Milano il volto della cittÃ perduta - UBI Banca

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MILANO, IL VOLTO DELLA CITTÀ PERDUTA Sorprendenti immagini d’epoca mostrano Milano tra le due metà dell’Ottocento e del Novecento; una città ricca di acque, giardini, spazi non costruiti. Il libro “Milano, il volto della città perduta - immagini della memoria”, curato da Roberta Cordani per le edizioni CELIP, propone un affascinante viaggio nel tempo. I LUOGHI DELLA MEMORIA DI ROBERTA CORDANI È destino delle città mutare volto e fisionomia. Milano, in quell’arco di tempo compreso fra le due metà dell’Ottocento e del Novecento, ha cambiato radicalmente il suo aspetto. Sorprendenti immagini d’epoca la mostrano, a volte in modo romantico, se non poetico o commovente, ricca di acque, giardini, spazi non costruiti. E una città forse impossibile oggi, ma che suggerisce, nelle visioni del suo altroieri, suggestive ipotesi di scenari ideali, magari anche futuri. Milano che sembra un sogno lontano si svela proprio da immagini riprese “dal vero”. Sono questi gli anni in cui la fotografia, le stampe d’arte e la pittura di vedute vivono e si esprimono in frequenti influenze reciproche. Attraverso il patrimonio iconografico conservato negli archivi milanesi, viva memoria cittadina, è possibile un affascinante viaggio nel tempo. Stampe, fotografie d’epoca e dipinti sono stati selezionati per questo libro, in gran parte dalle preziose collezioni della Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” e del Civico Archivio Fotografico, per ricostruire il volto della città perduta. Un disegno ancora più preciso emerge dal commento alle immagini e dalle riflessioni degli studiosi che accompagnano i11ettore in una speciale passeggiata storica nella città dei luoghi scomparsi. In alto: Angelo Inganni, il naviglio di via Vittoria; a fianco: via Disciplini negli anni cinquanta del novecento. 71 • RASSEGNA N. 18 INVERNO 2004/2005
Riflettere sui propri cambiamenti è una tradizione cittadina: Francesco Pagnoni, raffinato tipografo-editore di via Solferino, nella sua introduzione alla bella guida illustrata “Milano Diamantè” del 1877 - in cui propone itinerari guidati dall’occhio e dalla penna di “egregi uomini, versatissimi nelle patrie cose” - scriveva: “Dall’anno 1859 Milano ha subito una vera rivoluzione morale e materiale. L’era di libertà le fu favorevolissima. Allargò la sua cerchia, moltiplicò le sue industrie e i suoi commerci; aprì nuove piazze e nuove vie, le anguste strade allargò ai bisogni della nuova vita... Milano seppe porsi al paro delle più grandi metropoli d’Europa, alcune delle quali le sono seconde in parecchie istituzioni”. Nei primi decenni del Novecento, poi, avanza la tendenza alla crescita e appare, con la prima rivoluzione industriale, sempre più accelerata, importante e dibattuta “1a necessità di progettare un ‘espansioneurbana”, come descrive Virgilio Vercelloni nella sua ampia analisi di questo fenomeno e della conseguente “Idea di città” in una delle importanti pubblicazioni Cariplo sulla storia milanese dopo l’Unità d’Italia. Il nostro libro non vuole addentrarsi nel doci1e dettaglio della storia dei disegni urbanistici o dei fatti edilizi, di cui traccia i principali episodi, ma soprattutto lascia ampio spazio alla riscoperta dei luoghi scomparsi e alla emozione delle immagini. Una città con molte strade di terra battuta o acciottolate, percorse da pedoni e biciclette, da carri e carrozze, da omnibus e tram, dalle prime automobili. Impreziosita da ampi giardini, disegnati dall’uso quotidiano o da progetti grandiosi, e dal nastro d’acqua dei navigli: canali che determinano piccole oasi di verde lungo il loro percorso, che raddoppiano, rispecchiandola, la misurata luminosità del cielo; canali che una provvida amministrazione può e deve mantenere elementi di igiene morale e materiale, scriveva Luca Beltrami nel 1929, anno in cui anche la cerchia dei navigli entrò a far parte della città perduta. Di lì a pochi anni profonde ferite saranno inferte dal secondo conflitto mondiale e le ricostruzioni imprimeranno un nuovo volto alla città della ripresa economica. Al fascino di questa Milano, che oggi ci può apparire per certi aspetti “povera”, ma ricca di grazia, dignità e bellezza, alla progenitrice della metropoli attuale, così vicina ma così diversa, è dedicato il lavoro di attenta ricerca di tutti coloro che hanno partecipato a questo volume. 72 • RASSEGNA N. 18 INVERNO 2004/2005
Page 1: 70 • RASSEGNA N. 18 INVERNO 2004/
Page 5 and 6: UN VIAGGIO DELLA NOSTALGIA DI GIANF
Page 7 and 8: UN’ATLANTIDE MILANESE DI FERRUCCI

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