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Barcelona & Catalunya City & Design Report 2005-2006

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B a rcelona & <strong>Catalunya</strong><br />

<strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong><br />

Barcellona, capitale internazionale del design<br />

«<strong>Design</strong>ed in <strong>Barcelona</strong>»: 6 scuole, 22 studi, 10 aziende<br />

Il museo ideale: 73 specialisti votano<br />

il design progettato e prodotto in Catalogna<br />

Generalitat de <strong>Catalunya</strong><br />

Institut Català<br />

de les Indústries Culturals UMBERTO ALLEMANDI & C.<br />

IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Città e <strong>Design</strong><br />

IL GI O R N A L E D E L L’AR C H I T E T T U R A<br />

BARCELONA & CATALUNYA<br />

CITY&DESIGN<br />

REPORT <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong><br />

2-3 Città e <strong>Design</strong><br />

4-5-6 Il museo immaginario<br />

7 Editoria<br />

8-9 Scuole<br />

10-11 <strong>Design</strong>er<br />

12-13 <strong>Design</strong><br />

14-15 Produttori<br />

16 Prodotti<br />

17 Promozione<br />

18 Ambiente e trasporto<br />

19 Commercio e turismo<br />

20 Patrimonio<br />

21 Musei<br />

22-23 Architettura e <strong>Design</strong><br />

24 Agenda<br />

La città e il suo design<br />

Perché un <strong>Report</strong> su Barcellona e il suo<br />

design nel <strong>2005</strong>? Perché la capitale catalana<br />

è da oltre vent’anni protagonista sulla<br />

scena internazionale nel design architettonico,<br />

industriale, urbano, a ben vedere l’unica<br />

città europea che ha saputo affiancarsi come<br />

referente per la qualità e la varietà delle sue trasformazioni<br />

(non solo nel design) a capitali<br />

affermatecomeBerlino,Londra,Milano,Parigi.<br />

Questo <strong>Report</strong>, il primo di una serie dedicata<br />

alle città protagoniste dell’architettura<br />

e del design, propone un’analisi critica delle<br />

trasformazioni per raccontare il «sistema design»<br />

a Barcellona e in Catalogna: le sue caratteristiche,<br />

le sue eccellenze, le sue debolezze,<br />

ilsuovalorestrategico,l’incidenzadei progettisti<br />

nella produzione industriale, nell’architetturapubblicaeprivata,ilturismo,lacrescita<br />

culturale e materiale della società, il ruolo<br />

delle scuole, delle istituzioni, del patrimonio,<br />

la proiezione fuori confine delle aziende<br />

catalane, le eccellenze straniere in Catalogna.<br />

Il modello giornalistico adottato evita le formule<br />

precostituite e gli stereotipi con i quali i<br />

media spesso descrivono Barcellona, soprattutto<br />

non rinuncia alla critica ed alla riflessione.<br />

Abbiamo scosso l’albero della vita (la città<br />

in azione) e osservato i frutti raccolti, i fatti<br />

e le opinioni, non necessariamente concordi,<br />

per offrire una visione rappresentativa della<br />

città nel suo divenire. Le recenti realizzazioni,<br />

i progetti in corso e la vivacità dei professionisti<br />

interpellati confermano lo straordinario<br />

dinamismo di questa città. «<strong>City</strong> & <strong>Design</strong>»<br />

è un viaggio a Barcellona, anzi di Barcellona,<br />

perché la città è raccontata in viva voce<br />

dai suoi protagonisti. Attraverso questo<br />

giornale le loro opinioni circoleranno.<br />

Alessandro Allemandi Miró, direzione<br />

Claudia Carello, grafica<br />

Elena Formia, redazione<br />

Silvia Infusino, redazione<br />

Luca Mesini, grafica<br />

Imma Trias, traduzioni<br />

Isabella Vergnano, editing<br />

Le interviste sono state realizzate da A.A.M.<br />

La foto di copertina è di Michele Bonino<br />

Ringraziamenti<br />

Anna Butí Marià Marín i Torné<br />

Pia Subias Pujadas Ricard Vaccaro<br />

Edizione italiana 25.000 copie<br />

Edizione inglese 5.000 copie<br />

«<strong>City</strong> & <strong>Design</strong>»<br />

è pubblicato con il supporto dell’ICIC,<br />

Institut Català de les Indústries Culturals<br />

Generalitat de <strong>Catalunya</strong><br />

Institut Català<br />

de les Indústries Culturals<br />

«<strong>City</strong> & <strong>Design</strong>» è una produzione di<br />

«Il Giornale dell’Architettura» © <strong>2005</strong><br />

Società Editrice Umberto Allemandi & C. spa<br />

allegato al n. 35, dicembre <strong>2005</strong><br />

UMBERTO ALLEMANDI & C.<br />

TORINO ~ LONDRA ~ VENEZIA ~ NEW YORK<br />

www.allemandi.com<br />

Per capire Barc e l l o n a : o p i n<br />

Un architetto, un designer, un economista, un filosofo, uno storico e un urbanista descri v<br />

Comfort a Barcellona Intervista con Rafael Argullol<br />

Il termine design, in Spagna e in Catalogna,<br />

negli ultimi venticinque anni ha<br />

assunto un doppio significato: da un lato<br />

quello che possiamo chiamare l i g h t, equiparato<br />

all’ornamentazione e alla decorazione,<br />

a una dimensione esteriore del termine.<br />

Dall’altra il design visto in una prospettiva<br />

di integrazione di diverse pratiche artistiche<br />

di compromesso sociale ed estetico. A Barcellona<br />

c’è stata una grande confusione tra<br />

queste due dimensioni. Negli anni ottanta<br />

ebbe inizio una sorta di spoglio sistematico<br />

della memoria visiva della città. L’apertura<br />

verso il mare, che avrebbe potuto essere<br />

integrante, penso sia invece caduta nella retorica.<br />

Si eliminò una memoria visiva che<br />

aveva un significato storico, sostituendola<br />

con una struttura superficiale. Considero<br />

questa dimensione del design pericolosa<br />

perché basata su una concezione di modernità<br />

o di postmodernità che è risultata assai<br />

sterile e annichilente. Questo è successo in<br />

tutta Europa, e a Barcellona in maniera<br />

molto chiara. La seconda dimensione del<br />

design, quale elemento integratore, armonizzante,<br />

dove utilità e bellezza sono in<br />

equilibrio, ha dato apporti molto<br />

positivi negli ultimi vent’anni.<br />

C’è stato un momento<br />

privilegiato nel<br />

quale Barcellona ha saputo<br />

raggiungere un’armonia<br />

tra design e urbanistica.<br />

Una grande<br />

urbanistica ha<br />

segnato la città<br />

fin dal X I X s e-<br />

colo: l’integrazione<br />

tra la città<br />

di radice<br />

m e d i o e v a-<br />

le con la<br />

nuova città borghese. Questo disegno è così<br />

potente che riesce a superare la depredazione<br />

di epoca franchista. Con le amministrazioni<br />

democratiche, la città ha potuto<br />

contare su un ottimo direttore urbanistico<br />

che ha segnato l’epoca dello sviluppo olimpico,<br />

Oriol Bohigas, che ha saputo leggere<br />

la storia della città con grande efficacia. La<br />

cosa più preoccupante, a Barcellona e in<br />

tutta Europa, a eccezione dei paesi nordici,<br />

è che non ci sono stati negli ultimi cinquant’anni<br />

buoni costruttori di habitat<br />

umano, di residenze. A Barcellona si possono<br />

trovare edifici singolari molto interessanti,<br />

ma pochi edifici residenziali significativi.<br />

È un problema di tutta l’Europa.<br />

Di Barcellona vai a vedere l’epoca<br />

medioevale, l’architettura borghese di fine<br />

Ottocento, fino agli anni venti, massimo<br />

quaranta, dopo non c’è più nulla. Non si<br />

può dire che le piazze siano ciò che di più<br />

bello c’è a Barcellona, se comparate con la<br />

grazia storica di quelle italiane. È fallito<br />

l’incrocio tra urbanistica e costruzione di<br />

residenze e il consuelo de tontos è<br />

che fallisce in tutta Europa.<br />

Perché, a partire dagli anni trenta<br />

del secolo scorso, si rompe totalmente<br />

la continuità fisica anche<br />

nelle città storiche e proliferano<br />

le periferie dure, inab<br />

i t a b i l i ?<br />

Ho una doppia risposta: quella architettonico-sociale<br />

è che il funzionalismo, principale<br />

linguaggio dell’avanguardia, ha una<br />

ragione d’essere agli inizi, quando si tratta<br />

di dare una casa agli operai, ma finisce per<br />

diventare il prototipo preferito dalla speculazione<br />

urbanistica. Ciò che era esperimentofunzionalistaeottienerisultatifinoaglianni<br />

quaranta, a partire dai cinquanta si converte<br />

nel prototipo che i promotori immobiliari<br />

di turno collocano in tutta la città. La<br />

risposta estetico-architettonica, collegata<br />

con la precedente, è l’odio per la curva. Dal<br />

«A Barcellona e in tutta Europa, non ci sono stati negli ultimi<br />

cinquant’anni buoni costruttori di habitat umano»<br />

momento in cui si consolida l’idea che la linearettatraduepunti<br />

èpiù economicaefunzionale,<br />

si dimentica il carattere rivoluzionario<br />

della curva. Con la curva non si può<br />

speculare tanto. Due o tre generazioni di architetti,<br />

alcuni con le migliori intenzioni sociali<br />

e utopiche, non sanno lavorare la curva<br />

e per questo, alla fine del X X secolo, si<br />

scopre che Gaudí era architetto all’avanguardia.<br />

Senza il gioco tra curva e retta non<br />

può esserci bellezza nell’habitat dell’uomo,<br />

«Il fattore fondamentale del comfort a Barcellona è la relazione<br />

amorosa, a una scala molto umana, con la città»<br />

e con il funzionalismo in mano alla speculazione<br />

generalizzata neanche. Il principio<br />

dell’ornamento come delitto, concetto lodevole<br />

come reazione alla saturazione precedente,<br />

in mano agli speculatori della seconda<br />

metà del Novecento ha prodotto queste<br />

specie di carceri ripetute all’infinito.<br />

Il design in Catalogna: un’analisi critica di Jordi Montaña<br />

Il design è cosa importante in Catalogna<br />

e ancora di più a Barcellona. Barcellona<br />

è una città che vive con il design. Le sue<br />

piazze, luoghi pubblici, bar, ristoranti, discoteche<br />

sono ben progettati. Il 2003 fu<br />

l’Anno del <strong>Design</strong>, che coincise con il centenario<br />

della fondazione del FA D ( F o m e n t<br />

de les Arts Decoratives), un’istituzione che<br />

s’incarica della promozione culturale del<br />

design. L’Anno del <strong>Design</strong> fu patrocinato<br />

con un importante finanziamento dal governo<br />

spagnolo, dal governo catalano e dal<br />

governo della città di Barcellona (a quell’epoca<br />

eranoal poterenelletreistituzioni maggioranze<br />

politiche rivali tra loro, ma si stabilirono<br />

ugualmente un accordo e una collaborazionenonabituali)elacerimoniadella<br />

sua inaugurazione fu presieduta dal principeFelipe.Cisono<br />

migliaia distudentinegli<br />

oltre ottanta corsi collegati al design che<br />

si tengono in scuole e università pubbliche<br />

e private e che garantiscono l’approvvigionamento<br />

didesigner per moltianni.Escuole<br />

private come EL I S A V A oEI N A, che inizarono<br />

la loro attività negli anni sessanta, e<br />

università pubbliche come la Universitat<br />

Politècnica de <strong>Catalunya</strong>, che hanno attivato<br />

corsi di design più recentemente. Perfino<br />

l’ES A D E, una prestigiosa business school<br />

internazionale, ha una cattedra di <strong>Design</strong><br />

Management. Oltre al FA D, che raggruppa<br />

diverse associazioni e conta centinaia di<br />

associatiealcuneaziendepatrocinatrici,esiste<br />

dal 1973 la Fundació BC D ( B a r c e l o n a<br />

Centre de Disseny), un’organizzazione<br />

senza scopi di lucro per la promozione<br />

BA RCELL ON A<br />

Abitanti in città (2003): 1.582.738<br />

Abitanti nella regione metropolitana (2003):<br />

4.618.257<br />

Superficie della città: 100,95 kmq<br />

Altitudine: 13 m<br />

Lunghezza litorale: 13,2 km<br />

Lunghezza delle spiagge: 4,2 km<br />

Giardini e parchi urbani: 66 (538,6 ettari)<br />

Temperatura media annuale: 20 °C<br />

Musei: 51<br />

Cinema (prima visione): 212<br />

Teatri: 45<br />

Fiere e saloni (2004): 47<br />

Studenti università (2002-2003): 185.736<br />

Studenti dottorato (2002-2003): 10.437<br />

A rc h i t e t t u re patrimonio dell’umanità:<br />

La Pedrera, Parc Güell, Palau Güell,<br />

Palau de la Música Catalana,<br />

Hospital de la Santa Creu i Sant Pau<br />

CONTINUA A PAG. 22, I COL.<br />

del design nelle<br />

aziende patrocinate<br />

dalla Cambra<br />

de Comerç,<br />

Indústria i Navegació<br />

de <strong>Barcelona</strong>,<br />

la Generalitat<br />

de <strong>Catalunya</strong><br />

e l’Ajuntamentde<strong>Barcelona</strong>.<br />

Il BC D o r-<br />

ganizza annualmente<br />

con il Ministero<br />

d’Industria<br />

spagnolo i «Premios Nacionales» de<br />

Diseño,che vengono consegnatiinuna cerimonia<br />

pubblica da un membro della famiglia<br />

reale. Anche il FA D e le sue associazioni<br />

hanno i loro premi (i premi FA D<br />

di architettura, i premi Delta di design industriale,<br />

i premi Laus di design grafico),<br />

le cui cerimonie di consegna sono molto<br />

popolari e hanno una notevole ripercussione<br />

mediatica. I principali quotidiani<br />

catalani trattano sovente temi di design e<br />

CONTINUA A PAG. 14, III COL.<br />

2


Città e <strong>Design</strong><br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

i nioni a confronto<br />

i vono le trasformazioni della capitale catalana, nel presente, tra passato e futuro<br />

L’internazionalizzazione catalana di Daniel Giralt-Miracle<br />

Nonostante la Catalogna sia stata, nel<br />

contesto spagnolo, pioniera nella rivoluzione<br />

industriale del X I X s e c o l o ,<br />

creando le condizioni per lo sviluppo di<br />

un design proprio, il trauma della guerra<br />

civile e l’autarchia imposta dal franchismo<br />

interruppero i progetti iniziati nel campo<br />

del design e dell’architettura dagli entusiasti<br />

razionalisti catalani capitanati da J. L.<br />

Sert e dal GATEPAC (1930-1936). Se alla<br />

Triennale di Milano del 1951 e del 1954,<br />

all’Interbau di Berlino del 1957, all’Esposizione<br />

universale di Bruxelles<br />

del 1958 o all’Esposizione mondiale<br />

di New York del 1964, la<br />

Spagna era rappresentata dall’architettura<br />

di Coderch e<br />

Vázquez Molezún, la pittura di<br />

Millares e Tápies, il design di<br />

Correa o Cumella, all’interno<br />

veniva emarginata<br />

ogni tipo di iniziativa<br />

dei progettisti, i quali riuscirono<br />

a stabilire comunque<br />

contatti internazionali.<br />

Tra questi, quelli realizzati dall’architetto<br />

Antoni de Moragas, che invitò<br />

a Barcellona Alberto Sartoris, Alvar<br />

Aalto, Bruno Zevi e Nikolaus Pevsner per<br />

tenere conferenze e riflettere sull’opportunità<br />

di fondare un organismo dedicato alla<br />

diffusione del design.<br />

Quest’ultimo venne istituito nel 1960 grazie<br />

all’appoggio di Gio Ponti, allora direttore<br />

della rivista «Domus», per mano delcitato<br />

de Moragas e di Alexandre Cirici, Ermengol<br />

Passola, André Ricard, Oriol Bohigas<br />

e Ramon Marinello, tra gli altri.<br />

Mi riferisco all’AD I- FA D, raggruppamento<br />

di design industriale integrato<br />

nello storico Foment de les<br />

Arts Decoratives,che erastato creato<br />

nel 1903. Obbligatorio citare il<br />

nome di André Ricard,<br />

che scoprì il designdurantela<br />

sua<br />

formazione a<br />

Londra presso la<br />

British Industries<br />

Fair nel 1951.<br />

Un governo per il design<br />

di André Ricard<br />

In Catalogna non manca niente, eccetto<br />

la convergenza tra le parti. Non esiste un<br />

organismo in grado di orchestrare tutto ciò<br />

che si riferisce al design. Il mondo del design<br />

ha spaventato gli imprenditori perché<br />

ha dato una rappresentazione superficiale<br />

di sé. Il design è invece uno strumento che<br />

la società collettiva possiede per migliorare<br />

le cose più intime, quelle che utilizziamo<br />

ogni giorno, e che non sono solo mobili o<br />

lampade. È come la medicina: ha valore<br />

quella che migliora la salute. Ci sono cose<br />

che non funzionano e non si parla di risolverle.<br />

Molti giovani che escono dalle scuole<br />

credono che il design sia quello ludico.<br />

Difendere un altro tipo di design è un<br />

duro sforzo, bisogna andare controcorrente.<br />

Io provo a far vedere<br />

un oggetto che funziona bene,<br />

austero, che soddisfi con discrezione<br />

e pochi mezzi. Avrebbe<br />

successo una scuola che si imponesse<br />

di fare un design razionale,<br />

riflessivo, responsabile? È più<br />

pratico aprirsi al design divertente<br />

e introdurre piccole<br />

dosi dell’altro piuttosto<br />

che fare una scuola au-<br />

Intervista con Oriol Bohigas<br />

Aottobre è iniziata la tappa finale del<br />

progetto del Museo del design dopo<br />

due anni d’interruzione, voluta dall’Ajuntament<br />

per modificare la struttura urbanistica<br />

della piazza, che aveva in precedenza<br />

approvato. La consegna del progetto definitivo<br />

è prevista entro l’estate del <strong>2006</strong> e immediatamente<br />

dopo dovrebbero incominciare<br />

i lavori.<br />

Che aspetto avrà la Plaça de les Glòries?<br />

Adesso tutto è definito: verrà demolito l’anello<br />

circolare sopraelevato e la nuova piazza<br />

si svilupperà a quota zero, ricucendo la<br />

maglia urbana dell’E i x a m p l e di Cerdà sosteracomeun’accademia<br />

socratica e poi doverla<br />

chiudere perché alla gente non interessa.<br />

Il miglior design catalano del X X s e-<br />

colo è stato fatto da piccole aziende il cui<br />

proprietario si sentiva mosso dalla necessità<br />

di procedere per quella strada. Molti oggetti<br />

degli anni sessanta e settanta sono ancora<br />

sul mercato perché hanno risolto un<br />

problema con una forma corretta. Il futuro<br />

Museo del design dovrà essere la sede di un<br />

organismo che coordini gli sforzi e le volontà<br />

dell’educazione, della promozione,<br />

della relazione con l’esterno, il punto d’incontro<br />

per realizzare le cose in modo sistematico.<br />

Non so se le attività del FA D o del<br />

BC D sono pensate in funzione di una politica<br />

globale del design in Catalogna:<br />

ciascuno ha problemi di sopravvivenza<br />

economica, sono organizzazioni<br />

costrette, come le scuole, a<br />

ignorarsi a vicenda, tranne quando<br />

la convergenzasuqualchetemaconviene<br />

a tutti. Le istituzioni dovrebbero<br />

unire i loro sforzi<br />

e agire insieme dentro un<br />

gesto politico globale.<br />

AN D R É RI C A R D<br />

D e s i g n e r<br />

Il suo interesse appassionato verso questa<br />

disciplina lo portò negli Stati Uniti, dove<br />

incontrò Raymond Loewy nel 1956, e a<br />

Stoccolma nel 1959 per partecipare al primo<br />

Congresso dell’ICSID (International<br />

Council of Societies of Industrial <strong>Design</strong>),<br />

organismo del quale diventerà vicepresidente.<br />

Al suo ritorno a Barcellona,<br />

Ricard si vincolò all’ADI-FAD, diventandone<br />

presidente, organizzò conferenze,<br />

corsi e mostre che ottennero una grande risonanza<br />

nell’ambiente culturale barcellonese.<br />

Gli anni sessanta, i più appassionanti<br />

del design catalano, coincisero con la trasformazione<br />

dei laboratori artigianali in<br />

piccole industrie del design e l’arrivo di alcune<br />

multinazionali (Olivetti, Siemens,<br />

Philips, Fiat/Seat, Braun, ecc. Il grande<br />

avvenimento fu l’istituzione nel 1961 dei<br />

premi Delta, e grandi protagonisti del design<br />

europeo, Bill, Albini, Peressutti,<br />

Bonsiepe, Zanuso, Rams, Colombo,<br />

Sapper, Hollein, Magistretti, Baudrillard,<br />

Scarpa, Aulenti, Burkhard, ecc.) furono<br />

convocati come membri della giuria nelle<br />

diverse edizioni del premio. Questo periodo<br />

di grande dinamismo propiziò la nascita,<br />

seguendo i paradigmi del Bauhaus e<br />

la HFG di Ulm, di scuole specializzate<br />

(Massana, Elisava, Eina) che invitarono a<br />

tenere lezioni magistrali a Eco, Dorfles o<br />

Baudrillard. L’euforia di questa situazione<br />

motivò i suoi protagonisti a continuare<br />

a lavorare nella direzione intrapresa, e Ricard<br />

suggerì ai membri dell’ADI-FAD di<br />

presentare la candidatura di Ibiza (Baleari)<br />

come sede del 7° congresso ICSID, nel<br />

1971. Egli propose di preparare un con-<br />

CONTINUA A PAG. 6, I COL.<br />

Les Glòries del disseny<br />

Gli effetti<br />

perversi<br />

del successo<br />

di Jordi Borja<br />

Le trasformazioni di Barcellona negli ultimi<br />

venticinque anni sono il risultato<br />

di un processo, benché ci sia la tendenza ad<br />

analizzare ciò che accade nelle città a partire<br />

da edifici singolari, mentre l’importanza<br />

di questi ultimi è quella di accelerare il consolidamento<br />

di azioni che si sviluppano con<br />

continuità. Quando si parla della città della<br />

seconda metà del X I X secolo, ad esempio, si<br />

focalizza l’attenzione sull’Esposizione universale<br />

del 1888, ma essa fu importante perché<br />

era in atto il P l a Cerdà che dagli anni<br />

sessanta stava trasformando radicalmente<br />

l ’E i x a m p l e. Quella del Fòrum è una grande<br />

operazione urbanistica in un luogo strategico,<br />

la Diagonal, e continua il consolidamento<br />

del w a t e r f r o n t, la continuità della v i l.l a<br />

«Stiamo passando, quasi senza<br />

accorgerci, da un’architettura e<br />

un’urbanistica per i cittadini a<br />

una cultura degli edifici singolari»<br />

o l í m p i c a insieme ad operazioni complementari.<br />

È una nuova centralità in un contesto<br />

di pessima urbanizzazione, di quartieri difficili<br />

come La Mina. L’obiezione è quella di<br />

aver fatto una specie di parco tematico per<br />

congressi e fiere, in un ’e n-<br />

c l a v e che rischia di d i-<br />

ventare un cul de sac a n-<br />

ziché un luogo di riqualificazione.<br />

La politica<br />

degli spazi pubblici<br />

degli ultim i<br />

CONTINUA<br />

A PAG. 23,<br />

III COL.<br />

pra una strada e un parcheggio sotterranei.<br />

Questo cambiamento ha ridotto lo spazio<br />

per l’edificazione del museo ma ha offerto il<br />

vantaggio di costruire un edificio su un terreno<br />

rettangolare, costruttivamente più economico<br />

eomogeneo. La piazza sarà un parco.<br />

Il museo avrà due ingressi, uno sulla<br />

piazza verso la città e l’altro verso il mare,<br />

coprendo un dislivello di 7 metri. Il fronte<br />

dell’edificio verso la piazza avrà uno sbalzo<br />

importante sulla strada per dare un’introduzione<br />

urbana al museo e mordere lo<br />

spazio pubblico e di fronte ci sarà una stazione<br />

per il tram e gli autobus.<br />

Come sarà l’architettura del museo?<br />

L’edificioavrà23.000 mq esettelivelli. Sotto<br />

la quota della strada ci saranno le sale per<br />

la collezione permanente e per le<br />

grandi mostre, i magazzini e le<br />

installazioni tecniche. Alla<br />

quota della strada, la grande<br />

hall, che non sarà solo luogo<br />

di accoglienza ma potrà ospitare<br />

attività puntuali. Nei piani<br />

alti, una sala conferenze, due sale<br />

più piccole per esposi-<br />

CONTINUA<br />

A PAG. 21, I COL.<br />

3


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Il museo immaginario<br />

I magnifici 107: la collezione è questa<br />

V O T I Le scelte di 73 professionisti catalani<br />

46 O l i e r a,Rafael Marquina, Mobles 114 (pro d u t t o re attuale), 1961<br />

26 Sedia To l e d o, Jorge Pensi, Amat-3, 1988 P o s a c e n e re Copenhague, André Ricard, Mobles 114,<br />

1966<br />

17 El Cobi, Javier Mariscal, Estudio Mariscal, 1988<br />

15 Lampada TM C, Miguel Milá, Bd Ediciones de Diseño,1960 (1983)<br />

9 Lampada Coderc h, José Antonio Coderch de Sentmenat, Mlb Coderch, 1957 Lampada TM M,<br />

Miguel Milá, Santa & Cole Ediciones de Diseño, 1961 Sedia Va r i u s, Oscar Tusquets Blanca, Bd<br />

Ediciones de Diseño, 1984 (2004)<br />

8 Chupa Chups, Enric Bernat, Chupa Chups, 1958 P o l t rona Bkf/Butterf l y, Antoni Bonet<br />

Castellana, Juan Kurchan, Jorge Ferr a r i - H a rd o y, Knoll, 1938-1939<br />

6 Temple Expiatori de la Sagrada Família, Antoni Gaudí, 1883-1926 Motocicletta Impala,<br />

Leopoldo Milá, Montesa, 1962 Moto da trial Cota 247, Leopoldo Milá, Montesa, 1968<br />

5 Pavimento idraulico, Antoni Gaudí, Escofet 1886, 1904-1906 (1997) «Banco Catalano»,<br />

Oscar Tusquets e Lluís Clotet, Bd Ediciones de Diseño,1974<br />

4 Sgabello Jamaica, Pepe Cortés, Amat-3, 1991 P o l t rona Calvet, Antoni Gaudí, Bd Ediciones de<br />

Diseño, 1902 (1976) Sgabello Duplex, Javier Mariscal, Bd Ediciones de Diseño, 1980<br />

Lampada Gira, Josep M. Massana, Josep M. Tremoleda e Mariano Ferre r, Mobles 114, 1981<br />

3 Scarpe Pelotas, Camper, Coflusa, 1995 Sedia Calvet, Antoni Gaudí, Bd Ediciones de Diseño, 1902<br />

Casa Milà «La Pedre r a »,Antoni Gaudí, 1906-1912 F regona «Meri», Manuel Jalón Coro m i n a s ,<br />

Manufacturas Rodex s.a., 1956 (il secchio con lo strizzatore sembra che sia stato disegnato da Joan<br />

Gunfaus Navarro e prodotto dall’azienda Mery nel 1959) Automobili e camion Pegaso<br />

2 Treni RE N F E, Associate <strong>Design</strong>ers (Ramon Bigas e Pep Sant), Renfe P o l t rona Barc i n o,Joan<br />

Casas i Ortinez, Indecasa, 1964 Lampione Lamparaalta, Beth Galí e Màrius Quintana, Santa &<br />

Cole Ediciones de Diseño, 1987 Panca Casa Calvet, Antoni Gaudí, Bd Ediciones de Diseño,<br />

1902 Casa Batlló, Antoni Gaudí, 1904-1906 Sedia Casa Batlló, Antoni Gaudí, Bd Ediciones<br />

de Diseño, 1906 (1975) Seat Ibiza, Giorgio Giugiaro e Centro Técnico Seat, 1990 S g a b e l l o<br />

F re n e s í, Grup Transatlàntic (Ramon Benedito, Lluís Morillas e Josep Puig), Akaba, 1986 Vo l t a<br />

c a t a l a n a,Guastavino Company Automobili Hispano Suiza, équipe di ingegneri della Hispano<br />

Suiza presieduta da Art u ro Suqué Minipimer Mr2, Gabriel Lluelles, Pimer poi Braun Española,<br />

1960 Sedia Barc e l o n a, Ludwig Mies van der Rohe, Knoll, 1929 Padiglione per<br />

l’Esposizione internazionale di Barc e l l o n a, Ludwig Mies van der Rohe, 1929 Panchina Neoro<br />

m á n t i c o, Miguel Milá, Santa & Cole Ediciones de Diseño, 1995 Appendi abiti Ona, Carles<br />

R i a rt e Montse Padrós, Mobles 114, 1992 P rograma Aire, Gabriel Teixido Sabater, Aridi, 2003<br />

Sedia Gaulino, Oscar Tusquets Blanca, Cjc Concepta, 1987<br />

1 Ristorante Bulli di Ferran Adrià Tavolo Sevilla, Pep Bonet e Cristian Cirici, Bd Ediciones de<br />

Diseño, 1975 Complesso olimpico, Santiago Calatrava, Atene 2004 Torre telecomunicazioni,<br />

Santiago Calatrava, Barcellona 1992 Espardenya, Isabel Castañer, Espadrilles Banyoles<br />

s.l., (anno a seconda del modello) <strong>Design</strong>jet 750 C, Cdn (Competitive <strong>Design</strong> Network), Hewlett<br />

Packard, 1994 Poltrona Barceloneta, Federico Correa e Alfonso Milá, Santa & Cole Ediciones<br />

de Diseño, 1954 (1994) Salivasofa/Dalilips, Salvador Dalí e Oscar Tusquets, Bd Ediciones de<br />

Diseño, 1972 (2004) Hospital de la Santa Creu i Sant Pau, Lluís Domènech i Montaner,<br />

Barcellona 1901-1912 Flying Carpet, Emiliana <strong>Design</strong> Studio (Ana Mir e Emili Padrós), Nani<br />

Marquina, 2002 Las juanolas, Manuel Juanola Reixach, Farma Lepori, 1906 Lampada da<br />

tavolo Fortuny, Mariano Fortuny, Écart Internationale, 1907 Lampada Calder, Enric Franch,<br />

Metalarte, 1975 Barca Syl, Germán Frers, Barcos Deportivos, 2002 Amplificatore At-240,<br />

Galí, Bernal e Isern, Vieta Audioelectrónica, 1969 Piantana Gatcpac, GATCPAC, Santa & Cole<br />

Ediciones de Diseño, 1934 Sedia Güell, Antoni Gaudí Panca Casa Batlló, Antoni Gaudí, Bd<br />

Ediciones de Diseño, 1906 Maniglie in ottone dorato, Antoni Gaudí, Bd Ediciones de Diseño<br />

Panca di Parc Güell, Antoni Gaudí, 1911-1913 Parc Güell, Antoni Gaudí, 1900-1914<br />

Grafica per i libri di Alianza Editorial, Daniel Gil Treno articolato leggero Talgo,<br />

Alejandro Goicoechea, Talgo, 1941 Confezioni di sapone Maja di Myrurgia, Eduard Jener,<br />

Myrurgia, 1918 Panchine Aero, Alberto Lievore, Jeannette Alter e Manuel Molina, Sellex, 2001<br />

Sedia Catifa, Alberto Lievore, Jeannette Alter e Manuel Molina, Arper, <strong>2005</strong> Sofa Premier,<br />

Alberto Lievore, Perobell, 1985 Poltrona Manolete, Alberto Lievore, Perobell, 1988 Sedia<br />

Rothko, Alberto Lievore, Indartu, 1989 Super Robot Mvn, Gabriel Lluelles, Taurus Sedia<br />

Andrea, Josep Lluscà, Andreu World, 1987 Tappeto Topissimo, Nani Marquina, Nani Marquina,<br />

2003 Lampada Bella Durmiente, Gabriel Ordeig e Nina Masó, Santa & Cole Ediciones de<br />

Diseño, 1988 Spilla con donna-farfalla, Lluis Masriera, Bagués-Masriera, 1912 Camino A-<br />

14, Miguel Milá, dae s.a., 1977 Lampada Previa, Miguel Milá, Santa & Cole Ediciones de<br />

Diseño, 1957 (1996) L u n g o m a re, Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, Escofet 1886, 2001 P a rc<br />

dels Colors, Enric Miralles, Mollet del Vallès, 2001 I l l u s t r a z i o n i, Pep Monserrat, Lluisot, Tássies,<br />

Roser Capdevila, Carme Solé Sedia Egoa, Josep Mora, Stua, 1988 TMB Transports<br />

Metropolitans <strong>Barcelona</strong>, Morillas & Associates Brand <strong>Design</strong> Torre Agbar, Jean Nouvel,<br />

Barcellona, 2000-2003 Gual 120, Màrius Quintana Tavolino Baccus, Josep Lluís Ramírez<br />

Nogués, Miscel.lània, 2002 Poster, Josep Renau Antitarme Orión, André Ricard, Industrias<br />

Marca, 1988 Colonia Agua Brava, André Ricard, Antonio Puig Perfumes, 1968 Packaging<br />

Puig Perfumes, André Ricard e Yves Zimmermann Pegaso Z 102, Wifredo Ricart, Enasa<br />

(Empresa Nacional de Autocamiones), 1951 Casa básica, Martín Ruíz de Azúa, 1999 Rivista<br />

«D’Ací i d’Allà», Josep Sala, 1918 Calendario Vinçon, América Sánchez, Vinçon, 1975<br />

P o l t rona Coqueta, Pete Sans, Bd Ediciones de Diseño, 1987 Lampada «Te m a », Gabriel<br />

Teixidó Sabater, Carpyen Sedia tradizionale, Josep To rres Clavé, Mobles 114, 1934 (1991)<br />

Mueble auxiliar Carlton-house Butterf l y, Jaume Tre s s e rra, Tre s s e rra Collection, 1988<br />

El supertipo veloz, Joan Trochut, Fundición Tipográfica Iranzo, 1942 Lampada Bib Luz Libro,<br />

Oscar Tusquets Blanca, Bd Ediciones de Diseño, 1985 Pack de cigarrillos Ideales, Carlos Vi v e s ,<br />

Campagna pubblicitaria Compañía Arrendataria de Tabacos (cat), 1933 Collana «GG Diseño»<br />

(1982) e «Comunicación Vi s u a l » (1972), Zimmermann Asociados s.l., Editorial Gustavo Gili.<br />

Il museo immagin a<br />

I risultati del referendum indetto da «Il Giornale dell’Archit e<br />

Con una schiacciante maggioranza,<br />

la «Setrillera» di Rafael Marquina è<br />

eletta come il pezzo più importante del design<br />

industriale catalano.<br />

L’oliera venne disegnata nel 1961, e godette<br />

di riconoscimento immediato ricevendo<br />

un Delta de oro dell’AD I- FA D.<br />

Perché? Proprio per il<br />

Una<br />

classifica<br />

sobria<br />

fatto di essere un oggetto<br />

modesto nel compiere<br />

il proprio dovere fino<br />

in fondo, servire l’olio<br />

senza sgocciolare, e anche<br />

per la forma che affascina<br />

per la sua bellezza sincera e monomaterica.<br />

Peccato che Marquina non avesse<br />

brevettato l’oggetto mille volte copiato:<br />

Oliera, Rafael Marquina, Mobles 114, 1961<br />

adesso, oltre agli onori, avrebbe la ricchezza.<br />

Ma almeno possiamo considerarla la<br />

migliore oliera al mondo. Seconde a distanza<br />

nella votazione ci sono due opere<br />

singolari, la sedia «Toledo» e il posacenere<br />

«Copenhague».<br />

La prima fu l’autentica icona del boom del<br />

design catalano negli anni ottanta. Costituì<br />

un’innovazione nell’uso dell’alluminio<br />

fuso, un apporto colto alla tradizione della<br />

sedia da terrazza spagnola, con una speciale<br />

forza esotica e ancestrale nel suo aspetto<br />

di maschera, che obbedisce all’ottimizzazione<br />

di un modello.<br />

Opera maestra di Jorge Pensi, prodotta da<br />

Amat nel 1988, è l’unica sedia spagnola<br />

nella collezione del Vitra Museum. Un’al-<br />

Posacenere «Copenhague»,<br />

André Ricard, Mobles 114, 1966<br />

Lampada «C o d e rch » ,<br />

José Antonio Coderch<br />

de Sentmenat, Mlb<br />

C o d e rch, 1957<br />

<strong>Design</strong> senza designer<br />

3 El porr ó<br />

1 B a rre t i n a C rema catalana Pane e pomodoro Spola per filatura tessile, X I X s e c o l o<br />

O p e ra completa<br />

8 Antoni Gaudí<br />

5 Custo Barc e l o n a Javier Mariscal<br />

3 Salvador Dalí Antonio Miró<br />

2 Nani Marq u i n a Miguel Milá<br />

1 Enric Aguilera Lluís Domènech i Montaner Josep Maria Garro f e r M e t a l a rt e S a n t a<br />

& Cole Ediciones de Diseño Lluís Morillas J o rge Pensi P e re t P e rt e g a z A n d r é<br />

R i c a rd Oscar Tu s q u e t s<br />

Lampada «TMM», Miguel Milá, Santa & Cole<br />

Ediciones de Diseño, 1961<br />

Lampada «TMC», Miguel Milá,<br />

Bd Ediciones de Diseño, 1960 (1983)<br />

4


Il museo immaginario<br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

ario del design catalano<br />

it ettura» insieme ad AD P,BC D eFA D. Quali opere rappresentano nel mondo il design progettato e prodotto in<br />

tra opera chiave del design catalano è il posacenere<br />

«Copenhague» di André Ricard,<br />

una lezione di design razionale per risolvere<br />

un problema diffuso, il fumo, oggi in<br />

via di estinzione.<br />

Un posacenere in plastica non infiammabile,<br />

personale, trasportabile senza che la<br />

cenere si sparga, impilabile, economico,<br />

indistruttibile. Molte virtù in pochi grammi.<br />

Con un salto abissale di contenuto e<br />

concetto, al quarto posto abbiamo il «Cobi»<br />

di Mariscal, la mascotte antropocanina<br />

che rivoluzionò i canoni disneyani.<br />

Un’opera chiave dell’irriverente Mariscal,<br />

unico rappresentante della fazione espressionista<br />

del design catalano, se mai ce n’è<br />

stata una.<br />

Segue, in ordine, la lampada «TM C»di<br />

Miquel Milá del 1961, che ha tuttora grande<br />

successo commerciale, una lezione di<br />

design funzionale e pedagogico.<br />

Al quinto posto un’altra lampada, bellissima<br />

e singolare, a spicchi di legno traslucidi,<br />

ideata da José Antonio Coderch nel<br />

1955 e della quale Picasso disse: «è la lampada<br />

più bella del mondo».<br />

Quindi un’altra lampada di Milá, erede<br />

della «TM C», ma in versione più confortevole.<br />

Ex aequo la sedia «Varius» del 1984,<br />

un’opera chiave del nuovo design spagnolo,<br />

che divenne subito un bestseller nazionale:<br />

ispirata a un violino Stradivari, apporta<br />

sensualità e organicismo e certifica<br />

il talento dell’autore.<br />

Al sesto posto un design insolito, il Chupa<br />

Chups, una caramella che in realtà già<br />

esisteva e che la famiglia Bernat seppe trasformare<br />

in un prodotto di consumo popolare,<br />

leader in tutto il mondo.<br />

Nella stessa posizione la famosa poltrona<br />

«BK F» o «Butterfly», simbolo degli organici<br />

anni cinquanta americani, ma nata<br />

nella mente di Antoni Bonet, un architetto<br />

catalano esiliato in Argentina dove lavorava<br />

con Kurchan e Ferrari-Hardoy.<br />

La produsse inizialmente la Knoll nel<br />

1940, ma poco dopo esistevano già centinaia<br />

di versioni di questa<br />

singolare struttura<br />

sulla quale si appende<br />

una fodera di<br />

cuoio dove seduta, schienale e braccioli si<br />

confondono con magia.<br />

Dopo i primi dieci seguono opere di Gaudí,<br />

moto di Leopoldo Milá, abiti di Toni<br />

Miró, Custo o scarpe Camper e molte selezioni<br />

di uno o due voti che parlano di<br />

simpatie personali. Un referendum pieno<br />

di s e n y (buon senso) e con poca r a u x a ( f u-<br />

ria), che dimostra che il catalano, quando<br />

è il momento di giudicare, preferisce sempre<br />

il ragionamento all’impulsività, apprezza<br />

gli oggetti domestici e vicini, non si<br />

lascia circuire da formalismi vistosi. Siamo<br />

creativi senza dubbio, ma b o t i g u e r s<br />

(bottegai) prima di tutto.<br />

JU L I CA P E L L A<br />

A r c h i t e t t o<br />

«El Cobi»,<br />

Javier<br />

Mariscal,<br />

Estudio<br />

Mariscal,<br />

1988<br />

Chupa<br />

Chups,<br />

Enric<br />

Bernat,<br />

Chupa<br />

Chups<br />

1958<br />

Amplificatore At-240, Galí, Bernal e Isern, Vieta Audioelectrónica<br />

s.a., 1969<br />

Poltrona<br />

«Bkf/Butterfly»,<br />

Antoni Bonet<br />

Castellana, Juan<br />

Kurchan, Jorge<br />

Ferrari-Hardoy, Knoll,<br />

1938-1939<br />

Sedia «Toledo», Jorge Pensi, Amat-3, 1988<br />

«Banco Catalano», Oscar Tusquets y Lluís Clotet, Bd Ediciones de<br />

Diseño,1974 Moto da trial Cota 247, Leopoldo Milá, Montesa, 1968<br />

Automobili Hispano Suiza, équipe di ingegneri della Hispano Suiza presieduta da<br />

Arturo Suqué<br />

Sgabello «Jamaica», Pepe Cortés,<br />

Amat-3, 1991<br />

Sedia «Varius», Oscar Tusquets Blanca, Bd Ediciones de<br />

Diseño, 1984 (2004)<br />

5


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Il museo immaginario<br />

Momenti dell’internazionalizzazione del design catalano di Daniel Giralt-Miracle<br />

SEGUE DA PAG. 3, III COL. IN ALTO<br />

gresso che si trasformò in un punto d’incontro<br />

tra il design internazionale del dopoguerra<br />

e quello emergente in Spagna. Il<br />

successo del congresso fu possibile anche<br />

grazie ai contatti, e le partecipazioni in<br />

attività internazionali degli anni precedenti<br />

e che servirono a dare un’informazione<br />

completa sul design catalano, che<br />

incominciava a essere diffuso sulle riviste<br />

europee specializzate, principalmente<br />

«<strong>Design</strong>», «Gebrauchsgraphik» e «Domus».<br />

Mi riferisco agli incontri tra designer<br />

e architetti promossi da Tomás Llorens<br />

e presieduti da Tomás Maldonado,<br />

che si celebrarono a Valencia nel 1968, e<br />

all’edizione dello stesso anno delle Conferenze<br />

di Aspen (Colorado, Usa), alle<br />

quali parteciparono Bohigas, Correa, Rubert<br />

de Ventós, Moneo e lo stesso Ricard.<br />

L’evoluzione naturale dell’ICSID del 1971<br />

fu la costituzione, nel 1973 del BC D ( B a r-<br />

celona Centre de Disseny), una fondazione<br />

privata senza scopo di lucro che intendeva<br />

essere l’elemento di raccordo tra professionisti,<br />

associazioni di design e amministrazione,<br />

creata per potenziare la formazione,<br />

la consulenza alle aziende, la divulgazione<br />

del design e proiettarlo in campo<br />

internazionale, cosa che fece con efficacia<br />

con la mostra «<strong>Design</strong> in Catalonia»,<br />

organizzata dal BC D con l’appoggio<br />

della Generalitat de <strong>Catalunya</strong><br />

e il Ministero d’Industria spagnolo,<br />

che tra il 1988 e il 1990 portò<br />

la nostra immagine a Milano,<br />

Londra, New York, Tokyo,<br />

Stoccarda, Berlino, Stoccolma.<br />

I nostri designer e le nostre industrie<br />

furono appoggiate<br />

dalla mostra «New York Catalonia. <strong>Design</strong><br />

& Arts & Fashion» che il governo<br />

catalano presentò nel famoso Armory<br />

Show di New York nel 1980. Un’altra<br />

mostra, «Capitales européennes de nouveau<br />

design. <strong>Barcelona</strong>, Milan, Paris,<br />

Düsseldorf», promossa da François Burkhardt<br />

al Centre Pompidou di Parigi nel<br />

1991, fece conoscere il design catalano da<br />

una piattaforma internazionale e Barcellona<br />

venne omologata alle grandi città europee<br />

del design, status confermato con la<br />

celebrazione nel 1992 dei Giochi Olimpici.<br />

In questo percorso attraverso la storia<br />

del design del nostro paese non si possono<br />

dimenticare le «Primaveres del Disseny»,<br />

che tra il 1991 e il 2002 diedero vita,<br />

a una manifestazione<br />

internazionale e<br />

biennale che inondava<br />

di design Barcellona, ma anche altre<br />

città e paesi della Catalogna e che ha<br />

visto la sua scomparsa con la celebrazione<br />

dell’Any del Disseny 2003, una grande<br />

manifestazione che rivendicò l’importanza<br />

del design e la sua trascendenza nella<br />

vita quotidiana. Arrivati a questo punto,<br />

è inevitabile riferirci alla globalizzazione<br />

e alla delocalizzazione dei mercati e<br />

del lavoro in rete, che hanno cambiato le<br />

strategie e contribuito alla definitiva internazionalizzazione<br />

del design catalano,<br />

ma che hanno determinato l’importazione<br />

massiccia nel nostro paese di design realizzato<br />

all’estero.<br />

DANIEL GIRALT-MIRACLE<br />

Critico d’arte, architettura e design<br />

Membro del Patronato<br />

del Museo Reina Sofía di Madrid<br />

Fregona «Meri»,<br />

Manuel Jalón<br />

Corominas,<br />

Manufacturas Rodex,<br />

1956<br />

« S a l i v a s o f a /Dalilips», Salvador Dalí e Oscar Tusquets, Bd Ediciones de Diseño, 1972 - 2 0 04<br />

Spilla con donna-farfalla, Lluis<br />

Masriera, Bagués-Masriera, 1912<br />

Scarpe «Pelotas», Camper, Coflusa, 1995<br />

Camino A-14, Miguel Milá, dae s.a., 1977<br />

Lampione «Lamparaalta», Beth Galí e<br />

Màrius Quintana, Santa & Cole Ediciones<br />

de Diseño, 1987<br />

Tappeto «Topissimo», Nani Marquina,<br />

Nani Marquina, 2003<br />

Gaudí designer totale<br />

1<br />

2 3<br />

4<br />

Dal mosaico<br />

idraulico al Panot<br />

Gaudí<br />

Il «Mosaic Hidràulic»<br />

progettato da<br />

Antonio Gaudí nel<br />

1904 per l’azienda<br />

Escofet fu una<br />

rivoluzione estetica<br />

e tecnologica: una<br />

piastrella esagonale,<br />

monocolore e<br />

facilmente<br />

industrializzabile,<br />

i cui rilievi si<br />

manifestano sotto<br />

l’effetto della luce<br />

che cambia. Nel<br />

1997 Escofet<br />

produce il «Panot<br />

Gaudí» con il rilievo<br />

originale ma<br />

invertito, per la<br />

nuova<br />

pavimentazione del<br />

Passeig de Gràcia.<br />

Lampada da tavolo «Fortuny», Mariano<br />

Fortuny, Écart Internationale, 1907<br />

1. Sedia «Calvet», Bd Ediciones<br />

de Diseño<br />

2. Temple expiatori de la Sagrada<br />

Fa m í l i a<br />

3 e 5. Il «mosaico idraulico», Escofet 1886<br />

4. «Panot Gaudí» nel Passeig de Gràcia,<br />

Escofet 1886<br />

5<br />

6


Editoria<br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Non solo Don Quijote<br />

Una panoramica della produzione editoriale del settore<br />

nell’«Any del Libre» e del quarto centenario del «Ingenioso Hidalgo»<br />

ACTAR<br />

Biblioteca Pública de Seattle. Office for<br />

M e t ropolitan Arc h i t e c t u re, collana «Ve r b<br />

Monographs», 320 pp., 31 euro.<br />

Il terzo volume della serie «Verb Monographs» ricos<br />

t ruisce il processo di progettazione della biblioteca<br />

pubblica di Seattle, uno dei progetti più attesi di OM A<br />

negli Stati Uniti, seguendone lo sviluppo dai primi<br />

schizzi, alla costruzione, fino all’inaugurazione avvenuta<br />

nel giugno 2004.<br />

12 Inch Sleeves Disco Graphic, Toni Rubio (a<br />

cura di), 400 pp., 35 euro.<br />

Un viaggio nel passato recente attraverso la grafica delle<br />

copertine dei 45 giri, introdotto dal saggio di Jaume<br />

Pujagut.<br />

NET.IT, Pino Scaglione (a cura di), 350 pp.,<br />

35 euro.<br />

Un’istantanea delle nuove culture di progetto italiane che<br />

include opere di Multiplicity, Armin Linke, Avatar, Nunzio<br />

Battaglia, Ian+, Stalker, Fabrizio Leoni, Gabriele Basilico,<br />

Dapstudios; un resoconto sulle connessioni multidisciplinari<br />

tra città, architettura, design e fotografia impiegate<br />

per promuovere e divulgare i progetti di architettura contemporanea.<br />

Opop! Optimismo Operativo en Arq u i t e c t u r a ,<br />

Manuel Gausa e Susanna Cros, 282 pp., 35 euro.<br />

Possibilità e sfide della pratica architettonica attuale ricostruite<br />

in sei capitoli: i modi concisi e diretti di dare soluzioni<br />

al progetto, l’attitudine spregiudicata e disinibita; la<br />

nuova forma di materializzare i potenziali della fabbricazione;<br />

le possibili relazioni tra edificio, materia e natura; i<br />

progetti che considerano l’informazione come un modo di<br />

dar forma; la progettazione secondo sistemi dinamici o<br />

evolutivi.<br />

Place: 35 Diseñadores, 35 Ciudades, VASAVA, 608<br />

pp., 45 euro, contiene un DVD.<br />

Un viaggio di 18 mesi per visitare 35 creativi e città.<br />

Questi i numeri di «Place», un’iniziativa di ricerca che ha<br />

coinvolto progettisti affermati e nuovi talenti di cinque<br />

continenti. Obiettivo: far emergere la forza creativa dell’individuo<br />

e le specificità di un luogo di fronte a una cultura<br />

dominante.<br />

Verb Conditioning, Albert Ferré, Michael Kubo,<br />

Ramon Prat, Tomoko Sakamoto, Anna Tetas,<br />

Irene Hwang e Jaime Salazar (a cura di), 288 pp.,<br />

29 euro.<br />

Gli ambienti art i f i-<br />

ciali sono solo una<br />

replica sofisticata e<br />

precisa dell’esistente<br />

o possono generare<br />

atmosfere qualitativamente<br />

nuove,<br />

capaci di potenziare<br />

effetti e generare<br />

f o rme di vita? Il volume<br />

risponde a<br />

questo quesito analizzando<br />

le reazioni<br />

del fruitore di fronte<br />

alle attuali ricerc h e<br />

nel campo di illuminazione, suono e temperatura, ma<br />

soprattutto rispetto alla progressiva commercializzazione<br />

e tematizzazione degli spazi e alla creazione di identità<br />

virtuali.<br />

BLUME<br />

Caleidoscopio. Nuevo Diseño de Interiore s ,<br />

Nigel Coates, 208 pp., 39,90 euro.<br />

Un’ampia casistica di progetti di interni attraverso l’opera<br />

di 35 professionisti di tutto il mondo.<br />

Diseño, Maquetación y Composición, D a v i d<br />

Dabner, 128 pp., 19,90 euro.<br />

Un testo che guida al disegno delle creazioni professionali:<br />

la prima parte si concentra su alcune norme fondamentali<br />

(tipografia, colore, testo e immagini), mentre la<br />

seconda esemplifica questi principi.<br />

Estilos de Decoración, Judith Miller, 192 pp.,<br />

29,90 euro.<br />

Il disegno degli interni dal XVIII secolo a oggi illustrato<br />

con oltre 4.000 fotografie e suddiviso secondo rigide<br />

categorie stilistiche: neoclassico, decorativo, rustico e<br />

moderno.<br />

Hogares Contemporáneos, Suzanne Trocmé, 224<br />

pp., 29,90 euro.<br />

«L’attenzione al dettaglio è ciò che realmente fornisce alla<br />

casa una sensazione di qualità e stile»: questa l’idea che<br />

Trocmé ci presenta attraverso esempi di soluzioni reali, a<br />

volte poco fotogenici ma informativi.<br />

ELECTA MONDADORI<br />

Cocos. Copias y coincidencias. En defensa de la<br />

innovación en el diseño, Juli Capella e Ramón<br />

Úbeda, collana<br />

«Catálogos de<br />

Exposiciones de<br />

A rte», <strong>2005</strong> (II<br />

edizione), 264<br />

pp., 42 euro.<br />

Il volume affronta, in<br />

modo completo e<br />

originale, il tema<br />

oggi di grande attualità<br />

del plagio, la<br />

copia e la proprietà<br />

intellettuale nel disegno<br />

grafico e industriale.<br />

300% Spanish<br />

<strong>Design</strong>. 100 sillas,<br />

100 lámparas, 100 carteles, Juli Capella,<br />

collana «Catálogos de Exposiciones de Arte»,<br />

320 pp., 42 euro.<br />

Un panorama del design spagnolo del xx secolo, da Gaudí<br />

al presente, attraverso 100 sedie, 100 lampade e 100 manifesti<br />

(catalogo della mostra presentata alla «Expo Aichi<br />

<strong>2005</strong>» in Giappone).<br />

GGILI<br />

Habitar la cubierta, Andrés Martínez, 208 pp.,<br />

33,65 euro.<br />

In un saggio ibrido tra teoria,<br />

storia e costruzione, l’autore<br />

periodizza l’ancestrale tendenza<br />

umana a re a l i z z a re<br />

c o p e rt u re, analizzandone le<br />

manifestazioni form a l i .<br />

Le Corbusier.<br />

Promenades, José<br />

Baltanás, 192 pp., 40,38 euro.<br />

Il libro raccoglie alcune delle più significative opere<br />

della produzione europea dell’architetto di origine<br />

s v i z z e r a .<br />

Los mismos paisajes. Ideas e interpretaciones,<br />

Teresa Galí-Izard, collana «Land&Scape», 288<br />

pp., 33,65 euro.<br />

Un’opera che riunisce esempi e casi legati ai processi e<br />

alle dinamiche che governano il paesaggio, un’esperienza<br />

nata da oltre dieci anni di ricerca e osservazione.<br />

Redes metropolitanas, J o rdi Julià (pro s s i m a<br />

uscita).<br />

Il libro propone uno studio del ruolo delle reti di trasporto<br />

collettivo nella struttura della città. Londra, New York,<br />

Parigi, Berlino, Tokyo, Los Angeles, Madrid, Barcellona,<br />

Milano, Città del Messico e Singapore sono i casi studio<br />

scelti per provare a stabilire relazioni tra storia, urbanistica<br />

e infrastrutture.<br />

Intervenciones, introduzione di Xavier Costa,<br />

collana «Biblioteca Ignasi de Solà-Morales»<br />

(primavera <strong>2006</strong>).<br />

Per ricostruire la produzione teorica dell’autore catalano,<br />

il volume si concentra sui suoi interventi nel costruito e<br />

sui progetti architettonici ed espositivi. La «Biblioteca<br />

Ignasi de Solà-Morales», di cui il testo fa parte, raccoglie<br />

i principali scritti dello storico e architetto.<br />

Peter Smithson. Conversaciones con estudiantes,<br />

Catherine Spellman, Karl Unglaub (a cura<br />

di), collana «Conversaciones con…», 96 pp.,<br />

9,62 euro.<br />

La collana raccoglie dialoghi pubblici tenuti da grandi<br />

maestri dell’architettura e architetti contemporanei di<br />

riconosciuto prestigio.<br />

B a rcelona 1000 Graffitis, Rosa Puig, J u l i á n<br />

Álvarez, Josep Maria Català (testi), 256 pp.,<br />

38,37 euro, contiene un DVD.<br />

Un reportage fotografico di Rosa Puig illustra le opere a<br />

vernice spry di Barcellona, città che si è trasformata in<br />

centro di incontro per «graffitari»<br />

di tutto il mondo.<br />

<strong>Barcelona</strong> Gráfica,<br />

América Sánchez, 496<br />

pp., 47,21 euro.<br />

Il nuovo volume, riedito con<br />

una preziosa rilegatura in tessuto<br />

rosso e oro, raccoglie oltre<br />

1.800 opere di grafica urbana<br />

realizzate a Barcellona:<br />

numeri civici, vignette, allegorie,<br />

emblemi e pittogrammi.<br />

Marcas y Trademarks,<br />

Quim Larrea, 1.120 pp.,<br />

33,65 euro.<br />

Una raccolta di logotipi<br />

prodotti dal 2000 a oggi:<br />

222 studi spagnoli vengono<br />

rappresentati con il<br />

loro lavoro in 1.120 pagine.<br />

PERIODICI<br />

BGUIDED<br />

Pubblicato da b-guided<br />

Periodicità: trimestrale<br />

Anno di fondazione: 1999<br />

Direttore: Juan Montenegro<br />

Prezzo: 3,80 euro<br />

Tiratura : 20.000 copie<br />

www.b-guided.com<br />

CASAVIVA<br />

Pubblicato da MC Ediciones<br />

Periodicità: mensile<br />

Anno di fondazione: 1977<br />

Direttore: Marcel Benedito<br />

Prezzo: 2,90 euro<br />

Tiratura: 80.000 copie<br />

www.mcediciones.es<br />

2G<br />

Pubblicato da Gustavo Gili<br />

Periodicità: trimestrale<br />

Anno di fondazione: 1997<br />

Direttore: Mónica Gili<br />

Prezzo: 26,44 euro<br />

Tiratura: 20.000 copie<br />

www.ggili.com/2G<br />

EXPERIMENTA<br />

Pubblicato da Experimenta<br />

Periodicità: bimestrale<br />

Anno di fondazione: 1989<br />

(1994)<br />

Direttore generale: Pierluigi<br />

Cattermole<br />

Direttore delegazione catalana:<br />

María Suárez<br />

Prezzo: 12 euro<br />

Tiratura 14.000 copie<br />

www.revistaexperimenta.com<br />

ON DISEÑO<br />

Pubblicato da On Diseño<br />

Periodicità: mensile<br />

Anno di fondazione: 1978<br />

Direttore: Carmen Llopis<br />

Prezzo: 15,50 euro<br />

Tiratura: 12.600 copie<br />

www.ondiseno.com<br />

TdD TEMES DE DISSENY<br />

Pubblicato da ELISAVA,<br />

Escola Superior de Disseny<br />

Periodicità: semestrale<br />

Anno di fondazione: 1986<br />

Direttore: Jordi Pericot<br />

Prezzo: 28 euro<br />

Tiratura: 2.000 copie<br />

www.elisava.es<br />

SANTA & COLE<br />

azienda Santa & Cole Ediciones de Diseño pubblica<br />

un catalogo di libri suddiviso in diverse collane.<br />

L’<br />

«Contemporáneos del Diseño»<br />

Monografie pubblicate in collaborazione con la ETS<br />

de Arquitectura de <strong>Barcelona</strong> e dedicate all’opera di<br />

noti professionisti del XX secolo e di grandi designer<br />

ancora attivi.<br />

Gabriel Ordeig Cole, Borja Folch e Rosa Serr a ,<br />

gennaio <strong>2005</strong>, 272 pp., 48 euro .<br />

Santiago Roqueta, Pilar Cós e Juan José<br />

L a h u e rta, primo semestre <strong>2006</strong>.<br />

Seis diseñadores argentinos de Barc e l o n a ,<br />

N o r b e rto Chaves, n o v e m b re <strong>2005</strong>, 272 pp., 48<br />

e u ro .<br />

«Clásicos del Diseño»<br />

Dino Gavina, Vi rgilio Ve rcelloni (traduzione<br />

dall’italiano), ottobre <strong>2005</strong>, 220 pp., 201 ill.,<br />

60 euro .<br />

José Antonio Coderc h , Antonio Armesto e<br />

Rafael Díez, d i c e m b re <strong>2005</strong>, 240 pp., 58 euro .<br />

Josep Lluís Sert, Jaume Freixa, febbraio <strong>2005</strong>,<br />

264 pp., 221 ill., 58 euro .<br />

«Los Ojos Fért i l e s »<br />

La collana abbraccia ampie tematiche, con saggi su<br />

disegno industriale e questioni di natura sociologica e<br />

f i l o s o f i c a .<br />

El Cuerpo del Amor, N o rman O. Brown (traduzione<br />

dall’inglese), ottobre <strong>2005</strong>, 248 pp., 22<br />

e u ro .<br />

Historia del Diseño, Renato de Fusco (traduzione<br />

dall’italiano), ottobre <strong>2005</strong>, 420 pp., 33<br />

e u ro .<br />

Lujo y Diseño, Giovanni Cutolo (traduzione dall’inglese),<br />

ottobre <strong>2005</strong>, 164 pp., 22 euro .<br />

«Esade Gestión»<br />

Un’ambiziosa collezione di saggi sulla teoria e storia<br />

della management policy.<br />

Historia de la Gestión, Daniel A. Wren (traduzione<br />

dall’inglese), novembre <strong>2005</strong>, 570 pp.,<br />

49,50 euro .<br />

EDITORIA SENZA EDITORI<br />

FAD. Más de un siglo de arquitectura, diseño y<br />

creatividad, Quim Larrea (a cura di), FAD, Barcellona<br />

<strong>2005</strong>, 585 pp., 73 euro.<br />

Il FA D (Fomento de las Artes Decorativas)<br />

festeggia il suo centesimo<br />

compleanno e lo fa senza badare a<br />

spese. Il frutto è un accurato volume,<br />

per contenuti e progetto grafico,<br />

che ricostruisce i momenti più<br />

salienti della sua storia: la cro n o-<br />

logia dell’Istituzione dalla fondazione<br />

fino ai giorni nostri; i professionisti e le imprese coinvolti;<br />

le sedi e i logotipi che ne hanno caratterizzato l’identità;<br />

i premi e i riconoscimenti. Un lavoro che testimonia<br />

la solidità e il valore del FA D, già ampiamente celebrato<br />

in occasione dell’Anno del <strong>Design</strong> a Barcellona nel 2003.<br />

Guia Creativity <strong>2005</strong>. El diseño y la comunicación<br />

en la gestión empre s a r i a l , A l b e rt Isern (a cura di),<br />

Guia Cre a t i v i t y, Barcellona <strong>2005</strong>, 405 pp., 60 euro .<br />

Il corposo volume raccoglie il frutto<br />

della creatività spagnola dell’anno<br />

2004 e fornisce agli interessati<br />

uno strumento di informazione<br />

completo e accurato. La sezione<br />

«Diseño», la più ampia del<br />

testo, è suddivisa in diverse categorie.<br />

Segue la cronologia degli<br />

eventi culturali dell’anno, premi,<br />

esposizioni, festival, concorsi,<br />

congressi, tra cui spiccano le manifestazioni organizzate in<br />

occasione del centenario della nascita di Salvador Dalí e il<br />

viaggio della «Guia Creativity 2004» in Mali - Burkina Faso.<br />

«Expertos» presenta una selezione di imprese; mentre<br />

la «Bibliografia» fornisce una rassegna delle pubblicazioni;<br />

un utile elenco di indirizzi conclude il volume.<br />

Sex design, Ramón Úbeda, collana «Brainstorming<br />

Books», Línea Editorial, Barcellona <strong>2005</strong>,<br />

256 pp., 55 euro.<br />

Sesso e design, un binomio risolto<br />

con disinvoltura attraverso una<br />

ricca e documentata casistica di<br />

p rogetti appartenenti alla sfera<br />

creativa dell’ultimo secolo, ripartiti<br />

secondo una rigorosa classificazione:<br />

grafica e copertine provocanti;<br />

oggetti, gioielli, abiti e<br />

profumi; pubblicità, poster e manifesti<br />

chiaramente allusivi; donne<br />

virtuali. Non stupisce quindi che gli oggetti disegnati da<br />

Jordi Torres o il grattacielo fallico di Jean Nouvel per Barcellona<br />

siano accostati alla siège d’amour disegnata nel<br />

1890 per Edoardo VII, quasi a dimostrare che, quella erotica,<br />

non è una moda né un’ossessione dei nostri giorni.<br />

1993-<strong>2005</strong>: produzioni editoriali Allemandi sulla Catalogna www.allemandi.com<br />

1993<br />

Memoria Fundació<br />

«la Caixa»<br />

1994<br />

Memoria Fundació<br />

«la Caixa»<br />

1995<br />

Artedesign E. Biffi<br />

Gentili, catalogo<br />

della mostra,<br />

in collaborazione<br />

con la Primavera<br />

del Disseny, Generalitat<br />

de <strong>Catalunya</strong>,<br />

Ajuntament de<br />

<strong>Barcelona</strong><br />

Con Dalí nel Teatro-<br />

Museo di Figueras,<br />

J. Mallarach, VHS.<br />

1998<br />

«A Sabater con un<br />

abrazon en el Quin<br />

Elisabet» Dalí.<br />

E. Sabater.<br />

La vita e le opere<br />

di Salvador Dalí<br />

nel Teatro-Museo<br />

di Figueras e altre<br />

collezioni, cd-rom.<br />

2001<br />

Dalí jewels-joyas,<br />

in collaborazione con<br />

la Fundación Gala-<br />

Salvador Dalí.<br />

Dalí joies-bijoux,<br />

in collaborazione<br />

con la Fundación<br />

Gala-Salvador Dalí.<br />

Decifrare l’architettura<br />

I. de Solà-Morales<br />

2002<br />

Joan Miró in the orbit of<br />

the imaginary<br />

Catalogo della mostra,<br />

in collaborazione<br />

con la Basil<br />

& Elise<br />

Goulandris<br />

Foundation<br />

2004<br />

DVDALÍ.<br />

Dalí racconta Dalí<br />

I capolavori raccontati<br />

da lui stesso<br />

<strong>2005</strong><br />

Archeologia<br />

del moderno<br />

I. de Solà-Morales<br />

7


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Scuole<br />

L’originalità di<br />

un modello di Oriol Pibernat<br />

Anche se gli antecedenti dell’insegnamento<br />

del design a Barcellona<br />

sono lontani nel tempo, è negli anni sessanta<br />

del X X secolo che l’impulso di alcuni<br />

professionisti, artisti e intellettuali<br />

condusse in poco tempo alla creazione di<br />

scuole. Il design costituiva un elemento di<br />

possibile sviluppo per una società che si<br />

riconosceva come urbana e industriale e<br />

con una vocazione europea. Le tre scuole<br />

che nascono in quel contesto sono Massana<br />

(un centro di titolarità municipale che<br />

seppe, in quel momento, incorporare il design<br />

senza rinunciare alla sua derivazione<br />

da scuola artigiana nella tradizione Arts<br />

& Crafts), EL I S A V A (creata con il sostegno<br />

di un’istituzione privata, la scuola di<br />

design più grande della città) ed EI N A<br />

(con un orientamento critico). Negli anni<br />

ottanta e novanta il panorama si arricchisce<br />

con ES D I a Sabadell (molto vincolata<br />

al settore tessile, ma con corsi in tutte<br />

le specialità del design), BA U,LA I,ID E P<br />

a Barcellona (piccoli centri cresciuti nel<br />

tempo). Bisogna anche citare la recente<br />

apertura a Barcellona dello IE D, che segue<br />

il modello già sperimentato a Madrid e in<br />

Italia. La formazione nel design oggi contempla<br />

livelli accademici e contenuti diversi<br />

in funzione dei profili professionali<br />

che si perseguono (vedi box «I quattro<br />

principali titoli di studio»). Vi sono inoltre<br />

alcune facoltà che dispongono di Dipartimenti<br />

o corsi di <strong>Design</strong>, come la Facultat<br />

de Belles Arts o Comunicació Audiovisual.<br />

Inoltre, alcuni centri (ID E P e<br />

IE D) rilasciano titoli propri. Esiste un problema<br />

con i titoli di studio: da un lato, le<br />

scuole di Barcellona con lungo percorso<br />

pedagogico hanno scommesso sulla partecipazione<br />

degli studenti attraverso i<br />

Graduados Superiores, che funzionano come<br />

lauree, benché i titoli presentino alcune<br />

limitazioni (validità di accesso alla<br />

funzione pubblica, dottorati, ecc.). Dall’altro,<br />

l’amministrazione ha creato piani<br />

e titoli di studio a margine dell’Università.<br />

Una parte importante della creatività<br />

della città ha la sua origine in alcune di<br />

queste scuole. D’altra parte, l’influenza<br />

dell’insegnamento è messa in evidenza<br />

dalla grande identificazione della cittadinanza<br />

con le innovazioni urbane che vengono<br />

promosse (l’amministrazione pubblica<br />

si mostra particolarmente attiva come<br />

cliente di servizi di design e architettura).<br />

La Barcellona del design non esisterebbe<br />

se non fosse per il ruolo che hanno<br />

giocato le scuole.<br />

ORIOL PIBERNAT<br />

Direttore di EINA<br />

Dove va il designer Intervista con Xavier Costa<br />

E<br />

L<br />

I S A V A è conosciuta per la formazione di<br />

designer-architetti e designer-ingegneri.<br />

Che cosa caratterizza questa formazione?<br />

L’architettura compare come estensione<br />

dell’attività del design applicato all’architettura<br />

a piccola scala, quella effimera, l’architettura<br />

d’interni. Il designer-architetto è<br />

una figura più versatile perché si muove in<br />

spazi multidisciplinari. La formazione del<br />

designer ingegnere è più recente, si tratta di<br />

una preparazione tecnica comparabile a<br />

quella dell’ingegnere industriale. Mentre il<br />

designer tende a essere un professionista indipendente,<br />

il designer-ingegnere tende a<br />

partecipare più direttamente all’organizzazione<br />

e alle strutture decisionali dell’azienda.<br />

In Spagna le competenze professionali<br />

dell’architetto e dell’ingegnere sono molto<br />

definite, quelle del designer no.<br />

Come si è sviluppato il design a Barcellona?<br />

A partire dagli anni sessanta l’architettura<br />

ha acquisito in questa città un protagonismo<br />

speciale per l’importanza di alcuni studi<br />

e la l e a d e r s h i p culturale e sociale che alcuni<br />

professionisti hanno proiettato sulla società.<br />

Si sono interessati in modo specifico<br />

al design, lo hanno progettato e prodotto, lo<br />

hanno incorporato al proprio lavoro. Professionisti<br />

come Juli Capella, Dani Freixes,<br />

Oscar Tusquets oggi sono molto<br />

attivi in questo campo. In questo<br />

momento c’è un’alta concentrazione<br />

di studenti e professionisti e un<br />

apprezzamento del design esteso a<br />

tutta la società. Proprio nel momento<br />

in cui le Università decrescono,<br />

il settore del design è in espansione<br />

e questa crescita dimostra<br />

che c’è fiducia nelle<br />

aspettative professionali e<br />

che esiste questa percezione sociale. Oltre il<br />

50% degli studenti è di provenienza internazionale,<br />

e gli studi post-diploma attraggono<br />

studenti e professionisti provenienti<br />

dall’architettura, dall’ingegneria, dal mondo<br />

dell’arte, perfino dalle scienze sociali. È<br />

il carattere multidisciplinare del design che<br />

permette questa pluralità di traiettorie form<br />

a t i v e .<br />

Perché in Catalogna non esistono grandi studi ass<br />

o c i a t i ?<br />

La realtà professionale è frammentata e i<br />

grandi gruppi si formano per progetti specifici,<br />

temporanei, ma la tendenza è verso la<br />

creazione di strutture professionali sempre<br />

più articolate.<br />

Che cosa favorisce l’espansione internazionale<br />

degli studi?<br />

La relazione con il contesto europeo. Il design<br />

necessita per esisteredel contesto di una<br />

cultura urbana intensa. Il design è un fenomeno<br />

urbano perché richiede intensità di<br />

relazioni, attività, dinamiche che troviamo<br />

nelle grandi città. Non a caso si è sviluppato<br />

in modo preminente a Londra, Milano,<br />

Parigi. Barcellonafapartediquestopiccolo<br />

gruppo di città europee che stanno potenziando<br />

il design. Questa competizione<br />

tra città europee può essere molto positiva<br />

per la città, uno stimolo per stabilire linee<br />

di sviluppo confrontabili con altrerealtà.<br />

Barcellona non esiste in modo<br />

isolato, ma dispone di questi specchi<br />

molto prossimi nei quali guardarsi.<br />

La realtà americana ed asiatica<br />

sono chiaramente più<br />

l o n t a n e .<br />

XAVIER COSTA<br />

Architetto, direttore<br />

di ELISAVA<br />

La città degli studenti<br />

Indagine sulla formazione del design: i programmi di studio, le<br />

e il mercato, la relazione con l’università e il problema del pie n<br />

Le scuole rispondono<br />

1 . Anno di inizio dell’attività<br />

2 . Statuto societario<br />

3 . Diplomi offerti<br />

4 . O f ferta fo r m a t i va completa<br />

5 . Iscritti 20 04 - 20 05<br />

6 . P rove di ammissione<br />

7. Costo medio di iscrizione annuale<br />

8 . Fa t t u rato nel 20 04 - 20 05<br />

9 . Età media dei laure a t i<br />

1 0 . D u rata media dei corsi<br />

1 1 . Occupazione dei laureati<br />

1 2 . Qualità del sistema fo r m a t i vo in<br />

C a t a l o g n a<br />

1 3 . D e bo l e zze del sistema fo r m a t i vo<br />

in Catalogna<br />

1 4 . F i g u re pro fessionali più richieste<br />

1 5 . F i g u re pro fessionali in declino<br />

1 6 . N u ove offerte fo r m a t i ve<br />

17. Va l o re aggiunto della scuola<br />

Si omette il numero per le risposte non perv e n u t e<br />

EINA<br />

Escola de Disseny y Art<br />

www.eina.edu<br />

1 . 1 9 6 7<br />

2 . Fondazione privata senza scopo di lucro, il cui org a n o<br />

di governo è formato da professori ed ex pro f e s s o r i<br />

3 . Graduado superior en diseño con specializzazioni in<br />

grafica, interior design e product design<br />

4 . Corsi post-laurea, arte, stage, workshop<br />

5 . 5 1 0<br />

6 . P rove di accesso all’università e iscrizione e orientamento<br />

per l’accesso all’università<br />

7 . 5.137 euro<br />

9 . 24 anni<br />

1 0 . 4 anni<br />

1 1 . L’85% dei diplomati del 2003, l’86,84% di quelli del<br />

2002 e il 91,43% di quelli del 2001 svolgono pro f e s-<br />

sioni strettamente legate agli studi intrapresi. Quindi,<br />

in media in questi tre anni, l’87,61% (interior design:<br />

92,5%; product design: 82,76%; grafica: 86,36%)<br />

1 2 . Lunga tradizione in ambito pedagogico basata su una<br />

domanda economica locale reale e su un settore professionale<br />

culturalmente molto attivo<br />

1 3 . Incapacità dell’amministrazione pubblica di forn i re soluzioni<br />

chiare al problema del titolo e di dotare l’insegnamento<br />

del design di un sistema pubblico di qualità<br />

1 4 . La richiesta di studi pluridisciplinari in design<br />

1 5 . Il design d’autore come si intendeva negli anni ottanta<br />

1 6 . Corsi post-laurea in illustrazione creativa e tecniche<br />

di comunicazione visiva; illustrazione per pubblicazioni<br />

per bambini e giovani; design e gestione di progetti<br />

interattivi; arte e mezzi indipendenti: tecnologia<br />

interattiva e comunicazione aperta; tipografia, dalla<br />

c reazione della letteraal layout, modellistica; tecniche<br />

avanzate di presentazione di progetti; nuovi spazi di<br />

comunicazione: architettura d’interni; capire l’opera<br />

grafica; immagine stampata; Master in design per il<br />

mondo contemporaneo<br />

1 7 . I n t e n d e re la formazione del designer in un senso culturale<br />

ampio e orientata all’innovazione e trasform a-<br />

zione del contesto<br />

ELISAVA<br />

Escola Superior de Disseny<br />

www.elisava.es<br />

1 . 1 9 6 1<br />

2 . Fondazione privata<br />

3 . Graduado superior en diseño con specializzazioni in<br />

grafica, product design e interior design; Ingeniería<br />

técnica en diseño industrial e Arquitectura técnica (titolo<br />

omologato a diploma universitario, rilasciato dalla<br />

Universitat Pompeu Fabra)<br />

4. Master e studi post-laurea nei settori: design di veicoli<br />

e product design; grafica e multimedia; design,<br />

comunicazione e produzione culturale; design, architettura<br />

e interni; design, spazio e società. Ciclo<br />

formativo de grado medio en Autoedición (in inglese<br />

Desktop publishing) e de Grado superior in progetti<br />

e direzione lavori e decorazione; in grafica pubblicitaria<br />

5 . 1.590 in totale (dati riferiti al 2003-2004)<br />

6 . Titolo o diploma per studi post-laurea; prove di accesso<br />

all’università per studi di livello universitario<br />

7 . 5.771,25 euroGraduadosuperior endiseño; 5.706 euro<br />

(I anno) Ingeniería técnica en diseño industrial;<br />

5.607 euro (I anno) Arquitecturatécnica; 1.150 -5.490<br />

e u ro Master e corsi post-laure a<br />

8 . 6.765.000 euro (dati riferiti al 2003-2004)<br />

9 . 22 anni<br />

1 0 . 4 anni per Graduado superior en diseño; 3 anni per Ingeniería<br />

técnicaendiseñoindustrialeArquitecturatécnica<br />

1 1 . Il 90% degli studenti lavora in studi professionali, imp<br />

rese di costruzione, industrie e studi tecnici<br />

1 2 . L’elevato numero di università e scuole di design in<br />

Catalogna e il fatto che sia un settore consolidato con<br />

un’ampia off e rta form a t i v a<br />

1 3 . La recente incorporazione nel sistema universitario,<br />

un processo ancora in corso<br />

1 4 . <strong>Design</strong>er nelle nuove aree di sviluppo pro f e s s i o n a l e<br />

1 5 . Nessuna: a Barcellona il design sta vivendo un momento<br />

di cre s c i t a<br />

16. 2004-<strong>2005</strong>: Graduado superior en diseño; Ingeniería<br />

técnica en diseño industrial; Arquitectura técnica.<br />

Ciclo formativo de grado medio en Autoedición (in<br />

inglese Desktop publishing), de Grado superior in<br />

progetti e direzione lavori e decorazione, e in grafica<br />

pubblicitaria. Master e corsi post-laurea nei settori:<br />

design di veicoli - product design; grafica e multimedia;<br />

design comunicazione e produzione culturale;<br />

design, architettura e spazio interni; design, spazio<br />

e società. <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: master e corsi post-laurea<br />

nelle aree di comunicazione e grafica; design e prodotto;<br />

design e spazio<br />

1 7 . Lunga e consolidata tradizione nell’ambiente universitario;<br />

buone relazioni con i settori pro f e s s i o n a l i ;<br />

grande off e rta di corsi post-laurea (20 programmi diversi<br />

nelle nuove aree di specializzazione e applicazione<br />

del design)<br />

FELICIDAD DUCE<br />

Escuela Superior de Diseño y Moda<br />

www.fdmoda.com<br />

Eduard Prats, direttore<br />

1 . 1 9 2 8<br />

2 . Società semplice<br />

3 . Estudios Superiores de Diseño con specializzazione<br />

in moda<br />

4. Ciclo formativo de grado superior in Arti plastiche e<br />

<strong>Design</strong> in stilismo di abbigliamento; studi di design<br />

della moda (titolo privato); master in Gestione della<br />

moda; corso post-laurea in Funzioni del design nei<br />

processi della moda e in marketing e comunicazione<br />

di moda; corsi di specializzazione; seminari; corsi<br />

estivi<br />

5 . 600<br />

6 . Quelle stabilite in ogni programma di studi<br />

7 . 625 euro<br />

8 . 1,8 milioni di euro nel 2004-<strong>2005</strong><br />

9 . 23 anni<br />

1 0 . 4 anni<br />

1 1 . In media dopo un anno ottengono il primo impiego<br />

1 2 . S t retto legame con il mercato del lavoro, dovuto all’elevato<br />

numero di imprese e di designer che off ro n o<br />

agli studenti la possibilità di fare tirocinio durante il<br />

periodo degli studi<br />

1 3 . Mancanza di appoggio istituzionale<br />

1 4 . D e s i g n e r, stilista<br />

8


Scuole<br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

i<br />

o, le specializzazioni, il rapporto delle scuole con la città<br />

e n o riconoscimento del titolo, le professioni emergenti<br />

1 5 . S a rtoria tradizionale<br />

16. Estudios superiores de diseño con specializzazione<br />

in moda; master in design di moda; corso post-laurea<br />

in funzioni del disegno nei processi della moda;<br />

Ciclo formativo de grado superior in arti plastiche e<br />

design stilistico di abbigliamento per il 2004-<strong>2005</strong>.<br />

<strong>Design</strong> di cappelli; design di stampati; master il gestione<br />

di moda; corso post-laurea in complementi di<br />

moda per il <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong><br />

1 7 . P rogrammi di studio adatti alle necessità dell’industria<br />

della moda; docenti altamente qualificati, fra cui anche<br />

p rofessionisti e tecnici del campo della moda; edificio<br />

scolastico grande, con sala conferenze, biblioteca, video<br />

e tessutoteca, buone attre z z a t u re informatiche e<br />

macchinari; facile inserimento degli studenti nel mondo<br />

lavorativo grazie all’esperienza della scuola nel sett<br />

o re e ai contatti con gli ex alunni<br />

ISTITUTO EUROPEO<br />

DI DESIGN<br />

www.ied.it<br />

A l e s s a n d ro Manetti, dire t t o re (foto di Maria Lo p e s )<br />

1 . 2 0 0 2<br />

2 . Istituto Europeo di <strong>Design</strong> S.L.<br />

3 . Diplomi: Area Moda Lab: fashion & textile design; fashion<br />

marketing communication<br />

A rea <strong>Design</strong>: transportation design; industrial design;<br />

Interior design; exhibit design<br />

A rea Arti visive: grafica; digital & virtual design; video<br />

d e s i g n<br />

4 . Corsi di specializzazione; master e corsi post-laure a<br />

5 . 550 nei corsi triennali, 75 nei master, 107 nei corsi di<br />

s p e c i a l i z z a z i o n e<br />

6 . Colloquio individuale e valutazione del port f o l i o<br />

7 . 1.000 euro di immatricolazione e 4.900 euro di tassa<br />

di iscrizione per i cittadini europei; 1.500 euro di immatricolazione<br />

e 4.900 euro di tassa di iscrizione per<br />

i cittadini extraeuro p e i<br />

8 . 3.100.000 euro per il 2004-<strong>2005</strong><br />

9 . 22 anni<br />

1 0 . 3 anni per i corsi triennali; 1anno per i master; da 3 a<br />

9 mesi per i corsi di specializzazione<br />

1 1 . Dati non ancora disponibili<br />

1 2 . Lunga tradizione delle scuole esistenti; contesto met<br />

ropolitano stimolante da un punto di vista cre a t i v o ;<br />

innovazione come elemento centrale del pro g e t t o ;<br />

competitività fra le scuole presenti che garantisce una<br />

c rescita della qualità dell’off e rt a<br />

1 3 . Mancanza di una relazione forte fra scuole e impre s e ;<br />

mancanza di una regolamentazione organica fra la politica<br />

legislativa pubblica e la formazione applicata al<br />

design e alla moda<br />

1 4 . <strong>Design</strong>er d’interni; professionistispecializzati nel campo<br />

dell’interattività, delle animazioni tridimensionali e<br />

delle pagine web; professionisti della comunicazione e<br />

e s p e rti di strategie della pubblicità e della moda<br />

1 5 . Quelle legate ai settori, in crisi, dell’automobile e dei<br />

mezzi di trasport o<br />

1 6 . Corsi in lingua inglese di fashion & marketing communication;exhibitdesign;<br />

interiordesign per il<strong>2005</strong>-<br />

2 0 0 6<br />

1 7 . E s s e re scuola laboratorio, luogo di incontro e interazione<br />

fra diff e renticompetenze e professionalitànei settori<br />

della moda, del design e delle arti visive. Funzion<br />

a re come networkgrazie al continuoscambio fra le sedi(Milano,Roma,<br />

Torino,Madrid,Barcellona, SanPaolo).<br />

Provenienza internazionale degli studenti. Sviluppo<br />

di progetti formativi con le imprese della città. Filosofia<br />

della scuola: «la cultura del progetto come momento<br />

centrale nel processo formativo dello studente»<br />

LAI<br />

Escola Superior de Disseny<br />

www.laiedu.org<br />

Conxita Matarò, direttore<br />

1 . 1 9 7 9<br />

2 . Società semplice<br />

3 . Graduado superior en diseño con specializzazioni in<br />

grafica e interior design, proprio dell’Universitat internacional<br />

de <strong>Catalunya</strong> cui dal 1999 la scuola è associata<br />

come centro superiore<br />

4 . Corsi di specializzazione in grafica e interior design.<br />

Corsi monografici: il giardino come espressione artistica;<br />

storia e laboratorio di calligrafia; design cinematografico;<br />

presentazioni in power point; vetrin<br />

i s t i c a<br />

5 . 61 (nel 2003-2004)<br />

6 . P rova attitudinale teorico-pratica<br />

7 . 4.100 euro<br />

9 . 23 anni<br />

1 0 . 4 anni accademici ognuno di 9 mesi, più un pro g e t t o<br />

finale di 6 mesi<br />

1 1 . Rapido impiego nelle imprese del settore, agenzie di<br />

pubblicità e studi di design e arc h i t e t t u r a<br />

1 2 . Lunga tradizione culturale e d’impresa legata al mondo<br />

del design. Molte le attività promosse da scuole,<br />

associazioni professionali, istituzioni.<br />

1 3 . Sistemacurr i c u l a reche indicailtitolo di Graduado superior<br />

en diseño come omologato e non proprio delle<br />

università catalane<br />

1 4 . Quelle che padroneggiano le nuove tecnologie legate<br />

sia alla progettazione sia alla rappresentazione e posseggono<br />

una competenza interd i s c i p l i n a redella progettazione<br />

per aff ro n t a rein modo globale qualunque<br />

incarico pro f e s s i o n a l e<br />

1 5 . Quelle che non si adattano alle necessità descritte<br />

1 6 . Corsi monografici specializzati rivolti sia agli alunni<br />

dellascuola siaachi è già laureato. Da segnalarequelli<br />

di design cinematograficoe di paesaggio urbano per<br />

il 2004-<strong>2005</strong>. Corsi monografici(ancora da pro g r a m-<br />

m a re). Risposta su off e rta formativa completa per il<br />

2 0 0 5 - 2 0 0 6<br />

1 7 . Il numero ridotto di alunni per corso, che garantisce il<br />

tutoraggio costante da parte dei professori. La programmazione<br />

attenta dei contenuti, rivistiannualmente<br />

dal corpo docente per migliorarne la qualità e ottim<br />

i z z a re i risultati<br />

LLOTJA<br />

Escola Superior de Disseny y Art<br />

www.xtec.es/ea-llotja<br />

Mercè Camps, direttore<br />

1 . 1 7 7 5<br />

2 . A p p a rtiene al Departament d’Educació de la Generalitat<br />

de <strong>Catalunya</strong><br />

3 . Estudios superiores de diseño con specializzazione in<br />

grafica, product design, interior design e moda<br />

4 . Ciclo formativo de grado medio e superior di arti plastiche<br />

e design, corsi monografici, corsi transnazionali,<br />

programma «Llotja obert a »<br />

5 . 200 alunni fra il I e il II anno (questo tipo di studi è stato<br />

istituito tre anni fa)<br />

6 . Una di carattere teorico e una pratica, per selezionare<br />

i trenta alunni migliori per ogni specializzazione<br />

7 . 600 euro<br />

9 . Gli alunni possono laurearsi a 22 anni, ma l’età media<br />

di solito è compresa fra i 24 e i 26 anni<br />

1 0 . 3 anni, più la realizzazione del progetto di tesi<br />

1 1 . Appena laureati gli alunni si inseriscono in studi e laboratori<br />

di design. In un secondo tempo, in alcuni casi,<br />

si mettono in proprio<br />

1 2 . Un contesto, Barcellona, di provata sensibilità al design<br />

e che off re, quindi, un ampio ventaglio di possibilità<br />

lavorative nel campo<br />

13. Nel caso specifico della scuola una limitata autonomia<br />

operativa dovuta al fatto di dipendere da una istituzione<br />

pubblica. In generale la mancanza di una piena<br />

convergenza a livello europeo in relazione agli studi<br />

di design<br />

1 4 . Un professionista adattabile a situazioni diff e renti, capace<br />

di integrare competenze in più campi del design<br />

1 6 . Nel 2004-<strong>2005</strong> la scuola ha aperto un’altra sede e nel<br />

<strong>2005</strong>-<strong>2006</strong> inizierà il III anno dei corsi di Estudios sup<br />

e r i o res de diseño<br />

1 7 . 231 anni di tradizione per una scuola che vanta fra i<br />

suoi alunni Picasso<br />

La c o n ve rg e n z a<br />

e u ro p e a di Anna Calve ra<br />

Una delle questioni ripetutamente trattate<br />

ogni volta che si parla di design<br />

in Spagna è il sistema della<br />

formazione dei designer.<br />

A oltre quarant’anni dalla<br />

fondazione della prima<br />

scuola in Catalogna e in<br />

Spagna, il sistema formativo<br />

del design affronta<br />

nuove sfide,<br />

q u e s t a<br />

volta in<br />

c o l l a b o r a-<br />

zione e accordo con il resto della Spagna<br />

e dell’Europa. La costruzione dell’Unione<br />

Europea comporta una serie di misure<br />

orientate a favorire la libera circolazione di<br />

professionisti nel territorio dell’Unione. E<br />

questo obbliga a instaurare un processo di<br />

armonizzazione tra i sistemi educativi a livello<br />

superiore dei diversi paesi europei: è lo<br />

spazioeuropeodell’educazionesuperiore.Il<br />

panorama attuale della formazione dei designer<br />

in Spagna è confuso. Ci sono moltissime<br />

alternative: cicli formativi di orientamento<br />

professionale complementari all’insegnamento<br />

secondario; studi superiori<br />

con valore di diploma universitario ma senza<br />

esserlo del tutto; corsi affini e prossimi al<br />

design industriale si possono studiare nelle<br />

Università politecniche, con un titolo di<br />

studio medio, secondo l’antica nomenclatura,<br />

chiamata Ingegneria tecnica in design<br />

industriale. Si possono frequentare corsi di<br />

designgrafico,designaudiovisivoeproduct<br />

design nella Facoltà di Belle arti. Al momento<br />

sono titoli riconosciuti dalle Università,<br />

ma senza validità accademica per lo<br />

Stato spagnolo. Le dodici Facoltà di Belle<br />

arti spagnole, assieme alle sei scuole con titoli<br />

propri riconosciuti dalle Università catalane,<br />

hanno unito gli sforzi per presentare<br />

nel giugno 2004 alle autorità universitarie<br />

competenti il progetto di riconoscimento<br />

come laurea dei corsi di design. Poiché il<br />

profilo accademico e professionale è perfettamente<br />

delimitato nel sistema europeo<br />

d’insegnamento superiore, come lo è nel resto<br />

del mondo, la proposta consiste in riconoscere<br />

questo profilo anche all’Università<br />

s p a g n o l a .<br />

AN N A CA L V E R A<br />

Storica del design e docente di Storia e teoria<br />

del design alla Facoltà di Belle arti<br />

dell’Universitat de <strong>Barcelona</strong><br />

I quattro principali<br />

titoli di studio<br />

I Ciclos form a t i v o s di grado medio o superiore ,<br />

studi preuniversitari che formano tecnici in settori<br />

molto specializzati del design. Questi studi sono imp<br />

a rtiti in alcune delle scuole della rete pubblica.<br />

Le Ingenierías técnicas en diseño, diplomiuniversitari<br />

omologati di tre anni, la cui finalità è pre p a-<br />

r a re designer qualificati soprattutto negli aspetti tecnologici<br />

e tecnici, e facilitare la loro incorporazione<br />

negli uffici tecnici delle aziende. In ambito catalano,<br />

attualmente sono impartite dall’Universitat de Girona,<br />

l’Universitat Politècnica ed EL I S AVA.<br />

Gli Estudios superiores de diseño, studi uff i-<br />

ciali di tre anni, non universitari, ma equiparabili a<br />

una laurea,che aspirano a risolverelaformazione sup<br />

e r i o re post Ciclos Form a t i v o s.<br />

I Graduados superiores de diseño (GS D), studi<br />

universitari di quattro anni non omologati, il livello<br />

accademico più alto nella formazione di pro g e t t i s t i .<br />

Si tratta di studi propri impartiti da ciascuna università<br />

generalmente attraverso un centro «adscrito»,<br />

una modalità che, a part i re dagli anni novanta, hanno<br />

seguito le scuole esistenti. O . P.<br />

BA R CE LL O NA I N TE R N AZ I O N A LE<br />

A r r i va L’Art College?<br />

Ba rcellona è una vera capitale del design,<br />

vitale e innovativa. Altre città parlano solo<br />

d’innovazione, Barcellona la vive per davvero e la<br />

esplora a diversi livelli. Molta della sua vitalità è<br />

dovuta alla leadership municipale e del govern o<br />

regionale: c’è un coinvolgimento straordinario e<br />

colto che permea altri aspetti della vita della città.<br />

L’ A rt College of <strong>Design</strong> trarrebbe un’esperienza<br />

f o rmativa presentando i propri programmi a<br />

B a rcellona. Abbiamo un granderispetto per gli<br />

altri centri di formazione e vorremmo beneficiare<br />

della loro presenza sperando allo stesso tempo<br />

di contribuire ad arr i c c h i re il loro lavoro. La<br />

nostra intenzione è collaborare in part n e r s h i p<br />

con entità imprenditoriali, scientifiche, industriali<br />

e pubbliche. Il nostro progetto a Barcellona per<br />

ora non prevede una sede ma corsi post-laure a<br />

di 3-5 annidi livello avanzato. Stiamo completando<br />

il nostro studio di fattibilità, e abbiamo<br />

ricevuto incoraggianti riscontri dalle istituzioni<br />

pubbliche, culturali, educative. Riteniamo che<br />

con un appropriato contributo finanziario locale<br />

s a remo in grado di implementare il progetto e al<br />

t e rmine di questa fase, tra 3-5 anni, sviluppare la<br />

nostra presenza a Barc e l l o n a .<br />

R i c h a rd Koshaler<br />

P residente Art College of <strong>Design</strong>,<br />

Pasadena (Californ i a )<br />

Altri centri di fo r m a z i o n e<br />

BAU Escola de Disseny, <strong>Barcelona</strong><br />

www.baued.es<br />

Fundació Politècnica de <strong>Catalunya</strong>,<br />

<strong>Barcelona</strong><br />

www.fpc.upc.es<br />

Escola d’Art i Disseny, Reus<br />

www.altanet.org/ciutada/escartdis/<br />

eareus.html<br />

Escola Municipal d’Art, Terrassa<br />

www.artidisseny.com<br />

ESDI. Escola Superior de Disseny,<br />

Sabadell<br />

www.esdi.es<br />

IDEP. Escola d’Imatge i de Disseny,<br />

<strong>Barcelona</strong><br />

www.idep.es<br />

ILLA. Escola d’Art i Disseny, Sabadell<br />

www.sabadell.net/escolailla<br />

Escola Massana, <strong>Barcelona</strong><br />

www.escolamassana.es<br />

Business & <strong>Design</strong><br />

ESA DE è una delle più prestigiose Business<br />

School in Europa (la seconda,<br />

secondo il «Wall Street Journal»)<br />

e la sua cattedra in Gestió del disseny<br />

è l’unica che una Business<br />

School europea dedica alla gestione<br />

del design. La cattedra pro m u ove ric<br />

e rche su design e impresa su temi come<br />

il rendimento dell’investimento nel<br />

design, i modelli di gestione del design<br />

all’interno dell’azienda, il ruolo del design<br />

nella creazione di un marchio, la<br />

relazione tra la strategia del design e<br />

l’orientamento del mercato. ESA DE o f-<br />

f re corsi di <strong>Design</strong> management nel<br />

piano di studi di Amministrazione e direzione<br />

d’azienda e nel master in Business<br />

Ad m i n i s t ration (MBA). La catted<br />

ra è sostenuta dall’OA M I, org a n i s m o<br />

dell’Unione Europea per la re g i s t ra z i o-<br />

ne di marchi e patenti, la Cambra de<br />

Comerç di Barcellona, il CIDEM e lo studio<br />

internazionale More ra <strong>Design</strong>.<br />

w w w. e s a d e . e d u<br />

<strong>Design</strong> Politecnico<br />

Il Graduat Superior en Disseny dell<br />

’ U n i versitat Politècnica de <strong>Catalunya</strong><br />

(UPC) è stato creato nel 20 01su iniz<br />

i a t i va dell’Escola Tècnica Superior de<br />

A rq u i t e c t u ra de <strong>Barcelona</strong> e l’Escola<br />

Tècnica Superior de <strong>Barcelona</strong>. Le<br />

a ree principali dei corsi sono Pro g e t-<br />

to, Storia, Tecnologia, Immagine, che<br />

forniscono conoscenze specifiche sui<br />

p rocessi di design interdisciplinarie in<br />

funzione delle successive specializz a-<br />

zioni pre v i s t e .<br />

w w w. d i s s e n y - u p c . n e t<br />

9


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

<strong>Design</strong>er<br />

I designer rispondono<br />

1 . Anno di inizio dell’attività<br />

2 . A l t re sedi/partnership<br />

3 . <strong>Design</strong>er in studio<br />

4 . Principali tipologie di pro d o t t i /<br />

p rogetti sviluppati dallo studio<br />

5 . I n i z i a t i vepro m o z i o n a l i<br />

6 . Tipologie dei clienti<br />

7. P rogetti fuori dalla Catalogna<br />

8 . Eccellenza del design<br />

in Catalogna<br />

9 . D e bo l e zza del design<br />

in Catalogna<br />

1 0 . Azioni per tra s m e t t e re la cultura<br />

del design alle impre s e<br />

1 1 . Ostacoli all’internazionalizz a z i o n e<br />

Si omette il numero per le risposte non perv e n u t e<br />

AMÉRICA SÁNCHEZ<br />

América Sánchez e Albert Planas<br />

1 . 1 9 6 5<br />

3 . América Sánchez e Albert Planas<br />

4 . Immagine corporativa; visual identity di eventi, prodotti,<br />

ecc.; programmi di segnalazione e identificazione<br />

visiva<br />

5 . A u t o p romozione e pubblicazione di progetti su riviste<br />

s p e c i a l i z z a t e<br />

6 . Istituzioni culturali, design editoriale e settori industriali<br />

vari<br />

7 . Spagna, Belgio, Francia, Andorra, Stati Uniti, Arg e n t i-<br />

na, Cuba<br />

ANDRÉ RICARD<br />

www.andrericard.com<br />

1 . 1959<br />

2 . In Svizzera<br />

3 . Collaboratori in suba<br />

p p a l t o<br />

4 . Oggetti quotidiani:<br />

a t t rezzi domestici e<br />

per ufficio, appare c-<br />

chi, contenitori<br />

5 . Nessun modo in part<br />

i c o l a re<br />

André Ricard<br />

6 . I m p rese familiari e istituzioni<br />

7 . Non in questo momento<br />

8 . <strong>Design</strong> molto immaginativo<br />

9 . Mancanza di una buona distribuzione e pro m o z i o n e<br />

i n t e rnazionale grazie a un più efficace appoggio delle<br />

i s t i t u z i o n i<br />

10 . C a n c e l l a re l’immagine, che hanno oggi molte imprese,<br />

del design come creativitàdedicata esclusivamente<br />

a ciò che riguarda i prodotti di decorazione d’élite<br />

11 . Mancanza di promozione da parte dell’amministrazione<br />

dei nostri lavori all’estero: mostre, fiere, ecc.<br />

BENEDITO DESIGN<br />

www.beneditodesign.com<br />

1 . 1973<br />

2 . S i c resa, Messico<br />

3 . 8<br />

4 . Macchinari e strumenti,<br />

appare c c h i<br />

e l e t t ronici, inform a-<br />

tica, illuminazione,<br />

a t t re z z a t u re domestiche<br />

e arre d a m e n t o Ramón Benedito<br />

u r b a n o<br />

5. Mediante conferenze, partecipando a mostre e premi<br />

di design, scrivendo articoli sulla stampa specializzata,<br />

attraverso la pagina web e mailing list specifiche,<br />

mediante la diffusione dei cataloghi dei clienti<br />

dello studio che citano gli autori del progetto<br />

6. Gruppi di costruzione; arredo urbano e ambiente;<br />

estetica e bellezza; elettronica applicata<br />

7. Bingdata, Contenur, Envac, Fermax, Fiit NY, Fujitsu,<br />

Guinot, Indra, Musicson, Policad, Renfe, Repsol e<br />

Xerox<br />

8. Linguaggio proprio, design d’autore, cultura e tradizione<br />

9 . Scarsa diffusione internazionale, ridotta dimensione<br />

delle imprese produttrici e poca capacità d’es<br />

p o rtazione<br />

10. Far penetrare il design nelle abitudini; definire congiuntamente<br />

con le scuole di scienza imprenditoriale<br />

un nuovo spazio culturale per consumatori con altri<br />

livelli di esigenze<br />

11. Redditività nel medio periodo dell’investimento necessario<br />

all’internazionalizzazione<br />

BOPBAA<br />

www.bopbaa.com<br />

Francesc Pla, Josep Bohigas e Iñaki Baquero<br />

1. 1991<br />

3. 9 (inclusi i 3 soci)<br />

4. Architettura, urbanistica, design dell’effimero, industrial<br />

design, progetti culturali<br />

5 . C o n f e renze e pubblicazioni su riviste specializzate<br />

6. Di ogni tipo, sia privato sia pubblico<br />

7. A Madrid (Museo Thyssen, Loewe), Bilbao (Hotel<br />

Nervión, Hotel Avenida) e Valenza (El Siglo)<br />

8. Nuove generazioni di designer<br />

6 . Scarsa adattabilità e capacità di rischio delle imp<br />

rese<br />

10. Più ricerca, innovazione e aiuti ai designer<br />

11. Pochi, anche se si dovrebbe appoggiare e incentivare<br />

molto di più tutti gli operatori del settore<br />

CAPELLA GARCÍA<br />

ARQUITECTURA<br />

www.capellaweb.com<br />

1 . Dal 2001. Dal 1997<br />

come Capella Arq u i-<br />

tectura & <strong>Design</strong>; dal<br />

1987 come Capella<br />

& Larrea Disseny<br />

3 . 10 architetti, 2 grafici<br />

4 . A rchitettura: centri di<br />

intrattenimento, hotel,<br />

aparthotel e abi-<br />

Juli Capella<br />

tazioni. <strong>Design</strong>: interni, grafica, concezione e re a l i z z a-<br />

zione di mostre, design editoriale<br />

5 . Nessuna. Alcuni progetti vengono però pubblicati su<br />

riviste di settore<br />

6 . Per l’architettura, principalmente promotori privati.<br />

Per il design, privati e istituzioni pubbliche<br />

7. Anche se in alcuni casi il cliente o la proprietà sono<br />

fuori dalla Catalogna, tutti i progetti d’architettura attuali<br />

sono in quest’area. Invece per quanto riguarda<br />

il design, ad esempio la mostra «Cocos. Copias y coincidencias»,<br />

patrocinata dal Ministerio de Industria,<br />

Turismo y Comercio, e quella «300% Spanish <strong>Design</strong>»<br />

dal Giappone per la Seei<br />

8. <strong>Design</strong>er con un elevato livello di professionalità,<br />

idee innovatrici e desiderio di internazionalizzazione<br />

9 . Legami ancora precari fra imprese produttrici e designer;<br />

un certo conservatorismo dell’impre n d i t o-<br />

ria nazionale che le impedisce di assumersi il rischio<br />

di entrare in competizione sul mercato internazionale<br />

10. Il successo delle aziende che puntano sul design.<br />

L’amministrazione dovrebbe organizzare un lavoro di<br />

informazione di tutti gli imprenditori, facilitare loro i<br />

contatti con designer capaci, permettere loro di avere<br />

delle buone esperienze<br />

11 . Non aver buoni contatti; la lingua; la non conoscenza<br />

al di fuori della Catalogna del lavoro dello studio<br />

CARRÉ NOIR<br />

www.carre-noir.com<br />

1 . 1998<br />

2 . C a rré Noir Intern a-<br />

cional del Grupo Publicis<br />

Consultants<br />

3 . 10. Joan Ricart ,<br />

c o n s i g l i e re delegato;<br />

Andrés Salvare z-<br />

za, dire t t o re cre a -<br />

tivo<br />

Andrés Salvarezza<br />

4 . Packaging 2D e 3D; corporative identity, retail, naming;<br />

marchi di largo consumo, compagnie e istit<br />

u z i o n i<br />

5. Mailing list, articoli, pubblicità su riviste specializzate,<br />

conferenze e presentazioni presso il cliente<br />

6. Marche di prodotti di largo consumo<br />

7. Coca Cola Iberia, Madrid; Grupo Regojo, Lisbona;<br />

Cadbury Schweppes, Lisbona, Atene e Ginevra; Sara<br />

Lee, Londra e Parigi<br />

8 . Ottime scuole di design con alunni di varie nazionalità;<br />

fornitori specializzati; clima di alta compet<br />

e n z a<br />

9 . Mancanza di penetrazione nel mercato intern a z i o-<br />

n a l e<br />

10. Rafforzare il legame con le scuole d’affari (marketing)<br />

e le università in generale, incorporando/rafforzando<br />

le materie relative al design<br />

11. Nessuno, lo studio infatti è parte di una rete di agenzie<br />

internazionali e collabora in modo attivo a progetti<br />

di respiro internazionale<br />

E s s e re designer a Ba r<br />

22 studi di progettazione si raccontano: come sono organizzati, c<br />

EMILIANA DESIGN STUDIO<br />

www.emilianadesign.com<br />

Anna Mir e Emili Padrós<br />

1 . 1 9 9 7<br />

3 . 4<br />

4 . P roduct design, arredamento, arc h i t e t t u re eff i m e re ;<br />

eventi; allestimenti mostre<br />

5 . Con mostre sul lavoro dello studio, conferenze, sito<br />

web, pubblicazioni, ecc.<br />

6 . Musei, istituzioni, aziende di arredamento, illuminazione,<br />

gioielleria, ecc.<br />

7 . Richter Spielgërate (Germania, giochi per bambini);<br />

Moëve (Germania, accessori per il bagno); <strong>Design</strong><br />

Ideas (Stati Uniti Stati Uniti,menage); Dune (Stati Uniti,<br />

arredamento)<br />

8 . Genialità, economia di mezzi, un certo humor<br />

9 . Pochi investimenti in tecnologia e scarsa risonanza all<br />

’ e s t e ro<br />

ESTUDI AROLA<br />

www.estudiarola.com<br />

1 . 1994<br />

3 . J o rdi Ta m a y o ,<br />

Sylvain Carlet, Katia<br />

R. Glossmann<br />

4 . P rodotti: lampade,<br />

contenitori per profumeria;<br />

arre d a m e n-<br />

to d’interni e urbano;<br />

Antoni Arola<br />

p rodotti vari. Intern i :<br />

negozi; ristoranti/bar; u ffici. Arc h i t e t t u re dell’eff i m e ro :<br />

m o s t re; stand<br />

5 . A livello nazionale e internazionale attraverso la pagina<br />

web; con collaborazioni con diff e renti pro f e s s i o n i-<br />

sti del design; con pubblicazioni sulla stampa nazionale<br />

e intern a z i o n a l e<br />

6 . Moda; profumeria; arredamento/illuminazione; ristorazione;<br />

cultura<br />

7 . P e d ro García, stand per fiere a Milano, Francofort e ,<br />

D ü s s e l d o rf,ecc.; Floriade 2002, padiglione della Spagna<br />

in Olanda; Spoko Park, complesso sportivo con<br />

F a rwest Solutions a Siviglia; Grand Lyon, stand a Lione,Francia;CacaoSampaka,franchisinga<br />

Madrid,Valenza,<br />

Girona, ecc.; Mit Mat Mamá, negozi di vestiti<br />

p remaman in Catalogna e Madrid; «Leonardo da Vi n-<br />

ci y la música», mostra itinerante<br />

8 . Alcuni designer eccezionali<br />

9 . Un’industria poco preparata ad aff ro n t a re tecnicamente<br />

l’innovazione; aff ro n t a re culturalmente nuove sfide;<br />

buoneintenzioniche nonsiconcretizzano,restanosulla<br />

carta; scarso riconoscimento intern a z i o n a l e<br />

10 . Che gli imprenditori abbiano una cultura più ampiadel<br />

design e una visione meno commerciale; una traiettoria<br />

più solida; un carattere più personale e un’identità<br />

chiara di impresa; scommettere sui nuovi valori (designer);<br />

pensare il design non solo come aff a rema come<br />

un’attitudine culturale<br />

11 . Sotto il profilo della comunicazione la lingua, a causa<br />

della tarda introduzione dell’inglese in Spagna; dal<br />

punto di vista della diffusione, la chiusura nazionale<br />

dei giornalisti che non diffondono il design all’estero<br />

ESTUDIO MARISCAL<br />

www.mariscal.com<br />

1. 1990<br />

3 . 30, dicui15designer<br />

4 . Grafica, industrial<br />

design, arc h i t e t t u r a ,<br />

i n t e rni, digitale e aud<br />

i o v i s i v o<br />

5 . Attraverso la pagina<br />

web, strumento imp<br />

rescindibile; inter-<br />

Javier Mariscal<br />

viste; conferenze. Inoltre tentando di essere molto presenti<br />

nei mezzi di comunicazione specifici e in generale<br />

pubblicando i progetti dello studio<br />

6 . Siamo in contatto con tutti<br />

7 . Molti, la maggior parte dei progetti del <strong>2005</strong> sono stati<br />

al di fuori della Catalogna<br />

8 . Esistono buoni o cattivi progetti, ma non in re l a z i o n e<br />

al fatto che siano catalani o meno<br />

10 . F o rum e azioni di divulgazione<br />

11 . L’obiettivo non è tanto intern a z i o n a l i z z a re lo studio<br />

quanto il lavoro dello studio; in questo senso non è<br />

quindi un problema dove è situato,visti gli attuali mezzi<br />

di comunicazione<br />

JULIA SCHULZ-DORNBURG<br />

www.juliaschulzdornburg.com<br />

1 . 1992<br />

3 . Da 1 a 3 persone<br />

4. Scenografie per mostre,<br />

architetture eff<br />

i m e re, ristoranti,<br />

abitazioni private<br />

5. Finora il nostro lavoro<br />

è stato il nostro<br />

Julia Sch u l z - D o r n b u rg<br />

biglietto da visita<br />

6. Principalmente istituzioni culturali e aziende legate<br />

alle attività culturali<br />

7. Al momento no<br />

8. Un’eccellente e ben radicata cultura del design; una<br />

ricchezza di espressioni, oggetti e soluzioni creative<br />

combinate con una predisposizione autoctona a rischio,<br />

flessibilità e capacità di improvvisazione che<br />

creano un ambiente ideale per progettare e ottenere<br />

risultati eccellenti<br />

9. Poca curiosità per altre culture, mercati e prodotti che<br />

potrebbero invece aumentare la presenza a livello internazionale<br />

del design catalano<br />

10. Fiere, mostre e esposizioni promosse dalle istituzioni;<br />

pubblicazioni internazionali; un organo per gestire<br />

e promuovere il design a livello internazionale; una<br />

base dati (web) esaustiva e attrattiva<br />

11. Contatti istituzionali<br />

LIEVORE ALTHERR MOLINA<br />

www.lievorealtherrmolina.com<br />

Alberto Lievore, Jeanette Altherr<br />

e Manel Molina<br />

1 . 1 9 9 1<br />

3 . 7<br />

4 . A rredamento, product design, architetturadell’eff i m e-<br />

ro; consulting<br />

5 . Attraverso i nostri clienti<br />

6 . A rredamento contract e per la casa<br />

7 . A r p e r, Arruti, Andreu World, Bellato, Do+Ce, Dona,<br />

Emmebi, Foscarini, Metalarte, Ofita, Prenatal, Perobell,<br />

Sellex, Sovet, Tacchini, Ve rzelloni, Vi b i a<br />

8 - 9 . Nessun giudizio perché abbiamo pochi clienti in Cat<br />

a l o g n a<br />

1 0 . Educazione d’impresa, come dappert u t t o<br />

1 1 . N e s s u n a<br />

LLUSCÀ DESIGN<br />

www.llusca.com<br />

1 . 1972<br />

3 . 10<br />

4 . A rredamento per impianti,<br />

ufficio e contract;<br />

illuminazione<br />

tecnica; stru c t u r a l<br />

packaging; elettro n i-<br />

ca applicatae di consumo;<br />

elettro d o m e-<br />

Josep Lluscà<br />

stici, accessori per la costruzione; giochi; attre z z a t u re<br />

pubbliche; strumentazione e attre z z a t u re sanitarie<br />

5 . Webcorporativa;agenzieinternazionalidistampaspecializzata<br />

in design; partecipazione a forum, seminari<br />

e giornate di divulgazione; studi e azioni commerc i a-<br />

li incentrati su settori industriali di intere s s e<br />

9 . Scarsezza di grandi gruppi pluridisciplinari di design<br />

che possano aff ro n t a re progetti complessi con tecnologie<br />

avanzate; ciò sia per la carenza e per il profilo degli<br />

studi sia per la statura del cliente tipico<br />

10. Sensibilizzazione dell’imprenditoria attraverso un intervento<br />

deciso di promozione del settore pubblico;<br />

aiuti del settore pubblico in direzione di un’internazionalizzazione<br />

delle aziende di design catalano<br />

11 . Scarsi aiuti economici e interventi quasi inesistenti<br />

delle agenzie specializzate alla promozione in ambito<br />

i n t e rnazionale del design catalano<br />

MORILLAS BRAND DESIGN<br />

www.m o r i l l a s . c o m<br />

Pau Dueñas, Jordi Aguilar, Lluís Morillas,<br />

Joan Fornós<br />

1 . 1 9 6 2<br />

2 . M a d r i d<br />

10


<strong>Design</strong>er<br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

rcellona: eccoli, persone e opinioni<br />

i , come si promuovono, che cosa propongono<br />

3 . 5 6<br />

4 . Consulenza, naming, packaging, corporative image,<br />

branding, re t a i l<br />

5 . Attraverso i clienti, è il modo migliore<br />

6 . S e t t o re farmaceutico, alimentare, turistico, alberg<br />

h i e ro, immobiliare, istituzioni, loisir, infrastru t t u-<br />

re, distribuzione, sanità, banche<br />

7 . Stati Uniti, Regno Unito, Messico, Olanda, Francia,<br />

G e rmania, Svizzera, Portogallo, Polonia, Tu rc h i a ,<br />

Egitto, Israele, Grecia e Andorra. Fra gli altri: Frito-<br />

Lay/Pepsico a Dallas; Reckitt Benckiser a Londra;<br />

Henkel a Düsseldorf; Danone a Parigi; Novartis a<br />

Nyon, Svizzera; Nestlé a Ve v e y, Svizzera<br />

8 . L’ e s s e re la Catalogna da un lato culla del design<br />

spagnolo e dall’altro attore importante in questo<br />

campo; la presenza dei migliori designer in Spagna<br />

9 . L’atomizzazione del settore che col tempo andrà forzatamente<br />

riducendosi<br />

1 0 . Una presa di coscienza da parte delle imprese dell<br />

’ i m p o rtanza del marchio, fattore che influenza semp<br />

re più il consumatore<br />

1 1 . Non esistono ostacoli reali, quanto piuttosto la coscienza<br />

che per essere presenti all’estero bisogna<br />

a g i re sia nel rispetto delle tradizioni e della cultura<br />

di un altro paese sia della filosofia della Agencia de<br />

S e rvicios Integrales dello studio<br />

MOSTRA COMUNICACIÓ<br />

www. m o s t r a c o m u n i c a c i o . c o m<br />

1. 1998<br />

2. Ingeniería Cultural,<br />

S.A. a Barc e l l o n a ,<br />

studio associato<br />

3 . 4 designer in pianta<br />

stabile e subappalti<br />

a freelances o professionisti<br />

esterni<br />

Genís Tolosa<br />

4. Due linee di affari:<br />

una relativa all’immagine corporativa e alla sua comunicazione<br />

a livello grafico; l’altra relativa all’architettura<br />

effimera, dall’ideazione alla direzione lavori e<br />

produzione<br />

5. Per quanto riguarda il settore delle mostre, l’attività<br />

di promozione è indirizzata soprattutto all’amministrazione<br />

pubblica, con visite ai responsabili di questo<br />

tipo di progetti. Una buona pubblicità è fatta anche<br />

dagli stessi clienti dello studio<br />

6. Amministrazioni pubbliche e le fondazioni per quanto<br />

riguarda il settore mostre e quelli industriale e dei<br />

servizi per la comunicazione grafica<br />

7. No<br />

8 . Il superamento del formalismo dei primi anni novanta<br />

e l’off e rta di prodotti altamente funzionali e<br />

esteticamente belli; sviluppo di nuovi prodotti da<br />

p a rte delle imprese del settore industriale<br />

9 . La mancanza di un tessuto imprenditoriale significativo<br />

che fa sì che durante la loro formazione i designer<br />

non abbiano contatti col mondo della pro d u z i o n e<br />

10 . M i g l i o r a reil rapporto fra mondo dell’impresa e quello<br />

delle scuole grazie alla mediazione dell’amministrazione<br />

pubblica e forse, ancor più, un’azione del<br />

Ministerio de Industria attraverso i suoi strumenti per<br />

d i ff o n d e reil design e far compre n d e rei vantaggi app<br />

o rtati da una sua incorporazione all’interno dei processi<br />

di creazione di nuovi prodotti<br />

11 . Per quanto riguarda i progetti museografici e lemostre ,<br />

ilproblema deiprogetti di re s p i ro internazionale è ilcosto,<br />

che spinge alla ricerca di clienti nella zona in cui<br />

si lavora. Inoltre la linea d’impresa dello studio nel medio<br />

periodo è quella di rivolgersi al mercato nazionale<br />

NOVELL-PUIG DESIGN<br />

www. n o v e l l - p u i g d e s i g n . c o m<br />

Josep Novell e Josep Puig<br />

1 . 1 9 9 2<br />

3 . 5 più il personale commerciale e amministrativo<br />

4 . Piccoli elettrodomestici,attre z z a t u resanitarie e per installazioni,<br />

strumenti di controllo e medici, packaging<br />

e illuminazione<br />

5 . Attraverso un lavoro commerciale di localizzazione e<br />

visita delle imprese; pubblicazioni su rivistespecializzate;<br />

partecipazione alle iniziative di promozione organizzate<br />

da BC D, CI D E M, DD I, ecc.<br />

6 . Dal settore del consumo (packaging e elettro d o m e s t i-<br />

ci), a quello terziario (attre z z a t u re per installazioni) e<br />

domestico (illuminazione)<br />

7 . Un solo cliente, cinese, Mitco International Ltd.<br />

8. <strong>Design</strong> economicamente competitivo che favorisce il<br />

rapporto diretto con i clienti e che beneficia dell’«immagine<br />

di marca» che Barcellona ha diffuso a livello<br />

internazionale negli ultimi anni<br />

9 . Mancanza, tranne alcuni casi del product design e del<br />

packaging, di grandi aziende di livello intern a z i o n a l e ;<br />

la non volontà di competere nei mercati più dinamici<br />

e arr i v a re alle grandi multinazionali<br />

10. I n d i v i d u a rele imprese di recente creazione possibilmente<br />

dirette da giovani o quelle di seconda e terz a<br />

generazione a gestione familiare dirette da persone<br />

f o rmate nelle università, che puntino sul design per<br />

a c c re s c e re la competitività dei loro prodotti. Molti<br />

p roduttori sono ormai stati acquisiti da multinazionali<br />

o hanno delocalizzato la produzione nell’Est europeo<br />

o in Asia<br />

11. La mancanza di tradizione ed esperienza nella competizione<br />

internazionale, nonostante possa essere<br />

compensata dall’assunzione di professionisti giovani;<br />

gli stereotipi, largamente consolidati, sulle qualità<br />

tecniche del design catalano, e spagnolo in generale,<br />

in alcuni settori, in particolare l’arredamento, l’illuminazione<br />

e il product design. In quest’ultimo settore<br />

si riscontra una onnipresenza, presso i grandi<br />

centri produttivi, degli studi inglesi, tedeschi, italiani<br />

e nordamericani<br />

OSCAR TUSQUETS BLANCA<br />

www. t u s q u e t s . c o m<br />

1. 1964<br />

2 . Oscar TusquetsBlanca<br />

Arq u i t e c t u r a s<br />

3. 2<br />

4. Arredo per la casa e<br />

contract; arredo urbano<br />

5. Nessuna; lo studio è<br />

contattato dire t t a- Oscar Tusquets<br />

mente dai produttori<br />

6. Casa, contract, oggetti da regalo esclusivi<br />

7 . In ItaliaDriade, Alessi, La Murrina, Leucos, Cleto Munari,<br />

Arnolfo di Cambio, Olivari, Moroso, Rds-Kleis,<br />

VNason; in Germania Vo rwerk, Ritzenhoff, Eschenbach,<br />

Dornbracht; in Spagna (esclusa la Catalogna):<br />

Macaedis, Coinma, Makser, Publimedia, Saloni<br />

8. Presenza di buoni designer e buone scuole<br />

9 . Scarsità di aziende intraprendenti e riviste di<br />

q u a l i t à<br />

10 . La competitività della Cina dovrebbe convincere le imp<br />

rese che senza innovazione hanno i giorni contati<br />

11. Lo studio non desidera espandersi. È invece interessante<br />

lavorare per clienti stranieri se offrono possibilità<br />

e una libertà che non si trovano in Spagna<br />

QUIM LARREA & ASSOCIATES<br />

www.quimlarrea.com<br />

1 . 1982 pro f e s s i o n a l-<br />

mente, con la denominazione<br />

e stru t t u r a<br />

attuali dal 1997<br />

2. Xnf, Arquitectes; Dp<br />

56; Gonzalo Milá;<br />

Txema GarciaAmiano<br />

3. 3<br />

4. Industrial design, Quim Larrea<br />

grafica, architettura, consulenza alle imprese<br />

5 . P a s s a p a rola, ogni cliente ne attrae uno nuovo; pubblicazione<br />

dei progetti su riviste specializzate<br />

6. A rredamento, orologi e gioielleria, illuminazione,<br />

pietra naturale e porcellana<br />

7. Arredamento urbano, porcellana e artigianato<br />

8. Ottimo design<br />

9. Mancanza di finanziamenti, pubblici o privati, per fare<br />

tendenza<br />

VICTOR TEBAR<br />

THINKTANK<br />

1. 1981<br />

2. Montse Gabriel, architetto<br />

del paesaggio,<br />

esperta in percezione/leggi<br />

della<br />

Gestalt; Alex & Christophe<br />

Tebar, Industrial<br />

& Graphic <strong>Design</strong>ers<br />

a Stoccarda<br />

Victor Tebar<br />

3. Numero variabile, quelli necessari per un’efficace realizzazione<br />

dei progetti<br />

4 . Nell’ambito dello Yacht <strong>Design</strong>: creazione di nuove unità<br />

per armatori o cantieri; refit parziali o totali e trasformazioni<br />

di navi militari, commerciali; esterni e interni di<br />

yacht. Nell’ambito della ricerca e sviluppo: concept design<br />

per cre a re nuovi concetti per nuove nicchie di mercato<br />

e, quindi, per nuove forme di business e pro f i t s<br />

5. Il passaparola dei clienti<br />

6. Proprietari o direttori di diverse imprese, alcune multinazionali,<br />

e appartengono a quasi tutti i settori industriali.<br />

Attualmente un gran peso hanno i Grandi<br />

Costruttori e Real State Managers<br />

7. Sí<br />

8. Creatività, serietà e talvolta innovazione<br />

9. Mancanza di know how nei nuovi processi di fabbricazione,<br />

con nuove tecnologie, nuovi materiali e capacità<br />

di creare i nuovi design partendo dal dominio<br />

di queste conoscenze<br />

10. Nuove riviste specializzate in industrial design che<br />

arrivino a tutte le imprese per stabilire un legame fra<br />

designer e imprenditori; creazione di una fiera a Barcellona<br />

sull’industrial design; innovazione delle imprese<br />

basata sul miglior design (attualmente, fra l’altro,<br />

responsabile della maggior parte delle vendite)<br />

11. Nessuno; è dall’estero che vengono a cercare il buon<br />

design in Catalogna<br />

TORRES & TORRES<br />

www.torresbcn.com<br />

1. 1990<br />

4. 1 architetto, 3 architetti<br />

d’interni, 2 industrial<br />

designer<br />

5 . A rredamento d’interni,<br />

retail, arc h i t e t t u r a<br />

e product design<br />

6 . Attraverso la pagina<br />

web, alcune pubblicazioni<br />

del setto-<br />

Jordi Torres<br />

re e la buona pubblicità dovuta al passaparola dei<br />

clienti<br />

7 . Fra gli altri, settori alberg h i e ro (catene alberg h i e reBarceló);<br />

della ristorazione (ristoranti Toc); del loisir (discoteche);<br />

dell’ottica (Visionlab, Ulloa, Soloptical, Visualis);<br />

dei trasporti (Calsina Carré); agenzie di pubblicità<br />

(Cathedral, The Farm, Odisea); del commercio (Joyería<br />

Oh!, El Mundo de Drim); consumo/alimentazione<br />

(contenitori Eva, Martini); sanitari (Sanitas) e liberi professionisti<br />

(Sol Muntañola & Asociados, Barc e l a w )<br />

8. Madrid, Malaga, Palma de Mallorca, Castellón, Lecumberri<br />

(San Sebastián) e in Italia (Bisazza) Germania<br />

(Axor-Hansgrohe)<br />

9 . L’incapacità delle aziende e dei professionisti di lavor<br />

a re in modo interd i s c i p l i n a re;scarso valore attribuito<br />

alla creatività; assenza dal mercato intern a z i o n a l e<br />

10 . P romozione della cultura del design nella società; alle<br />

imprese non si deve trasmettere nulla e peggio per<br />

quelle che non ritengono importante la creatività; la<br />

realizzazione del Museu del Disseny<br />

11 . La produttività della Spagna, di molto inferiore a quella<br />

europea; gli scarsi investimenti economici nel campo<br />

del design che si ripercuotono anche sugli studi<br />

TRESSERRA COLLECTION<br />

www.tresserra.com<br />

1. 1987<br />

3. 4<br />

4. <strong>Design</strong>, pro d u z i o n e<br />

e commerc i a l i z z a-<br />

zione di pezzi da collezione<br />

e speciali;<br />

mobili per la casa e<br />

per l’ufficio, occasionalmente<br />

anche Jaume Tresserra<br />

per i settori alberghiero<br />

e della ristorazione<br />

5. Lo studio non fa pubblicità in modo diretto, promuove<br />

la sua attività attraverso articoli di giornale e fiere internazionali<br />

6. Economicamente e/o culturalmente di livello elevato,<br />

a causa del costo del prodotto<br />

7. I clienti si trovano principalmente al di fuori della Catalogna.<br />

Lo studio esporta l’80% della sua produzione<br />

in tutto il mondo<br />

8. La freschezza del design, in parte ancora libero dai<br />

grandi condizionamenti industriali<br />

9. Scarsa padronanza del marketing<br />

10. Strumento fondamentale sono premi, informazione,<br />

concorsi e sovvenzioni; per le imprese convertirsi al<br />

design per non affondare è una necessità assoluta e<br />

in parte molte lo hanno già fatto<br />

11. La disinformazione assoluta degli organi ufficiali e lo<br />

scetticismo conservatore dei produttori<br />

UMD/C*<br />

Uli Marchesteiner<br />

1. 1993<br />

3. 1 + collaborazioni<br />

esterne<br />

4. S c e n e g g i a t u re e montaggidiprodotticulturali<br />

(mostre, pre s e n t a-<br />

zioni e showrooms);<br />

industrial design nel<br />

s e t t o re dell’illuminazione<br />

e dell’arredo<br />

5. Con la pubblicità dei propri progetti; è in progetto<br />

un’antologica del lavoro dello studio dal 1995 al <strong>2005</strong><br />

in Spagna e Austria<br />

6. Istituzioni culturali, imprese del settore dell’arredo<br />

7. Non in questo momento<br />

8. Buon design<br />

9. A volte cattivo rapporto fra qualità prezzo e distribuzione<br />

limitata<br />

1 0 . U n ’ i m p o rtante fiera del design come quella di<br />

M i l a n o<br />

1 1 . In questo momento lo studio non vuole espand<br />

e r s i<br />

VARIS ARQUITECTES<br />

1. 1972 con Vi c e n t e<br />

Miranda, dal 1982<br />

con Eulàlia González<br />

e dal 1992 con Vicenç<br />

Bou<br />

2. J&G Asociados<br />

(Juan Gallostra); Boma<br />

(Robert Brufau);<br />

Dani Freixes<br />

Fca (Ignacio Forteza,<br />

Jordi Carbonell); Gao lletres (Eulàlia Bosch); Angí<br />

Folch & Associats (Pep Anglí)<br />

3. Da 10 a 20, fra designer e architetti<br />

4. Architettura, mostre, museografia, architetture effimere<br />

e architettura d’interni<br />

5. Attraverso pubblicazioni su riviste specializzate, conferenze<br />

in scuole di design, università e prossimamente<br />

grazie alla pagina web in preparazione<br />

6. Musei, centri culturali, luoghi di loisir del settore<br />

pubblico e privato; imprese del settore alberghiero e<br />

promotori del settore privato<br />

7. Strutture per il loisir nella zona di Bari e nelle Asturie;<br />

progetti per architetture d’interni e mostre a Madrid;<br />

museo della vita rurale a Maiorca<br />

8 . Grande capacità di riflessione; originalità e rigore<br />

9. Mancanza di diffusione; scarsa capacità di rischio per<br />

quel che riguarda i prodotti innovativi<br />

10. Premi con ripercussioni nell’ambito mediatico ed<br />

economico (sgravi fiscali sui prodotti sostenibili e<br />

d’interesse pubblico) assegnati da un’ampia giuria<br />

mista (pubblica e privata)<br />

11. Non aver ancora approfittato dei canali di diffusione<br />

che permettono le attuali tecnologie; il costo eccessivo<br />

dei concorsi che non permettono grandi investimenti<br />

da parte dei piccoli studi<br />

BA R CE LL O NA I N TE R N A Z I O N A LE<br />

Un catalano in Te s t a<br />

Ge rmán Silva è nato a Barcellona nel 1970.<br />

È d i re t t o regenerale creativo della Arm a n d o<br />

Testa, la principale agenzia di pubblicità in<br />

Italia con sede principale a Torino.<br />

Fino al 2003, Germán Silva è stato il massimo<br />

responsabile creativo della agenzia Young<br />

& Rubicam, a Madrid. Ha al suo attivo più di<br />

300 premi e menzioni in festival e competizioni<br />

c reative ed è uno dei tre creativi spagnoli<br />

con il maggior numero di premi EF I, assegnati<br />

dalla Asociación Española de anunciantes<br />

alle campagne più efficaci.<br />

È m e m b rodel prestigioso One Club americano<br />

e del D&Ad, il club dei designer e art dire c t o r<br />

di Londra, membro fondatore del Club de<br />

C reativos de España, membro della Asociación<br />

de Diseñadores gráficos y dire c t o res de arte<br />

del FA D e membro del Col.legi de Plublicitaris<br />

i Relacions Publiques de <strong>Catalunya</strong>.<br />

Recentemente è stato invitato a unirsi<br />

come membro a pieno titolo nel Art dire c t o r s<br />

club italiano.<br />

11


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

<strong>Design</strong><br />

ANDRÉ RICARD<br />

«<strong>Design</strong>ed in <strong>Barcelona</strong>»<br />

I progetti del <strong>2005</strong> selezionati dai loro autori:<br />

una panoramica sulle novità, dall’oggetto alla città<br />

B o c c e t ta di profumo «Brave»,<br />

per Agua Brava Fragrances<br />

ESTUDI AROLA<br />

B o c c e t tadi pro f u m o, per Mandarina Duck<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: nuovo design per Metalart ,<br />

A n d reu World, Santa & Cole;<br />

gioielleria «Personal» a Ta rragona; uffici Nestlé a Barc e l l o n a<br />

ESTUDIO MARISCAL<br />

Senza un design proprio,<br />

la concorrenza con la Cina<br />

è impossibile di Oscar Tusquets<br />

In Catalogna ci sono aziende interessanti,<br />

ma non hanno un livello di industrializzazione<br />

significativo e il fatto che si<br />

produca in Oriente ci deve far ripensare<br />

completamente tutto. In Cina vengono fatte<br />

cose identiche a quelle prodotte in Europa,<br />

ma vendute a un prezzo 10 volte inferiore.<br />

Il loro prezzo di vendita è più basso<br />

del nostro costo di produzione. Se devi produrre<br />

in Cina, devi mettere poi il tuo marchio,<br />

che dovrà essere un marchio di qualità.<br />

E con i lavoratori, che cosa si fa? È un<br />

problema che supera molto quello del designer,<br />

ma che ci tocca da vicino. La Spagna<br />

come l’Italia deve vendere soltanto qualità<br />

e innovazione. Senza un design proprio, la<br />

concorrenza con la Cina è impossibile. Le<br />

scarpe da donna di altissima qualità, create<br />

da grandi designer, sono tutte fatte in Italia,<br />

e per il momento questo non è tanto facile<br />

da portare in Oriente. L’unica possibilità<br />

che abbiamo è quindi essere ancora più innovativi,<br />

e in questo ha visto chiaro in questo<br />

l’Italia: non fa scarpe a buon mercato,<br />

perché non è un mercato di costi bassi. La<br />

Spagna non è più un paese a buon mercato,<br />

ma continua ad esserlo rispetto alla Germania,<br />

l’Inghilterra e l’Italia.<br />

OSCAR TUSQUETS<br />

Architetto, designer<br />

Il futuro<br />

m u l t i d i s c i p l i n a re<br />

di Jordi Torres<br />

La ricchezza di Gaudí e Dalí risiede<br />

nella loro multidisciplinarità, nella<br />

capacità di essere creativi totali. Negli anni<br />

ottanta solo Tusquets e Mariscal lo sono<br />

stati. Oggi il campo appare diviso in due:<br />

chi lavora per l’immagine e la comunicazione<br />

di marchi e chi nella creazione d’autore,<br />

ma sono pochi i designer multidisciplinari:<br />

BO O P B A, Curro Claret, Emiliana,<br />

Martín Ruiz de Azúa. La difficoltà<br />

maggiore è lavorare in team e la possibilità<br />

di organizzare l’attività, magari per tre<br />

anni, come uno studio di architettura.<br />

La comparsa di Internet ha determinato la<br />

nascita di una quantità di discipline legate<br />

alla web e un afflusso di designer che si formano<br />

per la strada. Oggi possiamo catalogare<br />

facilmente 30 categorie di designer,<br />

compresi i cuochi. Rispetto all’Europa, in<br />

Catalogna siamo troppo individualisti. A<br />

Barcellona la difficoltà maggiore è che la<br />

scelta dei produttori vada al di là dello s t a r<br />

s y s t e m: ci credono poco. Nella nostra generazione<br />

c’è scarsa collaborazione. Credo<br />

cheil designerabbialaresponsabilità di farsi<br />

comprendere meglio. Camper è un’azienda<br />

esemplare, che ha scelto il design<br />

multidisciplinare: ma perché questo non<br />

succede con un costruttore di mobili?<br />

JO R D I TO R R E S<br />

D e s i g n e r<br />

EMILIANA DESIGN STUDIO<br />

BOPBAA<br />

«El baúl», serie di mobili per l’infanzia,<br />

per Magis<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: nuovo progetto per il Grand<br />

Hotel a Rimini; lungometraggio di animazione diretto da<br />

F e rnando Trueba; progetto di una stazione della metro p o l i t a n a<br />

a Napoli in collaborazione con lo studio Tu s q u e t s<br />

AMÉRICA SÁNCHEZ<br />

«El vagón de Marta». Appartamento minimo a Barcellona: 30 mq per<br />

un giovane incapace di pagare più superficie in centro ma disponibile<br />

a un progetto che propone altre qualità funzionali<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: capannone Crl a Molins de Rei, Barcellona; stand «Kit» per<br />

B read & Butter, Barcellona; edificio per abitazioni popolari nell’area del Fórum a Barc e l l o n a<br />

MORILLAS BRAND DESIGN<br />

Nuova immagine della birra Moritz,<br />

per Cervezas Moritz<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: segnaletica e comunicazione<br />

del Fórum 2004, Barcellona; visual identity della mostra<br />

m e rcato del Mediterraneo; visual identity dell’hotel Casa<br />

C a m p e r<br />

CARRÉ NOIR<br />

«Shadow play», produzione: Richter spielgeräte; fotografía: Xavier Padrós<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: progetti per Nani Marquina e Metalarte; allestimento della<br />

mostra «Nature & Art. Gaudí, Dalí Miró», al Toyota Municipal Museum of Art per l’Expo di<br />

Aichi; allestimento della mostra «Spain Again» alla Tokyo <strong>Design</strong>er’s We e k<br />

MOSTRA COMUNICACIÓ<br />

C o m u n i cazione e design per Eat&Out, gruppo Pans & Company<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: Lkxa, creazione del naming e identità per il riposizionamento<br />

di una marca per servizi ai giovani de La Caixa; progetti internazionali per Pepsico<br />

JULIA SCHULZ-DORNBURG<br />

Nuova identità visiva di Trident Oxygen,<br />

per Cadbury Sch w e p p e s<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>:<br />

p rotettori Solari Delial per Garn i e r, gruppo l’Oreal;<br />

packaging Clickpaq per Cafés Marcilla, gruppo Sara Lee;<br />

P o m o d o ro Solís per Maggi, gruppo Nestlé<br />

Museografia «Espai Cap de Creus», Ampurd á n<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>: progetto del Museo Agro rum; esposizioni temporanee per il Museo<br />

del cinema di Girona, il Museo de Història de la Ciutat de Girona, il Museo de la Pesca di<br />

Palamós, la Fundación Niebla e la Fundación Fita<br />

S tand per il COAC ( C o l . legi d’A rquitectes de <strong>Catalunya</strong>) a Construmat,<br />

con Joan Pons Fo r m e n t<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: Sala esposizioni, negozio e uffici per «Vasava Artworks»<br />

a Barcellona; ristorante «Verónica 2», Barcellona; casa privata a Faro, Portogallo<br />

12


<strong>Design</strong><br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Il silenzio eloquente di Emilio Donato<br />

La recente scomparsa dell’architetto<br />

catalano Santiago Roqueta (1944)<br />

ha svelato l’estesa e poco divulgata «vita e<br />

opera» di un autore e maestro europeo del<br />

design industriale e dell’architettura d’interni.<br />

Secondo lo storico Juanjo Lahuerta<br />

«Roqueta era un uomo molto acuto, ma di<br />

una grande discrezione. È stato una corrente<br />

sotterranea, costante e generosa. Non<br />

rivendicò mai nulla, non volle mai potere».<br />

La sua fine intelligenza avvolgeva<br />

sempre, con un velo d’ironia e humor, le<br />

opinioni sulla propria opera e su quella dei<br />

suoi contemporanei, forse cosciente dei limiti<br />

strutturali del nostro paese, delle sue<br />

origini, dei suoi ritardi e delle sue dipendenze.<br />

Ho l’impressione che proprio lì abbia<br />

le sue radici, anch’esse occulte, l’insolita<br />

singolarità dei suoi contributi alla<br />

cultura del design in Catalogna, sia<br />

quelladirettamentalegataalla sua<br />

pratica professionale, sia<br />

quella relativa all’insegnamento<br />

e<br />

alla divulgazione<br />

del design,<br />

al suo<br />

impegnocon<br />

l’industria e<br />

Santiago Roqueta<br />

VARIS ARQUITECTES<br />

all’istituzione universitaria. In questa reinterpretazione<br />

personale e culturale risiedeva<br />

l’originalità che impresse nei progetti di<br />

mobili e oggetti, allestimenti di mostre, l’edizione<br />

di monografie sul design spagnolo<br />

ed europeo, le iniziative universitarie, la<br />

pratica del disegno e la pittura, i progetti di<br />

architettura d’interni, i suoi metodi di formazione<br />

di un designer globale, tutto ciò<br />

con la radicale e rara attitudine di un autentico<br />

spirito libero. Santiago Roqueta<br />

progettò negli anni settanta numerosi locali,<br />

che a suo giudizio dovevano essere<br />

«capaci di interpretare e migliorare la società<br />

dell’epoca» che oggi, dopo trent’anni,<br />

resistono, per la loro freschezza e chiarezza<br />

formale e concettuale, al trascorrere<br />

del tempo. Creò Snarck <strong>Design</strong><br />

(1969-1983), produttrice di<br />

opere recuperate di Rietveld,<br />

Balla, Hoffman, Dalí,<br />

tra gli altri. In definitiva,<br />

un percorso chiaro, sempre<br />

colto, creativo e generoso<br />

nel campo dell’arte,<br />

dell’insegnamento e<br />

della cultura del design:<br />

senza alcun<br />

dubbio unico.<br />

EM I L I O DO N A T O<br />

A r c h i t e t t o<br />

BA R C E L L ONA I N TE R N A Z I ON A L E<br />

Capitale<br />

del design urbano<br />

Ho frequentato parecchio Barcellona e la<br />

Catalogna fin dagli anni sessanta.<br />

Ho seguito la straordinaria apertura al resto<br />

dell’Europa e l’enorme sviluppo<br />

dell’architettura e successi-vamente<br />

del design, e gli straordinari progressi<br />

dell’urbanizzazione di Barcellona.<br />

L’interesse per il design catalano non è solo<br />

frutto della novità di un paese che si apre<br />

alle relazioni europee: oggi molti guardano<br />

soprattutto a Barcellona come una delle città<br />

più avanzate sia dal punto di vista<br />

architettonico, sia dal punto di vista del<br />

design urbano e industriale.<br />

Le realizzazioni che apprezzo di più in<br />

Catalogna sono il passato modernista<br />

e il museo di Miró di Sert.<br />

Negli ultimi tempi ho trovato tra le cose<br />

migliori il rifacimento della fabbrica di<br />

Domenech i Muntaner diventata Caixaforum,<br />

che reputo uno dei migliori rinnovamenti<br />

realizzati in Europa.<br />

E ottimo anche il Palau de la Música Catalana,<br />

mentre il museo di Meier è stato, per conto<br />

mio, un’ottima iniziativa per il miglioramento<br />

di una zona malfamata, ma come costruzione<br />

non la trovo soddisfacente.<br />

Trovo tutto il nuovo sviluppo di Barcellona<br />

lungo il mare estremamente interessante.<br />

Gillo Dorf l e s<br />

filosofo, storico del design<br />

BENEDITO DESIGN<br />

LLUSCÀ DESIGN<br />

Sedia «Inuit» per Sare<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: packaging per profumeria<br />

e body-care, attre z z a t u re per home-fitness, sedie<br />

e arredamento per ufficio, apparecchi Tv-Lcd, elettro n i c a<br />

applicata alla strumentazione medica<br />

LIEVORE ALTHERR MOLINA<br />

Sedia «Leaf» per Arper<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: lavori per Arper, Andre u<br />

World, Bellato, Emmebi, Sellex, Tacchini, Ve rz e l l o n i<br />

TRESSERRA COLLECTION<br />

P rogetto per il Museo Arqueológico de las Minas Pre h i s t ó r i cas di Gavà<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: allestimento mostra «El Quijote y <strong>Barcelona</strong>»; nuovo Conservatorio della Música del Liceo di<br />

B a rcellona; Museo della Música nell’Auditorium di Barc e l l o n a<br />

TORRES & TORRES<br />

Lo showroom Tresserra Collection aperto<br />

ad aprile a Parigi al 168 di rue de Rivoli<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: collaborazione con Arata<br />

Isozaki per gli uffici della Villa Majlis per lo sceicco<br />

Saud Bin Mohd Ali Althani<br />

NOVELL-PUIG DESIGN<br />

Interior design dello studio di avvocati Sol Muntañola & Asociados a Barcellona<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: design per Bisazza, Axor, Ulloa; progetto di Bar-Lounge per gli hotel della catena Grupo Barc e l ó ;<br />

abitazione privata «Huevo»<br />

«Halo», nuova generazione di pannelli per<br />

il controllo degli accessi re s i d e n z i a l i ,<br />

p rodottto da Fe r m a x<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: coordinamento della<br />

p roduzione in Asia per il gruppo Fermax; «Visual map» per<br />

Indo; «Sedia Salamanca». Nuovo arredo unitario (2.800<br />

sedie) per i locali della Plaza Mayor di Salamanca<br />

UMD/C*<br />

Aplique «Bloc», per Lamp<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: oltre venti nuovi modelli di<br />

p roiettori per Lamp S.A.; pistola a vapore e aspiratore a<br />

v a p o re per Hoover (gruppo Candy), fabbricati da Mitco<br />

I n t e rnational Ltd, Cata Kitchen Concept per Cata<br />

E l e c t rodomésticos, S.L.<br />

OSCAR TUSQUETS BLANCA<br />

CAPELLA GARCIA ARQUITECTURA<br />

QUIM LARREA & ASSOCIATES<br />

Allestimento della mostra «Cosas de ca s a »<br />

per il Museo de la Historia, Sabadell<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: expo itinerante per<br />

AD I- FA D; nuovo design per Santa & Cole, Escofet, Comas<br />

VICTOR TEBAR THINKTANK<br />

Hall dell’ Hotel Diagonal <strong>Barcelona</strong>.<br />

Catena Hoteles Silken e Grupo Urvasco<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: Hotel Vapor Gran (Te rrassa) per<br />

il G rupo Cirsa e Inmobiliaria Grup La Clau; Les Naus del Va p o r<br />

Gran (Te rrassa) per Prointesa e Inmobiliaria Grup La Clau<br />

Interno della casa «Alex» a Saragozza<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: lampade, oro l o g i ,<br />

a rredamento urbano, componenti per il bagno,<br />

a rredamento per la casa, case unifamiliari e spazi pubblici<br />

Salone dello yacht BD SL 100.<br />

A r m a t o re: Barcos Deportivos<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: restyling LGC-66 metri<br />

per Ecoyacht; due catamarani yacht per il cantiere<br />

Dradisa di Vilanova i la Geltrú<br />

Lampada «Helix» per Le u c o s<br />

Principali progetti <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>: nuovo design per Driade,<br />

Coinma, Tonon, BD, Saloni<br />

13


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Produttori<br />

BA R C E LL ONA I N TE R N A Z I O N A LE<br />

<strong>Design</strong> multinazionale<br />

La sede di Hewlett-Packard di Barcellona,<br />

aperta nel 1985, diretta da Enrique Lores,<br />

ha la responsabilità mondiale delle stampanti<br />

a grande formato, dalla ricerca alla produzione,<br />

dal marketing alla finanza. Barcellona fu scelta<br />

come sede europea per i vantaggi offerti dalla<br />

Catalogna: alto livello di formazione, buone<br />

comunicazioni e costi competitivi. Hewlett<br />

Packard investe nel settore R&D (ricerca e<br />

sviluppo) a Barcellona circa 70 milioni di euro<br />

e occupa 400 persone. La sede catalana<br />

ha la responsabilità di tre aree per il mondo<br />

e quattro per l’Europa. Ospita la sede dell’Emea<br />

<strong>Design</strong> Center, un centro ricerche e analisi<br />

delle tendenze, diretto da Olivier Mache<br />

che fa capo direttamente al Corporate Global<br />

Industrial <strong>Design</strong> Team a Palo Alto<br />

in California. Nel settore artistico e culturale,<br />

HP ha installato il <strong>Design</strong>jet Printing Kiosk<br />

presso il Museu Nacional d’Art de <strong>Catalunya</strong><br />

(MNAC) a Barcellona e alla National Gallery<br />

di Londra. Il <strong>Design</strong>jet, progettato a<br />

Barcellona, è stato usato per produrre mappe<br />

in tempo reale per la ricerca delle persone<br />

scomparse dopo l’attentato dell’11 settembre<br />

a New york, è stato utilizzato per il<br />

ricollocamento delle pitture romaniche dai<br />

musei catalani nelle sedi originali.<br />

J o rdi Morillo Pere s<br />

Responsabile del design industriale<br />

di Hewlett-Packard Española, S.L.<br />

WWW.ALIS.ES<br />

1 . Gennaio 2004<br />

2 . P o l t rone per teatri e auditorium<br />

3 . 2 milioni di euro nel 2004; 6 milioni di euro nel <strong>2005</strong><br />

4 . 20% nel primo semestre del <strong>2005</strong><br />

5. Gamma di sedute; poltrone per auditorium; sedie ed<br />

elementi complementari per il 2004. Saranno 12 i<br />

nuovi prodotti per il <strong>2005</strong>; la linea più significativa<br />

continuerà a essere quella di poltrone per auditorium,<br />

ma ci saranno anche elementi di supporto per<br />

mostre, arredamento urbano e due serie di panchine<br />

per aeroporti e aree di attesa<br />

6 . Un settore interno di ricerca e sviluppo con ingegneri<br />

e designer, ma lavora anche con architetti e designer<br />

estern i<br />

7 . 1 designer e 3 ingegneri che ideano e sviluppano il<br />

p rodotto, 1 altro ingegnere per la commerc i a l i z z a z i o-<br />

ne e 1 allestitore per la commercializzazione e per la<br />

comunicazione e servizio stampa<br />

9 . S u p e r i o re all’8% del fatturato nel 2004; si raggiunge<br />

il 12% se si comprende lo sviluppo del pro d o t t o<br />

1 0 . In design e ingegneria del prodotto; analisi delle tendenze<br />

evolutive dei prodotti e del merc a t o<br />

1 1 . Distributori e agenti su territorio nazionale e intern a z i o-<br />

nale (Regno Unito, Olanda, Argentina e Mediterraneo)<br />

1 2 . Nessuna per il 2004 e <strong>2005</strong>; nel <strong>2006</strong> Eimu a Milano<br />

1 3 . Il cuore della strategia di affari dell’azienda; off r i reai<br />

p rofessionisti la possibilità di integrare l’arre d a m e n-<br />

to nei loro progetti<br />

Le aziende rispondono<br />

1. Anno d’inizio dell’attività<br />

2 . P roduzione principale 20 04 - 20 05<br />

3. Vendita netta nel 2004-<strong>2005</strong><br />

4. Esportazione nel 2004 e <strong>2005</strong><br />

5. Nuovi prodotti del <strong>2005</strong>-<strong>2006</strong><br />

6. Lavora con designer esterni<br />

o interni?<br />

7. Competenze dei designer in<br />

azienda<br />

8. Numero di designer esterni<br />

9. Investimenti in design<br />

10 . I n vestimenti in ricerca e sviluppo<br />

11. Punti vendita e in quali paesi<br />

12. Partecipazione fiere<br />

13. Valore aggiunto dal design<br />

14 . Eccellenzedel design in Catalogna<br />

15 . D e bo l e zze del design in Catalogna<br />

16. Fattori decisivi di crescita per<br />

l’azienda<br />

17. Iniziative private prioritarie<br />

in Catalogna<br />

18. Iniziative pubbliche prioritarie<br />

in Catalogna<br />

Si omette il numero per le risposte non perv e n u t e<br />

1 4 . L’aspetto estetico del design<br />

15. Non tenere in conto, da parte del contesto economico<br />

e delle autorità, del significativo investimento<br />

negli aspetti tecnici che l’aspetto estetico del design<br />

comporta<br />

1 6 . L’attenzione al design come valore aggiunto del prodotto<br />

e alle esigenze del cliente, legata alla flessibilità<br />

e collaborazione fra fornitori, designer, ingegneri,<br />

distributori, ecc.<br />

1 7 . La comprensione che valore aggiunto, conoscenza,<br />

design e collaborazione sono fattori decisivi per la<br />

competitività,visto che non lo sarà più il basso costo;<br />

l a v o ro in re t e<br />

1 8 . P o t e n z i a re gli investimenti in ricerca e sviluppo, non<br />

limitandoli all’alta tecnologia, ma estendendoli anche<br />

allo sviluppo di tecniche, migliorie estetiche e del<br />

p rodotto, divulgazione; un maggior sforzo negli investimenti<br />

da parte delle amministrazioni; potenziamento<br />

della comunicazione e immagine del design<br />

catalano in ambito intern a z i o n a l e<br />

WWW.BDBARCELONA.COM<br />

1 . 1 9 7 2<br />

2 . Sistemi di mensole in alluminio «Hypostila», arre d a-<br />

mento urbano «Bdlove», sedia «Varius», arre d a-<br />

mento urbano in generale, collezioni storiche di<br />

Salvador Dalí e Antoni Gaudí<br />

3 . 6 milioni di euro nel 2004; si ipotizza una crescita del<br />

10% nel <strong>2005</strong><br />

4 . S u p e r i o re al 20% della fatturazione totale<br />

5 . Divano a forma di labbra «Dalilips» (Salvador Dalí);<br />

buca delle lettere, progettata con Fabrica, il laboratorio<br />

del gruppo Benetton per il 2004; una collezione di<br />

a rredamento urbano progettata da Alfredo Häberli per<br />

il <strong>2005</strong><br />

6 . Lavora con designer esterni per la concezione dei<br />

p rogetti e con un’équipe interna per adattarli ai mezzi<br />

di produzione più adeguati<br />

7 . 3 ingegneri<br />

8 . Oscar Tusquets e il gruppo di lavoro di Fabrica<br />

9 . 3 , 5 %<br />

1 0 . Contrattazione per avere i migliori designer in base al<br />

l o ro profilo; ultime novità in fatto di hard w a re e softw<br />

a re per sviluppare tecnicamente i prodotti; acquisto<br />

di forme e stampi per assicurare la massima qualità<br />

dei pro d o t t i<br />

1 1 . Più di 600 in 26 paesi<br />

1 2 . Salone del Mobile a Milano, Construmat a Barc e l l o n a<br />

e Prima a Londra nel <strong>2005</strong>; Salone del Mobile e<br />

Prima nel <strong>2006</strong><br />

I m p re s e c a t a l a n e a l l o s<br />

Indagine sulla produzione: gli imprenditori descrivono il m<br />

SEGUE DA PAG. 2, III COL. IN BASSO<br />

1 3 . Il design è l’anima e la ragione di essere dell’azienda<br />

1 4 . Alto livello di sviluppo e radicamento delle discipline<br />

relative al design nella vita quotidiana<br />

1 5 . Scarsa ripercussione all’estero del design catalano a<br />

d i ff e renza di quello italiano o scandinavo<br />

1 6 . Potenziamento dello sviluppo dei mercati esteri che<br />

o ff rono possibilità commerciali. Selezione dei segmenti<br />

di mercato in cui l’azienda desidera aumentare<br />

la sua competitività<br />

1 7 . Investimento in fattori diff e renziali che aggiungano<br />

v a l o re ai prodotti e servizi per non distinguersi esclusivamente<br />

per i costi, battaglia che vincono i paesi<br />

dell’Est europeo e asiatici<br />

1 8 . Investimenti in infrastru t t u re: re a l i z z a re la rete<br />

dell’alta velocità con Madrid, ampliare l’aero p o rto del<br />

Prat e fare in modo che possa ospitare voli transoceanici,<br />

soppressione dei pedaggi, costruzione di<br />

nuove superstra dell’area industriale di Barc e l l o n a<br />

WWW.CARPYEN.ES<br />

1 . 1 9 5 4<br />

2 . Applique «Alfa», «Gamma» e «Beta» piccola; lampada<br />

da terra «Galilea»; plafon «Basic» medio; lampade<br />

da tavolo «Galilea Mini», «Aura», «Candel» e<br />

«Aurita» grande; lampadario «Petra» nel 2004. Gli<br />

stessi modelli nel <strong>2005</strong>, cui si aggiungono la gamma<br />

«<strong>City</strong>»; lampada da tavolo «Nirvana»; lampada da<br />

t e rra «Harry »<br />

3 . 3.064.910 euro nel 2004; 1.906.082 euro nel primo<br />

s e m e s t re del <strong>2005</strong><br />

4 . 25% nel 2004; 36% nel primo semestre del <strong>2005</strong><br />

5 . I modelli «Nairobi», «Pocket», «Urban», «Infinity»,<br />

«Frida», «Odissey», «Shiro», «Urban», «Zenit»,<br />

«Galilea» per il 2004. «Candel», lampada da tavolo<br />

di vetro pirex; «<strong>City</strong>» serie di alogene cro m a t e ;<br />

« Viper» applique flessibile metallica; «Irma» pensile<br />

singolo o in serie; «Fritz», «Waki», «Jacky» applique,<br />

«Nirvana» lampada da tavolo metallica; lampada<br />

da terra «Harry», per il <strong>2005</strong>. Serie completa delle<br />

lampade «Harry» e «Nirvana», un altro tipo di lampada<br />

da tavolo «Candel» e nuove applique e lampade<br />

da terra, per il <strong>2006</strong><br />

6 . Lavora con designer esterni<br />

8 . Gabriel Teixidó, Johnatan Daifuku, Nova+, Porc u a t ro<br />

( Toni Pallejá)<br />

9 . 3 %<br />

1 0 . Sviluppo di modelli innovativi e funzionali; utilizzo di<br />

nuovi materiali<br />

1 1 . 2.000 punti vendita in Spagna e altri 43 paesi<br />

1 2 . Fiera Fiam a Valenza e Fiera Euroluce a Milano nel<br />

2004 e nel <strong>2005</strong>; Fiera Light & Building di<br />

F r a n c o f o rte e Fiam nel <strong>2006</strong><br />

1 3 . La possibilità di distinguere i prodotti dell’azienda da<br />

quelli degli altri pro d u t t o r i<br />

1 4 . Semplicità, funzionalità e fre s c h e z z a<br />

1 5 . Mancanza di una visione intern a z i o n a l e<br />

1 6 . A z z e c c a re i nuovi modelli; pro m u o v e re il marc h i o<br />

contano alcuni giornalisti specializzati.<br />

C’è una rivista specializzata in design,<br />

«ON», fondata nel 1976 e una più accademica,<br />

«Temes de Disseny», nata per iniziativa<br />

di EL I S A V A. I designer contano diverse<br />

associazioni per la difesa della loro<br />

professionecomeAD P (AssociaciódeDissenyadors<br />

Professionals) e un collegio professionale(CO<br />

D I G).ABarcellonac’èlasede<br />

di <strong>Design</strong> for the World, una ON G c h e<br />

ha lo scopo di aiutare a risolvere problemi<br />

attraverso volontari del design. Come si<br />

può vedere c’è un’infrastruttura importante,<br />

un tessuto di istituzioni con una tradizione<br />

e una diffusione del design tra i cittadini,<br />

di qualsiasi livello. Questa importanza<br />

del design non sembra riflettersi nell’economia<br />

reale. È molto difficile potere<br />

quantificare il settore design, in primo luogo<br />

perla difficoltà neldelimitare la stessa disciplina,<br />

qualcosa che gli stessi designer si<br />

sono incaricati di rendere pubblico. È già<br />

passato qualche anno da quando Victor<br />

Papaneck diceva «tutti gli uomini sono designer,<br />

tutto ciò che facciamo, quasi tutto il<br />

tempo, è design...». Non esiste nel CN A E<br />

(Clasificación Nacional de Actividades<br />

Económicas) nessun capitolo dedicato al<br />

design e di conseguenza non esistono cen-<br />

dell’azienda con azioni di marketing; definire una<br />

strategia precisa nei mercati di esportazione; far visita<br />

in modo re g o l a re ai distributori e ai clienti<br />

1 7 . Un maggior numero di eventi legati al design in<br />

C a t a l o g n a<br />

1 8 . Aiuti e sovvenzioni per la promozione del design<br />

c a t a l a n o<br />

WWW.ESCOFET.COM<br />

1 . 1886<br />

2 . A rredamento urbano per il 2004. Attualmente l’80%<br />

del fatturato proviene dalla División de Elementos<br />

Urbanos y de Paisaje, la quale comprende sia elementi<br />

urbani standard sia «Progetti speciali»<br />

3 . 15.600.000 euro nel 2004, e la stessa cifra è pre v i s t a<br />

per il <strong>2005</strong><br />

4 . 40% nel 2004. Nel <strong>2005</strong> si mantiene intorno al 40%,<br />

ma con prospettive di crescita; leggermente in perd i-<br />

ta sul mercato nazionale<br />

5 . Per il 2004 e <strong>2005</strong>: panchina «Godot» (Díez+Díez,<br />

Madrid); panca «Dujo» (Nataniel Fuster, Porto Rico);<br />

panchina «Sit» (Diego Fortunato, Barcellona); panca<br />

«Uraba» (ZooCreative, Bera-Navarra); panchina<br />

«Naguisa» (Toyo Ito) presentata a Construmat <strong>2005</strong>.<br />

Per il <strong>2006</strong>: pavimento «Reticola» (Alfredo Arr i b a s )<br />

p rogettato per lo spazio esterno della sede centrale di<br />

E rmenegildo Zegna; panchina «U-Shape» (Arkitema);<br />

Mayo Circular (Antonio Cruz e Antonio Ort i z ,<br />

Siviglia); Banda Doblada, proposta vincitrice del concorso<br />

indetto dalla Cátedra Blanca de Valencia.<br />

6 . Lavora principalmente con designer estern i<br />

7 . 2 arc h i t e t t i<br />

8 . Quelli sopra menzionati<br />

9 . A p p rossimativamente 1%<br />

10 . Nuove concezioni di arredamento urbano e applicazioni<br />

di nuovi materiali<br />

11 . Agenti: 7. Rappresentanti: 7 in Spagna, 6 in Francia,<br />

4 in Germania, 2 negli Stati Uniti, 1 in Port o g a l l o ,<br />

Olanda, Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Belgio,<br />

D a n i m a rca, Italia e Porto Rico<br />

12 . Nel <strong>2005</strong>, Construmat <strong>2005</strong> e a ottobre Encontros de<br />

Galicia. Ancora nessuna previsione per il <strong>2006</strong><br />

13 . Un valore ineludibile e fondamentale. L’ a z i e n d a<br />

vende concetti<br />

14 . Alto livello di innovazione e cre a t i v i t à<br />

15 . Basso livello di pro f e s s i o n a l i t à<br />

16 . P rogetti speciali in collaborazione con architetti o<br />

d e s i g n e r<br />

17 . L’ i n t e rnazionalizzazione dei prodotti dell’azienda che<br />

può cre s c e re solo esportando all’estero il suo modello<br />

e i suoi prodotti data la saturazione del merc a t o<br />

locale dell’arredamento urbano e del paesaggio.<br />

18 . La promozione delle aziende locali all’estero .<br />

Sovvenzioni per part e c i p a rea fiere, pubblicazioni in<br />

collaborazione con l’Icex, ecc.<br />

14


Produttori<br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

l<br />

specchio: design oriented<br />

mercato, l’innovazione, il rapporto con i progettisti e la società<br />

simenti affidabili di designer. In secondo<br />

luogo mancano anche i dati di quanti designer<br />

lavorano comef r e e l a n c e né di quanti<br />

lavorano in azienda. Mancano anche i datisuquantepersone,nelleaziende,sianodesigner,<br />

ingegneri o tecnici in generale collegabili<br />

al design, né quanto si spenda annualmente<br />

in design. Se ci atteniamo agli<br />

studi professionali di design che lavorano<br />

per conto proprio come f r e e l a n c e,si calcolano<br />

inSpagna oltre4.000studi di design che<br />

occuperebbero 20.000 persone. Possiamo<br />

stimare che il 40% sitrovano inCatalogna,<br />

la maggior parte a Barcellona, vale a dire<br />

circa 8.000 designer in attività, organizzati<br />

in circa 1.600 società. Di questo totale di<br />

aziende, approssimativamente il 12% si dedicano<br />

al design di prodotto, il 30% al design<br />

grafico, il 32% agli interni, il 9% alla<br />

moda e le restanti sono multidisciplinari. Il<br />

settore è straordinariamente frammentato,<br />

cisono moltidesignerchelavoranoperconto<br />

proprio e la media è di una società con<br />

cinque impiegati che fattura circa 300.000<br />

euro l’anno, con scarse inclinazioni imprenditoriali.<br />

Questa piccola dimensione<br />

delle società non permette, in genere, che<br />

esistano professionisti in gestione aziendale<br />

e pone problemi di definizione di strategie<br />

di crescita a medio e lungo termine. La domanda<br />

di design da parte delle aziende è<br />

prevalentemente locale. Di fatto l’esportazione<br />

di servizi di design supera appena i 6<br />

milioni di euro, meno dell’1% del fatturato<br />

totale del settore. Sono relativamente poche<br />

le aziende che fanno contratti con designer<br />

esterni. Quando succede, le relazioni<br />

dei designer con i loro clienti sono basate<br />

sulle relazioni personali e sulla fedeltà. Ciò<br />

nonostante, molti imprenditori non si fidanoancoradeidesigner,allacuicomponente<br />

artistica associano qualcosa che considerano<br />

incompatibile con le necessità di pragmatismo<br />

della gestione aziendale. Gli imprenditori,<br />

cioè, pensano che a molti designer<br />

manchi la formazione necessaria per<br />

comprendere i problemi aziendali e che sarebbe<br />

necessaria una maggior specializzazione.<br />

Il dialogo tra imprenditori e designer<br />

è pertanto molto difficile. I primi non arrivano<br />

a vedere chiaro come dare redditività<br />

all’investimento in design e i secondi conoscono<br />

poco la dinamica aziendale. Così è<br />

la realtà del design in Catalogna: tutti parlano<br />

di design ma pochi investono in esso.<br />

Queste sono le luci e le ombre del design in<br />

C a t a l o g n a .<br />

JORDI MONTAÑA<br />

Direttore della cattedra in Gestione<br />

del <strong>Design</strong> alla Business School ESADE.<br />

WWW.MARSET.COM<br />

1. 1942<br />

2. Articoli di illuminazione decorativa e architettonica<br />

di design moderno<br />

3. 5 milioni di euro<br />

4. 45%<br />

5. «Neon de luz», «Camp», «Mercer»<br />

6. Lavora con designer esterni<br />

9. 8%<br />

10. Sviluppo di nuovi prodotti e comunicazione<br />

11. 1.200 punti di vendita in 25 paesi<br />

12. Light+Building a Francoforte<br />

13. Il design non è solo un valore aggiunto, è quello<br />

fondamentale che fa la differenza<br />

14. La capacità di generare un design unico, caratteristico<br />

e internazionale<br />

15. La dimensione delle aziende nel settore del design<br />

1 6 . Il conseguimento di un aumento della dimensione dell’azienda<br />

per poter competere sui mercati intern a z i o n a l i<br />

18. Un uso più efficace delle proprie risorse e non solo<br />

l’organizzazione di eventi di immagine<br />

WWW.NANIMARQUINA.COM<br />

1. 1987<br />

2. Circa 3 milioni di euro<br />

4. 40%<br />

5 . Per il 2004, 5 serie di tappeti: «Black On White» (4<br />

modelli per 4 designer: Javier Mariscal, Xano<br />

A rm e n t e r, Sybilla, Joaquim Ruiz Millet); «Cre m a -<br />

Yeras» di Diego Fortunato; «Aros», «De Yute» e<br />

«Ovo» di Nani Marquina. Per il <strong>2005</strong>, 6 serie di tappeti:<br />

«Bicicletta» (100% materiale riciclato di camere<br />

d’aria di bicicletta) di Nani Marquina e Ariadna Miquel,<br />

Selezione Premio Delta AD I- FA D <strong>2005</strong>; «Carm e n » ,<br />

«Juliette», «Rajasthan» e «Zoom» di Nani Marq u i n a ;<br />

«Fit» di Mariana Eidler e Oriol Guimerà. Serie di<br />

cuscini, «Pillow Play» di Ana Mir, Selezione Pre m i o<br />

Delta AD I- FA D <strong>2005</strong>. Attualmente l’azienda sta lavorando<br />

alle nuove collezioni per il <strong>2006</strong><br />

6. Ha un settore interno di design e collabora anche<br />

con designer<br />

7. 2 designer che si occupano di sviluppo del prodotto,<br />

1 grafico e 1 per il coordinamento del settore e<br />

comunicazione<br />

9. 9%<br />

10. Tecniche di tessitura e materiali, ultimamente<br />

soprattutto riciclabili<br />

11. Nessun punto di vendita proprio. Distribuzione in<br />

46 paesi<br />

1 2 . Nel 2004: Internationale Möbel Messe a Colonia,<br />

Salone del Mobile a Milano (Superstudio - Zona<br />

To rtona), IC F F a New York, Feria Internacional del<br />

Mueble a Valenza, Interieur in Belgio. Nel <strong>2005</strong>: Casa<br />

P a s a rela a Madrid, Salone del Mobile a Milano, IC F F a<br />

New Yo r k , Feria Internacional del Mueble a Va l e n z a<br />

13. Fondamentale<br />

16. Diversificazione delle linee di prodotti, sempre in<br />

relazione con il tessile per la casa. Espansione sul<br />

mercato internazionale<br />

WWW.OKEN.ES<br />

1. 1989<br />

2. Sedute e panche per impianti<br />

3. 7.105.000 euro nel 2004; 7.400.000 euro previsti<br />

nel <strong>2005</strong><br />

4. 33%<br />

5. Sgabello «Binaria»; panca «Vip system»; panca<br />

«Vip in-out»; programma di sedute per ufficio e<br />

collettività «Staff» per il <strong>2005</strong>; per il <strong>2006</strong> sono previsti<br />

2 nuovi sistemi di panche per collettività<br />

6. L’azienda lavora con designer esterni<br />

7. Nessuno<br />

8. Josep Lluscà; Gabriel Teixidó; Otto Canalda e Jordia<br />

Badia<br />

10 . Nuovi materiali e tecnologie ecologicamente sostenibili<br />

11. 120 punti vendita in 48 paesi<br />

12. Orgatec a Colonia nel 2004; nessuna nel <strong>2005</strong>;<br />

Ofitec e Orgatec nel <strong>2006</strong><br />

13. Il design è uno strumento per far fronte alla globalizzazione<br />

e delocalizzazione<br />

14. Creatività, innovazione; identità e differenziazione<br />

15. Livello di produzione e distribuzione non sufficientemente<br />

riconosciuto in ambito internazionale<br />

16. Continuare a investire in innovazione, design e marketing<br />

17 . P ro m u o v e re l’associativismo per cre a re sinerg i e<br />

positive e potenziare l’immagine del design catalano<br />

18 . A p p o g g i a re le imprese nella diffusione del fattore<br />

identità del design. Cerc a re di arm o n i z z a redal punto<br />

di vista fiscale i vari paesi dell’Unione Europea<br />

WWW.SANTACOLE.COM<br />

1. Ottobre 1985<br />

2. Elementi di arredo urbano (33%), illuminazione e<br />

arredamento (33%), altro (negozi e distribuzione)<br />

(33%) sia nel 2004 sia nel <strong>2005</strong><br />

3. 20 milioni di euro nel 2004; 25 milioni di euro l’obiettivo<br />

per il <strong>2005</strong><br />

4. 6,5 milioni di euro nel 2004; 40% della produzione<br />

nel <strong>2005</strong><br />

5. Lampade per interni, elementi di arredo urbano,<br />

serie di arredamento con Dino Gavina e libri. Più di<br />

15 nuovi prodotti per il 2004. Serie di riedizioni dell’architetto<br />

danese Arne Jacobsen ed elementi di<br />

arredo urbano per il <strong>2005</strong><br />

6. Lavora con designer esterni e ha un settore tecnico<br />

interno<br />

7. Sviluppo del prodotto: 14 persone. Marketing e<br />

comunicazione: 3 persone. Progetti speciali (vendita):<br />

4 persone<br />

8. Lista nel sito www.santacole.com<br />

9. Royalties (in media): 2,5% delle vendite. Ricerca e<br />

sviluppo: 3,5% delle vendite<br />

1 0 . Elaborazione di IS O 9001:2000; shop on-line; software<br />

di gestione (CR M,PD M); nuovi stampi e pro t o t i p i<br />

11. 6 punti di vendita propri in Spagna; 75 distributori<br />

spagnoli. Esportazione in 35 paesi<br />

1 2 . E u roluce e Fiera del Mobile a Milano, Light & Building<br />

a Francoforte, Construmat a Barcellona nel 2004; Casa<br />

P a s a rela, Euroluce, Fiera di Colonia e Construmat nel<br />

<strong>2005</strong>; Light & Building e Fiera di Colonia nel <strong>2006</strong><br />

13. La ragione di essere dell’azienda che è una <strong>Design</strong><br />

Publishing<br />

14. Freschezza mediterranea; solvibilità tecnica; easy<br />

living; buon prezzo<br />

1 5 . C a renti mezzi di comunicazione; mancanza di notorietà<br />

16. Audacia (non avere paura); rigore (sul versante della<br />

tecnica); lavoro duro<br />

17. La costituzione e il lancio del Parc de Disseny de<br />

Belloch (Barcellona)<br />

18. L’omologazione degli studi di design nell’elenco dei<br />

titoli universitari del Ministerio de Educación<br />

WWW.SUPERGRIF.ES<br />

1. 1967<br />

2. Rubinetteria di sanitari<br />

3. 7.500.000 euro per il 2004; 8.000.000 euro previsti<br />

per il <strong>2005</strong><br />

4. Intorno al 50% del fatturato in entrambi i casi<br />

5 . La nuova serie di rubinetteria disegnata da Miquel Milá<br />

6. L’azienda ha un settore interno proprio di design ma<br />

lavora anche con designer esterni<br />

7. 3 persone che si dedicano esclusivamente al design<br />

di nuovi prodotti<br />

9. 6% in media negli ultimi 4 anni<br />

10. Adozione di nuove tecnologie di cartucce e montaggio<br />

per le rubinetterie; nuovi materiali; tematiche<br />

relative all’ambiente e al riciclaggio<br />

11. 2.000 punti di vendita al cliente finale in 35 paesi<br />

12. IdeoBain a Parigi e Kbis a Orlando nel 2004; ISH a<br />

F r a n c o f o rte, Construmat a Barcellona e KB I S a<br />

Orlando nel <strong>2005</strong>; KBIS a Orlando nel <strong>2006</strong><br />

13. Fattore fondamentale, poiché il mercato richiede<br />

una costante innovazione, altro elemento chiave per<br />

imprese che, come Supergrif, mantengono la loro<br />

produzione in Europa<br />

14. Il numero elevato di architetti e designer a Barcellona,<br />

città multiculturale dove il design si «vive per<br />

strada»; la presenza di molti organismi di promozione<br />

e diffusione del design (FAD)<br />

16. Capacità di innovazione non solo a livello di design<br />

ma anche sapendo anticipare i gusti del pubblico;<br />

marketing e comunicazione<br />

1 7 . Il raff o rzarsi delle piccole e medie imprese grazie a<br />

collaborazioni specifiche e associazioni di settore ;<br />

s c o m m e t t e resul design e sull’innovazione visti gli<br />

alti costi della manodopera in Euro p a<br />

18. Una distribuzione omogenea degli aiuti a tutte le<br />

imprese, in particolare piccole e medie, poiché sono<br />

quelle che più creano posti di lavoro nel medio e<br />

lungo periodo<br />

WWW.VAHO.WS<br />

1. 2001 con questo nome<br />

5 . Consolidamento della serie «Vaho Tr a s h i o n<br />

Baggage» di riuso delle banderolas pubblicitarie<br />

di Pvc; nuova serie «Buho Nightlife»; arre d a m e n-<br />

to ottenuto dal riuso di materiali come carrelli della<br />

spesa o bidoni di olio o petrolio convertiti in sedie<br />

e poltrone; apertura del primo negozio dell’azienda,<br />

Flag ship store - Vaho Gallery a Barc e l l o n a<br />

6. Ha un settore interno di design<br />

7. 2 designer industriali, i fondatori dell’azienda, Luca<br />

Leonardi e Patricio Abreu<br />

8. Nessuno<br />

9. Dipende, l’azienda comunque investe più tempo che<br />

denaro<br />

10. Ricerca di nuovi materiali in «disuso» con cui creare<br />

oggetti o elementi pratici per la vita quotidiana;<br />

nuove vie di comunicazione per arrivare ai clienti<br />

11. 200 punti di vendita fra Spagna, Francia, Italia,<br />

P o rtogallo, Germania, Olanda, Svezia, Svizzera,<br />

Andorra, Giappone e Canada<br />

12. Bread&Butter a Barcellona e Saló Gaudí/<strong>Barcelona</strong><br />

Fashion Week<br />

13. Il design, inteso nella sua accezione sostenibile<br />

come strumento per riciclare materiali già esistenti e<br />

non per generare nuovi scarti, è la base e la chiave<br />

del successo dell’azienda<br />

14. L’essere la Catalogna in generale, e Barcellona in<br />

particolare, un centro di raccolta di professionisti di<br />

ogni parte del mondo<br />

16. La qualità dei prodotti, la ricerca, la sperimentazione,<br />

lo sviluppo sia dei prodotti dell’azienda sia di<br />

nuovi materiali con cui lavorare<br />

17. Guardare al futuro senza rassegnazione, risentimento<br />

e vittimismo; guardare oltre i propri confini<br />

18. Migliori infrastrutture e facilitazioni economiche a<br />

idee che possano collocare il paese ai livelli più alti<br />

nel campo del design e dell’innovazione<br />

15


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Prodotti<br />

Dalla casa alla città<br />

Le produzioni recenti delle aziende, tra arredo urbano e arredamento<br />

Editore in Italia Intervista con Javier Nieto<br />

Ci descrive l’attività di Santa&Cole in<br />

Italia?<br />

Attualmente è una sede per l’esportazione.<br />

Vorremo affermare il concetto di una società<br />

senza industria e produrre autori italiani<br />

a partire dal concetto italiano dell’edizione<br />

di design, diverso da quello spagnolo<br />

in quanto a intenzioni, soluzioni tecnologiche<br />

e tecniche, rapporto qualità/prezzo. L e<br />

collezioni si faranno in Italia e saranno internazionali.Lanostrafunzioneèquellaeditoriale,<br />

che è poca cosa, ma la più intelligente:<br />

selezionare e scommettere. In Italia si<br />

fanno meglio alcune cose, in Spagna altre,<br />

ma la situazione non è asimmetrica. S i a m o<br />

molto bravi negli elementi urbani e in Italia<br />

c’è un grande mercato. Per Santa&Cole l’Italia<br />

è un esame di maturità: se siamo capaci<br />

di sopravvivere, allora è possibile farlo nel<br />

resto del mondo.<br />

A che cosa si deve la qualità dell’arredo urbano in<br />

C a t a l o g n a ?<br />

È una tradizione derivante dal modernismo.<br />

Basta pensare a Gaudí, alle sue<br />

panchine e lampioni e soprattutto<br />

al p a n o t,<br />

la piastrella di cemento esagonale usata nei<br />

marciapiedi della città, straordinario esempio<br />

di design industriale urbano. Ritengo il<br />

«Banco catalano» di Clotet e Tusquets il miglior<br />

elemento urbano contemporaneo progettato<br />

a Barcellona. Negli anni di preparazione<br />

delle Olimpiadi gli architetti e i designer<br />

di Barcellona si sono posti delle domandeintelligentisucomedev’essereunafermata<br />

d’autobus, una panchina, se è possibile<br />

realizzare una colonna universale per<br />

l’informazione urbana<br />

o come<br />

risolvere l’illuminazione pedonale.<br />

È sorprendente che in Italia<br />

non si siano poste queste domande.<br />

È attraverso il coinvolgimento<br />

degli architetti con l’amministrazione<br />

pubblica che in Catalogna<br />

si è generata questa sensibilità. Perfino<br />

nei comuni più modesti i cittadini chiedono<br />

arredo urbano di qualità. In Catalogna c’è<br />

una cultura del design sufficiente perché la<br />

gente si interroghi ed esprima un’opinione, e<br />

considera il design perfino come segno d’identità.<br />

È abbastanza radicata l’abitudine a<br />

guardare come sono fatte le cose.<br />

JA V I E R NI E T O<br />

Propietario di Santa & Cole<br />

BA R CE LL O NA I N TE R N A Z I O N A LE<br />

<strong>Design</strong> elitario<br />

Ba rcellona è una straordinaria «città di<br />

design». C’è un grande gusto e<br />

abbastanza euforia da impre s s i o n a rei visitatori.<br />

Ma fare buon design e cre a rne per gli altri non<br />

sono la stessa cosa. Economicamente<br />

parlando, Barcellona non produce design che<br />

può essere prodotto a costo vantaggioso per<br />

e s s e re «esportabile». I costi di pro d u z i o n e<br />

locale sono alti, e c’è molto poco design<br />

e s p o rtato in altre parti del mondo. Il design a<br />

B a rcellona è «elitario».<br />

G e o rge M. Beylerian<br />

P residente Material Connexion, New Yo r k<br />

CARPYEN «Harry», lampada a stelo per<br />

interni ed esterni. <strong>Design</strong>: Porcuatro<br />

NANIMARQUINA Tappeto «Noodles».<br />

<strong>Design</strong>: Nani Marquina<br />

ES CO FET<br />

P a n china modulare in cemento «Naguisa». <strong>Design</strong>: Toyo Ito & Associates<br />

BD<br />

«El Poeta» e «El Filosofo», panchine della collezione BDlove. <strong>Design</strong>: Alfredo Häberli<br />

MARSET «Neon de luz», tubo fluorescente racchiuso un profilo di policarbonato<br />

trasparente o colorato. <strong>Design</strong>: Joan Gaspar<br />

O KEN Sedia «Staff», pro g r a m m a<br />

di sedute per ambienti diversi.<br />

<strong>Design</strong>: Gabriel Teixido<br />

SUPER GRIF Rubinetto della collezione<br />

Milá. <strong>Design</strong>: Miquel Milá<br />

VAHO<br />

Portamatite in materiale riciclato. <strong>Design</strong>: Vaho<br />

SANTA & COLE<br />

Domine, Grand hotel a Bilbao<br />

ALIS «Sit Book», poltroncina e sistema di<br />

gradinate telescopiche. <strong>Design</strong>: Alis<br />

16


Promozione<br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Promozione femminile<br />

Tre donne guidano l’attività delle principali istituzioni della città<br />

BCD strategico di Isabel Roig<br />

La promozione del design è un’attività<br />

necessaria per incrementare la competitività,<br />

la prosperità e migliorare la qualità<br />

di vita delle persone a beneficio della società<br />

in generale. Attualmente i design center<br />

della maggior parte dei paesi d’Europa e<br />

dell’Asia partecipano all’elaborazione di<br />

una politica del design insieme al governo<br />

di riferimento. Il New Zealand Institute of<br />

EconomicResearchhapubblicatonel 2003<br />

uno studio sulla relazione tra la competitività<br />

di un paese e l’uso effettivo<br />

del design, calcolando un<br />

<strong>Design</strong> Average Index<br />

Ranking a partire dagli indici<br />

che raccoglie il G l o b a l<br />

Competitiveness Rep<br />

o r t pubblicato ogni<br />

anno dal World<br />

Economic Forum.<br />

L’European Innovation<br />

Score<br />

Board, l’indicatore<br />

pubblicato dalla Co-<br />

E x ID ’ 05 - 07. Aziende per<br />

l ’ i n n ovazione e il <strong>Design</strong><br />

BCD dirige con l’appoggio della<br />

C a m b rade Comerç de Barc e l o n a ,<br />

il Centre d’Innovació i Desenvo l u p a-<br />

ment Empresarial de la Generalitat de<br />

C a t a l u n ya e il Sector de Pro m o c i ó<br />

Econòmica del Ajuntament de Barc e-<br />

lona, un pro g ramma triennale di sens<br />

i b i l i zzazione delle aziende sull’uso e<br />

la corretta gestione del design. L’ o-<br />

b i e t t i vo è migliora re i processi di gestione<br />

del design fa vo rendo la collabo<br />

razione tra i pro fessionisti del sett<br />

o re. Le azioni consisteranno in<br />

workshop diretti a piccole e medie<br />

aziende, il servizio Info Disseny<br />

( w w w. bcd.es), la re g i s t razione dei professionisti<br />

del design e consultabile<br />

on line e azioni di comunicazione.<br />

munità Europea utilizzato dai governi per<br />

affrontarele politiche di innovazione, ha introdotto<br />

recentemente una misura che incorpora<br />

l’apporto non tecnologico come<br />

fonte di innovazione. Il BC D è una fondazione<br />

privata senza scopo di lucro, patroci-<br />

nata dalla Cambra de Comerç de <strong>Barcelona</strong>,<br />

dal Departament d’Indústria de la Generalitat<br />

de <strong>Catalunya</strong>, Ajuntament de<br />

<strong>Barcelona</strong> e dal Ministerio de Industria,<br />

Turismo y Comercio. I suoi obiettivi fondamentali<br />

sono favorirel’uso del designnelle<br />

imprese e promuovere Barcellona nel<br />

mondo. Il capitale operativo di BC D n e l<br />

2004 è stato di 675.000 euro, ripartito tra finanziamenti<br />

pubblici, il 45% rispetto ai finanziamenti<br />

privati ottenuti mediante attività<br />

di consulting, organizzazione, gestione<br />

operativadi eventi, premi, concorsi, workshop,<br />

simposi. È membro dell’IC S I D ( I n t e r-<br />

national Council of Societies of Industrial<br />

<strong>Design</strong>) e del BE D A<br />

(The Bureau of European<br />

<strong>Design</strong> Associations),la<br />

cui sede operativa<br />

a Barcellona<br />

è attiva presso la<br />

sede di BC D.<br />

IS A B E L RO I G<br />

Direttore BC D<br />

Il BCD nel 20 05 - 20 06<br />

Programma ExID’05-07. Presentazione<br />

attraverso sei workshop con<br />

aziende e professionisti.<br />

O rg a n i zzazione dell’International<br />

Roca <strong>Design</strong> Competition presentato<br />

a «100% <strong>Design</strong> London»<br />

Organizzazione della sessione «<strong>Design</strong>ing<br />

for people» al Fórum de la<br />

Innovación.<br />

O rg a n i zzazione dello stand «<strong>Design</strong><br />

<strong>Barcelona</strong>» per i professionisti<br />

del packaging alla Fiera Luxe Pack<br />

a Montecarlo, insieme a <strong>Design</strong><br />

Mix, Cambra de Comerç de <strong>Barcelona</strong><br />

e Promoció Econòmica del<br />

Ajuntament de <strong>Barcelona</strong>.<br />

P remi Cambra alla gestione del<br />

design nell’impresa 20 05, pro m o s s o<br />

dalla Cambra de Comerç de Barc e-<br />

lona e org a n i zzato insieme alla Cat<br />

e d ra de Gestió del disseny di ESA DE.<br />

Organizzazione del quinto Concorso<br />

nazionale Hermès per l’allestimento<br />

di negozi.<br />

O rg a n i zzazioneannuale dei Pre m i o s<br />

Nacionales de Diseño con il Ministerio<br />

de Industria, Turismo y Comerc i o .<br />

Esposizione dei Premios Nacionales<br />

de Diseño 1987-2004 al World<br />

Best <strong>Design</strong> Exchange in Korea.<br />

Definizione con l’amministrazione<br />

pubblica di una politica europea del<br />

design per la Catalogna.<br />

Azion i di internazion alizz a z i o n e<br />

delle aziende, dei professionisti e<br />

del marchio <strong>Design</strong> <strong>Barcelona</strong>.<br />

www.bcd.es<br />

FAD internazionale Intervista con Beth Galí<br />

Architetto Gali, quali sono i programmi che<br />

il FA D promuoverà con la sua presidenza?<br />

Abbiamo previsto quattro direttrici. Il progetto<br />

«FA D ciutat a ciutat»: ogni anno inviteremo<br />

i professionisti di una città straniera<br />

a partecipare ai premi FA D, a cominciare<br />

da quelli d’architettura, ArquinFad.<br />

Vogliamo sviluppare le relazioni europee<br />

attraverso un confronto reciproco sulla cultura<br />

architettonica. «FA D ciutat a ciutat» è<br />

pensato anche per la città: Barcellona ha<br />

molti professionisti stranieri che pochi conoscono<br />

perché lavorano per i loro paesi<br />

d’origine. Intendiamo sapere chi sono, cosa<br />

fanno, per chi lavorano, com’è organizzata<br />

la loro attività, organizzare mostre per<br />

far conoscere il loro lavoro. La seconda direttrice<br />

sarà «Les taules d’opinió» (I tavoli<br />

d’opinione) per divulgare il design e coinvolgere<br />

l’opinione pubblica su temi d’interesse<br />

diffuso. Intendiamo elevare il livello<br />

medio del cittadino, e portarlo a una consapevolezza<br />

su temi lontani dalla sua cultura<br />

specifica. Verranno prodotti audiovisivi,<br />

sia documentari che film a tema. La terza<br />

direttricesarà riproporrelegrandi mostresul<br />

design, come in passato faceva la «Primavera<br />

del Disseny» coinvolgendo altre istituzioni<br />

della città. La quarta direttrice è «La<br />

incubadora» (l’incubatrice) per favorire<br />

l’inserimento nel mondo del lavoro ai giovani<br />

designer che non riescono ad emergere<br />

anche perché l’imprenditore catalano rischia<br />

poco: se una cosa funziona, continua<br />

a farla per tutta la vita. La gioventù professionale<br />

è un fulmine: dalla conclusione degli<br />

studi al pieno inserimento nel mercato<br />

trascorre un tempo nel quale il FA D può fare<br />

molto per far conoscere il lavoro dei giovani.<br />

Questo lavoro va fatto costantemente<br />

attraverso l’esposizione pubblica dei progetti<br />

di finecorso, ai quali inviteremogli imprenditori.<br />

Intendiamo promuovere per<br />

cinqueanni i lavorideigiovani designerche<br />

non hanno altre opportunità per mostrarli.<br />

Sono previste collaborazioni con le altre istituzioni<br />

della città che si dedicano al design?<br />

Vorremmo essere interlocutori perché ci sono<br />

punti di contatto ma la verità è che ogni<br />

istituzione ha programmi molto differenti,<br />

con diverse aree d’influenza in città. Ritengo<br />

che quella del FA D sia più estesa, perché<br />

realizza attività culturali rivolte al cittadino,<br />

e desidera arrivare a tutti i cittadini, perché<br />

tutti sono utenti di design.<br />

Lei è architetto e designer: qual è la frontiera tra<br />

le due professioni oggi?<br />

Esiste ma è meno chiara. Al designer farebbe<br />

molto bene passare attraverso una formazione<br />

in architettura. Quando un architetto<br />

lavora con un designer, c’è un momento nel<br />

quale non c’è più sinergia, perché il designer<br />

non conosce il vocabolario dell’architetto.<br />

Questa è la ragione per la quale gli imprenditori<br />

lavorano anche con architetti che fanno<br />

design industriale. L’optimum sarebbe<br />

che tutte le lauree avessero corsi<br />

in comune ma solo il giorno<br />

che avremo un’università<br />

unificata saremo in grado di<br />

fare un salto in avanti.<br />

BETH GALÍ<br />

Architetto,<br />

Presidente<br />

del FAD<br />

Golden FA D<br />

Da maggio presidente del Fad (Foment<br />

de les Arts decoratives),<br />

Beth Gali succede a Juli Capella. <strong>Design</strong>er<br />

di formazione, si laurea succ<br />

e s s i vamente in Arc h i t e t t u ra. Nel<br />

1980 Oriol Bohigas, in quel momento<br />

capo per l’urbanistica nell’Ajuntament<br />

di Barcellona, la seleziona con<br />

altri dodici laureandi per progettare<br />

interventi di micro-urbanistica per riqualificare<br />

i barris e le places della città.<br />

Il gruppo di giovani architetti sarà<br />

conosciuto come i Golden Pencils: è<br />

l’inizio della tra s formazione degli<br />

spazi pubblici a Barcellona.<br />

www.fadweb.com<br />

ADP<br />

i n t e rd i s c i p l i n a re<br />

di Pilar Villuendas<br />

AD P (Associazione dei designer<br />

L’ professionisti) nasce nel 1978 per iniziativa<br />

di un gruppo di designer che decidono<br />

di creare un organismo dedicato allo<br />

sviluppo professionale dei suoi associati<br />

da un posizione non corporativa. I pilastri<br />

dell’associazione sono il suo carattere<br />

statale e interdisciplinare e la solidità professionale<br />

dei suoi associati.<br />

La sua attività si rivolge a diverse specialità<br />

del design: comunicazione visiva,<br />

prodotto, ambiente, dalla formazione al<br />

management design. L’appartenenza alla<br />

Federación Española de Asociaciones<br />

de Diseño (FE A D P) e del Bureau of European<br />

<strong>Design</strong>ers Associations (BE D A) ,<br />

assicura rappresentività internazionale<br />

agli associati. I servizi che AD P f o r n i s c e<br />

ai suoi associati sono l’informazione, la<br />

promozione, la consulenza, lo scambio<br />

professionale, le relazioni istituzionali e<br />

internazionali.<br />

La nuova sede di ADP si trova nello spazio<br />

culturale Nau Ivanow. È in preparazione<br />

un libro sull’associazione, l’organizzazione<br />

di mostre, il coordinamento di una<br />

piattaforma contro il plagio. Crediamo<br />

che il design del nostro paese si trovi lontano<br />

dall’avere il giusto riconoscimento da<br />

parte di aziende, amministrazione pubblica<br />

e società. Le sfide che affronta l’economia<br />

del nostro paese sono iscritte in un mercato<br />

sempre più globalizzato, nel quale<br />

l’arma per competere sarà il valore aggiunto<br />

dei prodotti. Solo quei paesi che intraprendano<br />

una politica decisa, perfino<br />

aggressiva, per attrarre nuovi centri di design<br />

e ricerca, avranno possibilità di sopravvivere<br />

ai cambiamenti importanti che<br />

ci aspettano.<br />

PILAR VILLUENDAS<br />

Presidente ADP<br />

L’ADP nel 20 05 - 20 06<br />

Tavole rotonde «Alternatives de disseny»<br />

Partecipazione a «Saturday <strong>Design</strong>ers»,<br />

ritrovo di designer, architetti,<br />

fotografi, creativi e imprenditori<br />

della regione di Stoccarda.<br />

Giornate «Dissenyar amb l’empresa»<br />

dedicate alla presentazione di<br />

casi di strategia imprenditoriale, in<br />

collaborazione con il BCD.<br />

Costante campagna di denuncia<br />

nei confronti di una visione scorretta<br />

della nos tra pro fe s s i o n e .<br />

C o l l a bo razion e con associazioni<br />

non vincolate al design.<br />

www.adp-barcelona.com<br />

A l t re pro m o z i o n i<br />

CIDEM<br />

Il Centre d'Innovació i Desenvolupament<br />

Empresarial (CIDEM) è un<br />

organismo del Departament de Treball<br />

i Indústria de la Generalitat de<br />

<strong>Catalunya</strong> che si dedica allo sviluppo<br />

del tessuto imprenditoriale catalano<br />

attraverso servizi, ricerche,<br />

work-shop e seminari.<br />

www.cidem.com/cidem/cat/<br />

COPCA<br />

Il Consorci de Promoció Comercial<br />

de <strong>Catalunya</strong> (COPCA) è uno strumento<br />

del Governo della Generalitat<br />

de <strong>Catalunya</strong> per promuovere<br />

l ’ i n t e r n a z i o n a l i zzazione delle imprese<br />

catalane.<br />

www.copca.com/<br />

SIDI<br />

Selección Internacional de Diseño<br />

de Equipamiento para el Hábitat, è<br />

un’organizzazione che sviluppa iniz<br />

i a t i ve commerciali e comunicazione<br />

di carattere collettivo per le<br />

aziende associate, appartenenti al<br />

settore del design dell’arredamento<br />

domestico. Al Salone internazionale<br />

del mobile ed Euroluce di<br />

Milano del <strong>2005</strong>, ha allestito due<br />

spazi espositivi di 1.746 e 541 mq<br />

dove hanno partecipato le aziende<br />

catalane associate.<br />

www.sidi.es<br />

17


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Ambiente e trasporto<br />

Lypsa tedesca<br />

di Jaime Lozoya<br />

Rücker Lypsa nasce nel 2004 dalla fusione<br />

tra Rucker Ibérica, azienda nata<br />

a Barcellona nel 1988 appartenente alla<br />

multinazionale tedesca Rucker AG e<br />

Lypsa Linea de Proyecto, la prima azienda<br />

spagnola d’ingegneria dell’automobile,<br />

fondata nel 1980 da José<br />

Maria Reina e il sottoscritto.<br />

Oggi Rucker Lypsa<br />

è diretta insieme a<br />

Barbara Kersten e<br />

ha conservato interamente<br />

la<br />

sua struttura,<br />

nonostante la<br />

Giugiaro catalano<br />

di Stefano Cappuccio<br />

Diseño Industrial Italdesign è un’engineering<br />

che Giorgetto Giugiaro<br />

apre a Barcellona nel 1992, su sollecitazione<br />

della Seat per contribuire a sviluppare<br />

nell’ area di Barcellona un indotto di risorsequalificatenelcampodell’automotivedesign.<br />

Nel 1996 avevamo 20 impiegati, oggi<br />

sono circa 115. Una tradizione della nostra<br />

azienda è formare i professionisti all’interno:<br />

li prendiamo giovani e<br />

acerbi, è la migliore garanzia.<br />

Fino al 2000 siamo<br />

stati legati esclusivamente<br />

a Seat, oggi lavoriamo<br />

nel design industriale<br />

con<br />

Hewlett Packard,<br />

modificando<br />

prodotti<br />

americani<br />

per adattarli<br />

Fuore europeo<br />

Intervista con Erwin Himmel<br />

H<br />

o lavorato per Audi a Ingolstadt<br />

per vent’anni e poi a Barcellona.<br />

Alla fine degli anni ottanta il gruppo Volkswagen<br />

decise di aprire un design center in<br />

Europa e il presidente mi chiese di scegliere<br />

lasede.Esaminaileareeindicate,il nordItalia,<br />

il sud della Francia, ma ritenni Barcellona<br />

il luogo più adatto per questa attività.<br />

La città non era ancora così famosa ma intuì<br />

che sarebbe diventata un luogo unico in<br />

Europa. La combinazione tra una cultura<br />

sofisticata e uno stile di vita mediterraneo.<br />

Le ragioni che la indussero a scegliere Barcellona<br />

si sono confermate?<br />

Le stesse ragioni sono ora più forti. Barcellona<br />

è una città molto aperta, per nulla arrogante,<br />

in questo è come New York. Dai<br />

Giochi olimpici del 1992 non ha smesso di<br />

muoversi. Oggi ha il miglior w a t e r f r o n t u r-<br />

bano del mediterraneo. In quale città puoi<br />

vivere, camminare e comprare nello stesso<br />

luogo? Il porto sta diventando uno dei più<br />

importanti centri per le crociere, il nuovo<br />

terminal dell’aeroporto permetterà il collegamento<br />

diretto con l’America e l’Asia.<br />

Non solo, oggi viviamo un’Europa più<br />

globale,lecittàdipendonomenodal territorio<br />

circostante e incominciano a essere<br />

più competitive tra di loro. Il design<br />

el’industriapossonoincominciareastareseparati.<br />

Siamo collegati, la qualità è diventata<br />

più importante della nazionalità.<br />

Esiste ancora un design nazionale in Europa?<br />

È l’industria che ha dato l’immagine al design,<br />

in passato. Oggi non è più basata sui<br />

luoghi per quanto riguarda la provenienza<br />

dei prodotti: gli asiatici e gli americani riconoscono<br />

sempre di più un design europeo,<br />

non più di un singolo paese. Questa è una<br />

grande opportunità anche per le aree industriali.<br />

La città è una piattaforma, il resto di-<br />

La sede di Fuore <strong>Design</strong> a Barcellona<br />

agli standard europei. Siamo impegnati nel<br />

trasporto ferroviario collaborando al design<br />

e alle progettazioni di nuove linee delle metropolitane<br />

di Barcellona, Madrid e Roma,<br />

che l’anno prossimo saranno in circolazione.<br />

Nell’aviazione siamo nel consorzio europeo<br />

Airbusperprogettarel’A380, il nuovo<br />

super pullman dello spazio europeo da<br />

550posti che nel <strong>2006</strong>faràil primo volo sperimentale<br />

e nel 2008 dovrebbe entrare nel<br />

circuito commerciale. Partecipiamo anche<br />

al progetto del nuovo veicolo M340 militare.<br />

Con Seat abbiamo partecipato all’ultimo<br />

modello «Leon» del <strong>2005</strong> e la progettazione<br />

della nuova «Ibiza» dovrebbe incominciare<br />

l’anno prossimo. Salvo l’approvazione<br />

finale di Giorgetto Giugiaro a Torino,<br />

le attività si diversificano in 2 settori:<br />

quello in cui il cliente apporta lo stile e quelle<br />

dove noi generiamo una proposta di stile<br />

sul briefing del cliente. La filosofia di lavo-<br />

pende da come sviluppi la tua azienda. Ho<br />

lavorato cinque anni nel mercato asiatico ed<br />

hopotutoverificarecheinEuropasiamopiù<br />

similidiquellochesipensa. L’Europaèpiù<br />

sicura di se stessa dell’Asia nel tradurre la<br />

sua cultura. Gli asiatici sono insicuri perché<br />

non sanno di che cosa hanno bisogno<br />

gli europei e gli americani, la struttura della<br />

società non prevede forti personalità, sono<br />

abituati a non avere un’opinione troppo<br />

decisa ed a cercare sempre consenso e ciò<br />

non conduce sempre alla migliore soluzione.<br />

Questo è l’elemento più forte del way of<br />

t h i n k i n g europeo, se hai un’opinione forte sei<br />

in grado di dare qualcosa.<br />

Quali sono i principali clienti di Fuore?<br />

Tra i clienti più interessanti c'è Panasonic e<br />

alcunemarcheautomobilistiche, perlequali<br />

abbiamo sviluppato nuove linee di prodotti<br />

insieme a un nuovo branding design.<br />

Barcellona è essenziale per fare un buon design?<br />

È un ottima piattaforma, anche per i giovani<br />

designer. Detto ciò, non è tanto il luogo<br />

che conta, ma la struttura dell'azienda.<br />

ERWIN HIMMEL<br />

Fuore <strong>Design</strong><br />

Interno di un aereo privato<br />

progettato per Grope<br />

crisi del settore.Il 60% dell’attività nel<strong>2005</strong><br />

è dedicata all’automobile, il 20% all’aeronautica,<br />

10% alle moto, il resto alla nautica<br />

e a progetti speciali. I clienti in aeronauticasonoSingaporeAirlines,Airbus,Grope,<br />

in automozione Honda, Nissan, Renault,<br />

Seat, Volvo, Volkswagen. Seat e<br />

Nissan sono i marchi che hanno dato veramente<br />

lavoro a Barcellona e che si sono sviluppati.Noi<br />

continuiamoalavorareperentrambe,maci<br />

siamodiversificati versoil settore<br />

aeronautico, che ha possibilità straordinarie<br />

e che ci ha permesso addirittura di<br />

crescere.IlgruppoRuckerhafondato Rücker<br />

Aerospace, con 180 dipendenti e sedi<br />

ad Amburgo, Brema, Rodstock, Wolm;<br />

Rücker Lypsa gli fornisce progetti, design,<br />

ingegneria, modelli Disponiamo di tecnici<br />

con grande esperienza, alcuni vengono dall’epoca<br />

del tecnigrafo e conoscono tutti i sistemi<br />

di produzioneeimateriali. Siamospecialistinella<br />

pre-ingegnerizzazione, creare le<br />

condizioni affinché un progetto possa essere<br />

realizzato. Abbiamo lavorato per il consorzio<br />

che ha progettato l’Airbus 380 e partecipiamo<br />

a quello dell’Airbus 350.<br />

JA I M E LO Z O Y A<br />

Direttore di Rücker Lypsa<br />

Modello in scala 1:1<br />

della metropolitana di Roma<br />

ro praticata da Giorgetto Giugiaro e Aldo<br />

Mantovani dal 1968 è l’applicazione del<br />

«simultaneous engineering». È stata la prima<br />

società privata che ha unito stile e ingegneria.<br />

Nessuno èriuscito a riprodurrequesto<br />

modello di organizzazione, che è la cosa<br />

decisiva.<br />

ST E F A N O CA P P U C C I O<br />

General Manager di Diseño Industrial<br />

Italdesign <strong>Barcelona</strong><br />

Materiali: Ascamm<br />

Ascamm nasce nel 1979 come<br />

associazione di imprese, per<br />

raggruppare e unire gli sforzi delle<br />

aziende del settore della trasformazione<br />

della plastica e dei<br />

materiali per la metalmeccanica.<br />

Nel 1987 nasce il Centro tecnologico<br />

Ascamm, e nel 1996 viene<br />

costituita la Fundación Ascamm,<br />

p roprietaria e amministra t r i c e<br />

del Centro tecnologico. Nel <strong>2005</strong><br />

conta 206 aziende associate, che<br />

rappresentano oltre il 70% del<br />

fatturato in Catalogna e il 30%<br />

delle aziende spagnole. Il centro<br />

opera con un team di 60 persone<br />

e organizza servizi d’ingegneria<br />

per la concezione, il progetto e lo<br />

sviluppo industriale di matrici per<br />

l ’ i n d u s t r i a l i zzazione di pro d o t t i<br />

plastici, metalli o ibridi, per adeguare<br />

il progetto ai requisiti della<br />

produzione. Le ricerche e i servizi<br />

vanno dalla meccanica delle<br />

superfici dei nuovi acciai ai processi<br />

innovativi come l’iniezione<br />

multimateriale o l’iniezione assistita<br />

con gas o acqua per i materiali<br />

termoplastici. Un’altra linea<br />

di ricerca è dedicata al potenziamento<br />

delle tecnologie per accorciare<br />

i tempi di lancio dei prodotti<br />

e la fabbricazione rapida dei<br />

prototipi. Il centro dispone della<br />

tecnologia per la fabbricazione di<br />

pezzi unitari di superficie metallica<br />

senza la necessità di attrezzi<br />

di stampo e per ridurre del 50% i<br />

tempi attraverso sistemi avanzati<br />

di produzione con laser meccanizzati<br />

e controlli con intelligenza<br />

artificiale.<br />

www.ascamm.com<br />

Albert Riera<br />

Direttore Sviluppo corporativo e marketing<br />

del Centro Tecnológico Ascamm<br />

Ecodesign: Ros Roca<br />

La raccolta pneumatica di re s i -<br />

dui nelle città è un cambiamento<br />

radicale, perché libe ra le<br />

s t rade dalla presenza di residui e<br />

delle moleste operazioni di ra c-<br />

colta. Sono già molte le città che<br />

nei loro regolamenti esigono questo<br />

sistema per nuove aree urban<br />

i zzate e la tendenza è in aumento,<br />

ma non possiamo parlare<br />

di una genera l i zzazione. Nella ra c-<br />

colta pneumatica il cittadino colloca<br />

i suoi residui in sacchi e li int<br />

roduce in buche nelle quali sono<br />

d i f fe renziati i residui. Essi cadono<br />

per gravità verso una va l vola collegata<br />

con il circuito di ra c c o l t a<br />

pneumatica. Nel sottosuolo, questa<br />

va l vola si apre automaticamente<br />

quando riceve i residui, che<br />

passano alla rete pneumatica<br />

s c o r rendo in tubi e ra g g i u n g e n d o<br />

i capannoni, lontano dai luoghi<br />

abitati, dove vengono smistati e<br />

f razionati automaticamente per<br />

e s s e re trasportati in grandi contenitori<br />

per il trasporto. Oggi la<br />

raccolta pneumatica può compet<br />

e re economicamente con la ra c-<br />

colta convenzionale. Si tratta di<br />

un’installazione che si integra intimamente<br />

con l’urbanistica e la<br />

costruzione, con pochi elementi a<br />

vista, dove il design diventa determinate<br />

per dare soluzioni, int<br />

e g rando estetica, sicure zza e necessità<br />

ergonomiche.<br />

w w w. ro s roca.com<br />

Augustin J. Martinez<br />

Direttore tecnico di Ros Roca<br />

André Ricard ha progettato per Ros<br />

Roca i raccoglitori di residui<br />

18


Commercio e turismo<br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

La piena<br />

comprensione<br />

del design<br />

Intervista con Fernando Amat<br />

Vinçon è un riferimento per chi vuole<br />

acquistare il miglior design internazionale<br />

a Barcellona, il luogo dove si è formato<br />

il gusto del pubblico catalano.<br />

Quanto è grande Vinçon a Barcellona?<br />

La superficie è di circa 3.000 metri quadrati,<br />

tutti dedicati a prodotti selezionati per<br />

la qualità del loro design. La nostra collezione<br />

è composta da 12.000 prodotti.<br />

Qual è stato il fatturato nel 2004?<br />

Oltre 7 milioni e 700.000 euro.<br />

Il prodotto più venduto?<br />

Il vaso «Chiquito», 10.242 pezzi venduti<br />

nel 2004.<br />

Con quale criterio seleziona i prodotti?<br />

Scelgo quelli che mi piacciono.<br />

Che cosa distingue Vinçon?<br />

È seria, riconosciuta dal pubblico e molto<br />

professionale. Favorisce l’accesso del consumatore<br />

a una selezione del miglior design<br />

sul mercato.<br />

Quali trasformazioni considera rilevanti nel design?<br />

Non percepisco grandi<br />

c a m b i a m e n t i .<br />

Quali sono gli elementi<br />

di eccellenza e di debolezza<br />

in Catalogna?<br />

L’eccellenza è che il<br />

consumatore è un<br />

buon conoscitore<br />

che scommette<br />

sulla<br />

Q<br />

uali sono le competenze di Turisme de<br />

<strong>Barcelona</strong> ?<br />

È un consorzio pubblico-privato, partecipato<br />

in parti uguali dall’Ajuntament de<br />

<strong>Barcelona</strong> e dalla Cámara Oficial de Comercio,<br />

Industria y Navegación de <strong>Barcelona</strong>;<br />

ha la responsabilità della promozione<br />

turistica della città mediante servizi di attenzione<br />

e informazione ai visitatori come il<br />

Bus Turístico e la <strong>Barcelona</strong> Card.<br />

E il suo modello di finanziamento?<br />

Riceve un contributo annuale in parti<br />

uguali, inalterato da dieci anni, al quale bisogna<br />

aggiungere il finanziamento generato<br />

dalla propria attività, corrispondente<br />

all’85% del fatturato del consorzio.<br />

Quali sono le iniziative promozionali più importanti<br />

nel <strong>2005</strong> e <strong>2006</strong>?<br />

Il coordinamento tecnico dell’Anno dell’alimentazione,<br />

cucina e gastronomia<br />

<strong>2005</strong>-<strong>2006</strong>, il principale asse della promozione<br />

turistica attuale, con oltre 300 iniziative.<br />

L’attività promozionale abituale prevede<br />

circa 200 eventi in tutto il mondo per<br />

rafforzare la posizione di Barcellona come<br />

meta turisticaesededi vacanze.L’anno della<br />

gastronomia si svilupperà fino a marzo<br />

<strong>2006</strong>, che sarà l’anno del commercio.<br />

Qual è il fatturato previsto nel <strong>2005</strong>?<br />

Circa 11,5 milioni di euro.<br />

La Catalogna è la meta preferita dagli stranieri<br />

che viaggiano in Spagna e nel primo semestre del<br />

qualità. La debolezza è la scomparsa progressiva<br />

della produzione.<br />

Qual è la sua opinione sulle istituzioni dedicate alla<br />

promozione del design catalano, ADP, BCD,<br />

FAD,SI D I?<br />

Queste istituzioni sono molto diversetra loro,<br />

hanno risorse e obiettivi diversi. È bene<br />

che esistano. Come compratore, le prime<br />

tre non mi danno molto.<br />

E le amministrazioni pubbliche, Ajuntament,<br />

Generalitat, lo Stato?<br />

C’è sempre speranza che in futuro facciano<br />

qualcosa di importante.<br />

E le aziende?<br />

C’èsempremeno produzionelocale,lastessa<br />

tendenza che si sta producendo in tutta<br />

E u r o p a .<br />

Barcellona è una capitale internazionale del<br />

d e s i g n ?<br />

Senza dubbio. Le capitali deldesign in Europa<br />

sono ripartite così: Londra per i nuovi<br />

talenti e le scuole, Milano per la produzione,<br />

Barcellona è la capitale della piena<br />

comprensione del design.<br />

La relazione tra arte e design in città?<br />

Intermittente e poco interessante.<br />

Il commercio di prodotti di design a basso costo che<br />

offrono catene multinazionali come Ikea?<br />

Interessante, molto interessante<br />

Che cosa caratterizza il gusto e l’attitudine verso<br />

il design del pubblico di Barcellona?<br />

La piena normalità. Adessoil pubblico acquista<br />

prodotti di design in modo intuitivo<br />

Il 14% del Pil Intervista con Pere Duran<br />

<strong>2005</strong>, secondo dati forniti dal Ministerio de Industria,<br />

ha avuto 5,9 milioni di visitatori con un aumento<br />

del 13,2% rispetto al 2004, mentre la crescita<br />

degli introiti non riflette del tutto quella del<br />

numero delle visite. Come interpreta questi dati?<br />

La nostra attività è circoscritta unicamente<br />

alla capitale catalana, e i dati del primo semestre<br />

registrano un aumento del 19,8%<br />

della spesa mediante carte di credito da parte<br />

dei turisti stranieri, in rapporto allo stesso<br />

periodo dell’anno precedente, aumento superiore<br />

a quello del numero dei turisti, vicino<br />

al 9%. L’indicatore delle carte di credito<br />

dà una radiografia perfetta dell’attività<br />

delturismo internazionalea Barcellona. Da<br />

gennaio a giugno, Barcellona ha concentrato<br />

il 18,8% della spesa del turismo internazionale<br />

in Spagna, confermando una l e a-<br />

d e r s h i p abituale negli ultimi anni. Uno studio<br />

dell’Università di Barcellona indica in<br />

2.711 milionidi euro annuali l’impattoeconomico<br />

del turismo sulla città. La Generalitat<br />

de <strong>Catalunya</strong> fissa in 65.000 il numero<br />

dei lavoratori impiegati dal settore turistico<br />

di Barcellona, che genera il 14% circa<br />

del PI L della città.<br />

Qual è la sua opinione sulle critiche nei confronti<br />

della crescita eccessiva del turismo a Barcellona?<br />

C’è una smisurata inclinazione a demonizzare<br />

il turismo, al quale alcuni attribuiscono<br />

la causa dei malesseri della città. Penso che<br />

Barcellona abbia la fortuna di beneficiare di<br />

Chi è Fernando Amat<br />

N<br />

ato a Barcellona nell’aprile<br />

1 941, a 14 anni inizia a lavora<br />

re nell’azienda Hugo Vinçon, di<br />

cui suo padre era uno dei soci. Alla<br />

morte del padre, insieme al fratello<br />

Juan passa a dirigere l’imp<br />

resa Vinçon S.A. con criteri inn<br />

ovativi. Nel 1973 apre la Sala Vi n-<br />

çon, nella quale sono state re a l i z-<br />

zate fino ad ora oltre 200 mostre<br />

di arte e design. Attualmente Vi n-<br />

çon è org a n i zzata in sezioni dedicate<br />

a prodotti per la casa, mobili,<br />

illuminazione, articoli per la tavola,<br />

cucina, accessori per il bagno,<br />

tessile per la casa. Nel 1997<br />

re c u p e ra uno spazio di 1.200 mq<br />

a Madrid per aprire un nuovo Vi n-<br />

çon. Nel 1998 apre a Barc e l l o n a<br />

TincÇon, negozio specializzato<br />

in prodotti e accessori per dormire.<br />

Nel 1995 ha vinto il Frankfurter<br />

Zwilling e il Premio Nacional<br />

de Diseño en España e nel<br />

1999 il premio per il miglior negozio<br />

di Barcellona. Ha partecipato<br />

alla definizione<br />

concettuale dei negozi<br />

Camper e nel<br />

<strong>2005</strong> ha realizzato<br />

il progetto integrale<br />

dell’Hotel Casa<br />

Camper a Barcellona.<br />

w w w. v i n c o n . c o m<br />

e non come atto di snobismo.<br />

Il FA D sta studiando una nuova formula per<br />

la «Primavera del Disseny». Quale manifestazione<br />

internazionale dovrebbe tenersi a Barcellona?<br />

Il mio ideale sarebbe che si smettesse di parlare<br />

di design e che esso apparisse spontaneamente<br />

in ciò che ci circonda. Non c’è<br />

bisogno di «Primaveres literàries» perché<br />

qualcuno scriva buoni libri.<br />

Qual canali sono prioritari per formare un pubblico<br />

competente e appassionato?<br />

I libri,lastampaspecializzata,lemostre,lefierecommerciali,ilcommerciospecializzato,se<br />

lo fanno in modo coerente e ragionevole.<br />

una grande attività turistica che contribuisce<br />

al suo sviluppo economico e a quello di musei<br />

e centri culturali. Senza il turismo non<br />

potremmo parlare di oltre 12 milioni di visite<br />

annuali alle strutture culturali della città.<br />

Il centro storico è tornato a essere scenario di micro-delinquenza,<br />

in particolare verso i visitatori<br />

stranieri. Come viene affrontato il problema?<br />

È una questione che merita attenzione ma<br />

che supera le competenze di Turisme de<br />

<strong>Barcelona</strong>. Secondo la Polizia, le infrazioni<br />

nel 2004 sono scese del 2% e il voto dei<br />

turisti alla sicurezza della città migliora di<br />

anno in anno, e nel 2004 è stato di 7,5 su 10.<br />

L’assessoreal Commercio, Turismo e Consumo<br />

della Generalitat, Josep Huguet, ha affermato che<br />

i comuni dovrebbero uscire dalla promozione turistica<br />

e che questo investimento dovrebbe essere assunto<br />

direttamente dagli imprenditori del settore.<br />

Qual è la sua opinione?<br />

Riferendomi solo al Barcellona, la capitale<br />

catalana conta già una struttura autonoma<br />

di promozione, che è Turisme de <strong>Barcelona</strong>,<br />

nella quale intervengono il settore privato<br />

e l’amministrazione pubblica in parti<br />

uguali. La struttura<br />

del nostro consorzio<br />

compie già, in parte,<br />

le raccomandazioni<br />

dell’assessore<br />

H u g u e t .<br />

PE R E DU R A N<br />

Direttore generale<br />

di Turisme<br />

de <strong>Barcelona</strong><br />

Il design<br />

edulcorante<br />

di Norberto Chaves<br />

La mia opinione<br />

come cittadino<br />

è che a Barcellona<br />

sia in atto la sovrapposizione<br />

violenta di<br />

una trama commerciale<br />

sulle radici storiche<br />

della città, dove<br />

il design agisce come edulcorante. Il centro<br />

storico è il più colpito, perché più fragile,<br />

mentre l ’ E i x a m p l e ha unaresistenza che gli<br />

permette di sopportare il riciclaggio urbano<br />

inatto.La valorizzazionedelpatrimonio immobiliare<br />

implica un cambiamento sociologico,<br />

vengono espulsi settori della popolazione<br />

e sono sostituiti da un sistema di vita<br />

chenonèpiùpropriamenteurbano,mapiuttosto<br />

un flusso circolatorio destinato al consumo,<br />

non solo turistico. La massificazione<br />

dei comportamenti è antagonista del comportamentocivile,perchévieneamancarel’identificazione<br />

con il contesto e si alimenta la<br />

de-responsabilizzazione. L’esempio degli<br />

esempi è il MA C B A di Richard Meier, la cui<br />

piazza antistante sembra un cortile correzionale<br />

mentre era un pezzo di città che sembrava<br />

Siena, con un’omogeneità di scala tra<br />

il marciapiede, le finestre, gli ingressi. La<br />

massificazione dei comportamenti è una tendenza<br />

universale, ma è sorprendente che i governi,<br />

anziché favorire soluzioni correttive,<br />

accelerino questo processo. Siamo tutti servitori<br />

del processo di globalizzazione del<br />

mercato, ma chi ha un ruolo professionale e<br />

intellettuale ha una doppia responsabilità. Il<br />

design grafico è il più ingenuo, perché la sua<br />

funzione è visibile nella pubblicità, mentre il<br />

design industriale può ancora credere in certi<br />

valori industriali, ma in realtà risponde a<br />

un b r i e f per un mercato di consumo, pertanto<br />

ha maggiori responsabilità. I designer dovrebbero<br />

proporsidinonfare più design, perché<br />

non stiamo vivendo in una società che<br />

soddisfa necessità irrisolte, ma in una società<br />

che ne crea di artificiali. L’innovazione nel<br />

design è rivolta alla creazione di necessità artificiali.<br />

È quasi tutto manierismo, il genere<br />

preferitodiunasocietàdecadente.Ildesigner,<br />

benché dichiari di lavorare a favore della<br />

qualità della vita, ha bisogno di ricevere incarichi,<br />

ma chi è il cliente di questa qualità<br />

della vita?Laproposta di rinnovamentocontinuo<br />

dell’arredamento è in relazione diretta<br />

con il deterioramento dello strato d’ozono.<br />

La struttura perversa del sistema che c’impone<br />

di buttare per tornare a produrre appare<br />

irreversibile perché necessita dello scarto e<br />

del rifiuto per continuare a muovere il mercato.<br />

Sono contro i discorsi che occultano le<br />

relazioni strutturali del mercato e creano l’illusione,<br />

specialmente nei giovani, che essi<br />

potranno alterare la rotta degli avvenimenti<br />

attraversoildesign.Alcuniarchitettimisembrano<br />

i più perversi, perché credono di lavorare<br />

per la storia, mentre quelli che sono in<br />

grado di fare opere dignitose hanno difficoltà<br />

a emergere. Visiti un paesino dell’Ampurdan<br />

tutto croccante di pietra, e appare un<br />

parallelepipedo bianco o un cubo di vetro:<br />

questo non è integrare, è distruggere il paese.<br />

Quell’intervento non è ingenuo, è intenzionale<br />

e appartiene a un’estetica della frattura<br />

che è tutta una filosofia di vita in questa società<br />

squilibrante e sincopata.<br />

NORBERTO CHAVES<br />

Consulente aziendale<br />

19


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Patrimonio<br />

Realtà concentrata per i cittadini<br />

Il dialogo tra progettisti e scienziati e il rapporto tra arte, bellezza e scienza alla base di CosmoCaixa<br />

Su quale modello di divulgazione scientifica<br />

si basa CosmoCaixa?<br />

Abbiamo definito il museo come realtà<br />

concentrata, perché si può usare di tutto per<br />

spiegare la realtà ma non si può sostituirla:<br />

l’oggetto illustra e il fenomeno dimostra.<br />

Un’innovazione radicale del nostro museo<br />

è il muro geologico: una roccia immensa<br />

con a fianco un esperimento con la<br />

sabbia che in pochi secondi riproduce con<br />

tutte le leggi della natura ciò ha richiesto<br />

secoli per accadere. Un vizio dei musei<br />

scientifici era l’occultamento della bellezza,<br />

perché non si dicesse che si recava<br />

un’offesa al rigore scientifico. Per noi questo<br />

è confondere il rigore scientifico con il<br />

rigor mortis. Potendo avere la stessa pietra,<br />

noi abbiamo scelto la più bella possibile.<br />

Il museo è stato progettato a partire dal dibattito<br />

tra architetti, designer, museologi,<br />

scenografi, scienziati fino a quando non ci<br />

siamo trovati d’accordo. Gli architetti<br />

Tarrada sono stati intelligenti perché hanno<br />

affrontato le restrizioni come sfida per<br />

la loro creatività: noi scienziati volevamo<br />

un museo trasparente, il contrario di una<br />

cattedrale, dove c’è mistero all’interno, ma<br />

volevamo gli spazi di una cattedrale, grandi<br />

distanze e ampie visuali per l’occhio, e<br />

il paesaggio che cambia quando lo si percorre.<br />

Per l’auditorium abbiamo recuperato<br />

l’idea del teatro greco e della classe di<br />

anatomia del Rinascimento, perché l’architettura<br />

di un museo deve favorire l’incontro<br />

tra cittadini e stimolare la conoscenza.<br />

CosmoCaixa è un’università per i cittadini,<br />

con la volontà di rendere accessibile<br />

la conoscenza e il metodo scientifico a tutti,<br />

e risolvere una grande contraddizione di<br />

oggi: la mancanza di luoghi di incontro<br />

interdisciplinari, anche per gli scienziati.<br />

Il museo è università<br />

in senso<br />

letterale perché il<br />

suo pubblico è<br />

universale. Mi è<br />

capitato di vedere<br />

in coda tre suore,<br />

due omosessuali<br />

abbracciati<br />

e due colombiane<br />

travestite: in<br />

pochi metri, l’universalità<br />

del<br />

pubblico e della<br />

conoscenza.<br />

Il museo assomiglia<br />

alla natura<br />

più di ogni altra<br />

cosa, con la differenza<br />

che è conc<br />

e n t r a t o .<br />

Nella collaborazione<br />

con architetti<br />

e designer, vi siete<br />

riferiti a qualche<br />

esperienza in particolare?<br />

Alcune idee sono<br />

originate da molti<br />

musei del mondo,<br />

anche nel modo di<br />

mettere in relazione<br />

scienza e arte.<br />

I riferimenti ci hanno stimolato a non fare<br />

certe cose.<br />

Alcuni musei americani accentuano l’infantilizzazione<br />

del pubblico. Quando entri<br />

in un museo dove tutto è rotondo, rosso,<br />

giallo e blu, esteticamente un adulto si<br />

sente offeso, perfino ai bambini non piace<br />

l’estetica infantile. Un ragazzo a undici<br />

anni è museologicamente adulto e deside-<br />

L’ a l b e ro della vita (Minquartia guianensis), dalle<br />

forme quasi gaudiane, è situato al centro di una<br />

rampa elicoidale di 250 metri di lunghezzza a forma<br />

di cono capovolto. Foto di Olga Planas<br />

La Piazza della scienza. Foto di Pilar Aymerich<br />

ra partecipare al<br />

mondo degli<br />

adulti, per questo<br />

abbiamo fatto la<br />

sala Click per i<br />

bambini dai tre ai<br />

sei anni e la sala<br />

Flash per quelli<br />

dai sei ai dieci con<br />

Mariscal, perché<br />

ha un’enorme<br />

sensibilità estetica<br />

quando dialoga<br />

con i cittadini più<br />

giovani, senza infantilirsi.<br />

Può<br />

sembrarlo ma<br />

non lo è, come<br />

Miró, il cui lavoro<br />

è stato il processo<br />

verso una<br />

sintesi. Il disegno<br />

dei bambini<br />

non è sintesi. Un<br />

adulto cerca l’essenza<br />

tra le sfumature,<br />

nell’infanzia<br />

non si conoscono<br />

le sfumature,<br />

questa è<br />

la grande differenza.<br />

L’arbitrarietà delle<br />

forme è un tema di attualità in architettura:<br />

l’assunto funzionalista che la forma segue<br />

la funzione ha riscontri in natura?<br />

Moltissimi. La selezione naturale agisce<br />

per ottenere un vantaggio sulla sopravvivenza<br />

e questo è ciò che si chiama funzione.<br />

La forma più frequente in natura è<br />

la sfera, perché in condizioni di isotropia<br />

è la superficie minima racchiusa da un volume,<br />

e ha avuto migliaia di ri-selezioni<br />

perché ha molte funzioni. Le uova sono<br />

sferiche perché è il modo più lento di perdere<br />

calore, ma hanno anche la funzione<br />

di rotolare. È la funzione che dà intelligibilità<br />

e la natura ne è piena. Sono tre i tipi<br />

di selezioni: la prima è quella fondamentale,<br />

semplicemente perché è la più<br />

probabile quando è compatibile con le<br />

leggi della fisica. Per questo tutte le stelle<br />

e i pianeti sono rotondi, perché lo spazio<br />

è isotropo.<br />

La seconda selezione è quella naturale, che<br />

consente di guadagnare qualche vantaggio<br />

contro l’incertezza, mentre la terza è la<br />

selezione colta, che è la creatività umana.<br />

Nei primi due casi, la funzione è importante,<br />

mentre la selezione colta può liberarsi<br />

dalla funzione: è il caso di un gioco<br />

che può essere molto intelligente ma non<br />

avere una funzione. Il razionalismo è una<br />

vocazione esplicita della funzione, mentre<br />

il barocco la disprezzava. Gaudí è un caso<br />

interessante perché legge l’architettura<br />

della natura e ne acquisice le forme che assumono<br />

una funzione diretta, come nel caso<br />

delle colonne elicoidali, che copia dagli<br />

alberi o gli esagoni dei pavimenti, presenti<br />

negli alveari o nelle squame di molti<br />

pesci. Per questo Gaudí<br />

non è un barocco<br />

assurdo ma un genio<br />

singolare.<br />

JO R G E<br />

WA G E N S B E R G<br />

Fisico, direttore<br />

dell’area di<br />

Scienze e<br />

A m b i e n t e<br />

d e l l a<br />

Fundació<br />

«la Caixa»<br />

Memoria viva di cultura materiale di Isabel Campi<br />

Il Museu de la Ciència i de la Tècnica<br />

de <strong>Catalunya</strong> è poco conosciuto, ma è<br />

un’istituzione emblematica. Fino ad oggi,<br />

i musei della scienza e della tecnica<br />

hanno dovuto fare i conti con un discorso<br />

esclusivamente tecnico. L’apporto degli<br />

storici del design ha permesso d’interpretare<br />

gli oggetti in funzione dei cambiamenti<br />

tecnologici, delle correnti estetiche,<br />

degli usi sociali. Per conservare e valorizzare<br />

il patrimonio tecnologico e industriale<br />

i musei devono saper costruire un<br />

discorso sugli oggetti, spiegare perché essi<br />

fanno parte della nostra cultura. Questa<br />

è una conquista<br />

recente in Catalogna<br />

e grazie<br />

a collezionisti<br />

privati, che<br />

hanno avuto<br />

la pazienza di<br />

conservare oggetti,<br />

oggi è possibile<br />

disporre di<br />

un discreto<br />

punto di<br />

p a r t e n -<br />

za. Ma<br />

costruire una banca dati sulla storia del design<br />

richiede una lotta contro il tempo,<br />

perché le aziende, quando chiudono o si<br />

trasferiscono, buttano via tutto. Per la<br />

mostra antologica di André Ricard<br />

diventarono matti nel cercare una<br />

bottiglia di latte Rania che aveva<br />

progettato più di 25 anni fa, la bottiglia<br />

di latte più preziosa della Catalogna.<br />

Neanche il patrimonio architettonico<br />

industriale in Catalogna<br />

è stato ben conservato, ha prevalso<br />

la speculazione.<br />

La V i l . la Olímpica è stata costruita<br />

dove c’erano le fabbriche della rivoluzione<br />

industriale, demolite lasciando<br />

solo le ciminiere come testimonianza.<br />

Sabadell e Terrassa<br />

sono state più sensibili di Barcellona<br />

e hanno conservato meglio il patrimonio<br />

architettonico. È indispensabile<br />

capire che un museo<br />

della cultura materiale non deve<br />

essere virtuale. Possiamo avere tutti<br />

gli oggetti fotografati e digitalizzati,<br />

ma non sappiamo se fra trent’anni<br />

esisterà la fotografia, mentre<br />

l’oggetto sì, se lo avremo con-<br />

servato bene. I musei di design non devono<br />

rimanere chiusi in una definizione dottrinaria<br />

di ciò che è design, perché è un<br />

concetto che evolve con il tempo e devono<br />

contenere anche design anonimo e<br />

popolare. Il dibattito tra cultura alta e<br />

bassa non è più attuale: la cultura degli<br />

oggetti è cultura. La storia del design<br />

è un luogo di incontro tra l’estetica,<br />

la tecnologia e la società.<br />

La storia dell’arte affronta un discorso<br />

sull’estetica, ma non spiega come<br />

funziona una penna e quali innovazioni<br />

ingloba, e la storia della tecnica<br />

non spiega perché una penna cambia<br />

forma quando non cambia la tecnologia,<br />

o perché ci sono oggetti<br />

kitsch che hanno molto successo.<br />

Tutti gli sforzi per conservare e diffondere<br />

il patrimonio materiale trovano<br />

la loro giustificazione nell’importanza<br />

della memoria e nella sua<br />

preservazione: per questo esistono<br />

gli storici e questa è la nostra responsabilità<br />

verso le generazioni<br />

f u t u r e .<br />

ISABEL CAMPI<br />

Storica del design industriale<br />

Un sistema di 17 musei<br />

Il Museu de la Ciència i de la Tècnica<br />

de <strong>Catalunya</strong> di Terrassa è<br />

il principale museo di un sistema<br />

territoriale dedicato alla conservazione<br />

del patrimonio industriale,<br />

scientifico e tecnico catalano,<br />

dipendente dal Departament de<br />

Cultura de la Generalitat de <strong>Catalunya</strong>.<br />

www.mnactec.com<br />

GLI ALTRI MUSEI<br />

Museu de la Colònia Sedó<br />

d’Esparreguera<br />

Museu Molí Paperer de Capellades<br />

(www.mmp-capellades.net)<br />

Museu de la Pell d’Igualada i Comarcal<br />

de l’Anoia (www.aj-igualada.net)<br />

Museu del Suro de Palafrugell<br />

(www.museudelsuro.org)<br />

Museu del Ferrocarrril de Vilanova<br />

i la Geltrú (www.ffe.es/vilanova)<br />

Museu de les Mines de Cercs<br />

(www.cercs.net)<br />

Farinera de Castelló d’Empúries<br />

Museu de la Tècnica de Manresa<br />

Museu de la Colònia Vidal de Puig-reig<br />

(www.museucoloniavidal.com)<br />

Serradora d’Areu<br />

Museu de l’Estampació de Premià de Mar<br />

Col . lecció d’Automòbils Salvador Claret<br />

(www.museuautomobilsclaret.com)<br />

Trens Històrics de Ferrocarrils<br />

de la Generalitat de <strong>Catalunya</strong><br />

Museu del Ciment Asland de Castellar<br />

de N’Hug<br />

Museu de les Mines de Bellmunt<br />

del Priorat<br />

Museu Industrial del Ter<br />

(www.mitmanlleu.org)<br />

20


Musei<br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Les Glòries del disseny Intervista<br />

con Oriol Bohigas<br />

MBM prepara il progetto definitivo del Museo del <strong>Design</strong> che segnerà la Plaça de les Glòries,<br />

il nodo urbano probabilmente più simbolico della città nei prossimi anni<br />

SEGUE DA PAG. 3, VI COL. IN BASSO<br />

zioni temporanee, un ristorante, un centro<br />

ricerche, un centro studi, per realizzare<br />

quelle attività culturali necessarie per affermare<br />

il museo.<br />

Quale concezione di museo guida il progetto?<br />

È il tema più interessante: fare un museo<br />

che sia un centro d’attività, dall’architettura<br />

alla grafica, dall’artigianato al design<br />

industriale per dare a Barcellona una capacità<br />

d’attività maggiore, legandola alla<br />

potenza del suo design industriale.<br />

Ha già pensato ai materiali?<br />

Saràuncontenitoreneutro con volontàdi essere<br />

semplice, costruito con materiali poveri.<br />

L’esterno sarà ricoperto da lastre di zinco di<br />

piccole dimensioni, flessibili per resistere alle<br />

vibrazioni ed evitare fessure. All’interno<br />

ricorreremo alla tradizione costruttiva del<br />

paese e useremo cemento e muratura ed elementi<br />

metallici. A parte il vestibolo, gli spazi<br />

saranno poco costruiti perché ogni esposizione<br />

li modificherà. Gli sbalzi avranno una<br />

struttura metallica leggera appoggiata a un<br />

elemento strutturale centrale in cemento. Il<br />

centrostudielacaffetteriasarannospaziaperti<br />

che riceveranno luce zenitale.<br />

E gli spazi esterni?<br />

Intorno all’edificio ci saranno un prato e un<br />

piccolo lago, attraversato da un ponte che<br />

unirà la piazza con la città. Tutto è basato<br />

sul piano dove si svolgeranno le attività<br />

principali del museo,<br />

che risolverà il<br />

dislivello di sette<br />

metri tra la città e il<br />

mare.<br />

La museologia a che<br />

punto è?<br />

L’Ajuntament ha<br />

recentemente nominato<br />

Carles Giner<br />

come interlocutore<br />

per riprogrammare<br />

la museologia,<br />

dopo che<br />

Jordi Pardo, che<br />

aveva svolto il ruolo<br />

di direttore nella<br />

fase iniziale, ha deciso<br />

di cambiare professione, andando a dirigere<br />

i Mossos d’Esquadra, il corpo di polizia<br />

catalano.<br />

Quando è prevista l’apertura al pubblico?<br />

Ci vorranno almeno tre anni. Penso che<br />

per il 2009 tutto potrà essere finito, se il ritmo<br />

economico della municipalità assicurerà<br />

le risorse per l’operazione, che in questo<br />

momento prevede lo spostamento dal<br />

Palau Reial de Pedralbes, di proprietà dell’Ajuntament,<br />

dove ha sede il Museo de les<br />

Arts Decoratives, le cui collezioni confluiranno<br />

nel nuovo Museo. Il palazzo viene<br />

acquistato dalla Generalitat per diventare<br />

sede di rappresentanza internazionale<br />

del governo catalano.<br />

Sarà un museo catalano o spagnolo?<br />

La questione sulla nazione in Catalogna è<br />

sempre molto dibattuta. Il museo sarà comunque<br />

di proprietà della Catalogna.<br />

Vi s ta zenitale della plaça de les Glòries, il centro geografico di Barc e l l o n a<br />

ORIOL BOHIGAS<br />

Architetto<br />

A rc h i t e t t u ra e design secondo Bo h i g a s<br />

I<br />

l design è un processo cre a t i vo non molto diverso da quello dell’arc h i t e t t u ra .<br />

È diverso dall’artigianato, dalla pittura, dalla scultura perché è un processo nel<br />

quale una persona o un gruppo di persone sono autori dell’idea e del pro g e t t o ,<br />

e altri sono autori della re a l i zzazione. Questa è la diffe renza fondamentale tra<br />

design e artigianato. In artigianato, chi pensa di fa re un vaso lo fa, e finisce di<br />

pensarlo mentre lo fa. Nella scultura e la pittura ogni prodotto è non soltanto artigianale<br />

ma unico. Il design non è artigianale né unico. Un oggetto può essere<br />

ripetuto infinitamente e pertanto non esiste un autore fisico: esso è fatto meccanicamente,<br />

o manualmente, ma con un sistema industriale di manifa t t u ra. L’ a r-<br />

c h i t e t t u ra è stata il primo processo di design, perché dal Rinascimento, anzi dal<br />

Gotico, è stata costruita attra verso progetti. Si è disegnata una chiesa e dopo la<br />

si è costruita. Il progetto è l’elemento intermedio. Questo è fondamentale per<br />

g i u d i c a re che cosa è e cosa non è design: dipende dal processo con il quale si<br />

fabbricano gli oggetti, il quale dipende a sua volta dalla loro tipologia. Basta pens<br />

a re a tutte le derivazioni dall’artigianato nel design che si sono avute nei paesi<br />

industriali, specialmente in Italia. Non sono fa vo re vole al design che non può ess<br />

e re prodotto industrialmente e ritengo che debba aderire a bisogni sociali re a-<br />

li, perché il bisogno dell’industrializzazione non è astratto, è la necessità di arriva<br />

re a un comfort più economico. Un’altra linea d’interpretazione è considera re<br />

il problema dell’arbitrarietà: quando una forma aliena si può tra s fo r m a re in arc<br />

h i t e t t u ra oppure no? Basta pensare al capitello corinzio: è stato un caso che<br />

un architetto abbia trovato un cestino con l’acanto e abbia utilizzato a un certo<br />

punto questa forma che è diventata un elemento canonico nella storia dell’arc<br />

h i t e t t u ra per dieci secoli. Questo significa che un elemento non d’arc h i t e t t u ra<br />

si può conve r t i re in arc h i t e t t u ra, ed è ve ro. Rafael Moneo ha scritto un libro sul<br />

concetto d’arbitrarietà in arc h i t e t t u ra molto interessante e ha ragione quando<br />

a f ferma che la storia dell’arc h i t e t t u ra è stata uno sforzo per eliminare questo<br />

peccato originale, la forma non di arc h i t e t t u ra utilizzata come arc h i t e t t u ra. Da<br />

ciò derivano l’interpretazione del Gotico come elemento fo n d a m e n t a l m e n t e<br />

s t r u t t u rale, o l’interpretazione di Gaudí della forma determinata dalla geometria<br />

e non dall’arbitrarietà. Tutto il movimento moderno, da Le Corbusier a Gro p i u s ,<br />

ha lottato contro l’arbitrarietà, inventando il curtain wall, la razionalità costruttiva,<br />

i parametri funzionali per giustificare una realtà formale nella stessa arc h i-<br />

t e t t u ra. Alla fine del XX secolo è incominciata una rivendicazione dell’arbitra r i e-<br />

tà formale come punto di partenza dell’arc h i t e t t u ra. Alcuni architetti pre s u n t u o s i<br />

hanno detto: dammi una forma e io te la converto in arc h i t e t t u ra. Questo è un<br />

fatto antimoderno, contro i criteri fondamentali della modernità, della ra z i o n a l i-<br />

tà, della funzionalità. L’ a rc h i t e t t u ra sta incominciando a essere non pro p r i a-<br />

mente arc h i t e t t u ra ma un proclama pubblicitario, per essere diversa da tutto.<br />

In questo momento sembra che la cosa più importante sia fa re un’arc h i t e t t u-<br />

ra che non assomiglia all’arc h i t e t t u ra, per adeguarsi al pro g ramma commerciale<br />

di un’azienda o alla volontà politica di un governo. O. B.<br />

I sette livelli del museo<br />

nel progetto dello studio MBM<br />

Da Pedralbes a les Glòries di Marta Montmany<br />

Le collezioni dei quattro musei del polo<br />

delle Arti decorative di Barcellona<br />

confluiranno nel futuro Museo del design.<br />

Ognuno di questi musei attualmente ha<br />

un proprio conservatore e fa riferimento alla<br />

direzione generale del Museu de les Arts<br />

Decoratives. Gli attuali musei sono molto<br />

diversi e troppo piccoli per avere una vita<br />

reale. Nel nuovo museo ci sarà tutta l’arte<br />

decorativa, il design industriale, la ceramica,<br />

l’abbigliamento. Sarà un centro culturale<br />

del d e-<br />

sign, e perm<br />

e t t e r à<br />

u n ’ i n t e-<br />

g r a z i o n e<br />

delle collezioni,<br />

collegandole<br />

alla<br />

produzione contemporanea del design. La<br />

collezione di design industriale esistente attualmente<br />

comprende circa 1.400 oggetti<br />

progettati o prodotti in Spagna, principalmente<br />

a Barcellona e in Catalogna, a Madrid,<br />

nei paesi baschi e a Valencia, e qual-<br />

cosa in Andalusia. L’arredo urbano è il<br />

grande assente. Durante il suo mandato<br />

come responsabile politico della cultura<br />

dell’Ajuntament, Oriol Bohigas aveva<br />

proposto un centro come fondamentale per<br />

la politica museale della città e aveva in-<br />

La sede del Museu de les Arts Decoratives nel Palau Reial de Pedralbes<br />

caricato Juli Capella e Quim Larrea di selezionare<br />

cento oggetti indispensabili per<br />

una collezione di design industriale. A<br />

Barcellona e in Catalogna sono presenti<br />

importanti collezioni non esposte, come<br />

quelle di grafica di Daniel Giralt-Miracle,<br />

la Fundació Comunicació Gráfica e Albert<br />

Isern, o quelle degli stilisti di moda,<br />

ed è auspicabile che possano confluire nel<br />

nuovo museo.<br />

MARTA MONTMANY<br />

Direttrice del polo dei Musei<br />

di Arti decorative di Barcellona<br />

Il polo dei «Museus<br />

de les Arts de l’Objecte»<br />

Museu de les Arts Decora t i ve s<br />

w w w. m u s e u a r t s d e c o ra t i ve s . bc n . e s<br />

Museu de Ceràmica<br />

w w w. m u s e u c e ra m i c a . bc n . e s<br />

Museu tèxtil i d’indumentària<br />

w w w. m u s e u t ex t i l . bc n . e s<br />

Gabinet de les Arts Gràfiques<br />

w w w. bc n . e s / g a b i n e t a r t s g ra f i q u e s<br />

21


BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

Architettura e <strong>Design</strong><br />

SEGUE DA PAG. 2, III COL. IN ALTO<br />

Come spiega il grandea p p e a l che l’habitat umano<br />

di Barcellona ha nell’immaginario internazionale?<br />

È una città che storicamente non ha avuto<br />

grandiespressionidiricchezza. C’èunapositiva<br />

discrezione nello sviluppo urbano.<br />

La verità èchetuttositrova a una scala molto<br />

poco opulenta: contano le ragioni dello<br />

spazio, in una città che ha avuto poco spazio<br />

per crescere, che ha approfittato di ogni<br />

spazio disponibile. Questo ha sviluppato<br />

un alto senso della p o l i s:il barcellonese sente<br />

molto sua la città, cosa impossibile a Madrid.<br />

Egli ha l’abitudine a impegnarsi nel<br />

dibattito sulla città e questo sviluppo contenuto,<br />

questo decoro, hanno favorito una<br />

forte identificazione tra il cittadino e la città<br />

e generato anche comodità. Il turismo di<br />

massa, i grandi fenomeni migratori, attentano<br />

a tutto ciò. Qui c’è tuttora un grande<br />

amore. Il fattore fondamentale del comfort<br />

a Barcellona è la relazione amorosa, a una<br />

scala molto umana, con la città.<br />

Quali sono le direttrici del patrimonio urbanistico<br />

della città da difendere e valorizzare?<br />

Riserverei gli esperimenti architettonici alla<br />

cintura con meno memoria e preserverei la<br />

città più genuinamente mediterranea. Cerdá<br />

pensava a polmoni verdi individualizzati<br />

all’interno di ogni isolato. La speculazione<br />

distrusse il progetto, ma ogni isolato doveva<br />

essere un parco. Costruire grattacieli in<br />

una città mediterranea è assurdo e stupido.<br />

Bisogna preservare la città mediterranea, che<br />

il centro sia al tempo stesso quartiere! È fondamentale<br />

che si capisca che conservare è rivoluzionario.<br />

Agli architetti costa molto<br />

comprendere questo perché hanno bisogno<br />

di progetti e sono molto sensibili al denaro:<br />

sono capaci di vendere l’anima al diavolo<br />

più rapidamente di altri cittadini.<br />

Quali caratteri attribuisce alla città mediterranea?<br />

Un insieme di tratti di tipo fisico e metafisico.<br />

Come insegnarono i greci, una città che<br />

cresca a misura d’uomo, gran parte della<br />

quale possa essere percorsa a piedi. Che sia<br />

aperta, perché il 90% dei giorni dell’anno<br />

nel Mediterraneo si è in condizione di vivere<br />

all’aperto: tutti i simulacri di vita all’interno<br />

dei centri commerciali sono un’aggressione.<br />

Senza separazione tra centro e periferia,<br />

che comunicano mediante la fluidità<br />

dei quartieri storici, e dove si manifesti un<br />

senso di decoro. A misura d’uomo, aperta,<br />

che non aspiri alle grandi opulenze del cemento,<br />

come sta facendo Madrid che cerca<br />

di fare una Caracas in mezzo alla m e s e t a a<br />

forza di tangenziali su tangenziali. A Barcellona<br />

bisogna evitare l’eccesso di cemento,<br />

sia in verticale che in orizzontale perché è un<br />

modello ben preservato di città mediterranea.<br />

Il problema di molti politici e architetti<br />

attuali è che fanno le cose senza tener conto<br />

del fattore umano, e le opere migliorano<br />

solo quando l’uomo le abita per davvero. Le<br />

cose fallite dell’architettura d’avanguardia<br />

del X X secolo, dopotutto, sono quelle che<br />

l’uomo non ha fatto proprie.<br />

RA F A E L AR G U L L O L<br />

Scrittore, professore di Estetica e direttore dell’Institut<br />

de Cultura all’Univesitat Pompeu<br />

Fabra di Barcellona<br />

Gli alberghi<br />

invertono<br />

la rotta<br />

Intervista con Juli Capella<br />

albergo ha interesse urbanistico perché<br />

segna concentrazioni e circuiti dei<br />

L’<br />

visitatori delle città. Analizziamo il cambiamento<br />

a Barcellona: gli alberghi erano<br />

tutti in centro, poi crebbero sul Paseig de<br />

Gràcia e seguirono la Diagonal verso sud,<br />

ma negli ultimi anni sono cresciuti all’estremoopposto,versonordeversoilmare.L’architettura<br />

di un albergo è significativa per<br />

una città perché la sua facciata è riconoscibile,<br />

come le residenze, i mercati. Nella storia<br />

dell’architetturagli alberghi sono stati interpretati<br />

come luoghi dove si sta per poco<br />

tempo: la sfida di un architetto è quella di<br />

far convivere armoniosamente con la città le<br />

esigenze rigide di stanze ripetute su una facciata,<br />

e proporre facciate del X X I secolo. In<br />

altre parole, come progettare un edificio singolare<br />

che contemporaneamente si integri<br />

nella città senza stridere. Infine la rivoluzione<br />

negli interni. Si è rotta la standardizzazione<br />

internazionale che rendeva uguale<br />

ogni stanza di una catena e ora possiamo fare<br />

interni «di Barcellona». Quando viaggi<br />

non vuoi stare chiuso in casa, ma vivere<br />

un’esperienza. Lastanzaèil rifugiodellatua<br />

intimità, ma anche un luogo di comfort, relax,<br />

eccitazione. È confermato dagli studi<br />

psicologici. Barcellona è arrivata tardi al<br />

movimento moderno, all’organicismo, ma<br />

questa volta la rivoluzione negli alberghi è<br />

passata di qui, in anticipo perfino su paesi<br />

preparati come l’Italia e la Francia. Il successo<br />

turistico di Barcellona ha favorito tut-<br />

S u a A l t e zz a B a rce l<br />

Alcuni progetti del <strong>2005</strong> integrano architettura, città e design. S<br />

della capitale catalana: crescita orizzontale o verticale, architet tu<br />

CITTÀ ORIZZONTALE E VERTICALE<br />

Non potendo sfuggire la presenza della torre Agbar di Jean Nouvel, Juli Capella per l’hotel<br />

Diagonal <strong>Barcelona</strong> ha evitato qualsiasi linguaggio che potesse confondere l’insieme:<br />

se la torre è cilindrica e policro m a t i ca, l’albergo è prismatico e risolto in bianco e nero<br />

Città orizzontale: contro l’arbitrarietà del gesto<br />

Pe rché il Mercato di Santa Caterina in copertina a un report su Barcellona e il suo design nel 20 05? All’opera di<br />

M i ralles e Tagliabue si potre b be riconoscere, a prima vista, una volontà di libe ra espressione, di gestualità, di<br />

assoluta manifestazione cre a t i va. Eppure, a una lettura più appro fondita, pre valgono prese di posizione dei<br />

p rogettisti che allontanano ogni ipotesi di arbitrarietà. La copertura è<br />

u n ’ e vocazione, ironica ma rigorosa, del modello del mercato ottocentesco, nel<br />

r i ve s t i re un ruolo di protezione ma insieme di raccolta e di centralità urbana.<br />

La struttura è resa tanto evidente da sov rapporsi in alcuni casi, occultando<br />

la vista della città<br />

e della copertura colorata,<br />

alle finestre dell’edificio<br />

residenziale: una dichiara z i o n e<br />

di priorità del fatto costruttivo e<br />

delle sue regole, chiare e inevitabili anche<br />

di fronte alla più potente espressività.<br />

Il Mercato è il paradigma di una cultura<br />

del design catalano agile ed espre s s i va ,<br />

c re a t i va per principio,<br />

ma tenacemente contro<br />

l ’ a r b i t rarietà del gesto.<br />

Michele Bonino<br />

Architetto<br />

22


Architettura e <strong>Design</strong><br />

BARCELONA & CATALUNYA <strong>City</strong> & <strong>Design</strong> <strong>Report</strong> <strong>2005</strong> ~ <strong>2006</strong><br />

l l o n a<br />

Città verticale: camere con vista e skyline corporativo<br />

n. Sono le prossime sfide<br />

et tura per cittadini o per turisti?<br />

to ciò, è una congiuntura favorevole frutto<br />

del lavoro dell’amministrazione pubblica,<br />

dei mezzi di comunicazione, dei promotori<br />

economici. La qualità del settore alberghiero<br />

spagnolo è conosciuta in tutto il mondo.<br />

Che cosa pensa della proliferazione di edifici verticali,<br />

soprattutto alberghi?<br />

Credo che la scelta urbanistica di ammucchiare<br />

singoli edifici dispersi e molto<br />

alti a Diagonal Mar sia sbagliata, soprattutto<br />

a Barcellona, dove funzionano gli isolati<br />

chiusi, che sono isole che integrano usi<br />

diversi tra edificio e strada. Mi piace la torre<br />

Agbar, ma non produce strade. Le strade<br />

esistono quando le facciate sono più o<br />

meno parallele. Due torri ben collocate sono<br />

quelle del porto olimpico perché creano<br />

uno spazio urbano vivibile. Preoccupa<br />

questa urbanistica di influenza americana<br />

che non funziona in questa città e in nessun’altra<br />

perché conduce troppo all’individualismo,<br />

a un certo autismo e una mancanza<br />

di solidarietà tra gli edifici. L’Ajuntament<br />

di Barcellona sta facendo un errore<br />

a insistere sulle singolarità, adesso ci<br />

sarebbe bisogno di un’architettura più integrata.<br />

Bisogna aver fiducia nei buoni architetti:<br />

se si lascia intervenire pienamente<br />

Oriol Bohigas avremo buone garanzie che<br />

Plaça de les Glòries funzioni bene, perché<br />

Texas Miró<br />

una cosa è la volumetria, un’altra come la<br />

si risolve.<br />

Una buona soluzione di Plaça de les Glòries aiuterebbe<br />

a incorporare l’area del Forum in modo più<br />

armonico con la città.<br />

Esatto. Manca la cucitura di questo grande<br />

spazio che geograficamente è il centro di<br />

Barcellona. Da un punto di vista urbanistico<br />

il famoso modello Barcellona in questo<br />

momento corre un certo pericolo, ma<br />

non lo dico da pessimista. C’è bisogno di<br />

una riconsiderazione della città di fronte ai<br />

grandi cambiamenti che produce l’immigrazione,<br />

ma non se ne parla abbastanza.<br />

Barcellona è una città compiuta, i suoi quasi<br />

cento chilometri quadrati sono pieni, per<br />

cui è importante non sprecare le ultime cartucce<br />

con i piani 22@ e Sagrera e utilizzare<br />

il prossimo decennio per costruire la città<br />

dove vogliamo vivere. L’Ajuntament<br />

non può più imporre un’urbanistica che<br />

non tiene conto dei cittadini e della partecipazione<br />

dei settori vivi della città.<br />

JU L I CA P E L L A<br />

Architetto<br />

B A R C E L L O N A I N T E R N A Z I O N A L E<br />

Juan Miró è nato a Barcellona nel 1964 e si è laureato in architettura a Madrid pre s s o<br />

l’Escuela de Arquitectura dell’Universidad Politécnica nel 1987. Nel 1989 vince una<br />

borsa di studio Fulbright per un Master all’Università di Yale. Dal 1991 al 1996 lavora<br />

p resso lo studio Gwathmey Siegel and Associates a New York <strong>City</strong>,<br />

dove è Project Architect nella costruzione della re s i d e n z a<br />

di Michel Dell ad Austin, Texas e della Sony Plaza<br />

nell’edificio AT&T a New York. È titolare dello<br />

studio Miró Rivera Architects ad Austin, fondato nel 2000 insieme a sua moglie Rosa e a Miguel Rivera.<br />

Attualmente lavora a numerosi progetti residenziali in Texas. È membro attivo dell’American Institute of<br />

A rchitects (AI A), e dal 1997 Associate Professor alla School of Arc h i t e c t u re dell’University of Texas at<br />

Austin. Nel <strong>2005</strong> ha realizzato la Guest House (nella foto), progetto per il quale ha commissionato<br />

all’azienda Llambi la realizzazione dei frangisole in alluminio per la facciata, il primo progetto negli Stati<br />

Uniti della storica azienda catalana.<br />

A sinistra, l’hotel Arts, il più emblematico tra gli alberghi post-olimpici, aperto nel 1994 su<br />

p rogetto di Bruce Graham. Lo studio GCA di Barcellona completa entro aprile <strong>2006</strong> il rinnovamento<br />

integrale gli interni. A destra, posa in opera della cupola dell’hotel Hesperia<br />

Tower che verrà inaugurato nel gennaio <strong>2006</strong>. Progetto di Rich a rd Rogers con Luis<br />

Alonso e Sergi Balaguer, interior design dello studio GCA .<br />

A sinsitra, la torre Agbar, sede del gruppo Agbar, inaugurata nel settembre <strong>2005</strong> su<br />

p rogetto dell’atelier Jean Nouvel insieme allo studio b720 di Barcellona. A destra, la<br />

t o r re Mare Nostrum, sede corporativa di Gas Natural che verrà inaugurata ad aprile <strong>2006</strong><br />

su progetto dello studio EMBT di Barc e l l o n a .<br />

SEGUE DA PAG. 3, IV COL. IN ALTO<br />

venticinque anni, fatta di assi urbani più visibili,<br />

di marcatura simbolica del territorio,<br />

ha permesso di valorizzarele architettureesistenti,<br />

il modernismo più di tutti, e creare<br />

nuovi riferimenti, come la torre delle telecomunicazioni<br />

di Norman Foster, il ponte urbano<br />

di Santiago Calatrava e l’anello olimpico,<br />

ma corriamo il rischio di esagerare. A<br />

me appare come un effetto perverso del successo<br />

che il sindaco di Barcellona, quando<br />

presenta la grande operazione (300 ettari),<br />

perfino più importante del Fòrum, sull’asse<br />

della Meridiana e intorno alla stazione per<br />

l’alta velocità di Sagrera, lo faccia insieme a<br />

Frank Gehry, per cui l’unico a risaltare è il<br />

suo progetto «singolare», la stazione. Un altro<br />

effetto perverso del successo è nei confronti<br />

degli abitanti: quest’urbanistica fatta<br />

per i visitatori, i turisti, i congressisti, rischia<br />

di avere un effetto escludente per i suoi abitanti,<br />

che si manifesta nell’accesso alla residenza.<br />

Molti conflitti sociali attuali si devono<br />

a un meccanismo di espulsione attraverso<br />

il mercato: si aumenta la qualità urbana,<br />

aumenta il prezzo del suolo e poiché manca<br />

un patrimonio municipale del suolo residenziale,<br />

il prezzo delle residenze s’impenna.<br />

Alle persone toccate dalle operazioni<br />

di rinnovamento viene data l’opportunità<br />

di trasferirsi in una residenza più o meno<br />

prossima alla zona, ma i loro figli non potranno<br />

acquistare una casa. C’è un processo<br />

di difficile accesso all’acquisizione di residenzadaparte<br />

del settoremedio-basso, che<br />

sta producendo un malessere sociale che si<br />

era molto attenuato. Il carattere popolare del<br />

centro storico si sta mantenendo grazie all’immigrazionemaiconflitti<br />

socialisonopiù<br />

accentuati nei quartieri popolari dove nuove<br />

operazioni rompono il tessuto esistente,<br />

senza sufficienti garanzie per gli abitanti: intorno<br />

all’aerea della stazione Sagrera aumenta<br />

il numero di uffici e residenze, ma diminuisce<br />

il suolo pubblico per le destinazioni<br />

d’uso sanitarie, culturali, educative.<br />

C’è un’architettura che tiene conto delle necessità<br />

del complesso della città, le interazioni<br />

con il tessuto urbano, e include elementi<br />

singolari che cercano d’essere architettura di<br />

altaqualità,cheinfluiscesull’insieme,chesegna<br />

simbolicamente, afferma uno stile: questa<br />

è l’architettura urbana per i cittadini. Poi<br />

c’èunaspecie d’alleanzaempia trapoteri politici<br />

arroganti, le imprese che vogliono marcare<br />

il territorio e gli architetti che per distinguersi<br />

realizzano edifici che prescindono totalmente<br />

dal contesto, dalle regole, dalla tradizione,<br />

dal tessuto circostante: a Barcellona<br />

stiamo passando, quasi senza accorgerci, da<br />

un’architettura e un’urbanistica per i cittadini<br />

a una cultura degli edifici singolari. Il<br />

design è nato con quella che Walter Benjamin<br />

ha chiamato la cultura della riproducibilità<br />

tecnica: Calatrava, Nouvel, Koolhaas<br />

e altri come loro fanno oggetti di gran bel design,maarrivaunmomento,comediceva<br />

Toqueville, che tutto ciò che è eccessivo diventa<br />

insignificante.<br />

JO R D I BO R J A<br />

Geografo, urbanista, direttore dello Urban<br />

Technology Consulting di Barcellona<br />

23


B a rcelona & <strong>Catalunya</strong><br />

Un anno di design<br />

CONCORSIEPREMI<br />

F E B B R A I O<br />

CONCURS DE DISSENY GRES CATA L A N.Organizza:<br />

Gres-BCD (www.grescatalan.com; www.bcd.es).<br />

DISSENY PER AL RECICLAT G E. Organizza:<br />

Enguany, Centre català del reciclatge de l’Agència<br />

de Residus de <strong>Catalunya</strong> del Departament de Medi<br />

Ambient i Habitatge (www.arc-cat.net).<br />

PREMI ARQCAT M O N. Ai progetti degli architetti<br />

catalani nel mondo. Vincitori: Alfons Soldevila<br />

(residenziale) ex-aequo EMTB Mirallles-Tagliabue<br />

e Carme Pinos (non residenziale), Alfredo Arribas<br />

(paesaggio e urbanistica). Organizza: Col . legi<br />

d’Arquitectes de <strong>Catalunya</strong> (www.e-coac.org).<br />

A P R I L E<br />

PREMIOS NACIONALES DE DISEÑO. Vincitori:<br />

Metalarte, Josep Pla-Narbona, Juan Gatti. Organizza:<br />

BCD-Ministerio de Industria, Turismo y Comercio<br />

(www.bcd.es).<br />

Josep Pla-Narbona<br />

Juan Gatti<br />

Metalarte: Inout di R. Ùbeda e O. Canalda<br />

PREMIO AMBIT CONSTRUMAT. Organizzato<br />

da Construmat e Codic (Col . legi de Dissenyadors<br />

d’Interiors i Decoradors de <strong>Catalunya</strong>). Vincitori: SIKA<br />

eBIOSCA &BOTEY (www.construmat.com).<br />

I N T E R N ATIONAL ROCA DESIGN COMPETITION.<br />

Progettare il bagno di un hotel del futuro. Vincitori:<br />

David Benito Cortázar y Laia Guardiola Raventós,<br />

Organizza: Roca e BCD (www.roca.es; www.bcd.es).<br />

PREMIOS ENJOIA’T 05. Gioielleria contemporanea.<br />

Organizza: Orfebres FAD. Vincitore: Edith Bellod<br />

(www.orfebresfad.org).<br />

Premio Enjoiat FAD Orfebres: Edith Bellod.<br />

Foto: Álex Antic<br />

M A G G I O<br />

3° CONCURS DE CART E L L S. Manifesto per la<br />

Festa Major. Organizza: Comune di Hostafrancs<br />

(<strong>Barcelona</strong>).<br />

PREMIOS LAUS. Grafica, Pubblicità, Comunicazione.<br />

O rganizza: AD G- FA D ( w w w. a d g - f a d . o rg ) .<br />

Premio Laus grafica: Sebastián Alós per la<br />

piattaforma Nunca máis<br />

G I U G N O<br />

PREMIOS DELTA. <strong>Design</strong> industriale. Organizza:<br />

ADI-FAD. Premio Delta de Plata: Martina Zink e<br />

Gonzalo Milá per Santa & Cole; Joan Gaspar Ruiz<br />

per Marset; Jordi Badia Farré e Otto Canalda<br />

per Oken; Novell/Puig <strong>Design</strong> per Cata<br />

Electrodomésticos, Emiliana <strong>Design</strong> Studio per<br />

Metalarte, S.A. Díez+Díez Diseño per Escofet 1886,<br />

S.A. Premio Delta de Oro: Zoocreative per Delica.<br />

Menzione Diseño para Todos: Miguel Milá<br />

per Supergrif (www.fadweb.com).<br />

D e l ta de Plata FA D: Emiliana <strong>Design</strong> Studio<br />

Delta de Oro FAD: Zoocreative<br />

PREMIOS CONTRARELOJ. Progettare un orologio.<br />

Organizza: Watchcelona (www.watchcelona.com).<br />

PREMIS VOILÁ. Servei Estació - Fundacion Signes<br />

(www.fundacionsignes.org; www.serveiestacio.com).<br />

PREMIOS FAD ARQUITECTURA.<br />

O rganizza: AR Q- IN FA D. Vincitori: Architettura: Eduard o<br />

Souto de Moura: Estadio Municipal de Braga Monte<br />

Crasto, Parque Norte. Braga (Portogallo). Interni:<br />

Lluís Clotet e Ignacio Paricio: Sala d’Actes Polivalent<br />

de l’IT E C a Barcellona. Es t e rni: José Antonio Mart í n e z<br />

Lapeña e Elías To rres: Explanada Fòrum 2004 e planta<br />

fotovoltaica Fòrum 2004, Barcellona. Spazi eff i m e r i :<br />

Joaquín Casanova, Javier Castellano, Rubens Cort é s :<br />

Manantial. Caja de Resonancia Andamio, Granada<br />

( w w w. a rq - i n f a d . o rg ) .<br />

José Antonio Martínez Lapeña y Elías<br />

Torres: Explanada e planta fotovoltaica<br />

Forum 2004, <strong>Barcelona</strong>.<br />

A G O S T O<br />

10° PREMI D’ART DIGITAL JAUME GRAELLS.<br />

Comune di Igualada - Ceina<br />

(www.aj-igualada.net e www.ceina.es/artdigital).<br />

S E T T E M B R E<br />

CONCURS INTERNACIONAL DE DISSENY EXPO-<br />

HOGAR REGALO. Articoli per la casa<br />

(www.expohogar.com).<br />

O T T O B R E<br />

PREMIS ANUÀRIA'05. Grafica (www.anuaria.com).<br />

NOVEMBRE<br />

PREMI CAMBRA. Gestione del design nell’impresa.<br />

Cámbra de Comerç de <strong>Barcelona</strong> - BCD - Cátedra de<br />

Gestió del Disseny di ESADE (www.bcd.es).<br />

PREMI «BARCELONA, LA MILLOR BOTIGA DEL<br />

M Ó N » . Q u a l i t à , iniziative, promozioni commerciali.<br />

Organizza: Ajuntament de <strong>Barcelona</strong><br />

(www.bcn.es/millorbotiga/cat).<br />

PREMIOS LÍDERPA C K. Imballaggio<br />

(www.hispack.com).<br />

DICEMBRE<br />

5° CONCORSO HERMES. Allestimento negozi. Org a -<br />

nizza: Hermes - BC D ( w w w.bcd.es www. h e rm e s . c o m ) .<br />

FIERE<br />

G E N N A I O<br />

31-6 febbraio BCN FASHION WEEK. Passarella<br />

Gaudí - Salóne Gaudí<br />

M A R Z O<br />

Stand «DESIGN BARCELONA» per i professionisiti<br />

del packaging alla Fiera Luxe Pack a Mónaco<br />

di Baviera. Organizza: <strong>Design</strong> Mix,<br />

Cambra de <strong>Barcelona</strong> e Promoció Econòmica<br />

del Ajuntament de <strong>Barcelona</strong>.<br />

A P R I L E<br />

11-16 CONSTRUMAT. International Building<br />

Exhibition (www.construmat.com).<br />

M A G G I O<br />

7-15 SALON INTERNACIONAL DEL AUTOMÓVIL.<br />

20-21 EXPOCODIG.<br />

L U G L I O<br />

8-10 BREAD & BUTTER. Trade Show for selected<br />

brands. Organizza: Bread & Butter GMBH<br />

(www.breadandbutter.com).<br />

A G O S T O<br />

Esposizione dei Premios Nacionales de Diseño en<br />

<strong>Design</strong> Korea <strong>2005</strong>. Organizza: BCD e Korean<br />

Institute of <strong>Design</strong> Promotion (www.bcd.es).<br />

S E T T E M B R E<br />

8-12 EXPOHOGAR. International Trade Show of gift<br />

and Home Articles (www.firabnc.es).<br />

19-22 MODA BARCELONA. <strong>Barcelona</strong> Fashion<br />

Week. Organizza: FFF Flaqué (www.firabcn.es).<br />

OTTOBRE<br />

5-8 MET. Moda-Architettura-Cine -Arte<br />

(www.metbcn.com).<br />

22-3 novembre SALÓN NÁUTICO. <strong>Barcelona</strong><br />

International Boat Show (www.firabcn.es).<br />

25-26 FÒRUM DE LA INNOVA C IÓ. Organizza:<br />

CIDEM (www.foruminnovacio.com).<br />

25-30 BARCELONA MEETING POINT.<br />

International Real Estate Show. Organizza: Czf<br />

(www.firabcn.es).<br />

NOVEMBRE<br />

8-13 SALÓ DEL LLIBRE DE BARCELONA.<br />

Organizza: Fundaciò El libre (www.firabcn.es).<br />

14-18 EQUIPLAST. Plastic and Rubber Exhibition<br />

(www.firabcn.es).<br />

24-27 BCN FUTUR. International Show of the<br />

Latest. Organizza: FFF Flaqué-CZF(www.bcnfutur.es).<br />

MOSTRE<br />

G E N N A I O<br />

OBJECTES / SUBJECTES: UNA VISIÓ DES DE<br />

LA BARCELONA QUE DISSENYA. Museu de les<br />

Arts Decoratives, <strong>Barcelona</strong>. Fino ad aprile <strong>2005</strong><br />

(www.artsdecoratives.bcn.es).<br />

M I R A’T LA RÀDIO: 80 ANYS DE DISSENY I<br />

TÈCNICA DE RECEPTORS. Museu de la Ciència<br />

i de la Tècnica de <strong>Catalunya</strong>, Terrassa.<br />

Curatori: Isabel Campi e Romà Gibert.<br />

Fino a febbraio <strong>2006</strong>. (www.mnactec.com).<br />

ENTRE ORIENT I OCCIDENT. CERÀMICA<br />

ORIENTAL, NORD-AFRICANA I EUROPEA.<br />

Museu de la Ceràmica. Fino al 2 ottobre<br />

(www.museuceramica.bcn.es).<br />

FACTORÍA DE HUMOR BRUGUERA. CCCB,<br />

Centre de Cultura Contemporània de <strong>Barcelona</strong>.<br />

20 gennaio - 10 aprile <strong>2005</strong> (www.cccb.org).<br />

FEBBRAIO<br />

EL RETORN DE JØRN UTZON A L’ÒPERA DE<br />

SYDNEY. Col·legi d’Arquitectes de <strong>Catalunya</strong>,<br />

Girona. 4 febbraio - 20 marzo (www.e-coac.org).<br />

SERT, MIG SEGLE D’ARQUITECTURA 1928 -<br />

1979. 25 febbraio - 12 giugno. Fundació Joan Miró<br />

(www.bcn.fjmiro.es/).<br />

MARZO<br />

JORGE PENSI: EXPOSICIÓN DE LA BIKINI<br />

COLLECTION. Istituto Europeo di <strong>Design</strong>,<br />

<strong>Barcelona</strong>. 17 marzo - 5 aprile (www.ied.es).<br />

MAGGIO<br />

CULDESAC/LOVE/ALL THE PEOPLE.<br />

Escola Municipal d’Art, edifici Vapor Universitari.<br />

Terrassa. 5 maggio - 23 maggio <strong>2005</strong><br />

TOT A CENT EUROS… I MENYS! OBRES<br />

MESTRES DEL DISSENY. Istituto Europeo di<br />

<strong>Design</strong>, <strong>Barcelona</strong>. 18 maggio - 1° giugno <strong>2005</strong><br />

(www.ied.es).<br />

X edizione dei premi Signes<br />

EXPOSICIÓ PREMI SIGNES. Vinçon, Barc e l l o n a ,<br />

10° edizione dei premi Signes.<br />

25 maggio - 6 giugno. Fundacion Signes/Moritz<br />

( w w w. f u n d a c i o n s i g n e s . o rg ) .<br />

GIUGNO<br />

20 ANYS DE CARTELLS: N’HEM VIST DE TOTS<br />

COLORS. Centre Català d'Artesania.<br />

1° giugno - 23 luglio.<br />

EL LABORATORI DE LA JOIERIA 1940-1990.<br />

Museu Tèxtil i d’Indumentària. Barcellona.<br />

Giugno <strong>2005</strong> - marzo <strong>2006</strong> (www. m u s e u t e x t i l . b c n . e s ) .<br />

LA BAUHAUS DE FESTA 1919-1933.<br />

Caixaforum. 29 giugno - 4 settembre<br />

(www.fundacio.lacaixa.es).<br />

EX-POSICIONS (69-88) A, ANTE, BAJO,<br />

CABE, CON, CONTRA, DE, DESDE, EN,<br />

ENTRE, HACIA, HASTA, PARA, POR, SEGÚN,<br />

SIN, SO, SOBRE, TRAS ROQUETA<br />

(EXCEPTO, DURANTE, MEDIANTE, SALVO).<br />

Col . legi d’Arquitectes de <strong>Catalunya</strong><br />

29 giugno - 21 luglio. A cura di Pilar Cós.<br />

Allestimento di BOPBAA.<br />

LUGLIO<br />

EL PERICH. SENSE CONCESSIONS. L’opera<br />

grafica di Jaume Perich. Espai 2.<br />

Palau de la Virreina. <strong>Barcelona</strong>.<br />

8 luglio <strong>2005</strong> - 8 gennaio <strong>2006</strong><br />

(www.bcn.es/virreinaexposicions/catala/home.htm).<br />

PENSA EL VERD: REVISIONS DEL PAISATGE<br />

DE LA GARROTXA DES DE LA COMUNICACIÓ<br />

VISUAL. Espai zer01. Museu Comarcal<br />

de la Garrotxa, Olot, 30 luglio - 25 settembre.<br />

OTTOBRE<br />

PURE AUSTRIAN DESIGN LANDING.<br />

FAD. 27 ottobre - 12 novembre (www.fadweb.es).<br />

NOVEMBRE<br />

VOLA AMB NOSALTRES: UNA SELECCIÓ<br />

DE CARTELLS D’AVIACIÓ. Museu de les Arts<br />

Decoratives. <strong>Barcelona</strong>. 2 novembre <strong>2005</strong> - 8 gennaio<br />

<strong>2006</strong> (www.museuartsdecoratives.bcn.es).<br />

HECHO EN PORTUGAL. DES+GN MAIS. FAD. 18<br />

novembre - 2 dicembre (www.fadweb.es).<br />

Promossa dall'Instituto de Comercio Exterior<br />

de Portugal (ICEP)<br />

HANNO COLLABORATO<br />

Jordí Aguilar Jeanette Altherr Fernando Amat Rafael Argullol Antoni Arola Iñaki Bakero Conxita Balcells George Beylerian Ramón Benedito<br />

Josep Bohigas Oriol Bohigas Michele Bonino Jordi Borja Vicens Bou Anna Butí Anna Calvera Isabel Campi Mercè Camps Juli Capella<br />

Stefano Cappuccio Norberto Chaves Xavier Costa Emilio Donato Gillo Dorfles Pau Dueñas Pere Duran Joan Fornás Dani Freixes Beth Galí<br />

Jordi Galli Monica Gili Daniel Giralt-Miracle Maite Guillem Eulalia Gonzalez Cristina Gosalvez Erwin Himmel Richard Koshaler Cristina Llado’<br />

Quim Larrea Josep Lluscà Alberto Lievore Jaime Lozoya Alessandro Manetti Uli Marchsteiner Nani Marquina Javier Mariscal<br />

Agustin J.Martínez Conxita Mataro’ Carlos Mesonero Anna Mir Vicente Miranda Juan Miró Manel Molina Jordi Montaña<br />

Marta Montmany Lluís Morillas Jordi Morillo Peres Javier Nieto Josep Novell Emili Padros Oriol Pibernat Francesc Pla Josep Puig<br />

Eduard Prats André Ricard Albert Riera Isabel Roig América Sánchez Andres Salvarezza Germán Silva Julia Shultz-Dornburg<br />

Victor Tebar Genis Tolosa Jordi Torres Jaume Tresserra Oscar Tusquets Ramon Úb e d a Ricard Vaccaro Pilar Villuendas Jorge Wagensberg<br />

Nel sito www.ilgiornaledellarchitettura.com sono disponibili le versioni integrali di alcuni testi pubblicati nel report.

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