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PDF (2.27 MB) - PLEXIGLAS

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Design in Acrylics<br />

La rivista del <strong>PLEXIGLAS</strong>® 2 0 1 0 N O 8<br />

12 Venditori di moda – negozio<br />

di abbigliamento con atmosfera<br />

e charme.<br />

14 Artista della pittura dietro<br />

vetro – Emil Schult immortala<br />

le proprie opere con<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>.<br />

18 Artista della trasformazione<br />

– una lampada da terra<br />

che si adatta ad ogni umo-<br />

20 Serbatoio di energia solare<br />

– la casa a risparmio<br />

energetico vince il Solar<br />

22 Oggetto simbolo – un cubo<br />

luminoso simboleggia la<br />

storia del Bauhaus.<br />

Campioni del<br />

mondo<br />

Un tour di Città del Capo che si prepara ad ospitare<br />

i mondiali di calcio. La città si tira a lucido anche<br />

con elementi di <strong>PLEXIGLAS</strong> che gioca un ruolo<br />

importante nel creare elementi ottici di spicco.<br />

Maggiori dettagli da pagina 4.


Gentili lettrici e lettori,<br />

Michael Träxler,<br />

Senior Vice President<br />

Acrylic Polymers<br />

la coppa del mondo di calcio in Sudafrica è l'evento clou di quest'estate. Per il Paese<br />

non rappresenta solo una sfida sportiva ma anche economica. Il Sudafrica è infatti il<br />

primo stato africano ad ospitare la manifestazione e per questo motivo intende presentarsi<br />

sotto una giusta luce. In quest'ottica, <strong>PLEXIGLAS</strong> si è dimostrato un partner<br />

prezioso. Gli architetti che si sono occupati dello stadio dei mondiali di Città del Capo<br />

hanno infatti concepito colonne luminose in <strong>PLEXIGLAS</strong> retroilluminato per l'arena<br />

in grado di ospitare 68.000 spettatori. Le varie televisioni presenti trasmetteranno<br />

poi questa luce in tutto il mondo.<br />

Altrettanto luminosa e di respiro globale è senz'altro l'idea che sottende il WhiteCube, un<br />

progetto sviluppato da studenti dell'Università Bauhaus. <strong>PLEXIGLAS</strong> EndLighten garantisce<br />

l'illuminazione del cubo che racconta tutta la storia del movimento artistico.<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> riveste un ruolo decisivo anche a Washington. Nella capitale, gli studenti<br />

di Darmstadt, con il loro progetto edile surPLUShome, hanno vinto uno dei concorsi<br />

indetti dal Ministero per l'Energia statunitense.<br />

La combinazione di luce e <strong>PLEXIGLAS</strong> dona una particolare atmosfera anche alla<br />

lampada da pavimento LUNA e al St. Josef-Hospital di Wiesbaden. Emil Schult,<br />

l'artista di Düsseldorf, non lavora solo con la luce ma anche con diversi colori e<br />

materiali, creando così effetti straordinari.<br />

Vi auguro buon divertimento nella lettura di queste storie illuminanti.<br />

Istantanea<br />

Tutto fluisce, si riflette, si trasforma, si sovrappone:<br />

oro che luccica, blu che scintilla, giochi di luce che risplendono<br />

dal niente. Un’integrazione armoniosa tra il sopra ed il sotto:<br />

gli elementi a parete e il pavimento di una sala di meditazione.<br />

Le lastre di <strong>PLEXIGLAS</strong> dipinte da dietro o rivestite con foglie<br />

d’oro creano questo ambiente davvero particolare. Non è però<br />

statico: pareti scorrevoli che mostrano o nascondono i simboli<br />

religiosi rendono questo spazio il punto d’incontro per diverse<br />

religioni, offrendo attimi sacri e momenti particolari.<br />

2


Ovunque vengano realizzati progetti avvincenti con<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>, <strong>PLEXIGLAS</strong> TV è presente.<br />

Anche quando il campione mondiale di kitesurf Dirk Hanel<br />

testa la tavola da surf trasparente.<br />

“Conservate la vostra creatività!”<br />

Infotainment con<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> TV<br />

.<br />

Da settembre dell'anno scorso il video<br />

magazine su Internet <strong>PLEXIGLAS</strong> TV<br />

è online. Le puntate mensili sono reportage<br />

girati in loco sulle novità dal mondo<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> e illustrano con immagini<br />

intuitive le particolari caratteristiche<br />

del materiale.<br />

Piccoli dischi neri sibilano ad una<br />

velocità di fino a 150 km/h sul ghiaccio<br />

lanciati direttamente verso la telecamera<br />

e si infrangono con tutta la loro forza contro<br />

una lastra trasparente di <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

RESIST. L'effetto detonante è simile a<br />

quello di un fuoco d'artificio. Responsabili<br />

di questa prova di forza sono tre professionisti<br />

della squadra di hockey<br />

Frankfurt Lions che hanno testato il prodotto<br />

in modo davvero particolare. Il risultato:<br />

un po' di trucioli di gomma nera<br />

dei puck e un po' di ghiaccio. È in questo<br />

modo che la puntata 5 del webshow ha<br />

voluto mostrare la resistenza del materiale.<br />

“Grazie al filmato, gli spettatori pos -<br />

sono vedere con i loro occhi quali azioni<br />

può sopportare il materiale senza dan -<br />

neggiarsi. Questa resistenza all'urto è<br />

comprovata anche da un certificato di<br />

“sicurezza al puck dell'hockey su ghiaccio”<br />

ha spiegato il Dr. Ulrich Kläres, di -<br />

rettore della comunicazione Performance<br />

Polymers di Evonik. In formato<br />

Internet, ogni puntata illustra le particolari<br />

proprietà dei prodotti <strong>PLEXIGLAS</strong>,<br />

le loro possibilità di applicazione e le novità<br />

correlate a questi materiali.<br />

Ispirazione per menti creative<br />

L'obiettivo dello show è quello di mos -<br />

trare l'uso di <strong>PLEXIGLAS</strong> in nuovi progetti<br />

e quindi di ispirare gli spettatori.<br />

Per questo motivo, nella prima puntata,<br />

Dirk Hanel, il campione mondiale di<br />

kitesurf, ha testato una tavola da surf<br />

trasparente realizzata con questo materiale.<br />

Come se ne stesse utilizzando una<br />

per professionisti ha effettuato salti impressionanti<br />

e, mentre scivolava sopra<br />

l'acqua, poteva ammirare le profondità attraverso<br />

la tavola. Nella trasmissione hanno<br />

però un posto fisso anche le applicazioni<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> conosciute. Così, chi<br />

finora non ha utilizzato il materiale, ha<br />

l'occasione di conoscerne proprietà e<br />

possibilità d'impiego.<br />

La particolarità del webshow è che può<br />

reagire ai temi attuali e renderli soggetto<br />

delle puntate. Tra queste va citato anche<br />

un progetto dell'università di Dieburg,<br />

dove gli studenti hanno sviluppato un tavolo<br />

interattivo per retroproiettori con<br />

una funzione “touch”. Allo scopo hanno<br />

utilizzato piastre di <strong>PLEXIGLAS</strong> bianco<br />

satinato, <strong>PLEXIGLAS</strong> Mirror e materiale<br />

per la retroproiezione. La puntata di<br />

marzo spiega come funziona il tutto.<br />

Contiene inoltre un'intervista dal CeBIT<br />

con un “case modder” che ha arricchito<br />

l'aspetto esteriore del suo PC utilizzando<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>.<br />

Dallo spettacolare al quotidiano<br />

Variare è importante. <strong>PLEXIGLAS</strong> TV<br />

documenta anche i record del mondo: al<br />

team di Acrylic Polymers è riuscito per<br />

esempio accendere uno stick luminoso<br />

in <strong>PLEXIGLAS</strong> alto tre metri. Accanto<br />

ai progetti dei professionisti, lo show mostra<br />

anche applicazioni pratiche per la casa.<br />

In questo modo lo spettatore impara,<br />

tra l'altro, come abbellire la ringhiera<br />

del suo balcone o realizzare una semplice<br />

lampada servendosi di <strong>PLEXIGLAS</strong>.<br />

“Non volevamo un formato riproducibile<br />

solo in studio” ha sottolineato Kläres.<br />

Da gennaio la trasmissione sarà condotta<br />

anche in lingua inglese. Ora, anche<br />

le persone interessate di tutto il mondo<br />

potranno informarsi sulle novità relative<br />

a <strong>PLEXIGLAS</strong>.<br />

jh<br />

www.plexiglas.tv<br />

Design<br />

3


Maschera di bellezza per i mondiali<br />

Città del Capo pone<br />

accenti luminosi con<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> e si tira<br />

a lucido per i mondiali<br />

di calcio<br />

.<br />

Per molti turisti Città del Capo è la<br />

città più bella del mondo e così anche<br />

per i suoi abitanti. “The Mother City”, la<br />

città madre dell’Africa, piace loro così<br />

tanto che considerano con scetticismo i<br />

cambiamenti. Perché voler cambiare<br />

qualcosa quando si è circondati da così<br />

tanta bellezza paesaggistica?<br />

Il progresso però – per il giovane<br />

Sudafrica – non si ferma nemmeno da -<br />

vanti alle mura storiche ai piedi della famosa<br />

montagna piatta, Table Mountain.<br />

La prima grande modifica urbanistica<br />

degli ultimi vent’anni è stata lo sviluppo<br />

del Waterfront, un enorme centro commerciale<br />

e ricreativo nel porto di Città<br />

del Capo. Per buona pace di tutti gli scettici,<br />

oggi rappresenta l’attrazione turi -<br />

stica più visitata dell’Africa. Ogni anno<br />

vi si recano 30 milioni di persone. Fanno<br />

acquisti nei 400 negozi che, da Louis<br />

Vuitton a Gucci, all’artigianato locale nel<br />

mercato alternativo “Red Shed”, offrono<br />

tutto quello che riscalda il cuore di un<br />

amante dello shopping.<br />

Sette hotel attendono gli ospiti e,<br />

48 ristoranti, una parte dei quali con una<br />

vista meravigliosa dal porto fino alla Table<br />

Mountain, offrono un’ampia scelta di<br />

prelibatezze culinarie. Inoltre vi sono<br />

sette cinema, un teatro open air, un bir -<br />

rificio Paulaner, un ponte oscillante e la<br />

migliore enoteca della città: Vaughan<br />

Johnson. Il Waterfront ospita anche il<br />

Robben Island Museum. Da qui le navi<br />

raggiungono l’isola della prigione in cui<br />

Nelson Mandela ha scontato la maggior<br />

parte della sua condanna a 27 anni. Per<br />

chi visita Città del Capo è un’escursione<br />

obbligata, poiché finora le visite guidate<br />

sono condotte da ex carcerati.<br />

Per calmare tutti i timori<br />

Quando alcuni anni fa – “con i nostri risparmi”<br />

così si espressero allora i critici<br />

–venne costruito il “Cape Town International<br />

Convention Centre” (CTICC), la<br />

popolazione era così arrabbiata che ci sono<br />

voluti diversi eventi a porte aperte<br />

per convincere gli abitanti di Città del<br />

Capo che i risparmi della città erano stati<br />

ben investiti. E i progettisti hanno dimostrato<br />

di avere ragione: il centro fieristico<br />

è un grande successo, “con prenotazioni<br />

in anticipo di anni”, ha spiegato il<br />

responsabile del CTICC, Dirk Elzinga.<br />

Già ad un anno dalla costruzione venne<br />

deciso di ampliare la struttura e, qualche<br />

mese fa, è stato inaugurato il Convention<br />

Tower, un edificio adibito ad uffici.<br />

Sviluppato dal celebre architetto di<br />

Città del Capo Dennis Fabian, è situato di<br />

fronte alla torre dell’hotel fiera del<br />

Westin Grand, direttamente accanto<br />

Una fiaba d’estate in Sudafrica: lo stadio di Città del Capo quest’estate<br />

si trasforma nell’area dei grandi sogni di tutti i tifosi di calcio.<br />

5


È quasi l’emblema della città: 1700 lastre di <strong>PLEXIGLAS</strong> realizzano una collana di luce suggestiva del Cape Town International Convention Center.<br />

Il centro fieristico si trova direttamente accanto a uno snodo stradale. Per non<br />

abbagliare i conducenti delle auto, la facciata non deve riflettere il sole.<br />

all’autostrada, quasi come un saluto di<br />

benvenuto per i visitatori. È impressionante,<br />

soprattutto a sera, quando<br />

un’enorme illuminazione bianca in fila<br />

continua si accende dal tetto al pavimento.<br />

“Abbiamo dovuto trovare una soluzione<br />

che consumasse la quantità di energia<br />

minima possibile”, così ha risposto<br />

Fabian alla domanda se così tanta luce fosse<br />

ancora adatta ai tempi. “Per risparmiare<br />

energia abbiamo optato per i LED ed<br />

abbiamo rivestito le sorgenti luminose<br />

con <strong>PLEXIGLAS</strong> SATINICE di grandi dimensioni,<br />

versione WH02 DC di 6 mm.<br />

Date le buone capacità di diffusione della<br />

luce, il prodotto rappresenta la soluzione<br />

ideale per un progetto di questo tipo.”<br />

Particolarmente importanti erano<br />

la durata e la resistenza alle intemperie<br />

del materiale, poiché in questa zona, il<br />

cosiddetto foreshore di Città del Capo,<br />

nelle dirette vicinanze del mare, soffia<br />

spesso un vento molto forte. La ditta<br />

Romano Signs, incaricata dell’installa -<br />

zione, ha collaborato con Evonik che, sulla<br />

base dei carichi di vento e delle variazioni<br />

di temperatura indicati, ha<br />

calcolato lo spessore adatto per il materiale,<br />

corrispondente a sei millimetri. Sono<br />

state montate 1.700 piastre, nel formato<br />

1180 x 605 mm. Un altro problema era la<br />

riflessione del sole durante le ore diurne<br />

e dei fari delle auto durante quelle notturne.<br />

“La superficie satinata non riflette.<br />

Sono molto soddisfatto di questa soluzione”<br />

ha dichiarato Dennis Fabian.<br />

Un posto al sole<br />

A Città del Capo la vita è molto rilassata,<br />

il tempo non manca e non si conosce lo<br />

stress. Spesso i turisti faticano a comprenderlo.<br />

Al contrario della metropoli eco -<br />

nomica di Johannesburg, dove tutto ruota<br />

attorno al denaro e al successo, a Città<br />

del Capo è la qualità della vita all’ordine<br />

del giorno. E non ha assolutamente a che<br />

vedere con il denaro. Per molti, l’ideale è<br />

rilassarsi alla fine della giornata lavorativa<br />

su una delle spiagge dei sobborghi affacciati<br />

sull’Atlantico. Abbastanza lontano<br />

dal centro cittadino si trova<br />

Llandudno, una piccola insenatura, sui<br />

cui pendii si stagliano ville eleganti ed<br />

opulente. Qui la resistenza al cambia -<br />

mento è così radicata che finora non è stato<br />

aperta nessuna attività commerciale,<br />

nemmeno un negozietto o un ristorante.<br />

Il bar più vicino si trova a diversi minuti<br />

d’auto, nel pregiato “Twelve Apostles<br />

Hotel”.<br />

Nelle vicinanze del centro si trova<br />

Camps Bay, la St. Tropez di Città del<br />

Capo. Una lunga spiaggia di sabbia bianca,<br />

adornata di palme e separata dalla zona<br />

dei locali più trendy solo da una strada.<br />

Caffè, bar, ristoranti e night club<br />

invitano a festeggiare. Dal semplice<br />

“Sandbar”, nel quale è possibile sedere in<br />

6<br />

Architettura


Relax, feste, vita di lusso – a Città del Capo la parola stress non fa parte del vocabolario. Gli abitanti della capitale della provincia del Western Cape se la<br />

prendono comoda e si rilassano sulle numerose spiagge, sulla via dei locali di Camps Bay e con escursioni in barca. Il paesaggio emana calma e persino lo<br />

stadio si fonde naturalmente in questo quadro.<br />

bikini con la sabbia sotto i piedi, all’originale<br />

ristorante “The Grand” - shabby<br />

chic e buona cucina - al club St Yves, dal<br />

quale, sdraiati sui lettini della grande terrazza<br />

è possibile ammirare il tramonto<br />

del sole sorseggiando champagne: ce n’è<br />

per tutti i gusti. A Camps Bay è collegata<br />

Clifton, la terra più cara del Sudafrica.<br />

In nessun’altra località i prezzi al<br />

metro quadrato sono così alti, sebbene i<br />

terreni disponibili siano piccoli e i requisiti<br />

costruttivi siano dispendiosi. Certamente<br />

non è solo la posizione spettacolare<br />

a giustificarli, ma anche il fatto che a<br />

Clifton il vento non soffia quasi mai. Se le<br />

altre parti della città sono caratterizzate<br />

dalla brezza, fatto non raro a Città del<br />

Capo, ai turisti che si tratterranno sulle<br />

quattro spiagge di Clifton - per semplicità<br />

sono numerate - non si scompiglierà<br />

nemmeno un capello. Da Clifton One a<br />

Clifton Four la jeunesse dore prende il<br />

sole, davanti alla spiaggia sono ormeggiati<br />

yacht a motore e barche a vela, mentre<br />

i più arditi si avventurano in mare<br />

(l’acqua dell’Oceano Atlantico è rara -<br />

mente più calda di 15 gradi). Quelli meno<br />

coraggiosi si tuffano nella propria piscina;<br />

alcune di queste sono state impreziosite<br />

con blocchi in <strong>PLEXIGLAS</strong>. “Qui interi<br />

elementi a parete sono realizzati in<br />

questo materiale” ha spiegato Holger<br />

Morhart, General Representative di Evonik<br />

Southern Africa for <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

and ROHACELL. “Viene impiegato però<br />

anche per le canaline di troppopieno<br />

– i cosiddetti rimflow.”<br />

Ampia varietà di culture<br />

Procedendo lungo la costa sudatlantica<br />

dell’Oceano, si raggiunge Sea Point, il<br />

più grande dei sobborghi atlantici. Qui la<br />

via principale (Main Road) offre supermarket,<br />

boutique, negozi di anticaglie e<br />

di antiquariato, sarti, calzolai e ogni sorta<br />

di ristoranti, con piatti da tutto il mondo.<br />

Il sobborgo era ed è tradizionalmen te<br />

amato dagli immigrati. Così, durante<br />

l’olocausto, molti ebrei hanno raggiunto<br />

questa località dalla Germania. Al termine<br />

della Seconda Guerra Mondiale, anche<br />

i prigionieri di guerra italiani che durante<br />

la prigionia avevano dovuto<br />

costruire strade sulla costa e passi, non<br />

sono ritornati in patria. I portoghesi che<br />

sfuggirono agli scontri civili in Angola e<br />

Mozambico, si sono stabiliti qui. Negli ultimi<br />

anni molti africani hanno reso la vita<br />

in quest’area ancor più vivace. Sea Point<br />

offre l’unica passeggiata sulla spiaggia di<br />

Città del Capo. È lunga alcuni chilometri<br />

e conduce fino a Mouille Point con il suo<br />

vecchio faro e, da lì, il nuovo stadio di calcio,<br />

grande orgoglio degli abitanti di Città<br />

del Capo, si raggiunge in un batter<br />

d’occhio.<br />

Riserve da tutte le parti<br />

A primavera 2006, leggendo a colazione<br />

il quotidiano locale Cape Times, il toast<br />

appena addentato deve essere andato quasi<br />

di traverso agli abitanti di Città del<br />

Capo: veniva comunicata la sede del nuovo<br />

stadio. Nessuno allora immaginava<br />

che i cittadini avrebbero poi accettato, come<br />

oggi, il “loro” stadio. Allora venne<br />

pubblicato per la prima volta un disegno<br />

della costruzione pianificata. Tutti erano<br />

contrari ed Helen Zille, oggi presidente<br />

della provincia di Capo e allora sindaco<br />

della città, promise che si sarebbe<br />

opposta alla realizzazione di quel mostro.<br />

Recentemente ne ha parlato davanti<br />

agli ospiti della Camera di Commercio tedesco-sudafricana<br />

ed ha ricordato quel<br />

periodo: “Anch’io ero contro la costruzione<br />

poiché temevo che i miei nipoti, un<br />

giorno, si sarebbero vergognati di me,<br />

Architettura<br />

7


In estate diverse centinaia di migliaia di tifosi passeranno davanti alle colonne<br />

di <strong>PLEXIGLAS</strong> dello stadio.<br />

Elementi di spicco alla stazione centrale: a due metri di altezza, il piano superiore<br />

dell’edificio principale è percorso da una luce in fila continua di <strong>PLEXIGLAS</strong>.<br />

Indica ai viaggiatori la loro destinazione permettendo loro di districarsi tra i<br />

numerosi segnali luminosi.<br />

considerandomi responsabile di questa<br />

"zuppiera". Inoltre, chi presentava i progetti<br />

era un uomo così giovane.”<br />

L’uomo indicato è Robert Hormes,<br />

una giovane star dello studio di architettura<br />

tedesco Gerkan, Marg & Partner.<br />

Insieme a Volkwin Marg e Hubert Nienhoff<br />

aveva preparato le bozze dello stadio<br />

e aveva assunto la direzione del progetto.<br />

Si trattava di una grande sfida,<br />

anche perché non si potevano realizzare<br />

fondamenta troppo profonde, come invece<br />

si è fatto, per esempio, per l’Allianz<br />

Arena di Monaco di Baviera. Città del Capo<br />

poggia su scogli. Inoltre, bisognava tenere<br />

conto anche dei timori dei cittadini,<br />

secondo i quali il nuovo edificio avrebbe<br />

modificato il panorama di Città del Capo<br />

famoso nel mondo: “la baia, la città e la<br />

montagna”.<br />

Il percorso verso i mondiali<br />

Lo stadio è una struttura in acciaio, rivestita<br />

da una membrana trasparente alla luce<br />

e protetta da un tetto in vetro. In questo<br />

modo, si ottiene l’impressione di<br />

"Città del Capo si è tirata a lucido per i mondiali di<br />

calcio senza perdere il suo particolare fascino.<br />

Il merito è anche di <strong>PLEXIGLAS</strong> che, soprattutto in<br />

combinazione con la luce, crea bellissimi accenti."<br />

Holger Morhart, General Representative di Evonik Southern Africa for <strong>PLEXIGLAS</strong> and ROHACELL<br />

leggerezza e questo, insieme alla forma<br />

bombata, ha permesso alla realizzazione<br />

di integrarsi nel paesaggio come un’opera<br />

d’arte. “La luce ha svolto un ruolo importante<br />

nel concept dell’opera”, ha spiegato<br />

Holger Morhart. Nella ricerca di un<br />

elemento di spicco architettonico per<br />

l’area dell’ingresso, Gerkan, Marg &<br />

Partner hanno trovato un valido aiuto<br />

nel materiale <strong>PLEXIGLAS</strong>: la soluzione<br />

è stata inserire colonne luminose in<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> retroilluminato. Otto saranno<br />

gli incontri dei mondiali di calcio che<br />

si svolgeranno a Città del Capo: sei nei<br />

turni preliminari, un quarto di finale e<br />

una semifinale. Helen Zille valuta il successo<br />

con queste parole: “Oggi lo si può<br />

chiedere a chiunque a Città del Capo, tutti<br />

vi diranno di essere stati sempre a favore<br />

dell’ubicazione attuale scelta per lo<br />

stadio. E va bene così.” Poi ha aggiunto:<br />

“Il successo è sempre figlio di tanti padri”.<br />

Una città si tira a lucido<br />

I mondiali di calcio comportano grande<br />

fermento per Città del Capo. Le strade<br />

vengono riparate e le autostrade ampliate.<br />

Un altro esempio è il restauro della<br />

Green Market Square, al centro della città;<br />

un tempo piazza delle sfilate, oggi è<br />

un mercatino amato di souvenir africani.<br />

Il risanamento andava effettuato da anni<br />

ma, finora, era stato sempre posticipato.<br />

Comunque, la ripresa dell’“Inner City”<br />

ha fatto grandi progressi. Negli ultimi<br />

anni di Apartheid la zona aveva conosciuto<br />

un degrado continuo e qui non abitava<br />

quasi più nessuno; anche le aziende spostavano<br />

gli uffici in aree in via di sviluppo.<br />

Ora, a qualche mese dai mondiali di<br />

calcio, gli eleganti edifici vittoriani sono<br />

stati restaurati e sono nuovamente sedi<br />

ambite per gli uffici.<br />

8<br />

Architettura


Green Market Square, l’amato mercatino di souvenir africani, attira i turisti proprio come Long Street. Di giorno è un’attrattiva per i suoi negozi colorati,<br />

mentre di sera si trasforrna in una via brulicante di locali.<br />

Molti degli edifici ad uso abitativo, realizzati<br />

in parte nello stile Art Déco,<br />

sono stati modernizzati ed oggi sono<br />

nuovamente richiesti. La zona pedonale<br />

di St Georges Mall si è tirata a lucido, in<br />

Loop Street le gallerie quali I-Art e Joao<br />

Ferreira sono di tendenza e Church<br />

Street è un paradiso per i collezionisti<br />

d’antiquariato. Il successo più grande è<br />

lo sviluppo di Long Street. Di giorno una<br />

meraviglia per lo shopping, con negozi<br />

originali, a sera si trasforma in una via<br />

brulicante di locali sette giorni su sette,<br />

un evento degno di nota a Citta del Capo<br />

dato che, di solito, fuori stagione, i bat -<br />

tenti chiudono alle 23. Anche il problema<br />

del “Trasporto pubblico”, che tra<br />

l’altro affligge tutto il Paese, viene preso<br />

per le corna alla vigilia dei mondiali. La<br />

maggior parte delle persone di città continua<br />

a vivere in sobborghi enormi, le cosiddette<br />

township, che spesso hanno nomi<br />

africani. Negli ultimi anni il governo<br />

ha investito svariati miliardi per miglio -<br />

rare le condizioni di vita dei più disagiati,<br />

facendo costruire semplici case in pietra.<br />

L’obiettivo era quello di creare<br />

abitazioni dignitose, cercando però di<br />

far fronte ad una crescita esponenziale<br />

della popolazione e un rapido inurba -<br />

mento, ovvero una migrazione dalle regioni<br />

rurali, attualmente da tutta<br />

l’Africa. Per questo motivo esistono ancora<br />

tante capanne di lamiera ondulata.<br />

Giochi di luce agli snodi stradali<br />

Si devono trovare urgentemente anche<br />

delle soluzioni per facilitare il lungo percorso<br />

che le persone affrontano per raggiungere<br />

il posto di lavoro in città. Così,<br />

da un po' di tempo, sono stati accelerati i<br />

lavori di rinnovo – da lungo necessari<br />

–della stazione centrale dei treni. Dato<br />

che non potevano essere applicate restrizioni<br />

al traffico ferroviario, l’edificio<br />

esistente è stato trasformato in diverse<br />

fasi. L’architetto Martin Martinovic ha dato<br />

particolare rilievo alla luce. Ha così dotato<br />

il piano superiore dell’edificio principale<br />

con un’illuminazione in fila continua<br />

alta due metri che può essere vista da tutti<br />

quattro i lati. È costituita da box illuminati<br />

con LED e realizzati in <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

SATINICE WH02 DC. Martinovic ha<br />

scelto questo materiale per la leggerezza<br />

del suo peso. Queste “light box” sono<br />

state inoltre utilizzate come segnali di<br />

percorso e pannelli informativi.<br />

È stato altresì difficile trovare un<br />

concetto di illuminazione che potesse integrarsi<br />

nelle basi esistenti. Le light box<br />

non dovevano avere uno spessore superiore<br />

a 30 millimetri. Con l’aiuto del<br />

team di ingegneri del rivenditore sudafricano<br />

di <strong>PLEXIGLAS</strong> Maizey è stata sviluppata<br />

una soluzione: sotto la direzione<br />

di Lutz Beier il team ha progettato e realizzato<br />

una light box in <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

EndLighten illuminata ai bordi, con LED<br />

e vetro di sicurezza. Le box hanno una larghezza<br />

di 120 millimetri e una lunghezza<br />

compresa tra 800 e 1.500 millimetri. Vengono<br />

posizionate in parallelo e, se le si osserva<br />

dall’alto, regalano l’impressione di<br />

tanti treni di diversa lunghezza che entrano<br />

in stazione.<br />

Da questa stazione luminosa parte<br />

un nuovo viale di alcuni chilometri che<br />

passa attraverso il centro e raggiunge il<br />

Cape Town Stadion. I cittadini ne sono<br />

soddisfatti. Sono già migliaia quelli che<br />

oggi sfruttano il nuovo percorso per raggiungere<br />

il posto di lavoro.<br />

Dagmar Schumacher<br />

www.capetown.gov.za<br />

Architettura<br />

9


Modello ispirante<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> e luce –<br />

La Inspiring Case mette<br />

a prova la creatività.<br />

.<br />

Sentire, lasciarsi ispirare e provare –<br />

prima di utilizzare nuovi materiali,<br />

gli spiriti creativi desiderano testarli a<br />

fondo. La Creative Box ha rappresentato<br />

solo la prima tappa della campagna<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> It’s Magic del 2003. Ora, la<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> Inspiring Case apre nuove<br />

prospettive. Quali siano particolarmente<br />

appassionanti per i designer e perché,<br />

lo hanno spiegato Susanne Mirk e Martin<br />

Hoffmann, responsabili della gestione<br />

prodotto della Business Line Acrylic<br />

Polymers di Evonik.<br />

Cosa vi ha spinti a sviluppare la <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

Inspiring Case?<br />

Hoffmann: Spesso per i designer di luci e<br />

mobili e per gli allestitori di fiere e di attività<br />

commerciali non è così facile farsi<br />

un’idea generale dell’ampia offerta di<br />

prodotti <strong>PLEXIGLAS</strong>. Per questo motivo,<br />

nella valigetta abbiamo raggruppato<br />

campioni con diverse proprietà, in modo<br />

da poter fornire ai clienti una panoramica<br />

delle particolarità e dei vantaggi dei<br />

prodotti.<br />

Mirk: <strong>PLEXIGLAS</strong> e luce sono due elementi<br />

indissolubili. Quasi chiunque prenda<br />

in mano un campione di <strong>PLEXIGLAS</strong>,<br />

lo tiene prima in controluce per riconoscerne<br />

strutture ed effetti luminosi. Dato<br />

che i LED giocano un ruolo sempre più<br />

importante nelle realizzazioni e molti<br />

componenti <strong>PLEXIGLAS</strong> armonizzano<br />

perfettamente con loro, nella valigetta abbiamo<br />

inserito una superficie LED e un<br />

LED RGB in modo che tutti possano provare<br />

subito quali sono gli effetti possibili.<br />

Che cosa significa concretamente?<br />

Hoffmann: Tante caratteristiche del prodotto<br />

diventano accessibili per l’utilizzatore.<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> Dual Color è per esempio<br />

quasi nero senza un’ulteriore fonte<br />

luminosa. Invece, con la retroillumina -<br />

zione riluce nel colore del relativo LED.<br />

Prima lo mostravamo con due foto. Non<br />

era però chiaro che era sempre lo stesso<br />

materiale ad essere raffigurato. Grazie<br />

alla superficie LED l’utilizzatore può vedere<br />

con i propri occhi il cambiamento.<br />

Inoltre, può provare l’effetto prodotto<br />

dalla combinazione di singoli prodotti:<br />

per esempio <strong>PLEXIGLAS</strong> strutturato<br />

"rigato" combinato con <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

RADIANT crea effetti luce e possibilità<br />

di design completamente nuovi.<br />

Mirk: Trovo particolarmente interessanti<br />

i tanti campioni bianchi che mostrano<br />

gli effetti prodotti da diverse superfici:<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> Hi-Gloss realizza un effetto<br />

di profondità, al contrario <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

bianco e satinato in modo diverso ha un<br />

effetto opaco, distribuisce la luce con<br />

10<br />

Design


Di tutto un po‘:<br />

Grazie a <strong>PLEXIGLAS</strong> Inspiring Case designer di luci e mobili, allestitori di<br />

fiere e di attività commerciali possono testare le differenti proprietà del materiale<br />

e con la superficie LED integrata possono provare quali effetti si realizzano<br />

in combinazione con la luce.<br />

un’intensità differente e, con la luce che<br />

lo attraversa, ha un'aptica ed ha un’ottica<br />

diverse. Sono proprio le sensazioni ad<br />

avere un ruolo importante per i<br />

“creativi”. I clienti desiderano afferrare<br />

e “capire” il materiale. Con alcuni ele -<br />

menti riusciamo così a provocare reazioni<br />

a sorpresa. Per esempio, sono molti a<br />

meravigliarsi di quanto sia freddo e pesante<br />

PLEXICOR, utilizzato soprattutto<br />

in cucina e in bagno.<br />

Qual è la particolarità dell’Inspiring Case?<br />

Hoffmann: Proprio grazie alla sorgente<br />

luminosa risultano nuove possibilità dimostrative.<br />

Per noi è importante consegnare<br />

ogni valigetta personalmente poiché<br />

alcuni dei nostri prodotti richiedono<br />

una spiegazione, dato che le particolari<br />

caratteristiche non sono riconoscibili alla<br />

prima occhiata.<br />

Mirk: Inoltre, i rivenditori e gli utilizzatori<br />

che già impiegano <strong>PLEXIGLAS</strong> possono<br />

presentare ai loro clienti le possibilità<br />

e i vantaggi del relativo materiale.<br />

Susanne Mirk e Martin Hoffmann della gestione prodotti della Business<br />

Line Acrylic Polymers di Evonik conoscono tutti i segreti della Inspiring<br />

Case e sono lieti di presentarle ad altri.<br />

E se poi qualcuno ha ancora dei dubbi?<br />

Hoffmann: Per questo motivo la valigetta<br />

è fornita con un DVD che, non solo illustra<br />

le diverse caratteristiche del prodotto,<br />

ma offre anche un breve guida al<br />

contenuto dell’Inspiring Case e mostra<br />

diversi esempi applicativi. Tutti i contenuti<br />

sono collegati tra loro in modo logico.<br />

Dal Case Study l’utente può passare<br />

direttamente alle informazioni cor -<br />

rispondenti sui prodotti utilizzati – tutto<br />

in formato digitale.<br />

Dove è possibile trovare la <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

Inspiring Case?<br />

Mirk: Finora l’abbiamo presentata in<br />

Europa. A breve sarà disponibile anche<br />

in Asia e da quest’estate anche in<br />

ACRYLITE Design nei Paesi NAFTA. jh<br />

www.plexiglas-magic.com<br />

Design<br />

11


Finché la carta di credito “scotta”<br />

Architetti ingegnosi<br />

trasformano lo<br />

shopping in<br />

un’esperienza di<br />

design<br />

.<br />

Nella città neozelandese di Auckland<br />

lo shopping è particolarmente piacevole.<br />

Un negozio di abbigliamento attira<br />

la clientela con un’atmosfera esclusiva,<br />

tra l’altro con uno Show Case in tubi di<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>, nei quali sferette trasparenti<br />

sono allineate come in una collana<br />

di perle.<br />

Fare shopping è un evento. In una<br />

mano una bella borsa, nell’altra un cappuccino,<br />

si passeggia in totale relax lungo<br />

la via principale, portandosi dietro la<br />

migliore amica. Fondamentalmente è la<br />

febbre dell’acquisto che spinge ad andare<br />

a caccia di abiti alla moda. Ogni attaccapanni<br />

e ogni bancone viene controllato,<br />

ogni capo presentato da un’altra<br />

commessa attentamente osservato, perché<br />

niente deve essere lasciato al caso. Solo<br />

dopo un’attenta e scrupolosa osservazione<br />

può essere effettuata una<br />

selezione dei cabi nella cabina di prova.<br />

Per abbandonarsi con entusiasmo<br />

allo shopping, non c’è bisogno solo di<br />

una buona amica, ma anche della giusta<br />

atmosfera nel negozio, che faccia sentire<br />

i clienti a proprio agio. Nel flag store della<br />

boutique “Max’s” ad Auckland, in Nuova<br />

Zelanda, non è difficile. Che questo<br />

sia un negozio particolare è chiaro già<br />

quando si varca la soglia. Innanzi tutto la<br />

location: un vecchio edificio di Queen<br />

Street e quindi un luogo storico, almeno<br />

nella tradizione neozelandese. Costruita<br />

a metà del 19° secolo, Queen Street è una<br />

delle vie più antiche di Auckland. Nel corso<br />

degli anni, questa via ha visto sfilare<br />

parate e marce, come quella in onore del<br />

figlio della regina Vittoria, la sovrana<br />

britannica, recatosi in visita nel Paese.<br />

Entrando da “Max’s” si percepisce<br />

chiaramente il legame con il passato. Il<br />

vecchio edificio che ospita lo spazio di<br />

vendita si fa sempre notare, nonostante i<br />

grandi lavori di rinnovo. Gli elementi storici<br />

di questo spazio sono stati infatti sapientemente<br />

integrati nel nuovo design<br />

del negozio. Un esempio su tutti: un bancone<br />

espositivo di antica fattura. Dato<br />

che il negozio è il flag store del marchio<br />

d’abbigliamento “Max’s”, l’arredamento<br />

ha rivestito un ruolo fondamentale. La<br />

nuova boutique d’abbigliamento di lusso<br />

per signora doveva offrire alle clienti<br />

un’atmosfera elegante. Queste erano le<br />

richieste per i designer. Inoltre, Queen<br />

Street è una delle vie più note della Nuova<br />

Zelanda e quasi la controparte dell'italiana<br />

Via Montenapoleone a Milano.<br />

L’idea è moderna ed esclusiva e<br />

comprende anche la realizzazione di uno<br />

spazio sufficientemente ampio per presentare<br />

e provarsi i capi d'abbigliamento.<br />

Per poter rispecchiare questa generosità<br />

di volumi, il vecchio spazio vendita<br />

del Max Store è stato ampliato e collegato<br />

al vecchio edificio adiacente. Una scelta<br />

che inizialmente ha complicato la vita<br />

degli architetti. “Pavimenti inclinati,<br />

troppe uscite e pilastri e, naturalmente,<br />

l’altezza ridotta dei locali: una situazione<br />

difficile” hanno raccontato i designer<br />

di Gascoigne Associates Limited che hanno<br />

progettato il design del negozio.<br />

I progettisti sono andati al nocciolo<br />

del problema: innanzi tutto hanno rimosso<br />

il soffitto, per aprire il locale, fare arrivare<br />

luce e circolare aria. Adesso lo spa-<br />

Riuscita combinazione di vecchio e nuovo: Il flag store di Max presenta la propria offerta<br />

nella giusta luce.<br />

La lounge invita a una breve siesta.<br />

12<br />

Edilizia commerciale


Lo spazio di presentazione combinato con l’atmosfera di una lounge: nel negozio di abbigliamento neozelandese “Max’s” i clienti si sentono a proprio agio.<br />

zio di vendita risulta davvero generoso.<br />

Non è stato invece possibile rimuovere i<br />

pilastri così facilmente come il soffitto.<br />

“Non potevamo nemmeno nasconderli,<br />

così li abbiamo integrati nel nostro concept”<br />

raccontano i designer. Ora sono<br />

elementi architettonici di particolare<br />

spicco. Attorno ad essi, tubi altamente<br />

trasparenti di <strong>PLEXIGLAS</strong> estruso formano<br />

dei semicerchi. I tubi hanno un’altezza<br />

di quattro metri e un diametro di<br />

40 millimetri. Sono come filigrana e molto<br />

eleganti. La peculiarità che li fa risaltare<br />

è la presenza all’interno dei tubi di<br />

sferette trasparenti, come le perle di una<br />

collana, infilate su di un filo invisibile.<br />

I tubi sono al centro del locale e catturano<br />

immediatamente l’attenzione.<br />

Contemporaneamente assolvono una<br />

funzione pratica: suddividono gli spazi.<br />

La zona anteriore è dedicata alla presentazione.<br />

Le clienti notano subito i manichini<br />

disposti davanti al separè di<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>. Sono una perfetta ispirazione<br />

per trovare l’outfit più adatto.<br />

Oltre alla presentazione, il semi -<br />

cerchio serve anche per una pausa di relax.<br />

Un ampio divano a semicerchio, in<br />

stile rococò invita le clienti e i loro<br />

partner a riposare i piedi. Un candelabro<br />

realizzato in corno e appeso sullo Show<br />

Case completa l’esclusivo mix di stili.<br />

Con questo dettaglio i designer integrano<br />

un materiale naturale, creando una<br />

composizione di design che entusiasma<br />

la maggior parte delle clienti. Così, mentre<br />

fanno shopping, raccolgono anche<br />

suggerimenti per l’arredamento interno<br />

della loro abitazione.<br />

Dietro i tubi di <strong>PLEXIGLAS</strong> si trovano<br />

le cabine di prova. Per accedervi è<br />

prima necessario spingere a lato le pesanti<br />

tende in velluto, appese davanti alle cabine.<br />

Ricordano i tendaggi dei castelli e<br />

sono piacevoli da afferrare stimolando<br />

anche il tatto. Questa zona è lussuosa ed<br />

elettrizzante, poiché la sua funzione si<br />

distingue dal resto del negozio. “La maggior<br />

parte degli acquisti si decide nelle<br />

cabine, ecco perché doveva esserci un<br />

tocco di intimità e di eccitazione“ hanno<br />

dichiarato i designer. L’obiettivo sembra<br />

sia stato raggiunto: dopo i lavori di rinnovo<br />

il fatturato è duplicato.<br />

L’arredamento e il concept sviluppato<br />

per la boutique hanno quindi sostenuto<br />

le vendite. Le fan dello shopping entrano<br />

volentieri da “Max’s”. Tutte felici raggiungono<br />

la cabina di prova con un braccio<br />

carico di appendiabiti e poco dopo ne<br />

escono indossando radiose un nuovo abito,<br />

certe di suscitare gli sguardi invidiosi<br />

delle altre. Si continua senza tregua, fino<br />

a quando la carta di credito “scotta”. Ecco<br />

trovato l'outfit perfetto...almeno per il<br />

momento. Domani il mondo potrà avere<br />

un altro aspetto. E così il nuovo vestitino.<br />

Il fascino dello shopping non consiste solo<br />

nella caccia ma soprattutto nella pas -<br />

sione di collezionare.<br />

cat<br />

www.plexiglas.net<br />

Visti da vicino: tubi di <strong>PLEXIGLAS</strong> con sfere allineate separano<br />

le cabine di prova dallo spazio di esposizione.<br />

Edilizia commerciale<br />

13


14 Arte


Contorni e singoli elementi del quadro vengono lavorati con il taglierino.<br />

È sempre un momento avvincente quando la pellicola protettiva viene rimossa<br />

dalla lastra di <strong>PLEXIGLAS</strong> ed è possibile ammirare l’opera terminata.<br />

Al rovescio: per le sue opere d’arte dietro <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

Emil Schult dipinge per ultimi i motivi che su normale<br />

tela avrebbe realizzato per primi.<br />

Il mondo visto attraverso una lastra<br />

Arte su <strong>PLEXIGLAS</strong> – una visita a Emil Schult<br />

.<br />

“Che si tratti del PC, del cellulare, di quando si guida l’auto o si osserva<br />

una vetrina, oggi guardiamo tutto ciò che ci interessa sempre<br />

attraverso un vetro o un pannello di plastica” afferma Emil Schult.<br />

Nella sua attività di artista si sta confrontando con questa particolare<br />

percezione, tipica del 20 e 21 secolo. Il 63enne gestisce una bottega di<br />

“pittura su vetro” e dipinge le sue opere su (ovvero sotto)<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>.<br />

I motivi scelti da Schult sono molto vari. Le sue opere spaziano<br />

dall’Art Deco –ad esempio una danzatrice in toni metallici luccicanti<br />

–a studi di architettura del duomo di Colonia o delle Petronas<br />

Towers di Kuala Lumpur fino a una serie di ingrandimenti di microchip.<br />

Un elemento però le accomuna: una speciale lucentezza.<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>, infatti, lascia rilucere i colori e, se l’osservatore cambia<br />

prospettiva, cambia anche la percezione del quadro, i colori sono cangianti<br />

ed è possibile scoprire nuovi dettagli.<br />

La pittura "dietro vetro" è, per così dire, un’arte “da corso avanzato”.<br />

Non funziona impugnando semplicemente il pennello e dipin -<br />

gendo. Anzi, l’artista deve praticamente dipingere all’indietro. E al<br />

rovescio. “Applico uno strato di colore sull’altro. Se, per esempio, desidero<br />

raffigurare un volto, inizio dalla pupilla. Dopo la parte bianca<br />

dell’occhio e quindi il resto del capo“ ha spiegato Schult, che ha il proprio<br />

atelier a Düsseldorf. Nelle sue opere non lavora solo con i tipi più<br />

disparati di colore (dall’acrilico all’olio), ma utilizza anche i metalli<br />

che vengono incollati direttamente su <strong>PLEXIGLAS</strong>.<br />

L’artista lavora con il materiale già dagli anni Settanta. Già durante<br />

quel periodo si occupava inoltre intensamente di musica elettronica,<br />

creando e cooperando come autore - dal 1970 al 1982 - con il gruppo<br />

Kraftwerk sia in studio sia in tournee. La famosa copertina<br />

dell’album “Autobahn” (1974) è nata anch’essa dal suo pennello.<br />

Schult racconta di aver iniziato ad impiegare <strong>PLEXIGLAS</strong> come materiale<br />

“perché può essere trapanato e incollato con ottimi risultati“. Utilizzandolo<br />

ha realizzato diversi strumenti quali un piccolo sequenziatore<br />

“che funziona ancora” racconta l’artista mentre accarezza con lo<br />

sguardo la piccola scatola blu dalla quale fuoriescono cavi colorati.<br />

C’è voluto però del tempo prima che si dedicasse alla pittura su<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>: dal 1982 il pittore originario di Dessau ha trascorso<br />

qualche anno alle Bahamas. “Lì mi sono dedicato a tutto campo alla natura<br />

e agli animali, mi sono immerso diverse volte ed ho sperimentato<br />

dal vivo come l’equilibrio ecologico di questa regione si stava sempre<br />

Arte<br />

15


Un connubio rilassante di colori e luce: le pareti della “Krypta“ nel Conservatorio Robert Schumann di Dusseldorf sono realizzate in <strong>PLEXIGLAS</strong>.<br />

Qui gli studenti di musica sacra possono meditare.<br />

più destabilizzando” ha ricordato. Per richiamare l’attenzione<br />

sulla progressiva distruzione del piccolo paradiso, Schult decise<br />

di girare un film. Il titolo: “Es gibt nur ein Wasser” (L’acqua<br />

è unica). Allo scopo dipinse le specie animali in pericolo – tartarughe,<br />

razze, pescecani – su lastre di <strong>PLEXIGLAS</strong>. Le installò<br />

sulle rocce sott’acqua e filmo i pesci mentre osservavano le<br />

immagini degli abitanti marini in estinzione.<br />

Schult è rimasto fedele al materiale fino ad oggi. Oltre<br />

all’effetto ottico, sa apprezzare anche i relativi vantaggi pratici:<br />

“Rispetto al vetro è relativamente leggero e resistente alla<br />

rottura. Inoltre, in tutti questi anni nei quali ho impiegato il materiale,<br />

non mi è mai capitato che si sia mai scolorito o sia diventato<br />

opaco“ ha raccontato l’artista che, tra l’altro, ha studiato anche<br />

con Joseph Beuys, Dieter Rot e Gerhard Richter.<br />

Emil Schult non è il tipico “artista inaccessibile”. “A che cosa<br />

servono i miei quadri se nessuno li capisce?” si domanda.<br />

“Non apprezzo molto l’arte scollegata dalla realtà. Per me è piuttosto<br />

una specie di artigianato di alto livello.” Per mantenere i<br />

piedi ben saldi a terra, collabora per esempio regolarmente con<br />

i bambini. Il suo intento è quello di avvicinarli all’uso dei media<br />

moderni, all’arte, alla musica e alla danza entusiasmandoli, di<br />

portarli a considerare questi diversi elementi come un<br />

tutt’uno. “È bello ammirare gli elaborati dei bambini. Vogliamo<br />

trasmettere loro forza e coscienza di sé” ha spiegato Schult, che<br />

in passato ha lavorato come insegnante di educazione artistica.<br />

Tra i capolavori di Schult va sicuramente citato “Krypta”<br />

– una sala per la meditazione per gli studenti di musica sacra<br />

del Conservatorio Robert Schumann di Düsseldorf. Nelle catacombe<br />

dell’edificio Schult ha realizzato una sala le cui pareti<br />

sono realizzate completamente in <strong>PLEXIGLAS</strong>. “La funzione<br />

del locale è quella di creare, da un lato, un luogo di esercizio<br />

adatto agli studenti di musica sacra. Dall’altro la Krypta serve<br />

anche da spazio di contemplazione supremo.” I lavori sono durati<br />

cinque anni, dal 1995 al 2000. Oggi, una parete è illuminata<br />

con tutti i colori dell’arcobaleno, mentre al centro è posizionato<br />

un sole che irradia tutto. La parete opposta della sala è rivestita<br />

con oro in foglie. Si possono scorgere due “angeli custodi”:<br />

strutture arcuate che ricordano il movimento dell’acqua in cui<br />

cade un sasso. Queste possono essere spostate lateralmente a<br />

sinistra e a destra e lasciano spiccare una croce luminosa in tonalità<br />

blu cangianti.<br />

La relativa lastra di <strong>PLEXIGLAS</strong> è di tre metri per tre, supera<br />

quindi le dimensioni di mercato tradizionali, che sono di<br />

due per tre metri. “La lastra è una realizzazione speciale” rac-<br />

16<br />

Arte


conta Schult. Doveva essere sconvolto quando, durante l’instal -<br />

lazione del locale, ha scoperto che quella grande lastra, completa<br />

d’oro in foglie e altri materiali non entrava dalla porta della<br />

Krypta. “Prima ho mandato a casa i miei collaboratori: non<br />

volevo che vedessero quella situazione. Poi ho preso la mia<br />

cintura e ho iniziato a far rotolare la lastra comprimendola e<br />

cercando di farla passare per l’apertura. Ho sudato sette camicie<br />

ma le caratteristiche hightech del materiale <strong>PLEXIGLAS</strong> lo<br />

hanno reso possibile e questo mi da lo spunto per ulteriori<br />

ricerche”. kma La sala è utilizzata come spazio meditativo<br />

supremo – dietro una parete con due „angeli<br />

protettori“ è nascosta una croce di colore blu.<br />

www.emilschult.eu<br />

Arte<br />

17


Nel soggiorno di casa o in ufficio: grazie agli elementi intercambiabili il design della lampada da terra è adatto a qualsiasi ambiente.<br />

Una luna brevettata<br />

Un duo svizzero-tedesco di creativi ha sviluppato una lampada da terra "mutabile"<br />

.<br />

Design - La luna ha sempre affascinato l'uomo. Questo<br />

corpo celeste impiega poco più di 27 giorni a ruotare<br />

attorno alla terra e modifica il suo aspetto con il cambiare<br />

delle fasi. Altrettanto “versatile” è anche la<br />

lampada da terra LUNA del duo di creativi Sonntag e<br />

Friesacher. Si sono conosciuti svolgendo la loro attività<br />

nella cittadina svizzera di Sciaffusa e, con questa lampada,<br />

hanno realizzato il loro primo progetto comune.<br />

“Con la lampada da terra LUNA volevamo creare un oggetto<br />

che fosse flessibile e in grado di adeguarsi in ogni<br />

momento alle sensazioni personali” ha dichiarato<br />

Achim Sonntag, il partner tedesco del duo.<br />

Sistema di supporto magnetico brevettato<br />

La lampada da terra LUNA ha un'altezza di 160 centimetri<br />

e uno spessore di due. Deve la sua "mutabilità” all'interazione<br />

di bandelle di metallo sul corpo e magneti negli<br />

elementi frontali di dimensioni e colori differenti,<br />

permeabili e impermeabili alla luce. Con una ventosa è<br />

possibile staccare dalla colonna fino a 64 elementi frontali<br />

per risistemarli a piacere. “Siamo particolarmente<br />

orgogliosi del sistema di supporto magnetico. Per il<br />

cliente comporta grande flessibilità nella composizione<br />

personalizzata della lampada da terra. In questo modo<br />

può risultare molto discreta ma anche porre accenti di<br />

colore mozzafiato” ha commentato Sonntag. Per il siste-<br />

ma di supporto magnetico che assicura la tenuta degli<br />

elementi frontali Sonntag e Friesacher ha richiesto e ottenuto<br />

il brevetto.<br />

Gli elementi frontali assicurano una diffusione<br />

efficace della luce<br />

La sorgente luminosa di LUNA è una bandella di LED RGB<br />

applicata alla colonna che illumina - risparmiando energia<br />

- gli elementi frontali anteposti. La luce dei LED RGB viene<br />

irradiata uniformemente oltre il bordo di <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

EndLighten dello spessore di 8 mm sull'intera superficie<br />

del materiale. La lampada da terra è disponibile in dieci<br />

diverse varianti di colore e in quattro dimensioni. “Per ottenere<br />

la diffusione della luce che desideravamo, abbiamo<br />

ulteriormente elaborato <strong>PLEXIGLAS</strong> EndLighten e, per<br />

ottenere particolari effetti, lo abbiamo rivestito con<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> Satin Ice con la funzione di diffusore. In questo<br />

modo gli elementi frontali risultano molto estetici e assicurano<br />

un'efficace diffusione della luce” ha spiegato Sonntag.<br />

Inoltre, il piede della lampada è girevole e questa<br />

caratteristica produce ulteriori effetti luminosi che offrono<br />

l'illuminazione adatta sia agli incontri privati che<br />

di lavoro. Il cliente è poi in grado di scegliere sia il colore<br />

sia il cambio di colori e l'intensità della luce grazie a un telecomando<br />

e godersi così nella stessa serata e nell'intimità<br />

delle proprie mura una luna nuova e una luna piena. ap<br />

www.sonntag-friesacher.com<br />

Gli elementi frontali magnetici in <strong>PLEXIGLAS</strong> possono<br />

essere facilmente rimossi dalla lampada e riposizionati<br />

utilizzando una ventosa. In questo modo, a seconda<br />

dell’umore di chi applica i piccoli pannelli, si crea<br />

un’atmosfera completamente nuova.<br />

18<br />

Light design


Rilassati anche in ospedale:<br />

La luce influenza il benessere delle persone.<br />

I pannelli a parete illuminati con diversi colori<br />

assicurano l’atmosfera giusta a Wiesbaden.<br />

Portare la luce nell'oscurità<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> Endlighten retroilluminato illumina i corridoi dell’ospedale<br />

.<br />

Pannelli in vetro <strong>PLEXIGLAS</strong> EndLighten illuminati<br />

fanno risplendere i corridoi del St. Josefs-<br />

Hospital di Wiesbaden in vari colori. Grazie all'elevata<br />

distribuzione della luce, i pannelli luminosi creano<br />

un effetto di profondità incredibile.<br />

La luce influenza il benessere. Raggiunge il cervello<br />

direttamente attraverso l'occhio e stimola la produzione<br />

degli ormoni. Per esempio la produzione di<br />

serotonina. La chiara luce primaverile ed estiva induce<br />

il corpo a produrre quantità elevate dell'ormone<br />

della felicità che migliora l'umore e il livello di energia.<br />

Nei mesi autunnali e invernali, con poca luce, viene rilasciata<br />

invece una quantità superiore di melatonina,<br />

un neurotrasmettitore che induce stanchezza nel corpo.<br />

In inverno, la mancanza di luce diurna può essere<br />

compensata solo limitatamente con la luce elettrica,<br />

ma la luce può sempre influenzare l'umore.<br />

Stephan Schneider, designer di luci della ditta<br />

Systemlicht di Wetzlar, nell'Assia, ha realizzato diversi<br />

oggetti luminosi in grado di diffondere luce nella sta -<br />

gione “buia”. Con pannelli illuminati da parete, realizzati<br />

con una combinazione di <strong>PLEXIGLAS</strong> EndLighten<br />

e vetro, ha illuminato i locali più diversi, tra i quali anche<br />

numerosi corridoi dei reparti del St. Josefs-Hospital di<br />

Wiesbaden. “Faccio in modo che i locali appaiono in<br />

una luce completamente nuova“, così Schneider ha spiegato<br />

il suo lavoro. È un designer per passione e non un<br />

terapeuta della luce, anche se a volte si sente tale. “I pazienti<br />

devono sentirsi bene e con la luce creo un'at<br />

mosfera rilassata”. Un insieme di 23 pannelli luminosi<br />

ad altezza soffitto è stato applicato, tra l'altro, nel reparto<br />

maternità. ”Così non ci sente proprio come in ospedale”,<br />

con queste parole una neo mamma ha descritto<br />

l'atmosfera: un segno che l'idea di Schneider funziona.<br />

I pannelli luminosi si presentano in diversi colori,<br />

illuminati da LED colorati. “Agli occhi dell'osserva-<br />

tore, la luce è sempre una nuova scoperta” ha spiegato<br />

il designer. Le luci cambiano automaticamente colore<br />

e possono essere regolate con un telecomando. “I pannelli<br />

luminosi creano accenti decorativi e, nel contempo,<br />

illuminano i corridoi” ha dichiarato il Dr. Joachim<br />

Kern, aiuto primario al St. Josefs-Hospital. “Da quando<br />

sono stati installati, il personale spegne volentieri le<br />

plafoniere che illuminano ulteriormente i corridoi; in<br />

questo modo i pannelli acquistano ancora più valore.”<br />

In ospedale i pannelli arrivano al soffitto, ma le<br />

dimensioni possono essere sempre definite in base alle<br />

specifiche necessità. La particolarità è che, a seconda<br />

delle dimensioni, un pannello ha uno spessore di soli<br />

due-quattro centimetri ed è quindi adatto anche agli<br />

spazi più angusti. “Questa illuminazione incontra, in<br />

particolare, il favore dei più piccoli, che si divertono<br />

tantissimo con il cambio automatico dei colori” ha raccontato<br />

Kern.<br />

Schneider è riuscito a risolvere il problema<br />

della distribuzione della luce con <strong>PLEXIGLAS</strong><br />

EndLighten, dopo essersi dedicato per un anno al lavoro<br />

di sviluppo. “Ora posso immergermi completamente<br />

nella luce che ha una una profondità incredibile”.<br />

Le lampade sono realizzate su misura: dall'ordine<br />

al montaggio del pannello su misura sono necessarie,<br />

di media, sei settimane. Schneider sviluppa, progetta<br />

e produce tutto da solo con l'aiuto di fornitori<br />

certificati: si tratta di un lavoro da sogno per l'ex giurista<br />

che ha lasciato la sua professione solo dopo due anni<br />

poiché preferiva guadagnarsi da vivere come creativo.<br />

Da 14 anni realizza solo lampade e secondo<br />

l'artista ne è valsa davvero la pena.<br />

I pannelli luminosi trovano impiego anche nei<br />

soffitti degli ascensori, nei soffitti di zone wellness e<br />

presto anche come divisori luminosi trasparenti su di<br />

uno yacht privato.<br />

cat<br />

www.systemlicht.com<br />

Light design<br />

19


Altezza: 5,02 m<br />

Larghezza: 6,45 m<br />

Lunghezza 11,08 m<br />

Superficie abitabile: 75 m²<br />

Produzione di energia: 225 Kilowattora per<br />

metro quadrato all’anno<br />

Numero degli studenti coinvolti: 26<br />

Numero di curatori: 8<br />

Direzione: Professor Manfred Hegger<br />

Aree specialistiche interessate: Progettazione e<br />

costruzione energeticamente efficiente<br />

(Prof. Manfred Hegger)<br />

Energie rinnovabili (Prof. Thomas Hartkopf)<br />

Efficienza energetica per le abitazioni del 2015<br />

Il politecnico di Darmstadt ha vinto il Solar Decathlon a Washington DC<br />

.<br />

Architettura –La popolazione mondiale è in aumento,<br />

mentre le risorse sono in esaurimento.<br />

Urbanisti, architetti e ingegneri si sono concentrati<br />

pertanto sul come dovrà essere la casa del futuro.<br />

Funzionale e moderna ma anche accogliente e con<br />

bassi consumi energetici. Le case allo “stato dell’arte”<br />

sono quelle che producono più energia di quanta<br />

ne consumano. Il concorso universitario organizzato<br />

dal ministero per l’energia statunitense per<br />

l’edificio con le idee migliori – il Solar Decathlon –<br />

si svolge ogni due anni. Anche nel 2009, come già<br />

nel 2007, i vincitori provengono dal politecnico di<br />

Darmstadt.<br />

La visione personale di efficienza energetica<br />

applicata alla vita quotidiana<br />

A primavera del 2008 è iniziata la pianificazione.<br />

“Volevamo mostrare la nostra visione di efficienza<br />

energetica applicata alla vita quotidiana. Per noi era importante<br />

costruire una casa che fosse commercializzabile<br />

nel 2015 e che, contemporaneamente, fosse in<br />

grado di offrire un ambiente confortevole” ha spiegato<br />

Martin Zeumer, collaboratore scientifico al politecnico<br />

di Darmstadt. Già il nome della casa esprime<br />

l’intenzione. In italiano surPLUShome – così si chiama<br />

la casa – significa infatti “Casa dal valore aggiunto”.<br />

Gli studenti di Darmstadt avevano già vinto<br />

nel 2007. Nel 2009 si sono presentati però con nuove<br />

energie: “Non volevamo semplicemente rispolverare<br />

vecchie idee. Per questo abbiamo fatto in modo<br />

che il team di base fosse costituito esclusivamente<br />

da studenti che non erano stati ancora coinvolti nel<br />

concorso. Naturalmente, i neofiti hanno potuto approfittare<br />

dell’esperienza dei vecchi membri del<br />

team”, così Zeumer ha spiegato la decisione.<br />

Forti di nuove idee ed energie fresche il team<br />

Germany si è quindi dedicata allo sviluppo della<br />

surPLUShome. Nella fase di progettazione esecutiva<br />

e di sviluppo il team ha potuto usufruire inoltre<br />

del supporto del team di architettura di Acrylic<br />

Polymers di Evonik, che già nel 2007 era stato al<br />

fianco degli studenti.<br />

Tecnica classica e materiali moderni<br />

assicurano un bilancio energetico positivo<br />

unico nel suo genere<br />

Gli studenti hanno investito molto tempo soprattutto<br />

nello sviluppo della facciata della casa passiva.<br />

Questa è realizzata con moduli fotovoltaici vetro su<br />

vetro e pannelli in <strong>PLEXIGLAS</strong> ® che gli studenti hanno<br />

combinato tra loro secondo il tradizionale principio<br />

a scandola. “Durante la costruzione della<br />

surPLUShome abbiamo dovuto confrontarci con il<br />

problema dei moduli sottili in vetro che sono disponibili<br />

solo in dimensioni predefinite. I pannelli aggiuntivi<br />

in <strong>PLEXIGLAS</strong> ® , grazie alla loro flessibilità<br />

in termini di dimensionamento e colore, ci hanno<br />

dato la possibilità di adattare il sistema della facciata<br />

ad ogni lunghezza desiderata e di alleggerire<br />

l’edificio esteticamente. L’intero sistema della<br />

facciata assicura, in definitiva, che la casa produca<br />

energia in un ordine di grandezza finora singolare<br />

per l’edificio” ha illustrato Zeumer. Grazie a questa<br />

nuova interpretazione di tecnica classica e materiali<br />

moderni, la facciata contribuisce per il 35 percento<br />

alla produzione energetica complessiva dell’edificio.<br />

La surPLUShome produce un surplus di energia<br />

primaria massimo di 225 kilowattora per metro<br />

quadrato all’anno (kWh/m²a) e quindi più del doppio<br />

dell’energia che consuma.<br />

Spazi utili di qualità<br />

Gli studenti hanno realizzato in modo efficiente e<br />

innovativo anche gli interni della surPLUShome.<br />

Il team del Politecnico di Darmstadt non voleva sviluppare solo un edificio efficiente da un punto di vista energetico, ma realizzare contemporaneamente una casa confortevole<br />

per i futuri inquilini. Elementi retroilluminati di <strong>PLEXIGLAS</strong> – come per esempio nel blocco cucina – hanno contribuito a raggiungere l’obiettivo.<br />

20<br />

Architettura


La facciata della surPLUShome è rivestita di celle solari e lastre di <strong>PLEXIGLAS</strong> colorate.<br />

La superficie abitabile di 75 m² è suddivisa su tre livelli<br />

pur costituendo un unico spazio fluente. Un<br />

grande locale multifunzione al centro del locale<br />

riunisce in sé cucina, bagno, scala, ripostiglio e<br />

tecnica dell’edificio. <strong>PLEXIGLAS</strong> ® trasparente fiancheggia<br />

la scala al secondo piano come corrimano e<br />

protezione anticaduta, garantendo un elevato grado<br />

di sicurezza grazie alla sua stabilità.<br />

Il resto della casa può essere configurato da chi<br />

la abita in modo flessibile ed in base alle proprie esigenze.<br />

“Naturalmente, lo spazio utile rappresenta<br />

contemporaneamente una sfida per chi lo abita.<br />

Solo quando quest’ultimo ha realizzato le idee che<br />

aveva in mente per la propria casa, lo spazio diventa<br />

vivo” ha spiegato Zeumer. Il connubio di lampade<br />

LED e <strong>PLEXIGLAS</strong> ® EndLighten ha permesso di<br />

configurare il soggiorno in modo individuale.<br />

“All'interno, abbiamo realizzato la superficie dei<br />

"mobili d'ambiente" in <strong>PLEXIGLAS</strong> SATINICE ® . Le<br />

lampade LED la illuminano da dietro. In questo modo,<br />

da un lato si ottiene una piacevole illuminazione<br />

di superficie e, dall’altro, è possibile creare punti di<br />

spicco grazie all’intensità e al colore della luce” ha illustrato<br />

Zeumer. “Motivi estetici e la possibilità di lavorare<br />

il materiale rapidamente e senza sbavature,<br />

ci hanno convinto a sceglierlo. Inoltre, nella progettazione<br />

di una casa basata sulla sostenibilità, era ovviamente<br />

altrettanto importante che i prodotti utilizzati<br />

potessero essere riciclati senza problemi e<br />

quindi utilizzabili in modo sensato da un punto di vista<br />

ecologico”. Tutta la tecnica della casa è controllabile<br />

in modo decentrato: così, sia l’illuminazione<br />

sia le veneziane della casa possono essere regolate<br />

comodamente tramite un touchpad o un’applicazione<br />

iPhone. “Per noi questo sistema, che forse oggi<br />

viene percepito ancora come un “giochetto” tecnico<br />

- rappresenta la combinazione riuscita di stile di vita<br />

ed economicità”, ha spiegato Zeumer.<br />

Prestazione energetica a Washington<br />

Gli studenti hanno liberato energie inaspettate non<br />

solo nella costruzione ma anche nella presentazione<br />

finale della loro casa a Washington. Dato che la<br />

surPLUShome poteva essere trasportata da<br />

Darmstadt nella capitale degli Stati Uniti solo scomposta<br />

nei singoli componenti, i partecipanti al Solar<br />

Decathlon hanno dovuto riassemblarla in loco. Così,<br />

all’inizio di ottobre 2009, è iniziata la fase di installazione<br />

durata cinque giorni sul National Mall, un<br />

viale lungo circa quattro chilometri nel centro di<br />

Washington. La via parte dal Lincoln Memorial e termina<br />

al Campidoglio, passando davanti al monumento<br />

di Washington – il famoso obelisco in marmo bianco<br />

– e ad una serie di musei e monumenti nazionali.<br />

Grazie all’ottimo lavoro di squadra, la casa era pronta<br />

in tempo per la prima giornata del concorso, riuscendo<br />

ad impressionare, non solo i circa 300.000<br />

visitatori, ma anche la giuria. Dopo 18 giorni stressanti<br />

a Washington, il risultato era certo: gli studenti<br />

di Darmstadt si erano classificati primi nella competizione<br />

Solar Decathlon. “Ci ha fatto molto<br />

piacere riuscire a difendere il titolo; questa vittoria<br />

conferma la validità del nostro lavoro”, ha dichiarato<br />

Zeumer contento. Agli studenti di Darmstadt è rimasto<br />

comunque poco tempo per festeggiare, poiché<br />

nell’arco di quattro giorni hanno dovuto<br />

smontare nuovamente la “casa a valore aggiunto”,<br />

per prepararla per il trasporto.<br />

surPLUShome in Germania<br />

Dopo aver superato questa sfida logistica, la<br />

surPLUShome si trova attualmente immagazzinata<br />

in container nella città di Essen. Nell’ambito di Ruhr<br />

2010, la presentazione di Essen e della zona della<br />

Ruhr come capitale della cultura europea, i visitatori<br />

potranno conoscere la visione degli studenti di<br />

Darmstadt per le abitazioni del 2015. Contempo -<br />

raneamente, la mostra sulla surPLUShome che si<br />

svolgerà ad aprile e maggio 2010 rappresenterà<br />

inoltre la prima possibilità di visitare l’opera in Germania.<br />

ap<br />

www.solardecathlon.org<br />

Architettura<br />

21


Un impulso inestinguibile<br />

Storia del Bauhaus in forme ed immagini<br />

.<br />

La luce possiede una grande forza simbolica.<br />

È sinonimo di vita, speranza e diffusione. Queste<br />

sono state le dichiarazioni dell’Università<br />

Bauhaus di Weimar alla base dell' inaugurazione di<br />

un cubo illuminato in modo omogeneo, con una<br />

"vita" interna interattiva, in occasione del 90° anniversario<br />

della sua fondazione. L’opera simboleggia<br />

sia la storia dello sviluppo sia la diffusione del pensiero<br />

Bauhaus. Walter Gropius fondò l’università<br />

nel 1919 con l’obiettivo di riunire tutte le forme<br />

d’arte nella costruzione del futuro. Il cubo rappresenta<br />

la diffusione di questo impulso nel mondo.<br />

Per realizzarlo è servito un anno e mezzo.<br />

“Volevamo creare un simbolo per l’impulso<br />

che il Bauhaus ha trasmesso al mondo” ha spiegato il<br />

Professor Bernd Rudolf, preside della facoltà di architettura<br />

dell’Università Bauhaus di Weimar. Per<br />

questo motivo, nel semestre invernale 2007/2008,<br />

ha indetto tra i suoi studenti un concorso per bozze<br />

di progetto. Il compito era quello di configurare il<br />

campus in modo corrispondente. Tra le 25 proposte<br />

presentate, la giuria ha scelto il White Cube di<br />

Andrea Bystricka, Ines Müller e Rebecka Sieke.<br />

“Per la nostra decisione abbiamo dovuto tenere in<br />

considerazione da un lato la potenza espressiva e<br />

dall’altro anche la fattibilità in termini finanziari e<br />

tecnici” è stata la riflessione di Rudolf.<br />

Luce in tutti gli angoli<br />

Il cubo bianco ha convinto per il suo carattere simbolico.<br />

È simbolo di quella semplicità che anche il<br />

Bauhaus rispecchia in modo molteplice. “La struttura<br />

simboleggia l’origine e il punto d’intersezione di<br />

una rete globale, da cui si sviluppano i collegamenti<br />

come i raggi luminosi”, così il preside ha descritto il<br />

messaggio dell’oggetto. Gli angoli rotti e i bordi<br />

smussati hanno un significato particolare. Simboleggiano<br />

le orme lasciate dalla cultura Bauhaus nei suoi<br />

90 di vita. “Una difficoltà è stata quella di illuminare<br />

questi spigoli arrotondati per ottenere una struttura<br />

luminosa omogenea” ha spiegato Rudolf. “In una<br />

costruzione di metallo gli angoli sono a punta.<br />

Per risolvere la situazione abbiamo montato tubi di<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong> EndLighten sull’infrastruttura. Il ma -<br />

teriale dei tubi consente una diffusione superficiale<br />

e non puntuale della luce”. In questo modo gli spigoli<br />

sembrano rotti anche quando il cubo è illuminato.<br />

Impalcatura velata<br />

L’infrastruttura del cubo è realizzata in alluminio<br />

pertanto relativamente leggera. Ogni lato misura<br />

4,5 metri. Sui bordi corrono quasi 40 metri di tubi<br />

di <strong>PLEXIGLAS</strong> EndLighten. Su questi e sulle superfici<br />

del dado sono fissate complessivamente<br />

250 lampade a fluorescenza. La membrana applicata<br />

è un dono di Mehler-Texnologies ed è realizzata<br />

in uno speciale tessuto resistente alle intemperie e<br />

trasparente alla luce. La realizzazione dell’idea è stata<br />

possibile grazie alla consulenza tecnica e al sostegno<br />

finanziario di System2040. Senza il supporto di<br />

partner dell’economia, dell’industria e della scienza<br />

il White Cube non sarebbe mai stato costruito.<br />

Blackbox con le caratteristiche di una rete<br />

Mentre la struttura esterna del dado rappresenta<br />

simbolicamente la portata del Bauhaus, il suo interno<br />

– le cui pareti e il pavimento sono completamente<br />

neri – propone una trasposizione visuale attraverso<br />

la mostra ImpulsBauhaus. La mostra si basa sul<br />

progetto master omonimo di Jens Weber e Andreas<br />

Wolter, due studenti dell’indirizzo di Media<br />

Architecture che permettono di avvicinarsi al movimento<br />

del Bauhaus, visualizzando le biografie e le relazioni<br />

personali dei rispettivi attori e rendendole<br />

più accessibili al pubblico.<br />

Allo scopo gli studenti hanno innanzitutto<br />

compilato un database - la piattaforma di ricerca<br />

Impuls Bauhaus - con le relazioni che legavano gli<br />

esponenti del Bauhaus e le rispettive biografie. Con<br />

il supporto di scienziati dell’arte, nel sistema sono<br />

stati inseriti tutti i 1.250 studenti del periodo<br />

WeimarDessau-Berlino, dal 1919 al 1933, così co-<br />

22<br />

Architettura


In alto a sinistra: Il cubo luminoso dell’Università Bauhaus di<br />

Weimar simboleggia la diffusione e la storia del pensiero<br />

Bauhaus.<br />

A destra: Quasi 40 metri di tubi in <strong>PLEXIGLAS</strong>® EndLighten sono stati fissati ai<br />

bordi del cubo ed equipaggiati con lampadine fluorescenti.<br />

Solo in questo modo era possibile illuminare l’intera forma in modo uniforme.<br />

In basso a sinistra: AlI’interno del dado si trova una mostra interattiva.<br />

Dietro superfici lucide in <strong>PLEXIGLAS</strong>® vengono presentati grafici e tabelle retroilluminati<br />

che illustrano la rete di rapporti tra noti maestri della forma Bauhaus.<br />

In basso a destra: Anche il tavolo interattivo al centro della mostra serve allo scopo.<br />

Dei gettoni, ciascuno con l’immagine di un rappresentante principale della storia<br />

del Bauhaus, vengono riconosciuti da un software e correlati gli uni agli altri.<br />

Con la pressione di un dito è possibile richiamare ulteriori informazioni.<br />

me quasi tutti i professori. “Per la mostra abbiamo<br />

però dovuto limitarci a 60 persone, poiché, altrimenti,<br />

la rappresentazione dei collegamenti non avrebbe<br />

più potuto essere comprensibile” ha spiegato<br />

Andreas Wolter.<br />

Collegamenti da sfogliare<br />

Il cuore della mostra si è rivelato essere un elemento<br />

di particolare attrazione: un tavolo interattivo.<br />

Sotto di esso è stato installato un beamer per la<br />

retroproiezione dei contenuti del database sulla superficie<br />

del tavolo. “Allo scopo il tavolo doveva essere<br />

realizzato in un materiale trasparente, non riflettente”<br />

ha illustrato Wolter. “Pe questo motivo<br />

abbiamo incollato una pellicola per retroproiezione<br />

ad una piastra di <strong>PLEXIGLAS</strong>”. Su questa superficie<br />

è possibile visualizzare i dati correlati a tempi, geografia<br />

e persone dell’archivio di rete utilizzando dei<br />

“gettoni” e tramite la funzione del touchscreen. “Sui<br />

gettoni realizzati con dischi di <strong>PLEXIGLAS</strong> grandi<br />

quanto un palmo, è stampata l’immagine di ciascuno<br />

dei principali rappresentanti della storia del<br />

Bauhaus”, così Jens Weber descrive il progetto. “Sul<br />

retro di ogni gettone si trova un codice bidimensionale<br />

che viene registrato da una telecamera posizionata<br />

sotto il tavolo e inoltrato a un software di riconoscimento.<br />

Quest’ultimo, attraverso delle linee,<br />

mostra i collegamenti tra le persone sui dischi e tra<br />

queste e altri esponenti del Bauhaus”. Sfiorando i<br />

punti di informazione l’utente riceve indicazioni sul<br />

background e dati aggiuntivi sui singoli protagonisti<br />

del movimento.<br />

Cube si lega alla mostra ImpulsBauhaus. Dietro le<br />

diapositive, infatti, nel rivestimento interno nero<br />

sono stati realizzati dei fori attraverso i quali risplende<br />

la luce del White Cube e le figure vengono<br />

retroilluminate. “Per ottenere un’illuminazione<br />

uni forme, le immagini sono state applicate su piastre<br />

in <strong>PLEXIGLAS</strong> EndLighten”, così Weber ha<br />

spiegato l’installazione. “Il lato anteriore viene inoltre<br />

protetto da una lastra di <strong>PLEXIGLAS</strong> trasparente<br />

ultralucida”.<br />

Il progetto ImpulsBauhaus è riuscito a convincere<br />

la giuria del premio per l’innovazione<br />

Thüringen e, nel 2009, è stato premiato come primo<br />

classificato nella categoria "Media e Comunicazione".<br />

Una rete capillare<br />

Per completare in tempo la mostra e l’intero progetto,<br />

costituito da White Cube, tutte le persone coinvolte<br />

hanno lavorato fianco a fianco. Quando si è dovuto<br />

posare i cavi della corrente e di rete destinati al<br />

cubo, addirittura tutto il personale insegnante della<br />

facoltà di architettura ha preso in mano la vanga scavando<br />

una canalina fino all’edificio più vicino.<br />

“Il White Cube rappresenta, insieme con la mostra<br />

ImpulsBauhaus, la rete degli esponenti del Bauhaus”<br />

ha ricapitolato Rudolf. “Comunque, l’intero progetto<br />

è stato possibile solo perché tutti coloro che<br />

vi hanno partecipato si sono sentiti parte di una<br />

rete e si sono prodigati altruisticamente per realizzarlo.”<br />

jh<br />

Luminosità verso l’interno<br />

Accanto al tavolo interattivo, situato al centro, si trovano<br />

anche grandi diapositive appese alle pareti;<br />

sono realizzate in bianco e nero e illustrano con tabelle<br />

e grafici il tessuto di relazioni intrecciato dai famosi<br />

artisti del Bauhaus. È grazie a loro che il White<br />

www.uni-weimar.de W www.impuls-bauhaus.de<br />

Architettura<br />

23


Impressum<br />

Design in Acrylics<br />

Una pubblicazione del settore<br />

Acrylic Polymers della<br />

Evonik Industries<br />

Editore:<br />

Evonik Röhm GmbH<br />

Settore Acrylic Polymers<br />

Kirschenallee<br />

64293 Darmstadt, Germania<br />

T +49–6151 18–01<br />

F +49–6151 18–02<br />

www.plexiglas.net<br />

www.design-in-acrylics.com<br />

Pregasi inviare eventuali variazioni d’indirizzo a:<br />

design-in-acrylics@evonik.com<br />

www.plexiglas-shop.com<br />

Redazione: Profilwerkstatt,<br />

64295 Darmstadt, Germania<br />

T +49–6151–599020<br />

www.profilwerkstatt.de<br />

Capo redattore:<br />

Doris Hirsch,<br />

Acrylic Polymers (responsabile stampa)<br />

Susanne Diehl, settore<br />

Acrylic Polymers<br />

Martina Keller, Profilwerkstatt<br />

Dr. Claudia Klemm, Profilwerkstatt<br />

Direzione artistica: Annika Sailer<br />

Composizione/Layout: Profilwerkstatt<br />

Capo stampa: Ralf Ansorge<br />

Stampa: Zarbock GmbH & Co. KG, Frankfurt<br />

Stampato su carta sbiancata senza cloro.<br />

Foto:<br />

Adam, Tobias – titolo, pagg. 22–23<br />

Drexler, Hans – pag. 20<br />

Evonik Röhm GmbH – pag. 10<br />

Foresti, Roberto – pag. 3<br />

Gaunt, Ron – titolo, pagg. 4–9<br />

Kästner, Florian – pag. 19<br />

Morhart, Holger – titolo, pag. 8<br />

Ott ,Thomas – titolo, pagg. 20–21<br />

Profilwerkstatt GmbH – pag. 11<br />

PSP Group – titolo, pagg. 12–13<br />

Schmautz, Andreas – pag. 20<br />

Schmid, Stefan – pag. 18<br />

Wildhirt, Stefan – titolo, pagg. 14–17<br />

www.impuls-bauhaus.de – pag. 22<br />

Il settore Performance Polymers della Evonik<br />

rifornisce clienti in tutto il mondo con semilavorati<br />

di PMMA, che sui mercati di Europa, Asia, Africa<br />

ed Australia sono commercializzati sotto il nome<br />

<strong>PLEXIGLAS</strong>®.<br />

In America del Nord e Sud, questi prodotti sono<br />

messi sul mercato con i marchi ACRYLITE®,<br />

DEGLAS®, PARAGLAS SOUNDSTOP® e<br />

ROHAGLAS®<br />

® = marchio depositato<br />

DiA, <strong>PLEXIGLAS</strong>, PLEXICOR, PARAGLAS,<br />

DEGLAS, EUROPLEX e ROHACELL sono marchi<br />

depositati della<br />

Evonik Röhm GmbH diDarmstadt, Germania.<br />

Acrylite è un marchio depositato della<br />

Evonik Cyro LLC di Rockaway, NJ, USA<br />

Le nostre informazioni rispecchiano le nostre<br />

attuali conoscenze ed esperienze al meglio della<br />

nostra scienza. Sono comunque da noi divulgate<br />

senza alcun impegno e con riserva di modifiche<br />

nel quadro del progresso tecnico e dello sviluppo<br />

aziendale.<br />

Le nostre informazioni descrivono semplicemente<br />

la natura dei nostri prodotti e servizi e non<br />

costituiscono alcuna garanzia. L’Acquirente non è<br />

sollevato dal far verificare accuratamente funzioni<br />

o possibilità applicative dei prodotti da parte<br />

di personale qualificato. Ciò vale anche con<br />

riferimento alla tutela di diritti protetti di terzi.<br />

La menzione di nomi di altre aziende non è una<br />

raccomandazione e non esclude l’impiego di altri<br />

prodotti di uguale tipologia.<br />

(Versione: Maggio 2003)

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