Buone pratiche e qualità dell'assistenza - Collegio IP.AS.VI. di Brescia
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E<strong>di</strong>toriale<br />
<strong>Buone</strong> <strong>pratiche</strong> e <strong>qualità</strong> dell’assistenza<br />
<strong>di</strong> Stefano Bazzana*<br />
La <strong>qualità</strong> dell’assistenza erogata ai citta<strong>di</strong>ni sta a cuore al<br />
<strong>Collegio</strong> quanto le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> tutti gli infermieri, italiani<br />
e stranieri.<br />
Questi ultimi, forse più degli altri, vanno accolti e supportati.<br />
Riflettere sulla propria esperienza significa<br />
pensare a ciò che quoti<strong>di</strong>anamente si fa e porre<br />
delle domande quali, “come potremmo farlo<br />
meglio?” E anche, “là si lavora veramente bene,<br />
cerchiamo <strong>di</strong> capire il perché!”<br />
Nella professione infermieristica come in tutte le<br />
altre <strong>di</strong>scipline sanitarie, è costante il richiamo a<br />
fornire un’assistenza <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> che tenga conto<br />
della sod<strong>di</strong>sfazione della persona, all’interno <strong>di</strong><br />
un vero e proprio ‘sistema <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>’. Tutti ci<br />
aspettiamo maggiore efficacia e migliore <strong>qualità</strong><br />
nella tutela della salute ed i servizi sociosanitari<br />
si stanno sempre più orientando sulla base <strong>di</strong><br />
questo concetto, adottando sistemi <strong>di</strong> certificazione<br />
o <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento più o meno volontari.<br />
Dal momento che le persone assistite (e non<br />
solo) ci richiedono maggiori responsabilità, siamo<br />
sempre più chiamati, come professionisti,<br />
a rispondere ad aspettative legittimamente crescenti.<br />
Tutto ciò si traduce in un’enfasi, all’interno<br />
della nostra professione e all’esterno, sul<br />
miglioramento continuo della pratica da parte<br />
degli operatori, dei datori <strong>di</strong> lavoro, delle regioni<br />
e dei sistemi sanitari in genere. Ognuno<br />
<strong>di</strong> noi, con il proprio gruppo <strong>di</strong> lavoro, contribuisce<br />
certamente a questo miglioramento, con<br />
iniziative talvolta semplici e quoti<strong>di</strong>ane, rivolte<br />
<strong>di</strong>rettamente ai pazienti oppure in<strong>di</strong>rettamente,<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> E<strong>di</strong>toriale - 1
attraverso il supporto formativo e organizzativo<br />
a miglioramenti dell’assistenza o delle relazioni<br />
nell’équipe.<br />
Abbiamo chiesto pertanto agli iscritti <strong>di</strong> raccontarci<br />
esperienze che avessero declinato i concetti<br />
teorici della <strong>qualità</strong> nella prassi quoti<strong>di</strong>ana, allo<br />
scopo <strong>di</strong> dare visibilità e concretezza al concetto,<br />
talvolta fumoso e indefinito, <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>.<br />
Questo e<strong>di</strong>toriale presenta un numero <strong>di</strong> Tempo<br />
<strong>di</strong> Nursing de<strong>di</strong>cato proprio ai contributi raccolti<br />
in varie strutture della provincia, dove colleghi,<br />
con progetti gran<strong>di</strong> o piccoli, hanno <strong>di</strong>mostrato<br />
che in contesti, anche <strong>di</strong>versi, è possibile passare<br />
dalla teoria alla prassi (e viceversa).<br />
Dopo un articolo introduttivo da parte della<br />
Dr.ssa Marina Bertoli Responsabile della Qualità<br />
per il <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>, il focus della rivista ci<br />
offre un’esperienza dell’A.O. Mellini <strong>di</strong> Chiari,<br />
riguardante il tema del rischio <strong>di</strong> cadute in ospedale,<br />
<strong>di</strong>venuto attuale in tutte le aziende ospedaliere<br />
sia per il progressivo aumento degli anziani<br />
ricoverati, sia perché considerato un evento<br />
sentinella nei programmi <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento e<br />
verifica della <strong>qualità</strong>. Gli autori ci descrivono<br />
un piano globale <strong>di</strong> interventi e <strong>di</strong> strategie per<br />
prevenire, gestire e monitorare in modo efficace<br />
tale problematica, molto impattante per la nostra<br />
professione.<br />
La responsabile del Sitra dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> ci<br />
presenta invece i risultati <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> miglioramento<br />
dell’assistenza alle persone<br />
portatrici <strong>di</strong> stomie intestinali<br />
e urinarie, sottolineando l’obiettivo<br />
<strong>di</strong> garantire una personalizzazione<br />
e una continuità assistenziale nei<br />
percorsi <strong>di</strong> educazione terapeutica,<br />
<strong>di</strong>missione e riabilitazione. Un progetto<br />
durato tre anni che ha coinvolto<br />
infermieri delle <strong>di</strong>verse strutture <strong>di</strong><br />
ricovero, pubbliche e private, consentendo<br />
loro <strong>di</strong> attivare confronti e<br />
sperimentare approcci rilevanti sia<br />
da un punto <strong>di</strong> vista metodologico sia<br />
per i risultati ottenuti.<br />
La terza esperienza è ambientata in<br />
una Fondazione, la Casa <strong>di</strong> Riposo <strong>di</strong><br />
Manerbio Onlus. Interessante scoprire<br />
che un argomento quale il dolore,<br />
anch’esso molto attuale in ambito<br />
ospedaliero perché <strong>di</strong>venuta obbligatoria<br />
la sua valutazione e gestione,<br />
viene affrontato organicamente dai<br />
colleghi con un progetto finalizzato a<br />
ridurre, controllare e se possibile eliminare il dolore<br />
nelle persone anziane affette da demenza.<br />
L’ultimo contributo, ma non ultimo, ché l’Ospedale<br />
dei Bambini sta lavorando per ottenere<br />
l’Accre<strong>di</strong>tamento Joint Commission, attiene<br />
all’ideazione e all’introduzione <strong>di</strong> una nuova<br />
documentazione assistenziale, relativa all’accertamento<br />
e alla pianificazione infermieristica.<br />
Emblematica del lavoro svolto, dal mio punto<br />
<strong>di</strong> vista, la seguente frase “Il momento <strong>di</strong> sperimentazione<br />
della documentazione rappresenta<br />
anche un’occasione <strong>di</strong> riflessione collettiva, che<br />
unisce i <strong>di</strong>versi professionisti che hanno partecipato<br />
all’esperienza: osservare e <strong>di</strong>scutere insieme<br />
e reciprocamente il proprio lavoro contribuisce<br />
a migliorare la capacità critica e a rafforzare<br />
i processi <strong>di</strong> progettazione e <strong>di</strong> decisione.”<br />
Infine un progetto in corso anche da parte <strong>di</strong><br />
<strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> BS, che intende favorire l’accoglienza<br />
dei tanti colleghi provenienti da <strong>di</strong>verse culture<br />
e nazioni, pur nel rispetto rigoroso delle norme<br />
che regolano l’iscrizione all’Albo dei professionisti<br />
comunitari e non. Questi rappresentano<br />
infatti una risorsa ormai irrinunciabile per molti<br />
nostri servizi.<br />
Buona lettura!<br />
* Presidente <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>-BS<br />
2 - E<strong>di</strong>toriale<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Osservatorio<br />
Il lavoro degli infermieri in carcere:<br />
cercare la <strong>qualità</strong> nella criticità.<br />
<strong>di</strong> Moreno Crotti Partel*<br />
La lettera della collega MariaStella merita un piccolo approfon<strong>di</strong>mento<br />
per delineare il contesto e le problematiche <strong>di</strong> una<br />
realtà poco conosciuta, che coinvolge, seppur con pochi professionisti,<br />
l’intera immagine della professione.<br />
“Sono un’Assistente Sanitaria e opero<br />
all’interno del carcere citta<strong>di</strong>no dal 1991 e attualmente<br />
anche nell’Istituto <strong>di</strong> Reclusione <strong>di</strong><br />
Verziano (dopo il passaggio della Me<strong>di</strong>cina Penitenziaria<br />
dal Ministero della Giustizia al Ministero<br />
della Salute).<br />
Leggendo “Tempo <strong>di</strong> Nursing” del settembre u.s.<br />
ho trovato alcuni articoli sul “malato terminale”,<br />
mi ha colpito il titolo ”Nessun uomo è inutile<br />
se allevia il peso <strong>di</strong> qualcun altro”(Ghan<strong>di</strong>).<br />
Per cui con questa mia lettera voglio dare un<br />
personale contributo alla <strong>di</strong>scussione aperta<br />
sulle pagine del nostro giornale.<br />
Il termine carcere deriva dall’ebraico “carcar”<br />
uguale tumulare, luogo senza tempo, quin<strong>di</strong> che<br />
nega la vita, ed è un evento drammatico che<br />
produce sofferenza e sofferenti restando l’ultima<br />
frontiera della <strong>di</strong>sperazione e <strong>di</strong> drammi umani.<br />
Molta della popolazione detenuta appartiene<br />
agli strati sociali più deboli e più poveri, dove<br />
dominano la scena, la tossico<strong>di</strong>pendenza e gli<br />
extra comunitari. Gli Istituti Penitenziari stanno<br />
vivendo situazioni drammatiche per le con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> sovraffollamento e <strong>di</strong> promiscuità.<br />
La quoti<strong>di</strong>anità è allarmante, piena <strong>di</strong> desolazione,<br />
<strong>di</strong> angoscia , <strong>di</strong> vuoto esistenziale ed emozionale.<br />
Ed ecco perché, le manifestazioni psicopatologiche<br />
sono particolarmente frequenti.<br />
Come Operatore Sanitario quoti<strong>di</strong>anamente mi<br />
trovo a contatto con la fragilità e la sofferenza,<br />
la nostra etica professionale ci insegna che tutti<br />
i citta<strong>di</strong>ni devono ricevere la stessa assistenza<br />
sanitaria in qualsiasi luogo siano collocati, anche<br />
dentro il carcere; e qualunque sia il proprio<br />
status sociale <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no, libero o rinchiuso,<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Osservatorio - 3
qualunque sia la razza e fede <strong>di</strong> appartenenza.<br />
La mia scelta lavorativa mi spinge non solo ad assistere<br />
e curare ma anche ad ascoltare i <strong>di</strong>sagi, il dolore,<br />
il pentimento, i sensi <strong>di</strong> colpa e la sofferenza <strong>di</strong><br />
persone, che stanno faticosamente intraprendendo un<br />
cammino <strong>di</strong> riscatto e <strong>di</strong> espiazione della propria colpa.<br />
Tentare <strong>di</strong> alleviare questo è estremamente complicato<br />
e <strong>di</strong>fficile.<br />
Talvolta cerco <strong>di</strong> dare aiuto nella risoluzione <strong>di</strong><br />
problemi non legati all’assistenza sanitaria ma<br />
che visti dall’esterno possano sembrare banali,<br />
ma in questo contesto assumono un peso <strong>di</strong>verso<br />
e questo aiuto può <strong>di</strong>ventare uno spiraglio <strong>di</strong><br />
luce per qualcuno.<br />
Lavorare all’interno degli Istituti Penitenziari,<br />
mi ha portato a conoscere fragilità che altri non<br />
comprendono, a con<strong>di</strong>videre limitazioni spaziali<br />
delle libertà in<strong>di</strong>viduali dei detenuti, ha inoltre<br />
contribuito a far crescere in me una sensibilità<br />
<strong>di</strong>versa verso una realtà e problematiche sconosciute<br />
alla comunità esterna, che spesso ignora<br />
gli operatori della assistenza sanitaria che operano<br />
nel servizio della me<strong>di</strong>cina penitenziaria.”<br />
Mariastella Anzoni. <strong>AS</strong>V<br />
In Italia la sanità penitenziaria è da anni al centro<br />
dell’attenzione, da circa due anni, le competenze<br />
in materia sono passate dal Ministero della Giustizia<br />
al Ministero della Salute.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni nelle carceri sono critiche, mentre<br />
i bisogni <strong>di</strong> salute sono enormi e richiedono una<br />
vera e propria presa in carico dei detenuti, che<br />
oltre alle malattie comuni a tutta la popolazione,<br />
spesso presentano stati <strong>di</strong> salute aggravati dalle<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita legate alla reclusione.<br />
Il vissuto <strong>di</strong> malattia e l’assistenza infermieristica<br />
sono destinate ad alterarsi nel carcere, rivestendosi<br />
<strong>di</strong> significati particolari. Un recente stu<strong>di</strong>o,<br />
condotto dall’Università <strong>di</strong> Toronto, Facoltà<br />
Bloomberg <strong>di</strong> infermieristica, ha esaminato il<br />
ruolo <strong>di</strong> 500 infermieri che lavorano nel sistema<br />
carcerario provinciale dell’Ontario, il quale si<br />
occupa <strong>di</strong> quasi 9.000 persone, in 30 strutture.<br />
Nello stu<strong>di</strong>o, condotto da Joan Almost e Diane<br />
Doran 1 , prima rassegna globale sugli infermieri<br />
che lavorano nelle strutture correzionali in<br />
Canada, si è riscontrato che gli infermieri che<br />
lavorano nel settore sentono <strong>di</strong> avere uno scarso<br />
controllo sulla loro pratica professionale, a<br />
causa delle restrizioni dovute alle ragioni <strong>di</strong> sicurezza,<br />
hanno un minore accesso alle risorse e<br />
4 - Osservatorio<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
alle attrezzature necessarie, e un’esperienza più<br />
elevata <strong>di</strong> stress emotivo e <strong>di</strong> tensione nella relazione<br />
col paziente.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o ha anche rilevato che, nonostante la<br />
sod<strong>di</strong>sfazione sul lavoro sia leggermente inferiore<br />
a quella degli infermieri impiegati in altri<br />
settori, coloro che lavorano in carcere registrano<br />
livelli <strong>di</strong> burnout inferiori, oltre che un maggiore<br />
proposito <strong>di</strong> rimanere a fare il proprio lavoro.<br />
La ricerca attribuisce questo aspetto al fatto che<br />
il lavoro in carcere è molto <strong>di</strong>versificato e richiede<br />
agli infermieri <strong>di</strong> attingere ad una vasta gamma<br />
delle loro competenze.<br />
La principale <strong>di</strong>fferenza tra carcere e altri settori<br />
è che negli istituti penitenziari è importante non<br />
solo l’assistenza sanitaria, ma anche la sicurezza,<br />
<strong>di</strong>ce Linda Ogilvie, responsabile dei servizi<br />
sanitari aziendali per il Ministero della Sicurezza<br />
della Comunità e dei servizi correzionali e<br />
questo è un equilibrio “unico”, molto particolare.<br />
L’ambiente insomma non è favorevole alla<br />
costruzione <strong>di</strong> una relazione terapeutica: se non<br />
si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un qualche tipo <strong>di</strong> meccanismo, che<br />
impe<strong>di</strong>sca lo stress emotivo, <strong>di</strong>venta un ambiente<br />
molto <strong>di</strong>fficile in cui lavorare. Ricerche simili<br />
sono state effettuate anche nel nostro paese cercando<br />
<strong>di</strong> rilevare la percezione del ruolo infermieristico<br />
all’interno degli Istituti <strong>di</strong> Pena e la<br />
relazione “paziente/detenuto e infermiere” 2 .<br />
Venendo al contesto italiano, il Dpcm 1° aprile<br />
2008 (Gazzetta Ufficiale del 30 maggio 2008)<br />
ha stabilito che i rapporti <strong>di</strong> lavoro, le risorse<br />
finanziarie, le attrezzature e i beni strumentali<br />
in materia <strong>di</strong> sanità penitenziaria venissero trasferiti<br />
dal Ministero della Giustizia al Servizio<br />
Sanitario Nazionale. Il rapporto <strong>di</strong> lavoro degli<br />
operatori sanitari (me<strong>di</strong>ci, ma soprattutto infermieri)<br />
che operavano negli Istituti penitenziari è<br />
stato inglobato, con alcune <strong>di</strong>fferenze Regionali,<br />
tra quelli gestiti dalle Aziende sanitarie locali o<br />
dalle Aziende Ospedaliere.<br />
La popolazione carceraria coinvolta è molto ampia,<br />
sono detenute nelle carceri italiane oltre 55<br />
mila persone, 7.800 delle quali con più <strong>di</strong> cinquanta<br />
anni <strong>di</strong> età. La quota maggiore si trova<br />
in Lombar<strong>di</strong>a (15,1%) seguita dalla Campania<br />
(12,6%) e dalla Sicilia (10,9%). Al 31 <strong>di</strong>cembre<br />
2010 nella nostra regione erano presenti 9.412<br />
detenuti (8.786 uomini, 626 donne), 3.766 in<br />
più rispetto alla capacità ricettiva massima 3-4 .<br />
La me<strong>di</strong>a dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sovraffollamento è del<br />
66,5% e la Lombar<strong>di</strong>a si piazza al quarto posto<br />
tra le regioni con il più alto tasso <strong>di</strong> affollamento<br />
penitenziario. A <strong>Brescia</strong> i detenuti nel carcere <strong>di</strong><br />
Canton Mombello sono 540 (il 65% è composto<br />
da extracomunitari) a fronte <strong>di</strong> una capienza <strong>di</strong><br />
280, con un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento del 174,3%<br />
(il più alto della Lombar<strong>di</strong>a e il secondo in Italia).<br />
Il carcere citta<strong>di</strong>no dovrebbe ospitare solo<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Osservatorio - 5
condannati in via definitiva ma dei detenuti ospitati<br />
oltre 200 sono in attesa <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio. 5-6<br />
Anche il Direttore Maria Gabriella Lusi, non ha nascosto<br />
che la situazione sia complessa: «Il personale ha dato<br />
atto <strong>di</strong> attenzione e umanità, ma le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> detenzione<br />
sono <strong>di</strong>fficili» 7 .<br />
In ambito sanitario l’epidemiologia penitenziaria <strong>di</strong>mostra<br />
che i bisogni <strong>di</strong> salute dei detenuti ruotano intorno<br />
a una vera presa in carico del paziente <strong>di</strong>ventando<br />
a volte il solo contenitore del <strong>di</strong>sagio sociale, più vicina<br />
dunque ai modelli <strong>di</strong> assistenza territoriale che non<br />
a quelli specialistici ospedalieri, proprio come avviene<br />
per la popolazione che vive al <strong>di</strong> fuori delle carceri e<br />
che ricorre alla me<strong>di</strong>cina generale molto più spesso <strong>di</strong><br />
quanto ricorra all’ospedale. E’ auspicabile che, come si<br />
è provato a fare a <strong>Brescia</strong> in questi ultimi anni, in una<br />
situazione <strong>di</strong> così profonda trasformazione limitata dalla<br />
scarsità <strong>di</strong> risorse e da criticità evidenti, si investa sui<br />
professionisti. Un’appropriata sanità penitenziaria non<br />
potrà che <strong>di</strong>pendere da un’organizzazione che sia in<br />
grado <strong>di</strong> assicurare tutti i livelli <strong>di</strong> assistenza me<strong>di</strong>ca (<strong>di</strong><br />
base, specialistica, gestione delle patologie croniche), a<br />
questo sarà necessario affiancare l’incentivazione dell’assistenza<br />
infermieristica, per favorire la prevenzione,<br />
l’educazione ai corretti stili <strong>di</strong> vita e interventi igienico<br />
organizzativi efficaci. Per fare ciò, l’unica possibilità è<br />
garantire la quantità e la <strong>qualità</strong> degli interventi assistenziali,<br />
per permettere l’erogazione <strong>di</strong> prestazioni professionali,<br />
erogate da personale riconosciuto, preparato,<br />
motivato e coinvolto.<br />
Note<br />
1 - J. Almost e D. Doran, Prison nurses face sex<br />
taunts, death threats, CBC. http://www.cbc.<br />
ca/news/health/story/2011/01/04/nurses-prison-threats.html?ref=rss<br />
2 - Massei, A. R. Marucci, M. F. Tiraterra, La<br />
professione infermieristica negli istituti penitenziari:<br />
un’indagine descrittiva Prof. Inf.<br />
Vol 60, No 1 (2007)<br />
3 - <strong>Brescia</strong>oggi, L’IDV visita il carcere «realtà<br />
<strong>di</strong>sumana», 13/02/2011<br />
4 - Giornale <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, <strong>Brescia</strong>: Canton Mombello,<br />
un carcere “incivile” e da chiudere,<br />
2/02/2008<br />
5 - Giornale <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, <strong>Brescia</strong>: affollamento al<br />
174%, il carcere <strong>di</strong> Canton Mombello rischia<br />
il collasso, 12/01/2011<br />
6 - <strong>Brescia</strong>oggi, Canton Mombello? E’ il carcere<br />
peggiore, 22/04/2009<br />
7 - <strong>Brescia</strong>oggi, Dramma a Canton Mombello:<br />
26enne si impicca nel bagno, 24/02/2010<br />
* Consiglere <strong>Collegio</strong> Ipasvi. Coor<strong>di</strong>natore infermieristico<br />
U.O. oncoematologia pe<strong>di</strong>atrica<br />
6 - Osservatorio<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Focus<br />
Scegliere la <strong>qualità</strong><br />
<strong>di</strong> Bruna Marina Bertoli*<br />
Garantire una buona <strong>qualità</strong> dell’assistenza è oggi, probabilmente,<br />
una delle maggiori sfide che i sistemi sanitari si trovano<br />
ad affrontare.<br />
Premessa<br />
I processi <strong>di</strong> innovazione che connotano l’attuale<br />
momento storico, le richieste <strong>di</strong> miglioramento<br />
<strong>di</strong> cure e prestazioni sanitarie da parte dei citta<strong>di</strong>ni,<br />
la progettazione delle trasformazioni qualitative<br />
ed i contesti socio-economici nei quali<br />
avvengono, hanno imposto un cambiamento nel<br />
modo <strong>di</strong> pensare e <strong>di</strong> gestire le strutture sanitarie.<br />
Le problematiche relative alla <strong>qualità</strong> ed al<br />
sistema delle relazioni e delle comunicazioni, la<br />
valutazione dell’efficienza e dell’efficacia delle<br />
prestazioni, sono componenti centrali del processo<br />
<strong>di</strong> cambiamento. La trasformazione degli<br />
enti sanitari in aziende induce quin<strong>di</strong> le strutture<br />
ad affrontare problemi tipici <strong>di</strong> altri settori, in<br />
particolare quelli della gestione dei prodotti, dei<br />
servizi, delle risorse e dell’ottimizzazione delle<br />
con<strong>di</strong>zioni operative per i gruppi professionali.<br />
L’evoluzione della realtà sociale richiede servizi<br />
più efficaci, non vincolati unicamente alle<br />
componenti materiali delle prestazioni ma riferiti<br />
agli elementi <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> del lavoro che concorrono<br />
a determinare le caratteristiche dei beni<br />
forniti. E’ necessario in<strong>di</strong>viduare e sviluppare<br />
metodologie, processi e procedure per coinvolgere<br />
la risorsa/cliente con l’obiettivo <strong>di</strong> gestirla e<br />
in<strong>di</strong>rizzarla in maniera efficiente ed efficace.<br />
Il Sistema Sanitario Nazionale ha subito una importante<br />
rivoluzione e con i decreti 502/517 lo<br />
Stato ha introdotto nuove regole, equiparando<br />
le strutture sanitarie pubbliche a quelle private<br />
accre<strong>di</strong>tate e introducendo il concetto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />
dell’assistenza nei confronti dei citta<strong>di</strong>ni.<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 7
Questi principi sono rafforzati dal DPR 14 gennaio<br />
1997 che introduce l’accre<strong>di</strong>tamento delle<br />
strutture sanitarie e prevede che in tutti i presi<strong>di</strong><br />
devono essere attivati sistemi <strong>di</strong> valutazione e<br />
miglioramento delle attività.<br />
Il D.Lgs 229/99 riba<strong>di</strong>sce la necessità <strong>di</strong> garantire<br />
la <strong>qualità</strong> dell’assistenza e propone <strong>di</strong> adottare<br />
in via or<strong>di</strong>naria il metodo della verifica e revisione<br />
della <strong>qualità</strong> delle prestazioni, nonché il<br />
loro costo, al cui sviluppo devono risultare funzionali<br />
i modelli organizzativi e i flussi informativi<br />
dei soggetti erogatori e gli istituti normativi<br />
regolanti il rapporto <strong>di</strong> lavoro, prevedendo specifici<br />
accor<strong>di</strong> contrattuali tra Regione e Aziende<br />
Sanitarie.<br />
Da molti anni si leggono, sui perio<strong>di</strong>ci e sui quoti<strong>di</strong>ani,<br />
articoli sulla <strong>qualità</strong>, si organizzano corsi<br />
e conferenze e si assegnano premi per la <strong>qualità</strong>.<br />
Il miglioramento della <strong>qualità</strong> è <strong>di</strong>ventato<br />
la chiave strategica della competizione a livello<br />
nazionale e internazionale e ha suscitato un interesse<br />
crescente verso i Sistemi <strong>di</strong> Gestione per la<br />
<strong>qualità</strong> come metodologia per assicurare la conformità<br />
dei prodotti e dei servizi alle aspettative<br />
dei clienti.<br />
Concetto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />
Il concetto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> ha subito numerose mo<strong>di</strong>fiche<br />
nel tempo. Nato per l’industria manifatturiera<br />
e applicato in principio esclusivamente al<br />
collaudo del prodotto finale, esso si è evoluto,<br />
trasformandosi prima nel concetto <strong>di</strong> controllo<br />
del processo produttivo, e poi, verso gli anni ‘90,<br />
nel concetto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> come sod<strong>di</strong>sfazione del<br />
cliente. Ciò ha spostato l’attenzione sulla <strong>qualità</strong><br />
del servizio erogato e del rapporto cliente-fornitore,<br />
enfatizzando così il principio della “<strong>qualità</strong><br />
globale” <strong>di</strong> tutte le competenze dell’organizzazione.<br />
L’utente ha assunto un ruolo centrale e si<br />
è trasformato in cliente.<br />
Sicuramente <strong>di</strong>verse definizioni sono possibili<br />
e legittime, <strong>di</strong>pendendo dal sistema nel quale si<br />
opera e dalla natura e dal grado <strong>di</strong> responsabilità<br />
<strong>di</strong> chi opera; <strong>di</strong> seguito ne troverete alcune:<br />
-”nell’analisi finale del mercato, la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> un<br />
prodotto <strong>di</strong>pende da quanto bene corrisponde<br />
ai modelli delle preferenze del consumatore”<br />
(Kuehn & Day 1962);<br />
- “conformità dell’assistenza erogata a criteri<br />
predefiniti (Donabe<strong>di</strong>an 1970);<br />
- “... è il grado in cui un prodotto specifico sod<strong>di</strong>sfa<br />
i bisogni <strong>di</strong> uno specifico consumatore”<br />
(Gilmore 1974);<br />
- “conformità a requisiti <strong>di</strong> riferimento standard,<br />
definiti <strong>di</strong> volta in volta da società scientifiche,<br />
da norme <strong>di</strong> legge, da in<strong>di</strong>rizzi regionali, da<br />
gruppi o commissioni sulla <strong>qualità</strong>” (Crosby<br />
1979);<br />
- “… è il grado <strong>di</strong> eccellenza ad un prezzo accettabile<br />
ed il controllo della variabilità ad un<br />
costo accettabile” (Broh 1982);<br />
- “fare le cose giuste la prima volta” (Price<br />
1985);<br />
- “… la misura in cui i servizi sanitari prestati<br />
aumentano la probabilità <strong>di</strong> ottenere risultati<br />
sperati a livello in<strong>di</strong>viduale o <strong>di</strong> popolazione,<br />
secondo le possibilità offerte dalle conoscenze<br />
<strong>di</strong>sponibili, entro i vincoli imposti dalle risorse<br />
presenti” (Brook, Lohr, 1985);<br />
- “l’essenza dell’approccio alla <strong>qualità</strong> totale è<br />
identificare e sod<strong>di</strong>sfare i requisiti dei clienti,<br />
sia interni che esterni” (Oakland 1989);<br />
- “la <strong>qualità</strong> deve essere raggiunta in cinque aree<br />
fondamentali: persone, mezzi, meto<strong>di</strong>, materiali<br />
e ambiente per assicurare la sod<strong>di</strong>sfazione<br />
dei bisogni del cliente” (Newell & Dale<br />
1991);<br />
- “… la capacità <strong>di</strong> un prodotto <strong>di</strong> rispondere<br />
completamente agli scopi per i quali è stato<br />
progettato e costruito al più basso costo possibile”<br />
(Ahannu Vuori);<br />
- “La <strong>qualità</strong> dell’assistenza consiste nella sua<br />
capacità <strong>di</strong> migliorare lo stato <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong><br />
sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> una popolazione nei limiti<br />
concessi dalla tecnologia, dalle risorse <strong>di</strong>sponibili<br />
e dalle caratteristiche della utenza” (Palmer);<br />
- “grado in cui un insieme <strong>di</strong> caratteristiche intrinseche<br />
sod<strong>di</strong>sfano i requisiti” (ISO 9000 del<br />
2005: Fondamenti e Terminologia);<br />
- “l’insieme <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e tecniche che consentono<br />
8 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
<strong>di</strong> realizzare il miglioramento delle prestazioni<br />
e la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> tutte le parti coinvolte<br />
nell’organizzazione”;<br />
- “l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche<br />
<strong>di</strong> un’organizzazione, che ne determinano<br />
la capacità <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le esigenze espresse e<br />
implicite, tangibili o intangibili, del cliente”.<br />
- “assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti” nei processi assistenziali riscontrati<br />
dagli stessi operatori che svolgono i<br />
processi (<strong>qualità</strong> interna) o dai destinatari dell’intervento<br />
o dell’azione (<strong>qualità</strong> esterna).<br />
Il Sistema <strong>di</strong> Gestione per la Qualità<br />
Garantire una buona <strong>qualità</strong> dell’assistenza è<br />
oggi, probabilmente, una delle maggiori sfide<br />
che i sistemi sanitari si trovano ad affrontare,<br />
anche alla luce delle crescenti aspettative dei citta<strong>di</strong>ni,<br />
secondo le quali non è più sufficiente che<br />
l’assistenza sia «abbastanza» buona: essa deve<br />
essere «migliore» e, se non basta, «eccellente».<br />
Oggi è sempre più sentita la necessità <strong>di</strong> garantire<br />
livelli assistenziali adeguati ai bisogni <strong>di</strong> salute<br />
della popolazione e, conseguentemente, si<br />
va <strong>di</strong>ffondendo una cultura volta alla ricerca <strong>di</strong><br />
parametri utili per identificare e monitorare gli<br />
standard della <strong>qualità</strong> erogata.<br />
Nelle strutture sanitarie, al fine <strong>di</strong> ottenere un<br />
funzionamento efficace, occorre identificare e<br />
gestire gli innumerevoli processi che si svolgono<br />
all’interno, le loro interrelazioni e interazioni, il<br />
grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> un processo dall’altro. I<br />
processi sono quelli <strong>di</strong>rettamente connessi alla<br />
realizzazione del prodotto/erogazione del servizio<br />
(comunemente detti “primari”, quali progettazione,<br />
fabbricazione, erogazione, ven<strong>di</strong>te,<br />
approvvigionamenti, controlli, ecc) e quelli definiti<br />
<strong>di</strong> “supporto”, quali le attività <strong>di</strong> gestione in<br />
genere, la gestione delle risorse, le misurazioni<br />
ed i miglioramenti.<br />
La gestione per processi rappresenta una modalità<br />
<strong>di</strong> operare che nasce dalla necessità <strong>di</strong> dover<br />
integrare efficacemente le attività <strong>di</strong> una funzione<br />
con un’altra, mirando al raggiungimento dell’obiettivo<br />
finale.<br />
Il Sistema <strong>di</strong> Gestione per la Qualità (SGQ – Fig.<br />
n. 1) si configura come strumento <strong>di</strong> “governo”<br />
dei processi e dei risultati al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i<br />
clienti, ma anche per permettere all’azienda <strong>di</strong><br />
trarre benefici per sé e tutti i membri che la compongono,<br />
che sono comunque collegati al successo<br />
(o insuccesso) dell’azienda stessa.<br />
Il SGQ (secondo la norma UNI EN ISO<br />
9001:2008) deve essere visto come uno strumento<br />
volto a promuovere regole e <strong>di</strong>alogo interno<br />
in maniera tale da evitare incomprensioni e <strong>di</strong><br />
valorizzare al massimo la professionalità e l’iniziativa<br />
<strong>di</strong> tutti gli operatori. Tale metodologia è<br />
applicabile in ogni azienda in quanto può essere<br />
concepita in maniera <strong>di</strong>versa in relazione alla<br />
missione aziendale o al prodotto/servizio erogato;<br />
in altri termini, il SGQ si adatta all’evoluzione<br />
dell’azienda stessa e s’implementa nel tempo<br />
modulandosi a <strong>di</strong>mensioni sempre maggiori per<br />
il contributo che i soggetti coinvolti apportano.<br />
Fondamenti principali sui quali il SGQ deve necessariamente<br />
basarsi sono “l’approccio per processi<br />
e il miglioramento continuo” (questi due<br />
elementi consentono <strong>di</strong> superare la obsoleta modalità<br />
organizzativa della mera ripartizione o attribuzione<br />
<strong>di</strong> compiti alle professionalità presenti<br />
Fig. 1 Fig. 2<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 9
in azienda, per una visione sistemica delle attività,<br />
interpretate quali componenti interconnesse,<br />
inter<strong>di</strong>pendenti e costantemente comunicanti tra<br />
loro e orientate alla centralità del paziente ormai<br />
<strong>di</strong>venuto a tutti gli effetti “cliente”).<br />
Il cliente assume la duplice connotazione “dell’input”,<br />
che innesca il macroprocesso della<br />
“<strong>qualità</strong>” e “dell’output”, inteso quale punto<br />
d’arrivo che richiede la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> quelle<br />
stesse aspettative che sono poste all’origine della<br />
sequenza.<br />
Quando si parla <strong>di</strong> “cliente” in termini generali,<br />
ci si riferisce sia alla persona bisognosa <strong>di</strong> cure<br />
proveniente dall’esterno, sia al cliente interno e<br />
cioè al personale interno <strong>di</strong> una Unità Operativa<br />
che, per esempio, riceve una prestazione dai<br />
servizi sanitari (ra<strong>di</strong>ologie, laboratori ecc.) o dai<br />
servizi <strong>di</strong> supporto non sanitari (farmacia, servizio<br />
<strong>di</strong> bioingegneria, manutenzione ecc.).<br />
Il SGQ si fonda sulla norma ISO 9001 e sulla<br />
logica del PDCA o ciclo <strong>di</strong> Deming (Fig. n. 2);<br />
esso rappresenta un ciclo <strong>di</strong>namico che può essere<br />
applicato sia al singolo processo sia alla rete<br />
<strong>di</strong> processi. Il ciclo è strettamente associato alla<br />
pianificazione, all’attuazione, al controllo ed al<br />
miglioramento continuo dei processi stessi.<br />
La fase Plan consiste nell’identificare<br />
il problema, nell’analizzarlo,<br />
nell’in<strong>di</strong>viduare le cause<br />
reali, nel definire e pianificare le<br />
azioni correttive.<br />
La fase Do consiste nel preparare<br />
e applicare le azioni correttive<br />
pianificate.<br />
La fase Check consiste nel<br />
verificare i risultati delle azioni<br />
intraprese confrontandoli con gli<br />
obiettivi attesi.<br />
La fase Act consiste:<br />
- nello standar<strong>di</strong>zzare e consolidare<br />
le azioni intraprese qualora<br />
la fase <strong>di</strong> check si sia conclusa<br />
con esito positivo<br />
- nel ripercorrere un nuovo ciclo<br />
PDCA se i risultati rilevati nella<br />
fase <strong>di</strong> check non sono sod<strong>di</strong>sfacenti.<br />
PLAN<br />
DO<br />
CHECK<br />
ACT<br />
Gli obiettivi della <strong>qualità</strong> possono essere riassunti<br />
in:<br />
- assicurare la sod<strong>di</strong>sfazione del cliente;<br />
- assicurare la sod<strong>di</strong>sfazione dell’operatore;<br />
- assicurare la sod<strong>di</strong>sfazione dell’azienda (es.<br />
maggiore red<strong>di</strong>tività, competitività).<br />
Qualità in sanità<br />
Fornire prestazioni <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> <strong>di</strong>viene, pertanto,<br />
una responsabilità primaria delle istituzioni<br />
sanitarie che non può prescindere dal dovere<br />
morale ed etico <strong>di</strong> fornire la massima protezione<br />
possibile da eventuali danni conseguenti ad<br />
errori umani e <strong>di</strong> sistema.<br />
L’errore e la sua gestione in sanità, più che in ogni<br />
altro settore, per la natura stessa delle con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> debolezza e fragilità del cliente, <strong>di</strong>ventano il<br />
tema centrale attorno al quale si sviluppano tutti<br />
i percorsi organizzativi che mirano a garantire la<br />
<strong>qualità</strong> del servizio e la sod<strong>di</strong>sfazione dei bisogni<br />
del cliente.<br />
Per <strong>qualità</strong> dell’assistenza sanitaria si intende:<br />
- rispondere con rapi<strong>di</strong>tà, efficacia ed umanità<br />
ai bisogni specifici <strong>di</strong> salute dei singoli e della<br />
comunità, con attenzione ad un utilizzo equilibrato<br />
delle risorse <strong>di</strong>sponibili ed un pensiero<br />
alle generazioni future;<br />
- con<strong>di</strong>videre percorsi e procedure sulle priorità<br />
assistenziali definite, con un metodo partecipativo,<br />
da tutti gli attori presenti nell’organizzazione<br />
facendo uso <strong>di</strong> un adeguato sistema informativo;<br />
- utilizzare procedure tecniche e gestionali appropriate<br />
nella prevenzione, cura e riabilitazione;<br />
misurarle e valutarle, anche in relazione ai<br />
10 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
loro esiti, con l’obiettivo <strong>di</strong> migliorarle <strong>di</strong> continuo;<br />
- decidere i cambiamenti che possono migliorare<br />
sia gli esiti che la sod<strong>di</strong>sfazione degli utenti e<br />
degli operatori.<br />
La <strong>qualità</strong> dell’assistenza è il risultato finale <strong>di</strong><br />
un complesso intreccio <strong>di</strong> fattori che riassumono<br />
le capacità <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> un sistema sanitario,<br />
il grado <strong>di</strong> razionalità nell’uso delle risorse, le<br />
sue competenze nel governo delle innovazioni<br />
biome<strong>di</strong>che e <strong>di</strong> gestione del rischio, la capacità<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare i comportamenti professionali<br />
verso scelte <strong>di</strong>agnostico-terapeutiche giuste ed<br />
efficaci.<br />
Si intersecano, in questa prospettiva, l’appropriata<br />
erogazione <strong>di</strong> interventi efficaci sotto il<br />
profilo clinico ed organizzativo, lo sviluppo e<br />
l’utilizzo <strong>di</strong> tecnologie sanitarie sempre più complesse<br />
e sofisticate, la definizione dei bisogni assistenziali<br />
da garantire fornendo al paziente la<br />
risposta giusta al momento e nel luogo giusto e<br />
gli inevitabili vincoli imposti dalle non infinite<br />
risorse <strong>di</strong>sponibili.<br />
La <strong>qualità</strong> dell’assistenza infermieristica è l’insieme<br />
delle caratteristiche che conferiscono alla<br />
prestazione infermieristica la capacità <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare<br />
in modo appropriato il bisogno <strong>di</strong> assistenza<br />
infermieristica, nei limiti concessi dalla<br />
competenza professionale dell’infermiere, dalla<br />
tecnologia, dalle risorse <strong>di</strong>sponibili e dalle caratteristiche<br />
degli utenti/clienti.<br />
La professione infermieristica si pone, quin<strong>di</strong>,<br />
nell’ottica <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i requisiti che permettono<br />
<strong>di</strong> erogare prestazioni infermieristiche personalizzate,<br />
basate sulla definizione del bisogno<br />
<strong>di</strong> assistenza della persona. Il ruolo dell’infermiere<br />
è sempre più attivo, in quanto ricerca le<br />
modalità più adatte per perseguire dei risultati<br />
specifici attraverso il sod<strong>di</strong>sfacimento dei bisogni<br />
del cliente.<br />
Si delinea, in questa prospettiva, un infermiere<br />
promotore del cambiamento che lo porta alla posizione<br />
<strong>di</strong> decisore delle proprie attività/prestazioni<br />
e <strong>di</strong> responsabile del risultato conseguito,<br />
in quanto ricerca le modalità più adatte per perseguire<br />
risultati specifici attraverso il sod<strong>di</strong>sfacimento<br />
dei bisogni del cliente.<br />
Gli attori, coinvolti nel SGQ, sono gli stessi infermieri<br />
che nel quoti<strong>di</strong>ano:<br />
- formalizzano un progetto assistenziale centrato<br />
sull’utente/cliente in un contesto organizzativo<br />
ad esso coerente (pianifica e scrivi quello che<br />
deci<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare);<br />
- svolgono le attività decise (fai quello che hai<br />
scritto);<br />
- rendono evidente e quantificabile la loro attività<br />
utilizzando procedure, protocolli, profili<br />
<strong>di</strong> assistenza scritti, con<strong>di</strong>visi e documentando<br />
le azioni svolte e i risultati ottenuti (<strong>di</strong>mostra<br />
quello che hai fatto e che cosa hai ottenuto);<br />
- rivedono le loro azioni alla luce degli standard<br />
<strong>di</strong> competenza, delle evidenze scientifiche, delle<br />
valutazioni <strong>di</strong> efficacia e <strong>di</strong> quelle espresse<br />
dall’utenza e progettano miglioramenti realizzabili<br />
e misurabili (pensare a come migliorarlo).<br />
L’assistenza infermieristica <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> può essere,<br />
quin<strong>di</strong>, intesa come “livello al quale il processo<br />
<strong>di</strong> assistenza accresce la possibilità <strong>di</strong> ottenere<br />
risultati voluti e riduce quello <strong>di</strong> ottenere risultati<br />
non voluti” (Holtzrer 1980).<br />
La <strong>qualità</strong>, quin<strong>di</strong>, non è un “opinione” e la si<br />
può attuare attraverso:<br />
- la motivazione del personale infermieristico e<br />
- il completo coinvolgimento dello stesso.<br />
Si deve mirare:<br />
a) alla definizione <strong>di</strong> obiettivi compresi, con<strong>di</strong>visi<br />
e sostenuti da tutti gli operatori a tutti i<br />
livelli dell’organizzazione;<br />
b) alla definizione delle responsabilità;<br />
c) alla definizione <strong>di</strong> standard confrontabili;<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 11
d) a rendere sistematici la valutazione e il confronto<br />
dei risultati.<br />
Quin<strong>di</strong>:<br />
1) fare ciò che è utile (efficacia teorica);<br />
2) nel modo migliore (efficacia pratica);<br />
3) con il costo più appropriato (efficienza);<br />
4) a chi (accessibilità) e soltanto a chi ne ha bisogno<br />
(appropriatezza);<br />
5) facendo esercitare gli interventi sanitari a chi<br />
è competente per farlo (competenza);<br />
6) ottenendo i migliori risultati (sod<strong>di</strong>sfazione<br />
del citta<strong>di</strong>no/utente/persona).<br />
Il miglioramento delle performance assistenziali<br />
non può prescindere dalle seguenti attività:<br />
a) recuperare la centralità del citta<strong>di</strong>no nella pluralità<br />
delle sue <strong>di</strong>mensioni sociali e culturali,<br />
per calibrare concretamente il miglior iter assistenziale<br />
possibile, riguardo alle principali<br />
tipologie <strong>di</strong> bisogni;<br />
b) integrare le competenze degli operatori sanitari<br />
con una sistematica attenzione ai temi e<br />
ai valori che guidano la <strong>qualità</strong> percepita dagli<br />
utenti;<br />
c) comprendere i significati sociali dei processi<br />
<strong>di</strong> salute/malattia, affrontando così la questione<br />
della <strong>qualità</strong> nella sua complessa articolazione;<br />
d) valutare il problema della specializzazione e<br />
frammentazione delle competenze, che rende<br />
<strong>di</strong>fficile l’integrazione interfunzionale dei<br />
processi <strong>di</strong> cura, in particolare per patologie<br />
complesse e <strong>di</strong> lunga durata;<br />
e) implementare le prove <strong>di</strong> efficacia attraverso<br />
l’Evidence Based Me<strong>di</strong>cine e l’Evidence Based<br />
Nursing (EBM - EBN) nella pratica clinica<br />
e nei percorsi assistenziali, tramite la definizione<br />
<strong>di</strong> Linee Guida.<br />
Conclusioni<br />
L’applicazione dei principi del SGQ ottiene benefici<br />
<strong>di</strong>retti sul raggiungimento degli obiettivi<br />
<strong>di</strong> mantenimento e miglioramento delle capacità<br />
e delle prestazioni e permette anche una riduzione<br />
dei costi e dei rischi.<br />
All’interno del proprio SGQ, l’azienda sanitaria<br />
strategicamente può integrare la norma ISO con<br />
l’esperienza dell’accre<strong>di</strong>tamento all’eccellenza<br />
e con il rischio clinico, per promuovere un<br />
approccio professionale che assuma le valenze<br />
della EBM/EBN e che sappia trasferire in modo<br />
critico nella realtà il contenuto <strong>di</strong> Linee Guida e<br />
standard nazionali/internazionali.<br />
L’integrazione ed il compenetrarsi <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>versi<br />
permette <strong>di</strong> creare un sistema <strong>di</strong> governo<br />
clinico <strong>di</strong> successo, in grado <strong>di</strong> ottenere la fiducia<br />
degli operatori e <strong>di</strong> portare miglioramenti reali<br />
all’attività assistenziale erogata al citta<strong>di</strong>no.<br />
Bibliografia<br />
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sistema”, Area Qualità, Milano, 1999<br />
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professionale: quale significato per la<br />
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anno <strong>VI</strong>, trimestre I, n. 1, 2000<br />
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Milano, 2006<br />
• Carugo G., “Approccio al sistema <strong>qualità</strong>”, Atti<br />
corso aggiornamento, 2002<br />
• Malinverno E., “La <strong>qualità</strong> dell’assistenza infermieristica:<br />
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• Moiset C., “La <strong>qualità</strong> nell’assistenza infermieristica.<br />
Definizione Misura, analisi, valutazione<br />
e miglioramento continuo”, McGraw-Hill,<br />
Milano, 2006<br />
• Norma UNI EN ISO 9000: 2005, Sistemi<br />
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terminologia<br />
• Norma UNI EN ISO 9001: 2008, Sistemi <strong>di</strong><br />
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Anno <strong>VI</strong>, trimestre II, n. 2/2000,<br />
Lauri E<strong>di</strong>zione, Milano, 2000<br />
• Riccelli I., N. Gatta, “Valutazione della <strong>qualità</strong><br />
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Firenze, 1990<br />
• Usai M., “Aziendalizzazione e perseguimento<br />
delle <strong>qualità</strong> assistenziali: un binomio<br />
non sempre possibile per l’infermiere”,<br />
NEU n. 4, 1997<br />
* Infermiera. Responsabile del servizio<br />
<strong>qualità</strong> <strong>AS</strong>L Vallecamonica. Consigliere<br />
<strong>Collegio</strong> Ipasvi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
12 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Strategie per la riduzione delle<br />
cadute in ambiente ospedaliero<br />
<strong>di</strong> Luca Maffei*, Maurizio Bertucco*, Luisa Fiorin*, Federica Reccagni*,<br />
Giuseppe Cutillo*, Annamaria Indelicato**<br />
Premessa<br />
Le cadute dei pazienti ricoverati in ospedale o<br />
nelle strutture protette, specie se anziani, rappresentano<br />
un problema molto rilevante. Esse<br />
costituiscono un evento avverso che si verifica<br />
frequentemente in ambito ospedaliero e rappresentano<br />
la causa <strong>di</strong> importanti complicanze nel<br />
corso della degenza, nonché la causa <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà<br />
temporanea e permanente della persona. Le<br />
cadute possono causare: traumi cranici, danni<br />
cerebrali, lesioni degli organi interni, lesioni dei<br />
tessuti molli, fratture, ecc. Oltre ai danni fisici,<br />
l’anziano sviluppa un forte senso <strong>di</strong> insicurezza<br />
che lo induce a limitare l’attività fisica compromettendo<br />
la propria autonomia e la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong><br />
vita.<br />
La letteratura internazionale definisce l’evento<br />
caduta in vari mo<strong>di</strong>:<br />
Nel 1987 il “Kellogg International Working<br />
Group” definì la caduta come un “involontario<br />
trasferimento del corpo al suolo o ad un livello<br />
inferiore rispetto a quello precedente, includendo<br />
anche quello causato da un colpo violento,<br />
dalla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza, da un improvviso ictus<br />
o da un attacco epilettico”.<br />
Secondo World Health Organisation (WHO<br />
2007) la caduta invece viene definita come<br />
“cambiamento nella posizione non intenzionale<br />
che costringe una persona ad accasciarsi a terra,<br />
sul pavimento o ad un livello più basso escludendo<br />
il cambio intenzionale della posizione con<br />
appoggio a mobili, pareti o altri oggetti”.<br />
Epidemiologia, classificazione ed eziologia<br />
del fenomeno<br />
Secondo l’OMS (2004) si stima che, nell’arco<br />
<strong>di</strong> un anno, è soggetto a caduta il 30-40%, circa,<br />
degli anziani che vivono al proprio domicilio.<br />
La percentuale sale al 40-50% negli anziani<br />
ospedalizzati e al 50% negli ospiti <strong>di</strong> istituzioni<br />
assistenziali 1 . Nelle case <strong>di</strong> riposo si stima che<br />
vi siano ogni anno 1,5 cadute per posto letto e in<br />
me<strong>di</strong>a 2.6 cadute per persona 2 .<br />
I tassi più elevati sono per le persone oltre i 75<br />
anni. Questo dato in<strong>di</strong>ca che la frequenza delle<br />
cadute aumenta con l’avanzare dell’età. Quasi<br />
la metà degli anziani che ha sperimentato una<br />
caduta va incontro, entro breve termine, a nuovi<br />
eventi traumatici.<br />
Vari stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrano che sono gli uomini a cadere<br />
più frequentemente prima dei 75 anni mentre<br />
negli ultra settantacinquenni la situazione si<br />
capovolge.<br />
Sempre secondo l’OMS, il 95% delle fratture <strong>di</strong><br />
femore nelle persone anziane segue un episo<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> caduta. Tra questi circa il 50% non riprende<br />
più il cammino e il 20% muore entro sei mesi.<br />
Ogni anno le cadute coinvolgono:<br />
• 30% tra i residenti in comunità;<br />
• 50% tra i pazienti in nursing home: <strong>di</strong> cui 20-<br />
30% > 65 anni e in 1 caso su 10 presenta lesioni<br />
importanti 3 .<br />
Dalla letteratura, secondo <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> riguardo<br />
alle cadute negli ospedali per acuti, risultano notevoli<br />
variazioni. Sul totale dei ricoveri si è verificato<br />
che le cadute variano tra 2% e 5%, e tra<br />
2,8 a 18,2 cadute per 1.000 giorni <strong>di</strong> ricovero 4 .<br />
Altri stu<strong>di</strong> osservazionali 5 hanno <strong>di</strong>mostrato<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 13
che, il tasso <strong>di</strong> cadute varia da:<br />
• 5 a 18 per 1000 giorni paziente in area geriatrica;<br />
• 10 per 1000 giorni paziente, area me<strong>di</strong>ca;<br />
• 6-9 per 1000 giorni paziente area chirurgica;<br />
• 3-7 per 1000 giorni paziente, ma il dato è considerato<br />
sottostimato a causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusounderreporting.<br />
In Gran Bretagna 1/3 della popolazione oltre i<br />
65 cade e metà <strong>di</strong> questi soggetti cade almeno<br />
due volte.<br />
Per quanto riguarda le cadute in ospedale, in<br />
Svezia quasi 1/3 delle fratture dell’anca avvengono<br />
nella popolazione ospedalizzata.<br />
Negli ospedali australiani, il 38% <strong>di</strong> tutti gli incidenti<br />
che avvengono durante il ricovero sono<br />
dovuti a cadute (The Johanna Briggs Institute for<br />
EBN, 1998). Il 50% dei pazienti anziani residenti<br />
in strutture residenziali cade ogni anno e circa<br />
il 7% <strong>di</strong> questi muore a causa della caduta.<br />
La Joint Comission For Acre<strong>di</strong>tation Of Hospital<br />
Organization, nel rapporto sugli eventi sentinella<br />
del 31 <strong>di</strong>cembre 2005, li segnala fra i primi<br />
eventi sentinella 6 .<br />
In Italia, secondo uno stu<strong>di</strong>o condotto nel 2000<br />
presso l‘ULSS 22 della regione Veneto, si è evidenziato<br />
che la frequenza delle cadute accidentali<br />
è pari allo 0,86% su tutti i ricoveri. Mentre uno<br />
stu<strong>di</strong>o del 2002 condotto dall’ <strong>AS</strong>L <strong>di</strong> Empoli,<br />
ha rilevato che le cadute <strong>di</strong> pazienti si verificano<br />
nel 4% <strong>di</strong> tutti i ricoveri e il 13% <strong>di</strong> queste sono<br />
cadute dal letto o dalla poltrona 7 .<br />
Nella Regione Lombar<strong>di</strong>a, secondo un recente<br />
stu<strong>di</strong>o (IRER 2009), l’incidenza delle cadute<br />
è stimata in 8 pazienti per ogni 1000 giorni <strong>di</strong><br />
degenza. La <strong>di</strong>stribuzione delle cadute, secondo<br />
lo stu<strong>di</strong>o sopra richiamato, è rappresentata dal<br />
grafico a fianco riportato.<br />
Vari stu<strong>di</strong> classificano<br />
le cadute come 8 :<br />
• Cadute preve<strong>di</strong>bili;<br />
quando avvengono<br />
nei soggetti<br />
esposti a fattori <strong>di</strong><br />
rischio identificabili<br />
(<strong>di</strong>sorientamento,<br />
<strong>di</strong>fficoltà nella deambulazione,<br />
mo<strong>di</strong>fiche<br />
della marcia causate<br />
da patologie neurologiche,<br />
ecc).<br />
• Cadute non preve<strong>di</strong>bili;<br />
quando sono<br />
determinate da con<strong>di</strong>zioni fisiologiche non<br />
preve<strong>di</strong>bili fino al momento della caduta, cadute<br />
che non possono essere previste a priori<br />
(crisi apoplettiche, vertigini, reazioni ai farmaci,<br />
sincope.)<br />
• Cadute accidentali; cadute attribuibili a fattori<br />
ambientali o a fatalità: quando la persona cade<br />
involontariamente (ad esempio scivolando sul<br />
pavimento bagnato).<br />
Si stima che circa il 14% delle cadute in ospedale<br />
siano classificabile come accidentali, l’8%<br />
come impreve<strong>di</strong>bili mentre il restante 78% rientrerebbe<br />
fra le cadute preve<strong>di</strong>bili.<br />
Le cadute hanno un’eziologia multifattoriale:<br />
Sono stati descritti più <strong>di</strong> 400 fattori <strong>di</strong> rischio.<br />
L’evento caduta mette in evidenza:<br />
• Carenze organizzative: procedure inesistenti<br />
o mal applicate, insufficiente comunicazione<br />
tra operatori e tra operatori e pazienti e familiari.<br />
• Sottovalutazione dei fattori <strong>di</strong> rischio: età,<br />
precedenti cadute, deficit cognitivi, calzature,<br />
assunzione <strong>di</strong> farmaci.<br />
• Sottovalutazione dei rischi ambientali: pavimenti<br />
sconnessi o scivolosi, gra<strong>di</strong>ni non<br />
sicuri, mancanza <strong>di</strong> appoggio, illuminazione<br />
inadeguata.<br />
La strategia <strong>di</strong> prevenzione dell’Azienda<br />
Ospedaliera M.Mellini <strong>di</strong> Chiari<br />
L’A.O. <strong>di</strong> Chiari, seguendo le in<strong>di</strong>cazioni contenute<br />
nel documento emanato a luglio 2010 dalla<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a “Linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e requisiti<br />
minimi regionali per l’implementazione <strong>di</strong><br />
un sistema per la prevenzione e la gestione del<br />
rischio caduta del paziente degente in ospeda-<br />
14 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
le o in RSA-RSD”, ha implementato, attraverso<br />
un Gruppo <strong>di</strong> Lavoro muti<strong>di</strong>sciplinare specifico<br />
denominato GAD Cadute, una strategia <strong>di</strong> prevenzione<br />
multifattoriale partendo dai seguenti<br />
elementi:<br />
• Inquadramento dei fattori <strong>di</strong> rischio<br />
• Integrazione dei fattori e delle competenze<br />
• Interventi <strong>di</strong> prevenzione/protezione multipli,<br />
mirati e specifici<br />
• Monitoraggio degli eventi<br />
• Formazione ed addestramento del personale<br />
Gli obiettivi principali che il Gruppo <strong>di</strong> lavoro si<br />
è posto nell’introdurre programmi <strong>di</strong> prevenzione<br />
sono stati:<br />
• ridurre le cadute;<br />
• ridurre i possibili danni correlati;<br />
• migliorare o mantenere l’autonomia funzionale<br />
e la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> vita del paziente;<br />
• non ridurre in appropriatamente l’autonomia e<br />
la mobilità del paziente;<br />
• allocare correttamente le risorse <strong>di</strong>sponibili.<br />
La strategia complessiva <strong>di</strong> prevenzione delle<br />
cadute è stata definita più nello specifico da una<br />
Linea Guida che l’Azienda ha elaborato e adottato<br />
dal titolo: “L.G. Aziendale per la prevenzione<br />
delle cadute”.<br />
Il documento prevede per l’inquadramento dei<br />
fattori <strong>di</strong> rischio del paziente, una valutazione<br />
dei rischi intrinseci caratterizzata da una valutazione<br />
me<strong>di</strong>ca completa (Stato mentale e psicologico,<br />
con<strong>di</strong>zioni fisiche e nutrizionali, visus,<br />
forza muscolare, andatura ed equilibrio, malattie<br />
croniche coesistenti, terapie farmacologiche ),<br />
un assessment infermieristico completo che preveda<br />
anche l’utilizzo <strong>di</strong> una scala <strong>di</strong> valutazione<br />
del rischio caduta. Dopo un’attenta ricerca bibliografica,<br />
l’Azienda ha scelto <strong>di</strong> applicare in<br />
via sperimentale la Scala Morse per le seguenti<br />
motivazioni:<br />
• è uno strumento validato per i pazienti ricoverati<br />
in degenze per acuti e lungodegenze;<br />
• è uno strumento facilmente compilabile;<br />
• è uno strumento il cui uso non prevede particolari<br />
azioni <strong>di</strong> formazione/addestramento del<br />
personale;<br />
• i tempi <strong>di</strong> compilazione sono molto ridotti (dai<br />
2 ai 5 minuti).<br />
La scala <strong>di</strong> valutazione deve essere applicata:<br />
• All’ingresso in reparto secondo modalità previste<br />
da appositi protocolli – linee guida;<br />
• Quando il paziente viene trasferito;<br />
• Quando vengono osservati e registrati cambiamenti<br />
delle con<strong>di</strong>zioni del paziente;<br />
• Quando intervengono variazioni terapeutiche;<br />
• Perio<strong>di</strong>camente per i pazienti ad elevato rischio;<br />
• A seguito <strong>di</strong> caduta.<br />
La valutazione effettuata prevede, come conseguenza:<br />
• La registrazione dell’esito della valutazione<br />
nella cartella clinica integrata;<br />
• L’ attivazione <strong>di</strong> eventuali ulteriori approfon<strong>di</strong>menti;<br />
• La definizione degli obiettivi assistenziali e<br />
pianificazione degli interventi da attivare;<br />
• Il monitoraggio, controllo e valutazione dei<br />
risultati ottenuti dagli interventi attivati attraverso<br />
puntuali registrazioni sul <strong>di</strong>ario infermieristico.<br />
La Linea Guida Aziendale prevede altresì un approccio<br />
integrato al problema cadute, che sinteticamente<br />
si richiama nei paragrafi successivi.<br />
Come valutare i rischi <strong>di</strong> ambienti e presi<strong>di</strong><br />
A questo proposito è stata messa a punto una<br />
check-list per la valutazione della sicurezza degli<br />
ambienti e dei presi<strong>di</strong> - M LG P7 322 002<br />
002 - che contiene i principali fattori <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong><br />
ambienti e presi<strong>di</strong> desunti dall’analisi della letteratura.<br />
La check-list è organizzata in 5 sezioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 15
per guidare i valutatori nell’osservazione dei <strong>di</strong>versi<br />
ambienti e dei presi<strong>di</strong> del reparto.<br />
La check-list per la valutazione della sicurezza<br />
degli ambienti e dei presi<strong>di</strong> viene compilata congiuntamente<br />
dal Coor<strong>di</strong>natore infermieristico e<br />
dall’Addetto del Servizio <strong>di</strong> Prevenzione e Protezione<br />
(SPP) in collaborazione con il Servizio<br />
Tecnico.<br />
La compilazione della check-list andrà effettuata<br />
ad un tempo zero (momento in cui si applica<br />
per la prima volta la L.G.) e successivamente in<br />
occasione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche degli ambienti o dei presi<strong>di</strong>.<br />
Una copia viene conservata in reparto ed<br />
un’altra nell’Ufficio del SPP.<br />
Gestione del paziente a rischio <strong>di</strong> caduta<br />
Una volta in<strong>di</strong>viduato il paziente a rischio <strong>di</strong> caduta<br />
devono essere messe in atto misure atte a<br />
ridurre il rischio <strong>di</strong> caduta. Un fattore limitante<br />
la prevenzione delle cadute del paziente è rappresentato<br />
dalla consapevolezza che il problema<br />
non è completamente eliminabile, che non è possibile<br />
garantire una stretta e continua sorveglianza<br />
da parte del personale <strong>di</strong> assistenza e che molto<br />
<strong>di</strong>pende dalla collaborazione dei familiari.<br />
La Linea Guida rilasciata dalla Agency for Healthcare<br />
Research and Quality statunitense è tra le<br />
più recenti ed è inoltre molto chiara ed approfon<strong>di</strong>ta.<br />
Dalla linea guida AHRQ possiamo trarre<br />
le seguenti raccomandazioni con grado <strong>di</strong><br />
evidenza A, che sono state recepite anche dalla<br />
L.G. dell’A.O. <strong>di</strong> Chiari:<br />
1. Identificare le persone che hanno una storia <strong>di</strong><br />
cadute, determinare il rischio <strong>di</strong> future cadute<br />
e ridurre i fattori <strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>viduali.<br />
2. Quando è possibile, si dovrebbe considerare<br />
la riduzione delle terapie farmacologiche per<br />
le persone anziane che prendono 4 o più farmaci<br />
e in generale per quelle che assumono<br />
psicofarmaci.<br />
3. La minimizzazione dell’allettamento durante<br />
il ricovero per pazienti anziani è una misura<br />
pratica e realistica che ha implicazioni per la<br />
prevenzione delle cadute così come per altre<br />
complicazioni acquisite in ospedale.<br />
4. Non c’è nessuna evidenza scientifica che supporta<br />
l’uso <strong>di</strong> mezzi fisici <strong>di</strong> contenimento<br />
come strategia per la prevenzione delle cadute<br />
in pazienti anziani.<br />
L’infermiere, la contenzione fisica e le cadute<br />
Per contenzione fisica s’intende la messa in atto<br />
<strong>di</strong> tutte le procedure, <strong>di</strong> mezzi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi applicati<br />
al corpo della persona o nello spazio circostante,<br />
atti a limitare la libertà <strong>di</strong> movimento.<br />
Anche le spon<strong>di</strong>ne applicate al letto del paziente<br />
sono un mezzo <strong>di</strong> contenzione fisica.<br />
Per quanto concerne la contenzione fisica essa<br />
è ammissibile solo quando è un trattamento terapeutico<br />
e preventivo eccezionale. Il Co<strong>di</strong>ce<br />
Deontologico dell’Infermiere anno 2009, all’art.<br />
30 sancisce che “L’infermiere si adopera<br />
affinché il ricorso alla contenzione fisica sia<br />
evento straor<strong>di</strong>nario, sostenuto da prescrizione<br />
me<strong>di</strong>ca o da documentate valutazioni assistenziali”.<br />
Nello specifico della contenzione fisica,<br />
gli infermieri propongono per l’assistito una decisione<br />
terapeutica che tuteli particolarmente il<br />
suo interesse: è fondamentale essere codecisori<br />
e co-responsabili <strong>di</strong> una valutazione ”integrata”<br />
e non assunta sulla base del giu<strong>di</strong>zio soggettivo<br />
<strong>di</strong> un solo professionista. Come poc’anzi affermato<br />
non c’è nessuna evidenza scientifica che<br />
supporta l’uso <strong>di</strong> mezzi fisici <strong>di</strong> contenimento<br />
come strategia per la prevenzione delle cadute<br />
soprattutto nei pazienti anziani.<br />
16 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Formazione dei professionisti<br />
La formazione del personale è un elemento<br />
fondamentale per la prevenzione delle cadute.<br />
Per questo l’Azienda nel corso del biennio<br />
2010/2011 ha progettato una serie <strong>di</strong> interventi<br />
formativi rivolti al personale clinico e <strong>di</strong> assistenza<br />
partendo dalle aree aziendali con maggior<br />
rischio, nell’ottica <strong>di</strong> fornire informazioni e far<br />
sviluppare agli operatori le competenze necessarie<br />
per essere in grado <strong>di</strong> valutare e monitorare<br />
il rischio <strong>di</strong> caduta dei pazienti. La finalità del<br />
corso era altresì quella <strong>di</strong> presentare il sistema<br />
aziendale per la prevenzione cadute.<br />
Informazione ed educazione sanitaria alla<br />
persona ed alla sua famiglia<br />
Le strategie <strong>di</strong> educazione del paziente e dei suoi<br />
famigliari hanno sempre <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> avere<br />
successo nella prevenzione delle cadute. È infatti<br />
importante che le persone assistite, valutate ad<br />
alto rischio <strong>di</strong> caduta, ricevano l’ educazione sanitaria<br />
rispetto al propri rischi. E’ stato verificato<br />
Altre raccomandazioni <strong>di</strong> grado inferiore<br />
fornite dalla letteratura<br />
• Bisogna compiere interventi educativi per il<br />
paziente e la sua famiglia che devono essere<br />
istruiti riguardo i fattori <strong>di</strong> rischio, i problemi<br />
<strong>di</strong> sicurezza e le problematiche legate alla limitazione<br />
della mobilità.<br />
• Controllare l’equilibrio e l’affaticamento durante<br />
la mobilizzazione e aiutare le persone<br />
che presentano sbandamenti.<br />
• Aiutare il paziente a deambulare ad intervalli<br />
regolari ricorrendo anche ai familiari e ad altri<br />
“caregiver”.<br />
• Sorvegliare i pazienti in terapia con <strong>di</strong>uretico<br />
e lassativi.<br />
• Valutare la possibilità <strong>di</strong> collaborazione da<br />
parte dei parenti o assistenti, specie durante la<br />
notte.<br />
• Valutare il grado <strong>di</strong> sedazione eventualmente<br />
necessario.<br />
• Controllare la funzionalità del letto, del materasso<br />
e delle spon<strong>di</strong>ne.<br />
• Concordare con il paziente ed i famigliari<br />
l’eventuale necessità dell’uso delle spon<strong>di</strong>ne.<br />
• Controllare che le porte delle camere restino<br />
aperte e che il paziente non rimanga da solo.<br />
che l’educazione sulle cadute riduce la paura <strong>di</strong><br />
cadere e migliora l’autoefficacia. L’educazione<br />
può essere erogata in mo<strong>di</strong> ed in contesti <strong>di</strong>versi.<br />
Gli stu<strong>di</strong> raccomandano sessioni in<strong>di</strong>viduali che<br />
possono creare un ambiente rassicurante e più<br />
personalizzato, consentendo alla persona <strong>di</strong> porre<br />
domande ed all’infermiere <strong>di</strong> compiere una<br />
valutazione più dettagliata; sono altresì molto<br />
utili anche specifici opuscoli informativi.<br />
Rilevazione e segnalazione della caduta<br />
Quando si verifica la caduta <strong>di</strong> un paziente, la<br />
stessa dovrà essere registrata all’interno della<br />
cartella clinica da parte del me<strong>di</strong>co e l’infermiere<br />
dovrà registrarla nella cartella infermieristica.<br />
Contestualmente bisognerà segnalare l’evento<br />
caduta attraverso la SCHEDA DI SEGNALA-<br />
ZIONE DELLE CADUTE IN OSPEDALE. La<br />
segnalazione, che è obbligatoria, dovrà essere<br />
redatta dal me<strong>di</strong>co della Unità Operativa/Servizio/Ambulatorio<br />
o dalla Guar<strong>di</strong>a dalla guar<strong>di</strong>a<br />
inter<strong>di</strong>visionale o dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> P.S. .<br />
La scheda originale va inviata alla Direzione<br />
Me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero, una copia va<br />
inviata all’U.O. Me<strong>di</strong>cina Legale e Gestione del<br />
Rischio Clinico e una copia va tenuta in cartella<br />
clinica; nel caso <strong>di</strong> attività ambulatoriali o <strong>di</strong> servizi<br />
<strong>di</strong>agnostici una copia va archiviata presso il<br />
Servizio.<br />
Perché è importante segnalare l’evento caduta?<br />
• Per permettere agli operatori <strong>di</strong> richiamare l’attenzione<br />
su eventi indesiderati e su con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> rischio<br />
• Per mettere l’organizzazione nelle con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> rendersi conto dei problemi in modo da poter<br />
intervenire per la loro soluzione<br />
• Per evidenziare precocemente, all’interno delle<br />
strutture, possibili no<strong>di</strong> critici e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
rischio, così che possano essere messe in atto<br />
strategie preventive e <strong>di</strong> miglioramento per ridurre<br />
i pericoli ed aumentare la sicurezza<br />
• Per concorrere alla costruzione <strong>di</strong> banche dati<br />
su con<strong>di</strong>zioni ed eventi a rischio utili alla “comunità”<br />
professionale.<br />
Conseguenze della caduta<br />
Le cadute possono causare fratture, lesioni gravi<br />
e in taluni casi possono anche portare il paziente<br />
al decesso. Il Ministero della Salute ha emesso<br />
una lista <strong>di</strong> eventi sentinella, ossia <strong>di</strong> eventi avversi<br />
<strong>di</strong> particolare gravità, che causano morte<br />
o gravi danni al paziente e che determinano una<br />
per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> fiducia dei citta<strong>di</strong>ni nei confronti del<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 17
Servizio Sanitario; tra gli eventi sentinella è stata<br />
inserita anche la morte o grave danno per caduta<br />
del paziente (evento sentinella n° 9). Qualora<br />
la caduta <strong>di</strong>a origine a un danno per il paziente<br />
l’Operatore Sanitario (me<strong>di</strong>co, infermiere o altro<br />
professionista coinvolto nell’evento) comunica,<br />
anche telefonicamente, quanto accaduto al<br />
Risk Manager e alla Direzione Me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o.<br />
La Direzione Aziendale, oltre a prendere<br />
in carico il paziente per mettere in atto tutte le<br />
misure necessarie per mitigare il danno e ad attivare<br />
i dovuti processi <strong>di</strong> comunicazione con il<br />
paziente e i suoi familiari, attiva la procedura <strong>di</strong><br />
analisi dell’evento sentinella attraverso la Root<br />
Cause Analysis o l’Au<strong>di</strong>t Clinico, nonché effettua<br />
la ren<strong>di</strong>contazione alla Regione e al Ministero<br />
della Salute attraverso il cosiddetto SIMES<br />
– Sistema Informativo per il Monitoraggio degli<br />
Errori in Sanità.<br />
Considerazioni conclusive<br />
Le conseguenze delle cadute oltre a costituire un<br />
impatto sociale rilevante, hanno notevoli ripercussioni<br />
anche a livello dell’assistenza sanitaria<br />
dal momento che i costi sostenuti per cure, l’assistenza<br />
e la riabilitazione sono ingenti.<br />
Siamo convinti che le Professioni Sanitarie (ed<br />
in particolare Me<strong>di</strong>ci ed Infermieri) possono dare<br />
un grosso contributo, in termini <strong>di</strong> competenze,<br />
nell’affrontare il rilevante problema delle cadute<br />
in Ospedale adottando tutti gli strumenti a <strong>di</strong>sposizione<br />
che nell’articolo sono stati richiamati.<br />
È altresì evidente che solo attraverso l’implementazione<br />
<strong>di</strong> strategie preventive multifattoriali<br />
che tengano conto dell’inquadramento dei<br />
fattori <strong>di</strong> rischio, dell’integrazione dei fattori e<br />
delle competenze, <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> prevenzione/<br />
protezione multipli, mirati e specifici, del monitoraggio<br />
degli eventi e della formazione ed<br />
addestramento del personale sanitario, sarà possibile<br />
a nostro giu<strong>di</strong>zio una gestione più efficace<br />
<strong>di</strong> questa problematica.<br />
L’aspettativa dell’azienda è quella <strong>di</strong> ridurre il<br />
rischio caduta per tutti i pazienti che accedono<br />
alle strutture attraverso l’implementazione <strong>di</strong> un<br />
sistema <strong>di</strong> interventi integrati in grado <strong>di</strong> valutare<br />
in modo completo i pazienti, facendo emergere<br />
quelli con un rischio <strong>di</strong> caduta e quin<strong>di</strong> pianificando<br />
interventi preventivi efficaci, nonché<br />
intervenendo sui fattori ambientali e strutturali<br />
molto spesso responsabili <strong>di</strong> caduta.<br />
Infine anche i dati aziendali, seppur parziali, ci<br />
consentono comunque <strong>di</strong> affermare che la sensibilizzazione<br />
al tema caduta da parte dei Professionisti<br />
Sanitari (soprattutto degli Infermieri) è<br />
molto aumentata; questo dato è confermato ad<br />
esempio dai report relativi alla <strong>qualità</strong> cartella<br />
clinica dell’ultimo quadrimestre 2010 9 , ove<br />
si evince che nel 90% delle cartelle cliniche è<br />
18 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
documentata la valutazione del rischio caduta e<br />
che nel 78% del campione si riscontra una pianificazione<br />
infermieristica conseguente ai bisogni<br />
<strong>di</strong> assistenza infermieristica legati al problema<br />
caduta. Il futuro ci <strong>di</strong>mostrerà se il nostro piano<br />
ha raggiunto gli obiettivi stabiliti.<br />
Bibliografia<br />
• AZIENDA OSPEDALIERA DI BOLOGNA<br />
POLICLINICO S.ORSOLA–MALPIGHI.<br />
(2004), “Suggerimenti <strong>di</strong> pratica clinica per la<br />
prevenzione delle cadute dei pazienti in ospedale”,<br />
Centro Stu<strong>di</strong> EBN.<br />
• AZIENDA OSPEDALIERA DI CHIARI/REG.<br />
LOMBARDIA. “ L’evoluzione del Clinical<br />
Risk Managment: l’esperienza <strong>di</strong> un’Azienda<br />
Ospedaliera Lombarda”, 2007.<br />
• Barelli P. (2006), ”Informazioni dalla letteratura<br />
per una buona pratica infermieristica: Prevenzione<br />
delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />
Infad, 5.<br />
• Bran<strong>di</strong> A. Marilli R. (2006),” Le cadute in<br />
ospedale: uno stu<strong>di</strong>o osservazionale”, G. Gerontologia.<br />
• Chiari P., Mosci D., Fontana S., “Valutazione<br />
degli strumenti <strong>di</strong> misura del rischio <strong>di</strong> caduta<br />
dei pazienti”, Assistenza infermieristica e Ricerca,<br />
2002.<br />
• Dykes PC, Carrol DL, Hurley AC, “Why do<br />
patients in acute care hospitas fall? Can falls<br />
be prevented ?”, Journ Nurs Admnis 2009.<br />
• Le cadute in ospedale e in RSA: epidemiologia<br />
del fenomeno, tassonomia e background,<br />
evidence based health care (Gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />
regionale per la prevenzione del rischio cadute<br />
– Regione Lombar<strong>di</strong>a, Maggio 2010).<br />
• Linea guida per la prevenzione delle cadute<br />
(Direzione Sanitaria Aziendale, A.O. Mellino<br />
Mellini 10/6/2010).<br />
• Linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e requisiti minimi regionali<br />
per l’implementazione <strong>di</strong> un sistema per la<br />
prevenzione e la gestione del rischio caduta<br />
del paziente degente in ospedale o in RSA-<br />
RSD (Decreto N° 7295 del 22/7/2010 della<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a).<br />
• Università Degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, Facoltà <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Tesi <strong>di</strong> Laurea in Infermieristica<br />
“Rischio <strong>di</strong> caduta nel Paziente<br />
anziano in ospedale: analisi degli strumenti<br />
<strong>di</strong> valutazione del rischio caduta e implementazione<br />
<strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> prevenzione”,<br />
Baku Englantina, A.A. 2009/2010. Relatore<br />
Dott. Luca Maffei.<br />
• Strumenti <strong>di</strong> valutazione del rischio <strong>di</strong> caduta,<br />
le scale: opportunità e criticità (Gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />
regionale per la prevenzione del rischio<br />
cadute – Regione Lombar<strong>di</strong>a, Maggio 2010).<br />
• www.salute.toscana.it/sst/grc/prevenzione-cadute.shtml<br />
• www.evidenzebasednursing.it<br />
• www.sanita.regione.lombar<strong>di</strong>a.it<br />
• www.aochiari.it<br />
• www.ministerosalute.it<br />
• www.jcrinc.com/The-Joint-Commission-Perspectives-on-Patient-Safety<br />
Note<br />
1. PALMISANI A. (2009), “Cadute dal letto<br />
Prevenzione ospedalizzati: proposte ergonomiche”,<br />
Nursing, pp. 52-57.<br />
2. CAPPUCCIO R. GRANATELLO J. et al.<br />
(2008), “La Contenzione fisica e la sedazione<br />
farmacologica per la prevenzione delle cadute,<br />
l’interruzione dei trattamenti e l’aggressività<br />
nei pazienti con demenza senile e <strong>di</strong>sorientamento<br />
cognitivo”, Centro Stu<strong>di</strong> EBN, pp. 1-<br />
13.<br />
3. EVANS D. (2001), “Falls Risk factors in the<br />
Hospital Setting”, International Journal of<br />
Nursing Practise, (7): pp. 38-45. SCHWEN-<br />
DIMANN R. BUHLER H et al. “Characteristics<br />
of Hospitals Inpatient Falls across Clinical<br />
Departament”, Gerontology, (54) n.6, pp. 54<br />
4. HANGER HC. et al. (1999), “ An analysis of<br />
falls in the hospital: can we do without bedrails?”<br />
J Am Geriatr Soc. (47) pp: 529-531.<br />
5. OLIVER D. (2008), ”Quality and Safety in<br />
Health Care”, pp. 431-436.<br />
5b.SCHWENDIMANN R. BUHLER H et al.<br />
“Characteristics of Hospitals Inpatient Falls<br />
across Clinical Departament”, Gerontology,<br />
(54) n.6, pp. 54.<br />
6. BARELLI P. (2006),”Informazioni dalla letteratura<br />
per una buona pratica infermieristica,<br />
Prevenzione delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />
Infad, 5: pp. 6.<br />
7. PALMISANI A. (2009), “Cadute dal letto<br />
Prevenzione ospedalizzati: proposte ergonomiche”,<br />
Nursing, pp. 52-57.<br />
8. BARELLI P. (2006), ”Informazioni dalla letteratura<br />
per una buona pratica infermieristica:<br />
Prevenzione delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />
Infad, 5, pp. 6.<br />
9. Il campione controllato è rappresentato dal<br />
2% del totale ricoveri/anno.<br />
* Componenti del GAD, Gruppo Aziendale De<strong>di</strong>cato<br />
alle Cadute - A.O. M.Mellini <strong>di</strong> Chiari<br />
(BS)<br />
** Direttore Sanitario Aziendale - A.O. M.Mellini<br />
<strong>di</strong> Chiari (BS)<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 19
Migliorare l’assistenza e la continuità<br />
assistenziale alle persone portatrici <strong>di</strong><br />
stomie intestinali e urinarie<br />
<strong>di</strong> Simonetta Di Meo*<br />
Introduzione<br />
La vita della persona sottoposta ad intervento<br />
chirurgico con confezionamento <strong>di</strong> stomia viene<br />
pesantemente con<strong>di</strong>zionata da questa nuova situazione.<br />
Le implicazioni sociali, psicologiche,<br />
cliniche, relazionali e gli atti della vita quoti<strong>di</strong>ana<br />
richiedono un processo <strong>di</strong> adattamento che,<br />
per la sua complessità, deve avere inizio prima<br />
dell’intervento e proseguire con continuità anche<br />
dopo la <strong>di</strong>missione dall’ospedale.<br />
Tutto ciò è fortemente influenzato dalla tendenza<br />
a ricoveri brevi con <strong>di</strong>missioni sempre più<br />
precoci e dalla scelta <strong>di</strong> tecniche chirurgiche<br />
molto complesse (Colwell e Gray, 2007) con il<br />
confezionamento elettivo <strong>di</strong> stomie temporanee.<br />
L’analisi della situazione nel contesto territoriale<br />
dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, sondata anche con uno specifico<br />
questionario inviato dall’<strong>AS</strong>L alle strutture<br />
<strong>di</strong> ricovero e cura nel 2007, ha evidenziato<br />
che spesso per le persone stomizzate si presentavano<br />
delle criticità alla <strong>di</strong>missione e nel periodo<br />
successivo, legate a:<br />
• limitato utilizzo <strong>di</strong> procedure <strong>di</strong> preparazione<br />
all’intervento;<br />
• ridotta attenzione all’educazione terapeutica relativa<br />
alla gestione della stomia e alle norme igienico-comportamentali<br />
correlate;<br />
• ridotta personalizzazione dei percorsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione<br />
e riabilitazione;<br />
• interruzione del percorso assistenziale alla <strong>di</strong>missione,<br />
con assenza <strong>di</strong> riferimenti<br />
competenti per l’attività <strong>di</strong> orientamento,<br />
consulenza e sostegno alle problematiche<br />
assistenziali, psicologiche, burocratiche quando<br />
la persona è al domicilio;<br />
• vincoli nella prescrizione/fornitura dei presi<strong>di</strong>,<br />
per assistiti con esigenze non costantemente<br />
standar<strong>di</strong>zzabili (almeno nel primo periodo) e,<br />
in alcuni casi, conseguente inadeguato utilizzo<br />
delle forniture protesiche a <strong>di</strong>sposizione.<br />
A fronte <strong>di</strong> tali elementi e dell’elevato numero <strong>di</strong><br />
persone portatrici <strong>di</strong> stomie presenti nel territorio<br />
(che risultavano essere pari a 1477 nel 2008, in<br />
linea con l’incidenza regionale dello 0,12%), si<br />
è costituito un gruppo <strong>di</strong> lavoro interaziendale <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>ci e infermieri per con<strong>di</strong>videre le criticità e<br />
le modalità per affrontarle. Gli infermieri hanno<br />
successivamente approfon<strong>di</strong>to le specifiche in<strong>di</strong>cazioni<br />
riferite al processo assistenziale ed elaborato<br />
gli strumenti organizzativi ed educativi <strong>di</strong><br />
supporto, formalmente trasmesse alle Direzioni<br />
Sanitarie <strong>di</strong> tutte le strutture <strong>di</strong> ricovero e cura<br />
nel settembre 2007. Per sostenere l’adozione <strong>di</strong><br />
questi strumenti l’<strong>AS</strong>L, nell’ambito del progetto<br />
<strong>qualità</strong>, ha previsto uno specifico addendum nei<br />
contratti sottoscritti dalle strutture per gli anni<br />
2008 e 2009.<br />
Nel giugno 2009, ad un incontro <strong>di</strong> verifica del<br />
percorso con i rappresentanti delle Direzioni Sanitarie<br />
e dei SITRA, si è costituito un nuovo<br />
gruppo infermieristico interaziendale (Tabella 1) con<br />
l’obiettivo <strong>di</strong> aggiornare il documento e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre<br />
criteri e obiettivi minimi per l’assisten-<br />
20 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
za infermieristica ospedaliera, in funzione della<br />
<strong>di</strong>missione della persona stomizzata.<br />
Per raggiungere tale obiettivo il gruppo ha:<br />
• valutato l’applicazione delle in<strong>di</strong>cazioni formulate<br />
nel 2007;<br />
• con<strong>di</strong>viso le criticità che ancora presenti nel<br />
percorso assistenziale e definito gli obiettivi<br />
comuni;<br />
• identificato i criteri assistenziali ritenuti vincolanti,<br />
sud<strong>di</strong>visi secondo le fasi assistenziali<br />
principali;<br />
• selezionato e consultato la letteratura recente<br />
relativa all’argomento;<br />
• revisionato il precedente documento in linea<br />
con le nuove evidenze scientifiche;<br />
• elaborato/aggiornato in sottogruppi gli strumenti<br />
assistenziali/educativi allegati al documento<br />
(Tabella 2 – Gli allegati).<br />
Scopo del progetto<br />
Lo scopo del documento “Assistenza alle persone<br />
portatrici <strong>di</strong> stomie intestinali e urinarie”<br />
(formalmente adottato e trasmesso alle strutture<br />
<strong>di</strong> ricovero e cura nel Settembre 2010) è quello<br />
<strong>di</strong> orientare gli infermieri nel loro lavoro, nei<br />
<strong>di</strong>fferenti setting <strong>di</strong> pratica, relativamente:<br />
• alla valutazione e gestione delle persone con<br />
colostomie, ileostomie e urostomie<br />
• alla valutazione e gestione della cute peristomale<br />
• alla continuità della cura, nel periodo pre-operatorio,<br />
post-operatorio e dopo la <strong>di</strong>missione<br />
• alla relazione terapeutica con l’utente e la famiglia<br />
per migliorare la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> vita delle<br />
persone stomizzate.<br />
Ciò avendo ben presente che la gestione e la cura<br />
della persona stomizzata non è standar<strong>di</strong>zzabile,<br />
i bisogni frequentemente cambiano e richiedono<br />
un piano <strong>di</strong> cura flessibile che tenga conto della<br />
complessità della persona.<br />
La struttura e i contenuti del documento<br />
L’analisi della letteratura ha evidenziato che<br />
la ricerca nel campo delle stomie e la pratica<br />
evidence-based è limitata e che il livello delle<br />
evidenze spesso riflette opinioni <strong>di</strong> esperti, referenze<br />
dalla letteratura grigia, fogli <strong>di</strong> opinioni e<br />
materiali delle conferenze.<br />
Le raccomandazioni presentate traggono, per lo<br />
più, spunto dal documento “iaBPG Clinical Best<br />
Practice Guidelines, “Ostomy Care and Management”<br />
2009, RNAO”, il più aggiornato tra la<br />
letteratura attualmente <strong>di</strong>sponibile.<br />
Partendo dalle in<strong>di</strong>cazioni del 2007, il documento<br />
è stato strutturato in sezioni relative alle<br />
<strong>di</strong>verse fasi del processo assistenziale, per ognuna<br />
delle quali sono stati elaborati/aggiornati gli<br />
strumenti organizzativi ed educativi ritenuti utili<br />
a supportare la traduzione operativa delle in<strong>di</strong>cazioni.<br />
Lo sforzo compiuto dagli infermieri esperti<br />
presenti nel gruppo <strong>di</strong> lavoro è stato quello <strong>di</strong><br />
mettere a confronto la propria esperienza e gli<br />
specifici aspetti organizzativi della struttura <strong>di</strong><br />
appartenenza, per con<strong>di</strong>videre strumenti realmente<br />
e trasversalmente trasferibili nella quoti<strong>di</strong>ana<br />
pratica assistenziale.<br />
Entrando nel merito dei contenuti, l’analisi del<br />
background ha messo in evidenza come in tutti i<br />
setting, dagli acuti alle cure a lungo termine/residenziali<br />
o domiciliari, una persona con stomia<br />
richiede cure specializzate che promuovano l’in<strong>di</strong>pendenza<br />
e la <strong>qualità</strong> della vita per l’interessato,<br />
il caregiver e la famiglia. La fornitura <strong>di</strong> tali<br />
cure comincia nella fase pre-operatoria, proseguendo<br />
nella fase post-operatoria e nel periodo<br />
<strong>di</strong> riabilitazione, permanendo in molti casi per<br />
tutta la vita. Date le problematiche che si trova<br />
ad affrontare la persona che vive con una stomia<br />
anche solo per un periodo temporaneo, la <strong>di</strong>sponibilità<br />
<strong>di</strong> ambulatori territoriali specifici rappresenta<br />
un requisito fondamentale per garantire<br />
la continuità assistenziale. La gestione della stomia,<br />
il trattamento delle complicanze della cute<br />
peristomale, l’accesso alla fornitura degli ausili<br />
protesici specifici, la consulenza <strong>di</strong>etetica e il<br />
supporto emotivo sono solo alcuni dei bisogni<br />
che richiedono consulenze da parte <strong>di</strong> esperti.<br />
Da quanto sopra premesso, deriva la centralità<br />
della relazione terapeutica tra l’infermiere e la<br />
persona/famiglia.<br />
La relazione terapeutica basata su un processo<br />
interpersonale è, infatti, un aspetto centrale della<br />
cura infermieristica ed è parte integrante nel<br />
determinare la <strong>qualità</strong> della pratica nella relazione<br />
paziente/famiglia (College of Nursing, 1999;<br />
RNAO, 2002).<br />
La relazione terapeutica ha inizio nella fase preoperatoria,<br />
per stabilire un rapporto e ottenere<br />
accurate informazioni sull’immaginario e i sentimenti<br />
rispetto alla malattia, circa l’immagine<br />
corporea, il tipo <strong>di</strong> intervento chirurgico propo-<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 21
sto, la vita a casa, la situazione familiare, i ruoli<br />
e le relazioni.<br />
Tutte le evidenze (Haugen et. al, 2006; Persson<br />
et Larsson, 2005; Erwin-Toth, 1999; Olejnic et<br />
al., 2005) <strong>di</strong>mostrano che la relazione terapeutica<br />
tra infermieri e pazienti è importante per<br />
un’assistenza sod<strong>di</strong>sfacente nella fase post-chirurgica,<br />
per l’adattamento a lungo termine alla<br />
stomia e per imparare le abilità necessarie per<br />
l’autogestione della stomia.<br />
A fronte <strong>di</strong> tali premesse, l’assistenza infermieristica<br />
alla persona sottoposta a chirurgia per<br />
confezionamento <strong>di</strong> stomia è stata sud<strong>di</strong>visa in<br />
quattro macro-fasi, articolate in sotto-processi:<br />
F<strong>AS</strong>E 1. <strong>AS</strong>SISTENZA PRE-OPERATORIA<br />
che comprende<br />
a) la valutazione globale del paziente/famiglia<br />
b) il counselling preparatorio<br />
c) il <strong>di</strong>segno preoperatorio (in<strong>di</strong>cazioni, obiettivi<br />
e check list)<br />
d) la formulazione del piano <strong>di</strong> assistenza (con<br />
<strong>di</strong>agnosi e pianificazione standar<strong>di</strong>zzata)<br />
e) l’apparecchiatura della stomia in sala operatoria<br />
(in<strong>di</strong>cazioni, obiettivi e check list)<br />
F<strong>AS</strong>E 2 - <strong>AS</strong>SISTENZA POST OPERATORIA,<br />
che comprende<br />
a) Valutazione della stomia nell’imme<strong>di</strong>ato postoperatorio<br />
e della con<strong>di</strong>zione cutanea peristomale<br />
ad ogni cambio del presi<strong>di</strong>o (in<strong>di</strong>cazioni,<br />
obiettivi e check list)<br />
b) Insegnamento della gestione della stomia<br />
(stoma care)<br />
c) Valutazione delle conoscenze e dell’appren<strong>di</strong>mento<br />
alla gestione dello stoma care<br />
d) Definizione del piano terapeutico e prescrizione<br />
dei presi<strong>di</strong> protesici<br />
d) Pianificazione della <strong>di</strong>missione ospedaliera<br />
Ambulatorio per enterostomizzati e urostomizzati<br />
Per gestire al meglio il processo assistenziale<br />
e soprattutto garantire la continuità <strong>di</strong> cura necessaria,<br />
viene riba<strong>di</strong>ta l’opportunità che siano<br />
istituiti nelle varie organizzazioni aziendali, ambulatori<br />
specifici rivolti a soggetti stomizzati,<br />
con personale me<strong>di</strong>co e infermieristico possibilmente<br />
de<strong>di</strong>cato, che possa <strong>di</strong>ventare tutor del<br />
processo <strong>di</strong> assistenza e cura.<br />
L’ambulatorio è punto <strong>di</strong> riferimento in grado<br />
<strong>di</strong> affrontare e risolvere i problemi legati alla<br />
gestione e alla riabilitazione conseguenti all’intervento<br />
subito.<br />
Non essendo previsto nell’attuale Nomenclatore<br />
Tariffario Regionale un co<strong>di</strong>ce specifico per le<br />
prestazioni infermieristiche, la linea <strong>di</strong> comportamento<br />
dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> è l’assimilazione<br />
del trattamento stomaterapico effettuato in ambulatorio<br />
al co<strong>di</strong>ce 89.01 “anamnesi e valutazione<br />
breve”, previa impegnativa che riporti la<br />
<strong>di</strong>citura sopra citata:<br />
• per i soggetti che accedono ad ambulatori <strong>di</strong><br />
Strutture <strong>di</strong>verse da quelle dove è avvenuto<br />
l’intervento;<br />
• per il soggetti che accedono all’ambulatorio<br />
della Struttura che ha effettuato l’intervento<br />
dopo 30 giorni dalla <strong>di</strong>missione.<br />
Verifica<br />
E’ prevista una verifica dell’andamento complessivo<br />
e degli strumenti a 6 mesi (marzo/aprile<br />
2011), tramite un incontro con gli infermieri che<br />
hanno collaborato alla revisione del documento.<br />
La ren<strong>di</strong>contazione trimestrale all’<strong>AS</strong>L dell’applicazione<br />
delle in<strong>di</strong>cazioni (allegato 7 del documento)<br />
è in capo alle strutture <strong>di</strong> ricovero e<br />
cura, per le quali ha rappresentato un Addendum<br />
contrattuale del Progetto Qualità anche per<br />
l’anno 2010.<br />
3 - F<strong>AS</strong>E DI FOLLOW-UP<br />
Per il paziente e la famiglia, dopo l’intervento<br />
chirurgico, è raccomandata la valutazione e il<br />
follow up da parte <strong>di</strong> un infermiere enterostomista<br />
al fine <strong>di</strong> ridurre lo stress psicologico,<br />
promuovere la <strong>qualità</strong> della vita e prevenire le<br />
complicanze.<br />
Risultati e considerazioni<br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 3 anni dall’avvio del percorso, mi<br />
sembra importante sottolineare la rilevanza dell’approccio<br />
sia in termini metodologici sia per i<br />
risultati concreti già evidenti.<br />
Rispetto al primo punto, la costituzione <strong>di</strong> gruppi<br />
<strong>di</strong> lavoro interaziendali consente <strong>di</strong> attivare un<br />
22 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
confronto importante tra professionisti che hanno<br />
maturato specifiche competenze, non sempre<br />
realizzabile all’interno delle singole strutture.<br />
La con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> esperienze, <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> forza,<br />
<strong>di</strong> criticità e <strong>di</strong> strategie realizzate per affrontarle,<br />
all’interno <strong>di</strong> uno specifico contesto locale<br />
rappresentato dal territorio dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />
ha permesso <strong>di</strong> creare una rete <strong>di</strong> professionisti<br />
e una sinergia a favore della continuità dell’approccio<br />
assistenziale nei confronti delle persone<br />
stomizzate.<br />
Tale modalità è già stata utilmente sperimentata<br />
anche nell’ambito della revisione dei percorsi<br />
<strong>di</strong>agnostico terapeutico assistenziali (PDTA)<br />
relativi a scompenso car<strong>di</strong>aco e BPCO, consentendo<br />
<strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre ed elaborare strumenti per<br />
l’educazione terapeutica <strong>di</strong> persone affette da<br />
tali malattie croniche.<br />
Per quanto riguarda i risultati concreti, nell’ambito<br />
<strong>di</strong> alcune Aziende Ospedaliere e Strutture <strong>di</strong><br />
ricovero e cura private accre<strong>di</strong>tate il documento<br />
è stato oggetto <strong>di</strong> incontri <strong>di</strong> presentazione/<br />
formazione che hanno visto coinvolti tutti gli<br />
operatori interessati dal percorso. L’AO Spedali<br />
Civili <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e l’AO <strong>di</strong> Desenzano del Garda<br />
hanno inoltre attivato ex novo l’ambulatorio<br />
infermieristico per le persone stomizzate.<br />
Il documento e gli allegati sono consultabili sul<br />
sito dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> www.aslbrescia.it nella<br />
sezione Operatori -> altre professioni sanitarie<br />
-> infermieri.<br />
Bibliografia<br />
• Assistenza infermieristica alle persone portatrici<br />
<strong>di</strong> stomie intestinali e urinarie, <strong>AS</strong>L<br />
<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Settembre 2010;<br />
• Linee guida per l’educazione terapeutica,<br />
l’approccio assistenziale specifico e la<br />
continuità <strong>di</strong> cura ai soggetti portatori <strong>di</strong><br />
stomie intestinali e urinarie, <strong>AS</strong>L <strong>Brescia</strong><br />
Settembre 2007;<br />
• iaBPG Clinical Best Practice Guidelines,<br />
“Ostomy Care and Management” 2009,<br />
RNAO.<br />
* Infermiera. Responsabile SITRA <strong>AS</strong>L <strong>Brescia</strong><br />
Tabella 1 - Il gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />
Strutture <strong>di</strong> ricovero e cura<br />
Piera Baiguera – enterostomista - Ospedale S. Orsola<br />
- Fondazione Poliambulanza<br />
Mauro Bergamelli - enterostomista - A.O. Spedali<br />
Civili<br />
Stella Calatafimi – enterostomista – Istituto Clinico<br />
S. Rocco<br />
Eva Contrini – coor<strong>di</strong>natrice infermieristica - A.O.<br />
Spedali Civili<br />
Danila Maculotti – enterostomista - Fondazione<br />
Poliambulanza<br />
Silvano Mazzucchelli – coor<strong>di</strong>natore infermieristico<br />
-Istituto Clinico S. Anna<br />
Andrea Pasinetti - enterostomista - A.O. Spedali<br />
Civili<br />
Patrizia Roda – enterostomista - A.O. Mellino<br />
Mellini<br />
Simona Rossi – infermiera - A.O. Spedali Civili<br />
<strong>AS</strong>L <strong>Brescia</strong><br />
Stefania Beruffi – infermiera Dipartimento Cure<br />
Primarie<br />
Milena Giovanna Guarinoni – infermiera SITRA<br />
Simonetta Di Meo – responsabile SITRA<br />
Tabella 2 - Gli allegati al documento<br />
1 - In<strong>di</strong>cazioni per il <strong>di</strong>segno pre-operatorio<br />
1A - Check list per il <strong>di</strong>segno pre-operatorio<br />
2 - Piano <strong>di</strong> assistenza standar<strong>di</strong>zzato<br />
3 - In<strong>di</strong>cazioni per la prima apparecchiatura in sala<br />
operatoria<br />
4A - Check list per la prima apparecchiatura in sala<br />
operatoria<br />
4B - Check list monitoraggio della stomia<br />
5 - In<strong>di</strong>cazioni per il monitoraggio della stomia<br />
6A-6B-6C - In<strong>di</strong>cazioni per il paziente ileo/colo/<br />
urostomizzato<br />
7 - Scheda <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione trimestrale<br />
8 - Modello O3 e Programma terapeutico<br />
9 - Certificazione dei presi<strong>di</strong> protesici necessari<br />
10 - Organizzazione <strong>AS</strong>L per l’autorizzazione alla<br />
fornitura dei presi<strong>di</strong> protesici<br />
11 - Questionario <strong>di</strong> verifica delle conoscenze nella<br />
gestione dello stoma care<br />
12 - Scheda <strong>di</strong> valutazione dell’appren<strong>di</strong>mento nella<br />
gestione dello stoma care<br />
13 - Check list per la <strong>di</strong>missione.<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 23
La valutazione del dolore nell’anziano<br />
affetto da demenza<br />
<strong>di</strong> Angelo Benedetti*, Li<strong>di</strong>a Annamaria Tomaselli**<br />
La scarsa propensione alla valutazione del dolore<br />
nell’anziano affetto sia da demenza che da<br />
altre problematiche che ne limitano fortemente<br />
la funzione cognitiva e comunicativa, rimane<br />
ad oggi in Italia un problema solo parzialmente<br />
risolto. La International Association for the<br />
Study of Pain 1 (I<strong>AS</strong>P) da tempo ha definito il<br />
dolore come: “un’esperienza sensoriale ed emotiva<br />
spiacevole, associata ad attuale o potenziale<br />
danno tessutale” 2 e la letteratura spesso ha<br />
messo in evidenza la carenza <strong>di</strong> una cultura del<br />
dolore e la riluttanza dei sanitari nel procedere<br />
alla sua misurazione. Tale limitata sensibilità,<br />
può essere ricondotta essenzialmente a tutti quei<br />
fattori che sono riferibili alla persona assistita,<br />
al personale componente l’equipe assistenziale<br />
e/o all’organizzazione delle strutture residenziali.<br />
Attualmente, presso le Residenze Sanitarie<br />
Assistenziali (RSA) sono accolte persone <strong>di</strong> età<br />
molto avanzata, fragili, portatrici <strong>di</strong> molteplici<br />
patologie, spesso talmente compromesse dal<br />
punto <strong>di</strong> vista funzionale, da versare in una con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> limitata o assente autonomia. Difficile<br />
risulta per loro la gestione dei più semplici gesti<br />
<strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana, nonché l’agire adeguatamente<br />
le competenze comunicative-relazionali, poiché<br />
afflitti da svariate forme <strong>di</strong> demenza o da altre<br />
problematiche che ne hanno deteriorato ogni<br />
funzione cognitiva.<br />
La sintomatologia dolorosa associata alle malattie<br />
croniche, causa frequentemente <strong>di</strong>sagio,<br />
impotenza, frustrazione, inutile sofferenza e<br />
contribuisce a generare nell’anziano molteplici<br />
<strong>di</strong>sturbi del comportamento, quali l’agitazione,<br />
l’aggressività, l’insonnia, i deliri e l’apatia.<br />
Le recenti <strong>di</strong>sposizioni in campo normativo e<br />
professionale 3 offrono l’opportunità <strong>di</strong> riflettere<br />
sul tema e stimolano l’avvio <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong><br />
cambiamento culturale, organizzativo, professionale<br />
finalizzato alla rilevazione, monitoraggio<br />
e gestione della sofferenza nell’agire quoti<strong>di</strong>ano<br />
dei professionisti della salute.<br />
Per queste ragioni la Fondazione Casa <strong>di</strong> Riposo<br />
<strong>di</strong> Manerbio Onlus, sia pure tra mille <strong>di</strong>fficoltà,<br />
ha avviato questo processo, con un progetto<br />
mirato a valutare il dolore nella persona anziana<br />
affetta da demenza.<br />
La decisione <strong>di</strong> focalizzare l’attenzione su persone<br />
con <strong>di</strong>fficoltà cognitive porta con sè i seguenti<br />
aspetti critici:<br />
1) un’alterata capacità <strong>di</strong> esprimere il dolore da<br />
parte dell’assistito per alterazione delle funzioni<br />
cognitive-comunicative;<br />
2) una <strong>di</strong>somogenea sensibilità e competenza<br />
del personale sanitario nel valutare e trattare<br />
il dolore;<br />
3) la crescente complessità dei bisogni degli assistiti;<br />
4) la limitatezza delle risorse economiche messe<br />
a <strong>di</strong>sposizione.<br />
L’analisi del contesto che caratterizza la struttura<br />
ha evidenziato la possibilità <strong>di</strong> far leva sui<br />
seguenti punti <strong>di</strong> forza:<br />
1) consuetu<strong>di</strong>ne al lavoro d’equipe;<br />
2) stabilità dell’organico;<br />
3) presenza <strong>di</strong> formatori nell’equipe assistenziale;<br />
4) interesse del team ad affrontare la tematica<br />
della valutazione e gestione del dolore.<br />
Gli obiettivi del progetto sono:<br />
24 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
1. Sviluppare la cultura della valutazione e gestione<br />
del dolore nel personale che opera nella<br />
struttura;<br />
2. Migliorare l’assessment infermieristico della<br />
persona affetta da demenza o portatrice <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />
cognitivo /comportamentali<br />
3. Ridurre, controllare o eliminare il dolore,<br />
nelle persone con demenza,<br />
4. Introdurre strumenti per la valutazione ed<br />
il monitoraggio del dolore utilizzabili dalle<br />
<strong>di</strong>verse figure che operano nell’equipe assistenziale.<br />
5. Potenziare il modello <strong>di</strong> lavoro in team, al fine<br />
<strong>di</strong> garantire la presa in carico della persona,<br />
la piena con<strong>di</strong>visione degli obiettivi assistenziali<br />
e la partecipazione <strong>di</strong> tutti al raggiungimento<br />
dei risultati finali.<br />
Il progetto si articola in più fasi, attualmente quasi<br />
interamente sviluppate, che sono le seguenti:<br />
A) Revisione della letteratura e scelta dello strumento<br />
<strong>di</strong> valutazione del dolore.<br />
B) Azione formativa.<br />
C) Introduzione dello strumento: fase <strong>di</strong> sperimentazione.<br />
D) Valutazione interme<strong>di</strong>a e finale.<br />
delle persone accolte in struttura, secondo ulteriori<br />
<strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> avanzamento del progetto:<br />
·Fase 1: sperimentazione iniziale, caratterizzata<br />
da almeno due valutazioni del dolore<br />
effettuate con la NOPPAIN (ad assistiti<br />
affetti da demenza e/o con funzioni cognitive,<br />
capacità comunicative alterate)<br />
e la V<strong>AS</strong> (per le persone ancora in grado<br />
<strong>di</strong> agire efficacemente la comunicazione),<br />
coinvolgendo in maniera randomizzata<br />
complessivamente 30 assistiti.<br />
·Fase 2: estensione della valutazione, alla globalità<br />
delle persone accolte in struttura,<br />
al fine <strong>di</strong> valutare la prevalenza e l’intensità<br />
della sintomatologia dolorosa<br />
nel complesso riferita dall’assistito o<br />
rilevata dall’operatore.<br />
·Fase 3: stesura <strong>di</strong> una procedura inerente le modalità<br />
<strong>di</strong> applicazione della valutazione<br />
del dolore da parte <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />
inter<strong>di</strong>sciplinare e la sua successiva<br />
<strong>di</strong>ffusione a tutto il personale della<br />
struttura.<br />
A) La revisione della letteratura è esitata nella<br />
scelta della scala <strong>di</strong> valutazione del dolore<br />
NOPPAIN 4 e NRS 5 da utilizzare, la prima<br />
nelle persone affette da demenza o <strong>di</strong>sturbi<br />
cognitivi, comportamentali e la seconda per<br />
tutti gli altri anziani ancora in grado <strong>di</strong> agire<br />
efficacemente la relazione, comunicazione.<br />
B) L’azione formativa a supporto della introduzione<br />
degli strumenti <strong>di</strong> valutazione del<br />
dolore, ha coinvolto tutto il personale sanitario-assistenziale-educativo<br />
della struttura,<br />
con l’obiettivo principale <strong>di</strong> sviluppare una<br />
cultura della rilevazione, monitoraggio e gestione<br />
del dolore, nonché <strong>di</strong> revisionare le<br />
conoscenze e competenze relative alla valutazione<br />
dei bisogni della persona in generale<br />
e, nello specifico, alla valutazione del dolore.<br />
La metodologia formativa prevedeva l’alternanza<br />
tra momenti teorici in aula e momenti<br />
<strong>di</strong> formazione sul campo, allo scopo <strong>di</strong> addestrare<br />
gli operatori al corretto utilizzo degli<br />
strumenti <strong>di</strong> valutazione, me<strong>di</strong>ante la guida<br />
e supervisione <strong>di</strong> alcuni formatori e <strong>di</strong> un<br />
esperto.<br />
C) L’introduzione dello strumento prevede gradualmente<br />
il coinvolgendo della globalità<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 25
D) La valutazione interme<strong>di</strong>a ha consentito<br />
<strong>di</strong> verificare la corretta compilazione delle<br />
schede <strong>di</strong> valutazione, mentre la valutazione<br />
finale ha evidenziato il raggiungimento dell’obiettivo,<br />
ossia la valutazione del dolore<br />
nella fase <strong>di</strong> accoglienza dell’assistito, durante<br />
l’aggiornamento perio<strong>di</strong>co del fascicolo<br />
socio-sanitario, con conseguente revisione<br />
Swot Analysis del progetto: “La valutazione del dolore nell’anziano<br />
affetto da demenza”.<br />
1) Punti <strong>di</strong> Forza 2) Punti <strong>di</strong> debolezza<br />
Ambiente<br />
Interno<br />
• Interesse del personale a sviluppare<br />
una cultura <strong>di</strong> contenimento del<br />
dolore.<br />
• Motivazione del personale al<br />
miglioramento della <strong>qualità</strong> del<br />
servizio erogato.<br />
• Presenza <strong>di</strong> formatori.<br />
• Orientamento alla continuità<br />
assistenziale.<br />
• Orientamento all’assistenza<br />
personalizzata<br />
• Modello <strong>di</strong> lavoro in equipe<br />
consolidato.<br />
• Bassissimo turn-over del personale.<br />
• Aumento della complessità clinicoassistenziale<br />
delle persone accolte in<br />
Rsa.<br />
• Rilevante presenza <strong>di</strong> persone con<br />
demenza e/o altri deficit cognitivi.<br />
• Scarsa <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse<br />
economiche.<br />
• Aumento del carico <strong>di</strong> lavoro per il<br />
personale.<br />
3) Opportunità 4) Minacce<br />
Ambiente<br />
Esterno<br />
• Disponibilità <strong>di</strong> un esperto, che ha già<br />
sperimentato nel proprio setting <strong>di</strong><br />
cura l’adozione <strong>di</strong> scale <strong>di</strong> valutazione<br />
del dolore.<br />
• Maggiore attenzione alla cultura della<br />
valutazione e gestione del dolore<br />
nelle persone anziane e/o affette da<br />
demenza.<br />
• Disposizioni legislative e professionali.<br />
• Pubblicazioni inerenti la valutazione<br />
del dolore.<br />
• Carente erogazione <strong>di</strong> risorse<br />
economiche regionali per le RSA.<br />
• Aumento della domanda <strong>di</strong><br />
accesso alla RSA, da parte <strong>di</strong><br />
persone afflitte da patologie con<br />
sintomatologia dolorosa (acuta o<br />
cronica), associata a <strong>di</strong>sturbi del<br />
comportamento, deficit cognitivo e<br />
<strong>di</strong>fficoltà comunicative.<br />
26 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
0 - 10 N.R.S. (NUMERAL RATING SCALE)<br />
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />
NESSUN DOLORE DOLORE MODERATO MAGGIOR DOLORE<br />
POSSIBILE<br />
del PAI (Piano <strong>di</strong> Assistenza In<strong>di</strong>viduale) e<br />
ogni qualvolta se ne manifesti la necessità. Il<br />
confronto tra i componenti l’equipe assistenziale,<br />
i formatori e l’esperto si è rivelato molto<br />
proficuo, in quanto oltre al controllo della<br />
correttezza <strong>di</strong> compilazione delle schede, ha<br />
consentito anche la risoluzione <strong>di</strong> problematiche<br />
e dubbi, emersi in fase applicativa. Allo<br />
stato attuale ad ogni assistito è assicurata e<br />
documentata una accurata valutazione del<br />
dolore, il gruppo <strong>di</strong> lavoro, ha avviato la stesura<br />
<strong>di</strong> un protocollo per la gestione del dolore,<br />
che verrà presentato a tutto il personale<br />
della struttura.<br />
In conclusione, l’attuazione del progetto ha determinato<br />
un miglioramento della <strong>qualità</strong> dell’assistenza,<br />
in quanto si è passati:<br />
- da una modalità <strong>di</strong>screzionale <strong>di</strong> rilevazione del<br />
dolore, caratterizzata dall’assenza <strong>di</strong> strumenti<br />
e modalità <strong>di</strong> registrazione specifici, ad una<br />
misurazione e monitoraggio uniforme effettuati<br />
attraverso scale <strong>di</strong> valutazione validate.<br />
- dall’attenzione al dolore legata alla sensibilità<br />
<strong>di</strong> pochi operatori, ad una misurazione assicurata<br />
ad ogni assistito da parte <strong>di</strong> tutti gli operatori.<br />
- dall’assenza <strong>di</strong> dati sulla prevalenza del dolore,<br />
alla definizione <strong>di</strong> una prevalenza del dolore<br />
pari al 60% nei 30 assistiti del gruppo della<br />
fase C1 del progetto; i dati <strong>di</strong> prevalenza inerenti<br />
la totalità degli assistiti (fase C2), le se<strong>di</strong>,<br />
l’intensità del dolore, le patologie scatenanti/<br />
correlate, sono ancora in fase <strong>di</strong> elaborazione.<br />
- da una scarsa considerazione del dolore da parte<br />
del team assistenziale, ad un aumento dell’attenzione<br />
che il dolore stesso riceve durante<br />
gli incontri dell’equipe assistenziale finalizzati<br />
alla revisione dei PAI o alla con<strong>di</strong>visione delle<br />
strategie <strong>di</strong> gestione degli assistiti.<br />
Note bibliografiche<br />
1. Associazione Internazionale per lo Stu<strong>di</strong>o<br />
del Dolore<br />
2. Zanetti E.Valutare il dolore negli anziani affetti<br />
da deca<strong>di</strong>mento cognitivo.Assistenza<br />
Anziani.2006(2):59-63.<br />
- Zanetti E.La valutazione del dolore nell’anziano<br />
con deca<strong>di</strong>mento cognitivo.Bollettino<br />
SIGG.2008(6):15-24.<br />
- Guglielmi L.La valutazione del dolore in<br />
RSA.Atti del convegno Grg del 16.09.2005.<br />
- Bianchetti A.L’etica delle demenze: un<br />
problema emergente.in Trabucchi M.Le<br />
demenze.4^ed.2005.<br />
- Chiappan C.R. Syrjala K.L.La misurazione<br />
del dolore in Bonica’s Management of Pain.<br />
ed.it.2002.<br />
- Cester A.Morire in istituzione.Firenze.2007.<br />
- M. Ercolani, L. Pasquini: “La percezione del<br />
dolore”. Le E<strong>di</strong>zioni del Mulino, 2007.<br />
3. Legge 38 del 15 marzo 2010, ”Disposizioni<br />
per garantire l’accesso alle cure palliative e<br />
alla terapia del dolore”.<br />
- Linee guida sul dolore 2010, pubblicate dal<br />
Ministero della Salute.<br />
- <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>.Co<strong>di</strong>ce Deontologico degli Infermieri.Roma.2009.<br />
- JCAHO.Standard per la sicurezza del paziente.<br />
2008.<br />
4. NOPPAIN - Non-comunicative Patient’s<br />
Pain Assessment Instrument- (Lynn Snow<br />
et al, 2004) guida gli operatori ad osservare<br />
durante le attività <strong>di</strong> assistenza <strong>di</strong>retta, quei<br />
comportamenti che suggeriscono dolore. È<br />
<strong>di</strong> facile utilizzo, affina la nostra capacità <strong>di</strong><br />
osservazione e permette <strong>di</strong> rilevare possibili<br />
comportamenti o espressioni dell’assistito<br />
che denotano dolore.<br />
5. NRS:Numerical rating scale<br />
* Infermiere coor<strong>di</strong>natore RSA <strong>di</strong> Manerbio.<br />
** Infermiere <strong>di</strong>rigente RSA <strong>di</strong> Manerbio<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 27
NOPPAIN<br />
(Non-Comunicative Patient’s Pain Assessment<br />
Instrument)<br />
NOPPAIN Nome del operatore: ______________________<br />
(Non-Communicative Patient’s Pain Assessment Instrument) Nome dell’ospite: ______________________<br />
Check List delle attività Data: ______________________<br />
Ora: ______________________<br />
INDICAZIONi: l’operatore dovrebbe effettuare almeno 5 minuti <strong>di</strong> assistenza quoti<strong>di</strong>ana all’ospite osservando i comportamenti che<br />
suggeriscono dolore. Entrambe le pagine <strong>di</strong> questa scheda devono essere completate subito dopo il termine delle attività <strong>di</strong> assistenza.<br />
a) mettere a letto<br />
l’ospite OPPURE<br />
osservare l’ospite<br />
che si sdraia<br />
b) girare l’ospite nel<br />
letto<br />
c)passaggi posturali<br />
(letto-se<strong>di</strong>a, se<strong>di</strong>aletto,<br />
se<strong>di</strong>a-wc,<br />
se<strong>di</strong>a-in pie<strong>di</strong>)<br />
d) mettere seduto<br />
l’ospite OPPURE<br />
osservare l’ospite<br />
che si siede<br />
Hai svolto Hai rilevato Hai svolto Hai rilevato<br />
questa attività? dolore mentre questa attività? dolore mentre<br />
(barrare SI/NO) la svolgevi? (barrare SI/NO) la svolgevi?<br />
(barrare SI/NO)<br />
(barrare SI/NO)<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
f) alimentare<br />
l’ospite<br />
g) aiutare l’ospite<br />
a stare in pie<strong>di</strong><br />
OPPURE osservare<br />
l’ospite mentre è<br />
in pie<strong>di</strong><br />
h) aiutare l’ospite<br />
a camminare<br />
OPPURE osservare<br />
l’ospite che<br />
cammina<br />
i) fare il bagno<br />
all’ospite<br />
OPPURE fare una<br />
spugnatura al letto<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
SI<br />
NO<br />
e) vestire l’ospite SI<br />
NO<br />
<br />
<br />
SI<br />
NO<br />
Chiedere al paziente: “Sente dolore?” SI <br />
NO<br />
Chiedere al paziente: “Le faccio male?” SI <br />
NO<br />
Risposta al dolore (Cosa hai osservato o ascoltato<br />
problematiche<br />
durante le manovre assistenziali?)<br />
Identificazione delle aree<br />
28 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Parole che esprimono<br />
dolore?<br />
Espressioni <strong>di</strong> dolore<br />
del viso?<br />
Stringere una parte<br />
dolente?<br />
“Che male!” “Ahi!” “Vai via!”<br />
Imprecazioni “Basta!”<br />
Smorfie Sussulti<br />
Corrugamento della fronte<br />
Irrigi<strong>di</strong>re<br />
Tenere fermo<br />
Proteggersi<br />
SI NO<br />
Quanto intensamente?<br />
Quanto intensamente?<br />
SI NO<br />
Quanto intensamente?<br />
SI NO<br />
0 1 2 3 4 5<br />
la più bassa<br />
la più alta<br />
intensità<br />
intensità<br />
possibile<br />
possibile<br />
0 1 2 3 4 5<br />
la più bassa<br />
la più alta<br />
intensità<br />
intensità<br />
possibile<br />
possibile<br />
0 1 2 3 4 5<br />
la più bassa<br />
la più alta<br />
intensità<br />
intensità<br />
possibile<br />
possibile<br />
Versi che esprimono<br />
dolore?<br />
gemiti lamenti pianti<br />
singhiozzi borbottii ansimi<br />
Sfregare una parte<br />
dolente?<br />
Massaggiare un’area dolente<br />
Irrequietezza?<br />
Frequenti cambi <strong>di</strong> posizione<br />
impossibilità a stare fermo;<br />
opposizione alle cure<br />
SI NO<br />
Quanto intensamente?<br />
Quanto intensamente?<br />
SI NO<br />
SI NO<br />
Quanto intensamente?<br />
0 1 2 3 4 5<br />
la più bassa<br />
la più alta<br />
intensità<br />
intensità<br />
possibile<br />
possibilità<br />
0 1 2 3 4 5<br />
la più bassa<br />
la più alta<br />
intensità<br />
intensità<br />
possibile<br />
possibile<br />
0 1 2 3 4 5<br />
la più bassa<br />
la più alta<br />
intensità<br />
intensità<br />
possibile<br />
poss<br />
ibile<br />
NOPPAIN<br />
(Non-Communicative Patient’s Pain Assessment Instrument)<br />
Cognome Nome operatore:______________________<br />
Cognome Nome assistito:______________________<br />
Data:______________________<br />
Ora:______________________<br />
Stima del dolore del paziente al massimo livello visibile nel corso dell’assistenza (segna la tua risposta)<br />
Dolore insopportabile (10)<br />
Dolore intenso (7-9)<br />
Dolore moderato (4-6)<br />
Dolore lieve (1-3)<br />
Assenza <strong>di</strong> dolore (0)<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 29
Dalla teoria alla prassi o dalla prassi<br />
alla teoria? Il punto <strong>di</strong> vista attraverso<br />
l’esperienza J.C.I. dell’Ospedale dei<br />
Bambini <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
<strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a Regonaschi*, Giovanna Ferretti**, Maria Angela Rizzieri***<br />
Non ha l’ottimo artista alcun concetto<br />
c’un solo marmo in sé non circoscriva<br />
col suo superchio, e solo a quello arriva<br />
la man che ubbi<strong>di</strong>sce all’intelletto<br />
Michelangelo Buonarroti, Sonetto XIX<br />
Secondo la riflessione del filosofo contemporaneo<br />
Gadamer, la con<strong>di</strong>zione necessaria per percepire<br />
una situazione è rappresentata da una preconoscenza<br />
la quale è spesso ben formata grazie<br />
alla teoria, ai principi e all’esperienza precedente.<br />
Egli sottolinea che la moderna <strong>di</strong>stinzione tra<br />
teoria e prassi, azione e pensiero, è essa stessa<br />
più teorica che pratica.<br />
L’antica, ma brillante intuizione <strong>di</strong> Aristotele<br />
che afferma: “la prassi non è antitetica alla teoria,<br />
poiché la stessa teoria è una forma <strong>di</strong> prassi”,<br />
si adatta a questo contesto e porta a pensare<br />
<strong>di</strong> conseguenza che la scarsa consapevolezza<br />
dell’identità infermieristica italiana può essere<br />
legata alla insufficiente riflessione su cosa sia<br />
la prassi infermieristica e quin<strong>di</strong> il suo rimando<br />
alla teoria. Aristotele chiama phrònesis (o<br />
saggezza pratica), la razionalità che guida la<br />
prassi, la quale richiede esperienza così come<br />
conoscenza. Infatti, essa non è un’acquisizione<br />
puramente razionale e una volta sperimentata resta<br />
in<strong>di</strong>menticabile, ma soprattutto, rispetto alla<br />
tecnica, <strong>di</strong>fferisce per il fine che è la bontà stessa<br />
dell’azione.<br />
Sulla base del pensiero <strong>di</strong> questi filosofi in ogni<br />
teoria si riconosce la matrice pratica <strong>di</strong> provenienza<br />
e viceversa, e in ogni teoria si riconosce<br />
la via attraverso la quale il professionista si può<br />
orientare per la risoluzione dei problemi.<br />
La questione saliente non è quella <strong>di</strong> scegliere<br />
la teoria o la pratica, ma <strong>di</strong> saperle correlare tra<br />
loro, affrontando il gap tra teoria e pratica e cercando<br />
<strong>di</strong> ridurlo con un’adeguata formazione <strong>di</strong><br />
base e permanente.<br />
Troviamo che il pensiero <strong>di</strong> Patricia Benner, teorica<br />
del nursing, si adatti perfettamente alla realtà<br />
italiana, riscattandola in qualche modo. Infatti, è<br />
innegabile che nel nostro Paese la conoscenza<br />
delle teorie infermieristiche, e la loro applicazione<br />
alla pratica sia ancora molto lontana da ciò<br />
che si vive, o si è vissuto nei cosiddetti Paesi<br />
all’avanguar<strong>di</strong>a dal punto <strong>di</strong> vista della cultura<br />
professionale infermieristica.<br />
La Benner afferma che, il più delle volte, la<br />
chiarezza concettuale viene dopo e non prima<br />
della pratica: l’esperienza è legata al vissuto,<br />
a un processo attivo <strong>di</strong> revisione e affinamento<br />
delle nozioni teoriche nel confronto con la<br />
30 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
ealtà operativa.<br />
Anche le teoriche J.E.Paterson e L.T.Zderad con<br />
la loro “teoria della pratica” affermano che il<br />
nursing è una combinazione tra teoria e pratica,<br />
in quanto l’una è il presupposto dell’altra e sono<br />
entrambe fortemente presenti nel metodo che<br />
guida l’incontro con il paziente.<br />
Riguardo alle teorie del nursing molti <strong>di</strong> noi vi<br />
vedono solo un inutile insieme <strong>di</strong> concetti astratti,<br />
incapaci <strong>di</strong> incidere sulla realtà, altri le considerano<br />
componente essenziale della scienza infermieristica,<br />
e base <strong>di</strong> una ricerca propriamente<br />
infermieristica. Per questi ultimi, sono le teorie<br />
del nursing a definire i rapporti tra infermiere e<br />
persona assistita e a spiegare le ragioni per le<br />
quali l’intervento dell’infermiere arreca beneficio<br />
alla persona che sta vivendo esperienze <strong>di</strong><br />
salute-malattia.<br />
Le situazioni cliniche reali sono <strong>di</strong> gran lunga<br />
più complesse e ricche <strong>di</strong> sfaccettature e <strong>di</strong> eccezioni<br />
rispetto alle teorie e ai modelli formali.<br />
La teoria ha un ruolo significativo perché in<strong>di</strong>ca<br />
dove cercare i problemi assistenziali e come prevederli<br />
e in<strong>di</strong>viduarli, ma è poi la pratica che rende<br />
concrete le conoscenze teoriche e che cambia<br />
il grado <strong>di</strong> competenza dell’operatore.<br />
Non tutta la conoscenza può essere catturata in<br />
proposizioni teoriche, ma un’adeguata descrizione<br />
della conoscenza pratica è essenziale per<br />
lo sviluppo e l’ampliamento della teoria.<br />
Teoria che deve essere una cornice <strong>di</strong> riferimento,<br />
ma come ha detto il filosofo Popper, non una<br />
prigione.<br />
Gli infermieri non vedono l’uomo come oggetto,<br />
ma come soggetto del proprio interesse, uomo<br />
nella sua interezza, psicobiologica, sociale,<br />
culturale.<br />
L’adozione <strong>di</strong> una valida teoria del nursing risulta<br />
utile ad un infermiere che vuole essere protagonista<br />
dell’assistenza, assumendo sia le decisioni,<br />
sia la responsabilità delle conseguenze che<br />
ne derivano all’assistito.<br />
La teoria del nursing svolge una funzione insostituibile<br />
nel contribuire a chiarire la natura della<br />
<strong>di</strong>sciplina, cioè il contributo specifico, unico<br />
che può dare all’umanità e le modalità con cui<br />
fornirlo.<br />
Il professionista infermiere deve imparare non<br />
solo ad applicare alla pratica nozioni teoriche,<br />
ma anche a teorizzare, interpretando la realtà in<br />
modo da dare Senso all’intervento assistenziale.<br />
L’Ospedale dei Bambini <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e Joint<br />
Commission International<br />
La ricerca <strong>di</strong> una <strong>qualità</strong> sempre più elevata ha<br />
assunto un carattere strategico nelle aziende sanitarie<br />
a causa <strong>di</strong> fattori quali una limitazione<br />
della spesa pubblica, che impone <strong>di</strong> evitare sprechi<br />
e i <strong>di</strong>sservizi, la necessità <strong>di</strong> alti standard,<br />
dovuta alla crescente competizione tra organizzazioni<br />
aventi finalità analoghe, e una domanda<br />
più esigente da parte dell’utenza.<br />
Nelle esperienze internazionali, in particolare<br />
anglosassone, il concetto <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento e la<br />
necessità <strong>di</strong> perseguirlo, nasce dall’attività volontaria<br />
dei professionisti sanitari <strong>di</strong> ricercare<br />
meto<strong>di</strong> e strumenti che consentano la <strong>di</strong>ffusione<br />
della cultura del miglioramento continuo e della<br />
ricerca dell’ottimo, per garantire la <strong>qualità</strong> delle<br />
prestazioni erogate non inferiore a livelli minimi<br />
considerati accettabili, che sia soggetta continuamente<br />
a revisione e persegua un costante<br />
processo <strong>di</strong> miglioramento. Rappresenta un importante<br />
segno <strong>di</strong> maturità professionale per cui<br />
l’obiettivo finale del miglioramento continuo si<br />
persegue coinvolgendo le <strong>di</strong>verse componenti<br />
professionali che rivedranno i processi, e formuleranno<br />
gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> esito, <strong>di</strong> processo e<br />
<strong>di</strong> performance.<br />
Nel 2008 maturò presso la <strong>di</strong>rezione aziendale<br />
l’inten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tare secondo la metodologia<br />
Joint Commission International (J.C.I.)<br />
l’Ospedale dei Bambini (680 operatori <strong>di</strong> cui 300<br />
appartenenti al profilo infermieristico) e il percorso<br />
<strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento è formalmente iniziato<br />
con la Site visit nel maggio 2009. Per informazioni<br />
circa la struttura dell’Ospedale dei Bambini<br />
<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> si rimanda al sito http://www.ospedalebambinibrescia.it/home.asp<br />
Il progetto<br />
Attraverso il racconto dell’esperienza in corso<br />
<strong>di</strong> realizzazione all’Ospedale dei Bambini <strong>di</strong><br />
<strong>Brescia</strong> c’è l’intento <strong>di</strong> proporre ai colleghi alcune<br />
riflessioni a partire da uno specifico contesto.<br />
In particolare il racconto metterà a fuoco<br />
l’ideazione e l’implementazione <strong>di</strong> una “nuova”<br />
documentazione assistenziale, relativa all’accertamento<br />
e alla pianificazione infermieristica.<br />
Questo progetto si è realizzato all’interno <strong>di</strong> un<br />
percorso, molto più articolato, finalizzato all’accre<strong>di</strong>tamento<br />
all’eccellenza secondo gli standard<br />
Joint Commission International (J.C.I.). Tutta<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 31
l’organizzazione ospedaliera, nelle sue varie<br />
componenti ed attività e tutti gli operatori sono<br />
stati, con gradazioni <strong>di</strong>verse, coinvolti.<br />
Infatti, è stato necessario occuparsi <strong>di</strong> struttura,<br />
processi <strong>di</strong> lavoro, competenze professionali,<br />
governo ed organizzazione avendo come riferimento<br />
il Manuale Joint Commission in cui<br />
sono raccolti gli standard che riguardano 3<br />
gran<strong>di</strong> ambiti:<br />
1. la sicurezza,<br />
2. il paziente,<br />
3. l’organizzazione.<br />
Al fine <strong>di</strong> realizzare quanto necessario, tra l’autunno<br />
2009 ad oggi, sono stati attivati 13 gruppi<br />
<strong>di</strong> lavoro, uno de<strong>di</strong>cato al governo del progetto,<br />
gli altri a tematiche specifiche, uno <strong>di</strong> questi era<br />
relativo alla cartella clinica integrata. La cartella<br />
clinica, intesa come l’insieme dei documenti<br />
sanitari, che testimoniano le con<strong>di</strong>zioni del paziente<br />
ed il processo <strong>di</strong> cura prestatogli, è all’interno<br />
del sistema <strong>qualità</strong> uno dei no<strong>di</strong> cruciali<br />
per garantire la sicurezza e la <strong>qualità</strong> al paziente<br />
stesso.<br />
Complessivamente i gruppi si sono incontrati<br />
circa 200 volte, ed hanno coinvolto nel livello<br />
propriamente progettuale un centinaio <strong>di</strong><br />
operatori appartenenti alle <strong>di</strong>verse qualifiche<br />
professionali.<br />
La documentazione assistenziale<br />
La scelta, la realizzazione e l’utilizzo della documentazione<br />
assistenziale è avvenuta all’interno<br />
<strong>di</strong> questo percorso <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>, si è quin<strong>di</strong><br />
confrontata nel suo prodursi con gli altri ambiti<br />
del progetto, con gli altri aspetti progettuali presenti<br />
in Azienda, con le norme e con l’erogazione<br />
quoti<strong>di</strong>ana delle prestazioni.<br />
Gli standard JCI richiedono che l’assistenza e le<br />
cure fornite a ciascun paziente siano pianificate<br />
e documentate in cartella clinica, e che le stesse<br />
debbano corrispondere ai bisogni identificati: al<br />
mutare dei bisogni del paziente deve corrispondere<br />
un cambiamento del piano <strong>di</strong> cura che deve<br />
essere registrato in cartella clinica.<br />
In accordo con le scelte iniziali, anche per questo<br />
ambito viene <strong>di</strong>chiarata l’importanza <strong>di</strong> riferimenti<br />
e strumenti che sostengano l’uniformità<br />
all’interno del Presi<strong>di</strong>o.<br />
Lo sviluppo dei lavori ha visto susseguirsi, ma<br />
anche sovrapporsi decisioni ed azioni.<br />
I componenti del S.I.T.R. <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o hanno iniziato<br />
durante il luglio 2009 a <strong>di</strong>scutere e riflettere<br />
su contenuti e strumenti a <strong>di</strong>sposizione degli<br />
infermieri in quel momento. A tal fine si è provveduto<br />
alla mappatura <strong>di</strong> tutta la documentazione<br />
in essere, e ad effettuare una ricerca ed un<br />
confronto su quanto utilizzato negli altri ospedali<br />
pe<strong>di</strong>atrici italiani, oltre che sulle proposte formative<br />
dei corsi <strong>di</strong> Laurea in Infermieristica da<br />
cui si attingono infermieri nel corso degli ultimi<br />
anni (Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e Università<br />
Federico II <strong>di</strong> Napoli), in aggiunta alla<br />
mappatura dei percorsi formativi posseduti dagli<br />
infermieri in servizio.<br />
Nell’ottobre 2009 viene istituito un apposito<br />
gruppo detto “documentazione infermieristica”,<br />
sottogruppo del gruppo “cartella clinica integrata”.<br />
Il sottogruppo inizialmente è stato composto<br />
da 2 Infermieri, 2 Coor<strong>di</strong>natori e dalla Re-<br />
32 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
sponsabile S.I.T.R. con il mandato <strong>di</strong> elaborare<br />
dei “format” rispondenti agli standard J.C.I. e le<br />
relative procedure ed istruzioni operative.<br />
Nel frattempo, è stato pensato un I° livello <strong>di</strong><br />
formazione sugli standard della cartella clinica,<br />
<strong>di</strong>retto ad un gruppo selezionato <strong>di</strong> operatori<br />
(che poi avrebbe avuto il compito <strong>di</strong> “formare” i<br />
colleghi), composto da tutti i Coor<strong>di</strong>natori, 2 Infermieri<br />
per reparto, 2 Me<strong>di</strong>ci per reparto (RQL<br />
e Referente delle SDO), S.I.T.R., Direzione Sanitaria<br />
e Referente dell’U.O. Formazione.<br />
A questo punto abbiamo ritenuto importante riflettere<br />
sulla scelta del modello teorico <strong>di</strong> riferimento<br />
<strong>di</strong> cui avvalerci per modulare la raccolta<br />
dati, l’accertamento infermieristico e la valutazione.<br />
La scelta dapprima effettuata dal S.I.T.R. è stata<br />
poi illustrata e con<strong>di</strong>visa con i componenti<br />
del gruppo “documentazione infermieristica”.<br />
Abbiamo ritenuto obiettivo prioritario lo sviluppo<br />
<strong>di</strong> un linguaggio <strong>di</strong> cura comune (standar<strong>di</strong>zzato).<br />
A tal fine è stato scelto un modello<br />
univoco per tutto il Presi<strong>di</strong>o Pe<strong>di</strong>atrico, su cui<br />
sviluppare il format de<strong>di</strong>cato all’accertamento<br />
infermieristico in modo da facilitare il ragionamento<br />
<strong>di</strong>agnostico. Il riferimento adottato è stato<br />
quello dei Modelli funzionali della salute <strong>di</strong><br />
Marjory Gordon, in uso presso il corso <strong>di</strong> Laurea<br />
dell’Università <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
Nel prendere in esame gli un<strong>di</strong>ci modelli funzionali<br />
della salute <strong>di</strong> Gordon su cui modulare l’accertamento<br />
infermieristico, ci si è confrontati<br />
con la documentazione infermieristica raccolta<br />
e già in uso nei reparti. Sono stati identificati gli<br />
item <strong>di</strong> valutazione dei singoli modelli funzionali,<br />
ad esclusione <strong>di</strong> quelli “sessualità/riproduzione”<br />
e “valori/convinzioni”, ritenuti dal gruppo<br />
inapplicabili per età dei pazienti e/o competenza<br />
degli infermieri durante la fase iniziale del progetto.<br />
Della documentazione infermieristica già<br />
in uso, gli item già presenti sono stati riclassificati<br />
all’interno dei modelli, ed arricchiti da quelli<br />
relativi alle nuove variabili.<br />
Questa fase ha visto un primo allargamento del<br />
campo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione realizzatosi informalmente<br />
tra i membri del gruppo e i colleghi che hanno<br />
fornito il materiale già in uso nei reparti. Il confronto<br />
con la “saggezza” degli infermieri clinici<br />
ha portato ha una progressiva selezione degli<br />
item da considerare.<br />
L’elaborazione dei nuovi format infermieristici<br />
ha richiesto un lavoro <strong>di</strong> strutturazione e <strong>di</strong><br />
revisione delle conoscenze possedute dai componenti<br />
il gruppo, attraverso lo stu<strong>di</strong>o dei principali<br />
testi <strong>di</strong> riferimento (NANDA-I Diagnosi<br />
Infermieristiche definizioni e classificazione<br />
2009/2011; Carpenito L.J., (2009), Diagnosi infermieristiche<br />
applicazione alla pratica clinica,<br />
Milano: CEA; Gordon M. (2008), Manuale delle<br />
Diagnosi Infermieristiche, E<strong>di</strong>ses).<br />
In ottemperanza agli International Patient Safety<br />
Goals, sono state elaborate avvalendosi della<br />
collaborazione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> professionisti <strong>di</strong> supporto,<br />
la scheda <strong>di</strong> valutazione/rivalutazione del<br />
rischio <strong>di</strong> cadute e lo screening del dolore con<br />
relative procedure ed istruzioni operative.<br />
La valutazione e rivalutazione dei format ad<br />
opera dei consulenti, considerando non solo gli<br />
standard d’accre<strong>di</strong>tamento JCI, ma soprattutto<br />
il casemix dei pazienti, l’età evolutiva e la loro<br />
complessità assistenziale, ha permesso l’elaborazione<br />
<strong>di</strong> tre tipologie <strong>di</strong> accertamento iniziale<br />
infermieristico: uno per la rianimazione pe<strong>di</strong>atrica,<br />
uno per l’area neonatale e l’altro generico per<br />
l’area me<strong>di</strong>ca e chirurgica, che pur conservando<br />
l’impianto generale, hanno assunto connotazioni<br />
specifiche alle U.O..<br />
A questo punto lo strumento sviluppato è stato<br />
testato in due U.O. dove attraverso il processo <strong>di</strong><br />
accoglienza <strong>di</strong> alcuni pazienti, ne viene valutata<br />
appropriatezza, chiarezza, completezza, ma anche<br />
praticità e tempi <strong>di</strong> compilazione. Gli infermieri<br />
coinvolti forniscono un riscontro positivo<br />
<strong>di</strong> applicabilità.<br />
Mentre altri “sottogruppi” del gruppo della cartella<br />
clinica integrata producono i format loro<br />
affidati (F.U.T., valutazione e pianificazione me<strong>di</strong>ca,<br />
consensi informati), vengono identificate<br />
4 U.O. pilota dove avviare la sperimentazione<br />
della nuova cartella clinica integrata. Allo scopo<br />
<strong>di</strong> avere un panorama il più possibile completo e<br />
veritiero, sono stati in<strong>di</strong>viduati 3 ambiti <strong>di</strong> speri-<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 33
mentazione (dal 8 febbraio al 12 marzo 2010):<br />
• chirurgico,<br />
• me<strong>di</strong>co,<br />
• neonatale.<br />
All’U.O. <strong>di</strong> Terapia Intensiva Neonatale e <strong>di</strong><br />
Pe<strong>di</strong>atria, scelti obbligatoriamente perché unici,<br />
si sono poi aggiunte due can<strong>di</strong>dature volontarie<br />
e cioè la U.O. <strong>di</strong> Chirurgia e Rianimazione.<br />
L’entusiasmo, la volontarietà, la <strong>di</strong>sponibilità a<br />
mettersi in gioco ed a sperimentare il nuovo da<br />
parte dei professionisti <strong>di</strong> quest’ultime U.O. ci<br />
ha piacevolmente stupito e motivato, ed a posteriori<br />
possiamo <strong>di</strong>re che ha rappresentato la <strong>di</strong>sponibilità<br />
ed il sentire poi <strong>di</strong>mostrati verso questa<br />
importante parte del progetto, da parte della<br />
maggioranza degli infermieri del Presi<strong>di</strong>o.<br />
Il passaggio dalla fase <strong>di</strong> valutazione a quella <strong>di</strong><br />
pianificazione ha comportato la <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong><br />
più possibilità:<br />
• adottare un modello basato sulla rilevazione<br />
dei bisogni e quin<strong>di</strong> sulla successiva erogazione<br />
delle prestazioni (es. Cantarelli),<br />
• adottare la tassonomia delle <strong>di</strong>agnosi infermieristiche<br />
NANDA-I, e il “modello bifocale” <strong>di</strong><br />
L.J.Carpenito,<br />
• costruire un modello personalizzato all’ospedale.<br />
Allo scopo <strong>di</strong> maturare una decisione che potesse<br />
incontrare il più possibile le esigenze dei<br />
professionisti, e quin<strong>di</strong> ottimizzare le prestazioni<br />
effettuate ai pazienti, nel novembre 2009, in<br />
occasione del II° livello <strong>di</strong> formazione (2 giornate)<br />
rivolto a tutti gli operatori dei 4 reparti pilota,<br />
è stata riservata la seconda giornata agli infermieri,<br />
allo scopo <strong>di</strong> simulare la valutazione <strong>di</strong><br />
un paziente partendo da cartelle cliniche chiuse<br />
e compilate con la “vecchia documentazione”,<br />
e quin<strong>di</strong> sperimentare la stesura della pianificazione.<br />
Gli infermieri sud<strong>di</strong>visi in 6 gruppi ognuno con<br />
un tutor, hanno avuto il mandato <strong>di</strong>:<br />
• verificare la completezza del nuovo format per<br />
l’accertamento attraverso la raccolta dati, confrontando<br />
quest’ultimo con la documentazione<br />
in uso,<br />
• sviluppare la pianificazione secondo una modalità<br />
a loro scelta.<br />
Al termine dei lavori ogni gruppo ha esposto<br />
quanto elaborato agli altri gruppi. Per quanto<br />
riguarda la valutazione infermieristica iniziale<br />
vengono raccolte osservazioni e criticità, ma in<br />
generale vi è un ritorno positivo su quanto è stato<br />
approntato dal gruppo <strong>di</strong> progetto. Complessivamente<br />
il “nuovo” accertamento consente una<br />
raccolta dati più completa e puntuale rispetto<br />
allo strumento in uso (infatti alcuni dati richiesti<br />
dalla nuova documentazione non erano rilevabili<br />
dalla lettura <strong>di</strong> quella precedente).<br />
34 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
In merito alla pianificazione, due gruppi hanno<br />
utilizzato le <strong>di</strong>agnosi infermieristiche, mentre gli<br />
altri si sono concentrati sui “bisogni” del paziente.<br />
Durante l’esposizione del lavoro in plenaria<br />
la presentazione della pianificazione compiuta<br />
con l’utilizzo delle <strong>di</strong>agnosi risulta chiara e permette<br />
<strong>di</strong> confrontarsi in merito, mentre il lavoro<br />
degli altri 4 gruppi pone molti problemi <strong>di</strong> comprensione<br />
e con<strong>di</strong>visione ed in generale appare<br />
meno “strutturato”.<br />
Da questa esercitazione, ma soprattutto dalla riflessione<br />
effettuata poi con gli infermieri clinici,<br />
si è giunti alla decisione <strong>di</strong> adottare il sistema<br />
NANDA-I, e le pianificazioni <strong>di</strong> Carpenito.<br />
Ai professionisti <strong>di</strong> ogni U.O. è stato poi messo a<br />
<strong>di</strong>sposizione un testo completo <strong>di</strong> L.J.Carpenito<br />
Moyet “Diagnosi infermieristiche. Applicazione<br />
nella pratica clinica” e due manuali tascabili.<br />
A partire dall’elenco dei D.R.G. prevalenti nelle<br />
4 U.O. in sperimentazione, vengono in<strong>di</strong>viduati<br />
all’interno dell’elenco NANDA-I le denominazioni<br />
delle <strong>di</strong>agnosi infermieristiche (D.I.) più<br />
pertinenti allo specifico contesto clinico pe<strong>di</strong>atrico:<br />
ne vengono in<strong>di</strong>cate 50.<br />
A questo punto sono stati decisi gli elementi<br />
della pianificazione che dovranno comporre il<br />
format della scheda de<strong>di</strong>cata:<br />
• Titolo della <strong>di</strong>agnosi,<br />
• Cause,<br />
• Obiettivi (elenco dei prevalenti in pe<strong>di</strong>atria),<br />
• Interventi (elenco dei prevalenti in pe<strong>di</strong>atria),<br />
• Registrazione degli interventi,<br />
• Valutazione dell’obiettivo.<br />
Ad ogni membro del gruppo vengono affidate<br />
alcune D.I. con il mandato <strong>di</strong> partire dai testi<br />
<strong>di</strong> riferimento per poi formulare una scheda <strong>di</strong><br />
pianificazione contestualizzata all’Ospedale dei<br />
Bambini. Il titolo della scheda deve attenersi<br />
rigidamente al linguaggio scelto, mentre per<br />
le altre sezioni viene concessa maggior libertà<br />
espressiva.<br />
Nel confronto in aula gli infermieri “più giovani”,<br />
chiedono <strong>di</strong> strutturare maggiormente la<br />
descrizione delle cause che portano alla formulazione<br />
della <strong>di</strong>agnosi, dando visibilità sia ai fattori<br />
correlati che a quelli secondari. Le esemplificazioni<br />
<strong>di</strong> alcune pianificazioni, chiamano<br />
maggiormente in causa gli infermieri “più esperti”<br />
dando risalto alla loro competenza capace <strong>di</strong><br />
cogliere gli aspetti salienti e prevalenti dell’assistenza<br />
infermieristica da erogare al paziente.<br />
La preoccupazione circa l’impatto del nuovo<br />
sistema <strong>di</strong> pianificazione sui professionisti e la<br />
loro adesione in merito era alta, ed il messaggio<br />
che abbiamo voluto lanciare è stato quello<br />
che stavamo tutti in<strong>di</strong>fferentemente imparando<br />
a <strong>di</strong>chiarare quella parte <strong>di</strong> lavoro implicito che<br />
quoti<strong>di</strong>anamente stavamo già facendo. Un poco<br />
alla volta, infermieri, coor<strong>di</strong>natori e S.I.T.R., insieme,<br />
avremmo trovato le parole e il modo per<br />
esprimerlo.<br />
All’inizio della sperimentazione è stato reso <strong>di</strong>sponibile<br />
alle U.O. un database <strong>di</strong> schede <strong>di</strong><br />
pianificazione: 55 D.I. e 28 Problemi Collaborativi<br />
(C.P.).<br />
L’implementazione della nuova documentazione<br />
è stata accompagnata da una supervisione che<br />
comprendeva la visita presso le U.O. da parte<br />
dei membri del gruppo <strong>di</strong> progetto e loro collaboratori<br />
come consulenti per valutare ed affrontare<br />
le <strong>di</strong>fficoltà nella realizzazione della nuova<br />
modalità.<br />
In particolare, nella quoti<strong>di</strong>anità i vari problemi<br />
potevano essere annotati in un apposito quaderno,<br />
perché potessero essere visionati e risolti dai<br />
singoli consulenti, mentre quelli non risolvibili<br />
con questa modalità sono stati <strong>di</strong>scussi durante<br />
incontri settimanali <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> professionisti<br />
de<strong>di</strong>cati, composto dai membri del gruppo<br />
<strong>di</strong> progetto e loro collaboratori, dai Coor<strong>di</strong>natori<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 35
delle 4 U.O., e da un membro dell’U.O. Formazione.<br />
La necessità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre le riflessioni e i suggerimenti<br />
che la pratica clinica poneva è stata<br />
costante, e gli aggiustamenti in itinere alle schede<br />
delle D.I. e al format per l’accertamento infermieristico<br />
sono stati continui.<br />
Gli infermieri clinici, spontaneamente ed inaspettatamente<br />
in quanto non era stato previsto in<br />
fase <strong>di</strong> progettazione, hanno ampliato l’elenco<br />
delle D.I. utilizzate, rielaborando i contenuti della<br />
pianificazione.<br />
Un esempio per tutti, al termine della sperimentazione<br />
ci si è ritrovati con tre schede sviluppate<br />
<strong>di</strong>fferentemente per lo stesso titolo <strong>di</strong>agnostico<br />
“rischio infezione”, <strong>di</strong> cui era rimasto uguale<br />
solo il titolo, ma non cause, fattori correlati ed<br />
interventi.<br />
Sulla scorta <strong>di</strong> quest’esperienza nella fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />
della sperimentazione a tutto l’ospedale,<br />
abbiamo sollecitato tutte le U.O. a compiere<br />
questo lavoro <strong>di</strong> scelta <strong>di</strong> D.I. tipiche per la propria<br />
casistica con la relativa contestualizzazione<br />
delle pianificazioni.<br />
La produzione <strong>di</strong> schede già pre<strong>di</strong>sposte è stata<br />
racchiusa in un catalogo <strong>di</strong> D.I. e C.P. aggiornato<br />
a Luglio 2010, che attualmente è a <strong>di</strong>sposizione<br />
<strong>di</strong> ogni U.O. in formato elettronico.<br />
Primi esiti<br />
Nel 2010 è stata realizzata un’analisi della documentazione<br />
assistenziale.<br />
Sono state valutate:<br />
• completezza della compilazione dell’accertamento<br />
e delle pianificazioni introdotte,<br />
• item <strong>di</strong> maggior <strong>di</strong>fficoltà,<br />
• D.I. e C.P. aperti ed utilizzati e loro <strong>di</strong>stribuzione<br />
per titolo,<br />
• utilizzo della “scheda educazione al bambino<br />
e ai familiari”.<br />
Le maggiori <strong>di</strong>fficoltà riguardanti la compilazione<br />
dell’accertamento infermieristico risultano<br />
essere, pur con specifiche <strong>di</strong>fferenziazioni nelle<br />
U.O., gli item riguardanti la “pianificazione della<br />
<strong>di</strong>missione”, le rivalutazioni della “pianificazione<br />
della <strong>di</strong>missione”;” e la “lingua parlata dai<br />
genitori”. Se lo screening iniziale del dolore e<br />
del rischio <strong>di</strong> cadute vengono rilevati, le successive<br />
rivalutazioni presentano problematicità.<br />
La valutazione delle pianificazioni introdotte<br />
ha permesso <strong>di</strong> rilevare che <strong>di</strong> n° 142 documentazioni<br />
esaminate, n° 36 titoli <strong>di</strong>agnostici sono<br />
Tabella I:<br />
titoli <strong>di</strong> D.I. più utilizzati nel Presi<strong>di</strong>o<br />
Titolo Diagnosi Infermieristica Nr Sk %<br />
(DI)<br />
Rischio infezione 53 25.2<br />
Compromissione comfort 18 8.6<br />
Rischio allattamento seno inefficace<br />
16 7.6<br />
Allattamento seno inefficace 15 7.1<br />
Dolore acuto 14 6.7<br />
Rischio caduta 14 6.7<br />
Rischio <strong>di</strong>sfunzione neuro vascolare<br />
13 6.2<br />
periferica<br />
Compromissione ruolo genitoriale 9 4.3<br />
Compromissione scambi gassosi 8 3.8<br />
Ansia del genitore 7 3.3<br />
Altre 57 20.5<br />
tot. DI=36 210 100.0<br />
Tabella II:<br />
titoli <strong>di</strong> P.C. più utilizzati nel Presi<strong>di</strong>o<br />
Titolo Problema<br />
Nr Sk %<br />
Collaborativo (CP)<br />
Ipoglicemia 9 25.2<br />
Iperbilirubinemia 4 8.6<br />
Crisi convulsive 2 7.6<br />
Sepsi 1 7.1<br />
Ipertensione endocranica 1 6.7<br />
(CP)<br />
Pneumotorace 1 6.7<br />
tot. CP=6 18 100.0<br />
riportati in n° 210 schede (me<strong>di</strong>a 1,4, tabella I),<br />
mentre sono in<strong>di</strong>viduati n° 6 problemi collaborativi<br />
presenti in n° 18 schede (tabella II). Il titolo<br />
<strong>di</strong>agnostico “rischio <strong>di</strong> infezione” è rappresentato<br />
nel 25,2% seguito da “compromissione<br />
del comfort”, mentre il problema collaborativo<br />
”ipoglicemia” (50%) è seguito da “iperbilirubinemia”.<br />
Le 21 “schede educazione al bambino e ai familiari”<br />
consentono sia la valutazione delle necessità<br />
educative sia la registrazione degli<br />
interventri educativi, come viene esplicitato<br />
36 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Tabella III: scheda educazione al bambino e<br />
ai familiari nel Presi<strong>di</strong>o<br />
Item %<br />
Interventi<br />
conoscenza della patologia 23.8<br />
gestione della terapia 19.0<br />
prevenzione dei rischi 4.0<br />
follow up 9.5<br />
Destinatari<br />
Genitore 71.5<br />
Genitore e bambino 28.5<br />
Metodo<br />
Verbale 52.5<br />
Verbale-pratico 38.0<br />
Verbale-scritto 9.5<br />
Verifica comprensione<br />
si 85.7<br />
no 14.3<br />
nella tabella III.<br />
Oltre ai principali interventi educativi esposti in<br />
tabella, vengono erogati i seguenti altri interventi<br />
combinati in percentuale <strong>di</strong>versa: igiene, alimentazione,<br />
uso dei presi<strong>di</strong>, uso delle apparecchiature<br />
sanitarie, gestione del dolore e risorse<br />
<strong>di</strong>sponibili in comunità.<br />
La successiva con<strong>di</strong>visione e <strong>di</strong>scussione dei<br />
dati con i coor<strong>di</strong>natori ha prodotto l’attivazione<br />
spontanea <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> au<strong>di</strong>t interni in 3 U.O.<br />
Una successiva indagine, condotta sempre nel<br />
2010, volta a indagare la percezione, le osservazioni<br />
e le valutazioni degli infermieri <strong>di</strong>rettamente<br />
coinvolti nell’utilizzazione della nuova<br />
documentazione, evidenzia che essi così si<br />
esprimono: circa l’accertamento infermieristico<br />
secondo i modelli funzionali della salute <strong>di</strong><br />
Marjory Gordon essi concordano sulla peculiarità<br />
che sia “un’attività propria, specifica e <strong>di</strong>stinta<br />
dell’infermiere al momento dell’accoglienza<br />
del paziente” (96,9%): in particolare come si<br />
evidenzia nella tabella IV, si esplicitano le principali<br />
caratteristiche <strong>di</strong> tale accertamento e il<br />
suo utilizzo con le ricadute nella quoti<strong>di</strong>anità<br />
professionale.<br />
L’88,4% del personale intervistato ritiene la<br />
pianificazione assistenziale secondo il modello<br />
bifocale <strong>di</strong> L.J. Carpenito e Diagnosi Infermieristiche<br />
NANDA, essere la “funzione propria dell’infermiere”,<br />
e come si evince dalla tabella V<br />
il suo utilizzo consente <strong>di</strong> poter “pensare prima<br />
<strong>di</strong> erogare” e <strong>di</strong> registrare in un unico documento<br />
gli interventi erogati. Si rinviene invece una<br />
<strong>di</strong>versa articolazione delle ricadute nell’operatività<br />
quoti<strong>di</strong>ana: a fronte del 55% che si <strong>di</strong>chiara<br />
in accordo sulla riduzione del tempo necessario<br />
al passaggio delle informazioni, si assesta sul<br />
62-63% la facilitazione nel passaggio delle informazioni<br />
e della comunicazione fra infermieri,<br />
la “competenza dell’infermiere” è tale per il<br />
68,2% nella redazione della scheda educazione<br />
al bambino e ai familiari, ed in particolare nella<br />
tabella <strong>VI</strong> vengono esplicate le principali finalità<br />
nell’utilizzo <strong>di</strong> tale scheda. Le tre principali ricadute<br />
nell’operatività quoti<strong>di</strong>ana sono valutate<br />
dagli infermieri con percentuali simili (tra il 63,<br />
Tabella IV: Accertamento infermieristico<br />
secondo i modelli funzionali della salute <strong>di</strong><br />
Marjory Gordon nel Presi<strong>di</strong>o<br />
l’accertamento consente: %<br />
l’identificazione delle alterazioni 91.5<br />
rilevate<br />
l’identificazione dei problemi e delle 88.4<br />
situazioni <strong>di</strong> rischio del paziente<br />
la raccolta delle informazioni relative 84.5<br />
alle con<strong>di</strong>zioni psicosociali e relazionali<br />
del bambino e della famiglia<br />
la conoscenza e la rilevazione dei 81.4<br />
dati sul livello <strong>di</strong> autonomia<br />
ricadute sulla operatività quoti<strong>di</strong>ana<br />
facilita il passaggio delle informazioni 69.8<br />
favorisce la comunicazione fra 71.5<br />
infermieri<br />
riduce il tempo necessario al passaggio<br />
delle<br />
54.3<br />
informazioni<br />
6% e il 68,8%), è una “attività collaborativa” per<br />
l’89,9% la scheda per la gestione del dolore e<br />
specificamente, come si evince dalla tabella <strong>VI</strong>I,<br />
essa risponde sia alle finalità dell’assistere un<br />
bambino con dolore, sia allo standard previsto<br />
dal programma <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento. Le tre principali<br />
ricadute nell’operatività sono tali in una<br />
percentuale fra il 70,5% e il 74,4%.<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 37
Tabella V: Pianificazione assistenziale secondo<br />
il modello bifocale <strong>di</strong> L.J. Carpenito<br />
e Diagnosi Infermieristiche NANDA nel<br />
Presi<strong>di</strong>o<br />
la pianificazione consente: %<br />
la definizione degli obiettivi per il 82.2<br />
paziente assistito<br />
la pianificazione dell’assistenza 85.3<br />
l’assistenza personalizzata 75.2<br />
la scelta degli interventi 85.3<br />
la registrazione tempestiva degli 66.7<br />
interventi<br />
la valutazione perio<strong>di</strong>ca del grado <strong>di</strong> 79.8<br />
raggiungimento degli obiettivi<br />
la rilevazione dei rischi e delle 77.5<br />
misure per garantire la sicurezza del<br />
paziente<br />
Tabella <strong>VI</strong>: Scheda educazione al bambino e<br />
ai familiari nel Presi<strong>di</strong>o<br />
le schede educative consentono: %<br />
l’identificazione delle necessità educative<br />
del bambino e della famiglia<br />
79.1<br />
la registrazione tempestiva degli 77.5<br />
interventi educativi<br />
Il raggiungimento degli obiettivi 75.2<br />
educativi<br />
Tabella <strong>VI</strong>I: Scheda per la gestione del dolore<br />
nel Presi<strong>di</strong>o<br />
la scheda consente: %<br />
la valutazione iniziale e continua del 90.7<br />
dolore del piccolo<br />
la definizione degli obiettivi relativi 82.9<br />
al contenimento del dolore<br />
la registrazione degli interventi terapeutici<br />
84.5<br />
il monitoraggio clinico 85.3<br />
Alcune riflessioni<br />
L’importanza e la rilevanza sociale della pratica<br />
infermieristica derivano dalla loro <strong>di</strong>retta connessione<br />
alla cura del paziente, e la pratica infermieristica<br />
deve fare i conti non soltanto con<br />
la teoria, ma con le con<strong>di</strong>zioni in cui essa si attua,<br />
con le politiche istituzionali, con le priorità<br />
politiche, con l’assegnazione delle risorse economiche,<br />
all’interno <strong>di</strong> un sistema multiprofessionale<br />
La prassi si “misura” obbligatoriamente con il<br />
contesto che assume contemporaneamente sia il<br />
significato <strong>di</strong> vincolo che <strong>di</strong> risorsa. Una delle<br />
con<strong>di</strong>zioni che permette ad una azione <strong>di</strong> “darsi”<br />
è uno spazio e un tempo specifico in cui realizzarsi;<br />
pertanto è solo assumendo il vincolo <strong>di</strong> un<br />
contesto (il reparto, la competenza dei professionisti,<br />
il tempo lavoro a <strong>di</strong>sposizione, …) che<br />
possiamo concretizzare dei gesti <strong>di</strong> cura.<br />
Nelle scelte relative ai riferimenti teorici da adottare,<br />
ai modelli gestionali necessari a condurre il<br />
progetto abbiamo cercato <strong>di</strong> far si che venissero<br />
poste domande. Domande che aiutassero a far<br />
emergere la conoscenza che era/è nascosta nell’esperienza,<br />
attraverso percorsi <strong>di</strong> “nominazione”,<br />
organizzazione, correlazione, con<strong>di</strong>visione.<br />
Nella fase pre-progettuale ci si è interrogati su<br />
“come fare la valutazione/accertamento e la<br />
pianificazione?” Molto rapidamente si è dovuta<br />
riformulare la domanda da “come” a “quale valutazione<br />
e pianificazione?”.<br />
Dal confronto tra le prassi in uso e “quella valutazione”,<br />
“quella pianificazione” è emersa la<br />
grande domanda: “perché?”<br />
Ci sembra che una <strong>qualità</strong> così intesa, appartenga<br />
alla natura <strong>di</strong> un’assistenza infermieristica<br />
che si può avvalere della teoria, ma che contemporaneamente<br />
non eluda i dati e le domande<br />
che la prassi lavorativa pone e/o impone. Ci<br />
piace quin<strong>di</strong> ricordare una frase <strong>di</strong> V. Henderson<br />
(1978) “Occorre tornare a fare “teoria” della pratica<br />
clinica: ogni brava infermiera è una teorica<br />
ed una ricercatrice clinica”.<br />
L’esperienza maturata, pur evidenziando le <strong>di</strong>fficoltà<br />
nell’uso delle <strong>di</strong>agnosi infermieristiche in<br />
riferimento alle manifestazioni, ai fattori correlati<br />
e secondari, ed agli interventi specifici per<br />
l’ambito neonatale e pe<strong>di</strong>atrico, ha avuto l’esito<br />
<strong>di</strong> rendere il personale infermieristico consapevole<br />
del proprio ruolo, permettendogli <strong>di</strong> apprezzare<br />
sul campo quanto un percorso <strong>di</strong> accre-<br />
38 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Piano formativo<br />
primo e secondo semestre<br />
2011<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Marzo<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici<br />
Imparare a <strong>di</strong>rsi ad<strong>di</strong>o.<br />
Il ruolo dell’infermiere nell’accompagnare la<br />
persona nella fase finale della vita<br />
31 marzo e 1 aprile 2011 dalle 9 alle 17<br />
14 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 45,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 67,50 (pranzo incluso)<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni 1 marzo 2011<br />
Aprile<br />
Corso per infermieri<br />
Riconoscere e gestire il delirium<br />
7-14 aprile 2011 dalle 14.30 alle 18.30.<br />
8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 15,00<br />
Altri Collegi Euro 22,50<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni 7 marzo 2011<br />
Corso per infermieri<br />
La documentazione sanitaria-assistenziale in Rsa<br />
21-28 aprile e 5 maggio 2011 dalle 14.30 alle 18.30<br />
12 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 20,00<br />
Altri Collegi Euro 30,00<br />
Apertura iscrizioni 21 marzo 2011<br />
Maggio<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici<br />
La progettazione della formazione degli adulti<br />
2, 3 e 9 maggio 2011 dalle 9 alle 17<br />
21 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 60,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 90,00 (pranzo incluso)<br />
Apertura iscrizioni 2 aprile 2011<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
VALUTAZIONE GRADIMENTO RI<strong>VI</strong>STE<br />
TEMPO DI NURSING<br />
E<br />
TEMPO DI NURSING NEWS<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Cognome ____________________________________ Nome ________________________<br />
In<strong>di</strong>rizzo ______________________________________ Tel. _________________________<br />
Email ________________________________<br />
In quale struttura svolge la Sua attività (Azienda Ospedaliera/Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero, <strong>AS</strong>L, Clinica, università, RSA,<br />
Unità Operativa, Sede, Libera Professione: settore d’intervento, sede)<br />
__________________________________________________________________________<br />
Incarico svolto<br />
__________________________________________________________________________<br />
Rivista Tempo <strong>di</strong> Nursing<br />
Barrare con una crocetta la casella che maggiormente corrisponde al giu<strong>di</strong>zio da Lei attribuito agli in<strong>di</strong>catori<br />
in<strong>di</strong>viduati per valutare il gra<strong>di</strong>mento della rivista Tempo <strong>di</strong> Nursing, pubblicata dal <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong>. <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />
secondo il gra<strong>di</strong>mento sottoriportato<br />
4 Completamente sod<strong>di</strong>sfatto 3 Molto sod<strong>di</strong>sfatto 2 Poco sod<strong>di</strong>sfatto Per niente sod<strong>di</strong>sfatto<br />
Come giu<strong>di</strong>ca la veste grafica e l’impaginazione della rivista? Esprima l’interesse attribuito agli articoli Come giu<strong>di</strong>ca l’utilità della rivista in riferimento alla Sua attività? Esprima il Suo giu<strong>di</strong>zio sui tempi <strong>di</strong> consegna della posta, rispetto alla data <strong>di</strong> emissione 4 3 2 1<br />
della rivista<br />
Come giu<strong>di</strong>ca il numero <strong>di</strong> pubblicazioni annue (tre) della rivista? 4 3 2 1<br />
Quali altri aspetti fondamentali, ritiene debbano essere presi in considerazione per migliorare<br />
ulteriormente il servizio?<br />
__________________________________________________________________________<br />
__________________________________________________________________________<br />
Eventuali osservazioni e/o suggerimenti<br />
__________________________________________________________________________<br />
__________________________________________________________________________<br />
Preferisce ricevere la rivista tempo <strong>di</strong> Nursing<br />
□ Solo in formato elettronico<br />
□ Solo in formato cartaceo<br />
□ Entrambi<br />
M INFO 002 Rev.00 Pag. 1 <strong>di</strong> 2 19.6.2009<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Rivista Tempo <strong>di</strong> Nursing News<br />
Barrare con una crocetta la casella che maggiormente corrisponde al giu<strong>di</strong>zio da Lei attribuito agli in<strong>di</strong>catori<br />
in<strong>di</strong>viduati per valutare il gra<strong>di</strong>mento della rivista Tempo <strong>di</strong> Nursing News, pubblicata dal <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong>. <strong>di</strong><br />
<strong>Brescia</strong>, secondo il gra<strong>di</strong>mento sottoriportato<br />
4 Completamente sod<strong>di</strong>sfatto 3 Molto sod<strong>di</strong>sfatto 2 Poco sod<strong>di</strong>sfatto 1 Per niente sod<strong>di</strong>sfatto<br />
Come giu<strong>di</strong>ca la veste grafica e l’impaginazione della rivista? Esprima l’interesse attribuito alle notizie riportate Come giu<strong>di</strong>ca l’utilità della rivista in riferimento alla Sua attività? Esprima il Suo giu<strong>di</strong>zio sui tempi <strong>di</strong> consegna della posta, rispetto alla data <strong>di</strong> emissione 4 3 2 1<br />
della rivista<br />
Come giu<strong>di</strong>ca il numero <strong>di</strong> pubblicazioni annue (tre) della rivista? 4 3 2 1<br />
Quali altri aspetti fondamentali, ritiene debbsano essere presi in considerazione per migliorare<br />
ulteriormente il servizio?<br />
__________________________________________________________________________<br />
__________________________________________________________________________<br />
Eventuali osservazioni e/o suggerimenti<br />
__________________________________________________________________________<br />
__________________________________________________________________________<br />
Avrebbe preferito compilare il questionario <strong>di</strong>rettamente sul web?<br />
□ Sì<br />
□ No<br />
Grazie per la collaborazione<br />
Le risposte ricevute serviranno a migliorare il servizio offerto agli iscritti. Per qualsiasi chiarimento<br />
contattare la segreteria del <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong>.<br />
Il Consiglio <strong>di</strong>rettivo<br />
NB: il questionario dovrà essere inviato via Fax al seguente numero: 03043194<br />
Oppure potrà essere spe<strong>di</strong>to per posta al seguente in<strong>di</strong>rizzo:<br />
Via P. Metastasio 26 – 25126 BRESCIA<br />
M INFO 002 Rev.00 Pag. 2 <strong>di</strong> 2 19.6.2009<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
VALUTAZIONE GRADIMENTO RI<strong>VI</strong>STE TEMPO DI<br />
NURSING<br />
E<br />
TEMPO DI NURSING NEWS<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Giugno<br />
Corso per infermieri e assistenti sanitari<br />
L’infermiere libero professionista e la me<strong>di</strong>cina<br />
del lavoro<br />
10 giugno 2011 dalle 9 alle 17<br />
7 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />
Apertura iscrizioni 10 maggio 2011<br />
Settembre<br />
Corso per infermieri e assistenti sanitari<br />
Il tirocinio nella formazione degli operatori <strong>di</strong><br />
supporto<br />
fine settembre 2011 dalle 9 alle 18<br />
8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />
Apertura iscrizioni 1 settembre 2011<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici (2 u<strong>di</strong>tori)<br />
L’infermiere <strong>di</strong> territorio e la rete dei servizi<br />
fine settembre 2011 dalle 9 alle 13<br />
4 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 10,00<br />
Altri Collegi Euro 15,00<br />
Apertura iscrizioni 1 settembre 2011<br />
CONVEGNO<br />
Convegno per infermieri<br />
L’utilizzo della contenzione fisica nella pratica<br />
clinica: cambiare è possibile!<br />
19 maggio 2011 dalle 14,00 alle 20,00<br />
4,5 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Evento gratuito<br />
ISCRIZIONE OBBLIGATORIA<br />
sul sito <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> BS<br />
Apertura iscrizioni 1 aprile 2011<br />
CONVEGNO<br />
Convegno per me<strong>di</strong>ci, infermieri, assistenti sanitari,<br />
infermieri pe<strong>di</strong>atrici, ostetriche<br />
Fragilità, povertà e <strong>di</strong>ritto alla salute<br />
22 ottobre 2011 dalle 8,30 alle 17,30<br />
4,5 cre<strong>di</strong>ti ECM<br />
Evento gratuito<br />
ISCRIZIONE OBBLIGATORIA<br />
sul sito <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> BS<br />
Apertura iscrizioni 15 settembre 2011<br />
ISCRIZIONI<br />
Per iscriversi è necessario collegarsi al sito www.ipasvibs.it e seguire le istruzioni.<br />
La quota <strong>di</strong> iscrizione comprende: partecipazione al corso, materiale <strong>di</strong>dattico, coffee break, pranzo (ove previsto).<br />
Le iscrizioni si chiudono 7 giorni prima della data <strong>di</strong> inizio del corso.<br />
NON è previsto il rimborso della quota <strong>di</strong> iscrizione per coloro che rinunciano a partecipare al corso.<br />
I corsi saranno annullati se le iscrizioni sono inferiori al 50% dei posti previsti: in questo caso la quota<br />
<strong>di</strong> iscrizione sarà interamente rimborsata.<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Ottobre<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici (2 u<strong>di</strong>tori)<br />
L’accre<strong>di</strong>tamento professionale volontario:<br />
una sfida per il futuro degli infermieri<br />
fine ottobre 2011 dalle 9 alle 18<br />
16 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 45,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 67,50 (pranzo incluso)<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni 1 ottobre 2011<br />
Corso per infermieri<br />
Le cadute nell’anziano: strategie <strong>di</strong> prevenzione<br />
6-13-20 ottobre 2011 dalle 14.30 alle 18.30<br />
12 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 20,00<br />
Altri Collegi Euro 30,00<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni 6 settembre 2011<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici<br />
Il governo clinico dei processi assistenziali<br />
(1 e<strong>di</strong>zione)<br />
8 ottobre 2011 dalle 9 alle 18<br />
8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni 8 settembre 2011<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici<br />
L’organizzazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o/ambulatorio infermieristico<br />
ottobre 2011 dalle 9 alle 13<br />
4 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 10,00<br />
Altri Collegi Euro 15,00<br />
Apertura iscrizioni settembre 2011<br />
Novembre<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici<br />
Il governo clinico dei processi assistenziali<br />
(2 e<strong>di</strong>zione)<br />
19 novembre 2011 dalle 9 alle 18<br />
8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni 19 ottobre 2011<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici<br />
La narrazione nei luoghi della cura<br />
24-25 novembre dalle 9 alle 17<br />
14 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 45,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 67,50 (pranzo incluso)<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni 24 ottobre 2011<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari e infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici<br />
La formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto:<br />
proposta <strong>di</strong> linee guida per l’insegnamento<br />
nelle aree “igienico sanitaria” e “tecnico operativa”<br />
novembre dalle 9 alle 18<br />
8 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 25,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 37,50 (pranzo incluso)<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni ottobre 2011<br />
Corso per infermieri, assistenti sanitari<br />
(2 u<strong>di</strong>tori)<br />
La costruzione <strong>di</strong> un progetto quale strumento<br />
dell’infermiere libero professionista<br />
2 giornate in novembre 2011 dalle 9 alle 18<br />
16 cre<strong>di</strong>ti ECM (in attesa <strong>di</strong> conferma)<br />
Quota iscrizione:<br />
Iscritti <strong>Brescia</strong> Euro 45,00 (pranzo incluso)<br />
Altri Collegi Euro 67,50 (pranzo incluso)<br />
Studenti gratuito<br />
Apertura iscrizioni ottobre 2011<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Da una forma perfetta all’essenza della forma<br />
… contemplando le Pietà <strong>di</strong> Michelangelo<br />
<strong>di</strong>tamento volontario può apportare alla <strong>qualità</strong><br />
assistenziale. Accanto agli sforzi compiuti per<br />
migliorare la capacità <strong>di</strong> scrivere e documentare,<br />
è stato basilare concentrarsi sull’accuratezza nel<br />
descrivere i problemi del paziente, in relazione<br />
a ciò che si pianifica, facendo partecipi i piccoli<br />
pazienti e le loro famiglie.<br />
Produzione <strong>di</strong> conoscenza<br />
Il momento <strong>di</strong> sperimentazione della documentazione<br />
rappresenta anche un’occasione <strong>di</strong> riflessione<br />
collettiva, che unisce i <strong>di</strong>versi professionisti<br />
che partecipano all’esperienza: osservare<br />
e <strong>di</strong>scutere insieme e reciprocamente il proprio<br />
lavoro contribuisce a migliorare la capacità critica<br />
e a rafforzare i processi <strong>di</strong> progettazione e <strong>di</strong><br />
decisione che precedono le iniziative seguenti.<br />
L’utilizzo della documentazione come strumento<br />
che favorisce la capacità <strong>di</strong> esplicitare, <strong>di</strong><br />
“oggettivare” le scelte compiute evidenziandone<br />
la correlazione con le proprie conoscenze, comporta<br />
anche la possibilità <strong>di</strong> una maggiore consapevolezza<br />
della propria biografia professionale<br />
nella sequenza dei <strong>di</strong>versi percorsi realizzati.<br />
Rispetto a questo approccio la documentazione<br />
rappresenta un linguaggio comune attraverso<br />
cui realizzare il confronto ed attivare processi<br />
<strong>di</strong> benchmarking interni ed esterni una comunità<br />
professionale.<br />
Michelangelo <strong>di</strong>sse che la statua era già nel blocco<br />
<strong>di</strong> marmo: il suo compito sarebbe stato semplicemente<br />
quello <strong>di</strong> togliere le parti <strong>di</strong> marmo<br />
in eccesso. Il grande artista teorizzava che per<br />
scultura è da intendersi solo quell’arte che “...<br />
si fa per forza <strong>di</strong> levare”. Da tenere ben presente<br />
che una volta tolto un pezzo da una massa originale,<br />
non può più essere messo a posto; pertanto<br />
è in<strong>di</strong>spensabile un controllo sulla tecnica.<br />
Fin dai tempi più antichi gli scultori hanno fatto<br />
ricorso all’uso <strong>di</strong> “modelli” <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni,<br />
in creta o in cera, che servivano sia per l’elaborazione<br />
iniziale dell’idea “plastica” sia come<br />
punto <strong>di</strong> riferimento durante la lavorazione.<br />
La forma si realizza scavando, tirando fuori dalla<br />
massa del marmo il “bello” che dentro c’è. Ma<br />
non è un’operazione scontata, un gesto sbagliato<br />
lascia il segno sulla pietra, è richiesta una grande<br />
padronanza degli strumenti <strong>di</strong> lavorazione. I modelli<br />
non sono l’opera d’arte, ma permettono <strong>di</strong><br />
elaborare le idee che sono punto <strong>di</strong> riferimento<br />
durante il lavoro.<br />
Nel constatare quanto l’assistenza infermieristica<br />
sia un insieme <strong>di</strong> gesti, ad alto contenuto<br />
fisico, che lasciano tracce, segni sul corpo del<br />
malato il pensiero <strong>di</strong> Michelangelo è particolarmente<br />
illuminante.<br />
La continua rivisitazione, con una progressiva<br />
limatura/riduzione, che gli item dell’accertamento<br />
hanno avuto, ci pare un’operazione “…<br />
per forza del levare”, in molti casi sostenuta da<br />
infermieri esperti, quelli che Michelangelo <strong>di</strong>rebbe<br />
dotati <strong>di</strong> controllo sulla tecnica. I modelli<br />
funzionali della salute <strong>di</strong> Gordon sono serviti per<br />
l’elaborazione iniziale dell’idea <strong>di</strong> accertamento<br />
e possono essere dei punti <strong>di</strong> riferimento nella<br />
valutazione del paziente.<br />
Ispirandoci alle parole dello scultore e sulla scorta<br />
delle sue opere, osserviamo come il para<strong>di</strong>gma<br />
della Pietà, ha assunto sembianze <strong>di</strong>verse. Lo<br />
scultore e il tema sono i medesimi, ma il blocco<br />
<strong>di</strong> marmo e il tempo sono <strong>di</strong>fferenti. L’artista ha<br />
fornito progressivamente interpretazioni <strong>di</strong>verse<br />
della deposizione del Cristo. Da una forma,<br />
giovanile, “finita” dove la superficie era perfettamente<br />
levigata, i particolari numerosi e compiutamente<br />
riprodotti, i personaggi composti e<br />
quasi sereni lo scultore è passato, durante la senilità,<br />
a una forma che perde contorni e confini,<br />
<strong>di</strong>venta “informe”e lascia spazio da protagonista<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 39
alla materia. Scompaiono i drappeggi delle vesti,<br />
la superficie levigata, i dettagli.<br />
Emerge intenso il significato del gesto della deposizione.<br />
Michelangelo, fa del non-finito il vero e proprio<br />
tema delle sue opere più suggestive e moderne.<br />
Il non-finito come scelta volontaria e consapevole,<br />
unico modo per esprimere anche il non-detto<br />
(dall’artista), oppure, se preferiamo, il non-visto<br />
(dall’osservatore), un non-finito, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />
valenza fisica e psicologica, un modo per porre<br />
delle domande e sollecitare delle risposte, perchè<br />
più il <strong>di</strong>scorso dell’artista è incompiuto ed<br />
indefinito, più sollecita lo spettatore a completarlo<br />
e ad interpretarlo.<br />
Dalla teoria alla prassi o dalla prassi alla teoria?<br />
Questa esperienza, come ci pare anche l’esperienza<br />
clinica degli infermieri esperti, ci suggerisce<br />
<strong>di</strong> non fare in merito al quesito una scelta <strong>di</strong><br />
campo o/o ma e/e. Riformulando allora l’interrogativo<br />
iniziale possiamo <strong>di</strong>re dalla teoria alla<br />
prassi E dalla prassi alla teoria, dove il primo e<br />
il secondo termine non sono fissi, ma possano<br />
essere scambiati tra <strong>di</strong> loro per mantenere una<br />
relazione che sia sempre generativa <strong>di</strong> nuova conoscenza.<br />
Bibliografia<br />
• Benner, P.E., L’eccellenza nella pratica clinica<br />
dell’infermiere, McGraw-Hill, Milano, 2003.<br />
• Calamandrei, C. “Riflessioni sull’ infermieristica<br />
e sulla scienza infermieristica”, Nursing<br />
Oggi, n. 3, 2003 pp.16-24.<br />
• Fawcett, J., Newman, B., Hinton Walzer, P., J.,<br />
„Sg the <strong>di</strong>scipline Top 10 unfinisched issues to<br />
inform the nursing debate in the millennium“,<br />
Journal of Advanced Nursing, Jan Forum, 35<br />
(1), 2001, pp. 138-138.<br />
• Edwards, S., Liaschenko J., “On the quest for<br />
a theory of nursing” Nursing Philosophy, n.4,<br />
2003, pp. 1-3.<br />
• Manara, D.F., “Il conflitto tra teoria e prassi<br />
nell’assistenza. L’assistenza pratica”, Nursing<br />
Oggi, n.3, 2002, pp. 16-28, n.4, 2002, pp. 18-27.<br />
• Manara, D. F., Verso una teoria dei bisogni<br />
dell’assistenza infermieristica, Lauri E<strong>di</strong>zioni,<br />
Milano, 2000.<br />
• Manzoni, E., Storia e filosofia dell’assistenza<br />
infermieristica, Masson, Milano,1996.<br />
• Motta, P., “La scienza infermieristica alle soglie<br />
del terzo millennio: teorie e modelli italiani.<br />
Interviste a M. Cantarelli, P. Chiari e R.<br />
Zanotti”, Nursing Oggi, n. 2, 1999, pp.15-30.<br />
• Nelson, S., Gordon, S., McGillon, M., “ Saving<br />
the practice- Top 10 unfinisched issus to inform<br />
the nursing debite in the new millenium”,<br />
Nursing Inquiry, 2002, 9 (2), pp. 63-64.<br />
• http://en.wiktionary.org/wiki/quality<br />
• http://etimologias.dechile.net/?calidad<br />
• http://www.etimo.it/?pag=hom<br />
• h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / P i e t à _<br />
vaticana#Bibliografia<br />
• http://www.homolaicus.com/arte/metodo.htm<br />
• http://bmcr.brynmawr.edu/1998/1998-07-13.html<br />
* Inf. Coor<strong>di</strong>natore S.I.T.R. Ospedale dei Bambini,<br />
A.O. Spedali Civili <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />
** Inf. Responsabile S.I.T.R. Ospedale dei Bambini,<br />
A.O. Spedali Civili <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />
***Inf. Coor<strong>di</strong>natore, U.O. Formazione A.O.<br />
Spedali Civili <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
40 - Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Comunicazioni del <strong>Collegio</strong><br />
Infermieri stranieri:<br />
riflessioni e proposte<br />
<strong>di</strong> Ermellina Zanetti, Angelo Benedetti, Stefano Bazzana<br />
La situazione bresciana <strong>di</strong>fferisce in modo anomalo dalla situazione<br />
nazionale. Gli infermieri stranieri ci sono, lavorano nelle<br />
strutture sanitarie e socio sanitarie della nostra provincia, ma non<br />
sono iscritti al nostro <strong>Collegio</strong><br />
Infermieri stranieri: una presenza necessaria<br />
I risultati ottenuti dall’indagine, condotta dal<br />
Coor<strong>di</strong>namento dei 10 Collegi <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> della<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a, in<strong>di</strong>cano che complessivamente<br />
gli infermieri italiani e stranieri iscritti<br />
agli Albi della regione Lombar<strong>di</strong>a, al 31 <strong>di</strong>cembre<br />
2009, sono pari a 53.916 unità, (<strong>di</strong> cui circa<br />
4.000 stranieri), ai quali si sommano 1.023 infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici. Si evidenzia, pertanto, che i<br />
9.742.676 citta<strong>di</strong>ni residenti in Lombar<strong>di</strong>a al 31<br />
<strong>di</strong>cembre 2008 potevano contare su una presenza<br />
<strong>di</strong> 5,6 infermieri ogni 1000 abitanti, dato ben<br />
al <strong>di</strong> sotto della me<strong>di</strong>a nazionale, che si attesta<br />
al 6,2/1000, o <strong>di</strong> quella europea, pari a 8,9 infermieri<br />
per 1.000 abitanti (dati OCSE).<br />
La soluzione adottata per colmare il deficit è<br />
l’assunzione <strong>di</strong> infermieri stranieri, tanto che<br />
nel triennio 2005-2007 gli infermieri immigrati<br />
iscritti ai Collegi sono quadruplicati passando da<br />
6.735 a 30.639 unità in tutta Italia. Tra i Paesi<br />
più rappresentati vanno annoverati la Romania,<br />
la Polonia e la Bulgaria in Europa, il Perù, la Colombia,<br />
il Brasile in America Latina, la Tunisia<br />
in Africa, l’In<strong>di</strong>a in Asia.<br />
Gli stranieri rappresentano una componente non<br />
marginale tra gli infermieri. Alla fine del 2008,<br />
risultavano infatti iscritti ai Collegi Ipasvi <strong>di</strong> tutta<br />
Italia 33.364 stranieri, in gran parte (82,1%)<br />
concentrati al Centro-Nord e per quasi la metà<br />
(42,3%) costituita da extracomunitari. A livello<br />
nazionale, gli stranieri rappresentano poco meno<br />
del 10% del totale degli iscritti (9,4%), arrivando<br />
a superare il 12% nel Nord-Est. Significativa, ma<br />
molto meno rilevante, la presenza <strong>di</strong> infermieri<br />
stranieri al Sud e nelle Isole, dove si registrano<br />
valori intorno al 5%. Me<strong>di</strong>amente, gli iscritti<br />
stranieri risultano <strong>di</strong> circa tre anni più giovani<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 41
dei loro colleghi italiani (39,2 contro 42,4 anni);<br />
la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> età arriva a sfiorare tuttavia i 7<br />
anni nelle Isole (Federazione Nazionale Collegi<br />
Ipasvi, 2009).<br />
In alcuni casi la loro concentrazione raggiunge<br />
quote importanti: è il caso <strong>di</strong> Trieste, dove il 10%<br />
<strong>di</strong> infermieri è <strong>di</strong> nazionalità slovena, o <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
strutture private, come il San Raffaele <strong>di</strong> Milano,<br />
che conta il 18% <strong>di</strong> infermieri non italiani, o<br />
ancora <strong>di</strong> numerose residenze sanitarie assistenziali<br />
del territorio lombardo che accolgono molti<br />
infermieri stranieri sia in regime <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza<br />
che con altre forme contrattuali (soprattutto cooperative).<br />
Il lavoro in RSA e a domicilio (spesso<br />
iniziando come “badanti”) rappresenta spesso il<br />
primo impiego in Italia (Blasi et al, 2010).<br />
La realtà bresciana<br />
Secondo i dati elaborati e aggiornati al 31 gennaio<br />
2011, il totale del numero degli iscritti<br />
all’albo del <strong>Collegio</strong> Ipasvi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> è pari a<br />
7.643 dei quali 7.290 (95,4%) Infermieri, 284<br />
(3,7%) Assistenti Sanitari e 69 (0,9%) Infermieri<br />
pe<strong>di</strong>atrici.<br />
Gli iscritti stranieri sono 465 dei quali 459<br />
(98,7%) Infermieri, 1 (0,2%) Assistente Sanitaria<br />
e 5 (1,1%) Infermieri pe<strong>di</strong>atrici. Gli iscritti<br />
stranieri provenienti da paesi comunitari sono<br />
294 (3,8%) e coloro che provengono da paesi<br />
extracomunitari sono 171 (2,2%).<br />
Rispetto alla provenienza la situazione si presenta<br />
come segue:<br />
• Europa: 85,6%.<br />
• America del Sud: 6,7%<br />
• Africa: 4,9%;<br />
• Asia: 2,8%;<br />
I citta<strong>di</strong>ni rumeni rappresentano oltre il 50% degli<br />
iscritti stranieri: sono infatti ben 243 (52,3%).<br />
Il dato si conferma anche a livello nazionale (Federazione<br />
nazionale Collegi Ipasvi, 2009)<br />
Me<strong>di</strong>amente gli iscritti stranieri risultano <strong>di</strong> circa<br />
5 anni più giovani dei loro colleghi italiani<br />
(38,2 contro 43,2 anni). Le donne sono il 92,2%<br />
tra gli stranieri comunitari, il 78,4% tra gli extracomunitari.<br />
Tra gli italiani iscritti al <strong>Collegio</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Brescia</strong> le donne sono l’86,2%.<br />
Il dato più interessante riguarda la prevalenza <strong>di</strong><br />
iscritti stranieri che a <strong>Brescia</strong> è del 6%. Appare<br />
evidente che il dato è inferiore sia alla me<strong>di</strong>a<br />
nazionale, pari a 9,4%, sia a quella <strong>di</strong> Collegi<br />
vicini quali il collegio <strong>di</strong> Milano Lo<strong>di</strong> dove la<br />
prevalenza <strong>di</strong> stranieri è pari al 10%. Se ai dati<br />
associamo la percezione <strong>di</strong> un numero elevato<br />
<strong>di</strong> infermieri stranieri che lavorano nelle Residenze<br />
per Anziani e nelle strutture ospedaliere<br />
private accre<strong>di</strong>tate e le numerose segnalazioni<br />
giunte in <strong>Collegio</strong> rispetto ad una non adeguata<br />
conoscenza della lingua da parte degli infermieri<br />
stranieri, appare evidente che vi sia una maggiore<br />
presenza nella nostra provincia <strong>di</strong> infermieri<br />
stranieri rispetto a quanti risultano iscritti al<br />
nostro albo.<br />
Ciò è reso ancora più evidente se si analizzano i<br />
dati dei nuovi iscritti relativi agli ultimi tre anni<br />
(2008-2009-2010): mentre a livello nazionale si<br />
è registrato un progressivo e costante aumento <strong>di</strong><br />
infermieri stranieri tra i neo iscritti, che nel 2008<br />
risultavano essere il 28,4% delle iscrizioni complessive,<br />
con punte del 35,5% nei Collegi del<br />
Nord-Ovest e ad<strong>di</strong>rittura del 42,3% nelle Isole<br />
(Federazione nazionale Collegi Ipasvi, 2009), a<br />
<strong>Brescia</strong> si è osservata una riduzione tra il 2008 e<br />
il 2009 (dal 20% al 13% <strong>di</strong> neo iscritti stranieri)<br />
con un lieve aumento nel 2010, sempre al <strong>di</strong> sotto<br />
della me<strong>di</strong>a nazionale, con una prevalenza <strong>di</strong><br />
nuovi iscritti stranieri pari al 21%.<br />
Riflessioni e proposte<br />
Dai dati esposti appare chiaro che la situazione<br />
bresciana <strong>di</strong>fferisce in modo anomalo dalla<br />
42 - Comunicazioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
situazione nazionale. Gli infermieri stranieri ci<br />
sono, lavorano nelle strutture sanitarie e socio<br />
sanitarie della nostra provincia, ma non sono<br />
iscritti al nostro <strong>Collegio</strong>. La ragione principale<br />
consiste nel fatto che da anni il <strong>Collegio</strong> prima<br />
dell’iscrizione (nuova iscrizione o trasferimento<br />
da altro <strong>Collegio</strong>) valuta il requisito della conoscenza<br />
e padronanza della lingua italiana me<strong>di</strong>ante<br />
un test proposto e valutato da un Istituto<br />
Linguistico certificato che attribuisce un livello<br />
<strong>di</strong> conoscenza confrontato con lo standard europeo<br />
<strong>di</strong> riferimento (Livello B1 del quadro comune<br />
europeo <strong>di</strong> riferimento per la conoscenza delle<br />
lingue). Coloro che non superano il test sono<br />
invitati ad approfon<strong>di</strong>re la lingua italiana prima<br />
<strong>di</strong> iscriversi all’esame sostenuto <strong>di</strong>nnanzi ad una<br />
commissione composta da due consiglieri e da<br />
un docente <strong>di</strong> italiano, il cui giu<strong>di</strong>zio con<strong>di</strong>ziona<br />
l’iscrizione.<br />
Certamente questa procedura, se da un lato garantisce<br />
una valutazione oggettiva della conoscenza<br />
e padronanza della lingua italiana (compito<br />
attribuito dalla legge ai Collegi), dall’altro<br />
richiede un tempo maggiore per l’iscrizione,<br />
con<strong>di</strong>zione non gra<strong>di</strong>ta agli infermieri stranieri<br />
e alle organizzazioni che si occupano <strong>di</strong> reperire<br />
infermieri stranieri per il nostro territorio.<br />
Il Consiglio Direttivo del <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Brescia</strong> ha ritenuto <strong>di</strong> rivolgersi a queste organizzazioni,<br />
in particolare alle agenzie interinali,<br />
con l’obiettivo <strong>di</strong> attivare una collaborazione<br />
virtuosa che da un lato non svilisca l’iscrizione<br />
a mero atto formale e dall’altro accorci i tempi<br />
necessari alla stessa, fermo restando la valutazione<br />
oggettiva del possesso della conoscenza e<br />
padronanza della lingua italiana me<strong>di</strong>ante il test<br />
proposto e valutato da un Istituto Linguistico<br />
certificato.<br />
A tale scopo è stata attivata la mappatura sul territorio<br />
delle agenzie interinali che si occupano <strong>di</strong><br />
reperire infermieri, sono state convocate separatamente<br />
3 agenzie che rispondevano al criterio e,<br />
anche sulla scorta delle loro osservazioni, è stata<br />
rivista la procedura <strong>di</strong> iscrizione.<br />
Siamo, infatti, convinti della necessità che gli infermieri<br />
stranieri che lavorano nella nostra provincia<br />
siano iscritti al nostro <strong>Collegio</strong> per due<br />
ragioni:<br />
1) è possibile controllare il loro operato e intervenire<br />
in situazioni che ci vengono segnalate<br />
perché non conformi a quanto previsto dalla<br />
normativa;<br />
2) è possibile la tutela dei <strong>di</strong>ritti degli infermieri<br />
stranieri che più degli altri sono esposti a situazioni<br />
<strong>di</strong> sfruttamento.<br />
Nella commissione Infermieri stranieri è da quest’anno<br />
presente una collega rumena (i citta<strong>di</strong>ni<br />
rumeni rappresentano oltre il 50% degli iscritti<br />
stranieri al nostro <strong>Collegio</strong>) alla quale abbiamo<br />
chiesto <strong>di</strong> aiutarci a conoscere e comprendere le<br />
<strong>di</strong>fficoltà dei colleghi che si inseriscono nelle<br />
nostre realtà. Cre<strong>di</strong>amo, infatti, che i processi <strong>di</strong><br />
integrazione degli infermieri stranieri risulteranno<br />
più efficaci se sono considerate e comprese<br />
le loro singole culture, se sono conosciuti i percorsi<br />
<strong>di</strong> formazione vigenti nei vari paesi e le<br />
<strong>di</strong>fficoltà incontrate nell’ambito dell’esercizio<br />
professionale.<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 43
La commissione ha inoltre curato una pagina<br />
del sito (<strong>di</strong>sponibile anche in lingua inglese,<br />
rumena e serbo croata) de<strong>di</strong>cata agli infermieri<br />
stranieri e ha attivato due se<strong>di</strong> (una Residenza<br />
Assistenziale per Anziani e un’unità operativa<br />
ospedaliera) dove è possibile effettuare un periodo<br />
<strong>di</strong> affiancamento, per circa un mese, con la<br />
collaborazione <strong>di</strong> colleghi infermieri <strong>di</strong>sponibili,<br />
al fine <strong>di</strong> conoscere l’organizzazione del lavoro<br />
prima dell’inserimento lavorativo.<br />
Conclusioni<br />
L’apporto <strong>di</strong> professionisti stranieri rappresenta<br />
certamente per il nostro Paese e per la nostra<br />
Provincia una fonte in<strong>di</strong>spensabile affinché possa<br />
essere garantito un adeguato servizio, data la<br />
situazione <strong>di</strong> carenza <strong>di</strong> personale infermieristico.<br />
Inoltre l’invecchiamento della popolazione, con<br />
conseguente presenza <strong>di</strong> cronicità e fragilità, sta<br />
causando un forte aumento della popolazione<br />
anziana bisognosa <strong>di</strong> assistenza, sia a livello<br />
clinico/ospedaliero sia a livello domiciliare e dei<br />
servizi. Ciò lascia presagire, che a fronte <strong>di</strong> questi<br />
accresciuti bisogni, stante la deroga ai flussi<br />
migratori per la nostra professione, aumenterà<br />
sempre più anche la presenza <strong>di</strong> infermieri stranieri.<br />
Il contributo che essi danno è costellato da sforzi<br />
e rinunce non in<strong>di</strong>fferenti: oltre ad accettare incarichi<br />
generici pur essendo spesso specializzati,<br />
questi colleghi si sottopongono a sforzi notevoli<br />
per imparare la lingua e la legislazione italiana,<br />
per abituarsi alle nostre procedure e ai nostri<br />
modus operan<strong>di</strong>, per formarsi e dare sod<strong>di</strong>sfazione<br />
affinché il loro posto <strong>di</strong> lavoro sia il più<br />
duraturo possibile.<br />
La <strong>qualità</strong> dell’assistenza erogata ai citta<strong>di</strong>ni<br />
sta a cuore al <strong>Collegio</strong> quanto le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
lavoro <strong>di</strong> tutti gli infermieri, italiani e stranieri.<br />
Questi ultimi, forse più degli altri, vanno accolti<br />
e supportati.<br />
Bibliografia<br />
• Federazione nazionale Collegi Ipasvi Rapporto<br />
2008: Albo <strong>IP</strong>: analisi dei flussi, , 2009<br />
• Silvia Blasi, Boubacar Daou, Giovanni Muttillo,<br />
Miriam Magri. Infermieri stranieri in Italia.<br />
I luoghi della cura 4 (8);2010: 25-29<br />
Riferimenti normativi<br />
Decreto-legge 30 <strong>di</strong>cembre 1989, n. 416 (gu n.<br />
303 del 30/12/1989), Norme urgenti in materia<br />
<strong>di</strong> asilo politico, <strong>di</strong> ingresso e soggiorno dei citta<strong>di</strong>ni<br />
extracomunitari e <strong>di</strong> regolarizzazione dei<br />
citta<strong>di</strong>ni extracomunitari ed apoli<strong>di</strong> già presenti<br />
nel territorio dello stato (convertito in legge n.<br />
39 del 28 febbraio 1990).<br />
Legge 6 marzo 1998, n. 40, Disciplina dell’immigrazione<br />
e norme sulla con<strong>di</strong>zione dello straniero.<br />
Ministero del lavoro e della previdenza sociale,<br />
Direzione Generale per l’Impiego, Servizio per<br />
i problemi dei lavoratori immigrati extracomunitari<br />
e delle loro famiglie, CIRCOLARE N. 53<br />
del 18 maggio 2001, “D.P.R. del 30.3.2001 - Documento<br />
Programmatico 2001/2003. DPCM del<br />
9.04.2001 Decreto <strong>di</strong> programmazione dei flussi<br />
per l’anno 2001. Disposizioni attuative”.<br />
Legge 30 luglio 2002, n. 189, Mo<strong>di</strong>fica alla normativa<br />
in materia <strong>di</strong> immigrazione e <strong>di</strong> asilo.<br />
Decreto Ministro della Salute del 18 giugno<br />
2002, Autorizzazione alle regioni a compiere<br />
gli atti istruttori per il riconoscimento dei titoli<br />
abilitanti dell’area sanitaria conseguiti in Paesi<br />
extracomunitari ai sensi dell’art. 1, comma 10-<br />
ter, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402,<br />
convertito in legge dall’art. 1 della legge 8 gennaio<br />
2002, n. 1. (Gazzetta Ufficiale n. 159 del 09<br />
Luglio 2002)-<br />
Decreto Legislativo 30 <strong>di</strong>cembre 1992, n.502,<br />
Rior<strong>di</strong>no della <strong>di</strong>sciplina in materia sanitaria,<br />
a norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre<br />
1992, n. 421. (G.U. Serie Generale n. 305 del 30<br />
<strong>di</strong>cembre 1992).<br />
Legge 14 febbraio 2003, n. 30, Delega al Governo<br />
in materia <strong>di</strong> occupazione e mercato del<br />
lavoro.<br />
Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276,<br />
Attuazione delle deleghe in materia <strong>di</strong> occupazione<br />
e mercato del lavoro, <strong>di</strong> cui alla legge 14<br />
febbraio 2003, n. 30.<br />
44 - Comunicazioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Assemblea Annuale degli Iscritti<br />
<strong>Brescia</strong> 5 marzo 2011<br />
Relazione del Presidente<br />
<strong>di</strong> Stefano Bazzana<br />
Quest’anno l’assemblea or<strong>di</strong>naria degli iscritti<br />
si è tenuta invertendo il tra<strong>di</strong>zionale or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno, che vedeva la premiazione finale degli<br />
iscritti, aprendo i lavori con un momento celebrativo<br />
e la consegna <strong>di</strong> un dono ricordo alle<br />
colleghe e ai colleghi per i 35 e i 50 anni <strong>di</strong> iscrizione<br />
all’Albo.<br />
Per i 35 anni <strong>di</strong> iscrizione: Ad<strong>di</strong>s Maria, Barbariga<br />
Elide, Barbieri Elvira Sr.Giovanna, Bo<strong>di</strong>ni<br />
Giuseppina, Caravaggi Clara, Casali Guido,<br />
Cristini Eleonora, Di Pietro Marcella Sr.Elena,<br />
Fausti Francesco, Ghirar<strong>di</strong> Elisabetta, Giugno<br />
Daniela, Imperadori Amalia, Laureti Angela<br />
Sr.Romana, Leandri Renata, Losio Rosa Marisa,<br />
Maranga Enza, Mazzucchelli Giovanna, Morgano<br />
Giorgio, Novazzi Maria Giuseppina, Omassi<br />
Assunta, Paris Antonio, Pietti Erika, Pola Olga,<br />
Pola Elvia, Sega Francesco, Smussi Lodovica<br />
Sr.Elisa Sorlini Emila, Tarletti Maria, Tedeschi<br />
Domenica, Trolese Salvatore, Zucchi Bruna.<br />
Per i 50 anni <strong>di</strong> iscrizione: Elettra Cerioni, Delia<br />
Dusi, Fulvia Mazzei<br />
Congratulazioni e un grazie da parte nostra a<br />
tutti loro, per quanto hanno fatto in tanti anni<br />
per la professione e soprattutto per le persone<br />
assistite.<br />
La premiazione della signora Elettra Cerioni<br />
Gentili colleghe, egregi colleghi,<br />
a nome del Consiglio Direttivo e del <strong>Collegio</strong><br />
dei Revisori dei Conti vi ringrazio per la partecipazione<br />
a questa assemblea or<strong>di</strong>naria del<br />
<strong>Collegio</strong> Ipasvi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, che rappresenta un<br />
momento importante <strong>di</strong> informazione, confronto<br />
e <strong>di</strong>scussione dei temi a cui l’organismo <strong>di</strong> rappresentanza<br />
professionale è preposto.<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 45
La premiazione dei colleghi con 35 anni <strong>di</strong> iscrizione all’Albo<br />
E’ un’occasione formale per fare insieme un<br />
bilancio: illustrare le attività svolte nell’anno<br />
precedente e quelle programmate per l’anno in<br />
corso, ma è anche un momento per con<strong>di</strong>videre<br />
i traguar<strong>di</strong> raggiunti e gli impegni futuri. Si prospettano<br />
le politiche professionali ed i progetti<br />
da realizzare allo scopo <strong>di</strong> garantire un adeguato<br />
sviluppo professionale degli iscritti ed un miglioramento<br />
del servizio offerto ai citta<strong>di</strong>ni.<br />
In linea con queste premesse, al fine <strong>di</strong> dare il<br />
benvenuto ai nuovi iscritti che sono entrati a<br />
far parte della comunità professionale nel corso<br />
dell’anno 2010, l’assemblea inizia con la lettura<br />
del primo articolo del Co<strong>di</strong>ce Deontologico da<br />
parte della neolaureata Dr.ssa Chiara Bonazza.<br />
Segue la proiezione del filmato curato da alcuni<br />
consiglieri ed iscritti che hanno scelto altri 16<br />
articoli del Co<strong>di</strong>ce, recitati da altrettanti colleghi<br />
ripresi nei loro contesti <strong>di</strong> lavoro.<br />
Ai neolaureati presenti, in occasione del 150<br />
anniversario dell’Unità d’Italia, il <strong>Collegio</strong> ha<br />
fatto omaggio dell’e<strong>di</strong>zione speciale della Costituzione<br />
Italiana.<br />
Relazione attività anno 2010<br />
Ferma restando l’attività istituzionale e <strong>di</strong> segreteria<br />
è ormai consuetu<strong>di</strong>ne consolidata per il<br />
<strong>Collegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> l’assegnazione delle attività<br />
progettuali e formative alle <strong>di</strong>verse commissioni.<br />
Per il secondo anno, infatti, sono stati fissati<br />
gli obiettivi <strong>di</strong> ciascuna commissione permanente<br />
che, oltre alle attività or<strong>di</strong>narie, ha curato la<br />
progettazione e l’erogazione dei corsi <strong>di</strong> formazione<br />
nel campo specifico. Per lo stesso motivo<br />
ogni Responsabile <strong>di</strong> Commissione fa parte del<br />
Comitato Tecnico Scientifico, organismo previsto<br />
dal Sistema Regionale ECM/CPD.<br />
COMMISSIONE PER LA REDAZIONE<br />
DELLA RI<strong>VI</strong>STA<br />
Componenti Consiglio Direttivo: Anna Iannelli<br />
(coor<strong>di</strong>natore), Moreno Crotti Partel; componenti<br />
esterni: Carla, Noci, Piera Baiguera, Paola<br />
Busi, Patrizia Bevilacqua, Na<strong>di</strong>a Regonaschi,<br />
Luca Maffei, Enrico Ballerini.<br />
Incontri della Commissione nel corso del<br />
2010: n. 9<br />
Gli obiettivi della Commissione Tempo <strong>di</strong> Nursing<br />
per il 2010 miravano alla continuazione<br />
della linea e<strong>di</strong>toriale inaugurata nel 2009 e alla<br />
pubblicazione <strong>di</strong> tre numeri della rivista nel corso<br />
dell’anno.<br />
Riguardo al primo obiettivo è stato mantenuto<br />
il formato e<strong>di</strong>toriale del dossier focalizzando la<br />
rubrica focus nel n. 56 sull’inaugurazione della<br />
nuova sede del <strong>Collegio</strong> Ipasvi e nel n. 57 sul<br />
tema della morte.<br />
Il secondo obiettivo non è stato raggiunto a causa<br />
dell’aumento delle tariffe <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione e della<br />
conseguente impossibilità <strong>di</strong> copertura economica.<br />
La mancata pubblicazione del n. <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre<br />
della rivista ha reso impossibile anche il raggiungimento<br />
del terzo obiettivo, ovvero la rile-<br />
46 - Comunicazioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
vazione e l’analisi del gra<strong>di</strong>mento da parte dei<br />
colleghi cui la rivista è in<strong>di</strong>rizzata, obiettivo che<br />
viene riproposto per l’anno 2011.<br />
Nel corso del 2010 la Commissione Tempo <strong>di</strong><br />
Nursing ha contribuito alla pianificazione formativa<br />
del <strong>Collegio</strong> proponendo due eventi formativi:<br />
il primo, dal titolo “La narrazione nei luoghi<br />
della cura” non ha avuto sufficienti adesioni ed è<br />
stato annullato; il secondo dal titolo “La gestione<br />
del rischio nelle organizzazioni sanitarie” è<br />
stato effettuato in due e<strong>di</strong>zioni.<br />
Per l’anno 2011 la Commissione intende mantenere<br />
e consolidare il rapporto comunicativo con<br />
i colleghi iscritti al <strong>Collegio</strong>, anche attraverso un<br />
sempre maggiore coinvolgimento delle <strong>di</strong>verse<br />
realtà, ospedaliere, extraospedaliere e territoriali<br />
in cui gli infermieri operano. A questo fine,<br />
nell’approfon<strong>di</strong>mento monotematico contenuto<br />
nella rubrica focus, si è cercato nel corso del<br />
2010 e si continuerà nel 2011, <strong>di</strong> coinvolgere le<br />
<strong>di</strong>verse organizzazioni sanitarie e assistenziali in<br />
cui la professione infermieristica è rappresentata,<br />
sollecitando la pubblicazione <strong>di</strong> esperienze.<br />
COMMISSIONE FORMAZIONE<br />
Componenti del Consiglio Direttivo: Ermellina<br />
Zanetti (coor<strong>di</strong>natore), Carla Agazzi, Anna<br />
Iannelli, Daniela Massussi; componenti esterni:<br />
Emma Carli, Monica Coccoli, Laura Manara,<br />
Lucia Molinari, Carla Noci<br />
Obiettivi 2010 realizzati<br />
Realizzare, anche attraverso la collaborazione<br />
con altri enti e/o associazioni almeno 3 convegni<br />
rivolti ciascuno ad oltre 200 professionisti<br />
Sono stati proposti due Convegni:<br />
La cura alla fine della vita 20 febbraio 2010<br />
Aula Magna G.Tovini Università Cattolica del<br />
Sacro Cuore – Sede <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Via Trieste, 17<br />
<strong>Brescia</strong>.<br />
Hanno partecipato: 282 infermieri, 6 assistenti<br />
sanitari, 26 me<strong>di</strong>ci, 50 studenti corso <strong>di</strong> laurea<br />
in infermieristica per un totale <strong>di</strong> 364 iscritti.<br />
Attualità e Prospettive della Professione Infermieristica.<br />
20 marzo 2010<br />
Aula Magna Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>.<br />
Hanno partecipato: 366 infermieri, 9 assistenti<br />
sanitari, 4 infermieri pe<strong>di</strong>atrici, 94 studenti corso<br />
<strong>di</strong> laurea in infermieristica per un totale<br />
<strong>di</strong> 473 iscritti<br />
Nel 2010 il <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> ha riottenuto<br />
l’accre<strong>di</strong>tamento in <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> Provider<br />
Regionale per la Formazione ECM CPD.<br />
La commissione ha supportato la realizzazione<br />
<strong>di</strong> 13 corsi accre<strong>di</strong>tati ECM (per massimo 30<br />
partecipanti) proposti dalle singole commissioni<br />
(ne sono stati proposti 20 <strong>di</strong> cui 7 annullati per<br />
insufficiente numero <strong>di</strong> iscrizioni). I corsi sono<br />
stati realizzati presso la sede del <strong>Collegio</strong> e vi<br />
hanno complessivamente partecipato 274 professionisti.<br />
E’ stata infine attivata la convenzione a tariffe<br />
<strong>di</strong>mezzate con il <strong>Collegio</strong> Milano-Lo<strong>di</strong> per favorire<br />
l’accesso degli iscritti al programma NursingFad.<br />
COMMISSIONE “FORMAZIONE OPERA-<br />
TORI DI SUPPORTO”<br />
Componenti del Consiglio Direttivo: Li<strong>di</strong>a Tomaselli<br />
(Coor<strong>di</strong>natore), Carla Agazzi, Angelo<br />
Benedetti, Ermellina Zanetti ; componenti esterni:<br />
Lorena Cavagnini, Angela Di Giaimo, Massimo<br />
Paderno, Agnese Scalmati<br />
Obiettivi per il triennio 2009-2011<br />
1. formazione e consulenza nei confronti degli<br />
infermieri che si occupano <strong>di</strong> FOS (formazione<br />
degli operatori <strong>di</strong> supporto);<br />
2. stesura linee guida per la FOS (partendo da<br />
quelle pubblicate dalla Provincia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
nel 2008);<br />
3. costituzione commissione “formazione operatori<br />
<strong>di</strong> supporto” in seno al Coor<strong>di</strong>namento<br />
Collegi Lombar<strong>di</strong>;<br />
4. <strong>di</strong>alogo e collaborazione con i referenti in<br />
Regione della FOS della formazione degli<br />
operatori <strong>di</strong> supporto e formulare proposte migliorative;<br />
promuovere l’aggiornamento dell’elenco dei<br />
presidenti ed esperto delle commissioni d’esame<br />
alla luce anche <strong>di</strong> quanto previsto dalla delibera<br />
della formazione dell’<strong>AS</strong>A<br />
Attività svolta nel 2010<br />
1. realizzazione <strong>di</strong> due corsi <strong>di</strong> aggiornamento<br />
a completamento del percorso <strong>di</strong> formazione,<br />
confronto e consulenza ai colleghi che si occupano<br />
<strong>di</strong> formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto:<br />
2. criteri <strong>di</strong> valutazione del tirocinio nel percorso<br />
<strong>di</strong> formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto;<br />
3. criteri <strong>di</strong> valutazione nell’esame finale del<br />
percorso formativo <strong>AS</strong>A e OSS;<br />
4. stesura <strong>di</strong> una prima bozza delle linee guida<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 47
Alcuni dei giovani neolaureati presenti alla loro prima Assemblea<br />
in collaborazione con un gruppo <strong>di</strong> colleghi<br />
esperti nella formazione, sperimentazione della<br />
prima versione presso il CFP Vantini” <strong>di</strong><br />
Rezzato.<br />
La Commissione “Formatori Operatori <strong>di</strong> Supporto”<br />
ha iniziato una collaborazione con la<br />
D.G. Sanità, in particolare per la nomina delle<br />
figure <strong>di</strong> Presidente ed Esperto nelle commissioni<br />
degli esami finali OSS e per le modalità<br />
<strong>di</strong> conduzione degli stessi. Un ringraziamento a<br />
tutti i collaboratori che hanno partecipato ai lavori<br />
della commissione, i partecipanti ai corsi <strong>di</strong><br />
formazione che hanno <strong>di</strong> fatto reso interessante<br />
il <strong>di</strong>battito e possibile la crescita del gruppo e il<br />
Consiglio Direttivo che ha sostenuto le proposte<br />
e i lavori della commissione stessa.<br />
COMMISSIONE INFERMIERI STRANIERI<br />
Componenti del Consiglio Direttivo: Benedetti<br />
Angelo (coor<strong>di</strong>natore),Magna Elisa, Rossini<br />
Silvia, Tomaselli Li<strong>di</strong>a: componenti esterni :<br />
Busi Paola, Cavagnini Lorena, Cristea Raluca<br />
Mihaela, , Matteotti Desirè, Pace Stefania.<br />
Docenti <strong>di</strong> italiano: Bassi Sergio, Pattini Chiara,<br />
Paroli Ernesto.<br />
Principali attività anno 2010<br />
• Somministrazione test per la certificazione della<br />
conoscenza della lingua italiana a Infermieri<br />
stranieri che sostengono l’esame d’iscrizione<br />
presso il nostro <strong>Collegio</strong>: n. 47<br />
• Somministrazione test per la certificazione della<br />
conoscenza della lingua italiana a Infermieri<br />
stranieri trasferiti da altro collegio: n. 17<br />
• Colloqui informativi e d’orientamento (anche<br />
telefonici): n. 28<br />
• Inse<strong>di</strong>amento Commissione d’esame: n. 4<br />
(can<strong>di</strong>dati 27 dei quali 17 hanno ricevuto attestazione<br />
<strong>di</strong> idoneità)<br />
• Incontri Commissione: n. 6<br />
• Stranieri inseriti nel percorso <strong>di</strong> “U<strong>di</strong>torato formativo”:<br />
n. 2<br />
• Eventi formativi progettati e realizzati: n. 3<br />
COMMISSIONE LIBERA PROFESSIONE<br />
Componenti del Consiglio Direttivo: Giovanna<br />
Bertoglio (Coor<strong>di</strong>natore), Carla Agazzi, Diego<br />
Amoruso, Anna Maria Iannelli; Componenti<br />
esterni: Augusta Bezzi, Massimiliano Chimini,<br />
Laura Gorni, Francesca Leccar<strong>di</strong>, Gemma Persavalli,<br />
Antonella Sancius, Maria Serina, Agostino<br />
Spagnoli<br />
Principali attività anno 2010<br />
• n° incontri commissione interna: 32<br />
• n° incontri commissione esterna: 5<br />
• n° colloqui in<strong>di</strong>viduali: 50<br />
• Contatti con la cassa ENPAPI per problematiche<br />
riguardanti i singoli professionisti 12<br />
• Richieste <strong>di</strong> pubblicità sanitaria: 5<br />
• Verifica documentazione per apertura/cessazione<br />
stu<strong>di</strong> associati/Cooperative: 3<br />
48 - Comunicazioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
• Eventi formativi: 3<br />
• Gestione dell’elenco Libera Professione.<br />
COMMISSIONE PARERI LEGALI FISCALI<br />
E PROFESSIONALI.<br />
Componenti del Consiglio Direttivo: Stefano<br />
Bazzana (Coor<strong>di</strong>natore), Diego Amoruso, Angelo<br />
Benedetti, Ermellina Zanetti; componenti<br />
esterni: Lucia Calzoni, Marita Goings, Francesca<br />
Leccar<strong>di</strong>, Cristina Razzini<br />
Attività anno 2010<br />
Incontri Commissione: n.5<br />
Incontri con iscritti: n. 14<br />
Redazione Pareri Commissione: n. 43<br />
Redazione Pareri Consulenti: n.9<br />
Pubblicazione pareri: n. 8<br />
COMMISSIONE<br />
PROFESSIONALE<br />
ACCREDITAMENTO<br />
Componenti del Consiglio Direttivo: Moreno<br />
Crotti Partel (Coor<strong>di</strong>natore), Marina Bruna Bertoli,<br />
Elisa Magna, Desiree’ Matteotti; componenti<br />
esterni: Barbara Apollonio, Lorena Cavagnini,<br />
Anna Ferrari, Elena Angela Pasotti, Silvia<br />
Rossini, Maria Angela Rizzieri, Rosaria Susta<br />
2 incontri nell’anno 2010: dopo le <strong>di</strong>missioni<br />
del Coor<strong>di</strong>natore Clau<strong>di</strong>o Prandelli la nuova<br />
Commissione ha ripreso il <strong>di</strong>scorso avviato nell’anno<br />
precedente, perseguendo gli obiettivi <strong>di</strong><br />
sviluppo e crescita della professione attraverso<br />
l’accre<strong>di</strong>tamento professionale.<br />
Il <strong>Collegio</strong> ha inoltre partecipato con propri rappresentanti<br />
agli incontri promossi da vari Enti,<br />
Comitati e Istituzioni in cui è presente.<br />
Il Presidente ha partecipato, unitamente ai Collegi<br />
Lombar<strong>di</strong>, agli incontri e ai tavoli tecni-<br />
ci presso la D.G. Sanità per la definizione del<br />
fabbisogno <strong>di</strong> personale del S.S.R. per l’A.A.<br />
2010/2011 e 2011/2012.<br />
Nell’anno 2010 è stato rilevante l’impegno profuso<br />
dai Collegi Lombar<strong>di</strong> nella causa legale<br />
contro la Regione per il riconoscimento <strong>di</strong> provider<br />
“pubblici” e conseguente riduzione delle<br />
tariffe ECM/CPD, che peraltro ha avuto proprio<br />
in questi giorni un esito positivo.<br />
L’attività del <strong>Collegio</strong> si è inoltre espressa:<br />
• Nei 25 incontri del Consiglio Direttivo per la<br />
realizzazione delle attività istituzionali fra cui<br />
le iscrizioni (243) e le cancellazioni (109) con<br />
un saldo positivo annuale <strong>di</strong> 134 iscritti che<br />
porta il numero complessivo a 7645 (gennaio<br />
2011).<br />
• Nei perio<strong>di</strong>ci incontri delle Commissioni e del<br />
<strong>Collegio</strong> dei Revisori dei Conti per il raggiungimento<br />
degli obiettivi specifici.<br />
• Nella collaborazione con le rappresentanze dei<br />
citta<strong>di</strong>ni e con organizzazioni politiche, sociali,<br />
professionali.<br />
• Nella partecipazione alle Commissioni d’esame<br />
per operatori <strong>di</strong> supporto (2 rappresentanti<br />
per 29 sessioni) su richiesta della Regione e<br />
alle Commissioni <strong>di</strong> Laurea Università Statale<br />
e dell’Università Cattolica (2 rappresentanti<br />
per 33 giornate).<br />
• Nella collaborazione attiva con il Coor<strong>di</strong>namento<br />
Regionale Collegi Lombar<strong>di</strong> (18 incontri).<br />
• Partecipando ai Consigli Nazionali, aderendo<br />
agli in<strong>di</strong>rizzi della Federazione <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> (7 incontri).<br />
Il presidente comunica che nell’ultimo Consiglio<br />
Nazionale è stato approvato il Regolamento per<br />
l’Istituzione dei Coor<strong>di</strong>namenti Regionali e si è<br />
celebrata la medaglia d’oro assegnata dalla Protezione<br />
Civile a CIVES (Infermieri per l’emergenza),<br />
per l’attività svolta in Abruzzo.<br />
Progetti Realizzati<br />
1. Ricerca Multicentrica sull’utilizzo della Contenzione<br />
in Ospedale, RSA, Centri <strong>di</strong> riabilitazione<br />
(Collegi Ipasvi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, Milano e Aosta).<br />
La ricerca ha coinvolto 3281 posti letto in<br />
ambito ospedaliero e 6829 posti letto in RSA<br />
2. Indagine conoscitiva in collaborazione con<br />
Or<strong>di</strong>ne dei me<strong>di</strong>ci sulle attività degli infermieri<br />
che lavorano nell’area delle cure primarie<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 49
Alcuni partecipanti all’Assemblea<br />
Eventi 2010<br />
• Comune <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>: Le sfide future della sanità<br />
bresciana, 16 gennaio 2010<br />
• Convegno UIL: Quale Servizio Infermieristico<br />
in Regione Lombar<strong>di</strong>a, 30 gennaio 2010<br />
• La cura alla fine della vita, Università Cattolica,<br />
20 febbraio 2010<br />
• Giornate 19 e 20 marzo 2010: Attualità e prospettive<br />
della Professione Infermieristica<br />
• Intervento della Vicepresidente al Convegno<br />
“Papilloma Virus”, Darfo Boario T., 17/4/10<br />
• Intervento del Presidente al Convegno nazionale<br />
<strong>di</strong> psicooncologia, <strong>Brescia</strong> 6 maggio 2010<br />
• Intervento al Convegno “In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> complessità”,<br />
Poliambulanza <strong>Brescia</strong><br />
• Intervento al work shop della Federazione su<br />
See&treat, Bologna 10/09/2010.<br />
• Saluto al Convegno Prof. Giulini, Università <strong>di</strong><br />
<strong>Brescia</strong>, 17/09/2010<br />
• Intervento del Presidente al Convegno Cives,<br />
Montichiari 9/10/2010<br />
• Saluto ai Rettori Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
(25 e 30/10/2010)<br />
• Intervento al Corso Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci (2,9 e 16<br />
ottobre 2010)<br />
• V Conferenza Nazionale <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>, Bologna 6 e<br />
7 ottobre 2010<br />
• Cassa <strong>di</strong> Previdenza ENPAPI, Roma 28 ottobre<br />
2010<br />
• Convegno AIL, <strong>Brescia</strong> 13 novembre 2010<br />
• Intervento del Presidente al Convegno Cisl,<br />
<strong>Brescia</strong> 26/11/2010<br />
Ora la parola passa al tesoriere ma prima voglio<br />
esprimere un sincero ringraziamento ai tanti colleghi<br />
che hanno collaborato nel corso dell’anno<br />
2010, ai consulenti che ci hanno supportato nei<br />
campi specifici (fiscale, legale, informatico, sicurezza,<br />
<strong>qualità</strong>, consulente del lavoro…)<br />
Alla nostra Responsabile della Qualità Marina<br />
Bertoli che ha garantito il rinnovo della Certificazione<br />
del <strong>Collegio</strong> completando il passaggio<br />
alla nuova normativa ISO (16 incontri) e alle<br />
impiegate che garantiscono una continuità <strong>di</strong><br />
presenza e <strong>di</strong> raccordo tra i <strong>di</strong>versi organi del<br />
<strong>Collegio</strong>, i consulenti e gli iscritti.<br />
Il tesoriere Angelo Benedetti passa quin<strong>di</strong> ad<br />
illustrare all’Assemblea, il Ren<strong>di</strong>conto generale<br />
economico finanziario dell’esercizio 2010 e<br />
nello specifico si esaminano dettagliatamente il<br />
ren<strong>di</strong>conto economico-finanziario competenza<br />
2010 ed i residui attivi e passivi al 31.12.2010.<br />
(Pubblicati sul sito)<br />
50 - Comunicazioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Al termine della presentazione del bilancio consuntivo<br />
2010, presenta la sua relazione il presidente<br />
dei revisori dei conti Sig. Vitaliano Tidoni<br />
che conclude esprimendo un giu<strong>di</strong>zio favorevole<br />
sulla veri<strong>di</strong>cità del bilancio consuntivo stesso e<br />
lo pone all’approvazione dell’assemblea degli<br />
iscritti.<br />
Il Presidente si appresta a porre all’approvazione<br />
degli iscritti il Bilancio Consuntivo, che rappresenta<br />
la valorizzazione economica delle attività<br />
svolte.<br />
Il bilancio consuntivo 2010 viene approvato all’unanimità.<br />
Relazione Programmatica Anno 2011<br />
Dal programma triennale…“Sii il cambiamento<br />
che vorresti vedere nel mondo”<br />
Lo sviluppo che la professione ha conosciuto<br />
negli ultimi anni impone al <strong>Collegio</strong> un ruolo<br />
politico e una capacità organizzativa sempre<br />
crescente.<br />
Il mandato è impegnativo ma la sfida è esaltante.<br />
La forza per condurla arriva anche dalla collaborazione<br />
dei molti che nelle varie Commissioni<br />
hanno dato la loro <strong>di</strong>sponibilità e che ringrazio.<br />
COMMISSIONE PER LA REDAZIONE<br />
DELLA RI<strong>VI</strong>STA<br />
Per l’anno 2011 la Commissione TDN intende<br />
mantenere la linea e<strong>di</strong>toriale inaugurata nel<br />
2009 e in particolare la focalizzazione su <strong>di</strong> un<br />
tema <strong>di</strong> particolare rilevanza da un punto <strong>di</strong> vista<br />
professionale, ma ha deciso <strong>di</strong> introdurre nella<br />
rivista una nuova rubrica, chiamata “Fuori Focus”<br />
per dare la possibilità ai colleghi <strong>di</strong> pubblicare<br />
contributi interessanti, anche non attinenti<br />
al tema principale della rivista. La Commissione<br />
ha deciso che l’80% dei contributi sarà relativo<br />
al focus e il restante 20% ad argomento <strong>di</strong>verso.<br />
Dati i problemi, ancora presenti, <strong>di</strong> compatibilità<br />
economica, il Consiglio Direttivo ha deciso che<br />
anche nel 2011 saranno pubblicati due numeri <strong>di</strong><br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing.<br />
Viene riproposto per il 2011 l’obiettivo <strong>di</strong> rilevare<br />
la sod<strong>di</strong>sfazione relativa alla rivista “Tempo<br />
<strong>di</strong> Nursing” attraverso la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> un<br />
questionario che verrà inserito nella rivista e inviato<br />
a tutti gli iscritti.<br />
Nel questionario si chiederà <strong>di</strong> esprimere un giu<strong>di</strong>zio<br />
sui seguenti aspetti riguardanti la rivista:<br />
· Veste grafica e impaginazione<br />
· Interesse per gli articoli<br />
· Utilità della rivista in riferimento all’attività<br />
svolta<br />
· Tempi <strong>di</strong> consegna della posta rispetto alla data<br />
<strong>di</strong> emissione<br />
· Congruità del numero pubblicazioni annue <strong>di</strong><br />
“Tempo <strong>di</strong> Nursing”, anche in relazione alla<br />
pubblicazione <strong>di</strong> “Tempo <strong>di</strong> nursing news”<br />
COMMISSIONE FORMAZIONE<br />
<strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>, opportunità NON obbligo!<br />
Al fine <strong>di</strong> illustrare le finalità e le attività del<br />
collegio agli studenti del Corso <strong>di</strong> Laurea la<br />
commissione, sentiti i due coor<strong>di</strong>natori del Corso<br />
(Università Statale e Università Cattolica) ha<br />
proposto “<strong>di</strong> mettere in scena” le attività del<br />
Consiglio Direttivo del <strong>Collegio</strong> Ipasvi, in<br />
cui emergano alcune delle competenze del<br />
<strong>Collegio</strong>.<br />
L’iniziativa è rivolta agli studenti del secondo e<br />
del terzo anno <strong>di</strong> corso.<br />
Obiettivi 2011<br />
• Convegno per infermieri, assistenti sanitari,<br />
infermieri pe<strong>di</strong>atrici, educatori professionali,<br />
logope<strong>di</strong>sti, fisioterapisti e me<strong>di</strong>ci. 30 ° Congresso<br />
Nazionale A.N.I.N. La ricerca e gli outcome<br />
<strong>di</strong> salute: i risultati degli infermieri 4- 5<br />
marzo 2011, 9 cre<strong>di</strong>ti ECM<br />
• Convegno per infermieri: “L’utilizzo della contenzione<br />
fisica nella pratica clinica: cambiare<br />
è possibile!” <strong>Brescia</strong>, 19 maggio 2011 dalle<br />
14,00 alle 20,00. 4,5 cre<strong>di</strong>ti ECM<br />
• In collaborazione con Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci <strong>Brescia</strong>,<br />
<strong>Collegio</strong> Ostetriche <strong>Brescia</strong>, Me<strong>di</strong>ci senza<br />
Frontiere, Save the children, Emergency,<br />
Me<strong>di</strong>cus Mun<strong>di</strong>. Convegno per me<strong>di</strong>ci, infermieri,<br />
assistenti sanitari, infermieri pe<strong>di</strong>atrici,<br />
ostetriche “Fragilità, povertà e <strong>di</strong>ritto alla salute<br />
nelle età della vita” . <strong>Brescia</strong>, 22 ottobre<br />
2011 dalle 8,30 alle 17,30 - 6 cre<strong>di</strong>ti ECM<br />
COMMISSIONE “FORMAZIONE OPERA-<br />
TORI DI SUPPORTO”<br />
Obiettivi Anno 2011<br />
1. Estendere la collaborazione ad altri centri <strong>di</strong><br />
Formazione per l’applicazione/adozione delle<br />
linee guida nel progetto formativo dei corsi<br />
<strong>AS</strong>A e OSS;<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 51
2. Pubblicare l’elenco dei Presidenti ed Esperti<br />
<strong>di</strong> commissione esami <strong>AS</strong>A e OSS e iniziare<br />
l’affiancamento dei nuovi presidenti con<br />
esperti e viceversa per facilitare l’inserimento<br />
dei nuovi componenti;<br />
3. Continuare la collaborazione con la DG<br />
Sanità della Regione.<br />
Formazione sul campo:<br />
A elaborazione/completamento delle linee guida<br />
per la formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto;<br />
B gli obiettivi del tirocinio degli operatori <strong>di</strong><br />
supporto;<br />
Corsi <strong>di</strong> formazione:<br />
• La progettazione della formazione degli adulti;<br />
• Il tirocinio nella formazione degli operatori <strong>di</strong><br />
supporto (rie<strong>di</strong>zione);<br />
• La formazione degli operatori <strong>di</strong> supporto: proposta<br />
<strong>di</strong> linee guida per l’insegnamento nelle<br />
aree “igienico sanitaria” e “tecnico operativa”.<br />
OBIETTI<strong>VI</strong> 2011 COMMISSIONE INFER-<br />
MIERI STRANIERI<br />
1. Favorire l’iscrizione al <strong>Collegio</strong> Provinciale<br />
<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> degli infermieri stranieri in possesso<br />
degli standard formativi e professionali<br />
previsti dalla normativa.<br />
2. Facilitare la preparazione all’esame d’iscrizione<br />
dell’infermiere straniero e contribuire<br />
alla sua crescita professionale.<br />
3. Promuovere l’acquisizione <strong>di</strong> conoscenze inerenti<br />
la legislazione sanitaria, la deontologia<br />
e l’esercizio professionale responsabile in<br />
Italia.<br />
4. Favorire la conoscenza del contesto d’esercizio<br />
professionale infermieristico in Italia,<br />
sviluppare e consolidare la conoscenza del<br />
linguaggio tecnico scientifico sanitario dei<br />
colleghi stranieri al fine <strong>di</strong> facilitarne l’integrazione<br />
nel contesto italiano.<br />
5. Vigilare sulla sussistenza dei requisiti d’iscrizione<br />
all’Albo.<br />
6. Promuovere la crescita culturale e professionale<br />
degli infermieri stranieri iscritti e/o in<br />
attesa <strong>di</strong> iscrizione presso <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>-BS.<br />
2. Nuova gestione e pubblicazione dell’elenco.<br />
3. Progettazione <strong>di</strong> eventi formativi.<br />
4. Incontri con Or<strong>di</strong>ne dei Farmacisti e Or<strong>di</strong>ne<br />
dei Me<strong>di</strong>ci.<br />
COMMISSIONE PARERI LEGALI FISCA-<br />
LI E PROFESSIONALI OBIETTI<strong>VI</strong> 2011<br />
1. Rispondere ai quesiti, segnalare le fonti <strong>di</strong><br />
risposta, incontrare gli iscritti, e risolvere le<br />
questioni riguardanti l’esercizio della Professione<br />
infermieristica.<br />
2. Mantenere il servizio <strong>di</strong> consulenza on line.<br />
3. Formulazione dei pareri da parte del Presidente<br />
del <strong>Collegio</strong>, in collaborazione con i<br />
Consiglieri e con altri professionisti nostri<br />
consulenti.<br />
4. Effettuare una ricognizione dei quesiti proposti<br />
dagli iscritti e costituire un dossier sull’attività<br />
<strong>di</strong> consulenza.<br />
5. Pubblicare il Quesito del Mese.<br />
COMMISSIONE ACCREDITAMENTO<br />
PROFESSIONALE OBIETTI<strong>VI</strong> 2011<br />
1. Formazione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> professionisti all’uso<br />
e alla valutazione degli strumenti <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento<br />
2. Avvio certificazione della competenza.<br />
3. Attraverso l’introduzione dello strumento<br />
scelto tra i professionisti iscritti all’albo, si<br />
vogliono porre le basi per una modalità operativa.<br />
Progetti 2011<br />
Il presidente illustra brevemente i due progetti in<br />
corso, già descritti sugli ultimi numeri <strong>di</strong> Tempo<br />
<strong>di</strong> Nursing News:<br />
Installazione nuovo software interno <strong>di</strong> gestione<br />
degli iscritti<br />
COMMISSIONE LIBERA PROFESSIONE<br />
OBIETTI<strong>VI</strong> 2011.<br />
1. Mappatura/controllo dei Liberi Professionisti<br />
sul territorio.<br />
52 - Comunicazioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
e attivazione dell’area riservata per gli iscritti<br />
Il presidente comunica agli iscritti che la <strong>di</strong>minuzione<br />
del numero delle due riviste resa obbligatoria<br />
dall’aumento dei costi (quasi triplicati!)<br />
previsti dalla manovra finanziaria, sarà compensata<br />
con altri mezzi. Coerentemente con quanto<br />
<strong>di</strong>chiarato nel programma presentato agli iscritti,<br />
si continuerà a fare informazione attraverso<br />
articoli e comunicati stampa (ve<strong>di</strong> rassegna<br />
stampa su www.ipasvibs.it). Il sito stesso, revisionato<br />
e costantemente aggiornato, rappresenta<br />
un formidabile strumento <strong>di</strong> comunicazione<br />
sia con i professionisti sia con i citta<strong>di</strong>ni (420<br />
aggiornamenti e oltre 40.000 accessi nel corso<br />
del 2010). Per quanto riguarda la Formazione<br />
a Distanza il presidente ricorda i due progetti<br />
FAD promossi dalla Federazione <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>. Uno,<br />
completamente gratuito e già attivo dalla metà<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre, “Med In Fad” (sull’home page del<br />
sito www.ipasvi.it), realizzato in collaborazione<br />
con la Federazione Or<strong>di</strong>ni dei Me<strong>di</strong>ci e Ministero<br />
della Salute. Il secondo, promosso da <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong><br />
e Gutemberg (Giunti, Firenze) con il patrocinio<br />
dell’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità, avrà invece un<br />
costo calmierato e prevede l’impiego <strong>di</strong> filmati e<br />
lezioni au<strong>di</strong>o realizzate da colleghi esperti nelle<br />
varie tematiche.<br />
prendono la parola i seguenti partecipanti all’assemblea:<br />
BAZZOLI LAURA: definisce molto bello il filmato<br />
con la lettura <strong>di</strong> alcuni articoli del Co<strong>di</strong>ce<br />
Deontologico, in proposito propone un’indagine<br />
per conoscere, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 12 anni dall’emanazione<br />
del secondo Co<strong>di</strong>ce Deontologico degli<br />
infermieri e dell’ultima revisione del 2009,<br />
come sono percepiti i suoi contenuti dai citta<strong>di</strong>ni<br />
e dagli infermieri. Cosa percepisce <strong>di</strong> ricevere il<br />
citta<strong>di</strong>no e cosa percepiscono <strong>di</strong> dare gli infermieri<br />
che lavorano nelle varie realtà bresciane:<br />
ospedaliere, territoriali, sociosanitarie eccetera.<br />
CERIONI ELETTRA: fa riferimento alla sua<br />
esperienza professionale che l’ha portata a stu<strong>di</strong>are<br />
a Colonia e lavorare in Svizzera molti anni<br />
fa dove i suoi titoli <strong>di</strong> infermiera e assistente sanitaria<br />
non erano stati riconosciuti e si auspica<br />
che si lavori perché questo avvenga.<br />
FENOTTI ADRIANO: chiede<br />
1) informazioni rispetto al riconoscimento delle<br />
competenze delle assistenti sanitarie <strong>di</strong> nuova<br />
formazione e tecnici della prevenzione;<br />
2) la possibilità che si attivi una commissione a<br />
livello regionale al fine <strong>di</strong> razionalizzare le risor-<br />
Il tesoriere Benedetti passa quin<strong>di</strong> ad illustrare<br />
il Bilancio Previsionale 2011, che rappresenta la<br />
valorizzazione economica delle attività da sostenere<br />
nell’anno.<br />
Discussione<br />
Il tesoriere Angelo Benedetti<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 53
La Vicepresidente Ermellina Zanetti<br />
se, per la costruzione <strong>di</strong> linee guida e procedure<br />
che possano essere poi utilizzate in tutte le aziende<br />
ospedaliere del territorio regionale stesso.<br />
In proposito il Presidente Bazzana risponde rispetto<br />
al primo punto che nella nostra provincia<br />
sta aumentando il numero <strong>di</strong> iscrizioni delle<br />
assistenti sanitarie <strong>di</strong> nuova formazione anche<br />
grazie al fatto che il corso è inserito all’interno<br />
della nostra Università e fa parte della IV classe<br />
<strong>di</strong> lauree della prevenzione (è uscito dalla classe<br />
<strong>di</strong> laurea infermieristica e ostetrica. Esiste nella<br />
realtà una certa confusione rispetto alla loro<br />
collocazione, motivo che aveva portato la Federazione<br />
Nazionale ad esprimere parere negativo<br />
rispetto alla loro iscrizione nei Collegi provinciali.<br />
Attualmente, in attesa della riforma or<strong>di</strong>nistica,<br />
l’obbligo <strong>di</strong> iscrivere gli assistenti sanitari<br />
<strong>di</strong> nuova formazione è rimasto. Rispetto alle loro<br />
prestazioni, sei dei quesiti posti al <strong>Collegio</strong>, con<br />
i relativi pareri della commissione pareri legali e<br />
fiscali, sono stati formulati da assistenti sanitarie<br />
laureate lo scorso anno. I quesiti si concentrano<br />
sulla possibilità <strong>di</strong> svolgere o meno prestazioni<br />
infermieristiche come i prelievi e le me<strong>di</strong>cazioni.<br />
La Regione Emilia Romagna, <strong>di</strong>mostrando<br />
una certa apertura, nel piano vaccini ha previsto<br />
che questi vengano somministrati anche dalle<br />
assistenti sanitarie, ma esistono <strong>di</strong>fferenze fra<br />
Regione e Regione.<br />
Il <strong>Collegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, preso atto <strong>di</strong> documenti<br />
fra cui la circolare n°3/2008 della Federazione<br />
Nazionale, del parere del consulente legale del<br />
<strong>Collegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> avvocato Gamba e della posizione<br />
dell’<strong>AS</strong>L <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> ha espresso il parere<br />
che le assistenti sanitarie <strong>di</strong> nuova formazione<br />
possano eseguire tutto quanto previsto dal loro<br />
or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong>dattico e si auspica che la riforma<br />
or<strong>di</strong>nistica in corso sciolga questi no<strong>di</strong>.<br />
Rispetto al secondo punto il presidente afferma<br />
che riferirà della proposta all’interno del Coor<strong>di</strong>namento<br />
Collegi Lombar<strong>di</strong> e proporrà che come<br />
prima linea guida possa essere proposta quella<br />
sulle contenzioni fisiche (mezzi <strong>di</strong> protezione<br />
e tutela) alla luce del lavoro <strong>di</strong> ricerca fatto dai<br />
due maggiori Collegi della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
in collaborazione con il <strong>Collegio</strong> <strong>di</strong> Aosta.<br />
MIGHETTI PIETRO: chiede al <strong>Collegio</strong>, ma<br />
meglio ancora alla Federazione Nazionale,<br />
come sia possibile rispondere rispetto ad alcune<br />
affermazioni ritenute lesive per la professione<br />
infermieristica. Si riferisce in particolare ad una<br />
informazione data in un telegiornale RAI, in cui<br />
si parlava <strong>di</strong> lavori manuali come l’idraulico, il<br />
muratore e sullo stesso piano gli infermieri e le<br />
badanti. Affermazione che non tiene conto del<br />
percorso formativo e delle responsabilità profes-<br />
54 - Comunicazioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
sionali degli infermieri rispetto alle altre attività<br />
citate. L’assemblea con<strong>di</strong>vide quanto affermato<br />
dal collega e lo sottolinea con un applauso.<br />
Bazzana risponde che sia come <strong>Collegio</strong> che<br />
come Federazione si cerca <strong>di</strong> rispondere a questo<br />
genere <strong>di</strong> informazioni, cercando tuttavia <strong>di</strong><br />
evitare l’effetto boomerang, che venga cioè ancora<br />
più enfatizzato il messaggio negativo per<br />
la professione. Rassicura i presenti che ci sono<br />
anche informazioni positive sulla professione<br />
infermieristica e cita ad esempio una recente ricerca<br />
dell’università Cattolica <strong>di</strong> Milano che riconosce<br />
la professione infermieristica fra quelle<br />
intellettuali in crescita e con maggiori sbocchi in<br />
futuro. A questa ricerca è stato dato ampio risalto<br />
sui quoti<strong>di</strong>ani nazionali.<br />
DI MEO SIMONETTA: ringrazia per il lavoro<br />
svolto dal Consiglio Direttivo perché riconosce<br />
che <strong>di</strong>etro la presentazione delle attività svolte<br />
c’è molto impegno e molte ore <strong>di</strong> lavoro. Si <strong>di</strong>chiara<br />
contenta per l’approvazione del regolamento<br />
dei Coor<strong>di</strong>namenti regionali da parte della<br />
Federazione Nazionale perché conferisce loro<br />
un ruolo istituzionale. Ricorda che in Lombar<strong>di</strong>a<br />
abbiamo sperimentato e apprezzato il ruolo ed<br />
il contributo dell’osservatorio delle professioni<br />
sanitarie. Apprezza quin<strong>di</strong> che il coor<strong>di</strong>namento<br />
dei collegi lombar<strong>di</strong> possa interfacciarsi con<br />
le istituzioni regionali. Per esempio nel 2003<br />
l’osservatorio delle professioni sanitarie aveva<br />
avuto un ruolo <strong>di</strong> orientamento per le aziende<br />
nella definizione dei Piani Organizzativi Aziendali.<br />
Di Meo esprime la sua preoccupazione per<br />
quest’anno in quanto le aziende dovranno ripresentare<br />
i nuovi piani organizzativi aziendali e<br />
si chiede se il Coor<strong>di</strong>namento regionale possa<br />
interfacciarsi con la Regione in rappresentanza<br />
dei <strong>di</strong>rigenti SITRA.<br />
Ricorda che il tentativo <strong>di</strong> costituire un coor<strong>di</strong>namento<br />
dei <strong>di</strong>rigenti SITRA non è stato gra<strong>di</strong>to<br />
dalla Regione, ma lei ritiene che i <strong>di</strong>rigenti SI-<br />
TRA infermieri possano essere ben rappresentati<br />
dai Collegi e dal Coor<strong>di</strong>namento dei Collegi<br />
Lombar<strong>di</strong>.<br />
Bazzana risponde che uno degli obiettivi principale<br />
del Coor<strong>di</strong>namento è proprio quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare<br />
con la Regione, motivo per cui a fronte <strong>di</strong><br />
molte <strong>di</strong>fficoltà ha cercato <strong>di</strong> rimanere compatto.<br />
Cita alcune tematiche che hanno trovato delle risposte<br />
positive da parte della Regione stessa ed<br />
altre che sono tutt’ora in sospeso. Per esempio,<br />
sul decreto ECM che ha classificato Or<strong>di</strong>ni e<br />
Collegi con le società profit che fanno formazione,<br />
portando ad un considerevole aumento delle<br />
quote da versare per ogni corso e convegno, il<br />
coor<strong>di</strong>namento ha presentato ricorso e per ora<br />
ha ottenuto che per il 2011 venissero riviste le<br />
quote da versare. Rimane in sospeso la riduzione<br />
delle quote relative all’anno 2010.<br />
Bazzana riferisce che non sempre per gli Or<strong>di</strong>ni<br />
e i Collegi <strong>di</strong>alogare con le istituzioni regionali<br />
è facile, ma l’impegno c’è. Sul sito del collegio<br />
<strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> sono pubblicate alcune note<br />
rispetto a quanto intrapreso con la DG Sanità,<br />
con l’assessore <strong>Brescia</strong>ni, con il Dr. Lucchina.<br />
Informa infine che è stata richiesta la ricostituzione<br />
dell’osservatorio delle professioni sanitarie<br />
o l’istituzione <strong>di</strong> un vero e proprio Servizio<br />
Infermieristico regionale.<br />
Non essendoci altri interventi da parte dei colleghi<br />
presenti in sala il Presidente <strong>di</strong>chiara concluso<br />
il <strong>di</strong>battito e rivolge un ringraziamento a tutti<br />
i partecipanti all’assemblea, ai professionisti che<br />
collaborano con il <strong>Collegio</strong> in <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> consulenti<br />
e a tutti gli iscritti che partecipano, in vario<br />
modo, alla vita del <strong>Collegio</strong>. Chiede <strong>di</strong> poter<br />
procedere alle votazioni per alzata <strong>di</strong> mano.<br />
Il bilancio preventivo 2011 è approvato all’unanimità<br />
dei presenti.<br />
Valutati gli obiettivi proposti e i risultati da raggiungere,<br />
alla luce della continuità e dell’impegno<br />
del Consiglio Direttivo, si chiede la fiducia<br />
agli iscritti per proseguire nella gestione del<br />
<strong>Collegio</strong>.<br />
Grazie per l’attenzione!<br />
Stefano Bazzana<br />
Presidente <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>Brescia</strong><br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Comunicazioni - 55
A tutti i liberi professionisti<br />
Come anticipato sulle ultime riviste inviate è<br />
<strong>di</strong>sponibile sul sito Internet del <strong>Collegio</strong> l’Area<br />
riservata agli iscritti.<br />
Ti chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> accedervi, seguire le in<strong>di</strong>cazioni<br />
riportate per la registrazione e aggiornare in<br />
tempo reale i tuoi dati.<br />
Se non <strong>di</strong>sponi <strong>di</strong> un accesso ad Internet, chiama<br />
la Segreteria del <strong>Collegio</strong> (030.291478) per farti<br />
inviare via fax il modulo <strong>di</strong> aggiornamento.<br />
Con un elaborato sul tema: “L’infermiere<br />
e l’educazione sanitaria ai citta<strong>di</strong>ni: una<br />
proposta per la <strong>di</strong>ffusione della cultura della<br />
donazione d’organo”, il collega bresciano<br />
Gianluca Raineri ha vinto il Memorial<br />
Riccardo Maggi organizzato dal <strong>Collegio</strong><br />
infermieri <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> della Spezia.<br />
Il <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> è lieto <strong>di</strong> complimentarsi<br />
con l’autore oltre che per l’originale<br />
contributo fornito alla comunità professionale,<br />
anche per l’aver reso tangibile e<br />
concreta la norma espressa dall’articolo 40<br />
del Co<strong>di</strong>ce Deontologico dell’Infermiere.<br />
La cerimonia <strong>di</strong> premiazione si è svolta nell’ambito<br />
dei lavori dell’assemblea or<strong>di</strong>naria<br />
del collegio spezzino, avvenuta il 31 marzo.<br />
56 - Comunicazioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Fuori Focus<br />
L’evoluzione delle competenze tecnico-specifiche<br />
ed etico-deontologiche dell’infermiere<br />
nel rinnovato scenario del servizio sanitario<br />
<strong>di</strong> Agazzi Carla*, Barboncini Patrizia*, Leni Luciano*, Meneghetti Orietta*,<br />
Rota Maria*, Guindani Marilena**, Lorenzini Aldo***<br />
Riceviamo e volentieri pubblichiamo, una sintesi della relazione<br />
che ha valso ai colleghi dell’Azienda Ospedaliera Desenzano del<br />
Garda Presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Manerbio/Leno, il 3° premio al concorso letterario<br />
del <strong>Collegio</strong> Ipasvi Città <strong>di</strong> Ragusa anno 2010.<br />
La Redazione<br />
“Se vuoi costruire una nave non radunare uomini<br />
per raccogliere il legno e <strong>di</strong>stribuire compiti,<br />
ma insegna loro la nostalgia del mare<br />
ampio e infinito”<br />
Antoine De Saint Exupéry<br />
Introduzione<br />
I profon<strong>di</strong> cambiamenti della professione infermieristica,<br />
in particolare dagli anni 90 ad oggi, il<br />
graduale inserimento degli OSS, hanno evidenziato<br />
più volte, per entrambi, ma in particolare<br />
per l’infermiere, un parziale ruolo d’appren<strong>di</strong>sta<br />
dove ognuno ha imparato tramite la partecipazione<br />
a <strong>pratiche</strong> esperte prendendo parte ad una<br />
comunità; man mano che ognuno apprende trasforma<br />
anche la sua identità, non acquisisce solo<br />
competenze ma un nuovo modo <strong>di</strong> dar valore<br />
alla sua esperienza e <strong>di</strong> vivere il suo lavoro.<br />
Per accompagnare e sostenere questi processi <strong>di</strong><br />
cambiamento è necessario un programma for-<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Fuori Focus - 57
mativo al fine <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare le comunità professionali,<br />
sviluppandosi e mo<strong>di</strong>ficandosi poiché<br />
sono messe nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> trasformare il<br />
contesto lavorativo potenziandolo apprendendo<br />
dalle proprie esperienze in<strong>di</strong>viduali.<br />
In quanto pratica professionale, una forma <strong>di</strong><br />
conoscenza e <strong>di</strong> etica socialmente organizzata,<br />
l’infermieristica deve far fronte continuamente<br />
alla sfida <strong>di</strong> svilupparsi, apprendendo dall’esperienza<br />
e trasmettendo quanto acquisito nei contesti<br />
reali. Diventare un membro partecipante<br />
della pratica infermieristica implica l’intenzione<br />
<strong>di</strong> prestare aiuto e l’impegno nello svolgimento<br />
<strong>di</strong> attività assistenziali. Purtroppo, ancor oggi<br />
l’infermieristica deve far fronte ad un’acuta<br />
carenza <strong>di</strong> personale e, poiché le attività assistenziali<br />
eccellenti hanno carattere relazionale<br />
e contestuale, il clinico non può assicurare lo<br />
stesso risultato essendo vincolato al livello <strong>di</strong><br />
collaborazione, alle risorse, alle strutture ed ai<br />
processi organizzativi <strong>di</strong>sponibili.<br />
I cambiamenti avvenuti nell’ambito professionale<br />
riconoscono l’importanza dei <strong>di</strong>ritti fondamentali<br />
della persona dove sinergicamente<br />
convergono le varie figure sanitarie che devono<br />
garantire le profonde istanze etiche oggi espresse<br />
a livello sociale e devono promuovere un’idea<br />
<strong>di</strong> salute che, trascendendo la sola sfera biologica,<br />
si confronta sempre più con i connotati che<br />
la caratterizzano sul piano psichico, relazionale<br />
e sociale. Per gli infermieri, questo significa la<br />
capacità <strong>di</strong> trovare nel Profilo Professionale, nel<br />
Co<strong>di</strong>ce Deontologico e nell’or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong>dattico,<br />
spunti originali <strong>di</strong> riflessione e confronto<br />
in grado <strong>di</strong> offrire ulteriore slancio e vigore ad<br />
un esercizio professionale che, oggi, anche a<br />
fronte dei con<strong>di</strong>zionamenti economici e della<br />
spinta all’assiomatizzazione (proceduralizzazione)<br />
dell’assistenza, trascina con sé un rischio del<br />
tutto evidente: quello <strong>di</strong> esercitare un’assistenza<br />
anonima ed astratta, sostenuta sui soli mezzi (le<br />
<strong>di</strong>sponibilità scientifiche e le <strong>di</strong>sponibilità economiche)<br />
e non anche sui “mo<strong>di</strong>” (i valori e la<br />
personalizzazione dell’assistenza), che, privilegiando<br />
le conoscenze e la tecnologia, riduce le<br />
effettività esistenziali della persona malata all’interno<br />
degli schemi analitico-classificatori del<br />
sapere positivo appiattendo, in ultima analisi, i<br />
valori <strong>di</strong> riferimento che debbono ispirare il corretto<br />
esercizio professionale.<br />
L’elaborato, nel suo svolgimento, tratta l’analisi<br />
dell’evoluzione delle competenze dell’infermiere<br />
secondo una speculazione legislativa, eticodeontologica,<br />
emozionale e dettaglia ogni aspetto<br />
nei successivi punti.<br />
L’evoluzione della professione infermieristica<br />
e del personale <strong>di</strong> supporto all’assistenza<br />
E’ necessaria una sintetica trattazione legislativa<br />
per spiegare l’evoluzione della figura infermieristica<br />
e degli operatori <strong>di</strong> supporto all’assistenza<br />
per consentire una migliore comprensione dei<br />
ruoli che queste figure sono chiamate ad esercitare<br />
nella sanità <strong>di</strong> oggi.<br />
Partendo dal 1990, gli infermieri da una professione<br />
ausiliaria, sono giunti ad una professione<br />
sanitaria, formata in Università, con un campo<br />
proprio <strong>di</strong> autonomia e responsabilità.<br />
Il Decreto MURST 02/12/1991 autorizza le<br />
Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia ad istituire il<br />
Diploma Universitario in Scienze Infermieristiche.<br />
Con questo avvento avviene una svolta per<br />
gli infermieri italiani che puntano ad un duplice<br />
obiettivo cioè, l’affermazione dell’assistenza infermieristica<br />
come <strong>di</strong>sciplina scientifica autonoma<br />
e la promozione <strong>di</strong> una cultura professionale<br />
in grado <strong>di</strong> contribuire significativamente ad<br />
elevare il livello qualitativo dei servizi sanitari.<br />
58 - Fuori Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Il Dlgs n° 502 del 30/12/1992 e le sue integrazioni<br />
Dlgs n° 517 del 07/12/1993, rappresenta la<br />
seconda grande svolta per il Servizio Sanitario<br />
Nazionale (SSN), ma anche la prima pietra del<br />
processo evolutivo della professione infermieristica.<br />
Tale decreto da il via su tutto il territorio<br />
nazionale alla formazione <strong>di</strong> primo livello <strong>di</strong> infermieristica<br />
in ambito universitario, sopprime<br />
le scuole regionali ed inoltre richiede l’obbligo<br />
<strong>di</strong> un <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> scuola secondaria superiore<br />
<strong>di</strong> secondo grado per l’accesso ai relativi corsi.<br />
Con il Decreto MURST 02/04/2001 si può affermare<br />
che inizia il decollo del corso completo per<br />
la formazione infermieristica universitaria. Sono<br />
istituite le lauree triennali e specialistiche delle<br />
professioni sanitarie con i relativi or<strong>di</strong>namenti<br />
<strong>di</strong>dattici ed è permesso alla formazione infermieristica<br />
<strong>di</strong> svilupparsi lungo tutto il percorso<br />
previsto dal DM n° 509/99.<br />
Sul versante dell’esercizio della professione si<br />
raggiunge un traguardo importante nell’estate<br />
del 1994 con l’approvazione del DM n° 739 del<br />
14/09/1994; tra il 1994 e il 1999 il profilo ha<br />
sostenuto una crescita professionale basata sulla<br />
consapevolezza <strong>di</strong> fornire alla collettività un<br />
contributo significativo per la salute. Tale decreto<br />
non abolisce formalmente il “mansionario”<br />
del 1974, ma riconosce all’infermiere responsabilità<br />
ampie e <strong>di</strong> grande rilievo.<br />
Con la Legge n° 42 del 26/02/1999 il profilo<br />
dell’infermiere afferma finalmente il suo ruolo<br />
<strong>di</strong> protagonista nello sviluppo della professione<br />
infermieristica. Abolendo il termine “ausiliaria”,<br />
l’infermiere è riconosciuto come professionista<br />
sanitario autonomo, responsabile dell’assistenza<br />
infermieristica, funzione complementare alla<br />
me<strong>di</strong>cina insieme alla quale, a pari <strong>di</strong>gnità, contribuisce<br />
a tutelare la salute in<strong>di</strong>viduale e della<br />
collettività. Altro argomento car<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questa<br />
legge è nel secondo punto dell’art. 1: “alla data<br />
<strong>di</strong> entrata in vigore… è abrogato il regolamento<br />
approvato con DPR n° 225 del 14/03/1974 ad<br />
eccezione delle <strong>di</strong>sposizioni previste dal titolo<br />
V (infermiere generico)…. Il campo proprio <strong>di</strong><br />
attività e responsabilità delle professioni sanitarie……è<br />
determinato dai contenuti dei decreti<br />
ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali<br />
e dagli or<strong>di</strong>namenti <strong>di</strong>dattici dei rispettivi<br />
corsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ploma universitario <strong>di</strong> formazione<br />
post-base, nonché degli specifici co<strong>di</strong>ci deontologici,<br />
fatte salve le competenze previste per le<br />
professioni me<strong>di</strong>che e per le altre professioni del<br />
ruolo sanitario ove è richiesto il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> laurea,<br />
nel rispetto delle specifiche competenze”.<br />
La legge n° 42/99 stabilisce anche l’equipollenza<br />
dei <strong>di</strong>plomi universitari con quelli conseguiti<br />
in base alla precedente normativa, sia per l’esercizio<br />
professionale sia per l’accesso alla formazione<br />
post-base.<br />
Nell’anno 2000 è emanata la Legge n° 251 del<br />
10/08/2000 che sancisce l’autonomia professionale<br />
nelle funzioni previste dal profilo professionale<br />
e dal co<strong>di</strong>ce deontologico e <strong>di</strong>spone<br />
l’adozione <strong>di</strong> metodologia <strong>di</strong> pianificazione dell’assistenza<br />
per obiettivi. L’art. 7, inoltre, riconosce<br />
la possibilità alle aziende sanitarie <strong>di</strong> istituire<br />
il servizio dell’assistenza infermieristica ed<br />
ostetrica e <strong>di</strong> attribuire l’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigente del<br />
medesimo servizio a queste figure, ai fini <strong>di</strong> migliorare<br />
l’assistenza e la qualificazione delle risorse.<br />
Altra conseguenza del tutto inevitabile sarà<br />
data dall’istituzione delle cattedre <strong>di</strong>sciplinari e<br />
dei vari concorsi per l’insegnamento universitario<br />
(Benci L., 2005). La Legge n° 43/2006 art. 6<br />
contiene <strong>di</strong>sposizioni molto importanti ai fini <strong>di</strong><br />
questa trattazione, stabilisce l’articolazione del<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Fuori Focus - 59
personale laureato appartenente alle professioni<br />
sanitarie e <strong>di</strong>chiara possibile l’istituzione della<br />
funzione <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento da parte delle organizzazioni<br />
sanitarie e socio-sanitarie pubbliche<br />
interessate con relativi criteri d’attribuzione.<br />
Presentiamo ora i presupposti che hanno permesso<br />
<strong>di</strong> approdare alla definizione del profilo<br />
<strong>di</strong> un operatore socio sanitario (OSS) promosso<br />
su tutto il territorio nazionale. Dalla metà<br />
degli anni settanta si è registrata la tendenza ad<br />
affidare i compiti <strong>di</strong> assistenza infermieristica<br />
esclusivamente all’infermiere. Nel 2001, nasce<br />
una figura <strong>di</strong> supporto dell’assistenza sanitaria e<br />
sociale, che sarà introdotta nelle organizzazioni.<br />
La necessità <strong>di</strong> avere l’OSS è in relazione a molteplici<br />
motivi legati sia a situazioni tendenti ad<br />
un uso ottimale delle risorse, alla valorizzazione<br />
dei professionisti, che hanno accresciuto le loro<br />
conoscenze ed il patrimonio cognitivo attraverso<br />
l’avvento della formazione universitaria, sia per<br />
la carenza <strong>di</strong> personale infermieristico, sia per<br />
motivi economici.<br />
L’OSS nasce come evoluzione <strong>di</strong> altre figure <strong>di</strong><br />
supporto; con il provve<strong>di</strong>mento della Conferenza<br />
Stato-Regioni 22 febbraio 2001 sono stati definiti<br />
sia il profilo professionale sia l’iter formativo.<br />
Da ultimo, registriamo il recente Decreto<br />
Legge n° 402 del 12/11/2001, convertito in Legge<br />
il 08/01/2002 dove demanda al Ministro della<br />
Salute <strong>di</strong> regolamentare con decreto le figure<br />
“<strong>di</strong> operatori professionali dell’area sanitaria da<br />
formare attraverso corsi a cura della regione” .<br />
Per quanto riguarda l’ampliamento del contesto<br />
operativo, il provve<strong>di</strong>mento della Conferenza<br />
Stato-Regioni, specifica che l’OSS svolge la sua<br />
attività sia nel settore sociale sia in quello sanitario,<br />
residenziale e semiresidenziale, in ambiente<br />
ospedaliero e a domicilio dell’utente. L’OSS,<br />
rispetto agli altri operatori <strong>di</strong> supporto all’assistenza,<br />
non è più un puro esecutore <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni, ma<br />
ha degli spazi <strong>di</strong> autonomia. Nel profilo si parla<br />
<strong>di</strong> “proprie aree <strong>di</strong> competenza” e sono elencate<br />
le principali attività previste usando sia verbi<br />
che in<strong>di</strong>cano attività autonome (assiste, realizza,<br />
cura, mette in atto...), sia verbi che in<strong>di</strong>cano collaborazione<br />
con il personale sanitario e sociale<br />
(coa<strong>di</strong>uva, collabora, concorre...).<br />
Il 22/10/2002 la Direzione Generale Sanità ha<br />
sottoscritto con le OO.SS. Regionali un accordo<br />
riguardante “L’inserimento lavorativo del personale<br />
con qualifica <strong>di</strong> OSS” richiamando le prime<br />
linee guida elaborate dall’Osservatorio delle<br />
Professioni Sanitarie, nelle quali si prevedeva,<br />
come intervento per fronteggiare la carenza <strong>di</strong><br />
personale infermieristico, l’inserimento degli<br />
OSS. L’accordo sindacale succitato presumeva<br />
inoltre sperimentazioni aziendali orientate a definire<br />
modelli assistenziali nei quali trovassero<br />
giusta collocazione agli OSS. L’Osservatorio<br />
delle Professioni Sanitarie coinvolto fin dall’inizio,<br />
è stato chiamato ad elaborare le prime<br />
in<strong>di</strong>cazioni per l’inserimento <strong>di</strong> questa figura.<br />
Queste sono state oggetto <strong>di</strong> confronto con le<br />
OO.SS. Regionali ed i Collegi <strong>IP</strong><strong>AS</strong><strong>VI</strong>. Lo specifico<br />
documento elaborato per l’attribuzione all’OSS<br />
<strong>di</strong> compiti funzionali ai processi <strong>di</strong> lavoro<br />
60 - Fuori Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
infermieristici, <strong>di</strong>venne il quadro <strong>di</strong> riferimento.<br />
L’impiego dell’OSS, essendo un operatore <strong>di</strong><br />
supporto all’assistenza, sarà prevalentemente rivolto<br />
al supporto infermieristico; dal canto suo,<br />
l’infermiere, ha la responsabilità della gestione<br />
dell’assistenza, “identifica i bisogni <strong>di</strong> assistenza<br />
infermieristica della persona e della collettività e<br />
formula i relativi obiettivi, pianifica, gestisce e<br />
valuta l’intervento assistenziale infermieristico”<br />
e, per l’espletamento delle funzioni “si avvale,<br />
ove necessario, dell’opera del personale <strong>di</strong> supporto”<br />
(DM 739/94). Per l’attribuzione <strong>di</strong> attività<br />
all’OSS, non è possibile definire un rapporto<br />
<strong>di</strong> delega dell’infermiere nei confronti <strong>di</strong> questo,<br />
poiché risulta inadeguato; all’OSS si affidano<br />
azioni e non processi essendo responsabile<br />
esclusivamente della corretta esecuzione delle<br />
stesse. Affinché l’integrazione fra infermiere ed<br />
OSS sia efficace, è in<strong>di</strong>spensabile che vi siano<br />
il reciproco rispetto delle proprie competenze,<br />
l’assunzione delle responsabilità relative al ruolo,<br />
le aspettative personali e professionali raggiungibili<br />
e gli strumenti organizzativi e chiare<br />
<strong>di</strong>sposizioni operative. Il conseguimento <strong>di</strong> tale<br />
scopo comporta un miglioramento della <strong>qualità</strong><br />
dei servizi erogati, dell’organizzazione del lavoro,<br />
del clima organizzativo e l’ottimizzazione<br />
nell’impiego delle risorse.<br />
ci aiuta meglio a comprendere come agire nei<br />
<strong>di</strong>versi e <strong>di</strong>stinti ambiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>screzionalità che la<br />
quoti<strong>di</strong>anità professionale ci propone, come porsi<br />
nella relazione infermiere/persona nel rispetto<br />
dell’autodeterminazione della persona assistita e<br />
dei suoi valori, come vivere e interagire nel team<br />
professionale, come affrontare situazioni problematiche<br />
o <strong>di</strong>lemmi etici singolarmente o con<br />
altri professionisti, come approfon<strong>di</strong>re le norme<br />
dettate dal Co<strong>di</strong>ce Deontologico e assimilarle<br />
in maniera tale da tramutarle in comportamenti<br />
professionali spontanei e attenti alla persona.<br />
Il “prendersi cura” è agito attraverso la strutturazione<br />
<strong>di</strong> una relazione empatica e fiduciaria<br />
soprattutto quando l’assistito vive momenti <strong>di</strong>fficili,<br />
<strong>di</strong>viene “più fragile”, e perciò ancora più<br />
bisognoso d’aiuto e sostegno.<br />
La responsabilità del prendersi cura della persona<br />
si riflette anche nell’art. 5 del Co<strong>di</strong>ce “il<br />
rispetto dei <strong>di</strong>ritti fondamentali dell’uomo e dei<br />
principi etici della professione è con<strong>di</strong>zione essenziale<br />
per l’esercizio della professione infermieristica”.<br />
I principi etici sono delle guide per<br />
compiere decisioni e si focalizzano sulla formazione<br />
<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi morali nella pratica professionale.<br />
Essi affermano, in genere, che le azioni <strong>di</strong><br />
un cero tipo dovrebbero (o non dovrebbero) essere<br />
compiute e servono a giustificare le regole che<br />
spesso sono osservate nell’assistenza al paziente.<br />
I principi etici del prendersi cura della persona<br />
assistita<br />
Il valore della riflessione etica come elemento<br />
per un corretto approccio all’assistenza infermieristica<br />
è in<strong>di</strong>spensabile per porre al centro<br />
del processo il paziente, per fornire un’assistenza<br />
personalizzata e per assicurare la libertà delle<br />
scelte e dei valori della persona, e dove il professionista<br />
si assume le responsabilità del suo agire.<br />
Secondo una prospettiva etico professionale,<br />
l’elemento sostanziale in grado <strong>di</strong> fornire un valore<br />
aggiunto nella <strong>qualità</strong> dei servizi alla salute<br />
è rappresentato sempre e in ogni caso dall’uomo<br />
e dalla sua coscienza. La <strong>di</strong>mensione etica<br />
riguarda, infatti, l’essere umano, l’essere infermiere<br />
e, solo successivamente, l’agire in quanto<br />
professionista.<br />
Lo scopo dell’etica è la conoscenza delle regole<br />
che devono presiedere i rapporti tra l’in<strong>di</strong>viduo<br />
e la società, affinché l’uno e l’altra possano convivere<br />
nel rispetto reciproco (Peroni A., Zanini<br />
MP., 2007). Nello specifico professionale l’etica<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Fuori Focus - 61
Alcuni principi fondamentali per la pratica infermieristica<br />
sono la beneficenza e non-maleficenza,<br />
l’advocacy, la competenza, la cooperazione<br />
ed il caring. Servirsi <strong>di</strong> questi principi,<br />
coinvolgendo anche il personale <strong>di</strong> supporto,<br />
può significare sia aiutare gli altri a ottenere ciò<br />
che per loro è giovamento, sia/oppure comportarsi<br />
in modo tale da prevenire o ridurre i rischi<br />
<strong>di</strong> nuocere al paziente. L’advocacy è spesso definita<br />
come il supporto attivo dato a una causa<br />
importante. È utilizzato per descrivere la natura<br />
del rapporto infermiere-paziente. In letteratura<br />
esistono numerose interpretazioni <strong>di</strong> advocacy<br />
(Fry ST., Johnstone MJ., 2004). Una <strong>di</strong> queste,<br />
detta modello <strong>di</strong> tutela dei <strong>di</strong>ritti, vede l’infermiere<br />
come il <strong>di</strong>fensore dei <strong>di</strong>ritti del paziente<br />
all’interno del sistema sanitario-assistenziale.<br />
Nel suo ruolo <strong>di</strong> advocate, l’infermiera considera<br />
per prima cosa i valori umani fondamentali e<br />
in seguito agisce in maniera atta a proteggere la<br />
<strong>di</strong>gnità umana, la privacy e le scelte. Il concetto<br />
<strong>di</strong> competenza è costituito da due attributi fondamentali:<br />
la capacità <strong>di</strong> rispondere e la responsabilità.<br />
La competenza è un concetto etico importante<br />
perché la pratica infermieristica implica<br />
un rapporto tra infermiere e persona assistita. La<br />
cooperazione è un concetto che comprende la<br />
partecipazione attiva con gli altri per prestare ai<br />
pazienti un’assistenza <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>, essenziale per<br />
il benessere del paziente.<br />
La responsabilità etica dell’infermiere e la responsabilità<br />
professionale per la <strong>qualità</strong> dell’assistenza<br />
non vengono meno perché uno o<br />
più compiti assistenziali sono stati attribuiti al<br />
personale <strong>di</strong> supporto. Nel rapporto infermierepaziente<br />
viene assegnato un importante valore<br />
al concetto etico <strong>di</strong> caring, e i comportamenti<br />
orientati al caring sono spesso considerati fondamentali<br />
per il ruolo dell’infermiere. Il rapporto<br />
infermiere-paziente è <strong>di</strong> natura “speciale”,<br />
poiché determinato dalla necessità del paziente<br />
<strong>di</strong> assistenza infermieristica. Il caring può essere<br />
definito come una forma <strong>di</strong> coinvolgimento con<br />
gli altri che crea un interesse in merito a come<br />
le altre persone avvertono il mondo che le circonda.<br />
Tutto questo richiede “sensibilità, capacità <strong>di</strong> relazione<br />
e coinvolgimento così come capacità <strong>di</strong><br />
dare assistenza, conoscenze e abilità”. Il concetto<br />
<strong>di</strong> caring è stato sancito come principio basilare<br />
per un’etica infermieristica che protegga e<br />
rafforzi la <strong>di</strong>gnità umana dei pazienti che ricevono<br />
assistenza sanitaria (Fry ST., Johnstone MJ.,<br />
2004). L’enorme ampliamento concettuale della<br />
prospettiva professionale, ha provocato in molti<br />
casi, una sorta <strong>di</strong> destabilizzazione degli assetti<br />
professionali e delle capacità dei singoli <strong>di</strong> inserirsi<br />
in questo scenario. È necessario quin<strong>di</strong> migliorare<br />
la propria responsabilità e contribuire a<br />
migliorare l’intero sistema, proponendo soluzioni<br />
innovative a partire dalla propria esperienza.<br />
La deontologia e gli strumenti professionali<br />
Nell’attività assistenziale quoti<strong>di</strong>ana alla persona,<br />
alla famiglia ed alla collettività è necessaria<br />
un’integrazione delle <strong>di</strong>verse figure professionali<br />
ai vari livelli organizzativi che con<strong>di</strong>vidano<br />
gli obiettivi <strong>di</strong> salute ed ogni servizio deve<br />
essere integrato al fine <strong>di</strong> aggiungere valore alle<br />
professioni sanitarie. L’assistenza infermieristica<br />
necessita <strong>di</strong> un aggiornamento che la renda<br />
consapevole, responsabile ed etica, oltre che tecnicamente<br />
molto avanzata.<br />
La deontologia sanitaria contempla i doveri degli<br />
operatori sanitari e detta le norme <strong>di</strong> comportamento<br />
inerenti all’esercizio della professione<br />
stessa: i rapporti col malato, con i colleghi e con<br />
la società. In campo sanitario, quin<strong>di</strong>, l’infermiere<br />
non è più “l’operatore sanitario” dotato <strong>di</strong> un<br />
<strong>di</strong>ploma abilitante, ma il professionista sanitario<br />
responsabile dell’assistenza infermieristica, che<br />
assiste la persona e la collettività in una logica<br />
olistica attraverso la conoscenza, le competenze<br />
ed abilità.<br />
La deontologia professionale deve andare <strong>di</strong><br />
pari passo con le caratteristiche etiche specifiche<br />
della professione, essendo quella sanitaria<br />
una professione che ha a che fare con la salute,<br />
il carattere umanitario <strong>di</strong>venta prevalente e, dunque,<br />
l’attenzione etica rappresenta non solo un<br />
presupposto, ma anche una garanzia <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />
della prestazione professionale.<br />
Lo scopo prioritario <strong>di</strong> un Co<strong>di</strong>ce Deontologico<br />
è quello <strong>di</strong> guidare il comportamento del professionista<br />
nel proprio agire quoti<strong>di</strong>ano e <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare<br />
ai citta<strong>di</strong>ni cosa attendersi dal professionista<br />
stesso. Gli elementi del co<strong>di</strong>ce si possono racchiudere<br />
in alcune componenti fondamentali nella<br />
professione infermieristica che comprendono<br />
norme <strong>di</strong> condotta deontologica da rispettare.<br />
L’infermiere e la persona: le norme dell’agire<br />
professionale definiscono i principi guida che<br />
strutturano il sistema etico in cui si svolge la relazione<br />
con la persona assistita. L’infermiere nella<br />
relazione che realizza con interventi specifici,<br />
62 - Fuori Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
autonomi e complementari, <strong>di</strong> natura intellettuale,<br />
tecnico-scientifica, gestionale, relazionale<br />
ed educativa, opera per le persone che ne hanno<br />
bisogno, creando delle con<strong>di</strong>zioni affinché i <strong>di</strong>ritti,<br />
i valori, la fede religiosa, le consuetu<strong>di</strong>ni e<br />
la famiglia siano rispettati<br />
L’infermiere e la pratica; l’infermiere tramite<br />
l’aggiornamento e la formazione continua arricchisce<br />
le sue conoscenze professionali. Attraverso<br />
la sua condotta personale deve onorare la professione<br />
e mantenere la fiducia della collettività<br />
verso la professione infermieristica.<br />
L’infermiere e la professione: l’infermiere è l’attore<br />
principale nella definizione ed applicazione<br />
delle norme per la pratica assistenziale, per la<br />
gestione, la ricerca e l’insegnamento dell’assistenza<br />
infermieristica.<br />
L’infermiere e le altre figure professionali: nella<br />
quoti<strong>di</strong>anità del lavoro tra colleghi e con gli altri<br />
operatori l’approccio dell’infermiere è basato<br />
sulla collaborazione, sulla valorizzazione del<br />
lavoro d’équipe e sulla tutela della <strong>di</strong>gnità propria<br />
e dei colleghi, assumendo comportamenti<br />
ispirati al rispetto ed alla solidarietà.<br />
L’infermiere e l’organizzazione: i cambiamenti<br />
organizzativi negli ultimi anni con lo scopo <strong>di</strong><br />
ottimizzare, semplificare, razionalizzare hanno<br />
mutato l’organizzazione, le professioni e le prestazioni.<br />
L’infermiere ed il rapporto con il <strong>Collegio</strong>: il<br />
Co<strong>di</strong>ce Deontologico <strong>di</strong>sciplina anche il rapporto<br />
tra il professionista sanitario ed il <strong>Collegio</strong><br />
provinciale cui appartiene, <strong>di</strong>sponendo l’obbligo<br />
deontologico alla segnalazione <strong>di</strong> tutte quelle<br />
situazioni che limitano la <strong>qualità</strong> delle cure e<br />
dell’assistenza e o il decoro dell’esercizio professionale.<br />
Sempre negli articoli del Co<strong>di</strong>ce Deontologico si<br />
rileva il vincolo che si deve instaurare tra il professionista<br />
ed il <strong>Collegio</strong> per rafforzare il senso<br />
<strong>di</strong> appartenenza dell’infermiere alla comunità<br />
professionale. E’ attraverso le norme del Co<strong>di</strong>ce<br />
Deontologico che si manifesta l’impegno per un<br />
“saper essere” ad elevata valenza etica, per “un<br />
saper assistere” ad alta valenza professionale<br />
(Silvestro A., 2009).<br />
L’emotivita’, elemento essenziale nel processo<br />
assistenziale<br />
L’infermiere e, <strong>di</strong> recente istituzione, anche<br />
l’OSS hanno un ruolo ed un’identità che sono<br />
state attualizzate nella loro complessità.<br />
L’infermiere ha una precisa responsabilità verso<br />
i citta<strong>di</strong>ni e si connota per una specificità, che è<br />
l’assistenza globale e personalizzata. L’OSS è <strong>di</strong><br />
supporto nella realizzazione del processo assistenziale<br />
assicurando lo svolgimento <strong>di</strong> precisi<br />
compiti.<br />
Queste professioni richiedono un equilibrio<br />
psicoemozionale, ovvero la maturità personale,<br />
sociale, culturale e l’attitu<strong>di</strong>ne ad essere <strong>di</strong>sponibili<br />
verso gli altri. Le cure infermieristiche,<br />
naturalmente fondate sulla comprensione dei bisogni<br />
assistenziali, hanno più <strong>di</strong> altre professioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Fuori Focus - 63
sanitarie, la peculiarità <strong>di</strong> poter meglio raggiungere<br />
l’in<strong>di</strong>vidualità dell’uomo. Hanno frequenti<br />
contatti con la persona con la quale, oltre a<br />
comunicare, interagiscono in termini <strong>di</strong> caring<br />
psico<strong>di</strong>namici.<br />
L’infermieristica è una <strong>di</strong>sciplina pratica in<br />
quanto si prefigge <strong>di</strong> rispondere al bisogno <strong>di</strong><br />
assistenza del citta<strong>di</strong>no, ma proprio per questo,<br />
non può prescindere dallo stu<strong>di</strong>o e dalla conoscenza<br />
della persona assistita, con la sua storia,<br />
la sua cultura, ma anche con le sue aspettative,<br />
perseguendo l’obiettivo <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> comprendere<br />
l’altro per rispondere ai suoi bisogni assistenziali<br />
con efficacia, efficienza, adeguatezza e<br />
rispettosità. Il bisogno <strong>di</strong> assistenza infermieristica<br />
è <strong>di</strong> per sé un fatto relazionale che è segno<br />
dell’unicità, dell’irripetibilità e dell’insondabilità<br />
oltre che dell’autodeterminazione della persona<br />
umana (Manara DF, 2000).<br />
Nell’incontro tra operatore e paziente è in<strong>di</strong>spensabile<br />
che l’infermiere <strong>di</strong>venga sensibile<br />
non solo ai valori e agli stili <strong>di</strong> vita espressi dal<br />
malato, ma allo stesso significato culturale delle<br />
proprie <strong>pratiche</strong> e convinzioni. È necessario un<br />
approccio olistico, con<strong>di</strong>viso dall’antropologia e<br />
dal nursing, che non può focalizzarsi sull’in<strong>di</strong>viduo<br />
senza considerarlo come immerso in un<br />
contesto ambientale, sociale e culturale (Cozzi<br />
D., Nigris D., 2003). In un’epoca in cui la competenza<br />
tecnica ha assunto una considerevole<br />
importanza, secondo Buber, ciò che costituisce<br />
l’essere umano, è il <strong>di</strong>alogo. Egli definisce l’<br />
“intuizione” dell’altro per in<strong>di</strong>care una relazione<br />
in cui l’altro <strong>di</strong>venta “presenza”: la con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> bisogno evidenzia la necessità <strong>di</strong> un autentico<br />
atteggiamento <strong>di</strong>alogico in cui i partecipanti attivano<br />
una vivente reciprocità.<br />
Molti autori hanno posto l’attenzione sulla natura<br />
relazionale dell’assistenza infermieristica<br />
ed in particolare quella <strong>di</strong> caring che facilita<br />
nella persona una crescita personale armoniosa<br />
(Watson, 1979). Buber ritiene che questo tipo<br />
<strong>di</strong> relazione faccia appello all’entità dell’essere<br />
e rappresenti una relazione “da uomo a uomo”<br />
che fa luce sull’unicità della persona. Secondo<br />
Buber, la <strong>qualità</strong> della presenza e l’apertura <strong>di</strong><br />
ogni operatore nella relazione che si manifesta<br />
con l’”essere con”, permette una profonda comprensione<br />
<strong>di</strong> sé e dell’altro (nella sua globalità e<br />
totalità).<br />
Tutto lo sviluppo personale è contrassegnato<br />
dall’aspirazione verso il Tu e soltanto essa dà<br />
64 - Fuori Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
consistenza all’Io e ne promuove la crescita;<br />
qualora si <strong>di</strong>menticasse o si trascurasse questa<br />
<strong>di</strong>mensione, si rinuncerebbe alla propria umanità,<br />
alla piena consapevolezza <strong>di</strong> sé stessi, poiché<br />
attraverso l’apertura all’altro la persona coglie la<br />
propria vera natura ( Ducci E., 1979).<br />
Cara sostiene che il caring sia l’essenza della <strong>di</strong>sciplina<br />
infermieristica e, per questo motivo, è<br />
necessario che sia presente in tutti i campi d’attività<br />
ed anche nella ricerca. La relazione professionale<br />
d’aiuto è uno strumento per il processo<br />
assistenziale, è un rapporto <strong>di</strong>namico che si fonda<br />
sull’interazione-scambio tra due o più persone<br />
<strong>di</strong> cui una è in <strong>di</strong>fficoltà (Rogers). E’ centrata<br />
sulla persona con lo scopo <strong>di</strong> restituirle la maggiore<br />
autonomia e benessere possibile.<br />
Caratteristiche della relazione d’aiuto sono: la<br />
fiducia, l’empatia, il calore, l’interessamento,<br />
l’accettazione e l’autenticità, l’autonomia e la<br />
reciprocità. I valori umanistici sono al centro<br />
della cura come base dell’esperienza dell’ “essere<br />
con” la persona assistita, ritenendolo come il<br />
nucleo dell’esperienza dell’essere con il paziente.<br />
Il coinvolgimento dell’infermiere e dell’OSS<br />
insieme alla persona assistita si evince dalla<br />
loro <strong>di</strong>sponibilità a mettere in gioco la globalità<br />
del loro essere per poter “sentire” i bisogni non<br />
espressi della persona assistita. L’incontro poggia<br />
sui così detti “gesti <strong>di</strong> esplorazione” e risulta<br />
tanto più efficace tanto più in esso gli operatori<br />
sanitari ravvisano gli elementi che caratterizzano<br />
l’utente.<br />
Secondo le antropologhe Els van Dongen e<br />
Riekje Elema (2001) il nursing è “un’arte <strong>di</strong> toccare”,<br />
poiché l’efficacia del tocco è centrale. Il<br />
tocco riveste un doppio significato, l’intreccio<br />
non separabile, fra un aspetto tecnico e una <strong>di</strong>mensione<br />
emozionale. Il lavoro infermieristico,<br />
infatti, ha a che vedere con gli aspetti più prosaici<br />
dell’aver cura dei corpi altrui: alimentarli,<br />
lavarli, aiutarli a muoversi, stare loro accanto<br />
mentre muoiono…Questi aspetti della relazione<br />
intercorporea sono oggi al centro della ricerca<br />
antropologica sull’attività del nursing.<br />
Per Egan (1972), l’empatia è un’abilità <strong>di</strong> notevole<br />
importanza che implica il saper stare con<br />
gli altri, mostrare una presenza professionale e<br />
sviluppare le capacità comunicative <strong>di</strong> base che<br />
possono essere apprese. Attraverso l’empatia, la<br />
persona è messa nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> autopercepirsi<br />
in modo reale, <strong>di</strong> autovalutarsi e, all’occorrenza,<br />
iniziare la propria intima e consapevole<br />
mo<strong>di</strong>ficazione (Pati L., 2000). Per l’infermiere e<br />
l’OSS, il ruolo <strong>di</strong> advocacy è sinonimo <strong>di</strong> persona<br />
“risorsa”, <strong>di</strong> confidente del paziente e dei suoi<br />
familiari, punto <strong>di</strong> riferimento e persona su cui<br />
contare per il recupero dell’autonomia.<br />
Conclusioni<br />
Il processo <strong>di</strong> trasformazione in atto in questi<br />
ultimi decenni ha richiesto nuovi modelli organizzativi<br />
e la ridefinizione dei ruoli dei <strong>di</strong>versi<br />
soggetti coinvolti nella relazione <strong>di</strong> cura.<br />
Senz’altro è cambiato il ruolo del paziente, non<br />
più destinatario <strong>di</strong> interventi decisi ed attuati<br />
nel suo interesse ma unilateralmente scelti dal<br />
me<strong>di</strong>co, bensì è riconosciuto come titolare <strong>di</strong> un<br />
incomprimibile <strong>di</strong>ritto all’informazione e alle<br />
scelte sulle cure ed è parte attiva del processo<br />
decisionale.<br />
Si mo<strong>di</strong>fica anche il ruolo dell’infermiere, non<br />
più operatore sanitario chiamato ad assolvere<br />
compiti rigidamente definiti da un mansionario,<br />
e in rapporto <strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nazione gerarchica<br />
rispetto al me<strong>di</strong>co, bensì professionista sanitario,<br />
investito <strong>di</strong> competenze clinico-assistenziali<br />
complementari ma specifiche, e in relazione a<br />
queste, <strong>di</strong> un’ampia gamma <strong>di</strong> interventi nella<br />
cui attuazione opera autonomamente rispetto al<br />
me<strong>di</strong>co, assumendosene appieno la responsabilità,<br />
prima <strong>di</strong> tutto nei confronti dell’assistito<br />
con cui entra <strong>di</strong>rettamente in relazione (Borsellino<br />
P., 2009).<br />
L’infermiere, in funzione della sua specifica<br />
responsabilità professionale, con la sua ricca<br />
<strong>di</strong>mensione relazionale, educativa, negoziale<br />
deve essere il promotore/sostenitore del cambiamento.<br />
Se vogliamo umanizzare l’assistenza nel<br />
contesto <strong>di</strong> una me<strong>di</strong>cina altamente tecnologica,<br />
dobbiamo fronteggiare la tecnologia, cioè essere<br />
in grado <strong>di</strong> criticarla, non vedendo in essa la risorsa<br />
fondamentale per il recupero della salute e<br />
per la tutela della <strong>di</strong>gnità della persona.<br />
Come antidoto a questa visione puramente tecnica<br />
e del potere, dobbiamo riscoprire la capacità<br />
<strong>di</strong> “ascoltare con il cuore” il significato <strong>di</strong><br />
salute/malattia <strong>di</strong> ogni persona a cui prestiamo<br />
assistenza.<br />
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* coor<strong>di</strong>natori infermieristici, presi<strong>di</strong>o ospedaliero<br />
<strong>di</strong> Manerbio Leno.<br />
** responsabile UPS, presi<strong>di</strong>o ospedaliero <strong>di</strong><br />
Manerbio Leno.<br />
*** Direttore SITRA Azienda ospedaliera Desenzano<br />
del Garda.<br />
66 - Fuori Focus<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
NonSoloLibri<br />
Uno su due<br />
a cura <strong>di</strong> Piera Baiguera<br />
Film <strong>di</strong> Eugenio Cappuccio.<br />
Con Fabio Volo, Ninetto Davoli, Giuseppe Battiston, Tresy Taddei,<br />
Agostina Belli. Italia 2006<br />
La storia <strong>di</strong> questo film non è particolarmente<br />
originale, ci racconta <strong>di</strong> qualcosa che purtroppo<br />
capita nella vita e <strong>di</strong> poco piacevole, ammalarsi<br />
improvvisamente, avere paura che tutto finisca,<br />
scoprire che non c’è riscatto, eroismo, capire che<br />
se sei “stronzo” nella vita <strong>di</strong> ogni giorno, lo sei<br />
anche nella malattia, rendersi conto che esistere<br />
è solo una maledetta roulette ( “uno su due ce la<br />
fa” <strong>di</strong>rà qualcuno nel film). Così essere solidali e<br />
compassionevoli per qualcuno è <strong>di</strong>fficile, l’egoismo<br />
è messo a nudo anche nella malattia.<br />
Nel film Lorenzo Maggi è un avvocato ( Fabio<br />
Volo lo interpreta in modo ispirato), vive e lavora<br />
a Genova a ritmi sostenuti, vuole tutto e subito<br />
e se è necessario anche senza farsi scrupoli <strong>di</strong><br />
or<strong>di</strong>ne etico o morale.<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> NonSoloLibri - 67
Ha lasciato <strong>di</strong>etro sé fingendo <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare,<br />
un’origine modesta ed umile <strong>di</strong> cui si vergogna,<br />
suo padre faceva il portinaio, tiene a <strong>di</strong>stanza<br />
affetti e scrupoli, lanciato come è in un riscatto<br />
sociale che lo coinvolge a tutto tondo. Anche<br />
lo spazzolino da denti della fidanzata semiconvivente,<br />
viene maldestramente fatto sparire dal<br />
bagno, se il nostro avvocato ha da ricevere altre<br />
donne, specialmente se promettono successo e<br />
facili affari.<br />
Amico e socio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è Paolo (Giuseppe Battiston<br />
è bravissimo in questo ruolo!) molto più<br />
scrupoloso e attento <strong>di</strong> Lorenzo alle regole , alle<br />
leggi e alle persone, ma forse proprio perché<br />
amici da tanto tempo si lascia “trascinare” dai<br />
mo<strong>di</strong> poco ortodossi dell’amico-collega.<br />
Una mattina all’uscita dal tribunale dopo una<br />
causa vinta, (ma chissà se l’assistito era davvero<br />
innocente?) Lorenzo crolla svenuto in mezzo<br />
alla strada. Soccorso viene ricoverato e sottoposto<br />
ad una biopsia per capire che cosa non va nel<br />
suo cervello, <strong>di</strong> che cosa si tratta.<br />
Saranno i giorni più neri, <strong>di</strong>fficili, in attesa del<br />
referto, ma anche della convivenza con gli altri<br />
pazienti, con le regole e le abitu<strong>di</strong>ni dell’ospedale<br />
che il nostro protagonista mal sopporta.<br />
Accanto a lui un camionista “ignorante” che non<br />
può certo aiutarlo nella sua carriera o procurargli<br />
guadagni, questa persona calma che si comporta<br />
come se fosse a casa sua, fa dello spirito, è amichevole<br />
con lui, Lorenzo non lo “regge”, respinge<br />
e rifiuta l’altro perché respinge e rifiuta il se<br />
stesso malato. Ma piano piano il racconto della<br />
malattia dell’altro, una cicatrice molto più grande<br />
della sua in testa, gli alti e bassi delle terapie<br />
a cui si sottopone da anni per resistere al male,<br />
iniziano a cambiare qualcosa in lui; le certezze,<br />
le priorità lentamente si sfaldano, si confondono,<br />
cambiano d’or<strong>di</strong>ne.<br />
Il pensiero che possa finire è pulsante, presente,<br />
palpabile e sovrasta tutto, viene voglia <strong>di</strong> mandare<br />
a quel paese feste, conti in banca e bella<br />
gente. Sembra facile e banale a questo punto fare<br />
il riesame della propria vita e dei propri valori,<br />
ma non è detto e fatto nel film. Non vengono<br />
censurati limiti e debolezze umane, <strong>di</strong> nessuno.<br />
Di Lorenzo che vorrebbe tornare ad “azzannare”<br />
la vita come prima; <strong>di</strong> Giovanni (il camionista<br />
interpretato da un maturo e bravisssimo Ninetto<br />
Davoli), che anche lui ha parecchi scheletri nell’arma<strong>di</strong>o!<br />
La vita del nostro avvocato cambia quando è <strong>di</strong>messo<br />
dall’ospedale in attesa del responso, guarda<br />
intorno a sé in modo <strong>di</strong>verso e comincia, lui<br />
che non lo ha mai fatto, ad occuparsi con meno<br />
egoismo degli altri; della fidanzata a cui comunque<br />
non è molto legato, della sorella che vede<br />
molto raramente, del socio-amico cui ha sempre<br />
imposto i suoi meto<strong>di</strong> negli affari ai limiti spesso<br />
dell’illecito.<br />
Nell’attesa <strong>di</strong> questo referto-biopsia, quasi tutto<br />
il film “gira” su questa attesa, c’è un viaggio che<br />
Lorenzo fa per il suo amico camionista, ma anche<br />
per se stesso; ritovare la figlia <strong>di</strong> Giovanni e<br />
farli incontrare prima che sia troppo tar<strong>di</strong>. Proprio<br />
il bisogno finalmente <strong>di</strong> una buona azione<br />
che valga a riscattarlo, <strong>di</strong>venta energia per il suo<br />
spirito, forza e capacità <strong>di</strong> affrontare l’esito della<br />
biopsia e sperare in un futuro <strong>di</strong>verso. E’ molto<br />
cambiato, il timore e la paura della malattia<br />
e della morte, mai provato prima, trasformano<br />
l’uomo cinico e ne fanno una persona <strong>di</strong>versa e<br />
benevola.<br />
Il film è ambientato in una Genova dall’atmosfera<br />
a tratti nebbiosa, invernale, quasi attutita,<br />
obnubilata, color grigioferro, ma che sa regalare<br />
anche tramonti struggenti e in Umbria, dove il<br />
paesaggio dolcissimo invita a me<strong>di</strong>tare e a ritrovarsi.<br />
La bellezza e la <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> questo film è tutta<br />
nelle sfumature sottili, nella verità delle cose che<br />
si <strong>di</strong>cono i personaggi a volte in modo crudele, a<br />
volte goffo o impacciato, ma sincero.<br />
La bellezza è nell’intensità <strong>di</strong> tutte le interpretazioni<br />
dalla prima all’ultima e nella mancanza <strong>di</strong><br />
ogni retorica.<br />
68 - NonSoloLibri<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Narrare la malattia. Narrazione, clinica e<br />
<strong>di</strong>alogo fra psicoanalisi e biome<strong>di</strong>cina<br />
a cura <strong>di</strong> Carla Noci<br />
Alessandro Gui<strong>di</strong> e Giuseppe Ricca (a cura <strong>di</strong>) -<br />
E<strong>di</strong>trice Clinamen (2010)<br />
Ho iniziato a sfogliare questo libro con grande<br />
curiosità e con l’interesse <strong>di</strong> chi ama il tema della<br />
narrazione. Sapendo poi che uno dei curatori<br />
e la maggior parte degli autori del volume sono<br />
professionisti che operano nell’Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, ho, a maggior ragione, imme<strong>di</strong>atamente<br />
iniziato a leggere le prime pagine.<br />
Un poco intimi<strong>di</strong>ta da una introduzione il cui<br />
senso non mi è parso imme<strong>di</strong>atamente chiaro,<br />
probabilmente per la mia scarsa <strong>di</strong>mestichezza<br />
nei confronti del linguaggio psicoanalitico, non<br />
mi sono però scoraggiata ed ho iniziato ad avventurarmi<br />
nei successivi capitoli che costituiscono,<br />
appunto, le molteplici “narrazioni” con le<br />
quali gli autori hanno parlato, ciascuno a modo<br />
proprio, della malattia.<br />
In realtà questo testo rappresenta un ottimo esempio<br />
<strong>di</strong> come, e in quanti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, sia possibile<br />
affrontare il tema della malattia, offrendo al<br />
lettore un percorso esplorativo che ciascuno può<br />
compiere seguendo un proprio itinerario, secondo<br />
i personali interessi.<br />
Alcuni autori hanno, per esempio, esplorato la<br />
<strong>di</strong>mensione storica del tema, ricordandoci che<br />
fin dall’antichità si è parlato <strong>di</strong> malati e <strong>di</strong> malat-<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> NonSoloLibri - 69
tie. Esistono malattie che hanno lasciato tracce<br />
nella storia (la lebbra, le gran<strong>di</strong> “pestilenze”, la<br />
sifilide), storie <strong>di</strong> rime<strong>di</strong> e farmaci; ci sono storie<br />
<strong>di</strong> malati e malati nella storia.<br />
Le prospettive sono molte, così come i linguaggi<br />
possono essere i più <strong>di</strong>versi: la letteratura, il<br />
teatro, la musica, le arti figurative. Fin dai tempi<br />
antichi molte forme espressive hanno affiancato<br />
il linguaggio della scienza per descrivere ciò<br />
che la malattia rappresenta per gli esseri umani:<br />
la sofferenza, il dolore, la paura della morte, lo<br />
strazio <strong>di</strong> una per<strong>di</strong>ta, il furore contro un destino<br />
che sottrae, attraverso la malattia, persone amate<br />
o energie vitali.<br />
Alcuni autori hanno dato voce <strong>di</strong>rettamente ai<br />
malati da loro curati. Ne emergono pagine <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ario che, con le parole della quoti<strong>di</strong>anità, raccontano<br />
come sia <strong>di</strong>fficile per un malato, includere<br />
nel proprio orizzonte <strong>di</strong> vita una patologia<br />
che lo obbliga a fare i conti con organi che, per<br />
una misteriosa ragione, iniziano a non funzionare<br />
più e lo rendono schiavo <strong>di</strong> una macchina per<br />
la <strong>di</strong>alisi, oppure <strong>di</strong> una angosciata attesa per un<br />
trapianto.<br />
C’è, fra gli altri, anche il contributo infermieristico<br />
che l’autrice, Emma Carli, ha voluto connotare<br />
attraverso la presentazione <strong>di</strong> casi emblematici.<br />
Dalla necessariamente sintetica descrizione dei<br />
dati anamnestici, emergono elementi <strong>di</strong> grande<br />
rilevanza sia oggettiva, sia soggettiva rispetto al<br />
“come” viene affrontata la malattia da chi ne è<br />
affetto. Questi elementi, raccolti dagli infermieri<br />
attraverso l’ascolto e l’osservazione, orientano<br />
la loro operatività per offrire cura e sostegno a<br />
coloro che non hanno la forza, o le conoscenze,<br />
o la possibilità <strong>di</strong> reagire alla con<strong>di</strong>zione patologica.<br />
E, laddove non sia possibile fare altro,<br />
riba<strong>di</strong>scono l’importanza dell’essere accanto<br />
alla persona che sta concludendo la propria vita,<br />
semplicemente accompagnandola e non lasciandola<br />
sola negli ultimi istanti.<br />
Raccontare il proprio lavoro come professionista<br />
sanitario è un esercizio apparentemente<br />
facile ma, in realtà, assai complicato, perché si<br />
rischia <strong>di</strong> scadere nella retorica o nei luoghi comuni.<br />
Ma dentro i racconti <strong>di</strong> un malato, <strong>di</strong> una<br />
infermiera, <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co, ci sono parole <strong>di</strong> vita<br />
vissuta, atmosfere dense <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, richiami a<br />
ciò che si deve sapere perché la professione lo<br />
richiede, e silenzi rispetto a ciò che non si sa o<br />
che può essere detto solo dai gesti o dalla vicinanza<br />
solidale.<br />
Il tentativo <strong>di</strong> narrare la malattia è, per tutti,<br />
un’impresa assai <strong>di</strong>fficile, perché le parole con<br />
cui la si descrive rischiano <strong>di</strong> mostrarne solo gli<br />
aspetti più riconoscibili, ma anche <strong>di</strong> omettere<br />
quelli più sfuggenti ed elusivi.<br />
Forse l’unico modo possibile è davvero quello<br />
<strong>di</strong> usare, come è stato fatto in questo testo, un<br />
coro <strong>di</strong> voci <strong>di</strong>fferenti, le sole in grado <strong>di</strong> rendere<br />
evidenti le molteplici prospettive attraverso cui<br />
si può affrontare un problema che, nell’esistenza<br />
umana, prima o poi coinvolge tutti, curanti o destinatari<br />
delle cure.<br />
Solo così ragione e scienza, sentimenti e conoscenze,<br />
riflessioni e pensieri affidati alla narrazione<br />
ed all’ascolto possono permettere <strong>di</strong> “sostare”,<br />
come ricordato dal contributo <strong>di</strong> Paola<br />
Manfre<strong>di</strong>, accanto alle proprie emozioni, mantenendo<br />
il contatto con la nostra interiorità angosciata<br />
dal mistero del dolore e della sofferenza.<br />
Appare allora più chiaro, nella seconda parte del<br />
libro de<strong>di</strong>cata al rapporto fra narrazione e psicoanalisi,<br />
il grande valore sia speculativo, sia<br />
applicativo, <strong>di</strong> un nuovo modello <strong>di</strong> scienza che<br />
consenta <strong>di</strong> uscire dalla pretesa “oggettività” del<br />
para<strong>di</strong>gma bio-me<strong>di</strong>co.<br />
Restituire voce a coloro che, come curanti o come<br />
curati, praticano la me<strong>di</strong>cina o patiscono la malattia,<br />
ricompone quella circolarità positiva che<br />
troppo spesso l’artificio della <strong>di</strong>stinzione rende<br />
separati e contrapposti. Chi cura avvalendosi<br />
della scienza e della tecnica non può <strong>di</strong>menticare<br />
il limite dell’attività terapeutica, rifiutandosi <strong>di</strong><br />
accogliere ciò che solo chi è malato può <strong>di</strong>re con<br />
precisione. E lo stesso curante, raccontando la<br />
propria esperienza, in cui si alternano sentimenti<br />
<strong>di</strong> potenza e <strong>di</strong> crisi, <strong>di</strong> esaltazione e <strong>di</strong> sconfitta,<br />
trae beneficio dalla narrazione, in quanto<br />
torna a porsi gli interrogativi fondamentali che<br />
stanno all’origine della sua professione. Perché,<br />
come insegna l’antica mitologia greca, maestro<br />
dell’arte della cura non è colui che è sano, ma<br />
chi è testimone della propria ferita, Non a caso la<br />
mitologia greca assegna al centauro Chirone la<br />
facoltà <strong>di</strong> insegnare la me<strong>di</strong>cina, perché solo un<br />
guaritore ferito, ossia colui che non può guarire<br />
se stesso, può conoscere l’oscuro linguaggio del<br />
corpo vivente, nel quale si incarnano la vita, la<br />
salute, la malattia.<br />
70 - NonSoloLibri<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Sezione - 71
Sul prossimo numero<br />
Il prossimo numero <strong>di</strong> Tempo <strong>di</strong> Nursing avrà<br />
come tema centrale i “Dilemmi etici” nell’esercizio<br />
professionale. Questo tema è sempre più<br />
attuale in un contesto sanitario, quale quello<br />
o<strong>di</strong>erno, caratterizzato da importanti e rapide<br />
innovazioni tecnologiche; un contesto apertamente<br />
“laico e pluralista” dove i soggetti coinvolti<br />
( pazienti, familiari, infermieri, me<strong>di</strong>ci…)<br />
possono sostenere <strong>di</strong>fferenti visioni morali, tutte<br />
meritevoli <strong>di</strong> rispetto. I pazienti esigono sempre<br />
maggiore tutela nella <strong>di</strong>fesa dei loro <strong>di</strong>ritti: <strong>di</strong>ritto<br />
all’informazione, alla presa <strong>di</strong> decisione sulle<br />
proprie cure, alla riservatezza, alla continuità<br />
delle cure.<br />
Oggi esercitare una buona me<strong>di</strong>cina e una buona<br />
assistenza non significa solo portare maggior<br />
beneficio al paziente ma vuol <strong>di</strong>re innanzitutto<br />
concordare con lo stesso, che è persona autonoma<br />
e capace <strong>di</strong> determinare le proprie scelte, il<br />
piano <strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> assistenza.<br />
La pratica quoti<strong>di</strong>ana dell’assistenza infermieristica<br />
è spesso caratterizzata da situazioni in cui<br />
l’Infermiere è chiamato ad effettuare scelte, a<br />
prendere decisioni cliniche in cui entrano in gioco<br />
importanti valori morali e principi etici.<br />
Invitiamo quin<strong>di</strong> tutti i Colleghi che lavorano in<br />
prima linea in Ospedale, nelle RSA, sul territorio<br />
o in altri contesti assistenziali, coloro che si<br />
occupano della formazione dei futuri infermieri,<br />
coloro che hanno un ruolo nei Comitati Etici<br />
Aziendali a con<strong>di</strong>videre con tutta la “Comunità<br />
Infermieristica” la loro esperienza.<br />
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