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io non ci casco - ULSS5

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IO<br />

NON<br />

CI<br />

ASCO<br />

terza ediz<strong>io</strong>ne


“IO NON CI CASCO”<br />

Manuale operativo per chi lavora in altezza<br />

Terza ediz<strong>io</strong>ne<br />

Reg<strong>io</strong>ne Veneto-Azienda U.L.S.S. 15 “Alta Padovana”<br />

Dipartimento di Prevenz<strong>io</strong>ne - Serviz<strong>io</strong> Prevenz<strong>io</strong>ne Igiene e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPISAL)<br />

Dipartimento di Prevenz<strong>io</strong>ne<br />

Direttore: Ferronato dr. Anselmo<br />

Serviz<strong>io</strong> Prevenz<strong>io</strong>ne Igiene e Sicurezza Ambienti di Lavoro<br />

Direttore: Bizzotto dr.ssa Rosana<br />

Terza ediz<strong>io</strong>ne a cura di<br />

Manuela Barizza e Francesco Zecchin<br />

SPISAL Azienda U.L.S.S. 15 “ Alta Padovana”<br />

Immagini a cura di: B&B TESI ASOLO<br />

Le immagini riportate in questo opuscolo hanno carattere esemplificativo e <strong>non</strong> esaustivo, pertanto per alcuni particolari possono risultare incomplete<br />

Finito di stampare nel mese di ………. 2011 presso …<br />

La pubblicaz<strong>io</strong>ne è riprodu<strong>ci</strong>bile in tutto o in parte solo prev<strong>io</strong> consenso scritto degli autori.


5<br />

Prefaz<strong>io</strong>ne alla terza ediz<strong>io</strong>ne<br />

Le cadute dall’alto rappresentano la causa più comune di infortun<strong>io</strong> o di morte nel settore delle costruz<strong>io</strong>ni.<br />

Tali eventi sono legati frequentemente alla mancanza di adeguate misure preventive e protettive, alla base<br />

della quale vi è spesso una assente o inidonea progettaz<strong>io</strong>ne della sicurezza.<br />

Per assicurare una reale riduz<strong>io</strong>ne degli infortuni sul lavoro, in questo come in altri comparti produttivi, è<br />

necessar<strong>io</strong> iniziare da una adeguata e completa valutaz<strong>io</strong>ne del risch<strong>io</strong>, considerando globalmente tutte le<br />

situaz<strong>io</strong>ni potenzialmente pericolose.<br />

A questa fase è indispensabile far seguire quella della pianificaz<strong>io</strong>ne delle misure di sicurezza che deve privilegiare<br />

gli interventi che eliminano o riducono il risch<strong>io</strong> alla fonte. Va data pr<strong>io</strong>rità alle misure di protez<strong>io</strong>ne<br />

collettiva, riservando l’impiego dei dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale a quelle situaz<strong>io</strong>ni in cui i rischi <strong>non</strong><br />

possono essere altrimenti ridotti.<br />

Questo opuscolo è nato con l’obiettivo di fornire ai coordinatori per la progettaz<strong>io</strong>ne e per l’esecuz<strong>io</strong>ne, alle<br />

imprese e ai capo-cantiere i criteri per una efficace progettaz<strong>io</strong>ne e pianificaz<strong>io</strong>ne delle misure di sicurezza<br />

nei lavori in altezza, partendo dall’analisi di singoli contesti di risch<strong>io</strong>.<br />

Poiché l’istruz<strong>io</strong>ne e la formaz<strong>io</strong>ne sono componenti essenziali del sistema di sicurezza aziendale, come<br />

ripetutamente richiamato nel testo, ai lavoratori va assicurata una formaz<strong>io</strong>ne collegata a situaz<strong>io</strong>ni reali e<br />

l’addestramento necessar<strong>io</strong> ad un corretto utilizzo dei dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale anticaduta.<br />

La presente ediz<strong>io</strong>ne è stata completamente rinnovata nella presentaz<strong>io</strong>ne grafica. Il testo è stato agg<strong>io</strong>rnato<br />

ai contenuti del Dlgs 81/2008 e del Dlgs 106/2009, <strong>non</strong>ché alle più recenti indicaz<strong>io</strong>ni riportate nelle linee<br />

guida tecniche naz<strong>io</strong>nali.<br />

Il Direttore Generale<br />

Dott. Francesco Benazzi<br />

Il Direttore SPISAL<br />

Dott.ssa Rosana Bizzotto


Indice<br />

7<br />

IL RISCHIO DI CADUTA DAI TETTI<br />

PRIORITÀ DELLE MISURE DI SICUREZZA SULLE COPERTURE<br />

MISURE DI SICUREZZA SU COPERTURE NON PRATICABILI<br />

COPERTURE PORTANTI<br />

Guida alla scelta tra le soluz<strong>io</strong>ni 1 e 2 - ponteggi e parapetti<br />

Allestimento di ponteggi - soluz<strong>io</strong>ne 1<br />

Allestimento di parapetti - soluz<strong>io</strong>ne 2<br />

COPERTURE NON PORTANTI<br />

Guida alla scelta tra le soluz<strong>io</strong>ni 4 e 5 – Sottopalchi e reti di sicurezza<br />

Allestimento di sottopalchi, reti di sicurezza e camminamenti<br />

USO DI D.P.I. SU COPERTURE NON PRATICABILI<br />

Guida all’uso di Dispositivi di Protez<strong>io</strong>ne Individuale (DPI) contro le cadute - soluz<strong>io</strong>ne 3<br />

Riepilogo dei dispositivi e componenti anticaduta in funz<strong>io</strong>ne del tipo di caduta<br />

Procedura di valutaz<strong>io</strong>ne per l’uso di DPI anticaduta<br />

Scelta del sistema di trattenuta<br />

Tipologia di ancoragg<strong>io</strong> in funz<strong>io</strong>ne delle necessità operative<br />

Tipologia di collegamento tra punto o linea di ancoragg<strong>io</strong> e<br />

imbracatura di sicurezza<br />

Scelta del dispositivo di presa del corpo<br />

Effetto pendolo<br />

ESEMPI APPLICATIVI<br />

Coperture inclinate<br />

Coperture piane<br />

Coperture a shed<br />

Coperture a volta<br />

IL FASCICOLO ADATTATO ALLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA E<br />

IL PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA<br />

Il Fas<strong>ci</strong>colo adattato alle caratteristiche dell’opera<br />

Il Piano Operativo di Sicurezza (POS)<br />

GLOSSARIO<br />

APPENDICE<br />

ELENCO DELLE NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO<br />

BIBLIOGRAFIA E SITI WEB TEMATICI<br />

pag. 7<br />

pag. 10<br />

pag. 11<br />

pag. 12<br />

pag. 13<br />

pag. 14<br />

pag. 17<br />

pag. 19<br />

pag. 20<br />

pag. 24<br />

pag. 25<br />

pag. 27<br />

pag. 27<br />

pag. 32<br />

pag. 36<br />

pag. 38<br />

pag. 39<br />

pag. 39<br />

pag. 40<br />

pag. 41<br />

pag. 42<br />

pag. 43<br />

pag. 46<br />

pag. 52<br />

pag. 54<br />

pag. 56<br />

pag. 59<br />

pag. 61<br />

INDICE


IL RISCHIO DI CADUTA DAI TETTI<br />

9<br />

Le cadute dall’alto determinano spesso infortuni gravi con les<strong>io</strong>ni permanenti e in alcuni casi la morte.<br />

Particolarmente pericolose sono tutte le attività svolte su coperture in funz<strong>io</strong>ne dell’altezza, della tipologia<br />

costruttiva e dell’inclinaz<strong>io</strong>ne.<br />

In questo opuscolo vengono riportate alcune indicaz<strong>io</strong>ni sulle misure di tutela per lavori da eseguire su tetti<br />

<strong>non</strong> praticabili e postaz<strong>io</strong>ni di lavoro sopraelevate di fabbricati.<br />

La norma UNI 8088 definisce “copertura <strong>non</strong> praticabile” la copertura sulla quale l’accesso e il transito di<br />

persone è possibile unicamente con la predisposiz<strong>io</strong>ne di particolari mezzi o misure di sicurezza contro la<br />

caduta.<br />

La magg<strong>io</strong>r parte delle coperture, sia esistenti che in costruz<strong>io</strong>ne, <strong>non</strong> è praticabile in quanto l’accesso<br />

e il transito su di esse presenta sempre in qualche modo il risch<strong>io</strong> di caduta<br />

IL RISCHIO DI CADUTA DAI TETTI


IL RISCHIO DI CADUTA DAI TETTI<br />

11<br />

Per lavorare sulle coperture è necessar<strong>io</strong> quindi predisporre misure di sicurezza spe<strong>ci</strong>fiche quali:<br />

<br />

<br />

<br />

È opportuno verificare se sono già stati predisposti sul fabbricato sistemi di accesso e ancoragg<strong>io</strong> come<br />

previsto dalle norme vigenti (vedere fas<strong>ci</strong>colo tecnico del fabbricato redatto ai sensi del Dlgs. 81/08 e s.m.i.).<br />

Prima dell’accesso ad una copertura <strong>non</strong> praticabile è indispensabile accertarsi che il sola<strong>io</strong> sia portante e che<br />

<strong>non</strong> presenti risch<strong>io</strong> di sfondamento a causa del peso delle persone e di eventuali materiali depositati.<br />

COPERTURE PORTANTI sono ad esemp<strong>io</strong> quelle che poggiano su sola<strong>io</strong> in calcestruzzo, con valore<br />

della portata riferita ai carichi verticali concentrati <strong>non</strong> infer<strong>io</strong>re a 2.00 kN/m2 (rif. DM 14/9/2005<br />

Norme tecniche per le costruz<strong>io</strong>ni).<br />

COPERTURE NON PORTANTI, in qualsiasi stato di mantenimento, sono, ad esemp<strong>io</strong>, quelle costituite<br />

solamente da lastre in fibro cemento (es. Eternit) o da solette in cotto (tavelloni).<br />

Il transito su di esse espone ad elevato risch<strong>io</strong> di caduta per sfondamento in quanto <strong>non</strong> possono<br />

sostenere né il peso delle persone né quello di eventuali materiali depositati.<br />

“PRESTARE ATTENZIONE” NEL CAMMINARE SULLE TRAVATURE O SULLE STRUTTURE RETICOLARI DI<br />

SOSTEGNO DI UNA COPERTURA IN ETERNIT, NON RAPPRESENTA UNA MISURA DI SICUREZZA !!!<br />

Per le coperture sostenute da strutture in legno deve essere accertato, di volta in volta, il buono stato di<br />

conservaz<strong>io</strong>ne del materiale al fine di predisporre le misure antinfortunistiche più adatte.<br />

IL RISCHIO DI CADUTA DAI TETTI


PRIORITÀ DELLE MISURE DI SICUREZZA<br />

SULLE COPERTURE<br />

Quando si devono eseguire lavori sulle coperture è necessar<strong>io</strong> privilegiare l’adoz<strong>io</strong>ne di misure di protez<strong>io</strong>ne<br />

collettiva, come l’installaz<strong>io</strong>ne di ponteggi lungo tutto il perimetro dell’edific<strong>io</strong> oggetto dei lavori.<br />

Il personale addetto all’installaz<strong>io</strong>ne di ponteggi deve ricevere un’adeguata formaz<strong>io</strong>ne mediante la parte<strong>ci</strong>paz<strong>io</strong>ne<br />

ad un corso teorico-pratico di cui deve essere acquisita attestaz<strong>io</strong>ne.<br />

Quando, per motivi tecni<strong>ci</strong>-organizzativi, <strong>non</strong> sia possibile allestire ponteggi dovranno essere installati lungo<br />

tutto il perimetro parapetti ancorati alla struttura del fabbricato.<br />

In ordine di pr<strong>io</strong>rità le misure di sicurezza che si devono mettere in atto a protez<strong>io</strong>ne dei lavori svolti sulle<br />

coperture sono le seguenti:<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

A seconda dei casi devono essere allestite contemporaneamente più soluz<strong>io</strong>ni tra quelle sopra indicate.<br />

Di seguito si propone uno schema che riassume le possibili soluz<strong>io</strong>ni da adottare su coperture <strong>non</strong> praticabili,<br />

siano esse portanti o <strong>non</strong> portanti.<br />

Tutte le soluz<strong>io</strong>ni richiedono una corretta pianificaz<strong>io</strong>ne dei lavori accompagnata da una adeguata<br />

formaz<strong>io</strong>ne e addestramento dei lavoratori.<br />

MISURE DI SICUREZZA SU COPERTURE<br />

NON PRATICABILI<br />

COPERTURA NON PRATICABILE<br />

COPERTURA PORTANTE<br />

la copertura può sostenere il peso dei<br />

materiali e delle persone<br />

QUANDO REALIZZABILE<br />

SOLUZIONE 1 (PAG.12 e 13)<br />

<br />

verso il vuoto<br />

SOLUZIONE 2 (PAG.12 e 16)<br />

<br />

COPERTURA NON PORTANTE<br />

la copertura <strong>non</strong> è in grado di sostenere né<br />

il peso delle persone né dei materiali<br />

QUANDO REALIZZABILE<br />

SOLUZIONE 4 (PAG.17 e 19)<br />

<br />

<br />

perimetro dell’area di lavoro<br />

<br />

SOLUZIONE 5 (PAG.17 e 19)<br />

<br />

<br />

perimetro dell’area di lavoro<br />

<br />

QUANDO NON SONO COMPLETAMENTE<br />

REALIZZABILI<br />

LE SOLUZIONI 1- 2 e 4 - 5<br />

SOLUZIONE 3 (PAG. 20)<br />

<br />

<br />

<br />

13<br />

PRIORITÀ DELLE MISURE DI SICUREZZA SULLE COPERTURE


COPERTURE PORTANTI<br />

GUIDA ALLA SCELTA TRA LE SOLUZIONI 1 e 2<br />

ponteggi-parapetti<br />

La scelta tra:<br />

SOLUZIONE 1<br />

SOLUZIONE 2<br />

Ponteggi con parapetti lungo tutto il perimetro<br />

Parapetti lungo tutto il perimetro ancorati alla struttura del fabbricato<br />

Soluz<strong>io</strong>ne 1<br />

ALLESTIMENTO DI PONTEGGI 1<br />

Il montagg<strong>io</strong> e lo smontagg<strong>io</strong> di ponteggi deve avvenire secondo le indicaz<strong>io</strong>ni riportate nel Pi.M.U.S., documento<br />

che il datore di lavoro fa redigere da persona competente, nel quale è descritta la concreta procedura di montagg<strong>io</strong><br />

e smontagg<strong>io</strong> ed eventuale trasformaz<strong>io</strong>ne del pontegg<strong>io</strong>, inoltre sono riportate le informaz<strong>io</strong>ni sulle<br />

condiz<strong>io</strong>ni di impiego e sulle manutenz<strong>io</strong>ni/verifiche da eseguire in fase di utilizzo. Tale documento deve essere<br />

messo a disposiz<strong>io</strong>ne del preposto che sovrintende alle corrette procedure di esecuz<strong>io</strong>ne delle lavoraz<strong>io</strong>ni.<br />

15<br />

va effettuata considerando i seguenti punti:<br />

VALUTAZIONE DELLA STRUTTURA ARCHITETTONICA COMPLESSIVA DEL FABBRICATO<br />

<br />

la soluz<strong>io</strong>ne 1<br />

<br />

VALUTAZIONE DEI RISCHI DURANTE LA REALIZZAZIONE DELL’OPERA PROVVISIONALE<br />

<br />

un minor risch<strong>io</strong> per i lavoratori<br />

VERIFICA DELL’EVENTUALE INTERFERENZA DEI PARAPETTI O DEI PONTEGGI CON ALTRI ELEMENTI<br />

<br />

elementi edili, linee elettriche, sviluppo futuro del fabbricato, ecc.<br />

<br />

ingombrante ma flessibile<br />

DEFINIZIONE DI PROCEDURE CHE INDICHINO LE MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA<br />

PROVVISIONALE E LO STANDARD DI QUALITÀ DA GARANTIRE<br />

<br />

montagg<strong>io</strong> dell’opera provvis<strong>io</strong>nale riportando, per ogni fase e ogni lavoratore, le misure di sicurezza da attuare<br />

<br />

DEFINIZIONE DELLE CONOSCENZE TECNICHE, DELLA FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO<br />

NECESSARI AL PERSONALE ADDETTO ALL’INSTALLAZIONE DELLE OPERE PROVVISIONALI<br />

<br />

di qualità da garantire, e che possiedano abilità nel montagg<strong>io</strong> e smontagg<strong>io</strong> di parapetti e di ponteggi<br />

Gli addetti al montagg<strong>io</strong>-smontagg<strong>io</strong> dei ponteggi devono obbligatoriamente effettuare dei corsi di formaz<strong>io</strong>ne<br />

finalizzati all’apprendimento di tecniche operative per l’esecuz<strong>io</strong>ne dei lavori in condiz<strong>io</strong>ni di sicurezza. Tali corsi<br />

teorico-prati<strong>ci</strong> prevedono il superamento della verifica finale di apprendimento con rilasc<strong>io</strong> di un attestato.<br />

La formaz<strong>io</strong>ne deve essere ripetuta con un modulo di agg<strong>io</strong>rnamento ogni quattro anni.<br />

In linea generale valgono comunque le indicaz<strong>io</strong>ni di seguito riportate.<br />

Nel montagg<strong>io</strong> di un pontegg<strong>io</strong> metallico fisso devono essere rispettate le indicaz<strong>io</strong>ni del fabbricante contenute<br />

nel libretto di autorizzaz<strong>io</strong>ne ministeriale<br />

all’impiego, seguendo le istruz<strong>io</strong>ni riportate<br />

negli schemi tipo. In casi particolari <strong>non</strong><br />

previsti nel libretto, è necessar<strong>io</strong> far redigere<br />

un progetto spe<strong>ci</strong>fico da un tecnico<br />

abilitato.<br />

Ogni impalcato di lavoro deve essere<br />

provvisto di intavolato completo e di parapetto<br />

normale.<br />

Il montagg<strong>io</strong> e lo smontagg<strong>io</strong> in sicurezza<br />

dei ponteggi si effettua utilizzando un<br />

idoneo mezzo di protez<strong>io</strong>ne individuale<br />

contro le cadute (DPI), composto da un<br />

dispositivo di ancoragg<strong>io</strong>, dall’imbracatura<br />

completa e dal relativo dispositivo di collegamento.<br />

1 Le caratteristiche prin<strong>ci</strong>pali delle attrezzature e delle opere<br />

provvis<strong>io</strong>nali sono riportate in Appendice<br />

COPERTURE PORTANTI


Soluz<strong>io</strong>ne 2<br />

UNA COPERTURA CON PENDENZA FINO A 30° (CIRCA 58%)<br />

17<br />

RICHIEDE:<br />

ALLESTIMENTO DI PARAPETTI 2<br />

<br />

bricato, con altezza di almeno 1 m misurata sulla perpendicolare<br />

Quando devono essere allestiti parapetti provvisori di protez<strong>io</strong>ne bordi oc-<br />

alla superfi<strong>ci</strong>e di lavoro e comunque rapportata a una valutaz<strong>io</strong>ne del<br />

corre fare riferimento alla norma UNI EN 13374 del 2004. La norma definisce<br />

risch<strong>io</strong> relativa all’inclinaz<strong>io</strong>ne della copertura stessa.<br />

le caratteristiche che devono avere i parapetti con funz<strong>io</strong>ne di arresto per<br />

Come indicaz<strong>io</strong>ne generale: altezza di 1,20 m misurata sul piano di<br />

superfi<strong>ci</strong> piane ed inclinate suddividendoli in tre classi: A,B,C. Per un mag-<br />

gronda<br />

g<strong>io</strong>r dettagl<strong>io</strong> su scelta e modalità di installaz<strong>io</strong>ne si consiglia di consultare<br />

la norma.<br />

<br />

consentire spostamenti senza risch<strong>io</strong> di s<strong>ci</strong>volare<br />

In via generale ai fini dell’allestimento dei parapetti occorre pianificare<br />

le seguenti fasi:<br />

1 METRO<br />

<br />

<br />

<br />

< _ 30 °<br />

L’installaz<strong>io</strong>ne dei parapetti può essere fatta dall’esterno preferibilmente<br />

tramite l’uso di piattaforme autosollevanti, ponti fissi o su ruote.<br />

Di seguito sono riportati alcuni esempi di parapetti in funz<strong>io</strong>ne della<br />

pendenza della copertura.<br />

UNA COPERTURA ORIZZONTALE O CON PENDENZA INFERIORE A<br />

10° (CIRCA 18%) RICHIEDE:<br />

<br />

del fabbricato, con altezza di almeno 1 m misurata sulla perpendicolare<br />

alla superfi<strong>ci</strong>e di lavoro<br />

2 Le caratteristiche prin<strong>ci</strong>pali delle attrezzature e delle opere provvis<strong>io</strong>nali sono riportate in Appendice<br />

10 °<br />

1.20 METRI<br />

COPERTURE PORTANTI


UNA COPERTURA CON PENDENZA OLTRE I 30° (CIRCA 58%) RICHIEDE:<br />

<br />

di almeno 1 m misurata sulla perpendicolare alla superfi<strong>ci</strong>e di lavoro e<br />

comunque rapportata a una valutaz<strong>io</strong>ne del risch<strong>io</strong> relativa all’inclinaz<strong>io</strong>ne<br />

della copertura stessa. Come indicaz<strong>io</strong>ne generale: altezza di 1,20 m misurata<br />

sul piano di gronda. Considerata la forte inclinaz<strong>io</strong>ne della copertura<br />

si ritiene buona prassi operativa allestire parapetti pieni<br />

COPERTURE NON PORTANTI<br />

GUIDA ALLA SCELTA TRA LE SOLUZIONI 4 e 5<br />

sottopalchi e reti di sicurezza<br />

I sottopalchi e le reti di sicurezza allestiti sotto la copertura, proteggono unicamente contro il risch<strong>io</strong> di caduta<br />

attraverso aperture o per sfondamento della copertura stessa. Non proteggono contro il risch<strong>io</strong> di caduta<br />

verso l’esterno del perimetro del fabbricato, devono per<strong>ci</strong>ò essere previsti parapetti o ponteggi di protez<strong>io</strong>ne<br />

lungo il perimetro.<br />

19<br />

<br />

ancorate per consentire spostamenti senza risch<strong>io</strong> di s<strong>ci</strong>volare<br />

> _ 30 °<br />

SOLUZIONE 4 SOTTOPALCHI DI SICUREZZA<br />

Considerato l’impegno richiesto per la loro costruz<strong>io</strong>ne, i sottopalchi di sicurezza sono preferibili laddove<br />

le caratteristiche del sito consentono la loro agevole installaz<strong>io</strong>ne. L’allestimento dell’ultimo impalcato<br />

deve essere effettuato il più vi<strong>ci</strong>no possibile alla copertura.<br />

1.20 METRI<br />

sez<strong>io</strong>ne di fabbricato<br />

MAX<br />

2 METRI<br />

COPERTURE NON PORTANTI


SOLUZIONE 5 RETI DI SICUREZZA<br />

L’uso delle reti di protez<strong>io</strong>ne è vantagg<strong>io</strong>so per lavori con evoluz<strong>io</strong>ne relativamente veloce che possono essere<br />

eseguiti a “lotti” successivi. Per il loro montagg<strong>io</strong> è necessar<strong>io</strong> seguire le indicaz<strong>io</strong>ni d’uso del fabbricante ed inoltre<br />

occorre assicurare che:<br />

<br />

<br />

persona<br />

<br />

Soluz<strong>io</strong>ni 4 e 5<br />

ALLESTIMENTO DI SOTTOPALCHI, RETI DI SICUREZZA E<br />

CAMMINAMENTI 3<br />

SOTTOPALCHI<br />

I sottopalchi di sicurezza, allestiti il più vi<strong>ci</strong>no possibile alla copertura, sono di norma costituiti da ponteggi metalli<strong>ci</strong><br />

che devono essere montati rispettando le indicaz<strong>io</strong>ni del costruttore come già descritto nel paragrafo dedicato al<br />

montagg<strong>io</strong> dei ponteggi.<br />

I sottopalchi di sicurezza inoltre:<br />

<br />

costituite dagli spinotti dei telai devono essere opportunamente protette<br />

<br />

e presentano lati verso il vuoto con dislivello super<strong>io</strong>re a 2 m, questi devono essere provvisti di parapetto normale<br />

21<br />

RETI DI SICUREZZA<br />

Ogni tipo di rete di sicurezza ha le proprie caratteristiche e modalità di utilizzo, spe<strong>ci</strong>ficate nelle istruz<strong>io</strong>ni<br />

fornite dal costruttore in un manuale a corredo del dispositivo.<br />

È necessar<strong>io</strong> in particolare:<br />

<br />

scale a mano, ponti mobili su ruote, piattaforme autosollevanti, ecc.<br />

<br />

15° ÷ 20 °<br />

<br />

<br />

<br />

ossitagl<strong>io</strong>, ecc.) o di materiali taglienti<br />

CAMMINAMENTI<br />

Per la predisposiz<strong>io</strong>ne di camminamenti sulla copertura è necessar<strong>io</strong> considerare almeno i seguenti punti:<br />

<br />

<br />

a larghezza del tavolato deve permettere un agevole transito del lavoratore, pertanto deve essere almeno di 60 cm<br />

l tavolato deve essere appositamente vincolato alla struttura, per impedire spostamenti laterali durante il transito<br />

<br />

dall’alto.<br />

Si ricorda che <strong>non</strong> possono essere utilizzati pannelli da armatura, per la loro dubbia resistenza e s<strong>ci</strong>volosità<br />

3 Le caratteristiche prin<strong>ci</strong>pali delle attrezzature e delle opere provvis<strong>io</strong>nali sono riportate in Appendice<br />

COPERTURE NON PORTANTI


USO DI DPI SU COPERTURE<br />

NON PRATICABILI<br />

23<br />

GUIDA ALL’USO DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE<br />

(DPI) CONTRO LE CADUTE<br />

Soluz<strong>io</strong>ne 3<br />

Qualora, per evitare le cadute dall’alto, <strong>non</strong> siano utilizzabili misure di protez<strong>io</strong>ne collettiva, quali<br />

ponteggi, parapetti, reti o sottopalchi, è necessar<strong>io</strong> impiegare DPI contro le cadute costituiti da:<br />

<br />

<br />

<br />

Tutti i dispositivi devono essere marcati “CE” per attestare la loro conformità alle norme riportate a pag. 59.<br />

Va verificata la loro compatibilità re<strong>ci</strong>proca facendo riferimento alle istruz<strong>io</strong>ni del fabbricante che devono<br />

sempre essere a disposiz<strong>io</strong>ne dell’utilizzatore.<br />

Chi utilizza i dispositivi deve essere spe<strong>ci</strong>ficatamente addestrato e informato sulle modalità di impiego<br />

e sui limiti entro i quali l’uso risulta sicuro: l’uso scorretto può determinare, in caso di caduta, gravi<br />

les<strong>io</strong>ni dell’operatore.<br />

CON L’IMPIEGO DELL’IMBRACATURA DI SICUREZZA È IMPORTANTE LIMITARE LA FORZA D’URTO AL TERMINE<br />

DI UN’EVENTUALE CADUTA A 6 KN (CIRCA 600 KG). Vi è il risch<strong>io</strong> infatti che l’operatore subisca gravi les<strong>io</strong>ni<br />

al momento dell’arresto, anche senza urtare contro strutture. Per questo motivo è necessar<strong>io</strong> limitare<br />

o annullare lo spaz<strong>io</strong> di caduta, facendo in modo che la fune di collegamento dell’imbracatura al punto di<br />

ancoragg<strong>io</strong> sia più corta possibile.<br />

PER LIMITARE, IN CASO DI CADUTA, LA FORZA D’URTO SULL’OPERATORE entro i valori di sicurezza sopra<br />

indicati, DEVONO ESSERE UTILIZZATI DISPOSITIVI DI COLLEGAMENTO TRA IMBRACATURA DEL CORPO<br />

E ANCORAGGIO PROVVISTI DI DISSIPATORI DI ENERGIA. L’uso dei dissipatori di energia comporta l’allungamento<br />

degli spazi di arresto. Bisogna pertanto accertarsi che sotto il punto di lavoro esista uno spaz<strong>io</strong><br />

suffi<strong>ci</strong>ente e libero da ostacoli (tirante d’aria).<br />

Il sistema di protez<strong>io</strong>ne deve permettere una caduta libera <strong>non</strong> super<strong>io</strong>re a 1,5 metri o a 4 metri<br />

in presenza di dissipatore di energia.<br />

Altro risch<strong>io</strong> per l’operatore in caso di caduta è rappresentato da possibili os<strong>ci</strong>llaz<strong>io</strong>ni del corpo e urto<br />

contro strutture attigue (effetto pendolo).<br />

PER UN CORRETTO UTILIZZO DI TALI DISPOSITIVI È NECESSARIO<br />

PERTANTO VERIFICARE LE ISTRUZIONI DEL FABBRICANTE.<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


Tipologie di DPI anticaduta<br />

I dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuali contro le cadute, impiegabili nei luoghi di lavoro, possono essere suddivisi in tre<br />

tipologie in consideraz<strong>io</strong>ne del loro diverso utilizzo.<br />

È CHIARO CHE OGNI CADUTA, ANCHE SE SI UTILIZZANO ADE-<br />

GUATI DPI, RISULTA PERICOLOSA !<br />

Nella scelta del sistema anticaduta, costituito dal dispositivo di ancoragg<strong>io</strong>, dal connettore, dal dispositivo<br />

anticaduta e dall’imbracatura, deve essere data pr<strong>io</strong>rità a quella soluz<strong>io</strong>ne che garantisce il massimo grado<br />

di sicurezza secondo lo schema seguente.<br />

25<br />

DPI PER IL POSIZIONAMENTO SUL LAVORO<br />

Sono destinati a sostenere e trattenere gli addetti nella<br />

posiz<strong>io</strong>ne di lavoro, consentendo di operare con le<br />

mani libere. Non sono destinati all’arresto delle cadute.<br />

DPI CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO<br />

Sono destinati ad arrestare le cadute. Sono costituiti<br />

da una imbracatura del corpo, un assorbitore di energia<br />

e un collegamento ad un ancoragg<strong>io</strong>.<br />

DPI PER LE DISCESE DI EMERGENZA<br />

Sono utilizzabili per il salvatagg<strong>io</strong> e l’evacuaz<strong>io</strong>ne di<br />

emergenza con possibilità di discesa a velo<strong>ci</strong>tà controllata.<br />

MAX<br />

MIN<br />

CADUTA TOTALMENTE<br />

PREVENUTA<br />

CADUTA CONTENUTA<br />

CADUTA LIBERA LIMITATA<br />

CADUTA LIBERA<br />

Situaz<strong>io</strong>ne in cui la caduta è impossibile<br />

Ad. es si impedisce di raggiungere i lati verso<br />

il vuoto<br />

Situaz<strong>io</strong>ne in cui si impedisce di cadere<br />

verso il vuoto<br />

Ad es. cadute lungo piani inclinati senza<br />

raggiungere lati verso il vuoto<br />

Situaz<strong>io</strong>ni in cui la caduta nel vuoto è<br />

limitata entro 0,6 m<br />

Ad es. cadute verso il vuoto con intervento<br />

immediato del dispositivo di trattenuta<br />

Situaz<strong>io</strong>ni in cui la caduta nel vuoto è<br />

super<strong>io</strong>re a 0,6 m<br />

Ad es. cadute verso il vuoto con intervento<br />

del dispositivo di trattenuta e assorbitore di<br />

energia<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


RIEPILOGO DEI DISPOSITIVI E COMPONENTI ANTICADUTA E DI<br />

POSIZIONAMENTO IN FUNZIONE DEL TIPO DI CADUTA<br />

La tabella sottostante, tratta dalle linee guida ISPESL 4 , elenca i dispositivi e componenti anticaduta e di posiz<strong>io</strong>namento<br />

sul lavoro e per ognuno di essi indica l’uso prin<strong>ci</strong>pale e la tipologia di caduta per cui ne è permesso l’impiego.<br />

DISPOSITIVI E COMPONENTI ANTICADUTA E DI POSIZIONAMENTO<br />

DISPOSITIVO /<br />

COMPONENTE<br />

Cintura di trattenuta e di<br />

posiz<strong>io</strong>namento<br />

Cordino di trattenuta e di<br />

posiz<strong>io</strong>namento<br />

Imbracatura per il corpo<br />

Cordino + dissipatore di<br />

energia<br />

Dispositivo anticaduta:<br />

a) tipo retrattile<br />

b) tipo guidato su guida<br />

flessibile<br />

c) tipo guidato su guida<br />

rigida<br />

USO PRINCIPALE<br />

Elemento del sistema di<br />

trattenuta orizzontale e<br />

di posiz<strong>io</strong>namento<br />

Componente di un sistema<br />

di arresto di caduta<br />

Componente di un sistema<br />

di arresto di caduta<br />

Dispositivo atto ad assicurare<br />

una persona ad<br />

un punto di ancoragg<strong>io</strong><br />

in modo da prevenire<br />

completamente o di<br />

arrestare, in condiz<strong>io</strong>ni<br />

di sicurezza, la caduta<br />

CADUTA LIBERA<br />

4 Linea guida ISPESL per la scelta l’uso e la manutenz<strong>io</strong>ne di DPI contro le cadute dall’alto. Sistemi di arresto caduta<br />

NO<br />

SÌ<br />

SÌ<br />

SÌ<br />

DISPOSITIVO AMMESSO<br />

COME AMMESSO DI CADUTA<br />

CADUTA LIBERA<br />

LIMITATA<br />

NO<br />

SÌ<br />

SÌ<br />

SÌ<br />

CADUTA<br />

CONTENUTA<br />

NO<br />

SÌ<br />

SÌ<br />

SÌ<br />

PROCEDURA DI VALUTAZIONE PER L’USO DEI DPI ANTICADUTA<br />

Premesso che ogni fase di lavoro deve essere soggetta a valutaz<strong>io</strong>ne del risch<strong>io</strong> da parte del datore di lavoro,<br />

quando si impiegano DPI, asso<strong>ci</strong>ati o meno ad altri sistemi di sicurezza contro le cadute, è opportuno seguire<br />

uno schema di valutaz<strong>io</strong>ne che preveda le seguenti fasi:<br />

FASE DI PIANIFICAZIONE PREVENTIVA DEI LAVORI<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

FASE DI PROGETTAZIONE ESECUTIVA DEI LAVORI<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

Definire il lavoro da svolgere e individuare le aree di intervento<br />

Definire il numero di addetti strettamente necessari all’esecuz<strong>io</strong>ne del lavoro in quota<br />

Definire l’elenco dei materiali e attrezzature necessari per attuare l’intervento<br />

Definire il livello di mobilità necessaria all’operatore<br />

<br />

<br />

<br />

Individuare uno o più sistemi di ancoragg<strong>io</strong>, esistenti o da realizzare, che risultino accessibili in<br />

condiz<strong>io</strong>ni sicure per aggan<strong>ci</strong>are il sistema di trattenuta e l’imbracatura<br />

Scegliere il dispositivo di collegamento tra punto di ancoragg<strong>io</strong> e imbracatura dell’operatore<br />

Definire le modalità di accesso in quota e di agganc<strong>io</strong> dell’imbracatura al punto di ancoragg<strong>io</strong><br />

evitando situaz<strong>io</strong>ni in cui l’operatore <strong>non</strong> risulti aggan<strong>ci</strong>ato<br />

Prevedere eventuali camminamenti e le modalità di sollevamento – posiz<strong>io</strong>namento in quota dei<br />

materiali e attrezzature necessari<br />

27<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


FASE DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RESIDUI<br />

9<br />

Valutare le conseguenze che si potrebbero verificare in seguito a caduta per:<br />

CEDIMENTO STRUTTURALE DELLA COPERTURA (in ogni punto dell’area di lavoro predefinita)<br />

CADUTA DELL’OPERATORE VERSO L’ESTERNO DELLA COPERTURA (lungo il perimetro)<br />

CADUTA DELL’OPERATORE DENTRO APERTURE SULLA COPERTURA (lucernari)<br />

Tale valutaz<strong>io</strong>ne deve almeno considerare:<br />

<br />

effettivamente disponibile, c<strong>io</strong>è libero da strutture, impianti, ecc. che possono costituire un pericolo<br />

(tirante d’aria)<br />

<br />

<br />

possibile urto contro altre strutture<br />

Qualora emergano delle incongruenze e quindi dei rischi, devono essere attuate misure integrative e<br />

correttive rispetto a quelle previste.<br />

FASE DI VALUTAZIONE DELLA GESTIONE DELLE EMERGENZE<br />

10<br />

Nell’ambito della valutaz<strong>io</strong>ne dei rischi, dovrà essere predisposta una procedura che preveda l’intervento<br />

di emergenza in aiuto del lavoratore rimasto sospeso al sistema di arresto caduta, che necessiti<br />

di assistenza da parte di altri lavoratori.<br />

E’ necessar<strong>io</strong> quindi che nella squadra di lavoro vi sia la presenza di personale che possegga la capa<strong>ci</strong>tà<br />

operativa di garantire l’intervento di emergenza.<br />

Nel caso che, a seguito della valutaz<strong>io</strong>ne dei rischi, si ritenga che <strong>non</strong> sia possibile intervenire con<br />

risorse interne, deve essere prevista un’apposita procedura per l’attivaz<strong>io</strong>ne del soccorso pubblico.<br />

I DPI devono essere oggetto di manutenz<strong>io</strong>ne, riparaz<strong>io</strong>ne e sostituz<strong>io</strong>ne ove necessar<strong>io</strong>, secondo le modalità<br />

e per<strong>io</strong>di<strong>ci</strong>tà fornite dal fabbricante.<br />

In ogni caso prima di ogni utilizzo tutti i dispositivi facenti parte del sistema anticaduta devono essere ispez<strong>io</strong>nati<br />

attentamente al fine di verificarne l’effi<strong>ci</strong>enza. Particolare attenz<strong>io</strong>ne deve essere posta nel caso in cui<br />

il sistema sia stato oggetto di solle<strong>ci</strong>taz<strong>io</strong>ni a seguito di una caduta, in questo caso dovrà essere valutata la<br />

necessità o meno di sostituz<strong>io</strong>ne.<br />

SCELTA DEL SISTEMA DI TRATTENUTA<br />

1. TIPOLOGIA DI ANCORAGGIO IN FUNZIONE DELLE NECESSITÀ<br />

OPERATIVE<br />

Prima di parlare delle singole tipologie di ancoragg<strong>io</strong> si ritiene opportuno elencare i criteri generali da<br />

adottare nella disposiz<strong>io</strong>ne dei punti di ancoragg<strong>io</strong>:<br />

<br />

<br />

sull’imbracatura per limitare lo spaz<strong>io</strong> di una eventuale caduta. Ancoraggi posti al di sotto del livello<br />

dell’imbracatura determinano spazi di caduta libera magg<strong>io</strong>ri<br />

<br />

in quota, deve avvenire evitando che l’operatore <strong>non</strong> risulti aggan<strong>ci</strong>ato o protetto<br />

<br />

poraneamente e sequenzialmente per garantire le migl<strong>io</strong>ri condiz<strong>io</strong>ni di trattenuta dell’operatore<br />

<br />

tecniche di riferimento<br />

SPAZI DI CADUTA RISPETTO ALLA POSIZIONE DEGLI ANCORAGGI<br />

(a parità di lunghezza del cordino di collegamento)<br />

PUNTO DI ANCORAGGIO IN BASSO<br />

PUNTO DI ANCORAGGIO IN ALTO<br />

AMPIA CADUTA PRIMA DELL’ARRESTO<br />

CADUTA MOLTO RIDOTTA<br />

29<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


PUNTO DI ANCORAGGIO FISSO<br />

Possono essere utilizzati come punti di ancoragg<strong>io</strong>:<br />

<br />

<br />

<br />

superfi<strong>ci</strong> verticali, orizzontali o inclinate.<br />

In via generale l’uso di punti di ancoragg<strong>io</strong> fisso risulta idoneo per lavori in postaz<strong>io</strong>ne fissa o con ridotta<br />

necessità di movimento.<br />

Ogni ancoragg<strong>io</strong> deve avere una resistenza minima di 10 kN (<strong>ci</strong>rca 1000 Kg).<br />

Ad esso può essere aggan<strong>ci</strong>ato un solo operatore.<br />

CLASSE A1 - ESEMPI DI ANCORAGGI STRUTTURALI PROGETTATI PER IL FISSAGGIO A SUPERFICI<br />

VERTICALI, ORIZZONTALI ED INCLINATE<br />

1 ANCORAGGIO STRUTTURALE<br />

2 PUNTO DI ANCORAGGIO<br />

1 2 1 2<br />

1<br />

CLASSE A2 - ESEMPI DI ANCORAGGI STRUTTURALI PROGETTATI PER I FISSAGGIO A TETTI IN-<br />

CLINATI<br />

1 ANCORAGGIO STRUTTURALE<br />

2 PUNTO DI ANCORAGGIO<br />

2 2<br />

1<br />

1<br />

1<br />

2 2<br />

ANCORAGGI PROVVISORI<br />

PORTATILI<br />

Gli ancoraggi provvisori e portatili sono dispositivi di<br />

varia forma che sfruttano l’appogg<strong>io</strong> a contrasto<br />

con strutture portanti come indicato in figura. I<br />

tipi più diffusi sono: trave trasversale, perni con<br />

ritenuta, treppiede.<br />

Sono utilizzati in casi particolari dove <strong>non</strong> esistono<br />

soluz<strong>io</strong>ni alternative o per operaz<strong>io</strong>ni occas<strong>io</strong>nali<br />

quali il salvatagg<strong>io</strong>, lavori entro aperture nei solai,<br />

tetti, ecc.<br />

LINEA DI ANCORAGGIO ORIZZONTALE<br />

Le linee di ancoragg<strong>io</strong> orizzontali possono essere del tipo flessibile o rigido.<br />

La linea di ancoragg<strong>io</strong> orizzontale flessibile è costituita da una fune metallica o sintetica tesa tra<br />

due punti di ancoragg<strong>io</strong> alle estremità e sostegni rompitratta ogni 6 ÷ 10 m. La resistenza minima<br />

dell’ancoragg<strong>io</strong> e delle strutture deve essere una volta e mezzo la forza consentita dal progetto del<br />

fabbricante. E’ idonea per installaz<strong>io</strong>ni provvisorie e per usi <strong>non</strong> frequenti. Essa risulta più fa<strong>ci</strong>lmente<br />

configurabile. Alcuni modelli comprendono anche il dispositivo assorbitore di energia.<br />

La linea di ancoragg<strong>io</strong> orizzontale rigida è costituita da una guida metallica ancorata a parti fisse,<br />

su cui scorre un dispositivo di agganc<strong>io</strong>. La resistenza minima dell’ancoragg<strong>io</strong> e delle strutture deve<br />

essere di 10 kN (<strong>ci</strong>rca 1000 kg) più 1 kN (100 kg) per ogni operatore successivo.<br />

E’ idonea per installaz<strong>io</strong>ni definitive e un uso frequente. I fissaggi intermedi <strong>non</strong> ostacolano il passagg<strong>io</strong>.<br />

Entrambe le soluz<strong>io</strong>ni consentono l’esecuz<strong>io</strong>ne<br />

di lavori con ampia necessità di movimento,<br />

su piani orizzontali o inclinati. La loro<br />

estens<strong>io</strong>ne deve essere studiata in modo da ridurre<br />

al minimo la caduta verso le estremità delle<br />

stesse.<br />

31<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


LINEA DI ANCORAGGIO VERTICALE OD<br />

OBLIQUA<br />

Le linee di ancoragg<strong>io</strong> verticali od oblique possono essere<br />

del tipo flessibile o rigido.<br />

La linea verticale od obliqua flessibile è costituita da una<br />

fune tesa, quella verticale od obliqua rigida è costituita<br />

da una guida metallica.<br />

Ad ogni linea di ancoragg<strong>io</strong> può essere aggan<strong>ci</strong>ato un<br />

solo operatore.<br />

I punti di fissagg<strong>io</strong> della fune o guida verticale devono<br />

avere le caratteristiche di resistenza di un punto di ancoragg<strong>io</strong><br />

fisso.<br />

Il dispositivo assorbitore di energia può essere integrato direttamente nella linea. Entrambe le soluz<strong>io</strong>ni sono<br />

idonee per spostamenti o lavori su piani verticali o molto inclinati.<br />

La linea di ancoragg<strong>io</strong> verticale rigida è idonea per installaz<strong>io</strong>ni definitive e un uso frequente.<br />

La linea di ancoragg<strong>io</strong> verticale flessibile è idonea per installaz<strong>io</strong>ni provvisorie e un uso <strong>non</strong> frequente.<br />

Essa risulta più fa<strong>ci</strong>lmente configurabile.<br />

ANCORAGGIO A CORPO MORTO<br />

Sono dispositivi costituiti generalmente da masse metalliche<br />

modulari o di calcestruzzo (dischi, plinti), o da<br />

contenitori colmi d’acqua, con la funz<strong>io</strong>ne di contrappeso<br />

in caso di caduta dell’operatore.<br />

Sono dotati di uno o più punti di ancoragg<strong>io</strong> in base al<br />

numero di operatori che può essere collegato contemporaneamente,<br />

in rapporto al peso del cosiddetto “corpo<br />

morto”.<br />

Il corpo di ancoragg<strong>io</strong> deve essere sistemato in posiz<strong>io</strong>ne<br />

opportuna a una distanza <strong>non</strong> infer<strong>io</strong>re a 2,5 m dai<br />

lati verso il vuoto.<br />

Tale dispositivo di ancoragg<strong>io</strong> è utilizzabile su superfi<strong>ci</strong> orizzontali o con inclinaz<strong>io</strong>ne infer<strong>io</strong>re al 10 % (<strong>ci</strong>rca<br />

5°). Risulta idoneo per lavori con ridotta necessità di movimento su piani orizzontali. Non è applicabile su<br />

coperture <strong>non</strong> portanti.<br />

RIEPILOGO<br />

Nelle tabelle sottostanti tratte dalle linee guida ISPESL sono riportati in sintesi le tipologie di ancoragg<strong>io</strong><br />

precedentemente descritte con i relativi requisiti.<br />

Per magg<strong>io</strong>ri approfondimenti si consiglia di consultare la norma UNI EN 795.<br />

Sistema<br />

fisso<br />

Sistema<br />

scorrevole<br />

Corpo<br />

morto<br />

Classe-scopo<br />

A<br />

A1 - ancoraggi strutturali progettati per essere fissati<br />

su superfi<strong>ci</strong> verticali, orizzontali ed inclinate, per<br />

esemp<strong>io</strong> colonne,pareti architravi<br />

A2 - ancoraggi strutturali progettati per essere fissati<br />

a tetti inclinati<br />

B - dispositivi di ancoragg<strong>io</strong> provvisori portatili<br />

C - dispositivi di ancoragg<strong>io</strong> che utilizzano linee di<br />

ancoragg<strong>io</strong> flessibili orizzontale. Per linea di ancoragg<strong>io</strong><br />

flessibile orizzontale si intende una linea che<br />

devia dall’orizzontale per <strong>non</strong> più di 15°<br />

Massima presenza consentita: vedere le istruz<strong>io</strong>ni<br />

del fabbricante<br />

D - dispositivi di ancoragg<strong>io</strong> che utilizzano rotaie di<br />

ancoragg<strong>io</strong> rigide orizzontali<br />

Massima presenza consentita: vedere le istruz<strong>io</strong>ni<br />

del fabbricante<br />

Classe-tipo<br />

E - ancoragg<strong>io</strong> a corpo morto da utilizzare su<br />

superfi<strong>ci</strong> orizzontali<br />

Si intende per superfi<strong>ci</strong>e orizzontale una superfi<strong>ci</strong>e<br />

che devia dall’orizzonte per <strong>non</strong> più di 5°<br />

Resistenza minima dell’ancoragg<strong>io</strong><br />

e delle strutture in condiz<strong>io</strong>ni<br />

di laborator<strong>io</strong><br />

10 kN<br />

10 kN<br />

10 kN<br />

Una volta e mezzo la forza consentita<br />

dal progetto del fabbricante<br />

10 kN + 1 kN per ogni persona<br />

aggiunta oltre la prima<br />

Requisiti<br />

Non utilizzare in presenza di risch<strong>io</strong><br />

di gelo o in condiz<strong>io</strong>ni di gelo<br />

Distanza dal bordo del tetto <strong>non</strong><br />

minore di 2500 mm<br />

33<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


2. TIPOLOGIA DI COLLEGAMENTO TRA PUNTO O LINEA DI<br />

ANCORAGGIO E IMBRACATURA DI SICUREZZA<br />

COLLEGAMENTO CON FUNE DI TRATTENUTA A LUNGHEZZA REGISTRABILE<br />

SENZA ASSORBITORE DI ENERGIA<br />

Questa tipologia di collegamento è idonea se l’insieme ancoragg<strong>io</strong> e lunghezza della fune è tale da impedire<br />

totalmente la caduta.<br />

È utilizzabile con ancoraggi del tipo:<br />

<br />

<br />

<br />

COLLEGAMENTO CON FUNE DI TRATTENUTA E ASSORBITORE DI ENERGIA<br />

È un sistema da considerare idoneo se:<br />

<br />

di energia e arrestare la caduta con un sforzo <strong>non</strong> super<strong>io</strong>re ai 6 kN<br />

<br />

È utilizzabile con ancoraggi del tipo:<br />

<br />

<br />

<br />

Con il punto di ancoragg<strong>io</strong> posto sul piano di calpest<strong>io</strong>, lo spaz<strong>io</strong> libero sottostante la postaz<strong>io</strong>ne<br />

di lavoro deve essere di almeno 6 m, tenuto conto dell’uso di un cordino di collegamento di 2 m<br />

(lunghezza massima prevista dalla norma UNI EN 354), di uno sviluppo dell’assorbitore di energia di<br />

<strong>ci</strong>rca 2 m e della statura di un operatore.<br />

In ogni caso per la valutaz<strong>io</strong>ne del tirante d’aria necessar<strong>io</strong>, consultare le istruz<strong>io</strong>ni fornite dal fabbricante.<br />

35<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


COLLEGAMENTO CON SISTEMA A FUNE RETRATTILE<br />

Si può utilizzare questo tipo di collegamento quando lo spaz<strong>io</strong> sottostante la quota di lavoro è suffi<strong>ci</strong>ente e<br />

privo di ostacoli e quando <strong>non</strong> possono verificarsi cadute rallentate (es. su piani inclinati) che ne impediscano<br />

l’attivaz<strong>io</strong>ne.<br />

In relaz<strong>io</strong>ne alle diverse tipologie in commerc<strong>io</strong>, l’angolo di lavoro ammesso entro il quale il dispositivo può<br />

essere utilizzato, è riportato nel manuale d’uso e manutenz<strong>io</strong>ne fornito dal fabbricante.<br />

È utilizzabile con ancoraggi del tipo:<br />

<br />

<br />

<br />

COLLEGAMENTO CON FUNE FISSA, DISPOSITIVO SCORREVOLE E<br />

ASSORBITORE DI ENERGIA<br />

È un sistema idoneo per lavori in posiz<strong>io</strong>ne fissa, con ridotto spaz<strong>io</strong> di movimento lungo la linea di<br />

ancoragg<strong>io</strong> o per spostamenti di tipo verticale.<br />

È utilizzabile con ancoraggi del tipo a linea rigida o flessibile verticale od obliqua con inclinaz<strong>io</strong>ne <strong>non</strong><br />

infer<strong>io</strong>re a quella indicata dal fabbricante (di solito 45°). Il dispositivo scorrevole deve bloccarsi automaticamente<br />

in caso di caduta.<br />

In ogni caso deve essere presente un assorbitore di energia installato sulla linea di ancoragg<strong>io</strong> o direttamente<br />

sulla fune di collegamento e un sistema che impedisca lo sfilamento del dispositivo scorrevole<br />

a fine linea.<br />

37<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


SCELTA DEL DISPOSITIVO DI PRESA DEL CORPO<br />

Le norme prevedono tre tipologie di dispositivi di presa del corpo da utilizzare in funz<strong>io</strong>ne delle spe<strong>ci</strong>fiche<br />

IMBRACATURE ANTICADUTA (UNI EN 361)<br />

Per tutte le attività in cui sono possibili cadute super<strong>io</strong>ri a<br />

PUNTI DI ATTACCO<br />

39<br />

esigenze lavorative:<br />

0,5 m, devono essere utilizzate imbracature composte da<br />

UNI EN 358<br />

Cinture di posiz<strong>io</strong>namento sul lavoro<br />

bretelle e cos<strong>ci</strong>ali. Alcuni tipi di imbracature sono integrate<br />

con la <strong>ci</strong>ntura di posiz<strong>io</strong>namento in vita (imbracature<br />

UNI EN 813<br />

UNI EN 361<br />

In commerc<strong>io</strong> esistono dispositivi che combinano queste tre tipologie di DPI. Di seguito vengono analizzate in<br />

particolare le <strong>ci</strong>nture di posiz<strong>io</strong>namento e le imbracature anticaduta.<br />

CINTURE DI POSIZIONAMENTO<br />

(UNI EN 358)<br />

Per le attività svolte in posiz<strong>io</strong>ne fissa possono essere<br />

usate <strong>ci</strong>nture di posiz<strong>io</strong>namento.<br />

Sono utilizzabili solo se si ha la possibilità di collegarsi<br />

alla struttura tramite cordino fatto passare intorno<br />

alla struttura stessa e collegato ad entrambi gli anelli<br />

laterali. Il cordino deve essere di lunghezza regolabile<br />

(normalmente 1 ÷ 2 m) in modo da contenere<br />

l’eventuale caduta a <strong>non</strong> più di 0,5 metri senza l’uso<br />

di dissipatori di energia. Le <strong>ci</strong>nture di posiz<strong>io</strong>namento<br />

permettono all’operatore di lavorare con entrambe le<br />

mani libere.<br />

Cinture con cos<strong>ci</strong>ali per posiz<strong>io</strong>namento e sospens<strong>io</strong>ne in quota<br />

Imbracature anticaduta<br />

PUNTI DI ATTACCO<br />

PUNTI DI ATTACCO<br />

combinate).<br />

Devono essere collegate a solidi ancoraggi posti se possibile<br />

più in alto dell’operatore.<br />

Possono essere dotate di attacco poster<strong>io</strong>re (dorsale) o<br />

frontale (sternale).<br />

L’attacco poster<strong>io</strong>re può essere utilizzato:<br />

<br />

caduta libera può comportare forze di arresto super<strong>io</strong>ri a 6<br />

kN (<strong>ci</strong>rca 600 Kg)<br />

<br />

L’attacco anter<strong>io</strong>re può essere utilizzato:<br />

<br />

<br />

Gli attacchi laterali, presenti nelle imbracature combinate,<br />

devono essere utilizzati con gli stessi criteri descritti per le<br />

<strong>ci</strong>nture di posiz<strong>io</strong>namento.<br />

Le imbracature di sicurezza (UNI EN 361) <strong>non</strong> sono idonee<br />

come dispositivo di sospens<strong>io</strong>ne in quota del lavoratore.<br />

Nei lavori con sospens<strong>io</strong>ne in quota dell’addetto sono necessari<br />

dispositivi di posiz<strong>io</strong>namento conformi alla norma<br />

UNI EN 813.<br />

PUNTI DI ATTACCO<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


EFFETTO PENDOLO<br />

ESEMPI APPLICATIVI - Coperture inclinate<br />

41<br />

Si definisce effetto pendolo il movimento os<strong>ci</strong>llator<strong>io</strong> incontrollato e incontrollabile che un corpo collegato<br />

ad un ancoragg<strong>io</strong> da un dispositivo flessibile (corda o cavo) può subire per effetto di una caduta.<br />

Nel nostro caso è l’effetto che subisce un operatore in caso di caduta quando indossa un imbracatura<br />

e un sistema di collegamento ad un punto di ancoragg<strong>io</strong>. Si produce un movimento laterale e incontrollato<br />

del corpo che sarà tanto magg<strong>io</strong>re quanto magg<strong>io</strong>re è la possibilità di os<strong>ci</strong>llaz<strong>io</strong>ne del corpo stesso<br />

prima che raggiunga l’equilibr<strong>io</strong> e si fermi.<br />

Le conseguenze dell’effetto pendolo, oltre alla possibilità di urti contro ostacoli o al suolo (soprattutto<br />

se l’altezza del piano di calpest<strong>io</strong> in quota rispetto al suolo è modesta), sono quelle della riduz<strong>io</strong>ne delle<br />

caratteristiche di resistenza del sistema di collegamento (corda) per l’eventuale attrito dello stesso<br />

lungo i bordi della copertura per effetto dell’os<strong>ci</strong>llaz<strong>io</strong>ne.<br />

Particolarmente pericoloso è l’effetto pendolo quando si verifica in prossimità degli angoli di copertura,<br />

dove lo spaz<strong>io</strong> verticale di caduta può essere anche molto elevato (vedere fig. A).<br />

Un’altra condiz<strong>io</strong>ne critica è quella che si verifica quando l’operatore si trova aggan<strong>ci</strong>ato vi<strong>ci</strong>no all’estremità<br />

di una linea di ancoragg<strong>io</strong> flessibile: in caso di caduta, a causa della naturale elasti<strong>ci</strong>tà del sistema,<br />

egli si sposterà al centro della linea verso un punto di equilibr<strong>io</strong> più basso (vedere fig. B).<br />

Per evitare tali situaz<strong>io</strong>ni è fondamentale una corretta progettaz<strong>io</strong>ne e realizzaz<strong>io</strong>ne del posiz<strong>io</strong>namento<br />

degli ancoraggi, come l’aggiunta di un secondo punto di ancoragg<strong>io</strong> quale integraz<strong>io</strong>ne del primo nel<br />

caso A o, ad esemp<strong>io</strong>, l’utilizzo di una guida rigida o un ancoragg<strong>io</strong> intermed<strong>io</strong> nel caso B.<br />

FIG. A<br />

FIG. B<br />

1<br />

SOSTEGNO DELLA<br />

LINEA DI ANCORAGGIO<br />

ORIZZONTALE<br />

5<br />

COLLEGAMENTO CON<br />

CORDINO E DISPOSITI-<br />

VO SCORREVOLE<br />

3<br />

4<br />

2<br />

SOLIDO ANCORAGGIO<br />

DEI MONTANTI DEL<br />

PARAPETTO<br />

6<br />

1<br />

CORDINO DI COLLEGA-<br />

MENTO E DISSIPATORE DI<br />

ENERGIA DA UTILIZZARE<br />

PER ALTEZZE SUPERIORI<br />

A 6 M<br />

7<br />

3<br />

DISPOSITIVO DI<br />

COLLEGAMENTO A FUNE<br />

RETRATTILE<br />

7<br />

PUNTO CON RISCHIO DI<br />

TAGLIO/ROTTURA FUNE<br />

DI COLLEGAMENTO<br />

2<br />

5<br />

6<br />

4<br />

IMBRACATURA<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


ESEMPI APPLICATIVI - Coperture piane<br />

ESEMPI APPLICATIVI - Coperture a shed<br />

43<br />

2<br />

1<br />

3<br />

SOSTEGNO DELLA LINEA DI<br />

ANCORAGGIO ORIZZONTALE<br />

1<br />

2<br />

CORDINO DI COLLEGA-<br />

MENTO E DISSIPATORE DI<br />

ENERGIA DA UTILIZZARE<br />

PER ALTEZZE SUPERIORI<br />

A 6 M<br />

3<br />

IMPALCATURA<br />

2<br />

1<br />

SOLIDO ANCORAGGIO<br />

DEI MONTANTI DEL<br />

PARAPETTO<br />

2<br />

1<br />

SOSTEGNO DELLA<br />

LINEA DI ANCORAGGIO<br />

ORIZZONTALE<br />

3<br />

3<br />

DISPOSITIVO DI<br />

COLLEGAMENTO A FUNE<br />

RETRATTILE<br />

USO DI DPI SU COPERTURE NON PRATICABILI


ESEMPI APPLICATIVI - Coperture a volta<br />

45<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

porz<strong>io</strong>ne di copertura<br />

IL FASCICOLO ADATTATO<br />

ALLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA E<br />

IL PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

SOSTEGNO DELLA<br />

LINEA DI ANCORAGGIO<br />

ORIZZONTALE<br />

DISPOSITIVO DI<br />

COLLEGAMENTO A FUNE<br />

RETRATTILE<br />

IMBRACATURA<br />

PUNTO DI RISCHIO DI<br />

TAGLIO/ROTTURA FUNE<br />

DI COLLEGAMENTO


STRUMENTI UTILI PER LA PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI DI<br />

MANUTENZIONE DI COPERTURE E FACCIATE DI UN EDIFICIO<br />

Il Dlgs 81/08 e s.m.i., che riprende al titolo IV i contenuti del precedente Dlgs 494/96 (cosiddetta “Direttiva<br />

Cantieri”), stabilisce che i lavori di manutenz<strong>io</strong>ne di un fabbricato su coperture e fac<strong>ci</strong>ate possano prevedere<br />

per il Committente l’obbligo di nomina di figure di coordinamento per la sicurezza del futuro cantiere.<br />

Tali figure sono il Coordinatore per la Sicurezza in fase di Progettaz<strong>io</strong>ne e il Coordinatore per la Sicurezza in<br />

fase di Esecuz<strong>io</strong>ne (vedi glossar<strong>io</strong> pag 54).<br />

Il Coordinatore per la Sicurezza in fase di Progettaz<strong>io</strong>ne ha il compito di redigere il Piano di Sicurezza e Coordinamento<br />

(PSC) e generalmente anche il Fas<strong>ci</strong>colo adattato alle caratteristiche dell’opera per la successiva<br />

manutenz<strong>io</strong>ne dell’edific<strong>io</strong>. Per chi esegue i lavori, questi strumenti consentono di avere un utile riferimento<br />

per pianificare la sicurezza e per redigere il documento definito Piano Operativo di Sicurezza (POS).<br />

Il Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuz<strong>io</strong>ne ha fra l’altro il compito di verificare l’applicaz<strong>io</strong>ne da<br />

parte delle imprese e dei lavoratori autonomi delle misure di sicurezza previste nel Piano di Sicurezza e<br />

Coordinamento.<br />

Per l’esecuz<strong>io</strong>ne di singoli lavori di manutenz<strong>io</strong>ne è tuttavia possibile che <strong>non</strong> sia necessaria la presenza<br />

dei Coordinatori per la Sicurezza. In questo caso chi esegue i lavori ha comunque l’obbligo di<br />

acquisire informaz<strong>io</strong>ni al fine di pianificare le varie fasi di intervento.<br />

ESEMPI DI LAVORI DI MANUTENZIONE DELLA COPERTURA<br />

<br />

manutenz<strong>io</strong>ni con sostituz<strong>io</strong>ne coppi)<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

ESEMPI DI LAVORI DI MANUTENZIONE DELLE FACCIATE<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

47<br />

Il FASCICOLO ADATTATO ALLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA


Il FASCICOLO ADATTATO ALLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA<br />

Per fabbricati progettati da marzo 1997, le informaz<strong>io</strong>ni per l’esecuz<strong>io</strong>ne dei lavori di manutenz<strong>io</strong>ne in sicurezza,<br />

si possono trovare nel Fas<strong>ci</strong>colo adattato alle caratteristiche dell’opera (c.d. fas<strong>ci</strong>colo tecnico dell’opera)<br />

che deve essere fornito dal proprietar<strong>io</strong> del fabbricato (committente i lavori). Questo utile strumento <strong>non</strong> è<br />

altro che “un libretto” che accompagna l’edific<strong>io</strong> dalla sua nas<strong>ci</strong>ta, seguendo tutti i processi di salvaguardia,<br />

di modifica e/o di integraz<strong>io</strong>ne che si rendono necessari nel tempo. La sua finalità è quella di fornire indicaz<strong>io</strong>ni<br />

sulle modalità di esecuz<strong>io</strong>ne in sicurezza di ogni intervento successivo, riportando la tipologia di apprestamenti<br />

di sicurezza già in possesso dell’opera e spe<strong>ci</strong>ficando quelli che invece devono essere predisposti<br />

da chi esegue i lavori.<br />

Tali informaz<strong>io</strong>ni permettono all’impresa esecutrice di redigere in maniera corretta ed aderente alla<br />

realtà il Piano Operativo di Sicurezza e di realizzare notevoli risparmi economi<strong>ci</strong>.<br />

FABBRICATI PROVVISTI DI FASCICOLO TECNICO DELL’OPERA<br />

Per <strong>ci</strong>ascuna componente strutturale, architettonica ed impiantistica dell’opera (tetti, fac<strong>ci</strong>ate, camini, grondaie,<br />

serramenti, impianto elettrico, idrico, fognar<strong>io</strong>, di condiz<strong>io</strong>namento, parafulmini, reti del gas, impianti<br />

fotovoltai<strong>ci</strong> ecc.) il fas<strong>ci</strong>colo tecnico indica quali sono:<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

- scale appositamente predisposte per accedere in sicurezza alla copertura<br />

- abbaini o lucernari, dai quali raggiungere fa<strong>ci</strong>lmente ed in sicurezza la copertura<br />

- percorsi pedonabili protetti, predisposti sulle coperture per accedere ai punti di intervento (camini,<br />

grondaie, antenne, lucernari, ecc.)<br />

- punto o linee di ancoragg<strong>io</strong> per imbracature di sicurezza<br />

- ancoraggi predisposti per il rapido fissagg<strong>io</strong> di scale, parapetti perimetrali o passerelle<br />

- fissaggi predisposti sulle fac<strong>ci</strong>ate di un edific<strong>io</strong> per l’ancoragg<strong>io</strong> di ponteggi, da utilizzare in caso<br />

di ritinteggiature, riparaz<strong>io</strong>ni dell’intonaco, sostituz<strong>io</strong>ne di serramenti o vetrate, installaz<strong>io</strong>ne di impianti ecc.<br />

- ubicaz<strong>io</strong>ne delle valvole o interruttori per l’intercettaz<strong>io</strong>ne in caso di emergenza delle reti di<br />

distribuz<strong>io</strong>ne dell’energia (gas metano, gasol<strong>io</strong>, elettri<strong>ci</strong>tà, ecc.)<br />

<br />

dotaz<strong>io</strong>ne all’opera e compatibili con gli stessi, quali ad esemp<strong>io</strong>:<br />

- imbracature di sicurezza collegate ad accessori spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong> (collegamenti con fune fissa, a<br />

lunghezza regolabile retrattile, con o senza dispositivi di assorbimento di energia, ecc.)<br />

- pontegg<strong>io</strong> di passo compatibile con i punti di ancoragg<strong>io</strong> predisposti<br />

- parapetti e passerelle mobili, scale portatili, anch’essi compatibili con i sistemi di agganc<strong>io</strong><br />

e fissagg<strong>io</strong> predisposti<br />

Nel fas<strong>ci</strong>colo sono contenuti gli schemi descrittivi dell’opera (planimetrie, schemi di posiz<strong>io</strong>namento<br />

dei dispositivi di sicurezza in dotaz<strong>io</strong>ne, ecc.), <strong>non</strong>ché gli schemi dei diversi<br />

impianti e l’indicaz<strong>io</strong>ne del luogo dove è possibile reperire questa documentaz<strong>io</strong>ne (se<br />

<strong>non</strong> già unita al fas<strong>ci</strong>colo).<br />

In ogni caso è necessaria una verifica preventiva dello stato dei luoghi e delle strutture.<br />

49<br />

Il FASCICOLO ADATTATO ALLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA


ESEMPIO DI FASCICOLO TECNICO DELL’OPERA<br />

ESTRATTO RELATIVO ALLA MANUTENZIONE DI ELEMENTI DI LATTONERIA<br />

LATTONERIE<br />

1. Verifiche e manutenz<strong>io</strong>ni ordinarie<br />

Per<strong>io</strong>dicamente (indicativamente ogni due anni), ovvero in caso di intasamenti dei pluviali a causa di foglie o nidi di<br />

uccelli, dev’essere effettuata la verifica o la rimoz<strong>io</strong>ne di tali ostruz<strong>io</strong>ni.<br />

RISCHI<br />

I rischi prin<strong>ci</strong>pali che comportano le operaz<strong>io</strong>ni di manutenz<strong>io</strong>ne/verifica sono i seguenti:<br />

<br />

<br />

questi colpiscano terze persone<br />

DOTAZIONI DI SICUREZZA DELL’EDIFICIO (vedi sez<strong>io</strong>ne del fabbricato - fig. A)<br />

ATTREZZATURE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DI CUI DEVE DISPORRE L’OPERATORE<br />

Per salire sul tetto si utilizza la scala retrattile posiz<strong>io</strong>nata in corrispondenza del sola<strong>io</strong> soprastante il pianerottolo<br />

delle scale, che consente l’accesso al sottotetto tramite una botola.<br />

Da quest’ultimo, si accede alla copertura attraverso un lucernar<strong>io</strong> posto in corrispondenza del colmo.<br />

Nelle immediate vi<strong>ci</strong>nanze del lucernar<strong>io</strong> è installato un ganc<strong>io</strong> al quale è collegata una fune di ac<strong>ci</strong>a<strong>io</strong><br />

tesa lungo il colmo (linea di ancoragg<strong>io</strong>).<br />

L’operatore deve munirsi di imbracatura di sicurezza che andrà collegata all’avvolgitore (dispositivi di trattenuta<br />

di tipo retrattile) disponibile nell’apposito contenitore posiz<strong>io</strong>nato in prossimità del lucernar<strong>io</strong>.<br />

PROCEDURE DI SICUREZZA<br />

La zona sottostante l’area di intervento deve essere transennata per impedire l’acceso ai <strong>non</strong> addetti ai lavori.<br />

Prima di salire sul tetto l’operatore deve assicurare il moschettone del cordino con avvolgitore alla linea di<br />

ancoragg<strong>io</strong>.<br />

Gli attrezzi portatili utilizzati (martelli, chiavi, pinze, ecc.) devono essere assicurati all’operatore.<br />

2. Sostituz<strong>io</strong>ne di pluviali, canali, scossaline, converse, ecc.<br />

RISCHI<br />

<br />

<br />

<br />

DOTAZIONI DI SICUREZZA DELL’EDIFICIO (vedi sez<strong>io</strong>ne del fabbricato - fig. B)<br />

ATTREZZATURE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DI CUI DEVE DISPORRE L’OPERATORE<br />

Oltre alle dotaz<strong>io</strong>ni di sicurezza sopra elencate, l’edific<strong>io</strong> dispone di una serie di punti di ancoragg<strong>io</strong><br />

distribuiti lungo i muri perimetrali, per trabattelli o ponteggi fissi.<br />

I punti di ancoragg<strong>io</strong> sono costituiti da tasselli ad espans<strong>io</strong>ne, completi di tappi di chiusura, posiz<strong>io</strong>nati<br />

con interasse orizzontale pari a m 3,60 e verticale pari a m 4,00, predisposti per l’inserimento ad<br />

avvitamento di dispositivi di ancoragg<strong>io</strong> in ac<strong>ci</strong>a<strong>io</strong>.<br />

Per motivi esteti<strong>ci</strong>, i dispositivi di ancoragg<strong>io</strong> <strong>non</strong> sono las<strong>ci</strong>ati in fac<strong>ci</strong>ata, ma sono depositati in<br />

appositi contenitori nel locale contatore al piano terra.<br />

I ponteggi da utilizzare devono avere un passo compatibile con la distribuz<strong>io</strong>ne degli ancoraggi.<br />

Gli attrezzi portatili utilizzati (martelli, chiavi, pinze, ecc.) devono essere assicurati all’operatore.<br />

La presa di corrente e l’interruttore differenziale sono posiz<strong>io</strong>nati all’interno del quadro elettrico<br />

generale, nel locale contatore al piano terra.<br />

PROCEDURE DI SICUREZZA<br />

Piccoli interventi di sostituz<strong>io</strong>ne possono essere effettuati utilizzando imbracature di sicurezza assicurate<br />

alla fune in ac<strong>ci</strong>a<strong>io</strong> tesa sul colmo (dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale), come descritto per le operaz<strong>io</strong>ni<br />

di verifica o manutenz<strong>io</strong>ne ordinaria.<br />

Interventi più estesi devono essere effettuati utilizzando ponteggi lungo tutto il perimetro dell’edific<strong>io</strong><br />

(dispositivi di protez<strong>io</strong>ne collettiva).<br />

La zona sottostante l’area di intervento deve essere transennata per impedire l’accesso ai <strong>non</strong> addetti<br />

ai lavori. Prima di utilizzare qualsiasi attrezzatura elettrica, deve essere effettuato un test di verifica<br />

del corretto funz<strong>io</strong>namento dell’interruttore differenziale dedicato.<br />

51<br />

Il FASCICOLO ADATTATO ALLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA


Figura A - Sez<strong>io</strong>ne del Fabbricato<br />

Figura B - Sez<strong>io</strong>ne del Fabbricato<br />

53<br />

5) Alloggiamento<br />

per avvolgitore<br />

1) Botola con<br />

scala retrattile<br />

4) Avvolgitore<br />

3) Linea di ancoragg<strong>io</strong><br />

2) Lucernar<strong>io</strong><br />

7) Alloggiamento<br />

per ancoraggi<br />

8) Presa di corrente con<br />

interruttore magnetotermico<br />

differenziale<br />

6) Ancoragg<strong>io</strong> per<br />

pontegg<strong>io</strong><br />

Il FASCICOLO ADATTATO ALLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA


FABBRICATI NON PROVVISTI DI FASCICOLO TECNICO DELL’OPERA<br />

In assenza del Fas<strong>ci</strong>colo tecnico dell’opera le informaz<strong>io</strong>ni necessarie ad una adeguata pianificaz<strong>io</strong>ne dell’intervento<br />

devono essere acquisite attraverso una verifica preventiva dei luoghi e delle strutture.<br />

Altre indicaz<strong>io</strong>ni utili possono essere fornite da quei soggetti che, a var<strong>io</strong> titolo, sono a conoscenza delle<br />

caratteristiche del fabbricato, dei materiali, della presenza di eventuali dispositivi di sicurezza già installati.<br />

Queste figure possono essere ad esemp<strong>io</strong> il proprietar<strong>io</strong>/committente e il progettista.<br />

In tale occas<strong>io</strong>ne i dispositivi che vengono installati per l’esecuz<strong>io</strong>ne dei lavori (ancoraggi per scale, passerelle<br />

o ponteggi, linee o punti di ancoragg<strong>io</strong> per DPI anticaduta, ecc.) è opportuno che vengano las<strong>ci</strong>ati in opera,<br />

come dotaz<strong>io</strong>ne di sicurezza della struttura.<br />

IL PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA (POS)<br />

Il Piano Operativo di Sicurezza è un documento contenente la valutaz<strong>io</strong>ne dei rischi relativi allo spe<strong>ci</strong>fico<br />

lavoro da svolgere in cantiere.<br />

Viene redatto per tutti i lavori edili e di ingegneria <strong>ci</strong>vile dal datore di lavoro dell’impresa esecutrice dei lavori,<br />

incluse le imprese familiari.<br />

Il POS deve contenere:<br />

a) i dati identificativi dell’impresa esecutrice, che comprendono:<br />

<br />

cantiere<br />

<br />

tonomi subaffidatari<br />

<br />

gest<strong>io</strong>ne delle emergenze in cantiere, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, aziendale o territoriale,<br />

ove eletto o designato<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

operanti per conto della stessa impresa<br />

b) le spe<strong>ci</strong>fiche mans<strong>io</strong>ni, inerenti la sicurezza, svolte in cantiere da ogni figura nominata allo scopo<br />

dall’impresa esecutrice<br />

c) la descriz<strong>io</strong>ne dell’attività di cantiere, delle modalità organizzative e dei turni di lavoro<br />

d) l’elenco dei ponteggi, dei ponti su ruote a torre e di altre opere provvis<strong>io</strong>nali di notevole importanza,<br />

delle macchine e degli impianti utilizzati<br />

e) l’elenco delle sostanze e preparati pericolosi utilizzati nel cantiere con le relative schede di sicurezza<br />

f) l’esito del rapporto di valutaz<strong>io</strong>ne del rumore<br />

g) l’individuaz<strong>io</strong>ne delle misure preventive e protettive, integrative rispetto a quelle contenute nel PSC<br />

quando previsto, adottate in relaz<strong>io</strong>ne ai rischi connessi alle proprie lavoraz<strong>io</strong>ni in cantiere<br />

h) le procedure complementari e di dettagl<strong>io</strong> richieste dal PSC quando previsto<br />

i) l’elenco dei dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale forniti ai lavoratori occupati in cantiere<br />

l) la documentaz<strong>io</strong>ne in merito all’informaz<strong>io</strong>ne ed alla formaz<strong>io</strong>ne fornite ai lavoratori<br />

55<br />

FABBRICATI NON PROVVISTI DI FASCICOLO TECNICO DELL’OPERA


GLOSSARIO<br />

57<br />

CANTIERE: luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria <strong>ci</strong>vile. Lo sviluppo del cantiere parte con la<br />

fase di progettaz<strong>io</strong>ne e termina con la conclus<strong>io</strong>ne e consegna dell’opera al committente.<br />

COMMITTENTE: soggetto per conto del quale l’intera opera viene realizzata, indipendentemente da eventuali<br />

fraz<strong>io</strong>namenti nella sua realizzaz<strong>io</strong>ne.<br />

RESPONSABILE DEI LAVORI: soggetto che può essere incaricato dal committente per svolgere i compiti<br />

previsti dall’art 90 del D.Lgs 81/08 e s.m.i.<br />

COORDINATORE IN MATERIA DI SICUREZZA E DI SALUTE DURANTE LA PROGETTAZIONE<br />

DELL’OPERA (CSP): profess<strong>io</strong>nista in possesso di attestato di frequenza a spe<strong>ci</strong>fico corso in materia di<br />

sicurezza nei cantieri, incaricato dal committente o dal responsabile dei lavori per la redaz<strong>io</strong>ne del Piano di<br />

Sicurezza e Coordinamento e del Fas<strong>ci</strong>colo adattato alle caratteristiche dell’opera.<br />

COORDINATORE IN MATERIA DI SICUREZZA E DI SALUTE DURANTE LA REALIZZAZIONE<br />

DELL’OPERA (CSE): profess<strong>io</strong>nista in possesso di attestato di frequenza a spe<strong>ci</strong>fico corso in materia di<br />

sicurezza nei cantieri, incaricato dal committente o dal responsabile dei lavori per verificare fra l’altro l’applicaz<strong>io</strong>ne<br />

delle misure di sicurezza contenute nel Piano di Sicurezza e Coordinamento e l’idoneità dei Piani Operativi di<br />

Sicurezza delle imprese.<br />

PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (PSC): piano redatto dal CSP contenente una relaz<strong>io</strong>ne<br />

tecnica con prescriz<strong>io</strong>ni atte a prevenire o a ridurre i rischi per la sicurezza e salute dei lavoratori,<br />

correlate alla complessità dell’opera da realizzare ed alle eventuali fasi critiche del processo di costruz<strong>io</strong>ne.<br />

Contiene inoltre la stima dei costi relativi all’attuaz<strong>io</strong>ne delle misure di sicurezza.<br />

PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA (POS): il documento che il datore di lavoro dell’impresa esecutrice<br />

redige in riferimento al singolo cantiere interessato.<br />

PIANO DI MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO (Pi.M.U.S): piano redatto dal datore di lavoro a mezzo di<br />

persona competente per il montagg<strong>io</strong> uso e smontagg<strong>io</strong> di un pontegg<strong>io</strong>.<br />

FASCICOLO ADATTATO ALLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA: il fas<strong>ci</strong>colo contiene le informaz<strong>io</strong>ni<br />

necessarie per l’esecuz<strong>io</strong>ne in sicurezza dei lavori di manutenz<strong>io</strong>ne del fabbricato. Viene approntato dal<br />

CSP in fase di progettaz<strong>io</strong>ne ed eventualmente completato dal CSE in corso di esecuz<strong>io</strong>ne e ultimaz<strong>io</strong>ne<br />

dell’opera.<br />

IMPRESA ESECUTRICE: impresa che esegue un’opera o parte di essa impegnando proprie risorse umane<br />

e materiali.<br />

DATORE DI LAVORO: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto<br />

che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzaz<strong>io</strong>ne nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha<br />

la responsabilità dell’organizzaz<strong>io</strong>ne stessa o dell’unità produttiva in quanto eser<strong>ci</strong>ta i poteri de<strong>ci</strong>s<strong>io</strong>nali e di<br />

spesa.<br />

LAVORATORE AUTONOMO: persona fisica la cui attività profess<strong>io</strong>nale contribuisce alla realizzaz<strong>io</strong>ne<br />

dell’opera senza vincolo di subordinaz<strong>io</strong>ne.<br />

GLOSSARIO


APPENDICE<br />

CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEI DISPOSITIVI DI SICUREZZA<br />

SCALE A MANO<br />

La scala a p<strong>io</strong>li ad uno o più elementi deve essere di lunghezza tale da sporgere suffi<strong>ci</strong>entemente oltre il<br />

livello di accesso.<br />

Per garantirne la stabilità la scala va trattenuta al piede da una seconda persona o, in alternativa, può essere<br />

fermata al piede con legature o picchetti. Subito dopo la posa va ancorata nella parte super<strong>io</strong>re a parti stabili<br />

al fine di evitare sbandamenti.<br />

La scala doppia <strong>non</strong> può avere una altezza super<strong>io</strong>re a 5 m e deve essere provvista di catene o altri dispositivi<br />

per impedirne l’apertura oltre il limite previsto. Per garantire la stabilità dell’operatore è necessar<strong>io</strong> evitare<br />

di salire fino agli ultimi scalini, o in alternativa si possono utilizzare montanti prolungati di almeno 60 ÷ 70<br />

cm con funz<strong>io</strong>ni guarda corpo. Le scale a mano devono essere in buono stato di manutenz<strong>io</strong>ne, avere piedini<br />

antisdrucc<strong>io</strong>levoli alla base e poggiare su superfi<strong>ci</strong> stabili in piano.<br />

Gli operatori sulle scale a mano devono sempre avere almeno una mano libera per trattenersi alla scala stessa.<br />

In alternativa devono fare uso di <strong>ci</strong>nture di sicurezza opportunamente ancorate.<br />

PARAPETTO NORMALE<br />

Sono strutture ancorate opportunamente allo stabile o che completano un pontegg<strong>io</strong>, finalizzate ad impedire<br />

la caduta di una persona dal suo piano di lavoro.<br />

Sono costituiti da corrente super<strong>io</strong>re, posto normalmente all’altezza di 1 m dal piano di calpest<strong>io</strong>, corrente<br />

intermed<strong>io</strong> e tavola fermapiede alta 20 cm. Gli spazi liberi tra i correnti <strong>non</strong> devono essere super<strong>io</strong>ri a 60 cm.<br />

Un parapetto deve essere rag<strong>io</strong>nevolmente robusto al fine di trattenere il peso di una persona in caduta.<br />

PONTEGGIO FISSO<br />

I prin<strong>ci</strong>pali elementi costitutivi di un pontegg<strong>io</strong> metallico fisso sono il tela<strong>io</strong>, le diagonali, i correnti, i<br />

correnti di testa, i piani di calpest<strong>io</strong> o intavolati, le basette, gli ancoraggi.<br />

Ogni pontegg<strong>io</strong> deve essere in possesso di autorizzaz<strong>io</strong>ne ministeriale alla costruz<strong>io</strong>ne ed all’impiego<br />

(libretto) che deve essere rinnovata ogni die<strong>ci</strong> anni.<br />

Nel montagg<strong>io</strong> questi elementi devono essere utilizzati secondo gli schemi tipo indicati nel libretto e<br />

seguendo le indicaz<strong>io</strong>ni riportate nel Pi.M.U.S.<br />

Il montagg<strong>io</strong> secondo schemi diversi da quelli previsti dal fabbricante o per ponteggi di altezza super<strong>io</strong>re a<br />

20 m deve essere effettuato sulla base di un progetto redatto da tecnico abilitato.<br />

In ogni caso si deve prevedere l’utilizzo di:<br />

<br />

<br />

(frequentemente sono tralas<strong>ci</strong>ate le controventature in pianta e le controventature di fac<strong>ci</strong>ata)<br />

<br />

Gli ancoraggi devono mantenere la stabilità del pontegg<strong>io</strong> anche in presenza di tamponature con teli<br />

o altro materiale e condiz<strong>io</strong>ni atmosferiche avverse, aumentandone di conseguenza numero e resistenza<br />

<br />

nel caso di tavole in legno<br />

<br />

pedoni o mezzi<br />

<br />

l’una all’altra.<br />

59<br />

PARAPETTO PIENO<br />

Utilizzato sul perimetro di coperture con pendenza super<strong>io</strong>re a 30°, ha altezza minima di 1,2 m dal piano di<br />

gronda opportunamente aumentata in funz<strong>io</strong>ne della pendenza.<br />

PONTEGGIO MOBILE SU RUOTE (TRABATTELLO)<br />

Questa attrezzatura viene usata per i lavori in quota e deve poggiare su una superfi<strong>ci</strong>e piana. Durante il lavoro<br />

le ruote devono essere bloccate o utilizzati gli stabilizzatori in dotaz<strong>io</strong>ne. Ogni piano di lavoro deve avere l’intavolato<br />

completo e parapetti normali su tutti i lati prospi<strong>ci</strong>enti il vuoto. La salita e la discesa devono sempre avvenire<br />

dall’interno della struttura utilizzando apposite scale e una botola richiudibile sul piano di lavoro. Il trabattello <strong>non</strong><br />

può essere spostato quando sono presenti persone su di esso. Nell’uso del trabattello deve essere prestata molta<br />

attenz<strong>io</strong>ne al rispetto della distanza di sicurezza da linee elettriche aeree.<br />

Ogni piano di lavoro o di passagg<strong>io</strong>, ad altezza super<strong>io</strong>re a 2 m da terra, deve essere provvisto di<br />

intavolato completo e parapetto verso il vuoto. Il parapetto può essere omesso sul lato verso la costruz<strong>io</strong>ne<br />

solo qualora la distanza pontegg<strong>io</strong>-fabbricato sia infer<strong>io</strong>re a 20 cm.<br />

SOTTOPONTE DI SICUREZZA<br />

E’ un piano costituito da intavolato completo dotato di parapetti che viene costruito nei ponteggi fissi,<br />

sotto il piano di lavoro, ad una distanza <strong>non</strong> super<strong>io</strong>re a 2,5 m.<br />

La costruz<strong>io</strong>ne del sottoponte può essere omessa per i ponti sospesi, per le torri di carico, per i ponti<br />

a sbalzo e quando vengono eseguiti lavori di manutenz<strong>io</strong>ne e di riparaz<strong>io</strong>ne di durata <strong>non</strong> super<strong>io</strong>re a<br />

<strong>ci</strong>nque g<strong>io</strong>rni.<br />

APPENDICE


PASSERELLA<br />

Viene utilizzata per il transito da un piano ad un altro di persone al fine di evitare il risch<strong>io</strong> di cadute sulla<br />

zona vuota presente tra i due piani.<br />

È costituita da un piano di calpest<strong>io</strong> formato da tavole, listellate per pendenze magg<strong>io</strong>ri del 15%, con larghezza<br />

almeno di 60 cm, dotate di parapetti normali ai lati. La larghezza va elevata a m 1,20 quando è previsto il<br />

trasporto di materiali.<br />

PIATTAFORME ELEVABILI<br />

Le piattaforme elevabili possono essere autonome su ruote o montate su carro.<br />

Dal punto di vista costruttivo si possono distinguere piattaforme sviluppabili verticalmente a forbice o piattaforme<br />

a bracc<strong>io</strong> articolato.<br />

In ogni caso se commer<strong>ci</strong>alizzate dopo l’entrata in vigore del DPR 459/96 (sostituito a partire dal 6.3.2010<br />

dal Dlgs. 17/2010), devono essere provviste di marcatura “CE”, dichiaraz<strong>io</strong>ne di conformità e libretto di<br />

istruz<strong>io</strong>ni. Le attrezzature acquistate in precedenza devono essere corredate da libretto di collaudo rilas<strong>ci</strong>ato<br />

dall’ISPESL.<br />

La sicurezza di queste attrezzature è legata al mantenimento in effi<strong>ci</strong>enza di tutti i loro componenti (manutenz<strong>io</strong>ne<br />

programmata) e a comportamenti corretti dell’utilizzatore, il quale deve ricevere una formaz<strong>io</strong>ne<br />

spe<strong>ci</strong>fica.<br />

ELENCO DELLE NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO<br />

(agg<strong>io</strong>rnate a dicembre 2010 )<br />

<br />

<br />

RIFERIMENTO<br />

UNI EN 341<br />

UNI EN 341 A1<br />

UNI EN 353-1<br />

UNI EN 353-2<br />

UNI EN 354<br />

DATA<br />

1993<br />

1998<br />

2003<br />

2003<br />

2010<br />

TITOLO<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Dispositivi di discesa<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Dispositivi di discesa<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Dispositivi anticaduta di tipo guidato su una linea di ancoragg<strong>io</strong> rigida.<br />

Norma ritirata il 23.3.2010<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Dispositivi anticaduta di tipo guidato su una linea di ancoragg<strong>io</strong> flessibile<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Cordini<br />

61<br />

RETI DI SICUREZZA<br />

Sono reti tesate al di sotto del piano di lavoro (ad es. copertura) quanto più vi<strong>ci</strong>no possibile al punto di caduta.<br />

UNI EN 355<br />

2003<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Assorbitori di energia<br />

Devono essere marcate CE, provviste di certificato di conformità e di manuale d’uso e manutenz<strong>io</strong>ne.<br />

È di fondamentale importanza nella fase di montagg<strong>io</strong> allestire correttamente gli ancoraggi delle reti di sicurezza<br />

e verificare che lo spaz<strong>io</strong> al di sotto sia libero da ostacoli al fine di consentire la deformaz<strong>io</strong>ne senza<br />

UNI EN 358<br />

2001<br />

Dispositivi individuali per il posiz<strong>io</strong>namento sul lavoro e la prevenz<strong>io</strong>ne<br />

delle cadute dall’alto<br />

Sistemi di posiz<strong>io</strong>namento sul lavoro<br />

rischi a seguito della caduta di un operatore.<br />

UNI EN 360<br />

2003<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Dispositivi anticaduta di tipo retrattile<br />

UNI EN 361<br />

UNI EN 362<br />

UNI EN 363<br />

UNI EN 364<br />

2003<br />

2005<br />

2008<br />

1993<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Imbracature per il corpo<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Connettori<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Sistemi di arresto caduta<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Metodi di prova<br />

APPENDICE


RIFERIMENTO<br />

DATA<br />

TITOLO<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

63<br />

UNI EN 365<br />

UNI EN 516<br />

2005<br />

2006<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Requisiti generali per le istruz<strong>io</strong>ni per l’uso e la marcatura<br />

Accessori prefabbricati per coperture. Installaz<strong>io</strong>ni per l’accesso al<br />

tetto-passerelle, piani di camminamento e scalini posapiede<br />

<br />

individuale per gli addetti al montagg<strong>io</strong> e allo smontagg<strong>io</strong> di ponteggi metalli<strong>ci</strong>”<br />

<br />

21/12/89, in materia di ravvi<strong>ci</strong>namento delle legislaz<strong>io</strong>ni degli stati membri relative ai dispositivi<br />

UNI EN 517<br />

2006<br />

Accessori prefabbricati per coperture<br />

Gan<strong>ci</strong> di sicurezza da tetto<br />

di protez<strong>io</strong>ne individuale”<br />

<br />

UNI EN 795<br />

2002<br />

Protez<strong>io</strong>ne contro le cadute dall’alto<br />

Dispositivi di ancoragg<strong>io</strong> – Requisiti e prove<br />

della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di<br />

lavoro”<br />

UNI EN 813<br />

2008<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Cinture con cos<strong>ci</strong>ali<br />

<br />

che modifica la direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori”<br />

UNI EN 1263-1<br />

UNI EN 1263-2<br />

UNI EN 1496<br />

2003<br />

2003<br />

2007<br />

Reti di sicurezza<br />

Requisiti di sicurezza, metodi di prova<br />

Reti di sicurezza<br />

Requisiti di sicurezza per i limiti di posiz<strong>io</strong>namento<br />

Attrezzature di salvatagg<strong>io</strong><br />

Dispositivi di sollevamento per salvatagg<strong>io</strong><br />

<br />

caute dall’alto-sistemi di arresto caduta – Dipartimento Tecnologie di Sicurezza – ISPESL Roma-<br />

2004<br />

<br />

Parapetti provvisori, reti di protez<strong>io</strong>ne, sistemi combinati - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza –<br />

ISPESL Roma - 2008<br />

UNI EN 1497<br />

2008<br />

Attrezzature di salvatagg<strong>io</strong><br />

Imbracature di salvatagg<strong>io</strong><br />

SITI WEB TEMATICI<br />

UNI EN 1498<br />

2007<br />

Attrezzature di salvatagg<strong>io</strong><br />

Cinghie di salvatagg<strong>io</strong><br />

www.coperturasicura.toscana.it<br />

www.prevenz<strong>io</strong>necantieri.it<br />

UNI EN 1868<br />

2000<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Lista dei termini equivalenti<br />

www.ispesl.it<br />

UNI EN 1891<br />

UNI 8088<br />

UNI EN 13374<br />

2001<br />

1980<br />

2004<br />

Dispositivi di protez<strong>io</strong>ne individuale contro le cadute dall’alto<br />

Corde con guaina a basso coeffi<strong>ci</strong>ente di allungamento<br />

Lavori inerenti le coperture dei fabbricati<br />

Criteri di sicurezza<br />

Sistemi temporanei di protez<strong>io</strong>ne dei bordi<br />

Spe<strong>ci</strong>fica di prodotto, metodi di prova<br />

BIBLIOGRAFIA

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