Università degli Studi di Sassari SCUOLA DI DOTTORATO DI ...

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e mostrare lucidità e distacco. Va sempre tenuto presente che,
trattandosi di informazioni sensibili, i fatti, le procedure e le
persone coinvolte devono essere trattati in modo confidenziale
e, soprattutto inizialmente, i casi dovrebbero essere illustrati a
grandi linee, quasi si trattasse di situazioni per assurdo o del
tutto teoriche, senza rivelare dettagli che potrebbero condurre
i nostri interlocutori ad individuare immediatamente il soggetto
del nostro discorso.
6. Una domanda sorge spontanea: perché dovremmo impegolarci
in una segnalazione se tutti, in fondo, “teniamo famiglia”? Gunsalus
(1998), in un articolo dall’accattivante titolo “Come fare
una soffiata e continuare ad avere una carriera dopo”, detta
sei regole auree per una “soffiata responsabile” nell’ambiente
scientifico (e non solo): a) considera una spiegazione alternativa
(prima fra tutte che tu stia sbagliando); b) sulla base del
punto precedente, fai domande e non addossare colpe; c) tieni
conto di quale documentazione può supportare i tuoi dubbi
e dove è collocata fisicamente; d) separa le tue preoccupazioni
personali da quelle professionali; e) stabilisci lucidamente i
tuoi obiettivi; f) cerca buoni consigli e, soprattutto, ascoltali. In
tutti i casi lasciati sempre una via di fuga e agisci con grande
limpidezza e, soprattutto, con estrema pazienza.
Il tratto più difficile nell’esercizio pratico dell’etica scientifica
riguarda il controllo sociale dei misfatti: così come è dovere
del cittadino denunciare i contravventori della Legge, è obbligo
di ogni scienziato vigilare sul comportamento dei colleghi. Un
misfatto verso la scienza rappresenta un comportamento lesivo
della Fede scientifica.
7. Prendiamo ora in esame il primo punto del lemma 2 di questo
capitolo: la supervisione e la guida del ricercatore e il comportamento
che deve assumere un ricercatore in formazione nei
confronti dello scienziato che funge da guida. Tutti i ricercatori
hanno avuto un tutore, i più fortunati un Maestro. Essere
tutori o Maestri è una delle più belle esperienze nella vita di
uno scienziato. Questa pratica incoraggia la coesione sociale
dell’ambiente scientifico e rende forte questa professione: ciascun
ricercatore, nel corso dei vari stadi che costituiscono la
propria carriera, dovrebbe essere tutore di un altro ricercatore