nazionale Collegi<br />

Ipasvi, 2009).<br />

In alcuni casi la loro concentrazione raggiunge<br />

quote importanti: è il caso <strong>di</strong> Trieste, dove il 10%<br />

<strong>di</strong> infermieri è <strong>di</strong> nazionalità slovena, o <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

strutture private, come il San Raffaele <strong>di</strong> Milano,<br />

che conta il 18% <strong>di</strong> infermieri non italiani, o<br />

ancora <strong>di</strong> numerose residenze sanitarie assistenziali<br />

del territorio lombardo che accolgono molti<br />

infermieri stranieri sia in regime <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza<br />

che con altre forme contrattuali (soprattutto cooperative).<br />

Il lavoro in RSA e a domicilio (spesso<br />

iniziando come “badanti”) rappresenta spesso il<br />

primo impiego in Italia (Blasi et al, 2010).<br />

La realtà bresciana<br />

Secondo i dati elaborati e aggiornati al 31 gennaio<br />

2011, il totale del numero degli iscritti<br />

all’albo del <strong>Collegio</strong> Ipasvi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> è pari a<br />

7.643 dei quali 7.290 (95,4%) Infermieri, 284<br />

(3,7%) Assistenti Sanitari e 69 (0,9%) Infermieri<br />

pe<strong>di</strong>atrici.<br />

Gli iscritti stranieri sono 465 dei quali 459<br />

(98,7%) Infermieri, 1 (0,2%) Assistente Sanitaria<br />

e 5 (1,1%) Infermieri pe<strong>di</strong>atrici. Gli iscritti<br />

stranieri provenienti da paesi comunitari sono<br />

294 (3,8%) e coloro che provengono da paesi<br />

extracomunitari sono 171 (2,2%).<br />

Rispetto alla provenienza la situazione si presenta<br />

come segue:<br />

• Europa: 85,6%.<br />

• America del Sud: 6,7%<br />

• Africa: 4,9%;<br />

• Asia: 2,8%;<br />

I citta<strong>di</strong>ni rumeni rappresentano oltre il 50% degli<br />

iscritti stranieri: sono infatti ben 243 (52,3%).<br />

Il dato si conferma anche a livello nazionale (Federazione<br />

nazionale Collegi Ipasvi, 2009)<br />

Me<strong>di</strong>amente gli iscritti stranieri risultano <strong>di</strong> circa<br />

5 anni più giovani dei loro colleghi italiani<br />

(38,2 contro 43,2 anni). Le donne sono il 92,2%<br />

tra gli stranieri comunitari, il 78,4% tra gli extracomunitari.<br />

Tra gli italiani iscritti al <strong>Collegio</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Brescia</strong> le donne sono l’86,2%.<br />

Il dato più interessante riguarda la prevalenza <strong>di</strong><br />

iscritti stranieri che a <strong>Brescia</strong> è del 6%. Appare<br />

evidente che il dato è inferiore sia alla me<strong>di</strong>a<br />

nazionale, pari a 9,4%, sia a quella <strong>di</strong> Collegi<br />

vicini quali il collegio <strong>di</strong> Milano Lo<strong>di</strong> dove la<br />

prevalenza <strong>di</strong> stranieri è pari al 10%. Se ai dati<br />

associamo la percezione <strong>di</strong> un numero elevato<br />

<strong>di</strong> infermieri stranieri che lavorano nelle Residenze<br />

per Anziani e nelle strutture ospedaliere<br />

private accre<strong>di</strong>tate e le numerose segnalazioni<br />

giunte in <strong>Collegio</strong> rispetto ad una non adeguata<br />

conoscenza della lingua da parte degli infermieri<br />

stranieri, appare evidente che vi sia una maggiore<br />

presenza nella nostra provincia <strong>di</strong> infermieri<br />

stranieri rispetto a quanti risultano iscritti al<br />

nostro albo.<br />

Ciò è reso ancora più evidente se si analizzano i<br />

dati dei nuovi iscritti relativi agli ultimi tre anni<br />

(2008-2009-2010): mentre a livello nazionale si<br />

è registrato un progressivo e costante aumento <strong>di</strong><br />

infermieri stranieri tra i neo iscritti, che nel 2008<br />

risultavano essere il 28,4% delle iscrizioni complessive,<br />

con punte del 35,5% nei Collegi del<br />

Nord-Ovest e ad<strong>di</strong>rittura del 42,3% nelle Isole<br />

(Federazione nazionale Collegi Ipasvi, 2009), a<br />

<strong>Brescia</strong> si è osservata una riduzione tra il 2008 e<br />

il 2009 (dal 20% al 13% <strong>di</strong> neo iscritti stranieri)<br />

con un lieve aumento nel 2010, sempre al <strong>di</strong> sotto<br />

della me<strong>di</strong>a nazionale, con una prevalenza <strong>di</strong><br />

nuovi iscritti stranieri pari al 21%.<br />

Riflessioni e proposte<br />

Dai dati esposti appare chiaro che la situazione<br />

bresciana <strong>di</strong>fferisce in modo anomalo dalla<br />

42 - Comunicazioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


situazione nazionale. Gli infermieri stranieri ci<br />

sono, lavorano nelle strutture sanitarie e socio<br />

sanitarie della nostra provincia, ma non sono<br />

iscritti al nostro <strong>Collegio</strong>. La ragione principale<br />

consiste nel fatto che da anni il <strong>Collegio</strong> prima<br />

dell’iscrizione (nuova iscrizione o trasferimento<br />

da altro <strong>Collegio</strong>) valuta il requisito della conoscenza<br />

e padronanza della lingua italiana me<strong>di</strong>ante<br />

un test proposto e valutato da un Istituto<br />

Linguistico certificato che attribuisce un livello<br />

<strong>di</strong> conoscenza confrontato con lo standard europeo<br />

<strong>di</strong> riferimento (Livello B1 del quadro comune<br />

europeo <strong>di</strong> riferimento per la conoscenza delle<br />

lingue). Coloro che non superano il test sono<br />

invitati ad approfon<strong>di</strong>re la lingua italiana prima<br />

<strong>di</strong> iscriversi all’esame sostenuto <strong>di</strong>nnanzi ad una<br />

commissione composta da due consiglieri e da<br />

un docente <strong>di</strong> italiano, il cui giu<strong>di</strong>zio con<strong>di</strong>ziona<br />

l’iscrizione.<br />

Certamente questa procedura, se da un lato garantisce<br />

una valutazione oggettiva della conoscenza<br />

e padronanza della lingua italiana (compito<br />

attribuito dalla legge ai Collegi), dall’altro<br />

richiede un tempo maggiore per l’iscrizione,<br />

con<strong>di</strong>zione non gra<strong>di</strong>ta agli infermieri stranieri<br />

e alle organizzazioni che si occupano <strong>di</strong> reperire<br />

infermieri stranieri per il nostro territorio.<br />

Il Consiglio Direttivo del <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Brescia</strong> ha ritenuto <strong>di</strong> rivolgersi a queste organizzazioni,<br />

in particolare alle agenzie interinali,<br />

con l’obiettivo <strong>di</strong> attivare una collaborazione<br />

virtuosa che da un lato non svilisca l’iscrizione<br />

a mero atto formale e dall’altro accorci i tempi<br />

necessari alla stessa, fermo restando la valutazione<br />

oggettiva del possesso della conoscenza e<br />

padronanza della lingua italiana me<strong>di</strong>ante il test<br />

proposto e valutato da un Istituto Linguistico<br />

certificato.<br />

A tale scopo è stata attivata la mappatura sul territorio<br />

delle agenzie interinali che si occupano <strong>di</strong><br />

reperire infermieri, sono state convocate separatamente<br />

3 agenzie che rispondevano al criterio e,<br />

anche sulla scorta delle loro osservazioni, è stata<br />

rivista la procedura <strong>di</strong> iscrizione.<br />

Siamo, infatti, convinti della necessità che gli infermieri<br />

stranieri che lavorano nella nostra provincia<br />

siano iscritti al nostro <strong>Collegio</strong> per due<br />

ragioni:<br />

1) è possibile controllare il loro operato e intervenire<br />

in situazioni che ci vengono segnalate<br />

perché non conformi a quanto previsto dalla<br />

normativa;<br />

2) è possibile la tutela dei <strong>di</strong>ritti degli infermieri<br />

stranieri che più degli altri sono esposti a situazioni<br />

<strong>di</strong> sfruttamento.<br />

Nella commissione Infermieri stranieri è da quest’anno<br />

presente una collega rumena (i citta<strong>di</strong>ni<br />

rumeni rappresentano oltre il 50% degli iscritti<br />

stranieri al nostro <strong>Collegio</strong>) alla quale abbiamo<br />

chiesto <strong>di</strong> aiutarci a conoscere e comprendere le<br />

<strong>di</strong>fficoltà dei colleghi che si inseriscono nelle<br />

nostre realtà. Cre<strong>di</strong>amo, infatti, che i processi <strong>di</strong><br />

integrazione degli infermieri stranieri risulteranno<br />

più efficaci se sono considerate e comprese<br />

le loro singole culture, se sono conosciuti i percorsi<br />

<strong>di</strong> formazione vigenti nei vari paesi e le<br />

<strong>di</strong>fficoltà incontrate nell’ambito dell’esercizio<br />

professionale.<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 43


La commissione ha inoltre curato una pagina<br />

del sito (<strong>di</strong>sponibile anche in lingua inglese,<br />

rumena e serbo croata) de<strong>di</strong>cata agli infermieri<br />

stranieri e ha attivato due se<strong>di</strong> (una Residenza<br />

Assistenziale per Anziani e un’unità operativa<br />

ospedaliera) dove è possibile effettuare un periodo<br />

<strong>di</strong> affiancamento, per circa un mese, con la<br />

collaborazione <strong>di</strong> colleghi infermieri <strong>di</strong>sponibili,<br />

al fine <strong>di</strong> conoscere l’organizzazione del lavoro<br />

prima dell’inserimento lavorativo.<br />

Conclusioni<br />

L’apporto <strong>di</strong> professionisti stranieri rappresenta<br />

certamente per il nostro Paese e per la nostra<br />

Provincia una fonte in<strong>di</strong>spensabile affinché possa<br />

essere garantito un adeguato servizio, data la<br />

situazione <strong>di</strong> carenza <strong>di</strong> personale infermieristico.<br />

Inoltre l’invecchiamento della popolazione, con<br />

conseguente presenza <strong>di</strong> cronicità e fragilità, sta<br />

causando un forte aumento della popolazione<br />

anziana bisognosa <strong>di</strong> assistenza, sia a livello<br />

clinico/ospedaliero sia a livello domiciliare e dei<br />

servizi. Ciò lascia presagire, che a fronte <strong>di</strong> questi<br />

accresciuti bisogni, stante la deroga ai flussi<br />

migratori per la nostra professione, aumenterà<br />

sempre più anche la presenza <strong>di</strong> infermieri stranieri.<br />

Il contributo che essi danno è costellato da sforzi<br />

e rinunce non in<strong>di</strong>fferenti: oltre ad accettare incarichi<br />

generici pur essendo spesso specializzati,<br />

questi colleghi si sottopongono a sforzi notevoli<br />

per imparare la lingua e la legislazione italiana,<br />

per abituarsi alle nostre procedure e ai nostri<br />

modus operan<strong>di</strong>, per formarsi e dare sod<strong>di</strong>sfazione<br />

affinché il loro posto <strong>di</strong> lavoro sia il più<br />

duraturo possibile.<br />

La <strong>qualità</strong> dell’assistenza erogata ai citta<strong>di</strong>ni<br />

sta a cuore al <strong>Collegio</strong> quanto le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

lavoro <strong>di</strong> tutti gli infermieri, italiani e stranieri.<br />

Questi ultimi, forse più degli altri, vanno accolti<br />

e supportati.<br />

Bibliografia<br />

• Federazione nazionale Collegi Ipasvi Rapporto<br />

2008: Albo <strong>IP</strong>: analisi dei flussi, , 2009<br />

• Silvia Blasi, Boubacar Daou, Giovanni Muttillo,<br />

Miriam Magri. Infermieri stranieri in Italia.<br />

I luoghi della cura 4 (8);2010: 25-29<br />

Riferimenti normativi<br />

Decreto-legge 30 <strong>di</strong>cembre 1989, n. 416 (gu n.<br />

303 del 30/12/1989), Norme urgenti in materia<br />

<strong>di</strong> asilo politico, <strong>di</strong> ingresso e soggiorno dei citta<strong>di</strong>ni<br />

extracomunitari e <strong>di</strong> regolarizzazione dei<br />

citta<strong>di</strong>ni extracomunitari ed apoli<strong>di</strong> già presenti<br />

nel territorio dello stato (convertito in legge n.<br />

39 del 28 febbraio 1990).<br />

Legge 6 marzo 1998, n. 40, Disciplina dell’immigrazione<br />

e norme sulla con<strong>di</strong>zione dello straniero.<br />

Ministero del lavoro e della previdenza sociale,<br />

Direzione Generale per l’Impiego, Servizio per<br />

i problemi dei lavoratori immigrati extracomunitari<br />

e delle loro famiglie, CIRCOLARE N. 53<br />

del 18 maggio 2001, “D.P.R. del 30.3.2001 - Documento<br />

Programmatico 2001/2003. DPCM del<br />

9.04.2001 Decreto <strong>di</strong> programmazione dei flussi<br />

per l’anno 2001. Disposizioni attuative”.<br />

Legge 30 luglio 2002, n. 189, Mo<strong>di</strong>fica alla normativa<br />

in materia <strong>di</strong> immigrazione e <strong>di</strong> asilo.<br />

Decreto Ministro della Salute del 18 giugno<br />

2002, Autorizzazione alle regioni a compiere<br />

gli atti istruttori per il riconoscimento dei titoli<br />

abilitanti dell’area sanitaria conseguiti in Paesi<br />

extracomunitari ai sensi dell’art. 1, comma 10-<br />

ter, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402,<br />

convertito in legge dall’art. 1 della legge 8 gennaio<br />

2002, n. 1. (Gazzetta Ufficiale n. 159 del 09<br />

Luglio 2002)-<br />

Decreto Legislativo 30 <strong>di</strong>cembre 1992, n.502,<br />

Rior<strong>di</strong>no della <strong>di</strong>sciplina in materia sanitaria,<br />

a norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre<br />

1992, n. 421. (G.U. Serie Generale n. 305 del 30<br />

<strong>di</strong>cembre 1992).<br />

Legge 14 febbraio 2003, n. 30, Delega al Governo<br />

in materia <strong>di</strong> occupazione e mercato del<br />

lavoro.<br />

Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276,<br />

Attuazione delle deleghe in materia <strong>di</strong> occupazione<br />

e mercato del lavoro, <strong>di</strong> cui alla legge 14<br />

febbraio 2003, n. 30.<br />

44 - Comunicazioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Assemblea Annuale degli Iscritti<br />

<strong>Brescia</strong> 5 marzo 2011<br />

Relazione del Presidente<br />

<strong>di</strong> Stefano Bazzana<br />

Quest’anno l’assemblea or<strong>di</strong>naria degli iscritti<br />

si è tenuta invertendo il tra<strong>di</strong>zionale or<strong>di</strong>ne del<br />

giorno, che vedeva la premiazione finale degli<br />

iscritti, aprendo i lavori con un momento celebrativo<br />

e la consegna <strong>di</strong> un dono ricordo alle<br />

colleghe e ai colleghi per i 35 e i 50 anni <strong>di</strong> iscrizione<br />

all’Albo.<br />

Per i 35 anni <strong>di</strong> iscrizione: Ad<strong>di</strong>s Maria, Barbariga<br />

Elide, Barbieri Elvira Sr.Giovanna, Bo<strong>di</strong>ni<br />

Giuseppina, Caravaggi Clara, Casali Guido,<br />

Cristini Eleonora, Di Pietro Marcella Sr.Elena,<br />

Fausti Francesco, Ghirar<strong>di</strong> Elisabetta, Giugno<br />

Daniela, Imperadori Amalia, Laureti Angela<br />

Sr.Romana, Leandri Renata, Losio Rosa Marisa,<br />

Maranga Enza, Mazzucchelli Giovanna, Morgano<br />

Giorgio, Novazzi Maria Giuseppina, Omassi<br />

Assunta, Paris Antonio, Pietti Erika, Pola Olga,<br />

Pola Elvia, Sega Francesco, Smussi Lodovica<br />

Sr.Elisa Sorlini Emila, Tarletti Maria, Tedeschi<br />

Domenica, Trolese Salvatore, Zucchi Bruna.<br />

Per i 50 anni <strong>di</strong> iscrizione: Elettra Cerioni, Delia<br />

Dusi, Fulvia Mazzei<br />

Congratulazioni e un grazie da parte nostra a<br />

tutti loro, per quanto hanno fatto in tanti anni<br />

per la professione e soprattutto per le persone<br />

assistite.<br />

La premiazione della signora Elettra Cerioni<br />

Gentili colleghe, egregi colleghi,<br />

a nome del Consiglio Direttivo e del <strong>Collegio</strong><br />

dei Revisori dei Conti vi ringrazio per la partecipazione<br />

a questa assemblea or<strong>di</strong>naria del<br />

<strong>Collegio</strong> Ipasvi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, che rappresenta un<br />

momento importante <strong>di</strong> informazione, confronto<br />

e <strong>di</strong>scussione dei temi a cui l’organismo <strong>di</strong> rappresentanza<br />

professionale è preposto.<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 45


La premiazione dei colleghi con 35 anni <strong>di</strong> iscrizione all’Albo<br />

E’ un’occasione formale per fare insieme un<br />

bilancio: illustrare le attività svolte nell’anno<br />

precedente e quelle programmate per l’anno in<br />

corso, ma è anche un momento per con<strong>di</strong>videre<br />

i traguar<strong>di</strong> raggiunti e gli impegni futuri. Si prospettano<br />

le politiche professionali ed i progetti<br />

da realizzare allo scopo <strong>di</strong> garantire un adeguato<br />

sviluppo professionale degli iscritti ed un miglioramento<br />

del servizio offerto ai citta<strong>di</strong>ni.<br />

In linea con queste premesse, al fine <strong>di</strong> dare il<br />

benvenuto ai nuovi iscritti che sono entrati a<br />

far parte della comunità professionale nel corso<br />

dell’anno 2010, l’assemblea inizia con la lettura<br />

del primo articolo del Co<strong>di</strong>ce Deontologico da<br />

parte della neolaureata Dr.ssa Chiara Bonazza.<br />

Segue la proiezione del filmato curato da alcuni<br />

consiglieri ed iscritti che hanno scelto altri 16<br />

articoli del Co<strong>di</strong>ce, recitati da altrettanti colleghi<br />

ripresi nei loro contesti <strong>di</strong> lavoro.<br />

Ai neolaureati presenti, in occasione del 150<br />

anniversario dell’Unità d’Italia, il <strong>Collegio</strong> ha<br />

fatto omaggio dell’e<strong>di</strong>zione speciale della Costituzione<br />

Italiana.<br />

Relazione attività anno 2010<br />

Ferma restando l’attività istituzionale e <strong>di</strong> segreteria<br />

è ormai consuetu<strong>di</strong>ne consolidata per il<br />

<strong>Collegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> l’assegnazione delle attività<br />

progettuali e formative alle <strong>di</strong>verse commissioni.<br />

Per il secondo anno, infatti, sono stati fissati<br />

gli obiettivi <strong>di</strong> ciascuna commissione permanente<br />

che, oltre alle attività or<strong>di</strong>narie, ha curato la<br />

progettazione e l’erogazione dei corsi <strong>di</strong> formazione<br />

nel campo specifico. Per lo stesso motivo<br />

ogni Responsabile <strong>di</strong> Commissione fa parte del<br />

Comitato Tecnico Scientifico, organismo previsto<br />

dal Sistema Regionale ECM/CPD.<br />

COMMISSIONE PER LA REDAZIONE<br />

DELLA RI<strong>VI</strong>STA<br />

Componenti Consiglio Direttivo: Anna Iannelli<br />

(coor<strong>di</strong>natore), Moreno Crotti Partel; componenti<br />

esterni: Carla, Noci, Piera Baiguera, Paola<br />

Busi, Patrizia Bevilacqua, Na<strong>di</strong>a Regonaschi,<br />

Luca Maffei, Enrico Ballerini.<br />

Incontri della Commissione nel corso del<br />

2010: n. 9<br />

Gli obiettivi della Commissione Tempo <strong>di</strong> Nursing<br />

per il 2010 miravano alla continuazione<br />

della linea e<strong>di</strong>toriale inaugurata nel 2009 e alla<br />

pubblicazione <strong>di</strong> tre numeri della rivista nel corso<br />

dell’anno.<br />

Riguardo al primo obiettivo è stato mantenuto<br />

il formato e<strong>di</strong>toriale del dossier focalizzando la<br />

rubrica focus nel n. 56 sull’inaugurazione della<br />

nuova sede del <strong>Collegio</strong> Ipasvi e nel n. 57 sul<br />

tema della morte.<br />

Il secondo obiettivo non è stato raggiunto a causa<br />

dell’aumento delle tariffe <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione e della<br />

conseguente impossibilità <strong>di</strong> copertura economica.<br />

La mancata pubblicazione del n. <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre<br />

della rivista ha reso impossibile anche il raggiungimento<br />

del terzo obiettivo, ovvero la rile-<br />

46 - Comunicazioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


vazione e l’analisi del gra<strong>di</strong>mento da parte dei<br />

colleghi cui la rivista è in<strong>di</strong>rizzata, obiettivo che<br />

viene riproposto per l’anno 2011.<br />

Nel corso del 2010 la Commissione Tempo <strong>di</strong><br />

Nursing ha contribuito alla pianificazione formativa<br />

del <strong>Collegio</strong> proponendo due eventi formativi:<br />

il primo, dal titolo “La narrazione nei luoghi<br />

della cura” non ha avuto sufficienti adesioni ed è<br />

stato annullato; il secondo dal titolo “La gestione<br />

del rischio nelle organizzazioni sanitarie” è<br />

stato effettuato in due e<strong>di</strong>zioni.<br />

Per l’anno 2011 la Commissione intende mantenere<br />

e consolidare il rapporto comunicativo con<br />

i colleghi iscritti al <strong>Collegio</strong>, anche attraverso un<br />

sempre maggiore coinvolgimento delle <strong>di</strong>verse<br />

realtà, ospedaliere, extraospedaliere e territoriali<br />

in cui gli infermieri operano. A questo fine,<br />

nell’approfon<strong>di</strong>mento monotematico contenuto<br />

nella rubrica focus, si è cercato nel corso del<br />

2010 e si continuerà nel 2011, <strong>di</strong> coinvolgere le<br />

<strong>di</strong>verse organizzazioni sanitarie e assistenziali in<br />

cui la professione infermieristica è rappresentata,<br />

sollecitando la pubblicazione <strong>di</strong> esperienze.<br />

COMMISSIONE FORMAZIONE<br />

Componenti del Consiglio Direttivo: Ermellina<br />

Zanetti (coor<strong>di</strong>natore), Carla Agazzi, Anna<br />

Iannelli, Daniela Massussi; componenti esterni:<br />

Emma Carli, Monica Coccoli, Laura Manara,<br />

Lucia Molinari, Carla Noci<br />

Obiettivi 2010 realizzati<br />

Realizzare, anche attraverso la collaborazione<br />

con altri enti e/o associazioni almeno 3 convegni<br />

rivolti ciascuno ad oltre 200 professionisti<br />

Sono stati proposti due Convegni:<br />

La cura alla fine della vita 20 febbraio 2010<br />

Aula Magna G.Tovini Università Cattolica del<br />

Sacro Cuore – Sede <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Via Trieste, 17<br />

<strong>Brescia</strong>.<br />

Hanno partecipato: 282 infermieri, 6 assistenti<br />

sanitari, 26 me<strong>di</strong>ci, 50 studenti corso <strong>di</strong> laurea<br />

in infermieristica per un totale <strong>di</strong> 364 iscritti.<br />

Attualità e Prospettive della Professione Infermieristica.<br />

20 marzo 2010<br />

Aula Magna Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università degli<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>.<br />

Hanno partecipato: 366 infermieri, 9 assistenti<br />

sanitari, 4 infermieri pe<strong>di</strong>atrici, 94 studenti corso<br />

<strong>di</strong> laurea in infermieristica per un totale<br />

<strong>di</strong> 473 iscritti<br />

Nel 2010 il <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> ha riottenuto<br />

l’accre<strong>di</strong>tamento in <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> Provider<br />

Regionale per la Formazione ECM CPD.<br />

La commissione ha supportato la realizzazione<br />

<strong>di</strong> 13 corsi accre<strong>di</strong>tati ECM (per massimo 30<br />

partecipanti) proposti dalle singole commissioni<br />

(ne sono stati proposti 20 <strong>di</strong> cui 7 annullati per<br />

insufficiente numero <strong>di</strong> iscrizioni). I corsi sono<br />

stati realizzati presso la sede del <strong>Collegio</strong> e vi<br />

hanno complessivamente partecipato 274 professionisti.<br />

E’ stata infine attivata la convenzione a tariffe<br />

<strong>di</strong>mezzate con il <strong>Collegio</strong> Milano-Lo<strong>di</strong> per favorire<br />

l’accesso degli iscritti al programma NursingFad.<br />

COMMISSIONE “FORMAZIONE OPERA-<br />

TORI DI SUPPORTO”<br />

Componenti del Consiglio Direttivo: Li<strong>di</strong>a Tomaselli<br />

(Coor<strong>di</strong>natore), Carla Agazzi, Angelo<br />

Benedetti, Ermellina Zanetti ; componenti esterni:<br />

Lorena Cavagnini, Angela Di Giaimo, Massimo<br />

Paderno, Agnese Scalmati<br />

Obiettivi per il triennio 2009-2011<br />

1. formazione e consulenza nei confronti degli<br />

infermieri che si occupano <strong>di</strong> FOS (formazione<br />

degli operatori <strong>di</strong> supporto);<br />

2. stesura linee guida per la FOS (partendo da<br />

quelle pubblicate dalla Provincia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />

nel 2008);<br />

3. costituzione commissione “formazione operatori<br />

<strong>di</strong> supporto” in seno al Coor<strong>di</strong>namento<br />

Collegi Lombar<strong>di</strong>;<br />

4. <strong>di</strong>alogo e collaborazione con i referenti in<br />

Regione della FOS della formazione degli<br />

operatori <strong>di</strong> supporto e formulare proposte migliorative;<br />

promuovere l’aggiornamento dell’elenco dei<br />

presidenti ed esperto delle commissioni d’esame<br />

alla luce anche <strong>di</strong> quanto previsto dalla delibera<br />

della formazione dell’<strong>AS</strong>A<br />

Attività svolta nel 2010<br />

1. realizzazione <strong>di</strong> due corsi <strong>di</strong> aggiornamento<br />

a completamento del percorso <strong>di</strong> formazione,<br />

confronto e consulenza ai colleghi che si occupano<br />

<strong>di</strong> formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto:<br />

2. criteri <strong>di</strong> valutazione del tirocinio nel percorso<br />

<strong>di</strong> formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto;<br />

3. criteri <strong>di</strong> valutazione nell’esame finale del<br />

percorso formativo <strong>AS</strong>A e OSS;<br />

4. stesura <strong>di</strong> una prima bozza delle linee guida<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 47


Alcuni dei giovani neolaureati presenti alla loro prima Assemblea<br />

in collaborazione con un gruppo <strong>di</strong> colleghi<br />

esperti nella formazione, sperimentazione della<br />

prima versione presso il CFP Vantini” <strong>di</strong><br />

Rezzato.<br />

La Commissione “Formatori Operatori <strong>di</strong> Supporto”<br />

ha iniziato una collaborazione con la<br />

D.G. Sanità, in particolare per la nomina delle<br />

figure <strong>di</strong> Presidente ed Esperto nelle commissioni<br />

degli esami finali OSS e per le modalità<br />

<strong>di</strong> conduzione degli stessi. Un ringraziamento a<br />

tutti i collaboratori che hanno partecipato ai lavori<br />

della commissione, i partecipanti ai corsi <strong>di</strong><br />

formazione che hanno <strong>di</strong> fatto reso interessante<br />

il <strong>di</strong>battito e possibile la crescita del gruppo e il<br />

Consiglio Direttivo che ha sostenuto le proposte<br />

e i lavori della commissione stessa.<br />

COMMISSIONE INFERMIERI STRANIERI<br />

Componenti del Consiglio Direttivo: Benedetti<br />

Angelo (coor<strong>di</strong>natore),Magna Elisa, Rossini<br />

Silvia, Tomaselli Li<strong>di</strong>a: componenti esterni :<br />

Busi Paola, Cavagnini Lorena, Cristea Raluca<br />

Mihaela, , Matteotti Desirè, Pace Stefania.<br />

Docenti <strong>di</strong> italiano: Bassi Sergio, Pattini Chiara,<br />

Paroli Ernesto.<br />

Principali attività anno 2010<br />

• Somministrazione test per la certificazione della<br />

conoscenza della lingua italiana a Infermieri<br />

stranieri che sostengono l’esame d’iscrizione<br />

presso il nostro <strong>Collegio</strong>: n. 47<br />

• Somministrazione test per la certificazione della<br />

conoscenza della lingua italiana a Infermieri<br />

stranieri trasferiti da altro collegio: n. 17<br />

• Colloqui informativi e d’orientamento (anche<br />

telefonici): n. 28<br />

• Inse<strong>di</strong>amento Commissione d’esame: n. 4<br />

(can<strong>di</strong>dati 27 dei quali 17 hanno ricevuto attestazione<br />

<strong>di</strong> idoneità)<br />

• Incontri Commissione: n. 6<br />

• Stranieri inseriti nel percorso <strong>di</strong> “U<strong>di</strong>torato formativo”:<br />

n. 2<br />

• Eventi formativi progettati e realizzati: n. 3<br />

COMMISSIONE LIBERA PROFESSIONE<br />

Componenti del Consiglio Direttivo: Giovanna<br />

Bertoglio (Coor<strong>di</strong>natore), Carla Agazzi, Diego<br />

Amoruso, Anna Maria Iannelli; Componenti<br />

esterni: Augusta Bezzi, Massimiliano Chimini,<br />

Laura Gorni, Francesca Leccar<strong>di</strong>, Gemma Persavalli,<br />

Antonella Sancius, Maria Serina, Agostino<br />

Spagnoli<br />

Principali attività anno 2010<br />

• n° incontri commissione interna: 32<br />

• n° incontri commissione esterna: 5<br />

• n° colloqui in<strong>di</strong>viduali: 50<br />

• Contatti con la cassa ENPAPI per problematiche<br />

riguardanti i singoli professionisti 12<br />

• Richieste <strong>di</strong> pubblicità sanitaria: 5<br />

• Verifica documentazione per apertura/cessazione<br />

stu<strong>di</strong> associati/Cooperative: 3<br />

48 - Comunicazioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


• Eventi formativi: 3<br />

• Gestione dell’elenco Libera Professione.<br />

COMMISSIONE PARERI LEGALI FISCALI<br />

E PROFESSIONALI.<br />

Componenti del Consiglio Direttivo: Stefano<br />

Bazzana (Coor<strong>di</strong>natore), Diego Amoruso, Angelo<br />

Benedetti, Ermellina Zanetti; componenti<br />

esterni: Lucia Calzoni, Marita Goings, Francesca<br />

Leccar<strong>di</strong>, Cristina Razzini<br />

Attività anno 2010<br />

Incontri Commissione: n.5<br />

Incontri con iscritti: n. 14<br />

Redazione Pareri Commissione: n. 43<br />

Redazione Pareri Consulenti: n.9<br />

Pubblicazione pareri: n. 8<br />

COMMISSIONE<br />

PROFESSIONALE<br />

ACCREDITAMENTO<br />

Componenti del Consiglio Direttivo: Moreno<br />

Crotti Partel (Coor<strong>di</strong>natore), Marina Bruna Bertoli,<br />

Elisa Magna, Desiree’ Matteotti; componenti<br />

esterni: Barbara Apollonio, Lorena Cavagnini,<br />

Anna Ferrari, Elena Angela Pasotti, Silvia<br />

Rossini, Maria Angela Rizzieri, Rosaria Susta<br />

2 incontri nell’anno 2010: dopo le <strong>di</strong>missioni<br />

del Coor<strong>di</strong>natore Clau<strong>di</strong>o Prandelli la nuova<br />

Commissione ha ripreso il <strong>di</strong>scorso avviato nell’anno<br />

precedente, perseguendo gli obiettivi <strong>di</strong><br />

sviluppo e crescita della professione attraverso<br />

l’accre<strong>di</strong>tamento professionale.<br />

Il <strong>Collegio</strong> ha inoltre partecipato con propri rappresentanti<br />

agli incontri promossi da vari Enti,<br />

Comitati e Istituzioni in cui è presente.<br />

Il Presidente ha partecipato, unitamente ai Collegi<br />

Lombar<strong>di</strong>, agli incontri e ai tavoli tecni-<br />

ci presso la D.G. Sanità per la definizione del<br />

fabbisogno <strong>di</strong> personale del S.S.R. per l’A.A.<br />

2010/2011 e 2011/2012.<br />

Nell’anno 2010 è stato rilevante l’impegno profuso<br />

dai Collegi Lombar<strong>di</strong> nella causa legale<br />

contro la Regione per il riconoscimento <strong>di</strong> provider<br />

“pubblici” e conseguente riduzione delle<br />

tariffe ECM/CPD, che peraltro ha avuto proprio<br />

in questi giorni un esito positivo.<br />

L’attività del <strong>Collegio</strong> si è inoltre espressa:<br />

• Nei 25 incontri del Consiglio Direttivo per la<br />

realizzazione delle attività istituzionali fra cui<br />

le iscrizioni (243) e le cancellazioni (109) con<br />

un saldo positivo annuale <strong>di</strong> 134 iscritti che<br />

porta il numero complessivo a 7645 (gennaio<br />

2011).<br />

• Nei perio<strong>di</strong>ci incontri delle Commissioni e del<br />

<strong>Collegio</strong> dei Revisori dei Conti per il raggiungimento<br />

degli obiettivi specifici.<br />

• Nella collaborazione con le rappresentanze dei<br />

citta<strong>di</strong>ni e con organizzazioni politiche, sociali,<br />

professionali.<br />

• Nella partecipazione alle Commissioni d’esame<br />

per operatori <strong>di</strong> supporto (2 rappresentanti<br />

per 29 sessioni) su richiesta della Regione e<br />

alle Commissioni <strong>di</strong> Laurea Università Statale<br />

e dell’Università Cattolica (2 rappresentanti<br />

per 33 giornate).<br />

• Nella collaborazione attiva con il Coor<strong>di</strong>namento<br />

Regionale Collegi Lombar<strong>di</strong> (18 incontri).<br />

• Partecipando ai Consigli Nazionali, aderendo<br />

agli in<strong>di</strong>rizzi della Federazione <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> (7 incontri).<br />

Il presidente comunica che nell’ultimo Consiglio<br />

Nazionale è stato approvato il Regolamento per<br />

l’Istituzione dei Coor<strong>di</strong>namenti Regionali e si è<br />

celebrata la medaglia d’oro assegnata dalla Protezione<br />

Civile a CIVES (Infermieri per l’emergenza),<br />

per l’attività svolta in Abruzzo.<br />

Progetti Realizzati<br />

1. Ricerca Multicentrica sull’utilizzo della Contenzione<br />

in Ospedale, RSA, Centri <strong>di</strong> riabilitazione<br />

(Collegi Ipasvi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, Milano e Aosta).<br />

La ricerca ha coinvolto 3281 posti letto in<br />

ambito ospedaliero e 6829 posti letto in RSA<br />

2. Indagine conoscitiva in collaborazione con<br />

Or<strong>di</strong>ne dei me<strong>di</strong>ci sulle attività degli infermieri<br />

che lavorano nell’area delle cure primarie<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 49


Alcuni partecipanti all’Assemblea<br />

Eventi 2010<br />

• Comune <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>: Le sfide future della sanità<br />

bresciana, 16 gennaio 2010<br />

• Convegno UIL: Quale Servizio Infermieristico<br />

in Regione Lombar<strong>di</strong>a, 30 gennaio 2010<br />

• La cura alla fine della vita, Università Cattolica,<br />

20 febbraio 2010<br />

• Giornate 19 e 20 marzo 2010: Attualità e prospettive<br />

della Professione Infermieristica<br />

• Intervento della Vicepresidente al Convegno<br />

“Papilloma Virus”, Darfo Boario T., 17/4/10<br />

• Intervento del Presidente al Convegno nazionale<br />

<strong>di</strong> psicooncologia, <strong>Brescia</strong> 6 maggio 2010<br />

• Intervento al Convegno “In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> complessità”,<br />

Poliambulanza <strong>Brescia</strong><br />

• Intervento al work shop della Federazione su<br />

See&treat, Bologna 10/09/2010.<br />

• Saluto al Convegno Prof. Giulini, Università <strong>di</strong><br />

<strong>Brescia</strong>, 17/09/2010<br />

• Intervento del Presidente al Convegno Cives,<br />

Montichiari 9/10/2010<br />

• Saluto ai Rettori Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />

(25 e 30/10/2010)<br />

• Intervento al Corso Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci (2,9 e 16<br />

ottobre 2010)<br />

• V Conferenza Nazionale <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>, Bologna 6 e<br />

7 ottobre 2010<br />

• Cassa <strong>di</strong> Previdenza ENPAPI, Roma 28 ottobre<br />

2010<br />

• Convegno AIL, <strong>Brescia</strong> 13 novembre 2010<br />

• Intervento del Presidente al Convegno Cisl,<br />

<strong>Brescia</strong> 26/11/2010<br />

Ora la parola passa al tesoriere ma prima voglio<br />

esprimere un sincero ringraziamento ai tanti colleghi<br />

che hanno collaborato nel corso dell’anno<br />

2010, ai consulenti che ci hanno supportato nei<br />

campi specifici (fiscale, legale, informatico, sicurezza,<br />

<strong>qualità</strong>, consulente del lavoro…)<br />

Alla nostra Responsabile della Qualità Marina<br />

Bertoli che ha garantito il rinnovo della Certificazione<br />

del <strong>Collegio</strong> completando il passaggio<br />

alla nuova normativa ISO (16 incontri) e alle<br />

impiegate che garantiscono una continuità <strong>di</strong><br />

presenza e <strong>di</strong> raccordo tra i <strong>di</strong>versi organi del<br />

<strong>Collegio</strong>, i consulenti e gli iscritti.<br />

Il tesoriere Angelo Benedetti passa quin<strong>di</strong> ad<br />

illustrare all’Assemblea, il Ren<strong>di</strong>conto generale<br />

economico finanziario dell’esercizio 2010 e<br />

nello specifico si esaminano dettagliatamente il<br />

ren<strong>di</strong>conto economico-finanziario competenza<br />

2010 ed i residui attivi e passivi al 31.12.2010.<br />

(Pubblicati sul sito)<br />

50 - Comunicazioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Al termine della presentazione del bilancio consuntivo<br />

2010, presenta la sua relazione il presidente<br />

dei revisori dei conti Sig. Vitaliano Tidoni<br />

che conclude esprimendo un giu<strong>di</strong>zio favorevole<br />

sulla veri<strong>di</strong>cità del bilancio consuntivo stesso e<br />

lo pone all’approvazione dell’assemblea degli<br />

iscritti.<br />

Il Presidente si appresta a porre all’approvazione<br />

degli iscritti il Bilancio Consuntivo, che rappresenta<br />

la valorizzazione economica delle attività<br />

svolte.<br />

Il bilancio consuntivo 2010 viene approvato all’unanimità.<br />

Relazione Programmatica Anno 2011<br />

Dal programma triennale…“Sii il cambiamento<br />

che vorresti vedere nel mondo”<br />

Lo sviluppo che la professione ha conosciuto<br />

negli ultimi anni impone al <strong>Collegio</strong> un ruolo<br />

politico e una capacità organizzativa sempre<br />

crescente.<br />

Il mandato è impegnativo ma la sfida è esaltante.<br />

La forza per condurla arriva anche dalla collaborazione<br />

dei molti che nelle varie Commissioni<br />

hanno dato la loro <strong>di</strong>sponibilità e che ringrazio.<br />

COMMISSIONE PER LA REDAZIONE<br />

DELLA RI<strong>VI</strong>STA<br />

Per l’anno 2011 la Commissione TDN intende<br />

mantenere la linea e<strong>di</strong>toriale inaugurata nel<br />

2009 e in particolare la focalizzazione su <strong>di</strong> un<br />

tema <strong>di</strong> particolare rilevanza da un punto <strong>di</strong> vista<br />

professionale, ma ha deciso <strong>di</strong> introdurre nella<br />

rivista una nuova rubrica, chiamata “Fuori Focus”<br />

per dare la possibilità ai colleghi <strong>di</strong> pubblicare<br />

contributi interessanti, anche non attinenti<br />

al tema principale della rivista. La Commissione<br />

ha deciso che l’80% dei contributi sarà relativo<br />

al focus e il restante 20% ad argomento <strong>di</strong>verso.<br />

Dati i problemi, ancora presenti, <strong>di</strong> compatibilità<br />

economica, il Consiglio Direttivo ha deciso che<br />

anche nel 2011 saranno pubblicati due numeri <strong>di</strong><br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing.<br />

Viene riproposto per il 2011 l’obiettivo <strong>di</strong> rilevare<br />

la sod<strong>di</strong>sfazione relativa alla rivista “Tempo<br />

<strong>di</strong> Nursing” attraverso la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> un<br />

questionario che verrà inserito nella rivista e inviato<br />

a tutti gli iscritti.<br />

Nel questionario si chiederà <strong>di</strong> esprimere un giu<strong>di</strong>zio<br />

sui seguenti aspetti riguardanti la rivista:<br />

· Veste grafica e impaginazione<br />

· Interesse per gli articoli<br />

· Utilità della rivista in riferimento all’attività<br />

svolta<br />

· Tempi <strong>di</strong> consegna della posta rispetto alla data<br />

<strong>di</strong> emissione<br />

· Congruità del numero pubblicazioni annue <strong>di</strong><br />

“Tempo <strong>di</strong> Nursing”, anche in relazione alla<br />

pubblicazione <strong>di</strong> “Tempo <strong>di</strong> nursing news”<br />

COMMISSIONE FORMAZIONE<br />

<strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>, opportunità NON obbligo!<br />

Al fine <strong>di</strong> illustrare le finalità e le attività del<br />

collegio agli studenti del Corso <strong>di</strong> Laurea la<br />

commissione, sentiti i due coor<strong>di</strong>natori del Corso<br />

(Università Statale e Università Cattolica) ha<br />

proposto “<strong>di</strong> mettere in scena” le attività del<br />

Consiglio Direttivo del <strong>Collegio</strong> Ipasvi, in<br />

cui emergano alcune delle competenze del<br />

<strong>Collegio</strong>.<br />

L’iniziativa è rivolta agli studenti del secondo e<br />

del terzo anno <strong>di</strong> corso.<br />

Obiettivi 2011<br />

• Convegno per infermieri, assistenti sanitari,<br />

infermieri pe<strong>di</strong>atrici, educatori professionali,<br />

logope<strong>di</strong>sti, fisioterapisti e me<strong>di</strong>ci. 30 ° Congresso<br />

Nazionale A.N.I.N. La ricerca e gli outcome<br />

<strong>di</strong> salute: i risultati degli infermieri 4- 5<br />

marzo 2011, 9 cre<strong>di</strong>ti ECM<br />

• Convegno per infermieri: “L’utilizzo della contenzione<br />

fisica nella pratica clinica: cambiare<br />

è possibile!” <strong>Brescia</strong>, 19 maggio 2011 dalle<br />

14,00 alle 20,00. 4,5 cre<strong>di</strong>ti ECM<br />

• In collaborazione con Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci <strong>Brescia</strong>,<br />

<strong>Collegio</strong> Ostetriche <strong>Brescia</strong>, Me<strong>di</strong>ci senza<br />

Frontiere, Save the children, Emergency,<br />

Me<strong>di</strong>cus Mun<strong>di</strong>. Convegno per me<strong>di</strong>ci, infermieri,<br />

assistenti sanitari, infermieri pe<strong>di</strong>atrici,<br />

ostetriche “Fragilità, povertà e <strong>di</strong>ritto alla salute<br />

nelle età della vita” . <strong>Brescia</strong>, 22 ottobre<br />

2011 dalle 8,30 alle 17,30 - 6 cre<strong>di</strong>ti ECM<br />

COMMISSIONE “FORMAZIONE OPERA-<br />

TORI DI SUPPORTO”<br />

Obiettivi Anno 2011<br />

1. Estendere la collaborazione ad altri centri <strong>di</strong><br />

Formazione per l’applicazione/adozione delle<br />

linee guida nel progetto formativo dei corsi<br />

<strong>AS</strong>A e OSS;<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 51


2. Pubblicare l’elenco dei Presidenti ed Esperti<br />

<strong>di</strong> commissione esami <strong>AS</strong>A e OSS e iniziare<br />

l’affiancamento dei nuovi presidenti con<br />

esperti e viceversa per facilitare l’inserimento<br />

dei nuovi componenti;<br />

3. Continuare la collaborazione con la DG<br />

Sanità della Regione.<br />

Formazione sul campo:<br />

A elaborazione/completamento delle linee guida<br />

per la formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto;<br />

B gli obiettivi del tirocinio degli operatori <strong>di</strong><br />

supporto;<br />

Corsi <strong>di</strong> formazione:<br />

• La progettazione della formazione degli adulti;<br />

• Il tirocinio nella formazione degli operatori <strong>di</strong><br />

supporto (rie<strong>di</strong>zione);<br />

• La formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto: proposta<br />

<strong>di</strong> linee guida per l’insegnamento nelle<br />

aree “igienico sanitaria” e “tecnico operativa”.<br />

OBIETTI<strong>VI</strong> 2011 COMMISSIONE INFER-<br />

MIERI STRANIERI<br />

1. Favorire l’iscrizione al <strong>Collegio</strong> Provinciale<br />

<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> degli infermieri stranieri in possesso<br />

degli standard formativi e professionali<br />

previsti dalla normativa.<br />

2. Facilitare la preparazione all’esame d’iscrizione<br />

dell’infermiere straniero e contribuire<br />

alla sua crescita professionale.<br />

3. Promuovere l’acquisizione <strong>di</strong> conoscenze inerenti<br />

la legislazione sanitaria, la deontologia<br />

e l’esercizio professionale responsabile in<br />

Italia.<br />

4. Favorire la conoscenza del contesto d’esercizio<br />

professionale infermieristico in Italia,<br />

sviluppare e consolidare la conoscenza del<br />

linguaggio tecnico scientifico sanitario dei<br />

colleghi stranieri al fine <strong>di</strong> facilitarne l’integrazione<br />

nel contesto italiano.<br />

5. Vigilare sulla sussistenza dei requisiti d’iscrizione<br />

all’Albo.<br />

6. Promuovere la crescita culturale e professionale<br />

degli infermieri stranieri iscritti e/o in<br />

attesa <strong>di</strong> iscrizione presso <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>-BS.<br />

2. Nuova gestione e pubblicazione dell’elenco.<br />

3. Progettazione <strong>di</strong> eventi formativi.<br />

4. Incontri con Or<strong>di</strong>ne dei Farmacisti e Or<strong>di</strong>ne<br />

dei Me<strong>di</strong>ci.<br />

COMMISSIONE PARERI LEGALI FISCA-<br />

LI E PROFESSIONALI OBIETTI<strong>VI</strong> 2011<br />

1. Rispondere ai quesiti, segnalare le fonti <strong>di</strong><br />

risposta, incontrare gli iscritti, e risolvere le<br />

questioni riguardanti l’esercizio della Professione<br />

infermieristica.<br />

2. Mantenere il servizio <strong>di</strong> consulenza on line.<br />

3. Formulazione dei pareri da parte del Presidente<br />

del <strong>Collegio</strong>, in collaborazione con i<br />

Consiglieri e con altri professionisti nostri<br />

consulenti.<br />

4. Effettuare una ricognizione dei quesiti proposti<br />

dagli iscritti e costituire un dossier sull’attività<br />

<strong>di</strong> consulenza.<br />

5. Pubblicare il Quesito del Mese.<br />

COMMISSIONE ACCREDITAMENTO<br />

PROFESSIONALE OBIETTI<strong>VI</strong> 2011<br />

1. Formazione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> professionisti all’uso<br />

e alla valutazione degli strumenti <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento<br />

2. Avvio certificazione della competenza.<br />

3. Attraverso l’introduzione dello strumento<br />

scelto tra i professionisti iscritti all’albo, si<br />

vogliono porre le basi per una modalità operativa.<br />

Progetti 2011<br />

Il presidente illustra brevemente i due progetti in<br />

corso, già descritti sugli ultimi numeri <strong>di</strong> Tempo<br />

<strong>di</strong> Nursing News:<br />

Installazione nuovo software interno <strong>di</strong> gestione<br />

degli iscritti<br />

COMMISSIONE LIBERA PROFESSIONE<br />

OBIETTI<strong>VI</strong> 2011.<br />

1. Mappatura/controllo dei Liberi Professionisti<br />

sul territorio.<br />

52 - Comunicazioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


e attivazione dell’area riservata per gli iscritti<br />

Il presidente comunica agli iscritti che la <strong>di</strong>minuzione<br />

del numero delle due riviste resa obbligatoria<br />

dall’aumento dei costi (quasi triplicati!)<br />

previsti dalla manovra finanziaria, sarà compensata<br />

con altri mezzi. Coerentemente con quanto<br />

<strong>di</strong>chiarato nel programma presentato agli iscritti,<br />

si continuerà a fare informazione attraverso<br />

articoli e comunicati stampa (ve<strong>di</strong> rassegna<br />

stampa su www.ipasvibs.it). Il sito stesso, revisionato<br />

e costantemente aggiornato, rappresenta<br />

un formidabile strumento <strong>di</strong> comunicazione<br />

sia con i professionisti sia con i citta<strong>di</strong>ni (420<br />

aggiornamenti e oltre 40.000 accessi nel corso<br />

del 2010). Per quanto riguarda la Formazione<br />

a Distanza il presidente ricorda i due progetti<br />

FAD promossi dalla Federazione <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>. Uno,<br />

completamente gratuito e già attivo dalla metà<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre, “Med In Fad” (sull’home page del<br />

sito www.ipasvi.it), realizzato in collaborazione<br />

con la Federazione Or<strong>di</strong>ni dei Me<strong>di</strong>ci e Ministero<br />

della Salute. Il secondo, promosso da <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong><br />

e Gutemberg (Giunti, Firenze) con il patrocinio<br />

dell’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità, avrà invece un<br />

costo calmierato e prevede l’impiego <strong>di</strong> filmati e<br />

lezioni au<strong>di</strong>o realizzate da colleghi esperti nelle<br />

varie tematiche.<br />

prendono la parola i seguenti partecipanti all’assemblea:<br />

BAZZOLI LAURA: definisce molto bello il filmato<br />

con la lettura <strong>di</strong> alcuni articoli del Co<strong>di</strong>ce<br />

Deontologico, in proposito propone un’indagine<br />

per conoscere, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 12 anni dall’emanazione<br />

del secondo Co<strong>di</strong>ce Deontologico degli<br />

infermieri e dell’ultima revisione del 2009,<br />

come sono percepiti i suoi contenuti dai citta<strong>di</strong>ni<br />

e dagli infermieri. Cosa percepisce <strong>di</strong> ricevere il<br />

citta<strong>di</strong>no e cosa percepiscono <strong>di</strong> dare gli infermieri<br />

che lavorano nelle varie realtà bresciane:<br />

ospedaliere, territoriali, sociosanitarie eccetera.<br />

CERIONI ELETTRA: fa riferimento alla sua<br />

esperienza professionale che l’ha portata a stu<strong>di</strong>are<br />

a Colonia e lavorare in Svizzera molti anni<br />

fa dove i suoi titoli <strong>di</strong> infermiera e assistente sanitaria<br />

non erano stati riconosciuti e si auspica<br />

che si lavori perché questo avvenga.<br />

FENOTTI ADRIANO: chiede<br />

1) informazioni rispetto al riconoscimento delle<br />

competenze delle assistenti sanitarie <strong>di</strong> nuova<br />

formazione e tecnici della prevenzione;<br />

2) la possibilità che si attivi una commissione a<br />

livello regionale al fine <strong>di</strong> razionalizzare le risor-<br />

Il tesoriere Benedetti passa quin<strong>di</strong> ad illustrare<br />

il Bilancio Previsionale 2011, che rappresenta la<br />

valorizzazione economica delle attività da sostenere<br />

nell’anno.<br />

Discussione<br />

Il tesoriere Angelo Benedetti<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 53


La Vicepresidente Ermellina Zanetti<br />

se, per la costruzione <strong>di</strong> linee guida e procedure<br />

che possano essere poi utilizzate in tutte le aziende<br />

ospedaliere del territorio regionale stesso.<br />

In proposito il Presidente Bazzana risponde rispetto<br />

al primo punto che nella nostra provincia<br />

sta aumentando il numero <strong>di</strong> iscrizioni delle<br />

assistenti sanitarie <strong>di</strong> nuova formazione anche<br />

grazie al fatto che il corso è inserito all’interno<br />

della nostra Università e fa parte della IV classe<br />

<strong>di</strong> lauree della prevenzione (è uscito dalla classe<br />

<strong>di</strong> laurea infermieristica e ostetrica. Esiste nella<br />

realtà una certa confusione rispetto alla loro<br />

collocazione, motivo che aveva portato la Federazione<br />

Nazionale ad esprimere parere negativo<br />

rispetto alla loro iscrizione nei Collegi provinciali.<br />

Attualmente, in attesa della riforma or<strong>di</strong>nistica,<br />

l’obbligo <strong>di</strong> iscrivere gli assistenti sanitari<br />

<strong>di</strong> nuova formazione è rimasto. Rispetto alle loro<br />

prestazioni, sei dei quesiti posti al <strong>Collegio</strong>, con<br />

i relativi pareri della commissione pareri legali e<br />

fiscali, sono stati formulati da assistenti sanitarie<br />

laureate lo scorso anno. I quesiti si concentrano<br />

sulla possibilità <strong>di</strong> svolgere o meno prestazioni<br />

infermieristiche come i prelievi e le me<strong>di</strong>cazioni.<br />

La Regione Emilia Romagna, <strong>di</strong>mostrando<br />

una certa apertura, nel piano vaccini ha previsto<br />

che questi vengano somministrati anche dalle<br />

assistenti sanitarie, ma esistono <strong>di</strong>fferenze fra<br />

Regione e Regione.<br />

Il <strong>Collegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, preso atto <strong>di</strong> documenti<br />

fra cui la circolare n°3/2008 della Federazione<br />

Nazionale, del parere del consulente legale del<br />

<strong>Collegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> avvocato Gamba e della posizione<br />

dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> ha espresso il parere<br />

che le assistenti sanitarie <strong>di</strong> nuova formazione<br />

possano eseguire tutto quanto previsto dal loro<br />

or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong>dattico e si auspica che la riforma<br />

or<strong>di</strong>nistica in corso sciolga questi no<strong>di</strong>.<br />

Rispetto al secondo punto il presidente afferma<br />

che riferirà della proposta all’interno del Coor<strong>di</strong>namento<br />

Collegi Lombar<strong>di</strong> e proporrà che come<br />

prima linea guida possa essere proposta quella<br />

sulle contenzioni fisiche (mezzi <strong>di</strong> protezione<br />

e tutela) alla luce del lavoro <strong>di</strong> ricerca fatto dai<br />

due maggiori Collegi della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

in collaborazione con il <strong>Collegio</strong> <strong>di</strong> Aosta.<br />

MIGHETTI PIETRO: chiede al <strong>Collegio</strong>, ma<br />

meglio ancora alla Federazione Nazionale,<br />

come sia possibile rispondere rispetto ad alcune<br />

affermazioni ritenute lesive per la professione<br />

infermieristica. Si riferisce in particolare ad una<br />

informazione data in un telegiornale RAI, in cui<br />

si parlava <strong>di</strong> lavori manuali come l’idraulico, il<br />

muratore e sullo stesso piano gli infermieri e le<br />

badanti. Affermazione che non tiene conto del<br />

percorso formativo e delle responsabilità profes-<br />

54 - Comunicazioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


sionali degli infermieri rispetto alle altre attività<br />

citate. L’assemblea con<strong>di</strong>vide quanto affermato<br />

dal collega e lo sottolinea con un applauso.<br />

Bazzana risponde che sia come <strong>Collegio</strong> che<br />

come Federazione si cerca <strong>di</strong> rispondere a questo<br />

genere <strong>di</strong> informazioni, cercando tuttavia <strong>di</strong><br />

evitare l’effetto boomerang, che venga cioè ancora<br />

più enfatizzato il messaggio negativo per<br />

la professione. Rassicura i presenti che ci sono<br />

anche informazioni positive sulla professione<br />

infermieristica e cita ad esempio una recente ricerca<br />

dell’università Cattolica <strong>di</strong> Milano che riconosce<br />

la professione infermieristica fra quelle<br />

intellettuali in crescita e con maggiori sbocchi in<br />

futuro. A questa ricerca è stato dato ampio risalto<br />

sui quoti<strong>di</strong>ani nazionali.<br />

DI MEO SIMONETTA: ringrazia per il lavoro<br />

svolto dal Consiglio Direttivo perché riconosce<br />

che <strong>di</strong>etro la presentazione delle attività svolte<br />

c’è molto impegno e molte ore <strong>di</strong> lavoro. Si <strong>di</strong>chiara<br />

contenta per l’approvazione del regolamento<br />

dei Coor<strong>di</strong>namenti regionali da parte della<br />

Federazione Nazionale perché conferisce loro<br />

un ruolo istituzionale. Ricorda che in Lombar<strong>di</strong>a<br />

abbiamo sperimentato e apprezzato il ruolo ed<br />

il contributo dell’osservatorio delle professioni<br />

sanitarie. Apprezza quin<strong>di</strong> che il coor<strong>di</strong>namento<br />

dei collegi lombar<strong>di</strong> possa interfacciarsi con<br />

le istituzioni regionali. Per esempio nel 2003<br />

l’osservatorio delle professioni sanitarie aveva<br />

avuto un ruolo <strong>di</strong> orientamento per le aziende<br />

nella definizione dei Piani Organizzativi Aziendali.<br />

Di Meo esprime la sua preoccupazione per<br />

quest’anno in quanto le aziende dovranno ripresentare<br />

i nuovi piani organizzativi aziendali e<br />

si chiede se il Coor<strong>di</strong>namento regionale possa<br />

interfacciarsi con la Regione in rappresentanza<br />

dei <strong>di</strong>rigenti SITRA.<br />

Ricorda che il tentativo <strong>di</strong> costituire un coor<strong>di</strong>namento<br />

dei <strong>di</strong>rigenti SITRA non è stato gra<strong>di</strong>to<br />

dalla Regione, ma lei ritiene che i <strong>di</strong>rigenti SI-<br />

TRA infermieri possano essere ben rappresentati<br />

dai Collegi e dal Coor<strong>di</strong>namento dei Collegi<br />

Lombar<strong>di</strong>.<br />

Bazzana risponde che uno degli obiettivi principale<br />

del Coor<strong>di</strong>namento è proprio quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare<br />

con la Regione, motivo per cui a fronte <strong>di</strong><br />

molte <strong>di</strong>fficoltà ha cercato <strong>di</strong> rimanere compatto.<br />

Cita alcune tematiche che hanno trovato delle risposte<br />

positive da parte della Regione stessa ed<br />

altre che sono tutt’ora in sospeso. Per esempio,<br />

sul decreto ECM che ha classificato Or<strong>di</strong>ni e<br />

Collegi con le società profit che fanno formazione,<br />

portando ad un considerevole aumento delle<br />

quote da versare per ogni corso e convegno, il<br />

coor<strong>di</strong>namento ha presentato ricorso e per ora<br />

ha ottenuto che per il 2011 venissero riviste le<br />

quote da versare. Rimane in sospeso la riduzione<br />

delle quote relative all’anno 2010.<br />

Bazzana riferisce che non sempre per gli Or<strong>di</strong>ni<br />

e i Collegi <strong>di</strong>alogare con le istituzioni regionali<br />

è facile, ma l’impegno c’è. Sul sito del collegio<br />

<strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> sono pubblicate alcune note<br />

rispetto a quanto intrapreso con la DG Sanità,<br />

con l’assessore <strong>Brescia</strong>ni, con il Dr. Lucchina.<br />

Informa infine che è stata richiesta la ricostituzione<br />

dell’osservatorio delle professioni sanitarie<br />

o l’istituzione <strong>di</strong> un vero e proprio Servizio<br />

Infermieristico regionale.<br />

Non essendoci altri interventi da parte dei colleghi<br />

presenti in sala il Presidente <strong>di</strong>chiara concluso<br />

il <strong>di</strong>battito e rivolge un ringraziamento a tutti<br />

i partecipanti all’assemblea, ai professionisti che<br />

collaborano con il <strong>Collegio</strong> in <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> consulenti<br />

e a tutti gli iscritti che partecipano, in vario<br />

modo, alla vita del <strong>Collegio</strong>. Chiede <strong>di</strong> poter<br />

procedere alle votazioni per alzata <strong>di</strong> mano.<br />

Il bilancio preventivo 2011 è approvato all’unanimità<br />

dei presenti.<br />

Valutati gli obiettivi proposti e i risultati da raggiungere,<br />

alla luce della continuità e dell’impegno<br />

del Consiglio Direttivo, si chiede la fiducia<br />

agli iscritti per proseguire nella gestione del<br />

<strong>Collegio</strong>.<br />

Grazie per l’attenzione!<br />

Stefano Bazzana<br />

Presidente <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>Brescia</strong><br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 55


A tutti i liberi professionisti<br />

Come anticipato sulle ultime riviste inviate è<br />

<strong>di</strong>sponibile sul sito Internet del <strong>Collegio</strong> l’Area<br />

riservata agli iscritti.<br />

Ti chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> accedervi, seguire le in<strong>di</strong>cazioni<br />

riportate per la registrazione e aggiornare in<br />

tempo reale i tuoi dati.<br />

Se non <strong>di</strong>sponi <strong>di</strong> un accesso ad Internet, chiama<br />

la Segreteria del <strong>Collegio</strong> (030.291478) per farti<br />

inviare via fax il modulo <strong>di</strong> aggiornamento.<br />

Con un elaborato sul tema: “L’infermiere<br />

e l’educazione sanitaria ai citta<strong>di</strong>ni: una<br />

proposta per la <strong>di</strong>ffusione della cultura della<br />

donazione d’organo”, il collega bresciano<br />

Gianluca Raineri ha vinto il Memorial<br />

Riccardo Maggi organizzato dal <strong>Collegio</strong><br />

infermieri <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> della Spezia.<br />

Il <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> è lieto <strong>di</strong> complimentarsi<br />

con l’autore oltre che per l’originale<br />

contributo fornito alla comunità professionale,<br />

anche per l’aver reso tangibile e<br />

concreta la norma espressa dall’articolo 40<br />

del Co<strong>di</strong>ce Deontologico dell’Infermiere.<br />

La cerimonia <strong>di</strong> premiazione si è svolta nell’ambito<br />

dei lavori dell’assemblea or<strong>di</strong>naria<br />

del collegio spezzino, avvenuta il 31 marzo.<br />

56 - Comunicazioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Fuori Focus<br />

L’evoluzione delle competenze tecnico-specifiche<br />

ed etico-deontologiche dell’infermiere<br />

nel rinnovato scenario del servizio sanitario<br />

<strong>di</strong> Agazzi Carla*, Barboncini Patrizia*, Leni Luciano*, Meneghetti Orietta*,<br />

Rota Maria*, Guindani Marilena**, Lorenzini Aldo***<br />

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, una sintesi della relazione<br />

che ha valso ai colleghi dell’Azienda Ospedaliera Desenzano del<br />

Garda Presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Manerbio/Leno, il 3° premio al concorso letterario<br />

del <strong>Collegio</strong> Ipasvi Città <strong>di</strong> Ragusa anno 2010.<br />

La Redazione<br />

“Se vuoi costruire una nave non radunare uomini<br />

per raccogliere il legno e <strong>di</strong>stribuire compiti,<br />

ma insegna loro la nostalgia del mare<br />

ampio e infinito”<br />

Antoine De Saint Exupéry<br />

Introduzione<br />

I profon<strong>di</strong> cambiamenti della professione infermieristica,<br />

in particolare dagli anni 90 ad oggi, il<br />

graduale inserimento degli OSS, hanno evidenziato<br />

più volte, per entrambi, ma in particolare<br />

per l’infermiere, un parziale ruolo d’appren<strong>di</strong>sta<br />

dove ognuno ha imparato tramite la partecipazione<br />

a <strong>pratiche</strong> esperte prendendo parte ad una<br />

comunità; man mano che ognuno apprende trasforma<br />

anche la sua identità, non acquisisce solo<br />

competenze ma un nuovo modo <strong>di</strong> dar valore<br />

alla sua esperienza e <strong>di</strong> vivere il suo lavoro.<br />

Per accompagnare e sostenere questi processi <strong>di</strong><br />

cambiamento è necessario un programma for-<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Fuori Focus - 57


mativo al fine <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare le comunità professionali,<br />

sviluppandosi e mo<strong>di</strong>ficandosi poiché<br />

sono messe nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> trasformare il<br />

contesto lavorativo potenziandolo apprendendo<br />

dalle proprie esperienze in<strong>di</strong>viduali.<br />

In quanto pratica professionale, una forma <strong>di</strong><br />

conoscenza e <strong>di</strong> etica socialmente organizzata,<br />

l’infermieristica deve far fronte continuamente<br />

alla sfida <strong>di</strong> svilupparsi, apprendendo dall’esperienza<br />

e trasmettendo quanto acquisito nei contesti<br />

reali. Diventare un membro partecipante<br />

della pratica infermieristica implica l’intenzione<br />

<strong>di</strong> prestare aiuto e l’impegno nello svolgimento<br />

<strong>di</strong> attività assistenziali. Purtroppo, ancor oggi<br />

l’infermieristica deve far fronte ad un’acuta<br />

carenza <strong>di</strong> personale e, poiché le attività assistenziali<br />

eccellenti hanno carattere relazionale<br />

e contestuale, il clinico non può assicurare lo<br />

stesso risultato essendo vincolato al livello <strong>di</strong><br />

collaborazione, alle risorse, alle strutture ed ai<br />

processi organizzativi <strong>di</strong>sponibili.<br />

I cambiamenti avvenuti nell’ambito professionale<br />

riconoscono l’importanza dei <strong>di</strong>ritti fondamentali<br />

della persona dove sinergicamente<br />

convergono le varie figure sanitarie che devono<br />

garantire le profonde istanze etiche oggi espresse<br />

a livello sociale e devono promuovere un’idea<br />

<strong>di</strong> salute che, trascendendo la sola sfera biologica,<br />

si confronta sempre più con i connotati che<br />

la caratterizzano sul piano psichico, relazionale<br />

e sociale. Per gli infermieri, questo significa la<br />

capacità <strong>di</strong> trovare nel Profilo Professionale, nel<br />

Co<strong>di</strong>ce Deontologico e nell’or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong>dattico,<br />

spunti originali <strong>di</strong> riflessione e confronto<br />

in grado <strong>di</strong> offrire ulteriore slancio e vigore ad<br />

un esercizio professionale che, oggi, anche a<br />

fronte dei con<strong>di</strong>zionamenti economici e della<br />

spinta all’assiomatizzazione (proceduralizzazione)<br />

dell’assistenza, trascina con sé un rischio del<br />

tutto evidente: quello <strong>di</strong> esercitare un’assistenza<br />

anonima ed astratta, sostenuta sui soli mezzi (le<br />

<strong>di</strong>sponibilità scientifiche e le <strong>di</strong>sponibilità economiche)<br />

e non anche sui “mo<strong>di</strong>” (i valori e la<br />

personalizzazione dell’assistenza), che, privilegiando<br />

le conoscenze e la tecnologia, riduce le<br />

effettività esistenziali della persona malata all’interno<br />

degli schemi analitico-classificatori del<br />

sapere positivo appiattendo, in ultima analisi, i<br />

valori <strong>di</strong> riferimento che debbono ispirare il corretto<br />

esercizio professionale.<br />

L’elaborato, nel suo svolgimento, tratta l’analisi<br />

dell’evoluzione delle competenze dell’infermiere<br />

secondo una speculazione legislativa, eticodeontologica,<br />

emozionale e dettaglia ogni aspetto<br />

nei successivi punti.<br />

L’evoluzione della professione infermieristica<br />

e del personale <strong>di</strong> supporto all’assistenza<br />

E’ necessaria una sintetica trattazione legislativa<br />

per spiegare l’evoluzione della figura infermieristica<br />

e degli operatori <strong>di</strong> supporto all’assistenza<br />

per consentire una migliore comprensione dei<br />

ruoli che queste figure sono chiamate ad esercitare<br />

nella sanità <strong>di</strong> oggi.<br />

Partendo dal 1990, gli infermieri da una professione<br />

ausiliaria, sono giunti ad una professione<br />

sanitaria, formata in Università, con un campo<br />

proprio <strong>di</strong> autonomia e responsabilità.<br />

Il Decreto MURST 02/12/1991 autorizza le<br />

Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia ad istituire il<br />

Diploma Universitario in Scienze Infermieristiche.<br />

Con questo avvento avviene una svolta per<br />

gli infermieri italiani che puntano ad un duplice<br />

obiettivo cioè, l’affermazione dell’assistenza infermieristica<br />

come <strong>di</strong>sciplina scientifica autonoma<br />

e la promozione <strong>di</strong> una cultura professionale<br />

in grado <strong>di</strong> contribuire significativamente ad<br />

elevare il livello qualitativo dei servizi sanitari.<br />

58 - Fuori Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Il Dlgs n° 502 del 30/12/1992 e le sue integrazioni<br />

Dlgs n° 517 del 07/12/1993, rappresenta la<br />

seconda grande svolta per il Servizio Sanitario<br />

Nazionale (SSN), ma anche la prima pietra del<br />

processo evolutivo della professione infermieristica.<br />

Tale decreto da il via su tutto il territorio<br />

nazionale alla formazione <strong>di</strong> primo livello <strong>di</strong> infermieristica<br />

in ambito universitario, sopprime<br />

le scuole regionali ed inoltre richiede l’obbligo<br />

<strong>di</strong> un <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> scuola secondaria superiore<br />

<strong>di</strong> secondo grado per l’accesso ai relativi corsi.<br />

Con il Decreto MURST 02/04/2001 si può affermare<br />

che inizia il decollo del corso completo per<br />

la formazione infermieristica universitaria. Sono<br />

istituite le lauree triennali e specialistiche delle<br />

professioni sanitarie con i relativi or<strong>di</strong>namenti<br />

<strong>di</strong>dattici ed è permesso alla formazione infermieristica<br />

<strong>di</strong> svilupparsi lungo tutto il percorso<br />

previsto dal DM n° 509/99.<br />

Sul versante dell’esercizio della professione si<br />

raggiunge un traguardo importante nell’estate<br />

del 1994 con l’approvazione del DM n° 739 del<br />

14/09/1994; tra il 1994 e il 1999 il profilo ha<br />

sostenuto una crescita professionale basata sulla<br />

consapevolezza <strong>di</strong> fornire alla collettività un<br />

contributo significativo per la salute. Tale decreto<br />

non abolisce formalmente il “mansionario”<br />

del 1974, ma riconosce all’infermiere responsabilità<br />

ampie e <strong>di</strong> grande rilievo.<br />

Con la Legge n° 42 del 26/02/1999 il profilo<br />

dell’infermiere afferma finalmente il suo ruolo<br />

<strong>di</strong> protagonista nello sviluppo della professione<br />

infermieristica. Abolendo il termine “ausiliaria”,<br />

l’infermiere è riconosciuto come professionista<br />

sanitario autonomo, responsabile dell’assistenza<br />

infermieristica, funzione complementare alla<br />

me<strong>di</strong>cina insieme alla quale, a pari <strong>di</strong>gnità, contribuisce<br />

a tutelare la salute in<strong>di</strong>viduale e della<br />

collettività. Altro argomento car<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questa<br />

legge è nel secondo punto dell’art. 1: “alla data<br />

<strong>di</strong> entrata in vigore… è abrogato il regolamento<br />

approvato con DPR n° 225 del 14/03/1974 ad<br />

eccezione delle <strong>di</strong>sposizioni previste dal titolo<br />

V (infermiere generico)…. Il campo proprio <strong>di</strong><br />

attività e responsabilità delle professioni sanitarie……è<br />

determinato dai contenuti dei decreti<br />

ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali<br />

e dagli or<strong>di</strong>namenti <strong>di</strong>dattici dei rispettivi<br />

corsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ploma universitario <strong>di</strong> formazione<br />

post-base, nonché degli specifici co<strong>di</strong>ci deontologici,<br />

fatte salve le competenze previste per le<br />

professioni me<strong>di</strong>che e per le altre professioni del<br />

ruolo sanitario ove è richiesto il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> laurea,<br />

nel rispetto delle specifiche competenze”.<br />

La legge n° 42/99 stabilisce anche l’equipollenza<br />

dei <strong>di</strong>plomi universitari con quelli conseguiti<br />

in base alla precedente normativa, sia per l’esercizio<br />

professionale sia per l’accesso alla formazione<br />

post-base.<br />

Nell’anno 2000 è emanata la Legge n° 251 del<br />

10/08/2000 che sancisce l’autonomia professionale<br />

nelle funzioni previste dal profilo professionale<br />

e dal co<strong>di</strong>ce deontologico e <strong>di</strong>spone<br />

l’adozione <strong>di</strong> metodologia <strong>di</strong> pianificazione dell’assistenza<br />

per obiettivi. L’art. 7, inoltre, riconosce<br />

la possibilità alle aziende sanitarie <strong>di</strong> istituire<br />

il servizio dell’assistenza infermieristica ed<br />

ostetrica e <strong>di</strong> attribuire l’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigente del<br />

medesimo servizio a queste figure, ai fini <strong>di</strong> migliorare<br />

l’assistenza e la qualificazione delle risorse.<br />

Altra conseguenza del tutto inevitabile sarà<br />

data dall’istituzione delle cattedre <strong>di</strong>sciplinari e<br />

dei vari concorsi per l’insegnamento universitario<br />

(Benci L., 2005). La Legge n° 43/2006 art. 6<br />

contiene <strong>di</strong>sposizioni molto importanti ai fini <strong>di</strong><br />

questa trattazione, stabilisce l’articolazione del<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Fuori Focus - 59


personale laureato appartenente alle professioni<br />

sanitarie e <strong>di</strong>chiara possibile l’istituzione della<br />

funzione <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento da parte delle organizzazioni<br />

sanitarie e socio-sanitarie pubbliche<br />

interessate con relativi criteri d’attribuzione.<br />

Presentiamo ora i presupposti che hanno permesso<br />

<strong>di</strong> approdare alla definizione del profilo<br />

<strong>di</strong> un operatore socio sanitario (OSS) promosso<br />

su tutto il territorio nazionale. Dalla metà<br />

degli anni settanta si è registrata la tendenza ad<br />

affidare i compiti <strong>di</strong> assistenza infermieristica<br />

esclusivamente all’infermiere. Nel 2001, nasce<br />

una figura <strong>di</strong> supporto dell’assistenza sanitaria e<br />

sociale, che sarà introdotta nelle organizzazioni.<br />

La necessità <strong>di</strong> avere l’OSS è in relazione a molteplici<br />

motivi legati sia a situazioni tendenti ad<br />

un uso ottimale delle risorse, alla valorizzazione<br />

dei professionisti, che hanno accresciuto le loro<br />

conoscenze ed il patrimonio cognitivo attraverso<br />

l’avvento della formazione universitaria, sia per<br />

la carenza <strong>di</strong> personale infermieristico, sia per<br />

motivi economici.<br />

L’OSS nasce come evoluzione <strong>di</strong> altre figure <strong>di</strong><br />

supporto; con il provve<strong>di</strong>mento della Conferenza<br />

Stato-Regioni 22 febbraio 2001 sono stati definiti<br />

sia il profilo professionale sia l’iter formativo.<br />

Da ultimo, registriamo il recente Decreto<br />

Legge n° 402 del 12/11/2001, convertito in Legge<br />

il 08/01/2002 dove demanda al Ministro della<br />

Salute <strong>di</strong> regolamentare con decreto le figure<br />

“<strong>di</strong> operatori professionali dell’area sanitaria da<br />

formare attraverso corsi a cura della regione” .<br />

Per quanto riguarda l’ampliamento del contesto<br />

operativo, il provve<strong>di</strong>mento della Conferenza<br />

Stato-Regioni, specifica che l’OSS svolge la sua<br />

attività sia nel settore sociale sia in quello sanitario,<br />

residenziale e semiresidenziale, in ambiente<br />

ospedaliero e a domicilio dell’utente. L’OSS,<br />

rispetto agli altri operatori <strong>di</strong> supporto all’assistenza,<br />

non è più un puro esecutore <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni, ma<br />

ha degli spazi <strong>di</strong> autonomia. Nel profilo si parla<br />

<strong>di</strong> “proprie aree <strong>di</strong> competenza” e sono elencate<br />

le principali attività previste usando sia verbi<br />

che in<strong>di</strong>cano attività autonome (assiste, realizza,<br />

cura, mette in atto...), sia verbi che in<strong>di</strong>cano collaborazione<br />

con il personale sanitario e sociale<br />

(coa<strong>di</strong>uva, collabora, concorre...).<br />

Il 22/10/2002 la Direzione Generale Sanità ha<br />

sottoscritto con le OO.SS. Regionali un accordo<br />

riguardante “L’inserimento lavorativo del personale<br />

con qualifica <strong>di</strong> OSS” richiamando le prime<br />

linee guida elaborate dall’Osservatorio delle<br />

Professioni Sanitarie, nelle quali si prevedeva,<br />

come intervento per fronteggiare la carenza <strong>di</strong><br />

personale infermieristico, l’inserimento degli<br />

OSS. L’accordo sindacale succitato presumeva<br />

inoltre sperimentazioni aziendali orientate a definire<br />

modelli assistenziali nei quali trovassero<br />

giusta collocazione agli OSS. L’Osservatorio<br />

delle Professioni Sanitarie coinvolto fin dall’inizio,<br />

è stato chiamato ad elaborare le prime<br />

in<strong>di</strong>cazioni per l’inserimento <strong>di</strong> questa figura.<br />

Queste sono state oggetto <strong>di</strong> confronto con le<br />

OO.SS. Regionali ed i Collegi <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>. Lo specifico<br />

documento elaborato per l’attribuzione all’OSS<br />

<strong>di</strong> compiti funzionali ai processi <strong>di</strong> lavoro<br />

60 - Fuori Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


infermieristici, <strong>di</strong>venne il quadro <strong>di</strong> riferimento.<br />

L’impiego dell’OSS, essendo un operatore <strong>di</strong><br />

supporto all’assistenza, sarà prevalentemente rivolto<br />

al supporto infermieristico; dal canto suo,<br />

l’infermiere, ha la responsabilità della gestione<br />

dell’assistenza, “identifica i bisogni <strong>di</strong> assistenza<br />

infermieristica della persona e della collettività e<br />

formula i relativi obiettivi, pianifica, gestisce e<br />

valuta l’intervento assistenziale infermieristico”<br />

e, per l’espletamento delle funzioni “si avvale,<br />

ove necessario, dell’opera del personale <strong>di</strong> supporto”<br />

(DM 739/94). Per l’attribuzione <strong>di</strong> attività<br />

all’OSS, non è possibile definire un rapporto<br />

<strong>di</strong> delega dell’infermiere nei confronti <strong>di</strong> questo,<br />

poiché risulta inadeguato; all’OSS si affidano<br />

azioni e non processi essendo responsabile<br />

esclusivamente della corretta esecuzione delle<br />

stesse. Affinché l’integrazione fra infermiere ed<br />

OSS sia efficace, è in<strong>di</strong>spensabile che vi siano<br />

il reciproco rispetto delle proprie competenze,<br />

l’assunzione delle responsabilità relative al ruolo,<br />

le aspettative personali e professionali raggiungibili<br />

e gli strumenti organizzativi e chiare<br />

<strong>di</strong>sposizioni operative. Il conseguimento <strong>di</strong> tale<br />

scopo comporta un miglioramento della <strong>qualità</strong><br />

dei servizi erogati, dell’organizzazione del lavoro,<br />

del clima organizzativo e l’ottimizzazione<br />

nell’impiego delle risorse.<br />

ci aiuta meglio a comprendere come agire nei<br />

<strong>di</strong>versi e <strong>di</strong>stinti ambiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>screzionalità che la<br />

quoti<strong>di</strong>anità professionale ci propone, come porsi<br />

nella relazione infermiere/persona nel rispetto<br />

dell’autodeterminazione della persona assistita e<br />

dei suoi valori, come vivere e interagire nel team<br />

professionale, come affrontare situazioni problematiche<br />

o <strong>di</strong>lemmi etici singolarmente o con<br />

altri professionisti, come approfon<strong>di</strong>re le norme<br />

dettate dal Co<strong>di</strong>ce Deontologico e assimilarle<br />

in maniera tale da tramutarle in comportamenti<br />

professionali spontanei e attenti alla persona.<br />

Il “prendersi cura” è agito attraverso la strutturazione<br />

<strong>di</strong> una relazione empatica e fiduciaria<br />

soprattutto quando l’assistito vive momenti <strong>di</strong>fficili,<br />

<strong>di</strong>viene “più fragile”, e perciò ancora più<br />

bisognoso d’aiuto e sostegno.<br />

La responsabilità del prendersi cura della persona<br />

si riflette anche nell’art. 5 del Co<strong>di</strong>ce “il<br />

rispetto dei <strong>di</strong>ritti fondamentali dell’uomo e dei<br />

principi etici della professione è con<strong>di</strong>zione essenziale<br />

per l’esercizio della professione infermieristica”.<br />

I principi etici sono delle guide per<br />

compiere decisioni e si focalizzano sulla formazione<br />

<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi morali nella pratica professionale.<br />

Essi affermano, in genere, che le azioni <strong>di</strong><br />

un cero tipo dovrebbero (o non dovrebbero) essere<br />

compiute e servono a giustificare le regole che<br />

spesso sono osservate nell’assistenza al paziente.<br />

I principi etici del prendersi cura della persona<br />

assistita<br />

Il valore della riflessione etica come elemento<br />

per un corretto approccio all’assistenza infermieristica<br />

è in<strong>di</strong>spensabile per porre al centro<br />

del processo il paziente, per fornire un’assistenza<br />

personalizzata e per assicurare la libertà delle<br />

scelte e dei valori della persona, e dove il professionista<br />

si assume le responsabilità del suo agire.<br />

Secondo una prospettiva etico professionale,<br />

l’elemento sostanziale in grado <strong>di</strong> fornire un valore<br />

aggiunto nella <strong>qualità</strong> dei servizi alla salute<br />

è rappresentato sempre e in ogni caso dall’uomo<br />

e dalla sua coscienza. La <strong>di</strong>mensione etica<br />

riguarda, infatti, l’essere umano, l’essere infermiere<br />

e, solo successivamente, l’agire in quanto<br />

professionista.<br />

Lo scopo dell’etica è la conoscenza delle regole<br />

che devono presiedere i rapporti tra l’in<strong>di</strong>viduo<br />

e la società, affinché l’uno e l’altra possano convivere<br />

nel rispetto reciproco (Peroni A., Zanini<br />

MP., 2007). Nello specifico professionale l’etica<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Fuori Focus - 61


Alcuni principi fondamentali per la pratica infermieristica<br />

sono la beneficenza e non-maleficenza,<br />

l’advocacy, la competenza, la cooperazione<br />

ed il caring. Servirsi <strong>di</strong> questi principi,<br />

coinvolgendo anche il personale <strong>di</strong> supporto,<br />

può significare sia aiutare gli altri a ottenere ciò<br />

che per loro è giovamento, sia/oppure comportarsi<br />

in modo tale da prevenire o ridurre i rischi<br />

<strong>di</strong> nuocere al paziente. L’advocacy è spesso definita<br />

come il supporto attivo dato a una causa<br />

importante. È utilizzato per descrivere la natura<br />

del rapporto infermiere-paziente. In letteratura<br />

esistono numerose interpretazioni <strong>di</strong> advocacy<br />

(Fry ST., Johnstone MJ., 2004). Una <strong>di</strong> queste,<br />

detta modello <strong>di</strong> tutela dei <strong>di</strong>ritti, vede l’infermiere<br />

come il <strong>di</strong>fensore dei <strong>di</strong>ritti del paziente<br />

all’interno del sistema sanitario-assistenziale.<br />

Nel suo ruolo <strong>di</strong> advocate, l’infermiera considera<br />

per prima cosa i valori umani fondamentali e<br />

in seguito agisce in maniera atta a proteggere la<br />

<strong>di</strong>gnità umana, la privacy e le scelte. Il concetto<br />

<strong>di</strong> competenza è costituito da due attributi fondamentali:<br />

la capacità <strong>di</strong> rispondere e la responsabilità.<br />

La competenza è un concetto etico importante<br />

perché la pratica infermieristica implica<br />

un rapporto tra infermiere e persona assistita. La<br />

cooperazione è un concetto che comprende la<br />

partecipazione attiva con gli altri per prestare ai<br />

pazienti un’assistenza <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>, essenziale per<br />

il benessere del paziente.<br />

La responsabilità etica dell’infermiere e la responsabilità<br />

professionale per la <strong>qualità</strong> dell’assistenza<br />

non vengono meno perché uno o<br />

più compiti assistenziali sono stati attribuiti al<br />

personale <strong>di</strong> supporto. Nel rapporto infermierepaziente<br />

viene assegnato un importante valore<br />

al concetto etico <strong>di</strong> caring, e i comportamenti<br />

orientati al caring sono spesso considerati fondamentali<br />

per il ruolo dell’infermiere. Il rapporto<br />

infermiere-paziente è <strong>di</strong> natura “speciale”,<br />

poiché determinato dalla necessità del paziente<br />

<strong>di</strong> assistenza infermieristica. Il caring può essere<br />

definito come una forma <strong>di</strong> coinvolgimento con<br />

gli altri che crea un interesse in merito a come<br />

le altre persone avvertono il mondo che le circonda.<br />

Tutto questo richiede “sensibilità, capacità <strong>di</strong> relazione<br />

e coinvolgimento così come capacità <strong>di</strong><br />

dare assistenza, conoscenze e abilità”. Il concetto<br />

<strong>di</strong> caring è stato sancito come principio basilare<br />

per un’etica infermieristica che protegga e<br />

rafforzi la <strong>di</strong>gnità umana dei pazienti che ricevono<br />

assistenza sanitaria (Fry ST., Johnstone MJ.,<br />

2004). L’enorme ampliamento concettuale della<br />

prospettiva professionale, ha provocato in molti<br />

casi, una sorta <strong>di</strong> destabilizzazione degli assetti<br />

professionali e delle capacità dei singoli <strong>di</strong> inserirsi<br />

in questo scenario. È necessario quin<strong>di</strong> migliorare<br />

la propria responsabilità e contribuire a<br />

migliorare l’intero sistema, proponendo soluzioni<br />

innovative a partire dalla propria esperienza.<br />

La deontologia e gli strumenti professionali<br />

Nell’attività assistenziale quoti<strong>di</strong>ana alla persona,<br />

alla famiglia ed alla collettività è necessaria<br />

un’integrazione delle <strong>di</strong>verse figure professionali<br />

ai vari livelli organizzativi che con<strong>di</strong>vidano<br />

gli obiettivi <strong>di</strong> salute ed ogni servizio deve<br />

essere integrato al fine <strong>di</strong> aggiungere valore alle<br />

professioni sanitarie. L’assistenza infermieristica<br />

necessita <strong>di</strong> un aggiornamento che la renda<br />

consapevole, responsabile ed etica, oltre che tecnicamente<br />

molto avanzata.<br />

La deontologia sanitaria contempla i doveri degli<br />

operatori sanitari e detta le norme <strong>di</strong> comportamento<br />

inerenti all’esercizio della professione<br />

stessa: i rapporti col malato, con i colleghi e con<br />

la società. In campo sanitario, quin<strong>di</strong>, l’infermiere<br />

non è più “l’operatore sanitario” dotato <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong>ploma abilitante, ma il professionista sanitario<br />

responsabile dell’assistenza infermieristica, che<br />

assiste la persona e la collettività in una logica<br />

olistica attraverso la conoscenza, le competenze<br />

ed abilità.<br />

La deontologia professionale deve andare <strong>di</strong><br />

pari passo con le caratteristiche etiche specifiche<br />

della professione, essendo quella sanitaria<br />

una professione che ha a che fare con la salute,<br />

il carattere umanitario <strong>di</strong>venta prevalente e, dunque,<br />

l’attenzione etica rappresenta non solo un<br />

presupposto, ma anche una garanzia <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

della prestazione professionale.<br />

Lo scopo prioritario <strong>di</strong> un Co<strong>di</strong>ce Deontologico<br />

è quello <strong>di</strong> guidare il comportamento del professionista<br />

nel proprio agire quoti<strong>di</strong>ano e <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare<br />

ai citta<strong>di</strong>ni cosa attendersi dal professionista<br />

stesso. Gli elementi del co<strong>di</strong>ce si possono racchiudere<br />

in alcune componenti fondamentali nella<br />

professione infermieristica che comprendono<br />

norme <strong>di</strong> condotta deontologica da rispettare.<br />

L’infermiere e la persona: le norme dell’agire<br />

professionale definiscono i principi guida che<br />

strutturano il sistema etico in cui si svolge la relazione<br />

con la persona assistita. L’infermiere nella<br />

relazione che realizza con interventi specifici,<br />

62 - Fuori Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


autonomi e complementari, <strong>di</strong> natura intellettuale,<br />

tecnico-scientifica, gestionale, relazionale<br />

ed educativa, opera per le persone che ne hanno<br />

bisogno, creando delle con<strong>di</strong>zioni affinché i <strong>di</strong>ritti,<br />

i valori, la fede religiosa, le consuetu<strong>di</strong>ni e<br />

la famiglia siano rispettati<br />

L’infermiere e la pratica; l’infermiere tramite<br />

l’aggiornamento e la formazione continua arricchisce<br />

le sue conoscenze professionali. Attraverso<br />

la sua condotta personale deve onorare la professione<br />

e mantenere la fiducia della collettività<br />

verso la professione infermieristica.<br />

L’infermiere e la professione: l’infermiere è l’attore<br />

principale nella definizione ed applicazione<br />

delle norme per la pratica assistenziale, per la<br />

gestione, la ricerca e l’insegnamento dell’assistenza<br />

infermieristica.<br />

L’infermiere e le altre figure professionali: nella<br />

quoti<strong>di</strong>anità del lavoro tra colleghi e con gli altri<br />

operatori l’approccio dell’infermiere è basato<br />

sulla collaborazione, sulla valorizzazione del<br />

lavoro d’équipe e sulla tutela della <strong>di</strong>gnità propria<br />

e dei colleghi, assumendo comportamenti<br />

ispirati al rispetto ed alla solidarietà.<br />

L’infermiere e l’organizzazione: i cambiamenti<br />

organizzativi negli ultimi anni con lo scopo <strong>di</strong><br />

ottimizzare, semplificare, razionalizzare hanno<br />

mutato l’organizzazione, le professioni e le prestazioni.<br />

L’infermiere ed il rapporto con il <strong>Collegio</strong>: il<br />

Co<strong>di</strong>ce Deontologico <strong>di</strong>sciplina anche il rapporto<br />

tra il professionista sanitario ed il <strong>Collegio</strong><br />

provinciale cui appartiene, <strong>di</strong>sponendo l’obbligo<br />

deontologico alla segnalazione <strong>di</strong> tutte quelle<br />

situazioni che limitano la <strong>qualità</strong> delle cure e<br />

dell’assistenza e o il decoro dell’esercizio professionale.<br />

Sempre negli articoli del Co<strong>di</strong>ce Deontologico si<br />

rileva il vincolo che si deve instaurare tra il professionista<br />

ed il <strong>Collegio</strong> per rafforzare il senso<br />

<strong>di</strong> appartenenza dell’infermiere alla comunità<br />

professionale. E’ attraverso le norme del Co<strong>di</strong>ce<br />

Deontologico che si manifesta l’impegno per un<br />

“saper essere” ad elevata valenza etica, per “un<br />

saper assistere” ad alta valenza professionale<br />

(Silvestro A., 2009).<br />

L’emotivita’, elemento essenziale nel processo<br />

assistenziale<br />

L’infermiere e, <strong>di</strong> recente istituzione, anche<br />

l’OSS hanno un ruolo ed un’identità che sono<br />

state attualizzate nella loro complessità.<br />

L’infermiere ha una precisa responsabilità verso<br />

i citta<strong>di</strong>ni e si connota per una specificità, che è<br />

l’assistenza globale e personalizzata. L’OSS è <strong>di</strong><br />

supporto nella realizzazione del processo assistenziale<br />

assicurando lo svolgimento <strong>di</strong> precisi<br />

compiti.<br />

Queste professioni richiedono un equilibrio<br />

psicoemozionale, ovvero la maturità personale,<br />

sociale, culturale e l’attitu<strong>di</strong>ne ad essere <strong>di</strong>sponibili<br />

verso gli altri. Le cure infermieristiche,<br />

naturalmente fondate sulla comprensione dei bisogni<br />

assistenziali, hanno più <strong>di</strong> altre professioni<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Fuori Focus - 63


sanitarie, la peculiarità <strong>di</strong> poter meglio raggiungere<br />

l’in<strong>di</strong>vidualità dell’uomo. Hanno frequenti<br />

contatti con la persona con la quale, oltre a<br />

comunicare, interagiscono in termini <strong>di</strong> caring<br />

psico<strong>di</strong>namici.<br />

L’infermieristica è una <strong>di</strong>sciplina pratica in<br />

quanto si prefigge <strong>di</strong> rispondere al bisogno <strong>di</strong><br />

assistenza del citta<strong>di</strong>no, ma proprio per questo,<br />

non può prescindere dallo stu<strong>di</strong>o e dalla conoscenza<br />

della persona assistita, con la sua storia,<br />

la sua cultura, ma anche con le sue aspettative,<br />

perseguendo l’obiettivo <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> comprendere<br />

l’altro per rispondere ai suoi bisogni assistenziali<br />

con efficacia, efficienza, adeguatezza e<br />

rispettosità. Il bisogno <strong>di</strong> assistenza infermieristica<br />

è <strong>di</strong> per sé un fatto relazionale che è segno<br />

dell’unicità, dell’irripetibilità e dell’insondabilità<br />

oltre che dell’autodeterminazione della persona<br />

umana (Manara DF, 2000).<br />

Nell’incontro tra operatore e paziente è in<strong>di</strong>spensabile<br />

che l’infermiere <strong>di</strong>venga sensibile<br />

non solo ai valori e agli stili <strong>di</strong> vita espressi dal<br />

malato, ma allo stesso significato culturale delle<br />

proprie <strong>pratiche</strong> e convinzioni. È necessario un<br />

approccio olistico, con<strong>di</strong>viso dall’antropologia e<br />

dal nursing, che non può focalizzarsi sull’in<strong>di</strong>viduo<br />

senza considerarlo come immerso in un<br />

contesto ambientale, sociale e culturale (Cozzi<br />

D., Nigris D., 2003). In un’epoca in cui la competenza<br />

tecnica ha assunto una considerevole<br />

importanza, secondo Buber, ciò che costituisce<br />

l’essere umano, è il <strong>di</strong>alogo. Egli definisce l’<br />

“intuizione” dell’altro per in<strong>di</strong>care una relazione<br />

in cui l’altro <strong>di</strong>venta “presenza”: la con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> bisogno evidenzia la necessità <strong>di</strong> un autentico<br />

atteggiamento <strong>di</strong>alogico in cui i partecipanti attivano<br />

una vivente reciprocità.<br />

Molti autori hanno posto l’attenzione sulla natura<br />

relazionale dell’assistenza infermieristica<br />

ed in particolare quella <strong>di</strong> caring che facilita<br />

nella persona una crescita personale armoniosa<br />

(Watson, 1979). Buber ritiene che questo tipo<br />

<strong>di</strong> relazione faccia appello all’entità dell’essere<br />

e rappresenti una relazione “da uomo a uomo”<br />

che fa luce sull’unicità della persona. Secondo<br />

Buber, la <strong>qualità</strong> della presenza e l’apertura <strong>di</strong><br />

ogni operatore nella relazione che si manifesta<br />

con l’”essere con”, permette una profonda comprensione<br />

<strong>di</strong> sé e dell’altro (nella sua globalità e<br />

totalità).<br />

Tutto lo sviluppo personale è contrassegnato<br />

dall’aspirazione verso il Tu e soltanto essa dà<br />

64 - Fuori Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


consistenza all’Io e ne promuove la crescita;<br />

qualora si <strong>di</strong>menticasse o si trascurasse questa<br />

<strong>di</strong>mensione, si rinuncerebbe alla propria umanità,<br />

alla piena consapevolezza <strong>di</strong> sé stessi, poiché<br />

attraverso l’apertura all’altro la persona coglie la<br />

propria vera natura ( Ducci E., 1979).<br />

Cara sostiene che il caring sia l’essenza della <strong>di</strong>sciplina<br />

infermieristica e, per questo motivo, è<br />

necessario che sia presente in tutti i campi d’attività<br />

ed anche nella ricerca. La relazione professionale<br />

d’aiuto è uno strumento per il processo<br />

assistenziale, è un rapporto <strong>di</strong>namico che si fonda<br />

sull’interazione-scambio tra due o più persone<br />

<strong>di</strong> cui una è in <strong>di</strong>fficoltà (Rogers). E’ centrata<br />

sulla persona con lo scopo <strong>di</strong> restituirle la maggiore<br />

autonomia e benessere possibile.<br />

Caratteristiche della relazione d’aiuto sono: la<br />

fiducia, l’empatia, il calore, l’interessamento,<br />

l’accettazione e l’autenticità, l’autonomia e la<br />

reciprocità. I valori umanistici sono al centro<br />

della cura come base dell’esperienza dell’ “essere<br />

con” la persona assistita, ritenendolo come il<br />

nucleo dell’esperienza dell’essere con il paziente.<br />

Il coinvolgimento dell’infermiere e dell’OSS<br />

insieme alla persona assistita si evince dalla<br />

loro <strong>di</strong>sponibilità a mettere in gioco la globalità<br />

del loro essere per poter “sentire” i bisogni non<br />

espressi della persona assistita. L’incontro poggia<br />

sui così detti “gesti <strong>di</strong> esplorazione” e risulta<br />

tanto più efficace tanto più in esso gli operatori<br />

sanitari ravvisano gli elementi che caratterizzano<br />

l’utente.<br />

Secondo le antropologhe Els van Dongen e<br />

Riekje Elema (2001) il nursing è “un’arte <strong>di</strong> toccare”,<br />

poiché l’efficacia del tocco è centrale. Il<br />

tocco riveste un doppio significato, l’intreccio<br />

non separabile, fra un aspetto tecnico e una <strong>di</strong>mensione<br />

emozionale. Il lavoro infermieristico,<br />

infatti, ha a che vedere con gli aspetti più prosaici<br />

dell’aver cura dei corpi altrui: alimentarli,<br />

lavarli, aiutarli a muoversi, stare loro accanto<br />

mentre muoiono…Questi aspetti della relazione<br />

intercorporea sono oggi al centro della ricerca<br />

antropologica sull’attività del nursing.<br />

Per Egan (1972), l’empatia è un’abilità <strong>di</strong> notevole<br />

importanza che implica il saper stare con<br />

gli altri, mostrare una presenza professionale e<br />

sviluppare le capacità comunicative <strong>di</strong> base che<br />

possono essere apprese. Attraverso l’empatia, la<br />

persona è messa nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> autopercepirsi<br />

in modo reale, <strong>di</strong> autovalutarsi e, all’occorrenza,<br />

iniziare la propria intima e consapevole<br />

mo<strong>di</strong>ficazione (Pati L., 2000). Per l’infermiere e<br />

l’OSS, il ruolo <strong>di</strong> advocacy è sinonimo <strong>di</strong> persona<br />

“risorsa”, <strong>di</strong> confidente del paziente e dei suoi<br />

familiari, punto <strong>di</strong> riferimento e persona su cui<br />

contare per il recupero dell’autonomia.<br />

Conclusioni<br />

Il processo <strong>di</strong> trasformazione in atto in questi<br />

ultimi decenni ha richiesto nuovi modelli organizzativi<br />

e la ridefinizione dei ruoli dei <strong>di</strong>versi<br />

soggetti coinvolti nella relazione <strong>di</strong> cura.<br />

Senz’altro è cambiato il ruolo del paziente, non<br />

più destinatario <strong>di</strong> interventi decisi ed attuati<br />

nel suo interesse ma unilateralmente scelti dal<br />

me<strong>di</strong>co, bensì è riconosciuto come titolare <strong>di</strong> un<br />

incomprimibile <strong>di</strong>ritto all’informazione e alle<br />

scelte sulle cure ed è parte attiva del processo<br />

decisionale.<br />

Si mo<strong>di</strong>fica anche il ruolo dell’infermiere, non<br />

più operatore sanitario chiamato ad assolvere<br />

compiti rigidamente definiti da un mansionario,<br />

e in rapporto <strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nazione gerarchica<br />

rispetto al me<strong>di</strong>co, bensì professionista sanitario,<br />

investito <strong>di</strong> competenze clinico-assistenziali<br />

complementari ma specifiche, e in relazione a<br />

queste, <strong>di</strong> un’ampia gamma <strong>di</strong> interventi nella<br />

cui attuazione opera autonomamente rispetto al<br />

me<strong>di</strong>co, assumendosene appieno la responsabilità,<br />

prima <strong>di</strong> tutto nei confronti dell’assistito<br />

con cui entra <strong>di</strong>rettamente in relazione (Borsellino<br />

P., 2009).<br />

L’infermiere, in funzione della sua specifica<br />

responsabilità professionale, con la sua ricca<br />

<strong>di</strong>mensione relazionale, educativa, negoziale<br />

deve essere il promotore/sostenitore del cambiamento.<br />

Se vogliamo umanizzare l’assistenza nel<br />

contesto <strong>di</strong> una me<strong>di</strong>cina altamente tecnologica,<br />

dobbiamo fronteggiare la tecnologia, cioè essere<br />

in grado <strong>di</strong> criticarla, non vedendo in essa la risorsa<br />

fondamentale per il recupero della salute e<br />

per la tutela della <strong>di</strong>gnità della persona.<br />

Come antidoto a questa visione puramente tecnica<br />

e del potere, dobbiamo riscoprire la capacità<br />

<strong>di</strong> “ascoltare con il cuore” il significato <strong>di</strong><br />

salute/malattia <strong>di</strong> ogni persona a cui prestiamo<br />

assistenza.<br />

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• http://www.nursing.nelmovimento.org/Archivio/archiviosavar/05-3savar/<strong>di</strong>mensioni%<br />

recuperato<br />

il 20/09/2010<br />

• http://www.nursindmonza.it recuperato il<br />

10/09/2010<br />

* coor<strong>di</strong>natori infermieristici, presi<strong>di</strong>o ospedaliero<br />

<strong>di</strong> Manerbio Leno.<br />

** responsabile UPS, presi<strong>di</strong>o ospedaliero <strong>di</strong><br />

Manerbio Leno.<br />

*** Direttore SITRA Azienda ospedaliera Desenzano<br />

del Garda.<br />

66 - Fuori Focus<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


NonSoloLibri<br />

Uno su due<br />

a cura <strong>di</strong> Piera Baiguera<br />

Film <strong>di</strong> Eugenio Cappuccio.<br />

Con Fabio Volo, Ninetto Davoli, Giuseppe Battiston, Tresy Taddei,<br />

Agostina Belli. Italia 2006<br />

La storia <strong>di</strong> questo film non è particolarmente<br />

originale, ci racconta <strong>di</strong> qualcosa che purtroppo<br />

capita nella vita e <strong>di</strong> poco piacevole, ammalarsi<br />

improvvisamente, avere paura che tutto finisca,<br />

scoprire che non c’è riscatto, eroismo, capire che<br />

se sei “stronzo” nella vita <strong>di</strong> ogni giorno, lo sei<br />

anche nella malattia, rendersi conto che esistere<br />

è solo una maledetta roulette ( “uno su due ce la<br />

fa” <strong>di</strong>rà qualcuno nel film). Così essere solidali e<br />

compassionevoli per qualcuno è <strong>di</strong>fficile, l’egoismo<br />

è messo a nudo anche nella malattia.<br />

Nel film Lorenzo Maggi è un avvocato ( Fabio<br />

Volo lo interpreta in modo ispirato), vive e lavora<br />

a Genova a ritmi sostenuti, vuole tutto e subito<br />

e se è necessario anche senza farsi scrupoli <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>ne etico o morale.<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> NonSoloLibri - 67


Ha lasciato <strong>di</strong>etro sé fingendo <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare,<br />

un’origine modesta ed umile <strong>di</strong> cui si vergogna,<br />

suo padre faceva il portinaio, tiene a <strong>di</strong>stanza<br />

affetti e scrupoli, lanciato come è in un riscatto<br />

sociale che lo coinvolge a tutto tondo. Anche<br />

lo spazzolino da denti della fidanzata semiconvivente,<br />

viene maldestramente fatto sparire dal<br />

bagno, se il nostro avvocato ha da ricevere altre<br />

donne, specialmente se promettono successo e<br />

facili affari.<br />

Amico e socio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è Paolo (Giuseppe Battiston<br />

è bravissimo in questo ruolo!) molto più<br />

scrupoloso e attento <strong>di</strong> Lorenzo alle regole , alle<br />

leggi e alle persone, ma forse proprio perché<br />

amici da tanto tempo si lascia “trascinare” dai<br />

mo<strong>di</strong> poco ortodossi dell’amico-collega.<br />

Una mattina all’uscita dal tribunale dopo una<br />

causa vinta, (ma chissà se l’assistito era davvero<br />

innocente?) Lorenzo crolla svenuto in mezzo<br />

alla strada. Soccorso viene ricoverato e sottoposto<br />

ad una biopsia per capire che cosa non va nel<br />

suo cervello, <strong>di</strong> che cosa si tratta.<br />

Saranno i giorni più neri, <strong>di</strong>fficili, in attesa del<br />

referto, ma anche della convivenza con gli altri<br />

pazienti, con le regole e le abitu<strong>di</strong>ni dell’ospedale<br />

che il nostro protagonista mal sopporta.<br />

Accanto a lui un camionista “ignorante” che non<br />

può certo aiutarlo nella sua carriera o procurargli<br />

guadagni, questa persona calma che si comporta<br />

come se fosse a casa sua, fa dello spirito, è amichevole<br />

con lui, Lorenzo non lo “regge”, respinge<br />

e rifiuta l’altro perché respinge e rifiuta il se<br />

stesso malato. Ma piano piano il racconto della<br />

malattia dell’altro, una cicatrice molto più grande<br />

della sua in testa, gli alti e bassi delle terapie<br />

a cui si sottopone da anni per resistere al male,<br />

iniziano a cambiare qualcosa in lui; le certezze,<br />

le priorità lentamente si sfaldano, si confondono,<br />

cambiano d’or<strong>di</strong>ne.<br />

Il pensiero che possa finire è pulsante, presente,<br />

palpabile e sovrasta tutto, viene voglia <strong>di</strong> mandare<br />

a quel paese feste, conti in banca e bella<br />

gente. Sembra facile e banale a questo punto fare<br />

il riesame della propria vita e dei propri valori,<br />

ma non è detto e fatto nel film. Non vengono<br />

censurati limiti e debolezze umane, <strong>di</strong> nessuno.<br />

Di Lorenzo che vorrebbe tornare ad “azzannare”<br />

la vita come prima; <strong>di</strong> Giovanni (il camionista<br />

interpretato da un maturo e bravisssimo Ninetto<br />

Davoli), che anche lui ha parecchi scheletri nell’arma<strong>di</strong>o!<br />

La vita del nostro avvocato cambia quando è <strong>di</strong>messo<br />

dall’ospedale in attesa del responso, guarda<br />

intorno a sé in modo <strong>di</strong>verso e comincia, lui<br />

che non lo ha mai fatto, ad occuparsi con meno<br />

egoismo degli altri; della fidanzata a cui comunque<br />

non è molto legato, della sorella che vede<br />

molto raramente, del socio-amico cui ha sempre<br />

imposto i suoi meto<strong>di</strong> negli affari ai limiti spesso<br />

dell’illecito.<br />

Nell’attesa <strong>di</strong> questo referto-biopsia, quasi tutto<br />

il film “gira” su questa attesa, c’è un viaggio che<br />

Lorenzo fa per il suo amico camionista, ma anche<br />

per se stesso; ritovare la figlia <strong>di</strong> Giovanni e<br />

farli incontrare prima che sia troppo tar<strong>di</strong>. Proprio<br />

il bisogno finalmente <strong>di</strong> una buona azione<br />

che valga a riscattarlo, <strong>di</strong>venta energia per il suo<br />

spirito, forza e capacità <strong>di</strong> affrontare l’esito della<br />

biopsia e sperare in un futuro <strong>di</strong>verso. E’ molto<br />

cambiato, il timore e la paura della malattia<br />

e della morte, mai provato prima, trasformano<br />

l’uomo cinico e ne fanno una persona <strong>di</strong>versa e<br />

benevola.<br />

Il film è ambientato in una Genova dall’atmosfera<br />

a tratti nebbiosa, invernale, quasi attutita,<br />

obnubilata, color grigioferro, ma che sa regalare<br />

anche tramonti struggenti e in Umbria, dove il<br />

paesaggio dolcissimo invita a me<strong>di</strong>tare e a ritrovarsi.<br />

La bellezza e la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> questo film è tutta<br />

nelle sfumature sottili, nella verità delle cose che<br />

si <strong>di</strong>cono i personaggi a volte in modo crudele, a<br />

volte goffo o impacciato, ma sincero.<br />

La bellezza è nell’intensità <strong>di</strong> tutte le interpretazioni<br />

dalla prima all’ultima e nella mancanza <strong>di</strong><br />

ogni retorica.<br />

68 - NonSoloLibri<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Narrare la malattia. Narrazione, clinica e<br />

<strong>di</strong>alogo fra psicoanalisi e biome<strong>di</strong>cina<br />

a cura <strong>di</strong> Carla Noci<br />

Alessandro Gui<strong>di</strong> e Giuseppe Ricca (a cura <strong>di</strong>) -<br />

E<strong>di</strong>trice Clinamen (2010)<br />

Ho iniziato a sfogliare questo libro con grande<br />

curiosità e con l’interesse <strong>di</strong> chi ama il tema della<br />

narrazione. Sapendo poi che uno dei curatori<br />

e la maggior parte degli autori del volume sono<br />

professionisti che operano nell’Università degli<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, ho, a maggior ragione, imme<strong>di</strong>atamente<br />

iniziato a leggere le prime pagine.<br />

Un poco intimi<strong>di</strong>ta da una introduzione il cui<br />

senso non mi è parso imme<strong>di</strong>atamente chiaro,<br />

probabilmente per la mia scarsa <strong>di</strong>mestichezza<br />

nei confronti del linguaggio psicoanalitico, non<br />

mi sono però scoraggiata ed ho iniziato ad avventurarmi<br />

nei successivi capitoli che costituiscono,<br />

appunto, le molteplici “narrazioni” con le<br />

quali gli autori hanno parlato, ciascuno a modo<br />

proprio, della malattia.<br />

In realtà questo testo rappresenta un ottimo esempio<br />

<strong>di</strong> come, e in quanti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, sia possibile<br />

affrontare il tema della malattia, offrendo al<br />

lettore un percorso esplorativo che ciascuno può<br />

compiere seguendo un proprio itinerario, secondo<br />

i personali interessi.<br />

Alcuni autori hanno, per esempio, esplorato la<br />

<strong>di</strong>mensione storica del tema, ricordandoci che<br />

fin dall’antichità si è parlato <strong>di</strong> malati e <strong>di</strong> malat-<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> NonSoloLibri - 69


tie. Esistono malattie che hanno lasciato tracce<br />

nella storia (la lebbra, le gran<strong>di</strong> “pestilenze”, la<br />

sifilide), storie <strong>di</strong> rime<strong>di</strong> e farmaci; ci sono storie<br />

<strong>di</strong> malati e malati nella storia.<br />

Le prospettive sono molte, così come i linguaggi<br />

possono essere i più <strong>di</strong>versi: la letteratura, il<br />

teatro, la musica, le arti figurative. Fin dai tempi<br />

antichi molte forme espressive hanno affiancato<br />

il linguaggio della scienza per descrivere ciò<br />

che la malattia rappresenta per gli esseri umani:<br />

la sofferenza, il dolore, la paura della morte, lo<br />

strazio <strong>di</strong> una per<strong>di</strong>ta, il furore contro un destino<br />

che sottrae, attraverso la malattia, persone amate<br />

o energie vitali.<br />

Alcuni autori hanno dato voce <strong>di</strong>rettamente ai<br />

malati da loro curati. Ne emergono pagine <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ario che, con le parole della quoti<strong>di</strong>anità, raccontano<br />

come sia <strong>di</strong>fficile per un malato, includere<br />

nel proprio orizzonte <strong>di</strong> vita una patologia<br />

che lo obbliga a fare i conti con organi che, per<br />

una misteriosa ragione, iniziano a non funzionare<br />

più e lo rendono schiavo <strong>di</strong> una macchina per<br />

la <strong>di</strong>alisi, oppure <strong>di</strong> una angosciata attesa per un<br />

trapianto.<br />

C’è, fra gli altri, anche il contributo infermieristico<br />

che l’autrice, Emma Carli, ha voluto connotare<br />

attraverso la presentazione <strong>di</strong> casi emblematici.<br />

Dalla necessariamente sintetica descrizione dei<br />

dati anamnestici, emergono elementi <strong>di</strong> grande<br />

rilevanza sia oggettiva, sia soggettiva rispetto al<br />

“come” viene affrontata la malattia da chi ne è<br />

affetto. Questi elementi, raccolti dagli infermieri<br />

attraverso l’ascolto e l’osservazione, orientano<br />

la loro operatività per offrire cura e sostegno a<br />

coloro che non hanno la forza, o le conoscenze,<br />

o la possibilità <strong>di</strong> reagire alla con<strong>di</strong>zione patologica.<br />

E, laddove non sia possibile fare altro,<br />

riba<strong>di</strong>scono l’importanza dell’essere accanto<br />

alla persona che sta concludendo la propria vita,<br />

semplicemente accompagnandola e non lasciandola<br />

sola negli ultimi istanti.<br />

Raccontare il proprio lavoro come professionista<br />

sanitario è un esercizio apparentemente<br />

facile ma, in realtà, assai complicato, perché si<br />

rischia <strong>di</strong> scadere nella retorica o nei luoghi comuni.<br />

Ma dentro i racconti <strong>di</strong> un malato, <strong>di</strong> una<br />

infermiera, <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co, ci sono parole <strong>di</strong> vita<br />

vissuta, atmosfere dense <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, richiami a<br />

ciò che si deve sapere perché la professione lo<br />

richiede, e silenzi rispetto a ciò che non si sa o<br />

che può essere detto solo dai gesti o dalla vicinanza<br />

solidale.<br />

Il tentativo <strong>di</strong> narrare la malattia è, per tutti,<br />

un’impresa assai <strong>di</strong>fficile, perché le parole con<br />

cui la si descrive rischiano <strong>di</strong> mostrarne solo gli<br />

aspetti più riconoscibili, ma anche <strong>di</strong> omettere<br />

quelli più sfuggenti ed elusivi.<br />

Forse l’unico modo possibile è davvero quello<br />

<strong>di</strong> usare, come è stato fatto in questo testo, un<br />

coro <strong>di</strong> voci <strong>di</strong>fferenti, le sole in grado <strong>di</strong> rendere<br />

evidenti le molteplici prospettive attraverso cui<br />

si può affrontare un problema che, nell’esistenza<br />

umana, prima o poi coinvolge tutti, curanti o destinatari<br />

delle cure.<br />

Solo così ragione e scienza, sentimenti e conoscenze,<br />

riflessioni e pensieri affidati alla narrazione<br />

ed all’ascolto possono permettere <strong>di</strong> “sostare”,<br />

come ricordato dal contributo <strong>di</strong> Paola<br />

Manfre<strong>di</strong>, accanto alle proprie emozioni, mantenendo<br />

il contatto con la nostra interiorità angosciata<br />

dal mistero del dolore e della sofferenza.<br />

Appare allora più chiaro, nella seconda parte del<br />

libro de<strong>di</strong>cata al rapporto fra narrazione e psicoanalisi,<br />

il grande valore sia speculativo, sia<br />

applicativo, <strong>di</strong> un nuovo modello <strong>di</strong> scienza che<br />

consenta <strong>di</strong> uscire dalla pretesa “oggettività” del<br />

para<strong>di</strong>gma bio-me<strong>di</strong>co.<br />

Restituire voce a coloro che, come curanti o come<br />

curati, praticano la me<strong>di</strong>cina o patiscono la malattia,<br />

ricompone quella circolarità positiva che<br />

troppo spesso l’artificio della <strong>di</strong>stinzione rende<br />

separati e contrapposti. Chi cura avvalendosi<br />

della scienza e della tecnica non può <strong>di</strong>menticare<br />

il limite dell’attività terapeutica, rifiutandosi <strong>di</strong><br />

accogliere ciò che solo chi è malato può <strong>di</strong>re con<br />

precisione. E lo stesso curante, raccontando la<br />

propria esperienza, in cui si alternano sentimenti<br />

<strong>di</strong> potenza e <strong>di</strong> crisi, <strong>di</strong> esaltazione e <strong>di</strong> sconfitta,<br />

trae beneficio dalla narrazione, in quanto<br />

torna a porsi gli interrogativi fondamentali che<br />

stanno all’origine della sua professione. Perché,<br />

come insegna l’antica mitologia greca, maestro<br />

dell’arte della cura non è colui che è sano, ma<br />

chi è testimone della propria ferita, Non a caso la<br />

mitologia greca assegna al centauro Chirone la<br />

facoltà <strong>di</strong> insegnare la me<strong>di</strong>cina, perché solo un<br />

guaritore ferito, ossia colui che non può guarire<br />

se stesso, può conoscere l’oscuro linguaggio del<br />

corpo vivente, nel quale si incarnano la vita, la<br />

salute, la malattia.<br />

70 - NonSoloLibri<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>


Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Sezione - 71


Sul prossimo numero<br />

Il prossimo numero <strong>di</strong> Tempo <strong>di</strong> Nursing avrà<br />

come tema centrale i “Dilemmi etici” nell’esercizio<br />

professionale. Questo tema è sempre più<br />

attuale in un contesto sanitario, quale quello<br />

o<strong>di</strong>erno, caratterizzato da importanti e rapide<br />

innovazioni tecnologiche; un contesto apertamente<br />

“laico e pluralista” dove i soggetti coinvolti<br />

( pazienti, familiari, infermieri, me<strong>di</strong>ci…)<br />

possono sostenere <strong>di</strong>fferenti visioni morali, tutte<br />

meritevoli <strong>di</strong> rispetto. I pazienti esigono sempre<br />

maggiore tutela nella <strong>di</strong>fesa dei loro <strong>di</strong>ritti: <strong>di</strong>ritto<br />

all’informazione, alla presa <strong>di</strong> decisione sulle<br />

proprie cure, alla riservatezza, alla continuità<br />

delle cure.<br />

Oggi esercitare una buona me<strong>di</strong>cina e una buona<br />

assistenza non significa solo portare maggior<br />

beneficio al paziente ma vuol <strong>di</strong>re innanzitutto<br />

concordare con lo stesso, che è persona autonoma<br />

e capace <strong>di</strong> determinare le proprie scelte, il<br />

piano <strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> assistenza.<br />

La pratica quoti<strong>di</strong>ana dell’assistenza infermieristica<br />

è spesso caratterizzata da situazioni in cui<br />

l’Infermiere è chiamato ad effettuare scelte, a<br />

prendere decisioni cliniche in cui entrano in gioco<br />

importanti valori morali e principi etici.<br />

Invitiamo quin<strong>di</strong> tutti i Colleghi che lavorano in<br />

prima linea in Ospedale, nelle RSA, sul territorio<br />

o in altri contesti assistenziali, coloro che si<br />

occupano della formazione dei futuri infermieri,<br />

coloro che hanno un ruolo nei Comitati Etici<br />

Aziendali a con<strong>di</strong>videre con tutta la “Comunità<br />

Infermieristica” la loro esperienza.<br />

72 - Sezione<br />

Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>

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