23.06.2014 Views

SUD SARDEGNA - Sardegna Turismo

SUD SARDEGNA - Sardegna Turismo

SUD SARDEGNA - Sardegna Turismo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>SUD</strong> <strong>SARDEGNA</strong><br />

ITINERARI


Con questa guida la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura<br />

di Cagliari, attraverso la propria Azienda Speciale Centro Servizi Promozionali<br />

per le Imprese e in stretta collaborazione con i Consorzi Turistici operanti nella<br />

<strong>Sardegna</strong> del sud, intende proporre a quanti vorranno visitare questo territorio<br />

e approfondire la conoscenza di tutte le sue peculiarità, uno spaccato di storia,<br />

tradizioni, cultura, natura, che si fondono in uno scenario di ineguagliabile<br />

bellezza e contribuiscono a renderlo unico.<br />

La gastronomia, l’artigianato tipico, l’agroalimentare e il folclore che scoprirete<br />

con la lettura del libro, definiscono i contorni di una forte identità che appartiene<br />

alla popolazione locale come a tutta la <strong>Sardegna</strong>.<br />

Un particolare ringraziamento va all’Assessorato al <strong>Turismo</strong>, Artigianato e<br />

Commercio della Regione Autonoma della <strong>Sardegna</strong> che ha voluto sponsorizzare<br />

quest’opera e a quanti hanno collaborato con grande passione e competenza<br />

alla sua realizzazione.<br />

Il Presidente<br />

della Camera di Commercio<br />

di Cagliari<br />

Romano Mambrini<br />

Il Presidente<br />

del Centro Servizi Promozionali<br />

per le Imprese<br />

Sisinnio Fadda


10La Provincia di Cagliari<br />

15 Cronologia essenziale<br />

18 Breve storia geologica<br />

22 Brevi notizie sulle più antiche culture<br />

storiche e preistoriche della <strong>Sardegna</strong><br />

24 Storia dell’arte<br />

29 Scrivere in provincia<br />

32 Musica etnica<br />

34 L’artigianato artistico<br />

36 La gastronomia


43 Cagliari e dintorni<br />

99 Marmilla<br />

145 Sud Ovest<br />

201 Villasimìus<br />

219 Sud Est Sarrabus Gerrei


Questa guida è stata realizzata<br />

mediante le seguenti collaborazioni:<br />

CAGLIARI E DINTORNI<br />

testi Consorzio Turistico Costa Sud, Comune di Quartu Sant’Elena,<br />

Pierpaolo Pisanu; Sabrina Cisci, Chiesa di Sant’Eulalia;<br />

Paolo Matta, I riti della Settimana Santa, Stampace, Sagra di Sant’Efisio;<br />

Silvia Sangiorgi, Chiesa di Sant’Efisio, Chiesa di Santa Restituta<br />

foto Consorzio Turistico Costa Sud, Gianluigi Becciu,<br />

Sandro Cabras, Roberto De Luca, Corrado Fantini, Giancarlo Murgia,<br />

Alessandro Ruggieri, Giuseppina Scorrano<br />

MARMILLA<br />

testi Egidio Cadau, Tiziano Onnis<br />

foto Archivio Fotografico Banco di <strong>Sardegna</strong>,<br />

Archivio Fotografico Comune di Barumini,<br />

Archivio Fotografico Consorzio Turistico Sa Corona Arrubia,<br />

Egidio Cadau, Renato Matta,<br />

Tiziano Onnis, Giuseppina Scorrano<br />

<strong>SUD</strong> OVEST<br />

testi Alessandra Mocci, Consorzio Turistico L’Altra <strong>Sardegna</strong><br />

foto Archivio Fotografico Banco di <strong>Sardegna</strong>, Archivio Fotografico Regione <strong>Sardegna</strong>,<br />

Archivio Fotografico Cooperativa Fulgheri, PowerGraf,<br />

Archivio Fotografico Comune di Narcao, Archivio Fotografico Caterno Cesare Bettini,<br />

Archivio Fotografico Cooperativa Verso Sud, Archivio Iconografico Comune di Carloforte,<br />

Collezione Iconografica dei Signori Sardu, Gianluigi Becciu,<br />

Renato Matta, Donatella Mereu, Alessandro Ruggieri,<br />

Giuseppina Scorrano, Sergio Todde<br />

VILLASIMÌUS<br />

testi Archivio Area Marina Protetta Capo Carbonara,<br />

Elisabetta Valtan, Alessandra Vargiolu<br />

foto Archivio Fotografico Area Marina Protetta Capo Carbonara,<br />

Comune di Villasimius, Paolo Vacca, Archivio Fotografico Cooperativa Cuccureddus<br />

<strong>SUD</strong> EST SARRABUS GERREI<br />

testi Consorzio Turistico Costa Rei<br />

foto Archivio Fotografico Consorzio Turistico Costa Rei,<br />

Alessandro Ruggieri, Renato Matta<br />

coordinamento<br />

Giuseppina Scorrano<br />

editing<br />

Vanni Boni<br />

autori dei testi introduttivi<br />

Vanni Boni, La Provincia di Cagliari; Daniele Satta, Cronologia Essenziale;<br />

Giuseppe Piras, Breve storia geologica;<br />

Pietro Serra, Brevi notizie sulle più antiche culture storiche e preistoriche della <strong>Sardegna</strong>;<br />

Alessandro Ruggieri, Storia dell’Arte; Simona Pilia, Scrivere in Provincia;<br />

Ilenia Cilloco e Agostino Piano, La musica etnica;<br />

Confartigianato Provinciale, L’artigianato artistico; Maria Laura Cadeddu, La gastronomia.<br />

progetto grafico e impaginazione<br />

Giancarlo Murgia per Grafiche Sainas<br />

stampa e allestimento<br />

Grafiche Sainas<br />

09030 Elmas Via Betti, sn - Zona Industriale Casic Est<br />

tel. 070 2110236 Fax 070 2110082<br />

e-mail: grsainas@tiscali.it<br />

©2005 Centro Servizi Promozionali per le Imprese


<strong>SUD</strong> <strong>SARDEGNA</strong><br />

ITINERARI


10<br />

La Provincia di Cagliari<br />

La Provincia di Cagliari è specchio fedele dell’eccezionale<br />

diversità geografica e antropica che fa da sfondo alla storia<br />

dell’uomo e della sua cultura in <strong>Sardegna</strong>. Area privilegiata<br />

di contatto con i visitatori esterni e di raccordo con le<br />

popolazioni dell’interno, le sue vicende determinarono<br />

profondamente quelle dell’intera Isola e la sua influenza<br />

sulla società sarda contemporanea si propaga ben al di là<br />

degli attuali confini amministrativi, trovando riscontro nei<br />

legami culturali e sociali espliciti con subregioni che per<br />

lunghi periodi di tempo e a vario titolo ne furono parte<br />

integrante, come l’Oristanese e l’Ogliastra. Il popolamento<br />

dell’area costiera e dell’immediato<br />

entroterra, posto tradizionalmente in<br />

relazione dalla storiografia classica<br />

con i commerci marittimi del I millennio<br />

a.C., è in realtà di molto<br />

antecedente al cabotaggio dei Fenici<br />

nel Mediterraneo. Insediamenti di<br />

epoca prenuragica e risalenti al III<br />

millennio a.C. sono attestati dai<br />

ritrovamenti della cultura transizionale<br />

di Monte Claro rinvenuti<br />

sull’omonimo colle dentro la città<br />

di Cagliari, mentre i reperti umani<br />

ritrovati nelle zone interne della<br />

provincia ci informano della presenza<br />

di gruppi di individui dolicocefali<br />

e di bassa statura, geneticamente<br />

affini a popolazioni<br />

dell’Africa settentrionale e del<br />

Mediterraneo occidentale. A<br />

questa lontana parentela si<br />

deve forse far risalire la persistenza<br />

di radici linguistiche<br />

d’origine camitico-semitica<br />

e del sostrato mediterraneo<br />

arcaico, ancora evidenti in<br />

alcuni toponimi e in termini<br />

legati al mondo naturale.<br />

Questa filiera va progressivamente<br />

esaurendosi nel<br />

II millennio a.C., di pari<br />

passo con l’arretramento<br />

areale degli insediamenti,<br />

fattisi megalitici, che caratterizza<br />

l’avvento della<br />

successiva età nuragica.


In questa fase la cultura indigena dissemina il territorio di<br />

torri, tombe, edifici cultuali e villaggi estesi, occupando<br />

stabilmente le colline e i grandi tavolati del Campidano<br />

centrale, del Parteolla, della Marmilla e del Sarrabus. È il<br />

momento più alto della società nativa, che instaura rapporti<br />

commerciali, culturali, talvolta anche militari con Fenici,<br />

Greci, Etruschi, Cartaginesi e gli altri popoli del Mediterraneo.<br />

La conquista romana del 238 a.C. pone fine alla civiltà<br />

nuragica e destruttura profondamente il tessuto sociale<br />

della <strong>Sardegna</strong> meridionale, asservendolo alla pressione<br />

fiscale di Roma e alla coltivazione dei cereali nella Trexenta<br />

e nella piana del Campidano, causa del conflitto permanente<br />

tra economia pastorale ed economia di latifondo. Tra I e III<br />

secolo Carales, Nora e Sulci godono di una particolare<br />

fioritura, ma la posteriore<br />

dissoluzione dell’Impero<br />

espone il sud dell’Isola<br />

alle incursioni barbariche.<br />

La sola occupazione di un<br />

certo rilievo, quella prolungatasi<br />

tra il V e il VI<br />

secolo ad opera dei Vandali,<br />

non lascia tracce nelle<br />

lingue locali ma esilia nella<br />

<strong>Sardegna</strong> sud-occidentale<br />

una colonia di africani Mauri<br />

i cui discendenti, denominati<br />

Maureddinus e integrati<br />

completamente con le sparse<br />

popolazioni del Sulcis, conservano<br />

caratteristiche somatiche<br />

e tradizionali che<br />

contribuiscono a diversificare<br />

ulteriormente il già ricco panorama<br />

antropologico della<br />

provincia. La posizione appartata<br />

dell’Isola dalle vicende<br />

storiche italiane ed europee<br />

dell’alto medioevo conduce intorno<br />

al IX secolo allo splendido<br />

e compiuto esperimento politico<br />

dei quattro Giudicati.<br />

In quello di Cagliari, i documenti<br />

del XI e XII secolo, preziose testimonianze,<br />

tra l’altro, dell’uso del<br />

volgare locale negli atti amministrativi,<br />

ci informano della stipula<br />

di alleanze politiche e commerciali<br />

con la potenza marinara di Pisa.<br />

11


Il contatto con la civiltà dell’Italia centrale lascia vestigia<br />

urbanistiche, architettoniche e religiose di grande pregio, e<br />

inserisce il meridione isolano in una più vasta rete di rapporti<br />

internazionali. I mutamenti che intercorrono tra XII e XIV<br />

secolo sono rilevanti: con il declino giudicale e la contemporanea<br />

espansione dell’egemonia pisana si assiste alla fondazione<br />

di nuovi centri – tra i più importanti vi è Villa di Chiesa,<br />

la futura Iglesias – gli insediamenti militari e le rocche<br />

fortificate si moltiplicano, e la stessa Carales viene rifondata<br />

col nome di Castel di Castro sul colle dell’odierno quartiere<br />

di Castello, avviando una profonda e traumatica riorganizzazione<br />

del tessuto urbano e sociale. Il disfacimento dei<br />

Giudicati, le mire delle potenze italiane e le mosse della<br />

Chiesa romana non sono però che il preludio ai quattro<br />

secoli di dominazione Aragonese e Castigliana, nel corso<br />

dei quali la <strong>Sardegna</strong> precipita nell’ottusità politica iberica.<br />

Nel sud la sola Cagliari viceregia gode di un livello di benessere<br />

accettabile, mentre miseria e spopolamento dilagano<br />

nelle campagne ora assoggettate alla nuova nobiltà e convertite<br />

al latifondo. È tuttavia in questo lungo periodo tardo<br />

feudale che è possibile individuare le origini di<br />

tradizioni, riti, abitudini alimentari ed<br />

elementi della cultura materiale<br />

vivi tuttora.


L’ambito linguistico adotta forme e costrutti di area ispanica,<br />

contribuendo a determinare in via definitiva le caratteristiche<br />

delle parlate locali meridionali rispetto a quelle centrali, che<br />

rimangono fortemente conservative, e a quelle settentrionali,<br />

da tempo affini alle parlate corse e italiane. Il clima della<br />

controriforma attraversa le arti figurative di scuola spagnola<br />

e catalana, che lasciano opere memorabili nel basso Campidano<br />

e nella Marmilla, mentre l’architettura religiosa, l’edificazione<br />

di palazzi signorili e il sorgere di nuovi castelli in<br />

città e campagne confermano il consolidarsi della classe<br />

nobiliare, e integrano armonicamente il barocco nell’antico<br />

romanico bizantino e nel gotico italiano ed europeo. L’ultima<br />

annessione che precede l’integrazione nel nuovo stato<br />

unitario italiano, quella nel regno piemontese dei Savoia,<br />

ha luogo nel 1720, ma solo molti decenni più tardi la nuova<br />

classe dirigente riuscirà ad introdurre robuste innovazioni<br />

di modernizzazione sociale ed economica, peraltro mal<br />

bilanciate da una parallela e duratura logica di sfruttamento<br />

e dissipazione delle risorse naturali. L’avvento dello stato<br />

unitario prefigurò nuove possibilità di trasformazione, ma<br />

sarà necessario attendere la seconda metà del ventesimo<br />

secolo perché la provincia assuma una posizione di chiara<br />

visibilità nello scenario nazionale ed estero, sviluppando<br />

un’economia basata dapprima sul terziario e, in una seconda<br />

fase, maturando quella vocazione turistica e culturale che<br />

il territorio aveva sempre espresso come potenzialità<br />

naturale. La sinergia tra politiche culturali<br />

e dell’ambiente, ricerca scientifica<br />

e tecnologica e servizi avanzati<br />

alle imprese pare dunque poter<br />

finalmente consegnare alla <strong>Sardegna</strong><br />

meridionale una posizione<br />

e un’immagine ora meglio definite<br />

anche nel panorama dell’accoglienza<br />

a breve e medio termine del<br />

settore turistico. Nel contesto attuale<br />

Cagliari e la sua provincia rappresentano<br />

dunque, con molte ombre,<br />

una realtà comunque avanzata nell’Italia<br />

centro-meridionale. Il ruolo di<br />

interfaccia con il mare e con la società<br />

internazionale europea e mediterranea<br />

ne definisce ancora la funzione qualificante<br />

in un’isola nella quale, parafrasando<br />

l’archeologo Giovanni Lilliu,<br />

la particolarissima rispondenza tra paesaggio<br />

geografico e paesaggio etico<br />

continuerà verosimilmente a costituire<br />

una risorsa inesauribile.<br />

13


Cronologia Essenziale<br />

AVANTI CRISTO<br />

6000 Stabile presenza umana<br />

4000 Commercio dell’ossidiana<br />

2700 Cultura di S. Michele<br />

1600 Cultura di Monteclaro<br />

1500 Cultura di Bonnanaro • Comparsa della civiltà nuragica<br />

IX sec. I Fenici realizzano degli scali costieri in <strong>Sardegna</strong><br />

IX-VIII sec. I Fenici fondano, fra le altre, Nora, Tharros e<br />

Karales<br />

VII sec. I Fenici iniziano la penetrazione nell’interno dell’isola<br />

VI-V sec. Costruzione del tempio di Antas<br />

VI sec. Aumenta la tensione fra i Fenici ed i protosardi • In<br />

<strong>Sardegna</strong> i Fenici sono sostituiti dai Cartaginesi<br />

535 La sconfitta nella battaglia di Alalia<br />

15<br />

segna la fine della presenza greca in <strong>Sardegna</strong><br />

368 Rivolta anticartaginese in <strong>Sardegna</strong><br />

264-241 Prima guerra punica<br />

237 La <strong>Sardegna</strong> passa sotto la dominazione romana<br />

III-II sec. Forti resistenze antiromane da parte dei protosardi<br />

216-215 Rivolta antiromana dei Sardo-Punici, capeggiata da<br />

Ampsicora<br />

181-173 a.C. Rivolte antiromane da parte di Iliensi e Balari<br />

54 a.C. Cicerone pronuncia l’orazione Pro Scauro aspramente<br />

antisarda<br />

46 a.C. Cesare, in visita a Carales, eleva la città al rango di<br />

municipium di cittadini romani


DOPO CRISTO<br />

16<br />

6-19 Torbidi antiromani<br />

69 Viene realizzata la cosiddetta Tavola di Esterzili<br />

325 Costantino assegna la <strong>Sardegna</strong> alla prefettura d’Italia<br />

410 Roma viene saccheggiata dai Visigoti<br />

455 Roma viene saccheggiata dai Vandali<br />

456-534 La <strong>Sardegna</strong> è occupata dai Vandali<br />

476 Fine dell’Impero Romano d’Occidente<br />

V sec. I Vandali, ariani, deportano in <strong>Sardegna</strong> numerosi alti<br />

prelati ortodossi<br />

534 I Bizantini conquistano la <strong>Sardegna</strong><br />

VIII sec. Iniziano le incursioni Arabe in <strong>Sardegna</strong><br />

IX sec. Formazione dei Giudicati<br />

1015-1016 Mugâhid occupa la <strong>Sardegna</strong><br />

meridionale • Muore in battaglia il giudice<br />

di Cagliari Salusio<br />

XI sec. Penetrazione monastica nell’isola •<br />

Inizia la penetrazione Pisana e Genovese in<br />

<strong>Sardegna</strong><br />

1114 Sardi giudicali partecipano alla spedizione<br />

pisana volta alla liberazione di Maiorca<br />

dagli Arabi<br />

1116 Erezione della chiesa della Santissima<br />

Trinità di Saccargia<br />

XII sec. Crescenti ingerenze politiche Pisane<br />

e Genovesi nei Giudicati<br />

1216 I Pisani iniziano l’edificazione del Castello<br />

di Cagliari<br />

1258 Fine e smembramento del Giudicato di Cagliari. Distruzione<br />

di S. Igia<br />

1259 Fine del Giudicato di Torres<br />

1289 Consacrazione della cattedrale di S. Pantaleo a Dolianova<br />

1295 Bonifacio VIII crea il Regnum Sardiniae et Corsicae<br />

1297 Giacomo II riceve l’investitura del Regnum Sardiniae<br />

1288 Fine di fatto del Giudicato di Gallura<br />

1323 Sbarco Catalano-Aragonese nel porto di Palma di Sulci<br />

1324 (7 febbraio) Resa di Villa di Chiesa • I Catalani erigono<br />

la cittadella di Bon Ayre. • (29 febbraio) Battaglia di Lutocisterna<br />

• (19 giugno) I Pisani di Castel di Castro si arrendono<br />

ai Catalano-Aragonesi • Inizia l’introduzione del feudalesimo<br />

in <strong>Sardegna</strong><br />

1326 (giugno) Definitiva sconfitta di Pisa che rinuncia a<br />

Castel di Castro<br />

1336 Sale al trono d’Aragona Pietro IV<br />

1347 Sale al trono d’Arborea Mariano IV<br />

Metà del XIV sec. Mariano IV promulga il Codice rurale<br />

1348 La Peste Nera scoppia in <strong>Sardegna</strong><br />

1353-1354 Guerra fra Mariano IV ed i Catalano-Aragonesi<br />

1355 Pietro IV celebra il primo Parlamento del Regnum


1364-1420 Guerra fra il regno d’Arborea ed i Catalano-<br />

Aragonesi<br />

1376 Morte di Mariano IV<br />

1383-1393 Eleonora governa l’Arborea in nome dei figli<br />

Federico e Mariano V<br />

1387 Morte di Pietro IV<br />

1388 Pace fra l’Arborea ed il Regnum Sardiniae<br />

1390 Ripresa delle ostilità<br />

1392 Promulgazione della Carta de Logu di Eleonora<br />

1407 Morte di Mariano V<br />

1409 Guglielmo III di Narbona è nominato Giudice d’Arborea<br />

• (30 giugno) Sconfitta giudicale nella battaglia di Sanluri<br />

1410 Fine de facto del Giudicato d’Arborea • Nascita del<br />

Marchesato di Oristano<br />

1420 Fine de iure del Giudicato d’Arborea<br />

1478 Battaglia di Macomer e fine della rivolta di Leonardo<br />

Alagón<br />

XVI-XVII sec. I Barbareschi infestano il Mediterraneo<br />

1571 Condanna al rogo di Sigismondo Arquer<br />

1637 I Francesi saccheggiano Oristano<br />

1668 Uccisione del viceré il marchese di Camarassa<br />

1713 Il trattato di Utrecht assegna la <strong>Sardegna</strong> all’Austria<br />

1720 Il trattato di Londra assegna la <strong>Sardegna</strong> ai Savoia<br />

1793 Tentativo di sbarco<br />

francese a Cagliari<br />

1794 Cacciata dei governanti<br />

Piemontesi<br />

1796 Rivolte antifeudali<br />

1820 Emanazione ”Editto delle<br />

chiudende”<br />

1837-1839 Riscatto dei feudi e<br />

fine del feudalesimo<br />

1847 “Perfetta Unione”<br />

1848 Promulgazione dello Statuto<br />

Albertino<br />

1904 Sciopero di Buggerru<br />

1923 Inaugurazione della diga del<br />

Tirso<br />

1943 I Tedeschi si ritirano dall’isola<br />

quasi senza combattere<br />

1946-1950 Eliminazione della malaria<br />

1948 Approvazione dello Statuto<br />

Autonomistico della <strong>Sardegna</strong><br />

1974 La provincia di Cagliari cede parte del proprio territorio<br />

alla costituenda provincia di Oristano<br />

17


18<br />

Breve storia geologica<br />

La complessa storia geologica della <strong>Sardegna</strong> può essere<br />

letta attraverso le rocce presenti nella parte meridionale<br />

dell’Isola, ossia nella Provincia di Cagliari; nel suo territorio,<br />

infatti, affiora una varietà di litologie la cui età abbraccia<br />

un ampio intervallo di tempo, dal Cambriano, tra 570 e 225<br />

milioni di anni fa, fino all’Era quaternaria o attuale, passando<br />

più o meno con continuità attraverso il Mesozoico e il<br />

Terziario. La varietà di forme che le rocce sedimentarie,<br />

magmatiche, metamorfiche hanno assunto sono il risultato<br />

di complessi fenomeni e processi geologici che le hanno<br />

accompagnate dal momento della loro formazione; alcune<br />

di queste formazioni, per la singolare forma o per i caratteri<br />

geologici peculiari, possono essere considerate come monumenti<br />

naturali. L’antichissimo nucleo di rocce presenti in<br />

<strong>Sardegna</strong>, probabilmente risalenti al pre-Cambriano, affiora<br />

proprio nell’estremo settore meridionale della provincia di<br />

Cagliari, presso Chia - Capo Spartivento (Monte Filau), ed<br />

è costituito da scisti cristallini e gneiss, ossia rocce fortemente<br />

metamorfosate, per questo difficilmente databili con certezza.<br />

Le rocce sicuramente più antiche affioranti nella Provincia,<br />

e in tutta la <strong>Sardegna</strong>, sono diffuse nel Sulcis-Iglesiente e<br />

costituiscono la sequenza<br />

classica di<br />

Formazioni<br />

conosciute<br />

come Formazione<br />

di<br />

Nebida, Formazione<br />

di<br />

Gonnesa e<br />

Formazione di<br />

Cabitza. Si<br />

tratta di rocce<br />

sedimentarie<br />

depositatesi<br />

quando l’intera<br />

Isola era ancora sommersa dal mare, con inclusi importanti<br />

fossili, quali Trilobiti e Archeociatine, che ne hanno permesso<br />

con certezza la datazione a partire dal Cambriano inferiore.<br />

Anche nel Sarrabus-Gerrei, subregione della <strong>Sardegna</strong> sudorientale,<br />

sono state datate rocce a partire dal Cambriano<br />

medio grazie alla presenza di Acritarchi, minutissimi organismi<br />

monocellulari rinvenuti in rocce di natura prevalentemente<br />

arenacea e scistosa, traslate per centinaia di chilometri in<br />

qualità di falde di ricoprimento dalle zone di origine.<br />

Tra queste antiche rocce, le dolomie e i calcari della cosiddetta<br />

Formazione del Metallifero contengono importanti mineralizzazioni<br />

di piombo, zinco, argento, ferro e rame.


Per questa loro ricchezza furono intensamente sfruttate fino<br />

a pochi decenni orsono lasciando sul territorio interessanti<br />

resti fisici, che attualmente rappresentano splendidi esempi<br />

di archeologia industriale. Queste rocce hanno subito gli<br />

effetti di un primo importante evento orogenetico durante<br />

la fase caledoniana, quando sono state in gran parte compresse,<br />

piegate e sollevate fino a dare luogo a un primo ed<br />

antichissimo nucleo di terra emersa. Successivamente, con<br />

il ritorno del mare, si assisterà ad un lungo ciclo sedimentario<br />

con deposito di grandi spessori di sedimenti, dapprima<br />

costieri-litorali, e quindi francamente marini con argille e<br />

calcari. Verso la fine del Paleozoico, con l’orogenesi ercinica,<br />

si assisterà alla messa in posto delle potenti masse granitiche,<br />

datate da 310 a 285 milioni di anni fa, che costituiscono i<br />

rilievi del Sarrabus (Massiccio dei Sette Fratelli, Villasimius,<br />

Monte Genis), del Sulcis (Monte Arcosu, Monte Lattias,<br />

monti di Capoterra) dell’Iglesiente e Guspinese (Oridda,<br />

Monte Mannu) e dell’Arburese. Allo stesso evento è legata<br />

la formazione dei filoni lavici, per lo<br />

più orientati in senso NO-SE, che<br />

per la loro notevole resistenza<br />

all’erosione<br />

risultano in evidente<br />

risalto sul paesaggio,<br />

anche per diversi<br />

chilometri di<br />

lunghezza (Muru<br />

Mannu nel<br />

Monte Linas).<br />

Al termine<br />

del Paleozoico<br />

l’area<br />

orientale della<br />

provincia di Cagliari,<br />

pressoché emersa completamente,<br />

risulterà totalmente spianata dall’intensa erosione e ridotta<br />

ad un cosiddetto penepiano.<br />

Nel Mesozoico, da 225 a 65 milioni di anni fa, gran parte<br />

della <strong>Sardegna</strong> sarà interessata dal ritorno del mare che, in<br />

particolare, comincerà a sommergerla diffusamente, in brevi<br />

intervalli di tempo, durante il Periodo Giurese, per tornare<br />

in emersione al termine del Cretaceo. In queste condizioni<br />

prevarrà la sedimentazione marina con deposito soprattutto<br />

di calcari, originati per lo più dall’accumulo di resti conchigliari<br />

di Molluschi. Attualmente, nella provincia di Cagliari, queste<br />

rocce affiorano in maniera limitata nel settore sudoccidentale,<br />

presso Porto Pino, nel pianoro di Campomari (Gonnesa) e<br />

nell’Isola di Sant’Antioco (Maladroxia). All’inizio dell’Era<br />

Terziaria, da 65 a 1,8 milioni di anni fa, una nuova ingressione<br />

19


marina favorisce il deposito nel settore orientale di sedimenti<br />

arenacei e calcarenitici, mentre nel Sulcis-Iglesiente la sedimentazione<br />

inizia con depositi marini e lagunari seguiti da<br />

quelli prevalentemente deltizio-lacustri. La <strong>Sardegna</strong> comincia<br />

già a sentire gli effetti di intense spinte orogenetiche legate<br />

alla grande fase “alpina”. A partire dall’Oligocene, da 40 a<br />

25 milioni di anni fa, il blocco sardo, unitamente alla Corsica,<br />

si stacca dall’Europa continentale e migra nel Mediterraneo<br />

occidentale fino a portarsi nella posizione attuale all’inizio<br />

del Miocene. La <strong>Sardegna</strong>, da allora, acquisirà il carattere<br />

definitivo di Isola. Le ripetute fratture, legate alle forti<br />

tensioni, determineranno la formazione della cosiddetta<br />

“Fossa sarda”, una vasta depressione, o rift, che attraversa<br />

l’isola dal Golfo dell’Asinara al Golfo di Cagliari; al suo<br />

interno si avrà, in diverse fasi, un potente accumulo di<br />

sedimenti essenzialmente di origine marina, affioranti attualmente<br />

ai bordi del Campidano orientale e ampiamente nel<br />

settore centrale della provincia, nella Trexenta e Marmilla,<br />

dove conformano un paesaggio caratterizzato dalla ricorrenza<br />

di morbide forme collinari concave alla base e convesse verso<br />

l'alto. Agli stessi eventi risalgono le manifestazioni vulcaniche<br />

ampiamente diffuse nelle isole di San Pietro e Sant’Antioco,<br />

nella valle del Cixerri (il singolare domo andesitico del Castello<br />

di Acquafredda), nel basso Sulcis e nell’Arcuentu. Alla fine<br />

dell’Era Terziaria, nel sud dell’Isola comincia a delinearsi<br />

anche la fossa tettonica del Campidano, una zona particolarmente<br />

depressa che lentamente va colmandosi con i<br />

materiali clastici erosi dai monti circostanti. Contemporaneamente<br />

si verificano nuove eruzioni vulcaniche con la messa<br />

in posto di potenti colate e cupole (Sardara e Capo<br />

Ferrato-Monte Ferru), nonché vasti altopiani<br />

basaltici tabulari come la Giara di<br />

Gesturi e Siddi, con i caratteristici<br />

laghetti temporanei di rilevante<br />

importanza ecologica sulla loro<br />

sommità, e la splendida colata<br />

di basalto colonnare<br />

di Sa Zeppara a Guspini.<br />

Nell’Era Quaternaria, da<br />

1,8 milioni di anni fa al<br />

periodo attuale, si assiste<br />

ad un’intensa attività<br />

erosiva e d’accumulo<br />

ad opera del<br />

mare, delle acque dei<br />

fiumi, del vento e degli<br />

altri agenti esogeni, la<br />

quale ha portato la<br />

provincia di Cagliari, e


l’intera <strong>Sardegna</strong>, ad assumere l’attuale<br />

configurazione. Nei settori costieri sono<br />

localmente ben rappresentate le “dune<br />

fossili” caratterizzate dalla singolare<br />

stratificazione incrociata come quelle di<br />

Funtana Morimenta (Gonnesa), Porto<br />

Pino, Capo Pecora, Capo Frasca e Capo<br />

Carbonara. Interessanti formazioni dunari<br />

di origine eolica dell’Olocene si<br />

rinvengono soprattutto nella costa occidentale,<br />

alimentate dai venti di maestrale;<br />

le più rinomate sono quelle di<br />

Piscinas e Pistis, Scivu-Is Arenas, Portixeddu<br />

e Funtanamare, Chia e Porto<br />

Pino. Gli stagni e le lagune costiere,<br />

habitat di notevole importanza naturalistica ed ambientale,<br />

segnano ampi tratti costieri della provincia, in particolare<br />

nel Golfo di Cagliari (Santa Gilla e Molentargius), nella costa<br />

sulcitana (Pula, Chia e Porto Pino) e presso Capo Frasca<br />

(stagno di San Giovanni-Marceddì), nonché lungo il perimetro<br />

costiero del Sarrabus, presso Villasimius (Notteri), Muravera<br />

(Feraxi, Colostrai, San Giovanni) e Villaputzu (Porto Corallo),<br />

fino a Quirra.<br />

Piccolo glossario geologico per la provincia di Cagliari<br />

Falda di ricoprimento: Struttura tettonica che consiste nella sovrapposizione<br />

di grandi unità rocciose traslate (alloctone) per lunghe distanze su unità in<br />

posto (autoctone).<br />

Formazione: Unità litostratigrafica fondamentale costituita da una roccia<br />

o alternanze di rocce formatesi in un determinato ambiente sedimentario<br />

durante un certo intervallo di tempo.<br />

Metamorfismo: Insieme dei processi di trasformazione mineralogica,<br />

tessiturale e strutturale di sedimenti o di rocce preesistenti (sedimentarie,<br />

magmatiche o, ugualmente, metamorfiche), sotto l’azione di elevate temperature<br />

e pressioni o fluidi chimicamente attivi.<br />

Orogenesi: Insieme di processi che portano alla deformazione della crosta<br />

terrestre ed alla formazione delle catene montuose. Durante l’Era paleozoica<br />

sono state riconosciute due importanti fasi orogenetiche, ossia Caledoniana<br />

ed Ercinico, mentre nel Terziario è stata riconosciuta la fase orogenetica<br />

Alpina.<br />

Penepiano: Superficie di spianamento subpianeggiante, che rappresenta<br />

lo stadio di senilità di un prolungato ciclo di erosione che ha interessato<br />

un’area continentale.<br />

Rift o Fossa tettonica: Depressione<br />

allungata posta tra due zone laterali<br />

sopraelevate (pilastri tettonici) e<br />

delimitata da faglie.<br />

21


22<br />

Brevi notizie sulle più antiche<br />

culture storiche e preistoriche<br />

della <strong>Sardegna</strong><br />

La prima testimonianza della presenza dell’uomo in <strong>Sardegna</strong><br />

è attestata nel Paleolitico, il lungo periodo compreso tra i<br />

450.000 e i 10.000 anni da oggi. Gli elementi di cultura<br />

materiale rinvenuti nel Centro e Nord <strong>Sardegna</strong><br />

consistono quasi essenzialmente in strumenti e arnesi<br />

di pietra in selce o calcare utili alla sopravvivenza<br />

dell’uomo. Del periodo del Mesolitico (10.000-<br />

6.000 a.C.) non vi sono che scarse attestazioni<br />

di cultura materiale, costituite dai caratteristici<br />

microliti, armi in ossidiana utilizzate come<br />

punte di freccia o differenti tipi di lame. Il<br />

periodo che ha tramandato una vastità di<br />

materiali è invece quello che va dal Neolitico<br />

(6.000-2.900 a.C.), attraverso l’Età del Rame<br />

(2.900-1.800 a.C.), sino alla metà dell’Età del Bronzo<br />

(1.800-1.300 a.C.). In questo periodo, oltre a strumenti<br />

in pietra di selce e di ossidiana, fanno la comparsa i<br />

primi vasi in ceramica. Essi vanno dalle forme più<br />

semplici e ridotte a quelle più ampie, elaborate e<br />

diverse per uso e funzioni. Dai vasi di rozza<br />

fattura si passa a quelli più raffinati e torniti,<br />

da quelli con totale assenza di decorazione<br />

a quelli con decorazioni ad impressione -<br />

utilizzando la valva di un mollusco oppure<br />

bacchette di osso o legno - sino ad arrivare<br />

alle decorazioni dipinte sull’intera superficie,<br />

consistenti in motivi geometrici o rappresentazioni<br />

dell’uomo e degli animali. I diversi tipi, forme e stili delle<br />

ceramiche hanno contraddistinto i differenti ambiti culturali<br />

che prendono il nome dalle località di rinvenimento: si hanno<br />

quindi, in ordine cronologico, le culture di Filiestru,<br />

Bonuighinu, Ozieri, Filigosa, Abealzu, Monte Claro,<br />

Campaniforme (questa cultura prende il nome dalla forma<br />

a campana rovesciata delle ceramiche), Bonnannaro e Sa<br />

Turricola. In questo periodo si trovano anche le prime<br />

attestazioni di un’architettura che si è evoluta dal primo<br />

ricovero di riparo sotto roccia sino ai primi villaggi di capanne;<br />

ma gli aspetti architettonici più significativi riguardano<br />

l’architettura sacra e quella funeraria. I monumenti più<br />

originali sono senza dubbio le domus de janas,<br />

grotticelle artificiali scavate nella roccia e spesso<br />

decorate al loro interno che svolgevano la<br />

funzione di tombe e che la credenza popolare<br />

considerava come case delle fate,<br />

janas appunto. Altri monumenti<br />

propri di questo periodo sono<br />

le tombe a circolo, nelle quali


i morti erano sistemati<br />

all’interno<br />

di circoli concentrici di pietre, i<br />

menhir, pietre di forma oblunga<br />

infisse nel suolo che rappresentano<br />

il simulacro della divinità maschile, e<br />

i dolmen, lastre di pietra sorrette da due o più<br />

pietre infisse al suolo con funzione funeraria o di culto.<br />

La cultura che più di ogni altra rappresenta la <strong>Sardegna</strong><br />

è quella dei nuraghi. L’Età Nuragica abbraccia un<br />

periodo che va dalla prima Età del Bronzo al II secolo<br />

d.C., ormai in piena Epoca romana, convivendo quindi<br />

con altre culture estranee quali la fenicia, la punica<br />

e la stessa romana. Il nuraghe è una torre costruita<br />

con tecnica megalitica, avente la forma di tholos,<br />

o falsa cupola, con funzione abitativa e militare e<br />

posta a difesa e dominio di un territorio. Le tipologie<br />

architettoniche dei nuraghi sono le più disparate: dai<br />

semplici nuraghi monotorre a quelli molto più complessi<br />

a più torri, o polilobati, veri e propri castelli attorniati dai<br />

villaggi. Altri monumenti sono le tombe dei giganti, costruzioni<br />

funerarie megalitiche la cui pianta rappresenta la testa<br />

di un toro, e i pozzi sacri, anch’essi edificati con tecnica<br />

megalitica, dedicati al culto delle acque e attorno ai quali<br />

si sviluppava un villaggio-santuario. Altra tipica e nota<br />

espressione della cultura nuragica è infine rappresentata dai<br />

bronzetti, piccole sculture in bronzo aventi funzione votiva.<br />

Tra il IX e il III secolo a.C. in <strong>Sardegna</strong> si affermano la Civiltà<br />

fenicia e quella punica. Di quest’arco di tempo sono state<br />

rinvenute molte testimonianze della cultura materiale –<br />

ceramica, oreficeria, statuaria – ma, in particolare, furono<br />

fondate le prime vere città della <strong>Sardegna</strong>. Dal 238 a.C.<br />

la civiltà romana si impose in tutto il suo splendore<br />

sovrapponendosi alle civiltà precedenti, fondendosi<br />

con esse e lasciando le sue tracce inconfondibili.<br />

Numerose testimonianze persistono sino al VI secolo<br />

d.C.; di particolare rilevanza sono le vestigia architettoniche<br />

delle città costiere già puniche, che durante<br />

l’Epoca romana conobbero il loro massimo fulgore.<br />

Di tutte le civiltà che hanno interessato la <strong>Sardegna</strong>,<br />

da quando l’uomo per primo posò il suo piede<br />

sull’Isola, sono rimaste innumerevoli tracce sul<br />

territorio, oltre ad un numero di testimonianze di<br />

quelle culture locali e importate che sono conservate<br />

in particolare nel Museo Archeologico Nazionale<br />

di Cagliari; oltre ad esso è possibile visitare diversi<br />

musei del territorio straordinariamente ricchi per<br />

il numero di reperti contenuti.<br />

23


24<br />

Storia dell’arte<br />

L’evoluzione del linguaggio artistico in <strong>Sardegna</strong> è caratterizzata<br />

da un continuo processo di aggiornamento culturale,<br />

giustificato dalla posizione centrale dell’isola rispetto alle<br />

rotte marittime mediterranee, nonché dalla persistenza delle<br />

correnti artistiche che delineano una peculiare successione<br />

di fasi contrassegnate da periodi molto lunghi.<br />

Età tardoantica e età bizantina<br />

Il processo di cristianizzazione ha inizio immediato<br />

ma sarà necessario attendere il passaggio tra III e IV<br />

secolo per ritrovare il più antico frammento di sarcofago<br />

marmoreo di soggetto cristiano, rinvenuto<br />

a Olbia e oggi al Museo Archeologico Nazionale di<br />

Cagliari. La cristianizzazione prosegue anche durante<br />

l’occupazione vandalica intercorsa tra il 455 e il<br />

534, data in cui la <strong>Sardegna</strong>, a seguito della riconquista<br />

da parte di Giustiniano, torna sotto il<br />

controllo dell’impero romano e di Bisanzio. La<br />

dipendenza da Costantinopoli consente di ricevere<br />

elementi culturali di provenienza eterogenea. In<br />

quest’ottica si spiega l’importazione di un pregiato<br />

capitello lavorato presso Costantinopoli e datato<br />

alla prima metà del VI secolo esposto al Museo<br />

Archeologico di Cagliari. Anche gli esempi architettonici<br />

pervenuti mostrano una sintesi di modi bizantini e prototipi<br />

tardoantichi. Nella provincia di Cagliari, i più importanti<br />

edifici sacri sono San Saturnino a Cagliari e Sant’Antioco<br />

nel centro omonimo. Costruiti fra V e VII secolo hanno subito<br />

modifiche che talvolta ne compromettono la corretta lettura,<br />

ma sappiamo che la loro struttura corrispondeva al tipo del<br />

martyrium a pianta cruciforme con cupola all’incrocio dei<br />

bracci voltati a botte. Dal braccio destro del transetto della<br />

chiesa di Sant’Antioco si accede a uno dei due nuclei di<br />

catacombe caratterizzato da tombe a camera fenicio-puniche<br />

poste in comunicazione tramite l’abbattimento dei muri<br />

divisori. Intorno al IX secolo gli antichi rappresentanti dell’autorità<br />

imperiale bizantina perseguono<br />

una politica di indipendenza<br />

amministrativa da Costantinopoli,<br />

agendo in autonomia ed elevandosi<br />

al rango di Giudici, di fatto le autorità<br />

supreme a Cagliari, Oristano, Porto<br />

Torres e Olbia. Alla ricerca di una legittimazione<br />

storica i Giudici – secondo le<br />

iscrizioni rinvenute ad Assemini presso la<br />

chiesa di San Giovanni Battista, tra Villasor<br />

e Decimoputzu in mezzo ai ruderi di una chiesa<br />

andata distrutta e nell’epigrafe visibile ai piedi


dell’altare nel Sant’Antioco – traslitterano la lingua locale<br />

con alfabeto e grafia greci. Anche il repertorio figurativo<br />

delle sculture marmoree è bizantino e rivela significative<br />

relazioni con la costa campana.<br />

La cultura sarda si mostra permeabile agli impulsi esterni e<br />

capace di rielaborazione autonoma, come si osserva nei<br />

numerosi frammenti mediobizantini conservati nel Museo<br />

Archeologico di Cagliari e in quelli conservati in gran numero<br />

presso la basilica di Sant’Antioco.<br />

Epoca giudicale<br />

Il periodo compreso tra XI e XIII secolo vede l’edificazione<br />

di numerose e importanti opere di architettura religiosa; tra<br />

le principali vanno ricordate Santa Maria di Uta, San Platano<br />

di Villaspeciosa, Santa Maria di Tratalias e San Gemiliano di<br />

Sestu. Nota a parte meritano le chiese di Iglesias risalenti a<br />

XIII e XIV secolo quando, dapprima con i pisani e successivamente<br />

con gli aragonesi, la città conobbe una fase di<br />

grande floridezza testimoniata dalle chiese di<br />

Santa Chiara, San Saturno e Santa Maria di<br />

Valverde. Nel cagliaritano l’architettura impegna<br />

maestranze e stili provenienti dalle repubbliche<br />

marinare di Pisa e Genova. La caduta del giudicato<br />

di Cagliari in mano pisana nel 1258 costituisce<br />

la premessa storica per la costruzione<br />

della cattedrale di Santa Maria di Castello che<br />

a partire dal 1312 ospiterà il pulpito di Guglielmo,<br />

realizzato per la Cattedrale di Pisa e poi inviato<br />

a Cagliari. Oggi è suddiviso in due cassoni mentre<br />

i leoni posti originariamente alla base delle colonne<br />

frontali sono stati ricollocati sulla scala<br />

che conduce all’altare maggiore. Menzione a<br />

parte meritano le difese murarie del quartiere<br />

di Castello, completate tra 1305 e 1307 con le<br />

torri di San Pancrazio e dell’Elefante, realizzate<br />

su progetto di Giovanni Capula. Della stessa<br />

epoca è anche il castello di San Michele, che sorge sul colle<br />

omonimo in posizione difensiva su una delle più importanti<br />

direttrici d’accesso alla città. Attualmente il castello si<br />

presenta con un perimetro quadrato con tre torri quadrangolari<br />

poste agli angoli e un fossato che circonda la struttura.<br />

All’interno del colle sono tuttora visitabili vari ambienti<br />

fortificati collegati da lunghi cunicoli risalenti alla seconda<br />

guerra mondiale, quando l’area era occupata da una stazione<br />

radio sotterranea della Marina Militare di cui rimangono in<br />

superficie i basamenti delle antenne. Nella seconda metà<br />

del XIII secolo si assiste ad una graduale transizione dal<br />

romanico al gotico; a Dolianova si costruisce la basilica di<br />

San Pantaleo, all’interno della quale sono custoditi preziosi<br />

dipinti parietali.<br />

25


26<br />

Età aragonese e spagnola<br />

L’introduzione del gotico italiano viene favorita<br />

dall’arrivo dei Francescani. Nel 1323 Alfonso<br />

d’Aragona sbarca in <strong>Sardegna</strong> con il suo esercito,<br />

conquistando nel 1326 il Castello pisano di Cagliari.<br />

Gli Aragonesi costruiscono il santuario dedicato<br />

alla Madonna di Bonaria, il primo edificio goticocatalano<br />

in <strong>Sardegna</strong> e successivamente, con un<br />

gesto di sapore tutto politico, la cosiddetta Cappella<br />

Aragonese all’interno della cattedrale. Con i primi<br />

decenni del XV secolo l’asse culturale ed economico<br />

con Pisa viene definitivamente dissolto a favore di<br />

Barcellona e Napoli. Nel nuovo orizzonte culturale si<br />

impone nell’isola l’uso del retablo, la grande pala d’altare<br />

lignea decorata e dipinta, di tipologia e provenienza catalanovalenzana.<br />

Il primo esemplare è il Retablo dell’Annunciazione<br />

(1406-09 circa), attribuito al catalano Joan Mates e attualmente<br />

esposto alla Pinacoteca Nazionale di Cagliari. Intorno<br />

alla metà del secolo operano a Cagliari gli iberici Rafael Tomàs<br />

e Joan Figuera, autori del retablo di San Bernardino, conservato<br />

anch’esso a Cagliari presso la Pinacoteca Nazionale. Nella<br />

pittura sardo-catalana tardo quattrocentesca l’artista di punta<br />

è il cosiddetto Maestro di Castelsardo al quale è attribuito<br />

lo splendido retablo di Tuili. Nel 1500 la<br />

<strong>Sardegna</strong> diviene parte dei domini della<br />

corona di Spagna. In questo periodo<br />

vengono ultimate le parrocchiali<br />

campidanesi ad Assemini, Sestu,<br />

Settimo San Pietro e Nuraminis, tutte<br />

esemplate sul San Giacomo di Cagliari.<br />

Fin dagli inizi del XVI secolo la scena<br />

pittorica cagliaritana è caratterizzata<br />

dalla cosiddetta scuola di Stampace, il<br />

cui capostipite è Pietro Cavaro. Dopo il<br />

1550 si segnalano Michele Cavaro, figlio<br />

di Pietro, e Antioco Mainas. Negli ultimi<br />

decenni del secolo l’orientamento classicista<br />

voluto da Filippo II consegna la chiesa di Sant’Agostino Nuovo<br />

a Cagliari e la fine del monopolio delle botteghe locali a<br />

vantaggio di quelle genovesi, romane e napoletane, dalle<br />

quali provengono anche sculture lignee che si inseriscono<br />

nelle nicchie di retabli di tipologia ormai barocca. La cooperazione<br />

tra maestranze locali e maestranze del continente è<br />

attestata nella ristrutturazione della cattedrale del capoluogo,<br />

il cui presbiterio quadrangolare poggia sulla cripta detta<br />

Santuario dei Martiri datata al 1618. Sempre nella cattedrale<br />

troviamo il Mausoleo del vincitore della battaglia di Sanluri<br />

Martino il Giovane. Nel capoluogo si segnalano altri due<br />

edifici religiosi: la chiesa di Sant’Eulalia, che sorge sulla<br />

sottostante area archeologica, e la chiesa del Santo Sepolcro


con il grande cappellone della Pietà voluto nel 1686 dal viceré<br />

Lopez de Ayala come voto di ringraziamento per la guarigione<br />

della figlia.<br />

Epoca sabauda e post-unitaria<br />

Tra il 1674 e il 1712 viene realizzato a Cagliari il complesso<br />

gesuitico di San Michele, costituito dalla chiesa e dall’annessa<br />

sagrestia. Nell’atrio del complesso è visibile il Pulpito di Carlo<br />

V risalente ai primi decenni del Cinquecento. Il passaggio<br />

della <strong>Sardegna</strong> ai Savoia, avvenuto nel 1720, non segna<br />

l’abbandono del gusto tardobarocco. Agli inizi dell’Ottocento<br />

si affermano alcuni architetti sardi di formazione<br />

piemontese, che mostrano di conoscere le nuove<br />

correnti europee di ispirazione neoclassica; tra<br />

questi si segnalano Giuseppe Cominotti, che opera<br />

a Oristano, e Antonio Cano, attivo a Sassari e<br />

Nuoro. Ma il protagonista dell’architettura sarda<br />

del XIX secolo è Gaetano Cima, che progetta tra 1844<br />

e 1848 l’ospedale di San Giovanni di Dio a Cagliari<br />

in un brillante esempio di funzionalismo. Alla metà<br />

del secolo la pittura è caratterizzata dall’attività di<br />

Giovanni Marghinotti, autore anche del grande dipinto<br />

su tela dedicato a Carlo Felice munifico protettore<br />

delle belle arti in <strong>Sardegna</strong> (1830). Nella stessa ottica<br />

di celebrazione della casa Savoia si inserisce il grande<br />

ciclo decorativo realizzato da Domenico Bruschi nella<br />

sala consiliare del palazzo provinciale di Cagliari. Nei<br />

primi decenni del Novecento si fa più evidente un’identità<br />

artistica sarda nelle opere dello scultore Francesco Ciusa<br />

(1883-1949) e dei pittori Giuseppe Biasi (1885-1945), Filippo<br />

Figari (1885-1974) e Mario Delitala (1887-1990). Il panorama<br />

culturale si completa con la poliedrica attività artistica dei<br />

fratelli Melkiorre e Federico Melis. Durante il ventennio<br />

fascista l’architettura si allinea decisamente al gusto funzionalista.<br />

Nel dopoguerra, a un’inerzia che tendeva a riprendere<br />

i modelli dei primi decenni si oppone l’adeguamento agli<br />

stimoli della contemporaneità internazionale. In tal senso si<br />

segnalano Eugenio Tavolara (1901-1963) e Mauro Manca<br />

(1913-1969). Negli ultimi decenni del XX secolo si distingue<br />

lo scultore Costantino Nivola (1911-1989), che riesce a<br />

coniugare le esperienze maturate negli Stati<br />

Uniti con un’originale rielaborazione<br />

delle radici classiche e mediterranee<br />

del linguaggio artistico e artigianale<br />

della cultura sarda. Da visitare nei<br />

locali della Galleria Comunale d’Arte<br />

di Cagliari due esposizioni permanenti,<br />

la vasta Collezione Ingrao e la collezione<br />

dedicata agli artisti sardi, entrambe<br />

ospitanti opere pittoriche del<br />

Novecento.<br />

27


Scrivere in Provincia<br />

In un momento storico che impone alla critica letteraria di<br />

guardare lontano, a una letteratura senza confini e sempre<br />

più difficilmente catalogabile come nazionale, la <strong>Sardegna</strong><br />

acquista un posto di sicuro rilievo. Nel corso dell’ultimo<br />

trentennio, la produzione narrativa ha infatti raggiunto livelli<br />

notevoli, con una fioritura di case editrici e con la conseguente<br />

proposta e riproposta di titoli di scrittori e poeti<br />

isolani, in lingua italiana o sarda, e spesso indifferentemente<br />

nell’una e nell’altra. A segnare una svolta nella narrativa<br />

della provincia di Cagliari - e della <strong>Sardegna</strong> tutta - è stato<br />

uno dei più completi romanzi pubblicati nel corso degli anni<br />

Settanta, Paese d'ombre (1972) di Giuseppe Dessì. In questo,<br />

trovano magistrale realizzazione due dei topoi della letteratura<br />

sarda: la descrizione di un paesaggio fisico quasi antropomorfo<br />

e l’attenzione per la Storia. Il romanzo è infatti<br />

racchiuso fra due eventi effetto delle scelte politiche giunte<br />

in <strong>Sardegna</strong> dall’esterno e dagli esiti drammatici per l’isola:<br />

da una parte, l’attuazione della legge delle chiudende, che<br />

portò un numero considerevole di sardi all’impiccagione, e<br />

dall’altra, l’eccidio di Buggerru, conseguenza diretta del<br />

primo sciopero nazionale dell’Italia unita. La necessità di<br />

raccontare la propria terra, inscritta in una storia mai precisamente<br />

compresa, ma dalla quale è sempre travolta, è il<br />

leitmotiv sotteso anche alle opere che caratterizzano<br />

gli anni Ottanta. Il decennio si apre<br />

con Sardonica (1983) di Giulio Angioni<br />

(autore poi nel 1988 de L'oro di Fraus)<br />

e prosegue con La colpa di vivere<br />

(1983) secondo romanzo di Antonio<br />

Puddu, fino a l’Apologo del giudice<br />

bandito (1986) di Sergio Atzeni.<br />

Nonostante, infatti, abbia ripetutamente<br />

dichiarato di essere indifferente<br />

alla Storia (quella nazionale,<br />

globale) e di non<br />

volerla raccontare, Antonio<br />

Puddu lascia che le<br />

vicende dei suoi personaggi<br />

si mescolino indissolubilmente<br />

con essa:<br />

così, Zio Mundeddu<br />

(protagonista dell’omonimo<br />

romanzo del 1968)<br />

vive a cavallo fra la prima<br />

e la seconda guerra mondiale,<br />

Ettore Luna (La colpa<br />

di vivere) ha combattuto<br />

nel secondo conflitto e<br />

29


30<br />

Michele Doro, protagonista di Dopo l’estate<br />

(2001), vive il periodo della ricostruzione, della<br />

rinascita, giungendo perfino a temere per<br />

l’incolumità del figlio nel periodo della guerra<br />

del Golfo, vivendo il dramma dell’esproprio delle<br />

terre e commovendosi per il primo passo dell’uomo<br />

sulla luna. Giulio Angioni, antropologo di<br />

professione e scrittore per passione, offre<br />

nei suoi testi un’immagine dell’isola avulsa<br />

da stereotipi e folclorismi e si inserisce nella<br />

schiera di quegli scrittori che si sono cimentati<br />

nella stesura di testi in sardo, pubblicando nel<br />

1978, la raccolta di racconti bilingui A fogu aintru/A<br />

fuoco dentro. La sua produzione comprende anche<br />

Il sale sulla ferita (1990), Una ignota compagnia (1992),<br />

Lune di stagno (1995), Il gioco del mondo (2000),<br />

Millant’anni (2002), La casa della palma (2003), Il mare<br />

intorno (2003). Certamente pervasa dalla ferrea volontà di<br />

rinnovare la narrazione da un punto di vista linguistico e<br />

strutturale è l’opera di Sergio Atzeni, autore ineguagliabile<br />

di romanzi quali il già citato Apologo del giudice bandito,<br />

Il figlio di Bakunìn (1991), Il quinto passo è l’addio (1995),<br />

Passavamo sulla terra leggeri (1996), del racconto Bellas<br />

mariposas (1996), delle raccolte Racconti con colonna sonora<br />

e altri in “giallo” (2002) e Gli anni della grande peste (2003).<br />

In questi, come ha sapientemente scritto Giuseppe Marci<br />

nel contributo Letteratura sarda (vedasi al riguardo http://eiha.crs4.it/letteratura):<br />

“la <strong>Sardegna</strong> e la sua storia<br />

sono continuamente presenti, con un ruolo che si dilata fino<br />

a trasformare il racconto in un canto epico che ha per<br />

oggetto la sardità. Atzeni schiva, tuttavia, il rischio della<br />

caduta nel folclorico per il doppio sentimento morale da cui<br />

è animato, quello riguardante l’intento, esplicitamente<br />

dichiarato, di voler raccontare tutta la <strong>Sardegna</strong>, tutti i paesi,<br />

uno per uno, e quello di voler caparbiamente trovare una<br />

modulazione della scrittura coerente con le tre anime dalle<br />

quali sentiva composta la sua individualità: quella sarda,<br />

quella italiana e quella europea che coincide con la stessa<br />

anima della cultura occidentale”. A cimentarsi nel giallo,<br />

inserendovi la storia regionale, sono anche Luciano Marrocu<br />

e Giorgio Todde. Dai testi del primo, Fàulas (2000) e Debrà<br />

Libanòs (2002), emerge la capacità di rivedere i fatti contemporanei<br />

con occhi rivolti al particolare e al globale, con<br />

una sapienza peculiare solo di un addetto ai lavori, di uno<br />

storico di professione. Dalla propria attività lavorativa Giorgio<br />

Todde, medico, attinge invece la passione per un noir di<br />

precisione: il protagonista dei suoi romanzi Lo stato delle<br />

anime (2001) e Paura e carne (2003) – inframmezzati da La<br />

matta bestialità (2002) – è infatti un imbalsamatore, Efisio<br />

Marini. Dal 1995 a oggi, è presente, nel panorama letterario


locale, lo scrittore Massimo Carlotto, padovano d’origine<br />

ma cagliaritano d’adozione, autore di noir quali Il fuggiasco<br />

(recentemente apparso nella versione cinematografica), Le<br />

verità dell’alligatore, Il mistero di Mangiabarche (ambientato<br />

in parte a Cagliari), Le irregolari, Nessuna cortesia all’uscita,<br />

Il corriere colombiano, Arrivederci amore ciao e Il maestro<br />

di nodi. Nell’ultimo scorcio del secolo scorso ha fatto il suo<br />

esordio come romanziere anche Ignazio Lecca. Nel 1997 ha<br />

infatti pubblicato il primo romanzo, Sentieri di città, cui<br />

hanno fatto seguito opere in italiano e in sardo, Pruaxu, Il<br />

granito della memoria, L’arca di Noè, Le intime pietre.<br />

All’ultima generazione, quella degli scrittori giovani, appartengono<br />

Nicola Lecca (esordiente con Concerti senza orchestra<br />

nel 1999, a soli ventidue anni, cui hanno fatto seguito<br />

Ritratto notturno e Ho visto tutto), Flavio Soriga (vincitore<br />

del Premio Calvino con Diavoli di Nuraiò, autore anche di<br />

Neropioggia), Giulia Clarkson (La città d’acqua) e tanti altri,<br />

che hanno magari un romanzo nel cassetto da presentare a<br />

uno dei numerosi premi letterari e desiderano raccogliere la<br />

sfida di creare un’opera che, ricca di un passato letterario,<br />

sappia oltrepassare tutti i confini nazionali per inscriversi<br />

nella letteratura-mondo. Ed è certamente rassicurante che,<br />

accanto a questa nuova generazione di scrittori promettenti,<br />

stia crescendo un’altrettanto nuova generazione<br />

di critici e studiosi.


32<br />

La musica etnica<br />

Del tempo passato si narra che Antiogu Brai, poeta improvvisatore,<br />

si recò a Lunamatrona alla ricerca di Potenzia Cappai,<br />

popolana di lingua pronta e famosa per mettere in difficoltà<br />

i grandi poeti con le sue improvvisazioni; giunto all’ingresso<br />

del paese incontrò alcune donne intente a lavare i panni e<br />

chiese ad una di loro: ”nara femina bona, custa est Lunamatrona?<br />

nara femina giusta, Lunamatrona est custa?” (Dimmi,<br />

donna buona, questa è Lunamatrona? Dimmi, donna giusta,<br />

è questa Lunamatrona?). Sorte volle che fosse proprio Potenzia<br />

a rispondere prontamente: ”poita pregontais, puntu a coru<br />

siais custa est sa bidda mia, puntu a coru si bia” (Perché<br />

chiedete, trafitto al cuor e voi siate, questo è il mio villaggio,<br />

trafitto al cuor e vi veda). Il Brai, capito con chi aveva che fare,<br />

non si scompose per la risposta poco gentile e continuò<br />

“ah...tui nò as essi Potenzia Cappai, sa ki cantat e nò faddit<br />

mai?” (Ah... non sarai tu, per caso, Potenzia<br />

Cappai, quella che canta e non<br />

sbaglia mai?) ”sissi, deu seu issa,<br />

andeis a cresia e nò bidiais missa”<br />

(Si, io sono essa, possiate andar<br />

in chiesa e non sentire messa).<br />

La tradizione riporta una serie di<br />

sfide poetiche sostenute dalla<br />

popolana e ci consegna, quasi a<br />

monito, anche la sua tragica fine:<br />

Potenzia venne a tal punto presa<br />

dal fuoco della poesia da trascurar<br />

e i figli che morirono<br />

d’inedia. Alla sua morte, fu<br />

condannata da Dio a vagare di<br />

festa in festa in un’ininterrotta<br />

gara poetica, non trovando pace<br />

finché un prete, riconosciutala,<br />

le perdonò i peccati e placò quel<br />

fuoco che la divorava facendola morire per sempre. Questo<br />

racconto, ben noto nei villaggi della Marmilla, ci porta a fare<br />

alcune considerazioni che possono aiutarci per meglio comprendere<br />

la musica popolare odierna. Perché i grandi poetiimprovvisatori<br />

del passato, piuttosto che esibirsi nelle grandi<br />

piazze delle città andavano per i villaggi dell’interno alla<br />

ricerca di qualche popolano dal verso facile? In un articolo<br />

del Fara dei primi del ‘900 si legge che ”in Cagliari capitale<br />

dell’isola e città di mare non si cantano quasi più che canzoni<br />

italiane, specie napolitane”; nella provincia, invece, ogni atto,<br />

gesto, attività, era ancora accompagnato (e tuttora lo è, anche<br />

se in forma minore e circoscritta) da canti, suoni e forme<br />

poetiche: la madre che culla il bambino con le sue ninnìas<br />

(ninne-nanne), i contadini nei lavori agricoli e nelle aie, le<br />

donne nei lavori domestici.


Il canto e la musica accompagnavano i gesti della quotidianità,<br />

sottolineandone il ritmo. I bambini erano iniziati alla danza<br />

con su serra-serra, su duru-duru e su tai-tai, in cui il movimento<br />

del corpo veniva forzato e accompagnato dalle mani dell’adulto.<br />

I suoni diventavano musica, come il rumor e dei setacci o<br />

dei telai che accompagnavano il canto. Il malinconico suono<br />

de su suitu (zufolo pastorale) rompeva la noia del pastore<br />

nelle lunghe giornate a guardia del bestiame, e così anche<br />

nella vita religiosa: il rosario che viene tuttora cantato nelle<br />

processioni con un suggestivo rimando di voci, i sonus ‘e<br />

santus che portano in trionfo i santi locali, is goccius che ne<br />

cantano storie, virtù e peculiarità, le confraternite che conservano<br />

antiche storie cantate, tramandate di padre in figlio.<br />

In questo humus culturale i poeti si rigeneravano trovando<br />

nuova linfa per le lor o composizioni che da quel mondo agropastorale<br />

provenivano ed in esso si riversavano, rimescolando<br />

ogni volta gli elementi di<br />

un’innovazione ciclica. E<br />

oggi? Oggi la musica popolar<br />

e diventa, talvolta con<br />

consapevolezza, musica etnica;<br />

gli artisti ricevono dalle<br />

tradizioni locali gli elementi<br />

base della loro arte e la riconsegnano<br />

al territorio, che<br />

la conserva a sua volta come<br />

tesor o tradizionale. Così<br />

troviamo Luigi Lai, straordinario<br />

suonator e di launeddas,<br />

accompagnare il 1° maggio<br />

il simulacr o di Sant’Efisio a<br />

Cagliari; Orlando Maxia con<br />

i suoi sonus ‘e santus accompagnare<br />

una qualsiasi<br />

processione religiosa; Ignazio<br />

Erbì con la sua fisarmonica intonare û’ ballu sardu in una<br />

delle tante feste della provincia, i cantori di San Mauro che<br />

durante la settimana santa percorrono le vie del quartiere<br />

Villanova del capoluogo cantando la passione del Cristo;<br />

Franco Madau che serve da bere in sa parada a Tuili prima di<br />

esibirsi, e così ancora gli Argia, i Nur, Elena Ledda, Mario Brai<br />

di Carloforte, Emanuele Garau con i suoi duru-duru e taitai...<br />

Per poter pienamente gustare la musica sarda non si<br />

può prescinder e dal territorio dove ogni esibizione è seme e<br />

frutto. Il nostro consiglio è quello di farsi prendere dalla<br />

“febbre” di Potenzia Cappai e visitare le feste della provincia<br />

cagliaritana con la certezza che prima o poi ci s’imbatterà in<br />

qualche straordinaria sorpresa. Buon divertimento.<br />

33


34<br />

L’artigianato artistico<br />

La <strong>Sardegna</strong> meridionale annovera, fra le produzioni artigianali<br />

più tipiche e nobili, quelle legate alla tessitura, all’oreficeria<br />

e più in generale alla lavorazione di metalli, pelli,<br />

pietra, legno e asfodelo, oltre alle pregiatissime<br />

creazioni in ceramica. La produzione<br />

tessile è quella della tradizione popolare,<br />

fatta di coperte, tovaglie, arazzi e di classici<br />

tappeti. Le decorazioni contemplano<br />

essenzialmente motivi<br />

geometrici e floreali, ma<br />

anche soggetti del<br />

regno animale e<br />

simboli araldici. La<br />

tecnica normalmente<br />

adottata è<br />

quella denominata<br />

a grani o pibiones,<br />

realizzata con telai<br />

orizzontali e finalizzata<br />

alla produzione<br />

di tappeti, coperte,<br />

tende e cuscini.<br />

Il ricamo si è invece diffuso<br />

grazie all’arte<br />

della decorazione<br />

dei costumi tradizionali,<br />

oltr e che degli arredi sacri. Numerosi<br />

sono i cultori dell'arte dell'intreccio,<br />

diffusa in <strong>Sardegna</strong> grazie all’abbondanza<br />

delle materie prime, dall’asfodelo<br />

al giunco, dalla rafia al<br />

vimine, dalla palma nana alla paglia.<br />

Tradizionalmente, in <strong>Sardegna</strong>, il<br />

metallo più utilizzato nel campo<br />

della gioielleria e della produzione<br />

di monili e oggetti sacri era<br />

l'argento, estratto prevalentemente<br />

dalle minier e sparse sul territorio.<br />

Nel secolo scorso si è rapidamente<br />

diffuso l'impiego dell'oro, spesso<br />

accompagnato da pietr e semipreziose<br />

come granati, turchesi, e corniole, oltre che dal corallo<br />

rosso, in una produzione artigianale spesso destinata all’ambito<br />

religioso con croci, medaglie, cuori, ostensori e rosari.<br />

Anelli, spille, pendenti, collane, orecchini, bottoni, porta<br />

profumi, la tipica buttonera - serie di bottoni in filigrana a<br />

forma mammellar e posta sulle maniche del giubbetto femminile<br />

- erano anche utilizzati come amuleti, oppure ornavano<br />

i costumi locali.


Fra le tecniche di lavorazione, la più accurata ed elegante<br />

è la filigrana, che conta tuttora un piccolo gruppo di maestri<br />

artigiani del settore. Esemplari di raffinata gioielleria di<br />

notevole fattura si realizzano a Quartu Sant’ Elena, Villacidro,<br />

Iglesias e Cagliari. L’arte della ceramica è nota anche in età<br />

nuragica e mostra ancora oggi i segni del suo arcaismo. I<br />

prodotti tipici in terracotta riprendono oggetti d'uso comune<br />

e d’ambiente domestico, quali boccali, stoviglie, fiaschi,<br />

barilotti per acqua e vino, recipienti per conservare i cibi,<br />

ma anche tegole e tubatur e. Le ceramiche sono verniciate<br />

in colori dalla tonalità verdognola e lucida, e sono realizzate<br />

ad Assemini, Decimomannu, Pabillonis, Villanovaforru e, nel<br />

Sarrabus, a Villaputzu. Perizia e attenzione caratterizzano,<br />

infine, la lavorazione della pietra, antico oggetto di culto e<br />

materia prima per la realizzazione di utensili ed armi.<br />

Recentemente ha avuto nuovo slancio la lavorazione<br />

del ferr o battuto e sono tornati<br />

d’attualità lampadari e letti decorati con motivi<br />

tradizionali. Le lame d'acciaio delle famose<br />

leppe, i tradizionali coltelli a serramanico sono<br />

appr ezzate da collezionisti e appassionati. A<br />

tutte queste lavorazioni si affiancano quella del<br />

legno, con produzioni destinate prevalentemente<br />

all’arredamento di inter ni e rustici, e quella<br />

dei pellami, legata<br />

all’interesse diffuso<br />

per i cavalli e<br />

l’equitazione.<br />

35


36<br />

La gastronomia<br />

La provincia di Cagliari, grazie alla sua configurazione<br />

geografica comprende una varietà ambientale piuttosto<br />

marcata e vanta quindi una cucina altrettanto varia ed<br />

eccellente sia di mare che di terra. Il nostro itinerario gastronomico<br />

si snoderà nella provincia partendo dalla costa<br />

occidentale lungo la Costa Verde, attraverseremo i boschi<br />

di Arbus, il Sulcis Iglesiente toccheremo<br />

l’isola di San Pietro, arriveremo<br />

dunque nella vasta pianura del<br />

Campidano e poi vedremo il Golfo<br />

degli Angeli e Cagliari. Risaliremo<br />

attraverso la marina di Quartu S.<br />

Elena nel Sarrabus Gerrei sino alla<br />

catena dei Sette Fratelli ai cui piedi<br />

si snoda la bianchissima Costa Rei<br />

e poi Muravera col suo mare e i suoi<br />

profumatissimi agrumeti che si ricongiungono<br />

ai rigogliosi vigneti<br />

d’Ogliastra ai cui confini termina la<br />

Provincia. Ma iniziamo il nostr o itinerario, partendo da Arbus,<br />

circondati da boschi e impervie<br />

colline popolate da<br />

greggi. Assaggeremo gustose<br />

fette di pane abbrustolito<br />

spalmato del filante formaggio<br />

caprino e dorati arrosti di<br />

capra completati da profumatissimi<br />

funghi porcini.<br />

Spingendoci più all’interno<br />

troviamo un altro interessante<br />

centro gastronomico: Gonnosfanadiga,<br />

i salumi, il pane ed<br />

il pluripremiato olio che arricchiscono<br />

le mense di questo<br />

paesetto hanno certamente il<br />

pregio della genuinità e del<br />

gusto fra i più raffinati.<br />

Meta turistica rinomata è senza dubbio l’isola di San Pietro,<br />

dove il tonno viene servito in svariate pietanze, persino le<br />

sue interiora vengono salate, essiccate e poi rinvenute per<br />

essere cucinate con patate. Retaggio del passato tabarkino<br />

degli abitanti dell’Isola di San Pietro troviamo il “cascà“<br />

versione carlofortina del più noto cous-cous nordafricano.<br />

Gustoso il “pasticciu”, misto di pasta con pesto, tonno e<br />

sugo di pomodoro nato probabilmente dalla mitica<br />

“parsimonia” carlofortina e quindi dalla necessità di utilizzare<br />

gli avanzi. Scendendo giù verso Cagliari, all’interno della<br />

pianura del Campidano non possiamo tralasciare una sosta<br />

a Sanluri per l’acquisto di una forma di dorato “civraxiu”


pane tipico, famoso ormai in tutta l’Isola alla pari della sua<br />

“simbula fritta” gustoso piatto povero a base di fregola,<br />

cipolle e lardo; ed ancora tradizionali le fave aromatizzate<br />

con la menta o cucinate col lardo. Diffuso in tutto il Campidano<br />

il consumo di “mongettas” e “sizzigorrusus”, lumache<br />

e lumaconi. Più giù verso Cagliari non manchiamo di<br />

sostare ad Assemini per comprare la “Panada” vera<br />

e propria pentola di pasta ripiena di carne d’agnello<br />

e patate, di anguille, o di varie verdure. Carciofi e<br />

pomodori esportati in tutta Europa provengono<br />

dalle rigogliose piantagioni che si trovano in questa<br />

zona. Imperdibili le cene nelle “glorias” allestite<br />

in occasione delle feste patronali, che da settembre<br />

a novembre si succedono<br />

nei paesi del Campidano.<br />

Is glorias, sono sorte di<br />

rudimentali baracche ricoperte<br />

di foglie di palma,<br />

dentro le quali su lunghissimi<br />

tavoli si possono<br />

consumare tutte le prelibatezze<br />

campidanesi. Vige<br />

una specie di “Self-service”: ogni avventor<br />

e dopo essersi munito di piatti,<br />

bicchieri e posate presso il gestore della<br />

“gloria” si reca nei piazzali antistanti<br />

e acquista il cibo. Vengono arrostiti in<br />

chilometrici spiedi, “porceddus” e<br />

trattalias” (le interiora di agnelli o capretti); oppure pesce:<br />

muggini e anguille per lo più. Montagne di olive, pomodori,<br />

sedani e formaggi fanno da contorno alle pietanze calde.<br />

Minimo comun denominatore: l’allegria, supportata da un<br />

brioso vino rosso o da un insidioso vermentino. Un’escursione<br />

a Dolianova ed alla vicina Serdiana è più che giustificata<br />

oltre che da una visita alle due deliziose chiese medioevali,<br />

dall’acquisto di qualche bottiglia di ottimo vino presso le<br />

celebri cantine dei due paesi. Ma eccoci a Cagliari città di<br />

mare, non è difficile capir e quali siano le specialità del luogo<br />

se ci si aggira per le strade della Marina, lo storico quartiere<br />

antistante il porto.<br />

Il profumo d’arrosto<br />

o di fritto di<br />

pesce aleggia per<br />

le vie. Da gustare<br />

le pietanze storicamente<br />

cagliaritane:<br />

“sa<br />

cassola de pisci”<br />

zuppa di pesce,<br />

“sa burrida”<br />

37


gattuccio di mare condito con salsa di noci, ma anche “pruppu<br />

buddiu” polpo lesso, “trattalia cun prisucci” treccia di budelli<br />

con piselli e per chiudere pardulas. Per acquistare i tipici dolci<br />

di mandorle, alcuni dei quali sono delle piccole opere d’arte<br />

è consigliabile spingersi verso Quartu Sant’Elena o Sinnai<br />

dove ancora sopravvive l’antica tradizione dolciaria. Prima di<br />

recarci ai confini della Provincia<br />

percorrendo e salendo verso<br />

la parte Sud della Costa Orientale<br />

- ci soffermeremo nel<br />

cuor e dell’entroterra.<br />

38<br />

Ci attendono tappe<br />

gastronomiche<br />

interessantissime nel cuor e del Sarrabus<br />

Gerrei: Burcei, rinomato per le ciliegie, alberga con Villasalto<br />

numerosi ovili e arcaiche tradizioni gastronomiche: gli arrosti<br />

di carne profumati dal fuoco di legni aromatici evocano<br />

convivi di pastori vissuti in tempi remoti. Le offerte di grosse<br />

scodelle di ricotta tiepida e di formaggio fresco arricchito<br />

dal miele amaro, affascinano e conquistano il palato. La<br />

nostra penultima tappa è Muravera, dove una suggestiva<br />

infilata di agrumeti è incastonata fra il mar e e le lagune,<br />

consigliabile una visita in occasione della sagra delle arance<br />

per assaporar e i gustosi frutti e sentir e il magico odore di<br />

zagare. Chiudiamo dunque a<br />

Villaputzu e Armungia dove<br />

sconfina l’influenza ogliastrina<br />

testimoniata rispettivamente<br />

da “prazzidas” e “pistoccu”.


I QUALITY RESTAURANTS 2003<br />

GUIDA AI RISTORANTI DI QUALITÀ<br />

40<br />

Ristorante tipico regionale<br />

Cagliari<br />

Al Porto<br />

Via <strong>Sardegna</strong>, 44 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 663131<br />

Antica Hostaria<br />

Via Cavour, 60 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 665870<br />

Da Cesare<br />

Via Darwin, 2/4 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 340750<br />

Dal Corsaro Spinnaker<br />

Loc. Marina Piccola - Cagliari<br />

Tel. +39 070 370295<br />

Il Molo<br />

Via Calata dei Trinitari - Cagliari<br />

Tel. +39 070 308959<br />

Il Viale<br />

Viale Trieste,120 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 275985<br />

Italia<br />

Via <strong>Sardegna</strong>, 30 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 657987<br />

Capoterra<br />

Sa Cardiga e Su Schironi<br />

Loc. Maddalena Spiaggia - Capoterra<br />

Tel. +39 070 71652<br />

Pula<br />

Corte Noa<br />

S.S. 195 km 32,300 - Pula<br />

Tel. +39 070 9245555<br />

I Millenari<br />

Loc. Sa Perda Fitta - Pula<br />

Tel. +39 070 9209878<br />

Eleonora<br />

Via Nora, 35/37 - Pula<br />

Tel. +39 070 9209691<br />

Sa Macinera<br />

Via Nora, 68 - Pula<br />

Tel. +39 070 9246033<br />

Narcao<br />

L’Antico Borgo<br />

Via Villaperuccio - Narcao<br />

Tel. +39 0781 959745<br />

Sant’Antioco<br />

Moderno<br />

Via Nazionale, 82 - Sant’Antioco<br />

Tel. +39 0781 83105


Carloforte<br />

Al Tonno di Corsa<br />

Via Marconi, 47 - Carloforte<br />

Tel. +39 0781 855106<br />

Da Niccolo<br />

Corso Cavour, 32 - Carloforte<br />

Tel. +39 0781 854048<br />

Galman Ai Pescetti<br />

Loc. Bellavista - Carloforte<br />

Tel. +39 0781 852088<br />

Senorbì<br />

Da Severino 2<br />

Viale Piemonte - Senorbì<br />

Tel. +39 070 9809383<br />

Barumini<br />

Sa Lolla<br />

Via Cavour, 49 - Barumini<br />

Tel. +39 070 9368419<br />

Ristorante Gourmet<br />

Cagliari<br />

Dal Corsaro<br />

Viale Regina Margherita, 28 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 664318<br />

Carloforte<br />

Dau Bobba<br />

Loc. Segni, Km 0.300 - Carloforte<br />

Tel. +39 0781 854037<br />

Portoscuso<br />

La Ghinghetta<br />

Via Cavour, 26 - Portoscuso<br />

Tel. +39 0781 508143<br />

Ristorante Pizzeria<br />

Cagliari<br />

Koch<br />

Via Koch, 1 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 500910<br />

Senorbì<br />

Da Severino<br />

Viale Piemonte, 3 - Senorbì<br />

Tel. +39 070 9808181<br />

41<br />

Ristorante Classico Italiano<br />

Cagliari<br />

Flora<br />

Via Sassari, 45 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 664753


CAGLIARI<br />

E DINTORNI


Distesa plasticamente sui colli calcarei nella parte più protetta<br />

dell’ampio Golfo degli Angeli la Karalis fenicia, punica e<br />

romana è da sempre uno dei più favorevoli approdi del<br />

Mediterraneo meridionale. In un territorio sicuramente<br />

frequentato sin dal Neolitico, la fondazione urbana risale<br />

presumibilmente all’VIII secolo a.C. quando i Fenici vi istituirono<br />

uno scalo commerciale sulle sponde dello stagno di<br />

Santa Gilla. I Cartaginesi dotarono l’abitato di un impianto<br />

organico e funzionale e le maggiori testimonianze del lungo<br />

periodo punico provengono dalla necropoli di Tuvixeddu,<br />

ricca di suppellettili funerarie, e dalla stessa area di Santa<br />

Gilla, che ha restituito numerose ceramiche votive. La presenza<br />

romana trasformò profondamente l’assetto urbanistico<br />

e amministrativo di Caralis, riutilizzando in parte quanto<br />

precedentemente costruito ed edificando sistemi di rifornimento<br />

idrico, magazzini per il sale, foro, vie e piazze lastricate,<br />

un castrum fortificato nel quartiere Marina, fino alla concessione<br />

alla città dello statuto di Municipium nel 46 a.C..<br />

44<br />

Con il diffondersi del cristianesimo, Cagliari diviene centro<br />

di diffusione della nuova religione nell’isola, naturale punto<br />

d’approdo di martiri e uomini di fede arrivati lungo le rotte<br />

risalenti dal Nord Africa. In epoca bizantina e giudicale la<br />

città e la sede del governo locale sorgevano in località Santa<br />

Igia, ancora nella vicina laguna costiera di Santa Gilla, in<br />

una posizione che garantiva sufficiente protezione dalle<br />

incursioni provenienti dal mare. Ma alle spalle del litorale il<br />

vasto sistema di rilievi calcarei offriva migliori opportunità<br />

di difesa, del quale approfittarono Toscani e Pisani quando,<br />

dopo aver violentemente piegato l’ormai agonizzante istituzione<br />

statuale del Giudicato, fondarono nel 1216 Castel di<br />

Castro sul colle che oggi accoglie il quartiere residenziale di<br />

Castello. Circondato da alte mura fortificate il nuovo castrum<br />

si sviluppò rapidamente ricalcando l’assetto urbanistico delle<br />

città toscane, mentre gli avanzati sistemi difensivi murari si<br />

estesero ai quartieri di Marina, Villanova e Stampace.


Ma la presenza pisana contrastava la nuova politica di<br />

Bonifacio VIII, che nel 1297 infeudò la <strong>Sardegna</strong> e la Corsica<br />

in favore di Giacomo II d’Aragona. Nel 1324 Pisa si arrese<br />

alla conquista aragonese, consegnando la città e l’Isola alla<br />

dominazione iberica. Nel 1720, dopo una breve annessione<br />

all’Austria, la <strong>Sardegna</strong> entrava a far parte del regno dei<br />

Savoia. In epoca sabauda la città conobbe una certa ripresa<br />

nell’architettura civile e militare. Nel 1793 i miliziani sardi<br />

sgominarono nel Golfo di Quartu l’attacco della flotta francese.<br />

Forti di questa dimostrazione di fedeltà, gli Stamenti<br />

Sardi chiesero al re la concessione di alcuni diritti fondamentali,<br />

quali il riconoscimento della parità nelle cariche pubbliche.<br />

Le aspettative, puntualmente disattese, innescarono<br />

una sollevazione popolare che portò alla cacciata dei Piemontesi<br />

nel 1794. Quattro anni più tardi Carlo Emanuele IV,<br />

firmata la resa ai Francesi, è costretto a lasciare Torino e a<br />

trasferirsi a Cagliari con la famiglia reale.<br />

L’Unità d’Italia non debellò la fame, le carestie e le innumerevoli<br />

problematiche che affliggevano la popolazione. I quadri<br />

più suggestivi di questa Cagliari stretta tra indigenza e voglia<br />

di rinascita sono descritti dai viaggiatori italiani e stranieri<br />

che tra fine ‘800 e primi del ‘900 ne hanno saputo cogliere<br />

anche i tratti più nascosti. Nel primo ventennio del Novecento<br />

il sindaco Ottone Bacaredda avviò la realizzazione di grandi<br />

opere pubbliche, conferendo alla città un volto nuovo sopravvissuto<br />

solo parzialmente ai bombardamenti alleati nella<br />

seconda guerra mondiale. La ricostruzione, sviluppatasi<br />

intorno al nucleo storico tradizionale dei quattro quartieri<br />

di Castello, Marina, Stampace e Villanova, ha valorizzato il<br />

tessuto urbano inserendo grandi viali alberati, nuovi spazi<br />

verdi e confermando la definitiva unione con il mare. Dal<br />

1949 Cagliari è il capoluogo della Regione Autonoma della<br />

<strong>Sardegna</strong>.<br />

45


Castello<br />

Il quartiere di Castello domina dall’alto la città di Cagliari.<br />

Con le mura superstiti, con le imponenti torri pisane di San<br />

Pancrazio e dell’Elefante, con le strette viuzze e gli slarghi<br />

che raccontano i danni subiti nel corso delle guerre del XX<br />

secolo, è il cuore vivo e la memoria della città.<br />

Anche se sono testimoniate presenze puniche e romane,<br />

furono i pisani a fortificare questo colle nel 1217 e a decretarne<br />

per sempre, proprio per l’assetto urbano medievale,<br />

le vicissitudini. La passeggiata attraverso il quartiere più<br />

noto della città oltre a consentire la visita a monumenti<br />

importanti offre numerosi spunti per soste a botteghe di<br />

antiquari e artigiani e prospettive panoramiche sul mare<br />

e sugli altri quartieri storici.<br />

viale Buoncammino<br />

Cittadella dei Musei<br />

via Porcell<br />

piazza<br />

Indipendenza<br />

Bastione<br />

Santa Croce<br />

4<br />

3<br />

2<br />

viale Regina Elena<br />

Scalette Santa Chiara<br />

via Santa Croce<br />

7<br />

6<br />

5<br />

via San Giuseppe<br />

via Genovesi<br />

via Lamarmora<br />

via Cannelles<br />

via Martini<br />

1<br />

Cattedrale<br />

47<br />

via Università<br />

Bastione Balice<br />

8<br />

via Fossario<br />

9<br />

Bastione<br />

San Remy<br />

via Mazzini<br />

piazza<br />

Costituzione<br />

1 Palazzo Viceregio • 2 Porta de S’Avanzada e Torre di San Pancrazio • 3 Chiesa<br />

della Purissima • 4 Chiesa di Santa Maria del Sacro Monte • 5 Chiesa di Santa Croce<br />

6 Chiesa di San Giuseppe • 7 Torre dell’Elefante • 8 Università ed ex Seminario •<br />

9 Porta dei Leoni


Museo Archeologico Nazionale<br />

All’interno della struttura polifunzionale della Cittadella dei<br />

Musei è ospitato il Museo Archeologico Nazionale. La collocazione<br />

cronologica dei reperti ricostruisce il passato dell’isola<br />

dal neolitico sino al periodo medievale. Le esposizioni di<br />

maggiore interesse risalgono all’età del Bronzo ed al periodo<br />

nuragico, testimoniando la ricca produzione di metallurgia<br />

sacra diversificata in statuette, lucerne e spade votive, e<br />

quella pesante degli utensili da lavoro. Il museo dispone di<br />

scivoli per disabili e di sale fruibili dai non vedenti.<br />

Cittadella dei Musei<br />

Piazza Arsenale - Orario: 9,00-20,00; chiuso il lunedì<br />

Pinacoteca Nazionale<br />

La Pinacoteca Nazionale di Cagliari custodisce una ricca<br />

collezione pittorica. Spicca per importanza la pregevole<br />

produzione di retabli del XV e XVI secolo, opera di maestranze<br />

catalane che diedero origine anche alle importanti scuole<br />

locali, tra cui quella di Stampace avviata da Pietro Cavaro.<br />

Le opere più interessanti, oltre a quelle dei catalani Mates,<br />

Barcelo, Figuera, sono quelle attribuite al cosiddetto Maestro<br />

di Castelsardo, del quale non è nota l’identità.<br />

Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale • Tel. 070 670157 - 070 662496<br />

Orario: 8,30-19,30; domenica e festivi 8,30-22,00


Museo d’arte siamese Cardu<br />

Il museo deve il nome al collezionista Stefano Cardu (1849-<br />

1933) che, appassionato viaggiatore, riuscì a raccogliere nel<br />

corso dei suoi viaggi un numero<br />

consistente di oggetti,<br />

oggi esposti nella Cittadella<br />

dei Musei di Cagliari. Sono<br />

oltre 1300 i pezzi in mostra,<br />

la cui parte più consistente<br />

è quella relativa al Siam ed<br />

in particolar modo quella<br />

riferibile alle armi, preziose<br />

per lavorazione e materiali<br />

utilizzati. Per la sua peculiarità<br />

viene considerata<br />

una delle più importanti<br />

collezioni del genere in<br />

Europa.<br />

Cittadella dei Musei<br />

Piazza Arsenale<br />

Tel. 070 651888<br />

Orario: 9,00-13,00 / 15,00-19,00<br />

Chiuso il lunedì


Torri Pisane<br />

Le due torri pisane di San Pancrazio e dell’Elefante furono<br />

edificate agli inizi del XIV secolo a completamento del sistema<br />

di fortificazione delle mura erette nel secolo precedente.<br />

Pervenute integre sino ai nostri giorni, furono progettate<br />

dall’architetto Giovanni Capula e svolsero ulteriori funzioni<br />

di ospedale e carcere militare. Dalla sommità si gode di una<br />

vista spettacolare, che nei giorni più tersi spazia sino alla<br />

piana del Campidano.<br />

Torre di San Pancrazio<br />

Piazza Indipendenza, Orario: 9,00-16,30<br />

Torre dell’Elefante<br />

Piazza San Giuseppe, Orario: 9,00-16,30<br />

Cattedrale di Santa Maria<br />

Costruita dai Pisani nel XIII sec. sulla<br />

preesistente chiesa di Santa Cecilia è<br />

stata oggetto di numerosi rifacimenti<br />

che ne hanno rimodellato l’originaria<br />

fisionomia, sino all’ultimo intervento<br />

degli anni ‘30. Tra le opere più significative<br />

devono ricordarsi due pulpiti di<br />

Guglielmo da Pisa risalenti alla seconda<br />

metà del XII secolo, un tempo poggianti su quattro leoni<br />

rappresentanti i quattro evangelisti oggi visibili ai lati del<br />

presbiterio. Si ammirano anche il Retablo della Crocifissione<br />

opera di Pietro Cavaro, una cripta scavata nella roccia viva<br />

nel XVII secolo e voluta dall’arcivescovo Francisco De Esquivel<br />

per ospitare i corpi dei martiri cristiani rinvenuti in città,<br />

alcuni preziosi oggetti in argento opera di artisti locali del<br />

XVII secolo e un trittico fiammingo detto di Clemente VII.<br />

Piazza Palazzo<br />

Orario: variabile la mattina, generalmente sino a mezzogiorno;<br />

il pomeriggio dopo le 16,30 - 17,00<br />

50<br />

I leoni del Duomo di Cagliari<br />

Tra i tesori del Duomo di Cagliari, non passano inosservati<br />

i quattro leoni, risalenti al XII secolo, collocati ai lati della<br />

gradinata e del presbiterio. Erano parte fino al 1600 del<br />

pulpito scolpito per il Duomo di Pisa da Mastro Guglielmo<br />

di Innsbruck, donato successivamente<br />

dai Pisani alla Città di Cagliari.<br />

Considerati tra le più<br />

importanti espressioni<br />

del romanico<br />

in Europa,<br />

i leoni


appresentano simbolicamente la forza e il coraggio della<br />

cristianità e nello specifico i quattro evangelisti nella lotta<br />

alle eresie rappresentate dai 4 animali soggiogati sotto le<br />

zampe degli stessi.<br />

Centro d’arte e cultura Il Ghetto<br />

L’area dove sorge il complesso degli edifici - in passato<br />

destinati ad acquartieramento militare - oggi noti con la<br />

definizione di Ghetto, o Ghetto degli<br />

Ebrei, si trova a Cagliari nel quartiere<br />

storico di Castello. Il complesso pubblico è stato oggetto di<br />

un intervento di restauro conservativo giunto a compimento<br />

nel 2000. All’interno è ospitato il Museo delle Torri dei<br />

Castelli della <strong>Sardegna</strong>, un’esposizione permanente composta<br />

da ricostruzioni filologiche in scala, di notevole efficacia<br />

didattica, che riproducono manufatti militari appartenenti<br />

a diverse epoche, costruiti a difesa della <strong>Sardegna</strong>. Altri<br />

spazi ospitano mostre temporanee, spettacoli ed altri eventi<br />

musicali e artistici. Il Centro Culturale gode di un’ampia e<br />

suggestiva terrazza panoramica per ricevimenti e incontri<br />

conviviali e culturali, ed è dotato di aula didattica e di uno<br />

spazio attrezzato multimediale.<br />

51<br />

Via Santa Croce, 18 • tel. 070 6402115<br />

e-mail: ilghetto@tiscali.it<br />

Artigianato in Castello<br />

Il quartiere di Castello offre scorci dove scoprire<br />

laboratori di restauro, del ferro battuto,<br />

botteghe artigianali di ceramica e cartapesta.<br />

La domenica mattina i mercatini<br />

dell’usato e dell’antiquariato<br />

regalano al quartiere un vivo tocco<br />

di colore.


piazza Yenne<br />

via Spano<br />

via Cima<br />

piazza<br />

Costituzione<br />

largo Carlo Felice<br />

via Baylle<br />

5<br />

via Manno<br />

via Napoli<br />

1<br />

2<br />

piazza<br />

Dettori<br />

via Manno<br />

via Principe Amedeo<br />

3<br />

6<br />

4<br />

via Torino<br />

viale Regina Margherita<br />

via Sicilia<br />

piazza S. Eulalia<br />

9<br />

via Roma<br />

via Mercato Vecchio<br />

via Baylle<br />

via Napoli<br />

via Barcellona<br />

via <strong>Sardegna</strong><br />

via Roma<br />

7<br />

via Cavour<br />

8<br />

piazza<br />

Amendola<br />

piazza<br />

Matteotti<br />

stazione Marittima<br />

1 Chiesa di Sant’Antonio Abate • 2 Chiesa del San Sepolcro<br />

3 Piccolo Auditorium • 4 Chiesa di Santa Rosalia • 5 Chiesa di Sant’Agostino<br />

6 Chiesa di Sant’Eulalia • 7 Chiesa di San Francesco di Paola<br />

8 Palazzo del Consiglio Regionale • 9 Municipio<br />

Marina<br />

“Avevamo attraversato la strada verso il Cafè Roma, e<br />

trovato un tavolo sul marciapiede, tra la folla. Subito,<br />

avemmo il nostro Thè. La serata era fredda, c'era ghiaccio<br />

nel vento. Ma la folla continuava a ondeggiare, avanti<br />

e indietro, avanti e indietro, lentamente. Ai tavolini c'erano<br />

soprattutto uomini, seduti a bere caffè o Vermouth o aqua<br />

vitae, tutto così familiare e semplice, senza il moderno<br />

impaccio. C'era una certa robustezza di spirito, piacevole,<br />

naturale e un che di disinvoltura feudale.”<br />

53<br />

D. H. Lawrence “Sea and Sardinia”<br />

Affacciato sul mare il quartiere della Marina ha sempre avuto<br />

una storia importante nell’economia della città, sin dalle<br />

primissime origini che si fanno risalire al periodo punico.<br />

Durante il periodo romano, col nome di Bagnaria, il quartiere<br />

conobbe una frenetica attività commerciale e, alla luce degli<br />

scavi archeologici degli ultimi decenni, un continuo ampliamento<br />

urbanistico testimoniato dall’abbondanza di edifici


imponenti e di strade che la collegavano ad<br />

altre aree della città. Dal 1216, i Pisani ne fecero<br />

il loro sbocco naturale al mare, così come gli<br />

aragonesi che ne cambiarono il nome in Leapola.<br />

Quella che fu per secoli residenza dei lavoratori<br />

portuali, dei doganieri, dei magazzinieri e artigiani<br />

di ogni genere, fu cancellata quasi totalmente<br />

con l’abbattimento delle mura nel 1800, anche<br />

se ancora oggi sono vivi i tratti di un quartiere<br />

multietnico, fatto di piccole botteghe e trattorie<br />

che spandono profumi di spezie e delizie gastronomiche<br />

varie.<br />

Area archeologica di Sant’Eulalia<br />

L’area archeologica di Sant’Eulalia si estende su circa 450<br />

mq. e costituisce uno dei più ampi percorsi archeologici<br />

urbani fruibili in <strong>Sardegna</strong>. Si sviluppa negli strati inferiori<br />

della chiesa parrocchiale omonima e degli edifici attigui,<br />

rivelando uno spaccato<br />

della città<br />

romana databile<br />

dall’età imperiale sino<br />

al periodo alto medievale e, con un esteso vuoto storico,<br />

dal XIV secolo fino ad oggi. Sulla piazza antistante la chiesa<br />

il Museo del Tesoro di Sant’Eulalia accoglie preziosi arredi<br />

lignei, argenti e paramenti sacri di grande valore.<br />

Vico Collegio, 2 • tel. 070 663724 - 070 655135<br />

Orario: 10.00-13.00 / 17,00-20,00, chiuso il lunedì.<br />

Nei mesi di luglio, agosto e settembre la chiusura serale è posticipata alle<br />

23,00, apertura anche il lunedì. Visite guidate.


Chiesa di Sant’Eulalia<br />

La chiesa di Sant'Eulalia è situata nel quartiere della<br />

Marina, tra le attuali vie del Collegio e di Sant'Eulalia,<br />

sulla quale si apre la scalinata di accesso. Fu edificata<br />

nella prima metà del XIV secolo in forme gotico-catalane,<br />

ancora leggibili nonostante i numerosi restauri susseguitisi<br />

nel tempo. La pianta si articola in una navata<br />

divisa in due campate su cui si aprono quattro cappelle<br />

per lato. Dietro il presbiterio è il coro a pianta quadrata,<br />

sovrastato da cupola emisferica, con lanterna a base ottagonale.<br />

Il prospetto è a capanna con archetti pensili e due<br />

contrafforti laterali. Al centro è il portale strombato e sormontato<br />

da un rosone. Il campanile è a base quadrata,<br />

terminante a cuspide. Il rinvenimento fortuito nel 1990 di<br />

un pozzo sotto la sagrestia ha dato l'avvio alle indagini<br />

archeologiche, che, portate a termine nel maggio del 2002,<br />

hanno interessato<br />

l'area sottostante la<br />

chiesa.<br />

Gli scavi<br />

hanno<br />

permesso<br />

di ricostruire la storia di un tratto del quartiere della Marina,<br />

mettendo in luce i resti monumentali che erano rimasti<br />

sepolti sotto i quasi 7 metri di terra sui quali fu innalzato<br />

l'edificio ecclesiastico aragonese. L'importanza della scoperta<br />

ha reso inevitabile la creazione di un percorso sotterraneo,<br />

che permette al visitatore di apprezzare le tracce dell'antica<br />

Karales. La prima frequentazione si colloca intorno al III<br />

secolo a.C., quando l'area venne utilizzata come cava a cielo<br />

aperto. Allo stesso ambito cronologico va riferito inoltre un<br />

basamento verosimilmente pertinente ad un thesaurus.


ha subito numerosi rimaneggiamenti dal ‘500 sino agli inizi<br />

del ‘900, restituendo nel corso dell’ultimo intervento di<br />

restauro del 1995 una cripta funeraria della quale si era<br />

persa memoria, dotata di un antico altare e alcuni affreschi.<br />

Tra gli arredi superstiti della chiesa un notevole retablo ligneo<br />

policromo intagliato che<br />

custodisce una Vergine<br />

in Pietà.<br />

Nelle trattorie...<br />

Fregola con le arselle<br />

Il termine fregola deriva<br />

con tutta probabilità dal<br />

termine latino fricare,<br />

sminuzzare. Fregola è<br />

quindi un frammento,<br />

una minuscola particella.<br />

La pasta è costituita<br />

da piccole palline di semola fatte a mano, amalgamate<br />

con acqua leggermente salata all’interno di un apposito<br />

recipiente e tostate al forno. La produzione si orienta sul<br />

tipo piccolo, medio e grosso. Si presta alla preparazione di<br />

minestre o ad essere<br />

condita con salsa di<br />

pomodoro e pecorino,<br />

anche se il suo<br />

uso ideale nella gastronomia<br />

locale è<br />

nel tipico piatto<br />

della fregula cun<br />

cocciula, o fregola<br />

con arselle.<br />

57


Villanova<br />

Villanova, nonostante il nome, che può evocare una certa<br />

modernità, può essere considerato coevo degli altri quartieri<br />

storici e rappresenta la naturale espansione verso est della<br />

rocca pisana. Cinto da mura, anche se non fortificato, fu<br />

residenza di coloro che raggiungevano la città per intraprendere<br />

i più vari lavori artigiani e di quanti si dedicarono alle<br />

coltivazioni agricole nei grandi spazi confinanti col quartiere.<br />

Il borgo si popolò soprattutto in epoca spagnola ed ebbe<br />

una impronta contadina divenendo una delle poche oasi<br />

verdi della città. Dalla sua espansione urbanistica nacquero<br />

i quartieri di La Vega, San Benedetto, Sant’Alenixedda. La<br />

sua antica storia popolare ha dato a Villanova i connotati di<br />

un vero e proprio paese dentro la città.<br />

6<br />

5<br />

( Te r r a p i e no )<br />

v i a l e R e g i n a E l e n a<br />

viale Regina Elena<br />

via San Saturnino<br />

3<br />

via Giardini<br />

via San Giovanni<br />

via San Giovanni<br />

via Piccioni<br />

via San Giacomo<br />

4<br />

via Ozieri<br />

piazza<br />

San Domenico<br />

piazza<br />

San Giacomo<br />

1<br />

2<br />

via San Domenico<br />

via Bacaredda<br />

via Garibaldi<br />

via Alghero<br />

piazza<br />

Garibaldi<br />

via Sonnino<br />

59<br />

Bastione<br />

San Remy<br />

via Sulis<br />

via Garibaldi<br />

d’Arborea<br />

via Orlando<br />

via Iglesias<br />

piazza<br />

Costituzione<br />

via Eleonra<br />

via Lanusei<br />

1 Chiesa di San Giacomo • 2 Chiesa di San Domenico<br />

3 Chiesa di San Cesello • 4 Chiesa di San Mauro • 5 Mercato di San Benedetto<br />

6 Giardini Pubblici e Galleria Comunale


San Domenico<br />

La cripta e il chiostro di San Domenico<br />

costituiscono i resti del<br />

grandioso complesso edificato a<br />

partire dalla seconda metà dell’XI<br />

secolo dai padri domenicani. Il<br />

chiostro è dotato di pozzo e si articola<br />

in quattro ali risalenti al XV<br />

secolo che ripropongono la configurazione<br />

dei monasteri spagnoli.<br />

Le strutture interne rispecchiano i<br />

canoni stilistici tipici dell'architettura<br />

tardogotica, in uno degli esempi più<br />

rappresentativi visitabili nella città. La<br />

chiesa e l'annesso campanile, distrutti<br />

durante i bombardamenti del 1943,<br />

sono stati ricostruiti nel 1953.<br />

Via XXIV Maggio<br />

Orario: 9,00-12,00<br />

Centro d’arte e cultura Exmà<br />

L’Exmà (ex Mattatoio Comunale) occupa una superficie di<br />

quasi 6.000 mq. Il complesso sorse tra il 1845 e il 1852<br />

nell’antico quartiere di Villanova e rimase in attività sino<br />

all’ottobre del 1964. Dopo anni<br />

di abbandono, nel 1993 il<br />

Comune di Cagliari lo ha restituito<br />

alla città destinandolo<br />

a Centro d’Arte e Cultura. Tre<br />

sale espositive ospitano mostre<br />

che spaziano dalla grafica<br />

al design, dalla fotografia<br />

alle tradizioni<br />

popolari, alla computer<br />

art. Adiacente alla sala<br />

conferenze è esposta la<br />

collezione permanente di<br />

grafica del Comune di Cagliari. Lo spazio della<br />

Torretta ospita il Centro Internazionale del Fumetto. Un’elegante<br />

caffetteria si apre su un ampio piazzale interno.<br />

Via San Lucifero 71 • tel. 070 666399<br />

e-mail: exma@tiscali.it<br />

Collezione Ingrao<br />

Nel vasto scenario dei Giardini Pubblici ha sede la Galleria<br />

Comunale d’Arte. All’interno del museo civico è ospitata la<br />

Collezione Ingrao, donata alla città nel 1999 da Elisa Mulas,<br />

erede universale di Francesco Paolo Ingrao, con il vincolo di<br />

destinazione pubblica. La collezione, costituita da quadri e


sculture e da un ricco patrimonio librario, ospita 500<br />

opere di Boccioni, Morandi, Rosai, De Pisis, Socrate,<br />

Maccari, Semeghini, esempi della migliore arte figurativa<br />

italiana del XX secolo.<br />

Giardini Pubblici di Cagliari<br />

tel. 070 490727<br />

Orario: 9,00-13,00 / 15,30-19,30, chiuso il martedì<br />

I riti della Settimana Santa<br />

Per Pasqua il quartiere di Villanova diventa<br />

una gigantesca basilica a cielo aperto, le<br />

sue strade trasformate in altari per celebrazioni<br />

seguite da una folla che, silente<br />

e commossa, partecipa a riti rimasti immutati<br />

nella loro carica di suggestione e<br />

profonda religiosità.<br />

Villanova è il cuore pasquale di Cagliari,<br />

grazie soprattutto alle sue due confraternite,<br />

quella di San Giovanni - Arciconfraternita<br />

della Solitudine, forse il sodalizio<br />

religioso più antico della città - e l’altra di<br />

San Giacomo, la Confraternita del Santissimo<br />

Crocifisso. Nella chiesetta di San<br />

Giovanni, il gigantesco crocifisso ligneo dagli<br />

arti snodabili viene calato dalla sua cappella<br />

laterale la mattina della domenica delle<br />

Palme, inizio della Settimana Santa, la grande<br />

settimana dei cristiani che in quei giorni<br />

fanno memoria del mistero centrale della fede. Alle tredici<br />

in punto del venerdì successivo, il Venerdì Santo, comincia<br />

la processione del Cristo Morto. L’enorme simulacro sale<br />

verso il Duomo, in Castello, sorretto da mille mani desiderose,<br />

almeno per un attimo, di toccarlo, carezzarlo, sorreggerlo.<br />

La croce pare ondeggi, quasi galleggia sulle ali di folla silente<br />

e commossa che, a tratti, lo ingoia facendolo scomparire<br />

alla vista. A squarciare il silenzio il greve canto polifonico<br />

de is cantoris, che nel loro saio bianco scandiscono le soste<br />

di questa singolare via crucis.<br />

61


A seguire le consorelle, in abito e velo nero sul volto, come<br />

la Madonna Addolorata che segue il Figlio nella salita al<br />

Calvario. L’arrivo in Cattedrale è alle 15 in punto, ora canonica<br />

della morte in croce del Figlio di Dio. Nella serata, una<br />

medesima processione, con itinerario diverso, parte da San<br />

Giacomo verso la parrocchiale di San Lucifero. Ed è notte<br />

quando, anche dalla chiesetta stampacina di Sant’Efisio,<br />

esce il Cristo morto nella sua lettiga per compiere un giro<br />

per le strade del quartiere e chiudere una giornata di lutto<br />

e mestizia. La mattina del sabato su scravamentu, la liberazione<br />

dal corpo del Cristo di tutti i segni della Passione,<br />

chiodi e corona di spine, quindi l’attesa della Resurrezione,<br />

suggellata la mattina di Pasqua dalla processione de s’incontru,<br />

con la Madonna che, lasciate le vesti del lutto, incontra<br />

e abbraccia il Figlio Risorto. Tre le processioni a Cagliari nel<br />

centro storico, una per ciascun rione, a Stampace, Marina<br />

e appunto Villanova, nella Via Garibaldi invasa da una folla<br />

al suono delle campane, finalmente sciolte dopo il silenzio<br />

quaresimale, ad annunciare la Resurrezione.


Antico Caffè dal 1855<br />

Nel 1855 nasceva a Cagliari Il Caffè Genovese,<br />

oggi ribattezzato Antico Caffè e tutelato<br />

dal Ministero dei Beni Culturali. A due passi<br />

dal quartiere storico di Castello fu meta di<br />

famosi personaggi e letterati della Cagliari<br />

dell’800 e dei primi del ‘900. Atmosfere<br />

retrò si respirano ancora nelle piccole sale<br />

interne e nella terrazza riscaldata anche<br />

d’inverno, dove si consumano come un<br />

tempo finissimi prodotti di pasticceria e<br />

specialità gastronomiche locali.


10<br />

via San Lorenzo<br />

8<br />

via Sant’Ignazio da Laconi<br />

7<br />

via<br />

Fra<br />

Nicola<br />

Anfiteatro Romano<br />

via<br />

Anfiteatro<br />

via Ospedale<br />

9<br />

viale Buoncammino<br />

via<br />

Porcell<br />

via Fiume<br />

6<br />

via San Giorgio<br />

via Sant’Ignazio<br />

via Ospedale<br />

via Fara<br />

via S.Efisio<br />

via Santa Restituta<br />

4<br />

via Tigellio<br />

5<br />

via Palabanda<br />

via<br />

2<br />

Portoscalas<br />

3<br />

via Azuni<br />

via Santa Margherita<br />

1<br />

corso Vittorio Emanuele<br />

piazza<br />

Jenne<br />

Scalette<br />

Santa Chiara<br />

via Caprera<br />

viale Trieste<br />

via Goffredo Mameli<br />

via Sassari<br />

via Giov. Maria Angioi<br />

largo Carlo Felice<br />

via Roma<br />

65<br />

via Roma<br />

stazione FF.SS.<br />

piazza<br />

Matteotti<br />

1 Chiesa di Sant’Anna • 2 Chiesa di San Michele<br />

3 Chiesa di Santa Restituta • 4 Chiesa di Sant’Efisio • 5 Villa di Tigellio<br />

6 Ospedale San Giovanni di Dio • 7 Orto Botanico • 8 Chiesa dei Cappuccini<br />

9 Caserma Carlo Alberto • 10 Chiesa di San Lorenzo e Pancrazio<br />

Stampace<br />

È il quartiere più antico della città. Delle sue strade, ciascuna<br />

con la sua chiesa, se ne ha notizia a partire dall’XI secolo.<br />

Ancor oggi, passeggiando per i suoi vicoli, si avverte la<br />

sensazione di percorrere un viaggio nella Cagliari più vera.


Il suo pettine stradale, con la Via Azuni a raccoglierle tutte,<br />

è traccia immutata della sua particolare connotazione urbanistica<br />

pre-medioevale. È il quartiere delle sette chiese: da<br />

quella di Santa Chiara con annesso il monastero, proprio<br />

sotto il bastione di Santa Croce, oggi mercato rionale alle<br />

prese con una crisi inarrestabile, a quella di San Michele,<br />

gioiello barocco del XVII secolo in cima alla Via Azuni,<br />

cappella dei Gesuiti che cedettero il convento<br />

all’attuale Ospedale Militare,<br />

contenitore destinato alla dismissione e dal futuro<br />

incerto e inquietante. Passando, infine, per la Chiesa<br />

di San Giorgio, di cui restano alcuni contrafforti nel cortile<br />

interno del palazzo parrocchiale di Sant’Anna, sulle cui rovine<br />

belliche è stato edificato. Inaspettata, per il visitatore,<br />

l’imponente scalinata di Sant’Anna, esempio sobrio ed<br />

elegante di barocco piemontese, meno sgargiante e ampolloso<br />

del rococò ma ugualmente maestoso e imponente: una<br />

basilica nel cuore della città che svetta fra le modeste


abitazioni di un quartiere che, in questa chiesa, scarica tutto<br />

il suo orgoglio cagliaritano. Nel giro di pochi metri, l’oramai<br />

chiusa al culto chiesa di Santa Restituta, oggi sede della<br />

GIOC, gli operai cattolici cui si deve l’organizzazione del<br />

Carnevale cittadino ed un’encomiabile attività presepistica,<br />

e quella incastonata in una piazzetta d’altri tempi dedicata<br />

a Sant’Efisio, il santo di Stampace prima ancora che patrono<br />

delle genti sarde.<br />

Non c’è più traccia della chiesa di Santa Margherita, distrutta<br />

e sepolta sotto la nuova strada che collega Piazza Jenne al<br />

rione di Castello. Ma Stampace non è solo questo “giro delle<br />

sette chiese”: è respirarne gli odori, sentirne la parlata,<br />

incontrare gli artigiani del legno e del ferro, scoprire scorci<br />

impensati di una Cagliari antica della quale si corre il rischio<br />

di perdere memoria e nostalgia.


Anfiteatro Romano<br />

È considerato il più significativo<br />

monumento di età<br />

classica in <strong>Sardegna</strong>, costruito<br />

nel II secolo d.C.<br />

e in grado di accogliere<br />

10.000 spettatori.<br />

Fu scavato per<br />

gran parte nella viva<br />

roccia e sono ancora<br />

interamente riconoscibili<br />

le ampie gradinate<br />

ellittiche e la<br />

terrazza dalla quale i<br />

maggiorenti assistevano<br />

ai giochi. L’anfiteatro<br />

è ora suggestivo palcoscenico per opere liriche e<br />

concerti di musica contemporanea. Il calendario completo<br />

delle manifestazioni è consultabile sul sito internet del Teatro<br />

Lirico di Cagliari.<br />

Viale Sant’Ignazio • tel. 070 670215<br />

Orario: 10,00-16,00<br />

web: www.teatrolirico.tiscali.it<br />

Orto Botanico<br />

Sorto su un’area protetta dai venti<br />

e conosciuta come vallata di Palabanda<br />

fu inaugurato nel 1866<br />

dopo la sua acquisizione da parte<br />

dell’Università di Cagliari. Occupa<br />

una superficie di 5 ettari suddivisa<br />

nei settori mediterraneo, tropicale,<br />

delle piante succulente, delle piante<br />

medicinali. Tra le rarità si annovera<br />

la collezione di circa 200 esemplari<br />

di piante succulente, e il raro albero-fiamma<br />

Sterculia acerifolia di<br />

origine australiana, così chiamato<br />

per l’acceso colore delle fioriture.<br />

Un esteso palmeto ricopre una<br />

superficie di 4.000 mq. all’interno<br />

dell’area.<br />

Orario: 8,00-13,30 tutti i giorni.<br />

Dal 1 aprile al 15 ottobre anche il<br />

pomeriggio 15,00-18,30.<br />

Nei mesi di maggio, giugno,<br />

luglio e agosto aperto sino<br />

alle ore 20,00.


Chiesa di Sant’Efisio<br />

Nel medesimo isolato della chiesa di Santa Restituta,<br />

anch’essa su un ambiente ipogeo, sorge la chiesa<br />

di Sant’Efisio, edificata nell’area forse già occupata<br />

da un piccolo edificio di culto di età altomedievale.<br />

La prima notizia dell’esistenza di un toponimo legato<br />

al santo risale in realtà solo al 1223; successivamente<br />

è citata tra le chiese visitate dall’arcivescovo di Pisa<br />

Federico Visconti nel 1263, ma non è chiaro, come<br />

per la vicina Santa Restituta, se si tratti dell’ambiente<br />

sottostante o di un vero e proprio edificio<br />

costruito nel sopraterra. Nel 1780 la chiesa venne<br />

demolita e ricostruita con navata unica coperta<br />

da volta a botte e cappelle laterali ricavate tra i<br />

contrafforti. Il presbiterio è sopraelevato e ricoperto da una<br />

cupola ottagonale. Il prospetto è compreso entro lesene<br />

ioniche ed è suddiviso in tre ordini da cornici mistilinee,<br />

mentre il portale è sormontato da un timpano ricurvo interrotto<br />

ed è affiancato da ampie finestre cieche.<br />

69<br />

L’oratorio dell’Arciconfraternita del Gonfalone, comunicante<br />

con la chiesa, risale al 1726. Il campanile a pianta quadrata<br />

appartiene probabilmente alla chiesa precedente. I bombardamenti<br />

francesi del 1793 e quelli del 1943 non risparmiarono<br />

l’edificio. L’ipogeo sottostante, ritenuto la prigione del santo<br />

prima della sua decapitazione eseguita a Nora nel 303 d.C.,<br />

è costituito da un vano a pianta quadrangolare irregolare,<br />

interamente scavato nel calcare, il cui soffitto, quasi piano,<br />

è sorretto da due pilastri risparmiati nella roccia.


Una scala ripida e stretta, aperta sull’omonima via, costituisce<br />

l’accesso moderno. A est è visibile una piccola abside rivestita<br />

di azulejos secentesche di produzione valenzana, attualmente<br />

obliterata da un altare, che sostituì, in occasione della ricerca<br />

delle reliquie dei martiri nel Seicento, quello più antico. Al<br />

lato è visibile l’antica colonna alla quale Efisio sarebbe stato<br />

legato per subire la flagellazione. Durante alcune indagini<br />

effettuate negli anni Venti, in occasione dei lavori eseguiti<br />

dalla Confraternita del Gonfalone, furono inoltre indagati<br />

due pozzi, uno poco profondo nella parete ovest, ed uno di<br />

oltre venti metri a nord dell’abside. La frequentazione dell’ambiente<br />

risalirebbe alla fine del I secolo d.C. sulla base<br />

del ritrovamento di alcune monete ed è stata messa in<br />

relazione al culto di Iside.<br />

70<br />

Secondo altri studiosi l’ipogeo, nato come cava di blocchi,<br />

non sarebbe stato luogo di culto né isiaco né paleocristiano.<br />

In realtà il culto di Ephysius è documentato esclusivamente<br />

in <strong>Sardegna</strong> solo a partire dall’XI secolo e il cosiddetto carcere<br />

fu legato al santo solo tardivamente.<br />

Sagra di Sant’Efisio<br />

È uno spettacolo che a Cagliari, immutato, si ripete ad ogni<br />

1° maggio da oltre tre secoli e mezzo. Il secentesco simulacro<br />

di Sant’Efisio, patrono della <strong>Sardegna</strong>, passa nel suo cocchio<br />

regale per le strade del centro cittadino salutato da una folla<br />

di fedeli e turisti, prima di dirigersi verso Nora, luogo del<br />

suo martirio avvenuto, secondo tradizione, nel 303 dopo<br />

Cristo. È l’annuale, ininterrotto rinnovarsi di un voto solenne,


fatto al Santo dalla Municipalità di Cagliari quando una<br />

micidiale pestilenza, nel 1652, ne decimò la popolazione. E<br />

Sant’Efisio liberò la città dalla peste. Da allora, ogni anno,<br />

al Calendimaggio, dal 1° al 4 sera, le genti della <strong>Sardegna</strong><br />

non hanno mai mancato all’antica promessa. Oggi la processione<br />

di Sant’Efisio - che dura quattro giorni, percorre quasi<br />

cento chilometri e tocca, nel suo percorso, tutti i centri<br />

abitati da Cagliari a Nora - è un autentico trionfo della fede<br />

e della devozione popolare, ma anche del folclore e della<br />

cultura di tutta un’isola. Per l’occasione giungono a Cagliari<br />

gruppi in costume dei principali centri di ogni provincia, con<br />

oltre cinquemila figuranti che accompagneranno il Santo<br />

nel ritorno al luogo del martirio.<br />

Ad aprire la sfilata sono le traccas, carri a ruota piena trainati<br />

da un giogo di buoi, splendide per allestimento ed eleganza,<br />

ricchissime degli elementi tipici e caratteristici della cultura<br />

agraria. Quindi i cavalieri campidanesi, i miliziani nella loro<br />

tradizionale giubba rossa, scorta armata del Santo, e la<br />

Guardiania a cavallo, elegantissimi cavalieri in frac e cilindro,<br />

seguita da confratelli e consorelle in abito penitenziale.<br />

Dietro il cocchio decine di migliaia di fedeli accompagnano<br />

il Santo fino all’uscita da Cagliari: inizia solo allora il vero<br />

pellegrinaggio di fede e di devozione verso Nora, la parte<br />

meno conosciuta ma la più autentica di questa tradizione,<br />

diventata una delle più nobili pagine della storia della<br />

<strong>Sardegna</strong>.<br />

71


72<br />

Chiesa di Santa Restituta<br />

La chiesa, che si apre su una piccola piazza<br />

nel cuore del quartiere di Stampace all’interno<br />

dell’isolato tra via Santa Restituta e via<br />

Sant’Efisio, fu costruita grazie ad un lascito<br />

in un’area ceduta nel 1637 dalla vicina parrocchia<br />

di Sant’Anna. L’impianto è a navata<br />

unica con cappelle laterali e presbiterio rialzato;<br />

nel prospetto si apre il portale architravato<br />

sormontato da un timpano ricurvo<br />

interrotto e da un oculo modanato. I bombardamenti<br />

del febbraio del 1943 lesionarono<br />

gravemente l’edificio, restaurato negli anni<br />

Sessanta e mai più consacrato. L’ambiente<br />

sottostante accessibile da via Sant’Efisio è un<br />

grande vano interamente scavato nel calcare,<br />

di pianta molto irregolare, oggetto di numerosi<br />

interventi finalizzati ad adattare gli spazi alle<br />

diverse esigenze. Più volte ricordato dalle fonti<br />

a partire dal 1263, costituì un vero e proprio<br />

edificio di culto. Nel 1607, verosimilmente<br />

caduto in disuso, fu sterrato grazie all’interesse<br />

di alcuni notabili che seguirono la tradizione secondo la<br />

quale nel quartiere di Stampace si sarebbe trovato il palazzo<br />

gentilizio di Santa Restituta, ritenuta la madre del vescovo<br />

di Vercelli Eusebio vissuto nel IV secolo, ma più probabilmente<br />

da identificare con la martire africana uccisa nel 304 durante<br />

la persecuzione di Diocleziano. Negli anni seguenti, nell’ambito<br />

controriformista delle ricerche di martiri volute dal clero<br />

cagliaritano per vantare il primato rispetto alla chiesa turritana,<br />

gli scavi ripresero e furono finalizzati al ritrovamento<br />

delle reliquie. Con la costruzione della chiesa soprastante<br />

l’ipogeo divenne quindi una sorta di cripta accessibile anche<br />

dall’interno dell’edificio superiore. Trasformato in rifugio<br />

antiaereo durante l’ultima guerra mondiale cadde in disuso


fino ai lavori di restauro iniziati negli anni Settanta che<br />

hanno permesso di individuare una frequentazione risalente<br />

ad almeno il II-I secolo a.C., se non all’epoca preistorica. Al<br />

V secolo d.C. si daterebbe la parte mediana dell’altare posto<br />

nella parete nord della cripta, realizzato per contenere le<br />

reliquie della martire trasferite a Cagliari, dal clero africano<br />

cattolico esiliato dai Vandali di fede ariana, insieme alla<br />

statua di Santa Restituta. Risalirebbero allo stesso periodo<br />

anche l’altare posto di fronte e quello che dalla fine dell’Ottocento<br />

ospita la colonna che la tradizione vuole legata<br />

al martirio. Il manufatto venne spostato per<br />

impedire alcune pratiche superstiziose che<br />

avvenivano nella cripta. Questi altari furono<br />

abbelliti nel XVII secolo, quando venne<br />

realizzato l’altare posto di fronte alla scala<br />

d’accesso e quello ovest che intercettò una<br />

cisterna a campana preesistente. Su questo<br />

lato della vasta camera si trova anche uno<br />

spazio cosiddetto schola Sanctae Restitutae,<br />

ovvero il luogo dove secondo la<br />

tradizione la santa avrebbe impartito le<br />

lezioni ai fanciulli del quartiere. Di fronte<br />

è visibile un pulpito scavato nella roccia.<br />

Accanto all’altare est rimane un bel lacerto<br />

pittorico che rappresenta San<br />

Giovanni Battista con la mano destra in<br />

segno di benedizione, databile alla metà<br />

del Duecento. In fondo alla cripta è bene<br />

visibile una cisterna anticamente alimentata<br />

dall’acqua piovana interamente<br />

ricoperta di cocciopesto, successivamente<br />

unita al vasto ambiente mediante<br />

l’abbattimento del setto divisorio di<br />

calcare.<br />

73


Cagliari fuori le mura<br />

Grotta della Vipera<br />

Questa tomba patrizia del I secolo d.C. prende il nome<br />

dall’emblema raffigurante due serpenti incrociati scolpiti sul<br />

frontone, simboleggianti la fedeltà di Atilia Pomptilla rivoltasi<br />

agli dei per offrire la propria vita in cambio della guarigione<br />

del marito Cassio Filippo gravemente malato. La tomba,<br />

poco significativa da un punto di vista architettonico, presenta<br />

tuttavia iscrizioni di grande<br />

interesse in<br />

latino e greco,<br />

nelle quali sono<br />

riportate le<br />

preghiere di<br />

Atilia, esaudite<br />

dagli dei, e la<br />

tristezza di<br />

Cassio Filippo,<br />

desideroso di<br />

ricongiungere<br />

la sua anima a<br />

quella dell’amata.<br />

Viale Sant’Avendrace<br />

Orario: 9,00-13,00<br />

14,00-17,00,<br />

chiuso il lunedì<br />

74<br />

Iscrizione della grotta della vipera<br />

“Che le tue ceneri, o Pomptilla, fecondate dalla rugiada, si<br />

trasformino in gigli e in verde fogliame entro al quale brille<br />

ranno la rosa, il profumato zafferano, e l'imperituro amaranto.<br />

Possa tu apparire ai nostri occhi come il fiore della bianca<br />

primula, cosicché all'uguale dei narcisi e dei giacinti, sia<br />

oggetto di eterne lacrime e ricordi il tuo nome alle future<br />

generazioni. Quando Filippo sentiva già la sua anima abbandonare<br />

la spoglia mortale, e che già le sue labbra si appressavano<br />

alle acque del Lete, tu ti sacrificasti, o Pomptilla, per<br />

uno sposo spirante, e riscattasti la sua vita al prezzo della<br />

tua morte. Così un Dio ha rotto una sì dolce unione; ma se<br />

Pomptilla si è sacrificata per riscattare la vita di uno sposo<br />

adorato, Filippo rimpiangendo una vita conservata a così<br />

caro prezzo, domanda ardentemente agli Dei di poter riunire<br />

al più presto la sua anima a quella della più tenera delle<br />

spose”.


Nostra Signora di Bonaria<br />

È forse la più amata tra le chiese cagliaritane.<br />

Sorto su un colle prospiciente il mare e denominato<br />

Bonayre dagli aragonesi il complesso<br />

costituito dal Santuario e dalla Basilica accoglie<br />

pellegrini provenienti da tutto il mondo per<br />

rendere onore alla Vergine protettrice dei<br />

naviganti. Il simulacro, chiuso in una cassa<br />

lignea, fu ritrovato ai piedi dell’odierno santuario<br />

nel 1370 dopo una tempesta. Alcune<br />

vicende storiche del XVI secolo possono probabilmente<br />

ricondurre l’origine del nome della<br />

capitale argentina Buenos Aires proprio alla<br />

fama della Madonna cagliaritana. Alle spalle<br />

del complesso si distende l’omonimo cimitero monumentale,<br />

edificato su un sito già sede di una necropoli punica.<br />

Castello di San Michele<br />

Il Castello di San Michele fu edificato dai pisani agli inizi del<br />

XIII secolo con funzioni di avvistamento e difesa contro<br />

possibili incursioni provenienti dal Campidano, in un’epoca<br />

nella quale la città si sviluppava ancora nella laguna costiera<br />

di Santa Gilla. Il castello fu costruito su un preesistente<br />

monastero vittorino dedicato all'Arcangelo Michele da cui<br />

prese il nome. I pisani lo dotarono di due torri innalzate<br />

rispettivamente ai vertici nord e sud del lato orientale.<br />

Diventò quindi lazzaretto per le vittime della peste del ‘600,<br />

ed infine caserma di soldati invalidi sotto il Regno dei Savoia.<br />

Negli anni ’30 il Colle, unitamente al Castello, divenne una<br />

pertinenza della Marina Militare smantellata solo nel 1957.<br />

Dopo il recente restauro<br />

l’edificio è stato<br />

destinato a struttura<br />

museale per esposizioni<br />

temporanee,<br />

75


consentendone il recupero e il riutilizzo come spazio polifunzionale.<br />

Articolato su due piani, vi si trovano spazi atti<br />

ad ospitare esposizioni di rilievo internazionale e manifestazioni<br />

culturali, un bookshop e una sala conferenze.<br />

Via Sirai - Parco San Michele, tel. 070 500656<br />

e-mail: castellosanmichele@tiscali.it<br />

Centro d’arte e cultura Il Lazzaretto<br />

Il Lazzaretto, la cui struttura originaria risale al XVII secolo<br />

è stato utilizzato sino alla fine dell’Ottocento come ricovero<br />

per i malati di peste. Oggi è centro comunale d’arte e cultura,<br />

riaperto al pubblico nel 2000 dopo un impegnativo restauro<br />

che lo ha reso moderna struttura polifunzionale in cui<br />

convergono l’anima museale a carattere etnografico, quella<br />

congressuale e, a carattere prettamente estivo, quella dedicata<br />

agli spettacoli. L’impianto ha mantenuto la medesima struttura<br />

architettonica Ottocentesca. L’edificio è disposto su tre<br />

livelli con impianto a corte centrale: al piano terra si trovano<br />

ampi spazi museali destinati a ospitare le mostre a carattere<br />

temporaneo, la biglietteria e il bookshop. Le sale danno alla<br />

corte interna, che nel periodo estivo si trasforma in teatro<br />

all’aperto e ospita performance di musica etnica, jazz, classica<br />

e teatro di prosa. Al terzo piano è ospitata la mostra permanente<br />

“I fili di Arianna”, esposizione di tessuti, gioielli e<br />

costumi sardi dell’800. Dalla terrazza superiore si gode di<br />

una splendida vista sul Golfo di Cagliari.<br />

Viale Borgo Sant’Elia • tel. 070 3838085<br />

e-mail: lazzaretto2000@tiscali.it


Laguna di Santa Gilla<br />

La laguna è parte integrante del grande sistema di stagni<br />

esteso su una superficie di oltre 3.000 ettari intorno al<br />

capoluogo, una vasta area umida che<br />

comprende le saline di Macchiareddu<br />

ed il piccolo stagno di Capoterra, rivestendo<br />

grande importanza avifaunistica<br />

per la nidificazione abituale di<br />

cormorani, avocette, polli sultani, cavalieri<br />

d'Italia e fenicotteri rosa.<br />

Spiaggia del Poetto<br />

Secondo la leggenda, il vasto tratto<br />

di mare antistante la città di Cagliari<br />

fu ribattezzato Golfo degli Angeli<br />

dopo una battaglia che vide angeli<br />

e demoni contendersi il dominio di<br />

questi luoghi di particolare bellezza.<br />

Lucifero, a capo dei demoni sconfitti,<br />

fu precipitato in mare col proprio<br />

cavallo, la cui sella si conficcò sul<br />

promontorio che segna l'inizio del lungo litorale del Poetto<br />

imprimendo la caratteristica forma che da allora giustificò<br />

il toponimo di Sella del Diavolo. Un’ipotesi sull’origine del<br />

curioso nome di questa un tempo magnifica spiaggia che<br />

unisce Cagliari a Quartu Sant’Elena pone l’etimo in relazione<br />

con la Torre del Poeta, ancora visibile sulla Sella del Diavolo<br />

e nota al letterato latino Ennio, che ne fece punto di osservazione<br />

e ispirazione per le sue opere. Una seconda ipotesi<br />

fa invece risalire il toponimo al termine catalano pohuet,<br />

pozzetto, per via dei numerosi pozzi e cisterne naturali e<br />

artificiali esistenti nella zona. Con la costruzione dei primi<br />

stabilimenti balneari agli inizi del ‘900 e con lo sviluppo<br />

del turismo balneare il Poetto è divenuto la spiaggia<br />

più frequentata dai cagliaritani in ogni stagione<br />

dell'anno. Durante l'inverno è infatti luogo ideale per<br />

trascorrere l'ora di pranzo degustando ricci di mare,<br />

d'estate si popola di bagnanti e dei numerosi frequentatori<br />

notturni presso i caratteristici "chioschetti"<br />

che offrono consumazioni e musica dal vivo. Sulla<br />

spiaggia agiscono azioni erosive di origine non definitivamente<br />

accertata, ma imputabili in buona parte<br />

a interventi di natura umana, che nel tempo hanno<br />

progressivamente ridotto o addirittura cancellato vasti<br />

tratti di arenile. L’esteso ripascimento del 2002 ha<br />

ricostituito un’ampia superficie sabbiosa ma l’intervento,<br />

effettuato con sabbie marine di qualità e consistenza<br />

assai differenti dalla fine sabbia bianca originaria, ha<br />

dato risultati molto deludenti e suscitato durissime<br />

polemiche.<br />

77


Mercati e mercatini<br />

Mercato di Sant’Elia<br />

Uno degli angoli più panoramici e soleggiati di Cagliari, ogni<br />

domenica mattina è affollato da centinaia di curiosi. Verdure<br />

e frutti di ogni genere, venditori di pane e uova di giornata,<br />

bancarelle di varia chincaglieria improvvisate tra una folla<br />

multietnica ormai familiare costituiscono gli aspetti più esotici<br />

di quest’appuntamento. Il vero principe del mercato è naturalmente<br />

il freschissimo pesce del golfo.<br />

Mercato di Viale Trento<br />

Mercatino domenicale per appassionati di antiquariato,<br />

modernariato, libri e collezionismo in genere.<br />

Mercatino di Piazza del Carmine<br />

Cagliari Antiquaria è il nome del mercatino che ogni prima<br />

domenica del mese si allestisce nella restaurata Piazza del<br />

Carmine. Antiquariato, ma anche artigianato e oggettistica<br />

varia.


Mercato di San Benedetto<br />

Costruito negli anni ’50 del secolo scorso, è una delle tappe<br />

caratteristiche della visita di Cagliari. Ha uno sviluppo di<br />

circa 8.000 mq. suddivisi in due livelli (uno per la vendita di<br />

carni e prodotti ortofrutticoli e l’altro per i prodotti ittici).<br />

Attualmente vi operano circa 240 rivenditori. È il mercato<br />

civico coperto più grande d’Italia e uno dei maggiori d’Europa<br />

anche per la sua unicità. Tra i prodotti locali in vendita è<br />

particolare la bottarga che si ottiene dal muggine, pesce di<br />

mare aperto della famiglia dei cefali che trascorre parte della<br />

vita nelle lagune costiere ricche di cibo. Viene pescato durante<br />

il viaggio di ritorno verso il mare, in un momento quasi<br />

sempre coincidente con la riproduzione. Nella lavorazione<br />

la sacca ovarica viene rimossa, posta sotto sale e compressa<br />

tra due assi. Fatta poi stagionare per 10/15 giorni in ambiente<br />

ventilato assume infine un colore ambrato e trasparente.


I dintorni di Cagliari<br />

84<br />

Quartu Sant’Elena<br />

A 6 km da Cagliari, e con oltre<br />

70.000 abitanti, Quartu Sant’<br />

Elena è la terza città della <strong>Sardegna</strong>,<br />

nonchè uno dei più importanti<br />

poli nel meridione isolano<br />

del turismo congressuale.<br />

Clima mite, fertilità della terra e<br />

pescosità del mare hanno favorito<br />

l’insediamento umano sin dalla<br />

preistoria, come testimoniato dai<br />

numerosi resti di civiltà nuragica.<br />

Il nome della città deriva dal<br />

ceppo militare posto al quarto<br />

miglio della strada romana che<br />

univa Cagliari a Santa Teresa di Gallura. Saccheggiata dai<br />

Vandali, dai Goti e dai Saraceni, tra i secoli XVI e XVIII fu<br />

oggetto di continue incursioni barbaresche. Delle costruzioni<br />

difensive del periodo restano le torri costiere di Mortorius,<br />

Sant’Andrea, Carcangiolas e Foxi. Nel 1862 Quartu acquisì<br />

l’attuale qualificativo di Sant’Elena.<br />

Il territorio si estende prevalentemente sulla costa sudorientale.<br />

Le località di Mari Pintau, Murtaucci e Kala’e Moru<br />

offrono intense emozioni per la bellezza dei luoghi e per i<br />

luminosi colori del mare. Is Mortorius, Cala Regina e Geremeas<br />

completano il quadro delle località costiere da scoprire via<br />

mare a bordo di una canoa, un gommone o una<br />

barca a vela. Nell’entroterra il Parco dei Sette Fratelli,<br />

vasta foresta ricca di sorgenti, cascate, dirupi e<br />

sculture granitiche naturali immerse nella macchia<br />

mediterranea, offre possibilità di lunghe escursioni.<br />

Grande valore paesaggistico e naturalistico possiede<br />

l’area protetta degli stagni di Molentargius, Staineddu<br />

e Bella Rosa, frequentati da studiosi e turisti provenienti<br />

da tutto il mondo e habitat naturale di oltre<br />

200 specie di volatili tra cui fenicotteri rosa, cavalieri<br />

d’Italia, avocette, polli sultani. Di pregevole fattura<br />

sono l’arte orafa, dalle vistose decorazioni in filigrana,<br />

e quella degli splendidi costumi tradizionali femminili.<br />

Ricca di appuntamenti culturali estivi Quartu offre<br />

rassegne musicali, teatrali e cinematografiche a carattere<br />

internazionale, come la rassegna folcloristica<br />

Sciampitta; la festa di Sant’Elena, patrona della città,<br />

riveste notevole interesse religioso e antropologico.<br />

Quartu Sant’Elena vanta ricche tradizioni gastronomiche.<br />

Il pane è ancora prodotto artigianalmente in<br />

alcune botteghe nel centro storico, rinomati i dolci,<br />

finemente decorati e dalle forme originali.


Gli ottimi vini locali Monica e Nuragus accompagnano i primi<br />

piatti e gli arrosti, Moscato, Malvasia e Nasco si sposano<br />

perfettamente ai dolci.<br />

Il pane<br />

Oltre a possedere un ovvio e fondamentale valore alimentare<br />

il pane in <strong>Sardegna</strong> riveste ulteriori significati legati alla<br />

storia, alla cultura e alle tradizioni popolari. Nel Campidano<br />

centrale il tipo più diffuso<br />

prende il nome di civraxiu:<br />

rotondo e a forma di cupola,<br />

ha base circolare<br />

con crosta croccante e<br />

mollica morbida, confezionato<br />

in forme di circa<br />

un chilo costituisce un<br />

ottimo pane quotidiano<br />

ed è naturale accompagnamento<br />

per formaggi<br />

e salumi. Pane<br />

tipico del Campidano<br />

meridionale e legato in<br />

modo particolare alle<br />

feste è il coccoi, del quale si producono la variante<br />

’e scetti, fatta con farina pregiata, e la variante ’e<br />

simbula di sola semola. Molto ricercato per il gusto<br />

e l’aspetto che variano secondo le ricorrenze, si<br />

presenta spesso con dei cornetti o a forma di corona.<br />

Le speciali decorazioni sono eseguite tagliando la<br />

pasta con gesti rapidi e utilizzando le forbici.<br />

Assemini<br />

Parrocchiale di San Pietro<br />

Fra i primi esempi di architettura gotico-aragonese<br />

in <strong>Sardegna</strong>, la chiesa edificata tra XV e XVI secolo<br />

presenta una navata centrale con copertura lignea<br />

a capriate ai cui lati si aprono complessivamente<br />

sette cappelle. Di particolare interesse quella del<br />

SS. Crocifisso per la presenza dello stesso in dimensioni<br />

reali e fedele all'interpretazione iconografica<br />

e popolare del tema della crocifissione.<br />

Numerosi elementi architettonici quali costoloni,<br />

peducci, gemme pendule e un fonte battesimale<br />

settecentesco incorniciano l'originario basamento<br />

dell'altare maggiore e l'antica pavimentazione<br />

venuta alla luce durante i lavori che hanno restituito<br />

al monumento la sua originaria bellezza.<br />

85


Oratorio di San Giovanni<br />

Probabilmente edificato tra IX e X secolo su committenza<br />

dei Giudici di Cagliari cui appartenne fino alla sua donazione<br />

alla Cattedrale di Genova nel 1108, l'oratorio presenta una<br />

pianta greca e copertura a botte sormontata da una cupola<br />

tardo-bizantina. All'interno sono custodite alcune epigrafi<br />

marmoree di grande importanza per la genealogia giudicale<br />

e la datazione dell'edificio.<br />

Area naturalistica di Gutturu Mannu<br />

A trenta minuti d'auto da Cagliari è possibile esplorare<br />

un'oasi di rara bellezza naturalistica, la foresta di<br />

Gutturu Mannu, ove sono presenti tutte le specie<br />

arboree del Mediterraneo e si sviluppa la più grande<br />

estensione di leccete d'Europa. Gli oltre 5.000 ettari<br />

di area naturalistica conservano un vasto patrimonio<br />

perlopiù sconosciuto ai grandi flussi turistici: l'area<br />

fluviale, le testimonianze archeologiche del passato<br />

(necropoli punica, villaggio nuragico, romano e<br />

medievale) oltre al patrimonio di archeologia industriale<br />

rappresentato dalla miniera di San Leone,<br />

attribuiscono al compendio una grande importanza<br />

ambientale, storica e culturale.<br />

Laguna di Santa Gilla<br />

Degli oltre 1.500 ettari di estensione complessiva della<br />

laguna, una superficie pari a circa 150 ettari ricade nel<br />

territorio di Assemini che, attraversato dai fiumi Mannu e<br />

Cixerri, offre ai visitatori la possibilità di osservare varie<br />

specie acquatiche tra aironi, gallinelle d'acqua, folaghe e il<br />

rarissimo pollo sultano. Attraverso la collaborazione dei<br />

pescatori locali e il coordinamento della Pro Loco è anche<br />

possibile organizzare percorsi naturalistici sulle caratteristiche<br />

imbarcazioni lacustri denominate is Cius.<br />

Per informazioni: Via Coghe 5 • tel. 070 44868


Ceramiche<br />

La ceramica rustica e artistica è attività economica primaria<br />

nella società asseminese. Utensili realizzati con il tornio sa<br />

roda, con il sole ed il fuoco, in particolare su strexu e i tuvus<br />

(casseruole, scodelle, tegami, brocche, fiaschi), resero Assemini<br />

un centro ceramico d’eccezione nella regione. Il mercato<br />

privilegiato era Cagliari, specie in occasione delle feste<br />

paesane locali. Le ceramiche si producevano nei cortili, forniti<br />

di pozzo per l’estrazione dell’argilla, delle vasche<br />

di decantazione e levigazione, del tornio, della<br />

tettoia di protezione dei vasi e, naturalmente,<br />

del forno a legna in mattoni crudi e a forma<br />

cilindrica di derivazione orientale. La città mantiene<br />

tuttora la sua funzione di centro pilota nella<br />

produzione di ceramiche artistiche e da mensa.<br />

Centro Pilota<br />

per la Ceramica<br />

La tradizione asseminese<br />

vanta gli ultimi<br />

esempi di maestri tornianti<br />

della <strong>Sardegna</strong>,<br />

da alcuni decenni<br />

molto apprezzati nei<br />

concorsi internazionali<br />

del settore, come pure<br />

i ceramisti e decoratori<br />

ai quali si deve la ripresa<br />

e diffusione<br />

della produzione artistica<br />

di manufatti. Il Centro Pilota offre la possibilità<br />

di ammirare e acquistare la più completa rassegna di<br />

opere dei ceramisti locali.<br />

87<br />

Per informazioni: Via Lazio • tel. e fax 070 94773369


Uta<br />

Oasi naturalistica WWF di Monte Arcosu<br />

Nata nel 1985 grazie a una sottoscrizione popolare lanciata<br />

dal WWF cui si aggiunse un contributo dell'allora CEE, l'oasi<br />

naturalistica di Monte Arcosu è la più vasta in Italia con una<br />

superficie di circa tremila ettari. L'obiettivo principale,<br />

ampiamente raggiunto,<br />

era quello di impedire la<br />

scomparsa del cervo<br />

sardo ridottosi a poche<br />

decine di esemplari<br />

principalmente a causa<br />

del bracconaggio. Oggi<br />

è possibile ammirare<br />

esemplari delle centinaia<br />

di cervi e daini che popolano<br />

l'oasi, con possibilità<br />

di visite guidate<br />

e pernottamento in<br />

loco.<br />

Da Cagliari prendere la S.S.<br />

195 in direzione Capoterra e<br />

svoltare al km 8.700 nella<br />

strada consortile. Imboccata<br />

la seconda Traversa Ovest<br />

proseguire fino alla chiesetta<br />

di Santa Lucia, superata la<br />

quale si trovano le indicazioni<br />

di svolta a destra per<br />

l'Oasi.<br />

Per informazioni:<br />

tel. 070 9245471<br />

88<br />

Chiesa di Santa Maria<br />

Eretta nel XII secolo dai monaci Vittorini di Marsiglia forse<br />

nel periodo conclusivo della loro presenza nell'Isola, era<br />

annessa al monastero di cui oggi non rimangono tracce<br />

significative. All'interno presenta numeroso materiale di<br />

spoglio d'epoca romana che, insieme alle particolarità architettoniche<br />

e al cromatismo dei materiali costruttivi, conferiscono<br />

alla chiesa originalità e bellezza nel panorama complessivo<br />

dei monumenti romanici in <strong>Sardegna</strong>.<br />

Quartucciu<br />

Tomba dei Giganti Is Concas<br />

Questa splendida tomba immersa in una fitta vegetazione<br />

è tra le meglio conservate nell’intera provincia. Si compone<br />

di una lunga camera sepolcrale a corridoio con sezioni a<br />

diverso profilo e da un’esedra semicircolare con valenza<br />

simbolica a forma di protome taurina antistante il corridoio


e con funzione di facciata della tomba stessa. Benché recintato<br />

il sito non è custodito, il cancello è apribile dall’esterno.<br />

L’accesso è libero.<br />

Loc. Is Concas - Lungo la strada S.S. 125 per Muravera girare a destra al Km.<br />

20 dopo il ponte sul fiume Rio Longu, seguendo l’indicazione per San Pietro<br />

e per la Tomba dei Giganti. Dopo circa 800 metri altra deviazione sulla destra<br />

con decisa salita verso la montagna. Dopo circa 6 chilometri la tomba è<br />

visibile sul lato destro della strada.<br />

Villa San Pietro<br />

Chiesa di San Pietro Apostolo<br />

La chiesa del XIII secolo sorge all'interno del centro abitato<br />

cui diede nome e di cui fu parrocchiale. Mononavata e con<br />

copertura lignea, è un pregevole esempio d'arte romanica<br />

giudicale. Come testimoniano alcuni particolari architettonici,<br />

la sua costruzione risale all'ultimo quarto del Duecento<br />

quando già si affacciava lo stile gotico.<br />

89<br />

San Sperate<br />

Murales<br />

Il muralismo è fenomeno peculiare nel panorama artistico<br />

spontaneo della <strong>Sardegna</strong>. Nel paese di San Sperate centinaia<br />

di opere descrivono la vita comunitaria, la storia, la cultura<br />

e i gesti della quotidianità. Le denunce e le grandi conquiste<br />

di una piccola comunità, così come la narrazione di fatti<br />

universali, si trasformano in questo modo in evento culturale<br />

permanente e gratuito.


CONSORZIO TURISTICO <strong>SARDEGNA</strong> COSTA <strong>SUD</strong><br />

Viale Diaz, 221 - 09126 Cagliari<br />

Tel. +39 070 307982 / +39 070 306186 • Fax +39 070 306186<br />

e-mail: sardegnasud@iol.it • www.sardegnasud.it<br />

Strutture Ricettive<br />

´´´´<br />

Cagliari<br />

Hotel Regina Margherita<br />

Viale Regina Margherita, 44 - 09124 Cagliari<br />

Tel. +39 070 670342 • Fax +39 070 668325<br />

e-mail: booking@hotelreginamargherita.com • www.hotelreginamargherita.com<br />

<strong>Sardegna</strong> Hotel<br />

Via Lunigiana, 50/52 - 09122 Cagliari<br />

Tel. +39 070 286245• Fax +39 070 290469<br />

e-mail: sarhotel@tin.it • www.shg.it/hsardegna<br />

Hotel Mediterraneo<br />

Lungomare Colombo, 46 - 09125 Cagliari<br />

Tel. +39 070 342361 • Fax +39 070 301274<br />

e-mail: info@hotelmediterraneo.net • www.hotelmediterraneo.net<br />

Quartu Sant’Elena<br />

Grand Hotel Quattro Torri<br />

Loc. S’Oru e Mari, Flumini - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 86021 • Fax +39 070 8602510<br />

e-mail: hotelsetar@tiscali.it • www.hotelsetar.it<br />

Hotel Califfo<br />

Via Leonardo Da Vinci, 118 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 890131/2/3 • Fax +39 070 890134<br />

e-mail: info@hotelcaliffo.com • www.hotelcaliffo.com<br />

Pula – Santa Margherita<br />

Hotel Baia di Nora<br />

SS.195, Loc. Su Guventeddu - 09010 Pula (Ca)<br />

Tel. +39 070 9245551 • Fax +39 070 9245600<br />

e-mail: htlbn@hotelbaiadinora.com • www.hotelbaiadinora.com<br />

Hotel Flamingo<br />

SS. 195 Km. 33,800 - 09010 Santa Margherita di Pula (Ca)<br />

Tel. +39 070 9208361 • Fax +39 070 9208359<br />

e-mail: info@hotelflamingo.it • www.hotelflamingo.it<br />

Hotel New Barcavela<br />

SS. 195 Km. 39,800 - 09010 Santa Margherita di Pula (Ca)<br />

Tel. +39 070 9290476 • Fax +39 070 9290480<br />

e-mail: newbarcavela@tiscali.it • www.sardegnasud.it<br />

´´´<br />

Cagliari<br />

Hotel Italia<br />

Via <strong>Sardegna</strong>, 31 - 09124 Cagliari<br />

Tel. +39 070 660410 • Fax +39 070 650240<br />

e-mail: hotelitalia@tiscali.it • www.sardegnasud.it<br />

93


Hotel Residence Ulivi e Palme<br />

Via Bembo, 25 - 09131 Cagliari<br />

Tel. +39 070 485861 • Fax +39 070 486970<br />

e-mail: hotelresidence@uliviepalme.it • www.uliviepalme.it<br />

Quartu Sant’Elena<br />

Hotel Setar Palace<br />

Loc. S’Oru e Mari, Flumini - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 86021 • Fax +39 070 8602510<br />

e-mail: hotelsetar@tiscali.it • www.hotelsetar.it<br />

Best Western Hotel Italia<br />

Via Panzini, 67 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 827070 • Fax +39 070 827071<br />

e-mail: hitalia.quartu@tiscali.it • www.bestwestern.it/italia_ca<br />

Hotel Su Meriagu<br />

Loc. Sant’Andrea - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 890842 • Fax +39 070 890842<br />

e-mail: sumeriagu@tiscali.it • www.sardegnasud.it<br />

Chia<br />

Hotel Spartivento<br />

Loc. Chia - 09010 Domus de Maria (Ca)<br />

Tel. +39 070 92310 • Fax +39 070 9230066<br />

e-mail: casachia@tiscali.it • www.hotelspartivento.it<br />

Sardara<br />

Hotel Antiche Terme di Sardara<br />

SS 131 - Loc. S.Maria is Aquas - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387200 • Fax +39 070 9387582<br />

e-mail: contatta@termedisardara.it • www.termedisardara.it<br />

Muravera<br />

Hotel Corallo<br />

Via Roma, 31 - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 9930502 • Fax +39 070 9930298<br />

e-mail: info@albergocorallo.it • www.albergocorallo.it<br />

94<br />

Ristorazione<br />

Cagliari<br />

Ristorante Dal Corsaro<br />

Viale Regina Margherita, 28 - 09124 Cagliari<br />

Tel. +39 070 664318 • Fax +39 070 653439<br />

e-mail: info@dalcorsaro.com • www.dalcorsaro.com<br />

Ristorante Italia<br />

Via <strong>Sardegna</strong>, 30 - 09124 Cagliari<br />

Tel. +39 070 657987 • Fax +39 070 674666<br />

e-mail: vmundula@tiscali.it • www.sardegnasud.it<br />

Quartu Sant’Elena<br />

Ristorante Su Meriagu<br />

Loc. S.Andrea - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 890842 • Fax +39 070 890842<br />

e-mail: sumeriagu@tiscali.it • www.sardegnasud.it


Carloforte<br />

Al Tonno di Corsa<br />

Via Marconi, 47 - 09014 Carloforte (Ca)<br />

Tel. +39 0781 855106 • Fax +39 0781 855106<br />

e-mail: info@tonnodicorsa.it • www.tonnodicorsa.it<br />

Dimore Storiche<br />

Cagliari<br />

Convento San Giuseppe<br />

Via Paracelso (prol. Via Parigi) - 09131 Cagliari<br />

Tel. +39 070 503343 • Fax +39 070 522765<br />

e-mail: info@conventosangiuseppe.com • www.conventosangiuseppe.com<br />

Caffè<br />

Cagliari<br />

Antico Caffè dal 1855<br />

Piazza Costituzione, 10/11 - 09100 Cagliari<br />

Tel. +39 070 658206 • Fax +39 070 658206<br />

e-mail: info@anticocaffe1855.it • www.anticocaffe1855.it<br />

Agenzie Viaggi e Tour Operator<br />

Cagliari<br />

Nautilus Srl - Agenzia Viaggi, Tour Operator & D.M.C.<br />

Via Castiglione, 33 - 09131 Cagliari<br />

Tel. +39 070 400678 • Fax +39 070 493203<br />

e-mail: info@nautilus-viaggi.com • www.nautilus-viaggi.com<br />

World Travel Jet - Agenzia Viaggi, Tour Operator & D.M.C.<br />

Via Alghero, 46 - 09127 Cagliari<br />

Tel. +39 070 60051 • Fax +39 070 664223<br />

e-mail: sardinia@worldtraveljet.com • www.worldtraveljet.com<br />

Bus Operator<br />

Cagliari<br />

Dedoni Granturismo<br />

Viale Monastir Km. 6,500 Zona Ind. Casic - Cagliari<br />

Tel. +39 070 210121 • Fax +39 070 240587<br />

e-mail: info@dedoniturismo.it • www.sardegnasud.it<br />

Murgia Granturismo<br />

Via Salvemini, 6 - 09131 Cagliari<br />

Tel. +39 070 488257 • Fax +39 070 486758<br />

e-mail: murgiabus@tiscali.it • www.murgiabus.it<br />

95<br />

Sport & Benessere<br />

Quartu Sant’Elena<br />

Centro Benessere Thalassos<br />

Via Leonardo Da Vinci, 16 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 8341024 • Fax +39 070 8340468<br />

e-mail: thalassos@tiscali.it • www.thalassos.it


96<br />

GUIDA AGLI ACQUISTI<br />

Cagliari<br />

Laboratorio orafo<br />

di Mandas Loredana<br />

Via Sicilia, 31 - 09124 Cagliari<br />

Tel. +39 070 667648 • Fax +39 070 670558<br />

loredanamandas@tiscali.it<br />

Laboratorio artigiano. Lavorazione della filigrana sarda in oro.<br />

Oro e intagli<br />

di Ilaria Casti<br />

Via Donizetti, 6 - 09128 Cagliari<br />

Tel. +39 070 401187<br />

Realizzazione e vendita di gioielli in filigrana sia in oro che argento.<br />

Gioielleria Cilloco<br />

Via Manno, 3 09124 - Cagliari<br />

Tel. +39 070 663106<br />

Rivendita di gioielli tipici sardi in filigrana in oro e argento.<br />

Ieri ed Oggi<br />

di Sanna & C. snc<br />

Via Baylle, 56 - 09124 Cagliari<br />

Tel. +39 070 651123 • Fax +39 070 651123<br />

Rivendita di gioielli ceramiche coralli filigrane in oro e argento.<br />

Raku<br />

di Di Martino M. Cristina<br />

Scalette Santa Teresa, 2 - 09124 Cagliari<br />

Tel. +39 070 653898 • Fax +39 070 653898<br />

Laboratorio artigiano di ceramiche.<br />

Ariu ceramiche<br />

Via Costituzione, 16 - 09100 Cagliari<br />

Tel. +39 070 651684 • Fax +39 070 651684<br />

Laboratorio e rivendita ceramiche.<br />

Bonu Cose Buone della <strong>Sardegna</strong> sas<br />

Viale Diaz 162 - 09126 Cagliari<br />

Tel. +39 070 306453 • Fax +39 070 344566<br />

bonugiovanni@tiscali.net • www.bonu.it<br />

Rivendita di prodotti enogastronomici e artigianali sardi.<br />

Emporio del Naturale<br />

Vico I Barone Rossi, 13 - 09125 Cagliari<br />

Tel. +39 070 684350 • Fax +39 070 684350<br />

satrasardigna@tiscali.it • www.satrasardigna.it<br />

Rivendita prodotti tipici e biologici dell'agroalimentare.<br />

Il Germoglio - S'Atra Sardigna<br />

Via S. Benedetto 2/d - 09125 Cagliari<br />

Tel. +39 070 402368 • Fax +39 070 402368<br />

satrasardigna@tiscali.it • www.satrasardigna.it<br />

Rivendita prodotti tipici e biologici dell'agroalimentare.<br />

Durke srl<br />

Via Napoli, 66 - 09124 Cagliari<br />

Tel. +39 070 667984 • Fax +39 070 672250<br />

mail@durke.com • www.durke.com<br />

Produttore artigiano e di dolci tradizionali sardi. Punto vendita.


Assemini<br />

La Fantastica Bottega<br />

di Tinti Ignazia<br />

Via Cagliari, 195/A - 09032 Assemini (Ca)<br />

Tel. +39 070 944900 • Fax +39 070 944900<br />

Laboratorio artigiano lavorazione della ceramica.<br />

Decimomannu<br />

Fi.La.Tex sas<br />

Via Oristano, sn - 09033 Decimomannu (Ca)<br />

Cell. 347 3415756<br />

Laboratorio artigiano tessile.<br />

Monserrato<br />

Massidda Artigianato Sardo<br />

S.S. 554 Km 5,800 n.109 - 09042 Monserrato (Ca)<br />

Tel. +39 070 573191<br />

Produzione e vendita di ceramiche artistiche artigianali.<br />

San Sperate<br />

Biscottificio Corronca snc<br />

Via Cagliari,101 - 09026 San Sperate (Ca)<br />

Tel. +39 070 9600252 • Fax +39 070 9603242<br />

Produzione dolci tipici sardi. Punto vendita.<br />

Cooperativa Apistica mediterranea arl<br />

Via Villasor, snc - 09026 San Sperate (Ca)<br />

Tel. +39 070 9601926 • Fax +39 070 9603431<br />

Produzione di miele e di prodotti dell'alveare. Punto vendita.<br />

Sestu<br />

Ferruccio Podda spa<br />

Ex S.S. 131 Km 7,750 - 09028 Sestu (Ca)<br />

Tel. +39 070 22058/9 • Fax +39 070 22513<br />

Produzione e rivendita di latte fresco, mozzarelle burro, formaggi e tutti i<br />

prodotti del latte.<br />

Settimo San Pietro<br />

L'Orto Sardo srl<br />

Località Is Argiddas - 09040 Settimo San Pietro (Ca)<br />

Tel. +39 070 7640044 • Fax +39 070 7640044<br />

ortosardo.saporidoc@tin.it • www.ortosardo.it<br />

Produttore agroalimentare di conserve in olio d'oliva. Esportatore.<br />

Sinnai<br />

LUDUS Liquorificio Artigiano Ruggero Leone<br />

Via Pio XII, 19 - 09048 Sinnai (Ca)<br />

Tel. +39 070 782266 • Fax +39 070 761387<br />

info@ruggero leone.it • www.ruggeroleone.it<br />

Produzione e vendita liquori tipici sardi, mirto di bacche, di foglie, limonello,<br />

filu'e ferru.<br />

97


MARMILLA


La Marmilla si estende tra il Sarcidano, la Trexenta, il Campidano<br />

di Cagliari e il territorio definito come Parte Usellus,<br />

attraverso un territorio punteggiato da numerose formazioni<br />

collinari tondeggianti che suggerirono ai Romani il nome<br />

Mamilla assunto in seguito dall’intera subregione. Nel corso<br />

del Medioevo la zona fu distretto del Giudicato d'Arborea,<br />

ricoprendo un importante ruolo economico e fondamentale<br />

funzione strategica e militare. Il territorio è costellato di<br />

insediamenti preistorici che evidenziano una lunga frequentazione<br />

legata prevalentemente alle attività agricole, con un<br />

gran numero di monumenti di età nuragica edificati a difesa<br />

degli altopiani della Jara Manna e delle basse colline circostanti.<br />

La presenza punica (IV-III secolo a.C.) è documentata<br />

da insediamenti sparsi a carattere rurale, da vaste necropoli<br />

e da edifici cultuali dedicati a Demetra. Pochi i centri fondati<br />

in età romana, ma il territorio era attraversato dalla strada<br />

100<br />

che da Cagliari conduceva a Turri Libisonis, l’odierna<br />

Porto Torres. Con la decadenza dell'Impero le popolazioni<br />

delle campagne si aggregarono in abitati, in un processo<br />

continuato sino al medioevo quando la Marmilla fu attraversata<br />

dal confine fra il Giudicato di Arborea e quello di<br />

Cagliari. L’influenza politica arborense favorì l'irradiazione<br />

verso sud di maestranze autoctone che presero parte alla<br />

costruzione delle chiese di San Pietro a Villamar, della Madonna<br />

del Carmine a Mogoro, di San Gregorio a Sardara e<br />

della piccola chiesa di San Michele Arcangelo a Siddi. La<br />

regione conserva un eccezionale patrimonio antropologico<br />

e storico reso ancora più suggestivo dalle bellezze naturali,<br />

artistiche e archeologiche. Accanto a riti di origine romana,<br />

bizantina e iberica, si conservano usi che affondano le radici


ORISTANO<br />

Genuri<br />

Setzu<br />

Turri<br />

Barumini<br />

Gonnostramatza Tuili<br />

Las Plassas<br />

Ussaramanna<br />

Mogoro Siddi<br />

Collinas Pauli Arbarei<br />

Lunamatrona<br />

Sardara Villanovaforru Villanovafranca<br />

Villamar<br />

Furtei<br />

MARMILLA<br />

Segariu<br />

Sanluri<br />

CAGLIARI<br />

nel passato dei riti agresti e della fertilità, le<br />

cui tracce più spettacolari sono is fogadonis, i grandi fuochi<br />

che rischiarano l'oscurità delle fredde notti di gennaio durante<br />

le festività di Sant’Antonio, San Vincenzo e San Sebastiano.<br />

In queste occasioni la commistione tra riti cristiani e pagani<br />

arcaici compone un quadro di notevole interesse etnografico.<br />

Fonte: Dentro la Marmilla de Sa Corona Arrubia<br />

Realizzato da Soc. Techniplan Roma<br />

Tutti i diritti sono riservati a Consorzio Turistico Sa Corona Arrubia


Altipiano della Giara<br />

L’altipiano basaltico de Sa Jara Manna si estende sui territori<br />

di Gesturi, Tuili e Setzu. Vasto 42 kmq. è noto per i mitici<br />

cavallini che vivono allo stato brado tra sughere e paulis.<br />

Dall’alto dei suoi 650 metri di altitudine la Giara offre un<br />

eccezionale punto d’osservazione su tutta la Marmilla e sui<br />

territori confinanti. Costituisce un vero paradiso naturalistico<br />

per la sua vegetazione lussureggiante, la vasta sughereta, la<br />

macchia mediterranea e la flora endemica che annovera 390<br />

specie. Grande fascino presentano anche pinnette e cuilis,<br />

gli antichi ricoveri per pastori e animali, dove è possibile<br />

consumare la tradizionale colazione a base di genuini prodotti<br />

locali.<br />

Per informazioni: Jara Escursioni, di R. Sanna tel. 070 9364277<br />

Coop. Sa Jara Manna, tel. 070 9368170<br />

102<br />

Sanluri<br />

Castello di Sanluri<br />

Costruito per volere dei Giudici di Cagliari tra XIII e XIV<br />

secolo è l'unico ancora integro degli 88 castelli edificati in<br />

<strong>Sardegna</strong>. È stato teatro di importanti avvenimenti storici<br />

durante tutto il periodo giudicale per la sua posizione di<br />

confine tra il Giudicato di Arborea e quello di Cagliari. Oltre<br />

agli ambienti con gli arredi d’epoca è sede del Museo Risorgimentale<br />

Duca d’Aosta, che conserva la bandiera della<br />

vittoria italiana su Trieste ed il bollettino originale firmato<br />

dal Generale Diaz, diversi cimeli originali della prima guerra<br />

mondiale ed una collezione di ceroplastiche realizzate tra<br />

Cinquecento e Ottocento.<br />

Via Generale Nino Villasanta, tel. 070 9307151<br />

Orario: tutte le domeniche 9,45-13.00 / 15,15-19,30<br />

gli altri giorni apre su prenotazione per gruppi con minimo 25 persone


Retablo di Sant’Anna<br />

La chiesa parrocchiale della Madonna delle Grazie accoglie<br />

un pregevole dipinto attribuito alla bottega di Antioco Mainas<br />

e datato al 1576.<br />

Parrocchiale della Beata Vergine Immacolata<br />

Si presenta esternamente come un aggregato di volumi su<br />

cui spiccano la grande cupola che ricopre il coro e il campanile<br />

a canna quadrata, proponenti forme tardo-gotiche risalenti<br />

alla prima metà del XVI secolo. Al suo interno è collocata<br />

un'ancona con alla base una statua di legno policromo della<br />

Madonna e un doppio trittico con episodi della vita di Cristo,<br />

attribuibile ad un maestro cinquecentesco della scuola di<br />

Stampace affine ad Antioco Mainas.<br />

Museo etnografico dei Cappuccini<br />

Il convento dei frati Cappuccini fu edificato a breve distanza<br />

dall'antico borgo di Sanluri su uno dei colli più panoramici<br />

del territorio. Al suo interno è allestito un museo con<br />

una vasta raccolta di arte<br />

sacra, diversi reperti archeologici,<br />

artigianato<br />

locale e attrezzi delle<br />

arti e mestieri esercitati<br />

dai frati.<br />

Convento<br />

dei frati Cappuccini<br />

tel. 070 9307107<br />

www.museocappuccini.it<br />

Orario: su prenotazione<br />

sia la mattina<br />

che il pomeriggio<br />

Sa Batalla<br />

A fine luglio, con cadenza biennale,<br />

la manifestazione rievoca gli avvenimenti<br />

del XV secolo che portarono<br />

alla sconfitta definitiva dell’esercito<br />

Arborense ad opera delle armate<br />

di Martino il Giovane Infante<br />

d’Aragona ed al conseguente dominio<br />

spagnolo sulla <strong>Sardegna</strong>.


Festa del Borgo<br />

La festa è un’importante manifestazione che si protrae<br />

per due giorni alla fine del mese di settembre. L’antico<br />

borgo medievale rivive le tradizioni locali della vita<br />

nei campi, dei lavori artigianali e della cucina tipica.<br />

Per informazioni: www.prolocosanluri.it<br />

Sardara<br />

Castello di Monreale<br />

Con il suo borgo fortificato, il castello era la più grande ed<br />

importante roccaforte del Giudicato di Arborea. Sede residenziale<br />

e di soggiorno dei regnanti, base militare e strategica,<br />

luogo di raccolta di derrate alimentari, la fortezza controllava<br />

il confine tra il Giudicato di Arborea<br />

e quello di Cagliari, nonché la<br />

principale arteria viaria dell'isola.<br />

104<br />

Chiesa di San Gregorio<br />

Punto d’incontro tra nuova sensibilità<br />

gotica e vecchie soluzioni<br />

romaniche, sembra potersi datare<br />

tra la fine del XIII e l’inizio del<br />

XIV secolo. I punti di compromesso<br />

tra i due gusti stilistici si<br />

leggono già nella maestosa e<br />

multicolore facciata, dove gli archetti<br />

di coronamento hanno assunto<br />

il profilo ogivale e la finta<br />

loggia di gusto pisano riprende il<br />

motivo del sesto acuto. Sopra il<br />

portale ad ogiva si colloca il rosone<br />

tipicamente gotico.<br />

Per informazioni: Coop. Villa Abbas<br />

tel. 070 9386183


Santuario nuragico di Sant’Anastasia<br />

In questo santuario del IX – VIII secolo a.C. sono evidenti le<br />

radici di riti e credenze legate al culto delle acque. È costituito<br />

da un tempio a pozzo inserito in un grande recinto curvilineo<br />

all’interno del quale si<br />

individuano diverse<br />

capanne,<br />

tra cui la cosiddetta<br />

Sala<br />

del Consiglio.<br />

Per contrastare<br />

la persistenza<br />

del culto pagano<br />

venne eretta<br />

la chiesa bizantina<br />

di Sant’Anastasia,<br />

inglobante<br />

tra<br />

l’altro uno dei<br />

pozzi sacri.<br />

Piazza Sant’Anastasia<br />

tel. 070 9386183<br />

Orario: 9,00-13,00 / 16,00-19,00<br />

Aquae Neapolitanae e Terme di Sardara<br />

Lungo la provinciale per Pabillonis, al centro dell’immensa<br />

piana del Campidano, una curva svela l’insolita apparizione<br />

di un’oasi di eucaliptus secolari in mezzo ai quali biancheggiano<br />

alcuni fabbricati e una solitaria chiesetta. Siamo arrivati<br />

alle Terme di Sardara, le antiche Aquae Neapolitanae.<br />

In questa regione i protosardi celebravano i riti delle acque<br />

nel tempio nuragico di Sant’Anastasia. Intorno al sito dove<br />

sgorgavano le sorgenti calde esistevano insediamenti restituiti<br />

dagli scavi di Nuraxi Mariaquas, situato proprio tra le fonti,<br />

Nuraxi Arigàu e, pure nelle vicinanze, dai nuraghi Santudomini,<br />

Jana e Arrubiu. Ma anche altre popolazioni sfruttarono<br />

le acque delle terme, come dimostrano i reperti fenici e<br />

punici ritrovati nelle vicinanze. I Fenici, in particolare, si<br />

insediarono a sud dell’antica Othoca, presso Capo Frasca,<br />

dove fondarono la città di Neapolis, collocata presso la foce<br />

del Rivus Sacer e lungo la costa dello stagno di Santuànni,<br />

nell’agro dei Neapoliti che abbracciava l’attuale territorio di<br />

Arcidano, Terralba, Marrubiu, Uras, Pabillonis e Sardara.<br />

Sicuramente rinnovata dai Romani Neapolis assorbì manodopera<br />

locale nella costruzione del tempio di Santa Anastasia<br />

e diede il suo nome prestigioso ad Aquae Neapolitanae. I<br />

Romani avviarono l’attività termale, creando una città ricca<br />

di stabilimenti pubblici, case di soggiorno, foro, teatro e<br />

tempio. La grave crisi economica dell’Impero tra II e III secolo<br />

determinò la decadenza di Aquae Neapolitanae.<br />

105


Nel periodo giudicale, il paese che in tarda epoca imperiale<br />

era sorto nell’agro termale prese il nome di Villa Abbas. Il<br />

clima insalubre dovuto agli acquitrini, la malaria, le frequenti<br />

scorrerie degli arabi e l’esposizione ai continui movimenti<br />

di guerra del vicino Castello di Monreale convinsero gli<br />

Abbesi a cercare rifugio a Sardara. L’atto di morte di Villa<br />

Abbas non ha data certa, ma è presumibilmente anteriore<br />

all’XI secolo. Nel XVII secolo le Terme si trovavano ancora<br />

in uno stato di completo abbandono. Fu Carlo Emanuele IV,<br />

rifugiatosi in <strong>Sardegna</strong> con la Corte, a immaginare una nuova<br />

Vichy in <strong>Sardegna</strong>, ma nulla fu fatto fino al 1898 quando<br />

l’industriale cagliaritano Filippo Birocchi si impegnò in prima<br />

persona nel recupero delle strutture. Le sorgenti furono<br />

liberate dallo strato di terreno alluvionale e isolate con<br />

muratura in pietra e calcestruzzo, l’area fu spianata e messe<br />

a dimora le piante. All’incrocio delle strade che portano alle<br />

terme si osserva ancora il basamento del mulino a vento che<br />

azionava la pompa di pescaggio e trasporto delle acque alle<br />

vasche costruite sulla collina da dove, per caduta, alimentavano<br />

i bagni e provvedevano al fabbisogno dell’albergo. Una<br />

seconda sorgente portava direttamente l’acqua al lavatoio<br />

e alla gualchiera, la terza era riservata all’impianto di imbottigliamento,<br />

la quarta - l’antica fonte romana - era riservata<br />

agli usi terapeutici, la<br />

quinta era destinata<br />

alla<br />

preparazione<br />

dei fanghi.<br />

Nel<br />

1900,<br />

dopo la<br />

morte di Filippo<br />

Birocchi, le<br />

nuove terme furono<br />

inaugurate.<br />

Fonte: Alviero Curreli, Sardara.<br />

Cenni, civiltà, tradizioni<br />

Museo Archeologico Villa Abbas<br />

Offre un coinvolgente percorso attraverso<br />

il tempo ed entro un territorio geografico<br />

ampio e vario che abbraccia buona<br />

parte del campidano. Qui sono raccolti<br />

numerosi reperti, che vanno<br />

dalla preistoria al Medioevo.<br />

Piazza Libertà<br />

tel. 070 9386183<br />

Orario: 9,00-13,00 / 16,00-19,00;<br />

chiuso


Collinas - Lunamatrona<br />

Museo Naturalistico del Territorio Sa Corona Arrùbia<br />

Posizionato immediatamente a valle della Giara di Siddi il<br />

museo gode della splendida cornice naturale de Sa Corona<br />

Arrùbia, che deve il nome alla spettacolare fessurazione<br />

colonnare della roccia basaltica e alla<br />

colorazione rossastra dovuta alla colonizzazione<br />

dei licheni, origine del qualificativo<br />

arrubia, rossa com’è appunto<br />

la scoscesa parete lavica.<br />

La struttura allestisce il sistema<br />

museografico dei DIORAMI, nati<br />

dalla collaborazione con i migliori specialisti europei, con<br />

ricostruzioni prospettiche tridimensionali a grandezza naturale<br />

che conducono in un viaggio virtuale tra gli ambienti naturali<br />

e i paesaggi antropici. Attraverso didascalie, spiegazioni e<br />

teche con ricostruzioni in scala il visitatore è guidato alla<br />

conoscenza degli ecosistemi della Marmilla con una viva<br />

sensazione di realismo e completezza. Nella Sezione Botanica<br />

campioni d’erbario, disegni e modelli tridimensionali descrivono<br />

le caratteristiche morfologiche e strutturali degli aspetti<br />

vegetazionali tipici del territorio e le fasi evolutive di boschi,<br />

macchie, garighe e praterie, affiancando carte tematiche<br />

della vegetazione che precisano la distribuzione e l’estensione<br />

degli habitat.<br />

107


Il laboratorio dei Giogus Antigus ospita una collezione di<br />

200 giocattoli della tradizione sarda ricostruiti sulle testimonianze<br />

degli anziani locali, a cui si affiancano i contus,<br />

aneddoti e storie in lingua commentati dagli animatori del<br />

museo. Il Museo del Territorio è collegato da una seggiovia<br />

alla sommità dell’altopiano basaltico di Siddi, lungo un<br />

percorso aereo che sorvola l’area del Parco Geobotanico del<br />

Mediterraneo. Il tragitto si spiega tra rocce, macchia e fitta<br />

vegetazione d’alto fusto sfiorando l’imponente strapiombo<br />

roccioso de Sa Corona Arrùbia ricoperto dal caratteristico<br />

lichene rosso.<br />

Località Sa Corona Arrùbia<br />

(s.p. Lunamatrona-Collinas)<br />

tel. 070 9341009, fax 070 9341135<br />

web:www.sacoronaspa.it • e-mail: museoterritoriale@tiscali.it<br />

Orario: infrasettimanale; 9,00-13,00 / 15,00-19,00;<br />

sabato e domenica: 9,00 - 19,00<br />

108<br />

Collinas<br />

Centro storico<br />

Il nucleo più antico del piccolo paese è egregiamente conservato,<br />

con le sue case a corte interamente realizzate in<br />

pietra locale e dotate di grandi portali ad arco. L’equilibrata<br />

struttura architettonica del paese è dominata dalle sue chiese<br />

e dall’imponente edificio ottocentesco del monte granatico,<br />

adibito oggi a centro studi in onore di Giovanni Battista<br />

Tuveri, letterato, filosofo e importante uomo politico.<br />

Chiesa campestre di Santa Maria Angiargia<br />

La piccola chiesa è situata al centro di un bosco di olmi,<br />

considerato sacro sulla scorta di una credenza fortemente


adicata tra gli abitanti del luogo, che impone il rispetto del<br />

bosco pena la sventura per coloro che si rendessero colpevoli<br />

di una qualunque asportazione. Nella venerazione rivolta<br />

alla Santa si ravvisano tracce di un antico culto delle acque,<br />

reso esplicito dallo stesso attributo Angiargia legato al latino<br />

balnearia e confermato dalla presenza nelle immediate<br />

vicinanze del pozzo di Su Angiu.<br />

Necropoli nuragica Sedda sa Caudeba<br />

La necropoli comprende due tombe di giganti poste a breve<br />

distanza l’una dall’altra. La prima è costruita con grossi massi<br />

conficcati nel terreno e coperta da grandi lastre, la seconda<br />

è realizzata con la più recente tecnica a filari, attestando in<br />

questo modo una continuità nell’uso dell’area funeraria<br />

109<br />

durante le fasi arcaiche dell’età nuragica. Il rinvenimento di<br />

queste tombe e il recupero dei numerosi reperti e resti<br />

scheletrici ha consentito di fare maggiore chiarezza sui rituali<br />

funerari praticati fra XVI e XIV secolo a.C..<br />

Villanovaforru<br />

Chiesa campestre di Santa Marina<br />

Sorge su un colle a sudovest del paese. Costruita nel 1280,<br />

restaurata dagli spagnoli nel 1583 e infine ricostruita nel<br />

1686, secondo un’iscrizione posta sotto l’architrave, la chiesa<br />

è l’unico edificio sacro dedicato in <strong>Sardegna</strong> alla martire<br />

spagnola.


Museo archeologico Genna Maria<br />

Ubicato nell'ex Monte di Soccorso, elegante palazzina<br />

ottocentesca, ospita reperti rinvenuti<br />

nell’omonimo complesso nuragico, rispettando<br />

le associazioni originarie che arredavano e<br />

rendevano funzionali i vari ambienti del<br />

villaggio e del polilobato. Si possono<br />

ammirare, inoltre, materiali provenienti<br />

dai numerosi siti del territorio della<br />

Marmilla, comprendendo un arco di<br />

tempo che va dal Neolitico all'età romana.<br />

Piazza Costituzione, 1 - Tel 070 9300050<br />

Orario: 9,30 - 13,00 / 15,30 - 18,00<br />

(dal 1 aprile al 30 settembre 15,30 -19,00)<br />

lunedi chiuso<br />

110<br />

Complesso nuragico di Genna Maria<br />

Il complesso di Genna Maria si erge su un colle a circa<br />

un chilometro dal paese. Il sito è stato interessato da<br />

indagini di scavo a partire dalla fine degli anni ’60, quando<br />

dalla collina artificiale sono emerse le strutture di un<br />

insediamento nuragico costituito da un nuraghe trilobato,<br />

da un antemurale turrito e dal circostante villaggio di<br />

capanne. Varie fasi archeologiche scandiscono il lungo<br />

periodo di frequentazione del sito che si protrae, quasi<br />

senza soluzione di continuità, a partire dall’età del Bronzo<br />

Medio fino all’Età del Ferro. Il monumento turrito centrale<br />

fu realizzato nel XIV secolo a.C. adoperando la tenera roccia<br />

locale. Al mastio si addossarono le tre torri perimetrali<br />

lasciando, come di norma, una zona centrale scoperta con<br />

pozzo. Intorno all’VIII secolo a. C. il sito fu abbandonato in<br />

modo repentino, come testimoniano i segni di incendio e la<br />

distruzione violenta delle strutture dell’antemurale, che<br />

vennero abbattute e ridotte alle fondamenta. Sopra queste,<br />

nel secolo successivo,<br />

furono impiantate<br />

le strutture del<br />

villaggio, composto<br />

di diverse abitazioni<br />

strutturate<br />

in un assetto planimetrico<br />

a corte<br />

centrale scoperta.<br />

All’interno dei vani<br />

sono stati rinvenuti<br />

numerosi reperti testimonianti<br />

la vita<br />

quotidiana del sito,


sigillati dai crolli della distruzione violenta datata alla fine<br />

dell’VIII secolo a.C. Il colle di Genna Maria sarà poi sporadicamente<br />

frequentato fino ad età punica quando il nuraghe,<br />

intorno al IV secolo a.C. già parzialmente distrutto, fu<br />

riutilizzato come sacello dedicato al culto della dea Demetra.<br />

Tale riutilizzo perdurerà, conservando nel tempo la caratterizzazione<br />

di culto agrario fino al IV<br />

secolo d.C., attraverso i secoli dell’Età<br />

romana e riconvertendosi nel<br />

culto a Cerere.<br />

Località Genna Maria<br />

tel. 070 9300050<br />

Orario: mar-dom 9,30-13,00 / 15,30-18,00<br />

(dal 1 aprile al 30 settembre 15,30-19,00)<br />

Segariu<br />

Chiesa di Sant’Antonio<br />

Presenta un pregevole impianto<br />

romanico originario, successivamente<br />

rimaneggiato in altri stili.<br />

Tebajus<br />

Tra la fine di luglio e i primi di<br />

agosto il paese di Segariu ripropone<br />

nella manifestazione<br />

Tebajus l’importante tradizione<br />

locale della lavorazione delle<br />

tegole costruite con fango e<br />

paglia, una specializzazione<br />

produttiva che consentiva ai braccianti di dedicarsi ad un<br />

secondo lavoro dopo le attività nei campi. Nei tre giorni<br />

della manifestazione si ripropongono tutte le fasi della<br />

produzione, dall’impasto a piedi nudi dell’argilla in “sa<br />

fogaia” fino alla colata negli stampi. Una volta preparate,<br />

le tegole sono lasciate essiccare al sole in “sa praza” e<br />

successivamente stoccate in capanne di canne e tseracchi.<br />

Il momento più spettacolare è “sa coidura”, eseguita a fuoco<br />

vivo durante la notte.<br />

111


Lunamatrona<br />

Parrocchiale di San Giovanni Battista<br />

Monumentale edificio del XVI secolo rimaneggiato in chiave<br />

barocca, custodisce il retablo rinascimentale di Santa Maria,<br />

opera di Antioco Mainas.<br />

Tomba di giganti Su Cuaddu e Nixias<br />

La tomba costituisce un raro esempio di<br />

sepoltura collettiva con stele monumentale<br />

nella <strong>Sardegna</strong> meridionale. Lo<br />

stile delle architetture, la presenza della<br />

stele al centro dell’esedra e la tipologia<br />

dei manufatti rinvenuti durante lo scavo<br />

consentono di datare il monumento alle<br />

fasi arcaiche della civiltà nuragica, intorno<br />

ai secoli XVI-XV a.C..<br />

Furtei<br />

Parrocchiale di Santa Barbara<br />

Il paese è recentemente divenuto famoso<br />

per i suoi ricchi giacimenti auriferi. La<br />

parrocchiale di Santa Barbara ospita un<br />

importante dipinto del XVI secolo ad opera di Antioco<br />

Mainas raffigurante<br />

la Crocifissione ed<br />

un’interessante<br />

Dormitio Virginis<br />

settecentesca con<br />

il relativo corredo<br />

di broccato, sandali<br />

e corona<br />

d’argento.<br />

Chiesa di San Narciso<br />

Questo piccolo edificio sacro del<br />

XII secolo sorge su un prominente<br />

colle all’interno del paese.


Villamar<br />

È il terzo paese affrescato della <strong>Sardegna</strong> dopo Orgosolo e<br />

San Sperate, ma è l’unico a vantare un’originale genesi<br />

dell’arte dei Murales, introdotta nei primi anni Settanta da<br />

esuli cileni incontratisi a Parigi con artisti locali. I motivi di<br />

protesta sociale e lo stile evidenziati nei primi murales sono<br />

conservati dalle produzioni successive, caratterizzandole in<br />

forme assolutamente peculiari.<br />

Quartiere Maiorchino<br />

Nel cuore del centro storico il quartiere ospitava la nutrita<br />

comunità d’origine maiorchina della Villa di Mara, testimoniando<br />

i traffici mercantili che univano la <strong>Sardegna</strong> al resto<br />

del Mediterraneo. Per tutto il Cinquecento i mercanti vi<br />

gestirono la raccolta dei cereali che attraverso Cagliari<br />

giungevano all’isola di Maiorca, centro di smistamento delle<br />

derrate per tutta la Spagna.<br />

Parrocchiale di San Giovanni Battista<br />

Risalente al XVI secolo, custodisce diverse opere d’arte<br />

di notevole pregio, tra cui spicca lo splendido Retablo<br />

della Madonna del Latte realizzato nel 1518 da Pietro<br />

Cavaro, pittore della scuola cagliaritana di Stampace,<br />

considerato uno dei più insigni del Rinascimento sardo.<br />

113<br />

Chiesa di San Pietro<br />

Situata a breve distanza dalla precedente questa chiesa<br />

romanica di eccezionale pregio è stata realizzata in<br />

pietra locale nel XII secolo. L’edificio sacro manifesta<br />

notevoli influenze stilistiche arabeggianti dovute probabilmente<br />

all’impiego di maestranze provenienti dalla<br />

Spagna.


Villanovafranca<br />

Museo Archeologico e Fortezza Nuragica Su Mulinu<br />

Sito nella centralissima Piazza Risorgimento nei locali dell’ottocentesco<br />

monte granatico propone un percorso cronologico<br />

che si snoda dall’età prenuragica sino all’età bizantina.<br />

I reperti esposti sono distribuiti in due sezioni che illustrano<br />

l’antica e densa geografia antropica del territorio e i risultati<br />

dello scavo dell’omonima fortezza nuragica. Un’apposita<br />

sezione tattile è dedicata ai non vedenti, corredata da copie<br />

dei materiali più significativi e assistita da pannelli in braille.<br />

114<br />

La fortezza nuragica e la vita nell’ampio insediamento circostante<br />

ebbero probabilmente inizio verso la metà del II<br />

millennio a.C., perdurando con alterne vicende sino all’alto<br />

Medioevo. Nel sito si ammira uno dei più fortunati ritrovamenti<br />

archeologici sardi degli ultimi anni, un imponente<br />

altare scolpito in un unico blocco di pietra riproducente<br />

fedelmente le forme dello stesso complesso nuragico ed<br />

ancora posizionato nel vano della torre centrale. Il rinvenimento<br />

testimonia la solennità dei riti sacri legati alla sfera<br />

della fertilità, celebrati con un’articolata liturgia che prevedeva<br />

sacrifici animali e vegetali o l’offerta di manufatti votivi.<br />

Piazza Risorgimento, tel. 070 9367458<br />

e-mail: ilcocciopiccoop@tiscali.it<br />

Orario: ottobre/aprile 9,30-13,00 / 14,30-17,00<br />

maggio/settembre 10,00-13,00 / 16,00-19,00<br />

lunedì chiuso


Las Plassas<br />

Castello di Marmilla<br />

Fu edificato prima del 1172 su un’altura perfettamente<br />

conica, a costituire uno dei più importanti avamposti a difesa<br />

del confine meridionale del Giudicato d’Arborea. La robusta<br />

roccaforte, inizialmente destinata ad ospitare contingenti<br />

armati, venne in seguito utilizzata come carcere feudale sino<br />

al 1835. Nel 1902 è stato dichiarato Monumento Nazionale.<br />

Museo del Castello<br />

Il museo ripropone le<br />

istituzioni, l’economia,<br />

la religiosità e la vita<br />

quotidiana nella villa<br />

di Las Plassas fra il<br />

XIV e il XV secolo,<br />

lungo un percorso<br />

scandito da pannelli<br />

descrittivi in una<br />

ricostruzione ideale<br />

della roccaforte, del<br />

borgo e della vita<br />

che vi si svolgeva.<br />

Per informazioni: Società Is Crontas<br />

via A. Manzoni, 4 • tel. 328 1924332 - 329 4924191<br />

Orario: aperto quotidianamente dall’11 agosto al 15 settembre.<br />

Negli altri periodi aperto la domenica. Visita per comitive su prenotazione.<br />

Parrocchiale Santa Maria Maddalena<br />

Edificata nella seconda metà del Seicento probabilmente sui<br />

ruderi di una precedente chiesa bizantina, è stata più volte<br />

ristrutturata e restaurata. Situata ai piedi del colle del Castello<br />

di Marmilla e isolata rispetto all’abitato<br />

ha pianta a croce sormontata<br />

da una grande cupola<br />

ottagonale.<br />

115<br />

Barumini<br />

Chiesa di Santa Tecla<br />

La piccola chiesa del XV secolo<br />

ha altare e pavimentazione in<br />

pietra e due rosoni traforati a<br />

noce e a stella. Attualmente<br />

ospita il museo multimediale<br />

dei reperti rinvenuti durante<br />

gli scavi del complesso nuragico<br />

di Su Nuraxi.<br />

Per informazioni: tel. 070 9368128


116<br />

Nuraghe Su Nuraxi<br />

Il nuraghe Su Nuraxi è sito su un basso terrazzamento ai<br />

piedi della Giara di Gesturi, a poco più di 1 chilometro a<br />

ovest del moderno abitato di Barumini. Il grandioso monumento,<br />

che per la sua importanza è riconosciuto come<br />

patrimonio dell’umanità dall'UNESCO, è parte di un insieme<br />

di monumenti<br />

nuragici turriti<br />

(circa 27) disposti<br />

su tipici<br />

rilievi collinari a<br />

mammella. Gli<br />

scavi condotti<br />

dall’archeologo<br />

Giovanni Lilliu<br />

tra il 1951 e il<br />

1956 hanno<br />

rivelato, sotto<br />

quella che appariva<br />

una<br />

collina naturale, un<br />

monumento complesso<br />

di pianta<br />

quadrilobata, attorniato<br />

da muri di<br />

cinta e torri circolari<br />

e da un consistente<br />

agglomerato<br />

abitativo di capanne.<br />

La torre<br />

centrale, da far risalire<br />

al 1500/1300<br />

a.C., presenta la<br />

classica forma<br />

tronco-conica, ergendosi<br />

in origine<br />

sino a 18 metri e<br />

presentando tre<br />

camere sovrapposte<br />

e con copertura<br />

a falsa cupola.<br />

La struttura è<br />

in grossi blocchi<br />

basaltici sovrapposti a secco, appena sbozzati o lasciati al<br />

naturale. La torre arcaica fu successivamente attorniata da<br />

quattro torri minori collegate da possenti cortine murarie a<br />

formare un poderoso bastione; le torri minori presentano<br />

un doppio ordine di feritoie che verranno accecate dal<br />

robusto intervento di rifascio di tre metri di spessore sull’intera<br />

struttura, avvenuto alla fine del II millennio a.C.


La fortezza fu infine dotata di una cinta avanzata con sette<br />

torri, anch’esse provviste di feritoie. In quello che oggi<br />

appare come un unico esteso villaggio - in realtà tale complesso<br />

è costituito da più villaggi utilizzati in periodi diversi<br />

- si distinguono la Sala del Consiglio, che ospitava le riunioni<br />

degli anziani della comunità chiamati a prendere le decisioni<br />

più gravose. Al suo interno è stato rinvenuto un piccolo<br />

nuraghe litico oggi custodito presso il Museo Archeologico<br />

Nazionale di Cagliari. L'arco cronologico documentato dai<br />

reperti dello scavo origina dalle fasi arcaiche della civiltà<br />

nuragica (Fase A del Bronzo Medio, XVI-XV secolo a.C.)<br />

attraversando il Bronzo Recente (Fase B del XIV-XIII secolo<br />

a.C.), il Bronzo Finale ed il Primo Ferro (Fase C del XII-VIII<br />

secolo a.C.), l'Età del Ferro avanzata (Fase D dell'VIII-VI<br />

secolo a.C.), fino ad arrivare al periodo Punico-Romano (Fase<br />

E, tra V secolo a.C. e III secolo d.C.).<br />

Per informazioni:<br />

Tel. 070 9368128 - 368 7377791<br />

Orario:<br />

dicembre, gennaio, febbraio 9,00-16.00<br />

marzo 9,00-17,00<br />

aprile 9,00-18,00<br />

maggio, giugno 9,00-19,00<br />

luglio, agosto 9,00-19,30<br />

settembre 9,00-18,30<br />

ottobre 9,00-17,30<br />

novembre 9,00-16,30<br />

Fonte: Itinerari di turismo integrato,<br />

Volume Giubileo 2000<br />

Testi a cura di Soc. Coop. Geobiopal


Tuili<br />

Parrocchiale di San Pietro e<br />

Maestro di Castelsardo<br />

Il retablo, capolavoro rinascimentale della<br />

<strong>Sardegna</strong>, è Monumento Nazionale. L’opera,<br />

olio e tempera su tavola, fu eseguita verso il<br />

1500 e poi attribuita al Maestro di Castelsardo,<br />

così denominato per i retabli dipinti nell’antica<br />

Castelaragonese. Le notizie che lo riguardano<br />

sono pressoché inesistenti, ma dallo stile e dalle<br />

influenze rivelate dai dipinti è presumibile che<br />

l’artista fosse di origine catalana. La sua attività<br />

in <strong>Sardegna</strong> è documentata alla fine del XV<br />

secolo, le sue opere sono oggi custodite a Tuili,<br />

Castelsardo, Cagliari, Ajaccio, Barcellona e<br />

Birmingham. È autore di una pittura considerata<br />

come l’espressione più alta dell’arte di influenza<br />

catalana in <strong>Sardegna</strong>.<br />

Parco tematico <strong>Sardegna</strong> in Miniatura<br />

Il parco descrive gli aspetti geomorfologici,<br />

storici e architettonici dell’intera <strong>Sardegna</strong>. La<br />

sua visita, con le riproduzioni dei monumenti<br />

realizzate in scala ridotta, propone un viaggio ideale con lo<br />

scopo dichiarato di accrescere le conoscenze sul patrimonio<br />

storico e culturale regionale.<br />

S.p. Tuili - Barumini, tel. 070 9361004<br />

Setzu<br />

Domus de janas Sa Domu ’e s’Orcu<br />

Situata immediatamente a lato della strada carrabile che da<br />

Setzu conduce sull’altopiano della Giara la domus de janas<br />

Sa Domu e s’Orcu è immediatamente visibile, ricavata da un<br />

unico blocco tondeggiante di candida pietra bianco giallastra<br />

affiorante dal terreno come una calotta cranica. La tomba<br />

è databile al neolitico recente, periodo di diffusione della<br />

cosiddetta Cultura di Ozieri e dell’architettura ipogeica<br />

funeraria.


Sa Merenda<br />

Alla fine di agosto, durante i festeggiamenti in onore di<br />

Sant’Ignazio da Laconi, un allegro corteo accompagnato da<br />

balli e canti passa di casa in casa raccogliendo offerte di<br />

cibo, che vengono poi benedette e messe a disposizione dei<br />

protagonisti della questua e del pubblico partecipante.<br />

Genuri<br />

Chiesetta campestre di San Domino<br />

Vi si può apprezzare un particolarissimo altare, oggi in forme<br />

rinascimentali, probabilmente ricavato da un antico altare<br />

pagano.<br />

Palio degli asinelli<br />

Da anni durante la golosa sagra “Pani e casu e binu a<br />

rasu”, letteralmente pane, formaggio e vino a volontà, ai<br />

primi di agosto, si propone il Palio degli Asinelli, un’occasione<br />

unica per assistere al singolare e giocoso torneo equestre<br />

che richiama abitanti e visitatori da tutta la Marmilla.<br />

Turri<br />

Sagra della mietitura<br />

A Turri con la sagra della mietitura di fine giugno rivive la<br />

tradizione del lavoro nei campi. La manifestazione ha inizio<br />

alle prime luci dell’alba quando is messadoris, i mietitori, si<br />

preparano per il lavoro affiancati dalle ispigadrixis, le spigolatrici.<br />

A mezza mattina scocca l’ora de su murzu, colazione<br />

a base di formaggio, olive, cipolle, civraxiu, vino ed acqua,<br />

consumata all’ombra dei vicini ulivi millenari.<br />

Sagra dello zafferano<br />

La seconda domenica di novembre si svolge la Sagra dello<br />

Zafferano, in pieno periodo di fioritura. Durante la manifestazione<br />

si ripetono le fasi della raccolta e lavorazione<br />

effettuata interamente a mano, con preparazione e degustazione<br />

di pietanze che tradizionalmente prescrivono l’uso<br />

della spezia.<br />

121


Ussaramanna<br />

Chiesa campestre di San Lorenzo<br />

In località Ussaredda, sede di un antico villaggio scomparso,<br />

si trova la piccola chiesa risalente al XIV secolo. Da essa<br />

provengono due tavole di un polittico raffiguranti i santi<br />

Sebastiano e Rocco, ora esposte alla Pinacoteca Nazionale<br />

di Cagliari.<br />

Nuraghe San Pietro<br />

Il monumento ripropone in proporzioni minori l’architettura<br />

del vicino e imponente nuraghe di Barumini. Con la sua<br />

torre centrale alta più di sette metri risulta ora inglobato<br />

nella struttura urbana del centro.<br />

122<br />

Mostra delle erbe spontanee<br />

Tra aprile e maggio si tiene la mostra delle erbe, nata nel<br />

1978 ogni anno si ripropone con grande successo. La<br />

mostra è nata con l’obbiettivo principale di conoscere e<br />

studiare le specie vegetali presenti nel territorio, e presentarle<br />

ai visitatori affinché possano imparare a riconoscere<br />

erbe, cespugli e piante col proprio nome scientifico,<br />

italiano, sardo. Con il passare degli anni e delle edizioni,<br />

la mostra si è sempre arricchita di nuovi interessanti<br />

appuntamenti come convegni e dibattiti. Simpatica e gradita<br />

è la tradizionale degustazione di piatti a base di erbe spontanee.<br />

Per l’occasione vengono proposte anche la sagra delle<br />

“pardulas” e la sagra della malvasia, mostre di arti e mestieri<br />

e dei prodotti agricoli.<br />

Siddi<br />

Altopiano della Giara<br />

Insieme agli altri altopiani basaltici che caratterizzano il<br />

paesaggio della Marmilla, costituisce una testimonianza<br />

dell’intensa attività vulcanica che nel Pliocene interessò<br />

buona parte della <strong>Sardegna</strong>.


La Giara di Siddi domina le colline della Marmilla e desta<br />

interesse per i numerosi monumenti nuragici, tra cui spiccano<br />

la maestosa tomba di giganti Sa Domu e s’Orcu, una delle<br />

più monumentali costruzioni funerarie d'età nuragica, e il<br />

nuraghe a corridoio Sa Fogaia. Su tutto l’altopiano si estende<br />

una fitta vegetazione prevalentemente composta da mirto<br />

e da cisto monpeliensis, lentisco, pruno spinoso e olivastri.<br />

Chiesa di San Michele<br />

Si tratta di una minuscola chiesa romanica risalente al XIII<br />

secolo e dedicata all’Arcangelo Michele, santo guerriero il<br />

cui culto fu introdotto dai Bizantini dopo il V secolo. Il<br />

motivo di maggiore originalità è costituito dall’architrave<br />

scolpito del portale sinistro, che presenta quattro riquadri<br />

con figure umane stilizzate, di cui una capovolta. Suggestiva<br />

e pertinente sembra l’interpretazione che nel 1976<br />

ne fece Francesco Alziator, rifacendosi alle rappresentazioni<br />

della morte come figura capovolta che, dal menhir di<br />

Genna ’e Arrele, alle tombe preistoriche di Is Concas fino<br />

al simbolo punico capovolto della dea Tanit del Monte<br />

Sirai, è segno ricorrente nella cultura funeraria e religiosa<br />

della <strong>Sardegna</strong>. Sempre secondo l’Alziator, la chiesetta<br />

potrebbe essere stata eretta in suffragio di una defunta<br />

di alto rango da parte dei suoi genitori.<br />

Museo Ornitologico e Mineralogico<br />

È ospitato all’interno dell’ex Ospedale Managu, edificio di<br />

grande importanza storica e raro esempio di struttura ospedaliera<br />

attiva nella <strong>Sardegna</strong> rurale dell’Ottocento. Il museo<br />

si compone di due ambienti nei quali sono esposti oltre 200<br />

esemplari tra uccelli e mammiferi, appartenenti in gran parte<br />

alla fauna stanziale e migratoria dei diversi habitat dell’isola.<br />

Piazza Leonardo da Vinci<br />

tel. 070 939888<br />

Orario: martedi - domenica 9,00-13,00 / 16,00-19,00


Museo delle tradizioni<br />

agroalimentari della <strong>Sardegna</strong><br />

Ha sede nella seicentesca residenza campidanese Casa Steri,<br />

inserita nel cuore del centro storico a ridosso della parrocchiale.<br />

Al suo interno si possono visitare i locali abitativi,<br />

quelli destinati alla trasformazione dei prodotti agro pastorali,<br />

i ricoveri per animali da lavoro e da cortile. A partire dalle<br />

memorie della casa, delle sue peculiari consuetudini di vita,<br />

quotidiana o festiva, dell’organizzazione dei valori domestici<br />

e dei cicli produttivi agrari, il museo documenta consuetudini,<br />

saperi, tecniche di produzione, modi di preparazione<br />

e consumo del cibo propri della<br />

comunità, di cui riflettono i molteplici aspetti<br />

della vita materiale e simbolica tradizionale<br />

e la complessa trama dei rapporti sociali.<br />

124<br />

Via Roma 2, Siddi<br />

tel. 070 9341028 - 349 6304621<br />

Orario: dal 15 settembre al 15 giugno<br />

ogni domenica 9,30 - 13,00<br />

dal 16 giugno al 14 settembre<br />

ogni domenica ore 16,30 - 20,00<br />

negli altri giorni visita su prenotazione<br />

gruppi minimo 20 persone<br />

Pauli Arbarei<br />

Nel Medioevo il villaggio è menzionato con i toponimi di<br />

Pauli Arbarei o Arbaraghesa e Pauli Sitzamus, il primo testimoniante<br />

l’appartenenza al giudicato di Arborea, il secondo<br />

riferentesi alla palude presso cui era sorto, nota come<br />

Sitzamus dal nome di un antico abitato la cui esistenza, di<br />

cui restano pochi ruderi a circa 1 chilometro dal centro, è<br />

attestata nei documenti fino alla seconda metà del ‘700.


Casa Garau<br />

Sono evidenti le costanti tipologiche della Bassa Marmilla<br />

nelle abitazioni con lolla, talvolta meno ampia e aperta di<br />

quella campidanese, cinte da alti muri racchiudenti il cortile.<br />

Alcune abitazioni signorili si presentano come veri e propri<br />

palazzi, come la cosiddetta Casa Garau situata al centro<br />

dell’abitato. Si tratta di un edificio dei primi anni del Novecento<br />

caratterizzato da forme estranee alla tradizione locale,<br />

la cui facciata è composta da un piano terreno porticato e<br />

delimitato da arcate a sesto acuto e da un piano superiore.<br />

Quest’ultimo è modulare e suddiviso in sette specchi da<br />

paraste racchiudenti una serie alternata di finestre rettangolari<br />

e ogivali. Nel prospetto laterale tutte le finestre sono sormontate<br />

da timpani triangolari e semicircolari. Il palazzo si<br />

prolunga<br />

sino alla<br />

strada e<br />

la corte<br />

si trasforma<br />

in giardino<br />

abbellito<br />

da alberi<br />

ornamentali.<br />

Sagre e manifestazioni<br />

La più importante festa paesana è celebrata<br />

in onore di Sant’Agostino e San Giovanni<br />

Battista alla fine di agosto. I festeggiamenti<br />

prevedono processioni religiose, canti sacri<br />

in sardo, sfilate di costumi e cavalieri, musica<br />

e balli tradizionali. La manifestazione è arricchita<br />

da una mostra mercato dei migliori<br />

prodotti artigianali e agroalimentari. Il 22<br />

gennaio si celebra la sagra del patrono San<br />

Vincenzo che culmina nel rito di su fogadoni.<br />

Al chiarore del fuoco i devoti del santo distribuiscono<br />

gratuitamente vino, dolci e<br />

pietanze tipiche.<br />

125<br />

I centri di Gonnostramatza e Mogoro, inclusi amministrativamente<br />

nella provincia di Oristano, sono parte integrante<br />

di quel sistema umano, paesaggistico e storico che qualifica<br />

inconfondibilmente la Marmilla. Sono inoltre membri del<br />

consorzio turistico e culturale che agisce in modo unitario<br />

per la conoscenza e lo sviluppo dell’intero territorio, considerato<br />

come unità di fatto indivisibile.


Gonnostramatza<br />

Retablo dell'Annunciazione<br />

Nella parrocchiale di San Michele è custodito il retablo<br />

rinascimentale realizzato nel 1501 da Lorenzo Cavaro, pittore<br />

della scuola cagliaritana di Stampace. Il retablo era originariamente<br />

custodito nella vicina chiesa gotico aragonese di<br />

San Paolo di Serzela, unico edificio ancora esistente dell’antico<br />

villaggio di Serzela abbandonato nel 1775 forse a causa di<br />

un’epidemia di peste.<br />

Museo Turcus e Morus<br />

Allestito nel settecentesco monte granatico il museo offre<br />

al visitatore pannelli illustrativi, frammenti originali e riproduzioni<br />

delle imbarcazioni, delle armi e dei costumi del<br />

periodo, una descrizione delle vicende, dei personaggi e<br />

delle leggende che hanno caratterizzato nei secoli il complesso<br />

rapporto tra sardi, saraceni e barbareschi.<br />

Piazza San Michele<br />

tel. 0783 92015 - 0783 92198 - 329 3171856<br />

Orario: ottobre-giugno (da venerdi a domenica) 9.00-13.00 / 15.00-19.00;<br />

luglio-settembre (tutti i giorni) 9,00-13,00 / 17,00-21,00<br />

Tomba di giganti Bingia ’e Monti<br />

La tomba dista circa due chilometri dall’abitato. Lo scavo ha<br />

consentito il recupero di un’importante sepoltura utilizzata<br />

durante un lungo periodo compreso tra la cultura prenuragica<br />

del Vaso Campaniforme e il Bronzo Antico. Fra i tanti materiali<br />

deposti spiccano vasi decorati nel tipico stile della cultura<br />

Campaniforme, pugnaletti e spilloni in rame, elementi d’ornamento<br />

in conchiglia e osso, punte di freccia in ossidiana<br />

e un eccezionale collier d’oro.


Mogoro<br />

Chiesa del Carmine<br />

Non sono noti documenti che ne attestino l’origine o che<br />

documentino in qualche modo la storia del monumento. I<br />

tratti stilistici la collocano nel periodo iniziale del XIV secolo,<br />

proiettandola verso la maniera gotica ma trattenendo modi<br />

e proporzioni tipiche del gusto romanico sardo.<br />

Sito archeologico Cuccurada<br />

Sullo sperone meridionale dell’altopiano mogorese dominante<br />

la piana del Campidano, immediatamente visibile dalla statale<br />

131, si trova il complesso comprendente un originale nuraghe<br />

complesso centralmente imperniato su un primitivo edificio<br />

a corridoio, una poderosa struttura ciclopica a pianta ellittica<br />

e una muraglia megalitica. Tra gli oggetti di maggior pregio<br />

va menzionato il piccolo gruppo bronzeo nuragico raffigurante<br />

una dinamica scena di caccia con personaggio armato<br />

di stocco e lancia che trafigge da tergo un probabile muflone,<br />

frontalmente azzannato da un cane.<br />

Fiera del Tappeto<br />

La fiera del tappeto di Mogoro si svolge tra l’ultima settimana<br />

di luglio e la prima di agosto ed è considerata tra i più<br />

importanti appuntamenti dedicati all’artigianato tipico della<br />

<strong>Sardegna</strong>. Nel paese, centro di lunga tradizione dell’artigianato<br />

tessile, si possono ammirare gli elaborati arazzi e i<br />

tappeti realizzati a mano su telai orizzontali in legno, dove<br />

i fili di lana, cotone, seta e lino vengono intrecciati nel<br />

rispetto delle tecniche tradizionali. L’artigianato del legno<br />

intagliato propone le opere dei maistus e linna, preziosi<br />

elementi d’arredo che rispecchiano il gusto della tradizione<br />

rurale dell’intera regione.


SA CORONA ARRÙBIA<br />

Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia<br />

Sede Legale Via L. Puxeddu, 1 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300242 • Fax +39 070 9300212<br />

e-mail: consorzio.sacorona@tiscali.it<br />

Sa Corona Arrùbia Spa gestione beni culturali<br />

Sede Legale Via L. Puxeddu, 1 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300242 • Fax +39 070 9300212<br />

Museo Naturalistico del Territorio Sa Corona Arrùbia<br />

Località Sa Corona Arrubia<br />

S.p. Lunamatrona - Collinas<br />

Tel. +39 070 9341009<br />

e-mail: museoterritoriale@tiscali.it • www.sacoronaspa.it<br />

Centro di <strong>Turismo</strong> Culturale<br />

Sez. Staccata Loc. Sa Corona Arrubia<br />

Tel. +39 070 939999<br />

Soc. Coop. Il Lichene Rosso<br />

Servizi Didattici Museali<br />

Tel. +39 070 939387<br />

Centro di Ristoro Sa Corona Arrùbia<br />

Loc. Sa Corona Arrubia c/o Altopiano di Siddi<br />

Tel. +39 070 9341009<br />

Seggiovia Panoramica<br />

Loc. Sa Corona Arrubia<br />

Tel. +39 070 9341009 / +39 070 939064<br />

Numeri di pubblica utilità<br />

Barumini<br />

128<br />

Comune<br />

Via S'Anziana, 3 - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. 070 9368024<br />

Pro Loco<br />

Piazza San Francesco - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. 070 9368527<br />

Collinas<br />

Comune<br />

Piazza G.B. Tuveri - 09020 Collinas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9301003<br />

Centro Studi G. B. Tuveri<br />

Via V. Emanuele III - 09020 Collinas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9304003<br />

Biblioteca Comunale<br />

Via V. Emanuele III - 09020 Collinas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9304007


Furtei<br />

Comune<br />

Via Circonvallazione, 15 - 09040 Furtei (Ca)<br />

Tel. +39 070 9302415<br />

Pro Loco<br />

Via Circonvallazione, 15 - 09040 Furtei (Ca)<br />

Cell. 349 7526324<br />

Genuri<br />

Comune<br />

P.zza San Giuliano, 3 - 09090 Genuri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9365128<br />

Pro Loco<br />

Via Gaspare - 09090 Genuri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9365128<br />

Gonnostramatza<br />

Comune<br />

Via E. Carboni, 2 - 09093 Gonnostramatza (Or)<br />

Tel. +39 0783 92015<br />

Pro Loco Su Tramatzu<br />

Piazza San Michele Arcangelo, 2 - 09093 Gonnostramatza (Or)<br />

Tel. +39 0783 92226<br />

Las Plassas<br />

Comune<br />

Via Cagliari, 1 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />

Tel. +39 070 936406<br />

Pro Loco<br />

Cell. 320 1627526<br />

Lunamatrona<br />

Comune<br />

Via Sant’Elia - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 7939026<br />

Pro Loco<br />

Via Sant’Elia, 11 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 939954<br />

Archivio storico del Comune e Biblioteca<br />

Via Adua, 1 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 939670<br />

Mogoro<br />

Comune di Mogoro<br />

Via G. Leopardi, 8 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 993000<br />

Pro Loco di Mogoro<br />

Piazza Giovanni XXIII, 9 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Biblioteca Comunale<br />

Piazza Giovanni XXIII, 2 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 991268<br />

Pauli Arbarei<br />

Comune di Pauli Arbarei<br />

Via Giovanni XXIII, 2 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />

Tel. +39 070 939955<br />

129


130<br />

Sanluri<br />

Comune<br />

Via C. Felice, 217 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 93831<br />

Pro Loco<br />

Via Mazzini, 74 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9370505<br />

Biblioteca comunale<br />

c/o Istituto Calasanzio - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Sardara<br />

Comune<br />

P.zza Gramsci - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387023<br />

Parco Pubblico<br />

apertura estiva Via Tirso, 26 - 09030 Sardara (Ca)<br />

Segariu<br />

Comune di Segariu<br />

Via Municipio, 11 - 09040 Segariu (Ca)<br />

Tel. +39 070 9302323<br />

Pro Loco di Segariu<br />

Via Roma - 09040 Segariu (Ca)<br />

Tel. +39 070 9302371<br />

Setzu<br />

Comune<br />

Via Chiesa, 6 - 09029 Setzu (Ca)<br />

Tel. +39 070 9364012<br />

Siddi<br />

Comune<br />

Viale Europa, 3 - 09020 Siddi (Ca)<br />

Tel. +39 070 939800<br />

Pro Loco<br />

Via <strong>Sardegna</strong>, 14 - 09020 Siddi (Ca)<br />

Tel. +39 070 939951<br />

Tuili<br />

Comune<br />

Via Matteotti, 4 - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9364481<br />

Pro Loco<br />

Via Amsicora, 3 - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9363029<br />

Ufficio informazioni turistiche<br />

Via Roma - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9363008<br />

Turri<br />

Comune di Turri<br />

Piazza Pertini, 1 - 09020 Turri (Ca)<br />

Tel. +39 0783 95026<br />

Pro Loco<br />

Via Dante, 1 - 09020 Turri (Ca)


Ussaramanna<br />

Comune<br />

Via Marmilla, 22 - 09020 Ussaramanna (Ca)<br />

Tel. +39 0783 95015<br />

Pro Loco<br />

via Marmilla - 09020 Ussaramanna (Ca)<br />

Villamar<br />

Comune<br />

Piazza Prazza de Corti, 1 - 09020 Villamar (Ca)<br />

Tel. +39 070 9306901<br />

Pro Loco<br />

Via Indipendenza - 09020 Villamar (Ca)<br />

Cell. 348 7648259<br />

Biblioteca Comunale<br />

Piazza Prazza de Corti, 1 - 09020 Villamar (Ca)<br />

Tel. +39 070 93069317<br />

Villanovafranca<br />

Comune di Villanovafranca<br />

Piazza Risorgimento, 18 - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Tel. +39 070 9367356<br />

Villanovaforru<br />

Comune<br />

P.zza Costituzione - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 934511<br />

Pro Loco<br />

Piazza Costituzione - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 934511<br />

Biblioteca Comunale<br />

Via Umberto I - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9331012<br />

Musei, Beni Culturali e Servizi Turistici<br />

Barumini<br />

Ichnussa snc<br />

Via Repubblica, 1 - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368510<br />

Sa Jara Manna Escursioni<br />

SS. 197 Km. 44 - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368170<br />

Su Nuraxi 2000<br />

Area Archeologica Su Nuraxi - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368128<br />

<strong>Sardegna</strong> in Miniatura<br />

Sp. Tuili / Las Plassas - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9361004<br />

Gonnostramatza<br />

Museo Turcus e Morus<br />

Via G. Matteotti, 20 - 09093 Gonnostramatza (Or)<br />

Cell. 329 3171856<br />

131


132<br />

Las Plassas<br />

Museo Medioevale e Coop. Is Crontas<br />

Via Parrocchia, 7 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9363011<br />

Maneggio equitazione<br />

di M. Orrù<br />

Via Cagliari - 09020 Las Plassas (Ca)<br />

Lunamatrona<br />

Cinema Tre Campane<br />

Piazza Italia - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 939010<br />

Mogoro<br />

Associazione Teatro Tragodia<br />

Via A. Gramsci, 33 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 992027<br />

Pauli Arbarei<br />

Collezione Etnografica<br />

di G. Cadau<br />

Via Cavour, 19 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />

Tel. +39 070 939531<br />

Sanluri<br />

Castello Giudicale E. d'Arborea<br />

Via Generale N. Villasanta - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9307105<br />

Museo Etnografico dei Frati Cappuccini<br />

Via San Rocco, 6 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9307107<br />

Sardara<br />

Museo Archeologico e Coop. Villa Abbas<br />

Piazza Libertà - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9386183<br />

Santuario Nuragico Sant’Anastasia<br />

Piazza Sant’Anastasia - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9386183<br />

Segariu<br />

Maneggio equitazione Is Coronas<br />

Loc. Is Coronas Arrubias - 09040 Segariu (Ca)<br />

Tel. +39 070 9302301<br />

Siddi<br />

Museo Ornitologico<br />

Piazza Leonardo da Vinci - 09020 Siddi (Ca)<br />

Tel. +39 070 939888<br />

Coop. Villa Silli Servizi Turistici<br />

Via Regina Elena, 17 - 09020 Siddi (Ca)<br />

Tel. +39 070 939888<br />

Museo delle Tradizioni Agroalimentari Casa Steri<br />

Via Roma, 2 - 09020 Siddi (Ca)<br />

Cell. 349 6304621


Tuili<br />

Parco <strong>Sardegna</strong> in Miniatura<br />

Sp Las Plassas / Tuili - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9361004<br />

Jara sas di R. Sanna escursioni<br />

Via Tuveri, 16 - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9364277<br />

Coop. Sa Maioba<br />

Corso Vittorio Emanuele, 10 - 09020 Turri (Ca)<br />

Tel. +39 0783 95256<br />

Villanovafranca<br />

Museo Archeologico Su Mulinu<br />

Piazza Risorgimento - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Tel. +39 070 9367458<br />

Fortezza Nuragica Su Mulinu<br />

Località Su Mulinu - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Tel. +39 070 9367458<br />

Coop. Su Mulinu<br />

Piazza Risorgimento - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Tel. +39 070 9367458<br />

Kartodromo San Lorenzo<br />

Loc. Pranu Scaletta - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Cell. 340 5553722<br />

Villanovaforru<br />

Museo Archeologico Genna Maria<br />

P.zza Costituzione, 8 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300050<br />

Parco Archeologico Genna Maria<br />

Loc. Genna Maria - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300050<br />

Sala Mostre Temporanee<br />

Piazza Costituzione - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300050<br />

Laboratorio restauro ceramiche nuragiche<br />

Via L. Puxeddu, 1 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300048<br />

Maneggio Asterix<br />

Sp. Villanovaforru / Ss 131 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300054<br />

133<br />

Strutture Ricettive<br />

****<br />

Villanovaforru<br />

Hotel I Lecci<br />

Via del Rosmarino - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9331021


134<br />

***<br />

Barumini<br />

Hotel Su Nuraxi<br />

Sp Barumini / Tuili - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368305<br />

Hotel Sa Lolla<br />

Via Cavour, 49 - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368419<br />

Sardara<br />

Hotel Eucalipti Terme<br />

Loc. S. Mariaqua - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9385044<br />

Hotel Antiche Terme di Sardara<br />

Loc. S. Mariaqua - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387025<br />

Villanovaforru<br />

Hotel Le Colline<br />

Via del Rosmarino - Villanovaforru<br />

Tel. +39 070 9300123<br />

Hotel Residence Funtana Noa<br />

Via V. Emanuele, 68 - Villanovaforru<br />

Tel. 070 9331019<br />

Lunamatrona<br />

Residence Luna Sorgente<br />

Sp Lunamatrona / Sanluri - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

**<br />

Sanluri<br />

Hotel Mirage<br />

di G. Deidda<br />

Via C. Felice, 464 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9307100<br />

Hotel Ichnusa<br />

di G. Cauli<br />

Ss 131 Km. 42,4 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9307073<br />

Sardara<br />

Hotel Monreale<br />

Via Oristano, 195 - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387139<br />

*<br />

Sardara<br />

Hotel Da Silvano<br />

Via Cedrino, 1 - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387811<br />

Agriturismo<br />

Pauli Arbarei<br />

Su Boschettu<br />

di G. Carrucciu<br />

Loc. Pranu Laccu - Pauli Arbarei<br />

Tel. +39 070 939695


Sanluri<br />

Strovina 78<br />

Podere Valbella, Sanluri Stato - Sanluri<br />

Tel. +39 070 9330536<br />

L. Cocco<br />

Loc. Riu Piras - Sanluri<br />

Matzeu<br />

Podere Monfalcone, Sanluri Stato - Sanluri<br />

Tel. +39 070 93305229<br />

Sardara<br />

Valle Sireu<br />

Loc. Sireu - 09030 Sardara (Ca)<br />

Cell. 340 6636252<br />

Arbicci<br />

di F. Pisu<br />

Loc. Arbicci - 09030 Sardara (Ca)<br />

Cell. 349 4266795<br />

Villamar<br />

Pranu Murdegu<br />

Sp 46, Km. 2300 - 09020 Villamar (Ca)<br />

Tel. +39 070 9309265<br />

Villanovafranca<br />

Su Gagliardu<br />

Loc. Riu Mortoriu - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Cell. 349 7304281<br />

Case tipiche<br />

Collinas<br />

Sa Domu ‘e Forru<br />

Vico Chiesa, 4 - 09020 Collinas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9304143<br />

Su Foxibi<br />

Via San Sebastiano, 1 - 09020 Collinas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9304292<br />

Sa Domu’e Zia<br />

Vico V. Emanuele II, 1 - 09020 Collinas (Ca)<br />

Cell. 340 5039319<br />

Lunamatrona<br />

S’Antigu<br />

Via G. B. Tuveri, 4 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 939185<br />

Domu’e Luna<br />

Via Gioberti, 4 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 939105<br />

135


Pauli Arbarei<br />

Casa Berenice<br />

Via IV Novembre, 1 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />

Tel. +39 070 939881<br />

Locanda la Rosa<br />

Via S. Agostino, 27 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />

Tel. +39 070 9341057<br />

Villanovaforru<br />

Sa Muredda<br />

Via San Sebastiano - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300162<br />

Casa Rinaldo<br />

Via <strong>Sardegna</strong>, 36 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300123<br />

Casa degli Aranci<br />

Via Tirso - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300057<br />

136<br />

Ristorazione<br />

Barumini<br />

Ristorante Su Nuraxi<br />

Sp Barumini / Tuili - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368305<br />

Ristorante Sa Lolla<br />

Via Cavour, 49 - Barumini - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368419<br />

Ristorante Il Cavallino della Giara<br />

pressi Villaggio Nuragico - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368122<br />

Ristorante Terra de Entos<br />

Via Dante, 19 - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368136<br />

Ristorante <strong>Sardegna</strong> in Miniatura<br />

Sp Tuili / Las Plassas - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9361004<br />

Lunamatrona<br />

Ristorante Pizzeria Sa Mitza e Sa Rocca<br />

Sp Lunamatrona / Sanluri - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 939505<br />

Ristorante Luna Sorgente<br />

Sp Lunamatrona / Sanluri - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Mogoro<br />

Ristorante Da Egisto<br />

Ss 131 Km. 66,5, bivio per Mogoro<br />

Tel. +39 0783 990286<br />

Ristorante Pizzeria L’Airone<br />

Via A. Gramsci, 28 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990045


Ristorante Pizzeria S’Arrabotta<br />

Via A. Gramsci, 10 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 997083<br />

Pizzeria Tavola Calda Tentazioni<br />

Via A. Gramsci, 85 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990548<br />

Pauli Arbarei<br />

Pizzeria Stesy<br />

Via Roma, 1 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />

Tel. +39 070 939202<br />

Sanluri<br />

Ristorante Da Egisto 2<br />

Ss 131 Km. 42,4 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9307073<br />

Ristorante Da Rosy<br />

di A. Musa<br />

Via C. Felice, 510 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9307957<br />

Ristorante I. Podda<br />

Via C. Felice, 437 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 93071176<br />

Ristorante A. Loi<br />

Via C. Felice, 57 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9307164<br />

Ristorante M. P. Sanna<br />

Via C. Felice, 179 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Ristorante S. Lorenzo<br />

Via C. Felice, 182 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9301090<br />

Pizzeria Incognito<br />

Via C. Felice, 35 - 09050 Sanluri (Ca)<br />

Tel. +39 070 9307996<br />

Sardara<br />

Ristorante Il pescatore<br />

Via Oristano, 197 - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387907<br />

Ristorante Pizzeria Da Silvano<br />

Via Cedrino, 1 - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387811<br />

Pizzeria Gelateria Sporting<br />

di E. Pitzalis<br />

Via Oristano, 71 - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387621<br />

Segariu<br />

Ristorante Rocce Bianche<br />

Via San Michele, 2 - 09040 Segariu (Ca)<br />

Tel. +39 070 9302036<br />

Ristorante Pizzeria Is Coronas<br />

Loc. Is Coronas Arrubias - 09040 Segariu (Ca)<br />

Tel. +39 070 9302301<br />

137


138<br />

Tuili<br />

Pizzeria<br />

Via IV Novembre, 4 - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9364162<br />

Ussaramanna<br />

Pizzeria Sa Giara<br />

Via Roma, 2 - 09020 Ussaramanna (Ca)<br />

Tel. +39 070 95254<br />

Villamar<br />

Ristorante La Ruota<br />

Viale E. Lussu, 8 - 09020 Villamar (Ca)<br />

Tel. +39 070 9309265<br />

Ristorante S’Olivariu<br />

Via degli Ulivi - 09020 Villamar (Ca)<br />

Ristorante Pizzeria Il borgo<br />

Via Roma - 09020 Villamar (Ca)<br />

Pizzeria Bisteccheria Aquajet<br />

Ss 197, Km. 36,800 - 09020 Villamar (Ca)<br />

Cell. 347 7862162<br />

Villanovafranca<br />

Ristorante Pizzeria La Perla<br />

Via XX Settembre, 79 - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Tel. +39 070 9367623<br />

Pizzeria Sebastian<br />

Via XX Settembre, 7 - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Tel. +39 070 9367218<br />

Villanovaforru<br />

Ristorante I Lecci<br />

Sp. Villanovaforru / Collinas - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9331021<br />

Ristorante Funtana Noa<br />

Via V. Emanuele, 68 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9331019<br />

Ristorante Le Strutture<br />

Loc. Genna Maria - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300054<br />

Pizzeria Trattoria Fra Diavolo<br />

Via V. Emanuele, 49 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300208<br />

GUIDA AGLI ACQUISTI<br />

Barumini<br />

Gioielleria Prendas<br />

Piazza Santa Lucia - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9361000<br />

Gioielli di <strong>Sardegna</strong>.


Terra Antica Ceramiche<br />

Via Tirso, 9 - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368089<br />

Laboratorio ceramiche.<br />

Laboratorio dolci Sapori Antichi<br />

Via Umberto, 85 - 09021 Barumini (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368004<br />

Produzioni dolci e paste fresche.<br />

Collinas<br />

Azienda Apistica Il Mandorlo<br />

di A. Tuveri<br />

Cell. 340 5637815<br />

Produzione miele.<br />

Furtei<br />

Gioielleria orologeria<br />

di Maria Gabriella<br />

Piazza IV Novembre, 13 - 09040 Furtei (Ca)<br />

Tel. +39 070 9302830<br />

Laboratorio Artigianato<br />

di Vacca Sigismina<br />

Via Dante, 6 - 09040 Furtei (Ca)<br />

Tel. +39 070 9305031<br />

Gonnostramatza<br />

Ceramiche Wallon Kornelia Maria<br />

Vico IV Corso Europa, 2 - 09093 Gonnostramatza (Or)<br />

Tel. +39 0783 92548<br />

Produzione ceramiche artistiche.<br />

Las Plassas<br />

Panificio artigianale Cotra Gianfranco<br />

Via Grazia Deledda, 4 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9364614<br />

Produzione e rivendita pane tipico sardo Civraxiu.<br />

Cooperativa agricola srl R60<br />

Via Dante, 27 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9364043<br />

Produzione e rivendita di legumi.<br />

Società Il Castello<br />

Via Cagliari, 30 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />

Tel. +39 320 1627526<br />

Produzione e rivendita di prodotti agroalimentari freschi.<br />

Lunamatrona<br />

Arte Sarda Negozio Artigianato<br />

di G. Serra<br />

Via V. Emanuele, 14 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 9340238<br />

Ardu Liana<br />

Via Tuveri, 1/B - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />

Tel. +39 070 939716<br />

Laboratorio artigiano creazione di arazzi.<br />

139


140<br />

Mogoro<br />

Lavorazione a mano di arazzi<br />

di G. Piras<br />

Via Nuova, 23 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990339<br />

Produzione artigianale arazzi e tappeti.<br />

Laboratorio Tessile L. Fatteri<br />

Via Santu Miali, 26 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990854<br />

Produzione artigianale arazzi e tappeti.<br />

Artigianato Tessile Su Trobasciu<br />

Via Gramsci, 1 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990581<br />

Centro ISOLA, produzione artigianale arazzi e tappeti.<br />

Lavorazione a mano arazzi e tappeti<br />

di P. Piras Spanu<br />

Via Nuova, 23 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990339<br />

Su Maistu del Linna<br />

di C. Mandis<br />

Vico IV Gramsci, 8 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990003<br />

Produzione artigianale mobili<br />

S.G.S.<br />

di S. Serra<br />

Zona Artigianale, Via dei Mestieri - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 991886<br />

Lavorazione artistica del legno<br />

di B. Mandis<br />

Via dell’Artigianato - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990833<br />

Produzione artigianale mobili.<br />

Lavorazione artistica del legno<br />

di D. Maccioni<br />

Vico I Roma, 3 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990335<br />

Produzione artigianale manufatti in legno.<br />

Lavorazione artistica del legno<br />

di S. Mandis<br />

Via L. Fois, 87 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990254<br />

Produzione artigianale manufatti in legno.<br />

Blue Marlin Srl<br />

Via A. Gramsci, 21 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 991563 • Fax +39 0783 997401<br />

blumarlin@bottarga.it • www.bottarga.it<br />

Produzione artigianale di bottarga di muggine. Commercializzazione di prodotti<br />

ittici. Punto vendita.<br />

Ditta Individuale Pina Piras<br />

Via Nuova, 21 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990339<br />

Produttore con rivendita di olio d'oliva, olive, mandorle, miele, grano.


Cantina Sociale Il Nuraghe<br />

Ss 131 km 66,00 - 09095 Mogoro (Or)<br />

Tel. +39 0783 990285<br />

Produzione vini.<br />

Orroli<br />

Laboratorio orafo<br />

di Maria Rosaria Pisano - 08030 Orroli (Nu)<br />

Cell. 349 3950939<br />

Laboratorio artigiano e rivendita di gioielli e manufatti artistici in oro filigrana<br />

e osso. Mamuthones in carta pesta.<br />

Artigianna Ceramiche<br />

Via Roma,133 - 08030 Orroli (Nu)<br />

Tel. +39 0782 847739<br />

Riproduzione in ceramica e terra cotta di vasellame originale nuragico, manufatti<br />

artistici. Punto vendita.<br />

Is Arresorjas<br />

di Massimo Pisano<br />

Via Roma 33 - 08030 Orroli (Nu)<br />

Cell. 340 5369880<br />

Laboratorio artigiano. Creazione di coltelli tradizionali sardi e coltelli da<br />

collezione.<br />

Pauli Arbarei<br />

Artigiano del legno intagliato<br />

di E. Secci<br />

Via Roma, 6 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />

Tel. +39 070 939295<br />

Produzione artigianale manufatti in legno.<br />

Sardara<br />

Artigianato del legno<br />

di S. Mara<br />

Via Ariosto, 71/a - 09030 Sardara (Ca)<br />

Cell. 349 5689786<br />

Produzione artigianale manufatti in legno.<br />

Ibba Arredamenti<br />

di Angelo Ibba<br />

Via Cagliari, 2 - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387045<br />

Lavorazione del legno per la creazione di calessi e carrozze, i tipici carri per<br />

portare i santi in processione. Punto vendita.<br />

Apicoltura Su Murriabi<br />

Via G. Pintor, 5 - 09030 Sardara (Ca)<br />

Tel. +39 070 9387517<br />

Segariu<br />

L'arte del Legno<br />

di Franca Vinci<br />

Via Roma, 149 - 09040 Segariu (Ca)<br />

Cell. 328 0245612<br />

Lavorazione artistica del legno, creazione di manufatti e cassapanche in stile<br />

sardo. Punto vendita.<br />

141


142<br />

Senorbì<br />

Dolci Sapori<br />

di Marongiu Michela<br />

Via G. Dessì. 4 - 09040 Senorbì (Ca)<br />

Tel. +39 070 9809013 • Fax +39 070 9809013<br />

Produzione e vendita di dolci tipici sardi.<br />

Siddi<br />

Azienda Apistica<br />

di M. Cau<br />

Via S. Sebastiano, 4 - 09020 Siddi (Ca)<br />

Tel. +39 070 939500<br />

Produzione miele.<br />

Sapori Antichi Dolci Tipici<br />

Via Regina Elena, 37 - 09020 Siddi (Ca)<br />

Tel. +39 070 939157<br />

Suelli<br />

Panificio tradizionale Beranu<br />

Via Stazione, 5 - 09040 Suelli (Ca)<br />

Tel. +39 070 988210<br />

Produzione e vendita pane tipico sardo, fregola sarda, dolci sardi.<br />

Tuili<br />

Jara<br />

di R. Sanna & C. sas<br />

Via G.B. Tuveri, 16 - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9364277 • Fax +39 070 9364277<br />

Rivendita di artigianato tipico e di prodotti agroalimentari tipici.<br />

Dolciaria Nuraghe<br />

di Graziano Pranteddu e C. snc<br />

Via Marmilla, sn - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9368077<br />

Produzione di dolci tipici sardi. Carapigna, gelati, granite sorbetti. Punto Vendita.<br />

Pintori Antonello<br />

IV Novembre, 21 - 09029 Tuili (Ca)<br />

Cell. 347 5379382<br />

Produttore agroalimentare con rivendita. Olio extravergine d'oliva, olive da<br />

confetto, mandorle, miele, grano.<br />

Dolci Tipici Nuraghe<br />

Via Marmilla, 8 - 09029 Tuili (Ca)<br />

Tel. +39 070 9364304<br />

Produzioni dolci tipici.<br />

Turri<br />

Coni Maria Teresa<br />

Via Sant'Elia, 38 - 09020 Turri (Ca)<br />

Tel. +39 0783 95046 • Fax +39 0783 95473<br />

Produzione e vendita di prodotti agroalimetari: zafferano, mandorle, olio d'oliva.<br />

Itria<br />

Via E. Berlinguer, 3 - 09020 Turri (Ca)<br />

Produzione zafferano.


Ussaramanna<br />

Green Gold srl<br />

Zona artigianale - 09020 Ussaramanna (Ca)<br />

Tel. +39 0783 959007 • Fax +39 0783 959135<br />

grrengold@tiscali.it • www.greengold.it<br />

Produzione e rivendita di prodotti agroalimentari: olio d'oliva, spezie e piante<br />

officinali, conserve ittiche e vegetali.<br />

Villamar<br />

Artigianato Tessile Madre Teresa<br />

Zona PIP - 09020 Villamar (Ca)<br />

Tel. +39 070 9309115<br />

Laboratorio Bottega dell’Ossidiana<br />

di Michelangelo Sanna<br />

Via Prazza e Corti - 09020 Villamar (Ca)<br />

Produzione manufatti in ossidiana.<br />

Villanovafranca<br />

Piccola Cooperativa Il Coccio<br />

Via Regina Elena, 13/2 - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />

Tel. +39 070 9367458 • Fax +39 070 9367458<br />

ilcocciopicoop@tiscali.it • www.comune.villanovafranca.ca.it<br />

Creazione e vendita di ceramiche artigianali. Riproduzioni di reperti archeologici.<br />

Villanovaforru<br />

Laboratorio artigiano Coltelleria Is Lunas<br />

Loc. S. Marina - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300033<br />

Produzione artigianale coltelli.<br />

Laboratorio Orafo Mamù<br />

di Mauro Mura<br />

Loc. San Marina - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Cell. 349 4935736<br />

Produzione gioielli e filigrane.<br />

Laboratorio artigiano Coltelleria Mocci<br />

Via Umberto I, 35 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Cell. 339 6748403<br />

Produzione artigianale coltelli.<br />

Ceramiche Nuragiche<br />

di Cabiddu Roberta<br />

Via Argiolas, 16 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9300001<br />

Riproduzione ceramiche nuragiche.<br />

Casa della Ceramica Artistica<br />

Piazza Costituzione - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Laboratorio ceramiche.<br />

La Casa del Dolce<br />

Via delle Grotte, 4 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />

Tel. +39 070 9331010<br />

Dolci tipici sardi.<br />

143


<strong>SUD</strong> OVEST


Il Sulcis è una delle più antiche terre emerse nel Mediterraneo<br />

e la sua visita rappresenta un autentico viaggio nel tempo<br />

geologico. Facilmente raggiungibile da Cagliari percorrendo<br />

la SS 130 in direzione Iglesias, o dal nord dell’isola percorrendo<br />

la SS 131 e deviando, dopo Sanluri, in direzione<br />

Villacidro-Siliqua, l’area del Sud Ovest offre al visitatore i<br />

mille volti di una terra ricca di risorse ambientali e umane.<br />

Terra dalle mille sfaccettature e dalle molte sorprese, si<br />

estende ad occidente dell’area vasta di Cagliari per poi<br />

risalire fino al confine con la provincia di Oristano. Partendo<br />

dal capoluogo e percorrendo la costa ci si inoltra lungo<br />

chilometri di coste tra le più varie, costituite da scogliere,<br />

vasti litoranei sabbiosi, calette, centri minerari arroccati sulle<br />

pendici a strapiombo. Un entroterra ricco di bellezze naturalistiche<br />

endogene, vestigia storiche e archeologia industriale<br />

ospita l’insediamento di piccoli centri e importanti aree<br />

minerarie, ora quasi completamente dismesse, che da sempre<br />

hanno segnato la storia dei luoghi.


Torre dei Corsari<br />

Marina di Arbus<br />

Montevecchio<br />

Ingurtosu Guspini<br />

Arbus<br />

S.Gavino Monreale<br />

Capo Pecora<br />

Buggerru<br />

Fontanamare<br />

Portoscuso<br />

Calasetta<br />

S.Antioco<br />

Fluminimaggiore<br />

Cala Domestica<br />

Masua<br />

Porto Flavia<br />

Pan di Zucchero<br />

Iglesias<br />

Nebida<br />

Isola<br />

di San Pietro<br />

Carloforte<br />

Gonnesa<br />

Carbonia<br />

Porto Botte<br />

Porto Pino<br />

Gonnosfanadiga<br />

Tratalias<br />

S. Giovanni Suergiu<br />

Villamassargia<br />

Narcao<br />

Vallermosa<br />

Domusnovas<br />

Perdaxius<br />

Villaperuccio<br />

Villacidro<br />

Nuxis<br />

Giba Piscinas<br />

Masainas<br />

Sant’Anna Arresi<br />

Siliqua<br />

Santadi<br />

Teulada<br />

Domus de Maria<br />

<strong>SUD</strong> OVEST<br />

Pula<br />

Nora<br />

Santa Margherita<br />

Capo Teulada<br />

Chia


148<br />

Iglesias<br />

L’antica Villa di Chiesa pisana è uno dei più<br />

significativi centri di età medioevale dell’Isola<br />

e una delle mete più ricercate del nuovo<br />

turismo sardo. Il nome fu attribuito<br />

dagli spagnoli nel 1479, in sostituzione<br />

di quello di Villa<br />

di Chiesa dato dai pisani<br />

e storicamente attestato<br />

al 1272. Nella ripartizione<br />

del Giudicato di Cagliari<br />

intercorsa nell’XI secolo,<br />

per volontà di potenti<br />

famiglie italiane il territorio<br />

denominato Sigerro<br />

andò ai Conti di Donoratico<br />

e ad Ugolino della<br />

Gherardesca. In questo<br />

periodo venne edificato il castello di San Guantino (castello<br />

Salvaterra) e la città si dotò di un’organizzazione sociale<br />

governata dal Codice denominato Breve di Villa di Chiesa -<br />

del quale esiste un unico esemplare conservato nell'archivio<br />

storico comunale - di un ospedale e delle carceri. Durante<br />

la dominazione pisana la città venne cinta da possenti mura<br />

e fu sede di una zecca che coniava monete d’argento. Nel<br />

1324 si arrese all’assedio dell’esercito aragonese; successivamente,<br />

insieme a Cagliari, Alghero, Bosa, Castelsardo,<br />

Oristano e Sassari, venne riconosciuta Città Regia dai catalano-aragonesi,<br />

non soggetta al regime feudale ma direttamente<br />

alla giurisdizione regia per la sua importanza<br />

economica e strategica. Il patrimonio artistico<br />

vanta pregevoli chiese costruite tra<br />

X e XVI secolo. La cattedrale<br />

di Santa Chiara, situata<br />

nel cuore del centro<br />

storico, fu edificata nel<br />

1284 per volontà di<br />

Ugolino della Gherardesca.<br />

Con la dismissione<br />

dell'attività mineraria<br />

la città punta<br />

ora sullo sviluppo<br />

turistico,


dimostrando una notevole vivacità nell’organizzazione di<br />

manifestazioni lungo tutto l’arco dell’anno. I riti della Settimana<br />

Santa affondano le loro radici alla fine del ‘600 e<br />

raccolgono l’espressione più alta del sentimento religioso.<br />

Le celebrazioni hanno inizio il martedì con la processione<br />

dei Misteri, proseguono il giovedì con quella dell’Addolorata<br />

e il venerdì con il Descenso, rito suggestivo e<br />

partecipato rappresentante il funerale di<br />

Cristo. Iglesias è sede del consorzio del Parco<br />

Geominerario Storico e Ambientale della<br />

<strong>Sardegna</strong>, riconosciuto dall'Unesco nel 1998<br />

e primo parco mondiale della rete dei Geositi/Geoparchi.<br />

Da segnalare infine l'attività<br />

dei diversi artigiani locali della ceramica, del<br />

legno e, in particolare, degli argentieri del<br />

Centro pilota per l'argento dell'I.S.O.L.A.<br />

Miniera di Monteponi<br />

La miniera di Monteponi ha coltivato uno dei<br />

più cospicui giacimenti di galena argentifera<br />

in <strong>Sardegna</strong>. Forse già nota ai Romani, la sua<br />

attività è storicamente attestata nel 1324 e<br />

il sito è rimasto in produzione sino agli ultimi<br />

anni ‘70. Dell’impianto restano decine di edifici<br />

industriali di grande interesse storico e architettonico,<br />

tra i quali si distingue il rappresentativo Palazzo<br />

della Direzione Bellavista. I più importanti pozzi della miniera<br />

sono indiscutibilmente il Pozzo Vittorio Emanuele ed il Pozzo<br />

Sella. Il primo, che si spinge a quota –100, fu scavato nel<br />

1863 per essere destinato al trasporto dei minatori e del<br />

minerale estratto. Il secondo, dedicato al parlamentare<br />

Quintino Sella e scavato nel 1874, ospitava le grandi pompe<br />

a vapore utilizzate per l'eduzione delle acque sotterranee.<br />

Galleria Villamarina<br />

La Galleria Villamarina, i cui lavori di scavo iniziarono<br />

nel 1852, prende il nome dal viceré del Regno di <strong>Sardegna</strong><br />

Marchese di Villamarina.<br />

149


Il suo tracciato incontra i due più importanti pozzi della<br />

miniera di Monteponi, il Pozzo Vittorio Emanuele ed il Pozzo<br />

Sella.<br />

Per informazioni e prenotazioni individuali: tel. 339 8848962 - 0781 54023<br />

Per le prenotazioni di gruppi o scuole: Servizio Visite<br />

tel. 0781 491300 • fax 0781 491395 • e-mail: segr.igea@virgilio.it<br />

Miniera di San Giovanni<br />

La miniera di San Giovanni, una delle più importanti e<br />

antiche in <strong>Sardegna</strong>, era già nota ai Pisani col nome di<br />

Monte Barlao. Nel 1865 l’ingegnere ungherese Keller<br />

ottenne il permesso di ricerca e la dichiarazione di scoperta,<br />

per poi cedere la miniera ad una società inglese.<br />

Il periodo più florido coincise con la gestione della Pertusola<br />

Limited, che impiantò una moderna laveria gravimetrica<br />

e il villaggio di minatori di nome Bindua.<br />

Grotta di Santa Barbara<br />

La Grotta di Santa Barbara, protettrice dei minatori, è situata<br />

all'interno della miniera di San Giovanni. Scoperta casualmente<br />

nell'aprile del 1952 durante lo scavo di un fornello<br />

ha avuto probabile origine dal fenomeno del carsismo.<br />

Attualmente è ritenuta una delle più antiche d'Europa. Ciò<br />

che la rende particolarmente singolare sono i tipici cristalli<br />

di barite tabulare scura disposti a nido d'ape rinvenibili nelle<br />

volte e in gran parte delle pareti. Si possono ammirare<br />

maestose colonne di aragonite azzurra, sculture calcaree a<br />

forma di canne d'organo ed enormi stalattiti appiattite.<br />

Per informazioni e prenotazioni individuali: tel. 339 8848962 - 0781 54023<br />

Per le prenotazioni di gruppi o scuole: Servizio Visite<br />

tel. 0781 491300 • fax 0781 491395 • e-mail: segr.igea@virgilio.it<br />

150<br />

Estate Medioevale Iglesiente,<br />

Corteo storico medioevale e Processione dei ceri<br />

Nella seconda domenica di luglio si tengono dal 1735 i riti<br />

dedicati alla Madonna delle Grazie, scioglimento del voto<br />

espresso dalla popolazione iglesiente che impetrò la grazia<br />

di porre fine ad una massiccia invasione di<br />

cavallette. Un omaggio al medioevo


ivive tra storia e spettacolo il 13 agosto di ogni anno. Il<br />

centro storico è attraversato da un corteo di figuranti in<br />

abiti tipicamente medioevali che trasforma le strette vie in<br />

un palcoscenico affascinante. Unitamente al Torneo della<br />

Balestra, che vede misurarsi gruppi di balestrieri locali, il<br />

Corteo rappresenta la<br />

parte centrale del calendario di<br />

manifestazioni medioevali. Il 15<br />

agosto si tiene la festa dei Candelieri<br />

in onore della Vergine Assunta, aperta dall’ingresso<br />

dei candelieri in Cattedrale per ricevere ognuno un cero.<br />

Durante la festa, di origini bizantine, i pesanti candelieri in<br />

legno dell’altezza di circa quattro metri transitano per le vie<br />

del centro, rappresentando la Municipalità, i quartieri storici<br />

- Santa Chiara, di Mezzo, Castello e Fontana - le Corporazioni<br />

o Gremi della Montagna - i minatori - i Vignajuoli, i lavoratori<br />

Artigiani e i Mercanti.<br />

Per informazioni: Ufficio Turistico<br />

tel. 0781 41795<br />

151<br />

Buggerru<br />

Galleria Henry<br />

La galleria Henry, ubicata a una quota di poco superiore<br />

all'abitato di Buggerru, riveste un fascino particolare per la<br />

presenza di camminamenti esterni ricavati nella roccia che<br />

offrono viste vertiginose dalla costa a strapiombo. La galleria<br />

è la più importante struttura della miniera di Planu Sartu,<br />

per le sue imponenti dimensioni funzionali all'impiego di<br />

locomotive a vapore e per la rete ferroviaria costruita per<br />

sostituire i lenti ed onerosi trasporti a dorso di mulo.<br />

Per informazioni e prenotazioni individuali: tel. 339 8848962 - 0781 54023<br />

Per le prenotazioni di gruppi o scuole: Servizio Visite<br />

tel. 0781 491300 • fax 0781 491395 • e-mail: segr.igea@virgilio.it


Cala Domestica<br />

La suggestiva Cala Domestica si apre lungo uno dei tratti di<br />

costa più selvaggi dell'Isola, reso ancora più affascinante<br />

dai ruderi delle antiche miniere dismesse. Fino al 1940 la<br />

cala è stata porto d’imbarco dei minerali provenienti dalla<br />

miniera di Acquaresi. A proteggere lo scalo strategico<br />

venne eretta verso la fine del Settecento la Torre di<br />

Cala Domestica, sulla penisoletta che chiude<br />

il lato meridionale della spiaggia.<br />

Masua - Nebida<br />

Lungo la strada costiera che dalla<br />

frazione mineraria di Nebida<br />

conduce al paesino di Masua si<br />

può ammirare uno dei panorami<br />

più inaspettati della <strong>Sardegna</strong>,<br />

dominato dal faraglione di candido<br />

calcare di Pan di Zucchero<br />

che si erge isolato nel mare a<br />

poca distanza dalla spiaggia di<br />

Porto Flavia. In questa piccola<br />

baia sono ancora visibili i resti<br />

della miniera di Nebida e l’annessa<br />

laveria Lamarmora.<br />

Galleria di Porto Flavia<br />

Il sito minerario prende nome<br />

dalla figlia primogenita del<br />

progettista e venne realizzato nel 1924. A Porto Flavia il<br />

minerale era stoccato nei silos sotterranei ricavati nella<br />

roccia, per poi affluire su nastro trasportatore direttamente<br />

nella stiva delle navi da carico alla fonda.


Fluminimaggiore<br />

Grotta Su Mannau<br />

Originata da due piccoli torrenti il cui corso ha creato imponenti<br />

gallerie ornate di calciti e aragoniti Su Mannau, una<br />

fra le più belle grotte della <strong>Sardegna</strong>, ha uno sviluppo di 800<br />

metri. Nella grotta sono attualmente visitabili la sala del<br />

Sonno e la sala Vergine, dove si osservano bianche concrezioni<br />

stalattitiche e stalagmitiche e un gruppo di aragoniti coralloidi<br />

eccentriche. La grotta è habitat naturale per diverse specie<br />

di pipistrello, insetti e molluschi. Ai visitatori vengono proposti<br />

due distinti itinerari, di cui uno riservato a speleologi esperti.<br />

Per informazioni e prenotazioni: Su Mannau Grotte sas<br />

via Vitt. Emanuele 81, 09010 Fluminimaggiore (CA)<br />

tel. 347 6874748 • 347 5413624<br />

Mulino Licheri<br />

L’antico mulino ad acqua Licheri, immerso nella vegetazione<br />

a ridosso del costone montano, è l’ultimo sopravvissuto degli<br />

oltre venti mulini attivi sino alla prima metà del Novecento<br />

lungo i due principali corsi d’acqua che attraversano il territorio<br />

di Fluminimaggiore. All’interno dell’edificio sono illustrate le<br />

fasi della produzione e della lavorazione dei cereali e, più in<br />

generale, del ciclo della vita nel mondo agropastorale. I pezzi<br />

di maggior pregio sono il carro, i recipienti per il formaggio<br />

noti come is caddaxius, i setacci, lo spazio del forno denominato<br />

sa domu de su forru, il telaio. Il mulino, un tempo<br />

destinato alla produzione di farina integrale, è mantenuto<br />

funzionante a scopo documentario.<br />

Per informazioni: Start Uno<br />

tel. 347 8174989 / 0781 580990 • fax 0781 582198<br />

e-mail: startuno@tiscali.it<br />

Museo Paleontologico<br />

Il Museo offre un’esposizione di trilobiti, archeociatidi, graptoliti,<br />

briozoi ed echinodermi, testimoni dell’antichità paleontologica<br />

e geologica del territorio.<br />

Per informazioni: Start Uno<br />

tel. 347 8174989 / 0781 580990 • fax 0781 582198<br />

e-mail: startuno@tiscali.it<br />

153


154<br />

Tempio di Antas<br />

Il maestoso tempio di Antas fu edificato intorno alla metà<br />

del I millennio a.C. sul rilievo del monte Conca s'Omu, in<br />

un'area delimitata da un affioramento calcareo che assunse<br />

funzione di roccia sacra. Dedicato a Sid Addir Babai, divinità<br />

oggetto di culto da parte dei sardi autoctoni, fu costruito<br />

dai Cartaginesi e ristrutturato dai Romani nel II secolo a.C.<br />

Alla suggestione del tempio contribuisce la bellezza della<br />

valle ricca di acqua e vegetazione, che aveva richiamato<br />

popolazioni nuragiche e, successivamente, cartaginesi e<br />

romani per la ricchezza dei giacimenti di piombo<br />

e ferro. Per questo motivo nell’area<br />

archeologica si notano resti<br />

d’età nuragica e sovrapposizioni<br />

posteriori. In particolar<br />

modo si distingue<br />

il tempio<br />

punico-romano,<br />

una struttura<br />

tripartita innalzata<br />

su un’imponente<br />

base preceduta<br />

da<br />

gradinata e maestoso<br />

colonnato<br />

reggente l’architrave<br />

con l’iscrizione<br />

che ha consentito<br />

di<br />

ricostruire il culto<br />

di Sardus Pater<br />

Babai e la dedica<br />

all’imperatore Caracalla.<br />

A poca distanza<br />

dall’edificio<br />

sacro sono visibili i<br />

resti di un villaggio<br />

nuragico con capanne<br />

a forma semicircolare.<br />

Gli ambienti<br />

erano<br />

circondati da mura con varco d’accesso per uomini e carri,<br />

i reperti ritrovati sono prevalentemente di manifattura locale.<br />

Tra le abitazioni e il muro di cinta è emersa una necropoli<br />

che ha restituito corredi e monili testimonianti il culto di<br />

Sardus Pater Babai.<br />

Per informazioni: Start Uno<br />

tel. 347 8174989 / 0781 580990 • fax 0781 582198<br />

e-mail: startuno@tiscali.it


Arbus<br />

Miniera di Ingurtosu<br />

La miniera di Ingurtosu inizia l’attività nei primi anni dell’Ottocento.<br />

L’esteso villaggio che la circonda è uno dei più<br />

significativi esempi di borgo minerario in <strong>Sardegna</strong> e prende<br />

il nome dalla denominazione locale dell'avvoltoio grifone,<br />

su Gurturgiu, ora estinto. Il complesso è immerso in un<br />

ambiente naturalistico di selvaggia bellezza, a pochi chilometri<br />

dal mare e dalle grandi dune di Piscinas. Vi si ammira la<br />

bella Direzione della Miniera in stile neoclassico e la laveria,<br />

un impianto all'epoca considerato all'avanguardia per innovazione<br />

tecnologica. La miniera, che dava lavoro ad oltre<br />

mille persone, è inattiva dal 1964.<br />

Dune di Piscinas<br />

Le dune di Piscinas, tra le più grandi in Europa, sono state<br />

dichiarate patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.<br />

Si spingono nell’entroterra per circa 2 chilometri raggiungendo<br />

un’altezza massima di 100 metri, continuamente<br />

rimodellate dai venti occidentali che insistono sulla zona<br />

lungo tutto l’arco dell’anno. La vegetazione endemica è<br />

perfettamente adattata all’ambiente dunale, con prevalenza<br />

di ginepri plurisecolari, lentisco, ginestra ed euforbia alternate<br />

ad ampie distese di tamerici e di giunchi nei pressi dei corsi<br />

d’acqua. In questo fragile e unico ecosistema la fauna è<br />

caratterizzata dalla presenza del cervo sardo e della tartaruga<br />

marina Caretta Caretta, che trova in questo tratto di costa<br />

un luogo ideale per la deposizione delle uova nelle notti di<br />

giugno e luglio.<br />

155


Capo Pecora<br />

Un paesaggio popolato di rocce granitiche modellate dal<br />

vento e macchiate da rada vegetazione, aspro e desolato,<br />

con scogliere a strapiombo sul mare e caratterizzato da un<br />

panorama emozionante.<br />

Museo del coltello sardo<br />

Allestito in una casa del Settecento restaurata espone una<br />

collezione di coltelli del XVI secolo, le produzioni dei più<br />

rappresentativi coltellinai sardi contemporanei e la ricostruzione<br />

di un laboratorio ferraio in cui è possibile ammirare<br />

numerose attrezzature da lavoro dell’Ottocento ed assistere<br />

alle fasi del processo di realizzazione dei coltelli.<br />

Per informazioni e prenotazioni: tel. 070 9759220 – 349 0537765<br />

Marina di Arbus<br />

Casa del Poeta<br />

Immersa nel riverbero delle dune di Pistis la cosiddetta Casa<br />

del Poeta è stata interamente realizzata da una coppia di<br />

coniugi di Guspini, Orlanda e Efisio, all’interno di una pianta<br />

di ginepro, tra i cui rami fitti e contorti sono stati sagomati<br />

alcuni vani e una piccola veranda. La casa ha come struttura<br />

portante un grande albero di ginepro e le pareti sono costruite<br />

con materiali naturali dell’ambiente costiero o portati dal<br />

mare. I visitatori vengono invitati a comporre e a lasciare<br />

una poesia ai padroni di casa.<br />

156<br />

Guspini<br />

I basalti colonnari<br />

Al centro dell’abitato di Guspini, presso il colle Zeppara, si<br />

può ammirare lo splendido monumento naturale dei basalti<br />

colonnari, una formazione geologica originata dall’attività<br />

vulcanica che interessò questa<br />

parte della <strong>Sardegna</strong> tra la fine del<br />

Miocene e l’inizio del Pliocene. II raffreddamento<br />

della lava, avvenuto molto<br />

lentamente, ha creato perfette fessurazioni<br />

verticali, dando origine alle colonne<br />

basaltiche modellate nella caratteristica<br />

conformazione a canne d’organo<br />

Montevecchio<br />

La miniera di piombo e zinco di<br />

Montevecchio, tra le più estese in<br />

Europa, è uno degli otto siti che<br />

costituiscono il Parco Geominerario<br />

della <strong>Sardegna</strong>. Il giacimento era già<br />

sfruttato nell’Età del Bronzo dalle<br />

popolazioni nuragiche.


Oggi il borgo minerario, immerso nella vegetazione e incastonato<br />

tra le montagne che digradano verso la Costa Verde,<br />

accoglie gli uffici della miniera e numerosi edifici che mostrano<br />

uno stile costruttivo ricercato e originale. Il più<br />

significativo è il Palazzo della Direzione, un’imponente<br />

struttura sorta nel 1870, con una bella sala decorata in stile<br />

eclettico di fine Ottocento. Nel Palazzo sono allestite le<br />

mostre permanenti La Civiltà Mineraria, con modellini,<br />

fotografie storiche e attrezzi originali dei minatori, La fauna<br />

sarda, con circa cento esemplari imbalsmati o impagliati e<br />

La mostra fotografica de “Il figlio di Bakunin”, opera cinematografica<br />

del regista sardo Gianfranco Cabiddu ispirata<br />

all’omonimo romanzo di Sergio Atzeni.<br />

Fa parte del complesso minerario di Montevecchio il Cantiere<br />

di Piccalinna che, sorto nel 1876, è in stile liberty francese.<br />

Il sito ospita macchinari trasportati via mare nel 1903 dagli<br />

Stati Uniti e utilizzati per la produzione di aria compressa<br />

ed energia<br />

elettrica, ultimi<br />

esempi rimasti<br />

in <strong>Sardegna</strong><br />

della<br />

tecnologia<br />

mineraria<br />

d’oltre oceano.<br />

157<br />

Per informazioni<br />

e prenotazioni:<br />

Coop. Promoserapis<br />

tel. 335 5314198


Arresojas<br />

Presso il borgo minerario si svolge nel mese di agosto la<br />

biennale internazionale del coltello sardo, che ospita i<br />

coltellinai locali e delegazioni estere di artigiani del settore.<br />

La mostra mercato è stata istituita con l’intenzione di<br />

valorizzare il patrimonio culturale e le notevoli<br />

potenzialità di mercato dei coltelli sardi.<br />

158<br />

Gonnosfanadiga<br />

Parco di Perd’e Pibera<br />

Situata in una zona mineraria produttiva sino agli anni<br />

Cinquanta l’area verde di Perd’e Pibera costituisce il più<br />

esteso parco comunale della <strong>Sardegna</strong> e rappresenta una<br />

delle possibili vie d’accesso al Parco del Monte Linas, le cui<br />

creste sono raggiungibili in alcune ore di trekking. Dall’alto<br />

del massiccio si può godere di una spettacolare veduta<br />

panoramica che spazia dal Campidano centro-settentrionale<br />

fino alla catena del Gennargentu.<br />

Tomba dei giganti San Cosimo<br />

La tomba risale al periodo intermedio della cultura nuragica.<br />

Gli scavi hanno portato alla luce alcune olle caratteristiche<br />

della fase centrale dell'età del bronzo, ora esposte nel Museo<br />

Archeologico di Sardara. L’edificio funerario è costruito in<br />

blocchi di granito lavorati rozzamente e si presenta in buono<br />

stato di conservazione.<br />

A causa dei lavori di scavo il sito potrebbe non essere visitabile.


Domusnovas<br />

Grotta San Giovanni<br />

La grotta di San Giovanni, rapidamente raggiungibile dal<br />

paese di Domusnovas, si presenta come una tortuosa galleria<br />

naturale i cui due ingressi presentano ancora visibili resti di<br />

mura megalitiche, che hanno fatto ipotizzare un suo antico<br />

utilizzo con funzione di rifugio. Il percorso principale si<br />

prolunga per 850 metri ed è interamente percorribile su<br />

strada asfaltata. All’interno si notano i resti di un’antica<br />

cappella rupestre, mentre accanto all’ingresso meridionale<br />

sorge una chiesetta campestre di epoca ottocentesca.<br />

Per informazioni: Comune di Domusnovas<br />

tel. 0781 29128<br />

Nuraghe S’Omu e S’Orcu<br />

La fortificazione nuragica è composta da una torre a tholos<br />

con pianta ellittica, racchiusa in un protetto da un antemurale<br />

provvisto di cinque torri. L'ingresso è situato sul lato meridionale<br />

e introduce in un piccolo cortile, all’interno del quale<br />

alcuni vani che hanno restituito numerosi scarti di fusione<br />

del bronzo testimoniano l’utilizzo degli spazi nella lavorazione<br />

dei metalli. L’intero complesso è stato probabilmente costruito<br />

ed ampliato in tre diverse fasi, la più antica delle quali<br />

databile intorno al 1500 a.C., epoca di realizzazione della<br />

torre centrale. Nella fase intermedia la torre fu rifasciata<br />

dalle mura che costituiscono ora il cortile interno mentre<br />

all'ultima fase è datato l'antemurale e le cinque torri addossate<br />

alle mura preesistenti.<br />

Villacidro<br />

Cascata Sa Spendula<br />

La cascata è un gioiello<br />

naturale incastonato tra<br />

rocce granitiche e una<br />

lussureggiante vegetazione<br />

di oleandri, cisti,<br />

lentisco e fillirea, ad un<br />

chilometro dal centro<br />

abitato di Villacidro.<br />

Nota e tradizionale meta<br />

turistica, la cascata fu<br />

visitata nel 1882 da<br />

Gabriele D’Annunzio,<br />

che le dedicò la poesia<br />

omonima.


Parco di San Sisinnio<br />

Il parco degli olivastri millenari, situato nei pressi di un<br />

piccolo colle e visibile dalle campagne circostanti, ospita<br />

una delle poche aggregazioni di olivastri<br />

plurisecolari ancora osservabili in <strong>Sardegna</strong>.<br />

La vegetazione imponente circonda la chiesa<br />

campestre di San Sisinnio, a cui i Villacidresi<br />

dedicano una delle più importanti sagre del<br />

paese nella prima domenica di agosto.<br />

160<br />

Monte Linas<br />

Il Massiccio del Linas domina una vasta<br />

zona di boschi e cascate perenni, tra<br />

cui Muru Mannu, la più alta della <strong>Sardegna</strong>,<br />

e Piscina Irgas. Le montagne sono<br />

popolate dal cervo sardo, aquila del<br />

Bonelli, aquila reale, gheppi, cinghiali,<br />

volpi e lepri, la flora è ricca di specie<br />

endemiche e di esemplari plurisecolari. Il<br />

Linas è meta ideale per gli appassionati di<br />

trekking.<br />

Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />

Zampillo, 09039 Villacidro<br />

tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />

e-mail:fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it


Lavatoio pubblico<br />

Ubicato nel cuore del centro storico il pregevole lavatoio<br />

costituisce un raro esempio di archeologia industriale cittadina.<br />

Realizzato nell’antico rione denominato Frontera de<br />

sa Mitza l’opera esprime nelle sue forme aeree e nelle<br />

eleganti strutture in ferro e ghisa i dettami dello stile liberty.<br />

Per funzione e stile il lavatoio costituisce un’opera di architettura<br />

sociale senz’altri riscontri in <strong>Sardegna</strong>.<br />

Museo civico archeologico Villa Leni<br />

Il museo si configura come istituzione culturale di congiunzione<br />

tra le avanguardie minerarie del Guspinese, le propaggini<br />

del massiccio del Linas e la pianura del Medio Campidano.<br />

Il criterio espositivo è di tipo territoriale, con reperti provenienti<br />

da ambito comunale ed extracomunale risalenti ad un<br />

periodo compreso tra il neolitico e l’alto medioevo. Tra i più<br />

significativi sono visibili i materiali nuragici provenienti da<br />

un laboratorio artigiano di lavorazione litica, modellini litici<br />

e bronzei di nuraghi, un tesoretto in lingotti di rame e spade<br />

votive, corredi tombali d’età romana e ornamenti bizantini.<br />

Il percorso guidato si articola in pannelli informativi.<br />

Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />

Piazza Zampillo, 09039 Villacidro<br />

tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />

e-mail:fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />

161


Farmamuseo Sa Potecaria<br />

Un tuffo nel passato per esaminare gli strumenti terapeutici<br />

della medicina tradizionale nell’unico museo del genere in<br />

<strong>Sardegna</strong>. La collezione espone arredi e utensili dell’arte<br />

sanitaria e farmaceutica, oltre a numerosi strumenti chirurgici<br />

antecedenti la rivoluzione industriale.<br />

Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />

Piazza Zampillo, 09039 Villacidro<br />

tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />

e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />

Fabbrica orafa Marroccu<br />

La fabbrica orafa Marroccu produce gioielli di fine fattura,<br />

fedeli riproduzioni degli antichi monili sardi e moderne<br />

stilizzazioni. La fabbrica accetta visite di gruppo per illustrare<br />

il ciclo produttivo dei gioielli.<br />

Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />

Piazza Zampillo, 09039 Villacidro<br />

tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />

e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />

Sagra delle ciliegie<br />

Una tra le più importanti<br />

manifestazioni legate alle<br />

tradizioni contadine si celebra<br />

l’ultima settimana di<br />

maggio, nel periodo d’inizio<br />

della raccolta del frutto. La<br />

località di Villascema ospita<br />

i visitatori in un parco appositamente<br />

attrezzato.<br />

162<br />

Premio Letterario<br />

Nazionale Giuseppe Dessì<br />

Da 18 anni Villacidro ospita<br />

alla fine di settembre il Premio<br />

Letterario Nazionale Giuseppe<br />

Dessì. Affermatosi nel panorama<br />

nazionale il Premio richiama<br />

l’attenzione delle<br />

principali case editrici, di<br />

scrittori italiani e rappresentanti<br />

del panorama culturale internazionale.<br />

Alla manifestazione<br />

si affiancano diverse iniziative<br />

culturali collaterali tra cui mostre, rappresentazioni teatrali,<br />

concerti, dirette televisive e radiofoniche.<br />

Per informazioni: Comune di Villacidro<br />

tel. 070 934421


Parco culturale Giuseppe Dessì<br />

I comuni di Guspini, Arbus, Buggerru, Fluminimaggiore, San<br />

Gavino e Villacidro costituiscono un percorso ideale che<br />

abbraccia le tracce della memoria e della fantasia di Giuseppe<br />

Dessì, romanziere autentico e autore di “Paese d’ombre”.<br />

L’immaginario dello scrittore spazia tra il ricco patrimonio<br />

ambientale, la cultura, le tradizioni e la storia di un territorio<br />

affascinante.<br />

Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />

Piazza Zampillo, 09039 Villacidro - Tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />

e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />

Comune di Villacidro tel. 070 934421<br />

Liquore Villacidro Murgia<br />

Il liquore Villacidro Murgia è prodotto<br />

dal 1886 nell’antica distilleria a vapore<br />

situata nel centro del paese. La<br />

ricetta del liquore più noto, il Villacidro<br />

Giallo, è segretamente custodita e tramandata tra i membri<br />

della famiglia Murgia, sino ad oggi unici gestori della distilleria.<br />

Su trigu cottu (il grano cotto)<br />

È tradizione in molti paesi della <strong>Sardegna</strong> propiziarsi l’anno<br />

nuovo con l’offerta del grano cotto e condito con la sapa.<br />

Gli ingredienti utilizzati sono il grano duro, la sapa e un<br />

pizzico di sale. Occorre lavare il grano e farlo bollire in acqua<br />

con un pizzico di sale fino a quando sarà ben cotto e gonfio.<br />

Una volta scolato in una terrina di coccio, coperto e tenuto<br />

in caldo per almeno 12 ore, si aggiunge della sapa che viene<br />

mescolata con il grano affinché quest’ultimo se ne imbeva.<br />

È necessario distribuire su trigu cottu in piccole coppette per<br />

poter poi essere servito.


Vallermosa<br />

Tempio punico fenicio e santuario nuragico di Matzanni<br />

Il complesso di Matzanni è situato a 730 metri di quota sulle<br />

pendici del Monte Cuccurdoni Mannu. Nell’area archeologica<br />

sono ancora visibili un piccolo tempio fenicio-punico realizzato<br />

in pietra calcarea bianca e tre templi a pozzo, di cui<br />

due visitabili, caratterizzati da vestibolo, scalinata di accesso<br />

e tholos, raffrontabili con i pozzi sacri di Serri e Sardara.<br />

All’interno di uno dei pozzi è stato rinvenuto un bronzetto<br />

dal volto orientale con ciotola e focaccia in offerta, noto<br />

come Barbetta e custodito nel Museo Archeologico di Cagliari.<br />

Sul sito non vi sono servizi di guida turistica.<br />

Siliqua<br />

Castello di Acquafredda<br />

Il Castello di Acquafredda sorge imperioso a pochi chilometri<br />

dall’abitato di Siliqua su un cono vulcanico di andesite<br />

dominante la pianura. Costruito nella prima metà del Duecento<br />

era parte integrante del sistema difensivo creato dai<br />

pisani a protezione dell’area mineraria. Tra i suoi signori il<br />

più noto fu senza dubbio Ugolino della Gherardesca, di cui<br />

resta lo stemma impresso nella parete del mastio.<br />

Per informazioni: Coop. Antarias<br />

tel. 349 1564023 - 349 7428014<br />

164<br />

Villamassargia<br />

Bosco di ulivi S’Ortu Mannu<br />

Il grande uliveto è<br />

sovrastato dalla gigantesca<br />

mole de Sa<br />

Reina, autentico<br />

monumento naturale<br />

di 15 metri di circonferenza<br />

considerato<br />

il più grande<br />

ulivo del Mediterraneo.<br />

S’Ortu Mannu è<br />

situato ai piedi di un<br />

cono vulcanico sormontato<br />

dai ruderi del<br />

castello di Gioiosa<br />

Guardia.


Chiesa di Nostra Signora del Pilar<br />

Il monumento si affaccia sulla piazza principale del paese.<br />

La facciata con campanile a vela ha un rosone<br />

centrale e una semplice<br />

decorazione ad archetti<br />

circolari ascendenti. Tutti gli<br />

elementi architettonici e<br />

decorativi, compresi portone<br />

e fogliame ai capitelli, sono<br />

stati realizzati ad imitazione<br />

della Cattedrale di Tratalias,<br />

considerata modello di riferimento<br />

per i monumenti religiosi<br />

dell'epoca.<br />

Chiesa della<br />

Madonna della Neve<br />

La chiesa si ipotizza essere stata edificata intorno al 1100<br />

ad opera dei padri benedettini di San Vittore di Marsiglia,<br />

quando Villamassargia costituiva il più importante centro<br />

dell’attuale Sulcis Iglesiente.<br />

Per informazioni: tel. 0781 7580215<br />

Laboratori artigiani<br />

Abili intagliatori del legno e numerosi laboratori tessili<br />

artigianali qualificano questo paese in senso artistico e<br />

commerciale.<br />

Per informazioni: tel. 0781 7580215


Carbonia<br />

Centro storico<br />

Fondata nel 1936 su volere di Benito Mussolini con l’intenzione<br />

di dare coesione ai nuclei abitativi spontanei costituitisi<br />

attorno alle miniere dell'azienda carbonifera, la città offre<br />

le caratteristiche evidenze dell’architettura fascista nella<br />

Torre Littoria, centro dell’originario nucleo<br />

urbano e destinata a Casa del Fascio, nel<br />

Municipio, nel Dopolavoro, nel Cinema-<br />

Teatro e nelle grandi fontane della piazza<br />

principale.<br />

Museo Paleontologico<br />

Creato nel 1972 dal Gruppo Ricerche Speleologiche<br />

"E. A. Martel" il Museo è unico<br />

nel suo genere in <strong>Sardegna</strong>. Il percorso<br />

espositivo si articola dal Paleo-zoico al<br />

Quaternario su criteri essenzialmente<br />

stratigrafici, ponendo in particolare<br />

l’accento sulla diversità tassonomica per<br />

ciascun periodo geologico. I reperti sardi<br />

sono ben rappresentati, soprattutto per<br />

quanto riguarda il Paleozoico del Sulcis-Iglesiente<br />

ed il Cenozoico, comprendendo un’ampia varietà di taxa<br />

in diversi casi di notevole interesse scientifico sia per lo stato<br />

di conservazione sia per la rarità. Interessanti i reperti<br />

riguardanti i rettili del Mesozoico. Nella fattispecie un artiglio<br />

di una specie probabilmente appartenente all'ordine degli<br />

Ornitischi proveniente dalla Germania; il calco di un nido di<br />

Oviraptor philoceratops<br />

contenente 19<br />

uova e quello di un<br />

esemplare giovanile<br />

completo di<br />

Psittacosaurus<br />

mongoliensis; il<br />

dente di Tarbosaurus<br />

bataar e gli artigli<br />

di Tirannosaurus<br />

rex e Velociraptor<br />

mongoliensis.<br />

Nell’ostensione è<br />

dato risalto anche ai<br />

numerosi reperti<br />

Quaternari con<br />

particolare riguardo<br />

a quelli provenienti<br />

da depositi ipogei,


affiancando fossili di taxa ignoti in <strong>Sardegna</strong> o di particolare<br />

interesse scientifico che permettono una visione della biodiversità;<br />

tra questi si ricordano importanti resti di Elephas<br />

mnaidriensis, Mammuthus sp. e lamarmorae, Macacus majori,<br />

Ursus sp., Megaceros sp., Prolagus sardus, Cynotherium<br />

sardous, Rhinolophus ferrumequinum e Homo sapiens sapiens.<br />

Museo Civico di Paleontologia e Speleologia E. A. Martel<br />

via Campania, 61/b, 09013 Carbonia (CA) • tel./fax 0781 691006<br />

web: www.sardinia.net/carbonia/ital/muspeleo.htm<br />

e-mail: museomartel@tiscalinet.it<br />

Orario invernale: 9,00-13,00 / 15,00-19,00<br />

Orario estivo: 9,00-13,00 / 16,00-20,00.<br />

Chiuso il lunedì se non festivo<br />

Servizi: Visite guidate singole, per gruppi e scolaresche, in lingua italiana,<br />

francese ed inglese. Lezioni su argomenti di interesse paleontologico,<br />

geologico, speleologico e di educazione ambientale. Escursioni guidate a<br />

carattere naturalistico ambientale. Visite guidate in grotte non turistiche<br />

a diverso grado di difficoltà.<br />

Parco archeologico fenicio-punico di Monte Sirai<br />

Il parco di Monte Sirai, caso unico in <strong>Sardegna</strong>, offre la<br />

possibilità di visitare un centro di tradizione fenicia e poi<br />

punica privo di sovrapposizioni o modifiche successive. Il<br />

pianoro, situato a 2 Km a Nord di Carbonia, fu abitato sin<br />

dalla prima metà del III millennio a.C. e deve la sua importanza<br />

alla presenza di un insediamento fenicio e punico,


168<br />

fondato intorno al 750 a.C. per il controllo di uno strategico<br />

incrocio fra la via d’accesso alle coste e quella che si spingeva<br />

verso la piana del Cixerri e del Campidano. Il centro fenicio<br />

fu conquistato intorno al 520 a.C.<br />

dai Cartaginesi, che lo fortificarono<br />

durante la prima metà del IV secolo<br />

a.C. ed intorno al 260 a.C. gli<br />

diedero un nuovo aspetto, quello<br />

oggi visibile, operando una complessiva<br />

ricostruzione secondo un<br />

piano urbanistico unitario. La comunità<br />

di Monte Sirai abbandonò<br />

il pianoro all’improvviso, verso la<br />

fine del II secolo a.C., in seguito<br />

forse a una deportazione da parte<br />

dei Romani.<br />

L’abitato è accessibile attraverso la<br />

porta Nord, aperta su due linee<br />

fortificate, che conduce ad una piccola<br />

piazza, dominata dal tempio<br />

della dea Ashtart e cuore dell’abitato.<br />

Tre strade parallele separano quattro<br />

quartieri di forma allungata e costituiti<br />

da case a schiera: di notevole<br />

rilevanza sono la Casa Fantar e la Casa<br />

del lucernario di talco. Nella valletta<br />

a nord dell'abitato si trovano sia<br />

la necropoli fenicia ad incinerazione,<br />

costituita da fosse scavate nella terra o nella roccia,<br />

e la necropoli punica, composta di tredici tombe familiari a<br />

camera scavate nel sottosuolo roccioso, dotate di sarcofagi<br />

litici ricavati alle pareti per le deposizioni degli inumati. A<br />

Nord della valle delle necropoli si trova un'altra collina sulla<br />

quale sorge il tophet, santuario riservato ai bambini morti<br />

in età perinatale. Nel luogo sacro si distinguono un tempietto,<br />

accessibile mediante alcuni scalini, ed uno spazio aperto<br />

antistante destinato alla deposizione sia delle urne cinerarie<br />

contenenti i resti cremati dei bambini, sia degli ex voto<br />

rappresentati dalle stele figurate.<br />

Per informazioni: tel. 0781 673966<br />

web: www.sardinia.net/carbonia/ital/sirai.htm<br />

e-mail: parcomontesirai@tiscali.it<br />

Orario invernale: 9,00-17,00<br />

Orario estivo: 9,00-13,00 / 15,00-20,00 / 20,30-23,00<br />

Chiuso il lunedì se non festivo<br />

Servizi: Visite guidate singole, per gruppi e scolaresche, in lingua italiana,<br />

francese ed inglese. Escursioni guidate anche notturne su itinerari a carattere<br />

storico-archeologico.


Museo archeologico Villa Sulcis<br />

Inaugurato nel 1988 nella villa che fu del direttore della<br />

Società delle Miniere, il Museo Archeologico nasce principalmente<br />

grazie alla donazione di due collezioni private, la<br />

Collezione Doneddu e la Collezione Pispisa, che gli hanno<br />

conferito una forte connotazione territoriale; la prima assembla<br />

tra l’altro i materiali di alcuni corredi della necropoli<br />

a Domus de Janas di Locci Santus, di cultura Campaniforme<br />

e Bonnannaro, tra il periodo Eneolitico ed il Bronzo Antico;<br />

la seconda comprende invece numerosi reperti relativi alla<br />

civiltà Nuragica (Bronzo Medio, Recente e Finale) ed alla<br />

civiltà Fenicia e Punica provenienti da Sant’Antioco e Bithia.<br />

Gli scavi sistematici nel territorio comunale hanno tuttavia<br />

fornito testimonianze di tutte le culture comprese cronologicamente<br />

fra il VI millennio a.C. ed il periodo Bizantino (VI-<br />

VII secolo d.C.); dal riparo sottoroccia di Su Carroppu di Sirri<br />

provengono strumenti di ossidiana e frammenti di ceramica<br />

a decorazione cardiale risalenti alle più antiche fasi del<br />

Neolitico sardo; la cultura di S. Michele di Ozieri è rappresentata<br />

dai reperti delle necropoli di Monte Crobu e di<br />

Cannas di Sotto; alcuni corredi funerari del periodo bizantino<br />

sono frutto di scavi operati nel territorio di Santadi.<br />

L’importanza del Museo è data tuttavia dal legame con il<br />

vicino insediamento fenicio e punico di Monte Sirai, grazie<br />

al quale si trova al centro delle indagini di scavo e degli studi<br />

delle più importanti missioni scientifiche. Oltre agli storici<br />

corredi rinvenuti nella necropoli a inumazione, il Museo<br />

espone e acquisisce annualmente i reperti provenienti dagli<br />

scavi della necropoli fenicia ad incinerazione, di cui si sono<br />

scavate più di 160 tombe, e dell’abitato, mentre grande<br />

rilevanza iniziano ad assumere<br />

i risultati<br />

degli scavi ed i<br />

materiali relativi<br />

all’insediamento<br />

fortificato<br />

fenicio situato<br />

intorno<br />

al Nuraghe<br />

Sirai.<br />

In attesa del<br />

nuovo ordinamento<br />

espositivo, il Museo<br />

offre visite integrate<br />

con siti vicini, una<br />

visita tattile con materiali<br />

originali per ipovedenti, uno spazio


didattico dotato di materiale di sua produzione (CD Rom e<br />

documentari), un laboratorio di tecnica ceramica ed un<br />

bookshop particolarmente ricco.<br />

Museo Civico Archeologico Villa Sulcis<br />

via Napoli 4, 09013 Carbonia • tel./fax 0781 691131<br />

web: www.sardinia.net/carbonia/ital/musarcheo.htm<br />

e-mail: museovillasulcis@tiscali.it<br />

Orario invernale: 9,00-13,00 / 15,00-19,00<br />

Orario estivo: 9,00-13,00 / 16,00-20,00<br />

Chiuso il lunedì se non festivo<br />

Servizi: Visite guidate singole, per gruppi e scolaresche, in lingua italiana,<br />

francese ed inglese. Laboratori di ceramica per le scuole. Aula didattica e<br />

audiovisivi.<br />

170<br />

Gonnesa<br />

Zone costiere<br />

Nel territorio convivono uno spettacolare litorale sabbioso<br />

lungo oltre 3 chilometri e zone interne di eccezionale interesse<br />

archeologico e naturalistico. Di particolare bellezza è la<br />

spiaggia di Porto Paglia, preceduta dallo spettacolo suggestivo<br />

delle querce piegate dalle raffiche del maestrale a cui è<br />

costantemente esposta la costa.<br />

Complesso della tonnara<br />

Nei pressi della spiaggia è possibile visitare il complesso della<br />

tonnara costruita nel Settecento e ancora in eccellente stato<br />

di conservazione. A poca distanza si osservano i ruderi della<br />

vecchia torre costiera, quasi completamente distrutta<br />

dall'azione del mare.


Villaggio Nuragico di Seruci<br />

Scoperto nel 1897 sulla sommità di un pianoro è costituito<br />

da oltre cento capanne risalenti all'età del Bronzo recente<br />

disposte a piccoli nuclei intorno ad una reggia nuragica<br />

monumentale. Esplorato solo parzialmente, il sito ha rivelato<br />

caratteristiche che fanno ipotizzare la presenza di un complesso<br />

di grandi dimensioni.<br />

Portoscuso<br />

Zone costiere<br />

La costa di Portoscuso offre imponenti formazioni rocciose<br />

alternate a lunghi tratti sabbiosi. A nord del paese è consigliata<br />

la sosta nella vasta pineta che si affaccia sulla spiaggia<br />

di Portupaleddu, punto di partenza per raggiungere le vicine<br />

e maestose scogliere di Capo Altano dove si possono osservare<br />

alcune rarità botaniche.<br />

San Giovanni Suergiu<br />

Matzaccara<br />

Matzaccara fronteggia le rinomate isole di Sant’Antioco e<br />

San Pietro. Nel territorio si può visitare un bosco di 250<br />

ettari, costituito da una vasta e non utilizzata tenuta agricola<br />

e da un’ampia pineta costiera.<br />

Necropoli di Locis Santus<br />

La necropoli è scavata in un banco di trachite nei fianchi di<br />

una collina, sulla sommità della quale è ancora visibile un<br />

nuraghe di epoca posteriore. Le tombe hanno rivelato in<br />

profondità la presenza nell’area di popolazioni riconducibili<br />

alla cultura del III millennio a.C. del Vaso Campaniforme e<br />

resti della Cultura di Bonnanaro degli inizi del II millennio<br />

a.C. negli strati superiori. Le domus de janas sono di struttura<br />

semplice, a nicchia polilobata e senza decorazioni, nelle<br />

quali sono stati rinvenuti manufatti ceramici.


Sant’Antioco<br />

Zone costiere<br />

Sant’Antioco ha belle spiagge di sabbia fine, acque limpide<br />

e insenature rocciose. Tra le spiagge più note sono da visitare<br />

Capo Sperone, Maladroxia e la sua fitta macchia mediterranea,<br />

Cala Lunga e Cala della Signora.<br />

Chiesa Parrocchiale e catacombe<br />

Considerata uno dei monumenti sacri più antichi dell’intera<br />

<strong>Sardegna</strong> la basilica di Sant’Antioco fu edificata nel 1102<br />

sulle fondamenta di una preesistente chiesa paleocristiana.<br />

All’interno si apre l’accesso alle catacombe dove secondo la<br />

tradizione trovò rifugio e sepoltura il martire Antioco. Le<br />

catacombe conservano elementi che permettono di qualificare<br />

il sito come uno dei complessi cimiteriali più rilevanti in<br />

<strong>Sardegna</strong>.<br />

Per informazioni e visite: tel. 0781 83044<br />

172<br />

Museo etnografico Su Magazinu ’e Su Binu<br />

Questa recente struttura museale ripropone in un vecchio<br />

magazzino riadattato gli aspetti della cultura agropastorale<br />

Sulcitana con un’esposizione di circa un migliaio di pezzi<br />

originali. Nel museo sono stati ricostruiti gli ambienti<br />

abitativi rurali, corredati di attrezzi agricoli, aratri, utensili<br />

dei diversi mestieri, costumi e oggetti d’uso. Sono inoltre<br />

documentate le diverse fasi della produzione del formaggio,<br />

della tessitura e della produzione del vino. Una sezione è<br />

dedicata al bisso, o seta di mare, sostanza filamentosa<br />

prodotta dalla secrezione della Pinna Nobilis, il più grande<br />

mollusco bivalve abitante il Mediterraneo. Del bisso, già<br />

noto in epoca precristiana, si fece largo uso per la produzione<br />

di tessuti riservati alle alte cariche religiose e politiche.<br />

Per informazioni: Coop. Archeotur<br />

Sant’Antioco, tel 0781 841089 • fax 0781 800596<br />

web: www.archeotur.it • e-mail: tofet@tiscali.it


Museo archeologico<br />

Il museo espone i reperti provenienti dalle campagne di<br />

scavo avviate a partire dagli anni ‘60, ricostruendo il succedersi<br />

delle varie culture dal Neolitico al Tardo Romano e con<br />

particolare riguardo alla civiltà Fenicia e Punica. Ospitato<br />

nei locali dell'ex monte granatico di Sant'Antioco il museo<br />

documenta le principali tappe dello sviluppo storico e culturale<br />

della città e del suo territorio, dai primi insediamenti neolitici<br />

alla romanizzazione. Vi si trovano urne cinerarie, stele e<br />

corredi funerari rinvenuti nel tophet, il santuario feniciopunico<br />

a cielo aperto utilizzato ininterrottamente a partire<br />

dalla metà dell’VIII secolo sino al I secolo a.C. Il tophet<br />

accoglieva le urne cinerarie, di cui circa 3.300 portate alla<br />

luce, contenenti i resti delle cremazioni di bambini prematuramente<br />

deceduti e di animali sacrificati alle divinità Baal<br />

e Tanit.<br />

Per informazioni: Coop. Archeotur<br />

Sant’Antioco, tel 0781 841089 • fax 0781 800596<br />

web: www.archeotur.it • e-mail: tofet@tiscali.it<br />

Zona archeologica fenicio-punica<br />

Tra le necropoli di età punica in <strong>Sardegna</strong> è ritenuta al<br />

momento la più importante per vastità dell'impianto funerario,<br />

complessità architettonica e per il numero di reperti<br />

archeologici portati alla luce nel corso degli scavi. Riutilizzata<br />

in età romana la necropoli è costituita da migliaia di tombe<br />

a camera scavate nella roccia e precedute da un dromos a<br />

gradini.<br />

Per informazioni: Coop. Archeotur<br />

Sant’Antioco, tel 0781 841089 • fax 0781 800596<br />

web: www.archeotur.it • e-mail: tofet@tiscali.it


Calasetta<br />

Zone costiere<br />

Parte della costa di Calasetta è costituita da una lunga falesia<br />

a strapiombo di origine vulcanica di particolare bellezza<br />

denominata Scogliera Maccari. Immediatamente fuori del<br />

centro abitato si incontrano la Spiaggia Grande e la Spiaggia<br />

delle Saline, entrambe con arenili estesi circondati da macchie<br />

di ginepro.<br />

Centro Storico<br />

Comune della costa orientale dell'isola di Sant'Antioco di<br />

origine tabarchina, Calasetta è centro dedito alla pesca e<br />

all'agricoltura con decisa vocazione turistica. Nel centro<br />

storico va dedicata una visita alla Parrocchiale di San Maurizio.<br />

Nel punto più alto della cittadina si erge la torre spagnola<br />

risalente al XVII secolo, edificata a protezione dell'isola dalle<br />

incursioni dei pirati provenienti dal Nordafrica. Nella stagione<br />

estiva la torre è aperta al pubblico, ospitando mostre temporanee<br />

di varia natura curate dal Museo di Arte Contemporanea<br />

di Calasetta.<br />

Museo Civico d’Arte Contemporanea<br />

Il museo ospita una mostra permanente<br />

di arte astratta concreta e informale, con<br />

una raccolta di opere d’artisti del panorama<br />

italiano e internazionale. La collezione<br />

è costituita da un centinaio di lavori<br />

frutto di una politica di donazioni, scambi<br />

e acquisizioni.<br />

174<br />

Isola di San Pietro<br />

L'Isola di San Pietro fu abitata sin dai<br />

tempi più antichi, come testimoniano le<br />

tracce rimaste di insediamenti nuragici,<br />

punici e romani. Fu chiamata dai<br />

punici Enosim, dai greci<br />

Hierakon e dai romani Accipitrun<br />

Insula per il gran<br />

numero di falchi che vi nidificavano.<br />

La sua storia<br />

moderna inizia nel 1737,<br />

quando fu concessa col titolo<br />

di Ducato al Marchese della<br />

Guardia, Don Bernardino<br />

Genovese, a patto che accogliesse<br />

un gruppo di pescatori<br />

liguri provenienti dalla piccola isola tunisina di Tabarca.<br />

L'esaurimento dei banchi coralliferi, l'aumento della popolazione,<br />

l'influenza politica ed economica francese che<br />

perseguiva l'egemonia sulla pesca e sul commercio della


costa africana, indussero un gruppo di coloni ad accettare<br />

l'offerta di Carlo Emanuele III di <strong>Sardegna</strong> a colonizzare<br />

l'isola di San Pietro. Nel 1738 le prime famiglie tabarchine<br />

giunsero sull'isola e iniziarono la costruzione della città di<br />

Carloforte. La vita della comunità è ancora prevalentemente<br />

dedicata alla raccolta del sale e del corallo, e alla pesca del<br />

tonno. Autoctono è il dialetto di origine ligure, la gustosa<br />

e originale cucina locale, le feste religiose e popolari, il<br />

folklore.<br />

Zone costiere<br />

La costa nord-occidentale dell’isola è la più selvaggia, caratterizzata<br />

dal susseguirsi di insenature e alti promontori a<br />

strapiombo sul mare. In questo tratto l'unica spiaggia è La<br />

Caletta, la cui sabbia di colore bianco contrasta con le scure<br />

rocce di origine vulcanica. La costa evolve poi in un intercalare<br />

di scogliere e brevi tratti sabbiosi tra i quali si riconoscono<br />

la spiaggia del Lucchese, La Bobba, Puntanera e l’estesa<br />

spiaggia di Giunco, che riconduce nei pressi dell’abitato.<br />

Suggestiva e particolare è la spiaggia Punta Nera, così detta<br />

per il colore scuro<br />

delle scogliere, e<br />

Punta Spalmatore,<br />

tradizionale luogo di<br />

calafataggio delle<br />

barche da pesca.<br />

Notevoli infine Le<br />

Colonne, faraglioni<br />

di roccia trachitica<br />

emergenti dal mare.<br />

Carloforte<br />

Unico centro abitato<br />

dell'isola di<br />

San Pietro, Carloforte<br />

è divenuta<br />

negli ultimi anni<br />

una località turistica<br />

e balneare,<br />

nota per la bellezza<br />

del territorio<br />

e per i suoi<br />

aspetti caratteristici. Le<br />

originarie abitazioni in legno sono<br />

scomparse alla fine del XVIII secolo ma la struttura del<br />

paese e il centro storico ricostruito richiamano le caratteristiche<br />

urbanistiche e architettoniche degli abitati costieri<br />

dell’Italia nordoccidentale, con stretti carrugi a disposizione<br />

ortogonale e bassi edifici a facciate elegantemente tinteggiate.<br />

Nel lungomare Battellieri si ammirano il monumento<br />

175


dedicato a Carlo Emanuele III, sovrano all’epoca del primo<br />

insediamento, e i palazzi settecenteschi e ottocenteschi sorti<br />

nel periodo in cui, cessati gli attacchi dal mare, Carloforte<br />

si estese oltre le mura fortificate.<br />

Museo Civico<br />

Nel Museo, allestito nel Corpo di Guardia della più antica<br />

fortificazione del paese e noto come "Le Prigioni", sono<br />

raccolte testimonianze del passato ed utensili delle attività<br />

che hanno accompagnato l'evoluzione sociale ed economica<br />

della comunità.<br />

176<br />

Esso vuole essere un invito alla ricerca e alla<br />

scoperta della cultura e della storia tabarchina. È in fase<br />

di studio la realizzazione di uno spazio per l'esposizione<br />

di alcuni reperti archeologici che testimoniano la presenza<br />

Punico-Romana sull'isola. I cortili interni sono riservati a<br />

mostre temporanee ed è stato realizzato un piccolo giardino<br />

con la messa a dimora delle piante tipiche della flora<br />

locale con i relativi nomi dialettali. Il percorso per la visita<br />

si articola in cinque sale.<br />

Sala della tonnara<br />

Vi si trova un modello di tonnara, una parte originale del<br />

Corpus, vari tipi di cavi e cordami, utensili usati dai tonnarotti,<br />

oggettistica relativa alla conservazione del pescato, una serie<br />

di riproduzioni fotografiche che dedicate alla preparazione<br />

per la pesca e ai momenti più salienti della mattanza. Al<br />

centro della sala, un tempo adibita a prigione degli esiliati<br />

politici, è visibile la riproduzione in scala dello stabilimento<br />

della Tonnara di Portopaglia del 1890.


Sala dei galanzieri<br />

Ospita una raccolta documentale della vita politica e sociale<br />

della comunità di Carloforte alla fine del 1800, un modello<br />

di battello tabarchino per il trasporto del minerale, la ricostruzione<br />

fedele della figura mitica del Galanziere ed alcuni<br />

attrezzi da lavoro. La sala raccoglie anche una collezione di<br />

minerali del Sulcis ed alcuni oggetti per la navigazione.<br />

Sala dei documenti<br />

Vi sono conservate le riproduzioni di documenti giacenti<br />

presso l'Archivio di Stato di Cagliari, riguardanti le trattative<br />

per l'infeudazione dell'isola, la divisione dei terreni, i primi<br />

censimenti, i primi Consigli Comunitativi, i progetti delle<br />

prime opere di fortificazione e di pubblica utilità, uno studio<br />

sullo stemma della comunità e una ricerca storica<br />

sull'occupazione militare francese del 1793.<br />

Sala Emanuelli<br />

Vi sono esposti alcuni quadri realizzati da Mario Emanuelli,<br />

storico di Pegli, che ripercorrono in maniera allegorica le più<br />

significative vicende storiche della comunità ligure di Tabarca.<br />

Sala malacologica<br />

Al piano superiore dell'edificio è esposta una collezione di<br />

conchiglie donata dalla locale Scuola Media. Nelle vetrine<br />

fanno bella mostra di sé conchiglie raccolte nel mare dell'Isola<br />

di San Pietro, nell'area mediterranea e in altri mari. Alcune<br />

tavole didattiche e ampie didascalie spiegano inoltre aspetti<br />

particolari e il ciclo vitale di queste meraviglie del mare.<br />

Orario: mar-mer 9,00-13,00<br />

gio-ven-sab 9,00-13,00 / 15,00-19,00<br />

chiuso il lunedì<br />

Sagra del Tonno<br />

Capitale mondiale del tonno<br />

di corsa, Carloforte ospita la<br />

sagra nell'ultimo sabato e domenica<br />

del mese di maggio, organizzata<br />

dalla locale associazione La<br />

Verde Isola. Per l’occasione si<br />

offrono degustazioni di piatti<br />

tipici a base di tonno e pescato<br />

fresco della tonnara locale. Nel<br />

Museo Civico di Carloforte è<br />

stato ricostruito un modello di tonnara<br />

completo di calato, la struttura di ancore e reti componenti<br />

la grande vasca rettangolare che dal fondo del mare emerge<br />

sino alla superficie.<br />

177<br />

Per informazioni: Comune di Carloforte<br />

tel. 0781 854282


Il Tonno in Carlofortino<br />

Tonno cucinato come la palamida<br />

Tagliate a fette 1 kg di tonno fresco, preferibilmente codella, lavatelo,<br />

asciugatelo con cura e friggetelo in abbondante olio.<br />

Versate poi in un tegame abbastanza capiente parte dell’olio usato per<br />

la frittura, adagiatevi il tonno appena fritto, aggiungete due o tre spicchi<br />

d’aglio schiacciati e attendete che prendano colore.<br />

Versate un bicchiere di vino bianco e lasciate evaporare.


Nel frattempo condite con un cucchiaio di salsa di pomodoro o pomodori<br />

freschi, sale e alcune foglie d’alloro.<br />

Fate cuocere ancora qualche minuto e spegnete il fuoco.<br />

Fonte: Angela Parodi<br />

La cultura e l’economia del tonno nel Sulcis tra Otto e Novecento<br />

tesi di laurea in Scienze Politiche, Cagliari, A.A. 1999-2000


Narcao<br />

I Murales<br />

Una visita all’interno del centro storico di Narcao consente<br />

di ammirare numerose case costruite in mattoni crudi e<br />

decorate a murales opera di artisti locali, riproducenti i<br />

momenti della vita in miniera.<br />

180<br />

Miniere Rosas<br />

Le miniere Rosas sono parte di un giacimento di solfuri misti,<br />

ricco di galena, blenda e pirite individuato nel corso del XIX<br />

secolo, i cui filoni furono coltivati sino alla fine degli anni<br />

‘70. Le miniere, oggi non più produttive, sono state riconvertite<br />

in un museo permanente che propone al visitatore<br />

un percorso informativo completo sul ciclo di lavorazione<br />

del minerale.<br />

Per informazioni: Pro Loco<br />

tel. 0781 959378<br />

Nuraghe di Monte Atzei<br />

Posto all’interno del parco del Monte Atzei questa grande<br />

e irregolare struttura a corridoio è riconducibile al tipo di<br />

protonuraghe arcaico. Dopo i recenti lavori di scavo e ripulitura<br />

l’interno è parzialmente visitabile lungo il corridoio<br />

centrale che attraversa il corpo dell’edificio.<br />

Rassegna Blues<br />

Un’importante manifestazione dedicata al Blues, che vede<br />

impegnati artisti del panorama internazionale e frequentata<br />

da migliaia di appassionati.


Terraseo (Narcao)<br />

Tempio punico<br />

Il tempio, datato al IV secolo a.C., fu dedicato dai cartaginesi<br />

al culto agrario, a Tanit ed Astarte. Sono chiaramente visibili<br />

le sezioni originarie e rifacimenti romani, che non hanno<br />

tuttavia mutato l'impianto originale. Il tempio si sviluppa<br />

attorno ad un pozzo sacro e nel sacello rettangolare,<br />

all'interno del quale sono stati rinvenuti manufatti in terracotta<br />

tra cui diverse kernefore, statuette brucia-profumi, e<br />

vari ex-voto.<br />

Perdaxius<br />

Chiesa di San Giacomo<br />

Al centro del paese si trova la piccola chiesa di San Giacomo,<br />

edificata nel XIII secolo in stile romanico. L'edificio, a navata<br />

unica, è costruito con semplici blocchi di arenaria e trachite,<br />

senza decorazioni. La facciata è sormontata da un bel campanile<br />

a vela con profilo interno a ogiva.


Chiesa campestre di San Leonardo<br />

Situata nell'omonima frazione la chiesa presenta al suo<br />

interno pitture di epoca spagnola e un simulacro ligneo<br />

raffigurante il santo. La pianta è a navata unica absidata e<br />

il soffitto è voltato a botte. All'esterno la facciata, molto<br />

semplice, è affiancata da un campanile a vela.<br />

Tratalias<br />

Chiesa di Santa Maria<br />

La chiesa di Santa Maria, in trachite chiara, domina luminosa<br />

il piccolo paese di Tratalias. Edificata nel 1213, come testimonia<br />

l’epigrafe presente sulla facciata, è uno dei molti<br />

esempi di architettura romanica in <strong>Sardegna</strong>.<br />

Tra gli elementi più caratteristici si osservano<br />

due losanghe di derivazione pisana e la scala<br />

d’accesso al tetto, lasciata a vista nell’ultimo tratto. All’interno<br />

lo spazio è diviso in tre navate strette ed allungate, di cui<br />

quella centrale absidata, la copertura è in legno su capriate.<br />

Di notevole interesse sono le sculture sui capitelli del portale<br />

sul lato meridionale e la bella composizione, a bassorilievo<br />

con due leoni affrontati, sull’architrave del portale del lato<br />

nord.<br />

Per informazioni: Coop. S.T.A.G.E.<br />

tel. 0781 688013 - 0781 697007


Nuraghe Meurras<br />

Fuori dall'abitato di Tratalias si erge il nuraghe Meurras,<br />

sottoposto a recente restauro e tuttora in fase di scavo. Si<br />

tratta di un edificio<br />

complesso,<br />

con torre centrale<br />

costruita a<br />

mezzo di rozza<br />

tecnica ciclopica<br />

e torri laterali,<br />

presumibilmente<br />

di<br />

epoca posteriore,<br />

edificate<br />

con tecnica<br />

più fine. Nei<br />

dintorni sono<br />

ancora<br />

visibili i resti<br />

di un villaggio<br />

contemporaneo<br />

al nuraghe.<br />

Giba<br />

Spiaggia di Porto Botte<br />

La spiaggia di Porto Botte, situata nel golfo di Palmas, è<br />

caratterizzata da un lungo litorale ventilato e da fondali<br />

poco profondi. Accanto alla spiaggia si trova l’omonimo<br />

complesso palustre, il terzo in <strong>Sardegna</strong> per estensione, che<br />

offre un buon habitat a fenicotteri rosa, avocette, aironi,<br />

cavalieri d’Italia, garzette, falchi di palude, polli sultani e<br />

altri volatili delle zone umide, richiamati dall’abbondante<br />

presenza di cibo negli stagni limitrofi formatisi dai depositi<br />

del rio Palmas. Il paesino è dotato di un porticciolo turistico<br />

bene attrezzato.<br />

183<br />

Villarios (Giba)<br />

Golfo di Palmas<br />

Villarios è una piccola frazione di Giba situata in posizione<br />

collinare panoramica. Il golfo si apre di fronte alla spiaggia<br />

di Porto Botte ed è dominato da una torre d’avvistamento<br />

del XVI secolo.


Sant’Anna Arresi<br />

Ubicata sulle pendici del colle<br />

Montixeddu, si affaccia sul<br />

golfo di Palmas e su baie e<br />

cale di grande interesse paesaggistico,<br />

lungo una linea di<br />

costa lunga 6 chilometri variamente<br />

intercalata da grandi<br />

formazioni rocciose. Il litorale<br />

è caratterizzato dalla presenza<br />

di due spiagge, la minore delle<br />

quali è dominata da maestose<br />

dune di fine sabbia bianca ricca<br />

di elementi quarzosi.<br />

Spiaggia di Porto Pino<br />

La spiaggia di Porto Pino, ben<br />

riparata dal vento, offre uno<br />

scenario di acque vitree, sabbie<br />

dunali, ginepri secolari ed una<br />

pineta che ospita, oltre al comune<br />

pino marittimo, il pino<br />

mugo e la rarissima varietà di<br />

pino d'Aleppo originario del Libano. Non lontano si notano<br />

il pescoso stagno di Maestrale e quello di Is Brebeis, diviso<br />

in due bacini minori dalla striscia di terra di Corrumanciu e<br />

posto in comunicazione diretta con le saline di Santa Caterina.<br />

Pineta Candiani<br />

La pineta Candiani,<br />

caratterizzata dalla<br />

presenza del pino<br />

d’Aleppo, è nota<br />

nelle leggende locali,<br />

mai verificate,<br />

come sorta su una<br />

preesistente città<br />

fenicia sepolta<br />

sotto la sabbia,<br />

presumibilmente<br />

collegata alle<br />

strutture dell’antico<br />

porto e della<br />

cava di arenaria<br />

tuttora visitabili<br />

sulla costa.


Ai confini tra <strong>Sardegna</strong> e Jazz<br />

Importante manifestazione giunta alla XVIII edizione. Si<br />

svolge ogni anno nel mese di agosto con la partecipazione<br />

dei migliori artisti internazionali e grande successo di pubblico.<br />

Per informazioni: Comune di Sant’Anna Arresi<br />

tel. 0781 966681 - 0781 966081<br />

Nuxis<br />

Chiesa Bizantina di Sant’Elia<br />

Situata nella valle di Tattinu è l’unica tra le numerose chiese<br />

della <strong>Sardegna</strong> meridionale sorte nel periodo bizantino ad<br />

essersi mantenuta in un quasi integro stato di conservazione.<br />

Il primo impianto presenta pianta a croce greca con<br />

cupola ogivale, mentre la facciata è sormontata da un<br />

campanile a vela. La chiesa ha pianta simile alla basilica di<br />

San Saturnino a Cagliari, anche se di dimensioni inferiori.<br />

Fu rimaneggiata in stile romanico nell’XI secolo.<br />

Per informazioni: tel. 0781 957013


Foresta di<br />

Is Cannoneris<br />

La foresta si distingue per<br />

una folta vegetazione di<br />

grandi lecci, sugherete,<br />

conifere, oleandri, carrubi,<br />

latifoglie e macchia mediterranea.<br />

La fauna è<br />

abbondante, con presenza<br />

abituale di cinghiali, volpi,<br />

martore e aquile reali. La foresta ospita un centro di ripopolamento<br />

del cervo sardo e un'area attrezzata per la sosta<br />

temporanea.<br />

186<br />

Villaperuccio<br />

Necropoli di Montessu<br />

Situata in un ampio anfiteatro<br />

naturale a forma di omega la<br />

splendida necropoli rupestre di<br />

Montessu, scoperta quasi casualmente<br />

nel 1972, è composta<br />

da circa quaranta tombe, non tutte<br />

visitabili, scavate direttamente nella<br />

roccia. Dai ricchi corredi funerari<br />

rinvenuti sappiamo che il monumento<br />

fu utilizzato per circa due<br />

millenni, da genti della Cultura di<br />

Ozieri (ca. 3.500 a.C.) ininterrottamente<br />

sino alla Cultura di<br />

Bonnanaro (ca. 1.500 a.C.),<br />

come dimostrano le aggiunte<br />

megalitiche e gli ampliamenti<br />

dei vani destinati<br />

alle inumazioni. Le tombe<br />

si presentano nella semplice<br />

forma a forno con ingresso dall’alto e con una<br />

sola stanza, in tomba a tempio presumibilmente<br />

come ultima dimora di un capo, con grande<br />

temenos, un recinto o un’area sacra delimitata<br />

da betili o piccoli menhir, o ad ampia camera e<br />

alto soffitto. Le pareti delle tombe, a volte dipinte<br />

con ocra gialla o rossa, sono decorate ad incisione o a rilievo<br />

con coppelle, con silhouettes cruciformi raffiguranti la dea<br />

madre, con protomi taurine e teste d’ariete dalle corna<br />

rivolte all’esterno e terminanti a spirale, con semplici spirali,<br />

ghirlande e festoni a denti di lupo o a semicerchi concentrici.<br />

Rari si presentano, invece, gli elementi architettonici che<br />

rivelano funzioni abitative. I ricchi corredi funerari, esposti<br />

nel vicino Museo Civico di Santadi e nel Museo Archeologico


Nazionale di Cagliari, consistono per lo più in vasellame in<br />

ceramica appartenente a epoche diverse, monili in pietra,<br />

armi in ossidiana o selce e quanto necessario per accompagnare<br />

i defunti nel viaggio ultraterreno. Alcuni vani di<br />

sepoltura contengono petroglifi ed iscrizioni enigmatiche<br />

non ancora decifrate.<br />

Per informazioni: tel. 0781 841089<br />

Santadi<br />

Santadi, grosso centro agricolo, possiede un territorio di<br />

grande importanza naturalistica, popolato da diverse specie<br />

faunistiche che vi trovano condizioni favorevoli per la sopravvivenza<br />

e la riproduzione.<br />

Grotte Is Zuddas<br />

Le splendide grotte Is Zuddas<br />

si aprono nel calcareo cambrico<br />

del Monte Meana, originate<br />

dagli imponenti fenomeni<br />

carsici che hanno<br />

modellato l’intero territorio.<br />

Caratterizzate da uno<br />

scenario fiabesco ed irreale<br />

presentano vaste<br />

sale ricche di aragoniti<br />

coralloidi, stalagmiti,<br />

colate, stalattiti e formazioni<br />

tubolari. All’ingresso<br />

sono visibili<br />

i resti del Prolagus<br />

Sardus, piccolo roditore<br />

estintosi secondo<br />

alcuni studiosi in<br />

epoca storica.<br />

Per informazioni e prenotazioni: Coop. Monte Meana<br />

loc. Is Zuddas, 09010 Santadi<br />

tel. 0781 955741 • fax 0781 955772<br />

web: www.iszuddas.it • e-mail: iszuddas@tiscali.it<br />

Gola di Gutturu Mannu<br />

La gola di Gutturu Mannu si distende su una superficie di<br />

oltre 4.700 ettari ai limiti del complesso montuoso del basso<br />

Sulcis. La vallata prende il nome dalla sua stessa conformazione,<br />

una grande gola scavata tra i monti. Gutturu Mannu,<br />

parzialmente confinante con l’area protetta di Monte Arcosu,<br />

possiede un altissimo valore naturalistico, ricoperta da una<br />

rigogliosa foresta habitat naturale del cervo sardo e dell'aquila<br />

reale.


Matrimonio Mauritano<br />

Nel mese di agosto si celebra a Santadi una cerimonia di<br />

nozze secondo la tradizionale cultura agropastorale. Gli sposi<br />

indossano i costumi tradizionali ricchi di colori e ricami,<br />

attesi dalle traccas addobbate a festa con le quali entrano<br />

nella piazza principale del paese. Il rito è immediatamente<br />

seguito dall’offerta propiziatoria volta ad assicurare prosperità,<br />

felicità e benessere alla nuova coppia: i genitori dello<br />

sposo offrono acqua e spargono sugli sposi e sugli ospiti<br />

l’offerta de sa gratzia costituita da petali di rose, chicchi di<br />

grano, granellini di sale e monete, lanciata da piatti che<br />

verranno poi frantumati dalle madri. Il banchetto nuziale è<br />

offerto a casa della sposa, i festeggiamenti proseguono<br />

pubblicamente dal tardo pomeriggio sino alla notte nella<br />

piazza del paese.<br />

188<br />

Domus de Maria<br />

Museo di numismatica<br />

Nel museo è ospitata un’interessante collezione di statuine<br />

puniche e un ricco tesoro in monete antiche.<br />

Chia (Domus de Maria)<br />

Baia Chia, dune e stagni<br />

Area litoranea tra le più affascinanti della costa meridionale,<br />

si stende ai piedi dell’omonima torre di avvistamento costruita<br />

in epoca tardo-medievale. I bassi fondali, i tersi cromatismi<br />

dell’acqua e il dinamismo della linea di costa si congiungono<br />

alle alte dune di granito rosato, sulle quali trova ideale<br />

superficie di sviluppo una fitta vegetazione di ginepri secolari.


Gli stagni costieri, immediatamente a ridosso della zona<br />

dunale, sono abituali aree di sosta e nidificazione di varie<br />

specie di uccelli acquatici e contribuiscono ad impreziosire<br />

ulteriormente uno scenario naturale con pochi riscontri<br />

nell’intero Mediterraneo.<br />

Torre di Chia<br />

Fu edificata agli inizi del XVI secolo nei pressi della foce di<br />

un fiume allo scopo di sventare le incursioni piratesche. La<br />

torre sorge sul promontorio che custodiva l'acropoli punica<br />

dell’antica città di Bithia.<br />

Sarroch<br />

Villa d’Orri<br />

Villa d’Orri è dimora signorile con parco annesso, costruita<br />

all’interno di una vasta tenuta agricola che ospitò il Principe<br />

Carlo Felice di Savoia e i membri della casa reale piemontese<br />

durante la loro permanenza in <strong>Sardegna</strong> negli anni dell’invasione<br />

napoleonica. All’interno si possono visitare gli ambienti<br />

privati ricchi di pregevoli arredi e oggetti d’arte italiana.<br />

Pula<br />

Chiesa di Sant’Efisio<br />

Fuori dall’abitato e nei pressi degli scavi di Nora s’incontra<br />

la chiesa di Sant’Efisio, sorta nel luogo in cui secondo la<br />

tradizione fu martirizzato il santo oggi venerato a Cagliari.<br />

Il loggiato davanti al prospetto richiama l’aspetto caratteristico<br />

delle chiese campestri, pur conservando nelle forme derivanti<br />

dall’architettura francoprovenzale la fisionomia romanica<br />

datale dai monaci Vittorini alla fine dell’XI secolo.


Torre di Coltellazzo<br />

La torre, protetta da una cortina muraria rinforzata da piccole<br />

torri, si eleva alta 12 metri sulle rovine dell’antica Nora.<br />

Fatta costruire da Filippo II tra il 1580 e il 1610 come torre<br />

di avvistamento la sua parte sommitale oggi ospita un faro.<br />

Torre di San Macario<br />

Costruita nel 1595 e utilizzata fino al XVIII secolo sorge<br />

sull’isoletta omonima al largo di Nora. Nell’isola, secondo<br />

fonti storiche, era stato edificato un monastero di rito greco.<br />

Museo civico Patroni<br />

Il museo è intitolato allo studioso Giovanni Patroni che agli<br />

inizi del ‘900 rivelò all’attenzione del mondo scientifico<br />

internazionale il sito di Nora. Le sale espongono i ritrovamenti<br />

delle necropoli puniche e romane, la stele del tophet e<br />

materiali provenienti dagli scavi della metà del XIX secolo<br />

disposti in ordine cronologico, oltre ad una piccola selezione<br />

di ritrovamenti subacquei.<br />

Per informazioni e prenotazioni: Coop. Tur. Pula<br />

tel. 070 9209138<br />

oppure Pro Loco Centro Culturale Casa Frau<br />

tel./fax 070 9245250<br />

Orario: tutti i giorni 9,00-20,00<br />

Nora<br />

Riparata dai venti e ricca di insenature, secondo fonti classiche<br />

Nora fu la prima città dell’Isola, fondata da Norax, figlio di<br />

Ermes ed Eritya, approdato in <strong>Sardegna</strong> con un gruppo di<br />

coloni provenienti da Tartesso.


La città sorse come insediamento costiero a carattere<br />

marittimo e commerciale forse già nel IX-VIII secolo a.C..<br />

Gli scavi hanno riportato alla luce il tessuto urbano della<br />

Nora romana, ma non molti elementi riferibili al periodo<br />

fenicio e a quello punico, al quale però risalgono i più<br />

importanti edifici sacri del sito, l’Alto Luogo di Tanit e il<br />

Tempio di Eshmun. Menzionata da Cicerone nell’orazione<br />

Pro Scauro, accusato di omicidio dai sardi della città, nel<br />

primo periodo romano Nora fu con ogni probabilità sede<br />

del governatorato, divenendo Municipium nel I secolo d.C.<br />

e raggiungendo il massimo splendore nel secolo successivo.<br />

Si osservano ampi impianti stradali lastricati dotati di<br />

sistemi fognari, resti di edifici di un quartiere signorile,<br />

spazi destinati al culto e uno splendido teatro del I o II<br />

secolo d.C. che conserva due dolii, grandi vasi con funzione<br />

di risuonatori acustici. Il sito conserva anche numerosi<br />

edifici termali con ricchi mosaici. Tra gli innumerevoli reperti<br />

restituiti assume tuttavia eccezionale valore documentario<br />

per la storia del Mediterraneo antico la Stele fenicia di<br />

Nora del IX-VIII secolo a.C. oggi conservata al Museo<br />

Archeologico di Cagliari, sulla quale appare per la prima<br />

volta il nome Shrdn, o Shardana, attestazione originaria<br />

del moderno <strong>Sardegna</strong>.<br />

Per informazioni e prenotazioni:<br />

Coop. Tur. Pula tel. 070 9209138<br />

oppure<br />

Pro Loco Centro Culturale Casa Frau tel./fax 070 9245250<br />

Orario: dalle 9,00 al tramonto<br />

Su prenotazione visite guidate con gruppi precostituiti. Il biglietto<br />

d’ingresso all’area dà diritto alla visita gratuita del Museo Archeologica<br />

Patroni, aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00<br />

Teulada<br />

Splendido golfo dove piccole spiagge si alternano ad alti<br />

speroni calcarei come Capo Malfatano e Capo Spartivento.<br />

Al centro del golfo il Porto di Teulada con le caratteristiche<br />

capanne dei pescatori.<br />

191<br />

Incontro Internazionale<br />

di Scultura su Pietra<br />

Ogni anno il Comune di Teulada, nella prima quindicina<br />

di settembre, ospita numerosi scultori di diverse nazionalità<br />

le cui opere rimangono in mostra permanente<br />

per le vie del paese.<br />

Per informazioni:<br />

Comune di Teulada<br />

tel. 070 9271230


CONSORZIO TURISTICO<br />

L’ALTRA <strong>SARDEGNA</strong><br />

Segreteria e servizi:<br />

Centro Ecoturistico Letizia<br />

Via San Pietro, 16 - 09010 Nuxis (Ca)<br />

Tel./Fax +39 0781 957021 • Tel. +39 0781 63164<br />

e-mail: letref@tiscali.it • www.sardegnadelsudovest.it<br />

Ufficio informazioni turistiche generali:<br />

Coop. Fulgheri c/o Montegranatico<br />

Piazza Zampillo - 09039 VIllacidro (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 9346000 • Tel. +39 070 9310787<br />

e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />

Informazioni Turistiche<br />

Per i comuni di:<br />

Carbonia, Domusnovas, Guspini, Iglesias, Sant’Antioco,<br />

Siliqua, Tratalias, Villacidro, Villamassargia<br />

Club degli Itinerari<br />

Tel. +39 0781 908006 / +39 0781 908114<br />

e-mail: letref@tiscali.it • www.sardegnadelsudovest.com<br />

Consulenze Turistiche, Itinerari, Visite Guidate<br />

Cagliari<br />

Cooperativa Memoria Storica<br />

Via Dell'Artigianato, 18 - 09100 Cagliari<br />

Tel. +39 070 2110237 • Fax +39 070 240609<br />

Gestione museo archeologico Villa Sulcis di Carbonia<br />

Carbonia<br />

Studio C.C. Bettini<br />

Vico S. Caterina - 09010 Carbonia (Ca)<br />

Tel. +39 0781 63164 • Cell. 339 7892980 • Fax 178 2278534<br />

e-mail: superdue@tiscali.it • www.sardegnanimamia.it<br />

Gestione rally turistici, regate, eventi culturali<br />

Cooperativa Mediterranea<br />

Via Bresciano, 7 - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Tel. +39 0781 64040<br />

Gestione parco archeologico di Monte Sirai<br />

Fluminimaggiore<br />

Coop. Start Uno<br />

Via <strong>Sardegna</strong>, 1 - 09010 Fluminimaggiore (Ca)<br />

Tel. +39 0781 580990 • Cell. 347 8174989 • Fax 0781 582198<br />

e-mail: startuno@tiscali.it<br />

Gestione del Tempio punico-romano di Antas e Museo etnografico<br />

Società Su Mannau Grotte<br />

Via Vitt. Emanuele, 81 - 09010 Fluminimaggiore (Ca)<br />

Tel. +39 0781 580411 / +39 0781 580165 • Fax +39 0781 580189<br />

e-mail: sumannau@tiscalinet.it<br />

Gestione Grotte Su Mannau, escursioni speleologiche<br />

193


194<br />

Guspini<br />

Coop. Promoserapis<br />

Piazza G. Rolandi - Loc. Montevecchio - 09036 Guspini (Ca)<br />

Cell. 335 5314198<br />

Gestione strutture di superficie miniera di Montevecchio<br />

Iglesias<br />

Ajòò Dive!<br />

Sede operativa c/o Motonautica, Via Garibaldi, 39 - 09016 Iglesias (Ca)<br />

Cell. 328 8278145 / 339 7451670 • Tel./ Fax +39 0781 41930<br />

e-mail: ajodive@tiscali.it<br />

Immersioni, scuola sub, escursioni in gommone<br />

Palau<br />

Associazione 360° Gestione <strong>Sardegna</strong> Trek 4X4<br />

Via Brigata Sassari, 22 - 07020 Palau (Ss)<br />

Tel. +39 0789 708565 • Cell. 334 3850048 • Fax +39 0789 706191<br />

e-mail: info@360gradi.it • www.360gradi.it<br />

Escursioni in auto, fuoristrada in tutta la <strong>Sardegna</strong><br />

Santadi<br />

Cooperativa Monte Meana<br />

Via Dalmazia - 09010 Santadi (Ca)<br />

Tel. +39 0781 955741 • Fax +39 0781 955772<br />

e-mail: iszuddas@tiscali.it • www.iszuddas.it<br />

Gestione Grotte Is Zuddas<br />

Siliqua<br />

Coop. Antarias<br />

Via Iglesias, 4 - 09010 Siliqua (Ca)<br />

Cell. 349 1564023 • Fax +39 0781 73704<br />

e-mail: antarias@tiscali.it<br />

Gestione del Castello di Acquafredda<br />

Teulada<br />

Club degli Itinerari<br />

Via Vittorio Emanuele, 18 - 09019 Teulada (Ca)<br />

Tel. +39 0781 908006 / +39 0781 908114 • Fax +39 0781 957021<br />

e-mail: letref@tiscali.it<br />

Escursioni a cavallo, scuola di botanica, micologia, cucina etnica<br />

Tratalias<br />

Coop. Stage<br />

Piazza Chiesa, Vecchio Centro - 09010 Tratalias (Ca)<br />

Cell. 347 0899049 • Tel./Fax +39 0781 697007<br />

e-mail: massimilialoddo@tiscali.it<br />

Gestione cattedrale romanica, borgo medievale, ristorante etnico Il Gallo Nero<br />

Villacidro<br />

Coop. G. Fulgheri<br />

c/o Montegranatico, Piazza Zampillo - 09039 VIllacidro (Ca)<br />

Tel. +39 070 9310787 • Fax +39 070 9346000<br />

e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />

Gestione percorsi turistici di: Villacidro, Parco Culturale G. Dessì, Comunità<br />

Montana Monte Linas


Strutture Ricettive<br />

´´´´<br />

Fluminimaggiore<br />

Antas Hotel<br />

Loc. Sant’Angelo - 09010 Fluminimaggiore (Ca)<br />

Tel./Fax +39 0781 584006<br />

e-mail: info@antashotel.it • www.antashotel.it<br />

´´´<br />

Iglesias<br />

Hotel Ristorante Artu<br />

Piazza Quintino Sella, 15 - 09016 Iglesias (Ca)<br />

Tel. +39 0781 22492 • Fax +39 0781 32449<br />

e-mail: hotelartu@tiscali.it<br />

Hotel Ristorante Il Sillabario<br />

Località Martiada - 09016 Iglesias (Ca)<br />

Tel. +39 0781 33830 • Fax +39 0781 33790<br />

e-mail: giorgioperda@tiscali.it<br />

Portoscuso<br />

Hotel Panorama<br />

Via Giulio Cesare, 40/42 - 09010 Portoscuso (Ca)<br />

Tel./Fax +39 0781 508077<br />

e-mail: panorama.hotel@tiscali.it<br />

Sant’Antioco<br />

Hotel Ristorante Solki<br />

Piazza Pertini - 09017 Sant’Antioco (Ca)<br />

Tel. +39 0781 800521 • Tel./Fax +39 0781 800428<br />

e-mail: hotelsolki@tiscali.it<br />

´´<br />

Giba<br />

Antica Locanda Rosella<br />

Via Principe Piemonte, 135 - 09010 Giba (Ca)<br />

Tel. +39 0781 964029 • Fax +39 0781 979205<br />

195<br />

Iglesias - Nebida<br />

Hotel Ristorante Pan di Zucchero<br />

Via Centrale, 366 - 09010 Nebida, Iglesias (Ca)<br />

Tel./Fax +39 0781 47114<br />

e-mail: hotelpandizucchero@libero.it<br />

Garnì<br />

Santadi<br />

Villa S’Andriana<br />

Loc. S’Andriana - 09010 Santadi (Ca)<br />

Tel. +39 0781 955107 / +39 0781 954146<br />

e-mail: silvanacamboni@libero.it


Sant’Antioco<br />

La Pineta<br />

Via Baccaredda, 69 - 09017 Sant’Antioco (Ca)<br />

Tel. +39 0781 802018 • Cell. 320 7414587<br />

e-mail: fontan.mar@tiscali.it<br />

Villamassargia<br />

Castello di Gioiosa Guardia<br />

Via XXV Aprile, 15 - 09010 Villamassargia (Ca)<br />

Tel. +39 0781 75011 • Fax +39 0781 74094<br />

Agriturismo<br />

Calasetta<br />

Agriturismo Tupei<br />

Località Tupei - 09011 Calasetta (Ca)<br />

Tel. +39 0781 810025 • Cell. 339 4752458 • Fax +39 0781 887027<br />

Domusnovas<br />

Agriturismo Perda Niedda<br />

Loc. Perda Niedda - 09015 Domusnovas (Ca)<br />

Cell. 348 5402841<br />

e-mail: info@agriturismo-perdaniedda.com<br />

Iglesias<br />

Agriturismo S’Arriali<br />

Località S’Arriali - 09016 Iglesias (Ca)<br />

Tel. +39 0781 43166 • Cell. 338 8185200<br />

San Giovanni Suergiu<br />

Agriturismo Golfo Palmas<br />

Località Palmas - 09010 San Giovanni Suergiu (Ca)<br />

Tel. +39 0781 689487 • Cell. 349 6683143<br />

Teulada<br />

196<br />

Coop. Agriturismo Matteu<br />

Loc. Matteu - 09019 Teulada (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 9270003 • Cell. 348 5279210<br />

e-mail: info@coopmatteu.net<br />

Coop. L’Agropastorale Agriturismo Is Truiscus<br />

Loc. Is Truiscus - 09019 Teulada (Ca)<br />

Telefax +39 070 9271256 • Cell. 347 5772248<br />

e-mail: cmbdd@tiscali.it<br />

Campeggi<br />

Gonnesa<br />

Campo Robinson<br />

Coop. Viviscout - 09010 Gonnesa (Ca)<br />

Tel. +39 0781 22611 • Cell. 339 7934710 • Fax +39 0781 24722<br />

e-mail: campo.robinson@campo-robinson.it<br />

Campeggio educativo per ragazzi.


Ristorazione<br />

Calasetta<br />

Ristorante L’Approdo<br />

Via Regina Margherita, 1 - 09011 Calasetta (Ca)<br />

Tel./Fax +39 0781 88375<br />

e-mail: approdo_ristorante@tiscali.it<br />

Nuxis<br />

Ristorante Letizia<br />

Via San Pietro, 16 - 09010 Nuxis (Ca)<br />

Tel./Fax +39 0781 957021<br />

Sant’Antioco<br />

Ristorante Il Cantuccio<br />

Tel./Fax +39 0781 82166<br />

e-mail: rist.cantuccio@tiscali.it<br />

Associazioni Culturali<br />

Domusnovas<br />

Media Domus Onlus<br />

Tel. +39 0781 72094 / +39 0781 70809<br />

Fax +39 0781 729149<br />

www.geocities.com/athens<br />

Guspini<br />

Pro Loco<br />

Cell. 335 5314198<br />

Nuxis<br />

Is Caravius Sport e Cultura<br />

Tel. +39 0781 957465 • Fax +39 0781 957021<br />

Villamassargia<br />

Elicriso Events<br />

Cell. 347 1519094 • Fax +39 0781 74856<br />

e-mail: elicriso.np@tiscali.it<br />

Noleggio Autobus - Agenzie Viaggi<br />

Cagliari<br />

Società Dedoni <strong>Turismo</strong><br />

Viale Monastir - 09100 Cagliari<br />

Tel. +39 070 210121 • Fax +39 070 240587<br />

e-mail: giuliodedono@tiscali.it<br />

Servizi pullman gran turismo in ogni parte della <strong>Sardegna</strong><br />

Agenzia Viaggi Intorno Al Mondo<br />

Via Sonnino - 09100 Cagliari<br />

Tel. +39 070 660077 • Fax +39 070 656801<br />

e-mail: intornoalmondo@hotmail.com<br />

197


Affitto Case Vacanze<br />

Carbonia<br />

Società Super 2<br />

Via Dalmazia - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Tel. +39 0781 62193 • Fax 178 2278534<br />

e-mail: superdue@tiscali.it<br />

Gestione Case Vacanze, itinerari energetici terapeutici<br />

Servizi turistici<br />

Carbonia<br />

Società I.A.F. Laboratorio Ottica<br />

Piazza Ciusa - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Tel. +39 0781 674795 • Fax +39 0781 661471<br />

e-mail: iaf.snc@libero.it • iaf.snc@tiscali.it<br />

Sviluppo fotografico con new-tecnology, foto-ottica d’avanguardia<br />

Carloforte<br />

Società Marine Sifredi<br />

Tel./Fax +39 0781 854437 • Cell. 368 7339887 / 335 6059513<br />

e-mail: marinesifredi@tiscali.it<br />

Gestione di 250 posti-barca nel porto di Carloforte<br />

Artigianato Artistico<br />

Carbonia<br />

Terra Arrubia<br />

Via Catania, 28/a - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Cell. 328 1875508<br />

Ceramiche artistiche<br />

Fluminimaggiore<br />

Arrius Luciano<br />

Via Vittorio Emanuele, 457 - 09010 Fluminimaggiore (Ca)<br />

Tel. +39 0781 580853 • Cell. 335 1227855 • Fax +39 0781 582114<br />

e-mail: info@lucianoarrius.com • www.lucianoarrius.com<br />

Coltelleria artistica, ferro battuto, pelletteria, selleria (tutto per il cavallo)<br />

198<br />

GUIDA AGLI ACQUISTI<br />

Carbonia<br />

Pilo Maurizio<br />

Piazza Ciusa, 47 Via Nuoro, 43 - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Tel./Fax +39 0781 64046<br />

Laboratorio artigiano creazioni oro e argento.


Prendas de Oro<br />

di Salvatora Becconi<br />

Via XVIII Dicembre - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Cell. 335 6894074<br />

Laboratorio artigiano.<br />

Progettazione e realizzazione decori oro su argento<br />

con trafori reinterpretazione gioielli sardi.<br />

Peluffo M. Beatrice<br />

Via Anselmo Roux, 43/a - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Tel. +39 0781 665193 • Fax +39 0781 665193<br />

Laboratorio artigiano argenteria e oreficeria.<br />

Pischedda Gioielli<br />

Via Puglie, 47 - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Tel. +39 0781 670095 • Fax +39 0781 670095<br />

Laboratorio artigiano di gioielli tipici sardi. Punto Vendita.<br />

Bon Bon da Rosy<br />

di Spina Rosella<br />

Viale Trento, 66 - 09013 Carbonia (Ca)<br />

Tel. +39 0781 6602279<br />

Laboratorio artigiano dolci tipici sardi.<br />

Carloforte<br />

Arte Sarda<br />

di S. Melis<br />

Corso Battellieri, 18 - 09014 Carloforte (Ca)<br />

Tel. +39 0781 855912<br />

Creazione e vendita di artigianato<br />

artistico regionale: ceramiche, tappeti, coltelli, cestini.<br />

Giba<br />

Panificio Murgia Efisio<br />

Via Roma, 22 - 09010 Giba (Ca)<br />

Tel. +39 0781 964132<br />

Produzione e vendita pane tipico sardo, dolci sardi, panade.<br />

Guspini<br />

Vaccargiu Umberto<br />

Via Carducci, 60 - 09036 Guspini (Ca)<br />

Tel. +39 070 970662<br />

Rivendita di artigianato sardo e di prodotti agroalimentari tipici.<br />

Santadi<br />

Azienda agricola Olea <strong>Sardegna</strong><br />

Via Is Pinnas, 254 - 09010 Santadi (Ca)<br />

Tel. +39 340 3450196<br />

Produzione e vendita di olio extravergine d'oliva.<br />

Sant’Anna Arresi<br />

EXPO S.AL.AR.<br />

Via Italia, 250 - 09010 Sant’Anna Arresi (Ca)<br />

Tel. +39 0781 965040 • Fax +39 0781 965226<br />

Rivendita di artigianato sardo e di prodotti agroalimentari tipici.<br />

199


VILLASIMÌUS


Crabonaxia è ancora la denominazione locale del paese di<br />

Villasimius, un nome che rende esplicito il rapporto tra il<br />

territorio e le estese foreste che fornivano la materia prima<br />

necessaria alla produzione del carbone di legna. Nel 1826<br />

gli abitanti dell’allora Carbonara fecero richiesta di cambiare<br />

il nome del piccolo centro, che con Regio Decreto del 14<br />

settembre 1862 fu mutato in Villasimius. Ancora in epoca<br />

recente il mare era l’unica via di collegamento tra la cittadina<br />

e Cagliari: nell’insenatura di Torre Vecchia approdavano le<br />

imbarcazioni da trasporto provenienti dal capoluogo con le<br />

merci commissionate dalla popolazione del paese.<br />

Ernst Jünger<br />

Viaggiando senza meta alla scoperta di luoghi misteriosi,<br />

selvaggi e quieti, nel 1954 Ernst Jünger, uno dei massimi<br />

esponenti del pensiero contemporaneo, arriva per caso a<br />

Villasimius. Sentitamente colpito dalla bellezza<br />

del territorio racconta nel saggio Terra<br />

Sarda le sue impressioni e i suoi stati<br />

d’animo vissuti nella magica Illador, appunto<br />

Villasimius.<br />

Illador, 7 maggio 1954<br />

“…Fra le trouvailles che in Europa diventano<br />

sempre più rare c’è questa: un luogo privo<br />

di qualsiasi collegamento con il mondo. Eppure<br />

io l’ho raggiunto dopo aver viaggiato<br />

sino al capolinea meridionale, con l’aiuto di<br />

un autobus. Per tre ore continuarono a cingolare<br />

le molle del veicolo lungo strade accidentate<br />

di montagna, che ad ogni curva si<br />

aprivano all’improvvisa veduta sul mare…”<br />

202<br />

Illador, quale posto pieno<br />

di luce, soleggiato, illuminato<br />

vissuto intensamente per tutta la<br />

sua permanenza, è raffigurato nei<br />

suoi particolari.


“… Qui ciò che attrae è la conformazione rocciosa, gli<br />

animali e le piante, la possibilità di un viaggio sciabordante<br />

nel profondo … Terra sarda, rossa, amara, virile, intessuta<br />

in un tappeto di stelle, da tempi immemorabili fiorita<br />

d’intatta fioritura ogni primavera, culla primordiale sentii<br />

la sua dolce altalena nel mare …”<br />

Cinquanta anni fa, Villasimius era come la descriveva<br />

Ernst Jünger, un luogo isolato, difficile da raggiungere,<br />

raro e misterioso ma talmente stupendo da poter<br />

essere raccontato, in un saggio, in modo tanto affascinante.<br />

Molte cose sono cambiate, ma la sua<br />

bellezza ne fa ancora uno dei luoghi più preziosi<br />

della Provincia di Cagliari.<br />

“… Tutte le bestie mi appaiono d’aspetto insolito;<br />

forse appartengono a razza isolane, qui sviluppate<br />

attraverso generazioni o rimaste inalterate dai<br />

tempi antichi ...”<br />

“… Mentre consumo la prima colazione, faccio<br />

il calcolo approssimativo di tutti i luoghi in cui<br />

si può fare il bagno. Ora ne conosco una gran<br />

quantità: tutti solitari, tutti belli, le candide e<br />

luminose spiagge per la sabbia dai riflessi<br />

abbaglianti… mare dove luccicarono i pesci<br />

d’oro nello splendore meridiano… contrafforti<br />

montani di nudo e brillante granito…”<br />

203


Storia e arte<br />

La Fortezza Vecchia<br />

Oggi museo archeologico, sorge su un promontorio poco<br />

distante da Capo Carbonara. Si tratta di una struttura complessa,<br />

il cui nucleo originario risale probabilmente al XIV<br />

secolo. Villasimius, a quei tempi Carbonara, da rendita di<br />

Nino Visconti divenne possesso dei sovrani aragonesi, per<br />

essere infine concessa in feudo alla famiglia Carroz i cui<br />

membri ricoprirono un ruolo di primo piano nella conquista<br />

dell’Isola e nella cacciata dei<br />

pisani dai territori dell’antico<br />

Giudicato di Cagliari.<br />

Alla fine del XVI<br />

secolo fu realizzato un<br />

intervento di ristrutturazione,<br />

ascrivibile al<br />

grande progetto di difesa<br />

voluto da Filippo II<br />

che prevedeva la fortificazione<br />

dei litorali con<br />

un sistema di torri fra<br />

loro collegate per<br />

contrastare gli sbarchi<br />

ormai divenuti incontrollabili<br />

dei turcobarbareschi.<br />

Per informazioni: Coop. Cuccureddus<br />

tel. 070 790023<br />

www.villasimiusweb.com • e-mail: fortezza@villasimiusweb.com<br />

Orario: 15 giugno-15 settembre: 10,00-13,00 / 18,00-21,00<br />

il resto dell’anno ven-dom 10,00-13,00 / 18,00-21,00<br />

204<br />

Torre di Porto Giunco e Torre di San Luigi<br />

Le Torri di Porto Giunco e di San Luigi sono documentate nel<br />

percorso espositivo della mostra permanente Enemigos de la<br />

Fe’ Pirati e difensori costieri, allestita presso la Fortezza<br />

Vecchia. La Torre di Porto Giunco, edificata nel XVI secolo in<br />

granito locale, sorge nell’omonima località. Vi si accede dalla<br />

spiaggia attraverso un sentiero praticabile a piedi o a cavallo,<br />

oppure dal versante di Capo Carbonara lungo la dorsale<br />

dell’altura, lungo percorsi caratterizzati dalla presenza delle<br />

specie più significative della macchia mediterranea. Dalla<br />

torre si ammira l’oasi naturalistica dello stagno di Notteri,<br />

area abituale di sosta dei fenicotteri rosa. La Torre spagnola<br />

di San Luigi fu costruita in granito locale nel XVII secolo<br />

sull’Isola di Serpentara. È raggiungibile dal porto turistico in<br />

20 minuti di navigazione.<br />

Per informazioni: Coop. Cuccureddus<br />

tel. 070 790023<br />

www.villasimiusweb.com • e-mail: info@villasimiusweb.com


Faro dell’Isola dei Cavoli<br />

Il faro, edificato nella seconda metà dell’Ottocento su una<br />

preesistente torre spagnola del XVI secolo ed ora in concessione<br />

al Centro Ricerche dell’Università di Cagliari, è<br />

raggiungibile dal Porto Turistico in 15 minuti di navigazione.<br />

Chiesetta campestre di Santa Maria<br />

La Chiesa si trova lungo la strada provinciale per Cagliari<br />

a poca distanza dal centro abitato. Sorta sui resti di un<br />

edificio termale di età romana, di cui restano visibili l’abside<br />

e parte degli ambienti, venne ricostruita attorno al 1920.<br />

La persistenza del culto mariano paleocristiano in età<br />

contemporanea è testimoniato dalla devozione dei fedeli,<br />

documentata sino alla metà dello scorso secolo, rivolta ad<br />

una statua di matrona romana conservata presso il Museo<br />

Archeologico.<br />

Cava Usai<br />

L’estrazione del granito e la sua lavorazione hanno a lungo<br />

costituito una delle più importanti fonti di reddito degli<br />

abitanti di Villasimius. Avviata nella seconda metà dell’Ottocento<br />

da una coppia di fratelli originari della Toscana, la<br />

cava fu poi gestita dalla Ditta Usai dai primi anni del<br />

Novecento sino alla chiusura<br />

negli anni Cinquanta. Il granito<br />

estratto dagli scalpellini<br />

e semilavorato in loco è stato<br />

utilizzato nella realizzazione<br />

di grandi opere pubbliche,<br />

tra cui la lastricatura della<br />

Via Roma a Cagliari.<br />

Porto turistico<br />

Il Porto turistico di Villasimius<br />

è situato a ridosso<br />

del promontorio di Capo<br />

Carbonara all'interno<br />

dell'omonimo golfo. La<br />

configurazione portuale è caratterizzata da una diga di<br />

sopraflutto a gettata con paramento in massi naturali di<br />

560 metri di lunghezza, e da una diga di sottoflutto con<br />

uno sviluppo di 180 metri. Nei 78.000 mq. di specchio<br />

acqueo protetto sono disposti 3 pontili fissi, 15 pontili<br />

galleggianti e 5 banchine per un complessivo sviluppo di<br />

fronti ormeggiabili di 2.420 metri.<br />

205<br />

VHF: canale 09; posti barca: 740, max LOA 30 m.; profondità min.<br />

1,5 max 6,5 m; impianto di carburante; acqua ed energia elettrica<br />

220/380V; docce e bagni pubblici; gru da 60 tonnellate; raccolta oli<br />

esausti e batterie esaurite.<br />

Per informazioni: tel. 070 7978006 / 070 7978014 - fax 070 797137<br />

www.marinavillasimius.it • e-mail: marinavillasimius@tiscali.it


Archeologia<br />

Museo Archeologico<br />

Il percorso espositivo del Museo si articola in quattro sale:<br />

La Sala del mare raccoglie reperti provenienti da recuperi<br />

di media-alta profondità risalenti ad un lungo periodo<br />

compreso tra III secolo a.C. ed età dei commerci bizantini.<br />

Custodisce una ricca raccolta di anfore, mattoni e tegole<br />

ancora recanti il marchio della fabbrica di provenienza, a<br />

testimonianza del ruolo attivo svolto dall’area di Capo<br />

Carbonara nel sistema di traffici e scambi dell’antico Mediter-<br />

raneo. Da segnalare la riproduzione di una nave<br />

cartaginese del III secolo a.C. La<br />

Sala del Santuario di Is<br />

Cuccureddus custodisce<br />

una vasta raccolta di<br />

reperti provenienti<br />

dal sito di Is Cuccureddus,<br />

un insediamento<br />

fenicio sorto<br />

nel VII secolo a.C. su<br />

uno dei colli antistanti<br />

la spiaggia di Campus<br />

nel Golfo di Carbonara.<br />

Distrutto dai<br />

Cartaginesi<br />

intorno al<br />

540 a.C.<br />

fu poi<br />

occupato<br />

dai


Nella sala sono esposti monete, anfore, pentole, coppe,<br />

piatti, tazze e oggetti d’uso quotidiano, oltre a maschere<br />

e rappresentazioni di parti anatomiche che costituivano un<br />

assortito campionario di ex-voto affidato alle divinità del<br />

luogo dai naviganti che doppiavano Capo Carbonara.<br />

Nella Sala del territorio sono presenti resti di insediamenti<br />

del neolitico e del Nuragico, testimoniato dalle numerose<br />

tombe di giganti in parte non ancora indagate, oltre che<br />

d'età Fenicia e del periodo classico (terme di Santa Maria<br />

e villa rustica annessa). I reperti provengono prevalentemente<br />

dagli insediamenti di epoca romana, tra i quali spicca<br />

una preziosa statua muliebre del I secolo d.C. mentre dalle<br />

necropoli di Accu Is Traias e Cruccuris provengono alcuni<br />

corredi funerari.<br />

La Sala del relitto dell’Isola dei Cavoli è dedicata al<br />

relitto di una nave spagnola della prima metà del XV secolo<br />

naufragata nei pressi dell'Isola<br />

dei Cavoli. Il carico comprendeva<br />

un ricco campionario<br />

di armi (frammenti di<br />

lancia, spade, cannoni),<br />

stoviglie (piatti e<br />

scodelle decorati con<br />

caratteristici motivi),<br />

un mortaio, un boccale,<br />

chiodi, un peso in piombo,<br />

una staffa, un sigillo per<br />

tessuti con lo stemma di Palma<br />

di Maiorca, e azulejos smaltate in<br />

azzurro e oro.<br />

Per informazioni: Coop. Cuccureddus<br />

tel. 070 790023<br />

www.villasimiusweb.com • e-mail: museo@villasimiusweb.com<br />

Orario: 15 giugno-15 settembre: 10,00-13,00 / 21,00-24,00 chiuso il lunedi<br />

il resto dell’anno ven-dom 10,00-13,00 / 17,00-19,00 chiuso il lunedi


210<br />

Natura<br />

Area Marina Protetta di Capo Carbonara<br />

L'Area Marina Protetta di Capo Carbonara (o AMP) è stata<br />

istituita nel 1998 su una zona vasta circa 9.000 ettari<br />

delimitata dal perimetro marino e costiero che ha per vertici<br />

Capo Boi, l'Isola dei Cavoli, Serpentara<br />

e Punta Porceddus. Gli obiettivi<br />

dell'istituzione non si concentrano<br />

sulla sola salvaguardia del patrimonio<br />

naturale ma promuovono la valorizzazione<br />

delle risorse, lo sviluppo<br />

sostenibile e la formazione di una<br />

più elevata coscienza ambientale e<br />

culturale nella popolazione locale e<br />

turistica. L’AMP si occupa del monitoraggio<br />

costante dell’area marina<br />

e costiera con servizi di sorveglianza<br />

e tutela, svolgendo lavori di ricerca<br />

scientifica con il supporto<br />

dell'Università di Cagliari, promuovendo<br />

la formazione di professionalità<br />

specifiche e numerose iniziative a livello<br />

locale, nazionale<br />

e internazionale,<br />

allo scopo di<br />

valorizzare<br />

le risorse<br />

naturali e<br />

u m a n e<br />

dell'intera<br />

Area. All’interno<br />

dell'Area<br />

vengono<br />

erogati<br />

tutti i servizi<br />

turistici.<br />

L'AMP è<br />

suddivisa in tre zone<br />

sottoposte a differente livello di tutela integrale, generale<br />

e parziale. Il regolamento dell’Area è disponibile presso la<br />

sede dell’AMP e negli uffici del Comune di Villasimius.<br />

L’Ambiente naturale<br />

I fondali rocciosi sono predominanti. Gli scenari sommersi<br />

sono caratterizzati da rocce granitiche in foggia di pinnacoli<br />

e bastioni, avvallamenti, spaccature e tafoni, sovente colorati<br />

dal giallo delle margherite di mare e dal rosso delle gorgonie.


Nei pressi dei faraglioni dell'Isola dei Cavoli si incontrano<br />

branchi di barracuda mediterranei in cerca di cibo. Nella<br />

secca di Cala Caterina il paesaggio sommerso presenta<br />

grosse frane granitiche.<br />

La Fauna<br />

Il sensibile innalzamento della temperatura delle acque ha<br />

richiamato negli ultimi anni alcune specie tropicali che<br />

hanno trovato habitat favorevole in una secca antistante<br />

la spiaggia di Simius. Da segnalare la presenza del Pinna<br />

Nobilis, il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo.<br />

Tra i mammiferi,<br />

oltre all’abituale<br />

presenza<br />

dei delfini<br />

tursiopi, sono<br />

stati sporadicamente<br />

avvistati<br />

esemplari<br />

isolati di foca<br />

monaca. La<br />

loro presenza<br />

conferma<br />

il<br />

basso o<br />

nullo indice<br />

d’inquinamento<br />

marino e le favorevoli condizioni<br />

di un habitat idoneo<br />

alla riproduzione delle diverse<br />

specie. L’area umida dello<br />

stagno di Notteri è rifugio di<br />

falchi pellegrini, marangoni dal<br />

ciuffo, magnanine sarde, averle<br />

piccole, calandri e calandrelle,<br />

sterne e fenicotteri rosa.<br />

La Flora<br />

L’AMP ha censito 136 specie<br />

vegetali spontanee. Degno<br />

d’interesse è il dracunculus,<br />

pianta necrofora che si riproduce<br />

nell'Isola dei Cavoli, tipici<br />

dell'area costiera sono la macchia<br />

mediterranea, il ginepro coccolone,<br />

il pistacchio e il mirto. Per la<br />

flora sottomarina l'isola di Serpentara, la secca dei<br />

Berni e la secca di Cala Caterina costituiscono l'ambiente<br />

ideale di rigogliose praterie di poseidonia.<br />

211<br />

Fonte: AMP


LE SPIAGGE<br />

Villasimius<br />

Punta Is Molentis<br />

Campus<br />

Campulongu<br />

Is Traias<br />

Simius<br />

Porto Sa Ruxi<br />

Torre Vecchia<br />

Porto Giunco<br />

Cava Usai<br />

212<br />

Porto Sa Ruxi<br />

È caratterizzata da bianche dune sabbiose che ospitano ginepri secolari.<br />

(dalla Piazza Incani lungo la provinciale per Cagliari, bivio a 7,2 Km. Vi si<br />

giunge per un sentiero che attraversa la macchia)<br />

Campus<br />

È sovrastata dal sito fenicio di Cuccureddus.<br />

Vi sfocia il Rio Foxi con un ampio estuario.<br />

(dalla Piazza Incani lungo la provinciale per Cagliari, bivio a 3,7 Km)<br />

Campulongu<br />

Si mostra come un lungo arco di sabbia che<br />

ha alle spalle il verde della macchia mediterranea.<br />

(dalla Piazza Incani lungo la strada per il Capo Carbonara, a 2,2 Km)<br />

Torre Vecchia<br />

Si tratta di un piccolo arenile sovrastato da un’antica torre difensiva.<br />

(dalla Piazza Incani lungo la strada per il Capo Carbonara subito dopo<br />

l’ingresso per il Porto Turistico, bivio a 3,6 Km)<br />

Cava Usai<br />

È una spiaggia di ciottoli, caratterizzata dalla<br />

presenza dell’imponente cava di granito dismessa.<br />

(dalla Piazza Incani percorrendo tutta la strada per il Capo Carbonara fino<br />

alla fine, si gira a sinistra dopo 4,8 Km)<br />

Porto Giunco<br />

Vi si giunge costeggiando lo stagno Notteri, che ospita<br />

affascinanti fenicotteri rosa, ed è caratterizzata da una lunghissima<br />

striscia di sabbia che divide acqua e terra.<br />

(dalla Piazza Incani lungo la strada per il Capo Carbonara, si gira a sinistra<br />

di fronte all’ingresso del Porto Turistico, bivio a 3,1 Km)<br />

Simius<br />

È prosecuzione dell’immensa Porto Giunco.<br />

Sabbia candida ed acque cristalline ne fanno una delle più belle di Villasimius.<br />

(a 1,5 Km dal centro abitato)<br />

Is Traias<br />

Si tratta di una caletta in cui la vegetazione arriva sin sulla spiaggia.<br />

(dal centro abitato lungo la strada panoramica per Costa Rei, bivio a 1,9<br />

Km)<br />

Punta Is Molentis<br />

Si raggiunge seguendo il letto del fiumiciattolo Rio Trottu<br />

ed è caratterizzata dalla presenza di una cava di granito dismessa.<br />

(dal centro abitato lungo la strada per Costa Rei, a 3,9 Km)


Villasimius ha uno sviluppo costiero di circa<br />

35 Km, caratterizzato dall’alternanza di piccole<br />

cale e ampie distese sabbiose. Vi sono<br />

spiagge immediatamente raggiungibili via mare,<br />

altre via terra, a piedi o a cavallo. Su alcune è consentita<br />

la presenza di chioschi-bar, giochi per bambini, gommoni<br />

e attrezzatura sportiva. Ricordiamo le spiagge di Porto Sa<br />

Ruxi, Campus, Campulongu, spiaggia di Torre Vecchia,<br />

spiaggia di Cava Usai, Porto Giunco, Simius, Is Traias e<br />

Punta Molentis.<br />

Etnografia e costume<br />

Villasimius festeggia la Madonna del Naufrago, Santa Maria<br />

e il patrono San Raffaele Arcangelo. Le tre sagre sono<br />

accompagnate da manifestazioni di folklore locale con<br />

spettacoli di balli in costume, musiche e improvvisazioni<br />

poetiche. La festa della Madonna del Naufrago si svolge<br />

generalmente la terza domenica di luglio e prevede la<br />

processione a mare sino all'Isola dei Cavoli, con deposizione<br />

di una corona di fiori ai piedi di una statua sommersa<br />

rappresentante la Vergine con Bambino. Opera di Pinuccio<br />

Sciola, la statua è realizzata in trachite rosa di Ozieri ed è<br />

facilmente osservabile dalla superficie con una comune<br />

maschera da sub. La festa di Santa Maria si svolge nella<br />

prima settimana di Settembre. Nel corso dell’evento si<br />

riuniscono gruppi folk provenienti dai paesi limitrofi, suonatori<br />

di launeddas e cantadores. Si ammirano i carri<br />

addobbati, le cosiddette traccas, e i cavalieri in costume,<br />

segno del profondo legame tra cultura religiosa e attività<br />

agricole. La festa di San Raffaele, patrono della cittadina,<br />

cade il 24 Ottobre. Anche in questo caso la manifestazione<br />

propone canti e balli tradizionali e spettacoli pirotecnici.<br />

213


CONSORZIO TURISTICO VILLASIMÌUS<br />

Via del Mare, 32 - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel +39 070 790079 • Fax +39 070 790433<br />

e-mail: villasimius@tin.it • www.villasimius.org<br />

Strutture Ricettive<br />

´´´´<br />

Residence Hotel Cormoran<br />

Loc. Campus - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel +39 070 79340 • Fax +39 070 798101<br />

e-mail: info@hotel-cormoran.com • www.hotel-cormoran.com<br />

Recapito invernale<br />

Tel. +39 0141 272244 • Fax +39 0141 272521<br />

Hotel Simius Playa<br />

Via del Mare - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. + 39 070 79311 • fax +39 070 791571<br />

e-mail: info@simiusplaya.com • www.simiusplaya.com<br />

Hotel Stella Maris<br />

Loc. Campulongu - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 797100 • Fax +39 070 797367<br />

e-mail: info@stella-maris.com • www.stella-maris.com<br />

Atahotel Tanka Village Resort<br />

Loc. Tanca Elmas - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 7951 • Fax +39 070 797139<br />

e-mail: prenotazioni@tankavillage.com • www.atahotels.it<br />

Sofitel Thalassa Timi Ama<br />

Loc. Notteri – 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 79791 • Fax 070 797285<br />

e-mail: sofitel.timiama@accor-hotels.it • www.accor-hotels.it<br />

´´´<br />

216<br />

Cruccuris Resort<br />

Loc. Cruccuris - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 797100 • Fax +39 070 797367<br />

e-mail: info@cruccurisresort.com • www.cruccurisresort.com<br />

Hotel Su Sergenti<br />

Via Matteotti, 1 - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 792001 • Fax +39 070 792093<br />

e-mail: mail@hotelsusergenti.com • www.hotelsusergenti.com<br />

Residence Fenicia<br />

Loc. Simius - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 790027 • Fax +39 070 790110<br />

e-mail: fenicia@tin.it • www.feniciaresidence.it<br />

Residence Le Bouganville<br />

Via Matteotti 91/c - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 79331 • Fax +39 070 790078<br />

e-mail: info@lebouganville.it • www.lebouganville.it


Residence Verdemare <strong>Sardegna</strong><br />

Loc. Simius - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 790152 • Fax +39 070 790262<br />

e-mail: verdemar@verdemare.it • www.verdemare.it<br />

Recapito invernale<br />

Tel. +39 070 291613 • Fax +39 070 853613<br />

Campeggio Spiaggia del Riso<br />

Loc. Spiaggia del Riso - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 791052 • Fax +39 070 797150<br />

e-mail: campriso@tiscali.it • www.villaggiospiaggiadelriso.it<br />

´´<br />

Hotel Stella d’Oro<br />

Via Vittorio Emanuele, 25 - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 791255 • Fax +39 070 792636<br />

e-mail: hotel.stelladoro@virgilio.it<br />

Agenzie Immobiliari<br />

Simius Immobiliare<br />

Piazza Incani, 3 - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 791266 • Fax +39 070 790081<br />

e-mail: info@simiusimmobiliare.com • www.simiusimmobiliare.com<br />

Case Vacanze srl<br />

Via del Mare, 38 - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 791178 • Fax +39 070 7928142<br />

e-mail: info@casevillasimius.com • www.casevillasimius.com<br />

217<br />

GUIDA AGLI ACQUISTI<br />

L'Albero degli Zoccoli<br />

di Abis Giuseppina<br />

Via Umberto I, 44 - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 791736 • Fax +39 070 791736<br />

Laboratorio artigiano lavorazione della pelle, creazione di zoccoli su misura.<br />

Punto vendita.<br />

Bottega del Miele<br />

dell'Az. Agricola De Col Piras<br />

Via Marconi, 10/a - 09049 Villasimius (Ca)<br />

Tel. +39 070 791037<br />

Rivendita di miele tipico sardo, aromatiche sarde.


<strong>SUD</strong> EST<br />

SARRABUS GERREI


Goni<br />

GERREI<br />

San Basilio<br />

Silius<br />

Ballao<br />

Armungia<br />

Villasalto<br />

Porto Corallo<br />

San Nicolò Gerrei<br />

Sant’Andrea Frius<br />

Villaputzu<br />

Marina di<br />

San Giovanni<br />

San Vito<br />

SARRABUS<br />

Muravera<br />

Torre<br />

Salinas<br />

Colostrai<br />

Feraxi<br />

Capo<br />

Ferrato<br />

Costa Rei<br />

Castiadas<br />

Scoglio<br />

di Peppino<br />

Sant’Elmo<br />

Cala Sinzias<br />

Cala Pira<br />

Isola di<br />

Serpentara


Torre di Murtas<br />

Cala Murtas<br />

Isola di Quirra<br />

La vasta e suggestiva regione del Sarrabus<br />

Gerrei è racchiusa tra catene montuose e aperta<br />

a oriente verso il mar Tirreno. Il territorio era<br />

anticamente denominato Galilla, regione popolata<br />

dalle genti autoctone Galillenses. Di quest’antica<br />

e aggressiva popolazione montana è rimasta una<br />

testimonianza di eccezionale valore documentario<br />

in una tavola bronzea risalente al 69 d.C. rinvenuta<br />

casualmente nel 1866 nelle campagne di Esterzili,<br />

paese compreso in epoca medievale nel Giudicato<br />

di Cagliari e ora incluso nella provincia di Nuoro.<br />

L’epigrafe attesta una situazione di conflitto tra le<br />

legittime rivendicazioni territoriali dei Galillenses e<br />

gruppi di coloni provenienti da fuori <strong>Sardegna</strong>. La tavola<br />

di Esterzili è conservata presso il Museo Nazionale a Sassari.<br />

Sapori decisi in semplici pietanze danno vita a una tradizione<br />

gastronomica che affonda le radici nella cultura agropastorale.<br />

Piatto tipico è la fregola, impastata con acqua e<br />

zafferano e condita con sugo di pomodoro. Tra le carni<br />

primeggiano due pietanze a base di frattaglie: la trattalia,<br />

fegato, polmone, cuore e animelle di agnello legati tra loro<br />

dal diaframma dell’animale e cucinati allo spiedo; la cordula,<br />

ottenuta dalla legatura di stomaco e trippa d’agnello con<br />

un fitto cordone di intestini.<br />

Ziminu e cassola sono le zuppe di pesce più apprezzate. I<br />

dolci comprendono preparazioni a base di mandorle, zucchero<br />

e farina, il pane è generalmente cotto nel forno a<br />

legna così come amaretti e pardulas. Pietanza particolare<br />

è sa prazzida, sorta di focaccia ripiena di pomodori, melanzane,<br />

cipolle, patate o anguille e cotta nel forno a legna.<br />

Si producono diverse varietà di miele e ottimi vini Cannonau,<br />

Monica, Vermentino e vari rosati, tutti prodotti e distribuiti<br />

dalla cantina sociale di Castiadas.


Castiadas<br />

Le vecchie carceri<br />

A Castiadas, già Villanova Castiadas, nel 1875 si stabilirono<br />

circa trenta tra detenuti e agenti di custodia provenienti<br />

dalla casa penale cagliaritana di San Bartolomeo, sbarcati<br />

sulla solitaria spiaggia di Calasinzias con il compito di<br />

eseguire opere di bonifica. La colonia penale venne edificata<br />

nel 1877, divenendo luogo di autentica riabilitazione,<br />

riconvertita dagli stessi<br />

detenuti in efficiente<br />

azienda agricola e zootecnica.<br />

Al suo interno<br />

sono visitabili le celle di<br />

detenzione e la vicina villa<br />

del direttore in stile neoclassico.<br />

L’area è aperta<br />

tutti i giorni dell’anno.<br />

Nuraghe S’omu e s’Orcu<br />

Sulla strada per Villasimius,<br />

poco oltre Monte Nay in<br />

località Santa Giusta, si<br />

erge il complesso di S’omu<br />

e s’Orcu, il maggiore nuraghe<br />

della zona sudorientale.<br />

L’edificio sorge in posizione costiera, con evidenti<br />

funzioni di difesa. È costituito da mastio centrale, cortina<br />

muraria guarnita da cinque torri e cortile interno.<br />

222<br />

Parco dei Sette Fratelli Monte Genis<br />

Immediatamente a ridosso di Castiadas le foreste demaniali<br />

si estendono su una superficie di 270 ettari. A quella nota<br />

come S’Acqua Callenti si accede da più direzioni, su strade<br />

percorribili in auto sino al limite segnalato della foresta,<br />

punto di partenza dei percorsi di trekking. La vegetazione<br />

è costituita prevalentemente da piante di corbezzolo,<br />

lentischio, mirto ed erica, frammezzate a lecci e querce da<br />

sughero. Presso le sorgenti perenni sul finire dell’estate è<br />

possibile ascoltare il bramito dei cervi in amore.


Popolano l’area anche cinghiali, la rara aquila del Bonelli<br />

e numerose specie di piccoli rapaci, tra cui falchi pellegrini<br />

e poiane. Le località archeologiche e naturalistiche all’interno<br />

del parco sono raggiungibili in trekking guidato o su fuoristrada,<br />

mountain bike e quad.<br />

Per raggiungere S’Acqua Callenti è possibile partire dal Villaggio di Olia<br />

Speciosa, seguendo il corso del fiume Riu S’Ollastu; da Masone Pardu; dalla<br />

località Cappucciu nei pressi di Castiadas, percorrendo la strada lungo il<br />

Riu Ortodusu. Le strade di accesso sono tutte percorribili<br />

in automobile fino al limite della foresta.<br />

Costa Rei<br />

La nota località turistica è sorta in una<br />

zona caratterizzata da lussureggiante<br />

vegetazione mediterranea digradante<br />

verso il mare, al quale fanno da cornice<br />

ampie distese sabbiose, superbe<br />

scogliere, piccole calette isolate. Le<br />

testimonianze degli insediamenti<br />

preistorici datano al neolitico finale<br />

dei complessi megalitici di Piscina<br />

Rei e della zona di Cuili Piras. Presso<br />

il complesso del Nuraghe Scalas<br />

sono posizionati 42 menhirs, di cui<br />

2 in forma antropomorfa, tuttora<br />

visibili in posizione ortostatica originaria. La loro disposizione<br />

ha fatto ipotizzare un allineamento con il sorgere e tramontare<br />

del sole e della luna.<br />

Per Piscina Rei passare da Olia Speciosa (frazione di Castiadas) e proseguire<br />

sulla provinciale in direzione Capo Ferrato per 4 Km. Percorrendo la deviazione<br />

a destra per circa 2,5 Km si arriva al Complesso megalitico<br />

di Cuili Piras.<br />

Per Nuraghe Scalas passare da Olia Speciosa e<br />

proseguire sulla provinciale in direzione Capo<br />

Ferrato, in zona Porto Pirastu percorrere la deviazione<br />

a sinistra per circa 0,2 Km, il complesso<br />

è visibile dalla strada.<br />

223


Muravera<br />

Il centro nasce in epoca medievale con il nome di Murera.<br />

La vivace cittadina è il polo commerciale del Sarrabus. Sulla<br />

costa si aprono gli splendidi stagni di Feraxi, Colostrai,<br />

Torresalinas e di Murtas, ricchi di pesce e mitili e dimora<br />

di fenicotteri rosa osservabili in tutti i periodi dell’anno.<br />

Percorrendo la S.S. 125, al bivio per Colostrai lo stagno di Torre Salinas è<br />

visibile sulla sinistra, si arriva allo Stagno di Colostrai. Quello di Murtas è<br />

in comune di Villaputzu in prossimità di Torre Murtas.<br />

Sagra degli Agrumi<br />

Fu istituita nel 1961 con lo scopo di valorizzare la coltivazione<br />

degli agrumi che, per le particolari condizioni idroclimatiche<br />

del territorio e la specializzazione agricola, erano<br />

tradizionalmente considerati i migliori della <strong>Sardegna</strong> sudorientale.<br />

La sagra è però anche una vetrina degli aspetti<br />

etnografici più interessanti del territorio ed è inserita nel<br />

circuito dei Grandi Eventi della Regione Sarda. Il momento<br />

più significativo di questa particolare festa è la sfilata delle<br />

traccas, carri addobbati e trainati da buoi, sui quali sono<br />

ricostruiti e rappresentati aspetti di vita delle tradizioni<br />

locali accompagnati da gruppi<br />

folk in abiti tradizionali.


San Vito<br />

Merita di essere visitata l’isolata formazione calcarea di<br />

Monte Lora, un rilievo dall’enigmatico profilo di donna<br />

dormiente situato a circa 8 Km dal paese lungo la S.S. 387<br />

in direzione di Ballao.<br />

Nuraghe Asoro<br />

Situato ai margini della S.S. 125 al Km 50,900 nei pressi<br />

della frazione di San Priamo il monumento è costituito da<br />

una torre centrale a pianta circolare, cinta da cortina muraria<br />

a protezione di un cortile interno a forma di falce. La<br />

costruzione è eseguita con tecnica megalitica della tipologia<br />

pseudo-nuraghe, l’altezza della torre centrale è di circa 6<br />

metri. Il complesso è stato completamente ristrutturato ed<br />

integrato negli anni ’30 del XX secolo.<br />

Chiesa di San Priamo<br />

La chiesa è poco distante dalla S.S. 125 ed è in buono stato<br />

di conservazione. L’attuale edificio è costituito da un primo<br />

corpo risalente all’XI secolo, e da un secondo databile tra<br />

XVI e XVII secolo. Nel blocco più antico, all’interno della<br />

chiesa, si osserva una domus de janas, antica sede di un<br />

rito delle acque poi inglobata all’epoca della costruzione<br />

della piccola cappella medievale; la cavità naturale è sede<br />

di una piccola sorgente alimentata da acqua ritenuta miracolosa.<br />

Con l’avvento del cristianesimo il sito fu riqualificato<br />

come luogo di culto di San Priamo, ricordato dalla tradizione<br />

popolare come martire.<br />

225<br />

Sagra di sa prazzira,<br />

de sa pezza de craba e de su pisci<br />

Il piatto tradizionale de sa prazzira può<br />

essere apprezzato ogni anno nell’ultima<br />

decade di luglio in occasione della Sagra<br />

de sa prazzira e de sa pezza de craba.<br />

Negli ultimi giorni di agosto il paese<br />

organizza la Sagra de su pisci, grande<br />

degustazione dei prodotti ittici locali.


228<br />

Villaputzu<br />

La storia di Villaputzu s’identifica con quella di Sarcopos,<br />

città commerciale e portuale di epoca punica e romana<br />

fondata nei pressi dell’attuale rione di Santa Maria e abitata<br />

sino al IV secolo d.C. Villaputzu offre un<br />

ambiente naturale diversificato di foreste<br />

montane di lecci e ginepri, corbezzoli<br />

e filliree, popolate da pernici, lepri e<br />

cinghiali, zone palustri e lagunari e<br />

corsi d’acqua che sono ambienti ideali<br />

di giunchi, tamerici e salici, abitati da<br />

folaghe, germani reali e aironi cenerini.<br />

Le due miniere di Gibbas e S’Acqua<br />

Arrubia possiedono interessanti depositi<br />

fossiliferi di calcare. Di interesse geologico<br />

anche il complesso ipogeico Is<br />

Angurtidorgius. La bellezza delle coste<br />

trova la sua massima espressione nelle<br />

località di Murtas e di Quirra, in un litorale<br />

eterogeneo costituito da tratti<br />

rocciosi e sabbiosi. I più importanti riti<br />

religiosi sono<br />

dedicati il 17<br />

gennaio a<br />

Sant’Antonio,<br />

celebrato<br />

con l’accensione<br />

del grande<br />

falò su fogu<br />

fogoni,<br />

e a Santa<br />

Vittoria<br />

nella seconda<br />

domenica<br />

di<br />

ottobre.<br />

Chiesa di San Nicola<br />

Fatta costruire dai Pisani nel XII secolo sulla riva destra del<br />

Rio Quirra è ancora attorniata dalle cumbessias che servivano<br />

d’alloggio e riparo ai pellegrini. Questa piccola e preziosa<br />

chiesa romanica, a navata unica con sviluppo planimetrico<br />

rettangolare, è realizzata interamente in cotto con mattoni<br />

prodotti in loco in un’antica fornace rinvenuta a poca<br />

distanza. La chiesa è situata al Km. 83 della S.S. 125, in<br />

vicinanza del confine con la provincia di Nuoro. Recentemente<br />

restaurata si presenta in ottimo stato di conservazione.


Castello di Quirra<br />

Impiantato su una cresta rocciosa nei pressi della S.S. 125<br />

e visibile dalla chiesa di San Nicola fu edificato dai giudici<br />

di Cagliari tra XII e XIII secolo. Posseduto dai Pisani e<br />

successivamente dagli Aragonesi venne ripetutamente<br />

assediato dai Doria e dagli Arborea. Il castello fu per lungo<br />

tempo residenza dei Conti Carroz signori del grande feudo<br />

di Quirra. Dell’impianto originario rimangono alcuni settori<br />

del sistema murario perimetrale.<br />

Torri<br />

Aragonesi<br />

Le 7 torri del<br />

XVII secolo<br />

sorgono sui<br />

promontori<br />

costieri come<br />

parte del<br />

sistema difensivo<br />

organizzato<br />

contro le<br />

frequenti<br />

incursioni<br />

saracene. Di forma<br />

tronco-conica portano<br />

ancora visibili le merlature e<br />

le postazioni per i pezzi<br />

d’artiglieria. Si trovano tuttora<br />

in ottimo stato la torre<br />

di Cala Pira, ai confini del<br />

comune di Villasimius, la<br />

Torre Salinas, vicino al tracciato<br />

della S.S. 125 nei pressi<br />

di Muravera, la Torre di Porto<br />

Corallo nei pressi del porticciolo<br />

turistico e la Torre<br />

Murtas, ai limiti del territorio<br />

provinciale.<br />

229<br />

Is Animeddas<br />

Un’attenzione particolare merita<br />

questa festa celebrata il 31 Ottobre, quando frotte<br />

di ragazzini percorrono dal primo mattino le strade del<br />

paese con un sacco in spalla, impegnati in una gara a chi<br />

riceve più doni in risposta alla richiesta “Mi das faidi is<br />

animeddas?”. L’offerta simbolica è consegnata dai donatori<br />

in memoria dei propri defunti.


Armungia<br />

Il piccolo paese di 600 abitanti si sviluppa attorno ad un<br />

nuraghe che domina la vallata, uno dei pochi esempi in<br />

<strong>Sardegna</strong> di abitati che dialogano con il monumento preistorico.<br />

Nel centro si possono visitare il bel Museo della<br />

civiltà contadina, la Casa del Fabbro e la casa di Emilio<br />

Lussu. Nel territorio comunale sono visitabili le grotte Su<br />

Pittiolu e Gospuru in località Su Marmuru, sede della vecchia<br />

miniera abbandonata Sa Lilla. La festa religiosa più suggestiva<br />

è dedicata a San Sebastiano nella seconda domenica di<br />

gennaio, durante la quale si accende il grande falò su<br />

fogaroni.<br />

Museo della civiltà contadina Sa domu de is Ainas<br />

Nel vecchio Municipio, situato a ridosso del nuraghe, ha<br />

sede questo pregevole museo etnografico, nato su iniziativa<br />

di un gruppo di donne che, constatato il progressivo abbandono<br />

delle attività economiche tradizionali e il rischio della<br />

dispersione degli oggetti d’uso, nella seconda metà degli<br />

anni ’80 raccolsero i materiali con il coinvolgimento dell’intera<br />

comunità, in un’operazione di grande rilevanza culturale<br />

in difesa della propria identità e della volontà di continuare<br />

a vivere il proprio paese in relazione col mondo. Il percorso<br />

espositivo degli oggetti e degli strumenti del lavoro contadino<br />

e pastorale, delle diverse attività svolte dalle donne<br />

in ambito domestico - panificazione, tessitura della lana e<br />

del lino - è guidato da pannelli che descrivono l’uso e le<br />

fasi delle lavorazioni. Una sala è riservata alla visione di<br />

filmati sulla tessitura, la panificazione, il lavoro del fabbro<br />

e l’allevamento caprino. Nella Sala Lussu sono disponibili<br />

filmati originali che attraverso la vita e i pensieri del grande<br />

politico e letterato offrono un quadro di alcuni dei momenti<br />

più rilevanti della storia contemporanea sarda e italiana.


Casa natale di Emilio Lussu<br />

L’edificio è stato lasciato inalterato nel rispetto della volontà<br />

dell’illustre proprietario. Il visitatore viene coinvolto dalla<br />

suggestione di un ambiente dove risuonano i racconti di<br />

caccia, di magia e i piccoli e grandi avvenimenti del paese.<br />

È qui che si comprende appieno la straordinaria cifra stilistica<br />

di Lussu - “narratore semplice come un classico antico”<br />

come scrive Mario Rigoni Stern - e il suo modo di raccontare<br />

asciutto, essenziale ed ironico. “Lussu ha inventato - forse<br />

senza volerlo - una straordinaria macchina narrativa. Un<br />

anno sull’altipiano è prima di tutto un racconto, denso,<br />

efficacissimo, stringente, ricco di una moltitudine di personaggi<br />

concreti, umani, ognuno dotato di una sua scrupolosa<br />

verosimiglianza psicologica” (Alberto Asor Rosa). In questa<br />

casa nasce il pensiero della stessa <strong>Sardegna</strong> moderna.<br />

Ballao<br />

Il paese è situato a fondovalle, in prossimità di un’ampia<br />

ansa del Flumendosa. Tra i detriti della miniera abbandonata<br />

Corti Rosas si possono tuttora rinvenire cristalli di antimonite<br />

e tracce di insediamenti romani.<br />

Nei dintorni del paese, in località Funtana Coberta e Santa<br />

Clara vi sono testimonianze di popolamento d’epoca nuragica,<br />

punica e romana, in località Nuraxi sono visitabili due<br />

tombe di giganti con volta a tholos. Il tempio a pozzo di<br />

Funtana Coberta risalente al XII secolo a.C. è uno degli<br />

esempi più interessanti del culto delle acque. La festa più<br />

ricca e suggestiva si svolge il giorno del Lunedì dell’Angelo,<br />

in onore di santa Maria di Cleofe, con una processione che<br />

raggiunge l’omonima chiesa rustica sul monte Scrocca<br />

seguita dall’offerta del pasto ai partecipanti.<br />

231<br />

Per il Tempio a pozzo di Funtana Coberta da Ballao prendere la strada<br />

per Escalaplano, dopo km. 15,5 seguire l'indicazione per il pozzo sulla<br />

sinistra. Proseguire sul sentiero in discesa, dopo poche centinaia di metri<br />

un cancello sulla destra chiude l'area archeologica.


Goni<br />

Il paesaggio è dominato dal monte Moretta. In località<br />

Pranu Mutteddu vi sono tracce di insediamenti risalenti alla<br />

fine del IV-III millennio a.C., del periodo neolitico prenuragico<br />

restano le domus de janas, il neolitico recente ha<br />

lasciato la testimonianza più interessante nel complesso<br />

megalitico di Pranu Mutteddu.<br />

232<br />

Questo vasto parco archeologico sorge su un’area caratterizzata<br />

da un'alta concentrazione di menhir, circa sessanta,<br />

e da una serie di sepolture megalitiche del tipo a circolo.<br />

I menhir sono disposti in allineamenti, tra i quali il più<br />

importante è costituito da un gruppo di 20, oppure a gruppi<br />

di tre, a coppie, o più raramente isolati. Le tombe più<br />

caratteristiche sono quelle a tumulo, costruite in blocchi<br />

di pietra e formate da atrio, corridoio d'ingresso e camera<br />

quadrangolare, mentre il muro perimetrale è a<br />

pianta circolare, spesso racchiuso da<br />

circoli più ampi. Sono visibili anche<br />

domus de janas finemente scavate<br />

nella roccia. La sepoltura più importante<br />

è la monumentale tomba II,<br />

considerata come il fulcro dell'intera<br />

area sacra, forse tomba di un capo<br />

divinizzato che presenta elementi sia<br />

delle domus de janas che delle tombe<br />

a circoli.


Per costruirla furono traslati da un luogo ancora imprecisato<br />

due enormi blocchi di pietra, accostati e scavati, ai quali<br />

furono collegate altre strutture costruite in blocchi più<br />

piccoli. Dopo l’inumazione l’intera struttura fu ricoperta e<br />

attorniata da circoli di<br />

pietre, davanti all'entrata<br />

fu collocato un menhir di<br />

piccole dimensioni e l’area<br />

fu infine racchiusa in un<br />

ampio circolo del diametro<br />

di circa 35 metri. Altre tombe<br />

particolari sono la IV, detta la<br />

Triade e segnalata da un gruppo<br />

di tre menhir, e la V, detta Nuraxeddu,<br />

caratterizzata da camera<br />

rettangolare costruita con grande<br />

accuratezza in blocchi di pietra squadrati di dimensioni<br />

medio-grandi. Le indagini archeologiche condotte sul sito<br />

negli anni Ottanta hanno restituito numerosi reperti di età<br />

Neolitica ed Eneolitica, in gran parte riferibili alla Cultura<br />

di Ozieri (3200-2800 a.C.) e hanno portato all'interpretazione<br />

del sito come area sacra, in parte destinata al<br />

culto degli antenati come sembra suggerire la presenza<br />

delle tombe monumentali, in parte a riti e cerimonie di<br />

altro tipo connessi ai culti agresti e della fertilità.<br />

233


Silius<br />

Il territorio fu abitato da genti prenuragiche e nuragiche.<br />

Le miniere offrono innumerevoli esemplari di fluorite, barite<br />

e galena, quella di Gennas Tres Montis in particolare è la<br />

più importante in Europa per la produzione di fluorite. Del<br />

periodo giudicale restano i ruderi del castello di Sassai,<br />

noto come Orguglioso. La seconda<br />

domenica di Luglio si festeggia<br />

Santa Barbara, patrona dei<br />

minatori, portata in processione<br />

dai fedeli davanti al pozzo della<br />

miniera per il rito della benedizione.<br />

Vivacizzano l’estate siliese<br />

anche il locale Premio Letterario<br />

e la mostra dei minerali e<br />

dei fossili.<br />

San Basilio<br />

Il territorio è di notevole importanza<br />

geologica per la presenza di fluorite<br />

e di fossili del Miocene. Nelle vicinanze<br />

del paese si può visitare la<br />

grotta Ninni Piu, la cui denominazione<br />

è tradizionalmente legata alla<br />

figura del santo, vescovo di Antiochia,<br />

a cui la comunità dei seguaci<br />

Basiliani eresse un sontuoso monastero.<br />

A Bau Cabras si possono visitare<br />

due pozzi sacri tra loro vicini. Nel<br />

paese è attivo l’artigianato del legno e della tessitura, ricca<br />

è anche la produzione di miele e dolci tipici.<br />

234<br />

San Nicolò Gerrei<br />

Situato in territorio collinare è il<br />

centro più importante del Gerrei. Di<br />

epoca punico-romana restano i<br />

frammenti di una base di colonna in<br />

bronzo, rinvenuta nelle vicinanze di<br />

un tempio a pozzo scomparso e ora<br />

esposta al museo di Cagliari; la base<br />

presenta un’interessante iscrizione<br />

trilingue punica-latina-greca del II secolo<br />

a.C. in cui un devoto, Cleone,<br />

dedica un altare a Eshmum Merre. Sul<br />

paese domina la parrocchiale di San<br />

Nicola con i suoi 2 campanili mentre<br />

nella piazza del paese si ammira la<br />

scultura litica opera dell’artista Pinuccio<br />

Sciola.


Sant’Andrea Frius<br />

Nel centro dell’abitato sono state rinvenute<br />

testimonianze di cultura materiale di epoca<br />

protosarda, consistenti in un corredo funerario<br />

di una tomba a cassone con due scheletri<br />

inumati. In epoca punica Sant’Andrea Frius fu<br />

un importante centro militare ed economico,<br />

essendo la seconda stazione della grande via<br />

interna che da Cagliari conduceva ad Isili.<br />

L’edificio della parrocchiale di Sant’Andrea presenta<br />

struttura moderna, con mosaico sul frontale<br />

raffigurante il santo nell’atto della pesca. L’interno<br />

è a navata unica, impreziosito da ricche decorazioni<br />

floreali. La chiesa dedicata alla Madonna di Bonaria,<br />

è situata ai bordi della strada per Coxinas alla periferia<br />

del paese. Di questa chiesa campestre non<br />

rimangono che le mura esterne.<br />

Tra le manifestazioni<br />

è da ricordare<br />

il carnevale,<br />

caratterizzato<br />

dalle corse<br />

dei cavalli nella<br />

prima domenica<br />

della Pentolaccia.<br />

Villasalto<br />

È snodo fondamentale<br />

della viabilità tra il<br />

Gerrei e il Sarrabus. I<br />

suoi abitanti opposero<br />

una fiera resistenza alla<br />

penetrazione dei Romani<br />

fino a quando un decreto<br />

imperiale, come attesta la<br />

tavola di Esterzili del 69 d.C.,<br />

pose fine alle scorrerie dei<br />

Galillensi nei territori<br />

circostanti. Nei pressi di Monte<br />

Arrubiu è visitabile la necropoli<br />

romana di Cea. Il monte Genis<br />

offre diverse possibilità di escursioni naturalistiche<br />

tra numerose sorgenti e una fauna costituita da aquile reali,<br />

astori, falchi, picchi, barbagianni, martore e donnole. Il<br />

territorio è ricco di minerali che si possono ammirare presso<br />

le due miniere in disuso di Su Suergiu e Martalai. A Sa<br />

Grutta ‘e Scusi si incontra il rarissimo ed endemico anfibio<br />

Geotritone sardo.<br />

235<br />

Per raggiungere la Necropoli romana di Cea entrare nel cantiere dell’ente<br />

Foreste della <strong>Sardegna</strong> di Monte Arrubiu e percorrere circa 3 km.


CONSORZIO TURISTICO COSTA REI<br />

SARRABUS GERREI<br />

Recapito invernale<br />

Via Roma, 147 - c.p. 100 - 09043 Muravera (Ca)<br />

Recapito estivo<br />

Piazza NS di Bonaria - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 9930760<br />

e-mail: consorziocostarei@tiscali.it<br />

www.consorziocostarei.it • www.consorziocostarei.com<br />

236<br />

Strutture Ricettive<br />

´´´<br />

Castiadas<br />

Is Ortixeddus<br />

Loc. Ortixeddus, Costa Rei - 09040 Castiadas (Ca)<br />

Tel. +39 070 991165 / 333 6105444 • Fax +39 070 991206<br />

e-mail: info@isortixeddus.com • www.isortixeddus.com<br />

Muravera<br />

Albaruja<br />

Via Colombo, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 991415<br />

e-mail: info@costarei.net • www.costarei.net<br />

Hotel Corallo<br />

Via Roma, 31 - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 9930502 • Fax +39 070 9930298<br />

e-mail: info@albergocorallo.it • www.albergocorallo.it<br />

Free Beach Club<br />

Recapito invernale<br />

Via Del Tritone, 102 - 00100 Roma<br />

Tel. +39 06 42012820 • Fax +39 06 42010836<br />

Recapito estivo<br />

Via Ichnusa, 5 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 991041 • Fax +39 070 991054<br />

e-mail: gestitur@libero.it • www.gestitur.it<br />

´´<br />

San Vito<br />

Hotel Elisabeth<br />

SS 125 Km 54.00, Loc. San Priamo - 09040 San Vito (Ca)<br />

Tel. +39 070 999026 • Fax +39 070 999065<br />

Campeggi<br />

´´´´<br />

Castiadas<br />

Piscina Rei<br />

Loc. Costa Rei - 09040 Castiadas (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 991089 • Cell. 338 2128249<br />

e-mail: info@piscinarei.it • www.piscinarei.it


Muravera<br />

Camping Villaggio “Porto Pirastu” Boschetto Holiday®<br />

Loc. Capo Ferrato, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 991438 • Cell. 348 6013166 • Fax +39 070 991439<br />

e-mail: portopirastu@boschettoholiday.it • www.boschettoholiday.it/portopirastu<br />

´´´<br />

Muravera<br />

4 Mori<br />

S.S.125 Km 58.00, Loc. Is Perdigonis - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 999103 / 070 999110 • Fax +39 070 999126<br />

e-mail: info@4mori.it • www.4mori.it<br />

Camping Le Dune<br />

Loc. Piscina Rei, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 9919057 / 070 9948247 • Fax +39 070 991110<br />

e-mail: campingledune@tiscali.it • www.campingledune.it<br />

Villaputzu<br />

Camping Porto Corallo<br />

Loc. Porto Corallo - 09040 Villaputzu (Ca)<br />

Tel. +39 070 997017 • Fax +39 070 9977800<br />

e-mail: portocorallocamping@tiscali.it • www.portocorallocamping.it<br />

´´<br />

Castiadas<br />

Camping Villaggio Capo Ferrato<br />

Recapito invernale<br />

Via Cilea, 98 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 885653<br />

Recapito estivo<br />

Loc. Monte Nai, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 991012<br />

e-mail: info@campingcapoferrato.it • www.campingcapoferrato.it<br />

Case Affitto Vacanze<br />

Castiadas<br />

Holiday Residence Sant’Elmo<br />

Recapito invernale<br />

Via Andorra, 20 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 825817 • Fax +39 070 827619<br />

Recapito estivo<br />

Loc. Sant'Elmo - 09040 Castiadas (Ca)<br />

Tel. +39 070 9958114 • Tel./ Fax +39 070 995123<br />

e-mail: info@santelmoresidence.it • www.santelmoresidence.it<br />

Cat: Cav 1^ e 2^<br />

Muravera<br />

Affittanze Sa Murta<br />

Piazza <strong>Sardegna</strong>, 10 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 991108 • Fax +39 070 9916036<br />

e-mail: fmasses@tiscali.it • www.sa-murta.com<br />

Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />

237


Baia Azzurra Case per le Vacanze<br />

Recapito invernale<br />

Viale Sant’Avendrace, 50 - 09100 Cagliari<br />

Tel./Fax +39 070 273695<br />

Recapito estivo<br />

Via Ichnusa, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 991494 • Cell. 337 812523<br />

e-mail: info@baiazzurra.com • www.baiazzurra.com<br />

Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />

Centro Affitti<br />

Piazza <strong>Sardegna</strong>, 18 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 991191<br />

e-mail: info@centroaffitti.com • www.centroaffitti.com<br />

Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />

Holiday Service<br />

Residenze Valle Degli Oleandri<br />

Piazza Italia, 3 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 991023 • Fax +39 070 991535<br />

e-mail: holiday.service@tiscali.it • www.sardegnacostarei.com<br />

Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />

Reale Vacanze Immobiliare Turistica<br />

Via Ichnusa, 204 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 9916140 • Fax +39 070 9919100<br />

e-mail: info@realevacanze.it • www.realevacanze.it<br />

Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />

238<br />

<strong>Sardegna</strong> Vacanze<br />

Residenze Le Mimose & Marina<br />

Via Colombo - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 991415<br />

e-mail: info@costarei.net • www.costarei.net<br />

Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />

Villa Service<br />

Locazioni Turistiche<br />

Via Ichnusa, 37 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 9916160 • Cell. 335 6324463<br />

e-mail: viser@tin.it • www.villaservice.it<br />

Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />

Villaputzu<br />

Corallo Vacanze<br />

Centro Comm.le Porto Corallo - 09040 Villaputzu (Ca)<br />

Tel. +39 070 9938000 • Fax +39 070 9938017<br />

e-mail: info@corallovacanze.com • www.corallovacanze.com<br />

Cat: Cav 1^ e 2^


Holiday Residence Porto Corallo<br />

Recapito invernale<br />

Via Andorra, 20 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />

Tel. +39 070 825817 • Fax +39 070 827619<br />

Recapito estivo<br />

Centro Comm.le Porto Corallo - 09040 Villaputzu (Ca)<br />

Tel. +39 070 997222 • Fax +39 070 9938078<br />

e-mail: info@portocoralloresidence.it • www.portocoralloresidence.it<br />

Cat: Cav 1^ e 2^<br />

Progetto <strong>Sardegna</strong> Turistica<br />

Recapito invernale<br />

Via Azuni, 3 - 09040 Villaputzu (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 997395<br />

Recapito estivo<br />

Centro Comm.le Porto Corallo, 218 - 09040 Villaputzu (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 9938088<br />

e-mail: info@portocorallo.com • www.portocorallo.com<br />

Cat: Cav 1^ e 2^<br />

Servizi Turistici<br />

Castiadas<br />

Cooperativa 7 Fratelli<br />

Via Centrale - 09040 Castiadas (Ca)<br />

Tel./Fax +39 070 9947200 • Cell. 328 4629860<br />

e-mail: settefratelli@inwind.it<br />

Castiadas - Muravera<br />

Sardinia Charter Molinari Servizi Turistici<br />

Loc. Monte Nai, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Loc. Sant’Elmo - 09040 Castiadas (Ca)<br />

Cell. 348 423930 • Fax +39 070 9949185<br />

e-mail: 03483423930@vodafone.it • www.sardiniacharter.it<br />

Centro Immersioni <strong>Sardegna</strong><br />

Via delle Agavi, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />

Tel. +39 070 991399 • Cell. 338 9797979<br />

e=mail: sardiniadiving@hotmail.com • www.sardiniadiving.com<br />

239


CENTRO SERVIZI<br />

PROMOZIONALI PER LE IMPRESE<br />

AZIENDA SPECIALE DELLA CCIAA DI CAGLIARI<br />

SETTORE PROMOZIONE TURISTICA<br />

CAMERA DI COMMERCIO,<br />

INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA<br />

DI CAGLIARI<br />

REGIONE AUTONOMA DELLA <strong>SARDEGNA</strong><br />

ASSESSORATO AL TURISMO<br />

ARTIGIANATO E COMMERCIO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!