Insegnamento di Anna Teresa Francia Maria e ... - RnS Lombardia
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Due mesi fa Luciana vi ha parlato della chiamata.<br />
E certo vi ricorderete che la chiamata che nostro Signore ci fa, prima <strong>di</strong> ogni altra, è<br />
quella all’amore, che è l’amore a far nascere i carismi, che l’identità nostra è prima<br />
carismatica, poi ministeriale.<br />
Se non ami non servi, se non servi non sei ministro.<br />
Vi ricordate l’etimologia <strong>di</strong> ministro, ministero?<br />
Dal latino “minus” , meno, basso e “stare” . Stare in basso.<br />
E chi sta in basso se non il servo? Luciana vi ha fatto riflettere sulla lavanda dei pie<strong>di</strong>.<br />
Gesù, re dei re sulla croce<br />
“Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me” ( Gv 12,32)<br />
e prima ancora servo dei servi “Se io, il Signore e Maestro, ho lavato i vostri pie<strong>di</strong>,<br />
anche voi dovete lavarvi i pie<strong>di</strong> gli uni gli altri”. ( Gv 13, 14) Per lavare i pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> una<br />
persona si sta in basso.<br />
Dire ministero e <strong>di</strong>re servizio significa <strong>di</strong>re la stessa cosa.<br />
Dire ministro e <strong>di</strong>re servo significa <strong>di</strong>re la stessa cosa.<br />
Noi alle parole non <strong>di</strong>amo l’importanza che hanno. E sbagliamo. Non le stu<strong>di</strong>amo,<br />
non ci riflettiamo. Analisi grammaticale ….. analisi logica ……. analisi del periodo……<br />
questa è una scuola ….. avete stu<strong>di</strong>ato?<br />
Facciamo questo esercizio <strong>di</strong> logica.<br />
Se io esercito il ministero della musica e del canto, allora sono un …. ministro della<br />
musica e del canto.<br />
Se io esercito il servizio della musica e del canto, allora sono un … servo della musica<br />
e del canto.<br />
Di chi siamo ministri dunque? Della musica e del canto.<br />
Di chi siamo servi allora? Della musica e del canto.<br />
Ma <strong>di</strong>re “servi della musica e del canto” non suona, vero?<br />
La preposizione articolata “della” nel nostro caso non in<strong>di</strong>ca il complemento <strong>di</strong><br />
specificazione “<strong>di</strong> chi, <strong>di</strong> che cosa?”, bensì un complemento <strong>di</strong> limitazione, perché ci<br />
delimita l'ambito in relazione al quale noi affermiamo una cosa.<br />
Proviamo a sostituire “della” con la locuzione “relativamente a”, “in fatto <strong>di</strong>”, “in<br />
relazione a”, “nell’ambito <strong>di</strong>” e ripetiamo tutto.<br />
Ministero in relazione alla musica e al canto. Servizio in relazione alla musica e al<br />
canto.<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Di chi siamo ministri dunque?<br />
Di chi siamo servi allora?<br />
Siamo ministri <strong>di</strong> Dio, siamo servi <strong>di</strong> Dio in relazione alla musica e al canto.<br />
Tutto questo in un preciso contesto, ovvero l’incontro <strong>di</strong> preghiera comunitaria<br />
carismatica.<br />
Vedete quanto ci aiutano le parole a capire, se solo ci soffermiamo e riflettiamo su<br />
esse.<br />
Certo, pensare che il sintagma “della musica e del canto” è da intendersi come<br />
complemento <strong>di</strong> limitazione ci va un po’ stretto. Anche in questo caso è la parola<br />
che ci sembra non bella. Ma non in<strong>di</strong>ca un limite del nostro essere servi, in<strong>di</strong>ca un<br />
aspetto del nostro servizio a Dio nell’ambito dei nostri incontri <strong>di</strong> preghiera e nella<br />
Chiesa. In quel preciso ambito serviamo così il Signore. E’ un preciso ambito della<br />
nostra vita, con la quale comunque rispon<strong>di</strong>amo sempre alla chiamata <strong>di</strong> Dio a<br />
servirlo.<br />
“Vi sono poi <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono <strong>di</strong>versità <strong>di</strong><br />
ministeri, ma uno solo è il Signore …. e a ciascuno è data una manifestazione<br />
particolare dello Spirito per l’utilità comune” 1 Cor 12, 4.5.7.<br />
San Paolo qui sta parlando <strong>di</strong> un incontro <strong>di</strong> preghiera, e vedete che “limita” il<br />
servizio dei fratelli nell’ambito del ministero in cui essi sono servi dei fratelli, in base<br />
al carisma che ad ognuno viene donato dallo Spirito.<br />
Se poi teniamo a mente l’esperienza della Tenda <strong>di</strong> Davide, ci ren<strong>di</strong>amo conto che<br />
<strong>di</strong>re “ministero della musica e del canto” proprio preciso non è. Certo, rende l’idea,<br />
ma musica e canto sono a loro volta strumenti con i quali noi esercitiamo un<br />
ministero <strong>di</strong> lode e adorazione.<br />
Un ministero si esercita. Il suo esercizio può essere buono o cattivo.<br />
Pensiamo ai ministeri nei governi degli stati. Qual è la cartina al tornasole del fatto<br />
che un ministero funziona bene o male, o non funziona affatto? Dal vantaggio che<br />
esso arreca a quanti interagiscono con gli ambiti <strong>di</strong> cui quel ministero si occupa (<br />
ministero dell’economia, della <strong>di</strong>fesa, degli esteri…).<br />
Un ministero va esercitato bene, perché se lo si esercita male provoca un danno alla<br />
comunità.<br />
Torniamo al ministero della musica e del canto, al servizio che ren<strong>di</strong>amo ai nostri<br />
fratelli nell’ambito della preghiera comunitaria carismatica.<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Quali sono quegli elementi che determinano un esercizio buono del ministero cui<br />
siamo preposti? Ci ho riflettuto un po’ e penso che possiamo in<strong>di</strong>viduare cinque<br />
elementi, cinque compiti da assolvere per un ministero buono:<br />
1. Insegnare. Proprio come gli altri ministeri nei nostri gruppi, il ministero della<br />
musica e del canto dovrebbe essere un ministero <strong>di</strong> insegnamento della<br />
Parola <strong>di</strong> Dio. Questo perché i ministri della musica e del canto non sono solo<br />
musicisti o cantori ma anche insegnanti della Bibbia. C’è una buona parte<br />
della nostra preghiera comunitaria in cui trova spazio il canto. I ministri della<br />
musica e del canto hanno bisogno <strong>di</strong> selezionare quei canti che insegnano la<br />
verità della Parola <strong>di</strong> Dio. Verso la fine degli anni 90 il libretto Dio della mia<br />
Lode ha subito un restyling. All’epoca in quel libretto ci si trovava <strong>di</strong> tutto a<br />
livello <strong>di</strong> canti e canzoni, tipo “Gesù caro fratello” <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Baglioni, che è<br />
una bellissima canzone, ma non insegna la Parola. Oggi noi abbiamo un<br />
sussi<strong>di</strong>o perfetto per l’esercizio del nostro servizio, perché è tutto centrato<br />
sulla Parola <strong>di</strong> Dio. Cosa che non ancora accade nei libri <strong>di</strong> canti per la liturgia<br />
<strong>di</strong> cui si dotano le parrocchie, dove ancora troviamo “Blowing in the wind” <strong>di</strong><br />
Bob Dylan in versione italiana, oppure “White Christmas”. Bei canti, ma certo<br />
non insegnano la Parola.<br />
2.<br />
Formare. Una delle principali responsabilità del ministro della musica e del<br />
canto è quello <strong>di</strong> dotare gli altri fratelli per il ministero. Chenania istruisce<br />
Asaf, Idutun ed Eman, che a loro volta istruiscono i figli. Il ministro della<br />
musica e del canto, il ministro della lode e dell’adorazione, se responsabile,<br />
deve costantemente educare gli altri fratelli ministri all’esercizio <strong>di</strong> questo<br />
ministero. Formazione e con<strong>di</strong>visione. Quando? durante le prove e in altri<br />
contesti <strong>di</strong> piccolo gruppo. Tale formazione deve includere le competenze<br />
musicali necessarie per svolgere questo servizio. Esso deve coinvolgere tutte<br />
le età. Non è vietato ai minori <strong>di</strong> anni , né vietato ai maggiori <strong>di</strong> anni. Nel libro<br />
<strong>di</strong> 1 Cronache 25 l’autore riferisce circa l’organizzazione dei turni <strong>di</strong> lode e<br />
adorazione <strong>di</strong>ce: Per i loro turni <strong>di</strong> servizio furono sorteggiati i piccoli come i<br />
gran<strong>di</strong>, i maestri come i <strong>di</strong>scepoli.<br />
Questo ministero non è una cosa da gran<strong>di</strong>, da adulti a livello anagrafico e/o<br />
spirituale. Questo servizio non è una cosa che durante l’incontro <strong>di</strong> preghiera<br />
possono svolgere solo ed esclusivamente i fratelli già formati, già maestri. Noi<br />
abbiamo non solo il compito <strong>di</strong> lavorare con gli adulti, ma anche <strong>di</strong> assumere<br />
un ruolo attivo nella formazione delle generazioni future <strong>di</strong> ministri della<br />
musica e del canto. Insieme, giovani e vecchi. Insieme, maestri e <strong>di</strong>scepoli.<br />
Se nel libro delle Cronache troviamo maestri e <strong>di</strong>scepoli, vuol <strong>di</strong>re che Davide<br />
aveva creato una scuola <strong>di</strong> formazione alla lode e all’adorazione attraverso la<br />
musica e il canto per l’esercizio del ministero nella Tenda. Io ho sempre<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
creduto – e se Francesco e tutta l’equipe si stanno spendendo per questa<br />
scuola regionale, penso concor<strong>di</strong>no con me- che un ministero della musica e<br />
del canto è '<strong>di</strong> successo', è buono, nel momento in cui questo servizio<br />
continua a essere svolto anche quando il responsabile – il Chenania della<br />
situazione, per rifarci alla Tenda - è stato chiamato in un altro posto <strong>di</strong><br />
servizio e quin<strong>di</strong> non c’è. Non c’è, eppure tutto procede come Dio vuole. Ciò<br />
<strong>di</strong>mostra che il ministero non è focalizzato su un leader, ma su una larga<br />
base <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigenti. Dice la Parola “Senza una <strong>di</strong>rezione un popolo decade, il<br />
successo sta nel buon numero <strong>di</strong> consiglieri” Pr. 11,14.<br />
3. E<strong>di</strong>ficare. Le lettere <strong>di</strong> Paolo ci <strong>di</strong>cono che molto <strong>di</strong> ciò che dovremmo fare<br />
quando ci riuniamo è e<strong>di</strong>ficarci l’un l’altro. Il tempo della preghiera<br />
comunitaria carismatica è un tempo <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione. E’ un nostro dovere nel<br />
servizio quello <strong>di</strong> incoraggiare i nostri fratelli nel loro cammino con il Signore.<br />
Essere ministri della musica e del canto non significa solo essere quelli che<br />
scelgono quei canti che insegnano le gran<strong>di</strong> verità della Parola; noi vogliamo<br />
che questa musica e questo canto siano <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione ai fratelli. Sapete che<br />
può accadere altrimenti? Quello che ben descrive Dio stesso al profeta<br />
Ezechiele, cap.33,32: Ecco, tu sei per loro come una canzone d'amore: bella è<br />
la voce e piacevole l'accompagnamento musicale. Essi ascoltano le tue parole,<br />
ma non le mettono in pratica. La Tenda <strong>di</strong> Davide non si e<strong>di</strong>fica senza e<strong>di</strong>ficare<br />
i fratelli. E’ vero che nel caso <strong>di</strong> Ezechiele, il profeta resta inau<strong>di</strong>to, non per<br />
causa sua, ma per colpa del popolo che non vuole crescere. E’ vero che questo<br />
può accadere nelle nostre assemblee. Noi ci mettiamo il cuore ma i fratelli<br />
non mettono in pratica quanto ascoltano dal nostro canto. E’ pure vero che<br />
può essere che non abbiamo noi il cuore del profeta Ezechiele, e quin<strong>di</strong> non<br />
trasmettiamo nulla ai fratelli della Parola <strong>di</strong> Dio, ma li rallegriamo con delle<br />
belle performances a livello musicale e canoro. Bisognerebbe riflettere su<br />
quanto cuore mettiamo in questo servizio.<br />
4.<br />
Evangelizzare. Il ministero della musica e del canto può essere un grande<br />
strumento per la <strong>di</strong>ffusione e la con<strong>di</strong>visione del Vangelo; la musica e il canto<br />
possono arrivare in luoghi che altri ministeri possono avere <strong>di</strong>fficoltà a<br />
raggiungere. Quando il sacerdote della vostra parrocchia vi chiede <strong>di</strong> animare<br />
un incontro <strong>di</strong> bambini del catechismo, e voi andate, quella forse non è<br />
evangelizzazione? Non è evangelizzazione e <strong>di</strong>ffusione del vangelo il nostro<br />
cantare “L’amore del Signore è meraviglioso”, oppure “ Bisogna che Cristo<br />
cresca”, oppure “ Se il Diavolo è arrabbiato”… e così via? Questi canti sono<br />
fantastici! Perché aiutano le persone, anche i piccoli, a capire il Vangelo.<br />
5. Supportare. Il ministero della musica e del canto dovrebbe essere <strong>di</strong> supporto<br />
a tutti i ministeri, non solo nell’ambito dei nostri incontri <strong>di</strong> preghiera, ma<br />
dovrebbe essere <strong>di</strong> sostegno alla Chiesa. Se siamo chiamati rispon<strong>di</strong>amo!<br />
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<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Perché la musica e il canto non sono nostri, sono della Chiesa, che canta il suo<br />
cantico d’amore a Dio. La musica può essere utilizzata per dare sostegno a<br />
moltissime attività pastorali. Il nostro servizio è ad intra ( gruppi <strong>di</strong> <strong>RnS</strong>) e ad<br />
extra (Chiesa locale, <strong>di</strong>ocesana, nazionale).<br />
Insegnare, formare, e<strong>di</strong>ficare, evangelizzare, supportare.<br />
Questi sono gli elementi che a mio avviso identificano un buon ministero della<br />
musica e del canto. Queste azioni costituiscono il prima il durante e il poi del nostro<br />
servizio <strong>di</strong> lode e adorazione a Dio dell’incontro <strong>di</strong> preghiera.<br />
L’adorazione – il bacio - è il segno principe dell’amore, ma l’amore va <strong>di</strong>mostrato.<br />
Altrimenti il bacio della sposa <strong>di</strong>venta il bacio <strong>di</strong> Giuda, altrimenti vale per noi la<br />
parola <strong>di</strong> Isaia: “Questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora con le<br />
labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un<br />
imparaticcio <strong>di</strong> usi umani” ( Is 29, 13-14).<br />
Questo ministero <strong>di</strong>mostra il suo amore, quando opera a gloria <strong>di</strong> Dio e a favore<br />
dei fratelli, prima, durante e dopo la preghiera comunitaria, sennò non è un<br />
ministero. Se non c’è il prima e se non c’è il poi, il nostro non sarà più un ministero<br />
della musica e del canto, sarà uno show della musica e del canto.<br />
Sono tutti verbi. Sono tutte azioni. Ci vogliono dei soggetti che compiono queste<br />
azioni. Chi sono i soggetti <strong>di</strong> queste azioni? Sono i ministri, sono i servi, siamo noi.<br />
Perché noi siamo stati identificati dai nostri pastorali in questo particolare<br />
ministero? Perché hanno riconosciuto in noi un talento?<br />
Apro una parentesi <strong>di</strong> economia domestica.<br />
Sono prossima al matrimonio. Quando io e il mio futuro marito parliamo del menage<br />
domestico che ci attende, e io gli <strong>di</strong>co tutta appassionata che gli stirerò, pulirò,<br />
spolvererò, riassetterò – perché lui tendenzialmente è un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato – credetemi, si<br />
illumina <strong>di</strong> immenso…. Puntualmente quando a questo virtuoso elenco aggiungo “ti<br />
cucinerò” …. Chiosa così: “ No, no… ci penso io!” Perché <strong>di</strong>ce così?<br />
Perché io non so cucinare, mi arrangio, tutto mangiabile per carità! Ma lui è più<br />
bravo <strong>di</strong> me, sa cucinare proprio bene.<br />
E’ un talento particolare che ha. Ma non è un carisma. Perché <strong>di</strong>ce che pensa lui a<br />
cucinare, non per una utilità mia, ma per una utilità sua! Vuole mangiare meglio <strong>di</strong><br />
come gli farei mangiare io.<br />
Parentesi <strong>di</strong> economia domestica chiusa.<br />
Il talento musicale è certo un dono <strong>di</strong>vino che rende un fratello adatto alla musica,<br />
perché per natura ha una buona propensione alla musica.<br />
Tuttavia il talento musicale non <strong>di</strong>ce che siamo adatti ad un servizio <strong>di</strong> musica e<br />
canto.<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Luciana vi ha parlato del <strong>di</strong>scernimento in relazione all’uomo interiore. Il<br />
<strong>di</strong>scernimento va applicato anche in relazione alla chiamata al servizio <strong>di</strong> musica e<br />
canto.<br />
Quello che il pastorale mette in conto, ovvero gli elementi su cui fa <strong>di</strong>scernimento e<br />
che lo portano a identificarvi in questo servizio piuttosto che in un altro, sono<br />
questi:<br />
• Avete sperimentato nella propria vita l’incontro personale col Signore e lo<br />
testimoniate attraverso un cammino permanente e costante <strong>di</strong> conversione<br />
nel vostro gruppo<br />
• Avete ricevuto la preghiera <strong>di</strong> effusione dello Spirito Santo<br />
• Avete una buona musicalità<br />
• Avetela capacità <strong>di</strong> lavorare in gruppo<br />
• Avete il desiderio <strong>di</strong> crescere nel ministero attraverso la formazione spirituale<br />
e tecnica<br />
Luciana due mesi fa vi sottolineava con forza una cosa:<br />
<br />
Ricapitoliamo la nostra identità ministeriale: noi cantiamo e suoniamo a gloria <strong>di</strong><br />
Dio e per l’utilità comune; il nostro ministero ci porta ad un impegno che precede e<br />
prosegue l’incontro <strong>di</strong> preghiera e che si concretizza così: insegnare le verità della<br />
Parola; formare nuovi ministri; e<strong>di</strong>ficare i fratelli; evangelizzare; supportare gli altri<br />
ministeri e le attività pastorali della Chiesa, ad intra e ad extra della nostra<br />
esperienza nel <strong>RnS</strong>.<br />
Allora perché Luciana <strong>di</strong>ce che non abbiamo identità ministeriale?<br />
Capiamo bene cosa intende. Noi non abbiamo una identità ministeriale se prima non<br />
abbiamo una identità carismatica. Noi ci identifichiamo in questo servizio perché il<br />
Signore ci ha donato questo carisma. Riflettiamoci insieme.<br />
“A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune”<br />
1 Cor 12, 7.<br />
Capite dunque che non è questione <strong>di</strong> talento, <strong>di</strong> bella voce, <strong>di</strong> essere primi violini<br />
dell’orchestra filarmonica <strong>di</strong> Vienna, quello che determina la nostra identità<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
ministeriale? Tutte queste cose non determinano il nostro essere ministri della<br />
musica e del canto.<br />
Prima viene il dono <strong>di</strong> Dio, prima viene il carisma, e ancor prima del dono e del<br />
carisma, viene lo Spirito Santo.<br />
“Abbiamo pertanto doni <strong>di</strong>versi secondo la grazia data a ciascuno <strong>di</strong> noi” Rm 12,6.<br />
La grazia data a ciascuno è lo Spirito, datore dei doni. Siccome poi lo Spirito è per<br />
tutti, per tutti Egli ha un dono. E sono doni <strong>di</strong>versi, che vanno ridonati ai fratelli:<br />
quello che gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente <strong>di</strong>amo. Questo è<br />
Vangelo! Perché questa varietà <strong>di</strong> carismi?<br />
Ce lo rivela la Parola:<br />
“È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti,<br />
altri come pastori e maestri (apro una parentesi e metto musici e cantori) per<br />
rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare il corpo <strong>di</strong> Cristo”<br />
Ef 4, 11-12.<br />
Compiere il ministero. Quale? nell’incontro <strong>di</strong> preghiera come pure nella Chiesa, il<br />
Signore fa doni particolari ai suoi figli, particolari e <strong>di</strong>versi, così che tutto il popolo,<br />
sostenuto da questi fratelli, sia idoneo, capace <strong>di</strong> esercitare il ministero regale,<br />
sacerdotale e profetico <strong>di</strong> Gesù. Lo scopo è l’ e<strong>di</strong>ficazione del Corpo <strong>di</strong> Cristo, della<br />
Chiesa, della tenda <strong>di</strong> Davide che era caduta.<br />
Allora, si entra prima nel ministero o si riceve prima il carisma?<br />
Si riceve prima il carisma.<br />
E come facciamo a sapere che lo Spirito Santo ci ha fatto dono <strong>di</strong> un carisma?<br />
Non lo sappiamo da noi stessi. Spesso non ce ne ren<strong>di</strong>amo nemmeno conto. Sono i<br />
fratelli che riconoscono in noi quella particolare manifestazione dello Spirito Santo,<br />
sono i fratelli che per mezzo del nostro canto, della nostra musica, della nostra<br />
preghiera, del nostro insegnamento, si sentono e<strong>di</strong>ficati, rafforzati, consolati, istruiti<br />
dal Signore stesso. E ce lo <strong>di</strong>cono ( Esempio del lettorato).<br />
Quin<strong>di</strong> I’identità ministeriale procede dall’identità carismatica. E l’identità<br />
carismatica da cosa procede a sua volta? Dalla risposta alla chiamata che Dio ci fa<br />
ad essere suoi servi; a <strong>di</strong>rla tutta la chiamata a servire non è una chiamata, bensì<br />
una conseguenza per così <strong>di</strong>re fisiologica della prima chiamata che Egli ci fa:<br />
“Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio” Os<br />
11,1<br />
Vi rivolgo ora una delle domande del catechismo <strong>di</strong> san Pio X:<br />
< Per qual fine Dio ci ha creati?<br />
Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi<br />
nell'altra, in para<strong>di</strong>so >.<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Se non avessimo conosciuto il Signore, non l’avremmo amato; se non l’amassimo,<br />
non lo serviremmo. Cosa spinge una moglie, una mamma a prendersi cura della<br />
casa, delle cose <strong>di</strong> quella casa, e soprattutto <strong>di</strong> chi vive in quella casa, cioè marito e<br />
figli? E’ l’amore per loro. E’ l’amore che la fa serva, è l’amore che suscita in lei quelle<br />
risorse fisiche e mentali che non l’abbandonano. Tu servi perché ami e ami perché<br />
conosci.<br />
Già Luciana due mesi fa, ci metteva davanti un modello <strong>di</strong> serva: una ragazza<br />
quin<strong>di</strong>cenne <strong>di</strong> nome <strong>Maria</strong>.<br />
“Sono la serva del Signore” Lc 1,38, così risponde <strong>Maria</strong> all’arcangelo Gabriele. “Si<br />
faccia <strong>di</strong> me secondo la tua parola” .<br />
<strong>Maria</strong> serva del Signore. Perché non si è ribellata?<br />
Perché ama Dio. Come s’è innamorata <strong>di</strong> Dio? Conoscendolo. Come <strong>Maria</strong> ha<br />
conosciuto Dio? Attraverso la Scrittura e la preghiera.<br />
I Vangeli apocrifi raccontano che i genitori <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, <strong>Anna</strong> e Gioacchino,<br />
concepirono <strong>Maria</strong> in tarda età, per intervento <strong>di</strong>vino, dopo una vita sterile, ignobile<br />
per gli ebrei del tempo che ritenevano la sterilità una punizione <strong>di</strong> Dio. Secondo la<br />
tra<strong>di</strong>zione <strong>Anna</strong>, Gioacchino e <strong>Maria</strong> abitarono a Gerusalemme nei pressi<br />
dell'attuale Porta dei Leoni, nella parte nord orientale della città vecchia, laddove ci<br />
sono i resti della piscina <strong>di</strong> Betzaeta (quella del miracolo dello storpio sul lettuccio).<br />
Quando <strong>Maria</strong> compì tre anni, venne condotta nel Tempio <strong>di</strong> Gerusalemme, per<br />
essere consacrata al servizio del tempio stesso, secondo la promessa fatta da<br />
entrambi i genitori, quando implorarono la grazia <strong>di</strong> un figlio. E lì rimase fino<br />
all’inizio della pubertà.<br />
<strong>Maria</strong>, conobbe quin<strong>di</strong> il Signore attraverso la Scrittura e la Preghiera. Nel tempio<br />
c’erano i dottori della Legge, quelli che stu<strong>di</strong>avano la Legge e i Profeti. Anche <strong>Maria</strong><br />
si applicava allo stu<strong>di</strong>o e alla me<strong>di</strong>tazione delle Sacre Scritture.<br />
Leggeva, me<strong>di</strong>tava e pregava. La preghiera che si faceva nel Tempio, il tempio <strong>di</strong><br />
Salomone figlio <strong>di</strong> Davide, secondo le <strong>di</strong>sposizioni che egli aveva dato al figlio e che<br />
Dio a sua volta gli aveva dato.<br />
<strong>Maria</strong> prega con i musici e i cantori, adora la Shekinà, danza per l’Arca, magari non<br />
proprio nello stesso luogo degli uomini, perché nel Tempio <strong>di</strong> Salomone c’era un<br />
atrio detto delle donne.<br />
Però la cosa che ci deve far gioire è che <strong>Maria</strong> pregava ogni giorno come stamane<br />
abbiamo fatto noi, pregava nella Tenda <strong>di</strong> Davide, inteso come modo <strong>di</strong> pregare,<br />
come atmosfera <strong>di</strong> preghiera.<br />
<strong>Maria</strong> è una ragazza che conosce Dio insieme agli altri (preghiera comunitaria) ma<br />
sta con Lui anche da sola ( preghiera personale, stu<strong>di</strong>o della scrittura). E così si<br />
innamora <strong>di</strong> Dio. Lo frequenta, da sola e in compagnia.<br />
<strong>Maria</strong> è sola quando l’ Angelo la visita, <strong>Maria</strong> sta in preghiera.<br />
“Rallegrati, piena <strong>di</strong> grazia”. E’ piena <strong>di</strong> grazia, piena <strong>di</strong> Spirito Santo, ricolmata <strong>di</strong><br />
carismi ( kekaritomene). L’angelo le <strong>di</strong>ce la sua identità carismatica (non è lei a<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
riconoscersela, è l’angelo che gliela rivela). Gabriele le spiega senza tanti fronzoli<br />
cosa le accadrà. Il vostro istinto, il mio istinto non sarebbe stato quello <strong>di</strong> correre via<br />
a gambe levate, <strong>di</strong>cendo un sonoro “NO”?<br />
<strong>Maria</strong> non scappa. Ha ascoltato con compostezza, abbastanza per capire<br />
quell'annuncio. Poi fa una semplice domanda: "Come è possibile? Non conosco<br />
uomo ”. E l’Arcangelo le risponde che tutto questo lo farà lo Spirito Santo in lei. Lo<br />
Spirito Santo la adombra, la copre, si posa su <strong>di</strong> lei.<br />
“Allora <strong>Maria</strong> <strong>di</strong>sse: Ecco sono la serva del Signore”.<br />
Cosa ci <strong>di</strong>ce questa Parola?<br />
Ci <strong>di</strong>ce che il servizio che il Signore ci fa compiere non ce lo scegliamo noi.<br />
<strong>Maria</strong>, questa ragazza davvero forte, avrebbe potuto benissimo collaborare in altro<br />
modo alla salvezza, non le mancavano certo i titoli.<br />
Dopo un annuncio del genere, visto che non scappa e non <strong>di</strong>ce no, potrebbe<br />
“contrattare”:<br />
“Senti, Gabriele, potresti <strong>di</strong>re a Dio che lo ringrazio, ma preferirei qualcosa <strong>di</strong> più<br />
gratificante; conosco la Scrittura, so pregare, potrei essere una dottoressa della Legge (Il<br />
servizio come riconoscimento <strong>di</strong> una professionalità. Il responsabile della musica e<br />
del canto ne sa molto meno <strong>di</strong> me sull’argomento!e a me ancora il ministero non lo<br />
danno!). Se si tratta <strong>di</strong> andare a Gerusalemme ed esercitare lì, ne son ben felice! Qui a<br />
Nazareth è un mortorio. Alla sinagoga non ti <strong>di</strong>co che tristezza. (Il servizio come<br />
gratificazione: sono entrato in questo gruppo che ne eravamo tanti, all’incontro <strong>di</strong><br />
preghiera sembrava <strong>di</strong> stare a Rimini; avevamo tutto; il ministero non aveva nulla da<br />
invi<strong>di</strong>are alla Corale regionale, anzi! Adesso mi ritrovo con la mia chitarra ad<br />
animare un gruppo <strong>di</strong> vecchierelli; non ho nessuno che mi sostituisce, mi sto<br />
logorando! Quasi quasi me ne vado alla preghiera a Milano e faccio servizio lì in quel<br />
bel gruppo).<br />
Non sanno pregare, non sanno nemmeno interpretare la Scrittura, fanno delle<br />
celebrazioni sgangherate! invece a Gerusalemme, tutto preciso! Un or<strong>di</strong>ne, una<br />
perfezione, una cura… veramente bravi! E poi sempre pregano secondo il modello della<br />
Tenda… una cosa assolutamente da rifare qui a Nazaret ….(Il servizio come<br />
emulazione: ogni volta che vado a Rimini li sì che c’è la preghiera carismatica. Io l’ho<br />
capito come si fa! Me lo sono stu<strong>di</strong>ato bene quello che si fa, quando lo si fa, come lo<br />
si fa. Lo so rifare. Sono capace ad occhi chiusi. Invece qui in Regione nessuno prega<br />
come si deve. Nel mio gruppo, poi, figuriamoci!Ma adesso basta! La settimana<br />
prossima organizzo la Tenda <strong>di</strong> Davide alla preghiera! Devono pregare anche loro<br />
così)<br />
Oppure <strong>Maria</strong> avrebbe potuto sfruttare tutti quei <strong>di</strong>ritti conseguenti al suo essere<br />
Madre del Messia: “ Gabriele, che devo <strong>di</strong>re …. va bene. Però non posso stancarmi,<br />
una gravidanza è delicata. Poi non è un bambino qualunque. Dio dovrebbe provvedere a<br />
darmi qualcuno che mi assista, che stia sempre pronto al mio fianco per qualunque<br />
evenienza. Non sono una qualunque, non più” (Il servizio come esaltazione: questo<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
ministero è il primo <strong>di</strong> tutti. Non se ne rendono conto quelli del gruppo? Senza<br />
musica e canto che fanno? E’ questo il servizio più importante. Io li porto alla lode,<br />
io li porto alla danza. Il Signore mi ha dato un carisma forte. Quelli del pastorale<br />
devono capirlo. Non possono sminuirmi sempre. Io sono il responsabile della musica<br />
e del canto! )<br />
Ma <strong>Maria</strong> non contratta con Dio. Il verbo “contrattare” non sta nel vocabolario <strong>di</strong> chi<br />
ama. <strong>Maria</strong> non sfrutta la sua posizione per essere riverita da Dio e dagli uomini. Il<br />
verbo”sfruttare” non sta nel vocabolario <strong>di</strong> chi ama. “Sono la serva del Signore”.<br />
Io ti amo perciò ti servo. “ Si faccia <strong>di</strong> me secondo la tua Parola”. Senza se e senza<br />
ma. ( servizio come obbe<strong>di</strong>enza: Signore non ho proprio voglia <strong>di</strong> andare al gruppo<br />
oggi!<strong>di</strong> mettermi a suonare e cantare quando ne sono successe <strong>di</strong> tutti i colori. Ma<br />
so che mi chiami. So che è il mio dovere lodarti in ogni tempo. Sono proprio a terra,<br />
ma non mollo. Vado!)<br />
Io ti amo e sono la tua serva, il tuo servo della musica e del canto.<br />
Ecco l’identità ministeriale.<br />
Da quel giorno fino alla morte <strong>di</strong> suo figlio, e poi ancora oltre fino ai nostri giorni, e<br />
per l’eternità, qual è l’identità ministeriale <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazareth?<br />
Moglie <strong>di</strong> Giuseppe, fino a quando è rimasta vedova, sorella –cugina ( a tre mesi <strong>di</strong><br />
gravidanza, altro che servita e riverita, va ad aiutare Elisabetta, va a servire in fretta<br />
e con gioia!) e madre. Madre <strong>di</strong> Gesù e madre della Chiesa.<br />
Il servizio è la risposta <strong>di</strong> un cuore che conosce il Signore.<br />
Il servizio è la risposta <strong>di</strong> un cuore che ama il Signore.<br />
Il servizio è la risposta <strong>di</strong> un cuore obbe<strong>di</strong>ente al Signore.<br />
Il servizio è la risposta <strong>di</strong> un cuore consapevole della chiamata. “Com’è possibile?<br />
Non conosco uomo”. E’ una domanda che in<strong>di</strong>ca a noi che <strong>Maria</strong> ha capito, e ha<br />
capito proprio bene, quello che le ha detto l’angelo e a cosa la chiama Dio. E dubita<br />
un attimo. Esprime questo dubbio e l’angelo le risponde che opererà in lei lo Spirito<br />
Santo. Abbiate CONSAPEVOLEZZA della vostra chiamata.<br />
Non tu hai scelto <strong>di</strong> servire il Signore in questo ministero, ma lui ha scelto te. Non<br />
è perché siccome avevano bisogno <strong>di</strong> una chitarra, i fratelli del pastorale hanno<br />
deciso che dovevi svolgere tu questo servizio nel tuo gruppo, o perché siccome hai<br />
una bella voce, ti hanno detto “scegli tu i canti e intonali”. Hanno riconosciuto in te<br />
una grazia precisa, una grazia che lo Spirito ti ha dato: quella <strong>di</strong> trasmettere l’amore<br />
<strong>di</strong> Dio ai suoi figli quando suoni e quando canti. E da questo servizio passa la tua<br />
salvezza!!!!!<br />
Il servizio è la risposta <strong>di</strong> un cuore umile. “Perché ha guardato l’umiltà della sua<br />
serva” (Lc 1,48). Che bello pensare che lo <strong>di</strong>ce cantando! <strong>Maria</strong> serve e canta! <strong>Maria</strong><br />
è serva del canto.<br />
<strong>Maria</strong> donna secondo il cuore <strong>di</strong> Dio. Così secondo il cuore <strong>di</strong> Dio, che ha dato un<br />
cuore a Dio. Il cuore <strong>di</strong> Gesù, mite ed umile.<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Vorrei adesso parlare con voi del cuore <strong>di</strong> un antenato <strong>di</strong> Gesù, del cuore <strong>di</strong> uno <strong>di</strong><br />
noi , <strong>di</strong> un ministro della musica e del canto, del cuore <strong>di</strong> Davide.<br />
“(Dio) suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: Ho<br />
trovato Davide, figlio <strong>di</strong> Iesse, uomo secondo il mio cuore. Egli adempirà tutti i miei<br />
doveri” (At 13,22).<br />
La storia <strong>di</strong> Davide, uomo secondo il cuore <strong>di</strong> Dio, è geograficamente altra rispetto a<br />
<strong>Maria</strong>. Da Nazareth, dalla Galilea, a Betlemme, in Giudea. Nazareth, periferia <strong>di</strong><br />
Israele, Betlemme sobborgo <strong>di</strong> Gerusalemme, la più piccola delle città <strong>di</strong> Giuda.<br />
Di <strong>Maria</strong> i Vangeli ci <strong>di</strong>cono poco. Di Davide l’Antico Testamento ci <strong>di</strong>ce tantissimo.<br />
Cosa emerge allora dal poco che sappiamo <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e dal tanto che sappiamo <strong>di</strong><br />
Davide? Che avevano un cuore secondo il cuore <strong>di</strong> Dio, un cuore simile, eccetto il<br />
peccato. Davide ha peccato, <strong>Maria</strong> no.<br />
All’ annuncio dell’angelo <strong>Maria</strong> così risponde:<br />
“Sono la serva del Signore. Avvenga <strong>di</strong> me secondo la tua parola” Lc, 1.48<br />
Alla parola che Dio rivolge a Davide per mezzo <strong>di</strong> Natan, quella cioè <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficargli<br />
una Dimora, con la promessa <strong>di</strong> non abbandonarlo mai e <strong>di</strong> rendere stabile per<br />
sempre il trono del suo regno, Davide così risponde:<br />
“Tu conosci il tuo servo, Signore Dio! Per amore della tua parola e secondo il tuo<br />
cuore, hai compiuto tutte queste gran<strong>di</strong> cose, manifestandole al tuo servo.” 2 Sam<br />
7, 20-21.<br />
Notiamo la forte somiglianza delle risposte. Ad<strong>di</strong>rittura Davide risponde come<br />
canterà <strong>Maria</strong> nel Magnificat ( hai compiuto tutte queste gran<strong>di</strong> cose - gran<strong>di</strong><br />
cose ha fatto in me il Signore)<br />
Dice Gesù che “ La lingua parla dalle pienezza del cuore” ( Mt 12,34). <strong>Maria</strong> e<br />
Davide hanno lo stesso linguaggio, hanno lo stesso cuore, hanno il cuore <strong>di</strong> Gesù,<br />
mite e umile.<br />
Cosa possiamo imparare dal cuore <strong>di</strong> Davide, e quin<strong>di</strong> anche da quello <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />
per essere buoni servi del Signore?<br />
Che cuore è quello <strong>di</strong> Davide?<br />
Kahil Gibran, una vera e propria icona spirituale del XIX secolo, in un suo<br />
passaggio del libro “Il profeta”, quando il profeta viene interrogato su cosa sia l’<br />
Amore, scrive:<br />
< Quando amate non <strong>di</strong>te “Dio è nel mio cuore”, ma piuttosto “ Io sono nel<br />
cuore <strong>di</strong> Dio”><br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Per me è questo il cuore <strong>di</strong> Davide.<br />
Davide risiedeva nel cuore <strong>di</strong> Dio. Tutto il suo essere, la sua vita e tutto quello<br />
che ha fatto, pensato e detto era nel cuore <strong>di</strong> Dio.<br />
Noi, per la maggior parte, permettiamo al Signore <strong>di</strong> soggiornare nel nostro<br />
cuore; gli regoliamo l'accesso quando e dove ci fa comodo; gli regoliamo anche la<br />
sua influenza nella nostra 'vera' vita.<br />
Davide ha fatto, detto e pensato molto poco senza consultare Dio, pregando Dio,<br />
o mettendo la volontà <strong>di</strong> Dio sopra i suoi desideri.<br />
I libri <strong>di</strong> Samuele e dei Re sono pieni <strong>di</strong> riferimenti al suo chiedere sempre a Dio il<br />
suo parere, e poi seguirlo. Davide mette Dio al primo posto. Sa che Dio è il suo<br />
pastore.<br />
In tempi <strong>di</strong> tribolazione, non procede mai senza consultare il Signore:<br />
'Ora i Filistei giunsero e si sparsero nella valle <strong>di</strong> Refaim. Davide consultò il Signore<br />
chiedendo: «Devo andare contro i Filistei? Li metterai nelle mie mani? "Il Signore<br />
rispose a Davide:" Va' pure, perché certo metterò i Filistei nelle tue mani” (2 Sam<br />
5,18-19).<br />
Davide è deferente alle in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> Dio. Gli chiede consiglio e il consiglio che Dio<br />
gli dà lo mette in pratica.<br />
Il cuore <strong>di</strong> Davide è un cuore obbe<strong>di</strong>ente a Dio.<br />
Tutte le tribù <strong>di</strong> Giuda lo consacrano re, riesce a conquistare Gerusalemme e si<br />
stabilisce lì. Da Tiro, il re <strong>di</strong> quel paese gli invia muratori e carpentieri con legni <strong>di</strong><br />
cedro per costruirgli una casa. Davide non si proclama re da se stesso, non si<br />
costruisce lui la casa, ma lo proclamano re, gli costruiscono una casa da re, quelli<br />
che comprendono che il Signore lo guida.<br />
“Davide seppe allora che il Signore lo confermava re <strong>di</strong> Israele e innalzava il suo<br />
regno per amore <strong>di</strong> Israele suo popolo” 2 Sam 5, 20.<br />
Il cuore <strong>di</strong> Davide è un cuore umile. Capisce che non sono i suoi meriti ad aver<br />
convinto Dio a farlo sovrano, ma è il progetto d’amore del Signore per tutto il suo<br />
popolo. Davide è consapevole <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>ventato re perché per il suo regno<br />
passerà misteriosamente la provvidenza <strong>di</strong> Dio per i suoi figli.<br />
Davide non era senza peccato (sia involontario che intenzionale – le conseguenze<br />
del suo peccato ebbero orribili conseguenze nella sua vita). Non era Gesù,<br />
insensibile al peccato, non toccato dal male, esente da suscettibilità <strong>di</strong> errore<br />
umano. Eppure il cuore <strong>di</strong> Davide è secondo il cuore <strong>di</strong> Dio.<br />
“Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre <strong>di</strong>nanzi. Quello che è male<br />
ai tuoi occhi io l’ho fatto” (Sal 50).<br />
Il cuore <strong>di</strong> Davide è un cuore <strong>di</strong> figlio penitente.<br />
Se il cuore <strong>di</strong> Davide non fosse stato umile, non sarebbe stato obbe<strong>di</strong>ente tanto<br />
meno penitente.<br />
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CHIAMATI A SERVIRE. DAVIDE E MARIA.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
E’ il cuore umile <strong>di</strong> chi ammette che tutte le cose, dalla più grande alla più piccola<br />
sono <strong>di</strong> Dio, sono da Dio e sono per la gloria <strong>di</strong> Dio.<br />
Ha riconosciuto il ruolo <strong>di</strong> Dio come fondamentale nella storia dell'uomo e nel<br />
piano <strong>di</strong> salvezza che il Signore ha per l’intero universo.<br />
Davide ha agito sempre secondo la volontà e la parola <strong>di</strong> Dio, anche quando non<br />
capiva le azioni del Signore, i suoi tempi o le sue ragioni.<br />
Il Libro dei Salmi è la prova della sua lotta molto umana per rimanere nel cuore <strong>di</strong><br />
Dio.<br />
Davide non ha commesso mai l'errore <strong>di</strong> decidere che cosa Dio può e non può<br />
fare, chi e che cosa è o non è.<br />
Davide invece ha permesso a Dio <strong>di</strong> decidere chi era Davide, cosa Davide poteva<br />
e non poteva fare.<br />
Il cuore <strong>di</strong> Davide è un cuore che ha fede.<br />
Noi ve<strong>di</strong>amo i nostri problemi insormontabili, inevitabili, impossibili a risolversi.<br />
Davide era un uomo che guardava oltre, oltre ogni problema, e vedeva la gloria del<br />
suo Signore.<br />
Mise la sua vita in gioco confidando in Dio, con il presente faticoso, il futuro incerto,<br />
ma non si arrese alla paura o alla tentazione <strong>di</strong> trovare da se stesso delle soluzioni<br />
Aveva capito che la <strong>di</strong>stanza più breve tra un problema e la sua soluzione sta nella<br />
<strong>di</strong>stanza fra le ginocchia e il pavimento. E ha lodato e benedetto Dio, componendo<br />
al Suo nome e alla Sua gloria canzoni senza tempo, anche nei momenti più <strong>di</strong>fficili<br />
della sua vita.<br />
Il cuore <strong>di</strong> Davide è un cuore che prega.<br />
Davide sapeva farsi voler bene. Era buono. Il primo <strong>di</strong> cui abbiamo notizia che si<br />
affezionò a Davide fu il re Saul, quel Saul che poi cercò <strong>di</strong> ucciderlo, rincorrendolo<br />
per Israele in lungo e in largo.<br />
Il capitolo 16 <strong>di</strong> 1 Sam vv. 14-23, ci dà tanti spunti <strong>di</strong> riflessione sulla potenza del<br />
canto carismatico, sugli effetti che esso ha in chi l’ascolta. Qui però non abbiamo<br />
tempo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re. Ma due parole le spendo per riflettere con voi su questo<br />
fatto. Davide – che era già stato unto da Samuele come re - cominciò a stare con<br />
Saul, non da re ma da scu<strong>di</strong>ero. A Davide non importava. Lui stava con Saul, quando<br />
Saul stava male gli suonava la cetra e Saul si sentiva meglio. Lo curava. E pure se<br />
Saul aveva mandato a <strong>di</strong>re a Iesse che Davide sarebbe rimasto con lui, perché aveva<br />
trovato grazia ai suoi occhi, Davide non abbandona Iesse. Era l’ultimo dei figli <strong>di</strong><br />
Iesse, tutti in guerra nell’esercito <strong>di</strong> Saul. Iesse era vecchio. Che figlio <strong>di</strong>sgraziato<br />
sarebbe stato Davide, se avesse detto al padre “ Guarda, papà … io non posso venire<br />
più da te. Alle pecore ci devi pensare tu. E’ troppo stressante! Da Gerusalemme a<br />
Betlemme ….. è un problema …. E poi non posso scontentare il re Saul. Io sono il suo<br />
scu<strong>di</strong>ero. E poi quando sta male non posso lasciarlo proprio”.<br />
Davide non fa così. Ecco cosa fa: “Egli andava e veniva dal seguito <strong>di</strong> Saul e badava<br />
al gregge <strong>di</strong> suo padre in Betlemme” (1 Sam 17,15). Cosa spinge Davide a farsi i<br />
chilometri, ad andare avanti e <strong>di</strong>etro? E’ l’amore per il papà ed è l’amore per Saul.<br />
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<strong>Anna</strong> <strong>Teresa</strong> <strong>Francia</strong> Rho - 10 aprile 2011<br />
Il cuore <strong>di</strong> Davide è un cuore che ama, tanto Dio quanto i fratelli.<br />
E prendo spunto dal cuore amante <strong>di</strong> Davide per spendere un paio <strong>di</strong> parole sulla<br />
famosa unzione!<br />
Cantare con unzione.<br />
Suonare con unzione.<br />
L’unzione è quell’effusione <strong>di</strong> Spirito Santo che fa del tuo talento un carisma.<br />
Tale unzione è effusa dallo Spirito Santo quando tu consacri il tuo talento al servizio<br />
<strong>di</strong> Dio e al servizio dei fratelli. In poche parole, quando canti con amore canti con<br />
unzione; quando suoni con amore suoni con unzione.<br />
A Santiago, in occasione della 1 conferenza europea <strong>di</strong> lode e adorazione, un<br />
relatore ebbe a <strong>di</strong>rci una cosa che come un tesoro mi porto dentro e che voglio<br />
con<strong>di</strong>videre con voi:<br />
< Amici, prima <strong>di</strong> esercitare il ministero nell’incontro <strong>di</strong> preghiera, guardate chi<br />
avete davanti, guardate l’assemblea. Guardatela e amatela! >.<br />
E’ sempre un fatto d’amore, tutto! Perché Dio è amore!<br />
A che punto sta il nostro cuore? Perché vedete, a quello guarda il Signore!<br />
Giusto domenica scorsa, la prima lettura era tratta da 1 Sam 16, 1 e sgg. Se<br />
pren<strong>di</strong>amo la Bibbia, vedremo che questo paragrafo è rubricato così: Unzione <strong>di</strong><br />
Davide. – che Dio/incidenza! - .<br />
Ricor<strong>di</strong>amoci quello che qui ci <strong>di</strong>ce Dio:<br />
Non conta quello che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore<br />
vede il cuore. ( 1Sam 16,7).<br />
E com’è il nostro cuore così è il nostro ministero: com’ è il nostro cuore così è la<br />
nostra lode al Signore; com’è il nostro cuore così è la nostra adorazione, il nostro<br />
bacio a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.<br />
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