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Giornata dei Ministeri del RnS della Lombardia 27 Novembre 2004 ...

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<strong>Giornata</strong> <strong>dei</strong> <strong>Ministeri</strong> <strong>del</strong> <strong>RnS</strong> <strong>del</strong>la <strong>Lombardia</strong><br />

<strong>27</strong> <strong>Novembre</strong> <strong>2004</strong> - Caravaggio<br />

La teologia ecumenica <strong>del</strong> XX secolo<br />

Sintesi <strong>del</strong>l’insegnamento tenuto da Luigi Pietripaoli agli incaricati diocesani <strong>del</strong>la <strong>Lombardia</strong> <strong>del</strong> Ministero<br />

<strong>del</strong>l’ecumenismo<br />

Saranno indicati i passaggi essenziali di tre teologi <strong>del</strong> secolo scorso: Congar, Rahner e Neuner.<br />

Yves Congar (1904-1995)<br />

Congar, Sacerdote cattolico, <strong>del</strong>l’Ordine domenicano, teologo, prigioniero in Germania durante la Seconda guerra<br />

mondiale, trascorre due anni a Gerusalemme (1953-54), dal 1955 insegna teologia all’Università di Strasburgo, è<br />

nominato perito al Concilio Vaticano II.<br />

Di questo fondamentale evento <strong>del</strong>la Chiesa, scrive:<br />

Ma i due grandi fatti, che soprattutto incidono già ed incideranno sul clima <strong>del</strong>la vita ecclesiale sono:<br />

- un’ecclesiologia <strong>del</strong> popolo di Dio<br />

- e l’ecumenismo.<br />

Per Congar l’ecumenismo è in primo luogo un’esperienza di vita e di abbandono allo Spirito Santo che guida la storia.<br />

Il cammino teologico <strong>del</strong> teologo francese può essere riassunto dai titolo di tre <strong>dei</strong> suoi libri:<br />

- Cristiani disuniti <strong>del</strong> 1937;<br />

- Cristiani in dialogo – Contributi cattolici all’ecumenismo <strong>del</strong> 1964;<br />

- Diversità e comunione <strong>del</strong> 1982.<br />

Il problema di fondo per Congar è quello di sapere fino a che punto l’unità ammette la diversità.<br />

In altri termini : quali diversità possono essere considerate legittime in una Chiesa riunificata.<br />

La risposta è che il mo<strong>del</strong>lo da perseguire nella teoria e nella pratica è quello <strong>del</strong>la completa unità nella fede e <strong>del</strong>la<br />

possibile unità/diversità nelle sue formulazioni. In questo la sua posizione sembra sostanzialmente coincidente con<br />

quella di S. Agostino il quale affermava che occorre l’unità nelle cose essenziali, nelle altre è possibile la libertà, ma<br />

sempre è necessaria la carità.<br />

Per Congar due vie sono da considerare escluse:<br />

- quella <strong>del</strong> puro e semplice ritorno <strong>del</strong>le altre Chiese in quella Cattolica, via interpretata come integrismo ecumenico;<br />

- quella <strong>del</strong> differimento <strong>del</strong>l’unità al tempo <strong>del</strong>l’escatologia, via definita come pessimismo ecumenico.<br />

Non rimane altra strada che quella indicata dal Documento conciliare “Unitatis redintegratio”<br />

per la quale il cammino ecumenico è visto come compito storico per le Chiese cristiane.<br />

In “Conversazioni d’autunno” <strong>del</strong> 1987 il teologo francese così sintetizza il suo cammino ed il suo pensiero:<br />

“ Ho incominciato con affermazioni solide: con l’idea di cattolicità che all’epoca mi pareva comprendere la diversità;<br />

oggi sono più sensibile alle diversità (….).<br />

Raccomando un riferimento comune alle nostre origini”.<br />

Occorre tener presente quest’ultima frase mentre ci accingiamo ad esaminare il pensiero teologico di


Karl Rahner (1904 – 1984)<br />

Rahner, Gesuita, è un teologo che noi <strong>del</strong> <strong>RnS</strong> dovremmo considerare come punto di riferimento non solo per il suo<br />

libro “Teologia dall’esperienza <strong>del</strong>lo Spirito” <strong>del</strong> 1975,ma soprattutto per l’approccio metodologico.Come annota infatti<br />

Gibellini in “La teologia <strong>del</strong> XX secolo”- secondo Rahner “al metodo scolastico che procede dall’alto <strong>del</strong>le formulazioni<br />

ed opera per indottrinamento si deve passare al metodo antropologico che procede dal basso ed opera una<br />

corrispondenza tra vita e verità, tra esperienza e concetto”.<br />

Il teologo tedesco si laurea nel 1932 in filosofia e nel 1936 in teologia. L’anno successivo ottiene l’abilitazione<br />

all’insegnamento universitario, ma il regime nazista non gli consente di esercitare la sua attività didattica.<br />

Dopo la guerra insegna in varie Università ed è Perito al Concilio.Tra le sue opere, numerosissime, spicca per la sua<br />

importanza, il “Corso fondamentale sulla fede” <strong>del</strong> 1976.<br />

Due passaggi di questo testo sono di particolare importanza per comprendere il suo pensiero in tema di ecumenismo.<br />

1- LA CHIESA DI GESU’ CRISTO DEVE ESSERE UNA<br />

Se,infatti, la Chiesa proviene da Cristo non può che presentarsi come la rappresentazione <strong>del</strong>la sua persona nel<br />

perdurare <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la salvezza. In questo senso il N.T. esige e presuppone l’unità <strong>del</strong>la Chiesa e la realtà <strong>del</strong>le<br />

varie Chiese, che celebrano la Sacra Cena, che battezzano, che nello Spirito Santo annunciano la Parola, “non esclude,<br />

ma anzi include che esiste una sola Chiesa”<br />

Nonostante queste affermazioni, rimangono aperte tre questioni:<br />

a- in che cosa debba consistere tale unità;<br />

b- dove esiste una simile Chiesa capace di richiamarsi legittimamente a Cristo;<br />

c- se le varie comunità cristiane, di fatto esistenti, non siano già adesso unite tra di loro, fino a formare una sola<br />

Chiesa.<br />

Di fatto è diffusa la convinzione che deve esserci un’unica Chiesa, ma che la situazione è tale che oggi ancora non è<br />

realizzata in misura adeguata questa unità voluta da Cristo.<br />

.Nonostante ciò, l’affermazione di principio è che “deve esistere una sola Chiesa, perché solo così si soddisfa realmente<br />

la natura <strong>del</strong> Cristianesimo”<br />

2- NO AL RELATIVISMO ECCLEESIOLOGICO<br />

Secondo Rahner il relativismo ecclesiologico porta all’una o all’altra <strong>del</strong>le seguenti inaccettabili conclusioni:<br />

- o la Chiesa di Gesù, quale è stata da lui voluta, non esiste affatto<br />

- oppure, nonostante le divisioni, esiste in modo tale da non aver bisogno di essere ristabilita.<br />

Da queste affermazioni ne conseguirebbe che tutte le aspirazioni ecumeniche sarebbero in partenza superflue.<br />

Al contrario, per sapere se di fronte ad una determinata istituzione ecclesiale possiamo affidarci come alla Chiesa di<br />

Cristo, dobbiamo tener presenti i seguenti tre principi:<br />

- Questa istituzione deve presentare una continuità storica, la più concreta possibile, con la Chiesa <strong>del</strong> Cristianesimo<br />

originario.<br />

- La sostanza fondamentale <strong>del</strong> Cristianesimo non deve essere negata da questa Chiesa concreta.<br />

- Questa comunità deve essere Chiesa nel senso di essere indipendente dalla mia soggettività.<br />

Rahner conclude affermando che se ammettiamo che l’altro cristiano vive nella Grazia di Dio, è ripieno di Spirito Santo,<br />

è giustificato, è figlio di Dio, è unito a Gesù Cristo e, sotto moltissimi aspetti, è unito a tutti gli altri cristiani, allora<br />

dobbiamo riconoscere che CI UNISCE QUALCOSA DI PIU’ FONDAMENTALE DI QUELLO CHE CI SEPARA.


Altro elemento da considerare è il contenuto <strong>del</strong> Piano FRIES-RAHNER (<strong>del</strong> 1983) che risponde alla seguente domanda:<br />

quale pluralità è possibile tra le Chiese che fanno parte di una Chiesa unita?<br />

La risposta è espressa in due tesi:<br />

1- E’ possibile una comunione <strong>del</strong>le Chiese sulla base <strong>del</strong>la comune fede e <strong>del</strong>le verità fondamentali <strong>del</strong> Cristianesimo<br />

espresse nella Sacra Scrittura, nel Simbolo Apostolico ed in quello Niceno-costantinopolitano che sono vincolanti per<br />

tutte le Chiese parti <strong>del</strong>l’unica Chiesa futura.<br />

2- In nessuna Chiesa particolare può essere rigettata una frase che è dogma vincolante in una <strong>del</strong>le altre Chiese<br />

particolari.<br />

Questa tesi può essere anche espressa come l’astensione dal giudizio negativo.<br />

Peter Neuner (1941)<br />

Quest’ultimo teologo, evangelico, è stato docente di teologia fondamentale all’Università di Passau e dal 1985 insegna<br />

teologia dogmatica all’Università di Monaco di Baviera.<br />

Nel 1986 ha pubblicato “Breve manuale <strong>del</strong>l’ecumenismo” e nel 1997 “Teologia ecumenica”.<br />

In quest’ultimo libro Neuner parte da una affermazione che pone a fondamento <strong>del</strong> suo pensiero.<br />

Per lui l’ecumenismo non può essere una materia riservata ai soli teologi, ma deve diventare un cammino per le<br />

Comunità e le Chiese considerate nella loro interezza.<br />

Il pericolo, che denuncia, è infatti quello che altrimenti nessuno si sente responsabile in prima persona. Ed inoltre si<br />

corre il rischio che <strong>del</strong>l’ecumenismo se ne parli in molti contesti ed occasioni, ma che non sia quasi mai affrontato e<br />

vissuto nella sua totalità.<br />

E’ pertanto importante che l’ecumenismo spirituale sia vissuto come un cammino alla cui base vi è un atteggiamento<br />

positivo <strong>del</strong>le Chiese e <strong>dei</strong> singoli cristiani.<br />

Nel libro “Teologia ecumenica” Neuner, prima ancora di elaborare teorizzazioni teologiche, vuole mostrare la storia<br />

<strong>del</strong>le divisioni tra le Chiese per indicare i tentativi effettuati, o effettuabili, per superarle: si pone pertanto da un punto<br />

di vista storico per comprendere come si sono svolti i fatti e quali affermazioni o atteggiamenti sono stati motivi di<br />

divisioni e scissioni.<br />

Lo stesso metodo storico è usato per prendere conoscenza e coscienza <strong>del</strong> contributo all’ecumenismo offerta dalle<br />

varie Chiese.<br />

Successivamente vengono affrontati i problemi teologici di fondo, con una attitudine ed una attenzione particolari per<br />

indicare soluzioni accettabili.<br />

Per avere un’idea <strong>del</strong> modo di procedere di Neuner possiamo prendere ad esempio alcuni temi scottanti.<br />

1- Scrittura e tradizione<br />

Per questo autore il “sola scriptura” di Lutero e la posizione <strong>del</strong>le Chiese Riformate deve essere interpretata non come<br />

un ripudio <strong>del</strong>la tradizione nella sua interezza, ma più limitatamente come una non accettazione di quelle tradizioni in<br />

contrasto con chiare affermazioni <strong>del</strong>la Scrittura.<br />

In questo modo, i dissensi vengono circoscritti ad alcuni temi specifici e non viene coinvolto il patrimonio di tradizione<br />

nel suo complesso.<br />

2- Successione apostolica<br />

Neuner si pone la domanda, cruciale per molti aspetti ecclesiologici, tra i quali quello <strong>del</strong> ministero validamente<br />

ordinato, sostenendo che si dovrebbe fare una distinzione tra successione come fatto meccanico ed identità con la<br />

dottrina degli Apostoli.<br />

3- Il Papato


Di fronte a questo problema, che è fonte di divisione tra la Chiesa Cattolica e tutte le altre Chiese, da quelle Ortodosse<br />

a quelle Evangeliche, Giovanni Paolo II nella sua Enciclica “Ut unum sint” ha invocato lo Spirito Santo affinché “ci doni<br />

la sua luce e illumini tutti i pastori e i teologi <strong>del</strong>le nostre Chiese, affinché possiamo cercare, evidentemente insieme, le<br />

forme nelle quali questo ministero possa realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli uni e dagli altri”.<br />

Su questo tema Neuner afferma che se il Papa assumerà come compito <strong>del</strong> suo ministero quello di promuovere<br />

l’unificazione <strong>del</strong>le varie Chiese nella Koinonia <strong>del</strong>la Chiesa universale, potrà ottenere nell’ambito ecumenico una<br />

importanza non ancora valutabile.<br />

Questo autore evangelico è stato presentato non solo per mostrare anche il punto di vista di un non cattolico, ma per<br />

prendere coscienza come i l cammino verso l’unità sia preso seriamente in considerazione dai fratelli di altre<br />

confessioni cristiane ed implichi un cammino lungo e faticoso, illuminato dallo Spirito Santo, affinché i Cristiani<br />

ritrovino, prima o poi,la piena unità.<br />

Noi <strong>del</strong> Rinnovamento nello Spirito Santo non dobbiamo dimenticare che questa è la prima intenzione che il Papa ci ha<br />

dato per il Roveto ardente.<br />

xxxxxxx<br />

L’insegnamento, che ci viene questi tre autori, dalla citazione di Sant’Agostino, dagli scritti e dagli esempi <strong>del</strong> Papa<br />

nonché dalle intenzioni che ci ha dato per il Roveto ardente, è che bisogna essere uomini e donne di unità, sempre ed<br />

in ogni circostanza.<br />

Dobbiamo essere testimoni di unità e di amore nel nostro rapporto con il Signore, in noi stessi, nelle nostre famiglie,<br />

nei posti di lavoro, con le persone che frequentiamo, con i fratelli <strong>del</strong>le altre Chiese cristiane che potremo incontrare.

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