ExE & BELLAVITA voice&fashion by Donna Impresa
ExE & BELLAVITA voice&fashion. Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici. Noi siamo gli Antagonisti”... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ... voice&fashion voice&fashion rubrica a cura Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo
ExE & BELLAVITA voice&fashion. Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici. Noi siamo gli Antagonisti”... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ... voice&fashion voice&fashion rubrica a cura
Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack
nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo
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‘‘IK HEB ME NOG NOOIT
ZO FIJN IN EEN HUIS
GEVOELD ALS NU.
EI GENLIJK WIL IK DE DEUR
NIET MEER UIT”
“L’homo sapiens del XXI secolo deve imparare di nuovo a dominare la lingua e l’artista lo
aiuta con la propria arte che si fa strumento didattico. I dipinti e le sculture di Paolo Sistilli
arrivano come un pugno pesante su una liscia superficie. E per poco si getta uno sguardo
nella profondità incommensurabile. E poi, lentamente, torna la pace”. Liberamente tratto
da ESPRESSIONI DI COMUNICAZIONE NON VERBALE a cura di Dick Adelaar.
EE x di Denise Di Marco Via Monte 1A _ Monteurano (Fm) _ Tel. e Fax 0734.841425 _ denisedimarco@hotmail.com
ExE
MONTEURANO
PAOLO
Sistilli
www.paolosistilli.nl _ UTRECHT _Nederland
emember
DOYOU
THE pirate RADIO
“Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di
vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo
vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se
tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente
pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli
antipatici. Noi siamo gli Antagonisti ... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ...
”
rubrica a cura
Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack
nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo
(inricordodiLeo)
“Tu forse non lo sai ma chi, come me, ha scelto di abitare in un piccolo appartamento,
sa cosa vuol dire avere esigenze di spazio. O perlomeno sa che cosa significhi non
avere “un luogo” dove riporre tutto quanto abbia un valore simbolico circa il nostro
vissuto. Capita allora che le cose vengano assiepate ovunque capiti, pur di non
smarrirle. Ed è così che ieri pomeriggio al fine di trovare “degna dimora” all’ennesima
serie di CD appena acquistati da un sito on-line, un’altra di quelle destinate a dare
continuità alla mia collezione privata, che ho deciso di metter mano alla mia libreria.
Nel creare spazio, eliminando cianfrusaglie degne delle tasche di “Eta Beta”, la mia
attenzione cade su una audiocassetta di colore grigio-nero. Nessuna annotazione,
nessuna lista di titoli di canzoni presenti al suo interno, solo una data: 17 Maggio
1979. Anche la cassetta, a guardarla bene, non è una normale cassetta: è la mitica
Memorex C120 al Cromo, quelle che si aprivano come i Ciack dei registi e ne
riproduceva il suono. Così come anche la data, non è una data a caso, infatti il 17
Maggio è il giorno del mio compleanno… ma riguardo al contenuto, gran mistero.
Preso dalla curiosità, demagnetizzo la piastra del mio impianto stereo (nell’era digitale
chi ascolta più le cassette?), introduco il nastro, e schiaccio … Play. Due secondi e la
cassetta parte ….“Radio Milano International … H(iiiiii)it Parade!” (E’ un jingle)
L’introduzione o, se vogliamo, la parte pre-registrata di una trasmissione classica e
popolarissima di quel periodo. Poi, una voce ….“Vista la condizione in cui si trovava 7
giorni fa (la hit parade), abbiamo somministrato mega-dosi di aspirina alla nostra
astronave durante quest’ultima settimana ed oggi i nostri turbogetti ci permetteranno
ancora una volta di viaggiare velocissimi … !!!!!” … Sei tu!! Il mitico Leonardo Re
Cecconi, per i tantissimi “Leopardo”, uno dei miti della mia gioventù (come ricorderai,
le radio, cosiddette “pirata” hanno prodotto in quel tempo una vera e propria
rivoluzione sociale e nuovi modi di esprimersi e di comunicare). Istantaneamente, un
nodo alla gola. Molti ricordi in quell’istante si sovrappongono nei miei pensieri … i“salti
mortali” che facevo con i miei amici per ricevere il segnale di Radio Milano
International: partenza in bici da casa direzione colle San Lorenzo, munito di
radioregistratore Sony per ascoltare e registrare la hit parade di RMI la mitica “Soul
Train Disco Dance”. La tua voce inconfondibile resterà sempre impressa nelle mia
mente, ora anche grazie a questo cimelio. Vorrei che tu sapessi , ed ecco perché sono
qui a scriverti, che sei stato sempre la mia fonte continua di ispirazione nel mio vagare
nel mare dell’etere, l’esempio irraggiungibile. Ricordo in particolare un episodio di cui
tu probabilmente non conserverai memoria, o che comunque certamente non
rammenterai con la mia medesima intensità … ovvero quando, in occasione della
Fiera Campionaria di Milano, nel lontano 1978, ti ho conosciuto. Ricordo come fosse
ieri quel giorno quando, partenza di buon’ora con un mio amico, venimmo a visitare lo
stand di Radio Milano International. Fosti proprio tu a venirci incontro … umilmente…
così come farebbe un amico, non un mito, perché quello eri, e sei, nell’immaginario
collettivo. Ti dirò di più, tale era la genuinità nel modo di porgerti che avvertii subito un
senso profondo di condivisione, di fiducia, tanto da chiederti un consiglio, così come si
fa con un fratello maggiore insomma. Palese che in quel momento mi aspettassi
sincerità, sebbene sperassi in cuor mio, sono sincero, di ricevere un tuo plauso perché
quello, in quel preciso momento della mia vita, sarebbe servito a rinvigorire il mio
sogno: diventare un deejay-voice. E fu così che porgendoti il mio inseparabile
walkman con la registrazione di un mio programma (già in produzione a Radio Cosmo
International, la radio con cui ho iniziato il mio percorso radiofonico), dopo aver
ascoltato uno stralcio di quel nastro mi dicesti: “Il mondo non era ancora pronto ad
accogliere un’altra astronave, ma che nell’oceano dell’etere ci sarebbe sempre stato
un veliero pronto ad accogliere un capitano coraggioso di provarci”. Da quel giorno
smisi di essere Bruno Baldassarri e diventai, radiofonicamente parlando, Captain
Jack. Grazie di tutto, Maestro”.
scritto in un momento di commossa nostalgia il 17/12/2013
Jack
soultraindiscodance
Leopardo è prematuramente scomparso (era nato nel 1953)nel gennaio 2004 a
causa di un male incurabile, in silenzio ed in punta di piedi, quasi a non voler
disturbare nessuno … ma lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. Oggi di
lui rimane il ricordo, un ricordo che perpetuerà in eterno, perché i “Miti” non
muoiono mai.
by www.CAPT
CaroamicotiscrivoAIN JACK.it
ELLAVITA
voice & fashion 2013/14
www.donnaimpresa.com 103
Radio Fermo uno - Fermo
Comenasceunaradiolibera
thehistory
«Amo la radio perché arriva dalla gente / entra nelle case e ci parla direttamente / se una
radio è libera, ma libera veramente / piace ancor di più perché libera la mente»...
Dalla metà degli anni '60 stava montando nei giovani in tutta Europa una
voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica e anche
informazione non controllata dai vari governi. Nel paese europeo leader allora
nella libertà e nel progresso dei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era
stata soddisfatta dalle cosiddette radio pirata (Radio Caroline, Radio Veronica)
e la stessa cosa avveniva in altri paesi del Nord Europa.
La Rai, in Italia rispose a questa esigenza lanciando nel proprio
palinsesto programmi decisamente di “rottura” alla tradizionale
programmazione ingessata: trasmissioni come Bandiera Gialla, Per voi
giovani, Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic, sono ancora vive nei
ricordi degli odierni 60enni. Come peraltro fece la BBC con le storiche
trasmissioni musicali Ready Steady Go!, Saturday Club o Top Of The
Pops. Una seconda opportunità per i ragazzi italiani era rappresentata
da due radio straniere che trasmettevano
in lingua italiana, e che avevano iniziato
una programmazione orientata ai giovani e
alla musica, con un linguaggio dinamico e
del tutto nuovo, era Radio Montecarlo (che
trasmette dal marzo del 1966 dal
principato di Monaco, diretta da Noel
Coutisson con ai microfoni deejay che
sarebbero stati imitati per i 30anni
successivi, come il grande Herbert Pagani,
Robertino, Federico L'Olandese Volante,
Awanagana, Luisella Berrino). Unica
grande limitazione di Radio Montecarlo, la
trasmissione in onde medie, con un
trasmettitore potentissimo, si, ma ricevibile
solo sulla costa tirrenica del nostro paese.
Insieme a Radio Capodistria (sul versante
istrano), era una radio che proponeva un
nuovo stile di conduzione, vivace,
spezzato nel ritmo, che sarebbe stato poi
assorbito dalla RAI con il celebre
programma Supersonic. A parte queste
due realtà “anomale” , c'era anche
qualcosa che la radio ufficiale non poteva
permettersi o permettersi solo in parte, la
comunicazione bidirezionale attraverso la
sinergia con il telefono: Salvo forse un
unico caso: "Chiamate Roma 3131", dove
però cose tipo “dedico questo disco a
Mariaconamore,oaNonna Pina perché
guarisca in fretta” non erano certo
consentite. All’inizio degli anni '70 si crearono le condizioni per la
radiofonia privata nei principali paesi europei, con l'Italia in prima fila per
numero di emittenti e numero di ascoltatori . Questo faceva seguito alle
dure contestazioni del 68’ e successivamente del 72, anni in cui la voce
operaia e giovanile fece tremare e cadere numerosi governi. Nelle
rivendicazioni di quegli anni c’era il grande desiderio di crescita della
libertà individuale, ed oggi possiamo dirlo, anche il desiderio di poter
scegliere in autonomia le fonti di informazione. Già dal 1974 l'attacco al
Disco Menia Radio Cosmo International
by Captain Jack & Fabrizio Eugeni
monopolio in Italia era nell'aria e numerosi operatori si stavano
preparando a sfidare la legge e incunearsi nelle sua contraddizioni. La
prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni è stata Radio Parma, il 1
gennaio del 1975. Protagonisti della storica iniziativa sono stati Virgilio
Menozzi, l'imprenditore che finanziò l'avventura (poi protagonista anche
della nascita di Radio Roma), il giornalista Carlo Drapkind che ne era il
direttore responsabile e l'esperto radioamatore di Parma Marco Toni
che curò e realizzò la parte tecnica, mettendo
in funzione un trasmettitore di potenza
relativamente limitata (22W) ma sufficiente per
coprire la maggior parte della città emiliana. Il
palinsesto, come per tutte le radio dei primi
tempi, era assai completo e debitore del
modello RAI, con programmi di informazione,
approfondimenti e cronache locali. Dai
microfoni di Radio Parma sono usciti alcuni
operatori che hanno poi fatto carriera in altre
radio o altri settori, come Gabriele Majo o
Mauro Coruzzi, diventato poi celebre, non solo
nel mondo della radio, con lo pseudonimo e il
travestimento di Platinette. Segui Radio
Milano International (marzo 1975) e Radio
Roma (16 giugno 1975). Tre radio che
continuano a trasmettere ancora oggi, (Radio
Milano International è ora Radio 101 One O
One). In pochi anni, o forse pochi mesi, tutte le
frequenze disponibili, almeno nelle grandi
città, vennero occupate da decine di radio
libere, anzi non era frequente il caso di
frequenze occupate da due radio, di radio che
trasmettevano volutamente fuori dalle regole,
in sovramodulazione, per sopravanzare le
altre radio vicine e che, anche in un'area
contigua, trasmettevano sulla stessa
frequenza. Per coprire le ventiquattrore
naturalmente la musica era fondamentale.
Sarebbe stato difficile riempire il palinsesto
soltanto con trasmissioni autoprodotte, con
inchieste giornalistiche o con tutte le altre tipologie di trasmissioni che
faceva tipicamente la radio di Stato, quindi il palinsesto della radio libere
era essenzialmente costituito da musica di vari generi e stili, strutturata
per rubriche (la rubrica di musica classica e di jazz, l'immancabile
rubrica di musica lirica, e così via), naturalmente tanto rock, tanti
cantautori, e la musica del momento. La selezione tra le radio però non
è stata tale da liberare le frequenze, e l'affollamento radiofonico degli
inizi è rimasto poi cristallizzato per sempre, insieme alla confusione e
MARIO
MAZZAFERRO
"Erano gli anni ’70, si ritornava a casa
dalla scuola in pullman ed il sabato si
poteva ascoltare alla radio nazionale le
prime classifiche radiofoniche ed i primi
brani rock e funky d’oltreoceano,
l’emozione e l’attesa era sempre molta. La
notte prima di addormentarsi ci si
sintonizzava sulle frequenze di Radio
Luxembourg e ci si cullava sulle note
fantastiche di quelle musiche e quelle voci
di DJ che stavano cambiando la nostra
vita e i nostri gusti. Caso volle che nel
1974 sotto la palazzina dove abitavo
nacque una discoteca, il Disco Faleria,
quella delle piccole discoteche era una
moda che in quel periodo si allargò in molti
paesi dell’entroterra fermano, in quel
contesto i miei pomeriggi li dedicavo
anche ad origliare dalle uscite di sicurezza del locale per ascoltare i primi rudimentali
mixaggi del Dj che provava le scalette e le novita’ d’importazione che nella discoteca
venivano lanciate per prime, prima ancora della radio ufficiale. Da lì a poco, frequentando
la discoteca, stando sempre piu’ spesso, prima appoggiato alla consolle, poi entrando al
suo interno per curiosare facendo amicizia col Dj “compaesano”per giunta, entrai nelle
grazie della dirigenza e iniziai a fare il secondo, era solo per i lenti , ma il grande passo
venne fatto. Prosegui con Il Francis Club era il 1975, locale piu esclusivo poco piu’ lontano
dal mio paese di li a poco come Dj ufficiale. Nel frattempo, gli studi superiori in Fermo mi
portarono a conoscere alcuni ragazzi che mi proposero di entrare in uno staff di Dj
radiofonici per condurre una trasmissione presso gli studi di Radio Fermo Uno, una locale
radio emergente. Mettemmo su un programma condotto una volta a testa dalle 14,00 alle
15,00 di ogni giorno durante la settimana mentre il sabato a rotazione vi era una classifica
dei meglio brani graditi dagli ascoltatori. Nacquero cosi La Open Sesame e la Trans Disco
Dance. Assieme a me il compianto Mario Rossetti nostro mentore ed ispiratore, Willy
Franchellucci, Angelo Traini, Gianni Belletti. La passione sopra ogni cosa per la musica ci
uni per diversi anni, i brani venivano suonati dalla nostra consolle tappezzata di cartoni per
le uova (prima forma di insonorizzazione) si mixava con piatti Thorens senza regolazione
con a supporto i primi “Bobinoni” Revox e registratori a cassette Teac da dove passavano i
Jingle pubblicitari che venivano montati su cassette a nastro con molto lavoro di “pause e
rec.” Le nostre passioni ebbero molti riscontri di apprezzamenti e notorietà che in quel
periodo ci imbarazzavano non poco , non eravamo pronti e preparati ad essere additati
come star, cosa che oggi viene cercata da molti partendo anche dalla più piccola
pubblicazione su FB. Ci sarebbe molto da dire , ma manca lo spazio per farlo, la Radio
che ricordo nacque cosi, poche cose , pochi amici , molta tenacia e tutto questo creo’ un
mondo fatto di sogni e passioni oggi non piu’ replicabili. La tecnologia, la multimedialita’, i
social network, nulla potranno fare per evocare le palpitazioni pioneristiche che quel tempo
ha creato e ci ha lasciato.
WILLYFRANQUELLUCCI
Radio Fermo uno - Fermo
"La voce roca, a volte stridula ma quasi sempre imponente e spesso soffocata dal suo
stesso impeto....è proprio lui Leonardo Re Cecconi per i più Leopardo voce storica di
Radio Milano International il vero e indiscusso numero uno, maestro e mito della mia
gioventù radiofonica. Ricordo le peripezie che facevo per ascoltare e registrare il Soul
Train quando nel lontano 1977 mi trovavo a Milano per il servizio militare. Ancora oggi
riascoltando le sue trasmissioni radiofoniche dalle vecchie cassette TDK (conservate con
cura maniacale) mi vengono i brividi,lo spettacolo era lui nel suo modo di annunciare
ogni brano,il suo stile era inenarrabile e affinchè lo si possa capire a fondo occorre
ascoltare la sua
performance poichè non
ci sono parole adeguate
per descriverla. Tutti
hanno cercato di imitare
e trovare ispirazione da
quello che è stato il
miglior dj radiofonico
italiano. Leopardo è
stato unico speciale e
irripetibile.Grazie Leo
per quanto ci hai dato. Il
ruggito continua..."
alla sovrapposizione di frequenze,
regolamentate dalla legge Mammì degli anni
'80, ma tutt'ora in attesa di applicazione. Nel
1976 aprire una radio in Italia era una
operazione al limite della legalità, anche se,
come si vede nel seguito, assai frequente e
destinata ad espandersi ulteriormente.
Dove prima trasmettevano tre radio, più
Radio Vaticana e Radio Montecarlo, Radio
San Marino e Radio Capodistria, ora
trasmettevano più di 100 radio, e mentre le
trasmissioni musicali sulle radio di stato
arrivavano a due tre ore al giorno, le radio
libere coprivano con la musica (trasmissioni
o nastri pre-registrati) anche l'ottanta per
cento della programmazione. Insomma una
moltiplicazione delle trasmissioni di musica,
una moltiplicazione dei generi di musica
trasmessi, una moltiplicazione dei musicisti
che trovavano uno sbocco su una qualche
radio, e quindi un aumento della vendita di
dischi, della copia di dischi, allora su
cassetta, insomma la stessa situazione di
ora, con le radio al posto di Napster o
Winmx, E-mule, Torrent … ecc. le cassette al
posto dei CD-ROM e dei masterizzatori.
L'unica differenza è che ora le vendite di
dischi diminuiscono del 10% all'anno mentre
allora aumentavano in percentuale anche
maggiore. Teoricamente la musica da
trasmettere doveva essere comunicata alla
società autori ed editori, a cui doveva essere
spedita la scaletta di ogni giorno di
trasmissione, e alla quale dovevano essere
versati i diritti per le trasmissioni.
Naturalmente nessuna radio libera si
sognava di versare diritti, anche perché in
generale erano autofinanziate e chi vi
lavorava, non solo lavorava gratuitamente,
ma contribuiva anche ai costi fissi della radio,
che erano poi soltanto attrezzature (antenna
e altro) e costo dei locali, se non si era
ospitati da qualche organizzazione. Nel 1976
la Corte Costituzionale tornò sull'argomento
per rispondere a numerose eccezioni di
incostituzionalità o richieste di parere di
pretori di tutta Italia e dichiarò inammissibili,
con la storica sentenza 202/1976 del 28
luglio 1976, le parti delle leggi in vigore che
vietavano le trasmissioni in ambito locale,
confermando la interpretazione estensiva
della legge 103/1975 e dando il via definitivo
alla radiofonia privata in Italia. Era questo il
cosiddetto "Far-West dell'etere", tollerato dai
governi degli anni '80. Nella radiofonia
privata degli anni 70 il problema era invece
rappresentato dall'eccessivo affollamento
nelle grandi città e dalla parallela assenza
totale di un piano delle frequenze, essendo il
quadro legislativo ancora quello dei tempi del
monopolio. A quasi 40 anni di distanza,
nessuno pensa più alle radio come radio
libere, ma solo come radio commerciali. E
purtroppo proprio le esigenze commerciali
hanno livellato lo standard verso i gusti
musicali più comuni, e hanno allontanato
ogni velleità di sperimentazione. Mi piace
pensare che un giorno i "pirati" torneranno ...
di Bruno Romano Baldassarri alias CaptainJack
www.donnaimpresa.com 103
FABIO DI FABIO
Radio Cosmo International - Monsanpietro Morico
Ribelle ed estroverso come il mio caschetto, ero uno di quei ragazzi la cui età consentiva di
acciuffare al volo l'esistenza del periodo delle Radio Libere. Fondai con i miei amici di allora:
Andrea, Maurizio, Mauro ed Emo ,"Radio Eco" che successivamente diventò Radio Cosmo
International (RCI). Un'esperienza fantastica e temo purtroppo irripetibile. Io ero un po' il jolly
della situazione per la mia duttilità... per la mia capacità di prestarmi a ricoprire una moltitudine di
ruoli... un tuttofare, insomma. Aprire una radio libera a quei tempi non era difficile, bastava una
piccola modifica al modulatore dell'apparecchio CB, un amplificatore, anche di pochi watt, una
frequenza libera, cioè non ancora occupata da un'altra radio, un'antenna, alcune elettroniche
non molto costose come mixer, microfono, cuffie, giradischi, registratore a cassette o
eventualmente a bobine, ma soprattutto un gruppo di amici disposti a coprire le ventiquattrore
della giornata, o perlomeno la maggior parte di esse, perché la prima differenza con la radio
ufficiale era che la radio libera era sempre disponibile e sempre pronta a farti compagnia ma
soprattutto si trasmetteva sempre perché, se la frequenza veniva lasciata libera anche per solo
una mezz'ora, veniva immediatamente occupata da qualche altra radio. Per molti, come me, il
fenomeno tutto italiano delle radio libere è quello cantato e mitizzato dal cinema in film come “I
cento passi” di Giordana o “Radiofreccia” di Ligabue che hanno rappresentato innanzi tutto la
dimostrazione delle potenzialità politiche e di controinformazione della radio, in quel periodo; in
secondo luogo, l'espressione delle potenzialità estetiche, amatoriali solo ad origine, di una
programmazione “altra” rispetto a quella dell'allora monopolio di Stato. Una era la radio libera
“politica”, l'altro la radio libera “estetica”: la prima ha perduto peso, negli anni, preferendo la
politica altre strategie di comunicazione, con poche, radicali eccezioni; la seconda ha plasmato il
fenomeno delle radio private commerciali. Non meno importante, e ciò assumendo ad inciso un
verso della poesia di Dolci: “Esisto anch’io”, il sottolineare la voglia che c’era da parte di alcuni
giovani di distinguersi dalla massa e andare controcorrente. Il prendere coscienza della coincidenza dell'origine “provinciale” del fenomeno
Radio: a suggerire, senza eccessive difficoltà, che la provincia, poco rappresentata dai media d'antan (come oggi, forse: e chissà che Internet
non abbia definitivamente riequilibrato le cose), poteva cullare il nostro desiderio di “libertà”.
NICOLINO SASSI
Radio Canale7eMagic98 Fm - Montappone (Fermo)
"Eravamo non ancora ventenni quando di notte ascoltando “Radio Luxemboug”, ci siamo lasciati convincere dall’idea di creare un radio tutta
nostra, che usasse un linguaggio nuovo, fresco, spontaneo, familiare che parlasse di noi, della nuova generazione. Così noi sognavamo,
“ragazzi di ieri”, il nostro futuro, gettando uno sguardo al di là dei confini nazionali! Era davvero inimitabile, inconfondibile e direi del tutto
innovativo il piglio con il quale i dj internazionali sapevano fare radio, difficile non innamorasi di quelle voci dal tono caldo e profondo, e la
musica di cui riuscivamo a cogliere, forse solo il ritmo catturava pienamente le nostre più profonde emozioni di giovani in cerca della propria
identità. Sembra strano parlarne oggi come di una “rivoluzione” quella che stavamo per fare, ma è proprio così che tutto è cominciato! Io, e
insieme a me pochi altri amici, volevamo aprire una finestra su quel mondo sconosciuto ai più; le piccole radio locali non avevano idea di come
sarebbe cambiato il progetto radiofonico di li a qualche anno: anche il pubblico italiano si sarebbe lasciato conquistare dalla melodia briosa
della musica “d’importazione”, i dj sarebbero diventati i veri protagonisti della loro “fascia” quotidiana. Volevamo a tutti i costi questo
cambiamento! Pieni di energia ed entusiasmo, iniziammo a frequentare una radio locale, quel tanto per acquisire l’esperienza necessaria che
ci avrebbe poi permesso di camminare da soli verso la realizzazione di un grande progetto. Nel 1978 abbiamo così fondato Radio Canale 7,
una stazione ben strutturata, con attrezzature all’avanguardia, un trasmettitore da 800W e un
palinsesto dove spiccavano programmi innovativi che di lì a poco cominciarono finalmente ad
incuriosire e richiamare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Dagli esordi del tutto fatto
in casa (ricordo ancora le nottate trascorse in sala registrazione a preparare spot, Jingles e le
mitiche pizze per il non stop music) Radio canale 7 sarebbe diventata MAGIC 98FM. Con il
tempo gli ascoltatori iniziarono a fidarsi di noi, a conoscerci, ad amarci, eravamo riusciti a
creare una radio diversa dalla solita “radio all’italiana”. I brani musicali internazionali stavano
diventando più familiari a tutti, come familiari erano ormai Jingles realizzati negli States, le voci
di famosi doppiatori cui affidavamo la realizzazione di spot pubblicitari e non ultime le nostre
voci,Nicolino, Fabio, Claudio, Remo e così di tantissimi altri ragazzi e ragazze che con
competenza e professionalità hanno contribuito al successo della radio e che ancora oggi
ricordo con molta stima ed affetto. Ho trascorso ben oltre 20 anni delle mia vita dietro ad un
microfono, e il ricordo di questi, oggi mi lascia dentro una forte emozione ed anche un po’ di
nostalgia... per tutti questi anni ringrazio i migliaia di ascoltatori che si sintonizzavano ogni
giorno sulle nostre frequenze e con un pizzico di orgoglio mi piace poter pensare che nel
nostro piccolo siamo stati grandi...!!!"
DEDICATO A LEO
"Un ruggito e… lo spettacolo iniziava. Si, perché parlare di Leopardo e soprattutto ascoltarlo
era come assistere ad uno spettacolo. Dotato di una voce inconfondibile, particolare, capace
di adattarla ad ogni disco che proponeva, magari anticipandolo con il suo storico fischio o il
suo canticchiare … era spettacolo puro! Credo ci sia poco da dire, Leonardo è stato un DJ
modello per chi si è cimentato in radio. Alla guida della “sua” astronave, dotata di una consolle
dai cursori infuocati, era un fuoriclasse dell’etere, il numero 1. Un ruggisaluto Leo".
STEFANO CASTORI
Radio Onda Picena- Fermo
Era il lontano 1975 quando nasceva Radio Città Campagna, sotto un
garage della circonvallazione nord, a Fermo. Era la prima radio italiana
insieme ad una milanese e una anconetana, ed è qui che inizio il mio
percorso radiofonico. Il nostro intento era quello di unire la gente, e non
di dividerla come anche oggi troppo spesso accade. Devo dire che
riuscimmo nel nostro buon proposito di creare unità, tanto che la nostra
emittente era seguita da giovani sia di sinistra che di destra legati tra loro
dalla musica. Grande musica, grande gente, grande professionalità.
Essenzialmente Radio Città Campagna rivoluzionò il modo di ascoltare
la radio e fece da apripista alle tante molteplici voci libere che seguirono
nell'etere nonostante anche le difficoltà che nacquero, e che erano
inevitabili per quei tempi, soprattutto in relazione a motivi di carattere
tecnico poiché all'epoca non c'era un'industria nazionale specializzata
nella costruzione di apparecchiature radiofoniche. Si era costretti ad
usare un vecchio impianto valvolare, un residuato bellico… d'altro canto
era anche difficile trovare a Fermo e limitrofe, tecnici specializzati
nell'alta frequenza, tuttavia non ci mancava l'entusiasmo e portammo
ugualmente a termine l'impresa. Uno dei primissimi jingle come sigla, un
percorso singolare attraverso l’esperienza radiofonica milanese da me
fatta per circa tre mesi... un passaggio continuo tra radio, presentazioni
di concerti, feci tutta la tournee a quei tempi di Alice, Lino Banfi ecc. I passaggi erano continui nelle radio: Radiofermo Uno, Radio One, Radio Sem
Stereocivitanova e Radio City per concludere il mio percorso nell'etere con Radio Onda . Ora riproviamo con il web, Radio Italian Cup. Esperienza
massima (sorride compiaciuto e commosso)le 10 puntate di jazz registrate in Basilicata e mandate in nazionale (c'è un appassionato della Provincia
di Macerata che ha ancora tutte le puntate registrate)... Fra i miei cavalli di battaglia, nella mia primissima esperienza radiofonica, Burt Bacharach
che successivamente fu inserito, insieme ad altri, nelle programmazioni dei giovani dell'epoca … (pura follia) eppure con enorme successo. L'amore
per la radio non è mai archiviato ci saranno sorprese nel futuro… ancora oggi nel mio cuore vive il ricordo di bellissime esperienze ed io non posso
fare altro che ringraziare tutti quelli che mi ricordano nei bui pomeriggi di club 101.
FABIO CASTORI
Radio Fermo uno - Radio Onda - Fermo
Radio libera. Un concetto giurassico oggi considerato dai più benevoli
vintage, ma allora era completamente rivoluzionario. Bastava avere un
mixer, due piatti e un microfono. Alzavi i cursori, la magia si accendeva e
la tua musica, le tue parole, da una cittadina qualsiasi, volavano
nell’etere fino a Bologna, Firenze, Bari, persino dall’altra parte
dell’Adriatico, in Jugoslavia, in Albania. Non c’erano limiti, perché,
nonostante quell’utopica idea si stesse diffondendo a macchia d’olio,
c’era spazio per tutti e non c’erano davvero confini. Forse allora, noi che
siamo stati protagonisti di quell’avventura, non ci siamo resi conto che
stavamo scrivendo una pagina di storia destinata a cambiare per sempre
il mondo dei media e della comunicazione. A quei tempi ero il cucciolo di
una nidiata di dj e di conduttori radiofonici che sarebbero diventati dei
veri e propri miti. Poco più che adolescente, nel 1976, mi ero fatto le
ossa nella radio dei rockettari, Radio Città Campagna. Appena un anno
dopo era arrivata la chiamata della radio rivale, Radio Fermo Uno, per
entrare a far parte degli speaker del programma cult della musica disco
“Open Sesame”. Queste due emittenti erano state tra le prime radio
libere italianee-sediuna, oggi, magari qualcuno non conosce neanche
l’esistenza e della seconda si ha un’immagine totalmente diversa da
quella della fine degli anni ’70 - erano due realtà avanguardistiche che
dettavano legge e dispensavano prestigio a chiunque ne facesse parte.
Forse, per la mia età, gli ormoni erano fin troppo presenti dentro di me e
la mia voce profonda, anomala per un ragazzino, aveva attirato
l’attenzione di quelli che allora erano i numeri uno. Così la mia parola
d’ordine divenne: “ Rabbiusbiccofexendevermoscex”. Era un
divertente scioglilingua inventato da uno degli ideatori di Open Sesame,
il compianto Mario “Marvil” Rossetti. Era privo di senso logico, ma
suonava divinamente. Un po’ come il “Prisencolinensinainciusol” di Celentano. Era stato coniato, mettendo insieme una serie di parole che preferisco
non ripetere. Se Leopardo poteva essere paragonato al Maradona della radio, Marvil, purtroppo con fortune alterne, era quanto meno il Roberto
Baggio della situazione: geniale, originale e coinvolgente. A me, a neanche tre mesi dalla sua scomparsa, piace ricordarlo così. Così come mi piace
ricordare quando tutti insieme ci ritrovavamo in sala di registrazione per selezionare quelli che sarebbero stati i successi da suonare alla radio.
Perché, strano ma vero, eravamo noi a scegliere - in base alla bellezza del brano - e non le major discografiche, non le multinazionali della musica,
che hanno imposto nell’ultimo ventennio i dischi da passare alla radio. Forse citare una strofa scritta da Eugenio Finardi è fin troppo banale: ma
quella radio era libera, ma libera veramente.
FABRIZIO EUGENI
Radio Cosmo International
Monsanpietro Morico - Radio Flowers
La mia storia si intreccia inevitabilmente con quella
della radio e con Bruno Romano Baldassarri Alias Jack
(sorride)... E come accaduto per molte invenzioni, la
sua nascita avveniva in un garage pieno di attrezzi e
genialità, in una soffitta o, come nel caso di Radio
Cosmo International, in una torretta antica situata nelle
cinta di un piccolo paesino di provincia ove si respirava
l’odore della storia. TASTO ON. E la musica partiva, o
meglio, la magia partiva. Sì perché con i mezzi di
diffusione di allora, quello era: magia. Pura,
coinvolgente, sperimentale magia. Persone che
s'incontravano liberamente per condividere lo stesso
interesse per la musica, o ragazzi che s'improvvisano
speaker radiofonici con un trasmettitore casalingo da 5
watt. Una grande illusione di libertà dissolta dai
network e dalle nuove leggi sulle frequenze, insieme
allo spam pubblicitario e la globalizzazione di oggi.
Non ci siamo mai preoccupati della copertura del
servizio. A quei tempi l’etere era “pulito” e la frequenza
scelta da Radio Cosmo International, sembrava non
incontrasse ostacoli. Oggi siamo abituati ai lettori Cd,
ai file musicali, migliaia di canzoni vengono archiviate
e ascoltate attraverso apparecchi tascabili e diffuse
dalla più moderne apparecchiature. Noi, a quel tempo,
no. Tutta la nostra “sala di produzione” era formata da
due giradischi piazzati su un tavolo di fianco al
trasmettitore, questo contenuto in un rack di ferro. I
dischi erano nostri, ognuno di noi metteva in campo
quanto di meglio avesse acquistato e dunque quanto
di meglio consigliasse la propria esperienza in campo
musicale. Quello che girava sul piatto, prima ancora
che un disco, era una parte di noi. La nostra anima.
Come “disk jockey” ci davamo il turno, l'offerta
radiofonica, ben lungi dall'essere un vero palinsesto, si
alternava solo in relazione al tempo che ognuno di noi
aveva a disposizione, dal buonsenso e la cura nella
scelta dei brani che coerentemente si alternavano in
scaletta e, non di meno, dalla individuale, nostra
capacità di narrare... altro che regole di mercato!! Non
dimenticherò mai le nostre dirette, le nostre risate, la
nostra grande energia... Spesso penso alle serate
insieme, alle chiacchiere cazzeggiate, ai consigli che
dispensavamo. E alla nostra curiosità, il giusto
distacco che sapevamo dare alle cose pur di
mantenere coeso il team, l'amicizia fra noi. Penso a
come mettevamo l’anima in tutto quello che facevamo,
penso alla nostra espressione quando parlavamo al
microfono... E penso a quanto eravamo meravigliosi. I
ricordi sono tantissimi e scrivere è difficile. Avevamo
un’aria così serena, ieri.
SERGIO
MENGHINI
Direttore Artistico Radio Subasio - Assisi
E’ una giornata uggiosa, ci troviamo tra le colline
umbre sopra Spoleto nella bellissima residenza
della Principessa Doris Pignatelli che ci ha
gentilmente ospitato in compagnia di Sergio
Menghini Direttore Artistico di Radio Subasio,
una radio che è la storia dell’etere in Italia. “Ogni
musica o suono che non dipinge nulla… è solo
rumore. Perché? Perché il suono e la musica
che escono dalle antenne di Radio Subasio è
squisitamente raffinata.”
Bene… visto che siamo stati in passato colleghi... ci diamo del tu… Ti volevo chiedere
come e quando nasce Radio Subasio?
Radio Subasio nasce nel lontano 1976 ed il nostro suono è a tutt'oggi ritenuto eccellente.
Quindi possiamo annoverarla tra le prime Radio Libere ?
Non proprio… Radio Subasio nasce dopo l’avvento di Radio Milano International, ma la
seconda radio per il centro Italia lo siamo stati certamente… diciamo pure che in quel tempo
abbiamo sacrificato il primato a Radio Out, della quale oggi abbiamo assorbito le frequenze
pur mantenendo quella forte identità che ci ha sempre caratterizzati.
Dal passato arriviamo al presente… come è cambiato il modo di fare radio rispetto agli
inizi?
Il format è cambiato moltissimo sia in termini di riorganizzazione dei palinsesti che della
programmazione musicale. Abbiamo adeguato il linguaggio al mood della radio e, in
generale, alla radio del millennio. La radio di allora, si chiamava privata perché era in grado di
fare quello che l’egemonia Rai non era ad allora in grado di fare… Si pensi che le
programmazioni di maggior successo di allora erano le “dediche”… oggi è la pubblicità il
fattore principale, è quella che detta le regole anche se personalmente tento di modellare la
Nella foto: Momenti di una intervista con Sergio Menghini e Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack
la programmazione ad un modello vicino a quello
che erano le radici delle vecchie radio,
mantenendo una certa cultura di base ed
accontentando un po’ tutti. Ritengo, e questo lo
dico con rammarico, che si sia perso un po’ il
gusto della cosa popolare… ma haimè… devo
anch’io sottostare a certe regole di mercato
sebbene a volte mi vadano un po’ strette. Poi
bisogna sempre cercare di stare un passo avanti
dal punto di vista musicale tant’è vero che Radio
Subasio attualmente ricopre un indice di ascolto
di circa 1800000 ascoltatori che per il centro Italia
(Toscana –Marche – Lazio - Umbria e di trafugo
su poche altre regioni) rappresentano comunque
numeri ragguardevoli. Share che ci premia sia per
la nostra capacità di organizzare una capillare
copertura nelle regioni del centro Italia quanto per
la nostra fedeltà e ci suggerisce che ci muoviamo
nella giusta direzione.
Allora nel 2015 da quello che abbiamo capito
Radio Subasio compie 40 anni … diventa
maggiorenne (qualche sorriso tra i presenti)
… Una curiosità Sergio … come è cambiata la
radio rispetto agli inizi dal punto di vista
tecnico? … E come sarà a parer tuo, la radio
del futuro, hai già un'idea?
E' veramente difficile rispondere a questa
domanda, perchè la tecnologia e i mezzi vanno
ad una velocità spaventosa. Se solo poco tempo
fa la radio era a volte l'unico mezzo per ascoltare
musica, programmi, ecc... adesso siamo invasi da
mezzi di comunicazione di qualsiasi tipo. Vedo
una radio di parola, piuttosto che musicale. Ma
comunque con una sua identità precisa e
specifica. Forse con meno numeri, ma con tanta
fedeltà. Sinceramente a me fa un po' sorridere
ascoltare tutta questa serie di “jukebox” che si
definiscono “radio”. La radio è anche e soprattutto
qualcuno che ti parla, qualcuno che ti intrattiene,
qualcuno che ha un rapporto con te ascoltatore.
In relazione invece alla domanda su come siano
cambiate le radio dal punto di vista più
propriamente tecnico rispondo attraverso un
piccolo aneddoto che penso ricalchi la realtà di
molte della radio di allora e di quanti, come me,
hanno iniziato la propria avventura radiofonica in
piccoli garage, ovviamente insonorizzati, così
come era usanza, dai classici cartoni delle uova.
Lo ricordo come fosse ieri... avevo due piatti, un
mixer e un ragno che discendeva dalle molteplici
ragnatele, questo tanto per disegnare il quadro
reale dei tempi ... E se non ci fosse stata questa
sorta di situazione oggi non staremmo qui a
parlare di una certa evoluzione. Oggi radio
Subasio dal punto di vista tecnico e tecnologico è
all’avanguardia per la purezza del suono al quale
lavora giornalmente un team molto competente.
Sergio … Adesso parliamo del format più
importante della radio... Qual è il genere
musicale al quale sei maggiormente legato o,
se vogliamo, quale, la musica che ascolti
volentieri e quello che la Radio Subasio passa
nel suo palinsesto giornaliero ?
Per quanto riguarda me, posso dirti subito che
ascolto la musica italiana, quella dei cantautori…
per ciò che concerne il palinsesto invece, tenendo
conto che siamo un gruppo di persone che
lavorano su un prodotto che arriva
settimanalmente, va da sé che tutto sia scelto in
www.donnaimpresa.com 109
ase ai gusti dei nostri ascoltatori: sono le
persone che ci ascoltano a darci gli input oltre
ovviamente a tutto quanto ci suggerisca le
classifiche e/o provenga dai talent show capaci
di produrre nuove realtà musicali. E comunque
i maggiori artisti (quelli più popolari, per
intenderci) hanno un posto rilevante nel nostro
palinsesto giornaliero. In termini di percentuali
posso dirti che la musica italiana ricopre circa il
75 % della pianificazione. In base ai gusti dei
nostri ascoltatori: sono le persone che ci
ascoltano a darci gli input oltre ovviamente a
tutto quanto ci suggerisca le classifiche e/o
provenga dai talent show capaci di produrre
nuove realtà musicali. E comunque i maggiori
artisti (quelli più popolari, per intenderci) hanno
un posto rilevante nel nostro palinsesto
giornaliero. In termini di percentuali posso dirti
che la musica italiana ricopre circa il 75 % della
pianificazione.
Raccontaci la tua esperienza come
“animale da palco” ( i presenti
sogghignano) come presentatore…
Ho iniziato nel 1981 in un teatro di Perugia per
uno spettacolo di Radio Subasio, quasi per
caso. Ogni anno mettevamo (in diverse
location) in gara tutte le canzoni di Sanremo,
facevamo il dopo festival, ospitando
ovviamente gli artisti che erano in gara… poi è
accaduto che per arrivare al festeggiamento
del 35ennale di Radio Subasio, allo ZooMarine
di Roma nel 2011 nel quale avevo ospiti circa
35 artisti per il dopo Sanremo, mi sono
improvvisato presentatore… esperienza che
successivamente ho replicato sulla scia
dell’entusiasmo del mio… se così lo possiamo
definire, debutto (sorride compiaciuto)…
Rammento che il vincitore di quella prima
edizione fu Roberto Vecchioni mentre l’ultimo
trionfo, cronologicamente parlando, è quello di
Emma.
Per il 40ennale, Sergio, avete in serbo
qualcosa di spettacolare da proporre?
Vedremo … sicuramente si, ma è ancora
presto per programmare il tutto.. e comunque
sappi sin da ora che sarai graditissimo ospite...
Beh, che dire… è stato davvero
emozionante intervistare Sergio Menghini
Direttore Artistico di Radio Subasio… una
delle radio più longeve dell’etere
moderno…
Il libro di
Sergio
ambientato
tra
l’Umbria,
Parigi,
Venezia,
New York,
Londra, La
mer è il
racconto di
una
rinascita.
Dopo un primo esordio musicale nel
lontano 1968, con il nome di
Virginia, con il 45 giri Dixie (prodotto
dal grandissimo Gino Paoli) e la
formazione di un duo musicale
Renzo & Virginia, la sua attività
continuò insieme all'allora marito
(Riccardo Fogli) con cui ha
pubblicato nel giugno del 1970 il
singolo Zan zan/I 10 comandamenti
dell'amore, si è poi dedicata
all'attività di fotomodella.
Conseguentemente ad alcune
esperienze nel campo della musica
e della moda, ha raggiunto il
successo nel 1979 con il 45 giri
Comprami, proseguito nei primi anni
ottanta con i brani Sei una bomba,
Anche noi facciamo pace,
Sera coi
fiocchi eGiorno popolare e
culminato con le partecipazioni al
Festival di Sanremo 1982 e 1983
rispettivamente con Romantici e
Arriva arriva. Nello stesso decennio
è stata anche tra le protagoniste di
festival musicali estivi come il
Festivalbar e Un disco per l'estate.
VIOLA
VALENTINO
In compagnia di una grande artista del panorama
musicale italiano, icona degli anni 80 Viola Valentino. La
incontriamo per saper di più di questo suo ultimo singolo
uscito ad ottobre: Rose e Chanel e del beast in uscita a
dicembre.
Rose e Chanel, vivere per raccontare è il sottotitolo. E' un brano che parla d'amore, amore
universale inteso come amore fra due esseri umani e anche come amore per il sociale.
La rosa è un fiore bellissimo un simbolo che si usa spesso per rappresentare l'amore, ma che
nonostante sia così bella ha anche molte spine, come l 'amore che è anche sofferenza, le storie
nascono e muoiono. Chanel è invece il simbolo dell' estrema femminilità, sappiamo bene che
Merylin andava a letto con 5 gocce di Chanel!
Vorremo sentirti raccontare un po' di quelli che sono i tuoi progetti futuri. Sorride dicendo ...
Quello di fermarmi e riflettere, è dal 2011/2012 che sono in continuo movimento producendo tanti
brani, brani che parlano di vita e storie reali, vissute da me in prima persona o da persone che ho
avuto il piacere che attraversassero il mio cammino. Brani completamente differenti l'uno dall' altro
per i loro ritmi che spaziano dal pop a richiami tango e mi fermo per mantenere viva la curiosità
della scoperta del nuovo album. Sono più di 60 mila i clic ricevuti in una settimana dal brano
"Stronza" che racconta con estremo coraggio delle realtà talmente vere ,popolari che ha fatto si
che facessi un altro centro!,un brano senza neanche un video ma con una semplicissima
immagine, queste sono delle grandi soddisfazioni per un' artista come anche dal brano
"Dimenticare mai" è nata un altra soddisfazione l' incontro di Giovanni Germanelli e Francesco
Mignogna con i quali collaboro attualmente.
Quindi ci sembra di capire che questo beast sarà speciale...
Di certo sarà speciale e complicato ma completo spaziando dal passato al presente al futuro molto
pieno perché sarà doppio.
Io direi che sarebbe il caso che tu ci dessi 3 aggettivi per invogliarci a comprarlo!
Piacevole, significativo , indispensabile (per una disco di tutto rispetto).
di Marco Scorza _ Fashion Editor/Stylist _ info@fashionadvices.com
www.donnaimpresa.com 111
trattoria:
DA ANTONIA
Via della Stazione, 56 _ 63023 Marina Palmense _ Fermo (Italy) T. +39 0734 53103
La cucina segue il ritmo delle stagioni e riserva la massima attenzione a una
materia prima di assoluta qualità che trasforma in piatti esteticamente molto
belli e curati, ricchi di gusti e di sapori, espressione di matura intelligenza
gastronomica. Non vi aspettate dunque di trovare un locale di lusso e
globalizzato, perché la Trattoria da Antonia ha il concetto del pesce appena
pescato, quello che ti invoglia ed emoziona , dal pesce azzurro ai crostacei e
ai crudi pesci più tipici in linea con la stagionalità del mare Adriatico. Una
cucina di pesce che rispetta la tradizione della trattoria di pesce tipica
marchigiana.
‘‘IK HEB ME NOG NOOIT
ZO FIJN IN EEN HUIS
GEVOELD ALS NU.
EI GENLIJK WIL IK DE DEUR
NIET MEER UIT”
“L’homo sapiens del XXI secolo deve imparare di nuovo a dominare la lingua e l’artista lo
aiuta con la propria arte che si fa strumento didattico. I dipinti e le sculture di Paolo Sistilli
arrivano come un pugno pesante su una liscia superficie. E per poco si getta uno sguardo
nella profondità incommensurabile. E poi, lentamente, torna la pace”. Liberamente tratto
da ESPRESSIONI DI COMUNICAZIONE NON VERBALE a cura di Dick Adelaar.
EE x di Denise Di Marco Via Monte 1A _ Monteurano (Fm) _ Tel. e Fax 0734.841425 _ denisedimarco@hotmail.com
ExE
MONTEURANO
PAOLO
Sistilli
www.paolosistilli.nl _ UTRECHT _Nederland