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sommario<br />

Periodico di informazione della Diocesi di Tricarico<br />

Anno XXII - Nuova serie - n. <strong>12</strong>1 - novembre/<strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong><br />

Direttore Responsabile:<br />

Giuseppe Abbate<br />

Redazione:<br />

Vincenzo Cantore<br />

Anna Giammetta<br />

Vito Sacco<br />

Maria Antonietta Calbi<br />

Antonietta Vizzuso<br />

Sede Redazione:<br />

c/o Curia Vescovile<br />

Piazza Raffaello Delle Nocche<br />

750<strong>19</strong> TRICARICO (MT)<br />

tel. e fax 0835.723052<br />

e-mail: <strong>fermenti</strong>2003@libero.it<br />

C.C.P. n. 10646750<br />

intestato a:<br />

Fermenti Curia Vescovile<br />

750<strong>19</strong> TRICARICO (MT)<br />

Registrazione Tribunale di Matera n. 104 del 6/3/<strong>19</strong>90<br />

Spedizione in abbonamento<br />

art. 2 post. comma 20/c, legge 662/96 del 23/<strong>12</strong>/<strong>19</strong>96<br />

filiale di Matera<br />

LA PAROLA DEL VESCOVO<br />

1 È Natale! Il “Bambino avvolto in fasce” la nostra speranza<br />

di Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Vincenzo Carmine Orofino<br />

IL PUNTO<br />

3 Fermenti: strumento per la permanente opera di educazione alla fede<br />

di Giuseppe Abbate<br />

DOCUMENTI<br />

4 Decreto per il dono delle sacre indulgenze nell’anno della fede<br />

VITA IN DIOCESI<br />

6 «Accogliere il dono della fede con il cuore e l’intelligenza»<br />

di Nicola Urgo<br />

7 Ripartiamo dal Credo<br />

di Giuseppe Abbate<br />

9 Anno della Cresima: giovani fortificati dai doni dello Spirito per<br />

testimoniare la fede<br />

di Vincenzo Cantore<br />

<strong>12</strong> Festa del Ciao - In cerca di autore, in cerca di… Te<br />

di Margherita Bonelli<br />

<strong>13</strong> I giovani a Miragica per l’inizio dell’anno scolastico<br />

di Marco Volpe<br />

14 52 mo Anniversario della morte del Ven. Raffaello Delle Nocche<br />

di Vito Sacco<br />

15 Diverse abilità in formazione<br />

di Sonia Cirillo e Sonia Sacco<br />

16 Diaconato permanente un dono per la nostra Chiesa locale<br />

di Paolo Ambrico<br />

ANNO DELLA FEDE<br />

17 L’Obbedienza della fede<br />

di Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Vincenzo Carmine Orofino<br />

22 La fede di Abramo<br />

di Giovanni Trolio<br />

CULTURA<br />

27 Il culto di San Potito nella Diocesi di Tricarico<br />

di Antonietta Vizzuso<br />

33 Papa Benedetto XVI sul senso del racconto evangelico<br />

TERRITORIO<br />

34 Il Natale in Vaticano parla lucano<br />

di Anna Giammetta<br />

DALLE PARROCCHIE<br />

36 Mandato dei ministranti<br />

di Vito Sacco<br />

37 Oratorio estivo in Cattedrale<br />

di Maria Ambrisi<br />

39 La comunità di Stigliano raccolta in preghiera attorno alle reliquie di<br />

S. Antonio da Padova<br />

di Maria Antonietta Calbi<br />

40 Natale a kilometro zero<br />

del Gruppo Giovani “Giovanni Paolo II”<br />

40 Omaggio della Parrocchia San Nicola di Myra a San Rocco<br />

di Vito Sacco<br />

42 Calcio a 5. Debutta l’A.S.D. ANSPI Delle Nocche: la squadra dell’amicizia<br />

di Anna Giammetta<br />

43 Un inizio tra preghiera e festa<br />

a cura del Consiglio Pastorale<br />

43 I nonni: un tesoro per tutti<br />

a cura della Caritas e dei catechisti<br />

ALLA SCUOLA DEI SANTI<br />

44 Gli auguri di Mons. Delle Nocche alle “sue” suore per il Natale <strong>19</strong>31<br />

AGENDA<br />

46 Gennaio - Febbraio - Marzo 20<strong>13</strong><br />

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La parola del Vescovo<br />

È NATALE!<br />

IL “BAMBINO AVVOLTO IN FASCE”<br />

LA NOSTRA SPERANZA<br />

Carissimi,<br />

è Natale, la festa del Dio<br />

vicino che si è fatto uomo per<br />

permettere a ogni uomo di<br />

partecipare della vita di Dio.<br />

Anche per noi, oggi, mentre<br />

siamo presi da tante preoccupazioni<br />

quotidiane, risuona forte<br />

e chiara la voce dell’Angelo<br />

che dice: “Non temete: ecco, vi<br />

annuncio una grande gioia, che<br />

«…Dio si è<br />

fatto carne ed è<br />

venuto ad abitare<br />

in mezzo a noi…»<br />

sarà di tutto il popolo: oggi, nella<br />

città di Davide, è nato per voi un<br />

Salvatore, che è Cristo Signore.<br />

Questo per voi il segno: troverete<br />

un bambino avvolto in fasce,<br />

adagiato in una mangiatoia” (Lc<br />

2,10.11). Anche noi, in questo<br />

tempo e in questi luoghi, come i<br />

pastori della Giudea duemila anni<br />

fa, possiamo esultare perché Dio<br />

si è fatto carne ed è venuto ad<br />

abitare fisicamente in mezzo a noi<br />

e così noi abbiamo la possibilità<br />

di contemplare la sua gloria (cfr.<br />

Gv 1,14).<br />

Dio, l’Onnipotente e l’Eterno,<br />

si è fatto “bambino” per stare<br />

per sempre vicino a noi e a ogni<br />

uomo. Dio, invisibile e ineffabile,<br />

che il nostro cuore desidera più<br />

di ogni altra persona e cosa, si<br />

intrattiene con noi per invitarci e<br />

ammetterci alla comunione con<br />

Sé. Quale grande dono! Quale<br />

immensa promessa di speranza<br />

nel Natale del Signore! Dio è con<br />

noi e per noi. Per sempre. Per tutti.<br />

A Natale germoglia la speranza<br />

perché con la nascita di Gesù,<br />

“nostra speranza” (1Tm 1,1), ogni<br />

uomo può gustare l’amore misericordioso<br />

di Dio e sperimentare<br />

che il Padre non abbandona mai<br />

i suoi figli. Dio ci ama, ci dona la<br />

vita, ci accompagna, ci custodisce,<br />

ci protegge, ci attrae a sé,<br />

ci accoglie nel Suo Regno. Dio ci<br />

vuole per sé e con sé.<br />

Vivere tutti gli istanti con<br />

questa consapevolezza è un<br />

dono e un compito. Un dono che<br />

riceviamo nella fede della Chiesa<br />

e un compito che scaturisce dalla<br />

nostra identità di figli di Dio.<br />

Un dono grande e un compito<br />

impegnativo che cambiano la<br />

vita e la rendono beata, bella e<br />

buona perché la vita di coloro<br />

che seguono Gesù è piena, lieta,<br />

attraente, sicura, carica di senso,<br />

di attesa e di speranza. Quella<br />

dei cristiani è una vita originata<br />

dalla grazia di Dio e determinata<br />

dalla libertà dell’uomo, è illuminata<br />

dalla fede e sostenuta dalla<br />

carità, è segnata dalla gioia<br />

dell’amicizia e caratterizzata<br />

dalla gratuità della condivisione.<br />

Natale è una straordinaria scuola<br />

di vita e di fede!<br />

Carissimi, vi assicuro che<br />

si può vivere così, che ognuno<br />

di noi può fare esperienza di<br />

questa pienezza di vita e di<br />

gioia, che questa vita buona<br />

è per noi. Per tutti noi. Si può<br />

vivere lieti e felici anche oggi<br />

nonostante la crisi economica,<br />

nonostante il disfacimento del<br />

sistema sociale e la fragilità dei<br />

cristiani. Possiamo vivere così<br />

malgrado i nostri limiti e i nostri<br />

peccati. Per vivere così, però,<br />

occorre volerlo veramente e<br />

avere un cuore colmo di un<br />

desiderio di bene per la propria<br />

1<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 3 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


La parola del Vescovo<br />

2<br />

vita. Per vivere così bisogna<br />

avere la semplicità, l’umiltà e<br />

la libertà di quei pastori che al<br />

tempo della nascita di Gesù<br />

“vegliavano tutta la notte”,<br />

“all’aperto”, “per fare la guardia<br />

al loro gregge” (Lc 2, 8-<strong>12</strong>).<br />

Per vivere felici e non essere<br />

“trasportati qua e là” da qualsiasi<br />

vento di crisi anche noi<br />

dobbiamo avere la stessa curiosità<br />

e il medesimo desiderio di<br />

andare “senza indugio” fino a<br />

Betlemme per fissare lo sguardo<br />

sul Bambino “avvolto in fasce,<br />

adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,<br />

<strong>12</strong>) e riconoscere in quel Bambino<br />

il Signore della nostra vita.<br />

Duemila anni fa, come oggi,<br />

per Giuseppe, Maria e Gesù “non<br />

c’era posto nell’alloggio” (Lc 2,7),<br />

eppure i pastori hanno riconosciuto<br />

in quel Bambino il Messia<br />

atteso e il Salvatore del mondo.<br />

Lo hanno riconosciuto perché<br />

vegliavano e attendevano la luce<br />

del giorno. Vegliavano e attendevano!<br />

Non stavano semplicemente<br />

svegli, perché dentro il<br />

loro vegliare c’era l’attesa di una<br />

luce per la loro vita. Per questo<br />

non hanno avuto paura delle<br />

tenebre della notte e di<br />

pernottare all’aperto. I pastori<br />

hanno riconosciuto nel Bambino<br />

Gesù il Messia perché il loro cuore<br />

non era bloccato e rassegnato<br />

bensì pulsante e ardente di<br />

fiduciosa attesa. “E la gloria del<br />

Signore li avvolse di luce”, di<br />

una luce talmente più grande<br />

di quella che attendevano che<br />

“furono presi da grande timore”<br />

(cfr. Lc 2,9).<br />

Cari amici, anche noi siamo<br />

chiamati a “vegliare” e ad “attendere”<br />

per accogliere la luce che<br />

proviene dalla Gloria del Signore<br />

e stupirci per le cose sperimentate<br />

e raccontate dai pastori (cfr. Lc<br />

2, 16-18). Anche dentro la nostra<br />

“veglia” e la nostra “attesa”,<br />

come per i pastori, c’è una promessa<br />

più grande, per noi e per<br />

la comunità, che supera ogni ”desiderio”<br />

e ogni “merito”. Anche<br />

per noi, per riconoscere Dio presente,<br />

è necessario vegliare e desiderare<br />

realmente di “vedere” il<br />

Signore, evitando “di attendere<br />

il Regno di Dio senza volere veramente<br />

“quel” Regno; volere che<br />

avvenga senza amare davvero il<br />

Regno di Dio” (L. GIUSSANI, Dalla<br />

liturgia vissuta: una testimonianza,<br />

Jaca Book, Milano <strong>19</strong>91, p. 32).<br />

Il Santo Padre Benedetto XVI<br />

nel suo ultimo libro (L’infanzia di<br />

Gesù, Rizzoli – Libreria Editrice<br />

Vaticana, Città del Vaticano 20<strong>12</strong>)<br />

ci ricorda che la nascita di Gesù<br />

costituisce un nuovo inizio per<br />

la storia dell’umanità e per quella<br />

di ogni persona, poiché “Gesù<br />

assume in sé l’intera umanità, l’intera<br />

storia dell’umanità, e le dà<br />

una svolta nuova, decisiva verso<br />

un nuovo essere persona umana”,<br />

per cui “con Gesù è arrivata la pienezza<br />

dei tempi (…) e comincia<br />

l’ora decisiva della storia universale”<br />

(pp. 18.<strong>19</strong>). Ognuno di noi<br />

“entra, mediante la fede, nell’origine<br />

personale e nuova di Gesù,<br />

riceve questa origine come origine<br />

propria”, pertanto “la nostra vera<br />

genealogia è la fede in Gesù, che ci<br />

dona una nuova provenienza, ci fa<br />

nascere da Dio” (p. 20). La fede<br />

è veramente una nuova nascita,<br />

genera una nuova vita, suscita<br />

una nuova consapevolezza di sé<br />

e della realtà.<br />

Questo è il contenuto della<br />

gioia di Natale e questo è anche<br />

il motivo della nostra speranza:<br />

con la nascita di Gesù nella storia<br />

è avvenuto un nuovo inizio<br />

di cui siamo resi partecipi. Un<br />

nuovo inizio che è accaduto nel<br />

seno della Vergine Maria e che<br />

continua ad avvenire nella vita di<br />

ognuno di noi. Credetemi! Sarà<br />

sempre questo “nuovo inizio” a<br />

determinare la nostra esistenza e<br />

la vita della società e mai le “crisi”<br />

e i “fallimenti”, personali e comunitari,<br />

presunti e veri, grandi<br />

e piccoli. La nostra vita, in quanto<br />

cambiata dalla grazia di Dio<br />

in questo nuovo inizio, è il vero<br />

motivo di speranza per le nostre<br />

famiglie, le nostre comunità e la<br />

società tutta, poiché il Signore<br />

non fa mai mancare ai suoi figli<br />

la testimonianza di persone a cui<br />

guardare per amarLo e seguirLo<br />

nella compagnia affidabile della<br />

Chiesa.<br />

Con occhi semplici e puri impariamo<br />

a guardare il “Bambino<br />

avvolto in fasce” come lo hanno<br />

guardato Sua Madre Maria, San<br />

Giuseppe e i pastori. Da subito<br />

nel nostro cuore rinascerà la certezza<br />

che “Dio è con noi” e con<br />

essa la vera gioia del Natale.<br />

Il Bambino Gesù, “che giace<br />

nella mangiatoia” per offrirsi<br />

come cibo, alimenti la nostra speranza,<br />

nutra la nostra carità, sostenga<br />

il nostro lavoro, benedica<br />

le nostre attese, custodisca noi e<br />

le nostre famiglie nel Suo amore.<br />

Di vero cuore vi auguro un<br />

santo e felice Natale del Signore.<br />

Auguri!<br />

il vostro Vescovo<br />

Tricarico, 8 <strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong><br />

Solennità dell’Immacolata<br />

Concezione della B.V. Maria<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 4 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Il Punto<br />

Giuseppe Abbate<br />

STRUMENTO PER LA<br />

PERMANENTE OPERA<br />

DI EDUCAZIONE<br />

ALLA FEDE<br />

Cari lettori,<br />

l’anno che si sta per concludere<br />

è stato certamente<br />

buono per il nostro giornale.<br />

Si è continuato sulla strada del<br />

miglioramento sia dal punto di<br />

vista qualitativo dei contenuti<br />

sia da un punto di vista grafico,<br />

conservando la sua caratteristica<br />

nello svolgere un utile servizio di<br />

collegamento tra le Parrocchie<br />

della Diocesi.<br />

Da questo numero Fermenti si<br />

presenta con una veste tipografica<br />

completamente nuova e<br />

adatta alle attuali esigenze editoriali.<br />

Abbiamo deciso di dare<br />

al giornale una veste nuova, un<br />

formato più maneggevole, contenuti<br />

sempre più approfonditi.<br />

Tutto ciò è stato possibile grazie<br />

al cammino di crescita che noi<br />

della redazione stiamo facendo e<br />

grazie all’interesse e all’appoggio<br />

che voi lettori dimostrate.<br />

Vogliamo puntare sempre più su<br />

Fermenti per contribuire all’opera<br />

formativa delle nostre parrocchie<br />

attraverso una informazione<br />

sempre più attenta e puntuale:<br />

puntiamo su Fermenti come strumento<br />

per la “nuova evangelizzazione<br />

e la permanente opera<br />

di educazione alla fede”.<br />

Diamo atto che nel tempo ha<br />

assunto uno stile tutto suo con<br />

una suddivisione in rubriche, che<br />

continuiamo a mantenere, che<br />

rispecchia il volto di una Diocesi<br />

protesa verso orizzonti più vasti<br />

e mete sempre più alte continuando<br />

a fotografare la nostra<br />

realtà diocesana raccontando,<br />

con semplicità e competenza, gli<br />

eventi a carattere spirituale, pastorale<br />

e culturale del mondo e<br />

della Chiesa, universale e locale,<br />

puntando a tener desta l’attenzione<br />

su tutti gli aspetti che riguardano<br />

la vita di ogni cristiano.<br />

Tanti gli argomenti in questo <strong>12</strong>1°<br />

numero. Dagli auguri del Vescovo<br />

al decreto sulle indulgenze per<br />

l’Anno della Fede. Nella rubrica<br />

Vita in Diocesi troverete articoli<br />

sul Corso sul credo, sull’apertura<br />

dell’Anno della fede, sull’Anno<br />

della cresima per la nostra diocesi,<br />

sulla festa del Ciao, e altri.<br />

Nella rubrica Territorio ci siamo<br />

occupati del presepe che un nostro<br />

condiocesano ha esposto in<br />

Piazza S. Pietro in Vaticano.<br />

La rubrica Cultura, invece, prende<br />

in analisi il culto di S. Potito nella<br />

nostra Diocesi vista la prossima<br />

festa il 14 gennaio 20<strong>13</strong>. Ancora<br />

un’ampia panoramica su eventi<br />

parrocchiali nella rubrica Dalle<br />

Parrocchie.<br />

Questo nuovo inizio è una sfida<br />

non solo per la redazione ma per<br />

tutti quanti visto che si chiede<br />

la collaborazione da parte delle<br />

parrocchie a promuovere, valorizzare<br />

e incentivare la rivista.<br />

La sfida è di utilizzare Fermenti<br />

come vero e proprio strumento<br />

che contribuisce alla nuova<br />

evangelizzazione e la permanente<br />

opera di educazione alla fede.<br />

A noi l’impegno e la scelta di<br />

servire la nostra fede attraverso<br />

la buona stampa.<br />

3<br />

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Documenti<br />

DECRETO PER IL DONO DELLE SACRE INDULGENZE<br />

NELL’ANNO DELLA FEDE<br />

• Vista la Lettera Apostolica sotto forma di Motu Proprio Porta Fidei del Sommo Pontefice Benedetto<br />

XVI con la quale indice l’Anno della Fede, dell’11 ottobre 2011;<br />

• vista la Nota con indicazioni pastorali per l’Anno della fede della Congregazione per la Dottrina della<br />

Fede, del 6 gennaio 20<strong>12</strong>;<br />

• visto il Decreto della Penitenzieria Apostolica “Si arricchiscono del dono di Sacre Indulgenze<br />

particolari esercizi di pietà, da svolgersi durante l’Anno della fede”, del 14 settembre 20<strong>12</strong>, con il<br />

quale viene stabilito che “Durante tutto l’arco dell’Anno della Fede, indetto dall’11 Ottobre 20<strong>12</strong> fi no<br />

all’intero 24 Novembre 20<strong>13</strong>, potranno acquisire l’Indulgenza plenaria della pena temporale per<br />

i propri peccati impartita per la misericordia di Dio, applicabile in suffragio alle anime dei fedeli<br />

defunti, tutti i singoli fedeli veramente pentiti, debitamente confessati, comunicati sacramentalmente,<br />

e che preghino secondo le intenzioni del Sommo Pontefi ce”;<br />

• considerato che l’Anno della fede intende innanzitutto “sviluppare in sommo grado – per quanto è<br />

possibile su questa terra – la santità di vita e ottenere, quindi, nel grado più alto la purezza dell’anima,<br />

sarà molto utile il grande dono delle Indulgenze, che la Chiesa, in virtù del potere conferitole da Cristo,<br />

offre a tutti coloro che con le dovute disposizioni adempiono le speciali prescrizioni per conseguirle”.<br />

4<br />

• esaminato attentamente tutto quanto espressamente demandato al giudizio dell’Ordinario diocesano,<br />

DECRETO<br />

che i fedeli di questa amata diocesi di Tricarico, alle condizioni richieste dalle leggi della Chiesa universale,<br />

possono ottenere l’Indulgenza Plenaria della pena temporale per i propri peccati impartita per la Misericordia<br />

di Dio nell’Anno della fede:<br />

1. ogniqualvolta parteciperanno ad almeno tre momenti di predicazione durante le Sacre Missioni, oppure<br />

ad almeno tre lezioni sugli Atti del Concilio Vaticano II e sugli Articoli del Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />

in qualsiasi chiesa o luogo idoneo, oppure ad almeno tre lezioni del “Corso sul Credo” che si tiene nelle due<br />

zone pastorali della Diocesi;<br />

2. ogniqualvolta visiteranno in forma di pellegrinaggio una Basilica Papale, una catacomba cristiana, una<br />

Chiesa Cattedrale, il Santuario diocesano “Madonna di Fonti” in Tricarico, la Chiesa Cattedrale in Tricarico (fin<br />

quando questa non sarà riaperta al culto, le chiese di “Sant’Antonio di Padova” e “San Francesco” in Tricarico)<br />

e lì parteciperanno a qualche sacra funzione o almeno si soffermeranno per un congruo tempo di raccoglimento<br />

con pie meditazioni, concludendo con la recita del Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma<br />

legittima, le invocazioni alla Beata Vergine Maria e, secondo il caso, ai Santi Apostoli o Patroni;<br />

3. ogniqualvolta, in qualunque luogo sacro parteciperanno ad una solenne celebrazione eucaristica o alla<br />

liturgia delle ore, aggiungendo la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima, nei giorni della festa della<br />

Cattedra di San Pietro (22 febbraio 20<strong>13</strong>) e delle seguenti Solennità liturgiche: Immacolata Concezione della<br />

Beata Vergine Maria (8 <strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong>), Natale del Signore (25 <strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong>), Maria Santissima Madre<br />

di Dio (1 gennaio 20<strong>13</strong>), Epifania del Signore (6 gennaio 20<strong>13</strong>), Domenica di Pasqua nella Risurrezione del<br />

Signore (31 marzo 20<strong>13</strong>), Ascensione del Signore (<strong>12</strong> maggio 20<strong>13</strong>), Veglia di Pentecoste (18 maggio 20<strong>13</strong>),<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 6 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Documenti<br />

Santissima Trinità (26 maggio 20<strong>13</strong>), Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (2 giugno 20<strong>13</strong>), Santi Pietro e<br />

Paolo Apostoli (29 giugno 20<strong>13</strong>), Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto 20<strong>13</strong>), Tutti i Santi (1<br />

novembre 20<strong>13</strong>), Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo (24 novembre 20<strong>13</strong>);<br />

4. in ogni chiesa parrocchiale della Diocesi nel giorno della festa patronale e nella festa di San Potito<br />

Martire, patrono della Diocesi (14 gennaio 20<strong>13</strong>);<br />

5. partecipando alle seguenti celebrazioni o manifestazioni diocesane: il 25 novembre 20<strong>12</strong>, nella chiesa<br />

Sant’Antonio di Padova in Tricarico, alla solenne Concelebrazione eucaristica per il 52° anniversario della<br />

morte del Venerabile Raffaello Delle Nocche; il 7 aprile 20<strong>13</strong>, domenica della Divina Misericordia, nella<br />

chiesa San Giovanni Battista in Grassano, alla solenne Concelebrazione eucaristica per il 47° anniversario della<br />

morte della Serva di Dio Maria Marchetta; il 25 aprile 20<strong>13</strong>, festa di San Marco evangelista, presso il Santuario<br />

Diocesano di Fonti, alle celebrazioni per la Giornata Diocesana del Laicato Cattolico; il 1° maggio 20<strong>13</strong>, festa<br />

di San Giuseppe lavoratore, al pellegrinaggio diocesano al Santuario di Fonti; il <strong>19</strong> maggio 20<strong>13</strong>, domenica<br />

di Pentecoste, nella chiesa di Sant’Antonio di Padova in Stigliano, alla solenne Concelebrazione eucaristica<br />

per il conferimento del sacramento della Cresima; il <strong>19</strong> maggio 20<strong>13</strong>, domenica di Pentecoste, nelle Chiesa<br />

Cattedrale in Tricarico (o chiesa sostitutiva), alla solenne Concelebrazione eucaristica per il conferimento del<br />

sacramento della Cresima; il 1° giugno 20<strong>13</strong>, memoria di San Giustino martire, presso la parrocchia Madonna<br />

di Pompei in Garaguso Scalo, alle celebrazioni per la Giornata diocesana del Malato;<br />

6. un giorno liberamente scelto, durante l’Anno della fede, per la pia visita del battistero o altro luogo, nel quale<br />

ricevettero il sacramento del Battesimo, se rinnoveranno le promesse battesimali in qualsiasi formula legittima.<br />

Il 24 Novembre 20<strong>13</strong>, nella solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo, con la quale si chiuderà l’Anno<br />

della fede, nella Chiesa Cattedrale in Tricarico (o altra chiesa se questa permane chiusa al culto) impartirò<br />

la Benedizione Papale con l’Indulgenza plenaria, lucrabile da parte di tutti i fedeli che riceveranno tale<br />

Benedizione devotamente.<br />

I fedeli veramente pentiti, che non potranno partecipare alle solenni celebrazioni per gravi motivi (come<br />

gli anziani, gli infermi e coloro che, in ospedale o in altri luoghi di cura, prestano servizio continuativo ai<br />

malati…), conseguiranno l’Indulgenza plenaria, alle medesime condizioni, se, uniti con lo spirito e con il<br />

pensiero ai fedeli presenti, particolarmente nei momenti in cui le Parole del Sommo Pontefice o del Vescovo<br />

diocesano verranno trasmesse per televisione e radio, reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento<br />

li trattiene il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima, e altre preghiere conformi alle<br />

finalità dell’Anno della fede, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita.<br />

Affinché l’accesso al sacramento della Penitenza e al conseguimento del perdono divino attraverso il<br />

potere delle Chiavi, sia pastoralmente facilitato, tenuto conto che nelle Chiese designate per l’Anno della fede<br />

don Giovanni Trolio (canonico e parroco della Cattedrale), Mons. Michele Pandolfi (canonico e parroco della<br />

parrocchia Sant’Antonio di Padova in Tricarico), Mons. Girolamo Salierno (canonico e collaboratore del parroco<br />

della Cattedrale) e don Claudio Molfese (collaboratore del Rettore del Santuario Diocesano di Fonti) si troveranno<br />

nelle condizioni di ascoltare le confessioni dei fedeli, concedo loro (limitatamente al foro interno) le facoltà di cui<br />

al can. 508, § 1 del CIC, già espletate per “facoltà ordinaria” dal canonico penitenziere, mons, Francesco Uricchio.<br />

I confessori, dopo aver ammonito i fedeli sulla gravità di peccati ai quali sia annessa una riserva o una censura,<br />

determineranno appropriate penitenze sacramentali, tali da condurli il più possibile ad uno stabile ravvedimento e,<br />

a seconda della natura dei casi, da imporre loro la riparazione di eventuali scandali e danni.<br />

Invito i reverendissimi parroci a spiegare chiaramente e dettagliatamente i principi e le disposizioni qui<br />

proposti per la santificazione dei fedeli.<br />

Il presente Decreto ha validità unicamente per l’Anno della fede.<br />

Dato a Tricarico, il 01 novembre 20<strong>12</strong><br />

Solennità di tutti i Santi<br />

L’ORDINARIO DIOCESANO<br />

Il CANCELLIERE VESCOVILE<br />

+ Vincenzo Carmine Orofino Don Nicola Salvatore Balzano<br />

5<br />

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Vita in Diocesi<br />

Nicola Urgo<br />

Pellegrinaggio<br />

diocesano a<br />

Materdomini<br />

e assemblea<br />

diocesana per<br />

l’anno pastorale<br />

20<strong>12</strong>-20<strong>13</strong><br />

«ACCOGLIERE IL<br />

DONO DELLA FEDE<br />

CON IL CUORE E<br />

L’INTELLIGENZA»<br />

6<br />

La diocesi di Tricarico,<br />

organizzando il pellegrinaggio<br />

a Materdomini<br />

(Avellino) all’inizio di settembre,<br />

ha voluto affidare alla Vergine<br />

Madre di Dio e all’intercessione<br />

di San Gerardo Maiella, umile<br />

servo di Cristo, nativo della<br />

nostra terra di Basilicata, l’Anno<br />

della Fede indetto da Benedetto<br />

XVI. Già in quella occasione sono<br />

state invitate tutte le parrocchie<br />

della diocesi a celebrare l’inizio<br />

dell’Anno della Fede, rivivendo<br />

come 50 anni fa nel giorno<br />

dell’apertura del Concilio<br />

Vaticano II, la sera dell’11 ottobre,<br />

con una fiaccolata che precedesse<br />

l’ora di adorazione comunitaria,<br />

da pregare insieme alle ore 21.00.<br />

A Tricarico, sede episcopale,<br />

tutte le parrocchie si sono date<br />

appuntamento nella chiesa di<br />

San Potito martire, patrono della<br />

Diocesi, per iniziare la fiaccolata,<br />

presieduta dal nostro vescovo<br />

Vincenzo, fino alla chiesa di San<br />

Francesco (attualmente chiesa<br />

Cattedrale) per pregare insieme<br />

e dare inizio ufficialmente, anche<br />

nella nostra Diocesi, all’Anno<br />

della Fede. Apertura dell’Anno<br />

della Fede e cinquantesimo<br />

dall’inizio del Concilio, a ricordo<br />

anche del saluto di Giovanni XXIII<br />

e del suo “discorso alla Luna”,<br />

per riprendere gli Insegnamenti<br />

del Concilio e rilanciarli in avanti,<br />

per il tempo a venire.<br />

Il Concilio Vaticano II è stato interamente<br />

animato dalla consapevolezza<br />

e dal desiderio di doversi,<br />

per così dire, immergere nuovamente<br />

nel mistero cristiano, per<br />

poterlo riproporre efficacemente<br />

all’uomo contemporaneo. Paolo<br />

VI, due anni dopo la conclusione<br />

dell’Assise conciliare, ebbe a dire:<br />

«Se il Concilio non tratta espressamente<br />

della fede, ne parla ad<br />

ogni pagina, ne riconosce il carattere<br />

vitale e soprannaturale,<br />

la suppone integra e forte e costruisce<br />

su di essa le sue dottrine.<br />

Basterebbe ricordare [alcune]<br />

affermazioni conciliari (…) per<br />

rendersi conto dell’essenziale<br />

importanza che il Concilio, coerente<br />

con la tradizione dottrinale<br />

della Chiesa, attribuisce alla fede,<br />

alla vera fede, quella che ha per<br />

sorgente Cristo e per canale il<br />

magistero della Chiesa» (Catechesi<br />

nell’Udienza generale dell’8<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 8 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Vita in Diocesi<br />

marzo <strong>19</strong>67). Benedetto XVI ha<br />

ricordato che durante il Concilio<br />

vi era una tensione commovente<br />

nei confronti del comune compito<br />

di far risplendere la verità e la<br />

bellezza della fede nell’oggi del<br />

nostro tempo, senza sacrificarla<br />

alle esigenze del presente né<br />

tenerla legata al passato: nella<br />

fede risuona l’eterno presente<br />

di Dio, che trascende il tempo e<br />

tuttavia può essere accolto da noi<br />

solamente nel nostro irripetibile<br />

oggi.<br />

L’Anno della fede e la Nuova<br />

Evangelizzazione non sono stati<br />

voluti dal Papa per onorare una<br />

ricorrenza ma per dare risposta<br />

alle attese dell’uomo di oggi. Il<br />

vuoto creato da una «desertificazione»<br />

spirituale sollecita a<br />

scoprire nuovamente la gioia di<br />

credere, la sua importanza vitale<br />

per noi, uomini e donne di oggi, il<br />

valore di ciò che è essenziale per<br />

vivere. La fede vissuta – ricorda<br />

sempre il Santo Padre - apre il<br />

cuore alla Grazia di Dio che libera<br />

dal pessimismo.<br />

Oggi più che mai evangelizzare<br />

vuol dire testimoniare una vita<br />

nuova, trasformata da Dio, e così<br />

indicare la strada. L’evangelizzazione<br />

comincia da noi stessi; è un<br />

invito alla conversione perché le<br />

debolezze dei discepoli di Gesù<br />

pesano sulla credibilità della missione.<br />

Come ci ricordano i nostri<br />

vescovi – a conclusione del Sinodo<br />

sulla Nuova Evangelizzazione<br />

– noi cristiani siamo chiamati “a<br />

vincere la paura con la fede ed<br />

a guardare al mondo con sereno<br />

coraggio perché, sebbene pieno<br />

di contraddizioni e di sfide, esso<br />

resta pur sempre il mondo che<br />

Dio ama”.<br />

Giuseppe Abbate<br />

Corso sul Credo tenuto dal vescovo<br />

mons. Vincenzo Orofino<br />

RIP ARTIAMO DAL CREDO<br />

Si è tenuta domenica 9<br />

<strong>dicembre</strong> nella zona Val<br />

D’Agri e il 16 <strong>dicembre</strong><br />

nella zona Val Basento la terza<br />

lezione del “Corso sul Credo”<br />

tenuta da Mons. Vincenzo Orofino.<br />

Aperta a tutti i fedeli, laici<br />

e consacrati della nostra diocesi<br />

dal titolo “Credo in Dio Padre…<br />

Creatore del cielo e della Terra”.<br />

La seconda lezione portava il<br />

titolo “Credo in un solo: il fondamento<br />

trinitario della fede<br />

cristiana”. La prima lezione era:<br />

“Io credo - noi crediamo: l’obbedienza<br />

della fede”.<br />

L’iniziativa nasce nell’ambito<br />

dell’Anno della Fede, indetto<br />

da Papa Benedetto XVI, che ha<br />

avuto inizio l’undici ottobre in<br />

concomitanza con il cinquantesimo<br />

anniversario del Concilio<br />

Vaticano II (<strong>19</strong>62) e il ventesimo<br />

del Catechismo della Chiesa Cattolica<br />

(<strong>19</strong>92). Proprio per la presenza<br />

di tale ricorrenza, il corso<br />

proposto dal nostro vescovo<br />

Mons. Orofino è incentrato sul<br />

Oltre mille<br />

i partecipanti<br />

nelle due zone pastorali<br />

Val Basento<br />

e Val d’Agri–Sauro<br />

Credo e quindi sull’approfondimento<br />

delle parti che compongono<br />

questa preghiera.<br />

Il corso è aperto a chiunque<br />

sia desideroso di comprendere<br />

meglio i concetti e le nozioni<br />

fondamentali della dottrina cristiana,<br />

con particolare attenzione<br />

ai catechisti, agli operatori<br />

pastorali, ai consigli pastorali<br />

parrocchiali, ai fidanzati che si<br />

preparano a ricevere il Sacramento<br />

del Matrimonio, ai ragazzi<br />

e ragazze che riceveranno<br />

la Cresima il <strong>19</strong> maggio 20<strong>13</strong>, a<br />

tutti coloro che in questo anno<br />

particolare vogliono coltivare<br />

spiritualmente la loro fede.<br />

Il programma previsto abbrac-<br />

7<br />

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Vita in Diocesi<br />

8<br />

cia l’intero arco dell’anno pastorale<br />

in corso (20<strong>12</strong>-20<strong>13</strong>) con incontri<br />

mensili che hanno visto<br />

l’inizio domenica 21 ottobre c.a. e<br />

la conclusione che si terrà domenica<br />

21 aprile 20<strong>13</strong>. Da sottolineare<br />

che lo stesso corso si tiene nelle<br />

due zone pastorali: nella penultima<br />

domenica di ogni mese nella<br />

zona Val d’Agri-Sauro presso la<br />

Parrocchia S. Antonio in Corleto<br />

Perticara, e nell’ultima domenica<br />

nella zona Val Basento presso la<br />

Parrocchia Madonna del Rosario<br />

di Pompei in Garaguso Scalo. Lo<br />

schema è pressoché uguale in entrambi<br />

i casi con inizio alle 17.30<br />

con il canto iniziale, eseguito dalla<br />

corale della Cattedrale, e la recita<br />

del vespro. Alle 17.50 la lezione<br />

del Vescovo. Si conclude alle<br />

18.50 con la recita del Credo,<br />

dell’Angelus e canto finale.<br />

Massiccia la partecipazione da<br />

parte di tutti, tanto da rendere le<br />

chiese che ospitano il corso, insufficienti<br />

ad accogliere i convenuti<br />

in maniera convenevole.<br />

Vero momento di grazia anche<br />

perché chi partecipa ad almeno<br />

tre lezioni può acquistare l’indulgenza<br />

plenaria secondo le consuete<br />

condizioni di Santa Romana<br />

Chiesa. Il Corso sul Credo è<br />

utile perché tutto ciò che è contenuto<br />

nel Credo merita la nostra<br />

attenzione, non possiamo accontentarci<br />

di recitarne il testo durante<br />

la Messa (talvolta distrattamente)<br />

senza conoscere la storia<br />

che lo ha generato e la coraggiosa<br />

fede di chi lo ha difeso dalle<br />

eresie! Papa Benedetto XVI, proprio<br />

nei primi giorni dedicati<br />

all’Anno della Fede, giustamente<br />

ha ricordato: “Anche oggi abbiamo<br />

bisogno che il Credo sia meglio<br />

conosciuto, compreso e pregato.<br />

Soprattutto è importante<br />

che il Credo venga, per così dire,<br />

«riconosciuto». Conoscere, infatti,<br />

potrebbe essere un’operazione<br />

soltanto intellettuale, mentre<br />

«riconoscere» vuole significare la<br />

necessità di scoprire il legame<br />

profondo tra le verità che professiamo<br />

nel Credo e la nostra esistenza<br />

quotidiana”.<br />

La fede è un dono di inestimabile<br />

valore, che abbiamo già ricevuto,<br />

ma che va continuamente<br />

riscoperto. La fede cristiana è un<br />

modo di vedere, interpretare,<br />

vivere l’esistenza. Essa cresce<br />

con la persona, matura lungo il<br />

ciclo della vita. Per questo va<br />

sempre alimentata andando alle<br />

radici della nostra fede e quindi<br />

del nostro credo. Ad ogni<br />

incontro è stato distribuito, oltre<br />

il libretto per il vespro, la dispensa<br />

della lezione in formato libretto.<br />

In fondo alla chiesa un banco<br />

dove era possibile prendere il<br />

Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />

il Compendio, la lettera<br />

enciclica sullo Spirito Santo nella<br />

vita della Chiesa e del mondo<br />

Dominum et vivificantem di<br />

Giovanni Paolo II, la Lettera di<br />

Benedetto XVI per l’Anno della<br />

Fede Porta Fidei, e nella prossima<br />

lezione (domenica 9 <strong>dicembre</strong><br />

zona Val d’Agri – domenica 16<br />

<strong>dicembre</strong> zona Val Basento) sarà<br />

distribuito l’ultimo libro di<br />

Benedetto XVI L’infanzia di Gesù<br />

uscito proprio in questi giorni.<br />

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Vita in Diocesi<br />

Vincenzo Cantore<br />

ANNO DELLA CRESIMA:<br />

GIOVANI FORTIFICATI DAI DONI DELLO<br />

SPIRITO PER TESTIMONIARE LA FEDE<br />

della Cresima<br />

ci permetterà di prendere<br />

sempre mag-<br />

“L’Anno<br />

giore coscienza del dono dello<br />

Spirito Santo, di crescere nella<br />

consapevolezza della grazia battesimale,<br />

di continuare il nostro<br />

cammino di iniziazione cristiana,<br />

percepita come esperienza fondamentale<br />

della nostra personale<br />

educazione alla vita di fede.”<br />

Queste parole scritte dal nostro<br />

vescovo, Mons. Vincenzo Orofino<br />

nella lettera al popolo di Dio che<br />

è in Tricarico del 4 ottobre 20<strong>12</strong>,<br />

ci espongono la motivazione e gli<br />

obbiettivi dell’anno della Cresima<br />

che stiamo vivendo. L’Anno della<br />

Cresima si inserisce nel percorso<br />

indicatoci dagli Orientamenti pastorali<br />

dell’Episcopato Italiano<br />

sull’Educare alla vita buona del<br />

Vangelo per il decennio 2010-2020.<br />

La nostra Chiesa diocesana ha<br />

deciso di vivere i primi 5 anni,<br />

in preparazione al Convegno<br />

Ecclesiale Nazionale (Firenze,<br />

2015), con un percorso che ci<br />

pone alla riscoperta e alla presa di<br />

consapevolezza dell’importanza<br />

dei sacramenti dell’iniziazione<br />

cristiana. L’anno scorso (2011-<br />

20<strong>12</strong>) la nostra attenzione si è<br />

rivolta verso il<br />

Sacramento del<br />

Battesimo, dando<br />

priorità alle nostre<br />

famiglie. Quest’anno<br />

i protagonisti<br />

sono i ragazzi e le<br />

ragazze che si preparano<br />

a ricevere<br />

il Sacramento della<br />

Confermazione.<br />

A loro è richiesto<br />

un cammino vissuto<br />

con gioia e passione<br />

nella Comunità<br />

parrocchiale per<br />

incontrare, amare<br />

e conoscere Gesù,<br />

per poterLo testimoniare<br />

agli altri.<br />

Il percorso è iniziato<br />

domenica 21<br />

ottobre, quando in<br />

ogni parrocchia<br />

sono stati presentati<br />

i ragazzi e i padrini;<br />

essi hanno il<br />

compito di accompagnatore<br />

i ragazzi<br />

nel percorso di<br />

formazione, ce-<br />

9<br />

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Vita in Diocesi<br />

lebrazione e realizzazione del<br />

Sacramento nella vita quotidiana.<br />

In quest’occasione ai ragazzi<br />

è stata consegnata la lettera del<br />

Vescovo, che dice: “Il sacramento<br />

della Cresima conferma il<br />

Battesimo ed effonde su di voi<br />

con abbondanza lo Spirito Santo.<br />

Voi stessi ora, pieni di gratitudine,<br />

avete la possibilità di accogliere i<br />

suoi doni che vi aiutano a diventare<br />

perfetti cristiani e testimoni<br />

fedeli e coraggiosi di Gesù.<br />

I doni dello Spirito Santo sono realtà<br />

stupende che vi permettono<br />

di formarvi come cristiani, di vivere<br />

il Vangelo e di essere membri<br />

attivi della Chiesa. Con l’aiuto di<br />

questi doni sarà più facile incrementare<br />

la vostra amicizia con<br />

Gesù, stare con Lui e seguirLo nel<br />

cammino della vita”.<br />

Per vivere questo cammino<br />

l’Ufficio Catechistico Diocesano<br />

ha preparato un percorso che<br />

vedrà partecipi i ragazzi ogni<br />

prima domenica del mese,<br />

quando come scrive il Vescovo:<br />

“durante la Santa Messa domenicale,<br />

alla presenza di tutta la<br />

comunità parrocchiale, i vostri<br />

parroci vi consegneranno sette<br />

segni, uno per ogni mese, raffiguranti<br />

la Sapienza, l’Intelletto, il<br />

Consiglio, la Fortezza, la Scienza,<br />

la Pietà e il Timore di Dio:<br />

10<br />

accoglieteli con impegno, con<br />

serietà e con devozione, sapendo<br />

che sono segni dell’amore premuroso<br />

con cui Dio vi accompagna<br />

nella vita”.<br />

I ragazzi in preparazione al Santo<br />

Natale e alla Pasqua compiranno<br />

due ritiri spirituali a livello<br />

zonale e infine parteciperanno<br />

all’udienza che il Santo Padre<br />

terrà il 28 aprile 20<strong>13</strong>, in Piazza<br />

San Pietro, per tutti i ragazzi che<br />

in questo anno della fede<br />

riceveranno il sacramento della<br />

Confermazione.<br />

Compiendo questo cammino<br />

con fede e dedizione saranno<br />

pronti il <strong>19</strong> maggio 20<strong>13</strong> domeni-<br />

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Vita in Diocesi<br />

ca di Pentecoste quando, per la<br />

zona Val D’Agri a Stigliano nella<br />

Parrocchia Sant’Antonio di<br />

Padova in mattinata e per la<br />

zona Val Basento a Tricarico nella<br />

Chiesa Cattedrale il pomeriggio,<br />

il Vescovo amministrerà il Sacramento.<br />

Concludendo, nel rivolgere a<br />

questi nostri ragazzi il mio<br />

augurio per tutto ciò che lo<br />

Spirito Santo opererà nei loro<br />

cuori, li ricordo ciò che il Santo<br />

Padre Benedetto XVI ha scritto<br />

nel messaggio per la Giornata<br />

Mondiale dei Giovani di Rio 20<strong>13</strong>:<br />

“Gesù ha inviato i suoi discepoli<br />

in missione con questo mandato:<br />

«Andate in tutto il mondo e proclamate<br />

il Vangelo a ogni creatura.<br />

Chi crederà e sarà battezzato sarà<br />

salvato» (Mc 16,15-16).<br />

Evangelizzare significa portare ad<br />

altri la Buona Notizia della salvezza<br />

e questa Buona Notizia è una<br />

persona: Gesù Cristo (…).<br />

L’evangelizzazione parte sempre<br />

dall’incontro con il Signore Gesù:<br />

chi si è avvicinato a Lui e ha fatto<br />

esperienza del suo amore vuole<br />

subito condividere la bellezza<br />

di questo incontro e la gioia che<br />

nasce da questa amicizia. Più conosciamo<br />

Cristo, più desideriamo<br />

annunciarlo.<br />

Più parliamo con Lui, più desideriamo<br />

parlare di Lui.<br />

Più ne siamo conquistati, più<br />

desideriamo condurre gli altri a<br />

Lui… Attraverso la Confermazione,<br />

poi, siamo fortificati dai suoi<br />

doni per testimoniare in modo<br />

sempre più maturo il Vangelo (…)<br />

Cari giovani, lasciatevi condurre<br />

dalla forza dell’amore di Dio,<br />

lasciate che questo amore vinca la<br />

tendenza a chiudersi nel proprio<br />

mondo, nei propri problemi,<br />

nelle proprie abitudini; abbiate<br />

il coraggio di «partire» da voi<br />

stessi per «andare» verso gli altri<br />

e guidarli all’incontro con Dio”.<br />

11<br />

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Vita in Diocesi<br />

Festa del<br />

CIAO<br />

In cerca<br />

di autore,<br />

in cerca<br />

di… TE<br />

l’invito<br />

del vescovo<br />

ai ragazzi<br />

di acr:<br />

«mettetevi alla<br />

ricerca di<br />

qualcuno che<br />

sappia<br />

guardarvi<br />

negli occhi»<br />

Lo scorso 28 ottobre gli<br />

accierrini della diocesi si<br />

sono dati appuntamento<br />

a Corleto Perticara per festeggiare<br />

in allegria la ripresa delle<br />

attività e del cammino associativo.<br />

Gli abitanti di Corleto hanno<br />

accolto calorosamente, al grido<br />

di “in cerca d’autore”, più di 500<br />

tra bambini, ragazzi e adulti convenuti<br />

da Albano, Aliano, Accettura,<br />

Armento, Calciano, Campomaggiore,<br />

Cirigliano, Garaguso,<br />

Grassano, Gallicchio, Gorgoglione,<br />

San Mauro Forte, Stigliano e<br />

Tricarico. “In cerca d’autore” è lo<br />

slogan che accompagnerà gli accierrini<br />

durante tutto quest’anno<br />

associativo. È l’invito rivolto<br />

ai più piccoli affinché si mettano<br />

alla ricerca di qualcuno che sappia<br />

guardarli negli occhi e accogliere<br />

la loro storia con l’obiettivo<br />

di cercare “l’Autore” della<br />

loro vita, della loro gioia e del<br />

loro amore. Nonostante il tempo<br />

inclemente, che ha impedito<br />

di far festa all’aperto, non ci si è<br />

persi d’animo e, ospiti nel museo<br />

dell’Unità di Italia, si è ballato e<br />

festeggiato per poi spostarsi, nel<br />

cuore della mattinata, in Chiesa<br />

per la celebrazione della Santa<br />

Messa presieduta da don Vincenzo<br />

Cantore, vice assistente<br />

Equipe Diocesana ACR<br />

Acr. Al termine della Santa Messa,<br />

il Vescovo monsignor Orofino<br />

ha rivolto un affettuoso saluto e<br />

un caloroso incoraggiamento ai<br />

ragazzi e ai loro educatori, perché<br />

con tenacia sappiano assolvere<br />

la “missione” affidatagli:<br />

educare i più piccoli. Dopo il<br />

pranzo, la festa è stata allietata<br />

dalla musica dei Kerigma che,<br />

con don Paolo Paradiso in testa,<br />

hanno scaldato l’atmosfera. La<br />

scena è poi stata monopolizzata<br />

dal Mago Puppez, accierrino di<br />

Corleto, che ha letteralmente incantato<br />

il pubblico con simpatici<br />

giochi di prestigio, seguito poi<br />

dallo spettacolino del gruppo di<br />

Clownterapia PUC, molto gradito<br />

dai più piccoli. Nel tardo pomeriggio,<br />

stanchi ma felici, tutti i<br />

partecipanti hanno fatto ritorno<br />

alle loro case dandosi appuntamento<br />

per il <strong>13</strong> ottobre a San<br />

Mauro Forte.<br />

Bonelli Margherita<br />

<strong>12</strong><br />

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Vita in Diocesi<br />

Marco Volpe<br />

I GIOVANI A MIRAGICA PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO<br />

CConvocati dal Vescovo per<br />

vivere un’esperienza bella<br />

di Chiesa. Questo è ciò che<br />

hanno vissuto i giovani studenti<br />

della Diocesi nella Giornata di<br />

Inizio anno scolastico a Trani e<br />

Molfetta il sette ottobre duemiladodici.<br />

I circa mille giovani provenienti<br />

da tutte le Parrocchie hanno<br />

vissuto questa giornata come<br />

l’avvio di un percorso in cui sono<br />

inseriti da diverso tempo e attraverso<br />

il quale la Chiesa intende accompagnarli.<br />

“È stato il segno di<br />

una vita bella che ci appartiene”<br />

come più volte il Vescovo, Mons.<br />

Vincenzo Orofino, ha sottolineato.<br />

La vita cristiana – ha detto– ha<br />

in sé una bellezza che le deriva<br />

dall’incontro personale con Cristo.<br />

Nella Chiesa abbiamo la possibilità<br />

di custodire e sviluppare<br />

questo incontro che dà senso alla<br />

mia vita e la rende veramente felice.<br />

Perché noi possiamo sperimentare<br />

questa bellezza occorre<br />

che ci “fidiamo e affidiamo” alla<br />

Chiesa, ai sacerdoti, agli educatori.<br />

La presenza di tanti sacerdoti e<br />

adulti – ha continuato il Vescovo<br />

– vi dimostra il nostro affetto, il<br />

fatto che vi vogliamo veramente<br />

bene. Non un affetto sdolcinato e<br />

inconcludente, ma un’attenzione<br />

che deriva dall’amore di Cristo. In<br />

questo senso il Vescovo ha consegnato<br />

a tutti i giovani il calendario<br />

degli appuntamenti diocesani rivolti<br />

agli studenti, agli universitari<br />

e a tutti i giovani impegnati nel<br />

campo del lavoro. La vita cristiana<br />

del giovane è, così, costantemente<br />

accompagnata attraverso il<br />

percorso diocesano che prevede<br />

ritiri spirituali, formazione catechistica,<br />

momenti ricreativi e attraverso<br />

il cammino parrocchiale<br />

catechistico e sacramentale.<br />

I giovani saranno così accompagnati<br />

in tutti gli ambiti della vita<br />

personale, umana e spirituale, e<br />

comunitaria rendendoli sempre<br />

più protagonisti attivi e vivaci della<br />

propria vita e della nostra realtà<br />

ecclesiale. L’anno pastorale iniziato,<br />

“Nell’Anno della fede: la Cresima”,<br />

è centrato sulla scoperta<br />

dello Spirito Santo e del Sacramento<br />

della Cresima tenendo ben<br />

presente l’invito di Benedetto XVI<br />

a varcare “la porta della fede”<br />

sempre aperta per noi. Il Vescovo<br />

ha quindi invitato i giovani a vivere<br />

le attività pastorali della Chiesa<br />

perché tendono tutte ad aumentare<br />

la nostra fede per pervenire a<br />

una fede adulta e pensata, capace<br />

di tenere i vari aspetti della vita<br />

facendo unità di tutto in Cristo.<br />

Infatti, il Vescovo non manca di ribadire<br />

la necessità urgente di<br />

dare, nell’ambito della pastorale<br />

organica della Diocesi e delle<br />

Parrocchie, maggiore rilievo alla<br />

pastorale giovanile con particolare<br />

attenzione alle scuole medie<br />

superiori. I giovani presenti hanno<br />

accolto con gioia ed entusiasmo<br />

la parola del Vescovo e la sua presenza<br />

paterna che li ha accompagnati<br />

durante tutti i momenti<br />

vissuti. Dal gioco nel parco divertimenti,<br />

alla confessione nella<br />

suggestiva Cattedrale di Trani, alla<br />

Celebrazione eucaristica, agli<br />

abbracci affettuosi e tristi nel<br />

momento dei saluti. “Una vita<br />

così ne vale davvero la pena”<br />

hanno più volte detto i giovani.<br />

Una vita che condivide il suo<br />

tesoro. Una vita contagiosa che<br />

porta tutti tra le braccia di Gesù<br />

Cristo. Infatti, gli studenti presenti<br />

sono stati “contagiati” dalla<br />

missione ordinaria delle Parrocchie,<br />

ma anche da tutti i giovani<br />

che hanno partecipato alle esperienze<br />

estive organizzate dalla<br />

Diocesi di Tricarico attraverso il<br />

Servizio diocesano di Pastorale<br />

giovanile o le associazioni e<br />

movimenti ecclesiali.<br />

<strong>13</strong><br />

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Vita in Diocesi<br />

In tutte le parrocchie della<br />

Diocesi, domenica 25 novembre<br />

si è celebrato il cinquantaduesimo<br />

anniversario della morte<br />

di monsignor Raffaello Delle Nocche<br />

con particolare solennità perché,<br />

lo scorso 10 maggio, Papa<br />

Benedetto XVI ne ha autorizzato<br />

il decreto di venerabilità. In particolare,<br />

a Tricarico, alle ore 10.00,<br />

nella parrocchia Sant’Antonio<br />

da Padova, monsignor Vincenzo<br />

Orofino ha presieduto una solenne<br />

concelebrazione eucaristica a<br />

cui hanno partecipato anche le<br />

galità di Cristo si può affermare<br />

nel mondo solo se è accolta e<br />

custodita nel nostro cuore e nella<br />

nostra esistenza: Gesù Cristo<br />

cambierà il mondo solo se ognuno<br />

di noi lo accoglierà e lo custodirà<br />

nel proprio cuore”. A conclusione<br />

della messa, il Vescovo ha<br />

detto ai fedeli che, “con la dichiarazione<br />

dell’eroicità delle virtù<br />

del Venerabile monsignor Delle<br />

Nocche, il Santo Padre Benedetto<br />

XVI ci ha fatto un grande dono<br />

ma, nello stesso tempo, ci ha indicato<br />

un impegnativo compito<br />

da svolgere per tutto il resto della<br />

nostra vita: la comunità diocesana,<br />

infatti, è chiamata a riprendere<br />

e a incarnare, con sempre<br />

maggiore ardore e creatività, l’in-<br />

Vito Sacco<br />

segnamento di monsignor Delle<br />

Nocche. Dal riconoscimento<br />

dell’eroicità delle virtù di monsignor<br />

Delle Nocche deriva per tutti<br />

noi il compito di custodire nella<br />

verità e nella fedeltà la memoria<br />

e l’eredità spirituale di colui che<br />

per ben 38 anni è stato pastore<br />

solerte e zelante di questo popolo,<br />

vivendo in modo straordinario<br />

la sua vocazione sacerdotale e il<br />

suo ministero episcopale”.<br />

Infine, monsignor Orofino ha comunicato<br />

alcune solenni celebrazioni<br />

nelle principali ricorrenze<br />

52 MO ANNIVERSARIO<br />

DELLA MORTE DEL<br />

VEN. RAFFAELLO<br />

DELLE NOCCHE<br />

14<br />

suore “Discepole di Gesù Eucaristico”,<br />

l’ordine fondato da monsignor<br />

Delle Nocche il 4 ottobre<br />

del <strong>19</strong>23, appena un anno dopo<br />

il suo ingresso a Tricarico, provenienti<br />

da tutti i paesi in cui ci sono<br />

loro comunità e guidate dalla<br />

Superiora generale suor Maria<br />

Giuseppina Leo. Non è un caso<br />

che questa celebrazione sia avvenuta<br />

nella chiesa del convento<br />

di Sant’Antonio, perché è la Casa<br />

madre delle Discepole, il luogo<br />

dove monsignor Raffaello Delle<br />

Nocche fondò la nuova famiglia<br />

monastica e per la quale coniò il<br />

motto “Magister adest et vocat<br />

nos” (“Il Maestro è presente e<br />

ci chiama”). Durante l’omelia, incentrata<br />

tutta sulla festa liturgica<br />

di Gesù Cristo Re dell’Universo,<br />

riportando il pensiero del Venerabile<br />

Delle Nocche, monsignor<br />

Orofino ha esortato i numerosissimi<br />

fedeli ad “accogliere Gesù<br />

Cristo nella propria vita come<br />

Signore e Maestro, perché la re-<br />

della vita del Venerabile: il 90° della<br />

nomina episcopale, 11 febbraio;<br />

il 111° dell’ordinazione sacerdotale,<br />

1 giugno e il 90° dell’ordinazione<br />

episcopale, 25 luglio. Invece,<br />

il <strong>19</strong> aprile, <strong>13</strong>5° della nascita, la<br />

comunità diocesana si recherà in<br />

pellegrinaggio a Marano di Napoli,<br />

paese natio del Venerabile. A<br />

conclusione, monsignor Orofino<br />

ha annunciato che, nella rivista<br />

diocesana “Fermenti”, è stata<br />

aperta una specifica rubrica per<br />

raccontare a tutti la vita del Venerabile<br />

e, nello stesso tempo, per<br />

accogliere le testimonianze di coloro<br />

i quali, pregando il Signore<br />

per l’intercessione di monsignor<br />

Delle Nocche, hanno ricevuto benefici<br />

spirituali e fisici.<br />

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Vita in Diocesi<br />

Sonia Cirillo e Sonia Sacco<br />

“Sono immobile eppure mi muovo,<br />

corro, volo, salto,<br />

m’innalzo con la mia fantasia<br />

e raggiungo vette altissime.<br />

Da lì vedo la mia voglia di rivincite,<br />

l’autenticità di essere me stesso,<br />

lontano da quel che sono<br />

ma vicino alla mia pura sensibilità.<br />

A volte vedo gli altri<br />

correre da fermi con i<br />

pensieri inariditi,<br />

che fingono di capirmi<br />

con il loro falso compianto<br />

di chi non vola più o, peggio,<br />

non hai mai volato.<br />

Dalla mia sedia a ruote spuntano le ali,<br />

faccio capriole nella mente,<br />

mi piaccio e capisco:<br />

che è meglio avere un corpo senza corpo<br />

che una testa senza testa.<br />

” (Ermanno Eandi)<br />

L’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO<br />

DON PANCRAZIO TOSCANO<br />

DIVERSE<br />

ABILITÀ<br />

IN<br />

FORMAZIONE<br />

Vogliamo dedicare questa<br />

poesia ai ragazzi e ai giovani<br />

diversamente abili<br />

che frequentano l’associazione<br />

di volontariato<br />

“don Pancrazio Toscano” i quali,<br />

durante l’estate, hanno trasmesso<br />

a noi volontari la loro gioia di<br />

vivere e il loro coraggio nell’affrontare<br />

la vita piena di sacrifici e<br />

difficoltà. Essi ci hanno insegnato<br />

ad accettare i disagi della vita, facendoci<br />

ricordare che il Signore<br />

ha detto che “è necessario che<br />

l’uomo patisca molte cose e che<br />

porti la sua croce ogni giorno”<br />

per somigliare a lui. Sempre con<br />

il loro sorriso, ci hanno accompagnato<br />

nelle tante iniziative di<br />

“Estate solidarietà 20<strong>12</strong>” che si<br />

sono svolte nei pressi della villetta<br />

comunale di Tricarico dal 4<br />

luglio al 5 settembre, con la guida<br />

della responsabile Arianna<br />

Abate e con il costante sostegno<br />

di Luciano Toscano, presidente<br />

dell’associazione. Essi ci hanno<br />

permesso di condurre delle attività<br />

come i lavori con la pasta di<br />

sale e la realizzazione di cartelloni<br />

colorati per cercare di sviluppare<br />

la manualità e la fantasia dei ragazzi.<br />

Abbiamo tenuto un incontro<br />

in agosto, a scopo di socializzazione,<br />

con un gruppo di ragazze<br />

Scout di Matera, che ha reso la<br />

giornata divertente intrattenendoci<br />

con giochi e balli. Significative,<br />

quasi tradizionali, la giornata<br />

trascorsa all’Acquapark, il primo<br />

settembre e la cena offerta dal<br />

nostro Vescovo, Mons. Vincenzo<br />

Orofino, presso l’Ostello Fonti il<br />

6 settembre, per concludere l’attività<br />

solidale in maniera allegra<br />

e piacevole. Ogni anno lasciamo<br />

nostalgicamente queste attività<br />

del progetto “Itinerario di formazione<br />

e integrazione per soggetti<br />

portatori di diverse abilità”, perché<br />

ci siamo resi conto che dare<br />

è meglio che ricevere; ci siamo<br />

sentiti davvero uniti come una<br />

famiglia e ringraziamo i ragazzi<br />

diversabili per averci insegnato<br />

ad apprezzare le cose più piccole<br />

che la vita ci può offrire e per<br />

averci fatto comprendere che<br />

neanche la disabilità può togliere<br />

un sorriso dalle labbra.<br />

15<br />

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Vita in Diocesi<br />

Paolo Ambrico<br />

DIACONATO<br />

PERMANENTE<br />

UN DONO PER<br />

LA NOSTRA<br />

CHIESA LOCALE<br />

16<br />

Il Concilio Ecumenico Vaticano<br />

II ha sottolineato della Chiesa<br />

la dimensione comunionale e<br />

la ministerialità. Tutti i battezzati<br />

formano il popolo di Dio, ognuno<br />

con il dono ricevuto o il ministero<br />

che gli viene affidato, tutti impegnati<br />

a edificare la Chiesa. Ci sono<br />

ministeri ordinati e ministeri non<br />

ordinati. I ministeri ordinati sono<br />

anzitutto gli ordini sacri: Episcopato<br />

– Presbiterato e Diaconato<br />

che richiedono uno speciale sacramento,<br />

e i ministeri del Lettorato<br />

e dell’Accolitato che svolgono<br />

un servizio liturgico, i ministeri<br />

non ordinati sono quei servizi che<br />

ogni laico può assumere nella<br />

Chiesa per contribuire alla sua<br />

crescita ed edificazione (catechisti,<br />

animatori, responsabili di<br />

settori pastorale…). Il Concilio<br />

ha ripreso anche la presenza del<br />

diaconato permanente che viene<br />

conferito a persone sposate, mature<br />

e di esemplare testimonianza<br />

che collaborano con il Parroco<br />

e il Vescovo sul piano liturgico e<br />

pastorale, soprattutto nel servizio<br />

della carità come indica la<br />

parola stessa: Diaconia. Continua<br />

la preparazione al Diaconato<br />

permanente. Il Vescovo Mons.<br />

Orofino ha incoraggiato e promosso<br />

l’avvio della scuola di<br />

formazione per alcuni candidati.<br />

Sono persone che stanno verificando<br />

la loro vocazione e continuano<br />

la preparazione necessaria<br />

sia culturale che spirituale.<br />

Le lezioni si tengono presso la<br />

Parrocchia Madonna del Rosario<br />

di Pompei in Garaguso Scalo, ogni<br />

sabato dalle ore 16,00 alle ore<br />

18,30. Questa fase si concluderà<br />

con una settimana residenziale<br />

durante la prossima estate, a<br />

cui parteciperanno le rispettive<br />

famiglie che comunque restano<br />

coinvolte nel cammino formativo<br />

che gli aspiranti faranno nei<br />

prossimi anni secondo i termini<br />

e le modalità stabilite dalla Conferenza<br />

Episcopale. La Diocesi deve<br />

sentirsi impegnata a seguire<br />

con attenzione e con la preghiera<br />

questi candidati al diaconato<br />

permanente per il prezioso servizio<br />

che un giorno potranno<br />

rendere alla Diocesi stessa.<br />

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Anno della fede<br />

Sua Ecc.za Mons. Vincenzo Orofino<br />

L’OBBEDIENZA<br />

DELLA FEDE<br />

“A Dio che rivela è dovuta <br />

(Rm 16,26; cfr. Rm 1,5; 2Cor 10,5-6), con la quale<br />

l’uomo gli si abbandona tutt’intero e liberamente<br />

prestandogli e assentendo volontariamente alla<br />

rivelazione che egli fa. Perché si possa prestare<br />

questa fede, sono necessari la grazia di Dio che<br />

previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito<br />

Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio,<br />

apra gli occhi dello spirito e dia . Affinché<br />

poi l’intelligenza della Rivelazione diventi sempre<br />

più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona<br />

continuamente la fede per mezzo dei suoi doni”.<br />

(Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione<br />

Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum, 5).<br />

In questo brano della Dei Verbum sono sintetizzate<br />

in modo mirabili le principali caratteristiche<br />

della fede.<br />

1. La fede è dono di Dio.<br />

La fede è innanzitutto dono di Dio (è grazia), è<br />

una virtù soprannaturale (teologale) infusa da Dio.<br />

È sempre Dio che prende l’iniziativa e concede<br />

all’uomo “per grazia di credere in Gesù Cristo”<br />

(Fil 1,29). L’uomo ha bisogno sempre dell’aiuto di<br />

Dio per corrispondere al suo amore (per compiere<br />

l’atto di fede): “Perché si possa prestare questa<br />

fede, sono necessari la grazia di Dio che previene<br />

e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo”<br />

(Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione<br />

Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum,<br />

5). E’ Dio stesso che ci rende capaci di ascoltarlo e<br />

accoglierlo. Dio fa in modo tale che ciò che è sua<br />

17<br />

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Anno della fede<br />

18<br />

grazia diventi per noi merito.<br />

2. La fede è un atto autenticamente umano.<br />

Con la fede l’uomo, liberamente, consapevolmente,<br />

volontariamente e responsabilmente<br />

dice “si” a Dio che gli ha parlato, andandogli<br />

incontro e offrendogli il Suo amore. La fede<br />

coinvolge sempre tutto l’uomo: il cuore, la libertà,<br />

la volontà e l’intelligenza per “far credito a Dio<br />

e aderire alle verità da lui rivelate” (CCC, 154).<br />

Questi (cuore, libertà, intelligenza e volontà)<br />

collaborano con la grazia di Dio e, così, permettono<br />

di realizzare quel misterioso movimento della fede<br />

che cambia la vita delle persone: Dio “parla” e<br />

l’uomo “ascolta”; Dio si “manifesta” e l’uomo lo<br />

“riconosce”; Dio “attira” a sé e l’uomo “si lascia<br />

attrarre”.<br />

La fede, quindi, è un atto vitale di tutto l’uomo,<br />

che si realizza nel tempo e nello spazio, attraverso<br />

il quale egli entra in relazione con un “Altro” (un<br />

“Tu”) accolto come “senso” della propria vita.<br />

3. La fede è semplice.<br />

La fede cristiana è armonica, organica,<br />

sinfonica, semplice, perché tutto nel Cristianesimo<br />

si compendia nell’incontro decisivo e sconvolgente<br />

con il Dio vivente, fatto uomo. “Io credo in Dio”:<br />

questa è la formula sintetica della professione di<br />

fede del cristiano; questo è l’atto esistenzialmente<br />

più determinante e rilevante per la vita dell’uomo;<br />

questo è anche l’atto più semplice perché richiede<br />

solo un “si” netto e chiaro a Dio che ama. Tutta la<br />

vita cristiana (verità di fede, preghiera, morale, …)<br />

è sviluppo e realizzazione di questa verità unica.<br />

Nella persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo,<br />

vengono svelati sia il mistero del Dio trinitario<br />

che quello dell’uomo. La fede è onnicomprensiva<br />

e totalizzante, esigente ed esclusiva, ma non è<br />

complicata.<br />

4. La fede ha una dimensione personale ed<br />

esistenziale.<br />

La fede è un’obbedienza di cuore a Dio che ci<br />

è venuto incontro e ci ha parlato in Gesù Cristo (in<br />

quel modo, in quel tempo, tramite quella persona o<br />

quell’evento, …). La fede ci mette in contatto vivo<br />

e caldo con un “tu” personale e non tanto con una<br />

fredda “dottrina”. La formula centrale della fede<br />

è “io credo in te” e non “io credo in qualcosa”.<br />

La formula sintetica della fede cristiana è “io credo in<br />

te, Gesù di Nazareth, quale senso del mondo e della mia<br />

vita” (J. RATZINGER, Introduzione al Cristianesimo,<br />

Queriniana, Brescia 2005, p.73). Per cui, credendo<br />

in Gesù Cristo, non solo abbiamo la certezza che<br />

la nostra vita e il mondo hanno obiettivamente un<br />

senso (.. e le domande del nostro cuore hanno una<br />

risposta!), ma che questo Senso ci conosce e ci ama,<br />

sicché possiamo affidarci a Lui con l’atteggiamento<br />

di chi sa che tutte le sue domande trovano risposta<br />

e sicurezza nel “tu” di Dio (… come il bambino<br />

con la mamma). Gesù Cristo, dunque, è la risposta<br />

alle mie domande fondamentali, perciò avere fede<br />

vuole dire “sottomettermi” liberamente a Lui, è<br />

“abbandonarmi” totalmente a lui, “consegnarmi”<br />

docilmente a Lui, “seguire” fedelmente Lui, “stare”<br />

stabilmente con Lui, …<br />

La Fede, ci dice il Papa, è “l’incontro non<br />

con un’idea o con un progetto di vita, ma con<br />

una Persona viva che trasforma in profondità noi<br />

stessi, rivelandoci la nostra vera identità di figli di<br />

Dio. L’incontro con Cristo rinnova i nostri rapporti<br />

umani, orientandoli, di giorno in giorno, a maggiore<br />

solidarietà e fraternità, nella logica dell’amore.<br />

Avere fede nel Signore non è un fatto che interessa<br />

solamente la nostra intelligenza, l’area del sapere<br />

intellettuale, ma è un cambiamento che coinvolge la<br />

vita, tutto noi stessi: sentimento, cuore, intelligenza,<br />

volontà, corporeità, emozioni, relazioni umane. Con<br />

la fede cambia tutto in noi e per noi, e si rivela con<br />

chiarezza il nostro destino futuro, la verità della<br />

nostra vocazione dentro la storia, il senso della vita,<br />

il gusto di essere pellegrini verso la Patria celeste”<br />

(Benedetto XVI, Udienza di mercoledì 17 ottobre<br />

20<strong>12</strong>).<br />

5. La fede ha una dimensione intellettuale e<br />

dottrinale.<br />

La fede è anche credere in tutto quello che Gesù<br />

ci ha insegnato e ci ha comandato di fare. “La fede è<br />

accogliere la rivelazione di Dio, che ci fa conoscere chi<br />

egli è, come agisce, quali sono i suoi progetti per noi.<br />

Certo, il mistero di Dio resta sempre oltre i nostri<br />

concetti e la nostra ragione, i nostri riti e le nostre<br />

preghiere. Tuttavia, con la rivelazione è Dio stesso<br />

che si autocomunica, si racconta, si rende accessibile.<br />

E noi siamo resi capaci di ascoltare la sua Parola e di<br />

ricevere la sua verità” (Benedetto XVI, Udienza di<br />

mercoledì 17 ottobre 20<strong>12</strong>).<br />

“La fede è decidere di stare con il Signore per<br />

vivere con Lui. E questo introduce<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 20 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Anno della fede<br />

alla comprensione delle ragioni per cui si crede. (…).<br />

La conoscenza dei contenuti di fede è essenziale<br />

per dare il proprio assenso, cioè per aderire pienamente<br />

con l’intelligenza e la volontà a quanto viene<br />

proposto dalla Chiesa. La conoscenza della fede<br />

introduce alla totalità del mistero salvifico rivelato<br />

da Dio” (cfr. Benedetto XVI, Motu Proprio Porta<br />

fidei, 10).<br />

L’atto di fede ha in sé l’esigenza di “comprendere”<br />

ciò che si crede per mostrare la ragionevolezza<br />

del messaggio cristiano, per consentire una<br />

conoscenza sempre più profonda della dottrina<br />

e dei misteri della fede, della loro intima unità e<br />

delle loro implicazioni, per illuminare il credente<br />

nel suo sforzo quotidiano di “fare la verità” (vita di<br />

fede). Per pervenire a una fede “adulta e pensata”<br />

il cristiano deve saper dare e<br />

dire le ragioni della propria<br />

fede. Solo così non sarà,<br />

come i fanciulli, “in balia delle<br />

onde”, trasportato “qua e là da<br />

qualsiasi vento di dottrina” (Ef<br />

4,14).<br />

“La fede cerca di comprendere:<br />

è caratteristico della fede<br />

che il credente desideri conoscere<br />

meglio colui nel quale ha<br />

posto la sua fede, e comprendere<br />

meglio ciò che egli ha rivelato;<br />

una conoscenza più penetrante<br />

richiederà a sua volta una fede<br />

più grande, sempre più ardente<br />

di amore” (CCC, 158).<br />

“Siamo tenuti a prestare con<br />

la fede a Dio rivelante il pieno<br />

ossequio dell’intelletto e della<br />

volontà. La Chiesa professa<br />

che questa fede … è una virtù<br />

soprannaturale, con la quale,<br />

ispirati ed aiutati dalla grazia di<br />

Dio, crediamo che sono vere le<br />

cose da lui rivelate, non già per<br />

l’intrinseca verità delle medesime<br />

conosciuta con il lume<br />

naturale della ragione, ma per<br />

l’autorità dello stesso Dio rivelante,<br />

che non può ingannarsi né<br />

ingannare” (Concilio Ecumenico<br />

Vaticano I, Cost. dogmatica sulla fede cattolica Dei<br />

Filius, cap. 3 (DS, 3008-30<strong>09</strong>).<br />

6. “Credere Deo, credere Deum, credere in<br />

Deum”.<br />

Con questa celebre frase Sant’Agostino ha fatto<br />

una felice sintesi tra le due predette dimensioni<br />

della fede (quella esistenziale e quella dottrinale):<br />

la fede è innanzitutto credere a Dio che ci parla (ti<br />

credo), in secondo luogo la fede è anche credere Dio<br />

(credo te) come oggetto della nostra fede (perché<br />

Dio comunica se stesso, non parla di un altro o di<br />

una concezione di vita), infine la fede è credere in<br />

Dio (consegno la mia vita a te perché ho fiducia in<br />

te) e perciò ci sottomettiamo a Lui e orientiamo il<br />

cammino della nostra esistenza verso di Lui.<br />

Salvaguardando la complementarietà di questi<br />

<strong>19</strong><br />

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Anno della fede<br />

20<br />

due aspetti della fede è possibile evitare sia il<br />

rischio del razionalismo (adesione intellettuale al<br />

messaggio, fondata sull’evidenza degli argomenti)<br />

che quello del fideismo (adesione razionalmente<br />

non fondata, emozioni-sentimentalismo). “Il cristiano<br />

spesso non conosce neppure il nucleo centrale<br />

della propria fede cattolica, del Credo, così da<br />

lasciare spazio a un certo sincretismo e relativismo<br />

religioso, senza chiarezza sulle verità da credere e<br />

sulla singolarità salvifica del cristianesimo. Non è così<br />

lontano oggi il rischio di costruire, per così dire, una<br />

religione ” (Benedetto XVI, Udienza di<br />

mercoledì 17 ottobre 20<strong>12</strong>).<br />

A questo punto appare in tutta la sua<br />

evidenza il ruolo decisivo della catechesi (… e del<br />

Catechismo della Chiesa Cattolica) nella crescita<br />

della vita di fede dei singoli e delle comunità,<br />

fermo restando che quando si parla della fede<br />

non si tratta mai di “spiegare” o di “capire” ma<br />

sempre e solo di “comprendere” (“prenderecon-sé”<br />

o “lasciarsi prendere-abbracciare”) e di<br />

sapere (una conoscenza che dona sapore alla<br />

vita), perché Dio rimane comunque “mistero”, in<br />

quanto fondamento inafferrabile e insuperabile<br />

che ci precede e ci trascende. Nonostante tutto<br />

il nostro “investigare teologico” Dio resta un<br />

mistero infinitamente superiore a ogni predicato<br />

umano, di fronte al quale l’unico atteggiamento<br />

adeguato è quello del silenzio e dell’adorazione<br />

stupefatta. Il “comprendere” proviene dalla fede<br />

(… non provoca la fede, ma viene dalla fede!),<br />

perché lo “star-saldi” in Gesù Cristo è la condizione<br />

imprescindibile per lasciarsi prendere e abbracciare<br />

(com-prendere) da Colui che è venuto incontro a<br />

ciascuno di noi per amarci senza posa e fino alla<br />

fine.<br />

7. La fede ha una dimensione intrinsecamente<br />

ecclesiale.<br />

Mediante il Battesimo, è la Chiesa ad accoglierci<br />

e a donarci la fede e la vita nuova che sgorga dalla<br />

risurrezione di Gesù. “Nessuno si è dato la fede da<br />

se stesso, così come nessuno da se stesso si è dato<br />

l’esistenza. Il credente ha ricevuto la fede da altri e ad<br />

altri la deve trasmettere” (CCC, 166). “Credere è un<br />

atto ecclesiale. La fede della Chiesa precede, genera,<br />

sostiene e nutre la nostra fede” (CCC, 181). La fede<br />

va da incontro a incontro, da persona a persona, da<br />

inizio a inizio, nella dinamica dell’essere chiamati<br />

e del rispondere. Ogni cristiano crede ciò che la<br />

Chiesa crede e crede insieme a tutta la Chiesa,<br />

di tutti i luoghi e di tutti i tempi (Esempio: con la<br />

litania dei santi viene invocata la Chiesa di tutte le<br />

generazioni perché contribuisca con la preghiera<br />

alla trasmissione dell’unica fede). La Chiesa è il<br />

soggetto comunitario della fede, noi crediamo<br />

come comunità e nella Comunità cristiana che ci ha<br />

trasmesso la fede.<br />

La fede, come scrive San Paolo in un famoso<br />

passo della Lettera ai Romani (cfr. 10,9-17), ha una<br />

sua dinamica propria (invio – annuncio – ascolto<br />

– fede – professione) che è spiccatamente ed<br />

essenzialmente ecclesiale, poiché “la fede dipende<br />

dalla predicazione” (Rm, 10,17), che è opera della<br />

Chiesa, per “mandato” del Signore nostro Gesù<br />

Cristo (Mt 28,<strong>19</strong>-20).<br />

La natura ecclesiale della fede dipende anche<br />

dalla concezione della fede come “simbolo”, che<br />

vuol dire “conglobare”, “riunire assieme”. Lo sfondo<br />

è dato da un’antica usanza: due parti componibili<br />

di un anello, di un bastone o di una tavoletta<br />

fungevano da segno di riconoscimento per gli<br />

ospiti, per i messaggeri, per i contraenti. Il possesso<br />

del pezzo integrativo autorizzava a ricevere una<br />

cosa o a ottenere ospitalità. Il “simbolo” è quindi<br />

il pezzo che rimanda all’integrazione mediante<br />

un altro pezzo, creando così un’unità e un mutuo<br />

segno di riconoscimento.<br />

La professione di fede, similmente, in quanto<br />

“simbolo” crea comunione, consente il mutuo riconoscimento,<br />

facilita l’adorazione comune. Ciascuno<br />

di noi ha la fede solo come “simbolo”, come<br />

un pezzo imperfetto e monco, che anela a trovare<br />

la sua integrità nell’unità con gli altri. La fede anela<br />

all’unità, reclama il compagno di fede, dice riferimento<br />

alla Chiesa, come soggetto e come oggetto.<br />

“Anche la Chiesa, in sé e come un tutto, ha tra le mani<br />

la fede sempre e solo come “simbolo”, come metà<br />

spezzata, che annuncia la verità soltanto rinviando<br />

perennemente oltre se stessa, al totalmente Altro”<br />

(J. RATZINGER, Introduzione al Cristianesimo, p.75).<br />

Ricapitolando: “: è la fede della Chiesa<br />

professata personalmente da ogni credente, soprattutto<br />

al momento del Battesimo. è<br />

la fede della Chiesa confessata dai vescovi riuniti in<br />

Concilio o, più generalmente, dall’assemblea liturgica<br />

dei credenti. è anche la Chiesa, nostra<br />

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Anno della fede<br />

Madre, che risponde a Dio con la<br />

sua fede e che ci insegna a dire:<br />

, ”<br />

(CCC, 167).<br />

8. Perseverare nella fede.<br />

La fede è certa perché si<br />

fonda sulla Parola di Dio e non<br />

sulle parole e sui ragionamenti<br />

degli uomini, ma va sempre<br />

ugualmente custodita e difesa<br />

perché, a causa della libertà<br />

dell’uomo, è sempre incombente<br />

il rischio del rifiuto e del<br />

tradimento.<br />

Ecco perché non bisogna mai<br />

darla per scontata o presupposta,<br />

ma va sempre nuovamente<br />

accolta, alimentata e confermata,<br />

rinnovando quotidianamente<br />

il “si” detto a Dio nel giorno<br />

dell’incontro decisivo. Occorre<br />

radicarla nella fede della Chiesa e<br />

alimentarla con la Parola di Dio,<br />

con la preghiera, con la carità<br />

(cfr. Gal 5,6), con la speranza<br />

(cfr. Rm 15,3).<br />

9. La fede è inizio della vita<br />

eterna.<br />

La fede, se vissuta con verità<br />

e intensità, per quella che è, ci fa<br />

gustare in anticipo, qui sulla terra,<br />

la gioia del Paradiso, quando<br />

vedremo Dio “faccia a faccia”<br />

(1Cor <strong>13</strong>,<strong>12</strong>), “così come egli è”<br />

(1Gv 3,2). Di questo, in mezzo a<br />

noi, anche oggi, è segno la vita<br />

dei santi, poiché “chiunque ha<br />

lasciato case o fratelli o sorelle o padre o madre o<br />

moglie o figli o campi per il mio nome, riceverà il centuplo<br />

ed erediterà la vita eterna” (Mt <strong>19</strong>,29).<br />

Per questo, se veramente desideriamo “giorni<br />

felici”, siamo chiamati a compiere per tutta la vita<br />

“l’opera di Dio”, che consiste nel credere “in Colui<br />

che Egli ha mandato” (Gv 6,28). La fede è l’unica<br />

opera che ci permette di vivere “secondo natura”<br />

e di raggiungere la pienezza della vita e della gioia.<br />

10. La fede è necessaria per essere salvati.<br />

“Chi crederà e si farà battezzare sarà salvato, ma<br />

chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16).<br />

“Senza la fede è impossibile essere graditi a Dio”<br />

(Eb 11,6) e “condividere le condizioni di suoi figli,<br />

nessuno può essere mai giustificato senza di essa e<br />

nessuno conseguirà la vita eterna se non ” – Mt 10,22 – (CCC, 161).<br />

21<br />

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Anno della fede<br />

Giovanni Trolio<br />

La fede<br />

di Abramo<br />

22<br />

“<br />

1 Il Signore disse ad Abram:<br />

«Vàttene dal tuo paese,<br />

dalla tua patria e dalla casa di tuo padre,<br />

verso il paese che io ti indicherò.<br />

2 Farò di te un grande popolo<br />

e ti benedirò,<br />

renderò grande il tuo nome<br />

e diventerai una benedizione.<br />

3 Benedirò coloro che ti benediranno<br />

e coloro che ti malediranno maledirò<br />

e in te si diranno benedette<br />

tutte le famiglie della terra».<br />

4 Allora Abram partì,<br />

come gli aveva ordinato il Signore,<br />

e con lui partì Lot.<br />

Abram aveva settantacinque anni<br />

quando lasciò Carran.<br />

”<br />

(Gen<br />

“8 Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì<br />

partendo per un luogo che doveva ricevere in<br />

eredità, e partì senza sapere dove andava. 9 Per<br />

fede soggiornò nella terra promessa come in una<br />

regione straniera, abitando sotto le tende, come<br />

anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima<br />

promessa. 10 Egli aspettava infatti la città dalle<br />

salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è<br />

Dio stesso.”(Ebrei 11,8-10)<br />

Così l’autore anonimo di quel capolavoro omiletico<br />

che è la Lettera agli Ebrei dipingeva il momento<br />

decisivo della vita umana e spirituale di Abramo.<br />

Questi pochi versetti di questo racconto colgono<br />

in pienezza la vocazione del patriarca biblico<br />

ritraendola secondo un profilo essenziale che<br />

ricorrerà spesso altrove all’interno della Bibbia.<br />

Ora la vocazione di Abramo qui tratteggiata<br />

risponde a uno schema rappresentativo che già<br />

disegna tutto l’atteggiamento dell’uomo nella sua<br />

<strong>12</strong>,1-4) lunga vicenda.<br />

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Anno della fede<br />

Egli sarà l’uomo della fede pronta e nuda, priva di<br />

obiezioni e di esitazioni, totalmente consacrata<br />

alla missione ricevuta. Non per nulla lo schema<br />

utilizzato è di tipo “militare”. Esso, infatti, si<br />

regge sul binomio “ordine-esecuzione” che,<br />

diversamente dalla traduzione CEI da noi usata,<br />

nell’originale ebraico si esprime con lo stesso<br />

verbo hlk “andare”: “Vattene dal tuo paese…<br />

Abram andò come gli aveva ordinato il Signore”<br />

(vv 1.4). “Anch’io , che pure sono un subalterno, ho<br />

soldati sotto di me e dico ad uno : va’, ed egli va; e<br />

a un altro: vieni , ed egli viene; e al mio servo: fa’<br />

questo, ed egli lo fa “(Mt 8,9).<br />

La scenetta evocata a Gesù dal centurione di<br />

Cafarnao e, tratta dalla sua esperienza militare,<br />

traccia proprio l’immagine usata per raffigurare<br />

questo tipo di vocazione.<br />

Il movimento è rapido e incalzante, l’iniziativa<br />

parte da Dio che rompe il silenzio per primo e che<br />

è rappresentato come un generale che lancia il<br />

suo ordine in attesa che venga istantaneamente e<br />

minuziosamente eseguito.<br />

È questo un modello di vocazione che ritroviamo<br />

spesso nella storia personale dei profeti.<br />

Sicuramente questa non è l’unica tipologia di<br />

vocazione: Dio si adatta alla diversità delle<br />

persone, accettando anche le sfumature della<br />

loro individualità. Per es. Mosè e Geremia<br />

opporranno la loro obiezione. La vocazione<br />

“militare” di Abramo vuole, invece, raffigurare<br />

colui che , attraverso l’esecuzione letterale e<br />

immediata del comando impartito, è il puro e<br />

totale servitore della Parola divina imperativa ed<br />

efficace. L’accento cade sul primato di Dio la cui<br />

forza è dirompente, la cui vocazione è irresistibile,<br />

la cui Parola è “come martello che spacca la<br />

roccia…come fuoco ardente, chiuso nelle ossa,<br />

incontenibile” (Ger 23,29; 20,9).<br />

Il primo atto di fede di Abramo segnalato dalla<br />

Bibbia è la sua partenza , il suo distacco dal clan<br />

paterno per rimettersi in viaggio senza sapere<br />

dove andava, in cerca di una patria che non sarebbe<br />

toccato a lui possedere, sapendo bensì di entrare<br />

così nel disegno di Dio, che faceva di lui la<br />

prima pietra della città celeste, ma non conoscendo<br />

come Dio avrebbe realizzato le sue promesse.<br />

Intanto gli anni passano e delle promesse nulla<br />

ancora! Anzi Abramo era senza figli, e tutte le<br />

promesse sembravano in procinto di spegnersi<br />

con la sua sconsolata vecchiaia. Ed è allora<br />

che viene segnalato il secondo atto di fede:<br />

“1 Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu<br />

rivolta ad Abram in visione: «Non temere, Abram.<br />

Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto<br />

grande». 2 Rispose Abram: «Mio Signore Dio, che<br />

mi darai Io me ne vado senza figli e l’erede della<br />

mia casa è Eliezer di Damasco». 3 Soggiunse Abram:<br />

«Ecco a me non hai dato discendenza e un mio<br />

domestico sarà mio erede». 4 Ed ecco gli fu rivolta<br />

questa parola dal Signore: «Non costui sarà il tuo<br />

erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». 5 Poi lo<br />

condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta<br />

le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale<br />

sarà la tua discendenza». 6 Egli credette al Signore,<br />

che glielo accreditò come giustizia. (Gen 15,1-6)<br />

Questo passo divenne il punto luminoso a cui San<br />

Paolo costantemente si riferiva quando nelle lettere<br />

ai Galati e ai Romani elaborava la sua teologia<br />

della fede, esponendo in termini chiari e polemici<br />

le implicazioni del messaggio di Cristo nei rapporti<br />

fra il Vangelo e il Giudaismo:<br />

“16 Eredi quindi si diventa per la fede, perché<br />

ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per<br />

tutta la discendenza, non soltanto per quella che<br />

deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva<br />

dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti<br />

noi. 17 Infatti sta scritto: Ti ho costituito padre<br />

di molti popoli; [è nostro padre] davanti al Dio<br />

nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama<br />

all’esistenza le cose che ancora non esistono.<br />

18 Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza<br />

e così divenne padre di molti popoli, come gli era<br />

stato detto: Così sarà la tua discendenza. <strong>19</strong> Egli<br />

non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto<br />

il proprio corpo - aveva circa cento anni - e morto<br />

il seno di Sara. 20 Per la promessa di Dio non esitò<br />

con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede<br />

gloria a Dio, 21 pienamente convinto che quanto<br />

egli aveva promesso era anche capace di portarlo<br />

a compimento. 22 Ecco perché gli fu accreditato<br />

come giustizia.”(Rom 4,16-22)<br />

A San Paolo interessava mettere in evidenza che<br />

Abramo non era ancora circonciso, né ancora<br />

poteva vivere secondo la legge di Mosè, che<br />

sarebbe venuta molti secoli dopo, quando passò<br />

nel numero dei giustificati, di coloro cioè a cui Dio<br />

23<br />

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24<br />

Anno della fede<br />

perdona i peccati e che fa entrare nell’intimità<br />

della sua grazia. Come per Abramo, così per<br />

ciascun credente la fede sarebbe stata la porta<br />

della giustificazione. Ma a noi interessa di più<br />

l’aspetto personale e psicologico dell’atto di fede<br />

di quest’uomo, che avrebbe avuto umanamente<br />

ragione di ritenersi deluso, ma che invece rinnova<br />

la sua adesione a Dio credendo “contro ogni<br />

speranza”.<br />

Dopo alcuni anni, l’atto di fede si rinnova, perché<br />

la promessa è andata precisandosi nella sua sfida<br />

a ogni umana verosimiglianza: non sarà Ismaele,<br />

il figlio della giovane schiava egiziana, ma Isacco,<br />

“colui che ride” come dice il suo nome, colui che<br />

prima di essere concepito farà ridere d’incredulità<br />

la madre ormai sfiorita, e dopo la sua nascita la<br />

farà ridere per la gioia così strana e inattesa (Gen<br />

18,<strong>12</strong>; 21,6).<br />

Dio sembra talora prendersi gioco di quelli che a<br />

Lui si affidano pienamente: Abramo aveva creduto<br />

che Ismaele dovesse realizzare la promessa, ma<br />

Dio segue la sua via, la via del meno probabile,<br />

anzi dell’umanamente incredibile, e Ismaele, non<br />

senza un intimo dolore del padre, prende la via del<br />

deserto (Gen 21,14).<br />

Abramo è così diventato “l’amico di Dio”, come<br />

lo chiamano abitualmente i musulmani, facendo<br />

eco alla tradizione ebraica (Is 41,8) e cristiana<br />

(Gc 2,23). E di questa amicizia è un episodio<br />

commovente la condiscendenza di Dio , che rivela<br />

ad Abramo la fine imminente delle città peccatrici,<br />

e ne accetta l’intercessione, dichiarandosi pronto<br />

a perdonare, a una condizione via via meno<br />

difficile da realizzarsi, e d’altra parte la fiducia,<br />

diremmo l’audacia di Abramo che aumenta via via<br />

la sua richiesta di misericordia totale in vista di un<br />

numero sempre più piccolo di giusti.<br />

Nonostante l’espressione del vecchio patriarca<br />

che ristabilisce le distanze: “vedi come ardisco<br />

parlare al mio Signore, io che sono polvere e<br />

cenere…non si adiri il mio Signore, se parlo ancora<br />

una volta…” (Gen 18,27-32).<br />

Si tratta di un vero discorso fra amici che solo<br />

una fede intensa e lungamente maturata rende<br />

possibile. Ma Dio è esigente con i suoi amici.<br />

Viene a proposito, a questo riguardo, la frase<br />

attribuita a santa Teresa d’Avila: “non c’è da<br />

meravigliarsi che tu, o Signore, hai così pochi<br />

amici, visto il modo con cui li tratti”.<br />

Vengono in mente queste parole quando si<br />

rilegge l’ultimo, eroico atto di fede che la Genesi<br />

narra di Abramo: “1 Dopo queste cose, Dio mise<br />

alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!».<br />

Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il<br />

tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio<br />

di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che<br />

io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino,<br />

sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco,<br />

spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio<br />

verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il terzo<br />

giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide<br />

quel luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi:<br />

«Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo<br />

fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da<br />

voi». 6 Abramo prese la legna dell’olocausto<br />

e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il<br />

fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt’e due<br />

insieme. 7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse:<br />

«Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese:<br />

«Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello<br />

per l’olocausto». 8 Abramo rispose: «Dio stesso<br />

provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!».<br />

Proseguirono tutt’e due insieme; 9 così arrivarono<br />

al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo<br />

costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e<br />

lo depose sull’altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo<br />

stese la mano e prese il coltello per immolare suo<br />

figlio. 11 Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal<br />

cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose:<br />

«Eccomi!». <strong>12</strong> L’angelo disse: «Non stendere la mano<br />

contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che<br />

tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo<br />

unico figlio». <strong>13</strong> Allora Abramo alzò gli occhi e vide<br />

un ariete impigliato con le corna in un cespuglio.<br />

Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in<br />

olocausto invece del figlio. (Gen 22,1-<strong>13</strong>)<br />

Questa narrazione, che con la sua arte semplice e<br />

profonda non mette in pubblico l’intimo strazio<br />

del padre, ma ne lascia discretamente intuire i<br />

sentimenti attraverso i gesti e le poche parole,<br />

non ha mai cessato di commuovere le antiche<br />

generazioni di ebrei e cristiani ma crea qualche<br />

difficoltà per l’uomo moderno.<br />

Come potè Abramo essere certo che Dio gli<br />

domandava il sacrificio del figlio<br />

E come può essere degno di Dio mettere alla<br />

prova comandando un atto di culto omicida<br />

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Anno della fede<br />

Forse, si risponde, si trattò di una tentazione<br />

interiore che gli si era altre volte rivelato.<br />

Sappiamo che nel paese di Canaan, dove Abramo<br />

ormai da lungo tempo si trovava, si praticavano<br />

sacrifici di fanciulli (Dt <strong>12</strong>,31; 18,10; Lv 18,21).<br />

Abramo, non avendo altri lumi in proposito, potè<br />

pensare che Dio gradisse tale atto di omaggio, e<br />

giudicando che il Signore della vita aveva il diritto<br />

di riprendersi il suo dono, non dubitò di ubbidire,<br />

con intimo strazio, a ciò che si era persuaso essere<br />

suo dovere. Dio avrebbe permesso quest’intimo<br />

conflitto di coscienza conducendolo a buon<br />

termine. Comunque l’antico autore, che registrò<br />

questo fatto, aveva fra l’altro anche l’intenzione<br />

d’insegnare, con un esempio così memorabile,<br />

che Dio non vuole i sacrifici umani, come<br />

concordemente ripetono i testi legislativi e le<br />

invettive dei profeti (Ger 7,31-32; <strong>19</strong>,5; 32,35).<br />

Ma nel piano generale della storia della salvezza,<br />

quale appare dall’insieme dei due Testamenti,<br />

il sacrificio di Abramo e l’umile<br />

obbedienza del giovane Isacco erano<br />

destinati a essere un “tipo”, una<br />

figura profetica del sacrificio di Cristo.<br />

È ciò che mette in evidenza l’autore<br />

della lettera agli Ebrei esplicitando<br />

ancora una volta quello che era<br />

implicito nella fede e nei gesti di<br />

Abramo: “17 Per fede Abramo, messo<br />

alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che<br />

aveva ricevuto le promesse, offrì il suo<br />

unico figlio, 18 del quale era stato<br />

detto: in Isacco avrai una discendenza<br />

che porterà il tuo nome. <strong>19</strong> Egli pensava<br />

infatti che Dio è capace di far risorgere<br />

anche dai morti: per questo lo riebbe e<br />

fu come un simbolo.” (Ebrei 11,17-<strong>19</strong>)<br />

La fede nelle promesse divine passa come una<br />

fiaccola da una generazione all’altra, sulla catena<br />

delle benedizioni patriarcali: “20 Per fede Isacco<br />

benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose<br />

future. 21 Per fede Giacobbe, morente, benedisse<br />

ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò,<br />

appoggiandosi all’estremità del bastone. 22 Per<br />

fede Giuseppe, alla fine della vita, parlò dell’esodo<br />

dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie<br />

ossa.” (Ebrei 11,20-22)<br />

Una caratteristica della vita di fede dei patriarchi<br />

ebrei è la loro disposizione a essere successivamente<br />

sradicati dai luoghi dove andavano via<br />

via impiantandosi.<br />

I verbi che indicano “piantare le tende “ e “levare<br />

le tende e partire” ricorrono continuamente nelle<br />

narrazioni di Abramo, Isacco e Giacobbe. Vi è nella<br />

loro vita come un anticipo di quella “spiritualità<br />

dello sradicamento” con cui Dio guida la storia del<br />

suo popolo e ne educa la fede.<br />

Abramo muore poi senza aver veduto<br />

la realizzazione delle promesse<br />

divine, ma creden-dole fermamente<br />

nel segno iniziale del loro avveramento:<br />

le nozze di Isacco (Gen 24),<br />

presagio della futura discendenza<br />

numerosa come le stelle del cielo, e<br />

l’acquisto della piccola proprietà<br />

sepolcrale di Malpela presso Hebron<br />

(Gen 23), presagio e anticipo del<br />

possesso della terra promessa.<br />

25<br />

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Anno della fede<br />

Abramo è sradicato da Ur e poi da Harran, ma<br />

quando è sepolto in quel lembo di terra promessa<br />

che ormai sembra appartenere al suo clan, ecco<br />

che Isacco vede allontanarsi Giacobbe a cui aveva<br />

trasmesso la promessa della terra, e costui<br />

formerà la sua famiglia presso i luoghi da cui era<br />

partito Abramo (Gn 28-31).<br />

Ritornato in Canaan e impiantatosi a Sichem, dove<br />

compera una proprietà (Gen 33,<strong>19</strong>), deve ben<br />

presto togliere le tende e portarsi nella regione<br />

meridionale, presso la tomba dei padri, lasciando<br />

lungo la via la tomba della prediletta Rachele<br />

(Gen 35,<strong>19</strong>).<br />

E negli ultimi anni sarà sradicato anche di lì per<br />

raggiungere il figlio Giuseppe in Egitto (Gen 46)<br />

dove i discendenti dei patriarchi si impianteranno<br />

solo provvisoriamente, in attesa di riprendere la<br />

via del deserto alla ricerca della terra promessa.<br />

Tutto questo, a cui la fede rendeva disponibili i<br />

patriarchi ebrei, aveva nella mente di Dio uno<br />

scopo : abituare a non fermarsi sulle conquiste del<br />

passato e a guardare sempre avanti verso un<br />

avvenire migliore.<br />

Così appunto interpreta questi fatti l’autore<br />

dell’epistola agli Ebrei:<br />

“<strong>13</strong> Nella fede morirono tutti costoro, pur non<br />

avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli<br />

solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di<br />

essere stranieri e pellegrini sopra la terra.<br />

14 Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla<br />

ricerca di una patria. 15 Se avessero pensato a quella<br />

da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di<br />

ritornarvi; 16 ora invece essi aspirano a una migliore,<br />

cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di<br />

chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una<br />

città” (Ebrei 11,<strong>13</strong>-16).<br />

26<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 28 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Cultura<br />

San Potito è uno dei primi<br />

martiri della cristianità, un<br />

giovane martire, appena<br />

adolescente. Sono giunte fino<br />

a noi alcune antiche recensioni<br />

della «Passio Sancti Potiti», la più<br />

antica delle quali è del IX secolo,<br />

che narra di Potito come un adolescente<br />

tredicenne, nato a Sardica<br />

nella Dacia Inferiore (attuale<br />

Bulgaria), che era diventata provincia<br />

romana nel 107, dopo essere<br />

stata conquistata da Traiano.<br />

Secondo queste fonti sarebbe<br />

stato l’unico figlio di una famiglia<br />

ricchissima; contro la volontà<br />

del padre, convinto pagano, il<br />

giovane Potito aveva abbracciato<br />

la fede cristiana con straordinaria<br />

convinzione. I documenti antichi<br />

gli attribuiscono gesti e miracoli<br />

che però non possono essere<br />

Antonietta Vizzuso<br />

Il culto di SAN POTITO<br />

nella<br />

Diocesi di TRICARICO<br />

confermati da fonti storiche.<br />

In particolare avrebbe guarito<br />

dalla lebbra una matrona romana<br />

e liberato dal demonio la<br />

figlia dell’imperatore Antonino<br />

Pio (<strong>13</strong>8-161). Dallo stesso imperatore,<br />

però, proprio a causa<br />

della sua fede di cristiano venne<br />

torturato e infine fatto decapitare<br />

verso il 160. Incredibili i tormenti<br />

e le torture a cui si racconta fu<br />

sottoposto il giovanetto, tutti<br />

accompagnati da fatti prodigiosi:<br />

più si mostrava sprezzante<br />

della crudeltà dell’imperatore<br />

più questi si accaniva su di lui.<br />

Gli furono strappate le unghie<br />

delle mani e dei piedi, venne<br />

esposto alle belve, le quali però<br />

non gli fecero offesa alcuna;<br />

fu tuffato in una caldaia di olio<br />

bollente, fu cosparso di piombo<br />

liquefatto, fu trafitto da un ferro<br />

arroventato che però lasciò illeso<br />

27<br />

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Cultura<br />

28<br />

il martire ma, nello stesso momento, Antonino<br />

fu colpito da fortissimo dolore al capo, per cui<br />

si raccomandò a Potito, il quale, per le insistenti<br />

preghiere della figlia Agnese, gli ottenne da Dio<br />

la liberazione – da questo forse deriva anche<br />

il suo essere considerato protettore del mal<br />

di testa -. Anche questo miracolo fu attribuito<br />

ad arte magica, e poiché Potito rimproverò<br />

all’Imperatore la sua empietà, egli ordinò che gli<br />

fosse mozzata la lingua. Dopo questo supplizio<br />

egli parlava ancora più speditamente e disse<br />

all’Imperatore che fino a quando sarebbe<br />

stato in Roma, nessun tormento gli avrebbe<br />

potuto togliere la vita. Antonino, che fino a<br />

quel momento non aveva creduto né ai fatti<br />

prodigiosi, né alle parole del Santo, credette a<br />

questo ed ordinò che fosse condotto fuori città<br />

e fosse trucidato. Così fu condotto fuori di Roma<br />

e su quel ramo della Via Appia che da Benevento<br />

portava a Canosa, nei pressi di Ascoli Satriano,<br />

gli fu mozzato il capo presso il fiume Calaggio-<br />

Carapelle, ove fu seppellito e venerato come<br />

santo dalla piccola comunità cristiana locale.<br />

Potito divenne nel II secolo d.C. il primo santo<br />

storicamente attestato e venerato nella Daunia.<br />

Le testimonianze sul culto di San Potito attestano<br />

chiaramente che il centro della sua irradiazione<br />

è stato la Puglia, proprio là dove la Passio Sancti<br />

Potiti pone il martirio. Dalla Puglia il culto si<br />

diffuse, soprattutto a partire dal sec. IV, a Napoli<br />

in Campania, in Emilia Romagna, in Basilicata e in<br />

varie altre parti, anche fuori d’Italia. Dopo il 3<strong>13</strong>,<br />

anno dell’editto di Costantino che concedeva la<br />

libertà di culto ai cristiani, si intensificò anche<br />

il culto verso il martire, con una maggiore<br />

solennità nella celebrazione dell’anniversario<br />

del martirio di San Potito. Inoltre le Chiese<br />

cristiane, legate da rapporti di amicizia,<br />

cominciarono a scambiarsi gli anniversari<br />

dei martiri, il cui culto perdeva sempre più<br />

il carattere locale per diventare universale.<br />

Purtroppo, per vari motivi, preziosi antichi documenti<br />

riguardanti la storia e il culto di San Potito<br />

sono andati perduti: la traslazione delle reliquie<br />

dal luogo del martirio, nei pressi di Ascoli Satriano,<br />

a Benevento, al tempo del duca<br />

Sicardo tra l’818 e l’839; l’incendio della<br />

sacrestia della Cattedrale di Ascoli nel 1567,<br />

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al tempo del vescovo Marco Lando (1567-1593),<br />

che distrusse l’archivio della Chiesa Cattedrale;<br />

gli altri scempi dei diversi archivi pubblici, la<br />

peste, le guerre e i terremoti. Ma, nonostante<br />

la perdita di questi antichi documenti, il culto e<br />

la devozione a San Potito non si sono mai interrotti.<br />

Due pergamene di Montevergine, risalenti<br />

rispettivamente all’agosto del 1118 e al <strong>dicembre</strong><br />

del <strong>12</strong>29, attestano l’esistenza di una chiesa di<br />

San Potito (e implicitamente di un culto in suo<br />

onore) nella città di Ascoli Satriano. Secondo F.<br />

Mostardi, nel 1156 Gugliemo I (1156-1166) donò<br />

all’abbazia di Montevergine una trentina di ossa<br />

di san Potito, insieme a quelle di altri santi, per<br />

sottrarle ai pericoli provenienti dalle continue<br />

guerre che rendevano malsicura la città di Benevento.<br />

Le altre reliquie del Santo, molto probabilmente,<br />

furono restituite agli Ascolani e successivamente,<br />

sempre per metterle al sicuro, furono<br />

date in custodia all’Ordine dei Cavalieri di Malta;<br />

infatti dal <strong>12</strong>16 al <strong>12</strong>97 numerose terre dell’agro di<br />

Ascoli, già dei Benedettini di Venosa, passarono<br />

ai Cavalieri di Malta. Documenti attestano come<br />

le Reliquie di San Potito, al principio del XVI secolo,<br />

siano state ritrovate nella Chiesa della Trinità,<br />

Commenda dei Cavalieri di Malta, nel territorio<br />

di Tricarico; mentre non si conosce il quando,<br />

il come e da chi dai pressi di Ascoli Satriano furono<br />

trasferite nella detta chiesa della Trinità.<br />

A Tricarico, nel 1506, mentre si provvedeva a<br />

rimuovere l’altare maggiore nella chiesa della<br />

Santissima Trinità per ordine dell’allora vescovo<br />

Agostino De Guarino, per sostituirlo con uno più<br />

dignitoso - visto le condizioni di grave abbandono<br />

in cui quella chiesa appena fuori città versava - furono<br />

rinvenute sia le reliquie di san Potito che di<br />

S. Antonio Abate e da questa chiesa furono trasferite<br />

nella cattedrale di Tricarico, dove attualmente<br />

sono custodite dietro l’altare maggiore.<br />

Questo ritrovamento e la relativa traslazione<br />

delle reliquie si racconta che furono accompagnate<br />

da fatti miracolosi, come la guarigione di<br />

uno zoppo e di invasati dal demonio. Il vescovo,<br />

insieme a tutto il clero e alla popolazione, trasportò<br />

processionalmente le reliquie in cattedrale<br />

per essere poi esposte solennemente alla<br />

venerazione il <strong>13</strong> gennaio quelle di S. Potito e il 17<br />

gennaio quelle di S. Antonio Abate.<br />

29<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 31 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Cultura<br />

Non si sapeva prima di allora della<br />

loro esistenza. Queste notizie, e<br />

altre interessanti testimonianze<br />

sul rinvenimento e la traslazione<br />

delle reliquie, le apprendiamo da<br />

un importante documento, ossia<br />

gli atti della Visita Pastorale condotta<br />

in quell’anno nella diocesi<br />

di Tricarico dal vescovo Gianbattista<br />

Santonio. Era il 22 febbraio<br />

del 1588. Recatosi in Cattedrale<br />

il Vescovo ispezionò le cassettine<br />

contenenti le reliquie: una<br />

era di legno rivestita di stagno<br />

con una piccola lapide di marmo<br />

all’interno recante l’incisione<br />

“Reliquia sancti Potiti martiris”;<br />

vi erano molte ossa e frammenti<br />

di ossa del capo e del corpo di<br />

San Potito, altri di questi frammenti<br />

erano contenuti dentro<br />

un piccolo vaso rotondo antico<br />

di terracotta avvolti in un panno.<br />

Insieme a questa, in un’altra<br />

cassetta, erano custodite altre<br />

reliquie con un’identica lapidetta<br />

di marmo recante l’incisione<br />

“Reliquia sancti Antonij abbatis”.<br />

Nel 1668 il vescovo Pietro Aloisio<br />

Carafa sostituì le due cassette<br />

lignee con altrettante preziose<br />

urne reliquarie d’argento, che<br />

dal Settecento ad oggi vengono<br />

custodite nell’altare maggiore<br />

della cattedrale. Nell’urna contenente<br />

le reliquie di San Potito<br />

sono custodite anche alcune<br />

pergamene di cui una, datata 23<br />

<strong>dicembre</strong> 1873, documenta la<br />

donazione da parte del vescovo<br />

Simone Spilotros di un frammento<br />

dell’omero destro delle<br />

reliquie del Santo alla diocesi di<br />

Cerignola e Ascoli Satriano (FG),<br />

che ne aveva fatto richiesta<br />

in quanto lo vanta come suo<br />

protettore. In questo stesso<br />

documento si attesta inoltre che<br />

S. Potito è considerato patrono<br />

della città e della diocesi di<br />

Tricarico. Per spiegare l’esistenza<br />

nella città lucana delle sacre<br />

spoglie del Santo, si diffuse tra<br />

il popolo ascolano la leggenda<br />

del mulattiere di Tricarico:<br />

“Un mulattiere di Tricarico si<br />

dirigeva verso Ascoli, sul tratturo<br />

Palmo-Palazzo d’Ascoli-Foggia, tra<br />

la Mufité (Posta di San Potito,<br />

luogo ritenuto del martirio) e il<br />

torrente Carapelle. Un asino della<br />

sua carovana, stanco per il lungo<br />

viaggio e per il pesante carico che<br />

trasportava, affondò nei fanghi<br />

della mefite da dove non poté in<br />

alcun modo essere tirato fuori.<br />

30<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 32 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Cultura<br />

Il mulattiere, adirato, trasferì il<br />

carico di mercanzie sulla soma di<br />

un’altra bestia e, senza perdere<br />

altro tempo, ammazzò il povero<br />

asino sul posto.<br />

Ma, da buon commerciante, ebbe<br />

cura di scuoiarlo per vendere la<br />

sua pelle. Prima di rimettersi in<br />

cammino, rivolse una preghiera a<br />

San Potito, che<br />

si diceva martirizzato in quella<br />

località, nelle vicinanze dei<br />

templi di Calcante e di Podalirio.<br />

Percorso un tratto di strada, il<br />

mulattiere sentì i ragli lamentosi<br />

del suo asino.<br />

Impressionato dal fenomeno<br />

tornò indietro e vide la bestia<br />

scuoiata venirgli incontro. Felice<br />

del recupero della bestia, le<br />

rimise addosso la pelle ma a<br />

rovescio.<br />

L’asino, così conciato, lo guidò<br />

nuovamente sulla mefite, dove<br />

era risorto miracolosamente.<br />

Tornato in quel posto il mulattiere,<br />

convinto di trovarsi di<br />

fronte ad un evento straordinario,<br />

prese a scavare, pregando,<br />

tra i fanghi della mefite, dai<br />

quali affiorò il corpo intatto di<br />

un adolescente. Certo di aver<br />

scoperto il corpo di San Potito, il<br />

mulattiere compose degnamente<br />

le sacre spoglie, che portò a<br />

Tricarico dove vennero esposte<br />

alla venerazione dei fedeli”.<br />

Per commemorare l’evento prodigioso,<br />

gli Ascolani cominciarono<br />

a recarsi in pellegrinaggio sul<br />

luogo del martirio del loro Santo,<br />

ove annualmente si svolgeva una<br />

lunga processione e si celebrava<br />

una solenne Messa all’aperto di<br />

cui esiste una documentazione<br />

fotografica, ma nel tempo la consuetudine<br />

è venuta meno.<br />

Resiste invece nella tradizione<br />

ascolana quella de lu ciuccë San<br />

Pétitë, la cui sagoma metallica carica<br />

di fuochi d’artificio sfila scoppiettante<br />

in piazza tra due ali di<br />

folla festante, la sera del <strong>13</strong> gennaio,<br />

ricorrenza liturgica della<br />

festa patronale. Oltre che nel<br />

suo dies natalis il Martire viene<br />

celebrato nuovamente nella seconda<br />

decade di agosto, con una<br />

festa più popolare, per farvi partecipare<br />

gli emigrati che trascorrono<br />

in paese le loro ferie.<br />

Questo giovane martire è<br />

venerato soprattutto in Puglia e<br />

31<br />

Campania, ma anche in altre<br />

regioni del centro-nord e persino<br />

in Sardegna; oltre a chiese a lui<br />

dedicate, ci sono anche quattro<br />

Comuni italiani che portano o<br />

hanno portato il suo nome.<br />

Nella nostra diocesi San Potito<br />

viene festeggiato il 14 gennaio<br />

come patrono della diocesi e<br />

della città di Tricarico (lo è anche<br />

di Corleto Perticara).<br />

La festa ha una connotazione<br />

prevalentemente religiosa, con<br />

l’ottavario in onore di San<br />

Potito, l’esposizione delle reli-<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 33 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Cultura<br />

quie alla venerazione dei fedeli,<br />

la celebrazione del solenne<br />

Pontificale del Vescovo e la<br />

processione dalla chiesa parrocchiale<br />

a lui dedicata alla<br />

Cattedrale, dove le reliquie sono<br />

custodite per tutto l’anno.<br />

È forse però un santo poco<br />

conosciuto, soprattutto dalle<br />

nuove generazioni. E pensare<br />

che a Tricarico vi era l’usanza di<br />

imporre il nome ‘Potito’ ad<br />

almeno un elemento di ogni<br />

famiglia e che fino agli anni ’40 si<br />

celebrava una seconda festa per<br />

San Potito il 17 luglio, a ricordo<br />

della traslazione delle reliquie<br />

dalla SS. Trinità alla Cattedrale.<br />

Momento importante nella storia<br />

delle reliquie e del culto del<br />

giovane martire Potito è la<br />

dedicazione di una nuova chiesa<br />

parrocchiale a Tricarico, nella<br />

nuova zona abitativa, fortemente<br />

voluta dal vescovo Delle<br />

Nocche (decreto del 1 settembre<br />

<strong>19</strong>58) il quale tra l’altro si era<br />

fatto promotore anche di tutta<br />

una serie di ricerche e studi su<br />

San Potito. In occasione della<br />

solenne cerimonia di consacrazione<br />

della chiesa (20 marzo<br />

<strong>19</strong>66), l’allora vescovo Bruno<br />

Maria Pelaia donò due reliquie<br />

del santo prelevate da quelle<br />

custodite in cattedrale, secondo<br />

il desiderio del Venerabile<br />

Raffaello Delle Nocche.<br />

Tali reliquie oggi si trovano collocate<br />

sotto la mensa del nuovo<br />

altare realizzato in occasione<br />

della ristrutturazione della Chiesa<br />

di San Potito.<br />

L’otto gennaio 20<strong>12</strong>, a seguito<br />

della consegna di una reliquia<br />

richiesta dall’Abate Ildebrando<br />

Scicolone della Badia di San<br />

Anselmo in Roma, per l’erigendo<br />

monastero benedettino<br />

in Nicolosi (CT), si è proceduto<br />

ad una dettagliata e interessante<br />

documentazione fotografica<br />

della cassetta delle reliquie e del<br />

suo contenuto.<br />

32<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 34 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Cultura<br />

Papa<br />

Benedetto<br />

XVI<br />

sul senso del<br />

racconto<br />

evangelico<br />

Il nuovo libro del Santo Padre<br />

Benedetto XVI “L’Infanzia di<br />

Gesù” conclude una trilogia,<br />

iniziata nel 2007 e proseguita<br />

nel 2011, sull’analisi evangelica di<br />

Cristo, nello specifico sulla sua<br />

puerizia e su ciò che Matteo e<br />

Luca hanno raccontato all’inizio<br />

dei loro vangeli. “Finalmente posso<br />

consegnare nelle mani del<br />

lettore il piccolo libro da lungo<br />

tempo promesso sui racconti<br />

dell’infanzia di Gesù. Non si tratta<br />

di un terzo volume, ma di una<br />

specie di piccola ‘sala d’ingresso’<br />

ai due precedenti”, con queste<br />

parole Papa Benedetto XVI firmava<br />

il suo intento di pubblicazione a<br />

Castel Gandolfo a pochi mesi dalla<br />

sua ufficiale presentazione alla<br />

Buchmesse di Francoforte, la<br />

Fiera internazionale del Libro.<br />

“L’Infanzia di Gesù” di Ratzinger<br />

affronta l’esegesi della figura di<br />

Cristo ripercorrendone le tappe<br />

principali dell’Annuncio a Maria,<br />

della Nascita e della visita dei<br />

Magi al bambino, in un percorso<br />

storico ed evangelico che affonda<br />

le radici nel passato cristiano e<br />

consegna un’interpretazione dei<br />

fatti che possa appartenere al<br />

presente. Oggi ci interroghiamo<br />

sulle scelte di una donna che ha<br />

risposto sì incondizionatamente,<br />

oggi riflettiamo sul senso dell’incontro<br />

con Cristo, sull’inquietudine<br />

dei Magi che si confrontano<br />

per la prima volta con il Bambino.<br />

È il senso della fede che risponde<br />

ai nostri dubbi e che spinge Maria<br />

ad accettare il messaggio divino<br />

o i re Magi a partire per un lungo<br />

cammino. Ecco come il passato si<br />

trasforma in presente e si attualizza,<br />

in un percorso di fede che<br />

ha interessato i racconti dei vangeli<br />

di Matteo e Luca e, oggi, interessa<br />

l’uomo contemporaneo.<br />

“L’Infanzia di Gesù” è un libro<br />

che indaga le ragio ni profonde<br />

della fede, un testo, che così,<br />

come i precedenti, è destinato ad<br />

aprire nuovi dibattiti, confronti e<br />

discussioni teologiche.<br />

33<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 35 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Territorio<br />

Anna Giammetta<br />

34<br />

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Territorio<br />

Artese-Garrambone:<br />

due lucani<br />

per un<br />

Presepe Monumentale<br />

Migliaia di occhi, anche inconsapevoli,<br />

punteranno il loro<br />

sguardo, in queste festività<br />

natalizie, sulla Basilicata grazie<br />

al presepe artistico del maestro grassanese,<br />

Franco Artese.<br />

Il coronamento di un sogno che arriva<br />

dopo 35 anni di intensa carriera costellata<br />

di successi e gratificazioni nazionali e<br />

internazionali.<br />

Per questo Natale, infatti, l’artista di fama<br />

mondiale donerà un suo manufatto al Papa,<br />

che sarà esposto in piazza San Pietro, a<br />

Roma, sotto l’obelisco e che costruirà la<br />

scenografia natalizia di tutta la piazza.<br />

L’opera, realizzata per l’occasione, è<br />

imponente e minuziosamente curata in tutti<br />

i suoi elementi. La stessa dovizia di<br />

particolari dei presepi già esposti a New<br />

York, Parigi, Betlemme, Lubiana o Loreto.<br />

Questo manufatto ha richiesto un mese di<br />

studio e tre di lavoro. Si estende su una<br />

superficie di <strong>13</strong>0 metri quadrati e sarà<br />

installato in uno spazio di 225, che lo cingerà<br />

di un cielo artificiale dove si alterneranno le<br />

fasi lunari e solari, con circa 150 statuine, tra<br />

i 35 e i 50 centimetri, e abiti realizzati a mano<br />

sui modelli della tradizione contadina. Tutti i<br />

pastori sono in terracotta, con costumi di<br />

stoffa inamidata, ispirati a quelli indossati<br />

dai contadini lucani negli anni Cinquanta<br />

del secolo scorso e che riproducono, con<br />

efficace realismo, scene della tradizione<br />

contadina lucana, alcune di queste, per<br />

situazioni e fisionomie, ispirate al dipinto<br />

“Lucania ’61” di Carlo Levi. Ma non finisce<br />

qua. Ad arricchire, infatti l’opera un altro<br />

professionista e talentuoso lucano, lo<br />

scenografo, Mario Garrambone, nativo di<br />

Cirigliano, conosciuto nell’ambiente dello<br />

spettacolo per l’allestimento di palcoscenici<br />

di importanti appuntamenti (quale il premio<br />

Mia Martini) e allestimenti di studi televisivi<br />

di Mediaset e Rai. Anche per il presepe di<br />

Artese, Mario Garrambone e la sua squadra<br />

interverranno con un complesso impianto<br />

scenografico-illuminotecnico che esalterà<br />

con la luce la monumentale opera.<br />

35<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 37 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


36<br />

Dalle Parrocchie<br />

TRICARICO<br />

CATTEDRALE<br />

Vito Sacco<br />

MANDATO DEI MINISTRANTI<br />

“Quando partecipate alla Liturgia<br />

svolgendo il vostro servizio all’altare,<br />

voi offrite a tutti una testimonianza.<br />

Il vostro atteggiamento<br />

raccolto, la vostra devozione<br />

che parte dal cuore e si esprime<br />

nei gesti, nel canto, nelle risposte:<br />

se lo fate nella maniera giusta<br />

e non distrattamente, in modo<br />

qualunque, allora la vostra è una<br />

testimonianza che tocca gli uomini”.<br />

Sono le parole di Benedetto<br />

XVI pronunciate durante uno dei<br />

numerosi messaggi rivolti ai ministranti,<br />

persone che svolgono<br />

l’importantissimo servizio di assistenza<br />

ai sacerdoti durante la<br />

liturgia. Il termine ha un significato<br />

molto profondo, perché deriva<br />

dal latino “ministrans”, cioè<br />

colui che serve, secondo l’esempio<br />

di Gesù ed è per questo che<br />

la Costituzione conciliare “Sacrosanctum<br />

Concilium” sulla Sacra<br />

Liturgia, al numero 29, stabilisce<br />

che “anche i ministranti, i lettori,<br />

i commentatori e i membri della<br />

«schola cantorum» svolgono<br />

un vero ministero liturgico. Essi<br />

perciò esercitino il proprio ufficio<br />

con quella sincera pietà e con<br />

quel buon ordine che conviene a<br />

un così grande ministero e che il<br />

popolo di Dio esige giustamente<br />

da essi. Bisogna dunque che tali<br />

persone siano educate con cura,<br />

ognuna secondo la propria condizione,<br />

allo spirito liturgico e siano<br />

formate a svolgere la propria<br />

parte secondo le norme stabilite<br />

e con ordine”. In questo spirito,<br />

infatti, dopo aver seguito un<br />

percorso formativo di un anno,<br />

fatto di praticantato sull’altare e<br />

di incontri mensili con il parroco<br />

don Giovanni Trolio sul significato<br />

della celebrazione religiosa e<br />

delle azioni liturgiche, lo scorso<br />

sabato 8 <strong>dicembre</strong>, festa dell’Immacolata<br />

Concezione, durante<br />

la messa delle 10.00, nella chiesa<br />

di San Francesco, otto bambini<br />

della parrocchia Cattedrale,<br />

Pancrazio Benevento, 10 anni;<br />

Nicola Caravelli, 10 anni; Sandro<br />

Centola, 10 anni; Mariano Cetani,<br />

10 anni; Antonio Dabraio, 10<br />

anni; Rocco Novellino, 10 anni;<br />

Antonio Salomone, 11 anni e Gabriele<br />

Spolidoro, 10 anni hanno<br />

ricevuto il mandato di ministranti<br />

dal nostro Vescovo, monsignor<br />

Vincenzo Orofino, presentati dal<br />

responsabile dei ministranti della<br />

Cattedrale Donatello Locuoco.<br />

Non è un caso che il mandato di<br />

ministrante viene conferito durante<br />

la festa dell’Immacolata,<br />

perché quell’“eccomi!”, pronunciato<br />

da ognuno dei bambini candidati,<br />

rispondendo all’appello<br />

nominale, è lo stesso “eccomi”,<br />

ha spiegato il Vescovo durante<br />

l’omelia, pronunciato da Maria<br />

quando accettò l’invito di Dio a<br />

diventare la madre di Gesù Cristo.<br />

“In questa semplice parola – ha<br />

continuato monsignor Orofino –<br />

è condensato tutto il contenuto<br />

della fede cristiana, che è la risposta<br />

obbediente, di cuore, a Dio<br />

che ci chiama, che ci ama, che ci<br />

sceglie e che ci accompagna nella<br />

vita”. La fede però, ha precisato<br />

il Vescovo, non è mai un’iniziativa<br />

della persona: è la risposta<br />

a Dio che chiama nella modalità<br />

che sceglie. Pertanto, tutto il ministero<br />

della Chiesa deriva dalla<br />

chiamata di Dio e dalla risposta<br />

della persona: “Eccomi!”. Infine,<br />

augurando ai nuovi ministranti<br />

di sentire il Signore per tutta la<br />

vita, “facendo tutto quello che<br />

il Signore vuole da voi”, monsignor<br />

Orofino si è rivolto ai genitori<br />

dicendo loro che il primo servizio<br />

che hanno fatto al Signore<br />

è stato quando hanno messo al<br />

mondo i figli, perché “avete collaborato<br />

con Dio all’opera della<br />

creazione”. Però, ha anche detto<br />

loro che sono chiamati a essere<br />

anche i primi collaboratori di<br />

Dio nell’opera della redenzione,<br />

nell’opera della salvezza, “continuando<br />

a collaborare con Dio<br />

nell’educazione di questi ragazzi,<br />

cioè nell’insegnare loro la fede,<br />

nell’accompagnarli a incontrare<br />

Dio”.<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 38 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Dalle Parrocchie<br />

Maria Ambrisi<br />

ORATORIO ESTIVO IN CATTEDRALE<br />

Nel mese di agosto 20<strong>12</strong>,<br />

la parrocchia Cattedrale<br />

“Santa Maria Assunta”<br />

ha dato inizio a un’esperienza<br />

entusiasmante: l’Oratorio estivo.<br />

Sono state quattro settimane<br />

di gioco, di divertimento, di<br />

emozioni, di fatica fisica ma, soprattutto,<br />

di tante soddisfazioni<br />

e tutti hanno potuto constatare<br />

la bellezza di questa attività estiva<br />

che si è svolta presso i locali<br />

della Cattedrale destinati ad uso<br />

di oratorio parrocchiale. Tutto<br />

è nato dall’esigenza, avvertita<br />

dal parroco don Giovanni Trolio<br />

e anche da numerosi genitori, di<br />

dare ai propri ragazzi un’opportunità<br />

per stare insieme in allegria<br />

in un periodo, quale quello<br />

estivo, in cui sono la televisione<br />

o i videogiochi a farla da padroni.<br />

L’oratorio, vero “laboratorio<br />

di evangelizzazione”, è dunque<br />

la risposta concreta di questa<br />

comunità che non ha voluto rinunciare<br />

a educare i suoi figli e ha<br />

voluto essere un sostegno per le<br />

famiglie. I destinatari di questo<br />

meraviglioso progetto sono stati<br />

i bambini dai sei ai tredici anni:<br />

tutti sono stati impegnati, per<br />

tutte le età, dalla cucina all’organizzazione<br />

dei giochi, dall’offerta<br />

di “laboratori” alla pulizia degli<br />

ambienti, dalla cura dei più piccini<br />

all’accompagnamento nelle<br />

uscite, dalla preparazione della<br />

merenda al pranzo. Pertanto,<br />

gli animatori hanno organizzato<br />

vari laboratori di decoupage, di<br />

cucina, di pasta di sale. L’oratorio<br />

estivo è stata una esperienza<br />

attraverso la quale abbiamo desiderato<br />

aiutare i ragazzi a prendere<br />

coscienza dell’importanza<br />

della Parola, come atto che permette<br />

di incontrare e ospitare<br />

altri e di essere ospitati dagli altri.<br />

Attraverso le parole, infatti,<br />

non solo diciamo il senso delle<br />

cose e della vita ma esse sono<br />

anche principale strumento di accoglienza<br />

reciproca gli uni verso<br />

gli altri, senza distinzione alcuna<br />

ma semplicemente riscoprendo<br />

il valore della comune fraternità.<br />

Abbiamo trasmesso questi valori<br />

attraverso le molteplici attività<br />

che abbiamo vissuto con i ragaz-<br />

37<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 39 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Dalle Parrocchie<br />

zi: gioco e preghiera, laboratori e<br />

gruppi di interesse, canto e ballo;<br />

sono stati questi i luoghi ove<br />

la Parola ha trovato dimora ed<br />

è stata comunicazione di gioia<br />

e allegria, amicizia e fraternità.<br />

Questa esperienza è diventata<br />

quindi un’occasione preziosa di<br />

incontro, di amicizia, di crescita<br />

umana e cristiana per tutti, sia<br />

per i ragazzi che hanno partecipato,<br />

sia per chi si è prestato<br />

per il servizio educativo, perché<br />

dimostra quanto sia importante<br />

l’attenzione dei più grandi verso<br />

i più piccoli, perché è la prova<br />

che ci si può divertire educando<br />

ed educandoci. L’oratorio estivo<br />

è testimonianza di un cammino<br />

fatto di fatiche, di ricchezze acquisite,<br />

di gioie condivise, che ha<br />

portato non solo i bambini a una<br />

crescita personale ma anche gli<br />

stessi educatori che, mettendosi<br />

in gioco, hanno potuto saggiare<br />

in prima persona la gioia e la forza<br />

che c’è nell’educare, quando<br />

ciò viene fatto mettendosi alla<br />

sequela di Gesù e affidandosi alla<br />

sua volontà. L’oratorio, infatti,<br />

non ha portato frutti solo ai suoi<br />

“utenti”, in quanto la stessa Parrocchia<br />

si è vivacizzata, ne è uscita<br />

rinvigorita; le famiglie si sono<br />

sentite meno sole, hanno imparato<br />

a fare fronte comune e tutto<br />

ciò ha ridato fiducia ai genitori<br />

che si sono sentiti maggiormente<br />

coinvolti. Molti, accompagnando<br />

i loro figli e in un certo senso attirati,<br />

affascinati dalla passione<br />

educativa di tanti animatori, hanno<br />

deciso di essere parte attiva di<br />

questo progetto e, mettendosi<br />

in gioco, pur tra mille difficoltà,<br />

hanno potuto riscoprire la gioia<br />

di stare con i ragazzi. Grazie<br />

dunque a tutti per l’impegno e<br />

l’augurio di poter continuare a<br />

camminare insieme con sempre<br />

maggiore gioia e responsabilità.<br />

38<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 40 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Dalle Parrocchie<br />

LA COMUNITÀ<br />

DI STIGLIANO<br />

RACCOLTA<br />

IN PREGHIERA<br />

ATTORNO ALLE<br />

RELIQUIE DI<br />

S. ANTONIO<br />

DA PADOVA<br />

riuniti nel nome<br />

del Signore per dare<br />

“Siamo<br />

inizio alla visita nel nostro<br />

paese delle reliquie del santo<br />

Patrono e facciamo memoria di<br />

lui, grande discepolo di Cristo e<br />

di Francesco”. Con queste parole<br />

monsignor Vincenzo Carmine<br />

Orofino, vescovo di Tricarico, la<br />

sera del 10 ottobre 20<strong>12</strong>, ha accolto<br />

le reliquie di Sant’Antonio da<br />

Padova all’ingresso di Stigliano.<br />

Unica tappa lucana, per il 20<strong>12</strong>,<br />

del pellegrinaggio svoltosi grazie<br />

a padre Luciano Marini, frate<br />

conventuale che ha accompagnato<br />

le reliquie e ci ha parlato<br />

del santo. In tutto due: la prima,<br />

un muscolo della massa corporis,<br />

conservata in un mezzo busto<br />

dorato raffigurante il santo; la<br />

seconda, una parte del costato<br />

custodita in un reliquiario. Dopo<br />

l’accoglienza solenne delle sacre<br />

spoglie, ha avuto seguito il corteo<br />

processionale verso l’omonima<br />

parrocchia guidata da don<br />

Pino Daraio e dedicata proprio al<br />

Maria Antonietta Calbi<br />

“portoghese” (Santo António<br />

de Lisboa, al secolo Fernando<br />

Martins de Bulhões, nato a<br />

Lisbona il 15 agosto del 1<strong>19</strong>5 e<br />

deceduto a Padova il <strong>13</strong> giugno<br />

del <strong>12</strong>31), dove il vescovo ha presieduto<br />

la Santa Messa e, nell’omelia,<br />

ha spiegato che l’arrivo<br />

del santo non è casuale ma rientra<br />

nella vita ecclesiale, in quanto<br />

ci aiuta a sperimentare, attraverso<br />

la testimonianza, l’amore verso<br />

Dio e i fratelli. Le reliquie del<br />

religioso lusitano, canonizzato<br />

dalla Chiesa Cattolica e proclamato<br />

dottore della Chiesa nel <strong>19</strong>46,<br />

hanno sostato a Stigliano dal 10<br />

al 14 ottobre: giorni durante i<br />

quali la Chiesa è stata sempre<br />

aperta per permettere a tutti di<br />

venerarle. In questi giorni si sono<br />

susseguiti diversi appuntamenti:<br />

dalla visita agli ammalati in ospedale,<br />

alla visita degli anziani alla<br />

casa di riposo Hostilianus, dai<br />

bambini della scuola elementare<br />

ai giovani delle scuole superiori.<br />

Giovedì <strong>12</strong> ottobre, straordinaria<br />

apertura dell’Anno della Fede,<br />

indetto dal papa Benedetto XVI,<br />

con l’adorazione davanti a Gesù<br />

STIGLIANO<br />

Parrocchia S. Antonio di Padova<br />

Eucaristico. La sera del <strong>13</strong>, si è<br />

tenuta in parrocchia la proiezione<br />

del film “Antonio guerriero di<br />

Dio”. Non poteva mancare la<br />

liturgia penitenziale alla quale il<br />

Santo dedicava la maggior parte<br />

della giornata; scrive, infatti: “Il<br />

sacramento della penitenza è<br />

chiamato “casa di Dio”, perché i<br />

peccatori si riconciliano con lui,<br />

come il figliol prodigo si riconcilia<br />

con il padre suo e lo accoglie<br />

nuovamente in casa”. Domenica<br />

14, infine, il saluto dell’intera<br />

comunità, accompagnato dalla<br />

celebrazione della Santa Messa<br />

presieduta dal Vescovo, durante<br />

la quale ci ha ricordato che la<br />

partenza delle reliquie non è un<br />

punto di arrivo ma lo stimolo a<br />

crescere nella fede, diventando<br />

capaci di non dipendere dalle<br />

persone o dalle cose del mondo.<br />

La presenza delle reliquie di un<br />

santo che, per la diffusione planetaria<br />

della sua devozione, lo<br />

rendono il più venerato al mondo<br />

e che, fra l’altro, è il Patrono e il<br />

Protettore di Stigliano, ha rappresentato<br />

per l’intera comunità<br />

un evento di grazia durante il<br />

quale ciascuno di noi ha potuto<br />

sperimentare, attraverso la vita e<br />

l’esempio di Sant’Antonio da<br />

Padova, la presenza dell’amore<br />

di Dio. Esperienza che ci ha<br />

sicuramente aiutato a rinsaldare<br />

la fede, la speranza e la carità.<br />

39<br />

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40<br />

Dalle Parrocchie<br />

GARAGUSO<br />

Parrocchia San Nicola di Myra<br />

NATALE A<br />

KILOMETRO ZERO<br />

Si è svolto il 23 <strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong> nella<br />

caratteristica zona del fondaco,<br />

vecchia strada di Garaguso, con<br />

inizio intorno alle ore 10,00 e conclusione<br />

per le ore <strong>19</strong>,00 la rappresentazione<br />

“Natale a Km zero”, dove è stato<br />

allestito il presepe, e nel piazzale adiacente,<br />

è stato disposto il “villaggio di<br />

Babbo Natale”. Promotore dell’evento<br />

è stata la Parrocchia san Nicola di Myra<br />

col gruppo Giovani “Giovanni Paolo II”<br />

guidato dal parroco. Natale a Kilometro<br />

zero. Natale tra fede e tradizione.<br />

L’evento prevedeva la ricostruzione di<br />

un presepe vivente all’interno del quale<br />

sono stati allestiti dei Mercatini di<br />

piccoli artigiani del nostro territorio, la<br />

cui presenza ha riprodotto lo scenario<br />

paesaggistico in cui nacque Gesù. È stato<br />

possibile visitare gli stand dove si è<br />

potuto degustare i prodotti tipici e acquistare<br />

i prodotti di artigianato locale.<br />

All’uscita ad ognuno dei visitatori è stato<br />

consegnato un bambinello con auguri<br />

di Natale. I giovani del “Gruppo Giovanni<br />

Paolo II”, vestiti da Babbo Natale,<br />

hanno allietato la serata per i più piccoli<br />

con balli e canti. Allestita una “tenda”<br />

nella quale i Babbi Natale hanno truccato<br />

i bimbi e una seconda nella quale<br />

fare foto con Babbo Natale. I Bambini<br />

hanno partecipato al laboratorio “Addobbiamo<br />

l’albero di Natale”, nel quale<br />

ognuno di loro ha costruito la propria<br />

“palla di Natale” per addobbare un albero.<br />

La scelta della tipologia di evento<br />

e la modalità in cui lo stesso è stato<br />

organizzato sono funzionali al contesto<br />

ambientale e finalizzati a sensibilizzare<br />

il paese al Natale, festa da vivere non<br />

come un evento storico di 2000 anni fa,<br />

ma come un momento forte nella vita<br />

del Cristiano ancora oggi.<br />

gruppo giovani "Giovanni Paolo II"<br />

OMAGGIO DELLA<br />

PARROCCHIA<br />

SAN NICOLA DI MYRA<br />

A SAN ROCCO<br />

di Vito Sacco<br />

Garaguso è stato sorteggiato<br />

tra i 1.800 comuni d’Italia<br />

dove si venera San Rocco per<br />

rappresentare tutti i comuni italiani<br />

nel rendere omaggio al Santo della<br />

Misericordia, quale segno di filiale<br />

devozione in questo anno particolare<br />

voluto da Papa Benedetto XVI<br />

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Dalle Parrocchie<br />

dedicato alla Fede. La cerimonia è organizzata<br />

dall’Associazione Europea Amici di San Rocco<br />

(www.amicidisanrocco.it) con l’Unione dei Comuni<br />

di San Rocco e il Comune di Garaguso con<br />

grande piacere ha accolto l’invito che sta vivendo<br />

con lo spirito tutto religioso e con la finalità<br />

di far riscoprire e affermare il valore della fede<br />

cristiana nella visione missionaria, come ha fatto<br />

San Rocco il quale, con la sua testimonianza<br />

di vita, ci sprona tutti ad una fede concreta e<br />

a una carità senza misure. Il giorno 20 ottobre<br />

prossimo, presso la Chiesa patriarcale di San<br />

Rocco in Roma, la comunità garagusana renderà<br />

omaggio alla Sacra Reliquia di San Rocco con<br />

l’accensione della lampada e l’omaggio floreale.<br />

Insieme ai tanti fedeli, alle rappresentanze politiche<br />

e al sindaco di Roma, saranno presenti, da<br />

Garaguso, il parroco don Giuseppe Abbate, il sindaco<br />

Rocco Costanzo, la Giunta comunale e una<br />

cinquantina di fedeli. Il raduno, presso la Chiesa<br />

Patriarcale di San Rocco in Roma, è previsto alle<br />

ore 8.00 e, alle ore 9.00, ci sarà l’omaggio floreale<br />

e l’accensione votiva alla Sacra Reliquia del<br />

Braccio di San Rocco da parte del sindaco Rocco<br />

Costanzo. Alle ore 10.00, saranno celebrate le<br />

lodi e, alle ore 11.30, sarà concelebrata la messa<br />

solenne presieduta da monsignor Pietro Farina.<br />

Nel pomeriggio, alle ore 16.00, ci sarà la processione<br />

per il centro storico di Roma.<br />

41<br />

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42<br />

Dalle Parrocchie<br />

S. MAURO FORTE<br />

Parrocchia S. Maria Assunta<br />

Calcio a 5<br />

Debutta<br />

l’A.S.D. ANSPI<br />

Delle Nocche:<br />

la squadra<br />

dell’Amicizia<br />

Potrebbe chiamarsi “la squadra<br />

dell’Amicizia” stando a<br />

quanto ci raccontano i suoi<br />

componenti e allenatori ed al<br />

percorso che ci è voluto per arrivare<br />

alla sua formazione ufficiale.<br />

È l’A.S.D. ANSPI Mons. Raffaello<br />

delle Nocche che ha debuttato<br />

qualche giorno fa in un vero e<br />

proprio campionato dilettantistico.<br />

Ci sono voluti quasi tre anni<br />

affinchè un percorso sportivo e<br />

un’esperienza collettiva si trasformasse<br />

in una vera e propria<br />

“SQUADRA”. Da tutto questo<br />

tempo, infatti, a San Mauro,<br />

l’ANSPI Mons. Raffaello delle<br />

Nocche (Associazione Nazionale<br />

S. Paolo Italia) si occupa di riempire<br />

il tempo libero di ragazzi<br />

con attività diversificate per<br />

gruppi di età che vanno dall’ultimo<br />

anno di asilo fino alla scuola<br />

superiore.<br />

L’ANSPI, lo ricordiamo, nata nel<br />

periodo conciliare, per confederare<br />

gli Oratori e i Circoli giovanili<br />

promossi dalla chiesa italiana, è<br />

un’Associazione ecclesiale che<br />

prende vita in comunità, vive<br />

sotto la guida dei “Pastori” (parroci),<br />

sostenuta quotidianamente<br />

dall’impegno attivo di laici.<br />

Anna Giammetta<br />

A San Mauro, un gruppo formato<br />

da un consiglio direttivo ben<br />

saldo che ha continuato costantemente<br />

ad operare in questi<br />

anni, formato da don Giuseppe Di<br />

Perna “presidente” Santochirico<br />

Domenico “vice presidente”<br />

Pierro Antonella “segretaria”<br />

Dirago Leonardo “cassiere e<br />

guida dei ragazzi della scuola<br />

superiore” e dai “consiglieri<br />

Deufemia Chiara Liuzzi Antonio<br />

Mucci Nicoletta e Dilema Patrizia<br />

e Rocco Mita “guida per gli altri<br />

gruppi”. Cinque, per l’esattezza i<br />

gruppi formatisi nel corso degli<br />

anni composti da maschietti e<br />

femminucce.<br />

L’obiettivo dell’associazione è<br />

far capire ai ragazzi che lo sport<br />

(calcio, pallavolo, ecc.), non è<br />

fatto solo di vittorie, ma soprattutto<br />

di collaborazione, dello<br />

stare bene insieme nel segno<br />

dell’AMICIZIA! Ed è proprio su<br />

questo principio che si fonda il<br />

progetto sportivo dallo slogan<br />

inequivocabile: “Non c’è sport<br />

se non c’è amicizia e non c’è<br />

vittoria se non stiamo bene<br />

insieme!” Un progetto che i<br />

ragazzi hanno condiviso fin dal<br />

primo momento tanto che il<br />

direttivo, dopo alcuni mesi dell’inizio<br />

delle attività 20<strong>12</strong> ha ricevuto<br />

una lettera nella quale venivano<br />

riportate queste parole:<br />

«carissimo direttivo A.N.S.P.I.<br />

dopo questi 5-6 mesi di attività ci<br />

sembrava opportuno fare alcune<br />

considerazioni.<br />

Innanzitutto vogliamo ringraziarvi<br />

per averci dato l’opportunità di<br />

incontrarci e fare sport insieme.<br />

In questi mesi abbiamo capito la<br />

bellezza dello sport, ma soprattutto<br />

abbiamo capito che ciò che<br />

conta maggiormente non è la<br />

vittoria di una partita ma lo stare<br />

insieme e divertirci. Pensavamo<br />

che durante le attività avremmo<br />

fatto solo partitelle tra di noi, non<br />

pensavamo di fare esercizi di<br />

tattica, schemi ecc, che ci hanno<br />

aiutati a crescere anche a livello<br />

sportivo. Ci piace svolgere questi<br />

esercizi e queste attività intraprese<br />

con serenità e con rispetto degli<br />

altri e delle regole date in partenza<br />

da voi. Come detto prima vi siamo<br />

grati per averci dato la possibilità<br />

di fare sport, del resto se questo<br />

non fosse avvenuto da parte<br />

vostra a quest’ora non avremmo<br />

scoperto la bellezza di stare<br />

insieme e soprattutto avremmo<br />

perso il nostro tempo libero tra<br />

villa e passeggiate per il paese.<br />

Vogliamo anche ringraziare<br />

Leonardo per la sua disponibilità,<br />

puntualità e serietà nel ruolo da<br />

voi assegnatogli per questo gruppo.<br />

Adesso ci viene istintivo chiedervi<br />

se fosse possibile intraprendere<br />

un percorso più agonistico:<br />

formare una squadra con iscrizione<br />

al campionato. Speriamo che<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 44 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Dalle Parrocchie<br />

esaudiate questa nostra richiesta<br />

da noi tanto voluta; inoltre sarà<br />

nostro impegno in caso di iscrizione<br />

iniziare ogni partita con la<br />

preghiera ma anche non litigare<br />

tra di noi». Dopo aver preso visione<br />

di questa lettera il direttivo<br />

ha deciso di formare la squadra<br />

e di iscriversi al campionato<br />

allievi calcio a 5 che è iniziato il<br />

<strong>19</strong> novembre scorso con una<br />

sonora vittoria (anche se questo<br />

per i ragazzi poco importa<br />

i successi fanno sempre bene).<br />

Siamo sicuri che il campionato<br />

vedrà disputare belle partite ma<br />

la certezza concreta è che questi<br />

giovani atleti hanno già vinto<br />

la loro partita più importante,<br />

quella giocata con il cuore e con<br />

lo spirito amichevole.<br />

GUARDIA PERTICARA<br />

Parrocchia S. Nicolò Magno<br />

Un inizio tra preghiera e festa<br />

A cura del Consiglio Pastorale<br />

La Parrocchia S. Nicolò Magno<br />

in Guardia Perticara ha iniziato<br />

le attività pastorali<br />

con un momento di preghiera<br />

e festa il ventisette ottobre.<br />

Dopo la Celebrazione Eucaristica,<br />

in cui don Marco e padre<br />

Morlin hanno presentato le linee<br />

programmatiche dell’anno<br />

pastorale esortando a vivere<br />

intensamente la vita della Chiesa,<br />

la comunità parrocchiale ha<br />

vissuto un momento di festa e<br />

animazione guidati dai giovani e<br />

ha coinvolto anche gli anziani e i<br />

bambini. I parroci hanno poi donato,<br />

in segno di ricordo, la matita<br />

missionaria. Tutta la comunità<br />

ha preparato il buffet e alcuni<br />

adulti hanno suonato musica.<br />

GALLICCHIO<br />

Parrocchia S. Maria Assunta<br />

I NONNI:<br />

UN TESORO<br />

PER TUTTI<br />

A cura della Caritas e dei Catechisti<br />

All’inizio del nuovo anno<br />

pastorale, la Parrocchia S.<br />

Maria Assunta in Gallicchio<br />

ha dato il via alle attività pastorali il<br />

sei ottobre celebrando la Festa dei<br />

nonni e degli anziani per ribadire<br />

che essi sono un tesoro per la<br />

comunità.<br />

La Parrocchia ha invitato “casa<br />

per casa” le famiglie e la serata si è<br />

svolta con un momento di preghiera,<br />

la visione del film “Up” che<br />

parla del rapporto di un bambino<br />

con un anziano e il Parroco,<br />

don Marco Volpe, ha consegnato<br />

una pergamena con le parole di<br />

Benedetto XVI.<br />

Il Sindaco ha ringraziato la Parrocchia<br />

per l’impegno a promuovere i<br />

valori fondamentali.<br />

43<br />

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Alla Scuola dei Santi<br />

Riportiamo in questa rubrica “Alla scuola dei santi”<br />

il testo del biglietto di auguri<br />

che Mons. Delle Nocche ha inviato alle “sue” suore<br />

per la festa del Santo Natale del <strong>19</strong>31<br />

44<br />

<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 46 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>


Alla Scuola dei Santi<br />

Tricarico, Dicembre <strong>19</strong>31<br />

Figlie mie,<br />

domani dovrete fare la meditazione del viaggio della Madonna da Nazaret a Betlemme, per imparare quello<br />

che dovete pensare dell’ubbidienza, della povertà.<br />

Gesù rinunzia a tutte le comodità, anche a quelle concesse a S. Giovanni Battista. Rinunzia anche alla<br />

casa, a un ricovero, a un luogo in cui possa nascere. Che cosa gli costava fare uscire l’ordine dell’imperatore<br />

un mese dopo<br />

Per ordine di chi Gesù usciva Per ordine dell’imperatore che non aveva nessun diritto su di Lui, che<br />

operava spinto da ragioni umane.<br />

Gesù non fece discussioni. Il vero ubbidiente sa che non si deve discutere tranne nel caso in cui si<br />

ordina ciò che è peccato; se deve ubbidire a qualsiasi costo. Imitiamo Gesù in queste due virtù.<br />

Allora sarete vere Discepole e il canto degli angeli sarà anche per voi: “Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e<br />

pace agli uomini di buona volontà”.<br />

Dio ha avuto tanta buona volontà per voi, che vi ha mostrato una speciale predilezione. Ora vuole la<br />

parte vostra, la buona volontà vostra, il desiderio di essere simili a Gesù.<br />

Sentirete molte volte l’incomodo di una stagione rigida in montagna, in una casa disagiata. Vi esorto a<br />

pensare a quante comodità ha rinunziato Gesù, ma soprattutto vi esorto a pensare all’ubbidienza di Gesù.<br />

I veri Religiosi hanno trovato la felicità nell’ubbidienza. Nell’ubbidienza c’è la rinunzia completa di<br />

voi stesse. A molte di voi sembra di non far nulla in confronto a quanto faceva nel mondo.<br />

Potrebbe avere la tentazione di dire: “Che sono venuta a fare” Gesù venne a ubbidire; per molto tempo non<br />

esercitò nessun apostolato.<br />

Questo è l’argomento su cui dovete fermare la vostra considerazione in questi giorni: la pratica<br />

dell’obbedienza e ancora quella della carità scambievole perché su questo punto mancate ancora molto.<br />

La carità non consiste solo nel non pensare male o dir male, ma anche nel non riferire quello che sentite<br />

dire di qualcuna. Che bene ne ricavate Il Cuore di Gesù c’insegna a dire solo cose che possono edificare, a<br />

parlare poco e parlare bene.<br />

Siate allegre nel Signore, godete di santa gioia.<br />

Imitate il Cuore di Gesù.<br />

† Raffaello Vescovo<br />

45<br />

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Agenda<br />

Gennaio 20<strong>13</strong><br />

Febbraio 20<strong>13</strong><br />

1 Mar Maria Madre di Dio. 46 a Giornata della pace.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

2-3-4-5 Vacanza sulla neve per giovani.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

6 Dom Epifania. Giornata dell’Infanzia Missionaria.<br />

Garaguso scalo: ritiro spirituale per i Ministri straordinari della Comunione.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

8 Mar Tricarico: incontro di formazione permanente per il clero.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

10 Gio Garaguso scalo – Santuario della Madonna del Sauro: Adorazione eucaristica zonale.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

<strong>12</strong> Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

<strong>13</strong> Dom Battesimo del Signore. 99 a Giornata delle migrazioni (colletta obbligatoria).<br />

Corleto Perticara: Anno della fede, Corso sul Credo tenuto dal Vescovo per la Zona Val d’Agri-Sauro (per tutti).<br />

Anno della Cresima: in ogni parrocchia consegna ai cresimandi del segno del Consiglio.<br />

A.C. Adulti: settimana (<strong>13</strong>-<strong>19</strong>) della Pace.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

14 Lun Tricarico: incontro dei sacerdoti giovani.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

15 Mar Tricarico: Consiglio presbiterale.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

17 Gio 24 a Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

18 Ven Settimana (18-25) di preghiera per l’unità dei cristiani.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

<strong>19</strong> Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

20 Dom Garaguso scalo: Anno della fede, Corso sul Credo tenuto dal Vescovo per la Zona Val Basento (per tutti).<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

21 Lun Incontro zonale di clero.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

24 Gio Garaguso scalo: Consiglio Pastorale Diocesano.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

26 Sab Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />

Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

27 Dom 60 a Giornata dei malati di lebbra.<br />

Tricarico: ritiro spirituale per le Religiose.<br />

UNITALSI: catechesi sul tema dell’anno.<br />

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2 Sab Presentazione di Gesù al Tempio. 17 a Giornata della Vita Consacrata.<br />

Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

3 Dom 35 a Giornata per la vita.<br />

Anno della Cresima: in ogni parrocchia consegna ai cresimandi del segno della Fortezza.<br />

Garaguso scalo: ritiro spirituale per i Ministri straordinari della Comunione.<br />

Garaguso scalo: manifestazione per la vita e la pace.<br />

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5 Mar Tricarico: incontro di formazione permanente per il clero.<br />

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9 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />

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10 Dom Corleto Perticara: Anno della fede, Corso sul Credo tenuto dal Vescovo per la Zona Val d’Agri-Sauro (per tutti).<br />

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11 Lun 21 a Giornata Mondiale del Malato.<br />

A.C. Adulti: settimana (11-17) sociale.<br />

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<strong>12</strong> Mar Incontro zonale di clero.<br />

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<strong>13</strong> Mer Mercoledì delle Ceneri<br />

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14 Gio Garaguso scalo – Santuario della Madonna del Sauro: Adorazione eucaristica zonale.<br />

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16 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

17 Dom I Domenica di Quaresima.<br />

Garaguso scalo: Anno della fede, Corso sul Credo tenuto dal Vescovo per la Zona Val Basento (per tutti).<br />

Garaguso scalo: ritiro spirituale per i giovani (Uff. Past.le Giov.le).<br />

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Agenda<br />

Marzo 20<strong>13</strong><br />

18 Lun Tricarico: incontro dei sacerdoti giovani.<br />

23 Sab Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />

Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

24 Dom II Domenica di Quaresima.<br />

Tricarico: ritiro spirituale per le Religiose;<br />

UNITALSI: catechesi sul tema dell’anno;<br />

Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

27 Mer Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo.<br />

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28 Gio Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo.<br />

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1 Ven Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo.<br />

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2 Sab Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo.<br />

(Gli aspiranti diaconi permanenti partecipano agli esercizi spirituali)<br />

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3 Dom III Domenica di Quaresima.<br />

Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo;<br />

Anno della Cresima: in ogni parrocchia consegna ai cresimandi del segno della Scienza;<br />

Garaguso scalo: ritiro spirituale per i Ministri straordinari della Comunione.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

4 Lun Tricarico: (pomeriggio) ritiro spirituale per il clero;<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

5 Mar Tricarico: incontro di formazione permanente per il clero.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

9 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

10 Dom IV Domenica di Quaresima.<br />

Corleto Perticara: Anno della fede, Corso sul Credo<br />

ritiro spirituale tenuto dal Vescovo per la Zona Val d’Agri-Sauro (per tutti).<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

11 Lun Tricarico: incontro dei sacerdoti giovani.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

14 Gio Garaguso scalo – Santuario della Madonna del Sauro: Adorazione eucaristica zonale.<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

15 Ven Grassano: ritiro spirituale Ordine Francescano Secolare.<br />

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16 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano;<br />

Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

17 Dom V Domenica di Quaresima.<br />

Garaguso scalo: Anno della fede, Corso sul Credo<br />

ritiro spirituale tenuto dal Vescovo per la Zona Val Basento (per tutti);<br />

Anno della Cresima: ritiro spirituale per i cresimandi a livello zonale (Garaguso Sc. – Corleto);<br />

Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

18 Lun Incontro zonale di clero.<br />

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<strong>19</strong> Mar San Giuseppe.<br />

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21 Gio Garaguso scalo: Consiglio Pastorale Diocesano.<br />

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23 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano;<br />

Pomeriggio, a Tricarico: 28a Giornata Mondiale della gioventù (celebrazione diocesana).<br />

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />

24 Dom Domenica delle Palme. Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei missionari martiri.<br />

Tricarico: ritiro spirituale per le Religiose.<br />

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27 Mer Tricarico: Santa Messa Crismale.<br />

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29 Ven Giornata per le opere della Terra Santa (colletta obbligatoria).<br />

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30 Sab Garaguso scalo: ritiro spirituale per universitari.<br />

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31 Dom Pasqua di Resurrezione.<br />

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Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali<br />

CORSO SUL CREDO<br />

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DIOCESI DI TRICARICO<br />

ESERCIZI SPIRITUALI<br />

per tutti i fedeli laici adulti<br />

Guidati da:<br />

S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo Orofino<br />

Subiaco, 27 febbraio - 3 marzo 20<strong>13</strong><br />

Note organizzative:<br />

Costo complessivo €180,00<br />

(incluso il viaggio in pullman)<br />

Iscrizioni in parrocchia<br />

entro e non oltre domenica 27 gennaio<br />

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