Versione .pdf - Consiglio regionale del Piemonte
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N UMERO 1<br />
2012<br />
G R U P P I D E L C O N S I G L I O<br />
➜<br />
86<br />
Popolo<br />
<strong>del</strong>la Libertà<br />
Luca Pedrale<br />
Vendere agli inquilini<br />
gli alloggi Atc<br />
Non solo le esigenze di contenimento<br />
<strong>del</strong>la spesa pubblica<br />
determinate dai minori trasferimenti<br />
statali e dal disavanzo<br />
ereditato dal precedente<br />
governo <strong>regionale</strong>, ma anche<br />
la necessità di razionalizzare i<br />
costi e ridurre gli sprechi, impongono<br />
all’amministrazione<br />
<strong>regionale</strong> l’adozione di criteri<br />
di rigore e di efficienza, con<br />
l’obiettivo di indirizzare le risorse<br />
disponibili verso i settori<br />
dove servono davvero, senza<br />
incrementare ulteriormente<br />
l’indebitamento <strong>del</strong>l’ente e<br />
soprattutto senza aumentare<br />
le tasse ai cittadini piemontesi.<br />
Sono questi i motivi che<br />
mi hanno indotto a rivedere<br />
le “Norme in materia di edilizia<br />
sociale”, ovvero la legge<br />
n. 3 <strong>del</strong> 17 febbraio 2010,<br />
una disciplina organica in<br />
materia di residenza pubblica<br />
sovvenzionata, che comprende<br />
anche l’ordinamento<br />
<strong>del</strong>le Agenzie Territoriali per<br />
la Casa. Ed è proprio la parte<br />
relativa all’ordinamento<br />
<strong>del</strong>le ATC che mi ha spinto<br />
a presentare una proposta<br />
di modifica a questa legge,<br />
modifica che si propone un<br />
duplice obiettivo: rispondere<br />
alle esigenze abitative di<br />
molte famiglie che desiderano<br />
diventare proprietarie<br />
<strong>del</strong>l’appartamento in cui risiedono<br />
da diversi anni, e allo<br />
stesso tempo evitare il dissesto<br />
finanziario <strong>del</strong>le Agenzie<br />
Territoriali per la Casa, destinato<br />
a ripercuotersi sulle casse<br />
<strong>del</strong>la Regione. La proposta<br />
che ho elaborato va infatti a<br />
incidere sui fronti <strong>del</strong> bilancio<br />
<strong>del</strong>le ATC e <strong>del</strong>l’alienazione<br />
<strong>del</strong> patrimonio pubblico.<br />
In particolare, per evitare<br />
quelle situazioni di disavanzo<br />
che, negli anni, possono portare<br />
a un vero e proprio tracollo<br />
economico, si propone<br />
di disporre l’obbligo <strong>del</strong> pareggio<br />
di bilancio per le ATC<br />
attraverso l’equilibrio dei costi<br />
e dei ricavi.<br />
Attualmente la legge dispone<br />
che, in caso di disavanzo di<br />
gestione, il consiglio di amministrazione<br />
<strong>del</strong>l’ATC presenti<br />
alla Giunta <strong>regionale</strong>, in allegato<br />
al bilancio, un piano di<br />
recupero <strong>del</strong> disavanzo con<br />
l’individuazione, anche su<br />
base pluriennale, <strong>del</strong>le risorse<br />
da destinare a tale scopo.<br />
La mia proposta di modifica<br />
si inserisce in questo contesto<br />
introducendo la necessità<br />
che, in tali casi, il piano di recupero<br />
contenga anche uno<br />
specifico piano di vendita degli<br />
alloggi di edilizia residenziale<br />
pubblica.<br />
Gli introiti <strong>del</strong>le vendite consentirebbero<br />
così non solo di<br />
ripianare eventuali disavanzi<br />
e conseguire l’obiettivo <strong>del</strong><br />
pareggio di bilancio, ma an-<br />
che di realizzare il sogno di<br />
tante famiglie che potranno<br />
finalmente diventare proprietarie<br />
<strong>del</strong>l’appartamento in cui<br />
vivono da tempo e sul quale<br />
hanno diritto di prelazione in<br />
caso di vendita. In un periodo<br />
di difficoltà economico-finanziarie<br />
quale quello attuale,<br />
ritengo sia di fondamentale<br />
importanza che le ATC continuino<br />
a svolgere il loro ruolo<br />
di enti pubblici di servizio, dotati<br />
di autonomia organizzativa,<br />
patrimoniale, amministrativa<br />
e contabile, senza pesare<br />
sulle casse <strong>del</strong>la Regione.<br />
È però difficile che vi riescano<br />
se non viene inserita per<br />
legge la clausola <strong>del</strong> pareggio<br />
di bilancio, da ottenere anche<br />
mediante la vendita di immobili.<br />
Per contro, se la mia proposta<br />
di legge non dovesse<br />
venire approvata, temo che<br />
le risorse economiche <strong>del</strong>la<br />
Regione potrebbero subire<br />
un ulteriore durissimo colpo.<br />
A causa <strong>del</strong>la reintroduzione<br />
<strong>del</strong>l’ex ICI, ora IMU, varata<br />
dal Governo, gli enti che gestiscono<br />
le case popolari in<br />
<strong>Piemonte</strong> si troveranno infatti<br />
a dover pagare - se non si riuscirà<br />
a ottenere un’esenzione<br />
per il valore sociale di queste<br />
abitazioni e degli enti che<br />
le gestiscono - 20 milioni di<br />
euro, 15 dei quali a Torino e<br />
provincia.<br />
È difficile che le ATC riescano<br />
a far fronte a tali spese e<br />
a garantire l’ordinaria manutenzione<br />
degli immobili a loro<br />
affidati contando esclusivamente<br />
sulle loro disponibilità<br />
economiche.<br />
Angiolino Mastrullo<br />
Fare luce sui criteri<br />
di ineleggibilità<br />
“A determinare la crisi attuale è<br />
stata la classe politica”. È quanto<br />
sottolinea, a chiare lettere, l’ultimo<br />
rapporto Eurispes, dal quale<br />
emerge chiaramente quanto sia<br />
pessimo il giudizio degli italiani<br />
nei confronti <strong>del</strong>la classe politica e<br />
<strong>del</strong>le istituzioni. Che quella odierna<br />
fosse l’era <strong>del</strong>la sfiducia verso<br />
la “politica” e i “politici” lo avevamo<br />
già capito: il primo pericoloso<br />
segnale di questo clima avverso<br />
ci è giunto dal crescente astensionismo<br />
che da troppo tempo<br />
si verifica ad ogni appuntamento<br />
elettorale. A dimostrare come la<br />
misura fosse ormai colma è stata<br />
la decisione dei politici e dei partiti<br />
di mettersi da parte lasciando il<br />
governo <strong>del</strong>la nazione nelle mani<br />
di “tecnici”: professori universitari,<br />
avvocati, banchieri, finanzieri,<br />
prefetti, dirigenti pubblici e di<br />
Onlus. Un segno di discontinuità<br />
rispetto al passato: non professionisti<br />
<strong>del</strong>la politica ma tecnici.<br />
Anche se a mio modesto parere<br />
non esiste un governo dei tecnici,<br />
perchè ogni tecnico è anche<br />
sostanzialmente un politico. La<br />
priorità <strong>del</strong>la politica - mentre il<br />
“governo dei tecnici” si appresta<br />
a risolvere con la bacchetta<br />
magica tutti i problemi <strong>del</strong> Paese: