scuola di preghiera per giovani del nostro esserci... che ne sa lui?

20 scuola di preghiera per giovani del nostro esserci... che ne sa lui? 1

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Ponendo davanti a Dio il proprio essere polvere e accettando il limite temporale
della vita, il credente trova il nodo d’oro della sapienza, cioè riconoscersi creatura
e capire che la propria vita, per quanto breve, è dono, ed è sotto il segno della
misericordia divina: «Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: rafforza per
noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rafforza» (Sal 90,17).
Questa meditazione del Sal 90 sul senso del tempo e del trascorrere inesorabile
delle età della vita appare quanto mai provocatoria e alternativa alla mentalità
diffusa nell’odierna civiltà occidentale, per cui non ci si rassegna di fronte alle
rughe e si cercano rimedi in ogni direzione, dalla scienza medica fino alle
pratiche più esoteriche. Il tutto è al servizio di una persona mossa da una logica
di possesso e di potere, che non accetta di essere smentita in questa sua pretesa,
e vorrebbe conservare intatta l’immagine di successo e di efficienza, confusa
falsamente con il coraggio e la fortezza morale. Questa è la logica contraria alla
fede, perché la fede non è voler tutto dominare, ma accettare umilmente di
obbedire, nella gratitudine per il poco che si è e si ha.
Veniamo così al brano di Is 43,1-4. Sono parole raccolte nel libro di Isaia e
dovute ad un profeta che idealmente ne è il discepolo e che rivolge il suo
messaggio agli esuli deportati in Babilonia. È un messaggio di fiducia e di
consolazione, perché viene dal Signore, il Dio che può e vuole salvare il suo
popolo. È una salvezza che se da una parte richiama l’antico esodo, l’uscita di
Israele dalla schiavitù dell’Egitto, dall’altra la trascende perché è un esodo più
grandioso, che offre una risposta ai grandi interrogativi dell’esistenza umana, e
non solo ad alcuni problemi contingenti.
Con il suo messaggio, il profeta rivendica la potenza e la signoria di YHWH, la
cui parola è efficace nella creazione e nella storia, e apporta salvezza non solo ad
Israele, ma a tutte le nazioni, non solo ai gruppi, ma ad ogni singola persona.
Ecco allora un annuncio di salvezza che esorta alla fiducia nell’amore di Dio che
non abbandona mai chi confida in Lui: «Non temere!».
Il Signore è davvero disposto a riscattare il suo popolo, a qualsiasi prezzo. La
ragione di tutto ciò è il suo amore indefettibile ed immenso, con cui farà rivivere
ad Israele – e ad ogni credente – l’esperienza dell’essere chiamati, liberati,
custoditi, apprezzati, amati teneramente. I prodigi dell’esodo appariranno come
poca cosa, se confrontati con questa esperienza dell’amore di Dio: «Se dovrai
attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai
passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare,
poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore».
È davvero sconvolgente sapere che Dio ama a tal punto, da ritenere prezioso e
degno di stima quel popolo che poco prima il profeta ha dovuto dichiarare come
sordo e cieco verso il Signore!
In questo amore di Dio sta la domanda sul senso della vita che gli esuli si erano
posti con acuto dolore. In questo amore, che riveste di stima l’amato, sta la vera
consolazione, e l’incontro con una forza che ridà il coraggio e lo slancio per il
cammino: «Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i
giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano
nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi,
camminano senza stancarsi» (Is 40,29-31).
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FERRI DON LUIGI
Nato a Stezzano il 7 agosto 1961, è stato ordinato sacerdote nel 1993. Subito
dopo l’ordinazione sacerdotale è stato destinato alla parrocchia di Carvico come
Direttore dell’oratorio, poi Vicario Parrocchiale di Carvico e nel 2004 è stato
nominato parroco di Fiorine di Clusone. Dopo un brevissimo periodo nella
parrocchia di Colognola, don Luigi è stato destinato, come sacerdote Fidei
Donum alla Chiesa sorella della Costa d’Avorio, a Tanda nella Diocesi di
Bondoukou.
SARTINI CLAUDIA
E’ nata a Seriate il 19 ottobre del 1977. Ha vissuto nella parrocchia di
Grassobbio. La sua formazione è di carattere socio sanitario: ha studiato come
Operatore Socio Sanitario e ha lavorato sia in ospedale, sia in comunità
psichiatriche per minori. All’inizio del 2011 ha vissuto tre mesi in Madagascar
come volontaria in un piccolo ospedale. Ora Claudia è inviata come missionaria
laica in Costa d’Avorio, nella parrocchia di Agnibilekrou nella diocesi di
Abengourou.
La parola biblica offerta in questo incontro intreccia due brani. Il primo
raccoglie le nostre domande circa la fragilità del nostro vivere. Il secondo brano
– tratto da Isaia – offre invece una luminosa parola di consolazione che risponde
alle precedenti domande.
Veniamo innanzitutto al Sal 90, che ha la sovrascritta interessantissima:
Preghiera di Mosè, uomo di Dio. Infatti il salmista va a scuola da Mosè, l’eroe
biblico che giunge ad un passo dalla meta, ma non può toccarla, non può entrare
nella terra tanto sognata. Eppure muore nell’abbraccio di Dio o, meglio, nel
bacio di Dio, cioè riconciliato con la sua vita e con la sua morte.
Così il salmista va alla scuola di Mosè e la brevità della vita umana gli appare
come qualcosa che fa parte della natura dell’uomo, così come lo ha voluto il suo
Creatore. Eppure anche questa affermazione non è senza problema: è proprio
vero che Dio ha progettato una vita breve e sofferta per la sua creatura, posta al
centro dei suoi progetti? Oppure la brevità della vita umana è da valutarsi come
punizione delle proprie colpe, come esperienza dell’ira divina?
Il Sal 90 invita il credente a porsi in modo nuovo di fronte a questo limite, in
un modo sapiente, lontano dalla ribellione e dalla superficialità, nella
consapevolezza che è possibile, anche nella fugacità della vita, apprezzarne la
bontà e scoprire il volto buono del Creatore.
Andando alla scuola di Mosè si impara dunque a meditare sulla propria
finitezza: «Settanta sono gli anni della nostra vita, ottanta per i più robusti…».
Così il salmista esprime plasticamente la consapevolezza che la vita umana è
limitata, fugace; eppure egli è certo che la riflessione della fede apre la
possibilità di vivere il proprio limite in modo diverso da quello con cui lo vissero
l’uomo e la donna nel giardino dell’Eden.
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Vescovo
Tutti
Vescovo
Tutti
Vescovo
Tutti
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen
La pace sia con voi.
E con il tuo spirito.
O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli qui riuniti, perché
ascoltando il tuo Figlio Gesù, Parola di Verità, ti servano
con cuore fedele e generoso.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Cosa ne sai tu, Signore?
Del mio essere al mondo, delle mie paure, dei sogni, del mio
cercare, degli errori che faccio, del dolore, della mia gioia.
Cosa ne sai tu, Signore?
Del mio essere qui oggi a pregare con tanti fratelli: cosa ne
sai tu, Signore?
Questa domanda incalzante sarà il filo rosso che legherà,
lungo i prossimi mesi, i nostri incontri di preghiera.
L’Anno della fede ci invita ad andare alla radice delle
domande che abbiamo nel cuore, a farle sedimentare, a
cercare una risposta, a chiedere al Signore di risponderci.
Lo facciamo insieme a tanti fratelli che, nel condividere
questa bella inquietudine, sostengono il nostro cammino di
fede. Senza pretendere risposte immediate, ma con il
desiderio di ascoltare la Parola di Dio. Perché illumini le
nostre domande e rafforzi la nostra risposta!
Il cuore della domanda di questa sera ci porterà a mettere il
nostro “essere al mondo” davanti al mistero dell’amore del
Padre. Cosa ne sai tu, o Dio, di tutto questo?
Che lo Spirito del Risorto ci insegni ad attendere, ascoltare,
accogliere…
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?
Mi chiederà’ di uscire?
18 mesi senza trovare lavoro, senza stipendio…
Ma non ne faccio mai una giusta?
Che cosa ci sto a fare qui?
Promosso a pieni voti… e adesso?
Nessuno mi capisce!
E’ solo un uomo quello di cui parlo.
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Perché non mi guarda?
ò
ù
Non so più che cosa fare!
Oggi non ho ancora trovato un minuto per me.
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Vescovo
Tutti
Vescovo
Tutti
Vescovo
Tutti
Vescovo
Tutti
Vescovo
Tutti
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Dio Padre,
che ha manifestato la sua verità
e carità in Cristo,
vi faccia apostoli del Vangelo
e testimoni del suo amore nel mondo.
Amen
Il Signore Gesù
che ha promesso alla sua Chiesa
di essere presente sino alla fine dei secoli,
guidi i vostri passi e confermi le vostre parole.
Amen
Lo Spirito del Signore sia sopra di voi,
perché camminando per le strade del mondo possiate
evangelizzare i poveri
e sanare i contriti di cuore.
Amen
E su voi tutti qui presenti
scenda la benedizione †
di Dio Onnipotente
Padre e Figlio e Spirito Santo.
Amen
Abbiamo consumato i nostri anni come un sospiro.
Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
sì, passano in fretta e noi voliamo via.
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Sono un sogno;
al mattino sono come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e si rinnova,
alla sera è tagliata e secca.
dal salmo 89 .
Eccomi, Signore, sono qui.
Non ho un’idea chiara di dove sto andando,
non posso sapere con certezza come andrà a finire.
E non riesco nemmeno a capire fino in fondo me stesso.
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I missionari si accostano uno ad uno al Vescovo,
che consegna loro la croce dicendo:
Questa sera vorrei domandarti
la forza di stare davanti a Te
e lasciarmi toccare dalla tua Parola.
Ricevi questo segno
della carità di Cristo
e della nostra fede.
Predica il Cristo Crocifisso,
potenza di Dio e sapienza di Dio
Spirito di saggezza e di discernimento,
solo tu rischiari il mio cammino.
Spirito di coraggio e di perseveranza,
donami la grazia di ascoltare con verità
le domande che abitano il mio cuore.
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Signore Gesù,
che, mosso dallo Spirito Santo,
hai inviato i tuoi discepoli nel mondo
ad annunziare il Regno del Padre,
ti lodiamo
perché anche in noi hai suscitato
il desiderio di raggiungere ogni uomo.
Anche il nostro Sì
divenga segno della tua presenza viva
e operante nella Chiesa.
Con umile fiducia
mettiamo la nostra vita
al servizio del tuo Vangelo.
Partiamo portando nel cuore questa Chiesa
che ci ha generati alla fede
e che con noi gioisce per i nuovi orizzonti
che le si spalancano davanti.
L’esempio di Maria e la sua intercessione
ci aiutino ad essere dei veri credenti
e testimoni autentici dell’Abbà.
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Tutti
Vescovo
Tutti
Guarda, Signore, questi tuoi servi,
che investiti del segno della croce
inviamo come messaggeri di salvezza e di pace.
Guida i loro passi con la tua destra
e sostienili con la potenza della tua Grazia,
perché non vengano meno
sotto il peso delle fatiche apostoliche.
Risuoni nelle loro parole la voce di Cristo
e quanti li ascolteranno
siano attirati all’obbedienza del Vangelo.
Infondi nei loro cuori il tuo Santo Spirito,
perché, fatti tutto a tutti,
conducano a te, o Padre, una moltitudine di figli
che nella santa Chiesa ti lodano senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
Amen
Signore, Padre Santo,
che hai voluto fare della croce del tuo Figlio
l’origine di ogni benedizione
e la fonte di ogni grazia,
benedici † queste croci
e fa che quanti le porteranno davanti agli uomini
si impegnino a rinnovarsi
a immagine del tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli
Amen
Dal libro del profeta Isaia
Ora così dice il Signore che ti ha creato,
o Giacobbe,
che ti ha plasmato, o Israele:
«Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,
i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco,
non ti scotterai,
la fiamma non ti potrà bruciare,
poiché io sono il Signore, tuo Dio,
il Santo d’Israele, il tuo salvatore.
Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto,
l’Etiopia e Seba al tuo posto.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi,
perché sei degno di stima e io ti amo…
Non temere, perché io sono con te.
ò
Is 43,1-4a.5a
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– –
Don Luigi Ferri
sacerdote diocesano
alla Chiesa della Costa d’Avorio
Sartini Claudia
missionaria laica
alla Chiesa della Costa d’Avorio
;
;
ù
à
à
:
Vescovo
Ti benediciamo e ti lodiamo, o Dio
perché nel misterioso disegno
della tua misericordia
hai mandato nel mondo il tuo Figlio
per liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato
mediante l’effusione del sangue
e colmarli dei doni dello Spirito Santo.
Egli, vinta la morte, prima di salire a Te, o Padre,
mandò gli apostoli,
vicari del suo amore e del suo potere regale,
per annunziare ai popoli il Vangelo della vita
e immergere i credenti
nelle acque rigeneranti del Battesimo.
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- PRATICAMENTE -
Si apre ora il tempo in cui stare cuore a cuore con il Signore.
In questi minuti raccolgo gli spunti di preghiera, le mie
domande, le fatiche, le consolazioni… In un dialogo d’amore
provo a sentire il Signore che rivolge proprio a me quella
Parola che stasera mi ha colpito.
Mi possono aiutare il testo biblico, il crocifisso, la musica, le
immagini proiettate, il murales…
Salmo 139, 1-14
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
La mia parola non è ancora sulla lingua e
d ecco, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile.
Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano
e la luce intorno a me sia notte»,
nemmeno le tenebre per te sono tenebre
e la notte è luminosa come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
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Salmo 8
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
In esecuzione: Frédéric Chopin, Preludio op. 28 n. 15 “La goccia„
Una nota solitaria persiste, quasi fosse il suono della pioggia che filtra da un
foro, e attorno ad essa si strutturano i temi e le variazioni di questo celebre
preludio. L'immagine sonora della goccia è la metafora dell'uomo, del suo ‘io’
che persiste ineliminabile; ascoltandola, possiamo quasi prendere il suo
punto di vista e vedere le cose del mondo emergere effimere dalle melodie,
mentre noi rimaniamo al nostro posto fragili come gocce.
Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti
e il loro agitarsi è fatica e delusione
passano presto e noi voliamo via.
Sal 90,10
Non è difficile far nostre queste parole quando la vita e
le cose che facciamo sembrano mostrare una vaghezza,
un vuoto insopportabile. Eppure è altrettanto facile
tentare di dimenticare e di censurare a noi stessi
questo sentimento. È la censura del cuore che questo
salmo evita: Dio stesso raccoglie nella sua Parola
questo grido.
Donaci Signore la sapienza del cuore.
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Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha
plasmato, o Israele: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho
chiamato per nome: tu mi appartieni».
Is 43,1
Dio stesso prende parola nella storia degli uomini. Lo fa anche
nei momenti più bui, come quando predicava Isaia: ogni
speranza di pace e felicità sembra svanita davanti alla violenza
che minaccia rovina e deportazione. Ma Dio non rimane
indifferente: Egli ci conosce intimamente, ci conosce da padre.
Si rivolge a tutti e ad ognuno, alla storia che ci ha generato,
alle relazioni che tessono il volto concreto della vita di ciascuno
di noi.
“A time to…”. E’ il titolo che abbiamo scelto per la rubrica di
quest’anno. Uno strumento semplice ed agile per aiutare la
nostra preghiera quotidiana.
Lungo ogni giornata siamo attraversati da sentimenti molto
diversi tra loro. Il Signore si serve anche di questi per
parlarci e chiamarci a stare con Lui. Ecco allora un aiuto
perché la nostra preghiera aderisca sempre più alla vita di
ogni giorno. Consapevoli che anch’essa ha “un tempo per…”.
- Il tempo
dell’esserci -
Padre creatore rendici la chiarezza di essere tuoi figli
Perché io sono il Signore, tuo Dio…
Perché tu sei prezioso ai miei occhi
perché sei degno di stima e io ti amo…
Non temere, perché io sono con te.
Is 43,3-5
Dio non si disgusta del vuoto dei nostri giorni. Se la misura della nostra vita
ci sembra un nulla, egli stima prezioso questo niente. È il nostro Dio, il Dio
che per chiamarsi deve dirsi nostro. Desidera farsi nostro compagno e amico
fidato.
Signore, facci vivere nella speranza che dona la tua
compagnia.
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La rubrica di quest’anno
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