LUCA FRIGERIO by DONNA IMPRESA MAGAZINE
di Valeriana Mariani STORIA DI COPERTINA "LUCA FRIGERIO" Di lui mi hanno scritto: “Luca Frigerio è un grande appassionato di montagna in particolare di sci ed escursionismo e pratica anche il surf e la mountain bike. Impegnato nel sociale, sostiene una serie di iniziative a protezione della natura in Africa, continente dove viaggia spesso e dove pratica la fotografia, uno dei suoi hobby preferiti”. Inutile esimermi dall’interrogarmi su come, un uomo nella sua posizione, riesca a mantener vive tante passioni ... poi scorgo, nell’indugiare con lo sguardo attraverso le informazioni che mi sono state recapitate su di lui, che il suo team di lavoro è composto da molte donne. A questo punto comprendo (naturalmente partigiana della causa femminile per convinzione, come è palese che sia) che la innata capacità delle donne di essere rapide e concrete nel decidere, il possedere una mentalità improntata all’organizzazione, la tenacia realizzativa, la propensione a (...)
di Valeriana Mariani STORIA DI COPERTINA "LUCA FRIGERIO"
Di lui mi hanno scritto: “Luca Frigerio è un grande appassionato di montagna in particolare di sci ed escursionismo e pratica anche il surf e la mountain bike. Impegnato nel sociale, sostiene una serie di iniziative a protezione della natura in Africa, continente dove viaggia spesso e dove pratica la fotografia, uno dei suoi hobby preferiti”. Inutile esimermi dall’interrogarmi su come, un uomo nella sua posizione, riesca a mantener vive tante passioni ... poi scorgo, nell’indugiare con lo sguardo attraverso le informazioni che mi sono state recapitate su di lui, che il suo team di lavoro è composto da molte donne. A questo punto
comprendo (naturalmente partigiana della causa femminile per convinzione, come è palese che sia) che la innata capacità delle donne di essere rapide e concrete nel decidere, il possedere una mentalità improntata all’organizzazione, la tenacia realizzativa, la propensione a (...)
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MATRICARDI SpA<br />
summer 2012<br />
Di<br />
donna impresa magazine<br />
Grand Hotel Billia e Centro Congressi<br />
SPECIALE<br />
uomini e donne:<br />
alla ricerca di una nuova coscienza<br />
www.donnaimpresa.com<br />
progetti<br />
movimento<br />
www.matricardispa.com<br />
Proprietà editoriale e progetto grafico <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong><br />
DOSSIER<br />
S-comunicare<br />
intervista al PresidenteA.N.C.I.<br />
Cleto Sagripanti<br />
MODA<br />
a Matera con il<br />
premiocittàdeisassi<br />
LUI<br />
Edoardo Secchi<br />
PresidenteItalie<br />
FranceGroup<br />
JACK<br />
BELLAVITA<br />
alonghotsummer<br />
specialeAlanSorrenti<br />
storia di copertina<br />
<strong>LUCA</strong><br />
<strong>FRIGERIO</strong><br />
amministratore unico CAVAS.p.a.
STORIA DI COPERTINA<br />
quandolo<br />
Style<br />
l’avventura<br />
e<br />
hannoun’<br />
Anima<br />
Di lui mi hanno scritto: “Luca Frigerio è un grande appassionato di<br />
montagna in particolare di sci ed escursionismo e pratica anche il surf e<br />
la mountain bike. Impegnato nel sociale, sostiene una serie di iniziative a<br />
protezione della natura in Africa, continente dove viaggia spesso e dove<br />
pratica la fotografia, uno dei suoi hob<strong>by</strong> preferiti”. Inutile esimermi<br />
dall’interrogarmi su come, un uomo nella sua posizione, riesca a<br />
mantener vive tante passioni … poi scorgo, nell’indugiare con lo<br />
sguardo attraverso le informazioni che mi sono state recapitate su di lui,<br />
che il suo team di lavoro è composto da molte donne. A questo punto<br />
comprendo (naturalmente partigiana della causa femminile per<br />
convinzione, come è palese che sia) che la innata capacità delle donne<br />
di essere rapide e concrete nel decidere, il possedere una mentalità<br />
improntata all’organizzazione, la tenacia realizzativa, la propensione a ...<br />
di Valeriana Mariani<br />
<strong>LUCA</strong><br />
<strong>FRIGERIO</strong><br />
Luca Frigerio è<br />
Amministratore<br />
unico della nuova Casino de la<br />
Vallée S.p.A (dal settembre<br />
2010), dopo aver ricoperto<br />
questo ruolo per il Casino de la<br />
Vallée S.p.A (dal 2008) e il<br />
Grand Hotel Billia S.T.V. spa<br />
(dal 2010). Da aprile 2012 è<br />
Presidente di FEDERGIOCO,<br />
di cui è stato anche vice<br />
presidente dal 2011,<br />
organismo che riunisce le case<br />
da gioco italiane di Campione<br />
d’Italia, Saint-Vincent,<br />
Sanremo e Venezia, il cui<br />
programma 2012/13 che mira<br />
a rafforzare l’associazione per<br />
renderla più autorevole verso<br />
gli stakeholder interni ed<br />
esterni, al fine di ottenere una<br />
maggiore attenzione da parte<br />
degli organi legislativi e di<br />
rivedere i modelli di business<br />
dei Casino, con tutte le<br />
conseguenze organizzative<br />
sulle persone, a tutela dei<br />
lavoratori e delle aziende. Nato<br />
a Cantù (Como), ha 42 anni e<br />
si può considerare un ‘figlio<br />
d’arte’, essendo la terza<br />
generazione di Frigerio alla<br />
guida di Casino che, nati come<br />
intrattenimento per le forme di<br />
turismo legate ai soggiorni<br />
termali e naturalistici delle élite<br />
europee, oggi tornano alle<br />
origini sposando un concetto di<br />
leisure di lusso.<br />
www.donnaimpresa.com<br />
05
generare ambienti di lavoro partecipativi e collaborativi,<br />
l’attenzione alla qualità delle relazioni personali e<br />
all’ascolto, la capacità di gestire i conflitti attraverso la<br />
mediazione, la capacità di gestire le emozioni e di tradurle<br />
in risorsa anziché in limite, l’avere sempre presente<br />
l’ottica del servizio e, non ultimo, l’adottare comportamenti<br />
ispirati a etica e responsabilità sociale, sono<br />
caratteristiche di genere emerse (e messe in evidenza da<br />
ricerche e indagini nazionali e internazionali sulla<br />
leadership al femminile) che per Luca hanno fatto la<br />
differenza. A lui dunque, oltre il merito di sostenere la<br />
cosiddetta “causa femminile”, il plauso per aver investito<br />
sulle capacità delle donne, vere o presunte che siano. Ma<br />
questo è solo il primo dei numerosi interrogativi che mi<br />
sono posta nel cercare conferme di chi intimamente fosse<br />
Luca Frigerio. Già solo il fatto di soddisfare senza indugio<br />
alcuno alla nostra richiesta di parlarci di sé attraverso una<br />
conversazione telefonica (in quanto scartata a priori<br />
l’ipotesi di un vis a vis per mancanza dei cosiddetti “tempi<br />
tecnici” indispensabili) e non rispondendo ai quesiti<br />
attraverso il suo ufficio stampa, denotavano una<br />
disposizione d’animo particolare. Quello che non potevo<br />
immaginare sin da subito però è la fortissima capacità<br />
relazionale di questo oltremodo affascinante<br />
quarantenne, elemento che ha di fatto contribuito ad<br />
annullare il tempo nel momento stesso in cui abbiamo<br />
cominciato a dialogare, complici la sua spiccata simpatia,<br />
la semplicità attraverso cui si è posto nei miei confronti sin<br />
dal primissimo approccio e la profondità del pensiero<br />
espressa attraverso note vocali suadenti e quella<br />
particolare erre alla francese che è tipica degli abitanti<br />
delle zone di influenza franco-provenzale. Nel mentre<br />
eravamo impegnati in questa intervista che intanto aveva<br />
assunto le caratteristiche di un pourparler informale, colgo<br />
che Luca, prima ancora che esprimersi in relazione al<br />
motivo per cui eravamo lì, ovvero il presentarmi<br />
l’imponente progetto del polo leisure in costruzione a<br />
Saint-Vincent, tocca temi di carattere sociale cercando<br />
ogni volta di far trapelare quanto forte sia la<br />
consapevolezza che l’egemonia intellettiva dell’Uomo è<br />
l’unica guerra che oggi valga la pena di essere<br />
combattuta, poiché l’arricchimento derivato dalla<br />
consapevolezza delle diversità fra gli uomini e le loro<br />
culture è un patrimonio per l’ intera umanità, un bene<br />
prezioso da salvaguardare se vogliamo superare<br />
velocemente il periodo oscurantista che le società<br />
cosiddette evolute stanno attraversando. La dignità della<br />
persona, la speranza, la gioia di vivere sembrerebbero<br />
essere sue irrinunciabili costanti di vita.<br />
La prima domanda verte essenzialmente, prima ancora che sul suo lodevole impegno nel sociale, su<br />
quello che in lei è perfettamente riscontrabile attraverso ogni concetto che esprime e, cosa ancor più<br />
importante, riscontrabile in tutto quello che fa: ovvero il suo buon cuore per cui il definirla “attore di<br />
giustizia sociale” non deve apparirle una lusinga bensì un’analisi erudita che si sostanzia di fatti prima<br />
nella foto:Grand Hotel Billia _Saint Vincent _ Ao<br />
Il Saint-Vincent Resort<br />
& Casino: un imponente<br />
complesso che disporrà<br />
complessivamente di 199<br />
camere, un grande<br />
centro benessere e 5<br />
ristoranti. Anche il<br />
Casino diventerà un<br />
luogo elegante con spazi<br />
esteticamente innovativi,<br />
all'aperto ma protetti.<br />
Il progetto è affidato con una gara internazionale allo Studio Lissoni Associati e comprende<br />
anche la ristrutturazione del Billia “ L’obiettivo – spiega l’architetto Lissoni – è di far vivere<br />
un’esperienza unica a clienti e turisti senza soluzione di continuità fra bellezza,<br />
intrattenimento e benessere. Valorizzeremo il patrimonio architettonico esistente,<br />
armonizzando la tipicità locale con elementi legati ad atmosfere lontane. La storia prestigiosa<br />
del Grand Hôtel Billia dialogherà con la modernità e con la tradizione degli artigiani della<br />
pietra, del metallo e del legno, con ampio utilizzo di vetrate per effetti spettacolari. Si tratta di<br />
un lavoro difficile proprio per la conformazione del Billia e del Casino, costruiti e poi rivisti in<br />
epoche diverse. Alla fine, si dovrà percepire una generale armonia”. Due dei cinque nuovi<br />
ristoranti, Gaya e Brasserie, sono già stati inaugurati nel 2011 insieme alla Poker Room e alla<br />
sala Evolution di 1.700 metri quadri per i giochi elettronici con ingresso indipendente. Il 15<br />
luglio 2012 è stato invece inaugurato il Park Hotel e fra il dicembre 2012 e il febbraio 2013<br />
sarà rinnovato il Casinò, senza che l'attività venga interrotta. Per Luca Frigerio l'obiettivo è<br />
quello di "Offrire alla clientela emozioni uniche, soggiorni esclusivi e suggestivi, divertimento e<br />
un'occasione per godere di tutte le possibilità della regione valdostana, con le sue piste da<br />
sci, la gastronomia, la natura, l'arte e la cultura".
ancora che di parole attraverso il suo appoggio economico<br />
a progetti di solidarietà internazionale e, non ultimi, il suo<br />
impegno in qualità di presidente di Federgioco che l’ha<br />
vista protagonista nella lotta alle ludopatie e in relazione alla<br />
sua professione quando si erge in difesa del lavoro delle<br />
oltre 1000 persone alle sue dipendenze. Sartre, il filosofo<br />
francese che ha rappresentato uno dei capisaldi della storia<br />
dell'Umanesimo del ventesimo secolo per la grande<br />
attenzione riposta sulle condizioni esistenziali dell'uomo, in<br />
particolare accoglie la tesi del primato della coscienza sulla<br />
realtà, per cui gli oggetti e il mondo sono il frutto di un atto<br />
della coscienza, soggettivo e intenzionale e che è l'uomo a<br />
dare un senso e un significato al mondo, e non viceversa.<br />
La coscienza non può astenersi da dare un senso al mondo,<br />
e questo senso gli è attribuito in primo luogo dalle emozioni<br />
che l'uomo prova intenzionalmente nei confronti della<br />
realtà, la quale ne rimane inevitabilmente condizionata. La<br />
coscienza (Nella formulazione freudiana) è una qualità della<br />
mente che di solito include altre qualità quali ad esempio la<br />
soggettività, la autoconsapevolezza, la conoscenza e la<br />
capacità di individuare le relazioni tra sé e il proprio<br />
ambiente circostante. Sulla base di quanto abbiamo fin qui<br />
premesso, possiamo pertanto asserire che l’opera umana<br />
più bella espressa attraverso la coscienza individuale è<br />
quella di essere utili al prossimo?<br />
Indubbiamente si. Lo scambio che ne nasce è però<br />
maggiormente fecondo se non fondato su un atteggiamento e<br />
una prassi esclusivamente paternalistica, bensì sulla comune<br />
vocazione all’annuncio e al servizio reso alla comunità,<br />
soprattutto e particolarmente, nei confronti di quegli individui che<br />
il nostro sistema economico emargina. La dura realtà dei fatti è<br />
che quasi due miliardi di persone su questo pianeta vive sulla<br />
soglia della sopravvivenza o addirittura al di sotto, tra malattie,<br />
povertà e disagio sociale. Il mio impegno nella salvaguardia della<br />
natura in Africa, continente che amo, mi ha fatto scoprire che<br />
quello che di davvero importante possiamo fare è lo sviluppare la<br />
nostra coscienza individuale innalzandola al collettivo, nella sua<br />
accezione di comunità globale, che si esprime oltre che nella<br />
salvaguardia del pianeta, a tutela della vita e dei suoi<br />
irrinunciabili principi: primi fra tutti, la libertà e l’uguaglianza.<br />
Principi che sento radicati in me e che mi impongono un<br />
atteggiamento eticamente responsabile in tutto quello che faccio.<br />
Amare d’altronde è una mentalità; è la mentalità di chi si mette<br />
dalla parte dell’altro; significa sentirsi responsabile degli altri,<br />
identificarsi con l’altro.<br />
Accennavo poc’anzi al suo programma come presidente di<br />
Federgioco è stato definito nell’insieme un processo<br />
alquanto innovativo. Ce ne parli..<br />
Intendiamo innanzi tutto aprire Federgioco a un dialogo<br />
costruttivo con le istituzioni. Il gioco ha assunto ormai una<br />
rilevanza economica e sociale che chiama gli operatori a<br />
maggiori responsabilità e però anche alla necessaria<br />
autorevolezza per collaborare con gli organi legislativi. Il mio<br />
programma comprende la lotta alle ludopatie, come precisava, e<br />
quindi la lotta al gioco non autorizzato e il sostegno ai Casino<br />
Federgioco, soggetti a severi controlli e discipline, a<br />
salvaguardia dei giocatori e contro il riciclaggio. Il gioco<br />
d’azzardo drena risorse economiche pari al 10% del PIL e<br />
questo è oggi uno dei nuovi ostacoli allo sviluppo economico del<br />
nostro Paese. Un’attenzione particolare è posta alla tutela legale<br />
in sede europea contro la restrittiva normativa nazionale<br />
sull’antiriciclaggio rispetto ai contenuti della Direttiva europea<br />
(2005/60/CE). A livello legislativo, il programma si propone<br />
invece di intensificare la cooperazione con Ministeri e istituzioni<br />
del lavoro su temi cruciali quali la gestione delle organizzazioni,<br />
la sicurezza e la tutela del patrimonio, il contrasto alla criminalità,<br />
l’occupazione e gli ammortizzatori sociali.<br />
Il gioco compulsivo, le<br />
ludopatie e l'illegalità non<br />
abitano più nelle case da<br />
gioco. Anzi. Sono proprio i<br />
Casinò oggi i luoghi più<br />
sicuri, dove sfidare la<br />
fortuna riscoprendo<br />
questa esperienza antica<br />
quasi quanto l’uomo<br />
come un divertimento<br />
innocuo e perfino<br />
stimolante.
nella foto Luca Frigerio con Tony Blair<br />
nella foto:Grand Hotel Billia _Saint Vincent<br />
C’è grande attesa intorno all’imponente progetto del polo<br />
leisure in costruzione a Saint-Vincent, un complesso che sta<br />
nascendo e che mira a offrire esperienze di divertimento nuove<br />
e uniche, una realtà esclusiva a livello europeo..<br />
Il “Saint-Vincent Resort & Casino”, iniziativa da 70 milioni di euro,<br />
comprenderà la casa da gioco riammodernata, due hotel da 5<br />
(Grand Hotel Billia)e4stelle(ParcHotel Billia), 5 ristoranti, un ampio<br />
e funzionale Centro Congressi (dotato di 7 sale) e un Centro<br />
Benessere di 1.700 mq. Il progetto ha anche una vocazione<br />
ambientale: sul lato sud del Casinò, prende corpo la nuova centrale<br />
termica che consentirà al Resort di produrre risparmi energetici fino<br />
al 30%. Una grande attenzione è stata rivolta al concept dei marchi<br />
puntando, da un lato, a tutelare la tradizione, dall’altro, ad introdurre<br />
forte innovazione dell’immagine aziendale. Di conseguenza, il<br />
logotipo del Grand Hotel Billia, che diventerà un 5 stelle, esprime<br />
l’eleganza di un albergo ultracentenario attraverso linee essenziali e<br />
un colore intenso, mentre quello del Parc Hotel Billia, il nuovo 4 stelle<br />
per famiglie e per il turismo congressuale, è sobrio e decisamente<br />
meno formale; il logo del Centro Congressi vuole parlare di business<br />
e di professionalità, ma anche di accoglienza. Quello del Food &<br />
Drink è stato pensato per comunicare contemporaneità, freschezza e<br />
piacevolezza nell’incontro con i servizi di bar e di ristorazione: la<br />
Brasserie du Casino, il Ristorante Gaya, Le Rascard Salon et<br />
Terrace, La Grande Vue Gourmet Restaurant e il 1908 Resort<br />
Restaurant, Gaya Wine & Drink, La Cheminée, il Poker Bar e il<br />
Lounge Bar. Nell’insieme, abbiamo optato per segni grafici forti che<br />
puntiamo a posizionare, grazie ai servizi che offriranno al cliente,<br />
quali veri e propri punti di riferimento dell’offerta. Con il logotipo<br />
Eventi News di un sito internet dove veicoleremo non solo le attività<br />
di intrattenimento programmate all’interno delle strutture del Resort<br />
ma anche gli eventi organizzati sul territorio su cui opera il Resort<br />
stesso, perché la mission del progetto comprende la volontà di ‘fare<br />
sistema’ con l’intera offerta turistica della regione Valle D’Aosta.<br />
Cito testualmente da una sua più articolata disamina in<br />
riferimento al periodo di recessione economica attuale: “sono<br />
molti i fattori esterni che ne hanno condizionato l'andamento in<br />
un periodo, certamente il più serio, dove si sentono<br />
maggiormente l'acuirsi della crisi economica e della scarsa<br />
propensione ai consumi, ma anche gli effetti dell'introduzione di<br />
ulteriori limitazioni nella circolazione del denaro contante” . Se<br />
la crisi è così profonda da toccare tutti gli ambiti va da se<br />
pensare che anche la politica sia in crisi, in quanto non solo<br />
manchevole nel riuscire a trovare risposte efficaci che non<br />
siano le repentine scappatoie atte a fornire ossigeno<br />
nell’immediato ma, addirittura, inasprendone gli esiti. Detto ciò,<br />
posso chiederle se è ottimista su una possibile “resurrezione”<br />
della politica italiana?<br />
No, non molto, sono piuttosto pessimista. Questo è un governo di<br />
contabilità più corretta, però allo stesso tempo assistiamo alla morte<br />
della democrazia, in quanto siamo in una condizione in cui i politici<br />
non sono in grado di governare. Quindi non possiamo dire che un<br />
governo tecnico governa, perché affermeremmo che la politica non<br />
serve a niente e ciò non risponde a verità, semmai è vero che la<br />
nostra classe politica dovrebbe essere rinnovata, considerati gli<br />
sviluppi drammatici della nostra economia e non di meno in relazione<br />
alla credibilità dei nostri rappresentanti istituzionali che risulta essere<br />
fortemente compromessa a livello internazionale.<br />
Come giudica la partenza e l’azione del governo Monti, anche<br />
valutandola attraverso la forte pressione fiscale a cui ha<br />
sottoposto la collettività, prime fra tutte le classi più abbienti<br />
che sono state investite dalla responsabilità di essere<br />
considerate il salvagente d’Italia, vedi ad esempio la<br />
reintroduzione dell’ICI, ora chiamata IMU (o imposta municipale<br />
unica) che è stato il secondo provvedimento attuato in ordine<br />
di importanza sistemica ma forse il primo in termini di gettito e<br />
di altre misure fiscali “sui ricchi”?<br />
Ovvio che ai fini di un giudizio di massima non si possa prescindere<br />
dal contesto nel quale il governo ha dovuto e deve muoversi, dal<br />
punto di partenza, dall’alto livello del rischio della tenaglia finanziaria<br />
che stava strozzando il Paese, e dunque, sulla base di questo<br />
diciamo pure che l’insieme del governo Monti considerato lo stato di<br />
emergenza, gli strettissimi tempi a disposizione, la necessità che i<br />
provvedimenti venissero approvati dal Parlamento che, nel<br />
frattempo, non è mutato, merita sì un giudizio severo in relazione a<br />
molti provvedimenti in essere ma un più bonario verdetto se valutato<br />
acriticamente nella sua globalità. E’ vero, come molti hanno scritto,<br />
che non bisogna essere Nobel dell’economia per prendere<br />
provvedimenti come quelli che sono stati attuati, in quanto si è agito<br />
solo sul puro piano dell’emergenza, sulle cosiddette “esigenze di<br />
gettito” che hanno fatto apparire come “necessarie” manovre fiscali<br />
altrimenti condannabili, dal punto di vista della coesione sociale e<br />
non di meno, delle strategie. Nonostante ciò, penso che questo<br />
governo abbia rappresento il meglio che, nelle circostanze, si<br />
potesse scegliere, ma ciò non toglie che alcune correzioni e<br />
miglioramenti siano non solo necessari, ma certamente auspicabili<br />
perché, pur avendo rappresentato una risposta alle pressioni dei<br />
mercati finanziari e dei maggiori partner europei, non ha ancora<br />
introdotto, in maniera significativa, misure che vanno nella direzione<br />
corretta per una futura politica di sviluppo, come ha anche rilevato la<br />
maggioranza della stampa internazionale. Alle buone intenzioni (di<br />
contenere il debito) non hanno seguito i fatti concreti, perché<br />
l’economia non può essere regolamentata dalla politica e tanto meno<br />
dalle leggi, se non in maniera molto relativa. L’obbligo del pareggio<br />
diventerà un’arma ricattatoria, specie nei casi di recessione, nei<br />
confronti dei cittadini e degli Stati più deboli, che perderanno ulteriore<br />
sovranità.<br />
Cos’è il debito?<br />
Per gli Stati è un modo di ottenere consenso immediato da parte di<br />
alcune categorie sociali, scaricandone gli oneri sulla collettività<br />
(quindi, nel lungo periodo, penalizzando quelle stesse categorie che<br />
momentaneamente avevano ottenuto soddisfazione alle loro<br />
richieste). La politica miope e irresponsabile del debito è stata<br />
possibile proprio perché i cittadini non possono controllare in alcun<br />
modo lo Stato centralista. Siamo tutti enormemente indebitati pur non<br />
avendo fatto nulla, individualmente, per esserlo a questi livelli. Di<br />
fronte a una situazione del genere, si pensa che essere indebitati sia<br />
più vantaggioso che non esserlo. Sembra sia più accettabile l’idea di<br />
dover affondare tutti che non quella di cercare di risolvere i problemi.<br />
È più accettabile semplicemente perché pare la più praticabile, in<br />
quanto non si vede quale possa essere il modo per pagare dei debiti<br />
così colossali (in Italia parliamo di una cifra che non riusciamo<br />
materialmente neanche a immaginarci).<br />
Spesso nelle analisi sulla crisi che sta vivendo il nostro Paese<br />
non sempre si ha la consapevolezza della sua “radicalità”. Una<br />
crisi che non è solo economica ma tocca le profondità della<br />
nostra società …<br />
Ogni crisi ha i suoi pro e i suoi contro. Dipende sempre dalla<br />
prospettiva con cui viene guardata. Dopo i crolli ci sono sempre le<br />
riprese. Se la crisi attuale servisse per ripensare gli stili di vita,<br />
sarebbe salutare. Ma perché questo accada ci vogliono intelligenzee<br />
volontà, ci vuole la speranza in un’alternativa praticabile, altrimenti<br />
aumenteranno soltanto le nostre frustrazioni e peggioreranno le<br />
nostre condizioni morali e materiali. Se cominciassimo a<br />
comprendere che la vita non può dipendere dai mercati globali o<br />
dagli indici quantitativi del prodotto interno lordo, o dai trend<br />
borsistici, o dagli Stati centralizzati, o dalle banche mondiali, ovvero<br />
che esistono anche le autonomie locali, l’autoconsumo, la<br />
cooperazione, l’utilizzo comune di risorse condivise, il baratto e lo<br />
scambio delle eccedenze, l’autogestione dei mezzi produttivi<br />
fondamentali alla riproduzione della specie umana, la proprietà
Dal 2013, a Saint-Vincent, in Valle d'Aosta, dove ora sono il secolare Grand Hôtel Billia e il Casinò, sorgerà il "Saint-<br />
Vincent Resort and Casino". Il progetto, che è stato presentato a Roma l’8 Febbraio scorso dall'amministratore unico del<br />
casinò di Saint Vincent, Luca Frigerio, con il patrocinio della Regione Autonoma Valle d'Aosta, ha visto Madrina<br />
d’eccezione l'attrice Maria Grazia Cucinotta. Il “Gran Galà Saint-Vincent” ha accolto, nell’occasione, la “ noble cause” della<br />
beneficenza attraverso una donazione da parte di Luca Frigerio a sostegno della “Lega del filo d’oro” il cui testimonial, lo<br />
ricorderemo, è lo straordinario Renzo Arbore. La serata di Gala, che sarà riproposta a Porto San Giorgio nella serata del<br />
30 Luglio presso la splendida cornice del “Gran Caffè Novecento”, ancora una volta dietro l’impeccabile regia di Marco<br />
Martorelli, vedrà un ulteriore momento di beneficenza in continuità ideale con le finalità della manifestazione romana.<br />
Nella foto da sinistra: Ivo Collé, Segretario Generale Federgioco, Paolo Di Mizio, TG5, Maria Grazia Cucinotta, Luca<br />
Frigerio, Amministratore Unico Casino de la Vallée S.p.A. e Presidente Federgioco
da sinistra: Ivo Collé Segretario Generale Federgioco, Marco Fiore<br />
Direttore Commerciale Casino de la Vallée, Luca Frigerio<br />
Amministratore Unico Casino de la Vallée S.p.A. e Presidente<br />
Federgioco e Graziano Grosjacques Direttore Giochi Casino de la Vallée<br />
da sinistra: Ivo Collé Segretario Generale Federgioco, Pupo (Enzo<br />
Ghinazzi) e Luca Frigerio<br />
da destra: Luca Frigerio con Maria Grazia Cucinotta e Giancarlo<br />
Fisichella<br />
collettiva delle risorse territoriali, la dipendenza dalle esigenze e<br />
dai ritmi della natura ecc., forse dovremmo perfino guardare con<br />
uno sguardo ottimistico l’acuirsi della crisi.<br />
Quali sono i criteri per misurare la ricchezza qualitativa di un<br />
paese?<br />
Per rispondere dovremmo metterci a guardare per esempio che<br />
possibilità hanno i disoccupati di trovare un lavoro, che possibilità<br />
hanno i laureati di trovare un lavoro corrispondente ai loro studi,<br />
che utilizzo facciamo delle risorse territoriali comuni, e così via. La<br />
vera ricchezza di un paese è determinata dall’importanza che<br />
diamo ai suoi aspetti umani e sociali oltre che economici.<br />
Quale politica vede all'orizzonte?<br />
Sicuramente andremo incontro, se non vi saranno significative<br />
controtendenze, a un’accentuazione dell’autoritarismo statale<br />
sovranazionale, poiché se i singoli Stati non sono in grado di<br />
autogestirsi. Occorrerebbe puntare da subito a costruire<br />
esperienze di solidarietà gestionale dei bisogni comuni. Poiché il<br />
futuro, se il sistema non cambia, non sarà certamente migliore del<br />
presente, occorre prepararsi in maniera intelligente al peggio,<br />
eliminando le sciagurate forme individualistiche, che non fanno<br />
che esasperare le tensioni e i conflitti. Bisogna anche ridurre di<br />
molto l’impatto della scienza e della tecnica sulla natura,<br />
eliminandone l’eccesso derivante dall’illusione che ogni problema<br />
possa essere risolto coi mezzi avanzati che abbiamo.<br />
Non la sento un accanito sostenitore dell’introduzione<br />
dell’informatica e della telematica nei processi produttivi e<br />
finanziari..<br />
Infatti. Perché se da un lato è indubbio che abbiano contribuito a<br />
snellire e velocizzare le relazioni internazionali, dall’altro ritengo<br />
criticamente che abbiano dato l’illusione che fosse facile sfruttare<br />
le opportunità di un mercato mondiale virtuale.<br />
Oggi nascono molte figure grazie al mondo del web, come i<br />
noti blog. Cosa ne pensa al riguardo e in particolar modo nei<br />
confronti di queste pagine online dove ci si mette in mostra?<br />
Sono sincero: non sono mai stato un amante di blog e social<br />
network, reputo sia più utile e proficua la cooperazione, non il<br />
lavoro del singolo. Amo confrontarmi fisicamente con uomini e<br />
donne, sono certo che l’interagire fisico sia la via migliore per<br />
raggiungere l’anima delle persone, che è la sede dei loro<br />
sentimenti e delle loro emozioni. Un individuo che si nutra ancora<br />
di sentimenti nobili e di valori essenziali non può prescindere dal<br />
dato oggettivo che un dialogo attraverso la rete, per quanto<br />
costruttivo, appaia comunque limitante se valutato attraverso<br />
l’ottica dell’empatia.<br />
Di fronte al mondo che cambia cosa si può fare?<br />
Fondamentalmente due cose: la prima è avvilirsi e rassegnarsi, la<br />
seconda è cavalcare il progresso. Inoltre la pesantezza che<br />
sentiamo oggi soprattutto in Italia da parte della legge è proprio<br />
dovuta alla commistione tra elementi di valutazione morale ed<br />
elementi di valutazione economica e gestionale della cosa<br />
pubblica. La legge ci aiuta a vivere bene, non è pesante se<br />
applicata al campo che le compete. Occorre rilanciare<br />
l’intellettualità per favorire la piena comprensione di ciò che sta<br />
avvenendo. Questa è veramente l’unica possibilità che abbiamo<br />
di fare fronte all’ondata disgregatrice del cambiamento. Non ci<br />
serve più la produzione di beni che hanno saturato il mercato, ci<br />
servono idee che aiutino la comprensione del fenomeno.<br />
Occorrono discipline mirate a capire e comprendere l’entità di<br />
quanto ci sta succedendo attorno. Occorre la valorizzazione, nelle<br />
scuole e nelle università, delle discipline umanistiche come<br />
l’antropologia, la psicologia, la letteratura, la storia, la filosofia etc.<br />
Un’università più moderna che permetta di sviluppare anche<br />
competenze pratiche soprattutto nel campo delle discipline<br />
economiche, a creare nuovi manager. Si devono creare gruppi di<br />
analisi per dibattere possibili soluzioni. Si deve fare spazio ai<br />
Nella foto da sinistra: Rossella Bertone, Direzione Amministrazione, Finanza e Controllo, Annalia Martinelli, Relazioni<br />
Esterne, Comunicazione e Ufficio Stampa, Luca Frigerio, Cristina Bonduà, Direzione Commerciale Grand Hotel Billia, Parc<br />
Hotel Billia e Centro Congressi, Patrizia Perrucchione, Segreteria Direzione Generale.
pensatori nuovi, nuove idee, nuove filosofie. Occorre favorire<br />
l’integrazione tra le etnie diverse creando scambi culturali,<br />
incoraggiando la curiosità verso il diverso, come successe<br />
miracolosamente durante l’Illuminismo. Occorre che i media si<br />
mettano al servizio dell’intelletto. I media sono i riflettori che<br />
possono accendere o spegnere il valore. Sono loro che<br />
possono favorire la transizione oppure ostacolarla, per fare<br />
questo devono smettere di sciorinare la lista delle disgrazie<br />
durante i notiziari, perché fa audience, e devono interessarsi a<br />
diffondere e promuovere gli slanci culturali. Loro possono<br />
premiare chi produce qualità e oscurare chi invece produce<br />
malessere. Sta al potere mediatico, aprire la strada<br />
all’intelligenza e dischiudere un nuovo “secolo dei lumi” per<br />
tutta l’umanità.<br />
Le foto immortalano molto più che significativi attimi di<br />
vita in quanto perpetuano sentimenti. Li risvegliano. Il<br />
passato remoto è un tempo che non tornerà. E questo ci<br />
induce alla riflessione di una sua possibile riproducibilità,<br />
alla forma nuova che esso può assumere nel ricordo,<br />
trasfigurato dalla nostalgia, da un’immaginazione che si<br />
aggrappa ad un dato di realtà ormai trascorso. Il passato<br />
remoto è nella realtà delle immagini l’evocazione di un<br />
tempo soggettivo, costellato da archetipi d’altri tempi, da<br />
oggetti estrapolati da decenni o secoli fa, ma è un tempo<br />
alfine sostanzialmente nuovo in quanto riaccade ogni<br />
volta lo si percorre con lo sguardo. Il continente Africano,<br />
ed in particolare lo Zimbabwe, che so essere la meta<br />
privilegiata dei suoi viaggi e soggetto primo attraverso il<br />
quale esprimere la sua passione per la fotografia che<br />
cosa rappresentano intimamente per lei, Luca?<br />
Rappresentano innanzi tutto un modo per fornire il mio<br />
personale contributo a questo destino che sembra aver deciso<br />
le priorità dell’affermazione dei popoli. Non mi pare<br />
un'ambizione vana, ma il modo di resistere e reagire ad una<br />
sorte che sembrerebbe irreversibile. Lo Zimbabwe è un luogo<br />
dove pare che il tempo renda visibile e descrivibile il suo moto<br />
ciclico o lineare su cui lo scatto interviene, e allora il soggetto<br />
si riappropria di una sua dimensione e di una sua atmosfera<br />
remota: la natura e le scarse impronte umane rintracciabili<br />
rivelano lo scorrere del tempo. Un giorno, dopo dieci ore di<br />
macchina in posti che più desolati non si può, ci siamo fermati<br />
in un villaggio Tonga sul fiume Zambezi perché volevo<br />
comprare un tamburo; ho negoziato il prezzo con il capo<br />
villaggio e ne ho comprati due, poi una donna che era accanto<br />
a lui si è messa a piangere; mi sono preoccupato e ho chiesto<br />
se il prezzo concordato non andava bene e l’uomo mi ha<br />
risposto: “ Certo che il prezzo va bene, deve solo capire che<br />
erano sei mesi che non vendevo nulla, quest’anno c’è stata la<br />
siccità, da stasera ricominceremo a mangiare ”. Se solo<br />
osassimo svoltare l’angolo e andare incontro o “sfidare” quello<br />
che ci hanno insegnato essere l’incerto, ci renderemmo conto<br />
di quanto sia possibile incontrare uno “ scatto”<br />
che vale una<br />
vita. Ci sono momenti di impercettibile silenzio nel frastuono di<br />
un mondo che corre. Sono attimi quasi infiniti per chi è lì in<br />
attesa. Non servono parole perché lo sguardo parla e l'anima<br />
ascolta. Fra i battiti del cuore. Ci sono sguardi che raccontano<br />
storie bellissime ed a volte drammatiche e quelli che incroci<br />
per caso e che ti rimangono dentro per sempre. Ci sono colori<br />
che hanno il sapore delle lacrime ma ovunque l’odore del<br />
trionfo prepotente della natura che si ribella al ponderabile.<br />
Vince la vita. Il mio impegno nei confronti di queste comunità,<br />
prima ancora che essere economico è morale perchè<br />
rapportarsi con queste culture rompe tutte le certezze, i tuoi<br />
schemi mentali. Cambia anche gli obiettivi iniziali. Nel corso<br />
del tempo ti rendi conto che cambia la tua percezione delle<br />
cose, dei problemi, quindi il tuo modo di dare risposte. Questo<br />
è l’Africa”.
La fotografia è indispensabile per non dimenticare, per perpetuare nel tempo<br />
emozioni, pensieri, sentimenti, esperienze, suggestioni, luoghi, storie, la<br />
nostra storia.... In fondo è forse un modo per sfuggire al senso di precarietà,<br />
di temporaneità con cui conviviamo, per fermare il tempo, appunto, perché<br />
nulla sfumi di noi, anche quando noi non saremo più qui a raccontarci…<br />
perché il viaggio non finisca con noi.<br />
pirellipzero.com
Uomini e donne<br />
alla ricerca di una<br />
nuova coscienza<br />
rubrica a cura di Valeriana Mariani<br />
Maschile e femminile, oggi, non coincidono più solo con il<br />
sesso in senso biologico, ma diventano dei modelli culturali<br />
a cui sono esposti uomini e donne.<br />
VALERIANA MARIANI<br />
AMMINISTRATORE<br />
di World Service<br />
la comunicazione pensata<br />
EDITORE<br />
Donna Impresa Magazine<br />
PRESIDENTE NAZIONALE<br />
Donna Impresa<br />
(Artigianato, Commercio<br />
& Industria)<br />
PRESIDENTE NAZIONALE<br />
DI.Donna International<br />
BUSINESS AL FEMMINILE<br />
Valeriana Mariani<br />
www.donnaimpresa.com 39
nelle foto Valeriana Mariani indossa un abito della stilista Chiara Banelli.<br />
Sullo sfondo un suggestivo scorcio del litorale Adriatico.
economica, ma anche etico-sociale. Quello che si è definitivamente<br />
perduto è il paradigma della tranquilla fiducia nella ragione e nel<br />
progresso, dove l'ordine sia sovrano e tutto possa essere colto e<br />
compreso con la ragione. Ciò che accomuna le istanze dei valori<br />
post-materiali, proiettandoli al di là della pura rivendicazione e del<br />
mero individualismo, è l'aspetto relazionale: si tratta di un nuovo<br />
paradigma, basato sull'accomunamento e strutturato sulla<br />
cooperazione. Affinchè questo si compia è sostanziale che donne e<br />
uomini impararino a coniugare la centralità della soggettività,<br />
chiave di volta del post-moderno, con quella della relazionalità sulla<br />
base del “pensare-con”, ossia del pensare insieme. Il problema è<br />
quello di una nuova logica di reciprocità fra uomo e donna, tale che<br />
quello che potremmo definire come costruzione di una coscienza al<br />
femminile richieda un'evoluzione dello stesso concetto di<br />
coscienza, così com'è stato inteso sino ad oggi. L'aspetto del<br />
femminile, con le sue dimensioni della sensibilità, dell'intuizione e<br />
dell'affettività (specie con l'entrata dirompente nel sociale<br />
lavorativo, una volta limitato solo ad alcune mansioni) sta<br />
imponendo una revisione degli stessi rapporti con gli uomini.<br />
Questa evoluzione richiede accortezze, comprensione reciproca e<br />
tanta disponibilità: una nuova armonia fra i generi verso una<br />
supercoscienza, né esclusivamente maschile né prettamente<br />
femminile. Lentamente si sta superando la reciproca paura fra i<br />
generi. Stiamo indubbiamente iniziando ad intraprendere<br />
quell'addolcimento, di cui parla Saint Germain, tale che,<br />
dissolvendosi la preferenza per il proprio genere, si sta affievolendo<br />
la paura dell'altro genere. Oggi siamo chiamati a comporre<br />
razionalità ed emozionalità, pensiero analitico e pensiero intuitivo,<br />
sentimento ed immaginazione: si tratta di una nuova coscienza<br />
complessa, sia sul versante cognitivo sia su quello affettivo ed<br />
etico-sociale. Da qui la ricerca di un nuovo paradigma educativo,<br />
cui debbono contribuire donne e uomini, aprendosi reciprocamente<br />
alla diversità, attraverso le modalità privilegiate del dialogo e la<br />
cooperazione. Solo sulla base di questa apertura ed attraverso lo<br />
sguardo dell'altro si può affrontare la problematicità di un sistema di<br />
vita che si è fatto frammentato e convulso, presentandosi in<br />
continua trasformazione. In tale prospettiva le conquiste del mondo<br />
femminile ed il riconoscimento della parità in quanto persone, oltre<br />
che nei diritti e doveri, offrono ampie prospettive d'evoluzione,<br />
specie nella nuova consapevolezza che dalla diversità e<br />
complementarietà della donna e dell'uomo scaturirà una nuova<br />
umanità, nell'accomunante corresponsabilità sia nella vita familiare,<br />
che sociale e politica. Proprio di corresponsabilità si tratta, in<br />
quanto non esiste un'umanità al femminile ed un'altra al maschile,<br />
ma l'umanità è tanto femminile quanto maschile, come il cervello<br />
umano, che è tanto razionale quanto emotivo, dove l'aspetto<br />
analitico e quello intuitivo sono chiamati a fornire apporti<br />
complementari, nel mantenimento della doverosa e fertile diversità.<br />
Tale corresponsabilità può essere promossa e coltivata in forza di<br />
rapporti interpersonali di genuina compartecipazione, attraverso i<br />
quali poter acquisire una consapevolezza più ampia d'umanità, in<br />
direzione di una dimensione transpersonale, quale visione<br />
superiore del nostro relazionarci agli altri ed al mondo, al di là degli<br />
interessi individualistici e dei personali punti di vista; un processo<br />
evolutivo che è sospinto dall'impellente esigenza di connessione,<br />
rispetto ad un mondo complesso ed alla moltiplicazione e<br />
frammentazione dei saperi. E' ricercando tali nessi di vita, fra le<br />
varie dimensioni dell'economico, dell'etico e del politico, che si<br />
mostra in tutta la sua impellenza il costituirsi di una nuova<br />
mentalità, basata sull'accomunamento e sulla cooperazione. E' in<br />
tale quadro che l'apporto di donne ed uomini diventa<br />
imprescindibile: ne va dello stesso avvenire dell'umanità, nella<br />
consapevolezza che da tale spirito di corresponsabilità non solo ne<br />
deriverà un'adeguata formazione delle future generazioni, ma lo<br />
stesso destino di tutto il nostro tormentato ma splendido pianeta.<br />
SIMONA<br />
POLITI<br />
Manager delle Stars _ simona@oscargeneraleproductions.com<br />
www.oscargeneraleproductions.com<br />
ROMA _ LOS ANGELS _ ITALY<br />
L'utilizzo a fini pubblicitari di un personaggio famoso, è da tempo oggetto di<br />
approfondimento da parte degli studiosi di comunicazione aziendale, stante la crescente<br />
diffusione di tale pratica, della quale si rinvengono esempi sin dall'inizio del secolo scorso in<br />
quanto permette di catturare l'attenzione e di influenzare le percezioni del consumatore in<br />
ordine della marca. La letteratura in materia sembra, in prevalenza, avvalorare la tesi<br />
secondo cui il loro impiego nelle campagne pubblicitarie, coerentemente pianificate e<br />
gestite, è più efficace che non quello di altri tipi di en-dorser ai fini della generazione di ogni<br />
desiderabile "outcome", ovvero l'attenzione al ricordo al messaggio. La scelta del<br />
personaggio famoso da impiegare nelle politiche di comunicazione della marca è dunque<br />
operazione particolarmente delicata.<br />
Di questo aspetto e del mondo patinato dei vip, fra eccessi e curiosità, parliamo con Simona Politi, carismatico manager dalla<br />
pluri-consacrata professionalità.<br />
Come ha anticipato lei, negli ultimi decenni la strategia di comunicazione è' cambiata e si è orientata più verso l'abbinamento del prodotto a<br />
volti noti del cinema e della televisione. Ciò che più influenza il compratore nell'ambito pubblicitario sono le cosiddette "Celebrities"; il<br />
pubblico si identifica in loro attraverso i personaggi che questi interpretano sullo schermo o le parole delle musiche che scrivono,<br />
acquisendo familiarità con i vari Artisti che attraverso i giornali gossip puntualmente ci tengono informati sui loro spostamenti, sulle loro<br />
abitudini quotidiane, su ciò che preferiscono indossare etc …. Questa è la precisa ragione per cui le Celebrities sono oggi i nuovi modelli ed<br />
i portavoce per le più grandi marche. I consumatori finali rispettano le opinioni e le scelte delle Stars in fatto di stile, i prodotti da indossare e
quelli da avere: questo è il cosiddetto STAR POWER che fa si che il<br />
pubblico si identifichi con le Celebrities ed il loro stile di vita attraverso<br />
il semplice acquisto del prodotto pubblicizzato dall’attore o musicista<br />
del caso. Le Stars generano le nuove tendenze nello stile, nel<br />
pensiero ed in quasi tutti gli ambiti pubblici. Quando le Celebrities<br />
indossano un brand, il pubblico lo compra e questo fa incrementare le<br />
vendite della Società, mentre simultaneamente fa costruire una lealtà<br />
verso il prodotto acquistato, dando così anche longevità al marchio.<br />
Scegliere il volto giusto per un brand non è cosa semplice. E' una<br />
operazione, come ha detto lei, molto delicata. C'è uno studio<br />
profondo sul prodotto e le sue caratteristiche principali, caratteristiche<br />
che generalmente dovrebbero essere anche presenti nel volto della<br />
Celebrity che rappresenterà il prodotto al pubblico. Una scelta<br />
sbagliata del personaggio comporta un fallimento della<br />
comunicazione che non otterrebbe il riscontro sperato, il conseguente<br />
non incremento sulle vendite del prodotto, oltre che un investimento<br />
economico notevole alla quale però non può venire associato nessun<br />
successo e nessuna crescita. Rispetto all'inizio, credo, i Vip sono più<br />
consapevoli del potere comunicativo che hanno sul pubblico e questo<br />
lo si può constatare dalle richieste economiche che avanzano per<br />
campagne pubblicitarie, per presenze ed ospitate a tv shows. Il<br />
mondo patinato, quello di Hollywood intendo (perciò parlo di<br />
Celebrities Americane) è un mondo a se. Non si può neanche<br />
minimamente immaginare il loro stile di vita. Bisognerebbe<br />
constatarlo di persona però, ahimè, non è facile potersi avvicinare a<br />
questi personaggi. Tutto appare come si vede nei film: ville lussuose,<br />
con ogni tipo di confort, camerieri, autisti, bodyguards, assistenti<br />
personali, assistenti di assistenti, avvocati, manager, agenti ...; il loro<br />
entourage conta moltissime persone ognuno delle quali ha un<br />
compito e deve svolgerlo bene e con precisione in quanto il tempo di<br />
ogni personaggio famoso è prezioso e fa fruttare molti molti soldi.<br />
Diciamo che il personaggio è come un' azienda che con la propria<br />
immagine dà lavoro a decine di persone. Posso permettermi di dire<br />
che, se conosci veramente e personalmente questi grandi attori come<br />
li conosco io, questi personaggi per i più irraggiungibili che<br />
quotidianamente ci fanno sognare e ci tengono compagnia a casa o<br />
al cinema, fondamentalmente sono persone come noi, con la sola<br />
differenza che la loro vita è programmata per minuto, ora, giorno. Ma<br />
come tutti, anche loro hanno le loro debolezze e paure. Io ho avuto la<br />
possibilità di conoscere i più grandi attori di Hollywood con i quali oggi<br />
ho un vero rapporto di amicizia: da Dustin Hoffman che mi chiama<br />
"Simone", a George Clooney che mi dice "beautiful sweet Simona" a<br />
Demi Moore, Sharon Stone, Adrien Brody, Michelle Rodriguez e<br />
moltissimi altri. I più grandi nomi, sono i più umili. Per questo sono<br />
diventati Grandi. Il loro entourage li protegge da qualsiasi cosa ed<br />
ecco il motivo per il quale è cosi difficile avvicinarli, perchè è difficile<br />
valicare quel "muro invisibile" che li separa da noi "persone normali".<br />
Se però loro hanno la possibilità di conoscerti veramente, capiscono<br />
e percepiscono che sei una persona corretta e della quale si possono<br />
fidare, tu entri nel loro cuore e quel "muro invisibile" sparisce, almeno<br />
per te, e tu riesci a superare anche la protezione di tutto l' entourage<br />
che li circonda arrivando a parlare, ridere, scherzare, cenare insieme<br />
a loro … a far parte del loro piccolo, grande mondo come amico.<br />
Parlaci di te e di come hai intrapreso questa professione …<br />
Sono nata a Torino dove ho conosciuto Oscar Generale, anche lui<br />
della mia stessa città, quasi 20 anni fa. Abbiamo iniziato a<br />
frequentarci, ci siamo innamorati e fidanzati. Siamo stati fidanzati per<br />
10 anni. Oscar quando lo conobbi iniziava a lavorare con alcuni nomi<br />
del mondo della tv e del cinema italiano cosi, insieme, abbiamo<br />
pensato di trasferirci a Milano dove abbiamo aperto una Società che<br />
gestiva volti noti italiani del grande e piccolo schermo per serate,<br />
conventions, campagne etc … Ovviamente i clienti che si<br />
rivolgevano a noi erano di uno standard molto elevato perciò<br />
automaticamente i personaggi dovevano essere di un certo livello:<br />
lavoravamo con i più grandi nomi italiani: Ornella Muti, Giancarlo<br />
Giannini, Raoul Bova ... Con il passare del tempo e degli anni, ci<br />
siamo imposti sul territorio nazionale per professionalità, onestà e<br />
correttezza, qualità che ci hanno sempre contraddistinto. Poi, il<br />
La caratteristica che contraddistingue<br />
un leader carismatico o un bravo<br />
executive sta nella capacità di<br />
trascinare a sé gli interlocutori. Alla<br />
base di tutto c’è la sintonia emotiva.<br />
mercato ha iniziato a cambiare; questo lavoro, almeno in Italia,<br />
sembrava lo potessero fare tutti. Volevamo fare di più, proporre di più<br />
ai nostri clienti e a chi ci contattava, volevamo differenziarci e così<br />
abbiamo iniziato ad orientarci su personaggi americani, francesi,<br />
stranieri. Iniziai ad andare a Los Angeles, alla tanto irraggiungibile<br />
Hollywood. Ero io che facevo sempre avanti e indietro. E, nonostante<br />
noi Italiani non abbiamo una bella reputazione per quanto riguarda il<br />
business perché non ci reputano precisi ed abbiamo la tendenza a<br />
voler sempre scavalcare tutti per arrivare, a me, tutte le persone che<br />
ho conosciuto, hanno sempre dato creditoeadistanza di anni hanno<br />
potuto constatare che la fiducia che mi hanno dato aveva ragion di<br />
essere. Fissavo gli appuntamenti con i grandi manager e agenti delle<br />
Star Americane, mettevo le basi per una collaborazione, proponevo<br />
campagne pubblicitarie ai nostri clienti con grandi Stars del cinema,<br />
nomi importanti per presenze ad eventi, programmi televisivi. Mentre<br />
ero negli States, Oscar lavorava e manteneva i rapporti con i clienti,<br />
rapporti che si consolidavano sempre più per i successi che<br />
ottenevamo insieme. Iniziammo a chiudere grosse campagne<br />
pubblicitarie con volti Hollywoodiani per grandi marchi non solo<br />
Italiani da Bruce Willis per Cesare Paciotti a Demi Moore per Rosato<br />
Gioielli, Julia Roberts per GianFranco Ferrè, Dustin Hoffman per<br />
Vergnano, Andy Garcia per Dierre, Sharon Stone per Damiani, John<br />
Travolta per Tim e poi ancora Adrien Brody, Michelle Rodriguez,<br />
Olivier Martinez … Spike Lee … Tutto cambiò velocemente e forse<br />
Oscar ed io non avemmo neanche il tempo di accorgercene.<br />
Eravamo giovani, in quel periodo non soltanto cambiò l'impostazione<br />
del lavoro e dell' agenzia che avevamo in Italia, cambiò anche il<br />
nostro rapporto personale che finì dopo dieci anni vissuti<br />
intensamente. Ma diventò, forse, qualcosa di più profondo e forte:<br />
un'amicizia. L'amicizia a prescindere da qualsiasi cosa; il sapere che<br />
una persona c'è indipendentemente da tutto. Oscar si fida<br />
ciecamente di me ed io di lui. Un rapporto profondo dettato da una<br />
nella foto Oscar e Simona<br />
profondissima conoscenza reciproca. Fu allora che decidemmo di<br />
chiudere la Società in Italia e trasferire tutto a Los Angeles dove<br />
nacque la Oscar Generale Productions Inc. Le Celebrities sono<br />
oramai amici; Los Angeles è casa. I personaggi famosi si sentono a<br />
loro agio con me, sanno che si possono fidare. Sono sempre stata<br />
precisa, ho sempre rispettato i ruoli e siamo sempre stati onesti e le<br />
Stars questo, lo hanno capito, così, nonostante l'entourage<br />
pressante di ogni singolo artista, sono riuscita ad avvicinarmi a<br />
questi personaggi "irraggiungibili" diventando prima di tutti amica poi,<br />
persona con la quale parlare e portare avanti progetti e business.<br />
Sappiamo che vivi prevalentemente in America, quali<br />
sostanzialmente le differenze culturali e sociali rispetto<br />
all’Italia?<br />
Ho iniziato ad andare negli Stati Uniti quasi 20 anni fa. L'America è il<br />
luogo dove tutti vorrebbero andare almeno una volta nella vita.<br />
Anche solo per vedere se ciò che si vede nel grande o piccolo
schermo corrisponde anche, minimamente, alla realtà. Come tutti sognavo l'America;<br />
sognavo di trasferirmi e vivere nella Grande Mela. Ho invece trascorso sempre molto<br />
più tempo a Los Angeles perché è qui dove vivono prevalentemente tutte le più<br />
grandi Star Hollywoodiane. L'Italia è il Bel Paese, ricco di storia con monumenti<br />
fantastici e di una bellezza sconvolgente che ti lasciano senza fiato; paesaggi<br />
incantevoli. La nostra cucina è la migliore al mondo come i prodotti che esportiamo e<br />
che ci hanno reso famosi non solo in America ma nel mondo: vino, parmigiano,<br />
mozzarella, aceto balsamico sono il nostro identificativo. Culturalmente abbiamo<br />
molto da insegnare. Abbiamo i valori. Il valore dell' amicizia, della famiglia, gli affetti.<br />
In America questi valori hanno parametri differenti. Una sostanziale differenza che<br />
contraddistingue gli Americani è la beneficenza: chi ha di più dà a chi ha di meno. E<br />
per rimanere in tema di Celebrities … vedi grandi Stars Americane come John<br />
Travolta e Kelly Preston che partono con il loro aereo privato e recapitano<br />
personalmente considerevoli quantità di scatoloni colmi di ogni qualsivoglia tipo di<br />
bene di prima necessità, a popoli che sono stati colpiti da qualche catastrofe<br />
naturale; incontri Sharon Stone che il girono di Natale va a servire pasti caldi ai<br />
senza tetto, Mira Sorvino che è Ambasciatrice Onu da anni e per questo<br />
costantemente in viaggio nonostante la sua carriera di grandissima attrice, o ancora<br />
George Clooney che si batte quotidianamente per il Darfur. Non tutto quello che<br />
questi grandi personaggi fanno per charity viene poi scritto sui giornali. L' America<br />
dopo il crollo delle Torri Gemelle è cambiata profondamente e quell'orribile giorno<br />
impresso nella memoria di tutti noi, il dolore che quell'avvenimento ha creato, ha fatto<br />
sì che il Popolo Americano si unisse ancora di più. Un'unione che forse, noi Italiani<br />
non abbiamo.<br />
Che tipo di rapporto si instaura fra un personaggio famoso e il suo manager ed<br />
ancora, Simona, le donne pensi siano privilegiate in questa professione in<br />
considerazione che a loro si attribuiscono di consuetudine maggiori capacità<br />
relazionali rispetto agli uomini?<br />
In America il rapporto tra Agente/manager e personaggio famoso è un rapporto<br />
professionale. Il manager o Agente solitamente segue più di una star. E' un rapporto<br />
confidenziale ma professionale. Io non ho questo rapporto. Oscar ed io abbiamo<br />
instaurato un rapporto di amicizia, confidenza, rispetto e soprattutto fiducia.<br />
I personaggi americani si fidano di me. Mi stimano profondamente come amica. La<br />
donna si è emancipata. Molto. E’ diventata indipendente ed ha maggiori capacità,<br />
non solo relazionali, in più rispetto ad un uomo. Lo dico sempre che dietro un grande<br />
uomo, c'è sempre una grande donna … Purtroppo però, il tipo di lavoro manageriale<br />
è ancora troppo al maschile benchè ci siano sempre più donne che si stanno<br />
facendo spazio in questo ambito in quanto dotate di capacità pari, se non alle volte,<br />
anche superiori agli uomini. Capacità che spesso intimidiscono/intimoriscono un po' il<br />
sesso maschile. Nonostante tutto però, la donna per qualche ragione<br />
incomprensibile, deve sempre lottare di più per farsi apprezzare, per dimostrare di<br />
valere ed io questo lo so molto bene.<br />
La cosa più curiosa che ti è capitata in questi anni ...<br />
Io direi piuttosto in questi anni di vita vissuta … Per me è un divertimento perchè<br />
amo profondamente quello che faccio quotidianamente. Non è un lavoro. Di curioso<br />
non mi viene in mente nulla … I personaggi quando lavorano hanno comunque<br />
un'immagine, il ruolo da Star da rispettare. Tutto è preciso, tutto deve essere<br />
perfetto. Nella vita privata ovviamente cambiano ... sono più "easy"..., tutto molto più<br />
naturale …. Però, ricordo che diversi anni fa, dovevo partecipare ad una serata per<br />
un' importante gioielliere con Andie MacDowell e nello spiegarle quello che avrebbe<br />
dovuto fare durante il suo intervento, le puntai il dito … si infuriò così tanto che non<br />
mi parlò più per tutta la serata. Ricordo che ci rimasi molto, molto male perchè non<br />
intendevo né mancarle di rispetto, né tantomeno offenderla. Lei mi disse che in<br />
America puntare il dito contro una persona è offensivo … Poi ci siamo chiarite, però<br />
rammento che passai una bruttissima serata. Un' altra cosa che mi è rimasta<br />
impressa e che mi fece capire che i personaggi famosi sono persone molto più<br />
normali di quello che pensiamo, è stato quando in una hall di un famoso Hotel a<br />
Milano stavo parlando con Dustin Hoffman, improvvisamente si alzò, andò al<br />
pianoforte e si mise a suonarlo con molta naturalezza. Tutte le persone presenti<br />
rimasero un po’ stupite nel vedere questo Piccolo Grande Uomo e pilastro del<br />
cinema Mondiale suonare nella hall, senza guardie del corpo vicino, senza assistenti<br />
che solitamente gli stanno intorno ... solo lui e la musica che suonava … ed io vicino<br />
al pianoforte ad ascoltarlo. Quando finì, la gente presente applaudì per la bravura al<br />
piano ma soprattutto per la sua semplicità. Un'altra volta, mi capitò invece di andare<br />
sempre con Dustin Hoffman ed un cliente con la famiglia al cinema in quanto Dustin<br />
voleva che vedessimo insieme il suo film che era appena uscito nelle sale<br />
cinematografiche. Quando la cassiera vide che era proprio lui che stava acquistando<br />
i biglietti per tutti, si emozionò cosi tanto che ci mise così tanto tempo per fare i<br />
biglietti che si formò la coda.<br />
ROMA _ ITALY<br />
BANELLI<br />
CHIARA<br />
Stilista<br />
La casa di Produzione Amaranto Film srl è nata con l'obiettivo di<br />
realizzare progetti Cinematografici, Televisivi, Documentari, Eventi<br />
Culturali, per raccontare le storie e i personaggi della Nostra Italia<br />
passata e presente. Storie in rosa che diventano simbolo, ambizione e<br />
allargano gli orizzonti produttivi. Un progetto marchiato Made in Italy,<br />
rappresentativo in tutto il mondo che diviene un vero e proprio progetto<br />
culturale e sociale. L’Amaranto film srl propone di produrre storie per la<br />
tv con la collaborazione produttiva dello stesso territorio, le regioni.<br />
Vogliamo raccontare l’arte, intelligenza, la sensualità, la lotta, il talento,<br />
di alcune donne simbolo del mondo della cultura, del cinema, dello<br />
spettacolo che fortemente hanno influito nel cambiamento sociale, di<br />
costume e che con le loro opere son state ambasciatrici italiane nel<br />
mondo. Attraverso una serie di fiction intendiamo rendere umano lo star<br />
system di alcuni personaggi. Far vedere il vissuto, la forza e l’intimità<br />
che hanno reso queste donne un unicum nella loro professione. Tutte<br />
segnate da drammi personali, ma forti nel superarli e farne esperienza e<br />
successo personale. Un altro punto è la preparazione di una lista civica<br />
forte e ben radicata per le prossime amminstrative di Roma. Credo che<br />
le donne ora più che mai debbono uscire in prima linea, non bisogna<br />
accontentarsi della quota rosa. L'intento è di rappresentare tutti. Credo<br />
nelle idee, son quelle che contano e non nei "padrini". la gente è stanca<br />
dei partiti e non ci crede più, bisogna osare, metterci la faccia e ritornare<br />
a credere.<br />
LORENA<br />
MAGLIOCCO<br />
Imprenditrice e autrice TV<br />
TRELLI _ UDINE _ ITALY<br />
Un significativo incontro, per Chiara, quello con Santo Versace nel 2007<br />
che a Udine, nel corso della fiera in rosa, che ha rafforzato il suo credo:<br />
calcare con i suoi abiti le passerelle di tutto il mondo. Oggi, a distanza di<br />
cinque anni, la Griffe che porta il suo nome, ha avuto importantissimi<br />
riconoscimenti in ambito nazionale e l’attenzione della critica<br />
specializzata che la consacrano fra le stiliste emergenti di maggior<br />
successo. Nei suoi abiti la suggestione della cultura carnico-friulana<br />
intrecciata alla modernità. Dalle prime due sfilate personali svoltesi in un<br />
primo momento a Fortezza Da Basso (Firenze) nel salone internazionale<br />
Beachwear ed in un secondo momento a Stintino (sardegna) la sua<br />
linea Beachwear (costituita da un abbinamento di scarpetz e costumi da<br />
bagno), Chiara, ne ha fatta di strada. I media locali più importanti, fra i<br />
quali citiamo “la voce della montagna”, “Vita cattolica” e la “Patria dal<br />
Friul”, la consacrano quale prestigioso testimonial della cultura popolare;<br />
la stampa nazionale ed internazionale le conferiscono invece il primato<br />
della creatività e dell’eleganza. Non sono rare le apparizioni nei canali<br />
TV specializzati, non ultima la7 che le ha dedicato importanti servizi,<br />
così come non sono rare le interviste radiofoniche in cui viene chiamata<br />
a raccontarsi, prima fra tutte “Radio spazio 103”, ad Udine. Espone le<br />
sue creazioni in varie mostre regionali: alla Mostra permanente di<br />
Tolmezzo (in occasione della festa della donna), a Pesaris (dove<br />
presenta un abito ispirato alla vita di una rosa), al castello di Villalta di<br />
Fagagna (UD), al museo Gortani di Tolmezzo, alla Magia del legno di<br />
Sutrio (dove espone un abito scultura) ed infine al palazzo Frisacco di<br />
Tolmezzo (in occasione della mostra del maestro Pino Grasso). Nel<br />
giugno 2012 in occasione del “15° Simposio internazionale di scultura<br />
su pietra” del Friuli Venezia Giulia, svoltosi a Vergnacco (UD), ha la<br />
possibilità di incontrare Gina Lollobrigida e in seguito di portare 32 abiti<br />
disegnati e realizzati da lei stessa in una sfilata personale in cui verranno<br />
utilizzati i preziosissimi tessuti della “Tessitura Carnica di Villa Santina”.<br />
In seguito alla sfilata, Chiara, ha la possibilità di partecipare<br />
all'inaugurazione della mostra il “Teatro alla Moda” presso la suggestiva<br />
cornice di Villa Manin di Codroipo … e questo non è che l’inizio…
Pignola, creativa, stakanovista e bionda.<br />
Adoro il mare, il sole, la musica bossanova e<br />
le scarpe con tacco spericolato. Non<br />
necessariamente in quest’ordine.<br />
ARIANNA<br />
CHIELI<br />
Antropologa dello stile _<br />
E se ti chiedessimo una scaletta maggiormente verosimile dal punto di vista delle<br />
cose che prediligi?<br />
Fermo restando ovviamente che il “non necessariamente” implica che potrebbe anche<br />
essere attendibile questa prima classificazione. Mi piace la moda, mi rende felice. Sono<br />
pazza per tutto quello che ruota attorno al fashion. Adoro abiti e accessori. Credo che sia<br />
per questo che continuo a scriverne. Primo posto a pari merito con la tecnologia. Sono<br />
grata di vivere in questo periodo storico. Nonostante le incertezze, lo spread, la crisi. Noi<br />
abbiamo la tecnologia e questo ci permetterà di cambiare le cose. Se invece vuoi una<br />
risposta più generale credo che i 3 punti cardine sui quali si giocherà il futuro di questo<br />
paese sono:ecologia, tecnologia e istruzione. Ecologia perchè senza una più corretta<br />
ridistrubuzione delle risorse siamo fottuti, tecnologia perchè senza quella non si va avanti<br />
e istruzione, perchè le generazioni di domani si formano ora. Tre punti ampiamente<br />
sottostimati dalla classe politica degli ultimi vent’anni.<br />
Arianna Chieli: antropologa dello stile, ovvero?<br />
Mi piace esplorare la moda con linguaggi differenti. Che non si fermano al cosa indossi,<br />
ma indagano sul perchè lo indossi. Che cosa racconta di te un abito, che rappresenta<br />
per la tua generazione. Un abito racconta la tue idee, esprime il tuo concetto di<br />
femminilità. Un abito è un mondo ed è anche storia dei popoli, mediato dal femminile.<br />
Cito testualmente quanto letto sulla tua bacheca facebook: “ Se per ogni progetto<br />
balordo in cui hanno cercato di coinvolgermi gratis avessi mille lire, che vecchiaia<br />
che passerei..” .. ne vogliamo parlare, Arianna?<br />
Quello del digital, dei social media è un mercato relativamente nuovo e come in tutti i<br />
territori di conquista c’è spazio per progetti, sogni, esplorazioni. Non sempre i progetti<br />
sono realmente sostenuti da una visione concreta e dall’esperienza necessaria. E non ne<br />
faccio una questione d’età, quanto di approccio e di capacità.<br />
Il “Per il suo lavoro, ha sacrificato la famiglia” se fosse riferita a un uomo, la<br />
reazione più comune sarebbe: “Com’è generoso!”… se fosse riferita a una donna,<br />
diventerebbe probabilmente: “Che egoista”?<br />
Non so, non credo no. Personalmente sto dalla parte delle donne. Credo nella sorellanza<br />
e nell’amicizie e penso che il capitale umano femminile vada sostenuto con leggi ad hoc,<br />
con tutele, con investimenti. In Italia è un disastro in questo campo. Faccio i conti<br />
quotidianamente con la difficilissima conciliazione tra famiglia e lavoro. Pensiamo<br />
soltanto al fatto che le scuole restano chiuse in estate per tre mesi. Una donna che<br />
lavora è costretta a rinunciare, ad organizzazioni al limite del risiko, dispendio di danaro<br />
ed energie. Le donne sono una risorsa. Quando si capirà sarà troppo tardi. Le leggi a<br />
tutela del femminile non sono soltanto a favore delle donne, ma a favore di tutti.<br />
Aggiungo che come organizzatrice di team che funzionano, prediligo le donne perchè<br />
sono più veloci, più puntuali e più generose.<br />
Dicci come nasci, professionalmente…<br />
Liceo classico, Laurea in Scienza delle Comunicazioni in Cattolica, un master in<br />
Comunicazioni, corso di specializzazione alle IFG De Martino. E tantissimi anni di dura<br />
gavetta. Un grande amore per il digitale (ho fondato la mia prima web agency nel 1999)<br />
legato ai contenuti, la voglia di raccontare nel mio DNA. Ho un curriculum strano. Tanta<br />
editoria, prima la Tv, e sempre il web, fin dall’inizio.<br />
Arianna Chieli fra dieci anni?<br />
Non so se resterò in Italia, visto come stanno andando le cose. Lavoro durissimamente<br />
senza vedere i risultati economici che sarebbero auspicabili. I progetti sono molti:sto<br />
collaborando come consulente con diverse realtà in ambito fashion&beauty e, ma l’idea è<br />
quella di aprire una piccola start-up dedicata a comunicazione e progetti editoriali web<br />
oriented molto innovativi, con derive sul territorio. Se non fosse che è tutto così<br />
complicato a livello burocratico lo avrei già fatto qualche anno fa. Vediamo cosa<br />
succederà, del resto questi son tempi incerti e vince chi fa di flessibilità virtù...<br />
info: Arianna BlaBla _ arianna@fashionblabla.it _ www.ariannachieli.com<br />
www.fashionblabla.it _ Skype ariannallegra _ Twitter arianna chieli
L’organizzatore di eventi socio-culturali<br />
progetta e coordina manifestazioni con il fine<br />
di valorizzare una località, celebrare un<br />
evento, promuovere la nascita di un'opera di<br />
personaggi famosi e non e così via. Si occupa<br />
di programmare logistica e comunicazione.<br />
Di analisi, pianificazione, accoglienza e<br />
direzione. Definizione delle tempistiche e<br />
proposta realizzazione scegliendo soluzioni<br />
personalizzate per ognuno. Un insieme di<br />
attività e servizi di supporto. Le trattative con i<br />
referenti, i fornitori di beni e servizi, gestione<br />
degli spazi espositivi, le imprese di trasporto,<br />
le amministrazioni locali e gli enti di tutela che<br />
rilasciano le autorizzazioni oltre il reperimento<br />
dei fondi e delle risorse necessarie.<br />
Professione non facile…<br />
Professione non facile che pero' porta con se’ un fascino tutto suo.<br />
Vedere realizzate idee, progetti ed obbiettivi è un'emozione sempre<br />
troppo forte. Ogni volta che si intraprende un nuovo “viaggio”, un<br />
progetto, provo a scegliere sempre quello che riesce a solleticare la<br />
mia fantasia. Che riesce a stimolarmi. C'è bisogno di un impulso<br />
diverso, più forte, che deve far nascere la voglia di ripartire verso una<br />
nuova avventura. Il desiderio di indipendenza e la possibilità di<br />
rendere reale un idea, un progetto che nasce, a volte, anche da un<br />
sogno…<br />
Cos’è per te la creatività?<br />
Creatività è sogno, miraggio, desiderio e sopra ogni cosa speranza!<br />
Speranza perché ritengo necessario che il sogno non abbandoni mai<br />
la vita di nessuno di noi. Un sogno che non sia chimera, ma orizzonte<br />
a cui mirare per continuare ad andare avanti. La creatività nasce<br />
assieme all'uomo e con lui si è evoluta. L’arte di creare per alcuni<br />
arriva nella prima età, per altri un po' più in là ma sono certa che per<br />
tutti quelli che la vivono, continua tutta la vita. Storia, architettura,<br />
musica, cucina, moda, abbiamo un grande vantaggio che è quello di<br />
vivere nel Paese dove la creatività è un’arte. Il Made in Italy è un<br />
grandissimo valore aggiunto che abbiamo il dovere di sostenere e far<br />
crescere a vantaggioeadifesadeinostriMaestriartigiani che da<br />
sempre si sono distinti nei loro settori di appartenenza. E’ per<br />
provare a valorizzare e far conoscere, se pur nel mio piccolo, questo<br />
grande patrimonio di arte e cultura che provo ogni volta a mettermi in<br />
gioco con la mia creatività.<br />
Gli elementi fondamentali che definiscono l’industria creativa ...<br />
Chi si occupa di organizzazione e comunicazione è una figura che<br />
prescindendo dalla progettazione, cura interamente il progetto dalla<br />
committenza, passando per la promozione e assicurandosene il<br />
funzionamento in tutte le sue fasi. È necessario conoscere il contesto<br />
e le risorse oltre che avere un ottima conoscenza di chi si dovrà<br />
accogliere. Questo ovviamente vale per qualunque settore si curi:<br />
dall’esposizione d’arte, alla musica, alla moda, passando per il teatro,<br />
lo sport e la cultura. Sono necessarie le conoscenze amministrative,<br />
informatiche, oltre che le indiscusse conoscenze relative alla norma<br />
che regola la privacy, la sicurezza sul lavoro senza mai dimenticare la<br />
capacità di relazionarsi, di negoziare e soprattutto di mediare per<br />
evitare gli spiacevoli “errori diplomatici”. Sono assolutamente certa<br />
che per andare avanti e “portare in scena” un evento qualunque esso<br />
sia è necessario essere risoluti, determinati e avere accanto persone<br />
con le quali si ha un ottimo feeling. Credo, a ragion veduta, che sia<br />
necessario riuscire a barcamenarsi tra i mille imprevisti che accadono<br />
per cui l'impegno, grande, che viene richiesto ogni volta, deve essere<br />
necessariamente affiancato da un'organizzazione altrettanto valida.<br />
D’altronde da soli non si va poi così lontano...<br />
Quali sono i valori “altri” che colleghi alla creatività? L’attività<br />
culturale, innovativa, ideativa fa bene a “cosa” secondo te?<br />
La creatività è quell'arte che ha bisogno necessariamente anche del<br />
mestiere per diventare realtà! Non si può pensare di improvvisarsi<br />
artisti se non si possiede una buona dose di estro, di passione, per<br />
rendere realtà gli incanti che la mente crea. I sogni vivono solo se si<br />
riesce a dargli un colore, una forma, un suono. Se si riesce a trovare<br />
parole che riportino chi le ascolta a sognare. L'attività culturale,<br />
innovativa, ideativa porta a confrontarsi e il confronto è vita. E'<br />
integrazione, è scambio, è tutto ciò che serve all'uomo per andare<br />
avanti. È arricchimento reciproco di valori, tradizioni, costumi. È<br />
l'incontro del diverso che accanto a noi non è più diverso. È crescita e<br />
sviluppo. Purtroppo però ancora oggi a distanza di ben 64 anni dalla<br />
sottoscrizione della Carta dei diritti umanitari siamo ancora qui a<br />
cercare di far capire al mondo che il “diverso” non è tale e che uno<br />
scambio più equo tra le genti potrebbe diventare fonte di crescita<br />
anche a livello economico, oltre che socio-culturale.<br />
Spesso nel nostro Paese si reclama l’intervento dei privati a<br />
GIASI<br />
BEATRICE<br />
beatrice.giasi@virgilio.it<br />
MATERA_ITALY<br />
Esser rapiti come per incanto? E’ possibile: attraverso la gestualità e la fisicità di questa<br />
donna a capo di un progetto culturale che intende raccontare qualcosa attraverso l’emozione<br />
di un evento. Qualcosa come un pezzetto di vita di un artista, un'emozione diventata colore o<br />
un progetto onirico fatto di una combinazione di forme. Potremmo definirla, non a torto,<br />
appassionata talent scout di nuove idee e creatività: un flusso di pensieri e di opere che negli<br />
ultimi anni lavora con un continuo e florido scambio intellettuale. Dicono di lei che è un soldato<br />
di prima linea ma poi bastano alcuni minuti per capire che oltre c’è fascino e intelligenza e la<br />
forza con la quale affronta le sfide non svaluta il suo essere donna.
Beatrice Giasi in un momento della rassegna di arti e musiche dedicata all'integrazione culturale ideata da Claudio Baglioni "O'scià"<br />
sostegno della cultura. A tuo avviso c’è<br />
maggior bisogno di risorse economiche o di<br />
un pensiero forte e autorevole?<br />
La disponibilità delle risorse finanziarie è<br />
necessaria e serve indubbiamente a rendere<br />
fattibile un evento ma sono altrettanto certa che il<br />
settore dei beni culturali e ambientali debba<br />
essere una buona base dalla quale partire, infatti<br />
molto spesso promuove e vorrebbe sostenere<br />
grandi eventi ma altrettanto spesso c'è la “mano”<br />
scura della politica che mette un freno ... ma<br />
questa è un'altra storia. Per tanto si rende<br />
necessario l’intervento di partner e sponsor a<br />
sostegno dell’evento che altrimenti non<br />
troverebbe vita. Credo che il problema principale<br />
sia la reperibilità di risorse adeguate in quanto<br />
pensieri ed idee non scarseggiano di certo.<br />
Fondamentale è che questa pluralità di<br />
intenzioni, idee e stimoli non sia asservita ad un<br />
unico indirizzo dominante ma che esista una<br />
grande varietà di scelte da percorrere.<br />
Parlaci del tuo lavoro. Cosa significa per te?<br />
L’obiettivo è quello di offrire ai propri clienti una<br />
consulenza completa partendo dall’immagine alla<br />
comunicazione. Dalle pubbliche relazioni,<br />
all’ufficio stampa, marketing, pianificazione,<br />
organizzazione eventi e contatti con personaggi<br />
e produttori. Il bello di questo lavoro risiede nel<br />
vivere tutto l’evento dietro le quinte. Non amo<br />
molto apparire. Mi piace invece riuscire a<br />
dimostrare quello che riesco a fare e quindi per<br />
me vivere l’evento nel retro palco è segno di<br />
forza! Molti considerano questo come<br />
inadeguatezza o sottomissione. Io invece sono<br />
certa che sono quelli che stanno in ombra quelli<br />
che realmente conducono i giochi. Persone che<br />
hanno raggiunto una sorta di equilibrio e che<br />
sono ben consapevoli del proprio valore. Quelle<br />
persone, insomma che non hanno bisogno di<br />
mostrarsi. La cosa che da sempre mi ha<br />
spronato, che mi ha stupito, incuriosito è il<br />
completo affidamento che le persone per le quali<br />
stai lavorando hanno nei tuoi confronti. Questa<br />
“debolezza” momentanea diventa forza e allo<br />
stesso tempo lo stimolo per andare avanti e dare<br />
sempre il meglio.<br />
La carriera e la professionalità a volte sono<br />
da ostacolo alla vita privata?<br />
Questo tipo di lavoro come qualunque altro che ti<br />
porta a contatto con un’equipe, un gruppo di<br />
persone, prevede una necessaria figura<br />
autoritaria e molto spesso capita di portare a<br />
casa un po’ di lavoro per cui … a volte mi scopro<br />
più severa e austera di quello che in realtà sono.<br />
Certo il confronto con gli uomini lo ritrovi ogni<br />
giorno e ogni giorno è sempre una scommessa<br />
che puoi vincere solo puntando sui contenuti.<br />
Ancora oggi difficilmente ci si confronta alla pari<br />
ma l’obbiettivo ogni volta è riuscire a dare il<br />
meglio. Solo così se ne esce vincitori.<br />
Un difetto e un pregio.<br />
In ordine di domanda: l’impulsività e la sincerità<br />
per la prima. Considero la sincerità un difetto<br />
perché nel quotidiano non è accettato<br />
socialmente essere sinceri per cui non paga, Un<br />
pregio? Preferirei che lo dicessero gli altri. Potrei<br />
risultare di parte….
BARBARA<br />
PANZERI<br />
Marketing Director Direct Line
Silvia Bottaro è una ragazza<br />
Siracusana di 32 anni che<br />
da bambina aveva già il<br />
sogno di fare la restauratrice.<br />
“Il mio lavoro da quattordici anni è quello di ridare ad<br />
una Opera d'arte la sua bellezza originaria ormai<br />
smarrita per l'usura del tempo. Ho avuto la fortuna di<br />
lavorare in posti stupendi - ci dice - ricchi di storia come<br />
La Valle dei Templi, un'area archeologica della Sicilia<br />
caratterizzata dall'eccezionale stato di conservazione e<br />
da una serie di importanti templi dorici del periodo<br />
ellenico … o come restaurare i Mosaici della Villa del<br />
Casale di Piazza Armerina che oggi rappresenta una<br />
straordinaria testimonianza della vita in epoca romana<br />
grazie ai suoi pavimenti mosaicati; con una superficie di<br />
oltre 3500 metri quadrati, la Villa era la residenza di<br />
caccia di Massimiliano Erculeo, collega di Diocleziano<br />
nella gestione dell'impero romano. Storici e ricercatori di<br />
tutto il mondo vengono oggi a studiarli per capire come<br />
vivevano i romani e che ho avuto il piacere e l’onore di<br />
conoscere nel "Conference of the International<br />
Committee for the Conservation of Mosaics<br />
Conservation an Act of Discovery “ che si è tenuto a<br />
Palermo nel 2008, esperienza irripetibile. Si perchè -<br />
continua Silvia - questo lavoro da’ tanto, a cominciare<br />
dalla possibilità di visitare posti nuovi e dunque vivere<br />
esperienze con gente di tutti i paesi fino al<br />
coinvolgimento emotivo che deriva dall’immergersi a<br />
360° nella storia dell'arte. E’ grazie alle mie esperienze<br />
lavorative se sono cresciuta sia come professionista<br />
che come persona: ogni lavoro mi arricchisce a livello<br />
intimo e professionale, che si tratti di una chiesa come<br />
la Cattedrele di Noto (nella foto), o un castello come<br />
quello nel centro storico di Siracusa o un meraviglioso<br />
tetto affrescato come quelli di Palazzo Nicolacci di<br />
Villadorata, a Noto; un lavoro di restauro ti conferisce<br />
ogni volta un’emozione unica ed irripetibile, come se<br />
ogni lavoro, ogni volta, fosse il primo”. Da due anni<br />
esule dalla sua amata Sicilia, Silvia, vive e lavora<br />
attualmente a Barcellona dove ha restaurato una delle<br />
torri e le mura romane della città dentro il Centre Civic<br />
Pati Llimona, nel Barro Gòtio e dove, da più di un anno<br />
sta riportando alla sua originaria bellezza l’Hospital de<br />
Sant Pau, gioiello del modernismo, che è stato<br />
progettato dall'architetto catalano Lluís Domènech i<br />
Montaner e costruito tra il 1901 ed il 1930. Amante delle<br />
cose belle, trascorre il suo tempo libero a passeggio per<br />
le vie di Barcellona con il suo compagno, anch’egli<br />
siracusano, godendo la movida che questa stupenda<br />
città offre, sulla scia di quello che dicono in Spagna …<br />
ovvero che “ Bisogna disfrutar de la vida” (letteralmente<br />
godersi la vita) “ E qui la gente sa' come farlo – precisa la<br />
nostra interlocutrice - anche in tempo di crisi, con poco,<br />
sanno divertirsi “… ciò in attesa che le tanto agognate<br />
vacanze arrivino per tornare nella sua città di origine: ad<br />
aspettarla, ci sono il sole, il mare, il cibo siciliano che ha<br />
un sapore unico, ma soprattutto la sua famiglia che ama<br />
in maniera viscerale “ Quella che sono - ci dice - lo devo<br />
a mamma Graziella e papà Salvatore perchè mi hanno<br />
dato gli strumenti e i valori per affrontare la vita per poi<br />
lasciarmi libera di scegliere la mia strada senza mai<br />
perdermi di vista. E per questo li ringrazio “.<br />
SILVIA<br />
BOTTARO<br />
Restauratrice di Beni Culturali
s-comunicare<br />
Sta attraversando tutti i settori dell’economia italiana,<br />
creando innovazione e possibilità di sviluppo. Si tratta<br />
della green economy, conosciuta anche come<br />
“economia ecosostenibile, la quale, secondo il rapporto<br />
GreenItaly 2011, presentato il 14 Novembre a Milano,<br />
La potrebbe societàfornire dei consumi un’importante è morta, chiave viva la di società risoluzione della comunicazione. della Allacciate<br />
le crisi cinture economica. di sicurezza, partiamo per l'esplorazione del futuro. Destinazione:<br />
Pianeta Immaginazione. Vavavum! La crisi è nelle nostre teste. Liberiamocene<br />
a colpi di cavo, di computer, di video, di media. Sta per nascere la razza degli<br />
Jedi, i cui anticipatori sono stati Lucas, Spielberg, Morita, Scott, Turner e Jobs.<br />
Assieme a loro arruoliamoci nell'esercito dell'immaginario. Uccidiamo Cartesio<br />
e abboniamoci alla irragionevolezza, senza però dimenticare le nostre radici,<br />
che sono i germi del futuro. Crediamo nell'uomo e quindi in noi. E cambiare,<br />
subito, senza aspettare. Domani è oggi. L'avvenire è già il passato dei nostri<br />
figli". Un antidoto per uscire dalla mediocrazia … perché per uscirne ci vuole il<br />
talento; per guarire l'Europa è necessaria la creatività; per vincere la sfida, una<br />
sola arma: la comunicazione. Ed allora, Figli della pubblicità, avanti!<br />
Mediamorfosi<br />
L'INSTOSTITUIBILE ESIGENZA DELLA COMUNICAZIONE.<br />
www.donnaimpresa.com<br />
41
LA CRESCENTE COMPLESSITÀ DEI COMPORTAMENTI<br />
LEGATI AL MONDO DEL CONSUMO NELLE SOCIETÀ<br />
CONTEMPORANEE POST-INDUSTRIALI, PONE IN PRIMO<br />
PIANO LA NECESSITÀ DI RICORRERE A NUOVI<br />
STRUMENTI DI ANALISI, IN QUANTO I FENOMENI DI<br />
CONSUMO DIVENTANO SEMPRE MAGGIORMENTE<br />
FENOMENI SIMBOLICI E CULTURALI E GLI STRUMENTI<br />
TRADIZIONALI D’INDAGINE TENDONO A ESSERE MENO<br />
EFFICACI.<br />
Di fronte a questa situazione l’approccio semiotico alle problematiche<br />
del consumo e delle comunicazioni pubblicitarie risulta particolarmente<br />
interessante in quanto potrebbe condurre a una riformulazione anche<br />
radicale di alcuni temi attuali nel mondo del mercato, come ad esempio<br />
la teoria del comportamento di consumo o l’analisi del problema della<br />
marca. Il consumo sta cambiando profondamente ruolo e funzione: da<br />
attività semplice e controllabile come era sta diventando un fenomeno<br />
sempre più eterogeneo, che richiede al consumatore una competenza<br />
e una maturità di scelta sempre più elevate. Il divario tra i<br />
comportamenti concreti del consumatore e la sua conoscenza reale si<br />
va perciò allargando sempre di più e le strategie usate dalle imprese<br />
sono spesso molto distanti dai bisogni reali dei soggetti. Il<br />
cambiamento della natura del consumo è legato soprattutto alle<br />
profonde trasformazioni che, già a partire dagli anni Novanta, hanno<br />
riguardato le società industriali avanzate. L’era della modernità, di cui il<br />
consumatore è stato uno dei protagonisti, sta infatti volgendo al<br />
termine, lasciando il passo all’epoca nuova della postmodernità. Il<br />
consumatore, e con esso il consumo inteso come uno dei fenomeni<br />
sociali più rilevanti delle moderne società avanzate, è quindi un<br />
soggetto in costante evoluzione perché immerso nel grande flusso del<br />
cambiamento (sociale, tecnologico, economico) in atto. Dal punto di<br />
vista etimologico consumare indica modalità di fruizione dei prodotti<br />
ormai passate; consumare infatti significa distruzione, logorio,<br />
annullamento fisico di un bene: l’idea sottesa è che senza la<br />
scomposizione e la successiva distruzione di un bene economico<br />
l’individuo consumatore non possa ricavare da esso alcuna utilità o<br />
godimento. È la descrizione di un processo entropico che conduceva<br />
sempre dall’ordine del prodotto manufatto ad un disordine irreversibile,<br />
conseguente alla sua fruizione e al soddisfacimento di un bisogno.<br />
Questa accezione del termine consumare sembra non essere più<br />
adatta per descrivere la nuova natura del consumo, basti pensare al<br />
settore dei servizi che non rientra nell’insieme di beni che si<br />
distruggono con l’uso. Inoltre il consumo non sembra più essere legato<br />
al bisogno inteso come “spinta impellente a soddisfare una necessità<br />
vitale” il bisogno infatti non è più una spinta naturale, meccanica,<br />
inevitabile, ma un prodotto culturale, o meglio, un’elaborazione che<br />
traduce le necessità fisiche e le trasforma in precisi schemi di<br />
comportamento sociale.<br />
LE MOTIVAZIONI DI CONSUMO, COSÌ COME LE<br />
TIPOLOGIE DI BENI, SONO ESTREMAMENTE VARIE,<br />
PERTANTO LA SEMPLICITÀ DELLE CATEGORIE<br />
TRADIZIONALMENTE IMPIEGATE PER SPIEGARE IL<br />
CONSUMO CONTRASTA CON LA SUA CRESCENTE<br />
COMPLESSITÀ.<br />
Consumare infatti può essere ricerca di piacere, di divertimento, ma<br />
anche un atto di ribellione. È molto importante sottolineare questo<br />
aspetto perché permette di spostare un ampio comparto del consumo<br />
dall’area accreditata dagli economisti a quella assai più reale e<br />
convincente dell’agire umano. La nuova epoca sarà caratterizzata<br />
dalla nascita dell’homo aestheticus che inventa nuove forme di<br />
socialità, sensibile alle emozioni e proteso, secondo un’espressione di<br />
Maffesoli, a epifanizzare il reale: il consumo, in quest’ottica, diventa il<br />
collante delle nuove forme di socialità. Dal punto di vista più<br />
propriamente sociologico, il consumo sta conoscendo una profonda<br />
trasformazione dovuta ai cambiamenti che interessano la nostra<br />
società; cambiamenti che mutano anche il profilo ideale del<br />
consumatore perché anche quest’ultimo è immerso nel flusso del<br />
cambiamento che è attualmente in corso. L’era della modernità si avvia<br />
al tramonto, lasciando il passo all’epoca nuova della postmodernità.<br />
Stiamo entrando dunque in una nuova fase della storia che, se per<br />
alcuni aspetti rappresenta la negazione della modernità, allo stesso<br />
tempo vede coesistere al suo interno innumerevoli aspetti di<br />
quest’ultima. Indispensabile precisare che il termine postmodernità non<br />
indica una fase avanzata della modernità, ma una vera e propria<br />
cesura, un epoca caratterizzata quindi da nuovi metodi di produzione<br />
e nuove tecnologie, rispondente a regole e paradigmi inediti: una<br />
società complessa dove non c’è linearità ma tutto è interconnesso.<br />
Anche il fatto di non essersi data un nome riflette la volontà di una<br />
società che, anche nel consumo, non vuole certezze e rifiuta le grandi<br />
ideologie che hanno caratterizzato l’età moderna.<br />
SE CARDINE DELLA MODERNITÀ ERA LA PRODUZIONE,<br />
OGGI AL CENTRO È PROPRIO IL CONSUMO, SEMPRE<br />
MENO DI MERCI E SEMPRE PIÙ DI SIMBOLI E DI SEGNI:<br />
LA PERFORMANCE DEL PRODOTTO È SUPERATA DAI<br />
SIGNIFICATI SEMIOTICI DEGLI OGGETTI.<br />
Gli oggetti stessi non sono più gli status symbol di una volta, ma dei<br />
mezzi liberamente scelti e accordati per comunicare la propria identità.<br />
L’individualismo si contrappone all’universalità, la pluralità al consenso,<br />
il dissenso al conformismo, l’eterogeneità all’omogeneità, la differenza<br />
alla somiglianza; in altre parole, la razionalità lascia il posto al<br />
paradosso, all’incertezza e alla mutevolezza. Dunque, sta prendendo<br />
vigore “l’etica polimorfa della fluidità, ambiguità, camaleontismo,<br />
pragmatismo, flessibilità, localismo, fusività, multidimensionalità,<br />
olismo, interesse per la vita banale di tutti i giorni.” Potremmo dire che<br />
è il collage la forma principale del linguaggio contemporaneo. Di fronte<br />
a uno scenario così complesso risulta piuttosto difficile comprendere a<br />
fondo l’identità e le scelte del consumatore postmoderno poiché<br />
quest’ultimo non è soltanto la profilo evoluto del consumatore<br />
moderno, ma è sostanzialmente dissimile dal prototipo di consumatore<br />
con cui prima si era soliti confrontarsi. Già verso la metà del secolo<br />
scorso le Ricerche Motivazionali avevano dimostrato la distanza del<br />
consumatore dalla figura dell’homo oeconomicus (razionale e proteso<br />
alla massimizzazione dell’utilità), sottolineando la rilevanza della<br />
componente emotiva nelle decisioni di consumo. Nel momento in cui si<br />
parla del consumatore postmoderno le cose si complicano<br />
ulteriormente perché egli “non si caratterizza solo per dare più spazio<br />
alle emozioni, alla sensorialità; per impiegare il consumo come segno<br />
e comunicazione della propria identità; per esprimere una propria<br />
autonomia dal mondo della produzione; al ricorrere, anche negli<br />
acquisti, alla creatività, alla creatività ed all’immaginazione.” Il<br />
consumatore postmoderno infatti opera in una condizione di<br />
“incoerenza, pluralità, caos, ambiguità, paradosso, molteplicità delle<br />
verità, fluidità, libertà.” Quanto appena detto a significare come la<br />
razionalità non rappresenti più il fattore determinante nelle scelte di<br />
consumo: fattori psicologici ed emotivi interagiscono costantemente<br />
nell’indirizzare le scelte del consumatore; la razionalità della scelta tra<br />
una marca e l’altra non va riscontrata tanto nella convenienza quanto<br />
nella confusione che questo acquisto crea tra realtà e potenzialità, tra<br />
desiderio e quotidianità, tra complicità e isolamento. Dunque, il<br />
consumatore postmoderno è caratterizzato da un marcato<br />
pragmatismo e non valuta più le sue scelte sulla base di antiche<br />
dipendenze dalla marca, in quanto è un consumatore laico,<br />
deideologizzato, curioso, che sceglie all’insegna del case <strong>by</strong> case<br />
approach.<br />
NEL MOMENTO IN CUI SI ENTRA NELL’EPOCA NUOVA<br />
DELLA POSTMODERNITÀ IL CONSUMO, COME ABBIAMO<br />
PRECEDENTEMENTE INDICATO, CONOSCE DELLE<br />
PROFONDE MODIFICAZIONI. IN PARTICOLAR MODO<br />
OCCORRE SOTTOLINEARE LA PRESA DI DISTANZA DA<br />
DUE CONCEZIONI DEL CONSUMO: ANZITUTTO DALLE<br />
INTERPRETAZIONI DEL CONSUMO COME STATUS<br />
SYMBOL; IN SECONDO LUOGO DALL’IDEA DEL<br />
CONSUMO COME LINGUAGGIO DELLA PRODUZIONE.<br />
Il consumo quindi sta acquisendo una crescente autonomia diventando<br />
così un vero e proprio linguaggio di se stesso. La postmodernità segna<br />
il tramonto di un altro aspetto tipico dell’epoca che ci stiamo lasciando<br />
alle spalle: si tratta dell’influenza che le ideologie hanno sempre<br />
esercitato nelle scelte di consumo. Assistiamo, in altre parole, a un<br />
processo di laicizzazione del consumo e del consumatore. La<br />
deideologizzazione del consumo è un tratto proprio dell’epoca in cui<br />
stiamo entrando perché nel nostro Paese ha regnato per molto tempo<br />
una forte ideologizzazione del consumo stesso: le due grandi<br />
subculture del nostro Paese, quella cattolica e quella marxista pur<br />
essendo profondamente diverse tra di loro, hanno sempre avuto in<br />
comune una forte diffidenza verso il mondo del consumo. La prima<br />
condannava il consumo (e in particolare le forme più vistose del<br />
consumo) nel timore che il perseguimento di obiettivi materialistici<br />
potesse distogliere il fedele dalla dimensione spirituale; la seconda<br />
invece riteneva che la dedizione al consumo potesse indebolire<br />
l’impegno politico e lo spirito rivoluzionario. Da qui il forte sospetto<br />
verso tutte le forme di consumo, la diffusione della cultura dei bisogni<br />
pochi e semplici e, più recentemente, la condanna del consumismo.<br />
Questa forte rappresentazione ideologica sta ormai tramontando e, in<br />
tal modo, il consumo si affranca dal sospetto di materialismo e di<br />
ingiustizia sociale: basti pensare che oggi la propensione al consumo<br />
cresce anche nei periodi recessivi.<br />
TRA LE RAGIONI CHE HANNO INFLUITO ALLA<br />
SECOLARIZZAZIONE DEL CONSUMO NE EMERGE UNA DI<br />
PARTICOLARE IMPORTANZA, INDIVIDUABILE NEL<br />
CROLLO DEL MURO DI BERLINO E NELLA<br />
CONSEGUENTE DISSOLUZIONE DELLA SUBCULTURA<br />
MARXISTA.<br />
Questo processo fa parte comunque del più generale crollo delle<br />
ideologie che sta avvenendo nella postmodernità, da cui deriva<br />
l’attuale orientamento al pragmatismo. In tutto ciò ha avuto un ruolo<br />
basilare la crisi economica degli anni Novanta che ha reso oggetto del<br />
desiderio molti prodotti inaccessibili a causa dello scarso reddito<br />
disponibile. Le limitazioni nei consumi dovute alla difficile situazione<br />
economica hanno determinato la valorizzazione dei beni a cui si<br />
doveva rinunciare: il consumo diventava così una componente<br />
essenziale di quel benessere che appariva compromesso. Se è vero<br />
quanto appena detto, con la deideologizzazione del consumo si può<br />
parlare ancora di consumismo? Il consumismo, considerato un tratto<br />
caratterizzante dei Paesi industriali avanzati, rappresenta un’accezione<br />
negativa del consumo: secondo questa concezione del consumo, gli<br />
individui, attirati dalla superficialità del modo delle merci, non<br />
sarebbero in grado di resistere alle continue seduzioni del mercato.<br />
Caduta la rilevanza delle due grandi subculture del nostro Paese,<br />
questa accezione sembra non trovare più fondamenti nella realtà,<br />
soprattutto per il fatto che i consumi hanno permesso agli individui di<br />
migliorare la qualità della loro vita e non hanno dato luogo a eccessi o<br />
a patologie del consumo come si credeva precedentemente. L’accusa<br />
appare infondata soprattutto se si guarda al nostro Paese dove “il good<br />
value for money“ sta divenendo una sorta di must per il moderno<br />
consumatore : i nuovi atteggiamenti del consumo sono influenzati<br />
dall’idea di spendere bene, gestendo il proprio denaro con intelligenza.<br />
Inoltre, parlare di consumismo risulta piuttosto difficile di fronte alla<br />
crescente dematerializzazione dei prodotti: quest’ultimi infatti perdono<br />
sempre di più la loro materialità per diventare segni e linguaggio.<br />
Quella che una volta era chiamata società dei consumi sta diventando<br />
la società meno materialistica mai esistita: questa affermazione a<br />
prima vista potrebbe sembrare un paradosso, ma il paradosso è solo<br />
apparente se si considera che nella società contemporanea i beni si<br />
vanno sempre più dematerializzando. Non è certo un caso che proprio<br />
dalla semiotica, la scienza appunto dei segni, sono giunti<br />
recentemente alcuni dei contributi più interessanti allo studio del<br />
consumo. Il consumo dunque, nelle sue più recenti teorizzazioni, viene<br />
interpretato come linguaggio quindi per comprendere le leggi e le<br />
tendenze di fondo del mercato occorre riferirsi a quest’ultimo come a<br />
un articolato sistema di simboli, codici, significanti e significati. Il valore<br />
d’uso tende a essere progressivamente oscurato dal valore simbolico<br />
del bene; allo stesso modo, il valore di scambio si trasforma in scambio<br />
di significati.<br />
LA VALENZA COMUNICATIVA DEGLI OGGETTI NON È<br />
UNA SCOPERTA RECENTE: CHE GLI OGGETTI<br />
COMUNICHINO UN VARIEGATO UNIVERSO DI<br />
SIGNIFICATI È NOTO SIN DAI TEMPI PIÙ ANTICHI<br />
(PENSIAMO AD ESEMPIO ALLA CAPACITÀ<br />
COMUNICATIVA DI UN ABITO, DELLA DECORAZIONE DEL<br />
CORPO, MA ANCHE DELLA SPADA, DELL’ELMO O<br />
DELL’ARMATURA).<br />
Esiste quindi, nell’immaginario collettivo, una sorta di dizionario del<br />
significato dei beni: per alcuni tali significati sono stabili, quasi<br />
immutabili nel tempo; per la maggior parte invece si tratta di un<br />
dizionario in progress, che viene continuamente riscritto e aggiornato.<br />
In quest’ottica la pubblicità ha un ruolo che va al di là della sua<br />
tradizionale funzione di vendita o di induzione al consumo perché,<br />
rispetto a un “virtuale polimorfismo degli oggetti”, essa contribuisce a<br />
ridurre il campo dei significati possibili, a selezionare quelli<br />
culturalmente più attuali e desiderabili e a fissarli sull’oggetto. Ciò<br />
implica che nel processo di scelta alla fisicità di un prodotto subentra il<br />
significato che questo riveste all’interno di una complessa, ma a tutti<br />
cognita, grammatica sociale. Come osserva Baudrillard [1969],<br />
l’oggetto per diventare oggetto di consumo deve diventare segno. Il<br />
cibo, un abito, un cosmetico hanno in parte perso la loro funzione<br />
primaria (ossia il loro valore d’uso) per trasformarsi in comunicazione:<br />
possiamo dire quindi che in un mercato moderno sono i messaggi a<br />
competere, non i prodotti. Ad esempio, dietro l’acquisto di un’auto<br />
sportiva può esserci la promessa di gioventù o di virilità; dietro<br />
l’acquisto di un profumo la seduttività, e così via. Del resto la funzione<br />
istituzionale della pubblicità è sempre stata quella di vendere<br />
promesse, sogni, desideri: di trasformare la fisicità dei prodotti<br />
nell’immaterialità dei sogni. Gli oggetti vengono consumati in quanto<br />
segni e la realtà coincide completamente con tali segni. Il consumo<br />
diviene dunque un codice di comunicazione, un linguaggio in cui i
singoli oggetti divengono termini con un precisi significato. Il consumo<br />
si trasforma da consumo dell’oggetto a consumo del segno [Sartorio<br />
e Martinengo: 1995] Quindi, più che di consumo dell’oggetto si parla<br />
oggi di consumo del segno, e il segno è soprattutto la marca. La<br />
marca è sempre più caratterizzata dal distacco dalla componente<br />
materiale: essa non solo sta prendendo le distanze dai prodotti cui<br />
era inizialmente associata, ma spesso se ne distacca a tal punto da<br />
non essere più riconducibile a nessuno di questi.<br />
LA MARCA DUNQUE, NELLE SUE MANIFESTAZIONI PIÙ<br />
RECENTI, ESPRIME LA NUOVA REALTÀ DELLA<br />
DEMATERIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI. IN TUTTO CIÒ<br />
NON BISOGNA DIMENTICARE L’IMPORTANZA DELLA<br />
PUBBLICITÀ: LA PUBBLICITÀ TRASFORMA LE MERCI<br />
IN SIGNIFICATI, CREA UNA GRANDE ENCICLOPEDIA DI<br />
SENSO DI FACILE ACCESSO E COGNITA A TUTTI,<br />
GENERA UN ALFABETO E UN LINGUAGGIO E SVOLGE<br />
UN RUOLO PRIMARIO NELLA ETICHETTATURA SOCIALE<br />
DELLE MERCI CHE IL CONSUMATORE COMPLETERÀ<br />
POI DIVENENDO PARTE ATTIVA NELLA COSTRUZIONE<br />
DI UNA SINTASSI DEL CONSUMO.<br />
È importante sottolineare che i consumatori non si limitano a ricevere<br />
passivamente i messaggi inviati loro, ma aggiungono significato nella<br />
ricezione, cioè mettono in atto una cooperazione testuale,<br />
esercitando così un ruolo attivo nella costruzione di significato delle<br />
merci. Il linguaggio delle merci e i significati che esse sottendono<br />
danno luogo a un universo semiotico costantemente mutevole: il<br />
consumatore è sedotto da quei significati, li fa propri e li riflette, più o<br />
meno consapevolmente, su di sé. La comunicazione è dunque oggi<br />
una delle attività strategicamente più importanti per un’azienda. Tutti<br />
“comunicano” qualcosa, più o meno consapevolmente. È allora<br />
opportuno imparare a saper utilizzare questo flusso di informazioni<br />
verso l’esterno in maniera da renderlo coerente con la propria realtà.<br />
Ciò potrà portare importanti benefici all’impresa. Un vantaggio<br />
competitivo fondato su una solida immagine di marchio è molto più<br />
duraturo e molto meno vulnerabile rispetto a un vantaggio di costo.<br />
LA TECNOLOGIA SI PUÒ FACILMENTE REITERARE, GLI<br />
ASPETTI PIÙ EMOZIONALI DI UN PRODOTTO NO.<br />
Molte aziende, specie quelle che presentano carenze sotto il profilo<br />
manageriale, ancora stentano a comprendere questa filosofia,<br />
concentrando i loro sforzi altrove. È inutile invece avere un prodotto di<br />
ottima qualità, sicuro, di leggero impatto ambientale e con un<br />
efficiente assistenza post-vendita, quando tutto ciò non viene<br />
percepito dal collettivo. Fare e non comunicare equivale a non fare.<br />
La forma è diventata oggi il necessario biglietto da visita della<br />
sostanza, chi non si adegua rischia di fare flop, anche se alle spalle<br />
ha un passato di successo. Fondamentale è dunque permettere al<br />
potenziale cliente di capire qual è il reale valore dell’offerta, in termini<br />
di attributi tangibili ed intangibili. Senza incorrere, ovviamente,<br />
nell’errore opposto: sbandierare un’immagine superiore all’effettiva<br />
realtà. Un cliente deluso nelle sue aspettative, alimentate dalla<br />
medesima azienda,èuncliente perso. Una forte “personalità” del<br />
proprio marchio diventa quindi oggi un investimento strategico, al pari<br />
di impianti e fabbricati. La gestione del brand e dei valori ad esso<br />
sottintesi necessita di una visione ampia di tutto il marketing mix, per<br />
evitare qualunque tipo di “stonatura” nel messaggio globale.<br />
L’amministrazione della comunicazione non andrà pertanto ad<br />
interessare solo le campagne pubblicitarie, ma ogni altro elemento<br />
rilevante: dalle sponsorizzazioni alla comunicazione interna, dalle<br />
pubbliche relazioni al servizio clienti. Un marchio è innanzi tutto uno<br />
strumento per “diversificare l’ugualmente accettabile”.<br />
COSTRUIRNE L’IMMAGINE È UN PROCESSO LUNGO,<br />
RICONVERTIRLA È QUASI IMPOSSIBILE. ESSO NON<br />
RAPPRESENTA SOLO UN NOME, MA RACCOGLIE IN SÈ<br />
STILI DI VITA, INTERESSI, PROGETTI, SOGNI, BISOGNI.<br />
ATTRAVERSO LA SCELTA DI UN MARCHIO IL<br />
CONSUMATORE ARRIVA AD AFFERMARE LA PROPRIA<br />
PERSONALITÀ<br />
Quest’aspetto strettamente emozionale è presente in tutti i tipi di<br />
acquisto: in alcuni casi è largamente più forte della razionalità, in altri<br />
è più sopito. Ma è comunque presente. La pubblicità, i media e gli<br />
strumenti di comunicazione si pongono dunque l’obiettivo di<br />
comunicare al consumatore finale l’offerta di un'impresa, cercando di<br />
rendere questa più appetibile rispetto all’offerte delle imprese<br />
concorrenti. In un mercato sempre più globale e con la presenza<br />
maggiore di nuovi attori economici provenienti dai mercati emergenti<br />
(Cina, India, Russia e Brasile) saper comunicare è una strategia che<br />
permette di creare relazioni inaspettate e vantaggiose, per sé e per il<br />
gruppo di lavoro. Dar voce alle proprie idee, alle aspirazioni, ai<br />
desideri è di ugual importanza come saper comunicare i progetti in<br />
corso di realizzazione o presenti sul mercato della società per cui si<br />
lavora. Il lancio di nuovi prodotti, la realizzazione ad hoc di una<br />
campagna pubblicitaria e l’organizzazione di eventi sono solo alcuni<br />
degli strumenti che il marketing o meglio il Marketing Manager<br />
dispone per catturare l’attenzione del consumatore finale. a partire<br />
dall’ovvia, ma per nulla trascurabile, premessa che tutto il metodo di<br />
definizione della strategia fa perno intorno alla risposta che diamo a<br />
due semplici quesiti: “come siamo percepiti” dal consumatore nel<br />
nostro target group (o in ciascuno dei segmenti se ci rivolgiamo a più<br />
di uno); e “come vogliamo essere percepiti”. Questo punto , come<br />
sappiamo, è strettamente collegato con il concetto di immagine di<br />
marca e con altri due concetti che è utile richiamare in questa sede:<br />
ovvero il posizionamento e la quota di mente. Su questo tema esiste<br />
una letteratura altrettanto vasta che sull’immagine di marca; esistono<br />
anche sottili, e non sempre concretamente utili, dibattiti sui due<br />
metodi di definizione. Basti qui dire che il “posizionamento” è il “luogo”<br />
che la marca occupa nella mente del consumatore: quanto è più<br />
preciso e differenziato rispetto ad altri, tanto è più forte. Un fenomeno<br />
rilevante è il fatto che ogni posizionamento forte tende per riflesso a<br />
spostare quelli altrui; e che l’occupazione della “strada maestra” ha il<br />
vantaggio in più di relegare gli altri in un ruolo gregario o in “nicchie”<br />
specialistiche ristrette. Mi sembra utile, a tal fine, riportare l’attenzione<br />
su come il concetto di “strada maestra” non sia necessariamente<br />
generico, cioè può non riguardare “tutto” il mercato; la promessa più<br />
rilevante per un segmento specifico può essere molto diversa da<br />
quella che interessa al “mercato” in generale. La “quota di mente” (per<br />
contrapposto alla “quota di mercato”) non rappresenta lo spazio<br />
occupato dal prodotto rispetto alla quantità consumata sul mercato,<br />
ma lo spazio occupato dalla marca nella mente del pubblico. In<br />
termini generali, la “quota di mente” potrebbe confondersi con la pura<br />
e semplice notorietà della marca; ma questo non è esatto.<br />
LA “QUOTA DI MENTE” RAPPRESENTA LA DIMENSIONE<br />
COMPLESSIVA DELLA SPECIFICA ACCETTAZIONE<br />
DELLA MARCA ALL’INTERNO DELLA “GERARCHIA DI<br />
SCELTA” DEL CONSUMATORE; È QUINDI UNA QUOTA<br />
DI MERCATO SOLO POTENZIALE.<br />
Se la quota di mercato è più piccola della quota di mente, significa<br />
che il potenziale della marca è sotto-utilizzato (per esempio perché la<br />
distribuzione non rende disponibile il prodotto a tutti quelli che<br />
vorrebbero acquistarlo; o perché una parte degli acquisti è deviata da<br />
attività promozionali o politiche di prezzo). Se la quota di mercato è<br />
maggiore della quota di mente, è probabile che altri fattori (prezzo,<br />
distribuzione, promozione) influiscano, o abbiano influito, in modo<br />
importante sulle vendite. Questa può essere una situazione<br />
favorevole nel breve periodo, ma potrebbe rivelare una debolezza<br />
della marca.<br />
IMPORSI NEL MERCATO GLOBALE, COME ABBIAMO<br />
VISTO, SIGNIFICA AVERE INNANZI TUTTO LA CAPACITÀ<br />
DI SEDURRE. INDISCUTIBILE POI CHE LA QUALITÀ<br />
DETERMINI LA FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE, MA NON<br />
SEMPRE È COSÌ SEMPLICE CONQUISTARE UN<br />
COLLETTIVO TANTO ETEROGENEO, QUANTO VASTO,<br />
SOTTOPOSTO AD UNA MOLTITUDINE DI INPUT.<br />
Accade, qualora non si riesca a fornire una immagine del prodotto<br />
capace di affascinare (nella sua accezione più ampia) il consumatore,<br />
che lo sforzo di promozioni risulti vano, o comunque non incisivo<br />
come si auspica. Dissimili, sostanzialmente, il concetto del “Come<br />
siamo percepiti” dal “Come vogliamo essere percepiti”. Una differenza<br />
che può diventare l’elemento primo del non raggiungimento di quel<br />
successo desiderato e che si traduce, nel concreto, in una non piena<br />
soddisfazione in termini di fatturato. Sulla base di ciò, non possiamo<br />
non ritenere attendibile la tesi proposta dagli operatori della<br />
comunicazione pubblicitaria secondo la quale le informazioni (tutte)<br />
devono essere comunicate non attraverso il linguaggio accademico<br />
piuttosto che dal punto di vista del fabbricante, bensì sulla base del<br />
punto di vista del consumatore, e nel suo linguaggio che non parla del<br />
prodotto con tutto quel rispetto e quella cerimonia che chi ha speso<br />
anni e miliardi per mettere a punto un prodotto crede di doversi<br />
aspettare e che dobbiamo scrivere, sempre con le sue parole, ciò che<br />
vogliamo che il consumatore dica dopo che sarà completato l’effetto<br />
della campagna (qualche volta subito, più spesso dopo mesi o anni) e<br />
dunque che a poco servono le cose che vengono espresse se non<br />
trasferite nel linguaggio connaturale delle persone. Le ricerche sul<br />
“ricordo” della pubblicità non ne misurano l’efficacia e pertanto la<br />
comunicazione, anche istituzionale (che non mai “solo” pubblicità, ma<br />
è sempre il frutto di tutti i rapporti diretti o indiretti delle persone con<br />
l’impresa e con ciò che offre sul mercato), ha modificato e/o sta<br />
modificando la percezione di un prodotto o di una marca al fine di<br />
posizionarla con successo all’interno del contesto produttivo<br />
internazionale. La coerenza strategica non è così semplice come può<br />
sembrare.<br />
LA FRETTA E L’ANGOSCIA DEI RISULTATI DI BREVE<br />
PERIODO POSSONO PORTARE, OGGI PIÙ CHE MAI, A<br />
MOSSE TATTICHE CHE PER CERCARE UN RIMEDIO<br />
IMMEDIATO INTACCANO LA STRATEGIA DI MARCA, E<br />
COSÌ PROVOCANO GUASTI PEGGIORI SUBITO DOPO. È<br />
SORPRENDENTE E PREOCCUPANTE CONSTATARE<br />
COME QUESTO AVVENGA ANCHE IN IMPRESE CON UNA<br />
FORTE ORGANIZZAZIONE E UNA SERIA CULTURA<br />
PROFESSIONALE.<br />
Il consumatore del nostro millennio è realmente nuovo. Sta<br />
abbandonando posizioni agonistiche e atteggiamenti meccanici, per<br />
interrogarsi sui propri consumi, sui contenuti più intimi dei prodotti, sui<br />
loro valori etici, salutistici, di comunicazione, di impatto socioambientale.<br />
La approfondita conoscenza di colui che possiamo<br />
definire Individuo-Cittadino-Consumatore (il cosiddetto I-C-C)<br />
costituisce pertanto la imprescindibile, solida base di partenza, sulla<br />
quale poter edificare un efficace strategia di comunicazione. Anche<br />
perché né il marketing, né la comunicazione riescono ad eludere la<br />
famosa legge di Pareto secondo la quale il 20% dei clienti sviluppa<br />
l’80% del fatturato. La customer intimacy è la disciplina che consente ,<br />
attraverso le più aggiornate tecniche di Marketing Intelligence, di<br />
comprendere l’essere umano consumatore sotto il punto di vista delle<br />
tre dimensioni fondamentali che lo caratterizzano e che formano il<br />
sistema delle sue necessità: Ragione (Logos), Emozione (Pathos) ed<br />
Etica (Ethos). Se, fino a un decennio fa, la marca era solo sinonimo di<br />
qualità, oggi rappresenta il più importante strumento di relazione con il<br />
consumatore e ciò che contraddistingue un'azienda dalla<br />
concorrenza. In un contesto come l’attuale, caratterizzato da un<br />
consumismo spesso esasperato, da un’offerta di prodotti enorme e da<br />
un consumatore sempre più sofisticato, esigente ed informato,<br />
l’impresa deve differenziarsi rispetto alla concorrenza facendo sempre<br />
più leva sulle valenze simboliche, valoriali e relazionali che rafforzano<br />
la relazione marca-consumatore e creano, nella competizione, le<br />
condizioni per una coerente costruzione di identità.<br />
IN SINTESI, IL CONSUMATORE HA DICHIARATO LA<br />
PROPRIA INDIPENDENZA DA ATTEGGIAMENTI<br />
FIDEISTICI NEI CONFRONTI DEI PRODOTTI DI MARCA,<br />
DIMOSTRANDO NEI FATTI CHE SE NON C’È LA QUALITÀ<br />
E UN PREZZO EQUO NON CI PUÒ PIÙ ESSERE FEDELTÀ<br />
E DETERMINANDO COSÌ LA CRISI, E SPESSO ANCHE LA<br />
SCOMPARSA, DI MOLTE MARCHE STORICHE. L’INTERO<br />
DISCORSO PUBBLICITARIO È DUNQUE TALMENTE<br />
PERSUASIVO DA INFORMARE DI SÉ QUASI OGNI<br />
ASPETTO DELLA CONTEMPORANEITÀ E SI FONDA<br />
ESSENZIALMENTE SUL “VINCOLUM SOCIETATIS”: IL<br />
LEGAME DELLA SOCIETÀ.<br />
Filosofi e studiosi sociali, ma anche manageriali, si ricollegano a<br />
questo concetto. Cominciamo una semplice raccolta di affermazioni<br />
lasciando la parola a Cohen e Prusak, i quali, descrivendo nel saggio<br />
“In good company. How social capital makes organization works”, il<br />
social capital, capitale sociale, lo descrivono come “La fiducia, la<br />
comprensione reciproca e i valori condivisi e i comportamenti che<br />
legano fra loro le persone e le comunità e rendono la cooperazione<br />
possibile”. “Senza fiducia sono possibili solo forme molto semplici di<br />
cooperazione umana, quelle che prevedono una transazione<br />
immediata. Persino l’azione individuale è troppo suscettibile di<br />
disordine e distruzione per poter essere pianificata, senza fiducia, al<br />
di là dell’istante passeggero” afferma N. Luhmann in Trust and power.<br />
L. Zucher ritiene che la fiducia sia un elemento così importante per la<br />
cooperazione in ogni forma di società da asserire che essa sia “Vitale<br />
per il mantenimento della cooperazione nella società e necessaria<br />
come terreno di base anche per la più banale attività quotidiana”.<br />
Senza fiducia non può esistere una relazione, dato che viene meno il<br />
canale che collega tra loro le persone. La sfida etica è appena<br />
cominciata, la risorsa umana ha riconquistato il centro del mondo del<br />
lavoro, di un lavoro che è strumento per la persona e non viceversa e<br />
la comunicazione come canale di costruzione della relazione richiede<br />
nuovi strumenti. La persona deve ridiventare protagonista del lavoro:<br />
per poter raggiungere questo traguardo deve farsi oggetto etico deve<br />
sforzarsi di fare propri e vivere quei valori che le aziende oggi<br />
proclamano come proprio elemento qualificante e che in realtà sono<br />
vecchi come il mondo: onestà, lealtà, magnanimità, pazienza, fedeltà,<br />
coraggio, fermezza, prudenza, giustizia, lungimiranza, sacrificio,<br />
generosità e così via. E’ grazie a queste qualità umane, a queste<br />
virtù, che l’uomo sarà in grado di offrire vantaggio competitivo a se<br />
stesso, alla propria azienda
IL MERCATO<br />
CHIEDE UNA<br />
PARTICOLARE<br />
ATTENZIONE<br />
PERSONALE:<br />
CHIEDE, ANZI<br />
PRETENDE,<br />
UTILIZZA<br />
COME<br />
CRITERIO<br />
SELETTIVO,<br />
CHE LE<br />
AZIENDE<br />
SIANO CAPACI<br />
DI MOSTRARE,<br />
NELLA<br />
CONCRETEZZA<br />
DEI RAPPORTI<br />
QUOTIDIANI<br />
CONIPROPRI<br />
CLIENTI, QUEI<br />
VALORI CHE<br />
PROCLAMANO<br />
COME PROPRI,<br />
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Intervista al Presidente A.N.C.I.<br />
di Cristina Magatti<br />
Una doverosa, esaustiva, premessa a comprendere la Mission<br />
dell’A.N.C.I, Presidente …<br />
Da quando ho assunto la carica di Presidente, mi sono attivato<br />
energicamente per agire su più fronti al fine di continuare a fare<br />
dell’ANCI la vera portavoce delle necessità e delle esigenze dei<br />
calzaturieri italiani, sostenendo, promuovendo e curando gli<br />
interessi dell'industria calzaturiera nazionale in Italia e nel mondo.<br />
In questa attività, siamo continuamente impegnati nella<br />
promozione e valorizzazione del made-in-Italy, difendendo in<br />
particolare la qualità e l’eccellenza calzaturiera italiana,<br />
trasmettendo in Italia e nel mondo i valori che guidano il settore:<br />
creatività, passione per il ben fatto e innovazione sono al centro<br />
del nostro operare. La proiezione internazionale, sviluppata<br />
particolarmente negli ultimi anni, è quindi una delle nostre linee<br />
guida, qualcosa in cui crediamo e su cui puntiamo la maggior parte<br />
delle nostre risorse, per trarre dal mercato internazionale i<br />
maggiori benefici. Si tratta di una strategia che come Associazione<br />
abbiamo il dovere di intraprendere per assistere le aziende<br />
nell’affrontare questo periodo di forti difficoltà economiche. È<br />
necessario acquisire un approccio sempre più teso all’innovazione<br />
costante, continuando a proporre ai nostri associati nuove sfide<br />
per riportare il settore agli antichi splendori. Sono convinto, infatti,<br />
che questo momento non debba abbandonarci alla passività, ma<br />
spingerci ad investire risorse ed energie per creare nuove<br />
opportunità. A tal fine, è per noi molto importante poter continuare<br />
a dialogare con le Istituzioni perché rafforzino il loro sostegno nel<br />
difendere e diffondere il calzaturiero italiano, sia attraverso la lotta<br />
alla contraffazione che con la promozione internazionale. Un<br />
impegno che non è venuto meno in questa fase iniziale di lavori<br />
dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione<br />
delle imprese italiane, che ha sostituito da poco l’ICE, nostro<br />
partner nelle attività internazionali.<br />
Che si tratti di calzature gioiello su tacco vertiginoso o di<br />
décolleté mezzo tacco, regine nello shopping delle signore di<br />
tutto il mondo, piuttosto che di mocassini per il ragazzo che<br />
veste casual anche sul lavoro fino ad arrivare allo stivale<br />
cuissard, magari in un colore sgargiante per sentirsi sexy<br />
come le altere sovrane delle passerelle, oppure della classica<br />
stringata per il businessman che non può astenersi ai canoni<br />
dell'eleganza di stampo tradizionale, qualsiasi siano le forme<br />
insomma, piuttosto che le occasioni d'uso e marchi, la verità<br />
è sempre la stessa: ovvero che la scarpa italiana è sinonimo<br />
di assoluta qualità. E che, soprattutto per gli stranieri, calzare<br />
made in Italy è un vero e proprio status symbol al quale non<br />
poter rinunciare. I numeri, d'altro canto, parlavano chiaro sin<br />
dall’anno scorso. Nel 2011 infatti, sulla base del consuntivo<br />
elaborato dall'ANCI (l'Associazione dei calzaturifici), la<br />
produzione appariva in crescita del 2,6% a 207,6 milioni di<br />
paia e del 6,7% a poco più di 7,2 miliardi. Mentre le<br />
esportazioni, sensibilmente aumentate del 3,4% a 229 milioni<br />
di paia e del 12,7% in valore, superano i 7,4 miliardi, tenendo<br />
conto delle operazioni di commercializzazione. Grazie alla<br />
forza del suo know-how, il made-in-Italy, inteso quale<br />
processo manifatturiero, è comunque ancora un elemento<br />
trainante e la componente decisiva che determina valori e<br />
volumi raggiunti dalle esportazioni del comparto moda<br />
calzature italiano. Anche il surplus dell'interscambio ha<br />
chiuso in aumento: +16,4% a 3,4 miliardi, a fronte di un<br />
aumento delle importazioni dello 0,7% a 358 milioni di paia e<br />
del 9,8% a oltre 4 miliardi. Analizzando i dati, si evinceva<br />
come la Francia fosse il mercato più importante per le<br />
esportazioni italiane di calzature: 1,2 miliardi di euro sui 7,4<br />
totali. In questo dato erano però incluse anche le scarpe<br />
realizzate sulla Riviera del Brenta dal colosso Lvmh, che ha<br />
dislocato la fabbricazione di tutti i pezzi dei marchi che<br />
controlla, a partire da Louis Vuitton, in uno dei distretti di<br />
massima specializzazione nell'alto di gamma. Al secondo e<br />
terzo posto, rispettivamente, Germania e Stati Uniti. E<br />
comunque i primi 5 mercati di sbocco registravano<br />
incrementi a doppia cifra che lasciavano presagire un roseo<br />
futuro. Più curiosa l'angolatura nella classifica dei Paesi che<br />
avevano messo a segno gli incrementi maggiori, i magnifici 7
selezionati dalla cover story di Moda24 sia nelle scarpe sia nella<br />
pelletteria, fautori del salto al primo posto della "solita" Cina con<br />
un'impennata dell'88%. Anche se, in valori assoluti, la<br />
Repubblica popolare si posizionava soltanto al quattordicesimo<br />
posto, con 1,3 milioni di paia, appariva chiaro l'appeal delle<br />
scarpe italiane sui mercati asiatici; al secondo posto per<br />
maggiore crescita si situava infatti Hong Kong, seguita dal<br />
Canada, mentre Emirati arabi e Ucraina dimostravano ancora<br />
una volta che i ricchi mercati emergenti sono coloro che<br />
determinano la differenza nel conto finale dell'export. Ciò a<br />
significare che la crisi, con la quale non si può non fare i conti<br />
visto anche il rallentamento della congiuntura nell'ultima parte<br />
del 2011, ha costretto le imprese a trasformarsi radicalmente:<br />
l'86,3% di esse, secondo i risultati di Shoe Report 2012, è<br />
consapevole che la crisi sia un processo i cui effetti tendono a<br />
riverberarsi anche sul futuro, mentre il 40% ritiene che questo<br />
processo può significativamente assolversi attraverso<br />
l'attuazione di strategie di riposizionamento sul mercato,<br />
ristrutturazione e riorganizzazione aziendale interna. Come dire:<br />
chi si ferma è perduto e, forse, le imprese del calzaturiero si<br />
erano fermate a un certo punto più di altre del sistema moda. Ma<br />
le eccellenze produttive del comparto sono talmente elevate,<br />
così come la capacità creativa, che è certo che sia possibile<br />
recuperare il terreno perduto. Soprattutto se il settore saprà<br />
cogliere la febbre dei consumatori e delle consumatrici dei<br />
mercati emergenti per tutto ciò che è bello, ben fatto e,<br />
soprattutto, davvero made in Italy. E’ sulla base di questo<br />
ottimismo Presidente, ma non trascurando il fatto che nel 20°<br />
Rapporto annuale dell'ISTAT sulla situazione del Paese da parte<br />
del Presidente Enrico Giovannini (conferenza che si è tenuta<br />
nell'affollata Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio) sia stata<br />
tracciata, attraverso l’inclemenza dei dati, una condizione<br />
piuttosto drammatica del Paese, che Le chiedo quali ritiene<br />
siano gli scenari ipotizzabili per il futuro e quale il ruolo del<br />
comparto calzaturiero all'interno del settore moda.<br />
Come dimostrano i dati a consuntivo del 2011 e i primi mesi del 2012,<br />
il calzaturiero è indubbiamente una parte significativa del settore<br />
moda. Infatti, è uno dei pochi comparti che ha registrato incrementi<br />
del saldo commerciale del 16,4% nel 2011. Tuttavia, dobbiamo fare in<br />
modo di sfruttare appieno tutte le nostre potenzialità per protrarre nel<br />
tempo questo risultato e migliorare ancora. Il valore delle esportazioni,<br />
con oltre 7,4 miliardi di euro nel 2011, ha superato i livelli pre-crisi<br />
(+7,8% sul 2008), come non è riuscito ad altri comparti del made-in-<br />
Italy. E così anche nei primi mesi del 2012, nonostante il<br />
peggioramento del quadro nazionale e internazionale. Questo<br />
risultato è certamente il segno che le calzature italiane sono ormai<br />
riconosciute in tutto il mondo come simboli di qualità ed eccellenza,<br />
ma soprattutto è il frutto dello sforzo congiunto delle imprese italiane<br />
che hanno saputo ripensarsi, adottando nuove strategie distributive,<br />
nuovi posizionamenti di prezzo e di target. Inoltre, tali dati<br />
rappresentano il successo di una strategia che da anni ANCI sta<br />
portando avanti, fornendo alle imprese il supporto necessario ad<br />
affrontare la concorrenza internazionale. Se continuiamo secondo<br />
questa rotta, sono certo che riusciremo a portare davvero in alto il<br />
valore del calzaturiero italiano, perché siamo competitivi e abbiamo<br />
ottimi prodotti. Indubbiamente il comparto moda calzature italiano,<br />
come molti altri, attraversa anch’esso un momento di difficoltà<br />
economica soprattutto se si guarda ai dati relativi al mercato interno,<br />
sia in termini di consumi che registrano una forte contrazione sia in<br />
termini di liquidità delle aziende, derivanti non solo dai mancati<br />
pagamenti ma anche dalla stretta del credito. Ebbene, l’export non<br />
può essere l’unica arma per superare la crisi: vogliamo che le nostre<br />
imprese siano in grado di lavorare con successo anche entro i confini<br />
nazionali. L’intero settore ha un potenziale ancora parzialmente<br />
inespresso che deve essere il presupposto per affrontare i prossimi<br />
anni, agendo sia all’interno che all’esterno del territorio italiano. Grazie<br />
alla capacità di reagire ai cambiamenti dello scenario competitivo<br />
degli ultimi anni, il settore ha saputo collezionare risultati importanti<br />
sui mercati esteri: occorre ripartire proprio da qui per operare<br />
efficacemente anche sul fronte interno.<br />
A pagare le spese della crisi, ha asserito Giovannini, innanzi<br />
tutto i giovani, le donne, il Sud che più di altri soffrono delle<br />
mancate riforme e del mancato sviluppo. La relazione, sebbene<br />
anche tra le righe, si è rivelata infatti una denuncia delle<br />
manchevolezze di una classe dirigente che non ha saputo<br />
cogliere l'occasione offerta dall'ingresso nell'euro per rendere<br />
ancora più incisivo l'iniziale risanamento, nella direzione del<br />
triplice obiettivo: rigore, crescita, equità. Un significativo atto di<br />
accusa ha riguardato in particolare l'imprenditoria italiana che,<br />
salvo rare eccezioni, si sostiene non abbia saputo in questi anni<br />
adeguatamente ristrutturarsi ed innovarsi, come invece è<br />
avvenuto negli altri Paesi più avanzati dell'Occidente e<br />
dell'Oriente. Molto forte è stato dunque il richiamo a politici e<br />
imprenditori a spingere sull'acceleratore degli investimenti in<br />
Ricerca ed Innovazione in quanto, dati alla mano, appare arduo<br />
che la condizione finanziaria del Paese consenta, nel breve<br />
periodo, un recupero del potere di acquisto, dei consumi e della<br />
domanda interna. Al momento, quindi, le maggiori possibilità di<br />
ripresa economica dipenderebbero dall'ulteriore slancio che le<br />
imprese sapranno dare all'export ed alla loro competitività<br />
internazionale, capacità strettamente legata allo sviluppo degli<br />
investimenti pubblici e privati in Ricerca ed Innovazione, oggi<br />
ancora troppo scarsi. Tesi, questa, ampiamente supportata da<br />
una autorevole comunità di esperti, i quali avevano da tempo<br />
presagito che con l’intensificarsi della globalizzazione le PMI<br />
avrebbero perso la propria competitività proprio in virtù del fatto<br />
che esse paiono essere in svantaggio sia in relazione<br />
all’economia su larga scala, quanto nella capacità di innovare,<br />
sebbene negli ultimi anni il contributo delle piccole imprese alla<br />
crescita indotta dall’innovazione e alla creazione di posti di<br />
lavoro è stato oggetto di rinnovato interesse. Una gran quantità<br />
di dati mostra infatti che le PMI, specialmente le piccole imprese,<br />
hanno contribuito, e contribuiscono in larga e crescente misura,<br />
al sistema di innovazione, introducendo nuovi prodotti e<br />
adattando quelli esistenti alle necessità della clientela. Per<br />
questo motivo gli economisti tornano a chiedersi se le piccole<br />
imprese siano colpite eccessivamente da turbative di mercato e<br />
sistemiche, e perché i governi abbiano dato in genere sempre<br />
maggiore priorità alle politiche indirizzate alle PMI, spronando al<br />
tempo stesso queste ultime a mettere l’accento sulla<br />
promozione dell’innovazione. Tali politiche devono considerare<br />
le sfide e le opportunità presentate dalla globalizzazione alle<br />
piccole imprese; esse devono inoltre trovare il giusto equilibrio<br />
tra misure volte a risolvere problemi generici di dimensione e<br />
novità, da un lato, e risposte più mirate e adeguate alle diverse<br />
necessità dei vari tipi di PMI dall’altro. Sulla base di questa<br />
analisi, Presidente, e fermo restando l’autorevolezza della tesi<br />
dell’Istat secondo la quale le imprese italiane non avrebbero<br />
sufficientemente investito importanti risorse nelle innovazioni di<br />
prodotto e di processo e nelle fasi a monte (ricerca, innovazione<br />
tecnologica, design, progettazione) e a valle del processo<br />
produttivo (commercializzazione, marketing) e che questo, in<br />
particolare, sia da ritenersi il gap negativo generatore di una<br />
condizione in cui la potenza effettiva del nostro Made in Italy è<br />
risultata essere molto al di sotto del suo potenziale, quali i rischi<br />
e le opportunità che la globalizzazione pone oggi alle PMI,<br />
confrontate con pressioni a ridurre i costi di produzione, ad<br />
aumentare la produttività e a intensificare il proprio know-how<br />
sulla base delle conoscenze attuali relative ai modi in cui i<br />
diversi tipi di PMI innovano?<br />
Il settore calzaturiero è stato vittima per anni di un pregiudizio come<br />
un po’ tutti quelli in cui è predominante l’elemento manifatturiero. Ma è<br />
proprio quella la nostra forza nel mondo: la cura dei dettagli,<br />
l’artigianalità, il gusto del bello sono elementi che solo una realtà<br />
come la nostra può tutelare, una ricchezza da cui parte l’impegno di<br />
ANCI nel cercare soluzioni che supportino il sistema delle PMI
italiane ad espandersi ed esportare le nostre eccellenze in tutto il<br />
mondo. Il nostro impegno si esprime quindi nel valorizzare al<br />
massimo tutti i distretti presenti sul territorio nazionale, esaltando i<br />
punti di forza e le caratteristiche peculiari di ciascuno di essi, veri<br />
custodi dell’artigianalità e dello stile italiano, che tutto il mondo ci<br />
invidia. Una delle iniziative più recenti è lo Shoe Report Finanza, un<br />
evento di dialogo tra industria calzaturiera e sistema del credito,<br />
tenutosi in Piazza Affari a Milano lo scorso maggio. Siamo convinti<br />
che da un lato gli imprenditori hanno bisogno di capire gli strumenti<br />
finanziari a loro disposizione per dare una nuova spinta vitale al<br />
settore, dall’altro il mondo della finanza deve avvicinarsi a quello del<br />
nostro settore, un enorme patrimonio industriale che ha generato e<br />
continua a generare ricchezza per l’intero Paese. Inoltre, ANCI<br />
supporta le proprie PMI nel raggiungere livelli di innovazione<br />
competitivi e nel diffondere il prezioso know-how di cui sono portatrici.<br />
E lo fa anche puntando molto sui giovani, con tantissime iniziative<br />
volte ad appassionare le nuove generazioni a lavorare in questo<br />
settore e non far morire la nostra peculiare realtà di PMI in un<br />
contesto ormai fortemente globalizzato. Il nostro settore non può<br />
rinunciare alla passione, alla voglia di fare e alla creatività dei giovani,<br />
ma deve coinvolgerli e stimolarli alla cultura del ben fatto per<br />
continuare a realizzare prodotti all’altezza della tradizione italiana che<br />
continuino ad essere competitivi a livello internazionale.<br />
Per poter far fronte alle sfide poste dalla concorrenza a livello<br />
mondiale e da una crescente esigenza di sostenibilità è<br />
indispensabile dunque conseguire l'eccellenza nell'innovazione<br />
che, come abbiamo visto, svolge un ruolo fondamentale di<br />
volano nel determinare aumenti di produttività, una maggiore<br />
efficienza nell'uso dell'energia e dei materiali, oltre che nei<br />
processi produttivi e nei servizi, il miglioramento dei prodotti e<br />
la creazione di nuovi mercati. Pensa che le strutture formative<br />
siano attrezzate per dare le risposte concrete a quelle che sono<br />
le nuove competenze che le imprese devono acquisire sul<br />
mercato?<br />
Ritengo sia doveroso e necessario favorire l’ingresso delle nuove<br />
generazioni all’interno del settore calzaturiero, continuando ad<br />
esempio a collaborare con realtà come il MIUR per creare sempre<br />
nuove iniziative a favore della formazione professionale e la<br />
creazione di nuove figure che il mercato richiede: virtual<br />
merchandiser, online store manager, visual merchandiser di<br />
piattaforma web, digital brand manager, web marketing specialist,<br />
tutte opportunità di lavoro legate alla tecnologia e alla creatività,<br />
nonché ad una particolare dimestichezza con il web. ANCI, assieme<br />
all’Area Formazione, ha in cantiere iniziative, eventi e progetti volti a<br />
risvegliare nelle nuove generazioni l’interesse verso il mondo<br />
calzaturiero, creando occasioni di incontro per incentivare uno<br />
scambio di idee e di opportunità. Un vero e proprio investimento sul<br />
futuro per sviluppare le eccellenze di filiera e preservare le<br />
competenze tecniche e il know-how che ci contraddistingue nel<br />
panorama internazionale, sebbene in un contesto di forte<br />
rinnovamento. Non solo. ANCI, in collaborazione con CIMAC, CNR,<br />
Regione Lombardia, e Comune di Vigevano sta attualmente<br />
lavorando alla nascita di un palazzo della calzatura, un centro di<br />
formazione avente la finalità di creare una rete di tecnici specializzati<br />
che tenga alti gli standard di qualità e innovazione per i quali siamo<br />
conosciuti in tutto il mondo.<br />
La recessione che sta coinvolgendo gran parte delle economie<br />
nazionali si sta diffondendo come un virus e ha come vettore i<br />
flussi del capitale finanziario. Per questo è impossibile<br />
prevedere le coordinate della diffusione del “contagio” sebbene<br />
uno degli effetti certi è l’aumento dell’incertezza e della<br />
precarietà, che a loro volta alimentano la paura, sentimento<br />
dominante nelle società capitaliste da alcuni lustri, da quando<br />
cioè il neoliberismo ha preso il posto del welfare state. Un<br />
vecchio adagio sosteneva che con il capitalismo industriale la<br />
pietà è morta. Nella modernità liquida di Bauman c’è solo spazio<br />
per la sussidiarietà, cioè l’acquisto al mercato degli strumenti<br />
per quei servizi, beni, protezioni che possono rendere tollerabile<br />
la convivenza con la paura. E, sebbene la paura sia un<br />
sentimento globale, il suo «addomesticamento» avviene ancora<br />
su scala locale. Ma la recessione, Presidente, a parer Suo, è<br />
davvero un virus tanto ingovernabile?<br />
I dati del 2011 e i primi mesi del 2012 dimostrano che, in un momento<br />
di forte crisi in molti comparti italiani, il calzaturiero ha potuto contare<br />
sugli ottimi risultati conseguiti sul fronte estero, continuando a<br />
stentare invece su un mercato interno sempre più difficile, che alterna<br />
periodi di stagnazione a periodi di contrazione. Da una rapida<br />
indagine compiuta su un campione di imprese associate, è emerso<br />
che gli ordini Italia ricevuti nei primi quattro mesi del 2012 hanno<br />
registrato una diminuzione del 7,6% rispetto ai primi quattro mesi del<br />
2011. La situazione è quindi certamente preoccupante, ma<br />
l’eccellenza manifatturiera italiana è la nostra carta vincente, su cui<br />
dobbiamo continuare a puntare per uscire completamente dalla crisi.<br />
Abbiamo già dimostrato di essere competitivi e in grado di far fronte a<br />
grandi sfide, come penetrare in mercati difficili anche in momenti<br />
storici ed economici instabili e caratterizzati dall’incertezza. ANCI in<br />
questo senso intende proseguire attivamente nel lavoro di<br />
costruzione di politiche concrete di sostegno al settore, per emergere<br />
da questo momento di crisi con nuove idee, progetti e reali<br />
opportunità di crescita. Dobbiamo affrontare il futuro con fiducia nelle<br />
nostre capacità e partire dai già ottimi risultati sul fronte internazionale<br />
per sfruttare appieno le nostre grandi potenzialità anche sul piano<br />
nazionale.<br />
La concorrenza del gigante asiatico sembrerebbe non destare<br />
più grande preoccupazione, visto l’interesse e l’apertura<br />
dimostrati nei confronti del nostro Made in Italy che avrà modo<br />
di autocelebrarsi, favorendone a tal fine la penetrazione<br />
capillare sul territorio, attraverso una fiera pensata per il<br />
mercato cinese; ciò grazie ad un recentissimo accordo siglato<br />
tra l’ANCI (Associazione Calzaturifici) da Lei rappresentato e<br />
Fiera Milano. Vero è che in un recente passato la Cina è stato<br />
invece un competitor temibilissimo in quanto la sua capacità di<br />
produrre grandi quantitativi di calzature ed accessori a costi<br />
bassissimi, e non ultima, la capacità di riprodurre fedelmente il<br />
design italiano (sebbene pure si tralasciassero la qualità dei<br />
materiali e la meticolosità della lavorazione), ha fatto sì che<br />
consumatori non troppo attenti o con una inferiore capacità di<br />
spesa rispetto a classi più abbienti le quali si presume non siano<br />
rimaste attratte dalla sola opportunità di risparmio,<br />
acquistassero i loro prodotti determinando di fatto<br />
l’impoverimento di molte aziende. La politica cinese,<br />
essenzialmente di prezzo, ha colpito in particolare i segmenti di<br />
fascia bassa della produzione determinando una dura selezione<br />
fra gli operatori, maggiori investimenti nella qualità e, sebbene in<br />
misura inferiore, la delocalizzazione di alcune attività verso la<br />
stessa Cina. Molte le questioni ancora da definire, malgrado<br />
anche le opportunità che si presentano all’orizzonte, e che<br />
impongono un ripensamento delle strategie aziendali e di<br />
sistema, non di meno delle politiche economiche a partire dalla<br />
considerazione che il Made in Italy non è solo espressione di<br />
indicazione geografica bensì un sistema di valori e come tale va<br />
difeso da qualsivoglia forma di competizione illegale e sleale<br />
che oltre a sottrarre quote di mercato interno ed internazionale<br />
alle nostre imprese, danneggiano gravemente l'immagine del<br />
nostro Paese e svilendo il valore aggiunto implicito nel marchio.<br />
Quali dunque, Presidente, le attuali strategie e gli strumenti per<br />
difendere e promuovere quello che è un patrimonio non solo<br />
economico ma anche sociale e culturale, a partire dal<br />
presupposto che il denunciare il mancato rispetto dei diritti<br />
umani come il più elementare ed efficace strumento di<br />
contenimento dei costi di produzione, non equivale ad attentare<br />
alla autonomia dei singoli Paesi, ma bensì fare una grande<br />
battaglia di libertà e di emancipazione sociale?<br />
In occasione dell’assemblea generale ANCI, lo scorso 7 giugno, è<br />
stato firmato un importante protocollo d’intesa tra ANCI e Fiera Milano<br />
per il progetto “MICAM nel Mondo” attraverso cui intendiamo<br />
esportare la formula vincente di MICAM ShoEvent nei principali<br />
mercati esteri, a cominciare proprio dalla Cina. Il progetto si inserisce<br />
nell’ambito di un processo di internazionalizzazione in cui il made-initaly<br />
costituisceil centro focale e l’elemento guida di tutta l’azione e<br />
prende avvio proprio in Cina, che negli ultimi anni si è rivelata un<br />
mercato strategico, da cui ANCI intende partire per dirigersi<br />
successivamente verso altri paesi in cui è forte la domanda di prodotti<br />
italiani, come Stati Uniti e Giappone. MICAM nel mondo è un ulteriore<br />
passo verso la realizzazione e lo sviluppo di una strategia che<br />
l’Associazione porta avanti da anni attraverso l’organizzazione di<br />
manifestazioni all’estero che raccolgono consensi e grande<br />
partecipazione. In quest’ottica, crediamo fortemente<br />
nell’ottimizzazione delle risorse del Sistema Paese dedicate<br />
all’internazionalizzazione, attraverso il coordinamento dei vari attori<br />
coinvolti, dagli enti fieristici all’Agenzia per la promozione e<br />
l’internazionalizzazione per la consulenza alle imprese, le Camere di<br />
commercio e le associazioni industriali. Esportare il made-in-Italy è un<br />
modo per diffondere l’immagine e i valori su cui si fonda il nostro<br />
settore e ovviamente ci auguriamo che accanto alla diffusione del<br />
bello e ben fatto italiano, le iniziative e i contatti possano favorire<br />
anche lo sviluppo di altri processi positivi. Se puntiamo su mercati<br />
come la Cina è perché crediamo nelle grandi potenzialità e<br />
opportunità che essi possono offrire: il confronto con realtà diverse<br />
dalla nostra non può che apportare benefici agli uni e agli altri e non<br />
solo in termini economici.<br />
Il fashion system italiano sappiamo essere un patrimonio di<br />
ineguagliabile valore riconosciuto per creatività, qualità e<br />
accuratezza dei prodotti, ciò a dimostrare che la dedizione degli<br />
imprenditori e la professionalità di tutte le persone che vi<br />
lavorano, sono da ritenersi lo scarto di differenza che ha<br />
consentito di affrontare le sfide poste dai mercati mondiali e di<br />
conservare intatto l’aspetto seduttivo, anche nonostante il crollo<br />
dell’economia su larga scala. Un sistema complesso, il nostro,<br />
in quanto caratterizzato contemporaneamente da elementi<br />
culturali e da fattori industriali, fondato su una solida tradizione<br />
artigianale e sull’esperienza nella lavorazione di determinate<br />
materie prime la cui produzione è realizzata prevalentemente da<br />
piccole e medie imprese e strutturato, da un punto di vista<br />
organizzativo, in distretti industriali, ovvero nella concentrazione<br />
in un contesto territoriale omogeneo dal punto di vista<br />
economico, sociale e culturale di un numero elevato di imprese<br />
ciascuna delle quali specializzata in una particolare fase della<br />
filiera produttiva; vere e proprie reti di collaborazione e di<br />
cooperazione fra le imprese che costituiscono quel “capitale<br />
sociale” che risulta essere importantissimo affinché sia<br />
garantita l’efficacia del processo. Il fenomeno moda fra locale e<br />
globale due possibili dimensioni a confronto: la produzione<br />
artigianale locale e la distribuzione globale fra limiti e<br />
opportunità reali.<br />
Oltre a “MICAM nel mondo”, da anni ANCI porta collettive all’estero e<br />
aiuta le aziende a penetrare in nuovi mercati per ampliare il proprio<br />
business. Siamo già presenti nelle principali manifestazioni fieristiche<br />
mondiali, in Europa e nell’area russa, in USA e Asia, ricevendo<br />
sempre feedback positivi in termini di ordini e di contatti. Tutte<br />
iniziative che contribuiscono a promuovere e rafforzare l’immagine<br />
del made-in-Italy calzaturiero nel mondo, ormai punto di riferimento<br />
per qualità e ricercatezza di materiali e stile. Il nostro intento, però, è<br />
non perdere le nostre peculiarità, ma partire da esse e puntare sulle<br />
nostre specifiche caratteristiche per costruire strategie vincenti di<br />
sviluppo del business calzaturiero, secondo un’impostazione glocal,<br />
permettendo cioè la convivenza della dimensione locale con quella<br />
globale. Altro progetto importante in questa stessa direzione e su cui<br />
stiamo investendo molto è lo sviluppo dell’e-commerce, per<br />
promuovere le calzature italiane sul web con il lancio della<br />
piattaforma www.iloveitalianshoes.eu, una vera e propria shopping<br />
destination per le calzature di qualità, simboli di eccellenza e stile<br />
made-in-Italy. Si tratta di uno strumento creato per il consumatore,<br />
che può acquistare le migliori calzature italiane e utilizzare, nel caso<br />
di mancata disponibilità del numero desiderato, un’applicazione<br />
mobile per individuare i negozi in cui è disponibile il modello. È stata<br />
inoltre avviata negli ultimi mesi l’iniziativa “www.iloveitalianshoes.eu<br />
sbarca in Cina” un’opportunità importante per le aziende per<br />
conoscere e attivare un primo contatto con il mercato cinese, di<br />
grande interesse per le calzature made-in-Italy anche se non di<br />
semplice approccio per i costi e le distanze, sia geografiche che<br />
culturali. Un strumento per diffondere la qualità e la creatività italiana<br />
sfruttando le nuove tecnologie e i nuovi modelli dei business e di<br />
comunicazione, che permettono anche alle aziende più piccole di<br />
avere contatti che, senza il supporto dell’Associazione, avrebbe costi<br />
molto più alti e probabilmente insostenibili se affrontati singolarmente.<br />
Nel secondo dopoguerra le tendenze all'avvicinamento dei<br />
mercati si sono accentuate al punto che, a partire dagli anni 80,<br />
si è cominciato a parlare di globalizzazione. L'industrializzazione<br />
ha imposto l'apertura degli scambi e ha dato avvio alla mobilità<br />
territoriale di persone e tecnologie destinata a divenire sempre<br />
più intensa. Il contributo più grande è avvenuto però con la<br />
rivoluzione informatica e soprattutto dalla possibilità di integrare<br />
i sistemi informatici con quelli delle telecomunicazioni: oggi è<br />
possibile inviare in ogni parte del mondo un numero infinito di<br />
informazioni, grazie alla rete telematica internet. L'opportunità di<br />
accedere ai mercati mondiali si presume faccia mutare lo spirito<br />
concorrenziale delle imprese che non si trovano più solo a<br />
competere con quelle dello stesso territorio. Villaggio globale ...<br />
nuova forma di democrazia o regime di massa?<br />
ANCI ha accolto con favore la sfida della globalizzazione e sta<br />
lavorando per sfruttare al meglio le opportunità che offre, a cominciare<br />
dalla diffusione di internet e delle nuove tecnologie digitali, capaci di<br />
accorciare le distanze e permettere uno sviluppo considerevole del<br />
business, se sapute utilizzare. Come Associazione non abbiamo<br />
voluto perdere l’occasione di essere al passo coi tempi e, oltre al<br />
progetto e-commerce che ha già avuto riscontri molto positivi in<br />
termini di visite da tutto il mondo, continuiamo ad essere presenti sui<br />
principali social network, ad esempio con la pagina Facebook “I Love<br />
Italian Shoes”, che ha attualmente più di 46.000 contatti. Questo<br />
significa che è possibile tracciare ponti tra mondi diversi e lontani<br />
parlando un unico linguaggio e ANCI riconosce in tutti questi<br />
strumenti un’opportunità unica per dare valore aggiunto alle<br />
eccellenze del made-in-Italy calzaturiero, su cui occorre continuare ad<br />
investire anche in futuro. Nell’esportare il made-in-Italy in tutto il<br />
mondo, però, non intendiamo e non dobbiamo rinunciare alla nostra<br />
identità. Il villaggio globale non deve annullare le diversità, ma<br />
valorizzare le differenze e il confronto con altre realtà, il che aumenta<br />
la capacità di essere competitivi, puntando in maniera sostanziale<br />
sull’eccellenza che contraddistingue da sempre i nostri prodotti.<br />
Ho letto un bellissimo articolo tempo fa sulle capacità delle<br />
donne come PR, in cui le si definiva sostanzialmente più brave<br />
degli uomini. Ciò anche sulla scia del libro “Business<br />
Networking and Sex “(Not What You Think) in relazione al quale<br />
è stato recentemente condotto un sondaggio che ha coinvolto<br />
12.000 imprenditori di tutto il mondo, di entrambi i sessi. Il<br />
risultato è che le donne, differentemente dagli uomini che<br />
tenderebbero ad essere più concentrati sugli affari, focalizzano<br />
l’attenzione sulla relazione interpersonale, e questo approccio<br />
funziona, ai fini della chiusura di un contratto. Sulla base di questi<br />
dati le chiedo pertanto quale l’incidenza delle aziende a titolarità<br />
femminile sulla globalità degli associati A.N.C.I. e quali, le<br />
caratteristiche distintive rispetto alle aziende al maschile?<br />
Pur non esistendo purtroppo statistiche ufficiali settoriali al riguardo, è<br />
innegabile come nel corso degli anni la presenza femminile tra gli<br />
imprenditori sia andata crescendo, come dimostra l’aumentata<br />
partecipazione femminile alle riunioni dei gruppi di lavoro (“Laboratori”)<br />
ANCI sui molteplici temi di interesse associativo o la quota di<br />
imprenditrici in seno agli organi direttivi di ANCI: nel Consiglio Direttivo<br />
attualmente in carica, ad esempio, le donne rappresentano un non<br />
trascurabile 15%. Anche nell’organo di controllo ristretto, la Giunta<br />
Esecutiva, abbiamo Alessia Fabi, prima donna ad occupare tale carica.
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HANNO DETTO<br />
opinioni a confronto<br />
MICHELE TRONCONI<br />
Presidente Sistema Moda<br />
Italia<br />
"L'export è la nostra forza"<br />
afferma Michele Tronconi alla<br />
sua ultima assemblea annuale<br />
come presidente, e alla<br />
presenza di Giorgio Squinzi,<br />
presidente di Confindustria, ha<br />
messo a fuoco i problemi senza<br />
nascondere i risultati raggiunti.<br />
Tra gli aspetti positivi il sostegno<br />
all'internazionalizzazione e alla<br />
crescita dell'export con<br />
l'apertura dell'ufficio Smi a<br />
Shanghai, a cui si sono già<br />
rivolte 250 imprese italiane. Non<br />
sono mancate le nuove missioni<br />
in Brasile e Siberia, a caccia di<br />
nuovi mercati. Ma Tronconi ha<br />
ricordato anche obiettivi non<br />
raggiunti, come il mancato<br />
riconoscimento a livello europeo<br />
del Made in per le merci extra<br />
Ue; il non riconoscimento<br />
energivoro, che costa alle<br />
imprese il 35% in più per<br />
l'energia, rispetto ai concorrenti europei. Al Governo una richiesta di<br />
coerenza, chi chiede alle imprese internazionalizzazione, deve<br />
sostenere la competitività sui mercati internazionali. “Nel ricordare<br />
queste criticità – conclude – sto solo difendendo l'integrità della<br />
filiera, perché se certi comportamenti divenissero sempre più diffusi<br />
potrebbero arrecare danni irreparabili per tutti, in prospettiva”.<br />
LAURA GHERARDI docente di Sociologia e Tecnica dell'Innovazione<br />
dell'Università Cattolica di Milano.<br />
"L'impresa sostenibile si legittima proprio perché crea valore in senso extrafinanziario.<br />
Oggi la sostenibilità, secondo Laura Gherardi, entra direttamente a far<br />
parte dello sviluppo e del business dell'impresa e consente strategie di lungo periodo".<br />
FRANCESCO MORACE Presidente Future Concept Lab<br />
"La sostenibilità non è una tendenza, come ha sottolineato nel suo appassionato intervento Francesco Morace di Future Concept Lab, bensì una precondizione<br />
per entrare nel mercato. Ad oggi il sistema moda non ha ancora mostrato particolare interesse e sensibilità, ma non si può più derogare.<br />
L'estetica deve trovare<br />
strategie che siano anche<br />
etiche. La sostenibilità,<br />
sgomberata dalle ideologie,<br />
è un nuovo modo di pensare<br />
e chi non lo capirà rimarrà<br />
fuori dal mercato. Il sistema<br />
moda italiano ha<br />
straordinarie possibilità e<br />
alcuni imprenditori hanno<br />
già intrapreso questa strada.<br />
La capacità locale che<br />
contraddistingue il made in<br />
Italy dovrà diventare globale<br />
per ridare valore all'italian<br />
way che spesso è già<br />
sostenibile".<br />
GIORDANO GIRONACCI<br />
Amministratore Delegato<br />
Melania<br />
“Portare ai piedi per due terzi<br />
della giornata una scarpa<br />
significa avere molta fiducia in<br />
cosa si calza. Le scarpe sono un<br />
prodotto strano, tutti le<br />
indossano e quasi nessuno ne<br />
conosce la complessità per<br />
realizzarle. Per i bambini poi<br />
l’argomento diventa<br />
delicatissimo; occorrono<br />
competenza, passione, amore<br />
per un lavoro che è al tempo<br />
stesso industriale (Melania<br />
produce 12.000 paia al giorno) e<br />
artigianale (ogni calzatura ha la<br />
massima accuratezza nella<br />
ricerca dei materiali e della<br />
“forma” per la tutela della<br />
crescita del bambino). Mio padre<br />
Manfredo, fondatore dell’azienda<br />
Melania e tuttora anima dell’impresa, è sempre stato all’avanguardia in queste scelte; in più siamo stati i primi e credere e ad investire nella<br />
creazione di un brand e nella comunicazione, in un periodo in cui in televisione andavano solo le multinazionali ed in settori merceologici con ben<br />
altre marginalità. Ora la sfida è con un sistema distributivo che cambia, in evoluzione - in Italia e all’estero - ed anche qui ci stiamo muovendo<br />
bene, ottenendo grandi soddisfazioni.”<br />
SANTO VERSACE Presidente di Fondazione Altagamma<br />
"Nei secoli gli incisori, gli orafi, i maestri d'ascia e gli artigiani di ogni mestiere hanno reso<br />
famosa l'Italia nel mondo. Su questo inestimabile patrimonio di sapienza manuale hanno<br />
proliferato i mestieri artigiani e le arti e si è formato il gusto estetico che da sempre<br />
caratterizza il nostro Paese. Nel Novecento, il connubio di questo saper fare con la<br />
creatività del genio individuale e con le continue innovazioni tecnologiche ha permesso la<br />
nascita e la crescita di un'industria manifatturiera che ha conquistato il mondo grazie ai suoi<br />
contenuti simbolici e alla sua qualità assoluta. Il lavoro manuale soffre oggi di una crisi di<br />
vocazione, dovuta anche alla scarsa fascinazione che questi mestieri sono in grado di<br />
esercitare sui ragazzi nel delicato momento della scelta della loro carriera formativa.<br />
Fondazione Altagamma si è impegnata in un<br />
progetto di valorizzazione e promozione del<br />
lavoro manuale, chiamato “Il successo nelle<br />
mani”, che si rivolge in particolare agli studenti<br />
delle scuole medie inferiori e ai loro genitori, per<br />
invitarli a considerare l'avviamento ad una<br />
carriera di studi tecnico-professionali. In<br />
collaborazione con il Centro Sperimentale di<br />
Cinematografia di Milano, ha realizzato un<br />
filmato che ha l'obbiettivo di fornire una<br />
rappresentazione contemporanea del lavoro<br />
manuale, che invogli i ragazzi ad imboccare<br />
questo percorso. E' stato quindi utilizzato un<br />
linguaggio per immagini adatto ai giovani, ma<br />
anche ai loro familiari, primi responsabili di<br />
scelte che spesso penalizzano il lavoro<br />
manuale. Il film riporta una serie di<br />
testimonianze di imprenditori Altagamma<br />
(Gianmaria Buccellati, Vittorio Moretti, Ottavio<br />
Missoni, Carlo Riva) e alcuni nuovi talenti di altre<br />
imprese (Paolo Dazzara di illycaffè, Clemente<br />
Olivadoti di Bulgari, Federica Giorgi di Gucci,<br />
Francesco Rodriquez di Flos) che hanno basato<br />
sull'abilità manuale il loro successo e le loro<br />
prospettive di carriera. Sul lavoro manuale, integrato con le nuove tecnologie, si fonda il<br />
successo dei grandi marchi italiani. Con l'abilità delle mani i giovani possono rendere<br />
materia i sogni di milioni di persone, e costruire il loro futuro”<br />
www.donnaimpresa.com<br />
MIUCCIA PRADA Stilista<br />
“La moda oggi non riflette un modo in crisi, se c'e'<br />
una cosa che evidenzia e' la differenza tra ricchi e<br />
poveri. Il cliente che in gergo noi chiamiamo<br />
aspirational non c'e' piu'. Adesso c'e' un mercato<br />
molto economico rappresentato da H&M e Zara e<br />
un livello molto costoso: sta scomparendo la via di<br />
mezzo. L'Europa e' un posto a se stante, molto piu'<br />
difficile da leggere, dove c'e' ancora la fascia dei<br />
cosiddetti chic o snob, che si vestono ma non<br />
vogliono far vedere che spendono. Quando non<br />
hai niente, il primo strumento di emancipazione e' il<br />
corpo, il secondo e' il vestito. Dopo la musica, la<br />
moda e' la cosa piu' popolare. Nonostante tutto e'<br />
democratica. La moda e' ben piu' ampia del lusso”.<br />
44 www.donnaimpresa.com
ALESSIA FABI<br />
Amministratore<br />
Delegato e<br />
Responsabile<br />
Commerciale Fabi<br />
Shoes<br />
"Il Made in Italy è una<br />
grande forza, diamo<br />
l'esempio al nostro<br />
Paese che si può fare<br />
anche l'eccellenza". Con<br />
queste parole di Gaetano<br />
Marzotto, presidente di<br />
Pitti Immagine, ha aperto<br />
i battenti l'edizione<br />
numero 82 di Pitti<br />
Immagine Uomo, la<br />
rassegna internazionale<br />
della moda maschile che<br />
www.fabishoes.it<br />
ha presentato a Firenze le anteprime delle collezioni<br />
primavera-estate 2013 di oltre mille brand italiani e<br />
internazionali. Nel corso della cerimonia d'apertura<br />
l'economista Marco Fortis ha presentato uno studio della<br />
Fondazione Edison, secondo cui l'Italia è il Paese più<br />
competitivo al mondo nei tre comparti del tessile,<br />
dell'abbigliamento, e della filiera cuoio - pelletteria - calzature.<br />
"Il sistema Paese - ha detto Alessia - non é competitivo:<br />
energia troppo cara, burocrazia, inefficienze, infrastrutture<br />
obsolete. Le imprese, nonostante ciò, riescono ad essere<br />
competitive". Michele Tronconi, presidente di Sistema Moda<br />
Italia, ha accusato la politica di aver fatto scelte sbagliate per il<br />
settore: "Troppo presto si è pensato che fosse un'industria al<br />
tramonto". Fabi Shoes: una storia imprenditoriale di valore.<br />
Una storia speciale che ha portato l’azienda ad affermarsi in<br />
ambito internazionale. Un mix di successi, responsabilità,<br />
crescita, riconoscimenti e traguardi, iniziato nel lontano 1965.<br />
VALENTINO ORLANDI Titolare e Amministratore<br />
Per Valentino Orlandi il Made in Italy non è un trend<br />
temporaneo o un mero valore aggiunto, ma rappresenta da<br />
sempre il carattere distintivo ed il principale punto di forza<br />
dell’azienda. Le collezioni Valentino Orlandi sono riconosciute<br />
nel mondo per una qualità ed uno stile che solo una<br />
manifattura totalmente made in Italy può realizzare. Grazie a<br />
questo valore l’azienda è cresciuta costantemente nel tempo,<br />
acquisendo una dimensione sempre più internazionale, con<br />
una presenza sempre più forte nei nuovi mercati. L’eccellenza<br />
e la qualità dei nostri artigiani, l’attenzione ai particolari,<br />
l’esplorazione di nuove<br />
soluzioni stilistiche,<br />
sono la testimonianza<br />
migliore di ciò che<br />
significa oggi made in<br />
Italy, e sono i punti di<br />
riferimento da cui partire<br />
per reagire all’attuale<br />
momento di crisi.<br />
PELLETTERIE<br />
VALENTINO ORLANDI<br />
Via Enrico Mattei 25<br />
Zona Industriale<br />
30172 CORRIDONIA<br />
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www.valentinoorlandi.it<br />
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mail: info@sitonvenezia.it<br />
GAETANO MARZOTTO Presidente di Pitti<br />
Immagine<br />
"Il Made in Italy è una grande forza, diamo l'esempio<br />
al nostro Paese che si può fare anche l'eccellenza".<br />
Con queste parole di Gaetano Marzotto, presidente di<br />
Pitti Immagine, ha aperto i battenti l'edizione numero<br />
82 di Pitti Immagine Uomo, la rassegna internazionale<br />
della moda maschile che ha presentato a Firenze le<br />
anteprime delle collezioni primavera-estate 2013 di<br />
oltre mille brand italiani e internazionali. Nel corso<br />
della cerimonia d'apertura l'economista Marco Fortis<br />
ha presentato uno studio della Fondazione Edison,<br />
secondo cui l'Italia è il Paese più competitivo al<br />
mondo nei tre comparti del tessile, dell'abbigliamento,<br />
e della filiera cuoio-pelletteria-calzature. "Il sistema<br />
Paese - ha detto - non é competitivo: energia troppo<br />
cara, burocrazia, inefficienze, infrastrutture obsolete.<br />
Le imprese, nonostante ciò, riescono ad essere<br />
competitive". Michele Tronconi, presidente di Sistema<br />
Moda Italia, ha accusato la politica di aver fatto scelte sbagliate per il settore: "Troppo<br />
presto si è pensato che fosse un'industria al tramonto".<br />
BARBARA JOVINE Stilista SOLE SRL - CALZATURE SITON<br />
Le Calzature Siton portano la firma di una giovane stilista venezia Siton il marchio di<br />
scarpe ed accessori che nonostante la recente nascita sta già registrando interessanti<br />
e crescenti riscontri nel mercato<br />
sia nazionale che internazionale.<br />
La ricetta del successo sta<br />
unicamente in una parola d'ordine<br />
: la qualità, un imperativo che<br />
governa la selezione accurata dei<br />
materiali e la cura attentissima dei<br />
dettagli compresa quella degli<br />
accessori tutti lavorati a mano. È<br />
una qualità che passa anche<br />
attraverso la scelta di lavorazioni<br />
Artigianali ; tutte venete le aziende<br />
partner, italiane le concerie. Per un<br />
marchio che è rigorosamente<br />
made in italy anzi made in veneto.<br />
E' il nome stesso che in dialetto<br />
veneto significa libellula ( appunto<br />
il simbolo della firma Siton) a<br />
rimandare a tale intento di<br />
rimanere fedele alla tradizione<br />
artigiana del territorio.<br />
SOLE SRL<br />
Via Milano 5<br />
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T.041 977988 F 041 5056039<br />
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mail: info@sitonvenezia.it<br />
FRANCESCA ROMANA RINALDI<br />
Docente SDA Bocconi<br />
«La stagione dell'iper-consumo è finita, oggi si<br />
parla di consumo condiviso e di un<br />
consumatore più selettivo interessato<br />
all'impatto sociale e ambientale del prodotto.<br />
La fedeltà alla marca sarà conquistata solo<br />
sulla base di rispetto e amore. La moda<br />
sostenibile inoltre può valorizzare know how<br />
locali e la conseguente unicità di una<br />
produzione. Ad oggi resta ancora il problema<br />
dell'informazione che deve essere<br />
coinvolgente e dinamica per diffondere la<br />
cultura dell'innovazione".<br />
IPPOLITO MATRICARDI Amministratore<br />
“Sessant’anni di strada, esperienza e nuovi traguardi raggiunti per<br />
essere sempre più vicini alla realtà della calzatura italiana: ecco<br />
come possiamo sintetizzare la realtà della Matricardi S.p.A. La<br />
nostra azienda, infatti, nasce e si sviluppa per raggiungere<br />
l’obiettivo di diventare il principale partner nazionale per<br />
l’approvvigionamento delle materie prime dei calzaturifici italiani ed<br />
oggi, grazie all’apertura della linea dedicata al collegamento del<br />
polo conciario lombardo con le Marche e l’Abruzzo ed il<br />
recentissimo avvio della linea giornaliera con la Campania è<br />
sicuramente leader nel settore. Svolgendo un servizio di trasporto<br />
giornaliero sulle regioni: Marche, Abruzzo/Molise, Umbria,<br />
Toscana, Veneto, Lombardia e Campania, creiamo con i nostri<br />
clienti una partnership dove ogni singolo servizio rappresenta “il<br />
trasporto su misura” capace di far fronte alle innumerevoli criticità<br />
di cui il mercato ci rende partecipi, ciò al fine di creare un modello<br />
logistico sempre più coerente con la nostra filosofia aziendale. La<br />
flessibilità è ciò che ci contraddistingue da tutti i nostri competitor<br />
... non a caso "progetti in movimento" che è, prima ancora che lo<br />
slogan aziendale, la nostra missione aziendale”.<br />
ANNARITA PILOTTI<br />
Titolare e Amministratore<br />
La Loriblu è oggi un punto di<br />
riferimento ed un esempio da<br />
seguire, per ciò che concerne il<br />
made in Italy. L’azienda guidata<br />
da Graziano Cuccù e Annarita<br />
Pilotti, nel periodo più forte<br />
della crisi economica mondiale,<br />
ha continuato a crescere a<br />
doppia cifra anno su anno,<br />
diventando un marchio leader<br />
nel settore delle calzature di<br />
lusso. Il fatturato è cresciuto di<br />
pari passo all’immagine<br />
internazionale del brand, grazie<br />
anche a costanti investimenti in<br />
termini di marketing e<br />
distribuzione: nel 2012 sono<br />
state aperte nuove boutique<br />
monomarca in Italia e<br />
all’estero, tra cui Mosca,<br />
Khabarovsk, Porto Rotondo,<br />
Forte dei Marmi, Montecatini,<br />
Bari e a breve sarà inaugurata<br />
anche la prestigiosa vetrina di<br />
Parigi. Lo stabilimento<br />
produttivo di Porto S.Elpidio,<br />
che ha ricevuto visite anche<br />
dall’estero, è il cuore<br />
produttivo, con una sede<br />
avveniristica al cui interno<br />
vengono realizzate tutte le<br />
collezioni. www.loriblu.it<br />
MATRICARDI S.p.a. _ Via Toscana 7/9 _ Monte San Pietrangeli (Fm)<br />
info@matricardispa.com _ www.matricardispa.com<br />
GIUSEPPE ZANOTTI Design<br />
“Vede questa foto di Lady Gaga sull'iPhone? Me l'ha inviata mezz'ora fa dalla<br />
Corea. È stupita perché su queste scarpe riesce a camminare. A lei non interessa<br />
che su queste zeppone si possano muovere dei passi, perché se le mette solo per<br />
scattare la foto del nuovo album. Ma a me non interessa semplicemente<br />
assecondare il capriccio di una star: io faccio sperimentazione industrializzabile.<br />
Anche se non è certo grazie alle celebrities che vendo le mie creazioni. Ma grazie a<br />
loro la comunicazione è trasversale in tutto il globo”. Il brand Giuseppe Zanotti<br />
nasce nella metà degli anni ‘90 dalla passione dell’omonimo design per la moda e<br />
per i piedi femminili, per l’arte e per l’artigianato. “<br />
Via Dell’Artigianato, 28 San Mauro Pascoli (FC),ITALY<br />
www.giuseppezanottidesign.com
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ROMA _ PARIGI _ ITALY<br />
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What women want<br />
EDOARDO<br />
SECCHI<br />
Presidente Fondatore d’Italie-France Group _ società leader dello<br />
sviluppo Economico e nella Cooperazione tra l'Italia e la Francia.<br />
Via G.Agnelli 36/38 _ 63900 Fermo _ Italy _ T. 0734.440249 _ info.omegamodel@gmail.com<br />
Com'è nata la società Italie-France?<br />
Nel 1992 mi trovavo a Parigi per una vacanza studio e sono rimasto<br />
affascinato da questo paese. Sin da subito ho voluto creare un'attività<br />
www.donnaimpresa.com<br />
63
che mi permettesse di lavorare a stretto contatto con la Francia e l'Italia.<br />
Come le è venuta l'idea ?<br />
Ho seguito il mio intuito e la mia passione. Ho iniziato a studiare in<br />
maniera attenta e approfondita questi due mercati "trovando" bisogni<br />
inespressi e necessità specifiche non ancora soddisfatte. Sentivo che<br />
avrei avuto l'opportunità di creare un nuovo modello di business orientato<br />
a questi due mercati. Ho immediatamente fondato nel 1993 Italie-France<br />
con l'obiettivo di farlo diventare lo specialista dello sviluppo Economico ed<br />
alla Cooperazione tra la Francia e l’Italia.<br />
Quante attività ha realizzato Italie-France ad oggi?<br />
Ad oggi sono circa seicento le missioni e progetti realizzati in entrambi i<br />
paesi per conto di importanti gruppi internazionali, istituzioni,<br />
organizzazioni e PMI.<br />
In quale settore operate?<br />
Operiamo nel settore dell'industria e dei servizi puntando il nostro knowhow<br />
sul management strategico e operativo quale l'attività di analisi,<br />
l'expertise e advisory, il business development, il branding, marketing e le<br />
vendite. Sono molte le imprese che ci richiedono questo tipo di supporto.<br />
Secondo lei quali sono le caratteristiche richieste per operare in<br />
maniera efficace nei contesti internazionali?<br />
Tempo, uomini e risorse. Con l'avvento della mondializzazione e con la<br />
nascita di mercati emergenti queste caratteristiche sono necessarie per<br />
competere.<br />
Quali sono secondo lei le specificità che l'imprenditore dovrebbe<br />
possedere?<br />
L'imprenditore di successo possiede un insieme di caratteristiche<br />
fondamentali quali la conoscenza approfondita dei mercati, la capacità di<br />
analisi, l'approccio da challenger, la determinazione e il coraggio.<br />
Nell'attuale situazione d'incertezza e d'instabilità dei mercati, bisogna<br />
avere un'ampia visione del business ed esser in grado di guardare al di<br />
fuori della propria azienda e settore d'attività.<br />
Come è strutturato il suo gruppo oggi?<br />
Abbiamo diversificato le attività del gruppo al fine di svilupparle in maniera<br />
efficace, ognuna nel proprio target di riferimento. Italie-France Group che<br />
si occupa di Sviluppo Economico e Commerciale e nella Cooperazione.<br />
Italie-France.Com, che rappresenta la prima rete professionale rivolta a<br />
entrambi i mercati e primo canale di comunicazione e di scambi. Bioitalie,<br />
società di promozione, vendita e distribuzione di prodotti biologici. Italia<br />
Consulting, società di servizi e soluzioni informatiche, internet e telecom.<br />
Trend-Italy, società di scouting di imprese e prodotti d'eccellenza made in<br />
Italy.<br />
Il vostro gruppo non opera unicamente per conto di imprese<br />
francesi e italiane ?<br />
Durante questi anni abbiamo avuto la grande opportunità di prestare i<br />
nostri servizi a importanti gruppi internazionali in America, Inghilterra,<br />
Svizzera, Lussemburgo, Principato di Monaco, Belgio e Spagna. Il nostro<br />
gruppo svolge il duplice ruolo di specialista nello sviluppo Economico e<br />
nella Cooperazione tra l'Italia e la Francia e quello di advisor economico<br />
per entrambi i mercati.<br />
Quali sono stati i suoi più importanti obiettivi raggiunti ?<br />
La mia più grande soddisfazione consiste nell'avere innovato in un<br />
contesto complesso e instabile, la prima vera Business Community tra<br />
l'Italia e la Francia. Oggi rappresentiamo un network di oltre 7000 imprese<br />
e oltre 60000 persone di alto profilo professionale, sociale e culturale che<br />
condividono esperienze ed interessi comuni. Un vero patrimonio di<br />
conoscenza e know-how che, grazie alla nostra piattaforma è accessibile<br />
a tutti.Negli ultimi cinque anni siamo cresciuti ad un ritmo del 40% annuo<br />
e le continue manifestazioni di stima ricevute da parte di numerose<br />
personalità del mondo imprenditoriale, istituzionale e mediatico<br />
testimoniano il loro interesse e naturale coinvolgimento a far parte del<br />
nostro gruppo e di utilizzare italie-france.com come valido strumento<br />
creatore di opportunità.<br />
Edoardo SECCHI Founder & CEO<br />
Economic Development and International Cooperation<br />
Paris: 66, Avenue des Champs Elysées 75008<br />
Cellphone France. +33 672370347 Italy. +3939312145 38<br />
E-mail: ceo@italie-france.com<br />
www.italie-france.com - www.italiefrancegroup.com - www.bioitalie.com<br />
ALEX<br />
PASCOLI<br />
Imparentato col Sommo Poeta Giovanni Pascoli da parte del suo<br />
primo cugino Balilla Pascoli, l’affascinante Alex, nato a Londra 39<br />
anni fa e laureato in Scienze Politiche all'Università di Bologna, città<br />
in cui ha vissuto prima di trasferirsi a Roma e dove ha praticato per<br />
sette anni l’attività di pilota di aerei, calca con successo i<br />
palcoscenici sin dal lontano 2001, dopo un triennio di studio presso<br />
il “Teatro dei Cocci” e una lunga formazione sotto l’ala protettiva di<br />
Giancarlo Sepe, è stato recentemente insignito con il prestigioso<br />
“Nastro d'Argento” per il corto "UNO STUDENTE DI NOME<br />
ALESSANDRO" per la regia di Enzo De Camillis con Valentina<br />
Carnelutti, Giuseppe Maggio che narra la storia di Alessandro<br />
Caravillani, ragazzo di 17 anni ucciso da Francesca Mambro dopo<br />
una rapina; episodio che consentì l’arresto della terrorista proprio<br />
per il suo desistere dalla fuga per compiere il reato. “Faccio molto<br />
teatro ma sono dedito anche ad altre attività… come quella di<br />
presentatore e di doppiatore oltre ovviamente che recitare per il<br />
cinema. Ho interpretato Flavio Bucci da giovane nel film "IL TEMPO<br />
CHE TIENE" per la regia di Francesco Marino e sono reduce dalle<br />
riprese di "VIVA L'ITALIA" per la regia di Massimiliano Bruno e di<br />
"ROMA CRIMINALE 30 ANNI DOPO" diretto da Gianluca Petrazzi,<br />
entrambi in uscita in autunno.<br />
MILANO _ ROMA _ ITALY<br />
MATTEO<br />
MIGNANI<br />
biografia<br />
Nasce nel 1974 in provincia di Bergamo. Dopo l’università a Pavia, dove studia Lettere,<br />
lavora nel campo dell’editoria a Milano. Nel 2008 carica la sua biblioteca e il suo basso su un<br />
furgone e si trasferisce a Roma dove la fotografia, che ha sempre coltivato per passione,<br />
diventa un lavoro. Si divide così fra fotogiornalismo e cinema, partecipando alle più importanti<br />
manifestazioni cinematografiche italiane come la Mostra Internazionale d’Arte<br />
Cinematografica di Venezia, il Festival Internazionale del Film di Roma e i premi “Nastri<br />
d’Argento”.<br />
mostre<br />
alexkactus@yahoo.it<br />
ROMA _ BOLOGNA _ ITALY<br />
ottobre 2011 Mostra collettiva X Festival Internazionale di Fotografia, Galleria del Cortile, Roma<br />
settembre 2011 Mostra personale “16 personaggi in cerca d’attore”, Galleria291est, Roma<br />
settembre 2011 Mostra personale “Domiziana PicNic”, basilica di S.Gennaro extra moenia, Napoli<br />
maggio 2011 Mostra collettiva “IV festival dei fotografi di scena”, Galleria del Cortile, Roma<br />
dicembre 2010 Mostra 7th Movie Venice Star Award e 2ndo premio, Casa del Cinema, Roma<br />
ottobre 2010 Mostra collettiva IV Festival dei fotografi di scena, Castello di Bracciano<br />
febbraio 2010 Mostra collettiva “Anvedi Roma” e 1mo premio, galleria mo.c.a., Roma<br />
dicembre 2009 Mostra 6th Movie Venice Star Award e 3zo premio, Casa del Cinema, Roma<br />
settembre 2009 Mostra personale “facciamocinema”, Galleria CineMag, Roma<br />
giugno 2009 Mostra personale “È impossibile”, Meeting del Mare di Marina di Camerota (SA)<br />
WEB SITE: www.matteomignani.it<br />
info@matteomignani.it
C’èesivede<br />
Tutti ricerchiamo la nostra bellezza e tutti sappiamo che il trucco per essere belli è custodito nel fatto di essere se stessi. Spesso, però, si crede che<br />
l’essere se stessi significhi offrirsi al mondo come la natura ci ha plasmato. Ma questa è una visione parziale e l’estetica ce lo insegna: siamo esseri<br />
naturali, ma anche culturali. È proprio in virtù delle nostre culture, delle nostre idee, delle nostre menti e delle nostre scelte che non ci affidiamo solo<br />
alla natura, ma anche a noi stessi e alle nostre costruzioni. Ognuno di noi esprime la propria verità interiore che non si arresta alla natura, ma la<br />
supera, e le donne, sin dalla notte dei tempi, ci insegnano questo: la ricerca del proprio essere passa anche tramite la costruzione, la miglior<br />
costruzione possibile, del proprio essere. Anche a livello estetico. Con un abito, con un orecchino, con il trucco. L’estetica come disciplina filosofica<br />
specifica nasce alla fine del Settecento e si configura come un fenomeno essenzialmente moderno; essa nasce come tentativo di fornire una<br />
legittimazione universale ad un ambito che, malgrado la molteplicità di tesi e precetti, non era ancora divenuto oggetto di riflessione sistematica.<br />
Questo ambito è caratterizzato dall’emergere in primo piano della soggettività con le sue manifestazioni, in particolare il sentimento individuale:<br />
questo particolare stato affettivo, che inizia ad essere concepito sul piano filosofico come la fonte delle emozioni, era sconosciuto nell’antichità, dove<br />
invece prevaleva la nozione di passione, ancora ampiamente utilizzata fino a tutto il Seicento. A partire dal Settecento, il sentimento va invece ad<br />
indicare il riflesso soggettivo che accompagna ogni nostra esperienza e si configura come terzo ambito fondamentale della nostra vita spirituale,<br />
accanto ad intelletto e volontà; tale nozione non appare caratterizzata da connotazioni di ordine psicologico e trova il suo terreno di applicazione<br />
unicamente in ambito estetico e morale. Noi conosciamo il mondo e ciò che ci circonda innanzitutto con il nostro corpo e, quindi, con i nostri cinque<br />
sensi. Con la delicatezza del nostro sguardo, con l’impertinenza del nostro udito, con la velocità del tatto, con la leggerezza dell’olfatto e con la<br />
discrezione del gusto. L’unione dei nostri sensi plasma il nostro essere e la nostra persona, conformandoci come unici, come identità che si muovono<br />
e si cambiano in base alla propria esperienza. Ed è immersi nella nostra esperienza che possiamo cogliere la nostra identità, per poterla condividere<br />
con gli altri esseri umani. Esseri che hanno fatto altre esperienze ed elaborato così idee e concetti diversi dai nostri. La magia però si nasconde<br />
nell’incontro: l’incontro di due corpi umani con diverse esperienze ma con la stessa voglia di condividere la diversità. La propria diversità. È così che il<br />
vero e il bello si uniscono e creano l’armonia. Un’armonia che ricerca la verità del proprio essere e la bellezza del nostro apparire.<br />
La verità è un’esperienza intimamente estetica, prima che logica, e la verità garantisce l’essere<br />
del bello. Ed è sul nostro corpo che sperimentiamo tale bellezza.<br />
EI<br />
my beauty<br />
Nella foto: modella Michela Gervasi_ MakeUp Catia Petriola “CM Beauty” San Nicolò, Spoleto<br />
Fotografia Marco Maria D'Ottavi<br />
www.donnaimpresa.com<br />
67
nella foto: Miss Seychelles Veronique Francourt veste Michele Miglionico<br />
[ moda]<br />
PREMIO MODA<br />
città dei sassi 2012<br />
inside the<br />
fashion<br />
NU: S moda e architettura<br />
Premio Moda città dei sassi _ Matera<br />
Sognando il ballo dei Re<br />
ALL’INTERNO:<br />
moda e architettura<br />
NU: S<br />
DOUBLE, fondata da Maria Rosaria<br />
Melia, è un’ agenzia che elabora<br />
network creativi per la promozione di<br />
arte, moda e design attraverso<br />
eventi, manifestazioni e progetti<br />
speciali, NU: S ne è la testimonianza<br />
www.donnaimpresa.com<br />
69
NU: S<br />
NU:S è una straordinaria e coinvolgente installazione nata da un’idea di Antonella Buono<br />
che irrompe con emozione negli schemi della scena artistica capitolina attraverso la<br />
creatività di giovani esponenti dell’eccellenza made in Italy: gli architetti Arturo Tedeschi,<br />
computational designer e autore del bestseller “Parametric Architecture with<br />
Grasshopper” e Maurizio Degni, i fashion designer Flavia Migani, Simone Bruno e Chiara<br />
Cola ed infine dello shoe designer Alessio Spinelli, vincitore del concorso Who’s On Next<br />
2011 nella categoria Accessori. Frutto della loro energia e sinergia emozionale è un’opera<br />
corale che fonde le singole discipline nel rispetto delle loro identità, generando un<br />
innovativo manifesto espressivo e produttivo basato sull’integrazione dei tradizionali<br />
strumenti di disegno con processi parametrici elaborati al computer, oramai potente<br />
sistema d’indagine e sperimentazione formale per ogni disciplina artistica. L’installazione,<br />
composta da quattro abiti completi e due calzature collocati all’interno di una scultura<br />
parametrica in costante dialogo con lo spazio espositivo, è il punto d’incontro tra decenni<br />
di ricerca teorica e una nuova consapevolezza progettuale. Il contributo musicale di<br />
Davide Severi, la documentazione dell’intero processo creativo e i video firmati da<br />
Francesco Ricci Lotteringi si offrono allo spettatore coinvolgendolo in un apprendimento<br />
multidisciplinare. “Riteniamo che per mantenere l’eccellenza sia necessario portare avanti<br />
la ricerca anche in questo momento storico, particolarmente minacciato da esclusive<br />
logiche di mercato. Crediamo che la condivisione sia il necessario coronamento di ogni<br />
percorso artistico e NU:S è una manifestazione nata per dare a quanti vi partecipano la<br />
possibilità di esporre le proprie creazioni e generare un dialogo nel contesto culturale più<br />
adeguato.” L'inaugurazione della mostra è stata caratterizzata da un talk alla presenza<br />
degli artisti e di Graziano Cecchini artista italiano, che fa parte di un gruppo di<br />
avanguardia artistica neo-futurista e del fashion designer Franco Ciambella, stilista<br />
visionario che fa parte dell'Alta Moda Italiana.<br />
Abbracciato dall’atmosfera rinascimentale del<br />
Chiostro del Bramante, dal 7 al 10 luglio Moda e<br />
Architettura sono state le protagoniste di NU:S il<br />
nuovo progetto di Double, un nucleo dinamico<br />
centrato sull’arte contemporanea.<br />
ph. E. Lucci
PREMIO MODA<br />
città dei sassi 2012<br />
La 4^ edizione si è svolta nuovamente nella splendida cornice di Piazza San<br />
Abbracciato Francesco d'Assisi dall’atmosfera e ha visto rinascimentale competizione del Chiostro gli 8 finalisti delselezionati Bramante, da daluna<br />
7 al<br />
10 giuria luglio tecnica ModadieAlta Architettura Moda Donna. sono state le protagoniste di NU:S il nuovo<br />
progetto L’evento è statodi patrocinato Double, dal Comune di nucleo Matera, dall’APT dinamico purezza, centrato di perfezione sull’arte e di raffinatezza, contemporanea.<br />
Erasmo Fiorentino, sarto e<br />
Basilicata, dalla Camera di Commercio di Matera, dal CNA –<br />
Federmoda, dalla Camera Regionale della Moda Calabria e dal<br />
Comitato Matera 2019 Capitale Europea della Cultura - Città<br />
Candidata, con la partnership di Banca Mediolanum, Palazzo Vice<br />
Conte, Palazzo Gattini, SeP e Hilton Garden Inn – Matera e con la<br />
gentile collaborazione della Coreografa Lucia Granatello.<br />
Con una collezione ispirata al diamante, da sempre simbolo di<br />
stilista di trent’anni proveniente da Crema dopo aver completato gli<br />
studi all’IPSIA di Santeramo (BA), ha vinto la quarta edizione del<br />
Premio Moda “Città dei Sassi” 2012. Fiorentino ha conquistato la<br />
giuria tecnica e giornalistica esaltando nei suoi abiti la femminilità e<br />
l’eleganza, il lusso e la ricchezza e si è aggiudicato anche altri due<br />
premi speciali, il Premio Moda al Cinema rivolta agli Oscar italiani del<br />
cinema in occasione del 50° anniversario del premio al miglior film<br />
“ La Ciociara” di Vittorio De Sica per la realizzazione del miglior abito<br />
immaginato per la vincitrice oscar Sophia Loren e il Premio CRMC<br />
assegnato al miglior giovane designer. A Giuseppe D’Urso, che ha<br />
proposto una collezione ispirata a Audrey Hepburn è stato assegnato<br />
il Premio della Critica. Una serata, all’insegna dell’alta moda, condotta<br />
dalla elegantissima modella e attrice Barbara Chiappini, che ha visto<br />
sfilare gli abiti della maison Renato Balestra, con la presenza della<br />
figlia Federica, nonché stilista in rappresentanza della stessa Maison<br />
che ha presentato abiti dedicati ad una donna sensuale, romantica e<br />
glamour. A comporre la giuria tecnica Franco Ciambella presidente e<br />
stilista, che ha omaggiato il Premio Moda Città dei Sassi con una<br />
collezione dedicata alla femminilità con la sua eleganza e il suo<br />
romanticismo, Michele Miglionico stilista, che per il terzo anno<br />
consecutivo ha riconfermato la sua partecipazione e il suo appoggio<br />
all’evento, Valeria Mangani vice presidente dell’AltaRomAltaModa, la<br />
stilista Federica Balestra, Roberto Guarducci, stilista e docente alla<br />
facoltà di Scienze e Tecnologia dell’Università di Bari, lo stilista Paolo<br />
Fumarulo, Giuseppe Fata presidente della Camera Regionale della<br />
Moda Calabria, in rappresentanza del presidente Santo Versace,<br />
presidente della “Gianni Versace Spa”, Andrea Di Dio Cafiso stilista,<br />
Gerardo Sacco maestro orafo, Giuseppe Trionfo Fineo della Boutique<br />
Elite, Giuseppe Emilio Bruzzese vice presidente della Camera<br />
Regionale della Moda Calabria e Claudia Ferrise stilista, Armando<br />
Terribili fashion blogger, Erika Gottardi di Woman & Bride, Franco<br />
Martina giornalista ANSA, Luigi Di Lauro giornalista della TGR<br />
Basilicata, Nicola Timpone presidente GAL, Carmela Cosentino della<br />
Gazzetta del Mezzogiorno, Debora Desio per Blu TV satellite,<br />
Mariangela Lisanti de Il Quotidiano della Basilicata, Michele Capolupo<br />
direttore di www.sassiLive.it, Valeriana Mariani per Donna Impresa<br />
Magazine, Umberto Masci organizzatore di eventi, Cinzia Scarciolla<br />
nella foto:un momento della sfilata della collezione di Claudia Ferrise con le teste scultura di Giuseppe Fata
per Matera web tv, Angela Loperfido responsabile SIAE e Patrizia<br />
Minardi funzionario regionale, hanno formato la giuria giornalistica.<br />
Quindi via alla sfilata con gli abiti realizzati dagli otto finalisti in gara, con<br />
l’uscita delle modelle che ha rispettato l’ordine alfabetico dei partecipati:<br />
Fabrizia Aloisio di Castellaneta ha immaginato la metamorfosi della<br />
donna in sei specie diverse di uccelli, utilizzando tessuti soffici e rigidi<br />
per rappresentare il corpo sinuoso della donna uniti a tessuti ricamati;<br />
Anna Calviello di Pomarico ha presentato una donna ricercata dalla<br />
linea morbida e sensuale, un connubio perfetto tra filati e seta con un<br />
elegante gioco di trasparenze; la barese Ileana Colavitto si è ispirata<br />
alla Primavera del Botticelli: castità, bellezza e amore; una collezionate<br />
dedicata a una donna che emergente che ha preferito il tulle nei colori<br />
bianco, rosa e lilla; Giuseppe D’Urso, nato a Genova e spezzino<br />
d’adozione, si è ispirato all’alta moda degli anni ’50 e alla figura di<br />
Audrey Hepburn utilizzando la seta, il taftà e lo chiffon; Michela Tiberia<br />
De Giorgi, salentina di Copertino, ha proposto una collezione ricca di<br />
capi eco-sostenibili uniti ai tessuti pregiati quali il georgette, la pelle, il<br />
sughero e il tulle; Erasmo Fiorentino, santermano trasferito a Crema,<br />
ha proposto una collezione ispirata al diamante; Cristina Marrone di<br />
Cagliari ha disegnato abiti per una donna sofisticata, elegante, sicura di<br />
sé, amante dei dettagli con un pizzico di vintage anni ’50 e infine Luca<br />
Tomassoli di Gubbio si è ispirato alla magia del cinema in bianco e nero<br />
presentando una donna femminile, sexy e mai volgare. Due le giurie,<br />
una tecnica e una giornalistica e della comunicazione, che hanno avuto<br />
il compito di scegliere la migliore collezione presentata dalle<br />
modelle.Tra gli altri, hanno partecipato alla serata il ballerino Eugenio<br />
Di Giovanni, che ha regalato al numeroso pubblico la sua performance<br />
per la presentazione del film “Niccolò Macchiavelli il Principe della<br />
Politica”, che uscirà nelle sale cinematografiche nel 2013 in occasione<br />
del 500°anniversario della stesura dell’opera del Macchiavelli e la<br />
vincitrice della terza edizione del Premio Moda Città dei Sassi Anna<br />
Mattarocci, che ha presentato una collezione dark ispirata alla saga di<br />
Star Wars. Straordinaria la collezione di Claudia Ferrise con le testescultura<br />
di Giuseppe Fata. Gran finale con l’abito bianco disegnato da<br />
Roberto Guarducci, un omaggio a tutte le donne che hanno partecipato<br />
all’evento. Sul Premio Moda città dei Sassi 2012, ideato dall’agenzia<br />
Publimusic di Sabrina Gallitto in collaborazione con il direttore artistico<br />
Enzo Centonze è calato quindi il sipario, con l’auspicio espresso dagli<br />
organizzatori di offrire un evento ancora più suggestivo nell’edizione<br />
2013 scegliendo il magico scenario di piazza San Pietro Caveoso, nei<br />
Sassi di Matera.Armando Terribili per aver realizzato la prima<br />
Accademia Virtuale di Moda e Costume a supporto dei giovani stilisti e<br />
per il suo costante impegno nella divulgazione della cultura<br />
dell’eccellenza del lusso e dell’eleganza. Altri ospiti il ballerino Eugenio<br />
Di Giovanni, il regista Lorenzo Raveggi, le attrici Marzia Pissilli e<br />
Annarita Del Piano ed infine la vincitrice della 3^ edizione del Premio<br />
Moda Città dei Sassi Anna Mattarocci.<br />
a cura di Publimusic<br />
Federica Balestra<br />
il Sindaco Salvatore Adduce e Valeria Mangani<br />
da sinistra Michele Miglionico e Armando Terribili<br />
L’abito bianco di Roberto Guarducci<br />
da destra: Giuseppe Fata,<br />
Eugenio Di Giovanni e lo<br />
stilista Erasmo Fiorentino<br />
L'importanza di certe manifestazioni<br />
risiede soprattutto nella possibilità<br />
che viene data ai giovani fashion<br />
designers di confrontarsi realmente<br />
su una ribalta spettacolare "la<br />
passerella" e di mettersi in gioco nel<br />
concorso con altre espressioni<br />
creative diverse dal loro quotidiano,<br />
è sicuramente un modo<br />
fondamentale di arricchire la propria<br />
esperienza e crescita professionale<br />
che diversamente rimarrebbe<br />
relegata in mondi privati di alta<br />
intensità emotiva e creativa ma<br />
lontani dai circuititi mediatici e<br />
nazionali. Per questo accetto<br />
sempre di promuovere con la mia<br />
presenza questo tipo di iniziative,<br />
facendomi testimonial di situazioni<br />
importanti per far crescere l'humus<br />
creativo del nostro paese.<br />
Franco Ciambella<br />
da sinistra Roberto Guarducci, Erika Gottardi, Armando terribili e<br />
Giuseppe D’Urso<br />
Sabrina Gallitto<br />
Da sinistra: Valeria Mangani, Erika Gottardi, Armando Terribili, Valeriana Mariani,<br />
il Presidente di Giuria Franco Ciambella, Federica Balestra ed il compagno.<br />
Franco Ciambella e Enzo Centonze
SOGNANDO<br />
Nobiltà d'animo e di status a Palazzo Ferraioli.<br />
il ballo dei Re<br />
Le meravigliose sale di Palazzo Ferrajoli hanno aperto le porte ai più autorevoli<br />
rappresentanti della nobiltà, delle istituzioni e della cultura. Centocinquanta<br />
illustrissimi ospiti per far rivivere un meraviglioso evento ispirato al Ballo dei Re<br />
che si tenne a Napoli, a Palazzo Cassano, nel 1960.<br />
“Sognando... il ballo dei re”, è stata una celebrazione in grande stile<br />
per rievocare i fasti di cinquant’anni fa, quando l’Italia assaporava il<br />
gusto della rinascita. “Una realtà ben diversa dalle difficoltà dei nostri<br />
giorni, ma è proprio per questo - secondo Sara Iannone, splendida<br />
ideatrice e organizzatrice dell’evento che è stata recentemente<br />
insignita del prestigioso “Premio Internazionale Donna di Successo”<br />
A.E.R.E.C. ( Accademia Europea per le Relazioni Economiche e<br />
Culturali) - che non potrebbe esserci momento migliore per far rivivere<br />
il gran Ballo, come buon auspicio per il futuro dell’Italia e come<br />
occasione per ricordare e recuperare quel coraggio e quella forza che<br />
gli italiani hanno saputo dimostrare negli anni dopo la Seconda Guerra<br />
mondiale, trovando la via per ricostruire dalle macerie. Un inno alla<br />
bellezza e al piacere di stare insieme per ritrovare la gioia di vivere e la<br />
fiducia nel futuro”. Un simile evento non poteva non dedicare<br />
attenzione anche alla beneficenza. Nel corso di tutta la serata, infatti, è<br />
stato possibile sostenere un progetto del penitenziario minorile di<br />
Nisida partecipando a una speciale asta di oggetti preziosi, fra dipinti,<br />
bijou e diamanti, condotta da Camilla Nata. L’organizzazione<br />
dell’evento si è ispirata allo stile che caratterizzò il ballo nel 1960,<br />
richiamandone colori, profumi, suoni e sapori. Le sale e tutto il palazzo<br />
sono state ornati da composizioni floreali realizzate, proprio come<br />
allora, con rose, dalie, gladioli, orchidee e garofani rosa. Anche il<br />
buffet, naturalmente in tema partenopeo, ha riproposto alcune<br />
prelibatezze di quel luculliano menu di Palazzo Cassano, dai fritti misti<br />
alla napoletana, ai bocconcini di parmigiana, ai ravioli di ricotta e<br />
pistacchi, al lombetto di Conte lardellato con olive taggiasche e<br />
cicorietta piccante, fino al trionfo di dolci realizzati da Vincenzo<br />
Mennella, pasticcere di fama mondiale di Torre del Greco, compresa<br />
la mousse di arance glacé in bastione. Il tutto servito ai tavoli,<br />
anch’essi rigorosamente apparecchiati in stile con tanto di<br />
Capodimonte, candelabri d’argento e petali di rose. La serata è stata<br />
accompagnata dalle meravigliose musiche dell’orchestra diretta dal<br />
maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli che dopo la cena ha aperto le<br />
danze eseguendo anche pezzi dal repertorio anni ‘60 dei Rockers con<br />
Peppino di Capri. E a ricreare la magica atmosfera di quell’epoca ha<br />
pensato il tocco scenografico creato degli abiti di molte signore<br />
presenti che hanno voluto indossare i vestiti di Luigi Bruno, come<br />
sempre attento all’esaltazione della bellezza femminile e che, per la<br />
collezione di quest’anno, si è ispirato proprio alla donna anni ’50-’60.<br />
Tra gli ospiti erano presenti Francesco Serra di Cassano, erede del<br />
duca Francesco e della duchessa Elena ospiti della grande festa del<br />
1960, e il marchese Giuseppe Ferrajoli che ha ospitato il Ballo di<br />
quest’anno, entrambi membri del Comitato d’Onore di “Sognando... il<br />
Ballo dei Re”. Hanno partecipato inoltre la principessa Doris Mayer<br />
Pignatelli, il principe Carlo Massimo, i coniugi Ruspoli, la marchesa<br />
Dani del Secco d’Aragona, la principessa Daniela Pacelli, l’onorevole<br />
Catia Polidori, Luciano De Crescenzo, il chirurgo Angelo Fusco il<br />
vicepresidente dell’Autorità Garante della Privacy Giuseppe<br />
Chiaravalloti, il prefetto Fulvio Rocco, Silvana Augero, l’Event<br />
Manager Anna Mariani e il Presidente di Donna Impresa Valeriana<br />
Mariani. L’evento è stato affiancato da un comitato d’onore composto<br />
dal marchese Giuseppe Ferrajoli, Francesco Serra di Cassano, il<br />
principe Guglielmo Marconi Giovannelli, la principessa Elettra Marconi<br />
Giovanelli, l’ambasciatore di Monaco Antonio Morabito, l’ambasciatore<br />
d’Austria Christian Berlakovits e da un comitato promotore con, tra gli<br />
altri, Lucilla Vitalone, Betta Scarpa e Miriam Ponzi.<br />
un momento dell’asta di beneficenza<br />
nobiltà d’animo e di status a Palazzo Ferrajoli<br />
Valeriana Mariani e il principe<br />
Guglielmo Marconi Giovannelli<br />
Sara fotografata accanto ad un’opera<br />
del celeberrimo scultore Oliviero Rinaldi<br />
l'orchestra diretta da Jacopo Sipari<br />
il conduttore televisivo Alessandro Di Pietro con la moglie, lo stilista<br />
Luigi Bruno, la conduttrice Camilla Nata e il marito<br />
da sinistra: Anna Mariani, Marco Venturoni, Sara Iannone<br />
e Valeriana Mariani<br />
Sara Iannone, il marchese Giuseppe Ferrajoli, la presidente Mariagrazia<br />
Tetti, l'ambasciatore d'Austria Christian Berlakovits e la marchesa Dani<br />
Del Secco d’Aragona
[ vela]<br />
ADRIATIC TROPHY 2012<br />
ALL’INTERNO:<br />
Sua maestà America’s Cup<br />
La sfida dell’ Adriatic Trophy<br />
AMERICA’S CUP<br />
cooming soon<br />
Paul Cayard ha ragione, Venezia per<br />
la vela diventerà come Monte Carlo<br />
per la Formula Uno.<br />
Nove giorni di vela, nove giorni di America’s Cup World<br />
Series a Venezia. Con la cerimonia istituzionale di<br />
apertura del AC Village in data 12 maggio si è in effetti<br />
www.donnaimpresa.com<br />
71
dato ufficialmente il via alla kermesse che ha visto la<br />
città ospitare il più antico trofeo velico del mondo.<br />
Storia e tradizione incontrano tecnologia e<br />
innovazione. Binomi che hanno accompagnato tanto<br />
America’s Cup quanto Venezia che nei giorni della<br />
manifestazione si è resa protagonista di eventi,<br />
appuntamenti mondani, programmi culturali, feste e<br />
party. A rendere possibile l’evento, voluto dal sindaco di<br />
Venezia Giorgio Orsoni, il supporto del comitato<br />
organizzatore VivereVenezia di cui fanno parte un pool<br />
di imprese private (Impresa di Costruzioni Ing. E.<br />
Mantovani Spa, Thetis Spa, EstCapital Group Spa.<br />
GLF – Grandi Lavori Fincosit Spa, Società Italiana<br />
Condotte d’Acqua Spa) supportate dalle aziende<br />
partecipate dal Comune (Vela spa, Venezia Marketing<br />
& Eventi spa, Casinò di Venezia spa, Actv spa, Venis<br />
spa, Veritas spa, Nicelli spa e AVM spa). Un format che<br />
ha consentito alla città di godere di un evento di portata<br />
mondiale in modo sostenibile, senza pesare sulle<br />
finanze pubbliche. Venezia ha dunque rappresentato<br />
uno scenario unico dove si sono dati battaglia i<br />
performanti e velocissimi catamarani AC 45:<br />
imbarcazioni così leggere e avanzate che pur<br />
scivolando rapidissime sull’acqua, non provocano moto<br />
ondoso. Uno scenario unico così come unici sono stati<br />
i campi di regata: il primo in mare, al Lido nel tratto<br />
davanti alla spiaggia di San Nicolò. Il secondo in<br />
laguna, tra Sant’Elena e il bacino di San Marco, con<br />
l’arrivo sistemato esattamente davanti alla piazza.<br />
Cuore dell'evento sono stati però l'Arsenale e i bacini di<br />
carenaggio: due location uniche che a partire dal 25<br />
aprile hanno visto lentamente crescere il Village di<br />
America’s Cup. In sedici giorni l’intera area è stata<br />
attrezzata e trasformata nel cuore pulsante della<br />
manifestazione. Oltre al media center e all’esclusivo<br />
spazio Vip del Club 45 dedicato agli sponsor di<br />
America’s Cup World Series, un’esposizione griffata<br />
Louis Vuitton, il bar Moet & Chandon, lo store ufficiale<br />
firmato Puma con il merchandising, gli stand dedicati ai<br />
prodotti tipici a chilometro zero e il ristorante allestiti da<br />
Tino Eventi reduce dall’esperienza maturata nella<br />
tappa napoletana della kermesse velica e dai mondiali<br />
di golf e scherma in Sicilia. Un vero e proprio villaggio<br />
con spazi per la sosta, punti ristoro e animazione<br />
musicale per godere la vista dei 9 catamarani<br />
ormeggiati nella darsena grande in un contesto<br />
scenografico unico. L’Ac Village ha potuto contare<br />
inoltre di un palco d’eccezione, una torre galleggiante<br />
con maxi schermo che è stato lo “stage” principale per<br />
animare i vari momenti della giornata dove, fra le altre<br />
cose, venivano proiettate in modalità contemporanea<br />
le immagini dei catamarani in azione. Il pubblico ha<br />
avuto anche la possibilità di vivere un’esperienza<br />
senza precedenti, ovvero quella di visitare un’area<br />
poco conosciuta dell’Arsenale: i bacini di carenaggio,<br />
nei quali si sono potute ammirare le Team Bases, le<br />
basi tecniche dei team dove veniva effettuata la<br />
manutenzione dei catamarani proprio come se si<br />
trattasse dei box della Formula Uno. Questi, i team<br />
della tappa veneziana: Italia con Luna Rossa (due<br />
imbarcazioni); Nuova Zelanda; Cina con China Team;<br />
Corea con Team Korea; Svezia con Artemis racing;<br />
Stati Uniti con Oracle (due imbarcazioni).Una infinita<br />
moltitudine di click per farsi immortalare con lo sfondo<br />
della darsena vecchia popolata dai 9 catamarani AC45.<br />
Tra i più gettonati Piranha e Sworldfish di Luna Rossa.<br />
(aspettando il 2013).<br />
Foto Tony Costa<br />
iteam<br />
circuito ORC<br />
Adriatic Trophy<br />
Quattro regate racchiuse in un unico circuito una serie di eventi collaterali di<br />
altissimo livello, consacrano all’Adriatic Tropy quella leadership della stagione<br />
per ciò che concerne la vela d'altura in Adriatico.
Calipso IV di Piero Paniccia<br />
conquista la prima posizione<br />
del gruppo A aggiudicandosi la<br />
bellissima moto Ducati<br />
Monster in palio.<br />
Costantemente in testa alla<br />
classifica del gruppo B<br />
Pitamaha di renzo Grottesi<br />
dopo 12 primi posti si<br />
aggiudica lo Scooter Yamaha<br />
oltre un fantastico viaggio<br />
offerto da Estoril Viaggi e<br />
Turisanda.<br />
Si è conclusa con grande successo una delle principali<br />
novità della stagione di vela d'altura in Adriatico: il Circuito<br />
Orc Adriatic Trophy” nato dall’idea di riunire, in un unico<br />
grande evento, quattro delle più importanti e prestigiose<br />
regate Orc dell’Adriatico. Grazie alla particolare formula del<br />
circuito, le 30 imbarcazioni di altissimo livello competitivo, si<br />
sono trovate a sfidarsi su diversi campi di regata oltre che<br />
ovviamente in diverse condizioni metereologiche: a<br />
Pescara, 12-13 maggio, a San Benedetto del Tronto, 26-27<br />
maggio, a Civitanova Marche, 9-10 giugno e ad Ancona,<br />
16-17 giugno. Premiata l’abilità tecnica e la costanza nella<br />
partecipazione che hanno consentito di ambire ai<br />
prestigiosissimi premi in palio. La coordinazione del circuito<br />
è stata affidata ad Anna Mariani e Stefano Castori,<br />
organizzatori dell’ITALIAN CUP di Civitanova Marche,<br />
regata velica di pluri-consacrata fama che da oltre 13<br />
edizioni conferma la propria la leadership creativa grazie al<br />
vincente connubio vela agonistica e mondanità degli eventi<br />
a terra. Lo stesso format che, esteso a tutte le tappe del<br />
circuito, ha visto accogliere i team, al rientro delle ripetute<br />
performance consumate in acqua in ogni giornata di gara,<br />
con effervescenti Cocktail Party Martini-Bacardi ed<br />
Heineken oltre alle consuete degustazioni<br />
enogastronomiche a base di prodotti e piatti tipici dalle<br />
riconosciute qualità organolettiche ed agli eventi di<br />
intrattenimento tra i più suggestivi e inusuali, tra cui: sfilate<br />
di moda a tema, Bike Wash ed i griffatissimi Body painting<br />
pensati al fine di onorare le aziende sponsor. L’ambizioso<br />
progetto che è stato possibile grazie alla sinergia dei circoli<br />
velici coinvolti, ovvero il Club Nautico Pescara, il Circolo<br />
Nautico Sanbenedettese, il Club Vela Portocivitanova,<br />
S.E.F. Stamura e l’Ancona Yacht Club, ha visto il<br />
preziosissimo sostegno della BROSWAY, della O.M.M.<br />
officine minuterie metalliche, di TURISANDA e, non<br />
certamente ultima, ESTORIL VIAGGI che si è resa<br />
protagonista di regalare un sogno: un bellissimo viaggio nel<br />
mar Rosso. Il successo della manifestazione è frutto<br />
dall’entusiasmo e delle sinergie instaurate tra tutti gli “attori”<br />
che hanno animato l’evento, a cominciare dagli equipaggi<br />
che si sono distinti, al di là delle ovvie capacità tecniche,<br />
per il grande senso cameratesco a terra rendendo gli<br />
intrattenimenti un modo per condividere l’esperienza con<br />
sano spirito competitivo in perfetta sintonia con la mission<br />
del progetto che si fonda su sentimenti sinceri che<br />
vogliono, e meritano, di essere perpetuati. Confidando nel<br />
medesimo entusiasmo anche per il futuro, non possiamo<br />
non attendere con trepidazione la prossima edizione.<br />
Intanto, il sito ufficiale del circuito: www.adriatictrophy.com.<br />
ci consente di vivere, anche da casa, l’emozione della<br />
competizione.<br />
nella foto da sinistra: il titolare di O.M.M. Giorgio Nerpiti e Stefano Castori<br />
nella foto: il titolare di Brosway Lanfranco Beleggia<br />
Chiara Andrenucci team Float-on<br />
Foto e grafica Roberto Saletti
Heineken&Martini<br />
Adriatic Trophy<br />
fashion party<br />
ROLEX SWAN CUP & SWAN<br />
45 WORLD CHAMPIONSHIP<br />
dal 10 al 16 settembre 2012<br />
Porto Cervo • Yacht Club<br />
Costa Smeralda<br />
Porto Cervo ospita le<br />
prestigiose barche del cantiere<br />
Nautor.<br />
MAXI YACHT ROLEX CUP &<br />
MINI MAXI WORLD<br />
CHAMPIONSHIP PORTO<br />
CERVO 2012<br />
2 settembre 2012<br />
Porto Cervo • Yacht Club<br />
Costa Smeralda<br />
FESTIVAL DE LA PLAISANCE<br />
CANNES 2012.<br />
dal 11 al 16 settembre 2012<br />
Ventimiglia • Cannes<br />
Il Festival de La Plaisance<br />
apre anche la stagione dei<br />
saloni nautici.<br />
MONACO YACHT SHOW 2012<br />
dal 19 al 22 settembre 2012<br />
Il prestigioso Salone di<br />
Monaco.<br />
52° SALONE NAUTICO<br />
Il prossimo ottobre si rinnova<br />
l'appuntamento con la nautica<br />
internazionale.<br />
Genova<br />
Salone nautico internazionale<br />
con 2000 imbarcazioni e 1300<br />
espositori<br />
SALON NAUTIQUE<br />
INTERNATIONAL DE PARIS<br />
2012.<br />
dall'8 al 16 dicembre 2012<br />
Parigi<br />
Il salone francese si distingue<br />
per la presenza della vela e<br />
dell’editoria dedicata al mare.<br />
Via Ancona 128_Porto Sant’Elpidio_mobile 338.8936043_mail:antollonialessandro@alice.it<br />
CUTINI<br />
ASSEMBLAGGIO e<br />
MONTAGGIO CALZATURE
LUOGHI<br />
IN OMAN<br />
simposio internazionale d’arte<br />
a cui hanno partecipato diversi noti pittori e scultori nel contesto del programma Muscat Capitale<br />
Araba del Turismo 2012. Ad organizzarlo, il Ministero del Turismo dell`Oman.<br />
“L’evento si è rivelato un interessante incontro tra vari creativi provenienti da diversi continenti e gli studenti della locale università i quali,<br />
dall’iniziale confronto basato essenzialmente sullo scambio di opinioni e tecniche, si sono trovati a condividere un’esperienza umana che è<br />
andata ben oltre la pura esperienza didattica. Fra gli artisti si sono intrecciate forti relazioni amicali, ciò a dimostrare senza ombra di dubbio, il<br />
molteplice valore comunicativo dell’arte; il tutto grazie a una perfetta organizzazione sotto l`egida della direttrice omanita di Nadira Mahmoud,<br />
dell’ artista iracheno Ali Rashid e la preziosa collaborazione del Ministero del Turismo, il quale ha supportato mediaticamente l`iniziativa con tre<br />
televisioni e diversi organi di stampa sia in lingua araba che in inglese. L` “International Hotel” ha ospitato gli artisti facilitandone il lavoro creativo<br />
consentendo la libera fruizione di due grandi spazi: il<br />
giardino e il parcheggio. Le opere create durante il<br />
simposio andranno ad arricchire i locali del nuovo<br />
Ministero del Turismo, le sculture create nel locale marmo<br />
verranno posizionate invece in punti urbanisticamente<br />
strategici di Muscat, una città interessantissima nella quale<br />
convivono le vestigia del passato e le più interessanti<br />
soluzioni architettoniche dove in cui il bianco regna<br />
incontrastato. Una città che si presenta estremamente<br />
pulita ordinata con un traffico a misura umana posizionata<br />
sull’Oceano Indiano e difesa da poderosi bastioni che<br />
ricordano la storia e il suo passato Portoghese con un<br />
porto sempre pieno di navi da crociera e da un bazar dove,<br />
fra odori di spezie, mirra ed incensi vari, si possono anche<br />
acquistare gioielli e perle naturali, preziosi tessuti e più<br />
economici souvenir. La cucina è araba speziata quanto<br />
basta con odori che richiamano aromi africani sicuramente<br />
ereditati dai secolari contatti con Zanzibar già colonia<br />
omanita. Lungo la costa pesce freschissimo e aragoste a<br />
volontà! Intorno a Muscat il deserto è intervallato da oasi<br />
con pittoreschi villaggi e paesaggi mozzafiato con un<br />
clima asciutto anche se con temperature elevate e non<br />
afose e notti fredde. Il deserto è meta di un turismo<br />
internazionale che ama le escursioni e locale che rifugge<br />
nei mesi estivi l’umidità della costa. Paese estremamente<br />
civile abitato da un popolo cordiale laborioso e molto<br />
ospitale, governato da un oculato Sultano molto amato dal suo popolo che è stato capace di traghettare in 30 anni un paese di pescatori e<br />
pastori in una nazione moderna mantenendo e preservando le tradizioni. Cosa assolutamente degna di mensionare è … che qui non si pagano<br />
le tasse nè l`iva … è forse l’unico paese al mondo dove non esistono i commercialisti… che questa sia l`arabia felix di antica memoria? “<br />
Testo elaborato dall’ insigne Maestro Paolo Sistilli: un narratore di colori… e odori.<br />
GLI ARTISTI, I GIORNALISTI E SCRITTORI<br />
CHE HANNO PARTECIPATO AL SIMPOSIO:<br />
Beata Rostas (Hungary), Ara Azad<br />
(Lebanon), Paolo Sistilli ( Italy/<br />
Netherlands ), Nasser Hussien<br />
(Syria), Fernando Barrionuevo<br />
(Spain), Ali Rashid (The<br />
Netherlands), Zhao Li (China), Munir<br />
Hanoon (Spain), yoshin Ogataa<br />
(Japanese live in Italy ), Samar<br />
Mogharbel (Lebanon), ali youssef<br />
Alwan (Danmark), Petre Petrov<br />
(Bulgaria), Olu Amoda (Nigeria),<br />
Ahmad Bazoun (Lebanon writer),<br />
Barbara Schumacher (Germany)<br />
Jornalist.<br />
caravana<br />
olanda<br />
spagna<br />
Juan Morante<br />
Paolo Sistilli<br />
italia<br />
Piergiorgio Asuni<br />
regno arabo saudita<br />
Abdullah Al-Othman<br />
italia<br />
Raffaele Iommi<br />
italia<br />
Sandro Bartolacci<br />
Esposizione internazionale di arte contemporanea al Castello della Rancia, Tolentino<br />
www.donnaimpresa.com<br />
87
a long hot<br />
summer<br />
rubrica a cura di<br />
Bruno Romano Baldassarri<br />
nella foto con Alan Sorrenti<br />
rrivare al<br />
Adiciannovesimo numero<br />
ed essere ancora qui a<br />
raccontarvi la notte, come cita<br />
una nota pubblicità, non ha<br />
prezzo!. Bene ragazzi ....<br />
pronti per un'altro viaggio?<br />
Con chi? Ovviamente in<br />
compagnia di Jack, vagando in<br />
cerca di news da proporvi. Un<br />
happy-tour guidato nell'era<br />
postmoderna portando con noi<br />
l'elettrico ed il funky/soul. In<br />
questa torrida estate ... tutto<br />
viene avvolto e assorbito da<br />
una voglia di trovare refrigerio<br />
vivendo fin oltre le prime luci<br />
dell’alba! ... ah! si, la notte ...<br />
che tutto cela e rende<br />
diamantino ... dove la rabbia si<br />
trasforma in voglia di vivere il<br />
buio come fosse l’ultimo, in un<br />
tourbillon fashion fatto di luci,<br />
colori e note che fanno da<br />
sfondo al grande palcoscenico<br />
della vita ... e noi... come le<br />
stelle noi ... eroi di un sogno ...<br />
good star people ...<br />
singer<br />
etra x<br />
&deejay<br />
summer fashion 2012<br />
CAPTAINELLAVITA<br />
<strong>by</strong> JACK.it<br />
www.donnaimpresa.com 89
NAPOLI - ITALY<br />
Alla ricerca della<br />
musica eterna<br />
Alan<br />
singer<br />
Sorrenti<br />
Tra le poderose fauci della notte abbiamo incontrato Alan Sorrenti, un artista<br />
che ha cercato di estrarre un sound nuovo, distinto, ben diluito, che scivola via<br />
alla comprensione di chi lo ascolta alla prima e si rinfila nei sotterranei<br />
intellettuali di una produzione a lungo meditata che si sostanzia delle sue<br />
particolari qualità vocali, del suo essere unico nell’approccio innovativo con lo<br />
strumento voce, una pecularietà che è riscontrabile in pochissimi altri cantanti.<br />
Dall’onda inoltrata che calma le acque in tensione, alla tempesta di contrasti in<br />
accordo che sbatte contro le sfumature di una più leggera fruibilità, i suoi<br />
racconti fatti suono sono ormai qualcosa che s’aggira nell’aria e che in qualsiasi<br />
momento potrebbe venirti a trovare. Ci ha suggerito di cercare l'origine della vita<br />
nelle stelle, in un testo che nel suo solo apparentemente semplice refrain cela il<br />
grande mistero della vita che viaggia a cavallo fra le pionieristiche intuizioni della<br />
scienza naturale materiale di Charles Darwin e quelle di Edgar Cayce:<br />
esploratore dei luoghi intimi della mente e dello spirito che mise in rilievo la<br />
supremazia del mondo invisibile che si trova dietro ogni realtà materiale. “Come<br />
le stelle noi …” noi, intesi come Essenza ... noi che arriviamo da diverse parti<br />
dell'Universo, che scegliamo di incarnarci per un compito evolutivo e attraverso<br />
nelle foto Alan Sorrenti: a destra con Marcos & Jack _ sopra con Fabio Senzacqua titolare Le Gall _ sotto da destra con<br />
Valeriana Mariani, Anna Mariani e Betty Squadroni<br />
l'esperienza umana portiamo avanti il nostro seguire eventi che ci appaiono a<br />
volte bellissimi, a volte tremendi. Anime che scoprono e sperimentano.<br />
Anime che viaggiano nel tempo. Anime che attraverso il Corpo e la<br />
consapevolezza di esso possono far vivere l'essenza nella materia e<br />
sperimentare l'Amore terreno che un giorno si unirà necessariamente<br />
all'Amore Universale, complementari e inscindibili per loro stessa natura. Ciò<br />
a dimostrare che ci troviamo dinanzi a un intelletto libero da riflessi o canoni<br />
dottrinali, da un sentire scritturale, da una coscienza timorosa o dal senso del<br />
"giusto". Anche la purezza dei suoi componimenti altro sembrerebbe non<br />
evocare che l'uomo stesso, il suo vibrare carnale e l'impeto curioso di una<br />
mente che è al contempo ragione e anima, sangue e Spirito: un rito<br />
ancestrale di unione tra l'uomo e il Creato, in grado di trascendere la comune<br />
percezione sensoriale… un denso cenno emotivo contenuto in un battito<br />
lento che continua a suonare a distanza di un’origine lontana, perché, per chi<br />
non se ne fosse ancora accorto, Alan è già divenuto leggenda.<br />
L’essere e l’esser percepiti…<br />
L’essere e l’essere percepiti sono come vedersi da dentro, essere capaci di leggersi, e da fuori come in uno specchio. All’interno ho sviluppato
una coscienza che mi osserva, mi consiglia e cerca di guidarmi,<br />
all'esterno l'immagine allo specchio non sempre è quello che vorrei<br />
vedere. Sebbene le possibilità che come mi vedo io e come mi vedono<br />
gli altri possano combaciare sono rare, mi sforzo sempre di<br />
comunicare quello che sono.<br />
Mi piaceva approfondire il concetto di “Aria”, nome che ha dato<br />
vita al tuo primo, straordinario, album tra i quali spiccano<br />
musicisti di eccezione. Aria, che sappiamo essere il nome della<br />
donna amata (qualora ovviamente si ritenessero attendibili le fonti<br />
di informazione da cui abbiamo appreso la notizia), rappresenta<br />
anche fra tutti gli elementi, quello più sottile, in quanto invisibile:<br />
non può essere afferrata e trattenuta. L’aria è lo spazio intangibile<br />
che avvolge e permea l’intero universo, l’invisibile che respiriamo,<br />
perciò è l’energia vitale senza la quale non ci sarebbe la vita.<br />
Rappresenta la linea di demarcazione tra la terra e il cielo, cioè il<br />
punto di contatto tra la spiritualità e la materia. L’aria rende<br />
rigogliosa e fertile la natura. A livello simbolico unendo i principi<br />
dell’umido e del caldo si genera l’aria, che perciò ha le qualità di<br />
ciò che è asciutto, leggero e mobile ed è raffigurata dal cerchio<br />
nel cielo. Geometricamente l’aria è rappresentata da un triangolo<br />
equilatero con vertice in alto, sbarrato orizzontalmente. Come<br />
punto cardinale indica l’est. Come stagione indica invece la<br />
primavera … E’ appropriato allora che si percepisca questo album<br />
quale sinonimo di rinascita anche artistica?<br />
Aria fu definito da qualcuno “un orgasmo cosmico” ed ancora oggi<br />
penso che sia la definizione più sintetica ed esauriente che include<br />
tutte le definizioni per altro esattissime che hai elencato ma non era<br />
rivolta ad una donna amata che tra l'altro allora era solo un miraggio<br />
ma diciamo pure che la visione del tipo di donna desiderata si<br />
trasformava gradualmente durante il viaggio immaginario e mistico in<br />
sensualità, mistero, estasi, forza vitale ed infine in solitudine romantica.<br />
Naturalmente queste cose durante la composizione non le ho mai<br />
pensate ma semplicemente viste.... io ero lì.<br />
L’amore, ah ... l’amore. Sebbene gli esseri umani si sostenga non<br />
siano in genere sessualmente monogami, si ritiene tuttavia che<br />
siano “emozionalmente” monogami: possono amare<br />
(romanticamente) una sola persona alla volta. Il tuo “tu sei l’unica<br />
donna per me” sembrerebbe confermarlo …<br />
Assolutamente d'accordo con te ... l'amore comunque si rivela solo se<br />
si va oltre le fasi dell'estasi iniziale.<br />
Chi è Eros?<br />
L'erotismo è un dettaglio, un movimento, una fragranza,<br />
un'angolazione, un'attenzione senza la quale l'atto dell'amore è senza<br />
gusto o meglio non lascia un retrogusto.<br />
Chi e come ha influenzato la tua musica? A quale dei tuoi brani<br />
sei più legato, e perché?<br />
Londra e il vento creativo che l'attraversava agli inizi degli anni '70, dai<br />
Beatles ai gruppi progressive come King Crimson, Traffic, Family e alla<br />
musica intima di Leonard Cohen e il blues di Van Morrison ma ne potrei<br />
ricordare altri. Chi invece mi ha indicato con la sua voce un modo di<br />
sperimentare la mia è stato Tim Buckey, artista californiano scomparso<br />
a metà degli anni '70. Le canzoni a cui sono legato in questo momento<br />
sono quella che sto scrivendo. Di quelle che ho scritto ogni tanto ne<br />
salta fuori qualcuna e mi dico: “ah! … mi ero dimenticato di te” allora<br />
me la riascolto e mi riappassiona. E' capitato recentemente con “E tu<br />
mi porti via” che sto ricantando in concerto e qualche tempo fa con<br />
“Angeli di strada” da un mio album alquanto sconosciuto che ha lo<br />
stesso titolo. Sono molto grato a “Figli delle stelle” sebbene sia una<br />
canzone che eseguo sempre, perchè riconosco che scrivendola ho<br />
colto l'essenza della vita e averla trasmessa a tutti. Inoltre il messaggio<br />
si rinnova nel tempo anzi forse oggi assume un significato ancora più<br />
importante, di unità e superamento dei conflitti, se comprendiamo che<br />
apparteniamo tutti ad solo universo. Ma nel tempo forse quella che<br />
resiste di più affettivamente è "Vorrei incontrarti" da Aria, forse perché<br />
esprime quello spirito di ricerca sempre vivo in me.<br />
A che cosa serve la ragione, a parer tuo? O.. più precisamente, a<br />
chi serve?<br />
Non so esattamente cosa intendi per ragione ma per non addentrarmi<br />
in materia filosofica credo che per certi versi un aspetto importante<br />
della ragione è il buon senso che però paradossalmente è uno degli<br />
elementi più assenti oggi nella società.<br />
“Vorrei incontrarti” sembrerebbe essere dedicata ad una donna<br />
che non hai mai incontrato, se non nel tuo immaginario. Una<br />
donna che forse stai ancora aspettando e auspichi di incontrare<br />
da qualche parte, prima o poi. Ovunque si celi. Il riferimento<br />
all’uscita della fabbrica, quale ipotetico luogo d’incontro sta a<br />
Parliamo di “mete”, Alan. Tutti ne abbiamo, o<br />
comunque tutti pensiamo di averne… o ci illudiamo di<br />
averne. Secondo Aristotele la meta è quella scienza<br />
che si occupa di realtà successive quelle fisiche nel<br />
senso della conoscenza. Infatti prima l'uomo conosce<br />
le realtà che gli stanno attorno (quelle fisiche), e solo<br />
successivamente si occupa di quelle più distanti da<br />
lui. Aristotele chiama questa scienza principalmente<br />
"filosofia prima" perché considera le cause prime<br />
della realtà e perché offre la giustificazione o la difesa<br />
dei primi principi di conoscenza, necessari ad ogni<br />
altra scienza. Oppure?<br />
Recentemente Aristotele sta entrando spesso nella mia<br />
vita e dovrei a questo punto approfondirne la lettura. Noi<br />
abbiamo bisogno di obiettivi per migliorare la qualità dei<br />
nostri desideri, provare la nostra fede ed avvicinarci<br />
all'illuminazione. Gli obiettivi sono legna da bruciare per<br />
produrre combustibile per il nostro motore di ricerca<br />
interiore. Il principio buddista “Bonno soku bodai” significa<br />
“I desideri terreni sono illuminazione” quindi è impossibile<br />
sradicare i desideri dalla vita perché se così fosse non<br />
avremmo più vita. Ma cos’è l'illuminazione? E’ una<br />
condizione di assoluta felicità, vero io, libertà e purezza,<br />
che non dipende dalle condizioni esterne, quindi il fine<br />
ultimo degli obiettivi è di riattivare in noi questa<br />
condizione, in questo senso anche le esperienze più<br />
brutte possono servire. Ad un certo punto del mio<br />
percorso, a metà degli ani '80, questo principio buddista<br />
mi ha aperto la mente e da allora ho abbracciato “Il vero<br />
buddismo di Nichiren Daishonin” e la Legge Mistica di<br />
Nam Myoho Renge Kyo, (www.sgi-italia.org/index.ph<br />
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai) che ha trasformato<br />
la mia vita.<br />
C’è qualche artista che apprezzi particolarmente e con<br />
cui ti piacerebbe aprire una collaborazione?<br />
Naturalmente tanti, ma vorrei maggiormente aprirmi ai<br />
giovani artisti, invitarli nel mio nuovo progetto e dare loro<br />
una vera possibilità di esprimersi.<br />
Progetti futuri.<br />
E' un momento particolarmente intenso per me questo<br />
2012, è una sfida. Sto ultimando la scrittura dei titoli del<br />
mio nuovo progetto dove la sfida consiste nell'unire tutti i<br />
mondi che ho attraversato in ognuno dei quali ero me<br />
stesso ed adesso è tempo di annullarne i confini.<br />
significare, forse, che il tuo cuore è aperto a chiunque. Chiunque,<br />
purchè abbia la capacità di risvegliare le tue emozioni e di<br />
perpetuarle nel tempo. Poco importa il dove e il come… il per<br />
sempre, fa la differenza. Il problema è che la bellezza e la purezza<br />
di un amore ideale mal si coniugano al repentino logorarsi delle<br />
cose terrene che perdono di intensità e di fascino nel loro<br />
svolgersi quotidiano. Già il solo ripetersi di una cosa: una<br />
carezza, un bacio, piuttosto che il fare l’amore.. lacerano<br />
inesorabilmente la bellezza di un amore miticizzato<br />
riconducendolo ad una condizione terrena.. e dunque imperfetta.<br />
Il piacere fisico, per quanto anche appagante è insufficiente ed<br />
inadeguato, sempre, se messo in parallelo alla perpetuazione di un<br />
sogno… se defraudato dalla sua magnificenza ideale. E’ così, Alan?<br />
L'amore non può essere disgiunto da un percorso spirituale di coscienza,<br />
le due cose dovrebbero crescere insieme migliorando l'uno le qualità<br />
dell'altro. Solo così l'amore si trasformerà continuamente influenzando<br />
l'aspetto fisico, mentale e romantico. Il problema non è quindi che il<br />
rapporto fisico sminuisce l’ideale romantico ma piuttosto che questi<br />
elementi sono tutti parte dell'amore e quindi devono volare insieme ... ed<br />
allora l’amore diventa un working progress dinamico.<br />
Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi.<br />
Un commento.<br />
Il piccolo principe insegna ... Sappiamo realmente cosa ci fa davvero<br />
felici? La maggior parte delle volte no, ecco perchè bisogna farsi guidare<br />
dal cuore e non dagli occhi.<br />
Una leggenda: Crotus, figlio di Eufeme, la nutrice delle Muse, che<br />
erano nove figlie di Zeus. Secondo il mitografo latino Igino, il padre<br />
di Crotus era Pan, il che conferma l'opinione di Eratostene che<br />
dovesse essere raffigurato come satiro piuttosto che come<br />
centauro. Crotus, che escogitò l'arte del tiro con l'arco, di sovente<br />
andava a caccia a cavallo. Abitava sul monte Elicone fra le Muse,<br />
che gradivano non poco la sua compagnia. Cantavano per lui e lui<br />
le acclamava vistosamente. Le Muse chiesero pertanto a Zeus di<br />
metterlo in cielo, dove lo vediamo nell'atto di dare una ostentazione<br />
della sua abilità di arciere. Davanti alle sue zampe anteriori c'è un<br />
cerchietto di stelle che secondo Igino rappresentava una ghirlanda<br />
gettata via da qualcuno che stava giocando. Codesto cerchietto di<br />
stelle si sostiene sia la costellazione della Corona Australe. La<br />
freccia a cui si assimila il Sagittario sarebbe pertanto la sintesi<br />
dinamica dell'uomo che vola attraverso la conoscenza, verso la<br />
trasformazione da essere animale in essere spirituale. Nell’uomo<br />
Sagittario la potenza ignea diviene quella purificazione spirituale<br />
foto di Francesco Costa, interviste realizzate<br />
al Le Gall oui c’est moi _ Porto San Giorgio<br />
delle illuminazioni dello spirito, delle ascese interiori attraverso cui<br />
l'istinto e l'ego superano in una trascendenza, verso il sovrumano.<br />
Figli delle stelle… non a caso. E poi?<br />
... E poi ti accorgi di essere solo in quel volo e a quelle altezze e che<br />
vorresti essere invece in uno sciame di rondini e volare insieme. Allora<br />
decidi di far risplendere il sole nella gente ed è questa oggi la mia storia.<br />
Se ci fosse la macchina del tempo, che consentisse di ritornare ad<br />
un periodo della tua vita, quale sceglieresti?<br />
Mi piacerebbe ritornare al tempo dei Sumeri, dei Maya o di Atlantide.<br />
A quel tempo credo quelle civiltà avessero contatto frequente con altre<br />
civiltà extraterrestri perchè si difendevano meno e credevano di più.
Sharon<br />
intervista esclusiva a<br />
May Linn<br />
voice&<br />
singer<br />
Sharon Mai è senza<br />
dubbio alcuno la Vocalist<br />
Performer emergente<br />
che più si è fatta notare<br />
all'interno della scena<br />
House. Note vocali<br />
straordinariamente<br />
flessibili e dalla<br />
femminilità spiccata a<br />
tratti “black”, che si<br />
ergono a performance<br />
per nulla comuni, quelle<br />
che l’hanno consacrata in<br />
cima alle hits<br />
internazionali con il suo<br />
“Destinazione Calabria”,<br />
presenza scenica<br />
magnetica. Cosa manca?<br />
Solo la sorpresa di<br />
ascoltarla mentre si<br />
esibisce in un deejay set<br />
fantasmagorico … come<br />
quello griffato Merli<br />
Entertainment che l‘ha<br />
accolta al “Le Gall” e che<br />
ha lasciato il segno,<br />
ovviamente in positivo.<br />
Nome o Alias?<br />
Nome. Il mio …. quello reale: Sharon May …<br />
Anno di nascita …? Professionale, sott’inteso.<br />
1986 … a Pinerolo provincia di Torino.<br />
Italia o Olanda?<br />
Italia … senza alcun dubbio.<br />
Interessi?<br />
Oltre la musica, mi interesso di animali, amo<br />
viaggiare …. meglio se sono viaggi tracking ….<br />
avventurosi …. del tipo ”turista fai da te” …. quelli<br />
non organizzati, insomma. Non da sola, magari<br />
con una amica … ed il resto si fa strada facendo<br />
… e poi, relativamente all’aspetto meno ludico<br />
dell’esistenza, diciamo che il mio impegno è<br />
profuso nei confronti di quelle attività sociali che si<br />
pongono il fine della salvaguardia dei diritti umani.<br />
La parte migliore del tuo corpo?<br />
Il naso ….<br />
Quella peggiore?<br />
La ciccia … (sorride maliziosa quasi a far sberleffo<br />
nella foto: Sharon May & Bruno Romano alias Jack<br />
della sua invidiabile forma fisica)<br />
Sei felice o meglio che cos’è per te la<br />
felicità?<br />
Io in generale posso dire di essere<br />
felice. La felicità comunque, secondo il<br />
mio modesto parere, è il percorso che<br />
si fa nel raggiungere degli obiettivi ….. il<br />
percorso che si fa anche cadendo e<br />
rialzandosi tutte le volte più forti, più<br />
coraggiosi e maggiormente<br />
consapevoli. Un aspetto della felicità è<br />
senza dubbio anche il realizzarsi …. Il<br />
percorso alla realizzazione dei propri<br />
desideri, sebbene pure a volte arduo e<br />
faticoso, mantiene viva quella tensione<br />
che ti consente di assaporare intensi<br />
attimi di felicità, fra una caduta e l’altra.<br />
C’è uno straordinario senso di<br />
appagamento nel rialzarsi, simile, se<br />
non addirittura parallelo, alla felicità nel<br />
raggiungimento di un sogno: la vita è<br />
scandita da tappe.<br />
Fidanzata, convivente o peggio …<br />
sposata (parlo da sposato)?<br />
Convivente ….<br />
Hai mai tradito?<br />
No mai …. anche perchè prima di<br />
convivere sono stata da sola (single)<br />
per 14 anni e mi son tolta qualsiasi<br />
voglia ….. (la risatina maliziosa di<br />
Sharon mi pone il divieto di indagare<br />
oltre)<br />
Sei stata tradita?<br />
Non che io sappia …. ma sicuramente<br />
si. Pensi che sia stata tanto fortunata da<br />
trovarli io tutti gli uomini onesti?<br />
A che età il primo bacio?<br />
Il primo bacio è stato dato in prima<br />
elementare, anche se innocente perché<br />
sulla guancia …. però molto<br />
emozionante che io ricordi… pensa..<br />
eravamo nascosti dietro un maggiolone<br />
azzurro fuori dalla scuola…<br />
Lui, come si chiamava?<br />
David …. ma la cosa più divertente è<br />
che il mio fidanzato attuale si chiama<br />
appunto con lo stesso nome: Davide.<br />
Coincidenze della vita.<br />
Preliminari o subito al sodo?<br />
Preliminari …. sicuramente si.<br />
Riscaldano l’ambiente..<br />
Sono importanti???<br />
Eh, si … certamente.<br />
La parolaccia che dici più spesso?<br />
Tranquilla nel dichiararlo.. io sono<br />
ben lungi dall’applicare la censura..<br />
Cazzo …..<br />
Anch’io (sorriso di placet). E quella<br />
che ti rivolgono più spesso invece?<br />
Mi dicevano “Stronza” ... nel tempo<br />
però penso di esser migliorata … oggi<br />
me lo dicono molto meno …<br />
Un tuo pregio?<br />
Forse … l’umanità.<br />
Il tuo difetto più evidente?<br />
L’impazienza.<br />
La tua canzone del cuore?<br />
Ci devo pensare … sai Jack … io amo<br />
talmente tanto la musica che… uhm<br />
vediamo … se devo proprio sceglierne<br />
una … non ho dubbi su: “Since i be<br />
loving you” dei Led Zeppelin (sulla mia<br />
stessa lunghezza d’onda … la mia<br />
generazione è cresciuta come dire … a<br />
pane e Led, Le dico fiero).<br />
Una canzone ancora da scrivere ….<br />
melodia …. Ritmo.. oppure?<br />
Io sono in un momento della mia vita<br />
dove ho tanta voglia di cambiamento.<br />
Voglia di cambiare sostanzialmente<br />
genere … sai, sono nata e cresciuta<br />
con il rock nelle orecchie … che le<br />
circostanze poi mi abbiano portata<br />
verso la house music... sono<br />
circostanze, appunto. L’ house ha nel<br />
suo DNA tanto ritmo ripetitivo … ma<br />
ritengo che con il passare degli anni sta<br />
acuendo questa caratteristica a scapito<br />
della sua componente melodica ….<br />
peccato. Io invece vorrei tornare alla<br />
musica con la “M” maiuscola …. quella<br />
in cui il ritmo ossessivo non ricopre la<br />
parte principale di un pezzo.<br />
Raccontaci un aneddoto divertente<br />
capitato durante le tue esibizioni…<br />
Mi è accaduta una cosa molto<br />
divertente da giovanissima… quando<br />
ancora ero la corista degli Africa United,<br />
ricordo di essere stata chiamata a fare<br />
un concerto di apertura …. ed è stato<br />
proprio in quell’occasione che, nel<br />
mentre io e il cantante ci giriamo verso<br />
il batterista che ci dava il quattro (slang<br />
musicale) con le bacchette, che mi<br />
saltano su le bretelle… palese che<br />
quell’episodio abbia immediatamente<br />
scatenato le risa collettive, tanto da non<br />
riuscire ad interpretare tutto il primo<br />
pezzo. Le risa, indomabili, avevano<br />
fatto sì che ognuno di noi non riuscisse<br />
a riacquistare sobrietà..<br />
La tua esperienza professionale più<br />
significativa? Un’esperienza che ha<br />
segnato una tappa importante della<br />
tua carriera di singer..<br />
Sicuramente l’aver scritto ”Destination<br />
Calabria” che è poi la canzone<br />
diventata famossissima … diventando<br />
un “cult della musica house”… grazie<br />
ovviamente anche alla magistrale<br />
interpretazione di Alex Gaudino e<br />
Crystal Waters. Tutto questo<br />
sicuramente mi ha aperto le porte … mi<br />
ha permesso di diventare una housesinger<br />
a livello internazionale.<br />
Ti hanno imbarazzata queste<br />
domande?<br />
No.<br />
Ti è piaciuta l’intervista?<br />
Si.<br />
Ti piaccio io?<br />
Si …. a pelle si …<br />
(Bella e furba… si può mai dire ad uno<br />
che ti intervista che non ti piace? Ah, le<br />
donne!! E’ proprio vero ... ne sanno una<br />
più del diavolo…)<br />
foto dI Giacomo Mario Perotti <strong>by</strong> Riviera Cool<br />
ed interviste realizzate al LE GALL oui c’est moi<br />
Porto San Giorgio _ ITALY
intervista esclusiva a<br />
Massimiliano Zerbini<br />
Chicco Mcvoice<br />
nella foto: Chicco Mc & Gianluca Jay allo Zen Club Royale Suite<br />
Una notte come al solito super fascinosa quella allo Zen<br />
Club di Porto San Giorgio in compagnia di Chicco, il<br />
poliedrico, acclamatissimo vocalist che riesce, come pochi,<br />
a trasmettere al suo pubblico quella voglia di divertimento<br />
che è lo spirito guida del suo life style. Oggi possiamo<br />
incontrarlo nei Best Club di tutta Italia, come il Chicco<br />
Voices: Sali e Tabacchi, Toqueville, Banus, Milionaire,<br />
Club21, Sesto Senso, Papeete, Villa Papeete, Folies de<br />
Pigalle, Babaloo, Le Gall e tanti altri ancora. Tanto per farsi<br />
un’idea del suo talento possiamo ricordare che Chicco ha<br />
lavorato nel mitico “Folies de Pigalle” di Parigi e, come se<br />
non bastasse, ha ritirato il prestigioso riconoscimento riferito<br />
agli operatori del mondo della notte “Babaloo Award 2005”<br />
come miglior vocalist … beh, che dire … CHICCO incontra<br />
settimanalmente un pubblico che ammonta nel suo insieme<br />
a quasi 10 mila persone. Numeri che lo rendono, gioco<br />
forza, un personaggio dalla grande visibilità. Stanotte però è<br />
con noi...<br />
Il tuo eros è mare, montagna o campagna?<br />
Sicuramente il mare.<br />
Dimmi il perché?<br />
Innanzi tutto perché mi ricorda sempre l’estate che è la<br />
stagione più bella delle quattro … il periodo dell’anno in<br />
cui posso stare libero e mi sento libero.<br />
Sesso: sei corpo o anima?<br />
Tutte e due.<br />
Qual è il tuo quoziente di infedeltà?<br />
Dipende.. se intendi solo ed esclusivamente per il<br />
partner diciamo pure che la media è di essere molto, ma<br />
molto fedele. Per quanto riguarda invece tutto il resto ….<br />
potrei … si tradire …<br />
Il primo approccio con una donna…<br />
Sono molto timido … e non si direbbe per via del lavoro<br />
che faccio. È la donna nel mio caso che effettivamente<br />
fa il primo passo. Ovvio che ci sia un gioco di sguardi, di<br />
seduzione gestuale … ma in realtà faccio fatica a capire<br />
quando è il momento … quindi è più la donna a dire ….<br />
“vengo io da te, non ce la faccio più ad aspettarti” (le<br />
sue risa fragorose a chiudere il commento mi fanno<br />
intendere che, forse, al di là del fatto che Chicco sia<br />
realmente timido, giocano a suo favore che sia un<br />
professionista molto affermato e un bel ragazzo … per<br />
cui può permettersi di restarsene in attesa …)<br />
Qual è la canzone della tua vita?<br />
Non credo di averla perché ce ne state tante che hanno<br />
avuto una parte importante in spezzoni della mia vita,<br />
quindi non voglio esprimere una preferenza in<br />
particolare … ovvero dare un’importanza ad una<br />
anziché ad un’altra ….<br />
Il posto a cui sei più legato ?<br />
Posso dire la casa nella sua accezione di nucleo<br />
familiare …. Il che non equivale ovviamente alla<br />
abituale residenza bensì al luogo dove risiedono le<br />
emozioni, la culla dei sentimenti. In questo momento ad<br />
esempio sto a Pavia con la mia fidanzata …. e sebbene<br />
dunque Pavia sia lontana dalla mia città di origine,<br />
Modena, mi trovo bene in questa nuova città, ciò a<br />
dimostrare che è proprio l’ambiente familiare che si<br />
forma prima ancora che il luogo in se stesso, ad essere<br />
determinante.<br />
Dal punto di vista professionale?<br />
Io sono un cittadino del mondo …. sia di giorno che di<br />
sera. Il mio lavoro mi porta ad essere in tantissime parti<br />
… mi piace e mi gratifica moltissimo a livello intimo il<br />
dialogo che ho con la gente, sia che le relazioni si<br />
consumino all’interno della mia vita professionale di<br />
voice, quanto nella realtà di tutti i giorni dove svolgo la<br />
professione di agente di commercio. In realtà sono uno<br />
zingaro … sto bene il qualsiasi parte.<br />
E il desiderio che vorresti realizzare? Un sogno che<br />
tieni ancora riposto nel cassetto …<br />
Farmi una bella famiglia …<br />
Raccontami un aneddoto divertente della tua vita<br />
professionale…<br />
Eheheh (sogghigna divertito)!!! Devo dirti …. che sono<br />
sicuramente gli episodi che mi hanno messo in difficoltà<br />
e dai quali poi ho cercato di venirne fuori …. con<br />
disinvoltura … sebbene anche qualora la gaffe fosse già<br />
stata ampiamente consumata…. come il chiamare il<br />
nome di un tavolo importante con un altro nome. Capita,<br />
eh, si capita … ed il bello è che quando questo accade<br />
la gente che saluto sta al gioco… magari lasciano solo<br />
trapelare stupore sulle loro facce come a dire “non hai<br />
capito nulla” … stupore conclamato sebbene non
verbalmente che è assolutamente indicativo<br />
ai fini della consacrazione della gaffe.<br />
Esercitare la memoria e lo spirito di<br />
osservazione dicono sia utilissimo… una<br />
bella scollatura presumo vada incontro<br />
ad entrambe … che dici?<br />
Direi che hai ragione, Jack (sorride)… una<br />
bella scollatura o un bel paio di gambe ….<br />
spesso ti fan perdere la memoria,<br />
diversamente però …<br />
Ci andresti a letto …. Con Oriano????<br />
Sì, a patto che dormiamo in lettini separati<br />
(dallo sguardo mi sembrava alludesse ad<br />
una netta demarcazione con fil di ferro<br />
spinato tra le parti).<br />
Il tuo colore preferito.<br />
Il rosso.<br />
Con quante donne sei stato a letto<br />
contemporaneamente?<br />
Il desiderio e sempre stato di stare con tante<br />
contemporaneamente …. e soprattutto<br />
quello di fare bella figura …. ma in realtà è<br />
rimasta semplicemente una fantasia…<br />
Ti sei sentito in imbarazzo per queste<br />
domande???<br />
No …. perché poi c’è una bellissima<br />
amicizia tra noi (pacca sulla spalla di rito)….<br />
avresti potuto anche fare di peggio, a<br />
conoscerti.<br />
Quanto sei stato sincero?<br />
Cento per cento … giuro ….<br />
(fuori onda)<br />
Domanda ad Oriano …..<br />
Ci andresti a letto con Chicco?<br />
Perché non ti ha detto che ci siamo già<br />
stati?????<br />
(E giù un fragore di risate dei presenti ...)<br />
oui c’est moi<br />
agosto2012<br />
il mercoledi<br />
il sabato<br />
cena spettacolo & dopocena<br />
donna ingresso libero entro le ore 1.30<br />
lungomare gramsci _ porto san giorgio<br />
foto ed intervista realizzate al<br />
CLUB ZEN royale suite<br />
PORTO SAN GIORGIO _ ITALY<br />
aspettando Nibiru cinemacorto.net<br />
Organizzatevi! La fine del mondo del 21 dicembre 2012 è sempre più vicina, o no?!?<br />
Un corto di TALBSTUDIO<br />
“Con questo corto torniamo sulla vicenda della fine del mondo datata 21 dicembre 2012. Stavolta lo facciamo in modo più pratico e perfino educativo - ci<br />
dice Alberto Tarquini che ha scritto e diretto il corto - se è vero che qualcuno presta fede alla profezia dei Maya dandola per veritiera, ci permettiamo di<br />
dare qualche "utile" consiglio su cosa fare da qui all'imminente fine del mondo. I casi sono due: o ci si crede veramente, e quindi siamo realmente ad un<br />
passo dalla fine del mondo (e allora non si capisce perchè ci si ostini a vivere<br />
normalmente sfogando l'ansia soltanto sul web), oppure qualcuno fa solo del<br />
catastrofismo gratuito senza però credere minimamente a quanto proclamato<br />
sul web come fosse una missione. Decidiamoci! O la fine del mondo è<br />
realmente vicina (e ci si comporta di conseguenza) , oppure sono solo<br />
"chiacchiere e distintivo". Ma se siete convinti davvero della profezia dei Maya,<br />
questo corto è per voi. Bando all'angoscia, via l'ansia, abbasso la<br />
depressione; godetevi la vita ... finché c'è! Se poi così non dovesse andare, se<br />
anche questa si rivelasse l'ennesima "bufala" - conclude divertito - si fa<br />
sempre in tempo ad invocare l'infermità mentale per tirarsi fuori dai guai e con<br />
una buona "mandria" di avvocati potreste arrivare comunque alla prescrizione;<br />
di sicuro non sareste i primi a farlo e ... neanche gli ultimi! Noi nel girarlo ci<br />
siamo divertiti. Speriamo accada anche a voi nel guardarlo”.<br />
Video: David Farina _ Audio: Giorgio Alberti<br />
Scritto e diretto da Alberto Tarquini<br />
www.cinemacorto.net/NIBIRU/index.html<br />
Ernesto D’Ettorre in una scena del corto
Jack<br />
& Friends<br />
una notte d’estate<br />
insidetheHAKUNACLUB<br />
Come on happy people get on the dancing floor. Feel good?<br />
This summer night can only be a magical night.<br />
Per chiudere in bellezza ... anzi, a parole ... parole, parole,<br />
parole … soltanto parole (?)<br />
“il nostro cervello è un terreno fecondo su cui le parole, le nostre come quelle altrui (se sono nostre questo<br />
discorso vale anche per le parole solo pensate) cadono come tanti semi. Ascoltando se stessi e gli altri, si<br />
diventa il fertile ricettacolo di questi semi, che poi fruttificano e germogliano nel corpo. Ogni forma di<br />
comunicazione incide dunque nella nostra psiche, lavora nel nostro inconscio per giorni, mesi, anni, arrivando a<br />
cambiare la nostra mentalità e lasciando una traccia fisica nel nostro corpo”. Gurdjeff aveva intuito giustamente:<br />
noi diventiamo per davvero le parole che ascoltiamo ma, ancor di più, quelle che pensiamo o pronunciamo e<br />
che continuiamo a pronunciare”.<strong>by</strong>Jack<br />
nelle foto con me in ordine di apparizione: Pierfrancesco, Gino, Giampiero e ... due affascinanti donne.<br />
GRAN GALA’<br />
notte<br />
Piazza Matteotti _ Porto San Giorgio _ (Fm) _ T. 0734.672202 _ ww.caffenovecento.com
[ musica]<br />
di Roberto Baldassarri<br />
metallari<br />
Gli ignoranti li chiamano dogati, zozzoni, satanisti,<br />
pazzi, malati, problematici e, in alcuni casi assassini.<br />
Pochi di loro sanno che sono probabilmente le persone<br />
con la più bella personalità: gentili, intelligenti,<br />
sensibili, premurosi e soprattutto rispettosi. Sono<br />
persone che lottano sempre e comunque a prescindere<br />
per la vera libertà e il rispetto verso l’altro. Oggi conta<br />
solo il Dio denaro e l’involucro esterno da presentare<br />
agli altri e sono in pochi coloro i quali guardano<br />
davvero dentro. I «metallari» ascoltano una canzone<br />
con il cuore, apprezzano e condividono la bellezza della<br />
vita in tutte le sue sfumature.<br />
nella foto: Sara Frate metallo e Ro<strong>by</strong><br />
IRON<br />
MADEN<br />
vBood brother<br />
Fratelli di sangue<br />
E se stai passeggiando nel giardino della vita<br />
Cosa ti aspetti di vedere?<br />
Uno specchio che riflette le mosse della tua vita<br />
E, nel fiume, il mio riflesso<br />
Solo per un secondo m’è apparsa una visione di mio<br />
padre<br />
E in una mossa mi ha fatto un cenno<br />
E in un momento mi sono rimasti solo i ricordi<br />
E tutte le ferite si riaprono<br />
Siamo fratelli di sangue<br />
E se ti guardi tutt’attorno spaventato<br />
Ciò che vedi, pensi che abbiamo imparato?<br />
No, se dai un’occhiata alla rissa diventata guerra<br />
Fuori nelle strade, dove i bambini sono bruciati<br />
Siamo fratelli di sangue<br />
A volte ho paura del mondo<br />
A volte mi vergogno di tutti noi<br />
Quando ti ricordi di tutte le emozioni che hai provato<br />
E vedi riflessi il bene e il male<br />
Sapremo mai qual è veramente la risposta alla vita?<br />
Puoi dirmi veramente cos’è la vita?<br />
Forse tutte le cose che sai che sono preziose per te<br />
Possono essere spazzate via dalla mano del destino<br />
Siamo fratelli di sangue<br />
Quando pensi che abbiamo sfruttato tutte le nostre<br />
occasioni<br />
E abbiamo provato a mettere tutto a posto,<br />
continuare a fare gli stessi vecchi errori<br />
fa fermare la bilancia così facilmente,<br />
quando viviamo le nostre vite sulla sommità<br />
come dice una preghiera nel libro dei morti<br />
Siamo fratelli di sangue<br />
E se stai passeggiando nel giardino della vita<br />
cosa ti aspetti di vedere?
Caterina Micheli nasce a Roma e li<br />
attualmente risiede e lavora. inizia la sua<br />
carriera, dopo una formazione in belle arti,<br />
nell'ambiti pittorico e grafico realizzando primi<br />
cicli di pittura e illustrazioni per pubblicazioni e<br />
pubblicità fino alla sua mostra personale più<br />
importante a livello nazionale "Ritratti d'Autori"<br />
nella quale conferma la sua attenzione per il<br />
ritratto e per l'espressività umana in genere.<br />
Poi il conseguente passo nella<br />
sperimentazione delle nuove tecnologie e<br />
l'inizio nel campo della fotografia digitale che<br />
le permettono di amplificare l'ambito della<br />
ritrattistica con un uso sempre personale e<br />
sperimentale dei mezzi. Nel 2008 fonda<br />
insieme e Giacomo Properzi videomaker e<br />
fotografo prima DAVAR associazione di<br />
promozione artistica nel panorama romano<br />
poi nel 2011 FACTORY società di promozione<br />
e pubblicità attiva nel campo della moda e del<br />
nightlife operante nel centro italia. A dimostrazione<br />
della sua poliedricità si ricorda la sua<br />
attività in campo cinematografico nell'ambito<br />
dello styling, infatti sua la direzione dei<br />
costumi di molte pubblicità, videoclip tra cui il<br />
videoclip "TRANNE TE" di Fabbri Fibra e<br />
collaborazioni come nel film "HABEMUS<br />
PAPAM" di Nanni Moretti.<br />
CATERINA MICHELI<br />
CRISTINA CAPRIOTTI<br />
GIACOMO CARLO<br />
PEROTTI<br />
"La fotografia è una passione che ho fin da<br />
piccolo quando "sprecavo" i rullini per fare foto<br />
improbabili ai tetti ed ai balconi dei palazzi del<br />
centro della mia città ... e poi corsi<br />
d'acqua,boschi,piante,farfalle ... Lo scorso anno<br />
ho deciso di togliere dal cassetto questo hob<strong>by</strong><br />
dimenticato a cui ho dedicato anime e corpo<br />
perchè tendo ad essere un perfezionista ...non<br />
so fino a che punto sia un pregio oppure un<br />
difetto. Ho iniziato entrando a far parte dello staff<br />
regionale di Tilllate.com a San Benedetto del<br />
Tronto e successivamente passando a<br />
Rivieracool (www.rivieracool.it) realizzando<br />
servizi fotografici nei locali più di tendenza sia<br />
come collaboratore di agenzia che come<br />
freelance in appoggio a diversi staff sia nelle<br />
Marche che in Abruzzo. Nel frattempo ho avuto<br />
occasione di realizzare sia Book fotografici che<br />
servizi per cerimonie e,grazie ai consigli di<br />
diversi fotografi esperti con cui ho collaborato e<br />
grazie all'impegno costante e profondo che ho<br />
messo in questo lavoro, sono riuscito ad arrivare<br />
ad un discreto livello naturalmente sempre<br />
migliorabile".<br />
fashion<br />
Professional Photographers<br />
FABRIZIO PACIFICI<br />
Romano dello storico quartiere di San<br />
Lorenzo, ideatore del Premio Sette Colli<br />
Giallorossi (arrivato quest’anno alla 5^<br />
edizione) e di altri importanti eventi, dopo<br />
varie esperienze in televisione e radio è oggi<br />
il vice presidente dell’ANPOE (Associazione<br />
Nazionale di Produttori e Organizzatori di<br />
Eventi). E’ il fondatore del portale più visitato<br />
della Capitale, EventiRoma.com, arrivato<br />
poco tempo fa alla milionesima visita.<br />
Quando e come ha iniziato a occuparsi di eventi della Capitale?<br />
In realtà da sempre. Ho avuto sempre una piacevole disposizione a fare e curare<br />
relazioni, ed è questo che negli anni mi ha facilitato anche il lavoro di organizzatore e<br />
produttore di eventi e di cura di uffici stampa.<br />
Il suo lavoro ha cambiato la sua vita?<br />
In realtà il mio lavoro è la mia vita. Non voglio dire che vivo per lavorare, ma sono<br />
talmente appassionato che quasi non riesco a distinguere il lavoro con la vita non<br />
lavorativa. Anche se sono in vacanza mi piace pensare al mio lavoro.<br />
La fotografia è probabilmente tra tutte le forme d’arte la più<br />
accessibile e la più gratificante. Può registrare volti o avvenimenti<br />
oppure narrare una storia. Può sorprendere, divertire ed educare.<br />
Può cogliere e comunicare emozioni e documentare qualsiasi<br />
dettaglio con rapidità e precisione.<br />
Lei ha sempre bisogno di esprimersi al massimo: lo fa per gusto<br />
o necessità?<br />
Come dicevo prima fa parte di me. E’ ovvio che se uno vuole<br />
distinguersi, specialmente oggi, in questo periodo di crisi, deve stare<br />
molto attento alla qualità, più che al ricavo. E in un momento così<br />
difficile chi riesce ad esprimersi al livello qualitativo soddisfacente e<br />
credibile, non teme crisi.<br />
Della sua attività di che cosa va più orgoglioso?<br />
Negli ultimi anni, gli ultimi due in particolare, ciò che più mi inorgoglisce<br />
è la formazione. Insieme a Fabrizio Borni (Presidente<br />
dell’Associazione Nazionale Produttori Organizzatori Eventi) abbiamo<br />
creato un percorso formativo che ci sta dando enormi soddisfazioni ed<br />
a breve presenteremo qualcosa che in Italia non era mai stato fatto<br />
prima, ovviamente parlo di formazione specifica per chi vuole<br />
diventare organizzatore di eventi.<br />
Del suo mondo, cosa non le piace?<br />
L’approssimazione e il facile entusiasmo che porta spesso molti a<br />
credere che questo lavoro si può anche improvvisare.<br />
Oggi a Roma c’è spazio per proporre idee nuove?<br />
Roma è una città che ha vissuto degli anni straordinari e che secondo<br />
me in quest’ultimo periodo si è un po’ addormentata. Secondo me chi<br />
ha idee vincenti può lavorare bene ovunque e naturalmente anche<br />
nella città più bella del mondo.<br />
John Heed Gecoe<br />
Negli ultimi 10 anni che cosa si ricorda con più piacere della<br />
Capitale?<br />
Se posso aggiungere alla sua domanda un anno in più, allora direi il<br />
terzo scudetto della Roma.<br />
Come si sopravvive nello spietato mondo della comunicazione? I<br />
suoi punti di forza…<br />
Umiltà, onestà, preparazione, duro lavoro.<br />
Fabrizio Pacifici cosa deve dimostrare a se stesso?<br />
Niente in particolare se non quello di essere sempre una persona<br />
coerente con ciò che dice e ciò che fa.<br />
Qual è il personaggio VIP, italiano o straniero che l’ha colpito di<br />
più?<br />
E’ difficile tirare fuori dei nomi dato che ho avuto a che fare con<br />
centinaia di personaggi, intanto posso dirti che per Eros Ramazzotti e<br />
Zinedine Zidane avevo un antipatia a pelle ma dopo che ho avuto a<br />
che fare con loro mi sono ricreduto. Mentre i personaggi che mi hanno<br />
colpito di più sono Francesco Totti, Antonello Venditti e Will Smith,<br />
autentici numeri uno nei loro settori, ma tra le persone più umili che<br />
abbia mai conosciuto in questo ambiente.<br />
Ha nuove aspirazioni professionali per il suo futuro?<br />
Dare la possibilità ai giovani di conoscere bene questo lavoro e<br />
insegnare le basi per poter cominciare in assoluta libertà.
inside the<br />
Pochi conoscono il suo vero nome che è Sandro Cecchini in<br />
quanto firma i suoi scatti col nick di ,<br />
fashion<br />
scatti d’autore<br />
Baikonur Photospace<br />
nome che nasce dall'unione delle sue passioni: la Russia, lo<br />
spazio e la fotografia che lo appassionano fin da piccolo.<br />
Inizialmente era interessato all'astronomia, al viaggio ma con il<br />
tempo è approdato al ritratto. Catturare i volti delle persone che<br />
lo affascinano è l'attività che ama che gli ha regalato le maggiori<br />
soddisfazioni. Tra le altre la pubblicazione su alcune riviste a<br />
diffusione regionale e l'incontro con la titolare della Cesare<br />
Paciotti Undewear, che definisce “Una persona straordinaria,<br />
con la quale è stato un piacere collaborare alla realizzazione di<br />
scatti dedicati alla loro linea intimo. Uno dei lavori per me<br />
sicuramente più importanti fino a questo momento”. Baikonur<br />
Photospace è un progetto condiviso anche da sua moglie,<br />
indispensabile collaboratrice.<br />
snc<br />
Feber<br />
ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE<br />
Via Bernini 32 _ Trodica (MC) _ T.0733 564396<br />
photo <strong>by</strong> BAIKONUR
SPECIALIZZATI IN PERIZIE INFORMATICHE<br />
LAB 51 srl _ Via E.Toti n.86 _ 63074 San Benedetto del Tronto (AP) T. 346.3439550 / 346.3439551 _ http://www.lab51.it _ info@lab51.it<br />
“Lab 51 srl nasce nel 2011 a San Benedetto del<br />
Tronto dall’esperienza ventennale di<br />
professionisti del settore dell’Information<br />
Tecnology, focalizzandosi principalmente nella<br />
Computer Forensics e nella Sicurezza<br />
Informatica. Sono oltre un milione, i reati<br />
informatici che ogni giorno vengono commessi<br />
nel mondo, con conseguenti danni di<br />
immagine, sottrazione di dati, tempo perduto o<br />
danni effettivi al sistema. Solo per il nostro<br />
paese, il danno stimato è di 662 milioni di euro.<br />
La crescente attenzione verso queste<br />
problematiche è testimoniata anche dal<br />
costante incremento di cause e processi a<br />
tema informatico e dalla nascita di sezioni<br />
specializzate in tali materie nei tribunali. In<br />
Italia, quando si ha la necessità del supporto di<br />
un esperto, ci si può avvalere di una<br />
Consulenza Tecnica specifica. Da più di sette<br />
anni, i professionisti di Lab 51 operano con<br />
successo nel campo della Computer Forensics,<br />
affiancando numerose Procure della<br />
Repubblica e Compagnie della Guardia di<br />
Finanza nelle delicate operazioni di analisi. Il<br />
nostro obiettivo primario, è estendere quei<br />
servizi finora erogati solo a forze dell’ordine e<br />
tribunali - come la copia certificata di memorie<br />
di massa, l’analisi e il recupero dati - anche alle<br />
aziende, mettendo a disposizione il software da<br />
noi sviluppato, l’esperienza, il know-how, la<br />
discrezione e la professionalità. Offriamo<br />
servizi di Data Wiping, distruzione e<br />
smaltimento per ogni tipo di supporto e<br />
assicuriamo una eliminazione certificata e<br />
permanente dei dati, assumendo il ruolo di<br />
Responsabile della distruzione dei documenti<br />
(Previsto dalla Legge sulla Privacy) e liberando<br />
l'azienda da tutte le responsabilità connesse<br />
alla dispersione dei dati. Dal 13 Ottobre 2008,<br />
infatti, il Garante per la Protezione dei Dati<br />
Personali ha stabilito che chiunque mantenga<br />
memorizzati su dispositivi elettronici dati relativi<br />
a sé o a terzi è tenuto ad assicurarsi che questi<br />
non possano andare dispersi e acquisiti anche<br />
in modo incontrollato da estranei. La procedura<br />
di Data Wiping, o cancellazione sicura, va<br />
eseguita ogniqualvolta sia necessario<br />
cancellare queste informazioni in maniera<br />
definitiva, come ad esempio al momento dello<br />
smaltimento o della cessione di un dispositivo<br />
elettronico. Oltre ai servizi già esposti, Lab 51<br />
fornisce computer per ogni tipo di esigenza e<br />
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di rete”.<br />
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