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Presentazione energia nucleare - Istituto Tecnico Industriale Statale ...

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ENERGIA NUCLEARE E<br />

RADIOATTIVITA’<br />

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE<br />

«MARCONI» FORLI’<br />

PROF. ROBERTO RIGUZZI


DEFINIZIONI<br />

La somma del numero di protoni e del<br />

numero di neutroni è denominato numero<br />

di massa A = Z + N. I nuclidi di pari Z<br />

sono denominati isotopi, quelli di pari A<br />

sono denominati isobari, quelli di pari N<br />

sono denominati isotoni.<br />

2


ISOTOPO<br />

• Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento che hanno<br />

le stesse proprietà chimiche ma masse diverse determinate<br />

dal diverso numero di neutroni.<br />

3


Quando i protoni sono in numero troppo<br />

elevato (Z>82), per quanti neutroni<br />

mettiamo al nucleo, esso diviene instabile.<br />

Un nucleo instabile tende a liberarsi di<br />

alcune particelle; tale processo viene<br />

denominato decadimento radioattivo. Il<br />

processo di emissione di radiazioni è<br />

denominato radioattività.<br />

4


1)Nuclei troppo ricchi di neutroni decadono emettendo<br />

elettroni veloci dette particelle Beta ()<br />

2)Nuclei con numero atomico superiore ad 83 e numero di<br />

massa superiore a 220 decadono emettendo particelle Alfa ()<br />

positive, cioè nuclei di elio<br />

3) La cattura di elettroni o l’emissione di elettroni positivi<br />

avviene quando il numero di protoni è troppo elevato rispetto ai<br />

neutroni. In tal caso un protone può trasformarsi in neutrone,<br />

assorbendo un elettrone orbitante tra quelli più vicini 5


I Radioisotopi sono nuclidi radioattivi di<br />

uno stesso elemento chimico, il cui nucleo<br />

è instabile. Il termine più corretto per<br />

indicare una specie atomica con un<br />

nucleo formato da un determinato numero<br />

di protoni Z (numero atomico) ed un<br />

determinato numero di neutroni N è infatti<br />

nuclide o radionuclide<br />

6


I radionuclidi nella forma chimica opportuna<br />

(composti marcati) hanno innumerevoli impieghi<br />

in ambito scientifico (radiochimica e chimica<br />

<strong>nucleare</strong>). Possono essere usati per esempio<br />

per datare fossili, rocce, reperti. In campo<br />

biomedico, le radiazioni emesse da numerosi<br />

radionuclidi si sono rivelate utili nel<br />

diagnosticare svariate patologie e/o distruggere<br />

le cellule tumorali medicina <strong>nucleare</strong>.<br />

7


Nel 1896 Henri Becquerel notò che una lastra fotografica s'anneriva se posta nelle<br />

vicinanze di un minerale contenente composti dell'uranio. Nel 1899 Pierre e Marie<br />

Curie riuscirono ad estrarre dal minerale la sostanza radioattiva responsabile:il<br />

radio.<br />

Lo studio approfondito di elementi “ radioattivi” portò in breve tempo ad identificare<br />

tre differenti tipi di radiazione:<br />

Emissione di particelle neutre<br />

Emissione di particelle cariche positivamente<br />

Emissione di particelle cariche negativamente<br />

8


Atomi nei cui nuclei sono contenuti quantità eccessive di protoni e neutroni<br />

emettono di solito una radiazione alfa, costituita da un nucleo di elio (due<br />

protoni + due neutroni), e avente due cariche positive. Tale disintegrazione<br />

porta alla formazione di un isotopo di altro elemento chimico, avente numero<br />

atomico diminuito di due unità e numero di massa diminuito di quattro unità.<br />

Esempio: l'uranio 238 (92 protoni + 146 neutroni) emette radioattività alfa<br />

trasformandosi in torio-234 (90 protoni + 144 neutroni), con un tempo di<br />

dimezzamento di 4,5 miliardi di anni.<br />

238<br />

92<br />

U → 234 90 Th + 4 2He (Particella alfa)<br />

Le radiazioni alfa, per la loro natura, sono poco penetranti e possono essere<br />

completamente bloccate da un semplice foglio di carta.<br />

10


Atomi nei cui nuclei sono contenute quantità eccessive di neutroni<br />

emettono di solito una radiazione beta, costituita da un elettrone. In<br />

particolare, uno dei neutroni del nucleo si disintegra in un protone e in un<br />

elettrone, che viene emesso. Tale disintegrazione porta alla formazione di<br />

un isotopo di altro elemento chimico, avente numero atomico aumentato<br />

di una unità (il protone in più) e numero di massa invariato (il protone si é<br />

sostituito al neutrone).<br />

Esempio: il cobalto-60 (27 protoni + 33 neutroni) emette radioattività<br />

beta trasformandosi in nichel-60 (28 protoni + 32 neutroni), con un<br />

tempo di dimezzamento di 5,3 anni.<br />

60<br />

27<br />

Co → 60 28 Ni + e- (particella beta)<br />

Le radiazioni beta sono più penetranti di quelle alfa, ma possono essere<br />

completamente bloccate da piccoli spessori di materiali metallici (ad<br />

11<br />

esempio, pochi millimetri di alluminio).


La radiazione gamma é una onda elettromagnetica come la luce o i raggi X, ma assai più<br />

energetica.<br />

Le radiazioni alfa e beta sono invece di tipo corpuscolare e dotate di carica (positiva le<br />

alfa, negativa le beta).<br />

La radiazione gamma accompagna solitamente una radiazione alfa o una radiazione<br />

beta. Infatti, dopo l'emissione alfa o beta, il nucleo é ancora eccitato perché i suoi protoni<br />

e neutroni non hanno ancora raggiunto la nuova situazione di equilibrio: di conseguenza,<br />

il nucleo si libera rapidamente del surplus di <strong>energia</strong> attraverso l'emissione di una<br />

radiazione gamma.<br />

Al contrario delle radiazioni alfa e beta, le radiazioni gamma sono molto penetranti, e per<br />

bloccarle occorrono rilevanti spessori di materiali ad elevata densità come il piombo. i<br />

raggi gamma e i neutroni invece, elettricamente neutri, vengono assorbiti solo per urto<br />

diretto contro un atomo o un nucleo atomico, e percorrono distanze molto maggiori.<br />

Inoltre non esiste una distanza limite per il loro assorbimento ma vengono assorbiti<br />

esponenzialmente, cioè all'aumentare del cammino percorso dal fascio, "sopravvive" una<br />

frazione sempre più piccola (ma sempre diversa da zero) delle particelle originarie.<br />

Neutroni: costituiti da neutroni liberi accelerati<br />

12


Quando una particella radioattiva viene assorbita, essa trasferisce la sua<br />

<strong>energia</strong> al nucleo o all'atomo che l'ha catturata, eccitandolo: l'atomo<br />

catturatore poi rimette questa <strong>energia</strong> sotto forma di una nuova<br />

radiazione (raggi gamma o raggi X) o altre particelle (raggi beta o<br />

neutroni termici) di minore <strong>energia</strong> rispetto a quelle assorbite; inoltre<br />

l'impatto di particelle cariche di alta <strong>energia</strong> provoca l'emissione di raggi<br />

X nel materiale di assorbimento. Nel progetto di schermature contro le<br />

radiazioni è sempre necessario tenere conto di quali tipi di particelle si<br />

debbono fermare e di quali emissioni secondarie si avranno.<br />

13


MISURA DELLA RADIOATTIVITA’<br />

• Becquerel<br />

• Il becquerel (simbolo Bq) è l'unità di misura del Sistema internazionale dell'attività di un radionuclide<br />

(radioattività), ed è definita come l'attività di un radionuclide che ha un decadimento al secondo. Perciò<br />

dimensionalmente equivale a s-1. 1Bq equivale ad 1 disintegrazione al secondo.<br />

• Equivalenze rispetto alle vecchie unità:<br />

• • 1 Rd = 106 Bq = 1 MBq<br />

• • 1 Bq = 2,7×10-11 Ci = 27 picocurie<br />

• Il becquerel deve il suo nome a Antoine Henri Becquerel, che nel 1903 vinse il premio Nobel insieme a Marie<br />

Curie<br />

• e Pierre Curie per il loro pionieristico lavoro sulla radioattività<br />

• Gray<br />

• Il gray (simbolo Gy) è l'unità di misura della dose assorbita di radiazione del Sistema Internazionale.<br />

Un'esposizione<br />

• di un gray corrisponde ad una radiazione che deposita un joule, (definito come 1 kg•m2/s2), per<br />

• chilogrammo(simbolo: kg), di materia (sia tessuti biologici che qualsiasi altra cosa).<br />

• Dimensionalmente si ha:<br />

• Sottomultiplo del Gy è il cGy (centigray): 10−2 Gy ; 0,01 Gy ;1/100 Gy.<br />

• Anche il cGy è utilizzato : 100 cGy = 1 Gy ; 1 Gy = 100 cGy.<br />

• Il gray fu definito nel 1940 da Louis Harold Gray da cui prende il nome.<br />

• Il gray ha sostituito la vecchia unità, il rad; vale la relazione 100 rad=1 Gy<br />

15


MISURA DELLA RADIOATTIVITA’ (2)<br />

• Il sievert (simbolo Sv) è l'unità di misura della dose equivalente di radiazione nel Sistema Internazionale ed è una<br />

misura degli effetti e del danno provocato dalla radiazione su un organismo. La dose equivalente ha le stesse<br />

dimensioni della dose assorbita, ovvero <strong>energia</strong> per unità di massa. Nel Sistema Internazionale si ha:<br />

• Relazione sievert - gray<br />

• Rispetto alla dose assorbita e alla sua unità di misura, il gray (Gy), che riflettono in assoluto una dose di <strong>energia</strong><br />

assorbita da una unità di massa, la dose equivalente e il sievert riflettono piuttosto gli effetti biologici della radiazione<br />

sull'organismo. I diversi tipi di radiazione possono essere infatti più o meno dannosi per l'organismo. Nel caso di raggi<br />

X, gamma o beta 1 Gy di dose assorbita equivale ad 1 Sv di dose equivalente. Mentre per i raggi alfa, più dannosi per<br />

l'organismo1 Gy è equivalente a 20 Sv. Per i neutroni 1 Gy equivale da 3 a 11 Sv a seconda dell'<strong>energia</strong> del fascio.<br />

• Dosi equivalenti tipiche<br />

• fondo naturale di radiazione per anno (media) 2,4 mSv<br />

• massima dose di fondo naturale per anno 260 mSv<br />

• radiografia convenzionale 1 mSv<br />

• tomografia computerizzata 3 ~ 4 mSv<br />

• PET, tomografia ad emissione di positroni 10 ~ 20 mSv<br />

• scintigrafia 10 ~ 20 mSv<br />

• radioterapia 10 ~ 40 mSv<br />

• Il sievert ha sostituito l'unità tradizionale, il rem (1 Sv = 100 rem).<br />

16


MISURA DELLA RADIOATTIVITA’ (3)<br />

• Il contatore Geiger, inventato nel 1913 in Inghilterra da Hans Wilhelm Geiger (1882 -1945), è uno strumento utile per<br />

misurare radiazioni di tipo ionizzante. In particolare può essere usato per misurare le radiazioni provenienti da<br />

decadimenti di tipo alfa e beta (nuclei di elio ed elettroni). Il cuore del contatore Geiger è costituito da un tubo<br />

contenente un gas a bassa pressione (per esempio, una miscela di argon e vapore di alcool alla pressione di 0,1<br />

atmosfere). Lungo l'asse del tubo è teso un filo metallico, isolato dal tubo stesso. Tra il filo e il tubo si stabilisce una<br />

differenza di potenziale (sui 1000 volt), attraverso una resistenza dell'ordine del miliardo di ohm.<br />

• Funzionamento<br />

• Il contatore Geiger è una camera a deriva utilizzata in modo che la tensione prodotta dal passaggio della particella<br />

ionizzante non dipenda dall'<strong>energia</strong> rilasciata da questa e quindi dal numero delle coppie ione-ione prodotte. Infatti,<br />

quando una radiazione attraversa il tubo e colpisce una delle molecole del gas, la ionizza, creando una coppia ioneelettrone.<br />

Ma in questi dispositivi la carica raccolta è indipendente dalla ionizzazione primaria. Infatti oltre alla<br />

ionizzazione si hanno fenomeni quali l'eccitazione seguita da emissione di luce visibile e ultravioletta. Una piccola parte<br />

di tali fotoni dà luogo ad emissione di fotoelettroni che generano nuova ionizzazione, tramite il processo della<br />

moltiplicazione a valanga. L'impulso elettrico risultante sarà testimone dell'avvenuto contatto con una radiazione<br />

ionizzante, e sarà contato da un circuito elettronico (i famosi “click” che si sentono). A seconda del numero di conteggi<br />

fatti in un'unità di tempo, riusciamo a capire se siamo in presenza di una sorgente radioattiva, e la sua pericolosità. La<br />

sensibilità dello strumento varia significativamente al variare dell'<strong>energia</strong> della radiazione incidente.<br />

17


EFFETTI<br />

• La dose letale 50 %, DL 50 o LD 50 , è la misura della dose necessaria di un agente tossico per<br />

uccidere il 50 % della popolazione. Per le radiazioni che investono il corpo umano il valore<br />

dell' LD 50 varia da 2,50 Sv a 4,50 Sv. Per dosi di circa 0,50 Sv la probabilità di morte<br />

istantanea è molto bassa, tuttavia si possono avere conseguenze nel tempo (leucemie,<br />

cancro, ecc..).<br />

• Dose equivalente effetti biologici<br />

• 1 Sv alterazioni temporanee dell'emoglobina<br />

• 2 ~ 5 Sv nausea, perdita dei capelli, emorragie<br />

• 4 Sv morte nel 50% dei casi<br />

• 6 Sv sopravvivenza improbabile<br />

18


L'uranio naturale è composto da una miscela di tre<br />

isotopi, 234 U, 235 U, e 238 U, di cui 238 U è il più abbondante (99,3%),<br />

mentre il 234 U costituisce una percentuale trascurabile del totale.<br />

Questi tre isotopi sono radioattivi; quello dotato di tempo di<br />

dimezzamento più lungo è il 238 U (emivita: 4,5 · 10 9 anni),<br />

seguono 235 U (7 · 10 8 anni) e 234 U (2,5 · 10 5 anni). 238 U emette<br />

prevalentemente particelle alfa decadendo in 234 Th. A sua volta,<br />

questo decadimento, continua la catena fino a giungere al 206 Pb,<br />

stabile.<br />

19


Per ottenere un materiale fissile che sia adatto a scopi<br />

nucleari, cioè che emetta una quantità sufficiente di<br />

neutroni, è necessario aumentare la concentrazione<br />

dell'isotopo<br />

235<br />

U rispetto al più comune e meno<br />

radioattivo 238 U. Questo processo è chiamato arricchimento.<br />

L'uranio si considera "arricchito" quando la frazione di 235 U è<br />

considerevolmente maggiore del livello naturale (circa lo<br />

0,7%), tipicamente su valori compresi tra il 3% ed il 7%.<br />

235<br />

U è il tipico materiale fissile per i reattori nucleari a<br />

fissione ed è utilizzabile per la produzione di armi nucleari<br />

se sufficientemente puro.<br />

20


Il processo di concentrazione dell'uranio - 235 è un compito<br />

estremamente difficile: non è possibile separarli per via<br />

chimica, essendo due isotopi dello stesso elemento, e l'unico<br />

modo è sfruttare la piccolissima (meno dell'1,5%) differenza di<br />

peso. Per fare questo si fa reagire l'uranio metallico<br />

con fluoro ottenendo esafluoruro di uranio (UF 6<br />

), un composto<br />

solido bianco, che sublima in fase gassosa al di sopra di<br />

56,4 °C. Questo composto in fase gassosa è usato nei due<br />

più comuni processi di arricchimento, l'arricchimento<br />

per diffusione gassosa o per centrifugazione del gas .<br />

Dopo l'arricchimento l'esafluoruro è decomposto, riottenendo<br />

uranio metallico e fluoro gassoso, dopodiché è ossidato a<br />

formare diossido di uranio UO 2<br />

.<br />

21


MASSA CRITICA<br />

La massa critica di un materiale fissile e’ la quantità<br />

di tale materiale necessaria per far in modo che una<br />

reazione <strong>nucleare</strong> a catena possa autosostenersi.<br />

22


La reazione <strong>nucleare</strong> a catena indotta da neutroni, in una<br />

massa di 235 U avviene secondo uno schema di questo tipo:<br />

235<br />

U + n → 236 U "instabile" → 144 Ba + 89 Kr + 3 n + 211,5 MeV<br />

La formula esprime ciò che succede ad un nucleo di uranio<br />

( 235 U) quando viene colpito da un neutrone (n). L'effetto della<br />

cattura da parte del nucleo è la trasformazione di<br />

quest'ultimo in un nuovo elemento ( 236 U) che però dura solo<br />

un tempo brevissimo dopodiché l'elemento instabile si<br />

spezza formando due nuovi elementi.<br />

23


Gli elementi indicati nella seconda parte della formula sono<br />

il risultato relativamente più frequente della scissione, ma si<br />

possono formare anche elementi diversi a seconda del<br />

modo del tutto casuale in cui il nucleo si divide. La maggior<br />

parte di questi elementi a loro volta sono spesso isotopi<br />

instabili, perciò sono radioattivi e soggetti a ulteriore<br />

decadimento (detti "frammenti di fissione"). Alcuni di questi<br />

risultano estremamente pericolosi per l'ambiente e la salute<br />

umana (particolarmente frequenti sono il cesio 137, lo<br />

stronzio 90 e lo iodio 131) data la facilità con cui tendono ad<br />

accumularsi nei tessuti degli esseri viventi.<br />

24


REAZIONE A CATENA<br />

• 1) Un nucleo di uranio 235 viene "bombardato"<br />

da un neutrone e avviene la fissione che spezza il<br />

nucleo in due frammenti e libera tre neutroni e<br />

dell'<strong>energia</strong>.<br />

2) Uno di questi neutroni è assorbito da un altro<br />

nucleo di uranio 238 ed è perso nel bilancio. Un<br />

secondo neutrone può "fuggire" dal sistema o<br />

essere assorbito da un elemento che non continua<br />

la reazione. Il terzo neutrone viene assorbito da<br />

un nucleo di uranio 235 che si spezza in due<br />

frammenti liberando due neutroni e dell'<strong>energia</strong>.<br />

3) I due neutroni liberati si scontrano con due<br />

nuclei di uranio 235 e ogni nucleo libera da uno<br />

a tre neutroni che servono per continuare la<br />

reazione a catena.


FISSIONE DELL’ATOMO<br />

26


1 2<br />

27


FISSIONE DEL 232 Th<br />

28


Per ottenere le 160 t di uranio necessarie per a una centrale per<br />

un anno, si parte da un granito uranifero (1000 ppm), occorre<br />

processare 160.000 t di materiale prelevati da miniere che<br />

prevedono lo sbancamento di quantità molto maggiore di roccia.<br />

Queste miniere devono essere protette da infiltrazioni di acqua<br />

(rischio inquinamento radioattivo delle falde).<br />

Nelle miniere è facilmente presente il radon (Rn), radioattivo e<br />

cancerogeno, che si libera nell’ambiente a seguito dello<br />

sbancamento.<br />

29


Per ottenere un prodotto raffinato (yellowcake), che contenga<br />

l’80% di ossidi di uranio (U 3 O 8 principalmente), il materiale<br />

estratto deve essere portato presso un impianto industriale e<br />

trattato con acqua e acidi forti e altri prodotti chimici.<br />

Le 159.840 t di minerali di scarto più le grandi quantità di<br />

prodotti chimici utilizzati per la purificazione devono essere<br />

smaltiti e contengono isotopi radioattivi.<br />

Gli ossidi di uranio sono trasformati in esafluoruro di uranio<br />

(UF 6 ) e per centrifugazione si arricchisce l’ 235 U. Questo viene<br />

trasformato in UO 2 e messo in barre di Zr lunghe 3,5 m.<br />

30


Fusione del nocciolo<br />

La fusione del nocciolo in una centrale <strong>nucleare</strong> consiste nella liquefazione del nocciolo radioattivo<br />

e delle strutture di contenimento, con conseguente dispersione del materiale radioattivo. La fusione<br />

del nocciolo è causata dalla reazione <strong>nucleare</strong> incontrollata che si innesca quando il sistema di<br />

raffreddamento non è più in grado di controllare la reazione a catena, portando la temperatura del<br />

reattore a migliaia di gradi centigradi. E' opportuno chiarire alcuni aspetti che possono indurre in<br />

confusione. In primo luogo la fusione del nocciolo non va confusa con la fusione <strong>nucleare</strong>. In<br />

secondo luogo, la fusione del nocciolo in una centrale <strong>nucleare</strong> non esplode come la bomba atomica<br />

anche se le conseguenze non sono meno catastrofiche per l'ambiente e per l'uomo.<br />

Contaminazione e nuvola radioattiva<br />

La dispersione del materiale radioattivo comporta la contaminazione dell'ambiente circostante.<br />

L'insorgere di incendi può trasportare le particelle radioattive in atmosfera, creando una nube<br />

radioattiva che può spostarsi per migliaia di chilometri, ampliando la contaminazione<br />

radioattiva su scala continentale. Per tali ragioni il nocciolo del reattore <strong>nucleare</strong> è circondato da<br />

strutture in acciaio e da una gabbia di contenimento. Tuttavia, questi sistemi possono rivelarsi<br />

inadeguati in presenza di eventi naturali come terremoti o tsunami. Gli eventi sismici possono<br />

causare cedimenti alle strutture di protezione del reattore, dette anche sarcofago, e gravi<br />

danneggiamenti al sistema di sicurezza e di raffreddamento. Tali eventi, pur avendo poca<br />

probabilità di verificarsi contemporaneamente possono accadere, come hanno dimostrato i fatti<br />

relativi all'incidente <strong>nucleare</strong> del marzo 2011 alla centrale atomica di Fukushima in Giappone.


Fusione del nocciolo


Fusione del nocciolo<br />

Le alte temperature del nocciolo non più raffreddato fanno reagire l’acqua con<br />

i materiali metallici della struttura producendo l’idrogeno responsabile delle<br />

esplosioni del nocciolo. Sono esplosioni chimiche, non nucleari. La reazione<br />

<strong>nucleare</strong> è invece responsabile dell’inquinamento radioattivo e del<br />

riscaldamento iniziale del nocciolo. Come esempio alcune delle reazioni che<br />

possono produrre idrogeno nelle condizioni di un nocciolo <strong>nucleare</strong> non<br />

raffreddato.<br />

Fe + H 2 O FeO + H 2<br />

Zr + 2H 2 O ZrO 2 + 2H 2<br />

U + 2H 2 O UO 2 + 2H 2<br />

2Pu + 3H 2 O Pu 2 O 3 + 3H 2<br />

La reazione dell’idrogeno con l’ossigeno è responsabile delle esplosioni che si<br />

sono osservate a Fukushima.<br />

2H 2 + O 2 2H 2 O


Dopo 3 anni di permanenza all’interno del reattore il<br />

combustibile passa alle piscine di raffreddamento; si sono<br />

formati in totale circa 350 nuclidi differenti, 200 dei quali<br />

radioattivi.<br />

Si ha, in media, la seguente composizione:<br />

- 94% uranio 238<br />

- 1% uranio 235<br />

- 1% plutonio<br />

- 0.1% attinidi minori (Np, Am,<br />

Cm)<br />

- 3÷4% prodotti di fissione<br />

36


238<br />

U nella reazione di fertilizzazione con un neutrone si trasforma in 239 Pu,<br />

che a sua volta può essere utilizzato come fissile o per scopi bellici.<br />

L'isotopo 239 Pu è il prodotto fissile fondamentale per la maggior parte delle<br />

armi nucleari: la sua produzione è quindi importante per le nazioni in<br />

possesso di un arsenale <strong>nucleare</strong> e per quelle aventi programmi di<br />

sviluppo del <strong>nucleare</strong> militare.<br />

238<br />

92 U + n → 239 92U "instabile" → 239 93Np + e - → 239 94Pu + e -<br />

239<br />

Pu viene normalmente prodotto nei reattori nucleari esponendo 238 U a<br />

un flusso di neutroni. Questo si trasforma in 239 U che subisce due rapidi<br />

decadimenti beta, trasformandosi prima in 239 Np e successivamente<br />

in 239 Pu. Al termine dell'esposizione il 239 Pu formatosi risulta mescolato ad<br />

una ingente residua quantità di 238 U e a tracce di altri isotopi dell'uranio,<br />

nonché di eventuali prodotti di fissione; viene purificato per via chimica.<br />

37


Se 239 Pu cattura a sua volta un neutrone, si trasforma però<br />

in 240 Pu, un isotopo che subisce facilmente fissione; per questo<br />

motivo un plutonio ricco del suo isotopo 240 risulta poco utile<br />

nelle armi nucleari perché emette radiazione di neutroni,<br />

rendendone problematica la manipolazione, e potrebbe produrre<br />

una parziale piccola esplosione che distrugge l'arma senza che<br />

questa possa detonare efficacemente. Inoltre è impossibile<br />

distinguere chimicamente 239 Pu da 240 Pu, sarebbe quindi<br />

necessario separarli per via fisica, un processo difficile e costoso<br />

(simile a quello impiegato per l'arricchimento dell'uranio). Per<br />

questa ragione l'irraggiamento di 238 U non si protrae mai per<br />

tempi troppo lunghi, ma si tende a separare da esso il 239 Pu<br />

prima che questi possa raggiungere concentrazioni sufficienti per<br />

poter reagire in maniera significativa con i neutroni incidenti. 38


Per via della sua facile fissione e per la sua disponibilità, il 239 Pu<br />

è un componente fissile fondamentale delle moderne armi<br />

nucleari. La massa critica per una sfera di plutonio è di 16<br />

chilogrammi, che può essere ridotta a 10 chilogrammi attraverso<br />

l'uso di una schermatura che le rifletta contro i neutroni da essa<br />

emessi. Una tale quantità corrisponde circa ad una sfera di 10<br />

centimetri di diametro che per completa detonazione libera<br />

un'<strong>energia</strong> di 200 chilotoni. Il 239 Pu ha tempo di dimezzamento<br />

(emivita) di 24.200 anni.<br />

39


Il plutonio è un componente fissile chiave nelle moderne armi<br />

nucleari; devono essere prese cautele per evitare accumulo di<br />

quantità di plutonio che si avvicinano alla massa critica che<br />

genererebbe una reazione <strong>nucleare</strong>. Anche se non e' confinata<br />

dalla pressione esterna come è richiesto per un'arma <strong>nucleare</strong>,<br />

si riscalderà e si romperà qualunque sia l'ambiente confinante<br />

in cui si trova; figure compatte quali le sfere devono essere<br />

evitate.<br />

Il plutonio può anche essere usato per fabbricare armi<br />

radiologiche.<br />

40


L'isotopo 238 Pu emette particelle alfa ed ha un'emivita di 87 anni. Questa sua<br />

caratteristica lo rende adatto per produrre generatori di corrente per dispositivi<br />

destinati a lavorare senza manutenzione diretta per un tempo paragonabile a<br />

quello di una vita umana; viene per questo usato nei generatori termoelettrici a<br />

radioisotopi (RTG) come quelli che alimentano le sonde Galileo e Cassini. Versioni<br />

precedenti della stessa tecnologia hanno fornito <strong>energia</strong> a dispositivi per condurre<br />

esperimenti sismologici sulla superficie della Luna durante le missioni<br />

del Programma Apollo .<br />

Il 238 Pu è stato usato anche per alimentare alcuni modelli di cuore artificiale, in<br />

modo da ridurre i rischi dovuti a ripetute operazioni chirurgiche. È stato<br />

ampiamente rimpiazzato da batterie al litio ricaricabili per induzione, ma si calcola<br />

che negli Stati Uniti, nel 2003, tra 50 e 100 pace-maker al plutonio fossero<br />

impiantati in pazienti ancora in vita.<br />

Il plutonio-239 puo' anche essere usato come combustibile nelle centrali nucleari<br />

di nuova generazione, che bruciano un carburante ad ossidi misti di uranio e<br />

plutonio (MOX).<br />

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Un generatore termoelettrico a radioisotopi o<br />

radioisotope thermoelectric generator (RTG) è un semplice<br />

generatore di <strong>energia</strong> elettrica basato sul decadimento di isotopi radioattivi.<br />

È composto da due parti: una fonte di calore e un sistema per la conversione del calore in elettricità. La<br />

fonte di calore contiene un radioisotopo, il plutonio 238, che diventa fisicamente caldo a causa del proprio<br />

decadimento radioattivo. Il calore è trasformato in elettricità da un convertitore termoelettrico che sfrutta<br />

l'effetto Seebeck, un principio base della termoelettricità scoperto nel 1821. Una forza elettromotrice è<br />

prodotta dalla diffusione di elettroni attraverso l'unione di due differenti materiali (metalli o semiconduttori)<br />

che formano un circuito quando i capi del convertitore si trovano a temperature differenti.<br />

Ogni RTG contiene 18 moduli separati, ognuno dei quali include 4 barre di plutonio 238. I moduli sono<br />

progettati per resistere ad ogni possibile eventualità: esplosione o incendio del veicolo di lancio, rientro in<br />

atmosfera seguito da impatto sul terreno o in acqua, e situazioni seguenti all'impatto. Uno schermo esterno<br />

in grafite provvede alla protezione contro i danni strutturali, termici e corrosivi di un potenziale rientro;<br />

inoltre, il combustibile è in forma di biossido di plutonio 238, un materiale ceramico resistente alla rottura.<br />

I generatori RTG sono progettati accuratamente e intensamente testati; da decenni sono utilizzati in modo<br />

sicuro nel campo dell'esplorazione spaziale. Tuttavia, in seguito all'incidente dello Space Shuttle<br />

Challenger, avvenuto il 28 gennaio 1986, venne considerata la possibilità di applicare uno schermo<br />

aggiuntivo al generatore; ma anche se questo potesse garantire protezione nelle vicinanze della zona di<br />

lancio, la sua notevole complessità aumenterebbe i rischi di una missione. In caso di avaria, uno schermo<br />

aggiuntivo potrebbe aumentare in maniera significativa le conseguenze di un impatto con il suolo.<br />

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L'americio fu sintetizzato per la prima nel 1944, sottoponendo 239 Pu a successive<br />

reazioni di cattura neutronica in un reattore <strong>nucleare</strong>. Questo produsse prima 240 Pu<br />

e poi 241 Pu che a sua volta si convertì in 241 Am tramite un decadimento beta.<br />

239<br />

94 Pu + n → 240 94Pu + n → 241 94Pu→ 241 95Am + e-<br />

Come si vede le reazioni nucleari possono portare alla produzione di attinidi<br />

transuranici, radioattivi e di elevata tossicità chimica. L'americio può essere<br />

prodotto in quantità dell'ordine dei chilogrammi, principalmente sotto forma<br />

dell'isotopo 241 Am.<br />

Trova applicazioni domestiche in alcuni modelli di rivelatori di fumo, dove viene<br />

usato in qualità di sorgente di radiazioni ionizzanti. 241 Am è stato anche usato<br />

come sorgente portatile di raggi gamma per l'uso in radiografia e come mezzo per<br />

misurare lo spessore del vetro. 242 Am è un emettitore di neutroni ed ha trovato uso<br />

nella radiografia a neutroni; è tuttavia un isotopo estremamente costoso da<br />

produrre in quantitativi utilizzabili.<br />

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La bomba all'idrogeno o bomba H (più propriamente bomba a fusione termo<strong>nucleare</strong> incontrollata, in gergo "la<br />

superbomba") è una bomba a fissione-fusione-fissione in cui una normale bomba atomica, che serve da innesco, viene<br />

posta all'interno di un contenitore di materiale fissile insieme ad atomi leggeri. Quando la bomba A esplode, innesca la<br />

fusione termo<strong>nucleare</strong> dei nuclei degli atomi leggeri; questo processo provoca a sua volta la fissione <strong>nucleare</strong> del materiale<br />

che la circonda (la reazione di fissione corrisponde a 2/3 della potenza totale, mentre quella di fusione ad 1/3).<br />

In questo tipo di bomba dunque l'<strong>energia</strong> liberata deriva oltre che dalla fissione <strong>nucleare</strong> anche dalla fusione termo<strong>nucleare</strong><br />

fra nuclei di isotopi diversi dell'idrogeno: il deuterio ed il trizio ( un tempo di dimezzamento pari a 12,33 anni). Nel caso della<br />

bomba al deuterio e litio, tale processo avviene secondo una reazione <strong>nucleare</strong> del tipo:<br />

2<br />

H + 3 H → 4 He + n + 17,6 MeV<br />

Il trizio non è di per sé presente nella composizione iniziale della bomba ma viene prodotto dall'urto di neutroni veloci contro<br />

nuclei dell'isotopo del litio (Teller 1951) avente numero di massa 6 e nuclei di deuterio secondo queste due reazioni nucleari:<br />

6<br />

Li + n → 3 H + 4 He + 4,8 MeV e<br />

2<br />

H + n → 3 H + 6,2 MeV<br />

La temperatura e la pressione elevatissime necessarie affinché avvenga la fusione termo<strong>nucleare</strong> nonché i neutroni veloci<br />

indispensabili per generare l'idrogeno 3 vengono forniti, come già detto, da una bomba A.<br />

A differenza della bomba atomica, con quella H non vi è alcuna limitazione teorica di potenza. La bomba termo<strong>nucleare</strong> non<br />

necessita di una massa critica a differenza della bomba A. In realtà, però, essendo necessaria quest'ultima per attivare il<br />

processo di fusione termo<strong>nucleare</strong>, rimane ugualmente la necessità a monte di una massa critica. La prima bomba H venne<br />

sperimentata dagli U.S.A. nel novembre del 1952. L' Unione Sovietica sperimentò il suo primo ordigno (alla cui realizzazione<br />

molto contribuì Andrej Sakharov) nell'agosto 1953. Seguirono il Regno Unito, la Repubblica Popolare Cinese e la Francia<br />

rispettivamente nel 1957, 1967 e 1968. A differenza della bomba A la bomba H non è mai stata impiegata in operazioni<br />

belliche. Analogamente alla bomba A, la bomba H può essere installata su diversi sistemi d'arma: aerei, missili balistici,<br />

missili lanciati da sottomarini. Nel 1961, in una serie di test nucleari, l'URSS fece esplodere la più potente bomba H mai<br />

realizzata (la bomba Zar) che liberò <strong>energia</strong> pari a 57 megatoni, ovvero oltre 4 500 volte più potente della bomba all'uranio<br />

lanciata su Hiroshima (Little Boy).<br />

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FORMAZIONE DI UN NUCLEO ATTRAVERSO LA<br />

FUSIONE NUCLEARE<br />

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