Documento di scoping 1 - Orobievive
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In<strong>di</strong>ce pag. 1<br />
Titolo 1.<br />
Modello procedurale e metodologico del processo <strong>di</strong> Valutazione ambientale strategica<br />
VAS del ‘Centro coperto <strong>di</strong> sport invernali’ a Selvino pag. 2<br />
Titolo 2.<br />
Proposta dell’ambito <strong>di</strong> influenza dell’opera dello skidome a Selvino pag. 14<br />
2.1 Le componenti del territorio <strong>di</strong> Selvino<br />
Ambiti <strong>di</strong> influenza dello skidome, Impatti, Criticità<br />
2.1.A. Le componenti idro-geologiche, geo-morfologiche e sismiche pag. 16<br />
(a cura del dr. Filippo Leopar<strong>di</strong>)<br />
2.1.B. Le componenti fisico e ambientali pag. 50<br />
(a cura del dr. Renato Caldarelli)<br />
2.1.C. Le componenti paesaggistiche pag. 103<br />
(a cura dell’arch. paes. Luigino Pirola)<br />
2.1.D. Le componenti della mobilità e delle infrastrutture<br />
2.1.D.1 Le componenti della popolazione e salute umana pag. 129<br />
(a cura dell’arch. Massimo Novati)<br />
2.1.E. Le componenti territoriali e urbanistiche / criticità pag. 140<br />
(a cura degli architetti Mario Cortinovis Marco Lameri)<br />
2.2 La struttura territoriale <strong>di</strong> Selvino e lo skidome pag. 173<br />
2.3 I temi e le criticità in relazione allo skidome pag. 176<br />
2.4 In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> zone SIC-ZPS e parchi pag. 177<br />
2.5 Orientamenti preliminari per la costruzione <strong>di</strong> un Centro coperto per sport pag. 180<br />
invernali a Selvino<br />
2.6 Quadro SWOT pag. 182<br />
Titolo 3.<br />
Portata delle informazioni da includere nel Rapporto ambientale pag. 185<br />
Allegati pag. 190<br />
a) DOC 3A <strong>Documento</strong> <strong>di</strong> inquadramento (a cura <strong>di</strong> Ced Ingegneria)<br />
b) VAS-04 planimetria <strong>di</strong> inquadramento 1/1000 (a cura <strong>di</strong> Ced Ingegneria)<br />
c) VAS-05 planimetria <strong>di</strong> inquadramento 1/500 (a cura <strong>di</strong> Ced Ingegneria)<br />
d) DOC 05 Verifica per applicazione della VIA (a cura <strong>di</strong> Ced Ingegneria)<br />
1
Titolo 1.<br />
Modello procedurale e metodologico del processo <strong>di</strong> Valutazione<br />
ambientale strategica VAS del ‘Centro coperto <strong>di</strong> sport invernali’<br />
a Selvino<br />
2
Riferimenti normativi<br />
La Normativa stabilisce che la valutazione ambientale consiste nella messa a <strong>di</strong>sposizione dei<br />
piani, programmi, progetti, ecc., nell’elaborazione <strong>di</strong> un rapporto <strong>di</strong> impatto ambientale, nello<br />
svolgimento <strong>di</strong> consultazioni, nella valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle<br />
consultazioni nell’iter decisionale. In particolare il rapporto ambientale deve in<strong>di</strong>viduare,<br />
descrivere e valutare gli effetti significativi che l’attuazione dell’opera potrebbe avere<br />
sull’ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito<br />
territoriale del PRG.<br />
Il Manuale per la valutazione ambientale dei Piani <strong>di</strong> Sviluppo Regionale e dei Programmi dei<br />
Fon<strong>di</strong> Strutturali dell’UE definisce la VAS come “un processo sistematico teso a valutare le<br />
conseguenza sul piano ambientale delle azioni proposte ai fini <strong>di</strong> garantire che tali conseguenza<br />
siano incluse a tutti gli effetti, affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo<br />
decisionale e poste sullo stesso piano delle considerazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne economico e sociale”.<br />
Da ciò si evince il carattere <strong>di</strong> processo della VAS, cioè un’azione sistematica <strong>di</strong> valutazione<br />
ben <strong>di</strong>versa dalla valutazione applicata a posteriori della stesura del progetto. La VAS viene<br />
quin<strong>di</strong> intesa e applicata come strumento <strong>di</strong> accompagnamento al processo <strong>di</strong> formazione<br />
dell’opera: ha lo scopo principale <strong>di</strong> orientare le scelte favorendo una comprensione degli<br />
aspetti <strong>di</strong> natura ambientale, economica, sociale, storico culturale. Tale supporto viene<br />
garantito attraverso l’analisi delle problematiche in relazione a <strong>di</strong>fferenti scenari progettuali<br />
prefigurati durante la redazione del progetto.<br />
Il coinvolgimento del pubblico e dei soggetti competenti interessati aumenta la trasparenza del<br />
processo <strong>di</strong> pianificazione.<br />
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è uno strumento <strong>di</strong> analisi delle scelte <strong>di</strong><br />
programmazione e pianificazione ispirate al principio <strong>di</strong> precauzione, in una prospettiva <strong>di</strong><br />
sviluppo durevole e sostenibile. Gli obiettivi delle decisioni e delle azioni del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
VAS riguardano:<br />
• la salvaguar<strong>di</strong>a, la tutela e il miglioramento della qualità dell`ambiente;<br />
• la protezione della salute umana;<br />
• l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.<br />
Nel 1987 è stato presentato dalla World Commission on Environment and Development il<br />
rapporto “Il futuro <strong>di</strong> tutti noi” (Our Common Future) sui cambiamenti globali, noto come<br />
Rapporto Brundtland, nel quale si riconosceva il concetto <strong>di</strong> sviluppo sostenibile definito come<br />
“quello sviluppo capace <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le necessità della generazione presente senza<br />
compromettere la capacità delle generazioni future <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le proprie necessità”.<br />
L’interrelazione tra sviluppo, risorse e ambiente naturale è stata seriamente affrontata nella<br />
Conferenza Mon<strong>di</strong>ale su “Ambiente e Sviluppo” tenuta a Rio de Janeiro nel 1992, dove i<br />
principali governi del mondo hanno considerato la questione come una delle sfide principali per<br />
un nuovo futuro basato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica.<br />
Dieci anni dopo, nel 2002, a Johannesburg, in occasione del Vertice Mon<strong>di</strong>ale sullo Sviluppo<br />
Sostenibile è stato approvato il Piano <strong>di</strong> Attuazione contenente strategie finalizzate a modelli<br />
sostenibili <strong>di</strong> produzione e consumo.<br />
Le più recenti impostazioni <strong>di</strong> “economia dell’ecologia”, propongono una riorientazione<br />
dell’economia per perseguire la sostenibilità: produzione e consumi basati sul principio <strong>di</strong><br />
precauzione. Infatti, il concetto <strong>di</strong> sviluppo sostenibile, fondamentale riferimento per la VAS,<br />
affronta gli aspetti ambientali contestualmente a quelli sociali ed economici; gli obiettivi <strong>di</strong><br />
conservazione dei beni ambientali, devono essere integrati in tutte le decisioni <strong>di</strong> trasformazione<br />
e sviluppo che traggono origine dai piani, programmi e progetti.<br />
La figura mostra il Modello Complessivo <strong>di</strong> riferimento per la VAS; un triangolo i cui vertici<br />
comprendono i tre sistemi Economia – Ambiente – Società e ai lati la relativa traduzione<br />
3
spaziale in termini <strong>di</strong> Ecosistema – Paesaggio – Territorio. L’interazione equilibrata dei tre<br />
gran<strong>di</strong> sistemi garantisce lo sviluppo sostenibile.<br />
Lo schema triangolare in figura sintetizza il concetto <strong>di</strong> sostenibilità: i tre vertici rappresentano<br />
rispettivamente la polarizzazione degli aspetti ambientali, economici e sociali ed i tre lati le<br />
relazioni tra le polarità che possono manifestarsi come sinergie o come conflitti. Il<br />
compromesso tra i tre estremi è rappresentato da un punto lungo ogni asse <strong>di</strong> misura. Il<br />
congiungimento <strong>di</strong> tali punti forma una superficie triangolare che può essere definita come<br />
“vivibilità teorica” o “qualità della vita”.<br />
Quin<strong>di</strong> all’interno del triangolo che rappresenta la “vivibilità ideale” si colloca la “vivibilità<br />
reale” raggiunta attraverso il progetto. Ogni alternativa <strong>di</strong> progetto dà luogo a un triangolo che<br />
illustra la qualità <strong>di</strong> vita raggiungibile.<br />
4
SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE<br />
z<br />
c<br />
x<br />
a<br />
b<br />
y<br />
SOSTENIBILITA’ ECONOMICA<br />
SOSTENIBILITA’ SOCIALE<br />
Vivibilità ideale L’area del triangolo xyz corrispondente al 100% delle sostenibilità rapprese<br />
massimo della “vivibilità” teorica.<br />
Vivibilità reale Il triangolo abc rappresenta la “vivibilità” realmente raggiunta attraverso il p<br />
Ogni alternativa <strong>di</strong> piano dà luogo a un triangolo che illustra la “qualità <strong>di</strong> vita” raggiungibile.<br />
N. Fabiano P.L. Paolillo “La valutazione ambientale nel progetto”<br />
Normativa europea<br />
- Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001<br />
Normativa nazionale<br />
- decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152<br />
Normativa regionale<br />
- LR 12 del 11 marzo 2005<br />
- Delibera Consiglio regionale 8/351 del 13 marzo 2007<br />
- Delibera Giunta regionale 8/6420 del 27 <strong>di</strong>cembre 2007<br />
- Delibera Giunta regionale 8/10971 del 30 <strong>di</strong>cembre 2009<br />
- Delibera Giunta regionale 8/761 del 10 novembre 2010.<br />
5
Le principali fasi del percorso metodologico sono così riassumibili: l’autorità procedente –lo<br />
STER- (che recepisce e approva il progetto), contestualmente al processo <strong>di</strong> formazione del<br />
progetto, avvia la V.A.S. che comprende:<br />
• la redazione del documento <strong>di</strong> <strong>scoping</strong>;<br />
• l’elaborazione del Rapporto Ambientale;<br />
• lo svolgimento <strong>di</strong> consultazioni;<br />
• la valutazione del Rapporto Ambientale e degli esiti delle consultazioni;<br />
• la decisione;<br />
• il monitoraggio.<br />
L’art. 5 della Direttiva CE n. 42/2001 sottolinea il livello delle informazioni che possono essere<br />
ragionevolmente richieste e che devono considerare: il livello delle conoscenze, i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
valutazioni correnti, i livelli <strong>di</strong> dettaglio. L’analisi considera il quadro complessivo dello<br />
sviluppo sostenibile dove prevalgono gli aspetti ambientali, unitamente all’analisi socioeconomica.<br />
Sulla base del rapporto preliminare relativo agli effetti ambientali del progetto, si procede alla<br />
consultazione con i vari soggetti competenti in materia ambientale, per giungere alla redazione<br />
del rapporto ambientale. Nell’elaborato tecnico “debbono essere in<strong>di</strong>viduati, descritti e valutati<br />
gli impatti significativi” attesi con l’attuazione del piano o programma. Oltre all’analisi degli<br />
impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio socio culturale, vengono verificate le<br />
“ragionevoli alternative” in<strong>di</strong>viduate in funzione degli obiettivi e dell’ambito territoriale<br />
interessato dalla pianificazione.<br />
Nella redazione del Rapporto Ambientale sono essenziali l’estensione e la qualità dei sistemi<br />
informativi territoriali per sfruttare al meglio il quadro conoscitivo già acquisito nei vari<br />
contesti decisionali. Il modo in cui si giunge alla realizzazione dell’elaborato finale deve essere<br />
preceduto da passaggi interme<strong>di</strong> che consentano ai soggetti interessati <strong>di</strong> poter verificare gli<br />
orientamenti che sta assumendo il progetto.<br />
In seguito all'attività <strong>di</strong> monitoraggio per il controllo e la valutazione degli effetti indotti<br />
dall'attuazione del progetto, l'elaborazione perio<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> un bilancio sull'attuazione degli<br />
interventi può proporre azioni correttive (ove necessario) attraverso l'utilizzo <strong>di</strong> procedure <strong>di</strong><br />
revisione degli interventi.<br />
Il percorso integrato progetto/VAS<br />
La Valutazione Ambientale Strategica del progetto deve essere lo strumento prioritario per<br />
garantire la sostenibilità del progetto, il nodo cruciale della VAS è “costituito dalla sua capacità<br />
<strong>di</strong> integrare e rendere coerente il processo <strong>di</strong> progettazione orientandolo verso la sostenibilità”<br />
tale integrazione “è rappresentata dall’interazione positiva e creativa tra la progettazione e la<br />
valutazione durante tutto il processo <strong>di</strong> impostazione e redazione del progetto; il <strong>di</strong>alogo<br />
permanente permette aggiustamenti e miglioramenti continui, che si riflettono nel prodotto<br />
finale rendendolo molto più consistente e maturo”.<br />
Fondamentale in questo processo, al fine <strong>di</strong> garantire un corretto sviluppo procedurale e quin<strong>di</strong><br />
contenutistico, è l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong> partecipazione già dalle prime fasi<br />
d’elaborazione del progetto, ecco perché altre forme <strong>di</strong> integrazione tra valutazione e progetto<br />
sono “la comunicazione e il coor<strong>di</strong>namento tra i <strong>di</strong>versi enti e organi dell’amministrazione<br />
coinvolti nel progetto”. Considerando i molteplici contenuti e i relativi legami che un progetto<br />
può comprendere, dagli aspetti ambientali, a quelli socio-economici, non è imme<strong>di</strong>ato riuscire a<br />
coor<strong>di</strong>nare <strong>di</strong>fferenti istanze derivanti da competenze <strong>di</strong>verse.<br />
6
Approccio metodologico - procedurale adottato per l’AdP Skidome<br />
La Segreteria Tecnica Regionale per l’AdP Skidome nella seduta in Regione Lombar<strong>di</strong>a del 22<br />
luglio 2011 ha stabilito le seguenti fasi per l’AdP e per la relativa VAS:<br />
• Avvio proce<strong>di</strong>mento, in<strong>di</strong>viduazione autorità competente e procedente, in<strong>di</strong>viduazione<br />
soggetti interessati VAS<br />
• Prima conferenza <strong>di</strong> valutazione<br />
• Deposito Rapporto Ambientale<br />
• Istanza parere PTCP<br />
• Forum<br />
• Segreteria Tecnica per con<strong>di</strong>visione 1° bozza <strong>di</strong> AdP<br />
• 2^ Conferenza <strong>di</strong> Valutazione<br />
• Termine presentazione Osservazioni<br />
• Rilascio parere Provincia compatibilità PTCP<br />
• Segreteria Tecnica: con<strong>di</strong>visione controdeduzioni<br />
• Verifica assoggettamento/esclusione VIA<br />
• Conclusione verifica VIA<br />
• Segreteria Tecnica: con<strong>di</strong>visione definiva AdP<br />
• Approvazione in Giunta AdP e VAS<br />
• Sottoscrizione AdP<br />
• Ratifica Consiglio Comunale <strong>di</strong> Selvino<br />
• Decreto Presidente Giunta Regionale.<br />
– Lo schema del processo <strong>di</strong> AdP e della Valutazione Ambientale Strategica<br />
7
Il percorso metodologico procedurale è delineato dalla Deliberazione della Giunta Regionale 10<br />
novembre 2010, n. 9/761 Allegato 1l “Modello metodologico procedurale e organizzativo della<br />
valutazione ambientale <strong>di</strong> piani e programmi (VAS) – Accordo <strong>di</strong> Programma promosso dalla<br />
Regione” comportante Variante urbanistica e riassunto nello schema.<br />
Fase del AdP AdP per skidome/Variante urbanistica Valutazione Ambientale VAS<br />
decisione in merito alla promozione dell’AdP<br />
Incarico per la redazione del Rapporto Ambientale<br />
Fase<br />
Preparazione<br />
Deliberazione Giunta Regionale IX/2012 del<br />
20.7.2011 con assoggettabilità VAS,<br />
in<strong>di</strong>viduazione Autorità competente e procedente<br />
per la VAS<br />
Assoggettabilità VAS<br />
Determinazione obiettivi generali<br />
Definizione ambito <strong>di</strong> influenza (<strong>scoping</strong>),<br />
definizione della portata delle informazioni da<br />
includere nel R.A.<br />
Costruzione scenario <strong>di</strong> riferimento<br />
Analisi coerenza esterna<br />
Elaborazione<br />
redazione<br />
Conferenza <strong>di</strong><br />
valutazione<br />
Decisione<br />
Approvazione AdP<br />
Ratifica AdP e<br />
Variante urbanistica<br />
Definizione obiettivi specifici e linee <strong>di</strong> azione,<br />
alternative/scenari <strong>di</strong> sviluppo e definizione delle<br />
azioni da mettere in campo per attuarli<br />
Proposta <strong>di</strong> schema <strong>di</strong> ipotesi <strong>di</strong> AdP<br />
La Provincia valuta la compatibilità del progetto<br />
con il PTCP , introduce la Variante con le<br />
procedure previste dalla LR 12/2005<br />
Messa a <strong>di</strong>sposizione e deposito per 60 gg del<br />
progetto <strong>di</strong> Variante ai Piani, del Rapporto<br />
Ambientale e dell’AdP, pubblicazione sul BURL<br />
e sul sito (art. 10 D.Lgs 152/2006, artt. 6 e 92 LR<br />
12/2005<br />
Stima effetti ambientali attesi, valutazione<br />
alternative della variante urbanistica e scelta <strong>di</strong><br />
quella più sostenibile, analisi coerenza interna,<br />
progettazione sistema monitoraggio<br />
Rapporto Ambientale e Sintesi non tecnica<br />
Valutazione proposta variante, <strong>di</strong> AdP, <strong>di</strong> Rapporto Ambientale e <strong>di</strong> prima ipotesi <strong>di</strong> AdP<br />
PARERE MOTIVATO<br />
pre<strong>di</strong>sposto dall’Autorità competente per la VAS d’intesa con l’Autorità procedente<br />
L’Autorità competente in materia <strong>di</strong> VAS d’intesa con l’Autorità procedente esaminate le osservazioni<br />
formula il parere motivato<br />
Deliberazione <strong>di</strong> Giunta regionale <strong>di</strong> approvazione dell’ipotesi <strong>di</strong> AdP, comprensiva del Rapporto<br />
Ambientale e Dichiarazione <strong>di</strong> sintesi<br />
Entro 30 giorni dalla sottoscrizione degli Enti il Consiglio Comunale <strong>di</strong> Selvino ratifica e<br />
contestualmente controdeduce le osservazioni pervenute in merito alla variante urbanistica<br />
Attuazione e gestione<br />
Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale l’AdP comprensivo <strong>di</strong> Rapporto Ambientale e la<br />
<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> sintesi finale viene approvato in via definitiva e pubblicato su BURL e sito web<br />
Controdeduzioni alle osservazioni presentate a seguito <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> sostenibilità<br />
Monitoraggio dell’attuazione del progetto<br />
Monitoraggio dell’andamento degli in<strong>di</strong>catori<br />
previsti<br />
Azioni <strong>di</strong> eventuali interventi correttivi<br />
Rapporti <strong>di</strong> monitoraggio dell’AdP e valutazione<br />
perio<strong>di</strong>ca<br />
8
Dati <strong>di</strong>sponibili e fonti <strong>di</strong> informazione<br />
Le principali fonti <strong>di</strong> dati sullo stato dell’ambiente nel territorio <strong>di</strong> Selvino in esame che sono<br />
utilizzate per la redazione del Rapporto Ambientale sullo Skidome sono schematizzate nella<br />
seguente tabella<br />
– DATI DA INSERIRE NEL RAPPORTO AMBIENTALE E RELATIVE FONTI.<br />
Settore Dati Fonte<br />
Numero residenti, numero dei<br />
nuclei famigliari, densità<br />
Popolazione e<br />
abitativa, trend demografico,<br />
società<br />
popolazione per fasce d'età,<br />
ISTAT, Anagrafe comunale<br />
stranieri residenti.<br />
Economia<br />
Aria e clima<br />
Acqua<br />
Numero <strong>di</strong> aziende e <strong>di</strong> addetti<br />
per tipologia <strong>di</strong> attività<br />
Situazione meteo climatica;<br />
Presenza <strong>di</strong> centraline <strong>di</strong> misura<br />
per la qualità dell'aria, qualità<br />
dell'aria, fonti <strong>di</strong> emissione;<br />
eventuali problematiche<br />
olfattive.<br />
Reticolo idrico; Qualità delle<br />
acque superficiali; Qualità<br />
acque sotterranee; Capacità<br />
protettiva dei suoli; Consumi<br />
idrici e scarichi fognari; Rete<br />
acquedottistica e fognaria,<br />
sfioratori, depuratore.<br />
Comune, ISTAT, Provincia<br />
Rapporto provinciale sulla<br />
qualità dell'aria <strong>di</strong> ARPA;<br />
Rapporto sullo Stato<br />
dell'Ambiente <strong>di</strong> ARPA; Ufficio<br />
Tecnico Comunale<br />
Stu<strong>di</strong>o per il Reticolo Idrico<br />
Minore; Rapporto sullo Stato<br />
dell'Ambiente <strong>di</strong> ARPA; Ufficio<br />
Tecnico Comunale; Ente gestore<br />
del servizio idrico integrato;<br />
Piano d'Ambito dell'ATO;<br />
Programma <strong>di</strong> Tutela e Uso delle<br />
Acque della Lombar<strong>di</strong>a;<br />
Rapporto sullo stato<br />
dell’ambiente della provincia <strong>di</strong><br />
BG.<br />
Geologia e sismica<br />
Uso del suolo<br />
Natura e paesaggio<br />
Carta dei vincoli, classi <strong>di</strong><br />
fattibilità geologica, scenari <strong>di</strong><br />
pericolosità sismica.<br />
Uso del suolo; SAU e SAT,<br />
numero aziende agricole e<br />
zootecniche e loro superficie;<br />
Valore agricolo dei suoli Carta<br />
<strong>di</strong> attitu<strong>di</strong>ne allo span<strong>di</strong>mento<br />
fanghi e attitu<strong>di</strong>ne allo<br />
span<strong>di</strong>mento dei reflui<br />
zootecnici. Presenza <strong>di</strong> siti<br />
contaminati e opere <strong>di</strong> bonifica<br />
in corso; Presenza <strong>di</strong> ambiti<br />
estrattivi; Presenza <strong>di</strong><br />
oleodotti/metanodotti.<br />
Presenza <strong>di</strong> siti <strong>di</strong> Rete Natura<br />
2000; Presenza <strong>di</strong> aree protette<br />
(eventuali proposte <strong>di</strong> PLIS);<br />
Dotazione e qualità del verde<br />
pubblico; Rete Ecologica<br />
Regionale; Alberi monumentali;<br />
Paesaggio.<br />
Stu<strong>di</strong>o geologico comunale.<br />
Rapporto sullo Stato<br />
dell'Ambiente <strong>di</strong> ARPA; ISTAT;<br />
Piano Cave; geoportale della<br />
Provincia <strong>di</strong> BG; Geoportale della<br />
Lombar<strong>di</strong>a; Programma <strong>di</strong> Tutela<br />
e Uso delle Acque della<br />
Lombar<strong>di</strong>a; Rapporto sullo stato<br />
dell’ambiente della provincia <strong>di</strong><br />
BG; ente gestore <strong>di</strong><br />
metanodotti/oleodotti.<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a; Geoportale<br />
della Provincia <strong>di</strong> BG; Ufficio<br />
Tecnico Comunale.<br />
9
Settore Dati Fonte<br />
Sistema viario e flussi <strong>di</strong><br />
Viabilità<br />
traffico; Percorsi ciclopedonali<br />
Provincia; Ufficio Tecnico<br />
e percorsi <strong>di</strong> fruizione<br />
Comunale.<br />
paesistica; Servizi <strong>di</strong> trasporto<br />
pubblico.<br />
Elettromagnetismo<br />
Rifiuti<br />
Siti ra<strong>di</strong>obase e antenne per la<br />
telefonia mobile; Elettrodotti e<br />
fasce <strong>di</strong> rispetto; gas radon.<br />
Produzione <strong>di</strong> rifiuti per<br />
tipologia, raccolta <strong>di</strong>fferenziata;<br />
presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> trattamento<br />
e stoccaggio dei rifiuti.<br />
Rapporto sullo Stato<br />
dell'Ambiente <strong>di</strong> ARPA; Rapporto<br />
sullo stato dell’ambiente della<br />
provincia <strong>di</strong> BG; Ente gestore<br />
della rete elettrica; Ufficio<br />
Tecnico Comunale; ASL.<br />
Piano Provinciale <strong>di</strong> Gestione dei<br />
rifiuti; Osservatorio rifiuti<br />
provinciale; Rapporto sullo stato<br />
dell’ambiente della provincia <strong>di</strong><br />
BG; Ufficio Tecnico Comunale.<br />
Rumore<br />
Zonizzazione acustica, piani <strong>di</strong><br />
risanamento, eventuali esposti.<br />
Ufficio Tecnico Comunale;<br />
Zonizzazione acustica comunale.<br />
Energia<br />
Consumo <strong>di</strong> energia per fonte e<br />
per settore; reti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione;<br />
utilizzo <strong>di</strong> energie rinnovabili.<br />
Portale informativo SIRENA;<br />
Ufficio Tecnico Comunale; Ente<br />
gestore.<br />
Rischio <strong>di</strong><br />
Incidente Rilevante<br />
Altri elementi <strong>di</strong><br />
pressione<br />
Presenza <strong>di</strong> Aziende a Rischio<br />
<strong>di</strong> Incidente Rilevante nel<br />
territorio comunale, o<br />
all'esterno del Comune ma per<br />
cui siano presenti aree <strong>di</strong><br />
ipotesi incidentale nel comune.<br />
Altri elementi <strong>di</strong> pressione<br />
riscontrati durante l'analisi del<br />
territorio e dal confronto con i<br />
soggetti coinvolti, non inclusi<br />
nella lista precedente.<br />
Ufficio Tecnico Comunale,<br />
Provincia; Protezione Civile<br />
nazionale.<br />
Ufficio Tecnico Comunale, enti<br />
competenti in materia<br />
ambientale, enti e soggetti<br />
territorialmente interessati.<br />
Soggetti interessati al proce<strong>di</strong>mento<br />
Il 24 maggio 2011 il rappresentante legale Willy Nardelli della Società Neveland srl ha<br />
avanzato richiesta al Comune <strong>di</strong> Selvino <strong>di</strong> promozione <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> programmazione<br />
negoziata regionale per la realizzazione della prima infrastruttura in Italia destinata alla pratica<br />
<strong>di</strong> sport invernali al coperto.<br />
Con Delibera n. 38 del 24 maggio 2011 la Giunta del Comune <strong>di</strong> Selvino ha preso atto della<br />
istanza della società Neveland srl e ha richiesto con nota del 25 maggio 2011 a Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a la promozione <strong>di</strong> Accordo <strong>di</strong> Programma.<br />
Insieme alla Provincia <strong>di</strong> Bergamo e al Comune <strong>di</strong> Selvino e con l’adesione della società<br />
Neveland srl, la Giunta Regionale ha deciso con Delibera n. IX/2012 del 20 luglio 2011 <strong>di</strong><br />
promuovere l’Accordo <strong>di</strong> Programma per la realizzazione <strong>di</strong> infrastrutture per la pratica <strong>di</strong><br />
sport invernali al coperto finalizzate al rilancio dell’offerta turistica e alla tenuta occupazionale<br />
dell’altopiano <strong>di</strong> Selvino. La Giunta Regionale ha altresì deciso <strong>di</strong> avviare il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
Valutazione ambientale strategica VAS relativa all’Accordo <strong>di</strong> Programma in<strong>di</strong>viduando quale<br />
Autorità procedente lo STER <strong>di</strong> Bergamo e quale Autorità competente la DG Territorio e<br />
Urbanistica della Regione.<br />
10
Proponente<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a, Provincia <strong>di</strong> Bergamo e Comune <strong>di</strong> Selvino<br />
con l’adesione della società Neveland srl<br />
Autorità competente<br />
Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione<br />
Autorità procedente<br />
Sede Territoriale <strong>di</strong> Bergamo della Regione Lombar<strong>di</strong>a STER<br />
Soggetti competenti in materia ambientale<br />
(Direzione Beni e Attività Culturali, Direzione Beni Archeologici, Soprintendenza Beni<br />
architettonici e del paesaggio, Soprintendenza Beni Ambientali, Comunità Montana Valle<br />
Seriana, Arpa, Asl, ecc.)<br />
Enti territorialmente interessati<br />
(Regione, Provincia, Comunità Montana, SAB, TEB, Comune <strong>di</strong> Albino, Comune <strong>di</strong> Algua,<br />
Comune <strong>di</strong> Aviatico, Comune <strong>di</strong> Nembro, ecc.)<br />
Enti funzionalmente interessati<br />
(AMIAS Servizi srl, A2A Brescia -servizio gas metano, Bergamelli MM Nembro -servizi<br />
ecologici e rifiuti, ecc.)<br />
Pubblico<br />
(Italia Nostra BG, Legambiente BG, WWF BG, CAI BG, FISI BG, Polisportiva Selvino,<br />
Associazioni agricoli, industriali, turismo, commercio, culturali, ecc.)<br />
Estensori del PRG vigente<br />
arch. Mario Cortinovis arch. Marco Lameri<br />
Professionisti estensori della VAS<br />
arch. M. Cortinovis, arch. M. Lameri, arch. paes. Luigino Pirola, arch. Massimo Novati, dr.<br />
Renato Caldarelli, dr. Filippo Leopar<strong>di</strong><br />
Progettisti dello skidome<br />
Ced Ingegneria srl<br />
11
Riferimenti metodologici per la valutazione dell’opera<br />
La procedura <strong>di</strong> Valutazione è quella stabilita dalla Normativa vigente. In particolare la<br />
procedura <strong>di</strong> riferimento è quella stabilita dallo schema metodologico procedurale<br />
dell’Allegato 1 alla DGR n. 761 del 10 novembre 2010.<br />
L’approccio utilizzato per l’implementazione della procedura <strong>di</strong> Valutazione ambientale<br />
strategica prende le mosse dalla <strong>di</strong>sanima delle pratiche <strong>di</strong> fruizione del luogo.<br />
Queste pratiche, attuate da coloro che vivono, lavorano o stu<strong>di</strong>ano a Selvino, hanno la<br />
caratteristica peculiare <strong>di</strong> ‘conformare’ il luogo in cui si svolgono (<strong>di</strong> dare forma) e, nello<br />
stesso tempo <strong>di</strong> esserne ‘con<strong>di</strong>zionate’: è questa con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> reciprocità che costituisce la<br />
peculiarità del sito e <strong>di</strong> coloro che lo vivono.<br />
Le pratiche <strong>di</strong> fruizione del luogo sono ‘animate’ da un complesso quadro <strong>di</strong> aspirazioni<br />
(speranze, desiderata, attese,..) portate dal soggetto che le attua: la persona, intesa nel suo<br />
essere ‘in relazione’.<br />
La qualità della vita, o meglio sarebbe <strong>di</strong>re la percezione della qualità della vita a Selvino, è<br />
legata alla corrispondenza che viene percepita, dal singolo come dai gruppi, tra quelle<br />
aspirazioni ed attese e le possibilità concrete <strong>di</strong> attuarle nel sito specifico secondo modalità<br />
effettivamente praticabili.<br />
Le aspirazioni ed attese del singolo o della comunità <strong>di</strong> Selvino devono avere poi un altro<br />
importante requisito: devono essere sod<strong>di</strong>sfabili senza compromettere la possibilità per le<br />
generazioni future <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i propri bisogni. Questa con<strong>di</strong>zione è quella che classicamente<br />
si chiama sostenibilità.<br />
Valutare quin<strong>di</strong> la sostenibilità dell’intervento <strong>di</strong> trasformazione <strong>di</strong> una porzione del territorio<br />
<strong>di</strong> Selvino per destinarlo ad attività <strong>di</strong> sport invernali al coperto – in pratica delle scelte e degli<br />
in<strong>di</strong>rizzi per governare le trasformazione <strong>di</strong> una parte del territorio- comporta quin<strong>di</strong><br />
l’espressione <strong>di</strong> un duplice giu<strong>di</strong>zio: innanzitutto la capacità delle <strong>di</strong>verse opzioni proposte <strong>di</strong><br />
incontrare le aspirazioni e le attese del singolo e della comunità <strong>di</strong> Selvino e, nello stesso<br />
momento, accertarsi che la scelta che verrà attuata non pregiu<strong>di</strong>chi la possibilità che le<br />
generazioni dopo <strong>di</strong> noi possano godere <strong>di</strong> una analoga qualità della vita. Analoga, pur nella<br />
certezza che le attese e le aspirazioni <strong>di</strong> domani non saranno certamente quelle <strong>di</strong> oggi, mentre,<br />
sicuramente le risorse <strong>di</strong> domani saranno quelle che avremo cura <strong>di</strong> lasciare dopo il nostro<br />
passaggio.<br />
In termini generali il percorso per la valutazione della sostenibilità delle azioni legate<br />
all’intervento dello skidome a Selvino può essere così formulato:<br />
• descrizione dello stato attuale delle componenti della matrice ambientale<br />
• riconoscimento delle <strong>di</strong>namiche in atto attraverso una in<strong>di</strong>cazione sintetica dello stato<br />
della componente nella situazione attuale basata sulla descrizione ottenibile attraverso le<br />
informazioni sui valori degli in<strong>di</strong>catori in atto;<br />
• assunzione degli scenari progettuali prospettati nel progetto <strong>di</strong> skidome e<br />
loro enunciazione sintetica;<br />
• in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori stato/pressione;<br />
• riconoscimento della scala territoriale cui riferire gli effetti attesi dall’opera;<br />
• riconoscimento degli effetti delle scelte <strong>di</strong> progetto sul trend delle pressioni in atto.<br />
12
Tematiche ambientali e obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità<br />
Si propone una lista <strong>di</strong> tematiche ambientali correlate ad una serie <strong>di</strong> obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità<br />
coerenti con la pianificazione sovraor<strong>di</strong>nate (PTR, PTCP, ecc.) e con la pianificazione<br />
comunale (PRG).<br />
TEMATICHE AMBIENTALI OBIETTIVI<br />
Mobilità e infrastrutture - Aumentare l’accessibilità complessiva dell’area<br />
utilizzando mezzi e tecnologie a basso impatto<br />
ambientale: ferro, fune.<br />
Realizzare servizi <strong>di</strong> TPL in grado <strong>di</strong> aumentare<br />
complessivamente la qualità della vita dell’area<br />
valliva<br />
-<br />
Paesaggio<br />
- Mantenimento della matrice paesaggistica esistente<br />
- Valorizzazione del paesaggio dei versanti<br />
- Mantenimento delle connessioni ecologiche<br />
- Valorizzazione dei beni culturali e degli elementi storici<br />
- Contenimento del consumo <strong>di</strong> suolo<br />
- Aumento dei margini con valenza positiva delle tessere<br />
dell’ecomosaico<br />
- Contenimento dell’impatto visivo<br />
Popolazione e salute umana<br />
- Offrire una qualità dei servizi, con presenze me<strong>di</strong>co<br />
specialistiche<br />
- Realizzazione <strong>di</strong> un punto attrezzato <strong>di</strong> pronto<br />
soccorso<br />
- Utilizzo complessivo delle risorse derivanti per<br />
migliorare i servizi <strong>di</strong> prevenzione e riabilitazione<br />
Ambiente urbano<br />
- Consolidare, estendere e qualificare il patrimonio<br />
paesaggistico, storico, architettonico, urbanistico e<br />
funzionale<br />
- riconoscimento della centralità dei Servizi (pubblici e <strong>di</strong><br />
uso pubblico) ed attivazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> miglioramento<br />
della qualità, <strong>di</strong> potenziamento e <strong>di</strong> messa in rete dei Servizi<br />
- Interventi <strong>di</strong> valorizzazione e <strong>di</strong> qualificazione dei territori<br />
e<strong>di</strong>ficati con particolare attenzione alla qualità<br />
- Uso corretto della risorsa territorio compatibile con lo<br />
sviluppo sostenibile e con le esigenze <strong>di</strong> equilibrio<br />
ambientale ed<br />
economico, al fine <strong>di</strong> conciliare concretamente risorse<br />
ambientali e fabbisogni sociali e economici<br />
- Potenziamento e miglioramento della funzione turistica<br />
13
Titolo 2.<br />
Proposta dell’ambito <strong>di</strong> influenza dell’opera dello Skidome a Selvino<br />
14
La proposta <strong>di</strong> definizione dell’ambito <strong>di</strong> influenza degli interventi attinenti lo skidome viene<br />
articolata attraverso la lettura incrociata delle componenti del sistema territoriale -compresa<br />
una prima in<strong>di</strong>cazione dei caratteri della natura esogena e endogena delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong><br />
trasformazione- e delle prime in<strong>di</strong>cazioni contenute nei documenti iniziali <strong>di</strong> i d e a dello<br />
skidome.<br />
2.1. Le componenti del territorio <strong>di</strong> Selvino<br />
Ambiti <strong>di</strong> influenza dello skidome,<br />
Impatti, Criticità<br />
In prima battuta gli elementi caratterizzanti il sistema territoriale <strong>di</strong> Selvino che forniscono gli<br />
ambiti integrati e interfacciati <strong>di</strong> influenza dell’opera dello skidome si possono così sintetizzare:<br />
2.1.A Le componenti idro-geologiche, geo-morfologiche e sismiche<br />
2.1.B Le componenti fisico e ambientali<br />
2.1.C Le componenti paesaggistiche<br />
2.1.D Le componenti della mobilità e delle infrastrutture<br />
2.1.D1 Le componenti della popolazione e salute umana<br />
2.1.E Le componenti territoriali e urbanistiche.<br />
15
2.1.A<br />
Le componenti idro-geologiche, geo-morfologiche e sismiche<br />
(a cura del geologo dr. Filippo Leopar<strong>di</strong>)<br />
16
2.1.A La componente geologico-tecnica, idrogeologica e sismica<br />
Inquadramento geologico<br />
Generalità<br />
Il territorio <strong>di</strong> Selvino si inquadra all’interno <strong>di</strong> una successione geologico-stratigrafica che<br />
la letteratura specializzata definisce “Alpi Calcaree Meri<strong>di</strong>onali”. Con tale <strong>di</strong>zione si identifica la<br />
fascia meri<strong>di</strong>onale della catena alpina che lungo tutto il suo decorso, partendo dal Lago Maggiore<br />
sino alle Alpi Carniche, è caratterizzata da una successione calcareo-dolomitica che varia da ovest<br />
ad est in base alle caratteristiche paleogeografiche in cui tale successione si è formata.<br />
Il territorio comunale <strong>di</strong> Selvino è ubicato geologicamente nel settore delle Prealpi Orobie.<br />
Le formazioni che ne costituiscono il substrato roccioso (Dolomia Principale, Dolomie Zonate)<br />
appartengono ad un periodo geologico denominato Triassico (in particolare al Norico me<strong>di</strong>o),<br />
ovvero ad una fase in cui la paleogeografia dell’area contemplava la presenza <strong>di</strong> piattaforme<br />
oceaniche sulle quali si depositavano ingenti quantitativi <strong>di</strong> carbonato <strong>di</strong> calcio e magnesio, a cui<br />
ha fatto seguito una fase compressiva che ha generato l’innalzamento della catena alpina<br />
conferendo ai corpi rocciosi l’attuale conformazione.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista geologico-strutturale l’area in esame è collocata nella porzione centrale<br />
del dominio Sudalpino, che rappresenta il settore <strong>di</strong> catena alpina posto a sud della Linea Insubrica<br />
che separa il Sudalpino dalle Alpi s.s.<br />
Il sudalpino orobico è formato da un basamento cristallino con impronta metamorfica<br />
varisica (affiorante a nord della catena), e da una copertura se<strong>di</strong>mentaria non metamorfica <strong>di</strong> età<br />
Carbonifero sup. - Cretacico.<br />
L’attuale configurazione strutturale della catena è dovuta ad una serie <strong>di</strong> fenomeni che si<br />
possono schematizzare nel modo seguente:<br />
- almeno due fasi tetto-metamorfiche principali prealpine, presenti ovviamente solo nel basamento<br />
metamorfico;<br />
- la tettonica <strong>di</strong>stensiva iniziata nel Permiano e continuata nel Triassico e Giurassico, culminata<br />
con l’apertura dell’oceano ligure-piemontese, periodo durante il quale il sudalpino ricoprì il<br />
ruolo <strong>di</strong> margine continentale passivo, nell’ambito del quale si in<strong>di</strong>viduò il “Bacino Lombardo”;<br />
- la tettonica compressiva iniziata nel Cretacico sup., a causa della chiusura del bacino oceanico<br />
predetto, e continuata nel Paleogene e Neogene, a cui sono dovuti gli attuali tratti strutturali<br />
salienti della catena (pieghe, faglie e sovrascorrimenti).<br />
17
Il territorio <strong>di</strong> Selvino appartiene a quel settore delle Prealpi Bergamasche noto come<br />
Parautoctono-Alloctono (Gaetani & Jadoul, 1979).<br />
Tale settore costituisce l’unità strutturale fondamentale delle Prealpi Bergamasche e si<br />
estende su un’area <strong>di</strong> larghezza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 20 Km in senso N-S. E’ costituita da termini triassici fino<br />
a giurassici nella parte meri<strong>di</strong>onale; nell’insieme forma una grossa monoclinale immergente e sud<br />
ed è interessata da notevoli faglie. E’ caratterizzato da un e<strong>di</strong>ficio strutturale creato dalla duplice o<br />
triplice sovrapposizione <strong>di</strong> sequenze carbonatiche triassiche un tempo contigue.<br />
Alla base è delimitato da un “sovrascorrimento basale” che in<strong>di</strong>vidua un’area alloctona<br />
<strong>di</strong>fficilmente delimitabile a meri<strong>di</strong>one, estesa per alcune centinaia <strong>di</strong> chilometri quadrati<br />
(parautoctono).<br />
I sistemi <strong>di</strong> faglie che compaiono in questo settore hanno <strong>di</strong>rezioni E-W e N-S; queste ultime<br />
possono avere anche rigetto orizzontale.<br />
Nel territorio in esame, i lineamenti tettonici più rilevanti hanno andamento N-S. In<br />
particolare nel settore occidentale sono presenti due faglie, che attraversano la formazione delle<br />
Dolomie Zonate, in prossimità delle quali è visibile un’intensa deformazione tettonica, come si<br />
osserva negli affioramenti lungo la strada che sale all’abitato <strong>di</strong> Selvino, dalla valle Seriana, e<br />
lungo la strada che porta a Salmeggia; tali deformazioni hanno provocato una intensa fratturazione<br />
ed alterazione della roccia.<br />
Sempre nel settore occidentale una faglia, impostata in corrispondenza della valle <strong>di</strong> Cantor,<br />
mette in contatto tettonico le Argilliti <strong>di</strong> Riva <strong>di</strong> Solto con le Dolomie Zonate.<br />
Nel settore orientale, in corrispondenza della valle dell’Albina, un’altra faglia mette a<br />
contatto le Dolomie Zonate con le Argilliti <strong>di</strong> Riva <strong>di</strong> Solto e, a quote inferiori, attraversa anche la<br />
formazione della Dolomia Principale.<br />
A queste faglie con andamento N-S, si accompagna una faglia con <strong>di</strong>rezione E-W, in<br />
corrispondenza <strong>di</strong> una valle molto incisa, laterale alla valle del Carso, che attraversa la sella del<br />
“Pian della Luera”. Questa faglia mette in contatto tettonico la formazione della Dolomia<br />
Principale a nord con le Dolomie Zonate e le “Brecce sommitali” della Dolomia Principale a sud.<br />
La successione stratigrafica, costituita sostanzialmente dalle formazioni del Norico Me<strong>di</strong>o<br />
(Dolomia Principale, Dolomie Zonate), è caratterizzata in gran parte da una giacitura<br />
monoclinalica con strati immergenti verso W-NW, e inclinazioni variabili tra 20° e 40°.<br />
Localmente vi sono alcune variazioni nella <strong>di</strong>sposizione spaziale degli strati dovute a deformazioni<br />
tettoniche quali pieghe e faglie. Le giaciture sono state rilevate essenzialmente nelle Dolomie<br />
18
Zonate in quanto la formazione della Dolomia principale presenta spesso una stratificazione<br />
massiccia in<strong>di</strong>stinta.<br />
I caratteri geologici generali dell’area in esame sono sintetizzati nella seguente cartografia<br />
geologica ufficiale: “Carta Geologica della Provincia <strong>di</strong> Bergamo”, redatta in scala 1:25.000 dal<br />
medesimo Ente (Forcella, Jadoul); “Carta Geologica della successione norico-giurassica delle Alpi<br />
Meri<strong>di</strong>onali a nord <strong>di</strong> Bergamo” redatta in scala 1:25.000 dall’Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano -<br />
Dipartimento <strong>di</strong> scienze della terra - e dal CNR (Bersezio, Jadoul et alii); “Carta geologica della val<br />
Brembana, val Gerola ed aree a<strong>di</strong>acenti” redatta in scala 1:50.000 per il Progetto CROP (Casati,<br />
Gnaccolini, Jadoul).; Carta geologica <strong>di</strong> supporto al PRG del Comune <strong>di</strong> Selvino (Leopar<strong>di</strong>).<br />
Caratteri geologici dell’area in esame<br />
L’area in cui si intende realizzare l’opera in progetto è ubicata nel settore occidentale del<br />
territorio comunale <strong>di</strong> Selvino, sul versante orografico destro della valle del Cantor. In questa zona<br />
è presente un substrato roccioso costituito dalle Dolomie Zonate (Norico me<strong>di</strong>o). Si tratta <strong>di</strong><br />
alternanze <strong>di</strong> doloareniti-dolosiltiti in strati decimetrici piano paralleli, con clasti millimetrici chiari,<br />
scuri, spesso con clasti pelitici appiattiti, isoorientati e massa <strong>di</strong> fondo grigio scura; i livelli più<br />
grossolani possono presentare struttura gradata e base degli strati erosiva. Sono presenti, inoltre,<br />
strutture grigio nerastre <strong>di</strong> spessore centimetrico con laminazioni parallele e intervalli con<br />
laminazioni oblique, ripple <strong>di</strong> corrente.<br />
I livelli più fini sono caratterizzati da ritmiti millimetriche con alternanza regolare <strong>di</strong><br />
laminazioni parallele chiare e scure (da cui il nome dell’unità) in cui possono essere presenti<br />
intercalazioni sino a 10 cm <strong>di</strong> spessore <strong>di</strong> marne dolomitizzate nerastre finemente laminate.<br />
Deformazioni sinse<strong>di</strong>mentarie sono più frequentemente intercalate nelle successioni<br />
prossimali alla transizione laterale con la Dolomia Principale.<br />
Nei litotipi più fini sono presenti piccoli noduli <strong>di</strong> selce, livelletti silicizzati e fratture- cavità<br />
geo<strong>di</strong>che con piccoli cristalli <strong>di</strong> quarzo autigeno prismatico bipiramidato e, più raramente, <strong>di</strong><br />
fluorite e celestina.<br />
Inferiormente questa formazione è a contatto con la Dolomia Principale con la quale<br />
presenta anche rapporti <strong>di</strong> eteropia per inter<strong>di</strong>gitazione. Il limite inferiore è spesso transizionale,<br />
caratterizzato dalla comparsa <strong>di</strong> dolomie grigie o grigio scure ben stratificate intercalate ai banchi<br />
<strong>di</strong> dolomie chiare ricristallizzate dell’unità sottostante. Superiormente, l’unità fa transizione con le<br />
alternanze <strong>di</strong> argilliti, marne e calcari appartenenti alla formazione delle Argilliti <strong>di</strong> Riva <strong>di</strong> Solto.<br />
19
Lo spessore delle Dolomie Zonate è estremamente variabile: la potenza maggiore si<br />
raggiunge nel settore est delle Prealpi Bergamasche (200 m) per poi ridursi verso S in<br />
corrispondenza del settore SO del bacino. Il paleo-ambiente <strong>di</strong> riferimento è quello <strong>di</strong> una<br />
piattaforma carbonatica raccordata me<strong>di</strong>ante pen<strong>di</strong>i a debole inclinazione a bacini <strong>di</strong> limitata<br />
estensione e profon<strong>di</strong>tà e a circolazione ristretta.<br />
Gli strati rocciosi nella zona in esame presentano una giacitura con immersione verso ovest<br />
e inclinazione variabile tra 15 e 30°, pertanto risultano a franapoggio rispetto al versante a bassa<br />
inclinazione.<br />
Nell’area <strong>di</strong> indagine il substrato roccioso è ricoperto da un deposito eluvio-colluviale. Le<br />
coltri eluviali (eluvium), costituite in genere da terreni con granulometrie da limoso-sabbiose ad<br />
argilloso-limose, rappresentano i prodotti <strong>di</strong> alterazione chimico-fisica in situ del substrato<br />
roccioso e come tali sono strettamente con<strong>di</strong>zionate dalla natura della roccia madre. Ad esempio<br />
rocce sottilmente stratificate e a granulometria più fine, daranno luogo a potenti coltri eluviali a<br />
componente argillosa abbondante rispetto a rocce massicce calcaree che daranno invece origine a<br />
depositi sottili a composizione prevalentemente limoso-sabbiosa. Dove possibile ci si è proposti <strong>di</strong><br />
delimitare nella cartografia i depositi eluvio-colluviali e <strong>di</strong> definirne le caratteristiche<br />
granulometriche e gli spessori.<br />
Le coltri colluviali (colluvium) derivano da un parziale trasporto dei depositi eluviali in zone<br />
a maggiore acclività, e presentano la stessa natura litologica dell’eluvium ma risultano scarsamente<br />
selezionati.<br />
I depositi eluvio-colluviali sono molto <strong>di</strong>ffusi nell’area in esame e presentano spessore<br />
variabili da qualche decimetri ad alcuni metri.<br />
20
CARTA LITOLOGICA<br />
Stralcio dallo stu<strong>di</strong>o geologico del PRG comunale<br />
Legenda:<br />
21
Inquadramento geomorfologico<br />
Generalità<br />
Le morfologie del territorio in esame sono il risultato della combinazione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> tipo<br />
geologico (rocce e dei terreni presenti in sito) e <strong>di</strong> natura geomorfologica, tra cui l’azione <strong>di</strong> agenti<br />
del modellamento superficiale (acque libere e incanalate, forza <strong>di</strong> gravità, <strong>di</strong>ssoluzione carsica) e<br />
fattori climatici (precipitazioni atmosferiche, temperature, cicli <strong>di</strong> gelo e <strong>di</strong>sgelo, umi<strong>di</strong>tà, ecc.)<br />
oltre che dell’azione antropica.<br />
Nelle porzioni <strong>di</strong> territorio caratterizzate dalla presenza <strong>di</strong> rocce affioranti o subaffioranti, la<br />
morfologia è controllata dalle caratteristiche litologiche della roccia (competenza ed ero<strong>di</strong>bilità) e<br />
dal suo assetto strutturale (spaziatura e giacitura della stratificazione, stato <strong>di</strong> fratturazione). In<br />
questo contesto agiscono efficacemente i cicli <strong>di</strong> gelo e <strong>di</strong>sgelo, la forza <strong>di</strong>sgregante delle ra<strong>di</strong>ci, la<br />
forza <strong>di</strong> gravità: azioni che si possono manifestare con stacchi <strong>di</strong> blocchi dagli orli <strong>di</strong> scarpate<br />
rocciose, i quali formano fasce <strong>di</strong> detriti presenti sulla porzione basale dei versanti.<br />
Vista la natura carbonatica delle rocce presenti nel territorio, risultano molto <strong>di</strong>ffusi inoltre i<br />
fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione carsica che posso dare origine a morfologie irregolari delle superfici <strong>di</strong><br />
strato, doline , cavità e inghiottitoi carsici.<br />
La morfologia dell’area è inoltre modellata dall’azione erosiva delle acque incanalate e dai<br />
fenomeni <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione conseguenti agli stessi flussi idrici, sia del corso d’acqua<br />
principale che dei tributari, soprattutto in corrispondenza delle zone in cui sono abbondanti i<br />
depositi terrigeni <strong>di</strong> versante.<br />
Alle forme geomorfologiche esistenti è possibile abbinare un <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> attività<br />
<strong>di</strong>stinguendo i fenomeni attivi, quiescenti e inattivi secondo le caratteristiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>namica <strong>di</strong><br />
evoluzione.<br />
Le forme attive sono quelle ancora in evoluzione, collegate quin<strong>di</strong> a processi morfogenetici<br />
ancora in atto all’epoca del rilevamento e quelle dovute a processi non in atto ma ricorrenti a ciclo<br />
breve.<br />
Le forme quiescenti, pur non essendo in evoluzione al momento del rilievo, sono quelle in<br />
grado <strong>di</strong> riattivarsi in seguito ad eventi meteoclimatici particolari od eccezionali. Spesso però<br />
queste forme possono riattivarsi anche con un modesto intervento antropico.<br />
Infine vi sono le forme inattive, per le quali si ritiene sostanzialmente completata<br />
l’evoluzione. Sono in genere collegate a con<strong>di</strong>zioni morfoclimatiche <strong>di</strong>verse da quelle attuali,<br />
risultando quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficilmente riattivabili. I fenomeni geomorfologici attivi e quiescenti sono<br />
22
quelli che meritano più attenzione per ciò che riguarda la valutazione <strong>di</strong> rischi <strong>di</strong> stabilità o <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ssesto idrogeologico.<br />
Caratteri geomorfologici dell’area in esame<br />
L’area <strong>di</strong> intervento si sviluppata su un versante montuoso con pendenza piuttosto variabile<br />
tra 15°e 40°, solcato da ampi avvallamenti legati a erosione <strong>di</strong> acque superficiali.<br />
All’interno <strong>di</strong> questi ampi impluvi sono presenti delle doline carsiche la cui struttura è data<br />
da una conca chiusa in cui l’acqua superficiale viene assorbita attraverso vie sotterranee, che<br />
raramente si aprono in superficie come cavità rilevabili o accessibili all’uomo; spesso il suolo o il<br />
detrito mascherano i punti assorbenti. Le forme delle doline possono essere a “imbuto” o a<br />
“ciotola”, <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa entità e <strong>di</strong>mensione.<br />
Nell’area in esame non sono presenti fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti attivi o quiescienti <strong>di</strong> grossa<br />
entità. Sono possibili però localmente fenomeni <strong>di</strong> soliflusso superficiale legate a scivolamenti<br />
della coltre eluvio-colluviale sul substrato roccioso soprattutto in occasione <strong>di</strong> intensi fenomeni<br />
piovosi.<br />
.<br />
Foto 1: l’area <strong>di</strong> intervento è posta su un versante montuoso solcato da ampi<br />
avvallamenti in cui possono essere presenti delle doline <strong>di</strong> origine carsica.<br />
23
CARTA GEOMORFOLOGICA<br />
Stralcio dallo stu<strong>di</strong>o geologico del PRG comunale<br />
Legenda:<br />
24
CARTA DEI DISSESTI CON LEGENDA UNIFORMATA PAI<br />
Stralcio dallo stu<strong>di</strong>o geologico del PGT comunale<br />
Opera in progetto<br />
25
Caratterizzazione geologico-tecnica<br />
Attraverso osservazioni in sito e dati presenti nella letteratura specifica è stato possibile<br />
determinare i parametri geotecnici e geomeccanici dei litotipi presenti nell’area <strong>di</strong> intervento.<br />
In particolare per i depositi superficiali sono stati presi in considerazione i seguenti<br />
parametri: drenaggio, peso <strong>di</strong> volume, angolo <strong>di</strong> attrito, coesione e capacità portante. Per il<br />
substrato roccioso i parametri forniti sono: drenaggio, RMR base (ottenuto dalla classificazione <strong>di</strong><br />
Beniawski), angolo <strong>di</strong> attrito, coesione e modulo <strong>di</strong> deformazione in situ (E).<br />
I valori attribuiti alle singole unità geologico-tecniche sono da considerare in<strong>di</strong>cativi e non<br />
sostituiscono le indagini puntuali e gli approfon<strong>di</strong>menti eventualmente necessari per i singoli<br />
progetti, secondo quanto <strong>di</strong>sposto anche dalla normativa vigente (D.M. 14.01.2008).<br />
La classificazione effettuata ha permesso <strong>di</strong> ottenere le seguenti classi geologico-tecniche:<br />
- Copertura eluvio-colluviale: deposito sabbioso-limoso derivante dall'alterazione in posto del<br />
substrato roccioso ad opera soprattutto della <strong>di</strong>sgregazione fisico meccanica a cui concorrono<br />
principalmente i fattori climatici. Drenaggio da me<strong>di</strong>o a ridotto;<br />
(= 17 -18 KN/mc; = 15°-25°; c = O -20 KPa; Qa = 0,5 -1,5 kg/cmq).<br />
- Dolomia stratificata : doloareniti, dolosiltiti laminate, in strati piano paralleli <strong>di</strong> spessore<br />
decimetrico. Drenaggio da me<strong>di</strong>o a elevato;<br />
(RMR base = 50 - 70; = 30°- 40°; c = 250 - 350 KPa; E = 10 - 40 GPa).<br />
- Dolomia stratificata con fenomeni carsici: doloareniti, dolosiltiti laminate, in strati piano<br />
paralleli <strong>di</strong> spessore decimetrico, caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong> doline e cavità <strong>di</strong> origine carsica.<br />
Drenaggio da elevato a me<strong>di</strong>o.<br />
(RMR base = 30 - 40; = 20°- 30°; c = 100 - 250 KPa; E = 5 -20 GPa).<br />
26
Caratteri idrologici ed idrogeologici<br />
Generalità sull’idrologia superficiale<br />
Il territorio comunale <strong>di</strong> Selvino si colloca geograficamente in una porzione dello<br />
spartiacque tra la valle Seriana e la valle Brembana. I reticolati idrografici che interessano il<br />
territorio in esame, rappresentano rami idrografici minori delle aste principali dei fiumi Serio e<br />
Brembo. Si <strong>di</strong>stinguono in particolare nell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, tre bacini idrografici che sono: il bacino<br />
del torrente Carso, il bacino del torrente Albina ed il bacino della valle <strong>di</strong> Cantor, che rappresenta il<br />
bacino idrografico più esteso presente sul territorio <strong>di</strong> Selvino.<br />
Nel bacino della valle <strong>di</strong> Cantor, posta a nord-ovest del territorio ed avente <strong>di</strong>rezione nordsud,<br />
ha origine il torrente Ambriola, il quale rappresenta un affluente del torrente Serina, e quin<strong>di</strong><br />
del fiume Brembo, sul lato idrografico sinistro. Il torrente Ambriola è alimentato da <strong>di</strong>verse<br />
sorgenti tra cui la sorgente <strong>di</strong> “Cantor”, <strong>di</strong> “Sales”, <strong>di</strong> “Al <strong>di</strong> rinade”.<br />
La valle posta a nord <strong>di</strong> Selvino, che delimita il territorio comunale, e sulla quale si affaccia<br />
l’abitato <strong>di</strong> Rigosa, confluisce nella valle <strong>di</strong> Cantor.<br />
A sud e ad est del territorio, si collocano rispettivamente la valle del Carso e la valle<br />
dell’Albina, che costituiscono bacini idrografici secondari confluenti nel fiume Serio, sul lato<br />
idrografico destro. Entrambe le valli hanno <strong>di</strong>rezione NW-SE e sono separate dallo spartiacque<br />
rappresentato dal monte Purito.<br />
Un altro importante elemento idrografico è dato dalla cresta del m. Podona che rappresenta<br />
lo spartiacque superficiale tra la valle <strong>di</strong> Cantor e la valle del Carso.<br />
I torrenti che incidono le valli <strong>di</strong> Cantor, Carso, Albina e Rigosa presentano un regime <strong>di</strong><br />
tipo torrentizio caratterizzato da grosse piene nei perio<strong>di</strong> piovosi e magre accentuate nei perio<strong>di</strong><br />
secchi.<br />
L’altopiano <strong>di</strong> Selvino, costituito da rocce dolomitico-calcaree e interessato da fenomeni<br />
carsici, assorbe le acque meteoriche che penetrano nel sottosuolo e vanno ad alimentare<br />
in<strong>di</strong>stintamente le tre valli che lo circondano.<br />
Caratteri idrologici dell’area in esame<br />
L’area <strong>di</strong> intervento è caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> corsi d’acqua non demaniali<br />
appartenenti al Reticolo Idrico Minore (R.I.M.). Tali impluvi presentano in genere un fondo<br />
arrotondato, un bacino idrografico <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni piuttosto ridotte e solo occasionalmente sono<br />
interessarti da scorrimento <strong>di</strong> acque superficiali.<br />
27
RETICOLO IDRICO MINORE<br />
F<br />
28
La realizzazione dell’opera in progetto andrebbe comunque a occludere tali impluvi<br />
ostacolando lo scorrimento delle acque superficiali in occasione <strong>di</strong> intensi fenomeni piovosi. Per<br />
tale motivo è stato eseguito dai progettisti uno stu<strong>di</strong>o idraulico (a firma dell’Ing. Gabriele Ghilar<strong>di</strong>)<br />
per definire i sottobacini interessati, determinare le portate critiche nella situazione attuale e dopo<br />
la realizzazione dell’impianto e ipotizzare nuove canalette per l’intercettazione del drenaggio<br />
superficiale, ri<strong>di</strong>segnando il reticolo idrico interrotto dalla nuova struttura.<br />
Questo porterà ad una variante del Reticolo Idrico Minore (R.I.M.) e della relativa fascia <strong>di</strong><br />
rispetto che, in accordo con lo STER <strong>di</strong> Bergamo, <strong>di</strong>verrà definitiva anche nelle Norme <strong>di</strong> Piano<br />
solo successivamente alla sottoscrizione dell' "Accordo <strong>di</strong> programma per la realizzazione <strong>di</strong><br />
infrastrutture per la pratica <strong>di</strong> sport invernali al coperto finalizzata al rilancio dell'offerta turistica<br />
e alla tenuta occupazionale dell'altopiano <strong>di</strong> Selvino (BG)" fra Regione Lombar<strong>di</strong>a, Provincia <strong>di</strong><br />
Bergamo e Comune <strong>di</strong> Selvino.<br />
La variazione del R.I.M. avrà come conseguenza anche una mo<strong>di</strong>fica della carta <strong>di</strong> fattibilità<br />
geologica allegata al PGT comunale.<br />
29
RETICOLO IDRICO MINORE MODIFICATO<br />
F<br />
Opera in progetto<br />
30
Generalità sull’idrogeologia<br />
Gli stu<strong>di</strong> condotti nell’ambito territoriale in esame hanno permesso la definizione delle<br />
caratteristiche <strong>di</strong> massima degli acquiferi dal punto <strong>di</strong> vista delle loro qualità idrauliche,<br />
consentendo la determinazione della permeabilità superficiale delle <strong>di</strong>verse unità litologiche<br />
costituenti il sottosuolo.<br />
In particolare vengono <strong>di</strong>stinti terreni e rocce in base alle loro caratteristiche <strong>di</strong> permeabilità,<br />
<strong>di</strong>rettamente legate alla loro natura litologica.<br />
Tale <strong>di</strong>stinzione viene fatta per in<strong>di</strong>viduare le aree <strong>di</strong> vulnerabilità idrogeologica soprattutto<br />
per salvaguardare le acque che alimentano le sorgenti presenti numerose nelle valli a<strong>di</strong>acenti<br />
all’altopiano <strong>di</strong> Selvino. Le sorgenti principali, per le quali si può supporre un’alimentazione<br />
connessa alla presenza <strong>di</strong> rocce permeabili nel territorio, emergono nella valle <strong>di</strong> Cantor e nella<br />
valle che scende a Rigosa; altre sorgenti minori sono sparse sul territorio.<br />
Per ciò che concerne i caratteri idrogeologici, una prima importante <strong>di</strong>stinzione viene fatta<br />
tra la permeabilità caratteristica del substrato roccioso e la permeabilità dei terreni e dei depositi<br />
superficiali.<br />
Per quanto riguarda la permeabilità dei substrati rocciosi, il criterio <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>visione è basato<br />
sulle caratteristiche litologiche e sulla quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità (fratture e giunti <strong>di</strong> stratificazione) o<br />
<strong>di</strong> cavità carsiche presenti negli ammassi rocciosi. Da ciò risulta che la permeabilità primaria del<br />
substrato roccioso è scarsa o ridotta (K=10 -5 /10 -7 cm/sec), essendo questi costituiti prevalentemente<br />
da calcari e dolomie massicce e stratificate, o da strati marnoso argillosi.<br />
La permeabilità per fratturazione o per presenza <strong>di</strong> cavità <strong>di</strong> origine carsica (permeabilità<br />
secondaria) risulta invece essere variabile: da elevata a me<strong>di</strong>a (K>10 -2 cm/sec) nelle dolomie della<br />
Dolomia Principale in quanto dotate <strong>di</strong> elevata solubilità e <strong>di</strong> una circolazione idrica sotterranea<br />
<strong>di</strong>ffusa, da me<strong>di</strong>a a ridotta (10 -4 < K10- 2 cm/sec).<br />
La permeabilità risulta invece da ridotta a molto ridotta (K
I terreni, contrad<strong>di</strong>stinti dalla sola permeabilità primaria, sono stati sud<strong>di</strong>visi in terreni con<br />
permeabilità da elevata a me<strong>di</strong>a (K>10 -2 cm/sec) (alluvioni attuali, detriti <strong>di</strong> falda grossolani e<br />
riporti <strong>di</strong> materiale inerte grossolano) ed in terreni con permeabilità da me<strong>di</strong>a a ridotta (10 -4
CARTA IDROGEOLOGICA<br />
Stralcio dallo stu<strong>di</strong>o geologico del PRG comunale<br />
33
Analisi sismica del territorio<br />
Introduzione<br />
Con l’Or<strong>di</strong>nanza del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20/03/2003 “Primi elementi in<br />
materia <strong>di</strong> criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e <strong>di</strong> normative<br />
tecniche per le costruzioni in zona sismica” viene definita la nuova classificazione sismica del<br />
territorio nazionale, precedentemente stabilita dal D.M. 5 marzo 1984; tale or<strong>di</strong>nanza è in vigore dal<br />
23 ottobre 2005 e la Regione Lombar<strong>di</strong>a ha preso atto <strong>di</strong> tale classificazione con D.G.R. del<br />
7/11/2003 n. 14964. In base alla suddetta Or<strong>di</strong>nanza, il territorio comunale <strong>di</strong> Selvino è inserito in<br />
zona sismica 3 (sismicità me<strong>di</strong>o-bassa).<br />
Selvino<br />
L’analisi sismica del territorio si articola in tre livelli successivi <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento eseguiti<br />
in relazione alla zona sismica <strong>di</strong> appartenenza del comune (O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/ 2003), agli<br />
scenari <strong>di</strong> pericolosità sismica locale e alla tipologia delle costruzioni in progetto (allegato 5 alla<br />
D.G.R. 8/7374 e successive integrazioni).<br />
34
I livelli <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento e le fasi <strong>di</strong> applicazione richieste dalla normativa sono riassunti<br />
nella tabella seguente:<br />
zona<br />
sismica<br />
1° livello<br />
pianificazione<br />
3 obbligatorio<br />
Livelli <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento e fasi <strong>di</strong> applicazione<br />
2° livello<br />
pianificazione<br />
nelle zone PSL Z3 e Z4 se<br />
interferenti con urbanizzato e<br />
urbanizzabile, ad esclusione<br />
delle aree già ine<strong>di</strong>ficabili<br />
3° livello<br />
fase progettuale<br />
- nelle aree indagate con il 2° livello quando Fa<br />
calcolato > valore soglia comunale;<br />
- nelle zone PSL Z1, Z2<br />
- nelle zone PSL Z3 per e<strong>di</strong>fici con struttura<br />
flessibile<br />
Tab. 1: Livelli <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento e fasi <strong>di</strong> applicazione della normativa sulla zonizzazione della pericolosità sismica locale.<br />
Il primo livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento comporta il riconoscimento delle aree nelle quali è<br />
possibile un’amplificazione dell’effetto sismico sulla base delle caratteristiche litologiche,<br />
geotecniche e morfologiche ricavabili dalle carte tematiche <strong>di</strong> inquadramento e confrontate con gli<br />
scenari previsti dalle <strong>di</strong>rettive tecniche (Tab.2).<br />
Sigla SCENARIO PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE EFFETTI<br />
CLASSE DI<br />
PERICOLOSITA’ SISMICA<br />
Z1a Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi H3<br />
Z1b<br />
Z1c<br />
Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti<br />
Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio <strong>di</strong> frana<br />
Instabilità<br />
H2 - livello <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento 3°<br />
Z2<br />
Zone con terreni <strong>di</strong> fondazione particolarmente scadenti (riporti<br />
poco addensati, terreni granulari fini con falda superficiale)<br />
Ce<strong>di</strong>menti e/o<br />
liquefazioni<br />
H2 - livello <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento 3°<br />
Z3a<br />
Zona <strong>di</strong> ciglio H > 10 m (scarpata con parete subverticale, bordo<br />
<strong>di</strong> cava, nicchia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco, orlo <strong>di</strong> terrazzo fluviale o <strong>di</strong> natura<br />
antropica)<br />
Amplificazioni<br />
topografiche<br />
H2 - livello <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento 2° (3°)<br />
Z3b<br />
Zona <strong>di</strong> cresta rocciosa e/o cocuzzolo: appuntite – arrotondate<br />
Z4a<br />
Zona <strong>di</strong> fondovalle con presenza <strong>di</strong> depositi alluvionali e/o fluvioglaciali<br />
granulari e/o coesivi<br />
Z4b<br />
Z4c<br />
Zona pedemontana <strong>di</strong> falda <strong>di</strong> detrito, conoide alluvionale e<br />
conoide deltizio-lacustre<br />
Zona morenica con presenza <strong>di</strong> depositi granulari e/o coesivi<br />
(compresi le coltri loessiche)<br />
Amplificazioni<br />
litologiche e<br />
geometriche<br />
H2 -livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />
2°<br />
Z4d<br />
Zone con presenza <strong>di</strong> argille residuali e terre rosse <strong>di</strong> origine<br />
eluvio-colluviale<br />
Z5<br />
Zona <strong>di</strong> contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con<br />
caratteristiche fisico-meccaniche molto <strong>di</strong>verse<br />
Comportamenti<br />
<strong>di</strong>fferenziali<br />
H2 -livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />
2° (3°)<br />
Tab. 2: Scenari <strong>di</strong> pericolosità sismica locale, effetti e classi <strong>di</strong> pericolosità associate.<br />
A ciascuna area così in<strong>di</strong>viduata è attribuita una classe <strong>di</strong> pericolosità sismica e il relativo<br />
livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento. Le campiture che definiscono gli scenari <strong>di</strong> pericolosità sismica locale<br />
sono rappresentate nell’omonima tavola dello stu<strong>di</strong>o geologico allegato al PGT comunale.<br />
35
Il secondo livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento consente <strong>di</strong> verificare se i valori <strong>di</strong> spettro elastico<br />
previsti dal D.M. 14 gennaio 2008, sono adatti alle tipologie delle opere in progetto oppure se è<br />
necessario eseguire il terzo livello <strong>di</strong> analisi per la definizione <strong>di</strong> nuovi spettri.<br />
L’analisi <strong>di</strong> terzo livello prevede un approccio quantitativo. Va sempre applicata per l’analisi<br />
degli effetti <strong>di</strong> instabilità (PSL Z1) e per l’analisi del potenziale <strong>di</strong> liquefazione del terreno (Z2).<br />
Inoltre va applicata nel caso <strong>di</strong> progetti che prevedano la realizzazioni <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici con struttura<br />
flessibile e sviluppo verticale in<strong>di</strong>cativamente compreso tra i 5 e i 15 piani nelle zone <strong>di</strong><br />
amplificazione topografica (PSL Z3). In tutti gli altri casi, aree soggette ad amplificazione litologica<br />
(PSL Z4) e topografica, il terzo livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento sismico va applicato quando i valori<br />
soglia stabiliti dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a non sono verificati.<br />
N.B. Non è necessaria la valutazione quantitativa <strong>di</strong> terzo livello in corrispondenza <strong>di</strong> zone <strong>di</strong><br />
contatto stratigrafico e/o tettonico (PSL Z5), in quanto tale scenario esclude la possibilità <strong>di</strong><br />
costruzioni a cavallo dei due litotipi e in fase progettuale tale limitazione può essere rimossa<br />
qualora si operi in modo tale da avere un terreno <strong>di</strong> fondazione omogeneo.<br />
Con gli aggiornamenti alle <strong>di</strong>rettive tecniche contenute nella D.G.R. n 8/7374 del 28 maggio<br />
2008 tale approfon<strong>di</strong>mento deve essere preceduto dall’analisi della classe sismica <strong>di</strong> appartenenza<br />
del suolo. Ai fini della definizione dell’azione sismica <strong>di</strong> progetto si definiscono infatti le seguenti<br />
categorie <strong>di</strong> profilo stratigrafico del suolo <strong>di</strong> fondazione (le profon<strong>di</strong>tà si riferiscono al piano <strong>di</strong> posa<br />
delle fondazioni).<br />
A<br />
Formazioni litoi<strong>di</strong> o suoli omogenei molto rigi<strong>di</strong> caratterizzati da valori <strong>di</strong> Vs30 superiori a 800 m/s,<br />
comprendenti eventuali strati <strong>di</strong> alterazione superficiale <strong>di</strong> spessore massimo pari a 5 metri.<br />
B<br />
Depositi <strong>di</strong> sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse decine <strong>di</strong><br />
metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profon<strong>di</strong>tà e da valori<br />
<strong>di</strong> Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero resistenza penetrometrica Nspt > 50, o coesione non<br />
drenata Cu > 250 kPa).<br />
C<br />
Depositi <strong>di</strong> sabbie o ghiaie me<strong>di</strong>amente addensate o <strong>di</strong> argille <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a consistenza, con spessori variabili<br />
da <strong>di</strong>verse decine fino a centinaia <strong>di</strong> metri, caratterizzati da valori <strong>di</strong> Vs30 compresi tra 180 e 360 m/s (15 <<br />
Nspt < 50, 70 < Cu < 250 kPa).<br />
D<br />
Depositi <strong>di</strong> terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a me<strong>di</strong>amente consistenti,<br />
caratterizzati da valori <strong>di</strong> Vs30 < 180 m/s (Nspt < 15, Cu < 70 kPa).<br />
E<br />
Profili <strong>di</strong> terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori <strong>di</strong> Vs30 simili a quelli dei tipi C o D<br />
e spessore compreso tra 5 e 20 m e giacenti su <strong>di</strong> un substrato <strong>di</strong> materiale più rigido con Vs30 > 800 m/s.<br />
36
N.B In aggiunta a queste categorie ce ne sono altre per le quali sono richiesti stu<strong>di</strong> speciali per la<br />
definizione dell’azione sismica:<br />
·S1 – Depositi costituiti da, o che includono, uno strato spesso almeno 10 m <strong>di</strong> argille/limi <strong>di</strong> bassa<br />
consistenza, con elevato in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> plasticità (IP > 40) e contenuto <strong>di</strong> acqua, caratterizzati da valori <strong>di</strong><br />
VS30 < 100 m/s (10 < cu < 20 kPa).<br />
·S2 – Depositi <strong>di</strong> terreni soggetti a liquefazione, <strong>di</strong> argille sensitive, o qualsiasi altra categoria <strong>di</strong><br />
terreno non classificabile nei tipi precedenti.<br />
Pericolosità sismica locale<br />
Il territorio <strong>di</strong> Selvino è stato sud<strong>di</strong>viso in quattro classi <strong>di</strong> pericolosità sismica locale e sei<br />
classi miste nelle quali coesistono <strong>di</strong>fferenti tematismi.<br />
Classe Z1 – In questa classe sono raggruppate le aree dove un potenziale evento sismico può<br />
causare effetti <strong>di</strong> instabilità.<br />
Sono <strong>di</strong>stinti i seguenti scenari:<br />
<br />
<br />
Z1a: movimenti franosi attivi con pericolosità H3; non sono previsti ulteriori livelli <strong>di</strong><br />
analisi oltre al primo poiché queste aree ricadono in classe <strong>di</strong> fattibilità 4.<br />
Z1b: movimenti franosi quiescenti e zone potenzialmente franose o esposte a pericolo <strong>di</strong><br />
frana con pericolosità H2; il progetto <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici ricadenti nel perimetro <strong>di</strong> questo scenario<br />
richiede il terzo livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento.<br />
Classe Z2 – In questo ambito sono compresi i terreni <strong>di</strong> fondazione particolarmente scadenti che<br />
nel territorio <strong>di</strong> Selvino coincidono prevalentemente con le aree in cui sono presenti dei riporti. A<br />
questo settore è assegnata la classe <strong>di</strong> pericolosità H2.<br />
Il progetto <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici ricadenti nel perimetro <strong>di</strong> questo scenario richiede il terzo livello <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento sismico.<br />
Classe Z3 – In questo ambito sono comprese le aree soggette ad amplificazione topografica il cui<br />
sottosuolo è costituito da terreni con andamento delle velocità <strong>di</strong> propagazione delle onde sismiche<br />
<strong>di</strong> taglio (Vs) maggiore o uguale a 800 m/s. Questo scenario richiede il secondo livello <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento ed eventualmente il terzo in fase progettuale.<br />
Sono <strong>di</strong>stinti i seguenti scenari:<br />
<br />
Z3a: zona <strong>di</strong> ciglio con altezza maggiore <strong>di</strong> 10 metri (scarpata con parete subverticale,<br />
bordo <strong>di</strong> cava, nicchia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco, orlo <strong>di</strong> terrazzo fluviale o <strong>di</strong> natura antropica). A questo<br />
settore è assegnata la classe <strong>di</strong> pericolosità H2.<br />
37
Z3b: zona <strong>di</strong> cresta rocciosa e/o cocuzzolo appuntita/arrotondata. A questo settore è<br />
assegnata la classe <strong>di</strong> pericolosità H2.<br />
Gli scenari <strong>di</strong> pericolosità sismica locale Z3a, zona <strong>di</strong> ciglio, e Z3b, zona <strong>di</strong> cresta rocciosa,<br />
sono rappresentati nella carta della pericolosità sismica locale da linee.<br />
Il Fattore <strong>di</strong> amplificazione (Fa) è calcolato per la quota <strong>di</strong> cresta o <strong>di</strong> ciglio e<br />
successivamente interpolato linearmente sino alla base del pen<strong>di</strong>o dove assume valore pari all’unità.<br />
Possono pertanto essere soggette ad amplificazione topografica anche aree non collocate nelle<br />
imme<strong>di</strong>ate vicinanze delle creste e delle scarpate.<br />
Classe Z4 – In questo ambito sono raggruppate le aree soggette ad amplificazione litologica e<br />
geometrica. A questo scenario è associata la classe <strong>di</strong> pericolosità H2.<br />
Nel territorio <strong>di</strong> Selvino sono stati in<strong>di</strong>viduati i seguenti scenari:<br />
<br />
Z4a: terreni <strong>di</strong> fondovalle formati da depositi alluvionali e/o fluvioglaciali con tessitura<br />
mista;<br />
Z4d: argille residuali e terre rosse <strong>di</strong> origine eluvio-colluviale (con spessore superiore ai 30<br />
cm)<br />
In fase progettuale è prevista l’analisi <strong>di</strong> terzo livello delle amplificazioni litologiche solo<br />
qualora l’analisi <strong>di</strong> secondo livello non sod<strong>di</strong>sfi i valori soglia del Fattore <strong>di</strong> amplificazione (Fa)<br />
fissati dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />
38
CARTA DELLA PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE<br />
Stralcio dallo stu<strong>di</strong>o geologico del PGT comunale<br />
39
Fattibilità geologica<br />
Classi <strong>di</strong> fattibilità geologica<br />
Nello stu<strong>di</strong>o geologico comunale del 2003 è stata elaborata la Carta <strong>di</strong> fattibilità geologica<br />
che consente, me<strong>di</strong>ante l'analisi dei vari elementi che caratterizzano l'area in esame, <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre<br />
il territorio in settori a maggiore o minore vocazione urbanistica. Si tratta <strong>di</strong> una classificazione<br />
della pericolosità che fornisce in<strong>di</strong>cazioni generali sulle destinazioni d'uso, sulle cautele generali da<br />
adottare per gli interventi, sugli stu<strong>di</strong> e le indagini necessarie in caso <strong>di</strong> intervento e sulle opere <strong>di</strong><br />
riduzione degli eventuali rischi territoriali, ciò al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni considerazione <strong>di</strong> carattere economico<br />
e amministrativo, ma esclusivamente in funzione dei <strong>di</strong>versi parametri naturali che caratterizzano il<br />
territorio.<br />
A seguito degli approfon<strong>di</strong>menti riguardanti la componente sismica eseguiti nel 2011 in<br />
occasione dell’elaborazione del PGT comunale, è stata rielaborata una nuova Carta della fattibilità<br />
geologica del territorio comunale a cui si fa riferimento.<br />
È opportuno ricordare che per una lettura esaustiva delle possibilità <strong>di</strong> cambiamento <strong>di</strong><br />
destinazione d’uso <strong>di</strong> una qualsiasi parte del territorio, la Carta della fattibilità deve essere<br />
consultata insieme alla Carta dei vincoli dove sono rappresentate le limitazioni derivanti dalla<br />
normativa in vigore.<br />
La D.G.R. 8/1566 del 22 <strong>di</strong>cembre 2005, successivamente aggiornata dalla D.G.R. 8/7374<br />
del 28 maggio 2008, adotta quattro classi <strong>di</strong> fattibilità.<br />
Classe 1: Fattibilità senza particolari limitazioni<br />
Aree per le quali non si sono in<strong>di</strong>viduate specifiche controin<strong>di</strong>cazioni, <strong>di</strong> carattere geologico,<br />
all’urbanizzazione o alla mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> destinazione d’uso del suolo. Comprende pertanto quelle aree<br />
caratterizzate da una struttura geologico – ambientale favorevole alla realizzazione ed allo sviluppo<br />
del tessuto urbanistico. In esse viene quin<strong>di</strong> identificata una situazione ottimale al fine <strong>di</strong> un<br />
potenziale sviluppo, anche <strong>di</strong>versificato, in ambito urbanistico-e<strong>di</strong>ficatorio. In questa classe rientra<br />
gran parte del centro urbano del Comune <strong>di</strong> Selvino.<br />
Tali aree sono comunque soggette all’applicazione del D.M. 14.01.2008 “Norme tecniche<br />
per le costruzioni”. Inoltre nelle suddette aree, come in tutto in territorio comunale, si dovranno<br />
applicare le norme sismiche vigenti.<br />
40
Classe 2: Fattibilità con modeste limitazioni<br />
Aree nelle quali sono state rilevate puntuali o ridotte con<strong>di</strong>zioni limitative alla mo<strong>di</strong>fica delle<br />
destinazioni d’uso dei terreni ed in particolare all’e<strong>di</strong>ficabilità.<br />
Si tratta <strong>di</strong> aree caratterizzate da acclività da debole a me<strong>di</strong>a, impostate su <strong>di</strong> un substrato<br />
affiorante o subaffiorante contrad<strong>di</strong>stinto me<strong>di</strong>amente da un sod<strong>di</strong>sfacente grado <strong>di</strong> stabilità; talora<br />
si manifesta la possibilità <strong>di</strong> deboli interferenze con situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto che interessano tratti <strong>di</strong><br />
versante ad esse a<strong>di</strong>acenti.<br />
L’utilizzo ai fini urbanistici delle aree ricadenti in questa classe, può comunque, <strong>di</strong> norma,<br />
essere attuato previa realizzazione <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> carattere geologico-tecnico e/o<br />
idrogeologico, finalizzati all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> idonee modalità esecutive o necessità <strong>di</strong> realizzare<br />
opere <strong>di</strong> sistemazione e bonifica per la salvaguar<strong>di</strong>a idrogeologica o geotecnica, che non dovranno<br />
incidere negativamente sulle aree limitrofe.<br />
Gli stu<strong>di</strong> geologici e geotecnici dovranno essere redatti ai sensi del D.M. 14 gennaio 2008,<br />
con lo scopo <strong>di</strong> definire la profon<strong>di</strong>tà, la morfologia, la consistenza e le caratteristiche geotecniche<br />
del substrato locale; tali stu<strong>di</strong> dovranno essere corredati da specifiche verifiche geotecniche per<br />
consentire il corretto <strong>di</strong>mensionamento delle strutture <strong>di</strong> fondazione. Le indagini dovranno inoltre<br />
<strong>di</strong>mostrare che gli interventi in progetto non determineranno mo<strong>di</strong>fiche in senso peggiorativo della<br />
situazione geostatica ed idraulica esistente.<br />
Rientrano in questa classe alcune fasce limitrofe al centro abitato, alcune zone <strong>di</strong> versante con<br />
acclività da debole a me<strong>di</strong>a, poco urbanizzate e, nel caso del Monte Purito, la zona del crinale.<br />
Classe 3: Fattibilità con consistenti limitazioni<br />
Aree nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’urbanizzazione o alla<br />
mo<strong>di</strong>fica della destinazione d’uso dei terreni dovute all’entità ed alla natura dei rischi in<strong>di</strong>viduati sia<br />
localmente che nell’ambito delle aree imme<strong>di</strong>atamente limitrofe.<br />
Esse corrispondono a tratti <strong>di</strong> versante dotati <strong>di</strong> acclività me<strong>di</strong>a (localmente più elevata),<br />
modellati in depositi sciolti o su <strong>di</strong> un substrato roccioso subaffiorante, talora con scarse<br />
caratteristiche geomeccaniche e giacitura degli strati sfavorevole; tali aree sono pertanto<br />
caratterizzate da una struttura geologica poco favorevole alla realizzazione od allo sviluppo<br />
urbanistico. Il loro utilizzo, anche per opere <strong>di</strong> limitata importanza, deve tenere conto dei caratteri<br />
fisiografici e <strong>di</strong> incidenza sulle opere, propri del territorio comunale <strong>di</strong> Selvino.<br />
41
Rientrano in questa classe anche le zone <strong>di</strong> rispetto delle captazioni ad uso idropotabile (art. 5<br />
comma 5 del D.Lgs. 258/2000 e D.G.R. n.7/12693 del 10.04.2003), sempre che non ricadano nella<br />
successiva classe 4 <strong>di</strong> fattibilità.<br />
L’utilizzo e la trasformazione d’uso <strong>di</strong> queste aree è subor<strong>di</strong>nato alla realizzazione <strong>di</strong><br />
preliminari ed approfon<strong>di</strong>ti stu<strong>di</strong> od indagini finalizzati ad acquisire una maggiore conoscenza<br />
geologico-tecnica dell’area <strong>di</strong> interesse e del suo intorno (attraverso l’esecuzione <strong>di</strong> campagne<br />
geognostiche, prove in sito e/o in laboratorio), supportati da stu<strong>di</strong> tematici relativi alle<br />
problematiche specifiche (<strong>di</strong> carattere idrogeologico, idraulico, ambientale, etc.) che stanno alla<br />
base delle limitazioni in<strong>di</strong>viduate.<br />
Tali indagini preliminari consentiranno <strong>di</strong> precisare le idonee destinazioni d’uso, <strong>di</strong> definire le<br />
volumetrie ammissibili, <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care le tipologie e modalità costruttive ritenute più opportune, <strong>di</strong><br />
progettare opere <strong>di</strong> sistemazione, <strong>di</strong> bonifica e <strong>di</strong> eventuale mitigazione degli effetti negativi della<br />
trasformazione d’uso del terreno.Nel caso <strong>di</strong> particolari con<strong>di</strong>zioni rilevate nel corso degli stu<strong>di</strong> e<br />
delle indagini, potrà essere progettato e realizzato un sistema <strong>di</strong> monitoraggio che permetta <strong>di</strong><br />
controllare l’evoluzione dei fenomeni in atto o indotti dall’intervento.<br />
Si sottolinea che gli approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui sopra, non sostituiscono, anche se possono<br />
comprendere, le indagini previste dal D.M. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”.<br />
Rientrano in questa classe gran parte dei versanti che delimitano la valle <strong>di</strong> Cantor, a ovest del<br />
territorio comunale, la valle del Carso, a sud, la valle <strong>di</strong> Rigosa, a nord, e la valle dell’Albina a est.<br />
Inoltre ricadono in classe 3 anche le pen<strong>di</strong>ci dei monti Podona e Purito e le zone carsiche presenti<br />
nel centro abitato.<br />
Classe 4: Fattibilità con gravi limitazioni<br />
In queste aree, per la gravità e la natura dei rischi in<strong>di</strong>viduati, vi sono gravi limitazioni per<br />
l’urbanizzazione e mo<strong>di</strong>fica della destinazione d’uso del terreno e, pertanto, non sono ammesse<br />
nuove costruzioni. Per gli e<strong>di</strong>fici esistenti sono consentiti esclusivamente le opere relative ad<br />
interventi <strong>di</strong> demolizione senza ricostruzione, manutenzione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria, restauro,<br />
risanamento conservativo come dall'art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della l.r. 12/05, senza<br />
aumento <strong>di</strong> superficie o volume e senza aumento del carico inse<strong>di</strong>ativo. Sono invece consentite le<br />
innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.<br />
E’ comunque consentita la realizzazione <strong>di</strong> infrastrutture viarie, reti tecnologiche ed e<strong>di</strong>fici a<br />
supporto delle stesse, aree ricreative senza e<strong>di</strong>ficazione oltre ad opere <strong>di</strong> bonifica, consolidamento e<br />
messa in sicurezza delle aree. La realizzazione <strong>di</strong> queste opere, che non devono prevedere la<br />
presenza continuativa <strong>di</strong> persone, deve essere valutata puntualmente e preventivamente con il<br />
42
supporto <strong>di</strong> una dettagliata e approfon<strong>di</strong>ta documentazione tecnica, derivante anche da specifiche<br />
indagini in sito, che consideri e valuti tutte le problematiche presenti nell’area ed in un suo congruo<br />
intorno.<br />
In questa classe ricadono le aree in <strong>di</strong>ssesto (in particolare lungo le strade che collegano<br />
Nembro - Selvino e Salmeggia – Selvino), le zone <strong>di</strong> tutela assoluta delle captazioni ad uso<br />
idropotabile (art. 5 comma 4 del D. Lgs. 258/2000 e D.G.R. n.7/12693 del 10.04.2003) e le zone<br />
che ricadono ad una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 10 metri dall’alveo <strong>di</strong> piena dei corsi d’acqua (art. 96 del R.D. n.<br />
523/1904; parere n. 55 del 1 giugno 1988 del Consiglio <strong>di</strong> Stato). In classe 4 sono comprese anche<br />
le zone montane caratterizzate da valenze ambientali ed emergenze paesaggistiche che meritano <strong>di</strong><br />
essere tutelate e valorizzate.<br />
Sottoclassi <strong>di</strong> fattibilità<br />
Vista l’articolazione e la variabilità del territorio in esame, nell’ambito del presente lavoro è<br />
stata operata una sud<strong>di</strong>visione delle classi <strong>di</strong> fattibilità 3 e 4, nella carta <strong>di</strong> fattibilità alle varie scale<br />
(1:10.000; 1:5.000 e 1:2.000). Tale sud<strong>di</strong>visione serve per evidenziare e precisare le problematiche<br />
che hanno condotto all’inserimento <strong>di</strong> ogni area nell’ambito della specifica classe <strong>di</strong> fattibilità.<br />
Sulla base della metodologia utilizzata, è evidente che una stessa area può essere<br />
caratterizzata da una o più limitazioni, e che la maggiore o minore gravità <strong>di</strong> alcune o <strong>di</strong> tutte le<br />
problematiche porta all’inserimento dell’area nella classe <strong>di</strong> fattibilità più riduttiva.<br />
Di seguito viene presentata una sintesi con le sottoclassi in<strong>di</strong>viduate per le classi 3 e 4 e le<br />
sigle relative alle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> problematiche in<strong>di</strong>viduate.<br />
Sottoclasse A: problemi legati alla presenza <strong>di</strong> instabilità <strong>di</strong> versante o legati ad acclività<br />
elevata.<br />
Aree con potenziali instabilità, anche connesse all’acclività e alla giacitura sfavorevole della<br />
stratificazione delle rocce rispetto al pen<strong>di</strong>o (con possibili conseguenti instabilità del fronte <strong>di</strong><br />
scavo), come soliflusso, decorticamenti, erosione superficiale, e, nei casi più gravi, aree soggette a<br />
frane, crolli in roccia ed erosione accelerata.<br />
Aree interessate da intensi fenomeni carsici, con doline e inghiottitoi, subsidenza e/o crolli <strong>di</strong><br />
cavità sotterranee.<br />
Sottoclasse B: problemi <strong>di</strong> carattere idrogeologico e idraulico.<br />
Aree con problemi <strong>di</strong> esondazione connessi alla presenza <strong>di</strong> piccoli corsi d’acqua temporanei<br />
o allagamenti in conseguenza <strong>di</strong> forti piogge. Aree <strong>di</strong> pertinenza <strong>di</strong> fiumi o torrenti con problemi<br />
43
attinenti ad eventi alluvionali e <strong>di</strong> esondazione. Aree soggette ad instabilità conseguenti ad erosione<br />
<strong>di</strong> sponda e/o ce<strong>di</strong>menti spondali.<br />
Aree idrogeologicamente sensibili per la presenza <strong>di</strong> captazioni ad uso idropotabile o per<br />
l’elevata vulnerabilità della falda, derivante dalla presenza <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> infiltrazione delle acque<br />
superficiali, emergenze idriche <strong>di</strong>ffuse e zone carsiche.<br />
Sottoclasse C: problemi legati alla presenza <strong>di</strong> terreni con scadenti caratteristiche geotecniche.<br />
Aree con potenziali pericolosità per la presenza <strong>di</strong> terreni con scadenti caratteristiche<br />
geotecniche quali terreni a prevalente composizione argilloso-limosa e/o con scarso drenaggio, aree<br />
con riporti <strong>di</strong> materiale e <strong>di</strong>scariche.<br />
44
CARTA DELLA FATTIBILITA’ GEOLOGICA<br />
Stralcio dallo stu<strong>di</strong>o geologico del PGT comunale<br />
45
L’area <strong>di</strong> intervento risulta interessare soprattutto zone appartenenti alle classi 3A e 3C, ossia<br />
aree <strong>di</strong> fattibilità con consistenti limitazioni, legate in parte alla presenza <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>i con acclività<br />
elevata ed in parte alla presenza locale <strong>di</strong> terreni superficiali con scadenti caratteristiche<br />
geotecniche.<br />
L’opera in progetto inoltre attraversa delle aree appartenenti alla classe <strong>di</strong> fattibilità 4B dovute<br />
alla presenza <strong>di</strong> impluvi che potrebbero creare problemi <strong>di</strong> natura idraulica. Come già accennato in<br />
precedenza, al progetto presentato è stato allegato uno stu<strong>di</strong>o idraulico in cui si ipotizza una<br />
mo<strong>di</strong>fica del reticolo idrico minore con creazione <strong>di</strong> nuove canalette per l’intercettazione del<br />
drenaggio superficiale interrotto dalla nuova struttura.<br />
Questo porterà ad una variante del Reticolo Idrico Minore (R.I.M.) e della relativa fascia <strong>di</strong><br />
rispetto che, in accordo con lo STER <strong>di</strong> Bergamo, <strong>di</strong>verrà definitiva anche nelle Norme <strong>di</strong> Piano<br />
solo successivamente alla sottoscrizione dell' "Accordo <strong>di</strong> programma per la realizzazione <strong>di</strong><br />
infrastrutture per la pratica <strong>di</strong> sport invernali al coperto finalizzata al rilancio dell'offerta turistica<br />
e alla tenuta occupazionale dell'altopiano <strong>di</strong> Selvino (BG)" fra Regione Lombar<strong>di</strong>a, Provincia <strong>di</strong><br />
Bergamo e Comune <strong>di</strong> Selvino.<br />
La variazione del R.I.M. avrà come conseguenza anche una mo<strong>di</strong>fica della carta <strong>di</strong> fattibilità<br />
geologica allegata al PGT comunale. Pertanto l’opera in progetto non interesserà zone appartenenti<br />
alla classe <strong>di</strong> fattibilità 4B.<br />
46
CARTA DELLA FATTIBILITA’ GEOLOGICA MODIFICATA<br />
Stralcio dallo stu<strong>di</strong>o geologico del PGT comunale<br />
47
SINTESI DEI POTENZIALI IMPATTI DELL’OPERA IN PROGETTO IN AMBITO GEOMORFOLOGICO, GEOLOGICO-TECNICO,<br />
IDROGEOLOGICO E SISMICO ED ELEMENTI CHE IL PROGETTO DOVRA’ FORNIRE PER IL RAPPORTO AMBIENTALE.<br />
AMBITO POTENZIALI IMPATTI ELEMENTI CHE IL PROGETTO DOVRA’ FORNIRE<br />
GEOMORFOLOGICO<br />
L’opera in progetto e le infrastrutture<br />
connesse (strade <strong>di</strong> accesso, parcheggi)<br />
potrebbero influire sulla stabilità dei<br />
versanti.<br />
Sarà necessario eseguire un rilievo gemorfologico in sito realizzando una<br />
carta geomorfologica <strong>di</strong> dettaglio (almeno a scala 1:2.000) evidenziando i<br />
eventuali <strong>di</strong>ssesti geomorfologici attivi o quiescenti.<br />
Una volta stabilite le morfologie delle sezioni <strong>di</strong> scavo e <strong>di</strong> riporto e la<br />
sezione finale del versante al termine dei lavori, tali sezioni andranno<br />
verificate (con opportuni programmi <strong>di</strong> calcolo) per quanto riguarda la<br />
stabilità <strong>di</strong> versante, sia per l’opera in progetto che delle infrastrutture<br />
connesse (strade <strong>di</strong> accesso, parcheggi ecc.).<br />
Sarà necessario eseguire un rilievo geologico in sito realizzando una carta<br />
geologica <strong>di</strong> dettaglio (almeno a scala 1:2.000) evidenziando i litotipi<br />
affioranti.<br />
GEOLOGICO-TECNICO<br />
Le fondazioni dell’opera in progetto e delle<br />
infrastrutture connesse potrebbero poggiare<br />
su terreni a bassa capacità portante o su<br />
cavità carsiche, causando fenomeni <strong>di</strong><br />
ce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>fferenziali delle strutture.<br />
Attraverso una opportuna campagna <strong>di</strong> indagini geognostiche in sito <strong>di</strong><br />
tipo geotecnico (es. scavi puntuali, prove penetromentriche e/o sondaggi<br />
ecc.) e <strong>di</strong> tipo geofisico (es. tomografia elettrica, MASW, Re.Mi ecc.),<br />
andrà verificata la stratigrafia presente in profon<strong>di</strong>tà e l’eventuale<br />
presenza <strong>di</strong> cavità carsiche.<br />
Sulla base delle indagini in sito (geotecniche e geofisiche) e <strong>di</strong> eventuali<br />
prove <strong>di</strong> laboratorio, stimare i parametri geotecnici e geomeccanici<br />
nominali, caratteristici e <strong>di</strong> progetto (secondo quanto previsto da D.M.<br />
14/01/2008 - Norme Tecniche per le Costruzioni) dei litotipi presenti in<br />
sito, sia del substrato roccioso che della coltre <strong>di</strong> terreno superficiale.<br />
Sulla base dei parametri geotecnici e geomeccanici e delle caratteristiche<br />
strutturali delle opere in progetto, stimare la capacità portante dei terreni<br />
<strong>di</strong> fondazione o la resistenza <strong>di</strong> progetto dei terreni <strong>di</strong> fondazione<br />
(secondo quanto previsto da D.M. 14/01/2008).<br />
48
AMBITO POTENZIALI IMPATTI ELEMENTI CHE IL PROGETTO DOVRA’ FORNIRE<br />
Con opportuno rilievo in sito, andranno in<strong>di</strong>viduati i corsi d’acqua<br />
presenti, anche quelli con portata minima, e l’eventuale circolazione<br />
idrica sotterranea.<br />
IDROGEOLOGICO<br />
L’opera in progetto potrebbe interferire con<br />
la circolazione idrica sia superficiale che<br />
profonda.<br />
Valutare quali possono essere gli eventuali rischi idraulici o idrogeologici<br />
legati alla realizzazione dell’opera. In particolare andranno stimate le<br />
portate <strong>di</strong> acqua degli impianti in progetto da smaltire in sito lungo gli<br />
impluvi o nel terreno, effettuando le opportune verifiche idrauliche lungo<br />
i corsi d’acqua in cui è previsto lo scarico. Verificare inoltre che l’opera<br />
stessa non vada a limitare il deflusso delle acque superficiali e profonde.<br />
Per lo scarico nel sottosuolo, andrà verificata la permeabilità dei terreni.<br />
Sulla base dei risultati delle indagini geognostiche profonde in sito<br />
(sondaggi e/o geofisica) e delle esigenze <strong>di</strong> refrigeramento e<br />
riscaldamento della struttura in progetto, valutare l’opportunità <strong>di</strong><br />
realizzare pozzi geotermici nell’area in esame e l’eventuale impatto con<br />
l’assetto idrogeologico locale.<br />
SISMICO<br />
L’opera in progetto rientra tra quelle in<br />
classe d’uso III, ossia con affollamenti<br />
significativi, in un territorio inserito in zona<br />
sismica 3.<br />
In<strong>di</strong>viduare in modo dettagliato i fattori <strong>di</strong> amplificazione sismica<br />
morfologici e litologici nell’area <strong>di</strong> progetto.<br />
Determinare l’azione sismica <strong>di</strong> progetto, cioè calcolare il valore <strong>di</strong> amax<br />
ossia l’accelerazione massima orizzontale al piano <strong>di</strong> posa delle<br />
fondazioni, che si definisce a partire dalla “pericolosità sismica <strong>di</strong> base”<br />
del sito <strong>di</strong> costruzione e dai “fenomeni <strong>di</strong> amplificazione sismica locale”<br />
legati alle categorie <strong>di</strong> sottosuolo e alle con<strong>di</strong>zioni topografiche presenti.<br />
49
2.1.B<br />
Le componenti fisico e ambientali<br />
(a cura del dr. Renato Caldarelli)<br />
50
SOMMARIO<br />
1.1 Inquadramento meteo climatico ed inquinamento atmosferico<br />
1.1.1 Inquinamento atmosferico<br />
1.1.2 Potenziali impatti dello Skidome sull’atmosfera<br />
1.2 Acqua<br />
1.2.1 Rete superficiale<br />
1.2.2 Sorgenti<br />
1.2.3 Consumi idrici<br />
1.2.4 Potenziali impatti dello Skidome sulla risorsa idrica<br />
1.3 Reti tecnologiche<br />
1.3.1 Rete dell’acquedotto<br />
1.3.2 Rete <strong>di</strong> smaltimento acque<br />
1.3.3 Rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione elettrica<br />
1.3.4 Potenziali impatti dello Skidome sull’elettromagnetismo<br />
1.3.5 Rete elettrica per l’illuminazione pubblica<br />
1.3.6 Rete <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong>stribuzione per le telecomunicazioni<br />
1.4 Suolo<br />
1.4.1 Uso e copertura del suolo<br />
1.4.2 Percentuale <strong>di</strong> impermeabilizzazione del suolo<br />
1.4.3 Ambiti territoriali estrattivi - cave<br />
1.5 Rumore<br />
1.5.1 Normativa <strong>di</strong> riferimento<br />
1.5.2 La zonizzazione acustica<br />
1.5.3 Potenziali impatti dello Skidome sull’inquinamento acustico<br />
1.6 Rifiuti<br />
1.6.1 Normativa <strong>di</strong> riferimento nazionale<br />
1.6.2 Produzione e raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
1.6.3 Potenziali impatti dello Skidome sulla produzione <strong>di</strong> rifiuti<br />
1.6.4 Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti<br />
1.7 Consumi energetici<br />
1.7.1 Potenziali impatti dello Skidome sui consumi energetici<br />
1.8 Riassunto potenziali impatti dello Skidome<br />
51
1.1 Inquadramento meteo climatico ed inquinamento atmosferico<br />
L’area <strong>di</strong> Selvino e dei Comuni limitrofi è rinomata per essere una famosa stazione<br />
climatica, tra le più famose della Bergamasca. Il territorio <strong>di</strong> Selvino è classificato come “zona<br />
<strong>di</strong> montagna” per la sua collocazione a circa mille metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, su un dolce altopiano ai<br />
pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi massicci montuosi. Il clima <strong>di</strong> montagna, tipico delle zone montuose e negli<br />
altipiani, è freddo e secco.<br />
Oltre alle caratteristiche meteo climatiche, la qualità dell’aria <strong>di</strong>pende dal tipo e dalla quantità<br />
<strong>di</strong> emissioni atmosferiche, dai processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e dalla <strong>di</strong>spersione degli inquinanti<br />
nell’aria.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista climatico, sulla base delle temperature e precipitazioni meteoriche registrate<br />
durante l’anno, l’area <strong>di</strong> Selvino può essere definita come “zona a clima temperato”,<br />
caratterizzata dal mese più freddo con temperatura me<strong>di</strong>a inferiore a 18C, ma superiore a -3C<br />
ed almeno un mese da temperatura me<strong>di</strong>a superiore a 10C.<br />
Per meglio inquadrare le risorse idrogeologiche dell'area in questione si sono raccolti i dati<br />
relativi alle temperature e alle precipitazioni registrati presso la centralina meteo <strong>di</strong> ARPA,<br />
localizzata a Cene, non essendoci alcuna stazione <strong>di</strong> rilevamento a Selvino. Le elaborazioni,<br />
riferite al recente quinquennio 2006-2011, hanno fornito i seguenti risultati:<br />
TABELLA 1 – TEMPERATURE [°C] MASSIME E MEDIE MENSILI (2006-2011) A CENE<br />
G F M A M G L A S O N D<br />
Massime 17.5 17.9 24.6 31.5 34.0 33.2 34.4 35.4 30.6 27.0 27.0 15.2<br />
Me<strong>di</strong>e 2.8 4.8 8.4 13.5 17.3 20.5 22.8 22.5 18.2 13.1 12.9 3.1<br />
Le precipitazioni me<strong>di</strong>e mensili presentano il classico picco autunnale (settembre-ottobrenovembre).<br />
Il valore minimo è invece nel periodo invernale (<strong>di</strong>cembre-gennaio). Dal punto <strong>di</strong><br />
vista quantitativo le precipitazioni estive, anche se più concentrate, sono <strong>di</strong> entità paragonabile<br />
a quelle primaverili. Le intense precipitazioni estive collocano l’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in un<br />
regime climatico interme<strong>di</strong>o tra quello sublitoraneo padano e quello alpino continentale.<br />
52
TABELLA 2 – PRECIPITAZIONI [MM] CUMULATE SULLE 24 ORE E MASSIME MENSILI (2006-2011) A CENE<br />
G F M A M G L A S O N D Totale<br />
Massime 2.5 5.1 5.4 1.0 0.9 1.2 3.4 9.2 13.5 10.9 7.7 3.9 64.6<br />
Me<strong>di</strong>a<br />
Cumulate<br />
1.5 2.9 2.3 2.9 2.8 2.9 4.7 1.8 3.8 2.5 4.8 3.7 36.6<br />
1.1.1 Inquinamento atmosferico<br />
In Lombar<strong>di</strong>a gli inquinanti atmosferici che presentano ancora ad oggi situazioni <strong>di</strong><br />
superamento del limite e quin<strong>di</strong> richiedono l’adozione <strong>di</strong> ulteriori strategie <strong>di</strong> contenimento<br />
sono: biossido <strong>di</strong> azoto (NO 2 ), particolato fine (PM 10 ), ozono (O 3 ).<br />
Gli altri inquinanti (biossido <strong>di</strong> zolfo, benzene e monossido <strong>di</strong> carbonio) rientrano da tempo nei<br />
limiti previsti dalla normativa.<br />
Gli ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto (NO x ) in generale vengono prodotti durante i processi <strong>di</strong> combustione a<br />
causa della reazione che, ad elevate temperature, si ha tra l’azoto e l’ossigeno contenuto<br />
nell’aria. Le fonti principali <strong>di</strong> questi inquinanti sono in me<strong>di</strong>a per il 50% il traffico veicolare,<br />
per il 30% le centrali termoelettriche e per il 20% l'industria e gli impianti <strong>di</strong> riscaldamento.<br />
Il biossido <strong>di</strong> azoto (NO 2 ) è un inquinante secondario, che si forma in seguito all’ossidazione in<br />
atmosfera del monossido <strong>di</strong> azoto (NO), relativamente poco tossico. Esso svolge un ruolo<br />
fondamentale nella formazione dello smog fotochimico perché costituisce l’interme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> base<br />
per la produzione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> inquinanti secondari molto pericolosi come l’ozono, l’acido<br />
nitrico, l’acido nitroso. Una volta formatisi, questi inquinanti possono depositarsi al suolo per<br />
via umida (tramite le precipitazioni) o secca, dando luogo al fenomeno delle piogge acide, con<br />
conseguenti danni alla vegetazione e agli e<strong>di</strong>fici. La formazione dell’NO 2 (e degli ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
azoto in genere) è strettamente correlata agli elevati valori <strong>di</strong> pressione e temperatura che si<br />
realizzano, per esempio, all’interno delle camere <strong>di</strong> combustione dei motori; si forma come<br />
prodotto secondario per reazione dell’NO con l’aria in presenza <strong>di</strong> ozono. L’NO2 è, tra gli<br />
ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto, l’unico ad avere rilevanza tossicologica: è infatti un irritante delle vie<br />
respiratorie e degli occhi, tale gas è in grado <strong>di</strong> combinarsi con l’emoglobina mo<strong>di</strong>ficandone le<br />
proprietà chimiche e fisiologiche con formazione <strong>di</strong> metaemoglobina che non è più in grado <strong>di</strong><br />
53
trasportare ossigeno ai tessuti. Sull’ambiente, contribuendo alla formazione <strong>di</strong> piogge acide, ha<br />
conseguenze importanti sugli ecosistemi terrestri ed acquatici.<br />
I limiti per l’NO 2 per la salute umana sono fissati dal D.M. 60/2002 a: 200 μg/m 3 , come me<strong>di</strong>a<br />
oraria da non superare per più <strong>di</strong> 18 volte l’anno; 40 µg/m³ come me<strong>di</strong>a annua.<br />
Figura 1: Biossido <strong>di</strong> azoto: concentrazione me<strong>di</strong>a annua (RSA Arpa Lombar<strong>di</strong>a, 2008-2009)<br />
E’ stato possibile rintracciare, sul sito <strong>di</strong> ARPA Lombar<strong>di</strong>a, i dati relativi alla concentrazione <strong>di</strong><br />
NO 2 [g/m 3 ] nella stazione <strong>di</strong> Nembro (la più prossima a Selvino), situata lungo la SP 35 (Via<br />
Locatelli, nel centro del paese), nel quinquennio 2002-2006; il risultato dell’elaborazione è<br />
riportata in tabella (conforme a quanto rilevato nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente <strong>di</strong><br />
ARPA):<br />
TABELLA 3 – CONCENTRAZIONE MEDIA MENSILE E ANNUA DI NO 2 A NEMBRO (2002-2006)<br />
G F M A M G L A S O N D Me<strong>di</strong>a 2002-<br />
06<br />
Me<strong>di</strong>a<br />
47.4 48.7 44.3 34.4 32.5 31.3 31.3 26.7 37.9 41.1 42.0 43.3 38.4<br />
[g/m 3 ]<br />
Si rileva che il dato me<strong>di</strong>o annuo eccede il limite <strong>di</strong> 40 g/m3 fissati dal D.M. 60/2002 negli<br />
anni 2003, 2004 e 2006:<br />
TABELLA 4 – CONCENTRAZIONE MEDIA ANNUA DI NO 2 A NEMBRO (2002-2006)<br />
2002 2003 2004 2005 2006<br />
54
Me<strong>di</strong>a annua [g/m 3 ] 28.3 40.6 45.7 38.8 40.2<br />
Sulla base <strong>di</strong> questi superamenti, si consiglia <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre un modello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione degli<br />
inquinanti, in modo da valutare la <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> NO2 da Nembro (quota me<strong>di</strong>a pari a 309 m<br />
s.l.m. e <strong>di</strong>stanza dallo Skidome pari a circa 4.9 km e dal confine comunale <strong>di</strong> Selvino circa 2.9<br />
km) a Selvino (quota compresa tra i 570 m e i 1.227 m s.l.m.)<br />
Le polveri totali sospese (particolato - PTS) sono costituite da un miscuglio <strong>di</strong> particelle<br />
carboniose, fibre, silice, metalli, particelle liquide, che a loro volta possono essere costituite da<br />
inquinanti allo stato liquido o sciolti in acqua (NOx, SOx).<br />
La presenza <strong>di</strong> particolato è in gran parte dovuta a processi <strong>di</strong> combustione incompleta <strong>di</strong><br />
derivati del petrolio, sia <strong>di</strong> origine industriale, sia domestica, sia da traffico autoveicolare. Il<br />
particolato sospeso in aria costituisce un aerosol la cui frazione contenente particelle con<br />
<strong>di</strong>ametro inferiore a 30 μm può raggiungere le prime vie respiratorie, mentre quella contenente<br />
particelle <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro inferiore a 2,5 - 3,0 μm è più propriamente detta respirabile, perché può<br />
raggiungere gli alveoli polmonari e causare danni più o meno importanti secondo la natura del<br />
particolato. La frazione infine che contiene particelle <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro inferiore a 0,5 μm non si<br />
deposita ma viene riemessa durante la fase <strong>di</strong> espirazione. La frazione <strong>di</strong> particolato che più<br />
facilmente può essere trattenuta nei polmoni, è quella costituita da particelle <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong><br />
circa 1 μm e la cui potenziale pericolosità per la salute è rappresentata dall’azione in<strong>di</strong>retta del<br />
particolato, che può fungere da veicolo per altri microinquinanti come nel caso <strong>di</strong> particelle<br />
carboniose, le quali possono contenere adsorbiti idrocarburi cancerogeni, che aggravano il<br />
rischio <strong>di</strong> patologie respiratorie.<br />
Una parte consistente delle polveri presenti in atmosfera, soprattutto nei centri abitati, ha<br />
origine antropica, dovuta alla reazione <strong>di</strong> composti gassosi quali ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto, ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> zolfo,<br />
ammoniaca e composti organici. Inoltre, tra i costituenti delle polveri, rientrano composti quali<br />
idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti. Le polveri, soprattutto nella loro frazione<br />
<strong>di</strong>mensionale minore, hanno una notevole rilevanza sanitaria per l’alta capacità <strong>di</strong> penetrazione<br />
nelle vie respiratorie.<br />
Le polveri fini <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione inferiore a 10 µm (PM 10 ) hanno origine sia naturale sia antropica<br />
e sono un mix <strong>di</strong> particelle solide e liquide (particolato) in sospensione nell'aria. Le particelle<br />
<strong>di</strong> origine naturale sono generate dall’erosione dei suoli, dall’aerosol marino, dalla produzione<br />
<strong>di</strong> aerosol biogenico (frammenti vegetali, pollini, spore), dalle emissioni vulcaniche e dal<br />
trasporto a lunga <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> sabbia (polvere del Sahara).<br />
55
Il D.M. 60/2002 fissa i seguenti livelli <strong>di</strong> concentrazione critica per il PM 10 : limite giornaliero<br />
<strong>di</strong> 50 µg/m³ da non superarsi per più <strong>di</strong> 35 volte l’anno; limite annuale me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 40 µg/m³.<br />
Figura 2: Polveri sottili PM 10 : concentrazione me<strong>di</strong>a annua per provincia (R.S.A. Arpa Lombar<strong>di</strong>a,<br />
2008-2009)<br />
Figura 3: Polveri sottili PM 10 : <strong>di</strong>stribuzione regionale (R.S.A. Arpa Lombar<strong>di</strong>a, 2008-2009)<br />
56
Figura 4: Polveri sottili PM 10 : superamenti giornalieri per Provincia (R.S.A. Arpa Lombar<strong>di</strong>a, 2008-<br />
2009)<br />
Figura 5: Polveri sottili: comuni del bacino padano in cui si rileva il superamento del limite giornaliero<br />
2005 (R.S.A. Arpa Lombar<strong>di</strong>a, 2008-2009)<br />
E’ stato possibile rintracciare, sul sito <strong>di</strong> ARPA Lombar<strong>di</strong>a, i dati relativi alla concentrazione <strong>di</strong><br />
PTS [g/m 3 ] nella stazione <strong>di</strong> Nembro (la più prossima a Selvino), nel quinquennio 2000-2004;<br />
il risultato dell’elaborazione è riportata in tabella:<br />
57
TABELLA 5 – CONCENTRAZIONE MEDIA MENSILE E ANNUA DI PTS A NEMBRO (2000-2004)<br />
G F M A M G L A S O N D<br />
Me<strong>di</strong>a 2000-<br />
04<br />
Me<strong>di</strong>a<br />
[g/m 3 ]<br />
57.6 61.2 52.4 35.7 38.2 46.3 39.5 33.2 32.8 39.0 37.0 42.8 43.0<br />
L’Ozono (O 3 ) è un inquinante secondario prodotto da reazioni fotochimiche che coinvolgono<br />
ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto e composti organici volatili (COV), favorite da intenso irraggiamento e<br />
temperature elevate. I gas precursori dell’ozono vengono prodotti tipicamente da processi <strong>di</strong><br />
combustione civile e industriale e da processi che utilizzano o producono sostanze chimiche<br />
volatili, come solventi e carburanti. Si tratta <strong>di</strong> un inquinante fotochimico che si forma in<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> forte irra<strong>di</strong>azione solare<br />
In particolare, nei centri urbani, durante le ore in cui il traffico è più intenso, si ha un graduale<br />
accumulo <strong>di</strong> NO, formazione <strong>di</strong> NO 2 e conseguente formazione <strong>di</strong> ozono, che raggiunge valori<br />
massimi durante le ore centrali della giornata.<br />
Il D.Lgs. 183/2004 stabilisce <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> attenzione per le concentrazioni <strong>di</strong> ozono: valore<br />
bersaglio per la protezione della salute umana a 120 µg/m³ come me<strong>di</strong>a mobile massima su 8<br />
ore; soglia <strong>di</strong> informazione 180 µg/mc me<strong>di</strong>a oraria; soglia <strong>di</strong> allarme 240 µg/mc me<strong>di</strong>a oraria.<br />
Figura 6: Ozono: concentrazione me<strong>di</strong>a annua nelle stazioni suburbane <strong>di</strong> fondo (R.S.A. Arpa<br />
Lombar<strong>di</strong>a, 2008-2009)<br />
58
1.1.2 Potenziali impatti dello Skidome sull’atmosfera<br />
È lecito aspettarsi che la realizzazione dello Skidome, sia in fase <strong>di</strong> cantiere che in fase <strong>di</strong><br />
esercizio, comporterà un notevole incremento nelle emissioni <strong>di</strong> sostanze inquinanti in<br />
atmosfera; per quanto riguarda la fase <strong>di</strong> cantiere, le emissioni saranno, ovviamente, transitorie<br />
e reversibili.<br />
Per quanto riguarda la fase <strong>di</strong> esercizio, gli impatti sull’atmosfera sono strettamente correlati<br />
alle emissioni generate dagli impianti <strong>di</strong> riscaldamento/raffrescamento, dalle emissioni da<br />
traffico ecc.<br />
Sono in via <strong>di</strong> definizione le soluzioni tecnologiche atte a minimizzare il consumo energetico e<br />
le relative emissioni in atmosfera: in particolare, è in fase <strong>di</strong> verifica la possibilità <strong>di</strong> un<br />
geotermico orizzontale, che sfrutti la lunghezza della pista; è stato escluso a priori l’utilizzo del<br />
fotovoltaico a causa dell’esposizione a nord della struttura.<br />
Si rileva, infatti, che il progetto è volutamente esposto, per la maggior parte, a nord, il che,<br />
insieme alla quota <strong>di</strong> progetto (circa 1000 m s.l.m.) consentirà, grazie alla temperatura esterna<br />
tipica <strong>di</strong> montagna, un risparmio energetico legato alla refrigerazione delle piste.<br />
Si richiede, comunque, al progettista, un maggior dettaglio <strong>di</strong> progetto, al fine delle valutazioni<br />
complessive da analizzare nel Rapporto Ambientale.<br />
Per quanto riguarda le emissioni da traffico, si ricorda che il progetto prevede la realizzazione<br />
<strong>di</strong> un parcheggio da 291 posti auto; la stima <strong>di</strong> progetto è costituita da una turnazione <strong>di</strong> veicoli<br />
in movimento (sulle strade e nei parcheggi) ogni 2-4 ore circa; per limitare le emissioni da<br />
traffico veicolare, sono in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o mezzi <strong>di</strong> trasporto alternativi per l’accesso allo<br />
Skidome, in particolare mezzi pubblici (funivia).<br />
1.2 Acqua<br />
1.2.1 Rete superficiale<br />
Sul territorio comunale <strong>di</strong> Selvino è stato in<strong>di</strong>viduato un solo corso d’acqua<br />
appartenente all’Allegato A della D.G.R. 7868/2002 (aggiornato dalla D.G.R. 8/8127 dell’1<br />
Ottobre 2008), e quin<strong>di</strong> ascrivibile al reticolo idrico principale: il Torrente Ambriola (BG081)<br />
per il tratto dallo sbocco alla confluenza della Valle <strong>di</strong> Cantor.<br />
59
TABELLA 6 – INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO PRINCIPALE – BG (DGR 8/8127 NUOVO ALL. A)<br />
Il Torrente Ambriola attraversa i comuni <strong>di</strong> Algua, Bracca, Costa <strong>di</strong> Serina e Selvino per<br />
sfociare nel Comune <strong>di</strong> Ambria e alimentare il Torrente Ambria, affluente sinistro del Brembo.<br />
Per la determinazione delle fasce <strong>di</strong> rispetto sul reticolo idrico principale la normativa cui fare<br />
riferimento è il R.D. 523/1904: “Testo unico delle <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge intorno alle opere<br />
idrauliche delle <strong>di</strong>verse categorie”; l’art. 96 del R.D. determina “i lavori ed atti vietati in modo<br />
assoluto sulle acque pubbliche, loro alvei, sponde e <strong>di</strong>fese…”. E’ prevista la possibilità <strong>di</strong><br />
deroga al R.D. 523/1904 previa autorizzazione dell’Ente Gestore.<br />
La Comunità Montana, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 267/2000, sancito nel Protocollo <strong>di</strong><br />
Intesa per la Gestione Associata dei Servizi ed in forza <strong>di</strong> specifiche deleghe comunali, è<br />
l'Autorità Idraulica Competente (A.I.C.) per la gestione del Piano relativo al reticolo idrico<br />
minore per il Comune <strong>di</strong> Selvino che rimane in attesa <strong>di</strong> approvazione (fonte: sito internet<br />
Cartografia Ambiente - Comunità Montana della Valle Seriana – giugno 2010).<br />
Per quanto riguarda l’area <strong>di</strong> costruzione dello Skidome, sono attualmente presenti due aste<br />
torrentizie con fondo arrotondato con le relative fasce <strong>di</strong> rispetto (tavola della carta<br />
idrogeologica 2d del Piano Regolatore Generale – Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Architettura Cortinovis – Lameri,<br />
consulenti: dr. Crotti e dr. Leopar<strong>di</strong> e tavole del reticolo idrico minore riportate nel capitolo<br />
geologico del presente <strong>scoping</strong>); a nord, è presente la fascia <strong>di</strong> rispetto <strong>di</strong> 200 m per la sorgente<br />
ad uso idropotabile (sorgente lache captata ad uso pubblico – zona <strong>di</strong> tutela assoluta).<br />
È necessario sottolineare che, per poter realizzare l’opera <strong>di</strong> progetto, è necessario apportare<br />
una variante al R.I.M., ri<strong>di</strong>segnando il reticolo idrico della zona <strong>di</strong> progetto, così come già<br />
esplicitato nel paragrafo de<strong>di</strong>cato alla geologia <strong>di</strong> Selvino, a cura del dott. Filippo Leopar<strong>di</strong>, “la<br />
realizzazione dell’opera in progetto andrebbe comunque a occludere tali impluvi ostacolando<br />
lo scorrimento delle acque superficiali in occasione <strong>di</strong> intensi fenomeni piovosi. Per tale<br />
motivo è stato eseguito dai progettisti uno stu<strong>di</strong>o idraulico (a firma dell’Ing. Gabriele<br />
Ghilar<strong>di</strong>) per definire i sottobacini interessati, determinare le portate critiche nella situazione<br />
attuale e dopo la realizzazione dell’impianto e ipotizzare nuove canalette per l’intercettazione<br />
del drenaggio superficiale, ri<strong>di</strong>segnando il reticolo idrico interrotto dalla nuova struttura.<br />
Questo porterà ad una variante del Reticolo Idrico Minore (R.I.M.) e della relativa fascia <strong>di</strong><br />
rispetto che, in accordo con lo STER <strong>di</strong> Bergamo, <strong>di</strong>verrà definitiva anche nelle Norme <strong>di</strong><br />
60
Piano solo successivamente alla sottoscrizione dell' "Accordo <strong>di</strong> programma per la<br />
realizzazione <strong>di</strong> infrastrutture per la pratica <strong>di</strong> sport invernali al coperto finalizzata al rilancio<br />
dell'offerta turistica e alla tenuta occupazionale dell'altopiano <strong>di</strong> Selvino (BG)" fra Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a, Provincia <strong>di</strong> Bergamo e Comune <strong>di</strong> Selvino. La variazione del R.I.M. avrà come<br />
conseguenza anche una mo<strong>di</strong>fica della carta <strong>di</strong> fattibilità geologica allegata al PGT<br />
comunale.”<br />
Figura 7: Estratto della carta idrogeologica 2d (PRG comunale)<br />
61
1.2.2 Sorgenti<br />
Nel database della Provincia <strong>di</strong> Bergamo le fonti <strong>di</strong> approvvigionamento a Selvino<br />
risultano essere quattro, <strong>di</strong> cui una a nord ovest del Comune, attiva dal 1995, denominata<br />
“lache” e tre in Località Cantor denominate “sales” ma non più attive.<br />
La sorgente “lache” ad uso potabile ha una portata me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 1,5 l/s ed è in concessione alla<br />
società Amias Servizi (Corso Milano n.19, Selvino).<br />
Anche se dalla cartografia risulta esterna al confine comunale e in territorio <strong>di</strong> Algua, in realtà<br />
a Selvino (mappale 590) è presente una sorgente, attiva dal 1995, ad uso potabile denominata<br />
“Gleben”. La portata me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> 1.5 l/s. Il concessionario è Amias Servizi (Corso Milano n.19,<br />
Selvino).<br />
Figura 8: Ubicazione delle sorgenti attive (cerchiate in rosso) e inattive (cerchiate in verde) ad<br />
uso potabile nel Comune <strong>di</strong> Selvino (elaborazione cartografia SITer della Provincia <strong>di</strong><br />
Bergamo)<br />
62
1.2.3 Consumi idrici<br />
I consumi idrici comunali per uso potabile, per il periodo da ottobre 2008 a ottobre<br />
2009, sono stati <strong>di</strong> 241.366 mc.<br />
1.2.4 Potenziali impatti dello Skidome sulla risorsa idrica<br />
È lecito aspettarsi un incremento dei consumi idrici dovuto all’utilizzo della struttura<br />
dello Skidome: a tale proposito, si richiede ai progettisti un dettagliato bilancio idrico,<br />
attualmente non <strong>di</strong>sponibile. Si osserva tuttavia che è in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o la possibilità <strong>di</strong> sfruttare<br />
le acque grigie <strong>di</strong> recupero per scarichi e per uso non potabile, al fine <strong>di</strong> una riduzione dei<br />
consumi.<br />
Inoltre, si rileva il notevole impatto del progetto sul reticolo idrico attuale, che comporta la<br />
deviazione <strong>di</strong> aste torrentizie, al fine <strong>di</strong> poter realizzare l’impianto.<br />
1.3 Reti tecnologiche<br />
Tutti i quartieri e le varie tipologie <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento risultano dotate <strong>di</strong> urbanizzazioni<br />
primarie, quali rete fognaria, <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dell’acqua, dell’energia elettrica, del gas e del<br />
telefono. Le strade <strong>di</strong> servizio agli isolati e ai quartieri sono adeguate e dotate <strong>di</strong> illuminazione<br />
pubblica.<br />
1.3.1 Rete dell’acquedotto<br />
La rete <strong>di</strong> acquedotto è gestita dalla Società AMIAS Servizi S.r.l. <strong>di</strong> Selvino.<br />
Essa è costituita dall’insieme delle tubazioni e delle apparecchiature che si sviluppano nel<br />
territorio comunale al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire la risorsa idrica alle singole utenze ed ai servizi<br />
pubblici.<br />
Schematicamente la rete <strong>di</strong> approvvigionamento idrico è costituita da elementi <strong>di</strong> tipo lineare e<br />
puntuale. I primi si identificano con il tracciato della condotta, derivato a partire dagli impianti<br />
e dai pozzetti, mentre i secon<strong>di</strong> rappresentano i punti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità del sistema, quali<br />
pozzetti, valvole, riduttori, punti <strong>di</strong> prelievo, serbatoi, pozzi, etc.<br />
La rete <strong>di</strong> acquedotto è costituita da maglie chiuse ed il suo tracciato segue i percorsi stradali,<br />
in modo da essere sviluppato all’esterno degli inse<strong>di</strong>amenti civili o produttivi e delle relative<br />
reti <strong>di</strong> scarico. Essa è generalmente posta ad una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 1-1,5 m al fine <strong>di</strong> evitare<br />
eventuali problemi <strong>di</strong> sollecitazioni meccaniche provocate dai carichi stradali, congelamento<br />
durante la regione invernale e manomissioni.<br />
63
All’interno del territorio comunale la rete <strong>di</strong> acquedotto si estende per circa 37 km, con un<br />
volume d’acqua erogata, nell’anno 2007, <strong>di</strong> 836.448 mc.<br />
Le utenze servite, al 31 <strong>di</strong>cembre 2010, sono pari a 2.900, sud<strong>di</strong>vise come riportato in tabella.<br />
TABELLA 7: UTENZE SERVITE DALLA RETE DI ACQUEDOTTO (FONTE: AMIAS SERVIZI S.R.L.).<br />
Tipologia <strong>di</strong> utenza<br />
Numero utenze allacciate<br />
Utenze domestiche 2700<br />
Utenze commerciali 200<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista funzionale la rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione idropotabile utilizza le <strong>di</strong>sponibilità<br />
idriche fornite da quattro sorgenti site nel territorio comunale. Nel periodo estivo, però, la<br />
risorsa idrica viene anche fornita da sorgenti presenti nel territorio comunale <strong>di</strong> Algua (gestite<br />
dalla Società BAS Omniservizi). Le sorgenti captate per servire le utenze <strong>di</strong> Selvino sono:<br />
Perello, Ca’ Pio Bassa, Ca’ Pio Alta e Gleben. Esse sono tutte ubicate topograficamente sotto<br />
l'abitato <strong>di</strong> Selvino, pertanto l’approvvigionamento alla rete avviene tutto per sollevamento<br />
me<strong>di</strong>ante pompe (pompe centrifughe multista<strong>di</strong>o marca KSB prevalenza H 150 m, portata da<br />
25 a 40 mc/h).<br />
In tabella 8 sono riportate alcune caratteristiche dei serbatoi a servizio della rete <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stribuzione dell’acqua potabile.<br />
Denominazione<br />
TABELLA 8: CARATTERISTICHE DEI SERBATOI PRESENTI NEL TERRITORIO DI SELVINO<br />
Anno realizzazione<br />
Quota s.l.m.<br />
(m)<br />
Capacità<br />
(mc)<br />
Lunghezza rete<br />
alimentata<br />
(km)<br />
1974 (Botto 1)<br />
862 (Botto 1)<br />
Botto<br />
1978 (Botto 2)<br />
1990 (Botto 4)<br />
1005<br />
940 (Botto 2)<br />
674 (Botto 4)<br />
12,4<br />
1994 (Botto 5)<br />
2.570 (Botto 5)<br />
Purito 1968 980 800 12,3<br />
Tennis 1983 940 800 5,5<br />
Torre 1926 1050 50 3,9<br />
Sora 1983 920 88 2,7<br />
In Figura 9 sono evidenziate, in blu, le ubicazioni delle quattro sorgenti e, in giallo, quelle dei<br />
serbatoi.<br />
64
Figura 9: Localizzazione delle sorgenti e dei serbatoi presenti nel territorio comunale; in rosa,<br />
l’area dello Skidome<br />
La rete <strong>di</strong> acquedotto è costituita da condotte realizzate in acciaio ed in polietilene con <strong>di</strong>ametri<br />
compresi tra 19,05 mm e 200 mm.<br />
A proposito del grado <strong>di</strong> modernità della rete acquedottistica si riportano in Tabella 9 ed in<br />
Figura 10 informazioni circa lo stato <strong>di</strong> vetustà delle condotte <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione.<br />
TABELLA 9: ANNI DI REALIZZAZIONE DELLE CONDOTTE DI DISTRIBUZIONE DELL’ACQUEDOTTO.<br />
Anno realizzazione<br />
Lunghezza rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />
(km)<br />
Precedente anni 1970 9,3<br />
anni 1970 – anni 1989 11,4<br />
anni 1990 – anni 1999 12,2<br />
anni 2000 – anni 2005 2,1<br />
Successivo anno 2005 1<br />
65
Figura 10: Grado <strong>di</strong> vetustà delle condotte <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione della risorsa idrica<br />
66
Relativamente al numero ed alla tipologia <strong>di</strong> elementi a servizio della rete acquedottistica del<br />
Comune <strong>di</strong> Selvino si veda la tabella seguente.<br />
TABELLA 10: ELEMENTI E MANUFATTI DELLA RETE ACQUEDOTTISTICA.<br />
serbatoi in <strong>di</strong>suso<br />
tipologia<br />
quantità<br />
1 (Scesopoli)<br />
valvole/ saracinesche 213<br />
idranti 3<br />
contatori 12<br />
Le fontane pubbliche presenti nel territorio <strong>di</strong> Selvino sono ubicate nelle seguenti vie:<br />
Via Camozzi<br />
Via Monte Purito<br />
Via Madonna della neve<br />
Corso Milano<br />
Piazza Europa<br />
Piazza Chiesa<br />
Parco Osio<br />
Parco Vulcano<br />
Zona campi da Tennis<br />
L’area <strong>di</strong> costruzione dello Skidome (Figura 11) è già servita dalla rete <strong>di</strong> approvvigionamento<br />
dell’acqua (fino all’estremità nord <strong>di</strong> Via Manzoni); bisognerà, in fase <strong>di</strong> progetto esecutivo,<br />
verificare gli allacciamenti e la realizzazione <strong>di</strong> eventuali estensioni della rete, in accordo con<br />
Uniacque. Inoltre, si richiede ai progettisti un dettagliato bilancio idrico e lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> verifica<br />
della capacità residua dell’acquedotto.<br />
67
Figura 11: Estratto della tavola della rete <strong>di</strong> approvvigionamento acque (Eurogeo<br />
snc, 2011)<br />
68
1.3.2 Rete <strong>di</strong> smaltimento acque<br />
La rete <strong>di</strong> smaltimento acque è gestita dal Comune, relativamente alla rete <strong>di</strong> fognatura<br />
interna al centro abitato, e dalla società Uniacque S.p.A. limitatamente all’impianto <strong>di</strong><br />
depurazione.<br />
L’impianto <strong>di</strong> fognatura, normalmente funzionante a pelo libero (tranne particolari tratti quali<br />
condotte <strong>di</strong> mandata da stazioni <strong>di</strong> sollevamento, attraversamenti in sifoni, etc.) è il complesso<br />
<strong>di</strong> canalizzazioni finalizzate alla raccolta ed all’allontanamento delle acque reflue e delle acque<br />
superficiali (meteoriche, <strong>di</strong> lavaggio, etc.).<br />
Le reti fognarie sono classificate, secondo la tipologia delle acque in esse convogliate, in due<br />
<strong>di</strong>verse categorie:<br />
Rete a sistema unitario o misto in cui le acque reflue e pluviali sono raccolte e<br />
convogliate con un unico sistema <strong>di</strong> canalizzazioni;<br />
Rete a sistema separato in cui le acque reflue sono raccolte e convogliate con un<br />
sistema <strong>di</strong> canalizzazioni <strong>di</strong>stinto dal sistema <strong>di</strong> raccolta e convogliamento delle acque<br />
pluviali.<br />
Esistono condotte principali, condotte collettrici e, in ultimo, condotte <strong>di</strong> allacciamento. Le<br />
prime due rappresentano le cosiddette tratte generatrici, mentre le terze costituiscono le tratte <strong>di</strong><br />
connessione.<br />
La rete <strong>di</strong> raccolta e smaltimento delle acque meteoriche e reflue urbane, parimenti a quanto<br />
detto per la rete <strong>di</strong> approvvigionamento idrico, può essere schematizzata come una serie <strong>di</strong><br />
elementi <strong>di</strong> tipo lineare e puntuale. Gli elementi lineari rappresentano il tracciato della<br />
condotta, derivato dagli impianti e dai pozzetti, mentre quelli puntuali s’identificano con<br />
elementi della rete quali pozzi, ca<strong>di</strong>toie, valvole, riduttori, etc.<br />
La posa della rete fognaria, determinata anche in funzione delle esigenze del traffico e<br />
concordata con l’Azienda che gestisce il servizio dell’acquedotto, è messa in opera ad una<br />
profon<strong>di</strong>tà massima <strong>di</strong> circa 3 - 4 metri dal piano stradale, ed essa deve essere sempre posta<br />
almeno 30 cm sotto il livello <strong>di</strong> posa della rete <strong>di</strong> acquedotto per evitare il verificarsi <strong>di</strong><br />
possibili contaminazioni.<br />
L’impianto <strong>di</strong> depurazione (gestito da Uniacque S.p.A) a servizio del territorio <strong>di</strong> Selvino è<br />
situato a metà tra l’abitato <strong>di</strong> Selvino e l’abitato <strong>di</strong> Rigosa, in via Valle Brembana, e scarica nel<br />
Rio Cantor. L’impianto è a servizio <strong>di</strong> 2.900 utenze (contratti-contatori) sud<strong>di</strong>visi in 2.600<br />
soggetti e 250 non soggetti.<br />
69
Al depuratore <strong>di</strong> Selvino viene collettata la fognatura mista oltre che <strong>di</strong> Selvino anche <strong>di</strong> una<br />
parte <strong>di</strong> Aviatico (proveniente da via dei Colli). Nella Tabella 11 e Tabella 12 si riportano<br />
alcuni dati relativi al depuratore.<br />
Potenzialità <strong>di</strong> progetto<br />
TABELLA 11: DATI DEPURATORE (FONTE: UNIACQUE S.P.A.).<br />
A.E.<br />
3.000 (periodo non turistico)<br />
12.000 (periodo turistico)<br />
Potenzialità trattata<br />
Portata <strong>di</strong> progetto (me<strong>di</strong>a giornaliera)<br />
Portata <strong>di</strong> progetto (me<strong>di</strong>a oraria)<br />
Portata affluenti (me<strong>di</strong>a giornaliera)<br />
Portata affluenti (me<strong>di</strong>a oraria)<br />
A.E.<br />
mc/d<br />
mc/h<br />
mc/d<br />
mc/h<br />
2.000 (periodo non turistico)<br />
3.500 (periodo turistico)<br />
690 (periodo non turistico)<br />
2.760 (periodo turistico)<br />
28,8 (periodo non turistico)<br />
115 (periodo turistico)<br />
650 (periodo non turistico)<br />
1.200 (periodo turistico)<br />
27 (periodo non turistico)<br />
50 (periodo turistico)<br />
Misuratori <strong>di</strong> portata n. 2<br />
Campionatore automatico n. 1<br />
TABELLA 12: PORTATE DEPURATORE ANNI 2008 - 2010 (FONTE: UNIACQUE S.P.A.).<br />
Totale<br />
annuo<br />
Me<strong>di</strong>a<br />
annua<br />
Portata periodo mc/periodo 226.005 20.550<br />
anno<br />
2008<br />
Portata giornaliera mc/d 698<br />
Abitanti equivalenti su Q A.E. 2791<br />
Portata periodo mc/periodo 247.560 20.630<br />
anno<br />
2009<br />
Portata giornaliera mc/d 676<br />
Abitanti equivalenti su Q A.E. 2.703<br />
Portata periodo mc/periodo 239.383 19.949<br />
anno<br />
2010<br />
Portata giornaliera mc/d 831<br />
Abitanti equivalenti su Q A.E. 3.325<br />
In seguito la Tabella 13 riporta i dati del Rapporto dello Stato dell’Ambiente <strong>di</strong> Arpa<br />
Lombar<strong>di</strong>a 2008-2009.<br />
70
TABELLA 13 – DEPURATORI – QUALITÀ DELL’AFFLUENTE 2008 (FONTE: RSA ARPA LOMBARDIA, 2008-2009)<br />
Comune<br />
Potenzialità<br />
<strong>di</strong> progetto<br />
(A.E.)<br />
BOD 5<br />
(mg O 2 /l)<br />
COD<br />
Soli<strong>di</strong> sospesi<br />
(mg/l)<br />
N TOTALE<br />
(mg/l)<br />
P TOTALE<br />
(mg/l)<br />
Selvino 3.000 15 46 16 11,6 0,24<br />
Il Comune <strong>di</strong> Selvino è dotato <strong>di</strong> una rete fognaria che si estende per circa 36 km all’interno del<br />
territorio comunale.<br />
Le acque reflue e le acque pluviali sono raccolte e convogliate, per la quasi totalità, all’interno<br />
<strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> tipo separato che si estende nel territorio comunale per circa 21 km (acque nere) e<br />
per circa 14 km (acque meteoriche). I tratti <strong>di</strong> fognatura a sistema misto sono invece localizzati<br />
in zone molto limitate del territorio comunale. Più in dettaglio, la rete delle acque miste si<br />
estende per circa 12 km.<br />
All’interno del territorio comunale sono inoltre presenti due impianti <strong>di</strong> sollevamento principali<br />
siti in via Albino ed in via Padova e due impianti <strong>di</strong> sollevamento secondari che servono due<br />
gruppi limitati <strong>di</strong> utenti e che sono localizzati in via Ver<strong>di</strong> ed in via Valle Brembana. Per ogni<br />
stazione <strong>di</strong> sollevamento sono presenti due pompe con prevalenza H <strong>di</strong> 50,7 m e portata Q <strong>di</strong><br />
27,7 l/s.<br />
Alcuni dati descrittivi della rete <strong>di</strong> fognatura a servizio del territorio comunale sono riportati in<br />
tabella 17.<br />
TABELLA 14: CARATTERISTICHE RETE FOGNARIA A SERVIZIO DEL TERRITORIO COMUNALE.<br />
elementi<br />
quantità<br />
stazioni <strong>di</strong> sollevamento principali 2<br />
stazioni <strong>di</strong> sollevamento secondarie 2<br />
pozzetti d’ispezione 718<br />
Relativamente agli interventi futuri, così come in<strong>di</strong>cato nell’osservazione <strong>di</strong> Uniacque S.p.A. in<br />
seguito alla prima conferenza <strong>di</strong> VAS del PGT <strong>di</strong> Selvino del 13.12.2010, “lo scarico in<br />
fognatura delle acque reflue domestiche sarà ammesso, senza necessità <strong>di</strong> alcun tipo <strong>di</strong><br />
trattamento, nel rispetto del regolamento comunale mentre lo scarico <strong>di</strong> acque reflue<br />
industriali sarà ammesso purché sod<strong>di</strong>sfi i valori limite <strong>di</strong> emissione previsti dalle leggi<br />
71
nazionali e regionali vigenti, le <strong>di</strong>sposizioni degli Enti competenti, il regolamento Uniacque<br />
S.p.A. (ove e se richiesto) ed il contenuto delle autorizzazioni allo scarico.”<br />
Ulteriore attenzione dovrà essere posta per contenere lo scarico delle acque bianche nei<br />
collettori fognari comunali. Nel dettaglio si consiglia <strong>di</strong> prevedere, soprattutto negli ambiti <strong>di</strong><br />
nuova trasformazione, la separazione obbligatoria delle acque bianche dalle acque nere<br />
(intese acque bianche anche quelle meteoriche provenienti dalle proprietà degli utenti e<br />
raccolte dal <strong>di</strong>lavamento <strong>di</strong> strade, piazzali, giar<strong>di</strong>ni, tetti, etc), con smaltimento <strong>di</strong><br />
quest’ultime in <strong>di</strong>versa destinazione dalla fognatura in ossequio alle <strong>di</strong>sposizioni e regolamenti<br />
dei rispettivi Enti competenti. Analogamente si auspica che, anche negli ambiti <strong>di</strong><br />
riqualificazione/ristrutturazione dell’esistente, possa essere intrapresa la medesima linea<br />
effettuando lo smaltimento delle acque meteoriche provenienti dalla proprietà dell’utente non<br />
in fognatura ma, ove possibile, in loco.<br />
L’autorizzazione comunale allo scarico delle acque bianche in fognatura, risulterà pertanto<br />
solo in forma residuale e solo dopo aver accertato e documentato accuratamente che tali<br />
acque non possano essere smaltite <strong>di</strong>versamente, rimanendo salvi comunque, le prescrizioni<br />
tecniche impartite dal Comune, in quanto gestore della fognatura e previa laminazione.”<br />
In ultimo, al fine <strong>di</strong> evitare ripercussioni negative relativamente al controllo delle acque reflue<br />
scaricate, si dovrebbero evitare situazioni <strong>di</strong> fabbricati isolati con scarichi non allacciati al<br />
sistema fognario, fatti salvi i casi isolati esistenti, i quali dovranno essere regolarmente<br />
autorizzati dall’Autorità competente.<br />
L‘estratto della tavola <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione della rete <strong>di</strong> smaltimento acque è tratta dal PUGSS <strong>di</strong><br />
Selvino (Eurogeo 2011).<br />
72
Figura 12: Estratto della tavola della rete <strong>di</strong> smaltimento acque (Eurogeo snc, 2011)<br />
L’area <strong>di</strong> costruzione dello Skidome è già servita dalla rete <strong>di</strong> smaltimento delle acque nere<br />
(con relativi pozzetti); la rete <strong>di</strong> smaltimento delle acque bianche giunge solo fino alle<br />
abitazioni esistenti <strong>di</strong> Via Manzoni (Figura 12). Bisognerà, in fase <strong>di</strong> progetto esecutivo dello<br />
Skidome, verificare gli allacciamenti e la realizzazione <strong>di</strong> eventuali estensioni della rete, in<br />
accordo con le prescrizioni <strong>di</strong> Uniacque riportate nel presente paragrafo. Inoltre, sarà<br />
necessario verificare la capacità residua del depuratore <strong>di</strong> Selvino, in funzione dell’aumentato<br />
carico dovuto ai visitatori dello Skidome.<br />
73
1.3.3 Rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione elettrica<br />
La rete <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong>stribuzione elettrica è gestita da Terna S.p.A. per quanto<br />
riguarda l’alta tensione e da AMIAS Servizi S.r.l. per quanto riguarda la me<strong>di</strong>a e bassa<br />
tensione.<br />
Per quanto riguarda le linee ad Alta Tensione (A.T.), il territorio <strong>di</strong> Selvino è attraversato da<br />
due linee aeree (denominate T-L04 e T-L05) con tensione <strong>di</strong> 220 KV, con orientazione<br />
sudovest-nordest, che lambiscono la periferia meri<strong>di</strong>onale del centro abitato.<br />
Figura 13: Elettrodotti ad Alta Tensione T-L04 e T-L05, in verde (fonte: Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a)<br />
Nel territorio <strong>di</strong> Selvino non esistono linee interrate ad A.T. Lo sviluppo lineare della rete ad<br />
A.T. è <strong>di</strong> 2.120 m.<br />
74
Foto 1: Linea ad Alta Tensione.<br />
Foto 2: Traliccio della linea ad Alta Tensione.<br />
La <strong>di</strong>stribuzione a Me<strong>di</strong>a Tensione (M.T.) avviene tramite una rete <strong>di</strong> linee alimentata dalle<br />
suddette cabine primarie tramite trasformatori A.T./M.T. e ha lo scopo <strong>di</strong> fornire energia agli<br />
utenti M.T. o <strong>di</strong> alimentare le cabine M.T./B.T. cui fa capo la rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione B.T.<br />
La <strong>di</strong>stribuzione a Bassa Tensione (B.T.) realizza l’ultima fase della <strong>di</strong>stribuzione fino alla<br />
consegna dell’energia alle piccole utenze industriali e domestiche. Il livello <strong>di</strong> tensione<br />
normalizzato è mantenuto dai suddetti trasformatori M.T./B.T. installati presso cabine<br />
secondarie <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. Le linee a me<strong>di</strong>a e a bassa tensione possono essere realizzate su<br />
palo o poste al <strong>di</strong> sotto della superficie stradale. Nel primo caso le linee possono avere<br />
conduttori o cavi aerei, mentre nel secondo caso le linee aeree sono sempre in cavo.<br />
La corrente <strong>di</strong>stribuita è fornita da una piccola centrale idroelettrica dalla potenza complessiva<br />
<strong>di</strong> 50 kW, alimentata dalle acque <strong>di</strong> un’asta secondaria del Torrente Ambriola. La centrale è<br />
ubicata in prossimità della frazione Rigosa e ricade nel territorio comunale <strong>di</strong> Algua (Foto 3).<br />
L’energia elettrica prodotta viene trasferita alle cabine <strong>di</strong> trasformazione me<strong>di</strong>ante tre linee. La<br />
prima ha andamento circa est-ovest e adduce la corrente alle cabine Foppa (che serve<br />
l’omonima frazione), Depuratore e Ponte Perello. La seconda risale verso la periferia nord <strong>di</strong><br />
Selvino (via Valle Brembana) e adduce l’energia elettrica alle cabine del settore occidentale<br />
dell’abitato. La terza risale il versante sconfinando anche nel territorio <strong>di</strong> Aviatico fino alla<br />
cabina Cantul (Via Cornagera) e adduce la corrente elettrica alle cabine del settore orientale<br />
dell’abitato.<br />
75
Foto 3: Centrale idroelettrica in località Foppa.<br />
Foto 4: Cabina <strong>di</strong> trasformazione Scuole.<br />
Le cabine <strong>di</strong> trasformazione che ricadono nel Comune <strong>di</strong> Selvino sono in totale 24.<br />
Dalle cabine <strong>di</strong> trasformazione si sviluppa la rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione elettrica a Bassa Tensione.<br />
Lo sviluppo delle due reti complessivamente è <strong>di</strong> 44 Km e 47 metri così sud<strong>di</strong>visi: 11.339 m<br />
(<strong>di</strong> cui 8.466 m interrati) della rete elettrica a me<strong>di</strong>a tensione e 32.708 m (<strong>di</strong> cui 23.455 m<br />
interrati) della rete elettrica a bassa tensione.<br />
Le utenze allacciate alla rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione elettrica gestita da AMIAS Servizi S.r.l. sono<br />
circa 4.100 (02/05/2011) <strong>di</strong> cui 3.700 ad uso civile e 400 ad uso commerciale.<br />
In Via Manzoni, nei pressi dell’area <strong>di</strong> costruzione dello Skidome, è presente la linea elettrica<br />
interrata a Me<strong>di</strong>a Tensione, gestita da AMIAS Servizi S.r.l. (Figura 14).<br />
76
Figura 14: Estratto della rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione elettrica (Eurogeo snc, 2011)<br />
1.3.3.1 Elettromagnetismo<br />
L'elettromagnetismo è l'alterazione dello stato naturale dell'ambiente causata<br />
dall'introduzione <strong>di</strong> campi elettromagnetici prodotti dall'uomo. Le principali strutture che<br />
77
emettono onde elettromagnetiche sono le linee elettriche ad alta tensione e gli impianti <strong>di</strong><br />
telefonia e <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o telecomunicazione.<br />
Lo sviluppo <strong>di</strong> nuove tecnologie collegate all'uso <strong>di</strong> onde elettromagnetiche (apparati <strong>di</strong><br />
telefonia mobile, radar e impianti <strong>di</strong> tele-ra<strong>di</strong>o<strong>di</strong>ffusione) ha reso in<strong>di</strong>spensabile l'adozione <strong>di</strong><br />
norme volte a tutelare la salute dei citta<strong>di</strong>ni. Infatti, negli ultimi anni sono aumentati gli<br />
interrogativi relativi ai possibili effetti sulla salute legati all’inquinamento elettromagnetico, i<br />
cui effetti cronici sono stati analizzati attraverso numerose indagini epidemiologiche.<br />
La rete <strong>di</strong> monitoraggio dei campi elettromagnetici italiani, separa le basse frequenze<br />
(elettrodotti) dalle alte frequenze (impianti ra<strong>di</strong>otelevisivi, ponti ra<strong>di</strong>o, Stazioni Ra<strong>di</strong>o Base per<br />
la telefonia mobile ecc). Essa è stata creata allo scopo <strong>di</strong> rilevare le emissioni <strong>di</strong> campo in<br />
particolari luoghi o siti del territorio nazionale, definiti come “sensibili” secondo criteri <strong>di</strong><br />
conformità e omogeneità concordati tra i ruoli responsabili. Molte Regioni e Province hanno<br />
aderito all’iniziativa partecipando al programma dei rilievi, attraverso il coinvolgimento <strong>di</strong>retto<br />
delle proprie ARPA.<br />
Nel Comune <strong>di</strong> Selvino sono presenti due impianti ra<strong>di</strong>obase (entrambi in Via Lungomonte, 9)<br />
mentre sono assenti le stazioni ra<strong>di</strong>otelevisive.<br />
Si tratta <strong>di</strong> due impianti per telefonia mobile, gestiti da Telecom Italia e da Vodafone.<br />
Nei comuni limitrofi, è presente un impianto <strong>di</strong> telefonia ad Aviatico, due impianti televisivi e<br />
un impianto ra<strong>di</strong>o a Zogno.<br />
TABELLA 15 – SITI PER RADIO-TELECOMUNICAZIONE (FONTE: RSA ARPA LOMBARDIA, 2008-2009)<br />
Tipo <strong>di</strong> impianto Quantità (N) Densità (Kmq) Densità potenza totale al connettore d'antenna (kW/Kmq)<br />
Ra<strong>di</strong>obase 2 0,308 0,016<br />
Ra<strong>di</strong>otelevisivi - - -<br />
78
Figura 15: Ubicazione degli impianti ra<strong>di</strong>obase a Selvino (fonte: Castel – ARPA Lombar<strong>di</strong>a)<br />
79
1.3.4 Potenziali impatti dello Skidome sull’elettromagnetismo<br />
Non ci si aspetta alcun impatto della struttura dello Skidome: la realizzazione<br />
dell’impianto sportivo/alberghiero non comporterà un aumento/decremento dei livelli <strong>di</strong><br />
elettromagnetismo ad oggi già presenti sul territorio comunale <strong>di</strong> Selvino.<br />
1.3.5 Rete elettrica per l’illuminazione pubblica<br />
L’unico rilievo <strong>di</strong>sponibile (non completo) è stato eseguito in concomitanza della<br />
sostituzione dei corpi illuminanti lungo le vie Miramonti, Osio, Passeggio, Cremona e Roma<br />
(2006). L’intervento è consistito nella sostituzione <strong>di</strong> circa un centinaio <strong>di</strong> punti luce con<br />
elementi a risparmio energetico ed a minore inquinamento luminoso. I nuovi corpi illuminanti<br />
installati sono del tipo AEC serie KAOSI SAP e montano lampade MBF a vapori <strong>di</strong> mercurio<br />
da 125 W.<br />
Attualmente i punti luce presenti sul territorio comunale sono in totale 820, costituiti da pali in<br />
acciaio zincato alti otto metri e muniti <strong>di</strong> lampade a vapori <strong>di</strong> mercurio.<br />
Foto 5: Corpo illuminante del vecchio tipo.<br />
Foto 6: Corpo illuminante del nuovo tipo.<br />
La rete <strong>di</strong> illuminazione pubblica, dove non specificata, segue l’andamento della rete elettrica a<br />
bassa tensione. Il suo sviluppo lineare è quin<strong>di</strong> paragonabile.<br />
1.3.6 Rete <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong>stribuzione per le telecomunicazioni<br />
La rete <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong>stribuzione per le telecomunicazioni è gestita da TELECOM<br />
S.p.A. La rete <strong>di</strong> telecomunicazione <strong>di</strong> Telecom S.p.a., che consente la connessione tra centrali<br />
periferiche ed utenze finali, è composta da circa 10.000 centrali terminali dalle quali si<br />
<strong>di</strong>partono i cavi, prevalentemente in rame, della rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. La rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione è<br />
costituita da una rete primaria, una secondaria e dai raccor<strong>di</strong>.<br />
80
La rete primaria (Figura 16) collega il permutatore (<strong>di</strong>spositivo che opera commutazioni,<br />
conversioni o collegamenti in una rete <strong>di</strong> telecomunicazioni) con un terminale (arma<strong>di</strong>etto <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stribuzione) ubicato in posizione interme<strong>di</strong>a rispetto all’utente finale. Si tratta <strong>di</strong> cavi ad alta<br />
potenzialità posati prevalentemente nel sottosuolo. Il terminale identifica il confine con la rete<br />
secondaria, caratterizzata da cavi a me<strong>di</strong>a-bassa potenzialità, con modalità <strong>di</strong> posa sia aerea (a<br />
muro, su palo) che sotterranea (prevalente in aree urbane). Questa seconda tipologia <strong>di</strong> rete<br />
collega gli arma<strong>di</strong>etti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione con il <strong>di</strong>stributore dell’utente finale. L’ultimo tratto <strong>di</strong><br />
rete, definito raccordo, unisce il <strong>di</strong>stributore alla rete domestica dell’utente finale.<br />
A seconda della tipologia <strong>di</strong> posa i cavi <strong>di</strong> rete hanno <strong>di</strong>verse caratteristiche costruttive. I cavi<br />
per la posa in trincea presentano guaine in polietilene e armatura <strong>di</strong> nastri in alluminio ed<br />
acciaio mentre quelli per la posa in canalizzazioni sono protetti da una guaina in<br />
polivinilcloruro. I fili utilizzati per i collegamenti nelle centrali ed arma<strong>di</strong>etti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />
hanno guaine in alluminio e materiale ignifugo a bassa emissione <strong>di</strong> fumi.<br />
Figura 16: Schema della rete per le telecomunicazioni in ambito urbanizzato<br />
Nel caso del territorio <strong>di</strong> Selvino le linee delle telecomunicazioni salgono a Selvino seguendo<br />
la S.P. 38, sviluppandosi seguendo Via Valle Brembana, Via Monte Alben, Via Piccinini, via<br />
Monte Rosa, Corso Milano e Corso Camozzi. Da queste linee principali si <strong>di</strong>partono le linee<br />
secondarie che servono le vie minori del centro abitato.<br />
L’estensione complessiva della rete delle telecomunicazioni è <strong>di</strong> circa 36 Km <strong>di</strong> cui 29,2 km<br />
posata in trincea e la rimanente porzione installata in cavidotto. I tubi interrati hanno <strong>di</strong>verse<br />
caratteristiche e <strong>di</strong>ametri; solitamente TELECOM. S.p.A. utilizza:<br />
tritubi per fibre ottiche (<strong>di</strong>ametro 50 mm);<br />
81
tubi in PVC o corrugati (<strong>di</strong>ametro compreso tra 50 e 125 mm);<br />
canalizzazioni/polifere costituite da tre tubi (<strong>di</strong>ametro compreso tra 100 e 125 mm);<br />
tubazioni secondarie (<strong>di</strong>ametro compreso tra 50 e 125 mm).<br />
Nel territorio <strong>di</strong> Selvino si evidenzia la presenza <strong>di</strong> canalizzazioni/polifere unicamente nel<br />
tratto iniziale <strong>di</strong> Via Albino, in Piazza Europa e via Piccinini.<br />
La rete è inoltre completata da 304 pozzetti <strong>di</strong> ispezione (dalle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 50/60x50/60 cm)<br />
e da 14 camerette (<strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 2x1,5x1,5 m). Queste ultime sono state posate in<br />
corrispondenza delle canalizzazioni/polifere <strong>di</strong> Via Albino, in Piazza Europa e via Piccinini.<br />
La profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> posa della rete delle telecomunicazioni è in<strong>di</strong>cativamente <strong>di</strong> circa 80 cm dal<br />
piano campagna in corrispondenza delle strade, mentre 60 cm dal piano campagna in<br />
corrispondenza dei marciapie<strong>di</strong>.<br />
Foto 7: Arma<strong>di</strong>etto <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione della rete<br />
telefonica.<br />
Foto 8: Arma<strong>di</strong>etto <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione della rete<br />
telefonica in Via Sorgenti.<br />
Nei pressi dell’area <strong>di</strong> realizzazione dello Skidome, in Via Manzoni, è presente la rete delle<br />
telecomunicazioni, sia in trincea che in cavidotto (Figura 17).<br />
82
Figura 17: Estratto della rete delle telecomunicazioni; in azzurro, l’area <strong>di</strong> realizzazione dello Skidome (Eurogeo<br />
snc, 2011)<br />
83
1.4 Suolo<br />
1.4.1 Uso e copertura del suolo<br />
La tabella successiva mostra i dati contenuti nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente <strong>di</strong><br />
Arpa Lombar<strong>di</strong>a 2008-2009 che mette a confronto l’uso del suolo nel territorio del Comune <strong>di</strong><br />
Selvino: la percentuale maggiore è rappresentata dalle aree boscate e seminaturali (64,96%),<br />
seguono le aree urbanizzate (23,72%) ed agricole (11,31%).<br />
COPERTURA E USO DEL SUOLO<br />
aree boscate<br />
e ambienti<br />
seminaturali<br />
64,96%<br />
aree<br />
urbanizzate<br />
23,72%<br />
aree agricole<br />
11,31%<br />
Figura 18: Uso e copertura del suolo nel Comune <strong>di</strong> Selvino (Arpa Lombar<strong>di</strong>a, RSA 2008-<br />
2009)<br />
La tabella seguente riporta la percentuale <strong>di</strong> uso e copertura del suolo confrontata per i Comuni<br />
dell’Altopiano e per l’intera provincia bergamasca.<br />
TABELLA 16 – CONFRONTI COMUNALI E DELL’INTERA PROVINCIA DI BERGAMO DI DISTRIBUZIONE DELLE AREE D’USO E<br />
COPERTURA DEL SUOLO<br />
Superficie<br />
(kmq)<br />
Aree<br />
urbanizzate<br />
(%)<br />
Aree<br />
agricole<br />
(%)<br />
Aree boschive e<br />
seminaturali (%)<br />
Aree<br />
umide<br />
(%)<br />
Aree<br />
idriche<br />
(%)<br />
Albino 31,65 15,2 23,9 60,3 0 0,6<br />
Algua 8,32 3,7 14,4 80,9 0 0<br />
Aviatico 8,53 5,8 22,5 71,8 0 0<br />
Nembro 15,16 19,5 17,4 62,4 0 0,8<br />
Selvino 6,49 23,7 11,3 64,9 0 0<br />
Provincia <strong>di</strong> BG 2.749,6 13,3 28,7 56,4 0 1,5<br />
84
Figura 19: Uso del suolo a Selvino (Fonte: Piano In<strong>di</strong>rizzo Forestale,<br />
Comunità Montana della Valle Seriana)<br />
1.4.2 Percentuale <strong>di</strong> impermeabilizzazione del suolo<br />
Il controllo del deterioramento fisico del suolo – deterioramento provocato<br />
dall’aumento delle superfici impermeabilizzate, dalla frammentazione del paesaggio e dalla<br />
per<strong>di</strong>ta delle funzionalità più strettamente ecologico ambientali – è uno dei criteri guida nella<br />
pianificazione del governo del territorio; la L.R. 12/2005 prevede la pianificazione<br />
multisettoriale integrata con gli aspetti ambientali, finalizzata a ridurre la competizione tra i<br />
<strong>di</strong>fferenti usi del suolo.<br />
85
L’impermeabilizzazione riduce la funzionalità dei terreni – impedendo gli scambi gassosi o<br />
alternando la ritenzione idrica. Il fenomeno è legato al grado <strong>di</strong> urbanizzazione e alla presenza<br />
<strong>di</strong> infrastrutture <strong>di</strong> collegamento: appare più accentuato nelle aree metropolitane del milanese,<br />
dell’asse del Sempione e della bergamasca, e si espande lungo l’asse Est-Ovest della Regione.<br />
L’impermeabilizzazione del suolo è espressa in termini percentuali rispetto alla superficie<br />
totale dell’unità amministrativa considerata.<br />
I dati del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente <strong>di</strong> Arpa Lombar<strong>di</strong>a 2008-2009 in<strong>di</strong>cano che nel<br />
Comune <strong>di</strong> Selvino la superficie impermeabilizzata è del 13,5%.<br />
1.4.3 Ambiti territoriali estrattivi - cave<br />
Nel Comune <strong>di</strong> Selvino non sono presenti nè ambiti territoriali estrattivi (ATE) né cave<br />
attive. All’ingresso del paese, provenendo da Nembro, si vede quel che rimane <strong>di</strong> una vecchia<br />
cava autorizzata (<strong>di</strong> dolomia) che da <strong>di</strong>versi anni è stata completata.<br />
1.5 Rumore<br />
1.5.1 Normativa <strong>di</strong> riferimento<br />
L’emissione sonora si definisce rumore quando è "tale da provocare fasti<strong>di</strong>o o <strong>di</strong>sturbo<br />
al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi,<br />
dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da<br />
interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi". Questa è la definizione <strong>di</strong><br />
inquinamento acustico contenuta nella “legge-quadro” 26 ottobre 1995, n. 447, che per prima<br />
ha <strong>di</strong>sciplinato in modo organico la materia.<br />
Il decreto D.P.C.M. 1 marzo 1991 fissa i limiti <strong>di</strong> accettabilità vali<strong>di</strong> su tutto il territorio<br />
nazionale e introduce l'obbligo per i Comuni, <strong>di</strong> attuare la classificazione in zone acustiche del<br />
territorio.<br />
Il decreto non prende in considerazione i rumori generati dalle attività aeroportuali ed ammette<br />
deroghe per le attività temporanee quali cantieri e<strong>di</strong>li e manifestazioni pubbliche. Invece si<br />
considerano tutte le componenti sonore inquinanti, comprese le infrastrutture dei trasporti,<br />
come le strade e le ferrovie.<br />
Il D.P.C.M. 01/91 in<strong>di</strong>vidua sei classi acustiche in cui il territorio dovrebbe essere zonizzato,<br />
elencate sinteticamente nella Tabella 20.<br />
86
TABELLA 17 - CLASSI ACUSTICHE<br />
CLASSE I – Aree<br />
particolarmente protette<br />
CLASSE II – Aree<br />
prevalentemente residenziali<br />
CLASSE III – Aree <strong>di</strong> tipo<br />
misto<br />
CLASSE IV – Aree <strong>di</strong> intensa<br />
attività umana<br />
CLASSE V – Aree<br />
prevalentemente industriali<br />
CLASSE VI – Aree<br />
esclusivamente industriali<br />
La quiete rappresenta un elemento <strong>di</strong> base per la loro utilizzazione:<br />
aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago,<br />
aree residenziali rurali, aree <strong>di</strong> particolare interesse urbanistico,<br />
parchi pubblici <strong>di</strong> interesse sovracomunale ecc.<br />
Aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare<br />
locale, con bassa densità <strong>di</strong> popolazione, limitata presenza <strong>di</strong> attività<br />
commerciali ed assenza <strong>di</strong> attività industriali e artigianali<br />
Aree urbane interessate da traffico veicolare locale o <strong>di</strong><br />
attraversamento, con me<strong>di</strong>a densità <strong>di</strong> popolazione, presenza <strong>di</strong><br />
attività commerciali, uffici, limitata presenza <strong>di</strong> attività artigianali e<br />
assenza <strong>di</strong> attività industriali; aree rurali interessate da attività che<br />
impiegano macchine operatrici.<br />
Aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta<br />
densità <strong>di</strong> popolazione, elevata presenza <strong>di</strong> attività commerciali e<br />
uffici, presenza <strong>di</strong> attività artigianali; aree in prossimità <strong>di</strong> strade <strong>di</strong><br />
grande comunicazione e <strong>di</strong> linee ferroviarie; aree portuali e con<br />
limitata presenza <strong>di</strong> piccole industrie.<br />
Aree interessate da inse<strong>di</strong>amenti industriali e con scarsità <strong>di</strong><br />
abitazioni.<br />
Aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive <strong>di</strong><br />
inse<strong>di</strong>amenti abitativi.<br />
A ognuna delle classi elencate in tabella, il D.P.C.M. associa i livelli <strong>di</strong> rumorosità massima<br />
tollerabile riferiti sia al periodo <strong>di</strong>urno (fascia oraria compresa tra le ore 06 e le ore 22) sia<br />
notturno (fascia oraria compresa tra le ore 22 e le ore 06).<br />
87
TABELLA 18 – LIMITI MASSIMI ESPRESSI IN DB(A)<br />
Classi<br />
acustiche<br />
Limiti <strong>di</strong><br />
emissione <strong>di</strong>urno<br />
Limiti <strong>di</strong><br />
emissione<br />
notturno<br />
Limiti <strong>di</strong><br />
immissione <strong>di</strong>urno<br />
Limiti <strong>di</strong><br />
immissione<br />
notturno<br />
I 45 35 50 40<br />
II 50 40 55 45<br />
III 55 45 60 50<br />
IV 60 50 65 55<br />
V 65 55 70 60<br />
VI 65 65 70 70<br />
1.5.2 La zonizzazione acustica<br />
Il Comune <strong>di</strong> Selvino è sprovvisto del piano <strong>di</strong> zonizzazione acustica, utile per<br />
in<strong>di</strong>viduare le aree da proteggere dall’immissione <strong>di</strong> rumore (scuole, ospedali, parchi pubblici<br />
ecc.) che la legge tutela prevedendone l'inserimento nella prima classe <strong>di</strong> zonizzazione<br />
acustica, mentre all’opposto gli inse<strong>di</strong>amenti artigianali e industriali dove sono consentiti livelli<br />
<strong>di</strong> immissione maggiori ricadono nelle classi quattro, cinque e sei della zonizzazione acustica.<br />
In passato è stato iniziata un’indagine acustica ma lo stu<strong>di</strong>o non è mai stato concluso. Le<br />
maggiori sorgenti <strong>di</strong> rumore si hanno dai bar – pub <strong>di</strong>slocati nel centro del paese e durante le<br />
manifestazioni occasionali estive all’esterno.<br />
Ai sensi del DPCM 01.03.1991, art. 6 comma 1, le aree ancora non dotate <strong>di</strong> zonizzazione<br />
acustica vengono sottoposte ai seguenti limiti:<br />
TABELLA 19 – LIMITI MASSIMI ESPRESSI IN DB(A) PER I COMUNI PRIVI DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA<br />
Limite <strong>di</strong>urno<br />
[dB(A)]<br />
Limite notturno<br />
[dB(A)]<br />
Tutto il territorio nazionale 70 60<br />
Zona A (D.M. 1444/68) 65 55<br />
Zona B (D.M. 1444/68) 60 50<br />
Zona esclusivamente industriale 70 70<br />
88
L’area dello Skidome, attualmente non urbanizzata, rientra nella definizione “tutto il territorio<br />
nazionale”, con i limiti riportati in tabella.<br />
Si sottolinea che il piano <strong>di</strong> classificazione acustica dovrà tenere conto della nuova<br />
destinazione urbanistica dell’area <strong>di</strong> costruzione dello Skidome.<br />
1.5.3 Potenziali impatti dello Skidome sull’inquinamento acustico<br />
Sono attesi incrementi nelle emissioni sonore, sia nella fase <strong>di</strong> cantiere, sia nella fase <strong>di</strong><br />
esercizio dello Skidome; per quanto riguarda il cantiere, tali effetti sono, ovviamente,<br />
temporanei e reversibili. È comunque consigliabile re<strong>di</strong>gere una valutazione dell’impatto<br />
acustico <strong>di</strong> cantiere, al fine <strong>di</strong> attuare tutti gli accorgimenti tecnici per minimizzare la<br />
rumorosità delle lavorazioni (ad esempio, limitazione degli orari <strong>di</strong> lavoro, impiego <strong>di</strong><br />
macchine per il movimento terra gommate anziché cingolate, installazione <strong>di</strong> silenziatori e<br />
marmitte catalitiche sulle macchine eventualmente sprovviste, <strong>di</strong>slocazione degli impianti<br />
rumorosi alla massima <strong>di</strong>stanza possibile dai recettori; utilizzo <strong>di</strong> basamenti antivibranti per<br />
macchinari fissi ecc.).<br />
Ai sensi della Legge Quadro 447/95, art. 8 comma 2, il progetto <strong>di</strong> realizzazione dello Skidome<br />
dovrà essere corredato da una valutazione previsionale <strong>di</strong> impatto acustico, da re<strong>di</strong>gersi<br />
secondo i criteri stabiliti dalla D.G.R. VII/8313 del 08.03.2002, con particolare attenzione sia<br />
alle sorgenti fisse (per esempio, impianti tecnologici <strong>di</strong> servizio alla struttura, per valutarne<br />
eventuali insonorizzazioni se posti all’esterno), sia alle sorgenti mobili (traffico indotto). Sarà<br />
anche necessario che l’intero progetto venga sottoposto alla verifica dei requisiti acustici<br />
passivi ex DPCM 05.12.1997.<br />
1.6 Rifiuti<br />
1.6.1 Normativa <strong>di</strong> riferimento nazionale<br />
La normativa <strong>di</strong> riferimento a livello nazionale in materia <strong>di</strong> rifiuti è rappresentata dal<br />
D.Lgs. 152/06, emanato in attuazione della Legge 308/2004 “delega ambientale” e recante<br />
“norme in materia ambientale”. Tale Decreto de<strong>di</strong>ca la parte IV alle “Norme in materia <strong>di</strong><br />
gestione dei rifiuti e <strong>di</strong> bonifica dei siti inquinati” (art.177-266) ed ha abrogato una serie <strong>di</strong><br />
provve<strong>di</strong>menti precedenti tra cui il D.Lgs. 22/97, cosiddetto Decreto “Ronchi”, che fino alla<br />
data <strong>di</strong> entrata in vigore del D.Lgs. 152/06 ha rappresentato la legge quadro <strong>di</strong> riferimento in<br />
materia <strong>di</strong> rifiuti.<br />
La gerarchia <strong>di</strong> gestione dei rifiuti è <strong>di</strong>sciplinata dall’art. 179 del D.Lgs. 152/06 “Criteri <strong>di</strong><br />
priorità nella gestione dei rifiuti” che stabilisce quali misure prioritarie la prevenzione e la<br />
89
iduzione della produzione e della nocività dei rifiuti seguite da misure <strong>di</strong>rette quali il recupero<br />
dei rifiuti me<strong>di</strong>ante riciclo, il reimpiego, il riutilizzo o ogni altra azione intesa a ottenere<br />
materie prime secondarie, nonché all’uso <strong>di</strong> rifiuti come fonte <strong>di</strong> energia.<br />
Il D.Lgs. 152/06 classifica i rifiuti secondo l’origine in Rifiuti urbani e rifiuti speciali e,<br />
secondo le caratteristiche <strong>di</strong> pericolosità, in Rifiuti pericolosi e non pericolosi.<br />
1.6.2 Produzione e raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
I Comuni della provincia <strong>di</strong> Bergamo, sulla spinta della L.R. 21/93 (oggi sostituita dalla<br />
L.R. 26/2003 e s.m.i.), hanno attivato, in <strong>di</strong>versa misura, le raccolte <strong>di</strong>fferenziate delle seguenti<br />
tipologie <strong>di</strong> rifiuti:<br />
1. Vetro<br />
2. Carta<br />
3. Verde<br />
4. F.O.R.S.U.<br />
5. Materiali<br />
Ferrosi<br />
6. Plastica<br />
7. Legno<br />
8. Batterie d’Auto<br />
9. Contenitori “T” e/o “F”<br />
10. Oli Minerali<br />
11. Siringhe<br />
12. Toner<br />
13. Stracci ed Indumenti Dismessi<br />
14. Pile<br />
15. Farmaci<br />
16. Alluminio<br />
17. Altri Metalli<br />
18. Raee ex Beni Durevoli<br />
19. Oli Vegetali e/o<br />
Animali<br />
20. Pneumatici<br />
Secondo il Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia <strong>di</strong> Bergamo, tra il 1994 e il 2008<br />
sono aumentate sia la produzione totale <strong>di</strong> rifiuti sia quella pro-capite. Si è per contro<br />
riscontrato una notevole riduzione della percentuale <strong>di</strong> rifiuti avviati a smaltimento, con una<br />
corrispondente crescita della raccolta <strong>di</strong>fferenziata ed una stabilizzazione del quantitativo <strong>di</strong><br />
rifiuti avviati a smaltimento.<br />
Le analisi del Piano Provinciale <strong>di</strong> Gestione dei Rifiuti mostrano che dal 1993 al 2006 in<br />
Provincia <strong>di</strong> Bergamo si sono verificati i seguenti trend:<br />
- Aumento della produzione totale <strong>di</strong> rifiuti urbani;<br />
- Decremento della frazione destinata allo smaltimento;<br />
- Consistente aumento delle raccolte <strong>di</strong>fferenziate;<br />
- Quantitativi non significativamente variabili <strong>di</strong> rifiuti ingombranti.<br />
Secondo i dati del rapporto annuale sulla produzione <strong>di</strong> RU e sull'andamento delle raccolte<br />
<strong>di</strong>fferenziate relativo al 2010, pubblicato dalla Provincia <strong>di</strong> Bergamo, la produzione <strong>di</strong> rifiuti<br />
urbani (RU) per la Provincia <strong>di</strong> Bergamo riferita all’anno 2010 è stata <strong>di</strong> circa 493.773 t,<br />
90
corrispondente a 449.4 Kg/ab e 1.231 Kg/ab*giorno. Questi sono composti da rifiuti urbani<br />
in<strong>di</strong>fferenziati per il 35.37%, da rifiuti da spazzamento strade per il 3,71%, ingombranti a<br />
smaltimento per il 6,38%, ingombranti a recupero per lo 0,46%. Il restante 54.07% è stato<br />
raccolto in modo <strong>di</strong>fferenziato (che arriva a 54.53% includendo anche gli ingombranti a<br />
recupero).<br />
La Figura 21 mostra la <strong>di</strong>stribuzione percentuale delle frazioni raccolte. Si evidenzia la<br />
prevalenza dei materiali ormai consolidati, quali carta e vetro, ma anche un buon successo della<br />
raccolta della frazione organica e del verde.<br />
Figura 20 – Composizione dei rifiuti nella Provincia <strong>di</strong> Bergamo. (fonte: Osservatorio Rifiuti, 2010)<br />
Figura 21 – Tipologie <strong>di</strong> rifiuti <strong>di</strong>fferenziati in Provincia <strong>di</strong> Bergamo (fonte: Osservatorio Rifiuti, 2010)<br />
91
Per poter fare un paragone con i dati dell’Osservatorio provinciale del 2010, si procede<br />
all’analisi del dato, nel comune <strong>di</strong> Selvino, relativo a quell’anno, anche se gli uffici comunali<br />
possiedono anche i risultati relativi all’anno 2011, che verranno analizzati in seguito.<br />
Nel Comune <strong>di</strong> Selvino (TABELLA 20), nel 2010, sono state prodotte circa 1961.5 tonnellate <strong>di</strong><br />
rifiuti, pari a 2.67 Kg per abitante al giorno (973.47 kg per abitante all’anno).<br />
Si noti che la popolazione si Selvino relativa al 2010 (utilizzata nei calcoli) è pari a 2015<br />
abitanti; tuttavia è evidente che il dato <strong>di</strong> produzione rifiuti (1961.5 t/anno) è molto influenzato<br />
dalla massiccia presenza <strong>di</strong> turisti (prevalentemente nei mesi estivi).<br />
TABELLA 20– PRODUZIONE DI RIFIUTI A SELVINO NEL 2010 (FONTE: OSSERVATORIO RIFIUTI PROVINCIALE)<br />
Rifiuto kg/anno pro capite<br />
(kg/ab*giorno)<br />
variazione % pro<br />
capite 2009-2010<br />
RU in<strong>di</strong>fferenziati 739.750 1.01 -0.10<br />
Spazzamento strade 69.462 0.09 -40.40<br />
Ingombranti 154.896 0.21 -7.08<br />
Totale RD – raccolta<br />
<strong>di</strong>fferenziata (kg) 997.428 1.36 -8.29<br />
Totale rifiuti 1.961.536 2.67 -7.00<br />
92
Percentuali <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata anno 2010<br />
Vetro<br />
15%<br />
Legno<br />
6%<br />
Metalli ferrosi<br />
4%<br />
RAEE<br />
2%<br />
Pneumatici<br />
2%<br />
Plastica<br />
1%<br />
Stracci ed indumenti<br />
<strong>di</strong>smessi<br />
1%<br />
Altri (
ifiuti: 2603 tonnellate, pari a <strong>di</strong> rifiuti prodotte (pari a 1292 kg/abitante all’anno e a 3.53<br />
kg/ab al giorno).<br />
1.6.3 Potenziali impatti dello Skidome sulla produzione <strong>di</strong> rifiuti<br />
È lecito aspettarsi, anche in questo settore, un notevole incremento nella produzione dei rifiuti,<br />
derivanti dalla realizzazione dello Skidome; in questa fase progettuale non è stata stimata la<br />
quantità <strong>di</strong> tali rifiuti, né sono ancora state previste opere <strong>di</strong> raccolta rifiuti, quali, ad esempio,<br />
un centro raccolta <strong>di</strong>fferenziata rifiuti all’aperto con compattatore, un locale rifiuti umi<strong>di</strong><br />
refrigerato, una piattaforma interrata <strong>di</strong> servizio con locali preposti alla raccolta <strong>di</strong>fferenziata.<br />
Si richiede, comunque, al progettista, una stima dei rifiuti prodotti dall’esercizio dello Skidome<br />
e un elenco delle strutture <strong>di</strong> raccolta previste per il progetto.<br />
1.6.4 Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti<br />
Il Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti in<strong>di</strong>vidua “le aree non idonee alla localizzazione<br />
degli impianti <strong>di</strong> recupero e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali” e le “macroaree<br />
potenzialmente idonee”. Il territorio comunale (Figura 23) è classificato come Macroarea<br />
potenzialmente idonea, ad eccezione <strong>di</strong> tre aree: a nord-est (Colle Botto <strong>di</strong> Via Aviatico, verso<br />
Ama), a sud-est (Monte Purito, sul confine con Albino) e ad ovest (sul confine con Nembro, in<br />
località Salmezza/Monte Podona).<br />
94
Figura 23 – Estratto del Piano Provinciale <strong>di</strong> Gestione dei rifiuti, Tavola 1 quadro E.<br />
1.7 Consumi energetici<br />
I consumi energetici del progetto <strong>di</strong> realizzazione dello Skidome verranno analizzati nel<br />
Rapporto Ambientale; a tale proposito, si richiede ai progettisti un dettagliato bilancio<br />
energetico, con l’in<strong>di</strong>viduazione delle fonti rinnovabili scelte e la percentuale <strong>di</strong> fabbisogno<br />
energetico sod<strong>di</strong>sfatto da tali fonti.<br />
95
1.7.1 Potenziali impatti dello Skidome sui consumi energetici<br />
La realizzazione del progetto comporterà un atteso incremento nei consumi energetici; come<br />
già evidenziato nel paragrafo de<strong>di</strong>cato agli impatti sull’atmosfera, si rileva che sono in via <strong>di</strong><br />
definizione le soluzioni tecnologiche atte a minimizzare il consumo energetico: in particolare, è<br />
in fase <strong>di</strong> verifica la possibilità <strong>di</strong> un geotermico orizzontale, che sfrutti la lunghezza della<br />
pista; è stato escluso a priori l’utilizzo del fotovoltaico a causa dell’esposizione a nord della<br />
struttura.<br />
Si rileva, infatti, che il progetto è volutamente esposto, per la maggior parte, a nord, il che,<br />
insieme alla quota <strong>di</strong> progetto (circa 1000 m s.l.m.) e alla collocazione ipogea (minor apporto<br />
termico solare) consentirà, grazie alla temperatura esterna tipica <strong>di</strong> montagna, un risparmio<br />
energetico legato alla refrigerazione delle piste.<br />
Si richiede, comunque, al progettista un bilancio energetico dettagliato e la scelta definitiva<br />
delle fonti energetiche da utilizzare, al fine delle valutazioni complessive da analizzare nel<br />
Rapporto Ambientale.<br />
1.8 Riassunto potenziali impatti dello Skidome<br />
Nel presente paragrafo si riassumono, in forma tabellare per una maggior facilità <strong>di</strong> lettura, i<br />
potenziali impatti attesi per l’opera <strong>di</strong> progetto per ogni componente ambientale considerata:<br />
96
SETTORE POTENZIALI IMPATTI SOLUZIONI TECNOLOGICHE<br />
ULTERIORI INFORMAZIONI DA<br />
RICHIEDERE AL PROGETTISTA<br />
ARIA<br />
Incremento delle emissioni <strong>di</strong> sostanze<br />
inquinanti in atmosfera, sia in fase <strong>di</strong><br />
cantiere (temporanee e reversibili), sia in<br />
fase <strong>di</strong> esercizio.<br />
Emissioni dovute sia al funzionamento degli<br />
impianti, sia al traffico indotto.<br />
Impianto ipogeo esposto a nord e a quota<br />
1000 m s.l.m. → risparmio energetico per<br />
refrigerazione piste.<br />
È in fase <strong>di</strong> verifica la possibilità <strong>di</strong> un<br />
geotermico orizzontale, che sfrutti la<br />
lunghezza della pista; è stato escluso a priori<br />
l’utilizzo del fotovoltaico a causa<br />
dell’esposizione a nord della struttura.<br />
Si richiede al progettista, un maggior<br />
dettaglio <strong>di</strong> progetto, al fine delle<br />
valutazioni complessive da analizzare nel<br />
Rapporto Ambientale (scelta definitiva delle<br />
fonti <strong>di</strong> energia, rinnovabili o no, utilizzate.)<br />
Valorizzare mezzi <strong>di</strong> trasporto alternativi<br />
all’auto <strong>di</strong> proprietà per raggiungere lo<br />
Skidome (funivia).<br />
ACQUA<br />
Atteso incremento dei consumi idrici.<br />
Notevole impatto del progetto sul reticolo<br />
idrico attuale, che comporta la deviazione <strong>di</strong><br />
aste torrentizie, al fine <strong>di</strong> poter realizzare<br />
l’impianto.<br />
È in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o la possibilità <strong>di</strong> sfruttare<br />
le acque grigie <strong>di</strong> recupero per scarichi e per<br />
uso non potabile, al fine <strong>di</strong> una riduzione dei<br />
consumi.<br />
Si richiede ai progettisti un dettagliato<br />
bilancio idrico, attualmente non <strong>di</strong>sponibile,<br />
e lo stu<strong>di</strong>o della capacità residua del<br />
depuratore comunale e della rete<br />
acquedottistica.<br />
97
SETTORE POTENZIALI IMPATTI SOLUZIONI TECNOLOGICHE<br />
ULTERIORI INFORMAZIONI DA<br />
RICHIEDERE AL PROGETTISTA<br />
RIFIUTI<br />
Atteso incremento della produzione <strong>di</strong><br />
rifiuti.<br />
In questa fase progettuale non è stata stimata<br />
la quantità <strong>di</strong> tali rifiuti, né sono ancora state<br />
previste opere <strong>di</strong> raccolta rifiuti, quali, ad<br />
esempio, un centro raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
rifiuti all’aperto con compattatore, un locale<br />
rifiuti umi<strong>di</strong> refrigerato, una piattaforma<br />
interrata <strong>di</strong> servizio con locali preposti alla<br />
raccolta <strong>di</strong>fferenziata.<br />
Stima dei rifiuti prodotti dall’esercizio dello<br />
Skidome e elenco delle strutture <strong>di</strong> raccolta<br />
previste per il progetto.<br />
ELETTROSMOG<br />
Nessuno<br />
Incremento dei consumi energetici.<br />
È in fase <strong>di</strong> verifica la possibilità <strong>di</strong> un<br />
geotermico orizzontale, che sfrutti la<br />
lunghezza della pista; è stato escluso a priori<br />
l’utilizzo del fotovoltaico a causa<br />
dell’esposizione a nord della struttura.<br />
Bilancio energetico dettagliato e la scelta<br />
definitiva delle fonti energetiche da<br />
utilizzare, al fine delle valutazioni<br />
complessive da analizzare nel Rapporto<br />
Ambientale.<br />
ENERGIA<br />
Impianto ipogeo esposto a nord e a quota<br />
1000 m s.l.m. → risparmio energetico per<br />
refrigerazione piste.<br />
98
SETTORE POTENZIALI IMPATTI SOLUZIONI TECNOLOGICHE<br />
ULTERIORI INFORMAZIONI DA<br />
RICHIEDERE AL PROGETTISTA<br />
INQUINAMENTO<br />
ACUSTICO<br />
Atteso incremento delle emissioni sonore,<br />
sia in fase <strong>di</strong> cantiere (transitorie), sia in fase<br />
<strong>di</strong> esercizio.<br />
Eventuali insonorizzazioni degli impianti<br />
tecnologici <strong>di</strong> servizio allo Skidome, se<br />
posti in aree esterne (da valutare<br />
nell’impatto acustico).<br />
Obbligatorietà della redazione della<br />
valutazione <strong>di</strong> impatto acustico e dei<br />
requisiti acustici passivi.<br />
Proposta <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere anche una valutazione<br />
dell’impatto acustico <strong>di</strong> cantiere, al fine <strong>di</strong><br />
attuare tutti gli accorgimenti tecnici per<br />
minimizzare la rumorosità delle lavorazioni.<br />
99
Carta dei vincoli (fonte: P.I.F. della Comunità Montana Val Seriana, 2008)<br />
Come si evince dallo stralcio della carta dei vincoli redatta per il P.I.F., l’area oggetto <strong>di</strong> intervento<br />
è sottoposta a vincolo idrogeologico (art. 1 ex R. D. n. 3267 del 1923, ex L.r. n. 8/76, ex L.r. n.<br />
27/04; L.r. n. 12/05; L.r. n. 31/08).<br />
Si ricorda che la verifica dell’esistenza o meno del vincolo idrogeologico deve essere effettuata sui<br />
singoli mappali catastali e sulle relative cartografie, redatte in origine dal Corpo Forestale dello<br />
Stato.<br />
L’area sottesa dal progetto, in virtù della presenza del bosco, ricade inoltre in ambito <strong>di</strong> bene<br />
paesaggistico per la presenza <strong>di</strong> “boschi e foreste”, così come definito alla lettera g) dell’art. 142 del<br />
D. Lgs. n. 42/04 (ex art. 146 D. Lgs. n. 490/99), vincolo che richiede la valutazione <strong>di</strong> compatibilità<br />
dei progetti <strong>di</strong> trasformazione sulla base dei criteri <strong>di</strong> cui alla D.g.r. n. 8/2121 del 15 marzo 2006. Si<br />
specifica che il vincolo boschivo esiste non tanto sulla base <strong>di</strong> una rappresentazione cartografica,<br />
ma piuttosto in base alla presenza reale del bosco. Sarà dunque un’idonea relazione forestale a<br />
definire con esattezza la superficie boscata realmente interessata dalle operazioni <strong>di</strong> progetto.<br />
Le funzioni amministrative per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica spettano ai competenti<br />
Enti secondo i <strong>di</strong>sposti <strong>di</strong> cui all’art. 80 della L.r. n. 12/05 e s.m.i.<br />
100
Aspetti faunistici<br />
Per l’analisi della presenza, certa o potenziale, della fauna nell’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, è stato fatto<br />
riferimento alla bibliografia specifica sull’argomento (es. Andreis et al, 2002. Area <strong>di</strong> rilevanza<br />
ambientale corso superiore del fiume Serio).<br />
Poiché l’area <strong>di</strong> progetto è caratterizzata perlopiù da formazioni boschive e radure, ci si è<br />
concentrati sull’ornitofauna e la teriofauna <strong>di</strong> tali ambienti.<br />
• Ornitofauna<br />
Per quanto riguarda l’ornitofauna, nei boschi <strong>di</strong> latifoglie <strong>di</strong> versante è possibile la presenza <strong>di</strong><br />
Ciuffolotto, Fiorrancino Cincia bigia alpestre, Cincia dal ciuffo, Luì bianco e Gufo comune.<br />
Nei prati e nelle radure sono stati censiti in ambienti limitrofi all’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (AA.VV., 2002)<br />
l’Allodola, lo Zigolo giallo e il Prispolone, quest’ultimo in<strong>di</strong>cato come potenziale poiché la<br />
presenza non è stata confermata. Specie sinantropiche comuni negli spazi aperti sono inoltre la<br />
Passera d’Italia, la Passera mattugia, il Co<strong>di</strong>rosso, il Co<strong>di</strong>rosso spazzacamino, lo Storno, il<br />
Fringuello, il Verdone e la Cornacchia grigia.<br />
Infine, tra le specie ecotonali che pre<strong>di</strong>ligono gli ambienti <strong>di</strong> transizione tra la radura e la boscaglia<br />
o il cespuglieto si possono annoverare lo Scricciolo, il Merlo, il Pettirosso.<br />
• Teriofauna<br />
Tra le specie che pre<strong>di</strong>ligono prati e radure sono state censite in zone limitrofe all’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
specie fossorie come la Talpa europea, l’Arvicola campestre e l’Arvicola <strong>di</strong> Fatio. Quest’ultima<br />
specie risulta avere un’idoneità ambientale molto alta limitatamente alle aree alto-collinari e<br />
montane, frequentemente innevate in inverno, sebbene non si sappia molto sulle preferenze<br />
ecologiche <strong>di</strong> quest’arvicola in Italia (Vigorita e Cucè,a cura <strong>di</strong>, 2008).<br />
Nelle cenosi forestali si trovano la Volpe, la Faina, l’Arvicola rossastra, lo Scoiattolo, il Ghiro e il<br />
Moscar<strong>di</strong>no. Probabile la presenza del Quercino, anche se i dati sono piuttosto vecchi e riferiti alla<br />
zona <strong>di</strong> Clusone, comunque non molto <strong>di</strong>stante dall’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Questa specie risulta avere<br />
un’elevata idoneità ambientale per i boschi <strong>di</strong> latifoglie e <strong>di</strong> aghifoglie delle aree montane e<br />
pedemontane, sebbene si possa rinvenire anche a quote molto alte, fino a 2000 m, dove colonizza<br />
arbusteti a ontano verde e rododendro (Vigorita e Cucè,a cura <strong>di</strong>, 2008).<br />
Tra gli insettivori, oltre al Riccio, è altamente probabile la presenza del Toporagno comune e del<br />
Crocidura ventre bianco. Possibile, ma non accertata, la presenza del Toporagno pigmeo, segnalato<br />
in passato per la Val Seriana (1989).<br />
101
Aspetti ecosistemici<br />
L’area non è compresa, o in imme<strong>di</strong>ato rapporto funzionale, con aree protette e siti afferenti al<br />
sistema Rete Natura 2000.<br />
Sotto il profilo ecosistemico, lo stretto ambito d’intervento è costituito da tessere a bosco e chiarìe a<br />
prato-pascolo, ove si riscontra la presenza <strong>di</strong> frange ecotonali 1 e, nell’intorno, linee <strong>di</strong> impluvio<br />
afferenti al reticolato idrografico minore. Il sito è in stretto rapporto con il margine periurbano<br />
occidentale <strong>di</strong> Selvino, collocato imme<strong>di</strong>atamente a monte. In generale si può affermare che i<br />
boschi, ma anche gli spazi aperti in rapporto con essi, rivestono una notevole importanza per la<br />
conservazione della bio<strong>di</strong>versità. Questo vale in primis anche laddove il bosco presenta una buona<br />
<strong>di</strong>ffusione territoriale al contorno <strong>di</strong> una matrice territoriale estremamente semplificata ed<br />
antropizzata.<br />
Le aree boscate offrono un beneficio ecologico che <strong>di</strong>pende dal grado <strong>di</strong> autoregolazione e<br />
perpetuazione (espressione a <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> della <strong>di</strong>namica evolutiva), dalla composizione e ricchezza<br />
floristica, dalla struttura complessiva e dalla stratificazione.<br />
La ricchezza <strong>di</strong> specie animali e vegetali, la complessità della rete alimentare che le lega e<br />
l’equilibrio ecologico che ne deriva sono gli elementi che maggiormente determinano il grado <strong>di</strong><br />
naturalità dell’ecosistema bosco: più questi sono presenti in forma complessa e strutturata, più il<br />
bosco può <strong>di</strong>rsi a prevalente attitu<strong>di</strong>ne naturalistica. Questa situazione si verifica piuttosto <strong>di</strong> rado e<br />
in genere è limitata alle aree boscate più mature, con copertura continua su ampie superfici e poco<br />
<strong>di</strong>sturbate dall’intervento antropico.<br />
Per contro, l’alta frammentazione, l’estensione ridotta, la loro <strong>di</strong>saggregazione nello spazio,<br />
rendono spesso l’ambiente poco permeabile ai movimenti della flora e soprattutto della fauna.<br />
È fuor <strong>di</strong> dubbio che la bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> boschi e foreste fornisce una grande varietà <strong>di</strong> risorse e<br />
servizi, dalle risorse forestali legnose e non legnose alla funzione chiave <strong>di</strong> mitigazione dei<br />
cambiamenti climatici, così come boschi e foreste forniscono sostentamento e lavoro, rivestendo un<br />
ruolo importante anche economico, sociale e culturale nella vita <strong>di</strong> molte comunità in<strong>di</strong>gene e<br />
locali. Ma è altrettanto vero che l’importanza ecologica e naturalistica degli spazi aperti, delle<br />
chìarie, dei prati, delle frange ecotonali, ecc., è stata ampiamente sottovalutata, nell’ingiustificata<br />
convinzione che ovunque, in montagna come in pianura, i massimi valori <strong>di</strong> interesse faunistico,<br />
vegetazionale e sociale si concentrassero nei boschi. In buona sostanza, occorre ragionare in termini<br />
sistemici e <strong>di</strong> rete, e non per compartimenti stagni.<br />
2.1.C.5<br />
In<strong>di</strong>viduazione preliminare delle criticità inerenti la bio<strong>di</strong>versità<br />
Alla luce del quadro sinteticamente delineato, appare evidente che nel procedere con i successivi<br />
approfon<strong>di</strong>menti della Valutazione Ambientale Strategica, sarà necessario valutare alcuni aspetti in<br />
modo particolarmente approfon<strong>di</strong>to. Gli aspetti che rivestono particolare importanza sono così<br />
elencabili:<br />
- la mo<strong>di</strong>fica dell’assetto morfologico del terreno<br />
- l’impatto sul paesaggio comportato dalla realizzazione <strong>di</strong> nuovi volumi<br />
- l’impatto determinato da interventi <strong>di</strong> taglio dei boschi.<br />
1 L’ecotono è un’area <strong>di</strong> incontro o <strong>di</strong> transizione tra ambienti <strong>di</strong>fferenti, anche zona <strong>di</strong> tensione tra sistemi a <strong>di</strong>fferente maturità e dove lo<br />
scambio <strong>di</strong> materiali ed energia è più alto che all’interno dei singoli ambienti componenti. È opportuno <strong>di</strong>stinguere, in questa sede, gli ecotoni<br />
naturali da quelli <strong>di</strong> origine artificiale. Gli ecotoni naturali sono ambienti <strong>di</strong> transizione tra ambienti naturali (ad esempio, a <strong>di</strong>verso sta<strong>di</strong>o<br />
successionale). Gli ecotoni artificiali si formano in seguito a frammentazione antropogenica e si situano in zone <strong>di</strong> margine o tensione tra frammenti<br />
o tra frammenti e matrice. In entrambi i casi, ecotoni naturali o artificiali mostrano, il più delle volte, effetti su alcune componenti della <strong>di</strong>versità<br />
(per esempio, inducendo un aumento <strong>di</strong> ricchezza delle specie).<br />
102
2.1.C<br />
Le componenti paesaggistiche<br />
(a cura dell’arch. Paes. Luigino Pirola)<br />
103
2.1.C<br />
2.1.C.1<br />
Le componenti paesaggistiche<br />
La pianificazione sovraor<strong>di</strong>nata<br />
I principali documenti a cui fare riferimento ai fini <strong>di</strong> una attenta analisi degli aspetti del paesaggio<br />
dell’area in analisi sono:<br />
- Il Piano Paesaggistico Regionale contenuto nel Piano Territoriale Regionale (PTR) della Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a, approvato con DCR del 19 gennaio 2010, n. 951;<br />
- La Rete Ecologica Regionale (RER), approvata con deliberazione della Giunta Regionale del 30<br />
<strong>di</strong>cembre 2009 n° 8/10962;<br />
- Il Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale (PTCP) della Provincia <strong>di</strong> Bergamo, approvato<br />
con delibera della giunta provinciale n° 40 del 22/04/2004.<br />
Il Piano Paesaggistico Regionale colloca il territorio <strong>di</strong> Selvino dell’ambito geografico delle Valli<br />
Bergamasche; l’unità tipologica <strong>di</strong> paesaggio a cui il territorio fa riferimento è invece quella dei<br />
paesaggi della montagna e delle dorsali.<br />
A seguire si riporta un estratto della tavola A del Piano Paesaggistico Regionale contenuto nel PTR.<br />
Estratto da tav. A – “Ambiti geografici e unità tipologiche <strong>di</strong> paesaggio” del Piano Paesaggistico Regionale<br />
Nell’elaborato B del Piano Paesaggistico Regionale “Elementi identificativi e percorsi <strong>di</strong> interesse<br />
paesaggistico” la strada che conduce da Nembro a Selvino è in<strong>di</strong>cata come strada panoramica,<br />
mentre la strada che da Selvino porta ad Aviatico e successivamente a Gazzaniga è riportata come<br />
tracciato guida paesaggistico.<br />
Queste in<strong>di</strong>cazioni sono riportate anche nella tavola E proposta a seguire:<br />
104
Estratto da tav. E – “Elementi identificativi e percorsi <strong>di</strong> interesse paesaggistico” del Piano Paesaggistico Regionale”<br />
La tavola D del Piano Paesaggistico “Quadro <strong>di</strong> riferimento della <strong>di</strong>sciplina paesaggistica<br />
regionale” (riportata in seguito) attribuisce ad alcuni luoghi circostanti l’abitato <strong>di</strong> Selvino il valore<br />
<strong>di</strong> ambiti <strong>di</strong> elevata naturalità (art 17) ossia, vasti ambiti nei quali la pressione antropica, intesa<br />
come inse<strong>di</strong>amento stabile, prelievo <strong>di</strong> risorse o semplice presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione, è storicamente<br />
limitata. Tuttavia, l’area <strong>di</strong> nostro specifico interesse non ricade all’interno <strong>di</strong> nessuno <strong>di</strong> tali ambiti.<br />
Estratto da tav. D – “Quadro <strong>di</strong> riferimento della <strong>di</strong>sciplina paesaggistica regionale”<br />
Il territorio <strong>di</strong> Selvino è in<strong>di</strong>cato come parte dell’area del sistema metropolitano Lombardo con forte<br />
presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> frangia destrutturate. A seguire è riportata la tavola F con in<strong>di</strong>cati gli ambiti <strong>di</strong><br />
attenzione regionale:<br />
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Estratto da tav. F – “Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree <strong>di</strong> attenzione regionale”<br />
All’interno del PTR sono riportate alcune schede nell’allegato “Osservatorio dei Paesaggi<br />
Lombar<strong>di</strong>”.<br />
La scheda n° 12 descrive i Paesaggi delle Valli Prealpine: le valli Bergamasche <strong>di</strong> cui si riporta un<br />
estratto a seguire. É interessante notare dalle immagini le peculiarità del territorio prealpino e, nella<br />
seconda scheda, l’evoluzione dell’urbanizzato <strong>di</strong> Selvino.<br />
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Con Deliberazione n. 8/10962 del 30 <strong>di</strong>cembre 2009, la Giunta della Regione Lombar<strong>di</strong>a ha infatti<br />
approvato il <strong>di</strong>segno definitivo <strong>di</strong> Rete Ecologica Regionale.<br />
La R.E.R. è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale e<br />
costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale. Nello schema della Rete<br />
ecologica regionale il Comune <strong>di</strong> Selvino si colloca prioritariamente nel quadrante nordorientale del<br />
settore n. 90 “Colli <strong>di</strong> Bergamo”, che comprende due importanti tratti “antropizzati” delle aste<br />
fluviali del Fiume Serio (a est) e del Fiume Brembo (a ovest).<br />
Selvino afferisce all’elemento “Orobie” <strong>di</strong> primo livello degli elementi primari della R.E.R.<br />
La Rete Ecologica Regionale (RER) in<strong>di</strong>vidua i versanti prealpini attorno a Selvino come “elementi<br />
<strong>di</strong> primo livello della RER”. All’interno dell’abitato <strong>di</strong> Selvino sono invece state in<strong>di</strong>viduate alcune<br />
aree considerate come “elementi <strong>di</strong> secondo livello della RER”. Ciò denota la grande presenza <strong>di</strong><br />
naturalità nell’area.<br />
È da notare che l’area oggetto <strong>di</strong> analisi ricade interamente all’interno <strong>di</strong> un elemento <strong>di</strong> primo<br />
livello. Per questa ragione, l’intervento potrebbe essere soggetto a VIC ai sensi della d.g.r.<br />
10962/2009. Le ragioni <strong>di</strong> un eventuale non-assoggettamento a VIC saranno esplicitate all’interno<br />
del Rapporto Ambientale, alla luce degli esiti degli approfon<strong>di</strong>menti da parte della Struttura<br />
regionale competente.<br />
Tra le in<strong>di</strong>cazioni per l’attuazione del progetto <strong>di</strong> rete ecologica vi sono la conservazione della<br />
continuità territoriale, il mantenimento delle zone a prato e pascolo, il mantenimento del flusso<br />
d’acqua nel reticolo <strong>di</strong> corsi d’acqua, la conservazione e il consolidamento delle piccole aree<br />
palustri residue. Il mantenimento della destinazione agricola del territorio e la conservazione delle<br />
formazioni naturaliformi sarebbero misure sufficienti a garantire la permanenza <strong>di</strong> valori<br />
naturalistici rilevanti. Va vista con sfavore la tendenza a rimboschire gli spazi aperti, accelerando la<br />
per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> habitat importanti per specie caratteristiche. La parziale canalizzazione dei corsi d’acqua,<br />
laddove non necessaria per motivi <strong>di</strong> sicurezza, dev’essere sconsigliata.<br />
Fra le criticità, si segnala l’espansione urbana a <strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> ambienti aperti e della possibilità <strong>di</strong><br />
connettere le <strong>di</strong>verse aree prioritarie.<br />
A seguire si riporta un estratto della scheda inerente il settore 90 in cui si colloca il territorio in<br />
analisi.<br />
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Estratto da Rete Ecologica Regionale – settore 90: Colli <strong>di</strong> Bergamo<br />
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Secondo il Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale (PTCP) il territorio comunale <strong>di</strong><br />
Selvino ricade all’interno dell’Unità <strong>di</strong> paesaggio in<strong>di</strong>viduata come VALLE SERIANA<br />
INFERIORE (n. 17); L’area <strong>di</strong> analisi è situata, inoltre, in prossimità <strong>di</strong> un’altra Unità <strong>di</strong> Paesaggio<br />
denominata VALLE SERINA (n.11).<br />
Estratto da Relazione Generale del PTCP della Provincia <strong>di</strong> Bergamo – Appen<strong>di</strong>ce 1: Unità <strong>di</strong> paesaggio<br />
Il territorio in analisi si colloca su <strong>di</strong> un altopiano posto a ridosso dello spartiacque tra il bacino del<br />
Brembo e quello del Serio. Parte del paesaggio dell’altopiano ricade nella “fascia prealpina dei<br />
paesaggi e delle dorsali e delle valli prealpine”, un’altra porzione è descritta come “fascia collinare<br />
dei paesaggi delle colline caratterizzati da presenze naturalistiche ed agrarie <strong>di</strong> valore congiunto”.<br />
La varietà <strong>di</strong> paesaggi che compongono l’altopiano <strong>di</strong> Selvino è leggibile dal seguente estratto del<br />
PTCP che illustra gli ambiti ed elementi <strong>di</strong> rilevanza paesistica.<br />
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