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La Sanpierota - magnamare-extra.com

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66<br />

APRILE/MAGGIO 2007<br />

<strong>La</strong> barca storica<br />

<strong>La</strong> <strong>Sanpierota</strong><br />

<strong>La</strong> barca nata a San Pietro in Volta<br />

sopra e a fianco<br />

Una <strong>Sanpierota</strong> in<br />

navigazione nella<br />

laguna di Venezia<br />

di Chiara Lena<br />

<strong>La</strong> tradizione marinara a Venezia è molto antica<br />

e ha prodotto una tipologia di imbarcazioni<br />

vastissima. Per gli spostamenti all’interno<br />

della laguna i veneziani hanno sempre dovuto<br />

rapportarsi con canali stretti e fondali bassissimi<br />

per ampie estensioni. Per questo motivo<br />

le imbarcazioni che garantiscono una maggiore<br />

mobilità in laguna sono quelle che pescano<br />

meno e sono sprovviste di chiglia.<br />

Caratteristica peculiare delle barche veneziane è il<br />

fondo piatto. Appartiene a questa tipologia di imbarcazioni<br />

la <strong>Sanpierota</strong>, utilizzata per gli spostamenti<br />

e per la piccola pesca lagunare, originaria di<br />

San Pietro in Volta, uno dei borghi dell’isola litoranea<br />

di Pellestrina. Conosciuta anche <strong>com</strong>e “Sandolo di<br />

San Piero” è di forma lanceolata con i fianchi dritti.<br />

Si tratta di un’evoluzione del sandolo e la sua linea<br />

ricorda quella della topa anche se, rispetto a quest’ultima,<br />

è più corta, larga e bassa di bordo.<br />

Ha una prua alta e ampia per meglio affrontare le<br />

onde delle bocche di porto. <strong>La</strong> sua costruzione è<br />

più semplice rispetto a quella della topa, in quanto<br />

lo scafo viene realizzato seguendo la naturale elasticità<br />

delle assi di legno, senza bisogno di ricorrere a<br />

forme e piegature a fuoco.<br />

Prima della diffusione e del conseguente utilizzo dei<br />

motori nelle piccole imbarcazioni da pesca, attorno<br />

agli anni ’60, la <strong>Sanpierota</strong> era dotata di remi e di un<br />

albero portante una vela al terzo che veniva montato<br />

qualora si presentassero condizioni di vento


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APRILE/MAGGIO 2007<br />

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<strong>La</strong> scelta dei colori e dei<br />

disegni non è casuale: ogni<br />

famiglia ha il proprio simbolo<br />

favorevoli.Tra gli anziani pescatori dell’isola di Pellestrina<br />

vi era la pittoresca tradizione di tingere queste<br />

vele con vivaci colori tramite l’utilizzo di terre<br />

naturali diluite con acqua. Lo scopo era di conservare<br />

integra il più a lungo possibile quello che all’epoca<br />

era un accessorio assai costoso per i pescatori.<br />

<strong>La</strong> scelta dei colori e dei disegni rappresentati<br />

non era mai casuale: ogni famiglia possedeva un<br />

proprio simbolo distintivo, spesso coincidente con il<br />

proprio soprannome, che permetteva di identificare<br />

qualsiasi barca.<br />

Rispettando queste tradizioni, nello squero della<br />

Certosa, il Polo Nautico Vento di Venezia costruisce<br />

ancora oggi una <strong>Sanpierota</strong> tradizionale nelle misure,<br />

nelle forme, nelle proporzioni e nella tecnica costruttiva.<br />

Vengono adottate, però, alcune soluzioni<br />

costruttive moderne in grado di migliorare le prestazioni<br />

dell’imbarcazione: l’utilizzo di <strong>com</strong>pensato<br />

marino omologato sotto le doghe delle coperte di<br />

poppa e prua per evitare infiltrazioni d’acqua dolce<br />

che provocano muffa nelle parti chiuse; l’unione degli<br />

elementi costruttivi con viti in acciaio inossidabile<br />

in sostituzione dei chiodi di ferro zincati; la chiusura<br />

dei fori della coperta con tappi in legno; l’incollaggio<br />

con resina epossidica; l’impregnazione totale<br />

ad olio di lino per garantire una maggior resistenza<br />

nel tempo sia del legno che della vernice. Il primo<br />

esemplare è stato varato il 25 febbraio 2006 e un<br />

mese dopo ha vinto il campionato delle Vele al Terzo,<br />

l’importante manifestazione veneziana che riunisce<br />

le barche tradizionali. All’interno del cantiere<br />

lavorano mastri d’ascia dalla provenienza più disparata:<br />

veneti <strong>com</strong>e italiani o di altri paesi lontani in<br />

un perfetta unione fra sapienza antica e tecnologia<br />

all’avanguardia. Le misure originali della <strong>Sanpierota</strong><br />

sarebbero di circa 7 metri, viene costruita alla Certosa<br />

in legno di rovere e larice e in tre diverse dimensioni:<br />

5,80 metri, 6,54 metri e 7,34 metri.<br />

A Canareggio è nata da poco un’associazione “Amici<br />

della <strong>Sanpierota</strong>” che si propone proprio di rivalutare<br />

questa importante ed antica barca.<br />

<strong>La</strong> <strong>Sanpierota</strong> negli ultimi anni è diventata un po’ il<br />

simbolo di un certo modo di vivere la laguna e la<br />

navigazione. Rivalutando tecniche e tradizioni che,<br />

riviste con l’occhio del presente, permettono di navigare<br />

e di scoprire un ambiente così delicato <strong>com</strong>e<br />

quello di Venezia, senza alterarlo e forse addirittura<br />

impreziosendolo con una romantica presenza.<br />

<strong>La</strong> barca storica

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