Barcelona & Catalunya City & Design Report 2005-2006
Barcelona & Catalunya City & Design Report 2005-2006
Barcelona & Catalunya City & Design Report 2005-2006
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B a rcelona & <strong>Catalunya</strong><br />
<strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong><br />
Barcellona, capitale internazionale del design<br />
«<strong>Design</strong>ed in <strong>Barcelona</strong>»: 6 scuole, 22 studi, 10 aziende<br />
Il museo ideale: 73 specialisti votano<br />
il design progettato e prodotto in Catalogna<br />
Generalitat de <strong>Catalunya</strong><br />
Institut Català<br />
de les Indústries Culturals UMBERTO ALLEMANDI & C.<br />
IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Città e <strong>Design</strong><br />
IL GI O R N A L E D E L L’AR C H I T E T T U R A<br />
BARCELONA & CATALUNYA<br />
CITY&DESIGN<br />
REPORT <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong><br />
2-3 Città e <strong>Design</strong><br />
4-5-6 Il museo immaginario<br />
7 Editoria<br />
8-9 Scuole<br />
10-11 <strong>Design</strong>er<br />
12-13 <strong>Design</strong><br />
14-15 Produttori<br />
16 Prodotti<br />
17 Promozione<br />
18 Ambiente e trasporto<br />
19 Commercio e turismo<br />
20 Patrimonio<br />
21 Musei<br />
22-23 Architettura e <strong>Design</strong><br />
24 Agenda<br />
La città e il suo design<br />
Perché un <strong>Report</strong> su Barcellona e il suo<br />
design nel <strong>2005</strong>? Perché la capitale catalana<br />
è da oltre vent’anni protagonista sulla<br />
scena internazionale nel design architettonico,<br />
industriale, urbano, a ben vedere l’unica<br />
città europea che ha saputo affiancarsi come<br />
referente per la qualità e la varietà delle sue trasformazioni<br />
(non solo nel design) a capitali<br />
affermatecomeBerlino,Londra,Milano,Parigi.<br />
Questo <strong>Report</strong>, il primo di una serie dedicata<br />
alle città protagoniste dell’architettura<br />
e del design, propone un’analisi critica delle<br />
trasformazioni per raccontare il «sistema design»<br />
a Barcellona e in Catalogna: le sue caratteristiche,<br />
le sue eccellenze, le sue debolezze,<br />
ilsuovalorestrategico,l’incidenzadei progettisti<br />
nella produzione industriale, nell’architetturapubblicaeprivata,ilturismo,lacrescita<br />
culturale e materiale della società, il ruolo<br />
delle scuole, delle istituzioni, del patrimonio,<br />
la proiezione fuori confine delle aziende<br />
catalane, le eccellenze straniere in Catalogna.<br />
Il modello giornalistico adottato evita le formule<br />
precostituite e gli stereotipi con i quali i<br />
media spesso descrivono Barcellona, soprattutto<br />
non rinuncia alla critica ed alla riflessione.<br />
Abbiamo scosso l’albero della vita (la città<br />
in azione) e osservato i frutti raccolti, i fatti<br />
e le opinioni, non necessariamente concordi,<br />
per offrire una visione rappresentativa della<br />
città nel suo divenire. Le recenti realizzazioni,<br />
i progetti in corso e la vivacità dei professionisti<br />
interpellati confermano lo straordinario<br />
dinamismo di questa città. «<strong>City</strong> & <strong>Design</strong>»<br />
è un viaggio a Barcellona, anzi di Barcellona,<br />
perché la città è raccontata in viva voce<br />
dai suoi protagonisti. Attraverso questo<br />
giornale le loro opinioni circoleranno.<br />
Alessandro Allemandi Miró, direzione<br />
Claudia Carello, grafica<br />
Elena Formia, redazione<br />
Silvia Infusino, redazione<br />
Luca Mesini, grafica<br />
Imma Trias, traduzioni<br />
Isabella Vergnano, editing<br />
Le interviste sono state realizzate da A.A.M.<br />
La foto di copertina è di Michele Bonino<br />
Ringraziamenti<br />
Anna Butí Marià Marín i Torné<br />
Pia Subias Pujadas Ricard Vaccaro<br />
Edizione italiana 25.000 copie<br />
Edizione inglese 5.000 copie<br />
«<strong>City</strong> & <strong>Design</strong>»<br />
è pubblicato con il supporto dell’ICIC,<br />
Institut Català de les Indústries Culturals<br />
Generalitat de <strong>Catalunya</strong><br />
Institut Català<br />
de les Indústries Culturals<br />
«<strong>City</strong> & <strong>Design</strong>» è una produzione di<br />
«Il Giornale dell’Architettura» © <strong>2005</strong><br />
Società Editrice Umberto Allemandi & C. spa<br />
allegato al n. 35, dicembre <strong>2005</strong><br />
UMBERTO ALLEMANDI & C.<br />
TORINO ~ LONDRA ~ VENEZIA ~ NEW YORK<br />
www.allemandi.com<br />
Per capire Barc e l l o n a : o p i n<br />
Un architetto, un designer, un economista, un filosofo, uno storico e un urbanista descri v<br />
Comfort a Barcellona Intervista con Rafael Argullol<br />
Il termine design, in Spagna e in Catalogna,<br />
negli ultimi venticinque anni ha<br />
assunto un doppio significato: da un lato<br />
quello che possiamo chiamare l i g h t, equiparato<br />
all’ornamentazione e alla decorazione,<br />
a una dimensione esteriore del termine.<br />
Dall’altra il design visto in una prospettiva<br />
di integrazione di diverse pratiche artistiche<br />
di compromesso sociale ed estetico. A Barcellona<br />
c’è stata una grande confusione tra<br />
queste due dimensioni. Negli anni ottanta<br />
ebbe inizio una sorta di spoglio sistematico<br />
della memoria visiva della città. L’apertura<br />
verso il mare, che avrebbe potuto essere<br />
integrante, penso sia invece caduta nella retorica.<br />
Si eliminò una memoria visiva che<br />
aveva un significato storico, sostituendola<br />
con una struttura superficiale. Considero<br />
questa dimensione del design pericolosa<br />
perché basata su una concezione di modernità<br />
o di postmodernità che è risultata assai<br />
sterile e annichilente. Questo è successo in<br />
tutta Europa, e a Barcellona in maniera<br />
molto chiara. La seconda dimensione del<br />
design, quale elemento integratore, armonizzante,<br />
dove utilità e bellezza sono in<br />
equilibrio, ha dato apporti molto<br />
positivi negli ultimi vent’anni.<br />
C’è stato un momento<br />
privilegiato nel<br />
quale Barcellona ha saputo<br />
raggiungere un’armonia<br />
tra design e urbanistica.<br />
Una grande<br />
urbanistica ha<br />
segnato la città<br />
fin dal X I X s e-<br />
colo: l’integrazione<br />
tra la città<br />
di radice<br />
m e d i o e v a-<br />
le con la<br />
nuova città borghese. Questo disegno è così<br />
potente che riesce a superare la depredazione<br />
di epoca franchista. Con le amministrazioni<br />
democratiche, la città ha potuto<br />
contare su un ottimo direttore urbanistico<br />
che ha segnato l’epoca dello sviluppo olimpico,<br />
Oriol Bohigas, che ha saputo leggere<br />
la storia della città con grande efficacia. La<br />
cosa più preoccupante, a Barcellona e in<br />
tutta Europa, a eccezione dei paesi nordici,<br />
è che non ci sono stati negli ultimi cinquant’anni<br />
buoni costruttori di habitat<br />
umano, di residenze. A Barcellona si possono<br />
trovare edifici singolari molto interessanti,<br />
ma pochi edifici residenziali significativi.<br />
È un problema di tutta l’Europa.<br />
Di Barcellona vai a vedere l’epoca<br />
medioevale, l’architettura borghese di fine<br />
Ottocento, fino agli anni venti, massimo<br />
quaranta, dopo non c’è più nulla. Non si<br />
può dire che le piazze siano ciò che di più<br />
bello c’è a Barcellona, se comparate con la<br />
grazia storica di quelle italiane. È fallito<br />
l’incrocio tra urbanistica e costruzione di<br />
residenze e il consuelo de tontos è<br />
che fallisce in tutta Europa.<br />
Perché, a partire dagli anni trenta<br />
del secolo scorso, si rompe totalmente<br />
la continuità fisica anche<br />
nelle città storiche e proliferano<br />
le periferie dure, inab<br />
i t a b i l i ?<br />
Ho una doppia risposta: quella architettonico-sociale<br />
è che il funzionalismo, principale<br />
linguaggio dell’avanguardia, ha una<br />
ragione d’essere agli inizi, quando si tratta<br />
di dare una casa agli operai, ma finisce per<br />
diventare il prototipo preferito dalla speculazione<br />
urbanistica. Ciò che era esperimentofunzionalistaeottienerisultatifinoaglianni<br />
quaranta, a partire dai cinquanta si converte<br />
nel prototipo che i promotori immobiliari<br />
di turno collocano in tutta la città. La<br />
risposta estetico-architettonica, collegata<br />
con la precedente, è l’odio per la curva. Dal<br />
«A Barcellona e in tutta Europa, non ci sono stati negli ultimi<br />
cinquant’anni buoni costruttori di habitat umano»<br />
momento in cui si consolida l’idea che la linearettatraduepunti<br />
èpiù economicaefunzionale,<br />
si dimentica il carattere rivoluzionario<br />
della curva. Con la curva non si può<br />
speculare tanto. Due o tre generazioni di architetti,<br />
alcuni con le migliori intenzioni sociali<br />
e utopiche, non sanno lavorare la curva<br />
e per questo, alla fine del X X secolo, si<br />
scopre che Gaudí era architetto all’avanguardia.<br />
Senza il gioco tra curva e retta non<br />
può esserci bellezza nell’habitat dell’uomo,<br />
«Il fattore fondamentale del comfort a Barcellona è la relazione<br />
amorosa, a una scala molto umana, con la città»<br />
e con il funzionalismo in mano alla speculazione<br />
generalizzata neanche. Il principio<br />
dell’ornamento come delitto, concetto lodevole<br />
come reazione alla saturazione precedente,<br />
in mano agli speculatori della seconda<br />
metà del Novecento ha prodotto queste<br />
specie di carceri ripetute all’infinito.<br />
Il design in Catalogna: un’analisi critica di Jordi Montaña<br />
Il design è cosa importante in Catalogna<br />
e ancora di più a Barcellona. Barcellona<br />
è una città che vive con il design. Le sue<br />
piazze, luoghi pubblici, bar, ristoranti, discoteche<br />
sono ben progettati. Il 2003 fu<br />
l’Anno del <strong>Design</strong>, che coincise con il centenario<br />
della fondazione del FA D ( F o m e n t<br />
de les Arts Decoratives), un’istituzione che<br />
s’incarica della promozione culturale del<br />
design. L’Anno del <strong>Design</strong> fu patrocinato<br />
con un importante finanziamento dal governo<br />
spagnolo, dal governo catalano e dal<br />
governo della città di Barcellona (a quell’epoca<br />
eranoal poterenelletreistituzioni maggioranze<br />
politiche rivali tra loro, ma si stabilirono<br />
ugualmente un accordo e una collaborazionenonabituali)elacerimoniadella<br />
sua inaugurazione fu presieduta dal principeFelipe.Cisono<br />
migliaia distudentinegli<br />
oltre ottanta corsi collegati al design che<br />
si tengono in scuole e università pubbliche<br />
e private e che garantiscono l’approvvigionamento<br />
didesigner per moltianni.Escuole<br />
private come EL I S A V A oEI N A, che inizarono<br />
la loro attività negli anni sessanta, e<br />
università pubbliche come la Universitat<br />
Politècnica de <strong>Catalunya</strong>, che hanno attivato<br />
corsi di design più recentemente. Perfino<br />
l’ES A D E, una prestigiosa business school<br />
internazionale, ha una cattedra di <strong>Design</strong><br />
Management. Oltre al FA D, che raggruppa<br />
diverse associazioni e conta centinaia di<br />
associatiealcuneaziendepatrocinatrici,esiste<br />
dal 1973 la Fundació BC D ( B a r c e l o n a<br />
Centre de Disseny), un’organizzazione<br />
senza scopi di lucro per la promozione<br />
BA RCELL ON A<br />
Abitanti in città (2003): 1.582.738<br />
Abitanti nella regione metropolitana (2003):<br />
4.618.257<br />
Superficie della città: 100,95 kmq<br />
Altitudine: 13 m<br />
Lunghezza litorale: 13,2 km<br />
Lunghezza delle spiagge: 4,2 km<br />
Giardini e parchi urbani: 66 (538,6 ettari)<br />
Temperatura media annuale: 20 °C<br />
Musei: 51<br />
Cinema (prima visione): 212<br />
Teatri: 45<br />
Fiere e saloni (2004): 47<br />
Studenti università (2002-2003): 185.736<br />
Studenti dottorato (2002-2003): 10.437<br />
A rc h i t e t t u re patrimonio dell’umanità:<br />
La Pedrera, Parc Güell, Palau Güell,<br />
Palau de la Música Catalana,<br />
Hospital de la Santa Creu i Sant Pau<br />
CONTINUA A PAG. 22, I COL.<br />
del design nelle<br />
aziende patrocinate<br />
dalla Cambra<br />
de Comerç,<br />
Indústria i Navegació<br />
de <strong>Barcelona</strong>,<br />
la Generalitat<br />
de <strong>Catalunya</strong><br />
e l’Ajuntamentde<strong>Barcelona</strong>.<br />
Il BC D o r-<br />
ganizza annualmente<br />
con il Ministero<br />
d’Industria<br />
spagnolo i «Premios Nacionales» de<br />
Diseño,che vengono consegnatiinuna cerimonia<br />
pubblica da un membro della famiglia<br />
reale. Anche il FA D e le sue associazioni<br />
hanno i loro premi (i premi FA D<br />
di architettura, i premi Delta di design industriale,<br />
i premi Laus di design grafico),<br />
le cui cerimonie di consegna sono molto<br />
popolari e hanno una notevole ripercussione<br />
mediatica. I principali quotidiani<br />
catalani trattano sovente temi di design e<br />
CONTINUA A PAG. 14, III COL.<br />
2
Città e <strong>Design</strong><br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
i nioni a confronto<br />
i vono le trasformazioni della capitale catalana, nel presente, tra passato e futuro<br />
L’internazionalizzazione catalana di Daniel Giralt-Miracle<br />
Nonostante la Catalogna sia stata, nel<br />
contesto spagnolo, pioniera nella rivoluzione<br />
industriale del X I X s e c o l o ,<br />
creando le condizioni per lo sviluppo di<br />
un design proprio, il trauma della guerra<br />
civile e l’autarchia imposta dal franchismo<br />
interruppero i progetti iniziati nel campo<br />
del design e dell’architettura dagli entusiasti<br />
razionalisti catalani capitanati da J. L.<br />
Sert e dal GATEPAC (1930-1936). Se alla<br />
Triennale di Milano del 1951 e del 1954,<br />
all’Interbau di Berlino del 1957, all’Esposizione<br />
universale di Bruxelles<br />
del 1958 o all’Esposizione mondiale<br />
di New York del 1964, la<br />
Spagna era rappresentata dall’architettura<br />
di Coderch e<br />
Vázquez Molezún, la pittura di<br />
Millares e Tápies, il design di<br />
Correa o Cumella, all’interno<br />
veniva emarginata<br />
ogni tipo di iniziativa<br />
dei progettisti, i quali riuscirono<br />
a stabilire comunque<br />
contatti internazionali.<br />
Tra questi, quelli realizzati dall’architetto<br />
Antoni de Moragas, che invitò<br />
a Barcellona Alberto Sartoris, Alvar<br />
Aalto, Bruno Zevi e Nikolaus Pevsner per<br />
tenere conferenze e riflettere sull’opportunità<br />
di fondare un organismo dedicato alla<br />
diffusione del design.<br />
Quest’ultimo venne istituito nel 1960 grazie<br />
all’appoggio di Gio Ponti, allora direttore<br />
della rivista «Domus», per mano delcitato<br />
de Moragas e di Alexandre Cirici, Ermengol<br />
Passola, André Ricard, Oriol Bohigas<br />
e Ramon Marinello, tra gli altri.<br />
Mi riferisco all’AD I- FA D, raggruppamento<br />
di design industriale integrato<br />
nello storico Foment de les<br />
Arts Decoratives,che erastato creato<br />
nel 1903. Obbligatorio citare il<br />
nome di André Ricard,<br />
che scoprì il designdurantela<br />
sua<br />
formazione a<br />
Londra presso la<br />
British Industries<br />
Fair nel 1951.<br />
Un governo per il design<br />
di André Ricard<br />
In Catalogna non manca niente, eccetto<br />
la convergenza tra le parti. Non esiste un<br />
organismo in grado di orchestrare tutto ciò<br />
che si riferisce al design. Il mondo del design<br />
ha spaventato gli imprenditori perché<br />
ha dato una rappresentazione superficiale<br />
di sé. Il design è invece uno strumento che<br />
la società collettiva possiede per migliorare<br />
le cose più intime, quelle che utilizziamo<br />
ogni giorno, e che non sono solo mobili o<br />
lampade. È come la medicina: ha valore<br />
quella che migliora la salute. Ci sono cose<br />
che non funzionano e non si parla di risolverle.<br />
Molti giovani che escono dalle scuole<br />
credono che il design sia quello ludico.<br />
Difendere un altro tipo di design è un<br />
duro sforzo, bisogna andare controcorrente.<br />
Io provo a far vedere<br />
un oggetto che funziona bene,<br />
austero, che soddisfi con discrezione<br />
e pochi mezzi. Avrebbe<br />
successo una scuola che si imponesse<br />
di fare un design razionale,<br />
riflessivo, responsabile? È più<br />
pratico aprirsi al design divertente<br />
e introdurre piccole<br />
dosi dell’altro piuttosto<br />
che fare una scuola au-<br />
Intervista con Oriol Bohigas<br />
Aottobre è iniziata la tappa finale del<br />
progetto del Museo del design dopo<br />
due anni d’interruzione, voluta dall’Ajuntament<br />
per modificare la struttura urbanistica<br />
della piazza, che aveva in precedenza<br />
approvato. La consegna del progetto definitivo<br />
è prevista entro l’estate del <strong>2006</strong> e immediatamente<br />
dopo dovrebbero incominciare<br />
i lavori.<br />
Che aspetto avrà la Plaça de les Glòries?<br />
Adesso tutto è definito: verrà demolito l’anello<br />
circolare sopraelevato e la nuova piazza<br />
si svilupperà a quota zero, ricucendo la<br />
maglia urbana dell’E i x a m p l e di Cerdà sosteracomeun’accademia<br />
socratica e poi doverla<br />
chiudere perché alla gente non interessa.<br />
Il miglior design catalano del X X s e-<br />
colo è stato fatto da piccole aziende il cui<br />
proprietario si sentiva mosso dalla necessità<br />
di procedere per quella strada. Molti oggetti<br />
degli anni sessanta e settanta sono ancora<br />
sul mercato perché hanno risolto un<br />
problema con una forma corretta. Il futuro<br />
Museo del design dovrà essere la sede di un<br />
organismo che coordini gli sforzi e le volontà<br />
dell’educazione, della promozione,<br />
della relazione con l’esterno, il punto d’incontro<br />
per realizzare le cose in modo sistematico.<br />
Non so se le attività del FA D o del<br />
BC D sono pensate in funzione di una politica<br />
globale del design in Catalogna:<br />
ciascuno ha problemi di sopravvivenza<br />
economica, sono organizzazioni<br />
costrette, come le scuole, a<br />
ignorarsi a vicenda, tranne quando<br />
la convergenzasuqualchetemaconviene<br />
a tutti. Le istituzioni dovrebbero<br />
unire i loro sforzi<br />
e agire insieme dentro un<br />
gesto politico globale.<br />
AN D R É RI C A R D<br />
D e s i g n e r<br />
Il suo interesse appassionato verso questa<br />
disciplina lo portò negli Stati Uniti, dove<br />
incontrò Raymond Loewy nel 1956, e a<br />
Stoccolma nel 1959 per partecipare al primo<br />
Congresso dell’ICSID (International<br />
Council of Societies of Industrial <strong>Design</strong>),<br />
organismo del quale diventerà vicepresidente.<br />
Al suo ritorno a Barcellona,<br />
Ricard si vincolò all’ADI-FAD, diventandone<br />
presidente, organizzò conferenze,<br />
corsi e mostre che ottennero una grande risonanza<br />
nell’ambiente culturale barcellonese.<br />
Gli anni sessanta, i più appassionanti<br />
del design catalano, coincisero con la trasformazione<br />
dei laboratori artigianali in<br />
piccole industrie del design e l’arrivo di alcune<br />
multinazionali (Olivetti, Siemens,<br />
Philips, Fiat/Seat, Braun, ecc. Il grande<br />
avvenimento fu l’istituzione nel 1961 dei<br />
premi Delta, e grandi protagonisti del design<br />
europeo, Bill, Albini, Peressutti,<br />
Bonsiepe, Zanuso, Rams, Colombo,<br />
Sapper, Hollein, Magistretti, Baudrillard,<br />
Scarpa, Aulenti, Burkhard, ecc.) furono<br />
convocati come membri della giuria nelle<br />
diverse edizioni del premio. Questo periodo<br />
di grande dinamismo propiziò la nascita,<br />
seguendo i paradigmi del Bauhaus e<br />
la HFG di Ulm, di scuole specializzate<br />
(Massana, Elisava, Eina) che invitarono a<br />
tenere lezioni magistrali a Eco, Dorfles o<br />
Baudrillard. L’euforia di questa situazione<br />
motivò i suoi protagonisti a continuare<br />
a lavorare nella direzione intrapresa, e Ricard<br />
suggerì ai membri dell’ADI-FAD di<br />
presentare la candidatura di Ibiza (Baleari)<br />
come sede del 7° congresso ICSID, nel<br />
1971. Egli propose di preparare un con-<br />
CONTINUA A PAG. 6, I COL.<br />
Les Glòries del disseny<br />
Gli effetti<br />
perversi<br />
del successo<br />
di Jordi Borja<br />
Le trasformazioni di Barcellona negli ultimi<br />
venticinque anni sono il risultato<br />
di un processo, benché ci sia la tendenza ad<br />
analizzare ciò che accade nelle città a partire<br />
da edifici singolari, mentre l’importanza<br />
di questi ultimi è quella di accelerare il consolidamento<br />
di azioni che si sviluppano con<br />
continuità. Quando si parla della città della<br />
seconda metà del X I X secolo, ad esempio, si<br />
focalizza l’attenzione sull’Esposizione universale<br />
del 1888, ma essa fu importante perché<br />
era in atto il P l a Cerdà che dagli anni<br />
sessanta stava trasformando radicalmente<br />
l ’E i x a m p l e. Quella del Fòrum è una grande<br />
operazione urbanistica in un luogo strategico,<br />
la Diagonal, e continua il consolidamento<br />
del w a t e r f r o n t, la continuità della v i l.l a<br />
«Stiamo passando, quasi senza<br />
accorgerci, da un’architettura e<br />
un’urbanistica per i cittadini a<br />
una cultura degli edifici singolari»<br />
o l í m p i c a insieme ad operazioni complementari.<br />
È una nuova centralità in un contesto<br />
di pessima urbanizzazione, di quartieri difficili<br />
come La Mina. L’obiezione è quella di<br />
aver fatto una specie di parco tematico per<br />
congressi e fiere, in un ’e n-<br />
c l a v e che rischia di d i-<br />
ventare un cul de sac a n-<br />
ziché un luogo di riqualificazione.<br />
La politica<br />
degli spazi pubblici<br />
degli ultim i<br />
CONTINUA<br />
A PAG. 23,<br />
III COL.<br />
pra una strada e un parcheggio sotterranei.<br />
Questo cambiamento ha ridotto lo spazio<br />
per l’edificazione del museo ma ha offerto il<br />
vantaggio di costruire un edificio su un terreno<br />
rettangolare, costruttivamente più economico<br />
eomogeneo. La piazza sarà un parco.<br />
Il museo avrà due ingressi, uno sulla<br />
piazza verso la città e l’altro verso il mare,<br />
coprendo un dislivello di 7 metri. Il fronte<br />
dell’edificio verso la piazza avrà uno sbalzo<br />
importante sulla strada per dare un’introduzione<br />
urbana al museo e mordere lo<br />
spazio pubblico e di fronte ci sarà una stazione<br />
per il tram e gli autobus.<br />
Come sarà l’architettura del museo?<br />
L’edificioavrà23.000 mq esettelivelli. Sotto<br />
la quota della strada ci saranno le sale per<br />
la collezione permanente e per le<br />
grandi mostre, i magazzini e le<br />
installazioni tecniche. Alla<br />
quota della strada, la grande<br />
hall, che non sarà solo luogo<br />
di accoglienza ma potrà ospitare<br />
attività puntuali. Nei piani<br />
alti, una sala conferenze, due sale<br />
più piccole per esposi-<br />
CONTINUA<br />
A PAG. 21, I COL.<br />
3
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Il museo immaginario<br />
I magnifici 107: la collezione è questa<br />
V O T I Le scelte di 73 professionisti catalani<br />
46 O l i e r a,Rafael Marquina, Mobles 114 (pro d u t t o re attuale), 1961<br />
26 Sedia To l e d o, Jorge Pensi, Amat-3, 1988 P o s a c e n e re Copenhague, André Ricard, Mobles 114,<br />
1966<br />
17 El Cobi, Javier Mariscal, Estudio Mariscal, 1988<br />
15 Lampada TM C, Miguel Milá, Bd Ediciones de Diseño,1960 (1983)<br />
9 Lampada Coderc h, José Antonio Coderch de Sentmenat, Mlb Coderch, 1957 Lampada TM M,<br />
Miguel Milá, Santa & Cole Ediciones de Diseño, 1961 Sedia Va r i u s, Oscar Tusquets Blanca, Bd<br />
Ediciones de Diseño, 1984 (2004)<br />
8 Chupa Chups, Enric Bernat, Chupa Chups, 1958 P o l t rona Bkf/Butterf l y, Antoni Bonet<br />
Castellana, Juan Kurchan, Jorge Ferr a r i - H a rd o y, Knoll, 1938-1939<br />
6 Temple Expiatori de la Sagrada Família, Antoni Gaudí, 1883-1926 Motocicletta Impala,<br />
Leopoldo Milá, Montesa, 1962 Moto da trial Cota 247, Leopoldo Milá, Montesa, 1968<br />
5 Pavimento idraulico, Antoni Gaudí, Escofet 1886, 1904-1906 (1997) «Banco Catalano»,<br />
Oscar Tusquets e Lluís Clotet, Bd Ediciones de Diseño,1974<br />
4 Sgabello Jamaica, Pepe Cortés, Amat-3, 1991 P o l t rona Calvet, Antoni Gaudí, Bd Ediciones de<br />
Diseño, 1902 (1976) Sgabello Duplex, Javier Mariscal, Bd Ediciones de Diseño, 1980<br />
Lampada Gira, Josep M. Massana, Josep M. Tremoleda e Mariano Ferre r, Mobles 114, 1981<br />
3 Scarpe Pelotas, Camper, Coflusa, 1995 Sedia Calvet, Antoni Gaudí, Bd Ediciones de Diseño, 1902<br />
Casa Milà «La Pedre r a »,Antoni Gaudí, 1906-1912 F regona «Meri», Manuel Jalón Coro m i n a s ,<br />
Manufacturas Rodex s.a., 1956 (il secchio con lo strizzatore sembra che sia stato disegnato da Joan<br />
Gunfaus Navarro e prodotto dall’azienda Mery nel 1959) Automobili e camion Pegaso<br />
2 Treni RE N F E, Associate <strong>Design</strong>ers (Ramon Bigas e Pep Sant), Renfe P o l t rona Barc i n o,Joan<br />
Casas i Ortinez, Indecasa, 1964 Lampione Lamparaalta, Beth Galí e Màrius Quintana, Santa &<br />
Cole Ediciones de Diseño, 1987 Panca Casa Calvet, Antoni Gaudí, Bd Ediciones de Diseño,<br />
1902 Casa Batlló, Antoni Gaudí, 1904-1906 Sedia Casa Batlló, Antoni Gaudí, Bd Ediciones<br />
de Diseño, 1906 (1975) Seat Ibiza, Giorgio Giugiaro e Centro Técnico Seat, 1990 S g a b e l l o<br />
F re n e s í, Grup Transatlàntic (Ramon Benedito, Lluís Morillas e Josep Puig), Akaba, 1986 Vo l t a<br />
c a t a l a n a,Guastavino Company Automobili Hispano Suiza, équipe di ingegneri della Hispano<br />
Suiza presieduta da Art u ro Suqué Minipimer Mr2, Gabriel Lluelles, Pimer poi Braun Española,<br />
1960 Sedia Barc e l o n a, Ludwig Mies van der Rohe, Knoll, 1929 Padiglione per<br />
l’Esposizione internazionale di Barc e l l o n a, Ludwig Mies van der Rohe, 1929 Panchina Neoro<br />
m á n t i c o, Miguel Milá, Santa & Cole Ediciones de Diseño, 1995 Appendi abiti Ona, Carles<br />
R i a rt e Montse Padrós, Mobles 114, 1992 P rograma Aire, Gabriel Teixido Sabater, Aridi, 2003<br />
Sedia Gaulino, Oscar Tusquets Blanca, Cjc Concepta, 1987<br />
1 Ristorante Bulli di Ferran Adrià Tavolo Sevilla, Pep Bonet e Cristian Cirici, Bd Ediciones de<br />
Diseño, 1975 Complesso olimpico, Santiago Calatrava, Atene 2004 Torre telecomunicazioni,<br />
Santiago Calatrava, Barcellona 1992 Espardenya, Isabel Castañer, Espadrilles Banyoles<br />
s.l., (anno a seconda del modello) <strong>Design</strong>jet 750 C, Cdn (Competitive <strong>Design</strong> Network), Hewlett<br />
Packard, 1994 Poltrona Barceloneta, Federico Correa e Alfonso Milá, Santa & Cole Ediciones<br />
de Diseño, 1954 (1994) Salivasofa/Dalilips, Salvador Dalí e Oscar Tusquets, Bd Ediciones de<br />
Diseño, 1972 (2004) Hospital de la Santa Creu i Sant Pau, Lluís Domènech i Montaner,<br />
Barcellona 1901-1912 Flying Carpet, Emiliana <strong>Design</strong> Studio (Ana Mir e Emili Padrós), Nani<br />
Marquina, 2002 Las juanolas, Manuel Juanola Reixach, Farma Lepori, 1906 Lampada da<br />
tavolo Fortuny, Mariano Fortuny, Écart Internationale, 1907 Lampada Calder, Enric Franch,<br />
Metalarte, 1975 Barca Syl, Germán Frers, Barcos Deportivos, 2002 Amplificatore At-240,<br />
Galí, Bernal e Isern, Vieta Audioelectrónica, 1969 Piantana Gatcpac, GATCPAC, Santa & Cole<br />
Ediciones de Diseño, 1934 Sedia Güell, Antoni Gaudí Panca Casa Batlló, Antoni Gaudí, Bd<br />
Ediciones de Diseño, 1906 Maniglie in ottone dorato, Antoni Gaudí, Bd Ediciones de Diseño<br />
Panca di Parc Güell, Antoni Gaudí, 1911-1913 Parc Güell, Antoni Gaudí, 1900-1914<br />
Grafica per i libri di Alianza Editorial, Daniel Gil Treno articolato leggero Talgo,<br />
Alejandro Goicoechea, Talgo, 1941 Confezioni di sapone Maja di Myrurgia, Eduard Jener,<br />
Myrurgia, 1918 Panchine Aero, Alberto Lievore, Jeannette Alter e Manuel Molina, Sellex, 2001<br />
Sedia Catifa, Alberto Lievore, Jeannette Alter e Manuel Molina, Arper, <strong>2005</strong> Sofa Premier,<br />
Alberto Lievore, Perobell, 1985 Poltrona Manolete, Alberto Lievore, Perobell, 1988 Sedia<br />
Rothko, Alberto Lievore, Indartu, 1989 Super Robot Mvn, Gabriel Lluelles, Taurus Sedia<br />
Andrea, Josep Lluscà, Andreu World, 1987 Tappeto Topissimo, Nani Marquina, Nani Marquina,<br />
2003 Lampada Bella Durmiente, Gabriel Ordeig e Nina Masó, Santa & Cole Ediciones de<br />
Diseño, 1988 Spilla con donna-farfalla, Lluis Masriera, Bagués-Masriera, 1912 Camino A-<br />
14, Miguel Milá, dae s.a., 1977 Lampada Previa, Miguel Milá, Santa & Cole Ediciones de<br />
Diseño, 1957 (1996) L u n g o m a re, Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, Escofet 1886, 2001 P a rc<br />
dels Colors, Enric Miralles, Mollet del Vallès, 2001 I l l u s t r a z i o n i, Pep Monserrat, Lluisot, Tássies,<br />
Roser Capdevila, Carme Solé Sedia Egoa, Josep Mora, Stua, 1988 TMB Transports<br />
Metropolitans <strong>Barcelona</strong>, Morillas & Associates Brand <strong>Design</strong> Torre Agbar, Jean Nouvel,<br />
Barcellona, 2000-2003 Gual 120, Màrius Quintana Tavolino Baccus, Josep Lluís Ramírez<br />
Nogués, Miscel.lània, 2002 Poster, Josep Renau Antitarme Orión, André Ricard, Industrias<br />
Marca, 1988 Colonia Agua Brava, André Ricard, Antonio Puig Perfumes, 1968 Packaging<br />
Puig Perfumes, André Ricard e Yves Zimmermann Pegaso Z 102, Wifredo Ricart, Enasa<br />
(Empresa Nacional de Autocamiones), 1951 Casa básica, Martín Ruíz de Azúa, 1999 Rivista<br />
«D’Ací i d’Allà», Josep Sala, 1918 Calendario Vinçon, América Sánchez, Vinçon, 1975<br />
P o l t rona Coqueta, Pete Sans, Bd Ediciones de Diseño, 1987 Lampada «Te m a », Gabriel<br />
Teixidó Sabater, Carpyen Sedia tradizionale, Josep To rres Clavé, Mobles 114, 1934 (1991)<br />
Mueble auxiliar Carlton-house Butterf l y, Jaume Tre s s e rra, Tre s s e rra Collection, 1988<br />
El supertipo veloz, Joan Trochut, Fundición Tipográfica Iranzo, 1942 Lampada Bib Luz Libro,<br />
Oscar Tusquets Blanca, Bd Ediciones de Diseño, 1985 Pack de cigarrillos Ideales, Carlos Vi v e s ,<br />
Campagna pubblicitaria Compañía Arrendataria de Tabacos (cat), 1933 Collana «GG Diseño»<br />
(1982) e «Comunicación Vi s u a l » (1972), Zimmermann Asociados s.l., Editorial Gustavo Gili.<br />
Il museo immagin a<br />
I risultati del referendum indetto da «Il Giornale dell’Archit e<br />
Con una schiacciante maggioranza,<br />
la «Setrillera» di Rafael Marquina è<br />
eletta come il pezzo più importante del design<br />
industriale catalano.<br />
L’oliera venne disegnata nel 1961, e godette<br />
di riconoscimento immediato ricevendo<br />
un Delta de oro dell’AD I- FA D.<br />
Perché? Proprio per il<br />
Una<br />
classifica<br />
sobria<br />
fatto di essere un oggetto<br />
modesto nel compiere<br />
il proprio dovere fino<br />
in fondo, servire l’olio<br />
senza sgocciolare, e anche<br />
per la forma che affascina<br />
per la sua bellezza sincera e monomaterica.<br />
Peccato che Marquina non avesse<br />
brevettato l’oggetto mille volte copiato:<br />
Oliera, Rafael Marquina, Mobles 114, 1961<br />
adesso, oltre agli onori, avrebbe la ricchezza.<br />
Ma almeno possiamo considerarla la<br />
migliore oliera al mondo. Seconde a distanza<br />
nella votazione ci sono due opere<br />
singolari, la sedia «Toledo» e il posacenere<br />
«Copenhague».<br />
La prima fu l’autentica icona del boom del<br />
design catalano negli anni ottanta. Costituì<br />
un’innovazione nell’uso dell’alluminio<br />
fuso, un apporto colto alla tradizione della<br />
sedia da terrazza spagnola, con una speciale<br />
forza esotica e ancestrale nel suo aspetto<br />
di maschera, che obbedisce all’ottimizzazione<br />
di un modello.<br />
Opera maestra di Jorge Pensi, prodotta da<br />
Amat nel 1988, è l’unica sedia spagnola<br />
nella collezione del Vitra Museum. Un’al-<br />
Posacenere «Copenhague»,<br />
André Ricard, Mobles 114, 1966<br />
Lampada «C o d e rch » ,<br />
José Antonio Coderch<br />
de Sentmenat, Mlb<br />
C o d e rch, 1957<br />
<strong>Design</strong> senza designer<br />
3 El porr ó<br />
1 B a rre t i n a C rema catalana Pane e pomodoro Spola per filatura tessile, X I X s e c o l o<br />
O p e ra completa<br />
8 Antoni Gaudí<br />
5 Custo Barc e l o n a Javier Mariscal<br />
3 Salvador Dalí Antonio Miró<br />
2 Nani Marq u i n a Miguel Milá<br />
1 Enric Aguilera Lluís Domènech i Montaner Josep Maria Garro f e r M e t a l a rt e S a n t a<br />
& Cole Ediciones de Diseño Lluís Morillas J o rge Pensi P e re t P e rt e g a z A n d r é<br />
R i c a rd Oscar Tu s q u e t s<br />
Lampada «TMM», Miguel Milá, Santa & Cole<br />
Ediciones de Diseño, 1961<br />
Lampada «TMC», Miguel Milá,<br />
Bd Ediciones de Diseño, 1960 (1983)<br />
4
Il museo immaginario<br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
ario del design catalano<br />
it ettura» insieme ad AD P,BC D eFA D. Quali opere rappresentano nel mondo il design progettato e prodotto in<br />
tra opera chiave del design catalano è il posacenere<br />
«Copenhague» di André Ricard,<br />
una lezione di design razionale per risolvere<br />
un problema diffuso, il fumo, oggi in<br />
via di estinzione.<br />
Un posacenere in plastica non infiammabile,<br />
personale, trasportabile senza che la<br />
cenere si sparga, impilabile, economico,<br />
indistruttibile. Molte virtù in pochi grammi.<br />
Con un salto abissale di contenuto e<br />
concetto, al quarto posto abbiamo il «Cobi»<br />
di Mariscal, la mascotte antropocanina<br />
che rivoluzionò i canoni disneyani.<br />
Un’opera chiave dell’irriverente Mariscal,<br />
unico rappresentante della fazione espressionista<br />
del design catalano, se mai ce n’è<br />
stata una.<br />
Segue, in ordine, la lampada «TM C»di<br />
Miquel Milá del 1961, che ha tuttora grande<br />
successo commerciale, una lezione di<br />
design funzionale e pedagogico.<br />
Al quinto posto un’altra lampada, bellissima<br />
e singolare, a spicchi di legno traslucidi,<br />
ideata da José Antonio Coderch nel<br />
1955 e della quale Picasso disse: «è la lampada<br />
più bella del mondo».<br />
Quindi un’altra lampada di Milá, erede<br />
della «TM C», ma in versione più confortevole.<br />
Ex aequo la sedia «Varius» del 1984,<br />
un’opera chiave del nuovo design spagnolo,<br />
che divenne subito un bestseller nazionale:<br />
ispirata a un violino Stradivari, apporta<br />
sensualità e organicismo e certifica<br />
il talento dell’autore.<br />
Al sesto posto un design insolito, il Chupa<br />
Chups, una caramella che in realtà già<br />
esisteva e che la famiglia Bernat seppe trasformare<br />
in un prodotto di consumo popolare,<br />
leader in tutto il mondo.<br />
Nella stessa posizione la famosa poltrona<br />
«BK F» o «Butterfly», simbolo degli organici<br />
anni cinquanta americani, ma nata<br />
nella mente di Antoni Bonet, un architetto<br />
catalano esiliato in Argentina dove lavorava<br />
con Kurchan e Ferrari-Hardoy.<br />
La produsse inizialmente la Knoll nel<br />
1940, ma poco dopo esistevano già centinaia<br />
di versioni di questa<br />
singolare struttura<br />
sulla quale si appende<br />
una fodera di<br />
cuoio dove seduta, schienale e braccioli si<br />
confondono con magia.<br />
Dopo i primi dieci seguono opere di Gaudí,<br />
moto di Leopoldo Milá, abiti di Toni<br />
Miró, Custo o scarpe Camper e molte selezioni<br />
di uno o due voti che parlano di<br />
simpatie personali. Un referendum pieno<br />
di s e n y (buon senso) e con poca r a u x a ( f u-<br />
ria), che dimostra che il catalano, quando<br />
è il momento di giudicare, preferisce sempre<br />
il ragionamento all’impulsività, apprezza<br />
gli oggetti domestici e vicini, non si<br />
lascia circuire da formalismi vistosi. Siamo<br />
creativi senza dubbio, ma b o t i g u e r s<br />
(bottegai) prima di tutto.<br />
JU L I CA P E L L A<br />
A r c h i t e t t o<br />
«El Cobi»,<br />
Javier<br />
Mariscal,<br />
Estudio<br />
Mariscal,<br />
1988<br />
Chupa<br />
Chups,<br />
Enric<br />
Bernat,<br />
Chupa<br />
Chups<br />
1958<br />
Amplificatore At-240, Galí, Bernal e Isern, Vieta Audioelectrónica<br />
s.a., 1969<br />
Poltrona<br />
«Bkf/Butterfly»,<br />
Antoni Bonet<br />
Castellana, Juan<br />
Kurchan, Jorge<br />
Ferrari-Hardoy, Knoll,<br />
1938-1939<br />
Sedia «Toledo», Jorge Pensi, Amat-3, 1988<br />
«Banco Catalano», Oscar Tusquets y Lluís Clotet, Bd Ediciones de<br />
Diseño,1974 Moto da trial Cota 247, Leopoldo Milá, Montesa, 1968<br />
Automobili Hispano Suiza, équipe di ingegneri della Hispano Suiza presieduta da<br />
Arturo Suqué<br />
Sgabello «Jamaica», Pepe Cortés,<br />
Amat-3, 1991<br />
Sedia «Varius», Oscar Tusquets Blanca, Bd Ediciones de<br />
Diseño, 1984 (2004)<br />
5
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Il museo immaginario<br />
Momenti dell’internazionalizzazione del design catalano di Daniel Giralt-Miracle<br />
SEGUE DA PAG. 3, III COL. IN ALTO<br />
gresso che si trasformò in un punto d’incontro<br />
tra il design internazionale del dopoguerra<br />
e quello emergente in Spagna. Il<br />
successo del congresso fu possibile anche<br />
grazie ai contatti, e le partecipazioni in<br />
attività internazionali degli anni precedenti<br />
e che servirono a dare un’informazione<br />
completa sul design catalano, che<br />
incominciava a essere diffuso sulle riviste<br />
europee specializzate, principalmente<br />
«<strong>Design</strong>», «Gebrauchsgraphik» e «Domus».<br />
Mi riferisco agli incontri tra designer<br />
e architetti promossi da Tomás Llorens<br />
e presieduti da Tomás Maldonado,<br />
che si celebrarono a Valencia nel 1968, e<br />
all’edizione dello stesso anno delle Conferenze<br />
di Aspen (Colorado, Usa), alle<br />
quali parteciparono Bohigas, Correa, Rubert<br />
de Ventós, Moneo e lo stesso Ricard.<br />
L’evoluzione naturale dell’ICSID del 1971<br />
fu la costituzione, nel 1973 del BC D ( B a r-<br />
celona Centre de Disseny), una fondazione<br />
privata senza scopo di lucro che intendeva<br />
essere l’elemento di raccordo tra professionisti,<br />
associazioni di design e amministrazione,<br />
creata per potenziare la formazione,<br />
la consulenza alle aziende, la divulgazione<br />
del design e proiettarlo in campo<br />
internazionale, cosa che fece con efficacia<br />
con la mostra «<strong>Design</strong> in Catalonia»,<br />
organizzata dal BC D con l’appoggio<br />
della Generalitat de <strong>Catalunya</strong><br />
e il Ministero d’Industria spagnolo,<br />
che tra il 1988 e il 1990 portò<br />
la nostra immagine a Milano,<br />
Londra, New York, Tokyo,<br />
Stoccarda, Berlino, Stoccolma.<br />
I nostri designer e le nostre industrie<br />
furono appoggiate<br />
dalla mostra «New York Catalonia. <strong>Design</strong><br />
& Arts & Fashion» che il governo<br />
catalano presentò nel famoso Armory<br />
Show di New York nel 1980. Un’altra<br />
mostra, «Capitales européennes de nouveau<br />
design. <strong>Barcelona</strong>, Milan, Paris,<br />
Düsseldorf», promossa da François Burkhardt<br />
al Centre Pompidou di Parigi nel<br />
1991, fece conoscere il design catalano da<br />
una piattaforma internazionale e Barcellona<br />
venne omologata alle grandi città europee<br />
del design, status confermato con la<br />
celebrazione nel 1992 dei Giochi Olimpici.<br />
In questo percorso attraverso la storia<br />
del design del nostro paese non si possono<br />
dimenticare le «Primaveres del Disseny»,<br />
che tra il 1991 e il 2002 diedero vita,<br />
a una manifestazione<br />
internazionale e<br />
biennale che inondava<br />
di design Barcellona, ma anche altre<br />
città e paesi della Catalogna e che ha<br />
visto la sua scomparsa con la celebrazione<br />
dell’Any del Disseny 2003, una grande<br />
manifestazione che rivendicò l’importanza<br />
del design e la sua trascendenza nella<br />
vita quotidiana. Arrivati a questo punto,<br />
è inevitabile riferirci alla globalizzazione<br />
e alla delocalizzazione dei mercati e<br />
del lavoro in rete, che hanno cambiato le<br />
strategie e contribuito alla definitiva internazionalizzazione<br />
del design catalano,<br />
ma che hanno determinato l’importazione<br />
massiccia nel nostro paese di design realizzato<br />
all’estero.<br />
DANIEL GIRALT-MIRACLE<br />
Critico d’arte, architettura e design<br />
Membro del Patronato<br />
del Museo Reina Sofía di Madrid<br />
Fregona «Meri»,<br />
Manuel Jalón<br />
Corominas,<br />
Manufacturas Rodex,<br />
1956<br />
« S a l i v a s o f a /Dalilips», Salvador Dalí e Oscar Tusquets, Bd Ediciones de Diseño, 1972 - 2 0 04<br />
Spilla con donna-farfalla, Lluis<br />
Masriera, Bagués-Masriera, 1912<br />
Scarpe «Pelotas», Camper, Coflusa, 1995<br />
Camino A-14, Miguel Milá, dae s.a., 1977<br />
Lampione «Lamparaalta», Beth Galí e<br />
Màrius Quintana, Santa & Cole Ediciones<br />
de Diseño, 1987<br />
Tappeto «Topissimo», Nani Marquina,<br />
Nani Marquina, 2003<br />
Gaudí designer totale<br />
1<br />
2 3<br />
4<br />
Dal mosaico<br />
idraulico al Panot<br />
Gaudí<br />
Il «Mosaic Hidràulic»<br />
progettato da<br />
Antonio Gaudí nel<br />
1904 per l’azienda<br />
Escofet fu una<br />
rivoluzione estetica<br />
e tecnologica: una<br />
piastrella esagonale,<br />
monocolore e<br />
facilmente<br />
industrializzabile,<br />
i cui rilievi si<br />
manifestano sotto<br />
l’effetto della luce<br />
che cambia. Nel<br />
1997 Escofet<br />
produce il «Panot<br />
Gaudí» con il rilievo<br />
originale ma<br />
invertito, per la<br />
nuova<br />
pavimentazione del<br />
Passeig de Gràcia.<br />
Lampada da tavolo «Fortuny», Mariano<br />
Fortuny, Écart Internationale, 1907<br />
1. Sedia «Calvet», Bd Ediciones<br />
de Diseño<br />
2. Temple expiatori de la Sagrada<br />
Fa m í l i a<br />
3 e 5. Il «mosaico idraulico», Escofet 1886<br />
4. «Panot Gaudí» nel Passeig de Gràcia,<br />
Escofet 1886<br />
5<br />
6
Editoria<br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Non solo Don Quijote<br />
Una panoramica della produzione editoriale del settore<br />
nell’«Any del Libre» e del quarto centenario del «Ingenioso Hidalgo»<br />
ACTAR<br />
Biblioteca Pública de Seattle. Office for<br />
M e t ropolitan Arc h i t e c t u re, collana «Ve r b<br />
Monographs», 320 pp., 31 euro.<br />
Il terzo volume della serie «Verb Monographs» ricos<br />
t ruisce il processo di progettazione della biblioteca<br />
pubblica di Seattle, uno dei progetti più attesi di OM A<br />
negli Stati Uniti, seguendone lo sviluppo dai primi<br />
schizzi, alla costruzione, fino all’inaugurazione avvenuta<br />
nel giugno 2004.<br />
12 Inch Sleeves Disco Graphic, Toni Rubio (a<br />
cura di), 400 pp., 35 euro.<br />
Un viaggio nel passato recente attraverso la grafica delle<br />
copertine dei 45 giri, introdotto dal saggio di Jaume<br />
Pujagut.<br />
NET.IT, Pino Scaglione (a cura di), 350 pp.,<br />
35 euro.<br />
Un’istantanea delle nuove culture di progetto italiane che<br />
include opere di Multiplicity, Armin Linke, Avatar, Nunzio<br />
Battaglia, Ian+, Stalker, Fabrizio Leoni, Gabriele Basilico,<br />
Dapstudios; un resoconto sulle connessioni multidisciplinari<br />
tra città, architettura, design e fotografia impiegate<br />
per promuovere e divulgare i progetti di architettura contemporanea.<br />
Opop! Optimismo Operativo en Arq u i t e c t u r a ,<br />
Manuel Gausa e Susanna Cros, 282 pp., 35 euro.<br />
Possibilità e sfide della pratica architettonica attuale ricostruite<br />
in sei capitoli: i modi concisi e diretti di dare soluzioni<br />
al progetto, l’attitudine spregiudicata e disinibita; la<br />
nuova forma di materializzare i potenziali della fabbricazione;<br />
le possibili relazioni tra edificio, materia e natura; i<br />
progetti che considerano l’informazione come un modo di<br />
dar forma; la progettazione secondo sistemi dinamici o<br />
evolutivi.<br />
Place: 35 Diseñadores, 35 Ciudades, VASAVA, 608<br />
pp., 45 euro, contiene un DVD.<br />
Un viaggio di 18 mesi per visitare 35 creativi e città.<br />
Questi i numeri di «Place», un’iniziativa di ricerca che ha<br />
coinvolto progettisti affermati e nuovi talenti di cinque<br />
continenti. Obiettivo: far emergere la forza creativa dell’individuo<br />
e le specificità di un luogo di fronte a una cultura<br />
dominante.<br />
Verb Conditioning, Albert Ferré, Michael Kubo,<br />
Ramon Prat, Tomoko Sakamoto, Anna Tetas,<br />
Irene Hwang e Jaime Salazar (a cura di), 288 pp.,<br />
29 euro.<br />
Gli ambienti art i f i-<br />
ciali sono solo una<br />
replica sofisticata e<br />
precisa dell’esistente<br />
o possono generare<br />
atmosfere qualitativamente<br />
nuove,<br />
capaci di potenziare<br />
effetti e generare<br />
f o rme di vita? Il volume<br />
risponde a<br />
questo quesito analizzando<br />
le reazioni<br />
del fruitore di fronte<br />
alle attuali ricerc h e<br />
nel campo di illuminazione, suono e temperatura, ma<br />
soprattutto rispetto alla progressiva commercializzazione<br />
e tematizzazione degli spazi e alla creazione di identità<br />
virtuali.<br />
BLUME<br />
Caleidoscopio. Nuevo Diseño de Interiore s ,<br />
Nigel Coates, 208 pp., 39,90 euro.<br />
Un’ampia casistica di progetti di interni attraverso l’opera<br />
di 35 professionisti di tutto il mondo.<br />
Diseño, Maquetación y Composición, D a v i d<br />
Dabner, 128 pp., 19,90 euro.<br />
Un testo che guida al disegno delle creazioni professionali:<br />
la prima parte si concentra su alcune norme fondamentali<br />
(tipografia, colore, testo e immagini), mentre la<br />
seconda esemplifica questi principi.<br />
Estilos de Decoración, Judith Miller, 192 pp.,<br />
29,90 euro.<br />
Il disegno degli interni dal XVIII secolo a oggi illustrato<br />
con oltre 4.000 fotografie e suddiviso secondo rigide<br />
categorie stilistiche: neoclassico, decorativo, rustico e<br />
moderno.<br />
Hogares Contemporáneos, Suzanne Trocmé, 224<br />
pp., 29,90 euro.<br />
«L’attenzione al dettaglio è ciò che realmente fornisce alla<br />
casa una sensazione di qualità e stile»: questa l’idea che<br />
Trocmé ci presenta attraverso esempi di soluzioni reali, a<br />
volte poco fotogenici ma informativi.<br />
ELECTA MONDADORI<br />
Cocos. Copias y coincidencias. En defensa de la<br />
innovación en el diseño, Juli Capella e Ramón<br />
Úbeda, collana<br />
«Catálogos de<br />
Exposiciones de<br />
A rte», <strong>2005</strong> (II<br />
edizione), 264<br />
pp., 42 euro.<br />
Il volume affronta, in<br />
modo completo e<br />
originale, il tema<br />
oggi di grande attualità<br />
del plagio, la<br />
copia e la proprietà<br />
intellettuale nel disegno<br />
grafico e industriale.<br />
300% Spanish<br />
<strong>Design</strong>. 100 sillas,<br />
100 lámparas, 100 carteles, Juli Capella,<br />
collana «Catálogos de Exposiciones de Arte»,<br />
320 pp., 42 euro.<br />
Un panorama del design spagnolo del xx secolo, da Gaudí<br />
al presente, attraverso 100 sedie, 100 lampade e 100 manifesti<br />
(catalogo della mostra presentata alla «Expo Aichi<br />
<strong>2005</strong>» in Giappone).<br />
GGILI<br />
Habitar la cubierta, Andrés Martínez, 208 pp.,<br />
33,65 euro.<br />
In un saggio ibrido tra teoria,<br />
storia e costruzione, l’autore<br />
periodizza l’ancestrale tendenza<br />
umana a re a l i z z a re<br />
c o p e rt u re, analizzandone le<br />
manifestazioni form a l i .<br />
Le Corbusier.<br />
Promenades, José<br />
Baltanás, 192 pp., 40,38 euro.<br />
Il libro raccoglie alcune delle più significative opere<br />
della produzione europea dell’architetto di origine<br />
s v i z z e r a .<br />
Los mismos paisajes. Ideas e interpretaciones,<br />
Teresa Galí-Izard, collana «Land&Scape», 288<br />
pp., 33,65 euro.<br />
Un’opera che riunisce esempi e casi legati ai processi e<br />
alle dinamiche che governano il paesaggio, un’esperienza<br />
nata da oltre dieci anni di ricerca e osservazione.<br />
Redes metropolitanas, J o rdi Julià (pro s s i m a<br />
uscita).<br />
Il libro propone uno studio del ruolo delle reti di trasporto<br />
collettivo nella struttura della città. Londra, New York,<br />
Parigi, Berlino, Tokyo, Los Angeles, Madrid, Barcellona,<br />
Milano, Città del Messico e Singapore sono i casi studio<br />
scelti per provare a stabilire relazioni tra storia, urbanistica<br />
e infrastrutture.<br />
Intervenciones, introduzione di Xavier Costa,<br />
collana «Biblioteca Ignasi de Solà-Morales»<br />
(primavera <strong>2006</strong>).<br />
Per ricostruire la produzione teorica dell’autore catalano,<br />
il volume si concentra sui suoi interventi nel costruito e<br />
sui progetti architettonici ed espositivi. La «Biblioteca<br />
Ignasi de Solà-Morales», di cui il testo fa parte, raccoglie<br />
i principali scritti dello storico e architetto.<br />
Peter Smithson. Conversaciones con estudiantes,<br />
Catherine Spellman, Karl Unglaub (a cura<br />
di), collana «Conversaciones con…», 96 pp.,<br />
9,62 euro.<br />
La collana raccoglie dialoghi pubblici tenuti da grandi<br />
maestri dell’architettura e architetti contemporanei di<br />
riconosciuto prestigio.<br />
B a rcelona 1000 Graffitis, Rosa Puig, J u l i á n<br />
Álvarez, Josep Maria Català (testi), 256 pp.,<br />
38,37 euro, contiene un DVD.<br />
Un reportage fotografico di Rosa Puig illustra le opere a<br />
vernice spry di Barcellona, città che si è trasformata in<br />
centro di incontro per «graffitari»<br />
di tutto il mondo.<br />
<strong>Barcelona</strong> Gráfica,<br />
América Sánchez, 496<br />
pp., 47,21 euro.<br />
Il nuovo volume, riedito con<br />
una preziosa rilegatura in tessuto<br />
rosso e oro, raccoglie oltre<br />
1.800 opere di grafica urbana<br />
realizzate a Barcellona:<br />
numeri civici, vignette, allegorie,<br />
emblemi e pittogrammi.<br />
Marcas y Trademarks,<br />
Quim Larrea, 1.120 pp.,<br />
33,65 euro.<br />
Una raccolta di logotipi<br />
prodotti dal 2000 a oggi:<br />
222 studi spagnoli vengono<br />
rappresentati con il<br />
loro lavoro in 1.120 pagine.<br />
PERIODICI<br />
BGUIDED<br />
Pubblicato da b-guided<br />
Periodicità: trimestrale<br />
Anno di fondazione: 1999<br />
Direttore: Juan Montenegro<br />
Prezzo: 3,80 euro<br />
Tiratura : 20.000 copie<br />
www.b-guided.com<br />
CASAVIVA<br />
Pubblicato da MC Ediciones<br />
Periodicità: mensile<br />
Anno di fondazione: 1977<br />
Direttore: Marcel Benedito<br />
Prezzo: 2,90 euro<br />
Tiratura: 80.000 copie<br />
www.mcediciones.es<br />
2G<br />
Pubblicato da Gustavo Gili<br />
Periodicità: trimestrale<br />
Anno di fondazione: 1997<br />
Direttore: Mónica Gili<br />
Prezzo: 26,44 euro<br />
Tiratura: 20.000 copie<br />
www.ggili.com/2G<br />
EXPERIMENTA<br />
Pubblicato da Experimenta<br />
Periodicità: bimestrale<br />
Anno di fondazione: 1989<br />
(1994)<br />
Direttore generale: Pierluigi<br />
Cattermole<br />
Direttore delegazione catalana:<br />
María Suárez<br />
Prezzo: 12 euro<br />
Tiratura 14.000 copie<br />
www.revistaexperimenta.com<br />
ON DISEÑO<br />
Pubblicato da On Diseño<br />
Periodicità: mensile<br />
Anno di fondazione: 1978<br />
Direttore: Carmen Llopis<br />
Prezzo: 15,50 euro<br />
Tiratura: 12.600 copie<br />
www.ondiseno.com<br />
TdD TEMES DE DISSENY<br />
Pubblicato da ELISAVA,<br />
Escola Superior de Disseny<br />
Periodicità: semestrale<br />
Anno di fondazione: 1986<br />
Direttore: Jordi Pericot<br />
Prezzo: 28 euro<br />
Tiratura: 2.000 copie<br />
www.elisava.es<br />
SANTA & COLE<br />
azienda Santa & Cole Ediciones de Diseño pubblica<br />
un catalogo di libri suddiviso in diverse collane.<br />
L’<br />
«Contemporáneos del Diseño»<br />
Monografie pubblicate in collaborazione con la ETS<br />
de Arquitectura de <strong>Barcelona</strong> e dedicate all’opera di<br />
noti professionisti del XX secolo e di grandi designer<br />
ancora attivi.<br />
Gabriel Ordeig Cole, Borja Folch e Rosa Serr a ,<br />
gennaio <strong>2005</strong>, 272 pp., 48 euro .<br />
Santiago Roqueta, Pilar Cós e Juan José<br />
L a h u e rta, primo semestre <strong>2006</strong>.<br />
Seis diseñadores argentinos de Barc e l o n a ,<br />
N o r b e rto Chaves, n o v e m b re <strong>2005</strong>, 272 pp., 48<br />
e u ro .<br />
«Clásicos del Diseño»<br />
Dino Gavina, Vi rgilio Ve rcelloni (traduzione<br />
dall’italiano), ottobre <strong>2005</strong>, 220 pp., 201 ill.,<br />
60 euro .<br />
José Antonio Coderc h , Antonio Armesto e<br />
Rafael Díez, d i c e m b re <strong>2005</strong>, 240 pp., 58 euro .<br />
Josep Lluís Sert, Jaume Freixa, febbraio <strong>2005</strong>,<br />
264 pp., 221 ill., 58 euro .<br />
«Los Ojos Fért i l e s »<br />
La collana abbraccia ampie tematiche, con saggi su<br />
disegno industriale e questioni di natura sociologica e<br />
f i l o s o f i c a .<br />
El Cuerpo del Amor, N o rman O. Brown (traduzione<br />
dall’inglese), ottobre <strong>2005</strong>, 248 pp., 22<br />
e u ro .<br />
Historia del Diseño, Renato de Fusco (traduzione<br />
dall’italiano), ottobre <strong>2005</strong>, 420 pp., 33<br />
e u ro .<br />
Lujo y Diseño, Giovanni Cutolo (traduzione dall’inglese),<br />
ottobre <strong>2005</strong>, 164 pp., 22 euro .<br />
«Esade Gestión»<br />
Un’ambiziosa collezione di saggi sulla teoria e storia<br />
della management policy.<br />
Historia de la Gestión, Daniel A. Wren (traduzione<br />
dall’inglese), novembre <strong>2005</strong>, 570 pp.,<br />
49,50 euro .<br />
EDITORIA SENZA EDITORI<br />
FAD. Más de un siglo de arquitectura, diseño y<br />
creatividad, Quim Larrea (a cura di), FAD, Barcellona<br />
<strong>2005</strong>, 585 pp., 73 euro.<br />
Il FA D (Fomento de las Artes Decorativas)<br />
festeggia il suo centesimo<br />
compleanno e lo fa senza badare a<br />
spese. Il frutto è un accurato volume,<br />
per contenuti e progetto grafico,<br />
che ricostruisce i momenti più<br />
salienti della sua storia: la cro n o-<br />
logia dell’Istituzione dalla fondazione<br />
fino ai giorni nostri; i professionisti e le imprese coinvolti;<br />
le sedi e i logotipi che ne hanno caratterizzato l’identità;<br />
i premi e i riconoscimenti. Un lavoro che testimonia<br />
la solidità e il valore del FA D, già ampiamente celebrato<br />
in occasione dell’Anno del <strong>Design</strong> a Barcellona nel 2003.<br />
Guia Creativity <strong>2005</strong>. El diseño y la comunicación<br />
en la gestión empre s a r i a l , A l b e rt Isern (a cura di),<br />
Guia Cre a t i v i t y, Barcellona <strong>2005</strong>, 405 pp., 60 euro .<br />
Il corposo volume raccoglie il frutto<br />
della creatività spagnola dell’anno<br />
2004 e fornisce agli interessati<br />
uno strumento di informazione<br />
completo e accurato. La sezione<br />
«Diseño», la più ampia del<br />
testo, è suddivisa in diverse categorie.<br />
Segue la cronologia degli<br />
eventi culturali dell’anno, premi,<br />
esposizioni, festival, concorsi,<br />
congressi, tra cui spiccano le manifestazioni organizzate in<br />
occasione del centenario della nascita di Salvador Dalí e il<br />
viaggio della «Guia Creativity 2004» in Mali - Burkina Faso.<br />
«Expertos» presenta una selezione di imprese; mentre<br />
la «Bibliografia» fornisce una rassegna delle pubblicazioni;<br />
un utile elenco di indirizzi conclude il volume.<br />
Sex design, Ramón Úbeda, collana «Brainstorming<br />
Books», Línea Editorial, Barcellona <strong>2005</strong>,<br />
256 pp., 55 euro.<br />
Sesso e design, un binomio risolto<br />
con disinvoltura attraverso una<br />
ricca e documentata casistica di<br />
p rogetti appartenenti alla sfera<br />
creativa dell’ultimo secolo, ripartiti<br />
secondo una rigorosa classificazione:<br />
grafica e copertine provocanti;<br />
oggetti, gioielli, abiti e<br />
profumi; pubblicità, poster e manifesti<br />
chiaramente allusivi; donne<br />
virtuali. Non stupisce quindi che gli oggetti disegnati da<br />
Jordi Torres o il grattacielo fallico di Jean Nouvel per Barcellona<br />
siano accostati alla siège d’amour disegnata nel<br />
1890 per Edoardo VII, quasi a dimostrare che, quella erotica,<br />
non è una moda né un’ossessione dei nostri giorni.<br />
1993-<strong>2005</strong>: produzioni editoriali Allemandi sulla Catalogna www.allemandi.com<br />
1993<br />
Memoria Fundació<br />
«la Caixa»<br />
1994<br />
Memoria Fundació<br />
«la Caixa»<br />
1995<br />
Artedesign E. Biffi<br />
Gentili, catalogo<br />
della mostra,<br />
in collaborazione<br />
con la Primavera<br />
del Disseny, Generalitat<br />
de <strong>Catalunya</strong>,<br />
Ajuntament de<br />
<strong>Barcelona</strong><br />
Con Dalí nel Teatro-<br />
Museo di Figueras,<br />
J. Mallarach, VHS.<br />
1998<br />
«A Sabater con un<br />
abrazon en el Quin<br />
Elisabet» Dalí.<br />
E. Sabater.<br />
La vita e le opere<br />
di Salvador Dalí<br />
nel Teatro-Museo<br />
di Figueras e altre<br />
collezioni, cd-rom.<br />
2001<br />
Dalí jewels-joyas,<br />
in collaborazione con<br />
la Fundación Gala-<br />
Salvador Dalí.<br />
Dalí joies-bijoux,<br />
in collaborazione<br />
con la Fundación<br />
Gala-Salvador Dalí.<br />
Decifrare l’architettura<br />
I. de Solà-Morales<br />
2002<br />
Joan Miró in the orbit of<br />
the imaginary<br />
Catalogo della mostra,<br />
in collaborazione<br />
con la Basil<br />
& Elise<br />
Goulandris<br />
Foundation<br />
2004<br />
DVDALÍ.<br />
Dalí racconta Dalí<br />
I capolavori raccontati<br />
da lui stesso<br />
<strong>2005</strong><br />
Archeologia<br />
del moderno<br />
I. de Solà-Morales<br />
7
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Scuole<br />
L’originalità di<br />
un modello di Oriol Pibernat<br />
Anche se gli antecedenti dell’insegnamento<br />
del design a Barcellona<br />
sono lontani nel tempo, è negli anni sessanta<br />
del X X secolo che l’impulso di alcuni<br />
professionisti, artisti e intellettuali<br />
condusse in poco tempo alla creazione di<br />
scuole. Il design costituiva un elemento di<br />
possibile sviluppo per una società che si<br />
riconosceva come urbana e industriale e<br />
con una vocazione europea. Le tre scuole<br />
che nascono in quel contesto sono Massana<br />
(un centro di titolarità municipale che<br />
seppe, in quel momento, incorporare il design<br />
senza rinunciare alla sua derivazione<br />
da scuola artigiana nella tradizione Arts<br />
& Crafts), EL I S A V A (creata con il sostegno<br />
di un’istituzione privata, la scuola di<br />
design più grande della città) ed EI N A<br />
(con un orientamento critico). Negli anni<br />
ottanta e novanta il panorama si arricchisce<br />
con ES D I a Sabadell (molto vincolata<br />
al settore tessile, ma con corsi in tutte<br />
le specialità del design), BA U,LA I,ID E P<br />
a Barcellona (piccoli centri cresciuti nel<br />
tempo). Bisogna anche citare la recente<br />
apertura a Barcellona dello IE D, che segue<br />
il modello già sperimentato a Madrid e in<br />
Italia. La formazione nel design oggi contempla<br />
livelli accademici e contenuti diversi<br />
in funzione dei profili professionali<br />
che si perseguono (vedi box «I quattro<br />
principali titoli di studio»). Vi sono inoltre<br />
alcune facoltà che dispongono di Dipartimenti<br />
o corsi di <strong>Design</strong>, come la Facultat<br />
de Belles Arts o Comunicació Audiovisual.<br />
Inoltre, alcuni centri (ID E P e<br />
IE D) rilasciano titoli propri. Esiste un problema<br />
con i titoli di studio: da un lato, le<br />
scuole di Barcellona con lungo percorso<br />
pedagogico hanno scommesso sulla partecipazione<br />
degli studenti attraverso i<br />
Graduados Superiores, che funzionano come<br />
lauree, benché i titoli presentino alcune<br />
limitazioni (validità di accesso alla<br />
funzione pubblica, dottorati, ecc.). Dall’altro,<br />
l’amministrazione ha creato piani<br />
e titoli di studio a margine dell’Università.<br />
Una parte importante della creatività<br />
della città ha la sua origine in alcune di<br />
queste scuole. D’altra parte, l’influenza<br />
dell’insegnamento è messa in evidenza<br />
dalla grande identificazione della cittadinanza<br />
con le innovazioni urbane che vengono<br />
promosse (l’amministrazione pubblica<br />
si mostra particolarmente attiva come<br />
cliente di servizi di design e architettura).<br />
La Barcellona del design non esisterebbe<br />
se non fosse per il ruolo che hanno<br />
giocato le scuole.<br />
ORIOL PIBERNAT<br />
Direttore di EINA<br />
Dove va il designer Intervista con Xavier Costa<br />
E<br />
L<br />
I S A V A è conosciuta per la formazione di<br />
designer-architetti e designer-ingegneri.<br />
Che cosa caratterizza questa formazione?<br />
L’architettura compare come estensione<br />
dell’attività del design applicato all’architettura<br />
a piccola scala, quella effimera, l’architettura<br />
d’interni. Il designer-architetto è<br />
una figura più versatile perché si muove in<br />
spazi multidisciplinari. La formazione del<br />
designer ingegnere è più recente, si tratta di<br />
una preparazione tecnica comparabile a<br />
quella dell’ingegnere industriale. Mentre il<br />
designer tende a essere un professionista indipendente,<br />
il designer-ingegnere tende a<br />
partecipare più direttamente all’organizzazione<br />
e alle strutture decisionali dell’azienda.<br />
In Spagna le competenze professionali<br />
dell’architetto e dell’ingegnere sono molto<br />
definite, quelle del designer no.<br />
Come si è sviluppato il design a Barcellona?<br />
A partire dagli anni sessanta l’architettura<br />
ha acquisito in questa città un protagonismo<br />
speciale per l’importanza di alcuni studi<br />
e la l e a d e r s h i p culturale e sociale che alcuni<br />
professionisti hanno proiettato sulla società.<br />
Si sono interessati in modo specifico<br />
al design, lo hanno progettato e prodotto, lo<br />
hanno incorporato al proprio lavoro. Professionisti<br />
come Juli Capella, Dani Freixes,<br />
Oscar Tusquets oggi sono molto<br />
attivi in questo campo. In questo<br />
momento c’è un’alta concentrazione<br />
di studenti e professionisti e un<br />
apprezzamento del design esteso a<br />
tutta la società. Proprio nel momento<br />
in cui le Università decrescono,<br />
il settore del design è in espansione<br />
e questa crescita dimostra<br />
che c’è fiducia nelle<br />
aspettative professionali e<br />
che esiste questa percezione sociale. Oltre il<br />
50% degli studenti è di provenienza internazionale,<br />
e gli studi post-diploma attraggono<br />
studenti e professionisti provenienti<br />
dall’architettura, dall’ingegneria, dal mondo<br />
dell’arte, perfino dalle scienze sociali. È<br />
il carattere multidisciplinare del design che<br />
permette questa pluralità di traiettorie form<br />
a t i v e .<br />
Perché in Catalogna non esistono grandi studi ass<br />
o c i a t i ?<br />
La realtà professionale è frammentata e i<br />
grandi gruppi si formano per progetti specifici,<br />
temporanei, ma la tendenza è verso la<br />
creazione di strutture professionali sempre<br />
più articolate.<br />
Che cosa favorisce l’espansione internazionale<br />
degli studi?<br />
La relazione con il contesto europeo. Il design<br />
necessita per esisteredel contesto di una<br />
cultura urbana intensa. Il design è un fenomeno<br />
urbano perché richiede intensità di<br />
relazioni, attività, dinamiche che troviamo<br />
nelle grandi città. Non a caso si è sviluppato<br />
in modo preminente a Londra, Milano,<br />
Parigi. Barcellonafapartediquestopiccolo<br />
gruppo di città europee che stanno potenziando<br />
il design. Questa competizione<br />
tra città europee può essere molto positiva<br />
per la città, uno stimolo per stabilire linee<br />
di sviluppo confrontabili con altrerealtà.<br />
Barcellona non esiste in modo<br />
isolato, ma dispone di questi specchi<br />
molto prossimi nei quali guardarsi.<br />
La realtà americana ed asiatica<br />
sono chiaramente più<br />
l o n t a n e .<br />
XAVIER COSTA<br />
Architetto, direttore<br />
di ELISAVA<br />
La città degli studenti<br />
Indagine sulla formazione del design: i programmi di studio, le<br />
e il mercato, la relazione con l’università e il problema del pie n<br />
Le scuole rispondono<br />
1 . Anno di inizio dell’attività<br />
2 . Statuto societario<br />
3 . Diplomi offerti<br />
4 . O f ferta fo r m a t i va completa<br />
5 . Iscritti 20 04 - 20 05<br />
6 . P rove di ammissione<br />
7. Costo medio di iscrizione annuale<br />
8 . Fa t t u rato nel 20 04 - 20 05<br />
9 . Età media dei laure a t i<br />
1 0 . D u rata media dei corsi<br />
1 1 . Occupazione dei laureati<br />
1 2 . Qualità del sistema fo r m a t i vo in<br />
C a t a l o g n a<br />
1 3 . D e bo l e zze del sistema fo r m a t i vo<br />
in Catalogna<br />
1 4 . F i g u re pro fessionali più richieste<br />
1 5 . F i g u re pro fessionali in declino<br />
1 6 . N u ove offerte fo r m a t i ve<br />
17. Va l o re aggiunto della scuola<br />
Si omette il numero per le risposte non perv e n u t e<br />
EINA<br />
Escola de Disseny y Art<br />
www.eina.edu<br />
1 . 1 9 6 7<br />
2 . Fondazione privata senza scopo di lucro, il cui org a n o<br />
di governo è formato da professori ed ex pro f e s s o r i<br />
3 . Graduado superior en diseño con specializzazioni in<br />
grafica, interior design e product design<br />
4 . Corsi post-laurea, arte, stage, workshop<br />
5 . 5 1 0<br />
6 . P rove di accesso all’università e iscrizione e orientamento<br />
per l’accesso all’università<br />
7 . 5.137 euro<br />
9 . 24 anni<br />
1 0 . 4 anni<br />
1 1 . L’85% dei diplomati del 2003, l’86,84% di quelli del<br />
2002 e il 91,43% di quelli del 2001 svolgono pro f e s-<br />
sioni strettamente legate agli studi intrapresi. Quindi,<br />
in media in questi tre anni, l’87,61% (interior design:<br />
92,5%; product design: 82,76%; grafica: 86,36%)<br />
1 2 . Lunga tradizione in ambito pedagogico basata su una<br />
domanda economica locale reale e su un settore professionale<br />
culturalmente molto attivo<br />
1 3 . Incapacità dell’amministrazione pubblica di forn i re soluzioni<br />
chiare al problema del titolo e di dotare l’insegnamento<br />
del design di un sistema pubblico di qualità<br />
1 4 . La richiesta di studi pluridisciplinari in design<br />
1 5 . Il design d’autore come si intendeva negli anni ottanta<br />
1 6 . Corsi post-laurea in illustrazione creativa e tecniche<br />
di comunicazione visiva; illustrazione per pubblicazioni<br />
per bambini e giovani; design e gestione di progetti<br />
interattivi; arte e mezzi indipendenti: tecnologia<br />
interattiva e comunicazione aperta; tipografia, dalla<br />
c reazione della letteraal layout, modellistica; tecniche<br />
avanzate di presentazione di progetti; nuovi spazi di<br />
comunicazione: architettura d’interni; capire l’opera<br />
grafica; immagine stampata; Master in design per il<br />
mondo contemporaneo<br />
1 7 . I n t e n d e re la formazione del designer in un senso culturale<br />
ampio e orientata all’innovazione e trasform a-<br />
zione del contesto<br />
ELISAVA<br />
Escola Superior de Disseny<br />
www.elisava.es<br />
1 . 1 9 6 1<br />
2 . Fondazione privata<br />
3 . Graduado superior en diseño con specializzazioni in<br />
grafica, product design e interior design; Ingeniería<br />
técnica en diseño industrial e Arquitectura técnica (titolo<br />
omologato a diploma universitario, rilasciato dalla<br />
Universitat Pompeu Fabra)<br />
4. Master e studi post-laurea nei settori: design di veicoli<br />
e product design; grafica e multimedia; design,<br />
comunicazione e produzione culturale; design, architettura<br />
e interni; design, spazio e società. Ciclo<br />
formativo de grado medio en Autoedición (in inglese<br />
Desktop publishing) e de Grado superior in progetti<br />
e direzione lavori e decorazione; in grafica pubblicitaria<br />
5 . 1.590 in totale (dati riferiti al 2003-2004)<br />
6 . Titolo o diploma per studi post-laurea; prove di accesso<br />
all’università per studi di livello universitario<br />
7 . 5.771,25 euroGraduadosuperior endiseño; 5.706 euro<br />
(I anno) Ingeniería técnica en diseño industrial;<br />
5.607 euro (I anno) Arquitecturatécnica; 1.150 -5.490<br />
e u ro Master e corsi post-laure a<br />
8 . 6.765.000 euro (dati riferiti al 2003-2004)<br />
9 . 22 anni<br />
1 0 . 4 anni per Graduado superior en diseño; 3 anni per Ingeniería<br />
técnicaendiseñoindustrialeArquitecturatécnica<br />
1 1 . Il 90% degli studenti lavora in studi professionali, imp<br />
rese di costruzione, industrie e studi tecnici<br />
1 2 . L’elevato numero di università e scuole di design in<br />
Catalogna e il fatto che sia un settore consolidato con<br />
un’ampia off e rta form a t i v a<br />
1 3 . La recente incorporazione nel sistema universitario,<br />
un processo ancora in corso<br />
1 4 . <strong>Design</strong>er nelle nuove aree di sviluppo pro f e s s i o n a l e<br />
1 5 . Nessuna: a Barcellona il design sta vivendo un momento<br />
di cre s c i t a<br />
16. 2004-<strong>2005</strong>: Graduado superior en diseño; Ingeniería<br />
técnica en diseño industrial; Arquitectura técnica.<br />
Ciclo formativo de grado medio en Autoedición (in<br />
inglese Desktop publishing), de Grado superior in<br />
progetti e direzione lavori e decorazione, e in grafica<br />
pubblicitaria. Master e corsi post-laurea nei settori:<br />
design di veicoli - product design; grafica e multimedia;<br />
design comunicazione e produzione culturale;<br />
design, architettura e spazio interni; design, spazio<br />
e società. <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: master e corsi post-laurea<br />
nelle aree di comunicazione e grafica; design e prodotto;<br />
design e spazio<br />
1 7 . Lunga e consolidata tradizione nell’ambiente universitario;<br />
buone relazioni con i settori pro f e s s i o n a l i ;<br />
grande off e rta di corsi post-laurea (20 programmi diversi<br />
nelle nuove aree di specializzazione e applicazione<br />
del design)<br />
FELICIDAD DUCE<br />
Escuela Superior de Diseño y Moda<br />
www.fdmoda.com<br />
Eduard Prats, direttore<br />
1 . 1 9 2 8<br />
2 . Società semplice<br />
3 . Estudios Superiores de Diseño con specializzazione<br />
in moda<br />
4. Ciclo formativo de grado superior in Arti plastiche e<br />
<strong>Design</strong> in stilismo di abbigliamento; studi di design<br />
della moda (titolo privato); master in Gestione della<br />
moda; corso post-laurea in Funzioni del design nei<br />
processi della moda e in marketing e comunicazione<br />
di moda; corsi di specializzazione; seminari; corsi<br />
estivi<br />
5 . 600<br />
6 . Quelle stabilite in ogni programma di studi<br />
7 . 625 euro<br />
8 . 1,8 milioni di euro nel 2004-<strong>2005</strong><br />
9 . 23 anni<br />
1 0 . 4 anni<br />
1 1 . In media dopo un anno ottengono il primo impiego<br />
1 2 . S t retto legame con il mercato del lavoro, dovuto all’elevato<br />
numero di imprese e di designer che off ro n o<br />
agli studenti la possibilità di fare tirocinio durante il<br />
periodo degli studi<br />
1 3 . Mancanza di appoggio istituzionale<br />
1 4 . D e s i g n e r, stilista<br />
8
Scuole<br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
i<br />
o, le specializzazioni, il rapporto delle scuole con la città<br />
e n o riconoscimento del titolo, le professioni emergenti<br />
1 5 . S a rtoria tradizionale<br />
16. Estudios superiores de diseño con specializzazione<br />
in moda; master in design di moda; corso post-laurea<br />
in funzioni del disegno nei processi della moda;<br />
Ciclo formativo de grado superior in arti plastiche e<br />
design stilistico di abbigliamento per il 2004-<strong>2005</strong>.<br />
<strong>Design</strong> di cappelli; design di stampati; master il gestione<br />
di moda; corso post-laurea in complementi di<br />
moda per il <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong><br />
1 7 . P rogrammi di studio adatti alle necessità dell’industria<br />
della moda; docenti altamente qualificati, fra cui anche<br />
p rofessionisti e tecnici del campo della moda; edificio<br />
scolastico grande, con sala conferenze, biblioteca, video<br />
e tessutoteca, buone attre z z a t u re informatiche e<br />
macchinari; facile inserimento degli studenti nel mondo<br />
lavorativo grazie all’esperienza della scuola nel sett<br />
o re e ai contatti con gli ex alunni<br />
ISTITUTO EUROPEO<br />
DI DESIGN<br />
www.ied.it<br />
A l e s s a n d ro Manetti, dire t t o re (foto di Maria Lo p e s )<br />
1 . 2 0 0 2<br />
2 . Istituto Europeo di <strong>Design</strong> S.L.<br />
3 . Diplomi: Area Moda Lab: fashion & textile design; fashion<br />
marketing communication<br />
A rea <strong>Design</strong>: transportation design; industrial design;<br />
Interior design; exhibit design<br />
A rea Arti visive: grafica; digital & virtual design; video<br />
d e s i g n<br />
4 . Corsi di specializzazione; master e corsi post-laure a<br />
5 . 550 nei corsi triennali, 75 nei master, 107 nei corsi di<br />
s p e c i a l i z z a z i o n e<br />
6 . Colloquio individuale e valutazione del port f o l i o<br />
7 . 1.000 euro di immatricolazione e 4.900 euro di tassa<br />
di iscrizione per i cittadini europei; 1.500 euro di immatricolazione<br />
e 4.900 euro di tassa di iscrizione per<br />
i cittadini extraeuro p e i<br />
8 . 3.100.000 euro per il 2004-<strong>2005</strong><br />
9 . 22 anni<br />
1 0 . 3 anni per i corsi triennali; 1anno per i master; da 3 a<br />
9 mesi per i corsi di specializzazione<br />
1 1 . Dati non ancora disponibili<br />
1 2 . Lunga tradizione delle scuole esistenti; contesto met<br />
ropolitano stimolante da un punto di vista cre a t i v o ;<br />
innovazione come elemento centrale del pro g e t t o ;<br />
competitività fra le scuole presenti che garantisce una<br />
c rescita della qualità dell’off e rt a<br />
1 3 . Mancanza di una relazione forte fra scuole e impre s e ;<br />
mancanza di una regolamentazione organica fra la politica<br />
legislativa pubblica e la formazione applicata al<br />
design e alla moda<br />
1 4 . <strong>Design</strong>er d’interni; professionistispecializzati nel campo<br />
dell’interattività, delle animazioni tridimensionali e<br />
delle pagine web; professionisti della comunicazione e<br />
e s p e rti di strategie della pubblicità e della moda<br />
1 5 . Quelle legate ai settori, in crisi, dell’automobile e dei<br />
mezzi di trasport o<br />
1 6 . Corsi in lingua inglese di fashion & marketing communication;exhibitdesign;<br />
interiordesign per il<strong>2005</strong>-<br />
2 0 0 6<br />
1 7 . E s s e re scuola laboratorio, luogo di incontro e interazione<br />
fra diff e renticompetenze e professionalitànei settori<br />
della moda, del design e delle arti visive. Funzion<br />
a re come networkgrazie al continuoscambio fra le sedi(Milano,Roma,<br />
Torino,Madrid,Barcellona, SanPaolo).<br />
Provenienza internazionale degli studenti. Sviluppo<br />
di progetti formativi con le imprese della città. Filosofia<br />
della scuola: «la cultura del progetto come momento<br />
centrale nel processo formativo dello studente»<br />
LAI<br />
Escola Superior de Disseny<br />
www.laiedu.org<br />
Conxita Matarò, direttore<br />
1 . 1 9 7 9<br />
2 . Società semplice<br />
3 . Graduado superior en diseño con specializzazioni in<br />
grafica e interior design, proprio dell’Universitat internacional<br />
de <strong>Catalunya</strong> cui dal 1999 la scuola è associata<br />
come centro superiore<br />
4 . Corsi di specializzazione in grafica e interior design.<br />
Corsi monografici: il giardino come espressione artistica;<br />
storia e laboratorio di calligrafia; design cinematografico;<br />
presentazioni in power point; vetrin<br />
i s t i c a<br />
5 . 61 (nel 2003-2004)<br />
6 . P rova attitudinale teorico-pratica<br />
7 . 4.100 euro<br />
9 . 23 anni<br />
1 0 . 4 anni accademici ognuno di 9 mesi, più un pro g e t t o<br />
finale di 6 mesi<br />
1 1 . Rapido impiego nelle imprese del settore, agenzie di<br />
pubblicità e studi di design e arc h i t e t t u r a<br />
1 2 . Lunga tradizione culturale e d’impresa legata al mondo<br />
del design. Molte le attività promosse da scuole,<br />
associazioni professionali, istituzioni.<br />
1 3 . Sistemacurr i c u l a reche indicailtitolo di Graduado superior<br />
en diseño come omologato e non proprio delle<br />
università catalane<br />
1 4 . Quelle che padroneggiano le nuove tecnologie legate<br />
sia alla progettazione sia alla rappresentazione e posseggono<br />
una competenza interd i s c i p l i n a redella progettazione<br />
per aff ro n t a rein modo globale qualunque<br />
incarico pro f e s s i o n a l e<br />
1 5 . Quelle che non si adattano alle necessità descritte<br />
1 6 . Corsi monografici specializzati rivolti sia agli alunni<br />
dellascuola siaachi è già laureato. Da segnalarequelli<br />
di design cinematograficoe di paesaggio urbano per<br />
il 2004-<strong>2005</strong>. Corsi monografici(ancora da pro g r a m-<br />
m a re). Risposta su off e rta formativa completa per il<br />
2 0 0 5 - 2 0 0 6<br />
1 7 . Il numero ridotto di alunni per corso, che garantisce il<br />
tutoraggio costante da parte dei professori. La programmazione<br />
attenta dei contenuti, rivistiannualmente<br />
dal corpo docente per migliorarne la qualità e ottim<br />
i z z a re i risultati<br />
LLOTJA<br />
Escola Superior de Disseny y Art<br />
www.xtec.es/ea-llotja<br />
Mercè Camps, direttore<br />
1 . 1 7 7 5<br />
2 . A p p a rtiene al Departament d’Educació de la Generalitat<br />
de <strong>Catalunya</strong><br />
3 . Estudios superiores de diseño con specializzazione in<br />
grafica, product design, interior design e moda<br />
4 . Ciclo formativo de grado medio e superior di arti plastiche<br />
e design, corsi monografici, corsi transnazionali,<br />
programma «Llotja obert a »<br />
5 . 200 alunni fra il I e il II anno (questo tipo di studi è stato<br />
istituito tre anni fa)<br />
6 . Una di carattere teorico e una pratica, per selezionare<br />
i trenta alunni migliori per ogni specializzazione<br />
7 . 600 euro<br />
9 . Gli alunni possono laurearsi a 22 anni, ma l’età media<br />
di solito è compresa fra i 24 e i 26 anni<br />
1 0 . 3 anni, più la realizzazione del progetto di tesi<br />
1 1 . Appena laureati gli alunni si inseriscono in studi e laboratori<br />
di design. In un secondo tempo, in alcuni casi,<br />
si mettono in proprio<br />
1 2 . Un contesto, Barcellona, di provata sensibilità al design<br />
e che off re, quindi, un ampio ventaglio di possibilità<br />
lavorative nel campo<br />
13. Nel caso specifico della scuola una limitata autonomia<br />
operativa dovuta al fatto di dipendere da una istituzione<br />
pubblica. In generale la mancanza di una piena<br />
convergenza a livello europeo in relazione agli studi<br />
di design<br />
1 4 . Un professionista adattabile a situazioni diff e renti, capace<br />
di integrare competenze in più campi del design<br />
1 6 . Nel 2004-<strong>2005</strong> la scuola ha aperto un’altra sede e nel<br />
<strong>2005</strong>-<strong>2006</strong> inizierà il III anno dei corsi di Estudios sup<br />
e r i o res de diseño<br />
1 7 . 231 anni di tradizione per una scuola che vanta fra i<br />
suoi alunni Picasso<br />
La c o n ve rg e n z a<br />
e u ro p e a di Anna Calve ra<br />
Una delle questioni ripetutamente trattate<br />
ogni volta che si parla di design<br />
in Spagna è il sistema della<br />
formazione dei designer.<br />
A oltre quarant’anni dalla<br />
fondazione della prima<br />
scuola in Catalogna e in<br />
Spagna, il sistema formativo<br />
del design affronta<br />
nuove sfide,<br />
q u e s t a<br />
volta in<br />
c o l l a b o r a-<br />
zione e accordo con il resto della Spagna<br />
e dell’Europa. La costruzione dell’Unione<br />
Europea comporta una serie di misure<br />
orientate a favorire la libera circolazione di<br />
professionisti nel territorio dell’Unione. E<br />
questo obbliga a instaurare un processo di<br />
armonizzazione tra i sistemi educativi a livello<br />
superiore dei diversi paesi europei: è lo<br />
spazioeuropeodell’educazionesuperiore.Il<br />
panorama attuale della formazione dei designer<br />
in Spagna è confuso. Ci sono moltissime<br />
alternative: cicli formativi di orientamento<br />
professionale complementari all’insegnamento<br />
secondario; studi superiori<br />
con valore di diploma universitario ma senza<br />
esserlo del tutto; corsi affini e prossimi al<br />
design industriale si possono studiare nelle<br />
Università politecniche, con un titolo di<br />
studio medio, secondo l’antica nomenclatura,<br />
chiamata Ingegneria tecnica in design<br />
industriale. Si possono frequentare corsi di<br />
designgrafico,designaudiovisivoeproduct<br />
design nella Facoltà di Belle arti. Al momento<br />
sono titoli riconosciuti dalle Università,<br />
ma senza validità accademica per lo<br />
Stato spagnolo. Le dodici Facoltà di Belle<br />
arti spagnole, assieme alle sei scuole con titoli<br />
propri riconosciuti dalle Università catalane,<br />
hanno unito gli sforzi per presentare<br />
nel giugno 2004 alle autorità universitarie<br />
competenti il progetto di riconoscimento<br />
come laurea dei corsi di design. Poiché il<br />
profilo accademico e professionale è perfettamente<br />
delimitato nel sistema europeo<br />
d’insegnamento superiore, come lo è nel resto<br />
del mondo, la proposta consiste in riconoscere<br />
questo profilo anche all’Università<br />
s p a g n o l a .<br />
AN N A CA L V E R A<br />
Storica del design e docente di Storia e teoria<br />
del design alla Facoltà di Belle arti<br />
dell’Universitat de <strong>Barcelona</strong><br />
I quattro principali<br />
titoli di studio<br />
I Ciclos form a t i v o s di grado medio o superiore ,<br />
studi preuniversitari che formano tecnici in settori<br />
molto specializzati del design. Questi studi sono imp<br />
a rtiti in alcune delle scuole della rete pubblica.<br />
Le Ingenierías técnicas en diseño, diplomiuniversitari<br />
omologati di tre anni, la cui finalità è pre p a-<br />
r a re designer qualificati soprattutto negli aspetti tecnologici<br />
e tecnici, e facilitare la loro incorporazione<br />
negli uffici tecnici delle aziende. In ambito catalano,<br />
attualmente sono impartite dall’Universitat de Girona,<br />
l’Universitat Politècnica ed EL I S AVA.<br />
Gli Estudios superiores de diseño, studi uff i-<br />
ciali di tre anni, non universitari, ma equiparabili a<br />
una laurea,che aspirano a risolverelaformazione sup<br />
e r i o re post Ciclos Form a t i v o s.<br />
I Graduados superiores de diseño (GS D), studi<br />
universitari di quattro anni non omologati, il livello<br />
accademico più alto nella formazione di pro g e t t i s t i .<br />
Si tratta di studi propri impartiti da ciascuna università<br />
generalmente attraverso un centro «adscrito»,<br />
una modalità che, a part i re dagli anni novanta, hanno<br />
seguito le scuole esistenti. O . P.<br />
BA R CE LL O NA I N TE R N AZ I O N A LE<br />
A r r i va L’Art College?<br />
Ba rcellona è una vera capitale del design,<br />
vitale e innovativa. Altre città parlano solo<br />
d’innovazione, Barcellona la vive per davvero e la<br />
esplora a diversi livelli. Molta della sua vitalità è<br />
dovuta alla leadership municipale e del govern o<br />
regionale: c’è un coinvolgimento straordinario e<br />
colto che permea altri aspetti della vita della città.<br />
L’ A rt College of <strong>Design</strong> trarrebbe un’esperienza<br />
f o rmativa presentando i propri programmi a<br />
B a rcellona. Abbiamo un granderispetto per gli<br />
altri centri di formazione e vorremmo beneficiare<br />
della loro presenza sperando allo stesso tempo<br />
di contribuire ad arr i c c h i re il loro lavoro. La<br />
nostra intenzione è collaborare in part n e r s h i p<br />
con entità imprenditoriali, scientifiche, industriali<br />
e pubbliche. Il nostro progetto a Barcellona per<br />
ora non prevede una sede ma corsi post-laure a<br />
di 3-5 annidi livello avanzato. Stiamo completando<br />
il nostro studio di fattibilità, e abbiamo<br />
ricevuto incoraggianti riscontri dalle istituzioni<br />
pubbliche, culturali, educative. Riteniamo che<br />
con un appropriato contributo finanziario locale<br />
s a remo in grado di implementare il progetto e al<br />
t e rmine di questa fase, tra 3-5 anni, sviluppare la<br />
nostra presenza a Barc e l l o n a .<br />
R i c h a rd Koshaler<br />
P residente Art College of <strong>Design</strong>,<br />
Pasadena (Californ i a )<br />
Altri centri di fo r m a z i o n e<br />
BAU Escola de Disseny, <strong>Barcelona</strong><br />
www.baued.es<br />
Fundació Politècnica de <strong>Catalunya</strong>,<br />
<strong>Barcelona</strong><br />
www.fpc.upc.es<br />
Escola d’Art i Disseny, Reus<br />
www.altanet.org/ciutada/escartdis/<br />
eareus.html<br />
Escola Municipal d’Art, Terrassa<br />
www.artidisseny.com<br />
ESDI. Escola Superior de Disseny,<br />
Sabadell<br />
www.esdi.es<br />
IDEP. Escola d’Imatge i de Disseny,<br />
<strong>Barcelona</strong><br />
www.idep.es<br />
ILLA. Escola d’Art i Disseny, Sabadell<br />
www.sabadell.net/escolailla<br />
Escola Massana, <strong>Barcelona</strong><br />
www.escolamassana.es<br />
Business & <strong>Design</strong><br />
ESA DE è una delle più prestigiose Business<br />
School in Europa (la seconda,<br />
secondo il «Wall Street Journal»)<br />
e la sua cattedra in Gestió del disseny<br />
è l’unica che una Business<br />
School europea dedica alla gestione<br />
del design. La cattedra pro m u ove ric<br />
e rche su design e impresa su temi come<br />
il rendimento dell’investimento nel<br />
design, i modelli di gestione del design<br />
all’interno dell’azienda, il ruolo del design<br />
nella creazione di un marchio, la<br />
relazione tra la strategia del design e<br />
l’orientamento del mercato. ESA DE o f-<br />
f re corsi di <strong>Design</strong> management nel<br />
piano di studi di Amministrazione e direzione<br />
d’azienda e nel master in Business<br />
Ad m i n i s t ration (MBA). La catted<br />
ra è sostenuta dall’OA M I, org a n i s m o<br />
dell’Unione Europea per la re g i s t ra z i o-<br />
ne di marchi e patenti, la Cambra de<br />
Comerç di Barcellona, il CIDEM e lo studio<br />
internazionale More ra <strong>Design</strong>.<br />
w w w. e s a d e . e d u<br />
<strong>Design</strong> Politecnico<br />
Il Graduat Superior en Disseny dell<br />
’ U n i versitat Politècnica de <strong>Catalunya</strong><br />
(UPC) è stato creato nel 20 01su iniz<br />
i a t i va dell’Escola Tècnica Superior de<br />
A rq u i t e c t u ra de <strong>Barcelona</strong> e l’Escola<br />
Tècnica Superior de <strong>Barcelona</strong>. Le<br />
a ree principali dei corsi sono Pro g e t-<br />
to, Storia, Tecnologia, Immagine, che<br />
forniscono conoscenze specifiche sui<br />
p rocessi di design interdisciplinarie in<br />
funzione delle successive specializz a-<br />
zioni pre v i s t e .<br />
w w w. d i s s e n y - u p c . n e t<br />
9
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
<strong>Design</strong>er<br />
I designer rispondono<br />
1 . Anno di inizio dell’attività<br />
2 . A l t re sedi/partnership<br />
3 . <strong>Design</strong>er in studio<br />
4 . Principali tipologie di pro d o t t i /<br />
p rogetti sviluppati dallo studio<br />
5 . I n i z i a t i vepro m o z i o n a l i<br />
6 . Tipologie dei clienti<br />
7. P rogetti fuori dalla Catalogna<br />
8 . Eccellenza del design<br />
in Catalogna<br />
9 . D e bo l e zza del design<br />
in Catalogna<br />
1 0 . Azioni per tra s m e t t e re la cultura<br />
del design alle impre s e<br />
1 1 . Ostacoli all’internazionalizz a z i o n e<br />
Si omette il numero per le risposte non perv e n u t e<br />
AMÉRICA SÁNCHEZ<br />
América Sánchez e Albert Planas<br />
1 . 1 9 6 5<br />
3 . América Sánchez e Albert Planas<br />
4 . Immagine corporativa; visual identity di eventi, prodotti,<br />
ecc.; programmi di segnalazione e identificazione<br />
visiva<br />
5 . A u t o p romozione e pubblicazione di progetti su riviste<br />
s p e c i a l i z z a t e<br />
6 . Istituzioni culturali, design editoriale e settori industriali<br />
vari<br />
7 . Spagna, Belgio, Francia, Andorra, Stati Uniti, Arg e n t i-<br />
na, Cuba<br />
ANDRÉ RICARD<br />
www.andrericard.com<br />
1 . 1959<br />
2 . In Svizzera<br />
3 . Collaboratori in suba<br />
p p a l t o<br />
4 . Oggetti quotidiani:<br />
a t t rezzi domestici e<br />
per ufficio, appare c-<br />
chi, contenitori<br />
5 . Nessun modo in part<br />
i c o l a re<br />
André Ricard<br />
6 . I m p rese familiari e istituzioni<br />
7 . Non in questo momento<br />
8 . <strong>Design</strong> molto immaginativo<br />
9 . Mancanza di una buona distribuzione e pro m o z i o n e<br />
i n t e rnazionale grazie a un più efficace appoggio delle<br />
i s t i t u z i o n i<br />
10 . C a n c e l l a re l’immagine, che hanno oggi molte imprese,<br />
del design come creativitàdedicata esclusivamente<br />
a ciò che riguarda i prodotti di decorazione d’élite<br />
11 . Mancanza di promozione da parte dell’amministrazione<br />
dei nostri lavori all’estero: mostre, fiere, ecc.<br />
BENEDITO DESIGN<br />
www.beneditodesign.com<br />
1 . 1973<br />
2 . S i c resa, Messico<br />
3 . 8<br />
4 . Macchinari e strumenti,<br />
appare c c h i<br />
e l e t t ronici, inform a-<br />
tica, illuminazione,<br />
a t t re z z a t u re domestiche<br />
e arre d a m e n t o Ramón Benedito<br />
u r b a n o<br />
5. Mediante conferenze, partecipando a mostre e premi<br />
di design, scrivendo articoli sulla stampa specializzata,<br />
attraverso la pagina web e mailing list specifiche,<br />
mediante la diffusione dei cataloghi dei clienti<br />
dello studio che citano gli autori del progetto<br />
6. Gruppi di costruzione; arredo urbano e ambiente;<br />
estetica e bellezza; elettronica applicata<br />
7. Bingdata, Contenur, Envac, Fermax, Fiit NY, Fujitsu,<br />
Guinot, Indra, Musicson, Policad, Renfe, Repsol e<br />
Xerox<br />
8. Linguaggio proprio, design d’autore, cultura e tradizione<br />
9 . Scarsa diffusione internazionale, ridotta dimensione<br />
delle imprese produttrici e poca capacità d’es<br />
p o rtazione<br />
10. Far penetrare il design nelle abitudini; definire congiuntamente<br />
con le scuole di scienza imprenditoriale<br />
un nuovo spazio culturale per consumatori con altri<br />
livelli di esigenze<br />
11. Redditività nel medio periodo dell’investimento necessario<br />
all’internazionalizzazione<br />
BOPBAA<br />
www.bopbaa.com<br />
Francesc Pla, Josep Bohigas e Iñaki Baquero<br />
1. 1991<br />
3. 9 (inclusi i 3 soci)<br />
4. Architettura, urbanistica, design dell’effimero, industrial<br />
design, progetti culturali<br />
5 . C o n f e renze e pubblicazioni su riviste specializzate<br />
6. Di ogni tipo, sia privato sia pubblico<br />
7. A Madrid (Museo Thyssen, Loewe), Bilbao (Hotel<br />
Nervión, Hotel Avenida) e Valenza (El Siglo)<br />
8. Nuove generazioni di designer<br />
6 . Scarsa adattabilità e capacità di rischio delle imp<br />
rese<br />
10. Più ricerca, innovazione e aiuti ai designer<br />
11. Pochi, anche se si dovrebbe appoggiare e incentivare<br />
molto di più tutti gli operatori del settore<br />
CAPELLA GARCÍA<br />
ARQUITECTURA<br />
www.capellaweb.com<br />
1 . Dal 2001. Dal 1997<br />
come Capella Arq u i-<br />
tectura & <strong>Design</strong>; dal<br />
1987 come Capella<br />
& Larrea Disseny<br />
3 . 10 architetti, 2 grafici<br />
4 . A rchitettura: centri di<br />
intrattenimento, hotel,<br />
aparthotel e abi-<br />
Juli Capella<br />
tazioni. <strong>Design</strong>: interni, grafica, concezione e re a l i z z a-<br />
zione di mostre, design editoriale<br />
5 . Nessuna. Alcuni progetti vengono però pubblicati su<br />
riviste di settore<br />
6 . Per l’architettura, principalmente promotori privati.<br />
Per il design, privati e istituzioni pubbliche<br />
7. Anche se in alcuni casi il cliente o la proprietà sono<br />
fuori dalla Catalogna, tutti i progetti d’architettura attuali<br />
sono in quest’area. Invece per quanto riguarda<br />
il design, ad esempio la mostra «Cocos. Copias y coincidencias»,<br />
patrocinata dal Ministerio de Industria,<br />
Turismo y Comercio, e quella «300% Spanish <strong>Design</strong>»<br />
dal Giappone per la Seei<br />
8. <strong>Design</strong>er con un elevato livello di professionalità,<br />
idee innovatrici e desiderio di internazionalizzazione<br />
9 . Legami ancora precari fra imprese produttrici e designer;<br />
un certo conservatorismo dell’impre n d i t o-<br />
ria nazionale che le impedisce di assumersi il rischio<br />
di entrare in competizione sul mercato internazionale<br />
10. Il successo delle aziende che puntano sul design.<br />
L’amministrazione dovrebbe organizzare un lavoro di<br />
informazione di tutti gli imprenditori, facilitare loro i<br />
contatti con designer capaci, permettere loro di avere<br />
delle buone esperienze<br />
11 . Non aver buoni contatti; la lingua; la non conoscenza<br />
al di fuori della Catalogna del lavoro dello studio<br />
CARRÉ NOIR<br />
www.carre-noir.com<br />
1 . 1998<br />
2 . C a rré Noir Intern a-<br />
cional del Grupo Publicis<br />
Consultants<br />
3 . 10. Joan Ricart ,<br />
c o n s i g l i e re delegato;<br />
Andrés Salvare z-<br />
za, dire t t o re cre a -<br />
tivo<br />
Andrés Salvarezza<br />
4 . Packaging 2D e 3D; corporative identity, retail, naming;<br />
marchi di largo consumo, compagnie e istit<br />
u z i o n i<br />
5. Mailing list, articoli, pubblicità su riviste specializzate,<br />
conferenze e presentazioni presso il cliente<br />
6. Marche di prodotti di largo consumo<br />
7. Coca Cola Iberia, Madrid; Grupo Regojo, Lisbona;<br />
Cadbury Schweppes, Lisbona, Atene e Ginevra; Sara<br />
Lee, Londra e Parigi<br />
8 . Ottime scuole di design con alunni di varie nazionalità;<br />
fornitori specializzati; clima di alta compet<br />
e n z a<br />
9 . Mancanza di penetrazione nel mercato intern a z i o-<br />
n a l e<br />
10. Rafforzare il legame con le scuole d’affari (marketing)<br />
e le università in generale, incorporando/rafforzando<br />
le materie relative al design<br />
11. Nessuno, lo studio infatti è parte di una rete di agenzie<br />
internazionali e collabora in modo attivo a progetti<br />
di respiro internazionale<br />
E s s e re designer a Ba r<br />
22 studi di progettazione si raccontano: come sono organizzati, c<br />
EMILIANA DESIGN STUDIO<br />
www.emilianadesign.com<br />
Anna Mir e Emili Padrós<br />
1 . 1 9 9 7<br />
3 . 4<br />
4 . P roduct design, arredamento, arc h i t e t t u re eff i m e re ;<br />
eventi; allestimenti mostre<br />
5 . Con mostre sul lavoro dello studio, conferenze, sito<br />
web, pubblicazioni, ecc.<br />
6 . Musei, istituzioni, aziende di arredamento, illuminazione,<br />
gioielleria, ecc.<br />
7 . Richter Spielgërate (Germania, giochi per bambini);<br />
Moëve (Germania, accessori per il bagno); <strong>Design</strong><br />
Ideas (Stati Uniti Stati Uniti,menage); Dune (Stati Uniti,<br />
arredamento)<br />
8 . Genialità, economia di mezzi, un certo humor<br />
9 . Pochi investimenti in tecnologia e scarsa risonanza all<br />
’ e s t e ro<br />
ESTUDI AROLA<br />
www.estudiarola.com<br />
1 . 1994<br />
3 . J o rdi Ta m a y o ,<br />
Sylvain Carlet, Katia<br />
R. Glossmann<br />
4 . P rodotti: lampade,<br />
contenitori per profumeria;<br />
arre d a m e n-<br />
to d’interni e urbano;<br />
Antoni Arola<br />
p rodotti vari. Intern i :<br />
negozi; ristoranti/bar; u ffici. Arc h i t e t t u re dell’eff i m e ro :<br />
m o s t re; stand<br />
5 . A livello nazionale e internazionale attraverso la pagina<br />
web; con collaborazioni con diff e renti pro f e s s i o n i-<br />
sti del design; con pubblicazioni sulla stampa nazionale<br />
e intern a z i o n a l e<br />
6 . Moda; profumeria; arredamento/illuminazione; ristorazione;<br />
cultura<br />
7 . P e d ro García, stand per fiere a Milano, Francofort e ,<br />
D ü s s e l d o rf,ecc.; Floriade 2002, padiglione della Spagna<br />
in Olanda; Spoko Park, complesso sportivo con<br />
F a rwest Solutions a Siviglia; Grand Lyon, stand a Lione,Francia;CacaoSampaka,franchisinga<br />
Madrid,Valenza,<br />
Girona, ecc.; Mit Mat Mamá, negozi di vestiti<br />
p remaman in Catalogna e Madrid; «Leonardo da Vi n-<br />
ci y la música», mostra itinerante<br />
8 . Alcuni designer eccezionali<br />
9 . Un’industria poco preparata ad aff ro n t a re tecnicamente<br />
l’innovazione; aff ro n t a re culturalmente nuove sfide;<br />
buoneintenzioniche nonsiconcretizzano,restanosulla<br />
carta; scarso riconoscimento intern a z i o n a l e<br />
10 . Che gli imprenditori abbiano una cultura più ampiadel<br />
design e una visione meno commerciale; una traiettoria<br />
più solida; un carattere più personale e un’identità<br />
chiara di impresa; scommettere sui nuovi valori (designer);<br />
pensare il design non solo come aff a rema come<br />
un’attitudine culturale<br />
11 . Sotto il profilo della comunicazione la lingua, a causa<br />
della tarda introduzione dell’inglese in Spagna; dal<br />
punto di vista della diffusione, la chiusura nazionale<br />
dei giornalisti che non diffondono il design all’estero<br />
ESTUDIO MARISCAL<br />
www.mariscal.com<br />
1. 1990<br />
3 . 30, dicui15designer<br />
4 . Grafica, industrial<br />
design, arc h i t e t t u r a ,<br />
i n t e rni, digitale e aud<br />
i o v i s i v o<br />
5 . Attraverso la pagina<br />
web, strumento imp<br />
rescindibile; inter-<br />
Javier Mariscal<br />
viste; conferenze. Inoltre tentando di essere molto presenti<br />
nei mezzi di comunicazione specifici e in generale<br />
pubblicando i progetti dello studio<br />
6 . Siamo in contatto con tutti<br />
7 . Molti, la maggior parte dei progetti del <strong>2005</strong> sono stati<br />
al di fuori della Catalogna<br />
8 . Esistono buoni o cattivi progetti, ma non in re l a z i o n e<br />
al fatto che siano catalani o meno<br />
10 . F o rum e azioni di divulgazione<br />
11 . L’obiettivo non è tanto intern a z i o n a l i z z a re lo studio<br />
quanto il lavoro dello studio; in questo senso non è<br />
quindi un problema dove è situato,visti gli attuali mezzi<br />
di comunicazione<br />
JULIA SCHULZ-DORNBURG<br />
www.juliaschulzdornburg.com<br />
1 . 1992<br />
3 . Da 1 a 3 persone<br />
4. Scenografie per mostre,<br />
architetture eff<br />
i m e re, ristoranti,<br />
abitazioni private<br />
5. Finora il nostro lavoro<br />
è stato il nostro<br />
Julia Sch u l z - D o r n b u rg<br />
biglietto da visita<br />
6. Principalmente istituzioni culturali e aziende legate<br />
alle attività culturali<br />
7. Al momento no<br />
8. Un’eccellente e ben radicata cultura del design; una<br />
ricchezza di espressioni, oggetti e soluzioni creative<br />
combinate con una predisposizione autoctona a rischio,<br />
flessibilità e capacità di improvvisazione che<br />
creano un ambiente ideale per progettare e ottenere<br />
risultati eccellenti<br />
9. Poca curiosità per altre culture, mercati e prodotti che<br />
potrebbero invece aumentare la presenza a livello internazionale<br />
del design catalano<br />
10. Fiere, mostre e esposizioni promosse dalle istituzioni;<br />
pubblicazioni internazionali; un organo per gestire<br />
e promuovere il design a livello internazionale; una<br />
base dati (web) esaustiva e attrattiva<br />
11. Contatti istituzionali<br />
LIEVORE ALTHERR MOLINA<br />
www.lievorealtherrmolina.com<br />
Alberto Lievore, Jeanette Altherr<br />
e Manel Molina<br />
1 . 1 9 9 1<br />
3 . 7<br />
4 . A rredamento, product design, architetturadell’eff i m e-<br />
ro; consulting<br />
5 . Attraverso i nostri clienti<br />
6 . A rredamento contract e per la casa<br />
7 . A r p e r, Arruti, Andreu World, Bellato, Do+Ce, Dona,<br />
Emmebi, Foscarini, Metalarte, Ofita, Prenatal, Perobell,<br />
Sellex, Sovet, Tacchini, Ve rzelloni, Vi b i a<br />
8 - 9 . Nessun giudizio perché abbiamo pochi clienti in Cat<br />
a l o g n a<br />
1 0 . Educazione d’impresa, come dappert u t t o<br />
1 1 . N e s s u n a<br />
LLUSCÀ DESIGN<br />
www.llusca.com<br />
1 . 1972<br />
3 . 10<br />
4 . A rredamento per impianti,<br />
ufficio e contract;<br />
illuminazione<br />
tecnica; stru c t u r a l<br />
packaging; elettro n i-<br />
ca applicatae di consumo;<br />
elettro d o m e-<br />
Josep Lluscà<br />
stici, accessori per la costruzione; giochi; attre z z a t u re<br />
pubbliche; strumentazione e attre z z a t u re sanitarie<br />
5 . Webcorporativa;agenzieinternazionalidistampaspecializzata<br />
in design; partecipazione a forum, seminari<br />
e giornate di divulgazione; studi e azioni commerc i a-<br />
li incentrati su settori industriali di intere s s e<br />
9 . Scarsezza di grandi gruppi pluridisciplinari di design<br />
che possano aff ro n t a re progetti complessi con tecnologie<br />
avanzate; ciò sia per la carenza e per il profilo degli<br />
studi sia per la statura del cliente tipico<br />
10. Sensibilizzazione dell’imprenditoria attraverso un intervento<br />
deciso di promozione del settore pubblico;<br />
aiuti del settore pubblico in direzione di un’internazionalizzazione<br />
delle aziende di design catalano<br />
11 . Scarsi aiuti economici e interventi quasi inesistenti<br />
delle agenzie specializzate alla promozione in ambito<br />
i n t e rnazionale del design catalano<br />
MORILLAS BRAND DESIGN<br />
www.m o r i l l a s . c o m<br />
Pau Dueñas, Jordi Aguilar, Lluís Morillas,<br />
Joan Fornós<br />
1 . 1 9 6 2<br />
2 . M a d r i d<br />
10
<strong>Design</strong>er<br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
rcellona: eccoli, persone e opinioni<br />
i , come si promuovono, che cosa propongono<br />
3 . 5 6<br />
4 . Consulenza, naming, packaging, corporative image,<br />
branding, re t a i l<br />
5 . Attraverso i clienti, è il modo migliore<br />
6 . S e t t o re farmaceutico, alimentare, turistico, alberg<br />
h i e ro, immobiliare, istituzioni, loisir, infrastru t t u-<br />
re, distribuzione, sanità, banche<br />
7 . Stati Uniti, Regno Unito, Messico, Olanda, Francia,<br />
G e rmania, Svizzera, Portogallo, Polonia, Tu rc h i a ,<br />
Egitto, Israele, Grecia e Andorra. Fra gli altri: Frito-<br />
Lay/Pepsico a Dallas; Reckitt Benckiser a Londra;<br />
Henkel a Düsseldorf; Danone a Parigi; Novartis a<br />
Nyon, Svizzera; Nestlé a Ve v e y, Svizzera<br />
8 . L’ e s s e re la Catalogna da un lato culla del design<br />
spagnolo e dall’altro attore importante in questo<br />
campo; la presenza dei migliori designer in Spagna<br />
9 . L’atomizzazione del settore che col tempo andrà forzatamente<br />
riducendosi<br />
1 0 . Una presa di coscienza da parte delle imprese dell<br />
’ i m p o rtanza del marchio, fattore che influenza semp<br />
re più il consumatore<br />
1 1 . Non esistono ostacoli reali, quanto piuttosto la coscienza<br />
che per essere presenti all’estero bisogna<br />
a g i re sia nel rispetto delle tradizioni e della cultura<br />
di un altro paese sia della filosofia della Agencia de<br />
S e rvicios Integrales dello studio<br />
MOSTRA COMUNICACIÓ<br />
www. m o s t r a c o m u n i c a c i o . c o m<br />
1. 1998<br />
2. Ingeniería Cultural,<br />
S.A. a Barc e l l o n a ,<br />
studio associato<br />
3 . 4 designer in pianta<br />
stabile e subappalti<br />
a freelances o professionisti<br />
esterni<br />
Genís Tolosa<br />
4. Due linee di affari:<br />
una relativa all’immagine corporativa e alla sua comunicazione<br />
a livello grafico; l’altra relativa all’architettura<br />
effimera, dall’ideazione alla direzione lavori e<br />
produzione<br />
5. Per quanto riguarda il settore delle mostre, l’attività<br />
di promozione è indirizzata soprattutto all’amministrazione<br />
pubblica, con visite ai responsabili di questo<br />
tipo di progetti. Una buona pubblicità è fatta anche<br />
dagli stessi clienti dello studio<br />
6. Amministrazioni pubbliche e le fondazioni per quanto<br />
riguarda il settore mostre e quelli industriale e dei<br />
servizi per la comunicazione grafica<br />
7. No<br />
8 . Il superamento del formalismo dei primi anni novanta<br />
e l’off e rta di prodotti altamente funzionali e<br />
esteticamente belli; sviluppo di nuovi prodotti da<br />
p a rte delle imprese del settore industriale<br />
9 . La mancanza di un tessuto imprenditoriale significativo<br />
che fa sì che durante la loro formazione i designer<br />
non abbiano contatti col mondo della pro d u z i o n e<br />
10 . M i g l i o r a reil rapporto fra mondo dell’impresa e quello<br />
delle scuole grazie alla mediazione dell’amministrazione<br />
pubblica e forse, ancor più, un’azione del<br />
Ministerio de Industria attraverso i suoi strumenti per<br />
d i ff o n d e reil design e far compre n d e rei vantaggi app<br />
o rtati da una sua incorporazione all’interno dei processi<br />
di creazione di nuovi prodotti<br />
11 . Per quanto riguarda i progetti museografici e lemostre ,<br />
ilproblema deiprogetti di re s p i ro internazionale è ilcosto,<br />
che spinge alla ricerca di clienti nella zona in cui<br />
si lavora. Inoltre la linea d’impresa dello studio nel medio<br />
periodo è quella di rivolgersi al mercato nazionale<br />
NOVELL-PUIG DESIGN<br />
www. n o v e l l - p u i g d e s i g n . c o m<br />
Josep Novell e Josep Puig<br />
1 . 1 9 9 2<br />
3 . 5 più il personale commerciale e amministrativo<br />
4 . Piccoli elettrodomestici,attre z z a t u resanitarie e per installazioni,<br />
strumenti di controllo e medici, packaging<br />
e illuminazione<br />
5 . Attraverso un lavoro commerciale di localizzazione e<br />
visita delle imprese; pubblicazioni su rivistespecializzate;<br />
partecipazione alle iniziative di promozione organizzate<br />
da BC D, CI D E M, DD I, ecc.<br />
6 . Dal settore del consumo (packaging e elettro d o m e s t i-<br />
ci), a quello terziario (attre z z a t u re per installazioni) e<br />
domestico (illuminazione)<br />
7 . Un solo cliente, cinese, Mitco International Ltd.<br />
8. <strong>Design</strong> economicamente competitivo che favorisce il<br />
rapporto diretto con i clienti e che beneficia dell’«immagine<br />
di marca» che Barcellona ha diffuso a livello<br />
internazionale negli ultimi anni<br />
9 . Mancanza, tranne alcuni casi del product design e del<br />
packaging, di grandi aziende di livello intern a z i o n a l e ;<br />
la non volontà di competere nei mercati più dinamici<br />
e arr i v a re alle grandi multinazionali<br />
10. I n d i v i d u a rele imprese di recente creazione possibilmente<br />
dirette da giovani o quelle di seconda e terz a<br />
generazione a gestione familiare dirette da persone<br />
f o rmate nelle università, che puntino sul design per<br />
a c c re s c e re la competitività dei loro prodotti. Molti<br />
p roduttori sono ormai stati acquisiti da multinazionali<br />
o hanno delocalizzato la produzione nell’Est europeo<br />
o in Asia<br />
11. La mancanza di tradizione ed esperienza nella competizione<br />
internazionale, nonostante possa essere<br />
compensata dall’assunzione di professionisti giovani;<br />
gli stereotipi, largamente consolidati, sulle qualità<br />
tecniche del design catalano, e spagnolo in generale,<br />
in alcuni settori, in particolare l’arredamento, l’illuminazione<br />
e il product design. In quest’ultimo settore<br />
si riscontra una onnipresenza, presso i grandi<br />
centri produttivi, degli studi inglesi, tedeschi, italiani<br />
e nordamericani<br />
OSCAR TUSQUETS BLANCA<br />
www. t u s q u e t s . c o m<br />
1. 1964<br />
2 . Oscar TusquetsBlanca<br />
Arq u i t e c t u r a s<br />
3. 2<br />
4. Arredo per la casa e<br />
contract; arredo urbano<br />
5. Nessuna; lo studio è<br />
contattato dire t t a- Oscar Tusquets<br />
mente dai produttori<br />
6. Casa, contract, oggetti da regalo esclusivi<br />
7 . In ItaliaDriade, Alessi, La Murrina, Leucos, Cleto Munari,<br />
Arnolfo di Cambio, Olivari, Moroso, Rds-Kleis,<br />
VNason; in Germania Vo rwerk, Ritzenhoff, Eschenbach,<br />
Dornbracht; in Spagna (esclusa la Catalogna):<br />
Macaedis, Coinma, Makser, Publimedia, Saloni<br />
8. Presenza di buoni designer e buone scuole<br />
9 . Scarsità di aziende intraprendenti e riviste di<br />
q u a l i t à<br />
10 . La competitività della Cina dovrebbe convincere le imp<br />
rese che senza innovazione hanno i giorni contati<br />
11. Lo studio non desidera espandersi. È invece interessante<br />
lavorare per clienti stranieri se offrono possibilità<br />
e una libertà che non si trovano in Spagna<br />
QUIM LARREA & ASSOCIATES<br />
www.quimlarrea.com<br />
1 . 1982 pro f e s s i o n a l-<br />
mente, con la denominazione<br />
e stru t t u r a<br />
attuali dal 1997<br />
2. Xnf, Arquitectes; Dp<br />
56; Gonzalo Milá;<br />
Txema GarciaAmiano<br />
3. 3<br />
4. Industrial design, Quim Larrea<br />
grafica, architettura, consulenza alle imprese<br />
5 . P a s s a p a rola, ogni cliente ne attrae uno nuovo; pubblicazione<br />
dei progetti su riviste specializzate<br />
6. A rredamento, orologi e gioielleria, illuminazione,<br />
pietra naturale e porcellana<br />
7. Arredamento urbano, porcellana e artigianato<br />
8. Ottimo design<br />
9. Mancanza di finanziamenti, pubblici o privati, per fare<br />
tendenza<br />
VICTOR TEBAR<br />
THINKTANK<br />
1. 1981<br />
2. Montse Gabriel, architetto<br />
del paesaggio,<br />
esperta in percezione/leggi<br />
della<br />
Gestalt; Alex & Christophe<br />
Tebar, Industrial<br />
& Graphic <strong>Design</strong>ers<br />
a Stoccarda<br />
Victor Tebar<br />
3. Numero variabile, quelli necessari per un’efficace realizzazione<br />
dei progetti<br />
4 . Nell’ambito dello Yacht <strong>Design</strong>: creazione di nuove unità<br />
per armatori o cantieri; refit parziali o totali e trasformazioni<br />
di navi militari, commerciali; esterni e interni di<br />
yacht. Nell’ambito della ricerca e sviluppo: concept design<br />
per cre a re nuovi concetti per nuove nicchie di mercato<br />
e, quindi, per nuove forme di business e pro f i t s<br />
5. Il passaparola dei clienti<br />
6. Proprietari o direttori di diverse imprese, alcune multinazionali,<br />
e appartengono a quasi tutti i settori industriali.<br />
Attualmente un gran peso hanno i Grandi<br />
Costruttori e Real State Managers<br />
7. Sí<br />
8. Creatività, serietà e talvolta innovazione<br />
9. Mancanza di know how nei nuovi processi di fabbricazione,<br />
con nuove tecnologie, nuovi materiali e capacità<br />
di creare i nuovi design partendo dal dominio<br />
di queste conoscenze<br />
10. Nuove riviste specializzate in industrial design che<br />
arrivino a tutte le imprese per stabilire un legame fra<br />
designer e imprenditori; creazione di una fiera a Barcellona<br />
sull’industrial design; innovazione delle imprese<br />
basata sul miglior design (attualmente, fra l’altro,<br />
responsabile della maggior parte delle vendite)<br />
11. Nessuno; è dall’estero che vengono a cercare il buon<br />
design in Catalogna<br />
TORRES & TORRES<br />
www.torresbcn.com<br />
1. 1990<br />
4. 1 architetto, 3 architetti<br />
d’interni, 2 industrial<br />
designer<br />
5 . A rredamento d’interni,<br />
retail, arc h i t e t t u r a<br />
e product design<br />
6 . Attraverso la pagina<br />
web, alcune pubblicazioni<br />
del setto-<br />
Jordi Torres<br />
re e la buona pubblicità dovuta al passaparola dei<br />
clienti<br />
7 . Fra gli altri, settori alberg h i e ro (catene alberg h i e reBarceló);<br />
della ristorazione (ristoranti Toc); del loisir (discoteche);<br />
dell’ottica (Visionlab, Ulloa, Soloptical, Visualis);<br />
dei trasporti (Calsina Carré); agenzie di pubblicità<br />
(Cathedral, The Farm, Odisea); del commercio (Joyería<br />
Oh!, El Mundo de Drim); consumo/alimentazione<br />
(contenitori Eva, Martini); sanitari (Sanitas) e liberi professionisti<br />
(Sol Muntañola & Asociados, Barc e l a w )<br />
8. Madrid, Malaga, Palma de Mallorca, Castellón, Lecumberri<br />
(San Sebastián) e in Italia (Bisazza) Germania<br />
(Axor-Hansgrohe)<br />
9 . L’incapacità delle aziende e dei professionisti di lavor<br />
a re in modo interd i s c i p l i n a re;scarso valore attribuito<br />
alla creatività; assenza dal mercato intern a z i o n a l e<br />
10 . P romozione della cultura del design nella società; alle<br />
imprese non si deve trasmettere nulla e peggio per<br />
quelle che non ritengono importante la creatività; la<br />
realizzazione del Museu del Disseny<br />
11 . La produttività della Spagna, di molto inferiore a quella<br />
europea; gli scarsi investimenti economici nel campo<br />
del design che si ripercuotono anche sugli studi<br />
TRESSERRA COLLECTION<br />
www.tresserra.com<br />
1. 1987<br />
3. 4<br />
4. <strong>Design</strong>, pro d u z i o n e<br />
e commerc i a l i z z a-<br />
zione di pezzi da collezione<br />
e speciali;<br />
mobili per la casa e<br />
per l’ufficio, occasionalmente<br />
anche Jaume Tresserra<br />
per i settori alberghiero<br />
e della ristorazione<br />
5. Lo studio non fa pubblicità in modo diretto, promuove<br />
la sua attività attraverso articoli di giornale e fiere internazionali<br />
6. Economicamente e/o culturalmente di livello elevato,<br />
a causa del costo del prodotto<br />
7. I clienti si trovano principalmente al di fuori della Catalogna.<br />
Lo studio esporta l’80% della sua produzione<br />
in tutto il mondo<br />
8. La freschezza del design, in parte ancora libero dai<br />
grandi condizionamenti industriali<br />
9. Scarsa padronanza del marketing<br />
10. Strumento fondamentale sono premi, informazione,<br />
concorsi e sovvenzioni; per le imprese convertirsi al<br />
design per non affondare è una necessità assoluta e<br />
in parte molte lo hanno già fatto<br />
11. La disinformazione assoluta degli organi ufficiali e lo<br />
scetticismo conservatore dei produttori<br />
UMD/C*<br />
Uli Marchesteiner<br />
1. 1993<br />
3. 1 + collaborazioni<br />
esterne<br />
4. S c e n e g g i a t u re e montaggidiprodotticulturali<br />
(mostre, pre s e n t a-<br />
zioni e showrooms);<br />
industrial design nel<br />
s e t t o re dell’illuminazione<br />
e dell’arredo<br />
5. Con la pubblicità dei propri progetti; è in progetto<br />
un’antologica del lavoro dello studio dal 1995 al <strong>2005</strong><br />
in Spagna e Austria<br />
6. Istituzioni culturali, imprese del settore dell’arredo<br />
7. Non in questo momento<br />
8. Buon design<br />
9. A volte cattivo rapporto fra qualità prezzo e distribuzione<br />
limitata<br />
1 0 . U n ’ i m p o rtante fiera del design come quella di<br />
M i l a n o<br />
1 1 . In questo momento lo studio non vuole espand<br />
e r s i<br />
VARIS ARQUITECTES<br />
1. 1972 con Vi c e n t e<br />
Miranda, dal 1982<br />
con Eulàlia González<br />
e dal 1992 con Vicenç<br />
Bou<br />
2. J&G Asociados<br />
(Juan Gallostra); Boma<br />
(Robert Brufau);<br />
Dani Freixes<br />
Fca (Ignacio Forteza,<br />
Jordi Carbonell); Gao lletres (Eulàlia Bosch); Angí<br />
Folch & Associats (Pep Anglí)<br />
3. Da 10 a 20, fra designer e architetti<br />
4. Architettura, mostre, museografia, architetture effimere<br />
e architettura d’interni<br />
5. Attraverso pubblicazioni su riviste specializzate, conferenze<br />
in scuole di design, università e prossimamente<br />
grazie alla pagina web in preparazione<br />
6. Musei, centri culturali, luoghi di loisir del settore<br />
pubblico e privato; imprese del settore alberghiero e<br />
promotori del settore privato<br />
7. Strutture per il loisir nella zona di Bari e nelle Asturie;<br />
progetti per architetture d’interni e mostre a Madrid;<br />
museo della vita rurale a Maiorca<br />
8 . Grande capacità di riflessione; originalità e rigore<br />
9. Mancanza di diffusione; scarsa capacità di rischio per<br />
quel che riguarda i prodotti innovativi<br />
10. Premi con ripercussioni nell’ambito mediatico ed<br />
economico (sgravi fiscali sui prodotti sostenibili e<br />
d’interesse pubblico) assegnati da un’ampia giuria<br />
mista (pubblica e privata)<br />
11. Non aver ancora approfittato dei canali di diffusione<br />
che permettono le attuali tecnologie; il costo eccessivo<br />
dei concorsi che non permettono grandi investimenti<br />
da parte dei piccoli studi<br />
BA R CE LL O NA I N TE R N A Z I O N A LE<br />
Un catalano in Te s t a<br />
Ge rmán Silva è nato a Barcellona nel 1970.<br />
È d i re t t o regenerale creativo della Arm a n d o<br />
Testa, la principale agenzia di pubblicità in<br />
Italia con sede principale a Torino.<br />
Fino al 2003, Germán Silva è stato il massimo<br />
responsabile creativo della agenzia Young<br />
& Rubicam, a Madrid. Ha al suo attivo più di<br />
300 premi e menzioni in festival e competizioni<br />
c reative ed è uno dei tre creativi spagnoli<br />
con il maggior numero di premi EF I, assegnati<br />
dalla Asociación Española de anunciantes<br />
alle campagne più efficaci.<br />
È m e m b rodel prestigioso One Club americano<br />
e del D&Ad, il club dei designer e art dire c t o r<br />
di Londra, membro fondatore del Club de<br />
C reativos de España, membro della Asociación<br />
de Diseñadores gráficos y dire c t o res de arte<br />
del FA D e membro del Col.legi de Plublicitaris<br />
i Relacions Publiques de <strong>Catalunya</strong>.<br />
Recentemente è stato invitato a unirsi<br />
come membro a pieno titolo nel Art dire c t o r s<br />
club italiano.<br />
11
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
<strong>Design</strong><br />
ANDRÉ RICARD<br />
«<strong>Design</strong>ed in <strong>Barcelona</strong>»<br />
I progetti del <strong>2005</strong> selezionati dai loro autori:<br />
una panoramica sulle novità, dall’oggetto alla città<br />
B o c c e t ta di profumo «Brave»,<br />
per Agua Brava Fragrances<br />
ESTUDI AROLA<br />
B o c c e t tadi pro f u m o, per Mandarina Duck<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: nuovo design per Metalart ,<br />
A n d reu World, Santa & Cole;<br />
gioielleria «Personal» a Ta rragona; uffici Nestlé a Barc e l l o n a<br />
ESTUDIO MARISCAL<br />
Senza un design proprio,<br />
la concorrenza con la Cina<br />
è impossibile di Oscar Tusquets<br />
In Catalogna ci sono aziende interessanti,<br />
ma non hanno un livello di industrializzazione<br />
significativo e il fatto che si<br />
produca in Oriente ci deve far ripensare<br />
completamente tutto. In Cina vengono fatte<br />
cose identiche a quelle prodotte in Europa,<br />
ma vendute a un prezzo 10 volte inferiore.<br />
Il loro prezzo di vendita è più basso<br />
del nostro costo di produzione. Se devi produrre<br />
in Cina, devi mettere poi il tuo marchio,<br />
che dovrà essere un marchio di qualità.<br />
E con i lavoratori, che cosa si fa? È un<br />
problema che supera molto quello del designer,<br />
ma che ci tocca da vicino. La Spagna<br />
come l’Italia deve vendere soltanto qualità<br />
e innovazione. Senza un design proprio, la<br />
concorrenza con la Cina è impossibile. Le<br />
scarpe da donna di altissima qualità, create<br />
da grandi designer, sono tutte fatte in Italia,<br />
e per il momento questo non è tanto facile<br />
da portare in Oriente. L’unica possibilità<br />
che abbiamo è quindi essere ancora più innovativi,<br />
e in questo ha visto chiaro in questo<br />
l’Italia: non fa scarpe a buon mercato,<br />
perché non è un mercato di costi bassi. La<br />
Spagna non è più un paese a buon mercato,<br />
ma continua ad esserlo rispetto alla Germania,<br />
l’Inghilterra e l’Italia.<br />
OSCAR TUSQUETS<br />
Architetto, designer<br />
Il futuro<br />
m u l t i d i s c i p l i n a re<br />
di Jordi Torres<br />
La ricchezza di Gaudí e Dalí risiede<br />
nella loro multidisciplinarità, nella<br />
capacità di essere creativi totali. Negli anni<br />
ottanta solo Tusquets e Mariscal lo sono<br />
stati. Oggi il campo appare diviso in due:<br />
chi lavora per l’immagine e la comunicazione<br />
di marchi e chi nella creazione d’autore,<br />
ma sono pochi i designer multidisciplinari:<br />
BO O P B A, Curro Claret, Emiliana,<br />
Martín Ruiz de Azúa. La difficoltà<br />
maggiore è lavorare in team e la possibilità<br />
di organizzare l’attività, magari per tre<br />
anni, come uno studio di architettura.<br />
La comparsa di Internet ha determinato la<br />
nascita di una quantità di discipline legate<br />
alla web e un afflusso di designer che si formano<br />
per la strada. Oggi possiamo catalogare<br />
facilmente 30 categorie di designer,<br />
compresi i cuochi. Rispetto all’Europa, in<br />
Catalogna siamo troppo individualisti. A<br />
Barcellona la difficoltà maggiore è che la<br />
scelta dei produttori vada al di là dello s t a r<br />
s y s t e m: ci credono poco. Nella nostra generazione<br />
c’è scarsa collaborazione. Credo<br />
cheil designerabbialaresponsabilità di farsi<br />
comprendere meglio. Camper è un’azienda<br />
esemplare, che ha scelto il design<br />
multidisciplinare: ma perché questo non<br />
succede con un costruttore di mobili?<br />
JO R D I TO R R E S<br />
D e s i g n e r<br />
EMILIANA DESIGN STUDIO<br />
BOPBAA<br />
«El baúl», serie di mobili per l’infanzia,<br />
per Magis<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: nuovo progetto per il Grand<br />
Hotel a Rimini; lungometraggio di animazione diretto da<br />
F e rnando Trueba; progetto di una stazione della metro p o l i t a n a<br />
a Napoli in collaborazione con lo studio Tu s q u e t s<br />
AMÉRICA SÁNCHEZ<br />
«El vagón de Marta». Appartamento minimo a Barcellona: 30 mq per<br />
un giovane incapace di pagare più superficie in centro ma disponibile<br />
a un progetto che propone altre qualità funzionali<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: capannone Crl a Molins de Rei, Barcellona; stand «Kit» per<br />
B read & Butter, Barcellona; edificio per abitazioni popolari nell’area del Fórum a Barc e l l o n a<br />
MORILLAS BRAND DESIGN<br />
Nuova immagine della birra Moritz,<br />
per Cervezas Moritz<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: segnaletica e comunicazione<br />
del Fórum 2004, Barcellona; visual identity della mostra<br />
m e rcato del Mediterraneo; visual identity dell’hotel Casa<br />
C a m p e r<br />
CARRÉ NOIR<br />
«Shadow play», produzione: Richter spielgeräte; fotografía: Xavier Padrós<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: progetti per Nani Marquina e Metalarte; allestimento della<br />
mostra «Nature & Art. Gaudí, Dalí Miró», al Toyota Municipal Museum of Art per l’Expo di<br />
Aichi; allestimento della mostra «Spain Again» alla Tokyo <strong>Design</strong>er’s We e k<br />
MOSTRA COMUNICACIÓ<br />
C o m u n i cazione e design per Eat&Out, gruppo Pans & Company<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: Lkxa, creazione del naming e identità per il riposizionamento<br />
di una marca per servizi ai giovani de La Caixa; progetti internazionali per Pepsico<br />
JULIA SCHULZ-DORNBURG<br />
Nuova identità visiva di Trident Oxygen,<br />
per Cadbury Sch w e p p e s<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>:<br />
p rotettori Solari Delial per Garn i e r, gruppo l’Oreal;<br />
packaging Clickpaq per Cafés Marcilla, gruppo Sara Lee;<br />
P o m o d o ro Solís per Maggi, gruppo Nestlé<br />
Museografia «Espai Cap de Creus», Ampurd á n<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>: progetto del Museo Agro rum; esposizioni temporanee per il Museo<br />
del cinema di Girona, il Museo de Història de la Ciutat de Girona, il Museo de la Pesca di<br />
Palamós, la Fundación Niebla e la Fundación Fita<br />
S tand per il COAC ( C o l . legi d’A rquitectes de <strong>Catalunya</strong>) a Construmat,<br />
con Joan Pons Fo r m e n t<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: Sala esposizioni, negozio e uffici per «Vasava Artworks»<br />
a Barcellona; ristorante «Verónica 2», Barcellona; casa privata a Faro, Portogallo<br />
12
<strong>Design</strong><br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Il silenzio eloquente di Emilio Donato<br />
La recente scomparsa dell’architetto<br />
catalano Santiago Roqueta (1944)<br />
ha svelato l’estesa e poco divulgata «vita e<br />
opera» di un autore e maestro europeo del<br />
design industriale e dell’architettura d’interni.<br />
Secondo lo storico Juanjo Lahuerta<br />
«Roqueta era un uomo molto acuto, ma di<br />
una grande discrezione. È stato una corrente<br />
sotterranea, costante e generosa. Non<br />
rivendicò mai nulla, non volle mai potere».<br />
La sua fine intelligenza avvolgeva<br />
sempre, con un velo d’ironia e humor, le<br />
opinioni sulla propria opera e su quella dei<br />
suoi contemporanei, forse cosciente dei limiti<br />
strutturali del nostro paese, delle sue<br />
origini, dei suoi ritardi e delle sue dipendenze.<br />
Ho l’impressione che proprio lì abbia<br />
le sue radici, anch’esse occulte, l’insolita<br />
singolarità dei suoi contributi alla<br />
cultura del design in Catalogna, sia<br />
quelladirettamentalegataalla sua<br />
pratica professionale, sia<br />
quella relativa all’insegnamento<br />
e<br />
alla divulgazione<br />
del design,<br />
al suo<br />
impegnocon<br />
l’industria e<br />
Santiago Roqueta<br />
VARIS ARQUITECTES<br />
all’istituzione universitaria. In questa reinterpretazione<br />
personale e culturale risiedeva<br />
l’originalità che impresse nei progetti di<br />
mobili e oggetti, allestimenti di mostre, l’edizione<br />
di monografie sul design spagnolo<br />
ed europeo, le iniziative universitarie, la<br />
pratica del disegno e la pittura, i progetti di<br />
architettura d’interni, i suoi metodi di formazione<br />
di un designer globale, tutto ciò<br />
con la radicale e rara attitudine di un autentico<br />
spirito libero. Santiago Roqueta<br />
progettò negli anni settanta numerosi locali,<br />
che a suo giudizio dovevano essere<br />
«capaci di interpretare e migliorare la società<br />
dell’epoca» che oggi, dopo trent’anni,<br />
resistono, per la loro freschezza e chiarezza<br />
formale e concettuale, al trascorrere<br />
del tempo. Creò Snarck <strong>Design</strong><br />
(1969-1983), produttrice di<br />
opere recuperate di Rietveld,<br />
Balla, Hoffman, Dalí,<br />
tra gli altri. In definitiva,<br />
un percorso chiaro, sempre<br />
colto, creativo e generoso<br />
nel campo dell’arte,<br />
dell’insegnamento e<br />
della cultura del design:<br />
senza alcun<br />
dubbio unico.<br />
EM I L I O DO N A T O<br />
A r c h i t e t t o<br />
BA R C E L L ONA I N TE R N A Z I ON A L E<br />
Capitale<br />
del design urbano<br />
Ho frequentato parecchio Barcellona e la<br />
Catalogna fin dagli anni sessanta.<br />
Ho seguito la straordinaria apertura al resto<br />
dell’Europa e l’enorme sviluppo<br />
dell’architettura e successi-vamente<br />
del design, e gli straordinari progressi<br />
dell’urbanizzazione di Barcellona.<br />
L’interesse per il design catalano non è solo<br />
frutto della novità di un paese che si apre<br />
alle relazioni europee: oggi molti guardano<br />
soprattutto a Barcellona come una delle città<br />
più avanzate sia dal punto di vista<br />
architettonico, sia dal punto di vista del<br />
design urbano e industriale.<br />
Le realizzazioni che apprezzo di più in<br />
Catalogna sono il passato modernista<br />
e il museo di Miró di Sert.<br />
Negli ultimi tempi ho trovato tra le cose<br />
migliori il rifacimento della fabbrica di<br />
Domenech i Muntaner diventata Caixaforum,<br />
che reputo uno dei migliori rinnovamenti<br />
realizzati in Europa.<br />
E ottimo anche il Palau de la Música Catalana,<br />
mentre il museo di Meier è stato, per conto<br />
mio, un’ottima iniziativa per il miglioramento<br />
di una zona malfamata, ma come costruzione<br />
non la trovo soddisfacente.<br />
Trovo tutto il nuovo sviluppo di Barcellona<br />
lungo il mare estremamente interessante.<br />
Gillo Dorf l e s<br />
filosofo, storico del design<br />
BENEDITO DESIGN<br />
LLUSCÀ DESIGN<br />
Sedia «Inuit» per Sare<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: packaging per profumeria<br />
e body-care, attre z z a t u re per home-fitness, sedie<br />
e arredamento per ufficio, apparecchi Tv-Lcd, elettro n i c a<br />
applicata alla strumentazione medica<br />
LIEVORE ALTHERR MOLINA<br />
Sedia «Leaf» per Arper<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: lavori per Arper, Andre u<br />
World, Bellato, Emmebi, Sellex, Tacchini, Ve rz e l l o n i<br />
TRESSERRA COLLECTION<br />
P rogetto per il Museo Arqueológico de las Minas Pre h i s t ó r i cas di Gavà<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: allestimento mostra «El Quijote y <strong>Barcelona</strong>»; nuovo Conservatorio della Música del Liceo di<br />
B a rcellona; Museo della Música nell’Auditorium di Barc e l l o n a<br />
TORRES & TORRES<br />
Lo showroom Tresserra Collection aperto<br />
ad aprile a Parigi al 168 di rue de Rivoli<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: collaborazione con Arata<br />
Isozaki per gli uffici della Villa Majlis per lo sceicco<br />
Saud Bin Mohd Ali Althani<br />
NOVELL-PUIG DESIGN<br />
Interior design dello studio di avvocati Sol Muntañola & Asociados a Barcellona<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: design per Bisazza, Axor, Ulloa; progetto di Bar-Lounge per gli hotel della catena Grupo Barc e l ó ;<br />
abitazione privata «Huevo»<br />
«Halo», nuova generazione di pannelli per<br />
il controllo degli accessi re s i d e n z i a l i ,<br />
p rodottto da Fe r m a x<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: coordinamento della<br />
p roduzione in Asia per il gruppo Fermax; «Visual map» per<br />
Indo; «Sedia Salamanca». Nuovo arredo unitario (2.800<br />
sedie) per i locali della Plaza Mayor di Salamanca<br />
UMD/C*<br />
Aplique «Bloc», per Lamp<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: oltre venti nuovi modelli di<br />
p roiettori per Lamp S.A.; pistola a vapore e aspiratore a<br />
v a p o re per Hoover (gruppo Candy), fabbricati da Mitco<br />
I n t e rnational Ltd, Cata Kitchen Concept per Cata<br />
E l e c t rodomésticos, S.L.<br />
OSCAR TUSQUETS BLANCA<br />
CAPELLA GARCIA ARQUITECTURA<br />
QUIM LARREA & ASSOCIATES<br />
Allestimento della mostra «Cosas de ca s a »<br />
per il Museo de la Historia, Sabadell<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: expo itinerante per<br />
AD I- FA D; nuovo design per Santa & Cole, Escofet, Comas<br />
VICTOR TEBAR THINKTANK<br />
Hall dell’ Hotel Diagonal <strong>Barcelona</strong>.<br />
Catena Hoteles Silken e Grupo Urvasco<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: Hotel Vapor Gran (Te rrassa) per<br />
il G rupo Cirsa e Inmobiliaria Grup La Clau; Les Naus del Va p o r<br />
Gran (Te rrassa) per Prointesa e Inmobiliaria Grup La Clau<br />
Interno della casa «Alex» a Saragozza<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: lampade, oro l o g i ,<br />
a rredamento urbano, componenti per il bagno,<br />
a rredamento per la casa, case unifamiliari e spazi pubblici<br />
Salone dello yacht BD SL 100.<br />
A r m a t o re: Barcos Deportivos<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: restyling LGC-66 metri<br />
per Ecoyacht; due catamarani yacht per il cantiere<br />
Dradisa di Vilanova i la Geltrú<br />
Lampada «Helix» per Le u c o s<br />
Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: nuovo design per Driade,<br />
Coinma, Tonon, BD, Saloni<br />
13
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Produttori<br />
BA R C E LL ONA I N TE R N A Z I O N A LE<br />
<strong>Design</strong> multinazionale<br />
La sede di Hewlett-Packard di Barcellona,<br />
aperta nel 1985, diretta da Enrique Lores,<br />
ha la responsabilità mondiale delle stampanti<br />
a grande formato, dalla ricerca alla produzione,<br />
dal marketing alla finanza. Barcellona fu scelta<br />
come sede europea per i vantaggi offerti dalla<br />
Catalogna: alto livello di formazione, buone<br />
comunicazioni e costi competitivi. Hewlett<br />
Packard investe nel settore R&D (ricerca e<br />
sviluppo) a Barcellona circa 70 milioni di euro<br />
e occupa 400 persone. La sede catalana<br />
ha la responsabilità di tre aree per il mondo<br />
e quattro per l’Europa. Ospita la sede dell’Emea<br />
<strong>Design</strong> Center, un centro ricerche e analisi<br />
delle tendenze, diretto da Olivier Mache<br />
che fa capo direttamente al Corporate Global<br />
Industrial <strong>Design</strong> Team a Palo Alto<br />
in California. Nel settore artistico e culturale,<br />
HP ha installato il <strong>Design</strong>jet Printing Kiosk<br />
presso il Museu Nacional d’Art de <strong>Catalunya</strong><br />
(MNAC) a Barcellona e alla National Gallery<br />
di Londra. Il <strong>Design</strong>jet, progettato a<br />
Barcellona, è stato usato per produrre mappe<br />
in tempo reale per la ricerca delle persone<br />
scomparse dopo l’attentato dell’11 settembre<br />
a New york, è stato utilizzato per il<br />
ricollocamento delle pitture romaniche dai<br />
musei catalani nelle sedi originali.<br />
J o rdi Morillo Pere s<br />
Responsabile del design industriale<br />
di Hewlett-Packard Española, S.L.<br />
WWW.ALIS.ES<br />
1 . Gennaio 2004<br />
2 . P o l t rone per teatri e auditorium<br />
3 . 2 milioni di euro nel 2004; 6 milioni di euro nel <strong>2005</strong><br />
4 . 20% nel primo semestre del <strong>2005</strong><br />
5. Gamma di sedute; poltrone per auditorium; sedie ed<br />
elementi complementari per il 2004. Saranno 12 i<br />
nuovi prodotti per il <strong>2005</strong>; la linea più significativa<br />
continuerà a essere quella di poltrone per auditorium,<br />
ma ci saranno anche elementi di supporto per<br />
mostre, arredamento urbano e due serie di panchine<br />
per aeroporti e aree di attesa<br />
6 . Un settore interno di ricerca e sviluppo con ingegneri<br />
e designer, ma lavora anche con architetti e designer<br />
estern i<br />
7 . 1 designer e 3 ingegneri che ideano e sviluppano il<br />
p rodotto, 1 altro ingegnere per la commerc i a l i z z a z i o-<br />
ne e 1 allestitore per la commercializzazione e per la<br />
comunicazione e servizio stampa<br />
9 . S u p e r i o re all’8% del fatturato nel 2004; si raggiunge<br />
il 12% se si comprende lo sviluppo del pro d o t t o<br />
1 0 . In design e ingegneria del prodotto; analisi delle tendenze<br />
evolutive dei prodotti e del merc a t o<br />
1 1 . Distributori e agenti su territorio nazionale e intern a z i o-<br />
nale (Regno Unito, Olanda, Argentina e Mediterraneo)<br />
1 2 . Nessuna per il 2004 e <strong>2005</strong>; nel <strong>2006</strong> Eimu a Milano<br />
1 3 . Il cuore della strategia di affari dell’azienda; off r i reai<br />
p rofessionisti la possibilità di integrare l’arre d a m e n-<br />
to nei loro progetti<br />
Le aziende rispondono<br />
1. Anno d’inizio dell’attività<br />
2 . P roduzione principale 20 04 - 20 05<br />
3. Vendita netta nel 2004-<strong>2005</strong><br />
4. Esportazione nel 2004 e <strong>2005</strong><br />
5. Nuovi prodotti del <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong><br />
6. Lavora con designer esterni<br />
o interni?<br />
7. Competenze dei designer in<br />
azienda<br />
8. Numero di designer esterni<br />
9. Investimenti in design<br />
10 . I n vestimenti in ricerca e sviluppo<br />
11. Punti vendita e in quali paesi<br />
12. Partecipazione fiere<br />
13. Valore aggiunto dal design<br />
14 . Eccellenzedel design in Catalogna<br />
15 . D e bo l e zze del design in Catalogna<br />
16. Fattori decisivi di crescita per<br />
l’azienda<br />
17. Iniziative private prioritarie<br />
in Catalogna<br />
18. Iniziative pubbliche prioritarie<br />
in Catalogna<br />
Si omette il numero per le risposte non perv e n u t e<br />
1 4 . L’aspetto estetico del design<br />
15. Non tenere in conto, da parte del contesto economico<br />
e delle autorità, del significativo investimento<br />
negli aspetti tecnici che l’aspetto estetico del design<br />
comporta<br />
1 6 . L’attenzione al design come valore aggiunto del prodotto<br />
e alle esigenze del cliente, legata alla flessibilità<br />
e collaborazione fra fornitori, designer, ingegneri,<br />
distributori, ecc.<br />
1 7 . La comprensione che valore aggiunto, conoscenza,<br />
design e collaborazione sono fattori decisivi per la<br />
competitività,visto che non lo sarà più il basso costo;<br />
l a v o ro in re t e<br />
1 8 . P o t e n z i a re gli investimenti in ricerca e sviluppo, non<br />
limitandoli all’alta tecnologia, ma estendendoli anche<br />
allo sviluppo di tecniche, migliorie estetiche e del<br />
p rodotto, divulgazione; un maggior sforzo negli investimenti<br />
da parte delle amministrazioni; potenziamento<br />
della comunicazione e immagine del design<br />
catalano in ambito intern a z i o n a l e<br />
WWW.BDBARCELONA.COM<br />
1 . 1 9 7 2<br />
2 . Sistemi di mensole in alluminio «Hypostila», arre d a-<br />
mento urbano «Bdlove», sedia «Varius», arre d a-<br />
mento urbano in generale, collezioni storiche di<br />
Salvador Dalí e Antoni Gaudí<br />
3 . 6 milioni di euro nel 2004; si ipotizza una crescita del<br />
10% nel <strong>2005</strong><br />
4 . S u p e r i o re al 20% della fatturazione totale<br />
5 . Divano a forma di labbra «Dalilips» (Salvador Dalí);<br />
buca delle lettere, progettata con Fabrica, il laboratorio<br />
del gruppo Benetton per il 2004; una collezione di<br />
a rredamento urbano progettata da Alfredo Häberli per<br />
il <strong>2005</strong><br />
6 . Lavora con designer esterni per la concezione dei<br />
p rogetti e con un’équipe interna per adattarli ai mezzi<br />
di produzione più adeguati<br />
7 . 3 ingegneri<br />
8 . Oscar Tusquets e il gruppo di lavoro di Fabrica<br />
9 . 3 , 5 %<br />
1 0 . Contrattazione per avere i migliori designer in base al<br />
l o ro profilo; ultime novità in fatto di hard w a re e softw<br />
a re per sviluppare tecnicamente i prodotti; acquisto<br />
di forme e stampi per assicurare la massima qualità<br />
dei pro d o t t i<br />
1 1 . Più di 600 in 26 paesi<br />
1 2 . Salone del Mobile a Milano, Construmat a Barc e l l o n a<br />
e Prima a Londra nel <strong>2005</strong>; Salone del Mobile e<br />
Prima nel <strong>2006</strong><br />
I m p re s e c a t a l a n e a l l o s<br />
Indagine sulla produzione: gli imprenditori descrivono il m<br />
SEGUE DA PAG. 2, III COL. IN BASSO<br />
1 3 . Il design è l’anima e la ragione di essere dell’azienda<br />
1 4 . Alto livello di sviluppo e radicamento delle discipline<br />
relative al design nella vita quotidiana<br />
1 5 . Scarsa ripercussione all’estero del design catalano a<br />
d i ff e renza di quello italiano o scandinavo<br />
1 6 . Potenziamento dello sviluppo dei mercati esteri che<br />
o ff rono possibilità commerciali. Selezione dei segmenti<br />
di mercato in cui l’azienda desidera aumentare<br />
la sua competitività<br />
1 7 . Investimento in fattori diff e renziali che aggiungano<br />
v a l o re ai prodotti e servizi per non distinguersi esclusivamente<br />
per i costi, battaglia che vincono i paesi<br />
dell’Est europeo e asiatici<br />
1 8 . Investimenti in infrastru t t u re: re a l i z z a re la rete<br />
dell’alta velocità con Madrid, ampliare l’aero p o rto del<br />
Prat e fare in modo che possa ospitare voli transoceanici,<br />
soppressione dei pedaggi, costruzione di<br />
nuove superstra dell’area industriale di Barc e l l o n a<br />
WWW.CARPYEN.ES<br />
1 . 1 9 5 4<br />
2 . Applique «Alfa», «Gamma» e «Beta» piccola; lampada<br />
da terra «Galilea»; plafon «Basic» medio; lampade<br />
da tavolo «Galilea Mini», «Aura», «Candel» e<br />
«Aurita» grande; lampadario «Petra» nel 2004. Gli<br />
stessi modelli nel <strong>2005</strong>, cui si aggiungono la gamma<br />
«<strong>City</strong>»; lampada da tavolo «Nirvana»; lampada da<br />
t e rra «Harry »<br />
3 . 3.064.910 euro nel 2004; 1.906.082 euro nel primo<br />
s e m e s t re del <strong>2005</strong><br />
4 . 25% nel 2004; 36% nel primo semestre del <strong>2005</strong><br />
5 . I modelli «Nairobi», «Pocket», «Urban», «Infinity»,<br />
«Frida», «Odissey», «Shiro», «Urban», «Zenit»,<br />
«Galilea» per il 2004. «Candel», lampada da tavolo<br />
di vetro pirex; «<strong>City</strong>» serie di alogene cro m a t e ;<br />
« Viper» applique flessibile metallica; «Irma» pensile<br />
singolo o in serie; «Fritz», «Waki», «Jacky» applique,<br />
«Nirvana» lampada da tavolo metallica; lampada<br />
da terra «Harry», per il <strong>2005</strong>. Serie completa delle<br />
lampade «Harry» e «Nirvana», un altro tipo di lampada<br />
da tavolo «Candel» e nuove applique e lampade<br />
da terra, per il <strong>2006</strong><br />
6 . Lavora con designer esterni<br />
8 . Gabriel Teixidó, Johnatan Daifuku, Nova+, Porc u a t ro<br />
( Toni Pallejá)<br />
9 . 3 %<br />
1 0 . Sviluppo di modelli innovativi e funzionali; utilizzo di<br />
nuovi materiali<br />
1 1 . 2.000 punti vendita in Spagna e altri 43 paesi<br />
1 2 . Fiera Fiam a Valenza e Fiera Euroluce a Milano nel<br />
2004 e nel <strong>2005</strong>; Fiera Light & Building di<br />
F r a n c o f o rte e Fiam nel <strong>2006</strong><br />
1 3 . La possibilità di distinguere i prodotti dell’azienda da<br />
quelli degli altri pro d u t t o r i<br />
1 4 . Semplicità, funzionalità e fre s c h e z z a<br />
1 5 . Mancanza di una visione intern a z i o n a l e<br />
1 6 . A z z e c c a re i nuovi modelli; pro m u o v e re il marc h i o<br />
contano alcuni giornalisti specializzati.<br />
C’è una rivista specializzata in design,<br />
«ON», fondata nel 1976 e una più accademica,<br />
«Temes de Disseny», nata per iniziativa<br />
di EL I S A V A. I designer contano diverse<br />
associazioni per la difesa della loro<br />
professionecomeAD P (AssociaciódeDissenyadors<br />
Professionals) e un collegio professionale(CO<br />
D I G).ABarcellonac’èlasede<br />
di <strong>Design</strong> for the World, una ON G c h e<br />
ha lo scopo di aiutare a risolvere problemi<br />
attraverso volontari del design. Come si<br />
può vedere c’è un’infrastruttura importante,<br />
un tessuto di istituzioni con una tradizione<br />
e una diffusione del design tra i cittadini,<br />
di qualsiasi livello. Questa importanza<br />
del design non sembra riflettersi nell’economia<br />
reale. È molto difficile potere<br />
quantificare il settore design, in primo luogo<br />
perla difficoltà neldelimitare la stessa disciplina,<br />
qualcosa che gli stessi designer si<br />
sono incaricati di rendere pubblico. È già<br />
passato qualche anno da quando Victor<br />
Papaneck diceva «tutti gli uomini sono designer,<br />
tutto ciò che facciamo, quasi tutto il<br />
tempo, è design...». Non esiste nel CN A E<br />
(Clasificación Nacional de Actividades<br />
Económicas) nessun capitolo dedicato al<br />
design e di conseguenza non esistono cen-<br />
dell’azienda con azioni di marketing; definire una<br />
strategia precisa nei mercati di esportazione; far visita<br />
in modo re g o l a re ai distributori e ai clienti<br />
1 7 . Un maggior numero di eventi legati al design in<br />
C a t a l o g n a<br />
1 8 . Aiuti e sovvenzioni per la promozione del design<br />
c a t a l a n o<br />
WWW.ESCOFET.COM<br />
1 . 1886<br />
2 . A rredamento urbano per il 2004. Attualmente l’80%<br />
del fatturato proviene dalla División de Elementos<br />
Urbanos y de Paisaje, la quale comprende sia elementi<br />
urbani standard sia «Progetti speciali»<br />
3 . 15.600.000 euro nel 2004, e la stessa cifra è pre v i s t a<br />
per il <strong>2005</strong><br />
4 . 40% nel 2004. Nel <strong>2005</strong> si mantiene intorno al 40%,<br />
ma con prospettive di crescita; leggermente in perd i-<br />
ta sul mercato nazionale<br />
5 . Per il 2004 e <strong>2005</strong>: panchina «Godot» (Díez+Díez,<br />
Madrid); panca «Dujo» (Nataniel Fuster, Porto Rico);<br />
panchina «Sit» (Diego Fortunato, Barcellona); panca<br />
«Uraba» (ZooCreative, Bera-Navarra); panchina<br />
«Naguisa» (Toyo Ito) presentata a Construmat <strong>2005</strong>.<br />
Per il <strong>2006</strong>: pavimento «Reticola» (Alfredo Arr i b a s )<br />
p rogettato per lo spazio esterno della sede centrale di<br />
E rmenegildo Zegna; panchina «U-Shape» (Arkitema);<br />
Mayo Circular (Antonio Cruz e Antonio Ort i z ,<br />
Siviglia); Banda Doblada, proposta vincitrice del concorso<br />
indetto dalla Cátedra Blanca de Valencia.<br />
6 . Lavora principalmente con designer estern i<br />
7 . 2 arc h i t e t t i<br />
8 . Quelli sopra menzionati<br />
9 . A p p rossimativamente 1%<br />
10 . Nuove concezioni di arredamento urbano e applicazioni<br />
di nuovi materiali<br />
11 . Agenti: 7. Rappresentanti: 7 in Spagna, 6 in Francia,<br />
4 in Germania, 2 negli Stati Uniti, 1 in Port o g a l l o ,<br />
Olanda, Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Belgio,<br />
D a n i m a rca, Italia e Porto Rico<br />
12 . Nel <strong>2005</strong>, Construmat <strong>2005</strong> e a ottobre Encontros de<br />
Galicia. Ancora nessuna previsione per il <strong>2006</strong><br />
13 . Un valore ineludibile e fondamentale. L’ a z i e n d a<br />
vende concetti<br />
14 . Alto livello di innovazione e cre a t i v i t à<br />
15 . Basso livello di pro f e s s i o n a l i t à<br />
16 . P rogetti speciali in collaborazione con architetti o<br />
d e s i g n e r<br />
17 . L’ i n t e rnazionalizzazione dei prodotti dell’azienda che<br />
può cre s c e re solo esportando all’estero il suo modello<br />
e i suoi prodotti data la saturazione del merc a t o<br />
locale dell’arredamento urbano e del paesaggio.<br />
18 . La promozione delle aziende locali all’estero .<br />
Sovvenzioni per part e c i p a rea fiere, pubblicazioni in<br />
collaborazione con l’Icex, ecc.<br />
14
Produttori<br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
l<br />
specchio: design oriented<br />
mercato, l’innovazione, il rapporto con i progettisti e la società<br />
simenti affidabili di designer. In secondo<br />
luogo mancano anche i dati di quanti designer<br />
lavorano comef r e e l a n c e né di quanti<br />
lavorano in azienda. Mancano anche i datisuquantepersone,nelleaziende,sianodesigner,<br />
ingegneri o tecnici in generale collegabili<br />
al design, né quanto si spenda annualmente<br />
in design. Se ci atteniamo agli<br />
studi professionali di design che lavorano<br />
per conto proprio come f r e e l a n c e,si calcolano<br />
inSpagna oltre4.000studi di design che<br />
occuperebbero 20.000 persone. Possiamo<br />
stimare che il 40% sitrovano inCatalogna,<br />
la maggior parte a Barcellona, vale a dire<br />
circa 8.000 designer in attività, organizzati<br />
in circa 1.600 società. Di questo totale di<br />
aziende, approssimativamente il 12% si dedicano<br />
al design di prodotto, il 30% al design<br />
grafico, il 32% agli interni, il 9% alla<br />
moda e le restanti sono multidisciplinari. Il<br />
settore è straordinariamente frammentato,<br />
cisono moltidesignerchelavoranoperconto<br />
proprio e la media è di una società con<br />
cinque impiegati che fattura circa 300.000<br />
euro l’anno, con scarse inclinazioni imprenditoriali.<br />
Questa piccola dimensione<br />
delle società non permette, in genere, che<br />
esistano professionisti in gestione aziendale<br />
e pone problemi di definizione di strategie<br />
di crescita a medio e lungo termine. La domanda<br />
di design da parte delle aziende è<br />
prevalentemente locale. Di fatto l’esportazione<br />
di servizi di design supera appena i 6<br />
milioni di euro, meno dell’1% del fatturato<br />
totale del settore. Sono relativamente poche<br />
le aziende che fanno contratti con designer<br />
esterni. Quando succede, le relazioni<br />
dei designer con i loro clienti sono basate<br />
sulle relazioni personali e sulla fedeltà. Ciò<br />
nonostante, molti imprenditori non si fidanoancoradeidesigner,allacuicomponente<br />
artistica associano qualcosa che considerano<br />
incompatibile con le necessità di pragmatismo<br />
della gestione aziendale. Gli imprenditori,<br />
cioè, pensano che a molti designer<br />
manchi la formazione necessaria per<br />
comprendere i problemi aziendali e che sarebbe<br />
necessaria una maggior specializzazione.<br />
Il dialogo tra imprenditori e designer<br />
è pertanto molto difficile. I primi non arrivano<br />
a vedere chiaro come dare redditività<br />
all’investimento in design e i secondi conoscono<br />
poco la dinamica aziendale. Così è<br />
la realtà del design in Catalogna: tutti parlano<br />
di design ma pochi investono in esso.<br />
Queste sono le luci e le ombre del design in<br />
C a t a l o g n a .<br />
JORDI MONTAÑA<br />
Direttore della cattedra in Gestione<br />
del <strong>Design</strong> alla Business School ESADE.<br />
WWW.MARSET.COM<br />
1. 1942<br />
2. Articoli di illuminazione decorativa e architettonica<br />
di design moderno<br />
3. 5 milioni di euro<br />
4. 45%<br />
5. «Neon de luz», «Camp», «Mercer»<br />
6. Lavora con designer esterni<br />
9. 8%<br />
10. Sviluppo di nuovi prodotti e comunicazione<br />
11. 1.200 punti di vendita in 25 paesi<br />
12. Light+Building a Francoforte<br />
13. Il design non è solo un valore aggiunto, è quello<br />
fondamentale che fa la differenza<br />
14. La capacità di generare un design unico, caratteristico<br />
e internazionale<br />
15. La dimensione delle aziende nel settore del design<br />
1 6 . Il conseguimento di un aumento della dimensione dell’azienda<br />
per poter competere sui mercati intern a z i o n a l i<br />
18. Un uso più efficace delle proprie risorse e non solo<br />
l’organizzazione di eventi di immagine<br />
WWW.NANIMARQUINA.COM<br />
1. 1987<br />
2. Circa 3 milioni di euro<br />
4. 40%<br />
5 . Per il 2004, 5 serie di tappeti: «Black On White» (4<br />
modelli per 4 designer: Javier Mariscal, Xano<br />
A rm e n t e r, Sybilla, Joaquim Ruiz Millet); «Cre m a -<br />
Yeras» di Diego Fortunato; «Aros», «De Yute» e<br />
«Ovo» di Nani Marquina. Per il <strong>2005</strong>, 6 serie di tappeti:<br />
«Bicicletta» (100% materiale riciclato di camere<br />
d’aria di bicicletta) di Nani Marquina e Ariadna Miquel,<br />
Selezione Premio Delta AD I- FA D <strong>2005</strong>; «Carm e n » ,<br />
«Juliette», «Rajasthan» e «Zoom» di Nani Marq u i n a ;<br />
«Fit» di Mariana Eidler e Oriol Guimerà. Serie di<br />
cuscini, «Pillow Play» di Ana Mir, Selezione Pre m i o<br />
Delta AD I- FA D <strong>2005</strong>. Attualmente l’azienda sta lavorando<br />
alle nuove collezioni per il <strong>2006</strong><br />
6. Ha un settore interno di design e collabora anche<br />
con designer<br />
7. 2 designer che si occupano di sviluppo del prodotto,<br />
1 grafico e 1 per il coordinamento del settore e<br />
comunicazione<br />
9. 9%<br />
10. Tecniche di tessitura e materiali, ultimamente<br />
soprattutto riciclabili<br />
11. Nessun punto di vendita proprio. Distribuzione in<br />
46 paesi<br />
1 2 . Nel 2004: Internationale Möbel Messe a Colonia,<br />
Salone del Mobile a Milano (Superstudio - Zona<br />
To rtona), IC F F a New York, Feria Internacional del<br />
Mueble a Valenza, Interieur in Belgio. Nel <strong>2005</strong>: Casa<br />
P a s a rela a Madrid, Salone del Mobile a Milano, IC F F a<br />
New Yo r k , Feria Internacional del Mueble a Va l e n z a<br />
13. Fondamentale<br />
16. Diversificazione delle linee di prodotti, sempre in<br />
relazione con il tessile per la casa. Espansione sul<br />
mercato internazionale<br />
WWW.OKEN.ES<br />
1. 1989<br />
2. Sedute e panche per impianti<br />
3. 7.105.000 euro nel 2004; 7.400.000 euro previsti<br />
nel <strong>2005</strong><br />
4. 33%<br />
5. Sgabello «Binaria»; panca «Vip system»; panca<br />
«Vip in-out»; programma di sedute per ufficio e<br />
collettività «Staff» per il <strong>2005</strong>; per il <strong>2006</strong> sono previsti<br />
2 nuovi sistemi di panche per collettività<br />
6. L’azienda lavora con designer esterni<br />
7. Nessuno<br />
8. Josep Lluscà; Gabriel Teixidó; Otto Canalda e Jordia<br />
Badia<br />
10 . Nuovi materiali e tecnologie ecologicamente sostenibili<br />
11. 120 punti vendita in 48 paesi<br />
12. Orgatec a Colonia nel 2004; nessuna nel <strong>2005</strong>;<br />
Ofitec e Orgatec nel <strong>2006</strong><br />
13. Il design è uno strumento per far fronte alla globalizzazione<br />
e delocalizzazione<br />
14. Creatività, innovazione; identità e differenziazione<br />
15. Livello di produzione e distribuzione non sufficientemente<br />
riconosciuto in ambito internazionale<br />
16. Continuare a investire in innovazione, design e marketing<br />
17 . P ro m u o v e re l’associativismo per cre a re sinerg i e<br />
positive e potenziare l’immagine del design catalano<br />
18 . A p p o g g i a re le imprese nella diffusione del fattore<br />
identità del design. Cerc a re di arm o n i z z a redal punto<br />
di vista fiscale i vari paesi dell’Unione Europea<br />
WWW.SANTACOLE.COM<br />
1. Ottobre 1985<br />
2. Elementi di arredo urbano (33%), illuminazione e<br />
arredamento (33%), altro (negozi e distribuzione)<br />
(33%) sia nel 2004 sia nel <strong>2005</strong><br />
3. 20 milioni di euro nel 2004; 25 milioni di euro l’obiettivo<br />
per il <strong>2005</strong><br />
4. 6,5 milioni di euro nel 2004; 40% della produzione<br />
nel <strong>2005</strong><br />
5. Lampade per interni, elementi di arredo urbano,<br />
serie di arredamento con Dino Gavina e libri. Più di<br />
15 nuovi prodotti per il 2004. Serie di riedizioni dell’architetto<br />
danese Arne Jacobsen ed elementi di<br />
arredo urbano per il <strong>2005</strong><br />
6. Lavora con designer esterni e ha un settore tecnico<br />
interno<br />
7. Sviluppo del prodotto: 14 persone. Marketing e<br />
comunicazione: 3 persone. Progetti speciali (vendita):<br />
4 persone<br />
8. Lista nel sito www.santacole.com<br />
9. Royalties (in media): 2,5% delle vendite. Ricerca e<br />
sviluppo: 3,5% delle vendite<br />
1 0 . Elaborazione di IS O 9001:2000; shop on-line; software<br />
di gestione (CR M,PD M); nuovi stampi e pro t o t i p i<br />
11. 6 punti di vendita propri in Spagna; 75 distributori<br />
spagnoli. Esportazione in 35 paesi<br />
1 2 . E u roluce e Fiera del Mobile a Milano, Light & Building<br />
a Francoforte, Construmat a Barcellona nel 2004; Casa<br />
P a s a rela, Euroluce, Fiera di Colonia e Construmat nel<br />
<strong>2005</strong>; Light & Building e Fiera di Colonia nel <strong>2006</strong><br />
13. La ragione di essere dell’azienda che è una <strong>Design</strong><br />
Publishing<br />
14. Freschezza mediterranea; solvibilità tecnica; easy<br />
living; buon prezzo<br />
1 5 . C a renti mezzi di comunicazione; mancanza di notorietà<br />
16. Audacia (non avere paura); rigore (sul versante della<br />
tecnica); lavoro duro<br />
17. La costituzione e il lancio del Parc de Disseny de<br />
Belloch (Barcellona)<br />
18. L’omologazione degli studi di design nell’elenco dei<br />
titoli universitari del Ministerio de Educación<br />
WWW.SUPERGRIF.ES<br />
1. 1967<br />
2. Rubinetteria di sanitari<br />
3. 7.500.000 euro per il 2004; 8.000.000 euro previsti<br />
per il <strong>2005</strong><br />
4. Intorno al 50% del fatturato in entrambi i casi<br />
5 . La nuova serie di rubinetteria disegnata da Miquel Milá<br />
6. L’azienda ha un settore interno proprio di design ma<br />
lavora anche con designer esterni<br />
7. 3 persone che si dedicano esclusivamente al design<br />
di nuovi prodotti<br />
9. 6% in media negli ultimi 4 anni<br />
10. Adozione di nuove tecnologie di cartucce e montaggio<br />
per le rubinetterie; nuovi materiali; tematiche<br />
relative all’ambiente e al riciclaggio<br />
11. 2.000 punti di vendita al cliente finale in 35 paesi<br />
12. IdeoBain a Parigi e Kbis a Orlando nel 2004; ISH a<br />
F r a n c o f o rte, Construmat a Barcellona e KB I S a<br />
Orlando nel <strong>2005</strong>; KBIS a Orlando nel <strong>2006</strong><br />
13. Fattore fondamentale, poiché il mercato richiede<br />
una costante innovazione, altro elemento chiave per<br />
imprese che, come Supergrif, mantengono la loro<br />
produzione in Europa<br />
14. Il numero elevato di architetti e designer a Barcellona,<br />
città multiculturale dove il design si «vive per<br />
strada»; la presenza di molti organismi di promozione<br />
e diffusione del design (FAD)<br />
16. Capacità di innovazione non solo a livello di design<br />
ma anche sapendo anticipare i gusti del pubblico;<br />
marketing e comunicazione<br />
1 7 . Il raff o rzarsi delle piccole e medie imprese grazie a<br />
collaborazioni specifiche e associazioni di settore ;<br />
s c o m m e t t e resul design e sull’innovazione visti gli<br />
alti costi della manodopera in Euro p a<br />
18. Una distribuzione omogenea degli aiuti a tutte le<br />
imprese, in particolare piccole e medie, poiché sono<br />
quelle che più creano posti di lavoro nel medio e<br />
lungo periodo<br />
WWW.VAHO.WS<br />
1. 2001 con questo nome<br />
5 . Consolidamento della serie «Vaho Tr a s h i o n<br />
Baggage» di riuso delle banderolas pubblicitarie<br />
di Pvc; nuova serie «Buho Nightlife»; arre d a m e n-<br />
to ottenuto dal riuso di materiali come carrelli della<br />
spesa o bidoni di olio o petrolio convertiti in sedie<br />
e poltrone; apertura del primo negozio dell’azienda,<br />
Flag ship store - Vaho Gallery a Barc e l l o n a<br />
6. Ha un settore interno di design<br />
7. 2 designer industriali, i fondatori dell’azienda, Luca<br />
Leonardi e Patricio Abreu<br />
8. Nessuno<br />
9. Dipende, l’azienda comunque investe più tempo che<br />
denaro<br />
10. Ricerca di nuovi materiali in «disuso» con cui creare<br />
oggetti o elementi pratici per la vita quotidiana;<br />
nuove vie di comunicazione per arrivare ai clienti<br />
11. 200 punti di vendita fra Spagna, Francia, Italia,<br />
P o rtogallo, Germania, Olanda, Svezia, Svizzera,<br />
Andorra, Giappone e Canada<br />
12. Bread&Butter a Barcellona e Saló Gaudí/<strong>Barcelona</strong><br />
Fashion Week<br />
13. Il design, inteso nella sua accezione sostenibile<br />
come strumento per riciclare materiali già esistenti e<br />
non per generare nuovi scarti, è la base e la chiave<br />
del successo dell’azienda<br />
14. L’essere la Catalogna in generale, e Barcellona in<br />
particolare, un centro di raccolta di professionisti di<br />
ogni parte del mondo<br />
16. La qualità dei prodotti, la ricerca, la sperimentazione,<br />
lo sviluppo sia dei prodotti dell’azienda sia di<br />
nuovi materiali con cui lavorare<br />
17. Guardare al futuro senza rassegnazione, risentimento<br />
e vittimismo; guardare oltre i propri confini<br />
18. Migliori infrastrutture e facilitazioni economiche a<br />
idee che possano collocare il paese ai livelli più alti<br />
nel campo del design e dell’innovazione<br />
15
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Prodotti<br />
Dalla casa alla città<br />
Le produzioni recenti delle aziende, tra arredo urbano e arredamento<br />
Editore in Italia Intervista con Javier Nieto<br />
Ci descrive l’attività di Santa&Cole in<br />
Italia?<br />
Attualmente è una sede per l’esportazione.<br />
Vorremo affermare il concetto di una società<br />
senza industria e produrre autori italiani<br />
a partire dal concetto italiano dell’edizione<br />
di design, diverso da quello spagnolo<br />
in quanto a intenzioni, soluzioni tecnologiche<br />
e tecniche, rapporto qualità/prezzo. L e<br />
collezioni si faranno in Italia e saranno internazionali.Lanostrafunzioneèquellaeditoriale,<br />
che è poca cosa, ma la più intelligente:<br />
selezionare e scommettere. In Italia si<br />
fanno meglio alcune cose, in Spagna altre,<br />
ma la situazione non è asimmetrica. S i a m o<br />
molto bravi negli elementi urbani e in Italia<br />
c’è un grande mercato. Per Santa&Cole l’Italia<br />
è un esame di maturità: se siamo capaci<br />
di sopravvivere, allora è possibile farlo nel<br />
resto del mondo.<br />
A che cosa si deve la qualità dell’arredo urbano in<br />
C a t a l o g n a ?<br />
È una tradizione derivante dal modernismo.<br />
Basta pensare a Gaudí, alle sue<br />
panchine e lampioni e soprattutto<br />
al p a n o t,<br />
la piastrella di cemento esagonale usata nei<br />
marciapiedi della città, straordinario esempio<br />
di design industriale urbano. Ritengo il<br />
«Banco catalano» di Clotet e Tusquets il miglior<br />
elemento urbano contemporaneo progettato<br />
a Barcellona. Negli anni di preparazione<br />
delle Olimpiadi gli architetti e i designer<br />
di Barcellona si sono posti delle domandeintelligentisucomedev’essereunafermata<br />
d’autobus, una panchina, se è possibile<br />
realizzare una colonna universale per<br />
l’informazione urbana<br />
o come<br />
risolvere l’illuminazione pedonale.<br />
È sorprendente che in Italia<br />
non si siano poste queste domande.<br />
È attraverso il coinvolgimento<br />
degli architetti con l’amministrazione<br />
pubblica che in Catalogna<br />
si è generata questa sensibilità. Perfino<br />
nei comuni più modesti i cittadini chiedono<br />
arredo urbano di qualità. In Catalogna c’è<br />
una cultura del design sufficiente perché la<br />
gente si interroghi ed esprima un’opinione, e<br />
considera il design perfino come segno d’identità.<br />
È abbastanza radicata l’abitudine a<br />
guardare come sono fatte le cose.<br />
JA V I E R NI E T O<br />
Propietario di Santa & Cole<br />
BA R CE LL O NA I N TE R N A Z I O N A LE<br />
<strong>Design</strong> elitario<br />
Ba rcellona è una straordinaria «città di<br />
design». C’è un grande gusto e<br />
abbastanza euforia da impre s s i o n a rei visitatori.<br />
Ma fare buon design e cre a rne per gli altri non<br />
sono la stessa cosa. Economicamente<br />
parlando, Barcellona non produce design che<br />
può essere prodotto a costo vantaggioso per<br />
e s s e re «esportabile». I costi di pro d u z i o n e<br />
locale sono alti, e c’è molto poco design<br />
e s p o rtato in altre parti del mondo. Il design a<br />
B a rcellona è «elitario».<br />
G e o rge M. Beylerian<br />
P residente Material Connexion, New Yo r k<br />
CARPYEN «Harry», lampada a stelo per<br />
interni ed esterni. <strong>Design</strong>: Porcuatro<br />
NANIMARQUINA Tappeto «Noodles».<br />
<strong>Design</strong>: Nani Marquina<br />
ES CO FET<br />
P a n china modulare in cemento «Naguisa». <strong>Design</strong>: Toyo Ito & Associates<br />
BD<br />
«El Poeta» e «El Filosofo», panchine della collezione BDlove. <strong>Design</strong>: Alfredo Häberli<br />
MARSET «Neon de luz», tubo fluorescente racchiuso un profilo di policarbonato<br />
trasparente o colorato. <strong>Design</strong>: Joan Gaspar<br />
O KEN Sedia «Staff», pro g r a m m a<br />
di sedute per ambienti diversi.<br />
<strong>Design</strong>: Gabriel Teixido<br />
SUPER GRIF Rubinetto della collezione<br />
Milá. <strong>Design</strong>: Miquel Milá<br />
VAHO<br />
Portamatite in materiale riciclato. <strong>Design</strong>: Vaho<br />
SANTA & COLE<br />
Domine, Grand hotel a Bilbao<br />
ALIS «Sit Book», poltroncina e sistema di<br />
gradinate telescopiche. <strong>Design</strong>: Alis<br />
16
Promozione<br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Promozione femminile<br />
Tre donne guidano l’attività delle principali istituzioni della città<br />
BCD strategico di Isabel Roig<br />
La promozione del design è un’attività<br />
necessaria per incrementare la competitività,<br />
la prosperità e migliorare la qualità<br />
di vita delle persone a beneficio della società<br />
in generale. Attualmente i design center<br />
della maggior parte dei paesi d’Europa e<br />
dell’Asia partecipano all’elaborazione di<br />
una politica del design insieme al governo<br />
di riferimento. Il New Zealand Institute of<br />
EconomicResearchhapubblicatonel 2003<br />
uno studio sulla relazione tra la competitività<br />
di un paese e l’uso effettivo<br />
del design, calcolando un<br />
<strong>Design</strong> Average Index<br />
Ranking a partire dagli indici<br />
che raccoglie il G l o b a l<br />
Competitiveness Rep<br />
o r t pubblicato ogni<br />
anno dal World<br />
Economic Forum.<br />
L’European Innovation<br />
Score<br />
Board, l’indicatore<br />
pubblicato dalla Co-<br />
E x ID ’ 05 - 07. Aziende per<br />
l ’ i n n ovazione e il <strong>Design</strong><br />
BCD dirige con l’appoggio della<br />
C a m b rade Comerç de Barc e l o n a ,<br />
il Centre d’Innovació i Desenvo l u p a-<br />
ment Empresarial de la Generalitat de<br />
C a t a l u n ya e il Sector de Pro m o c i ó<br />
Econòmica del Ajuntament de Barc e-<br />
lona, un pro g ramma triennale di sens<br />
i b i l i zzazione delle aziende sull’uso e<br />
la corretta gestione del design. L’ o-<br />
b i e t t i vo è migliora re i processi di gestione<br />
del design fa vo rendo la collabo<br />
razione tra i pro fessionisti del sett<br />
o re. Le azioni consisteranno in<br />
workshop diretti a piccole e medie<br />
aziende, il servizio Info Disseny<br />
( w w w. bcd.es), la re g i s t razione dei professionisti<br />
del design e consultabile<br />
on line e azioni di comunicazione.<br />
munità Europea utilizzato dai governi per<br />
affrontarele politiche di innovazione, ha introdotto<br />
recentemente una misura che incorpora<br />
l’apporto non tecnologico come<br />
fonte di innovazione. Il BC D è una fondazione<br />
privata senza scopo di lucro, patroci-<br />
nata dalla Cambra de Comerç de <strong>Barcelona</strong>,<br />
dal Departament d’Indústria de la Generalitat<br />
de <strong>Catalunya</strong>, Ajuntament de<br />
<strong>Barcelona</strong> e dal Ministerio de Industria,<br />
Turismo y Comercio. I suoi obiettivi fondamentali<br />
sono favorirel’uso del designnelle<br />
imprese e promuovere Barcellona nel<br />
mondo. Il capitale operativo di BC D n e l<br />
2004 è stato di 675.000 euro, ripartito tra finanziamenti<br />
pubblici, il 45% rispetto ai finanziamenti<br />
privati ottenuti mediante attività<br />
di consulting, organizzazione, gestione<br />
operativadi eventi, premi, concorsi, workshop,<br />
simposi. È membro dell’IC S I D ( I n t e r-<br />
national Council of Societies of Industrial<br />
<strong>Design</strong>) e del BE D A<br />
(The Bureau of European<br />
<strong>Design</strong> Associations),la<br />
cui sede operativa<br />
a Barcellona<br />
è attiva presso la<br />
sede di BC D.<br />
IS A B E L RO I G<br />
Direttore BC D<br />
Il BCD nel 20 05 - 20 06<br />
Programma ExID’05-07. Presentazione<br />
attraverso sei workshop con<br />
aziende e professionisti.<br />
O rg a n i zzazione dell’International<br />
Roca <strong>Design</strong> Competition presentato<br />
a «100% <strong>Design</strong> London»<br />
Organizzazione della sessione «<strong>Design</strong>ing<br />
for people» al Fórum de la<br />
Innovación.<br />
O rg a n i zzazione dello stand «<strong>Design</strong><br />
<strong>Barcelona</strong>» per i professionisti<br />
del packaging alla Fiera Luxe Pack<br />
a Montecarlo, insieme a <strong>Design</strong><br />
Mix, Cambra de Comerç de <strong>Barcelona</strong><br />
e Promoció Econòmica del<br />
Ajuntament de <strong>Barcelona</strong>.<br />
P remi Cambra alla gestione del<br />
design nell’impresa 20 05, pro m o s s o<br />
dalla Cambra de Comerç de Barc e-<br />
lona e org a n i zzato insieme alla Cat<br />
e d ra de Gestió del disseny di ESA DE.<br />
Organizzazione del quinto Concorso<br />
nazionale Hermès per l’allestimento<br />
di negozi.<br />
O rg a n i zzazioneannuale dei Pre m i o s<br />
Nacionales de Diseño con il Ministerio<br />
de Industria, Turismo y Comerc i o .<br />
Esposizione dei Premios Nacionales<br />
de Diseño 1987-2004 al World<br />
Best <strong>Design</strong> Exchange in Korea.<br />
Definizione con l’amministrazione<br />
pubblica di una politica europea del<br />
design per la Catalogna.<br />
Azion i di internazion alizz a z i o n e<br />
delle aziende, dei professionisti e<br />
del marchio <strong>Design</strong> <strong>Barcelona</strong>.<br />
www.bcd.es<br />
FAD internazionale Intervista con Beth Galí<br />
Architetto Gali, quali sono i programmi che<br />
il FA D promuoverà con la sua presidenza?<br />
Abbiamo previsto quattro direttrici. Il progetto<br />
«FA D ciutat a ciutat»: ogni anno inviteremo<br />
i professionisti di una città straniera<br />
a partecipare ai premi FA D, a cominciare<br />
da quelli d’architettura, ArquinFad.<br />
Vogliamo sviluppare le relazioni europee<br />
attraverso un confronto reciproco sulla cultura<br />
architettonica. «FA D ciutat a ciutat» è<br />
pensato anche per la città: Barcellona ha<br />
molti professionisti stranieri che pochi conoscono<br />
perché lavorano per i loro paesi<br />
d’origine. Intendiamo sapere chi sono, cosa<br />
fanno, per chi lavorano, com’è organizzata<br />
la loro attività, organizzare mostre per<br />
far conoscere il loro lavoro. La seconda direttrice<br />
sarà «Les taules d’opinió» (I tavoli<br />
d’opinione) per divulgare il design e coinvolgere<br />
l’opinione pubblica su temi d’interesse<br />
diffuso. Intendiamo elevare il livello<br />
medio del cittadino, e portarlo a una consapevolezza<br />
su temi lontani dalla sua cultura<br />
specifica. Verranno prodotti audiovisivi,<br />
sia documentari che film a tema. La terza<br />
direttricesarà riproporrelegrandi mostresul<br />
design, come in passato faceva la «Primavera<br />
del Disseny» coinvolgendo altre istituzioni<br />
della città. La quarta direttrice è «La<br />
incubadora» (l’incubatrice) per favorire<br />
l’inserimento nel mondo del lavoro ai giovani<br />
designer che non riescono ad emergere<br />
anche perché l’imprenditore catalano rischia<br />
poco: se una cosa funziona, continua<br />
a farla per tutta la vita. La gioventù professionale<br />
è un fulmine: dalla conclusione degli<br />
studi al pieno inserimento nel mercato<br />
trascorre un tempo nel quale il FA D può fare<br />
molto per far conoscere il lavoro dei giovani.<br />
Questo lavoro va fatto costantemente<br />
attraverso l’esposizione pubblica dei progetti<br />
di finecorso, ai quali inviteremogli imprenditori.<br />
Intendiamo promuovere per<br />
cinqueanni i lavorideigiovani designerche<br />
non hanno altre opportunità per mostrarli.<br />
Sono previste collaborazioni con le altre istituzioni<br />
della città che si dedicano al design?<br />
Vorremmo essere interlocutori perché ci sono<br />
punti di contatto ma la verità è che ogni<br />
istituzione ha programmi molto differenti,<br />
con diverse aree d’influenza in città. Ritengo<br />
che quella del FA D sia più estesa, perché<br />
realizza attività culturali rivolte al cittadino,<br />
e desidera arrivare a tutti i cittadini, perché<br />
tutti sono utenti di design.<br />
Lei è architetto e designer: qual è la frontiera tra<br />
le due professioni oggi?<br />
Esiste ma è meno chiara. Al designer farebbe<br />
molto bene passare attraverso una formazione<br />
in architettura. Quando un architetto<br />
lavora con un designer, c’è un momento nel<br />
quale non c’è più sinergia, perché il designer<br />
non conosce il vocabolario dell’architetto.<br />
Questa è la ragione per la quale gli imprenditori<br />
lavorano anche con architetti che fanno<br />
design industriale. L’optimum sarebbe<br />
che tutte le lauree avessero corsi<br />
in comune ma solo il giorno<br />
che avremo un’università<br />
unificata saremo in grado di<br />
fare un salto in avanti.<br />
BETH GALÍ<br />
Architetto,<br />
Presidente<br />
del FAD<br />
Golden FA D<br />
Da maggio presidente del Fad (Foment<br />
de les Arts decoratives),<br />
Beth Gali succede a Juli Capella. <strong>Design</strong>er<br />
di formazione, si laurea succ<br />
e s s i vamente in Arc h i t e t t u ra. Nel<br />
1980 Oriol Bohigas, in quel momento<br />
capo per l’urbanistica nell’Ajuntament<br />
di Barcellona, la seleziona con<br />
altri dodici laureandi per progettare<br />
interventi di micro-urbanistica per riqualificare<br />
i barris e le places della città.<br />
Il gruppo di giovani architetti sarà<br />
conosciuto come i Golden Pencils: è<br />
l’inizio della tra s formazione degli<br />
spazi pubblici a Barcellona.<br />
www.fadweb.com<br />
ADP<br />
i n t e rd i s c i p l i n a re<br />
di Pilar Villuendas<br />
AD P (Associazione dei designer<br />
L’ professionisti) nasce nel 1978 per iniziativa<br />
di un gruppo di designer che decidono<br />
di creare un organismo dedicato allo<br />
sviluppo professionale dei suoi associati<br />
da un posizione non corporativa. I pilastri<br />
dell’associazione sono il suo carattere<br />
statale e interdisciplinare e la solidità professionale<br />
dei suoi associati.<br />
La sua attività si rivolge a diverse specialità<br />
del design: comunicazione visiva,<br />
prodotto, ambiente, dalla formazione al<br />
management design. L’appartenenza alla<br />
Federación Española de Asociaciones<br />
de Diseño (FE A D P) e del Bureau of European<br />
<strong>Design</strong>ers Associations (BE D A) ,<br />
assicura rappresentività internazionale<br />
agli associati. I servizi che AD P f o r n i s c e<br />
ai suoi associati sono l’informazione, la<br />
promozione, la consulenza, lo scambio<br />
professionale, le relazioni istituzionali e<br />
internazionali.<br />
La nuova sede di ADP si trova nello spazio<br />
culturale Nau Ivanow. È in preparazione<br />
un libro sull’associazione, l’organizzazione<br />
di mostre, il coordinamento di una<br />
piattaforma contro il plagio. Crediamo<br />
che il design del nostro paese si trovi lontano<br />
dall’avere il giusto riconoscimento da<br />
parte di aziende, amministrazione pubblica<br />
e società. Le sfide che affronta l’economia<br />
del nostro paese sono iscritte in un mercato<br />
sempre più globalizzato, nel quale<br />
l’arma per competere sarà il valore aggiunto<br />
dei prodotti. Solo quei paesi che intraprendano<br />
una politica decisa, perfino<br />
aggressiva, per attrarre nuovi centri di design<br />
e ricerca, avranno possibilità di sopravvivere<br />
ai cambiamenti importanti che<br />
ci aspettano.<br />
PILAR VILLUENDAS<br />
Presidente ADP<br />
L’ADP nel 20 05 - 20 06<br />
Tavole rotonde «Alternatives de disseny»<br />
Partecipazione a «Saturday <strong>Design</strong>ers»,<br />
ritrovo di designer, architetti,<br />
fotografi, creativi e imprenditori<br />
della regione di Stoccarda.<br />
Giornate «Dissenyar amb l’empresa»<br />
dedicate alla presentazione di<br />
casi di strategia imprenditoriale, in<br />
collaborazione con il BCD.<br />
Costante campagna di denuncia<br />
nei confronti di una visione scorretta<br />
della nos tra pro fe s s i o n e .<br />
C o l l a bo razion e con associazioni<br />
non vincolate al design.<br />
www.adp-barcelona.com<br />
A l t re pro m o z i o n i<br />
CIDEM<br />
Il Centre d'Innovació i Desenvolupament<br />
Empresarial (CIDEM) è un<br />
organismo del Departament de Treball<br />
i Indústria de la Generalitat de<br />
<strong>Catalunya</strong> che si dedica allo sviluppo<br />
del tessuto imprenditoriale catalano<br />
attraverso servizi, ricerche,<br />
work-shop e seminari.<br />
www.cidem.com/cidem/cat/<br />
COPCA<br />
Il Consorci de Promoció Comercial<br />
de <strong>Catalunya</strong> (COPCA) è uno strumento<br />
del Governo della Generalitat<br />
de <strong>Catalunya</strong> per promuovere<br />
l ’ i n t e r n a z i o n a l i zzazione delle imprese<br />
catalane.<br />
www.copca.com/<br />
SIDI<br />
Selección Internacional de Diseño<br />
de Equipamiento para el Hábitat, è<br />
un’organizzazione che sviluppa iniz<br />
i a t i ve commerciali e comunicazione<br />
di carattere collettivo per le<br />
aziende associate, appartenenti al<br />
settore del design dell’arredamento<br />
domestico. Al Salone internazionale<br />
del mobile ed Euroluce di<br />
Milano del <strong>2005</strong>, ha allestito due<br />
spazi espositivi di 1.746 e 541 mq<br />
dove hanno partecipato le aziende<br />
catalane associate.<br />
www.sidi.es<br />
17
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Ambiente e trasporto<br />
Lypsa tedesca<br />
di Jaime Lozoya<br />
Rücker Lypsa nasce nel 2004 dalla fusione<br />
tra Rucker Ibérica, azienda nata<br />
a Barcellona nel 1988 appartenente alla<br />
multinazionale tedesca Rucker AG e<br />
Lypsa Linea de Proyecto, la prima azienda<br />
spagnola d’ingegneria dell’automobile,<br />
fondata nel 1980 da José<br />
Maria Reina e il sottoscritto.<br />
Oggi Rucker Lypsa<br />
è diretta insieme a<br />
Barbara Kersten e<br />
ha conservato interamente<br />
la<br />
sua struttura,<br />
nonostante la<br />
Giugiaro catalano<br />
di Stefano Cappuccio<br />
Diseño Industrial Italdesign è un’engineering<br />
che Giorgetto Giugiaro<br />
apre a Barcellona nel 1992, su sollecitazione<br />
della Seat per contribuire a sviluppare<br />
nell’ area di Barcellona un indotto di risorsequalificatenelcampodell’automotivedesign.<br />
Nel 1996 avevamo 20 impiegati, oggi<br />
sono circa 115. Una tradizione della nostra<br />
azienda è formare i professionisti all’interno:<br />
li prendiamo giovani e<br />
acerbi, è la migliore garanzia.<br />
Fino al 2000 siamo<br />
stati legati esclusivamente<br />
a Seat, oggi lavoriamo<br />
nel design industriale<br />
con<br />
Hewlett Packard,<br />
modificando<br />
prodotti<br />
americani<br />
per adattarli<br />
Fuore europeo<br />
Intervista con Erwin Himmel<br />
H<br />
o lavorato per Audi a Ingolstadt<br />
per vent’anni e poi a Barcellona.<br />
Alla fine degli anni ottanta il gruppo Volkswagen<br />
decise di aprire un design center in<br />
Europa e il presidente mi chiese di scegliere<br />
lasede.Esaminaileareeindicate,il nordItalia,<br />
il sud della Francia, ma ritenni Barcellona<br />
il luogo più adatto per questa attività.<br />
La città non era ancora così famosa ma intuì<br />
che sarebbe diventata un luogo unico in<br />
Europa. La combinazione tra una cultura<br />
sofisticata e uno stile di vita mediterraneo.<br />
Le ragioni che la indussero a scegliere Barcellona<br />
si sono confermate?<br />
Le stesse ragioni sono ora più forti. Barcellona<br />
è una città molto aperta, per nulla arrogante,<br />
in questo è come New York. Dai<br />
Giochi olimpici del 1992 non ha smesso di<br />
muoversi. Oggi ha il miglior w a t e r f r o n t u r-<br />
bano del mediterraneo. In quale città puoi<br />
vivere, camminare e comprare nello stesso<br />
luogo? Il porto sta diventando uno dei più<br />
importanti centri per le crociere, il nuovo<br />
terminal dell’aeroporto permetterà il collegamento<br />
diretto con l’America e l’Asia.<br />
Non solo, oggi viviamo un’Europa più<br />
globale,lecittàdipendonomenodal territorio<br />
circostante e incominciano a essere<br />
più competitive tra di loro. Il design<br />
el’industriapossonoincominciareastareseparati.<br />
Siamo collegati, la qualità è diventata<br />
più importante della nazionalità.<br />
Esiste ancora un design nazionale in Europa?<br />
È l’industria che ha dato l’immagine al design,<br />
in passato. Oggi non è più basata sui<br />
luoghi per quanto riguarda la provenienza<br />
dei prodotti: gli asiatici e gli americani riconoscono<br />
sempre di più un design europeo,<br />
non più di un singolo paese. Questa è una<br />
grande opportunità anche per le aree industriali.<br />
La città è una piattaforma, il resto di-<br />
La sede di Fuore <strong>Design</strong> a Barcellona<br />
agli standard europei. Siamo impegnati nel<br />
trasporto ferroviario collaborando al design<br />
e alle progettazioni di nuove linee delle metropolitane<br />
di Barcellona, Madrid e Roma,<br />
che l’anno prossimo saranno in circolazione.<br />
Nell’aviazione siamo nel consorzio europeo<br />
Airbusperprogettarel’A380, il nuovo<br />
super pullman dello spazio europeo da<br />
550posti che nel <strong>2006</strong>faràil primo volo sperimentale<br />
e nel 2008 dovrebbe entrare nel<br />
circuito commerciale. Partecipiamo anche<br />
al progetto del nuovo veicolo M340 militare.<br />
Con Seat abbiamo partecipato all’ultimo<br />
modello «Leon» del <strong>2005</strong> e la progettazione<br />
della nuova «Ibiza» dovrebbe incominciare<br />
l’anno prossimo. Salvo l’approvazione<br />
finale di Giorgetto Giugiaro a Torino,<br />
le attività si diversificano in 2 settori:<br />
quello in cui il cliente apporta lo stile e quelle<br />
dove noi generiamo una proposta di stile<br />
sul briefing del cliente. La filosofia di lavo-<br />
pende da come sviluppi la tua azienda. Ho<br />
lavorato cinque anni nel mercato asiatico ed<br />
hopotutoverificarecheinEuropasiamopiù<br />
similidiquellochesipensa. L’Europaèpiù<br />
sicura di se stessa dell’Asia nel tradurre la<br />
sua cultura. Gli asiatici sono insicuri perché<br />
non sanno di che cosa hanno bisogno<br />
gli europei e gli americani, la struttura della<br />
società non prevede forti personalità, sono<br />
abituati a non avere un’opinione troppo<br />
decisa ed a cercare sempre consenso e ciò<br />
non conduce sempre alla migliore soluzione.<br />
Questo è l’elemento più forte del way of<br />
t h i n k i n g europeo, se hai un’opinione forte sei<br />
in grado di dare qualcosa.<br />
Quali sono i principali clienti di Fuore?<br />
Tra i clienti più interessanti c'è Panasonic e<br />
alcunemarcheautomobilistiche, perlequali<br />
abbiamo sviluppato nuove linee di prodotti<br />
insieme a un nuovo branding design.<br />
Barcellona è essenziale per fare un buon design?<br />
È un ottima piattaforma, anche per i giovani<br />
designer. Detto ciò, non è tanto il luogo<br />
che conta, ma la struttura dell'azienda.<br />
ERWIN HIMMEL<br />
Fuore <strong>Design</strong><br />
Interno di un aereo privato<br />
progettato per Grope<br />
crisi del settore.Il 60% dell’attività nel<strong>2005</strong><br />
è dedicata all’automobile, il 20% all’aeronautica,<br />
10% alle moto, il resto alla nautica<br />
e a progetti speciali. I clienti in aeronauticasonoSingaporeAirlines,Airbus,Grope,<br />
in automozione Honda, Nissan, Renault,<br />
Seat, Volvo, Volkswagen. Seat e<br />
Nissan sono i marchi che hanno dato veramente<br />
lavoro a Barcellona e che si sono sviluppati.Noi<br />
continuiamoalavorareperentrambe,maci<br />
siamodiversificati versoil settore<br />
aeronautico, che ha possibilità straordinarie<br />
e che ci ha permesso addirittura di<br />
crescere.IlgruppoRuckerhafondato Rücker<br />
Aerospace, con 180 dipendenti e sedi<br />
ad Amburgo, Brema, Rodstock, Wolm;<br />
Rücker Lypsa gli fornisce progetti, design,<br />
ingegneria, modelli Disponiamo di tecnici<br />
con grande esperienza, alcuni vengono dall’epoca<br />
del tecnigrafo e conoscono tutti i sistemi<br />
di produzioneeimateriali. Siamospecialistinella<br />
pre-ingegnerizzazione, creare le<br />
condizioni affinché un progetto possa essere<br />
realizzato. Abbiamo lavorato per il consorzio<br />
che ha progettato l’Airbus 380 e partecipiamo<br />
a quello dell’Airbus 350.<br />
JA I M E LO Z O Y A<br />
Direttore di Rücker Lypsa<br />
Modello in scala 1:1<br />
della metropolitana di Roma<br />
ro praticata da Giorgetto Giugiaro e Aldo<br />
Mantovani dal 1968 è l’applicazione del<br />
«simultaneous engineering». È stata la prima<br />
società privata che ha unito stile e ingegneria.<br />
Nessuno èriuscito a riprodurrequesto<br />
modello di organizzazione, che è la cosa<br />
decisiva.<br />
ST E F A N O CA P P U C C I O<br />
General Manager di Diseño Industrial<br />
Italdesign <strong>Barcelona</strong><br />
Materiali: Ascamm<br />
Ascamm nasce nel 1979 come<br />
associazione di imprese, per<br />
raggruppare e unire gli sforzi delle<br />
aziende del settore della trasformazione<br />
della plastica e dei<br />
materiali per la metalmeccanica.<br />
Nel 1987 nasce il Centro tecnologico<br />
Ascamm, e nel 1996 viene<br />
costituita la Fundación Ascamm,<br />
p roprietaria e amministra t r i c e<br />
del Centro tecnologico. Nel <strong>2005</strong><br />
conta 206 aziende associate, che<br />
rappresentano oltre il 70% del<br />
fatturato in Catalogna e il 30%<br />
delle aziende spagnole. Il centro<br />
opera con un team di 60 persone<br />
e organizza servizi d’ingegneria<br />
per la concezione, il progetto e lo<br />
sviluppo industriale di matrici per<br />
l ’ i n d u s t r i a l i zzazione di pro d o t t i<br />
plastici, metalli o ibridi, per adeguare<br />
il progetto ai requisiti della<br />
produzione. Le ricerche e i servizi<br />
vanno dalla meccanica delle<br />
superfici dei nuovi acciai ai processi<br />
innovativi come l’iniezione<br />
multimateriale o l’iniezione assistita<br />
con gas o acqua per i materiali<br />
termoplastici. Un’altra linea<br />
di ricerca è dedicata al potenziamento<br />
delle tecnologie per accorciare<br />
i tempi di lancio dei prodotti<br />
e la fabbricazione rapida dei<br />
prototipi. Il centro dispone della<br />
tecnologia per la fabbricazione di<br />
pezzi unitari di superficie metallica<br />
senza la necessità di attrezzi<br />
di stampo e per ridurre del 50% i<br />
tempi attraverso sistemi avanzati<br />
di produzione con laser meccanizzati<br />
e controlli con intelligenza<br />
artificiale.<br />
www.ascamm.com<br />
Albert Riera<br />
Direttore Sviluppo corporativo e marketing<br />
del Centro Tecnológico Ascamm<br />
Ecodesign: Ros Roca<br />
La raccolta pneumatica di re s i -<br />
dui nelle città è un cambiamento<br />
radicale, perché libe ra le<br />
s t rade dalla presenza di residui e<br />
delle moleste operazioni di ra c-<br />
colta. Sono già molte le città che<br />
nei loro regolamenti esigono questo<br />
sistema per nuove aree urban<br />
i zzate e la tendenza è in aumento,<br />
ma non possiamo parlare<br />
di una genera l i zzazione. Nella ra c-<br />
colta pneumatica il cittadino colloca<br />
i suoi residui in sacchi e li int<br />
roduce in buche nelle quali sono<br />
d i f fe renziati i residui. Essi cadono<br />
per gravità verso una va l vola collegata<br />
con il circuito di ra c c o l t a<br />
pneumatica. Nel sottosuolo, questa<br />
va l vola si apre automaticamente<br />
quando riceve i residui, che<br />
passano alla rete pneumatica<br />
s c o r rendo in tubi e ra g g i u n g e n d o<br />
i capannoni, lontano dai luoghi<br />
abitati, dove vengono smistati e<br />
f razionati automaticamente per<br />
e s s e re trasportati in grandi contenitori<br />
per il trasporto. Oggi la<br />
raccolta pneumatica può compet<br />
e re economicamente con la ra c-<br />
colta convenzionale. Si tratta di<br />
un’installazione che si integra intimamente<br />
con l’urbanistica e la<br />
costruzione, con pochi elementi a<br />
vista, dove il design diventa determinate<br />
per dare soluzioni, int<br />
e g rando estetica, sicure zza e necessità<br />
ergonomiche.<br />
w w w. ro s roca.com<br />
Augustin J. Martinez<br />
Direttore tecnico di Ros Roca<br />
André Ricard ha progettato per Ros<br />
Roca i raccoglitori di residui<br />
18
Commercio e turismo<br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
La piena<br />
comprensione<br />
del design<br />
Intervista con Fernando Amat<br />
Vinçon è un riferimento per chi vuole<br />
acquistare il miglior design internazionale<br />
a Barcellona, il luogo dove si è formato<br />
il gusto del pubblico catalano.<br />
Quanto è grande Vinçon a Barcellona?<br />
La superficie è di circa 3.000 metri quadrati,<br />
tutti dedicati a prodotti selezionati per<br />
la qualità del loro design. La nostra collezione<br />
è composta da 12.000 prodotti.<br />
Qual è stato il fatturato nel 2004?<br />
Oltre 7 milioni e 700.000 euro.<br />
Il prodotto più venduto?<br />
Il vaso «Chiquito», 10.242 pezzi venduti<br />
nel 2004.<br />
Con quale criterio seleziona i prodotti?<br />
Scelgo quelli che mi piacciono.<br />
Che cosa distingue Vinçon?<br />
È seria, riconosciuta dal pubblico e molto<br />
professionale. Favorisce l’accesso del consumatore<br />
a una selezione del miglior design<br />
sul mercato.<br />
Quali trasformazioni considera rilevanti nel design?<br />
Non percepisco grandi<br />
c a m b i a m e n t i .<br />
Quali sono gli elementi<br />
di eccellenza e di debolezza<br />
in Catalogna?<br />
L’eccellenza è che il<br />
consumatore è un<br />
buon conoscitore<br />
che scommette<br />
sulla<br />
Q<br />
uali sono le competenze di Turisme de<br />
<strong>Barcelona</strong> ?<br />
È un consorzio pubblico-privato, partecipato<br />
in parti uguali dall’Ajuntament de<br />
<strong>Barcelona</strong> e dalla Cámara Oficial de Comercio,<br />
Industria y Navegación de <strong>Barcelona</strong>;<br />
ha la responsabilità della promozione<br />
turistica della città mediante servizi di attenzione<br />
e informazione ai visitatori come il<br />
Bus Turístico e la <strong>Barcelona</strong> Card.<br />
E il suo modello di finanziamento?<br />
Riceve un contributo annuale in parti<br />
uguali, inalterato da dieci anni, al quale bisogna<br />
aggiungere il finanziamento generato<br />
dalla propria attività, corrispondente<br />
all’85% del fatturato del consorzio.<br />
Quali sono le iniziative promozionali più importanti<br />
nel <strong>2005</strong> e <strong>2006</strong>?<br />
Il coordinamento tecnico dell’Anno dell’alimentazione,<br />
cucina e gastronomia<br />
<strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>, il principale asse della promozione<br />
turistica attuale, con oltre 300 iniziative.<br />
L’attività promozionale abituale prevede<br />
circa 200 eventi in tutto il mondo per<br />
rafforzare la posizione di Barcellona come<br />
meta turisticaesededi vacanze.L’anno della<br />
gastronomia si svilupperà fino a marzo<br />
<strong>2006</strong>, che sarà l’anno del commercio.<br />
Qual è il fatturato previsto nel <strong>2005</strong>?<br />
Circa 11,5 milioni di euro.<br />
La Catalogna è la meta preferita dagli stranieri<br />
che viaggiano in Spagna e nel primo semestre del<br />
qualità. La debolezza è la scomparsa progressiva<br />
della produzione.<br />
Qual è la sua opinione sulle istituzioni dedicate alla<br />
promozione del design catalano, ADP, BCD,<br />
FAD,SI D I?<br />
Queste istituzioni sono molto diversetra loro,<br />
hanno risorse e obiettivi diversi. È bene<br />
che esistano. Come compratore, le prime<br />
tre non mi danno molto.<br />
E le amministrazioni pubbliche, Ajuntament,<br />
Generalitat, lo Stato?<br />
C’è sempre speranza che in futuro facciano<br />
qualcosa di importante.<br />
E le aziende?<br />
C’èsempremeno produzionelocale,lastessa<br />
tendenza che si sta producendo in tutta<br />
E u r o p a .<br />
Barcellona è una capitale internazionale del<br />
d e s i g n ?<br />
Senza dubbio. Le capitali deldesign in Europa<br />
sono ripartite così: Londra per i nuovi<br />
talenti e le scuole, Milano per la produzione,<br />
Barcellona è la capitale della piena<br />
comprensione del design.<br />
La relazione tra arte e design in città?<br />
Intermittente e poco interessante.<br />
Il commercio di prodotti di design a basso costo che<br />
offrono catene multinazionali come Ikea?<br />
Interessante, molto interessante<br />
Che cosa caratterizza il gusto e l’attitudine verso<br />
il design del pubblico di Barcellona?<br />
La piena normalità. Adessoil pubblico acquista<br />
prodotti di design in modo intuitivo<br />
Il 14% del Pil Intervista con Pere Duran<br />
<strong>2005</strong>, secondo dati forniti dal Ministerio de Industria,<br />
ha avuto 5,9 milioni di visitatori con un aumento<br />
del 13,2% rispetto al 2004, mentre la crescita<br />
degli introiti non riflette del tutto quella del<br />
numero delle visite. Come interpreta questi dati?<br />
La nostra attività è circoscritta unicamente<br />
alla capitale catalana, e i dati del primo semestre<br />
registrano un aumento del 19,8%<br />
della spesa mediante carte di credito da parte<br />
dei turisti stranieri, in rapporto allo stesso<br />
periodo dell’anno precedente, aumento superiore<br />
a quello del numero dei turisti, vicino<br />
al 9%. L’indicatore delle carte di credito<br />
dà una radiografia perfetta dell’attività<br />
delturismo internazionalea Barcellona. Da<br />
gennaio a giugno, Barcellona ha concentrato<br />
il 18,8% della spesa del turismo internazionale<br />
in Spagna, confermando una l e a-<br />
d e r s h i p abituale negli ultimi anni. Uno studio<br />
dell’Università di Barcellona indica in<br />
2.711 milionidi euro annuali l’impattoeconomico<br />
del turismo sulla città. La Generalitat<br />
de <strong>Catalunya</strong> fissa in 65.000 il numero<br />
dei lavoratori impiegati dal settore turistico<br />
di Barcellona, che genera il 14% circa<br />
del PI L della città.<br />
Qual è la sua opinione sulle critiche nei confronti<br />
della crescita eccessiva del turismo a Barcellona?<br />
C’è una smisurata inclinazione a demonizzare<br />
il turismo, al quale alcuni attribuiscono<br />
la causa dei malesseri della città. Penso che<br />
Barcellona abbia la fortuna di beneficiare di<br />
Chi è Fernando Amat<br />
N<br />
ato a Barcellona nell’aprile<br />
1 941, a 14 anni inizia a lavora<br />
re nell’azienda Hugo Vinçon, di<br />
cui suo padre era uno dei soci. Alla<br />
morte del padre, insieme al fratello<br />
Juan passa a dirigere l’imp<br />
resa Vinçon S.A. con criteri inn<br />
ovativi. Nel 1973 apre la Sala Vi n-<br />
çon, nella quale sono state re a l i z-<br />
zate fino ad ora oltre 200 mostre<br />
di arte e design. Attualmente Vi n-<br />
çon è org a n i zzata in sezioni dedicate<br />
a prodotti per la casa, mobili,<br />
illuminazione, articoli per la tavola,<br />
cucina, accessori per il bagno,<br />
tessile per la casa. Nel 1997<br />
re c u p e ra uno spazio di 1.200 mq<br />
a Madrid per aprire un nuovo Vi n-<br />
çon. Nel 1998 apre a Barc e l l o n a<br />
TincÇon, negozio specializzato<br />
in prodotti e accessori per dormire.<br />
Nel 1995 ha vinto il Frankfurter<br />
Zwilling e il Premio Nacional<br />
de Diseño en España e nel<br />
1999 il premio per il miglior negozio<br />
di Barcellona. Ha partecipato<br />
alla definizione<br />
concettuale dei negozi<br />
Camper e nel<br />
<strong>2005</strong> ha realizzato<br />
il progetto integrale<br />
dell’Hotel Casa<br />
Camper a Barcellona.<br />
w w w. v i n c o n . c o m<br />
e non come atto di snobismo.<br />
Il FA D sta studiando una nuova formula per<br />
la «Primavera del Disseny». Quale manifestazione<br />
internazionale dovrebbe tenersi a Barcellona?<br />
Il mio ideale sarebbe che si smettesse di parlare<br />
di design e che esso apparisse spontaneamente<br />
in ciò che ci circonda. Non c’è<br />
bisogno di «Primaveres literàries» perché<br />
qualcuno scriva buoni libri.<br />
Qual canali sono prioritari per formare un pubblico<br />
competente e appassionato?<br />
I libri,lastampaspecializzata,lemostre,lefierecommerciali,ilcommerciospecializzato,se<br />
lo fanno in modo coerente e ragionevole.<br />
una grande attività turistica che contribuisce<br />
al suo sviluppo economico e a quello di musei<br />
e centri culturali. Senza il turismo non<br />
potremmo parlare di oltre 12 milioni di visite<br />
annuali alle strutture culturali della città.<br />
Il centro storico è tornato a essere scenario di micro-delinquenza,<br />
in particolare verso i visitatori<br />
stranieri. Come viene affrontato il problema?<br />
È una questione che merita attenzione ma<br />
che supera le competenze di Turisme de<br />
<strong>Barcelona</strong>. Secondo la Polizia, le infrazioni<br />
nel 2004 sono scese del 2% e il voto dei<br />
turisti alla sicurezza della città migliora di<br />
anno in anno, e nel 2004 è stato di 7,5 su 10.<br />
L’assessoreal Commercio, Turismo e Consumo<br />
della Generalitat, Josep Huguet, ha affermato che<br />
i comuni dovrebbero uscire dalla promozione turistica<br />
e che questo investimento dovrebbe essere assunto<br />
direttamente dagli imprenditori del settore.<br />
Qual è la sua opinione?<br />
Riferendomi solo al Barcellona, la capitale<br />
catalana conta già una struttura autonoma<br />
di promozione, che è Turisme de <strong>Barcelona</strong>,<br />
nella quale intervengono il settore privato<br />
e l’amministrazione pubblica in parti<br />
uguali. La struttura<br />
del nostro consorzio<br />
compie già, in parte,<br />
le raccomandazioni<br />
dell’assessore<br />
H u g u e t .<br />
PE R E DU R A N<br />
Direttore generale<br />
di Turisme<br />
de <strong>Barcelona</strong><br />
Il design<br />
edulcorante<br />
di Norberto Chaves<br />
La mia opinione<br />
come cittadino<br />
è che a Barcellona<br />
sia in atto la sovrapposizione<br />
violenta di<br />
una trama commerciale<br />
sulle radici storiche<br />
della città, dove<br />
il design agisce come edulcorante. Il centro<br />
storico è il più colpito, perché più fragile,<br />
mentre l ’ E i x a m p l e ha unaresistenza che gli<br />
permette di sopportare il riciclaggio urbano<br />
inatto.La valorizzazionedelpatrimonio immobiliare<br />
implica un cambiamento sociologico,<br />
vengono espulsi settori della popolazione<br />
e sono sostituiti da un sistema di vita<br />
chenonèpiùpropriamenteurbano,mapiuttosto<br />
un flusso circolatorio destinato al consumo,<br />
non solo turistico. La massificazione<br />
dei comportamenti è antagonista del comportamentocivile,perchévieneamancarel’identificazione<br />
con il contesto e si alimenta la<br />
de-responsabilizzazione. L’esempio degli<br />
esempi è il MA C B A di Richard Meier, la cui<br />
piazza antistante sembra un cortile correzionale<br />
mentre era un pezzo di città che sembrava<br />
Siena, con un’omogeneità di scala tra<br />
il marciapiede, le finestre, gli ingressi. La<br />
massificazione dei comportamenti è una tendenza<br />
universale, ma è sorprendente che i governi,<br />
anziché favorire soluzioni correttive,<br />
accelerino questo processo. Siamo tutti servitori<br />
del processo di globalizzazione del<br />
mercato, ma chi ha un ruolo professionale e<br />
intellettuale ha una doppia responsabilità. Il<br />
design grafico è il più ingenuo, perché la sua<br />
funzione è visibile nella pubblicità, mentre il<br />
design industriale può ancora credere in certi<br />
valori industriali, ma in realtà risponde a<br />
un b r i e f per un mercato di consumo, pertanto<br />
ha maggiori responsabilità. I designer dovrebbero<br />
proporsidinonfare più design, perché<br />
non stiamo vivendo in una società che<br />
soddisfa necessità irrisolte, ma in una società<br />
che ne crea di artificiali. L’innovazione nel<br />
design è rivolta alla creazione di necessità artificiali.<br />
È quasi tutto manierismo, il genere<br />
preferitodiunasocietàdecadente.Ildesigner,<br />
benché dichiari di lavorare a favore della<br />
qualità della vita, ha bisogno di ricevere incarichi,<br />
ma chi è il cliente di questa qualità<br />
della vita?Laproposta di rinnovamentocontinuo<br />
dell’arredamento è in relazione diretta<br />
con il deterioramento dello strato d’ozono.<br />
La struttura perversa del sistema che c’impone<br />
di buttare per tornare a produrre appare<br />
irreversibile perché necessita dello scarto e<br />
del rifiuto per continuare a muovere il mercato.<br />
Sono contro i discorsi che occultano le<br />
relazioni strutturali del mercato e creano l’illusione,<br />
specialmente nei giovani, che essi<br />
potranno alterare la rotta degli avvenimenti<br />
attraversoildesign.Alcuniarchitettimisembrano<br />
i più perversi, perché credono di lavorare<br />
per la storia, mentre quelli che sono in<br />
grado di fare opere dignitose hanno difficoltà<br />
a emergere. Visiti un paesino dell’Ampurdan<br />
tutto croccante di pietra, e appare un<br />
parallelepipedo bianco o un cubo di vetro:<br />
questo non è integrare, è distruggere il paese.<br />
Quell’intervento non è ingenuo, è intenzionale<br />
e appartiene a un’estetica della frattura<br />
che è tutta una filosofia di vita in questa società<br />
squilibrante e sincopata.<br />
NORBERTO CHAVES<br />
Consulente aziendale<br />
19
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Patrimonio<br />
Realtà concentrata per i cittadini<br />
Il dialogo tra progettisti e scienziati e il rapporto tra arte, bellezza e scienza alla base di CosmoCaixa<br />
Su quale modello di divulgazione scientifica<br />
si basa CosmoCaixa?<br />
Abbiamo definito il museo come realtà<br />
concentrata, perché si può usare di tutto per<br />
spiegare la realtà ma non si può sostituirla:<br />
l’oggetto illustra e il fenomeno dimostra.<br />
Un’innovazione radicale del nostro museo<br />
è il muro geologico: una roccia immensa<br />
con a fianco un esperimento con la<br />
sabbia che in pochi secondi riproduce con<br />
tutte le leggi della natura ciò ha richiesto<br />
secoli per accadere. Un vizio dei musei<br />
scientifici era l’occultamento della bellezza,<br />
perché non si dicesse che si recava<br />
un’offesa al rigore scientifico. Per noi questo<br />
è confondere il rigore scientifico con il<br />
rigor mortis. Potendo avere la stessa pietra,<br />
noi abbiamo scelto la più bella possibile.<br />
Il museo è stato progettato a partire dal dibattito<br />
tra architetti, designer, museologi,<br />
scenografi, scienziati fino a quando non ci<br />
siamo trovati d’accordo. Gli architetti<br />
Tarrada sono stati intelligenti perché hanno<br />
affrontato le restrizioni come sfida per<br />
la loro creatività: noi scienziati volevamo<br />
un museo trasparente, il contrario di una<br />
cattedrale, dove c’è mistero all’interno, ma<br />
volevamo gli spazi di una cattedrale, grandi<br />
distanze e ampie visuali per l’occhio, e<br />
il paesaggio che cambia quando lo si percorre.<br />
Per l’auditorium abbiamo recuperato<br />
l’idea del teatro greco e della classe di<br />
anatomia del Rinascimento, perché l’architettura<br />
di un museo deve favorire l’incontro<br />
tra cittadini e stimolare la conoscenza.<br />
CosmoCaixa è un’università per i cittadini,<br />
con la volontà di rendere accessibile<br />
la conoscenza e il metodo scientifico a tutti,<br />
e risolvere una grande contraddizione di<br />
oggi: la mancanza di luoghi di incontro<br />
interdisciplinari, anche per gli scienziati.<br />
Il museo è università<br />
in senso<br />
letterale perché il<br />
suo pubblico è<br />
universale. Mi è<br />
capitato di vedere<br />
in coda tre suore,<br />
due omosessuali<br />
abbracciati<br />
e due colombiane<br />
travestite: in<br />
pochi metri, l’universalità<br />
del<br />
pubblico e della<br />
conoscenza.<br />
Il museo assomiglia<br />
alla natura<br />
più di ogni altra<br />
cosa, con la differenza<br />
che è conc<br />
e n t r a t o .<br />
Nella collaborazione<br />
con architetti<br />
e designer, vi siete<br />
riferiti a qualche<br />
esperienza in particolare?<br />
Alcune idee sono<br />
originate da molti<br />
musei del mondo,<br />
anche nel modo di<br />
mettere in relazione<br />
scienza e arte.<br />
I riferimenti ci hanno stimolato a non fare<br />
certe cose.<br />
Alcuni musei americani accentuano l’infantilizzazione<br />
del pubblico. Quando entri<br />
in un museo dove tutto è rotondo, rosso,<br />
giallo e blu, esteticamente un adulto si<br />
sente offeso, perfino ai bambini non piace<br />
l’estetica infantile. Un ragazzo a undici<br />
anni è museologicamente adulto e deside-<br />
L’ a l b e ro della vita (Minquartia guianensis), dalle<br />
forme quasi gaudiane, è situato al centro di una<br />
rampa elicoidale di 250 metri di lunghezzza a forma<br />
di cono capovolto. Foto di Olga Planas<br />
La Piazza della scienza. Foto di Pilar Aymerich<br />
ra partecipare al<br />
mondo degli<br />
adulti, per questo<br />
abbiamo fatto la<br />
sala Click per i<br />
bambini dai tre ai<br />
sei anni e la sala<br />
Flash per quelli<br />
dai sei ai dieci con<br />
Mariscal, perché<br />
ha un’enorme<br />
sensibilità estetica<br />
quando dialoga<br />
con i cittadini più<br />
giovani, senza infantilirsi.<br />
Può<br />
sembrarlo ma<br />
non lo è, come<br />
Miró, il cui lavoro<br />
è stato il processo<br />
verso una<br />
sintesi. Il disegno<br />
dei bambini<br />
non è sintesi. Un<br />
adulto cerca l’essenza<br />
tra le sfumature,<br />
nell’infanzia<br />
non si conoscono<br />
le sfumature,<br />
questa è<br />
la grande differenza.<br />
L’arbitrarietà delle<br />
forme è un tema di attualità in architettura:<br />
l’assunto funzionalista che la forma segue<br />
la funzione ha riscontri in natura?<br />
Moltissimi. La selezione naturale agisce<br />
per ottenere un vantaggio sulla sopravvivenza<br />
e questo è ciò che si chiama funzione.<br />
La forma più frequente in natura è<br />
la sfera, perché in condizioni di isotropia<br />
è la superficie minima racchiusa da un volume,<br />
e ha avuto migliaia di ri-selezioni<br />
perché ha molte funzioni. Le uova sono<br />
sferiche perché è il modo più lento di perdere<br />
calore, ma hanno anche la funzione<br />
di rotolare. È la funzione che dà intelligibilità<br />
e la natura ne è piena. Sono tre i tipi<br />
di selezioni: la prima è quella fondamentale,<br />
semplicemente perché è la più<br />
probabile quando è compatibile con le<br />
leggi della fisica. Per questo tutte le stelle<br />
e i pianeti sono rotondi, perché lo spazio<br />
è isotropo.<br />
La seconda selezione è quella naturale, che<br />
consente di guadagnare qualche vantaggio<br />
contro l’incertezza, mentre la terza è la<br />
selezione colta, che è la creatività umana.<br />
Nei primi due casi, la funzione è importante,<br />
mentre la selezione colta può liberarsi<br />
dalla funzione: è il caso di un gioco<br />
che può essere molto intelligente ma non<br />
avere una funzione. Il razionalismo è una<br />
vocazione esplicita della funzione, mentre<br />
il barocco la disprezzava. Gaudí è un caso<br />
interessante perché legge l’architettura<br />
della natura e ne acquisice le forme che assumono<br />
una funzione diretta, come nel caso<br />
delle colonne elicoidali, che copia dagli<br />
alberi o gli esagoni dei pavimenti, presenti<br />
negli alveari o nelle squame di molti<br />
pesci. Per questo Gaudí<br />
non è un barocco<br />
assurdo ma un genio<br />
singolare.<br />
JO R G E<br />
WA G E N S B E R G<br />
Fisico, direttore<br />
dell’area di<br />
Scienze e<br />
A m b i e n t e<br />
d e l l a<br />
Fundació<br />
«la Caixa»<br />
Memoria viva di cultura materiale di Isabel Campi<br />
Il Museu de la Ciència i de la Tècnica<br />
de <strong>Catalunya</strong> è poco conosciuto, ma è<br />
un’istituzione emblematica. Fino ad oggi,<br />
i musei della scienza e della tecnica<br />
hanno dovuto fare i conti con un discorso<br />
esclusivamente tecnico. L’apporto degli<br />
storici del design ha permesso d’interpretare<br />
gli oggetti in funzione dei cambiamenti<br />
tecnologici, delle correnti estetiche,<br />
degli usi sociali. Per conservare e valorizzare<br />
il patrimonio tecnologico e industriale<br />
i musei devono saper costruire un<br />
discorso sugli oggetti, spiegare perché essi<br />
fanno parte della nostra cultura. Questa<br />
è una conquista<br />
recente in Catalogna<br />
e grazie<br />
a collezionisti<br />
privati, che<br />
hanno avuto<br />
la pazienza di<br />
conservare oggetti,<br />
oggi è possibile<br />
disporre di<br />
un discreto<br />
punto di<br />
p a r t e n -<br />
za. Ma<br />
costruire una banca dati sulla storia del design<br />
richiede una lotta contro il tempo,<br />
perché le aziende, quando chiudono o si<br />
trasferiscono, buttano via tutto. Per la<br />
mostra antologica di André Ricard<br />
diventarono matti nel cercare una<br />
bottiglia di latte Rania che aveva<br />
progettato più di 25 anni fa, la bottiglia<br />
di latte più preziosa della Catalogna.<br />
Neanche il patrimonio architettonico<br />
industriale in Catalogna<br />
è stato ben conservato, ha prevalso<br />
la speculazione.<br />
La V i l . la Olímpica è stata costruita<br />
dove c’erano le fabbriche della rivoluzione<br />
industriale, demolite lasciando<br />
solo le ciminiere come testimonianza.<br />
Sabadell e Terrassa<br />
sono state più sensibili di Barcellona<br />
e hanno conservato meglio il patrimonio<br />
architettonico. È indispensabile<br />
capire che un museo<br />
della cultura materiale non deve<br />
essere virtuale. Possiamo avere tutti<br />
gli oggetti fotografati e digitalizzati,<br />
ma non sappiamo se fra trent’anni<br />
esisterà la fotografia, mentre<br />
l’oggetto sì, se lo avremo con-<br />
servato bene. I musei di design non devono<br />
rimanere chiusi in una definizione dottrinaria<br />
di ciò che è design, perché è un<br />
concetto che evolve con il tempo e devono<br />
contenere anche design anonimo e<br />
popolare. Il dibattito tra cultura alta e<br />
bassa non è più attuale: la cultura degli<br />
oggetti è cultura. La storia del design<br />
è un luogo di incontro tra l’estetica,<br />
la tecnologia e la società.<br />
La storia dell’arte affronta un discorso<br />
sull’estetica, ma non spiega come<br />
funziona una penna e quali innovazioni<br />
ingloba, e la storia della tecnica<br />
non spiega perché una penna cambia<br />
forma quando non cambia la tecnologia,<br />
o perché ci sono oggetti<br />
kitsch che hanno molto successo.<br />
Tutti gli sforzi per conservare e diffondere<br />
il patrimonio materiale trovano<br />
la loro giustificazione nell’importanza<br />
della memoria e nella sua<br />
preservazione: per questo esistono<br />
gli storici e questa è la nostra responsabilità<br />
verso le generazioni<br />
f u t u r e .<br />
ISABEL CAMPI<br />
Storica del design industriale<br />
Un sistema di 17 musei<br />
Il Museu de la Ciència i de la Tècnica<br />
de <strong>Catalunya</strong> di Terrassa è<br />
il principale museo di un sistema<br />
territoriale dedicato alla conservazione<br />
del patrimonio industriale,<br />
scientifico e tecnico catalano,<br />
dipendente dal Departament de<br />
Cultura de la Generalitat de <strong>Catalunya</strong>.<br />
www.mnactec.com<br />
GLI ALTRI MUSEI<br />
Museu de la Colònia Sedó<br />
d’Esparreguera<br />
Museu Molí Paperer de Capellades<br />
(www.mmp-capellades.net)<br />
Museu de la Pell d’Igualada i Comarcal<br />
de l’Anoia (www.aj-igualada.net)<br />
Museu del Suro de Palafrugell<br />
(www.museudelsuro.org)<br />
Museu del Ferrocarrril de Vilanova<br />
i la Geltrú (www.ffe.es/vilanova)<br />
Museu de les Mines de Cercs<br />
(www.cercs.net)<br />
Farinera de Castelló d’Empúries<br />
Museu de la Tècnica de Manresa<br />
Museu de la Colònia Vidal de Puig-reig<br />
(www.museucoloniavidal.com)<br />
Serradora d’Areu<br />
Museu de l’Estampació de Premià de Mar<br />
Col . lecció d’Automòbils Salvador Claret<br />
(www.museuautomobilsclaret.com)<br />
Trens Històrics de Ferrocarrils<br />
de la Generalitat de <strong>Catalunya</strong><br />
Museu del Ciment Asland de Castellar<br />
de N’Hug<br />
Museu de les Mines de Bellmunt<br />
del Priorat<br />
Museu Industrial del Ter<br />
(www.mitmanlleu.org)<br />
20
Musei<br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Les Glòries del disseny Intervista<br />
con Oriol Bohigas<br />
MBM prepara il progetto definitivo del Museo del <strong>Design</strong> che segnerà la Plaça de les Glòries,<br />
il nodo urbano probabilmente più simbolico della città nei prossimi anni<br />
SEGUE DA PAG. 3, VI COL. IN BASSO<br />
zioni temporanee, un ristorante, un centro<br />
ricerche, un centro studi, per realizzare<br />
quelle attività culturali necessarie per affermare<br />
il museo.<br />
Quale concezione di museo guida il progetto?<br />
È il tema più interessante: fare un museo<br />
che sia un centro d’attività, dall’architettura<br />
alla grafica, dall’artigianato al design<br />
industriale per dare a Barcellona una capacità<br />
d’attività maggiore, legandola alla<br />
potenza del suo design industriale.<br />
Ha già pensato ai materiali?<br />
Saràuncontenitoreneutro con volontàdi essere<br />
semplice, costruito con materiali poveri.<br />
L’esterno sarà ricoperto da lastre di zinco di<br />
piccole dimensioni, flessibili per resistere alle<br />
vibrazioni ed evitare fessure. All’interno<br />
ricorreremo alla tradizione costruttiva del<br />
paese e useremo cemento e muratura ed elementi<br />
metallici. A parte il vestibolo, gli spazi<br />
saranno poco costruiti perché ogni esposizione<br />
li modificherà. Gli sbalzi avranno una<br />
struttura metallica leggera appoggiata a un<br />
elemento strutturale centrale in cemento. Il<br />
centrostudielacaffetteriasarannospaziaperti<br />
che riceveranno luce zenitale.<br />
E gli spazi esterni?<br />
Intorno all’edificio ci saranno un prato e un<br />
piccolo lago, attraversato da un ponte che<br />
unirà la piazza con la città. Tutto è basato<br />
sul piano dove si svolgeranno le attività<br />
principali del museo,<br />
che risolverà il<br />
dislivello di sette<br />
metri tra la città e il<br />
mare.<br />
La museologia a che<br />
punto è?<br />
L’Ajuntament ha<br />
recentemente nominato<br />
Carles Giner<br />
come interlocutore<br />
per riprogrammare<br />
la museologia,<br />
dopo che<br />
Jordi Pardo, che<br />
aveva svolto il ruolo<br />
di direttore nella<br />
fase iniziale, ha deciso<br />
di cambiare professione, andando a dirigere<br />
i Mossos d’Esquadra, il corpo di polizia<br />
catalano.<br />
Quando è prevista l’apertura al pubblico?<br />
Ci vorranno almeno tre anni. Penso che<br />
per il 2009 tutto potrà essere finito, se il ritmo<br />
economico della municipalità assicurerà<br />
le risorse per l’operazione, che in questo<br />
momento prevede lo spostamento dal<br />
Palau Reial de Pedralbes, di proprietà dell’Ajuntament,<br />
dove ha sede il Museo de les<br />
Arts Decoratives, le cui collezioni confluiranno<br />
nel nuovo Museo. Il palazzo viene<br />
acquistato dalla Generalitat per diventare<br />
sede di rappresentanza internazionale<br />
del governo catalano.<br />
Sarà un museo catalano o spagnolo?<br />
La questione sulla nazione in Catalogna è<br />
sempre molto dibattuta. Il museo sarà comunque<br />
di proprietà della Catalogna.<br />
Vi s ta zenitale della plaça de les Glòries, il centro geografico di Barc e l l o n a<br />
ORIOL BOHIGAS<br />
Architetto<br />
A rc h i t e t t u ra e design secondo Bo h i g a s<br />
I<br />
l design è un processo cre a t i vo non molto diverso da quello dell’arc h i t e t t u ra .<br />
È diverso dall’artigianato, dalla pittura, dalla scultura perché è un processo nel<br />
quale una persona o un gruppo di persone sono autori dell’idea e del pro g e t t o ,<br />
e altri sono autori della re a l i zzazione. Questa è la diffe renza fondamentale tra<br />
design e artigianato. In artigianato, chi pensa di fa re un vaso lo fa, e finisce di<br />
pensarlo mentre lo fa. Nella scultura e la pittura ogni prodotto è non soltanto artigianale<br />
ma unico. Il design non è artigianale né unico. Un oggetto può essere<br />
ripetuto infinitamente e pertanto non esiste un autore fisico: esso è fatto meccanicamente,<br />
o manualmente, ma con un sistema industriale di manifa t t u ra. L’ a r-<br />
c h i t e t t u ra è stata il primo processo di design, perché dal Rinascimento, anzi dal<br />
Gotico, è stata costruita attra verso progetti. Si è disegnata una chiesa e dopo la<br />
si è costruita. Il progetto è l’elemento intermedio. Questo è fondamentale per<br />
g i u d i c a re che cosa è e cosa non è design: dipende dal processo con il quale si<br />
fabbricano gli oggetti, il quale dipende a sua volta dalla loro tipologia. Basta pens<br />
a re a tutte le derivazioni dall’artigianato nel design che si sono avute nei paesi<br />
industriali, specialmente in Italia. Non sono fa vo re vole al design che non può ess<br />
e re prodotto industrialmente e ritengo che debba aderire a bisogni sociali re a-<br />
li, perché il bisogno dell’industrializzazione non è astratto, è la necessità di arriva<br />
re a un comfort più economico. Un’altra linea d’interpretazione è considera re<br />
il problema dell’arbitrarietà: quando una forma aliena si può tra s fo r m a re in arc<br />
h i t e t t u ra oppure no? Basta pensare al capitello corinzio: è stato un caso che<br />
un architetto abbia trovato un cestino con l’acanto e abbia utilizzato a un certo<br />
punto questa forma che è diventata un elemento canonico nella storia dell’arc<br />
h i t e t t u ra per dieci secoli. Questo significa che un elemento non d’arc h i t e t t u ra<br />
si può conve r t i re in arc h i t e t t u ra, ed è ve ro. Rafael Moneo ha scritto un libro sul<br />
concetto d’arbitrarietà in arc h i t e t t u ra molto interessante e ha ragione quando<br />
a f ferma che la storia dell’arc h i t e t t u ra è stata uno sforzo per eliminare questo<br />
peccato originale, la forma non di arc h i t e t t u ra utilizzata come arc h i t e t t u ra. Da<br />
ciò derivano l’interpretazione del Gotico come elemento fo n d a m e n t a l m e n t e<br />
s t r u t t u rale, o l’interpretazione di Gaudí della forma determinata dalla geometria<br />
e non dall’arbitrarietà. Tutto il movimento moderno, da Le Corbusier a Gro p i u s ,<br />
ha lottato contro l’arbitrarietà, inventando il curtain wall, la razionalità costruttiva,<br />
i parametri funzionali per giustificare una realtà formale nella stessa arc h i-<br />
t e t t u ra. Alla fine del XX secolo è incominciata una rivendicazione dell’arbitra r i e-<br />
tà formale come punto di partenza dell’arc h i t e t t u ra. Alcuni architetti pre s u n t u o s i<br />
hanno detto: dammi una forma e io te la converto in arc h i t e t t u ra. Questo è un<br />
fatto antimoderno, contro i criteri fondamentali della modernità, della ra z i o n a l i-<br />
tà, della funzionalità. L’ a rc h i t e t t u ra sta incominciando a essere non pro p r i a-<br />
mente arc h i t e t t u ra ma un proclama pubblicitario, per essere diversa da tutto.<br />
In questo momento sembra che la cosa più importante sia fa re un’arc h i t e t t u-<br />
ra che non assomiglia all’arc h i t e t t u ra, per adeguarsi al pro g ramma commerciale<br />
di un’azienda o alla volontà politica di un governo. O. B.<br />
I sette livelli del museo<br />
nel progetto dello studio MBM<br />
Da Pedralbes a les Glòries di Marta Montmany<br />
Le collezioni dei quattro musei del polo<br />
delle Arti decorative di Barcellona<br />
confluiranno nel futuro Museo del design.<br />
Ognuno di questi musei attualmente ha<br />
un proprio conservatore e fa riferimento alla<br />
direzione generale del Museu de les Arts<br />
Decoratives. Gli attuali musei sono molto<br />
diversi e troppo piccoli per avere una vita<br />
reale. Nel nuovo museo ci sarà tutta l’arte<br />
decorativa, il design industriale, la ceramica,<br />
l’abbigliamento. Sarà un centro culturale<br />
del d e-<br />
sign, e perm<br />
e t t e r à<br />
u n ’ i n t e-<br />
g r a z i o n e<br />
delle collezioni,<br />
collegandole<br />
alla<br />
produzione contemporanea del design. La<br />
collezione di design industriale esistente attualmente<br />
comprende circa 1.400 oggetti<br />
progettati o prodotti in Spagna, principalmente<br />
a Barcellona e in Catalogna, a Madrid,<br />
nei paesi baschi e a Valencia, e qual-<br />
cosa in Andalusia. L’arredo urbano è il<br />
grande assente. Durante il suo mandato<br />
come responsabile politico della cultura<br />
dell’Ajuntament, Oriol Bohigas aveva<br />
proposto un centro come fondamentale per<br />
la politica museale della città e aveva in-<br />
La sede del Museu de les Arts Decoratives nel Palau Reial de Pedralbes<br />
caricato Juli Capella e Quim Larrea di selezionare<br />
cento oggetti indispensabili per<br />
una collezione di design industriale. A<br />
Barcellona e in Catalogna sono presenti<br />
importanti collezioni non esposte, come<br />
quelle di grafica di Daniel Giralt-Miracle,<br />
la Fundació Comunicació Gráfica e Albert<br />
Isern, o quelle degli stilisti di moda,<br />
ed è auspicabile che possano confluire nel<br />
nuovo museo.<br />
MARTA MONTMANY<br />
Direttrice del polo dei Musei<br />
di Arti decorative di Barcellona<br />
Il polo dei «Museus<br />
de les Arts de l’Objecte»<br />
Museu de les Arts Decora t i ve s<br />
w w w. m u s e u a r t s d e c o ra t i ve s . bc n . e s<br />
Museu de Ceràmica<br />
w w w. m u s e u c e ra m i c a . bc n . e s<br />
Museu tèxtil i d’indumentària<br />
w w w. m u s e u t ex t i l . bc n . e s<br />
Gabinet de les Arts Gràfiques<br />
w w w. bc n . e s / g a b i n e t a r t s g ra f i q u e s<br />
21
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
Architettura e <strong>Design</strong><br />
SEGUE DA PAG. 2, III COL. IN ALTO<br />
Come spiega il grandea p p e a l che l’habitat umano<br />
di Barcellona ha nell’immaginario internazionale?<br />
È una città che storicamente non ha avuto<br />
grandiespressionidiricchezza. C’èunapositiva<br />
discrezione nello sviluppo urbano.<br />
La verità èchetuttositrova a una scala molto<br />
poco opulenta: contano le ragioni dello<br />
spazio, in una città che ha avuto poco spazio<br />
per crescere, che ha approfittato di ogni<br />
spazio disponibile. Questo ha sviluppato<br />
un alto senso della p o l i s:il barcellonese sente<br />
molto sua la città, cosa impossibile a Madrid.<br />
Egli ha l’abitudine a impegnarsi nel<br />
dibattito sulla città e questo sviluppo contenuto,<br />
questo decoro, hanno favorito una<br />
forte identificazione tra il cittadino e la città<br />
e generato anche comodità. Il turismo di<br />
massa, i grandi fenomeni migratori, attentano<br />
a tutto ciò. Qui c’è tuttora un grande<br />
amore. Il fattore fondamentale del comfort<br />
a Barcellona è la relazione amorosa, a una<br />
scala molto umana, con la città.<br />
Quali sono le direttrici del patrimonio urbanistico<br />
della città da difendere e valorizzare?<br />
Riserverei gli esperimenti architettonici alla<br />
cintura con meno memoria e preserverei la<br />
città più genuinamente mediterranea. Cerdá<br />
pensava a polmoni verdi individualizzati<br />
all’interno di ogni isolato. La speculazione<br />
distrusse il progetto, ma ogni isolato doveva<br />
essere un parco. Costruire grattacieli in<br />
una città mediterranea è assurdo e stupido.<br />
Bisogna preservare la città mediterranea, che<br />
il centro sia al tempo stesso quartiere! È fondamentale<br />
che si capisca che conservare è rivoluzionario.<br />
Agli architetti costa molto<br />
comprendere questo perché hanno bisogno<br />
di progetti e sono molto sensibili al denaro:<br />
sono capaci di vendere l’anima al diavolo<br />
più rapidamente di altri cittadini.<br />
Quali caratteri attribuisce alla città mediterranea?<br />
Un insieme di tratti di tipo fisico e metafisico.<br />
Come insegnarono i greci, una città che<br />
cresca a misura d’uomo, gran parte della<br />
quale possa essere percorsa a piedi. Che sia<br />
aperta, perché il 90% dei giorni dell’anno<br />
nel Mediterraneo si è in condizione di vivere<br />
all’aperto: tutti i simulacri di vita all’interno<br />
dei centri commerciali sono un’aggressione.<br />
Senza separazione tra centro e periferia,<br />
che comunicano mediante la fluidità<br />
dei quartieri storici, e dove si manifesti un<br />
senso di decoro. A misura d’uomo, aperta,<br />
che non aspiri alle grandi opulenze del cemento,<br />
come sta facendo Madrid che cerca<br />
di fare una Caracas in mezzo alla m e s e t a a<br />
forza di tangenziali su tangenziali. A Barcellona<br />
bisogna evitare l’eccesso di cemento,<br />
sia in verticale che in orizzontale perché è un<br />
modello ben preservato di città mediterranea.<br />
Il problema di molti politici e architetti<br />
attuali è che fanno le cose senza tener conto<br />
del fattore umano, e le opere migliorano<br />
solo quando l’uomo le abita per davvero. Le<br />
cose fallite dell’architettura d’avanguardia<br />
del X X secolo, dopotutto, sono quelle che<br />
l’uomo non ha fatto proprie.<br />
RA F A E L AR G U L L O L<br />
Scrittore, professore di Estetica e direttore dell’Institut<br />
de Cultura all’Univesitat Pompeu<br />
Fabra di Barcellona<br />
Gli alberghi<br />
invertono<br />
la rotta<br />
Intervista con Juli Capella<br />
albergo ha interesse urbanistico perché<br />
segna concentrazioni e circuiti dei<br />
L’<br />
visitatori delle città. Analizziamo il cambiamento<br />
a Barcellona: gli alberghi erano<br />
tutti in centro, poi crebbero sul Paseig de<br />
Gràcia e seguirono la Diagonal verso sud,<br />
ma negli ultimi anni sono cresciuti all’estremoopposto,versonordeversoilmare.L’architettura<br />
di un albergo è significativa per<br />
una città perché la sua facciata è riconoscibile,<br />
come le residenze, i mercati. Nella storia<br />
dell’architetturagli alberghi sono stati interpretati<br />
come luoghi dove si sta per poco<br />
tempo: la sfida di un architetto è quella di<br />
far convivere armoniosamente con la città le<br />
esigenze rigide di stanze ripetute su una facciata,<br />
e proporre facciate del X X I secolo. In<br />
altre parole, come progettare un edificio singolare<br />
che contemporaneamente si integri<br />
nella città senza stridere. Infine la rivoluzione<br />
negli interni. Si è rotta la standardizzazione<br />
internazionale che rendeva uguale<br />
ogni stanza di una catena e ora possiamo fare<br />
interni «di Barcellona». Quando viaggi<br />
non vuoi stare chiuso in casa, ma vivere<br />
un’esperienza. Lastanzaèil rifugiodellatua<br />
intimità, ma anche un luogo di comfort, relax,<br />
eccitazione. È confermato dagli studi<br />
psicologici. Barcellona è arrivata tardi al<br />
movimento moderno, all’organicismo, ma<br />
questa volta la rivoluzione negli alberghi è<br />
passata di qui, in anticipo perfino su paesi<br />
preparati come l’Italia e la Francia. Il successo<br />
turistico di Barcellona ha favorito tut-<br />
S u a A l t e zz a B a rce l<br />
Alcuni progetti del <strong>2005</strong> integrano architettura, città e design. S<br />
della capitale catalana: crescita orizzontale o verticale, architet tu<br />
CITTÀ ORIZZONTALE E VERTICALE<br />
Non potendo sfuggire la presenza della torre Agbar di Jean Nouvel, Juli Capella per l’hotel<br />
Diagonal <strong>Barcelona</strong> ha evitato qualsiasi linguaggio che potesse confondere l’insieme:<br />
se la torre è cilindrica e policro m a t i ca, l’albergo è prismatico e risolto in bianco e nero<br />
Città orizzontale: contro l’arbitrarietà del gesto<br />
Pe rché il Mercato di Santa Caterina in copertina a un report su Barcellona e il suo design nel 20 05? All’opera di<br />
M i ralles e Tagliabue si potre b be riconoscere, a prima vista, una volontà di libe ra espressione, di gestualità, di<br />
assoluta manifestazione cre a t i va. Eppure, a una lettura più appro fondita, pre valgono prese di posizione dei<br />
p rogettisti che allontanano ogni ipotesi di arbitrarietà. La copertura è<br />
u n ’ e vocazione, ironica ma rigorosa, del modello del mercato ottocentesco, nel<br />
r i ve s t i re un ruolo di protezione ma insieme di raccolta e di centralità urbana.<br />
La struttura è resa tanto evidente da sov rapporsi in alcuni casi, occultando<br />
la vista della città<br />
e della copertura colorata,<br />
alle finestre dell’edificio<br />
residenziale: una dichiara z i o n e<br />
di priorità del fatto costruttivo e<br />
delle sue regole, chiare e inevitabili anche<br />
di fronte alla più potente espressività.<br />
Il Mercato è il paradigma di una cultura<br />
del design catalano agile ed espre s s i va ,<br />
c re a t i va per principio,<br />
ma tenacemente contro<br />
l ’ a r b i t rarietà del gesto.<br />
Michele Bonino<br />
Architetto<br />
22
Architettura e <strong>Design</strong><br />
BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />
l l o n a<br />
Città verticale: camere con vista e skyline corporativo<br />
n. Sono le prossime sfide<br />
et tura per cittadini o per turisti?<br />
to ciò, è una congiuntura favorevole frutto<br />
del lavoro dell’amministrazione pubblica,<br />
dei mezzi di comunicazione, dei promotori<br />
economici. La qualità del settore alberghiero<br />
spagnolo è conosciuta in tutto il mondo.<br />
Che cosa pensa della proliferazione di edifici verticali,<br />
soprattutto alberghi?<br />
Credo che la scelta urbanistica di ammucchiare<br />
singoli edifici dispersi e molto<br />
alti a Diagonal Mar sia sbagliata, soprattutto<br />
a Barcellona, dove funzionano gli isolati<br />
chiusi, che sono isole che integrano usi<br />
diversi tra edificio e strada. Mi piace la torre<br />
Agbar, ma non produce strade. Le strade<br />
esistono quando le facciate sono più o<br />
meno parallele. Due torri ben collocate sono<br />
quelle del porto olimpico perché creano<br />
uno spazio urbano vivibile. Preoccupa<br />
questa urbanistica di influenza americana<br />
che non funziona in questa città e in nessun’altra<br />
perché conduce troppo all’individualismo,<br />
a un certo autismo e una mancanza<br />
di solidarietà tra gli edifici. L’Ajuntament<br />
di Barcellona sta facendo un errore<br />
a insistere sulle singolarità, adesso ci<br />
sarebbe bisogno di un’architettura più integrata.<br />
Bisogna aver fiducia nei buoni architetti:<br />
se si lascia intervenire pienamente<br />
Oriol Bohigas avremo buone garanzie che<br />
Plaça de les Glòries funzioni bene, perché<br />
Texas Miró<br />
una cosa è la volumetria, un’altra come la<br />
si risolve.<br />
Una buona soluzione di Plaça de les Glòries aiuterebbe<br />
a incorporare l’area del Forum in modo più<br />
armonico con la città.<br />
Esatto. Manca la cucitura di questo grande<br />
spazio che geograficamente è il centro di<br />
Barcellona. Da un punto di vista urbanistico<br />
il famoso modello Barcellona in questo<br />
momento corre un certo pericolo, ma<br />
non lo dico da pessimista. C’è bisogno di<br />
una riconsiderazione della città di fronte ai<br />
grandi cambiamenti che produce l’immigrazione,<br />
ma non se ne parla abbastanza.<br />
Barcellona è una città compiuta, i suoi quasi<br />
cento chilometri quadrati sono pieni, per<br />
cui è importante non sprecare le ultime cartucce<br />
con i piani 22@ e Sagrera e utilizzare<br />
il prossimo decennio per costruire la città<br />
dove vogliamo vivere. L’Ajuntament<br />
non può più imporre un’urbanistica che<br />
non tiene conto dei cittadini e della partecipazione<br />
dei settori vivi della città.<br />
JU L I CA P E L L A<br />
Architetto<br />
B A R C E L L O N A I N T E R N A Z I O N A L E<br />
Juan Miró è nato a Barcellona nel 1964 e si è laureato in architettura a Madrid pre s s o<br />
l’Escuela de Arquitectura dell’Universidad Politécnica nel 1987. Nel 1989 vince una<br />
borsa di studio Fulbright per un Master all’Università di Yale. Dal 1991 al 1996 lavora<br />
p resso lo studio Gwathmey Siegel and Associates a New York <strong>City</strong>,<br />
dove è Project Architect nella costruzione della re s i d e n z a<br />
di Michel Dell ad Austin, Texas e della Sony Plaza<br />
nell’edificio AT&T a New York. È titolare dello<br />
studio Miró Rivera Architects ad Austin, fondato nel 2000 insieme a sua moglie Rosa e a Miguel Rivera.<br />
Attualmente lavora a numerosi progetti residenziali in Texas. È membro attivo dell’American Institute of<br />
A rchitects (AI A), e dal 1997 Associate Professor alla School of Arc h i t e c t u re dell’University of Texas at<br />
Austin. Nel <strong>2005</strong> ha realizzato la Guest House (nella foto), progetto per il quale ha commissionato<br />
all’azienda Llambi la realizzazione dei frangisole in alluminio per la facciata, il primo progetto negli Stati<br />
Uniti della storica azienda catalana.<br />
A sinistra, l’hotel Arts, il più emblematico tra gli alberghi post-olimpici, aperto nel 1994 su<br />
p rogetto di Bruce Graham. Lo studio GCA di Barcellona completa entro aprile <strong>2006</strong> il rinnovamento<br />
integrale gli interni. A destra, posa in opera della cupola dell’hotel Hesperia<br />
Tower che verrà inaugurato nel gennaio <strong>2006</strong>. Progetto di Rich a rd Rogers con Luis<br />
Alonso e Sergi Balaguer, interior design dello studio GCA .<br />
A sinsitra, la torre Agbar, sede del gruppo Agbar, inaugurata nel settembre <strong>2005</strong> su<br />
p rogetto dell’atelier Jean Nouvel insieme allo studio b720 di Barcellona. A destra, la<br />
t o r re Mare Nostrum, sede corporativa di Gas Natural che verrà inaugurata ad aprile <strong>2006</strong><br />
su progetto dello studio EMBT di Barc e l l o n a .<br />
SEGUE DA PAG. 3, IV COL. IN ALTO<br />
venticinque anni, fatta di assi urbani più visibili,<br />
di marcatura simbolica del territorio,<br />
ha permesso di valorizzarele architettureesistenti,<br />
il modernismo più di tutti, e creare<br />
nuovi riferimenti, come la torre delle telecomunicazioni<br />
di Norman Foster, il ponte urbano<br />
di Santiago Calatrava e l’anello olimpico,<br />
ma corriamo il rischio di esagerare. A<br />
me appare come un effetto perverso del successo<br />
che il sindaco di Barcellona, quando<br />
presenta la grande operazione (300 ettari),<br />
perfino più importante del Fòrum, sull’asse<br />
della Meridiana e intorno alla stazione per<br />
l’alta velocità di Sagrera, lo faccia insieme a<br />
Frank Gehry, per cui l’unico a risaltare è il<br />
suo progetto «singolare», la stazione. Un altro<br />
effetto perverso del successo è nei confronti<br />
degli abitanti: quest’urbanistica fatta<br />
per i visitatori, i turisti, i congressisti, rischia<br />
di avere un effetto escludente per i suoi abitanti,<br />
che si manifesta nell’accesso alla residenza.<br />
Molti conflitti sociali attuali si devono<br />
a un meccanismo di espulsione attraverso<br />
il mercato: si aumenta la qualità urbana,<br />
aumenta il prezzo del suolo e poiché manca<br />
un patrimonio municipale del suolo residenziale,<br />
il prezzo delle residenze s’impenna.<br />
Alle persone toccate dalle operazioni<br />
di rinnovamento viene data l’opportunità<br />
di trasferirsi in una residenza più o meno<br />
prossima alla zona, ma i loro figli non potranno<br />
acquistare una casa. C’è un processo<br />
di difficile accesso all’acquisizione di residenzadaparte<br />
del settoremedio-basso, che<br />
sta producendo un malessere sociale che si<br />
era molto attenuato. Il carattere popolare del<br />
centro storico si sta mantenendo grazie all’immigrazionemaiconflitti<br />
socialisonopiù<br />
accentuati nei quartieri popolari dove nuove<br />
operazioni rompono il tessuto esistente,<br />
senza sufficienti garanzie per gli abitanti: intorno<br />
all’aerea della stazione Sagrera aumenta<br />
il numero di uffici e residenze, ma diminuisce<br />
il suolo pubblico per le destinazioni<br />
d’uso sanitarie, culturali, educative.<br />
C’è un’architettura che tiene conto delle necessità<br />
del complesso della città, le interazioni<br />
con il tessuto urbano, e include elementi<br />
singolari che cercano d’essere architettura di<br />
altaqualità,cheinfluiscesull’insieme,chesegna<br />
simbolicamente, afferma uno stile: questa<br />
è l’architettura urbana per i cittadini. Poi<br />
c’èunaspecie d’alleanzaempia trapoteri politici<br />
arroganti, le imprese che vogliono marcare<br />
il territorio e gli architetti che per distinguersi<br />
realizzano edifici che prescindono totalmente<br />
dal contesto, dalle regole, dalla tradizione,<br />
dal tessuto circostante: a Barcellona<br />
stiamo passando, quasi senza accorgerci, da<br />
un’architettura e un’urbanistica per i cittadini<br />
a una cultura degli edifici singolari. Il<br />
design è nato con quella che Walter Benjamin<br />
ha chiamato la cultura della riproducibilità<br />
tecnica: Calatrava, Nouvel, Koolhaas<br />
e altri come loro fanno oggetti di gran bel design,maarrivaunmomento,comediceva<br />
Toqueville, che tutto ciò che è eccessivo diventa<br />
insignificante.<br />
JO R D I BO R J A<br />
Geografo, urbanista, direttore dello Urban<br />
Technology Consulting di Barcellona<br />
23
B a rcelona & <strong>Catalunya</strong><br />
Un anno di design<br />
CONCORSIEPREMI<br />
F E B B R A I O<br />
CONCURS DE DISSENY GRES CATA L A N.Organizza:<br />
Gres-BCD (www.grescatalan.com; www.bcd.es).<br />
DISSENY PER AL RECICLAT G E. Organizza:<br />
Enguany, Centre català del reciclatge de l’Agència<br />
de Residus de <strong>Catalunya</strong> del Departament de Medi<br />
Ambient i Habitatge (www.arc-cat.net).<br />
PREMI ARQCAT M O N. Ai progetti degli architetti<br />
catalani nel mondo. Vincitori: Alfons Soldevila<br />
(residenziale) ex-aequo EMTB Mirallles-Tagliabue<br />
e Carme Pinos (non residenziale), Alfredo Arribas<br />
(paesaggio e urbanistica). Organizza: Col . legi<br />
d’Arquitectes de <strong>Catalunya</strong> (www.e-coac.org).<br />
A P R I L E<br />
PREMIOS NACIONALES DE DISEÑO. Vincitori:<br />
Metalarte, Josep Pla-Narbona, Juan Gatti. Organizza:<br />
BCD-Ministerio de Industria, Turismo y Comercio<br />
(www.bcd.es).<br />
Josep Pla-Narbona<br />
Juan Gatti<br />
Metalarte: Inout di R. Ùbeda e O. Canalda<br />
PREMIO AMBIT CONSTRUMAT. Organizzato<br />
da Construmat e Codic (Col . legi de Dissenyadors<br />
d’Interiors i Decoradors de <strong>Catalunya</strong>). Vincitori: SIKA<br />
eBIOSCA &BOTEY (www.construmat.com).<br />
I N T E R N ATIONAL ROCA DESIGN COMPETITION.<br />
Progettare il bagno di un hotel del futuro. Vincitori:<br />
David Benito Cortázar y Laia Guardiola Raventós,<br />
Organizza: Roca e BCD (www.roca.es; www.bcd.es).<br />
PREMIOS ENJOIA’T 05. Gioielleria contemporanea.<br />
Organizza: Orfebres FAD. Vincitore: Edith Bellod<br />
(www.orfebresfad.org).<br />
Premio Enjoiat FAD Orfebres: Edith Bellod.<br />
Foto: Álex Antic<br />
M A G G I O<br />
3° CONCURS DE CART E L L S. Manifesto per la<br />
Festa Major. Organizza: Comune di Hostafrancs<br />
(<strong>Barcelona</strong>).<br />
PREMIOS LAUS. Grafica, Pubblicità, Comunicazione.<br />
O rganizza: AD G- FA D ( w w w. a d g - f a d . o rg ) .<br />
Premio Laus grafica: Sebastián Alós per la<br />
piattaforma Nunca máis<br />
G I U G N O<br />
PREMIOS DELTA. <strong>Design</strong> industriale. Organizza:<br />
ADI-FAD. Premio Delta de Plata: Martina Zink e<br />
Gonzalo Milá per Santa & Cole; Joan Gaspar Ruiz<br />
per Marset; Jordi Badia Farré e Otto Canalda<br />
per Oken; Novell/Puig <strong>Design</strong> per Cata<br />
Electrodomésticos, Emiliana <strong>Design</strong> Studio per<br />
Metalarte, S.A. Díez+Díez Diseño per Escofet 1886,<br />
S.A. Premio Delta de Oro: Zoocreative per Delica.<br />
Menzione Diseño para Todos: Miguel Milá<br />
per Supergrif (www.fadweb.com).<br />
D e l ta de Plata FA D: Emiliana <strong>Design</strong> Studio<br />
Delta de Oro FAD: Zoocreative<br />
PREMIOS CONTRARELOJ. Progettare un orologio.<br />
Organizza: Watchcelona (www.watchcelona.com).<br />
PREMIS VOILÁ. Servei Estació - Fundacion Signes<br />
(www.fundacionsignes.org; www.serveiestacio.com).<br />
PREMIOS FAD ARQUITECTURA.<br />
O rganizza: AR Q- IN FA D. Vincitori: Architettura: Eduard o<br />
Souto de Moura: Estadio Municipal de Braga Monte<br />
Crasto, Parque Norte. Braga (Portogallo). Interni:<br />
Lluís Clotet e Ignacio Paricio: Sala d’Actes Polivalent<br />
de l’IT E C a Barcellona. Es t e rni: José Antonio Mart í n e z<br />
Lapeña e Elías To rres: Explanada Fòrum 2004 e planta<br />
fotovoltaica Fòrum 2004, Barcellona. Spazi eff i m e r i :<br />
Joaquín Casanova, Javier Castellano, Rubens Cort é s :<br />
Manantial. Caja de Resonancia Andamio, Granada<br />
( w w w. a rq - i n f a d . o rg ) .<br />
José Antonio Martínez Lapeña y Elías<br />
Torres: Explanada e planta fotovoltaica<br />
Forum 2004, <strong>Barcelona</strong>.<br />
A G O S T O<br />
10° PREMI D’ART DIGITAL JAUME GRAELLS.<br />
Comune di Igualada - Ceina<br />
(www.aj-igualada.net e www.ceina.es/artdigital).<br />
S E T T E M B R E<br />
CONCURS INTERNACIONAL DE DISSENY EXPO-<br />
HOGAR REGALO. Articoli per la casa<br />
(www.expohogar.com).<br />
O T T O B R E<br />
PREMIS ANUÀRIA'05. Grafica (www.anuaria.com).<br />
NOVEMBRE<br />
PREMI CAMBRA. Gestione del design nell’impresa.<br />
Cámbra de Comerç de <strong>Barcelona</strong> - BCD - Cátedra de<br />
Gestió del Disseny di ESADE (www.bcd.es).<br />
PREMI «BARCELONA, LA MILLOR BOTIGA DEL<br />
M Ó N » . Q u a l i t à , iniziative, promozioni commerciali.<br />
Organizza: Ajuntament de <strong>Barcelona</strong><br />
(www.bcn.es/millorbotiga/cat).<br />
PREMIOS LÍDERPA C K. Imballaggio<br />
(www.hispack.com).<br />
DICEMBRE<br />
5° CONCORSO HERMES. Allestimento negozi. Org a -<br />
nizza: Hermes - BC D ( w w w.bcd.es www. h e rm e s . c o m ) .<br />
FIERE<br />
G E N N A I O<br />
31-6 febbraio BCN FASHION WEEK. Passarella<br />
Gaudí - Salóne Gaudí<br />
M A R Z O<br />
Stand «DESIGN BARCELONA» per i professionisiti<br />
del packaging alla Fiera Luxe Pack a Mónaco<br />
di Baviera. Organizza: <strong>Design</strong> Mix,<br />
Cambra de <strong>Barcelona</strong> e Promoció Econòmica<br />
del Ajuntament de <strong>Barcelona</strong>.<br />
A P R I L E<br />
11-16 CONSTRUMAT. International Building<br />
Exhibition (www.construmat.com).<br />
M A G G I O<br />
7-15 SALON INTERNACIONAL DEL AUTOMÓVIL.<br />
20-21 EXPOCODIG.<br />
L U G L I O<br />
8-10 BREAD & BUTTER. Trade Show for selected<br />
brands. Organizza: Bread & Butter GMBH<br />
(www.breadandbutter.com).<br />
A G O S T O<br />
Esposizione dei Premios Nacionales de Diseño en<br />
<strong>Design</strong> Korea <strong>2005</strong>. Organizza: BCD e Korean<br />
Institute of <strong>Design</strong> Promotion (www.bcd.es).<br />
S E T T E M B R E<br />
8-12 EXPOHOGAR. International Trade Show of gift<br />
and Home Articles (www.firabnc.es).<br />
19-22 MODA BARCELONA. <strong>Barcelona</strong> Fashion<br />
Week. Organizza: FFF Flaqué (www.firabcn.es).<br />
OTTOBRE<br />
5-8 MET. Moda-Architettura-Cine -Arte<br />
(www.metbcn.com).<br />
22-3 novembre SALÓN NÁUTICO. <strong>Barcelona</strong><br />
International Boat Show (www.firabcn.es).<br />
25-26 FÒRUM DE LA INNOVA C IÓ. Organizza:<br />
CIDEM (www.foruminnovacio.com).<br />
25-30 BARCELONA MEETING POINT.<br />
International Real Estate Show. Organizza: Czf<br />
(www.firabcn.es).<br />
NOVEMBRE<br />
8-13 SALÓ DEL LLIBRE DE BARCELONA.<br />
Organizza: Fundaciò El libre (www.firabcn.es).<br />
14-18 EQUIPLAST. Plastic and Rubber Exhibition<br />
(www.firabcn.es).<br />
24-27 BCN FUTUR. International Show of the<br />
Latest. Organizza: FFF Flaqué-CZF(www.bcnfutur.es).<br />
MOSTRE<br />
G E N N A I O<br />
OBJECTES / SUBJECTES: UNA VISIÓ DES DE<br />
LA BARCELONA QUE DISSENYA. Museu de les<br />
Arts Decoratives, <strong>Barcelona</strong>. Fino ad aprile <strong>2005</strong><br />
(www.artsdecoratives.bcn.es).<br />
M I R A’T LA RÀDIO: 80 ANYS DE DISSENY I<br />
TÈCNICA DE RECEPTORS. Museu de la Ciència<br />
i de la Tècnica de <strong>Catalunya</strong>, Terrassa.<br />
Curatori: Isabel Campi e Romà Gibert.<br />
Fino a febbraio <strong>2006</strong>. (www.mnactec.com).<br />
ENTRE ORIENT I OCCIDENT. CERÀMICA<br />
ORIENTAL, NORD-AFRICANA I EUROPEA.<br />
Museu de la Ceràmica. Fino al 2 ottobre<br />
(www.museuceramica.bcn.es).<br />
FACTORÍA DE HUMOR BRUGUERA. CCCB,<br />
Centre de Cultura Contemporània de <strong>Barcelona</strong>.<br />
20 gennaio - 10 aprile <strong>2005</strong> (www.cccb.org).<br />
FEBBRAIO<br />
EL RETORN DE JØRN UTZON A L’ÒPERA DE<br />
SYDNEY. Col·legi d’Arquitectes de <strong>Catalunya</strong>,<br />
Girona. 4 febbraio - 20 marzo (www.e-coac.org).<br />
SERT, MIG SEGLE D’ARQUITECTURA 1928 -<br />
1979. 25 febbraio - 12 giugno. Fundació Joan Miró<br />
(www.bcn.fjmiro.es/).<br />
MARZO<br />
JORGE PENSI: EXPOSICIÓN DE LA BIKINI<br />
COLLECTION. Istituto Europeo di <strong>Design</strong>,<br />
<strong>Barcelona</strong>. 17 marzo - 5 aprile (www.ied.es).<br />
MAGGIO<br />
CULDESAC/LOVE/ALL THE PEOPLE.<br />
Escola Municipal d’Art, edifici Vapor Universitari.<br />
Terrassa. 5 maggio - 23 maggio <strong>2005</strong><br />
TOT A CENT EUROS… I MENYS! OBRES<br />
MESTRES DEL DISSENY. Istituto Europeo di<br />
<strong>Design</strong>, <strong>Barcelona</strong>. 18 maggio - 1° giugno <strong>2005</strong><br />
(www.ied.es).<br />
X edizione dei premi Signes<br />
EXPOSICIÓ PREMI SIGNES. Vinçon, Barc e l l o n a ,<br />
10° edizione dei premi Signes.<br />
25 maggio - 6 giugno. Fundacion Signes/Moritz<br />
( w w w. f u n d a c i o n s i g n e s . o rg ) .<br />
GIUGNO<br />
20 ANYS DE CARTELLS: N’HEM VIST DE TOTS<br />
COLORS. Centre Català d'Artesania.<br />
1° giugno - 23 luglio.<br />
EL LABORATORI DE LA JOIERIA 1940-1990.<br />
Museu Tèxtil i d’Indumentària. Barcellona.<br />
Giugno <strong>2005</strong> - marzo <strong>2006</strong> (www. m u s e u t e x t i l . b c n . e s ) .<br />
LA BAUHAUS DE FESTA 1919-1933.<br />
Caixaforum. 29 giugno - 4 settembre<br />
(www.fundacio.lacaixa.es).<br />
EX-POSICIONS (69-88) A, ANTE, BAJO,<br />
CABE, CON, CONTRA, DE, DESDE, EN,<br />
ENTRE, HACIA, HASTA, PARA, POR, SEGÚN,<br />
SIN, SO, SOBRE, TRAS ROQUETA<br />
(EXCEPTO, DURANTE, MEDIANTE, SALVO).<br />
Col . legi d’Arquitectes de <strong>Catalunya</strong><br />
29 giugno - 21 luglio. A cura di Pilar Cós.<br />
Allestimento di BOPBAA.<br />
LUGLIO<br />
EL PERICH. SENSE CONCESSIONS. L’opera<br />
grafica di Jaume Perich. Espai 2.<br />
Palau de la Virreina. <strong>Barcelona</strong>.<br />
8 luglio <strong>2005</strong> - 8 gennaio <strong>2006</strong><br />
(www.bcn.es/virreinaexposicions/catala/home.htm).<br />
PENSA EL VERD: REVISIONS DEL PAISATGE<br />
DE LA GARROTXA DES DE LA COMUNICACIÓ<br />
VISUAL. Espai zer01. Museu Comarcal<br />
de la Garrotxa, Olot, 30 luglio - 25 settembre.<br />
OTTOBRE<br />
PURE AUSTRIAN DESIGN LANDING.<br />
FAD. 27 ottobre - 12 novembre (www.fadweb.es).<br />
NOVEMBRE<br />
VOLA AMB NOSALTRES: UNA SELECCIÓ<br />
DE CARTELLS D’AVIACIÓ. Museu de les Arts<br />
Decoratives. <strong>Barcelona</strong>. 2 novembre <strong>2005</strong> - 8 gennaio<br />
<strong>2006</strong> (www.museuartsdecoratives.bcn.es).<br />
HECHO EN PORTUGAL. DES+GN MAIS. FAD. 18<br />
novembre - 2 dicembre (www.fadweb.es).<br />
Promossa dall'Instituto de Comercio Exterior<br />
de Portugal (ICEP)<br />
HANNO COLLABORATO<br />
Jordí Aguilar Jeanette Altherr Fernando Amat Rafael Argullol Antoni Arola Iñaki Bakero Conxita Balcells George Beylerian Ramón Benedito<br />
Josep Bohigas Oriol Bohigas Michele Bonino Jordi Borja Vicens Bou Anna Butí Anna Calvera Isabel Campi Mercè Camps Juli Capella<br />
Stefano Cappuccio Norberto Chaves Xavier Costa Emilio Donato Gillo Dorfles Pau Dueñas Pere Duran Joan Fornás Dani Freixes Beth Galí<br />
Jordi Galli Monica Gili Daniel Giralt-Miracle Maite Guillem Eulalia Gonzalez Cristina Gosalvez Erwin Himmel Richard Koshaler Cristina Llado’<br />
Quim Larrea Josep Lluscà Alberto Lievore Jaime Lozoya Alessandro Manetti Uli Marchsteiner Nani Marquina Javier Mariscal<br />
Agustin J.Martínez Conxita Mataro’ Carlos Mesonero Anna Mir Vicente Miranda Juan Miró Manel Molina Jordi Montaña<br />
Marta Montmany Lluís Morillas Jordi Morillo Peres Javier Nieto Josep Novell Emili Padros Oriol Pibernat Francesc Pla Josep Puig<br />
Eduard Prats André Ricard Albert Riera Isabel Roig América Sánchez Andres Salvarezza Germán Silva Julia Shultz-Dornburg<br />
Victor Tebar Genis Tolosa Jordi Torres Jaume Tresserra Oscar Tusquets Ramon Úb e d a Ricard Vaccaro Pilar Villuendas Jorge Wagensberg<br />
Nel sito www.ilgiornaledellarchitettura.com sono disponibili le versioni integrali di alcuni testi pubblicati nel report.