SUD SARDEGNA - Sardegna Turismo
SUD SARDEGNA - Sardegna Turismo
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<strong>SUD</strong> <strong>SARDEGNA</strong><br />
ITINERARI
Con questa guida la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura<br />
di Cagliari, attraverso la propria Azienda Speciale Centro Servizi Promozionali<br />
per le Imprese e in stretta collaborazione con i Consorzi Turistici operanti nella<br />
<strong>Sardegna</strong> del sud, intende proporre a quanti vorranno visitare questo territorio<br />
e approfondire la conoscenza di tutte le sue peculiarità, uno spaccato di storia,<br />
tradizioni, cultura, natura, che si fondono in uno scenario di ineguagliabile<br />
bellezza e contribuiscono a renderlo unico.<br />
La gastronomia, l’artigianato tipico, l’agroalimentare e il folclore che scoprirete<br />
con la lettura del libro, definiscono i contorni di una forte identità che appartiene<br />
alla popolazione locale come a tutta la <strong>Sardegna</strong>.<br />
Un particolare ringraziamento va all’Assessorato al <strong>Turismo</strong>, Artigianato e<br />
Commercio della Regione Autonoma della <strong>Sardegna</strong> che ha voluto sponsorizzare<br />
quest’opera e a quanti hanno collaborato con grande passione e competenza<br />
alla sua realizzazione.<br />
Il Presidente<br />
della Camera di Commercio<br />
di Cagliari<br />
Romano Mambrini<br />
Il Presidente<br />
del Centro Servizi Promozionali<br />
per le Imprese<br />
Sisinnio Fadda
10La Provincia di Cagliari<br />
15 Cronologia essenziale<br />
18 Breve storia geologica<br />
22 Brevi notizie sulle più antiche culture<br />
storiche e preistoriche della <strong>Sardegna</strong><br />
24 Storia dell’arte<br />
29 Scrivere in provincia<br />
32 Musica etnica<br />
34 L’artigianato artistico<br />
36 La gastronomia
43 Cagliari e dintorni<br />
99 Marmilla<br />
145 Sud Ovest<br />
201 Villasimìus<br />
219 Sud Est Sarrabus Gerrei
Questa guida è stata realizzata<br />
mediante le seguenti collaborazioni:<br />
CAGLIARI E DINTORNI<br />
testi Consorzio Turistico Costa Sud, Comune di Quartu Sant’Elena,<br />
Pierpaolo Pisanu; Sabrina Cisci, Chiesa di Sant’Eulalia;<br />
Paolo Matta, I riti della Settimana Santa, Stampace, Sagra di Sant’Efisio;<br />
Silvia Sangiorgi, Chiesa di Sant’Efisio, Chiesa di Santa Restituta<br />
foto Consorzio Turistico Costa Sud, Gianluigi Becciu,<br />
Sandro Cabras, Roberto De Luca, Corrado Fantini, Giancarlo Murgia,<br />
Alessandro Ruggieri, Giuseppina Scorrano<br />
MARMILLA<br />
testi Egidio Cadau, Tiziano Onnis<br />
foto Archivio Fotografico Banco di <strong>Sardegna</strong>,<br />
Archivio Fotografico Comune di Barumini,<br />
Archivio Fotografico Consorzio Turistico Sa Corona Arrubia,<br />
Egidio Cadau, Renato Matta,<br />
Tiziano Onnis, Giuseppina Scorrano<br />
<strong>SUD</strong> OVEST<br />
testi Alessandra Mocci, Consorzio Turistico L’Altra <strong>Sardegna</strong><br />
foto Archivio Fotografico Banco di <strong>Sardegna</strong>, Archivio Fotografico Regione <strong>Sardegna</strong>,<br />
Archivio Fotografico Cooperativa Fulgheri, PowerGraf,<br />
Archivio Fotografico Comune di Narcao, Archivio Fotografico Caterno Cesare Bettini,<br />
Archivio Fotografico Cooperativa Verso Sud, Archivio Iconografico Comune di Carloforte,<br />
Collezione Iconografica dei Signori Sardu, Gianluigi Becciu,<br />
Renato Matta, Donatella Mereu, Alessandro Ruggieri,<br />
Giuseppina Scorrano, Sergio Todde<br />
VILLASIMÌUS<br />
testi Archivio Area Marina Protetta Capo Carbonara,<br />
Elisabetta Valtan, Alessandra Vargiolu<br />
foto Archivio Fotografico Area Marina Protetta Capo Carbonara,<br />
Comune di Villasimius, Paolo Vacca, Archivio Fotografico Cooperativa Cuccureddus<br />
<strong>SUD</strong> EST SARRABUS GERREI<br />
testi Consorzio Turistico Costa Rei<br />
foto Archivio Fotografico Consorzio Turistico Costa Rei,<br />
Alessandro Ruggieri, Renato Matta<br />
coordinamento<br />
Giuseppina Scorrano<br />
editing<br />
Vanni Boni<br />
autori dei testi introduttivi<br />
Vanni Boni, La Provincia di Cagliari; Daniele Satta, Cronologia Essenziale;<br />
Giuseppe Piras, Breve storia geologica;<br />
Pietro Serra, Brevi notizie sulle più antiche culture storiche e preistoriche della <strong>Sardegna</strong>;<br />
Alessandro Ruggieri, Storia dell’Arte; Simona Pilia, Scrivere in Provincia;<br />
Ilenia Cilloco e Agostino Piano, La musica etnica;<br />
Confartigianato Provinciale, L’artigianato artistico; Maria Laura Cadeddu, La gastronomia.<br />
progetto grafico e impaginazione<br />
Giancarlo Murgia per Grafiche Sainas<br />
stampa e allestimento<br />
Grafiche Sainas<br />
09030 Elmas Via Betti, sn - Zona Industriale Casic Est<br />
tel. 070 2110236 Fax 070 2110082<br />
e-mail: grsainas@tiscali.it<br />
©2005 Centro Servizi Promozionali per le Imprese
<strong>SUD</strong> <strong>SARDEGNA</strong><br />
ITINERARI
10<br />
La Provincia di Cagliari<br />
La Provincia di Cagliari è specchio fedele dell’eccezionale<br />
diversità geografica e antropica che fa da sfondo alla storia<br />
dell’uomo e della sua cultura in <strong>Sardegna</strong>. Area privilegiata<br />
di contatto con i visitatori esterni e di raccordo con le<br />
popolazioni dell’interno, le sue vicende determinarono<br />
profondamente quelle dell’intera Isola e la sua influenza<br />
sulla società sarda contemporanea si propaga ben al di là<br />
degli attuali confini amministrativi, trovando riscontro nei<br />
legami culturali e sociali espliciti con subregioni che per<br />
lunghi periodi di tempo e a vario titolo ne furono parte<br />
integrante, come l’Oristanese e l’Ogliastra. Il popolamento<br />
dell’area costiera e dell’immediato<br />
entroterra, posto tradizionalmente in<br />
relazione dalla storiografia classica<br />
con i commerci marittimi del I millennio<br />
a.C., è in realtà di molto<br />
antecedente al cabotaggio dei Fenici<br />
nel Mediterraneo. Insediamenti di<br />
epoca prenuragica e risalenti al III<br />
millennio a.C. sono attestati dai<br />
ritrovamenti della cultura transizionale<br />
di Monte Claro rinvenuti<br />
sull’omonimo colle dentro la città<br />
di Cagliari, mentre i reperti umani<br />
ritrovati nelle zone interne della<br />
provincia ci informano della presenza<br />
di gruppi di individui dolicocefali<br />
e di bassa statura, geneticamente<br />
affini a popolazioni<br />
dell’Africa settentrionale e del<br />
Mediterraneo occidentale. A<br />
questa lontana parentela si<br />
deve forse far risalire la persistenza<br />
di radici linguistiche<br />
d’origine camitico-semitica<br />
e del sostrato mediterraneo<br />
arcaico, ancora evidenti in<br />
alcuni toponimi e in termini<br />
legati al mondo naturale.<br />
Questa filiera va progressivamente<br />
esaurendosi nel<br />
II millennio a.C., di pari<br />
passo con l’arretramento<br />
areale degli insediamenti,<br />
fattisi megalitici, che caratterizza<br />
l’avvento della<br />
successiva età nuragica.
In questa fase la cultura indigena dissemina il territorio di<br />
torri, tombe, edifici cultuali e villaggi estesi, occupando<br />
stabilmente le colline e i grandi tavolati del Campidano<br />
centrale, del Parteolla, della Marmilla e del Sarrabus. È il<br />
momento più alto della società nativa, che instaura rapporti<br />
commerciali, culturali, talvolta anche militari con Fenici,<br />
Greci, Etruschi, Cartaginesi e gli altri popoli del Mediterraneo.<br />
La conquista romana del 238 a.C. pone fine alla civiltà<br />
nuragica e destruttura profondamente il tessuto sociale<br />
della <strong>Sardegna</strong> meridionale, asservendolo alla pressione<br />
fiscale di Roma e alla coltivazione dei cereali nella Trexenta<br />
e nella piana del Campidano, causa del conflitto permanente<br />
tra economia pastorale ed economia di latifondo. Tra I e III<br />
secolo Carales, Nora e Sulci godono di una particolare<br />
fioritura, ma la posteriore<br />
dissoluzione dell’Impero<br />
espone il sud dell’Isola<br />
alle incursioni barbariche.<br />
La sola occupazione di un<br />
certo rilievo, quella prolungatasi<br />
tra il V e il VI<br />
secolo ad opera dei Vandali,<br />
non lascia tracce nelle<br />
lingue locali ma esilia nella<br />
<strong>Sardegna</strong> sud-occidentale<br />
una colonia di africani Mauri<br />
i cui discendenti, denominati<br />
Maureddinus e integrati<br />
completamente con le sparse<br />
popolazioni del Sulcis, conservano<br />
caratteristiche somatiche<br />
e tradizionali che<br />
contribuiscono a diversificare<br />
ulteriormente il già ricco panorama<br />
antropologico della<br />
provincia. La posizione appartata<br />
dell’Isola dalle vicende<br />
storiche italiane ed europee<br />
dell’alto medioevo conduce intorno<br />
al IX secolo allo splendido<br />
e compiuto esperimento politico<br />
dei quattro Giudicati.<br />
In quello di Cagliari, i documenti<br />
del XI e XII secolo, preziose testimonianze,<br />
tra l’altro, dell’uso del<br />
volgare locale negli atti amministrativi,<br />
ci informano della stipula<br />
di alleanze politiche e commerciali<br />
con la potenza marinara di Pisa.<br />
11
Il contatto con la civiltà dell’Italia centrale lascia vestigia<br />
urbanistiche, architettoniche e religiose di grande pregio, e<br />
inserisce il meridione isolano in una più vasta rete di rapporti<br />
internazionali. I mutamenti che intercorrono tra XII e XIV<br />
secolo sono rilevanti: con il declino giudicale e la contemporanea<br />
espansione dell’egemonia pisana si assiste alla fondazione<br />
di nuovi centri – tra i più importanti vi è Villa di Chiesa,<br />
la futura Iglesias – gli insediamenti militari e le rocche<br />
fortificate si moltiplicano, e la stessa Carales viene rifondata<br />
col nome di Castel di Castro sul colle dell’odierno quartiere<br />
di Castello, avviando una profonda e traumatica riorganizzazione<br />
del tessuto urbano e sociale. Il disfacimento dei<br />
Giudicati, le mire delle potenze italiane e le mosse della<br />
Chiesa romana non sono però che il preludio ai quattro<br />
secoli di dominazione Aragonese e Castigliana, nel corso<br />
dei quali la <strong>Sardegna</strong> precipita nell’ottusità politica iberica.<br />
Nel sud la sola Cagliari viceregia gode di un livello di benessere<br />
accettabile, mentre miseria e spopolamento dilagano<br />
nelle campagne ora assoggettate alla nuova nobiltà e convertite<br />
al latifondo. È tuttavia in questo lungo periodo tardo<br />
feudale che è possibile individuare le origini di<br />
tradizioni, riti, abitudini alimentari ed<br />
elementi della cultura materiale<br />
vivi tuttora.
L’ambito linguistico adotta forme e costrutti di area ispanica,<br />
contribuendo a determinare in via definitiva le caratteristiche<br />
delle parlate locali meridionali rispetto a quelle centrali, che<br />
rimangono fortemente conservative, e a quelle settentrionali,<br />
da tempo affini alle parlate corse e italiane. Il clima della<br />
controriforma attraversa le arti figurative di scuola spagnola<br />
e catalana, che lasciano opere memorabili nel basso Campidano<br />
e nella Marmilla, mentre l’architettura religiosa, l’edificazione<br />
di palazzi signorili e il sorgere di nuovi castelli in<br />
città e campagne confermano il consolidarsi della classe<br />
nobiliare, e integrano armonicamente il barocco nell’antico<br />
romanico bizantino e nel gotico italiano ed europeo. L’ultima<br />
annessione che precede l’integrazione nel nuovo stato<br />
unitario italiano, quella nel regno piemontese dei Savoia,<br />
ha luogo nel 1720, ma solo molti decenni più tardi la nuova<br />
classe dirigente riuscirà ad introdurre robuste innovazioni<br />
di modernizzazione sociale ed economica, peraltro mal<br />
bilanciate da una parallela e duratura logica di sfruttamento<br />
e dissipazione delle risorse naturali. L’avvento dello stato<br />
unitario prefigurò nuove possibilità di trasformazione, ma<br />
sarà necessario attendere la seconda metà del ventesimo<br />
secolo perché la provincia assuma una posizione di chiara<br />
visibilità nello scenario nazionale ed estero, sviluppando<br />
un’economia basata dapprima sul terziario e, in una seconda<br />
fase, maturando quella vocazione turistica e culturale che<br />
il territorio aveva sempre espresso come potenzialità<br />
naturale. La sinergia tra politiche culturali<br />
e dell’ambiente, ricerca scientifica<br />
e tecnologica e servizi avanzati<br />
alle imprese pare dunque poter<br />
finalmente consegnare alla <strong>Sardegna</strong><br />
meridionale una posizione<br />
e un’immagine ora meglio definite<br />
anche nel panorama dell’accoglienza<br />
a breve e medio termine del<br />
settore turistico. Nel contesto attuale<br />
Cagliari e la sua provincia rappresentano<br />
dunque, con molte ombre,<br />
una realtà comunque avanzata nell’Italia<br />
centro-meridionale. Il ruolo di<br />
interfaccia con il mare e con la società<br />
internazionale europea e mediterranea<br />
ne definisce ancora la funzione qualificante<br />
in un’isola nella quale, parafrasando<br />
l’archeologo Giovanni Lilliu,<br />
la particolarissima rispondenza tra paesaggio<br />
geografico e paesaggio etico<br />
continuerà verosimilmente a costituire<br />
una risorsa inesauribile.<br />
13
Cronologia Essenziale<br />
AVANTI CRISTO<br />
6000 Stabile presenza umana<br />
4000 Commercio dell’ossidiana<br />
2700 Cultura di S. Michele<br />
1600 Cultura di Monteclaro<br />
1500 Cultura di Bonnanaro • Comparsa della civiltà nuragica<br />
IX sec. I Fenici realizzano degli scali costieri in <strong>Sardegna</strong><br />
IX-VIII sec. I Fenici fondano, fra le altre, Nora, Tharros e<br />
Karales<br />
VII sec. I Fenici iniziano la penetrazione nell’interno dell’isola<br />
VI-V sec. Costruzione del tempio di Antas<br />
VI sec. Aumenta la tensione fra i Fenici ed i protosardi • In<br />
<strong>Sardegna</strong> i Fenici sono sostituiti dai Cartaginesi<br />
535 La sconfitta nella battaglia di Alalia<br />
15<br />
segna la fine della presenza greca in <strong>Sardegna</strong><br />
368 Rivolta anticartaginese in <strong>Sardegna</strong><br />
264-241 Prima guerra punica<br />
237 La <strong>Sardegna</strong> passa sotto la dominazione romana<br />
III-II sec. Forti resistenze antiromane da parte dei protosardi<br />
216-215 Rivolta antiromana dei Sardo-Punici, capeggiata da<br />
Ampsicora<br />
181-173 a.C. Rivolte antiromane da parte di Iliensi e Balari<br />
54 a.C. Cicerone pronuncia l’orazione Pro Scauro aspramente<br />
antisarda<br />
46 a.C. Cesare, in visita a Carales, eleva la città al rango di<br />
municipium di cittadini romani
DOPO CRISTO<br />
16<br />
6-19 Torbidi antiromani<br />
69 Viene realizzata la cosiddetta Tavola di Esterzili<br />
325 Costantino assegna la <strong>Sardegna</strong> alla prefettura d’Italia<br />
410 Roma viene saccheggiata dai Visigoti<br />
455 Roma viene saccheggiata dai Vandali<br />
456-534 La <strong>Sardegna</strong> è occupata dai Vandali<br />
476 Fine dell’Impero Romano d’Occidente<br />
V sec. I Vandali, ariani, deportano in <strong>Sardegna</strong> numerosi alti<br />
prelati ortodossi<br />
534 I Bizantini conquistano la <strong>Sardegna</strong><br />
VIII sec. Iniziano le incursioni Arabe in <strong>Sardegna</strong><br />
IX sec. Formazione dei Giudicati<br />
1015-1016 Mugâhid occupa la <strong>Sardegna</strong><br />
meridionale • Muore in battaglia il giudice<br />
di Cagliari Salusio<br />
XI sec. Penetrazione monastica nell’isola •<br />
Inizia la penetrazione Pisana e Genovese in<br />
<strong>Sardegna</strong><br />
1114 Sardi giudicali partecipano alla spedizione<br />
pisana volta alla liberazione di Maiorca<br />
dagli Arabi<br />
1116 Erezione della chiesa della Santissima<br />
Trinità di Saccargia<br />
XII sec. Crescenti ingerenze politiche Pisane<br />
e Genovesi nei Giudicati<br />
1216 I Pisani iniziano l’edificazione del Castello<br />
di Cagliari<br />
1258 Fine e smembramento del Giudicato di Cagliari. Distruzione<br />
di S. Igia<br />
1259 Fine del Giudicato di Torres<br />
1289 Consacrazione della cattedrale di S. Pantaleo a Dolianova<br />
1295 Bonifacio VIII crea il Regnum Sardiniae et Corsicae<br />
1297 Giacomo II riceve l’investitura del Regnum Sardiniae<br />
1288 Fine di fatto del Giudicato di Gallura<br />
1323 Sbarco Catalano-Aragonese nel porto di Palma di Sulci<br />
1324 (7 febbraio) Resa di Villa di Chiesa • I Catalani erigono<br />
la cittadella di Bon Ayre. • (29 febbraio) Battaglia di Lutocisterna<br />
• (19 giugno) I Pisani di Castel di Castro si arrendono<br />
ai Catalano-Aragonesi • Inizia l’introduzione del feudalesimo<br />
in <strong>Sardegna</strong><br />
1326 (giugno) Definitiva sconfitta di Pisa che rinuncia a<br />
Castel di Castro<br />
1336 Sale al trono d’Aragona Pietro IV<br />
1347 Sale al trono d’Arborea Mariano IV<br />
Metà del XIV sec. Mariano IV promulga il Codice rurale<br />
1348 La Peste Nera scoppia in <strong>Sardegna</strong><br />
1353-1354 Guerra fra Mariano IV ed i Catalano-Aragonesi<br />
1355 Pietro IV celebra il primo Parlamento del Regnum
1364-1420 Guerra fra il regno d’Arborea ed i Catalano-<br />
Aragonesi<br />
1376 Morte di Mariano IV<br />
1383-1393 Eleonora governa l’Arborea in nome dei figli<br />
Federico e Mariano V<br />
1387 Morte di Pietro IV<br />
1388 Pace fra l’Arborea ed il Regnum Sardiniae<br />
1390 Ripresa delle ostilità<br />
1392 Promulgazione della Carta de Logu di Eleonora<br />
1407 Morte di Mariano V<br />
1409 Guglielmo III di Narbona è nominato Giudice d’Arborea<br />
• (30 giugno) Sconfitta giudicale nella battaglia di Sanluri<br />
1410 Fine de facto del Giudicato d’Arborea • Nascita del<br />
Marchesato di Oristano<br />
1420 Fine de iure del Giudicato d’Arborea<br />
1478 Battaglia di Macomer e fine della rivolta di Leonardo<br />
Alagón<br />
XVI-XVII sec. I Barbareschi infestano il Mediterraneo<br />
1571 Condanna al rogo di Sigismondo Arquer<br />
1637 I Francesi saccheggiano Oristano<br />
1668 Uccisione del viceré il marchese di Camarassa<br />
1713 Il trattato di Utrecht assegna la <strong>Sardegna</strong> all’Austria<br />
1720 Il trattato di Londra assegna la <strong>Sardegna</strong> ai Savoia<br />
1793 Tentativo di sbarco<br />
francese a Cagliari<br />
1794 Cacciata dei governanti<br />
Piemontesi<br />
1796 Rivolte antifeudali<br />
1820 Emanazione ”Editto delle<br />
chiudende”<br />
1837-1839 Riscatto dei feudi e<br />
fine del feudalesimo<br />
1847 “Perfetta Unione”<br />
1848 Promulgazione dello Statuto<br />
Albertino<br />
1904 Sciopero di Buggerru<br />
1923 Inaugurazione della diga del<br />
Tirso<br />
1943 I Tedeschi si ritirano dall’isola<br />
quasi senza combattere<br />
1946-1950 Eliminazione della malaria<br />
1948 Approvazione dello Statuto<br />
Autonomistico della <strong>Sardegna</strong><br />
1974 La provincia di Cagliari cede parte del proprio territorio<br />
alla costituenda provincia di Oristano<br />
17
18<br />
Breve storia geologica<br />
La complessa storia geologica della <strong>Sardegna</strong> può essere<br />
letta attraverso le rocce presenti nella parte meridionale<br />
dell’Isola, ossia nella Provincia di Cagliari; nel suo territorio,<br />
infatti, affiora una varietà di litologie la cui età abbraccia<br />
un ampio intervallo di tempo, dal Cambriano, tra 570 e 225<br />
milioni di anni fa, fino all’Era quaternaria o attuale, passando<br />
più o meno con continuità attraverso il Mesozoico e il<br />
Terziario. La varietà di forme che le rocce sedimentarie,<br />
magmatiche, metamorfiche hanno assunto sono il risultato<br />
di complessi fenomeni e processi geologici che le hanno<br />
accompagnate dal momento della loro formazione; alcune<br />
di queste formazioni, per la singolare forma o per i caratteri<br />
geologici peculiari, possono essere considerate come monumenti<br />
naturali. L’antichissimo nucleo di rocce presenti in<br />
<strong>Sardegna</strong>, probabilmente risalenti al pre-Cambriano, affiora<br />
proprio nell’estremo settore meridionale della provincia di<br />
Cagliari, presso Chia - Capo Spartivento (Monte Filau), ed<br />
è costituito da scisti cristallini e gneiss, ossia rocce fortemente<br />
metamorfosate, per questo difficilmente databili con certezza.<br />
Le rocce sicuramente più antiche affioranti nella Provincia,<br />
e in tutta la <strong>Sardegna</strong>, sono diffuse nel Sulcis-Iglesiente e<br />
costituiscono la sequenza<br />
classica di<br />
Formazioni<br />
conosciute<br />
come Formazione<br />
di<br />
Nebida, Formazione<br />
di<br />
Gonnesa e<br />
Formazione di<br />
Cabitza. Si<br />
tratta di rocce<br />
sedimentarie<br />
depositatesi<br />
quando l’intera<br />
Isola era ancora sommersa dal mare, con inclusi importanti<br />
fossili, quali Trilobiti e Archeociatine, che ne hanno permesso<br />
con certezza la datazione a partire dal Cambriano inferiore.<br />
Anche nel Sarrabus-Gerrei, subregione della <strong>Sardegna</strong> sudorientale,<br />
sono state datate rocce a partire dal Cambriano<br />
medio grazie alla presenza di Acritarchi, minutissimi organismi<br />
monocellulari rinvenuti in rocce di natura prevalentemente<br />
arenacea e scistosa, traslate per centinaia di chilometri in<br />
qualità di falde di ricoprimento dalle zone di origine.<br />
Tra queste antiche rocce, le dolomie e i calcari della cosiddetta<br />
Formazione del Metallifero contengono importanti mineralizzazioni<br />
di piombo, zinco, argento, ferro e rame.
Per questa loro ricchezza furono intensamente sfruttate fino<br />
a pochi decenni orsono lasciando sul territorio interessanti<br />
resti fisici, che attualmente rappresentano splendidi esempi<br />
di archeologia industriale. Queste rocce hanno subito gli<br />
effetti di un primo importante evento orogenetico durante<br />
la fase caledoniana, quando sono state in gran parte compresse,<br />
piegate e sollevate fino a dare luogo a un primo ed<br />
antichissimo nucleo di terra emersa. Successivamente, con<br />
il ritorno del mare, si assisterà ad un lungo ciclo sedimentario<br />
con deposito di grandi spessori di sedimenti, dapprima<br />
costieri-litorali, e quindi francamente marini con argille e<br />
calcari. Verso la fine del Paleozoico, con l’orogenesi ercinica,<br />
si assisterà alla messa in posto delle potenti masse granitiche,<br />
datate da 310 a 285 milioni di anni fa, che costituiscono i<br />
rilievi del Sarrabus (Massiccio dei Sette Fratelli, Villasimius,<br />
Monte Genis), del Sulcis (Monte Arcosu, Monte Lattias,<br />
monti di Capoterra) dell’Iglesiente e Guspinese (Oridda,<br />
Monte Mannu) e dell’Arburese. Allo stesso evento è legata<br />
la formazione dei filoni lavici, per lo<br />
più orientati in senso NO-SE, che<br />
per la loro notevole resistenza<br />
all’erosione<br />
risultano in evidente<br />
risalto sul paesaggio,<br />
anche per diversi<br />
chilometri di<br />
lunghezza (Muru<br />
Mannu nel<br />
Monte Linas).<br />
Al termine<br />
del Paleozoico<br />
l’area<br />
orientale della<br />
provincia di Cagliari,<br />
pressoché emersa completamente,<br />
risulterà totalmente spianata dall’intensa erosione e ridotta<br />
ad un cosiddetto penepiano.<br />
Nel Mesozoico, da 225 a 65 milioni di anni fa, gran parte<br />
della <strong>Sardegna</strong> sarà interessata dal ritorno del mare che, in<br />
particolare, comincerà a sommergerla diffusamente, in brevi<br />
intervalli di tempo, durante il Periodo Giurese, per tornare<br />
in emersione al termine del Cretaceo. In queste condizioni<br />
prevarrà la sedimentazione marina con deposito soprattutto<br />
di calcari, originati per lo più dall’accumulo di resti conchigliari<br />
di Molluschi. Attualmente, nella provincia di Cagliari, queste<br />
rocce affiorano in maniera limitata nel settore sudoccidentale,<br />
presso Porto Pino, nel pianoro di Campomari (Gonnesa) e<br />
nell’Isola di Sant’Antioco (Maladroxia). All’inizio dell’Era<br />
Terziaria, da 65 a 1,8 milioni di anni fa, una nuova ingressione<br />
19
marina favorisce il deposito nel settore orientale di sedimenti<br />
arenacei e calcarenitici, mentre nel Sulcis-Iglesiente la sedimentazione<br />
inizia con depositi marini e lagunari seguiti da<br />
quelli prevalentemente deltizio-lacustri. La <strong>Sardegna</strong> comincia<br />
già a sentire gli effetti di intense spinte orogenetiche legate<br />
alla grande fase “alpina”. A partire dall’Oligocene, da 40 a<br />
25 milioni di anni fa, il blocco sardo, unitamente alla Corsica,<br />
si stacca dall’Europa continentale e migra nel Mediterraneo<br />
occidentale fino a portarsi nella posizione attuale all’inizio<br />
del Miocene. La <strong>Sardegna</strong>, da allora, acquisirà il carattere<br />
definitivo di Isola. Le ripetute fratture, legate alle forti<br />
tensioni, determineranno la formazione della cosiddetta<br />
“Fossa sarda”, una vasta depressione, o rift, che attraversa<br />
l’isola dal Golfo dell’Asinara al Golfo di Cagliari; al suo<br />
interno si avrà, in diverse fasi, un potente accumulo di<br />
sedimenti essenzialmente di origine marina, affioranti attualmente<br />
ai bordi del Campidano orientale e ampiamente nel<br />
settore centrale della provincia, nella Trexenta e Marmilla,<br />
dove conformano un paesaggio caratterizzato dalla ricorrenza<br />
di morbide forme collinari concave alla base e convesse verso<br />
l'alto. Agli stessi eventi risalgono le manifestazioni vulcaniche<br />
ampiamente diffuse nelle isole di San Pietro e Sant’Antioco,<br />
nella valle del Cixerri (il singolare domo andesitico del Castello<br />
di Acquafredda), nel basso Sulcis e nell’Arcuentu. Alla fine<br />
dell’Era Terziaria, nel sud dell’Isola comincia a delinearsi<br />
anche la fossa tettonica del Campidano, una zona particolarmente<br />
depressa che lentamente va colmandosi con i<br />
materiali clastici erosi dai monti circostanti. Contemporaneamente<br />
si verificano nuove eruzioni vulcaniche con la messa<br />
in posto di potenti colate e cupole (Sardara e Capo<br />
Ferrato-Monte Ferru), nonché vasti altopiani<br />
basaltici tabulari come la Giara di<br />
Gesturi e Siddi, con i caratteristici<br />
laghetti temporanei di rilevante<br />
importanza ecologica sulla loro<br />
sommità, e la splendida colata<br />
di basalto colonnare<br />
di Sa Zeppara a Guspini.<br />
Nell’Era Quaternaria, da<br />
1,8 milioni di anni fa al<br />
periodo attuale, si assiste<br />
ad un’intensa attività<br />
erosiva e d’accumulo<br />
ad opera del<br />
mare, delle acque dei<br />
fiumi, del vento e degli<br />
altri agenti esogeni, la<br />
quale ha portato la<br />
provincia di Cagliari, e
l’intera <strong>Sardegna</strong>, ad assumere l’attuale<br />
configurazione. Nei settori costieri sono<br />
localmente ben rappresentate le “dune<br />
fossili” caratterizzate dalla singolare<br />
stratificazione incrociata come quelle di<br />
Funtana Morimenta (Gonnesa), Porto<br />
Pino, Capo Pecora, Capo Frasca e Capo<br />
Carbonara. Interessanti formazioni dunari<br />
di origine eolica dell’Olocene si<br />
rinvengono soprattutto nella costa occidentale,<br />
alimentate dai venti di maestrale;<br />
le più rinomate sono quelle di<br />
Piscinas e Pistis, Scivu-Is Arenas, Portixeddu<br />
e Funtanamare, Chia e Porto<br />
Pino. Gli stagni e le lagune costiere,<br />
habitat di notevole importanza naturalistica ed ambientale,<br />
segnano ampi tratti costieri della provincia, in particolare<br />
nel Golfo di Cagliari (Santa Gilla e Molentargius), nella costa<br />
sulcitana (Pula, Chia e Porto Pino) e presso Capo Frasca<br />
(stagno di San Giovanni-Marceddì), nonché lungo il perimetro<br />
costiero del Sarrabus, presso Villasimius (Notteri), Muravera<br />
(Feraxi, Colostrai, San Giovanni) e Villaputzu (Porto Corallo),<br />
fino a Quirra.<br />
Piccolo glossario geologico per la provincia di Cagliari<br />
Falda di ricoprimento: Struttura tettonica che consiste nella sovrapposizione<br />
di grandi unità rocciose traslate (alloctone) per lunghe distanze su unità in<br />
posto (autoctone).<br />
Formazione: Unità litostratigrafica fondamentale costituita da una roccia<br />
o alternanze di rocce formatesi in un determinato ambiente sedimentario<br />
durante un certo intervallo di tempo.<br />
Metamorfismo: Insieme dei processi di trasformazione mineralogica,<br />
tessiturale e strutturale di sedimenti o di rocce preesistenti (sedimentarie,<br />
magmatiche o, ugualmente, metamorfiche), sotto l’azione di elevate temperature<br />
e pressioni o fluidi chimicamente attivi.<br />
Orogenesi: Insieme di processi che portano alla deformazione della crosta<br />
terrestre ed alla formazione delle catene montuose. Durante l’Era paleozoica<br />
sono state riconosciute due importanti fasi orogenetiche, ossia Caledoniana<br />
ed Ercinico, mentre nel Terziario è stata riconosciuta la fase orogenetica<br />
Alpina.<br />
Penepiano: Superficie di spianamento subpianeggiante, che rappresenta<br />
lo stadio di senilità di un prolungato ciclo di erosione che ha interessato<br />
un’area continentale.<br />
Rift o Fossa tettonica: Depressione<br />
allungata posta tra due zone laterali<br />
sopraelevate (pilastri tettonici) e<br />
delimitata da faglie.<br />
21
22<br />
Brevi notizie sulle più antiche<br />
culture storiche e preistoriche<br />
della <strong>Sardegna</strong><br />
La prima testimonianza della presenza dell’uomo in <strong>Sardegna</strong><br />
è attestata nel Paleolitico, il lungo periodo compreso tra i<br />
450.000 e i 10.000 anni da oggi. Gli elementi di cultura<br />
materiale rinvenuti nel Centro e Nord <strong>Sardegna</strong><br />
consistono quasi essenzialmente in strumenti e arnesi<br />
di pietra in selce o calcare utili alla sopravvivenza<br />
dell’uomo. Del periodo del Mesolitico (10.000-<br />
6.000 a.C.) non vi sono che scarse attestazioni<br />
di cultura materiale, costituite dai caratteristici<br />
microliti, armi in ossidiana utilizzate come<br />
punte di freccia o differenti tipi di lame. Il<br />
periodo che ha tramandato una vastità di<br />
materiali è invece quello che va dal Neolitico<br />
(6.000-2.900 a.C.), attraverso l’Età del Rame<br />
(2.900-1.800 a.C.), sino alla metà dell’Età del Bronzo<br />
(1.800-1.300 a.C.). In questo periodo, oltre a strumenti<br />
in pietra di selce e di ossidiana, fanno la comparsa i<br />
primi vasi in ceramica. Essi vanno dalle forme più<br />
semplici e ridotte a quelle più ampie, elaborate e<br />
diverse per uso e funzioni. Dai vasi di rozza<br />
fattura si passa a quelli più raffinati e torniti,<br />
da quelli con totale assenza di decorazione<br />
a quelli con decorazioni ad impressione -<br />
utilizzando la valva di un mollusco oppure<br />
bacchette di osso o legno - sino ad arrivare<br />
alle decorazioni dipinte sull’intera superficie,<br />
consistenti in motivi geometrici o rappresentazioni<br />
dell’uomo e degli animali. I diversi tipi, forme e stili delle<br />
ceramiche hanno contraddistinto i differenti ambiti culturali<br />
che prendono il nome dalle località di rinvenimento: si hanno<br />
quindi, in ordine cronologico, le culture di Filiestru,<br />
Bonuighinu, Ozieri, Filigosa, Abealzu, Monte Claro,<br />
Campaniforme (questa cultura prende il nome dalla forma<br />
a campana rovesciata delle ceramiche), Bonnannaro e Sa<br />
Turricola. In questo periodo si trovano anche le prime<br />
attestazioni di un’architettura che si è evoluta dal primo<br />
ricovero di riparo sotto roccia sino ai primi villaggi di capanne;<br />
ma gli aspetti architettonici più significativi riguardano<br />
l’architettura sacra e quella funeraria. I monumenti più<br />
originali sono senza dubbio le domus de janas,<br />
grotticelle artificiali scavate nella roccia e spesso<br />
decorate al loro interno che svolgevano la<br />
funzione di tombe e che la credenza popolare<br />
considerava come case delle fate,<br />
janas appunto. Altri monumenti<br />
propri di questo periodo sono<br />
le tombe a circolo, nelle quali
i morti erano sistemati<br />
all’interno<br />
di circoli concentrici di pietre, i<br />
menhir, pietre di forma oblunga<br />
infisse nel suolo che rappresentano<br />
il simulacro della divinità maschile, e<br />
i dolmen, lastre di pietra sorrette da due o più<br />
pietre infisse al suolo con funzione funeraria o di culto.<br />
La cultura che più di ogni altra rappresenta la <strong>Sardegna</strong><br />
è quella dei nuraghi. L’Età Nuragica abbraccia un<br />
periodo che va dalla prima Età del Bronzo al II secolo<br />
d.C., ormai in piena Epoca romana, convivendo quindi<br />
con altre culture estranee quali la fenicia, la punica<br />
e la stessa romana. Il nuraghe è una torre costruita<br />
con tecnica megalitica, avente la forma di tholos,<br />
o falsa cupola, con funzione abitativa e militare e<br />
posta a difesa e dominio di un territorio. Le tipologie<br />
architettoniche dei nuraghi sono le più disparate: dai<br />
semplici nuraghi monotorre a quelli molto più complessi<br />
a più torri, o polilobati, veri e propri castelli attorniati dai<br />
villaggi. Altri monumenti sono le tombe dei giganti, costruzioni<br />
funerarie megalitiche la cui pianta rappresenta la testa<br />
di un toro, e i pozzi sacri, anch’essi edificati con tecnica<br />
megalitica, dedicati al culto delle acque e attorno ai quali<br />
si sviluppava un villaggio-santuario. Altra tipica e nota<br />
espressione della cultura nuragica è infine rappresentata dai<br />
bronzetti, piccole sculture in bronzo aventi funzione votiva.<br />
Tra il IX e il III secolo a.C. in <strong>Sardegna</strong> si affermano la Civiltà<br />
fenicia e quella punica. Di quest’arco di tempo sono state<br />
rinvenute molte testimonianze della cultura materiale –<br />
ceramica, oreficeria, statuaria – ma, in particolare, furono<br />
fondate le prime vere città della <strong>Sardegna</strong>. Dal 238 a.C.<br />
la civiltà romana si impose in tutto il suo splendore<br />
sovrapponendosi alle civiltà precedenti, fondendosi<br />
con esse e lasciando le sue tracce inconfondibili.<br />
Numerose testimonianze persistono sino al VI secolo<br />
d.C.; di particolare rilevanza sono le vestigia architettoniche<br />
delle città costiere già puniche, che durante<br />
l’Epoca romana conobbero il loro massimo fulgore.<br />
Di tutte le civiltà che hanno interessato la <strong>Sardegna</strong>,<br />
da quando l’uomo per primo posò il suo piede<br />
sull’Isola, sono rimaste innumerevoli tracce sul<br />
territorio, oltre ad un numero di testimonianze di<br />
quelle culture locali e importate che sono conservate<br />
in particolare nel Museo Archeologico Nazionale<br />
di Cagliari; oltre ad esso è possibile visitare diversi<br />
musei del territorio straordinariamente ricchi per<br />
il numero di reperti contenuti.<br />
23
24<br />
Storia dell’arte<br />
L’evoluzione del linguaggio artistico in <strong>Sardegna</strong> è caratterizzata<br />
da un continuo processo di aggiornamento culturale,<br />
giustificato dalla posizione centrale dell’isola rispetto alle<br />
rotte marittime mediterranee, nonché dalla persistenza delle<br />
correnti artistiche che delineano una peculiare successione<br />
di fasi contrassegnate da periodi molto lunghi.<br />
Età tardoantica e età bizantina<br />
Il processo di cristianizzazione ha inizio immediato<br />
ma sarà necessario attendere il passaggio tra III e IV<br />
secolo per ritrovare il più antico frammento di sarcofago<br />
marmoreo di soggetto cristiano, rinvenuto<br />
a Olbia e oggi al Museo Archeologico Nazionale di<br />
Cagliari. La cristianizzazione prosegue anche durante<br />
l’occupazione vandalica intercorsa tra il 455 e il<br />
534, data in cui la <strong>Sardegna</strong>, a seguito della riconquista<br />
da parte di Giustiniano, torna sotto il<br />
controllo dell’impero romano e di Bisanzio. La<br />
dipendenza da Costantinopoli consente di ricevere<br />
elementi culturali di provenienza eterogenea. In<br />
quest’ottica si spiega l’importazione di un pregiato<br />
capitello lavorato presso Costantinopoli e datato<br />
alla prima metà del VI secolo esposto al Museo<br />
Archeologico di Cagliari. Anche gli esempi architettonici<br />
pervenuti mostrano una sintesi di modi bizantini e prototipi<br />
tardoantichi. Nella provincia di Cagliari, i più importanti<br />
edifici sacri sono San Saturnino a Cagliari e Sant’Antioco<br />
nel centro omonimo. Costruiti fra V e VII secolo hanno subito<br />
modifiche che talvolta ne compromettono la corretta lettura,<br />
ma sappiamo che la loro struttura corrispondeva al tipo del<br />
martyrium a pianta cruciforme con cupola all’incrocio dei<br />
bracci voltati a botte. Dal braccio destro del transetto della<br />
chiesa di Sant’Antioco si accede a uno dei due nuclei di<br />
catacombe caratterizzato da tombe a camera fenicio-puniche<br />
poste in comunicazione tramite l’abbattimento dei muri<br />
divisori. Intorno al IX secolo gli antichi rappresentanti dell’autorità<br />
imperiale bizantina perseguono<br />
una politica di indipendenza<br />
amministrativa da Costantinopoli,<br />
agendo in autonomia ed elevandosi<br />
al rango di Giudici, di fatto le autorità<br />
supreme a Cagliari, Oristano, Porto<br />
Torres e Olbia. Alla ricerca di una legittimazione<br />
storica i Giudici – secondo le<br />
iscrizioni rinvenute ad Assemini presso la<br />
chiesa di San Giovanni Battista, tra Villasor<br />
e Decimoputzu in mezzo ai ruderi di una chiesa<br />
andata distrutta e nell’epigrafe visibile ai piedi
dell’altare nel Sant’Antioco – traslitterano la lingua locale<br />
con alfabeto e grafia greci. Anche il repertorio figurativo<br />
delle sculture marmoree è bizantino e rivela significative<br />
relazioni con la costa campana.<br />
La cultura sarda si mostra permeabile agli impulsi esterni e<br />
capace di rielaborazione autonoma, come si osserva nei<br />
numerosi frammenti mediobizantini conservati nel Museo<br />
Archeologico di Cagliari e in quelli conservati in gran numero<br />
presso la basilica di Sant’Antioco.<br />
Epoca giudicale<br />
Il periodo compreso tra XI e XIII secolo vede l’edificazione<br />
di numerose e importanti opere di architettura religiosa; tra<br />
le principali vanno ricordate Santa Maria di Uta, San Platano<br />
di Villaspeciosa, Santa Maria di Tratalias e San Gemiliano di<br />
Sestu. Nota a parte meritano le chiese di Iglesias risalenti a<br />
XIII e XIV secolo quando, dapprima con i pisani e successivamente<br />
con gli aragonesi, la città conobbe una fase di<br />
grande floridezza testimoniata dalle chiese di<br />
Santa Chiara, San Saturno e Santa Maria di<br />
Valverde. Nel cagliaritano l’architettura impegna<br />
maestranze e stili provenienti dalle repubbliche<br />
marinare di Pisa e Genova. La caduta del giudicato<br />
di Cagliari in mano pisana nel 1258 costituisce<br />
la premessa storica per la costruzione<br />
della cattedrale di Santa Maria di Castello che<br />
a partire dal 1312 ospiterà il pulpito di Guglielmo,<br />
realizzato per la Cattedrale di Pisa e poi inviato<br />
a Cagliari. Oggi è suddiviso in due cassoni mentre<br />
i leoni posti originariamente alla base delle colonne<br />
frontali sono stati ricollocati sulla scala<br />
che conduce all’altare maggiore. Menzione a<br />
parte meritano le difese murarie del quartiere<br />
di Castello, completate tra 1305 e 1307 con le<br />
torri di San Pancrazio e dell’Elefante, realizzate<br />
su progetto di Giovanni Capula. Della stessa<br />
epoca è anche il castello di San Michele, che sorge sul colle<br />
omonimo in posizione difensiva su una delle più importanti<br />
direttrici d’accesso alla città. Attualmente il castello si<br />
presenta con un perimetro quadrato con tre torri quadrangolari<br />
poste agli angoli e un fossato che circonda la struttura.<br />
All’interno del colle sono tuttora visitabili vari ambienti<br />
fortificati collegati da lunghi cunicoli risalenti alla seconda<br />
guerra mondiale, quando l’area era occupata da una stazione<br />
radio sotterranea della Marina Militare di cui rimangono in<br />
superficie i basamenti delle antenne. Nella seconda metà<br />
del XIII secolo si assiste ad una graduale transizione dal<br />
romanico al gotico; a Dolianova si costruisce la basilica di<br />
San Pantaleo, all’interno della quale sono custoditi preziosi<br />
dipinti parietali.<br />
25
26<br />
Età aragonese e spagnola<br />
L’introduzione del gotico italiano viene favorita<br />
dall’arrivo dei Francescani. Nel 1323 Alfonso<br />
d’Aragona sbarca in <strong>Sardegna</strong> con il suo esercito,<br />
conquistando nel 1326 il Castello pisano di Cagliari.<br />
Gli Aragonesi costruiscono il santuario dedicato<br />
alla Madonna di Bonaria, il primo edificio goticocatalano<br />
in <strong>Sardegna</strong> e successivamente, con un<br />
gesto di sapore tutto politico, la cosiddetta Cappella<br />
Aragonese all’interno della cattedrale. Con i primi<br />
decenni del XV secolo l’asse culturale ed economico<br />
con Pisa viene definitivamente dissolto a favore di<br />
Barcellona e Napoli. Nel nuovo orizzonte culturale si<br />
impone nell’isola l’uso del retablo, la grande pala d’altare<br />
lignea decorata e dipinta, di tipologia e provenienza catalanovalenzana.<br />
Il primo esemplare è il Retablo dell’Annunciazione<br />
(1406-09 circa), attribuito al catalano Joan Mates e attualmente<br />
esposto alla Pinacoteca Nazionale di Cagliari. Intorno<br />
alla metà del secolo operano a Cagliari gli iberici Rafael Tomàs<br />
e Joan Figuera, autori del retablo di San Bernardino, conservato<br />
anch’esso a Cagliari presso la Pinacoteca Nazionale. Nella<br />
pittura sardo-catalana tardo quattrocentesca l’artista di punta<br />
è il cosiddetto Maestro di Castelsardo al quale è attribuito<br />
lo splendido retablo di Tuili. Nel 1500 la<br />
<strong>Sardegna</strong> diviene parte dei domini della<br />
corona di Spagna. In questo periodo<br />
vengono ultimate le parrocchiali<br />
campidanesi ad Assemini, Sestu,<br />
Settimo San Pietro e Nuraminis, tutte<br />
esemplate sul San Giacomo di Cagliari.<br />
Fin dagli inizi del XVI secolo la scena<br />
pittorica cagliaritana è caratterizzata<br />
dalla cosiddetta scuola di Stampace, il<br />
cui capostipite è Pietro Cavaro. Dopo il<br />
1550 si segnalano Michele Cavaro, figlio<br />
di Pietro, e Antioco Mainas. Negli ultimi<br />
decenni del secolo l’orientamento classicista<br />
voluto da Filippo II consegna la chiesa di Sant’Agostino Nuovo<br />
a Cagliari e la fine del monopolio delle botteghe locali a<br />
vantaggio di quelle genovesi, romane e napoletane, dalle<br />
quali provengono anche sculture lignee che si inseriscono<br />
nelle nicchie di retabli di tipologia ormai barocca. La cooperazione<br />
tra maestranze locali e maestranze del continente è<br />
attestata nella ristrutturazione della cattedrale del capoluogo,<br />
il cui presbiterio quadrangolare poggia sulla cripta detta<br />
Santuario dei Martiri datata al 1618. Sempre nella cattedrale<br />
troviamo il Mausoleo del vincitore della battaglia di Sanluri<br />
Martino il Giovane. Nel capoluogo si segnalano altri due<br />
edifici religiosi: la chiesa di Sant’Eulalia, che sorge sulla<br />
sottostante area archeologica, e la chiesa del Santo Sepolcro
con il grande cappellone della Pietà voluto nel 1686 dal viceré<br />
Lopez de Ayala come voto di ringraziamento per la guarigione<br />
della figlia.<br />
Epoca sabauda e post-unitaria<br />
Tra il 1674 e il 1712 viene realizzato a Cagliari il complesso<br />
gesuitico di San Michele, costituito dalla chiesa e dall’annessa<br />
sagrestia. Nell’atrio del complesso è visibile il Pulpito di Carlo<br />
V risalente ai primi decenni del Cinquecento. Il passaggio<br />
della <strong>Sardegna</strong> ai Savoia, avvenuto nel 1720, non segna<br />
l’abbandono del gusto tardobarocco. Agli inizi dell’Ottocento<br />
si affermano alcuni architetti sardi di formazione<br />
piemontese, che mostrano di conoscere le nuove<br />
correnti europee di ispirazione neoclassica; tra<br />
questi si segnalano Giuseppe Cominotti, che opera<br />
a Oristano, e Antonio Cano, attivo a Sassari e<br />
Nuoro. Ma il protagonista dell’architettura sarda<br />
del XIX secolo è Gaetano Cima, che progetta tra 1844<br />
e 1848 l’ospedale di San Giovanni di Dio a Cagliari<br />
in un brillante esempio di funzionalismo. Alla metà<br />
del secolo la pittura è caratterizzata dall’attività di<br />
Giovanni Marghinotti, autore anche del grande dipinto<br />
su tela dedicato a Carlo Felice munifico protettore<br />
delle belle arti in <strong>Sardegna</strong> (1830). Nella stessa ottica<br />
di celebrazione della casa Savoia si inserisce il grande<br />
ciclo decorativo realizzato da Domenico Bruschi nella<br />
sala consiliare del palazzo provinciale di Cagliari. Nei<br />
primi decenni del Novecento si fa più evidente un’identità<br />
artistica sarda nelle opere dello scultore Francesco Ciusa<br />
(1883-1949) e dei pittori Giuseppe Biasi (1885-1945), Filippo<br />
Figari (1885-1974) e Mario Delitala (1887-1990). Il panorama<br />
culturale si completa con la poliedrica attività artistica dei<br />
fratelli Melkiorre e Federico Melis. Durante il ventennio<br />
fascista l’architettura si allinea decisamente al gusto funzionalista.<br />
Nel dopoguerra, a un’inerzia che tendeva a riprendere<br />
i modelli dei primi decenni si oppone l’adeguamento agli<br />
stimoli della contemporaneità internazionale. In tal senso si<br />
segnalano Eugenio Tavolara (1901-1963) e Mauro Manca<br />
(1913-1969). Negli ultimi decenni del XX secolo si distingue<br />
lo scultore Costantino Nivola (1911-1989), che riesce a<br />
coniugare le esperienze maturate negli Stati<br />
Uniti con un’originale rielaborazione<br />
delle radici classiche e mediterranee<br />
del linguaggio artistico e artigianale<br />
della cultura sarda. Da visitare nei<br />
locali della Galleria Comunale d’Arte<br />
di Cagliari due esposizioni permanenti,<br />
la vasta Collezione Ingrao e la collezione<br />
dedicata agli artisti sardi, entrambe<br />
ospitanti opere pittoriche del<br />
Novecento.<br />
27
Scrivere in Provincia<br />
In un momento storico che impone alla critica letteraria di<br />
guardare lontano, a una letteratura senza confini e sempre<br />
più difficilmente catalogabile come nazionale, la <strong>Sardegna</strong><br />
acquista un posto di sicuro rilievo. Nel corso dell’ultimo<br />
trentennio, la produzione narrativa ha infatti raggiunto livelli<br />
notevoli, con una fioritura di case editrici e con la conseguente<br />
proposta e riproposta di titoli di scrittori e poeti<br />
isolani, in lingua italiana o sarda, e spesso indifferentemente<br />
nell’una e nell’altra. A segnare una svolta nella narrativa<br />
della provincia di Cagliari - e della <strong>Sardegna</strong> tutta - è stato<br />
uno dei più completi romanzi pubblicati nel corso degli anni<br />
Settanta, Paese d'ombre (1972) di Giuseppe Dessì. In questo,<br />
trovano magistrale realizzazione due dei topoi della letteratura<br />
sarda: la descrizione di un paesaggio fisico quasi antropomorfo<br />
e l’attenzione per la Storia. Il romanzo è infatti<br />
racchiuso fra due eventi effetto delle scelte politiche giunte<br />
in <strong>Sardegna</strong> dall’esterno e dagli esiti drammatici per l’isola:<br />
da una parte, l’attuazione della legge delle chiudende, che<br />
portò un numero considerevole di sardi all’impiccagione, e<br />
dall’altra, l’eccidio di Buggerru, conseguenza diretta del<br />
primo sciopero nazionale dell’Italia unita. La necessità di<br />
raccontare la propria terra, inscritta in una storia mai precisamente<br />
compresa, ma dalla quale è sempre travolta, è il<br />
leitmotiv sotteso anche alle opere che caratterizzano<br />
gli anni Ottanta. Il decennio si apre<br />
con Sardonica (1983) di Giulio Angioni<br />
(autore poi nel 1988 de L'oro di Fraus)<br />
e prosegue con La colpa di vivere<br />
(1983) secondo romanzo di Antonio<br />
Puddu, fino a l’Apologo del giudice<br />
bandito (1986) di Sergio Atzeni.<br />
Nonostante, infatti, abbia ripetutamente<br />
dichiarato di essere indifferente<br />
alla Storia (quella nazionale,<br />
globale) e di non<br />
volerla raccontare, Antonio<br />
Puddu lascia che le<br />
vicende dei suoi personaggi<br />
si mescolino indissolubilmente<br />
con essa:<br />
così, Zio Mundeddu<br />
(protagonista dell’omonimo<br />
romanzo del 1968)<br />
vive a cavallo fra la prima<br />
e la seconda guerra mondiale,<br />
Ettore Luna (La colpa<br />
di vivere) ha combattuto<br />
nel secondo conflitto e<br />
29
30<br />
Michele Doro, protagonista di Dopo l’estate<br />
(2001), vive il periodo della ricostruzione, della<br />
rinascita, giungendo perfino a temere per<br />
l’incolumità del figlio nel periodo della guerra<br />
del Golfo, vivendo il dramma dell’esproprio delle<br />
terre e commovendosi per il primo passo dell’uomo<br />
sulla luna. Giulio Angioni, antropologo di<br />
professione e scrittore per passione, offre<br />
nei suoi testi un’immagine dell’isola avulsa<br />
da stereotipi e folclorismi e si inserisce nella<br />
schiera di quegli scrittori che si sono cimentati<br />
nella stesura di testi in sardo, pubblicando nel<br />
1978, la raccolta di racconti bilingui A fogu aintru/A<br />
fuoco dentro. La sua produzione comprende anche<br />
Il sale sulla ferita (1990), Una ignota compagnia (1992),<br />
Lune di stagno (1995), Il gioco del mondo (2000),<br />
Millant’anni (2002), La casa della palma (2003), Il mare<br />
intorno (2003). Certamente pervasa dalla ferrea volontà di<br />
rinnovare la narrazione da un punto di vista linguistico e<br />
strutturale è l’opera di Sergio Atzeni, autore ineguagliabile<br />
di romanzi quali il già citato Apologo del giudice bandito,<br />
Il figlio di Bakunìn (1991), Il quinto passo è l’addio (1995),<br />
Passavamo sulla terra leggeri (1996), del racconto Bellas<br />
mariposas (1996), delle raccolte Racconti con colonna sonora<br />
e altri in “giallo” (2002) e Gli anni della grande peste (2003).<br />
In questi, come ha sapientemente scritto Giuseppe Marci<br />
nel contributo Letteratura sarda (vedasi al riguardo http://eiha.crs4.it/letteratura):<br />
“la <strong>Sardegna</strong> e la sua storia<br />
sono continuamente presenti, con un ruolo che si dilata fino<br />
a trasformare il racconto in un canto epico che ha per<br />
oggetto la sardità. Atzeni schiva, tuttavia, il rischio della<br />
caduta nel folclorico per il doppio sentimento morale da cui<br />
è animato, quello riguardante l’intento, esplicitamente<br />
dichiarato, di voler raccontare tutta la <strong>Sardegna</strong>, tutti i paesi,<br />
uno per uno, e quello di voler caparbiamente trovare una<br />
modulazione della scrittura coerente con le tre anime dalle<br />
quali sentiva composta la sua individualità: quella sarda,<br />
quella italiana e quella europea che coincide con la stessa<br />
anima della cultura occidentale”. A cimentarsi nel giallo,<br />
inserendovi la storia regionale, sono anche Luciano Marrocu<br />
e Giorgio Todde. Dai testi del primo, Fàulas (2000) e Debrà<br />
Libanòs (2002), emerge la capacità di rivedere i fatti contemporanei<br />
con occhi rivolti al particolare e al globale, con<br />
una sapienza peculiare solo di un addetto ai lavori, di uno<br />
storico di professione. Dalla propria attività lavorativa Giorgio<br />
Todde, medico, attinge invece la passione per un noir di<br />
precisione: il protagonista dei suoi romanzi Lo stato delle<br />
anime (2001) e Paura e carne (2003) – inframmezzati da La<br />
matta bestialità (2002) – è infatti un imbalsamatore, Efisio<br />
Marini. Dal 1995 a oggi, è presente, nel panorama letterario
locale, lo scrittore Massimo Carlotto, padovano d’origine<br />
ma cagliaritano d’adozione, autore di noir quali Il fuggiasco<br />
(recentemente apparso nella versione cinematografica), Le<br />
verità dell’alligatore, Il mistero di Mangiabarche (ambientato<br />
in parte a Cagliari), Le irregolari, Nessuna cortesia all’uscita,<br />
Il corriere colombiano, Arrivederci amore ciao e Il maestro<br />
di nodi. Nell’ultimo scorcio del secolo scorso ha fatto il suo<br />
esordio come romanziere anche Ignazio Lecca. Nel 1997 ha<br />
infatti pubblicato il primo romanzo, Sentieri di città, cui<br />
hanno fatto seguito opere in italiano e in sardo, Pruaxu, Il<br />
granito della memoria, L’arca di Noè, Le intime pietre.<br />
All’ultima generazione, quella degli scrittori giovani, appartengono<br />
Nicola Lecca (esordiente con Concerti senza orchestra<br />
nel 1999, a soli ventidue anni, cui hanno fatto seguito<br />
Ritratto notturno e Ho visto tutto), Flavio Soriga (vincitore<br />
del Premio Calvino con Diavoli di Nuraiò, autore anche di<br />
Neropioggia), Giulia Clarkson (La città d’acqua) e tanti altri,<br />
che hanno magari un romanzo nel cassetto da presentare a<br />
uno dei numerosi premi letterari e desiderano raccogliere la<br />
sfida di creare un’opera che, ricca di un passato letterario,<br />
sappia oltrepassare tutti i confini nazionali per inscriversi<br />
nella letteratura-mondo. Ed è certamente rassicurante che,<br />
accanto a questa nuova generazione di scrittori promettenti,<br />
stia crescendo un’altrettanto nuova generazione<br />
di critici e studiosi.
32<br />
La musica etnica<br />
Del tempo passato si narra che Antiogu Brai, poeta improvvisatore,<br />
si recò a Lunamatrona alla ricerca di Potenzia Cappai,<br />
popolana di lingua pronta e famosa per mettere in difficoltà<br />
i grandi poeti con le sue improvvisazioni; giunto all’ingresso<br />
del paese incontrò alcune donne intente a lavare i panni e<br />
chiese ad una di loro: ”nara femina bona, custa est Lunamatrona?<br />
nara femina giusta, Lunamatrona est custa?” (Dimmi,<br />
donna buona, questa è Lunamatrona? Dimmi, donna giusta,<br />
è questa Lunamatrona?). Sorte volle che fosse proprio Potenzia<br />
a rispondere prontamente: ”poita pregontais, puntu a coru<br />
siais custa est sa bidda mia, puntu a coru si bia” (Perché<br />
chiedete, trafitto al cuor e voi siate, questo è il mio villaggio,<br />
trafitto al cuor e vi veda). Il Brai, capito con chi aveva che fare,<br />
non si scompose per la risposta poco gentile e continuò<br />
“ah...tui nò as essi Potenzia Cappai, sa ki cantat e nò faddit<br />
mai?” (Ah... non sarai tu, per caso, Potenzia<br />
Cappai, quella che canta e non<br />
sbaglia mai?) ”sissi, deu seu issa,<br />
andeis a cresia e nò bidiais missa”<br />
(Si, io sono essa, possiate andar<br />
in chiesa e non sentire messa).<br />
La tradizione riporta una serie di<br />
sfide poetiche sostenute dalla<br />
popolana e ci consegna, quasi a<br />
monito, anche la sua tragica fine:<br />
Potenzia venne a tal punto presa<br />
dal fuoco della poesia da trascurar<br />
e i figli che morirono<br />
d’inedia. Alla sua morte, fu<br />
condannata da Dio a vagare di<br />
festa in festa in un’ininterrotta<br />
gara poetica, non trovando pace<br />
finché un prete, riconosciutala,<br />
le perdonò i peccati e placò quel<br />
fuoco che la divorava facendola morire per sempre. Questo<br />
racconto, ben noto nei villaggi della Marmilla, ci porta a fare<br />
alcune considerazioni che possono aiutarci per meglio comprendere<br />
la musica popolare odierna. Perché i grandi poetiimprovvisatori<br />
del passato, piuttosto che esibirsi nelle grandi<br />
piazze delle città andavano per i villaggi dell’interno alla<br />
ricerca di qualche popolano dal verso facile? In un articolo<br />
del Fara dei primi del ‘900 si legge che ”in Cagliari capitale<br />
dell’isola e città di mare non si cantano quasi più che canzoni<br />
italiane, specie napolitane”; nella provincia, invece, ogni atto,<br />
gesto, attività, era ancora accompagnato (e tuttora lo è, anche<br />
se in forma minore e circoscritta) da canti, suoni e forme<br />
poetiche: la madre che culla il bambino con le sue ninnìas<br />
(ninne-nanne), i contadini nei lavori agricoli e nelle aie, le<br />
donne nei lavori domestici.
Il canto e la musica accompagnavano i gesti della quotidianità,<br />
sottolineandone il ritmo. I bambini erano iniziati alla danza<br />
con su serra-serra, su duru-duru e su tai-tai, in cui il movimento<br />
del corpo veniva forzato e accompagnato dalle mani dell’adulto.<br />
I suoni diventavano musica, come il rumor e dei setacci o<br />
dei telai che accompagnavano il canto. Il malinconico suono<br />
de su suitu (zufolo pastorale) rompeva la noia del pastore<br />
nelle lunghe giornate a guardia del bestiame, e così anche<br />
nella vita religiosa: il rosario che viene tuttora cantato nelle<br />
processioni con un suggestivo rimando di voci, i sonus ‘e<br />
santus che portano in trionfo i santi locali, is goccius che ne<br />
cantano storie, virtù e peculiarità, le confraternite che conservano<br />
antiche storie cantate, tramandate di padre in figlio.<br />
In questo humus culturale i poeti si rigeneravano trovando<br />
nuova linfa per le lor o composizioni che da quel mondo agropastorale<br />
provenivano ed in esso si riversavano, rimescolando<br />
ogni volta gli elementi di<br />
un’innovazione ciclica. E<br />
oggi? Oggi la musica popolar<br />
e diventa, talvolta con<br />
consapevolezza, musica etnica;<br />
gli artisti ricevono dalle<br />
tradizioni locali gli elementi<br />
base della loro arte e la riconsegnano<br />
al territorio, che<br />
la conserva a sua volta come<br />
tesor o tradizionale. Così<br />
troviamo Luigi Lai, straordinario<br />
suonator e di launeddas,<br />
accompagnare il 1° maggio<br />
il simulacr o di Sant’Efisio a<br />
Cagliari; Orlando Maxia con<br />
i suoi sonus ‘e santus accompagnare<br />
una qualsiasi<br />
processione religiosa; Ignazio<br />
Erbì con la sua fisarmonica intonare û’ ballu sardu in una<br />
delle tante feste della provincia, i cantori di San Mauro che<br />
durante la settimana santa percorrono le vie del quartiere<br />
Villanova del capoluogo cantando la passione del Cristo;<br />
Franco Madau che serve da bere in sa parada a Tuili prima di<br />
esibirsi, e così ancora gli Argia, i Nur, Elena Ledda, Mario Brai<br />
di Carloforte, Emanuele Garau con i suoi duru-duru e taitai...<br />
Per poter pienamente gustare la musica sarda non si<br />
può prescinder e dal territorio dove ogni esibizione è seme e<br />
frutto. Il nostro consiglio è quello di farsi prendere dalla<br />
“febbre” di Potenzia Cappai e visitare le feste della provincia<br />
cagliaritana con la certezza che prima o poi ci s’imbatterà in<br />
qualche straordinaria sorpresa. Buon divertimento.<br />
33
34<br />
L’artigianato artistico<br />
La <strong>Sardegna</strong> meridionale annovera, fra le produzioni artigianali<br />
più tipiche e nobili, quelle legate alla tessitura, all’oreficeria<br />
e più in generale alla lavorazione di metalli, pelli,<br />
pietra, legno e asfodelo, oltre alle pregiatissime<br />
creazioni in ceramica. La produzione<br />
tessile è quella della tradizione popolare,<br />
fatta di coperte, tovaglie, arazzi e di classici<br />
tappeti. Le decorazioni contemplano<br />
essenzialmente motivi<br />
geometrici e floreali, ma<br />
anche soggetti del<br />
regno animale e<br />
simboli araldici. La<br />
tecnica normalmente<br />
adottata è<br />
quella denominata<br />
a grani o pibiones,<br />
realizzata con telai<br />
orizzontali e finalizzata<br />
alla produzione<br />
di tappeti, coperte,<br />
tende e cuscini.<br />
Il ricamo si è invece diffuso<br />
grazie all’arte<br />
della decorazione<br />
dei costumi tradizionali,<br />
oltr e che degli arredi sacri. Numerosi<br />
sono i cultori dell'arte dell'intreccio,<br />
diffusa in <strong>Sardegna</strong> grazie all’abbondanza<br />
delle materie prime, dall’asfodelo<br />
al giunco, dalla rafia al<br />
vimine, dalla palma nana alla paglia.<br />
Tradizionalmente, in <strong>Sardegna</strong>, il<br />
metallo più utilizzato nel campo<br />
della gioielleria e della produzione<br />
di monili e oggetti sacri era<br />
l'argento, estratto prevalentemente<br />
dalle minier e sparse sul territorio.<br />
Nel secolo scorso si è rapidamente<br />
diffuso l'impiego dell'oro, spesso<br />
accompagnato da pietr e semipreziose<br />
come granati, turchesi, e corniole, oltre che dal corallo<br />
rosso, in una produzione artigianale spesso destinata all’ambito<br />
religioso con croci, medaglie, cuori, ostensori e rosari.<br />
Anelli, spille, pendenti, collane, orecchini, bottoni, porta<br />
profumi, la tipica buttonera - serie di bottoni in filigrana a<br />
forma mammellar e posta sulle maniche del giubbetto femminile<br />
- erano anche utilizzati come amuleti, oppure ornavano<br />
i costumi locali.
Fra le tecniche di lavorazione, la più accurata ed elegante<br />
è la filigrana, che conta tuttora un piccolo gruppo di maestri<br />
artigiani del settore. Esemplari di raffinata gioielleria di<br />
notevole fattura si realizzano a Quartu Sant’ Elena, Villacidro,<br />
Iglesias e Cagliari. L’arte della ceramica è nota anche in età<br />
nuragica e mostra ancora oggi i segni del suo arcaismo. I<br />
prodotti tipici in terracotta riprendono oggetti d'uso comune<br />
e d’ambiente domestico, quali boccali, stoviglie, fiaschi,<br />
barilotti per acqua e vino, recipienti per conservare i cibi,<br />
ma anche tegole e tubatur e. Le ceramiche sono verniciate<br />
in colori dalla tonalità verdognola e lucida, e sono realizzate<br />
ad Assemini, Decimomannu, Pabillonis, Villanovaforru e, nel<br />
Sarrabus, a Villaputzu. Perizia e attenzione caratterizzano,<br />
infine, la lavorazione della pietra, antico oggetto di culto e<br />
materia prima per la realizzazione di utensili ed armi.<br />
Recentemente ha avuto nuovo slancio la lavorazione<br />
del ferr o battuto e sono tornati<br />
d’attualità lampadari e letti decorati con motivi<br />
tradizionali. Le lame d'acciaio delle famose<br />
leppe, i tradizionali coltelli a serramanico sono<br />
appr ezzate da collezionisti e appassionati. A<br />
tutte queste lavorazioni si affiancano quella del<br />
legno, con produzioni destinate prevalentemente<br />
all’arredamento di inter ni e rustici, e quella<br />
dei pellami, legata<br />
all’interesse diffuso<br />
per i cavalli e<br />
l’equitazione.<br />
35
36<br />
La gastronomia<br />
La provincia di Cagliari, grazie alla sua configurazione<br />
geografica comprende una varietà ambientale piuttosto<br />
marcata e vanta quindi una cucina altrettanto varia ed<br />
eccellente sia di mare che di terra. Il nostro itinerario gastronomico<br />
si snoderà nella provincia partendo dalla costa<br />
occidentale lungo la Costa Verde, attraverseremo i boschi<br />
di Arbus, il Sulcis Iglesiente toccheremo<br />
l’isola di San Pietro, arriveremo<br />
dunque nella vasta pianura del<br />
Campidano e poi vedremo il Golfo<br />
degli Angeli e Cagliari. Risaliremo<br />
attraverso la marina di Quartu S.<br />
Elena nel Sarrabus Gerrei sino alla<br />
catena dei Sette Fratelli ai cui piedi<br />
si snoda la bianchissima Costa Rei<br />
e poi Muravera col suo mare e i suoi<br />
profumatissimi agrumeti che si ricongiungono<br />
ai rigogliosi vigneti<br />
d’Ogliastra ai cui confini termina la<br />
Provincia. Ma iniziamo il nostr o itinerario, partendo da Arbus,<br />
circondati da boschi e impervie<br />
colline popolate da<br />
greggi. Assaggeremo gustose<br />
fette di pane abbrustolito<br />
spalmato del filante formaggio<br />
caprino e dorati arrosti di<br />
capra completati da profumatissimi<br />
funghi porcini.<br />
Spingendoci più all’interno<br />
troviamo un altro interessante<br />
centro gastronomico: Gonnosfanadiga,<br />
i salumi, il pane ed<br />
il pluripremiato olio che arricchiscono<br />
le mense di questo<br />
paesetto hanno certamente il<br />
pregio della genuinità e del<br />
gusto fra i più raffinati.<br />
Meta turistica rinomata è senza dubbio l’isola di San Pietro,<br />
dove il tonno viene servito in svariate pietanze, persino le<br />
sue interiora vengono salate, essiccate e poi rinvenute per<br />
essere cucinate con patate. Retaggio del passato tabarkino<br />
degli abitanti dell’Isola di San Pietro troviamo il “cascà“<br />
versione carlofortina del più noto cous-cous nordafricano.<br />
Gustoso il “pasticciu”, misto di pasta con pesto, tonno e<br />
sugo di pomodoro nato probabilmente dalla mitica<br />
“parsimonia” carlofortina e quindi dalla necessità di utilizzare<br />
gli avanzi. Scendendo giù verso Cagliari, all’interno della<br />
pianura del Campidano non possiamo tralasciare una sosta<br />
a Sanluri per l’acquisto di una forma di dorato “civraxiu”
pane tipico, famoso ormai in tutta l’Isola alla pari della sua<br />
“simbula fritta” gustoso piatto povero a base di fregola,<br />
cipolle e lardo; ed ancora tradizionali le fave aromatizzate<br />
con la menta o cucinate col lardo. Diffuso in tutto il Campidano<br />
il consumo di “mongettas” e “sizzigorrusus”, lumache<br />
e lumaconi. Più giù verso Cagliari non manchiamo di<br />
sostare ad Assemini per comprare la “Panada” vera<br />
e propria pentola di pasta ripiena di carne d’agnello<br />
e patate, di anguille, o di varie verdure. Carciofi e<br />
pomodori esportati in tutta Europa provengono<br />
dalle rigogliose piantagioni che si trovano in questa<br />
zona. Imperdibili le cene nelle “glorias” allestite<br />
in occasione delle feste patronali, che da settembre<br />
a novembre si succedono<br />
nei paesi del Campidano.<br />
Is glorias, sono sorte di<br />
rudimentali baracche ricoperte<br />
di foglie di palma,<br />
dentro le quali su lunghissimi<br />
tavoli si possono<br />
consumare tutte le prelibatezze<br />
campidanesi. Vige<br />
una specie di “Self-service”: ogni avventor<br />
e dopo essersi munito di piatti,<br />
bicchieri e posate presso il gestore della<br />
“gloria” si reca nei piazzali antistanti<br />
e acquista il cibo. Vengono arrostiti in<br />
chilometrici spiedi, “porceddus” e<br />
trattalias” (le interiora di agnelli o capretti); oppure pesce:<br />
muggini e anguille per lo più. Montagne di olive, pomodori,<br />
sedani e formaggi fanno da contorno alle pietanze calde.<br />
Minimo comun denominatore: l’allegria, supportata da un<br />
brioso vino rosso o da un insidioso vermentino. Un’escursione<br />
a Dolianova ed alla vicina Serdiana è più che giustificata<br />
oltre che da una visita alle due deliziose chiese medioevali,<br />
dall’acquisto di qualche bottiglia di ottimo vino presso le<br />
celebri cantine dei due paesi. Ma eccoci a Cagliari città di<br />
mare, non è difficile capir e quali siano le specialità del luogo<br />
se ci si aggira per le strade della Marina, lo storico quartiere<br />
antistante il porto.<br />
Il profumo d’arrosto<br />
o di fritto di<br />
pesce aleggia per<br />
le vie. Da gustare<br />
le pietanze storicamente<br />
cagliaritane:<br />
“sa<br />
cassola de pisci”<br />
zuppa di pesce,<br />
“sa burrida”<br />
37
gattuccio di mare condito con salsa di noci, ma anche “pruppu<br />
buddiu” polpo lesso, “trattalia cun prisucci” treccia di budelli<br />
con piselli e per chiudere pardulas. Per acquistare i tipici dolci<br />
di mandorle, alcuni dei quali sono delle piccole opere d’arte<br />
è consigliabile spingersi verso Quartu Sant’Elena o Sinnai<br />
dove ancora sopravvive l’antica tradizione dolciaria. Prima di<br />
recarci ai confini della Provincia<br />
percorrendo e salendo verso<br />
la parte Sud della Costa Orientale<br />
- ci soffermeremo nel<br />
cuor e dell’entroterra.<br />
38<br />
Ci attendono tappe<br />
gastronomiche<br />
interessantissime nel cuor e del Sarrabus<br />
Gerrei: Burcei, rinomato per le ciliegie, alberga con Villasalto<br />
numerosi ovili e arcaiche tradizioni gastronomiche: gli arrosti<br />
di carne profumati dal fuoco di legni aromatici evocano<br />
convivi di pastori vissuti in tempi remoti. Le offerte di grosse<br />
scodelle di ricotta tiepida e di formaggio fresco arricchito<br />
dal miele amaro, affascinano e conquistano il palato. La<br />
nostra penultima tappa è Muravera, dove una suggestiva<br />
infilata di agrumeti è incastonata fra il mar e e le lagune,<br />
consigliabile una visita in occasione della sagra delle arance<br />
per assaporar e i gustosi frutti e sentir e il magico odore di<br />
zagare. Chiudiamo dunque a<br />
Villaputzu e Armungia dove<br />
sconfina l’influenza ogliastrina<br />
testimoniata rispettivamente<br />
da “prazzidas” e “pistoccu”.
I QUALITY RESTAURANTS 2003<br />
GUIDA AI RISTORANTI DI QUALITÀ<br />
40<br />
Ristorante tipico regionale<br />
Cagliari<br />
Al Porto<br />
Via <strong>Sardegna</strong>, 44 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 663131<br />
Antica Hostaria<br />
Via Cavour, 60 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 665870<br />
Da Cesare<br />
Via Darwin, 2/4 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 340750<br />
Dal Corsaro Spinnaker<br />
Loc. Marina Piccola - Cagliari<br />
Tel. +39 070 370295<br />
Il Molo<br />
Via Calata dei Trinitari - Cagliari<br />
Tel. +39 070 308959<br />
Il Viale<br />
Viale Trieste,120 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 275985<br />
Italia<br />
Via <strong>Sardegna</strong>, 30 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 657987<br />
Capoterra<br />
Sa Cardiga e Su Schironi<br />
Loc. Maddalena Spiaggia - Capoterra<br />
Tel. +39 070 71652<br />
Pula<br />
Corte Noa<br />
S.S. 195 km 32,300 - Pula<br />
Tel. +39 070 9245555<br />
I Millenari<br />
Loc. Sa Perda Fitta - Pula<br />
Tel. +39 070 9209878<br />
Eleonora<br />
Via Nora, 35/37 - Pula<br />
Tel. +39 070 9209691<br />
Sa Macinera<br />
Via Nora, 68 - Pula<br />
Tel. +39 070 9246033<br />
Narcao<br />
L’Antico Borgo<br />
Via Villaperuccio - Narcao<br />
Tel. +39 0781 959745<br />
Sant’Antioco<br />
Moderno<br />
Via Nazionale, 82 - Sant’Antioco<br />
Tel. +39 0781 83105
Carloforte<br />
Al Tonno di Corsa<br />
Via Marconi, 47 - Carloforte<br />
Tel. +39 0781 855106<br />
Da Niccolo<br />
Corso Cavour, 32 - Carloforte<br />
Tel. +39 0781 854048<br />
Galman Ai Pescetti<br />
Loc. Bellavista - Carloforte<br />
Tel. +39 0781 852088<br />
Senorbì<br />
Da Severino 2<br />
Viale Piemonte - Senorbì<br />
Tel. +39 070 9809383<br />
Barumini<br />
Sa Lolla<br />
Via Cavour, 49 - Barumini<br />
Tel. +39 070 9368419<br />
Ristorante Gourmet<br />
Cagliari<br />
Dal Corsaro<br />
Viale Regina Margherita, 28 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 664318<br />
Carloforte<br />
Dau Bobba<br />
Loc. Segni, Km 0.300 - Carloforte<br />
Tel. +39 0781 854037<br />
Portoscuso<br />
La Ghinghetta<br />
Via Cavour, 26 - Portoscuso<br />
Tel. +39 0781 508143<br />
Ristorante Pizzeria<br />
Cagliari<br />
Koch<br />
Via Koch, 1 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 500910<br />
Senorbì<br />
Da Severino<br />
Viale Piemonte, 3 - Senorbì<br />
Tel. +39 070 9808181<br />
41<br />
Ristorante Classico Italiano<br />
Cagliari<br />
Flora<br />
Via Sassari, 45 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 664753
CAGLIARI<br />
E DINTORNI
Distesa plasticamente sui colli calcarei nella parte più protetta<br />
dell’ampio Golfo degli Angeli la Karalis fenicia, punica e<br />
romana è da sempre uno dei più favorevoli approdi del<br />
Mediterraneo meridionale. In un territorio sicuramente<br />
frequentato sin dal Neolitico, la fondazione urbana risale<br />
presumibilmente all’VIII secolo a.C. quando i Fenici vi istituirono<br />
uno scalo commerciale sulle sponde dello stagno di<br />
Santa Gilla. I Cartaginesi dotarono l’abitato di un impianto<br />
organico e funzionale e le maggiori testimonianze del lungo<br />
periodo punico provengono dalla necropoli di Tuvixeddu,<br />
ricca di suppellettili funerarie, e dalla stessa area di Santa<br />
Gilla, che ha restituito numerose ceramiche votive. La presenza<br />
romana trasformò profondamente l’assetto urbanistico<br />
e amministrativo di Caralis, riutilizzando in parte quanto<br />
precedentemente costruito ed edificando sistemi di rifornimento<br />
idrico, magazzini per il sale, foro, vie e piazze lastricate,<br />
un castrum fortificato nel quartiere Marina, fino alla concessione<br />
alla città dello statuto di Municipium nel 46 a.C..<br />
44<br />
Con il diffondersi del cristianesimo, Cagliari diviene centro<br />
di diffusione della nuova religione nell’isola, naturale punto<br />
d’approdo di martiri e uomini di fede arrivati lungo le rotte<br />
risalenti dal Nord Africa. In epoca bizantina e giudicale la<br />
città e la sede del governo locale sorgevano in località Santa<br />
Igia, ancora nella vicina laguna costiera di Santa Gilla, in<br />
una posizione che garantiva sufficiente protezione dalle<br />
incursioni provenienti dal mare. Ma alle spalle del litorale il<br />
vasto sistema di rilievi calcarei offriva migliori opportunità<br />
di difesa, del quale approfittarono Toscani e Pisani quando,<br />
dopo aver violentemente piegato l’ormai agonizzante istituzione<br />
statuale del Giudicato, fondarono nel 1216 Castel di<br />
Castro sul colle che oggi accoglie il quartiere residenziale di<br />
Castello. Circondato da alte mura fortificate il nuovo castrum<br />
si sviluppò rapidamente ricalcando l’assetto urbanistico delle<br />
città toscane, mentre gli avanzati sistemi difensivi murari si<br />
estesero ai quartieri di Marina, Villanova e Stampace.
Ma la presenza pisana contrastava la nuova politica di<br />
Bonifacio VIII, che nel 1297 infeudò la <strong>Sardegna</strong> e la Corsica<br />
in favore di Giacomo II d’Aragona. Nel 1324 Pisa si arrese<br />
alla conquista aragonese, consegnando la città e l’Isola alla<br />
dominazione iberica. Nel 1720, dopo una breve annessione<br />
all’Austria, la <strong>Sardegna</strong> entrava a far parte del regno dei<br />
Savoia. In epoca sabauda la città conobbe una certa ripresa<br />
nell’architettura civile e militare. Nel 1793 i miliziani sardi<br />
sgominarono nel Golfo di Quartu l’attacco della flotta francese.<br />
Forti di questa dimostrazione di fedeltà, gli Stamenti<br />
Sardi chiesero al re la concessione di alcuni diritti fondamentali,<br />
quali il riconoscimento della parità nelle cariche pubbliche.<br />
Le aspettative, puntualmente disattese, innescarono<br />
una sollevazione popolare che portò alla cacciata dei Piemontesi<br />
nel 1794. Quattro anni più tardi Carlo Emanuele IV,<br />
firmata la resa ai Francesi, è costretto a lasciare Torino e a<br />
trasferirsi a Cagliari con la famiglia reale.<br />
L’Unità d’Italia non debellò la fame, le carestie e le innumerevoli<br />
problematiche che affliggevano la popolazione. I quadri<br />
più suggestivi di questa Cagliari stretta tra indigenza e voglia<br />
di rinascita sono descritti dai viaggiatori italiani e stranieri<br />
che tra fine ‘800 e primi del ‘900 ne hanno saputo cogliere<br />
anche i tratti più nascosti. Nel primo ventennio del Novecento<br />
il sindaco Ottone Bacaredda avviò la realizzazione di grandi<br />
opere pubbliche, conferendo alla città un volto nuovo sopravvissuto<br />
solo parzialmente ai bombardamenti alleati nella<br />
seconda guerra mondiale. La ricostruzione, sviluppatasi<br />
intorno al nucleo storico tradizionale dei quattro quartieri<br />
di Castello, Marina, Stampace e Villanova, ha valorizzato il<br />
tessuto urbano inserendo grandi viali alberati, nuovi spazi<br />
verdi e confermando la definitiva unione con il mare. Dal<br />
1949 Cagliari è il capoluogo della Regione Autonoma della<br />
<strong>Sardegna</strong>.<br />
45
Castello<br />
Il quartiere di Castello domina dall’alto la città di Cagliari.<br />
Con le mura superstiti, con le imponenti torri pisane di San<br />
Pancrazio e dell’Elefante, con le strette viuzze e gli slarghi<br />
che raccontano i danni subiti nel corso delle guerre del XX<br />
secolo, è il cuore vivo e la memoria della città.<br />
Anche se sono testimoniate presenze puniche e romane,<br />
furono i pisani a fortificare questo colle nel 1217 e a decretarne<br />
per sempre, proprio per l’assetto urbano medievale,<br />
le vicissitudini. La passeggiata attraverso il quartiere più<br />
noto della città oltre a consentire la visita a monumenti<br />
importanti offre numerosi spunti per soste a botteghe di<br />
antiquari e artigiani e prospettive panoramiche sul mare<br />
e sugli altri quartieri storici.<br />
viale Buoncammino<br />
Cittadella dei Musei<br />
via Porcell<br />
piazza<br />
Indipendenza<br />
Bastione<br />
Santa Croce<br />
4<br />
3<br />
2<br />
viale Regina Elena<br />
Scalette Santa Chiara<br />
via Santa Croce<br />
7<br />
6<br />
5<br />
via San Giuseppe<br />
via Genovesi<br />
via Lamarmora<br />
via Cannelles<br />
via Martini<br />
1<br />
Cattedrale<br />
47<br />
via Università<br />
Bastione Balice<br />
8<br />
via Fossario<br />
9<br />
Bastione<br />
San Remy<br />
via Mazzini<br />
piazza<br />
Costituzione<br />
1 Palazzo Viceregio • 2 Porta de S’Avanzada e Torre di San Pancrazio • 3 Chiesa<br />
della Purissima • 4 Chiesa di Santa Maria del Sacro Monte • 5 Chiesa di Santa Croce<br />
6 Chiesa di San Giuseppe • 7 Torre dell’Elefante • 8 Università ed ex Seminario •<br />
9 Porta dei Leoni
Museo Archeologico Nazionale<br />
All’interno della struttura polifunzionale della Cittadella dei<br />
Musei è ospitato il Museo Archeologico Nazionale. La collocazione<br />
cronologica dei reperti ricostruisce il passato dell’isola<br />
dal neolitico sino al periodo medievale. Le esposizioni di<br />
maggiore interesse risalgono all’età del Bronzo ed al periodo<br />
nuragico, testimoniando la ricca produzione di metallurgia<br />
sacra diversificata in statuette, lucerne e spade votive, e<br />
quella pesante degli utensili da lavoro. Il museo dispone di<br />
scivoli per disabili e di sale fruibili dai non vedenti.<br />
Cittadella dei Musei<br />
Piazza Arsenale - Orario: 9,00-20,00; chiuso il lunedì<br />
Pinacoteca Nazionale<br />
La Pinacoteca Nazionale di Cagliari custodisce una ricca<br />
collezione pittorica. Spicca per importanza la pregevole<br />
produzione di retabli del XV e XVI secolo, opera di maestranze<br />
catalane che diedero origine anche alle importanti scuole<br />
locali, tra cui quella di Stampace avviata da Pietro Cavaro.<br />
Le opere più interessanti, oltre a quelle dei catalani Mates,<br />
Barcelo, Figuera, sono quelle attribuite al cosiddetto Maestro<br />
di Castelsardo, del quale non è nota l’identità.<br />
Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale • Tel. 070 670157 - 070 662496<br />
Orario: 8,30-19,30; domenica e festivi 8,30-22,00
Museo d’arte siamese Cardu<br />
Il museo deve il nome al collezionista Stefano Cardu (1849-<br />
1933) che, appassionato viaggiatore, riuscì a raccogliere nel<br />
corso dei suoi viaggi un numero<br />
consistente di oggetti,<br />
oggi esposti nella Cittadella<br />
dei Musei di Cagliari. Sono<br />
oltre 1300 i pezzi in mostra,<br />
la cui parte più consistente<br />
è quella relativa al Siam ed<br />
in particolar modo quella<br />
riferibile alle armi, preziose<br />
per lavorazione e materiali<br />
utilizzati. Per la sua peculiarità<br />
viene considerata<br />
una delle più importanti<br />
collezioni del genere in<br />
Europa.<br />
Cittadella dei Musei<br />
Piazza Arsenale<br />
Tel. 070 651888<br />
Orario: 9,00-13,00 / 15,00-19,00<br />
Chiuso il lunedì
Torri Pisane<br />
Le due torri pisane di San Pancrazio e dell’Elefante furono<br />
edificate agli inizi del XIV secolo a completamento del sistema<br />
di fortificazione delle mura erette nel secolo precedente.<br />
Pervenute integre sino ai nostri giorni, furono progettate<br />
dall’architetto Giovanni Capula e svolsero ulteriori funzioni<br />
di ospedale e carcere militare. Dalla sommità si gode di una<br />
vista spettacolare, che nei giorni più tersi spazia sino alla<br />
piana del Campidano.<br />
Torre di San Pancrazio<br />
Piazza Indipendenza, Orario: 9,00-16,30<br />
Torre dell’Elefante<br />
Piazza San Giuseppe, Orario: 9,00-16,30<br />
Cattedrale di Santa Maria<br />
Costruita dai Pisani nel XIII sec. sulla<br />
preesistente chiesa di Santa Cecilia è<br />
stata oggetto di numerosi rifacimenti<br />
che ne hanno rimodellato l’originaria<br />
fisionomia, sino all’ultimo intervento<br />
degli anni ‘30. Tra le opere più significative<br />
devono ricordarsi due pulpiti di<br />
Guglielmo da Pisa risalenti alla seconda<br />
metà del XII secolo, un tempo poggianti su quattro leoni<br />
rappresentanti i quattro evangelisti oggi visibili ai lati del<br />
presbiterio. Si ammirano anche il Retablo della Crocifissione<br />
opera di Pietro Cavaro, una cripta scavata nella roccia viva<br />
nel XVII secolo e voluta dall’arcivescovo Francisco De Esquivel<br />
per ospitare i corpi dei martiri cristiani rinvenuti in città,<br />
alcuni preziosi oggetti in argento opera di artisti locali del<br />
XVII secolo e un trittico fiammingo detto di Clemente VII.<br />
Piazza Palazzo<br />
Orario: variabile la mattina, generalmente sino a mezzogiorno;<br />
il pomeriggio dopo le 16,30 - 17,00<br />
50<br />
I leoni del Duomo di Cagliari<br />
Tra i tesori del Duomo di Cagliari, non passano inosservati<br />
i quattro leoni, risalenti al XII secolo, collocati ai lati della<br />
gradinata e del presbiterio. Erano parte fino al 1600 del<br />
pulpito scolpito per il Duomo di Pisa da Mastro Guglielmo<br />
di Innsbruck, donato successivamente<br />
dai Pisani alla Città di Cagliari.<br />
Considerati tra le più<br />
importanti espressioni<br />
del romanico<br />
in Europa,<br />
i leoni
appresentano simbolicamente la forza e il coraggio della<br />
cristianità e nello specifico i quattro evangelisti nella lotta<br />
alle eresie rappresentate dai 4 animali soggiogati sotto le<br />
zampe degli stessi.<br />
Centro d’arte e cultura Il Ghetto<br />
L’area dove sorge il complesso degli edifici - in passato<br />
destinati ad acquartieramento militare - oggi noti con la<br />
definizione di Ghetto, o Ghetto degli<br />
Ebrei, si trova a Cagliari nel quartiere<br />
storico di Castello. Il complesso pubblico è stato oggetto di<br />
un intervento di restauro conservativo giunto a compimento<br />
nel 2000. All’interno è ospitato il Museo delle Torri dei<br />
Castelli della <strong>Sardegna</strong>, un’esposizione permanente composta<br />
da ricostruzioni filologiche in scala, di notevole efficacia<br />
didattica, che riproducono manufatti militari appartenenti<br />
a diverse epoche, costruiti a difesa della <strong>Sardegna</strong>. Altri<br />
spazi ospitano mostre temporanee, spettacoli ed altri eventi<br />
musicali e artistici. Il Centro Culturale gode di un’ampia e<br />
suggestiva terrazza panoramica per ricevimenti e incontri<br />
conviviali e culturali, ed è dotato di aula didattica e di uno<br />
spazio attrezzato multimediale.<br />
51<br />
Via Santa Croce, 18 • tel. 070 6402115<br />
e-mail: ilghetto@tiscali.it<br />
Artigianato in Castello<br />
Il quartiere di Castello offre scorci dove scoprire<br />
laboratori di restauro, del ferro battuto,<br />
botteghe artigianali di ceramica e cartapesta.<br />
La domenica mattina i mercatini<br />
dell’usato e dell’antiquariato<br />
regalano al quartiere un vivo tocco<br />
di colore.
piazza Yenne<br />
via Spano<br />
via Cima<br />
piazza<br />
Costituzione<br />
largo Carlo Felice<br />
via Baylle<br />
5<br />
via Manno<br />
via Napoli<br />
1<br />
2<br />
piazza<br />
Dettori<br />
via Manno<br />
via Principe Amedeo<br />
3<br />
6<br />
4<br />
via Torino<br />
viale Regina Margherita<br />
via Sicilia<br />
piazza S. Eulalia<br />
9<br />
via Roma<br />
via Mercato Vecchio<br />
via Baylle<br />
via Napoli<br />
via Barcellona<br />
via <strong>Sardegna</strong><br />
via Roma<br />
7<br />
via Cavour<br />
8<br />
piazza<br />
Amendola<br />
piazza<br />
Matteotti<br />
stazione Marittima<br />
1 Chiesa di Sant’Antonio Abate • 2 Chiesa del San Sepolcro<br />
3 Piccolo Auditorium • 4 Chiesa di Santa Rosalia • 5 Chiesa di Sant’Agostino<br />
6 Chiesa di Sant’Eulalia • 7 Chiesa di San Francesco di Paola<br />
8 Palazzo del Consiglio Regionale • 9 Municipio<br />
Marina<br />
“Avevamo attraversato la strada verso il Cafè Roma, e<br />
trovato un tavolo sul marciapiede, tra la folla. Subito,<br />
avemmo il nostro Thè. La serata era fredda, c'era ghiaccio<br />
nel vento. Ma la folla continuava a ondeggiare, avanti<br />
e indietro, avanti e indietro, lentamente. Ai tavolini c'erano<br />
soprattutto uomini, seduti a bere caffè o Vermouth o aqua<br />
vitae, tutto così familiare e semplice, senza il moderno<br />
impaccio. C'era una certa robustezza di spirito, piacevole,<br />
naturale e un che di disinvoltura feudale.”<br />
53<br />
D. H. Lawrence “Sea and Sardinia”<br />
Affacciato sul mare il quartiere della Marina ha sempre avuto<br />
una storia importante nell’economia della città, sin dalle<br />
primissime origini che si fanno risalire al periodo punico.<br />
Durante il periodo romano, col nome di Bagnaria, il quartiere<br />
conobbe una frenetica attività commerciale e, alla luce degli<br />
scavi archeologici degli ultimi decenni, un continuo ampliamento<br />
urbanistico testimoniato dall’abbondanza di edifici
imponenti e di strade che la collegavano ad<br />
altre aree della città. Dal 1216, i Pisani ne fecero<br />
il loro sbocco naturale al mare, così come gli<br />
aragonesi che ne cambiarono il nome in Leapola.<br />
Quella che fu per secoli residenza dei lavoratori<br />
portuali, dei doganieri, dei magazzinieri e artigiani<br />
di ogni genere, fu cancellata quasi totalmente<br />
con l’abbattimento delle mura nel 1800, anche<br />
se ancora oggi sono vivi i tratti di un quartiere<br />
multietnico, fatto di piccole botteghe e trattorie<br />
che spandono profumi di spezie e delizie gastronomiche<br />
varie.<br />
Area archeologica di Sant’Eulalia<br />
L’area archeologica di Sant’Eulalia si estende su circa 450<br />
mq. e costituisce uno dei più ampi percorsi archeologici<br />
urbani fruibili in <strong>Sardegna</strong>. Si sviluppa negli strati inferiori<br />
della chiesa parrocchiale omonima e degli edifici attigui,<br />
rivelando uno spaccato<br />
della città<br />
romana databile<br />
dall’età imperiale sino<br />
al periodo alto medievale e, con un esteso vuoto storico,<br />
dal XIV secolo fino ad oggi. Sulla piazza antistante la chiesa<br />
il Museo del Tesoro di Sant’Eulalia accoglie preziosi arredi<br />
lignei, argenti e paramenti sacri di grande valore.<br />
Vico Collegio, 2 • tel. 070 663724 - 070 655135<br />
Orario: 10.00-13.00 / 17,00-20,00, chiuso il lunedì.<br />
Nei mesi di luglio, agosto e settembre la chiusura serale è posticipata alle<br />
23,00, apertura anche il lunedì. Visite guidate.
Chiesa di Sant’Eulalia<br />
La chiesa di Sant'Eulalia è situata nel quartiere della<br />
Marina, tra le attuali vie del Collegio e di Sant'Eulalia,<br />
sulla quale si apre la scalinata di accesso. Fu edificata<br />
nella prima metà del XIV secolo in forme gotico-catalane,<br />
ancora leggibili nonostante i numerosi restauri susseguitisi<br />
nel tempo. La pianta si articola in una navata<br />
divisa in due campate su cui si aprono quattro cappelle<br />
per lato. Dietro il presbiterio è il coro a pianta quadrata,<br />
sovrastato da cupola emisferica, con lanterna a base ottagonale.<br />
Il prospetto è a capanna con archetti pensili e due<br />
contrafforti laterali. Al centro è il portale strombato e sormontato<br />
da un rosone. Il campanile è a base quadrata,<br />
terminante a cuspide. Il rinvenimento fortuito nel 1990 di<br />
un pozzo sotto la sagrestia ha dato l'avvio alle indagini<br />
archeologiche, che, portate a termine nel maggio del 2002,<br />
hanno interessato<br />
l'area sottostante la<br />
chiesa.<br />
Gli scavi<br />
hanno<br />
permesso<br />
di ricostruire la storia di un tratto del quartiere della Marina,<br />
mettendo in luce i resti monumentali che erano rimasti<br />
sepolti sotto i quasi 7 metri di terra sui quali fu innalzato<br />
l'edificio ecclesiastico aragonese. L'importanza della scoperta<br />
ha reso inevitabile la creazione di un percorso sotterraneo,<br />
che permette al visitatore di apprezzare le tracce dell'antica<br />
Karales. La prima frequentazione si colloca intorno al III<br />
secolo a.C., quando l'area venne utilizzata come cava a cielo<br />
aperto. Allo stesso ambito cronologico va riferito inoltre un<br />
basamento verosimilmente pertinente ad un thesaurus.
ha subito numerosi rimaneggiamenti dal ‘500 sino agli inizi<br />
del ‘900, restituendo nel corso dell’ultimo intervento di<br />
restauro del 1995 una cripta funeraria della quale si era<br />
persa memoria, dotata di un antico altare e alcuni affreschi.<br />
Tra gli arredi superstiti della chiesa un notevole retablo ligneo<br />
policromo intagliato che<br />
custodisce una Vergine<br />
in Pietà.<br />
Nelle trattorie...<br />
Fregola con le arselle<br />
Il termine fregola deriva<br />
con tutta probabilità dal<br />
termine latino fricare,<br />
sminuzzare. Fregola è<br />
quindi un frammento,<br />
una minuscola particella.<br />
La pasta è costituita<br />
da piccole palline di semola fatte a mano, amalgamate<br />
con acqua leggermente salata all’interno di un apposito<br />
recipiente e tostate al forno. La produzione si orienta sul<br />
tipo piccolo, medio e grosso. Si presta alla preparazione di<br />
minestre o ad essere<br />
condita con salsa di<br />
pomodoro e pecorino,<br />
anche se il suo<br />
uso ideale nella gastronomia<br />
locale è<br />
nel tipico piatto<br />
della fregula cun<br />
cocciula, o fregola<br />
con arselle.<br />
57
Villanova<br />
Villanova, nonostante il nome, che può evocare una certa<br />
modernità, può essere considerato coevo degli altri quartieri<br />
storici e rappresenta la naturale espansione verso est della<br />
rocca pisana. Cinto da mura, anche se non fortificato, fu<br />
residenza di coloro che raggiungevano la città per intraprendere<br />
i più vari lavori artigiani e di quanti si dedicarono alle<br />
coltivazioni agricole nei grandi spazi confinanti col quartiere.<br />
Il borgo si popolò soprattutto in epoca spagnola ed ebbe<br />
una impronta contadina divenendo una delle poche oasi<br />
verdi della città. Dalla sua espansione urbanistica nacquero<br />
i quartieri di La Vega, San Benedetto, Sant’Alenixedda. La<br />
sua antica storia popolare ha dato a Villanova i connotati di<br />
un vero e proprio paese dentro la città.<br />
6<br />
5<br />
( Te r r a p i e no )<br />
v i a l e R e g i n a E l e n a<br />
viale Regina Elena<br />
via San Saturnino<br />
3<br />
via Giardini<br />
via San Giovanni<br />
via San Giovanni<br />
via Piccioni<br />
via San Giacomo<br />
4<br />
via Ozieri<br />
piazza<br />
San Domenico<br />
piazza<br />
San Giacomo<br />
1<br />
2<br />
via San Domenico<br />
via Bacaredda<br />
via Garibaldi<br />
via Alghero<br />
piazza<br />
Garibaldi<br />
via Sonnino<br />
59<br />
Bastione<br />
San Remy<br />
via Sulis<br />
via Garibaldi<br />
d’Arborea<br />
via Orlando<br />
via Iglesias<br />
piazza<br />
Costituzione<br />
via Eleonra<br />
via Lanusei<br />
1 Chiesa di San Giacomo • 2 Chiesa di San Domenico<br />
3 Chiesa di San Cesello • 4 Chiesa di San Mauro • 5 Mercato di San Benedetto<br />
6 Giardini Pubblici e Galleria Comunale
San Domenico<br />
La cripta e il chiostro di San Domenico<br />
costituiscono i resti del<br />
grandioso complesso edificato a<br />
partire dalla seconda metà dell’XI<br />
secolo dai padri domenicani. Il<br />
chiostro è dotato di pozzo e si articola<br />
in quattro ali risalenti al XV<br />
secolo che ripropongono la configurazione<br />
dei monasteri spagnoli.<br />
Le strutture interne rispecchiano i<br />
canoni stilistici tipici dell'architettura<br />
tardogotica, in uno degli esempi più<br />
rappresentativi visitabili nella città. La<br />
chiesa e l'annesso campanile, distrutti<br />
durante i bombardamenti del 1943,<br />
sono stati ricostruiti nel 1953.<br />
Via XXIV Maggio<br />
Orario: 9,00-12,00<br />
Centro d’arte e cultura Exmà<br />
L’Exmà (ex Mattatoio Comunale) occupa una superficie di<br />
quasi 6.000 mq. Il complesso sorse tra il 1845 e il 1852<br />
nell’antico quartiere di Villanova e rimase in attività sino<br />
all’ottobre del 1964. Dopo anni<br />
di abbandono, nel 1993 il<br />
Comune di Cagliari lo ha restituito<br />
alla città destinandolo<br />
a Centro d’Arte e Cultura. Tre<br />
sale espositive ospitano mostre<br />
che spaziano dalla grafica<br />
al design, dalla fotografia<br />
alle tradizioni<br />
popolari, alla computer<br />
art. Adiacente alla sala<br />
conferenze è esposta la<br />
collezione permanente di<br />
grafica del Comune di Cagliari. Lo spazio della<br />
Torretta ospita il Centro Internazionale del Fumetto. Un’elegante<br />
caffetteria si apre su un ampio piazzale interno.<br />
Via San Lucifero 71 • tel. 070 666399<br />
e-mail: exma@tiscali.it<br />
Collezione Ingrao<br />
Nel vasto scenario dei Giardini Pubblici ha sede la Galleria<br />
Comunale d’Arte. All’interno del museo civico è ospitata la<br />
Collezione Ingrao, donata alla città nel 1999 da Elisa Mulas,<br />
erede universale di Francesco Paolo Ingrao, con il vincolo di<br />
destinazione pubblica. La collezione, costituita da quadri e
sculture e da un ricco patrimonio librario, ospita 500<br />
opere di Boccioni, Morandi, Rosai, De Pisis, Socrate,<br />
Maccari, Semeghini, esempi della migliore arte figurativa<br />
italiana del XX secolo.<br />
Giardini Pubblici di Cagliari<br />
tel. 070 490727<br />
Orario: 9,00-13,00 / 15,30-19,30, chiuso il martedì<br />
I riti della Settimana Santa<br />
Per Pasqua il quartiere di Villanova diventa<br />
una gigantesca basilica a cielo aperto, le<br />
sue strade trasformate in altari per celebrazioni<br />
seguite da una folla che, silente<br />
e commossa, partecipa a riti rimasti immutati<br />
nella loro carica di suggestione e<br />
profonda religiosità.<br />
Villanova è il cuore pasquale di Cagliari,<br />
grazie soprattutto alle sue due confraternite,<br />
quella di San Giovanni - Arciconfraternita<br />
della Solitudine, forse il sodalizio<br />
religioso più antico della città - e l’altra di<br />
San Giacomo, la Confraternita del Santissimo<br />
Crocifisso. Nella chiesetta di San<br />
Giovanni, il gigantesco crocifisso ligneo dagli<br />
arti snodabili viene calato dalla sua cappella<br />
laterale la mattina della domenica delle<br />
Palme, inizio della Settimana Santa, la grande<br />
settimana dei cristiani che in quei giorni<br />
fanno memoria del mistero centrale della fede. Alle tredici<br />
in punto del venerdì successivo, il Venerdì Santo, comincia<br />
la processione del Cristo Morto. L’enorme simulacro sale<br />
verso il Duomo, in Castello, sorretto da mille mani desiderose,<br />
almeno per un attimo, di toccarlo, carezzarlo, sorreggerlo.<br />
La croce pare ondeggi, quasi galleggia sulle ali di folla silente<br />
e commossa che, a tratti, lo ingoia facendolo scomparire<br />
alla vista. A squarciare il silenzio il greve canto polifonico<br />
de is cantoris, che nel loro saio bianco scandiscono le soste<br />
di questa singolare via crucis.<br />
61
A seguire le consorelle, in abito e velo nero sul volto, come<br />
la Madonna Addolorata che segue il Figlio nella salita al<br />
Calvario. L’arrivo in Cattedrale è alle 15 in punto, ora canonica<br />
della morte in croce del Figlio di Dio. Nella serata, una<br />
medesima processione, con itinerario diverso, parte da San<br />
Giacomo verso la parrocchiale di San Lucifero. Ed è notte<br />
quando, anche dalla chiesetta stampacina di Sant’Efisio,<br />
esce il Cristo morto nella sua lettiga per compiere un giro<br />
per le strade del quartiere e chiudere una giornata di lutto<br />
e mestizia. La mattina del sabato su scravamentu, la liberazione<br />
dal corpo del Cristo di tutti i segni della Passione,<br />
chiodi e corona di spine, quindi l’attesa della Resurrezione,<br />
suggellata la mattina di Pasqua dalla processione de s’incontru,<br />
con la Madonna che, lasciate le vesti del lutto, incontra<br />
e abbraccia il Figlio Risorto. Tre le processioni a Cagliari nel<br />
centro storico, una per ciascun rione, a Stampace, Marina<br />
e appunto Villanova, nella Via Garibaldi invasa da una folla<br />
al suono delle campane, finalmente sciolte dopo il silenzio<br />
quaresimale, ad annunciare la Resurrezione.
Antico Caffè dal 1855<br />
Nel 1855 nasceva a Cagliari Il Caffè Genovese,<br />
oggi ribattezzato Antico Caffè e tutelato<br />
dal Ministero dei Beni Culturali. A due passi<br />
dal quartiere storico di Castello fu meta di<br />
famosi personaggi e letterati della Cagliari<br />
dell’800 e dei primi del ‘900. Atmosfere<br />
retrò si respirano ancora nelle piccole sale<br />
interne e nella terrazza riscaldata anche<br />
d’inverno, dove si consumano come un<br />
tempo finissimi prodotti di pasticceria e<br />
specialità gastronomiche locali.
10<br />
via San Lorenzo<br />
8<br />
via Sant’Ignazio da Laconi<br />
7<br />
via<br />
Fra<br />
Nicola<br />
Anfiteatro Romano<br />
via<br />
Anfiteatro<br />
via Ospedale<br />
9<br />
viale Buoncammino<br />
via<br />
Porcell<br />
via Fiume<br />
6<br />
via San Giorgio<br />
via Sant’Ignazio<br />
via Ospedale<br />
via Fara<br />
via S.Efisio<br />
via Santa Restituta<br />
4<br />
via Tigellio<br />
5<br />
via Palabanda<br />
via<br />
2<br />
Portoscalas<br />
3<br />
via Azuni<br />
via Santa Margherita<br />
1<br />
corso Vittorio Emanuele<br />
piazza<br />
Jenne<br />
Scalette<br />
Santa Chiara<br />
via Caprera<br />
viale Trieste<br />
via Goffredo Mameli<br />
via Sassari<br />
via Giov. Maria Angioi<br />
largo Carlo Felice<br />
via Roma<br />
65<br />
via Roma<br />
stazione FF.SS.<br />
piazza<br />
Matteotti<br />
1 Chiesa di Sant’Anna • 2 Chiesa di San Michele<br />
3 Chiesa di Santa Restituta • 4 Chiesa di Sant’Efisio • 5 Villa di Tigellio<br />
6 Ospedale San Giovanni di Dio • 7 Orto Botanico • 8 Chiesa dei Cappuccini<br />
9 Caserma Carlo Alberto • 10 Chiesa di San Lorenzo e Pancrazio<br />
Stampace<br />
È il quartiere più antico della città. Delle sue strade, ciascuna<br />
con la sua chiesa, se ne ha notizia a partire dall’XI secolo.<br />
Ancor oggi, passeggiando per i suoi vicoli, si avverte la<br />
sensazione di percorrere un viaggio nella Cagliari più vera.
Il suo pettine stradale, con la Via Azuni a raccoglierle tutte,<br />
è traccia immutata della sua particolare connotazione urbanistica<br />
pre-medioevale. È il quartiere delle sette chiese: da<br />
quella di Santa Chiara con annesso il monastero, proprio<br />
sotto il bastione di Santa Croce, oggi mercato rionale alle<br />
prese con una crisi inarrestabile, a quella di San Michele,<br />
gioiello barocco del XVII secolo in cima alla Via Azuni,<br />
cappella dei Gesuiti che cedettero il convento<br />
all’attuale Ospedale Militare,<br />
contenitore destinato alla dismissione e dal futuro<br />
incerto e inquietante. Passando, infine, per la Chiesa<br />
di San Giorgio, di cui restano alcuni contrafforti nel cortile<br />
interno del palazzo parrocchiale di Sant’Anna, sulle cui rovine<br />
belliche è stato edificato. Inaspettata, per il visitatore,<br />
l’imponente scalinata di Sant’Anna, esempio sobrio ed<br />
elegante di barocco piemontese, meno sgargiante e ampolloso<br />
del rococò ma ugualmente maestoso e imponente: una<br />
basilica nel cuore della città che svetta fra le modeste
abitazioni di un quartiere che, in questa chiesa, scarica tutto<br />
il suo orgoglio cagliaritano. Nel giro di pochi metri, l’oramai<br />
chiusa al culto chiesa di Santa Restituta, oggi sede della<br />
GIOC, gli operai cattolici cui si deve l’organizzazione del<br />
Carnevale cittadino ed un’encomiabile attività presepistica,<br />
e quella incastonata in una piazzetta d’altri tempi dedicata<br />
a Sant’Efisio, il santo di Stampace prima ancora che patrono<br />
delle genti sarde.<br />
Non c’è più traccia della chiesa di Santa Margherita, distrutta<br />
e sepolta sotto la nuova strada che collega Piazza Jenne al<br />
rione di Castello. Ma Stampace non è solo questo “giro delle<br />
sette chiese”: è respirarne gli odori, sentirne la parlata,<br />
incontrare gli artigiani del legno e del ferro, scoprire scorci<br />
impensati di una Cagliari antica della quale si corre il rischio<br />
di perdere memoria e nostalgia.
Anfiteatro Romano<br />
È considerato il più significativo<br />
monumento di età<br />
classica in <strong>Sardegna</strong>, costruito<br />
nel II secolo d.C.<br />
e in grado di accogliere<br />
10.000 spettatori.<br />
Fu scavato per<br />
gran parte nella viva<br />
roccia e sono ancora<br />
interamente riconoscibili<br />
le ampie gradinate<br />
ellittiche e la<br />
terrazza dalla quale i<br />
maggiorenti assistevano<br />
ai giochi. L’anfiteatro<br />
è ora suggestivo palcoscenico per opere liriche e<br />
concerti di musica contemporanea. Il calendario completo<br />
delle manifestazioni è consultabile sul sito internet del Teatro<br />
Lirico di Cagliari.<br />
Viale Sant’Ignazio • tel. 070 670215<br />
Orario: 10,00-16,00<br />
web: www.teatrolirico.tiscali.it<br />
Orto Botanico<br />
Sorto su un’area protetta dai venti<br />
e conosciuta come vallata di Palabanda<br />
fu inaugurato nel 1866<br />
dopo la sua acquisizione da parte<br />
dell’Università di Cagliari. Occupa<br />
una superficie di 5 ettari suddivisa<br />
nei settori mediterraneo, tropicale,<br />
delle piante succulente, delle piante<br />
medicinali. Tra le rarità si annovera<br />
la collezione di circa 200 esemplari<br />
di piante succulente, e il raro albero-fiamma<br />
Sterculia acerifolia di<br />
origine australiana, così chiamato<br />
per l’acceso colore delle fioriture.<br />
Un esteso palmeto ricopre una<br />
superficie di 4.000 mq. all’interno<br />
dell’area.<br />
Orario: 8,00-13,30 tutti i giorni.<br />
Dal 1 aprile al 15 ottobre anche il<br />
pomeriggio 15,00-18,30.<br />
Nei mesi di maggio, giugno,<br />
luglio e agosto aperto sino<br />
alle ore 20,00.
Chiesa di Sant’Efisio<br />
Nel medesimo isolato della chiesa di Santa Restituta,<br />
anch’essa su un ambiente ipogeo, sorge la chiesa<br />
di Sant’Efisio, edificata nell’area forse già occupata<br />
da un piccolo edificio di culto di età altomedievale.<br />
La prima notizia dell’esistenza di un toponimo legato<br />
al santo risale in realtà solo al 1223; successivamente<br />
è citata tra le chiese visitate dall’arcivescovo di Pisa<br />
Federico Visconti nel 1263, ma non è chiaro, come<br />
per la vicina Santa Restituta, se si tratti dell’ambiente<br />
sottostante o di un vero e proprio edificio<br />
costruito nel sopraterra. Nel 1780 la chiesa venne<br />
demolita e ricostruita con navata unica coperta<br />
da volta a botte e cappelle laterali ricavate tra i<br />
contrafforti. Il presbiterio è sopraelevato e ricoperto da una<br />
cupola ottagonale. Il prospetto è compreso entro lesene<br />
ioniche ed è suddiviso in tre ordini da cornici mistilinee,<br />
mentre il portale è sormontato da un timpano ricurvo interrotto<br />
ed è affiancato da ampie finestre cieche.<br />
69<br />
L’oratorio dell’Arciconfraternita del Gonfalone, comunicante<br />
con la chiesa, risale al 1726. Il campanile a pianta quadrata<br />
appartiene probabilmente alla chiesa precedente. I bombardamenti<br />
francesi del 1793 e quelli del 1943 non risparmiarono<br />
l’edificio. L’ipogeo sottostante, ritenuto la prigione del santo<br />
prima della sua decapitazione eseguita a Nora nel 303 d.C.,<br />
è costituito da un vano a pianta quadrangolare irregolare,<br />
interamente scavato nel calcare, il cui soffitto, quasi piano,<br />
è sorretto da due pilastri risparmiati nella roccia.
Una scala ripida e stretta, aperta sull’omonima via, costituisce<br />
l’accesso moderno. A est è visibile una piccola abside rivestita<br />
di azulejos secentesche di produzione valenzana, attualmente<br />
obliterata da un altare, che sostituì, in occasione della ricerca<br />
delle reliquie dei martiri nel Seicento, quello più antico. Al<br />
lato è visibile l’antica colonna alla quale Efisio sarebbe stato<br />
legato per subire la flagellazione. Durante alcune indagini<br />
effettuate negli anni Venti, in occasione dei lavori eseguiti<br />
dalla Confraternita del Gonfalone, furono inoltre indagati<br />
due pozzi, uno poco profondo nella parete ovest, ed uno di<br />
oltre venti metri a nord dell’abside. La frequentazione dell’ambiente<br />
risalirebbe alla fine del I secolo d.C. sulla base<br />
del ritrovamento di alcune monete ed è stata messa in<br />
relazione al culto di Iside.<br />
70<br />
Secondo altri studiosi l’ipogeo, nato come cava di blocchi,<br />
non sarebbe stato luogo di culto né isiaco né paleocristiano.<br />
In realtà il culto di Ephysius è documentato esclusivamente<br />
in <strong>Sardegna</strong> solo a partire dall’XI secolo e il cosiddetto carcere<br />
fu legato al santo solo tardivamente.<br />
Sagra di Sant’Efisio<br />
È uno spettacolo che a Cagliari, immutato, si ripete ad ogni<br />
1° maggio da oltre tre secoli e mezzo. Il secentesco simulacro<br />
di Sant’Efisio, patrono della <strong>Sardegna</strong>, passa nel suo cocchio<br />
regale per le strade del centro cittadino salutato da una folla<br />
di fedeli e turisti, prima di dirigersi verso Nora, luogo del<br />
suo martirio avvenuto, secondo tradizione, nel 303 dopo<br />
Cristo. È l’annuale, ininterrotto rinnovarsi di un voto solenne,
fatto al Santo dalla Municipalità di Cagliari quando una<br />
micidiale pestilenza, nel 1652, ne decimò la popolazione. E<br />
Sant’Efisio liberò la città dalla peste. Da allora, ogni anno,<br />
al Calendimaggio, dal 1° al 4 sera, le genti della <strong>Sardegna</strong><br />
non hanno mai mancato all’antica promessa. Oggi la processione<br />
di Sant’Efisio - che dura quattro giorni, percorre quasi<br />
cento chilometri e tocca, nel suo percorso, tutti i centri<br />
abitati da Cagliari a Nora - è un autentico trionfo della fede<br />
e della devozione popolare, ma anche del folclore e della<br />
cultura di tutta un’isola. Per l’occasione giungono a Cagliari<br />
gruppi in costume dei principali centri di ogni provincia, con<br />
oltre cinquemila figuranti che accompagneranno il Santo<br />
nel ritorno al luogo del martirio.<br />
Ad aprire la sfilata sono le traccas, carri a ruota piena trainati<br />
da un giogo di buoi, splendide per allestimento ed eleganza,<br />
ricchissime degli elementi tipici e caratteristici della cultura<br />
agraria. Quindi i cavalieri campidanesi, i miliziani nella loro<br />
tradizionale giubba rossa, scorta armata del Santo, e la<br />
Guardiania a cavallo, elegantissimi cavalieri in frac e cilindro,<br />
seguita da confratelli e consorelle in abito penitenziale.<br />
Dietro il cocchio decine di migliaia di fedeli accompagnano<br />
il Santo fino all’uscita da Cagliari: inizia solo allora il vero<br />
pellegrinaggio di fede e di devozione verso Nora, la parte<br />
meno conosciuta ma la più autentica di questa tradizione,<br />
diventata una delle più nobili pagine della storia della<br />
<strong>Sardegna</strong>.<br />
71
72<br />
Chiesa di Santa Restituta<br />
La chiesa, che si apre su una piccola piazza<br />
nel cuore del quartiere di Stampace all’interno<br />
dell’isolato tra via Santa Restituta e via<br />
Sant’Efisio, fu costruita grazie ad un lascito<br />
in un’area ceduta nel 1637 dalla vicina parrocchia<br />
di Sant’Anna. L’impianto è a navata<br />
unica con cappelle laterali e presbiterio rialzato;<br />
nel prospetto si apre il portale architravato<br />
sormontato da un timpano ricurvo<br />
interrotto e da un oculo modanato. I bombardamenti<br />
del febbraio del 1943 lesionarono<br />
gravemente l’edificio, restaurato negli anni<br />
Sessanta e mai più consacrato. L’ambiente<br />
sottostante accessibile da via Sant’Efisio è un<br />
grande vano interamente scavato nel calcare,<br />
di pianta molto irregolare, oggetto di numerosi<br />
interventi finalizzati ad adattare gli spazi alle<br />
diverse esigenze. Più volte ricordato dalle fonti<br />
a partire dal 1263, costituì un vero e proprio<br />
edificio di culto. Nel 1607, verosimilmente<br />
caduto in disuso, fu sterrato grazie all’interesse<br />
di alcuni notabili che seguirono la tradizione secondo la<br />
quale nel quartiere di Stampace si sarebbe trovato il palazzo<br />
gentilizio di Santa Restituta, ritenuta la madre del vescovo<br />
di Vercelli Eusebio vissuto nel IV secolo, ma più probabilmente<br />
da identificare con la martire africana uccisa nel 304 durante<br />
la persecuzione di Diocleziano. Negli anni seguenti, nell’ambito<br />
controriformista delle ricerche di martiri volute dal clero<br />
cagliaritano per vantare il primato rispetto alla chiesa turritana,<br />
gli scavi ripresero e furono finalizzati al ritrovamento<br />
delle reliquie. Con la costruzione della chiesa soprastante<br />
l’ipogeo divenne quindi una sorta di cripta accessibile anche<br />
dall’interno dell’edificio superiore. Trasformato in rifugio<br />
antiaereo durante l’ultima guerra mondiale cadde in disuso
fino ai lavori di restauro iniziati negli anni Settanta che<br />
hanno permesso di individuare una frequentazione risalente<br />
ad almeno il II-I secolo a.C., se non all’epoca preistorica. Al<br />
V secolo d.C. si daterebbe la parte mediana dell’altare posto<br />
nella parete nord della cripta, realizzato per contenere le<br />
reliquie della martire trasferite a Cagliari, dal clero africano<br />
cattolico esiliato dai Vandali di fede ariana, insieme alla<br />
statua di Santa Restituta. Risalirebbero allo stesso periodo<br />
anche l’altare posto di fronte e quello che dalla fine dell’Ottocento<br />
ospita la colonna che la tradizione vuole legata<br />
al martirio. Il manufatto venne spostato per<br />
impedire alcune pratiche superstiziose che<br />
avvenivano nella cripta. Questi altari furono<br />
abbelliti nel XVII secolo, quando venne<br />
realizzato l’altare posto di fronte alla scala<br />
d’accesso e quello ovest che intercettò una<br />
cisterna a campana preesistente. Su questo<br />
lato della vasta camera si trova anche uno<br />
spazio cosiddetto schola Sanctae Restitutae,<br />
ovvero il luogo dove secondo la<br />
tradizione la santa avrebbe impartito le<br />
lezioni ai fanciulli del quartiere. Di fronte<br />
è visibile un pulpito scavato nella roccia.<br />
Accanto all’altare est rimane un bel lacerto<br />
pittorico che rappresenta San<br />
Giovanni Battista con la mano destra in<br />
segno di benedizione, databile alla metà<br />
del Duecento. In fondo alla cripta è bene<br />
visibile una cisterna anticamente alimentata<br />
dall’acqua piovana interamente<br />
ricoperta di cocciopesto, successivamente<br />
unita al vasto ambiente mediante<br />
l’abbattimento del setto divisorio di<br />
calcare.<br />
73
Cagliari fuori le mura<br />
Grotta della Vipera<br />
Questa tomba patrizia del I secolo d.C. prende il nome<br />
dall’emblema raffigurante due serpenti incrociati scolpiti sul<br />
frontone, simboleggianti la fedeltà di Atilia Pomptilla rivoltasi<br />
agli dei per offrire la propria vita in cambio della guarigione<br />
del marito Cassio Filippo gravemente malato. La tomba,<br />
poco significativa da un punto di vista architettonico, presenta<br />
tuttavia iscrizioni di grande<br />
interesse in<br />
latino e greco,<br />
nelle quali sono<br />
riportate le<br />
preghiere di<br />
Atilia, esaudite<br />
dagli dei, e la<br />
tristezza di<br />
Cassio Filippo,<br />
desideroso di<br />
ricongiungere<br />
la sua anima a<br />
quella dell’amata.<br />
Viale Sant’Avendrace<br />
Orario: 9,00-13,00<br />
14,00-17,00,<br />
chiuso il lunedì<br />
74<br />
Iscrizione della grotta della vipera<br />
“Che le tue ceneri, o Pomptilla, fecondate dalla rugiada, si<br />
trasformino in gigli e in verde fogliame entro al quale brille<br />
ranno la rosa, il profumato zafferano, e l'imperituro amaranto.<br />
Possa tu apparire ai nostri occhi come il fiore della bianca<br />
primula, cosicché all'uguale dei narcisi e dei giacinti, sia<br />
oggetto di eterne lacrime e ricordi il tuo nome alle future<br />
generazioni. Quando Filippo sentiva già la sua anima abbandonare<br />
la spoglia mortale, e che già le sue labbra si appressavano<br />
alle acque del Lete, tu ti sacrificasti, o Pomptilla, per<br />
uno sposo spirante, e riscattasti la sua vita al prezzo della<br />
tua morte. Così un Dio ha rotto una sì dolce unione; ma se<br />
Pomptilla si è sacrificata per riscattare la vita di uno sposo<br />
adorato, Filippo rimpiangendo una vita conservata a così<br />
caro prezzo, domanda ardentemente agli Dei di poter riunire<br />
al più presto la sua anima a quella della più tenera delle<br />
spose”.
Nostra Signora di Bonaria<br />
È forse la più amata tra le chiese cagliaritane.<br />
Sorto su un colle prospiciente il mare e denominato<br />
Bonayre dagli aragonesi il complesso<br />
costituito dal Santuario e dalla Basilica accoglie<br />
pellegrini provenienti da tutto il mondo per<br />
rendere onore alla Vergine protettrice dei<br />
naviganti. Il simulacro, chiuso in una cassa<br />
lignea, fu ritrovato ai piedi dell’odierno santuario<br />
nel 1370 dopo una tempesta. Alcune<br />
vicende storiche del XVI secolo possono probabilmente<br />
ricondurre l’origine del nome della<br />
capitale argentina Buenos Aires proprio alla<br />
fama della Madonna cagliaritana. Alle spalle<br />
del complesso si distende l’omonimo cimitero monumentale,<br />
edificato su un sito già sede di una necropoli punica.<br />
Castello di San Michele<br />
Il Castello di San Michele fu edificato dai pisani agli inizi del<br />
XIII secolo con funzioni di avvistamento e difesa contro<br />
possibili incursioni provenienti dal Campidano, in un’epoca<br />
nella quale la città si sviluppava ancora nella laguna costiera<br />
di Santa Gilla. Il castello fu costruito su un preesistente<br />
monastero vittorino dedicato all'Arcangelo Michele da cui<br />
prese il nome. I pisani lo dotarono di due torri innalzate<br />
rispettivamente ai vertici nord e sud del lato orientale.<br />
Diventò quindi lazzaretto per le vittime della peste del ‘600,<br />
ed infine caserma di soldati invalidi sotto il Regno dei Savoia.<br />
Negli anni ’30 il Colle, unitamente al Castello, divenne una<br />
pertinenza della Marina Militare smantellata solo nel 1957.<br />
Dopo il recente restauro<br />
l’edificio è stato<br />
destinato a struttura<br />
museale per esposizioni<br />
temporanee,<br />
75
consentendone il recupero e il riutilizzo come spazio polifunzionale.<br />
Articolato su due piani, vi si trovano spazi atti<br />
ad ospitare esposizioni di rilievo internazionale e manifestazioni<br />
culturali, un bookshop e una sala conferenze.<br />
Via Sirai - Parco San Michele, tel. 070 500656<br />
e-mail: castellosanmichele@tiscali.it<br />
Centro d’arte e cultura Il Lazzaretto<br />
Il Lazzaretto, la cui struttura originaria risale al XVII secolo<br />
è stato utilizzato sino alla fine dell’Ottocento come ricovero<br />
per i malati di peste. Oggi è centro comunale d’arte e cultura,<br />
riaperto al pubblico nel 2000 dopo un impegnativo restauro<br />
che lo ha reso moderna struttura polifunzionale in cui<br />
convergono l’anima museale a carattere etnografico, quella<br />
congressuale e, a carattere prettamente estivo, quella dedicata<br />
agli spettacoli. L’impianto ha mantenuto la medesima struttura<br />
architettonica Ottocentesca. L’edificio è disposto su tre<br />
livelli con impianto a corte centrale: al piano terra si trovano<br />
ampi spazi museali destinati a ospitare le mostre a carattere<br />
temporaneo, la biglietteria e il bookshop. Le sale danno alla<br />
corte interna, che nel periodo estivo si trasforma in teatro<br />
all’aperto e ospita performance di musica etnica, jazz, classica<br />
e teatro di prosa. Al terzo piano è ospitata la mostra permanente<br />
“I fili di Arianna”, esposizione di tessuti, gioielli e<br />
costumi sardi dell’800. Dalla terrazza superiore si gode di<br />
una splendida vista sul Golfo di Cagliari.<br />
Viale Borgo Sant’Elia • tel. 070 3838085<br />
e-mail: lazzaretto2000@tiscali.it
Laguna di Santa Gilla<br />
La laguna è parte integrante del grande sistema di stagni<br />
esteso su una superficie di oltre 3.000 ettari intorno al<br />
capoluogo, una vasta area umida che<br />
comprende le saline di Macchiareddu<br />
ed il piccolo stagno di Capoterra, rivestendo<br />
grande importanza avifaunistica<br />
per la nidificazione abituale di<br />
cormorani, avocette, polli sultani, cavalieri<br />
d'Italia e fenicotteri rosa.<br />
Spiaggia del Poetto<br />
Secondo la leggenda, il vasto tratto<br />
di mare antistante la città di Cagliari<br />
fu ribattezzato Golfo degli Angeli<br />
dopo una battaglia che vide angeli<br />
e demoni contendersi il dominio di<br />
questi luoghi di particolare bellezza.<br />
Lucifero, a capo dei demoni sconfitti,<br />
fu precipitato in mare col proprio<br />
cavallo, la cui sella si conficcò sul<br />
promontorio che segna l'inizio del lungo litorale del Poetto<br />
imprimendo la caratteristica forma che da allora giustificò<br />
il toponimo di Sella del Diavolo. Un’ipotesi sull’origine del<br />
curioso nome di questa un tempo magnifica spiaggia che<br />
unisce Cagliari a Quartu Sant’Elena pone l’etimo in relazione<br />
con la Torre del Poeta, ancora visibile sulla Sella del Diavolo<br />
e nota al letterato latino Ennio, che ne fece punto di osservazione<br />
e ispirazione per le sue opere. Una seconda ipotesi<br />
fa invece risalire il toponimo al termine catalano pohuet,<br />
pozzetto, per via dei numerosi pozzi e cisterne naturali e<br />
artificiali esistenti nella zona. Con la costruzione dei primi<br />
stabilimenti balneari agli inizi del ‘900 e con lo sviluppo<br />
del turismo balneare il Poetto è divenuto la spiaggia<br />
più frequentata dai cagliaritani in ogni stagione<br />
dell'anno. Durante l'inverno è infatti luogo ideale per<br />
trascorrere l'ora di pranzo degustando ricci di mare,<br />
d'estate si popola di bagnanti e dei numerosi frequentatori<br />
notturni presso i caratteristici "chioschetti"<br />
che offrono consumazioni e musica dal vivo. Sulla<br />
spiaggia agiscono azioni erosive di origine non definitivamente<br />
accertata, ma imputabili in buona parte<br />
a interventi di natura umana, che nel tempo hanno<br />
progressivamente ridotto o addirittura cancellato vasti<br />
tratti di arenile. L’esteso ripascimento del 2002 ha<br />
ricostituito un’ampia superficie sabbiosa ma l’intervento,<br />
effettuato con sabbie marine di qualità e consistenza<br />
assai differenti dalla fine sabbia bianca originaria, ha<br />
dato risultati molto deludenti e suscitato durissime<br />
polemiche.<br />
77
Mercati e mercatini<br />
Mercato di Sant’Elia<br />
Uno degli angoli più panoramici e soleggiati di Cagliari, ogni<br />
domenica mattina è affollato da centinaia di curiosi. Verdure<br />
e frutti di ogni genere, venditori di pane e uova di giornata,<br />
bancarelle di varia chincaglieria improvvisate tra una folla<br />
multietnica ormai familiare costituiscono gli aspetti più esotici<br />
di quest’appuntamento. Il vero principe del mercato è naturalmente<br />
il freschissimo pesce del golfo.<br />
Mercato di Viale Trento<br />
Mercatino domenicale per appassionati di antiquariato,<br />
modernariato, libri e collezionismo in genere.<br />
Mercatino di Piazza del Carmine<br />
Cagliari Antiquaria è il nome del mercatino che ogni prima<br />
domenica del mese si allestisce nella restaurata Piazza del<br />
Carmine. Antiquariato, ma anche artigianato e oggettistica<br />
varia.
Mercato di San Benedetto<br />
Costruito negli anni ’50 del secolo scorso, è una delle tappe<br />
caratteristiche della visita di Cagliari. Ha uno sviluppo di<br />
circa 8.000 mq. suddivisi in due livelli (uno per la vendita di<br />
carni e prodotti ortofrutticoli e l’altro per i prodotti ittici).<br />
Attualmente vi operano circa 240 rivenditori. È il mercato<br />
civico coperto più grande d’Italia e uno dei maggiori d’Europa<br />
anche per la sua unicità. Tra i prodotti locali in vendita è<br />
particolare la bottarga che si ottiene dal muggine, pesce di<br />
mare aperto della famiglia dei cefali che trascorre parte della<br />
vita nelle lagune costiere ricche di cibo. Viene pescato durante<br />
il viaggio di ritorno verso il mare, in un momento quasi<br />
sempre coincidente con la riproduzione. Nella lavorazione<br />
la sacca ovarica viene rimossa, posta sotto sale e compressa<br />
tra due assi. Fatta poi stagionare per 10/15 giorni in ambiente<br />
ventilato assume infine un colore ambrato e trasparente.
I dintorni di Cagliari<br />
84<br />
Quartu Sant’Elena<br />
A 6 km da Cagliari, e con oltre<br />
70.000 abitanti, Quartu Sant’<br />
Elena è la terza città della <strong>Sardegna</strong>,<br />
nonchè uno dei più importanti<br />
poli nel meridione isolano<br />
del turismo congressuale.<br />
Clima mite, fertilità della terra e<br />
pescosità del mare hanno favorito<br />
l’insediamento umano sin dalla<br />
preistoria, come testimoniato dai<br />
numerosi resti di civiltà nuragica.<br />
Il nome della città deriva dal<br />
ceppo militare posto al quarto<br />
miglio della strada romana che<br />
univa Cagliari a Santa Teresa di Gallura. Saccheggiata dai<br />
Vandali, dai Goti e dai Saraceni, tra i secoli XVI e XVIII fu<br />
oggetto di continue incursioni barbaresche. Delle costruzioni<br />
difensive del periodo restano le torri costiere di Mortorius,<br />
Sant’Andrea, Carcangiolas e Foxi. Nel 1862 Quartu acquisì<br />
l’attuale qualificativo di Sant’Elena.<br />
Il territorio si estende prevalentemente sulla costa sudorientale.<br />
Le località di Mari Pintau, Murtaucci e Kala’e Moru<br />
offrono intense emozioni per la bellezza dei luoghi e per i<br />
luminosi colori del mare. Is Mortorius, Cala Regina e Geremeas<br />
completano il quadro delle località costiere da scoprire via<br />
mare a bordo di una canoa, un gommone o una<br />
barca a vela. Nell’entroterra il Parco dei Sette Fratelli,<br />
vasta foresta ricca di sorgenti, cascate, dirupi e<br />
sculture granitiche naturali immerse nella macchia<br />
mediterranea, offre possibilità di lunghe escursioni.<br />
Grande valore paesaggistico e naturalistico possiede<br />
l’area protetta degli stagni di Molentargius, Staineddu<br />
e Bella Rosa, frequentati da studiosi e turisti provenienti<br />
da tutto il mondo e habitat naturale di oltre<br />
200 specie di volatili tra cui fenicotteri rosa, cavalieri<br />
d’Italia, avocette, polli sultani. Di pregevole fattura<br />
sono l’arte orafa, dalle vistose decorazioni in filigrana,<br />
e quella degli splendidi costumi tradizionali femminili.<br />
Ricca di appuntamenti culturali estivi Quartu offre<br />
rassegne musicali, teatrali e cinematografiche a carattere<br />
internazionale, come la rassegna folcloristica<br />
Sciampitta; la festa di Sant’Elena, patrona della città,<br />
riveste notevole interesse religioso e antropologico.<br />
Quartu Sant’Elena vanta ricche tradizioni gastronomiche.<br />
Il pane è ancora prodotto artigianalmente in<br />
alcune botteghe nel centro storico, rinomati i dolci,<br />
finemente decorati e dalle forme originali.
Gli ottimi vini locali Monica e Nuragus accompagnano i primi<br />
piatti e gli arrosti, Moscato, Malvasia e Nasco si sposano<br />
perfettamente ai dolci.<br />
Il pane<br />
Oltre a possedere un ovvio e fondamentale valore alimentare<br />
il pane in <strong>Sardegna</strong> riveste ulteriori significati legati alla<br />
storia, alla cultura e alle tradizioni popolari. Nel Campidano<br />
centrale il tipo più diffuso<br />
prende il nome di civraxiu:<br />
rotondo e a forma di cupola,<br />
ha base circolare<br />
con crosta croccante e<br />
mollica morbida, confezionato<br />
in forme di circa<br />
un chilo costituisce un<br />
ottimo pane quotidiano<br />
ed è naturale accompagnamento<br />
per formaggi<br />
e salumi. Pane<br />
tipico del Campidano<br />
meridionale e legato in<br />
modo particolare alle<br />
feste è il coccoi, del quale si producono la variante<br />
’e scetti, fatta con farina pregiata, e la variante ’e<br />
simbula di sola semola. Molto ricercato per il gusto<br />
e l’aspetto che variano secondo le ricorrenze, si<br />
presenta spesso con dei cornetti o a forma di corona.<br />
Le speciali decorazioni sono eseguite tagliando la<br />
pasta con gesti rapidi e utilizzando le forbici.<br />
Assemini<br />
Parrocchiale di San Pietro<br />
Fra i primi esempi di architettura gotico-aragonese<br />
in <strong>Sardegna</strong>, la chiesa edificata tra XV e XVI secolo<br />
presenta una navata centrale con copertura lignea<br />
a capriate ai cui lati si aprono complessivamente<br />
sette cappelle. Di particolare interesse quella del<br />
SS. Crocifisso per la presenza dello stesso in dimensioni<br />
reali e fedele all'interpretazione iconografica<br />
e popolare del tema della crocifissione.<br />
Numerosi elementi architettonici quali costoloni,<br />
peducci, gemme pendule e un fonte battesimale<br />
settecentesco incorniciano l'originario basamento<br />
dell'altare maggiore e l'antica pavimentazione<br />
venuta alla luce durante i lavori che hanno restituito<br />
al monumento la sua originaria bellezza.<br />
85
Oratorio di San Giovanni<br />
Probabilmente edificato tra IX e X secolo su committenza<br />
dei Giudici di Cagliari cui appartenne fino alla sua donazione<br />
alla Cattedrale di Genova nel 1108, l'oratorio presenta una<br />
pianta greca e copertura a botte sormontata da una cupola<br />
tardo-bizantina. All'interno sono custodite alcune epigrafi<br />
marmoree di grande importanza per la genealogia giudicale<br />
e la datazione dell'edificio.<br />
Area naturalistica di Gutturu Mannu<br />
A trenta minuti d'auto da Cagliari è possibile esplorare<br />
un'oasi di rara bellezza naturalistica, la foresta di<br />
Gutturu Mannu, ove sono presenti tutte le specie<br />
arboree del Mediterraneo e si sviluppa la più grande<br />
estensione di leccete d'Europa. Gli oltre 5.000 ettari<br />
di area naturalistica conservano un vasto patrimonio<br />
perlopiù sconosciuto ai grandi flussi turistici: l'area<br />
fluviale, le testimonianze archeologiche del passato<br />
(necropoli punica, villaggio nuragico, romano e<br />
medievale) oltre al patrimonio di archeologia industriale<br />
rappresentato dalla miniera di San Leone,<br />
attribuiscono al compendio una grande importanza<br />
ambientale, storica e culturale.<br />
Laguna di Santa Gilla<br />
Degli oltre 1.500 ettari di estensione complessiva della<br />
laguna, una superficie pari a circa 150 ettari ricade nel<br />
territorio di Assemini che, attraversato dai fiumi Mannu e<br />
Cixerri, offre ai visitatori la possibilità di osservare varie<br />
specie acquatiche tra aironi, gallinelle d'acqua, folaghe e il<br />
rarissimo pollo sultano. Attraverso la collaborazione dei<br />
pescatori locali e il coordinamento della Pro Loco è anche<br />
possibile organizzare percorsi naturalistici sulle caratteristiche<br />
imbarcazioni lacustri denominate is Cius.<br />
Per informazioni: Via Coghe 5 • tel. 070 44868
Ceramiche<br />
La ceramica rustica e artistica è attività economica primaria<br />
nella società asseminese. Utensili realizzati con il tornio sa<br />
roda, con il sole ed il fuoco, in particolare su strexu e i tuvus<br />
(casseruole, scodelle, tegami, brocche, fiaschi), resero Assemini<br />
un centro ceramico d’eccezione nella regione. Il mercato<br />
privilegiato era Cagliari, specie in occasione delle feste<br />
paesane locali. Le ceramiche si producevano nei cortili, forniti<br />
di pozzo per l’estrazione dell’argilla, delle vasche<br />
di decantazione e levigazione, del tornio, della<br />
tettoia di protezione dei vasi e, naturalmente,<br />
del forno a legna in mattoni crudi e a forma<br />
cilindrica di derivazione orientale. La città mantiene<br />
tuttora la sua funzione di centro pilota nella<br />
produzione di ceramiche artistiche e da mensa.<br />
Centro Pilota<br />
per la Ceramica<br />
La tradizione asseminese<br />
vanta gli ultimi<br />
esempi di maestri tornianti<br />
della <strong>Sardegna</strong>,<br />
da alcuni decenni<br />
molto apprezzati nei<br />
concorsi internazionali<br />
del settore, come pure<br />
i ceramisti e decoratori<br />
ai quali si deve la ripresa<br />
e diffusione<br />
della produzione artistica<br />
di manufatti. Il Centro Pilota offre la possibilità<br />
di ammirare e acquistare la più completa rassegna di<br />
opere dei ceramisti locali.<br />
87<br />
Per informazioni: Via Lazio • tel. e fax 070 94773369
Uta<br />
Oasi naturalistica WWF di Monte Arcosu<br />
Nata nel 1985 grazie a una sottoscrizione popolare lanciata<br />
dal WWF cui si aggiunse un contributo dell'allora CEE, l'oasi<br />
naturalistica di Monte Arcosu è la più vasta in Italia con una<br />
superficie di circa tremila ettari. L'obiettivo principale,<br />
ampiamente raggiunto,<br />
era quello di impedire la<br />
scomparsa del cervo<br />
sardo ridottosi a poche<br />
decine di esemplari<br />
principalmente a causa<br />
del bracconaggio. Oggi<br />
è possibile ammirare<br />
esemplari delle centinaia<br />
di cervi e daini che popolano<br />
l'oasi, con possibilità<br />
di visite guidate<br />
e pernottamento in<br />
loco.<br />
Da Cagliari prendere la S.S.<br />
195 in direzione Capoterra e<br />
svoltare al km 8.700 nella<br />
strada consortile. Imboccata<br />
la seconda Traversa Ovest<br />
proseguire fino alla chiesetta<br />
di Santa Lucia, superata la<br />
quale si trovano le indicazioni<br />
di svolta a destra per<br />
l'Oasi.<br />
Per informazioni:<br />
tel. 070 9245471<br />
88<br />
Chiesa di Santa Maria<br />
Eretta nel XII secolo dai monaci Vittorini di Marsiglia forse<br />
nel periodo conclusivo della loro presenza nell'Isola, era<br />
annessa al monastero di cui oggi non rimangono tracce<br />
significative. All'interno presenta numeroso materiale di<br />
spoglio d'epoca romana che, insieme alle particolarità architettoniche<br />
e al cromatismo dei materiali costruttivi, conferiscono<br />
alla chiesa originalità e bellezza nel panorama complessivo<br />
dei monumenti romanici in <strong>Sardegna</strong>.<br />
Quartucciu<br />
Tomba dei Giganti Is Concas<br />
Questa splendida tomba immersa in una fitta vegetazione<br />
è tra le meglio conservate nell’intera provincia. Si compone<br />
di una lunga camera sepolcrale a corridoio con sezioni a<br />
diverso profilo e da un’esedra semicircolare con valenza<br />
simbolica a forma di protome taurina antistante il corridoio
e con funzione di facciata della tomba stessa. Benché recintato<br />
il sito non è custodito, il cancello è apribile dall’esterno.<br />
L’accesso è libero.<br />
Loc. Is Concas - Lungo la strada S.S. 125 per Muravera girare a destra al Km.<br />
20 dopo il ponte sul fiume Rio Longu, seguendo l’indicazione per San Pietro<br />
e per la Tomba dei Giganti. Dopo circa 800 metri altra deviazione sulla destra<br />
con decisa salita verso la montagna. Dopo circa 6 chilometri la tomba è<br />
visibile sul lato destro della strada.<br />
Villa San Pietro<br />
Chiesa di San Pietro Apostolo<br />
La chiesa del XIII secolo sorge all'interno del centro abitato<br />
cui diede nome e di cui fu parrocchiale. Mononavata e con<br />
copertura lignea, è un pregevole esempio d'arte romanica<br />
giudicale. Come testimoniano alcuni particolari architettonici,<br />
la sua costruzione risale all'ultimo quarto del Duecento<br />
quando già si affacciava lo stile gotico.<br />
89<br />
San Sperate<br />
Murales<br />
Il muralismo è fenomeno peculiare nel panorama artistico<br />
spontaneo della <strong>Sardegna</strong>. Nel paese di San Sperate centinaia<br />
di opere descrivono la vita comunitaria, la storia, la cultura<br />
e i gesti della quotidianità. Le denunce e le grandi conquiste<br />
di una piccola comunità, così come la narrazione di fatti<br />
universali, si trasformano in questo modo in evento culturale<br />
permanente e gratuito.
CONSORZIO TURISTICO <strong>SARDEGNA</strong> COSTA <strong>SUD</strong><br />
Viale Diaz, 221 - 09126 Cagliari<br />
Tel. +39 070 307982 / +39 070 306186 • Fax +39 070 306186<br />
e-mail: sardegnasud@iol.it • www.sardegnasud.it<br />
Strutture Ricettive<br />
´´´´<br />
Cagliari<br />
Hotel Regina Margherita<br />
Viale Regina Margherita, 44 - 09124 Cagliari<br />
Tel. +39 070 670342 • Fax +39 070 668325<br />
e-mail: booking@hotelreginamargherita.com • www.hotelreginamargherita.com<br />
<strong>Sardegna</strong> Hotel<br />
Via Lunigiana, 50/52 - 09122 Cagliari<br />
Tel. +39 070 286245• Fax +39 070 290469<br />
e-mail: sarhotel@tin.it • www.shg.it/hsardegna<br />
Hotel Mediterraneo<br />
Lungomare Colombo, 46 - 09125 Cagliari<br />
Tel. +39 070 342361 • Fax +39 070 301274<br />
e-mail: info@hotelmediterraneo.net • www.hotelmediterraneo.net<br />
Quartu Sant’Elena<br />
Grand Hotel Quattro Torri<br />
Loc. S’Oru e Mari, Flumini - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 86021 • Fax +39 070 8602510<br />
e-mail: hotelsetar@tiscali.it • www.hotelsetar.it<br />
Hotel Califfo<br />
Via Leonardo Da Vinci, 118 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 890131/2/3 • Fax +39 070 890134<br />
e-mail: info@hotelcaliffo.com • www.hotelcaliffo.com<br />
Pula – Santa Margherita<br />
Hotel Baia di Nora<br />
SS.195, Loc. Su Guventeddu - 09010 Pula (Ca)<br />
Tel. +39 070 9245551 • Fax +39 070 9245600<br />
e-mail: htlbn@hotelbaiadinora.com • www.hotelbaiadinora.com<br />
Hotel Flamingo<br />
SS. 195 Km. 33,800 - 09010 Santa Margherita di Pula (Ca)<br />
Tel. +39 070 9208361 • Fax +39 070 9208359<br />
e-mail: info@hotelflamingo.it • www.hotelflamingo.it<br />
Hotel New Barcavela<br />
SS. 195 Km. 39,800 - 09010 Santa Margherita di Pula (Ca)<br />
Tel. +39 070 9290476 • Fax +39 070 9290480<br />
e-mail: newbarcavela@tiscali.it • www.sardegnasud.it<br />
´´´<br />
Cagliari<br />
Hotel Italia<br />
Via <strong>Sardegna</strong>, 31 - 09124 Cagliari<br />
Tel. +39 070 660410 • Fax +39 070 650240<br />
e-mail: hotelitalia@tiscali.it • www.sardegnasud.it<br />
93
Hotel Residence Ulivi e Palme<br />
Via Bembo, 25 - 09131 Cagliari<br />
Tel. +39 070 485861 • Fax +39 070 486970<br />
e-mail: hotelresidence@uliviepalme.it • www.uliviepalme.it<br />
Quartu Sant’Elena<br />
Hotel Setar Palace<br />
Loc. S’Oru e Mari, Flumini - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 86021 • Fax +39 070 8602510<br />
e-mail: hotelsetar@tiscali.it • www.hotelsetar.it<br />
Best Western Hotel Italia<br />
Via Panzini, 67 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 827070 • Fax +39 070 827071<br />
e-mail: hitalia.quartu@tiscali.it • www.bestwestern.it/italia_ca<br />
Hotel Su Meriagu<br />
Loc. Sant’Andrea - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 890842 • Fax +39 070 890842<br />
e-mail: sumeriagu@tiscali.it • www.sardegnasud.it<br />
Chia<br />
Hotel Spartivento<br />
Loc. Chia - 09010 Domus de Maria (Ca)<br />
Tel. +39 070 92310 • Fax +39 070 9230066<br />
e-mail: casachia@tiscali.it • www.hotelspartivento.it<br />
Sardara<br />
Hotel Antiche Terme di Sardara<br />
SS 131 - Loc. S.Maria is Aquas - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387200 • Fax +39 070 9387582<br />
e-mail: contatta@termedisardara.it • www.termedisardara.it<br />
Muravera<br />
Hotel Corallo<br />
Via Roma, 31 - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 9930502 • Fax +39 070 9930298<br />
e-mail: info@albergocorallo.it • www.albergocorallo.it<br />
94<br />
Ristorazione<br />
Cagliari<br />
Ristorante Dal Corsaro<br />
Viale Regina Margherita, 28 - 09124 Cagliari<br />
Tel. +39 070 664318 • Fax +39 070 653439<br />
e-mail: info@dalcorsaro.com • www.dalcorsaro.com<br />
Ristorante Italia<br />
Via <strong>Sardegna</strong>, 30 - 09124 Cagliari<br />
Tel. +39 070 657987 • Fax +39 070 674666<br />
e-mail: vmundula@tiscali.it • www.sardegnasud.it<br />
Quartu Sant’Elena<br />
Ristorante Su Meriagu<br />
Loc. S.Andrea - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 890842 • Fax +39 070 890842<br />
e-mail: sumeriagu@tiscali.it • www.sardegnasud.it
Carloforte<br />
Al Tonno di Corsa<br />
Via Marconi, 47 - 09014 Carloforte (Ca)<br />
Tel. +39 0781 855106 • Fax +39 0781 855106<br />
e-mail: info@tonnodicorsa.it • www.tonnodicorsa.it<br />
Dimore Storiche<br />
Cagliari<br />
Convento San Giuseppe<br />
Via Paracelso (prol. Via Parigi) - 09131 Cagliari<br />
Tel. +39 070 503343 • Fax +39 070 522765<br />
e-mail: info@conventosangiuseppe.com • www.conventosangiuseppe.com<br />
Caffè<br />
Cagliari<br />
Antico Caffè dal 1855<br />
Piazza Costituzione, 10/11 - 09100 Cagliari<br />
Tel. +39 070 658206 • Fax +39 070 658206<br />
e-mail: info@anticocaffe1855.it • www.anticocaffe1855.it<br />
Agenzie Viaggi e Tour Operator<br />
Cagliari<br />
Nautilus Srl - Agenzia Viaggi, Tour Operator & D.M.C.<br />
Via Castiglione, 33 - 09131 Cagliari<br />
Tel. +39 070 400678 • Fax +39 070 493203<br />
e-mail: info@nautilus-viaggi.com • www.nautilus-viaggi.com<br />
World Travel Jet - Agenzia Viaggi, Tour Operator & D.M.C.<br />
Via Alghero, 46 - 09127 Cagliari<br />
Tel. +39 070 60051 • Fax +39 070 664223<br />
e-mail: sardinia@worldtraveljet.com • www.worldtraveljet.com<br />
Bus Operator<br />
Cagliari<br />
Dedoni Granturismo<br />
Viale Monastir Km. 6,500 Zona Ind. Casic - Cagliari<br />
Tel. +39 070 210121 • Fax +39 070 240587<br />
e-mail: info@dedoniturismo.it • www.sardegnasud.it<br />
Murgia Granturismo<br />
Via Salvemini, 6 - 09131 Cagliari<br />
Tel. +39 070 488257 • Fax +39 070 486758<br />
e-mail: murgiabus@tiscali.it • www.murgiabus.it<br />
95<br />
Sport & Benessere<br />
Quartu Sant’Elena<br />
Centro Benessere Thalassos<br />
Via Leonardo Da Vinci, 16 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 8341024 • Fax +39 070 8340468<br />
e-mail: thalassos@tiscali.it • www.thalassos.it
96<br />
GUIDA AGLI ACQUISTI<br />
Cagliari<br />
Laboratorio orafo<br />
di Mandas Loredana<br />
Via Sicilia, 31 - 09124 Cagliari<br />
Tel. +39 070 667648 • Fax +39 070 670558<br />
loredanamandas@tiscali.it<br />
Laboratorio artigiano. Lavorazione della filigrana sarda in oro.<br />
Oro e intagli<br />
di Ilaria Casti<br />
Via Donizetti, 6 - 09128 Cagliari<br />
Tel. +39 070 401187<br />
Realizzazione e vendita di gioielli in filigrana sia in oro che argento.<br />
Gioielleria Cilloco<br />
Via Manno, 3 09124 - Cagliari<br />
Tel. +39 070 663106<br />
Rivendita di gioielli tipici sardi in filigrana in oro e argento.<br />
Ieri ed Oggi<br />
di Sanna & C. snc<br />
Via Baylle, 56 - 09124 Cagliari<br />
Tel. +39 070 651123 • Fax +39 070 651123<br />
Rivendita di gioielli ceramiche coralli filigrane in oro e argento.<br />
Raku<br />
di Di Martino M. Cristina<br />
Scalette Santa Teresa, 2 - 09124 Cagliari<br />
Tel. +39 070 653898 • Fax +39 070 653898<br />
Laboratorio artigiano di ceramiche.<br />
Ariu ceramiche<br />
Via Costituzione, 16 - 09100 Cagliari<br />
Tel. +39 070 651684 • Fax +39 070 651684<br />
Laboratorio e rivendita ceramiche.<br />
Bonu Cose Buone della <strong>Sardegna</strong> sas<br />
Viale Diaz 162 - 09126 Cagliari<br />
Tel. +39 070 306453 • Fax +39 070 344566<br />
bonugiovanni@tiscali.net • www.bonu.it<br />
Rivendita di prodotti enogastronomici e artigianali sardi.<br />
Emporio del Naturale<br />
Vico I Barone Rossi, 13 - 09125 Cagliari<br />
Tel. +39 070 684350 • Fax +39 070 684350<br />
satrasardigna@tiscali.it • www.satrasardigna.it<br />
Rivendita prodotti tipici e biologici dell'agroalimentare.<br />
Il Germoglio - S'Atra Sardigna<br />
Via S. Benedetto 2/d - 09125 Cagliari<br />
Tel. +39 070 402368 • Fax +39 070 402368<br />
satrasardigna@tiscali.it • www.satrasardigna.it<br />
Rivendita prodotti tipici e biologici dell'agroalimentare.<br />
Durke srl<br />
Via Napoli, 66 - 09124 Cagliari<br />
Tel. +39 070 667984 • Fax +39 070 672250<br />
mail@durke.com • www.durke.com<br />
Produttore artigiano e di dolci tradizionali sardi. Punto vendita.
Assemini<br />
La Fantastica Bottega<br />
di Tinti Ignazia<br />
Via Cagliari, 195/A - 09032 Assemini (Ca)<br />
Tel. +39 070 944900 • Fax +39 070 944900<br />
Laboratorio artigiano lavorazione della ceramica.<br />
Decimomannu<br />
Fi.La.Tex sas<br />
Via Oristano, sn - 09033 Decimomannu (Ca)<br />
Cell. 347 3415756<br />
Laboratorio artigiano tessile.<br />
Monserrato<br />
Massidda Artigianato Sardo<br />
S.S. 554 Km 5,800 n.109 - 09042 Monserrato (Ca)<br />
Tel. +39 070 573191<br />
Produzione e vendita di ceramiche artistiche artigianali.<br />
San Sperate<br />
Biscottificio Corronca snc<br />
Via Cagliari,101 - 09026 San Sperate (Ca)<br />
Tel. +39 070 9600252 • Fax +39 070 9603242<br />
Produzione dolci tipici sardi. Punto vendita.<br />
Cooperativa Apistica mediterranea arl<br />
Via Villasor, snc - 09026 San Sperate (Ca)<br />
Tel. +39 070 9601926 • Fax +39 070 9603431<br />
Produzione di miele e di prodotti dell'alveare. Punto vendita.<br />
Sestu<br />
Ferruccio Podda spa<br />
Ex S.S. 131 Km 7,750 - 09028 Sestu (Ca)<br />
Tel. +39 070 22058/9 • Fax +39 070 22513<br />
Produzione e rivendita di latte fresco, mozzarelle burro, formaggi e tutti i<br />
prodotti del latte.<br />
Settimo San Pietro<br />
L'Orto Sardo srl<br />
Località Is Argiddas - 09040 Settimo San Pietro (Ca)<br />
Tel. +39 070 7640044 • Fax +39 070 7640044<br />
ortosardo.saporidoc@tin.it • www.ortosardo.it<br />
Produttore agroalimentare di conserve in olio d'oliva. Esportatore.<br />
Sinnai<br />
LUDUS Liquorificio Artigiano Ruggero Leone<br />
Via Pio XII, 19 - 09048 Sinnai (Ca)<br />
Tel. +39 070 782266 • Fax +39 070 761387<br />
info@ruggero leone.it • www.ruggeroleone.it<br />
Produzione e vendita liquori tipici sardi, mirto di bacche, di foglie, limonello,<br />
filu'e ferru.<br />
97
MARMILLA
La Marmilla si estende tra il Sarcidano, la Trexenta, il Campidano<br />
di Cagliari e il territorio definito come Parte Usellus,<br />
attraverso un territorio punteggiato da numerose formazioni<br />
collinari tondeggianti che suggerirono ai Romani il nome<br />
Mamilla assunto in seguito dall’intera subregione. Nel corso<br />
del Medioevo la zona fu distretto del Giudicato d'Arborea,<br />
ricoprendo un importante ruolo economico e fondamentale<br />
funzione strategica e militare. Il territorio è costellato di<br />
insediamenti preistorici che evidenziano una lunga frequentazione<br />
legata prevalentemente alle attività agricole, con un<br />
gran numero di monumenti di età nuragica edificati a difesa<br />
degli altopiani della Jara Manna e delle basse colline circostanti.<br />
La presenza punica (IV-III secolo a.C.) è documentata<br />
da insediamenti sparsi a carattere rurale, da vaste necropoli<br />
e da edifici cultuali dedicati a Demetra. Pochi i centri fondati<br />
in età romana, ma il territorio era attraversato dalla strada<br />
100<br />
che da Cagliari conduceva a Turri Libisonis, l’odierna<br />
Porto Torres. Con la decadenza dell'Impero le popolazioni<br />
delle campagne si aggregarono in abitati, in un processo<br />
continuato sino al medioevo quando la Marmilla fu attraversata<br />
dal confine fra il Giudicato di Arborea e quello di<br />
Cagliari. L’influenza politica arborense favorì l'irradiazione<br />
verso sud di maestranze autoctone che presero parte alla<br />
costruzione delle chiese di San Pietro a Villamar, della Madonna<br />
del Carmine a Mogoro, di San Gregorio a Sardara e<br />
della piccola chiesa di San Michele Arcangelo a Siddi. La<br />
regione conserva un eccezionale patrimonio antropologico<br />
e storico reso ancora più suggestivo dalle bellezze naturali,<br />
artistiche e archeologiche. Accanto a riti di origine romana,<br />
bizantina e iberica, si conservano usi che affondano le radici
ORISTANO<br />
Genuri<br />
Setzu<br />
Turri<br />
Barumini<br />
Gonnostramatza Tuili<br />
Las Plassas<br />
Ussaramanna<br />
Mogoro Siddi<br />
Collinas Pauli Arbarei<br />
Lunamatrona<br />
Sardara Villanovaforru Villanovafranca<br />
Villamar<br />
Furtei<br />
MARMILLA<br />
Segariu<br />
Sanluri<br />
CAGLIARI<br />
nel passato dei riti agresti e della fertilità, le<br />
cui tracce più spettacolari sono is fogadonis, i grandi fuochi<br />
che rischiarano l'oscurità delle fredde notti di gennaio durante<br />
le festività di Sant’Antonio, San Vincenzo e San Sebastiano.<br />
In queste occasioni la commistione tra riti cristiani e pagani<br />
arcaici compone un quadro di notevole interesse etnografico.<br />
Fonte: Dentro la Marmilla de Sa Corona Arrubia<br />
Realizzato da Soc. Techniplan Roma<br />
Tutti i diritti sono riservati a Consorzio Turistico Sa Corona Arrubia
Altipiano della Giara<br />
L’altipiano basaltico de Sa Jara Manna si estende sui territori<br />
di Gesturi, Tuili e Setzu. Vasto 42 kmq. è noto per i mitici<br />
cavallini che vivono allo stato brado tra sughere e paulis.<br />
Dall’alto dei suoi 650 metri di altitudine la Giara offre un<br />
eccezionale punto d’osservazione su tutta la Marmilla e sui<br />
territori confinanti. Costituisce un vero paradiso naturalistico<br />
per la sua vegetazione lussureggiante, la vasta sughereta, la<br />
macchia mediterranea e la flora endemica che annovera 390<br />
specie. Grande fascino presentano anche pinnette e cuilis,<br />
gli antichi ricoveri per pastori e animali, dove è possibile<br />
consumare la tradizionale colazione a base di genuini prodotti<br />
locali.<br />
Per informazioni: Jara Escursioni, di R. Sanna tel. 070 9364277<br />
Coop. Sa Jara Manna, tel. 070 9368170<br />
102<br />
Sanluri<br />
Castello di Sanluri<br />
Costruito per volere dei Giudici di Cagliari tra XIII e XIV<br />
secolo è l'unico ancora integro degli 88 castelli edificati in<br />
<strong>Sardegna</strong>. È stato teatro di importanti avvenimenti storici<br />
durante tutto il periodo giudicale per la sua posizione di<br />
confine tra il Giudicato di Arborea e quello di Cagliari. Oltre<br />
agli ambienti con gli arredi d’epoca è sede del Museo Risorgimentale<br />
Duca d’Aosta, che conserva la bandiera della<br />
vittoria italiana su Trieste ed il bollettino originale firmato<br />
dal Generale Diaz, diversi cimeli originali della prima guerra<br />
mondiale ed una collezione di ceroplastiche realizzate tra<br />
Cinquecento e Ottocento.<br />
Via Generale Nino Villasanta, tel. 070 9307151<br />
Orario: tutte le domeniche 9,45-13.00 / 15,15-19,30<br />
gli altri giorni apre su prenotazione per gruppi con minimo 25 persone
Retablo di Sant’Anna<br />
La chiesa parrocchiale della Madonna delle Grazie accoglie<br />
un pregevole dipinto attribuito alla bottega di Antioco Mainas<br />
e datato al 1576.<br />
Parrocchiale della Beata Vergine Immacolata<br />
Si presenta esternamente come un aggregato di volumi su<br />
cui spiccano la grande cupola che ricopre il coro e il campanile<br />
a canna quadrata, proponenti forme tardo-gotiche risalenti<br />
alla prima metà del XVI secolo. Al suo interno è collocata<br />
un'ancona con alla base una statua di legno policromo della<br />
Madonna e un doppio trittico con episodi della vita di Cristo,<br />
attribuibile ad un maestro cinquecentesco della scuola di<br />
Stampace affine ad Antioco Mainas.<br />
Museo etnografico dei Cappuccini<br />
Il convento dei frati Cappuccini fu edificato a breve distanza<br />
dall'antico borgo di Sanluri su uno dei colli più panoramici<br />
del territorio. Al suo interno è allestito un museo con<br />
una vasta raccolta di arte<br />
sacra, diversi reperti archeologici,<br />
artigianato<br />
locale e attrezzi delle<br />
arti e mestieri esercitati<br />
dai frati.<br />
Convento<br />
dei frati Cappuccini<br />
tel. 070 9307107<br />
www.museocappuccini.it<br />
Orario: su prenotazione<br />
sia la mattina<br />
che il pomeriggio<br />
Sa Batalla<br />
A fine luglio, con cadenza biennale,<br />
la manifestazione rievoca gli avvenimenti<br />
del XV secolo che portarono<br />
alla sconfitta definitiva dell’esercito<br />
Arborense ad opera delle armate<br />
di Martino il Giovane Infante<br />
d’Aragona ed al conseguente dominio<br />
spagnolo sulla <strong>Sardegna</strong>.
Festa del Borgo<br />
La festa è un’importante manifestazione che si protrae<br />
per due giorni alla fine del mese di settembre. L’antico<br />
borgo medievale rivive le tradizioni locali della vita<br />
nei campi, dei lavori artigianali e della cucina tipica.<br />
Per informazioni: www.prolocosanluri.it<br />
Sardara<br />
Castello di Monreale<br />
Con il suo borgo fortificato, il castello era la più grande ed<br />
importante roccaforte del Giudicato di Arborea. Sede residenziale<br />
e di soggiorno dei regnanti, base militare e strategica,<br />
luogo di raccolta di derrate alimentari, la fortezza controllava<br />
il confine tra il Giudicato di Arborea<br />
e quello di Cagliari, nonché la<br />
principale arteria viaria dell'isola.<br />
104<br />
Chiesa di San Gregorio<br />
Punto d’incontro tra nuova sensibilità<br />
gotica e vecchie soluzioni<br />
romaniche, sembra potersi datare<br />
tra la fine del XIII e l’inizio del<br />
XIV secolo. I punti di compromesso<br />
tra i due gusti stilistici si<br />
leggono già nella maestosa e<br />
multicolore facciata, dove gli archetti<br />
di coronamento hanno assunto<br />
il profilo ogivale e la finta<br />
loggia di gusto pisano riprende il<br />
motivo del sesto acuto. Sopra il<br />
portale ad ogiva si colloca il rosone<br />
tipicamente gotico.<br />
Per informazioni: Coop. Villa Abbas<br />
tel. 070 9386183
Santuario nuragico di Sant’Anastasia<br />
In questo santuario del IX – VIII secolo a.C. sono evidenti le<br />
radici di riti e credenze legate al culto delle acque. È costituito<br />
da un tempio a pozzo inserito in un grande recinto curvilineo<br />
all’interno del quale si<br />
individuano diverse<br />
capanne,<br />
tra cui la cosiddetta<br />
Sala<br />
del Consiglio.<br />
Per contrastare<br />
la persistenza<br />
del culto pagano<br />
venne eretta<br />
la chiesa bizantina<br />
di Sant’Anastasia,<br />
inglobante<br />
tra<br />
l’altro uno dei<br />
pozzi sacri.<br />
Piazza Sant’Anastasia<br />
tel. 070 9386183<br />
Orario: 9,00-13,00 / 16,00-19,00<br />
Aquae Neapolitanae e Terme di Sardara<br />
Lungo la provinciale per Pabillonis, al centro dell’immensa<br />
piana del Campidano, una curva svela l’insolita apparizione<br />
di un’oasi di eucaliptus secolari in mezzo ai quali biancheggiano<br />
alcuni fabbricati e una solitaria chiesetta. Siamo arrivati<br />
alle Terme di Sardara, le antiche Aquae Neapolitanae.<br />
In questa regione i protosardi celebravano i riti delle acque<br />
nel tempio nuragico di Sant’Anastasia. Intorno al sito dove<br />
sgorgavano le sorgenti calde esistevano insediamenti restituiti<br />
dagli scavi di Nuraxi Mariaquas, situato proprio tra le fonti,<br />
Nuraxi Arigàu e, pure nelle vicinanze, dai nuraghi Santudomini,<br />
Jana e Arrubiu. Ma anche altre popolazioni sfruttarono<br />
le acque delle terme, come dimostrano i reperti fenici e<br />
punici ritrovati nelle vicinanze. I Fenici, in particolare, si<br />
insediarono a sud dell’antica Othoca, presso Capo Frasca,<br />
dove fondarono la città di Neapolis, collocata presso la foce<br />
del Rivus Sacer e lungo la costa dello stagno di Santuànni,<br />
nell’agro dei Neapoliti che abbracciava l’attuale territorio di<br />
Arcidano, Terralba, Marrubiu, Uras, Pabillonis e Sardara.<br />
Sicuramente rinnovata dai Romani Neapolis assorbì manodopera<br />
locale nella costruzione del tempio di Santa Anastasia<br />
e diede il suo nome prestigioso ad Aquae Neapolitanae. I<br />
Romani avviarono l’attività termale, creando una città ricca<br />
di stabilimenti pubblici, case di soggiorno, foro, teatro e<br />
tempio. La grave crisi economica dell’Impero tra II e III secolo<br />
determinò la decadenza di Aquae Neapolitanae.<br />
105
Nel periodo giudicale, il paese che in tarda epoca imperiale<br />
era sorto nell’agro termale prese il nome di Villa Abbas. Il<br />
clima insalubre dovuto agli acquitrini, la malaria, le frequenti<br />
scorrerie degli arabi e l’esposizione ai continui movimenti<br />
di guerra del vicino Castello di Monreale convinsero gli<br />
Abbesi a cercare rifugio a Sardara. L’atto di morte di Villa<br />
Abbas non ha data certa, ma è presumibilmente anteriore<br />
all’XI secolo. Nel XVII secolo le Terme si trovavano ancora<br />
in uno stato di completo abbandono. Fu Carlo Emanuele IV,<br />
rifugiatosi in <strong>Sardegna</strong> con la Corte, a immaginare una nuova<br />
Vichy in <strong>Sardegna</strong>, ma nulla fu fatto fino al 1898 quando<br />
l’industriale cagliaritano Filippo Birocchi si impegnò in prima<br />
persona nel recupero delle strutture. Le sorgenti furono<br />
liberate dallo strato di terreno alluvionale e isolate con<br />
muratura in pietra e calcestruzzo, l’area fu spianata e messe<br />
a dimora le piante. All’incrocio delle strade che portano alle<br />
terme si osserva ancora il basamento del mulino a vento che<br />
azionava la pompa di pescaggio e trasporto delle acque alle<br />
vasche costruite sulla collina da dove, per caduta, alimentavano<br />
i bagni e provvedevano al fabbisogno dell’albergo. Una<br />
seconda sorgente portava direttamente l’acqua al lavatoio<br />
e alla gualchiera, la terza era riservata all’impianto di imbottigliamento,<br />
la quarta - l’antica fonte romana - era riservata<br />
agli usi terapeutici, la<br />
quinta era destinata<br />
alla<br />
preparazione<br />
dei fanghi.<br />
Nel<br />
1900,<br />
dopo la<br />
morte di Filippo<br />
Birocchi, le<br />
nuove terme furono<br />
inaugurate.<br />
Fonte: Alviero Curreli, Sardara.<br />
Cenni, civiltà, tradizioni<br />
Museo Archeologico Villa Abbas<br />
Offre un coinvolgente percorso attraverso<br />
il tempo ed entro un territorio geografico<br />
ampio e vario che abbraccia buona<br />
parte del campidano. Qui sono raccolti<br />
numerosi reperti, che vanno<br />
dalla preistoria al Medioevo.<br />
Piazza Libertà<br />
tel. 070 9386183<br />
Orario: 9,00-13,00 / 16,00-19,00;<br />
chiuso
Collinas - Lunamatrona<br />
Museo Naturalistico del Territorio Sa Corona Arrùbia<br />
Posizionato immediatamente a valle della Giara di Siddi il<br />
museo gode della splendida cornice naturale de Sa Corona<br />
Arrùbia, che deve il nome alla spettacolare fessurazione<br />
colonnare della roccia basaltica e alla<br />
colorazione rossastra dovuta alla colonizzazione<br />
dei licheni, origine del qualificativo<br />
arrubia, rossa com’è appunto<br />
la scoscesa parete lavica.<br />
La struttura allestisce il sistema<br />
museografico dei DIORAMI, nati<br />
dalla collaborazione con i migliori specialisti europei, con<br />
ricostruzioni prospettiche tridimensionali a grandezza naturale<br />
che conducono in un viaggio virtuale tra gli ambienti naturali<br />
e i paesaggi antropici. Attraverso didascalie, spiegazioni e<br />
teche con ricostruzioni in scala il visitatore è guidato alla<br />
conoscenza degli ecosistemi della Marmilla con una viva<br />
sensazione di realismo e completezza. Nella Sezione Botanica<br />
campioni d’erbario, disegni e modelli tridimensionali descrivono<br />
le caratteristiche morfologiche e strutturali degli aspetti<br />
vegetazionali tipici del territorio e le fasi evolutive di boschi,<br />
macchie, garighe e praterie, affiancando carte tematiche<br />
della vegetazione che precisano la distribuzione e l’estensione<br />
degli habitat.<br />
107
Il laboratorio dei Giogus Antigus ospita una collezione di<br />
200 giocattoli della tradizione sarda ricostruiti sulle testimonianze<br />
degli anziani locali, a cui si affiancano i contus,<br />
aneddoti e storie in lingua commentati dagli animatori del<br />
museo. Il Museo del Territorio è collegato da una seggiovia<br />
alla sommità dell’altopiano basaltico di Siddi, lungo un<br />
percorso aereo che sorvola l’area del Parco Geobotanico del<br />
Mediterraneo. Il tragitto si spiega tra rocce, macchia e fitta<br />
vegetazione d’alto fusto sfiorando l’imponente strapiombo<br />
roccioso de Sa Corona Arrùbia ricoperto dal caratteristico<br />
lichene rosso.<br />
Località Sa Corona Arrùbia<br />
(s.p. Lunamatrona-Collinas)<br />
tel. 070 9341009, fax 070 9341135<br />
web:www.sacoronaspa.it • e-mail: museoterritoriale@tiscali.it<br />
Orario: infrasettimanale; 9,00-13,00 / 15,00-19,00;<br />
sabato e domenica: 9,00 - 19,00<br />
108<br />
Collinas<br />
Centro storico<br />
Il nucleo più antico del piccolo paese è egregiamente conservato,<br />
con le sue case a corte interamente realizzate in<br />
pietra locale e dotate di grandi portali ad arco. L’equilibrata<br />
struttura architettonica del paese è dominata dalle sue chiese<br />
e dall’imponente edificio ottocentesco del monte granatico,<br />
adibito oggi a centro studi in onore di Giovanni Battista<br />
Tuveri, letterato, filosofo e importante uomo politico.<br />
Chiesa campestre di Santa Maria Angiargia<br />
La piccola chiesa è situata al centro di un bosco di olmi,<br />
considerato sacro sulla scorta di una credenza fortemente
adicata tra gli abitanti del luogo, che impone il rispetto del<br />
bosco pena la sventura per coloro che si rendessero colpevoli<br />
di una qualunque asportazione. Nella venerazione rivolta<br />
alla Santa si ravvisano tracce di un antico culto delle acque,<br />
reso esplicito dallo stesso attributo Angiargia legato al latino<br />
balnearia e confermato dalla presenza nelle immediate<br />
vicinanze del pozzo di Su Angiu.<br />
Necropoli nuragica Sedda sa Caudeba<br />
La necropoli comprende due tombe di giganti poste a breve<br />
distanza l’una dall’altra. La prima è costruita con grossi massi<br />
conficcati nel terreno e coperta da grandi lastre, la seconda<br />
è realizzata con la più recente tecnica a filari, attestando in<br />
questo modo una continuità nell’uso dell’area funeraria<br />
109<br />
durante le fasi arcaiche dell’età nuragica. Il rinvenimento di<br />
queste tombe e il recupero dei numerosi reperti e resti<br />
scheletrici ha consentito di fare maggiore chiarezza sui rituali<br />
funerari praticati fra XVI e XIV secolo a.C..<br />
Villanovaforru<br />
Chiesa campestre di Santa Marina<br />
Sorge su un colle a sudovest del paese. Costruita nel 1280,<br />
restaurata dagli spagnoli nel 1583 e infine ricostruita nel<br />
1686, secondo un’iscrizione posta sotto l’architrave, la chiesa<br />
è l’unico edificio sacro dedicato in <strong>Sardegna</strong> alla martire<br />
spagnola.
Museo archeologico Genna Maria<br />
Ubicato nell'ex Monte di Soccorso, elegante palazzina<br />
ottocentesca, ospita reperti rinvenuti<br />
nell’omonimo complesso nuragico, rispettando<br />
le associazioni originarie che arredavano e<br />
rendevano funzionali i vari ambienti del<br />
villaggio e del polilobato. Si possono<br />
ammirare, inoltre, materiali provenienti<br />
dai numerosi siti del territorio della<br />
Marmilla, comprendendo un arco di<br />
tempo che va dal Neolitico all'età romana.<br />
Piazza Costituzione, 1 - Tel 070 9300050<br />
Orario: 9,30 - 13,00 / 15,30 - 18,00<br />
(dal 1 aprile al 30 settembre 15,30 -19,00)<br />
lunedi chiuso<br />
110<br />
Complesso nuragico di Genna Maria<br />
Il complesso di Genna Maria si erge su un colle a circa<br />
un chilometro dal paese. Il sito è stato interessato da<br />
indagini di scavo a partire dalla fine degli anni ’60, quando<br />
dalla collina artificiale sono emerse le strutture di un<br />
insediamento nuragico costituito da un nuraghe trilobato,<br />
da un antemurale turrito e dal circostante villaggio di<br />
capanne. Varie fasi archeologiche scandiscono il lungo<br />
periodo di frequentazione del sito che si protrae, quasi<br />
senza soluzione di continuità, a partire dall’età del Bronzo<br />
Medio fino all’Età del Ferro. Il monumento turrito centrale<br />
fu realizzato nel XIV secolo a.C. adoperando la tenera roccia<br />
locale. Al mastio si addossarono le tre torri perimetrali<br />
lasciando, come di norma, una zona centrale scoperta con<br />
pozzo. Intorno all’VIII secolo a. C. il sito fu abbandonato in<br />
modo repentino, come testimoniano i segni di incendio e la<br />
distruzione violenta delle strutture dell’antemurale, che<br />
vennero abbattute e ridotte alle fondamenta. Sopra queste,<br />
nel secolo successivo,<br />
furono impiantate<br />
le strutture del<br />
villaggio, composto<br />
di diverse abitazioni<br />
strutturate<br />
in un assetto planimetrico<br />
a corte<br />
centrale scoperta.<br />
All’interno dei vani<br />
sono stati rinvenuti<br />
numerosi reperti testimonianti<br />
la vita<br />
quotidiana del sito,
sigillati dai crolli della distruzione violenta datata alla fine<br />
dell’VIII secolo a.C. Il colle di Genna Maria sarà poi sporadicamente<br />
frequentato fino ad età punica quando il nuraghe,<br />
intorno al IV secolo a.C. già parzialmente distrutto, fu<br />
riutilizzato come sacello dedicato al culto della dea Demetra.<br />
Tale riutilizzo perdurerà, conservando nel tempo la caratterizzazione<br />
di culto agrario fino al IV<br />
secolo d.C., attraverso i secoli dell’Età<br />
romana e riconvertendosi nel<br />
culto a Cerere.<br />
Località Genna Maria<br />
tel. 070 9300050<br />
Orario: mar-dom 9,30-13,00 / 15,30-18,00<br />
(dal 1 aprile al 30 settembre 15,30-19,00)<br />
Segariu<br />
Chiesa di Sant’Antonio<br />
Presenta un pregevole impianto<br />
romanico originario, successivamente<br />
rimaneggiato in altri stili.<br />
Tebajus<br />
Tra la fine di luglio e i primi di<br />
agosto il paese di Segariu ripropone<br />
nella manifestazione<br />
Tebajus l’importante tradizione<br />
locale della lavorazione delle<br />
tegole costruite con fango e<br />
paglia, una specializzazione<br />
produttiva che consentiva ai braccianti di dedicarsi ad un<br />
secondo lavoro dopo le attività nei campi. Nei tre giorni<br />
della manifestazione si ripropongono tutte le fasi della<br />
produzione, dall’impasto a piedi nudi dell’argilla in “sa<br />
fogaia” fino alla colata negli stampi. Una volta preparate,<br />
le tegole sono lasciate essiccare al sole in “sa praza” e<br />
successivamente stoccate in capanne di canne e tseracchi.<br />
Il momento più spettacolare è “sa coidura”, eseguita a fuoco<br />
vivo durante la notte.<br />
111
Lunamatrona<br />
Parrocchiale di San Giovanni Battista<br />
Monumentale edificio del XVI secolo rimaneggiato in chiave<br />
barocca, custodisce il retablo rinascimentale di Santa Maria,<br />
opera di Antioco Mainas.<br />
Tomba di giganti Su Cuaddu e Nixias<br />
La tomba costituisce un raro esempio di<br />
sepoltura collettiva con stele monumentale<br />
nella <strong>Sardegna</strong> meridionale. Lo<br />
stile delle architetture, la presenza della<br />
stele al centro dell’esedra e la tipologia<br />
dei manufatti rinvenuti durante lo scavo<br />
consentono di datare il monumento alle<br />
fasi arcaiche della civiltà nuragica, intorno<br />
ai secoli XVI-XV a.C..<br />
Furtei<br />
Parrocchiale di Santa Barbara<br />
Il paese è recentemente divenuto famoso<br />
per i suoi ricchi giacimenti auriferi. La<br />
parrocchiale di Santa Barbara ospita un<br />
importante dipinto del XVI secolo ad opera di Antioco<br />
Mainas raffigurante<br />
la Crocifissione ed<br />
un’interessante<br />
Dormitio Virginis<br />
settecentesca con<br />
il relativo corredo<br />
di broccato, sandali<br />
e corona<br />
d’argento.<br />
Chiesa di San Narciso<br />
Questo piccolo edificio sacro del<br />
XII secolo sorge su un prominente<br />
colle all’interno del paese.
Villamar<br />
È il terzo paese affrescato della <strong>Sardegna</strong> dopo Orgosolo e<br />
San Sperate, ma è l’unico a vantare un’originale genesi<br />
dell’arte dei Murales, introdotta nei primi anni Settanta da<br />
esuli cileni incontratisi a Parigi con artisti locali. I motivi di<br />
protesta sociale e lo stile evidenziati nei primi murales sono<br />
conservati dalle produzioni successive, caratterizzandole in<br />
forme assolutamente peculiari.<br />
Quartiere Maiorchino<br />
Nel cuore del centro storico il quartiere ospitava la nutrita<br />
comunità d’origine maiorchina della Villa di Mara, testimoniando<br />
i traffici mercantili che univano la <strong>Sardegna</strong> al resto<br />
del Mediterraneo. Per tutto il Cinquecento i mercanti vi<br />
gestirono la raccolta dei cereali che attraverso Cagliari<br />
giungevano all’isola di Maiorca, centro di smistamento delle<br />
derrate per tutta la Spagna.<br />
Parrocchiale di San Giovanni Battista<br />
Risalente al XVI secolo, custodisce diverse opere d’arte<br />
di notevole pregio, tra cui spicca lo splendido Retablo<br />
della Madonna del Latte realizzato nel 1518 da Pietro<br />
Cavaro, pittore della scuola cagliaritana di Stampace,<br />
considerato uno dei più insigni del Rinascimento sardo.<br />
113<br />
Chiesa di San Pietro<br />
Situata a breve distanza dalla precedente questa chiesa<br />
romanica di eccezionale pregio è stata realizzata in<br />
pietra locale nel XII secolo. L’edificio sacro manifesta<br />
notevoli influenze stilistiche arabeggianti dovute probabilmente<br />
all’impiego di maestranze provenienti dalla<br />
Spagna.
Villanovafranca<br />
Museo Archeologico e Fortezza Nuragica Su Mulinu<br />
Sito nella centralissima Piazza Risorgimento nei locali dell’ottocentesco<br />
monte granatico propone un percorso cronologico<br />
che si snoda dall’età prenuragica sino all’età bizantina.<br />
I reperti esposti sono distribuiti in due sezioni che illustrano<br />
l’antica e densa geografia antropica del territorio e i risultati<br />
dello scavo dell’omonima fortezza nuragica. Un’apposita<br />
sezione tattile è dedicata ai non vedenti, corredata da copie<br />
dei materiali più significativi e assistita da pannelli in braille.<br />
114<br />
La fortezza nuragica e la vita nell’ampio insediamento circostante<br />
ebbero probabilmente inizio verso la metà del II<br />
millennio a.C., perdurando con alterne vicende sino all’alto<br />
Medioevo. Nel sito si ammira uno dei più fortunati ritrovamenti<br />
archeologici sardi degli ultimi anni, un imponente<br />
altare scolpito in un unico blocco di pietra riproducente<br />
fedelmente le forme dello stesso complesso nuragico ed<br />
ancora posizionato nel vano della torre centrale. Il rinvenimento<br />
testimonia la solennità dei riti sacri legati alla sfera<br />
della fertilità, celebrati con un’articolata liturgia che prevedeva<br />
sacrifici animali e vegetali o l’offerta di manufatti votivi.<br />
Piazza Risorgimento, tel. 070 9367458<br />
e-mail: ilcocciopiccoop@tiscali.it<br />
Orario: ottobre/aprile 9,30-13,00 / 14,30-17,00<br />
maggio/settembre 10,00-13,00 / 16,00-19,00<br />
lunedì chiuso
Las Plassas<br />
Castello di Marmilla<br />
Fu edificato prima del 1172 su un’altura perfettamente<br />
conica, a costituire uno dei più importanti avamposti a difesa<br />
del confine meridionale del Giudicato d’Arborea. La robusta<br />
roccaforte, inizialmente destinata ad ospitare contingenti<br />
armati, venne in seguito utilizzata come carcere feudale sino<br />
al 1835. Nel 1902 è stato dichiarato Monumento Nazionale.<br />
Museo del Castello<br />
Il museo ripropone le<br />
istituzioni, l’economia,<br />
la religiosità e la vita<br />
quotidiana nella villa<br />
di Las Plassas fra il<br />
XIV e il XV secolo,<br />
lungo un percorso<br />
scandito da pannelli<br />
descrittivi in una<br />
ricostruzione ideale<br />
della roccaforte, del<br />
borgo e della vita<br />
che vi si svolgeva.<br />
Per informazioni: Società Is Crontas<br />
via A. Manzoni, 4 • tel. 328 1924332 - 329 4924191<br />
Orario: aperto quotidianamente dall’11 agosto al 15 settembre.<br />
Negli altri periodi aperto la domenica. Visita per comitive su prenotazione.<br />
Parrocchiale Santa Maria Maddalena<br />
Edificata nella seconda metà del Seicento probabilmente sui<br />
ruderi di una precedente chiesa bizantina, è stata più volte<br />
ristrutturata e restaurata. Situata ai piedi del colle del Castello<br />
di Marmilla e isolata rispetto all’abitato<br />
ha pianta a croce sormontata<br />
da una grande cupola<br />
ottagonale.<br />
115<br />
Barumini<br />
Chiesa di Santa Tecla<br />
La piccola chiesa del XV secolo<br />
ha altare e pavimentazione in<br />
pietra e due rosoni traforati a<br />
noce e a stella. Attualmente<br />
ospita il museo multimediale<br />
dei reperti rinvenuti durante<br />
gli scavi del complesso nuragico<br />
di Su Nuraxi.<br />
Per informazioni: tel. 070 9368128
116<br />
Nuraghe Su Nuraxi<br />
Il nuraghe Su Nuraxi è sito su un basso terrazzamento ai<br />
piedi della Giara di Gesturi, a poco più di 1 chilometro a<br />
ovest del moderno abitato di Barumini. Il grandioso monumento,<br />
che per la sua importanza è riconosciuto come<br />
patrimonio dell’umanità dall'UNESCO, è parte di un insieme<br />
di monumenti<br />
nuragici turriti<br />
(circa 27) disposti<br />
su tipici<br />
rilievi collinari a<br />
mammella. Gli<br />
scavi condotti<br />
dall’archeologo<br />
Giovanni Lilliu<br />
tra il 1951 e il<br />
1956 hanno<br />
rivelato, sotto<br />
quella che appariva<br />
una<br />
collina naturale, un<br />
monumento complesso<br />
di pianta<br />
quadrilobata, attorniato<br />
da muri di<br />
cinta e torri circolari<br />
e da un consistente<br />
agglomerato<br />
abitativo di capanne.<br />
La torre<br />
centrale, da far risalire<br />
al 1500/1300<br />
a.C., presenta la<br />
classica forma<br />
tronco-conica, ergendosi<br />
in origine<br />
sino a 18 metri e<br />
presentando tre<br />
camere sovrapposte<br />
e con copertura<br />
a falsa cupola.<br />
La struttura è<br />
in grossi blocchi<br />
basaltici sovrapposti a secco, appena sbozzati o lasciati al<br />
naturale. La torre arcaica fu successivamente attorniata da<br />
quattro torri minori collegate da possenti cortine murarie a<br />
formare un poderoso bastione; le torri minori presentano<br />
un doppio ordine di feritoie che verranno accecate dal<br />
robusto intervento di rifascio di tre metri di spessore sull’intera<br />
struttura, avvenuto alla fine del II millennio a.C.
La fortezza fu infine dotata di una cinta avanzata con sette<br />
torri, anch’esse provviste di feritoie. In quello che oggi<br />
appare come un unico esteso villaggio - in realtà tale complesso<br />
è costituito da più villaggi utilizzati in periodi diversi<br />
- si distinguono la Sala del Consiglio, che ospitava le riunioni<br />
degli anziani della comunità chiamati a prendere le decisioni<br />
più gravose. Al suo interno è stato rinvenuto un piccolo<br />
nuraghe litico oggi custodito presso il Museo Archeologico<br />
Nazionale di Cagliari. L'arco cronologico documentato dai<br />
reperti dello scavo origina dalle fasi arcaiche della civiltà<br />
nuragica (Fase A del Bronzo Medio, XVI-XV secolo a.C.)<br />
attraversando il Bronzo Recente (Fase B del XIV-XIII secolo<br />
a.C.), il Bronzo Finale ed il Primo Ferro (Fase C del XII-VIII<br />
secolo a.C.), l'Età del Ferro avanzata (Fase D dell'VIII-VI<br />
secolo a.C.), fino ad arrivare al periodo Punico-Romano (Fase<br />
E, tra V secolo a.C. e III secolo d.C.).<br />
Per informazioni:<br />
Tel. 070 9368128 - 368 7377791<br />
Orario:<br />
dicembre, gennaio, febbraio 9,00-16.00<br />
marzo 9,00-17,00<br />
aprile 9,00-18,00<br />
maggio, giugno 9,00-19,00<br />
luglio, agosto 9,00-19,30<br />
settembre 9,00-18,30<br />
ottobre 9,00-17,30<br />
novembre 9,00-16,30<br />
Fonte: Itinerari di turismo integrato,<br />
Volume Giubileo 2000<br />
Testi a cura di Soc. Coop. Geobiopal
Tuili<br />
Parrocchiale di San Pietro e<br />
Maestro di Castelsardo<br />
Il retablo, capolavoro rinascimentale della<br />
<strong>Sardegna</strong>, è Monumento Nazionale. L’opera,<br />
olio e tempera su tavola, fu eseguita verso il<br />
1500 e poi attribuita al Maestro di Castelsardo,<br />
così denominato per i retabli dipinti nell’antica<br />
Castelaragonese. Le notizie che lo riguardano<br />
sono pressoché inesistenti, ma dallo stile e dalle<br />
influenze rivelate dai dipinti è presumibile che<br />
l’artista fosse di origine catalana. La sua attività<br />
in <strong>Sardegna</strong> è documentata alla fine del XV<br />
secolo, le sue opere sono oggi custodite a Tuili,<br />
Castelsardo, Cagliari, Ajaccio, Barcellona e<br />
Birmingham. È autore di una pittura considerata<br />
come l’espressione più alta dell’arte di influenza<br />
catalana in <strong>Sardegna</strong>.<br />
Parco tematico <strong>Sardegna</strong> in Miniatura<br />
Il parco descrive gli aspetti geomorfologici,<br />
storici e architettonici dell’intera <strong>Sardegna</strong>. La<br />
sua visita, con le riproduzioni dei monumenti<br />
realizzate in scala ridotta, propone un viaggio ideale con lo<br />
scopo dichiarato di accrescere le conoscenze sul patrimonio<br />
storico e culturale regionale.<br />
S.p. Tuili - Barumini, tel. 070 9361004<br />
Setzu<br />
Domus de janas Sa Domu ’e s’Orcu<br />
Situata immediatamente a lato della strada carrabile che da<br />
Setzu conduce sull’altopiano della Giara la domus de janas<br />
Sa Domu e s’Orcu è immediatamente visibile, ricavata da un<br />
unico blocco tondeggiante di candida pietra bianco giallastra<br />
affiorante dal terreno come una calotta cranica. La tomba<br />
è databile al neolitico recente, periodo di diffusione della<br />
cosiddetta Cultura di Ozieri e dell’architettura ipogeica<br />
funeraria.
Sa Merenda<br />
Alla fine di agosto, durante i festeggiamenti in onore di<br />
Sant’Ignazio da Laconi, un allegro corteo accompagnato da<br />
balli e canti passa di casa in casa raccogliendo offerte di<br />
cibo, che vengono poi benedette e messe a disposizione dei<br />
protagonisti della questua e del pubblico partecipante.<br />
Genuri<br />
Chiesetta campestre di San Domino<br />
Vi si può apprezzare un particolarissimo altare, oggi in forme<br />
rinascimentali, probabilmente ricavato da un antico altare<br />
pagano.<br />
Palio degli asinelli<br />
Da anni durante la golosa sagra “Pani e casu e binu a<br />
rasu”, letteralmente pane, formaggio e vino a volontà, ai<br />
primi di agosto, si propone il Palio degli Asinelli, un’occasione<br />
unica per assistere al singolare e giocoso torneo equestre<br />
che richiama abitanti e visitatori da tutta la Marmilla.<br />
Turri<br />
Sagra della mietitura<br />
A Turri con la sagra della mietitura di fine giugno rivive la<br />
tradizione del lavoro nei campi. La manifestazione ha inizio<br />
alle prime luci dell’alba quando is messadoris, i mietitori, si<br />
preparano per il lavoro affiancati dalle ispigadrixis, le spigolatrici.<br />
A mezza mattina scocca l’ora de su murzu, colazione<br />
a base di formaggio, olive, cipolle, civraxiu, vino ed acqua,<br />
consumata all’ombra dei vicini ulivi millenari.<br />
Sagra dello zafferano<br />
La seconda domenica di novembre si svolge la Sagra dello<br />
Zafferano, in pieno periodo di fioritura. Durante la manifestazione<br />
si ripetono le fasi della raccolta e lavorazione<br />
effettuata interamente a mano, con preparazione e degustazione<br />
di pietanze che tradizionalmente prescrivono l’uso<br />
della spezia.<br />
121
Ussaramanna<br />
Chiesa campestre di San Lorenzo<br />
In località Ussaredda, sede di un antico villaggio scomparso,<br />
si trova la piccola chiesa risalente al XIV secolo. Da essa<br />
provengono due tavole di un polittico raffiguranti i santi<br />
Sebastiano e Rocco, ora esposte alla Pinacoteca Nazionale<br />
di Cagliari.<br />
Nuraghe San Pietro<br />
Il monumento ripropone in proporzioni minori l’architettura<br />
del vicino e imponente nuraghe di Barumini. Con la sua<br />
torre centrale alta più di sette metri risulta ora inglobato<br />
nella struttura urbana del centro.<br />
122<br />
Mostra delle erbe spontanee<br />
Tra aprile e maggio si tiene la mostra delle erbe, nata nel<br />
1978 ogni anno si ripropone con grande successo. La<br />
mostra è nata con l’obbiettivo principale di conoscere e<br />
studiare le specie vegetali presenti nel territorio, e presentarle<br />
ai visitatori affinché possano imparare a riconoscere<br />
erbe, cespugli e piante col proprio nome scientifico,<br />
italiano, sardo. Con il passare degli anni e delle edizioni,<br />
la mostra si è sempre arricchita di nuovi interessanti<br />
appuntamenti come convegni e dibattiti. Simpatica e gradita<br />
è la tradizionale degustazione di piatti a base di erbe spontanee.<br />
Per l’occasione vengono proposte anche la sagra delle<br />
“pardulas” e la sagra della malvasia, mostre di arti e mestieri<br />
e dei prodotti agricoli.<br />
Siddi<br />
Altopiano della Giara<br />
Insieme agli altri altopiani basaltici che caratterizzano il<br />
paesaggio della Marmilla, costituisce una testimonianza<br />
dell’intensa attività vulcanica che nel Pliocene interessò<br />
buona parte della <strong>Sardegna</strong>.
La Giara di Siddi domina le colline della Marmilla e desta<br />
interesse per i numerosi monumenti nuragici, tra cui spiccano<br />
la maestosa tomba di giganti Sa Domu e s’Orcu, una delle<br />
più monumentali costruzioni funerarie d'età nuragica, e il<br />
nuraghe a corridoio Sa Fogaia. Su tutto l’altopiano si estende<br />
una fitta vegetazione prevalentemente composta da mirto<br />
e da cisto monpeliensis, lentisco, pruno spinoso e olivastri.<br />
Chiesa di San Michele<br />
Si tratta di una minuscola chiesa romanica risalente al XIII<br />
secolo e dedicata all’Arcangelo Michele, santo guerriero il<br />
cui culto fu introdotto dai Bizantini dopo il V secolo. Il<br />
motivo di maggiore originalità è costituito dall’architrave<br />
scolpito del portale sinistro, che presenta quattro riquadri<br />
con figure umane stilizzate, di cui una capovolta. Suggestiva<br />
e pertinente sembra l’interpretazione che nel 1976<br />
ne fece Francesco Alziator, rifacendosi alle rappresentazioni<br />
della morte come figura capovolta che, dal menhir di<br />
Genna ’e Arrele, alle tombe preistoriche di Is Concas fino<br />
al simbolo punico capovolto della dea Tanit del Monte<br />
Sirai, è segno ricorrente nella cultura funeraria e religiosa<br />
della <strong>Sardegna</strong>. Sempre secondo l’Alziator, la chiesetta<br />
potrebbe essere stata eretta in suffragio di una defunta<br />
di alto rango da parte dei suoi genitori.<br />
Museo Ornitologico e Mineralogico<br />
È ospitato all’interno dell’ex Ospedale Managu, edificio di<br />
grande importanza storica e raro esempio di struttura ospedaliera<br />
attiva nella <strong>Sardegna</strong> rurale dell’Ottocento. Il museo<br />
si compone di due ambienti nei quali sono esposti oltre 200<br />
esemplari tra uccelli e mammiferi, appartenenti in gran parte<br />
alla fauna stanziale e migratoria dei diversi habitat dell’isola.<br />
Piazza Leonardo da Vinci<br />
tel. 070 939888<br />
Orario: martedi - domenica 9,00-13,00 / 16,00-19,00
Museo delle tradizioni<br />
agroalimentari della <strong>Sardegna</strong><br />
Ha sede nella seicentesca residenza campidanese Casa Steri,<br />
inserita nel cuore del centro storico a ridosso della parrocchiale.<br />
Al suo interno si possono visitare i locali abitativi,<br />
quelli destinati alla trasformazione dei prodotti agro pastorali,<br />
i ricoveri per animali da lavoro e da cortile. A partire dalle<br />
memorie della casa, delle sue peculiari consuetudini di vita,<br />
quotidiana o festiva, dell’organizzazione dei valori domestici<br />
e dei cicli produttivi agrari, il museo documenta consuetudini,<br />
saperi, tecniche di produzione, modi di preparazione<br />
e consumo del cibo propri della<br />
comunità, di cui riflettono i molteplici aspetti<br />
della vita materiale e simbolica tradizionale<br />
e la complessa trama dei rapporti sociali.<br />
124<br />
Via Roma 2, Siddi<br />
tel. 070 9341028 - 349 6304621<br />
Orario: dal 15 settembre al 15 giugno<br />
ogni domenica 9,30 - 13,00<br />
dal 16 giugno al 14 settembre<br />
ogni domenica ore 16,30 - 20,00<br />
negli altri giorni visita su prenotazione<br />
gruppi minimo 20 persone<br />
Pauli Arbarei<br />
Nel Medioevo il villaggio è menzionato con i toponimi di<br />
Pauli Arbarei o Arbaraghesa e Pauli Sitzamus, il primo testimoniante<br />
l’appartenenza al giudicato di Arborea, il secondo<br />
riferentesi alla palude presso cui era sorto, nota come<br />
Sitzamus dal nome di un antico abitato la cui esistenza, di<br />
cui restano pochi ruderi a circa 1 chilometro dal centro, è<br />
attestata nei documenti fino alla seconda metà del ‘700.
Casa Garau<br />
Sono evidenti le costanti tipologiche della Bassa Marmilla<br />
nelle abitazioni con lolla, talvolta meno ampia e aperta di<br />
quella campidanese, cinte da alti muri racchiudenti il cortile.<br />
Alcune abitazioni signorili si presentano come veri e propri<br />
palazzi, come la cosiddetta Casa Garau situata al centro<br />
dell’abitato. Si tratta di un edificio dei primi anni del Novecento<br />
caratterizzato da forme estranee alla tradizione locale,<br />
la cui facciata è composta da un piano terreno porticato e<br />
delimitato da arcate a sesto acuto e da un piano superiore.<br />
Quest’ultimo è modulare e suddiviso in sette specchi da<br />
paraste racchiudenti una serie alternata di finestre rettangolari<br />
e ogivali. Nel prospetto laterale tutte le finestre sono sormontate<br />
da timpani triangolari e semicircolari. Il palazzo si<br />
prolunga<br />
sino alla<br />
strada e<br />
la corte<br />
si trasforma<br />
in giardino<br />
abbellito<br />
da alberi<br />
ornamentali.<br />
Sagre e manifestazioni<br />
La più importante festa paesana è celebrata<br />
in onore di Sant’Agostino e San Giovanni<br />
Battista alla fine di agosto. I festeggiamenti<br />
prevedono processioni religiose, canti sacri<br />
in sardo, sfilate di costumi e cavalieri, musica<br />
e balli tradizionali. La manifestazione è arricchita<br />
da una mostra mercato dei migliori<br />
prodotti artigianali e agroalimentari. Il 22<br />
gennaio si celebra la sagra del patrono San<br />
Vincenzo che culmina nel rito di su fogadoni.<br />
Al chiarore del fuoco i devoti del santo distribuiscono<br />
gratuitamente vino, dolci e<br />
pietanze tipiche.<br />
125<br />
I centri di Gonnostramatza e Mogoro, inclusi amministrativamente<br />
nella provincia di Oristano, sono parte integrante<br />
di quel sistema umano, paesaggistico e storico che qualifica<br />
inconfondibilmente la Marmilla. Sono inoltre membri del<br />
consorzio turistico e culturale che agisce in modo unitario<br />
per la conoscenza e lo sviluppo dell’intero territorio, considerato<br />
come unità di fatto indivisibile.
Gonnostramatza<br />
Retablo dell'Annunciazione<br />
Nella parrocchiale di San Michele è custodito il retablo<br />
rinascimentale realizzato nel 1501 da Lorenzo Cavaro, pittore<br />
della scuola cagliaritana di Stampace. Il retablo era originariamente<br />
custodito nella vicina chiesa gotico aragonese di<br />
San Paolo di Serzela, unico edificio ancora esistente dell’antico<br />
villaggio di Serzela abbandonato nel 1775 forse a causa di<br />
un’epidemia di peste.<br />
Museo Turcus e Morus<br />
Allestito nel settecentesco monte granatico il museo offre<br />
al visitatore pannelli illustrativi, frammenti originali e riproduzioni<br />
delle imbarcazioni, delle armi e dei costumi del<br />
periodo, una descrizione delle vicende, dei personaggi e<br />
delle leggende che hanno caratterizzato nei secoli il complesso<br />
rapporto tra sardi, saraceni e barbareschi.<br />
Piazza San Michele<br />
tel. 0783 92015 - 0783 92198 - 329 3171856<br />
Orario: ottobre-giugno (da venerdi a domenica) 9.00-13.00 / 15.00-19.00;<br />
luglio-settembre (tutti i giorni) 9,00-13,00 / 17,00-21,00<br />
Tomba di giganti Bingia ’e Monti<br />
La tomba dista circa due chilometri dall’abitato. Lo scavo ha<br />
consentito il recupero di un’importante sepoltura utilizzata<br />
durante un lungo periodo compreso tra la cultura prenuragica<br />
del Vaso Campaniforme e il Bronzo Antico. Fra i tanti materiali<br />
deposti spiccano vasi decorati nel tipico stile della cultura<br />
Campaniforme, pugnaletti e spilloni in rame, elementi d’ornamento<br />
in conchiglia e osso, punte di freccia in ossidiana<br />
e un eccezionale collier d’oro.
Mogoro<br />
Chiesa del Carmine<br />
Non sono noti documenti che ne attestino l’origine o che<br />
documentino in qualche modo la storia del monumento. I<br />
tratti stilistici la collocano nel periodo iniziale del XIV secolo,<br />
proiettandola verso la maniera gotica ma trattenendo modi<br />
e proporzioni tipiche del gusto romanico sardo.<br />
Sito archeologico Cuccurada<br />
Sullo sperone meridionale dell’altopiano mogorese dominante<br />
la piana del Campidano, immediatamente visibile dalla statale<br />
131, si trova il complesso comprendente un originale nuraghe<br />
complesso centralmente imperniato su un primitivo edificio<br />
a corridoio, una poderosa struttura ciclopica a pianta ellittica<br />
e una muraglia megalitica. Tra gli oggetti di maggior pregio<br />
va menzionato il piccolo gruppo bronzeo nuragico raffigurante<br />
una dinamica scena di caccia con personaggio armato<br />
di stocco e lancia che trafigge da tergo un probabile muflone,<br />
frontalmente azzannato da un cane.<br />
Fiera del Tappeto<br />
La fiera del tappeto di Mogoro si svolge tra l’ultima settimana<br />
di luglio e la prima di agosto ed è considerata tra i più<br />
importanti appuntamenti dedicati all’artigianato tipico della<br />
<strong>Sardegna</strong>. Nel paese, centro di lunga tradizione dell’artigianato<br />
tessile, si possono ammirare gli elaborati arazzi e i<br />
tappeti realizzati a mano su telai orizzontali in legno, dove<br />
i fili di lana, cotone, seta e lino vengono intrecciati nel<br />
rispetto delle tecniche tradizionali. L’artigianato del legno<br />
intagliato propone le opere dei maistus e linna, preziosi<br />
elementi d’arredo che rispecchiano il gusto della tradizione<br />
rurale dell’intera regione.
SA CORONA ARRÙBIA<br />
Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia<br />
Sede Legale Via L. Puxeddu, 1 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300242 • Fax +39 070 9300212<br />
e-mail: consorzio.sacorona@tiscali.it<br />
Sa Corona Arrùbia Spa gestione beni culturali<br />
Sede Legale Via L. Puxeddu, 1 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300242 • Fax +39 070 9300212<br />
Museo Naturalistico del Territorio Sa Corona Arrùbia<br />
Località Sa Corona Arrubia<br />
S.p. Lunamatrona - Collinas<br />
Tel. +39 070 9341009<br />
e-mail: museoterritoriale@tiscali.it • www.sacoronaspa.it<br />
Centro di <strong>Turismo</strong> Culturale<br />
Sez. Staccata Loc. Sa Corona Arrubia<br />
Tel. +39 070 939999<br />
Soc. Coop. Il Lichene Rosso<br />
Servizi Didattici Museali<br />
Tel. +39 070 939387<br />
Centro di Ristoro Sa Corona Arrùbia<br />
Loc. Sa Corona Arrubia c/o Altopiano di Siddi<br />
Tel. +39 070 9341009<br />
Seggiovia Panoramica<br />
Loc. Sa Corona Arrubia<br />
Tel. +39 070 9341009 / +39 070 939064<br />
Numeri di pubblica utilità<br />
Barumini<br />
128<br />
Comune<br />
Via S'Anziana, 3 - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. 070 9368024<br />
Pro Loco<br />
Piazza San Francesco - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. 070 9368527<br />
Collinas<br />
Comune<br />
Piazza G.B. Tuveri - 09020 Collinas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9301003<br />
Centro Studi G. B. Tuveri<br />
Via V. Emanuele III - 09020 Collinas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9304003<br />
Biblioteca Comunale<br />
Via V. Emanuele III - 09020 Collinas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9304007
Furtei<br />
Comune<br />
Via Circonvallazione, 15 - 09040 Furtei (Ca)<br />
Tel. +39 070 9302415<br />
Pro Loco<br />
Via Circonvallazione, 15 - 09040 Furtei (Ca)<br />
Cell. 349 7526324<br />
Genuri<br />
Comune<br />
P.zza San Giuliano, 3 - 09090 Genuri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9365128<br />
Pro Loco<br />
Via Gaspare - 09090 Genuri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9365128<br />
Gonnostramatza<br />
Comune<br />
Via E. Carboni, 2 - 09093 Gonnostramatza (Or)<br />
Tel. +39 0783 92015<br />
Pro Loco Su Tramatzu<br />
Piazza San Michele Arcangelo, 2 - 09093 Gonnostramatza (Or)<br />
Tel. +39 0783 92226<br />
Las Plassas<br />
Comune<br />
Via Cagliari, 1 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />
Tel. +39 070 936406<br />
Pro Loco<br />
Cell. 320 1627526<br />
Lunamatrona<br />
Comune<br />
Via Sant’Elia - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 7939026<br />
Pro Loco<br />
Via Sant’Elia, 11 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 939954<br />
Archivio storico del Comune e Biblioteca<br />
Via Adua, 1 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 939670<br />
Mogoro<br />
Comune di Mogoro<br />
Via G. Leopardi, 8 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 993000<br />
Pro Loco di Mogoro<br />
Piazza Giovanni XXIII, 9 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Biblioteca Comunale<br />
Piazza Giovanni XXIII, 2 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 991268<br />
Pauli Arbarei<br />
Comune di Pauli Arbarei<br />
Via Giovanni XXIII, 2 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />
Tel. +39 070 939955<br />
129
130<br />
Sanluri<br />
Comune<br />
Via C. Felice, 217 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 93831<br />
Pro Loco<br />
Via Mazzini, 74 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9370505<br />
Biblioteca comunale<br />
c/o Istituto Calasanzio - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Sardara<br />
Comune<br />
P.zza Gramsci - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387023<br />
Parco Pubblico<br />
apertura estiva Via Tirso, 26 - 09030 Sardara (Ca)<br />
Segariu<br />
Comune di Segariu<br />
Via Municipio, 11 - 09040 Segariu (Ca)<br />
Tel. +39 070 9302323<br />
Pro Loco di Segariu<br />
Via Roma - 09040 Segariu (Ca)<br />
Tel. +39 070 9302371<br />
Setzu<br />
Comune<br />
Via Chiesa, 6 - 09029 Setzu (Ca)<br />
Tel. +39 070 9364012<br />
Siddi<br />
Comune<br />
Viale Europa, 3 - 09020 Siddi (Ca)<br />
Tel. +39 070 939800<br />
Pro Loco<br />
Via <strong>Sardegna</strong>, 14 - 09020 Siddi (Ca)<br />
Tel. +39 070 939951<br />
Tuili<br />
Comune<br />
Via Matteotti, 4 - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9364481<br />
Pro Loco<br />
Via Amsicora, 3 - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9363029<br />
Ufficio informazioni turistiche<br />
Via Roma - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9363008<br />
Turri<br />
Comune di Turri<br />
Piazza Pertini, 1 - 09020 Turri (Ca)<br />
Tel. +39 0783 95026<br />
Pro Loco<br />
Via Dante, 1 - 09020 Turri (Ca)
Ussaramanna<br />
Comune<br />
Via Marmilla, 22 - 09020 Ussaramanna (Ca)<br />
Tel. +39 0783 95015<br />
Pro Loco<br />
via Marmilla - 09020 Ussaramanna (Ca)<br />
Villamar<br />
Comune<br />
Piazza Prazza de Corti, 1 - 09020 Villamar (Ca)<br />
Tel. +39 070 9306901<br />
Pro Loco<br />
Via Indipendenza - 09020 Villamar (Ca)<br />
Cell. 348 7648259<br />
Biblioteca Comunale<br />
Piazza Prazza de Corti, 1 - 09020 Villamar (Ca)<br />
Tel. +39 070 93069317<br />
Villanovafranca<br />
Comune di Villanovafranca<br />
Piazza Risorgimento, 18 - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Tel. +39 070 9367356<br />
Villanovaforru<br />
Comune<br />
P.zza Costituzione - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 934511<br />
Pro Loco<br />
Piazza Costituzione - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 934511<br />
Biblioteca Comunale<br />
Via Umberto I - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9331012<br />
Musei, Beni Culturali e Servizi Turistici<br />
Barumini<br />
Ichnussa snc<br />
Via Repubblica, 1 - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368510<br />
Sa Jara Manna Escursioni<br />
SS. 197 Km. 44 - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368170<br />
Su Nuraxi 2000<br />
Area Archeologica Su Nuraxi - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368128<br />
<strong>Sardegna</strong> in Miniatura<br />
Sp. Tuili / Las Plassas - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9361004<br />
Gonnostramatza<br />
Museo Turcus e Morus<br />
Via G. Matteotti, 20 - 09093 Gonnostramatza (Or)<br />
Cell. 329 3171856<br />
131
132<br />
Las Plassas<br />
Museo Medioevale e Coop. Is Crontas<br />
Via Parrocchia, 7 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9363011<br />
Maneggio equitazione<br />
di M. Orrù<br />
Via Cagliari - 09020 Las Plassas (Ca)<br />
Lunamatrona<br />
Cinema Tre Campane<br />
Piazza Italia - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 939010<br />
Mogoro<br />
Associazione Teatro Tragodia<br />
Via A. Gramsci, 33 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 992027<br />
Pauli Arbarei<br />
Collezione Etnografica<br />
di G. Cadau<br />
Via Cavour, 19 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />
Tel. +39 070 939531<br />
Sanluri<br />
Castello Giudicale E. d'Arborea<br />
Via Generale N. Villasanta - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9307105<br />
Museo Etnografico dei Frati Cappuccini<br />
Via San Rocco, 6 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9307107<br />
Sardara<br />
Museo Archeologico e Coop. Villa Abbas<br />
Piazza Libertà - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9386183<br />
Santuario Nuragico Sant’Anastasia<br />
Piazza Sant’Anastasia - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9386183<br />
Segariu<br />
Maneggio equitazione Is Coronas<br />
Loc. Is Coronas Arrubias - 09040 Segariu (Ca)<br />
Tel. +39 070 9302301<br />
Siddi<br />
Museo Ornitologico<br />
Piazza Leonardo da Vinci - 09020 Siddi (Ca)<br />
Tel. +39 070 939888<br />
Coop. Villa Silli Servizi Turistici<br />
Via Regina Elena, 17 - 09020 Siddi (Ca)<br />
Tel. +39 070 939888<br />
Museo delle Tradizioni Agroalimentari Casa Steri<br />
Via Roma, 2 - 09020 Siddi (Ca)<br />
Cell. 349 6304621
Tuili<br />
Parco <strong>Sardegna</strong> in Miniatura<br />
Sp Las Plassas / Tuili - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9361004<br />
Jara sas di R. Sanna escursioni<br />
Via Tuveri, 16 - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9364277<br />
Coop. Sa Maioba<br />
Corso Vittorio Emanuele, 10 - 09020 Turri (Ca)<br />
Tel. +39 0783 95256<br />
Villanovafranca<br />
Museo Archeologico Su Mulinu<br />
Piazza Risorgimento - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Tel. +39 070 9367458<br />
Fortezza Nuragica Su Mulinu<br />
Località Su Mulinu - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Tel. +39 070 9367458<br />
Coop. Su Mulinu<br />
Piazza Risorgimento - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Tel. +39 070 9367458<br />
Kartodromo San Lorenzo<br />
Loc. Pranu Scaletta - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Cell. 340 5553722<br />
Villanovaforru<br />
Museo Archeologico Genna Maria<br />
P.zza Costituzione, 8 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300050<br />
Parco Archeologico Genna Maria<br />
Loc. Genna Maria - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300050<br />
Sala Mostre Temporanee<br />
Piazza Costituzione - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300050<br />
Laboratorio restauro ceramiche nuragiche<br />
Via L. Puxeddu, 1 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300048<br />
Maneggio Asterix<br />
Sp. Villanovaforru / Ss 131 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300054<br />
133<br />
Strutture Ricettive<br />
****<br />
Villanovaforru<br />
Hotel I Lecci<br />
Via del Rosmarino - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9331021
134<br />
***<br />
Barumini<br />
Hotel Su Nuraxi<br />
Sp Barumini / Tuili - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368305<br />
Hotel Sa Lolla<br />
Via Cavour, 49 - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368419<br />
Sardara<br />
Hotel Eucalipti Terme<br />
Loc. S. Mariaqua - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9385044<br />
Hotel Antiche Terme di Sardara<br />
Loc. S. Mariaqua - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387025<br />
Villanovaforru<br />
Hotel Le Colline<br />
Via del Rosmarino - Villanovaforru<br />
Tel. +39 070 9300123<br />
Hotel Residence Funtana Noa<br />
Via V. Emanuele, 68 - Villanovaforru<br />
Tel. 070 9331019<br />
Lunamatrona<br />
Residence Luna Sorgente<br />
Sp Lunamatrona / Sanluri - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
**<br />
Sanluri<br />
Hotel Mirage<br />
di G. Deidda<br />
Via C. Felice, 464 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9307100<br />
Hotel Ichnusa<br />
di G. Cauli<br />
Ss 131 Km. 42,4 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9307073<br />
Sardara<br />
Hotel Monreale<br />
Via Oristano, 195 - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387139<br />
*<br />
Sardara<br />
Hotel Da Silvano<br />
Via Cedrino, 1 - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387811<br />
Agriturismo<br />
Pauli Arbarei<br />
Su Boschettu<br />
di G. Carrucciu<br />
Loc. Pranu Laccu - Pauli Arbarei<br />
Tel. +39 070 939695
Sanluri<br />
Strovina 78<br />
Podere Valbella, Sanluri Stato - Sanluri<br />
Tel. +39 070 9330536<br />
L. Cocco<br />
Loc. Riu Piras - Sanluri<br />
Matzeu<br />
Podere Monfalcone, Sanluri Stato - Sanluri<br />
Tel. +39 070 93305229<br />
Sardara<br />
Valle Sireu<br />
Loc. Sireu - 09030 Sardara (Ca)<br />
Cell. 340 6636252<br />
Arbicci<br />
di F. Pisu<br />
Loc. Arbicci - 09030 Sardara (Ca)<br />
Cell. 349 4266795<br />
Villamar<br />
Pranu Murdegu<br />
Sp 46, Km. 2300 - 09020 Villamar (Ca)<br />
Tel. +39 070 9309265<br />
Villanovafranca<br />
Su Gagliardu<br />
Loc. Riu Mortoriu - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Cell. 349 7304281<br />
Case tipiche<br />
Collinas<br />
Sa Domu ‘e Forru<br />
Vico Chiesa, 4 - 09020 Collinas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9304143<br />
Su Foxibi<br />
Via San Sebastiano, 1 - 09020 Collinas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9304292<br />
Sa Domu’e Zia<br />
Vico V. Emanuele II, 1 - 09020 Collinas (Ca)<br />
Cell. 340 5039319<br />
Lunamatrona<br />
S’Antigu<br />
Via G. B. Tuveri, 4 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 939185<br />
Domu’e Luna<br />
Via Gioberti, 4 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 939105<br />
135
Pauli Arbarei<br />
Casa Berenice<br />
Via IV Novembre, 1 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />
Tel. +39 070 939881<br />
Locanda la Rosa<br />
Via S. Agostino, 27 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />
Tel. +39 070 9341057<br />
Villanovaforru<br />
Sa Muredda<br />
Via San Sebastiano - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300162<br />
Casa Rinaldo<br />
Via <strong>Sardegna</strong>, 36 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300123<br />
Casa degli Aranci<br />
Via Tirso - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300057<br />
136<br />
Ristorazione<br />
Barumini<br />
Ristorante Su Nuraxi<br />
Sp Barumini / Tuili - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368305<br />
Ristorante Sa Lolla<br />
Via Cavour, 49 - Barumini - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368419<br />
Ristorante Il Cavallino della Giara<br />
pressi Villaggio Nuragico - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368122<br />
Ristorante Terra de Entos<br />
Via Dante, 19 - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368136<br />
Ristorante <strong>Sardegna</strong> in Miniatura<br />
Sp Tuili / Las Plassas - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9361004<br />
Lunamatrona<br />
Ristorante Pizzeria Sa Mitza e Sa Rocca<br />
Sp Lunamatrona / Sanluri - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 939505<br />
Ristorante Luna Sorgente<br />
Sp Lunamatrona / Sanluri - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Mogoro<br />
Ristorante Da Egisto<br />
Ss 131 Km. 66,5, bivio per Mogoro<br />
Tel. +39 0783 990286<br />
Ristorante Pizzeria L’Airone<br />
Via A. Gramsci, 28 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990045
Ristorante Pizzeria S’Arrabotta<br />
Via A. Gramsci, 10 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 997083<br />
Pizzeria Tavola Calda Tentazioni<br />
Via A. Gramsci, 85 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990548<br />
Pauli Arbarei<br />
Pizzeria Stesy<br />
Via Roma, 1 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />
Tel. +39 070 939202<br />
Sanluri<br />
Ristorante Da Egisto 2<br />
Ss 131 Km. 42,4 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9307073<br />
Ristorante Da Rosy<br />
di A. Musa<br />
Via C. Felice, 510 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9307957<br />
Ristorante I. Podda<br />
Via C. Felice, 437 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 93071176<br />
Ristorante A. Loi<br />
Via C. Felice, 57 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9307164<br />
Ristorante M. P. Sanna<br />
Via C. Felice, 179 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Ristorante S. Lorenzo<br />
Via C. Felice, 182 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9301090<br />
Pizzeria Incognito<br />
Via C. Felice, 35 - 09050 Sanluri (Ca)<br />
Tel. +39 070 9307996<br />
Sardara<br />
Ristorante Il pescatore<br />
Via Oristano, 197 - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387907<br />
Ristorante Pizzeria Da Silvano<br />
Via Cedrino, 1 - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387811<br />
Pizzeria Gelateria Sporting<br />
di E. Pitzalis<br />
Via Oristano, 71 - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387621<br />
Segariu<br />
Ristorante Rocce Bianche<br />
Via San Michele, 2 - 09040 Segariu (Ca)<br />
Tel. +39 070 9302036<br />
Ristorante Pizzeria Is Coronas<br />
Loc. Is Coronas Arrubias - 09040 Segariu (Ca)<br />
Tel. +39 070 9302301<br />
137
138<br />
Tuili<br />
Pizzeria<br />
Via IV Novembre, 4 - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9364162<br />
Ussaramanna<br />
Pizzeria Sa Giara<br />
Via Roma, 2 - 09020 Ussaramanna (Ca)<br />
Tel. +39 070 95254<br />
Villamar<br />
Ristorante La Ruota<br />
Viale E. Lussu, 8 - 09020 Villamar (Ca)<br />
Tel. +39 070 9309265<br />
Ristorante S’Olivariu<br />
Via degli Ulivi - 09020 Villamar (Ca)<br />
Ristorante Pizzeria Il borgo<br />
Via Roma - 09020 Villamar (Ca)<br />
Pizzeria Bisteccheria Aquajet<br />
Ss 197, Km. 36,800 - 09020 Villamar (Ca)<br />
Cell. 347 7862162<br />
Villanovafranca<br />
Ristorante Pizzeria La Perla<br />
Via XX Settembre, 79 - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Tel. +39 070 9367623<br />
Pizzeria Sebastian<br />
Via XX Settembre, 7 - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Tel. +39 070 9367218<br />
Villanovaforru<br />
Ristorante I Lecci<br />
Sp. Villanovaforru / Collinas - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9331021<br />
Ristorante Funtana Noa<br />
Via V. Emanuele, 68 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9331019<br />
Ristorante Le Strutture<br />
Loc. Genna Maria - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300054<br />
Pizzeria Trattoria Fra Diavolo<br />
Via V. Emanuele, 49 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300208<br />
GUIDA AGLI ACQUISTI<br />
Barumini<br />
Gioielleria Prendas<br />
Piazza Santa Lucia - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9361000<br />
Gioielli di <strong>Sardegna</strong>.
Terra Antica Ceramiche<br />
Via Tirso, 9 - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368089<br />
Laboratorio ceramiche.<br />
Laboratorio dolci Sapori Antichi<br />
Via Umberto, 85 - 09021 Barumini (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368004<br />
Produzioni dolci e paste fresche.<br />
Collinas<br />
Azienda Apistica Il Mandorlo<br />
di A. Tuveri<br />
Cell. 340 5637815<br />
Produzione miele.<br />
Furtei<br />
Gioielleria orologeria<br />
di Maria Gabriella<br />
Piazza IV Novembre, 13 - 09040 Furtei (Ca)<br />
Tel. +39 070 9302830<br />
Laboratorio Artigianato<br />
di Vacca Sigismina<br />
Via Dante, 6 - 09040 Furtei (Ca)<br />
Tel. +39 070 9305031<br />
Gonnostramatza<br />
Ceramiche Wallon Kornelia Maria<br />
Vico IV Corso Europa, 2 - 09093 Gonnostramatza (Or)<br />
Tel. +39 0783 92548<br />
Produzione ceramiche artistiche.<br />
Las Plassas<br />
Panificio artigianale Cotra Gianfranco<br />
Via Grazia Deledda, 4 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9364614<br />
Produzione e rivendita pane tipico sardo Civraxiu.<br />
Cooperativa agricola srl R60<br />
Via Dante, 27 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9364043<br />
Produzione e rivendita di legumi.<br />
Società Il Castello<br />
Via Cagliari, 30 - 09020 Las Plassas (Ca)<br />
Tel. +39 320 1627526<br />
Produzione e rivendita di prodotti agroalimentari freschi.<br />
Lunamatrona<br />
Arte Sarda Negozio Artigianato<br />
di G. Serra<br />
Via V. Emanuele, 14 - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 9340238<br />
Ardu Liana<br />
Via Tuveri, 1/B - 09022 Lunamatrona (Ca)<br />
Tel. +39 070 939716<br />
Laboratorio artigiano creazione di arazzi.<br />
139
140<br />
Mogoro<br />
Lavorazione a mano di arazzi<br />
di G. Piras<br />
Via Nuova, 23 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990339<br />
Produzione artigianale arazzi e tappeti.<br />
Laboratorio Tessile L. Fatteri<br />
Via Santu Miali, 26 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990854<br />
Produzione artigianale arazzi e tappeti.<br />
Artigianato Tessile Su Trobasciu<br />
Via Gramsci, 1 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990581<br />
Centro ISOLA, produzione artigianale arazzi e tappeti.<br />
Lavorazione a mano arazzi e tappeti<br />
di P. Piras Spanu<br />
Via Nuova, 23 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990339<br />
Su Maistu del Linna<br />
di C. Mandis<br />
Vico IV Gramsci, 8 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990003<br />
Produzione artigianale mobili<br />
S.G.S.<br />
di S. Serra<br />
Zona Artigianale, Via dei Mestieri - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 991886<br />
Lavorazione artistica del legno<br />
di B. Mandis<br />
Via dell’Artigianato - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990833<br />
Produzione artigianale mobili.<br />
Lavorazione artistica del legno<br />
di D. Maccioni<br />
Vico I Roma, 3 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990335<br />
Produzione artigianale manufatti in legno.<br />
Lavorazione artistica del legno<br />
di S. Mandis<br />
Via L. Fois, 87 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990254<br />
Produzione artigianale manufatti in legno.<br />
Blue Marlin Srl<br />
Via A. Gramsci, 21 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 991563 • Fax +39 0783 997401<br />
blumarlin@bottarga.it • www.bottarga.it<br />
Produzione artigianale di bottarga di muggine. Commercializzazione di prodotti<br />
ittici. Punto vendita.<br />
Ditta Individuale Pina Piras<br />
Via Nuova, 21 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990339<br />
Produttore con rivendita di olio d'oliva, olive, mandorle, miele, grano.
Cantina Sociale Il Nuraghe<br />
Ss 131 km 66,00 - 09095 Mogoro (Or)<br />
Tel. +39 0783 990285<br />
Produzione vini.<br />
Orroli<br />
Laboratorio orafo<br />
di Maria Rosaria Pisano - 08030 Orroli (Nu)<br />
Cell. 349 3950939<br />
Laboratorio artigiano e rivendita di gioielli e manufatti artistici in oro filigrana<br />
e osso. Mamuthones in carta pesta.<br />
Artigianna Ceramiche<br />
Via Roma,133 - 08030 Orroli (Nu)<br />
Tel. +39 0782 847739<br />
Riproduzione in ceramica e terra cotta di vasellame originale nuragico, manufatti<br />
artistici. Punto vendita.<br />
Is Arresorjas<br />
di Massimo Pisano<br />
Via Roma 33 - 08030 Orroli (Nu)<br />
Cell. 340 5369880<br />
Laboratorio artigiano. Creazione di coltelli tradizionali sardi e coltelli da<br />
collezione.<br />
Pauli Arbarei<br />
Artigiano del legno intagliato<br />
di E. Secci<br />
Via Roma, 6 - 09020 Pauli Arborei (Ca)<br />
Tel. +39 070 939295<br />
Produzione artigianale manufatti in legno.<br />
Sardara<br />
Artigianato del legno<br />
di S. Mara<br />
Via Ariosto, 71/a - 09030 Sardara (Ca)<br />
Cell. 349 5689786<br />
Produzione artigianale manufatti in legno.<br />
Ibba Arredamenti<br />
di Angelo Ibba<br />
Via Cagliari, 2 - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387045<br />
Lavorazione del legno per la creazione di calessi e carrozze, i tipici carri per<br />
portare i santi in processione. Punto vendita.<br />
Apicoltura Su Murriabi<br />
Via G. Pintor, 5 - 09030 Sardara (Ca)<br />
Tel. +39 070 9387517<br />
Segariu<br />
L'arte del Legno<br />
di Franca Vinci<br />
Via Roma, 149 - 09040 Segariu (Ca)<br />
Cell. 328 0245612<br />
Lavorazione artistica del legno, creazione di manufatti e cassapanche in stile<br />
sardo. Punto vendita.<br />
141
142<br />
Senorbì<br />
Dolci Sapori<br />
di Marongiu Michela<br />
Via G. Dessì. 4 - 09040 Senorbì (Ca)<br />
Tel. +39 070 9809013 • Fax +39 070 9809013<br />
Produzione e vendita di dolci tipici sardi.<br />
Siddi<br />
Azienda Apistica<br />
di M. Cau<br />
Via S. Sebastiano, 4 - 09020 Siddi (Ca)<br />
Tel. +39 070 939500<br />
Produzione miele.<br />
Sapori Antichi Dolci Tipici<br />
Via Regina Elena, 37 - 09020 Siddi (Ca)<br />
Tel. +39 070 939157<br />
Suelli<br />
Panificio tradizionale Beranu<br />
Via Stazione, 5 - 09040 Suelli (Ca)<br />
Tel. +39 070 988210<br />
Produzione e vendita pane tipico sardo, fregola sarda, dolci sardi.<br />
Tuili<br />
Jara<br />
di R. Sanna & C. sas<br />
Via G.B. Tuveri, 16 - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9364277 • Fax +39 070 9364277<br />
Rivendita di artigianato tipico e di prodotti agroalimentari tipici.<br />
Dolciaria Nuraghe<br />
di Graziano Pranteddu e C. snc<br />
Via Marmilla, sn - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9368077<br />
Produzione di dolci tipici sardi. Carapigna, gelati, granite sorbetti. Punto Vendita.<br />
Pintori Antonello<br />
IV Novembre, 21 - 09029 Tuili (Ca)<br />
Cell. 347 5379382<br />
Produttore agroalimentare con rivendita. Olio extravergine d'oliva, olive da<br />
confetto, mandorle, miele, grano.<br />
Dolci Tipici Nuraghe<br />
Via Marmilla, 8 - 09029 Tuili (Ca)<br />
Tel. +39 070 9364304<br />
Produzioni dolci tipici.<br />
Turri<br />
Coni Maria Teresa<br />
Via Sant'Elia, 38 - 09020 Turri (Ca)<br />
Tel. +39 0783 95046 • Fax +39 0783 95473<br />
Produzione e vendita di prodotti agroalimetari: zafferano, mandorle, olio d'oliva.<br />
Itria<br />
Via E. Berlinguer, 3 - 09020 Turri (Ca)<br />
Produzione zafferano.
Ussaramanna<br />
Green Gold srl<br />
Zona artigianale - 09020 Ussaramanna (Ca)<br />
Tel. +39 0783 959007 • Fax +39 0783 959135<br />
grrengold@tiscali.it • www.greengold.it<br />
Produzione e rivendita di prodotti agroalimentari: olio d'oliva, spezie e piante<br />
officinali, conserve ittiche e vegetali.<br />
Villamar<br />
Artigianato Tessile Madre Teresa<br />
Zona PIP - 09020 Villamar (Ca)<br />
Tel. +39 070 9309115<br />
Laboratorio Bottega dell’Ossidiana<br />
di Michelangelo Sanna<br />
Via Prazza e Corti - 09020 Villamar (Ca)<br />
Produzione manufatti in ossidiana.<br />
Villanovafranca<br />
Piccola Cooperativa Il Coccio<br />
Via Regina Elena, 13/2 - 09020 Villanovafranca (Ca)<br />
Tel. +39 070 9367458 • Fax +39 070 9367458<br />
ilcocciopicoop@tiscali.it • www.comune.villanovafranca.ca.it<br />
Creazione e vendita di ceramiche artigianali. Riproduzioni di reperti archeologici.<br />
Villanovaforru<br />
Laboratorio artigiano Coltelleria Is Lunas<br />
Loc. S. Marina - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300033<br />
Produzione artigianale coltelli.<br />
Laboratorio Orafo Mamù<br />
di Mauro Mura<br />
Loc. San Marina - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Cell. 349 4935736<br />
Produzione gioielli e filigrane.<br />
Laboratorio artigiano Coltelleria Mocci<br />
Via Umberto I, 35 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Cell. 339 6748403<br />
Produzione artigianale coltelli.<br />
Ceramiche Nuragiche<br />
di Cabiddu Roberta<br />
Via Argiolas, 16 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9300001<br />
Riproduzione ceramiche nuragiche.<br />
Casa della Ceramica Artistica<br />
Piazza Costituzione - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Laboratorio ceramiche.<br />
La Casa del Dolce<br />
Via delle Grotte, 4 - 09020 Villanovaforru (Ca)<br />
Tel. +39 070 9331010<br />
Dolci tipici sardi.<br />
143
<strong>SUD</strong> OVEST
Il Sulcis è una delle più antiche terre emerse nel Mediterraneo<br />
e la sua visita rappresenta un autentico viaggio nel tempo<br />
geologico. Facilmente raggiungibile da Cagliari percorrendo<br />
la SS 130 in direzione Iglesias, o dal nord dell’isola percorrendo<br />
la SS 131 e deviando, dopo Sanluri, in direzione<br />
Villacidro-Siliqua, l’area del Sud Ovest offre al visitatore i<br />
mille volti di una terra ricca di risorse ambientali e umane.<br />
Terra dalle mille sfaccettature e dalle molte sorprese, si<br />
estende ad occidente dell’area vasta di Cagliari per poi<br />
risalire fino al confine con la provincia di Oristano. Partendo<br />
dal capoluogo e percorrendo la costa ci si inoltra lungo<br />
chilometri di coste tra le più varie, costituite da scogliere,<br />
vasti litoranei sabbiosi, calette, centri minerari arroccati sulle<br />
pendici a strapiombo. Un entroterra ricco di bellezze naturalistiche<br />
endogene, vestigia storiche e archeologia industriale<br />
ospita l’insediamento di piccoli centri e importanti aree<br />
minerarie, ora quasi completamente dismesse, che da sempre<br />
hanno segnato la storia dei luoghi.
Torre dei Corsari<br />
Marina di Arbus<br />
Montevecchio<br />
Ingurtosu Guspini<br />
Arbus<br />
S.Gavino Monreale<br />
Capo Pecora<br />
Buggerru<br />
Fontanamare<br />
Portoscuso<br />
Calasetta<br />
S.Antioco<br />
Fluminimaggiore<br />
Cala Domestica<br />
Masua<br />
Porto Flavia<br />
Pan di Zucchero<br />
Iglesias<br />
Nebida<br />
Isola<br />
di San Pietro<br />
Carloforte<br />
Gonnesa<br />
Carbonia<br />
Porto Botte<br />
Porto Pino<br />
Gonnosfanadiga<br />
Tratalias<br />
S. Giovanni Suergiu<br />
Villamassargia<br />
Narcao<br />
Vallermosa<br />
Domusnovas<br />
Perdaxius<br />
Villaperuccio<br />
Villacidro<br />
Nuxis<br />
Giba Piscinas<br />
Masainas<br />
Sant’Anna Arresi<br />
Siliqua<br />
Santadi<br />
Teulada<br />
Domus de Maria<br />
<strong>SUD</strong> OVEST<br />
Pula<br />
Nora<br />
Santa Margherita<br />
Capo Teulada<br />
Chia
148<br />
Iglesias<br />
L’antica Villa di Chiesa pisana è uno dei più<br />
significativi centri di età medioevale dell’Isola<br />
e una delle mete più ricercate del nuovo<br />
turismo sardo. Il nome fu attribuito<br />
dagli spagnoli nel 1479, in sostituzione<br />
di quello di Villa<br />
di Chiesa dato dai pisani<br />
e storicamente attestato<br />
al 1272. Nella ripartizione<br />
del Giudicato di Cagliari<br />
intercorsa nell’XI secolo,<br />
per volontà di potenti<br />
famiglie italiane il territorio<br />
denominato Sigerro<br />
andò ai Conti di Donoratico<br />
e ad Ugolino della<br />
Gherardesca. In questo<br />
periodo venne edificato il castello di San Guantino (castello<br />
Salvaterra) e la città si dotò di un’organizzazione sociale<br />
governata dal Codice denominato Breve di Villa di Chiesa -<br />
del quale esiste un unico esemplare conservato nell'archivio<br />
storico comunale - di un ospedale e delle carceri. Durante<br />
la dominazione pisana la città venne cinta da possenti mura<br />
e fu sede di una zecca che coniava monete d’argento. Nel<br />
1324 si arrese all’assedio dell’esercito aragonese; successivamente,<br />
insieme a Cagliari, Alghero, Bosa, Castelsardo,<br />
Oristano e Sassari, venne riconosciuta Città Regia dai catalano-aragonesi,<br />
non soggetta al regime feudale ma direttamente<br />
alla giurisdizione regia per la sua importanza<br />
economica e strategica. Il patrimonio artistico<br />
vanta pregevoli chiese costruite tra<br />
X e XVI secolo. La cattedrale<br />
di Santa Chiara, situata<br />
nel cuore del centro<br />
storico, fu edificata nel<br />
1284 per volontà di<br />
Ugolino della Gherardesca.<br />
Con la dismissione<br />
dell'attività mineraria<br />
la città punta<br />
ora sullo sviluppo<br />
turistico,
dimostrando una notevole vivacità nell’organizzazione di<br />
manifestazioni lungo tutto l’arco dell’anno. I riti della Settimana<br />
Santa affondano le loro radici alla fine del ‘600 e<br />
raccolgono l’espressione più alta del sentimento religioso.<br />
Le celebrazioni hanno inizio il martedì con la processione<br />
dei Misteri, proseguono il giovedì con quella dell’Addolorata<br />
e il venerdì con il Descenso, rito suggestivo e<br />
partecipato rappresentante il funerale di<br />
Cristo. Iglesias è sede del consorzio del Parco<br />
Geominerario Storico e Ambientale della<br />
<strong>Sardegna</strong>, riconosciuto dall'Unesco nel 1998<br />
e primo parco mondiale della rete dei Geositi/Geoparchi.<br />
Da segnalare infine l'attività<br />
dei diversi artigiani locali della ceramica, del<br />
legno e, in particolare, degli argentieri del<br />
Centro pilota per l'argento dell'I.S.O.L.A.<br />
Miniera di Monteponi<br />
La miniera di Monteponi ha coltivato uno dei<br />
più cospicui giacimenti di galena argentifera<br />
in <strong>Sardegna</strong>. Forse già nota ai Romani, la sua<br />
attività è storicamente attestata nel 1324 e<br />
il sito è rimasto in produzione sino agli ultimi<br />
anni ‘70. Dell’impianto restano decine di edifici<br />
industriali di grande interesse storico e architettonico,<br />
tra i quali si distingue il rappresentativo Palazzo<br />
della Direzione Bellavista. I più importanti pozzi della miniera<br />
sono indiscutibilmente il Pozzo Vittorio Emanuele ed il Pozzo<br />
Sella. Il primo, che si spinge a quota –100, fu scavato nel<br />
1863 per essere destinato al trasporto dei minatori e del<br />
minerale estratto. Il secondo, dedicato al parlamentare<br />
Quintino Sella e scavato nel 1874, ospitava le grandi pompe<br />
a vapore utilizzate per l'eduzione delle acque sotterranee.<br />
Galleria Villamarina<br />
La Galleria Villamarina, i cui lavori di scavo iniziarono<br />
nel 1852, prende il nome dal viceré del Regno di <strong>Sardegna</strong><br />
Marchese di Villamarina.<br />
149
Il suo tracciato incontra i due più importanti pozzi della<br />
miniera di Monteponi, il Pozzo Vittorio Emanuele ed il Pozzo<br />
Sella.<br />
Per informazioni e prenotazioni individuali: tel. 339 8848962 - 0781 54023<br />
Per le prenotazioni di gruppi o scuole: Servizio Visite<br />
tel. 0781 491300 • fax 0781 491395 • e-mail: segr.igea@virgilio.it<br />
Miniera di San Giovanni<br />
La miniera di San Giovanni, una delle più importanti e<br />
antiche in <strong>Sardegna</strong>, era già nota ai Pisani col nome di<br />
Monte Barlao. Nel 1865 l’ingegnere ungherese Keller<br />
ottenne il permesso di ricerca e la dichiarazione di scoperta,<br />
per poi cedere la miniera ad una società inglese.<br />
Il periodo più florido coincise con la gestione della Pertusola<br />
Limited, che impiantò una moderna laveria gravimetrica<br />
e il villaggio di minatori di nome Bindua.<br />
Grotta di Santa Barbara<br />
La Grotta di Santa Barbara, protettrice dei minatori, è situata<br />
all'interno della miniera di San Giovanni. Scoperta casualmente<br />
nell'aprile del 1952 durante lo scavo di un fornello<br />
ha avuto probabile origine dal fenomeno del carsismo.<br />
Attualmente è ritenuta una delle più antiche d'Europa. Ciò<br />
che la rende particolarmente singolare sono i tipici cristalli<br />
di barite tabulare scura disposti a nido d'ape rinvenibili nelle<br />
volte e in gran parte delle pareti. Si possono ammirare<br />
maestose colonne di aragonite azzurra, sculture calcaree a<br />
forma di canne d'organo ed enormi stalattiti appiattite.<br />
Per informazioni e prenotazioni individuali: tel. 339 8848962 - 0781 54023<br />
Per le prenotazioni di gruppi o scuole: Servizio Visite<br />
tel. 0781 491300 • fax 0781 491395 • e-mail: segr.igea@virgilio.it<br />
150<br />
Estate Medioevale Iglesiente,<br />
Corteo storico medioevale e Processione dei ceri<br />
Nella seconda domenica di luglio si tengono dal 1735 i riti<br />
dedicati alla Madonna delle Grazie, scioglimento del voto<br />
espresso dalla popolazione iglesiente che impetrò la grazia<br />
di porre fine ad una massiccia invasione di<br />
cavallette. Un omaggio al medioevo
ivive tra storia e spettacolo il 13 agosto di ogni anno. Il<br />
centro storico è attraversato da un corteo di figuranti in<br />
abiti tipicamente medioevali che trasforma le strette vie in<br />
un palcoscenico affascinante. Unitamente al Torneo della<br />
Balestra, che vede misurarsi gruppi di balestrieri locali, il<br />
Corteo rappresenta la<br />
parte centrale del calendario di<br />
manifestazioni medioevali. Il 15<br />
agosto si tiene la festa dei Candelieri<br />
in onore della Vergine Assunta, aperta dall’ingresso<br />
dei candelieri in Cattedrale per ricevere ognuno un cero.<br />
Durante la festa, di origini bizantine, i pesanti candelieri in<br />
legno dell’altezza di circa quattro metri transitano per le vie<br />
del centro, rappresentando la Municipalità, i quartieri storici<br />
- Santa Chiara, di Mezzo, Castello e Fontana - le Corporazioni<br />
o Gremi della Montagna - i minatori - i Vignajuoli, i lavoratori<br />
Artigiani e i Mercanti.<br />
Per informazioni: Ufficio Turistico<br />
tel. 0781 41795<br />
151<br />
Buggerru<br />
Galleria Henry<br />
La galleria Henry, ubicata a una quota di poco superiore<br />
all'abitato di Buggerru, riveste un fascino particolare per la<br />
presenza di camminamenti esterni ricavati nella roccia che<br />
offrono viste vertiginose dalla costa a strapiombo. La galleria<br />
è la più importante struttura della miniera di Planu Sartu,<br />
per le sue imponenti dimensioni funzionali all'impiego di<br />
locomotive a vapore e per la rete ferroviaria costruita per<br />
sostituire i lenti ed onerosi trasporti a dorso di mulo.<br />
Per informazioni e prenotazioni individuali: tel. 339 8848962 - 0781 54023<br />
Per le prenotazioni di gruppi o scuole: Servizio Visite<br />
tel. 0781 491300 • fax 0781 491395 • e-mail: segr.igea@virgilio.it
Cala Domestica<br />
La suggestiva Cala Domestica si apre lungo uno dei tratti di<br />
costa più selvaggi dell'Isola, reso ancora più affascinante<br />
dai ruderi delle antiche miniere dismesse. Fino al 1940 la<br />
cala è stata porto d’imbarco dei minerali provenienti dalla<br />
miniera di Acquaresi. A proteggere lo scalo strategico<br />
venne eretta verso la fine del Settecento la Torre di<br />
Cala Domestica, sulla penisoletta che chiude<br />
il lato meridionale della spiaggia.<br />
Masua - Nebida<br />
Lungo la strada costiera che dalla<br />
frazione mineraria di Nebida<br />
conduce al paesino di Masua si<br />
può ammirare uno dei panorami<br />
più inaspettati della <strong>Sardegna</strong>,<br />
dominato dal faraglione di candido<br />
calcare di Pan di Zucchero<br />
che si erge isolato nel mare a<br />
poca distanza dalla spiaggia di<br />
Porto Flavia. In questa piccola<br />
baia sono ancora visibili i resti<br />
della miniera di Nebida e l’annessa<br />
laveria Lamarmora.<br />
Galleria di Porto Flavia<br />
Il sito minerario prende nome<br />
dalla figlia primogenita del<br />
progettista e venne realizzato nel 1924. A Porto Flavia il<br />
minerale era stoccato nei silos sotterranei ricavati nella<br />
roccia, per poi affluire su nastro trasportatore direttamente<br />
nella stiva delle navi da carico alla fonda.
Fluminimaggiore<br />
Grotta Su Mannau<br />
Originata da due piccoli torrenti il cui corso ha creato imponenti<br />
gallerie ornate di calciti e aragoniti Su Mannau, una<br />
fra le più belle grotte della <strong>Sardegna</strong>, ha uno sviluppo di 800<br />
metri. Nella grotta sono attualmente visitabili la sala del<br />
Sonno e la sala Vergine, dove si osservano bianche concrezioni<br />
stalattitiche e stalagmitiche e un gruppo di aragoniti coralloidi<br />
eccentriche. La grotta è habitat naturale per diverse specie<br />
di pipistrello, insetti e molluschi. Ai visitatori vengono proposti<br />
due distinti itinerari, di cui uno riservato a speleologi esperti.<br />
Per informazioni e prenotazioni: Su Mannau Grotte sas<br />
via Vitt. Emanuele 81, 09010 Fluminimaggiore (CA)<br />
tel. 347 6874748 • 347 5413624<br />
Mulino Licheri<br />
L’antico mulino ad acqua Licheri, immerso nella vegetazione<br />
a ridosso del costone montano, è l’ultimo sopravvissuto degli<br />
oltre venti mulini attivi sino alla prima metà del Novecento<br />
lungo i due principali corsi d’acqua che attraversano il territorio<br />
di Fluminimaggiore. All’interno dell’edificio sono illustrate le<br />
fasi della produzione e della lavorazione dei cereali e, più in<br />
generale, del ciclo della vita nel mondo agropastorale. I pezzi<br />
di maggior pregio sono il carro, i recipienti per il formaggio<br />
noti come is caddaxius, i setacci, lo spazio del forno denominato<br />
sa domu de su forru, il telaio. Il mulino, un tempo<br />
destinato alla produzione di farina integrale, è mantenuto<br />
funzionante a scopo documentario.<br />
Per informazioni: Start Uno<br />
tel. 347 8174989 / 0781 580990 • fax 0781 582198<br />
e-mail: startuno@tiscali.it<br />
Museo Paleontologico<br />
Il Museo offre un’esposizione di trilobiti, archeociatidi, graptoliti,<br />
briozoi ed echinodermi, testimoni dell’antichità paleontologica<br />
e geologica del territorio.<br />
Per informazioni: Start Uno<br />
tel. 347 8174989 / 0781 580990 • fax 0781 582198<br />
e-mail: startuno@tiscali.it<br />
153
154<br />
Tempio di Antas<br />
Il maestoso tempio di Antas fu edificato intorno alla metà<br />
del I millennio a.C. sul rilievo del monte Conca s'Omu, in<br />
un'area delimitata da un affioramento calcareo che assunse<br />
funzione di roccia sacra. Dedicato a Sid Addir Babai, divinità<br />
oggetto di culto da parte dei sardi autoctoni, fu costruito<br />
dai Cartaginesi e ristrutturato dai Romani nel II secolo a.C.<br />
Alla suggestione del tempio contribuisce la bellezza della<br />
valle ricca di acqua e vegetazione, che aveva richiamato<br />
popolazioni nuragiche e, successivamente, cartaginesi e<br />
romani per la ricchezza dei giacimenti di piombo<br />
e ferro. Per questo motivo nell’area<br />
archeologica si notano resti<br />
d’età nuragica e sovrapposizioni<br />
posteriori. In particolar<br />
modo si distingue<br />
il tempio<br />
punico-romano,<br />
una struttura<br />
tripartita innalzata<br />
su un’imponente<br />
base preceduta<br />
da<br />
gradinata e maestoso<br />
colonnato<br />
reggente l’architrave<br />
con l’iscrizione<br />
che ha consentito<br />
di<br />
ricostruire il culto<br />
di Sardus Pater<br />
Babai e la dedica<br />
all’imperatore Caracalla.<br />
A poca distanza<br />
dall’edificio<br />
sacro sono visibili i<br />
resti di un villaggio<br />
nuragico con capanne<br />
a forma semicircolare.<br />
Gli ambienti<br />
erano<br />
circondati da mura con varco d’accesso per uomini e carri,<br />
i reperti ritrovati sono prevalentemente di manifattura locale.<br />
Tra le abitazioni e il muro di cinta è emersa una necropoli<br />
che ha restituito corredi e monili testimonianti il culto di<br />
Sardus Pater Babai.<br />
Per informazioni: Start Uno<br />
tel. 347 8174989 / 0781 580990 • fax 0781 582198<br />
e-mail: startuno@tiscali.it
Arbus<br />
Miniera di Ingurtosu<br />
La miniera di Ingurtosu inizia l’attività nei primi anni dell’Ottocento.<br />
L’esteso villaggio che la circonda è uno dei più<br />
significativi esempi di borgo minerario in <strong>Sardegna</strong> e prende<br />
il nome dalla denominazione locale dell'avvoltoio grifone,<br />
su Gurturgiu, ora estinto. Il complesso è immerso in un<br />
ambiente naturalistico di selvaggia bellezza, a pochi chilometri<br />
dal mare e dalle grandi dune di Piscinas. Vi si ammira la<br />
bella Direzione della Miniera in stile neoclassico e la laveria,<br />
un impianto all'epoca considerato all'avanguardia per innovazione<br />
tecnologica. La miniera, che dava lavoro ad oltre<br />
mille persone, è inattiva dal 1964.<br />
Dune di Piscinas<br />
Le dune di Piscinas, tra le più grandi in Europa, sono state<br />
dichiarate patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.<br />
Si spingono nell’entroterra per circa 2 chilometri raggiungendo<br />
un’altezza massima di 100 metri, continuamente<br />
rimodellate dai venti occidentali che insistono sulla zona<br />
lungo tutto l’arco dell’anno. La vegetazione endemica è<br />
perfettamente adattata all’ambiente dunale, con prevalenza<br />
di ginepri plurisecolari, lentisco, ginestra ed euforbia alternate<br />
ad ampie distese di tamerici e di giunchi nei pressi dei corsi<br />
d’acqua. In questo fragile e unico ecosistema la fauna è<br />
caratterizzata dalla presenza del cervo sardo e della tartaruga<br />
marina Caretta Caretta, che trova in questo tratto di costa<br />
un luogo ideale per la deposizione delle uova nelle notti di<br />
giugno e luglio.<br />
155
Capo Pecora<br />
Un paesaggio popolato di rocce granitiche modellate dal<br />
vento e macchiate da rada vegetazione, aspro e desolato,<br />
con scogliere a strapiombo sul mare e caratterizzato da un<br />
panorama emozionante.<br />
Museo del coltello sardo<br />
Allestito in una casa del Settecento restaurata espone una<br />
collezione di coltelli del XVI secolo, le produzioni dei più<br />
rappresentativi coltellinai sardi contemporanei e la ricostruzione<br />
di un laboratorio ferraio in cui è possibile ammirare<br />
numerose attrezzature da lavoro dell’Ottocento ed assistere<br />
alle fasi del processo di realizzazione dei coltelli.<br />
Per informazioni e prenotazioni: tel. 070 9759220 – 349 0537765<br />
Marina di Arbus<br />
Casa del Poeta<br />
Immersa nel riverbero delle dune di Pistis la cosiddetta Casa<br />
del Poeta è stata interamente realizzata da una coppia di<br />
coniugi di Guspini, Orlanda e Efisio, all’interno di una pianta<br />
di ginepro, tra i cui rami fitti e contorti sono stati sagomati<br />
alcuni vani e una piccola veranda. La casa ha come struttura<br />
portante un grande albero di ginepro e le pareti sono costruite<br />
con materiali naturali dell’ambiente costiero o portati dal<br />
mare. I visitatori vengono invitati a comporre e a lasciare<br />
una poesia ai padroni di casa.<br />
156<br />
Guspini<br />
I basalti colonnari<br />
Al centro dell’abitato di Guspini, presso il colle Zeppara, si<br />
può ammirare lo splendido monumento naturale dei basalti<br />
colonnari, una formazione geologica originata dall’attività<br />
vulcanica che interessò questa<br />
parte della <strong>Sardegna</strong> tra la fine del<br />
Miocene e l’inizio del Pliocene. II raffreddamento<br />
della lava, avvenuto molto<br />
lentamente, ha creato perfette fessurazioni<br />
verticali, dando origine alle colonne<br />
basaltiche modellate nella caratteristica<br />
conformazione a canne d’organo<br />
Montevecchio<br />
La miniera di piombo e zinco di<br />
Montevecchio, tra le più estese in<br />
Europa, è uno degli otto siti che<br />
costituiscono il Parco Geominerario<br />
della <strong>Sardegna</strong>. Il giacimento era già<br />
sfruttato nell’Età del Bronzo dalle<br />
popolazioni nuragiche.
Oggi il borgo minerario, immerso nella vegetazione e incastonato<br />
tra le montagne che digradano verso la Costa Verde,<br />
accoglie gli uffici della miniera e numerosi edifici che mostrano<br />
uno stile costruttivo ricercato e originale. Il più<br />
significativo è il Palazzo della Direzione, un’imponente<br />
struttura sorta nel 1870, con una bella sala decorata in stile<br />
eclettico di fine Ottocento. Nel Palazzo sono allestite le<br />
mostre permanenti La Civiltà Mineraria, con modellini,<br />
fotografie storiche e attrezzi originali dei minatori, La fauna<br />
sarda, con circa cento esemplari imbalsmati o impagliati e<br />
La mostra fotografica de “Il figlio di Bakunin”, opera cinematografica<br />
del regista sardo Gianfranco Cabiddu ispirata<br />
all’omonimo romanzo di Sergio Atzeni.<br />
Fa parte del complesso minerario di Montevecchio il Cantiere<br />
di Piccalinna che, sorto nel 1876, è in stile liberty francese.<br />
Il sito ospita macchinari trasportati via mare nel 1903 dagli<br />
Stati Uniti e utilizzati per la produzione di aria compressa<br />
ed energia<br />
elettrica, ultimi<br />
esempi rimasti<br />
in <strong>Sardegna</strong><br />
della<br />
tecnologia<br />
mineraria<br />
d’oltre oceano.<br />
157<br />
Per informazioni<br />
e prenotazioni:<br />
Coop. Promoserapis<br />
tel. 335 5314198
Arresojas<br />
Presso il borgo minerario si svolge nel mese di agosto la<br />
biennale internazionale del coltello sardo, che ospita i<br />
coltellinai locali e delegazioni estere di artigiani del settore.<br />
La mostra mercato è stata istituita con l’intenzione di<br />
valorizzare il patrimonio culturale e le notevoli<br />
potenzialità di mercato dei coltelli sardi.<br />
158<br />
Gonnosfanadiga<br />
Parco di Perd’e Pibera<br />
Situata in una zona mineraria produttiva sino agli anni<br />
Cinquanta l’area verde di Perd’e Pibera costituisce il più<br />
esteso parco comunale della <strong>Sardegna</strong> e rappresenta una<br />
delle possibili vie d’accesso al Parco del Monte Linas, le cui<br />
creste sono raggiungibili in alcune ore di trekking. Dall’alto<br />
del massiccio si può godere di una spettacolare veduta<br />
panoramica che spazia dal Campidano centro-settentrionale<br />
fino alla catena del Gennargentu.<br />
Tomba dei giganti San Cosimo<br />
La tomba risale al periodo intermedio della cultura nuragica.<br />
Gli scavi hanno portato alla luce alcune olle caratteristiche<br />
della fase centrale dell'età del bronzo, ora esposte nel Museo<br />
Archeologico di Sardara. L’edificio funerario è costruito in<br />
blocchi di granito lavorati rozzamente e si presenta in buono<br />
stato di conservazione.<br />
A causa dei lavori di scavo il sito potrebbe non essere visitabile.
Domusnovas<br />
Grotta San Giovanni<br />
La grotta di San Giovanni, rapidamente raggiungibile dal<br />
paese di Domusnovas, si presenta come una tortuosa galleria<br />
naturale i cui due ingressi presentano ancora visibili resti di<br />
mura megalitiche, che hanno fatto ipotizzare un suo antico<br />
utilizzo con funzione di rifugio. Il percorso principale si<br />
prolunga per 850 metri ed è interamente percorribile su<br />
strada asfaltata. All’interno si notano i resti di un’antica<br />
cappella rupestre, mentre accanto all’ingresso meridionale<br />
sorge una chiesetta campestre di epoca ottocentesca.<br />
Per informazioni: Comune di Domusnovas<br />
tel. 0781 29128<br />
Nuraghe S’Omu e S’Orcu<br />
La fortificazione nuragica è composta da una torre a tholos<br />
con pianta ellittica, racchiusa in un protetto da un antemurale<br />
provvisto di cinque torri. L'ingresso è situato sul lato meridionale<br />
e introduce in un piccolo cortile, all’interno del quale<br />
alcuni vani che hanno restituito numerosi scarti di fusione<br />
del bronzo testimoniano l’utilizzo degli spazi nella lavorazione<br />
dei metalli. L’intero complesso è stato probabilmente costruito<br />
ed ampliato in tre diverse fasi, la più antica delle quali<br />
databile intorno al 1500 a.C., epoca di realizzazione della<br />
torre centrale. Nella fase intermedia la torre fu rifasciata<br />
dalle mura che costituiscono ora il cortile interno mentre<br />
all'ultima fase è datato l'antemurale e le cinque torri addossate<br />
alle mura preesistenti.<br />
Villacidro<br />
Cascata Sa Spendula<br />
La cascata è un gioiello<br />
naturale incastonato tra<br />
rocce granitiche e una<br />
lussureggiante vegetazione<br />
di oleandri, cisti,<br />
lentisco e fillirea, ad un<br />
chilometro dal centro<br />
abitato di Villacidro.<br />
Nota e tradizionale meta<br />
turistica, la cascata fu<br />
visitata nel 1882 da<br />
Gabriele D’Annunzio,<br />
che le dedicò la poesia<br />
omonima.
Parco di San Sisinnio<br />
Il parco degli olivastri millenari, situato nei pressi di un<br />
piccolo colle e visibile dalle campagne circostanti, ospita<br />
una delle poche aggregazioni di olivastri<br />
plurisecolari ancora osservabili in <strong>Sardegna</strong>.<br />
La vegetazione imponente circonda la chiesa<br />
campestre di San Sisinnio, a cui i Villacidresi<br />
dedicano una delle più importanti sagre del<br />
paese nella prima domenica di agosto.<br />
160<br />
Monte Linas<br />
Il Massiccio del Linas domina una vasta<br />
zona di boschi e cascate perenni, tra<br />
cui Muru Mannu, la più alta della <strong>Sardegna</strong>,<br />
e Piscina Irgas. Le montagne sono<br />
popolate dal cervo sardo, aquila del<br />
Bonelli, aquila reale, gheppi, cinghiali,<br />
volpi e lepri, la flora è ricca di specie<br />
endemiche e di esemplari plurisecolari. Il<br />
Linas è meta ideale per gli appassionati di<br />
trekking.<br />
Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />
Zampillo, 09039 Villacidro<br />
tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />
e-mail:fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it
Lavatoio pubblico<br />
Ubicato nel cuore del centro storico il pregevole lavatoio<br />
costituisce un raro esempio di archeologia industriale cittadina.<br />
Realizzato nell’antico rione denominato Frontera de<br />
sa Mitza l’opera esprime nelle sue forme aeree e nelle<br />
eleganti strutture in ferro e ghisa i dettami dello stile liberty.<br />
Per funzione e stile il lavatoio costituisce un’opera di architettura<br />
sociale senz’altri riscontri in <strong>Sardegna</strong>.<br />
Museo civico archeologico Villa Leni<br />
Il museo si configura come istituzione culturale di congiunzione<br />
tra le avanguardie minerarie del Guspinese, le propaggini<br />
del massiccio del Linas e la pianura del Medio Campidano.<br />
Il criterio espositivo è di tipo territoriale, con reperti provenienti<br />
da ambito comunale ed extracomunale risalenti ad un<br />
periodo compreso tra il neolitico e l’alto medioevo. Tra i più<br />
significativi sono visibili i materiali nuragici provenienti da<br />
un laboratorio artigiano di lavorazione litica, modellini litici<br />
e bronzei di nuraghi, un tesoretto in lingotti di rame e spade<br />
votive, corredi tombali d’età romana e ornamenti bizantini.<br />
Il percorso guidato si articola in pannelli informativi.<br />
Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />
Piazza Zampillo, 09039 Villacidro<br />
tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />
e-mail:fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />
161
Farmamuseo Sa Potecaria<br />
Un tuffo nel passato per esaminare gli strumenti terapeutici<br />
della medicina tradizionale nell’unico museo del genere in<br />
<strong>Sardegna</strong>. La collezione espone arredi e utensili dell’arte<br />
sanitaria e farmaceutica, oltre a numerosi strumenti chirurgici<br />
antecedenti la rivoluzione industriale.<br />
Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />
Piazza Zampillo, 09039 Villacidro<br />
tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />
e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />
Fabbrica orafa Marroccu<br />
La fabbrica orafa Marroccu produce gioielli di fine fattura,<br />
fedeli riproduzioni degli antichi monili sardi e moderne<br />
stilizzazioni. La fabbrica accetta visite di gruppo per illustrare<br />
il ciclo produttivo dei gioielli.<br />
Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />
Piazza Zampillo, 09039 Villacidro<br />
tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />
e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />
Sagra delle ciliegie<br />
Una tra le più importanti<br />
manifestazioni legate alle<br />
tradizioni contadine si celebra<br />
l’ultima settimana di<br />
maggio, nel periodo d’inizio<br />
della raccolta del frutto. La<br />
località di Villascema ospita<br />
i visitatori in un parco appositamente<br />
attrezzato.<br />
162<br />
Premio Letterario<br />
Nazionale Giuseppe Dessì<br />
Da 18 anni Villacidro ospita<br />
alla fine di settembre il Premio<br />
Letterario Nazionale Giuseppe<br />
Dessì. Affermatosi nel panorama<br />
nazionale il Premio richiama<br />
l’attenzione delle<br />
principali case editrici, di<br />
scrittori italiani e rappresentanti<br />
del panorama culturale internazionale.<br />
Alla manifestazione<br />
si affiancano diverse iniziative<br />
culturali collaterali tra cui mostre, rappresentazioni teatrali,<br />
concerti, dirette televisive e radiofoniche.<br />
Per informazioni: Comune di Villacidro<br />
tel. 070 934421
Parco culturale Giuseppe Dessì<br />
I comuni di Guspini, Arbus, Buggerru, Fluminimaggiore, San<br />
Gavino e Villacidro costituiscono un percorso ideale che<br />
abbraccia le tracce della memoria e della fantasia di Giuseppe<br />
Dessì, romanziere autentico e autore di “Paese d’ombre”.<br />
L’immaginario dello scrittore spazia tra il ricco patrimonio<br />
ambientale, la cultura, le tradizioni e la storia di un territorio<br />
affascinante.<br />
Per informazioni sulle escursioni: Coop. Fulgheri<br />
Piazza Zampillo, 09039 Villacidro - Tel. 070 9310787 • fax 070 9346000<br />
e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />
Comune di Villacidro tel. 070 934421<br />
Liquore Villacidro Murgia<br />
Il liquore Villacidro Murgia è prodotto<br />
dal 1886 nell’antica distilleria a vapore<br />
situata nel centro del paese. La<br />
ricetta del liquore più noto, il Villacidro<br />
Giallo, è segretamente custodita e tramandata tra i membri<br />
della famiglia Murgia, sino ad oggi unici gestori della distilleria.<br />
Su trigu cottu (il grano cotto)<br />
È tradizione in molti paesi della <strong>Sardegna</strong> propiziarsi l’anno<br />
nuovo con l’offerta del grano cotto e condito con la sapa.<br />
Gli ingredienti utilizzati sono il grano duro, la sapa e un<br />
pizzico di sale. Occorre lavare il grano e farlo bollire in acqua<br />
con un pizzico di sale fino a quando sarà ben cotto e gonfio.<br />
Una volta scolato in una terrina di coccio, coperto e tenuto<br />
in caldo per almeno 12 ore, si aggiunge della sapa che viene<br />
mescolata con il grano affinché quest’ultimo se ne imbeva.<br />
È necessario distribuire su trigu cottu in piccole coppette per<br />
poter poi essere servito.
Vallermosa<br />
Tempio punico fenicio e santuario nuragico di Matzanni<br />
Il complesso di Matzanni è situato a 730 metri di quota sulle<br />
pendici del Monte Cuccurdoni Mannu. Nell’area archeologica<br />
sono ancora visibili un piccolo tempio fenicio-punico realizzato<br />
in pietra calcarea bianca e tre templi a pozzo, di cui<br />
due visitabili, caratterizzati da vestibolo, scalinata di accesso<br />
e tholos, raffrontabili con i pozzi sacri di Serri e Sardara.<br />
All’interno di uno dei pozzi è stato rinvenuto un bronzetto<br />
dal volto orientale con ciotola e focaccia in offerta, noto<br />
come Barbetta e custodito nel Museo Archeologico di Cagliari.<br />
Sul sito non vi sono servizi di guida turistica.<br />
Siliqua<br />
Castello di Acquafredda<br />
Il Castello di Acquafredda sorge imperioso a pochi chilometri<br />
dall’abitato di Siliqua su un cono vulcanico di andesite<br />
dominante la pianura. Costruito nella prima metà del Duecento<br />
era parte integrante del sistema difensivo creato dai<br />
pisani a protezione dell’area mineraria. Tra i suoi signori il<br />
più noto fu senza dubbio Ugolino della Gherardesca, di cui<br />
resta lo stemma impresso nella parete del mastio.<br />
Per informazioni: Coop. Antarias<br />
tel. 349 1564023 - 349 7428014<br />
164<br />
Villamassargia<br />
Bosco di ulivi S’Ortu Mannu<br />
Il grande uliveto è<br />
sovrastato dalla gigantesca<br />
mole de Sa<br />
Reina, autentico<br />
monumento naturale<br />
di 15 metri di circonferenza<br />
considerato<br />
il più grande<br />
ulivo del Mediterraneo.<br />
S’Ortu Mannu è<br />
situato ai piedi di un<br />
cono vulcanico sormontato<br />
dai ruderi del<br />
castello di Gioiosa<br />
Guardia.
Chiesa di Nostra Signora del Pilar<br />
Il monumento si affaccia sulla piazza principale del paese.<br />
La facciata con campanile a vela ha un rosone<br />
centrale e una semplice<br />
decorazione ad archetti<br />
circolari ascendenti. Tutti gli<br />
elementi architettonici e<br />
decorativi, compresi portone<br />
e fogliame ai capitelli, sono<br />
stati realizzati ad imitazione<br />
della Cattedrale di Tratalias,<br />
considerata modello di riferimento<br />
per i monumenti religiosi<br />
dell'epoca.<br />
Chiesa della<br />
Madonna della Neve<br />
La chiesa si ipotizza essere stata edificata intorno al 1100<br />
ad opera dei padri benedettini di San Vittore di Marsiglia,<br />
quando Villamassargia costituiva il più importante centro<br />
dell’attuale Sulcis Iglesiente.<br />
Per informazioni: tel. 0781 7580215<br />
Laboratori artigiani<br />
Abili intagliatori del legno e numerosi laboratori tessili<br />
artigianali qualificano questo paese in senso artistico e<br />
commerciale.<br />
Per informazioni: tel. 0781 7580215
Carbonia<br />
Centro storico<br />
Fondata nel 1936 su volere di Benito Mussolini con l’intenzione<br />
di dare coesione ai nuclei abitativi spontanei costituitisi<br />
attorno alle miniere dell'azienda carbonifera, la città offre<br />
le caratteristiche evidenze dell’architettura fascista nella<br />
Torre Littoria, centro dell’originario nucleo<br />
urbano e destinata a Casa del Fascio, nel<br />
Municipio, nel Dopolavoro, nel Cinema-<br />
Teatro e nelle grandi fontane della piazza<br />
principale.<br />
Museo Paleontologico<br />
Creato nel 1972 dal Gruppo Ricerche Speleologiche<br />
"E. A. Martel" il Museo è unico<br />
nel suo genere in <strong>Sardegna</strong>. Il percorso<br />
espositivo si articola dal Paleo-zoico al<br />
Quaternario su criteri essenzialmente<br />
stratigrafici, ponendo in particolare<br />
l’accento sulla diversità tassonomica per<br />
ciascun periodo geologico. I reperti sardi<br />
sono ben rappresentati, soprattutto per<br />
quanto riguarda il Paleozoico del Sulcis-Iglesiente<br />
ed il Cenozoico, comprendendo un’ampia varietà di taxa<br />
in diversi casi di notevole interesse scientifico sia per lo stato<br />
di conservazione sia per la rarità. Interessanti i reperti<br />
riguardanti i rettili del Mesozoico. Nella fattispecie un artiglio<br />
di una specie probabilmente appartenente all'ordine degli<br />
Ornitischi proveniente dalla Germania; il calco di un nido di<br />
Oviraptor philoceratops<br />
contenente 19<br />
uova e quello di un<br />
esemplare giovanile<br />
completo di<br />
Psittacosaurus<br />
mongoliensis; il<br />
dente di Tarbosaurus<br />
bataar e gli artigli<br />
di Tirannosaurus<br />
rex e Velociraptor<br />
mongoliensis.<br />
Nell’ostensione è<br />
dato risalto anche ai<br />
numerosi reperti<br />
Quaternari con<br />
particolare riguardo<br />
a quelli provenienti<br />
da depositi ipogei,
affiancando fossili di taxa ignoti in <strong>Sardegna</strong> o di particolare<br />
interesse scientifico che permettono una visione della biodiversità;<br />
tra questi si ricordano importanti resti di Elephas<br />
mnaidriensis, Mammuthus sp. e lamarmorae, Macacus majori,<br />
Ursus sp., Megaceros sp., Prolagus sardus, Cynotherium<br />
sardous, Rhinolophus ferrumequinum e Homo sapiens sapiens.<br />
Museo Civico di Paleontologia e Speleologia E. A. Martel<br />
via Campania, 61/b, 09013 Carbonia (CA) • tel./fax 0781 691006<br />
web: www.sardinia.net/carbonia/ital/muspeleo.htm<br />
e-mail: museomartel@tiscalinet.it<br />
Orario invernale: 9,00-13,00 / 15,00-19,00<br />
Orario estivo: 9,00-13,00 / 16,00-20,00.<br />
Chiuso il lunedì se non festivo<br />
Servizi: Visite guidate singole, per gruppi e scolaresche, in lingua italiana,<br />
francese ed inglese. Lezioni su argomenti di interesse paleontologico,<br />
geologico, speleologico e di educazione ambientale. Escursioni guidate a<br />
carattere naturalistico ambientale. Visite guidate in grotte non turistiche<br />
a diverso grado di difficoltà.<br />
Parco archeologico fenicio-punico di Monte Sirai<br />
Il parco di Monte Sirai, caso unico in <strong>Sardegna</strong>, offre la<br />
possibilità di visitare un centro di tradizione fenicia e poi<br />
punica privo di sovrapposizioni o modifiche successive. Il<br />
pianoro, situato a 2 Km a Nord di Carbonia, fu abitato sin<br />
dalla prima metà del III millennio a.C. e deve la sua importanza<br />
alla presenza di un insediamento fenicio e punico,
168<br />
fondato intorno al 750 a.C. per il controllo di uno strategico<br />
incrocio fra la via d’accesso alle coste e quella che si spingeva<br />
verso la piana del Cixerri e del Campidano. Il centro fenicio<br />
fu conquistato intorno al 520 a.C.<br />
dai Cartaginesi, che lo fortificarono<br />
durante la prima metà del IV secolo<br />
a.C. ed intorno al 260 a.C. gli<br />
diedero un nuovo aspetto, quello<br />
oggi visibile, operando una complessiva<br />
ricostruzione secondo un<br />
piano urbanistico unitario. La comunità<br />
di Monte Sirai abbandonò<br />
il pianoro all’improvviso, verso la<br />
fine del II secolo a.C., in seguito<br />
forse a una deportazione da parte<br />
dei Romani.<br />
L’abitato è accessibile attraverso la<br />
porta Nord, aperta su due linee<br />
fortificate, che conduce ad una piccola<br />
piazza, dominata dal tempio<br />
della dea Ashtart e cuore dell’abitato.<br />
Tre strade parallele separano quattro<br />
quartieri di forma allungata e costituiti<br />
da case a schiera: di notevole<br />
rilevanza sono la Casa Fantar e la Casa<br />
del lucernario di talco. Nella valletta<br />
a nord dell'abitato si trovano sia<br />
la necropoli fenicia ad incinerazione,<br />
costituita da fosse scavate nella terra o nella roccia,<br />
e la necropoli punica, composta di tredici tombe familiari a<br />
camera scavate nel sottosuolo roccioso, dotate di sarcofagi<br />
litici ricavati alle pareti per le deposizioni degli inumati. A<br />
Nord della valle delle necropoli si trova un'altra collina sulla<br />
quale sorge il tophet, santuario riservato ai bambini morti<br />
in età perinatale. Nel luogo sacro si distinguono un tempietto,<br />
accessibile mediante alcuni scalini, ed uno spazio aperto<br />
antistante destinato alla deposizione sia delle urne cinerarie<br />
contenenti i resti cremati dei bambini, sia degli ex voto<br />
rappresentati dalle stele figurate.<br />
Per informazioni: tel. 0781 673966<br />
web: www.sardinia.net/carbonia/ital/sirai.htm<br />
e-mail: parcomontesirai@tiscali.it<br />
Orario invernale: 9,00-17,00<br />
Orario estivo: 9,00-13,00 / 15,00-20,00 / 20,30-23,00<br />
Chiuso il lunedì se non festivo<br />
Servizi: Visite guidate singole, per gruppi e scolaresche, in lingua italiana,<br />
francese ed inglese. Escursioni guidate anche notturne su itinerari a carattere<br />
storico-archeologico.
Museo archeologico Villa Sulcis<br />
Inaugurato nel 1988 nella villa che fu del direttore della<br />
Società delle Miniere, il Museo Archeologico nasce principalmente<br />
grazie alla donazione di due collezioni private, la<br />
Collezione Doneddu e la Collezione Pispisa, che gli hanno<br />
conferito una forte connotazione territoriale; la prima assembla<br />
tra l’altro i materiali di alcuni corredi della necropoli<br />
a Domus de Janas di Locci Santus, di cultura Campaniforme<br />
e Bonnannaro, tra il periodo Eneolitico ed il Bronzo Antico;<br />
la seconda comprende invece numerosi reperti relativi alla<br />
civiltà Nuragica (Bronzo Medio, Recente e Finale) ed alla<br />
civiltà Fenicia e Punica provenienti da Sant’Antioco e Bithia.<br />
Gli scavi sistematici nel territorio comunale hanno tuttavia<br />
fornito testimonianze di tutte le culture comprese cronologicamente<br />
fra il VI millennio a.C. ed il periodo Bizantino (VI-<br />
VII secolo d.C.); dal riparo sottoroccia di Su Carroppu di Sirri<br />
provengono strumenti di ossidiana e frammenti di ceramica<br />
a decorazione cardiale risalenti alle più antiche fasi del<br />
Neolitico sardo; la cultura di S. Michele di Ozieri è rappresentata<br />
dai reperti delle necropoli di Monte Crobu e di<br />
Cannas di Sotto; alcuni corredi funerari del periodo bizantino<br />
sono frutto di scavi operati nel territorio di Santadi.<br />
L’importanza del Museo è data tuttavia dal legame con il<br />
vicino insediamento fenicio e punico di Monte Sirai, grazie<br />
al quale si trova al centro delle indagini di scavo e degli studi<br />
delle più importanti missioni scientifiche. Oltre agli storici<br />
corredi rinvenuti nella necropoli a inumazione, il Museo<br />
espone e acquisisce annualmente i reperti provenienti dagli<br />
scavi della necropoli fenicia ad incinerazione, di cui si sono<br />
scavate più di 160 tombe, e dell’abitato, mentre grande<br />
rilevanza iniziano ad assumere<br />
i risultati<br />
degli scavi ed i<br />
materiali relativi<br />
all’insediamento<br />
fortificato<br />
fenicio situato<br />
intorno<br />
al Nuraghe<br />
Sirai.<br />
In attesa del<br />
nuovo ordinamento<br />
espositivo, il Museo<br />
offre visite integrate<br />
con siti vicini, una<br />
visita tattile con materiali<br />
originali per ipovedenti, uno spazio
didattico dotato di materiale di sua produzione (CD Rom e<br />
documentari), un laboratorio di tecnica ceramica ed un<br />
bookshop particolarmente ricco.<br />
Museo Civico Archeologico Villa Sulcis<br />
via Napoli 4, 09013 Carbonia • tel./fax 0781 691131<br />
web: www.sardinia.net/carbonia/ital/musarcheo.htm<br />
e-mail: museovillasulcis@tiscali.it<br />
Orario invernale: 9,00-13,00 / 15,00-19,00<br />
Orario estivo: 9,00-13,00 / 16,00-20,00<br />
Chiuso il lunedì se non festivo<br />
Servizi: Visite guidate singole, per gruppi e scolaresche, in lingua italiana,<br />
francese ed inglese. Laboratori di ceramica per le scuole. Aula didattica e<br />
audiovisivi.<br />
170<br />
Gonnesa<br />
Zone costiere<br />
Nel territorio convivono uno spettacolare litorale sabbioso<br />
lungo oltre 3 chilometri e zone interne di eccezionale interesse<br />
archeologico e naturalistico. Di particolare bellezza è la<br />
spiaggia di Porto Paglia, preceduta dallo spettacolo suggestivo<br />
delle querce piegate dalle raffiche del maestrale a cui è<br />
costantemente esposta la costa.<br />
Complesso della tonnara<br />
Nei pressi della spiaggia è possibile visitare il complesso della<br />
tonnara costruita nel Settecento e ancora in eccellente stato<br />
di conservazione. A poca distanza si osservano i ruderi della<br />
vecchia torre costiera, quasi completamente distrutta<br />
dall'azione del mare.
Villaggio Nuragico di Seruci<br />
Scoperto nel 1897 sulla sommità di un pianoro è costituito<br />
da oltre cento capanne risalenti all'età del Bronzo recente<br />
disposte a piccoli nuclei intorno ad una reggia nuragica<br />
monumentale. Esplorato solo parzialmente, il sito ha rivelato<br />
caratteristiche che fanno ipotizzare la presenza di un complesso<br />
di grandi dimensioni.<br />
Portoscuso<br />
Zone costiere<br />
La costa di Portoscuso offre imponenti formazioni rocciose<br />
alternate a lunghi tratti sabbiosi. A nord del paese è consigliata<br />
la sosta nella vasta pineta che si affaccia sulla spiaggia<br />
di Portupaleddu, punto di partenza per raggiungere le vicine<br />
e maestose scogliere di Capo Altano dove si possono osservare<br />
alcune rarità botaniche.<br />
San Giovanni Suergiu<br />
Matzaccara<br />
Matzaccara fronteggia le rinomate isole di Sant’Antioco e<br />
San Pietro. Nel territorio si può visitare un bosco di 250<br />
ettari, costituito da una vasta e non utilizzata tenuta agricola<br />
e da un’ampia pineta costiera.<br />
Necropoli di Locis Santus<br />
La necropoli è scavata in un banco di trachite nei fianchi di<br />
una collina, sulla sommità della quale è ancora visibile un<br />
nuraghe di epoca posteriore. Le tombe hanno rivelato in<br />
profondità la presenza nell’area di popolazioni riconducibili<br />
alla cultura del III millennio a.C. del Vaso Campaniforme e<br />
resti della Cultura di Bonnanaro degli inizi del II millennio<br />
a.C. negli strati superiori. Le domus de janas sono di struttura<br />
semplice, a nicchia polilobata e senza decorazioni, nelle<br />
quali sono stati rinvenuti manufatti ceramici.
Sant’Antioco<br />
Zone costiere<br />
Sant’Antioco ha belle spiagge di sabbia fine, acque limpide<br />
e insenature rocciose. Tra le spiagge più note sono da visitare<br />
Capo Sperone, Maladroxia e la sua fitta macchia mediterranea,<br />
Cala Lunga e Cala della Signora.<br />
Chiesa Parrocchiale e catacombe<br />
Considerata uno dei monumenti sacri più antichi dell’intera<br />
<strong>Sardegna</strong> la basilica di Sant’Antioco fu edificata nel 1102<br />
sulle fondamenta di una preesistente chiesa paleocristiana.<br />
All’interno si apre l’accesso alle catacombe dove secondo la<br />
tradizione trovò rifugio e sepoltura il martire Antioco. Le<br />
catacombe conservano elementi che permettono di qualificare<br />
il sito come uno dei complessi cimiteriali più rilevanti in<br />
<strong>Sardegna</strong>.<br />
Per informazioni e visite: tel. 0781 83044<br />
172<br />
Museo etnografico Su Magazinu ’e Su Binu<br />
Questa recente struttura museale ripropone in un vecchio<br />
magazzino riadattato gli aspetti della cultura agropastorale<br />
Sulcitana con un’esposizione di circa un migliaio di pezzi<br />
originali. Nel museo sono stati ricostruiti gli ambienti<br />
abitativi rurali, corredati di attrezzi agricoli, aratri, utensili<br />
dei diversi mestieri, costumi e oggetti d’uso. Sono inoltre<br />
documentate le diverse fasi della produzione del formaggio,<br />
della tessitura e della produzione del vino. Una sezione è<br />
dedicata al bisso, o seta di mare, sostanza filamentosa<br />
prodotta dalla secrezione della Pinna Nobilis, il più grande<br />
mollusco bivalve abitante il Mediterraneo. Del bisso, già<br />
noto in epoca precristiana, si fece largo uso per la produzione<br />
di tessuti riservati alle alte cariche religiose e politiche.<br />
Per informazioni: Coop. Archeotur<br />
Sant’Antioco, tel 0781 841089 • fax 0781 800596<br />
web: www.archeotur.it • e-mail: tofet@tiscali.it
Museo archeologico<br />
Il museo espone i reperti provenienti dalle campagne di<br />
scavo avviate a partire dagli anni ‘60, ricostruendo il succedersi<br />
delle varie culture dal Neolitico al Tardo Romano e con<br />
particolare riguardo alla civiltà Fenicia e Punica. Ospitato<br />
nei locali dell'ex monte granatico di Sant'Antioco il museo<br />
documenta le principali tappe dello sviluppo storico e culturale<br />
della città e del suo territorio, dai primi insediamenti neolitici<br />
alla romanizzazione. Vi si trovano urne cinerarie, stele e<br />
corredi funerari rinvenuti nel tophet, il santuario feniciopunico<br />
a cielo aperto utilizzato ininterrottamente a partire<br />
dalla metà dell’VIII secolo sino al I secolo a.C. Il tophet<br />
accoglieva le urne cinerarie, di cui circa 3.300 portate alla<br />
luce, contenenti i resti delle cremazioni di bambini prematuramente<br />
deceduti e di animali sacrificati alle divinità Baal<br />
e Tanit.<br />
Per informazioni: Coop. Archeotur<br />
Sant’Antioco, tel 0781 841089 • fax 0781 800596<br />
web: www.archeotur.it • e-mail: tofet@tiscali.it<br />
Zona archeologica fenicio-punica<br />
Tra le necropoli di età punica in <strong>Sardegna</strong> è ritenuta al<br />
momento la più importante per vastità dell'impianto funerario,<br />
complessità architettonica e per il numero di reperti<br />
archeologici portati alla luce nel corso degli scavi. Riutilizzata<br />
in età romana la necropoli è costituita da migliaia di tombe<br />
a camera scavate nella roccia e precedute da un dromos a<br />
gradini.<br />
Per informazioni: Coop. Archeotur<br />
Sant’Antioco, tel 0781 841089 • fax 0781 800596<br />
web: www.archeotur.it • e-mail: tofet@tiscali.it
Calasetta<br />
Zone costiere<br />
Parte della costa di Calasetta è costituita da una lunga falesia<br />
a strapiombo di origine vulcanica di particolare bellezza<br />
denominata Scogliera Maccari. Immediatamente fuori del<br />
centro abitato si incontrano la Spiaggia Grande e la Spiaggia<br />
delle Saline, entrambe con arenili estesi circondati da macchie<br />
di ginepro.<br />
Centro Storico<br />
Comune della costa orientale dell'isola di Sant'Antioco di<br />
origine tabarchina, Calasetta è centro dedito alla pesca e<br />
all'agricoltura con decisa vocazione turistica. Nel centro<br />
storico va dedicata una visita alla Parrocchiale di San Maurizio.<br />
Nel punto più alto della cittadina si erge la torre spagnola<br />
risalente al XVII secolo, edificata a protezione dell'isola dalle<br />
incursioni dei pirati provenienti dal Nordafrica. Nella stagione<br />
estiva la torre è aperta al pubblico, ospitando mostre temporanee<br />
di varia natura curate dal Museo di Arte Contemporanea<br />
di Calasetta.<br />
Museo Civico d’Arte Contemporanea<br />
Il museo ospita una mostra permanente<br />
di arte astratta concreta e informale, con<br />
una raccolta di opere d’artisti del panorama<br />
italiano e internazionale. La collezione<br />
è costituita da un centinaio di lavori<br />
frutto di una politica di donazioni, scambi<br />
e acquisizioni.<br />
174<br />
Isola di San Pietro<br />
L'Isola di San Pietro fu abitata sin dai<br />
tempi più antichi, come testimoniano le<br />
tracce rimaste di insediamenti nuragici,<br />
punici e romani. Fu chiamata dai<br />
punici Enosim, dai greci<br />
Hierakon e dai romani Accipitrun<br />
Insula per il gran<br />
numero di falchi che vi nidificavano.<br />
La sua storia<br />
moderna inizia nel 1737,<br />
quando fu concessa col titolo<br />
di Ducato al Marchese della<br />
Guardia, Don Bernardino<br />
Genovese, a patto che accogliesse<br />
un gruppo di pescatori<br />
liguri provenienti dalla piccola isola tunisina di Tabarca.<br />
L'esaurimento dei banchi coralliferi, l'aumento della popolazione,<br />
l'influenza politica ed economica francese che<br />
perseguiva l'egemonia sulla pesca e sul commercio della
costa africana, indussero un gruppo di coloni ad accettare<br />
l'offerta di Carlo Emanuele III di <strong>Sardegna</strong> a colonizzare<br />
l'isola di San Pietro. Nel 1738 le prime famiglie tabarchine<br />
giunsero sull'isola e iniziarono la costruzione della città di<br />
Carloforte. La vita della comunità è ancora prevalentemente<br />
dedicata alla raccolta del sale e del corallo, e alla pesca del<br />
tonno. Autoctono è il dialetto di origine ligure, la gustosa<br />
e originale cucina locale, le feste religiose e popolari, il<br />
folklore.<br />
Zone costiere<br />
La costa nord-occidentale dell’isola è la più selvaggia, caratterizzata<br />
dal susseguirsi di insenature e alti promontori a<br />
strapiombo sul mare. In questo tratto l'unica spiaggia è La<br />
Caletta, la cui sabbia di colore bianco contrasta con le scure<br />
rocce di origine vulcanica. La costa evolve poi in un intercalare<br />
di scogliere e brevi tratti sabbiosi tra i quali si riconoscono<br />
la spiaggia del Lucchese, La Bobba, Puntanera e l’estesa<br />
spiaggia di Giunco, che riconduce nei pressi dell’abitato.<br />
Suggestiva e particolare è la spiaggia Punta Nera, così detta<br />
per il colore scuro<br />
delle scogliere, e<br />
Punta Spalmatore,<br />
tradizionale luogo di<br />
calafataggio delle<br />
barche da pesca.<br />
Notevoli infine Le<br />
Colonne, faraglioni<br />
di roccia trachitica<br />
emergenti dal mare.<br />
Carloforte<br />
Unico centro abitato<br />
dell'isola di<br />
San Pietro, Carloforte<br />
è divenuta<br />
negli ultimi anni<br />
una località turistica<br />
e balneare,<br />
nota per la bellezza<br />
del territorio<br />
e per i suoi<br />
aspetti caratteristici. Le<br />
originarie abitazioni in legno sono<br />
scomparse alla fine del XVIII secolo ma la struttura del<br />
paese e il centro storico ricostruito richiamano le caratteristiche<br />
urbanistiche e architettoniche degli abitati costieri<br />
dell’Italia nordoccidentale, con stretti carrugi a disposizione<br />
ortogonale e bassi edifici a facciate elegantemente tinteggiate.<br />
Nel lungomare Battellieri si ammirano il monumento<br />
175
dedicato a Carlo Emanuele III, sovrano all’epoca del primo<br />
insediamento, e i palazzi settecenteschi e ottocenteschi sorti<br />
nel periodo in cui, cessati gli attacchi dal mare, Carloforte<br />
si estese oltre le mura fortificate.<br />
Museo Civico<br />
Nel Museo, allestito nel Corpo di Guardia della più antica<br />
fortificazione del paese e noto come "Le Prigioni", sono<br />
raccolte testimonianze del passato ed utensili delle attività<br />
che hanno accompagnato l'evoluzione sociale ed economica<br />
della comunità.<br />
176<br />
Esso vuole essere un invito alla ricerca e alla<br />
scoperta della cultura e della storia tabarchina. È in fase<br />
di studio la realizzazione di uno spazio per l'esposizione<br />
di alcuni reperti archeologici che testimoniano la presenza<br />
Punico-Romana sull'isola. I cortili interni sono riservati a<br />
mostre temporanee ed è stato realizzato un piccolo giardino<br />
con la messa a dimora delle piante tipiche della flora<br />
locale con i relativi nomi dialettali. Il percorso per la visita<br />
si articola in cinque sale.<br />
Sala della tonnara<br />
Vi si trova un modello di tonnara, una parte originale del<br />
Corpus, vari tipi di cavi e cordami, utensili usati dai tonnarotti,<br />
oggettistica relativa alla conservazione del pescato, una serie<br />
di riproduzioni fotografiche che dedicate alla preparazione<br />
per la pesca e ai momenti più salienti della mattanza. Al<br />
centro della sala, un tempo adibita a prigione degli esiliati<br />
politici, è visibile la riproduzione in scala dello stabilimento<br />
della Tonnara di Portopaglia del 1890.
Sala dei galanzieri<br />
Ospita una raccolta documentale della vita politica e sociale<br />
della comunità di Carloforte alla fine del 1800, un modello<br />
di battello tabarchino per il trasporto del minerale, la ricostruzione<br />
fedele della figura mitica del Galanziere ed alcuni<br />
attrezzi da lavoro. La sala raccoglie anche una collezione di<br />
minerali del Sulcis ed alcuni oggetti per la navigazione.<br />
Sala dei documenti<br />
Vi sono conservate le riproduzioni di documenti giacenti<br />
presso l'Archivio di Stato di Cagliari, riguardanti le trattative<br />
per l'infeudazione dell'isola, la divisione dei terreni, i primi<br />
censimenti, i primi Consigli Comunitativi, i progetti delle<br />
prime opere di fortificazione e di pubblica utilità, uno studio<br />
sullo stemma della comunità e una ricerca storica<br />
sull'occupazione militare francese del 1793.<br />
Sala Emanuelli<br />
Vi sono esposti alcuni quadri realizzati da Mario Emanuelli,<br />
storico di Pegli, che ripercorrono in maniera allegorica le più<br />
significative vicende storiche della comunità ligure di Tabarca.<br />
Sala malacologica<br />
Al piano superiore dell'edificio è esposta una collezione di<br />
conchiglie donata dalla locale Scuola Media. Nelle vetrine<br />
fanno bella mostra di sé conchiglie raccolte nel mare dell'Isola<br />
di San Pietro, nell'area mediterranea e in altri mari. Alcune<br />
tavole didattiche e ampie didascalie spiegano inoltre aspetti<br />
particolari e il ciclo vitale di queste meraviglie del mare.<br />
Orario: mar-mer 9,00-13,00<br />
gio-ven-sab 9,00-13,00 / 15,00-19,00<br />
chiuso il lunedì<br />
Sagra del Tonno<br />
Capitale mondiale del tonno<br />
di corsa, Carloforte ospita la<br />
sagra nell'ultimo sabato e domenica<br />
del mese di maggio, organizzata<br />
dalla locale associazione La<br />
Verde Isola. Per l’occasione si<br />
offrono degustazioni di piatti<br />
tipici a base di tonno e pescato<br />
fresco della tonnara locale. Nel<br />
Museo Civico di Carloforte è<br />
stato ricostruito un modello di tonnara<br />
completo di calato, la struttura di ancore e reti componenti<br />
la grande vasca rettangolare che dal fondo del mare emerge<br />
sino alla superficie.<br />
177<br />
Per informazioni: Comune di Carloforte<br />
tel. 0781 854282
Il Tonno in Carlofortino<br />
Tonno cucinato come la palamida<br />
Tagliate a fette 1 kg di tonno fresco, preferibilmente codella, lavatelo,<br />
asciugatelo con cura e friggetelo in abbondante olio.<br />
Versate poi in un tegame abbastanza capiente parte dell’olio usato per<br />
la frittura, adagiatevi il tonno appena fritto, aggiungete due o tre spicchi<br />
d’aglio schiacciati e attendete che prendano colore.<br />
Versate un bicchiere di vino bianco e lasciate evaporare.
Nel frattempo condite con un cucchiaio di salsa di pomodoro o pomodori<br />
freschi, sale e alcune foglie d’alloro.<br />
Fate cuocere ancora qualche minuto e spegnete il fuoco.<br />
Fonte: Angela Parodi<br />
La cultura e l’economia del tonno nel Sulcis tra Otto e Novecento<br />
tesi di laurea in Scienze Politiche, Cagliari, A.A. 1999-2000
Narcao<br />
I Murales<br />
Una visita all’interno del centro storico di Narcao consente<br />
di ammirare numerose case costruite in mattoni crudi e<br />
decorate a murales opera di artisti locali, riproducenti i<br />
momenti della vita in miniera.<br />
180<br />
Miniere Rosas<br />
Le miniere Rosas sono parte di un giacimento di solfuri misti,<br />
ricco di galena, blenda e pirite individuato nel corso del XIX<br />
secolo, i cui filoni furono coltivati sino alla fine degli anni<br />
‘70. Le miniere, oggi non più produttive, sono state riconvertite<br />
in un museo permanente che propone al visitatore<br />
un percorso informativo completo sul ciclo di lavorazione<br />
del minerale.<br />
Per informazioni: Pro Loco<br />
tel. 0781 959378<br />
Nuraghe di Monte Atzei<br />
Posto all’interno del parco del Monte Atzei questa grande<br />
e irregolare struttura a corridoio è riconducibile al tipo di<br />
protonuraghe arcaico. Dopo i recenti lavori di scavo e ripulitura<br />
l’interno è parzialmente visitabile lungo il corridoio<br />
centrale che attraversa il corpo dell’edificio.<br />
Rassegna Blues<br />
Un’importante manifestazione dedicata al Blues, che vede<br />
impegnati artisti del panorama internazionale e frequentata<br />
da migliaia di appassionati.
Terraseo (Narcao)<br />
Tempio punico<br />
Il tempio, datato al IV secolo a.C., fu dedicato dai cartaginesi<br />
al culto agrario, a Tanit ed Astarte. Sono chiaramente visibili<br />
le sezioni originarie e rifacimenti romani, che non hanno<br />
tuttavia mutato l'impianto originale. Il tempio si sviluppa<br />
attorno ad un pozzo sacro e nel sacello rettangolare,<br />
all'interno del quale sono stati rinvenuti manufatti in terracotta<br />
tra cui diverse kernefore, statuette brucia-profumi, e<br />
vari ex-voto.<br />
Perdaxius<br />
Chiesa di San Giacomo<br />
Al centro del paese si trova la piccola chiesa di San Giacomo,<br />
edificata nel XIII secolo in stile romanico. L'edificio, a navata<br />
unica, è costruito con semplici blocchi di arenaria e trachite,<br />
senza decorazioni. La facciata è sormontata da un bel campanile<br />
a vela con profilo interno a ogiva.
Chiesa campestre di San Leonardo<br />
Situata nell'omonima frazione la chiesa presenta al suo<br />
interno pitture di epoca spagnola e un simulacro ligneo<br />
raffigurante il santo. La pianta è a navata unica absidata e<br />
il soffitto è voltato a botte. All'esterno la facciata, molto<br />
semplice, è affiancata da un campanile a vela.<br />
Tratalias<br />
Chiesa di Santa Maria<br />
La chiesa di Santa Maria, in trachite chiara, domina luminosa<br />
il piccolo paese di Tratalias. Edificata nel 1213, come testimonia<br />
l’epigrafe presente sulla facciata, è uno dei molti<br />
esempi di architettura romanica in <strong>Sardegna</strong>.<br />
Tra gli elementi più caratteristici si osservano<br />
due losanghe di derivazione pisana e la scala<br />
d’accesso al tetto, lasciata a vista nell’ultimo tratto. All’interno<br />
lo spazio è diviso in tre navate strette ed allungate, di cui<br />
quella centrale absidata, la copertura è in legno su capriate.<br />
Di notevole interesse sono le sculture sui capitelli del portale<br />
sul lato meridionale e la bella composizione, a bassorilievo<br />
con due leoni affrontati, sull’architrave del portale del lato<br />
nord.<br />
Per informazioni: Coop. S.T.A.G.E.<br />
tel. 0781 688013 - 0781 697007
Nuraghe Meurras<br />
Fuori dall'abitato di Tratalias si erge il nuraghe Meurras,<br />
sottoposto a recente restauro e tuttora in fase di scavo. Si<br />
tratta di un edificio<br />
complesso,<br />
con torre centrale<br />
costruita a<br />
mezzo di rozza<br />
tecnica ciclopica<br />
e torri laterali,<br />
presumibilmente<br />
di<br />
epoca posteriore,<br />
edificate<br />
con tecnica<br />
più fine. Nei<br />
dintorni sono<br />
ancora<br />
visibili i resti<br />
di un villaggio<br />
contemporaneo<br />
al nuraghe.<br />
Giba<br />
Spiaggia di Porto Botte<br />
La spiaggia di Porto Botte, situata nel golfo di Palmas, è<br />
caratterizzata da un lungo litorale ventilato e da fondali<br />
poco profondi. Accanto alla spiaggia si trova l’omonimo<br />
complesso palustre, il terzo in <strong>Sardegna</strong> per estensione, che<br />
offre un buon habitat a fenicotteri rosa, avocette, aironi,<br />
cavalieri d’Italia, garzette, falchi di palude, polli sultani e<br />
altri volatili delle zone umide, richiamati dall’abbondante<br />
presenza di cibo negli stagni limitrofi formatisi dai depositi<br />
del rio Palmas. Il paesino è dotato di un porticciolo turistico<br />
bene attrezzato.<br />
183<br />
Villarios (Giba)<br />
Golfo di Palmas<br />
Villarios è una piccola frazione di Giba situata in posizione<br />
collinare panoramica. Il golfo si apre di fronte alla spiaggia<br />
di Porto Botte ed è dominato da una torre d’avvistamento<br />
del XVI secolo.
Sant’Anna Arresi<br />
Ubicata sulle pendici del colle<br />
Montixeddu, si affaccia sul<br />
golfo di Palmas e su baie e<br />
cale di grande interesse paesaggistico,<br />
lungo una linea di<br />
costa lunga 6 chilometri variamente<br />
intercalata da grandi<br />
formazioni rocciose. Il litorale<br />
è caratterizzato dalla presenza<br />
di due spiagge, la minore delle<br />
quali è dominata da maestose<br />
dune di fine sabbia bianca ricca<br />
di elementi quarzosi.<br />
Spiaggia di Porto Pino<br />
La spiaggia di Porto Pino, ben<br />
riparata dal vento, offre uno<br />
scenario di acque vitree, sabbie<br />
dunali, ginepri secolari ed una<br />
pineta che ospita, oltre al comune<br />
pino marittimo, il pino<br />
mugo e la rarissima varietà di<br />
pino d'Aleppo originario del Libano. Non lontano si notano<br />
il pescoso stagno di Maestrale e quello di Is Brebeis, diviso<br />
in due bacini minori dalla striscia di terra di Corrumanciu e<br />
posto in comunicazione diretta con le saline di Santa Caterina.<br />
Pineta Candiani<br />
La pineta Candiani,<br />
caratterizzata dalla<br />
presenza del pino<br />
d’Aleppo, è nota<br />
nelle leggende locali,<br />
mai verificate,<br />
come sorta su una<br />
preesistente città<br />
fenicia sepolta<br />
sotto la sabbia,<br />
presumibilmente<br />
collegata alle<br />
strutture dell’antico<br />
porto e della<br />
cava di arenaria<br />
tuttora visitabili<br />
sulla costa.
Ai confini tra <strong>Sardegna</strong> e Jazz<br />
Importante manifestazione giunta alla XVIII edizione. Si<br />
svolge ogni anno nel mese di agosto con la partecipazione<br />
dei migliori artisti internazionali e grande successo di pubblico.<br />
Per informazioni: Comune di Sant’Anna Arresi<br />
tel. 0781 966681 - 0781 966081<br />
Nuxis<br />
Chiesa Bizantina di Sant’Elia<br />
Situata nella valle di Tattinu è l’unica tra le numerose chiese<br />
della <strong>Sardegna</strong> meridionale sorte nel periodo bizantino ad<br />
essersi mantenuta in un quasi integro stato di conservazione.<br />
Il primo impianto presenta pianta a croce greca con<br />
cupola ogivale, mentre la facciata è sormontata da un<br />
campanile a vela. La chiesa ha pianta simile alla basilica di<br />
San Saturnino a Cagliari, anche se di dimensioni inferiori.<br />
Fu rimaneggiata in stile romanico nell’XI secolo.<br />
Per informazioni: tel. 0781 957013
Foresta di<br />
Is Cannoneris<br />
La foresta si distingue per<br />
una folta vegetazione di<br />
grandi lecci, sugherete,<br />
conifere, oleandri, carrubi,<br />
latifoglie e macchia mediterranea.<br />
La fauna è<br />
abbondante, con presenza<br />
abituale di cinghiali, volpi,<br />
martore e aquile reali. La foresta ospita un centro di ripopolamento<br />
del cervo sardo e un'area attrezzata per la sosta<br />
temporanea.<br />
186<br />
Villaperuccio<br />
Necropoli di Montessu<br />
Situata in un ampio anfiteatro<br />
naturale a forma di omega la<br />
splendida necropoli rupestre di<br />
Montessu, scoperta quasi casualmente<br />
nel 1972, è composta<br />
da circa quaranta tombe, non tutte<br />
visitabili, scavate direttamente nella<br />
roccia. Dai ricchi corredi funerari<br />
rinvenuti sappiamo che il monumento<br />
fu utilizzato per circa due<br />
millenni, da genti della Cultura di<br />
Ozieri (ca. 3.500 a.C.) ininterrottamente<br />
sino alla Cultura di<br />
Bonnanaro (ca. 1.500 a.C.),<br />
come dimostrano le aggiunte<br />
megalitiche e gli ampliamenti<br />
dei vani destinati<br />
alle inumazioni. Le tombe<br />
si presentano nella semplice<br />
forma a forno con ingresso dall’alto e con una<br />
sola stanza, in tomba a tempio presumibilmente<br />
come ultima dimora di un capo, con grande<br />
temenos, un recinto o un’area sacra delimitata<br />
da betili o piccoli menhir, o ad ampia camera e<br />
alto soffitto. Le pareti delle tombe, a volte dipinte<br />
con ocra gialla o rossa, sono decorate ad incisione o a rilievo<br />
con coppelle, con silhouettes cruciformi raffiguranti la dea<br />
madre, con protomi taurine e teste d’ariete dalle corna<br />
rivolte all’esterno e terminanti a spirale, con semplici spirali,<br />
ghirlande e festoni a denti di lupo o a semicerchi concentrici.<br />
Rari si presentano, invece, gli elementi architettonici che<br />
rivelano funzioni abitative. I ricchi corredi funerari, esposti<br />
nel vicino Museo Civico di Santadi e nel Museo Archeologico
Nazionale di Cagliari, consistono per lo più in vasellame in<br />
ceramica appartenente a epoche diverse, monili in pietra,<br />
armi in ossidiana o selce e quanto necessario per accompagnare<br />
i defunti nel viaggio ultraterreno. Alcuni vani di<br />
sepoltura contengono petroglifi ed iscrizioni enigmatiche<br />
non ancora decifrate.<br />
Per informazioni: tel. 0781 841089<br />
Santadi<br />
Santadi, grosso centro agricolo, possiede un territorio di<br />
grande importanza naturalistica, popolato da diverse specie<br />
faunistiche che vi trovano condizioni favorevoli per la sopravvivenza<br />
e la riproduzione.<br />
Grotte Is Zuddas<br />
Le splendide grotte Is Zuddas<br />
si aprono nel calcareo cambrico<br />
del Monte Meana, originate<br />
dagli imponenti fenomeni<br />
carsici che hanno<br />
modellato l’intero territorio.<br />
Caratterizzate da uno<br />
scenario fiabesco ed irreale<br />
presentano vaste<br />
sale ricche di aragoniti<br />
coralloidi, stalagmiti,<br />
colate, stalattiti e formazioni<br />
tubolari. All’ingresso<br />
sono visibili<br />
i resti del Prolagus<br />
Sardus, piccolo roditore<br />
estintosi secondo<br />
alcuni studiosi in<br />
epoca storica.<br />
Per informazioni e prenotazioni: Coop. Monte Meana<br />
loc. Is Zuddas, 09010 Santadi<br />
tel. 0781 955741 • fax 0781 955772<br />
web: www.iszuddas.it • e-mail: iszuddas@tiscali.it<br />
Gola di Gutturu Mannu<br />
La gola di Gutturu Mannu si distende su una superficie di<br />
oltre 4.700 ettari ai limiti del complesso montuoso del basso<br />
Sulcis. La vallata prende il nome dalla sua stessa conformazione,<br />
una grande gola scavata tra i monti. Gutturu Mannu,<br />
parzialmente confinante con l’area protetta di Monte Arcosu,<br />
possiede un altissimo valore naturalistico, ricoperta da una<br />
rigogliosa foresta habitat naturale del cervo sardo e dell'aquila<br />
reale.
Matrimonio Mauritano<br />
Nel mese di agosto si celebra a Santadi una cerimonia di<br />
nozze secondo la tradizionale cultura agropastorale. Gli sposi<br />
indossano i costumi tradizionali ricchi di colori e ricami,<br />
attesi dalle traccas addobbate a festa con le quali entrano<br />
nella piazza principale del paese. Il rito è immediatamente<br />
seguito dall’offerta propiziatoria volta ad assicurare prosperità,<br />
felicità e benessere alla nuova coppia: i genitori dello<br />
sposo offrono acqua e spargono sugli sposi e sugli ospiti<br />
l’offerta de sa gratzia costituita da petali di rose, chicchi di<br />
grano, granellini di sale e monete, lanciata da piatti che<br />
verranno poi frantumati dalle madri. Il banchetto nuziale è<br />
offerto a casa della sposa, i festeggiamenti proseguono<br />
pubblicamente dal tardo pomeriggio sino alla notte nella<br />
piazza del paese.<br />
188<br />
Domus de Maria<br />
Museo di numismatica<br />
Nel museo è ospitata un’interessante collezione di statuine<br />
puniche e un ricco tesoro in monete antiche.<br />
Chia (Domus de Maria)<br />
Baia Chia, dune e stagni<br />
Area litoranea tra le più affascinanti della costa meridionale,<br />
si stende ai piedi dell’omonima torre di avvistamento costruita<br />
in epoca tardo-medievale. I bassi fondali, i tersi cromatismi<br />
dell’acqua e il dinamismo della linea di costa si congiungono<br />
alle alte dune di granito rosato, sulle quali trova ideale<br />
superficie di sviluppo una fitta vegetazione di ginepri secolari.
Gli stagni costieri, immediatamente a ridosso della zona<br />
dunale, sono abituali aree di sosta e nidificazione di varie<br />
specie di uccelli acquatici e contribuiscono ad impreziosire<br />
ulteriormente uno scenario naturale con pochi riscontri<br />
nell’intero Mediterraneo.<br />
Torre di Chia<br />
Fu edificata agli inizi del XVI secolo nei pressi della foce di<br />
un fiume allo scopo di sventare le incursioni piratesche. La<br />
torre sorge sul promontorio che custodiva l'acropoli punica<br />
dell’antica città di Bithia.<br />
Sarroch<br />
Villa d’Orri<br />
Villa d’Orri è dimora signorile con parco annesso, costruita<br />
all’interno di una vasta tenuta agricola che ospitò il Principe<br />
Carlo Felice di Savoia e i membri della casa reale piemontese<br />
durante la loro permanenza in <strong>Sardegna</strong> negli anni dell’invasione<br />
napoleonica. All’interno si possono visitare gli ambienti<br />
privati ricchi di pregevoli arredi e oggetti d’arte italiana.<br />
Pula<br />
Chiesa di Sant’Efisio<br />
Fuori dall’abitato e nei pressi degli scavi di Nora s’incontra<br />
la chiesa di Sant’Efisio, sorta nel luogo in cui secondo la<br />
tradizione fu martirizzato il santo oggi venerato a Cagliari.<br />
Il loggiato davanti al prospetto richiama l’aspetto caratteristico<br />
delle chiese campestri, pur conservando nelle forme derivanti<br />
dall’architettura francoprovenzale la fisionomia romanica<br />
datale dai monaci Vittorini alla fine dell’XI secolo.
Torre di Coltellazzo<br />
La torre, protetta da una cortina muraria rinforzata da piccole<br />
torri, si eleva alta 12 metri sulle rovine dell’antica Nora.<br />
Fatta costruire da Filippo II tra il 1580 e il 1610 come torre<br />
di avvistamento la sua parte sommitale oggi ospita un faro.<br />
Torre di San Macario<br />
Costruita nel 1595 e utilizzata fino al XVIII secolo sorge<br />
sull’isoletta omonima al largo di Nora. Nell’isola, secondo<br />
fonti storiche, era stato edificato un monastero di rito greco.<br />
Museo civico Patroni<br />
Il museo è intitolato allo studioso Giovanni Patroni che agli<br />
inizi del ‘900 rivelò all’attenzione del mondo scientifico<br />
internazionale il sito di Nora. Le sale espongono i ritrovamenti<br />
delle necropoli puniche e romane, la stele del tophet e<br />
materiali provenienti dagli scavi della metà del XIX secolo<br />
disposti in ordine cronologico, oltre ad una piccola selezione<br />
di ritrovamenti subacquei.<br />
Per informazioni e prenotazioni: Coop. Tur. Pula<br />
tel. 070 9209138<br />
oppure Pro Loco Centro Culturale Casa Frau<br />
tel./fax 070 9245250<br />
Orario: tutti i giorni 9,00-20,00<br />
Nora<br />
Riparata dai venti e ricca di insenature, secondo fonti classiche<br />
Nora fu la prima città dell’Isola, fondata da Norax, figlio di<br />
Ermes ed Eritya, approdato in <strong>Sardegna</strong> con un gruppo di<br />
coloni provenienti da Tartesso.
La città sorse come insediamento costiero a carattere<br />
marittimo e commerciale forse già nel IX-VIII secolo a.C..<br />
Gli scavi hanno riportato alla luce il tessuto urbano della<br />
Nora romana, ma non molti elementi riferibili al periodo<br />
fenicio e a quello punico, al quale però risalgono i più<br />
importanti edifici sacri del sito, l’Alto Luogo di Tanit e il<br />
Tempio di Eshmun. Menzionata da Cicerone nell’orazione<br />
Pro Scauro, accusato di omicidio dai sardi della città, nel<br />
primo periodo romano Nora fu con ogni probabilità sede<br />
del governatorato, divenendo Municipium nel I secolo d.C.<br />
e raggiungendo il massimo splendore nel secolo successivo.<br />
Si osservano ampi impianti stradali lastricati dotati di<br />
sistemi fognari, resti di edifici di un quartiere signorile,<br />
spazi destinati al culto e uno splendido teatro del I o II<br />
secolo d.C. che conserva due dolii, grandi vasi con funzione<br />
di risuonatori acustici. Il sito conserva anche numerosi<br />
edifici termali con ricchi mosaici. Tra gli innumerevoli reperti<br />
restituiti assume tuttavia eccezionale valore documentario<br />
per la storia del Mediterraneo antico la Stele fenicia di<br />
Nora del IX-VIII secolo a.C. oggi conservata al Museo<br />
Archeologico di Cagliari, sulla quale appare per la prima<br />
volta il nome Shrdn, o Shardana, attestazione originaria<br />
del moderno <strong>Sardegna</strong>.<br />
Per informazioni e prenotazioni:<br />
Coop. Tur. Pula tel. 070 9209138<br />
oppure<br />
Pro Loco Centro Culturale Casa Frau tel./fax 070 9245250<br />
Orario: dalle 9,00 al tramonto<br />
Su prenotazione visite guidate con gruppi precostituiti. Il biglietto<br />
d’ingresso all’area dà diritto alla visita gratuita del Museo Archeologica<br />
Patroni, aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00<br />
Teulada<br />
Splendido golfo dove piccole spiagge si alternano ad alti<br />
speroni calcarei come Capo Malfatano e Capo Spartivento.<br />
Al centro del golfo il Porto di Teulada con le caratteristiche<br />
capanne dei pescatori.<br />
191<br />
Incontro Internazionale<br />
di Scultura su Pietra<br />
Ogni anno il Comune di Teulada, nella prima quindicina<br />
di settembre, ospita numerosi scultori di diverse nazionalità<br />
le cui opere rimangono in mostra permanente<br />
per le vie del paese.<br />
Per informazioni:<br />
Comune di Teulada<br />
tel. 070 9271230
CONSORZIO TURISTICO<br />
L’ALTRA <strong>SARDEGNA</strong><br />
Segreteria e servizi:<br />
Centro Ecoturistico Letizia<br />
Via San Pietro, 16 - 09010 Nuxis (Ca)<br />
Tel./Fax +39 0781 957021 • Tel. +39 0781 63164<br />
e-mail: letref@tiscali.it • www.sardegnadelsudovest.it<br />
Ufficio informazioni turistiche generali:<br />
Coop. Fulgheri c/o Montegranatico<br />
Piazza Zampillo - 09039 VIllacidro (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 9346000 • Tel. +39 070 9310787<br />
e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />
Informazioni Turistiche<br />
Per i comuni di:<br />
Carbonia, Domusnovas, Guspini, Iglesias, Sant’Antioco,<br />
Siliqua, Tratalias, Villacidro, Villamassargia<br />
Club degli Itinerari<br />
Tel. +39 0781 908006 / +39 0781 908114<br />
e-mail: letref@tiscali.it • www.sardegnadelsudovest.com<br />
Consulenze Turistiche, Itinerari, Visite Guidate<br />
Cagliari<br />
Cooperativa Memoria Storica<br />
Via Dell'Artigianato, 18 - 09100 Cagliari<br />
Tel. +39 070 2110237 • Fax +39 070 240609<br />
Gestione museo archeologico Villa Sulcis di Carbonia<br />
Carbonia<br />
Studio C.C. Bettini<br />
Vico S. Caterina - 09010 Carbonia (Ca)<br />
Tel. +39 0781 63164 • Cell. 339 7892980 • Fax 178 2278534<br />
e-mail: superdue@tiscali.it • www.sardegnanimamia.it<br />
Gestione rally turistici, regate, eventi culturali<br />
Cooperativa Mediterranea<br />
Via Bresciano, 7 - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Tel. +39 0781 64040<br />
Gestione parco archeologico di Monte Sirai<br />
Fluminimaggiore<br />
Coop. Start Uno<br />
Via <strong>Sardegna</strong>, 1 - 09010 Fluminimaggiore (Ca)<br />
Tel. +39 0781 580990 • Cell. 347 8174989 • Fax 0781 582198<br />
e-mail: startuno@tiscali.it<br />
Gestione del Tempio punico-romano di Antas e Museo etnografico<br />
Società Su Mannau Grotte<br />
Via Vitt. Emanuele, 81 - 09010 Fluminimaggiore (Ca)<br />
Tel. +39 0781 580411 / +39 0781 580165 • Fax +39 0781 580189<br />
e-mail: sumannau@tiscalinet.it<br />
Gestione Grotte Su Mannau, escursioni speleologiche<br />
193
194<br />
Guspini<br />
Coop. Promoserapis<br />
Piazza G. Rolandi - Loc. Montevecchio - 09036 Guspini (Ca)<br />
Cell. 335 5314198<br />
Gestione strutture di superficie miniera di Montevecchio<br />
Iglesias<br />
Ajòò Dive!<br />
Sede operativa c/o Motonautica, Via Garibaldi, 39 - 09016 Iglesias (Ca)<br />
Cell. 328 8278145 / 339 7451670 • Tel./ Fax +39 0781 41930<br />
e-mail: ajodive@tiscali.it<br />
Immersioni, scuola sub, escursioni in gommone<br />
Palau<br />
Associazione 360° Gestione <strong>Sardegna</strong> Trek 4X4<br />
Via Brigata Sassari, 22 - 07020 Palau (Ss)<br />
Tel. +39 0789 708565 • Cell. 334 3850048 • Fax +39 0789 706191<br />
e-mail: info@360gradi.it • www.360gradi.it<br />
Escursioni in auto, fuoristrada in tutta la <strong>Sardegna</strong><br />
Santadi<br />
Cooperativa Monte Meana<br />
Via Dalmazia - 09010 Santadi (Ca)<br />
Tel. +39 0781 955741 • Fax +39 0781 955772<br />
e-mail: iszuddas@tiscali.it • www.iszuddas.it<br />
Gestione Grotte Is Zuddas<br />
Siliqua<br />
Coop. Antarias<br />
Via Iglesias, 4 - 09010 Siliqua (Ca)<br />
Cell. 349 1564023 • Fax +39 0781 73704<br />
e-mail: antarias@tiscali.it<br />
Gestione del Castello di Acquafredda<br />
Teulada<br />
Club degli Itinerari<br />
Via Vittorio Emanuele, 18 - 09019 Teulada (Ca)<br />
Tel. +39 0781 908006 / +39 0781 908114 • Fax +39 0781 957021<br />
e-mail: letref@tiscali.it<br />
Escursioni a cavallo, scuola di botanica, micologia, cucina etnica<br />
Tratalias<br />
Coop. Stage<br />
Piazza Chiesa, Vecchio Centro - 09010 Tratalias (Ca)<br />
Cell. 347 0899049 • Tel./Fax +39 0781 697007<br />
e-mail: massimilialoddo@tiscali.it<br />
Gestione cattedrale romanica, borgo medievale, ristorante etnico Il Gallo Nero<br />
Villacidro<br />
Coop. G. Fulgheri<br />
c/o Montegranatico, Piazza Zampillo - 09039 VIllacidro (Ca)<br />
Tel. +39 070 9310787 • Fax +39 070 9346000<br />
e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it • www.villacidro-turistica.it<br />
Gestione percorsi turistici di: Villacidro, Parco Culturale G. Dessì, Comunità<br />
Montana Monte Linas
Strutture Ricettive<br />
´´´´<br />
Fluminimaggiore<br />
Antas Hotel<br />
Loc. Sant’Angelo - 09010 Fluminimaggiore (Ca)<br />
Tel./Fax +39 0781 584006<br />
e-mail: info@antashotel.it • www.antashotel.it<br />
´´´<br />
Iglesias<br />
Hotel Ristorante Artu<br />
Piazza Quintino Sella, 15 - 09016 Iglesias (Ca)<br />
Tel. +39 0781 22492 • Fax +39 0781 32449<br />
e-mail: hotelartu@tiscali.it<br />
Hotel Ristorante Il Sillabario<br />
Località Martiada - 09016 Iglesias (Ca)<br />
Tel. +39 0781 33830 • Fax +39 0781 33790<br />
e-mail: giorgioperda@tiscali.it<br />
Portoscuso<br />
Hotel Panorama<br />
Via Giulio Cesare, 40/42 - 09010 Portoscuso (Ca)<br />
Tel./Fax +39 0781 508077<br />
e-mail: panorama.hotel@tiscali.it<br />
Sant’Antioco<br />
Hotel Ristorante Solki<br />
Piazza Pertini - 09017 Sant’Antioco (Ca)<br />
Tel. +39 0781 800521 • Tel./Fax +39 0781 800428<br />
e-mail: hotelsolki@tiscali.it<br />
´´<br />
Giba<br />
Antica Locanda Rosella<br />
Via Principe Piemonte, 135 - 09010 Giba (Ca)<br />
Tel. +39 0781 964029 • Fax +39 0781 979205<br />
195<br />
Iglesias - Nebida<br />
Hotel Ristorante Pan di Zucchero<br />
Via Centrale, 366 - 09010 Nebida, Iglesias (Ca)<br />
Tel./Fax +39 0781 47114<br />
e-mail: hotelpandizucchero@libero.it<br />
Garnì<br />
Santadi<br />
Villa S’Andriana<br />
Loc. S’Andriana - 09010 Santadi (Ca)<br />
Tel. +39 0781 955107 / +39 0781 954146<br />
e-mail: silvanacamboni@libero.it
Sant’Antioco<br />
La Pineta<br />
Via Baccaredda, 69 - 09017 Sant’Antioco (Ca)<br />
Tel. +39 0781 802018 • Cell. 320 7414587<br />
e-mail: fontan.mar@tiscali.it<br />
Villamassargia<br />
Castello di Gioiosa Guardia<br />
Via XXV Aprile, 15 - 09010 Villamassargia (Ca)<br />
Tel. +39 0781 75011 • Fax +39 0781 74094<br />
Agriturismo<br />
Calasetta<br />
Agriturismo Tupei<br />
Località Tupei - 09011 Calasetta (Ca)<br />
Tel. +39 0781 810025 • Cell. 339 4752458 • Fax +39 0781 887027<br />
Domusnovas<br />
Agriturismo Perda Niedda<br />
Loc. Perda Niedda - 09015 Domusnovas (Ca)<br />
Cell. 348 5402841<br />
e-mail: info@agriturismo-perdaniedda.com<br />
Iglesias<br />
Agriturismo S’Arriali<br />
Località S’Arriali - 09016 Iglesias (Ca)<br />
Tel. +39 0781 43166 • Cell. 338 8185200<br />
San Giovanni Suergiu<br />
Agriturismo Golfo Palmas<br />
Località Palmas - 09010 San Giovanni Suergiu (Ca)<br />
Tel. +39 0781 689487 • Cell. 349 6683143<br />
Teulada<br />
196<br />
Coop. Agriturismo Matteu<br />
Loc. Matteu - 09019 Teulada (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 9270003 • Cell. 348 5279210<br />
e-mail: info@coopmatteu.net<br />
Coop. L’Agropastorale Agriturismo Is Truiscus<br />
Loc. Is Truiscus - 09019 Teulada (Ca)<br />
Telefax +39 070 9271256 • Cell. 347 5772248<br />
e-mail: cmbdd@tiscali.it<br />
Campeggi<br />
Gonnesa<br />
Campo Robinson<br />
Coop. Viviscout - 09010 Gonnesa (Ca)<br />
Tel. +39 0781 22611 • Cell. 339 7934710 • Fax +39 0781 24722<br />
e-mail: campo.robinson@campo-robinson.it<br />
Campeggio educativo per ragazzi.
Ristorazione<br />
Calasetta<br />
Ristorante L’Approdo<br />
Via Regina Margherita, 1 - 09011 Calasetta (Ca)<br />
Tel./Fax +39 0781 88375<br />
e-mail: approdo_ristorante@tiscali.it<br />
Nuxis<br />
Ristorante Letizia<br />
Via San Pietro, 16 - 09010 Nuxis (Ca)<br />
Tel./Fax +39 0781 957021<br />
Sant’Antioco<br />
Ristorante Il Cantuccio<br />
Tel./Fax +39 0781 82166<br />
e-mail: rist.cantuccio@tiscali.it<br />
Associazioni Culturali<br />
Domusnovas<br />
Media Domus Onlus<br />
Tel. +39 0781 72094 / +39 0781 70809<br />
Fax +39 0781 729149<br />
www.geocities.com/athens<br />
Guspini<br />
Pro Loco<br />
Cell. 335 5314198<br />
Nuxis<br />
Is Caravius Sport e Cultura<br />
Tel. +39 0781 957465 • Fax +39 0781 957021<br />
Villamassargia<br />
Elicriso Events<br />
Cell. 347 1519094 • Fax +39 0781 74856<br />
e-mail: elicriso.np@tiscali.it<br />
Noleggio Autobus - Agenzie Viaggi<br />
Cagliari<br />
Società Dedoni <strong>Turismo</strong><br />
Viale Monastir - 09100 Cagliari<br />
Tel. +39 070 210121 • Fax +39 070 240587<br />
e-mail: giuliodedono@tiscali.it<br />
Servizi pullman gran turismo in ogni parte della <strong>Sardegna</strong><br />
Agenzia Viaggi Intorno Al Mondo<br />
Via Sonnino - 09100 Cagliari<br />
Tel. +39 070 660077 • Fax +39 070 656801<br />
e-mail: intornoalmondo@hotmail.com<br />
197
Affitto Case Vacanze<br />
Carbonia<br />
Società Super 2<br />
Via Dalmazia - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Tel. +39 0781 62193 • Fax 178 2278534<br />
e-mail: superdue@tiscali.it<br />
Gestione Case Vacanze, itinerari energetici terapeutici<br />
Servizi turistici<br />
Carbonia<br />
Società I.A.F. Laboratorio Ottica<br />
Piazza Ciusa - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Tel. +39 0781 674795 • Fax +39 0781 661471<br />
e-mail: iaf.snc@libero.it • iaf.snc@tiscali.it<br />
Sviluppo fotografico con new-tecnology, foto-ottica d’avanguardia<br />
Carloforte<br />
Società Marine Sifredi<br />
Tel./Fax +39 0781 854437 • Cell. 368 7339887 / 335 6059513<br />
e-mail: marinesifredi@tiscali.it<br />
Gestione di 250 posti-barca nel porto di Carloforte<br />
Artigianato Artistico<br />
Carbonia<br />
Terra Arrubia<br />
Via Catania, 28/a - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Cell. 328 1875508<br />
Ceramiche artistiche<br />
Fluminimaggiore<br />
Arrius Luciano<br />
Via Vittorio Emanuele, 457 - 09010 Fluminimaggiore (Ca)<br />
Tel. +39 0781 580853 • Cell. 335 1227855 • Fax +39 0781 582114<br />
e-mail: info@lucianoarrius.com • www.lucianoarrius.com<br />
Coltelleria artistica, ferro battuto, pelletteria, selleria (tutto per il cavallo)<br />
198<br />
GUIDA AGLI ACQUISTI<br />
Carbonia<br />
Pilo Maurizio<br />
Piazza Ciusa, 47 Via Nuoro, 43 - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Tel./Fax +39 0781 64046<br />
Laboratorio artigiano creazioni oro e argento.
Prendas de Oro<br />
di Salvatora Becconi<br />
Via XVIII Dicembre - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Cell. 335 6894074<br />
Laboratorio artigiano.<br />
Progettazione e realizzazione decori oro su argento<br />
con trafori reinterpretazione gioielli sardi.<br />
Peluffo M. Beatrice<br />
Via Anselmo Roux, 43/a - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Tel. +39 0781 665193 • Fax +39 0781 665193<br />
Laboratorio artigiano argenteria e oreficeria.<br />
Pischedda Gioielli<br />
Via Puglie, 47 - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Tel. +39 0781 670095 • Fax +39 0781 670095<br />
Laboratorio artigiano di gioielli tipici sardi. Punto Vendita.<br />
Bon Bon da Rosy<br />
di Spina Rosella<br />
Viale Trento, 66 - 09013 Carbonia (Ca)<br />
Tel. +39 0781 6602279<br />
Laboratorio artigiano dolci tipici sardi.<br />
Carloforte<br />
Arte Sarda<br />
di S. Melis<br />
Corso Battellieri, 18 - 09014 Carloforte (Ca)<br />
Tel. +39 0781 855912<br />
Creazione e vendita di artigianato<br />
artistico regionale: ceramiche, tappeti, coltelli, cestini.<br />
Giba<br />
Panificio Murgia Efisio<br />
Via Roma, 22 - 09010 Giba (Ca)<br />
Tel. +39 0781 964132<br />
Produzione e vendita pane tipico sardo, dolci sardi, panade.<br />
Guspini<br />
Vaccargiu Umberto<br />
Via Carducci, 60 - 09036 Guspini (Ca)<br />
Tel. +39 070 970662<br />
Rivendita di artigianato sardo e di prodotti agroalimentari tipici.<br />
Santadi<br />
Azienda agricola Olea <strong>Sardegna</strong><br />
Via Is Pinnas, 254 - 09010 Santadi (Ca)<br />
Tel. +39 340 3450196<br />
Produzione e vendita di olio extravergine d'oliva.<br />
Sant’Anna Arresi<br />
EXPO S.AL.AR.<br />
Via Italia, 250 - 09010 Sant’Anna Arresi (Ca)<br />
Tel. +39 0781 965040 • Fax +39 0781 965226<br />
Rivendita di artigianato sardo e di prodotti agroalimentari tipici.<br />
199
VILLASIMÌUS
Crabonaxia è ancora la denominazione locale del paese di<br />
Villasimius, un nome che rende esplicito il rapporto tra il<br />
territorio e le estese foreste che fornivano la materia prima<br />
necessaria alla produzione del carbone di legna. Nel 1826<br />
gli abitanti dell’allora Carbonara fecero richiesta di cambiare<br />
il nome del piccolo centro, che con Regio Decreto del 14<br />
settembre 1862 fu mutato in Villasimius. Ancora in epoca<br />
recente il mare era l’unica via di collegamento tra la cittadina<br />
e Cagliari: nell’insenatura di Torre Vecchia approdavano le<br />
imbarcazioni da trasporto provenienti dal capoluogo con le<br />
merci commissionate dalla popolazione del paese.<br />
Ernst Jünger<br />
Viaggiando senza meta alla scoperta di luoghi misteriosi,<br />
selvaggi e quieti, nel 1954 Ernst Jünger, uno dei massimi<br />
esponenti del pensiero contemporaneo, arriva per caso a<br />
Villasimius. Sentitamente colpito dalla bellezza<br />
del territorio racconta nel saggio Terra<br />
Sarda le sue impressioni e i suoi stati<br />
d’animo vissuti nella magica Illador, appunto<br />
Villasimius.<br />
Illador, 7 maggio 1954<br />
“…Fra le trouvailles che in Europa diventano<br />
sempre più rare c’è questa: un luogo privo<br />
di qualsiasi collegamento con il mondo. Eppure<br />
io l’ho raggiunto dopo aver viaggiato<br />
sino al capolinea meridionale, con l’aiuto di<br />
un autobus. Per tre ore continuarono a cingolare<br />
le molle del veicolo lungo strade accidentate<br />
di montagna, che ad ogni curva si<br />
aprivano all’improvvisa veduta sul mare…”<br />
202<br />
Illador, quale posto pieno<br />
di luce, soleggiato, illuminato<br />
vissuto intensamente per tutta la<br />
sua permanenza, è raffigurato nei<br />
suoi particolari.
“… Qui ciò che attrae è la conformazione rocciosa, gli<br />
animali e le piante, la possibilità di un viaggio sciabordante<br />
nel profondo … Terra sarda, rossa, amara, virile, intessuta<br />
in un tappeto di stelle, da tempi immemorabili fiorita<br />
d’intatta fioritura ogni primavera, culla primordiale sentii<br />
la sua dolce altalena nel mare …”<br />
Cinquanta anni fa, Villasimius era come la descriveva<br />
Ernst Jünger, un luogo isolato, difficile da raggiungere,<br />
raro e misterioso ma talmente stupendo da poter<br />
essere raccontato, in un saggio, in modo tanto affascinante.<br />
Molte cose sono cambiate, ma la sua<br />
bellezza ne fa ancora uno dei luoghi più preziosi<br />
della Provincia di Cagliari.<br />
“… Tutte le bestie mi appaiono d’aspetto insolito;<br />
forse appartengono a razza isolane, qui sviluppate<br />
attraverso generazioni o rimaste inalterate dai<br />
tempi antichi ...”<br />
“… Mentre consumo la prima colazione, faccio<br />
il calcolo approssimativo di tutti i luoghi in cui<br />
si può fare il bagno. Ora ne conosco una gran<br />
quantità: tutti solitari, tutti belli, le candide e<br />
luminose spiagge per la sabbia dai riflessi<br />
abbaglianti… mare dove luccicarono i pesci<br />
d’oro nello splendore meridiano… contrafforti<br />
montani di nudo e brillante granito…”<br />
203
Storia e arte<br />
La Fortezza Vecchia<br />
Oggi museo archeologico, sorge su un promontorio poco<br />
distante da Capo Carbonara. Si tratta di una struttura complessa,<br />
il cui nucleo originario risale probabilmente al XIV<br />
secolo. Villasimius, a quei tempi Carbonara, da rendita di<br />
Nino Visconti divenne possesso dei sovrani aragonesi, per<br />
essere infine concessa in feudo alla famiglia Carroz i cui<br />
membri ricoprirono un ruolo di primo piano nella conquista<br />
dell’Isola e nella cacciata dei<br />
pisani dai territori dell’antico<br />
Giudicato di Cagliari.<br />
Alla fine del XVI<br />
secolo fu realizzato un<br />
intervento di ristrutturazione,<br />
ascrivibile al<br />
grande progetto di difesa<br />
voluto da Filippo II<br />
che prevedeva la fortificazione<br />
dei litorali con<br />
un sistema di torri fra<br />
loro collegate per<br />
contrastare gli sbarchi<br />
ormai divenuti incontrollabili<br />
dei turcobarbareschi.<br />
Per informazioni: Coop. Cuccureddus<br />
tel. 070 790023<br />
www.villasimiusweb.com • e-mail: fortezza@villasimiusweb.com<br />
Orario: 15 giugno-15 settembre: 10,00-13,00 / 18,00-21,00<br />
il resto dell’anno ven-dom 10,00-13,00 / 18,00-21,00<br />
204<br />
Torre di Porto Giunco e Torre di San Luigi<br />
Le Torri di Porto Giunco e di San Luigi sono documentate nel<br />
percorso espositivo della mostra permanente Enemigos de la<br />
Fe’ Pirati e difensori costieri, allestita presso la Fortezza<br />
Vecchia. La Torre di Porto Giunco, edificata nel XVI secolo in<br />
granito locale, sorge nell’omonima località. Vi si accede dalla<br />
spiaggia attraverso un sentiero praticabile a piedi o a cavallo,<br />
oppure dal versante di Capo Carbonara lungo la dorsale<br />
dell’altura, lungo percorsi caratterizzati dalla presenza delle<br />
specie più significative della macchia mediterranea. Dalla<br />
torre si ammira l’oasi naturalistica dello stagno di Notteri,<br />
area abituale di sosta dei fenicotteri rosa. La Torre spagnola<br />
di San Luigi fu costruita in granito locale nel XVII secolo<br />
sull’Isola di Serpentara. È raggiungibile dal porto turistico in<br />
20 minuti di navigazione.<br />
Per informazioni: Coop. Cuccureddus<br />
tel. 070 790023<br />
www.villasimiusweb.com • e-mail: info@villasimiusweb.com
Faro dell’Isola dei Cavoli<br />
Il faro, edificato nella seconda metà dell’Ottocento su una<br />
preesistente torre spagnola del XVI secolo ed ora in concessione<br />
al Centro Ricerche dell’Università di Cagliari, è<br />
raggiungibile dal Porto Turistico in 15 minuti di navigazione.<br />
Chiesetta campestre di Santa Maria<br />
La Chiesa si trova lungo la strada provinciale per Cagliari<br />
a poca distanza dal centro abitato. Sorta sui resti di un<br />
edificio termale di età romana, di cui restano visibili l’abside<br />
e parte degli ambienti, venne ricostruita attorno al 1920.<br />
La persistenza del culto mariano paleocristiano in età<br />
contemporanea è testimoniato dalla devozione dei fedeli,<br />
documentata sino alla metà dello scorso secolo, rivolta ad<br />
una statua di matrona romana conservata presso il Museo<br />
Archeologico.<br />
Cava Usai<br />
L’estrazione del granito e la sua lavorazione hanno a lungo<br />
costituito una delle più importanti fonti di reddito degli<br />
abitanti di Villasimius. Avviata nella seconda metà dell’Ottocento<br />
da una coppia di fratelli originari della Toscana, la<br />
cava fu poi gestita dalla Ditta Usai dai primi anni del<br />
Novecento sino alla chiusura<br />
negli anni Cinquanta. Il granito<br />
estratto dagli scalpellini<br />
e semilavorato in loco è stato<br />
utilizzato nella realizzazione<br />
di grandi opere pubbliche,<br />
tra cui la lastricatura della<br />
Via Roma a Cagliari.<br />
Porto turistico<br />
Il Porto turistico di Villasimius<br />
è situato a ridosso<br />
del promontorio di Capo<br />
Carbonara all'interno<br />
dell'omonimo golfo. La<br />
configurazione portuale è caratterizzata da una diga di<br />
sopraflutto a gettata con paramento in massi naturali di<br />
560 metri di lunghezza, e da una diga di sottoflutto con<br />
uno sviluppo di 180 metri. Nei 78.000 mq. di specchio<br />
acqueo protetto sono disposti 3 pontili fissi, 15 pontili<br />
galleggianti e 5 banchine per un complessivo sviluppo di<br />
fronti ormeggiabili di 2.420 metri.<br />
205<br />
VHF: canale 09; posti barca: 740, max LOA 30 m.; profondità min.<br />
1,5 max 6,5 m; impianto di carburante; acqua ed energia elettrica<br />
220/380V; docce e bagni pubblici; gru da 60 tonnellate; raccolta oli<br />
esausti e batterie esaurite.<br />
Per informazioni: tel. 070 7978006 / 070 7978014 - fax 070 797137<br />
www.marinavillasimius.it • e-mail: marinavillasimius@tiscali.it
Archeologia<br />
Museo Archeologico<br />
Il percorso espositivo del Museo si articola in quattro sale:<br />
La Sala del mare raccoglie reperti provenienti da recuperi<br />
di media-alta profondità risalenti ad un lungo periodo<br />
compreso tra III secolo a.C. ed età dei commerci bizantini.<br />
Custodisce una ricca raccolta di anfore, mattoni e tegole<br />
ancora recanti il marchio della fabbrica di provenienza, a<br />
testimonianza del ruolo attivo svolto dall’area di Capo<br />
Carbonara nel sistema di traffici e scambi dell’antico Mediter-<br />
raneo. Da segnalare la riproduzione di una nave<br />
cartaginese del III secolo a.C. La<br />
Sala del Santuario di Is<br />
Cuccureddus custodisce<br />
una vasta raccolta di<br />
reperti provenienti<br />
dal sito di Is Cuccureddus,<br />
un insediamento<br />
fenicio sorto<br />
nel VII secolo a.C. su<br />
uno dei colli antistanti<br />
la spiaggia di Campus<br />
nel Golfo di Carbonara.<br />
Distrutto dai<br />
Cartaginesi<br />
intorno al<br />
540 a.C.<br />
fu poi<br />
occupato<br />
dai
Nella sala sono esposti monete, anfore, pentole, coppe,<br />
piatti, tazze e oggetti d’uso quotidiano, oltre a maschere<br />
e rappresentazioni di parti anatomiche che costituivano un<br />
assortito campionario di ex-voto affidato alle divinità del<br />
luogo dai naviganti che doppiavano Capo Carbonara.<br />
Nella Sala del territorio sono presenti resti di insediamenti<br />
del neolitico e del Nuragico, testimoniato dalle numerose<br />
tombe di giganti in parte non ancora indagate, oltre che<br />
d'età Fenicia e del periodo classico (terme di Santa Maria<br />
e villa rustica annessa). I reperti provengono prevalentemente<br />
dagli insediamenti di epoca romana, tra i quali spicca<br />
una preziosa statua muliebre del I secolo d.C. mentre dalle<br />
necropoli di Accu Is Traias e Cruccuris provengono alcuni<br />
corredi funerari.<br />
La Sala del relitto dell’Isola dei Cavoli è dedicata al<br />
relitto di una nave spagnola della prima metà del XV secolo<br />
naufragata nei pressi dell'Isola<br />
dei Cavoli. Il carico comprendeva<br />
un ricco campionario<br />
di armi (frammenti di<br />
lancia, spade, cannoni),<br />
stoviglie (piatti e<br />
scodelle decorati con<br />
caratteristici motivi),<br />
un mortaio, un boccale,<br />
chiodi, un peso in piombo,<br />
una staffa, un sigillo per<br />
tessuti con lo stemma di Palma<br />
di Maiorca, e azulejos smaltate in<br />
azzurro e oro.<br />
Per informazioni: Coop. Cuccureddus<br />
tel. 070 790023<br />
www.villasimiusweb.com • e-mail: museo@villasimiusweb.com<br />
Orario: 15 giugno-15 settembre: 10,00-13,00 / 21,00-24,00 chiuso il lunedi<br />
il resto dell’anno ven-dom 10,00-13,00 / 17,00-19,00 chiuso il lunedi
210<br />
Natura<br />
Area Marina Protetta di Capo Carbonara<br />
L'Area Marina Protetta di Capo Carbonara (o AMP) è stata<br />
istituita nel 1998 su una zona vasta circa 9.000 ettari<br />
delimitata dal perimetro marino e costiero che ha per vertici<br />
Capo Boi, l'Isola dei Cavoli, Serpentara<br />
e Punta Porceddus. Gli obiettivi<br />
dell'istituzione non si concentrano<br />
sulla sola salvaguardia del patrimonio<br />
naturale ma promuovono la valorizzazione<br />
delle risorse, lo sviluppo<br />
sostenibile e la formazione di una<br />
più elevata coscienza ambientale e<br />
culturale nella popolazione locale e<br />
turistica. L’AMP si occupa del monitoraggio<br />
costante dell’area marina<br />
e costiera con servizi di sorveglianza<br />
e tutela, svolgendo lavori di ricerca<br />
scientifica con il supporto<br />
dell'Università di Cagliari, promuovendo<br />
la formazione di professionalità<br />
specifiche e numerose iniziative a livello<br />
locale, nazionale<br />
e internazionale,<br />
allo scopo di<br />
valorizzare<br />
le risorse<br />
naturali e<br />
u m a n e<br />
dell'intera<br />
Area. All’interno<br />
dell'Area<br />
vengono<br />
erogati<br />
tutti i servizi<br />
turistici.<br />
L'AMP è<br />
suddivisa in tre zone<br />
sottoposte a differente livello di tutela integrale, generale<br />
e parziale. Il regolamento dell’Area è disponibile presso la<br />
sede dell’AMP e negli uffici del Comune di Villasimius.<br />
L’Ambiente naturale<br />
I fondali rocciosi sono predominanti. Gli scenari sommersi<br />
sono caratterizzati da rocce granitiche in foggia di pinnacoli<br />
e bastioni, avvallamenti, spaccature e tafoni, sovente colorati<br />
dal giallo delle margherite di mare e dal rosso delle gorgonie.
Nei pressi dei faraglioni dell'Isola dei Cavoli si incontrano<br />
branchi di barracuda mediterranei in cerca di cibo. Nella<br />
secca di Cala Caterina il paesaggio sommerso presenta<br />
grosse frane granitiche.<br />
La Fauna<br />
Il sensibile innalzamento della temperatura delle acque ha<br />
richiamato negli ultimi anni alcune specie tropicali che<br />
hanno trovato habitat favorevole in una secca antistante<br />
la spiaggia di Simius. Da segnalare la presenza del Pinna<br />
Nobilis, il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo.<br />
Tra i mammiferi,<br />
oltre all’abituale<br />
presenza<br />
dei delfini<br />
tursiopi, sono<br />
stati sporadicamente<br />
avvistati<br />
esemplari<br />
isolati di foca<br />
monaca. La<br />
loro presenza<br />
conferma<br />
il<br />
basso o<br />
nullo indice<br />
d’inquinamento<br />
marino e le favorevoli condizioni<br />
di un habitat idoneo<br />
alla riproduzione delle diverse<br />
specie. L’area umida dello<br />
stagno di Notteri è rifugio di<br />
falchi pellegrini, marangoni dal<br />
ciuffo, magnanine sarde, averle<br />
piccole, calandri e calandrelle,<br />
sterne e fenicotteri rosa.<br />
La Flora<br />
L’AMP ha censito 136 specie<br />
vegetali spontanee. Degno<br />
d’interesse è il dracunculus,<br />
pianta necrofora che si riproduce<br />
nell'Isola dei Cavoli, tipici<br />
dell'area costiera sono la macchia<br />
mediterranea, il ginepro coccolone,<br />
il pistacchio e il mirto. Per la<br />
flora sottomarina l'isola di Serpentara, la secca dei<br />
Berni e la secca di Cala Caterina costituiscono l'ambiente<br />
ideale di rigogliose praterie di poseidonia.<br />
211<br />
Fonte: AMP
LE SPIAGGE<br />
Villasimius<br />
Punta Is Molentis<br />
Campus<br />
Campulongu<br />
Is Traias<br />
Simius<br />
Porto Sa Ruxi<br />
Torre Vecchia<br />
Porto Giunco<br />
Cava Usai<br />
212<br />
Porto Sa Ruxi<br />
È caratterizzata da bianche dune sabbiose che ospitano ginepri secolari.<br />
(dalla Piazza Incani lungo la provinciale per Cagliari, bivio a 7,2 Km. Vi si<br />
giunge per un sentiero che attraversa la macchia)<br />
Campus<br />
È sovrastata dal sito fenicio di Cuccureddus.<br />
Vi sfocia il Rio Foxi con un ampio estuario.<br />
(dalla Piazza Incani lungo la provinciale per Cagliari, bivio a 3,7 Km)<br />
Campulongu<br />
Si mostra come un lungo arco di sabbia che<br />
ha alle spalle il verde della macchia mediterranea.<br />
(dalla Piazza Incani lungo la strada per il Capo Carbonara, a 2,2 Km)<br />
Torre Vecchia<br />
Si tratta di un piccolo arenile sovrastato da un’antica torre difensiva.<br />
(dalla Piazza Incani lungo la strada per il Capo Carbonara subito dopo<br />
l’ingresso per il Porto Turistico, bivio a 3,6 Km)<br />
Cava Usai<br />
È una spiaggia di ciottoli, caratterizzata dalla<br />
presenza dell’imponente cava di granito dismessa.<br />
(dalla Piazza Incani percorrendo tutta la strada per il Capo Carbonara fino<br />
alla fine, si gira a sinistra dopo 4,8 Km)<br />
Porto Giunco<br />
Vi si giunge costeggiando lo stagno Notteri, che ospita<br />
affascinanti fenicotteri rosa, ed è caratterizzata da una lunghissima<br />
striscia di sabbia che divide acqua e terra.<br />
(dalla Piazza Incani lungo la strada per il Capo Carbonara, si gira a sinistra<br />
di fronte all’ingresso del Porto Turistico, bivio a 3,1 Km)<br />
Simius<br />
È prosecuzione dell’immensa Porto Giunco.<br />
Sabbia candida ed acque cristalline ne fanno una delle più belle di Villasimius.<br />
(a 1,5 Km dal centro abitato)<br />
Is Traias<br />
Si tratta di una caletta in cui la vegetazione arriva sin sulla spiaggia.<br />
(dal centro abitato lungo la strada panoramica per Costa Rei, bivio a 1,9<br />
Km)<br />
Punta Is Molentis<br />
Si raggiunge seguendo il letto del fiumiciattolo Rio Trottu<br />
ed è caratterizzata dalla presenza di una cava di granito dismessa.<br />
(dal centro abitato lungo la strada per Costa Rei, a 3,9 Km)
Villasimius ha uno sviluppo costiero di circa<br />
35 Km, caratterizzato dall’alternanza di piccole<br />
cale e ampie distese sabbiose. Vi sono<br />
spiagge immediatamente raggiungibili via mare,<br />
altre via terra, a piedi o a cavallo. Su alcune è consentita<br />
la presenza di chioschi-bar, giochi per bambini, gommoni<br />
e attrezzatura sportiva. Ricordiamo le spiagge di Porto Sa<br />
Ruxi, Campus, Campulongu, spiaggia di Torre Vecchia,<br />
spiaggia di Cava Usai, Porto Giunco, Simius, Is Traias e<br />
Punta Molentis.<br />
Etnografia e costume<br />
Villasimius festeggia la Madonna del Naufrago, Santa Maria<br />
e il patrono San Raffaele Arcangelo. Le tre sagre sono<br />
accompagnate da manifestazioni di folklore locale con<br />
spettacoli di balli in costume, musiche e improvvisazioni<br />
poetiche. La festa della Madonna del Naufrago si svolge<br />
generalmente la terza domenica di luglio e prevede la<br />
processione a mare sino all'Isola dei Cavoli, con deposizione<br />
di una corona di fiori ai piedi di una statua sommersa<br />
rappresentante la Vergine con Bambino. Opera di Pinuccio<br />
Sciola, la statua è realizzata in trachite rosa di Ozieri ed è<br />
facilmente osservabile dalla superficie con una comune<br />
maschera da sub. La festa di Santa Maria si svolge nella<br />
prima settimana di Settembre. Nel corso dell’evento si<br />
riuniscono gruppi folk provenienti dai paesi limitrofi, suonatori<br />
di launeddas e cantadores. Si ammirano i carri<br />
addobbati, le cosiddette traccas, e i cavalieri in costume,<br />
segno del profondo legame tra cultura religiosa e attività<br />
agricole. La festa di San Raffaele, patrono della cittadina,<br />
cade il 24 Ottobre. Anche in questo caso la manifestazione<br />
propone canti e balli tradizionali e spettacoli pirotecnici.<br />
213
CONSORZIO TURISTICO VILLASIMÌUS<br />
Via del Mare, 32 - 09049 Villasimius (Ca)<br />
Tel +39 070 790079 • Fax +39 070 790433<br />
e-mail: villasimius@tin.it • www.villasimius.org<br />
Strutture Ricettive<br />
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Residence Hotel Cormoran<br />
Loc. Campus - 09049 Villasimius (Ca)<br />
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Tel. +39 070 797100 • Fax +39 070 797367<br />
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Tel. +39 070 790027 • Fax +39 070 790110<br />
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Residence Le Bouganville<br />
Via Matteotti 91/c - 09049 Villasimius (Ca)<br />
Tel. +39 070 79331 • Fax +39 070 790078<br />
e-mail: info@lebouganville.it • www.lebouganville.it
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Loc. Simius - 09049 Villasimius (Ca)<br />
Tel. +39 070 790152 • Fax +39 070 790262<br />
e-mail: verdemar@verdemare.it • www.verdemare.it<br />
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Tel. +39 070 291613 • Fax +39 070 853613<br />
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L'Albero degli Zoccoli<br />
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Via Umberto I, 44 - 09049 Villasimius (Ca)<br />
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Via Marconi, 10/a - 09049 Villasimius (Ca)<br />
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Rivendita di miele tipico sardo, aromatiche sarde.
<strong>SUD</strong> EST<br />
SARRABUS GERREI
Goni<br />
GERREI<br />
San Basilio<br />
Silius<br />
Ballao<br />
Armungia<br />
Villasalto<br />
Porto Corallo<br />
San Nicolò Gerrei<br />
Sant’Andrea Frius<br />
Villaputzu<br />
Marina di<br />
San Giovanni<br />
San Vito<br />
SARRABUS<br />
Muravera<br />
Torre<br />
Salinas<br />
Colostrai<br />
Feraxi<br />
Capo<br />
Ferrato<br />
Costa Rei<br />
Castiadas<br />
Scoglio<br />
di Peppino<br />
Sant’Elmo<br />
Cala Sinzias<br />
Cala Pira<br />
Isola di<br />
Serpentara
Torre di Murtas<br />
Cala Murtas<br />
Isola di Quirra<br />
La vasta e suggestiva regione del Sarrabus<br />
Gerrei è racchiusa tra catene montuose e aperta<br />
a oriente verso il mar Tirreno. Il territorio era<br />
anticamente denominato Galilla, regione popolata<br />
dalle genti autoctone Galillenses. Di quest’antica<br />
e aggressiva popolazione montana è rimasta una<br />
testimonianza di eccezionale valore documentario<br />
in una tavola bronzea risalente al 69 d.C. rinvenuta<br />
casualmente nel 1866 nelle campagne di Esterzili,<br />
paese compreso in epoca medievale nel Giudicato<br />
di Cagliari e ora incluso nella provincia di Nuoro.<br />
L’epigrafe attesta una situazione di conflitto tra le<br />
legittime rivendicazioni territoriali dei Galillenses e<br />
gruppi di coloni provenienti da fuori <strong>Sardegna</strong>. La tavola<br />
di Esterzili è conservata presso il Museo Nazionale a Sassari.<br />
Sapori decisi in semplici pietanze danno vita a una tradizione<br />
gastronomica che affonda le radici nella cultura agropastorale.<br />
Piatto tipico è la fregola, impastata con acqua e<br />
zafferano e condita con sugo di pomodoro. Tra le carni<br />
primeggiano due pietanze a base di frattaglie: la trattalia,<br />
fegato, polmone, cuore e animelle di agnello legati tra loro<br />
dal diaframma dell’animale e cucinati allo spiedo; la cordula,<br />
ottenuta dalla legatura di stomaco e trippa d’agnello con<br />
un fitto cordone di intestini.<br />
Ziminu e cassola sono le zuppe di pesce più apprezzate. I<br />
dolci comprendono preparazioni a base di mandorle, zucchero<br />
e farina, il pane è generalmente cotto nel forno a<br />
legna così come amaretti e pardulas. Pietanza particolare<br />
è sa prazzida, sorta di focaccia ripiena di pomodori, melanzane,<br />
cipolle, patate o anguille e cotta nel forno a legna.<br />
Si producono diverse varietà di miele e ottimi vini Cannonau,<br />
Monica, Vermentino e vari rosati, tutti prodotti e distribuiti<br />
dalla cantina sociale di Castiadas.
Castiadas<br />
Le vecchie carceri<br />
A Castiadas, già Villanova Castiadas, nel 1875 si stabilirono<br />
circa trenta tra detenuti e agenti di custodia provenienti<br />
dalla casa penale cagliaritana di San Bartolomeo, sbarcati<br />
sulla solitaria spiaggia di Calasinzias con il compito di<br />
eseguire opere di bonifica. La colonia penale venne edificata<br />
nel 1877, divenendo luogo di autentica riabilitazione,<br />
riconvertita dagli stessi<br />
detenuti in efficiente<br />
azienda agricola e zootecnica.<br />
Al suo interno<br />
sono visitabili le celle di<br />
detenzione e la vicina villa<br />
del direttore in stile neoclassico.<br />
L’area è aperta<br />
tutti i giorni dell’anno.<br />
Nuraghe S’omu e s’Orcu<br />
Sulla strada per Villasimius,<br />
poco oltre Monte Nay in<br />
località Santa Giusta, si<br />
erge il complesso di S’omu<br />
e s’Orcu, il maggiore nuraghe<br />
della zona sudorientale.<br />
L’edificio sorge in posizione costiera, con evidenti<br />
funzioni di difesa. È costituito da mastio centrale, cortina<br />
muraria guarnita da cinque torri e cortile interno.<br />
222<br />
Parco dei Sette Fratelli Monte Genis<br />
Immediatamente a ridosso di Castiadas le foreste demaniali<br />
si estendono su una superficie di 270 ettari. A quella nota<br />
come S’Acqua Callenti si accede da più direzioni, su strade<br />
percorribili in auto sino al limite segnalato della foresta,<br />
punto di partenza dei percorsi di trekking. La vegetazione<br />
è costituita prevalentemente da piante di corbezzolo,<br />
lentischio, mirto ed erica, frammezzate a lecci e querce da<br />
sughero. Presso le sorgenti perenni sul finire dell’estate è<br />
possibile ascoltare il bramito dei cervi in amore.
Popolano l’area anche cinghiali, la rara aquila del Bonelli<br />
e numerose specie di piccoli rapaci, tra cui falchi pellegrini<br />
e poiane. Le località archeologiche e naturalistiche all’interno<br />
del parco sono raggiungibili in trekking guidato o su fuoristrada,<br />
mountain bike e quad.<br />
Per raggiungere S’Acqua Callenti è possibile partire dal Villaggio di Olia<br />
Speciosa, seguendo il corso del fiume Riu S’Ollastu; da Masone Pardu; dalla<br />
località Cappucciu nei pressi di Castiadas, percorrendo la strada lungo il<br />
Riu Ortodusu. Le strade di accesso sono tutte percorribili<br />
in automobile fino al limite della foresta.<br />
Costa Rei<br />
La nota località turistica è sorta in una<br />
zona caratterizzata da lussureggiante<br />
vegetazione mediterranea digradante<br />
verso il mare, al quale fanno da cornice<br />
ampie distese sabbiose, superbe<br />
scogliere, piccole calette isolate. Le<br />
testimonianze degli insediamenti<br />
preistorici datano al neolitico finale<br />
dei complessi megalitici di Piscina<br />
Rei e della zona di Cuili Piras. Presso<br />
il complesso del Nuraghe Scalas<br />
sono posizionati 42 menhirs, di cui<br />
2 in forma antropomorfa, tuttora<br />
visibili in posizione ortostatica originaria. La loro disposizione<br />
ha fatto ipotizzare un allineamento con il sorgere e tramontare<br />
del sole e della luna.<br />
Per Piscina Rei passare da Olia Speciosa (frazione di Castiadas) e proseguire<br />
sulla provinciale in direzione Capo Ferrato per 4 Km. Percorrendo la deviazione<br />
a destra per circa 2,5 Km si arriva al Complesso megalitico<br />
di Cuili Piras.<br />
Per Nuraghe Scalas passare da Olia Speciosa e<br />
proseguire sulla provinciale in direzione Capo<br />
Ferrato, in zona Porto Pirastu percorrere la deviazione<br />
a sinistra per circa 0,2 Km, il complesso<br />
è visibile dalla strada.<br />
223
Muravera<br />
Il centro nasce in epoca medievale con il nome di Murera.<br />
La vivace cittadina è il polo commerciale del Sarrabus. Sulla<br />
costa si aprono gli splendidi stagni di Feraxi, Colostrai,<br />
Torresalinas e di Murtas, ricchi di pesce e mitili e dimora<br />
di fenicotteri rosa osservabili in tutti i periodi dell’anno.<br />
Percorrendo la S.S. 125, al bivio per Colostrai lo stagno di Torre Salinas è<br />
visibile sulla sinistra, si arriva allo Stagno di Colostrai. Quello di Murtas è<br />
in comune di Villaputzu in prossimità di Torre Murtas.<br />
Sagra degli Agrumi<br />
Fu istituita nel 1961 con lo scopo di valorizzare la coltivazione<br />
degli agrumi che, per le particolari condizioni idroclimatiche<br />
del territorio e la specializzazione agricola, erano<br />
tradizionalmente considerati i migliori della <strong>Sardegna</strong> sudorientale.<br />
La sagra è però anche una vetrina degli aspetti<br />
etnografici più interessanti del territorio ed è inserita nel<br />
circuito dei Grandi Eventi della Regione Sarda. Il momento<br />
più significativo di questa particolare festa è la sfilata delle<br />
traccas, carri addobbati e trainati da buoi, sui quali sono<br />
ricostruiti e rappresentati aspetti di vita delle tradizioni<br />
locali accompagnati da gruppi<br />
folk in abiti tradizionali.
San Vito<br />
Merita di essere visitata l’isolata formazione calcarea di<br />
Monte Lora, un rilievo dall’enigmatico profilo di donna<br />
dormiente situato a circa 8 Km dal paese lungo la S.S. 387<br />
in direzione di Ballao.<br />
Nuraghe Asoro<br />
Situato ai margini della S.S. 125 al Km 50,900 nei pressi<br />
della frazione di San Priamo il monumento è costituito da<br />
una torre centrale a pianta circolare, cinta da cortina muraria<br />
a protezione di un cortile interno a forma di falce. La<br />
costruzione è eseguita con tecnica megalitica della tipologia<br />
pseudo-nuraghe, l’altezza della torre centrale è di circa 6<br />
metri. Il complesso è stato completamente ristrutturato ed<br />
integrato negli anni ’30 del XX secolo.<br />
Chiesa di San Priamo<br />
La chiesa è poco distante dalla S.S. 125 ed è in buono stato<br />
di conservazione. L’attuale edificio è costituito da un primo<br />
corpo risalente all’XI secolo, e da un secondo databile tra<br />
XVI e XVII secolo. Nel blocco più antico, all’interno della<br />
chiesa, si osserva una domus de janas, antica sede di un<br />
rito delle acque poi inglobata all’epoca della costruzione<br />
della piccola cappella medievale; la cavità naturale è sede<br />
di una piccola sorgente alimentata da acqua ritenuta miracolosa.<br />
Con l’avvento del cristianesimo il sito fu riqualificato<br />
come luogo di culto di San Priamo, ricordato dalla tradizione<br />
popolare come martire.<br />
225<br />
Sagra di sa prazzira,<br />
de sa pezza de craba e de su pisci<br />
Il piatto tradizionale de sa prazzira può<br />
essere apprezzato ogni anno nell’ultima<br />
decade di luglio in occasione della Sagra<br />
de sa prazzira e de sa pezza de craba.<br />
Negli ultimi giorni di agosto il paese<br />
organizza la Sagra de su pisci, grande<br />
degustazione dei prodotti ittici locali.
228<br />
Villaputzu<br />
La storia di Villaputzu s’identifica con quella di Sarcopos,<br />
città commerciale e portuale di epoca punica e romana<br />
fondata nei pressi dell’attuale rione di Santa Maria e abitata<br />
sino al IV secolo d.C. Villaputzu offre un<br />
ambiente naturale diversificato di foreste<br />
montane di lecci e ginepri, corbezzoli<br />
e filliree, popolate da pernici, lepri e<br />
cinghiali, zone palustri e lagunari e<br />
corsi d’acqua che sono ambienti ideali<br />
di giunchi, tamerici e salici, abitati da<br />
folaghe, germani reali e aironi cenerini.<br />
Le due miniere di Gibbas e S’Acqua<br />
Arrubia possiedono interessanti depositi<br />
fossiliferi di calcare. Di interesse geologico<br />
anche il complesso ipogeico Is<br />
Angurtidorgius. La bellezza delle coste<br />
trova la sua massima espressione nelle<br />
località di Murtas e di Quirra, in un litorale<br />
eterogeneo costituito da tratti<br />
rocciosi e sabbiosi. I più importanti riti<br />
religiosi sono<br />
dedicati il 17<br />
gennaio a<br />
Sant’Antonio,<br />
celebrato<br />
con l’accensione<br />
del grande<br />
falò su fogu<br />
fogoni,<br />
e a Santa<br />
Vittoria<br />
nella seconda<br />
domenica<br />
di<br />
ottobre.<br />
Chiesa di San Nicola<br />
Fatta costruire dai Pisani nel XII secolo sulla riva destra del<br />
Rio Quirra è ancora attorniata dalle cumbessias che servivano<br />
d’alloggio e riparo ai pellegrini. Questa piccola e preziosa<br />
chiesa romanica, a navata unica con sviluppo planimetrico<br />
rettangolare, è realizzata interamente in cotto con mattoni<br />
prodotti in loco in un’antica fornace rinvenuta a poca<br />
distanza. La chiesa è situata al Km. 83 della S.S. 125, in<br />
vicinanza del confine con la provincia di Nuoro. Recentemente<br />
restaurata si presenta in ottimo stato di conservazione.
Castello di Quirra<br />
Impiantato su una cresta rocciosa nei pressi della S.S. 125<br />
e visibile dalla chiesa di San Nicola fu edificato dai giudici<br />
di Cagliari tra XII e XIII secolo. Posseduto dai Pisani e<br />
successivamente dagli Aragonesi venne ripetutamente<br />
assediato dai Doria e dagli Arborea. Il castello fu per lungo<br />
tempo residenza dei Conti Carroz signori del grande feudo<br />
di Quirra. Dell’impianto originario rimangono alcuni settori<br />
del sistema murario perimetrale.<br />
Torri<br />
Aragonesi<br />
Le 7 torri del<br />
XVII secolo<br />
sorgono sui<br />
promontori<br />
costieri come<br />
parte del<br />
sistema difensivo<br />
organizzato<br />
contro le<br />
frequenti<br />
incursioni<br />
saracene. Di forma<br />
tronco-conica portano<br />
ancora visibili le merlature e<br />
le postazioni per i pezzi<br />
d’artiglieria. Si trovano tuttora<br />
in ottimo stato la torre<br />
di Cala Pira, ai confini del<br />
comune di Villasimius, la<br />
Torre Salinas, vicino al tracciato<br />
della S.S. 125 nei pressi<br />
di Muravera, la Torre di Porto<br />
Corallo nei pressi del porticciolo<br />
turistico e la Torre<br />
Murtas, ai limiti del territorio<br />
provinciale.<br />
229<br />
Is Animeddas<br />
Un’attenzione particolare merita<br />
questa festa celebrata il 31 Ottobre, quando frotte<br />
di ragazzini percorrono dal primo mattino le strade del<br />
paese con un sacco in spalla, impegnati in una gara a chi<br />
riceve più doni in risposta alla richiesta “Mi das faidi is<br />
animeddas?”. L’offerta simbolica è consegnata dai donatori<br />
in memoria dei propri defunti.
Armungia<br />
Il piccolo paese di 600 abitanti si sviluppa attorno ad un<br />
nuraghe che domina la vallata, uno dei pochi esempi in<br />
<strong>Sardegna</strong> di abitati che dialogano con il monumento preistorico.<br />
Nel centro si possono visitare il bel Museo della<br />
civiltà contadina, la Casa del Fabbro e la casa di Emilio<br />
Lussu. Nel territorio comunale sono visitabili le grotte Su<br />
Pittiolu e Gospuru in località Su Marmuru, sede della vecchia<br />
miniera abbandonata Sa Lilla. La festa religiosa più suggestiva<br />
è dedicata a San Sebastiano nella seconda domenica di<br />
gennaio, durante la quale si accende il grande falò su<br />
fogaroni.<br />
Museo della civiltà contadina Sa domu de is Ainas<br />
Nel vecchio Municipio, situato a ridosso del nuraghe, ha<br />
sede questo pregevole museo etnografico, nato su iniziativa<br />
di un gruppo di donne che, constatato il progressivo abbandono<br />
delle attività economiche tradizionali e il rischio della<br />
dispersione degli oggetti d’uso, nella seconda metà degli<br />
anni ’80 raccolsero i materiali con il coinvolgimento dell’intera<br />
comunità, in un’operazione di grande rilevanza culturale<br />
in difesa della propria identità e della volontà di continuare<br />
a vivere il proprio paese in relazione col mondo. Il percorso<br />
espositivo degli oggetti e degli strumenti del lavoro contadino<br />
e pastorale, delle diverse attività svolte dalle donne<br />
in ambito domestico - panificazione, tessitura della lana e<br />
del lino - è guidato da pannelli che descrivono l’uso e le<br />
fasi delle lavorazioni. Una sala è riservata alla visione di<br />
filmati sulla tessitura, la panificazione, il lavoro del fabbro<br />
e l’allevamento caprino. Nella Sala Lussu sono disponibili<br />
filmati originali che attraverso la vita e i pensieri del grande<br />
politico e letterato offrono un quadro di alcuni dei momenti<br />
più rilevanti della storia contemporanea sarda e italiana.
Casa natale di Emilio Lussu<br />
L’edificio è stato lasciato inalterato nel rispetto della volontà<br />
dell’illustre proprietario. Il visitatore viene coinvolto dalla<br />
suggestione di un ambiente dove risuonano i racconti di<br />
caccia, di magia e i piccoli e grandi avvenimenti del paese.<br />
È qui che si comprende appieno la straordinaria cifra stilistica<br />
di Lussu - “narratore semplice come un classico antico”<br />
come scrive Mario Rigoni Stern - e il suo modo di raccontare<br />
asciutto, essenziale ed ironico. “Lussu ha inventato - forse<br />
senza volerlo - una straordinaria macchina narrativa. Un<br />
anno sull’altipiano è prima di tutto un racconto, denso,<br />
efficacissimo, stringente, ricco di una moltitudine di personaggi<br />
concreti, umani, ognuno dotato di una sua scrupolosa<br />
verosimiglianza psicologica” (Alberto Asor Rosa). In questa<br />
casa nasce il pensiero della stessa <strong>Sardegna</strong> moderna.<br />
Ballao<br />
Il paese è situato a fondovalle, in prossimità di un’ampia<br />
ansa del Flumendosa. Tra i detriti della miniera abbandonata<br />
Corti Rosas si possono tuttora rinvenire cristalli di antimonite<br />
e tracce di insediamenti romani.<br />
Nei dintorni del paese, in località Funtana Coberta e Santa<br />
Clara vi sono testimonianze di popolamento d’epoca nuragica,<br />
punica e romana, in località Nuraxi sono visitabili due<br />
tombe di giganti con volta a tholos. Il tempio a pozzo di<br />
Funtana Coberta risalente al XII secolo a.C. è uno degli<br />
esempi più interessanti del culto delle acque. La festa più<br />
ricca e suggestiva si svolge il giorno del Lunedì dell’Angelo,<br />
in onore di santa Maria di Cleofe, con una processione che<br />
raggiunge l’omonima chiesa rustica sul monte Scrocca<br />
seguita dall’offerta del pasto ai partecipanti.<br />
231<br />
Per il Tempio a pozzo di Funtana Coberta da Ballao prendere la strada<br />
per Escalaplano, dopo km. 15,5 seguire l'indicazione per il pozzo sulla<br />
sinistra. Proseguire sul sentiero in discesa, dopo poche centinaia di metri<br />
un cancello sulla destra chiude l'area archeologica.
Goni<br />
Il paesaggio è dominato dal monte Moretta. In località<br />
Pranu Mutteddu vi sono tracce di insediamenti risalenti alla<br />
fine del IV-III millennio a.C., del periodo neolitico prenuragico<br />
restano le domus de janas, il neolitico recente ha<br />
lasciato la testimonianza più interessante nel complesso<br />
megalitico di Pranu Mutteddu.<br />
232<br />
Questo vasto parco archeologico sorge su un’area caratterizzata<br />
da un'alta concentrazione di menhir, circa sessanta,<br />
e da una serie di sepolture megalitiche del tipo a circolo.<br />
I menhir sono disposti in allineamenti, tra i quali il più<br />
importante è costituito da un gruppo di 20, oppure a gruppi<br />
di tre, a coppie, o più raramente isolati. Le tombe più<br />
caratteristiche sono quelle a tumulo, costruite in blocchi<br />
di pietra e formate da atrio, corridoio d'ingresso e camera<br />
quadrangolare, mentre il muro perimetrale è a<br />
pianta circolare, spesso racchiuso da<br />
circoli più ampi. Sono visibili anche<br />
domus de janas finemente scavate<br />
nella roccia. La sepoltura più importante<br />
è la monumentale tomba II,<br />
considerata come il fulcro dell'intera<br />
area sacra, forse tomba di un capo<br />
divinizzato che presenta elementi sia<br />
delle domus de janas che delle tombe<br />
a circoli.
Per costruirla furono traslati da un luogo ancora imprecisato<br />
due enormi blocchi di pietra, accostati e scavati, ai quali<br />
furono collegate altre strutture costruite in blocchi più<br />
piccoli. Dopo l’inumazione l’intera struttura fu ricoperta e<br />
attorniata da circoli di<br />
pietre, davanti all'entrata<br />
fu collocato un menhir di<br />
piccole dimensioni e l’area<br />
fu infine racchiusa in un<br />
ampio circolo del diametro<br />
di circa 35 metri. Altre tombe<br />
particolari sono la IV, detta la<br />
Triade e segnalata da un gruppo<br />
di tre menhir, e la V, detta Nuraxeddu,<br />
caratterizzata da camera<br />
rettangolare costruita con grande<br />
accuratezza in blocchi di pietra squadrati di dimensioni<br />
medio-grandi. Le indagini archeologiche condotte sul sito<br />
negli anni Ottanta hanno restituito numerosi reperti di età<br />
Neolitica ed Eneolitica, in gran parte riferibili alla Cultura<br />
di Ozieri (3200-2800 a.C.) e hanno portato all'interpretazione<br />
del sito come area sacra, in parte destinata al<br />
culto degli antenati come sembra suggerire la presenza<br />
delle tombe monumentali, in parte a riti e cerimonie di<br />
altro tipo connessi ai culti agresti e della fertilità.<br />
233
Silius<br />
Il territorio fu abitato da genti prenuragiche e nuragiche.<br />
Le miniere offrono innumerevoli esemplari di fluorite, barite<br />
e galena, quella di Gennas Tres Montis in particolare è la<br />
più importante in Europa per la produzione di fluorite. Del<br />
periodo giudicale restano i ruderi del castello di Sassai,<br />
noto come Orguglioso. La seconda<br />
domenica di Luglio si festeggia<br />
Santa Barbara, patrona dei<br />
minatori, portata in processione<br />
dai fedeli davanti al pozzo della<br />
miniera per il rito della benedizione.<br />
Vivacizzano l’estate siliese<br />
anche il locale Premio Letterario<br />
e la mostra dei minerali e<br />
dei fossili.<br />
San Basilio<br />
Il territorio è di notevole importanza<br />
geologica per la presenza di fluorite<br />
e di fossili del Miocene. Nelle vicinanze<br />
del paese si può visitare la<br />
grotta Ninni Piu, la cui denominazione<br />
è tradizionalmente legata alla<br />
figura del santo, vescovo di Antiochia,<br />
a cui la comunità dei seguaci<br />
Basiliani eresse un sontuoso monastero.<br />
A Bau Cabras si possono visitare<br />
due pozzi sacri tra loro vicini. Nel<br />
paese è attivo l’artigianato del legno e della tessitura, ricca<br />
è anche la produzione di miele e dolci tipici.<br />
234<br />
San Nicolò Gerrei<br />
Situato in territorio collinare è il<br />
centro più importante del Gerrei. Di<br />
epoca punico-romana restano i<br />
frammenti di una base di colonna in<br />
bronzo, rinvenuta nelle vicinanze di<br />
un tempio a pozzo scomparso e ora<br />
esposta al museo di Cagliari; la base<br />
presenta un’interessante iscrizione<br />
trilingue punica-latina-greca del II secolo<br />
a.C. in cui un devoto, Cleone,<br />
dedica un altare a Eshmum Merre. Sul<br />
paese domina la parrocchiale di San<br />
Nicola con i suoi 2 campanili mentre<br />
nella piazza del paese si ammira la<br />
scultura litica opera dell’artista Pinuccio<br />
Sciola.
Sant’Andrea Frius<br />
Nel centro dell’abitato sono state rinvenute<br />
testimonianze di cultura materiale di epoca<br />
protosarda, consistenti in un corredo funerario<br />
di una tomba a cassone con due scheletri<br />
inumati. In epoca punica Sant’Andrea Frius fu<br />
un importante centro militare ed economico,<br />
essendo la seconda stazione della grande via<br />
interna che da Cagliari conduceva ad Isili.<br />
L’edificio della parrocchiale di Sant’Andrea presenta<br />
struttura moderna, con mosaico sul frontale<br />
raffigurante il santo nell’atto della pesca. L’interno<br />
è a navata unica, impreziosito da ricche decorazioni<br />
floreali. La chiesa dedicata alla Madonna di Bonaria,<br />
è situata ai bordi della strada per Coxinas alla periferia<br />
del paese. Di questa chiesa campestre non<br />
rimangono che le mura esterne.<br />
Tra le manifestazioni<br />
è da ricordare<br />
il carnevale,<br />
caratterizzato<br />
dalle corse<br />
dei cavalli nella<br />
prima domenica<br />
della Pentolaccia.<br />
Villasalto<br />
È snodo fondamentale<br />
della viabilità tra il<br />
Gerrei e il Sarrabus. I<br />
suoi abitanti opposero<br />
una fiera resistenza alla<br />
penetrazione dei Romani<br />
fino a quando un decreto<br />
imperiale, come attesta la<br />
tavola di Esterzili del 69 d.C.,<br />
pose fine alle scorrerie dei<br />
Galillensi nei territori<br />
circostanti. Nei pressi di Monte<br />
Arrubiu è visitabile la necropoli<br />
romana di Cea. Il monte Genis<br />
offre diverse possibilità di escursioni naturalistiche<br />
tra numerose sorgenti e una fauna costituita da aquile reali,<br />
astori, falchi, picchi, barbagianni, martore e donnole. Il<br />
territorio è ricco di minerali che si possono ammirare presso<br />
le due miniere in disuso di Su Suergiu e Martalai. A Sa<br />
Grutta ‘e Scusi si incontra il rarissimo ed endemico anfibio<br />
Geotritone sardo.<br />
235<br />
Per raggiungere la Necropoli romana di Cea entrare nel cantiere dell’ente<br />
Foreste della <strong>Sardegna</strong> di Monte Arrubiu e percorrere circa 3 km.
CONSORZIO TURISTICO COSTA REI<br />
SARRABUS GERREI<br />
Recapito invernale<br />
Via Roma, 147 - c.p. 100 - 09043 Muravera (Ca)<br />
Recapito estivo<br />
Piazza NS di Bonaria - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 9930760<br />
e-mail: consorziocostarei@tiscali.it<br />
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236<br />
Strutture Ricettive<br />
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Castiadas<br />
Is Ortixeddus<br />
Loc. Ortixeddus, Costa Rei - 09040 Castiadas (Ca)<br />
Tel. +39 070 991165 / 333 6105444 • Fax +39 070 991206<br />
e-mail: info@isortixeddus.com • www.isortixeddus.com<br />
Muravera<br />
Albaruja<br />
Via Colombo, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 991415<br />
e-mail: info@costarei.net • www.costarei.net<br />
Hotel Corallo<br />
Via Roma, 31 - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 9930502 • Fax +39 070 9930298<br />
e-mail: info@albergocorallo.it • www.albergocorallo.it<br />
Free Beach Club<br />
Recapito invernale<br />
Via Del Tritone, 102 - 00100 Roma<br />
Tel. +39 06 42012820 • Fax +39 06 42010836<br />
Recapito estivo<br />
Via Ichnusa, 5 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 991041 • Fax +39 070 991054<br />
e-mail: gestitur@libero.it • www.gestitur.it<br />
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San Vito<br />
Hotel Elisabeth<br />
SS 125 Km 54.00, Loc. San Priamo - 09040 San Vito (Ca)<br />
Tel. +39 070 999026 • Fax +39 070 999065<br />
Campeggi<br />
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Castiadas<br />
Piscina Rei<br />
Loc. Costa Rei - 09040 Castiadas (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 991089 • Cell. 338 2128249<br />
e-mail: info@piscinarei.it • www.piscinarei.it
Muravera<br />
Camping Villaggio “Porto Pirastu” Boschetto Holiday®<br />
Loc. Capo Ferrato, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 991438 • Cell. 348 6013166 • Fax +39 070 991439<br />
e-mail: portopirastu@boschettoholiday.it • www.boschettoholiday.it/portopirastu<br />
´´´<br />
Muravera<br />
4 Mori<br />
S.S.125 Km 58.00, Loc. Is Perdigonis - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 999103 / 070 999110 • Fax +39 070 999126<br />
e-mail: info@4mori.it • www.4mori.it<br />
Camping Le Dune<br />
Loc. Piscina Rei, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 9919057 / 070 9948247 • Fax +39 070 991110<br />
e-mail: campingledune@tiscali.it • www.campingledune.it<br />
Villaputzu<br />
Camping Porto Corallo<br />
Loc. Porto Corallo - 09040 Villaputzu (Ca)<br />
Tel. +39 070 997017 • Fax +39 070 9977800<br />
e-mail: portocorallocamping@tiscali.it • www.portocorallocamping.it<br />
´´<br />
Castiadas<br />
Camping Villaggio Capo Ferrato<br />
Recapito invernale<br />
Via Cilea, 98 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 885653<br />
Recapito estivo<br />
Loc. Monte Nai, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 991012<br />
e-mail: info@campingcapoferrato.it • www.campingcapoferrato.it<br />
Case Affitto Vacanze<br />
Castiadas<br />
Holiday Residence Sant’Elmo<br />
Recapito invernale<br />
Via Andorra, 20 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 825817 • Fax +39 070 827619<br />
Recapito estivo<br />
Loc. Sant'Elmo - 09040 Castiadas (Ca)<br />
Tel. +39 070 9958114 • Tel./ Fax +39 070 995123<br />
e-mail: info@santelmoresidence.it • www.santelmoresidence.it<br />
Cat: Cav 1^ e 2^<br />
Muravera<br />
Affittanze Sa Murta<br />
Piazza <strong>Sardegna</strong>, 10 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 991108 • Fax +39 070 9916036<br />
e-mail: fmasses@tiscali.it • www.sa-murta.com<br />
Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />
237
Baia Azzurra Case per le Vacanze<br />
Recapito invernale<br />
Viale Sant’Avendrace, 50 - 09100 Cagliari<br />
Tel./Fax +39 070 273695<br />
Recapito estivo<br />
Via Ichnusa, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 991494 • Cell. 337 812523<br />
e-mail: info@baiazzurra.com • www.baiazzurra.com<br />
Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />
Centro Affitti<br />
Piazza <strong>Sardegna</strong>, 18 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 991191<br />
e-mail: info@centroaffitti.com • www.centroaffitti.com<br />
Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />
Holiday Service<br />
Residenze Valle Degli Oleandri<br />
Piazza Italia, 3 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 991023 • Fax +39 070 991535<br />
e-mail: holiday.service@tiscali.it • www.sardegnacostarei.com<br />
Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />
Reale Vacanze Immobiliare Turistica<br />
Via Ichnusa, 204 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 9916140 • Fax +39 070 9919100<br />
e-mail: info@realevacanze.it • www.realevacanze.it<br />
Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />
238<br />
<strong>Sardegna</strong> Vacanze<br />
Residenze Le Mimose & Marina<br />
Via Colombo - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 991415<br />
e-mail: info@costarei.net • www.costarei.net<br />
Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />
Villa Service<br />
Locazioni Turistiche<br />
Via Ichnusa, 37 - Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 9916160 • Cell. 335 6324463<br />
e-mail: viser@tin.it • www.villaservice.it<br />
Cat: Cav 1^, 2^ e 3^<br />
Villaputzu<br />
Corallo Vacanze<br />
Centro Comm.le Porto Corallo - 09040 Villaputzu (Ca)<br />
Tel. +39 070 9938000 • Fax +39 070 9938017<br />
e-mail: info@corallovacanze.com • www.corallovacanze.com<br />
Cat: Cav 1^ e 2^
Holiday Residence Porto Corallo<br />
Recapito invernale<br />
Via Andorra, 20 - 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)<br />
Tel. +39 070 825817 • Fax +39 070 827619<br />
Recapito estivo<br />
Centro Comm.le Porto Corallo - 09040 Villaputzu (Ca)<br />
Tel. +39 070 997222 • Fax +39 070 9938078<br />
e-mail: info@portocoralloresidence.it • www.portocoralloresidence.it<br />
Cat: Cav 1^ e 2^<br />
Progetto <strong>Sardegna</strong> Turistica<br />
Recapito invernale<br />
Via Azuni, 3 - 09040 Villaputzu (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 997395<br />
Recapito estivo<br />
Centro Comm.le Porto Corallo, 218 - 09040 Villaputzu (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 9938088<br />
e-mail: info@portocorallo.com • www.portocorallo.com<br />
Cat: Cav 1^ e 2^<br />
Servizi Turistici<br />
Castiadas<br />
Cooperativa 7 Fratelli<br />
Via Centrale - 09040 Castiadas (Ca)<br />
Tel./Fax +39 070 9947200 • Cell. 328 4629860<br />
e-mail: settefratelli@inwind.it<br />
Castiadas - Muravera<br />
Sardinia Charter Molinari Servizi Turistici<br />
Loc. Monte Nai, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Loc. Sant’Elmo - 09040 Castiadas (Ca)<br />
Cell. 348 423930 • Fax +39 070 9949185<br />
e-mail: 03483423930@vodafone.it • www.sardiniacharter.it<br />
Centro Immersioni <strong>Sardegna</strong><br />
Via delle Agavi, Costa Rei - 09043 Muravera (Ca)<br />
Tel. +39 070 991399 • Cell. 338 9797979<br />
e=mail: sardiniadiving@hotmail.com • www.sardiniadiving.com<br />
239
CENTRO SERVIZI<br />
PROMOZIONALI PER LE IMPRESE<br />
AZIENDA SPECIALE DELLA CCIAA DI CAGLIARI<br />
SETTORE PROMOZIONE TURISTICA<br />
CAMERA DI COMMERCIO,<br />
INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA<br />
DI CAGLIARI<br />
REGIONE AUTONOMA DELLA <strong>SARDEGNA</strong><br />
ASSESSORATO AL TURISMO<br />
ARTIGIANATO E COMMERCIO