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Valutazione Ambientale Strategica
del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
della provincia di Monza e della Brianza
Documento di scoping

VAS // Valutazione Ambientale Strategica
del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
Adeguamento ai sensi della legge regionale n.12/2005
DOCUMENTO DI SCOPING
Direzione di Progetto Pianificazione Territoriale, Infrastrutture
Interventi Strategici e Trasporti
Redazione Documento di Scoping
a cura di
Presidente
Dario Allevi
Vice Presidente e Assessore Pianificazione Territoriale e
Parchi
Antonio Brambilla
Direttore Settore Pianificazione Territoriale e Parchi
Paolo Morazzoni
GIUNTA PROVINCIALE
Antonino Brambilla, Giuliana Colombo, Enrico Elli, Francesco Giordano, Alberto
Grisi, Fabio Meroni, Andrea Monti,
Fabrizio Sala, Luca Talice
CONSIGLIO PROVINCIALE
Angelo De Biasio, Attilio Gavazzi, Vittorio Pozzati, Colombo Annalisa Maria,
Faletra G iuseppe d etto G ianni, Figini F abrizio, F rigerio E leonora, M ancino
Rosario Antonio, Molteni Bruno, Monguzzi Marco Emanuele, Panzeri Rosa detta
Rosella, Petrucci Daniele Massimo, Procaccini Luca, Romani Federico, Volpe
Gabriele Lucio, Avallone Stefano, Beretta Giuliano, Galli Donatella, Gregato
Paola E ster F rancesca, Ta gliabue S tefano, Te rruzzi D iego, Tre zzi R oberto,
Viviani L uca, A rrigoni V ittorio, F iorito M aria A rcangela, G hioni E lio W alter,
Guerriero D omenico, L imonta N adio I nnocente, P ilotto P aolo, P oletti A driano
Marcello, Ponti Pietro Luigi, Pozzati Vittorio, Veneziano Cecilia, Dell'Oro Alberto,
La Verde Sebastiano, Vergani Massimo, Pisani Domenico
Autorità competente
team interdirezionale composto dal Direttore G enerale, dal Responsabile d el
procedimento di redazione del PTCP, e d al Direttore del Settore Ambiente ed
Agricoltura
Coordinamento scientifico
Manuela Panzini
Stefano Pareglio
Testi a cura di
Manuela Panzini
Contributi
Silvia Agnello
Alice Pasquinelli
Silvia Ronchi
Valutazione d’Incidenza
Mattia Busti
Antonia Tedesco
Elaborazioni cartografiche
Alice Pasquinelli
Silvia Ronchi
Autorità procedente
Direttore Settore Pianificazione Territoriale e Parchi
15 novembre 2010

Documento di scoping del processo di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
della provincia di Monza e della Brianza
1. La VAS del PTCP di Monza e della Brianza ............................................................................................................................................................... 2
1.1 L’approccio metodologico ....................................................................................................................................................................................... 2
1.2 La normativa di riferimento e le fasi della VAS del PTCP di Monza e della Brianza ....................................................................................................... 4
1.2.1 L’Autorità procedente e l’Autorità competente del processo di VAS del PTCP di Monza e della Brianza ........................................................................ 9
1.3 Il processo di partecipazione ................................................................................................................................................................................... 9
1.3.1 La partecipazione istituzionale: le autorità con competenze ambientali, gli enti territorialmente interessati e i portatori di interesse ........................... 10
1.3.2 La partecipazione diffusa ..................................................................................................................................................................................... 12
2. Le valenze e le criticità ambientali del territorio provinciale .............................................................................................................................. 15
2.1. Inquadramento territoriale .................................................................................................................................................................................... 15
2.2 La SWOT ambientale preliminare .......................................................................................................................................................................... 18
3. L’ambito di influenza, i temi prevalenti e le fonti informative ............................................................................................................................ 25
3.1. L’ambito di influenza del PTCP .............................................................................................................................................................................. 25
3.2. I temi prevalenti del PTCP e l’integrazioni con la VAS ............................................................................................................................................. 26
3.3. Le fonti informative per la costruzione del Quadro conoscitivo ambientale ............................................................................................................... 28
3.4. Lo schema concettuale di costruzione del Quadro conoscitivo ambientale ................................................................................................................ 31
3.5. I dati e le informazioni mancanti ........................................................................................................................................................................... 44
4. La proposta di indice del Rapporto ambientale .................................................................................................................................................... 45
5. La Valutazione di Incidenza: Siti di Interesse Comunitario ................................................................................................................................. 47
Allegati
A. Sintesi della principali politiche e strategia di sostenibilità ambientale
B. Schede SIC

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1. La VAS del PTCP di Monza e della Brianza
1.1 L’approccio metodologico
Il modello metodologico, procedurale e organizzativo del processo di VAS, definito dagli Indirizzi generali per la Valutazione ambientale di piani e programmi,
approvati con D.G.R. 10971 del 30.12.2009, e applicato al processo di valutazione ambientale strategica del PTCP di Monza e della Brianza - MB - in sintesi
prevede:
- definizione della fase di scoping, rappresentata nel presente Documento di scoping;
- elaborazione e stesura del Rapporto ambientale - RA, ossia del documento che delinea le modalità con cui viene integrata la dimensione ambientale nel
Piano. I contenuti del Rapporto ambientale devono tenere in considerazione le indicazioni dell’Allegato I della Direttiva 2001/42/CE, i criteri regionali e le
considerazioni fornite dagli Enti e i soggetti a vario titolo interessati. In particolare il RA conterrà il quadro conoscitivo ambientale, una proposta valutativa
degli obiettivi e delle scelte di piano, un’analisi SWOT con evidenziate opportunità e criticità che emergeranno dal quadro conoscitivo, dal processo di
partecipazione e dall’analisi di coerenza esterna, le eventuali alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi del PTCP e del territorio di
riferimento, le misure previste per impedire, ridurre e compensare gli impatti negativi significativi e un’ipotesi di sistema di monitoraggio del piano. Ai fini
del supporto all’individuazione delle scelte del PTCP saranno sperimentate tecniche di valutazione e cartografie tematiche in cui verranno sistematizzati e
valorizzati i dati provinciali e quelli regionali;
- redazione in un linguaggio non tecnico e comprensibile di un documento di sintesi (Sintesi non tecnica), destinato all’informazione e alla comunicazione
con il pubblico;
- consultazione delle autorità competenti in materia ambientale e degli enti territorialmente interessati tramite le Conferenze di Valutazione, convocate in
almeno due sedute, di cui la prima introduttiva per la definizione dell’ambito di influenza (scoping) e la seconda di valutazione conclusiva;
- utilizzo di strumenti di informazione e comunicazione per diffondere e rendere pubbliche le informazioni e raccogliere contributi e istanze.
Il modello procedurale adottato per il processo di VAS del PTCP della Provincia di Monza e della Brianza si pone alcuni obiettivi prioritari di integrazione tra
il Piano territoriale e il processo di valutazione ambientale, quali:
1. definire un sistema di conoscenza condiviso con gli uffici provinciali, i progettisti del Piano, gli Enti e le autorità coinvolte nel processo di VAS, finalizzato a:
a. individuare gli obiettivi ambientali di scala sovracomunale che devono essere declinati nel Piano provinciale in considerazione sia delle specificità del
territorio monzese e brianzolo, che dei temi prioritari del PTCP,
b. supportare la valutazione delle scelte di piano in funzione di criticità e opportunità emerse dalla conoscenza dello stato (pregresso e attuale) del
territorio provinciale;
2. fornire indicazioni strategiche e proposte normative e progettuali, in attuazione degli obiettivi ambientali, utili a caratterizzare in senso ambientale i contenuti
del Piano;

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3. fornire alcuni criteri per i PGT e le VAS dei Comuni, che favoriscano la declinazione locale del PTCP. Infatti in ottemperanza a quanto indicato dalle norme, il
Piano e la relativa VAS dovranno mirare anche ad essere un modello applicativo da seguire, nonché un patrimonio di conoscenze e di elaborazioni (il
sistema degli obiettivi, la coerenza con P/P di livello sovracomunale, il sistema di conoscenza ambientale, il sistema di indicatori) che le Amministrazioni
comunali potranno usare e declinare a livello locale: ove possibile verrà infatti fornito un sistema di conoscenza disaggregato per comune.
4. fornire indirizzi di progettazione, mitigazione e compensazione per infrastrutture e progetti di livello sovracomunale. In particolare per alcune tipologie di
trasformazioni di interesse provinciale, verranno forniti indicazioni e criteri per:
a. la definizione di criteri localizzativi e progettuali di carattere ambientale e urbanistico;
b. la mitigazione degli impatti delle trasformazioni;
c. la compensazione ambientale degli impatti residui delle trasformazioni. Rispetto al tema delle compensazioni, la VAS supporterà il Piano
nell’individuazione di un sistema coordinato di interventi volti alla rinaturalizzazione di parti del territorio e alla costruzione della rete ecologica e
rete verde regionale e provinciale;
5. definire il sistema di monitoraggio (indicatori, procedura, soggetti competenti, modalità di restituzione, tempi), per verificare il grado di attuazione, il
recepimento dei contenuti del Piano nel tempo, le eventuali misure correttive qualora le scelte del Piano non si rivelassero coerenti nel tempo con la
programmazione del territorio.

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1.2 La normativa di riferimento e le fasi della VAS del PTCP di Monza e della Brianza
Rispetto alle fasi di svolgimento della VAS di seguito si riporta lo schema di raffronto tra quanto indicato dagli indirizzi regionali sulla VAS relativa ai piani
territoriali di coordinamento provinciali e quanto previsto nello specifico dal processo di PTCP di MB e della relativa VAS.
DGR 10971 del 30/12/2009
Fasi PTCP-VAS Monza e della Brianza
Descrizione delle attività VAS
del PTCP di Monza e della Brianza
Fase 0
Preparazione
A0.1 Pubblicazione
avviso avvio del
procedimento
P0.2 Incarico per la
stesura del PTCP
P0.3 Esame proposte
pervenute
- Avvio del procedimento di PTCP e VAS con delibera di giunta
provinciale n. 93/2009 del 16 dicembre 2009
- A seguito dell’avvio del procedimento l’Amministrazione provinciale
ha stabilito un periodo di tempo di 45 giorni (fino al 15 marzo
2010) per presentare proposte e suggerimenti
Sono pervenuti sedici suggerimenti e proposte prevalentemente
presentate da Amministrazioni comunali su temi di carattere
ambientale
Fase 1
Orientamento
A.1.1 Integrazione della
dimensione ambientale
del piano
- Individuazione e definizione di accreditati indirizzi e principi di
sostenibilità, ampiamente riconosciuti nella dottrina e nella prassi
in materia di sviluppo sostenibile
- Selezione e qualificazione dei principi di sostenibilità in relazione al
contesto territoriale e socio-economico e ai contenuti del Piano
Nella fase di scoping sono state analizzate le principali strategie
e politiche europee e nazionali. Da tali documenti si sono
desunti alcuni indirizzi di sostenibilità ambientale che sono
stati a loro volta associati alle diverse componenti ambientali. Si
veda a tal proposito la schema concettuale di costruzione del
quadro conoscitivo riportato nel paragrafo 3.4 del presente
documento

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A.1.2. Definizione
schema operativo per la
VAS e mappatura del
pubblico e degli Enti e
dei soggetti competenti
in materia ambientale e
territoriale interessati
- Definizione delle modalità operative in relazione con le
metodologie applicate dagli estensori del PTCP e con gli obiettivi
dell’Amministrazione
- Identificazione degli Enti territorialmente interessati e delle autorità
competenti in materia ambientale (tra le quali Regione, Province,
Enti Parco, ARPA, ASL, Comuni,…) finalizzata alla prima Conferenza
di Valutazione e alla costruzione del quadro conoscitivo , oltre che
al confronto sulle fasi e sulla metodologia di valutazione
- Identificazione, anche sulla base delle esperienze di partecipazione
già attivate dalla Provincia dei soggetti locali rilevanti (per ruolo,
aspettative e interessi) da attivare e coinvolgere nella consultazione
pubblica
Nella fase di scoping della VAS del PTCP si evidenziano
metodologie, obiettivi di integrazione, schema di costruzione del
quadro conoscitivo ambientale, ambito di influenza e carenza di
dati e informazioni, al fine di potersi confrontare con gli enti e i
soggetti coinvolti nella prima conferenza di valutazione.
In particolare elemento essenziale della fase di scoping è lo
schema di costruzione del quadro conoscitivo, in cui vengono
evidenziate le modalità con cui verrà costruito.
Il quadro conoscitivo del RA si basa su un assunto fondamentale,
ossia pur rappresentando tutte le componenti ambientali,
così come richiesto dalla normativa europea, nazionale e
regionale, svilupperà in maniera più approfondita le
componenti ambientali che interessano maggiormente i
temi prioritari del PTCP, così come definiti dalla normativa
regionale.
Ai fini della consultazione e della partecipazione vengono
identificati i principali attori da coinvolgere, che si identificano
prioritariamente con le i Comuni, la Regione, le province
confinanti, le associazioni di categoria.
A.1.3. verifica della
presenza dei Siti Rete
Natura 2000
Sono presenti quattro SIC, per cui il PTCP è sottoposto a
valutazione di incidenza
Lo Studio di incidenza viene condotto parallelamente al processo
di VAS

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Conferenza di Valutazione
Avvio del confronto con gli Enti
e con il pubblico
- Conduzione della Conferenza di Valutazione, luogo di
concertazione per la condivisione del modello e dello schema di
costruzione del quadro conoscitivo, delle strategie ed è finalizzata
alla costruzione del consenso tra gli attori istituzionali
sull’impostazione del Rapporto ambientale.
- Recepimento indicazioni e suggerimento provenienti dagli Enti e
richiesta di integrazioni informazioni e dati agli Enti
- Costruzione del sito web dedicato al processo di PTCP e VAS
Il Documento di scoping viene presentato e discusso, con le
autorità competenti in materia ambientale e gli enti
territorialmente interessati, nel corso della Prima conferenza di
Valutazione, occasione in cui si raccolgono pareri, osservazioni,
integrazioni e proposte di modifica in modo da costruire un
modello di valutazione condiviso, ma anche calibrato sui temi
prioritari del PTCP e del territorio di Monza e della
Brianza. Viene inoltre proposta una SWOT ambientale
preliminare (costruita sulla base di studi e analisi esistenti) che
verrà integrata dalle risultanze del quadro conoscitivo, dal
processo di partecipazione e dall’analisi di coerenza esterna.
Ai fini della consultazione da parte delle autorità e del pubblico, il
Documento di scoping viene reso disponibile sul sito web della
Provincia di Monza e della Brianza alcuni giorni prima della
conferenza e inviato agli enti interessati.
Fase 2
Elaborazione e redazione
A.2.1. Definizione
dell’ambito di
influenza
(scoping) e
definizione della
portata delle
informazioni da
includere nel
Rapporto
ambientale
Costruzione del Documento di scoping contenente:
- La metodologia e l’ambito di influenza del PTCP (temi prioritari e
cogenza)
- Lo schema concettuale di costruzione del Quadro conoscitivo
- L’analisi di dati e informazioni necessari alla valutazione ambientale
del PTCP
- La proposta di indice di Rapporto ambientale
- L’esplicitazione della necessità di sottoporre il PTCP a valutazione di
Incidenza
In questa fase si provvede a raccogliere il quadro conoscitivo
ambientale contenuto nel Documento di scoping e a fornire
indicazioni rispetto agli obiettivi del PTCP.
Particolare attenzione viene posta ai temi prioritari del PTCP, in
funzione delle possibilità di indirizzo e di prescrizione attribuito
dalla normativa alla pianificazione territoriale di livello
provinciale.

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A.2.2. Analisi di
coerenza esterna
Redazione del Rapporto ambientale e della Sintesi non tecnica.
Indice e contenuti del rapporto e della sintesi compendiano le
informazioni acquisite nel corso del processo di VAS, nonché le
indicazioni della Direttiva 42/2001/CEE e degli “Indirizzi” regionali,
quali:
- Individuazione dei piani territoriali sovraordinati e dei piani
tematici (PTR, PPR, PAI, PTC Parchi, PTCP province limitrofi, …)
rilevanti per l’analisi di coerenza esterna con
indicazione/suggerimento di un sistema di obiettivi ambientali da
considerare nel Piano
- Costruzione della matrice di coerenza esterna. Essa confronta i
piani regionali e di settore con gli obiettivi generali stabiliti dal
Piano, rilevandone il grado di:
o
o
coerenza
contrasto: in questo caso vengono formulate indicazioni
per una migliore correlazione tra gli strumenti
Durante questa fase sulla base del confronto con piani e
programmi di livello regionale e di settore, la VAS suggerisce e
integra gli obiettivi del PTCP.
Contemporaneamente vengono redatti tutti i documenti
necessari all’adozione del Piano, ossia il Rapporto ambientale e la
Sintesi non tecnica.
Dal punto di vista della valutazione, la VAS supporta il Piano
nella definizione dei limiti e delle modalità dello sviluppo previsto
del PTCP, nella valutazione di sostenibilità degli obiettivi e delle
scelte, nella definizione di criteri per i PGT e di criteri di
mitigazione e compensazione per determinate categorie di
trasformazione. Questo passaggio risulta fondamentale per la
redazione del Rapporto ambientale che deve contenere, oltre
all’analisi dello stato di fatto dell’ambiente, le valutazioni delle
scelte di piano; con l’individuazione di specifici indicatori si
devono inoltre stabilire gli effetti delle scelte urbanistiche
sull’ambiente. Le azioni di piano dovranno rispondere a due tipi
di coerenza: quella ‘esterna’ ossia non dovranno contrastare con
i principi di sostenibilità dei piani sovraordinati e di settore e
quella ‘interna’, finalizzata a verificare che le azioni di piano siano
allineate agli obiettivi di sostenibilità individuati a livello locale.
A conclusione del Rapporto ambientale dovrà essere indicato un
sistema di monitoraggio strutturato possibilmente sul controllo
degli stessi indicatori utilizzati nella fase di analisi dello stato
dell’ambiente.
Questa fase si conclude con la Conferenza finale di Valutazione
nella quale è posto in discussione con gli Enti, il Rapporto
ambientale e la proposta di Piano.

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A.2.3. Stima degli
effetti ambientali
attesi
A.2.4. Valutazione
delle alternative
A.2.5. Analisi di
coerenza interna
A.2.6.
Progettazione del
sistema di
monitoraggio
A.2.7. Studio di
incidenza
A.2.8. proposta di
Rapporto
ambientale e
sintesi non
tecnica
- Declinazione, in collaborazione con i progettisti del PTCP e
l’Amministrazione, degli obiettivi generali in obiettivi specifici,
ciascuno caratterizzato da una o più linee d’azione;
- Specificazione delle linee d’azione alternative e selezione delle
linee d’azione alternative, sulla base degli effetti ambientali rilevati
- Eventuale costruzione di carte di valutazione attraverso cui
verificare la coerenza e il livello di attenzione ambientale delle
diverse porzioni di territorio provinciale
- Per le linee d’azione selezionate, dove si verifichi un effetto
ambientale potenzialmente negativo: previsione di misure di
mitigazione e compensazione, nonché redazione di schede
valutative di approfondimento
- Individuazione e definizione di un set di indicatori coerente con
gli obiettivi ambientale adottati, le linee di azione intraprese dal
PTCP e il sistema delle informazioni disponibili
- Verifica di coerenza interna, per confrontare le linee d’azione
selezionate con gli obiettivi e i principi di sostenibilità individuati
inizialmente
- Sviluppo del programma di monitoraggio, che prevede la
definizione di una lista di indicatori (di stato e di prestazione),
contenente tutti gli indicatori utili al monitoraggio del
raggiungimento degli obiettivi e del PTCP nella fase di attuazione a
aggiornamento del Piano.
Predisposizione della bozza di dichiarazione di sintesi
Predisposizione dello studio di incidenza
L’Autorità competente d’intesa con l’Autorità procedente
trasmette il Rapporto ambientale, la Sintesi non tecnica, la
proposta di Piano e lo studio di incidenza alle autorità competenti
in materia ambientale e agli enti interessati, i quali si
esprimeranno nell’ambito della seconda conferenza di
valutazione. Il parere delle autorità competenti in materia
ambientale e degli enti interessati deve essere comunicato
all’Autorità competente e all’autorità procedente entro 60 giorni
dalla messa disposizione. In seguito alla consultazione l’Autorità
procedente d’intesa con l’Autorità competente formula il parere
motivato che può essere condizionato all’adozione di specifiche
modifiche e integrazioni alla proposta di Piano. La procedura di
VAS si conclude di fatto con il parere motivato.
Conferenza di
valutazione
Consultazione
degli attori per la
valutazione delle
strategie
Rapporto
ambientale,
Sintesi non
tecnica
- Consultazione delle diverse categorie di attori finalizzata alla
valutazione delle strategie individuate nel Piano e delle alternative
definite nel Rapporto ambientale.
Parere motivato

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1.2.1 L’Autorità procedente e l’Autorità competente del processo di VAS del PTCP di Monza e della Brianza
Il processo di VAS è condotto dall’autorità competente per la VAS e dall’autorità procedente, che sono state individuate dalla Provincia di Monza e della Brianza
con Delibera del Consiglio Provinciale n. 57 del 31.03.2010.
In particolare sono nominati in qualità di:
- Autorità competente, un team interdirezionale composto dal Direttore Generale, dal Responsabile del procedimento di redazione del PTCP e dal
Direttore del Settore Ambiente ed Agricoltura;
- Autorità procedente, il Direttore del Settore Pianificazione Territoriale e Parchi.
1.3 Il processo di partecipazione
Durante tutto il processo di costruzione del PTCP, la VAS garantisce lo svolgimento delle attività di partecipazione del pubblico interessato all’iter decisionale.
In particolare il processo di partecipazione della VAS del PCTP della Provincia di Monza e Brianza, prevede alcuni momenti e strumenti di partecipazione,
diversificati in funzione dei differenti interlocutori e dei diversi temi che verranno affrontati.
Oltre alle almeno due conferenze di valutazione, dedicate al confronto con gli Enti con competenze ambientali e con gli Enti territorialmente interessati
(Regione, ARPA, ASL, Sovrintendenza, Enti Parco, Province limitrofe, Comuni, ecc.), sono in fase di definizione strumenti e modalità di coinvolgimento
finalizzati al raggiungimento di specifici obiettivi.
Attualmente:
- è in fase di costruzione il sito web dedicato a PTCP e VAS;
- sono state raccolti, a seguito dell’avvio del procedimento, sedici suggerimenti e proposte;
- si stanno svolgendo una serie di incontri tra i differenti uffici provinciali, finalizzati al coinvolgimento interdirezionale, per raccogliere contributi, proposte,
dati e informazioni.
Successivamente è previsto il coinvolgimento dei Comuni a cui sono dedicati, oltre le Conferenze dei sindaci, momenti specifici di formazione/informazione sulle
metodologie e i contenuti della VAS e sui rapporti PTCT-VAS/PGT-VAS.
Su temi di specifico interesse e approfondimento per il PTCP (in fase di definizione) è previsto il confronto allargato o in sede ristretta con le associazioni di
categoria, di industriali, ambientaliste, del terzo settore, degli ordini professionali, ....
In sintesi durante l’intero processo di costruzione del PTCP sono previste:
­ la raccolta di istanze e suggerimenti, intrapresa formalmente con la fase di avvio del procedimento di PTCP e VAS, ma “aperta” durante tutto l’iter di
costruzione del Piano;
­ le Conferenze di Valutazione, articolate in almeno due sedute;
­ la Conferenza dei Comuni e degli enti gestori delle aree regionali protette;
­ alcuni momenti di informazione e formazione sul PTCP e sulla VAS rivolti alle Amministrazioni comunali, in particolare ai tecnici;

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­ alcune riunioni intermedie su temi di specifico interesse del PTCP;
­ pubblicizzazione tramite stampa, affissioni e pagine appositamente dedicate del sito internet della Provincia sul PTCP e sulla VAS, oltreché raccolta via
internet, fax e posta ordinaria delle proposte e dei suggerimenti del pubblico in generale, sia esso cittadino singolo o interesse organizzato.
1.3.1 La partecipazione istituzionale: le autorità con competenze ambientali, gli enti territorialmente interessati e i portatori di interesse
La partecipazione istituzionale, con la quale si intende il coinvolgimento delle autorità con competenze ambientali e degli enti territorialmente interessati, sia
attraverso le conferenze di valutazione, che attraverso incontri di specifico interesse del PTCP, sarà finalizzata a:
- individuare, per ciascuna componente ambientale, il quadro delle opportunità e delle criticità sulle quali il PTCP può esercitare la propria azione;
- verificare la correttezza e la completezza della metodologia di valutazione proposta;
- verificare se tutte le componenti ambientali sono state adeguatamente considerate;
- evidenziare eventuali carenze informative;
- verificare se i riferimenti normativi considerati sono esaustivi, in particolare quelli necessari per la definizione di obiettivi ambientali quantitativi;
- verificare se gli obiettivi ambientali definiti sono esaustivi o se occorra correggerli, integrarli approfondirli;
- verificare se gli indicatori proposti sono appropriati, efficaci e popolabili;
- suggerire eventuali accorgimenti per lo sviluppo delle attività previste.
In assenza di un elenco di “Autorità formali con competenze ambientali e di enti territorialmente interessati” definito a livello nazionale, l’individuazione degli
enti è avvenuta sulla base di considerazioni in merito a:
- le competenze disciplinari di ogni soggetto;
- i contenuti e i temi prioritari del PTCP;
- l’effettiva operatività sul territorio dei diversi soggetti.
Di seguito si riporta un elenco di soggetti/enti, che è da considerare un elenco “aperto”, in cui potranno essere inseriti altri soggetti informati sui contenuti e sul
processo in itinere del PTCP dai mezzi di comunicazione diffusa (sito web, affissioni, stampa).
Sono dunque stati individuati in prima istanza i seguenti enti/soggetti:
1. Regione Lombardia;
2. ARPA;
3. Conferenza dei Comuni;
4. ERSAF;
5. Provincia di Milano;
6. Provincia di Como;
7. Provincia di Lecco;

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8. Provincia di Bergamo;
9. ASL;
10. Enti gestori aree protette, in particolare Parco Adda Nord, Parco delle Groane, Parco della Valle del Lambro, Parco agricolo La Valletta, Parco del Rio
Vallone, Parco del Grugnotorto-Villoresi, Parco del Molgora, Parco della Brianza Centrale nel Comune di Seregno, Parco della Brughiera Briantea,
Parco della Media valle del Lambro, Parco dei Colli Briantei, Parco Est delle Cave, Parco della Cavallera;
11. Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia;
12. Sovrintendenza archeologica;
13. Autorità di bacino del fiume Po;
14. Consorzio di Bonifica Est Ticino-Villoresi
15. Autorità competente in materia di SIC (SIC valle del Rio Pegorino, SIC valle del Rio Cantalupo, SIC boschi delle Groane, SIC pineta di Cesate) ;
16. I Comuni, nel dettaglio: Agrate Brianza, Aicurzio, Albiate, Arcore, Barlassina, Bellusco, Bernareggio, Besana in Brianza, Biassono, Bovisio Masciago,
Briosco, Brugherio, Burago di Molgora, Busnago, Camparada, Caponago, Carate Brianza, Carnate, Cavenago di Brianza, Ceriano Laghetto, Cesano
Maderno, Cogliate, Concorezzo, Cornate d'Adda, Correzzana, Desio, Giussano, Lazzate, Lentate sul Seveso, Lesmo, Limbiate, Lissone, Macherio,
Meda, Mezzago, Misinto, Monza, Muggiò, Nova Milanese, Ornago, Renate, Roncello, Ronco Briantino, Seregno, Seveso, Sovico, Sulbiate, Triuggio,
Usmate Velate, Varedo, Vedano al Lambro, Veduggio con Colzano, Verano Brianza, Villasanta, Vimercate;
17. Corpo Forestale dello Stato;
18. enti erogatori del servizio idrico e del servizio di captazione e depurazione delle acque.
In qualità di attori con competenze rilevanti e portatori di interessi per il governo del territorio provinciale sono stati altresì individuati:
1. Ordini professionali: ingegneri, architetti, geologi, agronomi, Collegio geometri;
2. Associazioni sindacali;
3. Camera di commercio;
4. AIMB - Associazione degli Industriali di Monza e della Brianza
5. Confartigianato;
6. Confagricoltura;
7. Confesercenti;
8. Coldiretti;
9. ANCE;
10. Associazione piccola e media impresa Monza e Brianza;
11. Associazioni ambientaliste: in particolare Legambiente, WWF, Italianostra, Comitato A. Cederna per il Parco di Monza;
12. Terna;
13. Autostrada Pedemontana Lombarda spa;

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14. Ferrovie dello Stato;
15. Ferrovie Nord;
16. TEM;
17. Metropolitana Milanese.
1.3.2 La partecipazione diffusa
A seguito dell’avvio del procedimento, sono pervenuti sedici suggerimenti e proposte, principalmente provenienti dai Comuni e da diverse associazioni su temi
di carattere ambientale. Di seguito se ne riporta il quadro di sintesi.

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Anche in considerazione delle tipologie di soggetto che hanno presentato suggerimenti e proposte, la Provincia di Monza e della Brianza, oltre al sito web, alle
affissioni e alle comunicazioni a mezzo stampa, valuta ulteriori momenti di diffusione dei contenuti del PTCP e della relativa VAS al pubblico non tecnico.

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2. Le valenze e le criticità ambientali del territorio provinciale
Tavola 1 - Reticolo idrografico
2.1. Inquadramento territoriale
La provincia di Monza e della Brianza, istituita nel 2004, è composta da 55 comuni
appartenenti in precedenza alla provincia di Milano.
Il territorio provinciale si estende per 405 kmq di superficie, il confine provinciale è delimitato a
est dal Fiume Adda e a ovest dal Torrente Lura. La popolazione residente è aumentata
notevolmente negli ultimi anni, ad oggi vi sono circa 833.348 abitanti. La densità abitativa, pari
a 2.055 ab./kmq, è uno dei valori più alti in Lombardia, seconda solo alla provincia di Milano.
Il territorio provinciale corrisponde alla fascia della pianura asciutta compresa tra Milano e i
primi rilievi collinari, è un’area che ha conosciuto un processo di industrializzazione precoce,
caratterizzato dall’insediamento di piccole e medie imprese che si sviluppano lungo la
pedemontana, per quasi tutta la pianura padana. Il sistema produttivo è caratterizzato da oltre
55.000 imprese che appartengono in larga misura al settore dell'industria e dell'artigianato, del
commercio, dei servizi. L’attività agricola risulta invece marginale dato che solo un quarto del
territorio è destinato a tale attività.
Il territorio non urbanizzato 1 ha una estensione pari al 46,7% della superficie territoriale
complessiva, all’interno del quale vi è un ampio sistema di aree verdi protette: parchi
regionali, parchi naturali, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale – PLIS, e Siti di Interesse
Comunitario – SIC. Le aree verdi rappresentano quindi un importante elemento di
interconnessione e di tutela degli spazi aperti esistenti. I parchi istituiti possiedono un
orientamento verticale dovuto in parte alla presenza di un vasto reticolo idrografico composto
da fiumi, torrenti, fontanili e rogge, che attraversano da nord a sud la provincia.
Il sistema infrastrutturale della Brianza è costituito da una fitta rete viaria che dalla tangenziale
nord si snoda all’interno del territorio provinciale in direzione di Lecco e Como.
La rete stradale, caratterizzata da tratti a scorrimento veloce (Milano-Meda, Valassina), si
Tavola 2 - Rete infrastrutturale esistente
[elaborazione: Fondazione Lombardia per l’Ambiente su dati GeoPortale]
1 con il termine territorio urbanizzato sono comprese le seguenti voci del DUSAF: aree antropizzate, aree estrattive, discariche, cantieri, territorio abbandonati, aree verdi non agricole, parchi e giardini,
impianti sportivi. con il termine territorio non urbanizzato sono comprese le seguenti voci del DUSAF: aree agricole, aree boscate, aree con vegetazione arbustiva e/o erbacea, aree umide, e corpi
idrici.

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estende per 1.207,7 km perlopiù in direzione longitudinale. I collegamenti stradali trasversali sono infatti limitati, rappresentando una delle principali criticità
delle rete che concorrono a incrementare il traffico veicolare. A supporto della rete stradale vi sono le linee ferroviarie che attraversano verticalmente e
orizzontalmente il territorio provinciale. L’estensione territoriale della rete ferroviaria è di circa 92,54 km.
Osservando il territorio della Brianza e possibile distingue tre realtà territoriali accomunate da simili caratteristiche morfologiche, sociali, insediative, abitative,
nonché ambientali. I tre ambiti presentano i seguenti connotati:
Brianza orientale (o Vimercatese)
­ trama insediativa formata da nuclei urbani riconoscibili e con caratteri distintivi;
­ qualità abitativa elevata dovuta alla presenza consistente di spazi aperti (circa il 58% della superficie territoriale del Vimercatese);
­ attività agricola strutturata.
Brianza centrale (organizzata attorno alla città di Monza)
­ presenza di rilievi collinari e pianura con caratteri insediativi differenti ( lungo i crinali e le valli vi sono nuclei urbani di ridotte dimensioni, frazionati e sparsi;
mentre in pianura i centri abitativi sono compatti e saldati tra loro);
­ territorio densamente urbanizzato;
­ elevato valore storico-paesaggistico e ambientale (dovuto in parte alla presenza di numerose ville storiche;)
­ presenza capillare di industrie e centri commerciali.
Brianza occidentale (organizzata attorno alla città di Seregno)
­ struttura territoriale diversificata: ad est i comuni sono densamente abitati e con spazi verdi ridotti, ad ovest i nuclei sono di piccole dimensioni e circondati
per lo più da aree verdi;
­ elevato livello di consumo di suolo.

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Tavola 3 – Inquadramento territoriale Tavola 4 – Uso del suolo (2007)
[elaborazione Fondazione Lombardia per l’Ambiente su dati DUSAF] [elaborazione Fondazione Lombardia per l’Ambiente su dati DUSAF]
Tavola 5 - Sistema delle aree protette
[elaborazione Fondazione Lombardia per l’Ambiente su dati GeoPortale]

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2.2 La SWOT ambientale preliminare
Numerosi sono gli studi e i momenti di confronto che negli ultimi anni hanno portato ad approfondire la conoscenza del territorio della provincia di Monza e
della Brianza (costituita con la legge 146 del 11 giugno 2004).
Dapprima il Piano territoriale regionale (approvato con deliberazione del 19/01/2010, n.951, ed efficace dall’17 febbraio 2010), che colloca il territorio della
provincia di Monza e della Brianza all’interno di due Sistemi territoriali, quello Pedemontano e quello Metropolitano e per i quali fornisce un sistema di obiettivi e
un’analisi SWOT, in parte declinabile per il territorio in analisi.
In secondo luogo il PTCP vigente della Provincia di Milano (approvato nell'ottobre del 2003 con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 55 del 14
ottobre 2003), basato su studi e confronti specifici con le Amministrazioni comunali, confluiti nelle indagine conoscitive e progettuali dei dodici Ambiti
territoriali, di cui quello della Brianza riguarda il territorio ricompreso nella provincia di Monza e della Brianza.
Tavola 6 – PTCP di Milano: ambiti territoriali

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L’ambito territoriale della Brianza comprende 49 Amministrazioni comunali per le quali vengono evidenziate alcune valenze, criticità e obiettivi, di cui quelle di
carattere ambientale sono:
- “Interventi di tutela e riqualificazione dei corsi d’acqua
o Mitigare e rinforzare le sponde del torrente Seveso;
o Riqualificare alcuni torrenti, tra i quali il Tarò-Certesa e il Comasinella, mediante monitoraggi della qualità delle acque, valorizzazione paesistica,
rinaturazione delle sponde e valutazione dei rischi idraulici;
o Riqualificare il canale Villoresi quale elemento di connessione fluviale est-ovest tra il Parco delle Groane e il Parco di Monza;
- Valorizzazione degli elementi e delle aree di interesse paesistico
o Potenziare e creare dei circuiti turistico-culturali che consentano di mettere in rete le varie testimonianze storico-culturali presenti in Brianza, dalle
ville storiche, ai palazzi, alle fornaci, ai vecchi mulini, all’architettura industriale;
o Creare corridoi tra il Parco del Grugnotorto-Villoresi e il Parco delle Querce, tra il Parco delle Groane e il Parco del Lura, e in generale tra gli ambiti
verdi e le aree protette già esistenti e previste;
- Valorizzazione del sistema dei PLIS
o Completare e attuare i PLIS, individuandone di nuovi
- Potenziamento e creazione di un sistema di percorsi ciclabili
o Creare e completare i percorsi ciclopedonali di connessione tra gli ambiti verdi e le aree protette già esistenti e di quelle previste.
- Salvaguardare e attuare il progetto di rete ecologica”.
In terzo luogo le indagini conoscitive finalizzate all’ adeguamento del PTCP di Milano alla Lr 12/05, elaborate, per quanto riguarda il territorio in analisi,
anche sulla base del Piano d’Area della Brianza (a tal proposito si veda la pubblicazione “Piani d'area. Sintesi delle esperienze sviluppate e delle iniziative in
corso”, consultabile all’indirizzo http://www.provincia.mi.it/export/sites/default/pianificazione_territoriale/pubblicazioni) e sul Dossier Brianza
(http://www.provincia.mi.it/export/sites/default/pianificazione_territoriale/pubblicazioni/DossierBRIANZA.pdf), riguardante il territorio di 50 comuni e che
prevede una serie di progetti di breve-medio termine che agiscono principalmente su tematiche specifiche del territorio brianzolo, riferite soprattutto al sistema
delle imprese e alla qualità dell'ambiente, quali:
- “promozione di funzioni d'eccellenza e integrazione delle reti informative;
- integrazione grandi opere infrastrutturali/sistema ambientale e mitigazione degli impatti”.
Infine, gli innumerevoli studi, tra i quali il Piano strategico realizzato dall’Agenzia di Sviluppo Locale della Brianza, con la collaborazione di
Amministrazioni locali (Provincia e Comuni), Associazioni Imprenditoriali, Organizzazioni Sindacali, banche e autonomie funzionali del territorio.

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Nel Piano strategico sono individuati una serie di obiettivi. In particolare quello riferito alla qualità ambientale esplicita che: “La Brianza deve cogliere
l’opportunità di dare continuità alle aree verdi, collegando i parchi regionali, dal Ticino all’Adda, attraverso i parchi consortili e le aree di interesse naturalistico,
facendo emergere un’immagine prevalentemente verde di questo “territorio-parco" e del Nord – Milano in generale anche a fini turistici e ricettivi”
La salvaguardia del tessuto connettivo “verde” della Brianza è la principale operazione in grado di valorizzare la sua organizzazione policentrica, contrastando
l’urbanizzazione diffusa e disordinata del suo territorio.
Questa continuità a sistema dovrà essere perseguita non solo collegando fra loro i grandi parchi regionali e sovracomunali, dal Parco del Ticino e di Appiano
Gentile attraverso il Parco del Lura al Parco delle Groane ed a quello della Valle del Lambro e di Montevecchia e del Curone, attraverso il Parco del Molgora e
del Rio Vallone sino al Parco dell'Adda Nord, ma anche coinvolgendo in questo tessuto connettivo le aree ancora libere e il suo impianto storico e architettonico:
dalle zone agricole agli spazi urbani aperti, dai nuclei d’antica formazione agli insediamenti storici e d’arte sparsi sul suo territorio, dalle Ville di delizia e dai
Parchi ottocenteschi della Brianza collinare alle Dimore di rappresentanza.
Una continuità ambientale di tipo sistemico connessa con un patrimonio storico - architettonico di primissimo piano, in grado di caratterizzare definitivamente e
originalmente questo territorio, facendone emergere un’immagine prevalentemente verde di “territorio-parco" costellato da un sistema di centri storici e ville di
assoluta eccellenza anche in prospettiva turistica.
Questa integrazione a livello ambientale presuppone tuttavia l’attuazione dei progetti di risanamento dei bacini del Seveso, Lambro e Molgora e di riassetto
idrogeologico complessivo del territorio brianteo in attuazione della normativa C.E.E.”.
Dall‘analisi dei documenti sopraindicati è possibile formulare una prima proposta di SWOT ambientale del territorio monzese e brianzolo, che sarà oggetto di
approfondimento sulla base delle risultanze del quadro conoscitivo ambientale (attualmente in fase di redazione), nonchè dei contributi derivanti dalla
partecipazione istituzionale e diffusa e dall‘analisi di coerenza esterna. La SWOT ambientale preliminare è costruita infatti sulla base dell'apparato conoscitivo di
alcuni - tra i principali - atti di programmazione e pianificazione a scala territoriale che riguardano il territorio della provincia di Monza e della Brianza (dal PTR al
Piano strategico dell‘agenzia Sviluppo Brianza): essa dunque non ha carattere di esaustività, né intende definire un ordine rigido di priorità. Diversamente,
consente di orientare e focalizzare le indagini attinenti il quadro conoscitivo, ovvero di orientare la presente fase di scoping.

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SWOT ambientale preliminare
Valenze
- Abbondanza di riserve idriche (PTR)
- Presenza e prossimità di molti parchi regionali e aree protette anche di notevoli dimensioni e interesse naturalistico, tra cui quattro SIC (PTR)
- Numerose città d’arte (PTR)
- Aste fluviali di grande interesse dal punto di vista ambientale, paesaggistico e turistico (PTR)
- Presenza di una realtà paesaggistica di valore, centri storici con una propria identità culturale (PTR)
- Varietà dei paesaggi di elevata attrazione per la residenza e il turismo (PTR)
- Presenza in territorio collinare di ricchezza paesaggistica con ville storiche con grandi parchi e giardini, antichi borghi integrati in un paesaggio agrario
ricco di colture adagiato su morbidi rilievi (PTR)
- Diversificazione e presenza di diverse tipologie di paesaggio: a nord e a ovest fascia una boscata precollinare, a est un paesaggio agrario, oltreché il
sistema dei parchi sovracomunale e delle aree verdi (PTCP vigente)
- Progetto di valorizzazione del canale Villoresi, riqualificazione delle sponde, creazione di percorso ciclopedonale di valenza sovra comunale (PTCP vigente)
- Presenza di un patrimonio naturale articolato in aree boscate, agricole, e a prato, ed è attraversata in senso nord-sud da tre corsi d’acqua principali, i
fiumi Seveso ad ovest e Lambro al centro, il torrente Molgora ad est. La Brianza dispone ancora oggi di un patrimonio ambientale di assoluta eccellenza
(PTCP adeguamento: Piano d’Area)
- La Brianza è infatti interessata, oltre che dai parchi storici e dal sistema delle ville, da due Parchi Regionali, delle Valle del Lambro e delle Groane, e da un
diverso numero di P.L.I.S., Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, enti delegati alla gestione e alla valorizzazione del territorio tutelato (PTCP
adeguamento: Piano d’Area)
- Presenza del Parco di Monza, attraversato dal corso del fiume Lambro, è il più esteso parco cintato d’Europa, con i suoi 685 ettari, realizzato nel 1805 per
volere di Napoleone su progetto illuminista di Luigi Canonica, che idealizzò le caratteristiche del territorio milanese attraverso un disegno di paesaggio
unitario. Oggi il Parco di Monza, in parte occupato dall’autodromo e da un campo da golf, costituisce un’importante polmone verde e un contenitore di
attività sportive e del tempo libero a disposizione della città e dell’intero territorio, oltre che un polo di attrazione turistica di livello internazionale (PTCP
adeguamento: Piano d’Area)
- Attenzione e attuazione di interventi da parte di comuni, enti parco, provincia di una politica di messa a sistema delle aree verdi e delle preesistenze
significative in campo storico-architettonico, favorita da una promozione e diffusione di una fitta rete di piste ciclopedonali (PTCP adeguamento: Piano
d’Area)
- Organizzazione plurale del territorio, articolato in tanti centri, piccoli e medi, ed in ambiti territoriali omogenei (Cesanese e Desiano, Monzese,
Vimercatese) ciascuno caratterizzato da una spiccata specificità storica, ambientale e produttiva e dalla presenza di poli di eccellenza nei diversi campi
funzionali (PTCP adeguamento: Dossier Brianza)
- Presenza di attività agricole tradizionali e consolidate (PTCP adeguamento: Dossier Brianza)

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Criticità
- Elevato grado di urbanizzazione e di consumo di suolo determinato da una forte dispersione degli insediamenti (PTR)
- Elevato inquinamento: atmosferico, delle acque, acustico, elettromagnetico e del suolo (PTR)
- Presenza di impianti industriali a rischio di incidente rilevante (PTR)
- Elevata congestione da traffico veicolare e dei mezzi pubblici nei principali poli e sulle via d’accesso ai principali poli (PTR)
- Spostamenti nelle conurbazioni e nelle aree periurbane fondati prevalentemente sul trasporto su gomma (PTR)
- Elevata presenza di un’agricoltura di tipo intensivo ambientalmente non sostenibile (PTR)
- Bassa qualità degli insediamenti e dell'edificazione recente, dal punto di vista formale, funzionale e della vivibilità (PTR)
- Scarsa attenzione alla tutela del paesaggio e tendenza alla tutela del singolo bene paesaggistico estraniandolo dal contesto (PTR)
- Edificazione diffusa a bassa densità, che porta all'erosione di aree verdi, a parco, agricole o di pregio (PTR)
- Scarsa qualità architettonica e inserimento paesaggistico delle opere infrastrutturali che contribuisce al loro rifiuto da parte delle comunità interessate
(PTR)
- Percezione di un basso livello di qualità della vita, in particolare per la qualità dell’ambiente e la frenesia del quotidiano, in un’economia avanzata in cui
l’attenzione a questi aspetti diventa fondamentale (PTR)
- Marginalità e residualità delle attività agricole, anche se di significativa importanza (PTCP vigente)
- Elevato livello di industrializzazione diffusa (PTCP vigente)
- Elevato tasso di motorizzazione dovuta a modalità di spostamento prevalentemente su mezzo privato (in particolare per gli spostamenti in senso estovest)
(PTCP vigente)
- Sistema di trasporto pubblico su ferro persone e merci carente (PTCP adeguamento: Piano d’Area)
- Mancanza di gerarchizzazione della rete stradale (PTCP adeguamento: Piano d’Area)
- Presenza di elementi di rischio dovuto all’esistenza di insediamenti industriali in zone popolate e urbanizzate oltre che di aree da bonificare (PTCP
adeguamento: Piano d’Area)
- Qualità delle acque e problemi di dissesto idrogeologico dei corsi d’acqua superficiali, in particolare Lambro e Seveso (PTCP adeguamento: Piano d’Area)
- Processi di conurbazione consolidata lungo le arterie viabilistiche, minaccia di perdita di identità e riconoscibilità tra i centri, in particolare nella parte più
vicino al capoluogo milanese (PTCP adeguamento: Dossier Brianza)
- Difficoltà di spostamenti est-ovest in particolare collegamenti tra Orio al Serio e Malpensa (PTCP adeguamento: Piano d’Area)
Opportunità
- Miglioramento della qualità di vita attraverso la realizzazione di una rete di parchi e aree a verde pubblico (PTR)
- Progetti di riassetto idrogeologico del Seveso, Lambro e Molgora (PTCP vigente)
- Risanamento del bacino del Lambro e del Seveso anche con la depurazione a valle delle acque e con la riduzione delle sostanze nocive nei processi di
produzione,di trasformazione e consumo (PTCP vigente)
- Riqualificare il canale Villoresi quale elemento di connessione fluviale est-ovest tra il Parco delle Groane e il Parco di Monza (PTCP vigente)

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- Valorizzazione e promozione anche in senso turistico e ricettivo del Parco di Monza e dell’annessa villa reale (PTCP vigente)
- Riqualificare alcuni torrenti, tra i quali il Tarò-Certesa e il Comasinella, mediante monitoraggi della qualità delle acque, valorizzazione paesistica,
rinaturazione delle sponde e valutazione dei rischi idraulici (PTCP vigente)
- Progettazione delle infrastrutture in un veri e propri corridoi ambientali ad ampiezza variabile, esteso cioè alle aree a parco ed agricole a margine del
tracciato, anche nel tentativo di un recupero nel tempo del paesaggio agro-naturale interessato (PTCP vigente)
- Stretta connessione tra quadro insediativo e maglia infrastrutturale (PTCP vigente)
- Salvaguardia e valorizzazione dei terreni agricoli rimasti, non ancora tutelati e spesso confinanti con aree marginali e con caratteristiche di residualità,
incentivando la multifunzionalità del territorio agricolo, pratiche di colture ecocompatibile e la fruizione diffusa (PTCP vigente)
- Valorizzazione del sistema dei parchi dando continuità strutturale alle aree verdi, collegando i parchi regionali, dal Ticino all'Adda, attraverso i parchi
consortili e le aree di interesse naturalistico, facendo emergere un'immagine prevalentemente verde del territorio, anche ai fini turistici e ricettivi, e
coinvolgendo in questo tessuto connettivo il suo impianto storico e architettonico: dai nuclei di antica formazione e dai centri storici, agli edifici di valore
storico architettonico sparsi sul suo territorio, dalle ville di delizia con i giardini storici agli edifici di archeologia industriale (PTCP adeguamento: Piano
d’Area)
- Più attenta politica di localizzazione e/o ricollocazione in applicazione della Direttiva Seveso (PTCP adeguamento: Piano d’Area).
- Individuazione sul territorio di poli e di sistemi territoriali interconnessi nel campo dei servizi strategici di supporto alle attività economiche, servizi
fortemente contestualizzati e organizzati a rete, selezionati appunto attraverso un effettiva possibilità di raccordo al sistema della mobilità alla scala
territoriale, su ferro e su gomma, alle specificità e potenzialità dei centri abitati, al sistema naturale e ambientale
- Valorizzazione del paesaggio naturale e attuazione del progetto di Dorsale verde (PTCP adeguamento: Dossier Brianza)
- Attenzione alla riorganizzazione tra funzioni e rete della mobilità e ricostruzione della gerarchia di quest'ultima, riqualificando innanzitutto le strade
esistenti e realizzandone di nuove solo ed in quanto funzionali alla logica di rete ed ai collegamenti di quest'ultima alla grande viabilità regionale ed
autostradale (PTCP adeguamento: Piano d’Area)
- Organizzare nuovi e più funzionali centri di interscambio ferro - gomma, nei punti di intersezione delle strade, nuove ed esistenti, con le linee ferroviarie
(PTCP adeguamento: Piano d’Area).
- Promozione della mobilità ciclopedonale attraverso una rete integrata di percorsi, all’interno dei parchi e del tessuto urbano consolidato, funzionalmente
connessa al servizio ferroviario regionale (PTCP adeguamento: Piano d’Area)
- Valorizzazione delle aree residuali libere tra un comune e l’altro, in particolare nella Brianza centrale (PTCP adeguamento: Dossier Brianza)
- Valorizzazione e messa in relazione il patrimonio storico-architettonico (Piano strategico Sviluppo Brianza)
- Promuovere forme insediative più compatte tramite privilegiando il riuso del territorio rispetto al consumo di suolo libero (Piano strategico Sviluppo
Brianza)
- Promuovere scelte localizzative che garantiscano la conservazione degli ambiti a valenza paesistica e ambientale e degli ambiti agricoli strategici (Piano
strategico Sviluppo Brianza)
- Ridurre la frammentazione del territorio (Piano strategico Sviluppo Brianza)
- Razionalizzare lo sviluppo insediativo in funzione dell’accessibilità, degli impatti sull’ambiente, sul paesaggio e sulla popolazione (Piano strategico Sviluppo
Brianza)

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Minacce
- Ulteriore riduzione della biodiversità a causa della tendenza alla progettazione di insediamenti e infrastrutture su un territorio saturo (PTR)
- Rischio idraulico elevato in mancanza di un'attenta pianificazione territoriale e di una maggiore tutela della naturalità dei corsi d'acqua (PTR)
- Peggioramento della qualità ambientale verso limiti irreversibili a causa del mancato intervento decisionale in materia di sostenibilità (PTR)
- Frammentazione di ecosistemi e aree di naturalità per l’attraversamento di nuove infrastrutture in assenza di una progettazione che tenga conto della
necessità di mantenere e costruire la continuità della rete ecologica (PTR)
- Eccessiva pressione antropica sull’ambiente e sul paesaggio potrebbe condurre alla distruzione di alcune risorse di importanza vitale (suolo, acqua, ecc.),
oltre che alla perdita delle potenzialità di attrazione turistica di alcune aree di pregio (PTR)
- Consumo di suolo connesso alle nuove infrastrutture stradali e ferroviarie (PTCP vigente)

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3. L’ambito di influenza, i temi prevalenti e le fonti informative
3.1. L’ambito di influenza del PTCP
L’allegato II della Direttiva Europea 42/2001 indica gli elementi da considerare per poter definire l’ambito di influenza di un piano o programma.
In particolare è necessario considerare:
- in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le
dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse,
- in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati;
- la pertinenza del piano o del programma per l'integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;
- problemi ambientali pertinenti al piano o al programma,
- la rilevanza del piano o del programma per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla
gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque).
In particolare il PTCP di Monza e della Brianza non solo deve definire le regole di sviluppo del territorio provinciale, ma data l’importanza e il ruolo centrale che
il contesto brianzolo riveste nella strategia territoriale regionale e nazionale, ha il compito anche di ponderare le decisioni tenendo in considerazione i riflessi
indotti su un territorio più ampio. Proprio a causa della forte connotazione strategica dell’area e della complessità del sistema territoriale e ambientale, molte
indicazioni in merito agli interventi da attuare o prevedere nel PTCP derivano da piani e programmi di Enti sovraordinati o da piani e programmi di settore con
cui il PTCP è chiamato a raccordarsi.
Sarà quindi fondamentale attivare la consultazione con gli Enti sovraordinati e con quelli locali limitrofi (in particolare le Province di Milano, Lecco, Como,
Bergamo), in riferimento ai temi che incideranno maggiormente sulla qualità ambientale del territorio brianzolo: le infrastrutture di trasporto, l’individuazione di
nuove polarità territoriali (servizi, residenza, produttivo, etc..), la rete ecologica e il sistema delle aree verdi. La stima degli effetti proposta nel Rapporto
ambientale terrà conto delle influenze di scala vasta: in particolare in funzione del dettaglio con cui verranno definite le azioni di piano, si procederà alla
definizione della rispettiva area d’influenza in termini di dinamiche territoriali (accessibilità, residenza, occupazione,..) e di stato delle componenti ambientali,
oltreché delle relative misure di mitigazione e compensazione.
Qualora venisse evidenziata l’insostenibilità di alcune delle previsioni per il territorio brianzolo derivanti da piani afferenti ad altri Enti, la Provincia potrà aprire
dei tavoli di confronto, al fine di individuare opportune misure di mitigazione o di ricercare soluzioni alternative. Analogamente, nel caso di piani di settore
incoerenti con i contenuti del PTCP adeguato, la Provincia cercherà di promuovere un dibattito costruttivo al suo interno, in modo da creare omogeneità di
indirizzi.
Oltre alla scala vasta, il PTCP ha il compito di valutare gli effetti delle sue scelte alla scala sub-provinciale, per ambiti omogenei del territorio (in prima
approssimazione individuabili in Brianza occidentale, centrale e orientale) e alla scala comunale, per particolari approfondimenti di dettaglio.

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3.2. I temi prevalenti del PTCP e l’integrazioni con la VAS
L’articolo 26, comma 1, della Lr 12/2005 impone alle Province di avviare il procedimento di adeguamento dei loro Piani territoriali di coordinamento provinciali
vigenti, che per la provincia di Monza e della Brianza è rappresentato dalla relazione, dalle norme, dalle tavole e dagli allegati del PTCP vigente della Provincia
di Milano, nelle parti riferite al territorio brianzolo. La legge regionale determina i contenuti del PTCP e il loro grado di cogenza, ne precisa l’incidenza e le
relazioni rispetto agli atti della Regione e dei soggetti gestori dei Parchi e delle aree regionali protette, alla pianificazione settoriale della Provincia nonché agli
strumenti dei Comuni e degli altri Enti territoriali. In particolare sono ridefiniti i contenuti del PTCP secondo una distinzione tra contenuti di carattere
programmatorio (art.15) e previsioni con efficacia prescrittiva e prevalente sulla pianificazione comunale, individuate dall’art.18.
Di seguito si riporta uno schema che, in riferimento alla Lr 12/05, identifica i contenuti specifici della pianificazione provinciale in rapporto a come verrà
sviluppato dalla VAS del PTCP di Monza e della Brianza.
Contenuti del PTCP ex art. 15
(comma 2, 3 e 4) Lr 12/05 Contenuti della VAS del PTCP di MB
a. Definisce il quadro conoscitivo La parte riferita più specificatamente alle componenti ambientali sarà trattata nel Quadro conoscitivo
nel Rapporto ambientale della VAS. In particolare il Quadro conoscitivo del RA, pur trattando
tutte le componenti ambientali, così come richiesto dalla normativa europea, nazionale e
regionale, svilupperà in maniera più approfondita le componenti ambientali che interessano
maggiorente i temi prioritari del PTCP, ossia il suolo per gli aspetti inerenti il consumo, l’uso, la
qualità, la tutela, la salvaguardia, la valorizzazione, il valore agricolo; la qualità dell’aria per gli aspetti
legati al traffico, alle modalità di trasporto, alle politiche di mobilità sostenibile, all’assorbimento di CO2
attraverso opere di compensazione ambientale; l’acqua per gli aspetti di difesa e salvaguardia; il
rumore dal punto di vista della compatibilità degli insediamenti rispetto alla tipologia e all’intensità
d’uso delle infrastrutture esistenti; il patrimonio storico-architettonico relativamente alla tutela e
valorizzazione; la biodiversità e la rete ecologica in riferimento alla salvaguardia e alla realizzazione del
sistema verde di livello regionale e provinciale; l’energia rispetto al consumo e alla produzione da fonti
alternative.
b. Indica gli obiettivi di sviluppo economico-sociale
a scala provinciale, raccordando le previsioni dei
piani di settore approfondendo i contenuti della
programmazione regionale;
Il raccordo con la pianificazione di settore e regionale verrà verificato anche dalla coerenza esterna
del Rapporto ambientale

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c. Indica gli elementi qualitativi a scala provinciale
o sovracomunale, sia orientativi che prevalenti,
per la pianificazione comunale e dispone i
contenuti minimi sui temi di interesse sovra
comunale
La VAS del PTCP di Monza e della Brianza contribuirà a fornire alcuni criteri per i PGT e le VAS dei
Comuni, che favoriscano la declinazione locale del PTCP. Infatti in ottemperanza a quanto indicato
dalle norme, il Piano e la relativa VAS dovranno mirare anche ad essere un modello applicativo da
seguire, nonché un patrimonio di conoscenze e di elaborazioni (il sistema degli obiettivi, la coerenza
con P/P di livello sovracomunale, il sistema di conoscenza ambientale, il sistema di indicatori) che le
Amministrazioni comunali potranno usare e declinare a livello locale: ove possibile verrà infatti fornito
un sistema di conoscenza disaggregato per comune.
d. Definisce i criteri per l’organizzazione, il
dimensionamento, la realizzazione e
l’inserimento ambientale e paesaggistico con le
adeguate opere di rinverdimento e piantagione
delle infrastrutture riguardanti il sistema della
mobilità e il relativo coordinamento tra tali criteri
e le previsioni della pianificazione comunale
e. Stabilisce in coerenza con la programmazione
regionale e con i criteri di cui alla lettera d) il
programma generale delle maggiori
infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità
e le principali linee di comunicazione
f. Individua i corridoi tecnologici, definendone i
criteri per l’inserimento ambientale e
paesaggistico, in particolare delle opere di
riqualificazione del sistema verde locale
g. Prevede indicazioni puntuali per la realizzazione
di insediamenti di portata sovra comunale
h. Indica modalità per favorire il coordinamento tra
le pianificazioni dei comuni, prevedendo anche
forme compensative o finanziarie
La VAS contribuirà a fornire indirizzi di progettazione, mitigazione e compensazione per
infrastrutture e progetti di livello sovracomunale. In particolare per alcune tipologie di
trasformazioni di interesse provinciale, verranno forniti indicazioni e criteri per:
a. la definizione di criteri localizzativi e progettuali di carattere ambientale e urbanistico;
b. la mitigazione degli impatti delle trasformazioni;
c. la compensazione ambientale degli impatti residui delle trasformazioni. Rispetto al tema delle
compensazioni, la VAS tenterà di individuare un sistema coordinato di interventi volti alla
rinaturalizzazione di parti del territorio e alla costruzione della rete ecologica e rete verde regionale
e provinciale
Definisce l’assetto idrogeologico e di difesa del suolo
Definisce gli ambiti destinati all’attività agricola di
interesse strategico,…, dettando specifiche norme di
valorizzazione, uso e tutela
Il Quadro conoscitivo del Rapporto ambientale, pur trattando tutte le componenti ambientali,
così come richiesto dalla normativa europea, nazionale e regionale, svilupperà in maniera più
approfondita le componenti ambientali che interessano maggiorente i temi prioritari del
PTCP, ossia il suolo per gli aspetti inerenti il consumo, l’uso, la qualità, la tutela, la salvaguardia, la
valorizzazione, il valore agricolo; la qualità dell’aria per gli aspetti legati al traffico, alle modalità di
trasporto, alla mobilità sostenibile, all’assorbimento di CO2 attraverso opere di compensazione
ambientale; l’acqua per gli aspetti di difesa e salvaguardia; il rumore dal punto di vista della
compatibilità degli insediamenti rispetto alla tipologia e all’intensità d’uso delle infrastrutture esistenti;

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l’energia rispetto al consumo e alla produzione da fonti alternative, in particolare di biomassa; il
patrimonio storico-architettonico relativamente alla tutela e valorizzazione; la biodiversità e la rete
ecologica in riferimento alla salvaguardia e alla realizzazione del sistema verde di livello regionale e
provinciale.
L’art.18 della Lr 12/05 dispone infine che hanno efficacia prescrittiva le previsioni del PTCP inerenti:
- le previsioni in materia di tutela dei beni ambientali e paesaggistici;
- l’indicazione della localizzazione delle infrastrutture di mobilità (nei limiti definiti dallo stato di avanzamento dei progetti);
- l’individuazione degli ambiti agricoli strategici;
- l’indicazione delle aree soggette a tutela o classificate a rischio idrogeologico e sismico… nei soli casi in cui la normativa e la programmazione di
settore attribuiscano alla provincia tale competenza.
Nel PTCP, con il supporto della VAS, dovranno dunque essere sviluppati alcuni contenuti previsti dalla legge, tra cui si evidenziano:
- la duplice valenza paesistica e di presidio al consumo di suolo delle aree agricole;
- le nuove attribuzioni in materia di paesaggio e il coordinamento e l’integrazione con le pianificazioni dei parchi;
- la programmazione delle infrastrutture come punto di equilibrio tra esigenze di sviluppo e sostenibilità delle scelte localizzative;
- la disciplina del rapporto infrastrutture/insediamenti al fine di frenare i fenomeni di conurbazione lungo gli assi di mobilità.
- l’aggiornamento del disegno di rete ecologica.
3.3. Le fonti informative per la costruzione del Quadro conoscitivo ambientale
Per la redazione del quadro conoscitivo ambientale si sta facendo riferimento alle numerose banche dati esistenti di livello regionale e provinciale. Le fonti
informative a disposizione possono essere distinte in 3 gruppi:
1) basi cartografiche specifiche, desunte dall’Infrastruttura per l’Informazione Territoriale (IIT) di Regione Lombardia 2
2) piani e programmi settoriali;
3) elaborazioni e monitoraggi effettuati dagli enti territorialmente competenti.
La restituzione delle informazioni territoriali è effettuata adottando un doppio livello di scala: comunale e provinciale.
2 http://www.cartografia.regione.lombardia.it/geoportale

29
29
Quando possibile il fenomeno è rappresentato utilizzando la scala di dettaglio comunale, assicurando, allo stesso tempo, un inquadramento provinciale
necessario a localizzare e contestualizzare il dato. Negli altri casi si provvede a dettagliare il più possibile i database di livello provinciale affinché la restituzione
sia rappresentativa di informazioni rilevanti.
I dati raccolti sono descritti attraverso il metodo più consono a illustrare le problematiche e i fenomeni territoriali. Le componenti sono pertanto presentate
attraverso cartografie tematiche, mappe, grafici, tabelle e testi.
Di seguito si riportano le principali fonti e banche dati consultate per descrivere le diverse componenti ambientali.
COMPONENTE
SUOLO E
SOTTOSUOLO
ACQUE
SUPERFICIALI E
SOTTERRANEE
ARIA
RIFIUTI
FONTI E BANCHE DATI
­ Rete Ecologica Regionale e Rete Ecologica Provincia di Milano
­ DUSAF 1.1 e 2.1
­ Valore agricolo dei suoli (ERSAF)
­ Basi informative GeoPortale di Regione Lombardia (aree protette, basi ambientali sulla pianura, basi geoambientali, carta geologica,
carta pedologica, aree dismesse)
­ Piano di Indirizzo Forestale
­ Programma Regionale Integrato di Mitigazione dei Rischi 2007-2010
­ RSA ARPA Lombardia 2008-2009
­ DataBaseTopografici comunali (in assenza: MISURC - Mosaico degli strumenti urbanistici)
­ Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI)
­ RSA ARPA Lombardia 2008-2009
­ Relazioni sulle Acque Potabili, Azienda Sanitaria Locale (Dipartimento di Monza e Brianza)
­ Contratto di Fiume Lambro
­ Contratto di Fiume Seveso
­ RSA ARPA Lombardia 2008-2009
­ INEMAR (INventario EMissioni ARia)
­ SIRENA (Sistema Informativo Regionale ENergia Ambiente)
­ Rapporti sulla qualità dell'aria in Lombardia (2007-2009), ARPA
­ Piano Regionale di Risanamento della Qualità dell'aria
­ RSA ARPA 2008 - 2009
­ Piano provinciale di gestione dei rifiuti (in fase di aggiornamento)
RUMORE ­ RSA ARPA 2008-2009

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30
PAESAGGIO E
PATRIMONIO
CULTURALE
INFRASTRUTTURE
A RETE
ENERGIA
NATURA E
BIODIVERSITÀ
­ Studio sulla Viabilità e opere pubbliche della Provincia di Milano
­ PTR (Piano Territoriale Regionale)
­ PPR (Piano Paesaggistico Regionale)
­ SIBA (Sistema Informativo Beni Ambientali)
­ SIRBEC (Sistema Informativo dei Beni Culturali)
­ RSA ARPA 2008 - 2009
­ Dati TERNA e Enti gestori delle reti
­ SIRENA (Sistema Informativo Regionale ENergia Ambiente)
­ Piano d’Azione per l’Energia
­ Piano Strategico delle tecnologie per la sostenibilità energetica
­ Bollettini annuali delle fonti rinnovabili, GSE
­ PTR (Piano Territoriale Regionale)
­ PPR (Piano Paesaggistico Regionale)
­ RER (Rete Ecologica Regionale)
­ PTCP Provincia di Milano
­ DUSAF 2.1
­ SIBA (Sistema Informativo Beni Ambientali)
­ Sistema Informativo Geoambiente
­ Banca dati Rete Natura 2000
­ Piani di Gestione dei Siti Natura 2000
­ Piano di Indirizzo Forestale
­ Piano Cave Provinciale
­ Monitoraggio habitat Rete Natura 2000 (anno 2004)

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31
3.4. Lo schema concettuale di costruzione del Quadro conoscitivo ambientale
Parte fondamentale del processo di VAS, è il quadro conoscitivo ambientale, che nel caso della VAS del PTCP della Provincia di Monza e della Brianza, verrà
integrato con l’analisi dei sistemi insediativo, della mobilità e dei trasporti e socio-economico, attualmente in fase di redazione da parte degli uffici provinciali e
tecnici incaricati. Il quadro conoscitivo ambientale si sta redigendo sulla base di alcuni assunti:
- è costruito, ed è redatto, sulla base di dati e informazioni già disponibili e rielaborati ai fini del PTCP;
- pur trattando tutte le componenti ambientali, così come richiesto dalla normativa europea, nazionale e regionale, sviluppa in maniera più approfondita
le componenti ambientali che interessano maggiorente i temi prioritari del PTCP, e che dunque possono influenzarne le scelte;
- è costruito il più possibile sulla base di dati disaggregati a livello comunale;
- è rappresentato in forma sintetica, rimandando agli allegati l’approfondimento e la ricerca del dato per ogni singolo Comune.
Lo schema concettuale (che si ricorda costituisce l’ossatura su cui si sta predisponendo il quadro conoscitivo del RA), è suddiviso per componenti ambientali.
Ad ognuna di esse sono associate le principali politiche e strategie di sostenibilità ambientale (di cui se ne riporta una sintesi nell’allegato A, al
presente documento) di livello europeo e nazionale (seconda riga), oltreché i piani e programmi di livello regionale e provinciale (terza riga). Dalla
lettura incrociata dei suddetti documenti, sono riportati (nella quarta riga) gli indirizzi ambientali che costituiscono gli orientamenti per le politiche del PTCP
di Monza e della Brianza.
Come già detto, nel quadro conoscitivo ambientale tutte le componenti ambientali vengono descritte, sono però maggiormente approfondite quelle più attinenti
alle tematiche e alle specifiche competenze del piano provinciale (indicate nello schema con il simbolo *), così come delineate nei paragrafi relativi all’ambito di
influenza del PTCP (si veda paragrafo 3.1).
Successivamente ad ogni componente ambientale sono associati i temi, che rappresentano la chiave di lettura attraverso cui viene descritta la componente
ambientale in rapporto al PTCP, nel tentativo di fornire dati e informazioni che possano realmente ed efficacemente orientare le scelte di pianificazione e
programmazione del territorio provinciale.
In questo senso, la componete suolo, per esempio, è descritta per quanto riguarda gli aspetti inerenti il consumo, l’uso, la qualità, la tutela, la salvaguardia, il
valore agricolo, in considerazione delle competenza attribuite al pianificazione provinciale dagli art. 15 e 18 della Lr 12/05, così come precedentemente descritti.
Nelle righe successive sono riportati i contenuti relativi a ciascun tema individuato, ossia le informazioni che vengono fornite per descrivere la componente
ambientale, anche in funzione delle fonti dei dati, del livello di aggregazione e delle modalità di restituzione.
Lo schema, come già detto, serve a confrontarsi con gli enti e i soggetti per verificare:
- la completezza delle strategie e dei piani che sono considerati e che devono costituire il quadro di sostenibilità ambientale a cui il Piano deve riferirsi per
orientare le proprie scelte pianificatorie;
- i temi, ossia la chiave di lettura per l’approfondimento della conoscenza delle componenti ambientali;
- la completezza delle fonti, dei dati e delle informazioni;
- la correttezza delle modalità di restituzione.

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32
Schema concettuale per la costruzione del Quadro Conoscitivo del Rapporto ambientale
[con il simbolo * si segnalano le componenti maggiormente attinenti alle specifiche competenze del piano provinciale]
SUOLO e SOTTOSUOLO
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionali e provinciali
Indirizzi ambientali
Fonti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della Commissione EU:Riesame della Strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile COM(2009)
Aalborg Commitments+10 (2004) 400
Comunicazione della Commissione EU: Strategia tematica per la protezione del suolo COM(2006)231
Proposta di Direttiva: Quadro per la Protezione del suolo COM(2006) 232
Direttiva 92/43/CEE “Habitat”
Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”
Comunicazione della Commissione EU: Arrestare la perdita di Biodiversità entro il 2010 e oltre COM(2006) 216
PTR – PPR – RER – PAI - PTCP Milano - Piano Cave Provinciale - Piano di Indirizzo Forestale
Contenere il consumo di suolo razionalizzandone l’uso e promuovendo prioritariamente la riconversione di aree dismesse e/o
degradate
Pianificare un uso del suolo compatibile con le vulnerabilità del territorio e con il sistema della mobilità pubblica e privata
Preservare la qualità dei suoli, prevenendo i fenomeni di contaminazione e deterioramento
Promuovere processi di trasformazione e di usi del suolo orientati alla tutela e valorizzazione delle risorse
Migliorare l’integrazione e la contiguità di funzioni d’uso differenti
Favorire la tutela, la valorizzazione e la multifunzionalità del territorio agricolo
RER e REP
DUSAF 1.1 e 2.1
Valore agricolo dei suoli (ERSAF)
GEOPORTALE (aree protette, basi ambientali sulla pianura, basi geoambientali, carta geologica e pedologica)
Piano di Indirizzo forestale
PRIM 2007 – 2010
RSA ARPA 2008-09
DataBase topografici comunali (in assenza MISURC)
Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI)
Integrazione dati PIM

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33
Tema USO e CONSUMO *
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Uso del suolo
Destinazioni funzionali principali:
­ residenza, industriale, artigianato, commerciale, servizi, infrastrutture, parchi e giardini, aree in trasformazione (cantieri e
occupazioni temporanee), aree degradate e incolte;
­ mais, altri cereali, foraggere, terreni a riposo, coltivazioni florovivaistiche, vegetazione naturale, piante industriali e legumi
secchi, tare e incolti;
­ boschi di latifoglie, boschi misti, formazioni ripariali, cespuglieti.
Variazione del suolo urbanizzato
Suolo urbanizzato procapite
Incremento degli abitanti e variazione della superficie urbanizzata
Suolo urbanizzato/superficie comunale
Principali destinazioni d’uso del suolo urbanizzato tra il 1999 e il 2007
Principali destinazioni d’uso delle aree di nuova urbanizzazione
Aree dismesse
Comunale - Provinciale
Tavole – Tabelle - Grafici
Tema DIFESA e RISCHIO *
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Assetto idrogeologico
Caratterizzazione geologica
Provinciale
Tavole – Grafici
Tema QUALITA’ *
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Valore agricolo dei suoli
Comunale - Provinciale
Tavole – Grafici

34
34
Tema TUTELA E SALVAGUARDIA *
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Vincoli di tutela (corsi d’acqua, depuratori, fontanili, pozzi, strade, elettrodotti, allevamenti zootecnici, cimiteri)
Provinciale
Tavole – Tabelle - Grafici
ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionali e provinciali
Indirizzi ambientali
Fonti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della Commissione EU:Riesame della Strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile COM(2009)
Aalborg Commitments+10 (2004) 400
Comunicazione della Commissione EU: Strategia tematica per la protezione del suolo COM(2006)231
Direttiva 2008/105/CE: Standard di qualità ambientale delle acque
PTR – PAI – PTUA – PTCP provincia di Milano
Tutelare la popolazione e il territorio rispetto ai fenomeni di rischio
Valorizzare il sistema idrografico superficiale, incrementandone la multifunzionalità (ambientale, ecologica, paesistica, fruitiva, di
difesa del suolo,…)
Garantire la qualità delle acque superficiali e sotterranee
Pianificare l’uso della risorsa in considerazione della valenza ecologica del corso d’acqua
Contenere i consumi delle acque sotterranee e superficiali e promuoverne il riciclo
RSA ARPA 2008-09
Dati forniti da ARPA
ASL
PTUA
Dati forniti da Direzione Ambiente provincia MB
PTCP provincia di Milano
Tema
Contenuti
QUALITA’
Indice SECA, SCAS

35
35
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Comunale - Provinciale
Tavole – Tabelle - Grafici
Tema
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
USI E CONSUMO
Soggiacienza falda acquifera
Consumi e usi delle acque superficiali e sotterranee
Localizzazione e capacità depuratori
Provinciale
Tavole – Tabelle
ARIA
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionali e provinciali
Indirizzi ambientali
Fonti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della Commissione EU:Riesame della Strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile COM(2009)
Aalborg Commitments+10 (2004) 400
Pacchetto clima-energia, decisione n. 406/2009/CE: Ridurre le emissioni di GHG entro il 2020
Direttiva 2008/50/CE: Qualità dell’aria in Europa
Comunicazione della Commissione EU: Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico COM (2005) 446
RSA ARPA 2008-2009 – Inemar – SIRENA
Tutelare la salute umana e limitare l’esposizione della popolazione all’inquinamento atmosferico
Pianificare gli usi del suolo compatibilmente e in funzione dei differenti livelli e modalità di accessibilità pubblica e privata
Migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni atmosferiche inquinanti
Ridurre le emissioni di gas serra
RSA ARPA 2008-09
Sito Regione Lombardia, Qualità dell’aria
Provincia MB
INEMAR
SIRENA

36
36
Tema
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Tema
Contenuti
Livello
di
aggregazione dati
Modalità restituzione
QUALITA’
Rete di monitoraggio della qualità dell’aria
Superamenti dei valori limite per gli inquinanti NO 2 , PM 10 e O 3
Provinciale
Tavole – Tabelle
EMISSIONI
Emissioni inquinanti per settore
Emissioni di gas a effetto serra per settore
Provinciale
Grafici
RUMORE
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionali e provinciali
Indirizzi ambientali
Fonti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della Commissione EU:Riesame della Strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile COM(2009)
Aalborg Commitments+10 (2004) 400
Comunicazione della Commissione EU: Strategia tematica per la protezione del suolo COM(2006)231
Direttiva 2002/49/CE: Determinazione e gestione del rumore ambientale
PTR – Piano di contenimento e abbattimento del rumore – provincia di Milano
Ridurre l’esposizione della popolazione ad elevati livelli di inquinamento acustico
Intervenire sulle principali fonti di emissione (traffico veicolare e attività produttive) al fine di mitigarne gli impatti sull’ambiente
sonoro
Considerare maggiormente l’ambiente sonoro nei processi di pianificazione degli usi del territorio
RSA ARPA 2008-09
Studio sulla viabilità o opere pubbliche della provincia di Milano
DataBase topografici comunali (in assenza MISURC)

37
37
Tema
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
PREVENZIONE
Avanzamento dei Piani di zonizzazione acustica comunali del rumore
Comunale - Provinciale
Tavole
NATURA E BIODIVERSITA’ *
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionali e provinciali
Indirizzi ambientali
Fonti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della commissione EU: Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 — e oltre COM(2006) 216
Comunicazione della Commissione EU, Strategia comunitaria per la diversità biologica COM(1998) 42 e Piani d'Azione per
l’attuazione della strategia COM(2001) 162
Comunicazione della Commissione EU, Strategia tematica per l'uso sostenibile delle risorse naturali COM(2005) 670
Convenzione di Berna: conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa (1979)
Direttiva 92/43/CEE “Habitat”
Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”
Comunicazione della Commissione EU: Piano d’azione dell’UE per le foreste COM(2006), 302
Comunicazione della Commissione EU: Lotta contro la deforestazione COM(2008) 645
Comunicazione della Commissione EU: Riesame della politica ambientale 2008 COM(2009) 304
PTR – PPR – RER – PRAP – PAI – PTCP provincia di Milano - Piano Cave Provinciale - Piano di Indirizzo Forestale
Salvaguardare le aree non urbanizzate in funzione della costruzione della rete ecologica, nonché programmare le scelte
infrastrutturali in accordo con l’attuazione della rete ecologica
Conservare e promuovere i valori naturalistici esistenti e la loro biodiversità
Attivare politiche di ricostruzione degli habitat finalizzate alla qualità e all’incremento della biodiversità
PTR (Piano Territoriale Regionale)
PPR (Piano Paesaggistico Regionale)
RER (Rete Ecologica Regionale)
PRAP (Piano Regionale delle Aree Protette)
PTCP Provincia di Milano
DUSAF 2.1

38
38
SIBA (Sistema Informativo Beni Ambientali)
Sistema Informativo Geoambiente
Banca dati Rete Natura 2000
Piani di Gestione dei Siti Natura 2000
Piano di Indirizzo Forestale
Monitoraggio habitat Rete Natura 2000
ISTAT
Tema AREE PROTETTE *
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Sistema delle aree protette
Superficie provinciale e comunale inclusa nel Sistema delle aree naturali protette
Ambiti ed elementi di interesse naturalistico-ambientale
Alberi di interesse monumentale
Boschi
Habitat, flora e fauna protette
Comunale – Provinciale
Tavole – Grafici – Tabelle
Tema RETE ECOLOGICA *
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Struttura e classificazione rete ecologica regionale e provinciale
Progetto della Dorsale verde nord Milano
Uso del suolo nei corridoi primari della RER
Distribuzione delle categorie di rilevanza intrinseca nelle aree prioritarie
Provinciale
Tavole - Grafici - Tabelle
Tema TUTELA DELLE AREE LIBERE *
Contenuti
Aree tutelate, antropizzate e vincolate ai fini della trasformazione
Uso del suolo delle aree tutelate, antropizzate e vincolate ai fini della trasformazione
Aree libere
Uso del suolo delle aree libere

39
39
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Comunale – Provinciale
Tavole – Grafici – Tabelle
PAESAGGIO E BENI CULTURALI *
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionali e provinciali
Indirizzi ambientali
Fonti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della Commissione EU:Riesame della Strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile COM(2009)
Aalborg Commitments+10 (2004) 400
Convenzione europea del paesaggio (20-10-2000)
PTR – PPR – PTCP provincia di Milano
Promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi, oltreché di recupero dei paesaggi degradati
Valorizzare e tutelare la specificità dei luoghi anche attraverso il recupero dei caratteri identitari e conteminento dello sprawl
insediativo
Migliorare il livello di fruibilità dei beni culturali attraverso attività di messa in rete, promozione, riqualificazione
PPR
SIBA
SIBEC
Integrazione dati PIM
Materiale bibliografico vario
Tema PATRIMONIO STORICO E ARCHITETTONICO E BELLEZZE DI INSIEME *
Contenuti
Beni storico-architettonici
Bellezze d’insieme e bellezze individue
Aree boscate
Corsi d’acqua
Parchi naturali
Monumenti naturali
PLIS – Parchi Locali di Interesse Sovracomunale
Percorsi di interesse paesistico
Strade panoramiche
Santuari
Rete ciclabile

40
40
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Pioppeti
Luoghi della memoria
Geositi
Fontanili
Filari e arbusteti
Giardini e parchi di interesse storico
Alberi monumentali
Aree a rischio archeologico
Comunale – Provinciale
Tavole
ENERGIA
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionali e provinciali
Indirizzi ambientali
Fonti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della Commissione EU:Riesame della Strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile COM(2009)
Aalborg Commitments+10 (2004) 400
Comunicazione della Commissione EU: Efficienza energetica: conseguire lì obiettivo del 20% COM (2008) 772
Risoluzione del Parlamento europea (2008): Piano d’azione per l’efficienza energetica: concretizzare le potenzialità (2009/C 68
E/04)
PTR – PER - PAE
Contenere i consumi energetici, incentivando il risparmio e l’efficienza
Promuovere la produzione decentrata di energia da fonti rinnovabili
SIRENA
PER
PAE
Provincia MB
Tema CONSUMI/OFFERTA DI ENERGIA E SCENARI AL 2020
Contenuti
Consumi energetici (totali e per settore)

41
41
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Tema
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Emissioni di CO 2eq (totali, procapite e per settore)
Produzione di energia (totale e elettrica) da FER
Scenari dei fabbisogni energetici e delle emissioni di CO 2eq al 2020 / Obiettivi della politica regionale
Regionale
Tabelle - Grafici
FOCUS ENERGETICI A LIVELLO PROVINCIALE
Ambiti di intervento regionali nel breve e medio periodo a livello Regionale
Diffusione del fotovoltaico in Provincia di Monza e della Brianza
Efficienza energetica in edilizia e Regolamenti edilizi in Provincia di Monza e della Brianza
Comunale - Provinciale
Tavole – Grafici
RIFIUTI
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionali e provinciali
Indirizzi ambientali
Fonti
Tema
Contenuti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della commissione EU: Riesame della strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile COM(2009) 400
Aalborg Commitments+10 (2004)
Direttiva 2008/98/CE: Rifiuti
Comunicazione della Commissione EU: Strategia tematica sul riciclaggio dei rifiuti COM(2005) 666
PTR – Piano provinciale di gestione dei rifiuti provincia di Milano
Ridurre la produzione di rifiuti pro-capite
Aumentare la raccolta differenziata
Assicurare un livello di gestione, trattamento e recupero dei rifiuti secondo criteri di efficienza ed economicità
RSA ARPA 2008-09
Piano provinciale di gestione dei rifiuti (in aggiornamento)
Dati Direzione ambiente Provincia MB
PRODUZIONE
Produzione RU provinciale

42
42
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Tema
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Tema
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
Produzione RU pro-capite provinciale e comunale
Provinciale - Comunale
Grafici
RACCOLTA
Raccolta differenziata a livello comunale e provinciale
Provinciale - Comunale
Grafici
SMALTIMENTO E RECUPERO
Numero e tipologia di impianti di trattamento esistenti e capacità autorizzate
Provinciale
Tabelle
INFRASTRUTTURE E A RETE
Politiche e strategie
sostenibilità
Piani e programmi
regionale e provinciale
Indirizzi ambientali
Fonti
Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (2006)
Comunicazione della commissione EU: Riesame della strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile COM(2009) 400
Aalborg Commitments+10 (2004)
Direttiva 89/336/CEE: Compatibilità elettromagnetica
Legge quadro 36/2001 sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
PTR – PTCP Provincia Milano
Ridurre l’esposizione della popolazione ad elevati livelli di inquinamento elettromagnetico
Fornire criteri per l’inserimento ambientale dei corridoi tecnologici
Pianificare gli usi del territorio anche in considerazione della presenza e percezione delle infrastrutture a rete
RSA ARPA 2008-09
Enti gestori reti
ASL

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43
DataBase topografici comunali (in assenza MISURC)
Tema
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
FONTI ED EMISSIONI
Tracciati e fasce di rispetto elettrodotti, gasdotti, metanodotti, centrali di raccolta e distribuzione elettrica
Localizzazione dei siti per la radio telecomunicazione
Provinciale
Tavole – Tabelle - Grafici
Tema
Contenuti
Livello di
aggregazione dati
Modalità restituzione
TUTELA
Destinazioni d’uso del territorio urbanizzato prossimo ai tracciati
Popolazione esposta
Comunale - Provinciale
Tavole – Tabelle - Grafici

44
44
3.5. I dati e le informazioni mancanti
A seguito delle analisi e delle verifiche che sono in corso per costruire il quadro conoscitivo ambientale, così come delineato nello schema su riportato, si
evidenzia un primo elenco di dati e informazioni che sono attualmente incomplete e/o mancanti, o perché in fase di reperimento, o perché indisponibili.
L’elenco è finalizzato a verificare con i soggetti competenti in materia ambientale e con gli enti territorialmente interessati, l’effettiva disponibilità o
l’indisponibilità dei dati.
In particolare si evidenzia la mancanza:
- dei dati relativi ai tracciati e alle fasce di rispetto degli elettrodotti, gasdotti, metanodotti. Si evidenzia che la difficoltà di reperire i dati è dovuta anche alla
molteplicità e alla difficoltà di individuare tutti gli enti gestori;
- la definizione delle opere di mitigazioni e compensazioni del progetto pedemontana;
- la localizzazione degli allevamenti zootecnici;
- rispetto alla componente energia: l'analisi della produzione elettrica a livello provinciale e comunale risulta carente in quanto l'unica banca dati sugli
impianti di produzione elettrica (SIRENA) non è completa con tutti gli impianti e inoltre non fornisce indicazione in merito alla produzione di energia annua.
Mancano inoltre indicazioni sulla diffusione degli impianti e produzione di energia termica.
- rispetto alla componente rumore: per quanto riguarda il tema delle emissioni di rumore mancano i dati a livello provinciale delle principali fonti di emissione
di rumore, in particolare sulla viabilità provinciale. Per quanto riguarda il tema della prevenzione mancano informazioni sulla quantità di popolazione
esposta.
- rispetto alla componente acqua: attualmente mancano i dati relativi alla qualità e al consumo di acqua potabile. Si sottolinea la mancanza dei dati riferiti al
deflusso minimo vitale dei corsi d'acqua, oltreché i dati caratterizzanti e descrittivi dei corsi d'acqua minori (naturali o artificiali).

45
45
4. La proposta di indice del Rapporto ambientale
I contenuti del RA sono specificati nell’Allegato I della direttiva europea e ripresi nella Lr 12/05, oltreché nei criteri e negli indirizzi regionali in tema di VAS.
In particolare il RA deve contenere (allegato I della Direttiva 2001/42):
a) l’illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi;
b) gli aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma;
c) le caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza
ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;
e) gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui,
durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;
f) i possibili effetti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i
fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori;
g) le misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione
del piano o del programma;
h) la sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà
incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;
i) la descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;
j) la sintesi non tecnica delle informazioni.
Di seguito, sulla base di quanto richiesto dalla normativa si propone e si sottopone all’attenzione dei soggetti con competenza ambientale e degli Enti
territorialmente interessati l’indice del Rapporto ambientale della VAS del PTCP della Provincia di Monza e della Brianza.

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Proposta di indice del Rapporto ambientale
Premessa
1. Quadro normativo di riferimento per la VAS del PTCP di Monza e della Brianza
2. L’integrazione tra la VAS e il PTCP: contenuti, analisi delle alternative, esiti del processo di partecipazione
3. Gli obiettivi di sostenibilità sovraordinati e l’analisi di coerenza esterna con il quadro di riferimento programmatico
4. Il quadro conoscitivo ambientale e socio-economico
5. Valutazione degli effetti e della sostenibilità del PTCP
6. L’analisi dei coerenza interna
7. Il sistema di monitoraggio del PTCP e il sistema degli indicatori
Allegati:
Criteri per le VAS dei PGT comunali
Indirizzi di progettazione, mitigazione e compensazione per infrastrutture e progetti di livello sovracomunale

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5. La Valutazione di Incidenza: Siti di Interesse Comunitario
Il territorio provinciale di Monza e della Brianza è caratterizzato dalla presenza di quattro SIC - Siti di Interesse Comunitario (Pineta di Cesate, Boschi delle
Groane, Valle del Rio Cantalupo, Valle del Rio Pegorino, per complessivi 1.100 ha 3 ) rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse
comunitario della Rete europea Natura 2000. La presenza di tali siti richiede necessariamente uno specifico Studio ai fini della Valutazione di Incidenza
del PTCP, che analizzi gli effetti, diretti e indiretti, che l’attuazione del Piano potrà potenzialmente indurre su di essi.
La VAS è un processo tecnico inserito in uno decisionale che per le proprie caratteristiche non esaurisce certamente tutti gli aspetti connessi alla valutazione
ambientale e tanto meno quelli legati alle normative settoriali; la VAS proprio in ragione del suo ruolo strategico diventa quindi uno strumento nel quale devono
trovare efficace evidenziazione e sinergia il coordinamento e coerenza con gli altri strumenti di valutazione e delle normative di settore.
Un primo raccordo è reso obbligatorio dalle vigenti disposizioni Regionali (D.G.R. 8 Agosto 2003 N. 7/14106; D.G.R. 15 ottobre 2004 N. 7/19018 ) che
stabiliscono un percorso tecnico parallelo e sinergico e relazioni procedurali tra VAS e Valutazione di incidenza rispetto ai siti della Rete Natura 2000.
Il PTCP dovrà pertanto essere accompagnato obbligatoriamente dallo Studio di Incidenza e la VAS dovrà tenere in debito conto le Valutazioni specifiche. Le
analisi e considerazioni emerse dallo Studio di Incidenza dovranno essere integrate nella valutazioni della VAS.
I riferimenti per lo studio sono contenuti nell’allegato G del DPR 357/97 e nell’allegato D della D.g.r.14106 dell’8/8/2003.
Lo studio di incidenza deve contenere tutti gli elementi necessari per individuare e valutare i possibili impatti che il Piano potrebbe avere sulle specie e sugli
habitat per cui quel sito è stato designato in particolare deve essere composto da:
- elementi descrittivi dell’intervento ed inquadramento territoriale con evidenziata la sovrapposizione territoriale con i siti di Rete Natura 2000
- descrizione quali - quantitativa e localizzazione delle specie faunistiche e floristiche per le quali i siti della zona interessata dall’intervento e delle zone
limitrofe (analisi di area vasta) sono stati designati e su cui il progetto potrebbe avere effetti indotti
- analisi degli impatti diretti ed indiretti che l’intervento potrebbe avere sia in fase di cantiere che di regime.
L’analisi deve fare riferimento al sistema ambientale nel suo complesso considerando quindi le componenti biologiche, abiotiche ed ecologiche.
Qualora siano evidenziati impatti negativi, lo studio deve illustrare le misure mitigative che dovranno essere messe in atto per minimizzarli.
In allegato si riportano le schede sintetiche dei quattro SIC che interessano il territorio della Provincia di Monza e della Brianza.
3 Per le schede dei SIC si rimanda all’allegato B

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Tavola 7 - Carta della Rete Natura 2000 nel territorio provinciale
La Valutazione d’incidenza si applica sia agli interventi ricadenti all'interno dei Siti Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur
sviluppandosi all'esterno del territorio provinciale, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. Si ritiene
adeguato valutare l’incidenza potenziale del Piano anche su Siti della Rete Natura 2000 esterni ai confini provinciali ed inclusi in un buffer di 5 km nel territorio
delle Province limitrofe.
Entro la distanza di 5 km dal confine del territorio della Provincia di Monza Brianza sono interessati dalla VIC ulteriori 4 Siti:
SIC IT2020008 Fontana del Guercio (Ente gestore: Riserva Naturale Fontana del Guercio);
SIC IT2030006 Valle S. Croce e Valle del Curone (Parco di Montevecchia e della Valle del Curone);
SIC IT2030007 Lago di Sartirana (Riserva Naturale Lago di Sartirana);

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SIC IT2050011 Oasi Le Foppe di Trezzo sull'Adda (Parco dell’Adda Nord).
1) SIC Boschi delle Groane
2) SIC Pineta di Cesate
3) SIC Valle del Rio Cantalupo
4) SIC Valle del Rio Pegorino
5) SIC Fontana del Guercio
6) SIC Valle S. Croce e Valle del Curone
7) SIC Lago di Sartirana
8) SIC Oasi Le Foppe di Trezzo sull'Adda

Valutazione Ambientale Strategica
del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
della provincia di Monza e della Brianza
Sintesi delle principali politiche e strategie di sostenibilità ambientale
Allegato A

allegato A
Sintesi delle principali politiche e strategie di sostenibilità ambientale 1
Obiettivi della Comunicazione della Commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle
regioni: Integrare lo sviluppo sostenibile nelle politiche dell’UE: riesame 2009 della strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile
Perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile in una prospettiva di lungo periodo volta a coniugare crescita economica, coesione sociale e tutela dell’ambiente
Promuovere la sostenibilità finanziaria e ecologica, sviluppando una società dinamica a basse emissioni di carbonio che faccia un uso efficiente delle risorse
Contrastare le tendenze non sostenibili favorendo il passaggio ad un’economia a basse emissioni di carbonio e a basso uso di fattori produttivi e basata su un uso
razionale delle risorse
Promuovere strategie di ripresa economica e di contrasto alla disoccupazione prestando particolare attenzione alla crescita verde
Elaborare una politica dei trasporti fondata su una prospettiva a lungo termine per la mobilità sostenibile delle persone e dei beni
Orientare la società verso modelli di consumo sostenibili
Intensificare le misure ambientali volte a tutelare la biodiversità, le risorse idriche e le altre risorse naturali
Rafforzare la dimensione internazionale dello sviluppo sostenibile e moltiplicare gli sforzi per lottare contro la povertà globale
Obiettivi della Strategia Europea per lo Sviluppo Sostenibile (2006)
Limitare i cambiamenti climatici, i loro costi e le ripercussioni negative per la società e
l’ambiente.
Garantire che i nostri sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali ed
ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull’economia, la
società e l’ambiente.
Promuovere modelli di consumo e di produzione sostenibili.
Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali riconoscendo il valore dei servizi ecosistemici.
Promuovere la salute pubblica a pari condizioni per tutti e migliorare la protezione contro le
minacce sanitarie.
Creare una società socialmente inclusiva tenendo conto della solidarietà tra le generazioni e
1 Riferimento capitolo 3.4 Lo schema concettuale di costruzione del Quadro conoscitivo ambientale (pag. 33) del Documento di scoping della VAS del PTCP di Monza e della Brianza

allegato A
nell’ambito delle stesse nonché garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone.
Promuovere lo sviluppo sostenibile a livello mondiale e assicurare che le politiche interne ed
esterne all’Unione siano coerenti con lo sviluppo sostenibile a livello globale e i suoi impegni internazionali.
Aalborg Commitments (2004)
Governance: Ci impegniamo a rafforzare i nostri processi decisionali tramite una migliore
democrazia partecipatoria.
Gestione locale per la sostenibilità: Ci impegniamo a mettere in atto cicli di gestione efficienti,
dalla loro formulazione alla loro implementazione e valutazione.
Risorse naturali comuni: Ci impegniamo ad assumerci la piena responsabilità per la protezione,
la conservazione e la disponibilità per tutti delle risorse naturali comuni.
Consumo responsabile e stili di vita: Ci impegniamo ad adottare e a incentivare un uso prudente
ed efficiente delle risorse, incoraggiando un consumo e una produzione sostenibili.
Pianificazione e progettazione urbana: Ci impegniamo a svolgere un ruolo strategico nella
pianificazione e progettazione urbane, affrontando problematiche ambientali, sociali, economiche, sanitarie e culturali per il beneficio di tutti.
Migliore mobilità, meno traffico: Riconosciamo l’interdipedenza di trasporti, salute e ambiente e ci impegniamo a promuovere scelte di mobilità sostenibili.
Azione locale per la salute: Ci impegniamo a proteggere e a promuovere la salute e il benessere dei nostri cittadini.
Economia locale sostenibile: Ci impegniamo a creare e ad assicurare una vivace economia locale, che promuova l’occupazione senza danneggiare l’ambiente.
Equità e giustizia sociale: Ci impegniamo a costruire comunità solidali e aperte a tutti.
Da locale e globale: Ci impegniamo a farci carico delle nostre responsabilità per conseguire
pace, giustizia, equità, sviluppo sostenibile e protezione del clima per tutto il pianeta.

allegato A
In riferimento alle singole componenti ambientali
SUOLO
Obiettivi della Comunicazione della Commissione COM(2006) 231
Strategia Tematica per la protezione del suolo
Proteggere il suolo dai processi di erosione, salinizzazione, impermeabilizzazione e desertificazione che possono comprometterne le funzioni naturali e
pregiudicarne l’utilizzo
Prevenire il degrado del suolo e riportare i suoli degradati ad un livello di funzionalità corrispondente almeno all’uso attuale previsto
Garantire un uso razionale e sostenibile del suolo
Promuovere le attività di ricerca per migliorare le conoscenze sul suolo e attivare politiche di uso e tutela, e iniziative di sensibilizzazione
Integrare maggiormente l’aspetto della difesa del suolo all’interno delle politiche settoriali
Obiettivi della proposta di Direttiva COM(2006) 232 Quadro per la protezione del suolo
Promuovere un uso del suolo sostenibile e razionale, limitandone l’impermeabilizzazione
Prevenire i processi di degrado attraverso operazioni di bonifica, di ripristino e di contenimento delle sostanze pericolose, anche attraverso la responsabilizzazione
di colori che utilizzano il territorio
Mitigare gli effetti negativi derivanti da cause naturali e attività umane
Garantire la sicurezza alimentare e agricola dei suoli sul lungo termine
Attivare iniziative di sensibilizzazione dei cittadini al fine di migliorare le conoscenze in materia favorendo lo scambio di informazioni e buone pratiche
ACQUA
Obiettivi della Direttiva 2008/105/CE
Standard di qualità ambientare nel settore della politica delle acque
Raggiungere uno stato chimico buono in tutti i corpi idrici superficiali per impedirne il deterioramento
Ridurre l’inquinamento causato dalle sostanze pericolose, riducendo le emissioni, lo scarico e le perdite, e contrastando l’aumento della concentrazione di
qualsiasi inquinante derivante dall’attività umana *
Impedire o limitare l’immissione di inquinanti nelle acque sotterranee e ripristinare i corpi idrici sotterranei deteriorati *

allegato A
Assicurare l’equilibrio tra estrazione e ravvenamento delle acque sotterranee *
Applicare gli standard di qualità ambientale previsti dalla direttiva e disporre analisi della tendenza a lungo termine delle concentrazioni di sostanze inquinanti
Istituire un inventario delle emissioni, degli scarichi e delle perdite di tutte le sostanze prioritarie ed inquinanti (vedi allegato I) e verificarne il miglioramento
entro il 2018
* Ricavati dalla direttiva 2000/60/CE richiamata dalla direttiva 2008/105/CE
ARIA
Obiettivi del Pacchetto Clima-Energia, Decisione n.406/2009/CE
Ridurre le emissioni di GHG entro il 2020
Ridurre le emissioni di GHG del 20% rispetto alle emissioni del 2005, entro il 2020
Ridurre il consumo energetico del 20% rispetto alle proiezioni per il 2020, entro il 2020
Soddisfare il 20% del fabbisogno energetico attraverso l’utilizzo delle FER
Favorire un’equa distribuzione geografica dei progetti che permettono di acquisire crediti di riduzione delle emissioni di GHG
Sviluppare piani d’azione correttivi qualora si verifichi il superamento della quota annuale di emissioni assegnata a ciascuno Stato
Obiettivi della Direttiva 2008/50CE Qualità dell’aria in Europa
Stabilire obiettivi di qualità dell’aria al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso
Valutare la qualità dell’aria negli Stati membri sulla base di metodi e criteri comuni (vedi allegato III)
Tutelare la salute umana mantenendo i livelli delle emissioni inquinanti presenti nell’aria al di sotto dei valori limite (vedi allegato)
Ottenere informazioni sulla qualità dell’aria per contrastare l’inquinamento, e per monitorare le tendenze a lungo termine e i miglioramenti
Predisporre piani per la qualità dell’aria per le aree in cui i livelli di inquinanti presenti superano i valori limite
Garantire una maggiore trasparenza e accessibilità alle informazioni sulla qualità dell’aria
Assicurare e mantenere una buona qualità dell’aria
Promuovere una maggiore cooperazione tra gli Stati membri nella lotta all’inquinamento atmosferico

allegato A
Obiettivi della Comunicazione della Commissione COM(2005) 446
Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico
Raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino rischi o impatti negativi significativi per la salute umana e per l’ambiente
Introdurre nuove norme di qualità dell’aria relative alle particelle sottili (PM 2,5 ) presenti in atmosfera
Integrare le considerazioni sulla qualità dell’aria in altri settori d’intervento quali energia, trasporti, agricoltura
Sostenere attività di ricerca nel campo dell’inquinamento atmosferico e dei suoi effetti sulla salute e sull’ambiente
RUMORE
Obiettivi della Direttiva 2002/49/CE Determinazione e gestione del rumore ambientale
Evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell’esposizione al rumore ambientale
Sviluppare misure di contenimento del rumore generato dalle principali sorgenti (veicoli stradali e su rotaia, aeromobili, attrezzature industriali, macchinari mobili)
Provvedere alla mappatura dell’esposizione acustica e informare il pubblico in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti
Redigere piani di gestione e contenimento del rumore per gli assi stradali principali, gli assi ferroviari, gli aeroporti e gli agglomerati con più di 250.000 abitanti
NATURA E BIODIVERSITA’
Obiettivi della Comunicazione della Commissione COM(2006) 216
Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 - e oltre
Salvaguardare gli habitat e le specie più importanti dell’UE per arrestare la perdita di biodiversità
Conservare e ripristinare la biodiversità e i servizi eco sistemici nel contesto rurale
Rafforzare la compatibilità tra lo sviluppo e tutela della biodiversità
Rafforzare l’efficacia della govenance internazionale per la biodiversità e i servizi ecosistemici
Potenziare il sostegno finanziario destinato alla biodiversità nell’ambito di programmi settoriali
Ridurre l’impatto degli scambi internazionali sulla biodiversità e i servizi ecosistemici
Sostenere l’adattamento della biodiversità ai cambiamenti climatici
Migliorare le conoscenze in merito alla conservazione e all’uso sostenibile della biodiversità

allegato A
Obiettivi della Direttiva 92/43/CEE Habitat3
Salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatica
Assicurare il mantenimento o il ripristino degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna selvatiche di interesse comunitario, attraverso l’istituzione di zone
speciali di conservazione (Rete Natura 2000)
Migliorare la coerenza ecologica attraverso il mantenimento e lo sviluppo degli elementi del paesaggio che rivestono primaria importanza per la fauna e la flora
selvatiche
Tutelare le specie animali e vegetali ritenuti prioritari per l’UE (vedi all’allegato IV)
Promuovere la ricerca e le attività scientifiche nel campo della biodiversità e della tutela degli habitat naturali
Obiettivi della Direttiva 79/409/CEE Uccelli
Tutelare tutte le specie di uccelli attraverso la protezione, la gestione e la regolazione delle specie, istituendo zone di protezione finalizzate alla preservazione, al
mantenimento ed al ripristino dei biotopi e degli habitat
Mantenere o adeguare la popolazione di tutte le specie di uccelli a un livello che corrisponde alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali (tenendo conto delle
esigenze economiche e ricreative)
Incoraggiare le ricerche necessarie per la protezione, la gestione e l’utilizzazione della popolazione di tutte le specie di uccelli
PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE
Obiettivi della Convenzione Europea del Paesaggio del 20.10.2000
Promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi (straordinari, ordinari e degradati)
Avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali, e degli altri soggetti nella definizione e nella realizzazione delle politiche che
perseguano obiettivi di qualità paesaggistica
Integrare il concetto del paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio e in quelle settoriali
Favorire la sensibilizzazione e l’educazione della società civile, nonché promuovere la formazione di specialisti nel settore paesaggistico

allegato A
ENERGIA
Obiettivi del Pacchetto Clima-Energia, Decisione n.406/2009/CE Ridurre le emissioni di GHG entro il 2020
Ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto alle emissioni del 2005, entro il 2020
Ridurre il consumo energetico del 20% rispetto alle proiezioni per il 2020, entro il 2020
Soddisfare il 20% del fabbisogno energetico attraverso l’utilizzo delle FER
Favorire un’equa distribuzione geografica dei progetti che permettono di acquisire crediti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra
Sviluppare piani d’azione correttivi qualora si verifichi il superamento della quota annuale di emissioni assegnata a ciascuno Stato
Obiettivi della Comunicazione della Commissione COM(2008) 772 Efficienza energetica: conseguire l’obiettivo del 20%
Migliorare l’efficienza energetica nei principali settori di consumo
Aumentare il rendimento e ridurre i consumi energetici nell’edilizia residenziale e commerciale
Migliorare l’efficienza energetica dei prodotti commerciali e industriali che consumano energia
Promuovere la diffusione della produzione di energia elettrica da impianti di cogenerazione a elevata efficienza energetica
Incentivare gli investimenti a favore dell’efficienza energetica e dell’energia sostenibile
Risoluzione del Parlamento EU 2009/C 68 E/04:
Piano d’azione per l’efficienza energetica: concretizzare le potenzialità
Migliorare l’efficienza energetica di oltre il 20% entro il 2020
Favorire l’efficienza energetica di apparecchi e impianti
Favorire prescrizioni e misure volte al miglioramento energetico nell’edilizia
Promuovere la cogenerazione elettrica ad alto rendimento e incentivare il miglioramento delle infrastrutture di distribuzione al fine di ridurre le perdite di
trasmissione e distribuzione
Sviluppare reti locali di raffreddamento come risposta efficace alla crescente domanda di impianti di aria condizionata
Definire requisiti minimi di efficienza energetica per i mezzi e sviluppare una politica di trasporti efficiente sotto il profilo energetico, volta a favorire il trasporto
pubblico e la mobilità dolce nelle aree urbane

allegato A
Aumentare i finanziamenti destinati al miglioramento energetico e semplificarne l’accesso
Promuovere la ricerca e l’innovazione nel settore dell’efficienza energetica
Introdurre misure fiscali ed incentivazioni che incoraggino famiglie e imprese a perseguire l’efficienza energetica
RIFIUTI
Obiettivi della Direttiva 2008/98/CE Rifiuti
Proteggere l’ambiente e la salute umana riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti
Incoraggiare una progettazione dei prodotti volta a ridurre i loro impatti ambientali e la produzione di rifiuti
Supportare le attività di prevenzione dei rifiuti e promuovere il recupero e il riutilizzo dei prodotti
Promuovere il riciclaggio di alta qualità e istituire la raccolta differenziata
Garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana e l’ambiente
Creare una rete integrata e adeguata di impianti che permetta di raggiungere l’autosufficienza nello smaltimento e nel recupero dei rifiuti, nonché l’efficienza in
termini di prossimità e di riduzione degli spostamenti dei rifiuti stessi
Adottare misure adeguate per le operazioni di produzione, raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e schedatura dei rifiuti pericolosi
Predisporre piani di gestione dei rifiuti e adottare programmi di prevenzione
Obiettivi della Comunicazione della Commissione COM(2005) 666
Strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti
Ridurre l’impatto ambientale legato all’uso delle risorse, attraverso la prevenzione della produzione dei rifiuti e la promozione del riciclaggio e del recupero
Introdurre l’analisi del ciclo di vita delle risorse nell’elaborazione delle politiche
Migliorare la conoscenza e l’informazione, quale base per lo sviluppo di politiche di prevenzione dei rifiuti
Incentivare e migliorare la qualità del riciclaggio
Aumentare il compostaggio ed il recupero di energia dai rifiuti e attivare strategie di gestione dei rifiuti biodegradabili

allegato A
INFRASTRUTTURE A RETE
Legge quadro 36/2001 sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
Assicurare la tutela della salute della popolazione dagli effetti dell'esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
Promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela
Assicurare la tutela dell'ambiente e del paesaggio e promuovere l'innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l'intensita' e gli effetti dei
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
Istituire il catasto nazionale delle sorgenti fisse e mobili dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e delle zone territoriali interessate, al fine di rilevare i
livelli di campo presenti nell'ambiente
Elaborare piani di risanamento
Realizzazione di accordi di programma con i gestori degli impianti al fine di minimizzare le emissioni nell'ambiente e tutelare il paesaggio

Valutazione Ambientale Strategica
del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
della provincia di Monza e della Brianza
Schede Siti di Interesse Comunitario (SIC)
Allegato B

Foto Anna Gallotti
PINETA DI CESATE
IT 2050001
Foto Anna Gallotti

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Dati generali
Coordinate: Longitudine E 09 05 21 - Latitudine 45 35 40
Altezza (m s.l.m.):
184 (min) - 201 (max)
Superficie (ha): 181,80
Comuni:
Cartografia di riferimento:
Regione biogeografica:
Cesate, Garbagnate Milanese e Solaro
CTR 1:10.000 B5a4; B5a5
Continentale
Data di proposta come SIC: giugno 1995
Data di conferma come SIC: dicembre 2004
Ente gestore:
Proprietà:
Parco Regionale delle Groane
per circa la metà di proprietà privata, pubblica la restante
parte
10

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
1. CARATTERISTICHE AM-
BIENTALI
1.1 Ambiente fisico
La pineta di Cesate sorge nel
territorio dell’Alta Pianura
milanese compreso tra i Comuni
di Solaro, Cesate e Garbagnate
Milanese, immersa
in un tessuto paesaggistico di
matrice agricola verso est e
urbano-industriale verso i
confini nord, sud e ovest.
Il suolo è di tipo ferrettizzato,
caratterizzato, cioè, da un’elevata
percentuale di argilla con
ossidi ed idrossidi di ferro,
ed è impostato su substrato
fluvio-glaciale mindelliano.
In questo tipo di terreno, a
eccezione di poche zone dove
il suolo è più ricco e l’humus
migliore, l’impasto mediamente
pesante e l’accentuato
grado di lisciviazione causano
un forte ristagno d’acqua
e un impoverimento di sali
minerali che consente solo la
sopravvivenza di specie oligotrofe.
1.2 Paesaggio vegetale
Caratterizzano il sito cenosi
boschive (con boschi misti di
latifoglie), aree a brughiera, prati igrofili, campi
coltivati (soprattutto nella porzione sud),
aree in fase di rimboschimento e una piccola
zona umida. Elemento di particolare pregio
dell’area è un biotopo incluso, peraltro, anche
in un Progetto LIFE Natura risalente al 1996 :
Stagno Manuè. Circa la metà degli ecosistemi
naturali presenti sono costituiti, però, da boschi
ad alto fusto di pino silvestre (Pinus
sylvestris L.) e latifoglie miste.
Accanto a essi trovano spazio le brughiere,
Esempio di area boscata presente nel sito (foto Anna Gallotti).
ormai rarissime e mantenute soltanto grazie
all’intervento di taglio degli arbusti da parte
dell’uomo che impedisce che raggiungano il
naturale stadio evolutivo finale del bosco
acidofilo.
1.3 Habitat di interesse comunitario
Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della
Direttiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel
sito:
11

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Habitat della Direttiva 92/43/CEE
9190 – Questo bosco è caratterizzato, in particolare
nella porzione settentrionale e in quella
centrale del sito, da consorzi misti di farnia
(Quercus robur L.), betulla (Betula pendula Roth)
e pino silvestre, nello strato arboreo, e da
frangola (Frangula alnus Miller) e corniolo
(Cornus sanguinea L.) in quello arbustivo. A livello
erbaceo, costante è la presenza della
molinia (Molinia arundinacea Schrank), a cui si
aggiungono cappellini delle praterie (Agrostis
tenuis Sibth.), felce aquilina (Pteridium aquilinum
(L.) Kuhn) e alcune esotiche come fitolacca
(Phytolacca americana L.) e verga d’oro (Solidago
canadensis L.). La tipologia più matura di
questo bosco, quella dove domina la farnia, si
trova soprattutto nella parte sud-ovest e in
quella nord-est del sito.
4030 – Si tratta di lande a dominanza di
brugo (Calluna vulgaris (L.) Hull), a cui si accompagnano
le ginestre (Genista tinctoria L. ,
Genista germanica L.) e frangola. All’interno del
sito, nella maggior parte dei casi e in particolare
nella porzione meridionale, la brughiera
risulta ben conservata e povera di specie
12

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
arboree. Nella zona centrale, invece, si
trova una brughiera arborata dove betulle,
pioppi tremoli (Populus tremula L.)
e pini silvestri occupano lo strato arbustivo,
testimoniando la tendenza della
cenosi a evolversi come bosco acidofilo.
Nella porzione meridionale del sito,
sono presenti piccoli relitti boscati che
bordano i campi coltivati: nella maggior
parte dei casi sono robinieti destrutturati
di scarso valore naturalistico, in quanto
caratterizzati dalla preponderante presenza
di specie esotiche come: robinia
(Robinia pseudacacia L.), la quercia rossa
americana (Quercus rubra L.), il ciliegio
tardivo (Prunus serotina Ehrh.) e la
fitolacca americana (Phytolacca americana
L.). Interessante è, inoltre, il piccolo
Stagno Manuè, formatosi in corrispondenza
di una depressione in cui si osserva
un periodico accumolo di acqua
durante l’anno. Qui compaiono gli
sfagni, tra cui Sphagnum auriculatum
Schimp., scomparso dalle altre zone di
pianura, erba vescia (Utricularia vulgaris
L.), nella parte centrale dello stagno,
giunchina (Eleocharis carniolica Koch) e
salice rosmarinifoglio (Salix rosmarinifolia
L.). Accanto allo sfagneto, che costituisce
la fascia più esterna dello stagno, si Sentieri presenti all’interno dell’area protetta (foto Anna
Gallotti).
trova il prato igrofilo caratterizzato da
molinia e diverse specie di giunco (Juncus
bulbosus L., Juncus conglomeratus L.), mentre all’interno
compare il tifeto, con Typha latifolia L.
2. SPECIE DI INTERESSE
e gramignone (Glyceria fluitans (L.) R. Br.).
2.1 Specie di interesse comunitario
1.4 Ambiente umano
Il sito si estende in un ampio territorio fortemente
antropizzato: all’interno della zona sono
presenti numerose ville, soprattutto lungo la
strada pedonale che taglia il bosco in senso estovest,
nella porzione centrale e in quella nord
occidentale del sito. Oltre alle strade e alle
recinzioni di alcuni fabbricati, ulteriore fonte
di disturbo è rappresentata dalla presenza di
un elettrodotto che taglia il bosco in senso
nord-ovest.
L’abbondanza di pino silvestre accentua alcune
caratteristiche “alpine” dell’area e favorisce
la presenza di specie legate alle conifere.
Le specie ornitiche inserite nella Direttiva 79/
409/CEE e legate agli ambienti umidi, come il
tarabusino, sono presenti nell’area con pochissime
coppie, legate a specchi d’acqua molto
piccoli e con livelli irregolari.
Nelle pozze, è segnalata la presenza della specie
endemica padana rana di Lataste e del tritone
crestato, entrambe con popolazioni nu-
13

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE
Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
merose e in buona salute. Caratteristica degli
ambienti acquatici è anche la giunchina della
Carniola (Eleocharis carniolica Koch), specie vegetale
molto rara. Le zone boscate sono in grado,
invece, di ospitare, anche dal punto di vista
entomologico, una fauna silvicola stenotopa
e microterma, che attualmente è scomparsa
nella pianura lombarda o frammentata in
isole relitte ad alto rischio di estinzione locale.
Importante appare, dunque, la conservazione,
all’interno delle aree boscate, del legno morto
(necromasse), sul quale si compie lo sviluppo
larvale di moltissimi coleotteri.
2.2 Altre specie importanti
na, Lacerta viridis (=bilineata),
Vipera aspis). In particolare,
molte di esse trovano
l’idoneo ambiente di riproduzione
nello Stagno di
Manuè. La presenza nel
sito di mammiferi di interesse
comunitario, invece, è
legata soprattutto agli ambienti
aperti ed ecotonali.
Tra le specie più interessanti
a livello conservazionistico,
Pipistrellus pipistrellus,
Pipistrellus kuhlii,
Hypsugo savii, Myoxus glis,
Crocidura suaveolens, Mustela
nivalis, Martes foina, Erinaceus europaeus.
Sono presenti anche il moscardino (Muscardinus
avellanarius), specie ritenuta indicatrice delle
buone condizioni degli habitat boschivi, e
lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), reintrodotto a
Negi ultimi rilevamenti faunistici nell’area,
sono state censite 163 specie, di cui 8 di insetti,
6 di anfibi, 6 di rettili, 120 di uccelli e 23 di
mammiferi. Per quanto riguarda l’avifauna, se
si allarga il campo considerando anche le specie
non strettamente incluse nell’Allegato I
della Direttiva 79/409/CEE, si può affermare
che l’area ospiti buoni popolamenti, con anche
molte specie migratrici. Tra i gruppi meglio
rappresentati, vi sono i picidi (tra cui
Dendrocopos major e Picus viridis) e gli ardeidi.
Interessante è anche la presenza di alcune specie
di anfibi e rettili endemiche dell’Italia (Hyla
intermedia) o in forte regresso, soprattutto nelle
aree di pianura, a causa delle modificazioni
ambientali di origine antropica (Rana dalmati-
Cervo volante (foto Fabio Pupin).
14

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
Ramarro (foto Mauro Perracino).
partire dal 1986 nel Parco delle Groane, dove
vive in competizione con l’esotico scoiattolo
grigio (Sciurus carolinensis), purtroppo sempre
più diffuso in Lombardia. Nel sito sono presenti,
infine, due specie vegetali estremamente
rare in pianura: Salix rosmarinifolia L. e
Gentiana pneumonanthe L., protette, rispettivamente,
da IUCN Regionale e Nazionale e da
una normativa Regionale.
3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE
3.1 Stato di conservazione
L’importanza conservazionistica del sito è data
dal fatto che rappresenta, insieme al resto del
Parco delle Groane, l’ultimo lembo relitto di
bosco di latifoglie acidofilo. Proprio questo
carattere di relittualità, dovuto alla tipologia
di suolo e all’intenso sfruttamento del territorio
da parte dell’uomo, rende necessaria la tutela
di questo bosco per il suo valore intrinseco.
Dal punto di vista vegetazionale, infatti, i due
aspetti di maggior pregio del sito sono sicuramente
i pino - querceti e la brughiera. Situazioni
di brughiera così ben conservata non
sono riscontrabili in nessun’altra area in provincia
di Milano, se non nel vicino SIC “Boschi
delle Groane”.
I principali fattori di criticità del sito sono rappresentati
dalla naturale vulnerabilità degli
habitat di brughiera che, senza interventi mirati,
rischia di scomparire, e dall’isolamento
ecologico in cui si trova la Pineta, circondata
da campi coltivati e aree urbanizzate.
Altre cause di compromissione della vegetazione
sono l’elevata fruizione antropica, legata
alle attività del tempo libero, la presenza di
abitazioni sparse e l’antropizzazione diffusa
sul territorio, tutti fattori che, oltre ad aumentare
il disturbo in termini di rumore e calpestio,
tolgono spazi alla vegetazione semi naturale
e contribuiscono alla diffusione delle specie
esotiche e ruderali. Nonostante questo,
però, anche se Robinia pseudacacia L., Prunus
serotina Ehrh., Quercus rubra L., Spirea sp. e
Phytolacca americana L. sono presenze pressoché
costanti in questi boschi, non si riscontrano
cenosi in cui esse siano dominanti o in cui
formino consorzi puri.
15

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
3.3 Fruibilità
Sono numerosi i sentieri che conducono all’interno
del sito, tutti organizzati secondo
uno schema circolare. Vi si può accedere dalla
XIV Strada di Cesate che introduce immediatamente
nel bosco: da qui, il sentiero ciclopedonale
conduce alla scoperta delle bellezze
e delle singolarità del territorio del bosco
naturale più vicino a Milano. Diverse passerelle
permettono l’attraversamento di zone
che con le piogge tendono a trasformarsi in
piccole paludi, diventando habitat ideale per
insetti e anfibi.
Se, invece, l’accesso avviene dal centro di
Cesate, per Via dei Martiri, si incontrano un
tratto di bosco piuttosto rado e zone di rinnovo
naturale di specie vegetali pioniere dovute
al disboscamento avvenuto durante l’ultima
guerra e a vari incendi. Un sentiero ad
anello e una passerella in legno permettono
Laghetto di Manuè (Foto Anna Gallotti).
3.2 Stato di protezione
Come il vicino, ma non collegato, SIC “Boschi
delle Groane”, questo sito è interamente
inserito all’interno del Parco Regionale delle
Groane, istituito nel 1976, dove compare come
Riserva Naturale Orientata. Pertanto, la gestione
dell’area è attuata dal Consorzio di
Gestione del Parco Regionale delle Groane.
Nonostante i confini “permeabili” del SIC e
l’elevata pressione antropica del territorio circostante
rendano difficoltoso il controllo costante
e uniforme su tutta l’area, un buon livello
di tutela formale ed effettiva è garantito
dalla presenza del Parco e del servizio di vigilanza
effettuato dalle Guardie Ecologiche Volontarie.
Dal 1984, il Parco è dotato di un Piano di Coordinamento
Territoriale che disciplina l’uso
delle aree e ne gestisce i piani di intervento
per la conservazione.
Dettaglio della rete sentieristica presente nel parco
(foto Anna Gallotti).
16

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
la fruizione della zona del Laghetto
Manuè, che rappresenta
uno degli angoli più preziosi e
suggestivi del Parco delle Groane:
uno stagno che permette il
proliferare di una ricca vegetazione
e la presenza di diverse e
rare specie animali, quali il tritone
crestato italiano e la rana di
Lataste. Per avere informazioni
sui percorsi pedonali e ciclabili
che si snodano all’interno del
SIC, sulle attività proposte dal
Parco, sugli orari e sui periodi
migliori per le visite, si può visitare
il sito www.parcogroane.it.
3.4 Gestione
Il laghetto di Manuè e la pineta presente nei dintorni (foto Anna
Gallotti).
L’assenza in questa porzione di territorio di
veri e propri corridoi ecologici limita il flusso
di specie provenienti dalle aree verdi limitrofe
che potrebbe, invece, garantire un maggiore
grado di biodiversità.
Appare necessario, dunque, intervenire con
azioni di riqualificazione ambientale finalizzate
al mantenimento e al miglioramento della
qualità e della continuità degli ecosistemi
presenti. Il monitoraggio e il controllo delle
specie esotiche rappresentano, in questo senso,
una delle priorità.
Data la loro particolarità vegetazionale e
faunistica, sarebbe utile, inoltre, proseguire
con progetti di conservazione e tutela delle
aree umide dello Stagno di Manuè e delle aree
di brughiera. La brughiera, infatti, è strettamente
legata alla naturale oligotrofia del suolo
ma è mantenuta anche dall’intervento di
eventi naturali (incendi) e antropici (tagli
selettivi, pascolamento degli ovini).
L’intento del Parco è proprio quello di consentire
il mantenimento della brughiera attraverso
il ripristino dell’attività di pastorizia degli
ovini, svolta in modo controllato, e il taglio periodico
e selettivo delle specie arboree e
arbustive. Anche la fruibilità dell’area da parte
della cittadinanza deve essere gestita, attraverso
una corretta manutenzione dei sentieri,
ciclabili e pedonali, e lo sviluppo delle attività
di educazione ambientale, ponendo particolare
attenzione, tuttavia, alla regolamentazione primaverile
ed estiva, in modo da arrecare il minor
disturbo alla fauna. A questo proposito, è
auspicabile il passaggio da una gestione impostata
su interventi una tantum con la realizzazione
di singoli progetti, a una gestione
faunistica più specifica che individui priorità
e azioni sul lungo periodo, a partire da un costante
monitoraggio delle specie.
In ultimo, la scarsità d’acqua rende particolarmente
importante, ancora più che nei Boschi
delle Groane, la conservazione di pozze temporanee,
fossi e stagni, tutte zone utili alla fauna
come luogo di nidificazione e come fonte di cibo.
4. BIBLIOGRAFIA
Gariboldi A., Belardi M., Gentilli A., Scali S.,
Farina F., De Carli E., Pilon N. (2004). Inquadramento
ambientale, monitoraggio e indicazioni
gestionali per la fauna dei siti di interesse comunitario
della provincia di Milano - Pineta di Cesate
(IT2050001) - Relazione tecnica di gestione (fauna)”.
NATURA 2000 - Formulario standard Sito Pineta
di Cesate - aggiornamento 2004.
17

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
“Relazioni tecniche monitoraggio habitat nei
SIC provincia di Milano” - 2004.
Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Edagricole,
Bologna.
Sito internet ufficiale del parco delle Groane
www.parcogroane.it.
Gheppio (foto Mino Piccolo).
18

Foto Anna Gallotti
BOSCHI DELLE GROANE
IT 2050002
Foto Anna Gallotti

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Dati generali
Coordinate: Longitudine E 09 06 54 - Latitudine 45 38 40
Altitudine (m s.l.m.):
205 (min) - 262 (max)
Superficie (ha): 726,317
Comune:
Cartografia di riferimento:
Regione biogeografica:
Barlassina, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno,
Cogliate, Lazzate, Lentate sul Seveso, Misinto, Seveso,
Solaro
CTR 1:10.000 B5a3, B5a4, B5b3, B5b4
Continentale
Data di proposta SIC: giugno 1995
Data conferma SIC: dicembre 2004
Ente gestore:
Proprietà:
Parco Regionale delle Groane
in parte di proprietà pubblica, in gran parte privata
20

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI
1.1 Ambiente fisico
Dal punto di vista geologico, il SIC Boschi delle
Groane è situato nell’alta pianura milanese, costituita
da terrazzi fluvioglaciali del periodo
mindelliano. A causa dell’antichità del substrato
e della lisciviazione dei sali minerali dovuta
alla forte piovosità, il suolo è caratterizzato
da un’elevata percentuale di argilla, con ossidi
e idrossidi di ferro. Un suolo con queste
caratteristiche è contraddistinto da frequenti
ristagni d’acqua superficiali, ossia da una
percolazione insufficiente e, conseguentemente,
da una perdita in nutrienti che influenza
fortemente il tipo di vegetazione che vi si sviluppa
spontaneamente.
1.2 Paesaggio vegetale
L’area è caratterizzata da una notevole varietà
ecosistemica: si tratta soprattutto di cenosi
boschive, aree a brughiera e prati meso-igrofili,
ma vi compaiono anche aree arbustate, prati
falciati, vegetazioni idrofitiche delle zone
umide, canneti e tifeti. Qui si può trovare uno
dei rari casi di bosco acidofilo di latifoglie tuttora
presente nell’alta pianura milanese, una
vegetazione relitta costituita da betulla, farnia,
rovere e pino silvestre. Altrettanto caratteristica
è la presenza della brughiera, habitat estremamente
rarefatto in natura e comprendente
alcune specie protette, come Salix rosmarinifolia
L. (protetto a livello regionale) e Gentiana
pneumonanthe L. (inserita nella lista rossa IUCN
come specie vulnerabile).
Piccole aree rimboschite sono presenti nella
parte est del sito, vicino a Seveso e in prossimità
della strada che collega Ceriano Laghetto
con Cesano Maderno.
Sebbene il sottobosco non sia particolarmente
ricco di specie, il valore di questi habitat risiede
nel carattere di relittualità che essi rivestono
e nell’importanza a livello di conservazione
delle specie: in aree così densamente sfruttate
come quelle in cui si inserisce il SIC, la
presenza di queste specie è fondamentale ai
fini conservazionistici.
1.3 Habitat di interesse comunitario
Attraversamento in un area boscata (foto Anna
Gallotti).
Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della
Direttiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel
sito:
9190 – Tipico di questi suoli, il bosco misto
a farnia (Quercus robur L.), betulla (Betula
pendula Roth) e pino silvestre (Pinus sylvestris
L.) risulta concentrato soprattutto nella parte
centrale e meridionale del sito, a nord-est di
Ceriano Laghetto.
Intorno alla zona dell’ex polveriera, la brughiera
è contornata da boschi acidofili dominati
da pino silvestre e betulla. Nella porzione
nord di un frutteto privato si trova la Riserva
Naturale dei Boschi di Ceriano: in questi
boschi acidofili dominano le farnie, molto
alte rispetto alle altre cenosi (fino a 20-22 metri
d’altezza).
Più a nord, presso il Comune di Cogliate, si
trova, invece, la Riserva Naturale dei Boschi
di Sant’Andrea, un pino-querceto costituito da
21

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Habitat della Direttiva 92/43/CEE
22
esemplari centenari di farnie e roveri (Quercus
petraea (Mattuschka) Liebl.) accanto a pini
silvestri e betulle.
4030 – Le brughiere sono concentrate soprattutto
nella parte centrale e meridionale del sito,
presso i Comuni di Seveso e Solario. Particolarmente
ben conservate sono le cenosi attorno
alla ex polveriera, quelle a sud presso Solaro
e quelle presenti nelle ex cave di argilla di
Seveso.
3130 – Questa cenosi, rara in pianura e legata
alle zone umide con acque oligotrofe, è presente
nella zona nord del sito, presso le ex cave
di argilla di Lentate, dove è stata istituita una
Riserva Naturale Orientata (Progetto LIFE
1996). Qui, in prossimità della aree fangose
sommerse, si trovano salcerella (Lythrum
portula (L.) D. A. Webb), giunchina (Eleocharis

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
1.4 Ambiente umano
Specie caratterizzante la brughiera: Calluna (foto
Anna Gallotti).
L’area del SIC è inserita in un contesto piuttosto
urbanizzato: un complesso mosaico paesaggistico
formato da zone densamente abitate,
cascine, strade, campi coltivati, industrie,
piste ciclabili e sentieri pedonali che creano un
alto livello di accessibilità al sito. Ulteriori segni
della presenza umana sono le ex cave di
argilla, ora colonizzate da vegetazione di brughiera
o da prati meso-igriofili (molinieti), il
frutteto privato che sorge nella parte centrale
del sito e il quagliodromo del Comune di
Seveso. Nei pressi della sede del Parco, inoltre,
sorge una ex polveriera di cui sono ancora
bene visibili la recinzione e alcune vecchie costruzioni.
Il SIC è attraversato da quattro strade
asfaltate che lo tagliano in direzione est–
ovest e ne interrompono la continuità: la più
grossa è la Strada Statale 527 (denominata
“Bustese”). Un elettrodotto sopraelevato dell’alta
tensione, infine, attraversa il sito nei pressi
di Cogliate.
2. SPECIE DI INTERESSE
acicularis (L.) Roemer & Schultes), crescione
(Rorippa palustris (L.) Besser) e, nelle zone con
fanghi umidi fuori cava, gipsofila (Gypsophila
muralis L.), grazziella (Gratiola officinalis L.) e
giunchina ovata (Eleocharis ovata (Roth) R. Br.).
9160 – In una piccola porzione della zona
nord ovest del sito, sotto la Riserva Naturale
dei Boschi di Sant’Andrea, dove il suolo è
meno lisciviato e, probabilmente, leggermente
rialzato rispetto ai terrazzi fluvioglaciali
tipici della zona, si sono affermate specie
meno acidofile rispetto a quelle presenti negli
altri boschi. Oltre agli habitat menzionati
dalla Direttiva 92/43/CEE, è stata segnalata
nella zona di Lentate la presenza
di canneti caratterizzati da cannuccia di
palude (Phragmites australis (Cav.) Trin. Ex
Steudel) stabilitisi in prossimità delle bordure
fangose delle ex cave, il cui valore
naturalistico è da ricondursi prevalentemente
alla funzione di rifugio per l’avifauna.
2.1 Specie di interesse comunitario
I boschi delle Groane rappresentano una
tipologia forestale tipica dell’alta pianura e
sono caratterizzati dalla presenza di specie
ornitiche con diversa origine biogeografica e
con una dinamica demografica molto diversa
che spazia dalle specie tipiche di Alpi e Prealpi
alle specie dei boschi di pianura, fino a quelle
Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE
23

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
legate agli ambienti acquatici o agli ambienti
agricoli residuali.
La situazione delle specie ornitiche di interesse
comunitario appare complessa e piuttosto
delicata: si tratta, infatti, di poche specie, con
popolazioni piccole, isolate e vulnerabili, a eccezione
della popolazione di succiacapre (Caprimulgus
europaeus) che fa parte di un gruppo
più ampio comprendente anche alcune coppie
nidificanti nel vicino Parco della Brughiera
Briantea.
Tra i mammiferi, una delle specie di interesse
prioritario di maggiore rilevanza conservazionstica
è il vespertilio maggiore (Myotis
myotis), ritenuta in declino in tutto il suo areale
di distribuzione.
Non sono state segnalate specie di pesci incluse
nell’Allegato II della Direttiva Habitat: le
uniche specie presenti nell’Oasi
di Lentate sono alloctone e
derivanti da introduzioni a scopi
alieutici. Le popolazioni di
tritone crestato (Triturus carnifex)
e di rana di Lataste (Rana
latastei), invece, sono in buono
stato di salute, svolgendo un
ruolo importante nella conservazione
delle specie a livello regionale.
2.2 Altre specie importanti
molto raro, tipico di ambienti di pianura,
Cordulegaster boltoni o il raro lepidottero
Maculinea alcon, che depone le uova sui fiori
di genziana (Gentiana pneumonanthe L.) della
quale si nutre fino alla prima muta. Completa
la metamorfosi nutrendosi delle larve della formica
Myrmica ruginodis o M. tulinae .
Interessante è anche la presenza di alcune specie
di anfibi e rettili endemiche dell’Italia, in
forte regresso soprattutto nelle aree di pianura
a causa delle modificazioni ambientali di
origine antropica.
Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Per quanto riguarda l’avifauna,
questi boschi ospitano
una discreta biodiversità,
con comunità ornitiche
abbastanza peculiari
per la Provincia di Milano.
Tra i gruppi con popolazioni
più consistenti, i
Picidi e gli Ardeidi.
La presenza nel sito di mammiferi di interesse
conservazionistico è legata soprattutto alla presenza
di habitat aperti ed ecotonali, in cui trovano
spazio specie come Pipistrellus pipistrellus,
Pipistrellus kuhlii, Hypsugo savii, Muscardinus
avellanarius. Sono presenti anche lo scoiattolo
(Sciurus vulgaris; questo rappresenta uno
Oltre alle specie di interesse
comunitario, sono presenti nel
SIC altre specie di interesse
conservazionistico come, tra gli
invertebrati, Cychrus italicus,
Foppa di San Dalmazio (foto Anna Gallotti).
24

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
degli ultimi siti di pianura in cui questa specie
è rimasta) e il moscardino (Muscardinus avellanarius),
specie ritenuta buona indicatrice delle
condizioni degli habitat boschivi e della frammentazione
del paesaggio.
3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE
3.1 Stato di conservazione
Sebbene lo stato di conservazione dei boschi
acidofili non sia ottimale, a causa del disturbo
antropico e dell’invadenza di specie esotiche
infestanti, le cenosi appaiono ben caratterizzate
per la presenza di specie distintive (betulla,
farnia , rovere, pino silvestre). La zona è
caratterizzata da un’elevata diversità ambientale,
con la presenza di numerose zone umide
di ottima qualità e ampie zone boschive comprendenti
alcuni habitat di interesse comunitario
che, in assenza di future pesanti alterazioni
ambientali di origine antropica, possono
garantire una buona stabilità anche delle
popolazioni faunistiche.
Il più importante fattore di vulnerabilità di
quest’area è rappresentato dal pericolo di incendio,
per causa dolosa o accidentale, che si
può verificare soprattutto nella zona della brughiera
durante i periodi primaverili e invernali.
Ulteriore minaccia è l’invasione di specie
esotiche, dal momento che il sito è circondato
da abitazioni, campi ed industrie che consentono
una rapida circolazione delle specie
alloctone. Le quattro strade che attraversano
il sito e gli elettrodotti rappresentano un ulteriore
elemento di vulnerabilità, interrompendo
la continuità della vegetazione e costituendo
fonte di pericolo anche per le specie animali.
3.2 Stato di protezione
Come il vicino, ma non collegato, SIC “Pineta
di Cesate”, questo sito ricade interamente all’interno
del Parco Regionale delle Groane, istituito
nel 1976. Pertanto, è gestito congiuntamente
dal Consorzio dei Comuni aderenti al
Parco, dal Comune di Milano e dalla Provincia
di Milano.
All’interno dell’area vi sono diversi biotopi più
piccoli sottoposti ad un maggiore grado di tutela
e a progetti di intervento speciali, come le
Riserve Naturali dei Boschi di Sant’Andrea, di
Lazzate e di Ceriano Laghetto, il Bosco del
Curato nel Comune di Cogliate, la Ca’ del Re,
a sud, nel Comune di Solaro, la Riserva Naturale
Orientata dello Stagno di Lentate. Tutti
questi siti rappresentano le aree di maggior
valore naturalistico all’interno del SIC, tanto
che molti di essi sono stati interessati dai vari
interventi previsti dal Progetto LIFE Natura
1996 “Recupero ambientale dei SIC inclusi
nel Parco Regionale delle Groane”.
3.3 Fruibilità
Sede del Parco delle Groane (foto Anna Gallotti).
Appena ristrutturato, il Centro Parco
dell’ex Polveriera, nel Comune di Solaro,
copre una superficie di 700 m 2 , ospita
numerosi uffici e una sala polifunzionale:
rappresenta un punto di riferimento
per il pubblico ma anche un luogo di riferimento
per il sistema dei parchi di
tutta Europa, grazie alla partecipazione
del Consorzio alla Federazione dei Parchi
naturali e nazionali d’Europa e all’inserimento
delle Groane nella rete dei
25

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
siti di importanza comunitaria. Alla sede vi si
può comodamente giungere in bicicletta o in
auto dalla strada statale Saronno-Monza. Presso
la sede del Parco, è attivo il noleggio delle
biciclette: carta turistica alla mano, il visitatore
può percorrere le numerose piste ciclabili e
scoprire i luoghi di maggiore interesse.
Per avere informazioni sui percorsi pedonali
e ciclabili che si snodano all’interno del SIC,
sulle attività proposte dal Parco, sugli orari e
sui periodi migliore per le visite, ci si può rivolgere
al Centro Parco o visitare il sito
www.parcogroane.it.
3.4 Gestione
Il SIC, come già detto in precedenza, risulta
inserito all’interno del Parco delle Groane che
ne definisce i vincoli di tutela e salvaguardia.
Esistono, tuttavia, obiettivi di gestione che riguardano
in modo più specifico il sito e che
devono essere orientati alla riqualificazione
ambientale al fine di aumentare il valore naturalistico
dell’area e garantirne una sostenibile
fruizione pubblica (manutenzione dei sentieri,
attività di educazione ambientale).
Tra gli habitat maggiormente delicati e
assoggettabili a danneggiamenti vi è la brughiera,
che tende a dipendere strettamente dalla
manutenzione dell’uomo attraverso il taglio
selettivo degli arbusti ed il pascolo.
Per quanto riguarda la fauna, è auspicabile il
passaggio da una gestione impostata su interventi
una tantum, attraverso la realizzazione
di singoli progetti, come i già citati Progetti
LIFE Natura dell’Unione Europea, a una gestione
faunistica più programmata che permetta
di individuare priorità e azioni per il lungo
periodo, partendo da un’attività concertata di
costante monitoraggio delle specie.
4. BIBLIOGRAFIA
Gariboldi A., Belardi M., Gentilli A., Scali S.,
Farina F, De Carli E., Pilon N. (2004). Inquadramento
ambientale, monitoraggio e indicazioni
gestionali per la fauna dei siti di interesse comunitario
della provincia di Milano – Boschi delle Groane
(IT2050002) – Relazione tecnica di gestione
(fauna)”.
NATURA 2000 - Formulario standard Sito Boschi
delle Groane – aggiornamento 2004.
“Relazioni tecniche monitoraggio habitat nei
SIC provincia di Milano” - 2004.
Sito internet ufficiale del parco delle Groane
www.parcogroane.it.
Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Edagricole,
Bologna.
Particolare della rete sentieristica presente
all’interno del Parco (foto Anna Gallotti).
26

Foto Anna Gallotti
VALLE DEL RIO PEGORINO
IT 2050003
Foto Anna Gallotti

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Dati generali
Coordinate: Longitudine E 09 17 44 - Latitudine 45 39 58
Altitudine (m s.l.m.):
192 (min) - 288 (max)
Superficie (ha): 122,283
Comune:
Cartografia di riferimento:
Regione biogeografica:
Besana in Brianza, Correzzana, Lesmo e Triuggio
CTR 1:10.000 B5c3
Continentale
Data di proposta SIC: giugno 1995
Data conferma SIC: dicembre 2004
Ente gestore:
Proprietà:
Parco della Valle del Lambro
parte privata e parte pubblica
28

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI
1.1 Ambiente fisico
Il sito sorge nel tratto meridionale del Parco
Regionale della Valle del Lambro e comprende
la fascia boscata lungo la Valle del Rio
Pegorino, nei pressi dei Comuni di Lesmo e
Triuggio.
L’area sorge su depositi morenici del periodo
mindelliano, caratterizzati da materiali di origine
glaciale molto alterati con aree ondulate
formate da conche e dorsali poco rilevate. A
causa dell’antichità del substrato e della lisciviazione
dei sali minerali dovuta
alla forte piovosità, anche
qui, come nella vicina
Valle del Rio Cantalupo, il
suolo è ferrettizzato, caratterizzato
cioè da un’elevata
percentuale di argilla, con
ossidi e idrossidi di ferro, a
reazione subacida. In alcuni
punti, inoltre, affiora il “ceppo
lombardo”, un conglomerato
di origine alluvionale
precedente alla glaciazione
Mindel: si pensa che esso rappresenti
la prima facies continentale
dopo l’emersione
della pianura padano – veneta
tra la fine del Terziario e
l’inizio del Quaternario.
Sono due le principali cenosi
che caratterizzano questo
sito: la vegetazione dei corsi
d’acqua e il bosco misto di
latifoglie a querce e carpini
bianchi. Più del 90% del territorio
è occupato da foreste
di caducifoglie, mentre la
parte restante è interessata da
colture cerealicole estensive
(incluse le colture in rotazione
con maggese regolare) e corpi d’acqua interni.
1.3 Habitat di interesse comunitario
Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Direttiva
92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:
9160 – In questi boschi mesofili, seppure in
molte parti compromessi, si rileva la presenza
sporadica di carpino bianco (Carpinus betulus
L.), farnia (Quercus robur L.), ciliegio selvatico
(Prunus avium L.), aceri (Acer pseudoplatanus L.
e Acer campestre L.), biancospino (Crataegus
monogyna Jacq.), sambuco (Sambucus nigra L.).
Specie nemorali di pregio presenti in alcuni
1.2 Paesaggio vegetale
Campanelle (foto Mauro Perracino).
29

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Habitat della Direttiva 92/43/CEE
tratti della fascia boscata sono le geofite scilla
(Scilla bifolia L.), geranio (Geranium nodosum L.),
dente di cane (Erythronium dens–canis L.), campanelle
(Leucojum vernum L.), elleboro
(Helleborus viridis L.), pulmonaria (Pulmonaria
officinalis L.), primula (Primula vulgaris L.).
Sono state osservate, inoltre, salvia (Salvia
glutinosa L.), boccaro (Asarum europaeum L.),
carici (Carex pilosa Scop.) e potentilla (Potentilla
sterilis (L.) Garcke), queste ultime due specie
importanti anche per l’inquadramento fitosociologico
dell’habitat. In alcune zone, in particolare
in prossimità del corso d’acqua, si trovano
boschetti con farnie e carpini bianchi di
grosse dimensioni e con un sottobosco tenuto
molto pulito, tanto che lo strato erbaceo e quello
arbustivo risultano quasi completamente assenti.
3260 – All’interno della zona del Parco della
Valle del Lambro vi è la potenzialità per l’affermazione
del Ranunculion fluitantis Neuh., alleanza
propria delle vegetazioni di acque cor-
30

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
Pulmonaria (foto Giulia Vercesi).
renti. In realtà, a causa dell’inquinamento
delle acque,
si riscontra una scarsa varietà
floristica: si possono trovare
specie come nasturzio
(Nasturtium officinale R. Br.),
lenticchia d’acqua (Lemna minor
L.), gamberaja (Callitriche
stagnalis Scop.) e l’esotica peste
d’acqua (Elodea canadensis
Michx.).
Molti querco-carpineti ridotti
a piccoli relitti, soprattutto in
prossimità del corso d’acqua,
sono spesso circondati da
boscaglie e sottobosco dominati
soprattutto da specie
esotiche come la robinia (Robinia
pseudacacia L.), la verga
d’oro (Solidago canadensis L.), la fitolacca (Phytolacca
americana L.), la vite del Canadà (Parthenocissus
quinquefolia (L.) Planchon) e l’acetosella
(Oxalis fontana Bunge).
Altrove, lungo i margini del bosco, in prossimità
dei campi coltivati, domina il castagno
(Castanea sativa Miller), ma la presenza di questa
specie è da attribuire all’azione antropica
che ha favorito la sua diffusione a scapito del
bosco misto originario a querce e carpini. Qui,
il sottobosco è più povero rispetto al quercocarpineto
e annovera solo poche specie acidofile
come la felce aquilina (Pteridium aquilinum
(L.) Kuhn) e la viola (Viola riviniana Rchb.).
Anche l’alloctona quercia rossa americana
(Quercus rubra L.) tende a colonizzare brevi
aree in prossimità dei campi coltivati, ma più
spesso entra a far parte del corteggio floristico
di tutte le tipologie boscate presenti. Con coperture
discrete in molti tratti del bosco, è presente
anche il ciliegio tardivo (Prunus serotina
Ehrh.), altra specie infestante alloctona .
1.4 Ambiente umano
Aree boscate attorniate da campi (foto Anna Gallotti).
L’area è inserita in una matrice
agricola e urbana e è circondata
da campi coltivati,
prevalentemente a mais, e da
alcuni nuclei abitati delle
frazioni Corrazzana e Canonica
che arrivano a toccare i
confini del SIC.
Alcuni filari e piccoli relitti
boscati, seppur discontinui in
alcuni tratti, attraversano i
coltivi e fungono da collegamento
tra il SIC e quello vicino
della “Valle del Rio Cantalupo”.
31

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
2. SPECIE DI INTERESSE
2.2 Altre specie importanti
32
2.1 Specie di interesse comunitario
Non sono presenti nel sito specie ornitiche elencate
nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE.
Da sottolineare è, invece, la presenza del gambero
di fiume, frutto di una reintroduzione
attuata nell’ambito di un Progetto LIFE Natura
concluso nel settembre 2004. Si osserva che
le popolazioni di gambero di fiume sono a rischio
in tutta Europa per molteplici cause: oltre
al pericolo delle malattie, questa specie è
particolarmente sensibile ad alcuni inquinanti
(in particolare, ad alcuni ioni metallici di
rame, zinco e cromo) e all’azione di molecole
a base di piretro utilizzate comunemente come
antiparassitari in agricoltura.
La meccanizzazione delle pratiche agricole,
inoltre, ha portato alla scomparsa di molti
habitat idonei al gambero, creando canali di
irrigazione dai profili regolari e
privi di vegetazione.
Ai fini della conservazione dell’Austropotamobius
pallipes è nato,
quindi, il progetto LIFE Natura “Il
gambero d’acqua dolce”, che ha
visto Unione Europea, Regione
Lombardia, Parco del Ticino e Parco
della Valle del Lambro impegnati
nella ricostruzione di popolazioni
stabili di questo crostaceo
attraverso interventi di reintroduzione
di riproduttori e attraverso
la realizzazione di un allevamento
di gamberi in condizioni seminaturali
in una grossa vasca messa
a disposizione dal Parco del
Ticino.
Oltre alle specie di interesse comunitario,
sono presenti nel SIC alcune specie di un certo
interesse conservazionistico come lo sparviero
(Accipiter nisus), il picchio rosso maggiore
(Dendrocopos major) e il picchio muratore (Sitta
europaea).
Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
Tra gli anfibi, sono presenti
nel sito la specie
endemica Hyla intermedia
e la Rana synklepton
esculenta, tra i rettili,
Coluber (=Hierophis) viridiflavus,
Elaphe longissima
e Anguis fragilis. Tra i mammiferi di interesse
conservazionistico, compaiono la crocidura
minore (Corcidura suaveolens), il riccio
(Erinaceus europaeus), la faina (Martes foina), la
donnola (Mustela nivalis), il ghiro (Myoxus glis),
il tasso (Meles meles), il toporagno comune
(Sorex araneus), il toporagno nano (Sorex
minutus), il pipistrello albolimbato (Pipistrellus
kuhlii) e gli orecchioni (Plecotus sp.). L’area
del SIC rappresenta, inoltre, uno dei pochissimi
siti relitti della pianura milanese dove è presente
lo scoiattolo (Sciurus vulgaris). Per quanto
riguarda le specie floristiche, si rileva la presenza
di alcune essenze interessanti quali il
mughetto (Convallaria majalis L.), dente di cane
Gambero di fiume (foto Pietro Angelo Nardi).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
Sparviero (foto Luigi Andena).
(Erythronium dens–canis L.), pungitopo (Ruscus
aculeatus L.), cefalantera (Cephalanthera
longifolia (Hudson) Fritsch.), agrifoglio (Ilex
aquifolium L.), ciclamino (Cyclamen purpurascens
Miller) e gli anemoni (Anemone nemorosa
L., Anemone ranunculoides L.).
delle specie esotiche. Nonostante ciò, si
rilevano, in particolare nella parte centrale
del sito, in prossimità del Rio Pegorino,
lembi di vegetazione ancora in sufficiente
condizione di conservazione con specie
nemorali protette, indice di un certo
grado di naturalità che va tutelata. Il loro
mantenimento risulta comunque importante
dal momento che essi costituiscono
la base ecositemica del corridoio ecologico
che collega la pianura alle aree
collinari meglio conservate.
Le caratteristiche chimico-fisiche delle
acque del Rio, compromesse anche da
scarichi abusivi, non favoriscono la presenza
di flora e fauna invertebrata.
Il tratto del corso d’acqua che percorre
il territorio del SIC presenta, infatti, in
due punti scarichi che vengono convogliati
direttamente nel Rio, con conseguenti
impatti negativi sul macrobenthos
e sulle biocenosi acquatiche. Il sito
3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE
3.1 Stato di conservazione
Il sito rappresenta uno dei pochi lembi relitti
di vegetazione boschiva ancora presenti nella
fascia collinare della provincia di Milano. I
principali fattori di vulnerabilità sono rappresentati
dall’ invasione delle specie infestanti
(alloctone, ruderali o nitrofile), dai problemi
connessi alla qualità e alla disponibilità delle
acque, dalla fruizione pubblica e dal parziale
isolamento della cenosi in seguito all’elevato
grado di urbanizzazione, alla mancanza di
vere e proprie reti di connessione con le aree
verdi limitrofe. Le cenosi presenti sono fortemente
compromesse in molti tratti in seguito
all’intervento dell’uomo e alla forte espansione
Vegetazione lungo il Rio Pegorino (foto Anna Gallotti).
33

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
I boschi del Rio Pegorino sono utilizzati da
parte della cittadinanza come spazio per il tempo
libero. Il Parco organizza
visite guidate per le scuole. È
possibile percorrere interessanti
itinerari in bicicletta,
come quello, suggestivo, che
fiancheggia le valli del Rio
Pegorino e del Rio Cantalupo.
Per informazioni sui percorsi,
si rimanda al sito
internet ufficiale del Parco
della Valle del Lambro:
www.parcovallelambro.it.
3.4 Gestione
Rio Pegorino (foto Anna Gallotti).
è fortemente minacciato dal continuo intervento
antropico che ha sottratto spazio agli habitat
con le coltivazioni e con l’espansione dell’urbanizzazione
diffusa. Tracce di pascolamento
e di sfruttamento del bosco sono tuttora presenti
all’interno del sito, oltre a chiari segni di
un’ intensa fruizione pubblica.
3.2 Stato di protezione
Come il vicino SIC “Valle del Rio Cantalupo”,
il sito Natura 2000 è interamente compreso nel
Parco Regionale della Valle del Lambro, precisamente
nella sua porzione più meridionale.
Quest’ultimo fu istituito, con Legge Regionale
n. 82 del 16 settembre 1983, a tutela degli
elementi naturali di un vasto territorio che va
dalla città di Monza sino ai laghi di Alserio e
Pusiano, attraverso le colline brianzole e lungo
le anse del fiume Lambro.
Il sito, di conseguenza, si giova dei vincoli ambientali
e delle forme di tutela previste e
normate per l’area protetta a livello regionale.
3.3 Fruibilità
Dato lo stato di parziale degrado
del sito, un’accurata
gestione del bosco può facilitare
l’incremento di specie
arboree ed arbustive proprie dell’habitat originario
ed il contenimento delle specie infestanti
ed indesiderate.
Uno dei principali problemi gestionali riguarda
il controllo delle specie esotiche: la crescita
incontrollata del robinieto ha ormai praticamente
compromesso le cenosi originarie e la
riqualificazione risulta difficoltosa. Il controllo
delle altre specie alloctone è altrettanto problematico:
la quercia rossa soffoca completamente
il sottobosco e, al contrario della robinia,
non contribuisce nemmeno al miglioramento
del terreno.
Il ciliegio tardivo, infine, crea un humus incompatibile
con la sopravvivenza delle specie
erbacee autoctone.
Considerata la difficoltà di attuare interventi
di riqualificazione definitivi (incrementata
dal fatto che il sito è soggetto a continue contaminazioni
floristiche da campi coltivati,
parchi e giardini privati, che consentono il
flusso di specie esotiche), l’intervento più efficace
sarebbe il taglio degli esemplari più
vecchi di specie esotiche, immediatamente seguito
dalla piantumazione di specie autoctone
per evitare che l’area liberata venga colonizzata
nuovamente da esemplari di robinia. Seb-
34

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
bene la manutenzione dei sentieri sembri ben
gestita, appare opportuno un piano di gestione
che tenga conto sia della necessità, da parte
dei cittadini, di usufruire di questi spazi, sia
della salvaguardia degli habitat relitti.
Alla luce della presenza di alcuni tubi di
scarico civili, è necessario un costante ed attento
controllo della qualità delle acque,
oltre che il monitoraggio della sua disponibilità
che deve garantire il deflusso minimo
vitale per la sopravvivenza delle specie
presenti. Come per il sito Valle del Rio Cantalupo,
anche in questo caso sono necessari
studi, approfondimenti e censimenti sulla
fauna e sulla flora, così da acquisire informazioni
più dettagliate sulla situazione delle
specie al fine di una più corretta gestione
del sito.
4. BIBLIOGRAFIA
NATURA 2000 - Formulario standard Sito Valle
del Rio Pegorino - aggiornamento 2004.
“Relazioni tecniche monitoraggio habitat nei
SIC provincia di Milano” - 2004.
Rovelli P. (2000). Formazioni boschive dell’Alta
Pianura Padana inquadrabili nella potenzialità del
Carpinion betuli Issl.31 em. Oberd.53 - Dottorato
di Ricerca in Geobotanica, XIII Ciclo, Università
di Pavia.
Parco Regionale della Valle del Lambro ,“Progetto
di conservazione - Il gambero d’acqua dolce”.
Sito internet ufficiale del Parco della Valle del
Lambro www.parcovallelambro.it.
Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Edagricole,
Bologna.
35

VALLE DEL RIO CANTALUPO
IT 2050004
Foto Anna Gallotti
Foto Anna Gallotti

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Dati generali
Coordinate: Longitudine E 09 16 48 - Latitudine 45 39 44
Altitudine (m s.l.m.):
200 (min) - 282 (max)
Superficie (ha): 70,136
Comune:
Cartografia di riferimento:
Regione biogeografica:
Triuggio
CTR 1:10.000 B5c3
Continentale
Data di proposta SIC: giugno 1995
Data conferma SIC: dicembre 2004
Ente gestore:
Proprietà:
Parco della Valle del Lambro
in parte pubblica in parte privata
38

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI
1.1 Ambiente fisico
Questo SIC è costituito dalla fascia boscata che
segue la piccola valle del Rio Cantalupo, con
orientamento nord-sud, a est dei Comuni di
Sovico e Triuggio. Dal punto di vista geologico,
il territorio è caratterizzato da depositi
morenici del periodo mindelliano costituiti da
materiali di origine glaciale molto alterati, con
aree ondulate formate da conche e dorsali poco
rilevate. L’antichità del substrato e la lisciviazione
dei sali minerali dovuta alla forte
piovosità hanno reso questo suolo ferrettizzato,
ossia caratterizzato da un’elevata percentuale
di argilla, con ossidi e idrossidi di ferro a
reazione subacida.
Area boscata nel sito (foto Anna Gallotti).
1.2 Paesaggio vegetale
Le tipologie vegetazionali riscontrabili all’interno
del sito sono essenzialmente due: il bosco
mesofilo ed il bosco meso-acidofilo, tipico
dei terrazzamenti fluvio-glaciale del periodo
mindelliano. In conseguenza dell’intervento
antropico, si possono, inoltre, osservare cenosi
boschive caratterizzate da specie alloctone
e aggruppamenti di cedui invecchiati, un tempo
utilizzati per ricavarne legna. Non appare
significativa, invece, la vegetazione propria di
acque correnti, sia a causa della limitata estensione
del Rio Cantalupo, sia per le condizioni
chimico-fisiche dell’acqua.
1.3 Habitat di interesse comunitario
Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Direttiva
92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:
9190 – Caratteristico dei suoli acidi
e poveri di nutrienti, questo habitat
si sviluppa soprattutto nella porzione
del sito altitudinalmente più elevata,
quella non interessata dallo scavo
del corso d’acqua e in cui, quindi,
è presente il substrato originario.
Farnia (Quercus robur L.), rovere
(Quercus petraea (Mattuschka) Liebl.)),
betulla (Betula pendula Roth), pino
silvestre (Pinus sylvestris L.), frangola
(Frangula alnus Miller) e, con coperture
modeste, castagno (Castanea
sativa Miller) sono le specie che compongono
lo strato arboreo ed arbustivo,
mentre felce aquilina (Pteridium
aquilinum (L.) Kuhn), erba lucciola
(Luzula nivea (L.) Lam. et DC.) e molinia
(Molinia arundinacea Schrank) dominano
quello erbaceo.
9160 – Tipici dei suolo maturi, ben
drenati e ricchi di humus, questi boschi
misti di latifoglie mesofili si sviluppano
sul terreno alluvionale delle
aree più prossime al corso d’acqua,
dove il suolo è più ricco di nutrienti.
All’interno del sito, questa cenosi trova
spazio soprattutto nella zona cen-
39

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
Habitat della Direttiva 92/43/CEE
trale e in piccole aree isolate dove i boschi non
sono ancora stati modificati in modo eccessivo
dall’intervento umano. Qui si sviluppano
farnia, carpino bianco (Carpinus betulus L.),
cigliegio (Prunus avium L.), acero (Acer pseudoplatanus
L.), ligustro (Ligustrum vulgare L.),
cappel di prete (Euonymus europaeus L.) negli
strati arboreo e arbustivo e sigillo di Salomone
(Polygonatum multiflorum (L.) All., geranio
(Geranium nodosum L.) e vinca (Vinca minor L.)
per quanto riguarda lo strato erbaceo.
Numerose sono le specie esotiche diffuse all’interno
dell’area: quercia rossa americana
(Quercus rubra L.), spirea del Giappone (Spiraea
japonica L.), verga d’oro del Canada (Solidago
canadensis L.), fitolacca (Phytolacca americana
L.), vite americana (Parthenocissus quinquefolia
(L.) Planchon) e acetosella minore (Oxalis fontana
Bunge). Nella zona nord occidentale, inoltre,
sono presenti impianti di pino strobo
(Pinus strobus L.) e quercia rossa. In alcune
zone, la robinia (Robinia pseudacacia L.) ha so-
40

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
stituito completamente il bosco
originario, costituendo formazioni
indipendenti con elevate coperture
di rovi (Rubus sp.). Il ciliegio
tardivo (Prunus serotina Ehrh.) si
presenta in consorzi puri solo in
pochi casi, nella parte centro-occidentale
del sito, ma tende a insediarsi
nello strato basso e alto
arbustivo anche nelle cenosi meglio
conservate.
1.4 Ambiente umano
Collocato in un’area altamente
antropizzata tra i Comuni di
Sovico e Triuggio e le frazioni di
Tregasio e Canonica, il sito è circondato
da campi coltivati soprattutto
a cereali, cascine o nuclei abitati sparsi.
L’area appare, in molti tratti, compromessa dall’azione
dell’uomo, che un tempo utilizzava
questi boschi per ricavarne legna. Sono ancora
evidenti, in alcune porzioni del sito, anche
tracce di pascolamento.
2. SPECIE DI INTERESSE
2.1 Specie di interesse comunitario
Unica specie ornitica riportata nell’Allegato I
della Direttiva 79/409/CEE presente nel sito è
l’averla piccola, specie migratrice regolare e
Dettaglio di una area boscata all’interno del sito (foto Anna Gallotti).
comunitario, il gambero di fiume, crostaceo
che necessita di acque correnti, ad elevato contenuto
di ossigeno e con una ricca vegetazione
acquatica. Le popolazioni di gambero di fiume
sono a rischio in tutta Europa per diverse
cause che hanno portato sia a una riduzione
numerica delle diverse popolazioni sia ad una
loro notevole frammentarietà.
2.2 Altre specie importanti
Nell’area del SIC sono state censite 60 specie
di fauna vertebrata, di cui 22 di mammiferi.
Oltre a quelle incluse nell’Allegato I della Direttiva
79/409/CEE e dell’Allegato II della Direttiva
92/43/CEE, sono presenti alcune specie
di interesse conservazionistico
come il picchio rosso mag-
Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE
giore (Dendrocopos major), l’allocco
(Strix aluco), il picchio
verde (Picus viridis) e il picchio
muratore (Sitta europaea). Tra
Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
i mammiferi, si possono citare
alcuni insettivori come il
riccio (Erinaceus europaeus), il
toporagno comune (Sorex araneus),
il toporagno nano (Sorex minutus) e la
nidificante, il cui declino numerico è in gran
parte imputabile all’uso dei pesticidi ed alla crocidura minore (Corcidura suaveolens), specie
legata alla vegetazione marginale degli
scomparsa delle siepi. Legata agli ambienti
acquatici è, invece, l’altra specie di interesse ambiti agricoli e agli incolti, ma tollerante nei
41

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
intermedia). Sebbene non si riscontrino specie
botaniche di interesse prioritario, si può tuttavia
segnalare la presenza di alcune specie importanti
come il mughetto (Convallaria majalis
L.), baccaro (Asarum europaeum L.), dente di
cane (Erythronium dens–canis L.), pungitopo
(Ruscus aculeatus L.), cefalantera (Cephalanthera
longifolia (Hudson) Fritsch).
3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE
Averla piccola (foto Luigi Andena).
confronti delle aree urbanizzate. Sono presenti
anche il ghiro (Myoxus glis) e, tra i mustelidi,
la faina (Martes foina), specie adattabile e flessibile,
e la donnola (Mustela nivalis), tipica delle
zone ripariali e delle fasce coltivate ricche di
siepi e filari. Tra i chirotteri, sono stati censiti
il vespertilio mustacchino (Myotis mystacinus),
che predilige gli ambienti aperti con la presenza
di pochi alberi e le aree lungo i corsi d’acqua,
il pipistrello albolimbato (Pipistrellus
kuhlii), legato agli ambienti antropizzati, e gli
Orecchioni (Plecotus sp.). Tra gli anfibi, si segnala
la presenza della raganella italiana (Hyla
3.1 Stato di conservazione
L’importanza conservazionistica del sito risiede
nel fatto che esso sorge in una zona intensamente
sfruttata dall’uomo, sia per le coltivazioni
sia per l’urbanizzazione e rappresenta
uno dei pochi lembi boscati tuttora presenti
nell’area di bassa collina della Provincia di
Milano. Va sottolineata, infatti, la rarità dei
boschi misti di latifoglie mesofili che, data la
fertilità dei suoli su cui si sviluppano, sono stati
in gran parte eliminati e sostituiti con coltivazioni
agrarie. In effetti, pur non essendo habitat
particolarmente ben conservati, i boschi della
Gambero di fiume (foto Pietro Angelo Nardi).
42

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO
non sembra causare gravi danni, a eccezione
di sporadici eventi di utilizzo di
motociclette, di eccessivo calpestio in
alcuni periodi dell’anno e del disturbo
arrecato dalla presenza stessa di sentieri
o strade sterrate in termini di continuità
ecosistemica.
3.2 Stato di protezione
Come il vicino SIC “Valle del Rio
Pegorino”, questo sito è interamente
ricompreso nella parte meridionale del
Parco Regionale della Valle del Lambro,
istituito con Legge Regionale n. 82 del
16 settembre 1983 a tutela di un territorio
vasto che va da Monza sino ai laghi
di Alserio e Pusiano, passando attraverso
le colline brianzole e le anse del fiume
Lambro ed è, quindi, soggetto ai vincoli
ambientali e alle forme di tutela previste
dall’area protetta.
3.3 Fruibilità
Rete sentieristica interna al sito (foto Anna Gallotti).
Valle del Rio Cantalupo rappresentano una
grande risorsa potenziale: essi fungono da bacino
di riserva per specie botaniche e da rifugio
per specie faunistiche e, soprattutto, svolgono
un’importante funzione di corridoio ecologico
che unisce la pianura alle aree collinari
sovrastanti meglio conservate (provincia di
Lecco). In molti tratti i boschi appaiono, comunque,
parzialmente degradati a causa dell’ingresso
di specie esotiche infestanti, della
scarsa qualità e disponibilità di acque superficiali
e dell’azione dell’uomo, legata soprattutto
alla fruizione dell’area per il tempo libero e
dell’utilizzo, in passato, come riserva di legna
da ardere. Tuttavia, la fruizione antropica per
il tempo libero, sebbene abbastanza intensa anche
a causa della limitata dimensione del SIC,
I boschi appartenenti al SIC sono utilizzati
da parte della cittadinanza, soprattutto
nei tratti verso i crinali e le bordure
esterne, come spazio per il tempo libero,
per passeggiate, per fare jogging o
itinerari in bicicletta, come quello, suggestivo,
che percorre le valli del Rio
Pegorino e del Rio Cantalupo. Per informazioni
sui percorsi, si rimanda al sito internet ufficiale
del Parco della Valle del Lambro:
www.parcovallelambro.it.
3.4 Gestione
Una corretta gestione del sito deve comprendere,
dove possibile, il contenimento delle specie
esotiche, infestanti e ruderali attraverso il
taglio periodico e il rimboschimento selettivo
con specie autoctone. Così come per il sito Valle
del Rio Pegorino, considerata la difficoltà di
attuare interventi di riqualificazione definitivi
nei confronti delle specie alloctone (anche a
causa delle continue contaminazioni floristiche
provenienti da campi coltivati, parchi e
43

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA
giardini privati), l’intervento più efficace è il
taglio degli esemplari più vecchi, che dovrebbe
essere immediatamente seguito dalla
piantumazione di specie autoctone, così da
evitare che l’area liberata venga colonizzata
nuovamente da esemplari di robinia. Essendo
stata segnalata la presenza di tubi di scarico
che confluiscono direttamente nel corso d’acqua
e considerato il rischio di compromissione
della sopravvivenza di molte specie ad esso
legate a causa della presenza di sostanze inquinanti,
è necessario, inoltre, il controllo ed
il monitoraggio della qualità delle acque. Nell’ambito
della gestione della fruibilità pubblica,
è opportuno un piano che tenga conto della
necessità da parte dei cittadini di usufruire
di questi spazi, ma anche della salvaguardia
degli habitat relitti, molto spesso troppo degradati.
Appare utile, infine, implementare
studi volti all’acquisizione di informazioni
maggiormente dettagliate sulla situazione
quali-quantitativa delle specie floristiche.
4. BIBLIOGRAFIA
NATURA 2000 - Formulario standard Sito Valle
del Rio Cantalupo – aggiornamento 2004.
AA.VV. (2004). Relazioni tecniche monitoraggio
habitat nei SIC provincia di Milano.
Rovelli P. (2000) – Formazioni boschive dell’Alta
Pianura Padana inquadrabili nella potenzialità del
Carpinion betuli Issl.31 em. Oberd.53 – Dottorato
di Ricerca in Geobotanica, XIII Ciclo, Università
di Pavia.
Sito internet ufficiale del Parco della Valle del
Lambro: www.parcovallelambro.it.
Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Edagricole,
Bologna.
44
Esempio di area boscata all’interno del sito (foto Anna Gallotti).