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SAN BARNABA<br />
sacrestia - interno<br />
sacrestia - Visione di San Pietro e Visione di San Francesco<br />
to avrebbe mosso il braccio destro<br />
in segno di benedizione; da quel<br />
momento il giglio, prima dir<strong>it</strong>to sul<br />
fianco sinistro, rimase reclinato sul<br />
braccio), mentre sul cortiletto a<br />
fianco è visibile un affresco di Madonna<br />
che adora il Bambino (metà<br />
XVI secolo).<br />
Cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da una stanza quadrangolare<br />
(nella parte opposta all’ingresso<br />
vi sono due aperture che portano<br />
a un piccolo ambiente di servizio,<br />
con un lavabo in marmo del 1756) a<br />
volta a botte ad arco ribassato, la<br />
quadratura della volta circonda un<br />
S. Paolo in gloria (affresco di Carlo<br />
Preda, 1708), mentre alle pareti ci<br />
sono dodici splendide tele: sopra<br />
l’ingresso si trova una Crocifissione<br />
del XVII secolo, mentre ai due lati la<br />
Visione di San Pietro e la Visione di<br />
San Francesco, dipinti esegu<strong>it</strong>i per<br />
mano forse del Moncalvo (primi decenni<br />
del 1600). Sulla parete di fondo<br />
una Madonna col Bambino e<br />
Sant’Antonio di Padova (copia di fine<br />
’700 dall’originale di Van Dyck custod<strong>it</strong>o<br />
a Brera), mentre ai lati San Paolo<br />
in catene e il Salvatore (autore ignoto,<br />
fine XVI secolo).<br />
Sulle pareti laterali spiccano le<br />
tele più grandi: l’Annunciazione e<br />
S. Michele Arcangelo (probabilmente<br />
del Procaccini), mentre verso<br />
l’ingresso due copie cinquecentesche<br />
riprese dai pannelli del pol<strong>it</strong>tico<br />
del Perugino: l’Arcangelo<br />
Raffaele e San Michele Arcangelo.<br />
Verso il fondo della sacrestia si<br />
fronteggiano una Immacolata (seconda<br />
metà del XVI secolo) e Angeli<br />
musicanti (copia di un particolare<br />
della pala di Paris Bordone in<br />
S. Maria dei Miracoli presso S. Celso,<br />
fine XVI secolo).<br />
Come recente nov<strong>it</strong>à, vi si trova<br />
anche il notissimo altare maggiore,<br />
prima in chiesa; costruzione realizzata<br />
nel 1635 in ebano rivest<strong>it</strong>o con<br />
guscio di tartaruga marina e ornamenti<br />
in argento, che nella parte inferiore<br />
e sul retro presenta sbalzi<br />
d’argento dorato con i busti e gli<br />
stemmi dei SS. Paolo e Barnaba tolti<br />
dal vecchio paliotto dell’altare.<br />
Uscendo dalla sacrestia, nel corridoio<br />
che porta alla casa religiosa,<br />
è infine esposta una Deposizione<br />
(Francesco Bellone, XVII secolo,<br />
copia di un’opera di Gaudenzio<br />
Ferrari appartenente alla Pinacoteca<br />
di Torino).<br />
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Eco dei Barnab<strong>it</strong>i 4/2009