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[ __ U_ RdM, 1998,3: 217-242<br />
APPUNTI DI MICOFLORA BOREO-ALPINA. I<br />
IL GENERE HELVELLA<br />
ENRICO BIZIO<br />
Cannaregio, 1537 - I - 30121 Venezia<br />
PAOLO FRANCHI<br />
Via Tosco-Romagnola, 42 - I - 56025 Pontedera (PI)<br />
MAURO MARCHETTI<br />
Via F. Goya, 12 - I - 56010 Ghezzano (PI)<br />
RIASSUNTO<br />
Vengono presentate ed illustrate alcune specie del genere Helvella raccolte nella<br />
fascia alpina. Le specie sono: Helvella alpestris, H. arctoalpina, H. capucina, H.<br />
corium. e H. solitaria. Inoltre viene proposta la combinazione H. corium varo<br />
macrosperma comb. nov.<br />
ABSTRACT<br />
Some species of the genus Helvella recorded in alpine zone are presented and<br />
illustrated by colour photographs. The species are: Helvella alpestris, H.<br />
arctoalpina, H. capucina, H. corium andH. solitaria. Moreover the combination<br />
H. corium varo macrosperma comb. nov. is proposed.<br />
Premessa<br />
Questo contributo sulle Helvella era nato inizialmente con lo studio di due sole<br />
specie, strettamente alpine (Helvella alpestris Boud. e H. alpina Harmaja), raccolte<br />
durante una uscita a funghi in alta quota in occasione del 40° Comitato<br />
Scientifico Nazionale A.M.B. svoltosi a Pergine Valsugana (TN).<br />
Successivamente abbiamo deciso di allargare il lavoro anche con altre specie<br />
alpine ed altre ancora occasionali - ma ricorrenti - che possono essere reperite in<br />
alta montagna.<br />
L'ambiente di erborizzazione è quello situato oltre il limite della vegetazione<br />
arborea, definibile come orizzonte alpino, apparentemente ostile per le avverse<br />
condizioni climatiche che lo caratterizzano (esposizione ai forti venti, temperature<br />
basse, neve e ghiaccio presenti per molti mesi l'anno, ecc.) ma di fatto così<br />
ricco di micoflora riferibile ai più svariati generi fungini (cfr. i diversi lavori di<br />
Jamoni che ha già listato 464 taxa per l'ambiente alpino della Valsesia). Rimandiamo<br />
anche ai contributi di Bizio (1995) ed ancora di Jamoni (1990) per l'accurata<br />
descrizione dei luoghi di crescita delle specie fungine di alta montagna.<br />
Il genere Helvella nell'ambiente alpino è ben rappresentato: diverse specie sono<br />
esclusive di questo sito (che ripropone, grosso modo, le stesse condizioni di vita<br />
di quello artico), mentre altre ancora, come Helvella elastica BulI. (taxon non<br />
considerato in questo contributo), vi si manifestano molto raramente. Le numerose<br />
segnaiazioni confermano che questo genere ha un "range" abbastanza ampio<br />
217
di adattabilità ai vari ambienti perfino ai più disparati e selettivi; anche Favre<br />
(1955: 28) per l'alta montagna elenca tre specie "occasionaii", quali H. crispa<br />
Scopo : Fr., H. ephippillll1 Lév. e H. /acllnosa Afz. : Fr.<br />
Per le regioni artiche e subartiche della Groenlandia, dell' Islanda e della Lapponia<br />
svedese, Dissing (1964 e 1966a) lista nove specie, mentre Harmaja, in quattro<br />
contributi apparsi sulla rivista Karstenia (intorno agli anni 1976-1979), descrive<br />
sei specie nuove raccolte in Svezia, Norvegia e Finlandia.<br />
Kempton & Wells (1970) descrivono 14 specie di He/vella per l'Alaska, fra le<br />
quali, H. corillll1 (O. Weberb.) Massee, H. qlle/etii Bres. e H. solitaria P. Karst.<br />
(queste due ultime valutate come specie autonome sulla scorta di piccole differenze,<br />
principalmente macroscopiche).<br />
Anche Schumacher & Jenssen (1992: 8) elencano diverse specie rinvenute nell'area<br />
dei Monti Dovre, Oppland, in Norvegia.<br />
Nell'arco alpino non si trova tanta ricchezza e abbondanza di elvelle e una riprova<br />
di ciò si ha anche dalla lettura del lavoro di Favre (1955), probabilmente il<br />
massimo specialista di flora alpina, che nel suo saggio descrive solo sette specie<br />
(complessivamente fra alpine e occasionali).<br />
Hiiffner (1987) nella sua splendida monografia riporta soltanto otto specie come<br />
boreali-alpine, includendo naturalmente anche i taxa nordici in precedenza coniati<br />
da Harmaja.<br />
Nel catalogo delle specie raccolte, Lucchini (1997) elenca ed in parte illustra con<br />
eccellenti fotografie 21 elvelle di cui 5 di provenienza dall 'orizzonte alpino delle<br />
Alpi svizzere: H. a/pestris Boud., H. capllcina Quél., H. corillll1 (O. Weberb.)<br />
Massee, H. hyperborea Harmaia, H. rivII/aris Dissing & Sivertsen.<br />
Le Pale di S. Martino viste dalla Forcella Venegia<br />
218<br />
(Foto P. Franchi)
similiterpuberulum, ad basim subincrassatum et sulcatum, non pallescens; caro<br />
alba. Hymenium atrum receptaculo vix obscurius, paraphysibus juligineis, ad<br />
apicem incrassatis, clava5-6Il crassa, ad basim scepius septatis, intus granulosis;<br />
thecis octosporis, cylindricis, ad basim attenuatis etjlexuosis, 300Il circiter longis<br />
16-20 crassis, hyalinis; sporis ellipticis, apicibus obtusis, hyalinis, lcevibus, intus<br />
guttula oleosa crassa ut more generis et rarius granulis parcis prcecipue in<br />
junioribus prceditis, 22-25 Il x 14-15. Ad terram rara, in pratis alpinis. Grand St<br />
Bernard. Aoùt 1894.<br />
Nel protologo sono espresse le seguenti osservazioni:<br />
Cette petite espèce, quoique tout à fait semblable à une Pezize stipitée, est<br />
certainement génériquement affine à une Helvelle de la section des Leptopodia<br />
Boud. Elle est remarquable par la couleur entièrement noire de l'extérieur du<br />
réceptacle, pédicule compris, et de l'hyménium, quoique avec la chair bIanche,<br />
par son fin velouté qui ne se réunit pas en verrues prismatiques et par sa marge<br />
blanchàtre un peu crenelée, couverte de poils semblables à ceux de l'extérieur,<br />
c'est-à-dire courts de 30-45 Il de longueur, claviformes, 2-3 septés, à massue de<br />
5-7 Il d'épaisseur et hyalins ou à peine colorés à la base, alors qu'ils sont<br />
entièrement fuligineux sur tout l'extérieur du champignon. Sa couleur est plus<br />
foncée que celle du Leptopodia atra, et le chapeau paraìt ne pas se réfléchir. De<br />
plus, les spores sont un peu plus grandes. Il en est de meme pourLept. pezizoi'des<br />
et L. pulla qui en sont aussi voisines.<br />
Descrizione<br />
Ascocarpo: ciatiforme-stipitato, largo 6-15 mm e alto 10-20 mm.<br />
Cappello da metà a 1/3 dell'altezza totale, spesso ciatiforme-cupulato e più o<br />
meno compresso lateralmente (solitarioide), bilobato, talvolta con lobi irregolarmente<br />
ricurvi (tendenza verso ephippioide), talora quasi spianato, incurvato;<br />
margine sovente ondulato, distintamente crenulato-inciso.<br />
Superficie imeniale opaca, liscia, di colore nero uniforme.<br />
Faccia esterna, specialmente vicino al margine, sottilmente vellutato-pubescente,<br />
carattere più evidente sul bordo, dove talvolta si può apprezzare una forforosità<br />
bianco-grigiastra; il colore di fondo è grigio-bruno nerastro, nerastro, opaco, più<br />
pallido con stagione asciutta.<br />
Gambo largo 3-5 mm, clavato, spesso compresso, da minutamente lacunoso a<br />
solcato con coste ottuse longitudinali (generalmente due o quattro), arrotondate,<br />
non o poco anastomizzate fra loro, che terminano all'inizio della coppa o che più<br />
spesso continuano fino al margine della suddetta, ramificandosi e assumendo<br />
l'aspetto di sottili nervature irregolari in rilievo; superficie finemente feltrata,<br />
con colorazione analoga a quella della faccia esterna della coppa, coste comprese,<br />
mentre la porzione basale appare bianca per una pubescenza miceliare.<br />
Spore: (16,3) 17-19 (20) x 11-12,7 (13,5) Ilm, Q = 1.5, spora media 18,2 x 12,2<br />
Ilm (rispettivamente ± 1,8 e ± 1,2), ellissoidi, ialine, a parete sottile, con una<br />
grossa guttula centrale a rifrangenza giallo verdastro sia in H 2 0 che in rossocongo;<br />
spore immature largamente ellissoidi e monoguttulate.<br />
Aschi: 250-280 x 14-17 Ilm, cilindrici, ottosporici, opercolati, iodio-negativi, base<br />
pleurorinca.<br />
221
Paraflsi: sottili, larghe 2,5-4Ilm, diritte, clavate, con apice rigonfio generalmente<br />
6-8Ilm, non o poco eccedenti gli aschi, settate; bruno-nerastre specialmente in<br />
alto per la presenza di un pigmento intracellulare granuloso ed in associazione<br />
sovente anche incrostante.<br />
Imel/io: 260-280 Ilm.<br />
Subimel/io: 50 Ilm circa, costituito da unalextura intricata di ife cilindriche settate,<br />
ad articoli corti, molto agglutinate, larghe 3-6Ilm.<br />
Excipulum medullare: 280 Ilm circa, composto da una lextllra intricala di ife<br />
cilindriche, sellate, ad articoli medio-corti, larghe 4-12 Ilm, a parete spessa circa<br />
0,5 Ilm, da giallastre a brunastro pallido in Hp.<br />
Excipulum cctale: 120 Ilm, a textllra intricato-anglliaris (angularis-prismatica)<br />
con cellule poligonali ampie 15-40 Ilm, frammisti anche elementi subglobosopiriformi<br />
con dimensioni analoghe; parete spessa circa 0,5-1 Ilm, giallastra, sovente<br />
con granulazioni grigio-brunastre chiare. La forforosità esterna della coppa<br />
è costituita da ife allungate ad elementi poligonali, di cui l'ultimo articolo con<br />
terminazione ottusa, disposte lascamente e sciolte oppure riunite insieme a<br />
mucchietti, bruno scuro per un pigmento intracellulare e talora associato anche<br />
epimembranario incrostante.<br />
Habitat: nella zona alpina dell' Europa centrale su terreno calcareo nei pressi di<br />
Salix reticlliata e Dryas oClopetala.<br />
Raccolte/ecologia: 21/V1I/1993, Passo del Lucomagno, Alpi Lepontine (CH),<br />
legit S. Ruini, una quindicina d'esemplari sparsi, 2000 m s.l.m., su terreno erboso<br />
con fondo sassoso, esposizione Sud; 6/V11l/ 1994, Passo delle Selle, Comune di<br />
Soraga di Fassa (TN), legit E. Bizio, una ventina d'esemplari sparsi con dimen-<br />
Helvella alpestris<br />
222<br />
(Foto E. Bizio)
Helvella arctoalpina Harmaja<br />
Karstenia voI. 17 (1): 58, 1977.<br />
Acetabula barlae Boud., Hist. Class. Discom. Eu.: 40,1907 ss. Favre, Champ.<br />
zone alp. Parc Nat. Suisse. Band v: 33: 28, fig. 4, tav. IV fig. l, 1955 [non ss.<br />
str. Boudier = Helvella acetabulum (L. : Fr.) Quél.].<br />
Inquadramento tassonomico: Ascomycota, <strong>Ascomycete</strong>s, Pezizales, Helvellaceae,<br />
Helvella L. 1753 emendo Nannf. 1937. Sect.Acetabulum Dissing 1966.<br />
Diagnosi originale:<br />
Helvellae acetabuli similis.Ab ea differt praecipue statura minore, stipite breviore<br />
et coloribus obscurioribus apothecii, cellulis distalibus texturae prismaticae<br />
crassioribus brunneoincrustatis, fructificatione seriore et distributione<br />
arctoalpina.<br />
Typus: Norway, provo Hordaland, par. Eidfjord, fjeld Dyranut, Dryas octopetala<br />
heath, I.VIII.1959. E-E. Eckblad (O).<br />
Descrizione<br />
Ascocarpo: cupuliforme-caliciforme, talora compresso, 15-28 mm di diametro,<br />
20-25 mm di altezza, munito di gambo evidente (circa Ih dell'altezza totale),<br />
spesso circa 5-6 mm [Harmaja (1977: 48) nel protologo riporta per questa specie<br />
misure più ampie, larghezza 1-3 (6) cm e altezza 1-2 cm].<br />
Superficie imenialeliscia, colore bruno, bruno scuro sino a nerastro. Faccia esterna<br />
concolore all'imenio, rivestita specialmente in alto da una sottile pubescenza<br />
biancastra. Bordo sottile, intero, a lungo incurvato, crenulato a maturità.<br />
Gambo ben differenziato dalla coppa, costituito da costolature longitudinali<br />
appressate, non anastomizzate fra loro, completamente bianche, verso la base<br />
sfumate color crema. Costolature in basso più o meno ottuse e singole, in alto più<br />
o meno acute, nel terzo superiore si ramificano raggiungendo circa metà coppa<br />
(talvolta alcune anche oltre oppure che si arrestano all'inizio). Harmaja (1977)<br />
cita anche che la superficie più bassa della coppa (fra le costolature) essiccando<br />
assume dei colori bruno-aranciati sino a bruno-giallastri; questo carattere ci sembra<br />
assai generico perché condiviso anche da altre specie.<br />
Spore: (16,5) 17-20 x 10,5-13,5 /lm, Q = 1.5-1.6, spora media 18,2 x 12 /lm<br />
(rispettivamente ± 1,7 e ± 1,5), [nel protologo Harmaja (1977) riporta misure<br />
sporali un po' più ampie, (16) 17-20 (23,5) x 10,5-13 (15) /lm], ellissoidi, ialine,<br />
con parete sottile, con una larga guttula centrale rifrangente giallo verdastro in<br />
rosso-congo; spore immature ellissoidi e monoguttulate.<br />
Aschi: 230-290 x 18-22 /lm, cilindrici, ottosporici, opercolati, iodio-negativi, base<br />
pleurorinca.<br />
Parafisi: sottili, larghe 2,5-3,5 /lm, più o meno diritte, in alto rigonfie sino a 4,5<br />
6,5 /lm, non o poco eccedenti il livello degli aschi, settate, sovente forcate in<br />
basso; ialine, contengono un pigmento giallo brunastro localizzato principalmente<br />
all'apice.<br />
Imenio: 260-280 /lm.<br />
Subimenio: 50 /lm circa, a textura intricata con ife ad articoli corti, larghe 1,5-3<br />
/lm, assai agglutinate insieme.<br />
Excipulum medullare: 500 /lm circa, costituito da una textura intricata con ife<br />
224
larghe 2-5 l'm, a parete sottile, giallo brunastro pallido, con inframezzati elementi<br />
più o meno subgloboso-allungati.<br />
Excip/ll/ll1/ ectale: SO-IlO l'm, composto da una textura (globuloso) angularis di<br />
elementi poligonali, subglobosi, piriformi, c1avati, ampi 6-14 (20) l'm, a parete<br />
sottile o moderatamente spessa, giallo brunastro pallido, con l'ultimo articolo<br />
terminale (costituente la pubescenza esterna) c1avato-obpiriforme, lungo 10-30<br />
l'm. Si evidenzia anche uno strato di textura prismatica a ridosso dell'excipulum<br />
medullare, costituito da cellule poligonali a parete spessa O,S-I ,3 l'm e incrostate,<br />
dello stesso colore della textura angularis.<br />
Habitat: ristretto all'ambiente oroartico e alpino.<br />
Raccolte/ecologia: 27/1XJI997, Forcella Venegia, Comune di Falcade (BL), legit<br />
p. Franchi, quattro carpofori quasi sulla sommità del ripido crinale, esposto a<br />
ord, che fa da spartiacque tra la Valle di Valles e la Valle di Venegia, 2200 m<br />
s.l.m., vicino a striscianti Salix retusa, parzialmente immersi in un tappeto<br />
muscinale, su un substrato a reazione alcalina costituito da rocce sedimentarie<br />
tipicizzanti la "Formazione di Werfen", periodo Triassico inferiore.<br />
Exsiccata: MCVE n. 676. Riferimento cartografico 045 IV (IGMI 25 000 Soraga<br />
di Fassa).<br />
Osservazioni<br />
Questa bella Helvella (ad uno sguardo distratto evoca una Peziza per il gambo<br />
totalmente immerso nel substrato ospite) è stata identificata con chiarezza da<br />
Harmaja, specialista di flora boreale-alpina.<br />
La specie più vicina è Helvella dryadophila Harmaja, identificata e definita nello<br />
stesso lavoro (1977), che pur condividendo lo stesso habitat differisce per una<br />
serie di caratteri sottili ma allo stesso tempo evidenti, quali le dimensioni<br />
Helve/la arctoa/pina (Foto P. Franchi)<br />
225
dell'apotecio più ridotte, le costolature del gambo completamente ottuse e non<br />
ramificate che raggiungono solo la base della coppa, le spore mediamente più<br />
grandi (da immature in maggioranza subfusiformi e triguttulate), la carne con<br />
textura intricata ialina e con textura prismatica assente oppure quasi indistinta.<br />
H. costifera Nannf. in Lundell & Nannf., pur simile nell'aspetto, possiede apoteci<br />
più grandi di colore grigio chiaro, grigio brunastro pallido, costolature abbondanti,<br />
ramificate e più o meno anastomizzate, spore ellissoidi più piccole ed ecologia<br />
non alpina (specie legata ai boschi di Picea ed Abies).<br />
H. hyperborea Harmaja [considerata da Haffner (1987: 43) una forma nordboreale<br />
di H. costifera] presenterebbe carpofori con tonalità grigio-brunastre scure, esternamente<br />
assai villosi, con poche costolature, evidenti e scarsamente ramificate,<br />
non anastomizzate, spore in maggioranza oblungo-ellissoidi.<br />
Per gli altri membri della sez. Acetabulum Dissing la differenziazione è più o<br />
meno agevole: H. pocillum Harmaja possiede spore molto più grandi; H. griseoalba<br />
N.S. Weber, specie americana, ha le ife dell'excipulum ectale ialine (eccetto l'ultimo<br />
articolo terminale); H. unicolor (Boud.) Dissing, specie critica, presenta un<br />
apotecio color cuoio e costolature della superficie esterna ottuse e finemente ramificate,<br />
di color brunastro pallido, spore 17-21 x 13-16!J.m [Haffner (1987: 38)<br />
però cita misure più ridotte, (16,8) 18,5-20,9 x Il,7-13,5 (14,4) !J.m], un imenio<br />
spesso 300-350 !J.m e aschi più stretti, larghi solo 12,5-17,8 !J.m. H. acetabulum<br />
(L. : Fr.) QuéI. è il "gigante" del gruppo: Haffner (1987: 32) riporta dimensioni<br />
ragguardevoli, una larghezza di 1-8 (16) cm e un'altezza di 1,5-10 cm, gambo 1<br />
6 cm, con l'imenio di color ocra bruno fino a nerastro, le costolature sulla superficie<br />
esterna sono angolari con filo acuto e anastomizzate, di color bianco crema,<br />
aschi stretti e spore 16-19 x 11-12 !J.m (Dissing, 1966a: 49); per lo stesso taxon<br />
Haffner fornisce i seguenti dati sporali: (15,5) 16,5-20 (21) x (IO) 11-13 (15,5) !J.m.<br />
Le specie della sez. Leucomelaenae Dissing ss. Haffner (1987: 14) presentano<br />
tutte la base degli aschi chiaramente aporinca.<br />
Principali riferimenti bibliografici: 21 - 25 - 31 - 54.<br />
Helvella capucina Quélet<br />
Bulletin de la Société Botanique de France 24: 327-xxxv, Pl. VI, fig. 3, "1877" [1878].<br />
== Leptopodia capucina (QuéI.) Boud., Hist. Class. Discom. Eu.: 37, 1907.<br />
Inquadramento tassonomico: Ascomycota,<strong>Ascomycete</strong>s, Pezizales, Helvellaceae,<br />
Helvella L. 1753 emendo Nannf. 1937.<br />
Sect. Elasticae Dissing 1966 emendo Haffner 1987.<br />
Diagnosi originale:<br />
Stipe cylindrique, cartilagineux, farci d'une moelle byssoi'de, puis tubuleux,<br />
pubescent à la loupe, blanc de neige. Mitre tenace, membraneuse, mince, libre,<br />
campanulée, festonnée (om, 02-3), glabre, chagrinée, ridée, bianche ainsi que la<br />
chair. Hyménium uni, glabre, bistre noir. Spore (omm, 02-0,025) ellipsoi'de, à noyau<br />
verdàtre. (PI. VI, f. 3).<br />
Eté. Dans les sapinières du haut Jura, au Chasseron (M. cornu).<br />
Descrizione<br />
Ascocarpo: "elvelloide", formato da un cappello inizialmente subgloboso, racchiuso<br />
su se stesso, discoide con centro spesso depresso o leggermente ephippioide<br />
226
calizzato principalmente all'apice.<br />
Imenio: 370 Jlm.<br />
Subimenio: 50 Jlm circa, costituito da una textura intricata molto agglutinata.<br />
Excipulum medullare: 150 Jlm circa, composto da una textura intricata di ife<br />
cilindriche larghe 4-8 Jlm, assai intricate, ramificate o subregolari, a parete sottile<br />
e di colore grigio brunastro chiaro.<br />
Excipulum ectale: 100-120 Jlm, formato da una textura essenzialmenteprismaticaangularis,<br />
con cellule larghe 10-25 Jlm ed altri elementi più allungati, 30-60 x<br />
10-25 Jlm, con parete ialina o grigiastro pallido; la parte più esterna di questo<br />
strato appare come una fitta palizzata di elementi angoloso-allungati, con l'ultimo<br />
articolo terminale più o meno clavato.<br />
Habitat: in estate in foreste di aghifoglie miste (Favre, 1960: 356; Cat. descr.<br />
champ. sup. zone suba1p. Parc Nat. Suisse) ed in ambiente montano-subalpino<br />
come indica il suo autore Quélet (abetaie dell'alto Jura). Nei paesi nordici invece<br />
questaHelvella ha un'ecologia prettamente artico-alpina (Schumacher & Jenssen,<br />
1992: 15), tipica dei terreni calcarei scistosi in associazione conDryas octopetala<br />
e Salix spp.<br />
Raccolte/ecologia: 10/VIII/1996, Forcella Lastè, Comune di Tambre d'Alpago<br />
(BL), legit E. Campo, 2050 m s.l.m., una decina d'esemplari in vari stadi di crescita<br />
nei pressi del Rif. Semenza, su terreno calcareo in luogo ombroso, alla base<br />
di un masso fra Salix retusa.<br />
Vorremmo spendere due parole sul Gruppo del Monte Cavallo, dal quale proviene<br />
suddetta raccolta. È parte integrante della catena prealpina veneto-friulana e<br />
con la vetta principale Cima Manera (2251 m) domina la pianura pordenonese.<br />
L origine di questo Gruppo, come pure delle montagne circostanti, risale al<br />
Cretaceo (circa 80 milioni di anni fa). Esso è costituito da rocce calcaree generate<br />
da enormi depositi corallini, gusci di molluschi, ecc., denominate per l'appunto<br />
"calcari di scogliera". Data la natura carsica del territorio, il paesaggio si presenta<br />
piuttosto brullo, con assoluta mancanza di lame, laghetti o corsi d'acqua. Le<br />
località di raccolta fungine non hanno superfici molto estese, in quanto la zona è<br />
prevalentemente costituita da ripidi pendii intervallati di tanto in tanto da qualche<br />
valletta. La microselva, a causa della composizione esclusivamente calcarea del<br />
terreno, è costituita da Salix retusa, S. reticulata e Dryas octopetala, quest'ultimo<br />
a tappeti più estesi sui pendii esposti ad Ovest.<br />
Verificata anche la raccolta 27/VIII/1992, proveniente dal massiccio del Monte<br />
Rosa, Val d'Olen, in un pendio sotto il Passo Foric, legit P.G. Jamoni, su terreno<br />
calcareo tra Salix reticulata e muschi (Exsicc. n. 2511 Erbario Fara Novarese).<br />
Exsiccata: MCVE n. 677. Riferimento cartografico 064 IV (IGM 25000 Farra<br />
d'Alpago).<br />
Osservazioni<br />
Helvella capucina può essere inserita tra le specie con ecologia artico-alpina,<br />
infatti nei paesi nordici è segnalata in ambiente artico (Norvegia e Islanda), mentre<br />
nell'Europa centrale e nell'arco alpino ha una distribuzione più ampia che<br />
abbraccia sia la microselva alpina che la zona immediatamente sottostante, cioè<br />
quella subalpina, con segnalazioni fino a 1500 m s.l.m., su terreno principalmente<br />
calcareo.<br />
228
H. phlebophora Pat. & Doass. può a prima vista somigliarle (quando si presenta<br />
con il pileo campanulato-lobato), ma il gambo costolato fuga subito ogni possibilità<br />
di confusione.<br />
Un'altra specie simile per portamento è H. branzeziana Svrcek & 1. Moravec,<br />
tuttavia diversa principalmente per il colore dell'imenio più chiaro, per le spore<br />
più piccole e per l'habitat.<br />
Anche H. spadicea Schaeff. è simile per portamento, con identico gambo, ma si<br />
manifesta con un'ecologia completamente distinta inoltre ha un cappello più rigonfio-ondulato<br />
costituito da tre-quattro lobi saldati insieme nei punti di contatto.<br />
Dissing (1966a: 130) considera H. capucina sinonimo di H. elastica Bull.<br />
La Pl. 242 di Bulliard (Herbier de la France, Tome 6, 1785-1786) illustra<br />
magistralmente sette soggetti, sei di colore grigiastro quindi tipici perH. elastica<br />
(o specie ephippioidi simili), il settimo esemplare è invece di colore nero, praticamente<br />
simile a quello raffigurato da Boudier nelle Icones Mycologicae (1905<br />
1910), Pl. 235, con il nome di H. pezizoides (Afz.) Boud. [Haffner (l.c.) considera<br />
questo ultimo taxon sinonimo di Helvella atra Holmsk.].<br />
In conclusione i sette funghi di Bulliard non sono da porre in collegamento, neppur<br />
vagamente, con Helvella capucina.<br />
Principali riferimenti bibliografici: 2 - 4 - 8 - Il - 17 - 18 - 19 - 25 - 38 - 39 - 42<br />
- 44 - 47 - 50 - 52 - 54.<br />
Belvella corium (O. Weberbauer) Massee<br />
British Fungus Flora VoI. 4: 463, 1895.<br />
- Peziza corium O. Weberb., Pilze Nord-Deutschl. I: 7, Tab. 3, fig. 7 a, b, c, d, 1873.<br />
- Aleuria corium (O. Weberb.) Gillet, Champ. Fr. Discom. 2: 39, 1880.<br />
- Scypharia corium (O. Weberb.) Quél., Enchir. Fung.: 83, 1886.<br />
- Lachnea corium (O. Weberb.) W. Phillips, Man. Brit. Discom.: 204, 1887.<br />
- Macropodia corium (O. Weberb.) Sacc., Syll. Fung. 8: 159, 1889.<br />
- Fuckelina corium (O. Weberb.) Kuntze, Rev. Gen. Pl. 2: 852, 1891.<br />
- Sarcoscypha corium (O. Weberb.) 1. Schrot. in Cohn, Kryptogamenfl. Schles.<br />
3 (2): 59,1893.<br />
Elvela nigra Peck, Bull. Torrey Club 26: 70, 1899 (fide Seaver, 1928: 208).<br />
- Cyathipodia corium (O. Weberb.) Boud., Icon. Mycol. Liste Prélim. p. [2],<br />
1904.<br />
- Leptopodia corium (O. Weberb.) Boud., Icon. Mycol. fasc. 6: 1,6,1909.<br />
- Cowlesia corium (O. Weberb.) Nieuwl., Amer. Midl. Nat. 4: 380,1916.<br />
- Paxina corium (O. Weberb.) Seaver, North Am. Cup Fungi (Operc.): 208,<br />
1928.<br />
Helvella arctica Nannf., Sv. Bot. Tidsskr. 31: 60, Fig. 1, pl. lb, 1937.<br />
Paxina arctica (Nannf.) E.K. Cash, 1. Wash. Acad. Sci. 44, 1954.<br />
Cyathipodia arctica (Nannf.) Moser in Gams, Kl. Kryptogamenfl. Ila: 89,<br />
1963.<br />
Inquadramento tassonomico: Ascomycota,<strong>Ascomycete</strong>s, Pezizales, Helvellaceae,<br />
Helvella L. 1753 emendo Nannf. 1937.<br />
Sect. Macropodes Dissing 1966 (Sect. Ephippium Dissing 1966 p.p. per Haffner<br />
1987).<br />
229
Diagnosi originale:<br />
Apothecien von zaher, lederartiger Substanz, lang gestielt, Stiel bis 4 Centim.<br />
hoch; Cupula flach halbkugelig, 2-3 Centim. breit, innen glanzend blauschwarz,<br />
aussen grau und stark warzig; Schlauche linealisch, 0,015 Millm. breit, 8-sporig;<br />
Sporen langlich-elliptisch, mit einem Tropfen, im Schlauche weit herabgehend,<br />
0,020 Millm. lang, 0,010 Millm. breit; Paraphysen fadenformig, oben etwas keulig<br />
verdickt.<br />
Abbildung: Tab. III. Fig. 7 und 7 a-d.<br />
Nel protologo sono espresse le seguenti osservazioni:<br />
Diese ansehnlicheArt findet sich im Mai und Juni in einem kleinen Gebiisch auf<br />
dem Ge<strong>org</strong>enberge bei Landeck in Gruppen von 4-12 Stiick. Sie ist im Habitus<br />
der Peziza macropus ahnlich, unterscheidet sich aber von ihr leicht durch die<br />
lederartige, innen weisse Substanz und durch die Farbe.<br />
Descrizione<br />
Ascocarpo: inizialmente compresso, poi ciatiforme-emisferico ma anche ellissoide,<br />
quindi spianato, irregolarmente lobato con margine reflesso, largo 15-35 mm di<br />
diametro, munito di gambo che raggiunge dimensioni di 5-30 mm di altezza per<br />
3-8 mm di spessore.<br />
Superficie imeniale liscia, rugulosa in vecchi esemplari, completamente nera di<br />
colore; faccia inferiore concolore all'imenio, distintamente vellutato-granulosa.<br />
Bordo sottile, intero, talora crenulato, ornamentato da ciuffi di peli piramidali, di<br />
colore biancastro.<br />
Gambo più o meno cilindrico, sovente compresso, talora scanalato, sodo, circa<br />
2/3 dell'altezza totale, centralmente non costolato ma solo con piccole depressioni<br />
apicali, simili a scrobicoli o con brevi coste arrotondate che si fondono nella<br />
base della coppa, completamente granuloso, in basso feltrato-villoso, concolore<br />
alla superficie imeniale; porzione basale sovente un po' allargata, di colore bianco-giallastra.<br />
Carne di colore biancastro, inodore e insipida.<br />
Spore: 20-22 x 11-12 Jlm, Q = 1.8, spora media 21 x Il,5 Jlm (rispettivamente ±<br />
1 e ± 0,5), [(15,3) 17,3-21,3 (22) x (8,5) 9-12,7 Jlm, Haffner (1987: 56)], oblunghe,<br />
ialine, lisce, a parete sottile, contenenti una grossa guttula centrale rifrangente<br />
giallo verdastro sia in H 2 0 che in rosso-congo; spore immature sia largamente<br />
ellissoidi che ellissoidi e monoguttulate. Schumacher & Jenssen (1992:<br />
17) riportano per questa specie dati sporali decisamente più ridotti, 16,4-18,8 x<br />
8,8-10,4 Jlm.<br />
Aschi: 260-350 x 12-16 Jlm [220-240 x 12-14 Jlm, Schumacher & Jenssen (l.c.)],<br />
cilindrici, ottosporici, opercolati, iodio-negativi, con base aporinca.<br />
Parafisi: sottili, larghe 2-3 Jlm, settate, sovente forcate, diritte e progressivamente<br />
dilatate, rigonfie circa 5-8 Jlm, contenenti un pigmento granuloso bruno nerastro,<br />
localizzato principalmente all'apice.<br />
Imenio: 330-350 Jlm.<br />
Subimenio: 60 Jlm circa, costituito da una textura intricata molto agglutinata, ife<br />
larghe 2-6 Jlm.<br />
Excipulum medullare: 300-350 Jlm circa (fino a 415 Jlm, Dissing, 1966a:<br />
81), costituito da una textura intricata di ife sia cilindriche che irregolari,<br />
larghe 4-12 Jlm.<br />
230
Excip"lllII ectale: 150-200 11m, formato da una tex/lIra angll/aris con elementi<br />
ampi 20-70 x 10-30 11m, qua e là frammiste anche ife più strette e sovente ramificate,<br />
larghe 3-8 11m, di colore brunastro pallido; la forforosità esterna appare<br />
come una palizzata di catenelle di articoli, più o meno liberi, di cui l'ultimo c1avato,<br />
circa 20-30 x 15-20 11m, a parete nerastra.<br />
Habitat: primavera ed autunno, solitaria o più spesso gregaria, questa specie vive<br />
preferenzialmente negli ambienti roderai i antropizzati associata a piante di Sa/ix sp.<br />
Haffner (\.c.) indica come luogo di crescita: cave, colline di scorie carbonifere,<br />
sabbie, macerie, piazzole di sosta, ecc., raramente su terreno calcareo o con basalto.<br />
Dissing (\.c.), più genericamente specifica terreno sabbioso, calcareo, spesso nudo<br />
(vedi note).<br />
Altre indicazioni sull'ecologia e luoghi di crescita della specie si hanno da Boudier<br />
(1905-1910): dintorni di Parigi; Dennis (1978: 12): "on sandy soil, especially of<br />
coastal dunes".<br />
Favre (1960: 356) segnala He/vella w·ctica (= He/vella coriwn) per la zona<br />
subalpina svizzera.<br />
Dangien & Maurice (1979: 5) invece rinvengono questo taxon, che definiscono<br />
"psammophile", con presenze discrete da Aprile ad Ottobre, in ambiente molto<br />
inconsueto: i fanghi di decantazione dei bacini delle fabbriche di soda, precisamente<br />
nei bacini di caustificazione, in condizioni di vita severe per la chimica del<br />
substrato (costituito dal 90% da carbonato di calcio alcalinizzato da basi forti con<br />
pH superficiale 8,4, più profondo Il,5), associata a Betll/a pendII/a Roth.<br />
Raccolte/ec%gia: I3NIII1I 994, loc. Vallaccia,Alta Val Monzoni, valle laterale<br />
della Val di Fassa, Comune di Soraga di Fassa (TN), legit E. Bizio, 2300 m s.\.m.,<br />
una decina d'esemplari associati a Salix herbacea in una zona dove i terreni vul-<br />
Helvella corium (Foto E. Bizio)<br />
231
canici e sedimentari del Triassico risultano mischiati insieme; 20/VIU/1997, lego<br />
E. Bizio ed E. Campo, 2500 m s.l.m., Passo delle Selle, Comune di Soraga di<br />
Fassa (TN), nelle trincee della l a guerra mondiale, diversi giovani esemplari su<br />
terreno calcareo.<br />
Exsiccata: MCVE n. 678. Riferimento cartografico 045 IV (IGMI 25000 Soraga<br />
di Fassa) per ambedue le raccolte.<br />
Osservazioni<br />
Helvella corium non è specie esclusiva oroartica-alpina ma è semplicemente occasionale<br />
in questo orizzonte (almeno per quanto riguarda l'arco alpino), vive al<br />
seguito dei salici nani, mostrando una preferenzialità ecologica spiccata per questo<br />
genere di fanerogame; come si evince dalla letteratura infatti la sua distribuzione<br />
sul territorio è abbastanza ubiquitaria.<br />
Dissing (l.c.) inserisce questo taxon nella sez. Macropodes, schieramento che<br />
associa elvelle con apotecio ciatiforme, esternamente pubescente o villoso, munito<br />
di gambo evidente, solido, liscio o solcato, con coste (se presenti) che non si<br />
prolungano sulla faccia esterna della coppa.<br />
Haffner (l.c.) invece, con un concetto diverso, consideraH. corium membro della<br />
sez. Ephippium Dissing, sezione che nell'accezione dell'Autore germanico ingloba<br />
quasi tutti i membri delle Macropodes di Dissing, rimasta ora sola con H.<br />
macropus (Pers. : Fr.) P. Karst. Come avevamo anticipato nella specifica<br />
dell'habitat, nell'esaminare la descrizione di H. corium in Dissing (l.c.) emerge<br />
un ampio concetto di specie. Infatti l'Autore elenca fra i sinonimi anche H. alpestris<br />
Boud. e le sue ricombinazioni, mentre tale entità è considerata valida e autonoma<br />
da Haffner (l.c.), che la descrive con precise differenze macro-microscopiche,<br />
concetto quest'ultimo che ci trova perfettamente d'accordo.<br />
CHelvella più vicina è proprio H. alpestris, con identico colore nero dell'intero<br />
ascocarpo e silhouette molto simile, anche se nel dettaglio presenta il gambo più<br />
scanalato-costolato e la coppa non regolare ma preferenzialmente solitarioideephippioide,<br />
inoltre microscopicamente risulta caratterizzata dalla base degli aschi<br />
distintamente pleurorinca.<br />
Altri membri delle Macropodes presentano corpi fruttiferi simili, ma la loro<br />
differenziazione è più agevole; infatti il colore esibito non è nero ma verte su<br />
tonalità grigiastre, grigio-brunastre; con spore oblunghe H. dissingii Korf [= H.<br />
villosa (Hedw. ex Kuntze) Dissing & Nannf.]; con spore fusiformi H. macropus<br />
(Pers. : Fr.) P. Karst.; con spore ellissoidi H. cupuliformis Dissing & Nannf. [il<br />
nostro concetto, in accordo con Vellinga (1988: 54-64, Fl. Agar. Neerl. 1) è il<br />
seguente: quoziente Q (L/l) compreso fra 1.3 e 1.6 = spore ellissoidi; fra 1.6 e 2.0<br />
= spore oblunghe].<br />
Principali riferimenti bibliografici: 2 - 3 - 7 - 8 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19<br />
- 23 - 24 - 25 - 35 - 36 - 41 - 42 - 44 - 46 - 47 - 49 - 52 - 55 - 56.<br />
Helvella corium (O. Weberbauer) Massee varo macrosperma (Favre) Bizio,<br />
Franchi & Marchetti, comb. nov.<br />
Basionimo: Helvella (Leptopodia) arctica Nannf. varo macrosperma Favre,<br />
Champ. sup. zone alp. Parc Nat. Suisse.<br />
Rés. rech. sci. Parc Nat. Suisse. Band V: 199, Pl. I, fig. 2, 1955.<br />
232
'" Helvella macrosperma (Favre) Fellner & Landa, Ceska Mykol. 45 (1-2): 35,<br />
1991.<br />
Inquadramento tassonomico: Ascomycola, Ascomyceles, Pezizales, Helvellaceae,<br />
Helvella L. 1753 emendo annf. 1937.<br />
Sect. Macropodes Dissing 1966 (Sect. Ephippillm Dissing p.p. per Hiiffner<br />
1987).<br />
Diagllosi origillale:<br />
A Iypo dijJerl sIa/LIra millore el sporis majoribLls, 20-23 x 13,5-15,5 l'.<br />
Descrizione<br />
In luogo di una descrizione personale preferiamo riportare la diagnosi originale<br />
che risulta molto preciso e ricco di dettagli.<br />
Réceptacle atleignant jusqu'à 17 mm de diamètre, cupulaire-hémisphérique,<br />
rarement un peu comprimé latéralement, à bord plus ou moins ondulé, à face<br />
hyméniale lisse, mate, d'un noir profond, à face externe du mème noir, fortement<br />
hispide par des poils connivents qui déterminent soit des granulations grossières,<br />
soit des pyramides plus ou moins régulières comme chez certains Iycoperdons,<br />
mais petites. Marge grossièrement ciliée-hispide par les mèmes groupements de<br />
poils noirs, parfois blanchissante. Pied coriace, plein, subcylindrique ou renflé en<br />
bas, de 4-10 mm de long et I Y, à 3 mm de diamètre, non sillonné (I exemplaire<br />
sur 45 montrait un sillon), entièrement noir ou à sa partie inférieure gris-brun<br />
ou mème blanchiìtre, hispide, mais à hispidité graduellement plus courte et<br />
plus fine vers sa base.<br />
Helvella corium varo macrosperma (Foto P.G. Jamonl)<br />
233
Chair bIanche ou blanchàtre grisàtre au centre de chapeau et du pied, passant au<br />
noir en direction des téguments, assez délicate et cassante dans le réceptacle,<br />
coriace dans le stipe, inodore, insipide.<br />
Asques cylindriques à extrémité arrondie et à pédoncule rétréci et plus ou moins<br />
sinueux, 270-330-(384) x 20-23 f.1. Spores elliptiques à grosse goutte centrale<br />
sphérique et à un petit nombre de guttules aux deux pòles, lisses, hyalines, 20-23<br />
x 13,5-15,5 f.1. Paraphyses à extrémité arrondie et élargie mesurant de 4 à 7,5-( l O)<br />
f.1 de diamètre et brun foncé. Poils constituant l'hispidité du réceptacle atteignant<br />
200-250 f.1 et meme jusqu'à 320 f.1 de long, formés de nombreux articles, jusqu'à<br />
16, plus ou moins rétrécis aux cloisons, mesurant jusqu'à 40 et meme 60 f.1 de<br />
long et 25 de diamètre, à paroi épaissie, brun plus ou moins pàle dans leur partie<br />
renf1ée et brun-noiràtre dans leur parties rétrécies.<br />
Val Nuglia, 2550 m, près du Pass dal Fuorn, sur terre humique à rares Salix<br />
herbacea, Carex curvula, Festuca pulchella, Gnaphalium supinum, etc., très<br />
nombreuse colonie; Murtar61 d'Aint, 2400 m, près du Pass dal Fuorn, parmi le<br />
Dryas, sol de calcaire triasique; meme région, pente ouest sous le col de Taunter<br />
Pizza, 2600 m, parmi le Salix, sur grès siliceux du verrucano.<br />
Cette espèce descend dans la zone subalpine oùje l'ai trouvée dans une aunaie du<br />
val Sesvenna, à 1900 m. Ce champignon desAlpes est caractéristisé par sa couleur<br />
d'un noir profond et par son réceptacle extérieurement hérissé par de longs poils<br />
connivents déterminant des verrues pyramidales grossières. Il est extremement<br />
voisin de H. arctica Nannf. (50, pp. 56, 60) des Alpes de la Suède septentrionale<br />
et du Spitzberg, helvelle dont la taille est plus grande (diamètre du réceptacle: 15<br />
23-35 mm) et les spores plus petites (16-19-20 x 9-10-11 f.1), sans guttules polaires<br />
et à grosse goutte non sphérique mais ovale, remplissant presque complètement<br />
l'enveloppe sporique. Ce dernier caractère paràit indiquer que ces spores ont été<br />
étudiées sur exsiccatas. J'ai donc examiné comparativement, pour le champignon<br />
alpin, tant des spores vivantes que des spores d'exsiccatas regonflées à<br />
l'ammoniaque. Les premières montrent une grande goutte parfaitement sphérique<br />
et des guttules polaires. Chez les secondes les guttules ont disparu, la goutte centrale<br />
est devenue plus volumineuse et a pris une forme ovale; en outre, elles se<br />
sont rétrécies jusqu'aux dimensions suivantes. 18,5-22 x 12-14,5 f.1, soit à peu<br />
près de l f.1 en longueur et en largeur. Mais si je fais cette correction aux spores de<br />
H. arctica du nord de la Scandinavie, je n'obtiens pour leur dimensions réelles<br />
que 17-21 x 10-12 f.1, soit une taille restant plus faible que celle des spores de la<br />
forme alpine. En raison de ses spores plus grosses et de sa taille exigue, il semble<br />
utile de distinguer cette helvelle desAlpes comme variété macrosperma de H. arctica.<br />
Materiale studiato: raccolta di Pier Giovanni Jamoni del 14-VIII-1991.<br />
Spore ellissoidi 19,5-22 x 14-15 f.1m con Q= 1.4-1.5 e aschi ottosporici 240-300<br />
x 20-24 f.1m, base aporinca; misure quindi comprese nel "range" di variabilità<br />
delle misure indicate dall'Autore nella diagnosi <strong>org</strong>inale; la lunghezza degli aschi<br />
ci è apparsa più ridotta ma questo non inficia la corretta collocazione specifica.<br />
Habitat: prettamente alpino su terreno sia calcareo che siliceo in associazione<br />
con Dryas sp., Salix sp., ecc., ma anche subalpino negli ontaneti, come riporta<br />
anche Jamoni (1992: 26).<br />
Raccolte/ecologia: già note in bibliografia sia quelle di Favre (cf. sopra) che quelle<br />
234
di Jamoni (1991: 25; 1992: 26).<br />
Exsiccata: in parte nell'Erbario del Gruppo MicologicoA.M.B. di Fara Novarese<br />
con riferimento n. 2269, raccolta del 14-VIII-1991, legit P.G. Jamoni (Riferimento<br />
cartografico 071 II (lGMI 25000AlagnaValsesia); in parte, stessa raccolta,<br />
in MCVE n. 679.<br />
Osservazioni<br />
Questa varietà non è accettata dai maggiori specialisti del genere Helvella (Dissing<br />
e Hatfner) che la relegano fra i sinonimi di Helvella corium (O. Weberb.) Massee.<br />
Ciò che ci fa propendere per il mantenimento della sua autonomia, almeno a<br />
livello varietale, è la misura della larghezza sporale assai più ampia rispetto al<br />
typus. Questo carattere ci induce a ritenere l'entità ben distinta in quanto è noto<br />
che la larghezza delle spore è fra i parametri meno influenzabili dalla variabilità<br />
specifica. Ne consegue che in questo contesto una larghezza più ampia di 2 /-lm<br />
produce una modifica anche nella morfologia sporale: le spore nel typus sono<br />
infatti oblunghe, in varo macrosperma appaiono ellissoidi.<br />
Macroscopicamente si può solo rimarcare la taglia piccola e la rarità di questa<br />
variante.<br />
I motivi che ci hanno spinto a proporrere questa ricombinazione sono di ordine<br />
puramente nomenclatoriale; Favre (l.c.) ha descritto questa specie come variante<br />
di H. arctica Nannf., in realtà quest'ultimo taxon è ora unanimamente considerato<br />
sinonimo di H. corium (O. Weberb.) Massee, quindi si imponeva il collegamento<br />
con la giusta entità.<br />
Recentemente Fellner & Landa (1991 ) hanno elevato a livello di rango specifico<br />
questa varietà, evidentemente per un concetto di specie assai ristretto. Questa<br />
operazione non ci sembra sufficientemente giustificata e preferiamo rimanere,<br />
almeno a livello di status, sulle posizioni del Maestro svizzero.<br />
Principali riferimenti bibliografici: 21 - 22 - 36 - 37.<br />
H elvella solitaria p. Karsten<br />
Bidrag till Kannedom afFinlands Natur och Folk, utgifna afFinskaVetenskaps-Societeten,<br />
Nittonde Haftet: 37, 1871.<br />
Peziza solitaria P. Karst., Not. Sallsk. F. Fl. Fenn. F6rh. lO: 111, 1869 (nom.<br />
inv., omonimo posteriore illegittimo diPeziza solitaria Schwein., Trans.Amer.<br />
Phil. Soc. 4: 175, 1834).<br />
Peziza helvelloides Quél., Mém. Soc. Montbéliard, Sér. 2, 5: 391,1873. Non<br />
Peziza helvelloides Lasch, Bot. Zeitschr.: 876,1846 (fide Dissing, 1966a: 75).<br />
Non Peziza Helvelloides Fr., Summa Veg. Scand. 2: 348, 1849 (= Helvella<br />
ephippium Lév.).<br />
Helvella queletii Bres., Rev. Myc. 4: 211, 1882.<br />
Helvella calyciformis Battarra: Fr., Syst. Mycol. II: 45, 1822 ss. Quélet, Ench.<br />
Fungorum: 275,1886; non ss. str. Fries [=Helvella acetabulum (L. : Fr.) Quél.].<br />
Helvella bulbosa (Hedw. : Fr.) Massee, Brit. Fung. Fl. 4: 462,1895 ss. Massee<br />
non Fries.<br />
Helvella dupainii Boud., Bull. Soc. Mycol. Fr. 14: 17, pl. 3, fig. 1, 1898.<br />
Cyathipodia dupainii (Boud.) Boud., Icon. Mycol. Liste prélim. p. [2], 1904.<br />
Helvellafaulkneri* E.B. Copel.,Ann. Mycol. 2: 509, tab. 12, fig. 6-7, 1904 (*<br />
235
= come Elvelafaulknerae).<br />
Cyathipodia platypodia Boud., Hist. Class. Discom. Eu.: 39, 1907.<br />
Acetabula platypodia (Boud.) Sacco & Traverso in Sacc., Syll. Fung. 19: 4, 1910.<br />
Macropodiaplatypodia(Boud.)B.O. Dodge,Trans.Wisc.Acad. Sci. 17: 1041,<br />
1914.<br />
Helvella scrobiculata Velen., Ceské Houby 4-5: 898, 1922 (fide Dissing,<br />
1966: 75).<br />
Paxina platypodia (Boud.) Seaver, NorthAm. cup-fungi (Operc.): 203, 1928.<br />
Paxina dupainii (Boud.) Seaver, North Am. cup-fungi (Operc.): 207, 1928.<br />
Helvella queletii Bres. varo alpina R. Heim & Remy, Bull. Soc. Mycol. Fr. 48:<br />
53-74, 1932.<br />
Acetabula queletii (Bres.) Benedix, Kulturpfl. IO: 365, 1962.<br />
- Helvella solitaria P. Karst. fo. caZvxoidea Haffner, Zeitschr. f. Mykol. Suppl.<br />
VoI. 7: 47, 1987 (nom. nud.).<br />
- Helvella solitaria P. Karst. fo. gigantea Haffner, Zeitschr. f. Mykol. Suppl.<br />
VoI. 7: 47-51,1987 (nom. nud.).<br />
- Helvella solitaria P. Karst. fo. minor Haffner, Zeitschr. f. Mykol. Suppl. VoI.<br />
7: 47, 1987 (nom. nud.).<br />
- Helvella solitaria P. Karst. fo. platypodiamaxima Haffner, Zeitschr. f. Mykol.<br />
Suppl. VoI. 7: 47,1987 (nom. nud.).<br />
- Helvella solitaria P. Karst. fo. trilobata Haffner, Zeitschr. f. Mykol. Suppl.<br />
VoI. 7: 47,1987 (nom. nud.).<br />
Inquadramento tassonomico: Ascomycota,<strong>Ascomycete</strong>s, Pezizales, Helvellaceae,<br />
Helvella L. 1753 emendo Nannf. 1937. Sect. Solitariae Haffner 1987.<br />
Diagnosi originale:<br />
Pileus cupulatus, hemisphaericus, demum dilatatus,fuscescens, siccus nigrescente<br />
fuscus, extus cinerascens, farinaceo-squamulosus, latit. circiter 1 cm. Stipes<br />
costatus, farinaceus, pallescenti-albus, altit. circiter 2 mm., crassit. 1 mm. Asci<br />
cylindracei, longit. 150 mmm. (pars spori!), crassi!. 12 mmm. Sporae<br />
monostichae, ellipsoideae, longit. 14-16 mmm., crassit. lO mmm.,guttuia unica<br />
foetae. Paraphyses numerosae, apicem versus incrassatae, crassit. (apice) 4-6<br />
mmm.<br />
Syn. Peziza solitaria Karst. Monogr. P. 111.<br />
Hab. Unicum specimen ad terram humoso-arenosam in margine rivuli prope<br />
Mustiala mense Septembri repertum.<br />
Nel protologo sono espresse le seguenti osservazioni:<br />
Praecedenti nec non Pezizae bulbosae (Hedw.) Fr. Syst. Myc. II, p. 57, a qua<br />
stipite profunde sulcato, non bulboso aliisque notis recedit, proxima.<br />
Descrizione<br />
Ascocarpo: ciatiforme-stipitato, largo 10-50 mm (2-8 cm Dissing, 1966a: 74) e<br />
alto 25-90 mm (fino a 13,8 cm Haffner, 1987: 48).<br />
Cappello alto di solito circa 1/3 dell'altezza totale, ciatiforme, più o meno compresso<br />
lateralmente, lobato, anche cupuliforme talora sino ad ephippioide, margine<br />
solitamente revoluto, sino a reflesso in esemplari maturi; bordo sottile, intero<br />
ma fessurato in età.<br />
Superficie imeniale (la parte superiore) liscia, ondulato-rugulosa in esemplari<br />
236
adulti, di colore brunastro pallido, grigio brunastro, con sfumature talora brunoviolacee.<br />
Faccia illferiore più chiara, grigio-giallo, grigio brunastro pallido, distintamente<br />
granulosa per una forforosità biancastra, evidente specialmente vicino al bordo.<br />
Gambo più O meno flessuoso, largo 2-15 mm (sino a 10,7 x 2, I cm, Hiiffner, Lc.),<br />
talvolta compresso, longitudinalmente solcato-costolato, coste (generalmente da<br />
quattro a sette) non anastomizzate fra loro, basse ed ottuse, che terminano circa<br />
all'inserzione con la faccia inferiore del cappello o poco oltre, la colorazione è<br />
bianca (specialmente alla base), quindi bianco crema, in alto sfumata di grigiastro.<br />
Dissing (Lc.) cita che gli esemplari delle regioni artiche possono essere quasi<br />
senza gambo e i colori sono spesso più scuri.<br />
Spore: 17-21 x 11-13 flm, Q = 1.6, spora media 19 x 12 flm (rispettivamente ± 2<br />
e ± I), ellissoidi, ialine, a parete sottile, con una larga guttula centrale rifrangente<br />
giallo verdastro in H,O e rosso-congo. Una buona percentuale di spore immature<br />
si presenta da subfusiformi a decisamente fusiformi e triguttulate (osservate con<br />
il reattivo di Melzer); questo carattere è raro nel genere Helvella, si riscontra<br />
anche in Helvella dlyadophila Harmaja e Helvella palllstris Peck.<br />
Aschi: 260-320 x 14-18 flm, cilindrici, ottosporici, opercolati, iodio-negativi, base<br />
pleurorinca.<br />
Parajisi: sottili, larghe 2-3 flm, più o meno diritte, sellate, clavate in alto, rigonfie<br />
circa 4-6 flm, non o poco eccedenti gli aschi, ialine ma contenenti un pigmento<br />
brunastro, sia omogeneo che granuloso, localizzato principalmente nella porzione<br />
apicale.<br />
Imellio: 300-320 flm [misura riportata da Hiiffner (Lc.) in 330-370 flm].<br />
Helvella solitaria (Foto E. Bizio)<br />
237
Subimenio: 60 11m circa, costituito da una textura intricata di ife cilindriche molto<br />
agglutinate, larghe 2-4 11m, nel complesso di colore grigiastro.<br />
Excipulum medullare: 300 11m circa, composto da una textura intricata di ife<br />
irregolari, larghe 2-6 11m, settate, ramificate e intrecciate, a parete non molto<br />
spessa (circa 0,5 11m), cilindriche oppure rigonfie, grigiastro chiaro in H 2 0.<br />
Excipulum ectale: 160-200 11m, costituito da una textura globulosa-angularis di<br />
cellule clavate, obpiriformi, subglobose, poligonali, ampie 20-50 x 15-30 11m, a<br />
parete giallastra, spessa fino a 111m. Forforosità costituita da ciuffi di ife allungate<br />
e catenelle di articoli allungato-poligonali di cui l'ultimo clavato, con parete<br />
ialina.<br />
Habitat: da Aprile ad Ottobre di preferenza su terreno calcareo in associazione<br />
con piante di Populus sp, particolarmente P tremula L., ma anche Salix sp., Alnus<br />
sp., Betula sp. ed altre latifoglie, comune anche nei noccioleti (Corylus avellana)<br />
dell'astigiano; in letteratura anche sotto Quercus ilex e Q. pyrenaica (Malençon,<br />
1979: 123). Segnalata inoltre sotto aghifoglie, Bresadola (1882) la descrive sotto<br />
Larix decidua in una foresta di giovani pini.<br />
Raccolte/ecologia: 13/VIII/1994, loc. Vallaccia, AltaVal Monzoni, valle laterale<br />
dellaVal di Fassa, Comune di Soraga di Fassa (TN), legit E. Bizio, 2300 m s.l.m.,<br />
una decina d'esemplari in vari stadi di sviluppo, associati a Salix herbacea; 25/<br />
VIII/1994, Forcella Venegia, Comune di falcade (BL), legit E. Bizio, 2200 m<br />
s.l.m., un solo carpoforo adulto quasi sulla sommità del ripido crinale, esposto a<br />
Nord, vicino a striscianti Salix retusa, sul terreno erboso.<br />
Exsiccata: MCVE n. 680. Riferimento cartografico 045 IV (IGMI 25000 Soraga<br />
di Fassa).<br />
Osservazioni<br />
Questa Helvella è solo occasionale ricorrente nell'ambiente boreale-alpino. Infatti<br />
è specie frequente in altri ambienti, dalla pianura lungo i corsi d'acqua ai<br />
boschi di montagna, al seguito di una grande varietà di piante, anche se i salici ed<br />
i pioppi restano le essenze forestali preferite, ed è appunto fra salici nani che è<br />
possibile rinvenirla nelle microselve alpine. Dalla letteratura si rileva che questa<br />
elvella ha larga distribuzione (per quanto riguarda l'orizzonte oroartico-alpino)<br />
nei paesi nordici scandinavi.<br />
Dissing (l.c.) la inserisce (sub nomen Helvella queletii) nella sez. Macropodes<br />
Dissing, ma questo accorpamento non soddisfa completamente e più tardi Haffner<br />
(l.c.) le dedicherà una nuova sezione, Sect. Solitariae Haffner, inquadramento<br />
che appare più consono e nel quale sono inserite altre due specie affini, H. alpestris<br />
Boud. eH. ulvinenii Harmaja.<br />
Helvella solitaria differisce da Helvella alpestris per una somma di caratteri,<br />
quali un diverso aspetto macroscopico sia nella conformazione che nei colori, ma<br />
anche microscopici, quali la diversa pigmentazione delle catenelle di articoli che<br />
costituiscono la forforosità esterna, gli aschi più corti e più stretti, ecc.<br />
Helvella ulvinenii si caratterizza principalmente per avere i colori della coppa<br />
nerastri e le spore più piccole: 14,5-17 x 10-11,5 11m.<br />
Helvella phlebophora Pat. & Doass., membro della sez. Lacunosae Dissing, presenta<br />
carpofori con il gambo biancastro ugualmente costolato come Helvella solitaria, ma<br />
il cappello sovrastante è curiosamente incurvato verso il basso, con tipica forma<br />
ad ombrello, chiaramente con morfologia opposta a quella di Helvella solitaria.<br />
238
Cb<br />
OO<br />
o<br />
" ,<br />
Q<br />
9<br />
F<br />
A) H. capucina: asco, parafisi; 8) H. alpestris: base asco, parafisl, spore, ife esterne di exc.<br />
ectale; C) H. corium varo macrosperma: spore; D) H. corlum: base asco, spore; E) H. solitaria:<br />
base asco, spara, ife esterne di exc. ectale; F) H. arctoalpina: parafisl, spora, base asco.<br />
239
Schumacher & Jenssen (1992: 21) palesemente controcorrente, descrivono nel<br />
loro lavoro questa specie come Helvella queletiiBres. e listano come "misapplied<br />
name" Helvella solitaria Karst. ss. Harmaja 1977.<br />
Principali riferimenti bibliografici: l - 2 - 3 - 7 - 8 - 9 - 10- Il - 12 - 17 - 18 - 19<br />
- 24 - 25 - 30 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 47 - 55.<br />
Ringraziamenti<br />
Gli Autori sono grati agli amici Emanuele Campo, Pier Giovanni Jamoni e Sergio<br />
Ruini per l'invio di materialefotografico e/o campioni d'erbario che hanno<br />
consentito confronti specifici più ampi; ringraziano inoltre Gianluigi Parrettini<br />
per la cortese revisione del manoscritto.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
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7) Boudier J.L.E. "1905-1910" - 1904-1911: Icones Mycologicae ou lconographie<br />
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