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I 60 anni della costituzione della repubblica Italiana - Istoreco

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Circoscrizione<br />

Comune di Reggio Emilia<br />

I <strong>60</strong> <strong>anni</strong> <strong>della</strong> Costituzione<br />

<strong>della</strong> Repubblica <strong>Italiana</strong><br />

Auguri dai ragazzi <strong>della</strong> Circoscrizione 5<br />

In collaborazione con <strong>Istoreco</strong> e Scuola Media Statale “Sandro Pertini”


Circoscrizione<br />

Comune di Reggio Emilia<br />

I <strong>60</strong> <strong>anni</strong> <strong>della</strong> Costituzione<br />

<strong>della</strong> Repubblica <strong>Italiana</strong><br />

Auguri dai ragazzi <strong>della</strong> Circoscrizione 5<br />

In collaborazione con <strong>Istoreco</strong> e Scuola Media Statale “Sandro Pertini”


Didascalia foto copertina e retro copertina<br />

27 dicembre 1947 A palazzo Giustiniani viene firmato l’atto di promulgazione <strong>della</strong> nuova<br />

Carta Costituzionale <strong>della</strong> Repubblica italiana che entrerà in vigore il 1 gennaio 1948.<br />

Il Presidente <strong>della</strong> Repubblica Enrico De Nicola mentre firma la nuova Costituzione.<br />

Attorno a lui De Gasperi, Saragat e Terracini


Introduzione<br />

Sogni… desideri… aspirazioni… accompagnano l’adolescenza.<br />

E per realizzare sogni, desideri, aspettative occorrono impegno, competenza… conoscenza.<br />

La conoscenza va di pari passo con la crescita e i ragazzi, nel loro percorso verso la maggiore età devono essere i protagonisti<br />

di un sistema educativo - formativo che favorisca il pieno sviluppo <strong>della</strong> loro personalità, con senso critico, capacità di autonomia<br />

- di pensiero e di azione- con strumenti di comprensione e interpretazione <strong>della</strong> realtà, locale e globale.<br />

In questo percorso di formazione-maturazione dei ragazzi, che vede famiglia e scuola quali soggetti primari, non possono<br />

ritenersi estranei anche quegli altri soggetti che operano sul territorio con funzioni diverse, vuoi associative/aggregative, religiose,<br />

politico/amministrative.<br />

E la Circoscrizione 5 ha avvertito da tempo l’importanza, vorrei dire il dovere, di concorrere in sinergia con la scuola ad un<br />

processo che aiuti i ragazzi a sentirsi anch’essi cittadini, e nella conoscenza- appartenenza ad un territorio possano, vogliano<br />

contribuire ad una sua crescita quali parte di una collettività.<br />

La ricorrenza del <strong>60</strong>° <strong>anni</strong>versario <strong>della</strong> nascita <strong>della</strong> Costituzione <strong>Italiana</strong> è stata l’occasione per proseguire la collaborazione<br />

con la scuola media “Sandro Pertini” già avviata sul tema <strong>della</strong> memoria storica collegata al territorio.<br />

La Carta Costituzionale d’Italia è una carta giovane, frutto del lavoro di forze politiche di impostazioni ideali diverse che,<br />

all’indomani <strong>della</strong> Liberazione dal nazifascismo, hanno insieme dialogato e steso regole condivise.<br />

E’ una carta giovane perché i suoi princìpi sono attuali: la libertà, la giustizia, l’uguaglianza; principi che si sono tradotti negli<br />

articoli sui diritti delle persone, diritti civili, sociali, economici, politici, che devono trovare il sostegno e l’applicazione attraverso<br />

l’ordinamento <strong>della</strong> Repubblica (il Parlamento, le Istituzioni decentrate, le leggi, la magistratura), e con il concorso dei singoli<br />

nei doveri che ai cittadini competono.<br />

Spetta ai giovani, credo, appropriarsi fin da ora di questi principi e attraverso la conoscenza, la partecipazione e il senso di<br />

responsabilità ricercare la conservazione e l’applicazione, per sé e per gli altri, dei diritti che i padri costituenti ci hanno<br />

lasciato scritto.<br />

L’auspicio è quello che il lavoro di ricerca e approfondimento che le ragazze e i ragazzi delle classi III C e III H <strong>della</strong> scuola<br />

media “Sandro Pertini” hanno portato avanti sul progetto comune di Circoscrizione 5 ISTORECO Scuola Media, che si è<br />

tradotto nell’opuscolo che viene presentato, cominci presto a dare i suoi frutti.<br />

Un sentito ‘grazie’ quindi, ai ragazzi e alle ragazze, al preside Maccagnani e alle insegnanti che con disponibilità, sensibilità e<br />

cura hanno consentito la realizzazione del progetto stesso.<br />

Elvira Lusenti<br />

Responsabile Commissione Cultura<br />

e Tempo Libero


il ‘48<br />

C’era una volta, ragazzi, un paese (il “nostro” paese) devastato dalla guerra, dai lutti, dagli odi, dalle macerie. Al Nord la guerra<br />

aveva messo gli uni contro gli altri, in una lotta tra italiani durante la quale i giovani di allora dovettero fare scelte laceranti: o<br />

di tragica coerenza o di drammatica ribellione. E non era facile schierarsi dalla parte “giusta” se, come scriveva Italo Calvino,<br />

“bastava un nulla, un passo falso e ci si trovava dall’altra parte a sparare con lo stesso furore, con lo stesso odio, contro gli<br />

uni o contro gli altri”.<br />

Poi nel 1945 quella guerra finì, la gente del nostro paese nel 1946 scelse attraverso il voto la forma Repubblicana e con il voto<br />

elesse un’Assemblea Costituente. Questa si diede il compito di scrivere una Legge, un Patto, capace di rispecchiare i princìpi<br />

sui quali tutti si potessero trovare d’accordo. E, benché quegli uomini e quelle donne esprimessero concezioni politiche anche<br />

molto diverse, ci riuscirono. Parecchi mesi dopo l’Assemblea a grandissima maggioranza approvò la Costituzione Repubblicana<br />

e, concluso il suo compito, si sciolse il 31 dicembre 1947.<br />

Così il 1° gennaio 1948 la Costituzione entrò in vigore per tutti gli Italiani di allora. E, via via, fu confermata anche per i futuri<br />

cittadini. Anche per noi, quindi, e per voi.<br />

E nonostante i “costituenti” – e i loro partiti - sostenessero ideali diversi, allora erano identici il senso di responsabilità e la<br />

volontà di intendersi per ricostruire il nostro paese.<br />

Così la Carta Costituzionale, con lungimiranza, ci parla oggi come allora di diritti sociali, di solidarietà, di garanzie democratiche,<br />

di libertà individuali e comuni in cui tutti ancora ci riconosciamo e che tutti quotidianamente siamo chiamati a difendere<br />

lealmente e a mettere in pratica.<br />

La Costituzione, ragazzi, è la dichiarazione di un’alleanza tra i cittadini in vista di una società giusta e solidale che si può realizzare<br />

giorno dopo giorno e nella quale i diritti si integrano perfettamente con i doveri. Adesso tocca a noi - e a voi! - conoscere,<br />

realizzare, difendere la nostra Costituzione che è nata dall’impegno e dal sacrificio di tanti e che esprime i sentimenti migliori<br />

del popolo italiano.E veniamo al senso <strong>della</strong> ricerca e di questo volumetto, curato dalle classi 3C e 3H insieme alle prof.sse<br />

Barbara Bonacini e Mara Zarotti. L’opera completa un lavoro triennale sulle memorie del nostro territorio condotto in collaborazione<br />

con l’Istituto storico ISTORECO e con la 5^ Circoscrizione ai quali va il nostro ringraziamento.<br />

A sessant’<strong>anni</strong> da “quel” ’48 (“il quarantotto!”, data curiosamente emblematica e passata in proverbio anche se riferita a un<br />

altro ’48, il milleottocentoquarantotto, stagione di cambiamenti in tutta Europa) e a quarant’<strong>anni</strong> (vogliamo dirlo?) dal 1968<br />

(un’altra occasione di grandi mutamenti), proprio sottolineando nella scansione dei decenni l’avvicendarsi delle generazioni<br />

ma al di là di ogni celebrazione rituale, si è voluto dare rilievo all’attualità di certi avvenimenti del passato per contribuire alla<br />

costruzione di una società migliore.<br />

Saverio Maccagnani<br />

dirigente scolastico Sc. Media “S.Pertini”<br />

5


Che cosa è la Costituzione?<br />

A questa domanda hanno cercato di dare una risposta gli alunni e gli insegnanti di una scuola media reggiana intitolata ad uno<br />

dei padri <strong>della</strong> Costituzione e <strong>della</strong> democrazia italiane: Sandro Pertini.<br />

Con zelo e con passione hanno indagato fra gli articoli <strong>della</strong> legge fondamentale <strong>della</strong> Repubblica italiana, andandone a ricercare<br />

il significato e le origini a cominciare anche dagli aspetti più quotidiani <strong>della</strong> loro esperienza. Perché, ad esempio, alcune<br />

vie del loro quartiere sono intitolate ad Alcide De Gasperi, a Enrico De Nicola e a Palmiro Togliatti? E quale è l’inscindibile<br />

legame che unisce la Costituzione e la Resistenza contro il nazifascismo?<br />

Il ciclo di tre lezioni compiuto da <strong>Istoreco</strong> con i ragazzi di due classi terze e l’ottimo supporto di Renato Vacondio, partigiano<br />

e protagonista di quei memorabili giorni, hanno dato il la agli studenti <strong>della</strong> Pertini che hanno poi scelto assieme ai loro insegnanti<br />

quali aspetti approfondire, con un particolare riferimento ai principi fondamentali <strong>della</strong> Costituzione <strong>repubblica</strong>na e<br />

il riconoscimento del diritto di voto alle donne. Ma poiché non è possibile circoscrivere un evento così importante <strong>della</strong> storia<br />

italiana a due sole date quali quella del referendum istituzionale (2 giugno 1946) e <strong>della</strong> entrata in vigore <strong>della</strong> carta fondamentale<br />

(1 gennaio 1948) ecco allora una breve e intensa sintesi storica dei decenni precedenti che nel bene e nel male hanno<br />

preparato il terreno alla rinascita <strong>della</strong> democrazia italiana: la grande guerra del 1915/18, l’avvento <strong>della</strong> dittatura fascista e la<br />

tragedia <strong>della</strong> seconda guerra mondiale fino all’epopea <strong>della</strong> guerra di Liberazione.<br />

Vale la pena di sottolineare la coincidenza dell’<strong>anni</strong>versario <strong>della</strong> Costituzione con un altro oggi purtroppo sottovalutato quale<br />

quello <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> prima guerra mondiale (1918). Le sofferenze di milioni di uomini che combatterono in trincea per tre <strong>anni</strong>,<br />

la conquista del suffragio universale (maschile) ottenuta appena prima e la conclusione vittoriosa del Risorgimento avrebbero<br />

potuto e dovuto assicurare al nostro paese il pieno e definitivo raggiungimento <strong>della</strong> democratizzazione <strong>della</strong> vita sociale e<br />

politica. Così non fu e gli italiani dovettero aspettare e soffrire altri trenta lunghi <strong>anni</strong> prima di vedere l’Italia diventare uno Stato<br />

democratico nel quale diritti e doveri di tutti i cittadini sono assicurati da una carta fondamentale e non dove trovassero più<br />

posto privilegi di casta o di censo.<br />

Non posso chiudere se non ricordando al lettore le parole che Piero Calamandrei disse ad un gruppo di studenti milanesi nel<br />

1955 per spiegare loro che cosa è la Costituzione <strong>della</strong> Repubblica italiana:<br />

“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i<br />

partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare<br />

la libertà e la dignità: andate li, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione”.<br />

Michele Bellelli<br />

<strong>Istoreco</strong><br />

7


La classe III C<br />

la Classe III C in ordine alfabetico: Bedogni Francesco, Bertani Agnese, Biagini Alessandra, Birra Paola, Bolondi Aparecida,Busani<br />

Alice, Casali Alessia, Caselli Cecilia, Coluccio Francesca, Falcone Mariangela, Fantini Simone, Fiorini Giulia, Fontanini Sara,<br />

Frontera Chiara, Incerti Federico, Incerti Irene, Lerose Gerardo, Malagutti Priscilla, Mazzei Giulio, Papini Sam, Paterlini<br />

Alessandro, Ruocco Pasqualina, Ruozi Sebastiano, Shram Lyubov, Sirotti Chiara, Villanova Giacomo<br />

8


Classe III H<br />

la Classe III H in ordine alfabetico: Basta Melissa, Bastardi Elisa, Bianco Elisa, Bottazzi Athina, Canovi Alberto, Corradini Francesco,<br />

Di Maggio Irene, Fusco Serena, Gallesi Mauro, Kulachock Filip, Leonardi Daniele, Lucchetti Cristiana, Marchi Elena,<br />

Pavarini Alberto, Pugliese Giuseppe, Ramora Laura, Romani Lorenzo, Sidi Jacklin, Tezcan Anna Claudia, Turrini Claudia,<br />

Valli Elis, Visentin Mattia, Vitale Katja, Vivone Debora.<br />

9


Presentazione del Progetto<br />

In occasione dei <strong>60</strong> <strong>anni</strong> <strong>della</strong> Costituzione italiana, con la collaborazione <strong>della</strong> V Circoscrizione e di <strong>Istoreco</strong>, le classi 3C e 3H<br />

<strong>della</strong> scuola media statale “Sandro Pertini” hanno realizzato un progetto relativo allo studio <strong>della</strong> legge fondamentale <strong>della</strong> Repubblica<br />

italiana. Al termine dell’attività siamo arrivati alla pubblicazione di questo quaderno, che prosegue il lavoro di ricerca<br />

storica iniziato negli scorsi <strong>anni</strong> da altre classi <strong>della</strong> scuola. Già in precedenza erano stati infatti pubblicati altri due opuscoli<br />

inerenti alla toponomastica del quartiere, uno sulle vie intitolate ai martiri <strong>della</strong> Resistenza realizzato nel 2005 e uno sulle vie<br />

dedicate agli eroi del Risorgimento prodotto nell’anno 2007.<br />

All’inizio del percorso abbiamo avuto due incontri. Nel primo, a classi unite, il dottor Bellelli, storico d’<strong>Istoreco</strong>, ci ha spiegato il<br />

collegamento tra la guerra di Liberazione e la nascita <strong>della</strong> Repubblica, con il Referendum del 2 giugno 1946 che ha portato al<br />

primo suffragio universale vero e proprio, consentendo anche alle donne il voto per la prima volta. Abbiamo inoltre ascoltato la<br />

testimonianza dell’ex partigiano Renato Vacondio, che ci ha parlato di vari episodi <strong>della</strong> sua vita nel periodo <strong>della</strong> Resistenza<br />

e nei primi <strong>anni</strong> <strong>della</strong> Repubblica.<br />

Il secondo incontro è avvenuto a classi separate, solo con il dottor Bellelli, che ha approfondito ancora di più la storia di quegli<br />

<strong>anni</strong>, parlandoci dei personaggi e degli avvenimenti principali e mostrandoci varie diapositive su documenti storici dell’epoca.<br />

Al termine, dopo aver raccolto vari appunti, ciascuna classe si è divisa in quattro gruppi. La 3 C ha avuto il compito di presentare<br />

il progetto, definire e sintetizzare la Costituzione, illustrare in breve la vita dei personaggi più significativi che hanno fatto<br />

parte dell’Assemblea costituente (tre dei quali reggiani e altri tre ricordati nelle vie attigue alla scuola) e commentare gli articoli<br />

1, 3, 5 <strong>della</strong> Costituzione.<br />

La 3H ha lavorato sulla sintesi storica del periodo tra la proclamazione del Regno d’Italia e la nascita <strong>della</strong> Repubblica, sul<br />

Referendum del 2 giugno 1946 per la scelta tra monarchia e <strong>repubblica</strong>, sulle biografie dei Presidenti <strong>della</strong> Repubblica e sugli<br />

articoli 7,11,12 <strong>della</strong> Costituzione.<br />

Con questo progetto siamo riusciti a fare un confronto tra la vita di quei tempi e quella di adesso, arrivando alla conclusione<br />

che la Repubblica è stato un gran passo in avanti nella storia del popolo italiano. Inoltre pensiamo che questa attività sia stata<br />

per tutti noi un’esperienza stimolante, significativa e coinvolgente, che ci ha permesso di approfondire la nostra storia. Anche<br />

se il lavoro è stato impegnativo e a volte difficile, ci è piaciuto molto il modo di apprendere e di operare, utilizzando il computer<br />

e collaborando tutti insieme, ognuno con le sue abilità, per realizzare questo opuscolo.<br />

10


Incontro con lo storico Michele Bellelli e l’ex partigiano Renato Vacondio (marzo 2008)<br />

11


Biografie<br />

Riportiamo nelle seguenti pagine le biografie di tre reggiani, nostri concittadini, che hanno fatto parte <strong>della</strong> Commissione dei<br />

75, ristretto gruppo composto per l’appunto da 75 deputati dell’Assemblea costituente, che hanno avuto il compito di scrivere<br />

materialmente la Costituzione.<br />

Nilde Iotti<br />

Nilde Iotti nacque a Reggio Emilia il 10 aprile 1920. Rimase orfana di padre nel 1934 e, nonostante<br />

le difficoltà economiche, si laureò in lettere all’Università Cattolica di Milano. Dal 1943 si<br />

segnalò dapprima come porta-ordini, uno dei ruoli più significativi e pericolosi assunti dalle donne,<br />

poi, durante la Resistenza, il suo impegno fra i partigiani <strong>della</strong> città natale le consentì, poco più<br />

che ventenne, di essere designata responsabile dei Gruppi di Difesa <strong>della</strong> Donna, struttura attivissima<br />

nella guerra di Liberazione. Dopo il Referendum del 2 giugno 1946, grazie al quale per la<br />

prima volta le donne italiane esercitarono il diritto di voto, Nilde Iotti venne eletta in Parlamento.<br />

Dapprima come semplice deputato, poi come membro dell’Assemblea Costituente, attraverso<br />

la sua sensibilità e la sua cultura istituzionale, diede prova di uno spiccato talento politico. Ella<br />

stessa definì quella nell’Assemblea Costituente come “la più grande scuola politica, a cui abbia<br />

mai avuto occasione di partecipare”. La Iotti entrò a far parte anche <strong>della</strong> “Commissione dei 75”.<br />

Il suo ruolo svolto nell’ambito <strong>della</strong> Costituente, a favore dei diritti delle donne e <strong>della</strong> loro piena<br />

uguaglianza agli uomini, fu particolarmente significativo. Importante fu anche l’attenzione che<br />

riservò al lavoro, visto come strumento di emancipazione e alla maternità, non più intesa come<br />

“cosa di carattere<br />

privato”, bensì come “funzione sociale” da tutelare. Forte dell’esperienza maturata nella Costituente,<br />

la Iotti proseguì la propria missione politica a favore dei diritti delle categorie più disagiate<br />

(le donne in primo luogo), sia in Parlamento, sia all’interno del P.C.I., dove ottenne pieno riconoscimento soprattutto dopo la<br />

morte di Togliatti. Nel corso di mezzo secolo, vissuto all’interno delle istituzioni <strong>repubblica</strong>ne nella sua attività parlamentare<br />

ininterrotta dal 1948 al 1999, la Iotti fu promotrice <strong>della</strong> battaglia sul referendum per il divorzio (1974), <strong>della</strong> legge sul diritto<br />

di famiglia (1975) e <strong>della</strong> legge sull’aborto (1978). Dal 1979 al 1992 ricoprì la carica di Presidente <strong>della</strong> Camera (fu la prima<br />

donna ad assumere questo ruolo), segnalandosi per grande capacità di equilibrio, di mediazione e di saggezza. Nel 1993<br />

ottenne la Presidenza <strong>della</strong> Commissione Parlamentare per le riforme istituzionali. Nel 1997 venne eletta Vicepresidente del<br />

Consiglio d’Europa.<br />

Morì il 4 dicembre 1999 a Poli (Roma).<br />

13


Giuseppe Dossetti<br />

Giuseppe Dossetti nacque a Genova il 13 febbraio 1913. Nello stesso anno i suoi genitori si<br />

trasferirono a Cavriago, dove compì i primi studi, per poi spostarsi qualche anno dopo a Reggio<br />

Emilia, dove frequentò il liceo cittadino. Successivamente si laureò all’Università di Milano<br />

in Giurisprudenza. Durante la Resistenza partecipò alla lotta antifascista, prima in pianura, poi<br />

in montagna e divenne presidente del C.L.N. di Reggio Emilia, anche se si rifiutò sempre di<br />

usare le armi. Quella fu per lui un’esperienza decisiva. Dopo il 25 aprile fu chiamato a Roma ed<br />

entrò a far parte <strong>della</strong> Democrazia Cristiana, nelle cui liste fu eletto all’Assemblea Costituente.<br />

Il suo contributo ai lavori dell’Assemblea risultò determinante. A suo parere una Costituzione<br />

non è solamente un insieme di regole e di regolamenti, ma è soprattutto un documento programmatico<br />

intriso di principi etici. Infatti secondo Dossetti, dopo la caduta del regime fascista,<br />

l’Italia non ha bisogno solo di una ricostruzione formale, ma anche di una ripresa di spirito<br />

morale che trovi espressione in un documento costituzionale. Eletto deputato, Dossetti diventò<br />

vicesegretario <strong>della</strong> Democrazia Cristiana di De Gasperi. Quelli furono per lui <strong>anni</strong> di intensa<br />

lotta politica. Nel 1947 fondò la rivista Cronache Sociali, riferimento delle migliori energie del<br />

partito democristiano e fucina di tantissimi quadri politici. Nel 1951 si ritirò dal Parlamento, dal<br />

partito e dallo stesso impegno universitario. Si dedicò alla ricerca storico-teologica fondando<br />

il Centro di Documentazione e dando vita alla comunità monastica a Oliveto di Monteveglio<br />

(Bologna). Dopo una breve esperienza nel Consiglio comunale di Bologna, nel 1959 venne ordinato sacerdote <strong>della</strong> Chiesa<br />

Cattolica. Durante il Concilio Vaticano II fu collaboratore del cardinale Lercaro e poi<br />

nominato pro-vicario a fine Concilio. L’allontanamento di Lercaro da Bologna coincise con il ritiro di Dossetti nella sua comunità<br />

monastica. Visse da allora in diverse case <strong>della</strong> sua comunità, in particolare in Israele. L‘ultima fase <strong>della</strong> sua vita fu segnata<br />

da un ritorno in Patria. Fu testimone dell’esperienza nell’Assemblea costituente e sempre più di frequente invitò al ricordo dei<br />

valori e dei contenuti <strong>della</strong> Costituzione.<br />

E’ deceduto il 15 dicembre 1996 a Oliveto di Monteveglio (Bologna).<br />

14


“Lettera autografa di Giuseppe Dossetti in data 27-01-’47su carta intestata <strong>della</strong> Camera dei Fasci e delle Corporazioni corretta in<br />

ASSEMBLEA COSTITUENTE - PALAZZO DI MONTECITORIO”<br />

15


Meuccio Ruini<br />

Bartolomeo (o Meuccio) Ruini nacque il 14 dicembre 1877 a Reggio Emilia. Si laureò in Giurisprudenza<br />

all’Università di Bologna nel 1899 e nel 1904 entrò nel Partito Socialista. Nel 1907 venne<br />

eletto consigliere comunale a Roma e provinciale a Reggio Emilia, poi nel 1912 divenne direttore<br />

generale dei Servizi speciali per il Mezzogiorno. Nel 1913 fu eletto deputato per la lista radicale<br />

nel collegio di Castelnuovo Monti (RE), ma questo determinò una rottura con il Partito Socialista.<br />

Partecipò alla Prima guerra mondiale come interventista, meritandosi l’elogio di Nitti alla Camera e<br />

del generale Diaz. Fu rieletto deputato nel 1919, per la lista radicale, ed entrò a far parte del gabinetto<br />

Vittorio Emanuele Orlando come Sottosegretario all’Industria, Commercio e Lavoro; nel successivo<br />

governo Nitti I rivestì la carica di Ministro delle Colonie. Fu poi costretto, all’affermarsi del<br />

fascismo, ad abbandonare tutte le attività, vivendo con una modesta pensione. Nel 1942 fondò in<br />

clandestinità, con Ivanoe Bonomi, il Partito <strong>della</strong> Democrazia del Lavoro di cui fu anche segretario.<br />

Divenne, alla caduta del fascismo, un promotore del Comitato delle forze antifasciste e nel gennaio<br />

del 1945 ricevette la presidenza del Consiglio di Stato. Fu poi eletto deputato all’Assemblea<br />

Costituente e divenne Presidente <strong>della</strong> “Commissione dei 75”, che aveva il compito di scrivere gli<br />

articoli <strong>della</strong> Costituzione. Nel 1953 fu eletto Presidente del Senato, ma fu duramente contestato<br />

per l’atteggiamento avuto durante il dibattito sulla “legge truffa”; si ritirò quindi dalla politica attiva.<br />

Fu Presidente del Senato <strong>della</strong> Repubblica dal 25 marzo 1953 al 24 giugno 1953. Ruini fu nominato<br />

senatore a vita il 2 marzo 1963 dal Presidente <strong>della</strong> Repubblica, Antonio Segni. Morì a Roma il 6 marzo 1970.<br />

16


Riportiamo le biografie di tre importanti uomini politici a cui sono intitolate le vie, che percorriamo abitualmente, collocate nella<br />

nostra circoscrizione. Anche essi sono stati protagonisti dell’Italia <strong>repubblica</strong>na,<br />

Enrico de Nicola<br />

Nacque il 9 novembre 1877 a Torre del Greco (Napoli). Laureatosi in Giurisprudenza si dedicò alla<br />

professione forense, diventando nel corso degli <strong>anni</strong> uno dei maggiori avvocati italiani. E’ stato eletto<br />

deputato nel 1909, nel 1913, nel 1919, nel 1921 e nel 1924 (in quest’ultimo anno non ha prestato<br />

il giuramento, perciò non ha partecipato all’attività parlamentare). Dopo alcuni incarichi affidatigli dal<br />

Governo, venne eletto Presidente <strong>della</strong> Camera dei Deputati il 26 giugno 1920 e confermato nella<br />

legislatura successiva fino al 25 gennaio 1924.<br />

Durante il fascismo si è ritirato dalla vita politica attiva e si è dedicato esclusivamente all’esercizio<br />

<strong>della</strong> professione forense.<br />

Fu nominato Senatore del Regno nel 1929, ma anche in questo caso non ha mai partecipato ai<br />

lavori dell’Assemblea.<br />

E’ stato eletto Capo provvisorio dello Stato il 28 giugno 1946 (al primo scrutinio con 396 voti su 501)<br />

e ha prestato giuramento il 1° luglio successivo.<br />

La scelta di De Nicola come presidente deriva dall’approvazione dei tre principali partiti italiani del<br />

voto del 2 giugno 1946 per la Costituente: Democrazia cristiana, Partito socialista e Partito comunista.<br />

De Nicola inoltre, prima del referendum, si era dichiarato favorevole alla monarchia.<br />

Dimessosi dalla carica, è stato rieletto Capo provvisorio dello Stato il 26 giugno 1947 (al primo scrutinio con 405 voti su 523).<br />

A norma <strong>della</strong> prima disposizione transitoria <strong>della</strong> Costituzione, dal 1° gennaio 1948 ha assunto il titolo di Presidente <strong>della</strong><br />

Repubblica.<br />

E’ divenuto senatore a vita quale ex Presidente <strong>della</strong> Repubblica, poi è stato eletto Presidente del Senato il 28 aprile 1951e si<br />

è dimesso dalla carica il 24 giugno 1952.<br />

E’ stato nominato giudice <strong>della</strong> Corte Costituzionale dal Presidente <strong>della</strong> Repubblica il 3 dicembre 1955, nella prima riunione<br />

del Collegio il 23 gennaio 1956 è stato eletto Presidente <strong>della</strong> Corte Costituzionale e si è dimesso dalla carica il 26 marzo 1957.<br />

E’ deceduto il 1° ottobre 1959 a Torre del Greco.<br />

17


Palmiro Togliatti<br />

Nacque il 26 marzo 1893 a Genova. Si laureò in Giurisprudenza all’Università di Torino, dove<br />

entrò in contatto coi socialisti e conobbe il giovane Antonio Gramsci. Al congresso di Livorno del<br />

1921 partecipò alla nascita del P.C.d’I. Nel 1924 partecipò alla segreteria di A. Gramsci. Scrisse<br />

opere di carattere propagandistico con lo pseudonimo di Ercole Ercoli fino al 1926, quando, minacciato<br />

di morte dagli squadristi, per sfuggire alle persecuzioni del regime fuggì all’estero, a Mosca<br />

(dove diventa un seguace dello stalinismo). Rimase in esilio per diciotto <strong>anni</strong>, trascorsi soprattutto<br />

a Mosca, in qualità di rappresentante del PCI nella Terza internazionale <strong>della</strong> quale divenne<br />

segretario nel 1937. Dopo l’arresto di Gramsci, prese le redini del partito ormai messo fuorilegge<br />

dal regime fascista. La lotta antifascista trovò il suo culmine nel 1935 con l’avvio <strong>della</strong> politica di<br />

“unità antifascista” espressa nei fronti popolari. Allo scoppio <strong>della</strong> II guerra mondiale fu arrestato<br />

in Francia, riparò di nuovo in Unione Sovietica ed infine nel 1944 potè tornare in Italia. Sbarcato a<br />

Salerno, nel sud Italia già liberato, appoggiò il governo di larghe intese di Badoglio, accantonando<br />

momentaneamente la questione istituzionale (svolta di Salerno). Partecipò attivamente alla stesura<br />

<strong>della</strong> Costituzione ed ai governi Bonomi, Parri e De Gasperi, ricoprendo la carica di Ministro di Grazia e Giustizia. Non predicò<br />

la rivoluzione, ma la via nazionale al socialismo: contro il latifondo, i monopoli e la Nato. Togliatti concesse l’amnistia ai fascisti,<br />

accettò il concordato con il Vaticano, modellò un sindacato “cinghia di trasmissione del partito”. Alleato con Nenni nel Fronte<br />

popolare, venne sconfitto alle elezioni del 1948 ed estromesso dal governo. Sempre nel 1948 venne ferito in un attentato.<br />

Approvò la repressione armata sovietica in Ungheria. Fedele all’Italia e all’Urss nel 1956 fu fautore <strong>della</strong> “destalinizzazione” e<br />

lanciò la linea <strong>della</strong> via italiana al socialismo, “un regime di democrazia progressiva che attuasse un complesso di riforme <strong>della</strong><br />

struttura economica e sociale, facendo accedere alla direzione del paese tutte le forze delle masse lavoratrici”. Togliatti muore<br />

il 21 agosto 1964 a Yalta (Urss) per ictus cerebrale.<br />

18


Alcide De Gasperi<br />

Nacque il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino (TN). Infatti, anche se italiano di lingua e cultura, De Gasperi<br />

si formò nel Trentino irredento, ovvero alle dipendenze dell’Impero Austro-Ungarico. Fin da<br />

giovanissimo partecipò ad attività politiche di ispirazione cristiano-sociali: nel periodo degli studi<br />

universitari, fu leader del movimento studentesco e protagonista delle lotte degli studenti trentini,<br />

che miravano ad ottenere una facoltà di Diritto in lingua italiana. Nelle elezioni del Parlamento<br />

Austro-Ungarico del 13 e 20 giugno 1911, fu eletto tra le fila dei Popolari. Anche il suo impegno di<br />

parlamentare si concentrò sulla difesa dell’italianità e dell’autonomia delle popolazioni trentine. La<br />

sua attività propagandistica finì con l’essere tenacemente avversata dagli organi polizieschi dopo<br />

l’attentato di Sarajevo, che determinò lo scoppio <strong>della</strong> prima guerra mondiale. Con il proseguire<br />

<strong>della</strong> guerra, si fece fautore del diritto all’autodeterminazione dei popoli. Nel 1919 fu uno dei<br />

fondatori del Partito Popolare Italiano in cui fu eletto deputato in quello stesso anno; nel 1921 fu<br />

riconfermato al seggio. Successivamente si oppose all’avvento del fascismo finché fu arrestato<br />

nel 1926, insieme alla moglie, mentre si stava recando in treno a Trieste. Quando fu scarcerato,<br />

fu continuamente sorvegliato e dovette trascorrere un periodo di grandi difficoltà e isolamento.<br />

Nel 1942-43, durante la Seconda guerra mondiale, compose, insieme con altri, l’opuscolo Le idee<br />

ricostruttive <strong>della</strong> Democrazia Cristiana, in cui esprimeva le idee alla base del futuro partito <strong>della</strong> Democrazia Cristiana di cui<br />

sarebbe stato cofondatore. Entrò a far parte come rappresentante <strong>della</strong> Democrazia Cristiana (DC) nel Comitato di Liberazione<br />

Nazionale. Nel 1945 fu nominato presidente del Consiglio dei ministri e nel 1946 intervenne a Parigi alla Conferenza di pace,<br />

dove ebbe modo di contestare, attraverso un memorabile discorso, le dure condizioni inflitte all’Italia dalla Conferenza. Egli affrontò,<br />

infatti, con dignità le trattative di pace con le potenze vincitrici, riuscendo a evitare le sanzioni principalmente nell’ambito<br />

del disarmo militare e la perdita di territori di confine come l’Alto-Adige e la Valle D’Aosta. Nel novembre 1946 si recò a Mosca<br />

con l’obiettivo di cercare aiuti economici per l’Italia disastrata dalla guerra, ma le sue richieste non furono accolte. Nel gennaio<br />

1947 effettuò un viaggio negli Stati Uniti che andò a buon fine, iniziando il processo di reinserimento dell’Italia nella comunità<br />

internazionale. Le elezioni del 18 aprile del 1948 furono le più accese <strong>della</strong> storia <strong>repubblica</strong>na, visto lo scontro tra la DC ed il<br />

Fronte Popolare. In quella occasione De Gasperi riuscì a guidare la Democrazia Cristiana verso il grande successo ottenendo<br />

il 48% dei consensi e fu nominato presidente del primo Consiglio dei ministri dell’Italia Repubblicana. Sempre in politica estera<br />

concluse importanti accordi con le potenze occidentali per finanziare la ricostruzione e il riassetto dell’economia italiana.<br />

Mantenne la carica di presidente del Consiglio fino all’agosto 1953, dimettendosi a causa del fallimento <strong>della</strong> legge elettorale,<br />

denominata dai suoi avversari “legge truffa”. Viene oggi considerato come il padre fondatore dell’Unione<br />

19


Europea insieme al francese Robert Schuman e al tedesco Konrad Adenauer. Alcide De Gasperi morì il 19 agosto 1954 nella<br />

sua casa in Val di Sella (comune di Borgo Valsugana). Dopo la sua scomparsa iniziarono le richieste per il processo di beatificazione.<br />

Sc. Media “S. Pertini”<br />

20


Gli studenti al lavoro<br />

21


Sintesi storica<br />

Unità D’Italia<br />

L’Italia come stato politicamente unito esiste da meno di un secolo e mezzo (il regno d’Italia nacque infatti nel 1861).<br />

L’entusiasmo risorgimentale portò a compimento l’unità d’Italia, ponendo le premesse per una trasformazione <strong>della</strong> penisola<br />

in uno stato moderno e progredito. La 2^ guerra d’indipendenza e la spedizione dei mille dettero un decisivo impulso all’unità<br />

d’Italia, tanto che il 18 febbraio 1861 veniva inaugurata la prima seduta del parlamento italiano, che il 17 marzo successivo<br />

votava la trasformazione del regno di Sardegna in regno d’Italia e nella quale Vittorio Emanuele 2° venne proclamato re. La<br />

forte passione nazionale che animò tutto il suo regno garantì il necessario consenso alla soluzione monarchica e sabauda<br />

del Risorgimento. Sotto il suo regno trovarono soluzione molti dei problemi che assillavano il nostro paese: con la 3^ guerra<br />

d’indipendenza nel 1866 anche il Veneto entrava a far parte del regno d’Italia che finalmente nel 1870 potrà coronare il sogno<br />

di Roma capitale sede centrale dell’Italia unita. Fu in questi decenni che trovò soluzione la piaga del brigantaggio che affliggeva<br />

l’Italia meridionale. Nel 1878 salì al trono il figlio Umberto. Nel corso del suo regno numerose furono le innovazioni nel<br />

campo sociale, nonché l’avvio di quel processo di industrializzazione che avrebbe portato l’Italia, ad affiancarsi ai paesi più<br />

avanzati d’ Europa. Umberto I dette prova di grandi doti di generosità in occasione delle numerose calamità che punteggiarono<br />

il suo regno. Sul piano istituzionale, nel 1882 condusse l’Italia fuori dall’isolamento, mentre si stava intensamente sviluppando<br />

il commercio sia interno che estero. Sul piano sociale nel 1889 venne abolita la pena di morte. E’ tuttavia rimasto noto anche<br />

per avere utilizzato le forze armate, causando decine di morti, per reprimere gli scioperi e le manifestazioni popolari a Milano<br />

nel 1898.<br />

Umberto I muore a Monza il 29 luglio del 1900; gli succede Vittorio Emanuele III che si dimostrò favorevole ad una ripresa<br />

dello Stato.<br />

Furono sviluppate l’industria tessile, elettrica, siderurgica, automobilistica e fu potenziata la rete ferroviaria che permise le<br />

comunicazioni con l’estero; nel 1913 si tennero le prime elezioni a suffragio universale maschile. Purtroppo il suo regno subì<br />

d<strong>anni</strong> da ben due guerre mondiali; la grande guerra del 1915 – 1918 si concluse vittoriosamente. La sua popolarità crebbe<br />

con la costante presenza in prima linea e soprattutto con la sua decisiva azione dopo Caporetto. Dopo l’esperienza complessa<br />

del fascismo, e dopo lo sbarco alleato in Sicilia, il 25 luglio 1943 Vittorio Emanuele III nominò capo del Governo il maresciallo<br />

Badoglio.<br />

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 lasciò il potere al figlio Umberto, nominandolo Luogotenente Generale del Regno. Il<br />

nuovo re Umberto II, a seguito del Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946, fu costretto a lasciare il suolo italiano dopo solo<br />

1 mese di regno, per evitare una nuova guerra civile.<br />

23


Lo Statuto Albertino<br />

Lo Statuto Albertino concesso dal re Carlo Alberto il 4 marzo 1848 fu esteso nel 1861 al regno d’Italia e restò in vigore fino al<br />

1948: esso fu subito oggetto di opposte interpretazioni;i conservatori sostenevano che si trattava di un’elargizione spontanea del<br />

sovrano,donava la Costituzione senza lasciarla imporre,dettava le condizioni senza riceverle. I liberali,al contrario,sostenevano<br />

che la Carta Costituzionale non era un dono grazioso del sovrano,ma un patto,un accordo stipulato fra il re e la nazione con il<br />

quale venivano riconosciuti i diritti del popolo,che già esistevano prima del patto stesso. La Corona aveva comunque un certo<br />

potere perché il trono era ereditario ed il re,la cui persona veniva dichiarata “sacra e inviolabile” conservava un ruolo centrale<br />

quale capo supremo dello Stato e del Governo: egli infatti aveva il comando su tutti i tipi di forze, ad esempio quelle armate.<br />

Prima guerra mondiale<br />

Il pretesto fu dato dall’attentato a Sarajevo, ai d<strong>anni</strong> dell’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando, da parte di un indipendentista<br />

serbo. L’Austria-Ungheria e la Germania emisero la dichiarazione di guerra alla Serbia il 28 luglio del 1914 e<br />

nei giorni successivi anche contro Francia e Inghilterra .L’intenzione tedesca era di portare avanti una “guerra di movimento”,<br />

rapida e veloce, ma il tentativo fallì: il conflitto si rivelò lungo ed estenuante, in quel che fu definita una “Guerra di Trincea”.<br />

Dopo l’avanzata tedesca in Francia ed il blocco continentale operato dalla flotta inglese, nel 1915 anche l’Italia entra in guerra.<br />

In quel periodo l’opinione pubblica era divisa in due fazioni, da una parte c’erano i “neutralisti”, dall’altra gli “interventisti”.Il<br />

26 aprile del 1915, il governo italiano si alleò segretamente con la Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia), stipulando il<br />

Patto di Londra. Il 24 maggio le truppe italiane entrarono in guerra. Sul fronte italo-austriaco, il conflitto si presentò subito estremamente<br />

lento, combattuto nelle trincee scavate nelle montagne del Friuli da soldati reclutati tra le fasce più povere <strong>della</strong><br />

popolazione. Nel 1917, si ribaltò la situazione, con l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti a fianco <strong>della</strong> Triplice Intesa ed il<br />

ritiro <strong>della</strong> Russia, impegnata entro i propri confini con la Rivoluzione. L’offensiva austriaca divenne sempre più pressante,<br />

finché l’esercito italiano subì la famosa sconfitta di Caporetto, il 24 ottobre del 1917, con gravi ripercussioni anche sulla vita<br />

economica e sociale del Paese. Ebbero infatti inizio una serie di scioperi e di manifestazioni, tali da costringere il governo a<br />

fare grandi promesse ai soldati, al fine di risollevarne il morale, evitando defezioni ed ammutinamenti. Il 1918 fu l’anno decisivo<br />

del conflitto, che segnò anche la conclusione <strong>della</strong> Prima Guerra Mondiale con la vittoria <strong>della</strong> Triplice Intesa. Sul fronte<br />

italo-austriaco l’esercito italiano, guidato dal nuovo generale Armando Diaz, riuscì a conquistare Trento e Trieste, stipulando<br />

un armistizio con l’Austria e giungendo finalmente alla pace. La Conferenza di Pace di Parigi penalizzò duramente i paesi<br />

perdenti, in particolar modo la Germania, facendo prevalere gli interessi delle due potenze europee: Francia ed Inghilterra.<br />

All’Italia furono concessi i territori del Trentino Alto Adige, Trieste ed Istria.<br />

24


Dallo smembramento dell’impero austro-ungarico nacquero quindi nuove realtà territoriali e politiche: l’Ungheria, la Cecoslovacchia<br />

e la Jugoslavia. Rimase però sospesa la questione <strong>della</strong> città di Fiume, poiché non ne venne prevista l’annessione<br />

all’Italia. Fu così che, nel settembre del 1919, un gruppo di volontari guidato dal poeta Gabriele D’Annunzio, prese possesso<br />

<strong>della</strong> città, instaurandovi un governo provvisorio. In seguito, la città di Fiume venne annessa all’Italia con il trattato di Rapallo,<br />

stipulato tra Italia e Jugoslavia.<br />

Il fascismo e la dittatura<br />

La fine <strong>della</strong> prima guerra mondiale non portò all’Italia i risultati attesi; il passaggio decisivo verso la democrazia venne bruscamente<br />

interrotto dalla nascita del fascismo di Benito Mussolini che con la forza, le minacce e i brogli elettorali, riuscì a imporre<br />

il fascismo come unico partito politico italiano. Dal 28 ottobre 1922 occupò la carica di Capo del Governo per oltre venti <strong>anni</strong><br />

cancellando tutte le libertà politiche e sociali conquistate fino a quel momento dagli italiani. Impose al popolo nuove guerre<br />

coloniali e di conquista in Etiopia, Spagna ed Albania; volle l’alleanza con il nazismo di Hitler ed emanò le famigerate leggi<br />

razziali che diedero il via alle persecuzioni contro gli ebrei.<br />

La Seconda Guerra Mondiale<br />

Il trattato di Versailles nel1919 porta squilibri relativi all’assetto territoriale <strong>della</strong> Germania (corridoio di Danzica). Politica delle<br />

alleanze <strong>della</strong> Germania: Patto d’acciaio con l’Italia e Molotov-Ribbentrop con la Russia. 1° settembre 1939 Hitler e la Russia<br />

attaccano la Polonia. Si forma un’alleanza tra Inghilterra, Francia e Polonia contro la Germania ( l’Italia non partecipa militarmente<br />

alla guerra). Nella primavera del 1940 Hitler si prepara ad attaccare l’Occidente alleato: come avvenne per la 1^ guerra<br />

mondiale Hitler entra in Francia occupando il Belgio, l’Olanda e il Lussemburgo ed entra in Francia attraverso la città di Sedan.<br />

Nel giugno dello stesso anno i tedeschi occupano Parigi. Convinto <strong>della</strong> fine immediata <strong>della</strong> guerra, dopo la caduta <strong>della</strong><br />

Francia, Mussolini decide di entrare in guerra il 10 giugno 1940. I fatti di guerra si rivelano però opposti alle sue aspettative:<br />

perse una battaglia in Egitto e l’esercito italiano fu sconfitto su molti fronti. Nonostante l’Inghilterra rimanga sola a combattere,<br />

non accetta le proposte di Hitler e si prepara a difendersi (il primo ministro inglese in quel periodo è Churchill). Nel giugno del<br />

‘40 Hitler dà inizio all’operazione di invasione dell’Inghilterra (operazione Leone Marino). Tale operazione prevedeva un primo<br />

attacco aereo e nonostante l’aviazione tedesca (Lufftwaffe) fosse potente fu contrapposta dalla Raf inglese (Royal Air Force),<br />

che riuscì a difendere il paese anche dopo tre mesi di bombardamenti grazie ai RADAR. La conclusione dell’operazione LE-<br />

ONE MARINO non fu possibile perché l’attacco navale non fu sferrato. La Germania iniziava quindi a perdere colpi, a ciò si<br />

aggiunsero anche le sconfitte in Grecia di Mussolini, e la perdita di territori italiani in Africa (Etiopia, Somalia e Eritrea) che<br />

25


cadevano nelle mani degli inglesi. Nonostante il patto Molotov- Ribbentrop nel 1941 Hitler attacca la Russia con l’Operazione<br />

Barbarossa a cui si aggiunse anche un corpo di spedizione italiano. L’operazione si rivelò però fallimentare in quanto dopo<br />

l’occupazione delle zone petrolifere del Caucaso la Russia decise di utilizzare la strategia dell’arretramento (gia usata nella<br />

guerra precedente). Nel 1941 negli Stati Uniti il presidente Roosevelt organizzò il New Deal per far riprendere l’ America dalla<br />

crisi del 1929.<br />

Nello stesso anno, però, il Giappone attaccò il Pearl Harbour alle 8 del mattino del 7 dicembre. Qui soggiornava la flotta americana<br />

del Pacifico. A mezzogiorno <strong>della</strong> stessa mattinata il Giappone inviò la dichiarazione di guerra alla Casa Bianca. I d<strong>anni</strong><br />

subiti a Pearl Harbour furono enormi.<br />

Nel 1943 le sorti <strong>della</strong> guerra si rovesciarono su tutti i fronti provocando il graduale ritiro di giapponesi e tedeschi e causando<br />

ulteriori tragedie in Italia: sul fronte russo i tedeschi vennero <strong>anni</strong>entati , come su quello africano le truppe italiane e tedesche<br />

e su quello del Pacifico i giapponesi. Dal 1943 al 1945 l’Italia divenne un fronte di guerra dove gli alleati anglo-americani, i<br />

partigiani e gli antifascisti combattevano contro i nazisti e i fascisti.<br />

Con lo sbarco in Normandia del 6 giugno del 1944 o D-Day le truppe anglo-americane arrivarono con successo in Francia<br />

(Operazione Overlord). Pochi mesi dopo Parigi insorse e scacciò i tedeschi accogliendo trionfalmente il generale Charles De<br />

Gaulle, che da Londra aveva coordinato la Resistenza francese.<br />

Nel marzo del 1945, dopo aver liberato il Belgio e l’Olanda, le forze americane penetrarono da occidente in Germania, mentre<br />

quelle sovietiche vi entravano da oriente.<br />

In quei mesi Hitler si rinchiuse nel bunker con Eva Braun ed altri suoi fedelissimi. Poi, nell’ atto disperato di salvare Berlino,<br />

ordinò la leva dei quattordicenni, che peggiorò solamente le cose fino alla resa <strong>della</strong> Germania avvenuta l’8 maggio 1945.<br />

Continuava invece la guerra nel Pacifico. Il governo giapponese resisteva e mandava i kamikaze a schiantarsi contro le navi<br />

portaerei americane .<br />

Roosevelt morì nel 1945 e gli successe Harry Truman, il quale decise di continuare rovinosamente il progetto del precedente<br />

presidente: la costruzione di un’ arma letale, di enorme potenza, che nelle mani dell’ umanità non avrebbe potuto sicuramente<br />

essere una buona cosa.<br />

Lavorò sul progetto un’ equipe di grandi fisici, e a progetto terminato Truman inviò un ultimatum al Giappone il quale si rifiutò<br />

di arrendersi. Così il 6 agosto del 1945 la bomba atomica venne lanciata su Hiròshima ed il 9 agosto dello stesso anno su<br />

Nagasàki. Le perdite a livello di esseri umani furono enormi e si prolungarono anche negli <strong>anni</strong> successivi.<br />

Il 2 settembre 1945 anche l’ Impero Giapponese fu costretto alla resa, esattamente sei <strong>anni</strong> e un giorno dopo l’inizio <strong>della</strong><br />

seconda guerra mondiale.<br />

26


Dopo più di vent’ <strong>anni</strong> di dittatura fascista ed in seguito alla più sanguinosa guerra che la storia dell’ umanità avesse mai conosciuto<br />

e di cui lo stesso fascismo era stato corresponsabile, si posero le basi del nuovo Stato italiano. Alla base <strong>della</strong> nuova<br />

società furono posti gli stessi valori che avevano ispirato la Resistenza e la lotta contro il nazifascismo: i valori <strong>della</strong> democrazia,<br />

<strong>della</strong> libertà, <strong>della</strong> giustizia e <strong>della</strong> solidarietà a cui la maggioranza degli italiani aspirava.<br />

Il 2 giugno 1946 il popolo italiano tornava a votare liberamente per la prima volta dopo oltre venti <strong>anni</strong> per scegliere<br />

i propri rappresentanti al Parlamento e, soprattutto, per scegliere se continuare a dare fiducia alla monarchia che<br />

aveva voluto il fascismo o fondare una nuova Repubblica democratica. Seppur di misura la vittoria <strong>della</strong> Repubblica<br />

contro la Monarchia apparve subito chiara ed inequivocabile.<br />

Il 25 giugno 1946 venne insediata l’ Assemblea Costituente che, in rappresentanza del popolo, avrebbe elaborato la nuova<br />

Costituzione. Una commissione composta da 75 membri rappresentativi di tutta l’ Assemblea ricevette l’ incarico di redigere un<br />

progetto che avrebbe dovuto servire da base per la successiva discussione. Dopo circa sei mesi di attività, la Commissione<br />

presentò il suo lavoro all’ Assemblea che nel corso di quasi tutto il 1947 discusse, integrò, modificò, articolo per articolo, quella<br />

prima proposta e, finalmente, il 22 dicembre dello stesso anno approvò a larghissima maggioranza il testo definitivo <strong>della</strong><br />

Costituzione, che rifletteva il clima di fermento politico dell’ immediato dopoguerra. Successivamente venne promulgato dal<br />

Capo Provvisorio dello Stato, ed entrò in vigore il primo gennaio 1948. Il 31 gennaio l’ Assemblea Costituente si sciolse. Per la<br />

prima volta nella storia dello Stato unitario gli italiani avevano una Costituzione elaborata direttamente dai loro rappresentanti<br />

liberamente e democraticamente eletti.<br />

27


Il Voto alle Donne<br />

Le donne, fin dall’alba dei tempi, hanno lottato duramente e costantemente<br />

per difendere i propri diritti, invano. Anche riguardo al voto, la situazione<br />

era la stessa; fino a quel fatidico giorno, che lasciò un segno indelebile nella storia del nostro<br />

Paese. 2 giugno 1946: le donne ebbero, finalmente, la possibilità<br />

di accedere ai seggi elettorali.<br />

Per secoli vissero emarginate e sottomesse dalla società,<br />

che credeva fermamente nell’assoluta superiorità<br />

del sesso maschile. Erano inoltre considerate incapaci di<br />

svolgere le mansioni compiute abitualmente dagli uomini,<br />

così come gli uomini erano considerati superiori al lavoro<br />

casalingo. Tali ruoli erano stati attribuiti già nel 1700 ed erano considerati doveri coniugali<br />

irrinunciabili. Nonostante le donne apparissero indifferenti alle discriminazioni che venivano<br />

loro inflitte, la loro consapevolezza cresceva, ma non aveva conseguenze sul loro<br />

stile di vita.<br />

Le cose cominciarono a cambiare con le rivoluzioni di<br />

fine secolo, quando le donne iniziarono a chiedere con<br />

fermezza i diritti di uguaglianza e tornarono a lavorare<br />

fuori <strong>della</strong> propria abitazione, spinte dalle necessità economiche.<br />

Fu nel ‘900 che le donne ottennero risultati soddisfacenti,<br />

sia nell’ambito del lavoro, che in quello dei diritti.<br />

Durante la Prima Guerra Mondiale, le donne vennero chiamate nelle fabbriche<br />

a ricoprire gli incarichi lasciati vacanti dagli uomini, ottenendo così il loro<br />

primo successo; finito il conflitto, però furono costrette a rinunciarvi.<br />

Con l’arrivo <strong>della</strong> Seconda Guerra Mondiale si ripeté lo schema precedentemente<br />

collaudato, ma questa volta andò diversamente; l’espansione economica<br />

del dopoguerra permise loro di mantenere i propri posti di lavoro.<br />

Ancora più difficoltosa, è stata la lotta per vedere riconosciuti i propri diritti; la<br />

prima battaglia politica di questo secolo, fu portata avanti dalle suffragette inglesi.<br />

29


La battaglia riprese più ardore alla fine degli <strong>anni</strong> ’<strong>60</strong>, con le donne scese<br />

inpiazza per costruire una società di uguali.<br />

Un contributo decisivo in questa direzione è stato dato dall’ONU.<br />

Oggi possiamo affermare che nella maggior parte delle nazioni mondiali,<br />

i diritti delle donne sono legalmente riconosciuti; ma non è ancora stata<br />

raggiunta la completa uguaglianza dei sessi.<br />

30


Sintesi Costituzione<br />

La Costituzione è il documento che, posto al di sopra di tutte le leggi dello Stato, tutela il cittadino in ogni aspetto <strong>della</strong> sua<br />

vita individuale e sociale. E’ la legge fondamentale dello Stato, in cui sono enunciati, in modo sintetico, i diritti inviolabili dei cittadini<br />

e i principi fondamentali di tutto l’ordinamento giuridico dello Stato. Regola i rapporti tra Stato e società civile e definisce<br />

l’organizzazione dello Stato e i rapporti tra i suoi vari organi. La Costituzione si apre con i Principi fondamentali, è divisa in due<br />

Parti e si chiude con le Disposizioni transitorie e finali.<br />

E’ composta di 139 articoli.<br />

I Principi fondamentali<br />

I Principi fondamentali sono dodici, formano una premessa al testo <strong>della</strong> Costituzione e stabiliscono le basi <strong>della</strong> vita democratica.<br />

PARTE I (articoli 13-54) diritti e doveri dei cittadini:<br />

La I parte è composta da 42 articoli che si occupano dei seguenti ambiti :<br />

- Rapporti civili<br />

- Rapporti etico-sociali<br />

- Rapporti economici<br />

- Rapporti politici<br />

- Rapporti civili (dall’articolo 13 al 28)<br />

Le libertà individuali: la libertà è un valore sacro, il domicilio è inviolabile, ogni cittadino può soggiornare e circolare liberamente;<br />

ogni persona ha il diritto di professare liberamente il proprio credo e di esprimere il proprio pensiero con la parola, lo<br />

scritto e ogni altro mezzo di comunicazione.<br />

Le libertà collettive: i cittadini italiani hanno il diritto di riunirsi e di associarsi liberamente ad esempio in partiti, sindacati, etc.<br />

31


- Rapporti etico-sociali (dall’articolo 29 al 34)<br />

La famiglia: la Repubblica italiana riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e i genitori hanno il diritto<br />

e il dovere di mantenere, istruire ed educare i figli.<br />

La salute: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto di ogni cittadino.<br />

L’arte e la cultura: l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.<br />

La scuola: la scuola è aperta a tutti e l’istruzione è obbligatoria.<br />

- Rapporti economici (dall’articolo 35 al 47)<br />

L’organizzazione del lavoro: la Repubblica tutela il lavoro, il lavoratore, le organizzazioni sindacali, la cooperazione e il diritto<br />

di sciopero.<br />

La proprietà: può essere pubblica o privata.<br />

- Rapporti politici (dall’articolo 48 al 54)<br />

Le elezioni: sono elettori tutti i cittadini italiani maggiorenni; il voto è personale, libero e segreto ed è un dovere civico. Tutti i<br />

cittadini possono essere eletti purché abbiano almeno 25 <strong>anni</strong> per la Camera e 40 per il Senato.<br />

I doveri: tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione <strong>della</strong> loro capacità contributiva; tutti i cittadini<br />

devono osservare la Costituzione e le leggi, difendere la Patria.<br />

PARTE II (articoli 55-139) ordinamento <strong>della</strong> <strong>repubblica</strong><br />

- Il Parlamento<br />

- Il Presidente <strong>della</strong> Repubblica<br />

- Il Governo<br />

- La Magistratura<br />

- Le Regioni, le Province, i Comuni<br />

- Le garanzie costituzionali<br />

32


- Il Parlamento (dall’articolo 55 al 82)<br />

Il Parlamento è un organo bicamerale, composto da due camere o rami: la Camera dei Deputati (630 membri) e il Senato <strong>della</strong><br />

Repubblica (315 membri più i Senatori a vita).<br />

Il Parlamento viene eletto per la durata di cinque <strong>anni</strong>. Il periodo intercorrente tra una elezione e l’altra si chiama legislatura.<br />

Il Parlamento esercita il potere legislativo, elegge il Presidente <strong>della</strong> Repubblica e controlla il Governo.<br />

- Il Presidente <strong>della</strong> Repubblica (dall’articolo 83 al 91)<br />

Il Presidente <strong>della</strong> Repubblica rappresenta l’unità e la continuità dello Stato.<br />

Può essere un qualunque cittadino avente almeno 50 <strong>anni</strong> d’età e deve essere eletto dalle due Camere.<br />

Il Presidente <strong>della</strong> Repubblica resta in carica sette <strong>anni</strong>, dopo di che diventa Senatore a vita.<br />

I poteri principali del Presidente <strong>della</strong> Repubblica sono: firmare le leggi, nominare il Capo del Governo e sciogliere le Camere.<br />

- Il governo (dall’ articolo 92 al 100)<br />

Il Governo detiene il potere esecutivo. E’ l’organo costituzionale a cui spetta la funzione di individuare e tradurre in concreti<br />

programmi d’azione l’idea politica espressa dagli elettori e dal Parlamento.<br />

Il Governo può emanare dei decreti legge che dovranno essere approvati, entro <strong>60</strong> giorni, dal Parlamento.<br />

Esso comprende:<br />

- il Presidente del Consiglio dei Ministri;<br />

- i Ministri.<br />

- La magistratura (dall’articolo 101 al 113)<br />

La Magistratura è l’organo costituzionale che esercita il potere giudiziario, cioè ha il compito di stabilire se un cittadino ha<br />

violato le leggi e di infliggergli una giusta pena a seconda del reato. La Magistratura è costituita da giudici o magistrati che<br />

accedono alla carica per concorso.<br />

33


- Le regioni, le province, i comuni (dall’articolo 114 al 133)<br />

Gli enti locali: la Repubblica si divide in regioni, in province, città metropolitane, comuni che esercitano propri poteri e funzioni<br />

secondo i principi <strong>della</strong> Costituzione. L’art. 116 afferma che la Sicilia, la Sardegna, il Trentino-Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia<br />

e la Valle d’Aosta sono regioni a statuto speciale.<br />

I doveri delle regioni: le regioni hanno il compito di assicurare i servizi per migliorare la vita degli abitanti tutelando la sicurezza,<br />

le possibilità di spostamento, l’igiene pubblica, la sanità e l’istruzione con i dovuti mezzi.<br />

Gli organi delle regioni: il Consiglio regionale esercita il potere legislativo, la Giunta esercita il potere esecutivo e il Presidente<br />

<strong>della</strong> Giunta rappresenta la <strong>repubblica</strong>.<br />

Analoghi organismi sono previsti per province e comuni.<br />

- Le garanzie costituzionali (dall’articolo 134 al 139)<br />

La corte costituzionale: è composta da quindici giudici e ha il compito di giudicare se le leggi proposte rispettano la Costituzione.<br />

La revisione <strong>della</strong> Costituzione:<br />

le leggi di revisione <strong>della</strong> Costituzione devono essere approvate seguendo precisi tempi e modi.<br />

Disposizioni transitorie e finali<br />

Sono poste alla fine <strong>della</strong> <strong>costituzione</strong> diciotto disposizioni transitorie e finali. Le più importanti sono la XII, la XIII, la XIV.<br />

La XII afferma che è proibito ricostituire il partito fascista;<br />

la XIII vietava ai Savoia di rientrare in Italia, di essere elettori, di essere eletti, ma questa disposizione è stata annullata recentemente;<br />

la XIV afferma che non sono più riconosciuti i titoli nobiliari perché i cittadini sono tutti uguali.<br />

34


Principi Fondamentali Della Costituzione <strong>Italiana</strong> (Art. 1-12)<br />

Articolo 1<br />

L’Italia è una <strong>repubblica</strong> democratica,fondata sul lavoro.<br />

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei<br />

limiti <strong>della</strong> <strong>costituzione</strong>.<br />

Articolo 2<br />

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo,<br />

sia come singolo,sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità,<br />

e richiede l’adempimento dei doveri inderogabile di solidarietà politica,<br />

economica sociale.<br />

Articolo 3<br />

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,di razza,di lingua,di<br />

religione,di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali.<br />

È compito <strong>della</strong> Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza<br />

dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo <strong>della</strong> persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione<br />

politica, economica e sociale del Paese.<br />

Articolo 4<br />

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.<br />

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra<br />

al progresso materiale o spirituale <strong>della</strong> società.<br />

Articolo 5<br />

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più<br />

ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi <strong>della</strong> sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del<br />

decentramento.<br />

Articolo 6<br />

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.<br />

35


Articolo 7<br />

Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti<br />

Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.<br />

Articolo 8<br />

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla Cattolica hanno<br />

diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con<br />

lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.<br />

Articolo 9<br />

La Repubblica promuove lo sviluppo <strong>della</strong> cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e<br />

artistico <strong>della</strong> Nazione.<br />

Articolo 10<br />

L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione<br />

giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia<br />

impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel<br />

territorio <strong>della</strong> Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati<br />

politici.<br />

Articolo 11<br />

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie<br />

internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che<br />

assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.<br />

Articolo 12<br />

La bandiera <strong>della</strong> Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.<br />

36


Gli studenti al lavoro nell’aula d’informatica<br />

37


Commento articoli Costituzione<br />

articolo 1<br />

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.<br />

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti <strong>della</strong> Costituzione.<br />

L’articolo 1 fissa in modo solenne il risultato del referendum del 2 giugno 1946: l’Italia è una<br />

<strong>repubblica</strong>. I caratteri che distinguono la forma <strong>repubblica</strong>na da quella monarchica sono soprattutto<br />

due:<br />

- L’elettività (i cittadini costituiscono l’elettorato)<br />

- La temporaneità delle cariche pubbliche.<br />

L’accesso alle cariche non avviene per ereditarietà e per appartenenza dinastica, ma, appunto,<br />

per elezione, e la durata in carica non può mai essere a vita (se si esclude il caso<br />

particolare dei pochi senatori a vita) ma limitata ad un tempo fissato dalla legge. Diventa<br />

chiaro, in questo modo, anche il significato etimologico <strong>della</strong> parola <strong>repubblica</strong>: lo Stato non<br />

è un patrimonio familiare e dinastico che si possa trasmettere ereditariamente come un bene<br />

qualsiasi, ma è invece una “res publica”, appunto una cosa di tutti. Coloro che sono temporaneamente chiamati a svolgervi un<br />

importante ruolo di direzione politica non ne sono i proprietari, ma i servitori. E i governati non sono sudditi ma cittadini, che<br />

devono essere messi in condizione di esercitare la loro sovranità.<br />

L’articolo 1 stabilisce il carattere democratico <strong>della</strong> <strong>repubblica</strong>. Come spiega l’etimologia del termine democrazia (dal greco:<br />

demos, popolo e kratìa, potere), la sovranità, cioè il potere di comandare e di compiere le scelte politiche che riguardano la<br />

comunità, appartiene al popolo anche se indirettamente tramite elezioni o votazioni. Ogni cittadino sceglie i propri rappresentanti<br />

che si occuperanno di gestire”cose pubbliche”. Vi è un caso particolare di democrazia diretta, in cui il popolo italiano può<br />

prendere delle decisioni riguardo le leggi in vigore: il referendum abrogativo, mediante il quale si possono cancellare le leggi<br />

votando se mantenerle o no. L’articolo definisce i diritti politici del cittadino, quelli cioè che garantiscono la sua effettiva partecipazione<br />

alla direzione politica del Paese, la sua concreta possibilità di concorrere, insieme agli altri cittadini, a determinare le<br />

scelte politiche del Comune, <strong>della</strong> Provincia, <strong>della</strong> Regione, dello Stato, e dell’Unione europea. Sono elettori tutti i cittadini che<br />

hanno compiuto i diciotto <strong>anni</strong>, mentre per l’elezione del Senato quelli che hanno compiuto i venticinque <strong>anni</strong>.<br />

Il primo articolo sottolinea anche in modo particolare, oltre l’identità <strong>repubblica</strong>na dello Stato, come la Nazione sia fondata sul<br />

lavoro per rendere l’Italia economicamente, culturalmente e tecnologicamente più progredita.<br />

Prima di arrivare alla forma tuttora vigente, vennero esposte varie proposte.<br />

39


La prima di Mario Cevolotto ometteva la fomula”…fondata sul lavoro” e fu presentata il 28 Novembre 1946, ma non fu approvata.<br />

Aldo Moro chiese di inserire un riferimento al lavoro.<br />

Palmiro Togliatti presentò una seconda proposta “ L’Italia è una Repubblica democratica di lavoratori” ma non fu approvata.<br />

Amintore Fanfani presentò la formula attuale che fu appoggiata dai Partiti Comunista e Socialista Italiano. Il 22 marzo 1947 fu<br />

approvato l’articolo 1 <strong>della</strong> Costituzione <strong>Italiana</strong>.<br />

articolo 3<br />

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di<br />

religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.<br />

È compito <strong>della</strong> Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza<br />

dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo <strong>della</strong> persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione<br />

politica, economica e sociale del Paese.<br />

L’articolo 3 fissa il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e quindi il divieto<br />

di trattamenti di favore o sfavore. La Costituzione indica alcuni espliciti divieti di discriminazioni e<br />

impone l’eliminazione di ogni ostacolo che impedisca la piena parità degli uomini e delle donne<br />

nella vita sociale, culturale ed economica.<br />

Se consideriamo la parità tra uomo e donna, è piuttosto diffusa l’opinione secondo cui il problema<br />

sarebbe ormai superato: le donne votano, hanno gli stessi diritti degli uomini, le stesse<br />

opportunità di studio e di lavoro. A livello giuridico, in effetti, molte discriminazioni sono cadute<br />

e nella maggior parte dei settori la condizione <strong>della</strong> donna è equiparabile a quella dell’uomo. Il<br />

problema <strong>della</strong> parità, tuttavia, appare ancora oggi non risolto del tutto. Alcune discriminazioni permangono: è il caso del cognome<br />

di famiglia, poiché i figli acquisiscono automaticamente il cognome del padre e non quello <strong>della</strong> madre, o di entrambi,<br />

o di uno dei due a scelta, come avviene in altri ordinamenti. La legislazione, inoltre, non è alle volte sufficiente ad assicurare<br />

una parità effettiva. È dimostrato per esempio, come le donne continuino a guadagnare meno degli uomini e la maternità costituisca<br />

tuttora un freno per la carriera delle donne. La Costituzione entrò in vigore nel 1948 ma solo nel 1963 si garantì alla<br />

donna l’accesso a tutte le cariche, professioni, impieghi pubblici, compresa la magistratura;<br />

40


nel 1979 si sancì la parità retributiva tra uomo e donna; nel 1992 si riconobbe la parità tra uomo e donna per l’accesso alla<br />

cittadinanza e nel 1999 le donne furono ammesse al servizio militare. Un’ altra data importante è il 1975, in cui fu approvata la<br />

riforma del diritto di famiglia e si giunse all’affermazione, quale regola dei rapporti tra coniugi, del principio di parità. Su questo<br />

principio vengono inoltre basati i doveri verso i figli, la titolarità e l’esercizio <strong>della</strong> potestà. L’evoluzione del diritto di famiglia ha<br />

risentito molto profondamente dell’evoluzione <strong>della</strong> società italiana e <strong>della</strong> trasformazione del ruolo <strong>della</strong> donna.<br />

Per applicare il principio di questo articolo <strong>della</strong> Costituzione, la legislazione italiana ha cercato anche di agevolare l’inserimento<br />

delle persone diversamente abili nel mondo del lavoro. Infatti sono tenuti all’assunzione obbligatoria, come previsto dalla L.<br />

68/99, art. 3, tutti i datori di lavoro, pubblici e privati, di una quota di disabili in proporzione al numero di dipendenti. Si sono ottenuti<br />

buoni risultati anche per quanto riguarda l’inserimento, nei vari ordini di scuola, di alunni svantaggiati, grazie a due leggi<br />

che prevedono l’assunzione di insegnanti specializzati e all’individualizzazione dei programmi e delle prove d’esame. Tuttavia<br />

le barriere architettoniche costituiscono ancora un ostacolo alla mobilità, nonostante sia stata emanata una legge a riguardo.<br />

Per rendere effettiva l’uguaglianza tra i cittadini,indipendentemente dalle loro possibilità economiche, lo Stato dà inoltre a tutti<br />

la possibilità di accedere, gratuitamente o con il pagamento di un ticket, a prestazioni sanitarie come farmaci, analisi, visite e<br />

ricoveri grazie al Servizio Sanitario Nazionale.<br />

Per quanto riguarda la scuola, lo stato prevede l’obbligatorietà dell’istruzione fino a 16 <strong>anni</strong> e provvede a fornire dei contributi<br />

per le famiglie più disagiate economicamente, per evitare discriminazioni a causa del basso reddito. Nel 1859, quando entrò in<br />

vigore la legge Casati, la scuola era obbligatoria solo per i primi tre <strong>anni</strong> <strong>della</strong> scuola elementare e solo alla fine del XIX secolo<br />

i governi iniziarono a considerare l’istruzione come un diritto. Le conquiste più grandi si ottennero però con l’avvento <strong>della</strong><br />

Repubblica. Nel 1963 l’istituzione <strong>della</strong> scuola media unica prolungò l’obbligo fino ai 14 <strong>anni</strong>; nel 2000, con la riforma dei cicli<br />

scolastici, si spostò ancora l’obbligo fino ai 15 <strong>anni</strong> poi, con la legge del 2003, fino ai 18 <strong>anni</strong>. Infine l’ultima riforma del 2007<br />

prevede l’obbligo scolastico fino a 16 <strong>anni</strong>.<br />

41


articolo 5<br />

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più<br />

ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi <strong>della</strong> sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del<br />

decentramento.<br />

Il<br />

L’azione dello stato non si limita alle iniziative degli organi centrali, ma viene<br />

ripartita su tutto il territorio nazionale.<br />

decentramento amministrativo consiste proprio in questa spartizione dei compiti<br />

dello Stato con organismi distribuiti in modo razionale in tutto il territorio, i quali<br />

godono di una certa liberta di decisione e di azione. Questi organismi sono gli<br />

Enti locali,<br />

cioè enti che governano su territori delimitati entro precisi confini: la Regione, la<br />

Provincia, il Comune e la Città metropolitana.<br />

La Regione<br />

Il territorio italiano è tradizionalmente suddiviso in venti Regioni, le quali riflettono<br />

in buona misura le antiche ripartizioni degli Stati precedenti l’unificazione<br />

dell’Italia. Cinque di esse si possono definire Regioni a statuto speciale. Le altre sono dette Regioni a statuto ordinario.Ogni<br />

regione ha il suo centro in una città che ospita gli uffici degli organismi regionali e che costituisce il capoluogo di regione.<br />

Le Regioni sono enti pubblici comprendenti più Province. Hanno potere in materia di agricoltura, artigianato, industria, istruzione,<br />

sanità e turismo e possono emanare leggi valide nel loro territorio, a patto che non contraddicano le leggi dello Stato.<br />

Sono rette da un Presidente eletto, da una Giunta e da un Consiglio regionale eletto.<br />

Le Regioni a statuto speciale: la Sardegna e la Sicilia, in quanto isole hanno sviluppato nel corso <strong>della</strong> storia caratteristiche<br />

sociali ed economiche molto particolari rispetto al resto del paese; la Valle D’Aosta, il Friuli Venezia-Giulia ed il Trentino Alto-<br />

Adige sono regioni su cui ,in un lontano passato, i paesi confinanti avevano forte influenza.<br />

La Provincia<br />

Le Province sono enti pubblici comprendenti il territorio di più Comuni, guidate da un Presidente eletto con le stesse modalità,<br />

sostenuto da una Giunta di sua scelta e da un Consiglio provinciale eletto. La Provincia si occupa <strong>della</strong> viabilità e dei trasporti,<br />

dell’edilizia scolastica, <strong>della</strong> salute, del territorio e dell’ambiente.<br />

42


Il Comune<br />

I Comuni sono enti pubblici che hanno il compito di amministrare un determinato territorio come una città o un paese; sono guidati<br />

da un Sindaco eletto dalla popolazione. Altri organi del Comune sono la Giunta, composta da persone scelte dallo stesso<br />

Sindaco e un Consiglio eletto anch’esso dai cittadini. Il Comune ha la responsabilità dei servizi sociali <strong>della</strong> regolamentazione<br />

delle attività commerciali, dell’organizzazione del territorio, dei servizi elettorali. Il territorio comunale può essere suddiviso in<br />

Circoscrizioni sulla base del numero di abitanti. Non sono enti locali, in quanto prive di soggettività giuridica, ma ripartizioni del<br />

Comune dotate di autonomia. Sono guidate dal Consiglio di circoscrizione e dal Presidente eletti dai cittadini.<br />

La città metropolitana<br />

E’ un ente amministrativo italiano, previsto dall’Articolo 114, dopo la riforma dell’Ordinamento <strong>della</strong> Repubblica del 2001 con la<br />

modifica del Titolo V <strong>della</strong> Costituzione. Consiste nel sostituire le province con le città metropolitane. Ne possono far parte le<br />

Circoscrizioni del Comune capoluogo, trasformate ed eventualmente accorpate in Municipi ed i Comuni limitrofi, strettamente<br />

integrati all’area urbana. All’ente sono state attribuite le funzioni <strong>della</strong> Provincia e parte delle funzioni di interesse sovracomunale<br />

proprie dei singoli Comuni.<br />

articolo 7<br />

Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti<br />

Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.<br />

Parlando di Costituzione, il discorso non può non fermarsi, su una figura chiave considerato uno<br />

dei padri del testo costituzionale: Don Giuseppe Dossetti.<br />

Fa elaborare la prima parte <strong>della</strong> Costituzione, fondata sulla cristiana esaltazione prioritaria<br />

dell’uomo, per cui ancora oggi Dossetti è sentito come padre di una <strong>costituzione</strong> di valori e non di<br />

regole. E proprio alla prima parte <strong>della</strong> Costituzione ha dato un contributo decisivo,quello di fondare<br />

una nuova democrazia, nella distinzione tra lo Stato e la Chiesa, sull’ispirazione cristiana del<br />

concetto di persona. Si deve al suo lavoro la formulazione dell’articolo 7, che affronta il problema<br />

dei rapporti tra lo Stato e Chiesa, regolati dai Patti Lateranensi del 1929<br />

Dossetti indicò i principi fondamentali ed intangibili: l’unità e indivisibilità <strong>della</strong> Repubblica, in<br />

sostanza la prima parte <strong>della</strong> Costituzione. Concludiamo citando una frase espressa da Romano Prodi a proposito di Don Dossetti:<br />

“con ispirazione profonda, civile, e spirituale, ha saputo comunicare cristianesimo e resistenza nel più crudo inverno<br />

43


<strong>della</strong> nostra storia, quando il diritto e la dignità erano calpestati”. L’Assemblea Costituente discusse a<br />

lungo se la Costituzione <strong>repubblica</strong>na dovesse accogliere o meno i Patti Lateranensi,che regolavano<br />

i rapporti tra Stato e Chiesa. Questi patti, stipulati nel 1929 durante il periodo del fascismo, avevano<br />

segnato la conciliazione fra lo Stato Italiano e la Santa Sede, i cui rapporti <strong>della</strong> presa di Roma in poi<br />

erano stati molto tesi.<br />

I Patti prevedevano il reciproco riconoscimento fra Stato Italiano e Stato<br />

<strong>della</strong> città del Vaticano e comprendevano un Concordato in cui si precisavano<br />

i rapporti fra lo Stato e la Chiesa: alla Chiesa cattolica venivano riconosciute alcune prerogative;<br />

fra le più importanti il diritto di celebrare i matrimoni validi anche per lo Stato e dichiararne la<br />

nullità, e l’insegnamento <strong>della</strong> religione cattolica come “fondamento e coronamento dell’istruzione”<br />

nelle scuole statali.<br />

Nell’Assemblea Costituente molti sostenevano che non si poteva accettare che la Chiesa avesse<br />

diritto d’intervenire nell’ambito dei poteri dello Stato.<br />

Ma infine fu approvato l’articolo 7, che prevedeva che i rapporti tra Stato e Chiesa siano regolati dai<br />

Patti Lateranensi. Si volle in questo modo evitare una spaccatura fra laici e cattolici ed assicurare<br />

al paese la pace religiosa.<br />

Giorgio Napolitano<br />

e Benedetto XVI<br />

articolo 11<br />

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie<br />

internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che<br />

assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.<br />

Tutte le norme costituzionali sono pervase dal rispetto per la libertà e la personalità umana, e non c’ è articolo in cui non si<br />

parli di diritto, democrazia ed uguaglianza. Forse ciò è dovuto anche al fatto che proprio i membri <strong>della</strong> Assemblea Costituente<br />

avessero vissuto in prima persona soprusi, discriminazioni e violenze durante la Seconda Guerra Mondiale.<br />

44


A causa di ciò, tra i Principi fondamentali è stato inserito un articolo di chiaro e lampante significato:<br />

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come<br />

mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.<br />

Si era infatti appena usciti dall’immane conflitto il quale aveva dilagato il mondo, e gli animi erano<br />

ancora pervasi dall’orrore e dall’abominio delle violenze perpetrate.<br />

Quindi l’articolo 11 afferma che lo Stato Italiano non deve per alcun motivo utilizzare la guerra<br />

come mezzo offensivo verso altre nazioni; di conseguenza non ha facoltà di mandare le proprie<br />

truppe in soccorso a situazioni di carattere conflittuale.<br />

In questo articolo è lampante il fatto che si sottolinei la volontà di limitare l’uso delle armi alla difesa<br />

dello Stato; purtroppo le armi non dovrebbero mai essere usate, e tutti noi possiamo immaginare<br />

quanto il presente articolo sia messo in pratica.<br />

Infine, siamo certi che gli articoli <strong>della</strong> nostra Costituzione siano fondamentali ed alquanto equi,<br />

ma non interamente messi in pratica, e citiamo una frase alquanto famose espressa da Albert<br />

Einstein: “Non ho idea di quali armi si utilizzeranno per combattere la Terza Guerra Mondiale, ma<br />

sono certo che la Quarta sarà combattuta con le clave”.<br />

articolo 12<br />

La bandiera <strong>della</strong> Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.<br />

La bandiera <strong>Italiana</strong> rappresenta il simbolo dell’unità di tutto il popolo. La prima Bandiera nacque a Reggio Emilia il 7 Gennaio<br />

1797. Anticamente i territori Italiani, conquistati da Napoleone, furono organizzati in “Repubbliche Sorelle” che adottarono la<br />

Costituzione del 1795. Nacque il Tricolore Italiano (ispirato alla Bandiera rivoluzionaria Francese) simbolo di un “nuovo mondo”<br />

più aperto e libero.<br />

Inizialmente, per opera di Carlo Alberto,la scudo dei Savoia fu sovrapposto alla Bandiera Tricolore, nel campo bianco. Il Tricolore,<br />

simbolo di libertà e identità nazionale, ha alle sue spalle una lunga storia fatta di eventi e grandi uomini.<br />

Ecco le principali date:<br />

7 Gennaio 1797: Nella seduta del 7 gennaio 1797 i delegati <strong>della</strong> Repubblica Cispadana, accogliendo una mozione di Giuseppe<br />

Compagnoni, decretano “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e<br />

45


osso”. Nasce così il Tricolore come vessillo nazionale. La prima bandiera tricolore Cispadana<br />

ha i colori disposti in tre strisce orizzontali: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il<br />

verde in basso. Al centro è dipinto il Turcasso o Faretra con quattro frecce, a simboleggiare<br />

l’unione delle quattro popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Le<br />

lettere “R” e “C”, poste ai lati sono le iniziali di Repubblica Cispadana. La ricostruzione<br />

storica del primo tricolore è di Ugo Bellocchi.<br />

1798:Il Gran Consiglio <strong>della</strong> Repubblica Cisalpina, nella seduta dell’11 maggio 1798 istituisce<br />

“La bandiera <strong>della</strong> Nazione Cisalpina”<br />

1848: Un’ondata rivoluzionaria percorre tutta l’Europa, facendo del 1848 “l’anno dei miracoli”.<br />

I milanesi, in cinque giornate di lotta accanita tra il 18 e il 22 marzo, costringono gli<br />

austriaci a ritirarsi dalla città. Il 23 marzo Carlo Alberto rompe gli indugi e dichiara guerra<br />

all’Austria: ha inizio la prima guerra di indipendenza. L’incarico di disegnare il modello<br />

<strong>della</strong> nuova bandiera fu affidato a Bigotti, segretario del ministro dell’interno.<br />

1849: Il 9 febbraio si costituisce la Repubblica Romana che decreta la fine del potere<br />

temporale e adotta come bandiera il tricolore. L’estrema difesa <strong>della</strong> Repubblica dagli<br />

attacchi delle truppe francesi, vede il sacrificio, tra gli altri, anche di Goffredo Mameli,<br />

autore dell’inno nazionale.<br />

1861: Il 18 febbraio 1861 si riunisce a Torino il primo Parlamento italiano e il 17 marzo<br />

viene proclamata la Costituzione del Regno d’Italia. Il nuovo Stato adotta tacitamente<br />

come bandiera nazionale quella del Regno di Sardegna: il tricolore con lo stemma dei<br />

Savoia, orlato d’azzurro e sormontato dalla corona reale.<br />

1897: A Reggio Emilia, il 7 gennaio 1897, il primo Centenario del Tricolore viene celebrato in modo particolarmente solenne.<br />

E’ Giosuè Carducci a pronunciare, dall’atrio del Palazzo Comunale, l’orazione ufficiale.<br />

Il Tricolore rappresenta la Patria ed in quanto simbolo rappresentativo dell’ Italia, deve essere rispettato e guardato con orgoglio.<br />

L’importanza dell’articolo 12, presente nella Costituzione <strong>Italiana</strong>, la preserva da qualsiasi modificazione, onorando il<br />

nostro paese.<br />

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I Presidenti <strong>della</strong> Repubblica<br />

Enrico De Nicola (1946-1948)<br />

Nacque a Napoli il 9 novembre 1877, si laureò in legge e fu uno dei più grandi avvocati italiani. Venne nominato<br />

Deputato del Parlamento italiano nel 1909, ma si ritirò dalla vita politica a causa del Fascismo. Il 28 giugno 1946<br />

venne eletto Presidente <strong>della</strong> Repubblica provvisorio. Fu nominato Senatore nel 1951-1952 e morì a Torre del<br />

Greco il 1°ottobre del 1959.<br />

Luigi Einaudi (1948-1955)<br />

Nacque a Carrù il 24 marzo 1874. Si laureò in legge a soli 21 <strong>anni</strong>. Dopo la fine <strong>della</strong> guerra fu Governatore <strong>della</strong><br />

Banca d’Italia e venne eletto per i PLI Deputato dell’Assemblea Costituente. Tra il ‘47 e il ‘48 fu Vicepresidente<br />

del Consiglio dei Ministri del quarto governo De Gasperi. Venne eletto Presidente <strong>della</strong> Repubblica l’11 maggio<br />

1948. Morì a Roma il 30 ottobre 1961.<br />

Giov<strong>anni</strong> Gronchi(1955-1962)<br />

Nacque a Pontedera il 10 settembre 1887. Si laureò in legge ed insegnò filosofia tra il 1911 e il 1915. Venne<br />

eletto Deputato e partecipò al governo Mussolini in qualità di sottosegretario dell’industria e del commercio e<br />

Deputato dell’Assemblea Costituente. Tra il ‘48 e il ’55 fu presidente <strong>della</strong> Camera dei Deputati. Venne eletto<br />

Presidente <strong>della</strong> Repubblica nel 1955. Morì a Roma nel 1978.<br />

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Antonio Segni (1962-1964)<br />

Nacque a Sassari nel 1891 e si laureò in legge. Con l’avvento del Fascismo si ritirò dalla vita politica. Fu tra i<br />

fondatori <strong>della</strong> DC e nel 1946 venne eletto Deputato dell’Assemblea Costituente. Viene eletto Presidente <strong>della</strong><br />

Repubblica nel 1962. Si ammalò gravemente di trombosi nel 1964.Morì nel 1972.<br />

Giuseppe Saragat (1964-1971)<br />

Nacque nel 1898 a Torino. Si rifugiò prima a Vienna e poi a Parigi a causa del Fascismo. Rientrò in Italia nel<br />

1943. Arrestato, fu rinchiuso per un breve periodo in carcere, da dove fu liberato dai partigiani. Deputato <strong>della</strong><br />

Costituente, fu eletto Presidente dell’assemblea. Si dimise da questa carica dopo la scissione con cui diede vita<br />

ad un partito socialista filo-occidentale: il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (poi chiamato Partito Socialista<br />

Democratico Italiano). Tra il 1947 e il 1964 fu Deputato e segretario del PSDI e più volte ministro. Nel ’64 venne<br />

eletto Presidente <strong>della</strong> Repubblica. Morì a Roma nel 1988.<br />

Giov<strong>anni</strong> Leone (1971/1978)<br />

Nacque a Napoli il 3 Novembre 1908. Si laureò in legge nel ’29 e in scienze politiche nel ’30. Si iscrisse alla DC<br />

nel ’44 e fu Deputato <strong>della</strong> Costituente. Nel ’67 fu nominato Senatore a vita. Nel 1971 venne eletto Presidente<br />

<strong>della</strong> Repubblica. Si dimise nel ’78. Morì a Roma nel 2001.<br />

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Sandro Pertini (1978/1985)<br />

Nacque a Stella il 25 Settembre 1896. Si laureò in legge e in scienze politiche. Iscritto al Partito Socialista dal<br />

1918 fu deciso oppositore del fascismo. Fu liberato il 7 agosto 1943 per riprendere subito la lotta antifascista,<br />

partecipando a Roma, quel tragico 8 settembre dello stesso anno, ai combattimenti contro i tedeschi a Porta<br />

San Paolo, insieme a Luigi Longo, Emilio Lussu e Giuliano Vassalli. Da Roma si diresse a Milano per partecipare<br />

attivamente alla Resistenza come membro del CLNAI e con l’intento politico di riorganizzare il Partito Socialista.<br />

Nel luglio 1944, dopo la liberazione di Roma, venne richiamato da Nenni al rientro nella capitale. Arrivato a<br />

Genova non trovò il mezzo natante per raggiungere la Corsica, quindi convenne con Sogno sull’opportunità di attivarsi in tal<br />

senso. L’11 agosto prese parte agli scontri per la liberazione <strong>della</strong> città, organizzando l’azione del partito socialista e la stampa<br />

delle prime copie dell’Avanti. Venne eletto Deputato e Senatore, poi presidente <strong>della</strong> Camera dal 1968 al 1978 indi Presidente<br />

<strong>della</strong> Repubblica. Morì a Roma il 24 Febbraio 1990 e fu sepolto a Stella (Savona), suo paese natale.<br />

Francesco Cossiga (1985/1992)<br />

Nato a Sassari il 26 Luglio 1928. Laureato in legge, ha insegnato diritto costituzionale nell’Università di Sassari.<br />

Iscritto alla DC dal 1945 è stato Deputato tra il 1958 al 1983 . Nel 1983 è stato eletto al Senato. E’ stato eletto<br />

Presidente <strong>della</strong> Repubblica il 24 giugno 1985 e si è dimesso il 28 aprile 1992.<br />

Oscar Luigi Scalfaro(1992/1999)<br />

Nato a Novara il 9 settembre 1918 si è laureato in legge ed è stato qualche anno Magistrato. E’ stato eletto all’<br />

Assemblea Costituente e poi alla camera dei Deputati dal 1948 al 1992. È stato Ministro dei Trasporti nel 1966,<br />

1968, 1972; <strong>della</strong> Pubblica Istruzione nel 1972; dell’ Interno nel 1983 e 1987.Il 24 aprile 1992 è stato eletto Presidente<br />

<strong>della</strong> Camera dei Deputati. È stato eletto Presidente <strong>della</strong> Repubblica il 25 maggio 1992, si è dimesso il<br />

15 maggio 1999.<br />

49


Carlo Azeglio Ciampi(1999-2006)<br />

Nato a Livorno il 9 dicembre 1920. Si è laureato in lettere nel 1941 e in legge nel 1946. Nel 1946 è stato assunto<br />

presso la Banca d’ Italia. Dall’aprile 1993 al maggio 1994 è stato Presidente del Consiglio.<br />

Il 13 maggio 1999 è stato eletto Presidente <strong>della</strong> Repubblica italiana. Ha concluso il suo mandato nell’anno<br />

2006<br />

Giorgio Napolitano (2006-….)<br />

Nasce a Napoli il 29 giugno 1925; è un politico italiano, undicesimo Presidente <strong>della</strong> Repubblica, in carica dal<br />

10 maggio 2006. In precedenza era stato Presidente <strong>della</strong> Camera dei Deputati nell’XI Legislatura e Ministro<br />

dell’Interno nel Governo Prodi I, nonché Deputato dal 1953 al 1996 e Senatore a vita dal 2005 fino alla sua<br />

elezione alla prima carica <strong>della</strong> Repubblica. È il primo Capo dello Stato che abbia fatto parte del Partito Comunista<br />

Italiano.<br />

50


Gli studenti al lavoro nell’aula d’informatica<br />

51


Commenti alunni 3 C<br />

Questa, a parer mio, è stata una delle esperienze più significative di tutti i miei tre <strong>anni</strong> di scuola media, perché non solo ci ha<br />

fatto scoprire aspetti nuovi e molto importanti sulla nostra Costituzione e su come si sia formata, ma soprattutto perché l’intera<br />

classe ha potuto collaborare e aiutarsi a vicenda per la realizzazione di un unico progetto.<br />

Francesco Bedogni<br />

Ho apprezzato questo progetto perché è stato interessante l’argomento e mi è piaciuto molto lavorare sui computer invece<br />

che sui libri.<br />

Agnese Bertani<br />

Questo lavoro è stato molto interessante ma altrettanto difficile ed impegnativo. Mi è piaciuto perché ho conosciuto meglio la<br />

nostra Repubblica e la sua Costituzione, ma anche perché ho potuto ricordare le persone che hanno caratterizzato la storia<br />

dell’Italia.<br />

Alessandra Biagini<br />

Il progetto a cui abbiamo partecipato è stato utile per approfondire degli argomenti e per capire la realtà che hanno vissuto<br />

molte persone allo scopo di conquistare la libertà. Oggi questo problema nel nostro paese non esiste più e fortunatamente<br />

nessun diritto ci viene negato.<br />

Paola Birra<br />

Questo lavoro mi è piaciuto perché credo che sia stato un modo piacevole e interessante per conoscere la storia.<br />

Aparecida Bolondi<br />

Per noi il progetto di <strong>Istoreco</strong> è stato molto interessante, anche perché ci siamo occupate delle biografie di personaggi<br />

dell’Assemblea Costituente e abbiamo potuto conoscere ciò che hanno fatto queste persone per la Costituzione <strong>Italiana</strong>.<br />

Alice Busani e Mariangela Falcone<br />

La realizzazione di questo progetto è stata impegnativa ma abbiamo ottenuto buoni risultati con grande soddisfazione. Siamo<br />

inoltre riusciti a lavorare insieme, facendo un ottimo lavoro di squadra in cui abbiamo lasciato spazio alle nostre idee.<br />

Alessia Casali<br />

52


Il lavoro svolto da me e dal mio gruppo è stato davvero bello… lungo ma bello! Ho scoperto molte cose interessanti sulla<br />

Costituzione e l’articolo 3 (commentato da noi) ci ha insegnato che la parità dei cittadini, in tutti gli ambiti, è molto importante<br />

ed è un diritto di tutti.<br />

Cecilia Caselli<br />

Il lavoro che abbiamo fatto sulla Costituzione nel <strong>60</strong>° <strong>anni</strong>versario è stato, oltre che molto interessante, anche molto coinvolgente,<br />

perchè abbiamo lavorato a gruppi e perchè abbiamo approfondito l’argomento facendo varie ricerche. La professoressa<br />

ci ha aiutato sotto certi punti di vista (l’ortografia e la pertinenza dei contenuti) ma per il resto abbiamo lavorato con la nostra<br />

testa e questo, a lavoro finito, ci ha reso molto soddisfatti.<br />

Francesca Coluccio<br />

L’attività sulla Costituzione è stata istruttiva ed allo stesso tempo diversa dal solito ed i concetti sono stati appresi più velocemente<br />

che studiandoli sui libri. La Costituzione è un documento davvero interessante da studiare e capire.<br />

Simone Fantini<br />

Questo lavoro è stato lungo e un po’ difficile, ma molto interessante e mi ha permesso di imparare molti concetti nuovi.<br />

Giulia Fiorini<br />

Questo percorso è stato molto interessante, educativo e diverso dalle solite attività. Ho capito meglio la storia <strong>della</strong> nostra Italia<br />

e <strong>della</strong> nostra Costituzione.<br />

Sara Fontanini<br />

Penso che questa esperienza ci abbia aiutati a capire la Costituzione e i principi su cui si basa la Repubblica italiana e penso<br />

che sia stata allo stesso tempo piacevole perché abbiamo lavorato in gruppo, imparando a collaborare tra di noi.<br />

Chiara Frontiera<br />

Questa esperienza è stata molto interessante per l’argomento svolto sulla Costituzione, che dovrebbe interessare tutti i cittadini<br />

e anche perché abbiamo lavorato al computer e non studiando come al solito sui libri.<br />

Federico Incerti<br />

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Questo lavoro è stato molto interessante, anche perché si facevano molte attività di gruppo e questo mi è piaciuto veramente<br />

tanto!!!<br />

Irene Incerti<br />

Il progetto con la collaborazione di <strong>Istoreco</strong> mi è piaciuto molto perchè ho capito la sofferenza delle persone che hanno vissuto<br />

quei tempi per dare a noi un mondo migliore.<br />

Gerardo Lerose<br />

Questa esperienza mi è piaciuta molto: è stata interessante, educativa e significativa ma allo stesso tempo complicata. Se ne<br />

avessi l’occasione la rifarei.<br />

Priscilla Malagutti<br />

Il lavoro sulla Costituzione è stato secondo me uno dei più belli e interessanti dei tre <strong>anni</strong> delle medie. Il progetto ha coinvolto<br />

tutta la classe, abbiamo capito meglio la Costituzione italiana e i personaggi che l’hanno scritta.<br />

Giulio Mazzei<br />

L’attività sulla Costituzione mi è piaciuta, anche perché è stata molto interessante e coinvolgente.<br />

Sam Papini<br />

Il lavoro sulla Costituzione è stato molto interessante ed educativo. Mi è piaciuto e lo rifarei.<br />

Alessandro Paterlini<br />

Il lavoro sulla Costituzione è stato molto interessante; è stato bello lavorare con i miei compagni imparando tante cose.<br />

Pasqualina Ruocco<br />

Questo progetto mi è piaciuto particolarmente perché ho svolto attività in un gruppo, imparando così a collaborare con i compagni,<br />

ma mi è piaciuto molto anche perché ho approfondito degli aspetti sulla Costituzione di oggi e sullo Statuto albertino del<br />

passato e credo che questi concetti servano a tutti nel futuro.<br />

Sebastiano Ruozi<br />

54


Mi è piaciuta molto questa esperienza perché è stata molto interessante, piacevole e coinvolgente. Abbiamo imparato tante<br />

cose nuove sulla Costituzione <strong>della</strong> Repubblica italiana che ancora non sapevamo.<br />

Lyubov Shram<br />

Questa attività per me è stata molto bella e stimolante, in quanto ci ha fatto riflettere sul tema <strong>della</strong> Resistenza e sull’importanza<br />

di essere delle persone con dei diritti e dei doveri, che hanno la possibilità di esprimere liberamente il loro pensiero.<br />

Chiara Sirotti<br />

Il lavoro sulla Costituzione è stato molto interessante, coinvolgente e bello.<br />

Giacomo Villanova<br />

Commenti <strong>della</strong> Classe 3^H<br />

Questo lavoro è stato molto utile e divertente perché mi ha permesso di conoscere la storia <strong>della</strong> Costituzione.<br />

Laura Ramora<br />

Questo progetto è stato molto interessante ed è servito a migliorare la nostra cultura storica e la conoscenza delle vie <strong>della</strong><br />

nostra città.<br />

Irene Di Maggio<br />

Questo progetto è servito a farci conoscere la storia dell’Italia prima e dopo la Costituzione.<br />

Credo che sia stato molto istruttivo.<br />

Pugliese Giuseppe<br />

Questo progetto è servito a conoscere la storia <strong>della</strong> nostra Costituzione a farci conoscere le vite dei personaggi a cui sono<br />

intestate le vie <strong>della</strong> nostra città.<br />

Leonardi Daniele<br />

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Il progetto è stato molto interessante e piacevole,è stato utile per conoscere meglio la Costituzione <strong>della</strong> nostra Repubblica.<br />

Corradini Francesco<br />

Pavarini Alberto<br />

Visentin Mattia<br />

Questa esperienza è stata molto coinvolgente.<br />

Abbiamo imparato tanto sui fatti accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale.<br />

Bottazzi Athina<br />

Bianco Valentina<br />

Penso che questo lavoro sia stato molto interessante e proficuo: ci ha aiutato a capire come vanno davvero le cose in Italia.<br />

Lucchetti Cristiana<br />

Per me questo progetto è stato interessante perché ci ha fatto conoscere cose del passato.<br />

Vivone Debora<br />

Questo progetto mi è piaciuto tanto perché ho imparato qualcosa in più <strong>della</strong> storia italiana.<br />

Turrini Claudia<br />

Questo progetto è stato molto utile e piacevole perché mi è servito per capire meglio la storia.<br />

Bastardi Elisa<br />

Questo lavoro è stato veramente interessante perché ci ha fatto conoscere e capire il nostro Paese.<br />

Sidi Jackline<br />

Il progetto con <strong>Istoreco</strong> mi è piaciuto molto perché è stato notevolmente interessante e istruttivo.<br />

Canovi Alberto<br />

Questo progetto è stato molto interessante e utile per un arricchimento culturale.<br />

Valli Elisa<br />

56


Questo progetto mi è piaciuto molto, è stato molto interessante ascoltare un partigiano che ha raccontato la vita dell’opposizione,<br />

ma è stato anche bellissimo commentare gli articoli fondamentali <strong>della</strong> nostra Costituzione.<br />

Basta Melissa<br />

Questo progetto è stato interessante perché ci ha aiutati a capire ciò che è accaduto prima e dopo la nascita <strong>della</strong> Costituzione.<br />

Magnani Alessia<br />

Questo progetto è stato interessante perché abbiamo conosciuto la storia <strong>della</strong> nostra Costituzione.<br />

Vitale Katja<br />

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Indice<br />

Elvira Lusenti, Introduzione pag. 3<br />

Saverio Maccagnani, “Il ‘48” pag. 5<br />

Michele Bellelli, “Che cosa è la Costituzione” pag. 7<br />

Foto classe III C pag. 8<br />

Foto classe III H pag. 9<br />

Presentazione Progetto pag. 10<br />

Foto incontro con storico e testimone pag. 11<br />

Biografie:<br />

Nilde Iotti pag. 13<br />

Giuseppe Dossetti pag. 14<br />

Meuccio Ruini pag. 16<br />

Enrico De Nicola pag. 17<br />

Palmiro Togliatti pag. 18<br />

Alcide De Gasperi pag. 19<br />

Gli studenti al lavoro pag. 21<br />

Sintesi storica :<br />

Unità d’italia pag. 23<br />

Lo Statuto Albertino pag. 24<br />

Prima Guerra Mondiale pag. 24<br />

59


La seconda Guerra Mondiale pag. 25<br />

Referendum 2 giugno 1946 e voto alle donne pag. 29<br />

Sintesi Costituzione pag. 31<br />

Principi fondamentali, artt. 1-12 pag. 35<br />

I ragazzi al lavoro pag. 37<br />

Commento articoli Costituzione art. 1 pag. 39<br />

art. 3 pag. 40<br />

art. 5 pag. 42<br />

art. 7 pag. 43<br />

art. 11 pag. 44<br />

art. 12 pag. 45<br />

I Presidenti <strong>della</strong> Repubblica pag. 47<br />

Gli studenti al lavoro pag. 51<br />

Che cosa hanno detto i ragazzi III C e III H pag. 52<br />

<strong>60</strong>


Centro Stampa<br />

Comune di Reggio Emilia<br />

stampato Maggio 2008

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