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LUCA FRIGERIO by DONNA IMPRESA MAGAZINE

di Valeriana Mariani STORIA DI COPERTINA "LUCA FRIGERIO" Di lui mi hanno scritto: “Luca Frigerio è un grande appassionato di montagna in particolare di sci ed escursionismo e pratica anche il surf e la mountain bike. Impegnato nel sociale, sostiene una serie di iniziative a protezione della natura in Africa, continente dove viaggia spesso e dove pratica la fotografia, uno dei suoi hobby preferiti”. Inutile esimermi dall’interrogarmi su come, un uomo nella sua posizione, riesca a mantener vive tante passioni ... poi scorgo, nell’indugiare con lo sguardo attraverso le informazioni che mi sono state recapitate su di lui, che il suo team di lavoro è composto da molte donne. A questo punto comprendo (naturalmente partigiana della causa femminile per convinzione, come è palese che sia) che la innata capacità delle donne di essere rapide e concrete nel decidere, il possedere una mentalità improntata all’organizzazione, la tenacia realizzativa, la propensione a (...)

di Valeriana Mariani STORIA DI COPERTINA "LUCA FRIGERIO"
Di lui mi hanno scritto: “Luca Frigerio è un grande appassionato di montagna in particolare di sci ed escursionismo e pratica anche il surf e la mountain bike. Impegnato nel sociale, sostiene una serie di iniziative a protezione della natura in Africa, continente dove viaggia spesso e dove pratica la fotografia, uno dei suoi hobby preferiti”. Inutile esimermi dall’interrogarmi su come, un uomo nella sua posizione, riesca a mantener vive tante passioni ... poi scorgo, nell’indugiare con lo sguardo attraverso le informazioni che mi sono state recapitate su di lui, che il suo team di lavoro è composto da molte donne. A questo punto
comprendo (naturalmente partigiana della causa femminile per convinzione, come è palese che sia) che la innata capacità delle donne di essere rapide e concrete nel decidere, il possedere una mentalità improntata all’organizzazione, la tenacia realizzativa, la propensione a (...)

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MATRICARDI SpA<br />

summer 2012<br />

Di<br />

donna impresa magazine<br />

Grand Hotel Billia e Centro Congressi<br />

SPECIALE<br />

uomini e donne:<br />

alla ricerca di una nuova coscienza<br />

www.donnaimpresa.com<br />

progetti<br />

movimento<br />

www.matricardispa.com<br />

Proprietà editoriale e progetto grafico <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong><br />

DOSSIER<br />

S-comunicare<br />

intervista al PresidenteA.N.C.I.<br />

Cleto Sagripanti<br />

MODA<br />

a Matera con il<br />

premiocittàdeisassi<br />

LUI<br />

Edoardo Secchi<br />

PresidenteItalie<br />

FranceGroup<br />

JACK<br />

BELLAVITA<br />

alonghotsummer<br />

specialeAlanSorrenti<br />

storia di copertina<br />

<strong>LUCA</strong><br />

<strong>FRIGERIO</strong><br />

amministratore unico CAVAS.p.a.


STORIA DI COPERTINA<br />

quandolo<br />

Style<br />

l’avventura<br />

e<br />

hannoun’<br />

Anima<br />

Di lui mi hanno scritto: “Luca Frigerio è un grande appassionato di<br />

montagna in particolare di sci ed escursionismo e pratica anche il surf e<br />

la mountain bike. Impegnato nel sociale, sostiene una serie di iniziative a<br />

protezione della natura in Africa, continente dove viaggia spesso e dove<br />

pratica la fotografia, uno dei suoi hob<strong>by</strong> preferiti”. Inutile esimermi<br />

dall’interrogarmi su come, un uomo nella sua posizione, riesca a<br />

mantener vive tante passioni … poi scorgo, nell’indugiare con lo<br />

sguardo attraverso le informazioni che mi sono state recapitate su di lui,<br />

che il suo team di lavoro è composto da molte donne. A questo punto<br />

comprendo (naturalmente partigiana della causa femminile per<br />

convinzione, come è palese che sia) che la innata capacità delle donne<br />

di essere rapide e concrete nel decidere, il possedere una mentalità<br />

improntata all’organizzazione, la tenacia realizzativa, la propensione a ...<br />

di Valeriana Mariani<br />

<strong>LUCA</strong><br />

<strong>FRIGERIO</strong><br />

Luca Frigerio è<br />

Amministratore<br />

unico della nuova Casino de la<br />

Vallée S.p.A (dal settembre<br />

2010), dopo aver ricoperto<br />

questo ruolo per il Casino de la<br />

Vallée S.p.A (dal 2008) e il<br />

Grand Hotel Billia S.T.V. spa<br />

(dal 2010). Da aprile 2012 è<br />

Presidente di FEDERGIOCO,<br />

di cui è stato anche vice<br />

presidente dal 2011,<br />

organismo che riunisce le case<br />

da gioco italiane di Campione<br />

d’Italia, Saint-Vincent,<br />

Sanremo e Venezia, il cui<br />

programma 2012/13 che mira<br />

a rafforzare l’associazione per<br />

renderla più autorevole verso<br />

gli stakeholder interni ed<br />

esterni, al fine di ottenere una<br />

maggiore attenzione da parte<br />

degli organi legislativi e di<br />

rivedere i modelli di business<br />

dei Casino, con tutte le<br />

conseguenze organizzative<br />

sulle persone, a tutela dei<br />

lavoratori e delle aziende. Nato<br />

a Cantù (Como), ha 42 anni e<br />

si può considerare un ‘figlio<br />

d’arte’, essendo la terza<br />

generazione di Frigerio alla<br />

guida di Casino che, nati come<br />

intrattenimento per le forme di<br />

turismo legate ai soggiorni<br />

termali e naturalistici delle élite<br />

europee, oggi tornano alle<br />

origini sposando un concetto di<br />

leisure di lusso.<br />

www.donnaimpresa.com<br />

05


generare ambienti di lavoro partecipativi e collaborativi,<br />

l’attenzione alla qualità delle relazioni personali e<br />

all’ascolto, la capacità di gestire i conflitti attraverso la<br />

mediazione, la capacità di gestire le emozioni e di tradurle<br />

in risorsa anziché in limite, l’avere sempre presente<br />

l’ottica del servizio e, non ultimo, l’adottare comportamenti<br />

ispirati a etica e responsabilità sociale, sono<br />

caratteristiche di genere emerse (e messe in evidenza da<br />

ricerche e indagini nazionali e internazionali sulla<br />

leadership al femminile) che per Luca hanno fatto la<br />

differenza. A lui dunque, oltre il merito di sostenere la<br />

cosiddetta “causa femminile”, il plauso per aver investito<br />

sulle capacità delle donne, vere o presunte che siano. Ma<br />

questo è solo il primo dei numerosi interrogativi che mi<br />

sono posta nel cercare conferme di chi intimamente fosse<br />

Luca Frigerio. Già solo il fatto di soddisfare senza indugio<br />

alcuno alla nostra richiesta di parlarci di sé attraverso una<br />

conversazione telefonica (in quanto scartata a priori<br />

l’ipotesi di un vis a vis per mancanza dei cosiddetti “tempi<br />

tecnici” indispensabili) e non rispondendo ai quesiti<br />

attraverso il suo ufficio stampa, denotavano una<br />

disposizione d’animo particolare. Quello che non potevo<br />

immaginare sin da subito però è la fortissima capacità<br />

relazionale di questo oltremodo affascinante<br />

quarantenne, elemento che ha di fatto contribuito ad<br />

annullare il tempo nel momento stesso in cui abbiamo<br />

cominciato a dialogare, complici la sua spiccata simpatia,<br />

la semplicità attraverso cui si è posto nei miei confronti sin<br />

dal primissimo approccio e la profondità del pensiero<br />

espressa attraverso note vocali suadenti e quella<br />

particolare erre alla francese che è tipica degli abitanti<br />

delle zone di influenza franco-provenzale. Nel mentre<br />

eravamo impegnati in questa intervista che intanto aveva<br />

assunto le caratteristiche di un pourparler informale, colgo<br />

che Luca, prima ancora che esprimersi in relazione al<br />

motivo per cui eravamo lì, ovvero il presentarmi<br />

l’imponente progetto del polo leisure in costruzione a<br />

Saint-Vincent, tocca temi di carattere sociale cercando<br />

ogni volta di far trapelare quanto forte sia la<br />

consapevolezza che l’egemonia intellettiva dell’Uomo è<br />

l’unica guerra che oggi valga la pena di essere<br />

combattuta, poiché l’arricchimento derivato dalla<br />

consapevolezza delle diversità fra gli uomini e le loro<br />

culture è un patrimonio per l’ intera umanità, un bene<br />

prezioso da salvaguardare se vogliamo superare<br />

velocemente il periodo oscurantista che le società<br />

cosiddette evolute stanno attraversando. La dignità della<br />

persona, la speranza, la gioia di vivere sembrerebbero<br />

essere sue irrinunciabili costanti di vita.<br />

La prima domanda verte essenzialmente, prima ancora che sul suo lodevole impegno nel sociale, su<br />

quello che in lei è perfettamente riscontrabile attraverso ogni concetto che esprime e, cosa ancor più<br />

importante, riscontrabile in tutto quello che fa: ovvero il suo buon cuore per cui il definirla “attore di<br />

giustizia sociale” non deve apparirle una lusinga bensì un’analisi erudita che si sostanzia di fatti prima<br />

nella foto:Grand Hotel Billia _Saint Vincent _ Ao<br />

Il Saint-Vincent Resort<br />

& Casino: un imponente<br />

complesso che disporrà<br />

complessivamente di 199<br />

camere, un grande<br />

centro benessere e 5<br />

ristoranti. Anche il<br />

Casino diventerà un<br />

luogo elegante con spazi<br />

esteticamente innovativi,<br />

all'aperto ma protetti.<br />

Il progetto è affidato con una gara internazionale allo Studio Lissoni Associati e comprende<br />

anche la ristrutturazione del Billia “ L’obiettivo – spiega l’architetto Lissoni – è di far vivere<br />

un’esperienza unica a clienti e turisti senza soluzione di continuità fra bellezza,<br />

intrattenimento e benessere. Valorizzeremo il patrimonio architettonico esistente,<br />

armonizzando la tipicità locale con elementi legati ad atmosfere lontane. La storia prestigiosa<br />

del Grand Hôtel Billia dialogherà con la modernità e con la tradizione degli artigiani della<br />

pietra, del metallo e del legno, con ampio utilizzo di vetrate per effetti spettacolari. Si tratta di<br />

un lavoro difficile proprio per la conformazione del Billia e del Casino, costruiti e poi rivisti in<br />

epoche diverse. Alla fine, si dovrà percepire una generale armonia”. Due dei cinque nuovi<br />

ristoranti, Gaya e Brasserie, sono già stati inaugurati nel 2011 insieme alla Poker Room e alla<br />

sala Evolution di 1.700 metri quadri per i giochi elettronici con ingresso indipendente. Il 15<br />

luglio 2012 è stato invece inaugurato il Park Hotel e fra il dicembre 2012 e il febbraio 2013<br />

sarà rinnovato il Casinò, senza che l'attività venga interrotta. Per Luca Frigerio l'obiettivo è<br />

quello di "Offrire alla clientela emozioni uniche, soggiorni esclusivi e suggestivi, divertimento e<br />

un'occasione per godere di tutte le possibilità della regione valdostana, con le sue piste da<br />

sci, la gastronomia, la natura, l'arte e la cultura".


ancora che di parole attraverso il suo appoggio economico<br />

a progetti di solidarietà internazionale e, non ultimi, il suo<br />

impegno in qualità di presidente di Federgioco che l’ha<br />

vista protagonista nella lotta alle ludopatie e in relazione alla<br />

sua professione quando si erge in difesa del lavoro delle<br />

oltre 1000 persone alle sue dipendenze. Sartre, il filosofo<br />

francese che ha rappresentato uno dei capisaldi della storia<br />

dell'Umanesimo del ventesimo secolo per la grande<br />

attenzione riposta sulle condizioni esistenziali dell'uomo, in<br />

particolare accoglie la tesi del primato della coscienza sulla<br />

realtà, per cui gli oggetti e il mondo sono il frutto di un atto<br />

della coscienza, soggettivo e intenzionale e che è l'uomo a<br />

dare un senso e un significato al mondo, e non viceversa.<br />

La coscienza non può astenersi da dare un senso al mondo,<br />

e questo senso gli è attribuito in primo luogo dalle emozioni<br />

che l'uomo prova intenzionalmente nei confronti della<br />

realtà, la quale ne rimane inevitabilmente condizionata. La<br />

coscienza (Nella formulazione freudiana) è una qualità della<br />

mente che di solito include altre qualità quali ad esempio la<br />

soggettività, la autoconsapevolezza, la conoscenza e la<br />

capacità di individuare le relazioni tra sé e il proprio<br />

ambiente circostante. Sulla base di quanto abbiamo fin qui<br />

premesso, possiamo pertanto asserire che l’opera umana<br />

più bella espressa attraverso la coscienza individuale è<br />

quella di essere utili al prossimo?<br />

Indubbiamente si. Lo scambio che ne nasce è però<br />

maggiormente fecondo se non fondato su un atteggiamento e<br />

una prassi esclusivamente paternalistica, bensì sulla comune<br />

vocazione all’annuncio e al servizio reso alla comunità,<br />

soprattutto e particolarmente, nei confronti di quegli individui che<br />

il nostro sistema economico emargina. La dura realtà dei fatti è<br />

che quasi due miliardi di persone su questo pianeta vive sulla<br />

soglia della sopravvivenza o addirittura al di sotto, tra malattie,<br />

povertà e disagio sociale. Il mio impegno nella salvaguardia della<br />

natura in Africa, continente che amo, mi ha fatto scoprire che<br />

quello che di davvero importante possiamo fare è lo sviluppare la<br />

nostra coscienza individuale innalzandola al collettivo, nella sua<br />

accezione di comunità globale, che si esprime oltre che nella<br />

salvaguardia del pianeta, a tutela della vita e dei suoi<br />

irrinunciabili principi: primi fra tutti, la libertà e l’uguaglianza.<br />

Principi che sento radicati in me e che mi impongono un<br />

atteggiamento eticamente responsabile in tutto quello che faccio.<br />

Amare d’altronde è una mentalità; è la mentalità di chi si mette<br />

dalla parte dell’altro; significa sentirsi responsabile degli altri,<br />

identificarsi con l’altro.<br />

Accennavo poc’anzi al suo programma come presidente di<br />

Federgioco è stato definito nell’insieme un processo<br />

alquanto innovativo. Ce ne parli..<br />

Intendiamo innanzi tutto aprire Federgioco a un dialogo<br />

costruttivo con le istituzioni. Il gioco ha assunto ormai una<br />

rilevanza economica e sociale che chiama gli operatori a<br />

maggiori responsabilità e però anche alla necessaria<br />

autorevolezza per collaborare con gli organi legislativi. Il mio<br />

programma comprende la lotta alle ludopatie, come precisava, e<br />

quindi la lotta al gioco non autorizzato e il sostegno ai Casino<br />

Federgioco, soggetti a severi controlli e discipline, a<br />

salvaguardia dei giocatori e contro il riciclaggio. Il gioco<br />

d’azzardo drena risorse economiche pari al 10% del PIL e<br />

questo è oggi uno dei nuovi ostacoli allo sviluppo economico del<br />

nostro Paese. Un’attenzione particolare è posta alla tutela legale<br />

in sede europea contro la restrittiva normativa nazionale<br />

sull’antiriciclaggio rispetto ai contenuti della Direttiva europea<br />

(2005/60/CE). A livello legislativo, il programma si propone<br />

invece di intensificare la cooperazione con Ministeri e istituzioni<br />

del lavoro su temi cruciali quali la gestione delle organizzazioni,<br />

la sicurezza e la tutela del patrimonio, il contrasto alla criminalità,<br />

l’occupazione e gli ammortizzatori sociali.<br />

Il gioco compulsivo, le<br />

ludopatie e l'illegalità non<br />

abitano più nelle case da<br />

gioco. Anzi. Sono proprio i<br />

Casinò oggi i luoghi più<br />

sicuri, dove sfidare la<br />

fortuna riscoprendo<br />

questa esperienza antica<br />

quasi quanto l’uomo<br />

come un divertimento<br />

innocuo e perfino<br />

stimolante.


nella foto Luca Frigerio con Tony Blair<br />

nella foto:Grand Hotel Billia _Saint Vincent<br />

C’è grande attesa intorno all’imponente progetto del polo<br />

leisure in costruzione a Saint-Vincent, un complesso che sta<br />

nascendo e che mira a offrire esperienze di divertimento nuove<br />

e uniche, una realtà esclusiva a livello europeo..<br />

Il “Saint-Vincent Resort & Casino”, iniziativa da 70 milioni di euro,<br />

comprenderà la casa da gioco riammodernata, due hotel da 5<br />

(Grand Hotel Billia)e4stelle(ParcHotel Billia), 5 ristoranti, un ampio<br />

e funzionale Centro Congressi (dotato di 7 sale) e un Centro<br />

Benessere di 1.700 mq. Il progetto ha anche una vocazione<br />

ambientale: sul lato sud del Casinò, prende corpo la nuova centrale<br />

termica che consentirà al Resort di produrre risparmi energetici fino<br />

al 30%. Una grande attenzione è stata rivolta al concept dei marchi<br />

puntando, da un lato, a tutelare la tradizione, dall’altro, ad introdurre<br />

forte innovazione dell’immagine aziendale. Di conseguenza, il<br />

logotipo del Grand Hotel Billia, che diventerà un 5 stelle, esprime<br />

l’eleganza di un albergo ultracentenario attraverso linee essenziali e<br />

un colore intenso, mentre quello del Parc Hotel Billia, il nuovo 4 stelle<br />

per famiglie e per il turismo congressuale, è sobrio e decisamente<br />

meno formale; il logo del Centro Congressi vuole parlare di business<br />

e di professionalità, ma anche di accoglienza. Quello del Food &<br />

Drink è stato pensato per comunicare contemporaneità, freschezza e<br />

piacevolezza nell’incontro con i servizi di bar e di ristorazione: la<br />

Brasserie du Casino, il Ristorante Gaya, Le Rascard Salon et<br />

Terrace, La Grande Vue Gourmet Restaurant e il 1908 Resort<br />

Restaurant, Gaya Wine & Drink, La Cheminée, il Poker Bar e il<br />

Lounge Bar. Nell’insieme, abbiamo optato per segni grafici forti che<br />

puntiamo a posizionare, grazie ai servizi che offriranno al cliente,<br />

quali veri e propri punti di riferimento dell’offerta. Con il logotipo<br />

Eventi News di un sito internet dove veicoleremo non solo le attività<br />

di intrattenimento programmate all’interno delle strutture del Resort<br />

ma anche gli eventi organizzati sul territorio su cui opera il Resort<br />

stesso, perché la mission del progetto comprende la volontà di ‘fare<br />

sistema’ con l’intera offerta turistica della regione Valle D’Aosta.<br />

Cito testualmente da una sua più articolata disamina in<br />

riferimento al periodo di recessione economica attuale: “sono<br />

molti i fattori esterni che ne hanno condizionato l'andamento in<br />

un periodo, certamente il più serio, dove si sentono<br />

maggiormente l'acuirsi della crisi economica e della scarsa<br />

propensione ai consumi, ma anche gli effetti dell'introduzione di<br />

ulteriori limitazioni nella circolazione del denaro contante” . Se<br />

la crisi è così profonda da toccare tutti gli ambiti va da se<br />

pensare che anche la politica sia in crisi, in quanto non solo<br />

manchevole nel riuscire a trovare risposte efficaci che non<br />

siano le repentine scappatoie atte a fornire ossigeno<br />

nell’immediato ma, addirittura, inasprendone gli esiti. Detto ciò,<br />

posso chiederle se è ottimista su una possibile “resurrezione”<br />

della politica italiana?<br />

No, non molto, sono piuttosto pessimista. Questo è un governo di<br />

contabilità più corretta, però allo stesso tempo assistiamo alla morte<br />

della democrazia, in quanto siamo in una condizione in cui i politici<br />

non sono in grado di governare. Quindi non possiamo dire che un<br />

governo tecnico governa, perché affermeremmo che la politica non<br />

serve a niente e ciò non risponde a verità, semmai è vero che la<br />

nostra classe politica dovrebbe essere rinnovata, considerati gli<br />

sviluppi drammatici della nostra economia e non di meno in relazione<br />

alla credibilità dei nostri rappresentanti istituzionali che risulta essere<br />

fortemente compromessa a livello internazionale.<br />

Come giudica la partenza e l’azione del governo Monti, anche<br />

valutandola attraverso la forte pressione fiscale a cui ha<br />

sottoposto la collettività, prime fra tutte le classi più abbienti<br />

che sono state investite dalla responsabilità di essere<br />

considerate il salvagente d’Italia, vedi ad esempio la<br />

reintroduzione dell’ICI, ora chiamata IMU (o imposta municipale<br />

unica) che è stato il secondo provvedimento attuato in ordine<br />

di importanza sistemica ma forse il primo in termini di gettito e<br />

di altre misure fiscali “sui ricchi”?<br />

Ovvio che ai fini di un giudizio di massima non si possa prescindere<br />

dal contesto nel quale il governo ha dovuto e deve muoversi, dal<br />

punto di partenza, dall’alto livello del rischio della tenaglia finanziaria<br />

che stava strozzando il Paese, e dunque, sulla base di questo<br />

diciamo pure che l’insieme del governo Monti considerato lo stato di<br />

emergenza, gli strettissimi tempi a disposizione, la necessità che i<br />

provvedimenti venissero approvati dal Parlamento che, nel<br />

frattempo, non è mutato, merita sì un giudizio severo in relazione a<br />

molti provvedimenti in essere ma un più bonario verdetto se valutato<br />

acriticamente nella sua globalità. E’ vero, come molti hanno scritto,<br />

che non bisogna essere Nobel dell’economia per prendere<br />

provvedimenti come quelli che sono stati attuati, in quanto si è agito<br />

solo sul puro piano dell’emergenza, sulle cosiddette “esigenze di<br />

gettito” che hanno fatto apparire come “necessarie” manovre fiscali<br />

altrimenti condannabili, dal punto di vista della coesione sociale e<br />

non di meno, delle strategie. Nonostante ciò, penso che questo<br />

governo abbia rappresento il meglio che, nelle circostanze, si<br />

potesse scegliere, ma ciò non toglie che alcune correzioni e<br />

miglioramenti siano non solo necessari, ma certamente auspicabili<br />

perché, pur avendo rappresentato una risposta alle pressioni dei<br />

mercati finanziari e dei maggiori partner europei, non ha ancora<br />

introdotto, in maniera significativa, misure che vanno nella direzione<br />

corretta per una futura politica di sviluppo, come ha anche rilevato la<br />

maggioranza della stampa internazionale. Alle buone intenzioni (di<br />

contenere il debito) non hanno seguito i fatti concreti, perché<br />

l’economia non può essere regolamentata dalla politica e tanto meno<br />

dalle leggi, se non in maniera molto relativa. L’obbligo del pareggio<br />

diventerà un’arma ricattatoria, specie nei casi di recessione, nei<br />

confronti dei cittadini e degli Stati più deboli, che perderanno ulteriore<br />

sovranità.<br />

Cos’è il debito?<br />

Per gli Stati è un modo di ottenere consenso immediato da parte di<br />

alcune categorie sociali, scaricandone gli oneri sulla collettività<br />

(quindi, nel lungo periodo, penalizzando quelle stesse categorie che<br />

momentaneamente avevano ottenuto soddisfazione alle loro<br />

richieste). La politica miope e irresponsabile del debito è stata<br />

possibile proprio perché i cittadini non possono controllare in alcun<br />

modo lo Stato centralista. Siamo tutti enormemente indebitati pur non<br />

avendo fatto nulla, individualmente, per esserlo a questi livelli. Di<br />

fronte a una situazione del genere, si pensa che essere indebitati sia<br />

più vantaggioso che non esserlo. Sembra sia più accettabile l’idea di<br />

dover affondare tutti che non quella di cercare di risolvere i problemi.<br />

È più accettabile semplicemente perché pare la più praticabile, in<br />

quanto non si vede quale possa essere il modo per pagare dei debiti<br />

così colossali (in Italia parliamo di una cifra che non riusciamo<br />

materialmente neanche a immaginarci).<br />

Spesso nelle analisi sulla crisi che sta vivendo il nostro Paese<br />

non sempre si ha la consapevolezza della sua “radicalità”. Una<br />

crisi che non è solo economica ma tocca le profondità della<br />

nostra società …<br />

Ogni crisi ha i suoi pro e i suoi contro. Dipende sempre dalla<br />

prospettiva con cui viene guardata. Dopo i crolli ci sono sempre le<br />

riprese. Se la crisi attuale servisse per ripensare gli stili di vita,<br />

sarebbe salutare. Ma perché questo accada ci vogliono intelligenzee<br />

volontà, ci vuole la speranza in un’alternativa praticabile, altrimenti<br />

aumenteranno soltanto le nostre frustrazioni e peggioreranno le<br />

nostre condizioni morali e materiali. Se cominciassimo a<br />

comprendere che la vita non può dipendere dai mercati globali o<br />

dagli indici quantitativi del prodotto interno lordo, o dai trend<br />

borsistici, o dagli Stati centralizzati, o dalle banche mondiali, ovvero<br />

che esistono anche le autonomie locali, l’autoconsumo, la<br />

cooperazione, l’utilizzo comune di risorse condivise, il baratto e lo<br />

scambio delle eccedenze, l’autogestione dei mezzi produttivi<br />

fondamentali alla riproduzione della specie umana, la proprietà


Dal 2013, a Saint-Vincent, in Valle d'Aosta, dove ora sono il secolare Grand Hôtel Billia e il Casinò, sorgerà il "Saint-<br />

Vincent Resort and Casino". Il progetto, che è stato presentato a Roma l’8 Febbraio scorso dall'amministratore unico del<br />

casinò di Saint Vincent, Luca Frigerio, con il patrocinio della Regione Autonoma Valle d'Aosta, ha visto Madrina<br />

d’eccezione l'attrice Maria Grazia Cucinotta. Il “Gran Galà Saint-Vincent” ha accolto, nell’occasione, la “ noble cause” della<br />

beneficenza attraverso una donazione da parte di Luca Frigerio a sostegno della “Lega del filo d’oro” il cui testimonial, lo<br />

ricorderemo, è lo straordinario Renzo Arbore. La serata di Gala, che sarà riproposta a Porto San Giorgio nella serata del<br />

30 Luglio presso la splendida cornice del “Gran Caffè Novecento”, ancora una volta dietro l’impeccabile regia di Marco<br />

Martorelli, vedrà un ulteriore momento di beneficenza in continuità ideale con le finalità della manifestazione romana.<br />

Nella foto da sinistra: Ivo Collé, Segretario Generale Federgioco, Paolo Di Mizio, TG5, Maria Grazia Cucinotta, Luca<br />

Frigerio, Amministratore Unico Casino de la Vallée S.p.A. e Presidente Federgioco


da sinistra: Ivo Collé Segretario Generale Federgioco, Marco Fiore<br />

Direttore Commerciale Casino de la Vallée, Luca Frigerio<br />

Amministratore Unico Casino de la Vallée S.p.A. e Presidente<br />

Federgioco e Graziano Grosjacques Direttore Giochi Casino de la Vallée<br />

da sinistra: Ivo Collé Segretario Generale Federgioco, Pupo (Enzo<br />

Ghinazzi) e Luca Frigerio<br />

da destra: Luca Frigerio con Maria Grazia Cucinotta e Giancarlo<br />

Fisichella<br />

collettiva delle risorse territoriali, la dipendenza dalle esigenze e<br />

dai ritmi della natura ecc., forse dovremmo perfino guardare con<br />

uno sguardo ottimistico l’acuirsi della crisi.<br />

Quali sono i criteri per misurare la ricchezza qualitativa di un<br />

paese?<br />

Per rispondere dovremmo metterci a guardare per esempio che<br />

possibilità hanno i disoccupati di trovare un lavoro, che possibilità<br />

hanno i laureati di trovare un lavoro corrispondente ai loro studi,<br />

che utilizzo facciamo delle risorse territoriali comuni, e così via. La<br />

vera ricchezza di un paese è determinata dall’importanza che<br />

diamo ai suoi aspetti umani e sociali oltre che economici.<br />

Quale politica vede all'orizzonte?<br />

Sicuramente andremo incontro, se non vi saranno significative<br />

controtendenze, a un’accentuazione dell’autoritarismo statale<br />

sovranazionale, poiché se i singoli Stati non sono in grado di<br />

autogestirsi. Occorrerebbe puntare da subito a costruire<br />

esperienze di solidarietà gestionale dei bisogni comuni. Poiché il<br />

futuro, se il sistema non cambia, non sarà certamente migliore del<br />

presente, occorre prepararsi in maniera intelligente al peggio,<br />

eliminando le sciagurate forme individualistiche, che non fanno<br />

che esasperare le tensioni e i conflitti. Bisogna anche ridurre di<br />

molto l’impatto della scienza e della tecnica sulla natura,<br />

eliminandone l’eccesso derivante dall’illusione che ogni problema<br />

possa essere risolto coi mezzi avanzati che abbiamo.<br />

Non la sento un accanito sostenitore dell’introduzione<br />

dell’informatica e della telematica nei processi produttivi e<br />

finanziari..<br />

Infatti. Perché se da un lato è indubbio che abbiano contribuito a<br />

snellire e velocizzare le relazioni internazionali, dall’altro ritengo<br />

criticamente che abbiano dato l’illusione che fosse facile sfruttare<br />

le opportunità di un mercato mondiale virtuale.<br />

Oggi nascono molte figure grazie al mondo del web, come i<br />

noti blog. Cosa ne pensa al riguardo e in particolar modo nei<br />

confronti di queste pagine online dove ci si mette in mostra?<br />

Sono sincero: non sono mai stato un amante di blog e social<br />

network, reputo sia più utile e proficua la cooperazione, non il<br />

lavoro del singolo. Amo confrontarmi fisicamente con uomini e<br />

donne, sono certo che l’interagire fisico sia la via migliore per<br />

raggiungere l’anima delle persone, che è la sede dei loro<br />

sentimenti e delle loro emozioni. Un individuo che si nutra ancora<br />

di sentimenti nobili e di valori essenziali non può prescindere dal<br />

dato oggettivo che un dialogo attraverso la rete, per quanto<br />

costruttivo, appaia comunque limitante se valutato attraverso<br />

l’ottica dell’empatia.<br />

Di fronte al mondo che cambia cosa si può fare?<br />

Fondamentalmente due cose: la prima è avvilirsi e rassegnarsi, la<br />

seconda è cavalcare il progresso. Inoltre la pesantezza che<br />

sentiamo oggi soprattutto in Italia da parte della legge è proprio<br />

dovuta alla commistione tra elementi di valutazione morale ed<br />

elementi di valutazione economica e gestionale della cosa<br />

pubblica. La legge ci aiuta a vivere bene, non è pesante se<br />

applicata al campo che le compete. Occorre rilanciare<br />

l’intellettualità per favorire la piena comprensione di ciò che sta<br />

avvenendo. Questa è veramente l’unica possibilità che abbiamo<br />

di fare fronte all’ondata disgregatrice del cambiamento. Non ci<br />

serve più la produzione di beni che hanno saturato il mercato, ci<br />

servono idee che aiutino la comprensione del fenomeno.<br />

Occorrono discipline mirate a capire e comprendere l’entità di<br />

quanto ci sta succedendo attorno. Occorre la valorizzazione, nelle<br />

scuole e nelle università, delle discipline umanistiche come<br />

l’antropologia, la psicologia, la letteratura, la storia, la filosofia etc.<br />

Un’università più moderna che permetta di sviluppare anche<br />

competenze pratiche soprattutto nel campo delle discipline<br />

economiche, a creare nuovi manager. Si devono creare gruppi di<br />

analisi per dibattere possibili soluzioni. Si deve fare spazio ai<br />

Nella foto da sinistra: Rossella Bertone, Direzione Amministrazione, Finanza e Controllo, Annalia Martinelli, Relazioni<br />

Esterne, Comunicazione e Ufficio Stampa, Luca Frigerio, Cristina Bonduà, Direzione Commerciale Grand Hotel Billia, Parc<br />

Hotel Billia e Centro Congressi, Patrizia Perrucchione, Segreteria Direzione Generale.


pensatori nuovi, nuove idee, nuove filosofie. Occorre favorire<br />

l’integrazione tra le etnie diverse creando scambi culturali,<br />

incoraggiando la curiosità verso il diverso, come successe<br />

miracolosamente durante l’Illuminismo. Occorre che i media si<br />

mettano al servizio dell’intelletto. I media sono i riflettori che<br />

possono accendere o spegnere il valore. Sono loro che<br />

possono favorire la transizione oppure ostacolarla, per fare<br />

questo devono smettere di sciorinare la lista delle disgrazie<br />

durante i notiziari, perché fa audience, e devono interessarsi a<br />

diffondere e promuovere gli slanci culturali. Loro possono<br />

premiare chi produce qualità e oscurare chi invece produce<br />

malessere. Sta al potere mediatico, aprire la strada<br />

all’intelligenza e dischiudere un nuovo “secolo dei lumi” per<br />

tutta l’umanità.<br />

Le foto immortalano molto più che significativi attimi di<br />

vita in quanto perpetuano sentimenti. Li risvegliano. Il<br />

passato remoto è un tempo che non tornerà. E questo ci<br />

induce alla riflessione di una sua possibile riproducibilità,<br />

alla forma nuova che esso può assumere nel ricordo,<br />

trasfigurato dalla nostalgia, da un’immaginazione che si<br />

aggrappa ad un dato di realtà ormai trascorso. Il passato<br />

remoto è nella realtà delle immagini l’evocazione di un<br />

tempo soggettivo, costellato da archetipi d’altri tempi, da<br />

oggetti estrapolati da decenni o secoli fa, ma è un tempo<br />

alfine sostanzialmente nuovo in quanto riaccade ogni<br />

volta lo si percorre con lo sguardo. Il continente Africano,<br />

ed in particolare lo Zimbabwe, che so essere la meta<br />

privilegiata dei suoi viaggi e soggetto primo attraverso il<br />

quale esprimere la sua passione per la fotografia che<br />

cosa rappresentano intimamente per lei, Luca?<br />

Rappresentano innanzi tutto un modo per fornire il mio<br />

personale contributo a questo destino che sembra aver deciso<br />

le priorità dell’affermazione dei popoli. Non mi pare<br />

un'ambizione vana, ma il modo di resistere e reagire ad una<br />

sorte che sembrerebbe irreversibile. Lo Zimbabwe è un luogo<br />

dove pare che il tempo renda visibile e descrivibile il suo moto<br />

ciclico o lineare su cui lo scatto interviene, e allora il soggetto<br />

si riappropria di una sua dimensione e di una sua atmosfera<br />

remota: la natura e le scarse impronte umane rintracciabili<br />

rivelano lo scorrere del tempo. Un giorno, dopo dieci ore di<br />

macchina in posti che più desolati non si può, ci siamo fermati<br />

in un villaggio Tonga sul fiume Zambezi perché volevo<br />

comprare un tamburo; ho negoziato il prezzo con il capo<br />

villaggio e ne ho comprati due, poi una donna che era accanto<br />

a lui si è messa a piangere; mi sono preoccupato e ho chiesto<br />

se il prezzo concordato non andava bene e l’uomo mi ha<br />

risposto: “ Certo che il prezzo va bene, deve solo capire che<br />

erano sei mesi che non vendevo nulla, quest’anno c’è stata la<br />

siccità, da stasera ricominceremo a mangiare ”. Se solo<br />

osassimo svoltare l’angolo e andare incontro o “sfidare” quello<br />

che ci hanno insegnato essere l’incerto, ci renderemmo conto<br />

di quanto sia possibile incontrare uno “ scatto”<br />

che vale una<br />

vita. Ci sono momenti di impercettibile silenzio nel frastuono di<br />

un mondo che corre. Sono attimi quasi infiniti per chi è lì in<br />

attesa. Non servono parole perché lo sguardo parla e l'anima<br />

ascolta. Fra i battiti del cuore. Ci sono sguardi che raccontano<br />

storie bellissime ed a volte drammatiche e quelli che incroci<br />

per caso e che ti rimangono dentro per sempre. Ci sono colori<br />

che hanno il sapore delle lacrime ma ovunque l’odore del<br />

trionfo prepotente della natura che si ribella al ponderabile.<br />

Vince la vita. Il mio impegno nei confronti di queste comunità,<br />

prima ancora che essere economico è morale perchè<br />

rapportarsi con queste culture rompe tutte le certezze, i tuoi<br />

schemi mentali. Cambia anche gli obiettivi iniziali. Nel corso<br />

del tempo ti rendi conto che cambia la tua percezione delle<br />

cose, dei problemi, quindi il tuo modo di dare risposte. Questo<br />

è l’Africa”.


La fotografia è indispensabile per non dimenticare, per perpetuare nel tempo<br />

emozioni, pensieri, sentimenti, esperienze, suggestioni, luoghi, storie, la<br />

nostra storia.... In fondo è forse un modo per sfuggire al senso di precarietà,<br />

di temporaneità con cui conviviamo, per fermare il tempo, appunto, perché<br />

nulla sfumi di noi, anche quando noi non saremo più qui a raccontarci…<br />

perché il viaggio non finisca con noi.<br />

pirellipzero.com


Uomini e donne<br />

alla ricerca di una<br />

nuova coscienza<br />

rubrica a cura di Valeriana Mariani<br />

Maschile e femminile, oggi, non coincidono più solo con il<br />

sesso in senso biologico, ma diventano dei modelli culturali<br />

a cui sono esposti uomini e donne.<br />

VALERIANA MARIANI<br />

AMMINISTRATORE<br />

di World Service<br />

la comunicazione pensata<br />

EDITORE<br />

Donna Impresa Magazine<br />

PRESIDENTE NAZIONALE<br />

Donna Impresa<br />

(Artigianato, Commercio<br />

& Industria)<br />

PRESIDENTE NAZIONALE<br />

DI.Donna International<br />

BUSINESS AL FEMMINILE<br />

Valeriana Mariani<br />

www.donnaimpresa.com 39


nelle foto Valeriana Mariani indossa un abito della stilista Chiara Banelli.<br />

Sullo sfondo un suggestivo scorcio del litorale Adriatico.


economica, ma anche etico-sociale. Quello che si è definitivamente<br />

perduto è il paradigma della tranquilla fiducia nella ragione e nel<br />

progresso, dove l'ordine sia sovrano e tutto possa essere colto e<br />

compreso con la ragione. Ciò che accomuna le istanze dei valori<br />

post-materiali, proiettandoli al di là della pura rivendicazione e del<br />

mero individualismo, è l'aspetto relazionale: si tratta di un nuovo<br />

paradigma, basato sull'accomunamento e strutturato sulla<br />

cooperazione. Affinchè questo si compia è sostanziale che donne e<br />

uomini impararino a coniugare la centralità della soggettività,<br />

chiave di volta del post-moderno, con quella della relazionalità sulla<br />

base del “pensare-con”, ossia del pensare insieme. Il problema è<br />

quello di una nuova logica di reciprocità fra uomo e donna, tale che<br />

quello che potremmo definire come costruzione di una coscienza al<br />

femminile richieda un'evoluzione dello stesso concetto di<br />

coscienza, così com'è stato inteso sino ad oggi. L'aspetto del<br />

femminile, con le sue dimensioni della sensibilità, dell'intuizione e<br />

dell'affettività (specie con l'entrata dirompente nel sociale<br />

lavorativo, una volta limitato solo ad alcune mansioni) sta<br />

imponendo una revisione degli stessi rapporti con gli uomini.<br />

Questa evoluzione richiede accortezze, comprensione reciproca e<br />

tanta disponibilità: una nuova armonia fra i generi verso una<br />

supercoscienza, né esclusivamente maschile né prettamente<br />

femminile. Lentamente si sta superando la reciproca paura fra i<br />

generi. Stiamo indubbiamente iniziando ad intraprendere<br />

quell'addolcimento, di cui parla Saint Germain, tale che,<br />

dissolvendosi la preferenza per il proprio genere, si sta affievolendo<br />

la paura dell'altro genere. Oggi siamo chiamati a comporre<br />

razionalità ed emozionalità, pensiero analitico e pensiero intuitivo,<br />

sentimento ed immaginazione: si tratta di una nuova coscienza<br />

complessa, sia sul versante cognitivo sia su quello affettivo ed<br />

etico-sociale. Da qui la ricerca di un nuovo paradigma educativo,<br />

cui debbono contribuire donne e uomini, aprendosi reciprocamente<br />

alla diversità, attraverso le modalità privilegiate del dialogo e la<br />

cooperazione. Solo sulla base di questa apertura ed attraverso lo<br />

sguardo dell'altro si può affrontare la problematicità di un sistema di<br />

vita che si è fatto frammentato e convulso, presentandosi in<br />

continua trasformazione. In tale prospettiva le conquiste del mondo<br />

femminile ed il riconoscimento della parità in quanto persone, oltre<br />

che nei diritti e doveri, offrono ampie prospettive d'evoluzione,<br />

specie nella nuova consapevolezza che dalla diversità e<br />

complementarietà della donna e dell'uomo scaturirà una nuova<br />

umanità, nell'accomunante corresponsabilità sia nella vita familiare,<br />

che sociale e politica. Proprio di corresponsabilità si tratta, in<br />

quanto non esiste un'umanità al femminile ed un'altra al maschile,<br />

ma l'umanità è tanto femminile quanto maschile, come il cervello<br />

umano, che è tanto razionale quanto emotivo, dove l'aspetto<br />

analitico e quello intuitivo sono chiamati a fornire apporti<br />

complementari, nel mantenimento della doverosa e fertile diversità.<br />

Tale corresponsabilità può essere promossa e coltivata in forza di<br />

rapporti interpersonali di genuina compartecipazione, attraverso i<br />

quali poter acquisire una consapevolezza più ampia d'umanità, in<br />

direzione di una dimensione transpersonale, quale visione<br />

superiore del nostro relazionarci agli altri ed al mondo, al di là degli<br />

interessi individualistici e dei personali punti di vista; un processo<br />

evolutivo che è sospinto dall'impellente esigenza di connessione,<br />

rispetto ad un mondo complesso ed alla moltiplicazione e<br />

frammentazione dei saperi. E' ricercando tali nessi di vita, fra le<br />

varie dimensioni dell'economico, dell'etico e del politico, che si<br />

mostra in tutta la sua impellenza il costituirsi di una nuova<br />

mentalità, basata sull'accomunamento e sulla cooperazione. E' in<br />

tale quadro che l'apporto di donne ed uomini diventa<br />

imprescindibile: ne va dello stesso avvenire dell'umanità, nella<br />

consapevolezza che da tale spirito di corresponsabilità non solo ne<br />

deriverà un'adeguata formazione delle future generazioni, ma lo<br />

stesso destino di tutto il nostro tormentato ma splendido pianeta.<br />

SIMONA<br />

POLITI<br />

Manager delle Stars _ simona@oscargeneraleproductions.com<br />

www.oscargeneraleproductions.com<br />

ROMA _ LOS ANGELS _ ITALY<br />

L'utilizzo a fini pubblicitari di un personaggio famoso, è da tempo oggetto di<br />

approfondimento da parte degli studiosi di comunicazione aziendale, stante la crescente<br />

diffusione di tale pratica, della quale si rinvengono esempi sin dall'inizio del secolo scorso in<br />

quanto permette di catturare l'attenzione e di influenzare le percezioni del consumatore in<br />

ordine della marca. La letteratura in materia sembra, in prevalenza, avvalorare la tesi<br />

secondo cui il loro impiego nelle campagne pubblicitarie, coerentemente pianificate e<br />

gestite, è più efficace che non quello di altri tipi di en-dorser ai fini della generazione di ogni<br />

desiderabile "outcome", ovvero l'attenzione al ricordo al messaggio. La scelta del<br />

personaggio famoso da impiegare nelle politiche di comunicazione della marca è dunque<br />

operazione particolarmente delicata.<br />

Di questo aspetto e del mondo patinato dei vip, fra eccessi e curiosità, parliamo con Simona Politi, carismatico manager dalla<br />

pluri-consacrata professionalità.<br />

Come ha anticipato lei, negli ultimi decenni la strategia di comunicazione è' cambiata e si è orientata più verso l'abbinamento del prodotto a<br />

volti noti del cinema e della televisione. Ciò che più influenza il compratore nell'ambito pubblicitario sono le cosiddette "Celebrities"; il<br />

pubblico si identifica in loro attraverso i personaggi che questi interpretano sullo schermo o le parole delle musiche che scrivono,<br />

acquisendo familiarità con i vari Artisti che attraverso i giornali gossip puntualmente ci tengono informati sui loro spostamenti, sulle loro<br />

abitudini quotidiane, su ciò che preferiscono indossare etc …. Questa è la precisa ragione per cui le Celebrities sono oggi i nuovi modelli ed<br />

i portavoce per le più grandi marche. I consumatori finali rispettano le opinioni e le scelte delle Stars in fatto di stile, i prodotti da indossare e


quelli da avere: questo è il cosiddetto STAR POWER che fa si che il<br />

pubblico si identifichi con le Celebrities ed il loro stile di vita attraverso<br />

il semplice acquisto del prodotto pubblicizzato dall’attore o musicista<br />

del caso. Le Stars generano le nuove tendenze nello stile, nel<br />

pensiero ed in quasi tutti gli ambiti pubblici. Quando le Celebrities<br />

indossano un brand, il pubblico lo compra e questo fa incrementare le<br />

vendite della Società, mentre simultaneamente fa costruire una lealtà<br />

verso il prodotto acquistato, dando così anche longevità al marchio.<br />

Scegliere il volto giusto per un brand non è cosa semplice. E' una<br />

operazione, come ha detto lei, molto delicata. C'è uno studio<br />

profondo sul prodotto e le sue caratteristiche principali, caratteristiche<br />

che generalmente dovrebbero essere anche presenti nel volto della<br />

Celebrity che rappresenterà il prodotto al pubblico. Una scelta<br />

sbagliata del personaggio comporta un fallimento della<br />

comunicazione che non otterrebbe il riscontro sperato, il conseguente<br />

non incremento sulle vendite del prodotto, oltre che un investimento<br />

economico notevole alla quale però non può venire associato nessun<br />

successo e nessuna crescita. Rispetto all'inizio, credo, i Vip sono più<br />

consapevoli del potere comunicativo che hanno sul pubblico e questo<br />

lo si può constatare dalle richieste economiche che avanzano per<br />

campagne pubblicitarie, per presenze ed ospitate a tv shows. Il<br />

mondo patinato, quello di Hollywood intendo (perciò parlo di<br />

Celebrities Americane) è un mondo a se. Non si può neanche<br />

minimamente immaginare il loro stile di vita. Bisognerebbe<br />

constatarlo di persona però, ahimè, non è facile potersi avvicinare a<br />

questi personaggi. Tutto appare come si vede nei film: ville lussuose,<br />

con ogni tipo di confort, camerieri, autisti, bodyguards, assistenti<br />

personali, assistenti di assistenti, avvocati, manager, agenti ...; il loro<br />

entourage conta moltissime persone ognuno delle quali ha un<br />

compito e deve svolgerlo bene e con precisione in quanto il tempo di<br />

ogni personaggio famoso è prezioso e fa fruttare molti molti soldi.<br />

Diciamo che il personaggio è come un' azienda che con la propria<br />

immagine dà lavoro a decine di persone. Posso permettermi di dire<br />

che, se conosci veramente e personalmente questi grandi attori come<br />

li conosco io, questi personaggi per i più irraggiungibili che<br />

quotidianamente ci fanno sognare e ci tengono compagnia a casa o<br />

al cinema, fondamentalmente sono persone come noi, con la sola<br />

differenza che la loro vita è programmata per minuto, ora, giorno. Ma<br />

come tutti, anche loro hanno le loro debolezze e paure. Io ho avuto la<br />

possibilità di conoscere i più grandi attori di Hollywood con i quali oggi<br />

ho un vero rapporto di amicizia: da Dustin Hoffman che mi chiama<br />

"Simone", a George Clooney che mi dice "beautiful sweet Simona" a<br />

Demi Moore, Sharon Stone, Adrien Brody, Michelle Rodriguez e<br />

moltissimi altri. I più grandi nomi, sono i più umili. Per questo sono<br />

diventati Grandi. Il loro entourage li protegge da qualsiasi cosa ed<br />

ecco il motivo per il quale è cosi difficile avvicinarli, perchè è difficile<br />

valicare quel "muro invisibile" che li separa da noi "persone normali".<br />

Se però loro hanno la possibilità di conoscerti veramente, capiscono<br />

e percepiscono che sei una persona corretta e della quale si possono<br />

fidare, tu entri nel loro cuore e quel "muro invisibile" sparisce, almeno<br />

per te, e tu riesci a superare anche la protezione di tutto l' entourage<br />

che li circonda arrivando a parlare, ridere, scherzare, cenare insieme<br />

a loro … a far parte del loro piccolo, grande mondo come amico.<br />

Parlaci di te e di come hai intrapreso questa professione …<br />

Sono nata a Torino dove ho conosciuto Oscar Generale, anche lui<br />

della mia stessa città, quasi 20 anni fa. Abbiamo iniziato a<br />

frequentarci, ci siamo innamorati e fidanzati. Siamo stati fidanzati per<br />

10 anni. Oscar quando lo conobbi iniziava a lavorare con alcuni nomi<br />

del mondo della tv e del cinema italiano cosi, insieme, abbiamo<br />

pensato di trasferirci a Milano dove abbiamo aperto una Società che<br />

gestiva volti noti italiani del grande e piccolo schermo per serate,<br />

conventions, campagne etc … Ovviamente i clienti che si<br />

rivolgevano a noi erano di uno standard molto elevato perciò<br />

automaticamente i personaggi dovevano essere di un certo livello:<br />

lavoravamo con i più grandi nomi italiani: Ornella Muti, Giancarlo<br />

Giannini, Raoul Bova ... Con il passare del tempo e degli anni, ci<br />

siamo imposti sul territorio nazionale per professionalità, onestà e<br />

correttezza, qualità che ci hanno sempre contraddistinto. Poi, il<br />

La caratteristica che contraddistingue<br />

un leader carismatico o un bravo<br />

executive sta nella capacità di<br />

trascinare a sé gli interlocutori. Alla<br />

base di tutto c’è la sintonia emotiva.<br />

mercato ha iniziato a cambiare; questo lavoro, almeno in Italia,<br />

sembrava lo potessero fare tutti. Volevamo fare di più, proporre di più<br />

ai nostri clienti e a chi ci contattava, volevamo differenziarci e così<br />

abbiamo iniziato ad orientarci su personaggi americani, francesi,<br />

stranieri. Iniziai ad andare a Los Angeles, alla tanto irraggiungibile<br />

Hollywood. Ero io che facevo sempre avanti e indietro. E, nonostante<br />

noi Italiani non abbiamo una bella reputazione per quanto riguarda il<br />

business perché non ci reputano precisi ed abbiamo la tendenza a<br />

voler sempre scavalcare tutti per arrivare, a me, tutte le persone che<br />

ho conosciuto, hanno sempre dato creditoeadistanza di anni hanno<br />

potuto constatare che la fiducia che mi hanno dato aveva ragion di<br />

essere. Fissavo gli appuntamenti con i grandi manager e agenti delle<br />

Star Americane, mettevo le basi per una collaborazione, proponevo<br />

campagne pubblicitarie ai nostri clienti con grandi Stars del cinema,<br />

nomi importanti per presenze ad eventi, programmi televisivi. Mentre<br />

ero negli States, Oscar lavorava e manteneva i rapporti con i clienti,<br />

rapporti che si consolidavano sempre più per i successi che<br />

ottenevamo insieme. Iniziammo a chiudere grosse campagne<br />

pubblicitarie con volti Hollywoodiani per grandi marchi non solo<br />

Italiani da Bruce Willis per Cesare Paciotti a Demi Moore per Rosato<br />

Gioielli, Julia Roberts per GianFranco Ferrè, Dustin Hoffman per<br />

Vergnano, Andy Garcia per Dierre, Sharon Stone per Damiani, John<br />

Travolta per Tim e poi ancora Adrien Brody, Michelle Rodriguez,<br />

Olivier Martinez … Spike Lee … Tutto cambiò velocemente e forse<br />

Oscar ed io non avemmo neanche il tempo di accorgercene.<br />

Eravamo giovani, in quel periodo non soltanto cambiò l'impostazione<br />

del lavoro e dell' agenzia che avevamo in Italia, cambiò anche il<br />

nostro rapporto personale che finì dopo dieci anni vissuti<br />

intensamente. Ma diventò, forse, qualcosa di più profondo e forte:<br />

un'amicizia. L'amicizia a prescindere da qualsiasi cosa; il sapere che<br />

una persona c'è indipendentemente da tutto. Oscar si fida<br />

ciecamente di me ed io di lui. Un rapporto profondo dettato da una<br />

nella foto Oscar e Simona<br />

profondissima conoscenza reciproca. Fu allora che decidemmo di<br />

chiudere la Società in Italia e trasferire tutto a Los Angeles dove<br />

nacque la Oscar Generale Productions Inc. Le Celebrities sono<br />

oramai amici; Los Angeles è casa. I personaggi famosi si sentono a<br />

loro agio con me, sanno che si possono fidare. Sono sempre stata<br />

precisa, ho sempre rispettato i ruoli e siamo sempre stati onesti e le<br />

Stars questo, lo hanno capito, così, nonostante l'entourage<br />

pressante di ogni singolo artista, sono riuscita ad avvicinarmi a<br />

questi personaggi "irraggiungibili" diventando prima di tutti amica poi,<br />

persona con la quale parlare e portare avanti progetti e business.<br />

Sappiamo che vivi prevalentemente in America, quali<br />

sostanzialmente le differenze culturali e sociali rispetto<br />

all’Italia?<br />

Ho iniziato ad andare negli Stati Uniti quasi 20 anni fa. L'America è il<br />

luogo dove tutti vorrebbero andare almeno una volta nella vita.<br />

Anche solo per vedere se ciò che si vede nel grande o piccolo


schermo corrisponde anche, minimamente, alla realtà. Come tutti sognavo l'America;<br />

sognavo di trasferirmi e vivere nella Grande Mela. Ho invece trascorso sempre molto<br />

più tempo a Los Angeles perché è qui dove vivono prevalentemente tutte le più<br />

grandi Star Hollywoodiane. L'Italia è il Bel Paese, ricco di storia con monumenti<br />

fantastici e di una bellezza sconvolgente che ti lasciano senza fiato; paesaggi<br />

incantevoli. La nostra cucina è la migliore al mondo come i prodotti che esportiamo e<br />

che ci hanno reso famosi non solo in America ma nel mondo: vino, parmigiano,<br />

mozzarella, aceto balsamico sono il nostro identificativo. Culturalmente abbiamo<br />

molto da insegnare. Abbiamo i valori. Il valore dell' amicizia, della famiglia, gli affetti.<br />

In America questi valori hanno parametri differenti. Una sostanziale differenza che<br />

contraddistingue gli Americani è la beneficenza: chi ha di più dà a chi ha di meno. E<br />

per rimanere in tema di Celebrities … vedi grandi Stars Americane come John<br />

Travolta e Kelly Preston che partono con il loro aereo privato e recapitano<br />

personalmente considerevoli quantità di scatoloni colmi di ogni qualsivoglia tipo di<br />

bene di prima necessità, a popoli che sono stati colpiti da qualche catastrofe<br />

naturale; incontri Sharon Stone che il girono di Natale va a servire pasti caldi ai<br />

senza tetto, Mira Sorvino che è Ambasciatrice Onu da anni e per questo<br />

costantemente in viaggio nonostante la sua carriera di grandissima attrice, o ancora<br />

George Clooney che si batte quotidianamente per il Darfur. Non tutto quello che<br />

questi grandi personaggi fanno per charity viene poi scritto sui giornali. L' America<br />

dopo il crollo delle Torri Gemelle è cambiata profondamente e quell'orribile giorno<br />

impresso nella memoria di tutti noi, il dolore che quell'avvenimento ha creato, ha fatto<br />

sì che il Popolo Americano si unisse ancora di più. Un'unione che forse, noi Italiani<br />

non abbiamo.<br />

Che tipo di rapporto si instaura fra un personaggio famoso e il suo manager ed<br />

ancora, Simona, le donne pensi siano privilegiate in questa professione in<br />

considerazione che a loro si attribuiscono di consuetudine maggiori capacità<br />

relazionali rispetto agli uomini?<br />

In America il rapporto tra Agente/manager e personaggio famoso è un rapporto<br />

professionale. Il manager o Agente solitamente segue più di una star. E' un rapporto<br />

confidenziale ma professionale. Io non ho questo rapporto. Oscar ed io abbiamo<br />

instaurato un rapporto di amicizia, confidenza, rispetto e soprattutto fiducia.<br />

I personaggi americani si fidano di me. Mi stimano profondamente come amica. La<br />

donna si è emancipata. Molto. E’ diventata indipendente ed ha maggiori capacità,<br />

non solo relazionali, in più rispetto ad un uomo. Lo dico sempre che dietro un grande<br />

uomo, c'è sempre una grande donna … Purtroppo però, il tipo di lavoro manageriale<br />

è ancora troppo al maschile benchè ci siano sempre più donne che si stanno<br />

facendo spazio in questo ambito in quanto dotate di capacità pari, se non alle volte,<br />

anche superiori agli uomini. Capacità che spesso intimidiscono/intimoriscono un po' il<br />

sesso maschile. Nonostante tutto però, la donna per qualche ragione<br />

incomprensibile, deve sempre lottare di più per farsi apprezzare, per dimostrare di<br />

valere ed io questo lo so molto bene.<br />

La cosa più curiosa che ti è capitata in questi anni ...<br />

Io direi piuttosto in questi anni di vita vissuta … Per me è un divertimento perchè<br />

amo profondamente quello che faccio quotidianamente. Non è un lavoro. Di curioso<br />

non mi viene in mente nulla … I personaggi quando lavorano hanno comunque<br />

un'immagine, il ruolo da Star da rispettare. Tutto è preciso, tutto deve essere<br />

perfetto. Nella vita privata ovviamente cambiano ... sono più "easy"..., tutto molto più<br />

naturale …. Però, ricordo che diversi anni fa, dovevo partecipare ad una serata per<br />

un' importante gioielliere con Andie MacDowell e nello spiegarle quello che avrebbe<br />

dovuto fare durante il suo intervento, le puntai il dito … si infuriò così tanto che non<br />

mi parlò più per tutta la serata. Ricordo che ci rimasi molto, molto male perchè non<br />

intendevo né mancarle di rispetto, né tantomeno offenderla. Lei mi disse che in<br />

America puntare il dito contro una persona è offensivo … Poi ci siamo chiarite, però<br />

rammento che passai una bruttissima serata. Un' altra cosa che mi è rimasta<br />

impressa e che mi fece capire che i personaggi famosi sono persone molto più<br />

normali di quello che pensiamo, è stato quando in una hall di un famoso Hotel a<br />

Milano stavo parlando con Dustin Hoffman, improvvisamente si alzò, andò al<br />

pianoforte e si mise a suonarlo con molta naturalezza. Tutte le persone presenti<br />

rimasero un po’ stupite nel vedere questo Piccolo Grande Uomo e pilastro del<br />

cinema Mondiale suonare nella hall, senza guardie del corpo vicino, senza assistenti<br />

che solitamente gli stanno intorno ... solo lui e la musica che suonava … ed io vicino<br />

al pianoforte ad ascoltarlo. Quando finì, la gente presente applaudì per la bravura al<br />

piano ma soprattutto per la sua semplicità. Un'altra volta, mi capitò invece di andare<br />

sempre con Dustin Hoffman ed un cliente con la famiglia al cinema in quanto Dustin<br />

voleva che vedessimo insieme il suo film che era appena uscito nelle sale<br />

cinematografiche. Quando la cassiera vide che era proprio lui che stava acquistando<br />

i biglietti per tutti, si emozionò cosi tanto che ci mise così tanto tempo per fare i<br />

biglietti che si formò la coda.<br />

ROMA _ ITALY<br />

BANELLI<br />

CHIARA<br />

Stilista<br />

La casa di Produzione Amaranto Film srl è nata con l'obiettivo di<br />

realizzare progetti Cinematografici, Televisivi, Documentari, Eventi<br />

Culturali, per raccontare le storie e i personaggi della Nostra Italia<br />

passata e presente. Storie in rosa che diventano simbolo, ambizione e<br />

allargano gli orizzonti produttivi. Un progetto marchiato Made in Italy,<br />

rappresentativo in tutto il mondo che diviene un vero e proprio progetto<br />

culturale e sociale. L’Amaranto film srl propone di produrre storie per la<br />

tv con la collaborazione produttiva dello stesso territorio, le regioni.<br />

Vogliamo raccontare l’arte, intelligenza, la sensualità, la lotta, il talento,<br />

di alcune donne simbolo del mondo della cultura, del cinema, dello<br />

spettacolo che fortemente hanno influito nel cambiamento sociale, di<br />

costume e che con le loro opere son state ambasciatrici italiane nel<br />

mondo. Attraverso una serie di fiction intendiamo rendere umano lo star<br />

system di alcuni personaggi. Far vedere il vissuto, la forza e l’intimità<br />

che hanno reso queste donne un unicum nella loro professione. Tutte<br />

segnate da drammi personali, ma forti nel superarli e farne esperienza e<br />

successo personale. Un altro punto è la preparazione di una lista civica<br />

forte e ben radicata per le prossime amminstrative di Roma. Credo che<br />

le donne ora più che mai debbono uscire in prima linea, non bisogna<br />

accontentarsi della quota rosa. L'intento è di rappresentare tutti. Credo<br />

nelle idee, son quelle che contano e non nei "padrini". la gente è stanca<br />

dei partiti e non ci crede più, bisogna osare, metterci la faccia e ritornare<br />

a credere.<br />

LORENA<br />

MAGLIOCCO<br />

Imprenditrice e autrice TV<br />

TRELLI _ UDINE _ ITALY<br />

Un significativo incontro, per Chiara, quello con Santo Versace nel 2007<br />

che a Udine, nel corso della fiera in rosa, che ha rafforzato il suo credo:<br />

calcare con i suoi abiti le passerelle di tutto il mondo. Oggi, a distanza di<br />

cinque anni, la Griffe che porta il suo nome, ha avuto importantissimi<br />

riconoscimenti in ambito nazionale e l’attenzione della critica<br />

specializzata che la consacrano fra le stiliste emergenti di maggior<br />

successo. Nei suoi abiti la suggestione della cultura carnico-friulana<br />

intrecciata alla modernità. Dalle prime due sfilate personali svoltesi in un<br />

primo momento a Fortezza Da Basso (Firenze) nel salone internazionale<br />

Beachwear ed in un secondo momento a Stintino (sardegna) la sua<br />

linea Beachwear (costituita da un abbinamento di scarpetz e costumi da<br />

bagno), Chiara, ne ha fatta di strada. I media locali più importanti, fra i<br />

quali citiamo “la voce della montagna”, “Vita cattolica” e la “Patria dal<br />

Friul”, la consacrano quale prestigioso testimonial della cultura popolare;<br />

la stampa nazionale ed internazionale le conferiscono invece il primato<br />

della creatività e dell’eleganza. Non sono rare le apparizioni nei canali<br />

TV specializzati, non ultima la7 che le ha dedicato importanti servizi,<br />

così come non sono rare le interviste radiofoniche in cui viene chiamata<br />

a raccontarsi, prima fra tutte “Radio spazio 103”, ad Udine. Espone le<br />

sue creazioni in varie mostre regionali: alla Mostra permanente di<br />

Tolmezzo (in occasione della festa della donna), a Pesaris (dove<br />

presenta un abito ispirato alla vita di una rosa), al castello di Villalta di<br />

Fagagna (UD), al museo Gortani di Tolmezzo, alla Magia del legno di<br />

Sutrio (dove espone un abito scultura) ed infine al palazzo Frisacco di<br />

Tolmezzo (in occasione della mostra del maestro Pino Grasso). Nel<br />

giugno 2012 in occasione del “15° Simposio internazionale di scultura<br />

su pietra” del Friuli Venezia Giulia, svoltosi a Vergnacco (UD), ha la<br />

possibilità di incontrare Gina Lollobrigida e in seguito di portare 32 abiti<br />

disegnati e realizzati da lei stessa in una sfilata personale in cui verranno<br />

utilizzati i preziosissimi tessuti della “Tessitura Carnica di Villa Santina”.<br />

In seguito alla sfilata, Chiara, ha la possibilità di partecipare<br />

all'inaugurazione della mostra il “Teatro alla Moda” presso la suggestiva<br />

cornice di Villa Manin di Codroipo … e questo non è che l’inizio…


Pignola, creativa, stakanovista e bionda.<br />

Adoro il mare, il sole, la musica bossanova e<br />

le scarpe con tacco spericolato. Non<br />

necessariamente in quest’ordine.<br />

ARIANNA<br />

CHIELI<br />

Antropologa dello stile _<br />

E se ti chiedessimo una scaletta maggiormente verosimile dal punto di vista delle<br />

cose che prediligi?<br />

Fermo restando ovviamente che il “non necessariamente” implica che potrebbe anche<br />

essere attendibile questa prima classificazione. Mi piace la moda, mi rende felice. Sono<br />

pazza per tutto quello che ruota attorno al fashion. Adoro abiti e accessori. Credo che sia<br />

per questo che continuo a scriverne. Primo posto a pari merito con la tecnologia. Sono<br />

grata di vivere in questo periodo storico. Nonostante le incertezze, lo spread, la crisi. Noi<br />

abbiamo la tecnologia e questo ci permetterà di cambiare le cose. Se invece vuoi una<br />

risposta più generale credo che i 3 punti cardine sui quali si giocherà il futuro di questo<br />

paese sono:ecologia, tecnologia e istruzione. Ecologia perchè senza una più corretta<br />

ridistrubuzione delle risorse siamo fottuti, tecnologia perchè senza quella non si va avanti<br />

e istruzione, perchè le generazioni di domani si formano ora. Tre punti ampiamente<br />

sottostimati dalla classe politica degli ultimi vent’anni.<br />

Arianna Chieli: antropologa dello stile, ovvero?<br />

Mi piace esplorare la moda con linguaggi differenti. Che non si fermano al cosa indossi,<br />

ma indagano sul perchè lo indossi. Che cosa racconta di te un abito, che rappresenta<br />

per la tua generazione. Un abito racconta la tue idee, esprime il tuo concetto di<br />

femminilità. Un abito è un mondo ed è anche storia dei popoli, mediato dal femminile.<br />

Cito testualmente quanto letto sulla tua bacheca facebook: “ Se per ogni progetto<br />

balordo in cui hanno cercato di coinvolgermi gratis avessi mille lire, che vecchiaia<br />

che passerei..” .. ne vogliamo parlare, Arianna?<br />

Quello del digital, dei social media è un mercato relativamente nuovo e come in tutti i<br />

territori di conquista c’è spazio per progetti, sogni, esplorazioni. Non sempre i progetti<br />

sono realmente sostenuti da una visione concreta e dall’esperienza necessaria. E non ne<br />

faccio una questione d’età, quanto di approccio e di capacità.<br />

Il “Per il suo lavoro, ha sacrificato la famiglia” se fosse riferita a un uomo, la<br />

reazione più comune sarebbe: “Com’è generoso!”… se fosse riferita a una donna,<br />

diventerebbe probabilmente: “Che egoista”?<br />

Non so, non credo no. Personalmente sto dalla parte delle donne. Credo nella sorellanza<br />

e nell’amicizie e penso che il capitale umano femminile vada sostenuto con leggi ad hoc,<br />

con tutele, con investimenti. In Italia è un disastro in questo campo. Faccio i conti<br />

quotidianamente con la difficilissima conciliazione tra famiglia e lavoro. Pensiamo<br />

soltanto al fatto che le scuole restano chiuse in estate per tre mesi. Una donna che<br />

lavora è costretta a rinunciare, ad organizzazioni al limite del risiko, dispendio di danaro<br />

ed energie. Le donne sono una risorsa. Quando si capirà sarà troppo tardi. Le leggi a<br />

tutela del femminile non sono soltanto a favore delle donne, ma a favore di tutti.<br />

Aggiungo che come organizzatrice di team che funzionano, prediligo le donne perchè<br />

sono più veloci, più puntuali e più generose.<br />

Dicci come nasci, professionalmente…<br />

Liceo classico, Laurea in Scienza delle Comunicazioni in Cattolica, un master in<br />

Comunicazioni, corso di specializzazione alle IFG De Martino. E tantissimi anni di dura<br />

gavetta. Un grande amore per il digitale (ho fondato la mia prima web agency nel 1999)<br />

legato ai contenuti, la voglia di raccontare nel mio DNA. Ho un curriculum strano. Tanta<br />

editoria, prima la Tv, e sempre il web, fin dall’inizio.<br />

Arianna Chieli fra dieci anni?<br />

Non so se resterò in Italia, visto come stanno andando le cose. Lavoro durissimamente<br />

senza vedere i risultati economici che sarebbero auspicabili. I progetti sono molti:sto<br />

collaborando come consulente con diverse realtà in ambito fashion&beauty e, ma l’idea è<br />

quella di aprire una piccola start-up dedicata a comunicazione e progetti editoriali web<br />

oriented molto innovativi, con derive sul territorio. Se non fosse che è tutto così<br />

complicato a livello burocratico lo avrei già fatto qualche anno fa. Vediamo cosa<br />

succederà, del resto questi son tempi incerti e vince chi fa di flessibilità virtù...<br />

info: Arianna BlaBla _ arianna@fashionblabla.it _ www.ariannachieli.com<br />

www.fashionblabla.it _ Skype ariannallegra _ Twitter arianna chieli


L’organizzatore di eventi socio-culturali<br />

progetta e coordina manifestazioni con il fine<br />

di valorizzare una località, celebrare un<br />

evento, promuovere la nascita di un'opera di<br />

personaggi famosi e non e così via. Si occupa<br />

di programmare logistica e comunicazione.<br />

Di analisi, pianificazione, accoglienza e<br />

direzione. Definizione delle tempistiche e<br />

proposta realizzazione scegliendo soluzioni<br />

personalizzate per ognuno. Un insieme di<br />

attività e servizi di supporto. Le trattative con i<br />

referenti, i fornitori di beni e servizi, gestione<br />

degli spazi espositivi, le imprese di trasporto,<br />

le amministrazioni locali e gli enti di tutela che<br />

rilasciano le autorizzazioni oltre il reperimento<br />

dei fondi e delle risorse necessarie.<br />

Professione non facile…<br />

Professione non facile che pero' porta con se’ un fascino tutto suo.<br />

Vedere realizzate idee, progetti ed obbiettivi è un'emozione sempre<br />

troppo forte. Ogni volta che si intraprende un nuovo “viaggio”, un<br />

progetto, provo a scegliere sempre quello che riesce a solleticare la<br />

mia fantasia. Che riesce a stimolarmi. C'è bisogno di un impulso<br />

diverso, più forte, che deve far nascere la voglia di ripartire verso una<br />

nuova avventura. Il desiderio di indipendenza e la possibilità di<br />

rendere reale un idea, un progetto che nasce, a volte, anche da un<br />

sogno…<br />

Cos’è per te la creatività?<br />

Creatività è sogno, miraggio, desiderio e sopra ogni cosa speranza!<br />

Speranza perché ritengo necessario che il sogno non abbandoni mai<br />

la vita di nessuno di noi. Un sogno che non sia chimera, ma orizzonte<br />

a cui mirare per continuare ad andare avanti. La creatività nasce<br />

assieme all'uomo e con lui si è evoluta. L’arte di creare per alcuni<br />

arriva nella prima età, per altri un po' più in là ma sono certa che per<br />

tutti quelli che la vivono, continua tutta la vita. Storia, architettura,<br />

musica, cucina, moda, abbiamo un grande vantaggio che è quello di<br />

vivere nel Paese dove la creatività è un’arte. Il Made in Italy è un<br />

grandissimo valore aggiunto che abbiamo il dovere di sostenere e far<br />

crescere a vantaggioeadifesadeinostriMaestriartigiani che da<br />

sempre si sono distinti nei loro settori di appartenenza. E’ per<br />

provare a valorizzare e far conoscere, se pur nel mio piccolo, questo<br />

grande patrimonio di arte e cultura che provo ogni volta a mettermi in<br />

gioco con la mia creatività.<br />

Gli elementi fondamentali che definiscono l’industria creativa ...<br />

Chi si occupa di organizzazione e comunicazione è una figura che<br />

prescindendo dalla progettazione, cura interamente il progetto dalla<br />

committenza, passando per la promozione e assicurandosene il<br />

funzionamento in tutte le sue fasi. È necessario conoscere il contesto<br />

e le risorse oltre che avere un ottima conoscenza di chi si dovrà<br />

accogliere. Questo ovviamente vale per qualunque settore si curi:<br />

dall’esposizione d’arte, alla musica, alla moda, passando per il teatro,<br />

lo sport e la cultura. Sono necessarie le conoscenze amministrative,<br />

informatiche, oltre che le indiscusse conoscenze relative alla norma<br />

che regola la privacy, la sicurezza sul lavoro senza mai dimenticare la<br />

capacità di relazionarsi, di negoziare e soprattutto di mediare per<br />

evitare gli spiacevoli “errori diplomatici”. Sono assolutamente certa<br />

che per andare avanti e “portare in scena” un evento qualunque esso<br />

sia è necessario essere risoluti, determinati e avere accanto persone<br />

con le quali si ha un ottimo feeling. Credo, a ragion veduta, che sia<br />

necessario riuscire a barcamenarsi tra i mille imprevisti che accadono<br />

per cui l'impegno, grande, che viene richiesto ogni volta, deve essere<br />

necessariamente affiancato da un'organizzazione altrettanto valida.<br />

D’altronde da soli non si va poi così lontano...<br />

Quali sono i valori “altri” che colleghi alla creatività? L’attività<br />

culturale, innovativa, ideativa fa bene a “cosa” secondo te?<br />

La creatività è quell'arte che ha bisogno necessariamente anche del<br />

mestiere per diventare realtà! Non si può pensare di improvvisarsi<br />

artisti se non si possiede una buona dose di estro, di passione, per<br />

rendere realtà gli incanti che la mente crea. I sogni vivono solo se si<br />

riesce a dargli un colore, una forma, un suono. Se si riesce a trovare<br />

parole che riportino chi le ascolta a sognare. L'attività culturale,<br />

innovativa, ideativa porta a confrontarsi e il confronto è vita. E'<br />

integrazione, è scambio, è tutto ciò che serve all'uomo per andare<br />

avanti. È arricchimento reciproco di valori, tradizioni, costumi. È<br />

l'incontro del diverso che accanto a noi non è più diverso. È crescita e<br />

sviluppo. Purtroppo però ancora oggi a distanza di ben 64 anni dalla<br />

sottoscrizione della Carta dei diritti umanitari siamo ancora qui a<br />

cercare di far capire al mondo che il “diverso” non è tale e che uno<br />

scambio più equo tra le genti potrebbe diventare fonte di crescita<br />

anche a livello economico, oltre che socio-culturale.<br />

Spesso nel nostro Paese si reclama l’intervento dei privati a<br />

GIASI<br />

BEATRICE<br />

beatrice.giasi@virgilio.it<br />

MATERA_ITALY<br />

Esser rapiti come per incanto? E’ possibile: attraverso la gestualità e la fisicità di questa<br />

donna a capo di un progetto culturale che intende raccontare qualcosa attraverso l’emozione<br />

di un evento. Qualcosa come un pezzetto di vita di un artista, un'emozione diventata colore o<br />

un progetto onirico fatto di una combinazione di forme. Potremmo definirla, non a torto,<br />

appassionata talent scout di nuove idee e creatività: un flusso di pensieri e di opere che negli<br />

ultimi anni lavora con un continuo e florido scambio intellettuale. Dicono di lei che è un soldato<br />

di prima linea ma poi bastano alcuni minuti per capire che oltre c’è fascino e intelligenza e la<br />

forza con la quale affronta le sfide non svaluta il suo essere donna.


Beatrice Giasi in un momento della rassegna di arti e musiche dedicata all'integrazione culturale ideata da Claudio Baglioni "O'scià"<br />

sostegno della cultura. A tuo avviso c’è<br />

maggior bisogno di risorse economiche o di<br />

un pensiero forte e autorevole?<br />

La disponibilità delle risorse finanziarie è<br />

necessaria e serve indubbiamente a rendere<br />

fattibile un evento ma sono altrettanto certa che il<br />

settore dei beni culturali e ambientali debba<br />

essere una buona base dalla quale partire, infatti<br />

molto spesso promuove e vorrebbe sostenere<br />

grandi eventi ma altrettanto spesso c'è la “mano”<br />

scura della politica che mette un freno ... ma<br />

questa è un'altra storia. Per tanto si rende<br />

necessario l’intervento di partner e sponsor a<br />

sostegno dell’evento che altrimenti non<br />

troverebbe vita. Credo che il problema principale<br />

sia la reperibilità di risorse adeguate in quanto<br />

pensieri ed idee non scarseggiano di certo.<br />

Fondamentale è che questa pluralità di<br />

intenzioni, idee e stimoli non sia asservita ad un<br />

unico indirizzo dominante ma che esista una<br />

grande varietà di scelte da percorrere.<br />

Parlaci del tuo lavoro. Cosa significa per te?<br />

L’obiettivo è quello di offrire ai propri clienti una<br />

consulenza completa partendo dall’immagine alla<br />

comunicazione. Dalle pubbliche relazioni,<br />

all’ufficio stampa, marketing, pianificazione,<br />

organizzazione eventi e contatti con personaggi<br />

e produttori. Il bello di questo lavoro risiede nel<br />

vivere tutto l’evento dietro le quinte. Non amo<br />

molto apparire. Mi piace invece riuscire a<br />

dimostrare quello che riesco a fare e quindi per<br />

me vivere l’evento nel retro palco è segno di<br />

forza! Molti considerano questo come<br />

inadeguatezza o sottomissione. Io invece sono<br />

certa che sono quelli che stanno in ombra quelli<br />

che realmente conducono i giochi. Persone che<br />

hanno raggiunto una sorta di equilibrio e che<br />

sono ben consapevoli del proprio valore. Quelle<br />

persone, insomma che non hanno bisogno di<br />

mostrarsi. La cosa che da sempre mi ha<br />

spronato, che mi ha stupito, incuriosito è il<br />

completo affidamento che le persone per le quali<br />

stai lavorando hanno nei tuoi confronti. Questa<br />

“debolezza” momentanea diventa forza e allo<br />

stesso tempo lo stimolo per andare avanti e dare<br />

sempre il meglio.<br />

La carriera e la professionalità a volte sono<br />

da ostacolo alla vita privata?<br />

Questo tipo di lavoro come qualunque altro che ti<br />

porta a contatto con un’equipe, un gruppo di<br />

persone, prevede una necessaria figura<br />

autoritaria e molto spesso capita di portare a<br />

casa un po’ di lavoro per cui … a volte mi scopro<br />

più severa e austera di quello che in realtà sono.<br />

Certo il confronto con gli uomini lo ritrovi ogni<br />

giorno e ogni giorno è sempre una scommessa<br />

che puoi vincere solo puntando sui contenuti.<br />

Ancora oggi difficilmente ci si confronta alla pari<br />

ma l’obbiettivo ogni volta è riuscire a dare il<br />

meglio. Solo così se ne esce vincitori.<br />

Un difetto e un pregio.<br />

In ordine di domanda: l’impulsività e la sincerità<br />

per la prima. Considero la sincerità un difetto<br />

perché nel quotidiano non è accettato<br />

socialmente essere sinceri per cui non paga, Un<br />

pregio? Preferirei che lo dicessero gli altri. Potrei<br />

risultare di parte….


BARBARA<br />

PANZERI<br />

Marketing Director Direct Line


Silvia Bottaro è una ragazza<br />

Siracusana di 32 anni che<br />

da bambina aveva già il<br />

sogno di fare la restauratrice.<br />

“Il mio lavoro da quattordici anni è quello di ridare ad<br />

una Opera d'arte la sua bellezza originaria ormai<br />

smarrita per l'usura del tempo. Ho avuto la fortuna di<br />

lavorare in posti stupendi - ci dice - ricchi di storia come<br />

La Valle dei Templi, un'area archeologica della Sicilia<br />

caratterizzata dall'eccezionale stato di conservazione e<br />

da una serie di importanti templi dorici del periodo<br />

ellenico … o come restaurare i Mosaici della Villa del<br />

Casale di Piazza Armerina che oggi rappresenta una<br />

straordinaria testimonianza della vita in epoca romana<br />

grazie ai suoi pavimenti mosaicati; con una superficie di<br />

oltre 3500 metri quadrati, la Villa era la residenza di<br />

caccia di Massimiliano Erculeo, collega di Diocleziano<br />

nella gestione dell'impero romano. Storici e ricercatori di<br />

tutto il mondo vengono oggi a studiarli per capire come<br />

vivevano i romani e che ho avuto il piacere e l’onore di<br />

conoscere nel "Conference of the International<br />

Committee for the Conservation of Mosaics<br />

Conservation an Act of Discovery “ che si è tenuto a<br />

Palermo nel 2008, esperienza irripetibile. Si perchè -<br />

continua Silvia - questo lavoro da’ tanto, a cominciare<br />

dalla possibilità di visitare posti nuovi e dunque vivere<br />

esperienze con gente di tutti i paesi fino al<br />

coinvolgimento emotivo che deriva dall’immergersi a<br />

360° nella storia dell'arte. E’ grazie alle mie esperienze<br />

lavorative se sono cresciuta sia come professionista<br />

che come persona: ogni lavoro mi arricchisce a livello<br />

intimo e professionale, che si tratti di una chiesa come<br />

la Cattedrele di Noto (nella foto), o un castello come<br />

quello nel centro storico di Siracusa o un meraviglioso<br />

tetto affrescato come quelli di Palazzo Nicolacci di<br />

Villadorata, a Noto; un lavoro di restauro ti conferisce<br />

ogni volta un’emozione unica ed irripetibile, come se<br />

ogni lavoro, ogni volta, fosse il primo”. Da due anni<br />

esule dalla sua amata Sicilia, Silvia, vive e lavora<br />

attualmente a Barcellona dove ha restaurato una delle<br />

torri e le mura romane della città dentro il Centre Civic<br />

Pati Llimona, nel Barro Gòtio e dove, da più di un anno<br />

sta riportando alla sua originaria bellezza l’Hospital de<br />

Sant Pau, gioiello del modernismo, che è stato<br />

progettato dall'architetto catalano Lluís Domènech i<br />

Montaner e costruito tra il 1901 ed il 1930. Amante delle<br />

cose belle, trascorre il suo tempo libero a passeggio per<br />

le vie di Barcellona con il suo compagno, anch’egli<br />

siracusano, godendo la movida che questa stupenda<br />

città offre, sulla scia di quello che dicono in Spagna …<br />

ovvero che “ Bisogna disfrutar de la vida” (letteralmente<br />

godersi la vita) “ E qui la gente sa' come farlo – precisa la<br />

nostra interlocutrice - anche in tempo di crisi, con poco,<br />

sanno divertirsi “… ciò in attesa che le tanto agognate<br />

vacanze arrivino per tornare nella sua città di origine: ad<br />

aspettarla, ci sono il sole, il mare, il cibo siciliano che ha<br />

un sapore unico, ma soprattutto la sua famiglia che ama<br />

in maniera viscerale “ Quella che sono - ci dice - lo devo<br />

a mamma Graziella e papà Salvatore perchè mi hanno<br />

dato gli strumenti e i valori per affrontare la vita per poi<br />

lasciarmi libera di scegliere la mia strada senza mai<br />

perdermi di vista. E per questo li ringrazio “.<br />

SILVIA<br />

BOTTARO<br />

Restauratrice di Beni Culturali


s-comunicare<br />

Sta attraversando tutti i settori dell’economia italiana,<br />

creando innovazione e possibilità di sviluppo. Si tratta<br />

della green economy, conosciuta anche come<br />

“economia ecosostenibile, la quale, secondo il rapporto<br />

GreenItaly 2011, presentato il 14 Novembre a Milano,<br />

La potrebbe societàfornire dei consumi un’importante è morta, chiave viva la di società risoluzione della comunicazione. della Allacciate<br />

le crisi cinture economica. di sicurezza, partiamo per l'esplorazione del futuro. Destinazione:<br />

Pianeta Immaginazione. Vavavum! La crisi è nelle nostre teste. Liberiamocene<br />

a colpi di cavo, di computer, di video, di media. Sta per nascere la razza degli<br />

Jedi, i cui anticipatori sono stati Lucas, Spielberg, Morita, Scott, Turner e Jobs.<br />

Assieme a loro arruoliamoci nell'esercito dell'immaginario. Uccidiamo Cartesio<br />

e abboniamoci alla irragionevolezza, senza però dimenticare le nostre radici,<br />

che sono i germi del futuro. Crediamo nell'uomo e quindi in noi. E cambiare,<br />

subito, senza aspettare. Domani è oggi. L'avvenire è già il passato dei nostri<br />

figli". Un antidoto per uscire dalla mediocrazia … perché per uscirne ci vuole il<br />

talento; per guarire l'Europa è necessaria la creatività; per vincere la sfida, una<br />

sola arma: la comunicazione. Ed allora, Figli della pubblicità, avanti!<br />

Mediamorfosi<br />

L'INSTOSTITUIBILE ESIGENZA DELLA COMUNICAZIONE.<br />

www.donnaimpresa.com<br />

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LA CRESCENTE COMPLESSITÀ DEI COMPORTAMENTI<br />

LEGATI AL MONDO DEL CONSUMO NELLE SOCIETÀ<br />

CONTEMPORANEE POST-INDUSTRIALI, PONE IN PRIMO<br />

PIANO LA NECESSITÀ DI RICORRERE A NUOVI<br />

STRUMENTI DI ANALISI, IN QUANTO I FENOMENI DI<br />

CONSUMO DIVENTANO SEMPRE MAGGIORMENTE<br />

FENOMENI SIMBOLICI E CULTURALI E GLI STRUMENTI<br />

TRADIZIONALI D’INDAGINE TENDONO A ESSERE MENO<br />

EFFICACI.<br />

Di fronte a questa situazione l’approccio semiotico alle problematiche<br />

del consumo e delle comunicazioni pubblicitarie risulta particolarmente<br />

interessante in quanto potrebbe condurre a una riformulazione anche<br />

radicale di alcuni temi attuali nel mondo del mercato, come ad esempio<br />

la teoria del comportamento di consumo o l’analisi del problema della<br />

marca. Il consumo sta cambiando profondamente ruolo e funzione: da<br />

attività semplice e controllabile come era sta diventando un fenomeno<br />

sempre più eterogeneo, che richiede al consumatore una competenza<br />

e una maturità di scelta sempre più elevate. Il divario tra i<br />

comportamenti concreti del consumatore e la sua conoscenza reale si<br />

va perciò allargando sempre di più e le strategie usate dalle imprese<br />

sono spesso molto distanti dai bisogni reali dei soggetti. Il<br />

cambiamento della natura del consumo è legato soprattutto alle<br />

profonde trasformazioni che, già a partire dagli anni Novanta, hanno<br />

riguardato le società industriali avanzate. L’era della modernità, di cui il<br />

consumatore è stato uno dei protagonisti, sta infatti volgendo al<br />

termine, lasciando il passo all’epoca nuova della postmodernità. Il<br />

consumatore, e con esso il consumo inteso come uno dei fenomeni<br />

sociali più rilevanti delle moderne società avanzate, è quindi un<br />

soggetto in costante evoluzione perché immerso nel grande flusso del<br />

cambiamento (sociale, tecnologico, economico) in atto. Dal punto di<br />

vista etimologico consumare indica modalità di fruizione dei prodotti<br />

ormai passate; consumare infatti significa distruzione, logorio,<br />

annullamento fisico di un bene: l’idea sottesa è che senza la<br />

scomposizione e la successiva distruzione di un bene economico<br />

l’individuo consumatore non possa ricavare da esso alcuna utilità o<br />

godimento. È la descrizione di un processo entropico che conduceva<br />

sempre dall’ordine del prodotto manufatto ad un disordine irreversibile,<br />

conseguente alla sua fruizione e al soddisfacimento di un bisogno.<br />

Questa accezione del termine consumare sembra non essere più<br />

adatta per descrivere la nuova natura del consumo, basti pensare al<br />

settore dei servizi che non rientra nell’insieme di beni che si<br />

distruggono con l’uso. Inoltre il consumo non sembra più essere legato<br />

al bisogno inteso come “spinta impellente a soddisfare una necessità<br />

vitale” il bisogno infatti non è più una spinta naturale, meccanica,<br />

inevitabile, ma un prodotto culturale, o meglio, un’elaborazione che<br />

traduce le necessità fisiche e le trasforma in precisi schemi di<br />

comportamento sociale.<br />

LE MOTIVAZIONI DI CONSUMO, COSÌ COME LE<br />

TIPOLOGIE DI BENI, SONO ESTREMAMENTE VARIE,<br />

PERTANTO LA SEMPLICITÀ DELLE CATEGORIE<br />

TRADIZIONALMENTE IMPIEGATE PER SPIEGARE IL<br />

CONSUMO CONTRASTA CON LA SUA CRESCENTE<br />

COMPLESSITÀ.<br />

Consumare infatti può essere ricerca di piacere, di divertimento, ma<br />

anche un atto di ribellione. È molto importante sottolineare questo<br />

aspetto perché permette di spostare un ampio comparto del consumo<br />

dall’area accreditata dagli economisti a quella assai più reale e<br />

convincente dell’agire umano. La nuova epoca sarà caratterizzata<br />

dalla nascita dell’homo aestheticus che inventa nuove forme di<br />

socialità, sensibile alle emozioni e proteso, secondo un’espressione di<br />

Maffesoli, a epifanizzare il reale: il consumo, in quest’ottica, diventa il<br />

collante delle nuove forme di socialità. Dal punto di vista più<br />

propriamente sociologico, il consumo sta conoscendo una profonda<br />

trasformazione dovuta ai cambiamenti che interessano la nostra<br />

società; cambiamenti che mutano anche il profilo ideale del<br />

consumatore perché anche quest’ultimo è immerso nel flusso del<br />

cambiamento che è attualmente in corso. L’era della modernità si avvia<br />

al tramonto, lasciando il passo all’epoca nuova della postmodernità.<br />

Stiamo entrando dunque in una nuova fase della storia che, se per<br />

alcuni aspetti rappresenta la negazione della modernità, allo stesso<br />

tempo vede coesistere al suo interno innumerevoli aspetti di<br />

quest’ultima. Indispensabile precisare che il termine postmodernità non<br />

indica una fase avanzata della modernità, ma una vera e propria<br />

cesura, un epoca caratterizzata quindi da nuovi metodi di produzione<br />

e nuove tecnologie, rispondente a regole e paradigmi inediti: una<br />

società complessa dove non c’è linearità ma tutto è interconnesso.<br />

Anche il fatto di non essersi data un nome riflette la volontà di una<br />

società che, anche nel consumo, non vuole certezze e rifiuta le grandi<br />

ideologie che hanno caratterizzato l’età moderna.<br />

SE CARDINE DELLA MODERNITÀ ERA LA PRODUZIONE,<br />

OGGI AL CENTRO È PROPRIO IL CONSUMO, SEMPRE<br />

MENO DI MERCI E SEMPRE PIÙ DI SIMBOLI E DI SEGNI:<br />

LA PERFORMANCE DEL PRODOTTO È SUPERATA DAI<br />

SIGNIFICATI SEMIOTICI DEGLI OGGETTI.<br />

Gli oggetti stessi non sono più gli status symbol di una volta, ma dei<br />

mezzi liberamente scelti e accordati per comunicare la propria identità.<br />

L’individualismo si contrappone all’universalità, la pluralità al consenso,<br />

il dissenso al conformismo, l’eterogeneità all’omogeneità, la differenza<br />

alla somiglianza; in altre parole, la razionalità lascia il posto al<br />

paradosso, all’incertezza e alla mutevolezza. Dunque, sta prendendo<br />

vigore “l’etica polimorfa della fluidità, ambiguità, camaleontismo,<br />

pragmatismo, flessibilità, localismo, fusività, multidimensionalità,<br />

olismo, interesse per la vita banale di tutti i giorni.” Potremmo dire che<br />

è il collage la forma principale del linguaggio contemporaneo. Di fronte<br />

a uno scenario così complesso risulta piuttosto difficile comprendere a<br />

fondo l’identità e le scelte del consumatore postmoderno poiché<br />

quest’ultimo non è soltanto la profilo evoluto del consumatore<br />

moderno, ma è sostanzialmente dissimile dal prototipo di consumatore<br />

con cui prima si era soliti confrontarsi. Già verso la metà del secolo<br />

scorso le Ricerche Motivazionali avevano dimostrato la distanza del<br />

consumatore dalla figura dell’homo oeconomicus (razionale e proteso<br />

alla massimizzazione dell’utilità), sottolineando la rilevanza della<br />

componente emotiva nelle decisioni di consumo. Nel momento in cui si<br />

parla del consumatore postmoderno le cose si complicano<br />

ulteriormente perché egli “non si caratterizza solo per dare più spazio<br />

alle emozioni, alla sensorialità; per impiegare il consumo come segno<br />

e comunicazione della propria identità; per esprimere una propria<br />

autonomia dal mondo della produzione; al ricorrere, anche negli<br />

acquisti, alla creatività, alla creatività ed all’immaginazione.” Il<br />

consumatore postmoderno infatti opera in una condizione di<br />

“incoerenza, pluralità, caos, ambiguità, paradosso, molteplicità delle<br />

verità, fluidità, libertà.” Quanto appena detto a significare come la<br />

razionalità non rappresenti più il fattore determinante nelle scelte di<br />

consumo: fattori psicologici ed emotivi interagiscono costantemente<br />

nell’indirizzare le scelte del consumatore; la razionalità della scelta tra<br />

una marca e l’altra non va riscontrata tanto nella convenienza quanto<br />

nella confusione che questo acquisto crea tra realtà e potenzialità, tra<br />

desiderio e quotidianità, tra complicità e isolamento. Dunque, il<br />

consumatore postmoderno è caratterizzato da un marcato<br />

pragmatismo e non valuta più le sue scelte sulla base di antiche<br />

dipendenze dalla marca, in quanto è un consumatore laico,<br />

deideologizzato, curioso, che sceglie all’insegna del case <strong>by</strong> case<br />

approach.<br />

NEL MOMENTO IN CUI SI ENTRA NELL’EPOCA NUOVA<br />

DELLA POSTMODERNITÀ IL CONSUMO, COME ABBIAMO<br />

PRECEDENTEMENTE INDICATO, CONOSCE DELLE<br />

PROFONDE MODIFICAZIONI. IN PARTICOLAR MODO<br />

OCCORRE SOTTOLINEARE LA PRESA DI DISTANZA DA<br />

DUE CONCEZIONI DEL CONSUMO: ANZITUTTO DALLE<br />

INTERPRETAZIONI DEL CONSUMO COME STATUS<br />

SYMBOL; IN SECONDO LUOGO DALL’IDEA DEL<br />

CONSUMO COME LINGUAGGIO DELLA PRODUZIONE.<br />

Il consumo quindi sta acquisendo una crescente autonomia diventando<br />

così un vero e proprio linguaggio di se stesso. La postmodernità segna<br />

il tramonto di un altro aspetto tipico dell’epoca che ci stiamo lasciando<br />

alle spalle: si tratta dell’influenza che le ideologie hanno sempre<br />

esercitato nelle scelte di consumo. Assistiamo, in altre parole, a un<br />

processo di laicizzazione del consumo e del consumatore. La<br />

deideologizzazione del consumo è un tratto proprio dell’epoca in cui<br />

stiamo entrando perché nel nostro Paese ha regnato per molto tempo<br />

una forte ideologizzazione del consumo stesso: le due grandi<br />

subculture del nostro Paese, quella cattolica e quella marxista pur<br />

essendo profondamente diverse tra di loro, hanno sempre avuto in<br />

comune una forte diffidenza verso il mondo del consumo. La prima<br />

condannava il consumo (e in particolare le forme più vistose del<br />

consumo) nel timore che il perseguimento di obiettivi materialistici<br />

potesse distogliere il fedele dalla dimensione spirituale; la seconda<br />

invece riteneva che la dedizione al consumo potesse indebolire<br />

l’impegno politico e lo spirito rivoluzionario. Da qui il forte sospetto<br />

verso tutte le forme di consumo, la diffusione della cultura dei bisogni<br />

pochi e semplici e, più recentemente, la condanna del consumismo.<br />

Questa forte rappresentazione ideologica sta ormai tramontando e, in<br />

tal modo, il consumo si affranca dal sospetto di materialismo e di<br />

ingiustizia sociale: basti pensare che oggi la propensione al consumo<br />

cresce anche nei periodi recessivi.<br />

TRA LE RAGIONI CHE HANNO INFLUITO ALLA<br />

SECOLARIZZAZIONE DEL CONSUMO NE EMERGE UNA DI<br />

PARTICOLARE IMPORTANZA, INDIVIDUABILE NEL<br />

CROLLO DEL MURO DI BERLINO E NELLA<br />

CONSEGUENTE DISSOLUZIONE DELLA SUBCULTURA<br />

MARXISTA.<br />

Questo processo fa parte comunque del più generale crollo delle<br />

ideologie che sta avvenendo nella postmodernità, da cui deriva<br />

l’attuale orientamento al pragmatismo. In tutto ciò ha avuto un ruolo<br />

basilare la crisi economica degli anni Novanta che ha reso oggetto del<br />

desiderio molti prodotti inaccessibili a causa dello scarso reddito<br />

disponibile. Le limitazioni nei consumi dovute alla difficile situazione<br />

economica hanno determinato la valorizzazione dei beni a cui si<br />

doveva rinunciare: il consumo diventava così una componente<br />

essenziale di quel benessere che appariva compromesso. Se è vero<br />

quanto appena detto, con la deideologizzazione del consumo si può<br />

parlare ancora di consumismo? Il consumismo, considerato un tratto<br />

caratterizzante dei Paesi industriali avanzati, rappresenta un’accezione<br />

negativa del consumo: secondo questa concezione del consumo, gli<br />

individui, attirati dalla superficialità del modo delle merci, non<br />

sarebbero in grado di resistere alle continue seduzioni del mercato.<br />

Caduta la rilevanza delle due grandi subculture del nostro Paese,<br />

questa accezione sembra non trovare più fondamenti nella realtà,<br />

soprattutto per il fatto che i consumi hanno permesso agli individui di<br />

migliorare la qualità della loro vita e non hanno dato luogo a eccessi o<br />

a patologie del consumo come si credeva precedentemente. L’accusa<br />

appare infondata soprattutto se si guarda al nostro Paese dove “il good<br />

value for money“ sta divenendo una sorta di must per il moderno<br />

consumatore : i nuovi atteggiamenti del consumo sono influenzati<br />

dall’idea di spendere bene, gestendo il proprio denaro con intelligenza.<br />

Inoltre, parlare di consumismo risulta piuttosto difficile di fronte alla<br />

crescente dematerializzazione dei prodotti: quest’ultimi infatti perdono<br />

sempre di più la loro materialità per diventare segni e linguaggio.<br />

Quella che una volta era chiamata società dei consumi sta diventando<br />

la società meno materialistica mai esistita: questa affermazione a<br />

prima vista potrebbe sembrare un paradosso, ma il paradosso è solo<br />

apparente se si considera che nella società contemporanea i beni si<br />

vanno sempre più dematerializzando. Non è certo un caso che proprio<br />

dalla semiotica, la scienza appunto dei segni, sono giunti<br />

recentemente alcuni dei contributi più interessanti allo studio del<br />

consumo. Il consumo dunque, nelle sue più recenti teorizzazioni, viene<br />

interpretato come linguaggio quindi per comprendere le leggi e le<br />

tendenze di fondo del mercato occorre riferirsi a quest’ultimo come a<br />

un articolato sistema di simboli, codici, significanti e significati. Il valore<br />

d’uso tende a essere progressivamente oscurato dal valore simbolico<br />

del bene; allo stesso modo, il valore di scambio si trasforma in scambio<br />

di significati.<br />

LA VALENZA COMUNICATIVA DEGLI OGGETTI NON È<br />

UNA SCOPERTA RECENTE: CHE GLI OGGETTI<br />

COMUNICHINO UN VARIEGATO UNIVERSO DI<br />

SIGNIFICATI È NOTO SIN DAI TEMPI PIÙ ANTICHI<br />

(PENSIAMO AD ESEMPIO ALLA CAPACITÀ<br />

COMUNICATIVA DI UN ABITO, DELLA DECORAZIONE DEL<br />

CORPO, MA ANCHE DELLA SPADA, DELL’ELMO O<br />

DELL’ARMATURA).<br />

Esiste quindi, nell’immaginario collettivo, una sorta di dizionario del<br />

significato dei beni: per alcuni tali significati sono stabili, quasi<br />

immutabili nel tempo; per la maggior parte invece si tratta di un<br />

dizionario in progress, che viene continuamente riscritto e aggiornato.<br />

In quest’ottica la pubblicità ha un ruolo che va al di là della sua<br />

tradizionale funzione di vendita o di induzione al consumo perché,<br />

rispetto a un “virtuale polimorfismo degli oggetti”, essa contribuisce a<br />

ridurre il campo dei significati possibili, a selezionare quelli<br />

culturalmente più attuali e desiderabili e a fissarli sull’oggetto. Ciò<br />

implica che nel processo di scelta alla fisicità di un prodotto subentra il<br />

significato che questo riveste all’interno di una complessa, ma a tutti<br />

cognita, grammatica sociale. Come osserva Baudrillard [1969],<br />

l’oggetto per diventare oggetto di consumo deve diventare segno. Il<br />

cibo, un abito, un cosmetico hanno in parte perso la loro funzione<br />

primaria (ossia il loro valore d’uso) per trasformarsi in comunicazione:<br />

possiamo dire quindi che in un mercato moderno sono i messaggi a<br />

competere, non i prodotti. Ad esempio, dietro l’acquisto di un’auto<br />

sportiva può esserci la promessa di gioventù o di virilità; dietro<br />

l’acquisto di un profumo la seduttività, e così via. Del resto la funzione<br />

istituzionale della pubblicità è sempre stata quella di vendere<br />

promesse, sogni, desideri: di trasformare la fisicità dei prodotti<br />

nell’immaterialità dei sogni. Gli oggetti vengono consumati in quanto<br />

segni e la realtà coincide completamente con tali segni. Il consumo<br />

diviene dunque un codice di comunicazione, un linguaggio in cui i


singoli oggetti divengono termini con un precisi significato. Il consumo<br />

si trasforma da consumo dell’oggetto a consumo del segno [Sartorio<br />

e Martinengo: 1995] Quindi, più che di consumo dell’oggetto si parla<br />

oggi di consumo del segno, e il segno è soprattutto la marca. La<br />

marca è sempre più caratterizzata dal distacco dalla componente<br />

materiale: essa non solo sta prendendo le distanze dai prodotti cui<br />

era inizialmente associata, ma spesso se ne distacca a tal punto da<br />

non essere più riconducibile a nessuno di questi.<br />

LA MARCA DUNQUE, NELLE SUE MANIFESTAZIONI PIÙ<br />

RECENTI, ESPRIME LA NUOVA REALTÀ DELLA<br />

DEMATERIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI. IN TUTTO CIÒ<br />

NON BISOGNA DIMENTICARE L’IMPORTANZA DELLA<br />

PUBBLICITÀ: LA PUBBLICITÀ TRASFORMA LE MERCI<br />

IN SIGNIFICATI, CREA UNA GRANDE ENCICLOPEDIA DI<br />

SENSO DI FACILE ACCESSO E COGNITA A TUTTI,<br />

GENERA UN ALFABETO E UN LINGUAGGIO E SVOLGE<br />

UN RUOLO PRIMARIO NELLA ETICHETTATURA SOCIALE<br />

DELLE MERCI CHE IL CONSUMATORE COMPLETERÀ<br />

POI DIVENENDO PARTE ATTIVA NELLA COSTRUZIONE<br />

DI UNA SINTASSI DEL CONSUMO.<br />

È importante sottolineare che i consumatori non si limitano a ricevere<br />

passivamente i messaggi inviati loro, ma aggiungono significato nella<br />

ricezione, cioè mettono in atto una cooperazione testuale,<br />

esercitando così un ruolo attivo nella costruzione di significato delle<br />

merci. Il linguaggio delle merci e i significati che esse sottendono<br />

danno luogo a un universo semiotico costantemente mutevole: il<br />

consumatore è sedotto da quei significati, li fa propri e li riflette, più o<br />

meno consapevolmente, su di sé. La comunicazione è dunque oggi<br />

una delle attività strategicamente più importanti per un’azienda. Tutti<br />

“comunicano” qualcosa, più o meno consapevolmente. È allora<br />

opportuno imparare a saper utilizzare questo flusso di informazioni<br />

verso l’esterno in maniera da renderlo coerente con la propria realtà.<br />

Ciò potrà portare importanti benefici all’impresa. Un vantaggio<br />

competitivo fondato su una solida immagine di marchio è molto più<br />

duraturo e molto meno vulnerabile rispetto a un vantaggio di costo.<br />

LA TECNOLOGIA SI PUÒ FACILMENTE REITERARE, GLI<br />

ASPETTI PIÙ EMOZIONALI DI UN PRODOTTO NO.<br />

Molte aziende, specie quelle che presentano carenze sotto il profilo<br />

manageriale, ancora stentano a comprendere questa filosofia,<br />

concentrando i loro sforzi altrove. È inutile invece avere un prodotto di<br />

ottima qualità, sicuro, di leggero impatto ambientale e con un<br />

efficiente assistenza post-vendita, quando tutto ciò non viene<br />

percepito dal collettivo. Fare e non comunicare equivale a non fare.<br />

La forma è diventata oggi il necessario biglietto da visita della<br />

sostanza, chi non si adegua rischia di fare flop, anche se alle spalle<br />

ha un passato di successo. Fondamentale è dunque permettere al<br />

potenziale cliente di capire qual è il reale valore dell’offerta, in termini<br />

di attributi tangibili ed intangibili. Senza incorrere, ovviamente,<br />

nell’errore opposto: sbandierare un’immagine superiore all’effettiva<br />

realtà. Un cliente deluso nelle sue aspettative, alimentate dalla<br />

medesima azienda,èuncliente perso. Una forte “personalità” del<br />

proprio marchio diventa quindi oggi un investimento strategico, al pari<br />

di impianti e fabbricati. La gestione del brand e dei valori ad esso<br />

sottintesi necessita di una visione ampia di tutto il marketing mix, per<br />

evitare qualunque tipo di “stonatura” nel messaggio globale.<br />

L’amministrazione della comunicazione non andrà pertanto ad<br />

interessare solo le campagne pubblicitarie, ma ogni altro elemento<br />

rilevante: dalle sponsorizzazioni alla comunicazione interna, dalle<br />

pubbliche relazioni al servizio clienti. Un marchio è innanzi tutto uno<br />

strumento per “diversificare l’ugualmente accettabile”.<br />

COSTRUIRNE L’IMMAGINE È UN PROCESSO LUNGO,<br />

RICONVERTIRLA È QUASI IMPOSSIBILE. ESSO NON<br />

RAPPRESENTA SOLO UN NOME, MA RACCOGLIE IN SÈ<br />

STILI DI VITA, INTERESSI, PROGETTI, SOGNI, BISOGNI.<br />

ATTRAVERSO LA SCELTA DI UN MARCHIO IL<br />

CONSUMATORE ARRIVA AD AFFERMARE LA PROPRIA<br />

PERSONALITÀ<br />

Quest’aspetto strettamente emozionale è presente in tutti i tipi di<br />

acquisto: in alcuni casi è largamente più forte della razionalità, in altri<br />

è più sopito. Ma è comunque presente. La pubblicità, i media e gli<br />

strumenti di comunicazione si pongono dunque l’obiettivo di<br />

comunicare al consumatore finale l’offerta di un'impresa, cercando di<br />

rendere questa più appetibile rispetto all’offerte delle imprese<br />

concorrenti. In un mercato sempre più globale e con la presenza<br />

maggiore di nuovi attori economici provenienti dai mercati emergenti<br />

(Cina, India, Russia e Brasile) saper comunicare è una strategia che<br />

permette di creare relazioni inaspettate e vantaggiose, per sé e per il<br />

gruppo di lavoro. Dar voce alle proprie idee, alle aspirazioni, ai<br />

desideri è di ugual importanza come saper comunicare i progetti in<br />

corso di realizzazione o presenti sul mercato della società per cui si<br />

lavora. Il lancio di nuovi prodotti, la realizzazione ad hoc di una<br />

campagna pubblicitaria e l’organizzazione di eventi sono solo alcuni<br />

degli strumenti che il marketing o meglio il Marketing Manager<br />

dispone per catturare l’attenzione del consumatore finale. a partire<br />

dall’ovvia, ma per nulla trascurabile, premessa che tutto il metodo di<br />

definizione della strategia fa perno intorno alla risposta che diamo a<br />

due semplici quesiti: “come siamo percepiti” dal consumatore nel<br />

nostro target group (o in ciascuno dei segmenti se ci rivolgiamo a più<br />

di uno); e “come vogliamo essere percepiti”. Questo punto , come<br />

sappiamo, è strettamente collegato con il concetto di immagine di<br />

marca e con altri due concetti che è utile richiamare in questa sede:<br />

ovvero il posizionamento e la quota di mente. Su questo tema esiste<br />

una letteratura altrettanto vasta che sull’immagine di marca; esistono<br />

anche sottili, e non sempre concretamente utili, dibattiti sui due<br />

metodi di definizione. Basti qui dire che il “posizionamento” è il “luogo”<br />

che la marca occupa nella mente del consumatore: quanto è più<br />

preciso e differenziato rispetto ad altri, tanto è più forte. Un fenomeno<br />

rilevante è il fatto che ogni posizionamento forte tende per riflesso a<br />

spostare quelli altrui; e che l’occupazione della “strada maestra” ha il<br />

vantaggio in più di relegare gli altri in un ruolo gregario o in “nicchie”<br />

specialistiche ristrette. Mi sembra utile, a tal fine, riportare l’attenzione<br />

su come il concetto di “strada maestra” non sia necessariamente<br />

generico, cioè può non riguardare “tutto” il mercato; la promessa più<br />

rilevante per un segmento specifico può essere molto diversa da<br />

quella che interessa al “mercato” in generale. La “quota di mente” (per<br />

contrapposto alla “quota di mercato”) non rappresenta lo spazio<br />

occupato dal prodotto rispetto alla quantità consumata sul mercato,<br />

ma lo spazio occupato dalla marca nella mente del pubblico. In<br />

termini generali, la “quota di mente” potrebbe confondersi con la pura<br />

e semplice notorietà della marca; ma questo non è esatto.<br />

LA “QUOTA DI MENTE” RAPPRESENTA LA DIMENSIONE<br />

COMPLESSIVA DELLA SPECIFICA ACCETTAZIONE<br />

DELLA MARCA ALL’INTERNO DELLA “GERARCHIA DI<br />

SCELTA” DEL CONSUMATORE; È QUINDI UNA QUOTA<br />

DI MERCATO SOLO POTENZIALE.<br />

Se la quota di mercato è più piccola della quota di mente, significa<br />

che il potenziale della marca è sotto-utilizzato (per esempio perché la<br />

distribuzione non rende disponibile il prodotto a tutti quelli che<br />

vorrebbero acquistarlo; o perché una parte degli acquisti è deviata da<br />

attività promozionali o politiche di prezzo). Se la quota di mercato è<br />

maggiore della quota di mente, è probabile che altri fattori (prezzo,<br />

distribuzione, promozione) influiscano, o abbiano influito, in modo<br />

importante sulle vendite. Questa può essere una situazione<br />

favorevole nel breve periodo, ma potrebbe rivelare una debolezza<br />

della marca.<br />

IMPORSI NEL MERCATO GLOBALE, COME ABBIAMO<br />

VISTO, SIGNIFICA AVERE INNANZI TUTTO LA CAPACITÀ<br />

DI SEDURRE. INDISCUTIBILE POI CHE LA QUALITÀ<br />

DETERMINI LA FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE, MA NON<br />

SEMPRE È COSÌ SEMPLICE CONQUISTARE UN<br />

COLLETTIVO TANTO ETEROGENEO, QUANTO VASTO,<br />

SOTTOPOSTO AD UNA MOLTITUDINE DI INPUT.<br />

Accade, qualora non si riesca a fornire una immagine del prodotto<br />

capace di affascinare (nella sua accezione più ampia) il consumatore,<br />

che lo sforzo di promozioni risulti vano, o comunque non incisivo<br />

come si auspica. Dissimili, sostanzialmente, il concetto del “Come<br />

siamo percepiti” dal “Come vogliamo essere percepiti”. Una differenza<br />

che può diventare l’elemento primo del non raggiungimento di quel<br />

successo desiderato e che si traduce, nel concreto, in una non piena<br />

soddisfazione in termini di fatturato. Sulla base di ciò, non possiamo<br />

non ritenere attendibile la tesi proposta dagli operatori della<br />

comunicazione pubblicitaria secondo la quale le informazioni (tutte)<br />

devono essere comunicate non attraverso il linguaggio accademico<br />

piuttosto che dal punto di vista del fabbricante, bensì sulla base del<br />

punto di vista del consumatore, e nel suo linguaggio che non parla del<br />

prodotto con tutto quel rispetto e quella cerimonia che chi ha speso<br />

anni e miliardi per mettere a punto un prodotto crede di doversi<br />

aspettare e che dobbiamo scrivere, sempre con le sue parole, ciò che<br />

vogliamo che il consumatore dica dopo che sarà completato l’effetto<br />

della campagna (qualche volta subito, più spesso dopo mesi o anni) e<br />

dunque che a poco servono le cose che vengono espresse se non<br />

trasferite nel linguaggio connaturale delle persone. Le ricerche sul<br />

“ricordo” della pubblicità non ne misurano l’efficacia e pertanto la<br />

comunicazione, anche istituzionale (che non mai “solo” pubblicità, ma<br />

è sempre il frutto di tutti i rapporti diretti o indiretti delle persone con<br />

l’impresa e con ciò che offre sul mercato), ha modificato e/o sta<br />

modificando la percezione di un prodotto o di una marca al fine di<br />

posizionarla con successo all’interno del contesto produttivo<br />

internazionale. La coerenza strategica non è così semplice come può<br />

sembrare.<br />

LA FRETTA E L’ANGOSCIA DEI RISULTATI DI BREVE<br />

PERIODO POSSONO PORTARE, OGGI PIÙ CHE MAI, A<br />

MOSSE TATTICHE CHE PER CERCARE UN RIMEDIO<br />

IMMEDIATO INTACCANO LA STRATEGIA DI MARCA, E<br />

COSÌ PROVOCANO GUASTI PEGGIORI SUBITO DOPO. È<br />

SORPRENDENTE E PREOCCUPANTE CONSTATARE<br />

COME QUESTO AVVENGA ANCHE IN IMPRESE CON UNA<br />

FORTE ORGANIZZAZIONE E UNA SERIA CULTURA<br />

PROFESSIONALE.<br />

Il consumatore del nostro millennio è realmente nuovo. Sta<br />

abbandonando posizioni agonistiche e atteggiamenti meccanici, per<br />

interrogarsi sui propri consumi, sui contenuti più intimi dei prodotti, sui<br />

loro valori etici, salutistici, di comunicazione, di impatto socioambientale.<br />

La approfondita conoscenza di colui che possiamo<br />

definire Individuo-Cittadino-Consumatore (il cosiddetto I-C-C)<br />

costituisce pertanto la imprescindibile, solida base di partenza, sulla<br />

quale poter edificare un efficace strategia di comunicazione. Anche<br />

perché né il marketing, né la comunicazione riescono ad eludere la<br />

famosa legge di Pareto secondo la quale il 20% dei clienti sviluppa<br />

l’80% del fatturato. La customer intimacy è la disciplina che consente ,<br />

attraverso le più aggiornate tecniche di Marketing Intelligence, di<br />

comprendere l’essere umano consumatore sotto il punto di vista delle<br />

tre dimensioni fondamentali che lo caratterizzano e che formano il<br />

sistema delle sue necessità: Ragione (Logos), Emozione (Pathos) ed<br />

Etica (Ethos). Se, fino a un decennio fa, la marca era solo sinonimo di<br />

qualità, oggi rappresenta il più importante strumento di relazione con il<br />

consumatore e ciò che contraddistingue un'azienda dalla<br />

concorrenza. In un contesto come l’attuale, caratterizzato da un<br />

consumismo spesso esasperato, da un’offerta di prodotti enorme e da<br />

un consumatore sempre più sofisticato, esigente ed informato,<br />

l’impresa deve differenziarsi rispetto alla concorrenza facendo sempre<br />

più leva sulle valenze simboliche, valoriali e relazionali che rafforzano<br />

la relazione marca-consumatore e creano, nella competizione, le<br />

condizioni per una coerente costruzione di identità.<br />

IN SINTESI, IL CONSUMATORE HA DICHIARATO LA<br />

PROPRIA INDIPENDENZA DA ATTEGGIAMENTI<br />

FIDEISTICI NEI CONFRONTI DEI PRODOTTI DI MARCA,<br />

DIMOSTRANDO NEI FATTI CHE SE NON C’È LA QUALITÀ<br />

E UN PREZZO EQUO NON CI PUÒ PIÙ ESSERE FEDELTÀ<br />

E DETERMINANDO COSÌ LA CRISI, E SPESSO ANCHE LA<br />

SCOMPARSA, DI MOLTE MARCHE STORICHE. L’INTERO<br />

DISCORSO PUBBLICITARIO È DUNQUE TALMENTE<br />

PERSUASIVO DA INFORMARE DI SÉ QUASI OGNI<br />

ASPETTO DELLA CONTEMPORANEITÀ E SI FONDA<br />

ESSENZIALMENTE SUL “VINCOLUM SOCIETATIS”: IL<br />

LEGAME DELLA SOCIETÀ.<br />

Filosofi e studiosi sociali, ma anche manageriali, si ricollegano a<br />

questo concetto. Cominciamo una semplice raccolta di affermazioni<br />

lasciando la parola a Cohen e Prusak, i quali, descrivendo nel saggio<br />

“In good company. How social capital makes organization works”, il<br />

social capital, capitale sociale, lo descrivono come “La fiducia, la<br />

comprensione reciproca e i valori condivisi e i comportamenti che<br />

legano fra loro le persone e le comunità e rendono la cooperazione<br />

possibile”. “Senza fiducia sono possibili solo forme molto semplici di<br />

cooperazione umana, quelle che prevedono una transazione<br />

immediata. Persino l’azione individuale è troppo suscettibile di<br />

disordine e distruzione per poter essere pianificata, senza fiducia, al<br />

di là dell’istante passeggero” afferma N. Luhmann in Trust and power.<br />

L. Zucher ritiene che la fiducia sia un elemento così importante per la<br />

cooperazione in ogni forma di società da asserire che essa sia “Vitale<br />

per il mantenimento della cooperazione nella società e necessaria<br />

come terreno di base anche per la più banale attività quotidiana”.<br />

Senza fiducia non può esistere una relazione, dato che viene meno il<br />

canale che collega tra loro le persone. La sfida etica è appena<br />

cominciata, la risorsa umana ha riconquistato il centro del mondo del<br />

lavoro, di un lavoro che è strumento per la persona e non viceversa e<br />

la comunicazione come canale di costruzione della relazione richiede<br />

nuovi strumenti. La persona deve ridiventare protagonista del lavoro:<br />

per poter raggiungere questo traguardo deve farsi oggetto etico deve<br />

sforzarsi di fare propri e vivere quei valori che le aziende oggi<br />

proclamano come proprio elemento qualificante e che in realtà sono<br />

vecchi come il mondo: onestà, lealtà, magnanimità, pazienza, fedeltà,<br />

coraggio, fermezza, prudenza, giustizia, lungimiranza, sacrificio,<br />

generosità e così via. E’ grazie a queste qualità umane, a queste<br />

virtù, che l’uomo sarà in grado di offrire vantaggio competitivo a se<br />

stesso, alla propria azienda


IL MERCATO<br />

CHIEDE UNA<br />

PARTICOLARE<br />

ATTENZIONE<br />

PERSONALE:<br />

CHIEDE, ANZI<br />

PRETENDE,<br />

UTILIZZA<br />

COME<br />

CRITERIO<br />

SELETTIVO,<br />

CHE LE<br />

AZIENDE<br />

SIANO CAPACI<br />

DI MOSTRARE,<br />

NELLA<br />

CONCRETEZZA<br />

DEI RAPPORTI<br />

QUOTIDIANI<br />

CONIPROPRI<br />

CLIENTI, QUEI<br />

VALORI CHE<br />

PROCLAMANO<br />

COME PROPRI,<br />

A COMINCIARE<br />

DALLA<br />

SENSIBILITÀ<br />

NELLE<br />

RELAZIONI<br />

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CLETO<br />

SAGRIPANTI<br />

Presidente A.N.C.I e Amministratore delegato Manas SPA<br />

La marca<br />

nel<br />

prodotto<br />

moda<br />

Intervista al Presidente A.N.C.I.<br />

di Cristina Magatti<br />

Una doverosa, esaustiva, premessa a comprendere la Mission<br />

dell’A.N.C.I, Presidente …<br />

Da quando ho assunto la carica di Presidente, mi sono attivato<br />

energicamente per agire su più fronti al fine di continuare a fare<br />

dell’ANCI la vera portavoce delle necessità e delle esigenze dei<br />

calzaturieri italiani, sostenendo, promuovendo e curando gli<br />

interessi dell'industria calzaturiera nazionale in Italia e nel mondo.<br />

In questa attività, siamo continuamente impegnati nella<br />

promozione e valorizzazione del made-in-Italy, difendendo in<br />

particolare la qualità e l’eccellenza calzaturiera italiana,<br />

trasmettendo in Italia e nel mondo i valori che guidano il settore:<br />

creatività, passione per il ben fatto e innovazione sono al centro<br />

del nostro operare. La proiezione internazionale, sviluppata<br />

particolarmente negli ultimi anni, è quindi una delle nostre linee<br />

guida, qualcosa in cui crediamo e su cui puntiamo la maggior parte<br />

delle nostre risorse, per trarre dal mercato internazionale i<br />

maggiori benefici. Si tratta di una strategia che come Associazione<br />

abbiamo il dovere di intraprendere per assistere le aziende<br />

nell’affrontare questo periodo di forti difficoltà economiche. È<br />

necessario acquisire un approccio sempre più teso all’innovazione<br />

costante, continuando a proporre ai nostri associati nuove sfide<br />

per riportare il settore agli antichi splendori. Sono convinto, infatti,<br />

che questo momento non debba abbandonarci alla passività, ma<br />

spingerci ad investire risorse ed energie per creare nuove<br />

opportunità. A tal fine, è per noi molto importante poter continuare<br />

a dialogare con le Istituzioni perché rafforzino il loro sostegno nel<br />

difendere e diffondere il calzaturiero italiano, sia attraverso la lotta<br />

alla contraffazione che con la promozione internazionale. Un<br />

impegno che non è venuto meno in questa fase iniziale di lavori<br />

dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione<br />

delle imprese italiane, che ha sostituito da poco l’ICE, nostro<br />

partner nelle attività internazionali.<br />

Che si tratti di calzature gioiello su tacco vertiginoso o di<br />

décolleté mezzo tacco, regine nello shopping delle signore di<br />

tutto il mondo, piuttosto che di mocassini per il ragazzo che<br />

veste casual anche sul lavoro fino ad arrivare allo stivale<br />

cuissard, magari in un colore sgargiante per sentirsi sexy<br />

come le altere sovrane delle passerelle, oppure della classica<br />

stringata per il businessman che non può astenersi ai canoni<br />

dell'eleganza di stampo tradizionale, qualsiasi siano le forme<br />

insomma, piuttosto che le occasioni d'uso e marchi, la verità<br />

è sempre la stessa: ovvero che la scarpa italiana è sinonimo<br />

di assoluta qualità. E che, soprattutto per gli stranieri, calzare<br />

made in Italy è un vero e proprio status symbol al quale non<br />

poter rinunciare. I numeri, d'altro canto, parlavano chiaro sin<br />

dall’anno scorso. Nel 2011 infatti, sulla base del consuntivo<br />

elaborato dall'ANCI (l'Associazione dei calzaturifici), la<br />

produzione appariva in crescita del 2,6% a 207,6 milioni di<br />

paia e del 6,7% a poco più di 7,2 miliardi. Mentre le<br />

esportazioni, sensibilmente aumentate del 3,4% a 229 milioni<br />

di paia e del 12,7% in valore, superano i 7,4 miliardi, tenendo<br />

conto delle operazioni di commercializzazione. Grazie alla<br />

forza del suo know-how, il made-in-Italy, inteso quale<br />

processo manifatturiero, è comunque ancora un elemento<br />

trainante e la componente decisiva che determina valori e<br />

volumi raggiunti dalle esportazioni del comparto moda<br />

calzature italiano. Anche il surplus dell'interscambio ha<br />

chiuso in aumento: +16,4% a 3,4 miliardi, a fronte di un<br />

aumento delle importazioni dello 0,7% a 358 milioni di paia e<br />

del 9,8% a oltre 4 miliardi. Analizzando i dati, si evinceva<br />

come la Francia fosse il mercato più importante per le<br />

esportazioni italiane di calzature: 1,2 miliardi di euro sui 7,4<br />

totali. In questo dato erano però incluse anche le scarpe<br />

realizzate sulla Riviera del Brenta dal colosso Lvmh, che ha<br />

dislocato la fabbricazione di tutti i pezzi dei marchi che<br />

controlla, a partire da Louis Vuitton, in uno dei distretti di<br />

massima specializzazione nell'alto di gamma. Al secondo e<br />

terzo posto, rispettivamente, Germania e Stati Uniti. E<br />

comunque i primi 5 mercati di sbocco registravano<br />

incrementi a doppia cifra che lasciavano presagire un roseo<br />

futuro. Più curiosa l'angolatura nella classifica dei Paesi che<br />

avevano messo a segno gli incrementi maggiori, i magnifici 7


selezionati dalla cover story di Moda24 sia nelle scarpe sia nella<br />

pelletteria, fautori del salto al primo posto della "solita" Cina con<br />

un'impennata dell'88%. Anche se, in valori assoluti, la<br />

Repubblica popolare si posizionava soltanto al quattordicesimo<br />

posto, con 1,3 milioni di paia, appariva chiaro l'appeal delle<br />

scarpe italiane sui mercati asiatici; al secondo posto per<br />

maggiore crescita si situava infatti Hong Kong, seguita dal<br />

Canada, mentre Emirati arabi e Ucraina dimostravano ancora<br />

una volta che i ricchi mercati emergenti sono coloro che<br />

determinano la differenza nel conto finale dell'export. Ciò a<br />

significare che la crisi, con la quale non si può non fare i conti<br />

visto anche il rallentamento della congiuntura nell'ultima parte<br />

del 2011, ha costretto le imprese a trasformarsi radicalmente:<br />

l'86,3% di esse, secondo i risultati di Shoe Report 2012, è<br />

consapevole che la crisi sia un processo i cui effetti tendono a<br />

riverberarsi anche sul futuro, mentre il 40% ritiene che questo<br />

processo può significativamente assolversi attraverso<br />

l'attuazione di strategie di riposizionamento sul mercato,<br />

ristrutturazione e riorganizzazione aziendale interna. Come dire:<br />

chi si ferma è perduto e, forse, le imprese del calzaturiero si<br />

erano fermate a un certo punto più di altre del sistema moda. Ma<br />

le eccellenze produttive del comparto sono talmente elevate,<br />

così come la capacità creativa, che è certo che sia possibile<br />

recuperare il terreno perduto. Soprattutto se il settore saprà<br />

cogliere la febbre dei consumatori e delle consumatrici dei<br />

mercati emergenti per tutto ciò che è bello, ben fatto e,<br />

soprattutto, davvero made in Italy. E’ sulla base di questo<br />

ottimismo Presidente, ma non trascurando il fatto che nel 20°<br />

Rapporto annuale dell'ISTAT sulla situazione del Paese da parte<br />

del Presidente Enrico Giovannini (conferenza che si è tenuta<br />

nell'affollata Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio) sia stata<br />

tracciata, attraverso l’inclemenza dei dati, una condizione<br />

piuttosto drammatica del Paese, che Le chiedo quali ritiene<br />

siano gli scenari ipotizzabili per il futuro e quale il ruolo del<br />

comparto calzaturiero all'interno del settore moda.<br />

Come dimostrano i dati a consuntivo del 2011 e i primi mesi del 2012,<br />

il calzaturiero è indubbiamente una parte significativa del settore<br />

moda. Infatti, è uno dei pochi comparti che ha registrato incrementi<br />

del saldo commerciale del 16,4% nel 2011. Tuttavia, dobbiamo fare in<br />

modo di sfruttare appieno tutte le nostre potenzialità per protrarre nel<br />

tempo questo risultato e migliorare ancora. Il valore delle esportazioni,<br />

con oltre 7,4 miliardi di euro nel 2011, ha superato i livelli pre-crisi<br />

(+7,8% sul 2008), come non è riuscito ad altri comparti del made-in-<br />

Italy. E così anche nei primi mesi del 2012, nonostante il<br />

peggioramento del quadro nazionale e internazionale. Questo<br />

risultato è certamente il segno che le calzature italiane sono ormai<br />

riconosciute in tutto il mondo come simboli di qualità ed eccellenza,<br />

ma soprattutto è il frutto dello sforzo congiunto delle imprese italiane<br />

che hanno saputo ripensarsi, adottando nuove strategie distributive,<br />

nuovi posizionamenti di prezzo e di target. Inoltre, tali dati<br />

rappresentano il successo di una strategia che da anni ANCI sta<br />

portando avanti, fornendo alle imprese il supporto necessario ad<br />

affrontare la concorrenza internazionale. Se continuiamo secondo<br />

questa rotta, sono certo che riusciremo a portare davvero in alto il<br />

valore del calzaturiero italiano, perché siamo competitivi e abbiamo<br />

ottimi prodotti. Indubbiamente il comparto moda calzature italiano,<br />

come molti altri, attraversa anch’esso un momento di difficoltà<br />

economica soprattutto se si guarda ai dati relativi al mercato interno,<br />

sia in termini di consumi che registrano una forte contrazione sia in<br />

termini di liquidità delle aziende, derivanti non solo dai mancati<br />

pagamenti ma anche dalla stretta del credito. Ebbene, l’export non<br />

può essere l’unica arma per superare la crisi: vogliamo che le nostre<br />

imprese siano in grado di lavorare con successo anche entro i confini<br />

nazionali. L’intero settore ha un potenziale ancora parzialmente<br />

inespresso che deve essere il presupposto per affrontare i prossimi<br />

anni, agendo sia all’interno che all’esterno del territorio italiano. Grazie<br />

alla capacità di reagire ai cambiamenti dello scenario competitivo<br />

degli ultimi anni, il settore ha saputo collezionare risultati importanti<br />

sui mercati esteri: occorre ripartire proprio da qui per operare<br />

efficacemente anche sul fronte interno.<br />

A pagare le spese della crisi, ha asserito Giovannini, innanzi<br />

tutto i giovani, le donne, il Sud che più di altri soffrono delle<br />

mancate riforme e del mancato sviluppo. La relazione, sebbene<br />

anche tra le righe, si è rivelata infatti una denuncia delle<br />

manchevolezze di una classe dirigente che non ha saputo<br />

cogliere l'occasione offerta dall'ingresso nell'euro per rendere<br />

ancora più incisivo l'iniziale risanamento, nella direzione del<br />

triplice obiettivo: rigore, crescita, equità. Un significativo atto di<br />

accusa ha riguardato in particolare l'imprenditoria italiana che,<br />

salvo rare eccezioni, si sostiene non abbia saputo in questi anni<br />

adeguatamente ristrutturarsi ed innovarsi, come invece è<br />

avvenuto negli altri Paesi più avanzati dell'Occidente e<br />

dell'Oriente. Molto forte è stato dunque il richiamo a politici e<br />

imprenditori a spingere sull'acceleratore degli investimenti in<br />

Ricerca ed Innovazione in quanto, dati alla mano, appare arduo<br />

che la condizione finanziaria del Paese consenta, nel breve<br />

periodo, un recupero del potere di acquisto, dei consumi e della<br />

domanda interna. Al momento, quindi, le maggiori possibilità di<br />

ripresa economica dipenderebbero dall'ulteriore slancio che le<br />

imprese sapranno dare all'export ed alla loro competitività<br />

internazionale, capacità strettamente legata allo sviluppo degli<br />

investimenti pubblici e privati in Ricerca ed Innovazione, oggi<br />

ancora troppo scarsi. Tesi, questa, ampiamente supportata da<br />

una autorevole comunità di esperti, i quali avevano da tempo<br />

presagito che con l’intensificarsi della globalizzazione le PMI<br />

avrebbero perso la propria competitività proprio in virtù del fatto<br />

che esse paiono essere in svantaggio sia in relazione<br />

all’economia su larga scala, quanto nella capacità di innovare,<br />

sebbene negli ultimi anni il contributo delle piccole imprese alla<br />

crescita indotta dall’innovazione e alla creazione di posti di<br />

lavoro è stato oggetto di rinnovato interesse. Una gran quantità<br />

di dati mostra infatti che le PMI, specialmente le piccole imprese,<br />

hanno contribuito, e contribuiscono in larga e crescente misura,<br />

al sistema di innovazione, introducendo nuovi prodotti e<br />

adattando quelli esistenti alle necessità della clientela. Per<br />

questo motivo gli economisti tornano a chiedersi se le piccole<br />

imprese siano colpite eccessivamente da turbative di mercato e<br />

sistemiche, e perché i governi abbiano dato in genere sempre<br />

maggiore priorità alle politiche indirizzate alle PMI, spronando al<br />

tempo stesso queste ultime a mettere l’accento sulla<br />

promozione dell’innovazione. Tali politiche devono considerare<br />

le sfide e le opportunità presentate dalla globalizzazione alle<br />

piccole imprese; esse devono inoltre trovare il giusto equilibrio<br />

tra misure volte a risolvere problemi generici di dimensione e<br />

novità, da un lato, e risposte più mirate e adeguate alle diverse<br />

necessità dei vari tipi di PMI dall’altro. Sulla base di questa<br />

analisi, Presidente, e fermo restando l’autorevolezza della tesi<br />

dell’Istat secondo la quale le imprese italiane non avrebbero<br />

sufficientemente investito importanti risorse nelle innovazioni di<br />

prodotto e di processo e nelle fasi a monte (ricerca, innovazione<br />

tecnologica, design, progettazione) e a valle del processo<br />

produttivo (commercializzazione, marketing) e che questo, in<br />

particolare, sia da ritenersi il gap negativo generatore di una<br />

condizione in cui la potenza effettiva del nostro Made in Italy è<br />

risultata essere molto al di sotto del suo potenziale, quali i rischi<br />

e le opportunità che la globalizzazione pone oggi alle PMI,<br />

confrontate con pressioni a ridurre i costi di produzione, ad<br />

aumentare la produttività e a intensificare il proprio know-how<br />

sulla base delle conoscenze attuali relative ai modi in cui i<br />

diversi tipi di PMI innovano?<br />

Il settore calzaturiero è stato vittima per anni di un pregiudizio come<br />

un po’ tutti quelli in cui è predominante l’elemento manifatturiero. Ma è<br />

proprio quella la nostra forza nel mondo: la cura dei dettagli,<br />

l’artigianalità, il gusto del bello sono elementi che solo una realtà<br />

come la nostra può tutelare, una ricchezza da cui parte l’impegno di<br />

ANCI nel cercare soluzioni che supportino il sistema delle PMI


italiane ad espandersi ed esportare le nostre eccellenze in tutto il<br />

mondo. Il nostro impegno si esprime quindi nel valorizzare al<br />

massimo tutti i distretti presenti sul territorio nazionale, esaltando i<br />

punti di forza e le caratteristiche peculiari di ciascuno di essi, veri<br />

custodi dell’artigianalità e dello stile italiano, che tutto il mondo ci<br />

invidia. Una delle iniziative più recenti è lo Shoe Report Finanza, un<br />

evento di dialogo tra industria calzaturiera e sistema del credito,<br />

tenutosi in Piazza Affari a Milano lo scorso maggio. Siamo convinti<br />

che da un lato gli imprenditori hanno bisogno di capire gli strumenti<br />

finanziari a loro disposizione per dare una nuova spinta vitale al<br />

settore, dall’altro il mondo della finanza deve avvicinarsi a quello del<br />

nostro settore, un enorme patrimonio industriale che ha generato e<br />

continua a generare ricchezza per l’intero Paese. Inoltre, ANCI<br />

supporta le proprie PMI nel raggiungere livelli di innovazione<br />

competitivi e nel diffondere il prezioso know-how di cui sono portatrici.<br />

E lo fa anche puntando molto sui giovani, con tantissime iniziative<br />

volte ad appassionare le nuove generazioni a lavorare in questo<br />

settore e non far morire la nostra peculiare realtà di PMI in un<br />

contesto ormai fortemente globalizzato. Il nostro settore non può<br />

rinunciare alla passione, alla voglia di fare e alla creatività dei giovani,<br />

ma deve coinvolgerli e stimolarli alla cultura del ben fatto per<br />

continuare a realizzare prodotti all’altezza della tradizione italiana che<br />

continuino ad essere competitivi a livello internazionale.<br />

Per poter far fronte alle sfide poste dalla concorrenza a livello<br />

mondiale e da una crescente esigenza di sostenibilità è<br />

indispensabile dunque conseguire l'eccellenza nell'innovazione<br />

che, come abbiamo visto, svolge un ruolo fondamentale di<br />

volano nel determinare aumenti di produttività, una maggiore<br />

efficienza nell'uso dell'energia e dei materiali, oltre che nei<br />

processi produttivi e nei servizi, il miglioramento dei prodotti e<br />

la creazione di nuovi mercati. Pensa che le strutture formative<br />

siano attrezzate per dare le risposte concrete a quelle che sono<br />

le nuove competenze che le imprese devono acquisire sul<br />

mercato?<br />

Ritengo sia doveroso e necessario favorire l’ingresso delle nuove<br />

generazioni all’interno del settore calzaturiero, continuando ad<br />

esempio a collaborare con realtà come il MIUR per creare sempre<br />

nuove iniziative a favore della formazione professionale e la<br />

creazione di nuove figure che il mercato richiede: virtual<br />

merchandiser, online store manager, visual merchandiser di<br />

piattaforma web, digital brand manager, web marketing specialist,<br />

tutte opportunità di lavoro legate alla tecnologia e alla creatività,<br />

nonché ad una particolare dimestichezza con il web. ANCI, assieme<br />

all’Area Formazione, ha in cantiere iniziative, eventi e progetti volti a<br />

risvegliare nelle nuove generazioni l’interesse verso il mondo<br />

calzaturiero, creando occasioni di incontro per incentivare uno<br />

scambio di idee e di opportunità. Un vero e proprio investimento sul<br />

futuro per sviluppare le eccellenze di filiera e preservare le<br />

competenze tecniche e il know-how che ci contraddistingue nel<br />

panorama internazionale, sebbene in un contesto di forte<br />

rinnovamento. Non solo. ANCI, in collaborazione con CIMAC, CNR,<br />

Regione Lombardia, e Comune di Vigevano sta attualmente<br />

lavorando alla nascita di un palazzo della calzatura, un centro di<br />

formazione avente la finalità di creare una rete di tecnici specializzati<br />

che tenga alti gli standard di qualità e innovazione per i quali siamo<br />

conosciuti in tutto il mondo.<br />

La recessione che sta coinvolgendo gran parte delle economie<br />

nazionali si sta diffondendo come un virus e ha come vettore i<br />

flussi del capitale finanziario. Per questo è impossibile<br />

prevedere le coordinate della diffusione del “contagio” sebbene<br />

uno degli effetti certi è l’aumento dell’incertezza e della<br />

precarietà, che a loro volta alimentano la paura, sentimento<br />

dominante nelle società capitaliste da alcuni lustri, da quando<br />

cioè il neoliberismo ha preso il posto del welfare state. Un<br />

vecchio adagio sosteneva che con il capitalismo industriale la<br />

pietà è morta. Nella modernità liquida di Bauman c’è solo spazio<br />

per la sussidiarietà, cioè l’acquisto al mercato degli strumenti<br />

per quei servizi, beni, protezioni che possono rendere tollerabile<br />

la convivenza con la paura. E, sebbene la paura sia un<br />

sentimento globale, il suo «addomesticamento» avviene ancora<br />

su scala locale. Ma la recessione, Presidente, a parer Suo, è<br />

davvero un virus tanto ingovernabile?<br />

I dati del 2011 e i primi mesi del 2012 dimostrano che, in un momento<br />

di forte crisi in molti comparti italiani, il calzaturiero ha potuto contare<br />

sugli ottimi risultati conseguiti sul fronte estero, continuando a<br />

stentare invece su un mercato interno sempre più difficile, che alterna<br />

periodi di stagnazione a periodi di contrazione. Da una rapida<br />

indagine compiuta su un campione di imprese associate, è emerso<br />

che gli ordini Italia ricevuti nei primi quattro mesi del 2012 hanno<br />

registrato una diminuzione del 7,6% rispetto ai primi quattro mesi del<br />

2011. La situazione è quindi certamente preoccupante, ma<br />

l’eccellenza manifatturiera italiana è la nostra carta vincente, su cui<br />

dobbiamo continuare a puntare per uscire completamente dalla crisi.<br />

Abbiamo già dimostrato di essere competitivi e in grado di far fronte a<br />

grandi sfide, come penetrare in mercati difficili anche in momenti<br />

storici ed economici instabili e caratterizzati dall’incertezza. ANCI in<br />

questo senso intende proseguire attivamente nel lavoro di<br />

costruzione di politiche concrete di sostegno al settore, per emergere<br />

da questo momento di crisi con nuove idee, progetti e reali<br />

opportunità di crescita. Dobbiamo affrontare il futuro con fiducia nelle<br />

nostre capacità e partire dai già ottimi risultati sul fronte internazionale<br />

per sfruttare appieno le nostre grandi potenzialità anche sul piano<br />

nazionale.<br />

La concorrenza del gigante asiatico sembrerebbe non destare<br />

più grande preoccupazione, visto l’interesse e l’apertura<br />

dimostrati nei confronti del nostro Made in Italy che avrà modo<br />

di autocelebrarsi, favorendone a tal fine la penetrazione<br />

capillare sul territorio, attraverso una fiera pensata per il<br />

mercato cinese; ciò grazie ad un recentissimo accordo siglato<br />

tra l’ANCI (Associazione Calzaturifici) da Lei rappresentato e<br />

Fiera Milano. Vero è che in un recente passato la Cina è stato<br />

invece un competitor temibilissimo in quanto la sua capacità di<br />

produrre grandi quantitativi di calzature ed accessori a costi<br />

bassissimi, e non ultima, la capacità di riprodurre fedelmente il<br />

design italiano (sebbene pure si tralasciassero la qualità dei<br />

materiali e la meticolosità della lavorazione), ha fatto sì che<br />

consumatori non troppo attenti o con una inferiore capacità di<br />

spesa rispetto a classi più abbienti le quali si presume non siano<br />

rimaste attratte dalla sola opportunità di risparmio,<br />

acquistassero i loro prodotti determinando di fatto<br />

l’impoverimento di molte aziende. La politica cinese,<br />

essenzialmente di prezzo, ha colpito in particolare i segmenti di<br />

fascia bassa della produzione determinando una dura selezione<br />

fra gli operatori, maggiori investimenti nella qualità e, sebbene in<br />

misura inferiore, la delocalizzazione di alcune attività verso la<br />

stessa Cina. Molte le questioni ancora da definire, malgrado<br />

anche le opportunità che si presentano all’orizzonte, e che<br />

impongono un ripensamento delle strategie aziendali e di<br />

sistema, non di meno delle politiche economiche a partire dalla<br />

considerazione che il Made in Italy non è solo espressione di<br />

indicazione geografica bensì un sistema di valori e come tale va<br />

difeso da qualsivoglia forma di competizione illegale e sleale<br />

che oltre a sottrarre quote di mercato interno ed internazionale<br />

alle nostre imprese, danneggiano gravemente l'immagine del<br />

nostro Paese e svilendo il valore aggiunto implicito nel marchio.<br />

Quali dunque, Presidente, le attuali strategie e gli strumenti per<br />

difendere e promuovere quello che è un patrimonio non solo<br />

economico ma anche sociale e culturale, a partire dal<br />

presupposto che il denunciare il mancato rispetto dei diritti<br />

umani come il più elementare ed efficace strumento di<br />

contenimento dei costi di produzione, non equivale ad attentare<br />

alla autonomia dei singoli Paesi, ma bensì fare una grande<br />

battaglia di libertà e di emancipazione sociale?<br />

In occasione dell’assemblea generale ANCI, lo scorso 7 giugno, è<br />

stato firmato un importante protocollo d’intesa tra ANCI e Fiera Milano<br />

per il progetto “MICAM nel Mondo” attraverso cui intendiamo<br />

esportare la formula vincente di MICAM ShoEvent nei principali<br />

mercati esteri, a cominciare proprio dalla Cina. Il progetto si inserisce<br />

nell’ambito di un processo di internazionalizzazione in cui il made-initaly<br />

costituisceil centro focale e l’elemento guida di tutta l’azione e<br />

prende avvio proprio in Cina, che negli ultimi anni si è rivelata un<br />

mercato strategico, da cui ANCI intende partire per dirigersi<br />

successivamente verso altri paesi in cui è forte la domanda di prodotti<br />

italiani, come Stati Uniti e Giappone. MICAM nel mondo è un ulteriore<br />

passo verso la realizzazione e lo sviluppo di una strategia che<br />

l’Associazione porta avanti da anni attraverso l’organizzazione di<br />

manifestazioni all’estero che raccolgono consensi e grande<br />

partecipazione. In quest’ottica, crediamo fortemente<br />

nell’ottimizzazione delle risorse del Sistema Paese dedicate<br />

all’internazionalizzazione, attraverso il coordinamento dei vari attori<br />

coinvolti, dagli enti fieristici all’Agenzia per la promozione e<br />

l’internazionalizzazione per la consulenza alle imprese, le Camere di<br />

commercio e le associazioni industriali. Esportare il made-in-Italy è un<br />

modo per diffondere l’immagine e i valori su cui si fonda il nostro<br />

settore e ovviamente ci auguriamo che accanto alla diffusione del<br />

bello e ben fatto italiano, le iniziative e i contatti possano favorire<br />

anche lo sviluppo di altri processi positivi. Se puntiamo su mercati<br />

come la Cina è perché crediamo nelle grandi potenzialità e<br />

opportunità che essi possono offrire: il confronto con realtà diverse<br />

dalla nostra non può che apportare benefici agli uni e agli altri e non<br />

solo in termini economici.<br />

Il fashion system italiano sappiamo essere un patrimonio di<br />

ineguagliabile valore riconosciuto per creatività, qualità e<br />

accuratezza dei prodotti, ciò a dimostrare che la dedizione degli<br />

imprenditori e la professionalità di tutte le persone che vi<br />

lavorano, sono da ritenersi lo scarto di differenza che ha<br />

consentito di affrontare le sfide poste dai mercati mondiali e di<br />

conservare intatto l’aspetto seduttivo, anche nonostante il crollo<br />

dell’economia su larga scala. Un sistema complesso, il nostro,<br />

in quanto caratterizzato contemporaneamente da elementi<br />

culturali e da fattori industriali, fondato su una solida tradizione<br />

artigianale e sull’esperienza nella lavorazione di determinate<br />

materie prime la cui produzione è realizzata prevalentemente da<br />

piccole e medie imprese e strutturato, da un punto di vista<br />

organizzativo, in distretti industriali, ovvero nella concentrazione<br />

in un contesto territoriale omogeneo dal punto di vista<br />

economico, sociale e culturale di un numero elevato di imprese<br />

ciascuna delle quali specializzata in una particolare fase della<br />

filiera produttiva; vere e proprie reti di collaborazione e di<br />

cooperazione fra le imprese che costituiscono quel “capitale<br />

sociale” che risulta essere importantissimo affinché sia<br />

garantita l’efficacia del processo. Il fenomeno moda fra locale e<br />

globale due possibili dimensioni a confronto: la produzione<br />

artigianale locale e la distribuzione globale fra limiti e<br />

opportunità reali.<br />

Oltre a “MICAM nel mondo”, da anni ANCI porta collettive all’estero e<br />

aiuta le aziende a penetrare in nuovi mercati per ampliare il proprio<br />

business. Siamo già presenti nelle principali manifestazioni fieristiche<br />

mondiali, in Europa e nell’area russa, in USA e Asia, ricevendo<br />

sempre feedback positivi in termini di ordini e di contatti. Tutte<br />

iniziative che contribuiscono a promuovere e rafforzare l’immagine<br />

del made-in-Italy calzaturiero nel mondo, ormai punto di riferimento<br />

per qualità e ricercatezza di materiali e stile. Il nostro intento, però, è<br />

non perdere le nostre peculiarità, ma partire da esse e puntare sulle<br />

nostre specifiche caratteristiche per costruire strategie vincenti di<br />

sviluppo del business calzaturiero, secondo un’impostazione glocal,<br />

permettendo cioè la convivenza della dimensione locale con quella<br />

globale. Altro progetto importante in questa stessa direzione e su cui<br />

stiamo investendo molto è lo sviluppo dell’e-commerce, per<br />

promuovere le calzature italiane sul web con il lancio della<br />

piattaforma www.iloveitalianshoes.eu, una vera e propria shopping<br />

destination per le calzature di qualità, simboli di eccellenza e stile<br />

made-in-Italy. Si tratta di uno strumento creato per il consumatore,<br />

che può acquistare le migliori calzature italiane e utilizzare, nel caso<br />

di mancata disponibilità del numero desiderato, un’applicazione<br />

mobile per individuare i negozi in cui è disponibile il modello. È stata<br />

inoltre avviata negli ultimi mesi l’iniziativa “www.iloveitalianshoes.eu<br />

sbarca in Cina” un’opportunità importante per le aziende per<br />

conoscere e attivare un primo contatto con il mercato cinese, di<br />

grande interesse per le calzature made-in-Italy anche se non di<br />

semplice approccio per i costi e le distanze, sia geografiche che<br />

culturali. Un strumento per diffondere la qualità e la creatività italiana<br />

sfruttando le nuove tecnologie e i nuovi modelli dei business e di<br />

comunicazione, che permettono anche alle aziende più piccole di<br />

avere contatti che, senza il supporto dell’Associazione, avrebbe costi<br />

molto più alti e probabilmente insostenibili se affrontati singolarmente.<br />

Nel secondo dopoguerra le tendenze all'avvicinamento dei<br />

mercati si sono accentuate al punto che, a partire dagli anni 80,<br />

si è cominciato a parlare di globalizzazione. L'industrializzazione<br />

ha imposto l'apertura degli scambi e ha dato avvio alla mobilità<br />

territoriale di persone e tecnologie destinata a divenire sempre<br />

più intensa. Il contributo più grande è avvenuto però con la<br />

rivoluzione informatica e soprattutto dalla possibilità di integrare<br />

i sistemi informatici con quelli delle telecomunicazioni: oggi è<br />

possibile inviare in ogni parte del mondo un numero infinito di<br />

informazioni, grazie alla rete telematica internet. L'opportunità di<br />

accedere ai mercati mondiali si presume faccia mutare lo spirito<br />

concorrenziale delle imprese che non si trovano più solo a<br />

competere con quelle dello stesso territorio. Villaggio globale ...<br />

nuova forma di democrazia o regime di massa?<br />

ANCI ha accolto con favore la sfida della globalizzazione e sta<br />

lavorando per sfruttare al meglio le opportunità che offre, a cominciare<br />

dalla diffusione di internet e delle nuove tecnologie digitali, capaci di<br />

accorciare le distanze e permettere uno sviluppo considerevole del<br />

business, se sapute utilizzare. Come Associazione non abbiamo<br />

voluto perdere l’occasione di essere al passo coi tempi e, oltre al<br />

progetto e-commerce che ha già avuto riscontri molto positivi in<br />

termini di visite da tutto il mondo, continuiamo ad essere presenti sui<br />

principali social network, ad esempio con la pagina Facebook “I Love<br />

Italian Shoes”, che ha attualmente più di 46.000 contatti. Questo<br />

significa che è possibile tracciare ponti tra mondi diversi e lontani<br />

parlando un unico linguaggio e ANCI riconosce in tutti questi<br />

strumenti un’opportunità unica per dare valore aggiunto alle<br />

eccellenze del made-in-Italy calzaturiero, su cui occorre continuare ad<br />

investire anche in futuro. Nell’esportare il made-in-Italy in tutto il<br />

mondo, però, non intendiamo e non dobbiamo rinunciare alla nostra<br />

identità. Il villaggio globale non deve annullare le diversità, ma<br />

valorizzare le differenze e il confronto con altre realtà, il che aumenta<br />

la capacità di essere competitivi, puntando in maniera sostanziale<br />

sull’eccellenza che contraddistingue da sempre i nostri prodotti.<br />

Ho letto un bellissimo articolo tempo fa sulle capacità delle<br />

donne come PR, in cui le si definiva sostanzialmente più brave<br />

degli uomini. Ciò anche sulla scia del libro “Business<br />

Networking and Sex “(Not What You Think) in relazione al quale<br />

è stato recentemente condotto un sondaggio che ha coinvolto<br />

12.000 imprenditori di tutto il mondo, di entrambi i sessi. Il<br />

risultato è che le donne, differentemente dagli uomini che<br />

tenderebbero ad essere più concentrati sugli affari, focalizzano<br />

l’attenzione sulla relazione interpersonale, e questo approccio<br />

funziona, ai fini della chiusura di un contratto. Sulla base di questi<br />

dati le chiedo pertanto quale l’incidenza delle aziende a titolarità<br />

femminile sulla globalità degli associati A.N.C.I. e quali, le<br />

caratteristiche distintive rispetto alle aziende al maschile?<br />

Pur non esistendo purtroppo statistiche ufficiali settoriali al riguardo, è<br />

innegabile come nel corso degli anni la presenza femminile tra gli<br />

imprenditori sia andata crescendo, come dimostra l’aumentata<br />

partecipazione femminile alle riunioni dei gruppi di lavoro (“Laboratori”)<br />

ANCI sui molteplici temi di interesse associativo o la quota di<br />

imprenditrici in seno agli organi direttivi di ANCI: nel Consiglio Direttivo<br />

attualmente in carica, ad esempio, le donne rappresentano un non<br />

trascurabile 15%. Anche nell’organo di controllo ristretto, la Giunta<br />

Esecutiva, abbiamo Alessia Fabi, prima donna ad occupare tale carica.


grottazzolina _info@suolificioantares.it _ T. 0734.632735 _ F. 0734.636777<br />

www.suolificioantares.it


HANNO DETTO<br />

opinioni a confronto<br />

MICHELE TRONCONI<br />

Presidente Sistema Moda<br />

Italia<br />

"L'export è la nostra forza"<br />

afferma Michele Tronconi alla<br />

sua ultima assemblea annuale<br />

come presidente, e alla<br />

presenza di Giorgio Squinzi,<br />

presidente di Confindustria, ha<br />

messo a fuoco i problemi senza<br />

nascondere i risultati raggiunti.<br />

Tra gli aspetti positivi il sostegno<br />

all'internazionalizzazione e alla<br />

crescita dell'export con<br />

l'apertura dell'ufficio Smi a<br />

Shanghai, a cui si sono già<br />

rivolte 250 imprese italiane. Non<br />

sono mancate le nuove missioni<br />

in Brasile e Siberia, a caccia di<br />

nuovi mercati. Ma Tronconi ha<br />

ricordato anche obiettivi non<br />

raggiunti, come il mancato<br />

riconoscimento a livello europeo<br />

del Made in per le merci extra<br />

Ue; il non riconoscimento<br />

energivoro, che costa alle<br />

imprese il 35% in più per<br />

l'energia, rispetto ai concorrenti europei. Al Governo una richiesta di<br />

coerenza, chi chiede alle imprese internazionalizzazione, deve<br />

sostenere la competitività sui mercati internazionali. “Nel ricordare<br />

queste criticità – conclude – sto solo difendendo l'integrità della<br />

filiera, perché se certi comportamenti divenissero sempre più diffusi<br />

potrebbero arrecare danni irreparabili per tutti, in prospettiva”.<br />

LAURA GHERARDI docente di Sociologia e Tecnica dell'Innovazione<br />

dell'Università Cattolica di Milano.<br />

"L'impresa sostenibile si legittima proprio perché crea valore in senso extrafinanziario.<br />

Oggi la sostenibilità, secondo Laura Gherardi, entra direttamente a far<br />

parte dello sviluppo e del business dell'impresa e consente strategie di lungo periodo".<br />

FRANCESCO MORACE Presidente Future Concept Lab<br />

"La sostenibilità non è una tendenza, come ha sottolineato nel suo appassionato intervento Francesco Morace di Future Concept Lab, bensì una precondizione<br />

per entrare nel mercato. Ad oggi il sistema moda non ha ancora mostrato particolare interesse e sensibilità, ma non si può più derogare.<br />

L'estetica deve trovare<br />

strategie che siano anche<br />

etiche. La sostenibilità,<br />

sgomberata dalle ideologie,<br />

è un nuovo modo di pensare<br />

e chi non lo capirà rimarrà<br />

fuori dal mercato. Il sistema<br />

moda italiano ha<br />

straordinarie possibilità e<br />

alcuni imprenditori hanno<br />

già intrapreso questa strada.<br />

La capacità locale che<br />

contraddistingue il made in<br />

Italy dovrà diventare globale<br />

per ridare valore all'italian<br />

way che spesso è già<br />

sostenibile".<br />

GIORDANO GIRONACCI<br />

Amministratore Delegato<br />

Melania<br />

“Portare ai piedi per due terzi<br />

della giornata una scarpa<br />

significa avere molta fiducia in<br />

cosa si calza. Le scarpe sono un<br />

prodotto strano, tutti le<br />

indossano e quasi nessuno ne<br />

conosce la complessità per<br />

realizzarle. Per i bambini poi<br />

l’argomento diventa<br />

delicatissimo; occorrono<br />

competenza, passione, amore<br />

per un lavoro che è al tempo<br />

stesso industriale (Melania<br />

produce 12.000 paia al giorno) e<br />

artigianale (ogni calzatura ha la<br />

massima accuratezza nella<br />

ricerca dei materiali e della<br />

“forma” per la tutela della<br />

crescita del bambino). Mio padre<br />

Manfredo, fondatore dell’azienda<br />

Melania e tuttora anima dell’impresa, è sempre stato all’avanguardia in queste scelte; in più siamo stati i primi e credere e ad investire nella<br />

creazione di un brand e nella comunicazione, in un periodo in cui in televisione andavano solo le multinazionali ed in settori merceologici con ben<br />

altre marginalità. Ora la sfida è con un sistema distributivo che cambia, in evoluzione - in Italia e all’estero - ed anche qui ci stiamo muovendo<br />

bene, ottenendo grandi soddisfazioni.”<br />

SANTO VERSACE Presidente di Fondazione Altagamma<br />

"Nei secoli gli incisori, gli orafi, i maestri d'ascia e gli artigiani di ogni mestiere hanno reso<br />

famosa l'Italia nel mondo. Su questo inestimabile patrimonio di sapienza manuale hanno<br />

proliferato i mestieri artigiani e le arti e si è formato il gusto estetico che da sempre<br />

caratterizza il nostro Paese. Nel Novecento, il connubio di questo saper fare con la<br />

creatività del genio individuale e con le continue innovazioni tecnologiche ha permesso la<br />

nascita e la crescita di un'industria manifatturiera che ha conquistato il mondo grazie ai suoi<br />

contenuti simbolici e alla sua qualità assoluta. Il lavoro manuale soffre oggi di una crisi di<br />

vocazione, dovuta anche alla scarsa fascinazione che questi mestieri sono in grado di<br />

esercitare sui ragazzi nel delicato momento della scelta della loro carriera formativa.<br />

Fondazione Altagamma si è impegnata in un<br />

progetto di valorizzazione e promozione del<br />

lavoro manuale, chiamato “Il successo nelle<br />

mani”, che si rivolge in particolare agli studenti<br />

delle scuole medie inferiori e ai loro genitori, per<br />

invitarli a considerare l'avviamento ad una<br />

carriera di studi tecnico-professionali. In<br />

collaborazione con il Centro Sperimentale di<br />

Cinematografia di Milano, ha realizzato un<br />

filmato che ha l'obbiettivo di fornire una<br />

rappresentazione contemporanea del lavoro<br />

manuale, che invogli i ragazzi ad imboccare<br />

questo percorso. E' stato quindi utilizzato un<br />

linguaggio per immagini adatto ai giovani, ma<br />

anche ai loro familiari, primi responsabili di<br />

scelte che spesso penalizzano il lavoro<br />

manuale. Il film riporta una serie di<br />

testimonianze di imprenditori Altagamma<br />

(Gianmaria Buccellati, Vittorio Moretti, Ottavio<br />

Missoni, Carlo Riva) e alcuni nuovi talenti di altre<br />

imprese (Paolo Dazzara di illycaffè, Clemente<br />

Olivadoti di Bulgari, Federica Giorgi di Gucci,<br />

Francesco Rodriquez di Flos) che hanno basato<br />

sull'abilità manuale il loro successo e le loro<br />

prospettive di carriera. Sul lavoro manuale, integrato con le nuove tecnologie, si fonda il<br />

successo dei grandi marchi italiani. Con l'abilità delle mani i giovani possono rendere<br />

materia i sogni di milioni di persone, e costruire il loro futuro”<br />

www.donnaimpresa.com<br />

MIUCCIA PRADA Stilista<br />

“La moda oggi non riflette un modo in crisi, se c'e'<br />

una cosa che evidenzia e' la differenza tra ricchi e<br />

poveri. Il cliente che in gergo noi chiamiamo<br />

aspirational non c'e' piu'. Adesso c'e' un mercato<br />

molto economico rappresentato da H&M e Zara e<br />

un livello molto costoso: sta scomparendo la via di<br />

mezzo. L'Europa e' un posto a se stante, molto piu'<br />

difficile da leggere, dove c'e' ancora la fascia dei<br />

cosiddetti chic o snob, che si vestono ma non<br />

vogliono far vedere che spendono. Quando non<br />

hai niente, il primo strumento di emancipazione e' il<br />

corpo, il secondo e' il vestito. Dopo la musica, la<br />

moda e' la cosa piu' popolare. Nonostante tutto e'<br />

democratica. La moda e' ben piu' ampia del lusso”.<br />

44 www.donnaimpresa.com


ALESSIA FABI<br />

Amministratore<br />

Delegato e<br />

Responsabile<br />

Commerciale Fabi<br />

Shoes<br />

"Il Made in Italy è una<br />

grande forza, diamo<br />

l'esempio al nostro<br />

Paese che si può fare<br />

anche l'eccellenza". Con<br />

queste parole di Gaetano<br />

Marzotto, presidente di<br />

Pitti Immagine, ha aperto<br />

i battenti l'edizione<br />

numero 82 di Pitti<br />

Immagine Uomo, la<br />

rassegna internazionale<br />

della moda maschile che<br />

www.fabishoes.it<br />

ha presentato a Firenze le anteprime delle collezioni<br />

primavera-estate 2013 di oltre mille brand italiani e<br />

internazionali. Nel corso della cerimonia d'apertura<br />

l'economista Marco Fortis ha presentato uno studio della<br />

Fondazione Edison, secondo cui l'Italia è il Paese più<br />

competitivo al mondo nei tre comparti del tessile,<br />

dell'abbigliamento, e della filiera cuoio - pelletteria - calzature.<br />

"Il sistema Paese - ha detto Alessia - non é competitivo:<br />

energia troppo cara, burocrazia, inefficienze, infrastrutture<br />

obsolete. Le imprese, nonostante ciò, riescono ad essere<br />

competitive". Michele Tronconi, presidente di Sistema Moda<br />

Italia, ha accusato la politica di aver fatto scelte sbagliate per il<br />

settore: "Troppo presto si è pensato che fosse un'industria al<br />

tramonto". Fabi Shoes: una storia imprenditoriale di valore.<br />

Una storia speciale che ha portato l’azienda ad affermarsi in<br />

ambito internazionale. Un mix di successi, responsabilità,<br />

crescita, riconoscimenti e traguardi, iniziato nel lontano 1965.<br />

VALENTINO ORLANDI Titolare e Amministratore<br />

Per Valentino Orlandi il Made in Italy non è un trend<br />

temporaneo o un mero valore aggiunto, ma rappresenta da<br />

sempre il carattere distintivo ed il principale punto di forza<br />

dell’azienda. Le collezioni Valentino Orlandi sono riconosciute<br />

nel mondo per una qualità ed uno stile che solo una<br />

manifattura totalmente made in Italy può realizzare. Grazie a<br />

questo valore l’azienda è cresciuta costantemente nel tempo,<br />

acquisendo una dimensione sempre più internazionale, con<br />

una presenza sempre più forte nei nuovi mercati. L’eccellenza<br />

e la qualità dei nostri artigiani, l’attenzione ai particolari,<br />

l’esplorazione di nuove<br />

soluzioni stilistiche,<br />

sono la testimonianza<br />

migliore di ciò che<br />

significa oggi made in<br />

Italy, e sono i punti di<br />

riferimento da cui partire<br />

per reagire all’attuale<br />

momento di crisi.<br />

PELLETTERIE<br />

VALENTINO ORLANDI<br />

Via Enrico Mattei 25<br />

Zona Industriale<br />

30172 CORRIDONIA<br />

(MC)<br />

T.0733.283090 F 041<br />

0733.281737<br />

www.valentinoorlandi.it<br />

info@valentinoorlandi.it<br />

mail: info@sitonvenezia.it<br />

GAETANO MARZOTTO Presidente di Pitti<br />

Immagine<br />

"Il Made in Italy è una grande forza, diamo l'esempio<br />

al nostro Paese che si può fare anche l'eccellenza".<br />

Con queste parole di Gaetano Marzotto, presidente di<br />

Pitti Immagine, ha aperto i battenti l'edizione numero<br />

82 di Pitti Immagine Uomo, la rassegna internazionale<br />

della moda maschile che ha presentato a Firenze le<br />

anteprime delle collezioni primavera-estate 2013 di<br />

oltre mille brand italiani e internazionali. Nel corso<br />

della cerimonia d'apertura l'economista Marco Fortis<br />

ha presentato uno studio della Fondazione Edison,<br />

secondo cui l'Italia è il Paese più competitivo al<br />

mondo nei tre comparti del tessile, dell'abbigliamento,<br />

e della filiera cuoio-pelletteria-calzature. "Il sistema<br />

Paese - ha detto - non é competitivo: energia troppo<br />

cara, burocrazia, inefficienze, infrastrutture obsolete.<br />

Le imprese, nonostante ciò, riescono ad essere<br />

competitive". Michele Tronconi, presidente di Sistema<br />

Moda Italia, ha accusato la politica di aver fatto scelte sbagliate per il settore: "Troppo<br />

presto si è pensato che fosse un'industria al tramonto".<br />

BARBARA JOVINE Stilista SOLE SRL - CALZATURE SITON<br />

Le Calzature Siton portano la firma di una giovane stilista venezia Siton il marchio di<br />

scarpe ed accessori che nonostante la recente nascita sta già registrando interessanti<br />

e crescenti riscontri nel mercato<br />

sia nazionale che internazionale.<br />

La ricetta del successo sta<br />

unicamente in una parola d'ordine<br />

: la qualità, un imperativo che<br />

governa la selezione accurata dei<br />

materiali e la cura attentissima dei<br />

dettagli compresa quella degli<br />

accessori tutti lavorati a mano. È<br />

una qualità che passa anche<br />

attraverso la scelta di lavorazioni<br />

Artigianali ; tutte venete le aziende<br />

partner, italiane le concerie. Per un<br />

marchio che è rigorosamente<br />

made in italy anzi made in veneto.<br />

E' il nome stesso che in dialetto<br />

veneto significa libellula ( appunto<br />

il simbolo della firma Siton) a<br />

rimandare a tale intento di<br />

rimanere fedele alla tradizione<br />

artigiana del territorio.<br />

SOLE SRL<br />

Via Milano 5<br />

30172 VENEZIA - MESTRE<br />

T.041 977988 F 041 5056039<br />

www.siton.it<br />

mail: info@sitonvenezia.it<br />

FRANCESCA ROMANA RINALDI<br />

Docente SDA Bocconi<br />

«La stagione dell'iper-consumo è finita, oggi si<br />

parla di consumo condiviso e di un<br />

consumatore più selettivo interessato<br />

all'impatto sociale e ambientale del prodotto.<br />

La fedeltà alla marca sarà conquistata solo<br />

sulla base di rispetto e amore. La moda<br />

sostenibile inoltre può valorizzare know how<br />

locali e la conseguente unicità di una<br />

produzione. Ad oggi resta ancora il problema<br />

dell'informazione che deve essere<br />

coinvolgente e dinamica per diffondere la<br />

cultura dell'innovazione".<br />

IPPOLITO MATRICARDI Amministratore<br />

“Sessant’anni di strada, esperienza e nuovi traguardi raggiunti per<br />

essere sempre più vicini alla realtà della calzatura italiana: ecco<br />

come possiamo sintetizzare la realtà della Matricardi S.p.A. La<br />

nostra azienda, infatti, nasce e si sviluppa per raggiungere<br />

l’obiettivo di diventare il principale partner nazionale per<br />

l’approvvigionamento delle materie prime dei calzaturifici italiani ed<br />

oggi, grazie all’apertura della linea dedicata al collegamento del<br />

polo conciario lombardo con le Marche e l’Abruzzo ed il<br />

recentissimo avvio della linea giornaliera con la Campania è<br />

sicuramente leader nel settore. Svolgendo un servizio di trasporto<br />

giornaliero sulle regioni: Marche, Abruzzo/Molise, Umbria,<br />

Toscana, Veneto, Lombardia e Campania, creiamo con i nostri<br />

clienti una partnership dove ogni singolo servizio rappresenta “il<br />

trasporto su misura” capace di far fronte alle innumerevoli criticità<br />

di cui il mercato ci rende partecipi, ciò al fine di creare un modello<br />

logistico sempre più coerente con la nostra filosofia aziendale. La<br />

flessibilità è ciò che ci contraddistingue da tutti i nostri competitor<br />

... non a caso "progetti in movimento" che è, prima ancora che lo<br />

slogan aziendale, la nostra missione aziendale”.<br />

ANNARITA PILOTTI<br />

Titolare e Amministratore<br />

La Loriblu è oggi un punto di<br />

riferimento ed un esempio da<br />

seguire, per ciò che concerne il<br />

made in Italy. L’azienda guidata<br />

da Graziano Cuccù e Annarita<br />

Pilotti, nel periodo più forte<br />

della crisi economica mondiale,<br />

ha continuato a crescere a<br />

doppia cifra anno su anno,<br />

diventando un marchio leader<br />

nel settore delle calzature di<br />

lusso. Il fatturato è cresciuto di<br />

pari passo all’immagine<br />

internazionale del brand, grazie<br />

anche a costanti investimenti in<br />

termini di marketing e<br />

distribuzione: nel 2012 sono<br />

state aperte nuove boutique<br />

monomarca in Italia e<br />

all’estero, tra cui Mosca,<br />

Khabarovsk, Porto Rotondo,<br />

Forte dei Marmi, Montecatini,<br />

Bari e a breve sarà inaugurata<br />

anche la prestigiosa vetrina di<br />

Parigi. Lo stabilimento<br />

produttivo di Porto S.Elpidio,<br />

che ha ricevuto visite anche<br />

dall’estero, è il cuore<br />

produttivo, con una sede<br />

avveniristica al cui interno<br />

vengono realizzate tutte le<br />

collezioni. www.loriblu.it<br />

MATRICARDI S.p.a. _ Via Toscana 7/9 _ Monte San Pietrangeli (Fm)<br />

info@matricardispa.com _ www.matricardispa.com<br />

GIUSEPPE ZANOTTI Design<br />

“Vede questa foto di Lady Gaga sull'iPhone? Me l'ha inviata mezz'ora fa dalla<br />

Corea. È stupita perché su queste scarpe riesce a camminare. A lei non interessa<br />

che su queste zeppone si possano muovere dei passi, perché se le mette solo per<br />

scattare la foto del nuovo album. Ma a me non interessa semplicemente<br />

assecondare il capriccio di una star: io faccio sperimentazione industrializzabile.<br />

Anche se non è certo grazie alle celebrities che vendo le mie creazioni. Ma grazie a<br />

loro la comunicazione è trasversale in tutto il globo”. Il brand Giuseppe Zanotti<br />

nasce nella metà degli anni ‘90 dalla passione dell’omonimo design per la moda e<br />

per i piedi femminili, per l’arte e per l’artigianato. “<br />

Via Dell’Artigianato, 28 San Mauro Pascoli (FC),ITALY<br />

www.giuseppezanottidesign.com


O.M.M. O.M.M. O.M.M. O.M.M. O.M.M.<br />

O.M.M. official partner ADRIATIC TROPHY 2012<br />

O.M.M.<br />

O.M.M. Officine Minuterie Metalliche dal 1969 _ Accessori per calzature e pelletterie<br />

63025 Montegiorgio (Fm) Italy - Via San Giorgio 31/35 _ T. +39 0734.961360 r.a._ F. +39 0734.961914<br />

www.ommonline.com _ info@ommonline.com<br />

O.M.M. O.M.M. O.M.M. O.M.M. O.M.M.


OMEGA MODEL<br />

ROMA _ PARIGI _ ITALY<br />

UI<br />

What women want<br />

EDOARDO<br />

SECCHI<br />

Presidente Fondatore d’Italie-France Group _ società leader dello<br />

sviluppo Economico e nella Cooperazione tra l'Italia e la Francia.<br />

Via G.Agnelli 36/38 _ 63900 Fermo _ Italy _ T. 0734.440249 _ info.omegamodel@gmail.com<br />

Com'è nata la società Italie-France?<br />

Nel 1992 mi trovavo a Parigi per una vacanza studio e sono rimasto<br />

affascinato da questo paese. Sin da subito ho voluto creare un'attività<br />

www.donnaimpresa.com<br />

63


che mi permettesse di lavorare a stretto contatto con la Francia e l'Italia.<br />

Come le è venuta l'idea ?<br />

Ho seguito il mio intuito e la mia passione. Ho iniziato a studiare in<br />

maniera attenta e approfondita questi due mercati "trovando" bisogni<br />

inespressi e necessità specifiche non ancora soddisfatte. Sentivo che<br />

avrei avuto l'opportunità di creare un nuovo modello di business orientato<br />

a questi due mercati. Ho immediatamente fondato nel 1993 Italie-France<br />

con l'obiettivo di farlo diventare lo specialista dello sviluppo Economico ed<br />

alla Cooperazione tra la Francia e l’Italia.<br />

Quante attività ha realizzato Italie-France ad oggi?<br />

Ad oggi sono circa seicento le missioni e progetti realizzati in entrambi i<br />

paesi per conto di importanti gruppi internazionali, istituzioni,<br />

organizzazioni e PMI.<br />

In quale settore operate?<br />

Operiamo nel settore dell'industria e dei servizi puntando il nostro knowhow<br />

sul management strategico e operativo quale l'attività di analisi,<br />

l'expertise e advisory, il business development, il branding, marketing e le<br />

vendite. Sono molte le imprese che ci richiedono questo tipo di supporto.<br />

Secondo lei quali sono le caratteristiche richieste per operare in<br />

maniera efficace nei contesti internazionali?<br />

Tempo, uomini e risorse. Con l'avvento della mondializzazione e con la<br />

nascita di mercati emergenti queste caratteristiche sono necessarie per<br />

competere.<br />

Quali sono secondo lei le specificità che l'imprenditore dovrebbe<br />

possedere?<br />

L'imprenditore di successo possiede un insieme di caratteristiche<br />

fondamentali quali la conoscenza approfondita dei mercati, la capacità di<br />

analisi, l'approccio da challenger, la determinazione e il coraggio.<br />

Nell'attuale situazione d'incertezza e d'instabilità dei mercati, bisogna<br />

avere un'ampia visione del business ed esser in grado di guardare al di<br />

fuori della propria azienda e settore d'attività.<br />

Come è strutturato il suo gruppo oggi?<br />

Abbiamo diversificato le attività del gruppo al fine di svilupparle in maniera<br />

efficace, ognuna nel proprio target di riferimento. Italie-France Group che<br />

si occupa di Sviluppo Economico e Commerciale e nella Cooperazione.<br />

Italie-France.Com, che rappresenta la prima rete professionale rivolta a<br />

entrambi i mercati e primo canale di comunicazione e di scambi. Bioitalie,<br />

società di promozione, vendita e distribuzione di prodotti biologici. Italia<br />

Consulting, società di servizi e soluzioni informatiche, internet e telecom.<br />

Trend-Italy, società di scouting di imprese e prodotti d'eccellenza made in<br />

Italy.<br />

Il vostro gruppo non opera unicamente per conto di imprese<br />

francesi e italiane ?<br />

Durante questi anni abbiamo avuto la grande opportunità di prestare i<br />

nostri servizi a importanti gruppi internazionali in America, Inghilterra,<br />

Svizzera, Lussemburgo, Principato di Monaco, Belgio e Spagna. Il nostro<br />

gruppo svolge il duplice ruolo di specialista nello sviluppo Economico e<br />

nella Cooperazione tra l'Italia e la Francia e quello di advisor economico<br />

per entrambi i mercati.<br />

Quali sono stati i suoi più importanti obiettivi raggiunti ?<br />

La mia più grande soddisfazione consiste nell'avere innovato in un<br />

contesto complesso e instabile, la prima vera Business Community tra<br />

l'Italia e la Francia. Oggi rappresentiamo un network di oltre 7000 imprese<br />

e oltre 60000 persone di alto profilo professionale, sociale e culturale che<br />

condividono esperienze ed interessi comuni. Un vero patrimonio di<br />

conoscenza e know-how che, grazie alla nostra piattaforma è accessibile<br />

a tutti.Negli ultimi cinque anni siamo cresciuti ad un ritmo del 40% annuo<br />

e le continue manifestazioni di stima ricevute da parte di numerose<br />

personalità del mondo imprenditoriale, istituzionale e mediatico<br />

testimoniano il loro interesse e naturale coinvolgimento a far parte del<br />

nostro gruppo e di utilizzare italie-france.com come valido strumento<br />

creatore di opportunità.<br />

Edoardo SECCHI Founder & CEO<br />

Economic Development and International Cooperation<br />

Paris: 66, Avenue des Champs Elysées 75008<br />

Cellphone France. +33 672370347 Italy. +3939312145 38<br />

E-mail: ceo@italie-france.com<br />

www.italie-france.com - www.italiefrancegroup.com - www.bioitalie.com<br />

ALEX<br />

PASCOLI<br />

Imparentato col Sommo Poeta Giovanni Pascoli da parte del suo<br />

primo cugino Balilla Pascoli, l’affascinante Alex, nato a Londra 39<br />

anni fa e laureato in Scienze Politiche all'Università di Bologna, città<br />

in cui ha vissuto prima di trasferirsi a Roma e dove ha praticato per<br />

sette anni l’attività di pilota di aerei, calca con successo i<br />

palcoscenici sin dal lontano 2001, dopo un triennio di studio presso<br />

il “Teatro dei Cocci” e una lunga formazione sotto l’ala protettiva di<br />

Giancarlo Sepe, è stato recentemente insignito con il prestigioso<br />

“Nastro d'Argento” per il corto "UNO STUDENTE DI NOME<br />

ALESSANDRO" per la regia di Enzo De Camillis con Valentina<br />

Carnelutti, Giuseppe Maggio che narra la storia di Alessandro<br />

Caravillani, ragazzo di 17 anni ucciso da Francesca Mambro dopo<br />

una rapina; episodio che consentì l’arresto della terrorista proprio<br />

per il suo desistere dalla fuga per compiere il reato. “Faccio molto<br />

teatro ma sono dedito anche ad altre attività… come quella di<br />

presentatore e di doppiatore oltre ovviamente che recitare per il<br />

cinema. Ho interpretato Flavio Bucci da giovane nel film "IL TEMPO<br />

CHE TIENE" per la regia di Francesco Marino e sono reduce dalle<br />

riprese di "VIVA L'ITALIA" per la regia di Massimiliano Bruno e di<br />

"ROMA CRIMINALE 30 ANNI DOPO" diretto da Gianluca Petrazzi,<br />

entrambi in uscita in autunno.<br />

MILANO _ ROMA _ ITALY<br />

MATTEO<br />

MIGNANI<br />

biografia<br />

Nasce nel 1974 in provincia di Bergamo. Dopo l’università a Pavia, dove studia Lettere,<br />

lavora nel campo dell’editoria a Milano. Nel 2008 carica la sua biblioteca e il suo basso su un<br />

furgone e si trasferisce a Roma dove la fotografia, che ha sempre coltivato per passione,<br />

diventa un lavoro. Si divide così fra fotogiornalismo e cinema, partecipando alle più importanti<br />

manifestazioni cinematografiche italiane come la Mostra Internazionale d’Arte<br />

Cinematografica di Venezia, il Festival Internazionale del Film di Roma e i premi “Nastri<br />

d’Argento”.<br />

mostre<br />

alexkactus@yahoo.it<br />

ROMA _ BOLOGNA _ ITALY<br />

ottobre 2011 Mostra collettiva X Festival Internazionale di Fotografia, Galleria del Cortile, Roma<br />

settembre 2011 Mostra personale “16 personaggi in cerca d’attore”, Galleria291est, Roma<br />

settembre 2011 Mostra personale “Domiziana PicNic”, basilica di S.Gennaro extra moenia, Napoli<br />

maggio 2011 Mostra collettiva “IV festival dei fotografi di scena”, Galleria del Cortile, Roma<br />

dicembre 2010 Mostra 7th Movie Venice Star Award e 2ndo premio, Casa del Cinema, Roma<br />

ottobre 2010 Mostra collettiva IV Festival dei fotografi di scena, Castello di Bracciano<br />

febbraio 2010 Mostra collettiva “Anvedi Roma” e 1mo premio, galleria mo.c.a., Roma<br />

dicembre 2009 Mostra 6th Movie Venice Star Award e 3zo premio, Casa del Cinema, Roma<br />

settembre 2009 Mostra personale “facciamocinema”, Galleria CineMag, Roma<br />

giugno 2009 Mostra personale “È impossibile”, Meeting del Mare di Marina di Camerota (SA)<br />

WEB SITE: www.matteomignani.it<br />

info@matteomignani.it


C’èesivede<br />

Tutti ricerchiamo la nostra bellezza e tutti sappiamo che il trucco per essere belli è custodito nel fatto di essere se stessi. Spesso, però, si crede che<br />

l’essere se stessi significhi offrirsi al mondo come la natura ci ha plasmato. Ma questa è una visione parziale e l’estetica ce lo insegna: siamo esseri<br />

naturali, ma anche culturali. È proprio in virtù delle nostre culture, delle nostre idee, delle nostre menti e delle nostre scelte che non ci affidiamo solo<br />

alla natura, ma anche a noi stessi e alle nostre costruzioni. Ognuno di noi esprime la propria verità interiore che non si arresta alla natura, ma la<br />

supera, e le donne, sin dalla notte dei tempi, ci insegnano questo: la ricerca del proprio essere passa anche tramite la costruzione, la miglior<br />

costruzione possibile, del proprio essere. Anche a livello estetico. Con un abito, con un orecchino, con il trucco. L’estetica come disciplina filosofica<br />

specifica nasce alla fine del Settecento e si configura come un fenomeno essenzialmente moderno; essa nasce come tentativo di fornire una<br />

legittimazione universale ad un ambito che, malgrado la molteplicità di tesi e precetti, non era ancora divenuto oggetto di riflessione sistematica.<br />

Questo ambito è caratterizzato dall’emergere in primo piano della soggettività con le sue manifestazioni, in particolare il sentimento individuale:<br />

questo particolare stato affettivo, che inizia ad essere concepito sul piano filosofico come la fonte delle emozioni, era sconosciuto nell’antichità, dove<br />

invece prevaleva la nozione di passione, ancora ampiamente utilizzata fino a tutto il Seicento. A partire dal Settecento, il sentimento va invece ad<br />

indicare il riflesso soggettivo che accompagna ogni nostra esperienza e si configura come terzo ambito fondamentale della nostra vita spirituale,<br />

accanto ad intelletto e volontà; tale nozione non appare caratterizzata da connotazioni di ordine psicologico e trova il suo terreno di applicazione<br />

unicamente in ambito estetico e morale. Noi conosciamo il mondo e ciò che ci circonda innanzitutto con il nostro corpo e, quindi, con i nostri cinque<br />

sensi. Con la delicatezza del nostro sguardo, con l’impertinenza del nostro udito, con la velocità del tatto, con la leggerezza dell’olfatto e con la<br />

discrezione del gusto. L’unione dei nostri sensi plasma il nostro essere e la nostra persona, conformandoci come unici, come identità che si muovono<br />

e si cambiano in base alla propria esperienza. Ed è immersi nella nostra esperienza che possiamo cogliere la nostra identità, per poterla condividere<br />

con gli altri esseri umani. Esseri che hanno fatto altre esperienze ed elaborato così idee e concetti diversi dai nostri. La magia però si nasconde<br />

nell’incontro: l’incontro di due corpi umani con diverse esperienze ma con la stessa voglia di condividere la diversità. La propria diversità. È così che il<br />

vero e il bello si uniscono e creano l’armonia. Un’armonia che ricerca la verità del proprio essere e la bellezza del nostro apparire.<br />

La verità è un’esperienza intimamente estetica, prima che logica, e la verità garantisce l’essere<br />

del bello. Ed è sul nostro corpo che sperimentiamo tale bellezza.<br />

EI<br />

my beauty<br />

Nella foto: modella Michela Gervasi_ MakeUp Catia Petriola “CM Beauty” San Nicolò, Spoleto<br />

Fotografia Marco Maria D'Ottavi<br />

www.donnaimpresa.com<br />

67


nella foto: Miss Seychelles Veronique Francourt veste Michele Miglionico<br />

[ moda]<br />

PREMIO MODA<br />

città dei sassi 2012<br />

inside the<br />

fashion<br />

NU: S moda e architettura<br />

Premio Moda città dei sassi _ Matera<br />

Sognando il ballo dei Re<br />

ALL’INTERNO:<br />

moda e architettura<br />

NU: S<br />

DOUBLE, fondata da Maria Rosaria<br />

Melia, è un’ agenzia che elabora<br />

network creativi per la promozione di<br />

arte, moda e design attraverso<br />

eventi, manifestazioni e progetti<br />

speciali, NU: S ne è la testimonianza<br />

www.donnaimpresa.com<br />

69


NU: S<br />

NU:S è una straordinaria e coinvolgente installazione nata da un’idea di Antonella Buono<br />

che irrompe con emozione negli schemi della scena artistica capitolina attraverso la<br />

creatività di giovani esponenti dell’eccellenza made in Italy: gli architetti Arturo Tedeschi,<br />

computational designer e autore del bestseller “Parametric Architecture with<br />

Grasshopper” e Maurizio Degni, i fashion designer Flavia Migani, Simone Bruno e Chiara<br />

Cola ed infine dello shoe designer Alessio Spinelli, vincitore del concorso Who’s On Next<br />

2011 nella categoria Accessori. Frutto della loro energia e sinergia emozionale è un’opera<br />

corale che fonde le singole discipline nel rispetto delle loro identità, generando un<br />

innovativo manifesto espressivo e produttivo basato sull’integrazione dei tradizionali<br />

strumenti di disegno con processi parametrici elaborati al computer, oramai potente<br />

sistema d’indagine e sperimentazione formale per ogni disciplina artistica. L’installazione,<br />

composta da quattro abiti completi e due calzature collocati all’interno di una scultura<br />

parametrica in costante dialogo con lo spazio espositivo, è il punto d’incontro tra decenni<br />

di ricerca teorica e una nuova consapevolezza progettuale. Il contributo musicale di<br />

Davide Severi, la documentazione dell’intero processo creativo e i video firmati da<br />

Francesco Ricci Lotteringi si offrono allo spettatore coinvolgendolo in un apprendimento<br />

multidisciplinare. “Riteniamo che per mantenere l’eccellenza sia necessario portare avanti<br />

la ricerca anche in questo momento storico, particolarmente minacciato da esclusive<br />

logiche di mercato. Crediamo che la condivisione sia il necessario coronamento di ogni<br />

percorso artistico e NU:S è una manifestazione nata per dare a quanti vi partecipano la<br />

possibilità di esporre le proprie creazioni e generare un dialogo nel contesto culturale più<br />

adeguato.” L'inaugurazione della mostra è stata caratterizzata da un talk alla presenza<br />

degli artisti e di Graziano Cecchini artista italiano, che fa parte di un gruppo di<br />

avanguardia artistica neo-futurista e del fashion designer Franco Ciambella, stilista<br />

visionario che fa parte dell'Alta Moda Italiana.<br />

Abbracciato dall’atmosfera rinascimentale del<br />

Chiostro del Bramante, dal 7 al 10 luglio Moda e<br />

Architettura sono state le protagoniste di NU:S il<br />

nuovo progetto di Double, un nucleo dinamico<br />

centrato sull’arte contemporanea.<br />

ph. E. Lucci


PREMIO MODA<br />

città dei sassi 2012<br />

La 4^ edizione si è svolta nuovamente nella splendida cornice di Piazza San<br />

Abbracciato Francesco d'Assisi dall’atmosfera e ha visto rinascimentale competizione del Chiostro gli 8 finalisti delselezionati Bramante, da daluna<br />

7 al<br />

10 giuria luglio tecnica ModadieAlta Architettura Moda Donna. sono state le protagoniste di NU:S il nuovo<br />

progetto L’evento è statodi patrocinato Double, dal Comune di nucleo Matera, dall’APT dinamico purezza, centrato di perfezione sull’arte e di raffinatezza, contemporanea.<br />

Erasmo Fiorentino, sarto e<br />

Basilicata, dalla Camera di Commercio di Matera, dal CNA –<br />

Federmoda, dalla Camera Regionale della Moda Calabria e dal<br />

Comitato Matera 2019 Capitale Europea della Cultura - Città<br />

Candidata, con la partnership di Banca Mediolanum, Palazzo Vice<br />

Conte, Palazzo Gattini, SeP e Hilton Garden Inn – Matera e con la<br />

gentile collaborazione della Coreografa Lucia Granatello.<br />

Con una collezione ispirata al diamante, da sempre simbolo di<br />

stilista di trent’anni proveniente da Crema dopo aver completato gli<br />

studi all’IPSIA di Santeramo (BA), ha vinto la quarta edizione del<br />

Premio Moda “Città dei Sassi” 2012. Fiorentino ha conquistato la<br />

giuria tecnica e giornalistica esaltando nei suoi abiti la femminilità e<br />

l’eleganza, il lusso e la ricchezza e si è aggiudicato anche altri due<br />

premi speciali, il Premio Moda al Cinema rivolta agli Oscar italiani del<br />

cinema in occasione del 50° anniversario del premio al miglior film<br />

“ La Ciociara” di Vittorio De Sica per la realizzazione del miglior abito<br />

immaginato per la vincitrice oscar Sophia Loren e il Premio CRMC<br />

assegnato al miglior giovane designer. A Giuseppe D’Urso, che ha<br />

proposto una collezione ispirata a Audrey Hepburn è stato assegnato<br />

il Premio della Critica. Una serata, all’insegna dell’alta moda, condotta<br />

dalla elegantissima modella e attrice Barbara Chiappini, che ha visto<br />

sfilare gli abiti della maison Renato Balestra, con la presenza della<br />

figlia Federica, nonché stilista in rappresentanza della stessa Maison<br />

che ha presentato abiti dedicati ad una donna sensuale, romantica e<br />

glamour. A comporre la giuria tecnica Franco Ciambella presidente e<br />

stilista, che ha omaggiato il Premio Moda Città dei Sassi con una<br />

collezione dedicata alla femminilità con la sua eleganza e il suo<br />

romanticismo, Michele Miglionico stilista, che per il terzo anno<br />

consecutivo ha riconfermato la sua partecipazione e il suo appoggio<br />

all’evento, Valeria Mangani vice presidente dell’AltaRomAltaModa, la<br />

stilista Federica Balestra, Roberto Guarducci, stilista e docente alla<br />

facoltà di Scienze e Tecnologia dell’Università di Bari, lo stilista Paolo<br />

Fumarulo, Giuseppe Fata presidente della Camera Regionale della<br />

Moda Calabria, in rappresentanza del presidente Santo Versace,<br />

presidente della “Gianni Versace Spa”, Andrea Di Dio Cafiso stilista,<br />

Gerardo Sacco maestro orafo, Giuseppe Trionfo Fineo della Boutique<br />

Elite, Giuseppe Emilio Bruzzese vice presidente della Camera<br />

Regionale della Moda Calabria e Claudia Ferrise stilista, Armando<br />

Terribili fashion blogger, Erika Gottardi di Woman & Bride, Franco<br />

Martina giornalista ANSA, Luigi Di Lauro giornalista della TGR<br />

Basilicata, Nicola Timpone presidente GAL, Carmela Cosentino della<br />

Gazzetta del Mezzogiorno, Debora Desio per Blu TV satellite,<br />

Mariangela Lisanti de Il Quotidiano della Basilicata, Michele Capolupo<br />

direttore di www.sassiLive.it, Valeriana Mariani per Donna Impresa<br />

Magazine, Umberto Masci organizzatore di eventi, Cinzia Scarciolla<br />

nella foto:un momento della sfilata della collezione di Claudia Ferrise con le teste scultura di Giuseppe Fata


per Matera web tv, Angela Loperfido responsabile SIAE e Patrizia<br />

Minardi funzionario regionale, hanno formato la giuria giornalistica.<br />

Quindi via alla sfilata con gli abiti realizzati dagli otto finalisti in gara, con<br />

l’uscita delle modelle che ha rispettato l’ordine alfabetico dei partecipati:<br />

Fabrizia Aloisio di Castellaneta ha immaginato la metamorfosi della<br />

donna in sei specie diverse di uccelli, utilizzando tessuti soffici e rigidi<br />

per rappresentare il corpo sinuoso della donna uniti a tessuti ricamati;<br />

Anna Calviello di Pomarico ha presentato una donna ricercata dalla<br />

linea morbida e sensuale, un connubio perfetto tra filati e seta con un<br />

elegante gioco di trasparenze; la barese Ileana Colavitto si è ispirata<br />

alla Primavera del Botticelli: castità, bellezza e amore; una collezionate<br />

dedicata a una donna che emergente che ha preferito il tulle nei colori<br />

bianco, rosa e lilla; Giuseppe D’Urso, nato a Genova e spezzino<br />

d’adozione, si è ispirato all’alta moda degli anni ’50 e alla figura di<br />

Audrey Hepburn utilizzando la seta, il taftà e lo chiffon; Michela Tiberia<br />

De Giorgi, salentina di Copertino, ha proposto una collezione ricca di<br />

capi eco-sostenibili uniti ai tessuti pregiati quali il georgette, la pelle, il<br />

sughero e il tulle; Erasmo Fiorentino, santermano trasferito a Crema,<br />

ha proposto una collezione ispirata al diamante; Cristina Marrone di<br />

Cagliari ha disegnato abiti per una donna sofisticata, elegante, sicura di<br />

sé, amante dei dettagli con un pizzico di vintage anni ’50 e infine Luca<br />

Tomassoli di Gubbio si è ispirato alla magia del cinema in bianco e nero<br />

presentando una donna femminile, sexy e mai volgare. Due le giurie,<br />

una tecnica e una giornalistica e della comunicazione, che hanno avuto<br />

il compito di scegliere la migliore collezione presentata dalle<br />

modelle.Tra gli altri, hanno partecipato alla serata il ballerino Eugenio<br />

Di Giovanni, che ha regalato al numeroso pubblico la sua performance<br />

per la presentazione del film “Niccolò Macchiavelli il Principe della<br />

Politica”, che uscirà nelle sale cinematografiche nel 2013 in occasione<br />

del 500°anniversario della stesura dell’opera del Macchiavelli e la<br />

vincitrice della terza edizione del Premio Moda Città dei Sassi Anna<br />

Mattarocci, che ha presentato una collezione dark ispirata alla saga di<br />

Star Wars. Straordinaria la collezione di Claudia Ferrise con le testescultura<br />

di Giuseppe Fata. Gran finale con l’abito bianco disegnato da<br />

Roberto Guarducci, un omaggio a tutte le donne che hanno partecipato<br />

all’evento. Sul Premio Moda città dei Sassi 2012, ideato dall’agenzia<br />

Publimusic di Sabrina Gallitto in collaborazione con il direttore artistico<br />

Enzo Centonze è calato quindi il sipario, con l’auspicio espresso dagli<br />

organizzatori di offrire un evento ancora più suggestivo nell’edizione<br />

2013 scegliendo il magico scenario di piazza San Pietro Caveoso, nei<br />

Sassi di Matera.Armando Terribili per aver realizzato la prima<br />

Accademia Virtuale di Moda e Costume a supporto dei giovani stilisti e<br />

per il suo costante impegno nella divulgazione della cultura<br />

dell’eccellenza del lusso e dell’eleganza. Altri ospiti il ballerino Eugenio<br />

Di Giovanni, il regista Lorenzo Raveggi, le attrici Marzia Pissilli e<br />

Annarita Del Piano ed infine la vincitrice della 3^ edizione del Premio<br />

Moda Città dei Sassi Anna Mattarocci.<br />

a cura di Publimusic<br />

Federica Balestra<br />

il Sindaco Salvatore Adduce e Valeria Mangani<br />

da sinistra Michele Miglionico e Armando Terribili<br />

L’abito bianco di Roberto Guarducci<br />

da destra: Giuseppe Fata,<br />

Eugenio Di Giovanni e lo<br />

stilista Erasmo Fiorentino<br />

L'importanza di certe manifestazioni<br />

risiede soprattutto nella possibilità<br />

che viene data ai giovani fashion<br />

designers di confrontarsi realmente<br />

su una ribalta spettacolare "la<br />

passerella" e di mettersi in gioco nel<br />

concorso con altre espressioni<br />

creative diverse dal loro quotidiano,<br />

è sicuramente un modo<br />

fondamentale di arricchire la propria<br />

esperienza e crescita professionale<br />

che diversamente rimarrebbe<br />

relegata in mondi privati di alta<br />

intensità emotiva e creativa ma<br />

lontani dai circuititi mediatici e<br />

nazionali. Per questo accetto<br />

sempre di promuovere con la mia<br />

presenza questo tipo di iniziative,<br />

facendomi testimonial di situazioni<br />

importanti per far crescere l'humus<br />

creativo del nostro paese.<br />

Franco Ciambella<br />

da sinistra Roberto Guarducci, Erika Gottardi, Armando terribili e<br />

Giuseppe D’Urso<br />

Sabrina Gallitto<br />

Da sinistra: Valeria Mangani, Erika Gottardi, Armando Terribili, Valeriana Mariani,<br />

il Presidente di Giuria Franco Ciambella, Federica Balestra ed il compagno.<br />

Franco Ciambella e Enzo Centonze


SOGNANDO<br />

Nobiltà d'animo e di status a Palazzo Ferraioli.<br />

il ballo dei Re<br />

Le meravigliose sale di Palazzo Ferrajoli hanno aperto le porte ai più autorevoli<br />

rappresentanti della nobiltà, delle istituzioni e della cultura. Centocinquanta<br />

illustrissimi ospiti per far rivivere un meraviglioso evento ispirato al Ballo dei Re<br />

che si tenne a Napoli, a Palazzo Cassano, nel 1960.<br />

“Sognando... il ballo dei re”, è stata una celebrazione in grande stile<br />

per rievocare i fasti di cinquant’anni fa, quando l’Italia assaporava il<br />

gusto della rinascita. “Una realtà ben diversa dalle difficoltà dei nostri<br />

giorni, ma è proprio per questo - secondo Sara Iannone, splendida<br />

ideatrice e organizzatrice dell’evento che è stata recentemente<br />

insignita del prestigioso “Premio Internazionale Donna di Successo”<br />

A.E.R.E.C. ( Accademia Europea per le Relazioni Economiche e<br />

Culturali) - che non potrebbe esserci momento migliore per far rivivere<br />

il gran Ballo, come buon auspicio per il futuro dell’Italia e come<br />

occasione per ricordare e recuperare quel coraggio e quella forza che<br />

gli italiani hanno saputo dimostrare negli anni dopo la Seconda Guerra<br />

mondiale, trovando la via per ricostruire dalle macerie. Un inno alla<br />

bellezza e al piacere di stare insieme per ritrovare la gioia di vivere e la<br />

fiducia nel futuro”. Un simile evento non poteva non dedicare<br />

attenzione anche alla beneficenza. Nel corso di tutta la serata, infatti, è<br />

stato possibile sostenere un progetto del penitenziario minorile di<br />

Nisida partecipando a una speciale asta di oggetti preziosi, fra dipinti,<br />

bijou e diamanti, condotta da Camilla Nata. L’organizzazione<br />

dell’evento si è ispirata allo stile che caratterizzò il ballo nel 1960,<br />

richiamandone colori, profumi, suoni e sapori. Le sale e tutto il palazzo<br />

sono state ornati da composizioni floreali realizzate, proprio come<br />

allora, con rose, dalie, gladioli, orchidee e garofani rosa. Anche il<br />

buffet, naturalmente in tema partenopeo, ha riproposto alcune<br />

prelibatezze di quel luculliano menu di Palazzo Cassano, dai fritti misti<br />

alla napoletana, ai bocconcini di parmigiana, ai ravioli di ricotta e<br />

pistacchi, al lombetto di Conte lardellato con olive taggiasche e<br />

cicorietta piccante, fino al trionfo di dolci realizzati da Vincenzo<br />

Mennella, pasticcere di fama mondiale di Torre del Greco, compresa<br />

la mousse di arance glacé in bastione. Il tutto servito ai tavoli,<br />

anch’essi rigorosamente apparecchiati in stile con tanto di<br />

Capodimonte, candelabri d’argento e petali di rose. La serata è stata<br />

accompagnata dalle meravigliose musiche dell’orchestra diretta dal<br />

maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli che dopo la cena ha aperto le<br />

danze eseguendo anche pezzi dal repertorio anni ‘60 dei Rockers con<br />

Peppino di Capri. E a ricreare la magica atmosfera di quell’epoca ha<br />

pensato il tocco scenografico creato degli abiti di molte signore<br />

presenti che hanno voluto indossare i vestiti di Luigi Bruno, come<br />

sempre attento all’esaltazione della bellezza femminile e che, per la<br />

collezione di quest’anno, si è ispirato proprio alla donna anni ’50-’60.<br />

Tra gli ospiti erano presenti Francesco Serra di Cassano, erede del<br />

duca Francesco e della duchessa Elena ospiti della grande festa del<br />

1960, e il marchese Giuseppe Ferrajoli che ha ospitato il Ballo di<br />

quest’anno, entrambi membri del Comitato d’Onore di “Sognando... il<br />

Ballo dei Re”. Hanno partecipato inoltre la principessa Doris Mayer<br />

Pignatelli, il principe Carlo Massimo, i coniugi Ruspoli, la marchesa<br />

Dani del Secco d’Aragona, la principessa Daniela Pacelli, l’onorevole<br />

Catia Polidori, Luciano De Crescenzo, il chirurgo Angelo Fusco il<br />

vicepresidente dell’Autorità Garante della Privacy Giuseppe<br />

Chiaravalloti, il prefetto Fulvio Rocco, Silvana Augero, l’Event<br />

Manager Anna Mariani e il Presidente di Donna Impresa Valeriana<br />

Mariani. L’evento è stato affiancato da un comitato d’onore composto<br />

dal marchese Giuseppe Ferrajoli, Francesco Serra di Cassano, il<br />

principe Guglielmo Marconi Giovannelli, la principessa Elettra Marconi<br />

Giovanelli, l’ambasciatore di Monaco Antonio Morabito, l’ambasciatore<br />

d’Austria Christian Berlakovits e da un comitato promotore con, tra gli<br />

altri, Lucilla Vitalone, Betta Scarpa e Miriam Ponzi.<br />

un momento dell’asta di beneficenza<br />

nobiltà d’animo e di status a Palazzo Ferrajoli<br />

Valeriana Mariani e il principe<br />

Guglielmo Marconi Giovannelli<br />

Sara fotografata accanto ad un’opera<br />

del celeberrimo scultore Oliviero Rinaldi<br />

l'orchestra diretta da Jacopo Sipari<br />

il conduttore televisivo Alessandro Di Pietro con la moglie, lo stilista<br />

Luigi Bruno, la conduttrice Camilla Nata e il marito<br />

da sinistra: Anna Mariani, Marco Venturoni, Sara Iannone<br />

e Valeriana Mariani<br />

Sara Iannone, il marchese Giuseppe Ferrajoli, la presidente Mariagrazia<br />

Tetti, l'ambasciatore d'Austria Christian Berlakovits e la marchesa Dani<br />

Del Secco d’Aragona


[ vela]<br />

ADRIATIC TROPHY 2012<br />

ALL’INTERNO:<br />

Sua maestà America’s Cup<br />

La sfida dell’ Adriatic Trophy<br />

AMERICA’S CUP<br />

cooming soon<br />

Paul Cayard ha ragione, Venezia per<br />

la vela diventerà come Monte Carlo<br />

per la Formula Uno.<br />

Nove giorni di vela, nove giorni di America’s Cup World<br />

Series a Venezia. Con la cerimonia istituzionale di<br />

apertura del AC Village in data 12 maggio si è in effetti<br />

www.donnaimpresa.com<br />

71


dato ufficialmente il via alla kermesse che ha visto la<br />

città ospitare il più antico trofeo velico del mondo.<br />

Storia e tradizione incontrano tecnologia e<br />

innovazione. Binomi che hanno accompagnato tanto<br />

America’s Cup quanto Venezia che nei giorni della<br />

manifestazione si è resa protagonista di eventi,<br />

appuntamenti mondani, programmi culturali, feste e<br />

party. A rendere possibile l’evento, voluto dal sindaco di<br />

Venezia Giorgio Orsoni, il supporto del comitato<br />

organizzatore VivereVenezia di cui fanno parte un pool<br />

di imprese private (Impresa di Costruzioni Ing. E.<br />

Mantovani Spa, Thetis Spa, EstCapital Group Spa.<br />

GLF – Grandi Lavori Fincosit Spa, Società Italiana<br />

Condotte d’Acqua Spa) supportate dalle aziende<br />

partecipate dal Comune (Vela spa, Venezia Marketing<br />

& Eventi spa, Casinò di Venezia spa, Actv spa, Venis<br />

spa, Veritas spa, Nicelli spa e AVM spa). Un format che<br />

ha consentito alla città di godere di un evento di portata<br />

mondiale in modo sostenibile, senza pesare sulle<br />

finanze pubbliche. Venezia ha dunque rappresentato<br />

uno scenario unico dove si sono dati battaglia i<br />

performanti e velocissimi catamarani AC 45:<br />

imbarcazioni così leggere e avanzate che pur<br />

scivolando rapidissime sull’acqua, non provocano moto<br />

ondoso. Uno scenario unico così come unici sono stati<br />

i campi di regata: il primo in mare, al Lido nel tratto<br />

davanti alla spiaggia di San Nicolò. Il secondo in<br />

laguna, tra Sant’Elena e il bacino di San Marco, con<br />

l’arrivo sistemato esattamente davanti alla piazza.<br />

Cuore dell'evento sono stati però l'Arsenale e i bacini di<br />

carenaggio: due location uniche che a partire dal 25<br />

aprile hanno visto lentamente crescere il Village di<br />

America’s Cup. In sedici giorni l’intera area è stata<br />

attrezzata e trasformata nel cuore pulsante della<br />

manifestazione. Oltre al media center e all’esclusivo<br />

spazio Vip del Club 45 dedicato agli sponsor di<br />

America’s Cup World Series, un’esposizione griffata<br />

Louis Vuitton, il bar Moet & Chandon, lo store ufficiale<br />

firmato Puma con il merchandising, gli stand dedicati ai<br />

prodotti tipici a chilometro zero e il ristorante allestiti da<br />

Tino Eventi reduce dall’esperienza maturata nella<br />

tappa napoletana della kermesse velica e dai mondiali<br />

di golf e scherma in Sicilia. Un vero e proprio villaggio<br />

con spazi per la sosta, punti ristoro e animazione<br />

musicale per godere la vista dei 9 catamarani<br />

ormeggiati nella darsena grande in un contesto<br />

scenografico unico. L’Ac Village ha potuto contare<br />

inoltre di un palco d’eccezione, una torre galleggiante<br />

con maxi schermo che è stato lo “stage” principale per<br />

animare i vari momenti della giornata dove, fra le altre<br />

cose, venivano proiettate in modalità contemporanea<br />

le immagini dei catamarani in azione. Il pubblico ha<br />

avuto anche la possibilità di vivere un’esperienza<br />

senza precedenti, ovvero quella di visitare un’area<br />

poco conosciuta dell’Arsenale: i bacini di carenaggio,<br />

nei quali si sono potute ammirare le Team Bases, le<br />

basi tecniche dei team dove veniva effettuata la<br />

manutenzione dei catamarani proprio come se si<br />

trattasse dei box della Formula Uno. Questi, i team<br />

della tappa veneziana: Italia con Luna Rossa (due<br />

imbarcazioni); Nuova Zelanda; Cina con China Team;<br />

Corea con Team Korea; Svezia con Artemis racing;<br />

Stati Uniti con Oracle (due imbarcazioni).Una infinita<br />

moltitudine di click per farsi immortalare con lo sfondo<br />

della darsena vecchia popolata dai 9 catamarani AC45.<br />

Tra i più gettonati Piranha e Sworldfish di Luna Rossa.<br />

(aspettando il 2013).<br />

Foto Tony Costa<br />

iteam<br />

circuito ORC<br />

Adriatic Trophy<br />

Quattro regate racchiuse in un unico circuito una serie di eventi collaterali di<br />

altissimo livello, consacrano all’Adriatic Tropy quella leadership della stagione<br />

per ciò che concerne la vela d'altura in Adriatico.


Calipso IV di Piero Paniccia<br />

conquista la prima posizione<br />

del gruppo A aggiudicandosi la<br />

bellissima moto Ducati<br />

Monster in palio.<br />

Costantemente in testa alla<br />

classifica del gruppo B<br />

Pitamaha di renzo Grottesi<br />

dopo 12 primi posti si<br />

aggiudica lo Scooter Yamaha<br />

oltre un fantastico viaggio<br />

offerto da Estoril Viaggi e<br />

Turisanda.<br />

Si è conclusa con grande successo una delle principali<br />

novità della stagione di vela d'altura in Adriatico: il Circuito<br />

Orc Adriatic Trophy” nato dall’idea di riunire, in un unico<br />

grande evento, quattro delle più importanti e prestigiose<br />

regate Orc dell’Adriatico. Grazie alla particolare formula del<br />

circuito, le 30 imbarcazioni di altissimo livello competitivo, si<br />

sono trovate a sfidarsi su diversi campi di regata oltre che<br />

ovviamente in diverse condizioni metereologiche: a<br />

Pescara, 12-13 maggio, a San Benedetto del Tronto, 26-27<br />

maggio, a Civitanova Marche, 9-10 giugno e ad Ancona,<br />

16-17 giugno. Premiata l’abilità tecnica e la costanza nella<br />

partecipazione che hanno consentito di ambire ai<br />

prestigiosissimi premi in palio. La coordinazione del circuito<br />

è stata affidata ad Anna Mariani e Stefano Castori,<br />

organizzatori dell’ITALIAN CUP di Civitanova Marche,<br />

regata velica di pluri-consacrata fama che da oltre 13<br />

edizioni conferma la propria la leadership creativa grazie al<br />

vincente connubio vela agonistica e mondanità degli eventi<br />

a terra. Lo stesso format che, esteso a tutte le tappe del<br />

circuito, ha visto accogliere i team, al rientro delle ripetute<br />

performance consumate in acqua in ogni giornata di gara,<br />

con effervescenti Cocktail Party Martini-Bacardi ed<br />

Heineken oltre alle consuete degustazioni<br />

enogastronomiche a base di prodotti e piatti tipici dalle<br />

riconosciute qualità organolettiche ed agli eventi di<br />

intrattenimento tra i più suggestivi e inusuali, tra cui: sfilate<br />

di moda a tema, Bike Wash ed i griffatissimi Body painting<br />

pensati al fine di onorare le aziende sponsor. L’ambizioso<br />

progetto che è stato possibile grazie alla sinergia dei circoli<br />

velici coinvolti, ovvero il Club Nautico Pescara, il Circolo<br />

Nautico Sanbenedettese, il Club Vela Portocivitanova,<br />

S.E.F. Stamura e l’Ancona Yacht Club, ha visto il<br />

preziosissimo sostegno della BROSWAY, della O.M.M.<br />

officine minuterie metalliche, di TURISANDA e, non<br />

certamente ultima, ESTORIL VIAGGI che si è resa<br />

protagonista di regalare un sogno: un bellissimo viaggio nel<br />

mar Rosso. Il successo della manifestazione è frutto<br />

dall’entusiasmo e delle sinergie instaurate tra tutti gli “attori”<br />

che hanno animato l’evento, a cominciare dagli equipaggi<br />

che si sono distinti, al di là delle ovvie capacità tecniche,<br />

per il grande senso cameratesco a terra rendendo gli<br />

intrattenimenti un modo per condividere l’esperienza con<br />

sano spirito competitivo in perfetta sintonia con la mission<br />

del progetto che si fonda su sentimenti sinceri che<br />

vogliono, e meritano, di essere perpetuati. Confidando nel<br />

medesimo entusiasmo anche per il futuro, non possiamo<br />

non attendere con trepidazione la prossima edizione.<br />

Intanto, il sito ufficiale del circuito: www.adriatictrophy.com.<br />

ci consente di vivere, anche da casa, l’emozione della<br />

competizione.<br />

nella foto da sinistra: il titolare di O.M.M. Giorgio Nerpiti e Stefano Castori<br />

nella foto: il titolare di Brosway Lanfranco Beleggia<br />

Chiara Andrenucci team Float-on<br />

Foto e grafica Roberto Saletti


Heineken&Martini<br />

Adriatic Trophy<br />

fashion party<br />

ROLEX SWAN CUP & SWAN<br />

45 WORLD CHAMPIONSHIP<br />

dal 10 al 16 settembre 2012<br />

Porto Cervo • Yacht Club<br />

Costa Smeralda<br />

Porto Cervo ospita le<br />

prestigiose barche del cantiere<br />

Nautor.<br />

MAXI YACHT ROLEX CUP &<br />

MINI MAXI WORLD<br />

CHAMPIONSHIP PORTO<br />

CERVO 2012<br />

2 settembre 2012<br />

Porto Cervo • Yacht Club<br />

Costa Smeralda<br />

FESTIVAL DE LA PLAISANCE<br />

CANNES 2012.<br />

dal 11 al 16 settembre 2012<br />

Ventimiglia • Cannes<br />

Il Festival de La Plaisance<br />

apre anche la stagione dei<br />

saloni nautici.<br />

MONACO YACHT SHOW 2012<br />

dal 19 al 22 settembre 2012<br />

Il prestigioso Salone di<br />

Monaco.<br />

52° SALONE NAUTICO<br />

Il prossimo ottobre si rinnova<br />

l'appuntamento con la nautica<br />

internazionale.<br />

Genova<br />

Salone nautico internazionale<br />

con 2000 imbarcazioni e 1300<br />

espositori<br />

SALON NAUTIQUE<br />

INTERNATIONAL DE PARIS<br />

2012.<br />

dall'8 al 16 dicembre 2012<br />

Parigi<br />

Il salone francese si distingue<br />

per la presenza della vela e<br />

dell’editoria dedicata al mare.<br />

Via Ancona 128_Porto Sant’Elpidio_mobile 338.8936043_mail:antollonialessandro@alice.it<br />

CUTINI<br />

ASSEMBLAGGIO e<br />

MONTAGGIO CALZATURE


LUOGHI<br />

IN OMAN<br />

simposio internazionale d’arte<br />

a cui hanno partecipato diversi noti pittori e scultori nel contesto del programma Muscat Capitale<br />

Araba del Turismo 2012. Ad organizzarlo, il Ministero del Turismo dell`Oman.<br />

“L’evento si è rivelato un interessante incontro tra vari creativi provenienti da diversi continenti e gli studenti della locale università i quali,<br />

dall’iniziale confronto basato essenzialmente sullo scambio di opinioni e tecniche, si sono trovati a condividere un’esperienza umana che è<br />

andata ben oltre la pura esperienza didattica. Fra gli artisti si sono intrecciate forti relazioni amicali, ciò a dimostrare senza ombra di dubbio, il<br />

molteplice valore comunicativo dell’arte; il tutto grazie a una perfetta organizzazione sotto l`egida della direttrice omanita di Nadira Mahmoud,<br />

dell’ artista iracheno Ali Rashid e la preziosa collaborazione del Ministero del Turismo, il quale ha supportato mediaticamente l`iniziativa con tre<br />

televisioni e diversi organi di stampa sia in lingua araba che in inglese. L` “International Hotel” ha ospitato gli artisti facilitandone il lavoro creativo<br />

consentendo la libera fruizione di due grandi spazi: il<br />

giardino e il parcheggio. Le opere create durante il<br />

simposio andranno ad arricchire i locali del nuovo<br />

Ministero del Turismo, le sculture create nel locale marmo<br />

verranno posizionate invece in punti urbanisticamente<br />

strategici di Muscat, una città interessantissima nella quale<br />

convivono le vestigia del passato e le più interessanti<br />

soluzioni architettoniche dove in cui il bianco regna<br />

incontrastato. Una città che si presenta estremamente<br />

pulita ordinata con un traffico a misura umana posizionata<br />

sull’Oceano Indiano e difesa da poderosi bastioni che<br />

ricordano la storia e il suo passato Portoghese con un<br />

porto sempre pieno di navi da crociera e da un bazar dove,<br />

fra odori di spezie, mirra ed incensi vari, si possono anche<br />

acquistare gioielli e perle naturali, preziosi tessuti e più<br />

economici souvenir. La cucina è araba speziata quanto<br />

basta con odori che richiamano aromi africani sicuramente<br />

ereditati dai secolari contatti con Zanzibar già colonia<br />

omanita. Lungo la costa pesce freschissimo e aragoste a<br />

volontà! Intorno a Muscat il deserto è intervallato da oasi<br />

con pittoreschi villaggi e paesaggi mozzafiato con un<br />

clima asciutto anche se con temperature elevate e non<br />

afose e notti fredde. Il deserto è meta di un turismo<br />

internazionale che ama le escursioni e locale che rifugge<br />

nei mesi estivi l’umidità della costa. Paese estremamente<br />

civile abitato da un popolo cordiale laborioso e molto<br />

ospitale, governato da un oculato Sultano molto amato dal suo popolo che è stato capace di traghettare in 30 anni un paese di pescatori e<br />

pastori in una nazione moderna mantenendo e preservando le tradizioni. Cosa assolutamente degna di mensionare è … che qui non si pagano<br />

le tasse nè l`iva … è forse l’unico paese al mondo dove non esistono i commercialisti… che questa sia l`arabia felix di antica memoria? “<br />

Testo elaborato dall’ insigne Maestro Paolo Sistilli: un narratore di colori… e odori.<br />

GLI ARTISTI, I GIORNALISTI E SCRITTORI<br />

CHE HANNO PARTECIPATO AL SIMPOSIO:<br />

Beata Rostas (Hungary), Ara Azad<br />

(Lebanon), Paolo Sistilli ( Italy/<br />

Netherlands ), Nasser Hussien<br />

(Syria), Fernando Barrionuevo<br />

(Spain), Ali Rashid (The<br />

Netherlands), Zhao Li (China), Munir<br />

Hanoon (Spain), yoshin Ogataa<br />

(Japanese live in Italy ), Samar<br />

Mogharbel (Lebanon), ali youssef<br />

Alwan (Danmark), Petre Petrov<br />

(Bulgaria), Olu Amoda (Nigeria),<br />

Ahmad Bazoun (Lebanon writer),<br />

Barbara Schumacher (Germany)<br />

Jornalist.<br />

caravana<br />

olanda<br />

spagna<br />

Juan Morante<br />

Paolo Sistilli<br />

italia<br />

Piergiorgio Asuni<br />

regno arabo saudita<br />

Abdullah Al-Othman<br />

italia<br />

Raffaele Iommi<br />

italia<br />

Sandro Bartolacci<br />

Esposizione internazionale di arte contemporanea al Castello della Rancia, Tolentino<br />

www.donnaimpresa.com<br />

87


a long hot<br />

summer<br />

rubrica a cura di<br />

Bruno Romano Baldassarri<br />

nella foto con Alan Sorrenti<br />

rrivare al<br />

Adiciannovesimo numero<br />

ed essere ancora qui a<br />

raccontarvi la notte, come cita<br />

una nota pubblicità, non ha<br />

prezzo!. Bene ragazzi ....<br />

pronti per un'altro viaggio?<br />

Con chi? Ovviamente in<br />

compagnia di Jack, vagando in<br />

cerca di news da proporvi. Un<br />

happy-tour guidato nell'era<br />

postmoderna portando con noi<br />

l'elettrico ed il funky/soul. In<br />

questa torrida estate ... tutto<br />

viene avvolto e assorbito da<br />

una voglia di trovare refrigerio<br />

vivendo fin oltre le prime luci<br />

dell’alba! ... ah! si, la notte ...<br />

che tutto cela e rende<br />

diamantino ... dove la rabbia si<br />

trasforma in voglia di vivere il<br />

buio come fosse l’ultimo, in un<br />

tourbillon fashion fatto di luci,<br />

colori e note che fanno da<br />

sfondo al grande palcoscenico<br />

della vita ... e noi... come le<br />

stelle noi ... eroi di un sogno ...<br />

good star people ...<br />

singer<br />

etra x<br />

&deejay<br />

summer fashion 2012<br />

CAPTAINELLAVITA<br />

<strong>by</strong> JACK.it<br />

www.donnaimpresa.com 89


NAPOLI - ITALY<br />

Alla ricerca della<br />

musica eterna<br />

Alan<br />

singer<br />

Sorrenti<br />

Tra le poderose fauci della notte abbiamo incontrato Alan Sorrenti, un artista<br />

che ha cercato di estrarre un sound nuovo, distinto, ben diluito, che scivola via<br />

alla comprensione di chi lo ascolta alla prima e si rinfila nei sotterranei<br />

intellettuali di una produzione a lungo meditata che si sostanzia delle sue<br />

particolari qualità vocali, del suo essere unico nell’approccio innovativo con lo<br />

strumento voce, una pecularietà che è riscontrabile in pochissimi altri cantanti.<br />

Dall’onda inoltrata che calma le acque in tensione, alla tempesta di contrasti in<br />

accordo che sbatte contro le sfumature di una più leggera fruibilità, i suoi<br />

racconti fatti suono sono ormai qualcosa che s’aggira nell’aria e che in qualsiasi<br />

momento potrebbe venirti a trovare. Ci ha suggerito di cercare l'origine della vita<br />

nelle stelle, in un testo che nel suo solo apparentemente semplice refrain cela il<br />

grande mistero della vita che viaggia a cavallo fra le pionieristiche intuizioni della<br />

scienza naturale materiale di Charles Darwin e quelle di Edgar Cayce:<br />

esploratore dei luoghi intimi della mente e dello spirito che mise in rilievo la<br />

supremazia del mondo invisibile che si trova dietro ogni realtà materiale. “Come<br />

le stelle noi …” noi, intesi come Essenza ... noi che arriviamo da diverse parti<br />

dell'Universo, che scegliamo di incarnarci per un compito evolutivo e attraverso<br />

nelle foto Alan Sorrenti: a destra con Marcos & Jack _ sopra con Fabio Senzacqua titolare Le Gall _ sotto da destra con<br />

Valeriana Mariani, Anna Mariani e Betty Squadroni<br />

l'esperienza umana portiamo avanti il nostro seguire eventi che ci appaiono a<br />

volte bellissimi, a volte tremendi. Anime che scoprono e sperimentano.<br />

Anime che viaggiano nel tempo. Anime che attraverso il Corpo e la<br />

consapevolezza di esso possono far vivere l'essenza nella materia e<br />

sperimentare l'Amore terreno che un giorno si unirà necessariamente<br />

all'Amore Universale, complementari e inscindibili per loro stessa natura. Ciò<br />

a dimostrare che ci troviamo dinanzi a un intelletto libero da riflessi o canoni<br />

dottrinali, da un sentire scritturale, da una coscienza timorosa o dal senso del<br />

"giusto". Anche la purezza dei suoi componimenti altro sembrerebbe non<br />

evocare che l'uomo stesso, il suo vibrare carnale e l'impeto curioso di una<br />

mente che è al contempo ragione e anima, sangue e Spirito: un rito<br />

ancestrale di unione tra l'uomo e il Creato, in grado di trascendere la comune<br />

percezione sensoriale… un denso cenno emotivo contenuto in un battito<br />

lento che continua a suonare a distanza di un’origine lontana, perché, per chi<br />

non se ne fosse ancora accorto, Alan è già divenuto leggenda.<br />

L’essere e l’esser percepiti…<br />

L’essere e l’essere percepiti sono come vedersi da dentro, essere capaci di leggersi, e da fuori come in uno specchio. All’interno ho sviluppato


una coscienza che mi osserva, mi consiglia e cerca di guidarmi,<br />

all'esterno l'immagine allo specchio non sempre è quello che vorrei<br />

vedere. Sebbene le possibilità che come mi vedo io e come mi vedono<br />

gli altri possano combaciare sono rare, mi sforzo sempre di<br />

comunicare quello che sono.<br />

Mi piaceva approfondire il concetto di “Aria”, nome che ha dato<br />

vita al tuo primo, straordinario, album tra i quali spiccano<br />

musicisti di eccezione. Aria, che sappiamo essere il nome della<br />

donna amata (qualora ovviamente si ritenessero attendibili le fonti<br />

di informazione da cui abbiamo appreso la notizia), rappresenta<br />

anche fra tutti gli elementi, quello più sottile, in quanto invisibile:<br />

non può essere afferrata e trattenuta. L’aria è lo spazio intangibile<br />

che avvolge e permea l’intero universo, l’invisibile che respiriamo,<br />

perciò è l’energia vitale senza la quale non ci sarebbe la vita.<br />

Rappresenta la linea di demarcazione tra la terra e il cielo, cioè il<br />

punto di contatto tra la spiritualità e la materia. L’aria rende<br />

rigogliosa e fertile la natura. A livello simbolico unendo i principi<br />

dell’umido e del caldo si genera l’aria, che perciò ha le qualità di<br />

ciò che è asciutto, leggero e mobile ed è raffigurata dal cerchio<br />

nel cielo. Geometricamente l’aria è rappresentata da un triangolo<br />

equilatero con vertice in alto, sbarrato orizzontalmente. Come<br />

punto cardinale indica l’est. Come stagione indica invece la<br />

primavera … E’ appropriato allora che si percepisca questo album<br />

quale sinonimo di rinascita anche artistica?<br />

Aria fu definito da qualcuno “un orgasmo cosmico” ed ancora oggi<br />

penso che sia la definizione più sintetica ed esauriente che include<br />

tutte le definizioni per altro esattissime che hai elencato ma non era<br />

rivolta ad una donna amata che tra l'altro allora era solo un miraggio<br />

ma diciamo pure che la visione del tipo di donna desiderata si<br />

trasformava gradualmente durante il viaggio immaginario e mistico in<br />

sensualità, mistero, estasi, forza vitale ed infine in solitudine romantica.<br />

Naturalmente queste cose durante la composizione non le ho mai<br />

pensate ma semplicemente viste.... io ero lì.<br />

L’amore, ah ... l’amore. Sebbene gli esseri umani si sostenga non<br />

siano in genere sessualmente monogami, si ritiene tuttavia che<br />

siano “emozionalmente” monogami: possono amare<br />

(romanticamente) una sola persona alla volta. Il tuo “tu sei l’unica<br />

donna per me” sembrerebbe confermarlo …<br />

Assolutamente d'accordo con te ... l'amore comunque si rivela solo se<br />

si va oltre le fasi dell'estasi iniziale.<br />

Chi è Eros?<br />

L'erotismo è un dettaglio, un movimento, una fragranza,<br />

un'angolazione, un'attenzione senza la quale l'atto dell'amore è senza<br />

gusto o meglio non lascia un retrogusto.<br />

Chi e come ha influenzato la tua musica? A quale dei tuoi brani<br />

sei più legato, e perché?<br />

Londra e il vento creativo che l'attraversava agli inizi degli anni '70, dai<br />

Beatles ai gruppi progressive come King Crimson, Traffic, Family e alla<br />

musica intima di Leonard Cohen e il blues di Van Morrison ma ne potrei<br />

ricordare altri. Chi invece mi ha indicato con la sua voce un modo di<br />

sperimentare la mia è stato Tim Buckey, artista californiano scomparso<br />

a metà degli anni '70. Le canzoni a cui sono legato in questo momento<br />

sono quella che sto scrivendo. Di quelle che ho scritto ogni tanto ne<br />

salta fuori qualcuna e mi dico: “ah! … mi ero dimenticato di te” allora<br />

me la riascolto e mi riappassiona. E' capitato recentemente con “E tu<br />

mi porti via” che sto ricantando in concerto e qualche tempo fa con<br />

“Angeli di strada” da un mio album alquanto sconosciuto che ha lo<br />

stesso titolo. Sono molto grato a “Figli delle stelle” sebbene sia una<br />

canzone che eseguo sempre, perchè riconosco che scrivendola ho<br />

colto l'essenza della vita e averla trasmessa a tutti. Inoltre il messaggio<br />

si rinnova nel tempo anzi forse oggi assume un significato ancora più<br />

importante, di unità e superamento dei conflitti, se comprendiamo che<br />

apparteniamo tutti ad solo universo. Ma nel tempo forse quella che<br />

resiste di più affettivamente è "Vorrei incontrarti" da Aria, forse perché<br />

esprime quello spirito di ricerca sempre vivo in me.<br />

A che cosa serve la ragione, a parer tuo? O.. più precisamente, a<br />

chi serve?<br />

Non so esattamente cosa intendi per ragione ma per non addentrarmi<br />

in materia filosofica credo che per certi versi un aspetto importante<br />

della ragione è il buon senso che però paradossalmente è uno degli<br />

elementi più assenti oggi nella società.<br />

“Vorrei incontrarti” sembrerebbe essere dedicata ad una donna<br />

che non hai mai incontrato, se non nel tuo immaginario. Una<br />

donna che forse stai ancora aspettando e auspichi di incontrare<br />

da qualche parte, prima o poi. Ovunque si celi. Il riferimento<br />

all’uscita della fabbrica, quale ipotetico luogo d’incontro sta a<br />

Parliamo di “mete”, Alan. Tutti ne abbiamo, o<br />

comunque tutti pensiamo di averne… o ci illudiamo di<br />

averne. Secondo Aristotele la meta è quella scienza<br />

che si occupa di realtà successive quelle fisiche nel<br />

senso della conoscenza. Infatti prima l'uomo conosce<br />

le realtà che gli stanno attorno (quelle fisiche), e solo<br />

successivamente si occupa di quelle più distanti da<br />

lui. Aristotele chiama questa scienza principalmente<br />

"filosofia prima" perché considera le cause prime<br />

della realtà e perché offre la giustificazione o la difesa<br />

dei primi principi di conoscenza, necessari ad ogni<br />

altra scienza. Oppure?<br />

Recentemente Aristotele sta entrando spesso nella mia<br />

vita e dovrei a questo punto approfondirne la lettura. Noi<br />

abbiamo bisogno di obiettivi per migliorare la qualità dei<br />

nostri desideri, provare la nostra fede ed avvicinarci<br />

all'illuminazione. Gli obiettivi sono legna da bruciare per<br />

produrre combustibile per il nostro motore di ricerca<br />

interiore. Il principio buddista “Bonno soku bodai” significa<br />

“I desideri terreni sono illuminazione” quindi è impossibile<br />

sradicare i desideri dalla vita perché se così fosse non<br />

avremmo più vita. Ma cos’è l'illuminazione? E’ una<br />

condizione di assoluta felicità, vero io, libertà e purezza,<br />

che non dipende dalle condizioni esterne, quindi il fine<br />

ultimo degli obiettivi è di riattivare in noi questa<br />

condizione, in questo senso anche le esperienze più<br />

brutte possono servire. Ad un certo punto del mio<br />

percorso, a metà degli ani '80, questo principio buddista<br />

mi ha aperto la mente e da allora ho abbracciato “Il vero<br />

buddismo di Nichiren Daishonin” e la Legge Mistica di<br />

Nam Myoho Renge Kyo, (www.sgi-italia.org/index.ph<br />

Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai) che ha trasformato<br />

la mia vita.<br />

C’è qualche artista che apprezzi particolarmente e con<br />

cui ti piacerebbe aprire una collaborazione?<br />

Naturalmente tanti, ma vorrei maggiormente aprirmi ai<br />

giovani artisti, invitarli nel mio nuovo progetto e dare loro<br />

una vera possibilità di esprimersi.<br />

Progetti futuri.<br />

E' un momento particolarmente intenso per me questo<br />

2012, è una sfida. Sto ultimando la scrittura dei titoli del<br />

mio nuovo progetto dove la sfida consiste nell'unire tutti i<br />

mondi che ho attraversato in ognuno dei quali ero me<br />

stesso ed adesso è tempo di annullarne i confini.<br />

significare, forse, che il tuo cuore è aperto a chiunque. Chiunque,<br />

purchè abbia la capacità di risvegliare le tue emozioni e di<br />

perpetuarle nel tempo. Poco importa il dove e il come… il per<br />

sempre, fa la differenza. Il problema è che la bellezza e la purezza<br />

di un amore ideale mal si coniugano al repentino logorarsi delle<br />

cose terrene che perdono di intensità e di fascino nel loro<br />

svolgersi quotidiano. Già il solo ripetersi di una cosa: una<br />

carezza, un bacio, piuttosto che il fare l’amore.. lacerano<br />

inesorabilmente la bellezza di un amore miticizzato<br />

riconducendolo ad una condizione terrena.. e dunque imperfetta.<br />

Il piacere fisico, per quanto anche appagante è insufficiente ed<br />

inadeguato, sempre, se messo in parallelo alla perpetuazione di un<br />

sogno… se defraudato dalla sua magnificenza ideale. E’ così, Alan?<br />

L'amore non può essere disgiunto da un percorso spirituale di coscienza,<br />

le due cose dovrebbero crescere insieme migliorando l'uno le qualità<br />

dell'altro. Solo così l'amore si trasformerà continuamente influenzando<br />

l'aspetto fisico, mentale e romantico. Il problema non è quindi che il<br />

rapporto fisico sminuisce l’ideale romantico ma piuttosto che questi<br />

elementi sono tutti parte dell'amore e quindi devono volare insieme ... ed<br />

allora l’amore diventa un working progress dinamico.<br />

Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi.<br />

Un commento.<br />

Il piccolo principe insegna ... Sappiamo realmente cosa ci fa davvero<br />

felici? La maggior parte delle volte no, ecco perchè bisogna farsi guidare<br />

dal cuore e non dagli occhi.<br />

Una leggenda: Crotus, figlio di Eufeme, la nutrice delle Muse, che<br />

erano nove figlie di Zeus. Secondo il mitografo latino Igino, il padre<br />

di Crotus era Pan, il che conferma l'opinione di Eratostene che<br />

dovesse essere raffigurato come satiro piuttosto che come<br />

centauro. Crotus, che escogitò l'arte del tiro con l'arco, di sovente<br />

andava a caccia a cavallo. Abitava sul monte Elicone fra le Muse,<br />

che gradivano non poco la sua compagnia. Cantavano per lui e lui<br />

le acclamava vistosamente. Le Muse chiesero pertanto a Zeus di<br />

metterlo in cielo, dove lo vediamo nell'atto di dare una ostentazione<br />

della sua abilità di arciere. Davanti alle sue zampe anteriori c'è un<br />

cerchietto di stelle che secondo Igino rappresentava una ghirlanda<br />

gettata via da qualcuno che stava giocando. Codesto cerchietto di<br />

stelle si sostiene sia la costellazione della Corona Australe. La<br />

freccia a cui si assimila il Sagittario sarebbe pertanto la sintesi<br />

dinamica dell'uomo che vola attraverso la conoscenza, verso la<br />

trasformazione da essere animale in essere spirituale. Nell’uomo<br />

Sagittario la potenza ignea diviene quella purificazione spirituale<br />

foto di Francesco Costa, interviste realizzate<br />

al Le Gall oui c’est moi _ Porto San Giorgio<br />

delle illuminazioni dello spirito, delle ascese interiori attraverso cui<br />

l'istinto e l'ego superano in una trascendenza, verso il sovrumano.<br />

Figli delle stelle… non a caso. E poi?<br />

... E poi ti accorgi di essere solo in quel volo e a quelle altezze e che<br />

vorresti essere invece in uno sciame di rondini e volare insieme. Allora<br />

decidi di far risplendere il sole nella gente ed è questa oggi la mia storia.<br />

Se ci fosse la macchina del tempo, che consentisse di ritornare ad<br />

un periodo della tua vita, quale sceglieresti?<br />

Mi piacerebbe ritornare al tempo dei Sumeri, dei Maya o di Atlantide.<br />

A quel tempo credo quelle civiltà avessero contatto frequente con altre<br />

civiltà extraterrestri perchè si difendevano meno e credevano di più.


Sharon<br />

intervista esclusiva a<br />

May Linn<br />

voice&<br />

singer<br />

Sharon Mai è senza<br />

dubbio alcuno la Vocalist<br />

Performer emergente<br />

che più si è fatta notare<br />

all'interno della scena<br />

House. Note vocali<br />

straordinariamente<br />

flessibili e dalla<br />

femminilità spiccata a<br />

tratti “black”, che si<br />

ergono a performance<br />

per nulla comuni, quelle<br />

che l’hanno consacrata in<br />

cima alle hits<br />

internazionali con il suo<br />

“Destinazione Calabria”,<br />

presenza scenica<br />

magnetica. Cosa manca?<br />

Solo la sorpresa di<br />

ascoltarla mentre si<br />

esibisce in un deejay set<br />

fantasmagorico … come<br />

quello griffato Merli<br />

Entertainment che l‘ha<br />

accolta al “Le Gall” e che<br />

ha lasciato il segno,<br />

ovviamente in positivo.<br />

Nome o Alias?<br />

Nome. Il mio …. quello reale: Sharon May …<br />

Anno di nascita …? Professionale, sott’inteso.<br />

1986 … a Pinerolo provincia di Torino.<br />

Italia o Olanda?<br />

Italia … senza alcun dubbio.<br />

Interessi?<br />

Oltre la musica, mi interesso di animali, amo<br />

viaggiare …. meglio se sono viaggi tracking ….<br />

avventurosi …. del tipo ”turista fai da te” …. quelli<br />

non organizzati, insomma. Non da sola, magari<br />

con una amica … ed il resto si fa strada facendo<br />

… e poi, relativamente all’aspetto meno ludico<br />

dell’esistenza, diciamo che il mio impegno è<br />

profuso nei confronti di quelle attività sociali che si<br />

pongono il fine della salvaguardia dei diritti umani.<br />

La parte migliore del tuo corpo?<br />

Il naso ….<br />

Quella peggiore?<br />

La ciccia … (sorride maliziosa quasi a far sberleffo<br />

nella foto: Sharon May & Bruno Romano alias Jack<br />

della sua invidiabile forma fisica)<br />

Sei felice o meglio che cos’è per te la<br />

felicità?<br />

Io in generale posso dire di essere<br />

felice. La felicità comunque, secondo il<br />

mio modesto parere, è il percorso che<br />

si fa nel raggiungere degli obiettivi ….. il<br />

percorso che si fa anche cadendo e<br />

rialzandosi tutte le volte più forti, più<br />

coraggiosi e maggiormente<br />

consapevoli. Un aspetto della felicità è<br />

senza dubbio anche il realizzarsi …. Il<br />

percorso alla realizzazione dei propri<br />

desideri, sebbene pure a volte arduo e<br />

faticoso, mantiene viva quella tensione<br />

che ti consente di assaporare intensi<br />

attimi di felicità, fra una caduta e l’altra.<br />

C’è uno straordinario senso di<br />

appagamento nel rialzarsi, simile, se<br />

non addirittura parallelo, alla felicità nel<br />

raggiungimento di un sogno: la vita è<br />

scandita da tappe.<br />

Fidanzata, convivente o peggio …<br />

sposata (parlo da sposato)?<br />

Convivente ….<br />

Hai mai tradito?<br />

No mai …. anche perchè prima di<br />

convivere sono stata da sola (single)<br />

per 14 anni e mi son tolta qualsiasi<br />

voglia ….. (la risatina maliziosa di<br />

Sharon mi pone il divieto di indagare<br />

oltre)<br />

Sei stata tradita?<br />

Non che io sappia …. ma sicuramente<br />

si. Pensi che sia stata tanto fortunata da<br />

trovarli io tutti gli uomini onesti?<br />

A che età il primo bacio?<br />

Il primo bacio è stato dato in prima<br />

elementare, anche se innocente perché<br />

sulla guancia …. però molto<br />

emozionante che io ricordi… pensa..<br />

eravamo nascosti dietro un maggiolone<br />

azzurro fuori dalla scuola…<br />

Lui, come si chiamava?<br />

David …. ma la cosa più divertente è<br />

che il mio fidanzato attuale si chiama<br />

appunto con lo stesso nome: Davide.<br />

Coincidenze della vita.<br />

Preliminari o subito al sodo?<br />

Preliminari …. sicuramente si.<br />

Riscaldano l’ambiente..<br />

Sono importanti???<br />

Eh, si … certamente.<br />

La parolaccia che dici più spesso?<br />

Tranquilla nel dichiararlo.. io sono<br />

ben lungi dall’applicare la censura..<br />

Cazzo …..<br />

Anch’io (sorriso di placet). E quella<br />

che ti rivolgono più spesso invece?<br />

Mi dicevano “Stronza” ... nel tempo<br />

però penso di esser migliorata … oggi<br />

me lo dicono molto meno …<br />

Un tuo pregio?<br />

Forse … l’umanità.<br />

Il tuo difetto più evidente?<br />

L’impazienza.<br />

La tua canzone del cuore?<br />

Ci devo pensare … sai Jack … io amo<br />

talmente tanto la musica che… uhm<br />

vediamo … se devo proprio sceglierne<br />

una … non ho dubbi su: “Since i be<br />

loving you” dei Led Zeppelin (sulla mia<br />

stessa lunghezza d’onda … la mia<br />

generazione è cresciuta come dire … a<br />

pane e Led, Le dico fiero).<br />

Una canzone ancora da scrivere ….<br />

melodia …. Ritmo.. oppure?<br />

Io sono in un momento della mia vita<br />

dove ho tanta voglia di cambiamento.<br />

Voglia di cambiare sostanzialmente<br />

genere … sai, sono nata e cresciuta<br />

con il rock nelle orecchie … che le<br />

circostanze poi mi abbiano portata<br />

verso la house music... sono<br />

circostanze, appunto. L’ house ha nel<br />

suo DNA tanto ritmo ripetitivo … ma<br />

ritengo che con il passare degli anni sta<br />

acuendo questa caratteristica a scapito<br />

della sua componente melodica ….<br />

peccato. Io invece vorrei tornare alla<br />

musica con la “M” maiuscola …. quella<br />

in cui il ritmo ossessivo non ricopre la<br />

parte principale di un pezzo.<br />

Raccontaci un aneddoto divertente<br />

capitato durante le tue esibizioni…<br />

Mi è accaduta una cosa molto<br />

divertente da giovanissima… quando<br />

ancora ero la corista degli Africa United,<br />

ricordo di essere stata chiamata a fare<br />

un concerto di apertura …. ed è stato<br />

proprio in quell’occasione che, nel<br />

mentre io e il cantante ci giriamo verso<br />

il batterista che ci dava il quattro (slang<br />

musicale) con le bacchette, che mi<br />

saltano su le bretelle… palese che<br />

quell’episodio abbia immediatamente<br />

scatenato le risa collettive, tanto da non<br />

riuscire ad interpretare tutto il primo<br />

pezzo. Le risa, indomabili, avevano<br />

fatto sì che ognuno di noi non riuscisse<br />

a riacquistare sobrietà..<br />

La tua esperienza professionale più<br />

significativa? Un’esperienza che ha<br />

segnato una tappa importante della<br />

tua carriera di singer..<br />

Sicuramente l’aver scritto ”Destination<br />

Calabria” che è poi la canzone<br />

diventata famossissima … diventando<br />

un “cult della musica house”… grazie<br />

ovviamente anche alla magistrale<br />

interpretazione di Alex Gaudino e<br />

Crystal Waters. Tutto questo<br />

sicuramente mi ha aperto le porte … mi<br />

ha permesso di diventare una housesinger<br />

a livello internazionale.<br />

Ti hanno imbarazzata queste<br />

domande?<br />

No.<br />

Ti è piaciuta l’intervista?<br />

Si.<br />

Ti piaccio io?<br />

Si …. a pelle si …<br />

(Bella e furba… si può mai dire ad uno<br />

che ti intervista che non ti piace? Ah, le<br />

donne!! E’ proprio vero ... ne sanno una<br />

più del diavolo…)<br />

foto dI Giacomo Mario Perotti <strong>by</strong> Riviera Cool<br />

ed interviste realizzate al LE GALL oui c’est moi<br />

Porto San Giorgio _ ITALY


intervista esclusiva a<br />

Massimiliano Zerbini<br />

Chicco Mcvoice<br />

nella foto: Chicco Mc & Gianluca Jay allo Zen Club Royale Suite<br />

Una notte come al solito super fascinosa quella allo Zen<br />

Club di Porto San Giorgio in compagnia di Chicco, il<br />

poliedrico, acclamatissimo vocalist che riesce, come pochi,<br />

a trasmettere al suo pubblico quella voglia di divertimento<br />

che è lo spirito guida del suo life style. Oggi possiamo<br />

incontrarlo nei Best Club di tutta Italia, come il Chicco<br />

Voices: Sali e Tabacchi, Toqueville, Banus, Milionaire,<br />

Club21, Sesto Senso, Papeete, Villa Papeete, Folies de<br />

Pigalle, Babaloo, Le Gall e tanti altri ancora. Tanto per farsi<br />

un’idea del suo talento possiamo ricordare che Chicco ha<br />

lavorato nel mitico “Folies de Pigalle” di Parigi e, come se<br />

non bastasse, ha ritirato il prestigioso riconoscimento riferito<br />

agli operatori del mondo della notte “Babaloo Award 2005”<br />

come miglior vocalist … beh, che dire … CHICCO incontra<br />

settimanalmente un pubblico che ammonta nel suo insieme<br />

a quasi 10 mila persone. Numeri che lo rendono, gioco<br />

forza, un personaggio dalla grande visibilità. Stanotte però è<br />

con noi...<br />

Il tuo eros è mare, montagna o campagna?<br />

Sicuramente il mare.<br />

Dimmi il perché?<br />

Innanzi tutto perché mi ricorda sempre l’estate che è la<br />

stagione più bella delle quattro … il periodo dell’anno in<br />

cui posso stare libero e mi sento libero.<br />

Sesso: sei corpo o anima?<br />

Tutte e due.<br />

Qual è il tuo quoziente di infedeltà?<br />

Dipende.. se intendi solo ed esclusivamente per il<br />

partner diciamo pure che la media è di essere molto, ma<br />

molto fedele. Per quanto riguarda invece tutto il resto ….<br />

potrei … si tradire …<br />

Il primo approccio con una donna…<br />

Sono molto timido … e non si direbbe per via del lavoro<br />

che faccio. È la donna nel mio caso che effettivamente<br />

fa il primo passo. Ovvio che ci sia un gioco di sguardi, di<br />

seduzione gestuale … ma in realtà faccio fatica a capire<br />

quando è il momento … quindi è più la donna a dire ….<br />

“vengo io da te, non ce la faccio più ad aspettarti” (le<br />

sue risa fragorose a chiudere il commento mi fanno<br />

intendere che, forse, al di là del fatto che Chicco sia<br />

realmente timido, giocano a suo favore che sia un<br />

professionista molto affermato e un bel ragazzo … per<br />

cui può permettersi di restarsene in attesa …)<br />

Qual è la canzone della tua vita?<br />

Non credo di averla perché ce ne state tante che hanno<br />

avuto una parte importante in spezzoni della mia vita,<br />

quindi non voglio esprimere una preferenza in<br />

particolare … ovvero dare un’importanza ad una<br />

anziché ad un’altra ….<br />

Il posto a cui sei più legato ?<br />

Posso dire la casa nella sua accezione di nucleo<br />

familiare …. Il che non equivale ovviamente alla<br />

abituale residenza bensì al luogo dove risiedono le<br />

emozioni, la culla dei sentimenti. In questo momento ad<br />

esempio sto a Pavia con la mia fidanzata …. e sebbene<br />

dunque Pavia sia lontana dalla mia città di origine,<br />

Modena, mi trovo bene in questa nuova città, ciò a<br />

dimostrare che è proprio l’ambiente familiare che si<br />

forma prima ancora che il luogo in se stesso, ad essere<br />

determinante.<br />

Dal punto di vista professionale?<br />

Io sono un cittadino del mondo …. sia di giorno che di<br />

sera. Il mio lavoro mi porta ad essere in tantissime parti<br />

… mi piace e mi gratifica moltissimo a livello intimo il<br />

dialogo che ho con la gente, sia che le relazioni si<br />

consumino all’interno della mia vita professionale di<br />

voice, quanto nella realtà di tutti i giorni dove svolgo la<br />

professione di agente di commercio. In realtà sono uno<br />

zingaro … sto bene il qualsiasi parte.<br />

E il desiderio che vorresti realizzare? Un sogno che<br />

tieni ancora riposto nel cassetto …<br />

Farmi una bella famiglia …<br />

Raccontami un aneddoto divertente della tua vita<br />

professionale…<br />

Eheheh (sogghigna divertito)!!! Devo dirti …. che sono<br />

sicuramente gli episodi che mi hanno messo in difficoltà<br />

e dai quali poi ho cercato di venirne fuori …. con<br />

disinvoltura … sebbene anche qualora la gaffe fosse già<br />

stata ampiamente consumata…. come il chiamare il<br />

nome di un tavolo importante con un altro nome. Capita,<br />

eh, si capita … ed il bello è che quando questo accade<br />

la gente che saluto sta al gioco… magari lasciano solo<br />

trapelare stupore sulle loro facce come a dire “non hai<br />

capito nulla” … stupore conclamato sebbene non


verbalmente che è assolutamente indicativo<br />

ai fini della consacrazione della gaffe.<br />

Esercitare la memoria e lo spirito di<br />

osservazione dicono sia utilissimo… una<br />

bella scollatura presumo vada incontro<br />

ad entrambe … che dici?<br />

Direi che hai ragione, Jack (sorride)… una<br />

bella scollatura o un bel paio di gambe ….<br />

spesso ti fan perdere la memoria,<br />

diversamente però …<br />

Ci andresti a letto …. Con Oriano????<br />

Sì, a patto che dormiamo in lettini separati<br />

(dallo sguardo mi sembrava alludesse ad<br />

una netta demarcazione con fil di ferro<br />

spinato tra le parti).<br />

Il tuo colore preferito.<br />

Il rosso.<br />

Con quante donne sei stato a letto<br />

contemporaneamente?<br />

Il desiderio e sempre stato di stare con tante<br />

contemporaneamente …. e soprattutto<br />

quello di fare bella figura …. ma in realtà è<br />

rimasta semplicemente una fantasia…<br />

Ti sei sentito in imbarazzo per queste<br />

domande???<br />

No …. perché poi c’è una bellissima<br />

amicizia tra noi (pacca sulla spalla di rito)….<br />

avresti potuto anche fare di peggio, a<br />

conoscerti.<br />

Quanto sei stato sincero?<br />

Cento per cento … giuro ….<br />

(fuori onda)<br />

Domanda ad Oriano …..<br />

Ci andresti a letto con Chicco?<br />

Perché non ti ha detto che ci siamo già<br />

stati?????<br />

(E giù un fragore di risate dei presenti ...)<br />

oui c’est moi<br />

agosto2012<br />

il mercoledi<br />

il sabato<br />

cena spettacolo & dopocena<br />

donna ingresso libero entro le ore 1.30<br />

lungomare gramsci _ porto san giorgio<br />

foto ed intervista realizzate al<br />

CLUB ZEN royale suite<br />

PORTO SAN GIORGIO _ ITALY<br />

aspettando Nibiru cinemacorto.net<br />

Organizzatevi! La fine del mondo del 21 dicembre 2012 è sempre più vicina, o no?!?<br />

Un corto di TALBSTUDIO<br />

“Con questo corto torniamo sulla vicenda della fine del mondo datata 21 dicembre 2012. Stavolta lo facciamo in modo più pratico e perfino educativo - ci<br />

dice Alberto Tarquini che ha scritto e diretto il corto - se è vero che qualcuno presta fede alla profezia dei Maya dandola per veritiera, ci permettiamo di<br />

dare qualche "utile" consiglio su cosa fare da qui all'imminente fine del mondo. I casi sono due: o ci si crede veramente, e quindi siamo realmente ad un<br />

passo dalla fine del mondo (e allora non si capisce perchè ci si ostini a vivere<br />

normalmente sfogando l'ansia soltanto sul web), oppure qualcuno fa solo del<br />

catastrofismo gratuito senza però credere minimamente a quanto proclamato<br />

sul web come fosse una missione. Decidiamoci! O la fine del mondo è<br />

realmente vicina (e ci si comporta di conseguenza) , oppure sono solo<br />

"chiacchiere e distintivo". Ma se siete convinti davvero della profezia dei Maya,<br />

questo corto è per voi. Bando all'angoscia, via l'ansia, abbasso la<br />

depressione; godetevi la vita ... finché c'è! Se poi così non dovesse andare, se<br />

anche questa si rivelasse l'ennesima "bufala" - conclude divertito - si fa<br />

sempre in tempo ad invocare l'infermità mentale per tirarsi fuori dai guai e con<br />

una buona "mandria" di avvocati potreste arrivare comunque alla prescrizione;<br />

di sicuro non sareste i primi a farlo e ... neanche gli ultimi! Noi nel girarlo ci<br />

siamo divertiti. Speriamo accada anche a voi nel guardarlo”.<br />

Video: David Farina _ Audio: Giorgio Alberti<br />

Scritto e diretto da Alberto Tarquini<br />

www.cinemacorto.net/NIBIRU/index.html<br />

Ernesto D’Ettorre in una scena del corto


Jack<br />

& Friends<br />

una notte d’estate<br />

insidetheHAKUNACLUB<br />

Come on happy people get on the dancing floor. Feel good?<br />

This summer night can only be a magical night.<br />

Per chiudere in bellezza ... anzi, a parole ... parole, parole,<br />

parole … soltanto parole (?)<br />

“il nostro cervello è un terreno fecondo su cui le parole, le nostre come quelle altrui (se sono nostre questo<br />

discorso vale anche per le parole solo pensate) cadono come tanti semi. Ascoltando se stessi e gli altri, si<br />

diventa il fertile ricettacolo di questi semi, che poi fruttificano e germogliano nel corpo. Ogni forma di<br />

comunicazione incide dunque nella nostra psiche, lavora nel nostro inconscio per giorni, mesi, anni, arrivando a<br />

cambiare la nostra mentalità e lasciando una traccia fisica nel nostro corpo”. Gurdjeff aveva intuito giustamente:<br />

noi diventiamo per davvero le parole che ascoltiamo ma, ancor di più, quelle che pensiamo o pronunciamo e<br />

che continuiamo a pronunciare”.<strong>by</strong>Jack<br />

nelle foto con me in ordine di apparizione: Pierfrancesco, Gino, Giampiero e ... due affascinanti donne.<br />

GRAN GALA’<br />

notte<br />

Piazza Matteotti _ Porto San Giorgio _ (Fm) _ T. 0734.672202 _ ww.caffenovecento.com


[ musica]<br />

di Roberto Baldassarri<br />

metallari<br />

Gli ignoranti li chiamano dogati, zozzoni, satanisti,<br />

pazzi, malati, problematici e, in alcuni casi assassini.<br />

Pochi di loro sanno che sono probabilmente le persone<br />

con la più bella personalità: gentili, intelligenti,<br />

sensibili, premurosi e soprattutto rispettosi. Sono<br />

persone che lottano sempre e comunque a prescindere<br />

per la vera libertà e il rispetto verso l’altro. Oggi conta<br />

solo il Dio denaro e l’involucro esterno da presentare<br />

agli altri e sono in pochi coloro i quali guardano<br />

davvero dentro. I «metallari» ascoltano una canzone<br />

con il cuore, apprezzano e condividono la bellezza della<br />

vita in tutte le sue sfumature.<br />

nella foto: Sara Frate metallo e Ro<strong>by</strong><br />

IRON<br />

MADEN<br />

vBood brother<br />

Fratelli di sangue<br />

E se stai passeggiando nel giardino della vita<br />

Cosa ti aspetti di vedere?<br />

Uno specchio che riflette le mosse della tua vita<br />

E, nel fiume, il mio riflesso<br />

Solo per un secondo m’è apparsa una visione di mio<br />

padre<br />

E in una mossa mi ha fatto un cenno<br />

E in un momento mi sono rimasti solo i ricordi<br />

E tutte le ferite si riaprono<br />

Siamo fratelli di sangue<br />

E se ti guardi tutt’attorno spaventato<br />

Ciò che vedi, pensi che abbiamo imparato?<br />

No, se dai un’occhiata alla rissa diventata guerra<br />

Fuori nelle strade, dove i bambini sono bruciati<br />

Siamo fratelli di sangue<br />

A volte ho paura del mondo<br />

A volte mi vergogno di tutti noi<br />

Quando ti ricordi di tutte le emozioni che hai provato<br />

E vedi riflessi il bene e il male<br />

Sapremo mai qual è veramente la risposta alla vita?<br />

Puoi dirmi veramente cos’è la vita?<br />

Forse tutte le cose che sai che sono preziose per te<br />

Possono essere spazzate via dalla mano del destino<br />

Siamo fratelli di sangue<br />

Quando pensi che abbiamo sfruttato tutte le nostre<br />

occasioni<br />

E abbiamo provato a mettere tutto a posto,<br />

continuare a fare gli stessi vecchi errori<br />

fa fermare la bilancia così facilmente,<br />

quando viviamo le nostre vite sulla sommità<br />

come dice una preghiera nel libro dei morti<br />

Siamo fratelli di sangue<br />

E se stai passeggiando nel giardino della vita<br />

cosa ti aspetti di vedere?


Caterina Micheli nasce a Roma e li<br />

attualmente risiede e lavora. inizia la sua<br />

carriera, dopo una formazione in belle arti,<br />

nell'ambiti pittorico e grafico realizzando primi<br />

cicli di pittura e illustrazioni per pubblicazioni e<br />

pubblicità fino alla sua mostra personale più<br />

importante a livello nazionale "Ritratti d'Autori"<br />

nella quale conferma la sua attenzione per il<br />

ritratto e per l'espressività umana in genere.<br />

Poi il conseguente passo nella<br />

sperimentazione delle nuove tecnologie e<br />

l'inizio nel campo della fotografia digitale che<br />

le permettono di amplificare l'ambito della<br />

ritrattistica con un uso sempre personale e<br />

sperimentale dei mezzi. Nel 2008 fonda<br />

insieme e Giacomo Properzi videomaker e<br />

fotografo prima DAVAR associazione di<br />

promozione artistica nel panorama romano<br />

poi nel 2011 FACTORY società di promozione<br />

e pubblicità attiva nel campo della moda e del<br />

nightlife operante nel centro italia. A dimostrazione<br />

della sua poliedricità si ricorda la sua<br />

attività in campo cinematografico nell'ambito<br />

dello styling, infatti sua la direzione dei<br />

costumi di molte pubblicità, videoclip tra cui il<br />

videoclip "TRANNE TE" di Fabbri Fibra e<br />

collaborazioni come nel film "HABEMUS<br />

PAPAM" di Nanni Moretti.<br />

CATERINA MICHELI<br />

CRISTINA CAPRIOTTI<br />

GIACOMO CARLO<br />

PEROTTI<br />

"La fotografia è una passione che ho fin da<br />

piccolo quando "sprecavo" i rullini per fare foto<br />

improbabili ai tetti ed ai balconi dei palazzi del<br />

centro della mia città ... e poi corsi<br />

d'acqua,boschi,piante,farfalle ... Lo scorso anno<br />

ho deciso di togliere dal cassetto questo hob<strong>by</strong><br />

dimenticato a cui ho dedicato anime e corpo<br />

perchè tendo ad essere un perfezionista ...non<br />

so fino a che punto sia un pregio oppure un<br />

difetto. Ho iniziato entrando a far parte dello staff<br />

regionale di Tilllate.com a San Benedetto del<br />

Tronto e successivamente passando a<br />

Rivieracool (www.rivieracool.it) realizzando<br />

servizi fotografici nei locali più di tendenza sia<br />

come collaboratore di agenzia che come<br />

freelance in appoggio a diversi staff sia nelle<br />

Marche che in Abruzzo. Nel frattempo ho avuto<br />

occasione di realizzare sia Book fotografici che<br />

servizi per cerimonie e,grazie ai consigli di<br />

diversi fotografi esperti con cui ho collaborato e<br />

grazie all'impegno costante e profondo che ho<br />

messo in questo lavoro, sono riuscito ad arrivare<br />

ad un discreto livello naturalmente sempre<br />

migliorabile".<br />

fashion<br />

Professional Photographers<br />

FABRIZIO PACIFICI<br />

Romano dello storico quartiere di San<br />

Lorenzo, ideatore del Premio Sette Colli<br />

Giallorossi (arrivato quest’anno alla 5^<br />

edizione) e di altri importanti eventi, dopo<br />

varie esperienze in televisione e radio è oggi<br />

il vice presidente dell’ANPOE (Associazione<br />

Nazionale di Produttori e Organizzatori di<br />

Eventi). E’ il fondatore del portale più visitato<br />

della Capitale, EventiRoma.com, arrivato<br />

poco tempo fa alla milionesima visita.<br />

Quando e come ha iniziato a occuparsi di eventi della Capitale?<br />

In realtà da sempre. Ho avuto sempre una piacevole disposizione a fare e curare<br />

relazioni, ed è questo che negli anni mi ha facilitato anche il lavoro di organizzatore e<br />

produttore di eventi e di cura di uffici stampa.<br />

Il suo lavoro ha cambiato la sua vita?<br />

In realtà il mio lavoro è la mia vita. Non voglio dire che vivo per lavorare, ma sono<br />

talmente appassionato che quasi non riesco a distinguere il lavoro con la vita non<br />

lavorativa. Anche se sono in vacanza mi piace pensare al mio lavoro.<br />

La fotografia è probabilmente tra tutte le forme d’arte la più<br />

accessibile e la più gratificante. Può registrare volti o avvenimenti<br />

oppure narrare una storia. Può sorprendere, divertire ed educare.<br />

Può cogliere e comunicare emozioni e documentare qualsiasi<br />

dettaglio con rapidità e precisione.<br />

Lei ha sempre bisogno di esprimersi al massimo: lo fa per gusto<br />

o necessità?<br />

Come dicevo prima fa parte di me. E’ ovvio che se uno vuole<br />

distinguersi, specialmente oggi, in questo periodo di crisi, deve stare<br />

molto attento alla qualità, più che al ricavo. E in un momento così<br />

difficile chi riesce ad esprimersi al livello qualitativo soddisfacente e<br />

credibile, non teme crisi.<br />

Della sua attività di che cosa va più orgoglioso?<br />

Negli ultimi anni, gli ultimi due in particolare, ciò che più mi inorgoglisce<br />

è la formazione. Insieme a Fabrizio Borni (Presidente<br />

dell’Associazione Nazionale Produttori Organizzatori Eventi) abbiamo<br />

creato un percorso formativo che ci sta dando enormi soddisfazioni ed<br />

a breve presenteremo qualcosa che in Italia non era mai stato fatto<br />

prima, ovviamente parlo di formazione specifica per chi vuole<br />

diventare organizzatore di eventi.<br />

Del suo mondo, cosa non le piace?<br />

L’approssimazione e il facile entusiasmo che porta spesso molti a<br />

credere che questo lavoro si può anche improvvisare.<br />

Oggi a Roma c’è spazio per proporre idee nuove?<br />

Roma è una città che ha vissuto degli anni straordinari e che secondo<br />

me in quest’ultimo periodo si è un po’ addormentata. Secondo me chi<br />

ha idee vincenti può lavorare bene ovunque e naturalmente anche<br />

nella città più bella del mondo.<br />

John Heed Gecoe<br />

Negli ultimi 10 anni che cosa si ricorda con più piacere della<br />

Capitale?<br />

Se posso aggiungere alla sua domanda un anno in più, allora direi il<br />

terzo scudetto della Roma.<br />

Come si sopravvive nello spietato mondo della comunicazione? I<br />

suoi punti di forza…<br />

Umiltà, onestà, preparazione, duro lavoro.<br />

Fabrizio Pacifici cosa deve dimostrare a se stesso?<br />

Niente in particolare se non quello di essere sempre una persona<br />

coerente con ciò che dice e ciò che fa.<br />

Qual è il personaggio VIP, italiano o straniero che l’ha colpito di<br />

più?<br />

E’ difficile tirare fuori dei nomi dato che ho avuto a che fare con<br />

centinaia di personaggi, intanto posso dirti che per Eros Ramazzotti e<br />

Zinedine Zidane avevo un antipatia a pelle ma dopo che ho avuto a<br />

che fare con loro mi sono ricreduto. Mentre i personaggi che mi hanno<br />

colpito di più sono Francesco Totti, Antonello Venditti e Will Smith,<br />

autentici numeri uno nei loro settori, ma tra le persone più umili che<br />

abbia mai conosciuto in questo ambiente.<br />

Ha nuove aspirazioni professionali per il suo futuro?<br />

Dare la possibilità ai giovani di conoscere bene questo lavoro e<br />

insegnare le basi per poter cominciare in assoluta libertà.


inside the<br />

Pochi conoscono il suo vero nome che è Sandro Cecchini in<br />

quanto firma i suoi scatti col nick di ,<br />

fashion<br />

scatti d’autore<br />

Baikonur Photospace<br />

nome che nasce dall'unione delle sue passioni: la Russia, lo<br />

spazio e la fotografia che lo appassionano fin da piccolo.<br />

Inizialmente era interessato all'astronomia, al viaggio ma con il<br />

tempo è approdato al ritratto. Catturare i volti delle persone che<br />

lo affascinano è l'attività che ama che gli ha regalato le maggiori<br />

soddisfazioni. Tra le altre la pubblicazione su alcune riviste a<br />

diffusione regionale e l'incontro con la titolare della Cesare<br />

Paciotti Undewear, che definisce “Una persona straordinaria,<br />

con la quale è stato un piacere collaborare alla realizzazione di<br />

scatti dedicati alla loro linea intimo. Uno dei lavori per me<br />

sicuramente più importanti fino a questo momento”. Baikonur<br />

Photospace è un progetto condiviso anche da sua moglie,<br />

indispensabile collaboratrice.<br />

snc<br />

Feber<br />

ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE<br />

Via Bernini 32 _ Trodica (MC) _ T.0733 564396<br />

photo <strong>by</strong> BAIKONUR


SPECIALIZZATI IN PERIZIE INFORMATICHE<br />

LAB 51 srl _ Via E.Toti n.86 _ 63074 San Benedetto del Tronto (AP) T. 346.3439550 / 346.3439551 _ http://www.lab51.it _ info@lab51.it<br />

“Lab 51 srl nasce nel 2011 a San Benedetto del<br />

Tronto dall’esperienza ventennale di<br />

professionisti del settore dell’Information<br />

Tecnology, focalizzandosi principalmente nella<br />

Computer Forensics e nella Sicurezza<br />

Informatica. Sono oltre un milione, i reati<br />

informatici che ogni giorno vengono commessi<br />

nel mondo, con conseguenti danni di<br />

immagine, sottrazione di dati, tempo perduto o<br />

danni effettivi al sistema. Solo per il nostro<br />

paese, il danno stimato è di 662 milioni di euro.<br />

La crescente attenzione verso queste<br />

problematiche è testimoniata anche dal<br />

costante incremento di cause e processi a<br />

tema informatico e dalla nascita di sezioni<br />

specializzate in tali materie nei tribunali. In<br />

Italia, quando si ha la necessità del supporto di<br />

un esperto, ci si può avvalere di una<br />

Consulenza Tecnica specifica. Da più di sette<br />

anni, i professionisti di Lab 51 operano con<br />

successo nel campo della Computer Forensics,<br />

affiancando numerose Procure della<br />

Repubblica e Compagnie della Guardia di<br />

Finanza nelle delicate operazioni di analisi. Il<br />

nostro obiettivo primario, è estendere quei<br />

servizi finora erogati solo a forze dell’ordine e<br />

tribunali - come la copia certificata di memorie<br />

di massa, l’analisi e il recupero dati - anche alle<br />

aziende, mettendo a disposizione il software da<br />

noi sviluppato, l’esperienza, il know-how, la<br />

discrezione e la professionalità. Offriamo<br />

servizi di Data Wiping, distruzione e<br />

smaltimento per ogni tipo di supporto e<br />

assicuriamo una eliminazione certificata e<br />

permanente dei dati, assumendo il ruolo di<br />

Responsabile della distruzione dei documenti<br />

(Previsto dalla Legge sulla Privacy) e liberando<br />

l'azienda da tutte le responsabilità connesse<br />

alla dispersione dei dati. Dal 13 Ottobre 2008,<br />

infatti, il Garante per la Protezione dei Dati<br />

Personali ha stabilito che chiunque mantenga<br />

memorizzati su dispositivi elettronici dati relativi<br />

a sé o a terzi è tenuto ad assicurarsi che questi<br />

non possano andare dispersi e acquisiti anche<br />

in modo incontrollato da estranei. La procedura<br />

di Data Wiping, o cancellazione sicura, va<br />

eseguita ogniqualvolta sia necessario<br />

cancellare queste informazioni in maniera<br />

definitiva, come ad esempio al momento dello<br />

smaltimento o della cessione di un dispositivo<br />

elettronico. Oltre ai servizi già esposti, Lab 51<br />

fornisce computer per ogni tipo di esigenza e<br />

realizzati con i componenti delle migliori<br />

marche disponibili sul mercato, servizi di<br />

assistenza hardware e software<br />

personalizzabili, progettazione di infrastrutture<br />

di rete”.<br />

di Massimiliano Giorgi<br />

Ing. FRANCESCO<br />

RONGONI<br />

consulenza e progettazione nel settore energetico<br />

impiantistica civile ed industriale<br />

C.da Camera 72 _ 63100 Fermo _ mobile _ 389.1230448<br />

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