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E. fiorini et al.: Misure con attivazione neutronica sulla presenza di arsenico ecc.<br />
attivazione neutronica [28] analizzando due capelli prelevati<br />
da Napoleone il giorno dopo la sua morte ed uno prelevato<br />
nel 1814 quando Napoleone era nel suo primo esilio all’Isola<br />
d’Elba e ricevette una visita dalla sorella Paolina Borghese.<br />
Le concentrazioni di arsenico risultavano rispettivamente di<br />
1,85 ± 0,11, 3,05 ± 0,18 e 33,3 ± 2,2 ppm. Le concentrazioni<br />
misurate per controllo su di un uomo e una donna viventi<br />
risultavano rispettivamente di 32 ± 3 e 33 ± 2 ppb: quindi<br />
molto inferiori a quelle rilevate nei capelli dell’Imperatore.<br />
Gli autori osservano che il contenuto di As all’Isola d’Elba,<br />
dove evidentemente non si può supporre una qualche<br />
forma di avvelenamento, è molto elevato (troppo a nostro<br />
parere!) e che non si può quindi parlare di un avvelenamento<br />
successivo a Sant’Elena. Questo punto verrà discusso in<br />
seguito.<br />
Una misura interessante, e per quanto sappiamo non<br />
pubblicata, gentilmente comunicataci dal prof. Gerbier è<br />
stata condotta nel 1995 a Saclay dalla dr. Sophie Ayrault su<br />
due capelli di Napoleone avuti dal museo di Losanna. La<br />
difficoltà nella rivelazione del picco γ a 559 keV tramite un<br />
rivelatore al germanio è dovuta alla presenza nella stessa<br />
regione energetica dei picchi dovuti all’attivazione di Na, Br<br />
e Sb. Tenendo conto degli errori, i risultati sui due campioni<br />
sono compatibili tra di loro entro un fattore due con un valore<br />
medio attorno a 4,5 ppm.<br />
Tranne le ultime, tutte queste misure sono state condotte<br />
con strumentazione modesta e hanno fornito spesso risultati<br />
in contrasto tra di loro. Si è quindi deciso di svolgere una<br />
ricerca sistematica sui capelli non solo di Napoleone, ma<br />
anche di suoi contemporanei, confrontandola con quella sui<br />
capelli di persone attualmente viventi. Il grande aiuto avuto<br />
dai musei Napoleonico di Roma, Glauco Lombardi di Parma<br />
e Malmaison di Parigi, unitamente al campione fornitoci dal<br />
Console Onorario di Francia a Sant’Elena, ci ha permesso di<br />
raccogliere una notevole quantità di materiale storico e di<br />
chiara attribuzione per le nostre analisi.<br />
3 Dettagli sperimentali e materiale raccolto<br />
Tutte le misure di attivazione riportate in questo lavoro sono<br />
state effettuate utilizzando come sorgente di neutroni il<br />
reattore Nucleare TRIGA Mark II del Laboratorio di Energia<br />
Nucleare Applicata (LENA) dell’Università di Pavia (fig. 5).<br />
La spettrometria è stata portata a termine con rivelatori di<br />
germanio iperpuri intrinseci HpGe, sia nel laboratorio di<br />
Radiochimica del Dipartimento di Chimica Generale della<br />
stessa università sia presso il Laboratorio di Radioattività<br />
Ambientale dell’Università e Sezione INFN di Milano-Bicocca,<br />
dove si sono anche compiute le delicate misure sulla massa<br />
dei campioni. Il flusso nel canale centrale del reattore è di<br />
1,2 × 10 13 n cm -2 s -1 . Per l’analisi quantitativa si è utilizzato<br />
uno standard di riferimento con contenuti certificati degli<br />
elementi in tracce. Si è valutato il rapporto tra le attività<br />
Fig. 5 Il reattore nucleare TRIGA Mark II dell’Università di Pavia. A destra dettaglio<br />
del nocciolo.<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 23