Festa della Beata Vergine Maria Regina degli Apostoli - Societa San ...
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<strong>Festa</strong> <strong>della</strong> <strong>Beata</strong> <strong>Vergine</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong><br />
Solennità per le Suore di <strong>Maria</strong> <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong> per le Vocazioni<br />
Solennità nel <strong>San</strong>tuario Basilica <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong> in Roma<br />
P.Juan Manuel Galaviz, ssp<br />
Carissime sorelle e carissimi fratelli,<br />
Abbiamo tanti motivi per celebrare oggi <strong>Maria</strong>: Ella presiede le nostre attese dello Spirito<br />
<strong>San</strong>to, è Madre, Maestra e <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong>, è protettrice dell’intera Famiglia Paolina, è<br />
titolare di questo santuario ed è particolare patrona delle Suore <strong>Apostoli</strong>ne, alle quali facciamo<br />
cordialissimi auguri.<br />
Questo incontro eucaristico è pure una occasione per ravvivare la nostra speranza cristiana e<br />
paolina; ci può aiutare a questo fine, evocare il significato di questa basilica e soprattutto la<br />
funzione di Colei che qui veneriamo come <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong>. In questa riflessione ricorrerò<br />
più volte al Fondatore, quale sicura fonte.<br />
Nel circolo segnato nel pavimento sono incise, in lingua latina, le parole: AL TERMINE<br />
DELL’ANNO MARIANO – USCITI INCOLUMI DELLA TREMENDA GUERRA – I FIGLI<br />
OFFRONO ALLA MADRE IN ADEMPIMENTO DEL LORO VOTO – IL GIORNO 8<br />
DICEMBRE 1954.<br />
Ecco la storia di questo voto, raccontata dallo stesso Don Alberione: “Un giorno verso le ore 14, le<br />
sirene diedero l’allarme; uno stormo di aerei da bombardamento avanzandosi da Ostia verso Roma<br />
si avvicinava a queste case paoline. Tutti, allora, si diressero nella grotta rifugio! Questo era<br />
l’ordine; e tutti i giovani e professi vi accorrevano. - Il Primo Maestro volle rendersi conto anche<br />
delle Figlie di <strong>San</strong> Paolo; e si avviò verso la loro casa passando per il sentiero di allora. A circa<br />
metà strada una bomba cadde a pochi metri, qualche scheggia sfiorò il capo. - La maggior pena fu<br />
per qualche Figlia che indisposta arrivava al rifugio per ultima ed a stento sorretta dalle sorelle; e<br />
per qualche altra che dovette rimanere per il male a letto pur confortata da una suora di molta<br />
carità. - Passato il pericolo fu preso l’impegno ed anche stabilito il posto ed il modo con cui si<br />
sarebbe costruito: locali sotto-chiesa, e la chiesa che dominasse le case: e <strong>Maria</strong> rimanesse al<br />
centro, in mezzo ai suoi figli e figlie. - Dalla conclusione <strong>della</strong> guerra (15 maggio 1945), sapendo<br />
quanto avrebbe costato di sacrifici questa Chiesa, ne scelsi la costruzione come penitenza e<br />
riparazione. – E tu, <strong>Maria</strong>, ci hai salvati; con una protezione che ha del prodigioso: dal Giappone<br />
alla Francia. – Ed eccoci oggi a sciogliere il voto: Ti offriamo questo modesto santuario, sede del<br />
tuo trono, come a nostra <strong>Regina</strong>. Ogni mattone rappresenta i sacrifici dei tuoi figli e di molti<br />
Cooperatori, il cui nome (anche se ignoto agli uomini) è scritto nei registri posti ai tuoi piedi, quasi<br />
a supplica e testimonianza di fede. Ricordali tutti, o <strong>Maria</strong>…”<br />
Queste parole furono pronunciate dal nostro Fondatore durante un’ora di adorazione, in occasione<br />
<strong>della</strong> dedicazione di questo santuario (cf <strong>San</strong> Paolo, Novembre-Dicembre 1954, in CISP pp. 595-<br />
600). Ma, fin da allora, egli volle andare oltre la memoria e il ringraziamento; quindi, “pensando al<br />
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presente e al futuro”, mise in risalto tre prerogative <strong>della</strong> <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong> che possiamo così<br />
riassumere: a) <strong>Maria</strong> è madre di tutte le vocazioni; b) <strong>Maria</strong> è modello e formatrice di ogni apostolo;<br />
c) <strong>Maria</strong> compie una permanente missione sociale nel mondo.<br />
1. Madre di tutte le vocazioni<br />
Nella circostanza che stiamo ricordando, Il Primo Maestro fece notare che “nell’ingresso <strong>della</strong><br />
chiesa sono incise nella pietra le parole: ‘Suscipe nos, Mater, Magistra, <strong>Regina</strong> nostra: roga<br />
Filium tuum ut mittat operarios in messem suam’: ‘Accoglici, o Madre, Maestra e <strong>Regina</strong><br />
nostra: prega il tuo Figlio perché mandi operai alla sua mese’”; poi aggiunse: “Vocazioni per<br />
tutti gli istituti religiosi, vocazioni per tutti i seminari, vocazioni per tutte le nazioni: fra esse,<br />
specialmente, le vocazioni per gli apostolati più urgenti, più moderni, più efficaci”. Questa<br />
ampiezza di orizzonte vocazionale è come un preludio all’ideale che proporrà all’Istituto delle<br />
<strong>Apostoli</strong>ne, cui darebbe inizio tre anni dopo: “Tutti i cattolici, con tutte le forze, con tutti i mezzi,<br />
per tutte le vocazioni, per tutti gli apostolati. Tutti i fedeli per tutti gli infedeli; tutti i ferventi per<br />
tutti gli indifferenti; tutti i cattolici per tutti gli acattolici. Tutti i chiamati fedeli alla loro<br />
vocazione; tutti i sacerdoti e religiosi santi; tutti gli uomini docili alla Chiesa per la loro eterna<br />
salvezza” (cf AD 328).<br />
2. <strong>Maria</strong> è modello e formatrice di ogni apostolo<br />
Circa un anno prima <strong>della</strong> dedicazione di questo <strong>San</strong>tuario, Don Alberione aveva scritto: “Il<br />
mondo ha bisogno di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. <strong>Maria</strong> lo dà per mezzo <strong>degli</strong> apostoli e<br />
<strong>degli</strong> apostolati, che Ella suscita, forma, assiste e incorona di frutti e di gloria in cielo” (AD<br />
108). <strong>Maria</strong> che dà Cristo al mondo, è ciò che vediamo subito quando contempliamo l’immagine<br />
<strong>della</strong> <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong>. Da quando trovò soddisfacente l’interpretazione del pittore G.B.<br />
Conti, il Fondatore insistete molto sulla necessità di leggere in quel gesto di <strong>Maria</strong> la funzione<br />
che Ella compie e il motivo per cui la riteniamo <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong>. Disse in una occasione:<br />
“Non si sa ancora abbastanza ciò che riguarda <strong>Maria</strong> <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong>, tanto che una volta<br />
ho sentito dire questa stranezza: nella immagine <strong>della</strong> <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong> non c’è nulla che<br />
riguardi l’apostolato. Ma non c’è <strong>Maria</strong> che dà Gesù? E che cos’è l’apostolato se non dare<br />
Gesù? Voi non fate una distribuzione di pane: fate una distribuzione di verità, per dare al mondo<br />
Gesù” (Pr RA 178, in Pensieri, 1972, p. 51). E durante l’ora di adorazione che ho ricordato, il<br />
Primo Maestro rivolse a <strong>Maria</strong> questa preghiera: “Continuate, o <strong>Maria</strong>, dal cielo, il vostro<br />
apostolato di dare al mondo Gesù: Via, Verità e Vita. Molte nazioni sono povere perché<br />
mancano di Gesù Cristo. Nuove generazioni si affacciano alla vita. Il mondo sarà salvo solo se<br />
accoglierà Gesù così com’è: tutta la sua dottrina, tutta la sua liturgia”. Di seguito, suggerì, per<br />
i programmi apostolici paolini, “un Vangelo pieno di catechismo e liturgia, un catechismo pieno<br />
di Vangelo e liturgia, una liturgia piena di Vangelo e catechismo”, e concluse esprimendo<br />
questa illuminante convinzione: “Gli editori possiedono la parola, la moltiplicano, la diffondono<br />
vestita di carta, carattere, inchiostro. Essi hanno sul piano umano, la missione che nel piano<br />
divino ebbe <strong>Maria</strong>: che fu Madre del Verbo Divino; Ella ha captato il Dio invisibile e lo ha reso<br />
visibile ed accessibile agli uomini, presentandolo in umana carne”.<br />
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1. <strong>Maria</strong> compie una permanente missione sociale nel mondo<br />
La terza prerogativa <strong>della</strong> <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong> che vogliamo rilevare oggi è la sua permanente<br />
missione sociale nel mondo. Il Beato Alberione si riferì a questa missione sociale di <strong>Maria</strong>,<br />
facendo un accenno al soggetto centrale nell’affresco <strong>della</strong> cupola: “Ecco nella prima cupola<br />
rappresentati i due gruppi oranti formati dai rappresentanti dell’umanità: dall’umile operaio al<br />
Pontefice Supremo. Tu, o <strong>Maria</strong>, hai una missione sociale. Primo: hai santificato una casa,<br />
domicilio delle virtù domestiche; custodisci la prima società che è la famiglia. Secondo: hai dato<br />
principio alla vita religiosa con il voto di verginità e l’osservanza di una perfetta obbedienza e<br />
povertà: custodisci la società religiosa. Terzo: hai portato sulle braccia la Chiesa nascente,<br />
società soprannaturale istituita dal tuo Figlio Gesù: custodisci la Chiesa. Quarto: ti venne<br />
affidata l’umanità, di cui sei madre spirituale e che devi affratellare in una società<br />
soprannaturale: per Te si uniscano gli uomini nella verità, carità, giustizia: custodisci la Società<br />
delle Nazioni. Quinto: In Gesù Cristo sei la Madre <strong>della</strong> civiltà, che sgorga dal Vangelo e si<br />
svolge nell’opera <strong>della</strong> Chiesa: custodisci la vera civiltà”. Secondo l’insegnamento del nostro<br />
Fondatore, la <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong>, non è soltanto “la prima devozione <strong>della</strong> Chiesa”; è la<br />
donna che può presiedere e far trascendere i nuovi tempi. “E’ l’ora <strong>della</strong> <strong>Regina</strong> Apostolorum.<br />
Oggi si moltiplicano gli apostolati; ed abbiamo il consolante risveglio dell’apostolato dei laici<br />
(……) <strong>Maria</strong> ha una missione apostolica per tutti i tempi (……) Notare – insiste Don Alberione<br />
– : oggi è l’ora di <strong>Maria</strong> <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong>. Ecco: Formiamo apostoli! E diamo loro per<br />
sostegno, conforto e guida la <strong>Vergine</strong> <strong>San</strong>tissima <strong>Regina</strong> <strong>degli</strong> <strong>Apostoli</strong>. Uno sguardo<br />
all’umanità: su un bel mappamondo, proviamoci a segnare le regioni cattoliche, le acattoliche,<br />
le mussulmane, pagane, buddiste, ecc.; e fra le cattoliche quelle dove il cristianesimo è vissuto<br />
nella famiglia, nelle scuole, nelle leggi, nelle relazioni sociali, ecc., e quelle dove i battezzati<br />
vivono una vita quasi paganeggiante. Spettacolo desolante!...” (cf UPS IV, 268ss). Questo è il<br />
mondo sfidante, cambiante e bisognoso cui siamo inviati per portare, come <strong>Maria</strong> e con <strong>Maria</strong>, il<br />
Salvatore e il suo Vangelo. Il Fondatore ha voluto che <strong>Maria</strong> fosse rappresentata in piedi, perché<br />
è, di fatto, sempre attiva, sollecita, vicina. Sono comprensibili gli interventi di Don Alberione<br />
mentre seguiva il processo <strong>degli</strong> affreschi di questo <strong>San</strong>tuario. Sentite queste osservazioni al<br />
pittore <strong>San</strong>tagata: “S. Giuseppe, quando andò sposo a <strong>Maria</strong> era un bel giovane, secondo i<br />
migliori scrittori; e va dipinto così”. “Alle nozze di Cana, non sembra si possa pensare Gesù<br />
che benedice, né la sposa con le mani giunte: ma Gesù un po’ indietro rispetto agli sposi (…),<br />
con occhio al cielo e le mani un po’ allargate verso gli sposi in atto di chiedere la benedizione<br />
del Signore su la nuova unione coniugale. La Madonna, niente mani giunte, [ma] indicante ai<br />
servi il loro compito di riempire le idrie…” (cf CISP, p. 595).<br />
Chiediamo anche noi, alla nostra Madre, Maestra e <strong>Regina</strong>, la grazia di inoltrare a Gesù<br />
l’acqua delle nostre idrie, affinché il Signore la trasformi in ottimo vino di entusiasmo<br />
apostolico, di fedeltà alla consacrazione, di rifioritura vocazionale.<br />
Sia lodato Gesù Cristo!<br />
(Roma, 10 maggio 2008)<br />
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