TopSport

SOMMARIO
LUGLIO/AGOSTO 2013
22_NUOVI MERCATI
Oggi il concetto di sport è più che mai annacquato, un
contenitore vuoto che, in linea con la caduta di valori del
nostro tempo, fa fatica ad attirare il popolo dei
consumatori. Per muoverli la moda da sola non basta più:
è la promozione di una cultura sportiva ad essere una delle
chiavi di volta per riaffermare il ruolo del canale sportivo
specializzato nel mercato
PH: Roger Federer
RUBRICHE
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Elenco aziende citate
Editoriale
Sport Village
Tessile & Dintorni
Novità per l’outdoor
Sport responsabile
Global Sport
Sell Out
Universo Femminile
Sport Economia
Sport in Action
Novità prodotto
Senior Lifestyle
Fuori di penna
34
76
34_RAGAZZI DI STRADA
Il JumBo Urban Summer Festival, il più grande evento di
action sport e musica elettronica mai realizzato in Europa
che si è svolto a Bologna a metà giugno, ha confermato
le potenzialità del mondo street, valida alternativa per
rilanciare anche in Italia la parte di mercato sportivo più
giovane e trendy
38_OUTDOOR, ULTIMA FRONTIERA
Considerato troppo tradizionalista dai più giovani, l’outdoor
cerca oggi di svecchiare la propria immagine, ampliando il
suo spettro d’azione e coinvolgendo tutte le generazioni
con attività per tutte le età. Visto il contesto attuale, anche
negli sport all’aria aperta è difficile avere punti fermi
e certezze su quale sia la strada giusta da seguire.
Tuttavia non mancano spiragli positivi
70_IN VIAGGIO PER SPORT
Settore in crescita, il turismo sportivo è diventato un
significativo segmento dell’economia. Perché, quando
offerta turistica e sport vanno a braccetto, possono
diventare importanti volani per lo sviluppo del territorio
76_SPECIALE TENNIS
Uno sport d’élite, ormai appannaggio della grande
distribuzione. Eppure il fascino del tennis resiste
nonostante un’epocale evoluzione di cultura e consumi.
Oggi bisognerebbe dare nuova linfa a questo sport,
puntando sulla moda e sull’appeal dei grandi campioni
Su www.topsport.it
Una speciale sezione raccoglie l’archivio di tutte le uscite di TopSport,
compresa quest’ultima. Le riviste possono essere sia sfogliate direttamente
on-line, sia scaricate in formato pdf.
Avviso ai lettori
TopSport si impegna ad affrontare e sviluppare con sempre maggiore
attenzione le tematiche calde del mercato. Non mancate di scriverci
(lettere@topsport.it) per condividere con noi e col mercato i vostri pensieri
e le vostre esperienze. Saranno più che graditi anche i suggerimenti
di argomenti che vorreste fossero affrontati sulle nostre pagine.
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1

abbiamo parlato in questo numero di...
Azienda
Pagina
Azienda Pagina Azienda Pagina Azienda Pagina Azienda Pagina
A
Abbot Mike 94
Acerbis Italia 90
Adidas 11, 18, 48, 52, 60,
67, 81, 82, 91, 94
Akkua 91, 102, 105, III cop.
Albert Kurt 12
Alkmim Luis 36
Almagro Nicholas 15
Alpex 47, 55, 63, 64
Amer Sports 91
Aprile Maria 17
Aquarapid 16
Arbones Toni 12
Arc’Teryx 61
Arena 10
Armstrong Lance 92
Asics 14, 90
Asolo 96
Athesis 53
Atomic 91
B
Bacherotti Luca 14
Baddaria Flavio 36
Beausire Marc-Henri 97
Belluzzi Luigi 37
Berghaus 51, 66
Bernard Jerome 42
Bianconcini Massimo 36
Bignami 55
Billabong 96
Bobryshev Evgeny 16
Brooks 11, 16
Buff 56
Businaro Luca 25, 89
Buzzavo Giorgio 32
C
Calzaturificio La Sportiva
II cop., 10, 41, 53, 58, 65
Calzaturificio Zamberlan 67
Camp 55
Cappellina Chiara 43
Carvico 105
Castellet Josep 14
Cattaneo Matteo 48
Celli Gunther 36
CMP – F.lli Campagnolo
IV cop., 59
Cober 13, 56, 62
Colmar 18
Colombo Federico 18
Columbia 61, 66, 92
Consiglio Paolo 11
Cordone Daniel 36
Crazy Idea 13, 17
Crespi Marco 18
D
D’Amico Roberto 36
Dan Air 19, 105
Decathlon 94
Digi Instruments 54
Di Venanzo Gianluca 15
DJO 29, 106, 107
Djokovic Novak 11
Dolomite 12, 54
Donazzan Elena 90
Dragoni Luca 41
Durfor Guy 14
E
Ecoeur Yannick 14
Eider 93
Elle-Erre 19
Errani Sara 77
Erreà 31, 103, 106
Eye Sport 60
F
Fabretti Alessandro 80
Facci 104, 106
FAR Reti 83
Fernandez Julio 15
Ferrer David 15
Fizan 60
G
Gaerne 11, 58
Garlando 81, 82, 83, 103, 104
Garmin 17, 55, 90
Garmont 62
Gazzola Ernesto 11
Gebrselassie Haile 18
Gloryfy 61
Gomez Pedro 36
Gonzales Juan Csrlos 95
Gore Running Wear 57
Gore-Tex 18, 92
Grisport 55
Gronell 59
Grouse Creek 47, 55, 63, 64
Gros Piero 18
H I
Haglofs 67
Heissat Frank 97
Henderson Andrew 36
Hoppe Matthias 36
J K
Jaquemoud Matheo 13
Joma Sport 8-9, 13, 14,
15, 84, 102, 104, 106
Julen Franz 94
Keen 58, 94
Kefas 57
Kupricka Anton 19
L
Lacoste 77
Lafuma 93
Le Coq Sportif 84, 97
Lotto 15, 19, 81
Lowa 12
M
Maglificio Gimer 33, 103
Magrini Roberta 91
Mai Fancesca 14
Makarova Ekaterina 15
Malagò Giovanni 27
Mauri Paolo 90
McClain Brad 36
M&M Calzaturificio 45, 57, 66
Menegon Damiano 44
Mich Luca 41
Mico 49, 53, 56, 62
Millet 64, 93
Mizzau Alice 16
Moa Sport 54
Molteni Gregory 18
Monsorno Thomas 50
Mooney Andy 91
Moore Clinton 36
Morri Mattia 36
Mountain HardWear 63
N
Nagl Max 16
Nalini 54
Naudè Paul 96
New Balance 19
Newland 53
Nike 92, 93, 97
Norrona 59
Northfeet 15
O
Oberrauch Heiner 14
OutDry 2-3, 61, 66
Oxbow 93, 97
P Q
Pansier Eric 12
Papert Ines 12
Parris Terence 16
Pasasport 57
Patagonia 43
Pavan Andrea 18
Peak Performance 64
Pellizzari Luigi 46, 85
Pennetta Flavia 78
Peveril Jesse 36
Pilat Petr 36
Piu Alessandro 36
Pizzetti Samuel 10
Plombert Jean-Marc 91
Polartec 5, 56, 61,
63, 65, 66, 95
Polinelli 59
Pollard Ian 96
Pomoca 14
Primaloft 58
Prosport 51, 66
Puma 16, 97
Quiksilver 91
R
Radwanska Agnieszka 15
Raimondi Corrado 91
Reebok 63, 79, 81, 91
Regatta 17, 46, 64, 85, 102
Resta Lorenzo 16
Reus Marco 16
Rewoolution 60
Riegler Martin e Florian 11
Risport–Rossignol Lange
101, 105
Rizzotto Evaristo 12
Robe di Kappa 92
Rocca Costantino 18
Rocca Marco 16
Roces 102
Rupp Manu 36
S
Salewa 11, 14, 41, 59
Salice Occhiali 65
Salomon 14, 67
Santini Simone 91
Scott 90
Segar Toby 36
Sergio Tacchini 92
Sheehan Josh 36
Shred 53
Sigg 61
Smith Optics 57
Sorgente Alex 36
Stefani Giacomo 11
Stiga 81
T
Tatsuno Takeshi 96
The North Face 12, 65, 95
Thermore 18, 103
Timberland 95
Tomat Andrea 19
U V
Umdasch Shopfitting 85, 104
Vallosio Sergio 14
VF Corp 95
Vibram 42
Vibram Fivefingers 54
Vieux Campeur 74, 75
Vipole 52
Vollert Steffen 36
W X Y Z
Waitz Grete 18
Wilding Andrew 36
Willis Kie 36
Wintersteiger 54
Yung Eric 95
Zanatta Luca Gallina 96
Zeus Sport 62
Direttore Responsabile: Giovanna Glionna
Direttore Editoriale: Michele Glionna
Testi e servizi: Tina Alboresi, Piero Aliprandi, Lorenzo Barbieri,
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3

ARIA FRITTA
L’Editoriale, solo quando serve
C’è del metodo
in questo caos
Non possiamo sapere che cosa ci riservi il domani, ma di
certo sappiamo che non potrà più assomigliare a quello
che abbiamo visto fino ad oggi. Di epocale c’è solo una
crisi che non sembra mai toccare il fondo. Ormai siamo
al bivio: cambiare e crescere, o insistere ad attendere
che sIano gli eventi a decidere per noi. Uno scatto
comunque ci vuole, per non restare liquidi... e scomparire
Ho partecipato recentemente
ad un
convegno promosso
dall’associazione degli
agenti rappresentanti moda
e sport della Lombardia,
dal titolo emblematico:
Strategie di successo in tempi di cambiamento
epocale. Chiamata ad intervenire,
non ho potuto esimermi dal lanciare
una provocazione che partiva proprio
dall’uso del termine “epocale”. Freddando
la platea, ho letteralmente contestato
l’appropriatezza di questo aggettivo,
perché oggigiorno è il mondo intero a
cambiare e trasformarsi continuamente,
e ciò non costituisce certamente un
problema per le nuove generazioni, che
anzi di loro natura cavalcano i cambiamenti.
Insomma: di epocale non c’è proprio
nulla; e semmai il ‘dramma’ di non
farcela ad accettare i cambiamenti riguarda
gli addetti ai lavori dello sport
con una storia ed esperienza pluridecennali
alle loro spalle. Un background
massiccio che, anziché costituire un
prezioso bagaglio di conoscenza, rischia
oggi di essere solo una zavorra
pesantissima di pregiudizi e radicate
convinzioni. Ed ho concluso, lasciando
tutti ammutoliti, invitando i presenti ad
osservarsi vicendevolmente: troppi cinquantenni
(per non dire oltre), e gente
di mezz’età che comincia ad essere
‘troppo vecchia’ in un mercato (dal punto
di vista dell’immagine e del consumatore
ideale) giovane e trasformista per
antonomasia.
Il rischio di obsolescenza appare ancor
più drammatico all’interno della categoria
degli agenti di commercio – anello
debole ed insieme fondamentale della
filiera – che svolgono un’attività diventata
sempre più difficile e ben poco ambìta
dalle nuove generazioni.
Tutti i mercati sono oggi in continuo
cambiamento; sono già molto cambiati
ed ancora cambieranno. Non con uguale
tempismo, purtroppo, gli operatori. In
questo generale clima di crisi (non solo
ecnomica, ma anche di idee), è naturale
che non ci siano risposte certe, tanto
meno univoche. Né è detto che l’una
escluda le altre, anzi. Per altro, ci sono
momenti, persino stagioni, in cui la confusione
sovrasta tutto il resto. Un rumore
di fondo rende impossibile ascoltare
anche la voce più vicina, è come se ci
fosse della nebbia che impedisse di vedere
cosa si muove intorno a noi. Si
procede a tentoni. Questa quasi assoluta
mancanza di certezze genera angoscia
che spesso si trasforma in paura
incontrollabile, pervade la nostra quotidianità
e condiziona l’economia. In queste
circostanze ed alla ricerca di qualche
punto fermo, il compito di una rivista
professionale di leggere la realtà è ancora
più arduo. La scommessa, che
speriamo vincente, è quella di superare
il rumore di fondo, aiutare a riflettere. E
agire.
Ma intanto, gli operatori sono paralizzati
in uno stallo strategico. Non c’è nemmeno
un ricambio dei negozi: a fronte
delle chiusure non sorgono nuove attività
commerciali di stampo sportivo.
Chi resiste, resta basilarmente concentrato
sui costi perché non sa come aumentare
i ricavi. Di espansione non si
parla nemmeno. Eppure, il mercato
sportivo non è in discussione in termini
di consumi e persino di potenzialità di
sviluppo, favorevolmete agganciato –
com’è – all’idea di benessere, tempo
libero e sano movimento all’aria aperta.
Il sistema retail barcolla sotto i colpi
della crisi e dei cambiamenti strutturali
che ormai da alcuni anni si stanno pro-
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A cura di Giovanna Glionna
L’articolo sportivo ormai da decenni ha cessato di essere monolitico.
Tra performance attiva, trend lifestyle e urban, specialità estreme e
sempre più di nicchia, l’insegna sportiva stessa ha perso di visibilità
ed affezione da parte del consumatore. Compromettendo la sua stessa
credibilità. E alla fine il mercato si è liquefatto, frastagliato in troppi e
differenti canali distributivi
Articolo sportivo, insomma, specie protetta
e in estinzione? A noi piace piuttosto
pensare che sia da proteggere, nel
senso di promuovere ed enfatizzare. Lo
sport ormai da troppi anni non è più
monolitico, non si rappresenta in maniefilando.
Di fantasmi che popolano un
regno non più dorato ce ne sono davvero
molti. C’è l’infernale mostro di Internet
e dell’e-commerce che (pare ormai
solo questione di tempo) sbaraglierà la
vendita puramente di merce condotta
tradizionalmente dal canale al dettaglio.
C’è la rete dei negozi monomarca, ormai
alla conquista dei centri storici. Ci
sono gli outlet, che hanno pur sempre la
loro ragione d’essere. Sono ormai diverse
stagioni che giungono segnali inequivocabili
di trasformazione cui dovrebbero
seguire – precedere – mosse
importanti. E invece, in mezzo a questo
bailamme, nessuno sembra avere una
strategia chiara (e tanto meno univoca
e coerente) per scrollarsi di dosso le
difficoltà e ripartire.
Dal fronte legislativo non arrivano certamente
scosse benefiche, destinate a
sconvolgere la vita del settore. In particolare,
sul fronte del retail, il costo del
lavoro (soprattutto con i ritmi imposti
dalle aperture prolungate, sempre più
spesso anche durante i festivi) sta diventando
insostenibile (è di queste settimane
la notizia del gruppo Cisalfa in
cerca di accordi straordinari con i sindacati
per mantenere il posto di lavoro
ai suoi oltre duemila dipendenti).
Quella che si profila nel settore è una
stretta micidiale sugli investimenti, che
in ambito sportivo – specie sulle sponsorizzazioni
– comportano ingaggi sempre
più difficili da sopportare.
Lo sport cheap pare oggigiorno l’unico
ad essere vincente, e promosso dalla
grande distribuzione (fuori dai denti: in
Italia Dècathlon è al momento l’unica
realtà a macinare fatturati ed aumentare
le proprie quote di penetrazione sul
mercato). Lo sport chic, di contro, sembra
ormai appannaggio esclusivo di un
turismo eccessivo e un po’ cafone, che
pure ha salvato, quest’ultimo inverno,
l’economia di diverse aree, specie quelle
turistiche e montane.
L’unica consolazione, al momento, è
considerare che nella revisione profonda
delle proprie posizioni, ciascun operatore
del settore capisca (prima che
sia troppo tardi) che sarebbe bene sotterrare
l’ascia di guerra e cercare nuove
condivisioni per ridurre costi e sprechi.
Lavorare, insomma, per una convergenza.
Nella consapevolezza che non potendo
parlare di espansione di quote di
mercato (intendo: ad appannaggio del
canale retail perché, altrimenti, il mercato
sportivo resta globalmente in buona
salute) le mosse sullo scacchiere degli
accordi commerciali partono da un importante
sottointeso: non danneggiarsi
vicendevolmente. Ovvero: provare a ricostruire
una credibilità al sistema sportivo,
salvaguardandone la distribuzione.
ra credibile frammentato com’è in tante,
troppe versioni distributive, con i maggiori
marchi in prima fila nel portare
avanti logiche commerciali apertamente
in conflitto. L’esistenza del negozio
sportivo multibrand non è infinita, e tuttavia,
come insegna l’estero, ha assolutamente
la sua ragione di essere e resistere.
POST SCRIPTUM. A proposito di passato,
e di ruoli tradizionali. Quello
dell’agente è sicuramente il più critico,
stretto com’è tra le aziende mandatarie
da una parte e i negozi/clienti dall’altra.
Ormai nessuno se la sente più di negare
che il ruolo dell’agente, adagiatosi sulla
routine, sia ormai in estinzione. Eppure è
questa, da sempre, la categoria più attiva
e visibile (specie tra le corsie delle
fiere), l’unica di fatto – oggi – a proporre
quanto meno delle occasioni di incontro
e di confronto. Sono d’altronde proprio
loro, i rappresentanti, ad essere schiacciati
in una posizione ormai al limite della
sostenibilità. Indubbiamente, è faticosissimo
reggere il passo in un asset distributivo
che tende a concentrare drasticamente.
Barcamenandosi tra formule
sempre più ibride e complesse (tra tutte,
quelle dell’agente esclusivo, piuttosto
che del distributore inter-regionale, dotato
di show room e subagenti, magari
strategicamente dislocato su piazze
commerciali strategiche anche per questione
di immagine). Giustissimo dunque
prendersi il tempo, specie ora che
c’è fin troppa calma, per provare a reinventarsi
rimettendo tutto in una costruttiva
e aperta discussione.
Poiché ormai l’unica certezza è che le
cose rischiano di peggiorare, prima di
andare meglio, il fatto di avere come
unica strategia quella di tirare avanti è
ormai un modo per precipitare.
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7

sport village
A cura di Andrea Sganzerla
comunicazione eventi sponsorship
un legame nel segno dell’internazionalizzazione
La Sportiva ed Arco: c’è qualcosa di speciale che lega due
realtà trentine apparentemente distanti tra loro eppure così
vicine: la prima è un’azienda calzaturiera (che ora produce
anche abbigliamento tecnico da montagna) nata nel 1928 da un
laboratorio artigiano della Valle di Fiemme e che oggi esporta i
propri prodotti in oltre 74 Paesi del mondo, la seconda è una cittadina
di montagna che si affaccia su uno dei più bei laghi d’Italia
e che ha saputo nel corso degli anni aprirsi ad un pubblico internazionale
fatto soprattutto di arrampicatori di tutti i livelli, provenienti
da ogni parte del mondo per cimentarsi con le numerose
falesie che circondano la Valle del Sarca… e non a caso proprio
ad Arco si svolge l’annuale kermesse ad invito degli arrampicatori
più forti al mondo: il Rock Master.
A fare da comune denominatore alle due realtà è la capacità di
aprirsi verso l’esterno, alla dimensione internazionale, senza perdere
le proprie radici e conservando sempre e comunque la propria
storia e specificità. La Sportiva ed Arco sono due realtà di
montagna che, in modi diversi e sempre grazie ad un altro elemento
comune quale l’arrampicata sportiva, hanno saputo varcare
i confini fisici e mentali che spesso le montagne portano con
sé.
Si è svolto in questo contesto, esaltando il comune humus culturale
e storico, l’annuale International Sales Meeting de La Sportiva,
appuntamento durante il quale vengono presentate tutte le
novità prodotto della stagione successiva a tutti i distributori del
marchio a livello internazionale. Oltre 70 i Paesi rappresentati con
l’eccezionalità della partecipazione esclusiva di tutta la rete vendita
americana al gran completo. Un evento unico, un appunta-
mento di lavoro e di celebrazione di un’azienda che da oltre 85
anni rappresenta l’eccellenza nelle calzature dedicate a chi va in
montagna.
Durante la convention è stata svelata per la prima volta alle oltre
100 persone coinvolte, la tanto attesa prima collezione di abbigliamento
d’arrampicata a marchio La Sportiva ufficialmente lanciata
sul mercato internazionale dall’11 al 14 luglio in occasione
della fiera OutDoor Show di Friedrichshafen in Germania.
ACQUAMICA NUOTO ANCH’IO ARENA
È entrato subito nel vivo “Acquamica Nuoto Anch’Io Arena”, 1° Progetto
Nazionale Scolastico di Avvio all’Acquaticità pensato e realizzato da
Arena in collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto (FIN), che è
stato presentato a Milano.
E proprio il capoluogo lombardo ha ospitato la prima “Festa dell’acqua”
al Centro FIN Lampugnano dove i bambini di alcune classi di 1°
e 2° elementare hanno potuto conoscere da vicino l’elemento acqua
per la prima volta attraverso il gioco. Durante la mattina i piccoli partecipanti
sono stati affiancati, fuori e dentro la vasca, dallo staff FIN e dal
campione della Nazionale Italiana Samuel Pizzetti, medaglia di Bronzo
agli Europei 2012 nei 400 m stile libero, che si è cimentato insieme a
loro in tutte le attività.
I bambini sono stati divisi in sei squadre ciascuna identificata con alcuni
dei Characters dell’Arena Water Tribe che durante il progetto “Acquamica:
Nuoto Anch’Io Arena” aiuteranno i bambini ad imparare a fare
amicizia con l’acqua. Tra questi personaggi ne erano presenti alcuni
come Plunk (il Pesce Spada), Maggie (la Tartaruga), Kora (la Piovra)
e Thunder (lo Squalo).
Il progetto “Acquamica Nuoto Anch’Io Arena” tornerà da settembre
2013 per proseguire fino ad aprile 2014 su tutto il territorio nazionale.
Il primo anno saranno coinvolte 500 classi, 12.500 bambini e famiglie,
250 scuole e 500 insegnanti.
Gli alunni coinvolti potranno avvicinarsi all’acqua, imparando a gestire
le proprie reazioni con il contatto di un elemento diverso attraverso il
gioco, fino a muovere le prime bracciate nel mondo natatorio. Arena e
FIN coinvolgeranno i bambini e le loro famiglie in un percorso di educazione
motoria, sostenendo l’importanza del nuoto come attività base
di tutte le discipline natatorie e facilitando l’avvicinamento dei più
piccoli ad esse. Per raggiungere queste finalità ad ogni tappa i partecipanti
al progetto saranno affiancati ad un campione FIN, compatibilmente
con gli impegni agonistici, rappresentante delle diverse discipline
natatorie, che si metterà in gioco insieme ai più piccoli per aiutarli
ad avvicinarsi gradualmente all’acqua e trasmettergli la gioia di vivere
a contatto con questo elemento.
Durante la prima fase, le scuole saranno invitate a partecipare ad un
“Concorso Scolastico”: tutte le classi iscritte riceveranno un kit di partecipazione
contenente materiale educativo dedicato ad alcuni temi legati
all’acqua nell’ambiente natatorio che i bambini dovranno sviluppare
producendo un elaborato creativo (poesia, racconto, disegno, cartellone,
plastico, striscione, poster). A questo punto avrà inizio la fase
finale del progetto:
una giuria giudicherà
gli elaborati più meritevoli
e le classi vincitrici
saranno protagoniste
della “Festa
dell’Acqua” che si
terrà a conclusione
del progetto, mentre
tutti gli alti partecipanti
riceveranno del
materiale utile per
proseguire l’attività
natatoria.
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PER UNA CORSA ROCK
Correre al Milano City Sound? Certo che
si può e questo grazie a Brooks. L’importante
festival musicale milanese e Brooks
Running per la prima volta insieme. Rock
e corsa che trovano un punto in comune,
in particolare all’Ippodromo del Galoppo
dal 10 giugno al 28 Luglio 2013. Musica,
ritmo, allegria, passione, sorrisi, tutte
qualità che tanti giovani possiedono così
come tanti runner.
La grande musica ha dunque aperto le porte alla corsa
e Brooks è presente ogni giorno con uno stand per
adidas sponsorizza Djokovic per le scarpe
Adidas ha annunciato la partnership con il numero uno
del tennis mondiale Novak Djokovic. Il campione serbo
ha inaugurato le sue Barricade 7 agli Open di Francia.
Il contratto è nato dalla volontà personale di Novak di
indossare le Barricade ancora per molti anni; vincendo
sei dei suoi Grandi Slam indossando sempre scarpe
adidas.
Novak ha dichiarato: “Le adidas Barricade sono le mie
scarpe preferite. Le indosso da molti anni e ho indossato
tutti i modelli precedenti. Mi trovo molto bene e
sono molto comodo quando le uso sul campo, che è
un elemento fondamentale per un giocatore di tennis.
Faccio movimenti dinamici molto particolari, con continui
cambi di direzione e scivolate laterali, quindi necessito
di una giusta stabilità insieme a un peso ideale e
grandi prestazioni. Adidas mi ha fornito le migliori scarpe
esistenti sul mercato per aiutarmi a vincere il Roland
Garros per la prima volta.”
AI FRATELLI RIEGLER IL PREMIO PAOLO CONSIGLIO 2013
L’alpinismo italiano da sempre ha prodotto atleti di
spessore internazionale, e la creazione di un premio
di valorizzasse imprese importanti e significative è
parso al CAI Accademico un momento fondamentale
per riconoscere le attività dei propri protagonisti.
Nasce così nel 1995 il premio Paolo Consiglio che
è stato assegnato ai fratelli Martin e Florian Riegler,
alpinisti altoatesini che nonostante la giovane età
(hanno meno di trent’anni) hanno già un palmares
significativo. In particolare il riconoscimento del
Club Alpino Italiano ai due Riegler brothers è stato
assegnato per la loro spedizione in Pakistan ritenuta
la più interessante iniziativa alpinistica extraeuropea
del 2012: la conquista di una vetta inviolata di
4950 metri, che hanno battezzato Kako Peak, che
nella lingua locale significa “fratello grande”.
Significative le parole del presidente del Cai Accademico
Giacomo Stefani nella cerimonia di premiazione:
“Martin e Florian Riegler sono due brillanti
esponenti di un alpinismo giovane che non segue le
mode, che disdegna le strade battute dalla massa
ma che al contrario ha come priorità l’esplorazione
e l’esperienza – commenta il numero uno del Cai
Accademico – e i due fratelli portano avanti idee e
tutta la durata del Festival.
Sul palco eccezionali artisti internazionali
come Mario Biondi, i Motorhead,
The Killers, Stereophonics,
Iggy Pop, Skunk Anansie, Devide
Van De Sfross, Deep Purple,
Santana, Blur e tanti altri… appena
sotto migliaia di giovani che ogni
giorno camminano, corrono, vanno
in bicicletta, in palestra e che possono
così provare e testare le nuove e coloratissime
Brooks.
“È stato emozionante vedere Novak diventare il numero
uno al mondo. Adidas è orgogliosa di essere partner
di Novak e faremo tutto il possibile per aiutarlo a
vincere ancora più titoli assicurandogli sempre il meglio
per quanto riguarda le scarpe”, ha detto Vincent
Montalescot, vice presidente Global Sports Marketing
adidas.
scelte anticonformiste con uno stile pulito, da veri
professionisti che hanno trovato la loro personalissima
strada alla montagna, cercando mete di estrema
difficoltà in posti perlopiù isolati. Questi motivi ci
hanno portato a scegliere la loro spedizione come
la migliore del 2012, nella speranza che questo tipo
di alpinismo faccia scuola.”
Profonda soddisfazione in casa Riegler per il Premio
Consiglio: “Siamo felici di aver ottenuto questo risultato,
perché è anche un riconoscimento della
bontà di un approccio alla scalata in cui noi crediamo
moltissimo”, conclude Florian, atleta dell’alpineXtrem
Team di Salewa.
Gaerne saluta Cancellara
Fabian Cancellara, il ciclista svizzero
del Team Radioshack Leopard
Trek, uno degli atleti più famosi
del panorama ciclistico attuale,
ha fatto visita agli stabilimenti
Gaerne a Coste di Maser
(TV), storico marchio italiano nella
produzione di scarpe da ciclismo.
Fabian ha trascorso un’intera giornata
in Gaerne, visitando il reparto
di produzione, per vedere come
vengono realizzate le sue scarpe
da bici.
Per l’occasione Gaerne, ha voluto
dedicargli una versione speciale
della Carbon G.Chrono personalizzata
con i colori della bandiera
svizzera, Paese di origine di Cancellara
e, nella parte posteriore le
sue iniziali in color oro, come le
medaglie conquistate quest’anno.
Questa calzatura sarà disponibile
a breve presso tutti i rivenditori
Gaerne.
Per Fabian c’è stata inoltre un’ulteriore
sorpresa, Ernesto Gazzola
ha voluto regalare al campione
svizzero, la scarpa N. 1 dell’esclusiva
serie numerata “Ernesto’s
carbon G. chrono 80th Special
Edition” prodotta in sole 80 paia.
Un pezzo davvero prezioso, una
calzatura ricca di significato, che
racchiude in sé tutta la tradizione
e la qualità del made in Italy. La tomaia
è prodotta in vera pelle di
pregiata qualità, con impresse le
tre date storiche attraverso una
punzonatura a caldo: 1932 anno
di nascita del titolare Ernesto Gazzola,
il 1962 l’anno di Fondazione
dell’azienda e il 2012 a rappresentare
il presente e il futuro, con sfide
e traguardi da affrontare e da
vincere. A completare il tutto, l’autografo
di Ernesto Gazzola dalle
cui iniziali deriva il nome dell’azienda.
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sport village
DOLOMITE CON IL SOCCORSO ALPINO
Dolomite e il Corpo Nazionale Soccorso
Alpino e Speleologico (CN-
SAS) rinnovano l’accordo di collaborazione
che li vede fianco a fianco
dal 2009, prolungandolo sino al
2014. Il contratto prevede una fornitura
in esclusiva di scarpe da
montagna/outdoor ai professionisti
del Soccorso Alpino e della Scuola
Nazionale Tecnici del Soccorso
Alpino (SNATE) da parte di Dolomite.
Il brand trevigiano, presente sul
mercato outdoor da oltre 100 anni,
ha nel suo dna la passione per la
montagna e crede in quei valori di
cui il Soccorso Alpino si fa portavoce
con il suo lavoro giorno dopo
giorno. L’azienda sostiene da sempre
i grandi campioni degli sport alpini
nelle loro imprese più audaci,
dalle scalate alle vette più difficili alle
spedizioni nei luoghi più impervi.
L’accordo tra Dolomite e il CNSAS
ha lo scopo di promuovere la sicurezza
ad alta quota, grazie all’appoggio
di un personale qualificato
che si dedica alla tutela di chi vive
il mondo della montagna e di testimoniare
l’importanza che il brand
da sempre riconosce alla sicurezza,
comportamento fondamentale per
praticare la montagna e l’outdoor.
I modelli messi a disposizione da
Dolomite agli esperti di CNSAS
(ogni scarpa un utilizzo) sono: le
Cougar HP PRO GTX, le Steinbock
SU GTX, le Steinbock GTX,
le Steinbock Approach HP GTX, le
Steinbock Approach GTX e le
Sparrow Evo High GTX, le 54 low
e le 79 high.
Questa stretta collaborazione, anche
sotto il profilo tecnico, permette
un test continuo ed estremamente
qualificato delle calzature. Le informazioni
inviate permettono la
messa a punto e lo sviluppo di nuovi
prodotti.
INES PAPERT APRE “AZAZAR”
Ispirati dalle spettacolari foto di Kurt
Albert e Toni Arbones scattate durante
la loro prima salita di “Antro.
po.cene”, all’inizio di aprile 2013 il
forte team internazionale composto
dalla tedesca Ines Papert, ambassador
Lowa, dall’austriaca Lisi Steurer
e dallo svizzero Patrik Aufdenblatten
è partito alla volta del Marocco
nelle Gole del Taghia tra le
montagne dell’Alto Atlante con
obiettivo una linea sorprendente
sulla parete Sud-Ovest del Tadrarate.
Questa grande parete rocciosa si
trova alla fine delle celebri gole, a
due ore circa dal villaggio di Taghia
ed è raggiungibile attraverso il meraviglioso
sentiero costruito originariamente
dai pastori berberi locali
per condurre le loro pecore a valle.
Con loro grande sorpresa, il primo
giorno i tre alpinisti hanno casualmente
incontrato l’uomo che aveva
ispirato il loro viaggio, lo spagnolo
Toni Arbones... a volte il mondo è
davvero un piccolo.
Aufdenblatten, Papert e Steurer si
sono messi subito al lavoro e, salendo
dal basso per 10 giorni, hanno
aperto la loro nuova via “Azazar”
(8a), lunga 400 metri, 100 metri a
destra di Antro.po.cene. I tre atleti
hanno utilizzato una grotta ai piedi
della montagna come rifugio temporaneo,
hanno scalato in stile capsula,
dormendo sul portaledge nella
parte alta della parete, superando
gradi di difficoltà fino all’8a.
Ines Papert , atleta del team Lowa,
ha descritto la via “un po’ alpinistica”
a causa della lunghezza dei tiri”,
aggiungendo: “La scalata è varia e
gli strapiombi sono seguiti da complesse
placche di roccia. Le difficoltà
non mollano mai e l’arrampicata
è sempre molto impegnativa, sia fisicamente
che psicologicamente.”
Anche se tutte le lunghezze sono
state liberate, la squadra non ha
avuto il tempo per provare ad effettuare
la prima rotpunkt di tutta la via
in giornata.
Papert ha commentato: “Abbiamo
incontrato molta neve sulla parte
iniziale del percorso che ci è costata
un po’ di tempo ma credo di tornare
a Taghia nel prossimo futuro,
per tentare la rotpunkt dell’intero
percorso in un giorno.”
I progetti vincitori di Explore Fund 2013
The North Face ha presentato a fine maggio le 13 organizzazioni no
profit europee che hanno conquistato il contributo finanziario offerto
nell’ambito del progetto The North Face Explore Fund.
Le associazioni hanno presentato progetti volti ad avvicinare i giovani
al mondo dell’outdoor, ognuna delle organizzazioni selezionate riceverà
fino a 2500 euro di finanziamento. I programmi che hanno beneficiato
di The North Face Explore Fund vengono da Regno Unito, Italia,
Francia, Polonia e Paesi Bassi.
“Per più di 40 anni The North Face si è impegnata per far appassionare
il pubblico al mondo dell’outdoor tramite atleti, spedizioni ed eventi”,
commenta Eric Pansier, VP Marketing The North Face EMEA. “Due
anni fa abbiamo lanciato il programma The North Face Explore Fund,
che si è voluto concentrare sui giovanissimi per creare una nuova generazione
di esploratori. Da allora, questo progetto è diventato una pietra
miliare del nostro impegno a lungo termine nell’ispirare le persone
ad avvicinarsi alla vita all’aria aperta. Siamo lieti di poter dare il nostro
supporto a 13 nuovi progetti che aiuteranno i ragazzi a scoprire il grande
parco giochi della natura.”
L’Associazione Sportiva Orizzonti Verticali – scuola di arrampicata di
Montebelluna – da qualche anno promuove l’arrampicata sportiva tra
i giovani nelle scuole ed è arrivata a creare un buon gruppo di ragazzi
che durante il periodo invernale svolgono questa attività indoor partecipando
anche a numerose gare del circuito italiano F.A.S.I..
“Il progetto Explore Fund ci permetterà quest’estate, di dare a questi
ragazzi la possibilità di vivere alcune giornate all’aperto provando delle
attività per loro nuove, come
il canyoning, le vie ferrate,
l’arrampicata in falesia.
Questo sarà un modo per
noi di dare loro il motivo di
stare insieme e di provare
nuove esperienze esplorando
la natura.”
In particolare l’uscita alla
Falesia dei Laghetti di Frassenè
Agordino, in provincia
di Belluno, sarà aperta ai
ragazzi diversamente abili
provenienti dal servizio Ceod di Agordo; è da ricordare che la falesia
di Frassenè è la prima falesia certificata in Italia per arrampicatori sportivi
diversamente abili.
Le uscite saranno seguite dalla Guida Alpina Evaristo Rizzotto che accompagnerà
i ragazzi in queste avventure. Evaristo farà conoscere alcuni
aspetti della montagna con l’obiettivo di fornire ai giovani nuovi
punti di vista sull’attività esplorativa che può essere svolta in ambiente
montano.
The North Face ha presentato Explore Fund per la prima volta negli
Stati Uniti nel 2010, come parte integrante della mission aziendale per
favorire uno stile di vita sano, attivo e di salvaguardia ambientale, creando
un legame più stretto con la natura.
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CRAZY IDEA e il suo TEAM RUNNING
Lo sviluppo del Trail running e dello Sky running ha stimolato nell’azienda
Valtellinese l’interesse a focalizzarsi ulteriormente su questo importante
segmento di mercato. Crazy Idea nel lontano 1995 è stata tra le prime
aziende ad avvicinarsi a questo affascinante mondo, proponendo già da
allora dei capi studiati per le prime Sky Race. Lavorando a stretto contatto
con i migliori rappresentanti della disciplina e costruendo con essi i capi
specifici per un’attività allora agli albori.
Dopo anni di continue collaborazioni, da questa stagione agonistica, è stato
creato un vero e proprio Team Crazy, questo è stato possibile anche
grazie alla lungimiranza della Federazione Internazionale Sky running che
sta sostenendo sempre più lo sviluppo dei Team privati, sulla falsariga di
quanto si propone per il ciclismo e la mtb.
Nel team Crazy Idea sono presenti dei veri e propri specialisti del settore,
ma anche alcuni atleti che già sono presenti nel Team Crazy Winter, e sono
fra gli sci alpinisti più forti del mondo; è il caso questo per esempio di
Matheo Jacquemoud, il giovane francese che a soli 22 anni ha già vinto la
Pierra Menta, il tour du Rutor, la Patruille des Glaciers ed è in testa al circuito
Grande Course. La scelta di investire nel team è dettata dal fatto che
l’azienda è convinta che si sia più credibili promuovendo la propria immagine
con la presenza forte sul campo a contatto con gli utilizzatori, grazie
alla competenza ed all’immagine
dei “top runner”.
Ph: Jordi Saragossa e D. Bonelli.
MONARCAS DE MORELIA VESTIRÀ JOMA
Una nuova squadra si unisce al team di club messicani sponsorizzati da
Joma fin dall’arrivo del marchio nel Paese di centroamerica nel 1996. In
passato hanno vestito il marchio spagnolo Atlético Celaya, Tigres de Veracruz
e Jaguares de Chiapas; ora arriva il turno di Monarcas de Morelia.
Il Club “Rojiamarillo” ha raggiunto un accordo di sponsorizzazione tecnica
con Joma per vestire Prima squadra e le categorie Under-17 e Under-20
a partire dalla prossima stagione (Torneo Apertura 2013)
Sopranominato “el equipo de la fuerza”, Monarcas de Morelia è una squadra
che milita nella Primera División Messicana e, nonostante la sua breve
storia, ha un percorso recente molto importante.
Nel suo palmarés conta una partecipazione nella Copa Libertadores, e due
finali consecutive nella Coppa di Campioni della Concacaf che valsero per
ottenere il riconoscimento dell’IFFHS come miglior squadra del mondo nel
mese di aprile 2002.
I colori tradizionali della società,
rosso e giallo, saranno nuovamente
riportati dal brand
spagnolo nella nuova collezione
del Club, che sarà presentata
nel giro di poche settimane.
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sport village
ASICS rinnova con la Pallavolo
Asics ha ufficializzato l’accordo di
rinnovo della sponsorizzazione con
la Federazione Italiana di Pallavolo
per i prossimi quattro anni. La partnership
prevede la realizzazione da
parte di Asics della divisa e dell’abbigliamento
da gara per la selezione
nazionale che rappresenterà
l’Italia nelle prossime competizioni
internazionali, inclusi tutti gli eventi
più importanti, come i Campionati
Europei maschili e femminili nel
2013, i mondiali femminili che si
svolgeranno in Italia nel 2014, e i
Giochi Olimpici di Rio de Janeiro
nel 2016.
Oltre agli atleti facenti parte della
prima squadra maschile e femminile,
Asics fornirà calzature, abbigliamento
ed accessori ai più promettenti
atleti della nuova generazione,
che attualmente rappresentano
l’Italia a livello juniores, al fine di
aiutarli a esprimere tutto il loro potenziale
e a raggiungere l’obiettivo
di rappresentare il proprio Paese ai
massimi livelli della pallavolo internazionale.
Luca Bacherotti, Amministratore
Delegato di Asics Italia, ha dichiarato:
“Asics può vantare una lunga
e gloriosa tradizione di collaborazioni
con atleti, team e federazioni.
In questo ambito, siamo estremamente
lieti di poter continuare a fornire
prodotti all’avanguardia ad un
partner prestigioso come la Federazione
Italiana di Pallavolo. La partnership
tra Asics e la Fipav rappresenta
inoltre per noi un’occasione
importante per continuare a rafforzare
la nostra posizione nel mercato
del volley e la nostra reputazione
di brand leader tra i marchi che producono
materiale destinato a chi
pratica sport con passione ed applicazione.”
Asics è stato partner della FIPAV
già in cinque quadrienni, comparendo
con il proprio brand sulle divise
della Nazionale in cinque Olimpiadi,
cinque Campionati del Mondo
e dieci Campionati Europei. Oltre
alla FIPAV, Asics fornisce le divise
alla Federazione Bulgara, Coreana
e Giapponese.
continua la stagione di successi per il trail running
Fine settimana di impegno per il circuito Salomon Trail Tour Italia. Rispetto
e tutela dell’ambiente, impegno sportivo rilevante, panorami da apprezzare
passo dopo passo. L’appuntamento di Alpago (BL) ha offerto un
percorso variegato, davvero esigente soprattutto nella prima parte caratterizzato
da un finale più scorrevole con continui saliscendi, concepito
per unire idealmente le rive del lago Santa Croce ai monti che racchiudono
la Conca dell’Alpago per arrivare a costeggiare il famoso Bosco
del Cansiglio.
Al via sulla distanza lunga, il cui tracciato, vista la presenza di neve in
quota, è stato modificato opportunamente, accorciando anche l’altimetria,
i due capoclassifica del circuito, Francesca Mai (I muscoli del Lario)
e Sergio Vallosio (Team Salomon
Agisko). Da evidenziare il rientro
dopo circa 1 anno di stop di Giuliano
Cavallo, forte portacolori del Team
Salomon.
Continua la stagione di successi
per il Trail Running, sempre più apprezzato
da esperti e neofiti, sia nel
suo ambiente più naturale, la montagna,
sia sulle alture che nei contesti
più urbani fino a quelli delle
grandi città.
Ulteriori informazioni sul sito www.
salomontrailtouritalia.com.
le trasformazioni di JOMA in portogallo
Joma è presente in Portogallo da diversi
anni, soprattutto nel settore del team wear.
Finora il marchio ha lavorato con distributori
nazionali, con chi aveva dei rapporti
commerciali solidi grazie alla prossimità
geografica con la sede centrale.
Eppure, l’espansione commerciale e logistica
dell’azienda ha reso possibile
questo passaggio verso un canale diretto.
In questo modo, il Portogallo diventa
uno dei Paesi europei in cui Joma opera
direttamente come del resto succede in
Germania, Italia, Regno Unito e Francia.
Poche settimane fa, l’azienda ha presentato
a Porto la nuova strategia di mercato
per la quale ci sarà una direzione commerciale
ed una rete di vendita propria.
Alla presentazione assistettero oltre 300
persone, tra clienti attuali e potenziali,
club sponsorizzati dal marchio e stampa specializzata.
La penetrazione del marchio Joma nel mercato portoghese è aumentata
del 10% nelle ultime quattro campagne. Il picco di crescita più alto si è visto
nel team wear, grazie anche alle sponsorizzazioni di squadre locali come
G.D. Estoril o Uniao Leiria.
POMOCA INAUGURA LA NUOVA SEDE
Pomoca è stata fondata e gestita
fino al secolo scorso dalla famiglia
Dufour che vanta una lunga
tradizione, a partire dal 1870, nel
mercato della montagna, dello
scialpinismo e dello sci alpino.
Nel 1933 commercializzano la
prima pelle antiscivolo e insediano
la fabbrica ad Aubonne, tra
Losanna e Ginevra. Il marchio Pomoca
cresce in modo esponenziale,
con continui progressi a livello
tecnico che gli consentono
di proporre innovazioni all’avanguardia
nel settore delle pelli.
All’inizio della loro produzione la
funzione delle pelli era semplicemente
quella di evitare lo scivolamento
degli sci sulla neve, ora
questo prodotto deve rispondere
a tante diverse esigenze. Gli ski
runner richiedono alle loro pelli
ottima scorrevolezza, una caratteristica
meno importante per gli
scialpinisti classici alla ricerca di
un grip maggiore sulla neve. Lo
sviluppo di discipline
distinte aumenta la richiesta
di pelli ad hoc
per ogni differente
utilizzo.
È proprio per rispondere
in modo migliore
alle nuove esigenze
del mercato che Pomoca ha deciso
di spostare la propria fabbrica
da Aubonne al polo industriale di
Denges.
La nuova sede è stata inaugurata
il 30 maggio scorso: clienti, amici
ed atleti vi hanno preso parte
con entusiasmo. Tra loro anche
Yannick Ecoeur, membro della nazionale
svizzera di scialpinismo e
poliziotto di frontiera, uno dei
campioni e detentore del record
alla Patrouille de Glacier, la più
importante gara di skitour al mondo.
Heiner Oberrauch, presidente
del Gruppo Salewa e Josep
Castellet, direttore di Pomoca,
sono stati i maestri di cerimonia
dell’inaugurazione. La presenza di
Guy Dufour, ex proprietario e fondatore
della società, prima che
fosse rilevata dal gruppo altoatesino,
ha dimostrato che lo spirito
familiare che aveva portato Pomoca
al successo, non è affatto
scomparso.
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IN ITALIA IL PRIMO TIGERS RUGBY CAMP 2013
Per gli amanti del rugby si tratta di
una vera chicca: per la prima volta
in Italia una società privata, il Bologna
Lions Rugby, organizza un
Camp giovanile in collaborazione
con i Leicester Tigers, la squadra di
maggior successo in Gran Bretagna.
“Tigri e Leoni” uniti, per una
settimana, sullo stesso campo.
I Lions Rugby Bologna in collaborazione
con uno staff tecnico composto
da 5 allenatori dei Leicester
Tigers, offrono a quasi 100 ragazzi
(già iscritti) l’opportunità di partecipare
al Rugby Training Camp 2013
a Lizzano in Belvedere sull’Appennino
Tosco-Emiliano. Lo staff tecnico
presente al camp farà così vivere
ai giovani delle classi 1998-
2003 l’atmosfera, le metodologie e
l’emozione del mondo professionistico
n°1 in Europa.
“A ragazzi e ragazze viene offerta la
possibilità di allenarsi con uno staff
tecnico professionista, immergendosi
così a 360° nell’atmosfera del
gioco che sempre più i genitori propongono
ai figli come prima alternativa
al calcio”, commenta Gianluca
di Venanzo dei Lions Rugby Bologna.
“Questo primo Camp conta
su un valore aggiunto straordinario
che anche gli esperti considerano
eccezionale: la partecipazione dei
Tigers, una delle squadre professionistiche
inglesi più importanti al
mondo ed appena laureata campione
nella Aviva Premiership inglese,
da loro vinta ben 10 volte. Un record!
Diamo loro il benvenuto e li
ringraziamo per questa straordinaria
collaborazione.”
Le attività proposte nel corso del
Camp 2013 annoverano anche
conversazioni in lingua inglese quotidiane
con cinque tutor madrelingua
ed una dieta alimentare studiata
sia per soddisfare il palato che
per dare un corretto apporto calorico
ai ragazzi. Saranno utilizzati soprattutto
cibi
di stagione,
prodotti biologici
e locali.
Il tutto per
dare più gusto
ed ottenere
il gradimento
dei
ragazzi, ma
soprattutto
garantire salute
e benessere.
Lotto e gli Internazionali di Roma
Gli Internazionali BNL di Roma sono uno dei tornei su terra rossa più belli
a livello mondiale – non solo per la suggestiva cornice del Foro Italico che
fa da sfondo alle sfide dei migliori atleti, ma anche per tutto il contorno di
eventi e testimonial di spicco che accompagnano l’intera manifestazione.
Anche in questa 70esima edizione Lotto è stata presente vestendo ben 13
testimonial, tra cui David Ferrer, Nicholas Almagro, Agnieszka Radwanska
ed Ekaterina Makarova, che sono scesi in campo indossando la collezione
Primavera-Estate 2013. Lo stand Lotto, posizionato al centro del Foro Italico,
è stato un punto di riferimento per tutta la durata del torneo, con tante
iniziative e novità: dalle presentazioni di nuovi prodotti, alle autograph
sessions con gli atleti, alle attività di vendita al pubblico, sino alle diverse
sorprese riservate ai presenti. Il tutto ben condito dalla massiccia presenza
sulle maggiori testate sportive e tennistiche, sia cartacee che virtuali: la
campagna stampa su
Gazzetta dello Sport,
Ubitennis.com, Iltennisitaliano.it.
che va ad aggiungersi
alle uscite già
programmate nell’arco
dell’anno su Il Tennis Italiano
e Matchpoint.
MARCA FUTSAL VINCE LO SCUDETTO
Sono bastate le tre prime partite di una finale a 5 per
regalare a Marca Futsal il secondo tricolore nella sua
storia. Una finale scudetto tutta bianconera (e Joma),
con i trevigiani che hanno fatto risultato nelle due gare
precedenti; 3-2 a Bassano del Grappa e 5-3 nel
secondo duello disputato a Conegliano.
Il terzo duello tra le squadre venete alla Zoppas Arena
è finito 3-2 sul tabellone, risultato che ha portato
nuovamente il tricolore a Castelfranco Veneto. Inoltre,
il tecnico spagnolo Julio Fernandez è entrato nella
storia diventando l’unico allenatore a vincere lo scudetto per due anni
su due panchine diverse (l’anno scorso con i lupi).
Il successo della Marca è la ciliegina sulla torta di una stagione indimenticabile
per Joma nel futsal italiano, dove tutte le squadre vincenti sono targate
con la famosa “J” spagnola.
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BROOKS E TEAM HONDA WORLD MOTOCROSS
Brooks Running sale in moto e lo fa
tra il fango, la velocità ed i salti del
Team Honda World Motocross.
L’azienda ha pertanto il piacere di
annunciare che tutti i membri del
team ed i piloti ufficiali Evgeny Bobryshev
e Max Nagl, utilizzeranno
per i loro allenamenti le calzature
Brooks. “Siamo davvero lieti di aver
iniziato questa nuova partnership
con Brooks Italia, uno dei marchi
leader nel mondo. Si è creata una
situazione ideale per lavorare in
maniera efficace per tutti i membri
del Team e per i nostri piloti che
senza dubbio avranno importanti
benefici nell’utilizzare costantemente
Brooks durante tutto il campionato
ufficiale MX1”, ha confermato
Aquarapid con Alice Mizzau
Aquarapid conferma la sua leadership
nel mondo del nuoto, con l’arrivo
nel suo team, della giovane Alice
Mizzau, friulana impiantata a
San Marino che dal dicembre 2011
fa parte del gruppo sportivo delle
Fiamme Gialle.
“Ho scelto Aquarapid – dice Alice
– perché mi ha colpito la loro idea
di volermi mettere al centro di un
progetto, con tanto di linea dedicata.
Il fattore umano e la comprensione
reciproca per me sono due
elementi necessari che devono esserci
in ogni tipo rapporto. Ancorché
Aquarapid non sia un marchio
il Team Manager Lorenzo Resta.
“È fantastico che possiamo utilizzare
le calzature Brooks per allenarci
e durante i tanti viaggi e spostamenti,
così come nei giorni di gara.
Si tratta di un marchio di qualità
ben riconosciuto dagli atleti di tutto
il mondo e siamo fieri di avere il
meglio per tutti noi. Dal mio punto
di vista utilizzando Brooks potrò ridurre
il rischio di lesioni e rendere
l’allenamento davvero efficace”, ha
detto Evgeny Bobryshev, pilota
Honda World Motocross
“Crediamo che la preparazione fisica
sia la chiave del successo per la
maggior parte degli sport e in particolare
per quelli di resistenza”, ha
detto Marco Rocca, sales & marketing
manager di Brooks Italia. “Per
questo motivo e per aumentare la
visibilità del nostro marchio, un vero
leader in corsa, ma con un grande
potenziale di crescita nel mercato
dello sport in generale, è nata
questa collaborazione con Honda
che è strategicamente importante.
Inoltre come tifosi MX, l’emozione
nel poter affiancare una squadra
così blasonata, è davvero ai massimi
livelli.”
ancora affermato nell’ambito delle
competizioni di alto livello natatorio,
mi auguro di poter scalare le vette
insieme al mio sponsor.”
“Siamo molto felici di aver concluso
questo accordo con Alice”, commenta
lo Staff Aquarapid. “La nostra
società, benché lavori nel settore
acquatico da ormai molti anni,
è ancora molto giovane nel settore
agonistico. Ciò che vogliamo fare
insieme ad Alice è un percorso di
crescita, in cui Alice stessa sarà il
fulcro, che siamo certi porterà risultati
importanti.”
Un flashmob per il BORUSSIA DORTMUND
Puma ha voluto dimostrare il proprio affetto e la propria gratitudine alla
squadra finalista della UEFA Champions League 2013 con una speciale
sorpresa musicale. Tutto è accaduto all’aeroporto Stansted di
Londra, prima che la squadra prendesse il volo di ritorno per Dortmund;
un team di 30 musicisti, cantanti e ballerini, mascherati per non
essere riconosciuti, sono rimasti in attesa dell’arrivo del team al terminal
e appena Reus e compagni sono apparsi hanno dato vita ad un coreografico
e divertente flashmob sulle note di Movin‘ On Up dei Primal
Scream.
Marco Reus ha commentato: “Siamo arrivati all’aeroporto esausti, ancora
molto stanchi e rammaricati per l’esito della finale. Non avevamo
idea di che cosa sarebbe successo, quando un ragazzo si è alzato di
scatto e ha cominciato a fare degli strani rumori con la bocca abbiamo
pensato che fosse pazzo. Dopo pochi istanti altre persone si sono
aggiunte a lui e hanno iniziato a cantare e ballare, in quel momento ci
siamo resi che era una sorpresa organizzata per noi. Ci è piaciuto molto
e ne siamo rimasti davvero molto colpiti! Siamo amareggiati di non
aver vinto a Wembley e non aver potuto finire questa stagione incredibile
sul gradino più alto del podio ma sappiamo che abbiamo dato il
massimo. Ringraziamo Puma per questo inaspettato e divertente
flashmob.”
Terence Parris, Head of Marketing Teamsport di Puma, ha dichiarato:
“Siamo davvero molto orgogliosi della stagione giocata dal Borussia
Dortmund. Il percorso che ha portato la squadra alla finale di Champions
League è stato davvero straordinario ed emozionante. Volevamo
ringraziarli per le gioie che ci hanno regalato e per l’impegno che hanno
dimostrato in questo incredibile anno organizzando qualcosa di sorprendente
e divertente e che mostrasse loro il nostro sostegno per ricordare
a tutto il team che per Puma e per i loro tifosi, sono sempre
dei Campioni.”
Per vedere il video del flashmob si può andare al link https://www.youtube.com/watch?v=kdGT4ON0MnE.
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Nuove partnership per Crazy Idea
Oltre al programma Team Atleti, Crazy
Idea da sempre segue con particolare interesse
tutte le grandi manifestazioni sportive.
Tra le attività aziendali infatti il settore produzione
gadgettistica e premi gara “tecnici e personalizzati”
è sempre stato fiorente e seguito
con particolare attenzione.
Proporre agli organizzatori dei gadget per gli atleti
che partecipano ad una gara o ai volontari
che con il loro appoggio garantiscono il buon
esito di una
manifestazione
è da
sempre una prerogativa
aziendale.
Fornire un gadget che
non sia ‘inutile’ oppure
evidentemente di basso
prezzo, è un modo
per far capire a chi
partecipa ad una gara
che si vuole considerare molto importante la
sua presenza.
Con i premi gara di Crazy Idea quest’anno, tra
le altre ci sono: la sky race 4 luglio di Corteno
Golgi, il Giir di Mont di Premana, il rally estivo
Valtalrtano tanto per citarne alcune.
Si è optato per una t-shirt tecnica finisher al Giir
di Mont, ed invece uno short running in Power
Kler con il Silicon print per il Rally di Valtartano...
delle chicche che si vedranno spesso addosso
agli atleti in gara ed in allenamento.
A SCUOLA DI NAVIGAZIONE
Coordinate, longitudine, latitudine, azimut, altitudine,
traccia. Termini che possono spaventare
coloro che si avvicinano alla navigazione anche
grazie ai nuovi strumenti satellitari sempre
più user friendly. Tuttavia, seppure i GPS di ultima
generazione siano estremamente facili da
utilizzare, per scoprire le innumerevoli potenzialità
della navigazione satellitare, Garmin ha istituito
la GPS Academy, una iniziativa di formazione
con l’obiettivo di trasferire le nozioni base
ai propri utenti e rivenditori, gruppi sportivi, associazioni,
federazioni e associazioni di categoria.
Tutti potranno partecipare ai corsi che la sede
italiana di Garmin ha in programma in tutta
la penisola.
“Come spesso succede nel campo della strumentazione
elettronica, i consumatori utilizzano
solo una piccola parte delle funzionalità del prodotto
e questo vale anche per i GPS, siano essi
dedicati all’escursionismo o alla pratica di
sport all’aria aperta”, ha commentato Maria Aprile
di Garmin Italia. “È per questa ragione che
abbiamo avviato una strategia di ‘istruzione’ per
consentire ai nostri utenti di migliorarsi con una
maggiore conoscenza dei prodotti.”
I primi ad usufruire di GPS Academy saranno
certamente i rivenditori: “I negozi specializzati
che trattano i prodotti Garmin rappresentano un
anello importante della catena del valore, ed è
proprio a loro che l’utente si rivolge anche per
consigli e assistenza – continua – ragion per cui
vogliamo investire sulla formazione della nostra
rete vendita.” Sotto il profilo pratico, la GPS
Academy si prefigge di entrare in contatto con
le numerose esigenze del mercato attraverso
varie modalità operative: dai corsi presso la propria
sede milanese, ideali per aggiornamenti
tecnici per dealer di zona e per associazioni varie,
agli incontri formativi presso i punti vendita
di tutt’Italia che vogliono coinvolgere la propria
clientela, passando per momenti di formazione
presso i centri delle associazioni, delle federazioni,
dei gruppi sportivi e tanti altri. Il processo
di formazione si conclude con l’accesso al portale
della GPS Academy dove si potrà accedere
a un’area riservata e qui eseguire test e verifiche
per conseguire il diploma ufficiale che attesta
la formazione presso i corsi istituiti da
Garmin.
“In oltre vent’anni di esperienza abbiamo messo
a punto una metodologia di insegnamento
che può essere personalizzata in base alla categoria
dell’utenza, al profilo dell’end user, alla
disciplina di riferimento e al tempo che abbiamo
a disposizione – conclude Maria Aprile, responsabile
in Garmin Italia di GPS Academy – perché
nessuno possa dire ‘questa funzione non la
conoscevo’.”
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17

sport village
Di corsa in coppia dalla Germania all’Italia
Si terrà dal 31 agosto al 7 settembre
2013 la nona edizione della
Gore-Tex Transalpine Run, che vedrà
impegnati 500 atleti provenienti
da oltre 30 nazioni in quella che è
una delle più belle e impegnative
gare trail running in Europa.
Una sfida sempre più emozionate
che quest’anno prevede un percorso
con un dislivello di oltre 15.000
metri su un totale di oltre 250 km,
con la tradizionale partenza da
Oberstdorf, in Baviera, e il traguardo
in Italia a Laces (BZ).
Non è un caso che la Gore-Tex
Transalpine Run sia uno degli eventi
trail running più famosi al mondo
dal 2005, anno del suo debutto,
tant’è che ogni anno le iscrizioni dei
team avvengono con sempre più
largo anticipo. Un’organizzazione
perfetta, un ambiente accogliente e
familiare e la cornice spettacolare
delle Alpi rendono questa esperienza
indimenticabile per gli specialisti
del trail running più esperti.
Anche quest’anno la sfida è impegnativa:
salite ripide e discese
emozionanti si alternano in un percorso
che propone uno scenario
sempre diverso lungo le otto tappe,
con una media di 2000 metri di dislivello
e circa 35 km al giorno da
percorrere.
In gara 250 team composti da due
persone ognuno, divisi nelle diverse
categorie Uomini, Donne, Uomini
Master, Senior Master e misti.
adidas e fondazione AKTIV unite contro il cancro
L’atleta adidas Grete Waitz ha fondato in Norvegia nel 2007 la fondazione
AKTIV con lo scopo di promuovere l’attività fisica e supportare la battaglia
contro il cancro.
Specialista nella maratona, Grete Waitz ha conquistato l’argento olimpico
a Los Angeles 1984 e l’oro ai campionati mondiali del 1983. Ha, inoltre,
vinto nove volte la maratona di New York e ha migliorato più volte il record
mondiale nella specialità. Ha perso la sua personale battaglia contro il cancro
nell’aprile 2011.
Adidas ha voluto stipulare con Grete Waitz una partnership a lungo termine
per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro tramite l’associazione
AKTIV realizzando anche la collezione Modern Classic Marathon ’10.
Abbigliamento e scarpe che mantengono le forme classiche dal 1983 (anno
in cui Grete è diventata la prima donna IAAF campionessa mondiale di
maratona a Helsinki), arricchite dalle nuove tecnologie adidas.
Per supportare AKTIV, adidas dona il 2% delle vendite generate dall’abbigliamento
e dalle scarpe AKTIV all’associazione. Tutti i pezzi della collezione
hanno il logo AKTIV e colori ed elementi di design.
Nel 2013, la fondazione AKTIV ha ampliato il suo sostegno includendo nel
progetto il maratoneta più forte di tutti i tempi: Haile Gebrselassie, ambasciatore
adidas. Il 2% delle vendite generate dalla collezione uomo sosterranno
un programma di scambio per educare nuovi oncologi in Etiopia.
Thermore rilancia il claim delle origini
“Cerca dentro, cerca Thermore”: la nuova comunicazione dell’azienda leader
nella ricerca, nella produzione e nello sviluppo di imbottiture termiche,
torna alle origini del marchio e recupera il claim da cui ha avuto inizio
la sua storia e con cui, negli anni ’80, venne lanciato Thermore. Cerca dentro.
Un concetto mai così attuale e necessario in un’epoca in cui l’esteriorità,
ciò che si vede, è più importante di ciò che è nascosto ma che gioca
un ruolo di primaria importanza: senza, niente sarebbe come appare. Non
è facile, oggi, raccontare un prodotto come un’imbottitura, difficile da vedere
e quindi da valutare. A meno che non la si indossi: allora le innovazioni
Thermore parlano, esprimono la loro capacità unica di soddisfare le esigenze,
molto diverse, sia di
capi sportivi e tecnici sia di
creazioni fashion e modaiole.
Raccontano della loro massima
leggerezza , della capacità
di mantenere una regolazione
ottimale della temperatura
corporea e di eliminare
lo scomodo e antiestetico
ingombro delle tradizionali
imbottiture, per consentire
totale libertà di movimento
e massima protezione
termica.
Un giorno di ordinaria follia... golfistica
Lo scorso maggio alcuni fra i più
noti testimonial Colmar si sono prestati
non senza una buona dose di
umorismo, a mixare tutti gli sport in
una location golfistica.
E così Costantino Rocca con scarponi
e maschera ha fatto da caddie
a Piero Gros, Federico Colombo e
Andrea Pavan hanno preso il sole
nel bunker con i costumi Colmar e
giocato a biglie, Marco Crespi e
Gregory Molteni le hanno provate
tutte per andare in buca, soffiando
sulla pallina, addirittura tenendo in
bocca il tee.
Un’occasione indubbiamente originale
per marcare ancora l’attenzione
su Colmar, e proseguire nelle
molteplici iniziative con cui l’azienda
festeggia durante tutto l’anno il
suo novantesimo anniversario.
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LOTTO SPORT ITALIA FESTEGGIA I SUOI 40 ANNI
Lotto Sport Italia apre i festeggiamenti per
l’importante traguardo dei 40 anni: il 7 giugno,
giorno della fondazione dell’azienda, più
di 120 dipendenti dell’azienda si sono riuniti
alla “Corri X Padova”, in una serata di sport e
festa. Capitanati da Andrea Tomat, Presidente
e Direttore Generale, gli addetti Lotto hanno
percorso le vie cittadine di Padova nell’ormai
tradizionale appuntamento che coinvolge
migliaia di runner e walker ogni settimana.
È stata una vera ‘macchia rossa’ quella del
team Lotto, che ha colorato il serpentone
umano indossando una t-shirt celebrativa dei
40 anni creata per l’occasione. Una serata
per stare insieme, per festeggiare e soprattutto
per celebrare il prestigioso traguardo,
alla maniera che meglio sa fare Lotto Sport
Italia: praticando lo sport, essenza stessa del
marchio.
“È un orgoglio per me poter celebrare il traguardo
dei 40 anni di Lotto insieme alle persone
che ogni giorno contribuiscono ai successi
di questa azienda: 40 anni di emozioni,
di energia, di sfide, di sogni, di innovazione”,
ELLE-ERRE ALL’OROBIE VERTICAL 2013
Elle-Erre ha rinnovato la partnership per l’edizione
2013 della Orobie Skyvertical, una gara di
mille metri di dislivello che da Valbondione (BG)
ha portato 250 skyrunner al Rifugio Mario Merelli
al Coca svoltasi lo scorso 2 giugno.
Si tratta di una competizione da bere tutta d’un
fiato, per veri podisti off-road che non hanno
paura di superare i propri limiti. La gara, valida
come prova del campionato italiano, è organizzata
dall’associazione sportiva dilettantistica
Fly-up sport, con il patrocinio del CAI di Bergamo
e del Comune di Valbondione.
dichiara Andrea Tomat, Presidente Lotto
Sport Italia. Le iniziative dedicate a questo
importante anniversario non finiscono qui, anzi,
questo è solo l’inizio: in una data che è il
simbolo stesso della fondazione dell’azienda,
siamo orgogliosi di correre con i nostri prodotti
come fanno i clienti e testimonial Lotto,
perché è anche grazie a loro se oggi celebriamo
questo appuntamento. E l’abbiamo voluto
fare tutti insieme, perché siamo una squadra,
che oggi arriverà alla linea del traguardo
festeggiando le quattro decadi fin qui percorse,
ma guardando avanti, verso nuove sfide e
nuovi obiettivi. Come nello sport.”
NEW BALANCE al LEADVILLE TRAIL 100
La Leadville Trail 100 è l’ultramaratona per eccellenza
a livello mondiale, una competizione tra
le più impegnative e dure che si svolge annualmente
in Colorado, nel cuore delle Montagne
Rocciose.
Si tratta di 100 miglia tra sentieri e percorsi
sterrati, tra salite e discese con un’altitudine fino
ai 3846 metri, per una gara che, nella maggior
parte dei casi, viene completata entro il termine
delle 30 ore solo dalla metà dei partecipanti.
Per impegnarsi in una competizione di questo
livello è assolutamente indispensabile avere ai
piedi una scarpa in grado di sopportare al meglio
le sollecitazioni del terreno, in modo da lasciare
il runner libero di potersi concentrare solo
sulla propria performance. Costruita per gli
Ultra runner che amano impegnarsi in questo tipo
di percorsi lunghi e difficili, la Leadville 1210
New Balance, scarpa ufficiale dell’evento, è una
calzatura super ammortizzante progettata per
mantenere nel massimo comfort il piede durante
tutta la durata del percorso. Testimonial d’eccezione
e atleta della squadra New Balance,
Anton Kupricka, che ha vinto per due volte la Leadville
Trail 100, ha così commentato la sua ultima
performance nel percorso in Colorado “La
lezione che ho imparato al Leadville Trail 100
quest’anno è che tutti dobbiamo affrontare le
gare con tre concetti base: impegno, rispetto e
umiltà”.
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PER MODA DI DIRE
Tessile & Dintorni
C’era una volta
il Made in Italy:
finita la favola?
PRIMA La delocalizzazione produttiva, POI la fuga
di ingegnI e tecnologia. OGGI la domanda di un ‘vero’
Made in Italy rischia di non poter essere NEMMENO
soddisfatta. Per mancanza di risorse e know how. Un
paradosso peggiore della stessa crisi
Secondo i guru
dell’economia
mondiale, pare
ormai certo che nei prossimi
anni vivremo in un mondo
a tre velocità. I mercati emergenti
che crescono con forza, gli Stati
Uniti che si riprendono e l’Europa che si
trascina. È dunque sui primi due mercati
che la nostra europeissima Italia deve
giocare le sue carte migliori. Per fortuna,
nonostante le debolezze strutturali interne,
il made in Italy continua a mantenere
tuttora un appeal mondiale e rappresentare
il punto di maggior forza e potenza.
Un termine a così alto valore aggiunto
da essere assurto, ormai da molti anni, a
vero e proprio logo identificativo, che
con estrema immediatezza simboleggia
creatività, originalità, raffinatezza, ottima
qualità di materiali e lavorazioni.
Il suo stesso concetto ha insito un tale
appeal da permettere all’Italia di continuare
ad esportare in molti settori, nonostante
la fortissima crisi a livello internazionale.
Eppure, o forse proprio per
questo, diventa ora quanto mai opportuno
fare chiarezza su quanto possa
essere considerato oggi un vero made
in Italy, esportabile con successo,
credibilità e – soprattutto – autenticità.
Condizioni essenziali per il business
del prossimo futuro nel campo dell’abbigliamento
e della moda.
Per riuscirci, dobbiamo fare un veloce
ripasso di quanto avvenuto negli ultimi
decenni all’interno del sistema-moda.
Negli anni Ottanta, la moda si impreziosisce
di ricami e lavorazioni manuali; di
conseguenza, le aziende produttrici vanno
alla costante ricerca di maggiore
manodopera che realizzi i sogni degli
stilisti.In una logica di razionalizzazione
del costo lavoro, ci si rivolge così anche
a Paesi lontani, Cina e India in primis,
che hanno una profonda cultura del ricamo
e delle lavorazioni manuali. Ma il
sentiero, una volta tracciato, apre una
strada che si spiana in velocità. Non ci
si accontenta di realizzare all’estero solo
dettagli, ma si comincia a produrre il
ciclo completo. Nel giro di poche stagioni,
senza quasi rendercene conto,
diventa prassi far partire dall’Italia i nostri
disegni, i nostri campioni, le nostre
istruzioni e spesso anche i nostri tecnici
e i nostri macchinari per perfezionare
ogni singolo passaggio della realizzazione
di un capo d’abbigliamento.
Sull’onda di una domanda crescente,
abbiamo quindi promosso la crescita
produttiva di Paesi che a distanza di
pochi anni hanno finito per soppiantare
l’Italia nel suo primato produttivo, quando
era il Paese numero uno per l’esportazione
di abbigliamento.
La delocalizzazione, diventata per
molte aziende una scelta obbligata
per mantenersi competitive, si è così
dimostrata un boomerang, generando
tutta una serie di conseguenze
involontarie ed inaspettate. Di fatto, il
proseguire incessantemente nell’esportazione
gratuita del nostro know how e
della nostra proverbiale creatività ha determinato
la chiusura di quelle piccole e
medie aziende italiane che fino a quel
momento avevano garantito il controllo
e la qualità delle produzioni.
Il ‘falso ideologico’ del made in Italy in
realtà prodotto in Cina sta però scoprendo
i suoi gravi limiti: Cina, India,
Medio Oriente e anche alcuni Paesi
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A cura di Gigliola Migliore
nordafricani (per non parlare di Singapore)
stanno diventando i principali
consumatori di moda italiana, e sono
consumatori molto critici ed esperti.
Giustamente riconoscono la vera autenticità
(e chi, meglio di loro, eccelsi
copiatori?) e dunque non accettano un
‘falso’ made in Italy. Hanno pretese elevate
in termini di autenticità e credibilità.
E qui arriva il paradosso, perché a
fronte di una concreta crescita della
domanda di qualità, le aziende italiane
rischiano oggi di aver perso il treno, e
non essere nella condizione di fornire
l’eccellenza richiesta. Non solo per carenza
di mano d’opera qualificata, ma
anche di macchinari di ultima generazione,
nel frattempo dispersi in giro per
il mondo.
A caricare ulteriormente di problemi il
già debole sistema, ecco presentarsi
allo sconto anche l’inadeguatezza della
vigente regolamentazione, un contesto
giuridico tutt’altro che adeguato alla
concorrenzialità dei mercati. Ad oggi –
purtroppo – non esistono strumenti normativi
che identifichino con certezza
l’origine del prodotto. Per questo sono
nate associazioni di imprenditori che si
autocertificano produttori 100% made
in Italy, ma l’iniziativa manca di una regia
comune, e molte risorse finiscono per
disperdersi, soffocate per altro da una
cultura sempre più decadente del prodotto
ingenerata sullo stesso consumatore.
Nel tempo la produttività delle nostre
imprese è scaduta in assoluto e ancor
più rispetto alla concorrenza internazionale.
È essenziale che torni a crescere,
Cinesi, indiani, turchi, brasiliani:
da semplici fornitori di aziende
occidentali a proprietari.
È la conseguenza della
delocalizzazione produttiva.
Una tendenza difficile da
controvertire
recuperando il terreno perduto. Dobbiamo
riappropriarci della nostra cultura
tessile e lo sforzo deve essere comune:
griffe, produttori, agenti, buyer,
negozianti devono aiutare il cliente ad
abbandonare il consumo usa e getta
a favore di un consumo più etico e
consapevole. La risposta, seppur tardiva,
è ancora nelle potenzialità del sistema.
L’Italia ha bisogno di investimenti perché
le nostre imprese non hanno le dimensioni
e le risorse necessarie per
investire all’estero. Spesso a mancare
agli imprenditori italiani è il credito bancario,
soprattutto in un periodo di cordoni
della borsa tirati come questo.
Altre volte però, e va detto, si tratta
dell’incapacità di guardare al di là dei
propri confini alla ricerca di mercati più
promettenti. E sebbene alcune aziende
avrebbero le spalle abbastanza solide
per gettare il patrimonio oltre l’Italia, è
la cultura imprenditoriale che dopo
mezzo secolo di imbattibilità, è venuta
meno. Non solo il ‘piccolo’ non è più
bello in questi tempi di big brands globali,
ma ai nonni ed ai padri del dopoguerra
sono succeduti figli che di lavorare
18 ore al giorno non hanno nessuna
voglia, che non investono in tecnologia,
non hanno gusto per il rischio,
non sono curiosi, non cercano di individuare
i bisogni del consumatore. E lasciano
agli imprenditori stranieri le prerogative
che 40 anni fa erano tipicamente
nostre. Il mercato italiano allo
stato attuale è completamente fermo.
Le aziende non crescono più in
Europa e se non crescono muoiono.
In situazioni come quella odierna, l’al-
ternativa per crescere può alla fine essere
anche quella di venire acquisiti.
In ambito internazionale, l’Italia ha perso
un quarto della sua produzione industriale
in soli tre anni. A vantaggio degli
stranieri. Nemmeno il pronto moda, che
pure assolve a esigenze oggettive, è più
garantito da manodopera italiana. Oggi,
anche in Italia, il manufatto italiano è lavorato
da manovalanza cinese. E non
solo per rispondere a logiche di pura
convenienza economica. Alla fine, abbiamo
drammaticamente perduto anche la
capacità stessa produttiva della manodopera
italiana. Da ultima, e non meno
grave, la considerazione che anche da
parte del consumatore si sia via via
perduta una vera cultura di prodotto,
a favore esclusivo del prezzo – da
una parte – o del grande brand,
dall’altra. Nel mezzo, resta schiacciata
la valenza di un’artigianalità ormai
difficile da trovare.
Resta il fatto che non si può più guardare
alle aziende cinesi o turche dall’alto in
basso, che dal punto di vista tecnologico
hanno dimensioni spinte, da aziende
modello, difficili da raggiungere senza
strategie ed atteggiamenti nuovi verso
partner, fornitori e clienti.
A cogliere pericoli ed opportunità prima
degli altri potrebbe essere il settore delle
fibre tessili, d’altronde uno dei primi in
Italia ad essere colpito dalla globalizzazione.
Quello della superiorità delle
competenze è un discorso fermo a quindici
anni fa, perché – lo si ammetta o
meno – le migliori tecnologie ed impianti
sono in Asia. Sicuramente per investimenti
e dimensioni l’Italia tessile ha già
perso il treno.
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dalla copertina
Quale
mercato?
Servizio di: Matteo Barboni,
Damiano Montanari.
Hanno collaborato:
Francesco Bernardoni,
Lidia Malacarne,
Nicola Marra, Aldo Vittorio.
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TENDENZE
Alcune delle anime sportive emergenti.
Balza all’occhio il contrasto tra lo sport
attivo e un lifestyle più generalizzato,
all’insegna del benessere e del
divertimento. Sono tutte declinazioni
sportive attuali e vincenti, ma non
facili da rappresentare in un unico
contesto commerciale
C’è lo sport attivo, considerato sempre più di nicchia, e l’outdoor,
macro-tendenza fin troppo trasversale. Lo sportswear è ormai generalista.
Mentre i linguaggi dell’urban style sono i più difficili da tradurre commercialmente.
In mezzo a tante filosofie di ‘vita in movimento’, vincenti e promettenti,
ma troppo diverse fra loro, il mercato sportivo istituzionale non riesce più
a rappresentarsi univocamente. Cosa fare per non perdere identità e visibilità?
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23

nuovi mercati
È
l’ora della rivoluzione.
Culturale prima che
commerciale. La crisi che il
mercato globale, ed in
particolare quello sportivo,
sta affrontando ormai da
anni non è solo figlia di una congiuntura
economica avversa, ma affonda le
proprie radici in qualcosa di più
profondo, perché tocca il nucleo del suo
essere. Oggi il concetto di sport è più
che mai annacquato. Un contenitore
vuoto, che, in linea con la caduta di
valori e ideali del nostro tempo, non
attira più il popolo dei consumatori. Per
muoverli non serve più mostrare modelle
in bikini o favorire campagne
pubblicitarie volte a promuovere l’idea di
un consumismo di massa e
spersonalizzante. Il fascino magnetico
che la moda ha esercitato nel recente
passato è una calamita che ha smesso
di attrarre. Serve un cambio di rotta
deciso. Si rende dunque necessario
riscoprire il senso più intimo del
concetto di sport per avvicinare una
clientela ormai alle prese con il
portafoglio sgonfio e lo slalom tra le
difficoltà quotidiane. La moda non è
più il passepartout per aprire le tasche
dei consumatori. Occorre qualcosa di
più.
Bisogna uscire dalla depressione
esistenziale e commerciale, incentivando
la diffusione di una cultura sportiva in
senso ampio. Che non è imparare
nozioni sui campioni e sugli eventi che
hanno fatto la storia, ma recuperare
l’importanza del movimento, i suoi
numerosi benefici, le sue molte
potenzialità. Legate alla salute e al
benessere, al desiderio di migliorarsi
andando oltre i propri limiti nel rispetto
di sé, dell’avversario e delle regole, alla
necessità di inclusione sociale per le
persone più in difficoltà.
Il Palazzo si sta muovendo in questo
senso, dal CONI agli enti di promozione.
Perseguono obiettivi differenti, ma su un
aspetto sono d’accordo: il futuro è
promuovere la cultura sportiva intesa
come importanza dell’attività motoria a
cominciare dalle scuole. Solo in questo
modo si potrà creare nel tempo un
popolo più consapevole, più sano, più
integrato socialmente. E più disponibile
commercialmente.
La cultura sportiva è oggi la chiave
per cercare di uscire da una crisi dei
consumi che è ormai sfociata in una
crisi di identità. Il negozio di sport non
è più di moda. Il criterio che orienta le
scelte di mercato è il risparmio, logica
che privilegia inevitabilmente i grandi
colossi come Dècathlon a dispetto dei
negozi. Il problema è che, in nome del
risparmio, si è persa l’idea della qualità.
Fa la differenza, ma bisogna averne la
consapevolezza per saperlo. Ed il modo
migliore per riuscirci è potenziare il
senso di appartenenza ad un unico
grande mondo, senza distinzioni di
Oggi il concetto di sport è più che mai annacquato.
Un contenitore vuoto che, in linea con la caduta
di valori e ideali del nostro tempo, non attira
più il popolo dei consumatori. Per muoverli non
serve più mostrare modelle in bikini o favorire
campagne pubblicitarie volte a promuovere l’idea
di un consumismo di massa e spersonalizzante
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Oggi, nssun mercato può pensare di avere un futuro
basandosi essenzialmente sull’acquisto velleitario e
d’impulso. Alla fine, anche il fattore “moda” ha Mostrato
di avere più limiti che possibilità, specie in tempi di crisi
sesso, razza, censo, religione, età. Lo
sport ha braccia grandi, capaci di
accogliere tutti in modo trasversale,
dagli uomini alle donne, dai bambini agli
anziani. Le iniziative in questo senso, a
livello locale e nazionale, si rincorrono.
La base, come dicevamo, sono le
scuole. In quella primaria il CONI porta
avanti da anni un progetto di
alfabetizzazione motoria. Nel 1990 i suoi
Comitati Territoriali hanno avanzato le
prime proposte di attività sportiva nelle
scuole. Nel 2005 è stato firmato il primo
Protocollo d’Intesa tra Ministero della
Pubblica Istruzione e CONI che si è
impegnato, attraverso le sue strutture
territoriali, ad offrire un supporto al
sistema scolastico anche grazie al
contributo economico degli enti locali.
Nel 2007 il CONI ha lanciato le linee
guida del progetto nazionale Giocosport
che in due anni è arrivato a coinvolgere
più di 800.000 bambini, circa il 35% del
totale con un incremento del 50%
rispetto ai tre anni precedenti. Per
questo, sempre nel 2009, è stato varato
il progetto di alfabetizzazione motoria
che, rivolgendosi ai bambini, ha come
obiettivo il miglioramento delle
competenze motorie e degli stili di vita
della persona attraverso l’educazione
motoria nella scuola primaria. Il tutto con
l’affiancamento all’insegnante di un
laureato in Scienze Motorie o diplomato
all’ISEF. Il progetto è stato un
Un futuro più garantito
L’appello di Luca Businaro, presidente di Assosport, inquadra la situazione del mercato e i possibili scenari
Qual è lo stato di salute delle aziende
specializzate in prodotti per lo sport e come
vivono l’attuale congiuntura? Questo e molti
altri gli interrogativi che sono stati affrontati
al Forum sul binomio Sport & Economia,
tenutosi a Treviso lo scorso 22 giugno, sia a
livello nazionale che regionale, per definire
lo stato dell’arte e per tracciare le prossime
linee di sviluppo per il futuro di un sistema
industriale che è considerato un vero e
proprio asset dell’economia nazionale,
nonché espressione di eccellenza del made
in Italy. “Sport ed Economia si intrecciano in
un binomio naturale, fondato sui valori e su
dinamiche di mercato”, afferma Luca
Businaro, Presidente di Assosport. “Da un
lato lo sport è sinonimo di movimento e
vitalità. Le aziende che operano nello sport
hanno la caratteristica intrinseca di essere
vitali, gestite, nella maggior parte dei casi,
da manager sportivi o ex sportivi che
costruiscono la propria intraprendenza
imprenditoriale su una cultura proveniente
dal mondo dello sport. Si fa economia con lo
sport, ma la stessa economia è ‘sportiva’ per
noi.” Sotto il profilo prettamente economico,
la situazione nel nostro settore non è rosea,
anche se può ritenersi migliore che in altri
ambiti. “Le aziende sportive in Italia –
spiega Businato – hanno registrato, tra il
2010 e il 2011, secondo i dati ufficiali di
bilancio, una sostanziale stabilità, ossia in
generale i volumi di fatturato si sono
mantenuti, con una crescita minima
dell’1,62% che, paragonata agli altri settori
sostanzialmente in calo, è un segnale
comunque positivo. Quello che emerge nel
dettaglio è che il mercato nazionale o
‘domestico’ sta attraversando una calo a due
cifre, mentre il volume delle esportazioni è
in crescita. Il dato di fatto è che le aziende
sportive nazionali sono in affanno,
soprattutto a causa di lentezze burocratiche
e di un rapporto ormai disgregato con gli
istituti di credito. Abbiamo lanciato una
importante provocazione, quella di chiedere
all’ABI un tavolo di incontro per aprire un
dialogo, considerando che il consumo di
articoli sportivi in Italia equivale a 25
miliardi di euro e questo fa capire come il
nostro settore, seppure ‘di nicchia’ occupi
uno spazio di rilievo all’interno del sistema
economico nazionale e per questo deve
poter contare su un futuro garantito.”
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25

nuovi mercati
successo di cui, negli ultimi tre anni,
il CONI ha ottenuto la gestione
amministrativa unitaria, diventando
responsabile di risorse che, nonostante
le difficoltà economiche del momento,
sono progressivamente aumentate dai 5
milioni di euro dell’anno scolastico
2009/10 ai 7,5 milioni di euro dell’anno
scolastico 2011/12, in cui sono stati
coinvolti 1626 plessi scolastici in tutta
Italia. In aumento anche i dati relativi alle
province interessate (+232% dal
2009/10 al 2011/12), ai supervisori
(+35%), agli esperti (+58%), ai plessi
(75%), alle classi (+68%), agli alunni
(+25%) e alle ore dedicate al progetto
(+47%). Che oggi è uno degli esempi
più utili per comprendere quanto sia
importante avvicinare i bambini e i
ragazzi all’attività motoria. Dentro e fuori
dall’orario scolastico.
Dopo un’analisi delle realtà del territorio
e la constatazione della necessità delle
famiglie di trovare un luogo sicuro,
gradevole e qualificato per accogliere i
propri figli nel periodo di chiusura delle
scuole, il Ministero dell’Istruzione,
l’Università e la Ricerca ed il CONI
hanno infatti posto in essere nel 2010 il
progetto “Educamp – Scuole aperte per
ferie”, in continuità didattica con le
proposte curricolari, con l’obiettivo di
diffondere, attraverso l’attività fisica e
motoria, valori come il rispetto
dell’individualità del singolo, del gruppo
e delle regole insieme ai principi legati al
benessere psico-fisico, la socializzazione
l’integrazione ed un sano e corretto stile
di vita. In questo modo lo sport è
diventato un mondo nuovo attorno al
quale gravitano concetti estremamente
importanti come la salute, la
socializzazione, l’educazione alimentare,
la cultura, l’integrazione, l’igiene e
l’ambiente. Elementi chiave per acquisire
una maggiore consapevolezza
dell’importanza del movimento ed una
sensibilità più spiccata all’accezione più
profonda dello sport. Che, soprattutto
nelle fasce d’età più basse, non può
prescindere dall’elemento ludico,
utilizzato per contrastare il problema,
denunciato dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità e dalla Comunità
Scientifica Internazionale, della sempre
crescente sedentarietà nella
popolazione giovanile scolastica.
Per questo il CONI ha sviluppato il
progetto Giocosport in collaborazione
con il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca. Anche
grazie al coinvolgimento delle
aziende, per il supporto, per i servizi
e per le forniture di materiale, e degli
enti locali, per i finanziamenti, è stato
infatti possibile realizzare un’iniziativa
che ha coinvolto le classi senza
esclusioni e senza selezioni in proposte
differenziate a seconda degli stadi di
sviluppo psico-fisico ed emotivo dei
bambini. Se nelle classi prima, seconda
e terza elementare si è lavorato sul
gioco come elemento principale di
apprendimento, nelle classi quarta e
quinta elementare è stato privilegiato un
discorso di educazione allo sport
attraverso la conoscenza delle diverse
discipline raccontate, conosciute e
praticate seguendo regole e azioni
semplificate, adatte all’età dei bambini.
Il fascino magnetico che la moda ha esercitato
nel recente passato è una calamita che ha
smesso di attrarre. Serve un cambio di rotta deciso
FOTO: moncler
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Anche in questo caso, i numeri del
progetto sono stati eclatanti: 6613
scuole coinvolte, 38.391 classi, 729.267
alunni, 32.393 insegnanti titolari, più di
8000 consulenti esperti e più di
400.000 ore di affiancamento.
Considerando che ognuna delle 45
Federazioni Sportive Nazionali
riconosciute dal CONI promuovono a
loro volta l’attività di base, capiamo
quanto il Palazzo abbia fatto e stia
facendo per sensibilizzare la gente
sull’importanza del movimento e della
diffusione di una maggiore cultura
sportiva. Supportato anche dall’impegno
degli Enti di Promozione più attivi come
la Uisp. Che, rispetto al CONI, non ha il
limite di interessarsi maggiormente alla
ricerca dell’atleta di alto livello, potendo
concentrarsi completamente sull’attività
di promozione del movimento, senza
quella dose di agonismo che, se portata
all’eccesso, stride con i benefici alla
salute portati dall’attività sportiva. Un
diritto per tutti.
Come si evince dalle linee guida della
Uisp, impegnata nella tutela dei diritti dei
minori, con particolare riferimento al
diritto al movimento e al gioco. Per
questo l’associazione ha attivato un
Tavolo di lavoro coordinato con il settore
Università e Ricerca e il settore
Formazione, con la guida esterna di Save
The Children, per l’elaborazione di una
Carta della Policy Uisp che, partendo dal
Codice etico e dalla Carta dei Diritti di
bambine e bambini, ha l’obiettivo di
aumentare l’attenzione nei confronti della
tutela dei diritti dei minorenni. In questo
senso va letta la realizzazione dei Centri
Primi Passi e Gioco Sport & Avventura,
veri e propri presidi territoriali di
riferimento rispettivamente per le attività
0-6 e 7-18 anni. Il primo è rivolto ai
bambini da -6 mesi a +6 anni e alle loro
famiglie e si compone di attività in acqua
ed in palestra, momenti di supporto e
confronto a donne in attesa, neo madri e
neo padri insieme con i loro bebè, sia a
scuola che oltre la scuola. I Centri sono i
luoghi in cui poter confrontarsi tra pari
sul rapporto con i propri figli, in cui poter
elaborare strategie integrate di intervento
su queste fasce di età assieme agli
educatori dei nidi e delle materne, alle
istituzioni, luoghi dove poter produrre
cultura associativa con le famiglie. Altro
discorso per le proposte, rivolte alla
fascia d’età tra i 6 e i 18 anni, Gioco
Sport & Avventura, realizzata in uno
spazio extrascuola, e Sportpertutti,
svolta a scuola.
La prima prevede centri estivi, campus
sportivi, escursioni e campeggi e, nella
maggior parte dei casi, sviluppa attività
multidisciplinari per rilanciare
l’autonomia dei partecipanti, per aiutarli
come soggetti nella scelta dei temi
legati alla corporeità ed al corretto e
I numeri del CONI
I dati delle Federazioni e dei tesserati del Comitato Olimpico
Nazionale Italiano confermano l’importanza del movimento
sportivo nella Penisola
Un esercito che supera i 4,5 milioni di persone. È quanto emerge dai dati forniti
dal CONI e relativi all’anno 2011. Il rapporto sull’attività sportiva promossa dalle
Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e dalle Discipline Sportive Associate (DSA)
evidenzia infatti come nel 2011 il movimento sportivo federale abbia annoverato nelle
proprie file più di 4,5 milioni di atleti tesserati, più di 66.000 società sportive e
919.000 operatori sportivi tra dirigenti, tecnici, ufficiali di gara e altre figure. Dati da
leggere insieme alle 45
Federazioni Sportive Nazionali
e alle 19 Discipline Sportive
Associate riconosciute dal
CONI. È utile constatare come,
dal 2003 al 2011, sia
aumentato il numero degli
atleti tesserati, da 3.415.305 a
4.594.064, delle società
sportive, da 62.549 a 66.266,
dei tecnici, da 168.922 a
233.588, e dei dirigenti
federali, da 14.111 a 18.650,
mentre è diminuito quello dei
dirigenti societari, da 634.001
a 450.535, a testimonianza
della difficoltà di portare avanti
un’attività sportiva sebbene il
numero dei praticanti sia in
aumento.
(Nella foto, Giovanni
Malagò. Imprenditore,
dirigente sportivo ed ex
giocatore di calcio a 5
italiano, è stato eletto
presidente del CONI il
19 febbraio 2013).
positivo rapporto con l’ambiente, per
favorire la loro crescita insieme ad altri
coetanei mediante una proposta
incentrata sugli scambi, la progettazione
individuale e di gruppo, la competizione
relativa, per sensibilizzarli ai temi della
solidarietà, della tolleranza, contro ogni
forma di razzismo, perché siano in grado
di assumere le differenze come valore e
non come elemento di divisione e
addirittura di frustrazione. Diverso
l’approccio di Sportpertutti a scuola
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27

nuovi mercati
che, il più delle volte, è un’attività
integrativa svolta in orario curricolare
beneficiando dell’esperienza e della
professionalità degli educatori della
Uisp.
In prima linea anche nella lotta al doping
e all’inquinamento farmacologico dello
sport. Emblematici i due progetti di
informazione “Primaedoping” (2004) e
“Asinochidoping” (2006), promossi nelle
scuole medie superiori nell’ambito della
convenzione tra Commissione di
vigilanza sul doping e Istituto Superiore
di Sanità e seguiti poi, per le scuole
medie inferiori, da “Mamma parliamo di
doping” (2008 e 2009) e “Sport pulito
– inviati sul campo”, in cui gli studenti si
sono trasformati in redattori per la
realizzazione di un giornale di classe sui
temi del doping e in particolare dell’uso
e abuso di integratori proteici e additivi
farmacologici.
Perché la tutela della salute è un
valore intrinseco al mondo dello
sport. Un’idea che va oltre il concetto
di wellness, che oggi è comunque
molto sentito e utilizzato come valido
veicolo per promuovere certi prodotti,
ma che non può essere sufficiente. Un
concetto tutelato da alcuni progetti
promossi dalla Uisp nazionale come
“Diamoci una mossa” e “Ridiamoci una
mossa”, volti a seguire e a consolidare
stili di vita sani attraverso la
combinazione di uno stile di vita attivo e
di un’alimentazione corretta. Utile ai
L’unione fa la forza
Il progetto “Pronti, partenza, via”, promosso da Save the Children, finanziato da Kraft Foods Foundation e realizzato
da Uisp e Csi, è un valido esempio di sinergia vincente per favorire lo sviluppo dell’attività motoria di base
Tre anni per tirare le somme, ma se il buongiorno si vede
dal mattino siamo davanti ad un progetto assolutamente
riuscito. Dall’inizio del 2011 è attivo “Pronti, partenza, via”,
promosso da Save the Children, finanziato da Kraft Foods
Foundation e realizzato da Uisp e Csi. Oggi il progetto è
sviluppato nelle aree periferiche di Ancona, Aprilia, Bari,
Catania, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Sassari e Torino. Tutto
è cominciato con il recupero e la ristrutturazione di centri nelle
zone disagiate di queste città, allestiti con percorsi sportivi,
spazi verdi, campi polivalenti, skate e roller park, piste
podistiche, e consegnati in una festa simbolica agli abitanti del
quartiere. L’obiettivo non è stato e non è solo quello di
promuovere stili di vita attivi e una corretta alimentazione per i
bambini e gli adulti, favorendo cambiamenti nelle abitudini
quotidiane, ma anche quello di trasformare queste aree per
un’azione di integrazione sociale che contrasti i fenomeni di
emarginazione e di disgregazione che colpiscono ampie fasce
della popolazione, in particolare i giovani. Gli interventi
prevedono da una parte una campagna nelle scuole primarie di
educazione agli stili di vita sani rivolta ai bambini e alle loro
famiglie, sulla base dell’esperienza di “Diamoci una mossa”,
dall’altra proposte di attività motorie e sportive aperte a tutti i
cittadini in spazi appositamente riqualificati ed attrezzati.
L’intervento degli educatori della Uisp nelle classi è
programmato in stretta collaborazione con gli insegnanti,
utilizzando materiali di comunicazione dedicati ai bambini, con
giochi, curiosità e spazi da personalizzare, e agli adulti, con
notizie e informazioni generali sul movimento e la salute e
specifiche sugli obiettivi della campagna. Interessante la
presenza di sportelli informativi per servizi di consulenza a cura
di pediatri e nutrizionisti e la possibilità di effettuare incontri
mensili di sensibilizzazione. Il progetto si svilupperà per tre anni,
durante i quali sarà suscettibile di revisioni in corso d’opera per
offrire un servizio sempre più in linea con gli obiettivi prefissati.
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GINOCCHIERA
REACTION
Ad ogni azione
dolorosa deve
corrispondere
una reazione
protettiva
La Soluzione vincente per il dolore anteriore del ginocchio
La nuova ginocchiera Reaction, caratterizzata da una struttura reticolare, rappresenta un
approccio attivo ed efficace al dolore anteriore del ginocchio, nonché una valida
alternativa alle ginocchiere tradizionali.
Per maggiori informazioni:
Numero Verde
www.DJOglobal.it
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nuovi mercati
Promuovere seriamente
una cultura sportiva
è una delle chiavi di volta
per riaffermare il ruolo
sul mercato del canale
sportivo specializzato.
Che dovrebbe acquisire
una maggiore credibilità
proprio nel sostenere
questa filosofia
bambini, ma anche agli anziani, una
categoria spesso dimenticata, ma da
rivalutare sia sotto il profilo sociale,
sia sotto il profilo commerciale. A loro
lo sport può portare molti benefici, dalla
gestione di situazioni di salute precarie
e di disabilità all’inclusione sociale. A
loro la Uisp dedica un’apposita sezione,
l’Attività per la Grandetà, che prevede
diverse proposte. Dalle ginnastiche dolci
per migliorare lo stile di vita ad un’attività
fisica adattata alle minori capacità
funzionali conseguenti a condizioni
croniche e agli esiti stabilizzati dell’ictus
e del morbo di Parkinson. Dai gruppi di
cammino, organizzati per persone che si
ritrovano lungo un percorso assieme ad
un accompagnatore alla ginnastica a
domicilio per la riattivazione psicofisica,
ovvero il recupero anche parziale delle
capacità di autonomia nella vita
quotidiana e l’incremento delle relazioni
sociali. Dalla ginnastica al domicilio
residenziale, che favorisce la
riappropriazione delle facoltà residue
nelle persone ricoverate in strutture
residenziali ai gruppi contro l’obesità ai
gruppi per diabetici con programmi di
acquaticità e di ginnastica in acqua fino
a Slowly, un movimento ideato da Uisp,
Slow Food e Legambiente per il
recupero di una corporeità leggera e
della lentezza come valore in sé, una
filosofia che riconduce al rispetto dei
propri ritmi e poggia su saperi e sapori
ritrovati.
I tempi cambiano e l’idea che il modo
migliore per uscire dalla crisi sia
recuperare un’identità più concreta e
FOTO: UISP
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nuovi mercati
La maggiore
consapevolezza e
conoscenza della vera
identità dello sport
può essere la chiave
per cercare di uscire
dalla crisi di consumi
che avvolge l’Italia
profonda di sport è sempre più forte.
Il problema è piuttosto che il mondo
dell’industria sembra non
comprendere fino in fondo l’esigenza
del cambiamento. Ormai
sponsorizzare squadre o eventi
sportivi è diventato troppo limitante.
Le fasce di consumatori socialmente più
deboli, come i bambini e gli anziani,
hanno l’attenzione del CONI e degli enti
di promozione sportiva, ma non quella di
brand e aziende. In una società che
dimostra maggiore sensibilità al
benessere e alla prevenzione, il mercato
dello sport non può continuare a
orientarsi su concetti futili come la
moda, che tra l’altro dimostra di essere
in crisi. È vero, nelle fiere di settore
principali si parla di attenzione alla
salute e alla cultura sportiva, ma per
dare una svolta il canale sportivo
dovrebbe acquisire una maggiore
credibilità nel sostenere questa filosofia.
Altrimenti continueremo ad alimentare
una situazione ambigua, tra commerci
sotterranei mossi sempre più spesso da
istruttori e docenti e un sottobosco non
istituzionale che impoverirà ulteriormente
aziende e negozi e ancor di più lo sport
nel suo senso più profondo. Che oggi
chiede coerenza. E reclama la sua
identità.
Al servizio dei bambini
Il parco Verde Sport, inaugurato a Treviso come progetto pilota ed ora pronto ad essere esportato anche in altre
città italiane, rappresenta un momento importante di avvicinamento dei bambini all’attività motoria
C’è un grande parco Verde, dove nascono speranze, che si
chiamano bambini. Quello è il grande parco del Verde Sport,
iniziativa avveniristica realizzata dall’associazione di
promozione sociale Laboratorio 0246 insieme al CONI e
all’Università di Bologna e dedicata ai bambini da 0 a 6 anni.
La struttura si trova a Treviso, all’interno della Città dello Sport
di Benetton, e si compone di attrezzature specifiche per
l’educazione al movimento dei più piccoli, seguiti da istruttori
qualificati. “È un parco libero – spiega l’amministratore
delegato di Verde Sport, Giorgio Buzzavo – e aperto a tutti i
bambini. Si compone di quattro zone tematiche, in cui possono
fare attività fisica. Alla mattina li andiamo a prendere all’asilo
e li facciamo giocare nel parco giochi con le varie attrezzature,
mentre al pomeriggio i bambini possono venire accompagnati
dai loro genitori. In tutti i casi saranno sempre seguiti da
istruttori qualificati del CONI.” Il progetto funziona, tanto che,
dopo il successo del primo parco, recentemente se ne sta
costruendo un secondo a Roma, in viale Tiziano, davanti al
palazzo dello sport della capitale. Per la gioia dei bambini e
degli sponsor importanti che sostengono il progetto, capace di
svilupparsi con ulteriori novità. “Una di queste – spiega
Buzzavo – è il metro per le scuole che abbiamo studiato
insieme alle Università di Verona, Venezia, Cassino e Sassari. Si
tratta di un vademecum per insegnanti dell’infanzia, utile per
mostrare ai docenti cosa far fare ai bambini per aiutarli a
sviluppare un’adeguta capacità motoria.”
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nuovi mercati
Ragazzi di strada
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TENDENZE
Il JamBo Urban Summer Festival, il più grande evento di action sport e musica elettronica mai
realizzato in Europa, ha confermato le potenzialità del mondo street, valida alternativa per
rilanciare anche in Italia la parte del mercato sportivo più giovane e trendy
Il tam tam della tribù è partito da
lontano. Un ritmo incalzante, un
richiamo ancestrale, il piacere di
sentire scorrere l’adrenalina.
Emozioni incastonate in un evento
senza precedenti, il JamBo Urban
Summer Festival, tenutosi alla Fiera di
Bologna dal 14 al 16 giugno. Mai in
Europa era stata organizzata una
kermesse di questo genere, un cocktail
perfettamente dosato di action sport e
musica elettronica, esche succulente
per richiamare le nuove generazioni. Be
urban, be cool. Il grido è arrivato
dall’area 48 della Fiera di Bologna, che
per l’occasione si è rifatta il trucco.
Bacini artificiali d’acqua per praticare
wakeboard e surf, strutture
avveniristiche per i campioni dello
skateboard e della fmx, il motocross
freestyle, aree in cui il calcio e il basket
freestyle hanno dato spettacolo, spazi
per l’urban dance e il parkour. Li
chiamano action sport. All’estero
vanno che è una meraviglia, in Italia,
come spesso accade, siamo in
ritardo. Qualcuno li segue, ma
l’attenzione al nuovo è sempre un valido
richiamo. In tre giorni il JamBo ha
registrato 40.000 visitatori. Come
partenza è stata buona. Soprattutto
perché dà un’indicazione ben precisa al
mercato dello sport. Il mondo strada è
vivo e pulsante, in particolare tra i più
giovani. Siamo di fronte ad un evento
sociologico, che, se cavalcato nel
giusto modo, può diventare un
business. Perché oggi lo street style è
qualcosa di più di una semplice
tendenza. È una forma di
riconoscimento, è la possibilità, per
molti adolescenti e giovani, di sentirsi
parte di qualcosa. La tribù comunica
soprattutto on-line, ma quando arriva
all’appuntamento è reale e reattiva. Ama
distinguersi dalla massa per avere
un’identità propria e ricerca
un’innegabile originalità, anche se, a
suo modo, rispetta regole ben precise.
Piercing e tatuaggi sono il segno di una
trasgressione che, aggirandosi per i
padiglioni della Fiera di Bologna,
diventa una sorta di divisa. Ok, sei dei
nostri. Chi è fuori, è fuori, chi è dentro, è
dentro. Ma la porta è aperta. Il mondo
street non è riservato a un’élite. Basta
saper parlare la lingua giusta. Ed essere
pronti a cogliere le conseguenze del
mix. È questa la parola d’ordine.
Fusione di stili, di idee, di modi di
intendere l’esistenza.
Il cocktail tra action sport e musica
elettronica è stato un successo.
Gongola BolognaFiere, organizzatrice
dell’evento, sono inspiegabilmente inerti
le tante aziende che avrebbero potuto
sfruttare l’occasione, ma che non hanno
dimostrato quel supporto che ci
saremmo aspettati. Tuttavia possono
ancora recuperare. L’importante è
cogliere subito e nel modo giusto gli
input arrivati dal JamBo Urban Summer
Festival, l’espressione massima di un
mondo tutto da scoprire e da
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nuovi mercati
promuovere. In un mercato dello
sport che oggi si orienta sempre di più
alla moda e che, proprio per questo, non
riesce ad uscire da una crisi che
coinvolge in prima linea proprio l’aspetto
più effimero dell’abbigliamento, l’urban
style si propone come alternativa
assolutamente valida. Innanzi tutto
perché si fonda su aspetti in cui molti
giovani si riconoscono, dalla ricerca
dell’adrenalina e dell’originalità
attraverso la bellezza di un gesto
tecnico, alla possibilità di trovare la
propria identità a contatto con l’altro in
una sfida che non è agonistica in senso
stretto, ma un tentativo reciproco di
andare oltre i propri limiti. E poi perché,
di fatto, anche il mondo strada è già, o
può comunque diventare,
l’espressione di una moda. Magliette e
pantaloni molto cool, cappellini in stile
rap, accessori che evidenziano i contorni
di un’ideologia: insieme possiamo
migliorare il mondo e possiamo farlo
divertendoci, senza stressarci in un
agonismo meschino, ma contribuendo,
ognuno col suo mattoncino, a regalare
al pubblico, e a noi stessi, emozioni
pure. E allora le evoluzioni delle moto da
cross diventano un grido di libertà, le
prodezze dei calciatori e dei cestisti
freestyle il modo più originale di
interpretare sport ormai sdoganati
dall’opinione comune. E poi il surf e il
wakeboard, per rafforzare il legame
ancestrale con l’acqua, e l’adrenalina del
parkour. Un salto da un edificio all’altro,
la scorciatoia per uscire dal grigiore
della città, che è grigiore dell’anima per
una generazione che ha perso i suoi
riferimenti più profondi e che cerca
appigli nell’istinto e nell’intuizione.
Tra campioni sportivi e musica elettronica
Lo sport declinato in versione freestyle
Sfilano le stelle nell’area 48 della Fiera di Bologna, mentre, sotto le stelle, fino
alle 3 di notte, il ritmo della musica elettronica dei più famosi dj internazionali fa
ballare la tribù. Tre giorni intensi, trentasei ore di spettacolo – dalle 15 alle 3 – per
uno show ininterrotto. A Bologna si sono affrontati i migliori performer delle
discipline in programma. Nella fmx freestyle motocross trionfo annunciato
dell’australiano Josh Sheehan, davanti al connazionale Clinton Moore e al ceco Petr
Pilat, già protagonista agli X Games di Barcellona, mentre il migliore degli italiani è
stato Massimo Bianconcini. Trionfo inglese nel parkour speed contest con
l’affermazione di Kie Willis, impostosi sul portoghese Luis Alkmim e al connazionale
Toby Segar, mentre nello style contest lo stesso Alkmim ha avuto la meglio su Jesse
Peveril e su Pedro Gomez, poi premiato come migliore parkour rider. Doppietta
tedesca nel contest “Chips for tricks” del wakeboard con l’oro a Manu Rupp e
l’argento a Steffen Vollert, davanti allo svedese Matthias Hoppe. Riscatto italiano nel
basket freestyle, con il primo posto di Flavio Baddarìa davanti all’inglese Andrew
Wilding. Medaglie invertite nel calcio freestyle in cui l’inglese Andrew Henderson ha
avuto la meglio sull’italiano Gunther Celli. Anche se l’apoteosi azzurra è arrivata nel
surf “pay that trick”, dove ha brillato il podio tutto italiano composto da Mattia
Morri, Roberto D’Amico e Alessandro Piu. Soddisfazione per il bronzo di Daniel
Cordone nello skateboard bowl contest, dietro agli americani Alex Sorgente e Brad
McClain. Tante star anche sul palco del padiglione 36, ribattezzato per l’evento The
JamBo Star Stage, dove si sono esibiti i migliori dj di musica elettronica, da Alessio
Bertallot a Salmo, dagli Zeds Dead ai Case and Stacus, fino al gran finale con i dj
set di Tessela, James Zabiela, 2manydjs e Armand Van Helden.
Chi è fuori, è fuori, chi è dentro, è dentro. Ma la porta.
è aperta. Il mondo street non è riservato a un’élite..
Basta saper parlare la lingua giusta. Ed essere.
pronti a cogliere le conseguenze del mix.
Il fenomeno ha proporzioni globali.
Non a caso colossi come adidas e
Nike hanno più volte dimostrato di
comprendere le potenzialità di questo
nuovo mercato, così come emittenti
televisive come MTV, tradizionalmente
vicine alle nuove generazioni, hanno
offerto servizi a tema, divulgando
messaggi di una vera e propria nuova
cultura. Che, in quanto tale, va
conosciuta bene, prima di essere
trattata e opportunamente sfruttata
come business. Tenendo ben presenti i
profondi legami che ha con il mondo
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della musica. Innanzi tutto quella
elettronica, ritenuta da esperti e addetti
ai lavori, quella più adatta da associare
agli action sport, perché più ‘libera’ di
altri generi. Se l’R&B, spesso accostato
alla realtà dei playground dei sobborghi
USA, ha le sue regole, anche metriche e
compositive, e il rock and roll, nella sua
ricerca di evasione dallo standard,
finisce per percorrere sempre gli stessi
binari, la musica elettronica è un terreno
che permette la massima creatività da
parte del compositore e del dj che la
mixa. La fantasia, che, allo stesso tempo,
è obiettivo da raggiungere e strumento
per riuscirci, raggiunge così la sua
massima espressione. E diventa fashion,
una moda che va oltre i canoni di un
settore in crisi, perché esprime le
esigenze di una community in cerca di
novità. È questo il treno su cui salire al
volo. È questa l’occasione che le
aziende sportive non possono farsi
scappare. Oggi i negozi orientati a
questa nuova tendenza sono
pochissimi. E questo è un dato che
deve fare riflettere. Le motivazioni sono
tante, ma quella che sembra più
evidente è l’incapacità di sapere gestire
e valorizzare un mondo nuovo. Se ne
conoscono i fondamenti in modo
approssimativo, ma non lo si comprende
fino in fondo. Riuscirci può essere la
chiave per scardinare le porte di un
futuro chiuso a doppia mandata. Gli
action sport, intesi come sport estremi,
hanno in loro quell’originalità in grado di
dare identità. E allora il gesto atletico
individuale non è più snob, ma
espressione del mondo strada. E allora
la performance che mira al superamento
del proprio limite si pone come
contestazione costruttiva della
massificazione dei grandi marchi, che
vorrebbero standardizzare i propri
consumatori. E allora siamo davanti alla
reazione della tribù che fa sentire forte il
suo tam tam, perché ha acquisito la
consapevolezza della sua importanza e
della sua maturità. Alle aziende e ai
negozianti la scelta se restare inerti ad
osservare (senza capire) queste nuove
fenomenologie, o avvicinarsi ad un
mondo in grado di salvare fatturati e
aspettative. Perché è ormai chiaro che
questa è una strada giusta, anche se
non facile e per tutti.
Alle aziende e ai negozianti la scelta se restareinerti
ad osservare (senza capire) queste nuovefenomenologie,
o avvicinarsi ad un mondo in gradodi
salvare fatturati e aspettative
Industrie inerti
Parla l’ideatore del progetto del JamBo Festival.
E denuncia la poca flessibilità da parte del mercato sportivo
L’evento è stato un successo, ma, affinché anche il mercato dello sport possa
giovarsene, le aziende devono coinvolgersi maggiormente. L’appello arriva da Luigi
Belluzzi, titolare di Studio Lobo (lo stesso della fiera Skipass, a Modena, sugli sport e
il turismo invernale), ideatore del progetto del JamBo Festival, poi realizzato e
organizzato da BolognaFiere, titolare della kermesse. “Avevamo la consapevolezza
dell’appeal che gli action sport potevano avere sulla gente. L’obiettivo era fare
conoscere queste discipline ad un popolo molto ampio in un progetto culturale,
perché dietro a questo mondo, c’è la cultura street, che richiama un mondo
interessante ed un mercato che oggi andrebbe sfruttato. Ora si tratta di capire cosa
vogliono fare i grandi brand.” Che dovrebbero cogliere le molteplici potenzialità degli
action sport. “Sono interessati tanti mondi. Ad esempio, solo in quello della fmx, la
motocross freestyle, interagiscono quello delle protezioni, dell’elaborazione delle
moto e dei caschi. Se fosse seguito, questo sarebbe un mercato interessante.”
Peccato che, almeno a Bologna, non sia andata così. “La grande mancanza del
mondo istituzionale all’evento – afferma infatti Belluzzi – ha fatto capire che non c’è
ancora la giusta correlazione tra l’universo degli action sport e chi vende il materiale
necessario per fare attività. Abbiamo chiamato aziende e negozi perché stessero
vicini e potessero comprendere meglio le potenzialità di questo business, ma, a parte
una ventina di espositori coraggiosi, non abbiamo avuto le risposte che ci
aspettavamo.” I produttori hanno deluso. “Hanno confermato che quelli degli action
sport sono mercati poveri, ma hanno trascurato l’aspetto che hanno numeri
importanti. Al JamBo Festival ci ha seguito soprattutto Nissan. Siamo davanti ad un
mercato di nicchia, ma in esplosione.”
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nuovi mercati
Outdoor, ultima frontiera
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TENDENZE
Considerato troppo tradizionalista dai ragazzi, l’outdoor
cerca oggi di svecchiare la propria immagine, ampliando il
suo spettro d’azione e coinvolgendo tutte le generazioni con
attività per tutte le età. Che siano impegnative o quotidiane,
stravaganti o tranquille, veloci o rilassate
FOTO: Kilian Jornet - Salomon
Se l’outdoor sfugge a ogni
definizione che per sua natura
finisce per essere limitativa,
proprio per questo motivo
diventa difficile tracciare delle linee
precise che consentano un’elaborazione
di dati e previsioni di mercato.
Indubbiamente, la crisi è arrivata anche
qui. L’onda lunga alla fine ha raggiunto
anche quella che sembrava una baia
sicura. Seppur ultimo in ordine di
tempo, anche il settore outdoor ha
dovuto fare i conti con un segno
negativo, frutto di un calo
generalizzato dei consumi, ma c’è
anche dell’altro. L’abbondanza
dell’offerta, l’aumento dei brand
concorrenti e continue e sempre più
elaborate proposte in abito sportswear
hanno fatto sì che, tra armadi pieni e
tasche vuote, il consumatore si sia
orientato a un risparmio forzato e a una
maggiore cautela verso un acquisto
emozionale. Al punto che come la
forbice sociale si è allargata, nel mondo
sportivo si è assistito al proliferare di
nicchie e tendenze, dove la vendita del
top di gamma difficilmente riesce a
sopperire alle mancanze derivanti dai
pochi acquisti nella fascia media. Anzi,
la frammentazione del target ha
contribuito a imporre scelte differenti,
così come le aree di produzione.
Se infatti la Cina non sembra essere
così conveniente come un tempo, ma
anzi dimostra di poter aspirare ad
essere un pericoloso competitor grazie
a un know-how acquisito e tradotto in
un miglioramento dell’offerta, anche i siti
di produzione si stanno spostando. Già
noto l’Est Europa, si sta sviluppando
molto anche la Turchia, ma anche la
Serbia che per ultima si è affacciata al
mercato e sembra attirare l’attenzione di
un numero sempre crescente di aziende.
L’Italia, ha problemi comuni al resto
dell’Europa ma, in quella sua
specializzazione a complicarsi
l’esistenza, riesce persino ad aggravare
la situazione in forza di uno stato
peculiare di maggiore e diffuso
malessere. Con ciò intendendo non solo
gli irrisolti limiti logistici e infrastrutturali,
o il costo esorbitante del lavoro. A
determinare un peggioramento della
situazione è la frammentazione sia in
ambito industriale che retail. Un tempo
elemento di forza, sta mostrando ora
tutta la sua debolezza imprenditoriale. Il
made in Italy rimane un marchio con un
certo appeal all’estero, ma l’assenza di
uno spirito ‘nazionalista’ porta lo stesso
consumatore italiano a guardare con più
favore altisonanti nomi globali dal suono
straniero, piuttosto che marchi di casa
propria, a differenza del Nord Europa
che tende invece a premiare le proprie
aziende. Anche il difficile rapporto tra
imprese e negozi non favorisce la
situazione, con l’arrivo di vendite e-
commerce che vengono mal digerite
da chi copre l’ultimo miglio. Basti dire
che all’estero la tendenza è quella a
proporre capi con vendita on-line da
parte dell’industria, con un consumatore
che osserva, si informa, salvo poi recarsi
in negozio e procedere all’acquisto.
Certo, non sempre, come dimostra la
crescita della vendita tramite web.
Tuttavia con un approccio ben diverso
da quello italiano dove il consumatore,
al contrario, prima si reca in negozio a
provare la merce poi accende computer
o smartphone e procede all’acquisto al
di fuori del punto vendita, constatando
un forte risparmio. Il mancato
allineamento dei prezzi è sicuramente
una delle questioni più spinose, oltre alla
gestione dei saldi e delle vendite
promozionali che hanno talmente
assuefatto l’acquirente da indurlo a
comprare solo in determinati periodi
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39

nuovi mercati
dell’anno che spesso non sono più il
termine di una stagione.
Tutte situazioni note, su cui si è già
discusso e ancora si discute.
Specializzazione contro multisport,
grande distribuzione e piccolo
commercio, monomarca e multibrand
sono alcuni dei dualismi che non trovano
soluzione, e che sempre più spesso
sono costretti a una difficile convivenza
che sfocia in un’impossibilità oggettiva
di una gestione comune del mercato.
Problematiche del mondo dell’attrezzo e
dell’articolo sportivo che sono
approdate anche a quel paradiso che
sembrava l’outodoor. C’è chi se ne
stupisce, ma è di fatto un processo
fisiologico e scontato derivante da un
mercato che per quanto in continuo
movimento è giunto ad una maturità al
limite della vera e propria saturazione.
Dunque oggi è il prezzo a sancire la
decisione di procedere o meno ad un
acquisto. Naturalmente, focalizzandosi
solamente su di esso, il consumatore
non ha più alcuna certezza di acquistare
merce di qualità, perché, con una spesa
ridotta, si è consapevoli a priori del fatto
che le prestazioni e la durata del
prodotto low cost non saranno
eccellenti.
Un quadro che appare difficile e
controverso, ma non certo disperato
come quello che caratterizza altri settori,
a livello generale. Le aziende
continuano a segmentare e a cercare
di rispondere a target specifici,
riducendo i costi ma tentando di
assicurare sempre e comunque
quella qualità che è un requisito
indispensabile per rispondere alla
clientela. Sperando in una fidelizzazione
che se per altri ambiti è un miraggio,
nell’outdoor resiste, anche se a fatica e
con molti punti di erosione.
Nulla è più scontato, dunque, in un
mondo in cui gli sconti sembrano
l’ancora di salvezza. Guardare al futuro
non è impossibile e gli spazi di
movimento non mancano. Per quanto la
situazione non si presenti così semplice,
sarebbe un errore non continuare a
operare in un settore che può ancora
rivelarsi una risorsa. A patto che la filiera
sia in grado di cooperare per
l’ottenimento di risultati concreti e
comuni, primo fra tutti l’attraversamento
di questa contingenza economica
negativa.
Andamenti altalenanti
Per quanto l’outdoor sia un grande
contenitore, non mancano le
differenziazioni interne. Chiaramente in
un sistema variegato, la principale
categorizzazione possibile è quella
relativa ai diversi segmenti storici, quali
abbigliamento, calzatura e attrezzo. Il
sentimento generale è sicuramente non
particolarmente positivo, con picchi al
ribasso negli ambiti più colpiti. La
sofferenza maggiore si riscontra
nell’attrezzo, specie l’invernale, anche
se le abbondanti nevigate dello scorso
inverno hanno creato un po’ di
movimento in un ambito diversamente
molto statico. Anche l’abbigliamento
non brilla in maniera troppo
rassicurante. La presenza di molti
operatori e la ricchezza dell’offerta
finisce per ripartire il segmento in molti
rivoli che determinano un
assottigliamento delle rese. Non si può
parlare di una situazione disastrosa, ma
indubbiamente l’abbigliamento è una
voce parzialmente soffocata in un
mondo sportivo che molto ha da offrire,
sia in termini di qualità che di varietà,
intendendo con quest’ultima sia modelli
che tipologia di prezzo.
Migliori performance sono quelle della
calzatura, grazie all’attenzione sempre
maggiore che oggi i consumatori
rivolgono alla natura e alle escursioni nel
verde. È interessante notare che anche
discipline come il running sono state
positivamente contaminate dal
Lo scenario del mondo all’aria aperta appare sempre
più complesso e variegato. Difficile avere punti
fermi in un momento di grandi difficoltà economiche.
Non mancano, però, spiragli positivi
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sentimento outdoor, con una crescita
interessante di segmenti come il trail
running. In effetti, nei parchi e boschi
cittadini e di provincia si incontrano
sempre più spesso amanti della corsa
che preferiscono abbandonare l’asfalto
per cimentarsi in corse immersi nel
verde. La scarpa da trekking vede
sempre più estimatori, in un duplice
flusso che vede i cittadini andar per
boschi, ma anche amanti della natura
che ricercano lo stesso comfort anche in
città, con formule pur sempre
appartenenti alla galassia delle calzature
da tempo libero. Un urban che veste i
panni discreti di un outdoor moderato e
spesso modaiolo, ma dove la
componente tecnica c’è, si lascia vedere
e soprattutto sentire in termini di
comfort.
FOTO: Gampaolo Calza for La Sportiva
Il mercato outdoor è certamente
in crescita su abbigliamento e
calzature mentre fatica maggiormente
sull’attrezzo invernale, nonostante
le positive nevicate dell’inverno appena
trascorso che hanno comunque
incentivato una certa, seppur lieve,
ripresa. Il mercato dell’abbigliamento
rimane quello che pesa di più
(51%) all’interno del settore outdoor,
tuttavia la concorrenza in questo ambito
è sempre più elevata ed i margini si
erodono facilmente. Al momento un
trend molto interessante è quello
rappresentato dal segmento trail
running, che ormai da 4/5 anni mostra
segni di crescita visibili. Ciò si deve
soprattutto alla tendenza che vede
la pratica della corsa su sterrato e/o in
montagna crescere esponenzialmente,
a discapito della classica corsa su
strada.
Luca Mich, La Sportiva
Ancora fiere?
Sono anni che si discute sugli
investimenti fieristici e, più in generale,
sulla loro effettiva importanza. In alcuni
casi si è visto un avvicendamento di
brand, ma non sono mancate anche
importanti assenze, riduzioni di stand, in
seno a un contenimento delle spese
che, si sa, in questo periodo incidono
non poco sul marketing mix. Vero è
anche che si è assistito a campagne in
controtendenza, specie da parte di
marchi che hanno cercato di farsi
conoscere sui mercati internazionali
proprio attraverso le kermesse
fieristiche, anche con buoni risultati.
Indubbiamente il web, la forte
comunicazione diretta tra produttori e
retailer, gli educational e le visite sul
punto vendita hanno contribuito a
ridimensionare l’importanza delle
fiere intese come momento di
vendita. Sono piuttosto un punto di
incontro e la condizione ideale per
trovarsi con rivenditori e importatori,
presentare nuove linee, sia di prodotto
che di marketing. L’occasione, in pratica,
per tirare le somme, guardarsi in faccia e
scegliere le nuove strategie. Non
seguono infatti numerosi ordini, ma è
evidente che il valore di aggregante
rappresentato dallo stand rimane
sicuramente molto alto.
Inutile ribadire, anche in questa
occasione, la scarsa partecipazione
degli italiani che, se già faticano a
raggiungere Monaco, difficilmente
affrontano il lungo viaggio verso
Friedrichshafen. Certo la logistica non è
facilitata con una simile location, ma è
anche vero che sono in molti a
constatare le assenze anche nella più
vicina Baviera.
Proprio questo tipo di approccio e il
riferimento alla rete vendita spinge le
aziende a ridurre gli spazi o i quantitativi,
puntando solo sui capi di maggior
attrattiva, gli highlights e focalizzando
l’attenzione dei visitatori sulle
caratteristiche strutturali e tecniche.
Inutile, quindi, portarsi dietro il
campionario e molto meglio prediligere i
capi che rappresentano le migliori
soluzioni di vendita. Anche questo,
tuttavia, non è un must, poiché mentre
certi marchi optano per questo tipo di
scelta, altri predilingono una overview
generale, consentendo ai visitatori di
prendere visione in un’unica soluzione a
tutte le varie tipologie di prodotto nelle
varie declinazioni.
Oggigiorno la fiera non rappresenta
più il momento in cui si raccolgono
ordini veri e propri. Le aziende
tendono a mostrare non più collezioni
intere ma solamente gli highlights,
dando più spazio alla tecnicità
dei prodotti ed alla segmentazione
nelle varie linee.
Luca Dragoni, Salewa
Quali tendenze?
Domanda che fai, risposta che trovi,
verrebbe da scrivere, dal momento che
ogni impresa ha le proprie strategie e
caratteristiche. Di certo, la novità conta,
sempre. Essa è infatti leva di marketing,
curiosità, segnale della reattività
dell’azienda, oltre che un elemento che
se ben comunicato può fare la differenza
nelle vendite. Ecco perché molte
imprese puntano molto sui loro
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41

nuovi mercati
reparti di ricerca e sviluppo. Le
nuove tecnologie stanno mettendo in
campo soluzioni sempre più
innovative, alcune delle quali hanno
effettivamente sovvertito certi
approcci allo sport. Anche in questo
caso, le fiere sono i momenti ufficiali di
anticipazioni importanti. In molti
ritengono che sia determinante riuscire
a fornire alla forza vendita e al retail
sempre nuove occasioni di vendita e
nuovi elementi su cui puntare per
stimolare un consumatore ormai quasi
assuefatto alla grande abbondanza di
prodotto. La parola d’ordine è quindi
differenziarsi, riuscire a inserire e far
trasparire tutta la personalità di
un’azienda in un capo, una calzatura o
un attrezzo. Il mercato ormai impone un
dialogo diretto con nicchie specifiche e
con vere e proprie community, che
hanno un proprio linguaggio,
determinate aspettative e persino canali
di comunicazione che si differenziano
nettamente le une dalle altre, con una
grande predominanza del web.
naturalmente un numero sempre più
grande di aziende (prodotti, ecc).
Jerome Bernard, Vibram
Ecofriendly di natura
Moda, tendenza, leva di marketing?
Difficile definire il concetto di
ecofriendly. Di sicuro alla base di un
settore che invita alla scoperta della
natura non può non esserci anche un
grande rispetto per essa. Anzi, di fatto è
pressoché un obbligo per gran parte
delle imprese dimostrarsi attente
all’impatto ambientale e attive nella
salvaguardia dello stesso. Un concetto
rimarcato un po’ ovunque e che
rappresenta una discriminante molto
forte per un certo tipo di consumatore
che nell’outdoor è sicuramente
maggioritario rispetto ad altri settori.
Tuttavia i maligni affermano che non
basta scrivere in fondo alle mail di non
stamparle inutilmente per non abbattere
alberi, o fare la raccolta differenziata in
azienda per potersi fregiare di un nome
e un’immagine immeritata. Una
regolamentazione di fatto c’è, ma
spesso molte aziende fanno affermazioni
altisonanti senza poi avere certificazioni
ambientali o simili. Un dato, questo, che
dimostra il concetto purista alla base di
questo settore non sempre è stato
rispettato man mano che il mercato ha
preso piede. Come dire che la vera
cultura outdoor non ha seguito di pari
passo il suo sviluppo effettivo in termini
di mercato. Altre gole profonde, se si
guardano social e blog, affermano come
LE AZIENDE CONTINUANO A SEGMENTARE CERCANDO
DI RISPONDERE A TARGET SPECIFICI, RIDUCENDO I COSTI
MA TENTANDO DI ASSICURARE SEMPRE E COMUNQUE
LA QUALITà, REQUISITO INDISPENSABILE PER LA CLIENTELA
La competizione è sempre più intensa
(sul prezzo, sui valori veicolati dai
brand, ecc). Le novità aiutano molto
a differenziarsi nel contesto attuale,
dominato da un’informazione di massa.
Ma l’effetto è sempre meno durevole.
Bisogna continuamente rinnovarsi per
resistere ed esistere. E rimanere
attaccati ai propri valori. Da 3/4 anni
nella calzatura si sta assistendo al trend
del minimalismo, iniziato da Vibram con
FiveFingers, la calzatura a 5 dita.
Il minimalismo si è poi declinato,
sempre con l’impulso di Vibram, in
forme anche meno estreme (si vedano
per esempio i prodotti di Merrell, New
Balance, ecc.). Il consumatore ricerca
scarpe sempre più leggere e
confortevoli,
ma anche sufficientemente protettive.
Minimalismo sì, ma minimalismo
‘ragionevole’, questa sembra la nuova
tendenza. Nell’outdoor, si mantiene
il trend trainante del trail running:
un fenomeno ormai internazionale, che
sta interessando diversi milioni di
praticanti (consumatori), sempre
più territori (migliaia di gare) e
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spesso i principi siano piegati dall’utile e
come la produzione in certe aree del
pianeta, come il far east, non rispondano
esattamente ai requisiti che vengono poi
affermati dalle imprese. Tuttavia, i
virtuosi non mancano, e ci sono
aziende che mantengono un’etica
produttiva assolutamente trasparente
e irreprensibile anche quando
producono in Paesi lontani.
“L’outdoor è da sempre un settore
attento all’ambiente e sicuramente oggi
anche nel nostro Paese è cresciuta
l’attenzione nei confronti della
sostenibilità in campo aziendale. Alcuni
marchi stanno lavorando a programmi
promettenti che prevedono l’uso
consapevole delle risorse, la riduzione
degli sprechi e dell’impatto sul pianeta.
Fin dalla sua fondazione, Patagonia ha
avuto come obiettivo la riduzione del
proprio impatto ambientale. La
vocazione ambientalista è nata
dall’amore per la natura del suo
fondatore e proprietario, Yvon
Chouinard, che vuole essere un
esempio rivoluzionario di come fare
impresa ai giorni nostri nel rispetto
dell’ambiente. ‘Realizzare il prodotto
migliore, non causare danni inutili,
utilizzare il business per ispirare e
implementare soluzioni per la crisi
ambientale’ è la nostra mission
aziendale e la nostra ragion d’essere,
il motivo per il quale veniamo
a lavorare ogni giorno.”
Chiara Cappellina, Patagonia Europe
Ai confini del web
Le nuove tecnologie sono una grande
sfida e sicuramente anche una ghiotta
opportunità. In questo campo l’Italia è
sicuramente più acerba di altri Paesi, ma
ciò non significa che anche nel
Belpaese non abbia preso piede il
concetto di e-commerce. A creare
qualche tensione, però, c’è il fatto che
spesso i prezzi dei capi venduti sui siti
delle aziende sono considerevolmente
più bassi rispetto a quelli dei capi
venduti in negozio. Ciò ha avuto
conseguenze negative, dal momento
che l’acquirente italiano mostra
comunque la tendenza a voler
conoscere il prodotto, toccarlo, provarlo
e successivamente acquistarlo.
Trovando maggiore convenienza sul
web, si è quindi radicata la tendenza a
cercare informazioni nel digitale, visitare
il punto vendita, conoscere il prodotto
fisicamente e poi confrontare commenti
su blog e social network, concludendo
l’acquisto su siti aziendali o varie
piattaforme d’offerta. L’estero ha invece
avuto una reazione contraria: il punto
vendita viene considerato come un
centro di aggregazione dove il
consumatore termina la shopping
experience iniziata davanti allo schermo
del computer. In pratica, il web è un
punto di diffusione di informazioni, ma il
retailer rimane il referente privilegiato
dell’acquisto. Anche perché lo scarto
economico tra le due offerte è spesso
minimo, per cui si preferisce affrontare
una spesa analoga o leggermente
superiore, ma godendo del forte valore
aggiunto rappresentato dal commesso,
specialmente nei negozi specializzati.
Il negozio, quindi, nell’era digitale
rischia di essere tagliato fuori dal
ciclo di acquisto vero e proprio,
fungendo spesso da semplice
showroom. Anche se non mancano casi
in cui il punto vendita è invece il ritrovo
di una community che magari, nata sul
web, ha la sua consistenza e identità
fisica sul punto vendita.
Sicuramente il web può essere
considerato non solo un’opportunità, ma
anche la naturale evoluzione di un
sistema di vendite. Purtroppo
l’arretratezza italiana, sia a livello di
pubblico che di retail, ha limitato un
fenomeno che è comunque in
espansione. Politiche di web marketing
ben fatte iniziano a dare validi risultati e
il potenziale esprimibile attraverso il
digitale è realmente imponente.
Chiaramente non bisogna considerarlo
come una semplice vetrina, ma bisogna
imparare a interagire con il consumatore,
fornire informazioni, interessarlo e
coinvolgerlo, facendo collimare
l’esperienza virtuale con quella reale. Di
contro, si rinnova l’importanza
dell’adeguata preparazione degli
FOTO: archivio Vibram
Il mancato allineamento dei prezzi è sicuramente
una delle questioni più spinose, oltre alla gestione
dei saldi e delle vendite promozionali che hanno
talmente assuefatto l’acquirente da indurlo a comprare
solo in determinati periodi dell’anno, che spesso
non sono più al termine di una stagione
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nuovi mercati
addetti alle vendite, perché altra
discriminante considerevole è il fattore
accoglienza, pre e post vendita,
riassumibile, appunto, nell’assistenza
all’acquisto.
“L’evoluzione dei sistemi di vendita è
un dato di fatto. Ciò che ancora non mi
è del tutto chiaro è il motivo per cui
all’estero questi due canali di vendita
(on-line e in store) riescano a convivere
senza problemi, mentre in Italia si nota
ancora una sostanziale rottura. I punti di
interazione ci sarebbero, ma bisogna
anche trovare una formula che non
finisca per penalizzare i vari elementi di
filiera. Chiaramente l’italiano ha una
predisposizione al contatto, alla visita in
negozio, dove può vivere un’esperienza
reale del prodotto. Questa è una verità
insindacabile, e probabilmente è propria
anche di giovani e giovanissimi, in
quanto pare essere una propensione
connaturata al nostro modo di vivere.
Chiaramente il divario nei prezzi è un
sicuro ostacolo, perché
provoca uno sbilanciamento notevole
che rischia di alimentare tensione e
polemiche, e anche di ritardare
l’interazione tra questi due sistemi.
Damiano Menegon, consulente
di alcuni importanti brand outdoor
italiani
Retail di nuova generazione
Tutto cambia, o quasi. Anzi, tutto o quasi
dovrebbe cambiare. Il condizionale è
pressoché d’obbligo quando si parla di
retail, perché non esiste una formula
univoca e un sistema prettamente
organizzato. In tutti i Paesi europei
esistono vari canali e così è anche per
l’Italia. Tuttavia lo spazio dei negozi
specializzati nell’outdoor è ancora
limitato. Sarà che nel nostro Paese
questo tipo di cultura sportiva è arrivato
più tardi che altrove, o perché
l’organizzazione italiana a livello vendite
ha puntato sempre più sui segmenti già
consolidati, resta il fatto che i negozi
prettamente vocati a questa tipologia di
prodotto sono ancora molto pochi. A
rendere ancora più difficile lo sviluppo è
stata certamente anche la crisi
economica che si è abbattuta
pesantemente sul settore nel suo
complesso. È anche giusto dirsi la verità
e affermare senza tema di smentite che
molti negozi sono riusciti a sopravvivere
quando tutto era più facile, denaro ne
girava di più e problemi economici se ne
avevano meno. Poi con la progressiva
specializzazione, l’ingresso di player
della grande distribuzione, le nuove
tecnologie come internet e l’ecommerce,
il cambiamento stesso del
consumatore, il negoziante vecchio stile
ha iniziato ad accusare. Dapprima
Specializzazione contro multisport, grande
distribuzione e piccolo commercio, monomarca
e multibrand sono solo alcuni dei dualismi
che non trovano soluzione e che sempre
più spesso sono costretti a una difficile convivenza
FOTO: Fredrik Marmsater © 2013 Patagonia, Inc.
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nuovi mercati
sono spariti, anche se non del tutto,
quelli che si potrebbero definire dei veri
e propri bazar sportivi, in cui il concetto
di visual merchandising non è mai
riuscito ad entrare. Successivamente si
è assistito ad una tripartizione tra
negozi specializzati, catene e grande
distribuzione, ma nello specifico il
mondo outdoor ha visto nascere
pochi negozi ad hoc. In molti casi
proprio la mancanza di una linea di
demarcazione precisa ha impedito una
settorialità marcata e una netta divisione
di ruoli. Sono spuntati come funghi dei
corner, ma ben preso ci si è resi conto
che non erano in grado di soddisfare la
clientela, specialmente quella più
esigente. Chi ha fatto la scelta di una
verticalizzazione è stato anche premiato,
mentre sempre di più il generalista
soffre perché non abbastanza
referenziato per le nicchie e forse
neppure troppo fornito per il principiante
che, proprio per questa sua condizione
di entry level, si orienta più su prodotti di
fascia bassa e a prezzi da grande
distribuzione, prima di lanciarsi in spese
consistenti e corredi completi.
Certo è che l’evoluzione c’è stata e che
chi non si è adeguato rischia di restare
indietro. Il clima generale non aiuta, ma
resta il fatto che non è neppure
possibile pensare di essere competitivi
senza di fatto esserlo realmente. Ormai
definitivamente perduti i tempi della
fidelizzazione totale e dell’acquisto
facile, ora il consumatore chiede
competenza, qualità e garanzie, ma
anche la capacità di saper esprimere
realmente quella plusvalenza che segna
il confine tra vendita on-line e vendita
real time.
“Il retail italiano sta cercando
di tenersi al passo con l’evoluzione
del mercato e delle aziende.
Chi riuscirà in questa sfida sarà
vincente e forte per molti anni.
È in corso una sorta di ‘selezione’
naturale.”
Luigi Pellizzari, Regatta Italia
Targettizzare per
(soprav)vivere
Quando si parla di consumatore, specie
nell’outdoor ma non solo in questo
settore, non si può più fare riferimento a
una realtà vaga e priva di forma
specifica. Le varie community e le
nicchie di mercato, caratterizzate da
specifiche caratteristiche ed
esigenze, hanno da tempo costretto
le aziende a fare riferimento specifico
a gruppi precisi di consumatore. Età,
sesso, cultura, passioni impongono
scelte di marketing ben determinate, ma
anche la realizzazione di prodotti ad hoc.
Anche perché, è giusto ammetterlo, le
passioni sono quelle che muovono
maggiormente il mercato e proprio
DI FATTO è PRESSOCHé UN OBBLIGO PER GRAN
PARTE DELLE IMPRESE DIMOSTRARSI ATTENTE
NEI CONFRONTI DELL’IMPATTO AMBIENTALE E
ATTIVE NELLA SALVAGUARDIA DELLO STESSO
FOTO: TransAlpRun - Event Gore
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OFFICINA
M
E DIA
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47

nuovi mercati
all’interno di queste realtà si
annidano i best spender, quelli che
amano una disciplina e sono disposti a
sacrificarsi pur di poter disporre della
migliore attrezzatura, del capo più
idoneo o della calzatura più indicata.
Spazio dunque alla targettizzazione, fino
a certi estremismi che tali non sono.
Non bisogna infatti dimenticare che il
consumatore ama essere coccolato,
considerato e questo non solo nella fase
precedente l’acquisto, ma anche e
soprattutto dopo. Dunque
comprenderne le caratteristiche,
realizzare un prodotto ad hoc e
seguire il cliente anche dopo
l’avvenuto incasso è fondamentale
per innescare quel processo di
fidelizzazione oggi sempre più a
rischio. Ecco perché le aziende si
impegnano notevolmente in questa
azione e non vi è brand che non vi
ponga grandissima attenzione.
È difficile, tuttavia, stabilire quanti siano i
target, specie nell’outdoor. Ad ogni
stagione si scoprono nuove discipline,
varianti e variazioni sul tema che tutte
insieme rendono estremamente
variegato un panorama già ricco di
proposte. I maldicenti potrebbero anche
pensare che sia tutta una trovata
pubblicitaria, una formula creata dalle
aziende per cercare di inventare
qualcosa di nuovo, per avere ancora
qualcosa da dire. Può darsi che in certi
casi sia così, ma è altrettanto vero che
quel grande aggregatore umano che
sono i social network fanno davvero
nascere strane e pazzesche passioni
che spesso si diffondono viralmente a
livello globale. E le aziende, sempre a
caccia di qualche nuovo potenziale
bacino di utenza, spesso non si lasciano
sfuggire l’occasione di inventare
qualcosa, salvo poi, talvolta, fare marcia
indietro. Altre volte, invece, una moda
diventa una tendenza, si consolida,
acquista spazio e seguito, fino ad
arrivare a maturazione, come nel caso
del running e delle sue svariate
declinazioni.
“Mappare il consumatore è una
delle strategie principali implementate
da adidas: ci permette sia di analizzare
le esigenze correnti di ogni
tipo di consumatore nelle diverse
fasce di età, sia di prevedere
quali saranno i trend futuri.”
Matteo Cattaneo, adidas Outdoor
Merchandising Manager
Made in Italy, ma perché?
Siamo bravi, anzi, bravissimi, soprattutto
a dircelo. Ormai sono in tanti a ritenere
che gli Italiani siano un po’
autocelebrativi e che questo made in
Italy sia un po’ sbiadito. Grande leva
Certo è che l’evoluzione è avvenuta e chi non si adegua
rischia di restare indietro. Il clima generale non aiuta,
ma resta il fatto che non è neppure possibile pensare
di essere competitivi senza adoperarsi per esserlo realmente
FOTO: Miguel-Caballero - LaSportiva
48 www.topsport.it

Stop all’acido lattico!
I capi tecnici MC 2 hanno la proprietà rivoluzionaria di rilasciare gradualmente Carnosina,
una molecola naturale che smaltisce l’acido lattico riducendo stanchezza e dolore.
Con le t-shirt, calze e pantaloncini MC 2 non ti fermerà nessuno, nemmeno te stesso.
N.B. Mico Carnosina non è doping! E’ un prodotto tecnologico ma naturale, studiato e brevettato da LVM Technologies
in collaborazione con Mico R&D e testato dal Centro Ricerche Mapei Sport e dall’Istituto Universitario Italiano
www.carnosina.it
facebook.com/MicoCarnosina
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PERFORMANCE
49

nuovi mercati
di marketing, grande brand celebrato
all’estero, grande tradizione, grande
tecnologia. Insomma, tutto grande e
grandioso, ma poi si nota una certa
disaffezione da parte degli Italiani stessi
che spesso sono più attenti al prezzo
che non al valore di ciò che comprano.
Poi non mancano le critiche tra i puristi
che esaltano il 100% made in Italy e si
scagliano contro quelli che riempiono di
tricolori i capi e nell’etichetta lasciano
made in China. Dunque un made in Italy
di concetto, ma non di sostanza, o
meglio, di know-how ma non di
esecutivo. Resta il fatto che in questo
scontro, i connazionali non sono affatto
nazionalisti e, un po’ saturi di questa
italianità, un po’ disaffezionati al
Belpaese, non è che poi ci tengano più
di tanto a sostenere con i propri acquisti
il sistema produttivo. All’estero è
diverso. In certi Paesi la bandiera
italiana è sinonimo di qualità, di
bellezza, di affidabilità. Un vero
simbolo da esibire, quasi uno status
symbol. In Asia, ad esempio, è
pressoché un’eccellenza, ma anche in
Europa non è messa in discussione la
vestibilità dei capi italiani e anzi il gusto
che contraddistingue l’Italia vanta il
primato. Molto poi dipende dalla cultura
dell’acquirente, dall’area geografica, ma
anche dal potere di acquisto e dal
settore di appartenenza in termini di
pratica sportiva preferita. Ad ogni modo,
il made in Italy tiene, anche se la
leadership è indubbiamente erosa da
più parti da player che hanno imparato a
lavorare bene e che, anche sul piano
della bellezza, hanno fatto notevoli passi
avanti. Le aziende estere guardano con
grande interesse il prodotto italiano e le
numerose acquisizioni, nei più svariati
campi, da parte di compagini straniere
dimostra come la tradizione e l’arte
made in Italy abbiano indiscutibilmente
un valore.
L’italianità è ancora un valore
esportabile, soprattutto quando
si associa ad una forte storicità
e tradizione nel settore.
Ma non può prescindere oggi
da una comprovata ed efficiente
organizzazione aziendale.
Thomas Monsorno, Bailo
Ormai definitivamente superati i tempi della fidelizzazione
totale e dell’acquisto facile, ora il consumatore
chiede competenza, qualità e garanzie, ma anche la capacità
di saper esprimere realmente quella plusvalenza
che segna il confine tra vendita on-line e vendita real time
FOTO: archivio Vibram
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www.topsport.it
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Novità prodotto 2014
La forza
delle idee
Grazie ai suoi labili confini, l’outdoor consente
di interpretare il concetto del tempo libero all’aria
aperta con agilità, presidiando la vita di tutti
i giorni e contaminando moda e stili sportivi.
Funzionalità, durata ed estetica sono criteri
di scelta fondamentali non solo nell’active ma
anche nel quotidiano. Elementi che fanno ben
comprendere il grande potenziale di questo
mercato, da rappresentare degnamente in vetrina
Protetti dal vento
La Terrex GoreTex Active Shell Jacket presenta
un cappuccio interamente regolabile,
compatibile con casco ed elementi riflettenti
per una maggiore visibilità e sicurezza durante
l’attività. Perfetta per l’outdoor
anche la Windstopper Soft
Shell offre una completa
protezione dal vento
e massima traspirabilità,
integrando
il comfort di un
morbido mid-layer
alla impermeabilità
di un guscio in
un’unica soluzione.
ADIDAS
Tel. 039 27 151
www.adidas.it
Sganciarsi rapidamente
Vipole presenta
l’innovativo lacciolo a
sgancio rapido “Trident”,
dedicato alla linea di
bastoncini per Nordic
Walking, Skating e
Trail. Il Sistema Trident
è disponibile su tutti
i bastoncini a canna
fissa, telescopica a 2
o 3 stadi, in Carbonio
100% o Alluminio 7075.
www.vipole.it
52 www.topsport.it

Tanti stili, un solo occhiale
Gli occhiali Belu$hki by Shred si presentano
con quattro stili diversi e sono confezionati
con stile. Con attenzione minuziosa ai dettagli,
dopo aver scelto la qualità superiore del legno
di palissandro per il modello “Shrastawood”,
la montatura viene assemblata a mano. È
natuarale, è in legno e il suo design si adatta
a ogni personalità. Hanno le lenti del leggendario
Carl Zeiss. Le lenti hydrophobic sono
garantite per rimanere idrorepellenti, ideali
per gli sport d’acqua o per coloro che non
vogliono inumidire il proprio stato d’animo,
nemmeno sotto la pioggia. Le lenti polarizzate
anti riflesso sono garantite da una massima
protezione dai raggi UVA e UVA grazie alla
tecnologia più avanzata sul mercato.
www.whyweshred.com
Divertimento e libertà
La linea “Creazy Zoo” di Newland, individua
una serie di capi performanti sia per il look
innovativo che per le elevate prestazioni del
tessuto Dhtech con il quale sono realizzati.
Lo sport e il tempo libero sono divertimento
e libertà, con questa linea creativa di felpe e
tute di altissima qualità made in Italy Newland
intende garantire il massimo confort e le più
alte prestazioni ad ogni livello di utilizzo: il
tessuto Dhtech è traspirante, idrorepellente,
antivento, ipoallergenico, antibatterico,
stretch, antipilling, easy care. Newland è
distribuito da Athesis.
Leggerezza senza confini
Trango Cube Gore-Tex di La Sportiva è uno scarpone ultra leggero per alpinismo tecnico
ed escursioni su vie ferrate. Il sistema d’allacciatura di nuova concezione con ganci e passanti
annegati nel materiale termoplastico di struttura elimina le cuciture e riduce i volumi
esterni. Massimo contenimento del peso e comfort di calzata senza precedenti grazie
alla totale assenza di cuciture nella tomaia: la struttura ed i rinforzi classici sono sostituiti
dalla nuova costruzione “Thermo Tech Injection” in materiale termo-plastico sovra-iniettato,
tecnologia che esalta la massima repellenza superficiale del prodotto. Comfort ulteriore è
dato dall’imbottitura interna anatomica e
dalla linguella elastica fasciante integrata
nella tomaia: evita la formazione di pieghe
e di strati superflui di materiale facendo sì
che il piede si muova in maniera sinergica
con la calzatura. La suola La Sportiva
“Cube” by Vibram è realizzata con
design esclusivo ed è dotata di spessori
alleggeriti grazie all’utilizzo di un sottile
tessuto di montaggio posto tra battistrada
ed intersuola: tale soluzione permette di
contenere lo spessore di gomma e quindi
di ridurre anch’esso il peso globale della
calzatura. Anche il pacchetto dell’intersuola
è stato completamente rivisto,
utilizzando poliuretano anti-compressione
in punta e tallone ed inserti in EVA
ammortizzante nella fascia plantare e nel
tallone. La tallonetta è inoltre dotata di
inserti in TPU che aumentano la risposta
elastica in appoggio favorendo l’ammortizzazione.
Lo snodo 3D Flex System, in
continuità con i precedenti modelli Trango,
facilita il controllo in appoggio.
Nessun vincolo alla libertà di movimento
Il pantaloncino alla coscia aderente running
proposto da Mico, rispettivamente uomo
e donna, è realizzato con tecnologia Mico
Skintech Seamless. Struttura ergonomica con
elastico no-stress sulla vita. Disegni jacquard
su fronte e retro del capo. Leggerissimo,
aderisce perfettamente al corpo, non vincola
la completa libertà di movimento e garantisce
una termoregolazione perfetta anche con
climi particolarmente caldi e umidi. Privo di
odori è altamente traspirate ed è in grado
di essere ricaricato con il trattamento MC2
Mico Carnosina per smaltire completamente
l’acido lattico durate e dopo la prestazione
sportiva. La carnosina è nota infatti per le sue
capacià di tamponare e smaltire l’acido lattico,
convertendolo in acido piruvico, più facile
da assorbire. Presentato nel colore nero. In
100% Carnonylon poliammidico.
CALZATURIFICIO LA SPORTIVA
Tel. 0462 571 800
lasportiva@lasportiva.com
www.lasportiva.com
www.gardamode.it
MICO SPORT
Tel. 030 2003 211
info@mico.it
www.mico.it
www.topsport.it
53

Novità prodotto 2014
Una calzatura minimalista
Bikila Evo di Vibram FiveFingers, minimalista e progettata per il running di media distanza, è
ideale per le esigenze dei runner contemporanei che si avvicinano gradualmente all’uso di una
calzatura minimalista. La suola mediamente-sottile, targata Vibram, cambia i livelli di sensibilità
e performance. Bikila Evo è una calzatura completamente ridisegnata per offrire una
soluzione capace di combinare 2 elementi chiave: piacere di camminare
a piedi nudi e un maggiore supporto per
un efficace assorbimento degli urti in
attività di running su strada di media
distanza. Si lava in lavatrice con acqua
fredda e asciuga all’aria aperta.
www.vibramfivefingers.it
Si adatta all’anatomia del piede
Fissaggio mirato dell’articolazione tibio-tarsale ed efficace
compressione graduata sono le caratteristiche eccezionali
di BD Tapevene, una novità mondiale. La funzione
“tape” agisce come una staffa che fissa
il calcagno e l’astragalo. Grazie a questo
effetto la calza è in grado di contrastare
l’iperpronazione e la supinazione. Il processo
di produzione tridimensionale consente alla
calza BD Tapevene di adattarsi perfettamente
all’anatomia del piede. I rinforzi nella zona delle
dita e del tallone proteggono dalla formazione di
vesciche e dalle compressioni. Fra le altre caratteristiche:
zone elastiche sulle dita, sul tallone e sulla staffa;
struttura del piede particolarmente elastica; compressione
graduata: 20-25 mmHg; composizione: 72% nylon,
28% lycra. Distribuito da Wintersteiger.
WINTERSTEIGER
Tel. 0471 844 186
info@wintersteiger.it
www.wintersteiger.com
Attività fisica a tutti i livelli
La nuova linea di accessori per running e idratazione
“Run&Move 3.0” di Digi Instruments rappresenta la soluzione
più pratica per il trasporto di oggetti, liquidi ed integratori
durante qualsiasi tipo di attività sportiva o fisica. I prodotti
Run&Move sono ideali per running, camminate, biking,
trekking, ciclismo e l’attività fisica a tutti i livelli. La linea è
composta da cinture con borracce di varie capienze e con
diverse soluzioni portaoggetti. Lo speciale sistema modulare
Run&Move “Add On System” permette di comporre il
proprio equipaggiamento personalizzato partendo da una
cintura base a cui vanno aggiunte borracce e accessori a
seconda delle esigenze individuali.
Movimento più libero
La giacca Elodea di Nalini è antipioggia
termonastrata, con inserto protettivo sul collo,
inserto elastico sottomanica per rendere
migliore e più libero il movimento
ed agevolare la
traspirazione, dotata
di un’apertura nella
tasca posteriore
per accedere
alle tasche
interne,
transfer
rifrangente
posteriore.
Nalini è
distribuito
da Moa
Sport.
www.nalini.com
Perfetta ammortizzazione
La Dolomite Rocket Steinbock è una calzatura
in pelle scamosciata idrorepellente e
traspirante, realizzata con soluzioni innovative
nel design e nella tomaia. La suola Vibram
sviluppata da Dolomite in esclusiva per il mondo
Approach garantisce una tenuta ottimale
sui sentieri di avvicinamento e sulle rocce. La
calzata è ergonomica e precisa grazie ad un
particolare sistema di costruzione e di allacciatura
che fascia la scarpa a 360°. Il puntale
“Toe flex” permette di avere una maggior
sensibilità durante la scalata. Il sottopiede in
EVA anatomica (DAS System) consente una
perfetta ammortizzazione e lo heel support
facilita l’appoggio della caviglia, evitando torsioni
innaturali. È un modello versatile dal look
moderno (ideale anche per la città): design
e colore sono i suoi elementi distintivi, senza
dimenticare una delle sue caratteristiche fondamentali:
la leggerezza, solo 372 grammi.
www.digi-instruments.it
www.dolomite.it
54 www.topsport.it

Senza macchia
I pantaloni Strike
di Bignami sono
realizzati con Flex-
Tac, il nuovo tessuto
con caratteristiche
di elasticità e resistenza
alle macchie
e allo sporco. Il capo
presenta vita autoregolante
rivestita per
il massimo comfort;
porta Badge sui
passanti anteriori e
tasche inclinate, accessibili
rapidamente;
cerniere YKK originali;
ginocchio separabile
a doppio strato con
tasca interna per
ginocchiere.
www.bignami.it
Un’esperienza mai vista prima
Nuovo Garmin Oregon 650T, GPS portatile
easy-to-use per vivere l’outdoor in un modo
rivoluzionario. Schermo color touchscreen
perfettamente leggibile al sole, durata batteria
estesa rispetto alla serie precedente e la
possibilità di navigare con tutta la cartografia
Garmin topografica e stradale, sono
gli elementi innovativi che attireranno gli
appassionati dell’outdoor. Un prodotto unico
e trasversale, per il trekking, in sella a una bici,
ma anche su un ATV a cavallo o in barca. È
possibile connettersi tramite smartphone a
Garmin BaseCamp App e ai maggiori social
network. Accedendo a Garmin Adventures
si potranno conoscere i percorsi, precedentemente
caricati e condivisibili, relativi alla
zona in cui ci si trova. Inoltre Oregon 650T ha
precaricata la cartografia topografica europea
di riferimento in scala 1.100 K (senza la possibilità
di calcolo percorso).
L’essenziale a portata di mano
Il massimo dell’essenzialità per il trail running: un gilet ancora più
leggero e compatto del Trail Vest Light. Il nuovo Trail Vest 5
di Camp, concepito per i trail più brevi e le skyrace, è
l’attuale limite della ricerca di C.A.M.P. per la leggerezza
e la velocità: un impegno che emerge nell’insieme e nei
particolari come la nuova chiusura sternale con velcro al
posto delle 2 tradizionali cinghie addominale e sternale.
Provvista di velcro anche la chiusura del vano principale
da 5 litri che, con le sue fasce laterali elastiche, in
caso di necessità può ospitare un volume superiore
di materiale. Senza dimenticare il porta borraccia sullo
spallaccio sinistro, le 2 tasche (di cui una con zip) su
quello destro e le asole a cui fissare eventuale equipaggiamento
extra. Lo schienale e gli spallacci in rete traspirante
assicurano il massimo comfort per uno zaino che,
una volta indossato, non dà più fastidio di uno strato
di abbigliamento lasciando l’essenziale a portata di
mano senza obbligare l’atleta a fermarsi.
www.camp.it
L’alta montagna ha nuovi colori
Lo scarpone Grisport Backpacking per trekking di media/elevata difficoltà è una calzatura di alta
qualità, leggerezza e contenuti tecnico-funzionali brevettati. Ora si veste di due nuovi colori, il
giallo lime e l’arancio mattone che gli regalano una marcia in più anche da
un punto di vista fashion. Il puntalino in poliuretano iniettato protegge
la punta da usura e abrasioni. L’intersuola in poliuretano ha un elevato
effetto ammortizzante ed è molto confortevole. Il Support System a
livello del tallone garantisce aderenza ottimale e controllo del piede
durante tutte le fasi del movimento. La mambrana interna Sympatex
è un brevetto Grisport ed è al 100% impermeabile e traspirante.
La suola Vibram realizzata per Grisport ha un battistrada in
gomma antiusura dal disegno aggressivo con chiodi
profondi posizionati in maniera specifica per garantire
durata, trazione e grip. Gli ampi canali
assicurano un’ottima azione autopulente.
www.grisport.it
Nessun fastidioso punto di pressione
Dixon 45 è lo zaino Grouse Creek con litratura
importante, adatto a percorsi ed escursioni
impegnativi, anche articolati su più giorni. La
costruzione ergonomica consente un efficace
scarico del peso lungo tutta la colonna vertebrale,
senza creare fastidiosi punti di pressione. Il
basto in rete consente un’efficiente ventilazione
e traspirazione del sudore. Svariate tasche
portaoggetti con chiusura zip dislocate nei punti
strategici sono facilmente accessibili anche
senza togliere lo zaino di dosso. Cinghie di sicurezza
laterali, spallacci regolabili con sistema fast
lacing. Copertura impermeabile sul fondo, come
in tutta la collezione zaini Grouse Creek. Grouse
Creek è distribuito da Alpex.
www.garmin.it
ALPEX
Tel. 0423 639 588
www.grouse-creek.com
www.topsport.it
55

Novità prodotto 2014
Per i più esigenti
Mico propone queste calze unisex tecniche running,
rispettivamente di peso extralight e light, realizzate per
soddisfare le esigenze più elevate del podista. Costruite
con una trama finissima, offrono spessore minimo e
intermedio per adattarsi perfettamente al complemento
calzatura, garantendo massima copertura da abrasioni
dovute a sfregamento e appiattimento. Resistenti, leggere,
anti-odore, contemplano una fascia elastica anti-torsione
nell’arco del piede e una cucitura ultrapiatta invisibile sulle
dita. Dotate di zona di ventilazione sono in grado di essere
ricaricate con il trattamento MC2 Mico Carnosina per
smaltire completamente l’acido lattico durate e dopo la
prestazione sportiva. La carnosina è una molecola presente
nel nostro corpo e ha proprietà uniche: aiuta ad aumentare
la forza, contrasta i disturbi infiammatori, svolge un’azione
antiossidante e riduce la stanchezza. Questa tecnologia
tessile sviluppata da Mico è capace di microincapsulare e
rilasciare gradualmente la molecola purissima di Carnosina.
Il tessuto creato è così efficiente da aiutare la pelle stessa
ad assorbirla. Presentate nei colori bianco e nero con
inserti fluo. In 83% Carnonylon poliammidico – 14% Lycra
- 3% X-Static XT2.
MICO SPORT
Tel. 030 2003 211
info@mico.it
www.mico.it
L’Oscar alla tecnologia
Polartec ha annunciato i vincitori del Polartec Apex Award 2013. Il Premio, vero e proprio Oscar
dei capi ad alta tecnologia, desidera riconoscere i prodotti più innovativi realizzati con i tessuti
Polartec. I vincitori sono come sempre stati selezionati da un comitato di giudici in base a criteri
chiave, quali design, funzionalità, costruzione, fit, potenziale innovativo del capo, appropriato
utilizzo dei tessuti Polartec rispetto al design complessivo del prodotto. Quest’anno sono stati
esaminati oltre 1000 capi e i giudici ne hanno selezionati 36 come vincitori. Nelle foto, alcuni
dei capi vincitori dell’Award: la Rossignol Phantom Jacket, la 66North Esja Hooded Power
Shield Jacket, la Marmot Isotherm Hoody.
Particolare versatilità
La linea Ultra Trail di Cober è nata
per la corsa in montagna (trail
running), ed è composta da tre
modelli in lega di alluminio aeronautico,
uno a misura fissa e due
telescopici (a 2 settori e a 3 settori).
Tutti i modelli sono caratterizzati
dalla particolare manopola lunga
in schiuma espansa che consente
di impugnare l’attrezzo a differenti
altezze, in base alle condizioni di
utilizzo. Grazie alle loro caratteristiche
ed al peso estremamente
contenuto (quello a misura fissa da
125 cm pesa meno di 200 grammi),
questi modelli si sono rivelati molto
versatili e hanno dimostrato ottime
doti di utilizzo in tutte le situazioni,
dimostrandosi adatti anche per il
trekking e la fase di avvicinamento
alla scalata (in particolare i modelli
telescopici), allo scialpinismo e al
freeride. A Friedrichshafen Cober
presenta una evoluzione dei modelli,
con passamano staccabile e nuove
varianti di colore.
COBER
Tel. 02 57 601 341
info@cober.it
www.cober.it
Tante funzioni, un’unica fascia
Nella PE 2014 sarà presentato al pubblico
il nuovo High UV Buff with Insect Shield che
procura protezione dagli insetti senza utilizzare
sostanze a contatto diretto della pelle.
È realizzato in CoolmaxExtremePerformance,
speciale fibra a quattro canali che offre
altissima traspirabilità e tempi di asciugatura
ridotti rispetto alla microfibra tradizionale e
che assicura il 95% di protezione dai raggi
solari e facilita la riduzione della temperatura
corporea. Buff è distribuito da Nov.Ita.
POLARTEC
www.polartec.com
www.nov-ita.com
56 www.topsport.it

Leggeri ed elastici
Dal fit comodo, questi pantaloni Gore Running
Wear sono ideali per il calssico runner
da città. Tessuto fresco, leggero ed elastico,
sono dotati di tights interno in tessuto
estremamente leggero ed elastico. Lunghezza
gamba: 28 cm (11 pollici). Realizzati in materiale
stretch per maggiore libertà di movimento,
presentano tasca con zip sul retro, 2
tasche anteriori, tights interno integrato. Sono
regolabili in vita con coulisse piatta.
Resistenza superiore
Dopo il grande successo di Pantera, Wild Climb ha adottato le tecnologie ed i materiali
sviluppati per spingersi oltre e creare Mangusta. Queste nuove ballerine utilizzano la stessa
microfibra bidirezionale di casa Wild Climb, quella che ad oggi garantisce il massimo comfort
di calzata nel panorama del climbing. Mangusta si rivolge ai climber in cerca della ballerina
definitiva: estrema precisione in aggancio, grazie alla lavorazione della gomma in punta. È più
morbida della pelle primo fiore, non cede, possiede qualità di resistenza superiori a qualsiasi
altro materiale usato fino ad ora nel mondo delle scarpette. È più elastica del tradizionale sintetico:
la sensazione regalata a chi la proverà sarà quella di una seconda pelle. Mangusta è la
ballerina ideale per il boulder, l’arrampicata in strapiombo e l’indoor. Le caratteristiche
principali sono: microfibra bicomponente made in Italy di estrema
comodità e precisione; chiusura velcro su collo del piede; gomma
su tallone esterno e arco plantare interno per migliorare l’aderenza
laterale; suola Wild Climb, suola di nuova concezione made in
Italy, testata dagli atleti e dal team aziendale, è risultata
la migliore in qualsiasi situazione; tallonaggio senza
sensazioni di vuoto; design Herodesign. Wild
Climb è distribuito da M&M Calzaturificio.
M&M Calzaturificio
Tel. 0423 604 147
mmcalza@libero.it
www.wildclimb.it
Visione perfetta
www.goreapparel.it
Perfetti per gli amanti
della tecnologia
Da Pasasport arrivano i guanti in microfibra
leggeri, elastici e traspiranti, che mantengono
le mani asciutte allontanando l’umidità e
isolando dal freddo. Il loro taglio anatomico
permette una vestibilità aderente rendendoli
pratici e confortevoli, ideali per il running
praticato in tutte le stagioni. Un occhio di riguardo
inoltre per gli amanti della tecnologia:
gli inserti in materiale GPS posizionato sulla
punta delle dita permettono di poter utilizzare
tranquillamente i vari dispositivi touch-screen
presenti sul mercato, non graffiano e non danneggiano
gli schermi, ottimi quindi da portare
sempre con sé.
www.pasasport.it
Pivlock V2 di Smith Optics è un occhiale da sole dalla linea estremamente aerodinamica,
perfetto per l’utilizzo biker e per tutte le attività sport outdoor. Realizzati in iniettato, questi
occhiali si distinguono per la lente in carbonio decentrata dalla forma particolarmente avvolgente,
per una visione perfetta. Le aste presentano una forcella traforata nella parte iniziale,
per la massima leggerezza. I modelli sono dotati di un set di 3 lenti intercambiabili che, grazie
al sistema di intercambiabilità Pivlock, permettono l’utilizzo dell’occhiale in caso di differenti
condizioni di luce. Presentano inoltre la possibilità di utilizzo di un adattatore da vista da
inserire all’interno. Da quest’anno inoltre i
due modelli si arricchiscono con un’ulteriore
innovazione tecnica: il nasello adattabile in tre
diverse posizioni per garantire il migliore fitting
possibile.
www.smithoptics.eu
Innovazione e tecnologia
Il modello Blaze di Kefas è una scelta ideale
per Hikers e Trekkers che chiedono comfort
e leggerezza. Questa calzatura ha un design
innovativo ed è costruita attraverso una
combinazione di materiali poliestere tecnico
a trama rinforzata e pelle scamosciata idrorepellente.
I piedi degli hikers sono mantenuti
all’asciutto grazie alla membrana BioDry
integrata alla tomaia che offre anche un ottimo
isolamento termico. L’allacciatura è agevolata
da idonei ganci metallici originali. Il plantare
è microforato per una migliore traspirazione
con uno Shock Absorber posizionato sulla
parte tallonare. La suola utilizzata è la Vibram
Winkler Evo con battistrada in gomma dal grip
ottimale e resistente ed una intersuola in Eva
che accentua il comfort e la stabilità. Kefas è
distribuito da Styl Grand.
www.kefas.it
www.topsport.it
57

Novità prodotto 2014
Scelte consapevoli
Firmata da La Sportiva, arriva una serie di
magliette perfette per il climbing. La Pixel
Nepal T-Shirt è dedicata all’omonimo modello
da alpinismo di cui si possono facilmente riconoscere
l’inconfondibile intersuola verde ed
i colori giallo/nero. Una grafica dedicata sul
retro, riassume i 4 artworks delle 4 magliette
che fanno parte della serie. L’attenzione per i
dettagli sfocia nel contenuto tecnico: la banda
elastica laterale è pensata per la massima
libertà di movimento in arrampicata, mentre il
cotone 120 g organico al 100% con finiture
flammè, dona ulteriore comfort e rappresenta
una scelta consapevole nel rispetto ambientale.
La Climbing on the Moon, realizzata in
cotone organico al 100% e dotata di banda
elastica diagonale per una maggiore libertà di
movimento, ripropone i classici elementi grafici
parte “dell’arrampicata sulla luna” originale
attualizzandone il font. Infine, Shadow Top, un
velo pre-sagomato ideale per le sessioni di
arrampicata estive quando il sole si fa troppo
battente ed è richiesta un po’ di ombra rigenerante.
La particolare struttura permette di
personalizzare gli intrecci ottenibili in diverse
maniere trasformando il velo in una copertura
iper-versatile, utile anche per proteggersi
dalle brezze serali o mattutine magari lungo la
spiaggia, sui boulder soleggiati della Sardegna.
Il cotone organico è gentile sulla pelle e
rappresenta una scelta di rispetto ambientale
in linea con il mood degli arrampicatori
moderni.
CALZATURIFICIO LA SPORTIVA
Tel. 0462 571 800
lasportiva@lasportiva.com
www.lasportiva.com
Ottima aderenza
G.rinta di Gaerne è stata studiata e sviluppata in collaborazione con Vibram, ed è adatta sia
per camminare che per pedalare. Chiodi laterali rinforzati per maggior trazione e stabilità, area
dell’attacco rimovibile per una miglior funzionalità, mescola Vibram Trek per un’ottima aderenza
su tutte le superfici. Suola compatibile con tutti i pedali a sgancio rapido. La forma della calzata
è stata sviluppata in stretta collaborazione con tecnici di settore ed atleti professionisti per
garantire performance elevate ed un comfort ottimale. La tomaia è in microfibra e nylon, rinforzi
e imbottiture nei punti di maggior usura. Fodera traspirante all’interno. Sistema di chiusura a tre
fasce di velcro. Il tallone di contenimento antiscalzante, è antitendinite e a bidensità. Il plantare
è estraibile, termoformato anatomico.
Avventure su terreni bagnati
Keen espande la gamma colore dei pluripremiati
sandali Clearwater CNX, oggi
disponibili in 18 diversi modelli per l’uomo e la
donna. Ultra-leggeri ma ultra-protettivi, questi
sandali ibridi e minimalisti sono perfetti per
le avventure su terreni bagnati e asciutti. La
costruzione avanzatissima è semplificata, per
evitare sprechi di materiale e ottimizzare il fit.
Tomaia in poliestere lavabile; intersuola in PU
leggero; autentico comfort e fit Keen; suola in
gomma con tasselli multi-direzionali che incrementano
trazione e grip su superfici scivolose.
Keen è distribuito da 4Us.
www.keenfootwear.com
Eccezionale calore
La Gorihorn Jacket Dynafit è leggera, efficiente,
pratica e si ripiega comodamente nel
taschino integrato. L’isolamento PrimaLoft
Sport offre calore eccezionale persino in condizioni
di bagnato, ultraleggerezza, idrorepellenza,
traspirabilità, comprimibilità. Gli inserti
stretch laterali garantiscono eccellente libertà
di movimento. Una giacca
perfetta per la vita all’aria
aperta, con la garanzia
della massima
protezione.
www.gaerne.com
www.primaloft.com
58 www.topsport.it

Fit perfetto, dettagli funzionali
Per lei e per lui, questa polo shirt Norrøna
è ideale per il tempo libero, le vacanze,
ecc. Il look classico moltiplica la versatilità.
Il materiale è prezioso: 100% puro cotone
organico (pureOrganic Cotton), coltivato solo
in piantagioni che rifiutano pesticidi e lavoro
minorile. Un garanzia di freschezza, resistenza
traspirabilità.
La scarpa su misura
La divisione Footwear di Salewa presenta Wildfire, una nuova generazione di scarpe
capace di stupire per le sue caratteristiche di facilità di calzata, forma anatomica e suola
dal design aggressivo. Wildfire è in grado di guidare velocemente e con estrema facilità
chi la indossa, offrendo una perfetta aderenza e la massima sensibilità: tutto ciò grazie ad un
taglio preciso ispirato alle scarpe da arrampicata. La tecnologia MMF si è evoluta in MMF+ e
gli inserti 3D definiscono un nuovo standard per le scarpe anatomiche: ora possono
vantare un modello che offre non solo il vantaggio di regolare il volume interno,
ma addirittura di regolare la larghezza della scarpa. La nuova suola
Vibram Tech Approach EVO è un design esclusivo di Salewa, in
grado di assicurare sia una calzata ottimale che un contatto
al suolo praticamente perfetto, anche su terreni tecnici e
impegnativi, soddisfacendo così le necessità anche
degli sportivi più estremi. La membrana in Gore-
Tex rende infine la Wildfire impermeabile e
traspirante.
www.salewa.it
Benessere per gli occhi
www.norrona.com
Adatta a tante attività
Da Gronell arriva una nuova calzatura leggera
polivalente da nordic walking, corsa, tempo
libero. La tomaia è in nylon leggero ad alta
abrasione. La fodera è in mesh antibatterico
traspirante e il sottoppiede flex. L’allacciatura
è facilitata con bloccalaccio e tasca
coprilaccio. I riporti laterali ad alta abrasione
riparano dai colpi e forniscono più stabilità. La
suola è ultraleggera con zeppa ammortizzante
doppia densità, disegno tecnico per fornire
un buon grip durante la camminata o corsa in
montagna.
Polinelli occhiali, consapevole di quanto sia importante la protezione degli occhi in tutte le
attività all’aria aperta, anche non agonistiche, presenta la nuova collezione Blast Outdoor. La
collezione nasce partendo da 3 caratteristiche essenziali: forma avvolgente, lenti di alta qualità
e colori dei filtri realizzati per tale scopo. I modelli Blast Outdoor proteggono gli occhi anche
nelle zone laterali, e questo grazie a forme molto avvolgenti e protezioni laterali aggiuntive
specificatamente studiate per le escursioni in montagna. Le lenti in Policarbonato resistente agli
urti, oltre ad essere estremamente
leggere, riparano gli occhi dall’impatto
con piccoli corpi; sono disponibili in
diverse tonalità, ed aiutano a migliorare
i contrasti e ad avere un’immagine
sempre nitida in tutte le condizioni di
luce.
www.polinelli.it
Capi altamente performanti
Fiore all’occhiello della collezione Outdoor
CMP PE 2014 è la linea Performance, dedicata
agli appassionati delle attività outdoor
che cercano capi tecnici, altamente performanti
ed ergonomici ma dal grande
rapporto qualità/prezzo, come i gusci
full tape realizzati in diversi colori o
le giacche realizzate in tessuto waterproof
a più strati. Grande novità
per CMP sono le giacche con
imbottitura in Primaloft e il softshell
reversibile, con imbottitura in
ThermoCool. Il pantalone packable
è la divertente novità della
collezione PE 2014, pratico
e funzionale in escursione
come in viaggio.
www.gronell.it
CMP – F.LLI CAMPAGNOLO
Tel. 0424 515 411
campagnolo@campagnolo.it
www.campagnolo.it
www.topsport.it
59

Novità prodotto 2014
Ideale per sport all’aperto
La Climacool Boat lace di adidas è
una scarpa ultraleggera ideale per le
attività outdoor, realizzata in materiali
ad asciugatura rapida e dotata di
suola Traxion e tecnologia Climacool
per una ventilazione a 360°.
Nessuna rinuncia al glamour
Questa classica polo è realizzata da Rewoolution
nella grammatura più leggera. È rifinita
da dettagli a contrasto di colore; il suo taglio
sciancrato e il fit ergonomico la rendono
un alleato indispensabile per la viaggiatrice
che non vuole rinunciare a un capo glamour.
Rewoolution è distribuito da Successori
Reda.
ADIDAS
Tel. 039 27 151
www.adidas.it
Due in uno
www.rewoolution.it
Da Eye Sport arriva il piccolo marsupio perfetto per
l’outdoor. In quattro piccole fasi si trasforma in capiente
zainetto chiamato “Stuggiu”, estremamente funzionale
e pratico. Eye Sport è distribuito da Double A.
Incredibile leggerezza
Il bastone telescopico
Compact proposto da
Fizan è realizzato in alluminio
7001 e con i suoi
158 grammi è il tre sezioni
più leggero al mondo. Il
sistema di bloccaggio
interno Flexy è sicuro, non
si deteriora, non appesantisce
il bastone e mantiene
un bilanciamento ottimale
durante la camminata.
www.eyesportwear.com
www.fizan.it
60 www.topsport.it

Sportivi, ma alla moda
Gloryfy presenta la nuova collezione di
occhiali da sole SportStyle per la prossima
primavera. Prodotti con tecnologia “unbreakable”
brevettata, questi occhiali riusciranno
a catturare l’attenzione di tutti i giovani che
amano lo sport senza rinunciare alle ultime
tendenze della moda. Grazie a un materiale
totalmente rivoluzionario e a una tecnologia
innovativa, gli occhiali prodotti dall’azienda
austriaca garantiscono massima protezione
per gli occhi, minimo rischio di lesioni ed
eccellente funzionalità con un design che sa
coniugare ottime performance nello sport e
nello stile. La linea include modelli dai profili
marcati e dalle forme avvolgenti, con montatura
e lenti realizzate in materiale “unbreakable”,
altamente elastico anche alle temperature più
estreme.
Viaggiare veloci
Una new entry per Arc’teryx, marchio famoso
per tecnologia e qualità totale dei prodotti.
Alpha Jacket è progettata per climber e alpinisti
desiderosi di viaggiare veloci e leggeri senza
rinunciare alla protezione di uno strato in Gore-
Tex Pro impermeabile e traspirante. Minimalista,
tenace, ultra-efficiente – come nella migliore
tradizione Arc’teryx – offre dettagli ad alta
funzionalità, come, fra gli altri: tasca sul petto,
taglio all’anca, cappuccio StormHood, cuciture
termo-nastrate ultra-sottili, fit atletico studiato
per massimizzare la traspirabilità di Gore-Tex
Pro. Progettata per ottimizzare la protezione
nei momenti critici durante l’avventura in quota.
Tessuto: N40p-X Gore-Tex Pro 3L. Peso: 310g.
Arc’teryx è distribuito da 4Us.
www.arcteryx.com
Ultraleggerezza e funzionalità
www.gloryfy.com
Una vita più luminosa
Colorate e divertenti, le sei borracce della collezione
Sigg New Active Top Rainbow sembrano
appena state intinte nella vernice, e coi
loro colori intensi riescono a render la vita un
po’ più luminosa. Queste nuove borracce non
hanno paura neanche degli sport più estremi:
grazie al pratico tappo New
Active bere durante l’attività
fisica è facile e comodo. La
speciale valvola di sicurezza
brevettata da SIGG
impedisce la fuoriuscita
del liquido, anche se la
bottiglia viene inclinata o
cade accidentalmente.
La chiusura New Active
Top ha la cannuccia
incorporata e questo
consente di bere
senza dover inclinare la
bottiglia, né tanto meno
aprirla. Uno speciale
sistema di pre-ventilazione
impedisce alla
bevanda di fuoriuscire,
anche se gassata. Sigg
è distribuito da Künzi.
www.kunzi.it
Affrontare i sentieri in totale sicurezza
La Millet Trilogy Zip SS è tecnica, funzionale, perfetta
per tutte le attività outdoor e per il tempo libero.
Presentata nella collezione Trilogy Limited Edition,
offre le performance di Polartec Power Dry High
Efficiency: traspirabilità estrema, ultraleggerezza,
rapidissimi tempi di asciugatura. Questo
tessuto avanzatissimo è infatti realizzato
secondo un procedimento brevettato che
utilizza due costruzioni diverse per i due lati
del tessuto (interno ed esterno): la superficie
interna è ottimizzata per allontanare il sudore dalla pelle,
mentre l’esterna asciuga istantaneamente. La tecnologia
Polygiene previene lo sviluppo dei batteri che causano i
cattivi odori. Disponibile nelle versioni uomo e donna.
POLARTEC
www.polartec.com
La Peakfreak Enduro di Columbia è una calzatura funzionale ma versatile, che permette di
affrontare in sicurezza sentieri o percorsi cittadini. Tomaia in mesh, e sistema di impermeabilizzazione
OutDry, che permette al piede di traspirare e rimanere asciutto. Intersuola in Techlite con
tecnologia Fluidframe per il controllo di stabilità della rullata: i pellets a
densità variabilie sono iniettati garantendo così una transazione
graduale della rigidità dell’intersuola, a beneficio di leggerezza
della scarpa e supporto uniforme al piede. Battistrada Omni-
Grip “no marking” tiene il piede bene incollato al terreno
senza lasciare quei fastidiosi segni sui paviementi.
COLUMBIA SPORTSWEAR
Tel. 0423 648 756
www.columbia.com
www.topsport.it
61

Novità prodotto 2014
Tante tinte per una perfetta termoregolazione
Da Mico arriva questa maglia tecnica da running, rispettivamente uomo e donna, realizzata con
tecnologia Mico Skintech Seamless. Struttura a mezza manica, girocollo con cuciture piatte
sulle maniche tagliate a raglan. Disegni jacquard su fronte e retro del capo con lavorazioni a
rete nelle zone più esposte alla sudorazione. Leggerissima, aderisce perfettamente al corpo,
non vincola la completa libertà di movimento e garantisce una termoregolazione perfetta anche
con climi particolarmente caldi e umidi. Priva di odori è altamente traspirate ed è in grado di
essere ricaricata con il trattamento MC2 Mico Carnosina per smaltire completamente
l’acido lattico durate e dopo la prestazione sportiva. Presentata
nei colori, giallo fluo, verde lime fluo e azzurro
fluo. In 100% Carnonylon poliammidico.
Tutto l’occorrente per lo sportivo
Da Zeus Sport ecco alcuni accessori utilissimi
per chi pratica attività all’aria aperta. Il lettore
mp3 Zeus in PVC è comodissimo in particolare
per il running e per le fasi di riscaldamento
pre-gara. Capacità 2GB; batteria in Li-Ion;
ingresso USB; compatibile con Windows
(XP/VISTA/WIN7) e Mac; supporta Mp3-
Wma-Wav e ha 5 ore di autonomia. Il polsino
elastico con taschino a zip integrato per soldi
o biglietti. Misura unica. Disponibile nei colori
blu e bianco.
www.zeusport.it
Moderno ma dal look vintage
Soddisfano tutte le esigenze
MICO SPORT
Tel. 030 2003 211
info@mico.it
www.mico.it
La nuova linea di bastoni da nordic walking della Cober
si è caratterizzata per l’introduzione su tutta la gamma del
sistema di sgancio rapido del guantino. 5 modelli tutti con
nuove grafiche realizzate in sublimazione. Nella foto: Finiky
a due settori (alluminio e carbonio). Sempre da Cober arriva
anche una gamma completamente nuova per la linea 2014
di bastoni da trekking. Ben 22 modelli, caratterizzati da
una grafica fresca e ricca di colori, realizzata con sistema a
sublimazione. Una gamma veramente ampia composta da 5
linee che si differenziano per caratteristiche costruttive e per
componentistica, per soddisfare tutte le esigenze e tutte le
tasche. Al top della gamma troviamo la linea Edge, composta
da tre modelli con sistema di regolazione a leva esterna,
tubi in alluminio aeronautico, manopola in schiuma espansa,
rotelle intercambiabili (in dotazione diametro 50 e 92 mm).
Modello storico e di successo, Ferrata GTX di
Garmont è stato rivisitato in chiave moderna,
è perfetto per l’alpinista veloce che preferisce
una costruzione leggera e stabile. Ideale per
alpinismo leggero, arrampicata di livello medio
e via ferrata. Garmont ha rivisitato questo
popolare scarpone riducendone il peso e
migliorandone la calzata. Caratterizzato da una
costruzione moderna, ma con un look “vintage”,
utilizza tecnologie avanzate e materiali
d’avanguardia.
COBER
Tel. 02 57 601 341
info@cober.it
www.cober.it
www.garmont.com
62 www.topsport.it

Un design flessibile
Lo zaino South Col 70 OutDry (Mountain
Hardwear) è una soluzione eccezionale per
alpinisti esigenti. La tecnologia OutDry unisce
la membrana impermeabile direttamente
al tessuto shell, in modo da ottenere una
superficie completamente termo-saldata.
Risultato: ultraleggerezza e asciutto, senza
compromessi in termini di peso e funzionalità.
Il design ultra-flessibile consente la rimozione
o l’aggiunta di componenti, con un netto
incremento della versatilità. Il sistema di sospensione
HardWave Suspension consente il
perfetto adattamento alle curve della colonna
vertebrale, per una distribuzione equilibrata
del carico. Mountain HardWear è distribuito
da Outbak ‘97.
Elevato grado di protezione
Zyon è l’occhiale ultra-protettivo Rudy Project destinato agli sportivi che praticano le discipline
dell’outdoor, dal trekking all’alpinismo più estremo che, a partire dalla stagione 2014, offrirà la
possibilità di montare Hi Contrast: la lente ad alta definizione in grado di enfatizzare i contrasti
e la percezione della profondità e di fornire allo stesso tempo un grado di protezione elevato.
Zyon, grazie alla montatura piena avvolgente ed alle bande laterali rimovibili, offre una protezione
totale dal sole e dagli elementi ed è l’ideale per chi soffre di lacrimazione intensa, per chi si
espone ad ambienti molto luminosi o per chi è sensibile ai raggi solari. La montatura è realizzata
in Grilamid. Essa inoltre adotta il sistema Safety Project che prevede l’assenza di angoli vivi per
evitare pericolose ferite al viso in caso di cadute o di urti con corpi contundenti.
www.rudyproject.com
Aderenza e resistenza
www.mountainhardwear.com
Un classico intramontabile
Mojave è un polacchino pensato da Grouse
Creek per l’utilizzo di tutti i giorni in città. Un
classico intramontabile che non passa mai di
moda. Tomaia in morbida pelle scamosciata
e fodera in vitellino, sottopiede in vitellino e
lattice per un comfort eccellente e un’ottima
traspirabilità. Classica suola in TPR per comodità
e look classico. Disponibile
nelle varianti colore
beige, blue, brown e
anthracite. Grouse
Creek è distribuito
da Alpex.
La Reebok One Cushion Trail è una scarpa
dall’ammortizzazione neutra, adatta a tutte le
stagioni e pensata per i runner su sentieri/
off road con un appoggio neutro. Il sistema
a zone è pensato per il runner neutro con
un arco forte e si concentra su aderenza e
resistenza. Ogni dettaglio è stato ideato con
cura per massimizzare la performance sui
percorsi off road. La tecnologia Smoothfuse
della tomaia offre un supporto ultraleggero
e senza rischio di irritazioni ed è ancora più
resistente. L’intersuola morbida assorbe gli
impatti e la mescola di rebound ultra-ricettiva
facilita la spinta in fase di distacco. La
suola presenta il tallone separato per isolare
l’assorbimento dell’urto in fase di impatto; le
alette robuste sull’avampiede garantiscono
un’aderenza eccellente; la zona di rilascio
della prima cavità frontale stimola l’effetto a
mulinello, controlla la pronazione e migliora
l’integrità del distacco.
Incredibile leggerezza
www.reebok.com
La Outright Houdi in Power Stretch Pro
Light (Houdini) è una giacca ultraleggera con
cappuccio, realizzata con il tessuto ad alte
prestazioni Polartec Power Stretch Pro Light.
Offre totale libertà di movimento, traspirabilità,
eccellente rapporto calore-peso. La superficie
esterna presenta una lavorazione “sweaterknit”
mentre l’interno in soffice micro-fleece
ottimizza il comfort a contatto con la pelle. Zip
frontale a doppio scorrimento; basso manica
sagomato anatomicamente; tasche laterali
con zip; cordoncino di regolazione del bordo
e del cappuccio a scomparsa; lunghezza più
pronunciata sul lato posteriore.
ALPEX
Tel. 0423 639 588
www.grouse-creek.com
POLARTEC
www.polartec.com
www.topsport.it
63

Novità prodotto 2014
Alpinismo estremo
Il Black Light Down Vest di Peak Performance
è realizzato da Cuben, considerata la fibra più
resistente (Dyneema). Il tessuto Cuben offre
quindi una durata e resistenza eccezionali
combinate ad un peso piuma. Il gilet, ideale
per l’alpinismo estremo, è idrorepellente,
traspirante e offre la massima protezione. È
dotato di pannelli laterali elastici per garantire
il massimo comfort.
Attività ad alto impatto
La giacca Activ GTX 3L JKT di Millet, super
leggera e resistente è progettata con la
tecnologia di prodotto Gore-Tex Active che
la rende estremamente traspirante ed ideale
per attività ad alto impatto aerobico di durata
giornaliera. Dotata di cerniere impermeabili,
polsini elastici e cappuccio regolabile per
garantire il maggiore comfort e il 100% della
performance. Millet è distribuito da L.M.O.
www.peakperformance.com
Utilizzo intenso
Travel Mokka di Grouse Creek è una scarpa da viaggio in pelle scamosciata ingrassata,
ideale per utilizzo intenso anche di tutti i giorni, hiking leggero e scampagnate. La costruzione
particolare permette una massima comodità della calzata, un alloggiamento ottimale del piede
e la creazione di un ottimo microclima interno. Robusta e leggera allo
stesso tempo, garantisce ottimo grip in tutte le condizioni grazie alla
suola in gomma. Un look sobrio e moderno per una scarpa versatile.
Disponibile nelle colorazioni kaky e black. Grouse Creek è
distribuito da Alpex.
ALPEX
Tel. 0423 639 588
www.grouse-creek.com
www.millet.fr
Liberi da compromessi
Una linea di abbigliamento outdoor tecnica concepita per offrire la
massima versatilità ed il miglior rapporto qualità/prezzo del mercato.
L’ha firmata Regatta, marchio leader nell’outdoor in europa. Dopo
aver brevettato i propri tessuti ISO, in collaborazione con gli
alpinisti più attenti ai materiali, ha creato una linea dalle prestazioni
altissime a prezzi decisamente accessibili. Ogni capo della linea
Xert è pensato per eliminare il superfluo e per massimizzare l’efficienza
tecnica. Traendo ispirazione da alpinisti esperti, ambasciatori
del marchio, e dalla loro passione per la montagna, Regatta ha sviluppato
la vestibilità, la funzionalità e la tecnologia tipica dei grandi
nomi dell’abbigliamento outdoor a prezzi che siano alla portata di
tutti. Con la linea Xert Regatta aveva l’obiettivo di eliminare definitivamente
il compromesso tra prezzo e funzionalità per chi vuol vivere
la montagna senza preoccuparsi del budget.
REGATTA
Tel. 0423 614 140
italy@regatta.com
www.regatta.com
64 www.topsport.it

Resistenza superiore
Lo Speedgenius Pullover di Mountain
Hardwear è un capo versatilissimo, realizzato
al maschile e perfetto per la vita all’aria
aperta. Speedgenius Pullover si distingue
per l’utilizzo di Polartec Alpha, nuovo tessuto
per l’isolamento che, grazie alla particolare
costruzione, permette di ottenere una struttura
realmente traspirante. Polartec Alpha
garantisce eccellente stabilità, resistenza superiore,
calore attivo, traspirabilità eccellente,
efficiente gestione dell’umidità corporea,
ultraleggerezza. Il capo offre design e costruzione
avanzatissime, polsini elasticizzati e zip
frontale. Ideali per l’outdoor, il tempo libero,
l’urbanwear.
La proposta perfetta per arrampicate veloci
Questo modello della linea Summit Series è
il guscio minimalista di punta della collezione
PE 14 di The North Face, pensato per
arrampicate veloci. Realizzata in Gore Active
a 3 strati questa giacca è dotata di tecnologia
VaporWick, di proprietà The North Face, che
consente di rimuovere dalla pelle sudore e
umidità incanalandoli verso la superficie esterna
del tessuto dove possono prontamente
evaporare. Grazie al doppio strato 2L in nylon
15D stretch, questa giacca assicura massima
libertà di movimento.
www.thenorthface.com
POLARTEC
www.polartec.com
Ampia scelta di lenti
Leggero e avvolgente, questo occhiale è
la proposta Salice Occhiali per chi ha un
viso minuto e chiede un occhiale comodo
e di qualità. Gli 009 vanno a soddisfare
diverse tipologie di sportivi, essendo
ideali per l’attività outdoor a 360 gradi
grazie ad un’ampia scelta di lenti ad alta
protezione. Il design del frame avvolgente
garantisce un comfort ottimale durante
l’utilizzo, anche grazie al nasello e ai
terminali delle aste in Megol. Belli da
indossare anche in città, hanno lenti in
policarbonato antigraffio Rainbow, sottoposte
a una colorazione “multistrato”
così da ridurre i riflessi delle superfici abbaglianti,
oltre che a un trattamento Idro,
grazie al quale acqua e polvere scivolano
via dalla superficie dell’occhiale. Infine, la
protezione UV400 assicura la massima
copertura dai raggi ultravioletti.
www.saliceocchiali.it
La nuova via del trail runner
Bushido è un modello tecnico da competizione dedicato da La Sportiva al mondo dello skyrunning: super leggero, grippante, aggressivo è
concepito per garantire una perfetta stabilità in appoggio su tutti i tipi di terreni off-road grazie alla costruzione “STB Control” di nuova concezione
per il mondo delle calzature da Mountain Running: lo scheletro in TPU posto lateralmente sulla tomaia, scende ad avvolgere l’intersuola
nella parte mediale stabilizzando la calzatura. Tale soluzione permette di ottenere una calzata più fasciante ed una maggiore stabilità generale
grazie al lavoro sinergico di tomaia ed intersuola, oltre ad un alleggerimento del prodotto, evitando l’inserimento di
pesanti inserti stabilizer nella parte centrale della calzatura. La suola bi-mescola presenta superfici di appoggio
differenziate: la forma arrotondata dei tasselli esterni che salgono lateralmente a toccare l’intersuola, crea
un angolo di appoggio graduale con il terreno mantenendo la stabilità anche in casi di torsioni estreme
del piede. Questo permette di correre in sicurezza anche sui terreni più tecnici in presenza di radici,
sassi e rami. Massimo sostegno e fasciatura sulla parte mediale del piede, libertà di movimento e
comfort in punta.
CALZATURIFICIO LA SPORTIVA
Tel. 0462 571 800
lasportiva@lasportiva.com
www.lasportiva.com
www.topsport.it
65

Novità prodotto 2014
Una calzata precisissima
La Conspiracy II di Columbia è una calzatura versatile che permette di affrontare la maggior
parte dei percorsi durante le escursioni. Tomaia in mesh, con puntalino anteriore di rinforzo e
allacciatura asimettrica. Questo tipo di allacciatura permette di decidere la precisione di calzata
con estrema facilità. Sistema di impermeabilizzazione OutDry permette al piede di traspirare
e rimanere asciutto. Intersuola in Techlite con tecnologia Fluidframe per il controllo di stabilità
della rullata: i pellets a densità variabilie sono iniettati garantendo così una transazione graduale
della rigidità dell’intersuola, a beneficio di leggerezza della scarpa
e supporto uniforme al piede.
COLUMBIA SPORTSWEAR
Tel. 0423 648 756
www.columbia.com
Un affidabile alleato
in ogni situazione
Vapour è lo zaino Berghaus studiato appositamente
per aumentare il comfort, grazie alla
sua straordinaria leggerezza e agli spallacci
traspiranti. È inoltre dotato di una borraccia
integrata e di una particolare tecnologia di
compressione data dalle due aste laterali
che, assieme agli elastici presenti ai lati dello
zaino, mantengono compatto il materiale
posto al suo interno. Il baselayer, grazie alla
tecnologia Argentium, è asettico e traspirante,
e si distingue per un’asciugatura rapidissima
e per non produrre cattivi odori neppure nelle
situazioni più estreme. Berghaus è distribuito
da Prosport.
PROSPORT
Tel. 0471 054 658
info@pro-sport.bz.it
www.pro-sport.bz.it
Tessuto avanzatissimo
La Ld Access Tank di Lafuma è perfetta per l’outdoor,
offre le performance del tessuto Polartec
Power Dry High Efficiency: traspirabilità estrema,
ultraleggerezza, rapidissimi tempi di asciugatura.
Questo tessuto avanzatissimo è infatti realizzato
secondo un procedimento brevettato che utilizza
due costruzioni diverse per i due lati del tessuto
(interno ed esterno): la superficie interna è
ottimizzata per allontanare il sudore dalla pelle,
mentre l’esterna asciuga istantaneamente. La
tecnologia Polygiene previene lo sviluppo dei batteri
che causano i cattivi odori. Ld Access Tank è
disponibile anche nella versione a mezza manica.
POLARTEC
www.polartec.com
Il segreto del successo sta nei materiali
Per capire il segreto del successo delle scarpette Pantera di Wild Climb, bisogna
parlare dei materiali. Il marchio ha infatti messo a punto, dopo oltre tre anni di ricerca e
sviluppo, una nuova microfibra esclusiva. Si tratta di un materiale bicomponente, ottenuto
accoppiando due diversi strati di microfibra elastica. Il risultato è un materiale che
nel panorama delle scarpette di arrampicata non ha precedenti in senso assoluto: non
ci sono paragoni con nessun altro materiale impiegato fino ad ora da nessun altro. Elasticità
bidirezionale vuol dire calzata eccellente per tutti i tipi di piede, precisione senza
eguali, adattabilità al tipo di arrampicata e comfort anche su calzate estreme. Oggi,
ad un anno dall’uscita di Pantera, scarpetta dei record per la maison di Montebelluna,
la nuova sfida è quella di replicare lo stesso successo rivolgendo l’attenzione ad una
ballerina top di gamma: Mangusta. Wild Climb è distribuito da M&M Calzaturificio.
M&M Calzaturificio
Tel. 0423 604 147
mmcalza@libero.it
www.wildclimb.it
66 www.topsport.it

Straordinaria aderenza
La adidas Terrex Fast X High Gtx è una
scarpa tecnica e leggera da escursionismo,
per spostamenti rapidi. È dotata di suola in
gomma Continental per una straordinaria
aderenza. L’imbottitura è in Gore-Tex Extended
Comfort Footwear. L’intersuola è dotata di
uno specifico elemento Formotion per un
maggiore controllo del movimento e comfort
in fase di discesa.
Versatilità garantita
per lui e per lei
Haglöfs LIM Flex Hood è una
giacca soft shell per lui e per
lei, versatile e leggera. Offre
un’eccezionale traspirabilità ed
impermeabilità grazie anche
al trattamento DWR (Durable
Water Repellent). Non ci sono
cuciture sulle spalle o cuciture laterali
per un maggiore comfort. È
dotata di cappuccio con visiera
rinforzata e di due comode e funzionali
tasche. Maniche articolate
e polsini elasticizzati garantiscono
una migliore vestibilità.
www.haglofs.com
Per tutte le attività open air
I Park 2in1 Short di Salomon sono pantaloncini
con supporto interno stretto e leggero
all’esterno, ideali per qualsiasi attività sportiva.
I tessuti con cui sono realizzati sono: ClimaUV
50+, Actilite Micro Stretch, Actilite plain weave.
L’interno è stretto, la vita è regolabile con
cordoncino e sono dotati di una tasca con
la zip. Sono inoltre dotati di logo riflettente
davanti e dietro.
ADIDAS
Tel. 039 27 151
www.adidas.it
www.salomon.com
Stile unico
Un modo differente di fare hiking, con uno stile unico. Solda di Zamberlan presenta una tomaia in preziosa
pelle toscana ingrassata da 2,4 mm per una comodità e un look senza pari; la fodera del gambetto è realizzata
in pelle per ancora maggiore comfort. La costruzione norvegese rende questa scarpa praticamente eterna.
Membrana Gore-Tex Performance Comfort per impermeabilità e traspirazione. Nuovo blocco suola Zamberlan
Vibram NorWalk, con zeppa bi-densità, leggera e comoda senza perdere in controllo e stabilità.
www.zamberlan.com
www.topsport.it
67

SPORT & SOCIETÀ
Lo sport responsabile
Turismo sostenibile,
tra natura e outdoor
Difficile, anche in tempi di crisi come quelli attuali, rinunciare all’idea delle vacanze.
Magari tradotte in viaggi più brevi e sempre all’insegna del movimento e della vita open air
L’outdoor è natura.
Non si fanno attività
outdoor se non si
sente un legame forte
e di necessità quasi vitale nei confronti
dell’ambiente che ci circonda. Al tema
outdoor e natura è anche legato quello
del turismo responsabile, o eco-sostenibile.
Potremmo dilungarci, in realtà, in
una giungla di sinonimi. A definire la questione,
ci viene in aiuto l’Organizzazione
Mondiale del Turismo (UNWTO - United
Nations World Tourism Organization),
l’agenzia delle Nazioni Unite con sede a
Madrid che coordina le politiche turistiche
a livello internazionale. Lo UNWTO
parla più precisamente di turismo ambientale,
che contiene le sotto-categorie
del turismo naturalistico, del turismo sostenibile
e dell’ecoturismo.
Nel turismo naturalistico, sono l’osservazione
e l’apprezzamento della natura a
motivare il viaggio. Questo tipo di turismo
può assumere modalità ricreative, orientate
al riposo e al relax, oppure più attive,
con movimento e sport in primo piano
(trekking, cicloturismo, equitazione, itinerari
all’aria aperta, ecc.). Il turismo cosiddetto
sostenibile mette invece al centro
la sostenibilità nel tempo dell’attività turistica,
cioè la prospettiva futura di proteggere
e di migliorare i bisogni tanto dei
turisti che lo praticano quanto delle regioni
ospitanti. Si tratta di una nozione
derivata da quella più ampia e meglio
conosciuta di sviluppo sostenibile. Infine,
questa breve carrellata si completa con
il concetto di ecoturismo, un tipo di turi-
smo che si pratica in aree naturali e che
tende a contribuire alla protezione della
natura e alla minimizzazione degli effetti
negativi per il contesto naturale e socioculturale,
con forti elementi educativi e
interpretativi dell’ambiente. I punti comuni
fra queste categorie sono evidentemente
più numerosi delle linee
di confine. L’insieme delle definizioni dà
comunque un’idea dell’ampiezza del tema
e consente di capirne le numerose
sfaccettature.
In periodi di economie ‘faticose’, per evitare
di deprimerci chiamandola crisi, l’atteggiamento
dei popoli rispetto alle tematiche
ambientali può essere molto vario.
Da un lato c’è una scuola di pensiero,
piuttosto diffusa, secondo cui individui e
aziende non possono dedicarsi alle tematiche
socialmente responsabili quando a
prendere il sopravvento sono semmai
problemi impellenti di sopravvivenza,
economica e non. Come si fa, dicono i
sostenitori di questa linea, a preoccuparsi
dell’ambiente o di tematiche simili, seppure
importanti, quando si fa fatica a arrivare
alla fine del mese o, per le aziende,
a pagare stipendi e fornitori? Un’altra
scuola di pensiero riconosce, invece, come
proprio nelle congiunture economiche
difficili si tenda a ritornare all’essenziale,
a quei temi davvero fondamentali
per l’essere umano in quanto tale, sottovalutati
più facilmente quando l’euforia
del progresso porta a vedere soprattutto
la superficie dorata delle cose, senza
preoccuparsi del prezzo eventualmente
da pagare per averla, ad esempio in termini
di sostenibilità.
Lasciamo a voi lettori e ai posteri l’ardua
sentenza, anche perché banalmente un
po’ di verità c’è in entrambe le scuole. Se
è vero, al di là di ogni retorica, che le tematiche
‘eco’ possono sembrare un po’
snob-chic quando si deve portare a casa
la famosa pagnotta, è altrettanto vero
che le crisi rimettono in discussione il
modello che alla crisi ci ha portato, e
che un ripensamento generale sui valori
si fa strada da sé anche quando le
urgenze sono altre.
Il turismo è, a livello globale, un settore
che funziona e che cresce. Secondo
l’ultimo barometro del UNWTO, nel 2012
il movimento di turisti a livello mondiale
ha registrato un incremento del 4%. In
Europa, dove la congiuntura in molte zone
è tutt’altro che favorevole, l’aumento è
stato del 3,3%. Per l’Italia i dati sono
meno entusiasmanti, benché, lo diciamo
subito, presentino anche elementi di positività
e potenzialità notevoli, di grande
interesse proprio per il nostro settore.
Secondo le stime dell’ISTAT, il numero di
turisti stranieri in Italia è calato nel 2012,
con variazioni negative dello 0,7% in termini
di presenze e intorno allo 0,1% in
termini di arrivi. Si tratta evidentemente di
variazioni molto lievi, che indicherebbero
una sostanziale stabilità, ma che si collocano
come abbiamo visto in un andamento
generale invece positivo, e che sono
inoltre comparativamente negativi anche
rispetto ai dati omogenei dell’anno pre-
68 www.topsport.it

A cura di Gioia Giardini
cedente. Nel 2011, gli arrivi e le presenze
di turisti in Italia avevano fatto registrare
rispettivamente un +8,4% e un
+6,8%.
Qual è, allora, il dato positivo in tutto questo?
Innanzitutto il barometro del UNW-
TO ci dice che l’Italia nel 2012 era ancora
nella Top 5 dei Paesi più visitati nel
mondo, posizionandosi al quinto posto
dopo Stati Uniti, Spagna, Francia e Cina.
Viste le nostre risorse culturali e paesaggistiche
si potrebbe forse fare di meglio,
ma il mondo è grande, sempre più facile
da visitare, e non possiamo lamentarci
troppo. Ancora più interessanti sono i
dati apparsi nell’ultimo rapporto “Gli italiani,
il turismo sostenibile e l’ecoturismo”,
presentato nel febbraio scorso alla Borsa
Internazionale del Turismo (BIT) di Milano
da Fondazione UniVerde e Ipr Marketing.
Il rapporto evidenzia che quattro italiani
su dieci (39%) sono disponibili a pagare
dal 10 al 20% in più per una vacanza che
presenti garanzie per l’ambiente.
La domanda di turismo responsabile è
in crescita, e l’uso di attrezzature ed
abbigliamento outdoor è strettamente
collegato ad essa. Dalle parole ai fatti,
il passo non è ancora del tutto completato.
Alla resa dei conti, una buona
parte degli italiani che si dice disposta a
pagare di più per una vacanza responsabile
poi non lo fa, o per pigrizia o per
mancanza di possibilità economiche effettive.
Resta comunque una percentuale
importante di persone che lo fanno davvero,
e la stessa dichiarazione d’intenti è
pur sempre il segnale di una tendenza in
atto.
In quanto ai tour operator, l’offerta è ancora
prevalentemente legata a modelli
di turismo più convenzionali e ci metterà
qualche tempo prima di integrare su
larga scala le forme innovative del turismo
responsabile. Non si tratta comunque
di un freno reale perché gli ecoturisti
fai-da-te sono numerosissimi. Il rapporto
UniVerde-Ipr indica che per il 69% degli
intervistati, il mezzo d’informazione preferito
per pianificare un soggiorno ecoturistico
è internet, contro il 16% di quelli
che preferiscono informarsi presso
un’agenzia turistica.
Se decidere di passare qualche giorno in
un parco naturale non richiede necessariamente
il supporto di un professionista
del turismo, richiederà comunque, per
poter svolgere le attività connesse alla
vacanza, l’uso dei prodotti dell’industria
outdoor. Per sintetizzare, non possiamo
che ribadire fino alla noia che outdoor,
natura e turismo responsabile vanno a
braccetto e che, nel clima socio-culturale
attuale, in cui si consuma meno
ma in modo più mirato, questo connubio
quasi automatico offre potenzialità
importanti.
L’industria italiana dell’outdoor ha un suo
proprio peso specifico nel panorama europeo.
Nel febbraio di quest’anno, l’Ita-
Turismo naturalistico, turismo sostenibile, ecoturismo. I punti
comuni fra queste categorie sono evidentemente più numerosi
delle linee di confine. L’insieme delle definizioni dà comunque
un’idea dell’ampiezza del tema e consente
di capirne le numerose sfaccettature
lian Outdoor Group (IOG) è diventato
ufficialmente il primo trade partner della
European Outdoor Conservation Association
(EOCA). L’IOG riunisce 20 imprese
italiane leader nella produzione, importazione
e distribuzione di articoli per l’outdoor
e il movimento sportivo della montagna.
Fra gli associati ci sono nomi come
Ferrino e Garmin, o ancora La Sportiva
e Climbing Technology, per citarne
solo alcuni. A livello europeo, l’EOCA riunisce
92 membri del continente fra imprese,
associazioni partner e media partner.
Grazie alla collaborazione con l’Italian
Outdoor Group, si è recentemente conclusa
a Trento la prima edizione della mostra
“Spirito Outdoor”, a margine del 61°
Trento Film Festival, il festival cinematografico
che mette al centro dell’attenzione
la montagna. Il pubblico ha avuto modo
di respirare lo spirito outdoor non
soltanto nelle sale di proiezione ma anche
lungo un percorso espositivo allestito
in città, in Piazza Fiera, dove aziende
dell’outdoor italiano, associate IOG, hanno
raccontato la storia dell’outdoor e mostrato
i loro prodotti fra passato, presente
e futuro. Altra novità di quest’anno,
nella collaborazione ormai pluriennale fra
IOG e festival, è stata l’istituzione del
premio cinematografico “Spirito Outdoor
- IOG”, assegnato al film norvegese
“North of the Sun”. Il film racconta la storia
di due ragazzi che decidono di trascorrere
nove mesi nel freddo inverno
norvegese, in una baia isolata e disabitata
di una piccola isola lungo la costa settentrionale,
di fronte all’Oceano Atlantico.
I due ragazzi si sono portati le tavole da
surf, perché il grande segreto di questa
baia artica sono le sue onde. Una storia
che coniuga la passione per i paesaggi
artici con il mare, riunendo così le varie
anime dell’outdoor. In lizza per aggiudicarsi
il riconoscimento dell’IOG erano
pellicole firmate da registi italiani, francesi,
norvegesi e danesi.
Queste iniziative rientrano nell’obiettivo
prioritario dell’Italian Outdoor Group di
diffondere lo spirito outdoor come fonte
di benessere e di sensibilizzare il pubblico
sull’importanza di fare attività all’aria
aperta, a contatto con la natura.
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69

attualità
IN VIAGGIO
PER
SPORT
Settore in crescita anche in questo periodo di crisi,
il turismo sportivo è diventato un significativo segmento
dell’economia. Perché, quando offerta turistica
e sport vanno a braccetto, possono diventare importanti
volani per lo sviluppo del territorio
moglie mia
non ti conosco”.
Così si diceva negli
anni ’60 quando,
chi poteva, andava
“Agosto,
ogni estate al mare
e trascorreva lunghi periodi sotto
l’ombrellone, nell’ozio più completo.
Oggi è ben diverso, e non solo perché
le spiagge non rappresentano l’unica
meta e gli spostamenti sono più brevi e
diluiti in vari periodi dell’anno. Ma,
soprattutto, spesso si decide di non
usare i periodi di ferie solo per il
riposo: si viaggia con uno scopo ben
preciso, dedicandosi al ‘turismo
attivo’, totalmente diverso da quello
stanziale perché chiede di coniugare ai
luoghi anche il movimento, favorendo lo
stacco dalla quotidianità con
un’esperienza più completa.
Gli italiani che amano e praticano lo
sport sono, per fortuna, in costante
aumento: le stime attuali già parlano di
circa 27 milioni, fra cui 20 milioni di
amatori, 6,5 milioni di dilettanti e oltre
10.000 professionisti. Non sorprende
pertanto che sia proprio questa una
delle ‘molle’ che spinge verso l’una o
l’altra destinazione un viaggiatore su
quattro. Il settore del turismo sportivo,
un tempo mercato di nicchia, nell’ultimo
decennio ha registrato un notevole
sviluppo, anche in relazione alla
domanda di esperienzialità che si sta
estendendo a tutti i vari ambiti del
consumo. Dallo sci alla pesca, dalla
caccia al golf, dalla vela al ciclismo,
dal calcio al trekking e così via: le
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TUTTI I NUMERI DI UN FENOMENO IN CRESCITA
Alcuni numeri sul turismo sportivo ricavati dall’Osservatorio Nazionale del Turismo, dati Unioncamere, nel 2010:
il 15,9% delle vacanze è stato motivato dal
desiderio di praticare uno sport
gli sport più diffusi sono il ciclismo 42,6%
il trekking 38,5% e lo sci 29,3%
i principali canali di comunicazione sono
il passaparola di amici e parenti 43,9%
o la propria esperienza personale 32,3%;
si consolida il ruolo di Internet 25,6%
sia per la disponibilità di informazioni 19,1%
che per le offerte e promozioni 11,3%
nel nostro Paese il 55,6% della domanda di turismo
sportivo proviene da italiani, il resto da stranieri,
soprattutto europei (quasi il 40%)
fra le località maggiormente ‘gettonate’
vi sono Trentino Alto Adige 30%, Lombardia 16,4%
e Valle d’Aosta 11,4%
le attività preferite durante la vacanza, oltre allo
sport, sono: escursioni per conoscere il territorio
46,9%, degustazione dei prodotti locali 24%,
shopping 19,1% e spettacoli musicali 14%,
eventi folkloristici 13,2% ed enogastronomici 12,5%
diverse realtà territoriali del Paese
tendono ad arricchire la loro offerta con
proposte a sfondo sportivo, molto
apprezzate e verso le quali pare già oggi
si orienti circa l’11 per cento dei viaggi
dei nostri connazionali.
Un binomio, turismo-sport, che ha dato
buoni risultati anche in questo periodo
di crisi, fino a diventare un importante
segmento dell’economia nazionale:
quasi sessanta milioni di pernottamenti
all’anno nelle strutture ricettive e circa
dieci milioni di viaggi nel 2011.
Comparto con enormi potenzialità, è in
grado di incrementare il giro d’affari di
numerosi ambiti fra loro collegati:
dall’alberghiero alla ristorazione, dal
manifatturiero all’industriale, a quello –
non irrilevante – dello shopping. Il
turismo sportivo inoltre presenta un’altra
caratteristica di grande valore, cioè
quella – in molti casi – di
destagionalizzare la domanda,
Anche se l’OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo)
non lo considera ancora in modo indipendente dagli
altri fenomeni turistici, collocandolo all’interno della
categoria “tempo libero, relax, vacanza”, oggi il settore
del turismo sportivo nel suo complesso rappresenta
circa il 10 per cento del mercato turistico internazionale
consentendo l’attività anche nei mesi
più critici. Il turismo sportivo infatti si
distribuisce su tutto l’arco dell’anno.
Se è ovvio che l’elevata percentuale di
vacanze sportive nei mesi invernali è
legata alla pratica dello sci e in quelli
estivi ad attività quali vela o surf, per
altre discipline come il calcio, le arti
marziali o il ciclismo la stagionalità è
meno accentuata, e tutti i mesi sono
buoni.
Lo sport è un vero e proprio
catalizzatore, in grado di innescare un
circolo virtuoso che permette di
promuovere una destinazione come
meta turistica, attirare persone,
migliorare l’offerta ricettiva, ristorativa e
commerciale, riqualificare e valorizzare le
aree meno sviluppate: dove offerta
turistica, in particolar modo quella
alberghiera, e iniziative sportive riescono
a trovare la giusta sinergia e ad andare a
braccetto, i flussi turistici vengono
incentivati e diventano importanti volani
per lo sviluppo dell’economia dell’intero
territorio.
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71

turismo sportivo
Per favorire questi processi in alcune
aree si stanno sviluppando specifiche
iniziative, alcune delle quali già
consolidate negli anni. Una, giunta ormai
alla ventesima edizione, è la Borsa del
turismo sportivo che si tiene a
Montecatini. Oltre che occasione di
incontro fra i promotori di eventi sportivi
e le organizzazioni delle strutture
ricettive, la Borsa è anche un momento
di valorizzazione dello sport, grazie
all’assegnazione di premi e allo
svolgimento di dibattiti ed
approfondimenti. Medesima finalità ha la
Borsa Internazionale del turismo
montano, di cui nel settembre scorso si
è svolta a Trento la tredicesima edizione.
UNA BORSA INTERNAZIONALE
PER IL TURISMO MONTANO
Ogni anno a Trento si tiene la Borsa
Internazionale per il Turismo Montano.
La B.I.T.M, che nel prossimo settembre terrà
la 14^ edizione, è una rassegna fieristica
interamente dedicata al turismo in montagna.
I tre giorni della manifestazione,
oltre che i contatti fra gli operatori
italiani e stranieri, sono dedicati
a dibattiti e incontri nei quali esperti
del settore si confrontano
sulle strategie commerciali
e promozionali da adottare.
Il turismo sportivo può creare importanti
opportunità anche in ambito
occupazionale, tendenza che è stata
recepita dal mondo della formazione con
l’attivazione di specifici corsi di studio e
di veri e propri master, come quello in
Marketing Sportivo e Strategie per il
Business dello Sport di Treviso. Tutti gli
sport, e a tutti i livelli, contribuiscono a
creare il giro d’affari complessivo del
settore, muovendo ogni anno migliaia di
persone.
Ma chi sono i ‘turisti sportivi’ o, altrimenti
detti, i ‘turisti attivi’? Innanzi tutto, si
tratta di persone di tutte le età, la cui
caratteristica comune è quella di volere
coniugare la vacanza con la forma di
attività preferita; in genere dispongono
di poco tempo, per cui dividono le ferie
in più periodi. Fra questi, una prima
categoria è rappresentata da coloro che
scelgono per le proprie ferie una località
in base alla possibilità di praticare la
disciplina preferita. Vi sono poi i
Il turismo sportivo presenta un’altra
caratteristica di grande valore, cioè quella –
in molti casi – di RIUSCIRE A destagionalizzare la domanda,
consentendo l’attività anche nei mesi più critici.
E infatti si distribuisce su tutto l’arco dell’anno
praticanti a livello amatoriale che si
spostano per partecipare a gare
allenamenti, tornei eccetera.
L’altra grossa fetta è costituita dagli
atleti professionisti, con i loro
accompagnatori delle varie società
sportive, e dal pubblico che segue le
manifestazioni sportive, sia amatoriali
che professionistiche. E in questo caso i
numeri diventano davvero a tanti zeri.
Una recente ricerca Nielsen ha stimato
l’indotto di un evento come il Giro
d’Italia su una singola tappa intorno ai
110 milioni di euro, di cui 34 nel breve
periodo e 76 nel medio-lungo. Ancora
più elevato il giro di affari per
appuntamenti quali i Mondiali di calcio o
le Olimpiadi, dove al ritorno economico
vanno sommati l’impatto ambientale,
politico, culturale, sociale e di immagine,
IN VACANZA SULLA NEVE
Vacanze sulla neve per quasi la metà degli italiani: questo
l’orientamento emerso da un sondaggio svolto da
TripAdvisor, noto sito turistico su cui gli utenti postano
direttamente le proprie opinioni, dove oltre mille e cento
intervistati hanno espresso l’intenzione di dedicare
quest’inverno alcuni giorni agli sport invernali, soprattutto
sci e snowboard.
Il 46 per cento degli oltre 1100 intervistati dunque ha
dichiarato l’intenzione di andare in montagna, quasi sempre
con la famiglia, ma senza spendere troppo. Secondo
l’indagine si cerca di risparmiare sia sulle prenotazioni degli
hotel che sulle piste. L’84 per cento delle risposte infatti
parla di varie strategie
per ridurre le spese, fra
cui il pranzo al sacco (38
per cento), la
condivisione della
macchina (22 per cento) e
il prestito delle attrezzature
sciistiche (21 per cento).
Sulla neve non si cerca solo lo
sport. Fra le attività preferite infatti gli intervistati hanno
elencato al primo posto lo sci, seguito dai centri benessere,
il vin brulé, lo shopping.
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con effetti che si prolungano nel tempo.
Insomma, sempre di più i turisti cercano
una motivazione aggiuntiva per orientarsi
nel variegato panorama di località,
destinazioni e esperienze di viaggio.
Senza dimenticare che in vacanza, in
genere, si è ben disposti allo shopping,
disponendo per altro di un po’ di tempo
libero che si presta allo scopo.
Anche se l’OMT (Organizzazione
Mondiale del Turismo) non lo considera
ancora in modo indipendente dagli altri
fenomeni turistici, collocandolo
all’interno della categoria “tempo libero,
relax, vacanza”, oggi il settore del
turismo sportivo nel suo complesso
rappresenta circa il 10 per cento del
mercato turistico internazionale. Ciò
nonostante non sempre viene tenuto in
adeguata considerazione,
sottovalutando l’impatto che lo sport
può determinare sullo sviluppo del
turismo – e di conseguenza
sull’economia – se si riescono ad
attivare le sinergie e le strategie
adeguate.
L’evoluzione dei consumi e degli stili
di vita, tra l’altro, sta drasticamente
cambiando anche l’approccio al
consumo del prodotto sportivo. Basta
pensare allo sci, disciplina da sempre
legata al concetto della settimana
bianca e della vacanza familiare. Oggi,
accentuato da una crisi economica
generale, è diventato quanto mai
decisivo offrire un pacchetto vacanza il
più possibile articolato e completo,
come ben dimostrano le promozioni dei
complessi turistici montani che
includono ormai regolarmente anche gli
skipass per accedere alle piste.
Dinamica che sta inevitabilmente e
drasticamente mutando anche gli asset
distributivi del “prodotto per la neve”.
Che si venda o si noleggi, resta
comunque fondamentale che il prodotto
sportivo si utilizzi e si consumi; proprio
in questo senso è bene auspicare una
crescita del movimento sportivo nel suo
insieme nel nostro Paese, un’evoluzione
positiva, anche culturale, di cui il sistema
retail possa in qualche modo farsi
garante, ribadendo così in maniera
concreta ed efficace la sua stessa
ragione d’esistere sul mercato.
tina.alboresi@topsport.it
CAMPIONI DI IMMAGINE
I Mondiali di calcio sono l’evento sportivo che
garantisce il miglior effetto promozionale, dal
punto di vista turistico, del Paese nel quale si
svolgono. Seguono moto racing, atletica, tennis,
rugby, golf, e sailing. Lo conferma un’indagine
svolta da Aigo e Pangaea Network , società di
consulenza specializzate nel campo del
turismo e rivolta ai professionisti del settore.
Bella figura, nel contesto di questa
rilevazione, ha fatto l’Italia che, insieme alla
Svizzera, è risultata al primo posto sulla capacità di ospitare e gestire al meglio
un evento sportivo, le Olimpiadi invernali del 2006.
nuoto
ciclismo
trekking
sci
equitazione
tennis
surf
vela
immersioni
golf
pattinaggio
IL TURISMO SPORTIVO
anno 2010 (% sul totale presenze del mercato Italia)
Germania
regno unito
stati uniti
olanda
francia
austria
svizzera
spagna
giappone
1,1
3,3
GLI SPORT PRATICATI (% sul totale TURISTI)
11,5
10,0
8,7
15,4
14,4
8,3
29,3
10,4
10,4
11,2
12,2
13,9
38,5
17,9
42,6
19,3
26,3
74,8
TOTALE
stranieri
ITALIANI
Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo - dati Unioncamere
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73

GLOBAL SPORT
Negozi nel mondo
Tradizionali fino
ad un certo punto
DA OLTRE 70 ANNI “Au Vieux Campeur” è UN NOME
MITICO SUL MERCATO FRANCESE, CON UNA STRATEGIA
TOTALMENTE CONTROCORRENTE
Se telefonate alla sede
dell’azienda, nel
Quartiere Latino di
Parigi, per avere gli ultimi comunicati
stampa, vi rispondono che l’azienda
“non lavora così”. Se guardate sul suo
sito istituzionale, in un primo tempo pensate
di aver sbagliato a digitare e di essere
finiti su una pagina dimenticata in linea dai
primi anni del web. Il logo, poi, inconfondibile,
disegnato a mano, ricorda alcune pubblicità
del nostro Carosello, e anche lì si va
indietro di qualche decennio. La prima reazione
nell’analizzare il caso di Au Vieux
Campeur, che in francese significa letteralmente
“Al Vecchio Campeggiatore”, è di
simpatico sgomento. Se però siete del settore,
sapete che Au Vieux Campeur è un
nome leggendario dell’outdoor francese: ci
deve per forza essere di più. Non contenti,
e molto incuriositi, andate allora a cercare
che cosa si nasconda oltre la superficie un
po’ démodé della vicenda. Inizia così un
affascinante viaggio nella dimensione tutta
particolare del Vieux Campeur, dove il tradizionale,
proprio perché ha il coraggio di
mostrarsi come tale, diventa il vero non
convenzionale. Scopriamo subito che Au
Vieux Campeur è stato il primo a introdurre
in Europa la marca The North Face, un indizio
che tradizione e innovazione possono
evidentemente coesistere. Ma cominciamo
dall’inizio. Nel 1941 Roger de Rorthays
acquista un locale di 23 metri quadrati in
pieno Quartiere Latino a Parigi. La Sorbonne
è giusto a pochi passi, dall’altra parte
della strada. Roger viene dal mondo degli
scout. Nel 1936 aveva creato il primo settore
campeggio dei grandi magazzini pari-
gini della Samaritaine, non lontani dal Louvre,
quando con l’introduzione delle ferie
pagate nel diritto del lavoro francese aveva
intuito che occorreva trovare qualcosa da
fare al popolo in vacanza. Sono tempi duri
e la piccola e stretta boutique di rue des
Ecoles approfitta, per riscaldarsi, della canna
fumaria del panificio adiacente. Un’insegna
sulla vetrina recita “Camping - scoutismo
- alpinismo - sport invernali”. Il primo
catalogo, ancora artigianale, si apre con
l’editoriale del fondatore e le parole “Ai
nostri clienti e amici...”, che racchiudono già
la volontà di creare un legame anche affettivo
con il cliente. Nel 1944 nasce l’iconico
logo del Vieux Campeur, con il vecchio
campeggiatore, barba bianca, zaino, calzettoni
e pipa in bocca, pipa che verrà in
seguito sostituita da una margherita. Diventa
l’immagine-simbolo dell’azienda. Si
dice che fra i clienti regolari del Vieux Campeur
ci siano stati molti grandi nomi della
storia politica francese. Fra tutti, il presidente
François Mitterand, il primo ministro
Lionel Jospin, e più recentemente, il criticato
ex-direttore generale del Fondo Monetario
Internazionale, Strauss-Kahn.
Ad oltre 70 anni dalla nascita, Au Vieux
Campeur resta in mano alla famiglia de
Rorthays ed è un’impresa totalmente
indipendente, guidata oggi da Jacques-
Yves, figlio del fondatore Roger, e dai nipoti
di Roger, Ludovic e Aymeric. A Jacques-
Yves si deve la crescita graduale della catena,
che nel tempo ha acquistato una
dopo l’altra nuove boutique sempre nel
Quartiere Latino, quello che Jacques-Yves
definisce “il mio villaggio”, per poi allargarsi
anche ad altre città. Un aneddoto illustra
il carattere e il talento commerciale di Jacques-Yves
de Rorthays. A fine 2011 il clima
è eccezionalmente mite in Europa e gli
stock nei magazzini dei produttori di abbigliamento
sportivo invernale si gonfiano
pericolosamente. Jacques-Yves telefona ai
suoi fornitori e propone loro di comprare la
loro merce “cash” a condizioni discount,
facendo una vera e propria scommessa
sulle condizioni meteorologiche. Meno di
due mesi dopo, a febbraio 2012, arriva
sulla Francia un freddo siberiano. I negozi
del Vieux Campeur vengono letteralmente
svaligiati nel giro di pochi giorni. La scommessa
è vinta.
Au Vieux Campeur conta oggi 29 negozi
a Parigi, tutti nel Quartiere Latino, sparpagliati
intorno al negozio originario di
rue des Ecoles 38, che è diventato il
museo dell’azienda. Ai negozi parigini
vanno aggiunti 10 negozi a Lione e i punti
vendita di Strasburgo, Marsiglia, Tolosa,
Thonon, Sallanches, Albertville, Grenoble
e Chambery, quest’ultimo in apertura
nell’estate 2013. C’è inoltre l’atelier di lavorazione
e produzione in Normandia. Nel
2012 il giro d’affari del gruppo è stato di
oltre 126 milioni di euro, nulla a che vedere
con giganti francesi come Décathlon o Go
Sport, ma i punti forti del Vieux Campeur,
che a dispetto dell’enorme notorietà rappresenta
una quota del mercato francese
intorno all’1%, sono altri.
Che cosa fa sì che l’azienda resti un soggetto
unico nella distribuzione francese
degli articoli sportivi, a più di 70 anni dalla
nascita? Cerchiamo di analizzare alcune
74 www.topsport.it

A cura di Matthew J. Evanston
Che cosa fa sì che un’azienda resti un soggetto unico
nella distribuzione francese degli articoli sportivi, a più
di 70 anni dalla sua nascita? La forza di alcune straordinarie specificità
versioni. Parliamo di prodotti diversi, tutti
molto specifici, per rispondere alle esigenze
più disparate di chi svolge quelle date
attività. Un esempio: se cliccate sulla categoria
“Speleologia”, normalmente non proprio
la più ampia, vi si aprono ben 20 sottocategorie.
Fra queste, se prendiamo a caso
la sotto-categoria estremamente specifica
degli “accessori per le corde da speleologia”,
dove ci aspetteremmo di vedere due,
tre prodotti al massimo, ne troviamo invece
14. Andiamo poi ad esplorare la sotto-categoria
“moschettoni da speleologo”, anche
questa decisamente molto specifica:
Au Vieux Campeur vi propone 11 tipi di
moschettoni diversi. Curiosiamo nella Subacquea,
che non è la vocazione principale
dell’azienda, e cliccando sulla sotto-categoria
delle maschere, che è una delle 20,
troviamo ben 75 articoli. Fatte le dovute
proporzioni, potete immaginare l’ampiezza
degli assortimenti per prodotti più popolari
come giacche da trekking o accessori da
campeggio.
Strategia di comunicazione: In un momento
storico in cui si dice che tutto è
comunicazione, Au Vieux Campeur fa pochissima
pubblicità, a parte le riviste specializzate
e brevi campagne nella stampa
generalista, tutte sempre con tono volutamente
démodé. L’unica vera arma di comunicazione
dell’azienda è la sua notorietà di
lunga data, e su quella si fonda la sua immagine.
Allestimento dei punti vendita: Le boutique
del Vieux Campeur sono allestite in
modo semplice, senza fronzoli né tecnologie
particolari. Lo scopo non è sorprendere
ma mettere il cliente a proprio agio e prepararlo
al viaggio. L’arredamento riflette
infatti l’ambiente che il cliente andrà a trovare
durante l’escursione: la boutique con
gli articoli per l’arrampicata ricorda una
baita di montagna, mentre in quella che
vende articoli per le immersioni possiamo
imbatterci in una palma o nel manichino di
un sub.
Boutique tematiche: Le boutique del
Vieux Campeur sono suddivise per disciplispecificità.
Materiale altamente specializzato: Il
cliente che si reca dal Vieux Campeur non
cerca una scarpa da trekking qualsiasi,
cerca “quella” scarpa, con quelle caratteristiche
precise e per svolgere un’attività
specifica ad un particolare livello. Per questo
cliente l’alta specializzazione del prodotto
e la professionalità dei consigli che
riceverà in negozio sono gli aspetti principali,
non tanto il prezzo. In altre parole, Au
Vieux Campeur e i giganti della distribuzione
dell’articolo sportivo in Francia lavorano
su segmenti di clientela fondamentalmente
diversi. Anche chi fosse eventualmente a
caccia di offerte può comunque trovare
qualcosa di interessante dal Vieux Campeur,
che di ogni categoria di prodotto propone
un “angolo dei buoni affari”.
Strategia aziendale: All’opposto di Décathlon,
ad esempio, che è fabbricante e
distributore, Au Vieux Campeur è unicamente
venditore. Inoltre, sempre a differenza
dei gruppi maggiori, che coprono il maggior
numero possibile di discipline, basti
pensare che Décathlon ne copre circa 80,
Au Vieux Campeur si concentra su una
decina di sport soltanto. All’interno di questo
gruppo di discipline, i comparti montagna
ed escursionismo, che sono nel suo
DNA originario, restano i più rappresentativi.
Nel tempo anche la subacquea ha acquisito
un certo peso. Le discipline coperte
vengono suddivise nel catalogo in maniera
molto originale in tre universi: “Terra”,
“Inverno” e “Acqua”.
Completezza degli assortimenti: Nelle
discipline che copre, il Vieux Campeur vanta
un assortimento ineguagliabile secondo
alcuni a livello europeo, con decine di migliaia
di articoli, senza contare il catalogo
libri e carte. Andando a cliccare sulle varie
categorie, sul sito dell’azienda, ci si ritrova
in una specie di pozzo senza fondo in cui
una categoria di articoli apre a tante sottocategorie,
che a loro volta aprono ad altri
gruppi ancora di prodotti. Ma attenzione,
non si tratta di pagine e pagine in realtà
con lo stesso articolo presentato in diverse
na. A Parigi, quella al 70 di boulevard Saint
Germain, ad esempio, è specializzata solo
in zaini, borse fotografiche e borse portabambini.
All’80 di boulevard Saint Germain
si può trovare tutto il necessario per le
camminate in climi caldi, con annesso un
servizio di “Atelier del piede”. La boutique
al 21 di rue de Sommerard, non lontana
dalle precedenti, vende esclusivamente
articoli per canoa e kayak. Ci sono poi le
librerie-cartoteche e i punti vendita dedicati
unicamente all’ottica sportiva. Il cliente sa
non soltanto che in una certa boutique troverà
un certo tipo di prodotto ma anche,
per forza di cose, che vi troverà personale
competente in quelle specifiche discipline.
Attività sulla clientela: Au Vieux Campeur
organizza un gran numero di iniziative per
e con i clienti, che sono mirate principalmente
alla formazione all’uso degli articoli,
in partenariato con le aziende produttrici.
Vengono inoltre organizzate gare e animazioni.
A differenza di quanto fanno altri
competitor, che offrono iniziative di questo
tipo in modo saltuario, il Vieux Campeur le
propone con frequenza, anche più volte al
mese, e con regolarità. Nel solo anno 2012
l’azienda ha sostenuto ad esempio ben
200 gare di arrampicata, sostegno che in
questi casi normalmente fornisce tramite la
donazione di buoni acquisto ai partecipanti.
Responsabilità: Tutte le boutique sono filiali
del Vieux Campeur al 100% e responsabili
nella stessa misura nei confronti dei
clienti per i prodotti e per i servizi venduti,
in negozio o su internet. L’azienda tiene
molto a sottolineare questo punto, che inserisce
in un apposito riquadro, interamente
in rosso, nella parte alta della pagina
“Chi siamo” del suo sito.
Au Vieux Campeur ha insomma saputo anticipare
la passione per l’escursionismo, e
in un certo senso crearla, in un’epoca in cui
pochissimi ci pensavano. Dopo svariati decenni
continua ad essere un nome leggendario,
immediatamente riconosciuto, e un
punto di riferimento per gli specialisti e gli
appassionati veri delle attività outdoor,
guardato con rispetto, quando non emulato,
dai suoi stessi concorrenti.
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75

dalla copertina
Negozio,
scelta
vincente?
FOTO: Adidas - Novak Djokovic
Uno sport d’élite, ormai appannaggio della grande
distribuzione. Conseguenza dell’impoverimento
del tessuto distributivo specializzato. Eppure
il fascino del tennis resiste nonostante una
epocale evoluzione della cultura. E dei consumi
Una semplice maglietta,
un paio di pantaloncini
qualsiasi, scarpe
comode, racchetta e
pallina… No, per
giocare a tennis niente
dev’essere lasciato al caso perché,
sport antico dalle ‘nobili’ origini, è
sinonimo di cultura ed eleganza, una
tendenza che nel tempo è diventata
sempre più evidente, un must
accentuato dai vari sportivi, sempre più
modelli, e dagli stessi stilisti che hanno
deciso di far calcare le passerelle
anche ai capi d’abbigliamento sportivo.
Il muro che divideva glamour e sport
è stato abbattuto. Due affluenti in
piena che si mescolano nemmeno
troppo lentamente e che danno vita ad
un unico grande fiume. Ecco dunque
come uno sport diventa ispirazione per
gli stilisti. Spesso si pensa
erroneamente di trovarsi davanti ad
una disciplina poco praticata o elitaria,
ma per attirare nuovi clienti è sempre
più necessario che i negozianti creino
nuove connessioni, andando oltre al
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concetto di semplice punto vendita per
cercare di sopravvivere alla
concorrenza dei grandi centri
commerciali e fare leva sul punto
cruciale: l’immagine. Purtroppo,
secondo una nostra ricerca a
campione, alcuni retailer hanno iniziato
a proporre gli stessi servizi della
grande distribuzione, e questo
certamente non è un bene per la loro
sopravvivenza.
Scacco matto all’usa e getta.
Il momento di diffusa crisi, lo diciamo
da mesi, spinge alla ricerca di capi
d’abbigliamento usa e getta che
rispondono alle attuali necessità delle
tasche degli italiani. Se si chiede a un
gruppo a caso di persone come
pensano ci si debba vestire per
giocare a tennis, la risposta sarà tanto
veloce quanto preoccupante: una
maglietta, un paio di pantaloncini e
scarpe comode qualsiasi. Ecco allora
l’importanza fondamentale del
negoziante, che deve riuscire a ridare
al tennis lo status di sport glamour ed
elegante che ha sempre avuto,
nonostante oggi nessuno indossi più la
classica divisa bianca, abbandonata in
favore di capi proposti dalle grandi
firme. Una cosa è certa, bisogna
ridare impulso a questo sport,
rinverdirlo utilizzando come arma
una cosa che tutti, bene o male,
teniamo sempre d’occhio: la moda.
Uno dei momenti certamente favorevoli
per calcare la mano è in occasione dei
grandi campionati come il Roland
Garros quando si può sfruttare
l’entusiasmo del momento di un
pubblico esperto e praticante: chi non
sogna di impugnare la stessa racchetta
di Federer, chi, fra le appassionate, non
immagina di scendere sulla terra rossa
vestita come la Sharapova o, sul fronte
dell’entusiasmo azzurro, indossare lo
stesso completo lilla di Sara Errani?
Ovviamente, occorre che il negoziante
abbia una sensibilità particolare e sia in
grado di attuare una buona
comunicazione. Ad esempio, può
senz’altro rivelarsi oppurtuno mettere in
evidenza nella propria home page
internet le collezioni ammiccanti al
Roland Garros e ai grandi atleti.
Moda nel tennis o tennis nella
moda? Nel corso del tempo, i flussi
incrociati di sport e moda, da sempre
legati ed influenzati l’uno dall’altro,
sono riusciti ad abbattere il muro delle
convenzioni. Se pensiamo a Lacoste
oggi, è uno dei marchi di abbigliamento
più famosi e riconosciuti al mondo, ma
René Lacoste non era altro che un
tennista francese degli anni ’20 che
riuscì ad ideare il tessuto jersey petit
piqué, con lo scopo di rendere i
movimenti del tennista più agevoli. I
successivi cambiamenti nella moda
hanno indotto altrettanti mutamenti
nel tennis, persino innovazioni
impensabili, come l’abbandono del
total white, unica tinta ammessa fino
agli anni ’70 e ancora oggi a
Wimbledon. Proprio in quegli anni
diversi marchi italiani videro nel tennis
un’eccellente possibilità di promozione,
dando così impulso alla trasformazione
dell’abbigliamento tennistico. Mentre
Panatta vinceva Coppa Davis, il total
white iniziava a lasciare spazio alle
strisce colorate mentre le gonne delle
tenniste si accorciavano sempre di più.
Con il carattere ribelle di André Agassi
ecco spuntare capelli lunghi e stile
variopinto, abbigliamento abbondante e
tessuti morbidi, un’evoluzione che, con
l’avvento di nuovi materiali, ha
decisamente migliorato le performance
degli atleti. Da allora si è assistito ad
una veloce modernizzazione, e oggi lo
“stile” è il must di ogni marchio, che si
affida agli atleti stessi trasformandoli in
tennisti-testimonial. L’eleganza di
Dominique Sanda nel film “Il Giardino
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77

speciale tennis
dei Finzi Contini” ed i vestitini
indossati da Lea Pericoli sono ormai
solo nostalgici ricordi vintage. Ora il
colore regna sovrano e campioni come
Nadal, Federer, le sorelle Williams, la
Sharapova o le italianissime Flavia
Pennetta, Sara Errani o la Schiavone
sono prese come immagine stessa del
tennis moderno, corteggiati dalle
sponsorizzazioni dei grandi marchi e
presi da esempio da chi segue o si
avvicina a questo sport.
Diventa come loro: lo status glamour
del tennis. Gli atleti hanno rivoluzionato
l’estetica di questo sport. Spesso
raggiungono la fama proprio perché
fanno da testimonial ai grandi marchi e
calcano passerelle. Insomma, danno
vita a una vera e propria fenomenologia
dei protagonisti, sono capaci di
influenzare le vendite e dirottare la
scelta dell’acquisto di chi entra in un
negozio. Nel momento della scelta,
infatti, una racchetta ‘anonima’ farà
sempre fatica a vincere su quella
utilizzata da Federer così come le
canottiere speciali delle Williams
stuzzicheranno sempre più la clientela
femminile rispetto ad una normalissima
canotta economica. Ed è decisamente
sulla donna che occorre porre più
attenzione all’interno dei punti
vendita, sempre attenta alla funzionalità
ma senza mai sottovalutare l’eleganza e
la sensualità. In questo il negozio si
deve distinguere dal grande centro
commerciale che, proprio perché
‘basico’, si rivolge ad una clientela ‘di
primo approccio’ o ‘economica’,
fungendo quasi da apripista per i
negozi specializzati che si rivolgono ad
un target più esigente e preparato.
La rivoluzione è donna
Tra un dritto e un rovescio è merito delle partite femminili
se nel tennis si è osato di più, anche se nella storia di
questo sport si è dovuto aspettare quasi fino ai giorni nostri.
Le partite, infatti, oltre al gesto atletico, rappresentano per le
tenniste una vera vetrina invogliandole a sorprendere il
pubblico con le performance ma anche con tutine
provocanti. È grazie alle Williams che le tenniste dell’ultima
ora possono godere della loro grande rivoluzione
introducendo pizzo, canottiere aderenti e le cosiddette tutine
‘essenziali’ osando ancor di più anche nei colori,
azzardando con il fluo. È così che, diventate sex symbol
approfittando dell’esposizione mediatica, hanno aperto alla
clientela femminile del tennis una nuova frontiera.
Una cosa è certa, serve ritrovare lo spirito
di appartenenza a questo sport, rinverdirlo utilizzando
come arma una cosa che tutti, bene o male,
teniamo sempre d’occhio: la moda
L’identikit del tennista italiano. Lo
stereotipo più comune è legare il tennis
ad aggettivi come “aristocratico” ed
“elitario”, un concetto nato negli anni
’50 e rimasto tuttora molto diffuso,
mentre invece il numero dei tennis club
presenti sul territorio nazionale dice il
contrario. Se infatti si fa riferimento al
rapporto stilato dal Coni e quindi
basato sui soli tesserati, il tennis è il 4°
sport più praticato dopo calcio,
pallavolo e pallacanestro. Nel 2011 la
Federazione Italiana Tennis poteva
contare su ben 3171 società sportive
affiliate e ben 274.525 tesserati,
numero in crescita anno dopo anno,
segno che si tratta di uno sport in
movimento che fa comunque registrare
un segno positivo sul quale continuare
a puntare commercialmente. Chi si
avvicina al tennis, sia a livello
agonistico che amatoriale, conserva
sempre intatto quel cromosoma proprio
di chi pratica sport individuali, che si
nutre di ambizione e volontà, con una
competitività sempre presente. Dalla
partita contro l’acerrimo avversario a
quella contro il collega d’ufficio, alla
base di tutto c’è una sfida, e per
questo anche la ricerca di attrezzatura
bella e di qualità superiore è intrinseca
in ogni giocatore.
“Voglio essere come lui”: quando il
negozio può essere la scelta
vincente. La voglia di somigliare al
proprio beniamino o di maneggiare la
sua racchetta possono diventare
davvero profonde. Così tanto da far
78 www.topsport.it

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79

speciale tennis
registrare notizie di cronaca quanto
meno bizzarre, come quella successa a
marzo in California, dove una signora
ha avviato una vera class action
sostenendo di aver acquistato in un
negozio una racchetta apparentemente
identica a quella maneggiata da un
noto testimonial-campione, ma che in
realtà non aveva le stesse
caratteristiche dell’attrezzo originale. La
supposizione, in altre parole, è che gli
attrezzi non fossero gli stessi ma solo
repliche di quelle utilizzate dal
beniamino in questione. Il quale,
dovendo affrontare campionati
internazionali, aveva personalizzato pesi
e incordatura sulle proprie
caratteristiche di gioco che,
ovviamente, non corrispondevano a
quelle degli amatori e dei frequentatori
di circolo.
La grande differenza tra il mass market
da grande magazzino dello sport ed un
negozio specializzato è che i primi
hanno certamente prezzi più bassi ma i
negozi vincono per qualità, perché
danno al cliente esattamente ciò che
cerca e che gli è più adatto.
Nell’apparente giungla di racchette,
corde, cuscinetti anti vibrazione e
palline di tutti i tipi e di tutte le qualità,
il negoziante è spesso un vero
maestro, capace di indirizzare
all’acquisto di un attrezzo che
aumenta la performance e col tempo
non crea danni fisici in quanto
corrisponde alla fisicità e al gioco del
cliente. Il negozio, infine, può
rispondere alle particolari richieste del
cliente che, si sa, vuole essere alla
moda e assomigliare ai grandi
campioni.
Sincronia con le realtà tennistiche
locali: il killer point che fa vincere
sulla concorrenza. Seppure negozio e
centro commerciale abbiano la stessa
gamma di prodotti, entrambi offrano il
servizio di riaccordo delle racchette e
permettano di provarne differenti tipi
per decidere quale acquistare, il
negozio specializzato ha diversi
vantaggi sui quali vale la pena
soffermarsi. Legarsi ad un tennis club
creando promozioni e convenzioni
potrebbe dare una certa garanzia di
clientela, fidelizzando il club stesso. Un
Più palline grazie alle casalinghe
Le palline da tennis non servono soltanto per giocare ma
hanno proprietà benefiche anche nei lavori domestici.
Basta solo informarne le massaie et voilà: in negozio arriva
questa ‘nuova clientela’. Un paio di palline da tennis, infatti,
inserite in lavatrice, sono un ottimo ammorbidente per i
capi in cotone. Dopo aver invece lavato il piumino e averlo
messo ad asciugare per qualche ora, rimettendolo in
centrifuga, lo sbattimento
delle palline farà in modo
che il piumino torni
soffice e gonfio come
prima.
gli atleti hanno rivoluzionato l’estetica di questo sport.
spesso raggiungono la fama proprio perché fanno da
testimonial ai grandi marchi e calcano le passerelle.
insomma, danno vita a una vera e propria fenomenologia
dei protagonisti, sono capaci di influenzare le vendite e
dirottare la scelta di acquisto di chi entra in negozio
altro point match è rappresentato
dall’esperienza e dalla preparazione
che il negozio specializzato riesce ad
offrire non solo acquistando macchinari
innovativi, ma vantando partecipazioni a
corsi per aumentare la conoscenza sui
prodotti, per capire la costruzione e il
montaggio delle corde, per poter
consigliare la calzatura più idonea e
risolvere i problemi più annosi dei
tennisti, ecc. Inoltre, il retailer può
visitare le fabbriche costruttrici di
racchette, effettuare test e prove di
prodotto e infine, ma non meno
importante, può partecipare attivamente
alla promozione del tennis in zona. Tutto
ciò non si può trovare nei negozi on-line
che sono orfani del rapporto umano tra
cliente e negoziante, e l’esperienza
maturata dai singoli punti vendita
specializzati va ben oltre a quella
standard delle realtà dei centri
commerciali.
Parola all’esperto italiano: voce del
tennis e del recente Roland Garros.
Perché i numeri dicono che il tennis è
uno sport di massa mentre continua ad
essere considerato elitario? Chi sono i
tennisti e cosa va di più nei negozi?
Dove puntare di più? Se negozianti,
“Non si può fare l’identikit del tennista
perché è uno sport praticato veramente
da tutti, dai bambini fino agli ottantenni.”
Questo è il disegno di Alessandro
Fabretti, noto giornalista e telecronista
Rai, voce italiana del tennis
internazionale e lui stesso tennista. “Se
si parla di fasce d’età si può dire che il
tennis ne ha 3: vi sono tantissimi
bambini e ragazzini per via anche delle
attività che vengono intraprese a
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scuola direttamente dai Club come
promozione del movimento; poi vi è la
fascia dei 16/20 anni che è quella più
instabile e che conta molti meno
giocatori. Questa flessione è data dalla
presenza dei vari tornei italiani: in
questa fase il ragazzo sceglie se
diminuire la sua attività limitandola al
semplice gioco o decidere di
partecipare alle varie gare organizzate
su tutto il territorio nazionale. È qui che
il tennis diventa elitario perché qualora
il ragazzo decidesse di parteciparvi si
accollerebbe un grosso impegno, sia
economico che di tempo.”
Quando si parla di élite però si fa
soprattutto riferimento alla
possibilità di entrare a far parte dei
tennis club: meno tennis club ci sono
sul territorio, meno persone ci si
possono iscrivere ed ecco che prende
la forma la convinzione che questo
sport sia “per pochi”, dunque d’élite, ci
ha spiegato Fabretti confermando che il
tennis è uno sport per tutti, per poi
rispondere alle nostre domande
riguardanti l’area del commercio.
“Certamente potersi avvalere di un
negozio specializzato per i tennisti è
molto utile, in quanto vi sono esperti
I POCHI NEGOZI TECNICI E
SPECIALIZZATI SOPRAVVIVONO
GRAZIE AD UN RADICATO E
COSTANTE COLLEGAMENTO
CON I TENNIS CLUB SUL
TERRITORIO E ad UN’AZIONE
PROMOZIONALE SUI GIOVANI
che possono realmente capire qual è
l’attrezzo giusto per la persona che
hanno davanti: scegliere una racchetta
non è cosa da poco perché occorre
seguire le caratteristiche di gioco e
fisiche del giocatore. E anche la scelta
delle scarpe, che può sembrare banale,
è fondamentale e in base a peso e stile
di gioco è meglio l’utilizzo di un tipo
piuttosto che un altro, elementi che
solo un professionista può valutare e
consigliare.”
Fondamenti che uniti alla più alta
qualità dei prodotti pongono il negozio
in una posizione di assoluto vantaggio
rispetto alla grande distribuzione.
E quanto è forte tra i tennisti il
desiderio di essere come i loro
campioni?
“Tantissimo – ha concluso Fabretti –
nell’abbigliamento si segue la moda e il
lato estetico mentre se si sposta
l’attenzione all’attrezzatura, in
particolare alle racchette, i giovani
guardano tantissimo cosa usano i
professionisti e vogliono imitarli
arrivando ad ignorare completamente
tutto il resto. Ora ad esempio il must
dell’acquisto dei giocatori maschi è la
racchetta di Nadal mentre per le donne
è quella di Victoria Azarenka o, in
seconda battuta, quella delle sorelle
Williams.”
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Come una vera partita
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le specifiche richieste del cliente. I teli
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occhielli che ne consentono il fissaggio. Il
telo ombra 90% è disponibile nel colore
verde ed è ideale per la recinzione di campi
da tennis, di aree gioco e di giardini,
ma anche per la copertura di parcheggi. Il
telo pesante, invece, è indemagliabile ed
è particolarmente adatto per la copertura
delle piscine. Per informazioni sui teli
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SELL OUT
Il retail sportivo visto dai suoi protagonisti
Primo flagship inglese per il galletto
Le coq sportif ha aperto lo scorso maggio
il suo primo flagship store nel Regno
Unito situato in Seven Dials - Covent Garden.
L’apertura del concept store di Londra
segna un anno ricco di novità per il marchio
francese che ha celebrato nel 2012 il suo
130esimo anniversario regalandosi il ritorno
al Tour de France come fornitore ufficiale
delle maglie dei leader. Nel 2013 ricorre
anche la 100esima edizione del Tour e per
l’occasione Le coq sportif ha creato la
‘Centième Collection’ in edizione limitata e
naturalmente una special edition delle Jerseys
ufficiali.
Lo store di 256 metri quadri, situato all’angolo
di Earlham e Mercer Street, è destinato
a diventare il concept store di punta del
brand francese in Europa.
Gli interni del monomarca sono caratterizzati
da uno stile minimal, linee pulite e da un
design fresco e moderno tipico del marchio.
Le coq sportif porta il proprio stile sportchic
nel flagship londinese: abbigliamento,
calzature e accessori per uomo e donna, le
limited edition, la capsule collection dedicata
al Tour de France e le special-collaboration,
come la recente creazione “Le coq
sportif x Heimstone”, che mostra il savoirfaire
del marchio francese nella reinterpretazione
dei modelli retro running.
In occasione dell’opening è stato chiesto
al duo britannico di designer The Wilson
Brothers, di creare una scultura che presentasse
i valori di Le coq sportif e ovviamente
il suo legame con il ciclismo. La su-
per star del tennis Yannick Noah, da 30
anni ambassador del brand e ancora oggi
carismatico testimonial è stata special
guest dell’evento, assieme a Ossie Ardiles,
leggenda del Tottenham Hotspur a celebrare
gli anni gloriosi dello sport del
brand.
Il flagship di Covent Garden segue l’apertura
dei negozi di Parigi, Milano, Lille e Marsiglia,
insieme a Barcellona all’inizio di
quest’anno, rafforzando la presenza del
brand in tutte le principali città europee.
Il più grande Joma store in Spagna
Lo store che l’azienda spagnola ha sempre
avuto a pochi passi dagli uffici centrali di Toledo
è stato recentemente rinnovato ed allargato.
Da un piccolo outlet di pochi metri
quadri è divenuto il più grande punto vendita
del marchio nel Paese. Il nuovo Brand
Store, grande più di 400 m 2 , avrà a disposizione
tutte le collezioni da catalogo ed
un’ampia gamma di prodotto merchandising
(soprattutto repliche di calcio). Inoltre ci sarà
un piccolo spazio museo con scarpe indossate
da nomi importanti dello sport. I lavori
di ampliamento per la riapertura di questo
store seguono la politica di marketing
dell’azienda, che vuole unificare tutti i negozi
monomarca sotto la stessa identità d’immagine.
VUOI PARTECIPARE?
• Hai da poco rinnovato il tuo punto vendita?
• Hai recentemente varato qualche iniziativa
speciale per coinvolgere la clientela
ed animare il tuo negozio?
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del tuo punto vendita con quella di altri
negozianti?
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vetrine, corredate da una descrizione del
punto vendita e delle più recenti innovazioni
apportate, e le pubblicheremo!
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NUOVO CORNER REGATTA e DARE2B
A quattro anni dall’apertura, Cento%Sport di Montebelluna in provincia di Treviso
apre al suo interno un corner Regatta e Dare2b di oltre 150 mq.
Cento%Sport ha consolidato il suo successo con una forte specializzazione in
tre discipline: calcio, running e montagna. Con una delle più ampie offerte di
calzature da running e calcio del Veneto, Cento%Sport è un negozio di oltre
600 mq diventato rapidamente un punto di riferimento per gli appassionati.
Per presidiare il settore sci e montagna, Cento%Sport ha deciso di allearsi a
Regatta e Dare2b, due marchi emergenti che garantiscono tecnicità e prezzi accessibili.
Regatta e Dare2b hanno fornito arredamento e materiale espositivo oltre all’assistenza
tecnica con personale specializzato presente con regolarità all’interno
del punto vendita.
“Non volevamo un nostro outlet nella zona di Montebelluna. Ce ne sono già tanti”,
ha detto Luigi Pellizzari, amministratore della filiale Italiana di Regatta. “Abbiamo
puntato sulla partnership con un rivenditore molto tecnico e già affermato.
I prodotti Regatta e Dare2b sono il complemento ideale dell’offerta di
Cento%Sport che ha una clientela attenta ed esigente, preparata e competente.”
Regatta e Dare2b hanno sede a Manchester, nel Regno Unito. In oltre quarant’anni
di attività si sono imposte nei mercati del nord europa grazie all’eccellente
rapporto qualità/prezzo ed alla grande attenzione al servizio. Dal 2010
l’azienda è presente in Italia con una showroom di oltre 300 mq a Montebelluna.
“L’attuale attenzione
dell’azienda per il mercato
Italiano permetterà di avviare
molte altre iniziative di
questo genere come, d’altronde,
accade già in Germania,
Francia, Spagna,
ecc. Stiamo valutando vari
progetti con rivenditori sportivi
e/o outdoor di tutta Italia.
Siamo convinti che questo
tipo di partnership sia la
strada da percorrere”, ha dichiarato
Luigi Pellizzari.
space
for
people
Tra scarpe e sport
Il nuovo punto di vendita “Scarpe & Sport” a Città di Castello
(PG), è stato interamente progettato e ideato dalla Umdasch
Shopfitting Srl.
Il negozio con una superficie di circa 110 m, è specializzato
soprattutto nel running e offre una vasta gamma di calzature
tecniche e scarpe sportive per l’outdoor. Gli appassionati
sportivi potranno trovare un ampio assortimento di abbigliamento
per basket, volley, tennis e calcetto. Il punto vendita
dispone inoltre di una grande scelta di attrezzi e accessori
elettrici per sport e fitness.
L’arredo del punto vendita è composto da un sistema di cremagliere
in alluminio, di sezione ridotta, da fissare direttamente
a parete e sollevate dalla pavimentazione. I ripiani espositivi
per le calzature sono in vetro trasparente e gli accessori
per l’abbigliamento sono in alluminio. L’aspetto ‘leggero’ degli
elementi di arredo e la loro flessibilità, mettono in particolare
evidenza il prodotto, agevolando il compito dei visual.
Centralmente, l’arredo è completato da espositori e banchi
vendita in acciaio e legno laccato. Le sedute imbottite riprendono
la tinta gialla, ricorrente negli elementi Focus e nelle vetrine.
Passione per lo sport significa ricercare
sempre l’eccellenza. Come fanno i
nostri clienti. E come fanno i nostri
collaboratori, esperti di shopfitting
a 360°, al servizio dei più prestigiosi
marchi FASHION & STYLE:
umdasch-shopfitting.com
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85

SPORT È DONNA
Universo femminile
Quali sport,
per quali
donne?
Cosa c’è di vecchio e di nuovo
nello sport in rosa? Salute
e autostima, sempre e comunque
al centro
Immaginiamo per
un attimo articoli
sportivi che servano
a fare sport. Certo, occorre
concentrarsi molto bene, in un mercato
in cui gli articoli sportivi ormai si mescolano
a categorie fashion, streetwear e
quant’altro, anche se sappiamo che per
i retailer la diversificazione può essere,
sotto certi punti di vista, anche una fortuna.
Con sforzo ancora maggiore, se
possibile, immaginiamo ora che a fare
sport siano addirittura individui di sesso
femminile, in un universo sportivo da
secoli dominato dal maschio. Può essere
utile lanciarsi in questo vasto sforzo
d’immaginazione almeno per due motivi,
entrambi di un certo peso. In primo luogo,
l’articolo sportivo per fare sport è
quello che in fondo giustifica l’esistenza
stessa dei negozi di articoli sportivi. In
secondo luogo, occuparsi delle donne
e di quote rosa, poco importa se venga
o meno da un interesse sincero, è veramente
molto di moda.
Il 4 giugno scorso si è svolto all’Arena
Civica di Milano il convegno “Sportivamente
Donna”, promosso da Bracco
Atletica e dal Gruppo Lombardo Gior-
nalisti Sportivi. Presenti, fra gli altri, Fiona
May e l’atleta paralimpica Giusy Versace.
Il Gruppo Bracco è particolarmente
attivo nel campo dello sport
femminile, sia attraverso il suo progetto
“Donna Sport”, che si propone di valorizzare
la figura della donna nello sport
e nello studio, sia attraverso il sostegno
diretto a squadre come il team di pallavolo
femminile della Pro Patria Volley
Milano e la squadra di atletica femminile
Bracco Atletica. Nel corso della manifestazione
milanese, l’agenzia di marketing
StageUp Sport & Leisure Business
ha presentato il rapporto “Lo sport si
tinge di rosa: dinamiche e prospettive
dell’interesse per lo sport”.
Secondo la ricerca di StageUp Sport,
ginnastica artistica, nuoto e pallavolo
sono i tre sporti più amati dalle donne
in Italia. Su queste tre discipline, e
in particolare sulla ginnastica artistica,
si concentra un numero di appassionati
di sesso femminile superiore alla media
nazionale. Alle loro spalle si sono attestate
la scherma e l’atletica leggera. Il
fitness non compare, pur essendo di
gran lunga l’attività fisica più diffusa fra
le donne, verosimilmente perché il fit-
ness viene visto come un’area grigia o
semi-sportiva, una specie di via di mezzo
fra una passeggiata di salute in montagna
e una sessione intensiva di jogging,
senza un’identità sportiva ben
definita.
Andiamo ora a vedere, al di
là delle preferenze, quali sono
gli sport effettivamente
più praticati dalle donne italiane. In testa
troviamo la mega-categoria in cui il
CONI inserisce “Ginnastica, aerobica,
fitness e cultura fisica”, che presenta un
numero di praticanti donne più che doppio
rispetto al numero di uomini: 39,5%
è la diffusione di queste discipline fra
le donne rispetto al 15,3% degli uomini.
Seguono il nuoto, con il 26,6%
per le donne rispetto al 16,9% per gli
uomini, danza e ballo, con il 13,5% contro
l’1,4% dei maschi, e la pallavolo, con
l’8% rispetto al 3%. Per tutte le altre
attività sportive, la quota dei maschi praticanti
è sempre e costantemente superiore
a quella delle donne. Fra queste, il
gap maggiore a vantaggio dei maschi
viene registrato, senza troppe sorprese,
nel calcio, praticato dal 39,7%
86 www.topsport.it

A cura di Leone Buonaccorsi
degli uomini contro l’esiguo 1,5% delle
donne, seguito dal ciclismo, con 9,6%
contro 2,9%, il tennis, con 7,7% contro
3,7%, e infine la caccia e la pesca, praticate
in Italia in misura pressoché
esclusiva dagli uomini.
I dati sul gap di genere nella pratica
sportiva sono stati esaminati in un recente
documento della Presidenza del
Consiglio dei Ministri dal titolo “I numeri
sulla pratica dello sport, sull’attività
fisica e sull’impiantistica sportiva in Italia”,
pubblicato nel maggio 2012, dove
si solleva inoltre una questione poco
trattata dagli analisti dello sport, forse
perché in certa misura politicamente
scorretta, in odore di elitarismo: parliamo
del livello di istruzione e di quanto
questo incida sulla pratica sportiva.
L’effetto del livello di istruzione sulla
pratica sportiva è forte indistintamente
sia per gli uomini che per le donne.
Lo scarto, osserva il rapporto della Presidenza
del Consiglio, è però assai più
ampio nel caso delle donne. La quota di
coloro che praticano sport è del 45,8%
fra i laureati, del 40,1% tra coloro i quali
possiedono un diploma superiore, del
28,8% tra chi ha il diploma di scuola
media inferiore e del 20,9% fra coloro
che hanno la licenza elementare o nessun
titolo di studio. Distinguendo in base
al sesso, per gli uomini si passa dal
49,4% di chi possiede la laurea al
27,8% di coloro che possiedono la licenza
elementare o nessun titolo. Per le
donne, la quota di sportive è del 42%
fra le laureate ma precipita al 15,9% fra
Ginnastica artistica, nuoto e
pallavolo sono i tre sporti più
amati dalle donne in Italia.
Viene spontaneo chiedersi
perché l’outdoor sia ancora
fondamentalmente un segmento
maschile. La risposta è quasi
banale se pensiamo agli sport
estremi, o comunque più pericolosi
le donne che hanno la licenza elementare
o nessun titolo.
Il tema del rapporto fra livello
di istruzione e pratica sportiva
meriterebbe un’analisi ben più
approfondita di queste poche righe, perché
tocca aspetti profondi della società
e del livello di sviluppo di un paese. Per
l’industria dello sport, già da questi pochi
dati appare però evidente l’urgenza di
una riflessione sul legame fra scuola e
sport, e in particolare su come questo
legame in Italia sia ancora drammaticamente
insufficiente, rispetto ad esempio
ai Paesi di tradizione anglosassone. Non
si tratta di dismettere il nostro modello
culturale per importare quello altrui, perché
le modalità possono e forse devono
plasmarsi sul modello culturale del Paese
in cui vengono applicate, ma di incoraggiare
un rapporto più costruttivo ed
efficace fra mens sana e corpore sano.
Potenziare il legame fra scuola e sport
deve venire prima di tutto dall’alto,
cioè dalle istituzioni, ma può venire
anche dal basso, cioè da un’attenzione
più mirata da parte dell’industria
dello sport e dei retailer stessi, tramite
lo sviluppo di iniziative e di partenariati
educazione-sport che promuoverebbero,
insieme alla salute dei giovani praticanti,
anche le vendite dei propri prodotti.
Tentando una sintesi delle caratteristiche
comuni agli sport più rosa, notiamo che
le donne tendono a prediligere le attività
sportive individuali, mentre gli uomini optano
più naturalmente per gli sport di
squadra. Rispetto agli uomini, per le donne
è più difficile fare squadra, soprattutto
con persone che non conoscono. Molti
uomini, ad esempio, giocano la partitella
del week-end in squadre improvvisate
all’ultimo momento senza grosse difficoltà.
Gli uomini, è un fatto abbastanza appurato,
“fanno spogliatoio” più naturalmente
e più rapidamente delle donne; lo
si dice anche metaforicamente nel mondo
dell’impresa. Anche qui la questione
meriterebbe un esame sociologico assai
più ampio. Ne proponiamo comunque i
contorni per favorire una riflessione, fra i
protagonisti dell’industria e della distribuzione
del nostro settore, sulle potenzialità
del mercato.
Per concludere, nel mese in
cui si svolge l’importante appuntamento
dell’OutDoor
Show di Friedrichshafen, viene
spontaneo chiedersi perché l’outdoor
sia ancora fondamentalmente un segmento
maschile. La risposta è quasi banale
se pensiamo agli sport estremi, o
comunque più pericolosi. Potremmo citare
gli esempi dell’alpinismo o del kayak
ma ce ne sono tanti altri: la muscolatura
più sviluppata dell’uomo aiuta in maniera
determinante. C’è però anche una componente
psicologica, legata alla dimostrazione
di forza e di coraggio che connota
questi sport, dimostrazione che
normalmente interessa molto di più agli
uomini che alle donne. Per gli uomini
l’equazione automatica è fra sport e
competizione, anche contro se stessi
o contro la natura, mentre per la donna
l’equazione più corrente è piuttosto
fra sport e bellezza o fra sport e
salute.
Così come nella società a livello generale,
anche nello sport cresce però il numero
di donne che rifiutano di essere
relegate in stereotipi e categorie tradizionali
e che si lanciano in attività prima
appannaggio esclusivo, o quasi, degli
uomini. Negli Stati Uniti, ad esempio,
proliferano le associazioni e i corsi per
incoraggiare le donne a svolgere attività
outdoor. In molti casi i fautori di queste
iniziative le promuovono sottolineando
proprio come lo svolgere attività outdoor
permetta alla donna di “staccarsi dallo
specchio” e di sentirsi più forte e indipendente.
Il numero di donne single, o
che comunque desiderano sentirsi autonome,
è sempre più elevato e le attività
che contribuiscono ad aumentare questo
senso di indipendenza, anche fisica,
e la propria autostima sono sempre più
richieste. Parte della domanda femminile
in tal senso potrebbe essere orientata,
anche in Italia, verso la pratica di attività
sportive outdoor.
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LUGLIO/AGOSTO 2013
Supplemento Economico Finanziario
di TopSport – Il Giornale degli Articoli Sportivi
FOCUS ON
Assosport chiama le banche all’appello
Nonostante un incremento del giro d’affari del settore l’associazione
dell’industria sportiva italiana lancia una provocazione
al mondo bancario con una simbolica raccolta soldi in un salvadanaio
per protestare contro l’assenza del sistema creditizio
“Siamo un Paese industriale,
abbiamo le migliori piccole e
medie imprese europee che
innovano ed entrano nei mercati mondiali
con prodotti di qualità e tutti ci
invidiano, ancora oggi. Lo Stato, l’Europa,
si sono attivati per salvare le
banche per errori, speculazione, perdite
e mala gestione senza mai considerare
che la ripresa non avviene con
le Banche, ma con le Imprese e le
Banche insieme. Tutte devono sostenere
il sistema industriale che loro
stesse hanno minato. Il salvataggio
delle banche deve essere condizionato
ad una gestione sorvegliata. Non
possiamo continuare a dare soldi
‘gratis’ alle banche per coprire le perdite
e gli errori e poi le banche stesse
uccidono l’industria togliendo la liquidità,
linfa necessaria per ogni attività
imprenditoriale.” Così ha dichiarato il
Presidente di Assosport Luca Businaro
in occasione della recente Assemblea
di Assosport. Durante la giornata
sono stati diramati i dati delle imprese
aderenti all’Associazione: il 97,7% sono
società di capitali, il 94% è presente
nel mercato da oltre 10 anni.
“I dati aggregati di Assosport – ha
aggiunto ancora Businaro – delineano
un trend in crescita: un’ottima notizia
per tutto il mercato Italia che trova
nel comparto sportivo un esempio
virtuoso. Il Margine Operativo Lordo
ammonta a 156 milioni di euro per un
fatturato aggregato di più di 4,2 miliardi
di euro (fatturato medio di 34
milioni di euro).” I dati si riferiscono al
2011. La maggior parte delle Associate
ha sede nel Nord Italia, ha tra i
10 e i 50 dipendenti per un totale di
12.937 addetti. I dati, analizzati da
Cerved Group, delineano un settore
in salute, che guarda al futuro con
ottimismo.Tuttavia i risultati del 2012
e del primo trimestre 2013 indicano
un quadro in chiaroscuro: la situazione
del settore sportivo in termini di
sell out è stata di stallo a chiusura
2012 con l’abbigliamento a -0,6% e
la calzatura a 0,3%, ma è peggiorata
con l’inizio del 2013. Secondo i dati
NPD (dati al consumo) infatti l’anno
terminante a marzo 2013 ha segnato
un -6% per l’abbigliamento e -2% per
la calzatura.
A seguito dell’Assemblea si è tenuto
anche il convegno “Lo sport: un diritto
di tutti” a conclusione del progetto
“Dote InMovimento”: 1000 richieste
arrivate, oltre 500 buoni Dote-Sport
emessi, 600 società sportive che hanno
partecipato all’iniziativa promossa
da Assosport per sostenere i costi
che le famiglie affrontano per permettere
ai figli di fare sport. “Promuovere
il movimento – spiega ancora Businaro
– è fondamentale per crescere generazioni
sane e con i giusti valori:
come associazione confindustriale
Il mercato dello
Sportsystem italiano
Fatturato 2011:
4,2 miliardi di Euro
-0,6% per abbigliamento
(stima NPD 2012)
-0,3% per la calzatura
(stima NPD2012)
-6% per abbigliamento
(stima NPD chiusura primo
trimestre 2013)
-2% per la calzatura
(stima NPD chiusura primo
trimestre 2013)
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Inserto economia - Luglio/Agosto 2013
NEWS
abbiamo voluto farci promotori di
una raccolta fondi per incentivare l’attività
fisica dei bambini. Poter accontentare
oltre 500 bambini è stata per
noi la più grande soddisfazione: ci auguriamo
di poter continuare anche il
prossimo anno con questa iniziativa.”
“Lo sport – ha aggiunto Elena Donazzan,
Assessore all’Istruzione, alla Formazione
e al Lavoro della Regione del
Veneto – educa, forma, fa crescere
nel rispetto delle regole con lo stimolo
dei risultati. Un popolo formato così
è un popolo più forte e consapevole
e la cosa straordinaria è che questo
progetto educativo è stato proposto
dalle imprese e partecipato dalla Regione
e dal Ministero, quindi dalla cosa
pubblica in adesione ad una proposta
educativa privata. Perché ciò
che conta è avere l’obiettivo comune
di dare sempre più opportunità di crescere
bene ai nostri giovani, popolo
italiano di domani: ecco perché abbiamo
deciso di impegnarci a sostenere
anche per il prossimo anno questo
progetto.”
Con il patrocinio del CONI, la collaborazione
del main sponsor Regione
del Veneto, il sostegno dei numerosi
sponsor intervenuti e i fondi raccolti
con tre aste sono stati stanziati 80mila
euro: il progetto pilota è partito in
Veneto con l’obiettivo di essere poi
proposto in tutta Italia.
Jogging poco ecologico
Le scarpe da jogging fanno male all’ambiente, almeno quanto una vecchia
lampadina da 100 watt lasciata accesa per una settimana. Lo sostiene una
ricerca condotta da un gruppo di scienziati del Massachusetts Institute of
Technology (MIT), dopo avere esaminato un modello di scarpa, la Asics gel
Kaimanos taglia 9 da uomo, fabbricato in Cina, la cui produzione provocherebbe
emissioni di CO 2
pari a 13,6 kg. Un valore sorprendentemente alto
per un prodotto che non richiede componenti particolarmente sofisticati o
energia elettrica per il suo uso. Non è naturalmente il calpestio che produce
inquinamento atmosferico, ma il ciclo produttivo. In effetti, le aziende di
abbigliamento sportivo sono tra quelle più impegnate a ridurre l’impatto
ambientale dei loro prodotti, ma raggiungere risultati coerenti con le intenzioni
diventa complicato, soprattutto per quanto riguarda le calzature che
nei vari cicli lavorativi sono quelle con le emissioni ‘velenose’ maggiori. Di
scarpe ogni anno se ne producono oltre 25 miliardi di paia, la maggior parte
nei Paesi in via di sviluppo, con la conseguente immissione nell’atmosfera
di 340 milioni di tonnellate l’anno di CO 2
. Più del 68% delle emissioni di
gas a effetto serra, generate dalla scarpe testate, provengono dal processo
di fabbricazione, piuttosto che dall’approvvigionamento e dall’uso delle
materie prime: l’esatto contrario di quanto si ritiene comunemente, ossia che
debbano ritenersi a migliore impatto ambientale i prodotti ‘hi-tech’ piuttosto
che le normali calzature da ginnastica. Il modello super-tecnico esaminato
dai ricercatori del MIT, infatti, è l’assieme di 26 materiali diversi, che per
essere assemblati abbisognano di 360 passaggi, molti di questi ottenuti con
macchinari mossi da energia ottenuta mediante l’utilizzo di combustibili
fossili. I grandi brand della calzatura sportiva contestano i risultati dello
studio, dicendo di essere già da tempo sensibilizzati alla soluzione del problema
della riduzione dei ‘veleni’ che ammorbano l’atmosfera e di comportarsi
appieno in tale senso. Come hanno, d’altra parte suggerito/preteso gli
enti internazionali preposti alla tutela della salute pubblica e la clientela
sempre più orientata a esigere prodotti non dannosi alla vita propria e del
pianeta.
Giro di poltrone in Garmin Italia
Si rafforza la sede italiana di Garmin che, a partire dall’inizio
del mese di maggio, ha visto l’entrata nei propri ranghi
di Paolo Mauri, 43enne esperto conoscitore del mercato
sportivo, che in azienda assume il ruolo di Sales Manager
della divisione Fitness & Outdoor.
Milanese di nascita e residente a Biassono (Monza), Paolo
Mauri vanta una lunga esperienza tecnico commerciale
nel comparto sportivo con gli inizi della carriera nel
1990 presso Longoni Sport di Barzanò dapprima come
addetto alle vendite e poi come buyer per diversi settori
d’acquisto della catena di negozi. Nel 2002 segue Sergio
Longoni nella nuova esperienza di DF Sport Specialist
che termina tre anni dopo quando accetta l’offerta della
bergamasca Acerbis Italia per il ruolo di responsabile
Vendite Italia per i brand Scott e Nadia Fassi, operanti nel
settore degli articoli sportivi e dell’abbigliamento
streetwear e fitness. Nel 2011, all’apertura della sede
nazionale di Scott Italia, Mauri ne diventa il responsabile
vendite dei settori Wintersports & Running, posizione che
ha ricoperto fino al mese scorso.
In Garmin Italia il responsabile commerciale della divisione
Fitness e Outdoor dovrà occuparsi del lancio di nuovi
GPS della linea sport, come i GPS Forerunner ed Edge,
e della gamma dedicata al mondo outdoor, navigatori
satellitari frutto della oltre ventennale esperienza di Garmin
nel settore. Un’altra importante mission di Mauri sarà
quella di consolidare la leadership del brand Garmin nei
mercati di riferimento.
Paolo Mauri è responsabile delle rete commerciale che
vede operative 11 agenzie con 1200 punti vendita qualificati
in tutta Italia dove i prodotti Garmin della divisione
Fitness & Outdoor vengono distribuiti.
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Inserto economia - Luglio/Agosto 2013
NEWS
Akkua e il successo
del Hand-Made in Italy
“In un momento storico di estrema difficoltà come questo possiamo affermare
che il benessere non ha prezzo e che il lusso interpretato nella manualità
del prodotto come reale Hand-Made in Italy paga sempre. E la mission di
Akkua è totalmente dedicata al riappropriarsi, attraverso tecnologie avanzate,
dell’efficienza del movimento e del benessere del proprio corpo”, parole di
Roberta Magrini, Marketing Manager Akkua, azienda che nasce nel 2004
dalla tecnologia e sviluppo di gruppo Decortex, e che ha partecipato a White
Milano, dal 22 al 24 giugno scorsi, con la sua nuova collezione Free-time. A
partire dal 2006 Akkua investe tutto in ricerca e sviluppo, tramite il finanziamento
di gruppi di ricerca universitaria dell’Università La Sapienza di Roma e
della scuola di alta formazione ELAV, che è attualmente la scuola per lo studio
del movimento più avanzata in Europa. Da quando in Akkua hanno pensato
di investire tutto in ricerca e sviluppo ci sono stati degli aumenti significativi
nel fatturato: hanno chiuso il 2011 con un più 36% e il 2012 con un più 91%.
Attualmente hanno immesso sul mercato la tecnologia più avanzata per il
running: una barefoot sneakers che si chiama R’Evolution, il cui nome deriva
da Rivoluzione – Evoluzione. Quella del barefoot è una nicchia di mercato di
grande tendenza, poiché tutte le ricerche del settore portano al concetto che
il corpo umano è una macchina straordinaria e il suo movimento va solo protetto.
Akkua ha deciso di investire tutto in ricerca e sviluppo dopo essere
stata scelta come product provider alle Olimpiadi Invernali di Torino, per la
tecnologia d’avanguardia utilizzata per la creazione di un prodotto specifico
dedicato ai performer dei giochi d’apertura, essendo l’unica azienda al mondo
ad avere il know-how per poterlo fare.
Vendite trimestrali
in calo per Quiksilver
Nel secondo trimestre del suo esercizio, chiuso il 30 aprile, Quiksilver (che controlla
brand come Quiksilver, Roxy, DC…) ha ottenuto vendite nette per 347
milioni di euro (459 milioni di dollari), per un calo di quasi il 7%. A tasso di cambio
costante, il calo è stato del 5%. In pieno riposizionamento, guidato dal nuovo
CEO Andy Mooney, il gruppo di articoli per gli sport di scivolamento registra
anche una perdita di 24 milioni di euro, contro i 3,7 milioni dello stesso periodo
dell’anno scorso. Risultati imputabili soprattutto al proseguire della liquidazione
delle scorte del gruppo, ma anche al calo del 7% delle vendite registrato nella
sua rete di multimarca, che rappresentano 260 milioni di euro di vendite. Solamente
l’e-commerce è aumentato (del 31%), a 17 milioni di euro, mentre il retail
accusa un calo del 5% (564 negozi).
Nella regione Europa, Medio Oriente e Africa, le vendite diminuiscono del 16%,
a 124 milioni di euro. Anche l’Asia-Pacifico registra un calo del 14% delle vendite,
a 48 milioni di euro, mentre l’area delle Americhe ha ottenuto una crescita del
3%, a 173 milioni di euro. Per quanto riguarda i marchi, Quiksilver ha avuto un
calo delle vendite del 10%, attestandosi sui 137 milioni di euro, Roxy del 4%, a
98 milioni di euro, con DC che ha beneficiato invece di un leggero aumento
dell’1%, a 98 milioni di euro.
Nel primo semestre, le vendite si assestano così a 672 milioni di euro, contro i
711 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. La perdita netta
è di 49 milioni di euro, contro i 18 milioni del 2012.
Giro di poltrone nel
gruppo adidas/Reebok
Dallo scorso 13 maggio Simone Santini,
in azienda dal 2005 con responsabilità
gestionali nel lancio del progettofranchising
e nell’area delle vendite, per
poi diventare Business Development
director South Europe, è il nuovo Sales
Director Italy dei marchi adidas e Reebok.
Al precedente posto di comando,
quello di Business Development director
South Europe, subentra Corrado
Raimondi, in adidas dal 2007 con il
compito di guidare il team che si pone
come obiettivo il coordinamento e l’integrazione
tra l’Italia e i mercati del Sud
Est europeo (Grecia, Cipro e zona balcanica
occidentale). Nel suo nuovo ruolo
Raimondi coordinerà, in particolare, i
processi di marketing intelligence e tools
di Marketing Operations, anche in
questo caso sia per adidas sia per Reebok.
Amer Sports incrementa
le vendite nell’outdoor
Leader mondiale nel settore dell’occorrente
per gli sport della neve (gli sci Salomon
e Atomic sono nel paniere dei
marchi posseduti) il gruppo finlandese
Amer Sports è sempre più avviato sulla
strada industriale/commerciale di tutte
le altre principali discipline sportive outdoor
(tennis, running, trekking e corsa)
che insieme già rappresentano circa il
60% del suo potenziale status creativo,
stilistico e tecnico, rinnovato ogni anno
al 70%.
La propensione a crescere nell’area degli
sport extra invernali è giustificata dai
lunghi passi in avanti effettuati nei mercati
di tutto il mondo: secondo l’agenzia
internazionale Eurostaf, che sul quesito
ha svolto un’inchiesta, si tratta di un giro
di affari valutato 12,5 miliardi di dollari,
in crescita del 25%, un vero e proprio
boom. Jean-Marc Plombert, presidente
del gruppo, afferma che i due suddetti
comparti, sci e sport outdoor, contribuiscono
a fare lievitare di almeno il 10% i
fatturati annuali tanto in Europa quanto
all’estero, con i risultati migliori provenienti
da Cina, Stati Uniti, Russia e Giappone.
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Inserto economia - Luglio/Agosto 2013
NEWS
Stop alla partnership Nike-Armstrong
Meno di sei mesi fa Nike aveva detto che, nonostante gli scandali doping,
avrebbe continuato a sostenere la fondazione per la lotta al cancro creata
dall’ex ciclista Lance Armstrong. Adesso il marchio sportivo americano
ha deciso di porre fine alla sua partnership con la Livestrong Foundation.
La decisione sarebbe stata influenzata dagli avvenimenti che hanno coinvolto
l’atleta texano, che si è visto annullare tutti e sette i Tour de France
vinti tra il 1999 e il 2005 a causa dell’uso di sostanze proibite.
A comunicare la fine dell’unione è stata la stessa fondazione, che dal
2004 ha ricevuto da Nike oltre 100 milioni di dollari. “Ci aspettavamo un
cambiamento come questo e siano preparati per affrontarlo”, ha detto la
Livestrong Foundation – famosa per i suoi braccialetti di plastica gialli
sponsorizzati da Nike – che ha poi aggiunto: “Siamo in una buona posizione
per adeguarci senza scossoni e continuare a focalizzarsi sui pazienti”
affetti da tumori.
Lo scorso ottobre, il campione aveva ammesso di aver assunto sostanze
dopanti nel periodo delle grandi vittorie della sua carriera e aveva così
deciso di dimettersi da presidente della fondazione. La notizia aveva fatto
scalpore e molti dei suoi sponsor avevano deciso di abbandonarlo o di
fargli causa. Armstrong – guarito da un cancro nel 1998 – aveva deciso
di creare una fondazione per dare cure gratuite ai malati.
Nuove licenze Italia e Europa
per Sergio Tacchini
Sergio Tacchini procede con la nuova strategia di rilancio. Trasformata in brand
company la storica azienda italiana di abbigliamento sportivo acquisita nel 2007
dall’imprenditore e investitore cinese Billy Ngok annuncia una serie di nuovi accordi
di licenza, dopo quello recentemente finalizzato con Sport Fashion Distribution,
azienda francese basata a Nantes, che fa capo a Sport Finance per la
produzione e distribuzione in Francia, Spagna, Portogallo, Belgio e Svizzera
dell’abbigliamento a marchio ST.
Una prima licenza è stata siglata per l’intimo con la società pugliese Igam, di
Canosa di Puglia, specializzata nel settore dell’intimo per uomo, donna e bambino
che oltre i propri marchi (Notthingham, Bimbissimi e Milani Intimo) produce
per altri brand come Robe di Kappa. Per Sergio Tacchini “produrrà e distribuirà
nel mercato domestico e in gran parte dell’Europa intimo, beachwear e homewear
per uomo e bimbo a partire dalla collezione autunno-inverno 2013, e prossimamente
svilupperà anche la collezione donna”, precisa la società in un comunicato.
La produzione e distribuzione di calze sportive e da città per l’Italia è stata affidata
ad un’altra azienda pugliese, la società Ubi di Ancarano specializzata nella
distribuzione di calze per donna, uomo e bambino che collabora tra gli altri per
Umbro, Primigi e Sweet Years. Per la Francia e la Scandinavia la licenza delle
calze è stata invece firmata con la francese Benjamin.
Infine sarà l’azienda vicentina Sport Ten di Montecchio Maggiore a produrre e
distribuire le calzature a marchio Sergio Tacchini in tutta Europa. A queste licenze
si affiancano inoltre quella storica per i profumi con Perfume Holding, azienda
francese con distribuzione worldwide, e la licenza per l’abbigliamento sul territorio
Nord Africano con la società Movin di Aubagne, vicino a Marsiglia.
Per quanto riguarda l’abbigliamento l’accordo siglato con Sport Fashion Distribution
prevede che il lavoro di design delle collezioni rimanga interno a Sergio
Tacchini, nella sede italiana, così come le fasi legate allo sviluppo del prodotto.
È previsto invece un lavoro di squadra tra Sergio Tacchini e l’azienda licenziataria
per il design delle collezioni di intimo e beachwear. Prossima tappa: la licenza
dell’abbigliamento per il mercato italiano.
Immagine fashion
per Gore-Tex
Per continuare a rafforzare la propria immagine
moda, Gore-Tex (gruppo WL Gore
& Associati) ha ancora una volta invitato
la stampa a scoprire non il lavoro
che ha compiuto per vari marchi giapponesi
come ha fatto l’anno scorso, ma gli
indumenti antipioggia che ha realizzato
per aziende come Bugatti, Aigle, Prada,
Hugo Boss o Peuterey. Per mettere in
scena questi prodotti, il produttore americano
di membrane e imbottiture ha
coinvolto cinque personaggi, che ha definito
i suoi “guru europei della moda”. Tra
loro, Massimo Temporiti, uno chef milanese,
Ken-Tonio Yamamoto, un regista berlinese,
e ancora la francese Olivia Peyronnet,
caporedattrice del magazine Shoes-
Up. “I professionisti sanno bene che
Gore-Tex lavora altrettanto bene sia per i
marchi di moda che per i brand di sport,
mentre invece la cosa è molto meno evidente
per i consumatori”, spiega Antonio
Grippo, direttore marketing Europa della
divisione abbigliamento di Gore-Tex.
Ciascuno di loro svela i prodotti con le
membrane Gore-Tex che preferisce utilizzare
in caso di pioggia e altri oggetti
associati al loro rispettivo ambiente di
lavoro e di vita. Questa presentazione
itinerante chiamata “Rainy Day Essentials
X Gore-Tex”, è passata per Parigi,
ma anche per Amburgo e Milano e adesso
si sposterà a Londra e Madrid. Un
giro d’Europa per mostrare a tutti il
know-how del brand americano, che ha
realizzato un fatturato di 3,2 miliardi di
dollari quest’anno, ma che ha anche lo
scopo di aiutare Gore-Tex a costruirsi
un’immagine più specialistica anche in
questo comparto.
Il citywear rappresenta quasi il 25%
dell’attività di Gore-Tex, una divisione che
il gruppo statunitense (che deve affrontare
la concorrenza delle membrane create
e sviluppate da marchi sportivi come
Columbia) sembra voler mettere sempre
più in primo piano anno dopo anno. Antonio
Grippo ha sottolineato che Gore-
Tex lavora in collaborazione con diverse
label di moda da vari decenni, e ha puntualizzato
che con questo genere di
evento “vogliamo soprattutto mostrare
l’ampio spettro di possibilità lavorative di
Gore-tex”.
92 www.topsport.it

Inserto economia - Luglio/Agosto 2013
L’annullamento del Piano per la Salvaguardia degli Impieghi
(PSE) che interessava 38 dipendenti di Oxbow da parte della
Corte d’Appello di Bordeaux si è rivelata un’arma a doppio
taglio. E infatti, la boccata d’ossigeno è stata di breve durata
per le équipe del marchio di abbigliamento per il surf.
Il Gruppo Lafuma, in occasione della presentazione dei suoi
risultati semestrali, ha annunciato il 10 giugno l’introduzione
di un nuovo PSE che comprende la soppressione di 83 posti
di lavoro da Oxbow, oltre alla chiusura della piattaforma logistica.
La società stipendiava 140 persone all’inizio dell’anno.
E non si tratta della sola decisione radicale annunciata dal
gruppo della regione del Rodano-Alpi. Sotto l’impulso del
nuovo azionista di riferimento, il gruppo svizzero Calida, che
ha acquistato il 15,2% della società dalla famiglia e dall’ex
PDG Philippe Joffard, il gruppo ha annunciato l’adozione di
un piano drastico, definito come “strategico”. Il tutto a causa
del crollo vertiginoso dei risultati operativi.
Nel suo primo semestre d’esercizio, chiuso a fine marzo, il
gruppo ha infatti registrato un fatturato di meno di 103 milioni
di euro, contro gli oltre 122 milioni ottenuti alla stessa epoca
l’anno scorso. L’utile operativo corrente passa da un profitto
di 5,3 milioni a una perdita di 4,3 milioni. I debiti finanziari
sono più che raddoppiati, a più di 36 milioni di euro. E mentre
la società si manteneva a galla con meno di un milione di
utile netto, il risultato netto di pertinenza del gruppo registrava
una perdita allarmante di 60 milioni di euro. Quest’ultimo dato
tiene conto soprattutto di “un deprezzamento complessivo del
marchio e dell’avviamento residuo di Oxbow per 37,1 milioni
di euro”.
Il gruppo afferma che “l’attività nei mobili da campeggio e da
giardino (prodotti con il marchio Lafuma) oltre ai brand Eider
NEWS
Pesante riorganizzazione per Lafuma
e Millet (abbigliamento e attrezzatura per la montagna) continuano
a registrare un utile operativo positivo in un contesto
molto meno interessato dalla crisi economica”. È dunque su
Oxbow, le cui vendite sono crollate del 35%, ma anche sull’attività
outdoor di Lafuma, “anch’essa deficitaria”, che si è concentrato
il gruppo.
Il piano di riorganizzazione punta quindi su un raggruppamento
delle attività “Outdoor” e “Montagna” di Lafuma, Eider e
Millet condensandole insieme nello stesso sito di Annecy. Il
settore “Mobilio” di Lafuma resterà il solo con sede nel sito
storico di Anneyron, nel dipartimento della Drôme. E la struttura
di Oxbow sarà mantenuta a Mérignac, nella Gironda.
“I tre poli saranno operativamente autonomi”, precisa il gruppo,
“con la condivisione comune solo della logistica e dell’informatica.
Questa nuova organizzazione permetterà al gruppo
di utilizzare meglio il suo know-how tecnologico nelle attività
‘Outdoor’ e ‘Montagna’ e di confermare il suo potenziale a livello
internazionale. (…) Per consentire che questo piano
abbia successo, il gruppo ha ribadito la sua intenzione di realizzare
un aumento di capitale significativo nel quadro di un
piano di rifinanziamento.” La direzione sarebbe infatti già in
trattativa coi suoi partner bancari per realizzare questo piano.
L’aumento di capitale potrebbe permettere a Calida di salire
al 29% nel capitale di Lafuma.
Tenuto conto del portafoglio ordini per le collezioni autunnoinverno
2013, il gruppo non si fa troppe illusioni sui prossimi
risultati che verranno. Il calo del giro d’affari dovrebbe proseguire,
(ma comunque in modo più rallentato) nel secondo
semestre 2012/13 e nel trimestre seguente. “Tale flessione
influenzerà significativamente i risultati del gruppo nell’esercizio
2012/13”, afferma il comunicato di Lafuma.
Industria divisa sul tema manodopera in Oriente
Il Bangladesh, in Asia, è una delle nazioni dove alcune realtà dell’industria mondiale
della moda, dello sportswear e dell’activewear fanno produrre le loro collezioni
da fornitori che sottopagano le maestranze, facendole peraltro lavorare in
ambienti inidonei e insicuri. Valga per tutti l’esempio dello scorso 24 aprile, quando
nel crollo di un intero edificio/stabilimento, il Rama Plaza, morirono 1127 dipendenti.
Per cercare di impedire il ripetersi di analoghi incidenti, molte delle
aziende committenti hanno sottoscritto un documento denominato “Accord on
Fire & Building Safety in Bangladesh”, impegnativo nel garantire che d’ora in poi
non passeranno più commesse a complessi industriali che non risultino in regola
al 100% per quanto riguarda le norme immobiliari di sicurezza.
L’iniziativa – promossa dalla federazione internazionale IndustriALL Global Union,
con sede in Danimarca, a Copenaghen, cui aderiscono 900 sindacati di 140
Paesi con circa 20 milioni di iscritti – è stata bene accolta dalla stragrande maggioranza
delle aziende del comparto moda/abbigliamento sportivo delocalizzate
in Bangladesh. Ce ne sono però altre che non hanno aderito per evitare – affermano
– di essere tenute a rispondere legalmente delle condizioni di lavoro in
essere nelle fabbriche di cui si servono. A tale proposito, l’agenzia statunitense
Ecouterre ha reso noti i nomi di 15 grandi realtà industriali che non hanno firmato
l’accordo, indicando che tra questi, nell’area della confezione dell’abbigliamento
sportivo e lifestyle ci sono Foot Locker e VF Corporation (The North Face, Timberland
e Wangler).
Tagli di personale in Nike
La crisi delle vendite non risparmia
neppure colossi come Nike. Il brand
statunitense del baffo sta per dare il
via a un processo di riorganizzazione
commerciale che tocca tutte le
filiali del Vecchio Continente, l’italiana
in particolare. A tale proposito
dal quartiere generale di Casalecchio
di Reno (Bologna) viene segnalata
la richiesta di mobilità per 30
dei suoi 180 dipendenti. Per trattare
la questione, venerdì 14 giugno si è
incontrato il management dell’azienda
con i sindacalisti della Fisascat-
Cisl, per cercare di risolvere il problema
mediante il ricorso agli ammortizzatori
sociali, l’unica via ritenuta
percorribile, almeno così sembra,
per evitare i licenziamenti.
Ma c’è dell’altro: è ritenuta molto
probabile la chiusura di alcuni showroom
Nike in Sud Italia.
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Inserto economia - Luglio/Agosto 2013
NEWS
Via libera a un nuovo Decathlon
La Confesercenti e i consiglieri comunali del PD e del Movimento Cinque Stelle
non sono riusciti a impedire che il progetto dell’insediamento di un maxi-store Decathlon
a Figline Valdarno (FI) fosse approvato. È passata la delibera riferita alla
variante del regolamento urbanistico, secondo la quale Decathlon potrà aprire una
struttura di vendita nell’immobile della ex Coop. L’opposizione disapprova il progetto
sostenendo che: “aprono centri commerciali, grandi magazzini e altri negozi falliscono
per la concorrenza; non ricava vantaggi il tessuto economico; gli esempi
dimostrano che iniziative del genere hanno finora prodotto solo un impoverimento
generale della città; andiamo verso la catastrofe; dal punto di vista politico si tratta
sicuramente di una decisione controproducente e profondamente sbagliata; serve
un cambio di rotta; l’amministrazione persevera nei propri errori”. “Riteniamo – ribadisce
inoltre la Confesercenti – che non ci sono più le condizioni per introdurre
nuove multinazionali succhia-soldi nel territorio e che il persistere nel voler favorire
la nascita o l’incremento dei centri commerciali danneggia vitalmente la comunità.
Vogliamo precisare che non abbiamo pregiudizi contro Coop, Decathlon o altri, ma
siamo convinti che queste società prendano da noi più di quanto danno.”
Adidas e la tutela del lavoro in outsourcing
Adidas cerca di risolvere il problema che rende sempre difficile conoscere le
reali condizioni di lavoro imposte alle maestranze delle aziende asiatiche che
producono abbigliamento e calzature per suo conto: prestazioni mal pagate,
trattamenti al limite dello schiavismo estremo. L’opinione pubblica mondiale, attraverso
Unesco, Greenpeace e altre associazioni impegnate a impedire che
questo accada, bolla a fuoco i datori di lavoro locali, ma giustamente corresponsabilizza
i brand che ne beneficiano. Valga per tutti l’esempio che di recente ha
imposto ad adidas di contribuire al pagamento dell’indennità di fine rapporto a
migliaia di operai di una fabbrica del Bangladesh, chiusa dal titolare, un coreano,
tornato d’improvviso immotivatamente al suo Paese. L’idea avanzata dall’azienda
tedesca è di consigliare ai singoli dipendenti di tutte le aziende asiatiche di cui si
servono di inviare in Germania sms di protesta a ogni riscontro di inosservanza
contrattuale o di ambiente. Allo scopo di riuscire, conseguentemente, a bloccare
sul nascere qualsiasi irregolarità patita, riversabile anche a loro probabile danno.
Nuovo Presidente per Keen
Keen Inc., ha annunciato che da lunedì 8 giugno Mike Abbott ha iniziato a svolgere
le funzioni di Presidente. Abbott è stato accuratamente selezionato e voluto per
promuovere lo sviluppo del brand a livello globale, diffondendone la cultura aziendale,
ovunque riconosciuta come unica ed estremamente dinamica.
Mike porta nella realtà di Keen oltre vent’anni di esperienza in operazioni di business
globale e gestione di posizioni di leadership, grazie al suo background come
COO per Specialized Bicycles, COO e CFO per Burton Snowboards. Ha svolto
un ruolo di primo piano nella costruzione di brand leader nei settori di appartenenza,
operando per le linee footwear, hard goods e abbigliamento. La sua esperienza
nell’implementazione di pratiche d’eccellenza all’interno di organizzazioni importanti
si definisce come una qualità eccezionale per guidare Keen nella prossima
fase di crescita globale, mantenendosi fedele alla sua cultura originaria.
“Al compimento del suo decimo anno di vita, Keen si definisce come uno fra i
brand outdoor più originali e con il tasso di crescita più elevato a livello mondiale”,
ha commentato Abbott. “Sono onorato di essere alla guida di questo brand in un
momento così importante ed eccitante per la sua evoluzione, e non vedo l’ora di
unirmi al suo team per continuare a ispirare la comunità mondiale di seguaci dello
stile Keen.”
Intersport entra
in nuovi Paesi
Intersport International si rafforza sullo
scacchiere internazionale. Nell’agosto
2013, il distributore di articoli sportivi,
che può vantare 5419 negozi in 41 nazioni
(dato di fine dicembre 2012), aprirà
i primi tre negozi Intersport in Cina, prima
di approdare in autunno in Marocco con
l’obiettivo di 12 negozi nel Paese africano
entro il 2015. Nella prima metà del
2014, l’azienda farà il suo ingresso in
Bielorussia con 3 punti vendita.
Tuttavia, oltre allo sviluppo del marchio
Intersport, anche l’acquisizione ad ottobre
2012 della catena americana di calzature
sportive The Athlete’s Foot permetterà
ad Intersport International di incrementare
in modo più ampio il suo
sviluppo e allo stesso tempo le proprie
vendite.
“La nostra presenza è principalmente europea,
ma l’acquisto di The Athlete’s Foot
ci consentirà di approdare negli Stati
Uniti, in Australia, in Indonesia e in Nuova
Zelanda, oltre che di approfittare del potenziale
dei Paesi emergenti del Sudamerica
e di rafforzare la nostra presenza in
Asia e in Medio Oriente”, spiegava in ottobre
Franz Julen, il CEO di Intersport
International.
Il gruppo presenterà entro sei mesi un
piano strategico di sviluppo per The
Athlete’s Foot che avrà un obiettivo principale:
arrivare a 1500 negozi da qui al
2025, contro i circa 430 controllati oggi
dalla catena in 27 Paesi.
Ne frattempo, il gruppo ha annunciato di
avere registrato, l’anno scorso, un aumento
di fatturato pari al 3%: 10,2 miliardi
di euro a fronte dei 9,9 miliardi del
precedente. Gli affari – si legge nel comunicato
stampa diramato dalla direzione
centrale della società insediata a Berna
– sono stati, in particolare, trascinati
dalla maggiore vendita di abbigliamento,
calzature e accessori per il gioco del calcio,
dovuta anche all’effetto pubblicitario
derivato dalla disputa del campionato
“Euro 2012” in Polonia e Ucraina. Hanno
risposto bene, più di altri, i mercati di
Austria, Canada, Finlandia, Francia, Germania,
Gran Bretagna, Svezia e quelli dei
Paesi dell’Est europeo: l’Italia, dove Intersport
opera gestita da Cisalfa Sport, non
è menzionata. I flagship Intersport, più i
punti vendita indipendenti affiliati, alla fine
dell’anno scorso erano 5419.
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Inserto economia - Luglio/Agosto 2013
NEWS
Cambiamenti nel sales team
europeo Polartec
Polartec LLC ha annunciato la nomina con effetto immediato di Juan Carlos
González nella posizione di Managing Director of International Sales per
Polartec LLC e di Eric Yung nella posizione di Director of Sales Europe.
Juan Carlos González lascia la posizione di Sales Director europeo che occupava
da sei anni. González è in Polartec dal 1998 quando iniziò come
Sales & Marketing Manager per la Spagna, estendendo in seguito la sua
responsabilità a Portogallo, Grecia, Medio Oriente e America Latina. Oltre al
settore outdoor, González ha gestito per Polartec il Professional market europeo.
Sciatore appassionato, mountain biker ed escursionista, González
continuerà a fare base a Saragozza, Spagna.
Eric Yung sarà responsabile dello sviluppo e dell’esecuzione della strategia
vendite europea del brand, in funzione degli obiettivi di crescita dell’azienda.
Yung giunge al suo nuovo incarico dopo sette anni nella posizione di Marketing
Manager europeo. In questo lasso di tempo ha contribuito al successo
del lancio di Polartec NeoShell e di Polartec Power Shield Pro e, recentemente,
ha contribuito alla campagna marketing per Polartec Alpha, l’ultima
innovazione che sbarcherà sul mercato questo autunno.
Yung continuerà a fare base a Marsiglia, Francia, dove condividerà l’ufficio
con Alessandro Perseo che sarà responsabile per le attività Marketing europee.
Yung è un grande appassionato di outdoor e, generalmente, figura tra i
migliori sciatori della Polartec Scufoneda, importante evento italiano di Telemarking
sostenuto dal brand statunitense.
Articoli sport più costosi
in Svizzera
In Svizzera gli articoli sportivi costano
dal 10 al 19% in più che in Italia, Austria,
Francia e Germania. Lo rivelano
le federazioni dei consumatori del
Cantone Ticino e dei Grigioni, della
svizzero/tedesca e della svizzero/romanda.
Lo scarto con l’Italia è del
13%, con l’Austria del 10% e con la
Germania del 14%. La differenza del
prezzo maggiore (+19%) è con la
Francia. Per stilare questa statistica, le
tre organizzazioni hanno sottoposto a
paragone i prezzi di 90 articoli di noti
brand mondiali, venduti tanto in Svizzera
quanto nei quattro Paesi confinanti.
Sono stati sottoposti a esame i
negozi ritenuti più importanti dal punto
di vista del fatturato. La funzione di
questa indagine – sostengono i realizzatori
– non è favorire il turismo degli
acquisti all’estero, ma quello di suggerire
ai produttori, distributori e retailing
di abbassare i prezzi.”
Vf scommette sull’outdoor e sugli action sport
VF Corp mostra i muscoli. Con in corso un’operazione di attrazione
presso i suoi attuali azionisti e quelli potenziali da
parte del gruppo americano, il colosso statunitense continua
a porre in essere il suo non meno ambizioso piano a cinque
anni. Appoggiandosi soprattutto su The North Face, VF Corp
intende raggiungere nuovi traguardi per il 2017.
Il gruppo punta ad ottenere una crescita del 10% a orizzonte
2017 rispetto all’esercizio 2012, raggiungendo così un giro
d’affari di più di 13 miliardi di euro (17,3 miliardi di dollari
USA). È quanto ha annunciato l’11 giugno la direzione
dell’azienda al termine di un incontro con vari investitori. E nel
progetto dell’équipe dirigenziale questa progressione non
sarà realizzata a scapito della redditività. La società ha reso
noto un margine lordo passato dal 46,5% al 49,5% e un
margine operativo che ha raggiunto il 16%, contro il 13,5%
del 2012.
Per ribadire le proprie ambizioni, il gruppo si concentrerà su
tre assi principali. Innanzitutto, anche se non si disimpegnerà
dal jeanswear, dallo sportswear o da 7 For All Mankind, intende
appoggiarsi al dinamismo del suo segmento “Outdoor-
Action Sports”, trainato da The North Face, Vans e Timberland.
VF Corp mira così ad ottenere un aumento del 14% del fatturato,
di cui l’11% di crescita organica, per questo settore.
Così, The North Face registrerebbe un +12% arrivando a
sfiorare i 2,5 miliardi di euro. Vans otterrebbe un +13%, a
quasi 2,2 miliardi. E Timberland punterebbe su un +10%, per
raggiungere gli 1,7 miliardi. Se si considera l’apporto di una o
più acquisizioni, il settore arriverebbe a rappresentare il 64%
del gruppo, contro il 54% nel 2012.
Seconda direttrice di sviluppo: il DTC (Direct to Consumer).
VF Corp si aspetta che questo segmento rappresenti un quarto
della sua attività, contro il 21% di fine 2012, e punta su una
crescita del 14%, grazie all’e-commerce e all’attività dei suoi
negozi, per raggiungere i 3,3 miliardi di euro.
Il gruppo prevede di aprire 645 boutique nel periodo, per
raggiungere un network globale di 1775 negozi. VF anticipa
una crescita di fatturato per questo segmento del 12% in
America, del 15% in Asia-Pacifico e del 21% per la zona Europa/Medio
Oriente/Africa. È la prova che diverse aziende
vedono ancora possibile l’ottenimento di validi margini di crescita
nel Vecchio Continente.
Lo sviluppo internazionale rappresenta l’ultimo punto considerato
fondamentale per crescere da parte di VF. L’ambizione
degli americani è che il 43% della loro attività sia realizzato
al di fuori del loro mercato di casa nel 2017, contro il
37% del 2012. Il che rappresenterebbe una crescita del
13% e VF Corp si avvicinerebbe così alla soglia dei 5,6 miliardi
di euro.
In quest’ottica, l’Europa, con una crescita sperata dell’11%,
non dovrebbe essere il mercato più dinamico. In compenso, il
gruppo punta su un incremento del 15% del proprio fatturato
nelle Americhe e del 17% nella zona Asia-Pacifico.
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Inserto economia - Luglio/Agosto 2013
NEWS
Nessun acquirente per Billabong
Il titolo azionario del gruppo australiano di abbigliamento per
il surf Billabong è crollato del 60% alla Borsa di Sydney alla
ripresa della sua quotazione dopo una sospensione di un
mese. Ad innescare la discesa, l’annuncio del fallimento
delle trattative con due suoi potenziali acquirenti. Alle 15
locali, il titolo valeva 26 centesimi di dollaro australiano (0,19
euro), per un -43,5% rispetto al 9 maggio, giorno precedente
di quotazione. Nella sessione della mattinata, il valore
dell’azione Billabong è calato del 58%.
“Le trattative con i consorzi Sycamore e Altamont/VF per un
cambiamento del controllo sono sfociate in un nulla di fatto”,
ha annunciato il gruppo in un comunicato. In compenso,
trattative non esclusive stanno proseguendo con queste due
realtà per quanto riguarda le vendite di alcuni asset societari,
o per trovare “il più presto possibile” altri mezzi di finanziamento
per far fronte ai debiti, ha aggiunto la nota di Billabong
nella persona del suo presidente, Ian Pollard. In questi ultimi
mesi, molte entità si erano dichiarate interessate a un acquisto
del gruppo che da qualche anno accumulava insuccessi.
Tra queste, le società d’investimenti Sycamore Partners (associata
a Paul Naude, un ex dirigente americano), Altamont
Capital Partners e il gruppo di abbigliamento VF Corporation.
Ma queste trattative non si sono concretizzate.
Nel 2012, Billabong aveva respinto un’offerta della società
TPG che ammontava a 841,8 milioni di dollari australiani.
Oggi la capitalizzazione di borsa del gruppo è di circa 91
milioni di dollari. Il gruppo sta valutando la vendita della catena
canadese di abbigliamento West 49, dice ancora nel
comunicato, e ha anche rivisto un’altra volta al ribasso le sue
stime dei risultati per l’anno in corso. Adesso Billabong punta
ad ottenere un margine operativo lordo compreso fra i 67
e i 74 milioni, contro gli 81 milioni previsti fino ad ora.
Creato sulla Gold Coast australiana, nello stato del Queensland,
Billabong era diventato famoso nell’ambiente del surf,
e poi al di fuori di esso, con le sue proposte per gli sport di
scivolamento, ma che hanno saputo piacere anche ad altri
tipi di pubblico. La società si è molto ingrandita nell’ultimo
decennio, espandendosi all’estero e acquistando altri marchi,
fra i quali Tigerlilly e Von Zipper, ma poi il gruppo ha sofferto
dell’alto prezzo del dollaro australiano, della crisi economica
globale e del minore successo ottenuto dai suoi prodotti
presso la clientela.
Nuovo distributore Asolo in Giappone
Asolo ha potenziato ulteriormente le risorse impiegate nello sviluppo
dei suoi prodotti creando una gamma consistente di
nuove proposte, tra cui: la già nota collezione “Natural Shape”,
vincitrice degli Editor’s Choice Awards di Backpacker’s Magazine
(USA) nel 2013, i nuovissimi scarponi della linea Alpine e le
tanto attese “Natural Shape” a taglio basso, disponibili a partire
dal 2014. Con una tale quantità di innovazioni e progetti in cantiere,
Asolo ha tra i suoi obiettivi quello di accrescere il proprio
business a livello internazionale, e il Giappone è certamente uno
dei mercati di maggior interesse per l’azienda trevigiana. Luca
Zanatta, CEO di Asolo, ha affermato: “In questo momento c’è
una forte energia e un grande fermento intorno al nostro business
e siamo quindi convinti delle grandi potenzialità per un ulteriore
sviluppo del nostro brand e delle vendite nei prossimi
anni. Abbiamo idee molto chiare sulle strategie da seguire per lo
sviluppo del nostro brand, e siamo certi che combinare il marchio
Asolo con la forza di Mont Bell garantirà la creazione di una
piattaforma estremamente efficiente in Giappone”.
Mont Bell, prima azienda nel settore outdoor in Giappone, ha
dimostrato fin da subito interesse alla possibilità di assumere la
distribuzione di Asolo. A seguito dell’accordo Takeshi Tatsuno,
Vice Presidente della Mont Bell, ha dichiarato “La forza del brand
Asolo nel settore calzaturiero a livello internazionale non ha
eguali. Da tempo eravamo interessati a distribuire un brand con
una forza simile e siamo lieti di aver raggiunto questo accordo
con l’azienda”. Secondo l’accordo siglato, la collaborazione ha
avuto inizio a partire dal primo luglio 2013 e Asolo presenzierà
con Mont Bell al prossimo Tokyo Outdoor Show.
Vendite invernali
in crescita negli Usa
Sports Industries America (SIA) ha stimato che la vendita
delle attrezzature, dell’abbigliamento e degli accessori
per gli sport della neve, avvenuta nel periodo
agosto 2012/marzo 2013, ha prodotto un fatturato in
aumento del 3%. Nella suddivisione per categorie merceologiche
quella degli accessori ha fatto + 6%, l’abbigliamento
+3%; l’attrezzatura è invece rimasta nei
quantitativi del 2011/2012. Per ottenere questi dati
sono stati intervistati i titolari di 1200 negozi di articoli
sportivi, i quali nell’assieme hanno precisato di avere
conseguito il risultato anche per essere riusciti a smerciare
le rimanenze a magazzino. Il giro di affari è andato
particolarmente bene nei primi tre mesi di quest’anno.
Hanno fatto più affari di tutti i rivenditori specializzati
del settore (1,9 miliardi di dollari, +1,5%) ma nel
periodo in questione anche l’e-commerce ha fatto passi
in avanti (+77 milioni di dollari) trovando acquirenti
per 810 milioni di dollari. SnowSports Industries America
è una organizzazione non-profit composta da industriali,
rivenditori al dettaglio di tutto l’occorrente per la
pratica degli sport invernali: agenti di commercio e
fornitori di servizi, operativa nella tutela dei loro interessi.
Tra l’altro organizza la più importante fiera nazionale
del settore, il SIA Snow Show, svoltasi quest’anno dal
31 gennaio al 5 febbraio, come sempre a Denver.
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Inserto economia - Luglio/Agosto 2013
NEWS
Ambizioni internazionali per Le Coq
Con l’apertura di negozi a Barcellona e Londra in questi
ultimi mesi, Le Coq Sportif ha ribadito ancor più chiaramente
le sue sempre maggiori ambizioni internazionali. Al di là
della sua immagine lifestyle, il marchio francese, che appartiene
in maggioranza alla società di investimento svizzera
Airesis, ha lanciato in queste ultime stagioni un’offerta performance.
Il marchio transalpino ha fatto accompagnare questi sviluppi
da una ristrutturazione delle sue équipe. Marc-Henri Beausire,
PDG di Airesis dal 2006, resta presidente e azionista
del Galletto. Ma ha scelto di circondarsi di nuovi collaboratori.
Il gruppo ha scelto Frank Heissat, che era dal 2010
vicepresidente di Oakley per la zona Europa/Medio Oriente/
Africa, e gli ha affidato, a partire dal 1° giugno, l’incarico di
Chief Executive Officer (CEO).
“Frank Heissat ha ricoperto incarichi nel marketing, nelle
vendite e nel prodotto, in Francia e all’estero, all’interno dei
più grandi marchi dello sport mondiali, come Nike, Puma e
Oxbow”, sottolinea il brand francese. “Con più di 18 anni di
esperienza nel settore dello sport, Frank potrà apportare,
oltre a un’energia nuova, un’eccellente conoscenza delle
problematiche manageriali e di business per portare Le Coq
Sportif verso una nuova fase di sviluppo.” Per ora, Heissat
non è stato ancora rimpiazzato all’interno di Oakley.
Nike e gli scioperi repressi in Cambogia
Il 27 maggio 2013 in Cambogia la polizia è intervenuta per
sedare i moti di uno sciopero indetto da parecchi lavoratori di
una fabbrica in Cambogia, la Garment Manufacturing, che
produce abbigliamento per Nike, ferendo almeno 23 lavoratori,
soprattutto donne che chiedevano migliori condizioni di
lavoro ed economiche, intendendo come tali il pagamento di
14 dollari al mese per l’assistenza sanitaria, l’alloggio e i trasporti
in aggiunta al salario minimo di 74 dollari al mese. La
situazione nelle fabbriche cambogiane, a parte il caso Nike di
cui sopra, è diventata critica nelle scorse settimane. Nell’ultimo
anno i circa 500mila lavoratori impiegati nel settore hanno
organizzato un’ondata di scioperi per maggiori diritti. Nonostante
il graduale miglioramento degli standard di sicurezza,
gli incidenti sul lavoro rimangono frequenti; lo scorso 16 maggio,
due operai sono morti nel crollo di un soppalco in una
fabbrica che produce scarpe Asics. La Cambogia dipende per
il 75% dalle esportazioni di indumenti, in massima parte sportivi,
prodotti per conto terzi, ricavando complessivamente,
secondo dati del Fondo Monetario Internazionale riferiti al
2011, 5,2 miliardi di dollari.
Fonti: Fashion Magazine, il Sole24 ore, Assosport, Coni, Ansa, AdnKronos,
Prima Comunicazione, www.sportbizreport.it, www.sporteconomy.it,
www.sponsornet.it, www.fashionmag.com
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SPORT IN ACTION
Eventi & Sport
Il Brasile dello sport,
fra ambizioni mondiali
e realtà
NEL GIGANTE SUDAMERICANO,
PIÙ CHE MAI TERRA DI
CONTRADDIZIONI, PREVALE
ANCORA LA CAPILLARITÀ DELLA
DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE
La Confederations
Cup ha aperto ufficialmente
un periodo
che era destinato
a fare del Brasile il vero protagonista
dello sport mondiale
dei prossimi anni, con i
Mondiali FIFA nel 2014 e le Olimpiadi di
Rio del 2016. Alla luce delle proteste che
hanno agitato le strade di molte città brasiliane
nelle ultime settimane, non sappiamo
fino a che punto questo sarà ancora
possibile, almeno in termini positivi. Il
grande Paese emergente, che aveva deciso
di usare lo sport per ostentare benessere
e prestigio, viene ricondotto dalla
strada a una riflessione più pragmatica su
quelle che sono le sue condizioni reali.
Sotto accusa sono proprio i costi esorbitanti
degli eventi sportivi organizzati e di
quelli in fase di preparazione, e paradossalmente
lo sport, ma soprattutto il calcio,
motivo di orgoglio nazionale, diventa la
vetrina impietosa dei malesseri del Paese.
Il Brasile è la seconda economia dei BRI-
CS dopo la Cina e la sesta del mondo
dopo Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania
e Francia, avendo superato l’Italia nel
corso degli ultimi due anni. È il quinto
Paese più popoloso del mondo, con quasi
199 milioni di persone, dopo la Cina,
popolata da oltre un miliardo e 300mila
persone, l’India, gli Stati Uniti e l’Indonesia.
L’interesse diffuso per la pratica sportiva,
unito a questo strapotere economico,
ne fa un caso di notevole interesse per il
mercato degli articoli sportivi, mercato
che in parte riflette le contraddizioni tipiche
di un Paese cresciuto in fretta e, come
si legge spesso, su instabili piedi d’argilla.
Nei Paesi particolarmente popolosi,
quali appunto il Brasile, dove il bacino
di consumatori è più ampio, la distribuzione
commerciale al dettaglio svolge
nel tessuto economico un ruolo comparativamente
molto più importante.
A.T. Kearney, multinazionale della business
intelligence, pubblica ogni anno il
Global Retail Development Index, con la
classifica dei 30 Paesi che offrono le maggiori
prospettive di sviluppo a livello di
retail. Nell’edizione 2012 del rapporto, il
Brasile si è piazzato per il secondo anno
consecutivo in testa alla classifica, attestandosi
cioè come il Paese più attraente
del mondo per gli investimenti nella distribuzione
commerciale al dettaglio, seguito
da Cile, Cina, Uruguay e India. Il punteg-
gio vincente del Brasile è stato attribuito
principalmente alla presenza di una classe
media in crescita, agli elevati livelli generali
di consumo e ad una popolazione urbana
ampia e mediamente giovane. Le
vendite al dettaglio pro-capite sono cresciute
in Brasile del 12% all’anno negli
ultimi quattro anni.
Anche in Brasile, rispecchiando una tendenza
globale, il sistema della distribuzione
al dettaglio vive in questi anni il fenomeno
dell’aumento del numero dei centri
commerciali, spinto nel caso specifico sia
dai consumi crescenti che dall’arrivo di
investitori internazionali. A guardarci bene,
però, non si tratta per il momento di un
fenomeno massiccio. A fine 2010 si contavano
in Brasile 408 centri commerciali.
A maggio 2013 se ne contavano, e verrebbe
da dire ‘appena’, 463 in tutto, di cui
154 nel solo stato di San Paolo, che rappresenta
circa il 30% del PIL del Paese.
Su tutto il 2013 si prevede l’apertura di
41 nuovi centri commerciali (dati ABRA-
SCE). Considerata l’estensione del Paese,
che è di oltre 8 milioni e mezzo di km 2 ,
oltre 28 volte l’Italia, sono cifre basse. Il
giro d’affari dei centri commerciali rappresenta
infatti soltanto il 19% del giro d’affari
complessivo del retail brasiliano, an-
98 www.topsport.it

A cura di Rosarita Cuccoli
cora fortemente connotato dalla presenza
di migliaia di negozi indipendenti. Il discorso,
come vedremo più avanti nel corso
dell’analisi, vale anche per la distribuzione
al dettaglio di abbigliamento e articoli
sportivi.
La pratica sportiva in Brasile è generalizzata,
benché largamente in forme
non quantificabili, basti pensare a quelle
da strada o da spiaggia. A favorirla è
in primo luogo un clima mediamente soleggiato,
anche se in un Paese con una
tale estensione geografica è bene tenere
presente alcune distinzioni. La regione
settentrionale ha un clima tropicale, che a
nordest diventa però semi-arido. Gli altopiani
del centro hanno invece un clima
subtropicale. C’è poi tutta la fascia della
foresta amazzonica, che presenta un clima
equatoriale umido. Al sud, al di sotto
del Tropico del Capricorno, il clima è subtropicale,
con sbalzi importanti fra estate
e inverno, tanto che la temperatura può
anche scendere fino a 0 gradi, difficile da
collegare nel nostro immaginario a
quell’idea di Paese balneare che abbiamo
tutti del Brasile.
Semmai fosse necessario ricordarlo, lo
sport per eccellenza in Brasile è il calcio,
con leggende di ieri come Pelé e campioni
più recenti come Ronaldo, Ronaldinho
e il più contemporaneo Neymar. Con cinque
vittorie, il Brasile è la nazionale di
calcio che ha vinto il maggior numero di
Mondiali nella storia. Il calcio è parte integrante
della cultura brasiliana ed è forse
l’elemento con cui essa viene maggiormente
identificata nel mondo, insieme alla
samba. Si calcola che 30 milioni di brasiliani
pratichino regolarmente una qualche
forma di calcio. Gli altri sport si piazzano
a distanza abissale, con la pallavolo al
secondo posto, seguita dalle arti marziali,
in particolare la capoeira. La schiacciante
supremazia del calcio praticato si traduce
in una supremazia di questo sport anche
nel mercato degli articoli sportivi. Nike è al
vertice del mercato brasiliano degli articoli
per il calcio, seguita da adidas. Nell’importante
segmento delle scarpe da calcio,
Nike ha una quota di mercato in Brasile
intorno al 30%, davanti ad adidas col
25% (dati SGI Europe). Fra Nike e il calcio
brasiliano c’è poi un legame tutto particolare.
La multinazionale americana firmò
nel 1996 un contratto da 100 milioni di
sterline con la Federazione Calcistica Brasiliana
(CBF) per sponsorizzarne la nazionale
di calcio, all’epoca il più oneroso di
sempre per una nazionale, cifre che oggi
naturalmente fanno sorridere. La firma di
quel contratto rappresentò una svolta storica
nella strategia marketing di Nike, favorendone
in modo determinante la riconoscibilità
a livello mondiale, portata in
giro dai successi sportivi della nazionale
brasiliana.
Il retailer leader in Brasile nel settore
dell’articolo e dell’abbigliamento sportivo
è la catena Centauro, fondata nel
1981 e presente oggi in 23 stati su 26,
L’impatto dei mega-eventi sportivi
sul Paese che li ospita è spesso
un’incognita, perché agli investimenti
faraonici non sempre corrispondono
ricadute significative
con un totale di 133 negozi. È l’unica catena
ad avere una copertura veramente
nazionale. Si tratta di un retailer multisport,
con punti vendita di formati e dimensioni
diverse che arrivano fino al megastore, di
cui Centauro è stato pioniere nel Paese,
concentrati soprattutto nei centri commerciali.
Centauro è controllato da Grupo
SBF, che controlla anche la catena ByTennis.
Recentemente Grupo SBF ha lanciato
una sua marca di prodotti outdoor chiamata
Nord. Grupo SBF gestisce complessivamente
oltre 200 negozi di articoli
sportivi nel Paese, fra Centauro, che genera
oltre l’80% del giro d’affari del gruppo,
ByTennis e una serie di negozi Nike.
Altre importanti catene di negozi hanno,
a differenza di Centauro, una presenza
esclusivamente regionale, di cui peraltro
fanno il loro punto di forza. È il caso di
Bayard, ad esempio, fondata nel 1955, e
quindi con una storia di radicamento sul
territorio di vari decenni. Bayard ha solo
12 punti vendita, tutti situati nei centri
commerciali di San Paolo. Di tipo analogo
sono anche le catene Gamaia, Procopio
Sports, A Esportiva, Sport Hall, Fisico
e Forma, per fare solo alcuni esempi.
Décathlon opera in Brasile dal 2001 ed
è la sola catena di articoli sportivi straniera
ad essere entrata nel Paese. Attualmente
il colosso francese ha una decina
di negozi nella nazione, che però ha già
in programma di portare a 200 nel lungo
termine.
Di particolare interesse è il caso di
Netshoes, fondato nel 2000, un pure
player internet che è oggi il secondo
maggiore retailer di articoli sportivi in
Brasile dopo Grupo SBF. Diversamente
da quanto il nome potrebbe suggerire,
Netshoes non vende solo scarpe ma articoli
per lo sport di vario genere. Il suo
successo, in un Paese con l’estensione
territoriale della portata del Brasile, deriva
proprio dal fatto di permettere anche a chi
vive in zone rurali e remote di accedere a
questo tipo di prodotti, acquistandoli sul
web e ricevendoli poi a domicilio. Netshoes
ha oggi oltre 1300 dipendenti ed opera
con piattaforme e-commerce nazionali
anche in Argentina e in Messico.
www.topsport.it
99

Al di là di queste catene di negozi, la
distribuzione dell’abbigliamento e degli
articoli sportivi in Brasile resta però
principalmente connotata da un sistema
diffuso di dettaglianti multisport
indipendenti, che sono oltre 10.000. Sono
soprattutto loro a definire il panorama
distributivo brasiliano nel settore. Caratteristici
del Brasile sono anche i numerosi
negozi che vendono esclusivamente scarpe
sportive, chiamate come le chiamavamo
noi una volta “scarpe da tennis”. Fra
questi la già citata catena ByTennis, controllata
da Grupo SBF, ed altri nomi come
Authentic Feet e World Tennis. I negozi
monomarca restano ancora relativamente
poco diffusi, se ne paragoniamo lo sviluppo
ad altri Paesi emergenti quali l’India o
la Cina. Sono comunque presenti in Brasile
negozi monomarca Nike, adidas, The
North Face, Billabong e Quiksilver.
L’impatto dei cosiddetti mega-eventi sportivi
sul Paese che li ospita è spesso un’incognita,
perché agli investimenti faraonici
richiesti non sempre corrispondono ricadute
significative a livello-Paese. Se però
dalla dimensione-Paese, o macroeconomica,
passiamo a una dimensione microeconomica
che più ci riguarda da vicino, cioè
quella delle aziende in qualche modo coinvolte,
il discorso è diverso e molto più legato
alla capacità singole che hanno le
stesse di sfruttare la situazione. La caccia
SPORT IN ACTION
Eventi & Sport
alle opportunità, per tutti i settori in qualche
modo collegati, parte già alcuni anni
prima degli eventi stessi, con plotoni di
industriali, dello sport e non solo, a moltiplicare
le spedizioni e le iniziative nel Paese
che ospiterà l’evento o, come nel caso
del Brasile, gli eventi. È accaduto naturalmente
anche nel caso del Brasile, per gli
imprenditori italiani e per quelli di tante
altre nazioni. Chi ne è stato capace, ha già
avviato e sviluppato business, di cui l’evento
in fondo non è stato che il pretesto.
La frenesia pre-eventi riguarda in maniera
prioritaria le grandi marche dello
sport. Lo scorso ottobre Nike ha aperto
non a caso proprio in Brasile, e precisamente
nella notissima Ipanema Beach di
Rio, il suo primo Brand Experience store
in America Latina, cioè quel concetto di
negozio che offre ai clienti, oltre ai prodotti,
anche nuovi servizi, presentazioni, la
possibilità di testare i prodotti ed altre
esperienze, il tutto su un’ampia superficie
di vendita. In tutto Nike ha 15 negozi
Brand Experience nel mondo, distribuiti
fra Cina, Giappone, Stati Uniti, Francia,
Spagna e Regno Unito.
Anche i retailer vengono coinvolti direttamente
nell’iperattività che precede i
grandi eventi sportivi. Lo scorso 17
maggio Intersport ha annunciato di aver
firmato con la FIFA un accordo per diventare
“Negozio Ufficiale dell’Evento” per i
Mondiali 2014. Intersport installerà i suoi
‘corner’ dedicati al Mondiale in 550 negozi
in 20 Paesi, oltre ad essersi aggiudicata
il diritto di produrre articoli su licenza
ufficiale. Altro grosso colpo, questa volta
a livello nazionale, se lo è garantito Centauro,
che il 16 maggio ha annunciato
congiuntamente con la FIFA di essere
diventato il sesto sponsor ufficiale nazionale
dei Mondiali 2014. In virtù dell’accordo,
Centauro ha acquistato anche il diritto
di commercializzare e di promuovere in
Brasile il suo brand associandolo sia al
Mondiale FIFA 2014 che alla Confederations
Cup. Per le sponsorizzazioni del
Mondiale 2014 a livello globale, gli accordi
invece erano già stati tutti finalizzati e
completati entro il 2011, perché come si
diceva, la rincorsa per i grandi eventi
sportivi internazionali è molto lunga.
L’avvio non proprio felice del Brasile come
terra di grandi eventi sportivi internazionali,
quale che sia l’esito per gli stessi, insegna
che il contesto sociale in cui si sviluppano
i progetti non è un dettaglio di poco conto,
di contorno alle cifre più fredde e apparentemente
più oggettive su PIL e consumi,
ma una discriminante che se sottovalutata
o, peggio, ignorata, può costare al progetto
la sopravvivenza stessa, e questo vale che
si tratti di un evento, di una linea di prodotti
o a maggior ragione di nuovi negozi.
2013
AGENDA EVENTI
24 giugno - 7 luglio: Torneo di tennis di Wimbledon, Regno Unito
29 giugno - 21 luglio: Tour de France di ciclismo
4 luglio - 30 agosto: Louis Vuitton Cup di Vela, San Francisco, USA
14 - 21 luglio: British Open di golf, Muirfield, Regno Unito
19 luglio - 4 agosto: Mondiali di nuoto, Barcellona
2 - 11 agosto: World Masters Games, Torino
5 - 12 agosto: Mondiali di scherma, Budapest
10 - 18 agosto: Mondiali di atletica, Mosca
24 agosto - 15 settembre: Vuelta, giro di Spagna di ciclismo
26 agosto - 9 settembre: US Open di tennis, New York, USA
4 - 22 settembre: EuroBasket maschile, Slovenia
7 - 21 settembre: America’s Cup, San Francisco, USA
22 - 29 settembre: Mondiali di ciclismo, Firenze
100 www.topsport.it

RFLIGHT
Lightness is nothing
without elegance.
Elegante. Comodo. Leggero.
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Dedicato ai pattinatori amatoriali, ai giovani e agli appassionati del pattinaggio.
Grazie alla forma Comfort, all’innovativa suola ultraleggera, alla nuova imbottitura traspirante,
RF Light é il prodotto più adatto per coloro che vogliono migliorare le proprie evoluzioni sul ghiaccio.
Lasciatevi ispirare.
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novità prodotto
il nuovo
in vetrina
Una camminata naturale
Per i più esperti
Lab costituisce la proposta più alta nella
gamma della collezione Roces. Si tratta di
un pattino con scafo in fibra di carbonio,
perfetto nella trasmissione dei movimenti
della pattinata degli utenti più esperti. Ideale
per maratone, lunghe distanze, ciclovie. Le
ruote sono da 110 mm, i cuscinetti abec 9. Il
telaio è in alluminio estruso costruito secondo
i principi Roces del Litedesign. Le due leve
micrometriche, unite ai lacci e al velcro posto
sulla parte terminale del pattino garantiscono
una chiusura efficace, rapida, sicura.
www.roces.com
Akkua R’Evolution è nata per proteggere e ripristinare il movimento del piede nudo. Sotto
il tallone di questa sneaker è stato applicato uno shock absorber, nello specifico Noene,
brevetto del politecnico di Milano ceduto ad un’azienda Svizzera: Akkua ha questa tecnologia
in uso esclusivo per quanto riguarda le barefoot sneakers. Noene aiuta ad attutire gli eventuali
contraccolpi alle articolazioni ed alla schiena di chi “riuscisse a tallonare camminando barefoot”.
Quest’ultima è una pura e semplice precauzione in quanto, camminare scalzi induce naturalmente
a non tallonare, ma a camminare come in natura è fisiologico fare, cioè poggiando
prima l’avampiede. Tutte le suole hanno tagli di flessione tra le dita ed alla base delle dita per
permettere a queste ultime di avere maggior flessibilità e mobilità. La
suola è strutturata per permettere un’ottimizzazione del movimento
elicoidale del piede, vale a dire entrata di avampiede esterno ed
uscita di alluce ciò, insieme ad altri elementi che fanno parte
del camminare scalzi, permette di migliorare l’efficienza
meccanica del piede.
AKKUA
Tel. 030 6821 559
info@akkuaworld.com
www.akkuaworld.com
Il fashion incontra la funzionalità
Dare 2b presenta la nuovissima linea di abbigliamento
da city bike per la PE 2014. L’innovativa tecnologia
con cui questi capi sono stati prodotti li rende
perfetti come abbigliamento da indossare per
recarsi al lavoro pedalando senza preoccuparsi
del sudore: il comfort e la freschezza sono
garantiti per tutto il giorno. La collezione include
capi sia da uomo che da donna, ideali
anche per quando si scende dalla bici,
grazie al loro look particolarmente fashion.
Nella foto: la Nimbus Jacket, giacca che
presenta accorgimenti tecnologici molto
strategici, come il dettaglio catarifrangente
a 360 gradi che aumenta la
visibilità, lo strato di nylon waterproof
e traspirante e i fori di aerazione posti
sotto le braccia. Questa giacca è pensata
per rispondere alle necessità del
ciclista, ma non ha niente da invidiare
all’abbigliamento più alla moda. Dare
2b è distribuito da Regatta.
Un’offerta molto varia
Joma Sport continua a fare progressi nel design
dei propri capi, a dimostrarlo è la nuova
linea Campus composta da ben otto articoli
diversi in sei combinazioni di colore sia per
uomo che per donna. Il risultato è un’offerta
molto varia ed elegante per vestire le società
sportive più esigenti del mercato. La linea è
composta da: tuta polyester, tuta microfibra,
bermuda, polo, t-shirt, felpa, kway e giacca;
tutti realizzati con materiali di alta qualità in
modo da garantire il massimo comfort dell’atleta.
Campus sarà presente sul catalogo
Joma per i prossimi 3 anni, il che significa una
garanzia per i riassortimenti nelle forniture alle
società di ogni genere.
JOMA SPORT
Tel. 011 6474 737
joma-italia@joma-sport.com
www.joma-sport.com
REGATTA
Tel. 0423 614 140
italy@regatta.com
www.dare2b.com
102 www.topsport.it

Guardare ‘dentro’ le cose
L’ultima nata in casa Thermore è Aria, la linea
di prodotti all’avanguardia. Studiata per ricreare
la leggerezza della piuma ma composta per
il 98% da aria, la nuova imbottitura termica è
estremamente voluminosa e leggera, ideale
per realizzare capi contemporanei come le
giacche ultra light down e packable down,
perfette da comprimere e “impacchettare” per
ridurne al minimo l’ingombro, totalmente easy
care. Thermore Aria utilizza materie prime
certificate Oeko-Tex. Test report di analisi
specifiche hanno inoltre dichiarato il prodotto
anallergico, altamente traspirante, privo di
elementi nocivi e in particolare estraneo a
PFOA e PFOS (acido e solfato perfluoroottanico),
sostanze chimiche non organiche il
cui uso nel campo dell’abbigliamento è stato
recentemente denunciato da Greenpeace
in quanto pericoloso per gli esseri umani e
altamente inquinante.
www.thermore.com
Vestibilità ergonomica
I capi della Linea 3D Wear Performance di Erreà
sono ideali per ogni tipo di sport grazie ai tessuti
altamente tecnici studiati per offrire supporto e
protezione in ogni condizione. La linea è stata
progettata studiando le diverse sollecitazioni che
ogni tipo di attività sportiva comporta. La tecnologia
a maglia tubolare riduce al minimo le cuciture
e offre una grande comodità e traspirabilità oltre
ad una vestibilità ergonomica con design sportivo.
Tutti i prodotti della linea 3D Wear Performance
sono certificati Oeko Tex Standard 100.
La certificazione Oeko Tex garantisce che tutti i
prodotti Erreà non contengono sostanze nocive.
ERREÀ
Tel. 0521 3102
info@errea.it
www.errea.it
Accessori per alte prestazioni
La pinne Gimer rappresentano un ideale equilibrio fra praticità d’uso ed alte
prestazioni. Per la realizzazione è stata usata un’innovativa combinazione di materiali,
che rendono la pala più flessibile, aumentando così in modo notevole
la potenza della pinneggiata. Disponibile nel colore Blue/Navy per i modelli
Tortuga e Cook e nel colore Olimpico per il modello Guadalupe.
MAGLIFICIO GIMER
Tel. 081 7528 308
gimer@gimer.it
www.gimer.it
Per skater di tutte le età
Per i più ardimentosi, che si sono già cimentati
con il monopattino, Garlando propone ora gli
skateboard. Sempre di Stiga e sempre in esclusiva
per il mercato italiano, i tre modelli hanno
caratteristiche che si differenziano in base all’età
e al livello di esperienza del giovane praticante.
Road Rocket 6,0 (dai 5 anni) è la proposta per
iniziare, per passare poi, quando si è più sicuri, al
livello superiore, con Road Rocket 7,0. Adatto alla
stessa fascia di età, ma per skater già pratici, ha
tavola concava e di dimensioni maggiori e porta
fino 100 Kg. Dai 7 anni in avanti, Skateboard 8,0
permette ai più grandicelli ed esperti di azzardare
qualche prima acrobazia. Tutti i modelli sono
conformi alle norme di sicurezza EN 71, garantita
peraltro anche dal robusto ma confortevole casco
omologato, e alle protezioni Junior (5-13 anni)
o Senior (dai 10 in su, adatte anche agli adulti).
Ogni set comprende ginocchiere, gomitiere e
parapolsi regolabili. Per info e nominativi agenti
contattare Massimo Rapetti in azienda.
GARLANDO
Tel. 0143 318 500
stiga@garlando.it
www.garlando.it
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103

novità prodotto
Il fitness al femminile
Century Lady è tra i modelli running più leggeri di tutte le collezioni di calzature Joma. La nuova
scarpa si adatta perfettamente alle nuove discipline di palestra, praticate maggiormente da
donne che necessitano di una scarpa comoda e leggera. Il modello Century Lady è stato rivisto
in modo da rispondere alle richieste delle donne più esigenti. Si tratta
di una scarpa in grado di trasmettere la sensazione di camminare
scalzi senza il venire meno della protezione. Gli inserti elastici
nelle zone dell’arco plantare e delle dita rendono la scarpa
estremamente flessibile. Da evidenziare anche la
tomaia in microfibra forata, novità di questa
stagione, che riduce notevolmente il peso
della calzatura (soltanto 150 grammi)
e facilita la traspirazione del piede.
Salvaspazio, ma con prestazioni elevate
JOMA SPORT
Tel. 011 6474 737
joma-italia@joma-sport.com
www.joma-sport.com
Pensato per chi ha sempre desiderato un tapis roulant altamente performante
e non vuole rassegnarsi alle dimensioni ridotte della sua abitazione. TRX
Power Compact di Toorx soddisfa le esigenze di prestazioni elevate senza
scendere a compromessi sulla qualità. Pieghevole, si richiude
in soli 28 centimetri per regalare quanto più spazio libero
possibile. Ma ha le stesse prestazioni e piano di
corsa dei modelli di maggiori dimensioni. Robusto
e affidabile (il telaio è garantito a vita), potente e
veloce (il motore 3,50/5,00 HP DC Peak, garantito
5 anni, permette di raggiungere i 20 Km/h), ha una struttura
ammortizzata con multi air cushions che massimizza
il rendimento rispettando le articolazioni. Correndo si può
ascoltare la propria musica preferita collegando il lettore MP3
all’ingresso audio. TRX PowerCompact è fornito completamente
assemblato e fa parte della linea di tapis roulant Toorx che
comprende in tutto 17 modelli. Toorx è distribuito da Garlando.
Per info e nominativi agenti contattare Massimo Rapetti in
azienda.
Design innovativo
La FSport, marchio distribuito da Facci, azienda
certificata iso 9001:2008, propone a tutti
gli amanti del basket la linea professional. Tra
gli articoli di questa linea si trova il set basket
trasportabile professional, che può essere
utilizzato sia a livello ricreativo che a livello
professionale. La particolarità di questo articolo
è il design innovativo della base in plastica
(riempibile con 105 l d’acqua o 160 kg di
sabbia) che riproduce una palla da basket.
La base è dotata di ruote che permettono un
facile spostamento. L’altezza di gioco
è regolabile fino a 3,05 m. Il set,
oltre alla base, è composto da
una colonna a tre sezioni in
acciaio verniciato, tabellone in
plastica per esterno 110x73
cm, canestro e retina ed è
proposto in una scatola dalle
dimensioni contenute. Sono
disponibili vari optional: una
protezione imbottita in polietilene
espanso da applicare al set per una
maggiore sicurezza; un dispositivo
a manovella con cremagliera pratico
e veloce per la regolazione dell’altezza
di gioco da 2,60 m a 3,05
m; un kit che permette l’utilizzo del
set per il gioco del volley, beach
volley, tennis e beach tennis.
GARLANDO
Tel. 0143 318 500
toorx@garlando.it
www.toorx.it
FACCI
Tel. 049 8871 124
facci@faccisport.com
www.faccisport.com
Nuovi concept
Il concept dei punti vendita Diadora è stato studiato dall’ufficio progettazione di Umdasch
Shopfitting in stretta e costante collaborazione con l’azienda, in modo da rispettare ed enfatizzare
l’immagine del brand partendo, innanzi tutto, dall’accenno al colore giallo fluo. Gli arredi
consentono una flessibilità ottimale ed un’ampia possibilità di personalizzazione espositiva.
Molta attenzione è stata dedicata alla scelta
dei materiali e delle cromie, in modo da
conferire all’ambiente una certa eleganza, e
anche per far risaltare e parlare il prodotto
esposto, in particolare attraverso la disposizione
nei vari focus point.
UMDASCH SHOPFITTING
Tel. 0471 958 700
uscbz@umdasch.com
www.umdasch-shopfitting.com
104 www.topsport.it

Per chi osa sfidare il tempo
Carvico rilancia sul mercato uno dei tessuti
più innovativi di sempre: XLAnce. Questa
volta però, l’azienda bergamasca ha scelto
di presentarlo in versione “green” dando vita
al nuovissimo Xlance Eco che vede l’unione
dell’eccezionale fibra elastomerica XLA alla
poliammide 100% riciclata da materiali post
consumer: Econyl. Dalla joint venture tra
Carvico ed Aquafil nasce, nel 2011, XLAnce
Fibre Italia. Questa collaborazione ha assicurato
la continuità produttiva dell’eccezionale
fibra elastica inattaccabile dal cloro, capace
di donare ai tessuti una durata estrema ed
un’ottima capacità di “rientro”. Da questa
materia prima rivoluzionaria, oggi prende vita
XLAnce Eco, il tessuto perfetto per gli amanti
degli sport acquatici, capace di resistere alle
più estreme sollecitazioni ed allo stress delle
attività agonistiche più impegnative. Inattaccabile
dal cloro, mantiene inalterata la sua
elasticità anche dopo 240 ore di immersione
in acqua clorata, estremamente resistente al
sudore, alle creme solari e ai raggi UV; è un
tessuto che dura nel tempo, grazie anche alla
ridotta temperatura con cui avviene la sua
fase di finissaggio.
Elegante. Comodo. Leggero
Risport è orgogliosa di presentare il nuovo modello
della linea Aspirational, l’RFLight, dedicato ai
giovani atleti, agli amatori e agli appassionati. È un
pattino che garantisce il massimo della resistenza,
performance sempre gratificanti e una pattinata
scorrevole e rilassata. L’RFLight è stato pensato
per avere una calzata molto comoda, grazie alla
forma Comfort, che lascia più spazio nella zona
dell’avampiede, per permettere un alloggiamento
più anatomico. La tomaia è in pelle idrorepellente
e, grazie all’imbottitura in microfibra morbida e
naturale, ai ganci compatti, e alla lingua forata e
traspirante, l’RFLight ha fatto un grande salto di
qualità rispetto al suo predecessore, l’RF4, anche
sotto l’aspetto della comodità di utilizzo. Un migliore
avvolgimento di piedi e caviglie, e lacci che
mantengono la chiusura. Anche la suola è stata
completamente ridisegnata, in un nuovo colore che
le conferisce eleganza, e con una lavorazione molto
angolata, per permettere di raggiungere le inclinazioni
più elevate. Inoltre il materiale termoplastico di
cui è composta, la rende leggerissima, perfetta per
un vero e proprio “salto di livello”. In tutti i sensi.
RISPORT – ROSSIGNOL LANGE
Tel. 0423 616 611
info@risport.it
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www.carvico.com
Sentirsi scalzi
Akkua R’Evolution è una barefoot sneaker, vale a dire che è nata per proteggere e ripristinare il
movimento del piede nudo. La struttura esterna della sneaker, o scocca, è in TPU. Il TPU è un
materiale normalmente utilizzato per la scarpa anti-infortunistica, pertanto molto più difficile da
tagliare o perforare rispetto alla gomma utilizzata per le altre sneakers. La scocca è stata costruita
per dare protezione alla struttura fisiologica del piede, garantendo la protezione
del malleolo, quella del tendine di Achille, la protezione delle fasce di tenuta del
piede, delle dita, ecc. I filati della calza hanno un’alta percentuale di Tactel,
materiale anti-abrasione, anti-vescica e termo-regolatore. La calza è
seamless, vale a dire senza cuciture. All’interno della sneaker c’è
inoltre una suola antibatterica in rame che previene le micosi
da sudorazione ed i cattivi odori.
AKKUA
Tel. 030 6821 559
info@akkuaworld.com
www.akkuaworld.com
Migliore respirazione, per una maggiore resistenza
Dan Air Italia, realtà commerciale nata nel 2012, ha concentrato i suoi sforzi nella realizzazione di un nuovo prodotto volto
a ottimizzare e incrementare il flusso di ossigeno inalato e ad avere una percezione di buona respirazione, potenziando
così le capacità di concentrazione. Si tratta nello specifico di un dilatatore anatomico nasale, nato dall’intuizione e dagli
studi del dott. prof. Ignazio Tasca, tra i massimi esponenti a livello internazionale dell’Otorino-Laringoiatria. Molto pratico,
si può infatti lavare con acqua dopo l’utilizzo, e comodo da portare con sé, Dan
Air può essere usato fino a 12 ore consecutive. In ambito prettamente sportivo,
è stata rilevata una diminuzione della produzione di acido lattico, a favore di
una maggior resistenza alla fatica e di una velocizzazione del recupero fisico.
Disponibile nelle versioni blister con un unico dilatatore nasale, con tre
dilatatori di diverse misure e Start Up Pack, che comprende invece i tre
prodotti e un libretto.
DAN AIR
Tel. 0542 1891 190
www.dan-air.it
www.topsport.it
105

novità prodotto
Idonei tutto l’anno
I capi della Linea 3D Wear Tech+ di Erreà sono la sintesi
e il giusto mix di traspirabilità, comfort, resistenza
e termicità, idonei 365 giorni l’anno, con ogni condizione
atmosferica. Non solo per lo sport ma per il benessere.
Grazie all’impiego dei filati più pregiati e
innovativi i capi risultano così versatili e adatti
per sostenere la performance di ogni sportivo
ed offrono una compressione muscolare graduata
che permette un aumento della circolazione
sanguigna favorendo lo smaltimento
dell’acido lattico, donando al corpo maggiori
prestazioni ed energia. Tutti i prodotti della
linea 3D Wear Tech+ sono certificati Oeko
Tex Standard 100. La certificazione Oeko
Tex garantisce che tutti i prodotti Erreà non
contengono sostanze nocive.
ERREÀ
Tel. 0521 3102
info@errea.it
www.errea.it
Nuove combinazioni di colore
Nel calcio a 5, il modello Top Flex della Joma è un prodotto che ormai non ha bisogno di essere
presentato. La flessibilità della scarpa e la qualità della tomaia garantiscono anno dopo anno la
presenza di questo prodotto sul catalogo del marchio spagnolo. Finalmente è
disponibile la nuova Top Flex. La novità risiede nella scelta cromatica della
scarpa, con nuove combinazioni di colori più vivi e freschi, in contrasto
con il classico modello monocolore. La suola, interamente in
caucciù vulcanizzato, è ideale per garantire un ottimo grip,
grande flessibilità e un’eccellente ammortizzazione.
Inoltre tutti i modelli sono dotati in punta di rinforzo
scamosciato per una resistenza e una
protezione maggiori. La tomaia, in morbida
pelle di vitello, aderisce completamente alla
forma del piede, permettendo un contatto
piede-palla quasi come se la scarpa nemmeno
esistesse.
Un approccio efficace al dolore
Il dolore anteriore al ginocchio, la cui definizione
è in realtà vaga, si riferisce a numerose
patologie. Le principali sono la sindrome
femoro-rotulea e la tendinopatia rotulea. La
condropatia rotulea è una patologia molto
diffusa tra la popolazione, sportiva e non. Il
dolore si presenta localizzato a livello rotuleo,
il fenomeno si acutizza ogni qualvolta eseguiamo
dei piegamenti al di sotto dei 90/100° o
quando manteniamo a lungo la posizione di
semipiegamento, oppure ancora in posizione
inginocchiata. La nuova ginocchiera Reaction
by Donjoy, caratterizzata da una struttura
reticolare, rappresenta un approccio attivo
ed efficace al dolore anteriore del ginocchio,
nonché una valida alternativa alle ginocchiere
tradizionali. Le membrane elastomeriche
fungono da esoscheletro elastico, garantendo
un contatto propriocettivo per l’intero
range di movimento. La perfetta aderenza, la
compressione e la capacità di allungamento
delle membrane, garantiscono uno scarico
delle forze che agiscono normalmente sul
ginocchio durante la flessione e l’estensione,
mentre gli snodi a doppio asse per un supporto
aggiuntivo, sostengono il ginocchio anche
in posizione neutra. Disponibile nelle misure
dalla XS alla XXXL.
JOMA SPORT
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Aggredire lo sporco
Il lavascarpe di Facci è un dispositivo che elimina velocemente fango
e sporco da scarpe e stivali con risultati perfetti. Trova applicazione
nello sport, nell’edilizia e nell’agricoltura. L’attenta progettazione del
sistema di spruzzo, dotato di quattro funzionali getti d’acqua incrociati
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completamente fango e sporco dalla suola e le due laterali, con setole
più lunghe e morbide per pulire senza rovinare la tomaia della scarpa
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SENIOR LIFESTYLE
I target del futuro
i World Master
Games in Italia
TORINO, CAPITALE EUROPEA DELLO SPORT
2015, SCALDA I MOTORI CON LE ‘OLIMPIADI’
DEI SENIOR: VETRINA O OCCASIONE MANCATA
PER IL NOSTRO SETTORE?
Dal 2 all’11
agosto si terranno
a Torino
i World Masters
Games, i giochi
mondiali estivi “per gli sportivi e gli appassionati
fino a 100 anni ed oltre”, come
recita la documentazione ufficiale
dell’evento. Motto di Torino 2013: “Sport
for life, sport for all”. I giochi si svolgono
sotto l’egida dell’International Masters
Games Association (IMGA), organismo
riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale.
L’età minima di partecipazione
è di 35 anni, con la sola eccezione
del nuoto e delle immersioni, dove è di
25, mentre un’età massima, appunto,
non esiste. “Masters” è una semplice
indicazione di età ma non si riferisce a
particolari risultati. Occorre soltanto essere
tesserati per lo sport per il quale si
desidera gareggiare. Saranno 30 gli
sport protagonisti di questi Masters Games
e 160 le specialità, il tutto in scena
su 65 siti di gara e nei territori di 13 comuni,
fra Torino e dintorni.
Dai primi Masters Games di Toronto del
1985 ad oggi, l’evento è cresciuto fino a
diventare il più importante nel suo genere
a livello mondiale per numero di partecipanti.
Quella di Torino sarà l’ottava
edizione. Fra Toronto 1985 e Torino
2013, ci sono state Aalborg, Aarhus e
Herning in Danimarca (1989), Brisbane
(1994), Portland, Oregon (1998), Melbourne
(2002), Edmonton (2005) e Sydney
(2009). L’ultima edizione ha visto la
partecipazione di 28.292 atleti da 95
Paesi, con un’età media di 50 anni.
Oltre ai tesserati di qualsiasi livello, i
World Masters Games attraggono tradizionalmente
anche un certo numero di ex
olimpionici. A Sydney ne erano presenti
ben 230. Se i tornei seniores sono infatti
numerosissimi in giro per il mondo per
i singoli sport, i World Masters Games
hanno la particolarità di essere un evento
mondiale multisport e di diventare, in
questo senso, una forma di ‘olimpiade’
per chi non può più, o non ha mai potuto,
partecipare ai Giochi Olimpici propriamente
detti.
Che ai Masters Games non ci sia un’età
massima, non è una battuta. Lo dimostra
la partecipazione, agli ultimi giochi di
Sydney, di Ruth Frith, un’arzilla signora
iscritta alla gara di lancio del peso nella
categoria donne 100-104 anni. Unica
per la verità in quella categoria e in quella
disciplina, la signora Frith si è naturalmente
aggiudicata la medaglia d’oro,
con un lancio di 4,07 metri che farebbe
invidia a molte lanciatrici di svariati decenni
più giovani. Da notare che la signora
è un’atleta a tutto tondo. Partecipa
infatti a gare ufficiali anche nel lancio del
giavellotto e in altre specialità. La sua è
stata una vocazione tardiva, avendo iniziato
a gareggiare all’età di 74 anni. La
signora non si limita, poi, a volersi divertire
o tenere in forma. Vuole infatti essere
un simbolo del “non è mai troppo tardi”.
Sulla storia di Ruth e di altri due atleti
ultracentenari è stato prodotto in Australia
il documentario “The 100+ Club”, che
potrebbe ispirare registi ed appassionati
anche nel nostro Paese, un Paese come
sappiamo sempre più anziano.
A Sydney 2009 c’era anche l’ottantenne
“Santa Claus”, così soprannominato per
via della barba. Il maturo gentiluomo si è
fatto notare per aver gareggiato nella 10
chilometri e nei 100 metri senza scarpe.
Anche le celebrità decidono spesso di
partecipare ai Masters Games, per dare
il buon esempio. A Sydney gareggiavano
fra gli altri il Principe Frederik di Danimarca,
classe 1968, nella vela, e l’attrice
australiana Lorraine Bayly, una vera star
nazionale del cinema, della televisione e
del teatro, 72 anni al momento dei giochi.
Siamo curiosi di vedere quali personaggi
emergeranno eventualmente dai
prossimi giochi di Torino.
La città si aspetta importanti
ricadute turistiche dai giochi.
Oltre al battage pubblicitario,
che lega sempre l’evento alla città ospitante,
si stima che fisicamente ogni atleta
iscritto agli World Masters Games
2013 arriverà in Piemonte con due, se
non tre persone al seguito, siano esse
collaboratori sportivi o familiari. Si tratta
inoltre della prima tappa di avvicinamento
a “Torino Capitale Europea dello
Sport” nel 2015, titolo del quale il capoluogo
piemontese è stato investito ufficialmente
il 7 novembre scorso a Bruxelles.
È bene ricordare che l’eccellenza di
Torino nello sport, ravvivata dall’enorme
108 www.topsport.it

A cura di Emiliana Rosi
successo dei giochi olimpici invernali del
2006, risale in realtà a molto tempo prima.
Nel 1888 Torino ospita il primo campionato
nazionale di ciclismo su strada.
Nello stesso anno nasce a Torino il primo
Rowing Club Italiano, l’attuale Federazione
Italiana Canottaggio, e nel 1898 è al
Velodromo Umberto I della città sabauda
che si disputa il primo Campionato di
Calcio Italiano ufficiale, in quel caso tra
le squadre dell’Internazionale Torinese,
del Football Club Torinese, della Reale
Ginnastica e del Genoa. Più conosciuti
sono i meriti di Torino in relazione ai motori
e agli sport automobilistici e motociclistici.
Qui agli inizi del Novecento nasce
il Motoclub Torino, poi Motoclub
d’Italia. Inoltre la prima universiade di
sempre si è svolta proprio a Torino, nel
1959, e la città ha ospitato ad oggi il
maggior numero di universiadi nella storia,
con due edizioni estive ed una invernale,
nel 2007.
Sponsor ufficiale dei World Masters Games
2013 è Wakàn Sports, marchio
dell’azienda pisana Elleffe, di Luca Falorni.
In quanto “Official Sporting Wear”
della manifestazione, le forniture tecniche
ufficiali dei giochi porteranno il suo
marchio. Wakàn fornirà le welcome bags
agli atleti, così come quelle del team personnel
e degli accompagnatori. Anche lo
staff, il management e i volontari, così
come l’ampio merchandising ufficiale
della manifestazione, porteranno il marchio
Wakàn. Massima ammirazione per
l’impegno e la lungimiranza di Elleffe, il
cui slogan è “100% Italian blood”,
nell’aver deciso di sostenere questa manifestazione.
Gli organizzatori dei giochi
sono anche riusciti a siglare, in extremis,
un accordo di sponsorizzazione con FIAT
Auto. Ma le grandi marche sportive dove
sono? E le catene che vendono abbigliamento
e articoli sportivi? I World Masters
Games muovono, come abbiamo visto,
decine di migliaia di atleti, e con loro
migliaia di allenatori, di dirigenti e di
spettatori provenienti da ogni parte del
mondo. Per Torino, e volendo per l’Italia
tutta dello sport, sarebbe una vetrina
potenziale di un certo rilievo.
Qualche cifra può aiutarci a inquadrare
meglio le proporzioni fra Torino 2013 e i
Masters Games che l’hanno preceduta.
All’11 giugno scorso, si erano iscritti ai
World Masters Games di Torino 17.000
partecipanti il 60% dei quali stranieri
(dati ANSA), cifra deludente se paragonata
agli oltre 28.000 iscritti di Sydney.
La data limite per le iscrizioni è stata,
non a caso, prorogata al 30 giugno. Vedremo
se il rush finale porterà a un miglioramento
sensibile. Occorre considerare
che il budget di Torino è intorno ai
2,8 milioni di euro, a cui vanno sommati
sponsor e tasse d’iscrizione dei partecipanti,
che corrisponde solo a un decimo
del budget della precedente edizione di
Sydney.
L’impressione è che l’Italia
non stia dando il giusto valore
a un appuntamento comunque
raro e a livello globale, evento
su cui gli altri Paesi ospitanti in passato
hanno puntato di più. Pochissimi, peraltro,
sono gli iscritti italiani, tanto da aver
spinto qualche mese fa Fabrizio Benintendi,
presidente del comitato organizzatore
dei giochi, a rivolgere un vero e proprio
appello sugli organi di stampa:
“Iscrivetevi”, diceva Benintendi, “una manifestazione
che si svolge in Italia non
può avere così pochi iscritti dal Paese
organizzatore” (La Stampa, 23 aprile
2013, et al.). A Sydney oltre la metà dei
partecipanti erano australiani. Tutte le
edizioni precedenti sono state segnate
da una massiccia presenza di atleti dal
Paese organizzatore. Il paradosso è che
persino a Torino i due contingenti più
numerosi ad oggi sono quelli degli australiani,
memori evidentemente del successo
di Sydney, con oltre 2500 iscrizioni,
e dei canadesi, più di 3000, questi
ultimi probabilmente motivati, come i colleghi
australiani, dal successo della loro
edizione casalinga, ormai nel lontano
2005 ad Edmonton. Molti gli iscritti anche
dagli Stati Uniti e dal Brasile. Speriamo
che gli italiani si aggiungano numerosi
all’ultimo momento, mentre per
gli stranieri, che tradizionalmente si organizzano
con più anticipo, le statistiche
fornite a giugno dovrebbero essere qua-
I World Masters Games
sono uno spot eccezionale
per l’atletica master e per tutto
il movimento sportivo
dei cosiddetti ‘veterani’,
numericamente in crescita
ma ancora a corto di investitori
lungimiranti
si definitive. Dopo Torino, l’appuntamento
per i prossimi World Masters Games
sarà a Auckland, Nuova Zelanda, nel
2017. La International Masters Games
Association (IMGA) ha inoltre deciso di
tenere regolarmente anche un’edizione
invernale dei giochi, che a differenza di
quella estiva, quadriennale, si svolgerà
ogni due anni. Una prima edizione dei
Masters Games invernali fu organizzata
a Bled, in Slovenia, nel 2010.
La buona notizia è che per i prossimi
Masters Games invernali del 2015 sono
state scelte Sestrière e le Alpi dell’Alta
Val di Susa. Le sedi delle gare saranno
Torino, per le gare su ghiaccio, e inoltre
Sestrière, Bardonecchia, Cesana, Claviere,
Pragelato, Pinerolo e Salice d’Ulzio.
L’IMGA ha dunque di nuovo optato
per l’Italia, e più precisamente per il Piemonte,
un segno positivo e di grande fiducia,
favorito dalla qualità dell’impegno
degli enti locali, impegno che dovrebbe
però trovare un’industria dello sport, retailer
compresi, più pronta a cogliere
tutte le opportunità. Fra la corsa a sponsorizzare
a suon di milioni di euro gli
eventi maggiori e il niente, potrebbe stare
il sostegno a manifestazioni meno conosciute
ma anche meno impegnative e
con grosso potenziale.
Se i media non seguono, ma gli sponsor
arrivano, di solito i media poi arrivano
a ruota, perché il circolo virtuoso
media-sponsor funziona nelle due direzioni.
I World Masters Games sono uno
spot eccezionale per l’atletica master e
per tutto il movimento sportivo dei cosiddetti
‘veterani’, numericamente in crescita
ma ancora a corto di investitori lungimiranti.
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109

FUORI DI PENNA
Satira creativa
Si fa presto
a dire Outdoor
Dal viaggio avventura
in Amazzonia alla grigliata
nel parco sotto casa, senza
tralasciare la passeggiata+bisogni
col cane, o anche la pattumiera
(rigorosamente differenziata).
Tutto si può fare in moderno
stile outdoor, a patto
che si svolga a cielo aperto
Parola ormai abusata,
l’outdoor è diventata
l’anarchia stilistica
e di consumo
del mondo sportivo. In pratica, è
ormai una nuova voce del dizionario, gettonatissima
così politicamente corretta
com’è. Poche sillabe che riempiono la
bocca. Ma il significato resta assai labile,
tanto che anche le forze dell’ordine seguono
il fenomeno con una certa preoccupazione.
Qualcuno teme che si tratti di
un gergo oscuro coniato per nascondere
una nuova droga diffusa tra i ragazzi, ma
anche tra i più attempati che vogliono provare
un certo ‘sballo’ in tutta libertà. Altri,
in crisi esistenziale, credono sia una nuova
religione che promette benessere e
naturalità ai suoi praticanti. Le fashion victim
lo hanno adottato come status symbol
informale, barattando il proprio costoso
guardaroba con capi tecnici all’apparenza
più basici talvolta dagli improbabili colori,
ma comunque pieni di taschini (da lasciare
rigorosamente vuoti).
Una definizione unica e univoca è introvabile.
Di fatto, outdoor è tutto ciò che non
è indoor, ovvero qualsiasi attività all’aria
aperta. Movimento, piacere, anarchia
sportiva in senso lato. Quasi uno slogan
da partito, in questa Italia così allo sbando.
Di sicuro, si tratta di un movimento
pseudo salutista e giovanilista, con milioni
di seguaci, tra casalinghe disperate in cerca
di nuovi orizzonti e impiegati frustrati
afflitti dalla sempreverde sindrome di
Rambo.
Quale che sia la stagione,
schiere di (im)probabili neo
sportivi si aggirano per prati e
boschi, alla ricerca del contatto
con la natura, dando vita a scene
apocalittiche che assomigliano il più delle
volte a ritirate di Russia o a processioni
medievali, con tanto di penitenti flagellanti.
Il tutto, però, rigorosamente in gergo
filostatunitense, perché aiuta a darsi un
tono, visto che lo ‘stile’, specie per noi
italiani, è sempre così importante. Sta di
fatto che la tradizionalissima corsetta nel
parco, declinata secondo running, jogging
o footing (a proposito, qualcuno ha ben
capito le differenze?) se è fatta sul sentiero
diventa trail running e se per caso è in
montagna, prende il nome un po’ fantascientifico
di sky running. No, nulla a che
vedere con 2001 Odissea nello spazio,
anche se in effetti qualche scena iniziale
potrebbe ricordare i giorni nostri.
Anche la bicicletta vive questa epopea e
così se sull’asfalto è roba dei soliti ‘stradisti’,
molto più in voga è semmai affrontare
radure pedecollinari con la mountain bike.
Questo sì che è ‘puro’ outdoor. Poco importa
se poi la gente usa la mountain bike
praticamente solo sull’asfalto, perché con
una buona tenuta da combattimento può
sembrare un ardito anche colui che la domenica
mattina si piazza al tavolinetto della
pasticceria del paese dopo poche pedalate.
L’importante è che accanto a lui ci
sia l’immancabile attrezzo del mestiere,
impreziosito da racconti di favolose discese
dalle cime dei monti. O meglio, downhill,
perché se lo si dice in italiano corrente,
si rischia di essere tacciati di revisionismo.
Anche la neve e la montagna
più classica non sono esenti
dalla corrente outdoor, cosicché
ormai nemmeno più ci si
ricorda come si poteva fare ‘prima’, quando
l’outdoor non esisteva ancora… e così
il fuori pista diventa free ride. E se poi
provoca una valanga, pazienza, anche se
nel mentre si sono disboscate metà delle
Alpi per creare immensi impianti di risalita.
Che dire poi di quelli che arrancano sulle
110 www.topsport.it

A cura di Matteo Barboni
La crisi ha spinto la gente a riscoprire la natura
e il piacere di un passatempo sano ed economico.
Il business si è scatenato, fioriscono le nuove discipline,
anche curiose. Ma quanto può durare un trend
se fatto, più che altro, solo di ‘stile’?
strade di cemento con i bastoncini, senza
aver capito che o li usi con la neve o sul
terreno naturale. E che in fondo, se la disciplina
si chiama nordic walking ci sarà
un perché. Quando poi, sotto l’ombrellone,
vedi gente in fila indiana sul bagnasciuga,
tutta sudata alle due del pomeriggio
di agosto, convinta di essere nel pieno
dell’attraversamento del deserto del Sahara,
non puoi che sorseggiare la tua birra
ghiacciata e scossare la testa credendo
che sia un miraggio, o una scena di ordinaria
follia turistica.
Esistono poi gli estremisti, quelli che anche
una passeggiata nel giardinetto sotto
casa è già una forma di sport. A chi sfugge
la differenza restano poche speranze.
O ci si adegua o si è ‘out’, ma in senso
proprio letterale. Senza il ‘door’ a seguire.
Che poi qualsiasi attività indoor suona
ormai come una regressione a stadi primordiali.
Giurassici, obsoleti. Assolutamente
démodé.
Un po’ cacofonico da spiegare, sta di fatto
che l’allegra famigliola che si reca sul
prato per il picnic o la grigliata, essendo
outdoor, è quindi ‘in’. Se poi per arrivarci
deve attraversare un sentiero, è veramente
“very” outdoor. Se poi il tutto è a bordo
lago, con canoe a seguito – canadian style,
come suggerisce la migliore letteratura
– allora si è riusciti davvero ad assorbire
appieno lo spirito di questa vera e propria
filosofia di vita. Però attenzione, perché
se sotto la calura estiva ci si mette a
fare il bagno, non è più outdoor. L’acqua,
infatti, non va molto a genio ai puristi. Come
dire che la barca a vela sarebbe outdoor,
e invece certamente non lo è. A
prescindere dalla tenuta, spesso esattamente
la stessa. Difficile a questo punto
controbattere con la forza della logica: se
però non si tratta di outdoor, nemmeno
può dirsi indoor, perché veleggiare in piscina
sarebbe a dir poco difficile. Ci riuscivano
giusto gli antichi romani con le
naumachie del Colosseo, quando l’inglese
ancora non era stato inventato.
Quindi il sollevamento della
costoletta di maiale in salsa
barbecue è oudoor se fatto
nel giardino davanti a casa,
mentre è semplicemente una deplorevole
abbuffata se la cottura avviene sul terrazzo.
Alcuni vorrebbero proporre nuove specialità
olimpiche, come il lancio del sacchetto
del pattume. Considerando la sporcizia
attorno ai cassonetti, in effetti dei
punti di contatto con le scalate (pardon,
climbing) ci sarebbero pure. Mentre il pupazzetto
di Babbo Natale arrampicato
fuori dai balconi non vale. Gli animalisti
guardano invece con interesse all’idea di
assimilare la passeggiata per i bisogni
mattutini del cane con la corsa campestre,
dal momento che quasi sempre scelgono
il parco pubblico come area di defecazione
prediletta dai propri affezionati amici. E
i golfisti hanno fatto ricorso perché ritengono
di essere stati ingiustamente espulsi
dal mondo outdoor. Persino il sindacato
ha chiesto di considerare la pausa caffè,
se in giardino, una pratica outdoor e un
diritto inalienabile dei lavoratori.
Anche l’archeologia è stata chiamata in
causa e nei consessi accademici si discute
sul primo vero uomo outdoor, da prendere
come profeta e testimonial. C’è chi
grida a gran voce che sia Indiana Jones,
ma altri vedono più la mummia del Similaun,
primo paleo-scalatore della storia.
Intanto la lega delle palestre ha scatenato
la furia dei corridori di tapis roulant che
chiedono asilo politico in quanto incompresi
nei loro sforzi con pendenze che simulano
le scalate, o durante le lunghe
corse sul posto davanti a un monitor che
li proietta lungo un sentiero alberato del
Canada.
Poche idee ma ben confuse,
dunque, o forse tante idee
per confondere, alla disperata
ricerca di un qualcosa che
esalti nicchie spendenti vogliose di identità
e – sempre! – di quel certo tono. Tra
estremizzazioni e banalità, il mondo dello
sport tenta una nuova rotta per superare
la bufera, col rischio però di finire spiaggiato
come dopo una mareggiata. Tante,
forse troppe, le idee che circolano, ma
nessuna sembra avere quella forza tale da
trascinare con convinzione milioni di persone.
Tra individualismo ed eccentricità, si
assiste all’esasperazione dei toni e dei
vocaboli, spesso per colmare il vuoto dietro
quelle sensazionali sillabe così ben
disposte.
Magari con più semplicità si potrebbero
avere meno rivoli che rischiano di indebolire
il torrente di questa nuova formula così
avvincente. La crisi ha spinto la gente a
riscoprire la natura e il piacere di un passatempo
sano ed economico. Il business
si è scatenato, ma la mancata ripresa ha
lasciato le tasche ancora più vuote. Fioriscono
le nuove discipline, alcune curiose,
altre piuttosto improbabili, ma si corre il
rischio di saturare ancora di più sia il mercato
che la gente. E “aprire le porte” all’indoor.
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