RELAZIONI INDUSTRIALI RELAZIONI INDUSTRIALI - Aidp
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Gli edifici del lavoro<br />
Da tempo si parla di Lay Out di impresa e tutti<br />
siamo ormai convinti che l’architettura interna<br />
di un’impresa, così come gli stili di comunicazione,<br />
le mode, l’abbigliamento, i colori siano<br />
una manifestazione esteriore della sua cultura e<br />
del suo modo di porsi. Ma che dire della forma<br />
e dei colori degli edifici esterni? Della scelta dei<br />
fabbricati, della loro location, della forma fisica<br />
del contenitore architettonico che questa impresa<br />
contiene e fa vivere?<br />
Lo spunto per questa rubrica, che è aperta a<br />
tutti coloro che vorranno proporci il loro contributo,<br />
ci è venuto dopo la lettura del bell’articolo<br />
“Oltre crema e gusto. Il nuovo quartier<br />
generale Lavazza” (su DdP settembre 2010),<br />
ma già conoscevamo il ricco e sofisticato testo<br />
di Pasquale Gagliardi Symbols and artifacts<br />
dove si parla di luoghi di lavoro e di architettura<br />
di impresa come di elementi portanti per<br />
comprenderne la cultura organizzativa.<br />
Noi, in queste pagine, vorremmo scrivere di<br />
palazzi e di capannoni, di vecchie casa old England<br />
e di avveniristici grattacieli aziendali, lasciando<br />
però al lettore il suo punto di vista sul<br />
significato recondito di questi luoghi di lavoro<br />
che, ne siamo certi, influenzano la vita di chi ci<br />
passa gran parte del proprio tempo e, viceversa,<br />
ne sono influenzati.<br />
Pensiamo a Prada, nell’edificio ex Ansaldo ed ex<br />
deposito tessuti, con toboga esterno per l’evacuazione.<br />
Comunica severa sobrietà, con un<br />
pizzico di follia. E che dire della Brunello Cucinelli<br />
specializzata in cachemire che in Umbria<br />
ristruttura un villaggio medioevale per farne<br />
fabbrica e centro di comunità; della Elica che<br />
fabbrica cappe da cucina nelle Marche (show<br />
room a Milano) che realizza una fabbrica “interessante”;<br />
a Campari che a Sesto S.Giovanni ristruttura<br />
la fabbrica inglobandola in un edificio<br />
moderno; a Deborah, in Via Comelico a Milano,<br />
che accanto al restauro di una palazzina liberty<br />
inserisce un edificio moderno e riveste il<br />
tutto di ceramiche bianco-azzurre.<br />
Per cominciare ci piace proporvi un’azienda<br />
piccola ma di grande visibilità mediatica, GUT<br />
Smemoranda. E ci piacerebbe sapere che cosa<br />
ne pensate.<br />
Massimiliano Santoro<br />
Claudio Tronconi<br />
DdP | GIUGNO 2011 | 43