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<strong>la</strong><br />

Borgata<br />

<strong>che</strong><br />

Danza<br />

festival di strada di musi<strong>che</strong> del<strong>la</strong> tradizione orale - XXI edizione<br />

Bel<strong>la</strong>ria Igea Marina<br />

24-25-26 maggio 2013


Il festival <strong>che</strong> cos'è<br />

“La borgata <strong>che</strong> danza”, conosciuta a Bel<strong>la</strong>ria Igea Marina an<strong>che</strong> come Festa del<strong>la</strong><br />

Borgata, è un festival dedicato alle anti<strong>che</strong> forme di musica popo<strong>la</strong>re, in partico<strong>la</strong>re quelle<br />

tramandate attraverso i modi del<strong>la</strong> comunicazione orale e visiva, senza l’utilizzo del<strong>la</strong><br />

scrittura. Il Festival si propone di riscoprirne il significato nei contesti attuali chiamando<br />

a confronto realtà provenienti da tutta Italia impegnate nel<strong>la</strong> ricerca e valorizzazione dei<br />

repertori tradizionali locali.<br />

Il Festival si tiene ogni anno, a fine maggio, nel nucleo storico del<strong>la</strong> Borgata Vecchia di<br />

Bel<strong>la</strong>ria, nelle vie Ionio e Romea. Si tratta di un importante appuntamento culturale nato<br />

nel 1993 su iniziativa del Laboratorio di documentazione e ricerca sociale del Comune di Bel<strong>la</strong>ria<br />

Igea Marina in col<strong>la</strong>borazione con il Comitato Borgata Vecchia. Il suo intento è an<strong>che</strong> di<br />

creare un forte momento di socializzazione nel<strong>la</strong> vita del paese prima del “passaggio”<br />

al<strong>la</strong> stagione turistica estiva, e riportare al<strong>la</strong> luce il nucleo ottocentesco di Borgo Osteria<br />

legandosi al<strong>la</strong> sua storia e al<strong>la</strong> sua gente. La manifestazione, infatti, coinvolge spazi<br />

domestici, cortili interni e <strong>la</strong> storica via Romea, <strong>che</strong> si trasformano in osterie (da Magnùl,<br />

da Guiròin, da Marascòun, Il Borgo), dove le famiglie del posto cucinano cibi tradizionali<br />

mentre gruppi di suonatori improvvisano canti e balli.<br />

La “borgata <strong>che</strong> danza” è soprattutto un’occasione di incontro e di confronto fra culture<br />

e generazioni diverse, un luogo nel quale le esperienze artisti<strong>che</strong> e culturali di cui i gruppi<br />

invitati sono portatori trovano un contesto ideale per mettersi al<strong>la</strong> prova, e dare nuova<br />

vita a linguaggi e forme espressive <strong>che</strong> appartengono a vissuti popo<strong>la</strong>ri nei quali tutti<br />

affondiamo le radici.


Il programma di quest'anno<br />

Momenti principali del festival<br />

Tràdere. Propone incontri aperti a confronti e riflessioni sul folk contemporaneo nei<br />

suoi molteplici aspetti, in partico<strong>la</strong>re i processi culturali di trasmissione delle tradizioni<br />

nei nuovi contesti, i fenomeni del<strong>la</strong> riproposta/invenzione delle tradizioni popo<strong>la</strong>ri, <strong>la</strong><br />

rappresentazione e trasformazione delle identità e delle culture locali, il <strong>la</strong>voro di ricerca,<br />

le fonti documentarie, <strong>la</strong> didattica. Tràdere è an<strong>che</strong> l’occasione per conoscere da vicino i<br />

gruppi musicali, i ricercatori e gli studiosi invitati e avere informazioni sulle loro attività,<br />

sulle produzioni discografi<strong>che</strong> ed editoriali, e an<strong>che</strong> apprendere i passi base di alcune<br />

delle danze eseguite durante il festival.<br />

Il primo appuntamento (24 maggio) è rivolto al<strong>la</strong> Romagna con “Cercatori di<br />

suoni. L’eredità di Roberto Leydi in Romagna”, un omaggio al grande maestro<br />

dell’etnomusicologia italiana a dieci anni dal<strong>la</strong> sua scomparsa, attraverso <strong>la</strong> testimonianza<br />

di alcuni importanti ricercatori e studiosi di musica e cultura tradizionale romagno<strong>la</strong>:<br />

Giuseppe Bellosi, Susanna Venturi, Alessandro Sistri, Cristina Ghirardini. Seguono (25<br />

maggio) esercitazioni sui passi base del<strong>la</strong> tarantel<strong>la</strong> di Montemarano, con l’omonima<br />

Scuo<strong>la</strong> montemaranese, e quelle sui balli staccati emiliani con i Suonabanda. Altri<br />

momenti di approfondimento culturale (26 maggio) riguardano l’esperienza del<strong>la</strong><br />

Scuo<strong>la</strong> di tarantel<strong>la</strong> di Montemarano, tra tradizione e innovazione; il ballo<br />

a pal<strong>che</strong>tto e il repertorio di liscio “agricolo” del<strong>la</strong> banda di Càprie del<strong>la</strong> Val<br />

Susa (TO); le esercitazioni sui passi base del<strong>la</strong> Saltarel<strong>la</strong> di Penna Sant’Andrea e <strong>la</strong><br />

presentazione del cd “Sonate e canti del<strong>la</strong> Valle del Vomano imparati a orecchio<br />

dagli anziani” con il gruppo abruzzese “Li Ciarvavì”.<br />

Gli appuntamenti rivolti al mondo del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> sono: Giovani in…Folk!!!, (21 maggio)<br />

una sezione curata dall’Associazione culturale riminese “Fermento Etnico” e dal Comitato<br />

“Giovani in… Folk!!!”, in col<strong>la</strong>borazione con gli Istituti Sco<strong>la</strong>stici di Bel<strong>la</strong>ria e di Igea<br />

Marina, dedicata all’incontro e allo scambio di esperienze fra ragazzi e insegnanti sul<strong>la</strong><br />

musica tradizionale provenienti da tutta Italia. Sulle sponde dei mondi. Equilibri in<br />

movimento sui fili del mondo (26 maggio) uno spettacolo ideato e realizzato dagli alunni<br />

e insegnanti del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> primaria Carducci.<br />

Girotondo e Borgosteria (25 e 26 maggio) danno il via ai momenti conviviali del<br />

festival: sono l’invito a bisbocciare in allegria, a bere e mangiare le prelibatezze borgatare,<br />

nel fragore delle cantate e delle suonate. A tutto ciò fa da contrappeso, al<strong>la</strong> mezzanotte,<br />

del sabato L’Inserenata, (25 maggio) l’appuntamento dedicato al canto, all’ascolto puro<br />

del<strong>la</strong> voce a cui prendono parte i cantori presenti al festival, <strong>che</strong> si conclude con il concerto<br />

sperimentale di Musica intuitiva diretto da Fabio Mina <strong>che</strong> vede partecipi in una unica<br />

formazione strumentale i musicisti dei diversi gruppi ospiti del Festival. Balloinpiazza<br />

(25 e 26 maggio) si svolge nell’antica via Romea, il luogo più adatto per bal<strong>la</strong>re e seguire i<br />

musicisti. I Cantori e Suonatori ospiti del<strong>la</strong> XXI edizione sono: Scuo<strong>la</strong> di Tarantel<strong>la</strong> di<br />

Montemarano (Campania); Francesco Cavuoto (Puglia); Li Ciarvavì (Abruzzo); Organetti<br />

di Montalto (Mar<strong>che</strong>); Suonabanda (Emilia); L’Uva Grisa, I Musicanti di San Crispino<br />

(Romagna), Or<strong>che</strong>strina Feu e Fiame (Piemonte), Anna Freni Maini (Lombardia).<br />

Speciale è l’appuntamento Memorie e scritture di donne (26 maggio) <strong>che</strong> propone<br />

<strong>la</strong> lettura di frammenti di testi prodotti dal <strong>la</strong>boratorio di scrittura autobiografica<br />

dell’associazione Il Posto delle Fragole, a cura di Giovanna Gazzoni.<br />

La Bancarel<strong>la</strong> (25 e 26 maggio) presso il punto informativo del Festival espone cd,<br />

editoria, strumenti musicali dei gruppi partecipanti.<br />

Gualtiero Gori<br />

Direttore artistico


Programma<br />

Martedì 21 Maggio<br />

Bel<strong>la</strong>ria, Centro Congressi, Via Uso, 1<br />

dalle ore 9.00 alle ore 16.30<br />

GIOVANI IN …FOLK!!! incontro-confronto sulle tradizioni popo<strong>la</strong>ri<br />

Un progetto sul tema del<strong>la</strong> cultura tradizionale nel mondo del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, giunto al<strong>la</strong><br />

5° edizione, curato dall’Associazione Culturale Riminese “Fermento Etnico” con <strong>la</strong><br />

col<strong>la</strong>borazione del Comitato “Giovani in…Folk!!!”, degli Istituti Sco<strong>la</strong>stici Comprensivi e<br />

dall’Assessorato al<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> del Comune di Bel<strong>la</strong>ria Igea Marina.<br />

Venerdì 24 maggio<br />

Igea Marina, Vecchio Macello Via Ferrarìn 30D, ore 21.00<br />

Tràdere, tradurre, tradire, trasmettere le tradizioni<br />

Cercatori di suoni. L’eredità di Roberto Leydi in Romagna.<br />

Ne par<strong>la</strong>no Giuseppe Bellosi, Susanna Venturi, Alessandro Sistri, Cristina Ghirardini.<br />

A seguire proiezione del documentario “Roberto Leydi: L’altra musica” di Aurelio Citelli<br />

Sabato 25 maggio<br />

Via Romea, ore 17.00<br />

Tràdere, tradurre, tradire, trasmettere le tradizioni<br />

Primipassi: esercitazioni sui passi base del<strong>la</strong> Tarantel<strong>la</strong> montemaranese con La Scuo<strong>la</strong> di<br />

Tarantel<strong>la</strong> di Montemarano e su alcune danze emiliane con i Suonabanda.<br />

dalle ore 20.30<br />

Girotondo<br />

Nelle Osterie incontri in libertà con i gruppi: La Scuo<strong>la</strong> di Tarantel<strong>la</strong> di Montemarano<br />

(Campania); I Suonabanda (Emilia); Or<strong>che</strong>strina Feu e Fiame (Piemonte); L’Uva Grisa<br />

(Romagna); Organetti di Montalto (Mar<strong>che</strong>); Li Ciarvavì (Abruzzo).<br />

Via Romea<br />

Balloinpiazza<br />

ore 21.00 Suonabanda (Emilia);<br />

ore 22.30 L’Uva Grisa (Romagna).<br />

ore 00.30<br />

Teatro Astra, viale P. Guidi 77/e<br />

L’INSERENATA<br />

prima parte<br />

Canti d’amore notturni con i gruppi Li Ciarvavì e Scuo<strong>la</strong> di Tarantel<strong>la</strong> di Montemarano<br />

seconda parte<br />

Concerto sperimentale di musica intuitiva con una formazione or<strong>che</strong>strale<br />

composta dai suonatori dei gruppi presenti al festival.<br />

Direzione musicale: Fabio Mina<br />

Domenica 26 maggio<br />

Igea Marina, Vecchio Macello. Via Ferrarìn, 30D<br />

Tràdere, tradurre, tradire, trasmettere le tradizioni<br />

ore 11.00 il ballo a pal<strong>che</strong>tto e il repertorio di liscio “agricolo” del<strong>la</strong> banda di Càprie del<strong>la</strong><br />

Val Susa (TO) a cura di Gabriele Anselmetti;<br />

ore 12.00 Il carnevale di Montemarano tra tradizione e innovazione: l’esperienza del<strong>la</strong><br />

Scuo<strong>la</strong> di Tarantel<strong>la</strong>.<br />

Osteria da Guiròin, ore 16.30<br />

Memorie e scritture di donne<br />

Letture autobiografi<strong>che</strong> a cura di Giovanna Gazzoni con <strong>la</strong> partecipazione del gruppo<br />

<strong>la</strong>boratorio di scrittura autobiografica organizzato dall’associazione “Il posto delle<br />

fragole” di Bel<strong>la</strong>ria Igea Marina. Commento musicale (arpa celtica) di Anna Freni Maini.<br />

Via Romea, ore 17.00<br />

Tràdere, tradurre, tradire, trasmettere le tradizioni<br />

Primipassi: esercitazioni sui passi base del<strong>la</strong> Saltarel<strong>la</strong> di Penna Sant’Andrea e<br />

presentazione del cd “Sonate e canti del<strong>la</strong> Valle del Vomano imparati a orecchio dagli<br />

anziani” con il gruppo Li Ciarvavì (Abruzzo).<br />

Via Romea, ore 19.00<br />

SULLE SPONDE DEI MONDI<br />

Equilibri in movimento sui fili del mondo<br />

Spettacolo di strada dei bambini ed insegnanti del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Carducci.<br />

dalle ore 20.30<br />

Girotondo<br />

Nel<strong>la</strong> Osterie incontri in libertà con i gruppi: “La Scuo<strong>la</strong> di Tarantel<strong>la</strong> di Montemarano”<br />

(Campania); Musicanti di San Crispino (Romagna); Or<strong>che</strong>strina Feu e Fiame (Piemonte);<br />

L’Uva Grisa (Romagna); Organetti di Montalto (Mar<strong>che</strong>); Li Ciarvavì (Abruzzo); Francesco<br />

Cavuoto (Puglia).<br />

Via Romea<br />

Balloinpiazza<br />

ore 20.00 Organetti di Montalto (Mar<strong>che</strong>)<br />

ore 21.00 Or<strong>che</strong>strina Feu e Fiame (Piemonte)<br />

ore 22.30 La Scuo<strong>la</strong> di Tarantel<strong>la</strong> di Montemarano (Campania).<br />

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito • Il programma può subire variazioni


Venerdì 24 maggio<br />

Igea Marina, Vecchio Macello. Via Ferrarìn, 30D ore 21.00<br />

Tràdere, tradurre, tradire, trasmettere le tradizioni<br />

Cercatori di suoni. L’eredità di Roberto Leydi in Romagna.<br />

Ne par<strong>la</strong>no Giuseppe Bellosi, Susanna Venturi, Alessandro Sistri, Cristina<br />

Ghirardini.<br />

A seguire proiezione del documentario “Roberto Leydi : L’altra musica” di<br />

Aurelio Citelli (2004).<br />

Sono passati dieci anni dal<strong>la</strong> scomparsa di Roberto Leydi, uno dei padri fondatori<br />

del<strong>la</strong> moderna etnomusicologia italiana, <strong>che</strong> soprattutto, per <strong>la</strong> sua storia di vita<br />

e <strong>la</strong> ric<strong>che</strong>zza di interessi culturali, può essere considerato “guida spirituale” di<br />

quelle generazioni di italiani <strong>che</strong> dagli anni ’60 si sono avvicinate alle musi<strong>che</strong><br />

popo<strong>la</strong>ri, sia sotto il profilo del<strong>la</strong> ricerca documentaria <strong>che</strong> per <strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong><br />

riproposta o folk revival. I suoi insegnamenti, il suo approccio umano e scientifico<br />

al<strong>la</strong> materia musicale, le sue poliedri<strong>che</strong> realizzazioni nel campo del<strong>la</strong> produzione<br />

e del<strong>la</strong> comunicazione culturale, restano un punto di riferimento irrinunciabile<br />

per chiunque voglia continuare a comprendere, in una prospettiva di ricerca<br />

culturale, lo straordinario mondo espressivo delle musi<strong>che</strong> di tradizione, i suoi<br />

legami con i contesti sociali di appartenenza, le sue attuali evoluzioni stilisti<strong>che</strong>.<br />

Ci aiuteranno a riscoprirne <strong>la</strong> lezione, le testimonianze di alcuni importanti<br />

studiosi e ricercatori di musica e cultura tradizionale romagno<strong>la</strong>, <strong>che</strong> ebbero <strong>la</strong><br />

fortuna di incontrarlo.<br />

Giuseppe Bellosi, studioso di folklore e antropologia culturale, si occupa del<strong>la</strong><br />

documentazione e dello studio dei dialetti, del<strong>la</strong> letteratura dialettale e delle<br />

tradizioni popo<strong>la</strong>ri del<strong>la</strong> Romagna, al<strong>la</strong> cui conoscenza ha contribuito sia con<br />

ricer<strong>che</strong> sul campo in tutto il territorio romagnolo sia attraverso numerosi articoli<br />

e pubblicazioni.<br />

Susanna Venturi, <strong>la</strong>ureata in Discipline del<strong>la</strong> Musica al Dams di Bologna,<br />

si occupa di musica colta e di tradizione orale e, come pubblicista, di cronaca<br />

e critica musicale. Ha insegnato Storia del<strong>la</strong> Musica presso l’Università del<strong>la</strong><br />

Basilicata per 10 anni, e insegna in una scuo<strong>la</strong> superiore. Col<strong>la</strong>bora con Ravenna<br />

Festival. Scrive articoli e saggi.<br />

Alessandro Sistri. Le sue prime registrazioni sul campo di musica tradizionale<br />

romagno<strong>la</strong> risalgono al 1972. Nel 1975 incontra Roberto Leydi nell’allora<br />

“mitico” Laboratorio di musica popo<strong>la</strong>re dell’Autunno musicale di Como. A<br />

Bologna frequenta le lezioni di Leydi e nascono le col<strong>la</strong>borazioni <strong>che</strong> portano al<strong>la</strong><br />

pubblicazione, insieme a Giuseppe Bellosi e Tullia Magrini, del disco Romagna<br />

del<strong>la</strong> Albatros (1980 ) e ai <strong>la</strong>vori del Laboratorio di Musica Popo<strong>la</strong>re dell’IBC<br />

Emilia Romagna. E’ curatore di mostre, saggi dedicati al<strong>la</strong> cultura tradizionale.<br />

E’ professore a contratto all’Università Carlo Bo di Urbino con un insegnamento<br />

dedicato al<strong>la</strong> promozione del territorio.<br />

Cristina Ghirardini è dottore di ricerca in Storia e critica delle culture e dei beni<br />

musicali (Università di Torino, 2007). Attualmente col<strong>la</strong>bora con <strong>la</strong> Fondazione<br />

Casa di Oriani di Ravenna, per le attività del Centro per il dialetto romagnolo<br />

(www.casafoschi.it), e con alcune altre istituzioni culturali romagnole. Si dedica<br />

a ricer<strong>che</strong> in ambito etnomusicologico ed organologico in re<strong>la</strong>zione al contesto<br />

italiano.<br />

Roberto Leydi. L’altra musica<br />

di Aurelio Citelli<br />

Un inedito videoritratto sul<strong>la</strong> figura e l’opera<br />

di Roberto Leydi, realizzato attraverso il<br />

montaggio di due lunghe interviste raccolte<br />

nel 1996 a Orta San Giulio (Novara) e Mi<strong>la</strong>no.<br />

Con passione, Leydi racconta <strong>la</strong> sua vicenda<br />

professionale e umana: gli esordi nel campo<br />

del giornalismo, l’interesse per il jazz e <strong>la</strong><br />

musica popo<strong>la</strong>re americana, le ricer<strong>che</strong> sul<strong>la</strong><br />

musica popo<strong>la</strong>re nel nord Italia, lo “scandalo”<br />

di Bel<strong>la</strong> ciao e <strong>la</strong> rottura con il Nuovo<br />

Canzoniere Italiano, <strong>la</strong> produzione di dischi,<br />

film e libri, l’attività dell’Ufficio Cultura del<br />

Mondo Popo<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> Regione Lombardia,<br />

il rapporto con cantori e suonatori popo<strong>la</strong>ri,<br />

l’insegnamento all’Università di Bologna.<br />

Il video, ricco di immagini di Leydi mentre<br />

<strong>la</strong>vora, a casa e in Università, fotografie di<br />

repertorio tratte dal<strong>la</strong> sua raccolta privata,<br />

riprese del<strong>la</strong> collezione di strumenti musicali, libri e oggetti vari, (oggi in gran<br />

parte trasferiti in Canton Ticino), costituisce una preziosa e unica documentazione<br />

sul<strong>la</strong> vita e l’opera dell’etnomusicologo. Al<strong>la</strong> ricostruzione del<strong>la</strong> figura di Leydi<br />

contribuiscono le testimonianze di Umberto Eco, Moni Ovadia, Bruno Pianta<br />

e Ferdinando Scianna. Il video è stato prodotto dal<strong>la</strong> Provincia di Mi<strong>la</strong>no per <strong>la</strong><br />

col<strong>la</strong>na “Gente di Mi<strong>la</strong>no” nel 2004 (durata 35 min.).


Roberto Leydi è stato, con Diego Carpitel<strong>la</strong>, il più importante etnomusicologo<br />

italiano, vero pioniere di questa disciplina in Italia.<br />

Nacque a Ivrea, il 21 febbraio 1928, da una famiglia canavesana con origini<br />

valdostane e probabilmente grigionesi.<br />

La sua intricata, luminosa carriera di studioso del<strong>la</strong> storia e delle forme del<strong>la</strong><br />

musica popo<strong>la</strong>re, dei suoi protagonisti e dei suoi meccanismi comunicativi, lo<br />

ha portato al<strong>la</strong> Cattedra di Etnomusicologia nel<strong>la</strong> più antica università italiana,<br />

quel<strong>la</strong> di Bologna, ove ha insegnato dal 1972 sino al<strong>la</strong> sua scomparsa, il 15<br />

febbraio del 2003. Questo esito vale più <strong>che</strong> per il solo rilievo accademico, per<br />

l’originalità del percorso dei suoi studi, dei suoi interessi, delle sue ricer<strong>che</strong>:<br />

giovanissimo e già dagli anni del dopoguerra <strong>che</strong> segnarono l’apertura dopo il<br />

fascismo alle culture musicali del mondo, si interessò di jazz, di blues e di musica<br />

popo<strong>la</strong>re americana. Si è an<strong>che</strong> dedicato, dagli anni Cinquanta, all’avanguardia<br />

musicale, col<strong>la</strong>borando con Luciano Berio, Bruno Maderna, Umberto Eco, al<strong>la</strong><br />

creazione dello “Studio di Fonologia” del<strong>la</strong> Radio Italiana a Mi<strong>la</strong>no. Fu coautore,<br />

con Luciano Berio e Bruno Maderna di Ritratto di città, primo <strong>la</strong>voro italiano di<br />

musica concreta ed elettronica.<br />

È stato an<strong>che</strong> un’importante esponente del giornalismo di qualità, autore per<br />

L’Europeo di una lunga serie di reportages culturali in Italia, in Europa e nel<br />

mondo.<br />

L’avvio delle sue ricer<strong>che</strong> sul<strong>la</strong> musica popo<strong>la</strong>re risale al<strong>la</strong> fine degli anni Cinquanta:<br />

sposando <strong>la</strong> ricerca sul campo con l’uso delle fonti stori<strong>che</strong> ed etnografi<strong>che</strong>, ha da<br />

allora condotto numerose ricer<strong>che</strong> in Italia (soprattutto nell’Italia settentrionale) e<br />

in altri Paesi (Macedonia, Creta, Galizia, Bretagna, Scozia, Marocco). Ne è derivato<br />

un imponente archivio di registrazioni, il maggiore fra quelli privati italiani, e<br />

un’importantissima raccolta di strumenti musicali popo<strong>la</strong>ri, soprattutto italiani.<br />

La peculiarità del suo interesse per <strong>la</strong> musica di tradizione si basava, innanzitutto,<br />

sul<strong>la</strong> visione globale del<strong>la</strong> cultura popo<strong>la</strong>re di cui <strong>la</strong> musica è parte fondamentale:<br />

si spiegano così <strong>la</strong> sua attenzione per gli spettacoli di piazza, per il teatro di<br />

animazione, per le arti figurative e p<strong>la</strong>sti<strong>che</strong> e per <strong>la</strong> lingua delle tradizioni, per<br />

i contastorie e i cantastorie, per i mestieri e le musi<strong>che</strong> dei Rom, per i contesti<br />

sociali in cui <strong>la</strong> musica si situa. Questo sguardo a tutto campo era motivato<br />

dal<strong>la</strong> convinzione <strong>che</strong> nelle culture del popolo siano stati e<strong>la</strong>borati originali e<br />

rilevantissimi sistemi di comunicazione, con cui si è espressa sia <strong>la</strong> personalità di<br />

grandi interpreti delle arti, veri e propri “intellettuali” del popolo, sia <strong>la</strong> dignità e<br />

l’originalità del loro patrimonio culturale: <strong>la</strong> musica dunque come “altra musica”,<br />

non meno originale per il fatto di essere an<strong>che</strong> intrecciata con molti aspetti delle<br />

culture musicali delle c<strong>la</strong>ssi dominanti. Da qui l’attenzione per il canto sociale e<br />

quello narrativo, per i repertori religiosi, per le feste (i carnevali in primo luogo), per<br />

le peculiari competenze dei costruttori e degli utilizzatori virtuosi degli strumenti<br />

musicali. E da qui, an<strong>che</strong> e soprattutto, l’impegno a condurre <strong>la</strong> ricerca con<br />

grande rispetto e vicinanza morale nei confronti dei protagonisti delle tradizioni<br />

e con l’intento di par<strong>la</strong>re del popolo per contribuire al<strong>la</strong> sua emancipazione.<br />

La sensibilità istituzionale con cui ha inteso il ruolo del<strong>la</strong> ricerca lo ha portato<br />

a promuovere <strong>la</strong> fondazione dell’Ufficio per <strong>la</strong> cultura popo<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> Regione<br />

Lombardia (poi divenuto Archivio di Etnografia e Storia Sociale - AESS), curando<br />

numerosi volumi e dischi di documentazione sul<strong>la</strong> cultura tradizionale lombarda.<br />

Nel corso del<strong>la</strong> sua lunga esperienza scientifica ha pubblicato un’impressionante<br />

mole di libri, di saggi e di articoli; altrettanto rilevante è stata <strong>la</strong> partecipazione<br />

a numerosi convegni e gruppi di studio internazionali, nonché <strong>la</strong> sua opera<br />

di insegnamento <strong>che</strong> ha prodotto una vera scuo<strong>la</strong> di specialisti nel campo<br />

dell’etnomusicologia. La presenza di Leydi sul<strong>la</strong> scena del<strong>la</strong> cultura, non solo<br />

accademica, si è manifestata an<strong>che</strong> nell’opera di edizione di numerosi dischi di<br />

documentazione etnomusicologica e nel<strong>la</strong> realizzazione di spettacoli di musica<br />

popo<strong>la</strong>re, dapprima nell’ambito del folk music revival e poi, a partire dallo<br />

spettacolo Sentite buona gente presentato a Mi<strong>la</strong>no nel 1967, con interpreti<br />

del<strong>la</strong> diretta tradizione popo<strong>la</strong>re; è stato an<strong>che</strong> autore e curatore di trasmissioni<br />

televisive e radiofoni<strong>che</strong>. In partico<strong>la</strong>re ha col<strong>la</strong>borato continuativamente per<br />

vent’anni con <strong>la</strong> Radio del<strong>la</strong> Svizzera Italiana. Nel 2002, poco prima del<strong>la</strong> sua<br />

scomparsa, ha donato al Canton Ticino <strong>la</strong> sua raccolta di documenti sonori<br />

(nastri, dischi, cd, cassette), <strong>la</strong> biblioteca di libri e riviste sul<strong>la</strong> musica popo<strong>la</strong>re ed<br />

etnica e <strong>la</strong> sua collezione di strumenti musicali.<br />

Febo Guizzi<br />

Università di Torino, aprile 2009


SPERIMENTAZIONI SONORE<br />

Sabato 25 maggio dopo <strong>la</strong> mezanotte<br />

Teatro Astra, viale P. Guidi 77/e<br />

Concerto di musica intuitiva con una formazione or<strong>che</strong>strale composta dai<br />

suonatori dei gruppi presenti al Festival. Direzione musicale: Fabio Mina<br />

Musica Intuitiva: l’arte dell’improvvisazione, del<strong>la</strong><br />

creatività e dell’ascolto.<br />

“La musica intuitiva rappresenta per me <strong>la</strong> via più stimo<strong>la</strong>nte ed altresì quel<strong>la</strong><br />

più gratificante del “fare musica” perché tutto viene deciso sul momento, “sul<br />

luogo”. È qualcosa <strong>che</strong> va oltre l’improvvisazione, quest’ultima solitamente svolta<br />

in uno certo stile<br />

predeterminato,<br />

su una canzone,<br />

un ritmo prescelto,<br />

un modello<br />

armonico, ecc....<br />

La musica<br />

intuitiva non ha<br />

per me confini<br />

stilistici, dovrebbe<br />

essere idealmente<br />

“fresca”, musica<br />

di “questo esatto<br />

momento”.<br />

Tutto viene deciso<br />

proprio ora, sul momento. Essa richiede tutte le vostre abilità musicali, <strong>la</strong> tecnica<br />

e le qualità musicali, <strong>la</strong> vostra fantasia e spirito creativo. Nel ruolo di esecutori,<br />

avete bisogno di una mente molto aperta e distesa e perfino di un orecchio<br />

ancora più attento del solito, pronto a captare qualcosa <strong>che</strong> va oltre i vostri limiti.<br />

Talvolta suonerete cose <strong>che</strong> risulteranno essere del tutto nuove perfino per voi<br />

stessi. Specialmente in un ensemble di esecutori, si materializza una musica<br />

nuova <strong>che</strong> altrimenti, in altro modo, non sarebbe mai potuta essere composta né<br />

immaginata.” (Markus Stockhausen).<br />

Fabio Mina, allievo di Markus Stockhausen, nel concerto notturno per<br />

L’Inserenata, <strong>la</strong>vorerà sull’improvvisazione, concedendo un’enfasi speciale ad<br />

una visione intuitiva del<strong>la</strong> stessa, rivolgendosi a musicisti tradizionali di diversa<br />

provenienza e indirizzo stilistico. Facendo in modo <strong>che</strong> i partecipanti possano<br />

esplorare fattori come creatività e consapevolezza, conoscenza e sentimento,<br />

l’arte di ascoltare, focalizzandosi su una componente pratica dell’apprendimento.<br />

Fabio Mina nato a Rimini nel 1984 ha iniziato a studiare f<strong>la</strong>uto da<br />

bambino. Durante gli anni del conservatorio, paralle<strong>la</strong>mente agli studi<br />

accademici, ha iniziato l’esperienza dell’improvvisazione, inizialmente in un<br />

contesto jazzistico poi in uno spazio musicale <strong>che</strong> non avesse confini, an<strong>che</strong><br />

attraverso lo studio di strumenti a fiato di diverse parti del mondo. Dal 2007<br />

col<strong>la</strong>bora col trombettista tedesco Markus Stockhausen con cui si è esibito<br />

in diversi festival in Italia e in Germania.Lo stesso Stockhausen, nel 2011,<br />

ha prodotto il suo primo album “Vìreo” per l’eti<strong>che</strong>tta tedesca Aktivraum.<br />

Ha col<strong>la</strong>borato con artisti come Kudsi Erguner, Fabrizio Ottaviucci, Enzo<br />

Fabio Mina e Markus Stockhausen<br />

Pietropaoli, Tara Boumann, Luigi Ceccarelli e Cristiano De Andrè.<br />

Ultimamente sta approfondendo un progetto in solo e in duo con Markus<br />

Stockhausen, progetti <strong>che</strong> prevedono il dialogo tra l’esplorazione del suono<br />

“puro” dei f<strong>la</strong>uti e di tromba e flicorno, e campionamenti, field recordings, live<br />

electronics. Come musicista cerca di approfondire i legami tra musica, suono e le<br />

re<strong>la</strong>tive radici spirituali.<br />

info: Fabio Mina<br />

www.fabiomina.it<br />

foto Elisabetta Angeli - inéditart


PROGETTI SCOLASTICI<br />

Martedì 21 Maggio<br />

Bel<strong>la</strong>ria, Centro Congressi, Via Uso, 1, dalle ore 9 alle ore 16.30<br />

GIOVANI IN …FOLK!!! incontro-confronto sulle tradizioni popo<strong>la</strong>ri<br />

Progetto sul tema del<strong>la</strong> cultura tradizionale nel mondo del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>. 5° edizione,<br />

a cura dell’Associazione Culturale Riminese “Fermento Etnico”<br />

con <strong>la</strong>col<strong>la</strong>borazione del Comitato “Giovani in…Folk!!!”, degli Istituti Sco<strong>la</strong>stici<br />

Comprensivi e dell’Assessorato al<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> del Comune di Bel<strong>la</strong>ria Igea Marina.<br />

Concepito per diffondere <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> tradizione an<strong>che</strong> tra i più giovani,<br />

l’evento trova stimolo e vitalità dai <strong>la</strong>boratori svolti negli Istituti Sco<strong>la</strong>stici d’Italia e<br />

d’Europa sul tema delle tradizioni, creando originali occasioni di apprendimento,<br />

di incontro e di conoscenza. All’appuntamento prenderanno parte diverse<br />

sco<strong>la</strong>res<strong>che</strong> provenienti da varie regioni: Piemonte, Mar<strong>che</strong>, Veneto, Emilia,<br />

Puglia, Lazio, Romagna e dall’estero. “Giovani in…Folk!!!” non vuole essere una<br />

semplice esibizione delle scuole partecipanti, ma un momento in cui ogni gruppo<br />

presenterà, confronterà e racconterà il proprio territorio di provenienza, studiato<br />

ed approfondito durante l’anno sco<strong>la</strong>stico, mettendolo a disposizione di tutti.<br />

Con “Giovani in…Folk!!!” gli organizzatori creano un appuntamento annuale di<br />

riferimento per gli studenti italiani e stranieri e per i loro docenti, incentivando<br />

così specifici percorsi di studi legati al<strong>la</strong> conoscenza delle tradizioni dei luoghi e<br />

delle generazioni passate, per una crescita e un’integrazione culturale e sociale<br />

fondata su un clima di rispetto, amicizia e pace.<br />

info www.fermentoetnico.org/eventi.htm<br />

Domenica 26 maggio<br />

Via Romea, ore 19.00<br />

I bambini del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Carducci presentano<br />

SULLE SPONDE DEI MONDI<br />

Equilibri in movimento sui fili del mondo<br />

Sul<strong>la</strong> piazza di mondi infiniti<br />

i bimbi si incontrano con grida e danze<br />

Fanno disordinate geometrie in movimento<br />

Le voci si innalzano e rumoreggiano increspandosi nell’aria.<br />

I bimbi fanno piroette di pietra e baloccano con s<strong>che</strong>rzi di note.<br />

Intessono canti di rime anti<strong>che</strong><br />

su sapori di rosse ciliegie<br />

e suoni di vuote conchiglie.<br />

Memorie e scritture di donne<br />

Domenica 26 maggio<br />

Osteria da Guiròin, ore 16.30<br />

Letture autobiografi<strong>che</strong> di luoghi e passaggi di vita<br />

per cogliere <strong>la</strong> trama del<strong>la</strong> propria storia e dare senso al<br />

tempo presente.<br />

A cura di Giovanna Gazzoni, con <strong>la</strong> partecipazione<br />

del gruppo Laboratorio di scrittura autobiografica<br />

organizzato dall’associazione culturale “Il Posto delle<br />

Fragole” di Bel<strong>la</strong>ria Igea Marina nel marzo 2013 presso<br />

<strong>la</strong> Biblioteca Alfredo Panzini.<br />

Commento musicale (arpa celtica) di Anna Freni Maini.<br />

Giovanna Gazzoni<br />

“Mi ricordo da bambina quando giocavo con <strong>la</strong> mia più cara amica a roto<strong>la</strong>rci giù da una<br />

picco<strong>la</strong> duna vicino a casa, <strong>che</strong> a noi pareva una montagna...La neve fuori dal<strong>la</strong> stazione di<br />

Bel<strong>la</strong>ria era così alta <strong>che</strong> ci si perdeva dentro”.<br />

“Il cielo era plumbeo, il mare schiumeggiava sul<strong>la</strong> sabbia del<strong>la</strong> marina spinto dal forte vento di<br />

bora <strong>che</strong> si incuneava giù e ci pareva udire dei gemiti; mio padre ci diceva <strong>che</strong> quel rumore pareva<br />

dicesse”durma, durma”, andate a letto bambini, domattina troverete una sorpresa. Appena<br />

giorno, via, al<strong>la</strong> ricerca di una discesa e per slitta <strong>la</strong> cassetta del pesce”.


Francesco Cavuoto<br />

(Puglia)<br />

LI CIARVAVì<br />

(Abruzzo)<br />

Francesco Cavuoto (fisarmonica) è nato a Carapelle (FG) nel 1928. Ha iniziato lo<br />

studio del<strong>la</strong> fisarmonica all’età di otto anni da Vincenzo Ruggeri di Trinitapoli imparando<br />

alcuni bal<strong>la</strong>bili (valzer, polke, mazur<strong>che</strong>). “La fisarmonica mi piaceva da matti, - racconta<br />

- il giorno <strong>la</strong>voravo <strong>la</strong> terra e <strong>la</strong> sera studiavo”. A tredici anni si unisce ad una or<strong>che</strong>strina<br />

di coetanei fra i quali Renzo Arbore (sax e c<strong>la</strong>rino) e Gianni Boncompagni (batteria),<br />

diretta dal maestro Errico Garofalo (pianista e compositore), coi quali si esibisce in<br />

occasione di feste private e specialmente quelle di matrimonio. Nel 1950 si trasferisce per<br />

<strong>la</strong>voro a Cesenatico. La riviera romagno<strong>la</strong> è una grande opportunità, “d’estate è possibile<br />

trovare da suonare an<strong>che</strong> tutte le sere”. Dapprima si aggrega ad alcune formazioni<br />

or<strong>che</strong>strali, poi si esibisce come solista, o in duo, nelle festicciole delle pensioni e degli<br />

alberghi. A Bel<strong>la</strong>ria Igea Marina, dove risiede dal<strong>la</strong> fine degli anni ‘60, è conosciuto da<br />

tutti ed è facile incontrarlo sorridente con <strong>la</strong> sua fisarmonica. Del repertorio antico del<strong>la</strong><br />

sua terra di origine conserva <strong>la</strong> memoria delle quadriglie di Barletta e di Manfredonia e<br />

delle tarantelle dei paesi montani di Monte S. Angelo, Ascoli Satriano, Ordona (FG), <strong>che</strong><br />

ballerini virtuosi ritmavano con le nac<strong>che</strong>re e il battito degli zoccoli.<br />

Roberto Saputelli detto Spennack: voce, ddu bbottë (organetto a due bassi), armonica<br />

a bocca<br />

Marco Di Teodoro detto lu prufëssorë: voce, violino, fisarmonica<br />

Vittorio Secchini detto lu rrò: voce, chitarra<br />

Antonio De Nardis detto Zabby: voce, chitarra<br />

Marco Saputelli detto Bernardone: voce, battafochë, tamburo a frizione<br />

Li Ciarvavì è un gruppo di musica popo<strong>la</strong>re <strong>che</strong> ormai da sei anni porta in giro,<br />

soprattutto nel territorio abruzzese, <strong>la</strong> tradizione del<strong>la</strong> partenza (<strong>la</strong> partenze) canto<br />

appartenente al<strong>la</strong> famiglia delle serenetate <strong>che</strong> viene portato <strong>la</strong> sera prima del matrimonio<br />

sotto <strong>la</strong> finestra del<strong>la</strong> futura sposa. I componenti del gruppo suonano insieme, an<strong>che</strong> se<br />

attraverso altre formazioni musical popo<strong>la</strong>ri, da circa sedici anni; il repertorio oltre al<strong>la</strong><br />

partenza è ricco di canti e sonate tradizionali dell’entroterra teramano. Ciò <strong>che</strong> lega i<br />

componenti è l’amorevole custodia dei repertori tramandati dagli anziani; a rafforzare<br />

ciò è il <strong>la</strong>voro discografico “Ciarvavì, sonate e canti del<strong>la</strong> valle del Vomano imparati<br />

ad orecchio dagli anziani”. Il disco è stato registrato interamente in una cascina di<br />

due dei componenti del gruppo insieme al<strong>la</strong> nonna Innocenza ed altri cantori locali.<br />

Legante silenzioso è l’appartenenza ad un territorio, quello di Penna Sant’Andrea (TE),<br />

inebriato di musica e danze popo<strong>la</strong>ri <strong>che</strong> sono impresse in ogni angolo del paesello, dove è<br />

portavoce del<strong>la</strong> tradizione il gruppo folk Laccio d’amore di cui tutti i membri de Li Ciarvavì<br />

sono o sono stati membri.<br />

Info: Francesco Cavuoto tel. 0541 349258<br />

Info: Roberto Saputelli cell. 3280364588 / 3285773003


L'ORCHESTRINA Feu e fiame di Caprie<br />

(Piemonte)<br />

MUSICANTI DI SAN CRISPINO<br />

(Romagna)<br />

Gabriele Anselmetti, Enrico Bevione: trombe<br />

Gualtiero Anselmetti, GianRemo Egiatti: c<strong>la</strong>rinetti<br />

Matteo Carello: saxofono tenore e contralto<br />

Bruno Anselmetti, Graziano Anselmetti: tromboni<br />

Dario Zampese: flicorno contralto<br />

Marco Pautasso: flicorno baritono (bombardino)<br />

Gabriele Dresdo: basso tuba<br />

Luciano Ferrando: fisarmonica<br />

Luca Croce, Giuseppe Croce: batteria<br />

La squadra da ballo “ufficiale” del<strong>la</strong> Società Fi<strong>la</strong>rmonica Giuseppe Verdi di Caprie (TO)<br />

si chiama Feu e fiame. Il nome dell’or<strong>che</strong>strina, composta per buona parte da suonatori<br />

piuttosto giovani, è stato scelto non molto tempo fa: l’idea deriva da un’espressione usata<br />

dal più anziano membro del<strong>la</strong> squadra, Bruno Anselmetti. L’origine dei Feu e fiame va<br />

cercata nel<strong>la</strong> squadra dei giovani <strong>che</strong> inizia a suonare al<strong>la</strong> fine degli anni Cinquanta a<br />

Caprie. A Caprie l’attività sui balli non si è mai fermata ed è forse questo uno dei motivi<br />

per cui an<strong>che</strong> <strong>la</strong> tradizione del<strong>la</strong> “squadra bal<strong>la</strong>bili” ha saputo rinnovarsi e riproporsi.<br />

Fino al 1986 <strong>la</strong> banda era in possesso di un proprio ballo a pal<strong>che</strong>tto: in quell’anno ha<br />

deciso di disfarsene in quanto le norme sul<strong>la</strong> sicurezza non permettevano di utilizzarlo.<br />

I brani vengono eseguiti principalmente a memoria, ma i canti a volte leggono le parti<br />

(soprattutto quelli di liscio moderno). Il gruppo prova raramente, solo prima delle esibizioni<br />

in pubblico, ed è quindi quasi indispensabile <strong>che</strong> i musicanti abbiano un canovaccio da<br />

seguire, su cui è però del tutto legittimo improvvisare. In definitiva vengono solo fissate<br />

per iscritto quelle informazioni <strong>che</strong> un tempo venivano fornite a voce dal direttore del<strong>la</strong><br />

squadra prima di iniziare ogni pezzo. La serata da ballo inizia con <strong>la</strong> “sig<strong>la</strong>”, cioè un<br />

tema <strong>che</strong> viene proposto in vari stili bal<strong>la</strong>bili (polka, beguine, valzer); lo stesso brano è<br />

ripresentato a fine serata, quando i musicanti, dopo aver eseguito le pi bèle (cioè le ultime<br />

suonate), scendono dal palco e suonano marciando in fi<strong>la</strong> indiana intorno al palo del<br />

ballo, invitando le persone rimaste ad unirsi al cerchio.<br />

Info: Gabriele Anselmetti cell. 3316013379 - banda caprie@yahoo.it<br />

I Musicanti di San Crispino provengono da Modigliana (FC) e sono nati<br />

spontaneamente sull’esempio dei suonatori girovaghi del secolo scorso. Sono un gruppo di<br />

musicisti di strada e prendono il nome dal Santo protettore dei calzo<strong>la</strong>i, perché consumano<br />

le suole delle scarpe con il loro girovagare suonando per il piacere di chi li ascolta.<br />

Già protagonisti di numerose e coraggiose imprese musicali in giro per l’Italia, da ormai<br />

dieci anni i Musicanti di San Crispino animano con <strong>la</strong> loro allegria matrimoni, feste<br />

paesane, mostre d’arte e serenate, offrendo uno spettacolo divertente e coinvolgente.<br />

Il repertorio va dal<strong>la</strong> musica tradizionale romagno<strong>la</strong> alle sigle dei telefilm, passando per<br />

il sudamericano, gli anni ’60, il funky di New Orleans, <strong>la</strong> tarantel<strong>la</strong>, il dixie, il reggae, lo<br />

ska, <strong>la</strong> disco music ma con un occhio sempre puntato verso i Balcani.<br />

Info. Denis Valentini cell. 3336282630


L'UVA GRISA<br />

(Romagna)<br />

contadini (canti rituali, narrativi, ecc.) e quello urbano dei canti d’osteria, <strong>che</strong> ha raccolto<br />

direttamente dagli anziani pescatori bel<strong>la</strong>riesi. La sua matrice, come gruppo musicale,<br />

si rial<strong>la</strong>ccia ai modi acquisiti andando nelle osterie, e soprattutto nelle case a cantare<br />

<strong>la</strong> Pasquel<strong>la</strong>, il canto rituale di questua dell’Epifania. Per questo da sempre preferisce<br />

le situazioni di strada a contatto ravvicinato con <strong>la</strong> gente. Ama an<strong>che</strong> suonare per far<br />

bal<strong>la</strong>re. Grazie al suo violinista “storico” Mario Venturelli, ha ripreso il vecchio repertorio<br />

da sa<strong>la</strong>, valzer, polke, mazur<strong>che</strong>, composto tra fine dell’Ottocento e i primi decenni del<br />

Novecento da autori romagnoli, spesso sconosciuti. Dai primi anni ‘90, in seguito alle<br />

ricer<strong>che</strong> etnomusicali e coreuti<strong>che</strong> avviate in tutta <strong>la</strong> Romagna da Pino Ga<strong>la</strong> e Gualtiero<br />

Gori, e Roberto Bucci per l’area faentina, ha esteso <strong>la</strong> propria attività al<strong>la</strong> riproposta e<br />

al<strong>la</strong> didattica di balli etnici come saltarelli, fur<strong>la</strong>ne, manfrine, ecc. rimasti vivi nel<strong>la</strong> cultura<br />

contadina fino agli anni ’50.<br />

info: Gualtiero Gori cell. 3382466821 - tel. 0541 727644 - gugor@tin.it<br />

http://space.tin.it/musica/gualgori/<br />

Organetti DI MONTALTO<br />

(Mar<strong>che</strong>)<br />

Giuliano Albini detto Julko: voce, chitarra<br />

Lorel<strong>la</strong> Amati: voce<br />

Domenico Bartoli: voce<br />

Gilberto Casali: fisarmonica<br />

Antonio Coatti: bombardino, trombone<br />

Emanue<strong>la</strong> Di Cretico: f<strong>la</strong>uti dolce, traverso, ocarine<br />

Gualtiero Gori: voce: mandolino, percussioni<br />

Mirco Malferrari: voce, chitarra, organetto, cucchiai<br />

Lucia Mazzotti: voce<br />

Pierluigi Ottaviani: voce, bidone<br />

Gianluca Ravaglia: contrabbasso<br />

Mario Venturelli: violino<br />

Aldo Veronesi: violino<br />

Gruppo danza: Roberto Bianchini, Luca Fantini, Dianel<strong>la</strong> Gori, Ange<strong>la</strong> Leardini,<br />

Nino Montanari, Giorgia Nespoli, Giuseppe Scandiffio, Ermanna Scarcello,<br />

Catia Ta<strong>la</strong>cci.<br />

Il gruppo nasce a Bel<strong>la</strong>ria Igea Marina (RN) nel 1981, come esperienza artistica,<br />

d’aggregazione e ricerca permanente intorno al<strong>la</strong> cultura tradizionale del<strong>la</strong> Romagna.<br />

Ha svolto svariate indagini sui vissuti popo<strong>la</strong>ri privilegiando le narrazioni orali, i luoghi<br />

del<strong>la</strong> socialità e le forme dell’espressività popo<strong>la</strong>re, in partico<strong>la</strong>re il repertorio dei canti<br />

Giuseppe Ubaldi: voce, organetto 2 bassi, cembalo e gnac<strong>che</strong>re<br />

Giuseppe Troiani: voce, organetto 2 bassi<br />

Antonio D’Ercoli: cembalo<br />

Nello Polini: organetto 2 bassi<br />

I componenti degli Organetti provengono in gran parte da Montalto (AP), e vivono ormai<br />

stabilmente in Romagna, dove sono immigrati sul finire degli anni ’50. Il gruppo presenta<br />

un repertorio tradizionale strumentale da ballo proveniente dalle val<strong>la</strong>te del Piceno: dai<br />

saltarelli, ai valzer, alle pol<strong>che</strong>, alle mazur<strong>che</strong>, fino al repertorio vocale di canzonette,<br />

stornelli e canti rituali.<br />

Info: Giuseppe Ubaldi tel. 0541 933222


SCUOLA DI TARANTELLA DI MONTEMARANO<br />

(Campania)<br />

SUONABANDA<br />

(Emilia)<br />

La scuo<strong>la</strong> di tarantel<strong>la</strong> di Montemarano nasce da un’idea di Roberto D’Agnese con<br />

l’obiettivo di salvaguardare e preservare <strong>la</strong> tarantel<strong>la</strong> di Montemarano (AV) creando un<br />

forte legame tra vecchie e nuove generazioni. Fin dall’inizio sono stati coinvolti gli anziani<br />

del paese con l’intento di osservare le loro movenze, ascoltare i loro racconti ed entrare<br />

nel<strong>la</strong> loro dimensione. Il tutto è stato realizzato con l’intento di capire ancora di più questa<br />

magnifica danza e confrontar<strong>la</strong> con quel<strong>la</strong> attualmente eseguita dai giovani, soffermandosi<br />

sul<strong>la</strong> sua evoluzione. All’interno del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> è stato nominato un responsabile del<strong>la</strong><br />

memoria <strong>che</strong> ne documenta ogni uscita e sessione di prova interna ed inoltre un gruppo<br />

di persone <strong>che</strong> studiano l’aspetto storico del paese cercando di tracciare una sequenza<br />

scientifica sull’evoluzione del<strong>la</strong> tarantel<strong>la</strong> e del carnevale ad essa strettamente collegato.<br />

La scuo<strong>la</strong> promuove il carnevale di Montemarano attraverso uno spettacolo itinerante<br />

in cui tutti i costumi e le caratteristi<strong>che</strong> del carnevale vengono mostrate al pubblico,<br />

spiegando <strong>che</strong> si tratta di una rappresentazione decontestualizzata.<br />

Info: Roberto D’Agnese cell. 3201930049<br />

Pierpaolo Bergamini: violino<br />

Maurizio Berselli: organetti diatonici<br />

Fabio Bonvicini: bassetto e fiati<br />

Maurizio Loschi: chitarra<br />

C<strong>la</strong>udio Vezzali: archi e plettri<br />

Suonabanda nasce a Modena nel 1983 da precedenti esperienze di ricerca sul<strong>la</strong><br />

tradizione orale nelle province di Modena, Reggio Emilia e Bologna. Obiettivo del gruppo<br />

è stimo<strong>la</strong>re l’interesse verso una cultura del<strong>la</strong> festa vissuta come momento di socializzazione<br />

e di espressione popo<strong>la</strong>re in situazioni dove <strong>la</strong> danza sia protagonista. Il gruppo rivolge <strong>la</strong><br />

propria attenzione in modo partico<strong>la</strong>re alle musi<strong>che</strong> di accompagnamento ai balli del<strong>la</strong><br />

tradizione popo<strong>la</strong>re emiliana, conosciuti come “staccati” in uso, prima del liscio, nelle<br />

occasioni di festa e di ballo. Sulle indicazioni offerte dal <strong>la</strong>voro svolto in precedenza da<br />

studiosi e ricercatori si è condotta una indagine nelle tre province di Modena, Reggio<br />

Emilia e Bologna <strong>che</strong> ha portato al<strong>la</strong> scoperta di un considerevole repertorio di balli<br />

antichi e di musi<strong>che</strong> ad essi collegate. Questo patrimonio musicale e coreutico, appreso<br />

grazie alle esecuzioni ed informazioni dei suonatori e ballerini conosciuti, è riproposto<br />

sotto forma di spettacoli, animazioni e corsi. Suonabanda ha sempre ricercato il contatto<br />

diretto con suonatori e ballerini portatori del<strong>la</strong> tradizione, cercando di dare il proprio<br />

contributo affinché le realtà tuttora vive siano tramandate.<br />

Info: Maurizio Berselli cell. 3484401262


Bramante Vasini, presidente Comitato Borgata Vecchia


Borgosteria<br />

Nei cortili, angoli di gastronomia domestica a cura del Comitato Borgata Vecchia<br />

Sabato 25 e Domenica 26 Maggio tutte le osterie sono aperte<br />

dalle ore 19 alle ore 24<br />

Osteria da Guiròin<br />

Osteria da Magnùl<br />

Sóipi si bsaréll (seppie coi piselli)<br />

Pulénta s<strong>la</strong> sunzéza (polenta e salsiccia)<br />

Cantarèli (cantarelle)<br />

Zambè<strong>la</strong> (ciambel<strong>la</strong>)<br />

Albàena (albana dolce)<br />

Pida (piada)<br />

sè salàm (col sa<strong>la</strong>me)<br />

sè parsót (col prosciutto)<br />

sè furmai (col formaggio)<br />

s<strong>la</strong> róc<strong>la</strong>... (con squaquerone e ruco<strong>la</strong>)<br />

si radécc e s<strong>la</strong> zvò<strong>la</strong> (con radicchi e cipol<strong>la</strong>)<br />

s<strong>la</strong> purchèta (con <strong>la</strong> por<strong>che</strong>tta)<br />

patàedi fréti (patate fritte)<br />

Osteria Ristorante Il Borgo<br />

(Ad pèss; Di pesce…)<br />

Antipàst chéld e fréd, (antipasti cadi e freddi)<br />

Risòt biàench, (risotto bianco)<br />

Spaghét a <strong>la</strong> chitàra, (spaghetti al<strong>la</strong> chitarra)<br />

Frèt, (fritto misto)<br />

Gardlèda ad pèss (Grigliata mista)<br />

Osteria da Marascòun<br />

Minestra si fasùl e ghèmbri<br />

(minestra con fagioli e gamberi)<br />

Rustóida ad sardéun (sadoni arrosto)<br />

Spiedini di gamberi (ghèmbri si spóid)<br />

Fartura ad pès (pesce fritto)<br />

Radécc e zvò<strong>la</strong> (radicchio e cipol<strong>la</strong>)<br />

patàedi fréti (patate fritte)<br />

Pida e vòin (piada e vino)


1 osteria da Magnùl<br />

2 osteria da Marascòun<br />

3 osteria da Guiròin<br />

4 osteria ristorante il Borgo<br />

5 Ballo in piazza<br />

6 Inmostra<br />

7 Punto informativo<br />

8 Vecchio Macello<br />

9 Teatro Astra<br />

9<br />

Giovanni Brunetti in arte Barnusso<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

7<br />

6<br />

1<br />

Direzione artistica, Gualtiero Gori<br />

tel. 0541 343746<br />

g.gori@comune.bel<strong>la</strong>ria-igea-marina.rn.it<br />

Segreteria amministrativa, Antonel<strong>la</strong> Montanari<br />

tel. 0541 343747<br />

a.montanari@comune.bel<strong>la</strong>ria-igea-marina.rn.it<br />

8<br />

Comitato Borgata Vecchia - Presidente Bramante Vasini<br />

tel. 0541 344777<br />

www.comune.bel<strong>la</strong>ria-igea-marina.rn.it/citta/cms/page storiamuseispettacolo-borgata_danza/<br />

Referenze fotografi<strong>che</strong><br />

Ramona Ruina: immagini edizione 2012<br />

e archivi gruppi ospiti<br />

Progetto grafico<br />

inéditart<br />

Si ringraziano<br />

le donne del<strong>la</strong> Borgata per gli addobbi floreali, le famiglie Scarpellini, Bernardi, Zanzani per gli<br />

spazi messi a disposizione e tutti i Borgatari per <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione.<br />

Gli insegnanti e gli alunni del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> primaria Carducci.<br />

I gruppi, gli studiosi e i ricercatori, per il sostegno dato al<strong>la</strong> realizzazione del Festival.<br />

e Turismo<br />

Istituti Sco<strong>la</strong>stici Comprensivi Statali<br />

di Bel<strong>la</strong>ria e Igea Marina

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