ISPO B3 ProWin - TopSport

Janet Bergman 

Alpinista

La limitata traspirabilità dei tessuti tradizionali waterproof ha costretto gli appassionati dell’outdoor a convivere per 

troppo tempo con sudore, saturazione, freddo e surriscaldamento. Oggi c’è Polartec ® NeoShell ® , il primo tessuto in 

assoluto veramente traspirante, totalmente resistente all’acqua , regolatore delle temperature. 

Creato con e per atlete come Janet Bergman. Le sue esperienze e Polartec ® NeoShell ® sono su POLARTEC.COM 

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Polartec ® e Polartec ® Neoshell ® sono marchi registrati di Polartec, LLC. © Polartec 2010

S 

Febbraio 2011 

o m m a r i o 

Le Ru b r i c h e 

4 

FOTO K2 

Ritirate la vostra copia 

di TopSport a 

ISPO WINTER 2011 

c/o SGI Europe 

EDM Publications 

Entrance West 

6_ Elenco delle aziende citate 

10_ Editoriale 

di Giovanna Glionna 

14_ SportVillage 

24_ Stile libero 

di Grazia Fornaro 

74_ Vetrine Novità Prodotto 

163_ Sport Economia 

174_ Per ricordare 

Mario Chesi 

176_ Nuovi orizzonti 

di Ezio Petrillo 

86 

28 

42 

100 

142 

TUTTI “FUORI”! 

Gli operatori italiani del freeride ci credono: il mercato non è più 

una prerogativa solo dei negozi specializzati, ma può aprirsi anche 

ai negozi generalisti che devono tuttavia avere un approccio 

corretto. Per rispecchiarne spirito e passionalità 

SPECIALE UNDERWEAR 

Quando tutto è “sotto” controllo. Gli sviluppi tecnici 

dell’industria dello sportswear hanno portato all’utilizzo di tessuti 

ingegneristici per aggiungere qualità, comfort e performance 

all’abbigliamento sportivo nelle diverse discipline 

BACK TO THE FUTURE 

Il mercato sportivo si interroga sul suo futuro, questa volta 

tramite gli agenti di commercio. Per superare gli effetti di una 

crisi innegabile, soprattutto nel tessile abbigliamento, occorre 

programmare strategie e joint ventures innovative 

MONDO CHIAMA ITALIA 

E l’Italia, come risponde? Con un’economia fortemente 

modificata dalla crisi economica, assieme alle dificoltà crescono 

le potenzialità – ancora non pienamente espresse – del sistema 

sportivo italiano. La parola all’industria, nella consapevolezza 

che facendo squadra si vince sempre 

PIÙ CULTURA, PIÙ PROFITTI 

Ritiratosi dalle competizioni, l’ex campione Giorgio Rocca 

fa il punto sul mercato dello sci alpino, evidenziando 

la necessità di un cambio di mentalità 

foto: K2

CAMPANIA 

Marco Russo (coll.adulto) 

081-646788 

marco.russo1953@libero.it 

Smaldone Rappresentanze 

(coll.bimbo) 

081-19573369 

PIEMONTE E VALLE D’AOSTA 

Alberto Marassi (coll.adulto) 

335-6263532 

alberto.marassi@tin.it 

Lauro Biolcati (coll.bimbo) 

015-2539889 

laurobiolcati@libero.it 

LOMBARDIA 

Studiomodasport - Camillo Calloni 

039-674682 

cca@studiomodasport.it 

TRENTINO ALTO ADIGE 

Carlo Guerra 0462-230263 

carloguerra@email.it 

FRIULI VENEZIA G. E BELLUNO 

Jan Gregori 040-2034105 

jangreg@tin.it 

VENETO 

Melzi Rappresentanze 

049-9001560 

marco@melzirappresentanze.it 

LIGURIA 

Sweet Age (coll.adulto) 

010-566056 

giorgio.ciliberti@sweetage.it 

Lauro Biolcati (coll.bimbo) 

015-2539889 

laurobiolcati@libero.it 

EMILIA ROMAGNA 

Marino Agosti 0532-60851 

agostimarino@libero.it 

TOSCANA 

Luigi Merciai 055-959484 

exnpme@tin.it 

M.U.A.M. 

Femas snc 071-2900998 

femassnc@tin.it 

LAZIO 

Riccardo Militello 393-9406287 

militello.riccardo@virgilio.it 

Elisa di Francisca 

Campionessa Mondiale Fioretto 2010 

PUGLIA E BASILICATA 

GN Sport Studio 

Aldo Bucciante (coll.Adulto) 

080-5538922 

gnsportstudio@fastwebnet.it 

Studio Company (coll.Bimbo) 

080-3588082 

studiocompany@libero.it 

CALABRIA 

Active Group 

Antonio Stanà (coll.adulto) 

0961-955008 

activegroup@tiscalinet.it 

Studio Company (coll.Bimbo) 

080-3588082 

studiocompany@libero.it 

SICILIA 

Fabio Li Brizzi 091-6790344 

fabiolibrizzi@alice.it 

SARDEGNA 

Gianfranco Addis 079-269448 

gianfrancoaddis@alice.it 

RUSSIA 

Stella di Prima +7 495 644 36 50 

stella_prima@mail.ru 

UCRAINA 

Svitlana Otosa 338-8897257 

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SPAGNA 

Modagoza S.L. + 34 91 299 78 00 

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PORTOGALLO 

Hugo Conde +351 218 135 600 

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SVIZZERA 

Alton-Textil +41 91 82 92 676 

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KAZAKHSTAN 

Sultan Omarov +7 727 317 0003 

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ABBIAMO PARLATO IN QUESTO NUMERO DI... 

Azienda 

Pagina 

Azienda 

Pagina 

PERIODICO PROFESSIONALE INDIPENDENTE 

DI INFORMAZIONE E OPINIONE 

PER GLI OPERATORI ITALIANI 

DELL’ARTICOLO E ABBIGLIAMENTO SPORTIVO 

Direzione, Redazione, Pubblicità, 

Amministrazione: 

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Opinionisti 

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Testi e servizi 

Tina Alboresi, Piero Aliprandi, Matteo Barboni, 

Orelia Campolo, Monica D’Alessandro, Salvatore Ferraiuolo, 

Leonardo Glionna, Lidia Malacarne, Nicola Marra, 

Damiano Montanari, Vittorio Nava, Antonio Padovani, Ezio Petrillo, 

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Paola Turcato, Aldo Vittorio 

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Promozione e sviluppo 

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Grafica 

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Associato all’USPI-Unione 

Stampa Periodica Italiana 

Associato alla EuroPress 

Sporting Trade Association 

A 

AAISS 44 

Adidas 50, 77, 164 

Advanced Distribution 105, 126, 136 

Aesse 150 

Aigle 148 

Akron 137 

Aku 23 

All Accessories 170 

Alpinestars 31 

Amer Sports 83, 98 

Ande 76, 79, 112 

Anomaly Action Sport 89, 94, 96, 

149, 160 

Apani 20 

Aquafil 31, 41 

Aquarapid 51, 148, 152 

Arc’Teryx 98, 168 

Arena 38, 169, 174-175 

Artcrafts International 154 

Asa 80 

Asolo 

74, 79, III cop. 

Assomoda Italia 44 

Assosport 22, 100-141 

Atomic 15 

B 

Beaudry Jennifer 19 

Becucci Mirella 175 

Bedin Enrico 90, 102, 118, 125 

Bee1 32 

Belfast 31 

Benetton Group 131, 132 

Berghaus 42, 159 

Bergam Janet 14 

Billi Massimo 44 

Bjorn Daehlie 168 

Black Wolf 61 

Blizzard 167 

Boggiatto Chiara 169 

Borgognoni Giorgio 114, 126 

Bovo Giuseppe 34 

Bramani Marco 19 

Brambilla Andrea 104, 120, 133 

Brema 25, 26 

Brembo Life Jacket 24, 26 

Briko 28, 98, 162 

Brizza 28, 79, 94, 151 

Brignone Federica 17 

Buff 154 

Businaro Luca 106, 109, 130 

C 

Cacao 113 

Calvaresi Sartoria 26 

Calzaturificio La Sportiva 11, 75, 80 

Calzaturificio S.C.A.R.P.A. 105, 133, 140 

Canadiens 150 

Carvico 160 

Cassin 148 

Cavasin Massimo 122 

Chesi Mario 174-175 

Cicli Pinarello 128, 133 

Ciesse Piumini 26, 167 

Cirio Alberto 146 

Club des Sports 26 

Cober 75, 79, 139 

Colmar 26, 102, 106 

Clombari Arianna 86 

Colombo Giulio 58, 102, 

106, 107, 124 

Colvet 15 

Confaloni Savina 22 

Cor Sport 71, 151, 158 

Cortinovis Primo 17, 19 

Corto Maltese 26 

Cosa Alessandro 96 

Craft 40 

Crazy Idea 84, 131, 152 

Cusini Davide 20 

D 

Dainese 127, 134 

Dallmont – Rebell 50, 76, 81 

De Luca Roberto 146 

De Masis Michele 49 

De Marco Nathalie 31 

De Memme Martina 169 

Diadora 168 

Di Risio Massimo e Giancarlo 169 

Di Sabato Giulio 44 

Djokovic Novak 18 

DLS 64, 74 

Donazzan Elena 168 

Dryarn 22, 31, 41, 111 

Ducati 31 

Du Pont-Teflon 27 

Dynafit 155 

E 

Eliasch Johan 18 

Errerre 18, 155 

Eurolook 5, 74, 78 

Euroshop 16 

Eydallin Marco 20 

F 

Falcone Deolo 105, 126, 135 

Fashy Gmbh 85 

Fas Pendezza 20 

Fenix Outdoor 151 

Ferretti Luca 169 

Ferrigato Andrea 36 

Ferrino 83 

Fette De Albertis Federico 20 

Fibo 170 

Fisher 97 

Forma 53 

Fratelli Campagnolo 117 

Fremil International 104, 123, 126 

G 

Gaastra International Sportswear 165 

Gammasport 8, 152 

Garlando 76, 78, 80, 

133, 141, 149, 155 

Garmont 90, 93, 98, 

99, 102, 118, 125 

Geox 168 

Get Lost 25 

GIL 12-13, 75, 81, 145 

Gipron 16 

Gipsy 125, 138 

Gitexpoint 121 

Global Brands Group 164 

Goergl Elisabeth 17 

Gore Bike Wear 38 

Gore Running Wear 38 

Gore-Tex 9, 167 

Governa Maurizio 44, 56, 59 

Great Escapes 76, 79, 112 

Grisport 158 

H 

Hanvag 155 

Harley-Davidson 113 

Head 18 

Helly Hansen 25, 26 

High Power 72-73 

Hismos 169 

Hyra 121 

I 

Idea 113, 151, 157 

IGA Company 51, 148, 152 

J 

Jaked II cop., 17, 77, 78 

JKD 

II cop. 

Joffard Philippe 167 

K 

Kappa 164 

Kask 82 

Kettler 141 

Kostelic Ivica 21 

L 

Lacoste 166 

LaFuma 21, 167 

Lanfranco Gianni 104, 126, 136 

Laparde Jaques 175 

Level 162 

Li Ning 166 

Lorenzato Gianni 103, 108, 126 

Lotto Sport Italia 103, 108, 126 

Lowa 83, 160 

6

THEREVOLUTIONIZING 

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FIREARROW 

COLLECTION 

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Negli ultimi 20 anni gli sci si sono evoluti, permettendo agli sciatori di diventare più veloci, di aumentare l’inclinazione e creare maggiori forze laterali. 

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forma e tecnologia di ultima generazione, progettate per performance al top dello sciatore moderno. 

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45 ° 

Instepretention 

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7

ABBIAMO PARLATO IN QUESTO NUMERO DI... 

Azienda Pagina Azienda Pagina 

8 

M 

Mab 120, 133 

Macron 103, 110, 134 

Maglificio Gimer 161 

Mammut 14 

Manifattura Mario Colombo 102, 

106, 124, 164 

Maps 65, 156 

Marcolin 169 

Marini Silvano 63, 77, 80 

Marocco Pietro 146, 147 

Martinoglio Paolo 20 

Marsupio 82, 152 

Maze Tina 21 

Meattelli Andrea 46 

MH Europe 149 

Micam 170 

Mico Sport 17, 19, 21, 28, 

29, 35, 84, 99, 104 

Mido 170 

Mifur 170 

Milani Flavio 104, 123, 126 

Millet 22 

Mipel 170 

Mistri Licio 125, 138 

Mizuno 40 

Molinari Eduardo 106 

Montecore 26 

Montgomery by Bark 25 

Morale Sport 150 

More Down Eight 26 

Motti Franco 66 

Murray Andy 18 

N 

Nalesso Andrea 127, 134 

Neher Helmut 21 

Nencetti Alberto 86, 88, 90, 92, 94 

Nike 165 

Noene 64, 74 

Nordica 7, 20, 82, 84, 

86, 98, 99, 167, 169 

Northfeet Footwear 21 

Novation 158 

O 

OberAlp 

83, 99, 155, VI cop. 

Oberrauch Georg 54 

Odlo 28, 32, 35, 78, 81, 156 

O’Neill 164 

P Q 

Pagliariccio Francesco 22 

Parisotto Andrea 105, 133, 140 

Pasasport 150 

Patagonia 32 

Pavanello Gianluca 103, 110, 134 

Peak Performance 36 

Penasa Davide 32 

Panorama 158 

Pinarello Andrea 128, 133, 134 

Pini Marina Debra 103, 130, 

134, 137 

Piquadro 26 

Piras Andrea 131, 132 

Pirelli 26 

Pitti Uomo 24-27, 170 

Plastiche Cassano 84 

Polartec 1-2, 14 

Pomodone 151 

Portas Cristiano 174 

Power Balance 165 

Prati Augusto 88 

Progrip 17 

Project 2010 55, 77, 82, 97, 162 

Prosport 154, 159, 160 

Puma 164 

Quiksilver 162, 167 

R 

Raxy Line 129 

Rebellato Luigi 94, 96 

Reebok 15, 75, 77, 79, 81, 83 

Reisch Maria 17 

Rendle Steve 168 

Rip Curl 99 

Risport – Rossignol Lange 125 

Rizzotti Adriano 175 

Rocca Giorgio 142-144 

Roces 122 

Rodeghiero Roberta 168 

Rossignol Sci 86, 88, 90, 92, 94, 95 

Rossi Valentino 144 

Roxy 18 

S 

Salewa 

31, 83, 111, IV cop. 

Salomon 88 

Sartor Dimitri 20 

Scorpion Bay 82 

Sensi 150 

Setti Giovanni 30 

Sharapova Maria 18 

Sherpa 60 

Shred 89, 94, 149 

Sigg 56 

Simmons Nate 14 

Sixs 76 

SKA Italia 115, 155 

Slytech 94, 160 

Soullimit - Zeta 23, 150, 154 

Soderling Robin 18 

Söffker Andreas 20, 34 

Spac – Divisione Vegam 156 

Spaziale Splendy 12-13, 75, 81, 145 

Spoga 32, 35, 78, 81, 156 

Sport Alliance International 60-61 

SportBiz 172-173 

Sport & Tex Lab 19, 160 

Sportler 15 

Stability CH3 36 

Stiga 78, 133, 149 

Superga 164 

Suunto 14 

T 

Tailor 114 

Tasci 157 

Teca 105, 126, 135 

Tecnica Group 167 

Tecso 39 

Tessitura Florida 80 

Teva 154 

The Group Distribution 96 

The North Face 149, 164, 168 

Think Pink 113, 167 

Three Sixty 75, 78, 80, 156 

Throup Aitor 26 

Timberland 1, 157 

Tolusso Renato 55 

Trerè Innovation 33 

Trezeta 152 

Turrini Federico 169 

U 

Ufoplast 31 

Umbro 25 

Umdasch Shop-Concept 21 

Uvex 17, 165 

V W 

Vampire 25 

Vaude 14, 158 

Vecchione Andy 14 

Vibram 19, 157 

Viel Manuela 107, 109, 112 

Vipole 22, 74, 81 

Wintersteiger Italia 67 

W.L. Gore & Associati 9, 103, 130, 

134, 148, 153, 158 

Worley Tessa 17 

WZ International 39 

X Y Z 

X-Bionic 20, 33, 34 

X-Socks 20 

Xero Wheels 47, 149, 154 

Woolrich 24, 26 

Zanatta Giancarlo 107, 112, 114, 

118, 128, 136 

Zandonà Daniele 15, 76, 82, 84 

Zanier 91 

Zoeggeler Armin 146, 147 

48.10 18

BLACK e Rosso C 0 

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25.01.2011 10:15:29 Uhr

EDITORIALE 

di Giovanna Glionna 

Vendere sogni, 

vendere bisogni 

In un’economia frenata da consumi generalmente 

svogliati, la spesa ‘emozionale’ resta un fattore chiave 

per garantirsi un posizionamento su un mercato 

competitivo e sempre più trasversale. Ma non è il solo 

10 

Vendere, vendere, vendere, 

la logica dei mass market 

(e della produzione 

delocalizzata) ha spinto molto 

l’acceleratore, nell’ultimo decennio, 

sui principi della quantità e delle 

economie di scala. La conseguenza 

evidente è che – alla prima crisi dei 

consumi e di una concorrenza sul 

‘basso profilo’ sempre più agguerrita 

– i mercati sono stati invasi di merce 

tendenzialmente appiattita verso il 

basso, alla ricerca di ogni tipo di 

sfogo di vendita. Fino a creare nuovi 

format distributivi dove ‘stoccare’ 

il prodotto (si veda il successo 

dirompente degli outlet). Si tratta di 

fenomeni commerciali che stanno 

cambiando radicalmente il tessuto 

distributivo del nostro Paese, e 

nondimeno quello culturale, perché 

il consumatore-tipo, sempre più 

scafato e anche meno motivato 

all’acquisto impulsivo, ci sta persino 

prendendo gusto a barcamenarsi tra 

ogni genere di punto vendita, senza 

più alcuna affezione all’insegna. 

Nella necessità assoluta di fidelizzare 

la clientela per dare “ragione di 

esistere” alla propria attività, il retail 

multibrand deve impegnarsi come 

mai per far emergere i propri valori 

aggiunti, possibilmente innovativi ma 

certamente particolari, improntati al 

servizio e alla personalità dei prodotti. 

Obiettivo: darsi un’impronta autentica 

e riconoscibile per distinguersi dalla 

‘massa’ distributiva generalista. 

L’argomento è quanto mai d’attualità, 

e su questa importante uscita 

Ispo di TopSport, lo trattiamo su 

entrambi i servizi di attualità che lo 

caratterizzano, dando la parola alle 

categorie dell’industria e degli agenti, 

chiamati in prima linea a sostenere 

(e difendere) le ragioni di un mercato 

e di una distribuzione in veloce 

trasformazione. 

La parola d’ordine sta dunque 

diventando unicità, cioè la capacità 

di costruire e offrire una serie 

di competenze e di prodotti non 

facilmente replicabili sugli altri 

canali distributivi, come ci avevano 

abituato quelli più abbordabili 

dalla moda nella sua accezione 

più generalista e massificata. In 

altre parole: non basta vendere 

emozioni e sogni, lo sport è fatto di 

pratica, di sostanza, di un prodoto 

buono e selezionato, targettizzato 

e categorizzato. Non più delegate 

solo al prodotto e all’industria che 

lo costruisce, creatività e pensiero 

strategico sono qualità trasversali 

che devono appartenere anche 

– e soprattutto – a chi conduce 

la vendita. Diversamente, una 

gestione commerciale legata al puro 

e semplice prodotto è limitativa 

e pericolosa, ormai appannaggio 

di qualsivoglia canale di vendita, 

trasversale e despecializzato come 

mai, soprattutto se incentrato sul 

fattore-prezzo. Tre esempi per tutti: 

i piumini, i capi in pile e il footwear 

come macro-aree di mercato dagli 

importantissimi volumi di vendite, ma 

proprio per questo ormai emigrati 

distributivamente ovunque. In 

breve: despecializzando il prodotto 

e impoverendone la peculiarità 

sportiva e dunque la qualità, si è 

compromessa non solo la credibilità 

del prodotto, ma soprattutto quella 

della distribuzione ‘specializzata’ 

sportiva. 

Flessibilità, capacità di rinnovarsi, 

di lavorare in squadra, di 

elaborare nuove strategie, 

visione internazionale: requisiti 

nuovi per chi vuole rilanciarsi sul 

mercato (non solo sportivo). Se 

nascere professionalmente con 

la qualità commerciale è una dote 

riconosciuta da sempre, oggi più che 

mai diventa strategica se correlata 

a un posizionamento fortemente 

caratterizzato, in una maniera pur 

sempre in qualche modo esclusiva. 

Il mercato è ancora difficile, 

probabilmente bisognerà ancora 

aspettare per vedere una solida 

ripartenza, ma i momenti di crisi 

sono i migliori per impostare 

qualsiasi cambiamento. 

Anche il proprio. 

giovanna.glionna@topsport.it 

Il retail sportivo deve riemergere dalla massa distributiva generalista 

per fidelizzare il consumatore e garantirsi la sua ragione di esistere

1970 - 2010 

C a r b o n f i b e r s k i t o u r i n g b o o t 

B A C K t o t h e f u t u r e 

11

Beach Collection 2011 

Spaziale Splendy ® è un marchio registrato di GIL srl. 

Venticinque Italia srl.

l’accappatoio realizzato in 

IL TESSUTO INNOVATIVO 

www.spazialesplendy.it

SPORT VILLAGE 

A cura di Andrea Sganzerla 

comunicazione eventi sponsorship 

(Im)permeabili all’avventura 

Polartec LLC, leader mondiale nella produzione di 

tessuti ad alte prestazioni ha presentato lo scorso 

novembre, in occasione di un viaggio offerto alla 

stampa internazionale per visitare la sede storica 

di Boston (nella foto, a destra), NeoShell®, il tessuto 

impermeabile più traspirante al momento disponibile 

sul mercato. Polartec NeoShell sarà presente 

nelle nuove collezioni 2011-2012 firmate da alcuni 

fra i migliori marchi outdoor internazionali, fra gli altri 

Vaude e Mammut (due modelli, a fianco). 

“Per decenni Polartec ha offerto il più efficace sistema 

di abbigliamento a strati mai creato, e oggi può 

aggiungere alla sua famiglia di tessuti una soluzione 

davvero rivoluzionaria in termini di idrorepellenza 

e traspirabilità” ha affermato Andy Vecchione, Presidente 

di Polartec LLC. “Il marchio Polartec si concentra 

unicamente su innovazioni in grado di offrire 

un reale valore aggiunto e performance avanzatissime. 

Polartec NeoShell rappresenta un grande passo 

verso il comfort totale in tutte le condizioni.” 

Diversamente dalla maggior parte degli hardshell a zero 

flusso d’aria presenti oggi sul mercato, Polartec NeoShell 

offre una reale permeabilità all’aria (0.5 CFM o 

2 l/m 2 /sec). Persino un livello minimo di permeabilità 

all’aria – impercettibile dal punto di vista della protezione 

dalla sensazione di gelo generata dal vento – è 

in grado di accelerare in modo significativo il trasporto 

dell’umidità sottoforma di vapore. Mentre gli strati 

shell tradizionali richiedono la formazione di calore e di 

pressione all’interno del capo di abbigliamento per attivare 

il funzionamento della membrana, Polartec Neo- 

Shell traspira attivamente, grazie a un’esclusiva membrana 

realizzata con fibre pari a un sub-micron, dotata 

di una permeabilità all’aria senza precedenti. 

Messo alla prova con i test tradizionali utilizzati per 

misurare l’impermeabilità e la traspirabilità – RET e 

MVTR – questo nuovo tessuto riporta punteggi altamente 

competitivi. Questi test statici e obsoleti non 

sono pienamente attendibili e, non di rado, riportano 

risultati bizzarri, totalmente contrari all’osservazione 

reale e oggettiva dei fatti. Ad esempio, in base a essi, 

gli strati hardshell offrirebbero livelli di traspirabilità 

superiori a quelli di un fleece peso 200. 

Polartec incoraggia gli operatori del settore a utilizzare 

un test in grado di emulare con maggiore verosimiglianza 

l’esperienza reale, come il test Dynamic 

Moisture Permeation Cell (ASTM 2298). Tale test 

è usato dall’Esercito degli Stati Uniti per valutare i 

tessuti, proprio perché capace di prevedere la reale 

esperienza dell’utilizzatore. 

NeoShell sarà disponibile in una varietà di 

combinazioni: dalla versione di peso ultraleggero 

con lavorazione tricot, a quella dotata 

di una superficie interna extra-soffice 

abbinata a una superficie esterna in tessuto 

estremamente tenace. La maggior 

parte dei modelli offre un’elasticità talmente 

efficace da indurre alcuni marchi di 

abbigliamento a posizionare Polartec NeoShell 

come strato “soft-shell impermeabile”, 

mentre altri brand preferiscono presentarlo 

all’interno delle collezioni hard-shell. La nuova 

membrana idrofobica e microporosa in poliuretano 

offre davvero il meglio di entrambi i mondi soft e 

hard shell. 

“Grazie all’eredità di Polartec come produttore di 

tessuti innovativi di altissima qualità oggi possiamo 

entrare a pieno titolo nella categoria ‘waterproof’. 

Questo lancio segue quello di Polartec Power 

Shield Pro, che ha riportato un successo incredibile 

coronato quest’autunno dalla vittoria del prestigioso 

Award Gear of the Year”, ha affermato Nate Simmons, 

Global Director of Marketing per Polartec. 

“Sul versante della tecnologia per l’abbigliamento 

esterno stiamo superando le nostre aspettative. Il 

nostro obiettivo è permettere agli appassionati di 

outdoor di vivere l’avventura all’aria aperta sempre 

più protetti, con ogni clima e in ogni situazione.” 

“Neo è incredibilmente leggero, resistente, impermeabile 

al vento e all’acqua, non si potrebbe chiedere 

di meglio e bisogna semplicamente provarlo”, 

afferma Janet Bergman, climber e testimonial del 

brand (nella foto, sotto). 

Suunto Sponsor e Timing della 24 Hours Kronplatz 

14 

Suunto è da sempre accanto a 

tutti coloro che amano lo sport in 

tutte le sue sfaccettature e a coloro 

che amano sfidare se stessi e 

gli altri; così ha deciso di appoggiare 

l’evento 24 Hours Kronplatz 

che si è tenuto tra il 14 e il 15 

gennaio 2011 nel quale 16 atleti 

tenteranno di raggiungere il record 

in tre categorie: un dislivello 

totale di 1.000.000 metri percorsi 

da 16 atleti in totale (tentativo 

di gruppo); 250.000 metri di dislivello 

sciati dai 4 componenti 

di 4 squadre in totale (tentativo 

di squadra); record individuale 

di dislivello massimo giornaliero di 

almeno uno dei 16 sciatori (tentativo 

individuale), che ha un precedente 

primato registrato di 

53.577 metri di dislivello.

Atomic sponsor tecnico unico del Lussarissimo 2011 

Atomic, il marchio che ha guadagnato 15 Alpine Brand Ranking World Cups – le ultime 

sette in modo consecutivo – e che nel 2009 Atomic si è affermato come brand di maggior 

successo con 16 medaglie ai Mondiali di sci alpino in Val d’Isere, sarà sponsor tecnico 

unico del Lussarissimo 2011, lo slalom gigante più lungo del mondo che si svolge 

sulla pista di Prampero del Monte Lussari, già sede di due edizioni delle gare di Coppa 

del Mondo femminile. 

Giunto alla 6 a edizione, il Lussarissimo consiste in una serie di eventi sportivi che includono 

lo slalom gigante parallelo più lungo del mondo, una sci alpinistica in notturna, una 

staffetta di sci per i ragazzi delle scuole medie e una ciaspolata, competitiva e non. Le gare 

si svolgono a Tarvisio (UD), sulle piste utilizzate per le gare di Coppa del Mondo, nella 

cornice del Monte Lussari con il suggestivo santuario nei pressi del quale ci sarà la partenza 

del gigantissimo parallelo e l’arrivo della sci alpinistica. 

Nel gigantissimo parallelo, che si terrà il 12 marzo 2011, i concorrenti possono scegliere 

l’avversario con il quale gareggiare. Molti concorrenti ritornano ogni anno per provare 

l’emozione di una discesa sui 4 km della pista, sgombra dai turisti, su un divertente tracciato 

parallelo. Nella ski alp in notturna (che si terrà 11 marzo 2011), i concorrenti salgono 

al santuario per il Sentiero del Pellegrino, uno dei più suggestivi percorsi della regione. 

È possibile partecipare alla combinata “Up and Down – Ironmen del Lussari”, 1000 

metri di ski alp la sera e altrettanti in discesa con il gigantissimo della mattina seguente. 

La Ciaspolissima, gara con le racchette da neve, ha proposto due percorsi. Uno non 

competitivo di 5 km e uno competitivo di 10 km. Noleggio Ciaspole disponibile. I partecipanti 

hanno ricevuto un pacco gara con numerosi gadget e prodotti. Tutti i concorrenti, 

non solo i migliori, hanno potuto aspirare a ricchi premi. Per esempio nel Gigantissimo ci sono 

premi importanti in tutte le categorie, anche per il 50°, 100° e 150° tempo assoluto. 

II Sportler Telemark Festival 

Dopo il successo della scorsa stagione invernale il 15 e 16 

gennaio 2011 si è tenuta nel comprensorio sciistico di Carezza 

la seconda edizione dello Sportler Telemark Festival. 

Convinti che gli eventi di successo non vadano cambiati, gli 

organizzatori hanno mantenuto pressoché invariati gli ‘ingredienti’ 

per lo Sportler Telemark Festival 2011. Sono rimasti 

in primo piano anche per questa edizione il divertimento e 

la possibilità di provare le ultime novità legate al telemark. Il 

festival ha avuto inizio già il venerdì con la “Movie night” tenutasi 

a Castel Latemar con film che hanno appunto come 

protagonista il Telemark. 

Il sabato è stata data invece la possibilità di testare le ultime 

novità del telemark, di partecipare a workshop, tour guidati 

fuoripista e alla gara Italian Freeheel Master. A coronamento di questa giornata dedicata al Telemark 

il winner party a Castel Latemar. La domenica si è proseguito con la possibilitaà di ulteriori 

test, tour telemark e workshop. 

Special pack per un cult movie 

Con l’uscita nelle sale a fine dicembre di Tron Legacy, Reebok rende omaggio a tutti gli appassionati 

di fantascienza, reinventando in chiave super futuristica due modelli iconici tratti 

dall’archivio storico, Court Victory Pump ed Insta Pump: queste sneaker traggono, infatti, le 

loro colorazioni da quelle delle ambientazioni del film, e si ispirano ai costumi dei protagonisti 

attraverso una tomaia in pelle nera con inserti e grafiche blu ‘glow in the dark’, per scoprirne 

gli effetti speciali solo al buio. Sequel del cult anni ’80 Tron – considerato un capolavoro 

cinematografico per lo stile visuale unico e all’avanguardia con cui ha rappresentato la realtà 

virtuale – il film Tron Legacy 

è un avvincente viaggio ricco 

di azione e colpi di scena 

all’interno dei circuiti dei 

computer, sottolineato dalla 

colonna sonora dei Daft 

Punk, famosissimo e innovativo 

duo francese di musica 

elettronica. 

15

SPORT VILLAGE 

Pantalone da alpinismo 

modello PTU 179 

Giacca Soft-Shell 

modello GIU 43B 

Gipron 

on-line 

Gipron, storica 

azienda 

italiana 

specializzata 

nella 

produzione 

di bastoni 

per 

le diverse 

discipline 

sportive 

è on-line 

con il suo nuovo sito 

www.gipron.it. La navigazione all’interno 

delle diverse sezioni accompagna il visitatore 

alla scoperta del mondo Gipron in 

modo molto intuitivo. 

Nei moduli centrali, in home page, sono 

ospitate le novità e gli articoli tecnici, tra 

cui quelli riferiti ai rivoluzionari brevetti industriali 

Gipron. 

Sulla sinistra si trovano i menù relativi ai 

bastoni per sci alpino, sci nordico, sci alpinismo, 

trekking, trail running, nordic walking 

e passeggio, oltre ai prodotti speciali 

e alle linee di accessori, caschi e protezioni. 

Ampio spazio è dedicato anche ai 

brand rappresentati, tra cui Colltex (pelli di 

foca) e Inook (racchette da neve). 

Il sito, dalla grafica moderna e accattivante, 

è stato ideato con la duplice funzione 

di far conoscere l’eccellenza dei prodotti 

dell’azienda lombarda sia ai clienti finali, 

sia ai retailer potenzialmente interessati 

ad inserirli in assortimento. 

Gipron.it è la vetrina sul Web di una realtà 

che scommette da sempre sul made 

in Italy per esaltare le prestazioni e amplificare 

le emozioni degli atleti di vertice e 

degli sportivi più esigenti. 

MTB tra spiaggia & pineta 

Torna dal 27 marzo 2011 Sportur Bicycle 

Show. La vera full immersion nel mondo della 

bici, che animerà le strade di Cervia-Milano 

Marittima e dintorni, fino a domenica 3 aprile, 

giornata dedicata alla 15 a Granfondo di Ciclismo 

Selle Italia – La Via del Sale. 

Ad aprire la kermesse ciclistica sarà la sesta 

edizione della Granfondo FRW di MTB Spiaggia 

& Pineta. Opportunità per tutti gli appassionati 

di ciclismo fuoristrada di mettere alla 

prova la propria resistenza e preparazione su 

uno splendido percorso di 40 km, dalle caratteristiche 

tecniche ricercate e particolari. 

Dopo il successo delle scorse edizioni, per 

il sesto anno, l’azienda di Ravenna ha voluto 

battezzare la gara con il proprio nome per 

confermare l’appartenenza al mondo della 

mountaibike, che ha segnato le origini di 

FRW. 

La gara con partenza alle ore 10 davanti al 

Fantini Club (Spiaggia 182 di Cervia), si svilupperà 

lungo un inedito percorso che vedrà 

alternarsi il fondo sabbioso della battigia a 

quello su terra della splendida pineta di Milano 

Marittima. 

La quota di iscrizione di 15 euro (25 euro il 

26 e 27 Marzo), comprende gadget tecnico 

FRW, assistenza, ristoro lungo il percorso e 

pasta-party finale, a base di prodotti tipici del 

territorio. 

16 

COLVET SRL 

Via Mareno, 11 

31025 - Santa Lucia di Piave (TV) 

Tel. 0438 700 321 

Fax 0438 460 553 

www.colvet.it – info@colvet.it 

Euroshop 2011: sempre più global 

Euroshop 2011 sta diventando un punto di riferimento per 

gli operatori di un retail “sempre meno europeo e sempre 

più global”. Il salone, che è biennale e si terrà a Düsseldorf 

dal 26 febbraio al 2 marzo prossimi, conta oltre 1500 

espositori provenienti da 50 nazioni (quasi 150 quelli italiani), 

distribuiti su una superficie di circa 105mila metri 

quadrati. Quattro le piattaforme principali dell’evento: EuroConcept 

ospiterà il meglio della progettazione, dell’arredamento 

e dell’illuminazione per i negozi, mentre EuroSale 

accoglierà tutte le novità in materia di visual merchandising, 

promozione vendite e Pos-marketing. EuroCis sarà 

a sua volta il punto di riferimento per l’IT e la sicurezza, 

cui si aggiunge EuroExpo, dedicato agli allestimenti fieristici 

e agli eventi. 

Il focus dell’appuntamento è la sostenibilità. Nella sezione 

Ecopark saranno presenti aziende specializzate in settori 

sulle energie rinnovabili e i prodotti ad efficienza energetica. 

Nuovo anche il Designer Village, pensato per gli architetti 

del punto vendita.

Un podio quasi tutto Uvex ad Aspen 

Tessa Worley è la reginetta di Aspen. La 21enne francese 

ha ottenuto nel gigante del Colorado la terza vittoria in carriera 

in Coppa del Mondo (le prime due raggiunte proprio ad 

Aspen, dove aveva già vinto nel 2008). La Worley, ottava dopo 

la prima manche, ha chiuso in 2’06”81, appena 1/100 

meglio della tedesca Viktoria Rebensburg, che aveva chiuso al comando la prima manche. La 

21enne oro olimpico a Vancouver si consola però balzando al comando della classifica di Coppa 

del Mondo, che ora guida con 180 punti, 26 in più della connazionale Maria Reisch. Terza nel 

gigante di Aspen un’altra tedesca, Kathrin Hoelzl, che ha chiuso ad appena 3/100 dalla Worley. 

Quarta l’austriaca Elisabeth Goergl, che ha chiuso a 6/100 dalla vincitrice. Quinta e migliore 

delle azzurre la 20enne Federica Brignone, staccata di 43/100 e autrice di una grande rimonta 

nella seconda manche, dopo aver chiuso al 14° posto la prima discesa. 

World Junior Short Track con Jaked 

Dal 25 al 27 febbraio, a Courmayeur, sono in programma i Campionati Mondiali Juniores di Short 

Track. Torna così, grande protagonista, il ghiaccio del Forum Sport Center di Courmayeur, ancora 

una volta palcoscenico di un importante appuntamento con lo sport ai massimi livelli; l’evento porterà 

infatti a Courmayeur i migliori giovani campioni maschili e femminili del momento che si contenderanno 

i titoli dei 500, 1000 e 1500 m individuali, nonché le staffette sui 3000 m. 

In tre giornate di grande sport sul ghiaccio, con gare ai massimi livelli, per la prima volta 

al fianco degli atleti della Federazione 

Italiana Sport del 

Ghiaccio vi sarà in qualità di 

sponsor tecnico Jaked, che 

promette il miglior supporto 

tecnico con le tute integrali 

da gara e tutto l’abbigliamento. 

Uno speciale “in bocca al 

lupo” agli azzurri. 

Mico Sport Sponsor Tecnico Fisip 

Mico Sport S.p.a. ha siglato un accordo ufficiale con la FISIP (Federazione Italiana Sport Invernali 

Paralimpici) per la fornitura di materiale (abbigliamento tecnico sportivo underwear e calze) per la 

stagione in corso 2010-2011 con opzione di prolungamento quadriennale fino al 2014. 

L’accordo è stato siglato presso la sede Mico Sport a Brescia alla vigilia dei Campionati del Mondo 

per atleti con disabilità. Il presidente della neonata Federazione, Tiziana Nasi, e il segretario generale 

FISIP hanno incontrato i vertici dell’azienda specializzata in abbigliamento tecnico sportivo 

e già sponsor tecnico FISI fino al 2014. 

La FISIP si è costituita solo a giugno dello scorso anno tramite l’assemblea delle società sportive 

affiliate al CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e ha eletto il suo consiglio federale il 25 settembre 

a Tivoli. La neonata Federazione ha come Presidente Tiziana Nasi e conta 60 società sportive 

per oltre 650 atleti affiliati nelle quattro discipline che regola, ovvero sci alpino, fondo, biathlon e 

snowboard. Compiti FISIP saranno sostenere lo sport disabile dalla gestione dello sport di base 

fino alla sua massima espressione agonistica. La sede è Torino dove il movimento ha conosciuto 

un entusiasmo mai sopito a seguito dei Giochi Paralimpici Invernali del 2006. 

“Siamo felicissimi di questo accordo – sottolinea Primo Cortinovis, titolare Mico Sport – per diversi 

motivi. Innanzitutto perché da anni seguiamo 

con attenzione e amicizia molti atleti disabili che si 

stanno distinguendo nel panorama nazionale e internazionale 

con ottimi risultati, in seconda battuta 

perché amiamo gli sport invernali con la stessa passione 

e lealtà che contraddistinguono il movimento 

ora guidato da FISIP. Questa Federazione era necessaria 

da tempo per consentire a un movimento 

in crescita di ampliarsi e consentire a tante persone 

di esprimere il proprio potenziale vitale. Non appena 

le carte lo consentiranno estenderemo l’accordo 

su base quadriennale, come con la FISI.” 

17

SPORT VILLAGE 

>> 

Maria Sharapova entra nel team Head 

Maria Sharapova rappresenta nel circuito WTA l’unione tra 

stile e prestazione in campo. 

La 23enne russa dal 1° gennaio 2011 coniuga il suo stile 

alle performance Head: Maria entra a far parte del team 

dei “Raquet Rebels Head”, già ricco di grandi giocatori 

di successo. 

Head è davvero orgogliosa di annunciare questa new entry 

nel suo team di tennisti, che comprende al momento 

Novak Djokovic, Andy Murray e Robin Soderling, rispettivamente 

il numero tre, quattro e cinque della classifica 

mondiale maschile ATP. 

Johan Eliasch, Ceo di Head N.V. ha detto: “Siamo fieri di 

avere con noi Maria, con tanti altri grandi atleti del tennis 

come Novak, Andy e Robin. Lei ci permette di creare un team 

femminile ancora più forte, affiancando Victoria Azarenka 

e Svetlana Kuznetsova.” 

Maria e Head si sono subito messi al lavoro per realizzare 

una nuova racchetta che supporterà in modo perfetto il 

gioco potente della tennista 

e la aiuterà a risalire ad una 

posizione top della classifica 

WTA. “Sono emozionata 

di far parte del team Head e 

non vedo l’ora di collaborare. 

Con la mia nuova arma 

sono fiduciosa di riconquistare 

presto un posto tra le 

prime 10”, così l’atleta spiega 

la decisione che l’ha portata 

a scegliere di scendere 

in campo con Head. 

Roxy Chicks’games 2011 

Roxy Chicks’Games 2011, l’evento di snowboard al femminile 

più divertente dell’anno, torna da febbraio per la 

quarta edizione con un doppio appuntamento: dall’11 al 

13 febbraio in Abruzzo, a Pescocostanzo (Aq) e il 12 e 13 

marzo 2011 in Piemonte a Prato 

Roxy Chicks’Games è dedicato alle tutte le rider che amano 

e praticano lo snowbaord. Dalle grandi atlete a cui è dedicato 

un contest solo per loro, alle principianti con la possibilità 

di essere affiancate da maestri della Federazione 

Italiana Sport Invernali. 

Due weekend di grande adrenalina, divertimento, con shooting 

fotografici e realizzazione di un filmato ufficiale dei Games 

a cura di Ritm. Il tutto arricchito da gadget, da premi Roxy 

Chicken Jam e da tanti altri offerti da diversi partner della 

manifestazione. Come i riconoscimenti per la “Best Chicks” 

e per la migliore rider di ogni camp che saranno dati da Hello 

Kitty Ollie team, fino alla possibilità di vincere 3 wild card 

che daranno la possibilità di concorrere al premio finale di 

1000 Euro per la finalissima del contest di Prato Nevoso! 

Per l’iscrizione al contest on-line e continui aggiornamenti 

con la possibilità di prenotare ski pass, pernottamenti e 

tutto quello che offrono le due location di riferimento su: 

www.chicksonboard.it o all’indirizzo e-mail: info@chicksonboard.it. 

48.10 con la Scuola 

di sci Azzurra di Cortina 

Cortina è certamente una delle 

località sciistiche più ambite e la 

sua Scuola di Sci Azzurra è certamente 

una delle scuole italiane 

più prestigiose per qualità dei 

maestri impegnati: non solo bravi 

maestri, ma Istruttori Nazionali, Allenatori 

Nazionali e atleti con importanti 

esperienze agonistiche. 

Proprio Kristian Ghedina, il campione 

della nazionale di discesa libera, 

che vanta il primato di italiano 

con maggior numero di vittorie 

nella disciplina, ne fa orgogliosamente 

parte. 

Da questa stagione tutti i maestri 

della Scuola Azzurra vestiranno 

i capi tecnici di 48.10, l’azienda 

specializzata in abbigliamento 

sci e outdoor, particolarmente attiva 

nella fornitura a scuole sci e 

ai più esperti sciatori che cercano 

anche nei capi di abbigliamento la 

performance massima. 

Grazie alla capacità di 48.10 di 

saper combinare in maniera bilanciata 

tutte le caratteristiche fondamentali 

di un capo da sci, la Scuola 

Azzurra di Cortina ha scelto per 

questa stagione e per le prossime 

l’azienda italiana. 

Il colore della giacca sarà un’esclusiva 

della Scuola Azzurra: partendo 

dalla colorazione ‘scozzese’ tipica 

della collezione 48.10, si è 

scelta una variante cromatica azzurra 

che, oltre a richiamare il nome 

della scuola, renderà facilmente 

riconoscibili i maestri anche a 

distanza, senza peraltro mancare 

l’obiettivo di eleganza che il capo 

offrirà anche nelle strade della 

bellissima cittadina ampezzana. 

48.10 fornisce anche tutti maestri 

di sci delle 22 scuole della 

Valle d’Aosta, insieme alle scuole 

di Chamonix, Argentier, Les Houches 

in Francia e Sankt Moritz in 

Svizzera. 

18

Campionati sciistici truppe alpine 

nel segno di Mico Sport 

Anche la 63ª edizione dei Campionati Sciistici 

delle Truppe Alpine (CaSTA) in programma 

dal 30 gennaio al 4 febbraio 2011 

in Alta Val Pusteria, (Dobbiaco, San Candido 

e Sesto Punteria) e Complico Superiore, 

vedono Mico Sport tra i partner ufficiali. 

Mico Sport ha confermato la sponsorizzazione 

delle scorse edizioni e fornisce i suoi 

prodotti di abbigliamento tecnico sportivo 

agli atleti premiati nelle varie gare. L’azienda, 

leader nella produzione di abbigliamento 

tecnico di primo livello, offre da oltre 40 

anni soluzioni studiate per rispondere a 

ogni necessità di impiego, sempre alla ricerca 

della massima performance in termini 

di comfort, prestazioni, protezione e affidabilità. 

Tutte le rappresentative hanno potuto 

ricevere consulenza per i prodotti Mico 

Sport durante la settimana delle gare. Dalle 

linee di calze sportive per alta montagna fino 

alla linea technical underwear, Mico Sport continua a sviluppare prodotti 

di eccellenza per primo, secondo e terzo strato. 

“Il movimento sportivo invernale ci vede da sempre in prima fila – ricorda 

Primo Cortinovis, titolare di Mico Sport – ma la passione e la dedizione 

che le Truppe Alpine riservano alla montagna e allo sport che vi si 

pratica è tale che ci piace indicarlo come esempio per tutto il movimento 

sportivo.” L’abbigliamento Mico Sport è il premio per i vincitori delle 

diverse gare in programma: un regalo tecnico per chi si distinguerà in 

quello che è considerato l’appuntamento sportivo di punta nello scenario 

sportivo di montagna. 

Vibram Brand of the Year 

Lo scorso 30 novembre, Vibram 

ha ricevuto presso il Museum of 

Modern Art di New York (MoMA), 

il prestigioso premio “Brand of the 

Year”, del Footwear News Magazine. 

Il prestigioso riconoscimento 

è stato consegnato all’azienda 

Varesina per la forza del marchio, 

sempre più apprezzato dai consumatori 

e per la capacità di innovare 

sempre, grazie ai Vibram fivefingers®. 

“Niente quest’anno ha catturato 

l’attenzione del pubblico e ha 

cambiato la percezione dell’industria 

calzaturiera più dei Vibram Fivefingers”, 

scrive Jennifer Beaudry, 

redattrice di Footwear News. 

L’Award annuale di Footwear 

News Magazine, ormai alla sua 

ventiquattresima edizione, rende 

omaggio ai migliori 14 brand 

che hanno contribuito a creare un 

buzz, a fare accordi vantaggiosi, 

ad aumentare le vendite e ad avere 

risultati positivi in una situazione 

finanziaria globalmente difficile. 

Dieci rappresentati di Vibram 

S.p.A. provenienti da Vibram Italia, 

Vibram China e Vibram USA 

hanno partecipato alla cerimonia 

di premiazione che si è tenuta 

al Museum of Modern Art 

di New York. Il presidente di Vibram 

S.p.A. Marco Bramani e il 

direttore di Vibram USA Tony 

Post hanno ritirato il premio, riconoscendo 

il duro lavoro di tutti i 

dipendenti e ricordando al pubblico 

in sala l’influenza esercitata 

da Vibram sull’industria calzaturiera 

degli ultimi 75 anni. Nella 

foto, Marco Bramani (al centro), 

presidente di Vibram SpA, con 

i suoi dipendenti, tra cui Matteo 

Crovetto, Vibram China General 

Manager (primo a destra), alla 

cerimonia di premiazione. 

19

SPORT VILLAGE 

>> 

X-Bionic dice ‘No’ all’ISPO 

“Maggior sostegno ai rivenditori specializzati. L’evento 

Ispo comporta un enorme dispendio di risorse. La nostra 

intenzione è quella di ridestinare queste energie allo 

scopo di fornire un maggior supporto ai nostri rivenditori”, 

hanno detto Andreas Söffker, nuovo Responsabile 

Marketing e Direttore Vendite di X-Technology, e i leader del mercato X-Bionic®, X-Socks® e 

Apani®. Quindi “no” all’Ispo e un grosso “sì” ai rivenditori. 

X-Bionic è famosa per i suoi pluripremiati stand Ispo, che hanno sempre rispecchiato la natura 

hi-tech del marchio. Tuttavia, questo evento richiede ogni anno un enorme dispendio di fondi. Il 

team Ispo è effettivamente impegnato per sei mesi e cinque designer progettano stand e grafiche; 

il tutto comporta un’ingente mole di ore lavorative. Per non parlare del materiale aggiuntivo, 

del costo del trasporto e del personale. 

“Le nostre prime partecipazioni all’Ispo hanno permesso di ottenere i risultati che ci eravamo prefissati. 

X-Bionic ha consolidato la sua reputazione internazionale e i clienti hanno risposto positivamente 

mostrando una forte propensione all’acquisto. Ora è il momento di rivolgere la nostra 

attenzione ai rivenditori per assicurarci di essere presentati nella maniera che si confà ad un marchio 

premium. Abbiamo scelto di dedicare le maggiori risorse possibili a questo scopo” ha commentato 

Andreas Söffker, presentando la nuova strategia che include un programma completo 

di eventi con la camera del freddo X-Bionic, che ha suscitato un interesse considerevole all’Ispo 

nel febbraio 2010 (nella foto). Sarà previsto anche un maggior sostegno per i rivenditori, direttamente 

nel punto vendita, e verrà sviluppata una specifica campagna pubblicitaria basata sulla 

carta stampata. Personale altamente formato ha reso possibile un considerevole incremento del 

volume delle vendite e una crescita dell’utile, specialmente nel settore premium. Questo è il motivo 

per cui X-Bionic sta organizzando sessioni di formazione proprio all’interno dei suoi impianti 

di produzione, a sud del Lago di Garda. Al personale addetto alle vendite sarà data l’opportunità 

di arrivare a conoscere veramente il marchio e di acquisire l’esperienza necessaria. Con il suo 

nuovo approccio, X-Bionic si sta concentrando su una strategia fortemente fondata sui rivenditori, 

gratificando i partner commerciali per il loro impegno. 

20 

Pista al divertimento 

Dopo il grande successo a Fai della Paganella, 

l’evento più cool dell’inverno una volta ancora 

fa tappa in Trentino. Sci e scarponi ai piedi, 

i rider Nordica sono pronti a coinvolgere 

i giovani nel mondo del Freeski. Tra musica, 

party, neve e sport, i migliori atleti nazionali e 

internazionali conquisteranno il pubblico con 

nuovi trick ed evoluzioni da brivido. Alcuni Nomi: 

Dimitri Sartor, Davide Cusini, Federico Fette 

De Albertis, Marco Eydallin e Paolo Martinoglio. 

Il camp è dedicato a chi vuole avvicinarsi 

al Freeski e mettersi alla prova. Per chi non ha 

l’attrezzatura, Nordica mette a disposizione la 

collezione 2010-11. 

Il primo appuntamento è stato il 15 gennaio a 

Passo Brocon in collaborazione con le Funivie 

Lagorai: alle ore 9 aprono il villaggio e il circuito 

Superauto dove testare i modelli Skoda. Alle 

ore 10 si inizia con il training allo snowpark 

LGR Playground. Due giorni all’insegna del divertimento 

e un’occasione per provare i migliori 

sci e scarponi Nordica. Alle 21 di sabato 

i ragazzi del Team hanno poi dimostrato tutta 

la loro abilità in una demo: a seguire una grande 

festa presso il rifugio Heidi ai piedi delle 

piste a suon di musica. La giornata 

della domenica è stata poi 

dedicata ai salti e alle evoluzioni, 

sempre in compagnia del Team 

Nordica. 

Il tour Nordica è proseguito con 

una seconda tappa nell’altopiano 

della Paganella. Questa volta l’appuntamento 

è stato nella località Laghet ad Andalo. 

Alle ore 9 di sabato 22 gennaio apertura 

del villaggio e in contemporanea al circuito 

di Superauto dove si è svolta l’anteprima 

del nuovo Amarok di Casa Volkswagen da 

sperimentare sulla neve. Alle ore 10 è partito 

come sempre il programma dei ragazzi 

di Freeskicamp.it e a fine giornata, la festa 

organizzata in collaborazione con Monster 

Energy. 

Domenica è proseguito il training per tutta la 

giornata, fino alle 17. 

Il Freeskicamp vede la collaborazione di partner 

interattivi a supporto dell’evento: oltre alla 

conferma di Monster Energy ci saranno Peak 

Performance e Level. Interessante anche l’intervento 

di GoPro (Gruppo Athena) che darà 

a tutti la possibilità di riprendere le proprie 

evoluzioni e caricare on-line il proprio video. 

I migliori verranno premiati da una apposita 

classifica. 

Prossime tappe: 12/13 febbraio a Bondone, 

19/20 febbraio a Pescocostanzo, 26/27 febbraio 

a Campo Felice, 5/6 marzo ad Alleghe, 

19/20 marzo a Livigno.

Rinnovato l’impegno al fianco delle nazionali di sci 

alpino e nordico di Slovenia e Croazia fino al 2014. 

Mico Sport sarà partner tecnico delle squadre di Tina 

Maze e Ivica Kostelic. Un’altro grande accordo 

dopo quello con la FISI italiana. 

L’azienda italiana fornirà abbigliamento tecnico sportivo 

alle due squadre nazionali con lo spazio rollneck 

fino al 2014. Tina Maze, atleta di punta del team sloveno 

e Ivica Kostelic per quello croato, sono solo due 

degli sportivi che vestiranno Mico durante la coppa 

del mondo di sci alpino. Le due federazioni sono state 

le prime con le quali Mico è apparsa in Coppa del 

Mondo, persino prima di diventare sponsor FISI (a 

metà degli anni novanta). Fino al 2002 Mico occupava 

lo spazio rollneck, poi c’è stata una pausa di sponsorizzazione 

tecnica, ora recuperata. 

Trend e arredi à la carte 

Mico Sport sponsor tecnico delle Federazioni 

croata e slovena di sci alpino e nordico 

“À la carte” è il leitmotiv con cui la Umdasch 

Shop-Concept e la Assmann La-denbau 

partecipano alla prossima edizione della EuroShop, 

fiera settoriale de-dicata all’arredamento 

e ai beni di investimento per il commercio, 

in programma dal 26 febbraio al 2 

marzo 2011 a Düsseldorf. I due marchi di 

punta del gruppo Umdasch Shopfitting promettono 

ai visitatori della kermesse le novità 

in materia di tendenze, materiali sostenibili, 

intrattenimento e gioie del palato servite 

al padiglione 12 da una cuoca stellata e dai 

professionisti Umdasch e Assmann. Ingredienti 

selezionati, ricette creative e una preparazione 

da professionisti: un’esperienza 

sensoriale a tutto tondo. “È stata questa 

la nostra riflessione pensando al format per 

la EuroShop 2011” spiega Helmut Neher, 

In questo modo l’azienda italiana, dopo aver rinnovato 

l’accordo con la FISI fino al 2014, fornirà la sua 

linea technical underwear e calze sportive anche alle 

nazionali di Croazia e Slovenia. 

Una sponsorizzazione che conferma la vicinanza 

di Mico Sport al mondo sportivo invernale per il 

quale sviluppa da oltre 30 anni una gamma completa 

di abbigliamento tecnico, svettando nel delicato 

settore del contatto-pelle (calze, primo strato, 

sotto maglia, sotto casco, sotto guanti) con 

numerose innovazioni per garantire termicità, traspirazione 

e freschezza. 

Oltre a fornire materiali innovativi e altamente performanti, 

Mico Sport fornisce la propria consulenza 

tecnica agli atleti affiancandoli nel raggiungimento 

dei loro obiettivi agonistici. 

amministratore delegato e responsabile del 

settore arredamento di negozi del gruppo 

Umdasch. Il cuore dello stand di 800 m² di 

estensione sarà costituito da un ampio spazio 

dedicato alla comunicazione, in cui coccolare 

i visitatori con specialità culinarie e informazioni 

di prima mano. 

Agli stand Umdasch e Assmann un’altra novità 

con la presentazione in anteprima del 

“Dizionario dell’arredamento e del marketing” 

edito dalla Umdasch Shop Academy in 

collaborazione con la casa editrice Callwey- 

Verlag di Monaco di Baviera. L’opera è composta 

da due volumi: uno contenente circa 

1000 voci appartenenti ai settori architettura, 

shop design, illuminotecnica, marketing 

e visual merchandising. Il secondo volume 

conterrà i contributi di 28 esperti di calibro 

internazionale su tematiche attuali come il 

retail e lo shopfitting. 

Lafuma sponsor 

del Ciaspatour 2011 

Lafuma Italia LMO srl sponsorizza 

un appuntamento imperdibile per 

gli amanti delle ciaspole di tutte le 

età, il Ciaspatour 2011 che prevede 

cinque tappe in altrettante 

località montane nelle nostre Alpi, 

più una particolare ciaspolata 

in riva al mare. 

Il logo Lafuma era presente su tutti 

i pettorali dei partecipanti, che 

erano già stati numerosi alla 2° 

Granfondo delle Dolomiti del 9 

gennaio a Calalzo di Cadore (BL) 

e che non hanno perso l’appuntamento 

del 16 gennaio con la 1° 

CiaspDolomitica di Padola di Comelico 

(BL) e del 30 gennaio con 

la 5° Craspada Dolomitica di Canal 

San Bovo (TN). 

Il mese di febbraio offrirà altre 

splendide e suggestive tappe con 

la 1° CiaspAuronzo del 5 febbraio 

ad Auronzo di Cadore (BL) e 

la 3° Ciaspolada in Marcesina del 

13 febbraio ad Enego (VI). Domenica 

primo maggio sarà, invece, la 

volta della singolare Ciaspolata in 

Riva al Mare di Bibione (VE), giunta 

alla sua seconda edizione. 

21

SPORT VILLAGE 

Mido 2011: innovazione, 

ricerca, moda, design 

Mido è l’indiscusso appuntamento 

dedicato al settore occhialeria, 

imperdibile a livello mondiale. 

Lo attesta la fiducia che anche 

quest’anno le aziende – nazionali 

e internazionali – gli hanno confermato. 

L’edizione 2011 vede infatti 

la partecipazione di tutte le 

più importanti aziende del settore 

e l’esordio di nuove giovani realtà 

produttive – italiane e straniere 

– votate all’innovazione e alla 

sperimentazione, che hanno scelto 

proprio Mido per fare il loro debutto 

nel mondo dell’eyewear. Per 

questa 41 a edizione è da segnalare 

anche la presenza di realtà rilevanti 

legate alla distribuzione organizzata. 

Il Salone 2011 conferma l’appuntamento 

con Mido Design 

Lab, un’area che accoglie le 

aziende più all’avanguardia in termini 

di sperimentazione e di design, 

e che ogni anno propone 

nuovi percorsi per avvicinarsi al 

mondo dell’occhiale. Inaugura 

una nuova realtà espositiva, Mido 

Fashion District, un’area occupata 

dalle più grandi aziende legate 

al mondo dell’eyewear, in pratica 

una vera e propria piazza su 

cui si ‘affacciano’ queste importanti 

realtà produttive. Ha un allestimento 

creato ad hoc – e curato 

dall’architetto e scenografo 

Francesco Pagliariccio, affermato 

designer, che ha scommesso 

sulla forma del cerchio, evocativa 

dell’occhiale e della lente, come 

leitmotiv dell’intero layout, tutto 

da scoprire. 

Il concetto di agorà torna anche 

nel Padiglione di Lenti e Macchinari, 

con lo spazio denominato 

Health and Innovation, luogo deputato 

alla presentazione di tutte 

le novità tecniche dedicate alla 

salute e alla prevenzione. Design, 

moda, tecnologia e formazione. 

Mido 2011 propone anche 

momenti di approfondimento 

legati al settore con una serie di 

Dryarn e Assosport in onda Su Sky 

convegni tematici di grande attualità. 

Infine, anche per la prossima 

edizione, torna all’interno 

della fiera il servizio che Mido ha 

introdotto per primo: lo sportello 

anticontraffazione. 

Strizzando l’occhio alla multimedialità, 

la fiera metterà a disposizione 

dei visitatori, una nuovissima 

applicazione per iPhone e 

iPad, i cui contenuti saranno visibili 

anche dagli altri smartphone, 

e che darà tutte le informazioni 

utili per arrivare in fiera, 

consentirà di trovare subito le 

coordinate degli stand preferiti, 

di reperire informazioni e immagini 

sui modelli presentati dalle 

aziende e altre utilissime funzioni 

interattive. Così il salone sarà 

a portata di touch. L’appuntamento 

è dal 4 al 6 marzo. 

Dryarn è la protagonista di 

“Diari di Viaggio”, una trasmissione 

in onda dal 3 gennaio 

sul canale Marco Polo di Sky, 

insieme alle altre associate di 

Assosport. 

La giornalista e presentatrice 

Savina Confaloni (nella foto) 

indossa abbigliamento e accessori 

forniti da Dryarn e dalle 

aziende dello Sportsystem 

in un programma dedicato allo 

sci e alle discipline invernali. 

Le riprese sono avvenute in Val Badia, in vari contesti che hanno offerto 

l’occasione di dare visibilità ai brand che propongono prodotti differenti, 

dalla tuta da sci al casco, dai bastoncini ai guanti. 

La t-shirt underwear Dryarn indossata da Savina Confaloni è particolarmente 

indicata per gli sport invernali: leggerissima e traspirante, garantisce 

un eccezionale comfort termo fisiologico: Dryarn tiene caldo 

in presenza di clima esterno anche particolarmente rigido e garantisce 

una pelle sempre asciutta grazie alle sue doti di altissima traspirabilità. 

Così come evidenziato dai risultati dei test, Dryarn si è rivelato il partner 

ideale per la realizzazione di capi sportswear dedicati all’inverno. Idrorepellente 

e termoregolatore, pratico e confortevole, traspirante e batteriostatico, 

Dryarn è ideale per tutti i capi che uno sport estremo espone 

a forte stress, frequenti variazioni climatiche, condizioni estreme. 

22

Un progetto green-oriented 

Già membro attivo dell’European 

Outdoor Group, l’associazione europea 

delle aziende outdoor impegnata 

in iniziative di sostenibilità, Aku è 

da tempo coinvolto in progetti sociali 

e di salvaguardia ambientale. Ricordiamo, 

fra gli altri, le partnership con 

spedizioni composte da atleti diversamente 

abili, i progetti di aggregazione 

outdoor dedicati ai più piccoli, 

le collaborazioni con rifugi alpini a 

impatto zero sull’ambiente circostante. 

L’obiettivo è diffondere una nuova 

sensibilità e nuovi atteggiamenti fra i 

dipendenti, anche a seguito della recente 

riapertura della linea produttiva 

italiana: una nuova cultura che porta 

con sé il non trascurabile vantaggio 

di ridurre i costi di gestione. Con 

il supporto di un team di specialisti, si 

è partiti dall’analisi della natura dei rifiuti 

prodotti nelle varie aree – produzione, 

magazzino, uffici – allo scopo 

di rendere più efficiente il sistema di 

raccolta. Sei le tipologie di rifiuti individuate: 

carta e cartone, imballaggi 

in plastica, residuo secco, pellami 

e tessuti, bicchieri e bottiglie, stracci 

e rifiuti pericolosi. Ad ogni tipo di rifiuto 

corrisponde un contenitore dedicato 

trasparente che permette il controllo 

del contenuto, insieme a punti 

di raccolta esterni per i rifiuti più impegnativi. 

Un progetto nel progetto riguarda le 

aree dedicate alla “pausa caffè”, dove 

i rifiuti individuati sono di natura diversa 

rispetto a quelli delle aree produttive. 

Per dividere correttamente 

bicchieri e palette per il caffè, bottiglie 

per acqua minerale e bibite, lattine, 

involucri per snack e contenitori 

in tetrapak per succhi di frutta e tè 

viene utilizzato un sistema innovativo 

che rende semplice la gestione qualitativa 

dei rifiuti da parte dei dipendenti 

e, di conseguenza, ne semplifica lo 

smaltimento. Con l’implementazione 

del Recycling Program, Aku si conferma 

dunque in prima linea nel diffondere 

un modello di azienda e di 

cultura outdoor più responsabile e 

coerente, a partire dai piccoli gesti 

quotidiani. 

Millet sponsor della Transcavallo World 

Cup e del 4° Trofeo dell’Etna 

Anche nel 2011 Millet sarà sponsor tecnico della Transcavallo 

World Cup e del 4° Trofeo dell’Etna, le celebri 

competizioni di scialpinismo che nel mese di febbraio 

attireranno atleti da ogni parte del mondo. 

Il 5 febbraio 2011 sarà la volta della Transcavallo World 

Cup dell’Alpago (BL): sulle nevi che si specchiano sul 

Lago di Santa Croce, dopo un anno di assenza dalle 

competizioni internazionali, si disputerà una prova di 

Coppa del Mondo. Un evento sportivo che richiamerà 

nel Veneto e in Provincia di Belluno oltre venti nazioni 

con circa quattrocento atleti che gareggeranno per aggiudicarsi 

i punti della Coppa del Mondo. Il 6 febbraio, 

invece, si svolgerà la 28 a edizione della Transcavallo, 

gara di scialpinismo a tecnica classica per tutti gli atleti 

iscritti alla Fisi o ad analoghe Federazioni straniere. La 

gara si svolge nel gruppo montuoso del Monte Cavallo 

tra le province di Belluno e di Pordenone. Ogni anno la 

manifestazione sportiva richiama circa 150 squadre che 

si danno battaglia lungo un percorso di oltre 16 chilometri 

con 1800 metri di dislivello di sola salita. Millet fornirà 

come premi una selezione di attrezzi dalla propria 

collezione inverno 2010-11. 

Il 12 febbraio 2011 Millet giungerà sul vulcano più alto 

d’Europa in occasione del 4° Trofeo Internazionale 

dell’Etna, la tappa più a sud del circuito di Coppa Italia 

2011 di Scialpinismo. Millet premierà i primi classificati 

uomo e donna di questa suggestiva competizione caratterizzata 

da un tracciato veramente spettacolare che 

porterà gli atleti, partiti dal Rifugio Sapienza (1910 m), 

ad affrontare la discesa nella temibile Valle del Bove e 

l’ascesa fino al cratere centrale (3340 m). La fatica sarà 

ripagata dalla vista ineguagliabile che spazia dalle Isole 

Eolie fino allo Stretto di Messina e al Golfo di Augusta. 

L’ultimo tratto della gara prevede la discesa fino al 

Rifugio Sapienza. 

L’atmosfera di Coppa Italia coinvolgerà anche Nicolosi, 

il paese ai piedi dell’Etna, dove saranno allestiti stand 

espositivi dal 10 al 12 febbraio. Per la cerimonia d’apertura 

appuntamento alle 18,30 di venerdì 11 febbraio in 

P.zza Vittorio Emanuele con presentazione della gara e 

degli atleti. Per sabato 12 alle 17,30 è prevista la cerimonia 

di premiazione e a seguire festa in paese per atleti 

e appassionati. 

Inoltre fino a marzo 2011 Millet sponsorizzerà anche il Circuito 

di Cronoscalate Ski-Alp sotto le stelle e il sole, gare 

di scialpinismo notturne e diurne su percorsi che si snodano 

tra le più incantevoli località sciistiche del Piemonte 

e della Valle d’Aosta. I prossimi appuntamenti sono previsti 

per il 26 gennaio a Torgnion con la 6 a edizione del 

Memorial Renato Trono, il 2 febbraio con la 2 a edizione 

del “Sotto la luna di Saint Barthelemy” e il 9 febbraio con 

la 10 a edizione Cronoscalate Notturna Fondazione Funivie 

Oropa. Ogni settimana un appuntamento fino al 20 

marzo. Millet 

metterà 

a disposizione 

una 

selezione 

di attrezzi 

per la 

premiazione 

dei vincitori. 

23

SPECIALE PITTI UOMO 79 

L’era 

della creatività 

strutturata 

24 

Woolrich 

dedica una 

Capsule al mitico 

esploratore 

americano Richard 

Byrd che nel 1939 

sfidò l’Artico. 

Tessuti in kevlar 

e un nuovissimo 

brevetto 

antifreddo 

La crisi c’è, nessuno può negarlo, 

proprio per questo bisogna 

reagire sovvertendo i ‘soliti’ 

schemi della pura logica del brand, 

focalizzando su un equo (e più accessibile) 

rapporto qualità/prezzo, e 

anche su servizio, innovazione e su 

una maggiore caratterizzazione di 

prodotti e punti vendita. È questo, in 

estrema sintesi, il messaggio comunicato 

dalle aziende più interessanti 

che hanno esposto alla Fortezza da 

Basso, e che abbiamo visitato durante 

i quattro elettrizzanti giorni 

della manifestazione fiorentina, ormai 

capitale indiscussa della moda 

maschile. Alla vigilia dell’apertura, la 

questione che tutti si ponevano era 

verificare le conseguenze della forte 

spirale recessiva in corso, e la risposta 

è venuta chiara. L’etimologia della 

parola greca krisis nella sua accezione 

di opportunità è stata seguita 

in pieno da chi ha osato investire 

in ricerca e in qualità, potenziando 

valori come prodotto, ricerca, 

razionalizzazione produttiva e organizzativa, 

per essere in sintonia 

con il retail in un 

nuovo mondo che 

si erge dalle ceneri 

di oggettive difficoltà 

per il retail e la distribuzione in 

generale. Rigore, dunque, e la cautela 

che spinge a concepire linee più 

piccole e raffinate, ormai sempre in 

qualche modo di nicchia per vincere 

la sfida competitiva. L’edizione numero 

79 di Pitti Immagine Uomo ha 

contato ben 1010 marchi, più 

gli 80 di Pitti W (la sezione 

dedicata alla donna), 

dunque all’insegna 

di un dinamismo 

sorprendente. Ma 

più che di crisi, a 

questo punto bisogna 

parlare di 

‘ridefinizione’ dei 

mercati e della 

capacità (di chi 

ovviamente l’ha) 

di rivisitare in maniera 

originale i 

pezzi chiave del 

menswear e quindi 

anche dello sportswear, 

con uno 

sport tecnico decisamente 

relegato 

all’angolo del basic. 

Aleggia il desiderio 

di proposte definite 

wild chic per un 

techno-fit all’insegna 

del comfort: il nuovo 

corso del menswear comincia 

da una grande scommessa 

sulla maglieria, con 

lane e filati trattati in modo 

innovativo. I piumini e il 

nylon imbottito ‘alla cinese’ 

sono ormai decisamente 

out. Sarà la lana il tessuto 

della prossima stagione, 

Brembo Life Jacket 

presenta la prima e unica 

collezione di giacche di 

sicurezza con airbag invisibile, 

dedicata ai motociclisti urbani. 

Soffici piumini e giacche 

tecniche estremamente 

leggere e resistenti. 

Innovazione e sicurezza 

in un’unica giacca 

con trattamenti e lavaggi sempre più 

ricercati che si manifestano soprattutto 

al tatto. 

Tantissime dunque le proposte interessanti 

viste a Firenze, cariche 

di propositiva creatività di stile e 

soprattutto di scelta dei materiali, 

una cura attenta ad ogni particolare 

per non deludere e anzi sorprendere 

la clientela. 

Chiari i segnali di ottimismo 

registrati sia sul 

fronte interno, ma soprattutto 

dinamicità e 

vivacità dall’estero, dove 

la crescita del business 

export pare essere 

già del 10 per 

cento. 

L’inserimento – già 

da alcune edizioni – 

della sezione dedicata 

alla donna dà 

ancora più respiro alla 

kermesse fiorentina, 

aumentando la 

prospettiva di come 

ci potremo vestire il 

prossimo inverno. 

L’aspetto decisamente 

più innovativo nello 

sportswear è dato, come 

detto, dalla scelta dei 

nuovi materiali tecnici e resistenti 

ad ogni evenienza, modificando in 

maniera sostanziale i pesi degli imbottiti 

e dei piumini, dando enfasi a 

un fit più appoggiato al corpo. Anche 

i pantaloni mantengono una linea 

piu affusolata, anche quando 

sono più ‘estremi’, tipo combat. Parallelamente, 

perfetta visione degli

Potrebbe sembrare una contraddizione nei termini, 

eppure mai come in questa 79 ima edizione di Pitti abbiamo 

potuto toccare con mano un sistema moda di eccellenza, 

dove chi ha investito in una creatività fatta di ricerca e 

qualità, ‘approfittando’ della crisi, ha fatto uno straordinario 

passo avanti. Risultato: un’offerta incredibilmente 

ricca di linee innovative, perfette per chi 

ha il coraggio di lanciarsi in nuove avventure 

Linee morbide e ben studiate, 

materiali ricercati frutto di un 

approfondito studio per creare capi 

singolari e unici. Grande importanza 

alla maglieria con imbottitura in 

piumino d’oca, o completamente fatta a 

mano. La giacca U-boat è cretata 

utilizzando come riferimento l’originale 

giacca indossata dagli ufficiali 

dei sommergibili tedeschi 

della Seconda Guerra 

Mondiale, per diventare un 

vero capo icona 

opposti, 

possiamo 

osservare 

ben interpretata 

una 

versione ulteriormente 

allargata 

del 

baggy con il cavallo 

del pantalone 

ancor più 

abbassato. Di 

fatto, il look 

street comfort 

wear è sempre 

un imperativo, e 

propone una maglieria 

lavorata a mano con 

filati di titolo grosso. Interessante 

la versione capispalla di 

maglia – old style peso cappotto – 

di Mongomery by Bark, una collezione 

a modello unico presentato in 

tutti i colori. Un concept imperdibile. 

E a proposito di concept, anche la 

nuova distribuzione degli stand a 

Pitti, senza barriere rende il visitatore 

libero di valutare velocemente e 

sin dalla prima occhiata la molteplicità 

dell’offerta: le collezioni si alternano 

improvvisamente dal capospalla 

al profumo in un mix assoluto di 

prodotti e settori, come suggeriscono 

i nuovi trend di vendita all’interno 

degli stessi negozi. Il gioco tatto-colore-profumo 

dà un tocco suggestivo 

più che palpabile tra le corsie. 

Tra le proposte più interessanti, la linea 

Esemplare reinterpreta i capi in 

maglia fatti a mano e traccia un nuovo 

percorso anche per i capispalla 

secondo il gusto del cosiddetto hobo 

chic (uomo borghese e chic). Affascinante 

l’accostamento 

del feltro sovrattinto 

alla lana 

tecnica, che trae 

ispirazione dalla divisa 

degli ufficiali dei 

sommergibili tedeschi 

nella Seconda 

Guerra Mondiale. 

Le nuove proposte 

dei pantaloni 

Myths enfatizzano 

tessuti e lavaggi 

speciali e 

sono sempre più 

apprezzate dai buyer 

più attenti, preparati 

ed esigenti. 

L’innovazione non conosce la crisi 

questo è il messaggio perché in 

una visione aperta e globale, ci 

sono sempre nuovi mercati da 

conquistare. Rivisitazioni continue 

che sorprendono e affascinano, come 

i nuovi parka e eskimo nella versione 

in lana idrorepellente, in kevlar 

con imbottiture sottili e piatte per 

trattenere il calore, così come certe 

versioni in cotoni grattati e sovrattinti, 

come quelle viste in Get Lost o 

Vampire. Davvero interessante l’uso 

del neoprene e feltro di Brema e di 

Umbro, con collezioni concentratissime 

(le cosiddette capsule), mirate 

a rispondere con decisione 

a segmenti di un mercato 

che si vuole sempre meno 

generalista. Questo wild 

charme declinato al maschile 

si determina nei trattamenti 

più inediti e particolari dei tessuti, 

nel fit più asciutto e nella 

ricerca costante di un comfort indiscutibile. 

Il tutto tenendo rigorosamente 

presente il giusto prezzo, a riprova 

che la moderna creatività si 

applica in maniera scientifica ed 

equilibrata, lontano dagli eccessi immotivati 

e irrazionali. 

È questa, a nostro avviso, la migliore 

risposta possibile del fashion made 

in Italy sui mercati internazionali, un 

poker d’assi con il fattore prezzo a 

fare da jolly. La crisi mondiale è servita 

a migliorare e rendere insuperabili 

i contenuti più veri e profondi 

delle collezioni, per un lusso innovativo 

e discreto, fatto d’inventiva e 

solidità concettuale, bellezza e brevetti 

hi-tech. 

Volendo sintetizzare i principali trend 

per la prossima stagione invernale, 

dovremo innanzitutto segnalare le 

giacche imbottite di microbava 

di poliestere tinte in filo, le lane 

idrorepellenti leggere 

doppiate dalla straordinaria 

vestibilità che fanno sentire 

più agili solo toccando il 

capo, i piumini e le 

giacche imbottite 

con nylon giappo- 

>> 

Supertecnologica 

la giacca 

proposta da Helly 

Hansen. La 

speciale imbottitura 

posizionata sul 

dorso fa circolare 

il caldo, 

mantenendo 

costante la 

temperatura 

all’interno 

25

PITTI 79 L’ERA DELLA CREATIVITÀ STRUTTURATA 

26 

>> 

La nuova moda è il frutto 

della contaminazione 

tra eleganza, ricerca, 

stile classico e informale, 

ben espressa dalle 

innovative capsule collection 

in grado di rappresentare le 

più particolari e significative 

nicchie evolutive 

nese dagli esclusivi brevetti, così resistente 

da permettere di inserire 

la piuma con una 

speciale tecnica ad 

iniezione (Colmar). 

Le più nuove giacche 

per la città sono 

realizzate con tessuti 

tramati con 

l’industrittibile 

kevlar, unito al 

neo prene 

(Pirelli), davvero 

uniche 

nel loro genere: 

il gabardine 

stretch con 

membrana 

waterproof 

antivento 

di polietilene 

riciclabile 

conferisce 

una straordinaria 

personalità. 

Molto interessante 

la combinazione 

di sofisticati caban 

imbottiti nei parka molto tecnici, imbottiti 

con lane idro della Calvaresi 

Sartoria, così come gli spiritosi piumini 

di More Down Eight, leggeri e 

d’ispirazione British e con le particolari 

fodere scozzesi in nylon personalizzate 

da un fumetto che sottolinea 

la piuma d’oca. 

Interessante il ritorno dell’eskimo in 

versione corto, prodotto con cotoni 

grattati e sovrattinti o con lane idrorepellenti, 

nonché i blazer imbottiti 

Club des Sports 

propone una linea che vuole 

essere l‘alleato perfetto per chi 

pratica gli sport d’alta quota e di 

supporto alle sfide in alta montagna. 

Ideale per affrontare le condizioni più 

estreme dell’inverno, ha le caratteristiche 

di taglio sartoriale e utilizza materiali 

d’avanguardia, con una cura 

certosina dei particolari, 

soprattutto dell’interno 

con materiali pregiati, le lane lavate 

e tinte dai dettagli sartoriali e i versatili 

gilet staccabili in lane cachemire 

idrorepellenti. 

Uno dei trend più seguiti e apprezzati 

è quello da lupo di mare, interpretato 

per Corto Maltese con i caban 

di panno imbottiti a effetto di 

tintura ghiacciata o quelli di pelle a 

effetto ossidato 

Woolrich dedica una capsule collection 

all’esploratore americano 

Richard Byrd che nel 1939 sfidò 

l’Artico: tessuti kevlar e un nuovissimo 

brevetto anfreddo. Da Piquadro, 

belle le giacche che riscaldano 

e i cui tessuti sono pensati 

per rispondere ai gusti di un 

pubblico cosmopolita. 

Ciesse Piumini ritorna a Pitti con 

una collezione stilosa forte delle imbottiture 

ultratecnologiche, incredibilmente 

sottili e del fantastico design 

di grande appeal. Da Helly 

Hansen, la supertecnologica giacca 

dotata di un’imbottitura speciale 

che, posizionata sul dorso, fa circolare 

il caldo, mantendo costante la 

temperatura all’interno. 

Intrigante lo sviluppo tecnico di Brema 

per la linea da moto con tessuti 

tecnici e neoprene, mentre Montecore 

propone innovazioni sia nella 

scelta dei tessuti che nelle vestibilità 

piu asciutte. 

Brembo presenta l’innovativo concept 

di life jacket dotata di airbag invisibile 

dedicata ai motociclisti urbani, 

in una collezione che si distingue 

per i soffici piumini e le giacche tecniche. 

I compratori italiani e ancor più quelli 

stranieri (anglosassoni in primis), 

come novelli esploratori del prodotto, 

seguono le nuove direzioni del 

mercato con una sapienza 

e un rigore che non 

passano inosservati. 

Un orientamento 

deciso in termini 

di professionalità 

e consapevolezza 

della propria 

personalità 

e di quale ruolo 

si vuole giocare 

Sette capi cult 

dall’archivio del brand 

Umbro, riletti in chiave avantgarde 

per reinterpretare lo 

sportswear calcistico prodotto negli 

ultimi 50 anni. Una mini-collezione a 

cavallo fra passato e presente, 

con l’obbiettivo di recuperare una forte 

tradizione di abbigliamento tecnico 

e sportivo reinterpretandola in 

chiave contemporanea grazie al 

design dello stilista angloargentino 

Aitor Throup 

Pensando 

al benessere, 

Montecore presenta il suo 

innovativo piumino bi-stretch 

dalle straordinarie caratteristiche. 

Il capo è realizzato in piuma d’oca 

iniettata, garanzia di comfort, vestibilità ed 

eleganza. Il particolare tessuto bi-stretch si 

adatta al corpo essendo elasticizzato sia in 

larghezza che in lunghezza. Grazie alla nanotecnologia 

vengono sfruttati sistemi nuovi per 

il trattamento dei materiali: grazie alla 

struttura a fiore di loto l’acqua non penetra, 

ma scivola. Caldissimo, tanto da poterlo 

utilizzare con sotto solo una 

t-shirt, traspirante e ultraleggero. 

Pesa solo 450 grammi, 

di cui 430 di piuma 

sul terreno, non facile, del business 

della moda d’oggi. 

Una professionalità che investe tutti, 

fiere comprese. Oggi è dovere imprescindibile 

di chi organizza eventi 

proporre stimoli inediti ad ogni appuntamento, 

cercare nuove aziende, 

regalare palcoscenici idonei ai talenti 

emergenti, creare uno scenario 

adeguato per gli espositori per interpretare 

e accogliere le evoluzioni dei 

trend in un concetto di moda sempre 

più aperto, e ormai a 360 gradi. 

Stimolante per sua stessa natura. 

grazia.fornaro@topsport.it

Venite a 

visitarci a ISPO 

stand 100/611, 

BN07 Hall C2 

6-9 Feb 2011 

Un’ idea geniale 

Ispirata da 207 anni di storia di DuPont 

70 anni di affidabilità e performance 

Milioni di consumatori soddisfatti 

Mantiene inalterato l’aspetto nuovo dei 

Tessuti più a lungo 

Spesso imitato, mai duplicato 

Oggi ancora più ecologico * 

Esiste un solo Teflon ® Fabric Protector 

Partecipate alla prossima tappa storica 

della Storia di Teflon ® Fabric Protector 

visitate il sito 

www.teflon.com/topjacket 

o chiamate il +34 985 12 3773 per 

ottenere maggiori informazioni. 

* Rivendicazione ambientale basata esclusivamente sul fatto che i tessuti trattati con finissaggio Capstone ® per Teflon ® fabric 

protector utilizzano molecole a catena corta, le quali non possono scindersi rilasciando PFOA (acido perfluoro ottanico) 

nell’ambiente. Il finissaggio Capstone ® raggiunge gli obiettivi prefissati dal programma di tutela U.S. EPA 2010/15 PFOA. 

© 2010 DuPont. Il logo ovale DuPont, DuPont , The miracles of science , Teflon ® e Capstone ® sono marchi commercial 

o marchi registrati di E.I. du Pont de Nemours and Company o delle sue società controllate. Tutti i diritti riservati. 

27

Materiali intelligenti 

che interagiscono con l’ambiente 

esterno e col corpo, dotati di caratteristiche 

altamente funzionali hanno trasformato 

il mondo dell’industria tessile 

e vedono le aziende sempre 

più coinvolte 

nella ricerca di 

tessuti e nella 

realizzazione 

di capi dal 

valore aggiunto. 

Struttura interna, 

funzionalità 

e 

design di 

superfici e 

silhouettesempre 

più 

ricercate, 

hanno segnato 

nelle 

ultime stagioni 

una straordinaria 

evoluzione 

del mercato internazionale 

dell’abbigliamento, 

il settore 

che registra 

Brizza 

gli sviluppi più interessanti, creativi, 

quando non addirittura sensazionali. 

Sarebbe meglio definirla una rivoluzione 

senza precedenti, che, fra l’altro, ci 

tocca molto da vicino, perché ha effetti 

diretti e immediati sulle condizioni fisiche 

di qualsiasi sportivo, professionista 

o dilettante. L’intimo tecnico non 

è più una novità da un pezzo, ma sicuramente 

ad ogni stagione il settore si 

arricchisce di nuove conquiste che 

rendono la vita dell’atleta sempre più 

comoda, riuscendo addirittura a migliorarne 

le performance. Non solo i 

professionisti si avvantaggiano delle 

doti di un capo tecnologico: anche lo 

sportivo della domenica ha imparato, 

e non da ora, ad avvantaggiarsi 

dell’utilizzo di un primo strato tecnico, 

dalle numerose qualità, prime fra tutte 

l’essere altamente traspirante e in 

grado di conservare intatto il calore 

corporeo, benefici che oltretutto consentono 

l’utilizzo di strati ulteriori mediamente 

più leggeri e meno ingombranti. 

Non è esagerato dire che “un 

buon intimo ti cambia la vita”. Maglie, 

calze, calzamaglie, tute intere, reggiseni 

sportivi realizzati in poliestere, 

poliammide e polipropilene, la fibra 

più leggera al mondo, protagonisti di 

tessuti second skin che nelle versioni 

più aderenti sfruttano la tecnologia 

seamless e hanno tutti in comune la 

capacità di allontanare il sudore dalla 

pelle, attenuando la dispersione termica, 

tenendo sotto controllo il calore 

corporeo. 

>> 

Briko 

Odlo 

28 

Intimo

Gli sviluppi tecnici nell’industria dello sportswear 

hanno portato all’utilizzo di tessuti ingegneristici 

che hanno lo scopo di aggiungere qualità, 

comfort e performance all’abbigliamento sportivo 

nelle diverse discipline. Ultimi aggiornamenti 

da un mondo con la passione per il futuro 

yle 

quando tutto 

è “SOTTO” controlLO 

tecnico29

SPORTSTYLE UNDERWEAR 

30 

>> 

EXTREME COMFORT 

In sintesi, il nuovo underwear tecnico 

consente di controllare consumi 

ed energia, favorendo il 

comfort dell’atleta che risulta maggiormente 

protetto, dal freddo non 

meno che dal caldo, dato che l’elevata 

traspirazione permette di mantenere 

la pelle asciutta in ogni condizione 

e in qualsiasi stagione. L’intimo 

sportivo di qualità più all’avanguardia, 

riesce ad essere sempre 

più costruttivamente interattivo 

col corpo dello sportivo, stabilisce e 

innesca delle reazioni in base al 

contesto in cui agisce, cioè tenendo 

sotto controllo tutte le importanti 

variabili che nel corso dell’impegno 

fisico contribuiscono a modificare 

continuamente condizioni e benessere 

dell’atleta. L’obiettivo primario 

dei capi a contatto con la pelle, è 

proprio quello di mantenerla calda 

se fa freddo, asciutta se suda, fresca 

se fa caldo, allontanando il più 

possibile le sensazioni sgradevoli, 

come per esempio la maglia bagnata. 

Non solo. Le nuove frontiere 

dell’underwear tecnico sanno andare 

ben oltre il concetto di protezione. 

Oggi un buon intimo è dinamico, 

riesce a potenziare le prestazioni 

di chi fa attività, grazie a sistemi 

di mappature del corpo posizionate 

in punti strategici che aumentano 

la pressione dove è utile, riuscendo 

a incrementare forza ed energia 

all’atleta, favorendo la capacità di 

resistere alla fatica, in breve migliorando 

significativamente le prestazioni 

di chi lo indossa. Si tratta di 

prodotti altamente qualificati in 

cui i dettagli fanno la differenza, ma 

soprattutto sono in grado di determinare 

effetti diversi sul corpo e 

quindi sulla resa sportiva. 

C’è molta ricerca a monte di questi 

prodotti, una scommessa sul futuro 

realizzata introducendo sul mercato, 

ad ogni stagione, articoli sempre 

più sofisticati, che aggiungono nuove 

proprietà al prodotto. Alla base 

del processo c’è il lavoro qualificato 

di prestigiose aziende, spesso grandi 

multinazionali, industrie chimiche 

specializzzate nella produzione di filati 

che, in collaborazione con i marchi 

di abbigliamento, cercano soluzioni 

creative per gli utenti finali. 

Mico. Tecnologia al servizio dello sport 

Giovanni Setti, titolare di 

Mico: “Mico Sport Spa nasce nel 

1970 come azienda produttrice di 

calze da donna. Già a partire dal 

1977 ci siamo specializzati nella 

produzione di prodotti tecnici per 

lo sport grazie all’uso di 

tecnologie avanzate e materiali 

innovativi. Da sempre sfruttiamo 

la collaborazione tecnica di tester 

di caratura mondiale nel mondo 

dello sport, che dal 1986 ha dato 

vita a una linea di technical 

underwear. 

Oggi il marchio Mico è sinonimo 

di prodotti di alta qualità ed 

elevata tecnicità, studiati in modo 

specifico per ogni condizione e 

tipo di impiego, destinati a 

persone attive ed esigenti, alla 

ricerca della massima 

performance in termini di 

comfort, prestazioni, protezione e 

affidabilità. 

Anche nella collezione underwear 

autunno-inverno 2011-2012 

Micosport, un ruolo determinante 

sarà giocato dalla collezione 

Skintech®, gamma prodotti 

realizzata con tecnologia 

seamless che ha già all’attivo 10 

anni di esperienza. Il punto di 

forza della linea si concentra su 

Un intimo tecnico di qualità si rivela 

partner ideale di tutti gli sportivi 

che, in estate come in inverno, 

possono affrontare le sfide più 

audaci sostenuti da un abbigliamento 

tecnico, ma confortevole 

un’idea di sport senza stress, 

come recita l’headline che lo 

riassume, in cui sono garantiti 

libertà di movimento, elasticità e 

comfort. Adattandosi 

perfettamente all’anatomia del 

corpo, Skintech® facilita i 

movimenti aumentando le 

potenzialità fisiche dello sportivo; 

l’elasticità del tessuto permette 

un’avvolgenza totale laddove 

l’ottimizzazione delle qualità 

traspiranti lascia la pelle asciutta 

e a una temperatura ideale. 

L’assenza di cuciture e la 

struttura automodellante con 

reticolo muscolo contenitivo 

garantiscono comfort senza 

costrizioni. 

La collezione Skintech® si 

suddivide poi in diverse categorie 

classificate per tipologia di 

materiale e utilizzo, ciascuna 

delle quali si contraddistingue 

per alcune peculiarità: Skintech® 

Light Skin per la leggerezza dei 

materiali che ne rendono ideale 

l’utilizzo anche nei climi caldi, 

Skintech® Airskin con inserti 

speciali in fibra di puro argento X- 

Static®, localizzati nei punti di 

maggiore sudorazione per 

assicurare la massima igiene

corporea 

eliminando i 

batteri causa di 

cattivi odori. 

Skintech ® 

Warmskin con la 

particolare 

struttura multidensità 

favorisce 

protezione e 

isolamento 

termico delle zone 

più esposte alle 

temperature più 

fredde. Skintech® 

Dynamicskin, 

grazie alla 

struttura del 

tessuto e 

all’impiego di 

materiali che 

favoriscono la 

traspirazione, 

garantisce una 

perfetta 

termoregolazione. 

Mico 

Skintech® Accessories è la 

collezione di accessori 

trasversali a qualsiasi pratica 

sportiva, dallo slip al reggiseno 

al boxer. Skintech®Kids è 

dedicata ai piccoli sportivi. 

La ricerca è il nostro mestiere e 

la nostra sfida quotidiana.” 

Dryarn ® : 

la fibra del futuro 

Nathalie De Marco, marketing communication 

manager di Aquafil, holding 

specializzata nella produzione 

di filati sintetici continui destinati al 

segmento del tessile-abbigliamento: 

“Dalla ricerca Aquafil nasce 

Dryarn ® microfibra altamente performante 

che asseconda in modo 

ottimale il comfort fisico 

in qualsiasi condizione 

ambientale, anche in 

presenza di frequenti 

e repentine variazioni 

climatiche. Leggera, 

traspirante e termoregolante 

è ideale 

a contatto con la 

pelle, quindi per l’intimo. 

Dermatologicamente testato, 

forte di un 

certificato ufficiale 

rilasciato dall’Università 

di Modena e 

Reggio Emilia, Dryarn® 

(la prima fibra 

sintetica che 

supera un esame 

tanto rigoroso e, 

come il cotone, si 

rivela ideale per 

l’abbigliamento ipoallegernico, 

consigliabile 

a tutte le 

persone con problemi 

di irritazioni, dermatiti 

e allergie) è la 

fibra più leggera 

esistente in natura; 

grazie al suo basso 

peso specifico, 

permette di realizzare 

capi estremamente 

leggeri, che a parità 

di confezione, 

possono pesare decisamente 

meno. Lo 

stesso indumento realizzato 

in Dryarn ® può 

pesare il 32% in meno rispetto 

all’equivalente in lana e il 34% in 

meno rispetto allo stesso modello in 

poliestere. Questa leggerezza, insieme 

alla capacità di isolamento termico, 

consente di ridurre il numero di 

indumenti da indossare garantendo 

all’atleta una maggiore libertà di movimento. 

Dryarn ® , oltre ad essere altamente 

traspirante, lascia cioè evaporare 

velocemente il sudore, prima 

che il tessuto faccia in tempo a impregnarsi, 

crea una barriera che 

funziona da isolante in ingresso e da 

veicolo del sudore verso l’esterno. 

Le sue altissime performance si ottengono 

sia in situazioni di attività fisica 

ordinaria che molto intensa. 

Non solo: ecologica, Dryarn ® è una 

fibra riciclabile al 100%, 

prodotta e trattata in 

fase di realizzazione 

dei tessuti con minor 

impiego di 

energia elettrica e 

nessuno smaltimento 

dei reflui 

di scarico risultanti 

dalla tintura 

del tessuto. 

Anche la normale manutenzione 

è ‘pulita’ 

perché Dryarn si lava 

a basse temperature, non ha bisogno 

di detergenti aggressivi e non si 

stira, dunque richiede consumi minimi. 

Non inquina, mantiene inalterati 

nel tempo colore, dimensione e 

aspetto; non richiede lavaggi in fase 

di produzione, a differenza della lana, 

e nemmeno sbiancaggi, come 

succede al cotone. Col Dryarn non 

si usano solventi, né acidi come con 

la viscosa, il triacetato, il nylon e il 

poliestere. E poi è una fibra resistente, 

in grado di rimanere inalterata 

anche dopo molti lavaggi e combattere 

con successo la formazione dei 

cattivi odori. Come non definirla, a 

tutti gli effetti, la fibra del futuro? Diverse 

aziende utilizzano con successo 

Dryarn, realizzando collezioni hitech, 

per esempio Salewa con la linea 

di intimo Alpineskin, che vanta 

ottime doti di isolamento tecnico 

regolando le temperatura corporea 

e proteggendo 

l’atleta dagli sbalzi. In 

combinazione con la 

fibra in carbonio 

Power Carbon riesce 

a ridurre di 4 

battiti al minuto 

la frequenza 

cardiaca, diminuisce 

la 

concentrazione 

dell’acido 

lattico del 7- 

10% e ottimizza 

il volume 

Alpinestars 

della respirazione 

a 3 litri al minuto. 

Diversi gli utilizzi di 

Dryarn nel mondo 

del motociclismo, 

Ducati, Alpinestars, 

Ufoplast 

sono solo alcuni dei 

nomi che hanno introdotto 

questa fibra 

nelle loro collezioni. 

La proprietà di un intimo 

di alta gamma 

consente di ridurre lo 

spessore dei capi realizzati, 

agevolando la 

possibilità di movimento 

e fasciando la muscolatura 

dello sportivo senza costringere. 

Per i runners le 

Belfast >> 

calze riAttiva nate dalla 

31


Davide Penasa, Responsabile Marketing Odlo: 

“Leader sul mercato nel settore della tecnologia 

applicata, Odlo persegue la mission di produrre 

l’abbigliamento funzionale migliore per chi ama fare 

sport, con qualsiasi intensità e in qualsiasi condizione 

meteo. Provare una sensazione di benessere sulla 

pelle è una condizione che Odlo assicura con capi 

sinonimo di funzionalità, comodità e qualità. Le 

categorie outdoor, running, x-country, tec Shirts e 

kids, sono le collezioni in cui Odlo si è affermato con 

successo, grazie alla prerogativa di offrire e in ogni 

contesto soluzioni ad hoc. Il Temperature-Control- 

System, coi suoi quattro segmenti differenziati cool, 

light, warm e x-warm copre ogni esigenza. Secondo 

l’attività e la temperatura Odlo individua sempre 

l’intimo giusto: nelle stagioni fredde dominano 

evolution warm ed evolution x-warm. Invece il 

poliedrico evolution è particolarmente adatto alle 

mezze stagioni e alle pratiche sportive intense. Odlo 

evolution sfrutta il principio zoned function, cioè zone 

climatizzanti applicate senza cuciture per un’ottima 

regolazione del clima corporeo, oltre a garantire una 

libertà di movimento senza limiti grazie all’elevata 

elasticità e alla linea body-fit. Concretamente i 

prodotti Odlo sono in grado di offrire allo sportivo 

Come una seconda pelle 

massima libertà di 

movimento grazie a 

zone termoisolanti 

applicate senza 

cuciture. 

Garantiscono una 

sensazione di 

piacere e benessere 

a contatto con la 

pelle, grazie anche 

alla morbidezza della 

superficie, inoltre 

regolano in maniera 

ottimale il clima 

corporeo. Aderendo 

come una seconda 

pelle, si adattano alla 

conformazione di ogni singola persona; asciugano 

molto rapidamente mantenendo un ottimo livello di 

umidità a livello epidermico. Grazie alla lavorazione 

hi-tech 3D il tessuto alterna zone di tessuto 

funzionale inserite senza cuciture e altre con cuciture 

ridotte all’essenziale. Il risultato è la tecnologia 

antibatterica effect by Odlo, che permette il massimo 

contenimento degli odori.” 

Bee1 

>> 

partnership fra Bee1 e Dryarn, sono 

particolarmente utili: a compressione 

graduata, tonificano, riducono il 

gonfiore, migliorano la circolazione e 

portano maggior ossigeno alle gambe, 

dunque migliorano la vita!” 

Insieme agli aspetti tecnici, l’attenzione 

all’ecologia dei prodotti, 

alla necessità di riciclare e 

inquinare il meno possibile, è 

ormai un dato acquisito. Non 

basta creare un capo funzionale, 

è indispensabile che per 

essere proposto al mercato 

garantisca il rispetto di precisi 

criteri, sinonimo di basso 

impatto ambientale. 

La linea Body di Patagonia 

è dedicata all’intimo 

sia per uomo che per donna, 

è creta con tessuti in Capilene, 

anti odore e stretch. Riciclabile 

al 100%, è fabbricata 

con materiali riciclati. Ideale per le 

attività sportive perché si muove con 

la persona che la indossa, assecondando 

il movimento. 

L’insieme di tante specificità, fa del 

nuovo underwear tecnico un settore 

che per essere promosso a dovere, 

nel punto vendita richiede personale 

particolarmente competente. 

Deve poter illustrare semplicemente, 

ma nel dettaglio, le peculiarità, i vantaggi 

di capi che non potendo essere 

esibiti, per essere apprezzati vanno 

conosciuti, descritti e testati. 

Un’esigenza sentita, che evolve in 

impellente priorità e, se non adeguatamente 

supportata, rischia di compromettere 

gli sforzi di aziende molto 

quotate a livello internazionale. 

Un operatore della catena distributiva, 

in questo caso un negoziante 

non abbastanza preparato sul prodotto 

che vende, può inficiarne il 

successo. È importante che ogni soluzione, 

ogni conquista tecnologica 

non resti appannaggio di pochi 

esperti e atleti professionisti 

a caccia 

di record. Il mondo 

dell’intimo sportivo 

è destinato a crescere 

insieme alla 

sua evoluzione anche 

in termini di 

numero di consumatori. 

Non c’è 

ragione infatti che 

le prerogative di 

comfort e benessere 

garantite 

ai 

Patagonia 

capi più 

evoluti destinati ai 

grandi campioni, 

non possano diventare 

patri- >> 

32


>> 

monio di chiunque, a qualsiasi livello 

di abilità sportiva. Sarà per questo 

che un nome prestigioso come X- 

Bionic, ha recentemente deciso di 

rinunciare alla ormai tradizionale presenza 

al salone invernale Ispo in favore 

di investimenti diretti al punto 

vendita. La strategia annunciata da 

Andrea Söffker, Responsabile Marketing 

e Direttore Vendite di X-Technology, 

forte di una solida reputazione 

internazionale, punta, da questo 

momento in poi, a rafforzare i rivenditori: 

“Abbiamo scelto di dedicare 

le maggiori risorse possibili a questo 

scopo”. Al di là dei mancati accordi 

con l’organizzazione fieristica che 

hanno portato alla rottura del sodalizio, 

è interessante sottolineare la 

scelta di chi decide di puntare in primis 

alla formazione di personale 

qualificato. Il nocciolo della questione 

è questo: “È indispensabile rafforzare 

i legami con gli attuali partner 

commerciali e costruire relazioni 

con i clienti selezionati. Con il nuovo 

approccio, X-Bionic si sta concentrando 

su una strategia fortemente 

fondata sui rivenditori, 

gratificando i 

collaboratori 

per il loro impegno.” 

Conoscere 

a 

fondo le 

qualità del 

prodotto, 

saperle illustrare 

vuol dire 

anche riuscire 

a motivare 

al cliente il 

prezzo più alto rispetto 

a un modello 

standard. Quando 

il consumatore è correttamente 

informato, 

spende più volentieri, 

perché consapevole 

di affidarsi a un prodotto 

ricercato e con 

peculiarità specifiche. 

Per questo diventa un 

investimento. 

>> 

X-Bionic: il nuovo intimo si chiama RadiactorTM 

Giuseppe Bovo, Brand Manager del marchio svizzero con produzione 

italiana, la Trerè, conferma il grande slancio di X-Bionic nel panorama 

internazionale dell’intimo tecnico. “Da circa 10 anni il team di sviluppo X- 

Bionic® lavora sul proprio intimo funzionale per il miglioramento delle 

prestazioni. Il successo accompagna la ricerca e il lavoro di tutto il 

gruppo che ha dato vita, stagione dopo stagione, a sistemi elaborati 

come Energy Accumulator®EVO che ha già all’attivo più premi 

internazionali di qualsiasi altra linea di underwear funzionale.” La forza di 

questo sistema è nella capacità di tenere sotto controllo la temperatura 

del corpo nonostante il calore vari a seconda delle zone e sia più 

sensibile al freddo in corrispondenza di ginocchia, fianchi e gomiti. 

Protegge così anche gli organi interni. Energy Accumulator EVO, nelle 

zone strategiche del corpo, garantisce una dispersione rapida ed 

efficace del calore in eccesso, evitando il rischio di raffreddamenti. Non 

solo: sul torace e nella parte bassa delle schiena la presenza dell’Air 

Conditioning Channel permette una climatizzazione intelligente, che 

impedisce al freddo di propagarsi al corpo e di fatto rinfresca grazie a un 

continuo ricambio di aria che trasporta l’umidità all’esterno. Difficile 

immaginare, almeno lo era fino a qualche anno fa, che tutto questo 

potesse concentrarsi in un capo di underwear. Il calore del corpo spinge 

all’esterno della struttura il sudore, facendolo evaporare. Questa 

tecnologia a zone, che permette di comprimere, incanalare e 

immagazzinare l’aria calda, isolando senza 

compromettere la libertà di movimento, riducendo 

sensibilmente le vibrazioni muscolari, che portano 

a un calo del rendimento fisico, stimola la 

circolazione sanguigna e favorisce l’apporto di 

sostanze nutritive. A seconda delle esigenze 

sono disponibili diverse varianti dei modelli, da 

uomo e da donna. Il progresso scientifico, che è 

l’anima del lavoro, è fortemente ispirato alla 

natura. Fra le novità più recenti, oltre ad essersi 

visto riconoscere il Plus X Award, premio più 

ambito a livello mondiale per i settori della 

tecnologia, dello sport e del lifestyle, che vuol 

dire essere riconosciuti campioni del mondo di 

innovazione, X-Bionic ha arricchito 

ulteriormente l’offerta della linea Energy 

Accumulator con Radiactor, che alle già note 

qualità del sistema aggiunge la capacità di 

trattenere il calore sul corpo in modo reattivo. Ciò è 

X-Bionic 

possibile grazie all’utilizzo dell’esclusivo filato xitanit® 

che riflette le radiazioni termiche del corpo e trattiene 

attivamente il calore sul corpo stesso. 

Contemporaneamente il filato hi-tech favorisce 

un’azione rinfrescante espellendo all’esterno il 

calore in eccesso e distribuendo il sudore su 

un’ampia superficie del corpo. Col movimento sulla 

pelle resta una sottile pellicola di sudore che 

evapora grazie al sistema 3D-BionicSphere. La 

struttura della maglia tridimensionale fa in modo 

che l’intimo non aderisca piatto sull’intera superficie 

della pelle; le cavità presenti incorporano aria 

isolante al proprio interno, con cui riscaldano il corpo 

in fase di riposo. RadiactorTM rinfresca l’atleta 

quando suda e lo riscalda quando ha freddo. Inoltre 

mantiene stabile la temperatura del corpo a 37°, 

valore ottimale per il miglior rendimento fisico. 

X-Bionic 

34

ART. IN 3772 Forma. Uno dei nostri capi progettati per la competizione. 

MICO SPONSOR TECNICO FEDERALE 

NESSUNO E' PIU' VICINO DI NOI ALL'ITALIA. 

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STAND B3.307 

06-09 FEB 2011 

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SIAMO A CONTATTO PELLE, SOTTO LA TUTA E NEGLI SCARPONI. 

CON I NOSTRI CAPI TECNICI PROTEGGIAMO TUTTI GLI ATLETI DELLE 

SQUADRE ITALIANE F.I.S.I. DA FREDDO, UMIDITA’ E STRESS. 

MICO. PROTECTION FOR PERFORMANCE. 

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PROGRESSI ESTETICI 

Parallelamente alla ricerca di nuove 

strutture che migliorino di volta in 

volta gli aspetti funzionali dei capi, 

aggiungendo nuove caratteristiche, 

si fa strada la necessità da parte 

del consumatore di indossare modelli 

il più possibile attraenti e gradevoli 

anche dal punto di vista estetico. 

È un processo inevitabile che 

investe ogni settore nel momento in 

cui si impone all’attenzione del pubblico 

ed è certamente anche un segnale 

di successo e affermazione. 

Dopo avere acquisito 

le proprietà 

intrinseche di un 

prodotto, s’impone 

la necessità di renderlo 

anche bello. 

Le superfici si arricchiscono 

di motivi 

jacquard e fantasie 

che aggiungono vivacità 

anche ai capi più 

tecnici. 

In prima linea sull’argomento 

Peak Performance 

che con Base 

Long John, i fuseaux in 

tessuto tecnico Polygiene 

con trattamento antibatterico, 

traspirante, ad 

asciugatura rapida, con 

cuciture piatte per una 

maggiore libertà di 

movimento, ideale per 

un utilizzo durante le 

4 stagioni, sfoggia un 

particolare effetto rigato. 

In coordinato la 

Base Short Sleeve t- 

shirt, in tessuto tecnico 

Polygiene col medesimo 

trattamento 

antibatterico, traspirante, 

leggera, con 

grandi proprietà 

stretch, cuciture 

piatte, più lunga sul 

Peak Performace retro per una miglior 

vestibilità e una 

massima libertà di 

movimento. >> 

Le elevate performance di Stability CH3 

Andrea Ferrigato, Responsabile Marketing 

di Stability CH3: “L’anima della linea Stability è la 

fibra cava Dfens in polipropilene cavo con 

spessore foro maggiorato in combinazione con 

inserti e spalmatura di biominerale stability, una 

definizione per addetti ai lavori che tradotta in 

un linguaggio comprensibile per tutti gli sportivi 

di qualsiasi grado vuol dire: performance 

elevate, grandi doti di traspirabilità che 

consentono al tessuto di trasportare all’esterno 

l’umidità, lasciando la pelle asciutta e 

mantenendo la temperatura corporea a livelli 

ottimali. Il biominerale Stability è un materiale 

bioceramico capace di assorbire energia 

luminosa, emettendo di conseguenza i 

raggi del lontano infrarosso. Per l’atleta 

questo vuol dire che essendo naturalmente 

esposto alla luce ed emettendo calore, si 

crea la possibilità di riequilibrare il suo 

scambio energetico, migliorando le 

performance. Anche l’estetica dei capi 

tecnici realizzati col biominerale Stability è 

un elemento non trascurabile, dal momento 

che può essere stampato, animandosi di 

immagini piacevoli che migliorano le bellezza 

dei modelli. Siamo molto soddisfatti della 

risposta che, sia in Italia che nel resto 

d’Europa (dove Stability è stato distribuito a 

partire dalla metà dell’anno scorso), stanno 

avendo i prodotti realizzati con questo 

materiale, per cui ci sentiamo di essere 

ottimisti anche per il futuro.” 

CH3 

È arrivato il momento di potenziare 

l’underwear tecnico anche dal 

punto di vista dell’appeal esteriore. 

Funzionalità e bellezza 

36

No a compromessi. 

ODLO «evolution» warm garantisce allo sportivo esigente un perfetto isolamento termico e, grazie alle microfibre 

ultrafunzionali, provvede ad un’ottima traspirazione in ogni attività sportiva. La lavorazione senza cuciture, unita 

ad un tessuto ultraelastico ed extraleggero, offre assoluta libertà di movimento e massimo comfort. Le zone 

termoisolanti e aeranti assicurano un clima corporeo ideale per ogni tipo di sport ed in qualsiasi condizione 

atmosferica. 

ODLO «evolution» warm: lo stile sportivo dinamico senza compromessi, proprio come sei tu. 

www.odlo.com/it 

Abbigliamento sportivo funzionale per un clima corporeo perfetto.


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Cosa cercare in negozio? Una selezione di 

prodotti per soddisfare ogni singola esigenza 

Una specifica attenzione per le richieste 

della clientela femminile 

da parte di Arena Underwear. Effetto 

asciutto ed estrema leggerezza 

per la linea di underwear tecnico 

Arena composta da sports bra dotati 

di una speciale costruzione: un 

morbido elastico sotto il seno 

per donare sostegno, spalline regolabili 

e/o imbottite e coppe con 

rinforzi commisurati ai livelli di impatto 

low/medium/high, per affrontare 

i vari gradi di sollecitazione, 

back variegati per una totale aderenza 

e un effetto modellante 

durante l’allenamento. In bianco e 

nero. 

Tutti i bra sono coordinabili con la 

mini culotte Darcy a vita bassa, con 

costruzione anatomica e cuciture 

anti-sfregamento per donare un 

maggior comfort. Anche per lo 

sports-underwear, Arena applica la 

sua esperienza di lavoro e ricerca, 

per rispondere alle 

esigenze di chi ama lo 

sport e desidera praticarlo 

in totale libertà, 

proponendo 

modelli sempre 

all’avanguardia per 

forme, back e 

allacciature. 

Gore Bike Wear e Gore 

Running Wear identificano 

rispettivamente l’intimo 

funzionale per il bike e per il 

running, con diversi punti in 

comune e alcune importanti 

differenze. Per entrambe 

le linee sono disponibili 

capi in Windstopper ® e 

non, inoltre tutti i capi sono 

disponibili anche in 

versione donna, con fondello 

studiato sulla specifica 

anatomia femminile. 

Essential è la linea Baselayer 

intimo funzionale di Gore 

Running Wear. 

Adesso nasce la linea Baselayer 

Gore Bike Wear da indossare 

come una seconda 

pelle a completamento del 

concetto skin to shell, sempre 

Gore Bike Wear. La linea comprende 

magliette, canottiere e pantaloncini 

donna e uomo, dal design semplice 

e funzionale, che garantiscono 

al ciclista comfort, piacevolezza nel 

contatto con la pelle e sensazione di 

asciutto. Questo grazie al polipropilene, 

le cui caratteristiche lo rendono 

un materiale eccellente. In caso 

di vento l’aggiunta del Windstopper 

® stretch risolve il problema. 

Gore 

Tutti i prodotti Gore Bike Wear 

sono abbinabili l’un l’altro per taglio, 

modello, ergonomia e mix dei 

materiali. Analoghe caratteristiche 

per la linea running dove sono 

protagoniste magliette e canottiere 

per donna e uomo realizzate 

con o senza Windstopper®, nonché 

shorty e slip da donna, boxer 

e slip da uomo, di nuovo in polipropilene. 

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Arena 

Modelli sempre più 

interattivi che rispondono 

alle sollecitazioni corporee e 

provenienti dall’esterno 

con soluzioni hi-tech 

38


Mizuno 

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Mizuno per la stagione AI 2011- 

2012 si affida per l’intimo a due soluzioni 

di punta, naturalmente 

ad alto 

contenuto 

tecnico: 

Virtual Body 

Compression 

Long Sleeve, 

capo realizzato 

con tecnologia 

Breath 

Thermo che 

produce calore 

sfruttando 

l’evaporazione 

corporea. 

Grazie 

all’impiego di 

materiale 

stretch Bio 

Gear a compressione 

sulle 

braccia, aderisce 

perfettamente, 

assicura 

comfort e facilita 

i movimenti 

per una performance 

migliore. 

Per la donna 

Jacquard 

Virtual Body 

Long Sleeve 

Neck Shirt, un 

capo dall’ottima 

vestibilità che 

sfrutta la tecnologia 

Virtual Body in cui 

le zone del corpo maggiormente 

sollecitate durante l’attività, sono 

provviste di inserti in tessuto Super 

Stretch per facilitare i movimenti. Alta 

traspirabilità, umidità trattenuta ridotta 

al minimo, capi che asciugano 

velocemente a tutto vantaggio del 

comfort dello sportivo, grazie anche 

agli inserti in tessuto jacquard sul 

petto e sulla schiena. 

Linea CRAFT Zero Extreme nasce 

dalla combinazione di due filati tecnologici: 

la fibra Hexachannel ® 

che a contatto con la pelle espelle 

rapidamente il sudore, e la fibra cava 

esterna, che offre isolamento. 

Anallergico e inodore utilizza lo speciale 

trattamento Silver Plus ® ; la 

modellatura 3D ergonomica garantisce 

libertà di movimento e vestibilità 

perfetta anche durante performance 

prolungate. Fra le molte proposte il 

girocollo Zero Extreme, sia in versione 

manica lunga che corta, soffice 

e traspirante, realizzato con tessuti 

molto elastici, sottili e leggeri 

che ne aumentano il comfort. Taglio 

ergonomico, cuciture piatte dove 

necessarie e torso seamless. 

Soffice e traspirante anche il pantalone 

dal taglio ergonomico, con 

morbide cuciture esterne che seguono 

le contrazioni muscolari. 

Inoltre t-shirt a mezza manica con 

vestibilità aderente, ideale per proteggere 

il corpo dal vento grazie 

agli inserti in tessuto Gore Windstopper 

su spalle e torace. Disponibile 

anche il modello femmilie nella 

versione a manica lunga. Calze, 

magliette stretch, fuseaux, sia da 

donna che da uomo, completano la 

collezione. 

paola.turcato@topsport.it 

Sudore, fatica, freddo 

e caldo se non del 

tutto neutralizzati, col 

nuovo intimo vengono 

notevolmente ridimensionati, 

migliorando le 

performances dello sportivo 

Craft 

40 

Dal 1977 Craft sviluppa, in collaborazione 

con grandi campioni dello 

sport, un abbigliamento innovativo 

altamente performante per le discipline 

di resistenza. L’underwear funzionale 

Craft è pesnato in particolare 

per gli sport outdoor e raggiunge 

l’eccellenza nell’abbigliamento 

esterno per sci di fondo, ciclismo e 

running.

www.dryarn.com 

Dryness is what you wear

IL TEMA DEL NUMERO 

BACK TO THE 

Servizio di Matteo Barboni e Andrea Sganzerla 

Hanno collaborato: Salvatore Ferraiuolo, Nicola Marra, Leonardo Glionna 

Lo stand Berghaus all’Ispo winter 2010 

42

FUTURE 

Il mercato sportivo si interroga sul suo futuro, 

questa volta dando voce agli agenti 

di commercio. Per superare gli effetti di 

una crisi innegabile, soprattutto nel tessile 

abbigliamento, occorre programmare strategie 

e joint ventures innovative tra tutti gli attori in 

causa. Dove ognuno giochi bene la sua parte 

Comprare o 

non comprare, 

il dubbio amletico 

preso in prestito 

dal mondo retail 

potrebbe essere il 

primo passo. Sciolto 

il shakespeariano 

dubbio, subito un altro 

quesito si para 

davanti al negoziante: 

come e – soprattutto 

– da chi comprare? 

Apparentemente 

una domanda 

banale, vista la grande 

offerta di prodotti e 

l’andirivieni di operatori 

pronti a soddisfare ogni 

richiesta, ma in realtà suscitata 

da una consapevolezza 

comune. Quella, 

ormai palese, che il mondo 

della distribuzione è cambiato. 

È davvero la rivoluzione di 

un pianeta, da intendersi sia 

come movimento intorno al 

centro di massa, ovvero il prodotto, 

sia come sconvolgimento 

dei sistemi noti e collaudati. Un 

processo di trasformazione in costante 

movimento. 

Anche i ruoli all’interno del sistema si 

trasformano, si evolvono, cosicché gli 

anelli della filiera si trovano ad avere forma 

e aspetto differenti da quelli tradizionali per 

guardare al futuro, mentre chi ha memoria 

storica fatica a sanare le ferite di una crisi 

che ha lasciato molte cicatrici e tante serrande 

chiuse. Le aziende produttrici, quelle distributrici, 

gli importatori, le agenzie di rappresentanza 

e i negozi cercano tutti di riorganizzare 

un sistema che sta scontando fino 

all’osso il passaggio di un’epoca o, meglio, di 

tante modificazioni collegate fra loro. C’è stato 

l’avvento di internet e dell’informatizzazione, 

la modernizzazione della logistica, ma anche 

la crescita, lo sviluppo e i primi scricchiolii 

del grande gigante cinese, sintomo di una 

delocalizzazione che ha riempito le tasche, 

ma che ha anche fatto cedere know-how prezioso 

a innocui esecutori che oggi sono diventati 

temibili avversari. E su tutto, una mentalità 

al consumo e all’acquisto profondamente 

evoluta. 

Tra la produzione e il consumo, tutti i player 

hanno subìto in questi anni, in maniera sempre 

più accelerata, delle ripercussioni, ma anche 

pressioni, richieste, adeguamenti di ruolo. 

In alcuni casi gli àmbiti sono diventati promiscui, 

confusi, difficilmente delineabili. Altre 

volte certe figure sono andate via via scomparendo, 

e alcune per sopravvivere hanno 

dovuto rivedere profondamente il modo di 

porsi sul mercato. Altri ancora (forse troppo 

pochi) hanno cambiato mentalità, passo questo 

forse necessario un po’ a tutti per riuscire 

a comprendere il cambiamento e a prendervi 

parte da protagonisti attivi, senza più soffrirlo 

in maniera passiva e non sufficientemente remunerativa. 

43

SPECIALE AGENZIE I RAPPRESENTANTI DEL MERCATO 

Una fusione 

strategica 

AAISS e Assomoda per un 

riassetto che mira a importanti 

traguardi, ribadendo l’importanza 

dell’agente come trait d’union 

tra produzione e vendita 

44 

bero in corso e si sarebbe già delineata 

anche una data plausibile: 

“Da qualche settimana abbiamo dato 

vita a un percorso ispettivo per 

verificarne la fattibilità – ha spiegato 

Maurizio Governa, in qualità di presidente 

AAISS, e ora vicepresidente 

di Assomoda Italia insieme a Massimo 

Billi – ed è molto probabile che 

si possa concretizzare nel 2012.” 

A spiegare questo importante cambiamento 

è stato Giulio Di Sabato, 

presidente Assomoda, che ha ribadito 

il ruolo fondamentale dell’associazione 

che da 40 anni rappresenta 

la distribuzione intermedia. Nel delineare 

il compito a cui è chiamata la 

realtà istituzionale che presiede, Di 

Sabato ha sottolineato che “Lo diciamo 

da sempre, in maniera quasi 

meccanica, ma oggi possiamo affermare 

che finalmente anche il sistema 

nel suo insieme si è accorto che 

avere una rappresentanza è un fatto 

significativo e importante, un onore 

ma anche un onere. La rappresentanza 

è infatti quell’Istituto per cui 

ad un soggetto è attribuito un apposito 

potere di sostituirsi ad un altro 

soggetto nel compimento di attività 

per conto di quest’ultimo e con effetti 

diretti sulla sua sfera. Perché ci 

sia rappresentanza vera e propria 

non basta una persona (o ente) che 

agisca per conto di un’altra persona: 

essa deve agire ‘in nome’, dichiarare 

in sostanza che non compie 

l’atto per sé, ma in nome dell’inteph. 

ISPO WINTER 2010 

fa la forza. Questo il 

principio cardine ribadito nel 

L’unione 

corso del recente convegno 

nazionale di Assomoda Italia, organizzato 

nella sede milanese dell’associazione 

sul tema “Come cambia 

il ruolo di agenti e showroom nella 

moda e nello sport”. 

Un tema, questo, estremamente 

sentito da tutta la filiera e foriero di 

conseguenze importanti, come si è 

potuto osservare nel corso degli ultimi 

anni. A dimostrarlo, l’ufficializzazione, 

nel corso della giornata dello 

scioglimento di AAISS, Associazione 

Agenti Italiani Sport e Sportswear, 

fusasi con Assomoda Italia, dando 

vita all’Associazione Italiana degli 

Agenti e distributori della moda e 

dello sport. 

Un riassetto che vuole offrire una 

maggiore forza alla categoria e una 

capacità di azione in grado di coordinare 

al meglio questa figura. Al 

centro della discussione, infatti, la filiera 

produttivo-distributiva della moda 

e dello sport, di cui i rappresentanti 

costituiscono la cinghia di trasmissione 

indispensabile. Basti considerare 

che una simile riorganizzazione 

potrebbe portare alla nascita 

di iniziative di grande risonanza. Tra 

le novità annunciate, infatti, è emersa 

la possibilità di riorganizzare a 

Milano un salone interregionale dedicato 

al mondo dello sport, recuperando 

la precedente iniziativa di Italia 

Moda Sport. I preparativi sareb-

essato. Avere la rappresentanza è 

un atto di responsabilità: non vuol 

dire fare il portavoce. E questo non 

è un aspetto da poco.” 

Una puntualizzazione che rende bene 

l’idea della delicatezza del compito 

a cui sono chiamati i rappresentanti, 

da sempre perno su cui ruota 

il rapporto tra i due grandi poli 

dell’industria e del retail. Un assetto 

che ha visto un’evoluzione negli anni 

e che nell’ultimo periodo ha dimostrato 

il proprio ruolo cruciale, ma 

anche l’insorgere di formule che 

hanno penalizzato la categoria. 

La distribuzione intermedia che Assomoda 

rappresenta è infatti, oggi 

come mai, un mondo molto differenziato, 

tra agenti regionali (o tradizionali), 

showroom nazionali ed internazionali, 

imprenditori e distributori. Un 

mondo già cambiato, come è già 

cambiato il ruolo degli agenti, e come 

il mondo della moda e dello 

sport che, grazie al mutamento della 

moda, hanno abbattuto le barriere, 

parlando ora un medesimo linguaggio 

trasversale. Così anche la rappresentanza 

di queste due realtà 

cerca nuovi equilibri e una forma di 

coesione in grado di tutelare gli 

operatori e di rilanciare con un sforzo 

congiunto l’intero sistema. 

Del resto, è inutile produrre se poi 

non si riesce a distribuire, e dunque 

è necessaria una sempre maggiore 

coesione tra tutti gli attori della filiera, 

abbandonando la non cultura 

della lotta senza esclusione di colpi, 

seguendo invece la logica della necessità 

di una stretta cooperazione 

tra tutti gli attori della filiera. Superando 

anche l’idea di molte aziende 

per cui il rappresentante risulterebbe 

solo un costo di mediazione inutile. 

Valutazione, questa, respinta con 

forza dalla categoria, che non perde 

occasione per ribadire il concetto di 

non essere nemmeno un costo, visto 

che incassa solo sulle vendite. 

Una diversità di posizioni che cercando 

di superare il facile rischio di 

rinfacciare responsabilità, è soprattutto 

alla ricerca di un’identità che 

oggi si sta perdendo in mille rivoli, 

sfaccettature e sfumature. Così c’è 

chi, in maniera pessimistica, teme >> 

TREND DI MERCATO 

Più cautela negli acquisti 

Consumatori frenati, e anche meno desiderosi di ostentare 

le proprie scelte d’acquisto. Radiografia di un’economia 

decisamente frenata alla spesa, soprattutto in Italia 

Recenti rilevazioni di mercato dimostrano 

come sia in atto ormai 

da mesi una sensibile perdita 

di fiducia da parte del consumatore 

nei confronti del retail che, soprattutto 

in Italia, e in controtendenza 

rispetto al generale andamento europeo 

in progressiva ripresa, continua 

a pronunciarsi con particolare 

gravità. D’altronde, il tanto apprezzato 

shopping made in Italy è ben 

poco orientato al mondo sportivo. 

Il tanto declamato boom del turismo 

extracomunitario, dove si visitano 

i monumenti, poi si punta decisi 

sulle vie del lusso – esattamente 

come i businessman nei ritagli 

dei loro viaggi d’affari – non 

sembra investire anche il consumo 

sportivo, d’altra parte generalmente 

globalizzato ed esterofilo. A trainare 

sono gli outlet, seguiti dai monomarca 

delle griffes e poi dai multimarca. 

Ma il retail indipendente 

spesso rimane all’angolo, correndo 

il rischio di una drastica riduzione. 

Inoltre tra i consumatori emergono 

con chiarezza valori che possono 

sembrare in contrapposizione 

con il lusso, e lo sono in ogni caso 

nel confronto del lusso ostentato, 

assolutamente out: tanto che parecchie 

griffe hanno abbassato i 

toni urlati dell’advertising e realizzato 

prodotti in cui l’utilizzo di materie 

prime preziose resta all’interno 

degli stessi. 

Finita l’era del consumatore soggetto 

alla bulimia, oggi chi acquista 

un capo lo fa con la testa, consapevole 

che, se non si tratta di un 

oggetto ‘usa e getta’, è un bene 

prezioso, da scegliere con attenzione 

e con poca probabilità solo 

d’impulso. 

Le implicazioni di questa nuova 

mentalità sono notevoli, perché il 

nuovo modo di consumare si ripercuote 

giocoforza a catena 

sull’intero processo di fare business 

della filiera, tanto produttiva 

quanto distributiva. 

Prima importante conseguenza di 

questa situazione è che non si 

vende più tutto a tutti, nella consapevolezza 

che comunque i 

partner commerciali siano da selezionare, 

e anche in probabile 

diminuzione. 

Occorrono dunque professionalità 

e attenzione, in quanto il mercato 

si è attestato su livelli più 

realistici, normali e, in un certo 

senso, anche più equilibrati e corretti, 

meno fantasiosi. La nuova 

realistica qualità è fatta di ricerca, 

innovazione, capacità di proposta: 

in quest’ottica, il ruolo di 

agenti e showroom primario sta 

diventando quello di saper trovare 

le aziende che esprimono questi 

valori e proporle all’interesse 

del mercato. 

45


>> 

È inutile produrre se poi non si riesce a distribuire, 

e dunque è evidente la necessità di una sempre maggiore 

coesione tra tutti gli attori della filiera, abbandonando 

la non cultura della lotta senza esclusione di colpi, 

seguendo invece la logica della necessità di una stretta 

cooperazione tra tutti gli attori della filiera 

che senza una svolta radicale entro 

un quinquennio andrà in crisi tutto il 

sistema tradizionale. La soluzione 

viene individuata nell’accorciamento 

della filiera per entrare in maggiore 

simbiosi con le dinamiche al consumo. 

Con la consapevolezza che le 

aziende che oggi si salvano hanno 

comunque a che fare con l’internazionale 

e devono basarsi sulla sostanza, 

non sulla convenienza e sul 

puro fattore prezzo. 

Questa visione si contrappone alla 

tesi ottimistica che vuole che 

l’emorragia si sia fermata, non senza 

innegabili e critiche conseguenze. 

Secondo questo punto di vista, le 

cose sono già cambiate e l’agente 

deve solo attrezzarsi per rappresentarle 

sempre meglio. Non sono dunque 

messe in discussione né l’esistenza 

né le competenze di una categoria 

indubbiamente utile e capace, 

bensì il contesto prospettico, affinché 

vi siano ancora in futuro spazi 

utili sufficienti. Al cambiamento delle 

dinamiche contribuisce poi l’ambiente. 

Osservando la situazione territoriale, 

è innegabile osservare come i 

negozi monobrand e anche certi 

multibrand nei centri storici sono 

stati via via colonizzati da pochi 

grandi marchi, nella moda come nello 

sport. Ciò rischia di lasciare spazio 

solo nella periferia, con un abbassamento 

di profilo, ma con la riserva 

rappresentata dalla provincia 

che nello sport ha ancora molto da 

dire, e da fare. 

Tutti convengono sul fatto che il negozio 

recuperi il proprio ruolo e la visibilità 

della propria insegna, e non 

solo del valore dei brand che ospita. 

Nell’ottica di ricerca del nuovo e di 

‘curiosità’ da suscitare sul consumatore, 

anche l’agente gioca un ruolo 

essenziale per stimolare il dettagliante, 

rafforzando la propria ragione 

di essere. 

Pensieri e parole 

Tutta colpa del prezzo 

Oggi con la crisi si cerca di giustificare ogni azione 

commerciale, specie le più ‘spericolate’, ma anche in 

tempi non sospetti, prima dell’esplosione della negativa 

contingenza economica globale, il fattore prezzo è stato 

spesso gestito in maniera sbagliata. Basti pensare al 

fatto che è diventata ormai una prassi commerciale 

uscire con le offerte prima che inizi la stagione. Un atteggiamento 

paradossale, perché bisognerebbe uscire 

con le offerte dopo la stagione e Natale, o dopo i primi 

giorni di gennaio, allineandosi così tutti all’abbigliamento 

e partecipando globalmente al momento dei saldi. La 

tendenza a lanciare le offerte prima piuttosto che dopo, 

dimostra che ci troviamo di fronte a un modo di ragionare 

completamente sovvertito. Dal momento che “del 

doman non c’è certezza” (diventato persino uno slogan 

pubblicitario), oggi la strada è quella di far cassetta subito. 

Oppure si sposano politiche poco coerenti, come 

quando si propone a prezzo speciale un attrezzo: un 

negoziante compie un rilancio al ribasso e il giorno dopo 

un altro retailer scende con il prezzo. Si innesca così 

una folle guerra che danneggia il rivenditore, lasciando 

anche il consumatore deluso e perplesso. 

Un problema difficile da risolvere, perché logicamente 

tutti accusano il momento difficile, seguendo una tendenza 

diffusa che è anche un atteggiamento mentale. 

Ma il pericolo maggiore è la grande instabilità che si 

genera, e che produce anche una certa insicurezza 

di Andrea Meattelli 

all’acquisto da parte del consumatore, oltre a una lotta 

all’ultimo sconto tra negozianti, che finisce per ridurre 

sempre di più il margine, già da tempo estremamente 

esiguo. 

Le conseguenze di questa strategia pesano su tutti i 

player della filiera e hanno portato a inficiare il rapporto 

di fiducia non solo tra venditore e acquirente, ma anche 

tra dettagliante e fornitore. Sarà difficile, se non impensabile, 

pensare che un miglioramento della contingenza 

economica possa riportarlo nuovamente su parametri 

accettabili, e stabili. 

46


Una sfida 

per il retail 

La trasformazione sempre in progress di tutti 

i meccanismi economici e logistici della filiera 

coinvolge in prima istanza il retail. Spetta a questo 

anello della catena mettersi in gioco, anche grazie 

a un rapporto speciale con il rappresentante 

Oggi come oggi molti negozianti 

si rivolgono direttamente 

all’estero per andare 

a cercare aziende particolari, perché 

sul mercato italiano non tutto 

riesce, giocoforza, ad arrivare. Esistono, 

infatti, filtri di vario genere 

che rendono difficilissimo a 

un’azienda di piccole dimensioni introdursi 

sul tessuto distributivo italiano. 

Il negoziante che fa ricerca, 

accortosi che esiste un’offerta in 

grado di solleticare fantasia e portafoglio, 

è costretto a evadere da 

questa gabbia, a uscire dal caso 

specifico italiano, tentando la possibilità 

dell’importazione diretta. 

Stante questa situazione, nulla bisogna 

togliere ai distributori e agli importatori 

in genere che, se strutturati 

da una rete di agenti e rappresentanti 

(e non dipendenti-funzionari diretti 

delle aziende – semplicemente 

perché il dipendente è prerogativa 

delle grandi aziende che se lo possono 

permettere, non certo gli importatori 

e i distributori minori di cui 

in Italia esiste una fitta rete) rappresentano 

un elemento importante nel 

quadro del sistema distribuzione. 

La figura del rappresentante è il jolly 

nel mazzo delle carte del commercio 

a livello di distribuzione, dal momento 

che dispone di un proprio portafoglio 

clienti, valore inestimabile e frutto 

di un lavoro comprovato nel tempo. 

Chi può permettersi un ampio e 

ricco portafoglio clienti è infatti 

l’agente che non ha tradito la fiducia 

del negoziante, negli anni. Gli agenti 

che possono entrare nei negozi ed 

essere considerati dei professionisti, 

fidelizzando il negoziante, sono tenuti 

in così grande considerazione dal 

negoziante che non di rado compilano 

autonomamente i copia commissione, 

decidendo referenze e quantità 

ideali per il punto vendita. 

48 

FOTO: ispo 2010

Pur spettando storicamente 

all’agente il compito di mettere al 

corrente il negoziante delle novità, 

cercare il prodotto e portarlo nei negozi, 

è sempre più evidente che anche 

il dettagliante debba recuperare 

una più forte autonomia decisionale 

per difendersi dalle avversità, cercando 

di capire e conoscere sempre 

meglio il mercato e le sue innovazioni, 

sempre più complesse e trasversali. 

La pigrizia dei negozi e la 

mancanza di una forte personalità 

sono componenti su cui occorre riflettere. 

L’evoluzione si basa oggi 

più che mai sull’informazione, e anche 

su un continuo riposizionamento 

sul mercato. 

Il negozio vende come è abituato a 

comperare; prima ancora che di 

nuove idee e nuovi prodotti, il retail 

italiano di sport ha dunque bisogno 

di una nuova mentalità, veramente 

aperta al futuro e non orientata meramente 

alla difesa delle proprie 

posizioni. 

Alcuni negozianti, sollecitati dalla 

fantasia e dalle aspettative scaturite 

dalla vista di certi prodotti – frequentando 

le fiere in Italia come 

all’estero – se constatano l’assenza 

di un distributore nazionale o di una 

rete di agenti, si improvvisano essi 

stessi importatori. Questo con benefici 

di esclusività sul mercato, 

esprimendo di base una ricerca e >> 

di Michele De Masis 

Ma perché restare indietro? 


Nel bailamme dei tanti cambiamenti in essere, viene da 

chiedersi cosa possa fare il negozio. Una domanda delicata, 

perché volendo essere diplomatici per metà del 

problema la responsabilità della crisi è insita nella vecchia 

conduzione commerciale di tanti piccoli punti vendita, 

che fanno troppo poco per informarsi e rischiare 

sulle novità. L’altro 50% di responsabilità è però riconducibile 

alle aziende che devono attrezzarsi per riuscire 

a comunicare col retail, per esempio sui dati di sell out, 

essenziali per comprendere sempre più in tempo reale 

come si sta muovendo il mercato. Proprio per questo 

aspetto la funzione dell’agente è vitale. 

Una volta capito che con le sole griffes ‘al top’ non si 

sopravvive con i dovuti margini, il negoziante deve appunto 

fare la sua parte, attraverso la ricerca, selezionando 

proposte diverse con quel buon rapporto qualità-prezzo 

garante della necessaria marginalità. 

Proprio gli agenti scendono oggi in campo per rilanciare 

il loro ruolo ed esortare gli altri attori a fare altrettanto, 

remando tutti nella stessa direzione e giocando le 

carte della creatività, della ricerca di identità e della 

credibilità. Tutti cercano maggiori certezze e, non essendoci 

alcuna garanzia, la formula vincente non rimane 

che quella di un collegamento costante e diretto 

della filiera per disegnare nuovi format, non ulteriormente 

improvvisabili. 

Sono tanti i cambiamenti avvenuti nel mondo retail e 

nel rapporto con il prodotto. Purtroppo le fiere, un tempo 

principale momento di confronto e di osservazione, 

contano ogni anno una sempre minor partecipazione. 

Una carenza grave, da parte dei negozianti, perché andare 

alle fiere significa scoprire i prodotti, osservare le 

collezioni nella loro completezza, ricevere informazioni 

importanti per poi portare in negozio un assortimento 

capace di fare la differenza. Non ultimo, internet ha abbattuto 

le frontiere e ha portato una certa libertà di visione 

e di movimento, che al momento è ancora un po’ 

confuso nelle dinamiche. Anche questo strumento è importante, 

pur non potendo sopperire appieno alla partecipazione 

fieristica. Tuttavia, chi cerca i prodotti su internet 

effettua comunque una ricerca, e questo è sicuramente 

un bene. La ricerca dà sempre buoni frutti, perché 

è indubbio che chi trova e presenta innovazione, 

chi sa rispondere alle evoluzioni del gusto, della moda, 

della tecnologia, riesce a resistere all’assalto delle 

grandi catene, distinguendosi, dandosi un’identità e 

creando quella fidelizzazione sempre più strategica con 

la clientela. 

La logica di servizio al medio-piccolo retail (che 

dell’agente ha sempre bisogno) diventa fondamentale, 

basti pensare che ItaliaModaSport nel momento del 

suo massimo sviluppo ebbe 6 edizioni contemporanee, 

uno sforzo indubbiamente pregevole che si vorrebbe 

replicare, con un progetto multi regionale, il 29 e 30 

gennaio 2012. Un traguardo importante, come già sarebbe 

quello di tornare a una certa stabilità, obiettivo 

già di per se stesso ambizioso. 

Ben vengano dunque i cambiamenti, a patto che vi sia 

da parte dei negozianti quella consapevolezza e quella 

reattività che sono poi foriere di risultati concreti. Solo 

essendo protagonisti della propria attività è possibile 

godere dei frutti del proprio lavoro. Oggi più di un tempo, 

perché con le trasformazioni portate dalla crisi e dal 

nuovo sistema economico, restare ancorati a vecchi 

schematismi e automatismi è solo da perdenti. 

49


>> 

Il negozio vende come è abituato 

a comperare; prima ancora che di nuove 

idee e nuovi prodotti, il retail italiano di sport 

ha dunque bisogno di una nuova mentalità, 

veramente aperta al futuro e non orientata 

meramente alla difesa delle proprie posizioni 

FOTO: adidas-modern-retail-sport-fashion-store-design 

una volontà di inseguire prodotti 

che danno senso al lavoro del negoziante 

stesso e al desiderio di questo 

di proporre prodotti particolari. 

Casi sporadici ma emblematici di un 

cambiamento evidente di certe dinamiche, 

in cui il negoziante inizia a vestire 

i panni dell’importatore e, se si 

organizza, anche del distributore. 

A complicare il panorama, o per 

certi aspetti ad arricchirlo, vi sono 

gruppi di agenti che stanno dando 

vita a società di distribuzione. Essi 

stessi come rappresentanti portano 

i prodotti nei negozi, di cui sono 

al tempo stesso i diretti distributori. 

Una formula che sta dando 

buoni risultati, notata dalle aziende 

e che ha finito per incuriosire un 

po’ tutti gli anelli della filiera. Di 

certo un sovvertimento delle formule 

tradizionali, quando il rappresentante 

riceveva il campionario 

più o meno impostogli (anche a 

pagamento) dall’azienda, ne riempiva 

la macchina e partiva in visita 

ai negozi. Questa evoluzione non 

solo svincola l’agente da una dipendenza 

dal distributore, ma ha 

portato a un’evoluzione stessa del 

modo di proporre la merce, nemmeno 

più a campionari rigidi e stagionali, 

e sempre più spesso tramite 

mini collezioni nell’arco della 

stagione. 

Seppure il rappresentante resti il 

principale collante tra la distribuzione 

e il negozio, la formula di approccio 

sulla distribuzione è sempre più 

variegata. Le centrali di acquisto 

stanno prendendo piede proprio attraverso 

la ricerca del prodotto, l’acquisto 

e la distribuzione dello stesso 

ai negozi affiliati e magari a una forza 

vendite di nuova generazione. Anche 

l’associazionismo si presenta dunque 

come un player innovativo e importante, 

in grado di offrire nuove risposte 

in termini di prodotti e di remuneratività. 

Ma il negoziante italiano, 

storicamente individualista, frena 

ancora molto nel timore di perdere 

identità dovendo parzialmente rinunciare 

alla visibilità della propria insegna. 

Un rischio di omologazione già 

in atto, in realtà, dettato dalla globalizzazione 

dei soliti big brands. 

Ancora una volta appannaggio degli 

agenti, un sistema evoluto di 

raccolta ordini con possibilità di 

stoccaggio e successiva distribuzione 

on demand è una delle nuove 

strade perseguibili, attraverso 

un sistema evoluto di logistica che, 

a sua volta, mette in discussione 

tutte le posizioni tradizionali. 

>> 

50


Strategie 

di attacco 

52 

L’evoluzione del mercato è stata generata 

anche dalla revisione del rapporto 

con gli agenti da parte delle aziende, 

in particolare quelle importatrici. 

Non senza conseguenze dolorose 

trasformazione in 

atto sul mercato italiano, e 

L’indubbia 

internazionale, di articoli e 

abbigliamento sportivo è il frutto di 

un percorso intrapreso già da diversi 

anni e per diverse ragioni. In 

passato, tanto per cominciare, la 

scelta di prodotto era più semplice. 

L’offerta merceologia era più 

contenuta, e conseguentemente 

più contenuto era anche il numero 

delle aziende fornitrici. L’abbigliamento, 

per quanto già stilisticamente 

curato e di qualità, non aveva 

sfondato e invaso trasversalmente 

il mercato, nelle modalità 

consuete al giorno d’oggi, soprattutto 

sull’informale e sul tempo libero. 

Indubbiamente è stato lo 

sportswear, via via evolutosi ed 

amplificatosi, ad aver moltiplicato i 

marchi e reso sempre più trasversale 

la distribuzione del cosiddetto 

leisure. Anche perché proprio nel 

fashion, i marchi cosiddetti ‘emergenti’ 

nemmeno pretendono una 

distribuzione estesa, con annessa 

una vera e propria rete di vendita. 

Inoltre, spesso per questione di risparmio 

di costi e per motivi organizzativi, 

non serve nemmeno un 

deposito nel Paese. Risulta infatti 

molto più facile gestire una linea 

diretta, saltando ogni mediazione. 

Un fattore, questo, importante, 

anche perché con le barriere doganali 

oggi crollate il transito della 

merce è molto più semplice. 

Non ci sono più autorizzazioni di 

importazione, costi, anticipi d’iva, 

anche se altri rischi aumentano, 

come ad esempio la gestione dei 

pagamenti, ben più complessa a 

distanza rispetto all’affidabilità offerta 

da un rappresentante o da 

un importatore. 

Nell’abbigliamento, specie quello 

invernale, si è assistito a un allargamento 

delle aziende, in cui quelle 

storiche resistono e sono magari 

anche produttori nazionali, ma ci 

sono anche tante industrie del 

continente o dell’Est Europa, che 

si presentano sul mercato con caratteristiche 

diverse e collezioni interessanti, 

che magari coinvolgono 

solo un certo numero di negozianti, 

senza nemmeno voler coprire il 

mercato su scala nazionale. 

Di conseguenza, l’organizzazione 

fissa in Italia, specie per le realtà 

emergenti, sembrerebbe non avere 

un senso, poiché troppo costosa. 

Si tratta di un passaggio importante 

che di fatto ha sostituito e cancellato 

la presenza dell’importatore. 

Nell’attrezzo, sia per tutto l’anno 

che per quelli specificamente 

invernali, si è invece cercato di risparmiare 

sui costi attraverso la 

formazione delle filiali. In effetti, in 

Italia il ruolo di un’azienda che formalizza 

e compone tutto il quadro 

operativo di un anno esiste >>


>> 

sempre, partendo dal marketing e 

passando dalla vendita alla fatturazione. 

Manca sempre più spesso, 

invece, il magazzino nazionale. Ovvero 

ci si affida a un magazzino centralizzato 

europeo che offre un risparmio 

nello smistamento, distribuendo 

ovunque e accorpando i 

costi del personale. Tuttavia è anche 

vero che queste soluzioni sono 

dei colli d’imbuto, perché nel momento 

in cui arriva la stagionalità e 

ci sono i riassortimenti o necessità 

urgenti, subentrano grosse difficoltà, 

dove solo un’eccellente logistica 

può sopperire a improvvisi picchi di 

ordini. Oltretutto, se prima il picco 

poteva essere distribuito (e quindi 

anche gestito) su diversi Paesi, oggi 

la centralizzazione rischia di paralizzare 

il sistema o comunque di comportare 

forti ritardi nella consegna 

della merce. Se a questo si somma 

La ricerca dà sempre buoni frutti, perché è indubbio 

che chi trova e presenta innovazione, chi sa rispondere 

alle evoluzioni del gusto, della moda, della tecnologia, 

riesce a resistere all’assalto delle grandi catene 

distinguendosi, dandosi un’identità e creando 

quella fidelizzazione sempre più strategica con la clientela 

la diminuzione della produzione da 

un lato e le lungaggini di consegna 

per prodotti che devono essere sul 

punto vendita entro una certa data, 

ci si rende conto della fragilità del 

sistema. 

Non bisogna però trascurare che 

la centralizzazione del magazzino 

e della logistica offre il vantaggio 

di equilibrare meglio le rimanenze, 

dal momento che essendo tutto 

accorpato è possibile gestire più 

agevolmente la situazione, non dovendo 

più sopperire come prima 

con un attento controllo di gestione 

territoriale. 

Dunque le filiali hanno finito per sostituire 

l’importatore nella speranza, 

o nella certezza, a seconda delle 

aziende e delle proprie strategie, di 

evitare un margine e un utile di qualcuno. 

Ovvero ottenendo un profitto 

diretto con la creazione di una filiale 

senza doverlo destinare a terzi. 

La filiale, al contrario, lavora per il 

proprio marchio e per la propria im- 


Meno distributori, più distribuzioni 

In una situazione generale come quella che si profila 

all’orizzonte, credo che anche i produttori debbano 

prendere atto che siamo in Europa. Dal momento che 

tutti stiamo lavorando sui costi e sull’ottimizzazione dei 

processi, tra tanti concetti logistici che hanno dimostrato 

di funzionare bene, dobbiamo puntare su distributori 

unici dei vari marchi, e non più dei vari Paesi. Così come 

su magazzini centralizzati e ben organizzati, dove è 

possibile accedere velocemente per i riassortimenti, 

come dimostrato da certe organizzazioni, e sugli ordini 

on-line, con consegna in 24 o 48 ore al massimo. Ciò 

che oggi funziona per piccoli pacchetti può e deve funzionare 

anche per grandi spedizioni e grossi rifornimenti. 

Questa è la soluzione da applicare, anche per 

evitare il moltiplicarsi di soluzioni arrangiate e non proprio 

ideali. 

Certo restano possibili gli ambiti particolari, come i piccoli 

grossisti locali che servono località geograficamente 

specifiche e caratterizzate da determinate peculiarità, 

ma si tratta soprattutto di legami consolidati che 

sottendono un rapporto di amicizia e che esulano dalle 

moderne logiche del commercio. Piuttosto, come le 

aziende devono ampliare la propria visione, dovrebbero 

crearsi alleanze e piattaforme operative e sinergiche tra 

i piccoli commercianti a gestione familiare. Sono fermamente 

convinto, e ho avuto già più volte occasione di 

sostenerlo, che le imprese specializzate – come quelle 

di Georg Oberrauch 

sportive – non possano più vivere senza forti e solide 

alleanze strategiche. Esistono anche formule locali, ma 

credo che sul medio e lungo periodo solo organizzazioni 

a livello nazionale possano avere senso e motivo di 

esistere, perché i costi base di gestione possono essere 

sostenuti maggiormente se divisi su una base numericamente 

consistente. 

FOTO: ISPO 2010 

54

di Renato Tolusso 

A proposito di fiere 

magine internazionale, seguendo 

delle direttive sovranazionali. Dunque 

uno sforzo iniziale ammortizzato 

poi dall’attività nel tempo. 

“Il concetto di base di avere una filiale 

– spiega Renato Tolusso di 

Project 2010 – è sicuramente, dove 

ci sono numeri importanti, quello 

di una gestione coordinata, dal 

momento che il rappresentante difficilmente 

riesce a gestire anche 

un’attività di marketing, non avendo 

la struttura e magari nemmeno 

l’esperienza per potervi riuscire. 

Quando invece i numeri sono ridotti, 

è l’agente internazionale a gestire 

gli ordini dai vari Paesi, ma è una 

strada percorribile soprattutto da 

marchi freschi, nuovi, e solo nel 

momento iniziale di una new entry 

sul mercato. La figura del grossista, 

invece, resiste, soprattutto per 

determinate merceologie, e in particolare 

nel Sud Italia. I prodotti di 

respiro internazionale o le merceologie 

più forti seguono un percorso 

differente.” 

Con il ruolo dell’importatore tradizionale 

così ridimensionato, o comunque 

rivisto, le agenzie di rappresentanza 

più organizzate, con 

propri showroom e sedi operative 

molto organizzate, hanno dunque 

cominciato a prendere più piede. 

L’idea di una fiera, o comunque di 

un momento espositivo, è un altro 

genere di attività che solo gli agenti 

più vicini al territorio e al tessuto 

commerciale vero e proprio possono 

effettivamente promuovere. 

Un’azienda, infatti, non ha le leve 

per far scattare questo interesse, 

mentre la categoria degli agenti avverte 

questa necessità ed è quindi 

lanciata nel tentativo di riuscire a 

mettere in pista nuove soluzioni. 


FOTO: ISPO 2010 

Il progetto di recuperare il format regionale per ricreare 

un evento fieristico italiano nello sport può funzionare 

perché c’è indubbiamente bisogno di un momento collettivo 

di incontro tra gli operatori, ma bisogna poi vedere 

se tutti la pensano nello stesso modo, perché è indispensabile 

sostenere l’idea con una partecipazione 

collegiale, unica garanzia di riuscita e anche di condivisione 

delle spese. Concentrare un’esposizione in una 

location vicina, a pochi chilometri di distanza, con un 

abbattimento di costi e tempi, è sicuramente una soluzione 

intelligente. Però ci devono stare tutti. Nel momento 

in cui la presenza si aggira intorno a un 90% credo 

che i negozianti non solo possano, ma debbano partecipare. 

Inoltre bisognerà prestare attenzione alla 

‘tempificazione’: lo svolgimento in una certa data magari 

può essere particolarmente favorevole per l’abbigliamento 

ma non per l’attrezzo, o viceversa. Sono un 

po’ i soliti grossi problemi che emergono, e che a volte 

sono anche più pretestuosi che reali, tuttavia mi auguro 

che si riescano a superare queste problematiche rilanciando 

il momento fieristico come occasione di confronto 

tra tutti i partner. 

Del resto, se non si partecipa alle fiere o ai momenti 

espositivi, diventa difficile avere una percezione delle 

novità di prodotto in generale e persino dei marchi che 

già si conoscono è improbabile avere una visione completa 

di un’intera collezione. Ecco perché una manifestazione 

vicina, a cifre contenute e con un’ampia esposizione 

sarebbe un grosso vantaggio per tutti. In effetti, 

è una buona opportunità da cogliere, e anche indice di 

vitalità di un mercato in fermento, nel quale occorre dimostrare 

oggi più che mai di volerci anche credere. 

55


Una figura 

determinante 

Come l’agente dimostra 

ancora oggi di essere 

una figura di rilievo 

sul mercato sportivo. 

Evolvendo il proprio ruolo 

56 

Nel clima generale di trasformazione 

costante delle economie 

e dei mercati, anche 

l’informazione e la comunicazione 

giocano un ruolo sostanziale. Internet, 

open day, test e una linea diretta 

tra azienda e commerciante vedono 

in parte rivoluzionato il ruolo 

dell’agente e, più in generale, i vari 

passaggi della filiera. 

In genere, sia il consumatore finale 

che il negoziante arrivano alla conoscenza 

del prodotto via internet solo 

quando questo è già sul mercato, 

perché difficilmente un’azienda presenta 

un prodotto in anticipo sul 

proprio sito internet. Lo stesso negoziante 

riceve le informazioni mesi 

prima, mentre internet, se da un lato 

diventa un ottimo richiamo, con l’ecommerce 

delle aziende può rappresentare 

anche un fastidioso canale 

di vendita concorrenziale e destabilizzante. 

Storicamente in Italia si è perso, con 

il passaggio generazionale dai fondatori 

alle nuove leve, quel filo diretto tra 

azienda e negoziante che ha contraddistinto 

i ruggenti anni Sessanta e 

Settanta, specie in termini di fiere ormai 

considerate uno strumento superato 

tanto quanto agli albori erano 

state vissute come un appuntamento 

decisivo per il mercato. Un annoso 

problema e anche un po’ un paradosso, 

perché da un lato le aziende non 

vanno in fiera perché manca il pubblico, 

mentre il pubblico non si reca alle 

fiere perché mancano le aziende. 

LO STAND SIGG AD ISPO WINTER 2010 

Proprio in mezzo a questa spaccatura 

si pone l’agente, che sente sempre 

viva e costante la necessità di 

‘presentare’ il prodotto. Se la gente 

non si reca in fiera e le aziende non 

partecipano, negli anni è diventato 

essenziale trovare nuove formule di 

presentazione delle collezioni. 

Molti negozianti vedono il prodotto 

magari durante una giornata di 

test, specie nell’attrezzo, ma non 

vedono tutta la collezione, solo 

qualche pezzo. Per avere una visione 

generale occorre andare in fiera, 

ma il negoziante italiano fatica a 

dedicarcisi con la dovuta costanza. 

Dunque per avere una visione globale 

di un fornitore bisogna attendere 

il rappresentante, oppure che 

arrivi il catalogo in negozio (con la 

tecnologia digitale, anche questa è 

una formula sempre più impalpabile). 

La conseguenza è che il retailer 

è così costretto a proseguire con 

quelli che sono i fornitori abituali, 

faticando però a capire cosa ci sia 

di nuovo globalmente su mercato, 

non avendo una visione allargata e 

attualizzata. 

L’azienda capace fidelizza i negozianti, 

cosa sicuramente positiva negli 

equilibri di mercato, ma al tempo 

stesso penalizzante per quanto riguarda 

le novità e la capacità del 

retailer di riuscire a introdurre importanti 

novità nella propria offerta 

di vendita. 

“La professione dell’agente è oggi 

forse davvero la più difficile, ma non 

perché deve essere messo in discussione 

il suo ruolo – asserisce 

Maurizio Governa –: infatti rimane 

la figura più ricercata dalle aziende. 

In una vera ottica di partnership,

PH: ISPO WINTER 2010 

partecipare all’intero ciclo attraverso 

un rapporto stretto, quotidiano, 

è la chiave interpretativa del futuro.” 

Basta infatti pensare alla sempre 

maggiore necessità di flessibilità e 

alle nuove regolamentazioni della 

merce che richiedono informazioni 

più tempestive. Questo aspetto dimostra 

l’importanza della figura 

dell’agente, a patto che questi sappia 

interpretare con una visione 

moderna il proprio ruolo di trait 

d’union, di gestore del dialogo tra 

azienda e retail, in un maniera sempre 

più stretta ed evoluta. 

Oggi non bastano più le storiche 

passate in negozio solo al momento 

di presentare istituzionalmente una 

nuova collezione semestrale o, peggio 

ancora, per andare a riscuotere 

qualche insolvenza di pagamento. 

Più uscite di mini collezioni più occasioni 

di incontro e confronto tra 

fornitore e cliente, con riassortimenti 

addirittura possibili durante i periodi 

dei saldi, sono i momenti chiave 

di una professione di un venditore 

che è anche un comunicatore. 

Una situazione impensabile solo fino 

a poche stagioni orsono, che ormai 

sta decollando nella moda in 

genere, e che prima o poi dovrà svilupparsi 

anche nel sistema sportivo. 

Il retail dal canto suo deve assicurare 

un visual adeguato, con logiche 

moderne di esposizione e con un sistema 

informatico in grado di seguire 

e trasmettere l’andamento delle 

vendite anche all’esterno, al fornitore 

di fiducia in grado di assisterlo 

nelle sue richieste non programmate. 

L’agente, meglio se dotato di 

showroom, è la figura chiave per seguire 

questi nuovi processi, in termini 

di assistenza post vendita, per 

dare risposte immediate a bisogni 

concreti. Essere, di fatto, a fianco 

del negozio, per risolvere al negoziante 

problemi reali e che necessitano 

di rapida soluzione. 

Relativamente agli agenti, guardando 

all’ultimo quinquennio, si possono 

riscontrare delle evoluzioni che 

hanno indubbiamente lasciato il segno. 

Innanzi tutto il mercato dello 

sport, da un punto di vista dell’abbigliamento, 

si è molto avvicinato allo 

sportswear. Di conseguenza, molti 

negozi tecnici sono diventati anche 

(e soprattutto) di abbigliamento, talvolta 

anche in maniera non adeguata. 

Trasformazione che ha avuto come 

prima conseguenza il passaggio 

di molti agenti a questo segmento, 

o integrandolo nella propria atti- >> 

57


>> 

L’agente, meglio se dotato di showroom, è la figura chiave 

per seguire i nuovi processi in termini di assistenza post 

vendita, per dare risposte immediate a bisogni concreti. 

Essere, di fatto, a fianco del negozio, per offrire risposte 

a problemi reali che necessitano di rapida soluzione 

vità o varcando nettamente la linea 

di demarcazione tra abbigliamento e 

attrezzo, creando talvolta un vuoto o 

una rottura nei confronti dei negozi 

tradizionalmente vocati all’aspetto 

tecnico e rimasti ancorati a questo 

ambito. 

Chiaramente la dicotomia tra vestiario 

e attrezzo ha avuto conseguenze 

anche a livello più ampio, dividendosi 

nettamente tra grandi gruppi che 

trattano il tecnico in maniera organizzata 

ed espongono i grandi 

brand, e pochi specializzati che lo 

trattano ancora, numericamente ormai 

esigui, e con un atteggiamento 

più scientifico, di nicchia e di ricerca. 

Una situazione che evidenzia come 

possa ormai essere difficile recuperare 

generalisticamente l’attrezzo 

nei negozi di sport riportandolo 

alla diffusione che si poteva riscontrare 

in passato. 

Una simile fotografia certamente 

preoccupa la categoria degli agenti 

di commercio che trova la sua stessa 

ragion d’essere nell’esistenza 

dei medi e piccoli negozi, in contrasto 

con la centralizzazione degli acquisti 

operata dai gruppi che operano 

direttamente con le aziende fornitrici, 

bypassando interamente la 

categoria. 

Il panorama è oggi più che mai 

confuso, con rappresentanti che si 

costituiscono in società, divenendo 

importatori diretti, mentre alcune 

aziende assumono agenti che 

vanno a perdere di fatto quella 

plusvalenza che potevano avere 

attraverso il proprio portafoglio 

clienti. E ancora: retailer che diventano 

importatori saltando la filiera 

e relazionandosi direttamente 

con le ditte produttrici. E la realtà 

è ancora in progress. “Quando un 

mercato è plurifrazionato, con molti 

punti vendita – conclude Governa 

– la figura di un agente, soprattutto 

per un’azienda media, è indi- 


Gioco di squadra 

di Giulio Colombo 

Sul territorio italiano la nostra distribuzione è affidata 

ad agenti monomandatari. Per l’estero ci sono 

Paesi in cui abbiamo agenti generali e Paesi in cui 

abbiamo dei distributori, a seconda dell’asset distributivo 

dello specifico Paese. Riteniamo che la nostra 

struttura, per la nostra azienda, sia la più consona, 

con un rapporto con la forza vendite concreto 

e positivo. 

Con la forza di questa organizzazione 

riteniamo di affrontare al meglio il mercato 

e di garantirci una capillarità nella 

distribuzione che si è dimostrata nel 

tempo sempre e assolutamente vincente. 

In Italia contiamo 21 agenti di 

zona e, in quanto monomandatari, tutti 

protesi al conseguimento dello stesso 

risultato. Indubbiamente, rispetto al 

passato, l’evoluzione c’è stata. In un 

mercato sempre più complesso, è diventato 

decisivo che il ruolo dell’agente, 

insieme all’azienda, giochi nel contesto 

di una squadra verso obbiettivi 

comuni. Sono dunque profondamente 

convinto che il ruolo dell’agente proceda 

sempre più in affiancamento alla 

propria azienda, avendo come obiettivo 

non solo le vendite, ma anche l’evoluzione 

e la crescita del mercato e della sua distribuzione 

e il punto vendita, con una visione quindi ben più 

ampia rispetto a un tempo. 

Nonostante lo stretto legame, i nostri agenti restano liberi 

professionisti, non dipendenti dell’azienda, che mantengono 

così vivo il loro spirito imprenditoriale e sono 

stimolati nel conseguimento degli obiettivi comuni. 

58

spensabile, perché l’agente comunque 

non ha costo, è a provvigione 

e può definirsi una manovalanza 

senza costi fissi, rapportata 

al risultato.” Questo spiega perché 

in Italia, rispetto ad altre nazioni 

come Germania e Francia, ancora 

persiste un frazionamento della distribuzione 

abbastanza alto, sebbene 

in costante compressione. 

Resta il fatto che proprio questa 

permanenza di realtà piccole e 

medie porta le aziende di dimensioni 

minori a percepire ancora 

come indispensabile la figura 

dell’agente, con evoluzioni di carattere 

imprenditoriale. Ci sono 

agenzie che si costituiscono in 

gruppi di agenti, anche se nello 

sport ancora in maniera esigua, 

specie in Italia, rispetto ai grandi 

uffici esteri. Così come si sono 

sviluppati tutta una serie di collegamenti 

tra agenti, magari in più 

zone, che hanno iniziato a proporsi 

a marchi stranieri presentandosi 

come una struttura organizzata di 

agenti nazionali diretti. 

Il momento è indubbiamente caratterizzato 

da una certa confusione 

di ruoli, come d’altronde è confuso 

il mercato, con una crisi e il cambiamento 

di atteggiamento dei 

consumatori e dei consumi che 

costringono tutti a riorganizzarsi 

per recuperare terreno. Ecco allora 

che anche gli open day, gli incontri 

in azienda con i retailer, in 

nome di una maggiore conoscenza 

del prodotto e della linea di 

produzione, comporta un rapporto 

diretto che un domani potrebbe 

presupporre un contatto che esuli 

dalla mediazione dell’agenzia e 

dell’agente. Ipotesi non sempre e 

non ancora pienamente praticabile, 

ma pur sempre plausibile e foriera 

di ulteriori, futuri cambiamenti. 

Così come, specie per l’attrezzo, 

nella sua parte più tecnica, le 

clinic e i contatti diretti hanno fatto 

evolvere la professione di agente, 

non più relegandola a una mera 

azione di vendita, ma anche di collaborazione 

nei confronti del punto 

vendita. Un plus molto apprezzato 

in qualità di servizio anche in termini 

informativi, di preparazione e 

supporto alla vendita, così come 

l’aspetto logistico dove ormai non 

c’è azienda che non valuti l’importanza 

di scegliere agenti dotati di 

showroom, con strutture, immagini, 

servizi informatici e un sistema 

di gestione quotidiano moderno 

ed efficace. 

di Maurizio Governa 

Un mestiere difficile 

Il coinvolgimento delle agenzie è oggi ormai a tempo 

pieno, per tutto l’anno. Le tempistiche di vendita si sono 

accelerate per ragioni di produzione e chiaramente tutti 

hanno la necessità di ricevere ordini presto, per programmare 

al meglio i vari passaggi. Poi tra riunioni, clinic, 

preparazione alle vendite, riassortimenti piuttosto 

che presentazioni flash, alla fine l’impegno è continuo e 

il coinvolgimento pressoché totale. 


L’argomento showroom merita un discorso a parte. Le 

aziende lo richiedono ormai come un requisito fondamentale, 

comunque prioritario. Ma dotarsi di un proprio 

showroom, al di là dell’aspetto (pur importante) economico, 

sottintende un complesso di attività, materiali e 

gestioni che assorbono tantissimo tempo ed energia. 

Un costo sempre più spesso proibitivo per un giovane 

alla prime armi, dal momento che le spese sono veramente 

importanti e difficilmente sostenibili o ammortizzabili 

in breve tempo da chi si affaccia alla professione. 

E dunque anche l’aspetto del ricambio generale di questa 

professione è una problematica che rischia di diventare 

seria, anno dopo anno. 

D’altra parte, è indubbio che la professione sia notevolmente 

cambiata in quest’ultimo decennio, in particolare 

sul fronte informatico. I contatti diretti e sempre 

più stretti con le aziende, l’introduzione, anche se 

minore rispetto all’estero, di internet e degli acquisti 

on-line, l’accorpamento degli ordini e la velocizzazione 

dei passaggi ha investito il mondo degli agenti in 

modo significativo. 

Oggi ancor più di un tempo, questa professione impone 

un grande dinamismo e una certa preparazione, tanto 

che diventa molto difficile improvvisarsi ed entrare in 

questo sistema senza un’adeguata conoscenza delle dinamiche 

che lo caratterizzano. Si tratta di un mondo in 

divenire e quindi è facile prevedere che anche in futuro 

dovremo attenderci nuovi e importanti cambiamenti. 

59


FALL WINTER 2011-2012 

Mantra 

È come indossare un giubbotto isolato sopra un maglione di 

lana con cappuccio – ma senza la stessa mole. Il busto è 

avvolto in Primaloft ® One (60 g/m²) isolante, mentre le 

braccia in lana merino sono traspiranti e anti-odore. 

• Leggero e altamente comprimibile 

• Tasche angolate con chiusura lampo 

• Il tessuto di lana è doppio nel collo per maggior calore 

dove è necessario 

• I fori per i pollici mantengono ferme le maniche 

e caldi i polsi 

• Tessuti: maniche, collo e cappuccio: 100% lana merino 

• Busto: guscio in poliestere 100% (trattato con DWR) 

imbottito 

con PrimaLoft ® One (60 g/m²) 

Nisha 

La giacca Nisha dà il meglio in tutti i campi: tessuto 

strech su quattro lati all’esterno, fleece morbido in 

poliestere nella parte interna e in mezzo una membrana 

traspirante anti-vento e idrorepellente. Questa giacca 

conserva caldo e comfort attraverso montagne, vallate, e 

oltre. 

• Tessuto elasticizzato e gomiti articolati permettono 

un’ottima mobilità 

• Il cappuccio completamente regolabile permette una 

vestibilità personalizzata 

• Orlo a cordoncino 

• Due tasche scaldamani con cerniera 

Tessuto: poliestere 75% PU / 20% / 50% spandex 

Thyangboche 

Ai materiali di alta qualità e alla durevole manifattura si 

aggiunge un tocco di eleganza grazie alla cucitura a 

diamante: imbottitura in piuma d’oca 750 per il calore, 

guscio di nylon ultra-light, polsini regolabili, e una 

chiusura lampo anteriore a tutta lunghezza per una facile 

apertura. 

• Taglio femminile 

• Tasche e taschino interno tutte con chiusura lampo 

• Fettuccia regolabile ai polsini e in vita 

• Rivestito con DWR (Durable Water Repellent) 

Tessuto: 100% nylon ripstop trattato con DWR 

isolamento: piuma d’oca 750 

Deoche 

Questa giacca altamente impermeabile e traspirante 

mantiene il calore nelle variabili condizioni 

atmosferiche tipiche dell’Himalaya. La rete in fleece 

interna intrappola l’aria calda quando si è a riposo, e 

permette la circolazione dell’aria durante l’attività 

intensa, il che rende la giacca ideale per lo sci e 

altre attività stop-and-go. 

• Traspirante, tessuto a 3 strati, isola da pioggia, 

vento e freddo 

• I gomiti articolati e le toppe sotto le ascelle 

migliorano la mobilità in scalata o sciando 

• Due tasche scaldamani anteriori e una tasca 

sul petto (con porta per le cuffie). 

Tessuto: poliestere 100% 

Pangboche 

Da fine di autunno, per tutto l’inverno, e fino a 

primavera, il maglione Pangboche è il nostro capo 

d’abbigliamento preferito per tutto il giorno, per 

attività indoor e outdoor: da non togliere mai. Quando 

un piumino è eccessivo, non c’è niente di meglio. 

Calore e leggerezza, è così traspirante che mantiene 

il comfort con un’ampia scala di temperature. 

• Isolante della maggior qualità, piuma d’oca 800 

• Il guscio è in tessuto mini-ripstop 100% 

poliestere riciclato: è resistente, antivento 

e impermeabile 

• In grado di essere notevolmente compresso 

• Tasca a scomparsa interna sul petto può ospitare 

un dispositivo musicale 

• La cerniera frontale a tutta lunghezza ha una fascia 

interna per contrastare neve e vento 

• Tasche a chiusura lampo 

Varun 

Giacca wind-stopper con guscio in poliestere 

riciclato protegge da vento e umidità, mentre 

l’isolamento PrimaLoft ® Eco mantiene alto il calore 

corporeo. Particolari studiati nei dettagli fanno di 

questa giacca una scelta obbligata: tasche alte di 

facile accessibilità anche indossando zaini con fasca 

ventrale. Il tessuto soft-shell sui lati e le maniche a 

pannelli migliorano la vestibilità e i movimenti; orlo e 

polsini sono saldati. 

• Tasche tagliate al laser, con chiusure a zip 

• Tasca interna per contenere un dispositivo 

musicale 

Tessuto: 100% poliestere riciclato 

www.sportalliance.it – info@sportalliance.it 

60

SPORT ALLIANCE NEWS 

FALL WINTER 2011-2012 

Black Wolf nasce per soddisfare le esigenze dei praticanti delle attività all’aria aperta, 

principalmente in montagna. Alpinisti, sci alpinisti, escursionisti, scalatori, trovano nei modelli 

Black Wolf l’esperienza e la passione di gente a sua volta profondamente legata al mondo 

dell’outdoor e degli sport di montagna. I tessuti sono ampiamente testati, e rispondono bene alla 

funzione d’uso alla quale sono destinati i modelli sui quali sono impiegati. Anche le vestiilità sono 

particolarmente curate, e derivano da più di vent’anni di esperienza in questo settore. Gente “del 

mestiere”, che usa personalmente i capi che progetta e poi propone al pubblico, sapendo quello 

che serve. 

INSULATED 

M6K049 

Giacca imbottita con ovatta sintetica THERMORE 

ECODOWN, ad alto potere isolante ed elevata 

comprimibilità. “Compressor bag” in dotazione, 

dove riavvolgere la giacca per occupare il 

minimo spazio nello zaino. Cappuccio “4 D” a 

scomparsa nel collo, con regolazione 

anteriore e posteriore così da farlo aderire 

alla testa, ottimizzando la visuale in 

qualsiasi movimento. Tre tasche, bordo 

in Lycra ai polsi ed al fondo. 

PANTS 

M6K045 

Pantalone da sci alpinismo ed escursionismo invernale, 

bielastico, con lato interno garzato per aumentare il 

comfort e l’isolamento termico. Taglio ergonomico per 

la libertà dei movimenti. Bretelle staccabili, vita con 

elastico e patta, due tasche anteriori e tasca 

posteriore. Ginocchia sagomate, apertura con zip al 

fondogamba e ghette interne con elastico gommato 

per aderire agli scarponi. 

M6K048 

Pantalone da sci alpinismo ed escursionismo 

invernale, bielastico; inserti alle ginocchia in tessuto 

ripstop con interno garzato. Taglio asciutto ed 

ergonomico per la libertà dei movimenti. Vestibilità a 

tuta: vita non apribile con elastico e coulisse. Patta 

sotto la vita, due tasche anteriori e tasca posteriore. 

Ginocchia sagomate, apertura con zip al fondogamba 

ed elastico gommato per aderire agli scarponi. 

GIACCHE TERMONASTRATE 

M6K030 

Giacca 3 strati termonastrata, con ampi 

inserti elasticizzati su schiena, spalle braccia. 

Cappuccio “4 D” con regolazione anteriore e 

posteriore così da farlo aderire alla testa, 

ottimizzando la visuale in qualsiasi 

movimento. Tre tasche con zip 

impermeabili, polsi regolabili con alamaro 

e velcro, coulisse al fondo. 

FLECCE 

W6K005 - DONNA 

Giubba in pile “High Fur“ (pelo alto) ad elevato 

potere isolante e ben comprimibile, grazie alla 

particolare lavorazione esterna del tessuto. 

Protezione antivento sotto la zip centrale, tre 

tasche, coulisse al fondo regolabile dai sacchi 

tasche. 

W6K012 - DONNA 

Giubba in pile “Wool Look“ (effetto lana) 

ad elevato potere isolante. Cappuccio 

con bordo in lycra, protezione antivento 

sotto la zip centrale, tre tasche, 

coulisse al fondo regolabile dai sacchi 

tasche. 

STRETCH FLECCE 

W6K014 – DONNA 

Felpa in pile ripstop elasticizzato con inserti 

in pile stretch liscio. Mezza zip al petto con 

protezione interna antivento e tasca al 

petto con zip invisibile. 

STRETCH FLECCE 

M6K005 

Felpa in pile elasticizzato con lato esterno 

liscio e lato interno garzato per favorire 

l’isolamento termico. Mezza zip al petto 

con protezione interna antivento e tasca 

sul braccio. 

Sport Alliance International SpA 

Via Enrico Fermi, 14 – 39100 Bolzano – Tel. +39 0471 208300 – Fax +39 0471 208310 

61


STILETTATE 

Il lato oscuro 

del mercato 

62 

In un mercato dalle linee 

sempre meno definite, 

si vede la convivenza 

di formule tradizionali 

e ben delineate con 

soluzioni promiscue e 

ambigue. Un’evoluzione 

a rischio degenerativo 

A 

fronte di quanto fin qui evidenziato 

dai vari player del 

pianeta distribuzione, si può 

in un certo senso parlare di deregulation, 

come diretta conseguenza 

della crisi economica. Con le 

aziende produttrici forzate a vendere 

sempre e comunque, spesso nascono 

formule ibride e poco chiare, 

che nel lungo termine aggravano e 

confondono sempre più lo stato 

delle cose. 

È il caso di alcuni grandi marchi 

entrati ufficialmente in Italia in un 

secondo tempo con un distributore 

ufficiale, che per non perdere la 

clientela storica hanno mantenuto 

con essa degli accordi speciali. 

Potendo vantare un buon volume di 

vendita, pur di fronte a un distributore 

ufficiale, questi richiedevano di 

continuare ad avere un rapporto diretto 

con la casa madre, un po’ come 

avviene ancor oggi per i clienti 

direzionali. Questa situazione ha 

fatto in modo che sorgessero addirittura 

dei subappalti, ovvero il negozio 

stesso che importa per il negozio 

amico sito in un’altra regione 

o provincia. Con ciò arrecando 

danno a chi invece deve poi passare 

con gli agenti o la casa madre. 

Non bisogna dimenticare che questo 

tipo di situazione finisce per 

creare una guerra di prezzi che 

rappresenta una grossa turbativa 

nel mercato. Ognuno, infatti, in 

questo modo dispone di un proprio 

listino, tra importatore, distributore 

e rivenditore diretto. Così 

facendo si creano delle fratture a 

livello di politiche commerciali, tali 

da compromettere a volte la stessa 

serietà del marchio, che viene 

proposto con un prezzo in una zona 

e con un prezzo differente in altro 

luogo. Ben sapendo come ormai 

tutti siano organizzati per spedire 

in tutta Italia. 

Il sistema del prezzo più basso 

crea grossi problemi, anche perché 

spesso chi riesce a proporre il 

prezzo più contenuto è anche chi 

magari svicola dalle regole, specie 

in un momento come quello attuale 

in cui tutte le case madri hanno bisogno 

di vendere, è proprio il caso 

di dirlo, ‘a ogni costo’. Sono diminuiti 

i budget e i volumi di vendita, 

per non parlare dei profitti, con un 

margine che si è ristretto notevolmente, 

per cui si innesca quella 

guerra dei prezzi che alla fine genera 

confusione e finisce per ledere 

un po’ tutti gli anelli della filiera. 

Questo modus operandi che sovrappone 

figure e ruoli diversi alla 

ricerca della massima convenienza, 

se in parte risolve la problematica 

contingente, non risolve però il problema, 

anzi finisce per innescare ripercussioni 

che si abbatteranno in 

futuro su tutto il sistema. Chi infatti 

gioca al ribasso con i canali di importazione 

getta le basi per un problema 

futuro, perché nel momento 

in cui si potrà contare su una ripresa 

del mercato, ci si andrà a scontare 

con le scelte fatte in un momento 

storico ed economico differente. 

Difficilmente, infatti, si potrà 

tornare a un listino precedente, 

con aumenti ingiustificati solo perché 

ci si troverà in una situazione 

economica più favorevole. 

Esistono grandi catene commerciali 

dislocate all’estero che si approvvigionano 

nei punti di produzione, 

vale a dire Francia, Germania o altri 

Paesi, con prodotti che poi arrivano 

in Italia bypassando il distributore 

ufficiale. Oltre a ciò, possono contare 

su prezzi estremamente >>


>> 

bassi perché riescono a sviluppare 

volumi davvero eccezionali, ridistribuendo 

in tutta Europa o a livello 

mondiale. Questo modo di operare 

finisce per far saltare un po’ tutto il 

sistema, o comunque crea notevoli 

problemi, non solo sulla filiera ma 

anche su un consumatore sempre 

più disorientato e convinto di essere 

sempre preso in giro e che da 

qualche parte si può sempre trovare 

un prezzo migliore. 

Un problema serio, che conduce a 

una perdita di fiducia da parte del 

consumer e a un danno d’immagine 

per un marchio, oltre che per il 

retailer, accusato di non controllare 

il mercato e di applicare politiche 

di favoritismo. 

Una visione ristretta, con politiche 

senza lungimiranza è la peggiore e 

la più lesiva, perché lottando senza 

quartiere gli uni con gli altri, nello 

sforzo di una sopravvivenza selvaggia, 

non più organizzata e ancor più 

difficilmente organizzabile non si 

costruisce alcuna stabilità futura. 

Un problema non semplice da risolvere, 

perché imporrebbe da un lato 

una riorganizzazione del settore e 

dall’altro l’accettazione di politiche 

trasparenti e condivise. Situazione, 

questa, difficile da realizzare, sia 

per la naturale gelosia e privacy, 

sia per non svelare strategie e rapporti, 

sia infine per quel particolarismo 

tutto italiano che porta a difendere 

ciò che riguarda il singolo, 

riuscendo con difficoltà a fare sistema. 

Paradossalmente, anche la 

tanto attesa ripresa economica potrebbe 

essere un ulteriore elemento 

di crisi, poiché potrebbe portare 

in superficie tutta la fragilità di un 

sistema che si muove in continue 

situazioni da emergenza anticrisi, 

anziché lavorare a più ampio raggio, 

con una visione del futuro. 

Alla fine la cosa migliore è mettersi in discussione, 

al fine di contrattaccare per possibili ‘exit strategies’ 

con l’unica certezza che è dato avere. Quella che indietro 

non si torna, perché il mondo e i mercati sono già cambiati. 

Restare ancorati a un passato che non c’è più, 

o rimanere immobili senza seguire in prima persona 

i mutamenti, è infatti il peggior errore che si possa fare 

- TRAUMI... 

+ PERFORMANCE 

NOENE, un concetto innovatore. Molto sottile 

e leggero, NOENE ® è un elastomero eccezionale, che già 

a 1 mm è sufficientemente spesso per neutralizzare il 

ritorno delle onde shock occasionali dovute all’interazione 

piedi scarpe/suolo. Neutralizza l’onda di shock, vera 

energia negativa che percorre lo scheletro durante il 

cammino, la corsa o i salti sul suolo duro, offrendo una 

protezione tra il 94 e il 99% 

contro tali onde. Poiché è 

sottile e fermo, può essere 

usato con qualunque tipo 

di scarpa senza cambiare 

la misura e senza portare 

instabilità biomeccanica 

indesiderata. 

IMPORTATORE: DLS srl - Paderno Dugnano (MI) 

Tel +39 0264 

910 84 559 - info@noeneinitalia.com - www.noene-italia.com

La matematica 

è un’opinione 

Sempre più spesso l’agente si trova a doversi confrontare 

con la pura logica di numeri e budget da rispettare. Una critica 

al ruolo del direttore commerciale. Costruttiva 

Negli ultimi anni si è andata affermando 

nelle aziende una 

figura importante e, soprattutto, 

determinante nella relazione con 

gli operatori della rete vendita. Il direttore 

commerciale, questa la figura 

manageriale incriminata, rappresenta 

un po’ il grande cruccio degli agenti 

e comporta spesso, con le proprie 

scelte, delle notevoli problematiche, 

tra cui l’aumento della già forte precarietà 

del rappresentante, con conseguenze 

anche spiacevoli. 

Il direttore commerciale viene nominato 

dalla direzione aziendale e quasi 

sempre si dimostra una persona 

legata ai numeri. Chiamato per quel 

gusto di novità, di nuovo slancio e di 

coordinamento, da un lato ha il desiderio 

di fissare e raggiungere nuovi 

obiettivi, dall’altro sente la pressante 

necessità di portare a risultati notevoli 

e immediati, anche per giustificare 

emolumenti consistenti richiesti e 

percepiti dalle aziende. 

A subirne le dirette conseguenze sono, 

in primis, gli agenti. Se i direttori 

commerciali più collaborativi cercano 

un dialogo con la rete vendita e discutono 

della situazione passata 

presentando i nuovi traguardi da raggiungere, 

molto più spesso chiudono 

i rapporti con le agenzie di rappresentanza. 

Il più delle volte una raccomandata 

o un freddo fax sanciscono 

la fine di rapporti che in certi casi 

perduravano da diversi anni, e i malcapitati 

agenti vedono andare in fumo 

non solo i fatturati, ma anche gli 

sforzi per riuscire a conquistare determinate 

piazze, o clienti di primaria 

importanza. 

La mancanza di dialogo è il fattore 

più ricorrente e, nonostante da più 

voci si alzi la richiesta di una sempre 

maggiore integrazione e un sempre 

migliorato scambio di informazioni 

tra agenti e imprese, i direttori commerciali 

perseverano in questa politica 

che non lascia neppure una ‘legittima 

difesa’ all’agenzia. Dal giorno al- 

>> 

65


66 

>> 

la notte cessano collaborazioni anche 

pluriennali, spesso senza discussioni, 

spiegazioni o valutazioni 

che vadano a giustificare un determinato 

tipo di scelta. 

Dunque l’incubo peggiore, o comunque 

la maggiore turbativa, per agenzie 

e agenti è rappresentata proprio 

dai direttori commerciali che, al contrario, 

dovrebbero rappresentare una 

figura di coordinamento e la prima 

voce di riscontro in azienda. 

I motivi di questo atteggiamento sono 

sempre così cristallini, come conferma 

Franco Motti, titolare dell’omonima, 

nota agenzia di rappresentanze 

di abbigliamento e sport: “I direttori 

commerciali sono uomini di numeri. 

Guardano le cifre, si pongono 

degli obiettivi e cercano di portarli a 

casa con ogni mezzo. Spesso non 

guardano neppure allo storico di un 

rapporto o di un cliente. Molto semplicemente, 

tagliano i ponti con 

un’agenzia senza tante spiegazioni, 

sovvertendo gli equilibri della rete 

vendita.” Verrebbe da pensare che si 

tratti di uno scontro tra precari, dove 

da un lato c’è l’agente, precario per 

eccellenza, e dall’altro questa nuova 

figura legata ai risultati e quindi variabile 

come gli andamenti del mercato. 

Non è poi così inconsueto, infatti, 

che questi dirigenti rimangano 

in carica anche solo pochi mesi, 

spesso però sufficienti a colpire un 

buon numero di agenti e, talvolta, a 

sovvertire un’armonia e una formula 

che porta anche a ripercussioni particolarmente 

negative per le aziende 

stesse. Un’azione, quindi, che si abbatte 

sugli agenti con conseguenze 

particolarmente negative, perché 

non prendendo in esame lo storico 

di un rapporto, ma semplicemente i 

numeri, si rischia di non esprimere il 

giusto giudizio su una situazione, o 

sul tentativo di entrare in determinati 

mercati. Avviene così che dall’oggi al 

domani un’agenzia veda saltare accordi, 

pianificazioni, strategie, salvo 

poi riscontrare che magari, dopo soli 

pochi mesi, lo stesso direttore commerciale 

che ha chiuso il rapporto 

con l’agente o l’agenzia è parimenti 

lungo una strada. 

È il trionfo del precariato, ma anche 

Tra produzione e consumo, tutti i player hanno subìto in questi 

anni, in maniera sempre più accelerata, pressioni, richieste, 

adeguamenti di ruolo. In alcuni casi gli àmbiti sono diventati 

promiscui, confusi, difficilmente delineabili. 

un incubo ricorrente, dal momento 

che queste figure passano di azienda 

in azienda, sostituendo agenzie e 

rappresentanti a ogni piè sospinto. 

“Sarebbe sbagliato, però – sottolinea 

Motti – pensare che tutta la categoria 

sia da additare come unica 

responsabile, e comunque non si 

può nemmeno colpire in maniera così 

generalizzante tutta una schiera di 

professionisti. Vi sono, infatti, anche 

manager veramente capaci e in quei 

casi il rapporto che si viene a creare 

è altamente soddisfacente da entrambe 

le parti.” 

Senza fare di tutta un’erba un fascio, 

vale la pena puntualizzare come in 

questo delicato rapporto, sono tanti i 

fattori che entrano in gioco. Basti 

pensare alle velleità di nuovi brand 

che pretendono di conquistare il 

mercato rapidamente, ma in maniera 

consolidata, richiedendo agli agenti 

e alle agenzie risultati difficilmente 

conseguibili. Parimenti, vi sono variabili 

come la crisi, la concorrenza, la 

validità del prodotto che concorrono 

pesantemente al conseguimento 

dell’obiettivo. In ultimo, la trasparenza 

di certe scelte che potrebbero 

anche far supporre interessi soggiacenti. 

Se il cambio di direzione porta 

a un ricambio di organi, talvolta questo 

atteggiamento così determinato 

nel fare un repulisti delle situazioni in 

essere, anche prolungate e consolidate 

da anni di lunghe collaborazioni, 

lascia un po’ perplessi. Spesso 

infatti vi sono interazioni di rapporti 

personali, amicizie, tornaconti che 

lasciano qualche dubbio. Con ciò 

non si vuol certo dire che vi siano situazioni 

sospette o soggiacenti, ma 

che certi cambi di direzione improvvisi 

legati alla sostituzione del direttore 

commerciale, con l’inserimento 

di certe agenzie al posto di altre, 

non sempre sono così cristalline e, a 

ben guardare, possono indurre a 

credere che vi siano relazioni, contatti 

e rapporti economici che possono 

influenzare certi cambi di rotta. 

Congetture e non illazioni, o semplicemente 

un tentativo per comprendere 

quali oggettivi motivi stiano alla 

base di scelte repentine, non condivise 

e, soprattutto, non discusse e 

meditate attraverso un dialogo e uno 

scambio di vedute come, in questi 

casi, le circostanze renderebbero 

necessario, o almeno auspicabile. 

Resta il fatto che i direttori commerciali 

sono la prima, grande preoccupazione 

degli agenti e delle agenzie 

di rappresentanza. Questo rimescolare 

le carte porta così, tra un fine 

stagione e l’altro, a temere l’arrivo 

di una raccomandata e a sussultare 

a ogni arrivo del postino. Una situazione 

difficile acuita dalla caccia 

all’azienda che, in uno stato di precarietà 

totale, spinge alcune agenzie 

e agenti a gettarsi su un brand 

appena si sparge la voce che vi sia 

una posizione vacante. Una rapacità 

che in un certo qual modo ha fatto 

pensare ai manager come lo stillicidio 

possa perpetuarsi senza remore, 

senza rendersi conto che in questa 

maniera le strategie ragionate e 

a lungo termine posso avere un’attuazione 

oltremodo difficoltosa, se 

non improbabile. 

La speranza è che questo decisionismo 

a senso unico possa cessare e 

che l’esempio possa essere dato da 

quei direttori commerciali illuminati 

che dimostrano, al contrario, di cercare 

un dialogo, un rapporto e uno 

scambio costruttivo con la rete vendita, 

gli agenti e le agenzie. Una formula, 

questa, auspicabile per evitare 

la continua destabilizzazione e per 

cercare di impostare soluzioni durature 

in un panorama che ancora 

stenta, seppur uscito dal periodo 

della crisi, a godere di quella ripresa 

che si avverte ma che non ha ancora 

dato segni incontrovertibili di ricrescita.


Come fare la differenza 

Sempre più incentivati, talvolta imposti, gli showroom 

si stanno dimostrando uno strumento efficace 

di vendita e di relazione costruttiva con la clientela. 

Ma con costi di gestione fortemente penalizzanti 

Tutti ne parlano, molti lo chiedono. 

Lo showroom è ormai 

diventato un vero e proprio 

must, croce e delizia per gli agenti 

che sono spesso chiamati a sostenere 

uno sforzo economico e logistico 

non indifferente. Un nuovo, 

pressante impegno imposto, con un 

carico di vantaggi e svantaggi, in 

gran parte dettato dalla necessità. 

I nuovi approcci all’acquisto, dopo 

aver gettato scompiglio nell’asset 

distributivo italiano, stanno ora facendo 

affiorare valori quali serietà, 

concretezza, affidabilità, esperienza. 

Tutti fattori ricercati dal consumatore 

finale, ma anche dal retail che, a 

sua volta, chiede rassicurazioni al 

tessuto produttivo e distributivo, 

dovendo necessariamente rapportarsi 

in maniera diretta con il consumatore 

finale. 

Da qui, un punto stabile di riferimenti 

che in un certo qual modo 

viene mutuato dal mondo della moda: 

lo showroom. Del resto, è chiaro 

ormai a tutti che la moda spinge 

al cambiamento, mentre il mondo 

dello sport ha dinamiche e tempistiche 

differenti, una maggiore stabilità 

spesso – non correttamente – 

assimilata al concetto di staticità. 

Pertanto il settore ha bisogno della 

moda e, anzi, a ben guardare, è moda 

di per se stesso. In generale si 

assiste quindi a un indubbio, diffuso 

disorientamento, derivante dall’assimilazione 

ai trend e dalle interconnessioni 

tra i due ambiti, fino al fatto 

di essere diventato lo sportswear 

stesso un elemento ‘alla moda’, 

specie nel segmento outdoor. 

Alla fine la cosa migliore è mettersi 

in discussione, al fine di contrattaccare 

per possibili exit strategies con 

l’unica certezza che è dato avere. 

Quella, per intenderci, che indietro 

non si torna perché il mondo e i mercati 

sono già cambiati. Restare ancorati 

a un passato che non c’è più 

o rimanere immobili senza seguire in 

prima persona i mutamenti è infatti il 

peggior errore che si possa fare. 

68

Da questa riflessione ben si comprende 

il ruolo degli showroom, recente 

innovazione mutuata dal mondo 

moda che chiede negozi nel loro 

genere, o meglio, una ‘distribuzione 

intermedia’, come viene definita dagli 

addetti ai lavori. 

I modi e le tempistiche di presentazione 

del prodotto, soprattutto abbigliamento, 

sono drasticamente 

cambiati. In tempi di austerity hanno 

perso molto del proprio appeal, a 

favore di una maggiore ricerca di 

performance. Diretta conseguenza 

di questo cambiamento è stata la riduzione 

dei consumi, comunque 

spostando la scelta d’acquisto su 

beni considerati meno voluttuari e 

in qualche modo più necessari, come 

quelli strettamente legati alla 

pratica sportiva attiva. Una trasformazione 

che ha comportato una 

sensibile crisi del comparto sportswear 

puro. 

Oggi è il momento di prodotti mirati, 

con uno stile e un’identità ben 

definiti e, non meno importante, 

prezzi giustificati. Fattori al vaglio, 

prima di tutto, degli stessi agenti, 

poi all’esame dei negozianti e, infine, 

di un consumatore in genere 

meno propenso ad aprire il proprio 

portafoglio con la disinvoltura di un 

tempo. 

Sia gli agenti che i negozianti chiedono 

alle aziende di essere più 

snelle: ovvero più veloci ad assortire 

e con collezioni più ridotte e 

maggiormente focalizzate, portatrici 

di messaggi precisi, facilmente leggibili 

dal consumatore. In altre parole, 

precise scelte di campo se non 

addirittura monoprodotto. 

Gli agenti sono dunque alla ricerca 

di proposte di nicchia, ad alto tasso 

di verticalizzazione, una specializzazione 

in grado di aggiudicarsi uno 

spazio visibile all’interno del punto 

vendita. Un assortimento graduale, 

per altro, consente di essere più in 

linea con le tendenze di vendita al 

pubblico, esponendosi finanziariamente 

in maniera dilazionata. 

Considerazioni che permettono di 

comprendere la funzione che hanno 

assunto gli showroom, da molti ancora 

confusi con i negozi, che hanno 

invece la funzione preziosa di 

mostrare le collezioni e il prodotto 

in uno spazio ambientato. Vale a dire, 

una dimostrazione di prodotto in 

una location ad hoc, dove la merce 

non è semplicemente tale ma assume 

la valenza di elemento comunicante 

ed emozionante, presentata 

con un visual accattivante e pertanto 

suggerendo all’acquirente, ovve- 

ro il negoziante, delle strategie di 

esposizione e di vendita. Quindi lo 

showroom diventa un vero e proprio 

punto di riferimento, dove analisi 

di mercato e dei driver d’acquisto, 

formule di offerta e di standing, 

formule vincenti di approccio alla 

vendita costituiscono il prezioso corollario 

all’atto dell’ordine da parte 

del retailer, e di successiva proposta 

al pubblico poi. Da qui la preziosità 

di queste realtà che le aziende 

caldeggiano e che alcuni brand impongono 

agli agenti e ai rappresentanti, 

consapevoli del potere e 

dell’utilità dello showroom. Nonostante 

ciò, il costo in termini economici 

e temporali, ovvero di energie 

profuse per la gestione, è sicuramente 

alto, scoraggiante per le 

nuove leve e pesante per i senior. 

Una funzione, quella di questi saloni, 

che si dimostra quindi necessaria, 

ma che al tempo stesso finisce 

per rendere ancora più stretto il 

rapporto tra agente e azienda, in 

un’ottica di consulenza sempre più 

ampia al negoziante che ha un ruolo 

primario all’atto di vendita, ma che 

ricade di fatto in gran pare sulle 

spalle dell’anello connettivo tra produzione 

e vendita, ovvero il rappresentante. 

Una volta assodati questi concetti, 

un’altra questione delicata connessa 

a questo sviluppo è la scelta tra 

il monomarca e il multimarca. Il ruolo 

del plurimarca, infatti, sta venendo 

messo sempre più in discussione 

dal monomarca, in tutte le sue 

formule, outlet e e-commerce compresi. 

Tuttavia, analizzato sotto 

un’altra ottica, il monomarca, costosissimo 

da gestire per le aziende, 

dovrebbe ispirare le strategie 

delle insegne multibrand, potenzialmente 

più sensibili e attrezzate per 

rispondere alle richieste del mercato. 

Il vantaggio di un’ampia scelta 

di prodotto, la forte attenzione al visual, 

alle vetrine e al personale sono 

un indubbio vantaggio del monomarca, 

che dovrebbe ‘ispirare’ il 

retail indipendente a migliorarsi, 

costruendo e rafforzando la propria 

identità originale. 

Lo showroom internazionale è >> 

69


70 

>> 

poi un aspetto della cosiddetta ‘distribuzione 

intermedia’ e di quell’essere 

sul territorio quotidianamente, 

cosa che l’azienda fornitrice per 

propria mission non può fare. 

Osservando le formule con cui vengono 

sviluppati gli showroom, la divisione 

strutturale è in linea di massima 

su 3 livelli: agenzie internazionali 

con showroom molto evoluti, 

agenzie nazionali con esclusive e 

agenzie regionali o multiregionali. 

Nell’articolo sportivo, la tipologia 

che va per la maggiore è quella regionale 

che ha come presupposto 

di sopravvivenza un numero giustificato 

di negozi indipendenti e multibrand. 

In 5 anni si stima che il saldo 

tra chiusure e nuove aperture sia 

con un passivo di quasi 4500 negozi 

che hanno chiuso, tra tessile e 

calzature, dando bene l’idea della 

difficoltà del momento. Cifre, queste, 

che fanno riflettere e che pongono 

ancor più in evidenza che il 

sentimento generale non pone in discussione 

il ruolo o la categoria del 

rappresentante, quanto il margine 

di azione ancora possibile. Parallelamente 

si è completamente invertita 

la media di mandati per singole 

agenzie: laddove nel 1995 oltre il 

70 per cento aveva una media da 1 

a 5 mandati, oggi la percentuale 

maggiore è di agenzie con 11-25 

mandati. 

Una trasformazione e un accorpamento 

che presuppone un cambio 

delle dinamiche, degli approcci e 

della mentalità. Al contrario, si nota 

la mancanza di un necessario ricambio 

generazionale. La categoria 

è rappresentata da uomini (e ben 

poche donne) con un’età sopra i 

40, spesso anche oltre i 50 anni. E 

sta aumentando pericolosamente il 

gap tra chi ha saputo accelerare la 

propria crescita qualitativa e chi è 

rimasto all’angolo, con sistemi vecchi, 

obsoleti. Così sono fioriti e 

spesso appassiti outlet, franchising, 

monomarca, temporary store e persino 

l’e-commerce. Nuove frontiere 

già sperimentate da una produzione 

alla ricerca di nuovi sbocchi, e ovvie 

minacce. Nel tentativo di ciascuno 

di difendere il proprio business, 

Osservando la situazione territoriale, è innegabile che i 

negozi monobrand, e anche certi multibrand nei centri 

storici, sono stati via via colonizzati da pochi grandi marchi, 

nella moda come anche nello sport. Inoltre, si nota la 

mancanza di un necessario ricambio generazionale: la 

categoria è rappresentata da uomini con un’età sopra i 40 

senza rendersi conto, o colpevolmente 

consapevoli, che in realtà ci 

si è progressivamente sovrapposti, 

generando una crisi acuita da una 

mancanza di oggettiva crescita del 

mercato del consumo. 

Ecco allora la risposta degli 

showroom, una nuova formula dove 

l’atmosfera gioca un ruolo determinante. 

Con ciò non si può 

certo dire che la crisi sia finita, si 

tratta piuttosto di un tentativo di 

azione e reazione per venirne fuori. 

Del resto, solo muovendo le cose 

si genera nuova energia, e quindi 

nuove opportunità. Anche se, ovviamente, 

per vincere bisogna prima 

combattere. 

Una questione delicata che si deve 

relazionare a uno degli aspetti dominanti 

nel sistema attuale, ovvero 

il fatto che è ormai sancita, dal 

punto di vista della moda, la collusione 

con lo sport. Discorso differente 

se visto dalla parte dell’articolo 

sportivo, dove pur riconoscendo 

confini sempre più labili, e mandati 

di agenzia sempre più estesi 

per dare al negoziante quella necessaria 

novità che lui cerca, la visione 

si discosta da quella del 

fashion. 

Di fatto, resta problematica la realtà 

che la distribuzione indipendente 

sia in calo, tanto che certe previsioni 

danno la sopravvivenza dell’indipendente 

puro sportivo solo al 30- 

35 per cento del mercato nei prossimi 

anni. E partendo da questo 

presupposto, a mo’ di effetto domino, 

le problematiche investono tutti. 

Così l’agente finisce per trovarsi nel 

bel mezzo del tornado, ma con un 

senso della realtà e del fare unico 

nel suo genere. 

Se però le difficoltà hanno portato 

una conseguenza positiva, questa è 

l’aumento della consapevolezza 

della necessità di fare sistema, sentita 

a partire dall’industria e via via a 

scendere per tutti gli anelli della filiera 

e i player del mercato. L’agente 

si dimostra pertanto un imprenditore 

per sua natura meno ‘fine a se 

stesso’ rispetto agli altri e di conseguenza 

il business di uno diventa il 

business di tutti, per una battaglia 

che deve essere assolutamente vinta, 

dal momento che ne va della 

stessa sopravvivenza del sistema. 

In conclusione, flessibilità, capacità 

di autocritica, coraggio di mettersi 

in gioco e cambiare strada sono 

nuovi imperativi per mantenere redditività 

e dare un senso stesso alla 

propria attività commerciale. Tuttavia 

per far tornare i conti, senza alcun 

raffronto col passato, occorre 

mettere in movimento alcuni provvedimenti 

strutturali contemporaneamente 

su tutti gli attori della filiera: 

produzione, retail e rappresentanze. 

Nuove esperienze, formule innovative 

che sappiano rispondere in 

maniera moderna ed efficace alle 

richieste di un mercato evoluto, o 

forse involuto, ma che necessariamente 

deve essere affrontato con 

nuovi strumenti, una diversa consapevolezza 

e una diversa mentalità. 

Tutto ciò non solo per le grandi 

catene o i gruppi più forti, ma 

anche, e soprattutto, per tenere in 

vita negozi medio-piccoli che siano 

alla ricerca di una maggiore 

personalità dell’offerta. Toccherà, 

ora più che mai, proprio alla categoria 

degli agenti farsi carico di 

idee e prodotti nuovi, diversi, presentandoli 

al retail nella maniera 

più vincente.

HIGH POWER srl 

Via Tonso di Gualtiero,56 

47896 Faetano 

Repubblica di San Marino 

Codice Operatore 

Economico: SM 07122 

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High power 

è una società operante dall’inizio del 2004, 

specializzata nella produzione ed importazione 

di attrezzature sportive e wellness, 

in particolare gran parte dei suoi 

prodotti sono finalizzati all’uso 

del Home Fitness. 

Ad oggi 

può considersi il punto di 

riferimento nel mercato italiano 

oltre alla sua presenza tra i 

negozi più importanti di ogni 

regione e vari distributori 

all’estero: Europa e Nord Africa. 

Commerciale MBT 

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Marketing 

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Amministrazione 

tel. +39 0549 950074 

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Assistenza 

tel. +39 0549 950078 

fax +39 0549 996349 

highpower@area51.sm 

Al settore Professionale, CLUB e Home Fitness 

è dedicato il catalogo 

Troppo spesso questo settore viene sottovalutato dal retail! 

Invece sempre più il comfort, ma anche il rapporto tra il 

prezzo, il fashion e la qualità, fanno la differenza. 

Oggi con l’evolversi delle tecnologie e con il diffondersi 

di una maggiore cultura sportiva 

sempre più si avvicina alle necessità di un target di altissimo 

livello. Rimanere aggiornati è di fondamentale importanza: 

affidabilità e qualità sono il nostro punto di forza! 

Scopo di 

nata come primo step 

di prodotti da HOME FITNESS, è quello di fornire al cliente 

italiano una più ampia e completa gamma di prodotti sempre 

disponibili, di buona qualità, attuali, che possano garantire 

prezzo, marginalità continua e appeal! 

Ma è il post-vendita la grande differenza di questa azienda, 

dove non esistono numeri verdi, ma contatti diretti di persone 

che garantiscono per ogni problematica, una risposta certa. 

vi aspetta 

all’ISPO WINTER 

hall C1 stand 119 

con la nuova collezione 2011 

High Power e High Muster

vi aspetta 

all’ISPO WINTER 

hall D2 stand 108 

con la nuova collezione 2011 

In occasione della fiera ISPO di Monaco il catalogo 

si arricchisce di nuove 

attrezzature, tra cui: Tapis Roulant Phoenix Pro , la cyclette BK 

Mag Power e Easy Truck Pro. 

Articoli promozionali ideati per un libero canale di vendita. 

Nascono e crescono con gli stessi principi sopracitati, ma con 

un’attenzione maggiore al primissimo prezzo e a un utilizzo più 

sporadico legato alla moda del momento. 

Massimo Caputi premia i neo-campioni mondiali Alan Maldini e Luca Meliconi 

Novità assoluta presentata in occasione della kermesse tedesca è la 

nuova linea di attrezzi che 

produrrà e distribuirà.Questa partner-ship è stata possibile grazie 

alla profonda amicizia con Maglieria Italiana s.p.a. nella persona 

dell’A.D. Giordano Maioli a marchio 

Questa nuovissima linea di attrezzi fonde eleganza, tecnicità 

e affidabilità grazie alla consolidata esperienza che 

ha in questo settore. 

I primi articoli che fanno parte di questa linea sono il Tappeto AT1, 

la Cyclette AB200 e la Cyclette da spinning AS Racer. 

oltre essere Attrezzi Fitness è anche 

Beach Tennis con il marchio che grazie alla bravura dei 

suoi giocatori ravennati Alan Maldini e Luca Meliconi (foto in 

basso a sinistra) hanno fatto sì che i materiali prodotti dall’azienda 

sanmarinese si laureassero CAMPIONI DEL MODO in occasione 

della scorsa rassegna iridata svoltasi a Roma durante lo 

svolgimento degli Internazionali di Tennis nel maggio 2010 e campioni 

italiani con Michele Cappelletti nel singolo e Bartolini 

Marzio nell’over 40. La continua ricerca di materiali e 

tecnologie, hanno portato le racchette 

ad essere le più richieste da parte dei giocatori di tutto il 

mondo (Brasile – 

Francia – Spagna – 

Giappone….). 

Il nuovo sistema HPS 

(High Power System) adottata 

quest’anno in particolare 

attribuisce elasticità, 

potenza e precisione alle 

racchette azzerando così le 

caratteristiche “slow” 

delle palline SOFT divenute 

ora obbligatorie 

nei tornei maggiori 

Il catalogo 

si completa con divise da 

gioco accessori/ 

Bags/gadgets che servono 

a praticare nel 

migliore dei modi 

questo sport.

NOVITÀ MERCATO 

La vetrina 

delle meraviglie 

La soletta che azzera 

le vibrazioni 

Molti sciatori alla fine di una giornata 

passata sulla neve accusano dolori dovuti 

al sovraccarico delle articolazioni e della 

schiena, dolori che possono continuare 

anche dopo la fine della stagione invernale. 

A causarli sono le sollecitazioni che 

si subiscono quando si scia, soprattutto 

quando la pista è ghiacciata e la neve è 

dura. Oggi è possibile eliminare questi 

dolori grazie alle solette Noene che sono 

in grado di assorbire il 98% delle vibrazioni 

negative. Inserendo sotto la soletta in 

dotazione nello scarpone il modello SP01 

(sottile solo 1 mm), o sostituendo la soletta 

dello scarpone con il modello Atlas Ski, 

plantare preformato universale in grado di 

adattarsi a qualunque tipo di scarpone, lo 

sciatore è sicuro di eliminare ogni vibrazione 

mantenendo un’ottima sensibilità. “Ho 

voluto verificare di persona le performance 

delle solette Noene. Le prime impressioni 

positive sono state di comodità e adattabilità 

all’interno dello scarpone. In seguito 

ho riscontrato che ad alta velocità 

in conduzione in qualsiasi tipo 

di arco e difficoltà di pendio, 

la trasmissione di sensazioni 

a livello di piede è ottimale. 

Su nevi ghiacciate e dure, 

dove le sollecitazioni sono 

amplificate, si riscontra la 

maggiore positività tramite 

l’assorbimento delle vibrazioni 

che si creano, a beneficio 

delle articolazioni delle 

ginocchia e della schiena”, 

così si è espressa Sabina 

Matheoud, Maestra di sci 

alpino, Allenatore Federale, 

Istruttore Nazionale e Vicedirettore della 

Scuola Nazionale Sestriere. 

Niente paura degli urti 

Caldi e asciutti 

Vipole allarga la gamma di bastoncini dotati del rivoluzionario sistema 

Antishock Idraulico HSA, brevettato, unico nel suo genere, in grado di 

garantire performance di assorbimento degli urti al suolo e comfort nettamente 

superiori a qualsiasi altro comune sistema antishock. 

I prodotti dell’azienda sono made in Itlay e vengono tutti forniti nella 

pratica Sacca Trekking. Possono essere personalizzati anche in 

piccole tirature (già a partire da 30 paia). 

VIPOLE 

DI NICOLA VIDALE 

Tel. 0424 534 488 

info@vipole.it 

Asolo presenta un nuovo scarponcino 

appartenente alla linea invernale Escape, 

proposta per la collezione AI 2011/12, 

che si caratterizza per essere un modello 

specifico da donna. Grazie alla tomaia 

in poliestere e pelle scamosciata, e alla 

fodera in Gore-Tex (Insulated Comfort 

Footwear), questo scarponcino garantisce 

la massima termicità unita ad un’ottima 

traspirabilità. L’aderenza al suolo è poi 

assicurata grazie alla presenza della suola 

Asolo-Vibram Tènèrè in gomma-eva. Il 

peso, contenuto in soli 440 grammi, rende 

questo modello estremamente leggero e 

versatile. 

ASOLO 

Tel. 0422 8866 

info@asolo.com 

Un chiodo fisso: la qualità 

L’alta qualità dei materiali usati e l’accuratezza 

nei dettagli hanno decretato il 

successo di Hik, marchio dell’azienda Eurolook. 

Dalla ricerca sui materiali all’altissimo 

numero dei modelli presentati, dalla 

versatilità dei modelli ideali anche per le 

taglie forti all’assortimento nei colori, nulla 

è lasciato al caso. Qualche anticipazione 

sulla moda per il prossimo anno: nessun 

dubbio, la tendenza è quella dei piumini in 

lana mentre per ciò che riguarda i colori i 

grigi la faranno da padrone. Nella foto: Elisa 

Di Francesca, campionessa mondiale 

di fioretto 2010. 

EUROLOOK 

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DLS – Tel: 02 91 084 559 

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74

Una nuova identità 

L’intramontabile Parka 

grazie a Norrøna acquista una 

nuova identità: i materiali sono 

ad altissima tecnologia 

e il design rivisitato in 

chiave ‘active’. Grazie 

all’isolamento Prima- 

Loft Sport, offre 

calore persino in 

condizioni di bagnato 

estremo, 

morbidezza, leggerezza, 

totale 

idrorepellenza, 

traspirabilità, 

comprimibilità. 

Lo strato esterno 

è in tessuto 

Gore-Tex per 

garantire protezione 

dagli elementi e 

traspirabilità. 

THREE SIXTY 

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Una proposta al femminile 

Starlet è la proposta di La Sportiva 

dedicata esclusivamente al pubblico femminile. 

È dotato di uno scafo interamente 

in Grilamid e di gambaletto in Pebax con 

forma e altezza studiate per la morfologia 

del piede e della gamba femminile. Il 

sistema di allacciatura Fast Lock System 

(patent pending), formato dalla robusta ed 

ergonomica vertebra strutturale Vertebra 

Technology e dall’innovativa chiusura 

Piston Closure System, permette il passaggio 

dalla modalità ski a quella walk in 

un unico velocissimo movimento e garantisce 

al contempo un’ottimale regolazione 

dei volumi. La rullata è facilitata dal profilo 

ergonomico dello scafo che migliora il 

comfort e agevola sia la camminata che 

la trasmissione della potenza sugli sci. La 

soletta interna estraibile crea una barriera 

isolante con l’esterno. 

CALZATURIFICIO LA SPORTIVA 

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Un energy drink per i piedi 

La tecnologia Reebok ZigTech riduce 

l’affaticamento dei principali muscoli delle 

gambe, permettendo agli atleti di lavorare 

più intensamente e più a lungo. La sneaker 

Sonic è caratterizzata da tomaia in materiale 

traforato e sintetico e tecnologia SmoothFIT 

applicata, per garantire un maggiore comfort, 

grazie alla completa assenza di cuciture. 

Intersuola con tecnologia Zigtech: particolare 

intersuola a ‘zig-zag’ che assorbe l’energia 

del corpo in movimento e la restituisce orizzontalmente 

a tutto il piede, riducendo così la 

fatica e l’attività muscolare e aumentando la 

resistenza allo sforzo. Questa sneaker, grazie 

alle tecnologie utilizzate, risulta ideale per 

tutti i tipi di allenamenti. REEBOK 

Tel. 039 27 151 

www.reebok.com 

La moda contagia l’attrezzo 

Rainbow è un modello esclusivo di Cober, 

disponibile in 12 varianti di colore per soddisfare 

tutte le esigenze di abbinamento all’abbigliamento 

e all’attrezzo. È realizzato in lega 

di alluminio ad alta resistenza, con decorazione 

sublimatica e finitura opaca, monta una 

manopola a doppia densità, con superficie di 

contatto morbida e passamano regolabile con 

sistema di regolazione rapida QuickStrap. 

Asciutti in un attimo 

COBER 

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info@cober.it 

Un’intera gamma di prodotti dedicati 

al benessere in ogni situazione quotidiana: 

in casa, nello sport, nel tempo libero, 

al mare o in qualsiasi tipo di vacanza. 

La collezione Spaziale Splendy è unica 

per vastità e ampiezza ed è la miglior 

espressione di un’azienda che è al 

contempo specialista ed esploratrice in 

questo comparto merceologico. Grazie 

alla tecnologia TexWinner l’acqua viene 

assorbita dal tessuto istantaneamente e 

rilasciata sulla sua superficie esterna. In 

tal modo l’acqua evapora e si disperde, 

lasciando l’accappatoio completamente 

asciutto. La liscia superficie interna 

consente di indossare e sfilare l’accappatoio 

facilmente, e dona alla pelle una 

sensazione di freschezza. 

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Tel. 02 70 636 911 

marketing@spazialesplendy.com 

75

NOVITÀ INVERNO 2011-2012 

Anche nella vita quotidiana 

Great Escapes, marchio di abbigliamento 

outdoor distribuito da Ande, azienda 

lecchese specializzata in abbigliamento 

e accessori per la montagna presenta 

ad Ispo 2011 le novità della collezione AI 

2011/21012, che sarà caratterizzata da 

capi e attrezzature ideali per affrontare 

la montagna a 360 gradi. Ogni capo del 

marchio è pensato per affrontare al meglio 

le condizioni climatiche avverse e 

allo stesso tempo per garantire 

la traspirazione, l’isolamento 

termico e il comfort. Non si 

tratta, comunque, solo 

di un marchio per la 

montagna, ma si 

rivolge anche 

a tutti coloro 

che desiderano 

sempre 

vestirsi 

in modo 

sportivo. 

ANDE 

Tel. 0341 362 608 

info@ande.it 

Elevato potere anti-shock 

I paraschiena Spine Jacket Kid sono 

fabbricati al 100% in Italia con materiali 

pregiati, speciali e progettati per proteggere 

la zona schiena-scapole del bambino 

dagli urti, oltre che per garantire un ottimo 

supporto renale. Sono realizzati con 

materiali plastici ad alta tecnologia che si 

deformano ma non si scheggiano, e con 

gomme a sistema di cellule a memoria 

e bassa resilienza. Le scocche sono 

congiunte da un sistema lamellare che garantisce 

la distribuzione del colpo in tutta 

la superficie della protezione. Il prodotto 

dispone del sistema Anti-Torsion che limita 

la torsione prona. 

ZANDONÀ 

Tel. 0423 569 135 

info@zandona.net 

Prestigiosi e di gran classe 

Si caratterizza per l’eleganza dell’abbinamento nero e argento la linea Evolution by 

Garlando, una serie speciale di quattro calciobalilla per uso privato ispirati al glamour 

dell’hi-tech. Nati dal successo dei modelli da competizione, offrono caratteristiche di 

pregio quali il logo serigrato in silver sul fianco del mobile, i piedini regolabili da competizione 

e le manopole 

ergonomiche per una 

presa più confortevole 

(G-500, G-2000 e Foldy). 

La possibilità di scegliere 

le aste telescopiche offre il 

massimo della sicurezza ai 

piccoli giocatori. Si segnala 

in particolare la versione 

Evolution del Foldy, che 

mantiene le gambe pieghevoli 

salva spazio e presenta 

pratiche rotelline sul mobile 

per poterlo agevolmente trasportare 

una volta piegato. 

Per info e nominativi agenti 

contattare Massimo Rapetti 

in azienda. 

GARLANDO 

Tel. 0143 318 500 

sport@garlando.it 

TECNOLOGIA INNOVATIVA 

L’azienda romagnola Sixs 

si sta dedicando in modo 

particolare al settore sci e 

sport invernali in genere. 

Così, a fianco dei prodotti 

ormai consolidati che assicurano 

la migliore gestione del 

sudore ottenibile sul mercato, 

sono nati anche quelli che 

incorporano le protezioni D3O. 

Si tratta di una linea di 

capi intimi che alloggiano protezioni di tecnologia innovativa. 

Queste, duttili e morbide allo stato normale, divengono rigide e 

protettive istantaneamente se urtate. Con la stessa tecnologia 

vengono altresì fabbricati calze, sottocaschi e sottoguanti. 

SIXS 

Tel. 0545 76512 

info@sixs.biz 

Soddisfatti a tutte le età 

Dallmont-Rebell presenta la nuova 

linea di caschi, tenendo sempre presenti 

la qualità, la durata e la sicurezza. Il look è 

nuovo sia nei colori che nelle rifiniture. 

Il comfort è assicurato e adatto a soddisfare 

le esigenze di adulti e bambini. 

76 

DALLMONT-REBELL 

Tel. 049 87 25 114 

info@dallmontrebell.it

COLORATI, PRATICI, UNICI 

Correre in leggerezza 

I cappelli firmati INvoga, proposti da 

Marini Silvano per la prossima stagione 

invernale, sono pratici, di tendenza e di ottima 

qualità. Le nuances abbracciano tutte 

le tonalità invernali, con una 

dominanza di lilla, grigio e 

marrone, colori di punta 

della prossima stagione 

invernale. Ogni creazione 

è personalizzata 

con ricami, 

cuciture, nastri, 

fiocchi e pon 

pon. 

MARINI SILVANO 

Tel. 073 47 60 437 

info@marinisilvano.com 

La massima velocità per lo sport 

Tutta la tecnologia Reebok ZigTech è studiata per conservare 

l’energia dell’atleta e restituirla costantemente 

durante l’allenamento, consentendo così una corsa 

leggera ed elastica. L’unicità di questa tecnologia 

si concretizza in un’innovativa e leggerissima suola 

in schiuma costruita con una straordinaria trama 

geometrica a zig-zag. Questa suola, oltre ad assorbire 

l’impatto verticalmente del tallone al suolo, diffonde 

onde di energia per tutta la lunghezza della scarpa, 

restituendola all’atleta passo dopo passo. Questa 

sneaker unisce la storica linea Premier, top di gamma 

dell’azienda per la categoria running, alla tecnologia 

Zigtech. La sneaker Premier ZigFly è caratterizzata da 

tomaia in mesh con tecnologia SmoothFIT applicata 

per garantire un maggior comfort, grazie alla completa 

assenza di cuciture. 

REEBOK 

Tel. 039 27 151 


Grazie all’utilizzo dei materiali più leggeri disponibili sul mercato, per la PE 2011 

adidas propone adizero, il meglio per quanto riguarda le calzature per gli sport di velocità. 

Una maggiore leggerezza equivale a una maggiore rapidità sul pallone o sulla linea 

di fondo. Questo nuovo modello 

consente a tutti gli sportivi, che si 

tratti di calciatori, rugbisti, cestisti o 

tennisti, di essere ancora più veloci. 

Il concetto di queste calzature “Light 

makes Fast”, ovvero “la leggerezza 

rende veloci”, è nato 

in adidas Running e i suoi principi 

sono stati ulteriormente sviluppati 

per adattarsi al meglio 

alle prestazioni di molti altri sport. 

Anche al freddo 

Jaked arriva sulla neve: già sponsor 

della Federazione Nuoto e della Federazione 

Sport del Ghiaccio, oggi l’azienda 

presenta la Black Snow Collection, capi 

ultra tecnici col marchio Jkd. La giacca a 

vento proposta è interamente nastrata, 

in tessuto quadri-laminato J-HighTex Plus 

4 Sport. Esterno bi-stretch in nylon alta 

tenacità 6.6, impermeabile fino a 15 metri 

di colonna d’acqua; antivento, antistrappo 

e resistente alle abrasioni; idrorepellente 

con trattamento Teflon ht; UPF 50+. 

Membrana in poliuretano bi-elastica, traspirante 

e impermeabile e fodera termica 

differenziata per scorrimento e protezione. 

JAKED 

Tel. 0331 7621 

ecommercejaked@jaked.it 

performance al top 

La nuova linea Progressor di Fischer garantirà prestazioni top su tutte le piste. Che 

siano curve lunghe o strette, grazie al Dual Radius System, ogni curva si potrà ‘tirare’ al 

limite. Il nuovo Dual Radius Amlpifier incrementa ancor più i vantaggi della polivalente 

geometria Slalom/Slalom Gigante. La nuova forma tridimensionale, con maggior rigidità, 

consente una più diretta trasmissione delle forze verso le lamine. Ne consegue un più 

rapido ingresso in curva e una conduzione ancor più efficace. L’eccellente qualità e 

le tecnologie impiegate nella costruzione della linea completano il set per sciare con 

facilità ai massimi livelli. Fischer è distribuito da Project 2010. 

PROJECT 2010 

Tel 02 3087 341 

project2010@fischersports.it 

77


Non solo per i bambini 

Come consuetudine di Stiga, giochi 

e attrezzature tengono conto anche del 

divertimento dei grandi. Non fanno eccezione 

i nuovi monopattini, alcuni dei quali 

sono utilizzabili dagli adulti 

(fino a 100 kg di peso). 

Favorisce l’acquisizione del 

senso dell’equilibrio nei più 

piccoli Mini Kid 3, realizzato per la 

fascia di età dai 3 ai 5 anni. Va bene 

a partire dai 6 anni Charger 120, 

accattivante nella sua veste rosso 

acceso su un telaio in alluminio e acciaio 

ultraleggero. La linea si completa 

con un casco da strada omologato, 

un set di protezioni imbottite adatto ai 

bambini e uno adatto agli adulti. Stiga 

è distribuito da 

Garlando. Per 

info e nominativi 

agenti contattare 

Massimo Rapetti 

in azienda. 

GARLANDO 

Tel. 0143 318 500 

stiga@garlando.it 

Ovunque c’è movimento, 

dinamismo E avventura 

Dal know how esclusivo di Osprey in 

materia di ergonomia e comfort, nasce 

Shuttle 80, per gustare tranquillamente 

tutta la gioia del viaggio. Leggerissimo, 

dotato di robuste ruote anch’esse pesopiuma, 

è tenace, comprimibile, protettivo, 

ed offre un efficiente sistema multi-scomparto. 

THREE SIXTY 


Tel. 02 89 421 187 

info@360group 

Un intimo accattivante 

Per la stagione AI 

2011/12 Odlo propone 

nuovi colori accativanti per 

l’intimo evolution seamless. 

Inoltre, nella gamma 

seamless sono stati inseriti 

i prodotti per il bambino, 

dai colori accesi e diversificati 

per lei e per lui. Odlo 

è distribuito da Spoga. 

SPOGA 

Tel. 0473 565 199 

info.odlo@spoga.it 

Dall’acqua al ghiaccio 

Anche sulla neve Jaked è tecnologia 

applicata allo sport. Con il marchio Jkd, 

l’azienda presenta la Black Snow Collection. 

Pantalone ergonomico e multi-uso 

Bormio in tri-laminato. Esterno bi-stretch 

a barriera di calore, antivento, antistrappo 

e resistente alle abrasioni. Idrorepellente 

con trattamento Teflon ht e UPF 50+. 

Membrana in poliuretano bi-elastica, traspirante 

e impermeabile fino a 15 metri di 

colonna d’acqua. Interno in soffice micropile 

bi-stretch termoregolatore, altamente 

resistente al pilling. 

JAKED 

Tel. 0331 7621 

ecommercejaked@jaked.it 

Particolare ricercatezza 

Con la costante ricercatezza dei materiali, 

sempre attentamente selezionati, la 

piuma d’oca 90/10 ormai un ‘must’ nelle 

proprie collezioni, Hik è riuscita ad acquisire 

clientela non certo priva di esigenze 

come quella dei Paesi freddi. Grazie alla 

collaborazione con Di Francisca (Campionessa 

mondiale di fioretto, nella foto) il 

marchio vede accresciuta la propria visibilità 

tanto nella sfera sportiva quanto nel 

panorama della moda italiano ed europeo. 

Hik è distribuito da Eurolook. 

EUROLOOK 

0733 850 341 

eurolook@eurolook.it 

78

Un eccellente grip 

Glance GV è un nuovo modello Asolo 

appartenente alla linea invernale Escape, 

proposta per la collezione AI 2011/12. 

Utilizzando una tomaia in pelle pieno fiore 

e una fodera in Gore-Tex, questo scarponcino 

offre all’utilizzatore una notevole 

termicità unita a una notevole traspirabilità 

e a un grip eccellente, grazie anche alla 

suola Asolo-Vibram Tènèrè in gommaeva. 

Con un peso contenuto in soli 525 

grammi, questo modello si propone al 

pubblico con calzata specifica per uomo 

(6-13,5 UK) e donna (3,5-9,5 UK), e nelle 

colorazioni cenere ed ecru (foto) per la 

versione maschile, con le varianti fungo e 

burro per quella femminile. 

ASOLO 

Tel. 0422 8866 

info@asolo.com 

Performance e sicurezza 

Indossando la scarpa Reebok ZigTech l’allenamento diventa tanto più lungo quanto più 

facile. L’estrema leggerezza e la flessibilità della parte inferiore della scarpa, combinate 

con una tomaia essenziale, permettono un contatto minimo con il suolo e contribuiscono 

a fare di ZigTech un nuovo standard nel footwear per corsa e training. Infatti, I 

risultati dei test effettuati dimostrano che riduce l’affaticamento e i traumi dei muscoli 

e dei tendini della gamba, permettendo così agli atleti di lavorare più intensamente e 

più a lungo. ZigTech si evolve e scende sul campo da basket come ZigSlash, la scarpa 

di Reebok più tecnologicamente avanzata, 

studiata per supportare le performance di 

alcuni dei più grandi talenti del mondo della 

pallacanestro. Scelta dal fuoriclasse dei New 

York Knicks Danilo Gallinari, sia in allenamento 

che in partita, rappresenta un’evoluzione 

importante nel mondo delle scarpe 

da basket perché in grado di aumentare le 

prestazioni di gioco e ridurre gli infortuni. 

Una scarpa adatta ai professionisti, come ai 

giocatori di tutti i livelli. 

REEBOK 

Tel. 039 27 151 


Protezione e impermeabilità 

Azzurro in tutti i sensi 

Punta di diamante della nuova 

collezione di bastoni da sci Cober è il 

nuovo modello Squadra. Abbandonata la 

livrea bianco-rosso-nera della precedente 

versione, veste ora i colori della nazionale 

italiana. Realizzato in lega di alluminio 

aeronautico ad alta resistenza, è dotato 

di manopola in gomma termoplastica, con 

superficie di contatto antiscivolo. Puntale 

da competizione in acciaio ad altissima 

resistenza. La rotella è montata su supporto 

in alluminio e fissata con Starlock 

antistrappo. 

La giacca New Devon da donna della collezione AI 

2011/2012 di Great Escapes fa parte della linea Alpine 

Protection che consiste in capi caratterizzati da cuciture 

nastrate per permettere il totale isolamento e per 

favorire performance di alto livello. La giacca è 

realizzata in tessuto shellyter stretch a due strati 

con interno staccabile in pile high furry. Dettagli 

del capo sono: cappuccio 3D, air zip sotto le 

ascelle, tasche con zip impermeabile e applicazioni 

termosaldate, braccia preformate. Tutte le 

cuciture sono termonastrate. Di grande importanza 

è l’interno staccabile in pile high furry che dona 

al capo particolare valore e che lo rende estremamente 

caldo. Great Escapes è distribuito da Ande. 

ANDE 

Tel. 0341 362 608 

info@ande.it 

COBER 

Tel. 02 57 601 341 

info@cober.it 

Una ventilazione senza pari 

Questa maschera da sci prodotta da 

Brizza monta una doppia lente polarizzata 

antigraffio e antiriflesso, con specchiatura 

esterna UV400. Assicura una totale 

protezione e un effetto antiappannamento 

ai massimi livelli, grazie alla ventilazione interna 

particolarmente efficace. Disponibile 

in nuovi e accattivanti colori. Assicura una 

visione senza fastidiosi riflessi, garantendo 

la massima sicurezza. 

BRIZZA 

Tel. 02 9183 393 

brizza@tin.it 

79


La maratona in soggiorno 

Per il fuori pista moderno 

80 

Comfort, prestazioni 

e ambiente 

Asa, “active sport apparel”, è la 

nuova linea di abbigliamento intimo 

per lo sport made in italy. Prodotti in 

fibra cava e carbonio per essere una 

seconda pelle, i capi offrono 

un’ottima termoregolazione 

corporea creando un microclima 

ottimale tra il 

corpo e il capo; sono 

leggerissimi, morbidissimi, 

antistatici, 

batteriostatici e con 

effetto schermante 

contro l’inquinamento 

elettromagnetico. 

Indispensabili per 

le attività sportive 

intense e durature sono 

senza cuciture; free move, 

grazie alla loro elevata 

elasticità, permettono la 

massima libertà di movimento, 

adattandosi alla conformazione 

della persona. La 

loro leggerezza e la minima 

manutenzione ne fanno un 

prodotto ecosostenibile e a 

basso impatto ambientale. 

Asa è distribuito 

da Tessitura Florida. 

TESSITURA 

FLORIDA 

Tel. 059 641 936 

marketing@asacarpi.it 

Anche se piove o fa freddo con il tapis 

roulant Marathon TX5 Kettler ci si potrà 

allenare comodamente a casa. Distribuito 

in esclusiva da Garlando, si rivolge agli 

sportivi più appassionati e a chi ha particolari 

esigenze di preparazione atletica. 

La superficie di corsa di grandi dimensioni 

(150x51 cm) e installata molto vicino al 

pavimento, dà un piacevole senso di sicurezza. 

Il nastro scorrevole, dotato di sistema 

ammortizzatore magnetico brevettato, 

è rispettoso delle articolazioni. Il computer 

con display 3D Black-Matrix e interfacce 

USB di collegamento al software World 

Tours 1.0 completano il prodotto. Per info 

e nominativi agenti contattare Massimo 

Rapetti in azienda. 

GARLANDO 

Tel. 0143 318 500 

kettler@garlando.it 

Per grandi avventure 

Il look spiritoso a grandi scacchi o con 

il marchio Norrøna a colori contrastanti si 

sposa con l’altissima qualità del materiale 

impiegato: puro cotone organico, coltivato 

unicamente in piantagioni nelle quali sono 

banditi pesticidi e lavoro minorile. Tenacissimo, 

piacevole al tatto, traspirante, 

termo-regolatore, è un materiale principe 

per gli amanti delle attività open-air. 

THREE SIXTY 


Tel. 02 89 421 187 

info@360group 

La Sportiva 

propone uno sci largo 

e con “hi-rise rocker” 

accentuato pensato 

per discese estreme 

nella neve fresca. La 

costruzione combinata 

ponte/rocker (75%- 

25%) e i 105 mm di 

larghezza facilitano il 

raggiungimento dei 

fuoripista e rendono 

Hi5 l’arma perfetta 

per le discese su neve 

polverosa. Può essere 

utilizzato in risalita 

come sci da alpinismo 

grazie alla coda piatta 

e alla predisposizione 

per l’aggancio delle 

pelli. Hi5, letteralmente 

“dammi un 5”, 

mantiene lo spigolo e 

solca la neve in curva 

come pochi altri sci sul 

mercato. 

CALZATURIFICIO 

LA SPORTIVA 

Tel. 0462 571 800 

lasportiva@lasportiva.com 

Cappelli di tendenza 

MARINI SILVANO 

Tel. 073 47 60 437 

info@marinisilvano.com 

Per la nuova collezione AI 2011/12, 

Marini Silvano propone cappelli dalle 

forme bombate, berretti dalla linea allungata 

e copricapi dai volumi abbondanti, per 

un’immagine un po’ street-style. I modelli 

proposti per l’adulto, firmati INvoga, sono 

tanti e per tutti i gusti: dai classici cappelli 

con visiera alle calottine, dai peruviani ai 

baschi, dalle fasce alle cuffie, fino ai coordinati 

di berretto-sciarpa-guanti.

Tecnicità, soprattutto 

Vipole si contraddistingue 

da sempre per l’elevato 

contenuto tecnico dei 

propri prodotti. Nella foto il 

leggerissimo Nordic Vario 

Natura Eva, in alluminio 

7075, con impugnatura 

in Eva e lacciolo asimmetrico. 

Tutti i prodotti 

dell’azienda possono 

essere personalizzati (per 

associazioni sportive, rental 

shop, negozi, strutture alberghiere) 

anche per piccole 

produzioni (già da 30 paia). 

La personalizzazione include 

anche la pratica sacca porta 

bastoncini, in dotazione su 

tutta la gamma. 

VIPOLE DI NICOLA VIDALE 

Tel. 0424 534 488 

info@vipole.it 

Con ogni tempo 

Col Temperature-Control-System Odlo 

mette a disposizione uno strumento con 

cui tutti riescono a trovare subito la Tec 

shirt adatta a sé. La grafica indica qual è il 

segmento migliore secondo la temperatura 

e il grado di intensità con cui si pratica 

lo sport: con temperature gradevoli 

meglio scegliere Light; invece con clima 

gelido e attività ridotta meglio di tutto X- 

Warm. Odlo è distribuito da Spoga. 

SPOGA 

Tel. 0473 565 199 


Energia nei piedi 

L’unicità della linea ZigSlash di Reebok si concretizza in 

un’innovativa e leggerissima suola in gomma caratterizzata 

da una straordinaria trama geometrica a zig-zag. 

Questa suola, oltre ad assorbire verticalmente l’impatto 

a terra del tallone prevenendo i traumi, ad ogni passo 

diffonde orizzontalmente delle onde di energia per tutta 

la lunghezza della scarpa, supportando di fatto lo sforzo 

dell’atleta. Inoltre, il nuovo modello da basket utilizza 

un’intersuola leggermente inclinata e specifici inserti in 

gomma extra-grip nella suola per aumentare la trazione 

e la stabilità, rendendola particolarmente adatta negli 

spostamenti laterali. Detto in parole semplici, è un 

energy drink per i piedi durante qualsiasi performance. 

Esistono due varianti colore della tecnologia Reebok 

ZigSlash della collezione PE 2011: nero/arancio e bianco/ 

rosso, quest’ultima ispirata ai colori della squadra dell’Armani 

Jeans Olimpia Milano. 

REEBOK 

Tel. 039 27 151 


sciare in tranquillità 

Dallmont-Rebell presenta la nuova linea di maschere 

da sci. Queste offrono un comfort eccezionale 

e garantiscono allo sciatore una 

grande sicurezza. Le maschere 

sono disponibili in nuovi 

colori e sono dodate di elastici 

regolabili, per soddisfare le 

esigenze sia dei bambini che 

degli adulti. 

DALLMONT-REBEL 

Tel. 049 87 25 114 

info@dallmontrebell.it 

Per tutte le necessità dello sportivo 

Le due linee che compongono la Sport Collection di Spaziale 

Splendy interpretano gli stilemi estetici tipicamente sportivi: nel primo 

caso abbiamo una linea di accappatoi unisex, realizzati in due 

nuances cromatiche (corallo e blu elettrico, entrambi con fondo in 

blu navy), caratterizzata da una modellatura particolarmente curata, 

sottolineata nei cambi cromatici da un profilo bianco a coda di 

topo e da un grande logo floccato sulla manica. Nel secondo caso è 

il raffinato e atletico nero a dominare la scena, interrotto da un grande 

e importante logo floccato che decora tutta la manica sinistra e 

viene ripreso anche nell’asciugamano coordinato. Entrambe le linee 

utilizzano la tecnologia Texwinner. 

Spaziale Splendy è distribuito 

da Gil. 

GIL 

Tel. 02 70 636 911 

marketing@spazialesplendy.com 

81


Leggerezza e stabilità 

Il nuovo Tour X- 

Superlight di Fischer per 

sci d’alpinismo (a capo di 

una linea completamente 

rinnovata), grazie alla sua 

costruzione è eccezionalmente 

stabile, ma anche 

superleggero. La costruzione 

con fianchi sandwich 

lo rende fantastico nella 

sciata, perfettamente in 

linea con le attuali esigenze 

di miscelare gli sci tour con 

i freeride. Per la leggerezza 

garantisce l’anima Paulownia, 

un legno leggero e di 

grande stabilità. La larghezza 

al centro raggiunge gli 

82 mm. In combinazione 

con la nuova tecnologia 

Rocker, la performance 

diventa perfetta anche in 

salita. Anche con condizioni 

difficili, di neve dura e 

ghiacciata, questa versatile 

novità aiuta nel risparmio di 

energia. Fischer è distribuito 

da Project 2010. 

Asseconda i movimenti 

I paraschiena Spine EVC sono fabbricati al 

100% in Italia con materiali pregiati, progettati 

per proteggere la zona schiena-scapole dagli 

urti e per garantire un ottimo supporto renale. 

Sono realizzati con materiali plastici ad alta tecnologia 

che si deformano ma non si scheggiano 

e con E.V.C. (Evoluted Viscoelastic Cells), 

innovativa gomma idrorepellente anti-shock ad 

alto rapporto performance/peso/spessore. Le 

scocche sono congiunte da un sistema lamellare 

che garantisce la distribuzione del colpo in 

tutta la superficie della protezione. 

ZANDONÀ 

Tel. 0423 569 135 


Sciare con charme 

Il casco da donna di Kask rappresenta 

la risposta ideale per le sciatrici che non 

vogliono perdere sulle piste charme ed 

eleganza. Dall’imbottitura in morbido velluto 

con ricamo floreale interno alla calotta 

con disegno floreale arricchito da brillanti 

originali Swarovski, questo casco non 

deluderà le aspettative delle donne che 

cercano comfort, sicurezza e design. 

PROJECT 2010 

Tel. 02 3087 341 


Una sacca per tutti 

‘Preziosa’ ma resistente 

Senza inefficienze 

Lo scarpone Nordica è dotato di un 

appoggio per il piede in alluminio estruso 

che, letteralmente inserito nello scafo con 

l’ausilio di quattro perni, riduce radicalmente 

le inefficienze strutturali provocate 

dal flex e dalla deformazione torsionale 

(oltre il 50%) degli scafi in plastica nello 

sci ad alto livello. L’EDT consente una 

migliore efficienza della struttura dello 

scarpone, l’ottimizzazione della 

trasmissione di energia 

e l’aumento della 

rigidità torsionale. 

Marsupio propone una borsa tecnica 

porta scarponi, caschetto, ecc., ideale per 

i maestri di sci e gli atleti. È dotata di ampio 

scomparto centrale, tascone frontale 

porta attrezzi, tasca laterale porta scarponi 

e tracolla regolabile. Presenta inoltre 

doppi manici con impugnatura antiscivolo, 

spallacci imbottiti e regolabili a scomparsa 

nella tasca posteriore e piedini in plastica 

nei punti d’appoggio. 

Scorpion Bay propone una giacca 

stampata all-over wording + pigmento e 

lavata in capo. L’articolo è impreziosito 

da una pennellata fatta a mano sul centro 

davanti e sul perimetro del cappuccio. Si 

tratta di un prodotto waterproof (20000 

mm) e breathable (5000 gr.mqx24h). 

NORDICA 

Tel. 0422 7285 

nordica.info@nordica.com 

82

Grande supporto 

Lo scarpone Atomic vanta una geometria 

Race e si contraddistingue per un 

significativo miglioramento nella trasmissione 

degli impulsi, con ovvi vantaggi nei 

tracciati. Il telaio ‘world cup’, la pianta 

da 98 millimetri e il Team Pro Liner ASY 

sono elementi che forniscono al piede un 

supporto ultra-preciso. Atomic è ditribuito 

da Amer Sports. 

Un design senza tempo 

La collezione Classic Lite riprende i modelli iconici di 

Reebok – scarpe, abbigliamento e accessori sia da uomo 

che da donna – e li combina con materiali leggeri e ad alta 

performance per raggiungere la fusione perfetta tra forma 

e funzionalità, interpretando in questo modo la versatilità 

d’uso e la comodità dello streetwear contemporaneo. La 

caratteristica di tutti i prodotti di questa collezione è il 

riconoscibile logo della “R tagliata” (dropped R), uno storico 

logo dell’azienda introdotto per la prima volta nel 1984. 

La collezione footwear Classic Lite è stata rinnovata per 

la stagione AI 2011/12 nell’uso dei materiali e dei colori 

appropriati alla stagione. Fondendo un design senza tempo 

con materiali ultraleggeri, la linea ripropone i classici modelli 

iconici rieditandoli con tessuti ad alta performance e suole 

tecniche. Alcuni tra i modelli più popolari (Classic Leather 

Clean, Freestyle Hi, NPC II, Ex-O-Fit Plus Hi e Workout Plus) 

sono rivisitati con suole Ultralite 3D e combinati con pelle, 

mesh o nylon e presentano tomaie dai colori accesi unite a 

dettagli raffinati. 

REEBOK 

Tel. 039 27 151 


Per tutte le stagioni 

Il pantalone da uomo proposto da 

Ferrino è un capo multi-stagionale per 

attività alpinistiche in tessuto Stretch, di 

buone caratteristiche termiche. Dotato di 

un taglio asciutto, presenta inoltre rinforzi 

e apertura con lampo sul fondo gamba, 

una lampo frontale, chiusura con bottone, 

tasche in vita, tasche gamba, ginocchio 

preformato e rinforzo in Strong Flex. 

Una sciata confortevole 

Il modello di scarponi proposto da 

Lowa presenta una calzata tradizionale, 

con larghezza forme di 105 mm. È dotato 

di uno scafo in poliolefine e di quattro leve 

Racing micrometriche Alu. La scarpetta è 

super confortevole All-Mountain Anatomic 

fit in pile, con Easy Entry insert. Lowa è 

distribuito da G.B. International. 

Sciare o camminare? 

Tecnologia rideandhike per lo scarpone 

da sci alpino e sci alpinismo Salomon 

per camminare o sciare in qualunque 

situazione. Scafo skin ultraleggero, nuovo 

spoiler e rinforzo del gambetto, materiali 

racing, nuova scarpetta e plantare. Salomon 

è distribuito da Amer Sports. 

Nessun fastidio 

Il primo strato Salewa non presenta 

fastidiose cuciture e garantisce 

una veloce eliminazione 

del sudore e il 

mantenimento di 

un microclima 

ideale durante 

la pratica delle 

attività sportive 

invernali, uphill 

o downhill 

che siano. 

Salewa è 

distribuito da 

Oberalp. 

OBERALP 

Tel. 0471 242 900 

info@oberalp.it 

83


84 

Leggerezza e traspirazione 

Lo strato intermedio Mico per isolare 

dal freddo, assicura la cessione all’esterno 

del calore corporeo in eccesso e il 

controllo del microclima esistente tra il 

corpo e il 1° strato. La maglia woman 

manica lunga mezzo collo a zip con 

protezione interna presenta un taglio 

sagomanto con inserti a 3 colori su spalla, 

fianchi e maniche ed è prodotta in tessuto 

Micofleece stretch evolution in microfibra 

di poliestere ed elastico in trama fitta. 

MICO SPORT 

Tel. 030 2003 211 

info@mico.it 

Per ogni gusto 

Progrip propone maschere per 

soddisfare le esigenze di chiunque. Dalla 

maschera dal design ergonomico e lenti 

standard anti appannanti – e che ha anche 

la disponibilità di montare lenti intercambiabili, 

polarizzate, anti-nebbia, specchio 

e light sensitive, anti UV e antigraffio 

–, alla maschera con tripla spugna con 

tessuto antiallergico, 3 striscie di silicone 

che non si rompe quando si tira l’elastico, 

dotata di tecnologia di lenti antiappannamento 

e fotocromatiche. Quest’ultima 

maschera è inoltre dotata di una spugna 

pretagliata e di un telaio speciale per chi 

usa gli occhiali da vista. Progrip è distribuito 

da Plastiche Cassano. 

PLASTICHE CASSANO 

Tel. 0331 200 652 

progrip@progrip.it 

Traspirazione e sicurezza 

I paraschiena Soft Back di Zandonà 

sono fabbricati al 100% in Italia con materiali 

speciali come l’S.R.T. (Sweat Removing 

Textile – tessuto traspirante 3D che espelle il 

sudore), e progettati per proteggere la zona 

schiena-scapole dagli urti e per garantire un 

ottimo supporto renale. Realizzati in E.V.C. 

(Evoluted Viscoelastic Cells), innovativa gomma 

idrorepellente anti-shock ad alto rapporto 

performance/peso/spessore, dispongono di 

aeratori per favorire la traspirazione dall’area a 

contatto con il corpo verso l’esterno. 

ZANDONÀ 

Tel. 0423 569 135 


Niente umidità 

Tratto caratterizzante 

della tuta da 

sci alpinismo Top 

energy prodotta 

da Crazy Idea è la 

schiena seamless, 

l’inserto 

a tartaruga 

costruito 

con un 

tessuto 

in 

polipropilene 

a costruzione 

differenziata che 

favorisce la dispersione 

dell’umidità, e dona 

comfort a contatto con lo 

zaino. Questa tuta è stata 

testata per la prima volta 

durante l’edizione 2010 

della Pierra Menta. La tuta 

è inoltre utilizzata dalle 

Nazionali svizzera, italiana, 

slovacca, canadese, svedese, 

slovena, ceca. 

CRAZY IDEA 

Tel. 0342 706371 

info@crazyidea.it 

In ogni situazione 

La tecnologia brevettata 

Efficent Dynamic Tecnology 

è stata progettata da Nordica 

per consentire allo sciatore 

di risparmiare energia 

e incrementare la trasmissione 

della forza. Questa 

innovazione è stata utilizzata 

nel nuovo sci Dobermann 

Spitfire EDT per prestazioni 

più efficienti. Una speciale 

lega in carbonio inserita 

nello sci e bloccata in 4 

punti di aggancio consente 

una maggiore flessibilità, 

una più penetrante azione 

in entrata di curva e una 

stabilità imbattibile. 

NORDICA 

Tel. 0422 7285 

nordica.info@nordica.com

PRODOTTI TOP, MASSIMA PERFORMANCE 

La nuova collezione 2011 Aquafeel 

dell’azienda tedesca Fashy, che 

si sta promuovendo e introducendo 

anche sul mercato italiano, comprende 

articoli pensati specificamente 

per le gare di nuoto e per gli 

allenamenti più intensi. La linea 

comprende vari tipi di costumi: 

quelli in Dow Xlance (tessuto 

altamente resistente al cloro), più 

adatti agli allenamenti, e quelli in 

Oxygen (tessuto ultraleggero che 

non assorbe l’acqua, garantisce 

un’estrema libertà nei movimenti ed 

è anch’esso estremamente 

resistente al cloro) più 

indicati per le gare ed 

approvati dalla FINA. 

Entrambi i materiali 

hanno la straordinaria 

caratteristica di mantenere 

inalterata la propria 

elasticità anche dopo un 

uso intenso. 

L’azienda propone anche una 

vasta gamma di accessori professionali: 

dalle cuffie performate 

in silicone, agli occhialini per ogni 

esigenza, fino alle calzature ergonomiche 

per piscina con suole antiscivolo 

e trattamento antibatterico. 

Nello specifico (nelle foto, dall’alto) 

Aquafeel Pullbuoy, l’attrezzo sportivo 

per allenare specificatamente le 

braccia, disponibile in due dimensioni, 

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costituiscono un unico corpo e 

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Allo sviluppo della linea ha 

collaborato anche la pluripremiata 

nuotatrice Nicole Hetzer, 

dando il suo apporto nella 

realizzazione del disegno sia 

dei costumi da bagno che 

degli accessori. 

L’azienda tedesca, al fine di 

promuovere questa nuova 

linea, sta potenziando la sua 

organizzazione commerciale 

nel nostro Paese. Gli interessati 

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78

SPECIALE FREERIDE 

Tecnica o estetica? Mercato di 

nicchia o nuova frontiera cresciuta 

sull’onda di una visione 

sempre più fashion della disciplina 

sportiva? Target giovanile o aperto a 

più fasce di consumatori? Sono solo 

alcune delle domande che suscita 

oggi l’analisi del mercato italiano del 

freeride, un concetto in evoluzione, 

un mondo in espansione che, prima 

di esplodere originando una nuova 

galassia, lascia in pista tracce del 

nuovo che verrà, evocando immagini 

a cui non eravamo abituati. È la forza 

dell’originalità, di quell’alito di libertà 

che soffia in ognuno di noi e 

che reclama il suo spazio, della voglia 

di scegliere spinti dal desiderio. 

Testa o cuore? Meglio entrambi. La 

ragione ci indica la strada per tutelarci 

al meglio, il sentimento le ragioni 

delle nostre emozioni. È qui che si 

costruisce il binomio individuato da 

Arianna Colombari di Nordica, che 

subito ci dà un quadro del freeride 

dipinto con uno stile per certi aspetti 

inatteso. “Siamo di fronte a un mercato 

che non è più di nicchia – afferma 

infatti la Colombari – ma che rappresenta 

il fulcro e l’anima delle nuove 

collezioni. C’è un’influenza forte, 

soprattutto dal punto di vista grafico, 

che coinvolge anche alcune delle linee 

classiche. È una costruzione da 

pista che si coniuga con un approccio 

freeride e free style, perché oggi 

il consumatore vuole trovare questo 

tipo di tendenza sull’attrezzo.” E uno. 

È questo il primo punto di stacco 

con il passato, ma senza esagerare. 

“Non va più tanto una grafica aggressiva 

– continua la Colombari – 

quanto una grafica più vicina a quella 

freeride.” E due. Senza dimenticare 

il giusto equilibrio. “Oggi moda e 

tecnica vanno di pari passo e contano 

alla pari nella realizzazione di un 

attrezzo. Non è più sostenibile proporre 

buonissimi sci a livello tecnico, 

ma non curati esteticamente, così 

come un paio di sci bellissimi da vedere, 

ma tecnicamente non all’altezza.” 

È necessario trovare il giusto 

connubio. Sebbene, pesando gli 

aspetti, l’ago della bilancia si sposti 

da una parte ben precisa. L’attrezzatura 

– spiega ancora la Colombari – 

o è completamente dedicata al freeride, 

o, pur mantenendo un imprinting 

tradizionale, è versatile e utilizzabile 

anche per andare fuori pista. 

Come dire: freeride Vs sci tradizionale 

1-0. 

Palla al centro e calcio di ripresa affidato 

ai giovani, la nuova forza pulsante 

di questo mercato, anche se 

non l’unica. “Il nostro target – conferma 

infatti la Colombari – non è 

solo legato a loro, ma la grafica che 

abbiamo studiato ci permette di arrivare 

con successo anche a una fascia 

di consumatori di quarantenni e 

di cinquantenni. L’importante è capire 

cosa vuole il mercato e nella nostra 

esperienza abbiamo visto che il 

freeride è una tendenza che sta 

prendendo sempre più piede. Il successo 

avuto dal nostro Fire Arrow, 

sold out nei negozi già ai primi di 

novembre, ne è la migliore conferma.” 

Le peculiarità dei prodotti sono 

dunque essenziali, se è vero che il 

modello di Nordica sia in Europa 

che in America sia introvabile. Anche 

per l’attenzione a particolari fasce 

di consumatori. “Abbiamo studiato 

nuove varianti per la donna – 

conclude Colombari – con particolare 

attenzione alle grafiche pertinenti 

al mondo femminile, non troppo 

infantile, ma dall’estetica accattivante, 

prendendo spunti ad esempio 

dal mondo esoterico, dalla meditazione 

e dallo yoga, non tralasciando 

neppure le grafiche induiste.” 

Perché oggi il pubblico femminile 

rappresenta una clientela su cui è 

proficuo investire. “Siamo un’azienda 

che, sia nel freeride, sia nel free 

style, presenta con crescente interesse 

una collezione specificamente 

donna – afferma infatti Alberto Nencetti, 

marketing manager di Rossignol 

– avendo deciso di non proporre 

più solamente lo sci unisex, come 

nello sci alpino. La donna merita 

uno studio particolare, avendo caratteristiche 

diverse rispetto all’uomo. 

Prendiamo la postura che determina 

una impostazione differente 

dello sci rispetto a quello che viene 

realizzato per il pubblico maschile. 

L’attacco dello sci da donna è infatti 

più avanti di quello dello sci da uomo 

ed ha una rampa con un’inclina- 

>> 

86

Tutti “fuori” 

Il mercato italiano del free ride 

non è più una prerogativa solo dei negozi 

specializzati, ma si apre sempre più 

ai negozi generalisti che devono tuttavia 

avere un approccio corretto, che 

ne rispecchi lo spirito e la passionalità 

FOTO: rossignol 

87

FREERIDE PASSIONE FUORIPISTA 

88 

Il piacere di sciare fuoripista 

è in linea con la ricerca 

di libertà e di autentico 

contatto con la natura, 

messaggi quanto mai 

attuali e coinvolgenti 

>> 

zione anteriore maggiore, vista la 

postura antero-posteriore più avanzata 

della donna rispetto a quella 

dell’uomo. Stesso discorso vale per 

il peso degli sci. Quelli per le donne 

hanno una leggerezza diversa e presentano 

sciancrature più adatte alla 

donna.” Che, come i consumatori 

dell’altro sesso, spesso sceglie il 

freeride con intenzioni ben precise. 

“Nella nostra esperienza – afferma 

infatti Nencetti di Rossignol – il 

mondo freeride è abbastanza simile 

a quello free style, tanto che gli sci 

da free style vengono spesso utilizzati 

anche nel freeride. È una questione 

legata anche alla tipologia 

dello sciatore, che, fino a un certo 

punto, ha gusti in comune, anche se 

poi, di fronte a certe scelte, prende 

strade diverse.” Il riferimento è alla 

maggiore connotazione giovanile 

del mondo free style, prevalentemente 

rivolto a un pubblico giovanile, 

e al desiderio di libertà e di contatto 

con zone incontaminate, che 

invece incarna l’ideologia freeride, 

che in Italia incontra tuttavia ancora 

qualche difficoltà. “La legge italiana 

– spiega Nencetti – vieta di andare 

fuori pista, per cui, chi lo fa, si prende 

tutti i rischi del caso. Ci sono tre 

o quattro oasi a livello nazionale >> 

FOTO: salomon 

Un coinvolgimento “doc” 

È la strada indicata ai negozianti generalisti 

per entrare con successo nel mondo free ride 

accordo la cura dell’aspetto tecnico, d’accordo l’interesse per 

D’ il gusto estetico, ma la prima cosa da tenere a mente per far 

bene nel mercato del free ride oggi in Italia è farsi prendere da 

questo mondo, arrivando a capirlo fino in fondo, per spiegarlo ai 

consumatori. Il consiglio è di Augusto Prati, responsabile marketing 

e comunicazione di Salomon, brand francese che, come sottolinea 

lo stesso Prati, “è molto all’avanguardia nel discorso free ride e la 

nostra grande novità è lo scarpone Quest, che, avendo tre denti, 

permette di aprire il gambale e di potere camminare. È ideale per 

chi vuole percorrere ad esempio 400 metri in salita e poi scendere 

in discesa sul versante nord del pendio. È un prodotto 

all’avanguardia. D’altra parte Salomon crede molto nel free ride da 

dieci anni a questa parte.” Un lasso di tempo in cui il mercato 

italiano del free ride si è evoluto, sebbene sia ancora all’inizio 

dell’ascesa. “Il fenomeno non è ancora esploso – conferma infatti 

Prati – essendoci oggi utilizzatori che cominciano ad avvicinarsi a 

questa disciplina sportiva.” Prevalentemente giovani, sicuramente 

preparati, come Armin Senoner, atleta nazionale sponsorizzato da 

Salomon che “è vicino a chi pratica il free ride ad alto livello”. Un 

messaggio chiaro anche ai negozi generalisti. “Magari adesso non 

trovano grosse soddisfazioni – afferma Prati – perché il 

consumatore che cerca questi prodotti è un tecnico con esigenze 

particolari, ma rimane il fatto che il negozio genarlista si sia 

avvicinato al mondo free ride. Il consiglio che do è quello di farsi 

coinvolgere da questo mondo, organizzando giornate free ride e 

capendo fino in fondo l’essenza di questo mercato. Altrimenti sarà 

difficile avere buone soddisfazioni.”


Tecnicità assoluta 

L’opinione controcorrente a favore della specializzazione di nicchia 

ggi il mercato del free ride è ancora legato al 

“Onegozio tecnico e non a quello generalista, che 

dovrebbe fare un grande investimento per avere una 

gamma di articoli completi in questo settore. Parlo di 

un buon numero di marchi di scaponi e di sci, 

un’operazione importante. Per questo ritengo che il 

mercato del free ride in Italia sia ancora rivolto a pochi 

punti vendita in Italia.” Parole di Enrico Bedin, direttore 

commerciale Italia e Spagna di Garmont, che continua: 

“Oggi i negozi che più recepiscono il mondo free ride 

si trovano in Val d’Aosta dove ci sono neve e impianti 

che permettono allo sciatore di praticare questa 

disciplina. Penso alle organizzazioni che ti portano in 

cima alla montagna in elicottero e che ti permettono 

così di scendere sulla neve fresca.” Utilizzando i 

prodotti storicamente più affidabili. “Garmont – spiega 

Bedin – è stata la prima azienda ad inserirsi nel 2003, 

cercando uno scarpone nel mondo free ride. Il primo è 

stato il modello Adrenaline, che ha dato un input anche 

ad altre aziende del settore.” Frutto di una ricerca e di 

un impegno che proseguono anche oggi. “Gamont ha 

sempre creduto al mondo free ride – conferma infatti 

Bedin – un mondo in evoluzione, sebbene sia 

difficilmente compreso in Italia, a differenza di altri 

Paesi come gli Stati Uniti, dove è più semplice fare free 

ride sulla neve fresca. In Europa e in Italia ci sono 

infatti poche aree addette alla pratica di questa 

disciplina.” L’importante allora è capire il punto attuale 

dell’evoluzione del free ride, che, come sottolinea 

Bedin, “è avere uno scarpone da sci che sia 

camminabile”. Manca, tuttavia, il business. “Non c’è 

ancora – conferma Bedin – né per le aziende, nè per i 

negozionati”. Garmont come si sta comportando? 

“Nella nuova collezione brilla il top di gamma Delirium, 

che è il frutto dell’evoluzione dei modelli precedenti e 

che è un prodotto molto tecnico.” Perfettamente in 

linea con l’essenza del free ride. “Chi acquista un 

prodotto free ride – afferma infatti Bedin – va alla 

ricerca di qualcosa di tecnico, che possa avere più 

funzioni e che sia magari utilizzabile anche per lo sci 

alpino e per poterci camminare. Il target? Come design 

e come colori ci rivolgiamo a un mondo giovane, vicino 

a quello dello snowboard.” Aspettando nuove 

contaminazioni. “Il futuro del free ride – prevede Bedin 

– sarà quello di influenzare lo sci alpino. Credo che ci 

saranno più atleti che passeranno dall’alpino al free 

ride per sciare più liberamente ed essere più a contatto 

con la natura.” 

90 

>> 

(Alagna, Livigno e Courmayeur), ma 

nel resto del nostro Paese diventa 

molto complicato praticare lo sci 

freeride, con conseguenze negative 

sul mercato.” Una delle soluzioni valide 

per superare questo tipo di difficoltà 

è differenziare la produzione. 

“Abbiamo in collezione circa 18 modelli 

– conferma infatti Nencetti – 

tutti costruiti sfruttando la tecnologia 

rocker, di cui noi siamo tra i primi 

inventori. Nel realizzare i nostri 

prodotti ci affidiamo all’esperienza 

dei nostri atleti di punta che ci permettono 

di costruire sci tra i migliori 

in circolazione.” Una linea d’azione 

che non risulta comunque sufficiente 

per sfondare in Italia tanto quanto 

all’estero. “Rossignol – spiega 

Nencetti – è leader negli Stati Uniti 

e in Francia dove viene fatta una 

grossa ricerca sulla tipologia degli 

sci. Se l’azienda dovesse studiare e 

realizzare industrialmente tanti modelli 

solo per il mercato italiano, sarebbe 

economicamente sbaglia- >> 

FOTO: nordica

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91


La forza di un mercato 

di nicchia, in quanto 

a passione e vera pratica, 

ma estremamente stimolante 

per tutto il settore degli 

sport invernali, grazie 

alla forza dello stile e dei 

messaggi che trasmette 

>> 

to e non porterebbe un utile. In Italia 

certi fenomeni come il freeride arrivano 

infatti molto lentamente. Anche 

per una questone culturale il 

vero business è quello dello sci da 

racing.” Un’affermazione che ci induce 

a riflettere sull’evoluzione del 

mercato del freeride nel nostro Paese. 

“La moda del freeride – sostiene 

infatti Nencetti – secondo me non 

esiste ancora. Piuttosto noto che, 

se fino agli anni Novanta e al Duemila 

c’era stata una crescita esponenziale 

dello snowboard, negli ultimi 

anni abbiamo assistito a un’erosione 

del freeride nei confronti dello 

snowboard, con il passaggio di molti 

praticanti, e quindi di consumatori, 

da una disciplina all’altra.” Contribuiscono 

a questo fenomeno alcune 

iniziative come il Rossignol New 

Generation Tour, promosso e organizzato 

dall’azienda per far provare 

gli sci freeride e free style, oltre >> 

FOTO: K2 

FOTO: cersal - Julie Shipman 

FOTO: K2 

Gli sport invernali, così come 

lo sport in genere, hanno 

bisogno di comunicare con 

sempre maggior vigore i 

valori che sottendono, e di 

cui possono essi solo farsi 

portavoce. Intercettando per 

altro il pubblico più vasto 

e trasversale possibile 

92 

FOTO: GABEL


>> 

alle tavole da snowboard, al pubblico 

in dieci località montane di riferimento, 

occasioni utili per capire altre 

preziose informazioni riguardanti 

il mercato del freeride. “In Italia – afferma 

Nencetti – chi compa questi 

tipi di sci è un tecnico che va negli 

snowpark che non guarda tanto al 

costo, perché sa che, praticando 

una disciplina che può presentare 

dei pericoli, non può risparmiare.” 

Una linea di pensiero pienamente 

condivisa da Luigi Rebellato di Anomaly 

Action Sports, fornitrice ufficiale 

delle Nazionali americana, francese, 

svizzera e giapponese di sport 

invernali, che afferma: “La nostra 

azienda, sempre più orientata verso 

il freeride, lo snowboard e il vivere la 

neve in libertà, investe molto sulla sicurezza. 

Con Slytech abbiamo potenziato 

la gamma dei paraschiena, 

che sono uno strumento fondamentale 

per chi scia.” Non ci troviamo di 

fronte a dei gusci rigidi, ma a delle 

strutture realizzate in poliuretano a 

memoria di forma che diventa più 

morbido a contatto col calore della 

pelle, ma si irrigidisce immediatamente 

al momento dell’impatto, come 

una corazza molto dura, che tuttavia 

non trasmette l’impatto all’osso 

della schiena. Non per niente questi 

prodotti sono stati certificati oltre 

che per lo sci anche per il motociclismo, 

in cui la schiena ha bisogno di 

una protezione particolare. “Con l’altro 

nostro marchio, Shred, abbiamo 

invece inserito due nuovi caschi 

adatti al freeride e anche allo snowboard. 

Siamo partiti dal presupposto 

che tante volte ci sono sciatori riluttanti 

a mettersi il casco, per cui noi 

abbiamo creato dei caschi easy, leggeri 

e molto giovanili”. Realizzando 

un prodotto di successo, soprattutto 

in Italia. “L’aspetto tecnico di questi 

articoli è fondamentale – afferma infatti 

Rebellato – perché è sinonimo 

di sicurezza, ma sappiamo benissimo 

che il consumatore italiano è 

molto più indirizzato verso la scelta 

estetica che non verso la sicurezza.” 

Il connubio vincente è quindi quello 

di realizzare un prodotto sicuro, ma 

con una cosmetica e una forma 

adatta al freeride, con tanti colori e 

grafiche diverse, qualcosa di semplice, 

ma nuovo. Altri consigli utili per i 

nostri negozianti? “Tutte le aziende 

dello sci si stanno muovendo verso 

il freeride. Nelle piste la gente va 

con gli sci più allargati, con il retro 

un po’ alzato e con sciancrature di 

connotazione freeride. Si vede già 

nel mercato tedesco, dove non si 

vendono più gli sci tradizionali senza 

contaminazione freeride.” L’Italia sta 

andando in questa direzione. Il freeride 

rappresenta il futuro per mantenere 

e far crescere i volumi, che altrimenti 

saranno relegati a una nicchia 

più ristretta, e il free style è un 

modo di approcciarsi alla neve che 

ispira sempre più sciatori. Il consumatore 

ha già avvertito questo trend, 

ora sta al negoziante capire che i 

prodotti vanno spiegati e non solo 

esposti, perché bisogna vendere >> 

FOTO: AMERSPORT 

94


>> 

sicurezza, oltre a comfort e cosmetica. 

Non basta essere porgitori di articoli 

per avere successo nel mercato 

del freeride, bisogna sapere spiegare. 

“Quando lo sapranno fare, sono 

certo che esploderà il business”, 

conclude Rebellato. Per il momento 

l’importante è soddisfare ogni tipo 

di cliente. “Abbiamo maschere da 

sci specifiche per il bambino, l’adulto 

e la donna, che si differenzia per 

la particolare morfologia del viso e 

per la colorazione.” 

96 

Tanta attenzione ai particolari, 

quindi, anche se l’aspetto tecnico 

rimane fondamentale, almeno per 

Alessandro Costa, country manager 

Italia di The Group Distribution, 

agente per l’Italia di K2 Sport Europa 

che ha sede in Germania. “Noi 

proponiamo funzionalità – afferma 

infatti Costa – in un mondo come 

quello del freeride che si concretizza 

nel riuscire a innovare ogni anno 

gli attrezzi per permettere allo sciatore 

di eccellere, come abbiamo fatto 

noi lanciando il K2 Skis Baseline, 

e che è un mercato assolutamente 

tecnico. Chi compra sci da freeride, 

lo fa perchè cerca funzionalità.” 

L’aspetto estetico è presente, ma, 

tra un paio di sci belli e un paio di 

sci funzionali, il freerider sceglie il 

secondo. Ecco allora centrato il target 

di questa disciplina secondo 

Costa, che non vede il freeride come 

un mondo riservato ai giovani – 

“più rivolti al free style” – ma a consumatori 

tecnici, consapevoli dei rischi 

che possono correre e capaci 

di scegliere l’attrezzo che fa per loro. 

Naturalmente con il necessario 

supporto dei negozianti. “Oggi – 

denuncia Costa – molti negozi generalisti 

non sono preparati né nel 

freeride, né nel free style, che segue 

le mode in modo trasversale e non 

viene ospitato nel negozio generalista 

che tratta i marchi tradizionali. 

Come cambiare le cose? È fondamentale 

documentarsi, perché i numeri 

crescono dove c’è specializzazione.” 

La parola chiave per aprire le 

porte dei negozi generalisti al fuoripista. 

damiano.montanari@topsport.it 

Non basta più proporre 

articoli “trendy” per avere 

successo nel mercato, 

bisogna saperli spiegare. 

E questa è una regola che 

vale più che mai nel freeride 

FOTO: Stockli 

FOTO: Giulia Monego fotografata daYves Garneau

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la traspirabilità, 

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in PC (policarbonato) e una in EPS 

(polistirene espanso sinterizzato), assicurando 

un’ottima distribuzione delle forze 

d’impatto in caso di caduta. Le prese 

d’aria regolabili per un’ottima ventilazione 

in qualsiasi condizione climatica e le orecchie 

removibili sono ulteriori dettagli che 

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prodotti da Garmont, ancora una volta, 

ridefiniscono quello che è possibile nello 

sci freeride, offrendo alte prestazioni in 

sciata, ottimo comfort nel touring, e grande 

versatilità grazie alle suole intercambiabili. 

L’overlap è un unico pezzo che avvolge 

il piede e la gamba confortevolmente, 

al fine di garantire le stesse prestazioni di 

una scarpa da gara. L’overlap è una parte 

dello scafo senza giunture, senza linguettone 

o pezzi rivettati che creano spazi 

e vanno a dissipare energia. 

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mattina alla sera. La tecnologia Full Shock 

Eraser attutisce efficacemente gli impatti 

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dello scafo Pro Freeride e la scarpetta 

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La montagna a tinte forti 

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Questo sci Dynafit 

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sua categoria, il Free- 

Touring, una recente 

declinazione dello 

scialpinismo dove gli 

appassionati amano 

coniugare la salita in 

vetta con le pelli di 

foca alle esigenze di 

una sciata ‘tecnica’ in 

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con l’ormai brevettata 

tecnologia Insert, che 

consiste nella piastra 

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titanal. Dynafit è distribuito 

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tutta spugna in pura lana. Il polsino antistress 

è in Lycra, per garantire massima aderenza senza 

compressione e una calzata ergonomica. La 

maglia di base a media densità è in lana+Lycra, 

ed è dotata di un ottimo potere isolante. La calza 

è inoltre dotata di struttura anatomica con spugna 

compatta e di fascia elastica anti-torsione nella 

caviglia e nell’arco plantare. 

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Lo scarpone Delirium proposto da Garmont si caratterizza per una performance in 

discesa finora sconosciuta per questa tipologia di prodotti, grazie alla costruzione “high 

overlap” e a una struttura scafo-gambetto estremamente reattiva. Il prodotto si distingue 

per la suola intercambiabile con normativa 

UNI sci alpinismo e attacchino Tech da 

una parte, e per una suola alpina dall’altra, 

attraverso tre viti che rendono il processo di 

ricambio della suola estremamente semplice. 

Una scarpetta innovativa, chiamata EZ fit, 

unisce un comfort immediato a un’estrema 

leggerezza; la possibilità di essere termoformata 

e un meccanismo ski walk posizionabile 

su tre livelli, rendono questo prodotto un 

nuovo punto di riferimento, dopo l’introduzione 

del modello Adrenalin nel 2004. 

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99

ESCLUSIVO TAVOLA ROTONDA SUL MERCATO SPORTIVO ITALIANO 

Mondo 

chiama 

Italia 

(e l’Italia, come risponde?) 

Con un’economia fortemente 

modificata dalla crisi economica, 

assieme alle difficoltà crescono 

le potenzialità (ancora inespresse) 

del sistema sportivo italiano. 

La parola all’industria, 

in primo piano nella necessità 

di crescere in termini di qualità e 

di autenticità. Nella consapevolezza 

che facendo squadra si vince sempre 

100

101

ESCLUSIVO MONDO CHIAMA ITALIA 

È 

inutile usare giri di parole e 

mezzi termini per definire la 

situazione in cui versa il mondo 

dell’articolo sportivo. Negli ultimi 

anni il settore, in tutte le sue declinazioni, 

ha vissuto, e vive tuttora, un 

periodo di crisi unico nella sua storia. 

Una crisi pesante, che ha investito 

tutto il mondo e, di conseguenza, 

anche l’Italia, con inevitabili 

ripercussioni sul suo sistema produttivo. 

La crisi finanziaria ha colpito 

tutti duramente, trasformandosi 

rapidamente in crisi dell’economia 

reale. I consumi privati e gli investimenti 

degli italiani sono calati, e alcune 

aree di recente sviluppo, Russia 

e Paesi dell’Est in primis, ma anche 

gli Usa, hanno inciso pesantemente 

sul contrarsi dei fatturati derivanti 

dall’export. 

Questo lo scenario in cui le imprese 

si sono trovate a operare negli 

ultimi due anni. Tuttavia, pur tra mille 

difficoltà e molte chiusure, il settore 

ha cercato di reagire, adattandosi 

alle nuove condizioni competitive, 

rimboccandosi le maniche, 

cercando di eliminare sprechi ma 

soprattutto lavorando di più, meglio, 

con più creatività e innovazione. >> 

GIULIO COLOMBO 

Tra gli argomenti ai quali è più 

sensibile, quello 

dell’internazionalizzazione e 

dello sviluppo di nuovi mercati 

per far crescere tutto 

il sistema sport italiano. 

All’insegna di una italianità 

che ha ancora ottime carte da 

giocare nel mondo. 

ENRICO BEDIN 

Con un bagaglio di esperienza 

a contatto diretto con la 

vendita, ha portato una 

sensibilità marcata verso le 

dinamiche al consumo. 

Progetta una manifestazioneevento 

che porti ad un 

contatto diretto tra le aziende 

e gli utilizzatori. 

102

GIANLUCA PAVANELLO 

Al drastico freno economico 

delle spese e degli 

investimenti non corrisponde 

un altrettanto marcato calo di 

appeal dello sport e della sua 

pratica da parte del pubblico. 

Segnale chiaro che fa ben 

sperare nel futuro. Ma la 

strada da percorrere deve 

essere chiara e decisa. 

GIANNI LORENZATO 

Riuscire a comunicare il valore dei prodotti può aiutare a venderli 

meglio, soprattutto nel settore della calzatura, molto influenzato 

dalla concorrenza ‘civile’ e dal fashion. 

MARINA DEBRA PINI 

La ripresa è già realtà, ma 

occorre assecondare 

i cambiamenti in atto, 

soprattutto dettati dal 

consumatore che cerca 

sempre più innovazione e 

unicità. 

Nell’Italia che non investe e tira a 

campare, ci sono imprenditori che 

vanno controcorrente e scommettono 

sul prodotto italiano, potenziando 

la ricerca e la sperimentazione. 

Grazie a questo sforzo prolungato 

e a un nuovo assetto economico 

globale, da alcuni mesi, si sta finalmente 

assistendo ad alcuni segnali 

di ripresa: sono ancora deboli, a 

volte incerti, ma pur sempre segnali 

positivi, anche sul fronte dei 

consumi interni. Forse l’abbigliamento 

lifestyle di origine sportiva 

mostra ancora qualche difficoltà, 

ma attrezzo e calzatura tecnica 

sembrano dare segni interessanti 

di crescita. 

Inoltre, la crescita di alcuni sport e 

nuovi ‘universi’ di attività sportiva, 

come ad esempio l’outdoor, il running, 

il wellness, ma anche l’ottima 

stagione invernale trascorsa e il ritorno 

di molti italiani a godere le 

Pur nelle oggettive difficoltà, il settore sta cercando 

di reagire, adattandosi alle nuove condizioni competitive, 

rimboccandosi le maniche, cercando di eliminare 

sprechi ma soprattutto lavorando di più, 

meglio, con più creatività e innovazione 

bellezze della montagna, consentono 

di avere una visione costruttiva 

del potenziale del mercato sportivo 

italiano. 

I duri momenti fin qui trascorsi hanno 

messo in evidenza le note difficoltà 

strutturali del sistema Italia, 

quali l’eccesso di burocrazia, la fiscalità 

elevata, la cattiva gestione 

della cosa pubblica, la cronica carenza 

delle infrastrutture, la mancanza 

di una precisa politica di sviluppo 

e di sostegno alle imprese, 

nonché il difficile accesso al credito. 

Fattori critici che limitano la 

competitività delle imprese e il loro 

sviluppo, tanto interno quanto internazionale. 

Oltre a ciò sono presenti 

e ancor più manifeste alcune 

criticità specifiche dello sport-system 

made in Italy, sia a livello industriale 

che distributivo. Il sistema 

>> 103


>> 

italiano è infatti caratterizzato da 

una dimensione media delle imprese, 

spesso troppo ridotta per risultare 

competitiva nel prossimo futuro, 

anche se esistono molte eccellenti 

aziende di piccole dimensioni 

che sono leader nei propri settori. 

Oggi il baricentro della competizione 

pare essersi spostato verso il 

concetto di “bigger is better”: presenza 

sui mercati internazionali, innovazione, 

ricerca, marketing richiedono 

investimenti che solo realtà 

di adeguate dimensioni possono 

permettersi. Di conseguenza, ne 

risulta che alleanze, sinergie, filiere 

e reti di operatori che operano insieme 

diventano armi strategiche 

per consentire alle aziende di continuare 

a essere competitive. 

Ciò vale anche per il tessuto distributivo, 

che in Italia è ancora caratterizzato 

da un eccessivo livello di 

polverizzazione e generalismo. Il 

consumatore oggi richiede specializzazione, 

competenza tecnica, caratterizzazione 

del punto vendita, 

adeguata profondità ed estensione 

delle merceologie trattate, che richiedono 

tempo, energie e investimenti. 

Tutto ciò, unito alla necessità 

di riuscire ad attrarre un bacino 

d’utenza quantitativamente adeguato, 

dovrà essere di stimolo agli imprenditori 

della distribuzione per 

aggiornare il proprio modello di business. 

Paradossalmente, alcune 

delle criticità appena descritte sono 

anche le caratteristiche peculiari e 

potenzialmente positive del sistema 

nazionale: basti pensare, per esempio, 

alla flessibilità e alla rapidità di 

intervento delle aziende italiane, 

che sono in grado di reagire in modo 

più veloce e creativo di grandi 

corporations globali. O alla capacità 

di mantenere un rapporto diretto 

e personale con il mercato che gli 

imprenditori del Belpaese, i quali 

sono spesso personalmente impegnati 

in azienda, sia dietro la scrivania 

che dietro ai banchi del negozio, 

hanno da sempre coltivato. Non 

è affatto raro, infatti, che questi conoscano 

personalmente i propri 

clienti, e ciò consente di instaurare 

104 

FLAVIO MILANI 

Più lobbying e meno 

provincialismo. 

Un’affermazione forte, perché 

dichiarata da chi ha costruito il 

proprio successo aziendale 

giocando da outsider. 

L’individualismo italiano è uno 

scoglio culturale che va 

abbattuto per essere 

competitivi a livello 

internazionale. 

ANDREA BRAMBILLA 

La concorrenza orientale non 

è invincibile. Attraverso 

un’oculata strategia si può 

resistere alla pressione 

asiatica, potenziando la strada 

della ricerca e di una 

produzione mirata.

DEOLO falcone 

Contro il rischio – più che 

reale – di un’Italia dello sport 

globalizzata dai big brand 

internazionali, bisogna 

riscoprire la forza del lavoro 

di squadra per fare 

davvero sistema. 

GIANNI lanfranco 

Ex atleta e convintissimo 

assertore del valore di una 

corretta informazione di 

prodotto unita ad una solida 

attività promozionale e 

culturale, intende dedicarsi a 

progetti di ampio respiro 

attraverso la collaborazione 

con le Federazioni, il Coni e il 

Governo per sviluppare la 

pratica sportiva, soprattutto 

nelle generazioni più giovani. 

ANDREA PARISOTTO 

Lavorare di più per costruire 

un vero dialogo tra la 

produzione e la distribuzione. 

Un impegno che deve 

forzatamente passare per una 

crescita della qualità 

professionale degli operatori. 

un clima di fiducia e di reciproco 

supporto. 

Uno scenario difficile, dunque, che 

se da un lato ha lasciato parecchie 

ferite, ha però rafforzato un’intera filiera, 

attraverso una selezione naturale 

e una evoluzione che, per chi 

ha saputo coglierne i segnali, ha segnato 

una crescita e un miglioramento 

della preparazione ad affrontare 

i mercati internazionali. Un caso 

lampante sono proprio la capacità 

e la sensibilità tutte italiane di cogliere 

per tempo ciò che avviene sul 

I duri momenti trascorsi hanno messo in evidenza 

le note difficoltà strutturali del sistema Italia, 

quali eccesso di burocrazia, fiscalità elevata, 

cattiva gestione della cosa pubblica, carenza cronica 

di infrastrutture, mancanza di una precisa politica 

di sviluppo e di sostegno alle imprese, 

difficile accesso al credito. 

Fattori critici che limitano la competitività 

delle imprese e lo sviluppo interno e internazionale 

>> 

105


LA PAROLA A… 

Reagire internazionalizzando (e comunicando) 

La difficile contingenza economica, le criticità del sistema e una concorrenza globale 

si devono affrontare con slancio e determinazione, e soprattutto con strategica lungimiranza 

Giulio Colombo, Amministratore Delegato di Manifattura Mario Colombo 

n Il 2010 sta per chiudersi e sicuramente resterà 

agli atti come tra gli anni più difficili, in una 

contingenza economica globalmente critica. Ma 

osservando con maggiore attenzione, proprio dal 

canale sportivo provengono segnali interessanti di 

evoluzione dei mercati, perché tra i vari settori 

quello della cosiddetta ‘sport performance’ non è 

certo il più sofferente. Un 2 per cento di flessione, 

stimato recentemente da NPD Group sul giro d’affari 

mondiale, suona pressoché irrilevante se comparato 

alla drastica flessione di ben altre economie (in 

primis, l’abbigliamento moda in genere e quindi 

anche lo sport style). Va altresì detto che la caduta 

dei mercati occidentali (Stati Uniti e Giappone in 

testa) viene in parte compensata dall’aumento del 

business nei Paesi emergenti del Middle East e 

dell’Africa (in quest’ultimo caso, grazie ai Mondiali di 

Calcio). 

In ogni caso, resta evidente che il mercato 

dell’articolo sportivo resta strettamente dipendente 

dall’andamento meteorologico, e di conseguenza 

qualsiasi valutazione o proiezione non può non tener 

conto dell’incidenza (imprevedibile) dell’andamento 

delle stagioni. Ciononostante, lo sportstyle rimane 

altresì in vetta alle preferenze dei consumatori, forte 

dei suoi valori improntati al comfort e al benessere. 

Alla stagione invernale 2009/2010, assolutamente 

favorevole, ha fatto seguito un’estate 2010 ben poco 

supportata dal clima. Ma tant’è: tra corsi e ricorsi 

ormai messi in conto dal sistema 

sport, i fattori di maggior rischio 

commerciale sono altri. 

Come reagisce il sistema a tali 

presupposti che sono la 

constatazione di uno stato 

dell’arte in un autunno 

che preannuncia un 

inverno ancora 

da decifrare? 

Tra le 

strategie 

indicate c’è 

quella di 

aggredire il mercato e, di conseguenza, continuare a 

investire pesantemente nel marketing e nella 

comunicazione. Queste le indicazioni di Giulio 

Colombo, Amministratore Delegato di Manifattura 

Mario Colombo & C e uno dei due neoeletti vicepresidenti 

Assosport. “Colmar ha sempre puntato 

sulla comunicazione, così come sullo sviluppo e sul 

lancio di nuove linee di prodotto. Prova di questo 

impegno costante e di questa reattività sono 

l’introduzione della nuova linea per il golf fatta la 

scorsa estate, anche con il sostegno di importanti 

testimonial, come Eduardo Molinari che sta 

conseguendo notevoli successi.” 

QUALI PROGRAMMI? 

Obiettivo internazionalizzazione 

Tra gli argomenti più caldi, che avverto 

maggiormente e su cui si concentra la 

mia attenzione, come industriale ed 

ora anche come consigliere, c’è quello 

dell’internazionalizzazione e dello sviluppo 

di nuovi mercati per il sistema 

sport Italia. Proprio Colmar, insieme 

ad Assosport, è stato tra i primi brand 

a partecipare all’Ispo China, per cercare 

di capire – perché in questa fase 

si tratta ancora di comprendere e di 

cercare di approfondire la conoscenza 

– i cosiddetti mercati emergenti. 

A PROPOSITO DELLA NUOVA PRESIDENZA 

Concordo perfettamente con il nuovo 

Presidente che stimo e che conosco da 

tempo. Credo che la linea d’azione presentata 

sia efficace e foriera di riscontri. 

Luca Businaro è sicuramente una persona 

molto attiva e molto appassionata 

anche ad Assosport, e questo è indubbiamente 

importante. Penso, infatti, che 

sia un elemento di estrema positività 

Gli investimenti di Colmar sono proseguiti poi su 

altre linee, inserite nelle scorse collezioni, come la 

Original, una linea sportswear di ispirazione vintage 

che ha visto il recupero del marchio storico risalente 

agli anni Settanta, che ha saputo regalare grandi 

soddisfazioni anche al di fuori del canale sportivo 

tradizionale. 

Da questa case history emerge chiaramente come la 

strategia migliore sia appunto quella di aggredire 

con innovazione e forti investimenti in 

comunicazione. Pur non mancando le difficoltà 

proprie di un mercato che non è sicuramente 

brillante, come traspare quotidianamente dai media, 

Un’associazione importante e vitale 

come Assosport, che raccoglie tante 

aziende italiane, è e deve essere un 

supporto fondamentale per gli associati, 

cercando di agevolarli nello sforzo 

di affacciarsi a questi mercati che 

sono però anche molto diversi da 

quelli che conosciamo storicamente. 

Per molte aziende affrontarli singolarmente, 

senza un appoggio, sarebbe 

veramente difficile e in questo senso 

la forza e la guida del gruppo sono 

aiuti preziosi. 

per un’associazione avere alla sua testa 

un Presidente che sia un appassionato 

e un lottatore. E Luca Businaro lo è sicuramente. 

I temi che ha trattato sono 

tanti, per cui bisognerà individuare delle 

priorità, ma trovo che abbia avviato il 

suo mandato con grande entusiasmo, 

per cui sono estremamente fiducioso 

della efficacia della sua azione. 

Giulio Colombo. 50 anni, 2 figli, è uno dei 3 neoeletti Vicepresidenti Assosport 

106

Non solo in Italia, l’abbigliamento lifestyle di origine 

sportiva mostra ancora qualche difficoltà, 

ma attrezzo e calzatura tecnica sembrano dare 

segni interessanti di crescita 

secondo Colombo “Sarebbe sbagliato tirare i 

remi in barca. Occorre remare, in attesa del 

ritorno di una fase positiva che già si 

intravede.” 

Dunque i momenti peggiori sono passati, ma 

non bisogna abbassare la guardia nella lotta 

quotidiana, da condurre nella convinzione che 

quella del dinamismo e dell’investimento sia la 

migliore strategia da adottare, per poi trovarsi 

in una posizione di vantaggio nel momento in 

cui il mercato riprenderà a funzionare in modo 

corretto. 

Vi sono poi alcuni elementi che appaiono 

determinanti in questa fase, su cui sarebbe 

bene porre la giusta attenzione. Tra questi, le 

fiere, dal momento che ormai tutti i players 

sono organizzati con la propria distribuzione e 

visto l’esaurirsi di tante manifestazioni, così 

come la fatica di altre per resistere e, in 

definitiva, continuare a esistere. Altro tema 

caldo è quello della Cina, o meglio, dell’Asia 

che, secondo Colombo “sta passando da una 

condizione in cui era solamente un mercato di 

approvvigionamento a un mercato che, invece, 

è di sbocco”. La naturale conseguenza di una 

simile situazione è dunque la vendita in questi 

Paesi, onde fugare il rischio che i progetti di 

sviluppo si arenino in un’Europa e in un mondo 

occidentale che non è detto che torni ad 

essere dinamico. Anzi, che probabilmente 

dinamico non sarà più, almeno come lo è stato 

in passato, mentre lo diventeranno con ogni 

probabilità i paesi dell’est asiatico. 

Un ruolo decisivo deve essere giocato anche 

dal retail che, conclude Colombo, “deve essere 

un alleato e un partner”. La necessità di 

impostare un lavoro congiunto, proprio per 

superare questa fase di transizione, chiama in 

causa imprescindilmente anche il mondo 

retail, chiamato ad investire, in Italia come 

all’estero, per rinnovarsi ed evolversi. 

>> 

mercato e di rielaborarlo in termini 

di proposta commerciale di successo. 

Senza dimenticare la grande 

passione che anima chi lavora nelle 

imprese di sport, attraverso il coinvolgimento 

e l’emozione, sia per chi 

lo pratica che per chi lo produce o 

lo vende. 

A commentare la situazione Giancarlo 

Zanatta, grande imprenditore 

e ‘Past President’ di Assosport, assolutamente 

convinto che questo 

processo, peraltro già in atto positivamente 

in molte realtà nostrane, 

vedrà gli imprenditori italiani reattivi 

e propositivi, e in grado di adeguarsi 

con successo alle nuove esigenze 

del mercato. 

“Nonostante tutte le obiettive difficoltà 

del settore – sottolinea Zanatta 

– sono realisticamente ottimista 

sul futuro dello sport system italiano. 

La fase acuta della crisi sembra 

allontanarsi, le nostre aziende stanno 

adeguandosi ai mutamenti di 

scenario con grande impegno, e i 

primi segnali di ripresa dovrebbero 

progressivamente consolidarsi.” A 

ben guardare, infatti, dopo una fase 

di ‘snellimento’, di gioco difensivo, 

molte di esse stanno reagendo, investendo 

in tecnologia, nuovi processi, 

nuove strutture manageriali. 

È stata anche avviata una fase di 

cambio generazionale che sta affiancando 

alla “legione d’onore” degli 

imprenditori che hanno fatto la 

storia e i successi del nostro madein-italy 

giovani managers preparati 

dalla cultura internazionale, abituati 

a vivere e lavorare nel mondo globale 

e informatizzato. “Le nostre 

aziende sono oggi molto più preparate 

al nuovo secolo di quanto non 

fossero solo 5 o 10 anni fa”, afferma 

deciso Zanatta. 

D’altronde, lo sport è ormai un fenomeno 

esteso, di massa, ed è entrato 

a far parte dei consumi stabili 

di milioni di consumatori, sia che lo 

pratichino attivamente sia che lo 

eleggano a stile di vita esteriore. 

Ciò crea quindi le prospettive perché 

il futuro possa tornare a essere 

positivo. D’altro canto, in tutte le 

crisi si nascondono le migliori opportunità, 

per chi le sa cercare e 

cogliere. 

Qualcosa è cambiato, e questa 

evoluzione non accenna a mostrare 

il termine. Uno sviluppo naturale e 

necessario che sarà certamente foriero 

di cambiamenti. A testimoniarlo, 

la storia di Assosport, l’associazione 

nazionale di categoria che 

rappresenta gli imprenditori italiani 

che operano nel settore dello sport. 

Si avverte, infatti, un cambio generazionale 

importante proprio in concomitanza 

con un cambiamento dei 

mercati e dei sistemi tradizionali di 

approccio al sistema. In precedenza 

il ruolo istituzionale dei brand è 

sempre stato gestito da imprenditori 

di vecchia generazione, mentre 

da un paio d’anni vi è stato un cambiamento 

ai vertici, come dimostra, 

del resto, anche lo stesso Consiglio 

Direttivo di Assosport. Lo testimonia 

la figura stessa del nuovo Presidente, 

un giovane imprenditore 

quarantenne che forse non è ancora 

conosciuto quanto Giancarlo Zanatta, 

suo predecessore, padre e 

padrone di una certa logica a cui 

anche l’associazione si è affidata, 

che ha insegnato a riconoscersi in 

determinati valori, dando forza e valore 

all’associazione stessa, e 

aprendo molte strade. Secondo 

Manuela Viel, da diversi anni alla Direzione 

di Assosport, il cambiamento 

è lampante e si sta attraversando 

un passaggio particolare: “Oggi >> 

107



Comprendere per spendere 

Riuscire a comunicare il valore di ciò che si propone può aiutare il pubblico a scegliere meglio 

i prodotti, contribuendo al rilancio del calzaturieri che tanto hanno sofferto nell’ultimo biennio 

Gianni Lorenzato, Amministratore Delegato, Chief Financial Officer & Chief Operation Officer del Gruppo Lotto 

n Anche il mondo della calzatura ha sofferto la 

crisi globale e forse più di altri settori ha subito il 

peso di questa battuta d’arresto. Il momento, 

infatti, rimane difficile ma il mercato sta tenendo la 

posizione dello scorso anno. In particolare si nota 

una contrazione nelle calzature da calcetto e una 

lenta ma costante crescita di tutto ciò che è 

attrezzo e abbigliamento tecnico del mondo tennis. 

In generale, quindi, il momento è più critico per 

l’abbigliamento sportivo rispetto all’attrezzo e alle 

calzature. Questa situazione evidenzia inoltre una 

grande confusione nel mondo della distribuzione, in 

quanto l’offerta risulta troppo eterogenea e non 

favorisce i piccoli negozi specializzati rispetto alla 

grande distribuzione che punta molto su volumi a 

basso prezzo e a scarso contenuto tecnico. Il 

mercato italiano, rispetto ai maggiori mercati 

europei come Francia, Spagna, Germania e U.K. ha 

il vantaggio di avere una distribuzione molto 

parcellizzata che però diventa un vincolo per uno 

sviluppo a medio/lungo termine. Inoltre, il 

consumatore italiano risulta più incline ad 

acquistare un prodotto più legato al tempo libero 

rispetto a un prodotto sportivo. 

Un momento difficile, dunque, e le aspettative non 

possono dirsi così rosee come per altri segmenti. 

Per i prossimi 18 mesi, infatti, la situazione sarà 

ancora difficile, anche se nel settore ci si aspetta 

un ritorno, almeno per quei brand 

che stanno investendo in 

qualità e innovazione. Le 

aziende soffrono, ma chi sa 

reagire con forza può pensare 

di uscire prima da questa 

situazione nebulosa 

e sofferta. A 

testimoniarlo, 

Gianni 

Lorenzato, 

Amministratore 

Delegato e 

Chief Finalcial 

Officer & Chief Operation Officer del Gruppo Lotto: 

“Le aziende sportive dovrebbero far sistema per 

promuovere l’attività sportiva in senso lato, 

ponendo attenzione sulla nostra capacità di 

innovazione e di creatività nella realizzazione degli 

articoli tecnici e di ispirazione sportiva.” Una visione 

chiara e decisa di come il sistema produttivo sia 

chiamato a rispondere in prima persona, ad 


Fornire strumenti per lo sviluppo 

Da diversi anni in Assosport, il 

background di Lorenzato è più di natura 

amministrativa e finanziaria, per 

cui il suo contributo è proprio nel riuscire 

a creare dei momenti, delle reti 

di relazioni tra aziende. “Intendo suggerire 

argomenti e tematiche che rappresentano 

magari problemi quotidiani 

anche per le aziende di minori dimensioni. 

In questo modo vorrei cercare 

di far crescere queste realtà, attraverso 

suggerimenti coi quali affrontare 

le esigenze attuali.” In sostanza, 

cercare di mettere a ragion comune 

quelle che sono esperienze maturate 

in ambienti più strutturati a favore di 

altre realtà che, magari, approcciano 

determinate questioni e necessitano 

di un qualche sostegno per raggiungere 

un certo sviluppo interno. Lorenzato 

vorrebbe inoltre portare indicazioni 

utili nell’approccio a situazioni 

tecniche in ambito finanziario, viste 

magari con un certo timore dalle piccole 

imprese ma preziose per la crescita 

aziendale e serenamente affrontabili 

una volta dotate degli strumenti 

adeguati. 

Il progresso non si ferma. I cambiamenti 

non avvengono mai per caso, 

né così all’improvviso. C’è sempre un 

attivarsi per sovvertire lo stato delle cose. 

Comunicare e diffondere informazioni, valorizzando 

i pregi di un settore estremamente attento alle 

novità e alla ricerca, è una strategia utile a far 

comprendere alla clientela il valore di ciò che si 

acquista. “Inoltre – prosegue Lorenzato – le 

istituzioni, tramite le associazioni sportive e le 

scuole, dovrebbero promuovere maggiormente lo 

periodo di assestamento e, di conseguenza, 

è più che logico che le persone 

in questo passaggio siano quelle 

maggiormente motivate a difendere i 

loro interessi. “Ritengo che sia un voler 

prendere tempo per adeguare le 

proprie strutture e le proprie strategie 

a quello che è destinato ad essere un 

passaggio obbligato.” E in effetti, se si 

accetta l’idea che si è tutti cittadini 

del mondo, va da sé che non lo si può 

essere per alcuni versi e non esserlo, 

invece, per altri. Un’internazionalità 

che continuerà ad estendersi. “Queste 

scaramucce sono destinate a cadere 

e le aziende porteranno nel mondo 

il proprio sapere, il know-how che 

le caratterizza, adattandosi alle circostanze 

e alle regole del gioco dei mercati 

in cui arrivano e da lì poi ripartiranno.” 

Ciò non significa abbandonare 

la lunga tradizione del made in Italy, 

grazie a ottimi prodotti e a un’eccellenza 

da difendere. I modi per farlo ci 

sono, così come permangono alcune 

cose che nonostante la globalizzazione 

sarà molto difficile sottrarre all’Italia. 

Tuttavia ve ne sono altre che sono 

destinate a doversi misurare con le 

capacità e le esperienze di altri competitor 

in giro per il mondo. 

Gianni Lorenzato. 49 anni, 2 figli, è uno dei 3 neoeletti Vicepresidenti Assosport 

108

Fare sistema per ottenere agevolazioni 

e opportunità, è un concetto fondamentale 

che deve partire dalla base 

per produrre benefici collettivi e visibili, 

in Italia e a livello internazionale 

sport (come recentemente sostenuto anche 

dal ministro Sacconi), che favorisce un 

sensibile risparmio dei costi della sanità oltre 

a garantire una migliore qualità di vita.” Un 

intenso lavoro, quindi, che sappia coinvolgere 

le aziende ma al tempo stesso le istituzioni, al 

fine di ottenere un risultato ad ampio raggio 

con un portato di valori e positività 

assolutamente benefico per le persone e per 

un settore produttivo così importante. 

A PROPOSITO DELLA 

NUOVA PRESIDENZA 

Al nuovo Presidente non manca 

nulla. Come professionista 

è cresciuto in ambienti dinamici 

e sofisticati, e dimostra 

un background di tutta eccellenza. 

Proviene da realtà di 

consulenza e ha avuto la voglia 

e il coraggio di misurarsi 

in azienda, passando da un 

ambiente un po’ ovattato alla 

trincea dove misurarsi con la 

realtà quotidiana e con i problemi 

reali. Credo che abbia 

saputo cogliere questa sfida e 

raggiungere un ottimo livello 

di professionalità. Ora poi ha 

fatto anche il salto come azionista 

e imprenditore della realtà 

che sta guidando. Alla luce 

della sua formazione, conoscendolo 

di persona e sapendo 

quanto sia preparato e dinamico, 

capace di sentire le 

esigenze dei soci e creando le 

motivazioni per far rete, credo 

che assolutamente abbia tutte 

le doti e le caratteristiche per 

riuscire nel suo mandato. 

>> 

il Consiglio Direttivo si è moltiplicato 

e si è venuto a costituire con 

nuovi imprenditori, di giovane età, 

con un attivismo fondamentale, affiancando 

totalmente il Presidente 

con una grande forza di squadra 

che porta benefici a tutta l’associazione.” 

Sintetizzata nello slogan “alleati 

per competere”, la mission 

dell’associazione è quella di fare sistema 

per ottenere agevolazioni e 

opportunità, un concetto adesso divenuto 

fondamentale, che deve partire 

dalla base per produrre benefici 

collettivi e visibili, in Italia e a livello 

internazionale. 

“Il concetto di aggregazione – precisa 

la Viel – denota oggi una certa 

apertura mentale, pur con il permanere 

di una cultura esageratamente 

individualista, che porta il singolo a 

pensare di farcela da solo, ma con 

una evoluzione del concetto di fare 

sistema che sta prendendo piede e 

che avrà il suo completamento attraverso 

la formazione e le attività 

che verranno sviluppate nel tempo.” 

Anche a livello di sistema confindustriale 

non mancano, infatti, i progetti 

di aggregazione e alleanza. 

Tuttavia ancora adesso, anche se in 

misura minore, si nota che la mentalità 

imprenditoriale è tale per cui 

si fa sistema nel momento in cui si 

deve recepire l’informazione, ma 

poi si prosegue da soli, anche cercando 

di arrivare prima degli altri, 

partendo dal presupposto che si è 

in grado di riuscire individualmente. 

Permane pertanto una certa mentalità 

tutta italiana che, come confermato 

dalla Direzione, si evidenzia 

anche in certi servizi che la 

stessa Assosport ha cercato di 

offrire ai propri associati. “Credo 

che si tratti di un problema di cultura 

generale dell’imprenditoria 

Luca Businaro, neo Presidente 

Assosport, assieme a Manuela Viel, 

fotografati all’Ispo Winter 2010 

italiana – conferma Viel – e anche 

recentemente ho richiesto ai vertici 

di Confindustria di fare cultura 

di sistema.” Certo la nuova generazione 

di giovani imprenditori che 

sta prendendo il posto di quella 

precedente dimostra da una parte 

maggiore apertura e, dall’altra, la 

percezione che oggi solo trovando 

una linea comune sia possibile 

competere con aziende che altrimenti 

potrebbero bruciare sul nascere 

le imprese emergenti. Un 

binomio importante, questo, tra 

maggiore apertura mentale e necessità 

di mercato che sicuramente 

favorisce un cambiamento. Tuttavia 

la nuova generazione subisce 

comunque gli influssi di aziende 

talvolta ancora molto padronali, 

specialmente nel distretto dello 

sport system, evidenziando la necessità 

di una formazione che 

possa diffondere ancora la cultura 

>> 109



Ritorno alla specializzazione 

Al drastico freno degli investimenti da parte delle aziende produttrici, non corrisponde un così 

marcato calo di appeal da parte del pubblico, sempre interessato al mondo sportivo. 

Ecco perché la strada da percorrere è quella della specializzazione in chiave performance 

Gianluca Pavanello, Amministratore Delegato di Macron 

n Nonostante la televisione sia sempre pronta a 

fornire canali e programmi di sport, la crisi generale 

del 2009 ha visto una progressiva riduzione degli 

investimenti da parte delle imprese. Sono calate, 

anche con numeri a doppia cifra, le sponsorizzazioni 

sportive e, specie per le squadre delle categorie minori 

o per gli sport meno popolari, i fondi destinati 

dall’industria al cosiddetto teamwear, alle attrezzature 

e, più in generale, ai loro fabbisogni, sono stati 

notevolmente ridotti. Persino alcune società di serie A, 

per guardare al calcio, lo sport più seguito in Italia, 

faticano a trovare un main sponsor e le ripercussioni si 

fanno sentire su tutti i fornitori di club. Si profila, 

pertanto, un mercato in crisi pesante di liquidità e solo 

quando le aziende avranno ripreso un po’ di fiato e 

rimpinguato le casse, si potrà assistere a un ritorno 

importante a sponsorizzazioni di team, con un 

progressivo aumento degli acquisti. 

Un problema, quello della riduzione dei budget, che 

non lascia indifferente neppure una grande realtà che 

ha nel teamwear la propria ragion d’essere, Macron 

S.p.A., come emerge dalle parole dell’Amministratore 

Delegato Gianluca Pavanello, Vicepresende Assosport, 

“Come azienda che produce abbigliamento rivolto a 

società sportive per la pratica delle diverse discipline 

osserviamo che l’utente finale, a cui vendiamo tramite 

una rete di negozi, è in difficoltà e ha meno soldi da 

spendere.” Dunque il mercato, in 

Italia come in Europa, fatica a 

raccogliere soldi e di 

conseguenza ha una minore 

capacità di acquisto. Un aiuto 

concreto può però arrivare dallo 

Stato e dagli investimenti 

pubblici, attraverso 

una promozione 

dello sport a 

livello giovanile. 

Sono molte, 

ad esempio, 

in Francia, le 

strutture 

costruite dai comuni e date in concessione alle società 

sportive, con impianti polivalenti completi e di elevata 

qualità. “In Italia questo tipo di azione è un po’ carente 

– conferma Pavanello – mentre una seria politica di 

promozione dello sport presso il pubblico giovanile 

potrebbe costituire un grande sostegno a tutto il 

sistema. Certo non mancano azioni in questo senso, 

ma si potrebbe fare qualcosa di più.” 

I negozi monomarca rappresentano oggi il canale 

migliore per arrivare al cliente finale, come dimostrano 

le azioni in questa direzione della stessa Macron. Come 

conferma, infatti, Pavanello: “La specializzazione nella 

vendita alle società sportive orienta la gestione al 

tecnico, ma è innegabile come la distribuzione 

dell’articolo sportivo stia cambiando, in Italia e 

all’estero, e si stiano facendo sempre più largo le forti 

catene come Decathlon e Intersport.” Una conferma di 


Eventi, contatti, informazioni 


questa trasformazione è dismostrara, del resto, dal 

negozio generalista che si orienta ormai a una sempre 

maggiore commistione con quello che potrebbe essere 

il settore moda e abbigliamento, salvo la scelta, 

operata da alcuni, di specializzarsi e di verticalizzare. 

“Una situazione – conclude Pavanello – che non 

coinvolge se non marginalmente il teamwear, ma che 

ci ha fatto puntare sui nostri negozi specializzati 

proprio per offrire quell’ambiente e quella 

specializzazione che il nostro referente finale chiede, e 

di cui necessita.” 

Una strada, questa, già intrapresa da altre aziende, a 

dimostrazione di un cambiamento che sta dando 

risultati importanti e che sta preparando il terreno a 

uno sviluppo importante, attraverso quella che si 

potrebbe definire un’evoluzione decisiva del sistema 

retail italiano ed estero. 

Credo che un’associazione abbia un 

senso quando riesce a offrire dei risultati 

tangibili ai propri associati. Di conseguenza 

ritengo che come appartenenti 

al Consiglio dobbiamo chiederci cosa 

concretamente possiamo fornire a tutti 

gli aderenti ad Assosport. Il lavoro che 

intendo sviluppare si basa su questo 

principio, per cui punto alla facilitazione 

nella partecipazione a costi contenuti a 

grandi eventi come le fiere, la diffusione 

di informazioni che difficilmente al di 

fuori dell’associazione un’azienda potrebbe 

avere, se non a caro prezzo, come 

dati, statistiche e analisi di mercato, 

e la creazione di contatti preziosi per lo 

sviluppo di progetti e la nascita di forti 

partnership. Grazie all’esperienza nel 

settore teamwear conto di portare un 

know-how importante e di rappresentare 

questo segmento, convogliando anche 

su di esso l’attenzione dell’associazione, 

attraverso progetti utili alle aziende 

che operano in questo ambito. Mentre 

personalmente, come Vicepresidente, 

sono impegnato in progetti dove 

conto di poter offrire un contributo maggiore, 

grazie alla mia esperienza. 

Sono particolarmente entusiasta del riasset 

in Assosport perché credo che 

con l’ingresso di forze nuove si possa 

avere un nuovo slancio e continuare lungo 

un percorso di crescita. Sono necessarie 

energie nuove, proprio come in una 

staffetta dove, con il passaggio del testimone, 

gli atleti continuano la corsa. 

Gianluca Pavanello. 40 anni, 2 figli, è uno dei 3 neoeletti Vicepresidenti Assosport 

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Giancarlo Zanatta, past President 

Assosport e patron Tecnica ha dato un 

imprinting innovativo all’associazione 

>> 

La ripresa stenta ma c’è 

ancora chi è pronto 

a scommettere sull’Italia. 

Con coraggio e strategia 

di fare sistema. 

Il futuro sarà dunque di quelle 

aziende che in questo momento 

sono pronte a recepire i messaggi 

di un consumatore ricercato, attento, 

preciso, nei confronti di una 

gamma di prodotti così ampia ed 

eterogenea tale per cui si ha sul 

mercato un’offerta superiore alla 

domanda. “Starà agli imprenditori 

capire quali sono i segmenti di 

mercato verso cui indirizzarsi – 

spiega la Direttrice di Assosport – 

sapendo gestire le esigenze del 

consumatore di oggi.” Ci si trova 

spesso legati a un’azienda di stampo 

imprenditoriale in cui vi è stata 

una forte esaltazione di quella che 

è la ricerca, l’innovazione, la qualità 

di prodotto, e in cui la figura 

dell’imprenditore è assolutamente 

centrale. Oggi tutto ciò è necessario, 

però occorre anche analizzare 

il consumatore e la distribuzione. 

Quest’ultima, infatti, in questo momento 

ha delle caratteristiche tali 

per cui i grossi gruppi stranieri 

stanno arrivando sul mercato e 

non sono più competitor solo del 

negoziante, ma direttamente 

dell’imprenditore. “Come possiamo 

osservare il caso Zara nell’abbigliamento 

– sostiene ancora la Viel 

– così notiamo come Decathlon 

sia ancora un distributore, ma vedendo 

anche solo i numeri delle 

racchette da tennis vendute con 

private label, ci si rende conto che 

è in corso un’aggressione e una 

erosione delle quote di mercato 

assolutamente sbalorditive”. 

Tutta la situazione induce a riflettere, 

perché se un Decathlon in un 

segmento tecnico specifico riesce 

a imporsi in questo modo, significa 

che pur rimanendo ancora un distributore 

a livello stategico, sta guadagnando 

terreno anche e soprattutto 

a causa delle aziende produttrici 

che stanno concedendo tempo 

per studiare meglio il mercato e 

prepararsi a diventare primi competitor 

nei confronti dei produttori. 

Bisogna stare molto all’erta, puntare 

sulla qualità di prodotto e sul rapporto 

con il consumatore, però anche 

su un’attenta distribuzione, su 

modalità e tempi dei campionari, 

opportunità ed esigenze del mercato, 

sviluppando una totale apertura 

a 360 gradi. 

“Ecco perché – conclude la Viel – 

l’Assosport di domani vuole essere 

>> 

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Carpe diem 

In un mercato che richiede reattività e rapidità, saper cogliere l’attimo si rivela 

la strategia vincente per crescere ed emergere anche nei confronti dei produttori stranieri 

Giorgio Borgognoni, consulente Tailor 

n In certi ambiti si nota un ritorno delle 

produzioni verso l’Italia, in particolare nel tessile, e 

degli acquisti nel mercato mediterraneo. Secondo 

le ricerche di mercato, infatti, i consumi a valle 

sono rimasti sostanzialmente immutati, con 

flessioni inferiori a quelle di altri settori, anche se 

a macchia di leopardo. I benefici derivanti 

dall’andamento del dollaro si sono fatti sentire e le 

piccole e medie imprese nazionali, non potendo 

fare acquisti in Cina, hanno lavorato moltissimo 

sull’innovazione. Un esempio lampante è 

rappresentato dal lancio del nuovo materiale a 

compressione, una nuova nicchia di mercato che 

sta esplodendo che è nata di fatto nel Belpaese, 

testimoniando così la ricerca e l’innovazione che 

ancora lo Stivale può offrire. 

La ripresa sta coinvolgendo, anche se con la 

dovuta prudenza, un po’ tutti i segmenti del mondo 

sportivo e anche l’ambito tessile si trova in prima 

linea in questo rilancio. Lo dimostra, ad esempio, 

la Tailor, dalle parole del consulente Giorgio 

Borgognoni, Tesoriere di Assosport: “Stiamo 

investendo in ricerca e sviluppo, perché solo così è 

possibile cogliere le positività 

del momento.” Se 

infatti prima le 

aziende 

compravano, 

grazie anche 

al salvagente offerto dalle banche, oggi si cerca di 

fare poco magazzino, puntando sulla produzione e 

l’acquisto di piccoli lotti. Ciò ha comportato lo 

sviluppo di una filiera molto più flessibile e veloce 


Creatività, innovazione e abilità finanziaria 

Già prima della crisi, Assosport 

aveva creato al suo interno un 

gruppo di aziende denominato 4T 

accomunate dall’essere aziende di 

filiera collegate tra loro. La volontà 

era ed è proprio quella di creare un 

pool di attività capaci di essere rapide 

e flessibili all’interno della filiera, 

attraverso un lavoro coordinato. 

L’attenzione deve essere posta in 

questa reattività, nella capacità di 

cogliere l’attimo e di saper fiutare 


Credo che il nuovo Presidente abbia 

le caratteristiche giuste per i nostri 

tempi. È Presidente di un’azienda 

che da un lato è brand, ma dall’altro 

è anche un produttore di filiera molto 

innovativo. Reputo quindi che sia 

stata una scelta adatta ai tempi, non 

potendo più rinnovare Zanatta che è 

un’azienda in cui le imprese associate 

si riconoscono pienamente. E tale 

riconoscimento avviene anche per il 

fatto che si fa sistema all’interno di 

un sistema direttivo che è l’organo 

allargato che le rappresenta.” Un impegno, 

quindi, che deve proseguire 

in quelle che sono le attività di lobbying 

per cui le grosse aziende iscritte 

ad Assosport hanno bisogno di 

un’associazione non tanto per i servizi 

in sé, ma per l’opportunità di fare 

lobbying sia in termini normativi a 

Bruxelles che politici su alcune argomentazioni 

e progetti, come quello 

di incrementare la pratica sportiva 

in Italia. Parallelamente, specie per 

le medie e piccole aziende, l’associazione 

deve continuare a facilitare 

la conoscenza globale del mercato, 

offrire servizi e agevolazioni, sviluppare 

contatti e rapporti di reciprocità, 

oltre a una grande formazione 

per concretizzare le alleanze. 

Una via da percorrere insieme, in 

un sistema globale che impone anche 

all’imprenditoria italiana di abbandonare 

i personalismi, per procedere 

compatta al recupero delle 

posizioni perdute e per sviluppare 

ulteriormente l’industria, con tutte 

le positività che questo comporta. 

matteo.barboni@topsport.it 

che, come conferma Borgognoni “Deve rispondere 

alle richieste con tempestività, rispettando ordini e 

consegne, perché si richiede di non bruciare 

denaro tenendo la merce ferma.” 

la richiesta del pubblico e delle 

aziende. Oggi bisogna essere creativi, 

innovativi nel prodotto e nei 

processi, e sapersi muovere anche 

nel campo della finanza. Questa 

l’esperienza che ho personalmente 

constatato e che intendo portare a 

vantaggio del Consiglio e degli associati, 

non nascondendo che vedo 

come questa mia opinione sia 

ampiamente condivisa e ben incarnata 

dal nuovo Presidente. 

stato una grande guida. Per le sue 

caratteristiche è l’uomo giusto, come 

dimostra l’esito delle votazioni. E 

significa anche che tutti in Assosport 

condividono questa visione del fare 

filiera non solo in orizzontale, ma anche 

in verticale, e di dare importanza 

al gioco di squadra. 

Giorgio Borgognoni. 45 anni, due figli, è Tesoriere e Consigliere Assosport e presidente Assosportex 

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PIÙ Supporti 

internazionali 

L’attività promozionale dell’ICE, negli ultimi anni, 

a supporto dello Sportsystem made in Italy 

è stata continua, diretta verso 

molteplici mercati e con diverse modalità 

La disomogeneità del settore e 

la relativa disaggregazione 

delle aziende tra i vari comparti 

(sportswear, attrezzature e accessori 

relativi a wintersport, outdoor e 

fitness & wellness) – ciascuno con 

specifiche problematiche e aspettative 

– sono presupposti piuttosto 

complessi per poter operare in merito 

alle iniziative da attivare, sia in 

termini di mercati che di modalità. 

Proprio partendo da questo presupposto 

l’ICE, Istituto per il Commercio 

Estero, ha optato per una 

serie di iniziative rivolte a diversi 

mercati mondiali attraverso eventi 

di varie tipologie. 

Sono state realizzate azioni in Paesi 

dalle notevoli potenzialità di doman- 

da dell’articolo sportivo di qualità, e 

si è puntato soprattutto su quegli 

Stati nei quali era imminente l’avvio 

di eventi sportivi di livello internazionale, 

per i quali si stava registrando 

una crescente domanda di articoli 

sportivi. In merito alla tipologia di iniziativa, 

si è scelto di differenziare e 

diversificare prevedendo partecipazioni 

collettive di aziende italiane a 

fiere internazionali consolidate, soprattutto 

in Paesi dove la partecipazione 

di una singola azienda è decisamente 

meno agevole. 

La partecipazione all’Ispo China, ad 

esempio, è stata accompagnata da 

varie azioni che prevedevano una 

serie di comunicazioni e supporti a 

livello locale e che hanno portato, 

negli ultimi anni, ad organizzare anche 

sfilate e mostre di prodotti delle 

aziende italiane partecipanti. 

Per l’approccio a mercati più complessi 

si è invece utilizzata la formula 

del workshop con b2b, una tipologia 

di evento che, partendo dalla presentazione 

del sistema produttivo 

italiano nelle sue peculiarità e punti 

di forza a giornalisti e opinion leader 

locali, ha consentito di organizzare 

business meetings con potenziali 

buyers locali (da tutti i Paesi della 

specifica area geografica) selezionati 

dagli uffici ICE locali in modo mirato, 

sulla base dei profili specifici 

delle aziende italiane partecipanti 

all’iniziativa. In taluni casi ai b2b è 

seguita anche l’organizzazione di visite 

a distretti distributivi locali, in 

modo da consentire all’azienda italiana 

di avere un’immagine anche 

della distribuzione dei prodotti a livello 

locale. 

Altra forma di azione promozionale a 

beneficio del settore è stata l’organizzazione 

a Toronto, in concomitan- 

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Nessuna crisi di identità 

Molte aziende specializzate nell’outdoor strizzano l’occhio alla moda. Una grande opportunità, 

a patto che non si abbandoni il tecnico e che si mantenga una linea di continuità con le proprie origini 

Enrico Bedin, Direttore Commerciale Italia Spagna Garmont 

n Anche il trekking, come tutto il mondo 

dell’articolo e dell’attrezzo sportivo, ha dovuto 

sopportare la difficile contingenza economica. Da 

una fotografia del mercato si nota come ora stia 

attraversando un momento positivo, un po’ anche 

per merito delle aziende, che hanno saputo 

allargare le linee produttive e la gamma degli 

articoli. Oggi un’azienda può produrre sempre una 

scarpa da trekking, ma dalla linea bassa, ottimale 

anche per la città, rompendo così il muro che 

rinchiudeva l’impresa nel novero delle calzature da 

montagna. Questo dinamismo ha permesso al 

mondo produttivo di aprire nuovi mercati e di 

superare un biennio non facile. Inoltre si sono 

potute soddisfare le esigenze della clientela 

fidelizzata, ma anche rispondere alle richieste di 

un nuovo pubblico che ha sempre guardato con 

curiosità il mondo outdoor, ma considerandolo 

troppo estremo per un uso quotidiano. 

La moda e lo sport si sono guardati, studiati e in 

un susseguirsi di ispirazioni e negazioni, hanno 

trovato un campo di operazioni comune. 

L’applicazione di materiali tecnici e di nuove 

tecnologie derivanti da prodotti performanti ha 

interessato il fashion che ha iniziato a ingentilire le 

linee, ad aumentare il look dei prodotti, rendendoli 

più accattivanti, piacevoli, vestibili anche nella 

quotidianità e non solo in situazioni specificamente 

outdoor. A testimoniarlo, Enrico Bedin, Direttore 

Commerciale Italia Spagna di Garmont e 

Consigliere Assosport: “La moda è un bene, ma 

non bisogna abbandonare il tecnico per non 

mettere a rischio il marchio e l’azienda.” Di fatto, il 

tecnico rimane sempre il 

prodotto di immagine, 

quello in cui il 

consumatore 

tende a 

identificarsi e 

che gli garantisce una certa affidabilità. 

“Sicuramente il pubblico apprezza le nuove 

aperture – conferma Bedin – ma inizialmente è 

attratto dai prodotti più performanti. Proprio la 

garanzia offerta da questi li spinge a scegliere 

prodotti dello stesso brand, ma destinati ad altri 

usi.” Un simile processo ha certamente portato le 


Eventi e formazione per dare una sveglia al retail 


Non conoscevo il nuovo Presidente, 

ma devo dire che mi sembra una 

persona molto attiva e determinata. 

Credo sia stato giusto rinnovare una 

carica che Zanatta ha ricoperto 

egregiamente, per dare nuova vitalità 

al gruppo e alle aziende. E devo 

aziende ad avere un’amplificazione maggiore sui 

punti vendita rispetto al passato, tuttavia “Gettarsi 

verso le tendenze moda e fashion è un rischio – 

puntualizza Bedin – perché la clientela storica 

difficilmente acquisterà un prodotto di tendenza. 

Ampliare l’offerta non significa perdere la propria 

identità, ma allargare le opportunità di vendita.” 

Ho 25 anni di esperienza nel mondo 

dell’articolo sportivo e desidero 

portare in Assosport questo bagaglio 

di conoscenze, derivanti dalla 

vita aziendale e da quella all’esterno. 

Seguendo una rete vendita, 

infatti, cerco di ascoltare le richieste 

del consumatore e dei punti 

vendita e grazie a queste informazioni 

vorrei portare nell’associazione 

delle nuove iniziative. Un esempio 

è il progetto di una fiera aperta 

al pubblico dove le famiglie e i giovani 

possano venire a testare i prodotti. 

Certo non sarà facile, considerando 

la ritrosia e lo scarso seguito 

del mondo retail, difficile da 

coinvolgere e spesso poco preparato. 

Per questo guardo con interesse 

anche alla formazione che le 

aziende potrebbero fare ai retailer, 

anche se c’è il rischio che poi non 

vi sia la partecipazione, un po’ come 

è stato per certe manifestazioni 

fieristiche. Bisogna riattivare la distribuzione, 

troppo statica e poco 

reattiva. Basti dire che l’apertura di 

un centro Decathlon viene vissuto 

come un incubo dai negozianti, che 

spesso non capiscono come invece 

sia un’opportunità per specializzarsi, 

verticalizzare e offrire a una 

clientela dal buon potere di spesa 

prodotti di alta fascia, abbandonando 

una vendita generalista dove 

non possono competere. 

dire che ho visto anche gli altri consiglieri 

molto ravvivati da questo dinamismo 

e dalla capacità di coinvolgere 

le diverse figure che il Presidente 

ha. Dai primi incontri posso 

dire che questo gruppo ha le potenzialità 

per far bene. 

Enrico Bedin. 54 anni, una figlia, è Consigliere Assosport 

118

za con l’organizzazione delle Olimpiadi 

invernali in Canada, e a Johannesburg 

(in occasione dei Campionati 

Mondiali di Calcio), della mostra 

permanente di Articoli Sportivi made 

in Italy Sport & Design. Una vetrina 

permanente di articoli sportivi, realizzata 

nel cuore della città a beneficio 

dei consumatori finali, volta a esaltare 

la qualità, il design e la tecnologia 

del prodotto made in Italy. 

Per l’approccio a mercati nuovi e relativamente 

complessi sono invece 

state realizzate, con l’ausilio degli 

Uffici Ice locali e di società di ricerca 

specializzate, delle indagini di 

mercato approfondite per ciascuno 

dei comparti del settore degli articoli 

sportivi in modo da individuare le 

potenzialità di un mercato per ogni 

specifico prodotto tra quelli con le 

caratteristiche tipiche del made in 

Italy, esibendo poi risultati di tali indagini 

alle aziende nel corso di seminari 

organizzati in Italia. 

Passando alla disamina delle specifiche 

iniziative, sono state organizzate 

partecipazioni collettive a fiere internazionali 

consolidate come il FI- 

BO di Essen, relativa al settore del 

Fitness & Wellness. Al tempo stesso, 

sulla base della crescente domanda 

di articoli sportivi conseguente 

al clima di preparazione e 

svolgimento della prima edizione 

delle Olimpiadi in Cina, sono state 

organizzate, a partire dal 2006, ben 

5 partecipazioni con collettive nazionali 

all’Ispo China. La prima edizione 

Per l’approccio a mercati 

complessi si è usata la formula 

del workshop con b2b 

nel 2006 a Shanghai e le 4 successive 

a Pechino. 

Inoltre, nel corso degli ultimi anni, è 

stata particolarmente apprezzata la 

formula del workshop con b2b tra 

aziende italiane e buyers provenienti 

da diversi Paesi dell’area. Una formula 

ritenuta più leggera e flessibile 

dalle aziende, poco impegnativa in 

termini di risorse e di tempo, ma anche 

efficace dal momento che, per 

ciascuna di esse, viene organizzata 

un’agenda di incontri predefinita e 

mirata – sulla base delle caratteristiche 

del proprio profilo – con operatori 

esteri di diversi Paesi dell’Area. 

Al fine di presidiare gran parte dei 

potenziali mercati mondiali è stato 

realizzato, negli anni, un programma 

articolato di workshop che ha visto 

– attraverso la realizzazione di molteplici 

eventi – il coinvolgimento di 

buyers provenienti da oltre 45 Paesi 

tra Europa Orientale, Europa Centro 

Settentrionale, Sudafrica, Canada, 

Stati Uniti, Brasile, Emirati Arabi Uniti, 

Corea, Giappone, Iran, Turchia, 

Russia, Spagna e Portogallo. Per 

conoscere meglio prospettive e potenzialità 

di grandi mercati come 

quello indiano e emiratino, nonché le 

peculiarità di domanda e struttura 

distributiva – prima di organizzare 

uno specifico evento operativo – sono 

state realizzate delle indagini di 

mercato, presentate nel corso di un 

convegno in Italia, alle aziende italiane 

del settore. 

salvatore.angrisano@topsport.it 

Le iniziative Ice 

per l’articolo sportivo 

• Partecipazione collettiva 

a ISPO CHINA 2006 (Shanghai) 


a ISPO CHINA 2007 (Pechino) 








a FIBO 2008 (Essen) 


a FIBO 2008 (Essen) 


a SOCCEREX 2006 (Johannesburg) 

• Workshop con B2B e visite strutture 

distributive negli EAU 

(Dubai, dicembre 2007) 

• Workshop con B2B in Europa 

Orientale (Budapest, ottobre 2009) 

• Workshop con B2B in Europa Centro 

Settentrionale (Utrecht, maggio 2010) 

• Workshop con B2B in Canada 

(Toronto, novembre 2009) 

• Workshop con Incoming Operatori 

Esteri con B2B e visite aziendali 

(Treviso, novembre 2010) 

• Mostra Italian Sport & Design in 

Canada 

• Mostra Italian Sport & Design in 

Sudafrica 

Presentazione Indagine di Mercato sugli 

Articoli Sportivi in EAU e INDIA 

119



L’Oriente non è invincibile 

Attraverso un’oculata strategia alcune aziende hanno saputo resistere alla pressione asiatica, 

continuando a sviluppare settori e produzioni mirate 

Andrea Brambilla, Amministratore Delegato e Direttore Generale Mab 

n La situazione di mercato al primo semestre del 

2010 sembra ben più positiva del tanto sofferto 2009, 

anche con punte, in certi settori, del +30% rispetto ai 

minimi dello scorso anno. Tanto che in alcuni casi i 

valori del 2008 non sembrano poi così inarrivabili. Da 

questa situazione si può dedurre una ripresa dei 

consumi, specie nel ciclo delle scorte che, essendosi 

esaurite completamente, ora vengono rifatte anche se 

su valori inferiori a quelli antecedenti la crisi. Un altro 

elemento da non sottovalutare è l’aumento vertiginoso 

dei prezzi in Asia, per cui zone che prima avevano 

perso competitività di prezzo, come il Nord Africa e 

l’Est Europa, specie per il confezionamento e i 

manufatti, hanno ripreso una valenza competitiva. Ciò 

genera una domanda di prodotti intermedi, come 

tessuti e accessori, che si riversa per ora ancora 

sull’Italia e sull’Europa Occidentale. 

Anche le aziende a monte della filiera hanno sofferto 

il biennio terribile della crisi e anche queste hanno 

avuto pesanti ripercussioni. Tuttavia l’adozione di 

strategie oculate ha permesso di resistere e di 

sviluppare situazioni interessanti. Come emerge dalle 

parole di Andrea Brambilla, Amministratore Delegato 

e Direttore Generale di Mab Spa: “Per esperienza 

diretta e di aziende anche più grandi della mia, 

posso dire che non credo che la Cina sia 

un’opportunità, se non per prodotti estremamente 

esclusivi, di un marchio ben riconosciuto, rivolti al 

consumatore finale, oppure per la produzione, 

l’importazione e la rivendita nel mercato 

occidentale.” Di fatto, tutte le aziende di macchinari 

e attrezzature che hanno tentato la vendita in loco 

hanno fallito miseramente, dimostrando che è 

praticamente impossibile fare 

competizione a questo 

sistema di area. “La 

nostra strategia 

invece – 

spiega 

Brambilla – 

è stata 

quella di concentrarci cercando di sfruttare le 

opportunità che vengono dal sistema Europa 

allargato, come posizionamento di mercato dal 

punto di vista commerciale e produttivo. E cercare 


Puntare sul sistema di filierA 


di spostarci verso quella fascia di prodotti basici la 

cui domanda è molto minore, che potessero 

soddisfare quelle produzioni che hanno saputo 

resistere, o per ciclo produttivo o per numeri di 

produzione, alla pressione asiatica.” 

Rappresentando la filiera dei produttori 

di materiali intermedi, in Assosport 

cercherò di concentrarmi sulla 

possibilità di creare un sistema impresa, 

prodotto finale e impresa fornitrice 

che sia efficiente per entrambi 

i momenti della catena produttiva, 

perché al di là della ‘guerra’ che ci 

potrebbe essere tra cliente e fornitore, 

sarebbe comunque un danno per 

il sistema. Basti pensare a un esempio 

comune: se un’azienda di tessuti 

deve sviluppare un prodotto di alto 

livello e di alte prestazioni, ha bisogno 

di avere una certa economicità 

in questa produzione. Per riuscirci 

deve raggiungere una dimensione 

ottima e minima di produzione, anche 

proponendo varie combinazioni 

economiche e produttive al cliente 

finale per sviluppare la produzione 

innovativa. Nel passato, prima della 

profondissima delocalizzazione in 

Asia, i prototipi non venivano sostanzialmente 

fatti pagare al cliente finale. 

La ricerca era completamente 

assorbita dall’azienda produttrice 

che ne spalmava i costi sulla produzione 

di base. Oggi quest’ultima 

manca, per cui queste prototipie non 

sono più sufficienti a mantenere in 

vita le aziende che fanno questa 

stessa prototipia. Anche se hanno 

dei prodotti di altissimo valore. Per 

cui i costi dei prototipi diventano 

enormi e fanno uscire dal mercato la 

possibilità di creare innovazione. 

Vorrei quindi far passare il messaggio 

che ci deve essere una collaborazione, 

anche semplice, ma una 

fetta delle produzioni anche minima 

deve essere riservata al mercato occidentale, 

per arrivare a una dimensione 

di costo dell’innovazione accettabile 

da entrambe le parti. Una 

soluzione che potrebbe rafforzare il 

sistema perché consentirebbe alle 

aziende di avere a disposizione una 

serie importante di novità e prodotti 

dalle alte prestazioni. 

Il nuovo Presidente mi sembra una 

persona attiva, giovane, che conosce 

questo mondo globalizzato, sia per 

via del suo mestiere di produttore che 

per quello di importatore. Di conseguenza, 

conosce benissimo le problematiche 

correnti e penso che potrà 

quindi rappresentare molto bene tutti 

gli associati di Assosport, e più in 

generale la filiera. Direi che è la persona 

giusta al momento giusto, e soprattutto 

con le esperienze giuste. 

Andrea Brambilla. 43 anni, un figlio, è Consigliere Assosport 

120



Rivoluzione internet 

La circolazione delle informazioni è un’arma da non sottovalutare. Se la stampa spesso fa del terrorismo, 

l’on-line è un contatto diretto con il consumatore e una nuova forma di dialogo con la clientela 

Massimo Cavasin, Direttore generale di Roces 

n Osservando il mercato dell’attrezzo sportivo si 

evidenzia come la tendenza ad anticipare 

presentazioni di nuove collezioni e consegne sta 

seguendo le tempistiche tipiche dell’abbigliamento. 

Questo è sicuramente un punto di sofferenza per 

chi è concentrato sull’attrezzo che, come noto, ha 

prerogative e criticità profondamente diverse da 

quelle dell’abbigliamento. Tra le principali criticità 

vi sono gli ordini, che la rete vendita posticipa 

sempre più, e il prepotente ritorno del lavoro in 

stagione ‘sul pronto’, almeno per quanto riguarda 

l’attrezzo. Non mancano poi aspetti legati alla 

marginalità bassa e alla carenza di innovazione in 

determinati settori. Ma è anche vero che quando la 

grande innovazione arriva, si presentano dei 

problemi legati alle resistenze della rete di vendita. 

Per comprendere le problematiche di sistema è 

emblematico il caso del nostro scarpone allungabile 

per bambini, che oggi gode di un consolidato 

successo. Inizialmente, relativamente a questo 

prodotto (davvero rivoluzionario), la rete di vendita ha 

ostacolato un progetto salutato invece con gioia dalle 

famiglie attente alla gestione del budget per 

l’attrezzatura da sci. “Queste resistenze del trade – 

spiega Massimo Cavasin, Direttore generale di Roces, 

l’azienda produttrice – creano disinformazione, 

inefficienza del mercato. Per fortuna un aiuto arriva 

da internet, un mezzo che premia le idee e le 

innovazioni.” Anche l’informazione ha la sua 

importanza, se si pensa che nonostante il coro degli 

ultrapessimisti, ci si accorge che il mercato non è in 

agonia, ma che, riprendendo le considerazioni di 

Cavasin, “Il consumatore è sempre più esperto e 

quindi stimola le aziende che 

hanno sempre fatto 

dell’innovazione un 

cavallo di 

battaglia.” È 

certo 

innegabile che una fetta importante di consumatori si 

sta orientando verso no-brand o marchi-insegna, ma – 

è il caso caso dei secondi – spesso non li si valuta 


Comunicazione, informazione e sistema 

Si stanno superando certe logiche 

campanilistiche tra aziende italiane 

e, per la prima volta nella storia, sembra 

possibile parlare di cooperazione, 

gruppi di imprese con l’obbiettivo 

di proporre continuamente innovazione 

(quella vera, quella che il consumatore 

ricerca). In questo quadro 

si inserisce l’obiettivo di Assosport e 

la volontà di fare sistema tra le aziende 

del settore sportivo. Occorre 

puntare su questi fattori per il consolidamento 

e il rilancio del settore e 

del mercato più in generale. In questo 

lo sforzo e l’impegno che personalmente 

e con il gruppo intendiamo 

portare avanti con determinazione. 

La nostra realtà, inoltre, ci vede penalizzati 

dalla mancanza di una fiera 

importante per il settore estivo. L’assenza 

di una piattaforma internazionale 

credibile dove presentare una 

parte importante della produzione si 

è fatta sentire molto negli ultimi anni. 

OutDoor di Friedrichshafen potrebbe 

essere una piattoforma ideale già 

collaudata per presentare determinati 

sport outdoor, attualmente non 

contemplati dalla rassegna. 


come veri e propri brand. Tuttavia è anche vero che 

questi marchi-insegna stanno progressivamente 

scoprendo che il prezzo basso non è tutto. 

L’Italia si distingue rispetto all’estero 

per una certa resistenza di una rete 

di negozi specializzati, in cui è ancora 

possibile trasmettere una cultura 

del prodotto, generando una situazione 

simile a quella che si può trovare 

anche in Francia. Un’opportunità, 

questa, per valorizzare quel made 

in Italy che è oggi tanto messo in 

discussione. “Si avverte una mancanza 

di freschezza nella comunicazione, 

ferma su cliché ormai datati.” 

In effetti, all’estero la comunicazione 

è più innovativa e gli stessi dettaglianti 

sono molto ricettivi, mentre in 

certe fiere internazionali si inizia a 

registrare il calo di visitatori italiani e 

non si può certo affermare che si 

tratti di un bel segnale. Cresce anche 

la grande distribuzione e si consolidano 

i rapporti con determinati 

gruppi d’acquisto, pur non arrivando 

ai livelli degli altri Paesi europei. 

“In questo quadro bisognerebbe 

aprire una parentesi riguardante le 

garanzie per le aziende fornitrici dei 

gruppi d’acquisto – conclude Cavasin 

– ma il discorso sarebbe troppo 

complesso.” 

Credo che il Presidente abbia ben 

espresso nel programma gli obiettivi 

che desidera raggiungere e non posso 

che concordare con lui, dal momento 

che in buona parte i nostri punti 

di vista coincidono. Lavoro di squadra, 

dinamismo e rapporti internazionali 

sono infatti elementi in cui credo 

e non posso che felicitarmi del fatto 

che la Presidenza abbia posto fin da 

subito grande attenzione a queste tematiche 

così delicate. 

Massimo Cavasin. 37 anni, tre figli, è Consigliere Assosport 

122

Le banche sono un freno allo sviluppo 

La crisi ha trasformato gli scenari del mercato, ma ora che si potrebbe ripartire 

gli Istituti di credito costituiscono lo scoglio da superare. Non insormontabile, comunque 

Flavio Milani, Presidente Fremil 

Le turbative portate dai rovesci economici di 

questi ultimi due anni sono state tante e si sono 

abbattute sul mercato sferzandolo come gelide 

ventate. Tuttavia, se ancora è presto per parlare di 

quiete dopo la tempesta, è certo che qualche nube 

si sta dissipando all’orizzonte, e quelli che 

potrebbero sembrare danni hanno anche qualche 

valenza positiva. Così, se non tutto il male vien per 

nuocere, si nota come la crisi abbia contribuito a 


Più lobbying e meno provincialismo 

Sono un imprenditore che per anni 

non ha seguito le tante attività di 

Assosport, mentre oggi ho deciso 

di entrare nel Consiglio rendendomi 

conto di quanto queste siano 

importanti. Tanto che è divenuta 

policy aziendale il seguire le iniziative 

dell’associazione, con la convinzione 

che siano alla base di 

quello sforzo allo sviluppo che poi 

creerà un beneficio a tutti gli iscritti. 

Ritengo che tutte le idee del programma 

siano utili, non solo agli 

associati, ma anche a chi non lo è 

ancora. Tuttavia esprimendo una 

preferenza, mi sento di indicare nella 

capacità di fare massa critica e 

lobbying per il rilancio dell’articolo 


L’opinione circa il nuovo Presidente 

non può essere che positiva, dal momento 

che io stesso, insieme ad altri 

colleghi, sono stato felice di proporlo 

per la nomina. Ha tutta la mia stima e 

equilibrare le politiche dei brand e le dinamiche di 

mercato. Una sorta di selezione naturale dei 

marchi e del mondo della distribuzione, con meno 

attori a poter godere di una fetta più grande della 

torta. 

Simili cambiamenti non hanno lasciato indifferente 

praticamente nessuno e dalle aziende più grandi a 

quelle di dimensioni ridotte, questo diverso sistema 

sportivo italiano il mio impegno 

principale. Credo infatti che in Italia, 

rispetto agli altri Paesi europei, 

si fatichi ancora molto a dar vita a 

un corporativismo coeso, afflitti come 

siamo da un atavico provincialismo 

che deve essere superato. 

L’individualismo sfrenato non riesce, 

infatti, a unire le forze, e la convinzione 

che a praticare il gioco di 

squadra si perda in fantasia e creatività 

è un grosso errore. Solo 

concentrandosi tutti quanti sugli 

obiettivi sarà possibile conseguirli 

con successo e mi auguro che in 

Italia si possa prendere spunto da 

quanto hanno da insegnare i Paesi 

stranieri. 

credo che abbia la forza per riuscire 

a coinvolgere maggiormente la base 

associativa, per accrescere ulteriormente 

il peso di Assosport in Italia e 

fuori dal Paese. 

ha comportato notevoli cambiamenti nelle 

strategie e nell’approccio al mercato. Un 

mutamento che vede oggi una logica distributiva 

dove non ci sono più tante parcellizzazioni. Anche 

Fremil S.p.A ha fatto i conti con una progressiva 

riduzione della filiera e con l’uscita di scena di 

molti player ma, secondo Flavio Milani, Presidente 

dell’impresa quotata alla borsa di Londra e 

Consigliere di Assosport “Minori passaggi si 

traducono in minori costi e dunque in una 

situazione positiva, come stiamo constatando in 

azienda.” 

Questo sviluppo segna quindi un cambio di rotta 

nelle politiche di molte ditte, ma un freno alla 

ripresa è rappresentato dalle banche, come 

indica anche il numero uno d Fremil S.p.A.: “La 

vera criticità oggi è rappresentata dal difficile 

accesso al recupero del denaro per via degli 

Istituti di credito, che di fatto paralizza le spinte 

propulsive di aziende e retailer.” I piccoli e i 

piccolissimi, siano essi appartenenti al tessuto 

produttivo piuttosto che a quello della vendita, 

stanno soffrendo questa mancanza di fondi che 

di fatto impedisce agli imprenditori di sviluppare 

azioni, strategie, prodotti. E se è vero che gli 

ultimi due anni sono stati una dura prova per 

tanti, portando a una razionalizzazione del 

mercato e alla scomparsa delle imprese 

improvvisate, “Non si può impedire agli 

imprenditori di sviluppare i propri progetti – 

asserisce Milani – bloccando lo 

sviluppo dell’intero mercato.” 

Un problema complesso che 

indica però il forte desiderio 

di ripresa e la fervida 

intraprendenza del 

sistema, pronto a 

ripartire con 

slancio. 


Flavio Milani. 47 anni, 3 figli, è Consigliere Assosport 

123


La discUssione 

è aperta 

Il made in Italy si evolve di pari passo alle 

trasformazioni del mercato. E l’industria si divide 

tra chi lo vede come un rilancio e chi, invece, 

lo considera un concetto obsoleto, 

almeno nella sua accezione tradizionale 

Uno degli argomenti più delicati 

affrontati dal mondo 

dell’articolo sportivo in questi 

anni è certamente il made in Italy, 

difficile da sintetizzare, vista la complessità 

della questione. Le evoluzioni 

del mercato, la crisi globale, le 

trasformazioni del consumatore sono 

solo alcuni dei fattori che hanno 

finito per mettere in discussione un 

concetto particolarmente sentito a 

tutti i livelli della filiera. Spesso, infatti, 

si è parlato tanto di made in 

Italy, senza però tener conto di tutte 

quelle aziende italiane che per sopravvivere 

e reggere alla competizione 

internazionale sono state costrette 

a produrre, almeno in parte, 

all’estero. Un prodotto di un’azienda 

italiana è made in Italy nel senso più 

ampio della definizione. Questo perché, 

secondo le parole di Giulio Colombo, 

Amministratore Delegato di 

Manifattura Mario Colombo & C “Rifiutarsi 

a tutti i costi di considerare, 

nel settore specifico del manifatturiero, 

i Paesi emergenti come Paesi 

fonte di produzione sarebbe decisamente 

anacronistico.” Questo modo 

di pensare, infatti, rischia di danneggiare 

quelle aziende italiane, con 

know-how italiano, che di fatto sono 

costrette a produrre oltre confine, 

senza per questo non avere un prodotto 

italiano. “Non si può penalizzare 

e discriminare queste aziende, 

124

perché comunque risulteremmo più deboli nei 

confronti della concorrenza internazionale che 

non fa questo – spiega Colombo –. Certo sarebbe 

bellissimo poter riportare indietro alcune 

produzioni e forse al momento per qualcuna è 

possibile, ma per tante altre non vi sono le condizioni.” 

Bisognerebbe dunque analizzare il dettaglio 

merceologico e comprendere se effettivamente 

ci sono i presupposti per un rientro e 

le basi sufficienti alla sopravvivenza e allo sviluppo 

successivo. 

È indubbio che l’evoluzione del mercato del lavoro 

ha portato grandi trasformazioni nei diversi 

campi di azione delle aziende, e il tanto discusso 

made in Italy è sempre più difficoltoso 

da mantenere. Le aziende che ancora producono 

in Italia si scontrano quotidianamente con i 

costi del lavoro e con la difficoltà di trovare 

operatori affidabili a prezzi accessibili. Come 

conferma Enrico Bedin, Direttore Commerciale 

Italia Spagna Garmont, “I giovani oggi non 

pensano neanche lontanamente a lavorare in 

fabbrica e certe tecnologie ormai sono sparite.” 

Una situazione ormai lampante, questa, perché 

le grandi aziende leader nel mondo hanno trasportato 

il proprio know-how nei Paesi asiatici, 

lasciandolo sfruttare da una miriade di aziende 

che oggi si rivolgono a quelle aree di produzione. 

“Credo che oggi sia molto difficile tornare 

indietro – conclude Bedin – anche perché il 

mercato non può sopportare il costo di produzioni 

italiane fatte in Italia.” Neppure il dollaro 

favorevole e certe politiche protezionistiche cinesi, 

infatti, hanno invertito l’ago della bilancia 

e ancora oggi, la convenienza di quei bacini di 

produzione è troppo alta per poter pensare a 

una inversione di tendenza. 

Oggi, parlare di filiera tutta italiana è davvero 

molto difficile. La delocalizzazione è ormai una 

necessità e proporre ai giovani di oggi un posto 

di lavoro in produzione non è più possibile. 

“Si può sopportare il costo di una ricerca, di 

una passione, ma non della produzione – spiega 

Lucio Mistri, titolare Gipsy Spa –. Abbiamo 

tenuto le linee produttive fino al 1996 ed eravamo 

fornitori di alcuni tra i più grossi marchi 

italiani ed europei. Così ci siamo convertiti in 

un’azienda che ha cuore e cervello in Italia, ma 

braccia e gambe in altri Paesi. È innegabile che 

così facendo si mette a rischio il patrimonio di 

conoscenze e abilità, ma produrre completamente 

in Italia è diventato ormai un lusso per 

poche aziende, votate all’artigianalità più che 

alla produzione industriale.” 

Senza dimenticare che la fuga delle aziende 

comporta anche la fuga dei cervelli, un’emorra- 

>>


Il made in Italy è dunque un’opportunità e può avere 

ancora senso parlarne. Forse non occorrono particolari 

strumenti per la difesa del made in. Basterebbe 

probabilmente adottare azioni analoghe a quelle che 

già vengono realizzate negli Stati Uniti. Negli Usa, 

infatti, la provenienza è comunque sempre dichiarata 

>> 

gia difficile da arrestare. Le imprese 

cercano luoghi nel mondo in cui 

professionalità e convenienza possano 

garantire un prodotto di qualità 

a costi contenuti. Le oscillazioni 

del dollaro hanno in parte cambiato 

la situazione e interi distretti italiani 

non più competitivi stanno invece 

tornando in auge. Un momento delicato 

e importante, quindi, anche per 

quel made in Italy che sembrava destinato 

a prendere la via dell’Oriente. 

Anche se, come testimonia Borgognoni, 

consulente Tailor, “Vi sono 

attività che, a prescindere dal dollaro, 

sono destinate a restare all’estero, 

per via di processi industriali che 

ormai non si possono più nemmeno 

realizzare nel nostro bacino.” Come 

dire che il danno è stato fatto ma 

che tutto non è perduto. Se per determinati 

ambiti i costi sono talmente 

elevati da non poter ricreare le 

condizioni per una produzione tutta 

italiana, tuttavia, come sostiene 

Borgognoni “Occorre difendere, almeno 

dove è possibile, il made in 

Italy e le produzioni nazionali esistenti 

o ricreabili”. 

È dunque evidente tutta la difficoltà 

dell’industria nel mantenere una situazione 

ormai profondamente mutata 

e poco sostenibile. Anche se, 

come testimonia Deolo Falcone, 

Presidente e fondatore di Teca srl, 

“Vi sono attività che, a differenza di 

altri settori in cui il made in Italy ha 

perso almeno in parte il ruolo di leader 

e di riferimento assoluto, restano 

invece dei capisaldi di primaria 

importanza per la resistenza del ruolo 

centrale dell’Italia, come nel caso 

del segmento fitness.” L’Italian lifestyle, 

infatti, viene associato a un concetto 

di benessere e cura della persona, 

con un approccio molto apprezzato 

oltre confine. Ecco perché 

per Falcone “Questo aspetto deve 

assolutamente essere enfatizzato”, 

anche per tutelare un settore fatto 

di design, gusto, innovazione, tipicità 

delle piccole e medie imprese 

italiane che continuano a tracciare 

la strada da percorrere. Anche perché 

di fronte alle grandi imprese 

americane e asiatiche che si stanno 

organizzando la risposta può passare 

solo attraverso la ricerca e l’innovazione, 

e il gusto tutto italiano. 

Quando si parla di made in Italy, 

pertanto, si esprime un mondo. 

Questa l’opinione diffusa. Non si 

considera, infatti, solo l’ambito della 

produzione e della commercializzazione, 

ma anche la qualità. E sotto 

questa parola si cela un mondo altrettanto 

esteso, fatto di attenzione, 

studio, ricerca. Lo sa bene Gianni 

Lanfranco, Presidente di Advanced 

Distribution che, sviluppando tutta 

una serie di prodotti per bambini, 

pone molta attenzione a questo valore 

intrinseco del made in Italy: 

“Quando si parla di bambini bisogna 

avere l’assoluta certezza che il 

prodotto realizzato sia privo di tutti 

gli agenti nocivi e che abbia tutti i 

requisiti di sicurezza.” Certo un distinguo 

doveroso è quello tra il vero 

made in Italy e quello millantato, tenendo 

presente, come puntualizza 

Lanfranco che “Un prodotto di massa 

non può più essere made in Italy. 

Salvo il caso in cui non arrivi a una 

così grande automazione da poter 

diventare competitivo rispetto alle 

produzioni estere. Mentre a livello di 

articolo di nicchia credo che l’Italia 

sia assolutamente impareggiabile.” 

Proprio per questo si evince la necessità 

di una legislatura più forte, 

in grado di tutelare il vero made in 

Italy che, secondo Lanfranco, “Deve 

essere al 100% made in Italy”. 

Il progresso, però, non si ferma. La 

globalizzazione avanza, inesorabilmente, 

coinvolgendo di fatto tutti i 

settori. Certamente l’Italia ha qualcosa 

da difendere e come spesso 

accade certe battaglie di tutela, come 

nel caso del made in Italy, sono 

quasi obbligatorie. I cambiamenti 

non avvengono mai per caso, né così 

all’improvviso. Vi è sempre un periodo 

di assestamento. Secondo 

Gianni Lorenzato, Amministratore 

Delegato e Chief Finalcial Officer & 

Chief Operation Officer del Gruppo 

Lotto “La questione sembra in realtà 

un voler prendere tempo per adeguare 

le proprie strutture e le proprie 

strategie a quello che è destinato 

ad essere un passaggio obbligato”. 

E in effetti, se si accetta l’idea 

che si è tutti cittadini del mondo, va 

da sé che non lo si può essere per 

alcuni versi e non esserlo per altri. 

Come dire che l’internazionalità proseguirà 

e continuerà a estendersi, 

tanto che Lorenzato è convinto che 

“Queste scaramucce sono destinate 

a cadere e le aziende porteranno 

nel mondo il proprio sapere, il 

know-how che le caratterizza, adattandosi 

alle circostanze e alle regole 

del gioco dei mercati in cui arrivano 

e da lì poi ripartiranno”. Ciò non 

significa abbandonare la lunga tradizione 

del made in Italy, anche grazie 

a ottimi prodotti e a un’eccellenza 

da difendere. I modi per farlo ci 

sono, così come permangono alcune 

peculiarità che nonostante la 

globalizzazione sarà molto difficile 

sottrarre all’Italia. Tuttavia ve ne sono 

altre che sono destinate a doversi 

misurare con le capacità e le 

esperienze di altri competitor in giro 

per il mondo. 

Inutile nascondere che le produzioni 

italiane registrano sempre maggiori 

cali, e molti guardano alla crisi come 

responsabile principale di una 

delocalizzazione che è iniziata ben 

prima, in tempi non sospetti e quando 

i profitti non lasciavano certo 

spazio all’immaginazione. “Anche 

noi – come conferma Flavio Milani, 

Presidente Fremil S.p.A – ci siamo 

rivolti fuori dall’Italia, convinti che a 

parte il settore luxury e l’altissima 

>> 

126 continua a pag.131


Margini di salvezza 

In Italia la guerra dei prezzi ha creato non poche difficoltà alla distribuzione. 

La salvaguardia del margine è invece fondamentale nei momenti di flessione del mercato 

Andrea Nalesso, Direttore Marketing e Commerciale Dainese 

n Nella difficoltà del mercato evidenziata in 

questo ultimo biennio anche la distribuzione 

dimostra parimenti una forte contrazione, non solo 

per una generale crisi dei consumi, ma anche per 

la mancanza di un profilo di marginalità ottimale. 

Al contrario, la distribuzione estera ha saputo 

organizzarsi e, tradizionalmente organizzata in 

consorzi e gruppi d’acquisto, ha saputo difendere 

la propria marginalità. Anche imponendosi delle 

regole, chiedendo già in partenza ai fornitori dei 

margini discreti e difendendo poi questi margini 

strenuamente, sia nei mercati con saldi regolati 

che in quello in cui sono liberi, come l’Olanda. Una 

questione delicata, specie se confrontata con la 

discussione sulla gestione delle scontistiche e con 

l’annoso problema dei saldi che, se da un lato 

salva le vendite, dall’altro rischia di inficiare lo 

sforzo per un acquisto a prezzo pieno. 

In Italia la preferenza in ambito distributivo 

sportivo è rimasta ancorata alla tradizione, 

molto legata all’iniziativa del singolo o della 

famiglia che può arrivare a possedere qualche 

negozio, ma senza creare situazioni di catene 

distributive analoghe a quelle straniere. Anche il 

format si presenta abbastanza ripetitivo, con il 

titolare alla cassa e coinvolto nella gestione 

della quotidianità. E con risultati variabili, 

perseguendo spesso o l’elitarietà dell’offerta o, 

al contrario, una massificazione per una 

proposta generalista che più delle altre con le 

trasformazioni del consumatore e la presenza di 

grandi catene ha sofferto. A testimoniare 

questo stato di cose è Andrea Nalesso, Direttore 

Marketing e Commerciale di 

Dainese, storico 

marchio legato al 

motociclismo 

che, invece di 

favorire 

l’uso importante della leva del prezzo ha scelto 

una strategia diversa e vincente. “Abbiamo 

sempre incentivato i nostri clienti a mantenere 

il prezzo, a difenderlo tutelando di fatto sia 

l’azienda che loro stessi.” Inoltre, continua 

Nalesso “Il calo dei margini assottiglia la 

disponibilità economica. Dunque si fanno meno 

acquisti, ma riducendo l’offerta si hanno poi 

meno possibilità di recuperare il fatturato 


Più esperienza, più pluralismo 

Ho lavorato per importanti aziende, 

e ho avuto una fondamentale 

esperienza in Geox, dove ho imparato 

che le aziende devono cambiare 

cultura. Il mio impegno è 

dunque quello di far comprendere 

come le imprese devono passare 

da manifatturiere ad aziende di retail. 

Nel mercato comincia a scarseggiare 

lo spazio per l’azienda 

che vuole fare solo il proprio lavoro, 

ovvero produrre, vendere e dimenticarsi 

del proprio prodotto. 

Deve invece avvicinarsi se non impossessarsi 

dell’ultimo anello della 


Ho avuto poco modo di conoscere 

il Presidente in maniera diretta, 

ma tante persone a me vicine me 

ne hanno parlato in maniera estremamente 

positiva. Lo vedo come 

una persona molto solare e soprattutto 

appartenente a una cultura 

manageriale. Si tratta, infatti, 

iniziale.” Se non si compra non si vende e se 

per ragioni di casa non si implementa l’offerta, 

si diventa meno interessanti per il mercato. 

“L’industria che ha saputo lavorare con il retail 

e fare un certo tipo di scelta ha superato le 

difficoltà, grazie alla tenuta del prezzo – 

assicura Nalesso – anche se bisognerebbe avere 

una distribuzione più organizzata e meno 

parcellizzata, come avviene in Europa centrale.” 

catena distributiva, senza far concorrenza 

ai propri clienti, ma condividendo 

questo aspetto. Ciò perché 

diventare un’azienda retail significa 

strutturare la macchina che 

sta a monte secondo quello che il 

mercato sta richiedendo, e non solo 

per produrre. Bisogna seguire le 

regole del mercato, le sue evoluzioni, 

le richieste che manifesta. 

Se ci si fossilizza su standar non 

corrispondenti, si è cotretti a politiche 

come i minimi produttivi, la 

lotta sui prezzi e altre strategie che 

non garantiscono lo sviluppo. 

di un manager e non di un proprietario, 

con un modo di pensare innovativo. 

Rispetto alla precedente 

gestione, importante e di sicuro 

prestigio, mi auguro che questa 

possa trasferire all’interno di Assosport 

proprio questo senso di 

managerialità. 

Andrea Nalesso. 43 anni, 1 figlio, è Consigliere Assosport 

127



Nell’innovazione la risposta ai competitor 

Puntando sulla novità, sulla ricerca e sulla qualità è possibile rispondere 

al dilagare sul mercato di grandi brand americani e orientali 

Andrea Pinarello, Consigliere di Cicli Pinarello 

n Il ciclo è un settore che vive una dimensione 

indubbiamente “particolare” rispetto al mondo 

generalista dell’articolo sportivo. Ha caratteri 

peculiari, fortemente delineati, una dimensione 

rispecchiata anche dal profilo del consumatore, 

decisamente targetizzato. Anche questo mercato 

nell’ultimo biennio ha registrato una certa 

sofferenza economica, a causa di una crisi 

globale che ha colpito tutti. Rispetto ad altri 

ambiti, però, la flessione è stata un po’ 

ammortizzata dal grande seguito che la pratica di 

questo sport ha ormai ovunque. Il coinvolgimento 

di un pubblico molto vasto e trasversale, in 

termini di età e ceto sociale, è una componente 

determinante per la stabilità e il sostanziale 

positivo andamento di questo mercato. La gente 

ha continuato ad andare in bici a prescindere (o 

potrei proprio dire “nonostante”) la difficile 

situazione economica. Il costo della pratica di 

questa attività, una volta attrezzatisi, è veramente 

ridotto e questo è un aspetto che altri sport 

(specie quelli legati al turismo o alla logistica), o 

settori del commercio specializzato sportivo 

(abbigliamento e trend moda), non riscono a 

contenere o determinare, soprattutto in tempi di 

crisi economica. 

Niente è comunque sia più facile per nessuno, 

stare al passo coi tempi è impegnativo. È 

diventato difficile soprattutto comprendere la 

dinamica di certi 

cambiamenti. In questo 

senso, anche il mercato 

del ciclo è in evoluzione 

continua. La 

predominanza dei 

marchi stranieri, in 

questo come 

ormai in molti 

sport, deve 

spingere le aziende del sistema Italia ad azioni 

precise per poter salvaguardare la propria fascia 

di consumatori e non soccombere al peso delle 

multinazionali. La conferma viene da Andrea 

Pinarello, Consigliere dell’azienda Cicli Pinarello 

S.p.A.: “È evidente che specializzarsi e puntare su 

prodotti di qualità sia diventata un’esigenza per il 

nostro settore, come il fatto di essere realmente 

innovativi”. Dunque, la via da percorrere è la 

novità “attraverso investimenti e ricerca di nuovi 

materiali e soluzioni tecniche che possano dare 

quel vantaggio competitivo ormqai vitale in un 

mercato davvero aggressivo e globaleo.” 

Altrove rispetto all’Italia, caratterizzata ancora da 

un tessuto produttivo di piccole e medie 


Pratica sportiva e dialogo con le istituzioni 

Bisogna puntare sulla pratica sportiva. 

In questo credo, e da questo 

tipo di esperienza conto di testimoniare 

la necessità per il mercato di 

diffondere la cultura dello sport. In 

Italia, infatti, siamo ancora indietro 

rispetto all’estero. Da noi si parla 

tanto di attività sportiva, ma non 


Il nuovo Presidente è una persona 

molto attiva e propositiva. Lo trovo 

molto forte di spirito ed è molto bravo 

a coinvolgere nelle iniziative che propone 

non solo i consiglieri, ma anche 

tutte le associazioni e le aziende che 

ne fanno parte. Quindi sono molto 

dimensioni, le realtà sono molto più grandi. E 

conseguentemente organizzate. Attraverso la 

diversificazione e l’originalità è però possibile 

fermare il dilagare delle aziende americane e 

asiatiche. “Esiste sempre la possibilità di 

mantenere una certa identità e proporsi al proprio 

pubblico in maniera sempre fresca e 

interessante”, sostiene Pinarello. 

Nel mare di prodotti che stipano i negozi, riuscire 

a essere identificati dal proprio target è infatti 

fondamentale per garantirsi uno spazio funzionale 

non solo e tanto per la sopravvivenza nel breve 

termine, quanto per la crescita ed uno sviluppo 

aziendale che sappia guardare con ottimismo al 

futuro. 

basta. Occorre incentivarne la pratica 

per poter allargare la fascia di 

utenza, insegnando anche a vivere 

meglio attraverso il movimento. Ecco 

perché in Assosport spingerò 

affinché il dialogo con le istituzioni 

porti ad azioni concrete sul pubblico, 

dai giovani ai meno giovani. 

felice che dopo una persona tanto 

importante come Zanatta, una persona 

che gli è stata vicina in questi anni, 

durante i quali ha potuto coglierne 

certe caratteristiche, adesso voglia 

portarle avanti, come ho avuto modo 

di constatare in questi primi incontri. 

C 

M 

Y 

CM 

MY 

CY 

CMY 

K 

Andrea Pinarello. 39 anni, due figli, è Consigliere Assosport 

128

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Serve una strategia basata sul prodotto 

La ripresa è una realtà, così come i cambiamenti dei consumatori. Innovazione, 

specializzazione, contenuti e unicità (intesa come differenziazione) sono le armi vincenti 

Marina Debra Pini, Presidente di WL Gore & Associati Italia 

n Le aziende a monte della filiera hanno dovuto 

affrontare la crisi dei mercati e dei consumi, di 

pari passo con le imprese produttrici e nondimeno 

i grandi brand. Tutti si sono trovati a dover fare i 

conti con un mercato in flessione dei consumi, 

generalmente stagnante e non invogliato alla 

spesa (specie se non considerata necessaria). 

Oppure, incentivato solo dall’acquisto poco 

impegnativo, basato magari sulla convenienza 

estemporanea data dal prezzo basso o scontato. 

Fortunatamente, il 2010 si è invece aperto, per 

questo settore, con un trend in crescita. Un dato 

positivo, ma che deve essere relativizzato a un 

mercato tecnologico e quindi di nicchia, rivolto a 

un consumatore fattosi nel frattempo molto 

attento al prodotto ed all’innovazione, alla ricerca 

della differenziazione dall’offerta di massa. In 

sostanza, l’estrema specializzazione, il design e la 

ricerca sono chiavi di lettura importanti, per far 

comprendere come sia l’industria che il 

consumatore siano oggi alla ricerca del ‘nuovo’, 

inteso, al di là del puro fattore prezzo, come 

garanzia di affidabilità e qualità. 

Una testimonianza in tal senso arriva da Marina 

Debra Pini, Presidente di WL Gore & Associati 

Italia e tra i nuovi consiglieri Assosport. “La 

nostra strategia si basa su un consumatore meno 

affascinato dall’aspetto fashion e invece sempre 

più attento alle caratteristiche sostanziali e ai veri 

contenuti del prodotto.” 

Parallelamente a questa tendenza cresce 

l’interesse nel segmento donna, la quale si profila 

come una consumatrice generalmente esigente e 

decisa alla spesa, e anche 

come un acquirente 

importante, 

quando 

individua il 

prodotto 

giusto. È innegabile, in questo senso, la manovra 

di avvicinamento tra la moda e l’abbigliamento 

sportivo, tra il mondo fashion e quello tecnico, nel 

tentativo di incontrarsi e proporre un prodotto 

dalle caratteristiche performanti, e che presenti 

nel contempo tagli e linee accattivanti. 

Una tendenza di sviluppo importante viene 

dunque da un’inevitabile apertura dei brand 

tecnici verso il design (per raccogliere consensi 

anche su un target non particolarmente sportivo), 

ma viene anche da un’apertura della moda verso 


Conoscenza del mercato e coinvolgimento dei giovani 

A PROPOSITO DELLA NUOVA assosport 

Conosco bene il nuovo Presidente e 

sono convinta che sia un grande professionista, 

come ha dimostrato in 

quanto manager e imprenditore. Giovane, 

dinamico, crede moltissimo nel 

lavoro di squadra e penso che si sia 

creato oggi, sotto la sua guida, un bel 

team all’interno di Assosport. Come 

un pubblico alla ricerca di maggiore comfort e 

praticità. 

“Bisogna puntare moltissimo sull’innovazione, che 

deve costituire il nuovo e assoluto “must”, sia per 

le aziende che per i dettaglianti. Specializzazione, 

contenuti e unicità garantiscono la 

differenziazione necessaria per contrastare una 

concorrenza altrimenti basata sul prezzo e 

sull’acquisto puramente d’impulso”, conclude la 

Pini. 

Pura e assoluta strategia di prodotto, insomma. 

Abbiamo in cantiere due progetti importanti 

e credo molto in quello che 

potranno portare, fornendo il mio 

contributo di professionalità e competenza 

nella loro concretizzazione. 

Il primo è una specie di codifica internazionale 

che viene richiesta 

nell’articolo sportivo e che permetterà 

di fornire veramente al consumatore 

tutte le informazioni su ciò che 

ha comprato. Proprio perché, storicamente, 

il mercato dell’articolo 

sportivo non può contare su rilevazioni 

o fonti informative costanti, 

questo sistema potrà concretamente 

aiutare la distribuzione e le aziende 

a capire meglio le scelte del consumatore 

e a offrire il prodotto/servizio 

giusto. 

Il secondo è l’avvicinamento dei giovani 

allo sport, azione non solo finalizzata 

al business della vendita di 

prodotti, ma eticamente incentrata 

sulla consapevolezza dell’importanza 

che lo sport e i suoi valori hanno 

per la società e la salute. 

nelle aziende la differenza è fatta dalle 

persone, in senso astratto anche 

nell’associazione saranno poi le persone 

che ci credono a far emergere 

concreti risultati. Apprezzo in particolare 

la capacità di Businaro di ascoltare 

tutte le istanze dei vari associati, 

per comprenderne le reali esigenze. 

Marina Debra Pini. 47 anni, una figlia, è Consigliere Assosport 

130

segue da pag.127 

Di fronte alle grandi imprese 

straniere, la risposta può 

passare solo attraverso la 

ricerca, l’innovazione e il 

gusto tutto italiano. Il made 

in Italy esprime un mondo 

TOP OF 

SKI 

MOUNTAINEERING 

gamma, sia ormai impossibile avere 

le condizioni economiche per una 

produzione nazionale. E se alcuni 

parlano di rientro almeno parziale di 

linee, nell’articolo sportivo penso 

che ormai la produzione non abbia 

più nulla da dire.” 

Una questione delicata, perché se 

ancora l’alta moda può parlare (solo 

per le fasce più elevate) di un made 

in Italy di totale produzione italiana, 

è un dato di fatto che gran parte del 

prodotto venga realizzato all’estero. 

Resta quindi il dilemma sul significato 

di questo marchio/non marchio, 

anche se molti industriali hanno, 

al contrario, le idee ben chiare. 

È il caso di Andrea Piras, Direttore 

Tecnico Benetton Group S.p.A., che 

conferma come “Ha ancora senso 

parlare di made in Italy se lo si intende 

come innovazione e qualità 

nell’innovazione di prodotto. Le 

aziende italiane si contraddistinguono 

nell’ideazione e nelle caratteristiche 

di gusto, design e ricerca su linee 

e materiali. L’esecuzione e la 

trasformazione dell’idea sono ormai 

affidate completamente ad altri Paesi.” 

Un segno evidente di come i costi 

produttivi non consentano una 

gestione interna di tutti i passaggi, 

ma anche di come il know-how, la 

creatività e l’originalità siano saldamente 

nelle mani delle aziende italiane, 

benché delocalizzate. 

Una lotta per la sopravvivenza, quella 

che si sta combattendo a livello 

mondiale, dove l’Italia cerca di salvaguardare 

un valore che le ha dato 

fama e posizionamenti importanti 

sul mercato. Così alcune aziende 

resistono allo strapotere delle produzioni 

estere e continuano a tenere 

in Italia una buona parte degli 

stabilimenti, pur scontrandosi con le 

difficoltà derivanti da una simile 

scelta. “Ci sono brand – spiega An- 

>> 

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Conoscere per crescere 

Le grandi trasformazioni avvenute negli ultimi anni hanno dato vita a un nuovo scenario. 

Comprenderlo, con le giuste informazioni, significa riuscire a gestire il rilancio 

con maggior forza e migliori opportunità 

Andrea Piras, Direttore Tecnico Benetton Group 

n Il mercato è cambiato. La stessa filiera ha visto 

al suo interno trasformazioni profonde, assistendo 

in certi casi a vere e proprie rivoluzioni. 

L’informatizzazione del lavoro, i cambiamenti del 

pubblico, l’accesso alle informazioni e la loro 

circolazione fra i consumatori sono solo alcuni dei 

grandi mutamenti che hanno interessato il mondo 

dell’articolo sportivo. Le aziende stesse, per 

continuare a crescere, e talvolta anche solo a 

vivere, hanno dovuto adeguarsi a queste 

modificazioni, trovando nuovi punti di riferimento, 

prodotti innovativi e strategie idonee a contrastare 

la crisi da un lato e l’evoluzione del sistema 

dall’altro. Un sistema distributivo insufficiente ha 

infatti comportato pesanti costi di logistica, che 

hanno finito spesso per riversarsi sul consumatore, 

mentre imprese e negozi hanno mantenuto quella 

distinzione reciproca e quelle distanze che sono 

andate via via assottigliandosi negli altri Paesi e 

che rappresentano invece un gap italiano che deve 

essere colmato. Una situazione che non tutte le 

aziende sono riuscite a gestire e cavalcare, non 

solo per mancanza di fondi e dinamismo, ma 

anche per la difficoltà ad avere informazioni utili 

per intraprendere la giusta rotta. 

Il panorama sportivo ha assistito a un dialogo in 

cui moda e sport si sono venuti a scontrare e al 

tempo stesso a compenetrare, mutuando stili, 

forme, colori, materiali, cercando di evitare il 

rischio di una perdita di identità. L’individualismo 

che contraddistingue le aziende operanti in Italia – 

siano esse di produzione o distribuzione e vendita 

– ha dato vita a una 

mancanza di un vero 

sistema sportivo 

italiano, a 

differenza di 

ciò che 

accade in Francia e Germania. Alcune imprese 

tuttavia hanno compreso che, per interpretare la 

situazione e gestire la ripresa, è necessario 

accedere alle informazioni e allo scambio di input 

tra i vari segmenti. È questo il caso di Benetton, 

come traspare dalle parole di Andrea Piras, 

Direttore Tecnico del noto brand e Consigliere 

Assosport: “È necessario un flusso informativo tra 

produttori e retail, una mappatura del sell-in e del 

sell-out italiano che tuttavia nel nostro Paese 

stenta a realizzarsi.” Una necessità dettata dal 

bisogno di comprendere la situazione e il 

consumatore, oggi molto diverso. Il compratore 


Fare sistema e condividere le conoscenze 

Credo fermamente che sia necessario 

fare sistema, per poter competere 

insieme nel sistema sportivo 

italiano e affrontare con più forza 

anche i mercati esteri. Una coesione 

da declinare poi attraverso la 

condivisione di informazioni che 

permettano di conoscere e capire 

la situazione nazionale, per poi andare 

oltre confine. Si tratta di plus 

che messi insieme possono fornire 


oggi cerca un rapporto qualità-prezzo correlato alla 

modalità d’uso e alla produzione per cui “È attento 

alla spesa, alle performance e all’etica dell’azienda 

che lo propone – spiega Piras – tanto i brand 

diventano garanzia di qualità e di eticità 

produttiva.” Un mercato, quindi, non più a piramide 

ma clessidra, con l’iper tecnico e performante da 

un lato e le grandi produzioni di qualità discreta, 

per un’offerta economicamente ragionevole. “Oggi 

– conclude Piras – il mercato impone delle scelte 

di campo precise e per le aziende è più difficoltoso 

mantenere più canali aperti, in nome di una 

specializzazione che è di fatto una necessità.” 

preziosi spunti per una crescita generale. 

Con ciò intendo che questa 

spinta deve certamente rafforzare 

le imprese, ma è auspicabile che 

possa coinvolgere anche il mondo 

retail, in modo da avere un quadro 

completo della situazione e per 

consentire a entrambe queste due 

compagini di produrre e offrire al 

consumatore il prodotto giusto, rilanciando 

l’economia. 

Il nuovo Presidente è un caro amico 

e sono tante le aspettative riposte 

nella sua elezione. Si è già posto degli 

obbiettivi importanti e ambiziosi, e 

sono convinto che l’associazione potrà 

raggiungere importanti traguardi. 

Andrea Piras. 46 anni, 4 figli, è Consigliere Assosport 

132

L’Italia sta tentando 

di salvaguardare un valore che 

le ha dato fama e posizionamenti 

importanti sul mercato mondiale 

>> 

drea Parisotto, Amministratore Delegato Scarpa 

– che possono ancora permettersi delle produzioni 

nazionali, ma per riuscirci occorrono 

una storicità e un posizionamento alto sul mercato, 

con prezzi che sostengano i costi di realizzazione, 

e un’innovazione di prodotto davvero 

molto forte.” Dunque per alcuni industriali sostanzialmente 

il made in Italy è ancora possibile, 

a patto che la notorietà del marchio, un target 

di riferimento dall’alto potere di spesa e una 

spiccata creatività riescano a sopportare i costi 

del mercato del lavoro italiano, ben differente 

da quello asiatico. “Una scelta impegnativa, 

con cui cercare di sostenere l’economia italiana 

– conclude Parisotto – mantenendo saldamente 

stretto il nostro know-how, secondo una 

scelta strategica ben precisa che garantisce 

anche un time-to-market molto più veloce rispetto 

ai competitor nazionali e internazionali.” 

Il made in Italy è dunque un’opportunità e può 

avere ancora senso parlarne. Forse non occorrono 

particolari strumenti per la difesa del made 

in. Basterebbe probabilmente adottare azioni 

analoghe a quelle che già vengono realizzate 

negli Stati Uniti. Negli Usa, infatti, la provenienza 

è comunque sempre dichiarata. “Oggi il consumatore 

non è stupido – spiega Andrea Brambilla, 

Amministratore Delegato e Direttore Generale 

Mab Spa – e se vede un prodotto che 

ha una provenienza e un valore che non gli riconosce 

non lo compra. Al contrario, a volte è disposto 

a dare la premialità a un prodotto in base 

alla provenienza.” Ciò perché viene garantito 

un sistema di produzione 

Una situazione, questa, che finisce per coinvolgere 

ormai tutti gli ambiti dell’articolo e dell’attrezzo 

sportivo. La produzione di massa anche 

nel settore del ciclo – segmento per eccellenza 

tutto italiano – per motivi tecnici, tecnologici e 

di costo, viene realizzata all’estero. In Italia non 

mancano tuttavia aziende pienamente capaci di 

continuare a realizzare ottime performance, anche 

se parlare di made in Italy oggi, a fronte del 

panorama che si profila, ha ancora senso fino a 

un certo punto. “Oggi il significato del made in 

Italy deve trovarsi nella ricerca, nel gusto e nel 

design – sostiene Andrea Pinarello, Consigliere 

di Cicli Pinarello S.p.A. – tutti elementi che so- 

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>> 

no solo apparentemente astratti, 

perché devono poi trovare riscontro 

nel prodotto che alla fine si presenta 

al pubblico.” La capacità tutta italiana 

di mettere in un prodotto gusto, 

esperienza e capacità sembra 

quindi essere un punto di forza che 

non perde validità, al di là del luogo 

fisico di produzione ed esecuzione. 

Detenere l’idea è il fattore principale, 

mentre la produzione all’estero 

può essere un sistema per lo sviluppo, 

per aumentare “quella presenza 

sul mercato – conclude Pinarello – 

senza la quale non si potrebbe far 

fronte alla richiesta o allargare il 

proprio spazio e la propria visibilità 

presso il pubblico, rischiando di rimanere 

estremamente piccoli e a 

un livello decisamente più basso.” 

Più pezzi, dunque, per poter competere 

con un mercato difficile ma dove 

esistono ancora spazi per potersi 

estendere, nonostante la grande 

forza di Usa e Oriente. 

Dunque persino il mondo delle due 

ruote si trova a fare i conti con il 

made in Italy e con le problematiche 

ad esso connesse. L’esperienza 

Dainese è in parte in controtendenza 

perché, come afferma Andrea 

Nalesso, Direttore Marketing e 

Commerciale Dainese, “Abbiamo 

comprato in Italia una fabbrica di 

caschi, e ci battiamo contro chi produce 

in Cina, anche se noi stessi 

siamo poi costretti a rivolgerci alle 

produzioni cinesi.” Il made in Italy è 

e resta un’assicurazione sulla qualità, 

ma non essendo un marchio registrato 

spesso vi si nascondono 

anche tanti raggiri nei confronti del 

consumatore. Per questo cala la fiducia, 

mentre al tempo stesso il costo 

del prodotto rischierebbe di far 

fuggire il cliente, se fosse davvero 

di produzione italiana. “C’è poca 

sincerità – conclude Nalesso – e 

questo non ha senso. Se per vendere 

occorre imbrogliare, preferisco 

pensare che parlare di made in Italy 

non abbia più senso né credibilità.” 

Le politiche dei grandi produttori internazionali 

si incontrano e talvolta 

si scontrano con quel punto di forza 

rappresentato dal made in Italy, a 

cui tanti si richiamano anche se nel 

134 

Per alcuni industriali 

il made in Italy è ancora 

possibile, a patto che 

la notorietà del marchio 

e una spiccata creatività 

riescano a sopportare 

i costi del lavoro italiano 

mondo dell’articolo e dell’accessorio 

sportivo ormai questo concetto 

deve considerarsi definitivamente 

staccato da quello della produzione. 

Oggi sarebbe bene comprendere 

come interpretare questa etichetta 

nel modo giusto, onde non generare 

confusione: è ormai palese una 

dicotomia tra la produzione e la creazione. 

Se la prima è di fatto affidata 

in gran parte alla delocalizzazione 

in Paesi asiatici o dell’est Europa, il 

know-how e la creatività restano 

pur sempre italiani nella fase di ricerca 

e creatività. Oggi, in un mondo 

cambiato, occorre trovare imprenditori 

capaci di esportare la 

propria esperienza e metterla a sistema 

a costi che permettano di arrivare 

sul mercato a prezzi più accessibili. 

Anche se, specie per la 

moda, certi processi produttivi devono 

restare in Italia per garantire 

un risultato eccellente. “Era tutto 

molto più semplice – conferma 

Gianluca Pavanello, Amministratore 

Delegato di Macron S.p.A – quando 

si aveva tutto vicino. Oggi però 

sarebbe anacronistico pensare a un 

made in Italy come quello che poteva 

esistere in passato. È fondamentale 

che un prodotto sia concepito 

in Italia, ma lo sviluppo produttivo è 

ormai lontano.” 

Una testimonianza che racchiude il 

senso di una situazione complessa 

e in parte compromessa dai sotterfugi 

pubblicitari di chi alimenta un 

concetto di made in Italy a proprio 

uso e consumo. Quando si parla di 

made in Italy si pensa immediatamente 

al gusto, alla sensibilità e alla 

competenza che le aziende del 

Belpaese sanno esprimere. Questo, 

di fatto, è l’elemento principale 

perché le produzioni estere e il 

confezionamento delocalizzato non 

fanno più parlare di un completo 

processo tricolore. 

Lo stesso consumatore che tanto 

cerca il prodotto italiano, non è poi 

più disposto a spendere di più per 

capi e attrezzi nazionali, almeno nella 

fascia media di prezzo. Tra saldi, 

outlet, sconti e un sistema di vendita 

come quello che caratterizza il 

Belpaese, la gestione di un vero 

made in Italy imporrebbe costi che 

difficilmente la maggior parte della 

clientela sarebbe poi favorevole a 

sostenere. La minore disponibilità 

economica e una maggiore oculatezza 

alla spesa, più per necessità 

che per virtù, rende infatti ancora 

più difficile la battaglia volta al recupero 

delle produzioni su suolo 

nazionale. Che si tratti di un concetto 

obsoleto quanto, piuttosto, di 

un’impossibilità di fatto, il made in 

Italy resta qualcosa di caro ma al 

tempo stesso etereo, sfuggente. 

Resta però un impegno etico che 

può e deve ancora contraddistinguere 

le imprese italiane da quelle 

del far east, anche in considerazione 

della sempre maggiore richiesta 

in tal senso del pubblico. “Chi produce 

deve rivolgersi a fonti produttive 

che siano etiche – afferma decisa 

Marina Debra Pini, Presidente 

di WL Gore&Associati srl Italia – e 

le aziende italiane devono continuare 

a offrire la competenza e l’unicità 

>>


La specializzazione è la miglior difesa 

A breve l’Italia potrebbe diventare terra di conquista per gli investitori stranieri. La più solida 

barriera per respingere questi slanci viene dalla specializzazione come strategia competitiva 

Deolo Falcone, Presidente e fondatore di Teca 

n Pur strettamente collegato al grande mondo 

dell’articolo sportivo, l’universo fitness in 

quest’ultimo ventennio ha vissuto una crescita 

costante e per certi aspetti autonoma (il mercato 

delle palestre si sviluppa parallelamente a quello 

sportivo e gode di una sua autonomia), fermatasi 

soltanto con l’imperversare della crisi e di una 

pesante concorrenza orientale, giocata 

principalmente sul fattore prezzo. A frenare gli 

investimenti degli operatori è stato più il 

condizionamento emotivo dato dalla difficile 

congiuntura economica che l’effettivo calo di 

presenze e di appeal delle discipline da palestra. 

Questa generale sofferenza ha penalizzato 

un’industria generalmente rappresentata da 

aziende medio piccole, perloppiù a conduzione 

familiare. Tuttavia, come spesso succede nei 

momenti di maggiori difficoltà, è proprio lo 

scoglio del momento che, nella necessità di 

essere superato, consente di affrontare scelte 

orientate al futuro, per le quali gli attori in causa 

devono essere pronti a mettere in campo tutta la 

loro professionalità, il loro credo, e le migliori 

idee. 

Come detto, le logiche che animano le 

imprese del fitness ricalcano quello che è, 

più in generale, il sistema produttivo 

italiano, contraddistinto da una massa critica di 

operatori, spesso di piccole 

dimensioni. Il fatto di poter 

contare su un ingente 

numero di attività e club, 

molto dinamiche ma di 

dimensioni contenute è una 

caratteristica che ha 

insite alcune 

prerogative 

anche molto 

positive, 

come quella di riuscire ad adeguarsi rapidamente 

e nel miglior modo alle esigenze dei consumatori. 

A conferma di questa potenzialità, le parole di 

Deolo Falcone, Presidente di Teca e Presidente 

della neonata Assofitness: “La strada da 

percorrere è sostanzialmente a senso unico, e ci 

deve condurre a una forte specializzazione e 

recupero di identità, che è il solo modo per 

contrastare efficacemente l’assalto delle grandi 

compagnie internazionali.” 

Indubbiamente, nella logica di mercati sempre più 

globali, il mercato sportivo italiano si avvia a 

diventare terra di conquista delle grandi 

multinazionali. Ma non si tratta dell’unico aspetto 

da tenere in considerazione. Come sottolinea 


Più unione, Più confronto 

Il mercato del fitness in Italia è 

sostanzialmente ancora giovane, 

con operatori che devono 

fare sistema. Il mio sforzo è volto 

a far comprendere la necessità 

di unire le forze, dimostrando 

come il prodotto italiano 

possa ancora distinguersi per 

capacità innovativa, gusto e appeal. 

Quel che è certo è che per 

A PROPOSITO DELLA NUOVA ASSOSPORt 

Il nuovo presidente è sicuramente 

animato da una grande passione e da 

una sana voglia di far bene, e questo 

è un aspetto che davvero colpisce. 

Luca è una persona di esperienza, 

capace di aggregare e unire le forze 

ancora Falcone, anche “il consumatore è molto 

cambiato in questi ultimi anni. Ha esigenze 

specifiche e chiede una risposta adeguata e 

innovativa sia alle aziende produttrici che ai club.” 

Il successo arride insomma a chi arriva per primo 

a soddisfare i nuovi bisogni di target di utilizzatori 

in costante evoluzione. 

Un’azione congiunta da parte delle diverse 

compagini, volta a un miglioramento dell’offerta e 

dell’organizzazione stessa del comparto 

rappresenta pertanto l’obiettivo indispensabile da 

raggiungere per affrontare con determinazione un 

futuro assolutamente possibile e promettente nel 

quale – conclude Falcone – bisogna però anche 

credere e investire. 

ambire a risultati concreti, serve 

sicuramente un maggior confronto 

tra tutti, perché l’obiettivo 

comune deve diventare quello 

di coinvolgere e allargare il bacino 

di utenza degli sportivi che 

praticando attività indoor confluiscono 

naturalmente nelle molteplici 

attività di allenamento, tipiche 

della palestra. 

e questo è importante, oltre a essere 

un bene per tutto il nostro settore. 

Sarà senz’altro impegnativo, ma per 

guardare davvero al futuro è tempo di 

offrire risposte concrete agli associati 

e a tutto il mercato sportivo. 

Deolo Falcone. 46 anni, due figli, è Presidente Assofitness in Assosport 

135



La comunicazione che porta vantaggi 

Diffondere le informazioni al pubblico, sia tramite istituzioni e organi specifici, 

sia come aziende, contribuisce al sostegno del settore e alla circolazione di valori importanti 

Gianni Lanfranco, Presidente di Advanced Distribution 

n Il tennis vive un momento discreto. I fatturati 

appaiono stabili e forse, con un po’ di ottimismo e 

uno sguardo ai numeri, si potrebbe anche 

affermare che è un segmento in crescita. Il 

maltempo che caratterizza spesso ormai la 

stagione primaverile, con le sue abbondanti 

piogge, non aiuta sicuramente un mercato 

sensibile alla metereologia (soprattutto, a quanto 

pare, nel consumo delle palline).Le più recenti 

rilevazioni di mercato sembrano confermare un 

trend opposto tra attrezzo d abbigliamento. 

Mentre infatti sembrano uscire dai negozi più 

racchette e più palle rispetto alle stagioni 

passate, meno dinamico, invece, risulta il 

segmento dell’abbigliamento, fermo sulle proprie 

posizioni e lontano dal glamour degli anni Ottanta 

e Novanta. 

In una situazione di sostanziale 

contenimento, per un settore ormai 

considerato di nicchia (al pari di molte altre 

discipline sportive), ogni azienda cerca di 

costruire strategie molto mirate, 

rapportandosi al mercato ed alle realtà specifiche, 

legate magari al territorio. Nel tennis, ad esempio, 

è importante riuscire a stringere i rapporti con la 

Federazione e più in dettaglio con i club finalizzati 

a sostenere (se non accrescere) la pratica 

sportiva in talia. È questo il chiaro messaggio 

sostenuto dalle attività di promozione di Advanced 

Distribution, guidata dal Presidente Gianni 

Lanfranco che è anche stato nominato Presidente 

di Assotennis, l’area specifica di Assosport 

recentemente delineata proprio su misura del 

tennis. Dalle parole di 

Lanfranco emerge la 

necessità di 

lavorare 

coralmente 

seguendo i 

programmi ministeriali perché “c’è un disperato 

bisogno che i nostri ragazzi ritornino a fare sport, 

staccandosi dalle sedie e dal computer, ed 

evitando le problematiche di salute derivanti da 

una vita troppo sedentaria.” 

Nell’era di internet e della comunicazione globale 

e condivisa, l’informazione gioca un ruolo primario 

per ogni azienda, e riuscire a coinvolgere il 

pubblico è fondamentale. Il trasferimento delle 

informazioni al consumatore diventa funzionale 

sia alla diffusione della conoscenza del prodotto 

che al valore aggiunto derivante da una vita sana 

e in movimento. 

“Dobbiamo sviluppare in tutto il nostro Paese una 


Coinvolgere federazioni e istituzioni 

In Assosport intendo dedicarmi a 

progetti ad ampio respiro, che 

possano portare, attraverso la 

collaborazione con le federazioni, 

con il Governo e con il Coni, allo 

sviluppo della pratica sportiva e 

dell’attività motoria nelle giovani 

generazioni. Dall’esperienza aziendale, 

infatti, ho dedotto che attraverso 

la conoscenza della disciplina 

sportiva e l’interessamento del 


circolazione delle notizie utili ad avvicinare le 

persone allo sport e al tempo stesso a conoscere 

meglio i prodotti, affinché la pratica risulti più 

piacevole, dia più soddisfazione e aumenti lo stato 

di salute e di benessere generale”, conclude con 

decisione Lanfranco. 

Nei programmi di Assosport e della neocostituita 

Assotennis, dunque, si prospetta una forte attività 

di promozione dalla doppia valenza, che se da un 

lato sostenga lo sviluppo economico delle aziende, 

dall’altro possa validamente contribuire alla 

diffusione di valori importanti, anche e soprattutto 

a livello di prevenzione alla salute ed al benessere 

sociale. 

pubblico è possibile generare 

quell’attenzione sia ad una vita 

sana, sia alle imprese che garantiscono 

un determinato tipo di 

prodotto. Anche la mia esperienza 

di atleta mi porta a fare questa 

valutazione, avendo vissuto in prima 

persona sia l’importanza del 

movimento fisico che la conoscenza 

dei prodotti per una pratica 

ottimale. 

Le aspettative nei confronti del nuovo 

Presidente sono tante, lo faremo 

lavorare parecchio. Ha tanta voglia di 

fare e credo che abbia tutte le capacità 

per riuscire. Sono anche contento 

del fatto che il Past President continui 

ad aiutarci, perché sono convinto 

che non possiamo fare a meno di 

Zanatta e delle sue conoscenze. Mi 

sembra che la squadra abbia un 

grande entusiasmo. Avremmo solo 

bisogno di maggiori risorse. 

Gianni Lanfranco. 54 anni, due figli, è Presidente Assotennis in Assosport 

136

Oggi occorre trovare imprenditori capaci di 

esportare la propria esperienza e metterla a sistema 

a costi che permettano di arrivare sul mercato 

con prezzi più accessibili. Certi processi 

produttivi devono però restare in Italia 

>> 

che sanno esprimere in termini di 

creatività, innovazione ed eccellenza.” 

Non basta, quindi, un’etichetta: 

ci vuole la reale capacità di saper 

realizzare o proporre determinati 

prodotti meglio degli altri, per resistere 

al confronto globale. Gli 

esempi in questo senso non mancano, 

in tantissimi settori. Un patrimonio 

da mantenere e che, secondo 

Pini “il consumatore italiano apprezzerà”. 

Un annoso problema, dunque, quello 

relativo al concetto di made in 

Italy, che da anni alimenta dibattiti, 

campagne pubblicitarie e vendite. Il 

desiderio di continuare a sostenere 

il Paese si scontra con una volontà 

di profitto che ha spinto le aziende 

a cercare nuove sedi all’estero. Una 

visione tuttavia incompleta, se non 

si tiene conto parallelamente 

dell’aumento del costo del lavoro e 

della sempre maggiore penuria di 

manodopera specializzata. Una concomitanza 

di fattori che ha praticamente 

imposto una delocalizzazione 

in parte selvaggia per la sopravvivenza 

stessa di aziende storiche italiane. 

Un processo rapido ma complesso, 

dove conoscenze ataviche 

sono andate perse nello Stivale e 

sono state invece assimilate da Paesi 

che di fatto oggi si presentano 

non più solamente come bacini di 

produzione, ma anche di consumo, 

con politiche protezionistiche e una 

forte aggressività sui mercati internazionali. 

Solo chi ha saputo conservare e proteggere 

il proprio know-how può oggi 

pensare di contrapporre alla mera 

lotta dei prezzi un valore aggiunto 

costituito dal gusto e dalle caratteristiche 

del prodotto nazionale, puntando 

contemporaneamente sulla ricerca 

e lo sviluppo di nuove produzioni, 

mantenendo così un vantaggio 

sulla concorrenza asiatica. 

Una lotta difficile, non senza esclusione 

di colpi (aumenti dei dazi, 

chiusure, balzelli e ostruzionismi), e 

non senza un pizzico di invidia per 

quella qualità tutta italiana che, nonostante 

sia stata messa a dura 

prova, è ancora oggi una testimonianza 

dell’eccellenza aziendale del 

Belpaese. 

>>



L’opprimente potere dei big 

Le politiche coercitive adottate dai grossi marchi rischiano di schiacciare il piccolo retail. 

La risposta viene da partnership strette e dalla ricerca di una vera specializzazione 

Lucio Mistri, presidente Gipsy 

n Il mondo dell’articolo sportivo non gode di ottima 

salute. Con una crisi alle spalle che ancora brucia 

sulla pelle di molti e la speranza di un futuro più 

roseo, è forse giunto il momento di mettere a fuoco 

alcune problematiche che in questi anni hanno finito 

per incidere sul mercato. Tra queste, la forte 

pressione esercitata dai grandi brand sul mondo 

retail, imponendo prodotti, prezzi e quantità in una 

condizione di pseudo-monopolio. A soffrirne, però, 

non sono solo i negozianti, magari stanchi di lottare 

e di dover crescere ad ogni costo, ma anche i piccoli 

brand – ricchi di vena creativa – che vedono frenate 

le proprie aspirazioni dall’ossequio obbligato nei 

confronti dei big. 

Una situazione che per via dei soliti noti, rischia di 

soffocare un sottobosco di aziende lasciate in 

penombra. Per chi non vuole arrendersi di fronte a 

certe logiche di globalizzazione, è utile ascoltare la 

storia e l’opinione di chi ha deciso di crescere, di 

crearsi i propri canali e di continuare a investire 

per riuscire a emergere. È il caso di Gipsy, che ha 

puntato sull’apertura di corner e di negozi dove 

riuscire a compensare i cali di fatturato derivanti 

dagli altri canali. Un’esperienza condivisibile con 

diverse altre realtà interessanti del mercato 

sportivo italiano, per parola di Lucio Mistri. “La 

forbice tra negozio specializzato e generalistaimprovvisato 

sta diventando un fattore positivo, per 

creare più contatto tra aziende e retail attraverso 

un approccio trasparente, finalizzato alla 

trasmissione di conoscenze e informazioni, 

conseguendo quella formazione reciproca che il 

mercato oggi impone a tutti.” Un approccio 

fruttuoso, sottolinea Mistri, inficiato dai soliti noti 

che in questo momento 

hanno in mano il 

mercato, facendo 

pesare in 

maniera molto 

forte il 

proprio potere contrattuale, spesso senza la 

necessaria marginalità per il negoziante che si 

rivale (talvolta ingiustamente) sulle realtà più 

piccole. “Un atteggiamento sbagliato da cui il retail 

fa fatica a liberarsi e che tende a far adagiare gli 

operatori sui risultati raggiunti, con la progressiva 

perdita di slancio.” Una simile assuefazione 


Più esperienza, più pluralismo 


Conosco il nuovo Presidente ormai 

da molti anni e lo reputo un personaggio 

motivatissimo, con alle spalle 

una notevole esperienza, sia in termini 

personali che professionali. Sono 

orgoglioso di rappresentare questo 

cambio generazionale, perché pur 

rendendo grande merito alla passata 

presidenza, credo che questa direzione, 

giovane e determinata, risponda 

un po’ anche ai cambiamenti a cui 

accomuna molti titolari, e parlare di qualità di 

prodotto, rapporti con le aziende, cessione di spazi 

nei punti vendita continua a essere un argomento 

non sempre facile. Contro il generale appiattimento 

ecco l’invito a riflettere su un potenziale frutto di 

una rinnovata ricerca di prodotto innovativo e 

diverso. 

Poiché amo definirmi un uomo da 

marciapiede, piuttosto che da scrivania, 

sono particolarmente determinato 

a confrontarmi con altri 

manager. Desidero portare in Consiglio 

quell’esperienza vera, autentica, 

che mi sono costruito negli 

anni, per poterla mettere al servizio 

di altri imprenditori e di tutti gli associati. 

Credo che questo possa 

essere un valore aggiunto da mettere 

a disposizione di un settore 

che ha un peso economico non 

indifferente nel nostro Paese. Credo 

molto nella costruzione di rapporti 

che possano dar vita a progetti 

e tavoli di lavoro specifici, più 

che un discorso organico e generalista. 

È innegabile che certi legami 

e conoscenze personali, magari 

vigenti da anni, rappresentino 

sempre un eccellente collante per 

stabilire dei collegamenti e dei 

confronti. Una prerogativa che il 

nuovo gruppo di lavoro in Assosport 

cercherà di implementare, 

per creare nuovi presupposti di 

collaborazione a vantaggio della 

collettività. La differenza tra le esigenze 

dei grandi gruppi rispetto 

alle medie e piccole imprese è innegabile, 

tuttavia la diversità di 

consiglieri e associati consentirà 

di affrontare le più diverse problematiche 

con lo spirito più determinato 

al confronto e al pluralismo. 

il mercato ha assistito e sia di conseguenza 

più preparata a rispondere 

alle nuove situazioni che si sono venute 

a creare. Le aspettative sono 

molto alte, è ancora presto per trarre 

giudizi, ma a giudicare dalla spinta 

iniziale e dai temi che si intendono 

sviluppare, credo che si potranno ottenere 

ottimi risultati, anche grazie a 

un bel confronto con la squadra che 

è stata costituita. 

Lucio Mistri. 58 anni, due figli, è Consigliere Cooptato Assosport 

138

Solo chi ha saputo conservare 

il proprio know-how può oggi 

pensare di contrapporre alla mera 

lotta dei prezzi un valore aggiunto, 

costituito dal gusto e dalle 

caratteristiche del prodotto nazionale 

>> 

Una discussione, quella sul made in Italy, che 

di fatto rimane aperta, contrapponendo ai grandi 

brand internazionali le piccole e medie imprese 

che caratterizzano per la maggior parte 

dei casi il tessuto produttivo interno. 

Enfatizzare e sviluppare quello che è un indubbio 

potenziale esistente costituisce la base di 

lavoro dell’associazione dei produttori italiani 

sportivi, ottenuta attraverso uno sforzo comunicativo 

importante e di ampio respiro. Con 

l’obiettivo dichiarato di ottenere dalle istituzioni 

il sostegno necessario al coinvolgimento del 

vasto pubblico e la trasmissione di quelle positività 

che ancora oggi possono fare la differenza. 

Una condizione, questa, che non lascia estraneo 

neppure il mondo retail, coinvolto in prima 

persona per la valorizzazione del prodotto italiano 

o di concezione italiana, con il compito di 

trasmettere al consumatore finale le positività 

di una scelta in tal senso e cercando di arginare 

lo strapotere delle grandi catene e una battaglia 

dei prezzi che, se protratta, potrebbe segnare 

definitivamente la vittoria delle produzioni 

asiatiche. 

La Cina e gli altri Paesi del far east crescono, 

infatti, con nuove generazioni di imprenditori 

che hanno compreso logiche e dinamiche europee, 

affinando le strategie per le proprie proposte 

commerciali. Un vantaggio, dunque, 

quello del made in Italy, non ancora messo 

completamente in discussione, ma certamente 

sempre più esile. Se parlare di un sorpasso da 

parte dei competitor sarebbe in un certo senso 

disfattista, non bisogna dimenticare che la progressione 

di certi poli stranieri ha saputo farsi 

strada sui mercati internazionali con proposte 

decisamente superiori a quelle di un tempo, e 

con l’aspirazione di potersi confrontare a pari 

livello con quelle eccellenze, come il made in 

Italy, che faticosamente cercano di mantenere 

quella forza che le ha sempre caratterizzate. 

salvatore.ferraiuolo@topsport.it



Le distanze non sono mai incolmabili 

In mancanza di un dialogo costante tra aziende e retail, le prime puntano sulla rete per far 

arrivare le informazioni al consumatore. La formazione e il confronto sono un must per tutti 

Andrea Parisotto, Amministratore Delegato Scarpa 

n Il mercato dell’outdoor in Italia è un po’ 

anomalo rispetto agli altri Paesi. Le cause sono 

probabilmente da ricercare nella struttura 

distributiva, in quanto la maggior parte dei 

prodotti legati a questo mondo vengono distribuiti 

all’interno di grandi catene generaliste e non 

specifiche. Oppure in punti vendita che mescolano 

a prodotti outdoor altri generi non riconducibili a 

questo settore. Sarebbe quindi auspicabile, a 

detta di molti operatori, un indirizzo futuro che 

porti alcuni punti vendita specializzati o anche 

catene di medie dimensioni a prestare un po’ più 

di attenzione al mondo dell’outdoor. Certo 

bisognerà fare i conti con il consumatore e su 

come questo deciderà poi di indirizzarsi, ma 

esperienze estere o anche nostrane, come 

Sportler, dimostrano come un punto vendita ben 

fatto, con prodotti validi e la giusta capacità di 

presentarli può ottenere ottimi risultati. 

Una simile considerazione porta a riflettere sul 

difficile dialogo tra tessuto produttivo e sistema 

distributivo, poiché le imprese lamentano la 

scarsa attenzione del retail alle innovazioni che le 

aziende portano sul mercato. Inoltre la scarsa 

propensione a mettersi in gioco e a partecipare 

alle fiere dimostra la mancanza di un certo spirito 

di iniziativa. Dal canto loro, le aziende stesse 

dovrebbero puntare su una formazione specifica 

dei retailer, anche se le adesioni non 

sono poi così incoraggianti. 

Un incontro, quello tra le 

aziende e la distribuzione, 

che vede l’Italia soffrire 

sempre di una scarsa 

collaborazione, 

derivante dalla 

difesa ad 

oltranza e 

dal tentativo 

di mantenere posizioni in un mercato che, al 

contrario, è sempre più dinamico ed in continua 

evoluzione. A confermare questo stato dell’arte è 

Andrea Parisotto, Amministratore Delegato Scarpa 

e Consigliere Cooptato Assosport: “Sono stati 

molteplici i tentativi per facilitare la 

partecipazione a eventi nazionali e internazionali, 

ma abbiamo dovuto registrare pesanti cali di 

presenze, come dimostrano le recenti 

manifestazioni fieristiche e non.” Una staticità che 

certo non è salubre per il business e che porta le 

aziende a concentrarsi, anche attraverso format 

specifici come i social network, a rivolgersi 

direttamente ai consumatori, per poter trasferire 

le notizie relative ai nuovi prodotti ai diretti 

interessati, con la speranza che magari sia 


Formare, informare e coinvolgere 


Il nuovo Presidente è un amico di 

vecchia data e credo che sia una persona 

altamente qualificata. Per questo 

le aspettative di questo nuovo 

gruppo di lavoro sono quelle di portare 

avanti la gestione fatta dal Past 

proprio il consumo a rivolgersi al negoziante e a 

stimolarlo in tal senso. “Non è accettabile – 

spiega Parisotto – che arrivino in azienda mail di 

potenziali acquirenti che chiedono non solo dove 

trovare il prodotto, ma anche dove reperire 

informazioni. Alcuni si sentono smarriti dal non 

ricevere nel punto vendita risposte ai loro quesiti, 

nonostante si tratti di domande estremamente 

semplici e che non necessitano di una particolare 

preparazione.” Il mondo dell’outdoor è in 

espansione e cresce l’attenzione anche da parte 

delle famiglie, come confermano i dati diffusi 

recentemente, per cui “occorre avvicinare il 

consumatore coinvolgerlo, far provare il prodotto, 

spiegare le peculiarità che lo contraddistinguono”, 

conclude Parisotto. 

Mi piacerebbe poter migliorare un 

po’ lo stato delle cose. Mi piacerebbe 

trovare una modalità per 

interessare di più i negozianti e 

andare incontro a questi attraverso 

determinate iniziative. Al tempo 

stesso la mia attenzione si 

concentrerà anche sul consumo, 

per portare più informazioni possibili 

sia al punto vendita che al 

consumatore, in modo da far dialogare 

le parti. Sicuramente punterò 

anche su iniziative ed eventi 

che riescano a coinvolgere le famiglie, 

visto il crescente interesse 

del pubblico e la diffusione di una 

pratica sportiva a contatto con la 

natura. 

President a uno step successivo. 

Puntiamo al coinvolgimento degli associati 

e sulla possibilità di sviluppare 

una nuova progettualità, al fine di 

ottenere un ritorno positivo per le 

aziende che sono associate. 

Andrea Parisotto. 37 anni, due figli, è Consigliere Cooptato Assosport 

140

TESTIMONI DEL NOSTRO TEMPO 

Più cultura, 

più business 

Anche questa volta non l’ha 

presa larga. Come quando 

scendeva nello slalom e sfrecciava 

sfiorando i paletti delle porte 

della pista, oggi Giorgio Rocca 

guarda il mondo dello sci e il mercato 

ad esso correlato negli occhi, e 

attacca. In palio questa volta non 

c’è una medaglia, ma la voglia di dare 

consapevolezza a un mondo amato 

che potrebbe essere migliore, se 

solo lo volesse, se solo riuscisse a 

dare quella sterzata decisiva, spingendosi 

con convinzione verso nuovi 

traguardi. 

L’ex Giorgio nazionale, campione 

dello sci alpino italiano ritiratosi dalle 

scene ormai da un anno, ha analizzato 

la situazione, individuando le 

falle da tappare, per poi portare al 

largo la barca. “Il movimento continua 

a dare risultati altalenanti – afferma 

infatti Rocca – soprattutto a 

causa della crisi economica. Sciare 

è difficile, in particolare per una famiglia. 

Io lo so, avendo tre figli. Si 

spendono un sacco di quattrini e 

questo influisce molto sulla possibilità 

per le famiglie di prendersi una 

vacanza sulla neve, dal weekend alla 

stagionale.” Motivo per cui è importante 

cercare di ottimizzare i costi. 

“Lo skipass e l’attrezzatura sono 

quelli che incidono di più – spiega 

Rocca – per cui, ad esempio, è conveniente 

ricorrere al noleggio, soprattutto 

per chi scia solo qualche 

volta durante l’anno.” Complessivamente 

il gioco vale la candela. Sciare 

dà sensazioni particolari e, non 

per niente, lo sci alpino è lo sport invernale 

praticato da più persone. 

Allora quali sono i fattori che ne frenano 

l’esplosione in Italia, con le relative 

conseguenze sul mercato cor- 

142 

relato? “Principalmente – risponde 

Rocca – è una questione di cultura 

sportiva che in Paesi come l’Austria 

o la Svizzera, dove sono nato e dove 

vivo dal 2006, è trainante, mentre 

in Italia ostacola la diffusione 

dello sci alpino. Sarebbe necessario 

un cambiamento, che porterebbe 

dei vantaggi da tutti i punti di vista, 

compreso quello commerciale. Aumentare 

la portata e l’appeal del 

movimento, sarebbe infatti un impulso 

anche per il mercato dello sci alpino, 

con vantaggi interessanti per 

tutti gli operatori del settore.” Che 

oggi hanno al centro delle proprie 

discussioni il tema della sicurezza, 

sempre più caldo dopo alcuni incidenti 

che, negli ultimi tempi, hanno 

scosso il pubblico, facendo insorgere 

inquietanti interrogativi sullo stato 

delle nostre piste. “In Italia – allontana 

ogni dubbio Rocca – siamo supersicuri. 

Abbiamo reti ovunque e le 

piste sono tenute molto bene, posso 

confermarlo io che ho girato in 

tutto il mondo.” Il discorso riguarda 

piuttosto le protezioni, a partire dal 

casco, che Rocca vorrebbe diventasse 

obbligatorio per tutti, esattamente 

come succede per chi va in 

moto. “Io stesso ho convinto un 

sacco di gente a metterlo. E poi il 

casco tiene caldo.” Il fuoco del problema 

allora qual è? “Gli idioti che 

scendono in modo pericoloso e avventato 

sulle piste, determinando un 

pericolo per sé e per gli altri. Su 

questo aspetto spererei che presto 

in Italia entrasse in vigore il sistema 

punitivo già presente negli Stati Uniti, 

per cui, la seconda volta che ti 

vedono compiere l’infrazione, ti tolgono 

il biglietto e non scii più per 

tutta la giornata. E se continui il tuo 

Ritiratosi dalle 

competizioni, l’ex 

campione Giorgio 

Rocca fa il punto 

sul mercato dello sci 

alpino, evidenziando 

la necessità di un 

cambio di mentalità

Storia di un campione 

La vita e i successi di Giorgio Rocca, ex campione assoluto dello sci alpino italiano 

Giorgio Rocca è nato a Coira, nel Cantone dei Grigioni, 

in Svizzera, il 6 agosto del 1975, ma già a un mese di 

vita risiedeva a Livigno, dove ha cominciato la sua carriera 

come sciatore. Nel 1992 è entrato in Nazionale e 

contemporaneamente nei Carabinieri. Sebbene gli infortuni 

abbiano rallentato la sua crescita come campione, 

Rocca è stato l’atleta di punta dello sci alpino e il capitano 

della Nazionale fino al gennaio 2010, quando si è 

ritirato dall’attività agonistica in seguito a un grave infortunio. 

In carriera ha conquistato 11 vittorie in Coppa del 

Mondo, 3 bronzi mondiali e una Coppa di Specialità 

(Slalom Speciale) vinta nel 2006. Oggi Giorgio Rocca 

collabora con la FISI nella formazione degli allenatori per 

lo slalom e continua la sua attività nei Carabinieri. Lo 

scorso 13 dicembre Rocca ha fondato la Giorgio Rocca 

Ski Academy, la prima accademia itinerante di sci che 

nella stagione invernale 2010-11 toccherà alcune delle 

più prestigiose località sciistiche alpine, da Selva di Val 

Gardena a Cortina, da Courmayeur a Livigno. Il progetto 

si rivolge principalmente agli sciatori e alle sciatrici di 

medio-alto livello, che sciano in media 15 giorni l’anno, e 

ha l’obiettivo di migliorare la loro tecnica attraverso due 

allenamenti intensi, sciando accanto a Rocca e a un allenatore 

ex atleta della Nazionale italiana di sci. Dal 2006 

Rocca vive in Svizzera con la moglie e i loro tre figli. 

comportamento diventa punibile dal 

codice penale.” La sicurezza viene 

prima di tutto, sulla strada, come in 

pista. Dove, per essere tranquilli, è 

bene osservare alcune semplici regole. 

“Mettere il casco – conferma 

Rocca – e farsi consigliare bene 

quando si sceglie l’attrezzo.” 

Da qui la responsabilità dei negozianti, 

chiamati non più solo ad 

esporre i prodotti o a scegliere un 

brand anziché un altro, ma a collaborare 

attivamente con il cliente, per 

permettergli di praticare lo sci alpino 

in piena comodità e sicurezza. Privilegi 

che, fino a poco tempo fa, non 

erano così alla portata di tutti, o almeno 

non lo erano con la qualità 

che oggi il mercato offre ai propri 

consumatori. “Guardando la situazione 

presente – afferma infatti Rocca 

– devo dire che, rispetto agli anni 

Ottanta e Novanta, c’è stato un 

grosso passo in avanti sia nei materiali, 

sia nella qualità delle attrezzature 

utilizzate. Oggi ci si diverte diecimila 

volte di più e questo è il frutto 

anche di un approccio diverso allo 

sci alpino. Adesso il bambino che 

impara a sciare sta sugli spigoli e si 

diverte, perché lo sci non è più derapare, 

né avere una forza micidiale, 

ma semplicemente vivere sensazioni 

che prima non si provavano.” Sarà 

anche per questo che lo sci alpi- 

>> 

143

TESTIMONI GIORGIO ROCCA 

>> 

no piace tanto ai bambini. Su di loro 

ha un forte impatto, un po’ per l’ambiente 

particolare in cui viene praticato, 

un po’ per le emozioni particolari 

che si provano sciando. “Io stesso, 

nella mia scuola di sci – continua 

Rocca – vedo bambini che vengono 

a sciare anche se c’è -30° e 

che si divertono tantissimo. Lo stesso 

vale anche per i miei tre figli, Giacomo 

di 5 anni, Tommaso di 3 e 

mezzo e Francesco di 2, tutti appassionati 

di questo sport.” 

Anche per la presenza del papà 

che, uscendo dal circuito agonistico, 

ha lasciato il movimento sciistico 

italiano in una situazione difficile. 

“La presenza di un grande campione 

– spiega infatti Rocca – aiuta 

notevolmente il movimento ad acquistare 

appeal e interesse sul mercato. 

Pensiamo ai riflessi positivi 

avuti dalle case di moto quando Valentino 

Rossi ha iniziato a fare 

sport.” Il punto è che oggi in Italia ci 

sono dei bravi ragazzi, che conquistano 

dei podi e che ottengono delle 

vittorie in Coppa del Mondo, ma 

non cè nessuno in grado di portare 

la gente nei rifugi, a rivedere le imprese 

compiute in pista. “È vero, 

conta molto anche la squadra che 

hai alle spalle, ma credo che adesso 

ci troviamo di fronte a una situazione 

difficile dal punto di vista tecnico 

che, di riflesso, ha conseguenze 

negative sul mercato. È infatti il 

campione che trasmette la passione, 

anche se chi lavora nel mercato 

deve a sua volta fare una buona offerta 

per rendere appetibili i prodotti.” 

Qual è la strada da seguire per 

uscire da questa piccola crisi? “Lavorare 

di nuovo sui giovani, partire 

dalla base ed investire sui ragazzi. 

Quando finisce un’Olimpiade, bisogna 

pensare subito a quella successiva, 

lavorando per tempo. 

Adesso non c’è il necessario ricambio 

generazionale, manca la fascia 

tra gli anni Ottanta e l’inizio degli 

anni Novanta.” Le leve del futuro 

sono i giovani, che hanno bisogno 

di essere aiutati. Lo sci è uno sport 

costoso e i genitori aiutano finché 

possono, ma se non ci sono alle 

144 

È tempo di cambiare 

La ripresa del mercato dello sci alpino passa attraverso la 

volontà di tutte le componenti di superare alcune precise difficoltà 

Non è solo responsabilità della crisi se il mercato dello sci alpino in Italia 

fatica a decollare. A confermare questa ipotesi è Giorgio Rocca, che si 

dimostra critico nei confronti di alcune situazioni presenti nel nostro Paese. 

“Lo sci alpino funziona bene nelle località turistiche austriache e svizzere 

– afferma Rocca – perché là c’è una visione diversa della settima bianca. 

Finché in Italia, soprattutto nelle scuole, non si lavorerà perché i bambini 

si avvicinino alla neve, il movimento non funzionerà mai al massimo delle 

sue potenzialità.” Poi un pensiero per le istituzioni. “Non possono dare le 

vacanze per tutti dal 20 dicembre all’8 gennaio – afferma Rocca – affollando 

le piste in quel periodo, quando nel resto del mese di gennaio non 

c’è nessuno.” È dunque un problema dello Stato e delle Regioni, prima che 

delle aziende. Se le vacanze si diversificassero, i costi, compresi quelli 

delle strutture alberghiere, diminuirebbero e tutto il sistema funzionerebbe 

molto meglio. Agendo in modo più razionale, potrebbe esserci gente che 

va a sciare da metà novembre fino al 15 aprile, mentre adesso c’è il boom 

per Natale e per l’Immacolata, perciò tanta gente, di fronte all’idea di passare 

ore e ore in macchina per arrivare nella località sciistica, preferisce 

stare a casa. In sintesi il centro del problema è uno solo. “Bisogna incentivare 

il più possibile i principianti – spiega Rocca – e poi va portata la 

possibilità di praticare lo sci, e di avere delle piste, direttamente nelle città. 

Ad esempio io ho sempre avuto l’idea di portare a Milano una pista di 200- 

300 metri, mettendo 50-100 maestri pagati dal Comune a servizio gratuito 

della gente, per permettere ai bambini di imparare.” C’è già qualcuno 

che ha adottato modelli di questo genere? “In Svizzera – risponde Rocca 

– dove vivo c’è una mentalità diversa, più vicina alle idee che ho appena 

esposto e tutto funziona molto bene.” 

spalle dei gruppi, si finisce per 

smettere. “Nel mio caso sono stato 

fortunato ad avere con me i Carabinieri 

che, da quando avevo 17 anni, 

mi hanno aiutato a sostenere i costi 

degli sci e delle trasferte.” È una 

questione di passione, ma anche di 

scelte di vita dettate dal carattere. 

“Se mio figlio dovesse chiedermi se 

diventare un calciatore o uno sciatore 

– afferma Rocca – non saprei 

cosa consigliargli. Lo sport di squadra 

ti aiuta a diventare più aperto, a 

socializzare, mentre quello individuale 

ti responsabilizza molto. In 

generale direi che uno deve esserci 

portato. Io, ad esempio, non avrei 

mai potuto praticare uno sport di 

squadra, perché se vedo uno che 

non dà il 100% come me, mi arrabbio 

di brutto. È una questione di 

carattere.” Quello che servirà al movimento 

per cercare un rilancio. Per 

la soddisfazione dei tifosi e di chi 

opera commercialmente in questo 

settore. 

damiano.montanari@topsport.it 

FOTO: COLMAR

un 

2011 al TOP 

del 

dinamismo 

In dieci anni GIL – Spaziale Splendy ha illustrato al meglio la parabola 

ascendente di un’azienda nata dal nulla e affermatasi come specialista 

assoluta nel campo dell’innovazione tessile. 

Prima con la microfibra nel campo dell’accappatoio e dell’asciugamano, 

e oggi con la nuova rivoluzione del tessuto TexWinner. 

Ridefinendo gli standard nel comfort quotidiano e nelle performance 

Il 2011 per Spaziale Splendy sarà un anno particolarmente 

intenso e già i primi giorni dopo 

le feste lo dimostrano ampiamente. La nuova 

collezione Tex Winner, la sua efficacia, la sua 

capacità di attrarre e il nuovo, radicale, passo 

in avanti fatto dalla tecnologia che essa diffonde, 

si conferma come la novità più importante a cavallo 

tra l’anno appena trascorso e quello iniziato. 

A essa si affiancano una serie di altre notizie che 

coinvolgono l’attività di comunicazione, la politica 

di appoggio al punto vendita, le ovvie novità di 

prodotto e, ultima ma non meno importante il programma 

di appoggio a Telethon attraverso la sponsorizzazione 

di azioni ed eventi dedicati alla raccolta 

fondi per l’Associazione. 

ancora una collezione di teli mare estesa e potenziata 

in una gamma di disegni e immagini che rendono 

il telo mare stampato Spaziale Splendy soggetto di 

una collezione di temi davvero “per tutti”. 

Infine, la nuova linea di accappatoi rigati, capispalla 

semplici e raffinati al contempo, si segnalano 

per un tema rigato importante e armonioso, 

ispirato al tratto pittorico di Matisse. Una collezione 

sofisticata e performante, destinata a diventare 

un riferimento estetico nell’ambito della 

classicità. 

GIL srl 

P.zza Donegani 1 

20133 Milano 

Tel. 02 70636911 

Fax 02 2361867 

spaziale@spazialesplendy.it 

marketing@spazialesplendy.it 

www.spazialesplendy.it 

General Manager 

Emilio Mina 

Direttore commerciale 

Franco Blasi 

Tante azioni e promozioni 

Prima di tutto il rinnovo del contratto con Antonio 

Rossi, atleta olimpico italiano e testimonial efficace 

dell’accappatoio Spaziale Splendy, poi la realizzazione 

di un programma di sostegno 

promozionale per i dettagli specializzati 

attraverso la 

creazione di una 

rete di corner – 

il tutto sarà uff 

icialmente 

presentato a Firenze, 

per Immagine 

Italia&Co. 

dal 4 al 

6 febbraio – e

ATTUALITà 

ApPROFITTIamo 

dei Mondiali 

La competizione planetaria di slittino 

svoltasi a Cesana potrebbe rappresentare 

l’occasione per incentivare 

la nascita di un nuovo mercato invernale 

Nell’immaginario comune è 

trainata da renne e trasporta 

un grosso omone con la barba 

bianca destinato a fare felice tanti 

bambini. Nel nostro caso la slitta, 

o meglio lo slittino, potrebbe essere 

invece il cavallo di Troia per espugnare 

il castello di reticenze legato 

al mercato di uno sport che in Austria 

e in Germania sfonda, mentre 

qui in Italia, se non affonda, al massimo 

resta in linea di galleggiamento. 

L’occasione per cambiare questa 

situazione potrebbe essere vicina: i 

Mondiali di slittino che si sono disputati 

a Cesana dal 21 al 30 gennaio 

hanno spostato sull’Italia le attenzioni 

degli addetti ai lavori di tutto 

il mondo. Quale situazione migliore 

per cercare di scoprire un mercato 

che, al momento, può al massimo 

definirsi di nicchia? 

Sicuramente molto dipenderà dai risultati 

che i nostri atleti, e in particolare 

Armin Zoeggeler, autentica icona 

del movimento e araldo azzurro, 

riusciranno a conquistare proprio 

mentre la nostra rivista sta andando 

in stampa. È una regola che vale anche 

per gli sport maggiori, e tanto 

più per una disciplina come lo slittino, 

che “in Italia raggiunge livelli di 

pratica amatoriale e agonistica praticamente 

solo in Alto Adige e in Piemonte”, 

come conferma il presidente 

del Comitato regionale Alpi Orientali 

146 

della FISI, Pietro Marocco. Con 

questi presupposti appare quindi ottimistico 

anche solo il parlare di un 

mercato di nicchia dello slittino, che 

vanta un numero di praticanti e, di 

conseguenza, di consumatori decisamente 

ristretto. Almeno per ora. 

Sì perché, se il grande palcoscenico 

mondiale sarà sfruttato nel modo più 

proficuo, ecco allora che potremo 

assistere alla nascita di un interesse 

che porterà con sé nuovi sponsor, 

nuova attenzione mediatica, nuovo 

appeal nei confronti dei consumatori 

e, quindi, nuovi profitti per le aziende 

del settore. Non è una visione avvenieristica, 

è semplicemente la consapevolezza 

della forza dei media e 

dell’immagine, specie in una società 

come la nostra. L’importante sarà 

muoversi verso la strada giusta, non 

discostandosi troppo dalla realtà, 

ma nemmeno rinunciando a visioni 

che potrebbero rivelarsi lungimiranti. 

In questo senso, si legga l’idea 

dell’Assessore allo Sport della Regione 

Piemonte, Alberto Cirio, di realizzare 

una sorta di “Coverciano 

bianca”, prendendo spunto dal celebre 

centro tecnico creato dalla FI- 

GC per il mondo del calcio. Un progetto 

ambizioso, come conferma 

Roberto De Luca, Amministratore 

Delegato Parcolimpico Srl: “I costi 

di manutenzione di certe strutture 

pensate per gli sport invernali più di 

nicchia come lo slittino sono altissimi 

e rendono antieconomico il loro 

mantenimento in funzione per le sole 

competizioni sportive. Tuttavia, esse 

rappresentano un enorme potenziale, 

sfruttabile appieno attraverso una 

saggia amministrazione e concreti 

investimenti in tutti gli impianti post 

olimpici montani, in modo da trasformarli 

in un grande centro di allenamento 

in cui coltivare le nuove stelle 

italiane degli sport invernali. Una vera 

e propria Coverciano Bianca. 

Abbiamo ereditato un patrimonio 

prezioso che, come ha ben detto 

l’Assessore allo Sport del Piemonte, 

Alberto Cirio, dovrebbe essere fatto 

fruttare non solo in Piemonte, ma a 

vantaggio di tutto il nostro Paese.” 

Ovviamente, per realizzare un progetto 

così ambizioso, bisogna che 

tutte le istituzioni (Governo, Regione, 

Coni) si diano da fare, ciascuna 

nel proprio ambito di competenza. 

Le conseguenze commerciali sarebbero 

estremamente positive. “Quando 

una pista come quella di Cesana 

è aperta e funziona bene per molti 

mesi l’anno – sottolinea infatti il presidente 

Marocco – le ricadute economiche 

non mancano.” Fermiamoci 

allora un attimo e chiudiamo gli occhi. 

Pensiamo al movimento di consumatori 

nei negozi delle valli interessate 

e poi, in un effetto domino, 

all’interesse che, in costante aumen-

Il Cannibale 

Lo slittinista di Merano è un 

simbolo a livello mondiale 

di questa disciplina sportiva 

Armin Zoeggeler è nato a Merano 

il 4 gennaio 1974 e, grazie ai 

tanti successi ottenuti nel corso 

della sua carriera nello slittino, è 

diventato un personaggio popolare 

e stimato in tutto il mondo. Nel suo 

palmares vanta 2 ori (a Salt Lake 

City nel 2002 e a Torino nel 2006), 1 

argento e 2 bronzi olimpici, 14 medaglie 

ai Mondiali (5 ori, 5 argenti e 

4 bronzi), 10 medaglie agli Europei 

(2 ori, 4 argenti e 4 bronzi), 14 medaglie 

ai campionati italiani (12 ori, 

1 argento e 1 bronzo), e 2 medaglie 

ai Campionati mondiali juniores (1 

oro ed 1 bronzo), oltre a 9 Coppe 

del Mondo generali. Complessivamente 

Zoeggeler ha ottenuto 53 

vittorie individuali, senza considerare 

i risultati dei Mondiali di Cesana 

Pariol, in corso mentre la nostra rivista 

sta andando in stampa. È stato 

individuato dalla FISI come l’uomo 

giusto per promuovere il movimento 

dello slittino in Italia. 

Nelle foto: in alto, World Cup Bob. A sinistra, World Cup Skeleton Women 

Lo slittino, che come oggetto ludico è tradizionalmente 

associato al mondo dei bambini, potrebbe trovare in loro 

potenziali nuovi consumatori attraverso una sapiente 

opera di educazione a pratiche sportive alternative 

to, potrebbe contagiare gli esercizi 

di tutta la Penisola. Al momento è 

solo una visione, ma vale la pena 

prenderla in considerazione, specie 

per tutti i vantaggi, soprattutto commerciali, 

che porterebbe con sé. 

A quel punto, sarebbe fondamentale 

non trascurare un dato di fatto rilevante: 

lo slittino, che come oggetto 

ludico è tradizionalmente associato 

al mondo dei bambini, potrebbe 

trovare in loro potenziali nuovi 

consumatori. Un’idea non troppo 

lontana, visto l’impegno profuso dal 

Comitato Alpi Occidentali della FI- 

SI in questa intuizione. “Nell’ambito 

del Top School Project, realizzato 

negli anni scorsi in collaborazione 

con il Torino Olympic Park e con il 

sostegno della Regione Piemonte e 

della Provincia di Torino – racconta 

infatti il presidente Marocco – abbiamo 

promosso la pratica dello 

slittino nelle scuole.” Ai ragazzi delle 

scuole medie inferiori e superiori 

è stata data l’opportunità di incontrare 

Zoeggeler, per ascoltare dalla 

sua viva voce il racconto dei suoi 

inizi agonistici, dei sacrifici che ha 

dovuto fare per emergere, delle 

soddisfazioni che ha ottenuto nella 

sua luminosa carriera. Armin è un 

vero appassionato dello slittino, 

sport che per lui è una ragione di 

vita. “Se non lo fosse, avrebbe certamente 

scelto qualche altra disciplina 

per emergere – continua Marocco 

– con il fisico e le doti che 

possiede, non avrebbe avuto alcun 

problema a diventare campione in 

un altro sport. È anche una persona 

estremamente disponibile a confrontarsi, 

soprattutto con i giovani. 

Nei prossimi anni dovremo farne il 

principale propagandista dello slittino 

nel nostro territorio: sappiamo di 

poter contare su di lui, perché lui è 

il primo a credere nell’investimento 

sui giovani.” L’uomo giusto per raggiungere 

l’obiettivo. In fondo, pur 

senza avere le renne a trainarlo, anche 

lui ama stare seduto su una 

slitta. Destinato a regalare tante 

soddisfazioni, oltre che ai suoi tifosi, 

anche a chi avrà il coraggio di 

credere in un mercato nuovo e tutto 

da inventare. 

aldo.vittorio@topsport.it 

147

NOVITà PRODOTTO 

LA VETRINA 

delle NOVITÀ 2012 

Al freddo con stile 

Spirito trapper e vintage outdoor per 

il tema pieno inverno “La Capanna” proposto 

da Aigle. Predominanza di quadri 

vintage su camicie, casacche trapuntate, 

piumini e accessori. Piumino, cappuccio 

in pelliccia per il grande freddo, lavorazione 

tipo fatto a mano e maglia jacquard 

completano questa storia rétro-outdoor. 

La profondità della gamma di colori, army, 

nero, cuoio, è accentuata dai tocchi 

luminosi, blu artico e rosso cremisi. Profilo 

rétro per la donna: un gilet imbottito e 

impunturato, con maniche in lana in maglia 

jacquard. 

Dalle cascate 

alle competizioni 

Cassin propone un attrezzo concepito 

per la scalata moderna senza dragonne 

su ghiaccio tecnico, misto estremo e 

dry-tooling con una particolarità unica 

al mondo: l’impugnatura brevettata ad 

inclinazione variabile. Questa caratteristica 

gli permette una polivalenza al vertice 

di categoria. L’attrezzo presenta manico 

omologato T, lama di serie mixte omologata 

B dotata di sporgenza posteriore con 

funzione di martello minimale; X-Finger 

Small per la regolazione micrometrica 

dell’ergonomia dell’impugnatura a livello 

del dito indice, impugnatura ergonomica 

e sovrastampata ad inclinazione variabile. 

Cassin è distribuito da Camp. 

Per i più esigenti 

W.L. GORE & ASSOCIATI 

Numero Verde 800 681 168 

www.gore-tex.com 

Dai berretti da corsa e dalle fasce per 

la fronte, fino alle maglie, alle giacche e 

ai tights, Gore Running Wear dispone 

di un’offerta completa per i runner più 

esigenti che vogliono per i propri capi 

la massima visibilità e quindi la massima 

sicurezza. La giacca con membrana Gore- 

Tex Paclite Shell garantisce una completa 

protezione contro le intemperie. 

Per risaltare 

Una collezione Gold nei particolari 

quella proposta da Aquarapid, nella 

preziosità e ricercatezza dei capi, che 

sfrutta la tecnologia del tessuto Sensorial 

High Touch per capi strutturati, 

costruiti sul corpo per metterlo in 

risalto, donando il massimo comfort 

sia in situazioni di relax termale che 

di allenamento sportivo. Aquarapid è 

distribuito da Iga Company. 

148 

IGA COMPANY 

Tel. 039 2497 344 

igacompa@tin.it

Un impareggiabile 

campo visivo 

Costruito 

intorno all’uomo 

Sorprendentemente 

versatile 

Questa linea di goggles Soaza, grazie 

a un sistema di intercambiabilità della 

lente, permette di configurare facilmente 

la maschera con lenti adattabili a diverse 

condizioni. La lente doppia offre un campo 

visivo molto ampio e privo di distorsioni, 

anche grazie al sistema esclusivo Nodistortion 

ideato dal team R&D di Shred. Si 

tratta di una maschera compatibile con 

tutti i tipi di caschi ai quali si aggrappa 

grazie alla fascia siliconata all’interno dello 

strap elastico. Il morbido foam multistrato 

e multidensità che viene a contatto con il 

viso ha uno speciale trattamento hypoallergenico 

per evitare allergie. Le lenti 

garantiscono resistenza ai graffi, e offrono 

una protezione 100% UVA/UVB/UVC. 

Shred è distribuito da Anomaly Action 

Sports. 

ANOMALY ACTION SPORTS 

Tel. 041 2517 271 

info@slytech.it 

Motion Trainer di DKN Technology è il 

primo attrezzo per l’allenamento cardiovascolare 

che segue il passo dell’utente. Il 

movimento delle gambe, che si adatta in 

maniera dinamica all’utente, si combina al 

movimento delle braccia e offre a tutti, a 

prescindere dall’età e dal livello di fitness, 

un allenamento bilanciato ed efficace. 

È dotato dei più innovativi programmi di 

allenamento, dal semplice Start training 

per accedere a un allenamento libero, ai 

programmi a obiettivo tempo, distanza o 

calorie, fino ai più sofisticati programmi a 

battito cardiaco costante, ma soprattutto 

è l’unico ellittico con volano anteriore 

realmente compatto. 

La novità proposta da The 

North Face è Super Zephyrus 

Hoodie, uno scudo contro il 

vento. La struttura ibrida 

di questa felpa con 

cappuccio offre elasticità 

e isolamento. 

Dotata di inserti 

in pile Polartec 

Power Stretch sui 

fianchi, sotto le 

braccia e in corrispondenza 

della 

colonna vertebrale 

superiore, 

presenta inoltre 

un denso strato 

isolante Primaloft 

One racchiuso 

all’interno di un 

tessuto ripstop. 

MH EUROPE 

Tel. 0434 871 428 

info@mheurope.net 

Per prendere confidenza con la neve 

Distribuita in esclusiva per l’Italia da Garlando, la linea neve di Stiga si caratterizza 

per il design particolarmente curato. Si chiama “snowrunner” la versione dello snowracer 

dedicata ai bambini dai 6 anni in su. Un monoposto dal look attraente, ideale perché i più 

giovani (porta al massimo 100 kg) possano prendere confidenza con le piste. La scocca, 

con confortevole sedile in polietilene nero con decoro fantasioso, è montata su telaio 

e sci in polietilene grigio. La guida sicura è garantita dallo sterzo con volante di colore 

arancio e dagli affidabili freni in acciaio. Per informazioni e nominativi agenti contattare 

Massimo Rapetti in azienda. 

Per tutti i livelli 

La Xero Wheels ha recentemente ampliato 

la propria gamma di skateboard con 

l’acquisizione della licenza degli skateboard 

completi Tonyhawk Huckjam Series. 

La gamma è composta da 3 serie: una per 

i professionisti, una per i riders di livello 

avanzato e un’altra per chi vuole approcciare 

lo skateboard grazie a un prodotto 

di prestigio ad un prezzo accessibile. Le 

grafiche, molto aggressive, sono state 

disegnate da leggendari skate artist in 

collaborazione con Tony Hawk. 

XERO WHEELS 

Tel. 0423 569 499 

info@xerowheels.com 

GARLANDO 

Tel. 0143 318 500 


149


Ritmi strong 

Per la stagione AI 2011/12 la collezione 

Canadiens si trasforma in una compilation 

energica e grintosa, giocata su ritmi 

disinvolti con un indovinato mix&match di 

funzionalità, creatività e fantasia. Mood 

college per il bomber proposto in tessuto 

blu lucido, con bande arancioni sulle maniche 

e sulla bordatura in maglia. Canadiens 

è distribuito da Aesse. 

Adatto a tutti 

Zipfy è l’unico strumento per discesa su neve che 

non richieda corsi di apprendimento. Per adulti e bambini 

di tutte le età dai 5 anni in su. Basta solamente 

sedersi, tenere saldamente con le mani l’asta centrale, 

stringere le gambe con i piedi indietro e scendere. 

La parte superiore di Zipfy protegge le gambe durante 

la discesa. Zipfy è distribuito in Italia da Morale Sport. 

Una colorata tecnicità 

Destinato al mondo del 

Freeride ma anche a coloro 

che amano le semplici passeggiate 

nasce Grip Color. 

Pur mantenendo intatte le 

sue alte qualità tecniche si è 

rinnovato nella sua veste esteriore 

ed è oggi disponibile in 

diverse tonalità di colore. Grip 

è distribuito da Sensi. 

SENSI 

Tel. 075 8065 452 

sensi@sensi.it 

Funzionalità e stile 

La moffola di Pasa Sport è caratterizzata 

da un elegante inserto in pelle 

con fibbia sul dorso e risvolto in pelliccia. 

Prodotta in nylon con imbottitura in piuma 

d’oca e interno in microfleece, è un articolo 

particolarmente piacevole, che esprime 

la personalità di chi lo indossa. Ideale sia 

in montagna che in città. 

Performanti e colorate 

Soullimit propone agli atleti che praticano 

lo sci alpino una serie di tute da gara 

con moltiplici grafiche, adatte anche ad 

essere personalizzate. Prodotte con uno 

speciale tessuto in Lycra Power accopiato 

alla mambrana antivento traspirante Control+, 

alternativamente tessuto omologato 

per gare FIS e a richiesta anche disponibili 

con protezioni in schiuma bicomponente 

nei punti d’impatto. Capo dal taglio super 

anatomico e performante, dotato anche di 

un comodo taschino porta radio 

ideale nelle sessioni di allenamento. 

SOULLIMIT – ZETA 

Tel. 0423 467 884 

info@soullimit.com 

150

IDEA 

Tel. 0423 3097 

info@ideakids.it 

Grinta, soprattutto 

La collezione sci firmata Harley 

Davidson dà il meglio di sé: può sfruttare 

più di 30 anni di esperienza nella 

progettazione e realizzazione di capi da 

sci, grazie al brand Cacao. I completi 

sci avranno la grinta e la forza delle tute 

motociclistiche e saranno caratterizzati 

dai colori dominanti del marchio: nero, 

grigio e arancio. Saranno realizzati con 

tessuti di ultima generazione, armaturati 

ed elasticizzati, così da essere capi di 

alta qualità, ma capaci 

di ottime performance sportive. 

L’allenamento in casa 

Con gli articoli della linea Home 

fitness, Cor Sport aiuta a mantenere in 

forma tutte quelle persone che per vari 

problemi non si possono allenare in una 

palestra fuori casa. In modo specifico, 

per chi vuole lavorare su glutei, cosce e 

polpacci, l’azienda propone il Ministepper 

Laterale. Dotato di computer con 

display che visualizza il tempo, il numero 

di passi e le calorie consumate, lo stepper 

laterale allena principalmente i quadricipiti 

e le fasce oblique della coscia, agendo 

positivamente anche sulla tonificazione 

dei glutei. Dotato di regolatore di tensione 

per aumentare e diminuire la resistenza, 

lo stepper Corsport è fornito di pedana 

antiscivolo per il massimo della sicurezza. 

COR SPORT 

Tel. 0423 639 007 

info@corsport.com 

Un inverno colorato 

Fjällräven propone la calda giacca in 

pile inserito in un tessuto misto lana. Il 

capo è imbottito con pile sul lato interno, 

per garantire maggior calore e comfort. È 

dotato di due tasche anteriori e ha maniche 

regolabili grazie ai bottoni a pressione 

nella parte inferiore del polsino. Fjällräven 

è distribuito da Fenix Outdoor. 

Massima sicurezza 

sulle piste 

Versatilità totale 

La comodità non è mai un optional. 

Grazie alla sua impermeabilità, Pomodone 

può essere usato tranquillamente in barca, 

al mare, in piscina e in tutte le occasioni 

all’aria aperta. Si tratta un articolo 

estremamente versatile, resistente, 100% 

impermeabile ed esprime il nuovo concetto 

di relax. Da oggi Pomodone propone 

anche Slittone, il nuovo prodotto per la 

neve presentato a Modena. 

POMODONE 

Tel. 0871 574 795 

info@pomodone.it 

BRIZZA 

Tel. 02 9183 393 

brizza@tin.it 

Brizza propone un nuovissimo casco 

sci con calotta in abs. Certificato EN1077, 

ha 8 prese d’aria con regolazione frontale. 

È dotato inoltre di paraorecchie rimovibili, 

sistema di regolazione posteriore Roll Fit, 

leggero e confortevole per bimbo e adulto. 

151


Molteplici funzioni 

Gammasport propone uno speciale 

attrezzo ideale per la pratica sportiva 

all’interno degli istituti scolastici, in quanto 

si presta a molteplici usi. Partendo da una 

struttura base in acciaio verniciato dotata 

di ruote, e aggiungendo a essa diversi kit, 

si possono ottenere: un ponte di tavolette, 

un ponte in rete, una parete di arrampicata, 

una rete per lanci di precisione, un 

canestro, un set di fettucce per esercizi di 

equilibrio. Si tratta di un attrezzo che permette 

di riunire in poco spazio molteplici 

funzioni, permettendo la pratica sportiva 

anche in strutture sprovviste di palestra. 

GAMMASPORT 

Tel. 0438 454 305 

info@gammasport.com 

Si utilizza ovunque 

La giacca Cerro di Crazy Idea è uno dei 

capi della linea woman più tecnici ed apprezzati. 

Costruita con un nylon leggerissimo rip-stop, 

con rinforzi in cordura sulle spalle e imbottita 

con piuma 900 fill. È adatta a qualsiasi utilizzo, 

dal più tecnico, fino allo sci e allo street. Le 

soluzioni tecnico/estetiche sono: il polsino integrato 

con asola per il pollice e il semiguanto, il 

collo alto e chiuso, il cappuccio ergonomico. 

Un facile trasporto 

CRAZY IDEA 

Tel. 0342 706371 

info@crazyidea.it 

La sacca porta sci prodotta da Marsupio 

ha capienza per due paia di sci ed è dotata 

di maniglie e tracolla con impugnatura 

antiscivolo. Presenta inoltre una 

comoda maniglia laterale, delle 

cinghie di compressione laterali 

e un porta nome. 

Camminare in sicurezza 

La scarpa proposta da Trezeta è 

confortevole e robusta, ma con più flessibilità 

e morbidezza rispetto alle calzature 

per l’escursionismo tradizionali. Adatta 

a camminate in montagna, assicura una 

buona rotazione e assorbimento degli urti 

attraverso uno speciale disegno di tacco e 

una buona intersuola in Eva schiumata. 

Assolutismo e purezza 

Una linea unica e innovativa che evoca 

scenari di rinascita. I capi proposti da 

Aquarapid hanno un’immagine essenziale 

ma ricercatissima, che si fonde in tinte 

unite che ripropongono le tonalità degli 

elementi primitivi della natura. Fasci di 

luce purissima argentata e tono su tono 

entrano nei fondi con motivi geometrici, 

puliti, slanciati, per scolpire ed esaltare 

la silhouette con forza e rigore estremo. 

Sapienti tagli e costruzioni del capo confermano 

un assoluto comfort e vestibilità 

perfetta in ogni occasione. Aquarapid è 

distribuito da Iga Company. 

152 

IGA COMPANY 

Tel. 039 2497 344 

igacompa@tin.it

Estremamente traspirante e leggero: 

il nuovo laminato altamente performante 

Con il nuovo laminato Gore-Tex Active Shell per la collezione AI 2011/2012, 

W.L. Gore & Associates, leader nel mercato dell’abbigliamento performante, 

continua a stabilire nuovi standard. Realizzata con una costruzione compatta 3 

strati, questa nuova linea di abbigliamento impermeabile e antivento, studiata 

per svolgere attività all’aperto durante tutto l’anno, offre estrema traspirabilità 

e un ottimo comfort sulla pelle. Ideale per gli atleti che necessitano di capi 

leggeri e con un’ottima gestione dell’umidità, per praticare sport ad alto 

impatto e che si svolgono nell’arco di una giornata, come ad esempio 

trail running, mountain bike e alpinismo intenso, senza rinunciare alla 

garanzia di un’impermeabilità durevole nel tempo. Questi laminati 

saranno presenti anche nella collezione PE 2012. 

Verso velocità e minimalismo 

Molti amanti dell’outdoor sono diventati più atletici e veloci che mai. Invece di 

fare escursioni in montagna corrono in salita e lungo i tracciati, l’arrampicata 

si è trasformata in arrampicata veloce, lo sci alpinismo viene praticato 

dopo il lavoro, i tour Haute Route durano quattro giorni invece di sei e i 

Tour Transalp adesso si chiamano Tour Speed Transalp. Oltre a pretendere 

di più da se stessi, questi atleti hanno aspettative sempre maggiori 

dall’abbigliamento che indossano. C’è una crescente richiesta di capi 

outdoor estremamente leggeri e minimalisti, dove ogni grammo conta 

e un’eccellente funzionalità è abbinata a un attraente look sportivo. 

W.L. Gore, specializzata nei tessuti funzionali, garantisce comfort e 

performance totalmente nuovi e ancora ineguagliati nel settore 

dell’abbigliamento impermeabile. 

L’azienda è riuscita a sviluppare un prodotto attraente per 

atleti che svolgono attività outdoor ad alto impatto in 

cui caratteristiche funzionali come ad esempio estrema 

traspirabilità e leggerezza si uniscono al comfort garantito da 

un’impermeabilità durevole nel tempo. In questo modo gli atleti 

indossano capi che rimangono sempre caldi e asciutti. 

Nuova ed esclusiva tecnologia di laminazione 

I nuovi laminati Active Shell abbinano una membrana Gore-Tex più leggera e sottile a tessuti 

performanti e leggerissimi per realizzare una soluzione avanzata a 3 strati particolarmente adatta ai 

consumatori più dinamici. Grazie a una innovativa ed esclusiva tecnologia di laminazione, all’interno 

del capo parte della fodera viene integrata direttamente alla membrana Gore-Tex, garantendo così 

la massima traspirabilità e un ottimo comfort sulla pelle. Il sudore viene allontanato rapidamente 

dalla pelle e fatto fuoriuscire attraverso il tessuto sotto forma di vapore acqueo, mentre l’umidità 

prodotta da pioggia, neve e vento non riesce a penetrare. Questa eccellente capacità di gestione 

dell’umidità assicura al corpo un ottimo comfort climatico durante gli sport performanti. 

W.L. GORE & ASSOCIATES 



Design sofisticato. Qualità garantita 

Design minimalista per ottenere massima traspirabilità e leggerezza: Gore lavora a stretto contatto 

con gli stilisti dei produttori di abbigliamento per garantire che con i laminati Active Shell altamente 

funzionali e impermeabili nel tempo vengano realizzati capi traspiranti e del peso corretto (giacche, 

giacche a maniche corte e pantaloncini), senza elementi superflui. Un’esclusiva tecnologia 

di laminazione e il comfort offerto dal design dei capi sono in grado di garantire l’eccellente 

performance del prodotto finito. 

Tra i principali produttori di abbigliamento che presentano capi in membrana Gore-Tex Active Shell 

nelle proprie collezioni per l’inverno 2011/2012 troviamo: 

Per l’Outdoor: 

adidas, Arc’teryx, Berghaus, Haglöfs, Mammut, Millet, Montura, 

Mountain Equipment, Norröna, Peak Performance, Scott, The 

North Face, Tilak, Trangoworld. 

Per il Running/ bike: 

adidas, Löffler, Castelli, Specialized, Gore Bike Wear, Gore 

Running Wear. 

153


In testa o al collo? 

Storm Buff è una fascia doppia e 

reversibile utilizzabile come cappello o 

scalda collo, particolarmente protettiva 

perché costituita da un doppio strato di 

microfibra e da uno in Windstopper. 

Buff è distribuito da Nov.Ita. 

Una seconda pelle per volare 

Il nuovo gillet di Soullimit è studiato 

appositamente come protezione durante gli allenamenti 

per gli atleti impegnati tra i pali delle 

discipline alpine. Termico e antivento grazie 

alla membrana Control+, con un comfort 

assoluto. Atillato alla figura come una seconda 

pelle, assicura la costanza delle 

prestazioni durante le discese. 

SOULLIMIT – ZETA 

Tel. 0423 467 884 

info@soullimit.com 

Per evitare le cadute 

LA RIVOLUZIONE 

DELLO SCOOTER 

La Xero Wheels presenta il nuovo 

Pulse Slither, una vera rivoluzione nel 

mondo del monopattino a tre ruote. 

Permette di realizzare tricks ed evoluzioni 

semplicemente impossibili con qualsiasi 

altro scooter grazie alle due grandi ruote 

frontali e alla ruota piroettante posteriore. 

Questo articolo trasferisce il divertimento 

dello snowboard, dello sci e del surf su 

ruote. La tensione della ruota posteriore 

può essere regolata lasciando all’utilizzatore 

la libertà di sbandare, di eseguire 

curve velocissime a 180° o di inventare 

nuovi inimmaginabili tricks. 

KRYPTONICS/HYPER WHEELS 

XERO WHEELS 

Tel. 0423 569 499 

info@xerowheels.com 

Grande termicità 

Nuovissimo capo della 

collezione 2011 Berghaus, 

la giacca Asgard unisce le 

caratteristiche naturali della 

piuma alla tecnicità del PrimaLoft 

per garantire massima 

termicità con minor peso 

e minor volume. Il tessuto 

Pertex arricchisce il capo e 

garantisce la protezione da 

acqua e vento nelle condizioni 

climatiche più proibitive. La 

giacca è stata testata dagli 

atleti del team nelle condizioni 

climatiche più dure. Berghaus 

è distribuito da Prosport. 

Impermeabile (grazie alla membrana 

Tide seal) e imbottita con 3M Thinsulate 

200 g, la scarpa prodotta da Teva è dotata 

di una suola antiscivolo specifica per 

terreni ghiacciati, grazie alla tecnologia 

Hypergrip Ice Lock. Teva è distribuito 

da Artcrafts International. 

154 

PROSPORT 

Tel. 0472 649 089 

info@pro-sport.bz.it

Non si scivola 

Hanwag propone un modello che 

garantisce un elevato grado di isolamento 

termico grazie alla fodera in feltro di pura 

lana e un termo plantare estraibile, colletto 

in feltro, tomaia superiore in Nabuk e parte 

inferiore in cuoio laminato PU. È dotato di 

una speciale suola che ha 14 punti antiscivolo 

realizzati con una speciale mescola 

di gomma e microscopiche particelle di 

vetro che si aggrappano alla superficie del 

ghiaccio con un effetto simile alla carta 

abrasiva. Hanwag è distribuito da 

Fenix Outdoor. 

Tecnica e appeal 

Grazie a una tecnologia innovativa che 

permettere di abbinare in modo perfetto 

un sottile film di neoprene dalla mano 

particolarmente morbida a una catena 

di nylon costruita ad hoc, questa lampo 

prodotta da Ska somma a caratteristiche 

tecniche uniche nel settore (ottenendo 

un risultato al test alla pioggia di 0,0), un 

aspetto avvincente, un’ottima scorrevolezza 

e la possibilità di personalizzazione che 

la rendono adatta a qualsiasi utilizzo. Non 

solo quindi abbigliamento tecnico, ma 

anche casual, valigeria, calzature. 

Per ogni esigenza 

di praticità 

La giacca softshell di Dynafit offre la 

massima protezione in tutte le condizioni 

atmosferiche. L’innovativo mix di materiali 

e l’efficace scambio tra calore del corpo 

e aria esterna garantiscono una temperatura 

corporea ottimale anche in condizioni 

atmosferiche caratterizzate da grandi 

escursioni termiche. La giacca è completamente 

antivento e le due 

aperture di ventilazione 

sul retro offrono un equilibrio 

termico ottimale. 

Dynafit è distribuito da 

Oberalp. 

OBERALP 

Tel. 0471 242 900 


Pratico ed elegante 

L’accappatoio in microfibra prodotto 

da Errerre si contraddistingue sia per il 

pack, particolarmente curato e innovativo, 

che per il tipo di stampa. Il disegno, tipo 

leopardato, si caratterizza per il particolare 

effetto metallescente, ottenuto grazie a 

innovativi processi di stampa. Il tessuto 

è morbido e può tranquillamente essere 

sottoposto alle normali operazioni di lavaggio. 

L’accappatoio è confezionato con 

cura artigianale, ed è dotato di due tasche 

e cappuccio, le maniche sono ampie e ha 

un’ottima vestibilità. Una volta utilizzato, 

può essere riposto ancora umido nella 

sacca da palestra o nell’armadio senza 

che si sviluppino muffe o cattivi odori. 

SKA ITALIA 

Tel. 049 8700 777 

info@skaitalia.com 

Per grandi e piccini 

Garlando distribuisce in esclusiva per 

l’Italia la linea neve di Stiga, che si presenta 

rinnovata rispetto agli anni passati 

e dotata di una tecnologia d’avanguardia. 

Spicca sulla neve il solare color arancio 

del bob Stinger, monoposto in polipropilene. 

Di semplice utilizzo e durevole nel 

tempo, è adatto ad adulti e bambini. I freni 

con maniglia ergonomica, il cordino per 

il traino in risalita e la seduta imbottita ne 

aumentano il comfort. Per informazioni 

e nominativi agenti contattare Massimo 

Rapetti in azienda. 

GARLANDO 

Tel. 0143 318 500 


ERRERRE 

Tel. 035 733 531 

info@errerre.eu 

155


Caldi, ma non pesanti 

La giacca da uomo LaFuma in piuma 

leggera e comprimibile, è dotata di 

cappuccio regolabile, doppia cerniera, 

protezione mento, due tasche per le mani 

con cerniera, tasca con predisposizione 

per lettore mp3, fondo regolabile con 

cordino elastico. È disponibile nei colori 

nero, meadow green e blu. LaFuma è un 

marchio distribuito da L.M.O. 

Tante novità 

La stagione AI 2011/12 sarà ricca di novità in casa Odlo. Saranno disponibili un 

nuovo reggiseno high power front fit con comoda apertura davanti, la linea underwear 

warm originals con nuovi colori e stampe, secondi strati per ogni temperatura in collaborazione 

con Polartec, oltre a una fantastica collezione outdoor. 

Odlo è distribuito da Spoga. 

SPOGA 

Tel. 0473 565 199 


156 

Apposta per le squadre 

È ora disponibile il nuovo catalogo 

Maps 2011. Questa azienda, produttrice 

di abbigliamento tecnico-sportivo, si rivolge 

esclusivamente a rivenditori specializzati 

nel team wear, e quest’anno oltre al 

calcio presenta le nuove linee per basket 

e volley. L’obiettivo 

è servire in modo 

serio e preciso 

gli specialisti che 

intendono appoggiare 

il progetto 

dell’azienda. A 

questi clienti 

verranno garantite 

tranquillità nelle 

consegne (grazie 

a un magazzino 

ben fornito di 

2500 m 2 ) e il 

rispetto delle 

zone di vendita. 

MAPS 

Tel. 030 9935 478 

maps@mapsport.it 

Animo coraggioso 

Un passo avanti 

Tech Foam è una nuova concezione di 

schiuma reticolata sviluppata da Spac Div. 

Vegam. L’azienda ha cercato di combinare 

le più alte performance richieste per una 

schiuma da imbottitura: elevata leggerezza, 

altissima traspirazione, ottimo ritorno 

elastico. Ottima per l’utilizzo di imbottiture 

per innumerevoli articoli sportivi quali 

scarpe da trekking, protezioni, settore 

antinfortunistico, ski boots, stivali da moto, 

sottopiedi. È particolarmente indicata per 

calzature/prodotti con membrana nei quali 

è richiesta elevata traspirazione. 

SPAC – DIVISIONE VEGAM 

Tel. 0444 451 701 

info@vegam.it 

Studiata dal marchio Keen per essere 

una perfetta compagna di scorribande 

nella natura o nella giungla metropolitana. 

Porta con sé il mood unico di Portland, 

dove è stata costruita. Pelle full grain 

idrorepellente. Fodera in tessuto capace 

di assorbire il sudore. Membrana Keen 

dry idrorepellente e traspirante. Soletta 

Metatomical rimovibile in EVA 

a doppia densità. 

THREE SIXTY 


Tel. 02 89 421 187 

info@360group

ALLE ORIGINI DELL’OUTDOOR 

Timberland, per la nuova collezione uomo AI 2011, torna a concentrare l’attenzione sui tre elementi 

essenziali che definiscono la sua identità: autenticità, eco-sostenibilità e outdoor. L’outdoor puro è 

la base della nuova linea Mountain Athletics LiteTrace che offre una gamma di prodotti in grado di 

soddisfare le esigenze dell’appassionato in cerca di capi dal design minimal che garantiscano nel 

contempo le migliori prestazioni proteggendo dagli agenti esterni quali acqua, calore e freddo. 

La nuova calzatura Mountain Athletics LiteTrace è un prodotto all’avanguardia, in grado di fondere 

alla perfezione le prestazioni di un boot, la leggerezza di una scarpa da ginnastica e la filosofia 

eco-conservatrice del brand. Questa scarpa introduce una novità assoluta nel campo dell’impermeabilità: 

la membrana waterproof infatti non viene più inserita all’interno della calzatura, 

ma è costituita dalla tomaia stessa, realizzata in materiale LiteTrace. Questa rivoluzione 

strutturale porta a una riduzione del peso totale di 30 grammi e ad una maggiore flessibilità, 

permettendo alla scarpa di adattarsi liberamente. La soletta interna, in schiuma Pebax, consente 

una riduzione di peso del 20% rispetto alla classica gomma EVA migliorando nel contempo 

la funzionalità, l’assorbimento dei colpi, la durata e la resistenza anche alle basse temperature. 

La suola Green Rubber, riciclata al 42% è senza scarti di produzione: ciò vale a dire che ogni rifiuto generato 

durante la fase di produzione viene trattenuto dal fornitore e riproposto nelle nuove parti della calzatura stessa. 

Il capo di riferimento della nuova linea Mountain Athletics LiteTrace, ideale per affrontare la natura al massimo 

delle performance e della sostenibilità, è la nuova LiteTrace Jacket che rappresenta il top in ambito di 

performance tecniche e capacità di trasformare i materiali riciclati in capi performanti. È traspirante, impermeabile 

e combina una leggera e morbida struttura a tre strati con un tessuto più resistente presente 

solo nei punti chiave. Questa particolare tecnica costruttiva conferisce al capo un’elasticità straordinaria 

e una vestibilità senza paragoni. Fa parte della linea S-Cafè: è realizzato utilizzando fibre derivate dai 

fondi di caffè riciclati garantendo un maggiore assorbimento di odori e raggi 

UV e un’eccezionale resistenza. 

Per l’uomo che ama l’outdoor ed è pronto all’avventura, Timberland propone 

lo zaino multitasca Daypack. Impermeabile al 100%, è in PET 

riciclato ed è realizzato con un particolare procedimento che lo 

rende ultraresistente, evitando strappi e lacerazioni. 

TIMBERLAND 

Tel. 039 68 431 

ritaly@timberland.com 

Un mito, anche sulla neve 

Dalla prossima collezione invernale, 

Idea affiancherà ai propri 

marchi il brand simbolo di 

sogno e di avventura con la sua 

centenaria storia e tradizione. 

Stiamo parlando di 

Harley Davidson che 

esordisce con due 

linee di abbigliamento 

under 18, 

una sportswear 

e una dedicata 

allo sci. In 

questa prima 

collezione c’è 

tutta l’alta qualità 

realizzativa che 

ha permesso a 

Idea di diventare 

leader nella creazione 

di moda 

per giovani e 

giovanissimi. 

IDEA 

Tel 0423 3097 

info@ideakids.it 

L’avventura anche d’inverno 

La trail runner firmata Hi-Tec 

presenta una struttura V-Lite, una 

tomaia formata da una rete innovativa 

mesh suze e una zona di protezione 

dita del piede in TPU. L’area del tacco 

è formata in TPU, mentre la suola è 

in Vibram personalizzata e a doppia 

densità. 

Il posto più caldo 

Dalle conoscenze Montura nella 

produzione di capi di abbigliamento 

tecnici per l’alta quota e l’esperienza 

di I.Go Distribution nei prodotti e nelle 

necessità per la prima infanzia, nasce il 

sacco passeggino con la miglior combinazione 

di materiali. Le fibre ultrasottili 

sono sottoposte a un trattamento 

speciale e combinate per costituire un 

nucleo isolante incredibilmente morbido, 

leggero e resistente all’acqua. 

Montura è distribuito da Tasci. 

157


Visibilità e sicurezza 

Nella collezione dedicata ai 

mountain biker di Gore Bike Wear, 

lo speciale prodotto di punta è la 

giacca Cosmo Reversible Neon. 

Come indicato dal nome, la giacca è 

reversibile: un lato è semplicemente 

grigio, l’altro mostra un abbagliante 

colore giallo neon. In questo modo 

si ha a disposizione un capo sobrio 

all’occorrenza e che al contempo 

è ideale per essere perfettamente 

visibile perfino nelle ore 

del crepuscolo e in galleria. 

W.L. GORE & ASSOCIATI 



Leggera e stabile 

Kayland propone la scarpa da backpacking 

per un uso prolungato e confortevole. 

Questa calzatura garantisce appoggio 

stabile e sicuro su qualsiasi terreno. I materiali 

tecnici utilizzati e la nuova suola la 

rendono leggera e stabile con prestazioni 

durature nel tempo. Kayland è distribuito 

da Novation. 

La massima velocità 

Per sport ad alta intensità 

COR SPORT 

Tel. 0423 639 007 

info@corsport.com 

Questo prodotto di Vaude è in tessuto 

ad asciugatura rapida, antibatterico e 

senza cuciture. Il materiale è stato preparato 

secondo bluesign standard massimo 

senza emissioni di CO 2 

, ed è anallergico. 

Vaude è distribuito da Panorama. 

In nessuna disciplina sportiva, la fase di allenamento riveste un’importanza così 

fondamentale come nelle arti marziali. Le arti marziali non sono solo una tecnica di combattimento 

finalizzata alla sconfitta dell’avversario, ma tendono a un accrescimento fisico, 

mentale e spirituale. Per allenare il corpo e la mente all’armonia tra difesa e attacco, la 

Speed Ball Cor Sport risulta essere uno strumento essenziale. Composto da una pera 

in pelle sintetica con snodo flessibile agganciata a una piattaforma posizionata su guide 

scorrevoli, per regolare l’altezza, e completa di staffe per il fissaggio al muro, questo 

attrezzo permette di rinforzare la muscolatura e migliorare la respirazione. 

Moda e tecnologia 

Per la donna Grisport propone per 

la stagione AI 2011/12 i caldi doposci 

realizzati in tessuto, pelle scamosciata e 

con la fodera protettiva Gritex. Materiale 

innovativo la cui struttura è in grado di 

garantire la massima resistenza all’acqua, 

alla pioggia al freddo e alla neve, a garanzia 

di piedi caldi anche nelle giornate più 

fredde e umide. Dettagli glamour in ecopelliccia 

li rendono ancora più irresistibili. 

158


Per le attività invernali 

Lowa presenta la linea di scarpe progettate per le attività invernali compreso lo snowshoeing, 

camminate invernali e hiking, oppure après sport. Sei modelli da donna debuttano nella 

collezione, con una nuova suola Monowrap per una stabilità maggiore ed una suola specifica 

per la donna, leggera e più bassa che protegge il piede dalla neve. Altri modelli, sia da uomo 

che da donna, sono caratterizzati da tre diverse suole che includono la collaudata suola G3 

che aumenta il grip fino al 32% comparata ad altri materiali. 

vincere le sfide invernali 

Innovazione a tutto tondo 

Berghaus riparte con un nuovissimo 

zaino da sci alpinismo. Si chiama Powder 

Keg e sarà in vendita da agosto 2011. 

Trenta litri di pura funzionalità in due 

comparti, per lo scialpinista più esigente, 

concentrati in 1,2 kg di peso. Presenta 

inoltre accessori e tasche di tutti i generi 

e tutti strategici. Berghaus è distribuito da 

Prosport. 

PROSPORT 

Tel. 0472 649 089 

info@pro-sport.bz.it 

Neve al femminile 

Sport & Tex Lab presenta 

una novità assoluta 

nella collezione di 

calze e collant tecnici 

4Perform. Si tratta di 

una serie di collant 

tecnici che in un solo 

prodotto uniscono il 

calore e il comfort 

del collant classico 

sottotuta e la struttura 

differenziata 

della calza tecnico 

sportiva. Il modello 

Tecnotight Lady 

presenta una parte 

alta realizzata in 

poliammide Tactel, 

garanzia di protezione, 

morbidezza e 

perfetta vestibilità, unita 

alla calza a struttura 

differenziata realizzata in 

spugna 50% lana merino 

a protezione della tibia 

e del piede con l’inserimento 

di fasce elastiche 

assicura una perfetta 

aderenza alla caviglia e 

al collo del piede. 

I tecno-tessuti garzati che Carvico presenta 

per la collezione invernale sono tutti 

rinnovati nelle loro cartelle colori. Vuelta e 

Artica offrono un isolamento termico eccezionale, 

ottima traspirabilità, alta resistenza 

al pilling e all’abrasione. I capi realizzati con 

questi tessuti possono rimanere a contatto 

con la pelle per molto tempo senza 

causare fastidio e irritazioni. Ogni tessuto 

è sottoposto al trattamento batteriostatico 

Sanitized che impedisce il proliferare dei 

batteri, causa di cattivi odori. 

Fuori dall’impatto 

SPORT & TEX LAB 

Tel. 0362 528 819 

info@sport-texlab.it 

Testate scientificamente, le protezioni Slytech 2 nd Skin sono più 

protettive delle protezioni tradizionali. Studi rivelano che quando 

testati in confronto a protettori tradizionali con elementi in plastica 

rigida, questi protettori forniscono molta più protezione durante gli 

impatti, mantenendo chi le indossa al di fuori di zone di impatto ad 

alto pericolo che potrebbero provocare infortuni severi. Slytech è 

distribuito da Anomaly Action Sports. 

160 

ANOMALY ACTION SPORTS 

Tel. 041 2517 271 

info@slytech.it


Una RIVOLUZIONE di TECNOLOGIA 

Fischer ha realizzato un materiale completamente 

nuovo destinato a determinare nuovi standard 

per la stagione 2011/2012 dello sci. Questo 

materiale, combinato con un nuovo, rivoluzionario 

sistema di adattamento al piede garantisce il 

miglior alloggiamento del piede all’interno dello 

scarpone. Vacuum Fit è una tecnologia grazie alla 

quale è possibile adattare la forma dello scafo, in 

ogni sua parte, all’anatomia del piede. Lo scafo è 

realizzato con Vacu-Plast, un brevetto dell’azienda 

che consiste in una miscela plastica termoformabile 

fino a cinque volte e si adatta al piede con un 

procedimento specifico e confortevole. Vacu-Plast 

si distingue anche per una maggiore leggerezza – 

rispetto ai consueti poliuretani – e, soprattutto, ad 

una maggiore resistenza alle variazioni di temperatura. 

Fischer è distribuito da Project 2010. 

Grandi proprietà stretch 

La linea Supreme di Peak Performance 

è dedicata a chi cerca funzionalità e 

tecnicità, unite a un look accattivante e 

ricercato sulle piste. La novità di questa 

linea risiede nel The Supreme Heat set, 

pannelli riscaldanti inseriti nel piumino 

interno alla giacca. Ispirazione motorcycle 

nella zip obliqua frontale e nella taschina 

con zip sul petto. Giacca in membrana 

Gore-Tex Performance Shell impermeabile 

e traspirante. 

PROJECT 2010 

Tel. 02 3087 341 


Tecnologia e fitting assicurati 

Tra i top di gamma della collezione Briko Snow 

Helmets AI 2011/12 brilla per design e gusto 

stilistico il casco Phoenix. Realizzato con una resina 

speciale resistente agli urti e alle cadute, è proposto 

in una versione grafica nuova e curata in ogni 

suo particolare. In abbinamento al casco, l’azienda 

propone la nuova maschera Super Race Moon, 

caratterizzata dalla stessa grafica innovativa. Incluse 

nella confezione ci sono tre lenti per avere massima 

visibilità in ogni condizione di luce, grazie anche ai 

trattamenti mirroring e antifog. 

BRIKO 

Tel. 02 3903 661 

info@briko.com 

Grandi performance 

La giacca creata nei laboratori Quiksilver in collaborazione con il team di atleti 

snowboard è stata realizzata con i migliori materiali presenti sul mercato per offrire le 

migliori prestazioni possibili anche in condizioni atmosferiche estreme. Quiksilver è 

distribuito da Haapiti. 

Per sciatori 

con grandi aspettative 

La struttura e il design della collezione 

guanti Level è ispirata alle nuove tendenze 

che si sposano perfettamente con 

il rinnovato stile del mondo dello sci. In 

particolare la linea Racing porta lo spirito 

dell’azienda nel mondo della competizione 

con modelli giovani, energici, trendy che 

tendono alle migliori performance senza 

compromessi. 

162

FEBBRAIO 2011 

Supplemento Economico Finanziario 

di TopSport – Il Giornale degli Articoli Sportivi 

FOCUS ON 

Con il divieto di vendita e commercializzazione in vigore 

dal 1 o gennaio scorso cade in disuso uno dei principali simboli 

dei prodotti usa e getta, e dopo cinquant’anni per le spese 

si rispolverano le vecchie borse in tessuto o a rete 

Non è stata una sorpresa perché se 

ne parlava da tempo, ma la messa 

al bando dei sacchetti di plastica 

scattata il primo gennaio scorso può 

essere considerato un avvenimento 

epocale nel mondo del retail. 

Le shopping bags infatti per oltre 

mezzo secolo (furono prodotte per la 

prima volta negli Stati Uniti nel 1957) 

hanno rappresentato una sorta di 

simbolo della società dei consumi, 

vera e propria immagine del prodotto 

usa e getta. 

Il loro tramonto segna un mutamento, 

seppur obbligato, di mentalità e 

di costume. 

Perché questo stop? Lo scopo ovviamente 

è quello di ridurre l’inquinamento, 

dato che per smaltire completamente 

una busta di plastica 

servono dai cento anni in su e che 

nel mondo se ne utilizzano miliardi e 

miliardi (solo in Italia ogni persona ne 

usa 3-400 all’anno, neppure un terzo 

dei quali viene riciclato). 

Il ‘pensionamento’ dei sacchetti usati 

fi no al 31 dicembre 2010 è strettamente 

collegato alla questione dei 

rifi uti. Un buon sessanta per cento 

degli italiani, infatti, li raccoglie proprio 

nelle shopper di plastica, cosa 

Plastica addio 

che d’ora sarà possibile solo per i 

rifi uti inorganici e non per quelli organici 

quali, ad esempio, gli avanzi 

di cibo. Questo, naturalmente, nelle 

zone in cui è prevista la raccolta differenziata. 

Da oggi, dove riporre gli acquisti? Se 

si vuole continuare ad usare le buste, 

bisognerà adattarsi a quelle di nuova 

generazione, di ecoplastica (realizzate, 

per esempio, con componenti naturali 

quali derivati dall’amido di mais 

e dall’olio di girasole) o di carta, che 

essendo biodegradabili al cento per 

cento si dissolvono nell’ambiente in 

breve tempo e senza inquinare. 

Oppure ci si potrà rifornire di sporte 

alternative riutilizzabili moltissime 

volte, di tessuto o di paglia, di rete 

come quelle che un tempo le massaie 

portavano arrotolate nella borsetta, 

o ancora servirsi dei piccoli 

trolley, colorati e anche molto comodi, 

che in alcune città – per esempio 

Parigi – fanno già tendenza. 

Insomma, dovremo rassegnarci ad 

abbandonare un’abitudine consolidata 

ormai da tantissimo tempo, 

cambiare atteggiamento e ricordarci 

di portare da casa i contenitori per 

Abbigliamento e accessori per lo sport 

gli acquisti. E se è vero che cambiare 

le abitudini delle persone è sempre 

la cosa più diffi cile, in questo caso 

un incentivo potrebbe essere rappresentato 

dal fattore prezzo: i nuovi 

sacchetti bio infatti sono cari, arrivano 

a costare anche tre volte più dei 

loro predecessori. 

Con il provvedimento entrato in vigore 

a gennaio anche l’Italia si è adeguata 

– seppure con ritardo – alla direttiva 

CEE sugli imballaggi che, nel 

2007, decretò lo stop alla produzione 

e commercializzazione nei negozi dei 

sacchetti in plastica di polietilene. 

Anche altri stati europei hanno adottato 

provvedimenti per disincentivare 

l’uso delle buste di plastica; alcuni, 

scegliendo di rimandare il divieto, 

hanno introdotto forme di tassazione. 

Nel nostro Paese comunque, nonostante 

il divieto di commercializzazione 

risalga all’inizio dell’anno, le buste 

si vedranno ancora per un bel po’. 

I negozianti infatti potranno continuare 

ad utilizzare le scorte di cui dispongono 

(purché siano state acquistate 

entro il 2010) ma dovranno fornire i 

sacchetti ai clienti gratuitamente. 

Anche se da tempo la maggior parte 

dei punti vendita ha anticipato lo 

stop legislativo ai sacchetti di plastica 

proponendo buste biodegradabili 

e riutilizzabili, questa novità 

ha causato problemi al mondo del 

commercio, rilevati fra l’altro da Federdistribuzione 

che, in un proprio 

comunicato, denuncia l’adozione di 

“scelte inadeguate sullo smaltimento 

delle scorte dei vecchi sacchetti di 

plastica”. 

Soddisfatta invece Stefania Prestigiacomo, 

Ministro dell’ambiente, per la 

quale il provvedimento rappresenta 

“una grande innovazione che segna 

un passo in avanti di fondamentale 

importanza nella lotta all’inquinamento, 

rendendoci tutti più responsabili 

in tema di riuso e di riciclo”. 

163

Inserto economia - Febbraio 2011 

NEWS 

Nell’era dei flagship 

Manifattura Mario Colombo (Colmar) ha festeggiato alla fine del 2010 l’apertura del 

suo quinto negozio monomarca in montagna, questa volta a Livigno. In Italia Colmar 

ha propri flagship anche a Cortina d’Ampezzo e a Courmayeur e ne possiede un 

paio anche in Francia, a Megeve. Nei settanta metri quadrati di Livigno è prevista la 

vendita di capi compresi nelle ricche collezioni Neve, Original e Golf, della cui qualità 

garantiscono: il brand con i suoi 70 anni di gloriosa storia industriale alle spalle e i 

testimonial, campioni di sci e di golf. 

A meno di un mese dall’apertura di uno store a Lecce, il marchio lifestyle Adidas 

Originals ha aperto il 15 Dicembre un monomarca a Padova, in Via San Fermo, una 

delle vie più cool della città. 

Lo spazio, circa 70 metri quadrati di open space su un livello con in più un soppalco, 

presenteranno, oltre ai prodotti icona del marchio, anche le collezioni della linea 

adidas Originals by Originals, nonché, da Gennaio 2011, le novità della prossima 

stagione: la linea di calzature Mega e la collezione di jeans Originals Denim. 

Adidas prevede un piano di aperture capillare con l’intento di arrivare alla piena copertura 

geografica del territorio italiano dove i punti vendita monobrand di adidas 

Originals raggiungeranno quota 12. 

FGF, azienda veneta di Montegalda (VI), che produce e distribuisce abbigliamento 

sportivo, compresi i brand Blauer, CP Company e BPD, lo scorso 18 dicembre ha 

inaugurato un Blauer store a Cortina d’Ampezzo: 70 metri quadrati e due vetrine nella 

centralissima via Cesare Battisti. Sono qui in vendita le collezioni: Blauer adulto, Blauer 

Helmets, accessori e capi di abbigliamento della linea Blauer Junior. 

Dainese, azienda produttrice di abbigliamento e accessori per motociclisti, sciatori, 

snowboarder e biker, ha aperto un nuovo D-Store a Mestre (VE). I 205 metri quadrati 

che lo ospitano, situati nella zona commerciale cittadina, vicino all’uscita Castellana 

della tangenziale devono essere intesi come centro di sperimentazione (per quanto 

riguarda le nuove tendenze) e come teatro di eventi e iniziative speciali organizzati con 

la partecipazione di piloti e atleti dei Team Dainese. Questa è la diciottesima iniziativa 

del genere, collaudata con successo nelle altre sedi, qua e là in giro per il mondo. 

L’inaugurazione del primo flagship store K-way a Torino a metà dicembre ha siglato il 

rilancio del brand, oggi nella scuderia della Basicnet di Marco Boglione. Lo spazio, 

che occupa una superficie di 300 metri quadri in via Roma, si caratterizza per la forte 

impronta tecnologica. 

L’apertura torinese rappresenta il primo step di un piano di sviluppo nel mercato italiano, 

che oggi copre l’80% dei 30 milioni di euro di ricavi generati dal brand, acquisito 

nel 2004 da Boglione. Da allora, la linea è stata arricchita di nuove proposte: maglieria, 

accessori e pantaloni, che hanno affiancato i capispalla. Oggi il marchio è presente 

in 600 canali multimarca della Penisola e nei monomarca all’aeroporto di Caselle, 

ad Alassio e a Chieri. E dopo Torino, si prevedono ulteriori opening. 

In futuro, a partire dal 2012, Boglione si concentrerà sul rilancio di altre due etichette 

storiche, Jesus Jeans e Anzi Besson. Nei primi nove mesi del 2010 il gruppo Basicnet 

(etichette Kappa, Robe di Kappa, Superga, Jesus Jeans e Anzi Besson) ha raggiunto 

un fatturato consolidato di 127,3 milioni di euro, con una crescita dell’8% e vendite 

aggregate dei licenzitari per un totale di 275,3 milioni di euro. 

Partnership in fallimento 

Global Brands Group di Singapore, partner della Fifa (Fédération Internationale 

de Football Association) nella produzione su licenza dell’abbigliamento sportivo 

commercializzato con il nome e il logo di quest’ultima, sta (se non è già successo) 

per dichiarare fallimento. Avrebbe accumulato debiti per 150 milioni di dollari. 

Una situazione pericolosa e preoccupante non solo per i guai che dovrà affrontare 

la Global. A subirne le conseguenze saranno, infatti, anche i dipendenti e altri 

soggetti direttamente o indirettamente coinvolti, Fifa compresa. Global Brands 

Group è in rapporti d’affari con la Fifa dal 2007 e il contratto di collaborazione è 

stato firmato per durare fino al 2014, l’anno della disputa dei campionati mondiali 

di calcio in Brasile. 

Da adidas a O’Neill 

Dopo diversi anni di collaborazione con 

il marchio delle tre strisce, di cui tre trascorsi 

in Giappone, il tedesco Torsten 

Hochstetter lascia adidas, dove svolgeva 

il ruolo di responsabile artistico 

nel comparto freestyle, occupandosi in 

particolare della linee di prodotto Originals, 

Y-3 e della collezione di abbigliamento 

griffata Porche. Da adidas passa 

a O’Neill. Il brand americano dell’abbigliamento 

specifico per surfisti e snowboarder 

lo ha assunto per affidargli il 

compito del rafforzamento dell’immagine 

su base mondiale e la gestione del 

comparto creativo, per quanto riguarda 

le future collezioni. Hochstetter, che ha 

studiato design anche in Italia, a Firenze, 

risponderà esclusivamente al direttore 

generale dei settori produzione e 

distribuzione Keith Harkess. 

Maxi stabilimento per VFI 

Alla vigilia di Natale 2010, a Stabio, 

nelle vicinanze di Lugano (Svizzera), si 

è svolta la cerimonia di avvio ai lavori 

per la costruzione della nuova sede 

europea della multinazionale americana 

VF International, che produce abbigliamento 

da lavoro, casual e sportivo, 

marchio The North Face compreso. Il 

presidente dell’Area-Europa, Karl Heinz 

Salzburger, nel descrivere la struttura 

alle autorità nazionali e cantonali convenute 

per celebrare l’evento, ha detto: 

“Per attirare validi talenti non conta solo 

lo stipendio. Bisogna anche offrire un 

ambiente accogliente e stimolante. La 

sede ora operativa accoglie 367 dipendenti, 

questa potrà ospitarne 500.” 

Novità per l’e-commerce Puma 

Puma ha annunciato lo scorso dicembre 

la nomina di Tom Davis nell’incarico 

di direttore dell’e-commerce. Il manager 

succede a Götz Schmiedeknecht, e 

comincerà ad esercitare le sue funzioni 

dall’inizio di gennaio lavorando da Boston, 

dove ha sede la filiale nordamericana 

del Felino. 

Davis possiede dieci anni di esperienza 

nel commercio on-line. In particolare 

infatti, è stato dal 2007 al 2009 il responsabile 

per l’e-commerce di Tommy 

Hilfiger. Fino ad oggi invece, è stato vicepresidente 

dell’e-commerce per Kenneth 

Cole. 

164


NEWS 

Una scomoda verità 

Gli acquirenti australiani del braccialetto Power Balance potranno ottenere 

un rimborso dal produttore che, messo alle corde dall’autorevole ente Australian 

Competition and Consumer Commission, ha dovuto ammettere che 

il monile non è più efficace di un qualunque altro braccialetto di gomma e 

che l’asserito miglioramento delle prestazioni fisiche non è supportato da 

alcuna prova scientifica. A darne notizia molti organi di informazione, tra cui 

il Daily Mail. 

Anche sul sito di Power Balance Italy, dopo la condanna da parte dell’Antitrust 

italiano a dicembre 2010, è comparsa una spontanea offerta di rimborso, 

ma in termini ben più blandi di quelli imposti sul mercato australiano. 

Ecco infatti cosa ha dovuto pubblicare la Power Balance sui giornali australiani 

e sul proprio sito, come segue: “Nella nostra pubblicità abbiamo dichiarato 

che i braccialetti Power Balance miglioravano la vostra forza, il vostro 

equilibrio e la vostra flessibilità. 

Ammettiamo che non ci sono prove scientifiche credibili a supporto delle 

nostre asserzioni e che pertanto abbiamo avuto un comportamento ingannevole 

in violazione della sezione 52 della Legge sulle Pratiche Commerciali del 

1974. Se ritenete di essere stati ingannati dalle nostre offerte promozionali, 

desideriamo scusarci senza riserve e vi offriamo un rimborso completo.” 

Power Balance Italy, invece, è passata al contrattacco affidando la realizzazione 

di una campagna stampa (uscita in dicembre su importanti quotidiani 

nazionali) e la gestione delle PR all’agenzia Activa Group con sede a Roma 

e Milano. 

Occhiali da fantascienza 

Tra tablet, smartphone, TV, lettori mp4, autoradio e cornici digitali che costituivano 

i pezzi forti della recente fiera internazionale Consumer Electronics Show 

di Las Vegas c’erano, posti in particolare evidenza, anche gli specialissimi occhiali 

a maschera per sciatori/snowboarder prodotti da Recon Instruments, tra 

l’altro già meritevoli dell’Ispo Brand New Award 2011. Il produttore ha recentemente 

annunciato la condivisione di questa tecnologia con i brand Uvex, Alpina 

e Briko allo scopo di riuscire a imporla come standard. 

Questi occhiali riescono a trasformare in videogame le discese degli sciatori o 

degli snowboarder grazie al sistema Gps di cui sono dotati e alle informazioni 

(velocità, latitudine, longitudine e altitudine) proiettate sul Liquid Crystal Display 

dislocato nella parte interna della lente. Il gadget è anche collegabile via 

bluetooth con gli smartphone dotati di sistema operativo Android per segnalare 

le chiamate telefoniche, l’arrivo di sms o di e-mail sul display. 

Dopo che, per lunghi anni, nella confezione 

dell’abbigliamento funzionale 

e sportivo per l’outdoor è prevalsa la 

scelta di tessuti e non-tessuti prodotti 

con fibre sintetiche, stiamo assistendo 

a un ritorno delle fibre naturali, 

della lana di pecora in particolare. La 

lana merino – sostengono i produttori 

australiani, neozelandesi e scandinavi 

che si sono coalizzati per dimostrarlo 

all’Ispo, dove saranno presenti con 

propri stand nella Woolstreet del Padiglione 

A6, si distingue per i seguenti 

Lana che conta 

inconfutabili vantaggi: è naturale, mantiene 

costante la temperatura, regola 

l’umidità e blocca la formazione di 

odori. L’elenco degli espositori lanieri 

comprende: Aclima, Dale of Norway, 

Devold of Norway, Ivanhoe of Sweden, 

Woolpower, Textile Designers 

Mapp, Ibex Merino, Charles Parsons 

e The Merino Company. In questo ambito 

la Australian Wool Association 

organizza, inoltre, un’esposizione sulla 

funzionalità della lana e sulle sue condizioni 

speciali di produzione. 

Un olandese a La Spezia 

Gaastra International Sportswear – 

azienda con alta specializzazione negli 

sport nautici, leader in Olanda dove gioca 

in casa, in Belgio, Francia, Scandinavia, 

Inghilterra, Austria, Spagna, Svizzera 

e Germania – ora mette radici anche in 

Italia, a La Spezia. Dove, mercoledì 12 

e giovedì 13 gennaio l’amministratore 

delegato di Gaastra Italia S.r.l., Mario 

Paganini, ha festeggiato l’evento organizzando 

un fashion event in viale San 

Bartolomeo 623. Qui è avvenuta la 

presentazione delle collezioni autunnoinverno 

2011/12. Gaastra, creata nel 

1897 quale piccola azienda di sailmaking, 

è oggi una delle più consolidate 

e dinamiche firme mondiali del settore. 

Dispone di un centinaio di punti vendita 

a insegna propria, è parte integrante 

del Mc Gregor Fashion Group e fattura 

complessivamente più di 200 milioni di 

euro. 

Utile netto a +22% per Nike 

Risultati soddisfacenti per Nike nel secondo 

quarter 2011: i ricavi netti del 

colosso dell’active sono aumentati del 

10% rispetto all’analogo periodo dell’anno 

precedente, passando da 4,4 a 4,8 

miliardi di dollari. Utile netto in avanzata 

del 22%, a quota 457 milioni (0,94 dollari 

per azione). 

Secondo le previsioni del management, 

gli ordini futuri (inerenti ai mesi compresi 

tra dicembre 2010 e il prossimo aprile) 

progrediranno dell’11%: una prospettiva 

che, per quanto positiva, sembra 

abbia in parte scontentato gli analisti, 

che avevano stimato un incremento del 

12-13%. 

In pole position nelle vendite del trimestre 

archiviato il 30 novembre scorso 

il brand di punta Nike, che ha messo a 

segno un +9%, progredendo con tutte 

le label tranne quelle di matrice sportswear, 

in leggero rallentamento. “Praticamente 

tutti i nostri marchi, le categorie 

merceologiche e le aree geografiche 

sono cresciuti – ha commentato Mark 

Parker, presidente e ceo di Nike Inc. – 

grazie a prodotti innovativi, collezioni 

convincenti e vertici forti nel gestire i vari 

mercati. Buone notizie, dunque, per gli 

atleti, i consumatori e anche gli azionisti. 

Possiamo affermare che in futuro avremo 

più opportunità che sfide – ha concluso 

– nell’ottica di un’evoluzione in grado di 

armonizzare profitti e sostenibilità.” 

165


NEWS 

Val Gardena e Alta Badia a rischio Coppa? 

C’è il timore che le classiche del circo bianco quali Val Gardena 

e Alta Badia possano uscire dalla Coppa del Mondo di sci a 

partire dal 2011. Il nodo da sciogliere riguarda i diritti televisivi. 

Fino a quest’anno, i comitati organizzatori versavano alla Federazione 

Italiana Sport Invernali il 32% degli introiti derivanti dai 

diritti TV. Ma a partire dalla prossima stagione sarà direttamente 

la FISI a gestire i contratti con la Infront (agenzia che si occupa 

dei diritti televisivi) e la sua dichiarata intenzione è quella di trattenerne 

dal 50% al 70%. 

Stefania Demetz, direttore generale del comitato organizzatore 

della Val Gardena ha commentato amaramente la decisione: “A 

noi quei soldi servono davvero e siamo pronti anche a incrociare 

le braccia. Il presidente della FISI Morzenti non pensi di poter 

assegnare la nostra gara a un’altra località italiana, perché è la 

federazione internazionale a gestire il calendario e l’austriaca 

Sankt Anton è già pronta ad accaparrarsi quella data.” 

Solidale con la Demetz è Marcello Varallo, presidente del comitato 

organizzatore del gigante dell’Alta Badia: “La nostra posizione 

è analoga a quella di tutti gli organizzatori italiani, nessuno 

riesce a dare alla Fisi più del 35%. Le spese aumentano ogni 

anno, specie se si vuole organizzare una gara come la nostra. 

Alla Fisi abbiamo offerto anche un pacchetto di ospitality, gare 

giovanili, skipass e allenamenti il cui valore è tra il 10 e il 15% 

dei diritti televisivi. Oltre a questo non siamo disposti ad andare, 

altrimenti i soldi verrebbero a mancare a noi.” 

La FISI ha replicato alle voci di una ventilata rinuncia dei comitati 

organizzatori altoatesini in caso di riduzione dei diritti TV con 

un comunicato stampa dove sottolinea quanto segue: 

“In tutte le nazioni europee (Germania, Svizzera, Francia ed Austria, 

ad eccezion fatta per il particolarissimo caso di Kitzbuehel, 

dove la federazione austriaca ottiene un ritorno economico 

considerevole), sono le diverse federazioni nazionali a gestire i 

diritti delle gare di Coppa del Mondo. La richiesta del Consiglio 

Federale di tenere per sé il 50% a partire dal 2011 non è dunque 

che un adeguamento alla situazione internazionale. 

L’assegnazione di una gara di Coppa del Mondo ad una specifica 

località attribuisce a quest’ultima sul piano mediatico uno 

straordinario ritorno promozionale, che avrebbe costi elevatissimi 

se realizzato in proprio. Che debba essere la FISI a pagare 

i costi di questa promozione, le cui ricadute turistico-commerciali 

vanno al territorio che ne beneficia, appare un fatto del 

tutto incomprensibile. 

Le decisioni adottate in merito dalla FISI, che all’inizio prevedevano 

l’assegnazione delle gare di Coppa del Mondo senza la 

dotazione finanziaria inerente i relativi diritti televisivi e promopubblicitari, 

sono state successivamente modulate, attribuendo 

ai Comitati Organizzatori delle diverse località tutti i proventi 

promopubblicitari e indicando tra il 30% e il 50% dei proventi 

dei diritti televisivi la cifra da destinarsi agli stessi Comitati da 

parte della FISI. Quest’ultima, tenuto conto anche della situazione 

dei suoi bilanci in corso di risanamento, al riguardo non 

può fare di più. Addivenire all’attribuzione del 60% dei proventi 

ai Comitati, come da essi richiesto, significherebbe infatti vanificare 

del tutto le decisioni del Consiglio Federale.” 

Il compito della Federazione è quello di gestire l’intera attività 

sportiva e agonistica reperendo fondi anche dalle 

iniziative quali le gare di Coppa del Mondo che la vedono 

protagonista con i propri atleti, i tecnici e con la sua organizzazione. 

È impensabile che FISI continui a destinare sue 

risorse a singoli territori, peraltro talora assai poco sensibili 

alle esigenze dell’agonismo. Emblematico al riguardo è il fatto 

accaduto a Giuliano Razzoli che, invitato a fermarsi per gli 

allenamenti dopo la gara di Coppa del Mondo tenutasi in Val 

Badia, è stato costretto a trasferirsi in altra località a causa 

della fresatura delle piste di gara su cui l’atleta avrebbe dovuto 

allenarsi. 

Business cinese in calo 

Il gruppo Cinese Li Ning in recessione 

del 7% sul sell-in del secondo trimestre 

2011. Li-Ning NewIl gruppo Li Ning, 

produttore e al tempo stesso rivenditore 

delle scarpe e dell’abbigliamento per 

lo sport, con 8160 negozi gestiti, di cui 

7250 a insegna propria e circa mille in 

franchising, nella stragrande maggioranza 

in Cina, ma anche negli Stati Uniti 

e Canada (Pensa all’Europa), manifesta 

preoccupazione nel registrare che il sell 

in riferito al secondo trimestre 2011 è 

in retrocessione del 7% rispetto allo 

stesso periodo precedente, Li Ning è 

anche titolare dei marchi Z-do, Kason, 

Double Happiness, nonché distributore 

esclusivo di altri importati brand di articoli 

sportivi esteri in Cina, Lotto Sport 

Italia compreso. Nel prendere atto di 

quanto sta accadendo nel suo Paese e 

non solo, Li Ning informa che sarà costretto 

a rivedere i propri previsti piani 

di sviluppo. 

Lacoste 

punta a 17 inaugurazioni 

Uno spazio luminoso e ampio, un parquet grezzo solcato da linee di campi 

di gioco di varie discipline sportive, pareti aperte alle esposizioni, un labirinto 

in stile Pacman, dei muri maestri sospesi e mobili e nessun vestito piegato. 

Per dare dinamismo alla crescita della sua linea colorata che si rivolge ai 

18-25enni, il marchio del coccodrillo ha scelto di creare questo nuovo concept 

di shopping. Nel 2011, apparirà quindi in 17 boutique di varie metropoli 

mondiali, tra le quali Berlino, Zurigo, Shanghai e Tokyo. L!ve si appoggerà in 

particolare alla rete già esistente di boutique Lacoste per raggiungere il suo 

obiettivo di 60 aperture totali. Dopo New York e Londra, a Parigi L!ve è approdato 

nell’ex negozio Lacoste del Marais. 

“Proporremo più denim e soprattutto molte più t-shirt”, precisa Laurent Vinay, 

direttore marketing e comunicazione di Devanlay, che ha la licenza del coccodrillo. 

“La t-shirt permette di entrare nell’universo L!ve creato dall’équipe 

stilistica di Fred Verdier, che sviluppava già la linea Red!. Poi, per l’autunnoinverno 

2011, avremo l’arrivo della collezione donna, composta di 25 capi.” 

Per sedurre la clientela giovane, L!ve punta su inaugurazioni in aree poste 

nei quartieri più cosmopoliti e all’avanguardia delle metropoli mondiali, così 

come su una campagna pubblicitaria (diversa rispetto all’immagine tradizionale 

che Lacoste veicolava nei suoi spot più recenti), realizzata dal fotografo 

Mark Hunter. 

166


NEWS 

Tecnica Group 

accorpa Nordica 

Nordica S.p.A. (sci, scarpe da sci, abbigliamento 

sportivo) non sarà più un’entità 

industriale autonoma e indipendente. 

Anche questo complesso industriale 

diventa, a tutti gli effetti, proprietà del 

Tecnica Group, come già lo sono altri 

marchi riconosciuti importanti in campo 

internazionale (Tecnica, Blizzard e Think 

Pink). La crisi economica mondiale non 

risparmia nessuno, e dunque anche e 

soprattutto i gruppi ricorrono a manovre 

aziendali straordinarie per ridurre i costi 

e riorganizzare il lavoro. Tra i provvedimenti 

in corso d’opera i Tecnica, la delocalizzazione 

in Ungheria, dove la manodopera 

costa meno, di alcune lavorazioni 

complementari a quelle che si svolgono 

negli stabilimenti di Giavera del Montello 

(TV); e inoltre la decisione. concordata 

con sindacati e Governo, di chiudere alcuni 

reparti a Giavera, per mettere 65 dipendenti 

in cassa integrazione speciale 

(24 mesi) a partire dal 1 gennaio 2011. 

L’esigenza del ricorso a questi e ad altri 

provvedimenti finalizzati a fare quadrare 

i conti in tempi difficili è motivata anche 

dal numero di scarpe da sci vendute nel 

2010: 1 milione e duecentomila paia, 

contro il milione e seicentomila paia 

dell’anno precedente. 

Aumenti e cali in Quiksilver 

Nell’esercizio fiscale chiuso a fine ottobre 

scorso, Quiksilver ha totalizzato utili operativi 

pari a 124 milioni di dollari, in aumento 

dell’80% rispetto all’anno precedente. 

Il gruppo californiano subisce però 

una lieve riduzione dei ricavi che passano 

da 1,98 a 1,84 miliardi di dollari. A deludere 

sono sia le Americhe (-9%) che l’Europa 

(-8%), mentre l’Asia/Pacifico cresce 

(+4%). Il bilancio del gruppo specializzato 

nel segmento outdoor (Quiksilver, Roxy 

e DC, i brand in portafoglio) beneficia di 

un calo del 30% del debito e di una netta 

riduzione delle perdite, passate da 192 a 

9,7 milioni di dollari. Nell’ultimo trimestre, 

invece, i ricavi sono diminuiti dell’8% a 

495,1 milioni di dollari: una performance 

migliore rispetto a quanto stimato 

dall’azienda nel quarter precedente. Il risultato 

operativo è più che raddoppiato 

da 15 a 34,3 milioni di dollari. I profitti 

sono risultati negativi per 22 milioni, dal 

rosso di 1,8 milioni di 12 mesi prima. 

Lafuma crede nella crescita 

Lafuma è ottimista. Il gruppo della Drôme (nella regione del Rodano/Alpi), che 

ha presentato il 14 dicembre i suoi risultati dell’esercizio 2009/2010, è convinto 

di possedere le armi necessarie per tornare a crescere. Secondo Philippe 

Joffard, il dirigente, e Gilles Venet, il direttore finanziario, le prime due tappe del 

piano di rilancio sono già state portate a buon fine. 

Nella sostanza, è stata risolta la crisi di liquidità e ripristinata la gestione d’esercizio. 

Nell’annata 2009/2010, chiusa il 30 settembre, il gruppo ha fatto registrare 

un utile operativo corrente di 3 milioni di euro, vale a dire allo stesso livello 

del 2008, e dopo una perdita di 6,7 milioni nel 2009. Certo, il risultato netto è 

deficitario, ma risulta ridotto soprattutto delle spese eccezionali. La chiusura 

del sito di Chateauvillain è costata 1,5 milioni di euro. E la chiusura della filiale 

cinese e il trasferimento delle corrispondenti quote azionarie in una nuova jointventure 

hanno ulteriormente pesato sui conti. 

Soprattutto, Lafuma ha insistito sul fatto che le decisioni prese in sede progettuale 

sono state portate a termine. Il calo di spese e oneri, che ha portato in 

due anni una diminuzione di più del 10% del numero di impiegati, è stato di 11 

milioni tra il 2009 e il 2010. La soddisfazione viene in particolar modo dal fatto 

che solo il polo Grand Outdoor è rimasto in rosso, con una perdita operativa 

corrente di 4,6 milioni, di cui 1,3 milioni per Ober. 

Il gruppo ha poi visto le vendite totali scemare del 3,7%, a 245,5 milioni. Millet/ 

Eider e Oxbow hanno fatto registrare rispettivamente degli aumenti del 3,1% e 

dello 0,6%. Il settore Grand Outdoor (Lafuma, Ober), che pesa comunque per 

un terzo sull’attività, ha avuto un calo delle vendite del 10%. Un ribasso parzialmente 

imputabile alla riorganizzazione in Cina e alle controprestazioni di Ober. 

Le vendite dell’abbigliamento sono calate del 4,2%, a 166,1 milioni. Quelle di 

calzature/stivali e di attrezzatura, hanno conosciuto ribassi rispettivamente del 

6,4% e di più del 14%. 

Mentre gli indicatori finanziari sembrano essere tutti preceduti dal segno +, il 

gruppo di outdoor, come i brand suoi colleghi, brancola invece nel buio per 

quanto concerne le future condizioni d’acquisto delle materie prime e i cambiamenti 

nei costi di produzione in Asia. “L’aumento dei costi varia dal 5% al 30%. Il 

fatto di essere industriali ci permette una buona lettura dei process”, commenta 

Philippe Joffard. Rinfrancato, il manager ha parlato anche dei siti ungherese e 

tunisino, dove il gruppo realizza tra il 30 e il 40% della sua produzione. I capi 

in Gore-Tex, la maglieria e il tecnico-polare sono già stati in parte rimpatriati in 

Francia. Quanto alla Cina, essa conta circa per il 60% sul sourcing asiatico. Di 

fatto, i dirigenti cercano soluzioni in India, in Vietnam o ancora in Indonesia. “Tutti 

si pongono la domanda dell’aumento dei prezzi, anche gli Mdd”, prosegue. Per 

l’autunno-inverno 2011/2012, ci sarà sicuramente un aumento dei prezzi per 

certi prodotti. 

Ciesse Piumini si rilancia a Firenze 

Flavio Milani, presidente di Fremil International, 

società che un anno fa ha acquisito 

lo storico brand, già sul mercato 

con il marchio di abbigliamento tecnico 

sportivo West Scout, ha creato per 

Ciesse una divisione operativa completamente 

separata. A guidarla saranno 

i nuovi manager Salvatore Internullo 

(direttore generale), Daniele De Dominicis 

(direttore vendite) e Pierfranco 

Nervo (direttore della produzione). 

La sfida non sarà solo riportare le collezioni 

in vetrina, ma rivalorizzare un 

brand che negli anni Ottanta contribuì 

a definire il concetto di outdoor così 

come lo conosciamo oggi. 

Le nuove collezioni, presentate a Pitti 

Immagine Uomo a gennaio 2011, sono 

composte da capi ad elevato contenuto 

di ricerca, tecnici o metropolitani, 

concepite per un posizionamento alto 

presso selezionati multimarca sportivi 

e casualwear. Obiettivo dichiarato, da 

qui a cinque anni, è portare il fatturato 

a 30 milioni di euro partendo col mercato 

italiano, ma tenendo un occhio 

rivolto a Russia, Norvegia, Svizzera, 

Germania, Spagna e Abu Dhabi, Paesi 

dai quali sono già giunti i primi segni 

di interesse. 

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NEWS 

Negata la cassa integrazione in deroga 

ai dipendenti ex Diadora 

L’11 gennaio a Mestre è stato ridiscusso il caso della cassa integrazione in deroga 

negata agli ex-lavoratori di Diadora, arrivando alla conclusione dell’impossibilità di 

concederla. I motivi li ha spiegati l’assessore regionale all’istruzione, formazione e 

lavoro, Elena Donazzan: “Ci siamo confrontati – ha detto – richiamando espressamente 

le linee-guida approvate dalle parti sociali per poter verificare che vi fosse 

un piano concreto di assunzione da parte della nuova proprietà (La Lir della Famiglia 

Moretti Polegato – Geox). La quale è subentrata, anche se parzialmente, con 

l’acquisizione di un piano d’azienda. Il senso di responsabilità impone a tutti noi di 

verificare le possibilità esistenti per trovare soluzioni a casi come questo e fare in 

modo che ai lavoratori rimasti senza occupazione sia garantito un sostegno al reddito. 

Non esiste, però, differenza tra cassa integrazione o mobilità, ai fini di quanto 

spetta al lavoratore: si tratta di due ammortizzatori sociali completamente diversi 

nella loro finalità di utilizzo. La Cassa Integrazione Guadagni in deroga serve, infatti, 

alle aziende del settore-artigianato, sotto i 15 dipendenti, i quali diversamente non 

beneficerebbero di aiuti d’alcun genere. Deve comunque trattarsi di casi con evidenti 

prospettive di ripresa. Ne consegue – precisa l’assessore Donazzan – che la 

CIG non può essere utilizzata quando le perdite del lavoro sono avvenute nei casi 

delle aziende definitivamente chiuse.” 

Accordo commerciale tra RODE e BJ Sport As 

Lo scorso dicembre, ad Asiago, presso la sede della Rode, Bjorn Daehlie e Roberta 

Rodeghiero hanno siglato un accordo di distribuzione dei prodotti Rode in 

Norvegia. 

“Orgoglioso di collaborare con la Rode che ha contribuito a molte delle mie vittorie” 

ha dichiarato Bjorn Daehlie indiscusso campione dello sci di fondo, il più grande 

fondista di tutti i tempi con 8 medaglie d’oro olimpiche, 9 mondiali e 6 coppe del 

mondo. 

Il nuovo contratto conferisce in esclusiva alla BJ Sport As la distribuzione dei prodotti 

Rode in Norvegia e coinvolge anche l’attuale importatore Per Knut Aaland, già 

capo ski-men della nazionale norvegese e amico personale di Bjorn Daehlie, che si 

occuperà principalmente dei Waxing seminary nel suo Paese. 

“Siamo sicuri di aver fatto la scelta giusta per espandere ulteriormente il mercato 

Rode in Norvegia” ha detto Roberta Rodeghiero in occasione della visita di Daehlie 

ai laboratori Rode. 

The North Face, brand del gruppo VF Corporation’s ha presentato 

a metà dicembre le proprie stime e strategie di sviluppo 

per i prossimi cinque anni in occasione del meeting degli 

azionisti tenutosi a New York. 

Steve Rendle, Presidente di VF’s Outdoor Americas Coalition 

e Presidente di The North Face, ha dichiarato che il marchio 

rafforzerà ulteriormente il proprio impegno e la propria competenza, 

frutto di 40 anni di presenza sul mercato, al fine di mantenere 

la propria posizione di leader mondiale nell’outdoor. 

L’obiettivo di The North Face è una crescita costante per i 

prossimi cinque anni che porti a un incremento annuale del 

fatturato pari al 16% per raggiungere il traguardo dei 3 miliardi 

di dollari nel 2015. 

Le strategie sviluppate per ottenere una crescita del fatturato 

pari a 1,6 miliardi all’anno prevedono il raggiungimento di nuove 

tipologie di clienti: verrà messa a punto una strategia focalizzata 

sulle specifiche esigenze di ogni atleta e appassionato di hiking, 

alpinismo, corsa e action sport in generale. Questo modello è 

definito “Activity Based Model” (ABM) ed è stato creato proprio 

per fornire prodotti tecnicamente all’avanguardia nei quattro segmenti 

chiave: Outdoor, Performance, Action Sports e Giovani. 

ATTREZZATI PER LA CRESCITA 

Arc’Teryx si rafforza 

in Europa 

Arc’Teryx vuole potenziare la sua presenza 

nel Vecchio Continente. A tal 

fine, l’azienda canadese di abbigliamento 

per l’outdoor e per l’alpinismo 

arricchisce la composizione delle sue 

équipe dirigenziali, e inoltre si dota 

del suo primo showroom in Europa. 

Arc’Teryx ha recentemente creato il 

posto di direttore marketing Europa, 

che è stato assegnato a Tanja Kulkies. 

Questa giovane donna 34enne è l’ex 

coordinatrice marketing per l’Europa 

del produttore americano di materiale 

da montagna Black Diamond. 

Eric Schierl è invece stato nominato 

responsabile delle vendite in Europa 

del settore Textile Ski. 

A 39 anni, questo manager savoiardo, 

il quale occupava dal 2006 l’incarico 

di responsabile export per Eider 

e Killy, avrà la missione di sviluppare 

le vendite del marchio nei maggiori 

Paesi dell’arco alpino, ma anche sui 

mercati austriaco, italiano, del Benelux 

e del Regno Unito. 

Arc’Teryx ha inaugurato proprio a metà 

gennaio, all’11 di rue du Pré Faucon 

nel Parco dei Glaisins ad Annecy-le- 

Vieux, uno showroom permanente di 

55 metri quadrati. Una superficie che 

dovrebbe raddoppiare dal mese di 

ottobre 2011, per presentare le collezioni 

invernali 2012/2013 attraverso 

un nuovo concept. 

Inoltre, si prevedono investimenti in tecnologia e innovazione: 

saranno sfruttate come leve competitive l’innovazione 

e la tecnologia sempre più avanzata al fine di differenziarsi 

dalla concorrenza, in un processo che va dal prodotto alle 

politiche di marketing, dal supporto offerto ai dealer fino alle 

strategie di e-commerce e allo sviluppo di una rete commerciale 

fedele ai valori del brand. 

La crescita nelle aree geografiche chiave: continuerà 

l’espansione mondiale del marchio con un obiettivo di crescita 

del fatturato internazionale pari al 20% annuo nei prossimi 

cinque anni. Il fatturato in Europa e Asia è previsto in 

crescita rispettivamente del 16% e del 30%. In Asia, le caratteristiche 

di autenticità, innovazione e tecnologia posizionano 

The North Face come brand unico nel settore outdoor 

in Cina, uno dei mercati con il più alto tasso di sviluppo a 

livello mondiale. 

Si prevede ancora una forte promozione della cultura outdoor 

finalizzata a coinvolgere sempre più persone nella pratica 

dell’attività outdoor e sensibilizzarle a una maggiore attenzione 

nei confronti dell’ambiente, promuovendo uno stile di 

vita sano all’aria aperta.


NEWS 

Sportequipe scende in pista 

La nuova sfida di Massimo e Giancarlo 

Di Risio ha il nome di “Sportequipe-La 

Competition c’est la Vie”, uno sportswear 

di lusso per lui e lei, prodotto e distribuito 

su licenza dalla napoletana Hismos. La 

presentazione ufficiale è prevista davanti 

al parterre internazionale di Milano Moda 

Uomo, a metà gennaio. 

Grazie a un accordo quinquennale tra la 

famiglia Giamundo, forte di un’esperienza 

trentennale nel settore, e la storica 

scuderia che fa capo a Massimo (con un 

passato da corridore e oggi imprenditore) 

e Giancarlo Di Risio (ex a.d. di Versace) 

sta infatti per esordire sul mercato una 

collezione di abbigliamento e accessori 

uomo e donna, ispirata al mondo delle 

corse automobilistiche e rivolta a tutti i 

gentlemen driver che ne condividono la 

filosofia anche fuori dalle gare. Un total 

look esclusivo, come racconta Giancarlo 

Di Risio, che di quell’ambiente fatto 

di passione per la velocità, belle donne 

ai bordi delle piste e sana competizione 

conserva il profumo, per tradurlo in una 

sessantina di pezzi di alto profilo: un concentrato 

di semplicità e lusso, dinamismo 

e raffinatezza, senza cadere in eccessi o 

nel cliché di un gusto rétro. 

Il lancio della linea coincide anche con il 

debutto della nuova generazione della Hismos: 

a gestire “Sportequipe-La Competition 

c’est la Vie” sono infatti i figli di Luigi 

Giamundo, Antonella e Gaetano, attivi in 

azienda da circa sette anni. La commercializzazione 

della collezione, in linea con 

il target dell’offerta, sarà rivolta ai multimarca 

top level. 

Marcolin rinnova il patto di sindacato 

Alcuni soci di rilievo del gruppo dell’occhialeria Marcolin hanno ridefinito, per un 

triennio, gli impegni assunti con l’accordo parasociale stipulato alla fine del 2007. 

La Luab Partecipazioni di Luigi Abete, che aveva aderito a tale patto, non ha rinnovato 

gli impegni, per potere gestire la propria partecipazione senza vincoli. 

All’intesa siglata ieri partecipano invece la famiglia Marcolin, la Ddv Partecipazioni 

controllata da Diego Della Valle, patron di Tod’s, e la Adv Prtecipazioni in capo al 

fratello Andrea Della Valle, per un totale pari al 50,2% del capitale sociale (dove i 

Della Valle rappresentano il 30,1%). 

In base a questo patto rinnovato, in vigore fino al 14 dicembre 2013, le azioni sindacate 

possono essere trasferite a terzi solo con il consenso delle parti. Tra l’altro 

è previsto che l’organo direttivo del sindacato, il cosiddetto Comitato di consultazione, 

sia composto di sette membri, di cui quattro designati dai Della Valle e tre 

dalla famiglia fondatrice. 

Nuovo accordo per Arena 

Arena, azienda leader nel segmento 

dello sports Water-Wear, è il nuovo 

sponsor tecnico e fornitore ufficiale della 

Nuoto Livorno. Dal 1 gennaio 2011 

parte la nuova partnership, che vedrà il 

brand dalle tre losanghe supportare il 

Club livornese fino al 2012. 

Nuoto Livorno, nata ufficialmente nel 

2005 dalla fusione delle due Squadre 

Agonistiche di nuoto livornesi, l’Unione 

Nuoto Amaranto e la Regina Nuoto, ma 

con una storia alle spalle ereditata dalle 

stesse società di affiliazione, si è impegnata 

sin dai suoi esordi a raggiungere 

brillanti risultati nella varie attività agonistiche, 

dal Nuoto Giovanile ai Masters, 

dal Sincronizzato al Salvamento, fino 

alla Pallanuoto. Vincitrice del Campionato 

Italiano a Squadre di Serie B, nel 

corso del 2010 è entrata di diritto nel 

novero delle prime 8 squadre italiane, 

Nordica alla conquista dell’Est 

In un mercato dai veloci cambiamenti, 

l’Est Europa si conferma uno dei 

mercati maggiormente in movimento. 

Nordica vuole investire in questi Paesi 

che stanno crescendo e sono sempre 

più interessati al turismo invernale 

e di conseguenza all’attrezzatura dedicata 

allo sci. È in Repubblica Ceca, 

come in Polonia e in Slovacchia, che 

bisogna puntare per consolidare e 

sviluppare rapporti commerciali già 

avviati. Questi Paesi stanno infatti 

realizzando strutture all’avanguardia, 

resort e impianti sciistici che andranno 

a delineare nuovi scenari: il loro 

sforzo è volto a diminuire il gap nei 

confronti dell’Europa anche nello 

Sportsystem e a diventare sempre 

più competitivi. 

Dal 15 al 20 gennaio il brand trevigiano 

ha ospitato una sessantina di 

negozianti dell’est Europa nel Kouty 

Ski Resort, (il più importante centro 

sciistico in Cecoloslovacchia) per 

presentare la nuova collezione di sci 

e scarponi. C’è un grande fermento 

in questi Paesi che si stanno sviluppando 

e chiedono nuovi stimoli dal 

settore sportivo. 

Il trend di crescita che registra Nordica 

è positivo: aumento del 100% 

dell’export dal 2009 al 2010 per 

quanto riguarda gli sci, del 20% export 

di scarponi. Numeri importanti 

che spiegano l’interesse dell’azienda 

per i Paesi dell’Est. 

Al meeting hanno partecipato negozianti 

provenienti dalla Polonia, dalla 

Slovacchia e dalla Repubblica Ceca: 

clienti e potenziali tali che potranno 

testare dal vivo le performance dei 

prodotti Nordica. 

dimostrando come il sacrificio e la determinazione 

possano portare ai risultati 

sperati. Sempre nel corso dello scorso 

anno, la società e’ riuscita a portarsi a 

casa un oro europeo, grazie alla vittoriosa 

traversata del lago Balaton di Luca 

Ferretti ai recenti Europei di Budapest, 

e una decina di titoli italiani assoluti, 

per merito delle performance di Chiara 

Boggiatto, Federico Turrini e Martina De 

Memme. Guidato dagli allenatori Corrado 

Rosso e Stefano Franceschi e coadiuvato 

da un valido gruppo di assistenti 

e fisioterapisti, il Club è riuscito ad ottenere 

un discreto numero di posti nelle 

più alte graduatorie italiane, puntando 

ad aumentare il livello di presenze nelle 

competizioni internazionali. 

“Siamo molto soddisfatti di questa partnership 

con Nuoto Livorno – afferma 

Alessandro Carpignano, Direttore Generale 

di Arena Italia –, una società promettente, 

che in quest’ultimo anno si è 

distinta per impegno, passione e competenza, 

il tutto culminato nel raggiungimento 

della promozione in serie A. Abbiamo 

individuato in Nuoto Livorno una società 

in grado di creare coesione tra i componenti 

della sua squadra e di individuare 

e far crescere nuovi talenti del nuoto. 

Arena fornirà a Nuoto Livorno il supporto 

tecnico necessario alla sua continua e sicura 

crescita anche nella massima serie. 

Arena, tramite questa nuova partnership, 

prosegue e rafforza il suo sostegno alle 

principali società di nuoto in Italia e alla 

crescita del movimento natatorio.” 

169


170 

EVENTI EVENTI EVENTI EVENTI EVENTI EVENTI EVENTI EVENTI EVENTI EVENTI 

All Accessories per tutti Fibo 2011 verso nuovi traguardi 

È stato presentato a Milano All Accessories-International 

Fashion Accesso- 

wellnes, in calendario dal 14 al 17 aprile prossimi a Essen) informa che la manife- 

Olaf Tomscheit, direttore di Fibo (la fiera internazionale tedesca del fitness e del 

ries Week, il progetto che proclama la stazione sta dimostrando un trend positivo superiore alle attese. L’area espositiva 

sinergia dei quattro saloni sotto il cappello 

di Fiamp, la Federazione Italiana anche sotto il profilo dei visitatori. Limite da superare: i 51.730 del 2010. Contribu- 

è quasi totalmente prenotata e tutto lascia intendere che sarà un’edizione record 

dell’Accessorio Moda e Persona: dal 4 iranno a fare conseguire questo eccezionale risultato il numero delle nuove palestre 

al 9 marzo 2011 Mido, Micam, Mifur e da equipaggiare registrato ovunque, la propensione delle esistenti a rinnovare le attrezzature, 

la ricerca (da parte del pubblico) di attività sportive inedite da praticare ai 

Mipel si svolgeranno in contemporanea 

e con un’offerta coordinata. Quattro realtà 

hanno dunque stretto le maglie della rigorosamente riservate agli incontri di lavoro tra buyer e produttori, comunque tra 

fini del benessere e della salute. Delle quattro giornate di fiera, le prime due saranno 

collaborazione in uno sforzo congiunto, addetti ai lavori. Aperti i cancelli a chiunque il 16 e il 17 aprile. 

per attirare l’attenzione dei compratori e 

della stampa internazionali e potenziare Successo a Pitti Uomo 2011 

la visibilità degli espositori presenti alle 

quattro manifestazioni: nell’arco di una Vivacità, eleganza e ottimismo: ecco i punti di forza dell’edizione invernale di Pitti 

settimana, Mido (4-6 marzo), Micam, Immagine Uomo, che ancora una volta ha dimostrato di essere l’appuntamento irrinunciabile 

nel panorama della moda uomo maschile. Le previsioni formulate alla sua 

Mifur e Mipel (6-9 marzo) si svolgeranno 

non solo parallelamente, ma con vigilia hanno trovato conferme, i buyer si sono infatti attestati a quota 23.200 (di cui 

iniziative corali, avendo attivato, oltre a quasi 7700 esteri) e sono stati oltre 30.000 i visitatori. 

una politica di comunicazione comune, I compratori esteri hanno segnato un aumento del 9% rispetto allo scorso gennaio, 

programmi di hospitality, nonché sistemi 

di permeabilità tra i diversi padiglio- 

È stata un’edizione fenomenale da tutti i punti di vista: affluenza, ricerca, eventi e 

mentre quelli italiani si confermavano sugli stessi livelli del 2010. 

ni del quartiere fieristico. Le tessere prodotto. Forte l’export e la presenza straniera che si è riconfermata, ma ancora maggiore 

l’affluenza dei compratori italiani. Il successo è sicuramente da attribuire alla 

d’ingresso sono infatti abilitate in tutte 

le reception, in modo che gli operatori perseveranza delle aziende espositrici, che continuano a investire nei prodotti, a fare 

possano circolare liberamente. 

ricerca, a portare novità, a calibrare qualità e prezzi, a presentarsi in modo creativo e 

Sovrapponendosi alle date del prêt-àporter 

di Parigi, manca però, rispetto servizi, fa scouting in tutto il mondo di brand giovani ed emergenti, mette insieme un 

innovativo. Ma anche agli sforzi di Pitti Uomo, che propone nuovi allestimenti e nuovi 

all’exploit dello scorso settembre, la denso calendario di eventi speciali che rendono la manifestazione un rendez-vous a 

perfetta contiguità temporale dei saloni 

degli accessori con gli altri eventi Pitti Uomo si conferma il salone di riferimento per il segmento della moda maschile 

tutto tondo, che va ben oltre il concetto comune di fiera. 

della moda (sfilate femminili e rassegne più vocata al prodotto e alla qualità, in particolare proprio l’edizione invernale, mentre 

dell’abbigliamento). 

quella estiva soffre di più. Non è solo un evento fieristico ma un vero e proprio set 

Nel corso della presentazione è stato 

analizzato il quadro congiunturale unica. 

di eventi tra moda, arte e cultura sia in fiera che in giro per Firenze, città davvero 

dell’industria degli accessori rappresentata 

da Fiamp, che vede l’Italia come resta ancora accessibile ai buyer grazie al progetto della fiera digitale e-Pitti. Per un 

E anche se i battenti della Fortezza da Basso hanno chiuso il 14 gennaio, Pitti Uomo 

primo esportatore tra i Paesi Ue con un mese dalla fine della manifestazione è infatti possibile ritrovare on-line un centinaio 

export globale, nei primi otto mesi del di aziende espositrici e visitare gli stand virtuali, dove le informazioni sui prodotti 

2010, pari a 13,2 miliardi di euro. saranno a portata di click. 

Il Sole24Ore ha pubblicato l’annuale 

classifica elaborata dal Gruppo Clas 

che definisce l’indice di sportività delle 

province italiane basandosi su alcuni 

indicatori. Genova è risultata dunque 

la provincia prima in Italia, con 636,34 

punti. Bolzano è seconda con 632,24 

punti e Parma è terza con 617,76 punti. 

La classifica nazionale è chiusa da Agrigento, 

maglia nera con 129,66 punti. 

L’indagine redige la classifica considerando 

venti indicatori: calcio campionati, 

calcio dilettanti, calcio arbitri, 

basket-volley, ulteriori sport di squadra, 

NEWS 

Genova vince in sportività 

ciclismo, grandi sport individuali, medi 

sport individuali, micro sport individuali, 

sport amatori, sport bambini, sport disabili, 

palestre, impianti, negozi e noleggi, 

sport e turismo, universitari per lo sport, 

Giro d’Italia, Albi d’oro e Olimpiadi. 

Genova ha conquistato il primo posto 

grazie alla voce riguardante i campionati 

professionistici del football. Si tratta 

della classifica con il peso maggiore (il 

17,5%) sulla graduatoria generale. Per 

una provincia di circa 900mila abitanti 

avere due club nella massima serie 

è già un successo. Se poi – come nel 

2009/2010 – la Sampdoria conquista 

un rilevante quarto posto e il Genoa finisce 

nono (su 20), è chiaro che il punteggio 

lievita. 

Genova vanta anche un terzo posto negli 

sport di squadra diversi da calcio, basket 

e volley: qui gran parte del merito è 

della pallanuoto, con quattro squadre in 

serie A1 e, soprattutto, con la Pro Recco 

regina a livello nazionale e continentale. 

Fonti: Fashion Magazine, il Sole24 ore, Assosport, 

Coni, Ansa, AdnKronos, Prima Comunicazione, 

www.sportbizreport.it, www.sporteconomy. 

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È sufficiente fare una rapida ricerca in internet 

per constatare l’esistenza di diversi siti italiani 

che si definiscono di “sport business” o di “sport 

marketing”. Continuando nella lettura ci si rende 

subito conto, però, che tali siti sono fortemente 

sbilanciati su aspetti di sponsorship, sul mondo 

delle scommesse, sugli eventi e in modo 

marcato – vizio tutto italiano - sul calcio 

mercato. Insomma, pubblicano contenuti che 

poco o nulla contribuiscono alla necessaria 

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SportBizReport è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: 

Aut. n° 485 del 30 ottobre 2009. 

2

PER RICORDARE 

MARIO CHESI 1934-2011 

l’addio A UN grande 

imprenditore ITALIANO 

dello sporT 

Vogliamo ricordare Mario Chesi come un uomo che ha avuto e avrà 

sempre un ruolo determinante nella storia “italiana” del marchio Arena 

e nel cuore di tutti coloro che, dal 1981 ad oggi, hanno contribuito al 

successo dell’azienda. Fermo e determinato come un condottiero d’altri 

tempi, elegante e onesto da vero gentiluomo, Mario Chesi ha realizzato 

il sogno di Horst Dassler, in uno dei mercati più importanti del mondo 

per lo sport waterwear. Ci ha creduto fin da principio e fino in fondo, pur 

sapendo quanto grande fosse la sfida. 

Non potremo mai dimenticare il suo carisma, la sua dedizione al lavoro, 

il profondo senso di disciplina e di etica, che gli venivano anche 

dall’esperienza giovanile di ufficiale. La capacità di formarsi una visione 

delle cose completa e sofisticata, guardando avanti, precorrendo i tempi, 

nella convinzione che Arena fosse un marchio destinato alla grandezza, 

a divenire un vero punto di riferimento per tutti gli appassionati di nuoto 

a livello mondiale. L’ indomabile carattere, la passione e l’inesauribile 

spinta all’innovazione, insieme alle sue intuizioni imprenditoriali, il senso 

di responsabilità e il rispetto verso lo sport e i suoi campioni, con i quali 

ha condiviso tante emozioni e tanti successi, gli hanno permesso di pretendere 

da se stesso e da tutta la sua “squadra” un’attenzione maniacale 

per la qualità e la performance dei prodotti Arena. 

Mario Chesi ci ha insegnato che, per avere successo, è necessario fissare 

continuamente mete sempre più ambiziose da raggiungere e, appena 

raggiunte, radunare le forze in vista dei traguardi futuri. La sua vita è 

stata tutta vissuta all’insegna di una costante tensione al miglioramento, 

applicando a se stesso, prima che agli altri, un rigoroso e severo metro 

di giudizio. 

Un insegnamento che non dimenticheremo. 

Cristiano Portas 

e i dipendenti di Arena Italia 

UN GRANDE AMORE 

Al lancio e all’affermazione del marchio 

Arena nel mondo Mario Chesi ha dedicato 

buona parte della sua vita, senza mai 

risparmiarsi 

174 

Mario Chesi è protagonista degli accordi di sponsorizzazione vincenti della storia di Arena 

negli sport d’acqua. Qui sottoscrive la partnership di successo col grande tuffatore Klaus Dibiasi 

Mario Chesi nasce a Massa il 9/9/1934. 

Dopo gli studi scientifici, si iscrive alla facoltà 

di Scienze Politiche e Sociali all‘Università 

di Firenze, dove segue con profitto corsi 

di statistica, giornalismo e storia moderna. Nel 

1957 fa parte dello staff insegnanti presso il 

Collegio Vittorio Veneto di Firenze in qualità 

di lettore di italiano e storia, dove rimarrà per 

due anni. Nel 1959 si trasferisce a Monaco 

di Baviera ed entra nell’European Exchange 

System di Monaco di Baviera, organizzazione 

che faceva parte della Nato, come Assistant 

Manager nel Men’s Department Store. Qui 

ricopre incarichi di crescente responsabilità; 

nel 1964 entra a far parte della SACOM 

(South Area Command) come ispettore della 

Germania , addetto al controllo degli acquisti 

e alla redistribuzione dei surplus fra i diversi 

Paesi Nato. Nel 1967 con la riorganizzazione 

dei servizi di logistica in Europa, Chesi viene 

nominato Deputy Commodity, al quartiere generale 

della Supply and Maintenance Agency, 

la più importante 

autorità dell’area 

atlantica nei servizi 

di logistica. 

In questa sua 

nuova mansione, 

solo trentatreenne, 

coordina e 

dispone i tempi di supporto delle forze terrestri 

Nato, ubicate in Europa. Nel 1968 rientra 

in Italia e viene nominato Direttore Commer-

Caro Mario, credo di essere stato uno dei tuoi 

più vecchi amici, sicuramente quello che ha trascorso 

più tempo con te e che più da vicino ha vissuto i tuoi 

momenti più belli, dal tuo ritorno dalla Germania fino 

ad Arena Italia. Anni difficili, che solo la tua tenace 

caparbietà ci permise di superare. La tua contagiosa 

convinzione, la tua dedizione e il tuo rigido sacrificio 

hanno sempre avuto la meglio. Con i nostri opposti 

caratteri, le nostre abitudini, i nostri modi di vita così 

diversi ci siamo scontrati innumerevoli volte, ma mai 

nessuna discussione ha scalfito la stima e l’affetto 

che avevamo l’uno per l’altro. 

Per ricordare la nostra lunga amicizia, le tue doti, le 

tue manie, la tua onestà, il tuo rigore ci vorrebbe un 

intero volume... E sarebbe anche divertente. Come 

quella volta che rimanesti senza sigarette ed io ti offrii 

una delle mie, della marca da te preferita: te la rigirasti 

fra te dita scrutandola attentamente poi, fissandomi 

con occhi severi, la gettasti via. Era una sigaretta 

di contrabbando, senza la scritta “monital”. Ora io ti 

ringrazio e ti saluto, caro mio vecchio burbero, esigente 

amico Mario, col cuore gonfio di tristezza per 

averti perduto, per tutto il tempo che abbiamo passato 

insieme, per le nostre risate e i nostri litigi, e spero 

che quei baci che ho dato a quel legno chiaro che 

ti conteneva ti accompagnino in un mondo migliore, 

fatto di amore e di riconoscenza. 

Adriano Rizzotti 

Mario Chesi ha onorato la sua città e la sua 

famiglia con le affermazioni ottenute nel mondo del 

lavoro e dell’industria. Ha diretto per anni un’impresa 

prestigiosa, Arena Italia, con dedizione assoluta, rigore 

– anzitutto verso se stesso – e con una passione vera, 

rivolta al mondo dei giovani. Incoraggiò i migliori a 

confrontarsi nelle competizioni più importanti, anche a 

livello mondiale, specie nel nuoto. Tenace e coraggioso, 

era sempre pronto a offrire la sua solidarietà senza 

autocompiacersene; ha sempre creduto in quel che faceva 

e inseguito l’onestà, per sé e per gli altri. Celava, 

dietro un aspetto sempre serio e contenuto, un cuore 

generoso e un’ironia a volte pungente, ma sempre benevola. 

Lascia in tutti coloro che lo hanno conosciuto 

ricordi pieni di vita. Un’amicizia insostituibile. 

Mirella Becucci 

Ho conosciuto Mario durante la mia presidenza 

della Federazione francese di triathlon. Era venuto a 

Parigi espressamente per incontrarmi e propormi di 

diventare fornitore dell’equipaggiamento della federazione. 

Mi colpirono subito il suo carisma, la sua 

gentilezza e la sua disponibilità, qualità ancora più 

significative in una persona che rappresentava una 

realtà importante come Arena. 

L’impegno economico assunto con la nostra Federazione 

non è mai venuto meno, e anzi Arena, grazie 

all’acume di Mario Chesi, è diventato il brand sostenitore 

del Triathlon International de Nice, tanto che 

ancora oggi sono in molti a ricordare l’ospitalità che 

Mario riservava alle tante personalità in Casa Arena, 

sulla spiaggia dell’hotel Beau Rivage. 

Ma ciò che non potrò mai scordare è l’amicizia che 

mi ha manifestato nel tempo, che è andata ben oltre 

il business, e anzi ha costituito la base della nostra 

lunga relazione d’affari. 

Posso sicuramente dire, con profonda tristezza, di 

aver perso oggi un grande amico che rimpiangerò per 

sempre, per la sua profonda rettitudine, l’impagabile 

spirito d’impresa e la disponibilità ad ascoltare gli altri 

con massima attenzione e sensibilità. 

Jaques Laparade 

ciale di Verusca Italiana, società specializzata 

nella distribuzione degli articoli di abbigliamento 

di origine francese. Nel 1971 crea con 

due amici una sua società, la Mec Fashion’s, 

che in breve tempo distribuirà importanti marchi 

italiani come Roberto Cavalli, Gruno et 

Chardin (Belgio), Christian Dior, John Rodd, 

Boucanier e Hom (Francia). Nel 1972 Chesi 

viene contattato da Horst Dassler, fondatore 

di Arena e figlio del fondatore di adidas. Immediatamente 

tra i due imprenditori nasce un 

rapporto di stima e la Mec Fashion’s diventa 

la società distributrice e licenziataria dei prodotti 

Arena per l’Italia. Nel giro di tre anni, la 

Mec Fashion’s si trasforma da azienda specializzata 

nel settore della moda, in un’azienda 

specializzata nella produzione e distribuzione 

di abbigliamento sportivo, diventando 

Arena Italia Spa, un vero e proprio punto di 

riferimento per lo sviluppo del marchio Arena, 

non solo in Europa. Arena Italia contribuisce 

in maniera importante allo sviluppo e alla creazione 

delle collezioni internazionali, grazie 

anche al know-how italiano nel settore del costume 

da bagno. Alcune tappe significative: 

nel 1974 il lancio dello Skinfit, rivoluzionario 

modello del peso di soli 18 grammi, negli anni 

’80 il famoso Flyback, un altro innovativo costume 

da competizione femminile, poi imitato 

in tutto il mondo, e nel 1987 la serie X-Flat. 

Mario Chesi fu magistrale con gli atleti, da lui 

incoraggiati e costantemente seguiti. A lui si 

devono gli innumerevoli accordi con tutte le 

principali Federazioni europee nel nuoto e nella 

ginnastica, altro settore cui Chesi dedicò 

grandissimo impegno. 

Dal 1991 in poi Arena Italia mantiene costante 

il suo trend di crescita. Colpito da una grave 

malattia nel 1997, Chesi rimarrà Presidente di 

Arena, anche se supportato da altri manager, 

sino al 1999. Gli ultimi anni sono stati spesi 

tra l’amata Toscana e la Costa Azzurra. 

175

NUOVI ORIZZONTI 

A cura di Ezio Petrillo 

Scopriamo gli sport poco conosciuti 

al grande pubblico ma che attirano 

l’attenzione di diversi appassionati in 

tutto il mondo. La corsa all’indietro 

(retrorunning) e lo snowboard 

da spiaggia (sandboarding) sono 

realtà sportive ormai consolidate 

Quando lo sport ribalta il 

senso comune. Se correre 

all’indietro o sciare sulla 

sabbia, fino a qualche anno 

fa, potevano essere considerate 

attività fuori dalle 

leggi naturali, oggi rappresentano 

discipline sportive a 

tutti gli effetti. Retrorunning 

e sandboarding sono solo 

alcuni degli sport più bizzarri 

nati alle soglie del nuovo 

millennio. 

Il retrorunning, o più semplicemente 

corsa all’indietro, 

è arrivato in Italia nel 1992 

con la prima edizione del 

Gambero d’Oro di Poviglio, 

sulla scia della gara americana 

che si svolgeva nel 

Central Park a New York. 

Chi pratica questa disciplina 

deve mantenere una postura 

eretta e un equilibrio tale 

da mantenere la velocità più 

costante possibile. Il rischio 

più frequente può essere 

quello di cadere, pertanto è 

meglio procedere con cautela 

e scegliere luoghi idonei 

dove allenarsi. Per chi inizia 

a praticare il retrorunning la 

scelta migliore è alternare 

la corsa avanti con la corsa 

indietro. I piedi e le gambe 

devono rimanere paralleli al 

senso di percorrenza. Si può 

voltare la testa ma è consigliato 

farlo raramente per 

non perdere il ritmo. Rispetto 

alla corsa tradizionale, 

nel retrorunning aumentano 

consumo di ossigeno (84% 

rispetto al 60%) e dispendio 

calorico (1/3 di calorie in 

più). Tale disciplina, inoltre, 

migliora il sistema cardiovascolare, 

allevia il carico alle 

articolazioni, riducendo l’impatto 

con il terreno, potenzia 

la forza muscolare, migliora 

la coordinazione, la concentrazione, 

la visione periferica, 

l’equilibrio. A livello psicologico 

è una forma di fitness 

che conduce a una profonda 

riflessione e ad un completo 

stato contemplativo. 

La posizione base del retrorunning 

è con la schiena diritta 

e le gambe leggermente 

piegate. 

Gli spostamenti avvengono 

utilizzando sempre la punta 

dei piedi con balzi rasenti al 

terreno. Il movimento delle 

braccia, simile a quello della 

corsa in avanti, è importante: 

oltre a migliorare l’equilibrio, 

funziona da propulsore. Per 

verificare la direzione è consigliabile 

girarsi leggermente 

di lato e guardare solo con la 

coda dell’occhio. Per i principianti 

è preferibile correre 

su una pista in modo, che le 

strisce delle corsie possano 

orientare la direzione senza 

che sia necessario voltarsi. 

Correre per strada o su 

una spiaggia è più difficile, 

meglio farsi accompagnare 

da un amico con cui alternarsi 

nella corsa in avanti e 

indietro. L’unico accessorio 

veramente importante nel 

retrorunning sono le scarpe 

che sono le stesse della 

corsa tradizionale, scarpe da 

running stabili, in grado di 

sostenere adeguatamente il 

piede e la caviglia. 

Tra gli sport da tavola, non 

classificabile come estivo 

o invernale, arriva, direttamente 

dal deserto di Dubai, 

il sandboarding: ovvero 

come domare (dopo le onde 

e le ripide discese innevate) 

dune di sabbia. 

Letteralmente surf da duna. 

Ideale per il deserto, le 

zone aride e le spiagge 

senza vento. Per praticare 

il sandboarding 

si necessita di una tavola 

analoga a quella 

da neve (snowboard) 

che molti appassionati 

hanno imparato 

a costruirsi da sé. La 

buona resa di una 

tavola si lega strettamente 

nel dettaglio a 

molti fattori importanti come 

materiali e dimensioni. 

La prima cosa che bisogna 

determinare prima di scegliere 

i materiali è dove si andrà 

a fare sandboard e che tipo 

di discese si dovranno affrontare. 

É importante inoltre 

determinare il tipo di sabbia 

che c’è sulla discesa e infine 

se si andrà a fare free style, 

free riding, slalom o race 

jumps. 

Se si scenderà lungo dune 

omogenee larghe un centinaio 

di metri o più, si avrà 

sicuramente bisogno di una 

tavola lunga e larga (sui 150 

cm) con fattezze di tavola 

‘full’ (stile snowboard). 

Per affrontare dune più piccole 

è sicuramente meglio 

una tavola piccola e con design 

diverso. 

Le ‘full size’ sono ovviamente 

più pesanti e non così rapide 

nella manovra e nel salto 

come le corte. L’obiettivo 

principale è quello di rendere 

la tavola più leggera possibile. 

La scelta dei materiali 

deve essere messa in relazione 

al tipo di sabbia, importantissima 

per determinare il 

peso finale della tavola. 

Le tavole possono essere fatte 

di legno, metallo o di una 

varietà immensa di plastiche, 

ma per la praticità di lavorazione 

e l’ecologia, si preferisce 

sicuramente il legno, la 

cui durezza è importantissima. 

In genere si preferiscono 

legni resistenti come quercia 

e acero. 

Le tavole da sandboard classiche 

per un terreno medio 

vanno dai 100 ai 120 centimetri 

di lunghezza per 9-14 

centimetri di spessore. Per 

realizzare le superfici inferiori 

delle tavole da sandboard ci 

sono cinque forme diverse. 

Formica e Laminex sono ottimi 

rivestimenti per la parte 

superiore della vostra tavola, 

di costo accessibile e di 

provata e rinomata qualità. 

Disponibili in molti formati, 

colori e di facile reperibilità, 

dovranno comunque essere 

molto sottili per mantenere 

il peso della tavola finita 

al minimo indispensabile. 

Anche le plastiche stanno 

guadagnando il loro spazio 

nella produzione mondiale di 

tavole da sandboard. Questo 

materiale è comunque sconsigliato 

per motivi ecologici. 

Per quel che riguarda il design, 

ci sono diverse forme 

che lavorano egregiamente 

con le dune, ma sicuramente 

la scelta va fatta in base allo 

stile che si intende usare. 

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