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sommario<br />
Periodico di informazione della Diocesi di Tricarico<br />
Anno XXII - Nuova serie - n. <strong>12</strong>1 - novembre/<strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong><br />
Direttore Responsabile:<br />
Giuseppe Abbate<br />
Redazione:<br />
Vincenzo Cantore<br />
Anna Giammetta<br />
Vito Sacco<br />
Maria Antonietta Calbi<br />
Antonietta Vizzuso<br />
Sede Redazione:<br />
c/o Curia Vescovile<br />
Piazza Raffaello Delle Nocche<br />
750<strong>19</strong> TRICARICO (MT)<br />
tel. e fax 0835.723052<br />
e-mail: <strong>fermenti</strong>2003@libero.it<br />
C.C.P. n. 10646750<br />
intestato a:<br />
Fermenti Curia Vescovile<br />
750<strong>19</strong> TRICARICO (MT)<br />
Registrazione Tribunale di Matera n. 104 del 6/3/<strong>19</strong>90<br />
Spedizione in abbonamento<br />
art. 2 post. comma 20/c, legge 662/96 del 23/<strong>12</strong>/<strong>19</strong>96<br />
filiale di Matera<br />
LA PAROLA DEL VESCOVO<br />
1 È Natale! Il “Bambino avvolto in fasce” la nostra speranza<br />
di Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Vincenzo Carmine Orofino<br />
IL PUNTO<br />
3 Fermenti: strumento per la permanente opera di educazione alla fede<br />
di Giuseppe Abbate<br />
DOCUMENTI<br />
4 Decreto per il dono delle sacre indulgenze nell’anno della fede<br />
VITA IN DIOCESI<br />
6 «Accogliere il dono della fede con il cuore e l’intelligenza»<br />
di Nicola Urgo<br />
7 Ripartiamo dal Credo<br />
di Giuseppe Abbate<br />
9 Anno della Cresima: giovani fortificati dai doni dello Spirito per<br />
testimoniare la fede<br />
di Vincenzo Cantore<br />
<strong>12</strong> Festa del Ciao - In cerca di autore, in cerca di… Te<br />
di Margherita Bonelli<br />
<strong>13</strong> I giovani a Miragica per l’inizio dell’anno scolastico<br />
di Marco Volpe<br />
14 52 mo Anniversario della morte del Ven. Raffaello Delle Nocche<br />
di Vito Sacco<br />
15 Diverse abilità in formazione<br />
di Sonia Cirillo e Sonia Sacco<br />
16 Diaconato permanente un dono per la nostra Chiesa locale<br />
di Paolo Ambrico<br />
ANNO DELLA FEDE<br />
17 L’Obbedienza della fede<br />
di Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Vincenzo Carmine Orofino<br />
22 La fede di Abramo<br />
di Giovanni Trolio<br />
CULTURA<br />
27 Il culto di San Potito nella Diocesi di Tricarico<br />
di Antonietta Vizzuso<br />
33 Papa Benedetto XVI sul senso del racconto evangelico<br />
TERRITORIO<br />
34 Il Natale in Vaticano parla lucano<br />
di Anna Giammetta<br />
DALLE PARROCCHIE<br />
36 Mandato dei ministranti<br />
di Vito Sacco<br />
37 Oratorio estivo in Cattedrale<br />
di Maria Ambrisi<br />
39 La comunità di Stigliano raccolta in preghiera attorno alle reliquie di<br />
S. Antonio da Padova<br />
di Maria Antonietta Calbi<br />
40 Natale a kilometro zero<br />
del Gruppo Giovani “Giovanni Paolo II”<br />
40 Omaggio della Parrocchia San Nicola di Myra a San Rocco<br />
di Vito Sacco<br />
42 Calcio a 5. Debutta l’A.S.D. ANSPI Delle Nocche: la squadra dell’amicizia<br />
di Anna Giammetta<br />
43 Un inizio tra preghiera e festa<br />
a cura del Consiglio Pastorale<br />
43 I nonni: un tesoro per tutti<br />
a cura della Caritas e dei catechisti<br />
ALLA SCUOLA DEI SANTI<br />
44 Gli auguri di Mons. Delle Nocche alle “sue” suore per il Natale <strong>19</strong>31<br />
AGENDA<br />
46 Gennaio - Febbraio - Marzo 20<strong>13</strong><br />
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La parola del Vescovo<br />
È NATALE!<br />
IL “BAMBINO AVVOLTO IN FASCE”<br />
LA NOSTRA SPERANZA<br />
Carissimi,<br />
è Natale, la festa del Dio<br />
vicino che si è fatto uomo per<br />
permettere a ogni uomo di<br />
partecipare della vita di Dio.<br />
Anche per noi, oggi, mentre<br />
siamo presi da tante preoccupazioni<br />
quotidiane, risuona forte<br />
e chiara la voce dell’Angelo<br />
che dice: “Non temete: ecco, vi<br />
annuncio una grande gioia, che<br />
«…Dio si è<br />
fatto carne ed è<br />
venuto ad abitare<br />
in mezzo a noi…»<br />
sarà di tutto il popolo: oggi, nella<br />
città di Davide, è nato per voi un<br />
Salvatore, che è Cristo Signore.<br />
Questo per voi il segno: troverete<br />
un bambino avvolto in fasce,<br />
adagiato in una mangiatoia” (Lc<br />
2,10.11). Anche noi, in questo<br />
tempo e in questi luoghi, come i<br />
pastori della Giudea duemila anni<br />
fa, possiamo esultare perché Dio<br />
si è fatto carne ed è venuto ad<br />
abitare fisicamente in mezzo a noi<br />
e così noi abbiamo la possibilità<br />
di contemplare la sua gloria (cfr.<br />
Gv 1,14).<br />
Dio, l’Onnipotente e l’Eterno,<br />
si è fatto “bambino” per stare<br />
per sempre vicino a noi e a ogni<br />
uomo. Dio, invisibile e ineffabile,<br />
che il nostro cuore desidera più<br />
di ogni altra persona e cosa, si<br />
intrattiene con noi per invitarci e<br />
ammetterci alla comunione con<br />
Sé. Quale grande dono! Quale<br />
immensa promessa di speranza<br />
nel Natale del Signore! Dio è con<br />
noi e per noi. Per sempre. Per tutti.<br />
A Natale germoglia la speranza<br />
perché con la nascita di Gesù,<br />
“nostra speranza” (1Tm 1,1), ogni<br />
uomo può gustare l’amore misericordioso<br />
di Dio e sperimentare<br />
che il Padre non abbandona mai<br />
i suoi figli. Dio ci ama, ci dona la<br />
vita, ci accompagna, ci custodisce,<br />
ci protegge, ci attrae a sé,<br />
ci accoglie nel Suo Regno. Dio ci<br />
vuole per sé e con sé.<br />
Vivere tutti gli istanti con<br />
questa consapevolezza è un<br />
dono e un compito. Un dono che<br />
riceviamo nella fede della Chiesa<br />
e un compito che scaturisce dalla<br />
nostra identità di figli di Dio.<br />
Un dono grande e un compito<br />
impegnativo che cambiano la<br />
vita e la rendono beata, bella e<br />
buona perché la vita di coloro<br />
che seguono Gesù è piena, lieta,<br />
attraente, sicura, carica di senso,<br />
di attesa e di speranza. Quella<br />
dei cristiani è una vita originata<br />
dalla grazia di Dio e determinata<br />
dalla libertà dell’uomo, è illuminata<br />
dalla fede e sostenuta dalla<br />
carità, è segnata dalla gioia<br />
dell’amicizia e caratterizzata<br />
dalla gratuità della condivisione.<br />
Natale è una straordinaria scuola<br />
di vita e di fede!<br />
Carissimi, vi assicuro che<br />
si può vivere così, che ognuno<br />
di noi può fare esperienza di<br />
questa pienezza di vita e di<br />
gioia, che questa vita buona<br />
è per noi. Per tutti noi. Si può<br />
vivere lieti e felici anche oggi<br />
nonostante la crisi economica,<br />
nonostante il disfacimento del<br />
sistema sociale e la fragilità dei<br />
cristiani. Possiamo vivere così<br />
malgrado i nostri limiti e i nostri<br />
peccati. Per vivere così, però,<br />
occorre volerlo veramente e<br />
avere un cuore colmo di un<br />
desiderio di bene per la propria<br />
1<br />
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La parola del Vescovo<br />
2<br />
vita. Per vivere così bisogna<br />
avere la semplicità, l’umiltà e<br />
la libertà di quei pastori che al<br />
tempo della nascita di Gesù<br />
“vegliavano tutta la notte”,<br />
“all’aperto”, “per fare la guardia<br />
al loro gregge” (Lc 2, 8-<strong>12</strong>).<br />
Per vivere felici e non essere<br />
“trasportati qua e là” da qualsiasi<br />
vento di crisi anche noi<br />
dobbiamo avere la stessa curiosità<br />
e il medesimo desiderio di<br />
andare “senza indugio” fino a<br />
Betlemme per fissare lo sguardo<br />
sul Bambino “avvolto in fasce,<br />
adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,<br />
<strong>12</strong>) e riconoscere in quel Bambino<br />
il Signore della nostra vita.<br />
Duemila anni fa, come oggi,<br />
per Giuseppe, Maria e Gesù “non<br />
c’era posto nell’alloggio” (Lc 2,7),<br />
eppure i pastori hanno riconosciuto<br />
in quel Bambino il Messia<br />
atteso e il Salvatore del mondo.<br />
Lo hanno riconosciuto perché<br />
vegliavano e attendevano la luce<br />
del giorno. Vegliavano e attendevano!<br />
Non stavano semplicemente<br />
svegli, perché dentro il<br />
loro vegliare c’era l’attesa di una<br />
luce per la loro vita. Per questo<br />
non hanno avuto paura delle<br />
tenebre della notte e di<br />
pernottare all’aperto. I pastori<br />
hanno riconosciuto nel Bambino<br />
Gesù il Messia perché il loro cuore<br />
non era bloccato e rassegnato<br />
bensì pulsante e ardente di<br />
fiduciosa attesa. “E la gloria del<br />
Signore li avvolse di luce”, di<br />
una luce talmente più grande<br />
di quella che attendevano che<br />
“furono presi da grande timore”<br />
(cfr. Lc 2,9).<br />
Cari amici, anche noi siamo<br />
chiamati a “vegliare” e ad “attendere”<br />
per accogliere la luce che<br />
proviene dalla Gloria del Signore<br />
e stupirci per le cose sperimentate<br />
e raccontate dai pastori (cfr. Lc<br />
2, 16-18). Anche dentro la nostra<br />
“veglia” e la nostra “attesa”,<br />
come per i pastori, c’è una promessa<br />
più grande, per noi e per<br />
la comunità, che supera ogni ”desiderio”<br />
e ogni “merito”. Anche<br />
per noi, per riconoscere Dio presente,<br />
è necessario vegliare e desiderare<br />
realmente di “vedere” il<br />
Signore, evitando “di attendere<br />
il Regno di Dio senza volere veramente<br />
“quel” Regno; volere che<br />
avvenga senza amare davvero il<br />
Regno di Dio” (L. GIUSSANI, Dalla<br />
liturgia vissuta: una testimonianza,<br />
Jaca Book, Milano <strong>19</strong>91, p. 32).<br />
Il Santo Padre Benedetto XVI<br />
nel suo ultimo libro (L’infanzia di<br />
Gesù, Rizzoli – Libreria Editrice<br />
Vaticana, Città del Vaticano 20<strong>12</strong>)<br />
ci ricorda che la nascita di Gesù<br />
costituisce un nuovo inizio per<br />
la storia dell’umanità e per quella<br />
di ogni persona, poiché “Gesù<br />
assume in sé l’intera umanità, l’intera<br />
storia dell’umanità, e le dà<br />
una svolta nuova, decisiva verso<br />
un nuovo essere persona umana”,<br />
per cui “con Gesù è arrivata la pienezza<br />
dei tempi (…) e comincia<br />
l’ora decisiva della storia universale”<br />
(pp. 18.<strong>19</strong>). Ognuno di noi<br />
“entra, mediante la fede, nell’origine<br />
personale e nuova di Gesù,<br />
riceve questa origine come origine<br />
propria”, pertanto “la nostra vera<br />
genealogia è la fede in Gesù, che ci<br />
dona una nuova provenienza, ci fa<br />
nascere da Dio” (p. 20). La fede<br />
è veramente una nuova nascita,<br />
genera una nuova vita, suscita<br />
una nuova consapevolezza di sé<br />
e della realtà.<br />
Questo è il contenuto della<br />
gioia di Natale e questo è anche<br />
il motivo della nostra speranza:<br />
con la nascita di Gesù nella storia<br />
è avvenuto un nuovo inizio<br />
di cui siamo resi partecipi. Un<br />
nuovo inizio che è accaduto nel<br />
seno della Vergine Maria e che<br />
continua ad avvenire nella vita di<br />
ognuno di noi. Credetemi! Sarà<br />
sempre questo “nuovo inizio” a<br />
determinare la nostra esistenza e<br />
la vita della società e mai le “crisi”<br />
e i “fallimenti”, personali e comunitari,<br />
presunti e veri, grandi<br />
e piccoli. La nostra vita, in quanto<br />
cambiata dalla grazia di Dio<br />
in questo nuovo inizio, è il vero<br />
motivo di speranza per le nostre<br />
famiglie, le nostre comunità e la<br />
società tutta, poiché il Signore<br />
non fa mai mancare ai suoi figli<br />
la testimonianza di persone a cui<br />
guardare per amarLo e seguirLo<br />
nella compagnia affidabile della<br />
Chiesa.<br />
Con occhi semplici e puri impariamo<br />
a guardare il “Bambino<br />
avvolto in fasce” come lo hanno<br />
guardato Sua Madre Maria, San<br />
Giuseppe e i pastori. Da subito<br />
nel nostro cuore rinascerà la certezza<br />
che “Dio è con noi” e con<br />
essa la vera gioia del Natale.<br />
Il Bambino Gesù, “che giace<br />
nella mangiatoia” per offrirsi<br />
come cibo, alimenti la nostra speranza,<br />
nutra la nostra carità, sostenga<br />
il nostro lavoro, benedica<br />
le nostre attese, custodisca noi e<br />
le nostre famiglie nel Suo amore.<br />
Di vero cuore vi auguro un<br />
santo e felice Natale del Signore.<br />
Auguri!<br />
il vostro Vescovo<br />
Tricarico, 8 <strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong><br />
Solennità dell’Immacolata<br />
Concezione della B.V. Maria<br />
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Il Punto<br />
Giuseppe Abbate<br />
STRUMENTO PER LA<br />
PERMANENTE OPERA<br />
DI EDUCAZIONE<br />
ALLA FEDE<br />
Cari lettori,<br />
l’anno che si sta per concludere<br />
è stato certamente<br />
buono per il nostro giornale.<br />
Si è continuato sulla strada del<br />
miglioramento sia dal punto di<br />
vista qualitativo dei contenuti<br />
sia da un punto di vista grafico,<br />
conservando la sua caratteristica<br />
nello svolgere un utile servizio di<br />
collegamento tra le Parrocchie<br />
della Diocesi.<br />
Da questo numero Fermenti si<br />
presenta con una veste tipografica<br />
completamente nuova e<br />
adatta alle attuali esigenze editoriali.<br />
Abbiamo deciso di dare<br />
al giornale una veste nuova, un<br />
formato più maneggevole, contenuti<br />
sempre più approfonditi.<br />
Tutto ciò è stato possibile grazie<br />
al cammino di crescita che noi<br />
della redazione stiamo facendo e<br />
grazie all’interesse e all’appoggio<br />
che voi lettori dimostrate.<br />
Vogliamo puntare sempre più su<br />
Fermenti per contribuire all’opera<br />
formativa delle nostre parrocchie<br />
attraverso una informazione<br />
sempre più attenta e puntuale:<br />
puntiamo su Fermenti come strumento<br />
per la “nuova evangelizzazione<br />
e la permanente opera<br />
di educazione alla fede”.<br />
Diamo atto che nel tempo ha<br />
assunto uno stile tutto suo con<br />
una suddivisione in rubriche, che<br />
continuiamo a mantenere, che<br />
rispecchia il volto di una Diocesi<br />
protesa verso orizzonti più vasti<br />
e mete sempre più alte continuando<br />
a fotografare la nostra<br />
realtà diocesana raccontando,<br />
con semplicità e competenza, gli<br />
eventi a carattere spirituale, pastorale<br />
e culturale del mondo e<br />
della Chiesa, universale e locale,<br />
puntando a tener desta l’attenzione<br />
su tutti gli aspetti che riguardano<br />
la vita di ogni cristiano.<br />
Tanti gli argomenti in questo <strong>12</strong>1°<br />
numero. Dagli auguri del Vescovo<br />
al decreto sulle indulgenze per<br />
l’Anno della Fede. Nella rubrica<br />
Vita in Diocesi troverete articoli<br />
sul Corso sul credo, sull’apertura<br />
dell’Anno della fede, sull’Anno<br />
della cresima per la nostra diocesi,<br />
sulla festa del Ciao, e altri.<br />
Nella rubrica Territorio ci siamo<br />
occupati del presepe che un nostro<br />
condiocesano ha esposto in<br />
Piazza S. Pietro in Vaticano.<br />
La rubrica Cultura, invece, prende<br />
in analisi il culto di S. Potito nella<br />
nostra Diocesi vista la prossima<br />
festa il 14 gennaio 20<strong>13</strong>. Ancora<br />
un’ampia panoramica su eventi<br />
parrocchiali nella rubrica Dalle<br />
Parrocchie.<br />
Questo nuovo inizio è una sfida<br />
non solo per la redazione ma per<br />
tutti quanti visto che si chiede<br />
la collaborazione da parte delle<br />
parrocchie a promuovere, valorizzare<br />
e incentivare la rivista.<br />
La sfida è di utilizzare Fermenti<br />
come vero e proprio strumento<br />
che contribuisce alla nuova<br />
evangelizzazione e la permanente<br />
opera di educazione alla fede.<br />
A noi l’impegno e la scelta di<br />
servire la nostra fede attraverso<br />
la buona stampa.<br />
3<br />
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Documenti<br />
DECRETO PER IL DONO DELLE SACRE INDULGENZE<br />
NELL’ANNO DELLA FEDE<br />
• Vista la Lettera Apostolica sotto forma di Motu Proprio Porta Fidei del Sommo Pontefice Benedetto<br />
XVI con la quale indice l’Anno della Fede, dell’11 ottobre 2011;<br />
• vista la Nota con indicazioni pastorali per l’Anno della fede della Congregazione per la Dottrina della<br />
Fede, del 6 gennaio 20<strong>12</strong>;<br />
• visto il Decreto della Penitenzieria Apostolica “Si arricchiscono del dono di Sacre Indulgenze<br />
particolari esercizi di pietà, da svolgersi durante l’Anno della fede”, del 14 settembre 20<strong>12</strong>, con il<br />
quale viene stabilito che “Durante tutto l’arco dell’Anno della Fede, indetto dall’11 Ottobre 20<strong>12</strong> fi no<br />
all’intero 24 Novembre 20<strong>13</strong>, potranno acquisire l’Indulgenza plenaria della pena temporale per<br />
i propri peccati impartita per la misericordia di Dio, applicabile in suffragio alle anime dei fedeli<br />
defunti, tutti i singoli fedeli veramente pentiti, debitamente confessati, comunicati sacramentalmente,<br />
e che preghino secondo le intenzioni del Sommo Pontefi ce”;<br />
• considerato che l’Anno della fede intende innanzitutto “sviluppare in sommo grado – per quanto è<br />
possibile su questa terra – la santità di vita e ottenere, quindi, nel grado più alto la purezza dell’anima,<br />
sarà molto utile il grande dono delle Indulgenze, che la Chiesa, in virtù del potere conferitole da Cristo,<br />
offre a tutti coloro che con le dovute disposizioni adempiono le speciali prescrizioni per conseguirle”.<br />
4<br />
• esaminato attentamente tutto quanto espressamente demandato al giudizio dell’Ordinario diocesano,<br />
DECRETO<br />
che i fedeli di questa amata diocesi di Tricarico, alle condizioni richieste dalle leggi della Chiesa universale,<br />
possono ottenere l’Indulgenza Plenaria della pena temporale per i propri peccati impartita per la Misericordia<br />
di Dio nell’Anno della fede:<br />
1. ogniqualvolta parteciperanno ad almeno tre momenti di predicazione durante le Sacre Missioni, oppure<br />
ad almeno tre lezioni sugli Atti del Concilio Vaticano II e sugli Articoli del Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />
in qualsiasi chiesa o luogo idoneo, oppure ad almeno tre lezioni del “Corso sul Credo” che si tiene nelle due<br />
zone pastorali della Diocesi;<br />
2. ogniqualvolta visiteranno in forma di pellegrinaggio una Basilica Papale, una catacomba cristiana, una<br />
Chiesa Cattedrale, il Santuario diocesano “Madonna di Fonti” in Tricarico, la Chiesa Cattedrale in Tricarico (fin<br />
quando questa non sarà riaperta al culto, le chiese di “Sant’Antonio di Padova” e “San Francesco” in Tricarico)<br />
e lì parteciperanno a qualche sacra funzione o almeno si soffermeranno per un congruo tempo di raccoglimento<br />
con pie meditazioni, concludendo con la recita del Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma<br />
legittima, le invocazioni alla Beata Vergine Maria e, secondo il caso, ai Santi Apostoli o Patroni;<br />
3. ogniqualvolta, in qualunque luogo sacro parteciperanno ad una solenne celebrazione eucaristica o alla<br />
liturgia delle ore, aggiungendo la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima, nei giorni della festa della<br />
Cattedra di San Pietro (22 febbraio 20<strong>13</strong>) e delle seguenti Solennità liturgiche: Immacolata Concezione della<br />
Beata Vergine Maria (8 <strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong>), Natale del Signore (25 <strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong>), Maria Santissima Madre<br />
di Dio (1 gennaio 20<strong>13</strong>), Epifania del Signore (6 gennaio 20<strong>13</strong>), Domenica di Pasqua nella Risurrezione del<br />
Signore (31 marzo 20<strong>13</strong>), Ascensione del Signore (<strong>12</strong> maggio 20<strong>13</strong>), Veglia di Pentecoste (18 maggio 20<strong>13</strong>),<br />
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Documenti<br />
Santissima Trinità (26 maggio 20<strong>13</strong>), Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (2 giugno 20<strong>13</strong>), Santi Pietro e<br />
Paolo Apostoli (29 giugno 20<strong>13</strong>), Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto 20<strong>13</strong>), Tutti i Santi (1<br />
novembre 20<strong>13</strong>), Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo (24 novembre 20<strong>13</strong>);<br />
4. in ogni chiesa parrocchiale della Diocesi nel giorno della festa patronale e nella festa di San Potito<br />
Martire, patrono della Diocesi (14 gennaio 20<strong>13</strong>);<br />
5. partecipando alle seguenti celebrazioni o manifestazioni diocesane: il 25 novembre 20<strong>12</strong>, nella chiesa<br />
Sant’Antonio di Padova in Tricarico, alla solenne Concelebrazione eucaristica per il 52° anniversario della<br />
morte del Venerabile Raffaello Delle Nocche; il 7 aprile 20<strong>13</strong>, domenica della Divina Misericordia, nella<br />
chiesa San Giovanni Battista in Grassano, alla solenne Concelebrazione eucaristica per il 47° anniversario della<br />
morte della Serva di Dio Maria Marchetta; il 25 aprile 20<strong>13</strong>, festa di San Marco evangelista, presso il Santuario<br />
Diocesano di Fonti, alle celebrazioni per la Giornata Diocesana del Laicato Cattolico; il 1° maggio 20<strong>13</strong>, festa<br />
di San Giuseppe lavoratore, al pellegrinaggio diocesano al Santuario di Fonti; il <strong>19</strong> maggio 20<strong>13</strong>, domenica<br />
di Pentecoste, nella chiesa di Sant’Antonio di Padova in Stigliano, alla solenne Concelebrazione eucaristica<br />
per il conferimento del sacramento della Cresima; il <strong>19</strong> maggio 20<strong>13</strong>, domenica di Pentecoste, nelle Chiesa<br />
Cattedrale in Tricarico (o chiesa sostitutiva), alla solenne Concelebrazione eucaristica per il conferimento del<br />
sacramento della Cresima; il 1° giugno 20<strong>13</strong>, memoria di San Giustino martire, presso la parrocchia Madonna<br />
di Pompei in Garaguso Scalo, alle celebrazioni per la Giornata diocesana del Malato;<br />
6. un giorno liberamente scelto, durante l’Anno della fede, per la pia visita del battistero o altro luogo, nel quale<br />
ricevettero il sacramento del Battesimo, se rinnoveranno le promesse battesimali in qualsiasi formula legittima.<br />
Il 24 Novembre 20<strong>13</strong>, nella solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo, con la quale si chiuderà l’Anno<br />
della fede, nella Chiesa Cattedrale in Tricarico (o altra chiesa se questa permane chiusa al culto) impartirò<br />
la Benedizione Papale con l’Indulgenza plenaria, lucrabile da parte di tutti i fedeli che riceveranno tale<br />
Benedizione devotamente.<br />
I fedeli veramente pentiti, che non potranno partecipare alle solenni celebrazioni per gravi motivi (come<br />
gli anziani, gli infermi e coloro che, in ospedale o in altri luoghi di cura, prestano servizio continuativo ai<br />
malati…), conseguiranno l’Indulgenza plenaria, alle medesime condizioni, se, uniti con lo spirito e con il<br />
pensiero ai fedeli presenti, particolarmente nei momenti in cui le Parole del Sommo Pontefice o del Vescovo<br />
diocesano verranno trasmesse per televisione e radio, reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento<br />
li trattiene il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima, e altre preghiere conformi alle<br />
finalità dell’Anno della fede, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita.<br />
Affinché l’accesso al sacramento della Penitenza e al conseguimento del perdono divino attraverso il<br />
potere delle Chiavi, sia pastoralmente facilitato, tenuto conto che nelle Chiese designate per l’Anno della fede<br />
don Giovanni Trolio (canonico e parroco della Cattedrale), Mons. Michele Pandolfi (canonico e parroco della<br />
parrocchia Sant’Antonio di Padova in Tricarico), Mons. Girolamo Salierno (canonico e collaboratore del parroco<br />
della Cattedrale) e don Claudio Molfese (collaboratore del Rettore del Santuario Diocesano di Fonti) si troveranno<br />
nelle condizioni di ascoltare le confessioni dei fedeli, concedo loro (limitatamente al foro interno) le facoltà di cui<br />
al can. 508, § 1 del CIC, già espletate per “facoltà ordinaria” dal canonico penitenziere, mons, Francesco Uricchio.<br />
I confessori, dopo aver ammonito i fedeli sulla gravità di peccati ai quali sia annessa una riserva o una censura,<br />
determineranno appropriate penitenze sacramentali, tali da condurli il più possibile ad uno stabile ravvedimento e,<br />
a seconda della natura dei casi, da imporre loro la riparazione di eventuali scandali e danni.<br />
Invito i reverendissimi parroci a spiegare chiaramente e dettagliatamente i principi e le disposizioni qui<br />
proposti per la santificazione dei fedeli.<br />
Il presente Decreto ha validità unicamente per l’Anno della fede.<br />
Dato a Tricarico, il 01 novembre 20<strong>12</strong><br />
Solennità di tutti i Santi<br />
L’ORDINARIO DIOCESANO<br />
Il CANCELLIERE VESCOVILE<br />
+ Vincenzo Carmine Orofino Don Nicola Salvatore Balzano<br />
5<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 7 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
Nicola Urgo<br />
Pellegrinaggio<br />
diocesano a<br />
Materdomini<br />
e assemblea<br />
diocesana per<br />
l’anno pastorale<br />
20<strong>12</strong>-20<strong>13</strong><br />
«ACCOGLIERE IL<br />
DONO DELLA FEDE<br />
CON IL CUORE E<br />
L’INTELLIGENZA»<br />
6<br />
La diocesi di Tricarico,<br />
organizzando il pellegrinaggio<br />
a Materdomini<br />
(Avellino) all’inizio di settembre,<br />
ha voluto affidare alla Vergine<br />
Madre di Dio e all’intercessione<br />
di San Gerardo Maiella, umile<br />
servo di Cristo, nativo della<br />
nostra terra di Basilicata, l’Anno<br />
della Fede indetto da Benedetto<br />
XVI. Già in quella occasione sono<br />
state invitate tutte le parrocchie<br />
della diocesi a celebrare l’inizio<br />
dell’Anno della Fede, rivivendo<br />
come 50 anni fa nel giorno<br />
dell’apertura del Concilio<br />
Vaticano II, la sera dell’11 ottobre,<br />
con una fiaccolata che precedesse<br />
l’ora di adorazione comunitaria,<br />
da pregare insieme alle ore 21.00.<br />
A Tricarico, sede episcopale,<br />
tutte le parrocchie si sono date<br />
appuntamento nella chiesa di<br />
San Potito martire, patrono della<br />
Diocesi, per iniziare la fiaccolata,<br />
presieduta dal nostro vescovo<br />
Vincenzo, fino alla chiesa di San<br />
Francesco (attualmente chiesa<br />
Cattedrale) per pregare insieme<br />
e dare inizio ufficialmente, anche<br />
nella nostra Diocesi, all’Anno<br />
della Fede. Apertura dell’Anno<br />
della Fede e cinquantesimo<br />
dall’inizio del Concilio, a ricordo<br />
anche del saluto di Giovanni XXIII<br />
e del suo “discorso alla Luna”,<br />
per riprendere gli Insegnamenti<br />
del Concilio e rilanciarli in avanti,<br />
per il tempo a venire.<br />
Il Concilio Vaticano II è stato interamente<br />
animato dalla consapevolezza<br />
e dal desiderio di doversi,<br />
per così dire, immergere nuovamente<br />
nel mistero cristiano, per<br />
poterlo riproporre efficacemente<br />
all’uomo contemporaneo. Paolo<br />
VI, due anni dopo la conclusione<br />
dell’Assise conciliare, ebbe a dire:<br />
«Se il Concilio non tratta espressamente<br />
della fede, ne parla ad<br />
ogni pagina, ne riconosce il carattere<br />
vitale e soprannaturale,<br />
la suppone integra e forte e costruisce<br />
su di essa le sue dottrine.<br />
Basterebbe ricordare [alcune]<br />
affermazioni conciliari (…) per<br />
rendersi conto dell’essenziale<br />
importanza che il Concilio, coerente<br />
con la tradizione dottrinale<br />
della Chiesa, attribuisce alla fede,<br />
alla vera fede, quella che ha per<br />
sorgente Cristo e per canale il<br />
magistero della Chiesa» (Catechesi<br />
nell’Udienza generale dell’8<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 8 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
marzo <strong>19</strong>67). Benedetto XVI ha<br />
ricordato che durante il Concilio<br />
vi era una tensione commovente<br />
nei confronti del comune compito<br />
di far risplendere la verità e la<br />
bellezza della fede nell’oggi del<br />
nostro tempo, senza sacrificarla<br />
alle esigenze del presente né<br />
tenerla legata al passato: nella<br />
fede risuona l’eterno presente<br />
di Dio, che trascende il tempo e<br />
tuttavia può essere accolto da noi<br />
solamente nel nostro irripetibile<br />
oggi.<br />
L’Anno della fede e la Nuova<br />
Evangelizzazione non sono stati<br />
voluti dal Papa per onorare una<br />
ricorrenza ma per dare risposta<br />
alle attese dell’uomo di oggi. Il<br />
vuoto creato da una «desertificazione»<br />
spirituale sollecita a<br />
scoprire nuovamente la gioia di<br />
credere, la sua importanza vitale<br />
per noi, uomini e donne di oggi, il<br />
valore di ciò che è essenziale per<br />
vivere. La fede vissuta – ricorda<br />
sempre il Santo Padre - apre il<br />
cuore alla Grazia di Dio che libera<br />
dal pessimismo.<br />
Oggi più che mai evangelizzare<br />
vuol dire testimoniare una vita<br />
nuova, trasformata da Dio, e così<br />
indicare la strada. L’evangelizzazione<br />
comincia da noi stessi; è un<br />
invito alla conversione perché le<br />
debolezze dei discepoli di Gesù<br />
pesano sulla credibilità della missione.<br />
Come ci ricordano i nostri<br />
vescovi – a conclusione del Sinodo<br />
sulla Nuova Evangelizzazione<br />
– noi cristiani siamo chiamati “a<br />
vincere la paura con la fede ed<br />
a guardare al mondo con sereno<br />
coraggio perché, sebbene pieno<br />
di contraddizioni e di sfide, esso<br />
resta pur sempre il mondo che<br />
Dio ama”.<br />
Giuseppe Abbate<br />
Corso sul Credo tenuto dal vescovo<br />
mons. Vincenzo Orofino<br />
RIP ARTIAMO DAL CREDO<br />
Si è tenuta domenica 9<br />
<strong>dicembre</strong> nella zona Val<br />
D’Agri e il 16 <strong>dicembre</strong><br />
nella zona Val Basento la terza<br />
lezione del “Corso sul Credo”<br />
tenuta da Mons. Vincenzo Orofino.<br />
Aperta a tutti i fedeli, laici<br />
e consacrati della nostra diocesi<br />
dal titolo “Credo in Dio Padre…<br />
Creatore del cielo e della Terra”.<br />
La seconda lezione portava il<br />
titolo “Credo in un solo: il fondamento<br />
trinitario della fede<br />
cristiana”. La prima lezione era:<br />
“Io credo - noi crediamo: l’obbedienza<br />
della fede”.<br />
L’iniziativa nasce nell’ambito<br />
dell’Anno della Fede, indetto<br />
da Papa Benedetto XVI, che ha<br />
avuto inizio l’undici ottobre in<br />
concomitanza con il cinquantesimo<br />
anniversario del Concilio<br />
Vaticano II (<strong>19</strong>62) e il ventesimo<br />
del Catechismo della Chiesa Cattolica<br />
(<strong>19</strong>92). Proprio per la presenza<br />
di tale ricorrenza, il corso<br />
proposto dal nostro vescovo<br />
Mons. Orofino è incentrato sul<br />
Oltre mille<br />
i partecipanti<br />
nelle due zone pastorali<br />
Val Basento<br />
e Val d’Agri–Sauro<br />
Credo e quindi sull’approfondimento<br />
delle parti che compongono<br />
questa preghiera.<br />
Il corso è aperto a chiunque<br />
sia desideroso di comprendere<br />
meglio i concetti e le nozioni<br />
fondamentali della dottrina cristiana,<br />
con particolare attenzione<br />
ai catechisti, agli operatori<br />
pastorali, ai consigli pastorali<br />
parrocchiali, ai fidanzati che si<br />
preparano a ricevere il Sacramento<br />
del Matrimonio, ai ragazzi<br />
e ragazze che riceveranno<br />
la Cresima il <strong>19</strong> maggio 20<strong>13</strong>, a<br />
tutti coloro che in questo anno<br />
particolare vogliono coltivare<br />
spiritualmente la loro fede.<br />
Il programma previsto abbrac-<br />
7<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 9 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
8<br />
cia l’intero arco dell’anno pastorale<br />
in corso (20<strong>12</strong>-20<strong>13</strong>) con incontri<br />
mensili che hanno visto<br />
l’inizio domenica 21 ottobre c.a. e<br />
la conclusione che si terrà domenica<br />
21 aprile 20<strong>13</strong>. Da sottolineare<br />
che lo stesso corso si tiene nelle<br />
due zone pastorali: nella penultima<br />
domenica di ogni mese nella<br />
zona Val d’Agri-Sauro presso la<br />
Parrocchia S. Antonio in Corleto<br />
Perticara, e nell’ultima domenica<br />
nella zona Val Basento presso la<br />
Parrocchia Madonna del Rosario<br />
di Pompei in Garaguso Scalo. Lo<br />
schema è pressoché uguale in entrambi<br />
i casi con inizio alle 17.30<br />
con il canto iniziale, eseguito dalla<br />
corale della Cattedrale, e la recita<br />
del vespro. Alle 17.50 la lezione<br />
del Vescovo. Si conclude alle<br />
18.50 con la recita del Credo,<br />
dell’Angelus e canto finale.<br />
Massiccia la partecipazione da<br />
parte di tutti, tanto da rendere le<br />
chiese che ospitano il corso, insufficienti<br />
ad accogliere i convenuti<br />
in maniera convenevole.<br />
Vero momento di grazia anche<br />
perché chi partecipa ad almeno<br />
tre lezioni può acquistare l’indulgenza<br />
plenaria secondo le consuete<br />
condizioni di Santa Romana<br />
Chiesa. Il Corso sul Credo è<br />
utile perché tutto ciò che è contenuto<br />
nel Credo merita la nostra<br />
attenzione, non possiamo accontentarci<br />
di recitarne il testo durante<br />
la Messa (talvolta distrattamente)<br />
senza conoscere la storia<br />
che lo ha generato e la coraggiosa<br />
fede di chi lo ha difeso dalle<br />
eresie! Papa Benedetto XVI, proprio<br />
nei primi giorni dedicati<br />
all’Anno della Fede, giustamente<br />
ha ricordato: “Anche oggi abbiamo<br />
bisogno che il Credo sia meglio<br />
conosciuto, compreso e pregato.<br />
Soprattutto è importante<br />
che il Credo venga, per così dire,<br />
«riconosciuto». Conoscere, infatti,<br />
potrebbe essere un’operazione<br />
soltanto intellettuale, mentre<br />
«riconoscere» vuole significare la<br />
necessità di scoprire il legame<br />
profondo tra le verità che professiamo<br />
nel Credo e la nostra esistenza<br />
quotidiana”.<br />
La fede è un dono di inestimabile<br />
valore, che abbiamo già ricevuto,<br />
ma che va continuamente<br />
riscoperto. La fede cristiana è un<br />
modo di vedere, interpretare,<br />
vivere l’esistenza. Essa cresce<br />
con la persona, matura lungo il<br />
ciclo della vita. Per questo va<br />
sempre alimentata andando alle<br />
radici della nostra fede e quindi<br />
del nostro credo. Ad ogni<br />
incontro è stato distribuito, oltre<br />
il libretto per il vespro, la dispensa<br />
della lezione in formato libretto.<br />
In fondo alla chiesa un banco<br />
dove era possibile prendere il<br />
Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />
il Compendio, la lettera<br />
enciclica sullo Spirito Santo nella<br />
vita della Chiesa e del mondo<br />
Dominum et vivificantem di<br />
Giovanni Paolo II, la Lettera di<br />
Benedetto XVI per l’Anno della<br />
Fede Porta Fidei, e nella prossima<br />
lezione (domenica 9 <strong>dicembre</strong><br />
zona Val d’Agri – domenica 16<br />
<strong>dicembre</strong> zona Val Basento) sarà<br />
distribuito l’ultimo libro di<br />
Benedetto XVI L’infanzia di Gesù<br />
uscito proprio in questi giorni.<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 10 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
Vincenzo Cantore<br />
ANNO DELLA CRESIMA:<br />
GIOVANI FORTIFICATI DAI DONI DELLO<br />
SPIRITO PER TESTIMONIARE LA FEDE<br />
della Cresima<br />
ci permetterà di prendere<br />
sempre mag-<br />
“L’Anno<br />
giore coscienza del dono dello<br />
Spirito Santo, di crescere nella<br />
consapevolezza della grazia battesimale,<br />
di continuare il nostro<br />
cammino di iniziazione cristiana,<br />
percepita come esperienza fondamentale<br />
della nostra personale<br />
educazione alla vita di fede.”<br />
Queste parole scritte dal nostro<br />
vescovo, Mons. Vincenzo Orofino<br />
nella lettera al popolo di Dio che<br />
è in Tricarico del 4 ottobre 20<strong>12</strong>,<br />
ci espongono la motivazione e gli<br />
obbiettivi dell’anno della Cresima<br />
che stiamo vivendo. L’Anno della<br />
Cresima si inserisce nel percorso<br />
indicatoci dagli Orientamenti pastorali<br />
dell’Episcopato Italiano<br />
sull’Educare alla vita buona del<br />
Vangelo per il decennio 2010-2020.<br />
La nostra Chiesa diocesana ha<br />
deciso di vivere i primi 5 anni,<br />
in preparazione al Convegno<br />
Ecclesiale Nazionale (Firenze,<br />
2015), con un percorso che ci<br />
pone alla riscoperta e alla presa di<br />
consapevolezza dell’importanza<br />
dei sacramenti dell’iniziazione<br />
cristiana. L’anno scorso (2011-<br />
20<strong>12</strong>) la nostra attenzione si è<br />
rivolta verso il<br />
Sacramento del<br />
Battesimo, dando<br />
priorità alle nostre<br />
famiglie. Quest’anno<br />
i protagonisti<br />
sono i ragazzi e le<br />
ragazze che si preparano<br />
a ricevere<br />
il Sacramento della<br />
Confermazione.<br />
A loro è richiesto<br />
un cammino vissuto<br />
con gioia e passione<br />
nella Comunità<br />
parrocchiale per<br />
incontrare, amare<br />
e conoscere Gesù,<br />
per poterLo testimoniare<br />
agli altri.<br />
Il percorso è iniziato<br />
domenica 21<br />
ottobre, quando in<br />
ogni parrocchia<br />
sono stati presentati<br />
i ragazzi e i padrini;<br />
essi hanno il<br />
compito di accompagnatore<br />
i ragazzi<br />
nel percorso di<br />
formazione, ce-<br />
9<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 11 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
lebrazione e realizzazione del<br />
Sacramento nella vita quotidiana.<br />
In quest’occasione ai ragazzi<br />
è stata consegnata la lettera del<br />
Vescovo, che dice: “Il sacramento<br />
della Cresima conferma il<br />
Battesimo ed effonde su di voi<br />
con abbondanza lo Spirito Santo.<br />
Voi stessi ora, pieni di gratitudine,<br />
avete la possibilità di accogliere i<br />
suoi doni che vi aiutano a diventare<br />
perfetti cristiani e testimoni<br />
fedeli e coraggiosi di Gesù.<br />
I doni dello Spirito Santo sono realtà<br />
stupende che vi permettono<br />
di formarvi come cristiani, di vivere<br />
il Vangelo e di essere membri<br />
attivi della Chiesa. Con l’aiuto di<br />
questi doni sarà più facile incrementare<br />
la vostra amicizia con<br />
Gesù, stare con Lui e seguirLo nel<br />
cammino della vita”.<br />
Per vivere questo cammino<br />
l’Ufficio Catechistico Diocesano<br />
ha preparato un percorso che<br />
vedrà partecipi i ragazzi ogni<br />
prima domenica del mese,<br />
quando come scrive il Vescovo:<br />
“durante la Santa Messa domenicale,<br />
alla presenza di tutta la<br />
comunità parrocchiale, i vostri<br />
parroci vi consegneranno sette<br />
segni, uno per ogni mese, raffiguranti<br />
la Sapienza, l’Intelletto, il<br />
Consiglio, la Fortezza, la Scienza,<br />
la Pietà e il Timore di Dio:<br />
10<br />
accoglieteli con impegno, con<br />
serietà e con devozione, sapendo<br />
che sono segni dell’amore premuroso<br />
con cui Dio vi accompagna<br />
nella vita”.<br />
I ragazzi in preparazione al Santo<br />
Natale e alla Pasqua compiranno<br />
due ritiri spirituali a livello<br />
zonale e infine parteciperanno<br />
all’udienza che il Santo Padre<br />
terrà il 28 aprile 20<strong>13</strong>, in Piazza<br />
San Pietro, per tutti i ragazzi che<br />
in questo anno della fede<br />
riceveranno il sacramento della<br />
Confermazione.<br />
Compiendo questo cammino<br />
con fede e dedizione saranno<br />
pronti il <strong>19</strong> maggio 20<strong>13</strong> domeni-<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> <strong>12</strong> <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
ca di Pentecoste quando, per la<br />
zona Val D’Agri a Stigliano nella<br />
Parrocchia Sant’Antonio di<br />
Padova in mattinata e per la<br />
zona Val Basento a Tricarico nella<br />
Chiesa Cattedrale il pomeriggio,<br />
il Vescovo amministrerà il Sacramento.<br />
Concludendo, nel rivolgere a<br />
questi nostri ragazzi il mio<br />
augurio per tutto ciò che lo<br />
Spirito Santo opererà nei loro<br />
cuori, li ricordo ciò che il Santo<br />
Padre Benedetto XVI ha scritto<br />
nel messaggio per la Giornata<br />
Mondiale dei Giovani di Rio 20<strong>13</strong>:<br />
“Gesù ha inviato i suoi discepoli<br />
in missione con questo mandato:<br />
«Andate in tutto il mondo e proclamate<br />
il Vangelo a ogni creatura.<br />
Chi crederà e sarà battezzato sarà<br />
salvato» (Mc 16,15-16).<br />
Evangelizzare significa portare ad<br />
altri la Buona Notizia della salvezza<br />
e questa Buona Notizia è una<br />
persona: Gesù Cristo (…).<br />
L’evangelizzazione parte sempre<br />
dall’incontro con il Signore Gesù:<br />
chi si è avvicinato a Lui e ha fatto<br />
esperienza del suo amore vuole<br />
subito condividere la bellezza<br />
di questo incontro e la gioia che<br />
nasce da questa amicizia. Più conosciamo<br />
Cristo, più desideriamo<br />
annunciarlo.<br />
Più parliamo con Lui, più desideriamo<br />
parlare di Lui.<br />
Più ne siamo conquistati, più<br />
desideriamo condurre gli altri a<br />
Lui… Attraverso la Confermazione,<br />
poi, siamo fortificati dai suoi<br />
doni per testimoniare in modo<br />
sempre più maturo il Vangelo (…)<br />
Cari giovani, lasciatevi condurre<br />
dalla forza dell’amore di Dio,<br />
lasciate che questo amore vinca la<br />
tendenza a chiudersi nel proprio<br />
mondo, nei propri problemi,<br />
nelle proprie abitudini; abbiate<br />
il coraggio di «partire» da voi<br />
stessi per «andare» verso gli altri<br />
e guidarli all’incontro con Dio”.<br />
11<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> <strong>13</strong> <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
Festa del<br />
CIAO<br />
In cerca<br />
di autore,<br />
in cerca<br />
di… TE<br />
l’invito<br />
del vescovo<br />
ai ragazzi<br />
di acr:<br />
«mettetevi alla<br />
ricerca di<br />
qualcuno che<br />
sappia<br />
guardarvi<br />
negli occhi»<br />
Lo scorso 28 ottobre gli<br />
accierrini della diocesi si<br />
sono dati appuntamento<br />
a Corleto Perticara per festeggiare<br />
in allegria la ripresa delle<br />
attività e del cammino associativo.<br />
Gli abitanti di Corleto hanno<br />
accolto calorosamente, al grido<br />
di “in cerca d’autore”, più di 500<br />
tra bambini, ragazzi e adulti convenuti<br />
da Albano, Aliano, Accettura,<br />
Armento, Calciano, Campomaggiore,<br />
Cirigliano, Garaguso,<br />
Grassano, Gallicchio, Gorgoglione,<br />
San Mauro Forte, Stigliano e<br />
Tricarico. “In cerca d’autore” è lo<br />
slogan che accompagnerà gli accierrini<br />
durante tutto quest’anno<br />
associativo. È l’invito rivolto<br />
ai più piccoli affinché si mettano<br />
alla ricerca di qualcuno che sappia<br />
guardarli negli occhi e accogliere<br />
la loro storia con l’obiettivo<br />
di cercare “l’Autore” della<br />
loro vita, della loro gioia e del<br />
loro amore. Nonostante il tempo<br />
inclemente, che ha impedito<br />
di far festa all’aperto, non ci si è<br />
persi d’animo e, ospiti nel museo<br />
dell’Unità di Italia, si è ballato e<br />
festeggiato per poi spostarsi, nel<br />
cuore della mattinata, in Chiesa<br />
per la celebrazione della Santa<br />
Messa presieduta da don Vincenzo<br />
Cantore, vice assistente<br />
Equipe Diocesana ACR<br />
Acr. Al termine della Santa Messa,<br />
il Vescovo monsignor Orofino<br />
ha rivolto un affettuoso saluto e<br />
un caloroso incoraggiamento ai<br />
ragazzi e ai loro educatori, perché<br />
con tenacia sappiano assolvere<br />
la “missione” affidatagli:<br />
educare i più piccoli. Dopo il<br />
pranzo, la festa è stata allietata<br />
dalla musica dei Kerigma che,<br />
con don Paolo Paradiso in testa,<br />
hanno scaldato l’atmosfera. La<br />
scena è poi stata monopolizzata<br />
dal Mago Puppez, accierrino di<br />
Corleto, che ha letteralmente incantato<br />
il pubblico con simpatici<br />
giochi di prestigio, seguito poi<br />
dallo spettacolino del gruppo di<br />
Clownterapia PUC, molto gradito<br />
dai più piccoli. Nel tardo pomeriggio,<br />
stanchi ma felici, tutti i<br />
partecipanti hanno fatto ritorno<br />
alle loro case dandosi appuntamento<br />
per il <strong>13</strong> ottobre a San<br />
Mauro Forte.<br />
Bonelli Margherita<br />
<strong>12</strong><br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 14 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
Marco Volpe<br />
I GIOVANI A MIRAGICA PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO<br />
CConvocati dal Vescovo per<br />
vivere un’esperienza bella<br />
di Chiesa. Questo è ciò che<br />
hanno vissuto i giovani studenti<br />
della Diocesi nella Giornata di<br />
Inizio anno scolastico a Trani e<br />
Molfetta il sette ottobre duemiladodici.<br />
I circa mille giovani provenienti<br />
da tutte le Parrocchie hanno<br />
vissuto questa giornata come<br />
l’avvio di un percorso in cui sono<br />
inseriti da diverso tempo e attraverso<br />
il quale la Chiesa intende accompagnarli.<br />
“È stato il segno di<br />
una vita bella che ci appartiene”<br />
come più volte il Vescovo, Mons.<br />
Vincenzo Orofino, ha sottolineato.<br />
La vita cristiana – ha detto– ha<br />
in sé una bellezza che le deriva<br />
dall’incontro personale con Cristo.<br />
Nella Chiesa abbiamo la possibilità<br />
di custodire e sviluppare<br />
questo incontro che dà senso alla<br />
mia vita e la rende veramente felice.<br />
Perché noi possiamo sperimentare<br />
questa bellezza occorre<br />
che ci “fidiamo e affidiamo” alla<br />
Chiesa, ai sacerdoti, agli educatori.<br />
La presenza di tanti sacerdoti e<br />
adulti – ha continuato il Vescovo<br />
– vi dimostra il nostro affetto, il<br />
fatto che vi vogliamo veramente<br />
bene. Non un affetto sdolcinato e<br />
inconcludente, ma un’attenzione<br />
che deriva dall’amore di Cristo. In<br />
questo senso il Vescovo ha consegnato<br />
a tutti i giovani il calendario<br />
degli appuntamenti diocesani rivolti<br />
agli studenti, agli universitari<br />
e a tutti i giovani impegnati nel<br />
campo del lavoro. La vita cristiana<br />
del giovane è, così, costantemente<br />
accompagnata attraverso il<br />
percorso diocesano che prevede<br />
ritiri spirituali, formazione catechistica,<br />
momenti ricreativi e attraverso<br />
il cammino parrocchiale<br />
catechistico e sacramentale.<br />
I giovani saranno così accompagnati<br />
in tutti gli ambiti della vita<br />
personale, umana e spirituale, e<br />
comunitaria rendendoli sempre<br />
più protagonisti attivi e vivaci della<br />
propria vita e della nostra realtà<br />
ecclesiale. L’anno pastorale iniziato,<br />
“Nell’Anno della fede: la Cresima”,<br />
è centrato sulla scoperta<br />
dello Spirito Santo e del Sacramento<br />
della Cresima tenendo ben<br />
presente l’invito di Benedetto XVI<br />
a varcare “la porta della fede”<br />
sempre aperta per noi. Il Vescovo<br />
ha quindi invitato i giovani a vivere<br />
le attività pastorali della Chiesa<br />
perché tendono tutte ad aumentare<br />
la nostra fede per pervenire a<br />
una fede adulta e pensata, capace<br />
di tenere i vari aspetti della vita<br />
facendo unità di tutto in Cristo.<br />
Infatti, il Vescovo non manca di ribadire<br />
la necessità urgente di<br />
dare, nell’ambito della pastorale<br />
organica della Diocesi e delle<br />
Parrocchie, maggiore rilievo alla<br />
pastorale giovanile con particolare<br />
attenzione alle scuole medie<br />
superiori. I giovani presenti hanno<br />
accolto con gioia ed entusiasmo<br />
la parola del Vescovo e la sua presenza<br />
paterna che li ha accompagnati<br />
durante tutti i momenti<br />
vissuti. Dal gioco nel parco divertimenti,<br />
alla confessione nella<br />
suggestiva Cattedrale di Trani, alla<br />
Celebrazione eucaristica, agli<br />
abbracci affettuosi e tristi nel<br />
momento dei saluti. “Una vita<br />
così ne vale davvero la pena”<br />
hanno più volte detto i giovani.<br />
Una vita che condivide il suo<br />
tesoro. Una vita contagiosa che<br />
porta tutti tra le braccia di Gesù<br />
Cristo. Infatti, gli studenti presenti<br />
sono stati “contagiati” dalla<br />
missione ordinaria delle Parrocchie,<br />
ma anche da tutti i giovani<br />
che hanno partecipato alle esperienze<br />
estive organizzate dalla<br />
Diocesi di Tricarico attraverso il<br />
Servizio diocesano di Pastorale<br />
giovanile o le associazioni e<br />
movimenti ecclesiali.<br />
<strong>13</strong><br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 15 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Vita in Diocesi<br />
In tutte le parrocchie della<br />
Diocesi, domenica 25 novembre<br />
si è celebrato il cinquantaduesimo<br />
anniversario della morte<br />
di monsignor Raffaello Delle Nocche<br />
con particolare solennità perché,<br />
lo scorso 10 maggio, Papa<br />
Benedetto XVI ne ha autorizzato<br />
il decreto di venerabilità. In particolare,<br />
a Tricarico, alle ore 10.00,<br />
nella parrocchia Sant’Antonio<br />
da Padova, monsignor Vincenzo<br />
Orofino ha presieduto una solenne<br />
concelebrazione eucaristica a<br />
cui hanno partecipato anche le<br />
galità di Cristo si può affermare<br />
nel mondo solo se è accolta e<br />
custodita nel nostro cuore e nella<br />
nostra esistenza: Gesù Cristo<br />
cambierà il mondo solo se ognuno<br />
di noi lo accoglierà e lo custodirà<br />
nel proprio cuore”. A conclusione<br />
della messa, il Vescovo ha<br />
detto ai fedeli che, “con la dichiarazione<br />
dell’eroicità delle virtù<br />
del Venerabile monsignor Delle<br />
Nocche, il Santo Padre Benedetto<br />
XVI ci ha fatto un grande dono<br />
ma, nello stesso tempo, ci ha indicato<br />
un impegnativo compito<br />
da svolgere per tutto il resto della<br />
nostra vita: la comunità diocesana,<br />
infatti, è chiamata a riprendere<br />
e a incarnare, con sempre<br />
maggiore ardore e creatività, l’in-<br />
Vito Sacco<br />
segnamento di monsignor Delle<br />
Nocche. Dal riconoscimento<br />
dell’eroicità delle virtù di monsignor<br />
Delle Nocche deriva per tutti<br />
noi il compito di custodire nella<br />
verità e nella fedeltà la memoria<br />
e l’eredità spirituale di colui che<br />
per ben 38 anni è stato pastore<br />
solerte e zelante di questo popolo,<br />
vivendo in modo straordinario<br />
la sua vocazione sacerdotale e il<br />
suo ministero episcopale”.<br />
Infine, monsignor Orofino ha comunicato<br />
alcune solenni celebrazioni<br />
nelle principali ricorrenze<br />
52 MO ANNIVERSARIO<br />
DELLA MORTE DEL<br />
VEN. RAFFAELLO<br />
DELLE NOCCHE<br />
14<br />
suore “Discepole di Gesù Eucaristico”,<br />
l’ordine fondato da monsignor<br />
Delle Nocche il 4 ottobre<br />
del <strong>19</strong>23, appena un anno dopo<br />
il suo ingresso a Tricarico, provenienti<br />
da tutti i paesi in cui ci sono<br />
loro comunità e guidate dalla<br />
Superiora generale suor Maria<br />
Giuseppina Leo. Non è un caso<br />
che questa celebrazione sia avvenuta<br />
nella chiesa del convento<br />
di Sant’Antonio, perché è la Casa<br />
madre delle Discepole, il luogo<br />
dove monsignor Raffaello Delle<br />
Nocche fondò la nuova famiglia<br />
monastica e per la quale coniò il<br />
motto “Magister adest et vocat<br />
nos” (“Il Maestro è presente e<br />
ci chiama”). Durante l’omelia, incentrata<br />
tutta sulla festa liturgica<br />
di Gesù Cristo Re dell’Universo,<br />
riportando il pensiero del Venerabile<br />
Delle Nocche, monsignor<br />
Orofino ha esortato i numerosissimi<br />
fedeli ad “accogliere Gesù<br />
Cristo nella propria vita come<br />
Signore e Maestro, perché la re-<br />
della vita del Venerabile: il 90° della<br />
nomina episcopale, 11 febbraio;<br />
il 111° dell’ordinazione sacerdotale,<br />
1 giugno e il 90° dell’ordinazione<br />
episcopale, 25 luglio. Invece,<br />
il <strong>19</strong> aprile, <strong>13</strong>5° della nascita, la<br />
comunità diocesana si recherà in<br />
pellegrinaggio a Marano di Napoli,<br />
paese natio del Venerabile. A<br />
conclusione, monsignor Orofino<br />
ha annunciato che, nella rivista<br />
diocesana “Fermenti”, è stata<br />
aperta una specifica rubrica per<br />
raccontare a tutti la vita del Venerabile<br />
e, nello stesso tempo, per<br />
accogliere le testimonianze di coloro<br />
i quali, pregando il Signore<br />
per l’intercessione di monsignor<br />
Delle Nocche, hanno ricevuto benefici<br />
spirituali e fisici.<br />
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Vita in Diocesi<br />
Sonia Cirillo e Sonia Sacco<br />
“Sono immobile eppure mi muovo,<br />
corro, volo, salto,<br />
m’innalzo con la mia fantasia<br />
e raggiungo vette altissime.<br />
Da lì vedo la mia voglia di rivincite,<br />
l’autenticità di essere me stesso,<br />
lontano da quel che sono<br />
ma vicino alla mia pura sensibilità.<br />
A volte vedo gli altri<br />
correre da fermi con i<br />
pensieri inariditi,<br />
che fingono di capirmi<br />
con il loro falso compianto<br />
di chi non vola più o, peggio,<br />
non hai mai volato.<br />
Dalla mia sedia a ruote spuntano le ali,<br />
faccio capriole nella mente,<br />
mi piaccio e capisco:<br />
che è meglio avere un corpo senza corpo<br />
che una testa senza testa.<br />
” (Ermanno Eandi)<br />
L’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO<br />
DON PANCRAZIO TOSCANO<br />
DIVERSE<br />
ABILITÀ<br />
IN<br />
FORMAZIONE<br />
Vogliamo dedicare questa<br />
poesia ai ragazzi e ai giovani<br />
diversamente abili<br />
che frequentano l’associazione<br />
di volontariato<br />
“don Pancrazio Toscano” i quali,<br />
durante l’estate, hanno trasmesso<br />
a noi volontari la loro gioia di<br />
vivere e il loro coraggio nell’affrontare<br />
la vita piena di sacrifici e<br />
difficoltà. Essi ci hanno insegnato<br />
ad accettare i disagi della vita, facendoci<br />
ricordare che il Signore<br />
ha detto che “è necessario che<br />
l’uomo patisca molte cose e che<br />
porti la sua croce ogni giorno”<br />
per somigliare a lui. Sempre con<br />
il loro sorriso, ci hanno accompagnato<br />
nelle tante iniziative di<br />
“Estate solidarietà 20<strong>12</strong>” che si<br />
sono svolte nei pressi della villetta<br />
comunale di Tricarico dal 4<br />
luglio al 5 settembre, con la guida<br />
della responsabile Arianna<br />
Abate e con il costante sostegno<br />
di Luciano Toscano, presidente<br />
dell’associazione. Essi ci hanno<br />
permesso di condurre delle attività<br />
come i lavori con la pasta di<br />
sale e la realizzazione di cartelloni<br />
colorati per cercare di sviluppare<br />
la manualità e la fantasia dei ragazzi.<br />
Abbiamo tenuto un incontro<br />
in agosto, a scopo di socializzazione,<br />
con un gruppo di ragazze<br />
Scout di Matera, che ha reso la<br />
giornata divertente intrattenendoci<br />
con giochi e balli. Significative,<br />
quasi tradizionali, la giornata<br />
trascorsa all’Acquapark, il primo<br />
settembre e la cena offerta dal<br />
nostro Vescovo, Mons. Vincenzo<br />
Orofino, presso l’Ostello Fonti il<br />
6 settembre, per concludere l’attività<br />
solidale in maniera allegra<br />
e piacevole. Ogni anno lasciamo<br />
nostalgicamente queste attività<br />
del progetto “Itinerario di formazione<br />
e integrazione per soggetti<br />
portatori di diverse abilità”, perché<br />
ci siamo resi conto che dare<br />
è meglio che ricevere; ci siamo<br />
sentiti davvero uniti come una<br />
famiglia e ringraziamo i ragazzi<br />
diversabili per averci insegnato<br />
ad apprezzare le cose più piccole<br />
che la vita ci può offrire e per<br />
averci fatto comprendere che<br />
neanche la disabilità può togliere<br />
un sorriso dalle labbra.<br />
15<br />
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Vita in Diocesi<br />
Paolo Ambrico<br />
DIACONATO<br />
PERMANENTE<br />
UN DONO PER<br />
LA NOSTRA<br />
CHIESA LOCALE<br />
16<br />
Il Concilio Ecumenico Vaticano<br />
II ha sottolineato della Chiesa<br />
la dimensione comunionale e<br />
la ministerialità. Tutti i battezzati<br />
formano il popolo di Dio, ognuno<br />
con il dono ricevuto o il ministero<br />
che gli viene affidato, tutti impegnati<br />
a edificare la Chiesa. Ci sono<br />
ministeri ordinati e ministeri non<br />
ordinati. I ministeri ordinati sono<br />
anzitutto gli ordini sacri: Episcopato<br />
– Presbiterato e Diaconato<br />
che richiedono uno speciale sacramento,<br />
e i ministeri del Lettorato<br />
e dell’Accolitato che svolgono<br />
un servizio liturgico, i ministeri<br />
non ordinati sono quei servizi che<br />
ogni laico può assumere nella<br />
Chiesa per contribuire alla sua<br />
crescita ed edificazione (catechisti,<br />
animatori, responsabili di<br />
settori pastorale…). Il Concilio<br />
ha ripreso anche la presenza del<br />
diaconato permanente che viene<br />
conferito a persone sposate, mature<br />
e di esemplare testimonianza<br />
che collaborano con il Parroco<br />
e il Vescovo sul piano liturgico e<br />
pastorale, soprattutto nel servizio<br />
della carità come indica la<br />
parola stessa: Diaconia. Continua<br />
la preparazione al Diaconato<br />
permanente. Il Vescovo Mons.<br />
Orofino ha incoraggiato e promosso<br />
l’avvio della scuola di<br />
formazione per alcuni candidati.<br />
Sono persone che stanno verificando<br />
la loro vocazione e continuano<br />
la preparazione necessaria<br />
sia culturale che spirituale.<br />
Le lezioni si tengono presso la<br />
Parrocchia Madonna del Rosario<br />
di Pompei in Garaguso Scalo, ogni<br />
sabato dalle ore 16,00 alle ore<br />
18,30. Questa fase si concluderà<br />
con una settimana residenziale<br />
durante la prossima estate, a<br />
cui parteciperanno le rispettive<br />
famiglie che comunque restano<br />
coinvolte nel cammino formativo<br />
che gli aspiranti faranno nei<br />
prossimi anni secondo i termini<br />
e le modalità stabilite dalla Conferenza<br />
Episcopale. La Diocesi deve<br />
sentirsi impegnata a seguire<br />
con attenzione e con la preghiera<br />
questi candidati al diaconato<br />
permanente per il prezioso servizio<br />
che un giorno potranno<br />
rendere alla Diocesi stessa.<br />
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Anno della fede<br />
Sua Ecc.za Mons. Vincenzo Orofino<br />
L’OBBEDIENZA<br />
DELLA FEDE<br />
“A Dio che rivela è dovuta <br />
(Rm 16,26; cfr. Rm 1,5; 2Cor 10,5-6), con la quale<br />
l’uomo gli si abbandona tutt’intero e liberamente<br />
prestandogli e assentendo volontariamente alla<br />
rivelazione che egli fa. Perché si possa prestare<br />
questa fede, sono necessari la grazia di Dio che<br />
previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito<br />
Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio,<br />
apra gli occhi dello spirito e dia . Affinché<br />
poi l’intelligenza della Rivelazione diventi sempre<br />
più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona<br />
continuamente la fede per mezzo dei suoi doni”.<br />
(Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione<br />
Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum, 5).<br />
In questo brano della Dei Verbum sono sintetizzate<br />
in modo mirabili le principali caratteristiche<br />
della fede.<br />
1. La fede è dono di Dio.<br />
La fede è innanzitutto dono di Dio (è grazia), è<br />
una virtù soprannaturale (teologale) infusa da Dio.<br />
È sempre Dio che prende l’iniziativa e concede<br />
all’uomo “per grazia di credere in Gesù Cristo”<br />
(Fil 1,29). L’uomo ha bisogno sempre dell’aiuto di<br />
Dio per corrispondere al suo amore (per compiere<br />
l’atto di fede): “Perché si possa prestare questa<br />
fede, sono necessari la grazia di Dio che previene<br />
e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo”<br />
(Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione<br />
Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum,<br />
5). E’ Dio stesso che ci rende capaci di ascoltarlo e<br />
accoglierlo. Dio fa in modo tale che ciò che è sua<br />
17<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> <strong>19</strong> <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Anno della fede<br />
18<br />
grazia diventi per noi merito.<br />
2. La fede è un atto autenticamente umano.<br />
Con la fede l’uomo, liberamente, consapevolmente,<br />
volontariamente e responsabilmente<br />
dice “si” a Dio che gli ha parlato, andandogli<br />
incontro e offrendogli il Suo amore. La fede<br />
coinvolge sempre tutto l’uomo: il cuore, la libertà,<br />
la volontà e l’intelligenza per “far credito a Dio<br />
e aderire alle verità da lui rivelate” (CCC, 154).<br />
Questi (cuore, libertà, intelligenza e volontà)<br />
collaborano con la grazia di Dio e, così, permettono<br />
di realizzare quel misterioso movimento della fede<br />
che cambia la vita delle persone: Dio “parla” e<br />
l’uomo “ascolta”; Dio si “manifesta” e l’uomo lo<br />
“riconosce”; Dio “attira” a sé e l’uomo “si lascia<br />
attrarre”.<br />
La fede, quindi, è un atto vitale di tutto l’uomo,<br />
che si realizza nel tempo e nello spazio, attraverso<br />
il quale egli entra in relazione con un “Altro” (un<br />
“Tu”) accolto come “senso” della propria vita.<br />
3. La fede è semplice.<br />
La fede cristiana è armonica, organica,<br />
sinfonica, semplice, perché tutto nel Cristianesimo<br />
si compendia nell’incontro decisivo e sconvolgente<br />
con il Dio vivente, fatto uomo. “Io credo in Dio”:<br />
questa è la formula sintetica della professione di<br />
fede del cristiano; questo è l’atto esistenzialmente<br />
più determinante e rilevante per la vita dell’uomo;<br />
questo è anche l’atto più semplice perché richiede<br />
solo un “si” netto e chiaro a Dio che ama. Tutta la<br />
vita cristiana (verità di fede, preghiera, morale, …)<br />
è sviluppo e realizzazione di questa verità unica.<br />
Nella persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo,<br />
vengono svelati sia il mistero del Dio trinitario<br />
che quello dell’uomo. La fede è onnicomprensiva<br />
e totalizzante, esigente ed esclusiva, ma non è<br />
complicata.<br />
4. La fede ha una dimensione personale ed<br />
esistenziale.<br />
La fede è un’obbedienza di cuore a Dio che ci<br />
è venuto incontro e ci ha parlato in Gesù Cristo (in<br />
quel modo, in quel tempo, tramite quella persona o<br />
quell’evento, …). La fede ci mette in contatto vivo<br />
e caldo con un “tu” personale e non tanto con una<br />
fredda “dottrina”. La formula centrale della fede<br />
è “io credo in te” e non “io credo in qualcosa”.<br />
La formula sintetica della fede cristiana è “io credo in<br />
te, Gesù di Nazareth, quale senso del mondo e della mia<br />
vita” (J. RATZINGER, Introduzione al Cristianesimo,<br />
Queriniana, Brescia 2005, p.73). Per cui, credendo<br />
in Gesù Cristo, non solo abbiamo la certezza che<br />
la nostra vita e il mondo hanno obiettivamente un<br />
senso (.. e le domande del nostro cuore hanno una<br />
risposta!), ma che questo Senso ci conosce e ci ama,<br />
sicché possiamo affidarci a Lui con l’atteggiamento<br />
di chi sa che tutte le sue domande trovano risposta<br />
e sicurezza nel “tu” di Dio (… come il bambino<br />
con la mamma). Gesù Cristo, dunque, è la risposta<br />
alle mie domande fondamentali, perciò avere fede<br />
vuole dire “sottomettermi” liberamente a Lui, è<br />
“abbandonarmi” totalmente a lui, “consegnarmi”<br />
docilmente a Lui, “seguire” fedelmente Lui, “stare”<br />
stabilmente con Lui, …<br />
La Fede, ci dice il Papa, è “l’incontro non<br />
con un’idea o con un progetto di vita, ma con<br />
una Persona viva che trasforma in profondità noi<br />
stessi, rivelandoci la nostra vera identità di figli di<br />
Dio. L’incontro con Cristo rinnova i nostri rapporti<br />
umani, orientandoli, di giorno in giorno, a maggiore<br />
solidarietà e fraternità, nella logica dell’amore.<br />
Avere fede nel Signore non è un fatto che interessa<br />
solamente la nostra intelligenza, l’area del sapere<br />
intellettuale, ma è un cambiamento che coinvolge la<br />
vita, tutto noi stessi: sentimento, cuore, intelligenza,<br />
volontà, corporeità, emozioni, relazioni umane. Con<br />
la fede cambia tutto in noi e per noi, e si rivela con<br />
chiarezza il nostro destino futuro, la verità della<br />
nostra vocazione dentro la storia, il senso della vita,<br />
il gusto di essere pellegrini verso la Patria celeste”<br />
(Benedetto XVI, Udienza di mercoledì 17 ottobre<br />
20<strong>12</strong>).<br />
5. La fede ha una dimensione intellettuale e<br />
dottrinale.<br />
La fede è anche credere in tutto quello che Gesù<br />
ci ha insegnato e ci ha comandato di fare. “La fede è<br />
accogliere la rivelazione di Dio, che ci fa conoscere chi<br />
egli è, come agisce, quali sono i suoi progetti per noi.<br />
Certo, il mistero di Dio resta sempre oltre i nostri<br />
concetti e la nostra ragione, i nostri riti e le nostre<br />
preghiere. Tuttavia, con la rivelazione è Dio stesso<br />
che si autocomunica, si racconta, si rende accessibile.<br />
E noi siamo resi capaci di ascoltare la sua Parola e di<br />
ricevere la sua verità” (Benedetto XVI, Udienza di<br />
mercoledì 17 ottobre 20<strong>12</strong>).<br />
“La fede è decidere di stare con il Signore per<br />
vivere con Lui. E questo introduce<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 20 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Anno della fede<br />
alla comprensione delle ragioni per cui si crede. (…).<br />
La conoscenza dei contenuti di fede è essenziale<br />
per dare il proprio assenso, cioè per aderire pienamente<br />
con l’intelligenza e la volontà a quanto viene<br />
proposto dalla Chiesa. La conoscenza della fede<br />
introduce alla totalità del mistero salvifico rivelato<br />
da Dio” (cfr. Benedetto XVI, Motu Proprio Porta<br />
fidei, 10).<br />
L’atto di fede ha in sé l’esigenza di “comprendere”<br />
ciò che si crede per mostrare la ragionevolezza<br />
del messaggio cristiano, per consentire una<br />
conoscenza sempre più profonda della dottrina<br />
e dei misteri della fede, della loro intima unità e<br />
delle loro implicazioni, per illuminare il credente<br />
nel suo sforzo quotidiano di “fare la verità” (vita di<br />
fede). Per pervenire a una fede “adulta e pensata”<br />
il cristiano deve saper dare e<br />
dire le ragioni della propria<br />
fede. Solo così non sarà,<br />
come i fanciulli, “in balia delle<br />
onde”, trasportato “qua e là da<br />
qualsiasi vento di dottrina” (Ef<br />
4,14).<br />
“La fede cerca di comprendere:<br />
è caratteristico della fede<br />
che il credente desideri conoscere<br />
meglio colui nel quale ha<br />
posto la sua fede, e comprendere<br />
meglio ciò che egli ha rivelato;<br />
una conoscenza più penetrante<br />
richiederà a sua volta una fede<br />
più grande, sempre più ardente<br />
di amore” (CCC, 158).<br />
“Siamo tenuti a prestare con<br />
la fede a Dio rivelante il pieno<br />
ossequio dell’intelletto e della<br />
volontà. La Chiesa professa<br />
che questa fede … è una virtù<br />
soprannaturale, con la quale,<br />
ispirati ed aiutati dalla grazia di<br />
Dio, crediamo che sono vere le<br />
cose da lui rivelate, non già per<br />
l’intrinseca verità delle medesime<br />
conosciuta con il lume<br />
naturale della ragione, ma per<br />
l’autorità dello stesso Dio rivelante,<br />
che non può ingannarsi né<br />
ingannare” (Concilio Ecumenico<br />
Vaticano I, Cost. dogmatica sulla fede cattolica Dei<br />
Filius, cap. 3 (DS, 3008-30<strong>09</strong>).<br />
6. “Credere Deo, credere Deum, credere in<br />
Deum”.<br />
Con questa celebre frase Sant’Agostino ha fatto<br />
una felice sintesi tra le due predette dimensioni<br />
della fede (quella esistenziale e quella dottrinale):<br />
la fede è innanzitutto credere a Dio che ci parla (ti<br />
credo), in secondo luogo la fede è anche credere Dio<br />
(credo te) come oggetto della nostra fede (perché<br />
Dio comunica se stesso, non parla di un altro o di<br />
una concezione di vita), infine la fede è credere in<br />
Dio (consegno la mia vita a te perché ho fiducia in<br />
te) e perciò ci sottomettiamo a Lui e orientiamo il<br />
cammino della nostra esistenza verso di Lui.<br />
Salvaguardando la complementarietà di questi<br />
<strong>19</strong><br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 21 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Anno della fede<br />
20<br />
due aspetti della fede è possibile evitare sia il<br />
rischio del razionalismo (adesione intellettuale al<br />
messaggio, fondata sull’evidenza degli argomenti)<br />
che quello del fideismo (adesione razionalmente<br />
non fondata, emozioni-sentimentalismo). “Il cristiano<br />
spesso non conosce neppure il nucleo centrale<br />
della propria fede cattolica, del Credo, così da<br />
lasciare spazio a un certo sincretismo e relativismo<br />
religioso, senza chiarezza sulle verità da credere e<br />
sulla singolarità salvifica del cristianesimo. Non è così<br />
lontano oggi il rischio di costruire, per così dire, una<br />
religione ” (Benedetto XVI, Udienza di<br />
mercoledì 17 ottobre 20<strong>12</strong>).<br />
A questo punto appare in tutta la sua<br />
evidenza il ruolo decisivo della catechesi (… e del<br />
Catechismo della Chiesa Cattolica) nella crescita<br />
della vita di fede dei singoli e delle comunità,<br />
fermo restando che quando si parla della fede<br />
non si tratta mai di “spiegare” o di “capire” ma<br />
sempre e solo di “comprendere” (“prenderecon-sé”<br />
o “lasciarsi prendere-abbracciare”) e di<br />
sapere (una conoscenza che dona sapore alla<br />
vita), perché Dio rimane comunque “mistero”, in<br />
quanto fondamento inafferrabile e insuperabile<br />
che ci precede e ci trascende. Nonostante tutto<br />
il nostro “investigare teologico” Dio resta un<br />
mistero infinitamente superiore a ogni predicato<br />
umano, di fronte al quale l’unico atteggiamento<br />
adeguato è quello del silenzio e dell’adorazione<br />
stupefatta. Il “comprendere” proviene dalla fede<br />
(… non provoca la fede, ma viene dalla fede!),<br />
perché lo “star-saldi” in Gesù Cristo è la condizione<br />
imprescindibile per lasciarsi prendere e abbracciare<br />
(com-prendere) da Colui che è venuto incontro a<br />
ciascuno di noi per amarci senza posa e fino alla<br />
fine.<br />
7. La fede ha una dimensione intrinsecamente<br />
ecclesiale.<br />
Mediante il Battesimo, è la Chiesa ad accoglierci<br />
e a donarci la fede e la vita nuova che sgorga dalla<br />
risurrezione di Gesù. “Nessuno si è dato la fede da<br />
se stesso, così come nessuno da se stesso si è dato<br />
l’esistenza. Il credente ha ricevuto la fede da altri e ad<br />
altri la deve trasmettere” (CCC, 166). “Credere è un<br />
atto ecclesiale. La fede della Chiesa precede, genera,<br />
sostiene e nutre la nostra fede” (CCC, 181). La fede<br />
va da incontro a incontro, da persona a persona, da<br />
inizio a inizio, nella dinamica dell’essere chiamati<br />
e del rispondere. Ogni cristiano crede ciò che la<br />
Chiesa crede e crede insieme a tutta la Chiesa,<br />
di tutti i luoghi e di tutti i tempi (Esempio: con la<br />
litania dei santi viene invocata la Chiesa di tutte le<br />
generazioni perché contribuisca con la preghiera<br />
alla trasmissione dell’unica fede). La Chiesa è il<br />
soggetto comunitario della fede, noi crediamo<br />
come comunità e nella Comunità cristiana che ci ha<br />
trasmesso la fede.<br />
La fede, come scrive San Paolo in un famoso<br />
passo della Lettera ai Romani (cfr. 10,9-17), ha una<br />
sua dinamica propria (invio – annuncio – ascolto<br />
– fede – professione) che è spiccatamente ed<br />
essenzialmente ecclesiale, poiché “la fede dipende<br />
dalla predicazione” (Rm, 10,17), che è opera della<br />
Chiesa, per “mandato” del Signore nostro Gesù<br />
Cristo (Mt 28,<strong>19</strong>-20).<br />
La natura ecclesiale della fede dipende anche<br />
dalla concezione della fede come “simbolo”, che<br />
vuol dire “conglobare”, “riunire assieme”. Lo sfondo<br />
è dato da un’antica usanza: due parti componibili<br />
di un anello, di un bastone o di una tavoletta<br />
fungevano da segno di riconoscimento per gli<br />
ospiti, per i messaggeri, per i contraenti. Il possesso<br />
del pezzo integrativo autorizzava a ricevere una<br />
cosa o a ottenere ospitalità. Il “simbolo” è quindi<br />
il pezzo che rimanda all’integrazione mediante<br />
un altro pezzo, creando così un’unità e un mutuo<br />
segno di riconoscimento.<br />
La professione di fede, similmente, in quanto<br />
“simbolo” crea comunione, consente il mutuo riconoscimento,<br />
facilita l’adorazione comune. Ciascuno<br />
di noi ha la fede solo come “simbolo”, come<br />
un pezzo imperfetto e monco, che anela a trovare<br />
la sua integrità nell’unità con gli altri. La fede anela<br />
all’unità, reclama il compagno di fede, dice riferimento<br />
alla Chiesa, come soggetto e come oggetto.<br />
“Anche la Chiesa, in sé e come un tutto, ha tra le mani<br />
la fede sempre e solo come “simbolo”, come metà<br />
spezzata, che annuncia la verità soltanto rinviando<br />
perennemente oltre se stessa, al totalmente Altro”<br />
(J. RATZINGER, Introduzione al Cristianesimo, p.75).<br />
Ricapitolando: “: è la fede della Chiesa<br />
professata personalmente da ogni credente, soprattutto<br />
al momento del Battesimo. è<br />
la fede della Chiesa confessata dai vescovi riuniti in<br />
Concilio o, più generalmente, dall’assemblea liturgica<br />
dei credenti. è anche la Chiesa, nostra<br />
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Anno della fede<br />
Madre, che risponde a Dio con la<br />
sua fede e che ci insegna a dire:<br />
, ”<br />
(CCC, 167).<br />
8. Perseverare nella fede.<br />
La fede è certa perché si<br />
fonda sulla Parola di Dio e non<br />
sulle parole e sui ragionamenti<br />
degli uomini, ma va sempre<br />
ugualmente custodita e difesa<br />
perché, a causa della libertà<br />
dell’uomo, è sempre incombente<br />
il rischio del rifiuto e del<br />
tradimento.<br />
Ecco perché non bisogna mai<br />
darla per scontata o presupposta,<br />
ma va sempre nuovamente<br />
accolta, alimentata e confermata,<br />
rinnovando quotidianamente<br />
il “si” detto a Dio nel giorno<br />
dell’incontro decisivo. Occorre<br />
radicarla nella fede della Chiesa e<br />
alimentarla con la Parola di Dio,<br />
con la preghiera, con la carità<br />
(cfr. Gal 5,6), con la speranza<br />
(cfr. Rm 15,3).<br />
9. La fede è inizio della vita<br />
eterna.<br />
La fede, se vissuta con verità<br />
e intensità, per quella che è, ci fa<br />
gustare in anticipo, qui sulla terra,<br />
la gioia del Paradiso, quando<br />
vedremo Dio “faccia a faccia”<br />
(1Cor <strong>13</strong>,<strong>12</strong>), “così come egli è”<br />
(1Gv 3,2). Di questo, in mezzo a<br />
noi, anche oggi, è segno la vita<br />
dei santi, poiché “chiunque ha<br />
lasciato case o fratelli o sorelle o padre o madre o<br />
moglie o figli o campi per il mio nome, riceverà il centuplo<br />
ed erediterà la vita eterna” (Mt <strong>19</strong>,29).<br />
Per questo, se veramente desideriamo “giorni<br />
felici”, siamo chiamati a compiere per tutta la vita<br />
“l’opera di Dio”, che consiste nel credere “in Colui<br />
che Egli ha mandato” (Gv 6,28). La fede è l’unica<br />
opera che ci permette di vivere “secondo natura”<br />
e di raggiungere la pienezza della vita e della gioia.<br />
10. La fede è necessaria per essere salvati.<br />
“Chi crederà e si farà battezzare sarà salvato, ma<br />
chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16).<br />
“Senza la fede è impossibile essere graditi a Dio”<br />
(Eb 11,6) e “condividere le condizioni di suoi figli,<br />
nessuno può essere mai giustificato senza di essa e<br />
nessuno conseguirà la vita eterna se non ” – Mt 10,22 – (CCC, 161).<br />
21<br />
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Anno della fede<br />
Giovanni Trolio<br />
La fede<br />
di Abramo<br />
22<br />
“<br />
1 Il Signore disse ad Abram:<br />
«Vàttene dal tuo paese,<br />
dalla tua patria e dalla casa di tuo padre,<br />
verso il paese che io ti indicherò.<br />
2 Farò di te un grande popolo<br />
e ti benedirò,<br />
renderò grande il tuo nome<br />
e diventerai una benedizione.<br />
3 Benedirò coloro che ti benediranno<br />
e coloro che ti malediranno maledirò<br />
e in te si diranno benedette<br />
tutte le famiglie della terra».<br />
4 Allora Abram partì,<br />
come gli aveva ordinato il Signore,<br />
e con lui partì Lot.<br />
Abram aveva settantacinque anni<br />
quando lasciò Carran.<br />
”<br />
(Gen<br />
“8 Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì<br />
partendo per un luogo che doveva ricevere in<br />
eredità, e partì senza sapere dove andava. 9 Per<br />
fede soggiornò nella terra promessa come in una<br />
regione straniera, abitando sotto le tende, come<br />
anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima<br />
promessa. 10 Egli aspettava infatti la città dalle<br />
salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è<br />
Dio stesso.”(Ebrei 11,8-10)<br />
Così l’autore anonimo di quel capolavoro omiletico<br />
che è la Lettera agli Ebrei dipingeva il momento<br />
decisivo della vita umana e spirituale di Abramo.<br />
Questi pochi versetti di questo racconto colgono<br />
in pienezza la vocazione del patriarca biblico<br />
ritraendola secondo un profilo essenziale che<br />
ricorrerà spesso altrove all’interno della Bibbia.<br />
Ora la vocazione di Abramo qui tratteggiata<br />
risponde a uno schema rappresentativo che già<br />
disegna tutto l’atteggiamento dell’uomo nella sua<br />
<strong>12</strong>,1-4) lunga vicenda.<br />
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Anno della fede<br />
Egli sarà l’uomo della fede pronta e nuda, priva di<br />
obiezioni e di esitazioni, totalmente consacrata<br />
alla missione ricevuta. Non per nulla lo schema<br />
utilizzato è di tipo “militare”. Esso, infatti, si<br />
regge sul binomio “ordine-esecuzione” che,<br />
diversamente dalla traduzione CEI da noi usata,<br />
nell’originale ebraico si esprime con lo stesso<br />
verbo hlk “andare”: “Vattene dal tuo paese…<br />
Abram andò come gli aveva ordinato il Signore”<br />
(vv 1.4). “Anch’io , che pure sono un subalterno, ho<br />
soldati sotto di me e dico ad uno : va’, ed egli va; e<br />
a un altro: vieni , ed egli viene; e al mio servo: fa’<br />
questo, ed egli lo fa “(Mt 8,9).<br />
La scenetta evocata a Gesù dal centurione di<br />
Cafarnao e, tratta dalla sua esperienza militare,<br />
traccia proprio l’immagine usata per raffigurare<br />
questo tipo di vocazione.<br />
Il movimento è rapido e incalzante, l’iniziativa<br />
parte da Dio che rompe il silenzio per primo e che<br />
è rappresentato come un generale che lancia il<br />
suo ordine in attesa che venga istantaneamente e<br />
minuziosamente eseguito.<br />
È questo un modello di vocazione che ritroviamo<br />
spesso nella storia personale dei profeti.<br />
Sicuramente questa non è l’unica tipologia di<br />
vocazione: Dio si adatta alla diversità delle<br />
persone, accettando anche le sfumature della<br />
loro individualità. Per es. Mosè e Geremia<br />
opporranno la loro obiezione. La vocazione<br />
“militare” di Abramo vuole, invece, raffigurare<br />
colui che , attraverso l’esecuzione letterale e<br />
immediata del comando impartito, è il puro e<br />
totale servitore della Parola divina imperativa ed<br />
efficace. L’accento cade sul primato di Dio la cui<br />
forza è dirompente, la cui vocazione è irresistibile,<br />
la cui Parola è “come martello che spacca la<br />
roccia…come fuoco ardente, chiuso nelle ossa,<br />
incontenibile” (Ger 23,29; 20,9).<br />
Il primo atto di fede di Abramo segnalato dalla<br />
Bibbia è la sua partenza , il suo distacco dal clan<br />
paterno per rimettersi in viaggio senza sapere<br />
dove andava, in cerca di una patria che non sarebbe<br />
toccato a lui possedere, sapendo bensì di entrare<br />
così nel disegno di Dio, che faceva di lui la<br />
prima pietra della città celeste, ma non conoscendo<br />
come Dio avrebbe realizzato le sue promesse.<br />
Intanto gli anni passano e delle promesse nulla<br />
ancora! Anzi Abramo era senza figli, e tutte le<br />
promesse sembravano in procinto di spegnersi<br />
con la sua sconsolata vecchiaia. Ed è allora<br />
che viene segnalato il secondo atto di fede:<br />
“1 Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu<br />
rivolta ad Abram in visione: «Non temere, Abram.<br />
Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto<br />
grande». 2 Rispose Abram: «Mio Signore Dio, che<br />
mi darai Io me ne vado senza figli e l’erede della<br />
mia casa è Eliezer di Damasco». 3 Soggiunse Abram:<br />
«Ecco a me non hai dato discendenza e un mio<br />
domestico sarà mio erede». 4 Ed ecco gli fu rivolta<br />
questa parola dal Signore: «Non costui sarà il tuo<br />
erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». 5 Poi lo<br />
condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta<br />
le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale<br />
sarà la tua discendenza». 6 Egli credette al Signore,<br />
che glielo accreditò come giustizia. (Gen 15,1-6)<br />
Questo passo divenne il punto luminoso a cui San<br />
Paolo costantemente si riferiva quando nelle lettere<br />
ai Galati e ai Romani elaborava la sua teologia<br />
della fede, esponendo in termini chiari e polemici<br />
le implicazioni del messaggio di Cristo nei rapporti<br />
fra il Vangelo e il Giudaismo:<br />
“16 Eredi quindi si diventa per la fede, perché<br />
ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per<br />
tutta la discendenza, non soltanto per quella che<br />
deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva<br />
dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti<br />
noi. 17 Infatti sta scritto: Ti ho costituito padre<br />
di molti popoli; [è nostro padre] davanti al Dio<br />
nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama<br />
all’esistenza le cose che ancora non esistono.<br />
18 Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza<br />
e così divenne padre di molti popoli, come gli era<br />
stato detto: Così sarà la tua discendenza. <strong>19</strong> Egli<br />
non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto<br />
il proprio corpo - aveva circa cento anni - e morto<br />
il seno di Sara. 20 Per la promessa di Dio non esitò<br />
con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede<br />
gloria a Dio, 21 pienamente convinto che quanto<br />
egli aveva promesso era anche capace di portarlo<br />
a compimento. 22 Ecco perché gli fu accreditato<br />
come giustizia.”(Rom 4,16-22)<br />
A San Paolo interessava mettere in evidenza che<br />
Abramo non era ancora circonciso, né ancora<br />
poteva vivere secondo la legge di Mosè, che<br />
sarebbe venuta molti secoli dopo, quando passò<br />
nel numero dei giustificati, di coloro cioè a cui Dio<br />
23<br />
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24<br />
Anno della fede<br />
perdona i peccati e che fa entrare nell’intimità<br />
della sua grazia. Come per Abramo, così per<br />
ciascun credente la fede sarebbe stata la porta<br />
della giustificazione. Ma a noi interessa di più<br />
l’aspetto personale e psicologico dell’atto di fede<br />
di quest’uomo, che avrebbe avuto umanamente<br />
ragione di ritenersi deluso, ma che invece rinnova<br />
la sua adesione a Dio credendo “contro ogni<br />
speranza”.<br />
Dopo alcuni anni, l’atto di fede si rinnova, perché<br />
la promessa è andata precisandosi nella sua sfida<br />
a ogni umana verosimiglianza: non sarà Ismaele,<br />
il figlio della giovane schiava egiziana, ma Isacco,<br />
“colui che ride” come dice il suo nome, colui che<br />
prima di essere concepito farà ridere d’incredulità<br />
la madre ormai sfiorita, e dopo la sua nascita la<br />
farà ridere per la gioia così strana e inattesa (Gen<br />
18,<strong>12</strong>; 21,6).<br />
Dio sembra talora prendersi gioco di quelli che a<br />
Lui si affidano pienamente: Abramo aveva creduto<br />
che Ismaele dovesse realizzare la promessa, ma<br />
Dio segue la sua via, la via del meno probabile,<br />
anzi dell’umanamente incredibile, e Ismaele, non<br />
senza un intimo dolore del padre, prende la via del<br />
deserto (Gen 21,14).<br />
Abramo è così diventato “l’amico di Dio”, come<br />
lo chiamano abitualmente i musulmani, facendo<br />
eco alla tradizione ebraica (Is 41,8) e cristiana<br />
(Gc 2,23). E di questa amicizia è un episodio<br />
commovente la condiscendenza di Dio , che rivela<br />
ad Abramo la fine imminente delle città peccatrici,<br />
e ne accetta l’intercessione, dichiarandosi pronto<br />
a perdonare, a una condizione via via meno<br />
difficile da realizzarsi, e d’altra parte la fiducia,<br />
diremmo l’audacia di Abramo che aumenta via via<br />
la sua richiesta di misericordia totale in vista di un<br />
numero sempre più piccolo di giusti.<br />
Nonostante l’espressione del vecchio patriarca<br />
che ristabilisce le distanze: “vedi come ardisco<br />
parlare al mio Signore, io che sono polvere e<br />
cenere…non si adiri il mio Signore, se parlo ancora<br />
una volta…” (Gen 18,27-32).<br />
Si tratta di un vero discorso fra amici che solo<br />
una fede intensa e lungamente maturata rende<br />
possibile. Ma Dio è esigente con i suoi amici.<br />
Viene a proposito, a questo riguardo, la frase<br />
attribuita a santa Teresa d’Avila: “non c’è da<br />
meravigliarsi che tu, o Signore, hai così pochi<br />
amici, visto il modo con cui li tratti”.<br />
Vengono in mente queste parole quando si<br />
rilegge l’ultimo, eroico atto di fede che la Genesi<br />
narra di Abramo: “1 Dopo queste cose, Dio mise<br />
alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!».<br />
Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il<br />
tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio<br />
di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che<br />
io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino,<br />
sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco,<br />
spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio<br />
verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il terzo<br />
giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide<br />
quel luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi:<br />
«Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo<br />
fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da<br />
voi». 6 Abramo prese la legna dell’olocausto<br />
e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il<br />
fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt’e due<br />
insieme. 7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse:<br />
«Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese:<br />
«Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello<br />
per l’olocausto». 8 Abramo rispose: «Dio stesso<br />
provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!».<br />
Proseguirono tutt’e due insieme; 9 così arrivarono<br />
al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo<br />
costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e<br />
lo depose sull’altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo<br />
stese la mano e prese il coltello per immolare suo<br />
figlio. 11 Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal<br />
cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose:<br />
«Eccomi!». <strong>12</strong> L’angelo disse: «Non stendere la mano<br />
contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che<br />
tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo<br />
unico figlio». <strong>13</strong> Allora Abramo alzò gli occhi e vide<br />
un ariete impigliato con le corna in un cespuglio.<br />
Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in<br />
olocausto invece del figlio. (Gen 22,1-<strong>13</strong>)<br />
Questa narrazione, che con la sua arte semplice e<br />
profonda non mette in pubblico l’intimo strazio<br />
del padre, ma ne lascia discretamente intuire i<br />
sentimenti attraverso i gesti e le poche parole,<br />
non ha mai cessato di commuovere le antiche<br />
generazioni di ebrei e cristiani ma crea qualche<br />
difficoltà per l’uomo moderno.<br />
Come potè Abramo essere certo che Dio gli<br />
domandava il sacrificio del figlio<br />
E come può essere degno di Dio mettere alla<br />
prova comandando un atto di culto omicida<br />
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Anno della fede<br />
Forse, si risponde, si trattò di una tentazione<br />
interiore che gli si era altre volte rivelato.<br />
Sappiamo che nel paese di Canaan, dove Abramo<br />
ormai da lungo tempo si trovava, si praticavano<br />
sacrifici di fanciulli (Dt <strong>12</strong>,31; 18,10; Lv 18,21).<br />
Abramo, non avendo altri lumi in proposito, potè<br />
pensare che Dio gradisse tale atto di omaggio, e<br />
giudicando che il Signore della vita aveva il diritto<br />
di riprendersi il suo dono, non dubitò di ubbidire,<br />
con intimo strazio, a ciò che si era persuaso essere<br />
suo dovere. Dio avrebbe permesso quest’intimo<br />
conflitto di coscienza conducendolo a buon<br />
termine. Comunque l’antico autore, che registrò<br />
questo fatto, aveva fra l’altro anche l’intenzione<br />
d’insegnare, con un esempio così memorabile,<br />
che Dio non vuole i sacrifici umani, come<br />
concordemente ripetono i testi legislativi e le<br />
invettive dei profeti (Ger 7,31-32; <strong>19</strong>,5; 32,35).<br />
Ma nel piano generale della storia della salvezza,<br />
quale appare dall’insieme dei due Testamenti,<br />
il sacrificio di Abramo e l’umile<br />
obbedienza del giovane Isacco erano<br />
destinati a essere un “tipo”, una<br />
figura profetica del sacrificio di Cristo.<br />
È ciò che mette in evidenza l’autore<br />
della lettera agli Ebrei esplicitando<br />
ancora una volta quello che era<br />
implicito nella fede e nei gesti di<br />
Abramo: “17 Per fede Abramo, messo<br />
alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che<br />
aveva ricevuto le promesse, offrì il suo<br />
unico figlio, 18 del quale era stato<br />
detto: in Isacco avrai una discendenza<br />
che porterà il tuo nome. <strong>19</strong> Egli pensava<br />
infatti che Dio è capace di far risorgere<br />
anche dai morti: per questo lo riebbe e<br />
fu come un simbolo.” (Ebrei 11,17-<strong>19</strong>)<br />
La fede nelle promesse divine passa come una<br />
fiaccola da una generazione all’altra, sulla catena<br />
delle benedizioni patriarcali: “20 Per fede Isacco<br />
benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose<br />
future. 21 Per fede Giacobbe, morente, benedisse<br />
ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò,<br />
appoggiandosi all’estremità del bastone. 22 Per<br />
fede Giuseppe, alla fine della vita, parlò dell’esodo<br />
dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie<br />
ossa.” (Ebrei 11,20-22)<br />
Una caratteristica della vita di fede dei patriarchi<br />
ebrei è la loro disposizione a essere successivamente<br />
sradicati dai luoghi dove andavano via<br />
via impiantandosi.<br />
I verbi che indicano “piantare le tende “ e “levare<br />
le tende e partire” ricorrono continuamente nelle<br />
narrazioni di Abramo, Isacco e Giacobbe. Vi è nella<br />
loro vita come un anticipo di quella “spiritualità<br />
dello sradicamento” con cui Dio guida la storia del<br />
suo popolo e ne educa la fede.<br />
Abramo muore poi senza aver veduto<br />
la realizzazione delle promesse<br />
divine, ma creden-dole fermamente<br />
nel segno iniziale del loro avveramento:<br />
le nozze di Isacco (Gen 24),<br />
presagio della futura discendenza<br />
numerosa come le stelle del cielo, e<br />
l’acquisto della piccola proprietà<br />
sepolcrale di Malpela presso Hebron<br />
(Gen 23), presagio e anticipo del<br />
possesso della terra promessa.<br />
25<br />
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Anno della fede<br />
Abramo è sradicato da Ur e poi da Harran, ma<br />
quando è sepolto in quel lembo di terra promessa<br />
che ormai sembra appartenere al suo clan, ecco<br />
che Isacco vede allontanarsi Giacobbe a cui aveva<br />
trasmesso la promessa della terra, e costui<br />
formerà la sua famiglia presso i luoghi da cui era<br />
partito Abramo (Gn 28-31).<br />
Ritornato in Canaan e impiantatosi a Sichem, dove<br />
compera una proprietà (Gen 33,<strong>19</strong>), deve ben<br />
presto togliere le tende e portarsi nella regione<br />
meridionale, presso la tomba dei padri, lasciando<br />
lungo la via la tomba della prediletta Rachele<br />
(Gen 35,<strong>19</strong>).<br />
E negli ultimi anni sarà sradicato anche di lì per<br />
raggiungere il figlio Giuseppe in Egitto (Gen 46)<br />
dove i discendenti dei patriarchi si impianteranno<br />
solo provvisoriamente, in attesa di riprendere la<br />
via del deserto alla ricerca della terra promessa.<br />
Tutto questo, a cui la fede rendeva disponibili i<br />
patriarchi ebrei, aveva nella mente di Dio uno<br />
scopo : abituare a non fermarsi sulle conquiste del<br />
passato e a guardare sempre avanti verso un<br />
avvenire migliore.<br />
Così appunto interpreta questi fatti l’autore<br />
dell’epistola agli Ebrei:<br />
“<strong>13</strong> Nella fede morirono tutti costoro, pur non<br />
avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli<br />
solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di<br />
essere stranieri e pellegrini sopra la terra.<br />
14 Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla<br />
ricerca di una patria. 15 Se avessero pensato a quella<br />
da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di<br />
ritornarvi; 16 ora invece essi aspirano a una migliore,<br />
cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di<br />
chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una<br />
città” (Ebrei 11,<strong>13</strong>-16).<br />
26<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 28 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Cultura<br />
San Potito è uno dei primi<br />
martiri della cristianità, un<br />
giovane martire, appena<br />
adolescente. Sono giunte fino<br />
a noi alcune antiche recensioni<br />
della «Passio Sancti Potiti», la più<br />
antica delle quali è del IX secolo,<br />
che narra di Potito come un adolescente<br />
tredicenne, nato a Sardica<br />
nella Dacia Inferiore (attuale<br />
Bulgaria), che era diventata provincia<br />
romana nel 107, dopo essere<br />
stata conquistata da Traiano.<br />
Secondo queste fonti sarebbe<br />
stato l’unico figlio di una famiglia<br />
ricchissima; contro la volontà<br />
del padre, convinto pagano, il<br />
giovane Potito aveva abbracciato<br />
la fede cristiana con straordinaria<br />
convinzione. I documenti antichi<br />
gli attribuiscono gesti e miracoli<br />
che però non possono essere<br />
Antonietta Vizzuso<br />
Il culto di SAN POTITO<br />
nella<br />
Diocesi di TRICARICO<br />
confermati da fonti storiche.<br />
In particolare avrebbe guarito<br />
dalla lebbra una matrona romana<br />
e liberato dal demonio la<br />
figlia dell’imperatore Antonino<br />
Pio (<strong>13</strong>8-161). Dallo stesso imperatore,<br />
però, proprio a causa<br />
della sua fede di cristiano venne<br />
torturato e infine fatto decapitare<br />
verso il 160. Incredibili i tormenti<br />
e le torture a cui si racconta fu<br />
sottoposto il giovanetto, tutti<br />
accompagnati da fatti prodigiosi:<br />
più si mostrava sprezzante<br />
della crudeltà dell’imperatore<br />
più questi si accaniva su di lui.<br />
Gli furono strappate le unghie<br />
delle mani e dei piedi, venne<br />
esposto alle belve, le quali però<br />
non gli fecero offesa alcuna;<br />
fu tuffato in una caldaia di olio<br />
bollente, fu cosparso di piombo<br />
liquefatto, fu trafitto da un ferro<br />
arroventato che però lasciò illeso<br />
27<br />
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Cultura<br />
28<br />
il martire ma, nello stesso momento, Antonino<br />
fu colpito da fortissimo dolore al capo, per cui<br />
si raccomandò a Potito, il quale, per le insistenti<br />
preghiere della figlia Agnese, gli ottenne da Dio<br />
la liberazione – da questo forse deriva anche<br />
il suo essere considerato protettore del mal<br />
di testa -. Anche questo miracolo fu attribuito<br />
ad arte magica, e poiché Potito rimproverò<br />
all’Imperatore la sua empietà, egli ordinò che gli<br />
fosse mozzata la lingua. Dopo questo supplizio<br />
egli parlava ancora più speditamente e disse<br />
all’Imperatore che fino a quando sarebbe<br />
stato in Roma, nessun tormento gli avrebbe<br />
potuto togliere la vita. Antonino, che fino a<br />
quel momento non aveva creduto né ai fatti<br />
prodigiosi, né alle parole del Santo, credette a<br />
questo ed ordinò che fosse condotto fuori città<br />
e fosse trucidato. Così fu condotto fuori di Roma<br />
e su quel ramo della Via Appia che da Benevento<br />
portava a Canosa, nei pressi di Ascoli Satriano,<br />
gli fu mozzato il capo presso il fiume Calaggio-<br />
Carapelle, ove fu seppellito e venerato come<br />
santo dalla piccola comunità cristiana locale.<br />
Potito divenne nel II secolo d.C. il primo santo<br />
storicamente attestato e venerato nella Daunia.<br />
Le testimonianze sul culto di San Potito attestano<br />
chiaramente che il centro della sua irradiazione<br />
è stato la Puglia, proprio là dove la Passio Sancti<br />
Potiti pone il martirio. Dalla Puglia il culto si<br />
diffuse, soprattutto a partire dal sec. IV, a Napoli<br />
in Campania, in Emilia Romagna, in Basilicata e in<br />
varie altre parti, anche fuori d’Italia. Dopo il 3<strong>13</strong>,<br />
anno dell’editto di Costantino che concedeva la<br />
libertà di culto ai cristiani, si intensificò anche<br />
il culto verso il martire, con una maggiore<br />
solennità nella celebrazione dell’anniversario<br />
del martirio di San Potito. Inoltre le Chiese<br />
cristiane, legate da rapporti di amicizia,<br />
cominciarono a scambiarsi gli anniversari<br />
dei martiri, il cui culto perdeva sempre più<br />
il carattere locale per diventare universale.<br />
Purtroppo, per vari motivi, preziosi antichi documenti<br />
riguardanti la storia e il culto di San Potito<br />
sono andati perduti: la traslazione delle reliquie<br />
dal luogo del martirio, nei pressi di Ascoli Satriano,<br />
a Benevento, al tempo del duca<br />
Sicardo tra l’818 e l’839; l’incendio della<br />
sacrestia della Cattedrale di Ascoli nel 1567,<br />
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al tempo del vescovo Marco Lando (1567-1593),<br />
che distrusse l’archivio della Chiesa Cattedrale;<br />
gli altri scempi dei diversi archivi pubblici, la<br />
peste, le guerre e i terremoti. Ma, nonostante<br />
la perdita di questi antichi documenti, il culto e<br />
la devozione a San Potito non si sono mai interrotti.<br />
Due pergamene di Montevergine, risalenti<br />
rispettivamente all’agosto del 1118 e al <strong>dicembre</strong><br />
del <strong>12</strong>29, attestano l’esistenza di una chiesa di<br />
San Potito (e implicitamente di un culto in suo<br />
onore) nella città di Ascoli Satriano. Secondo F.<br />
Mostardi, nel 1156 Gugliemo I (1156-1166) donò<br />
all’abbazia di Montevergine una trentina di ossa<br />
di san Potito, insieme a quelle di altri santi, per<br />
sottrarle ai pericoli provenienti dalle continue<br />
guerre che rendevano malsicura la città di Benevento.<br />
Le altre reliquie del Santo, molto probabilmente,<br />
furono restituite agli Ascolani e successivamente,<br />
sempre per metterle al sicuro, furono<br />
date in custodia all’Ordine dei Cavalieri di Malta;<br />
infatti dal <strong>12</strong>16 al <strong>12</strong>97 numerose terre dell’agro di<br />
Ascoli, già dei Benedettini di Venosa, passarono<br />
ai Cavalieri di Malta. Documenti attestano come<br />
le Reliquie di San Potito, al principio del XVI secolo,<br />
siano state ritrovate nella Chiesa della Trinità,<br />
Commenda dei Cavalieri di Malta, nel territorio<br />
di Tricarico; mentre non si conosce il quando,<br />
il come e da chi dai pressi di Ascoli Satriano furono<br />
trasferite nella detta chiesa della Trinità.<br />
A Tricarico, nel 1506, mentre si provvedeva a<br />
rimuovere l’altare maggiore nella chiesa della<br />
Santissima Trinità per ordine dell’allora vescovo<br />
Agostino De Guarino, per sostituirlo con uno più<br />
dignitoso - visto le condizioni di grave abbandono<br />
in cui quella chiesa appena fuori città versava - furono<br />
rinvenute sia le reliquie di san Potito che di<br />
S. Antonio Abate e da questa chiesa furono trasferite<br />
nella cattedrale di Tricarico, dove attualmente<br />
sono custodite dietro l’altare maggiore.<br />
Questo ritrovamento e la relativa traslazione<br />
delle reliquie si racconta che furono accompagnate<br />
da fatti miracolosi, come la guarigione di<br />
uno zoppo e di invasati dal demonio. Il vescovo,<br />
insieme a tutto il clero e alla popolazione, trasportò<br />
processionalmente le reliquie in cattedrale<br />
per essere poi esposte solennemente alla<br />
venerazione il <strong>13</strong> gennaio quelle di S. Potito e il 17<br />
gennaio quelle di S. Antonio Abate.<br />
29<br />
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Cultura<br />
Non si sapeva prima di allora della<br />
loro esistenza. Queste notizie, e<br />
altre interessanti testimonianze<br />
sul rinvenimento e la traslazione<br />
delle reliquie, le apprendiamo da<br />
un importante documento, ossia<br />
gli atti della Visita Pastorale condotta<br />
in quell’anno nella diocesi<br />
di Tricarico dal vescovo Gianbattista<br />
Santonio. Era il 22 febbraio<br />
del 1588. Recatosi in Cattedrale<br />
il Vescovo ispezionò le cassettine<br />
contenenti le reliquie: una<br />
era di legno rivestita di stagno<br />
con una piccola lapide di marmo<br />
all’interno recante l’incisione<br />
“Reliquia sancti Potiti martiris”;<br />
vi erano molte ossa e frammenti<br />
di ossa del capo e del corpo di<br />
San Potito, altri di questi frammenti<br />
erano contenuti dentro<br />
un piccolo vaso rotondo antico<br />
di terracotta avvolti in un panno.<br />
Insieme a questa, in un’altra<br />
cassetta, erano custodite altre<br />
reliquie con un’identica lapidetta<br />
di marmo recante l’incisione<br />
“Reliquia sancti Antonij abbatis”.<br />
Nel 1668 il vescovo Pietro Aloisio<br />
Carafa sostituì le due cassette<br />
lignee con altrettante preziose<br />
urne reliquarie d’argento, che<br />
dal Settecento ad oggi vengono<br />
custodite nell’altare maggiore<br />
della cattedrale. Nell’urna contenente<br />
le reliquie di San Potito<br />
sono custodite anche alcune<br />
pergamene di cui una, datata 23<br />
<strong>dicembre</strong> 1873, documenta la<br />
donazione da parte del vescovo<br />
Simone Spilotros di un frammento<br />
dell’omero destro delle<br />
reliquie del Santo alla diocesi di<br />
Cerignola e Ascoli Satriano (FG),<br />
che ne aveva fatto richiesta<br />
in quanto lo vanta come suo<br />
protettore. In questo stesso<br />
documento si attesta inoltre che<br />
S. Potito è considerato patrono<br />
della città e della diocesi di<br />
Tricarico. Per spiegare l’esistenza<br />
nella città lucana delle sacre<br />
spoglie del Santo, si diffuse tra<br />
il popolo ascolano la leggenda<br />
del mulattiere di Tricarico:<br />
“Un mulattiere di Tricarico si<br />
dirigeva verso Ascoli, sul tratturo<br />
Palmo-Palazzo d’Ascoli-Foggia, tra<br />
la Mufité (Posta di San Potito,<br />
luogo ritenuto del martirio) e il<br />
torrente Carapelle. Un asino della<br />
sua carovana, stanco per il lungo<br />
viaggio e per il pesante carico che<br />
trasportava, affondò nei fanghi<br />
della mefite da dove non poté in<br />
alcun modo essere tirato fuori.<br />
30<br />
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Cultura<br />
Il mulattiere, adirato, trasferì il<br />
carico di mercanzie sulla soma di<br />
un’altra bestia e, senza perdere<br />
altro tempo, ammazzò il povero<br />
asino sul posto.<br />
Ma, da buon commerciante, ebbe<br />
cura di scuoiarlo per vendere la<br />
sua pelle. Prima di rimettersi in<br />
cammino, rivolse una preghiera a<br />
San Potito, che<br />
si diceva martirizzato in quella<br />
località, nelle vicinanze dei<br />
templi di Calcante e di Podalirio.<br />
Percorso un tratto di strada, il<br />
mulattiere sentì i ragli lamentosi<br />
del suo asino.<br />
Impressionato dal fenomeno<br />
tornò indietro e vide la bestia<br />
scuoiata venirgli incontro. Felice<br />
del recupero della bestia, le<br />
rimise addosso la pelle ma a<br />
rovescio.<br />
L’asino, così conciato, lo guidò<br />
nuovamente sulla mefite, dove<br />
era risorto miracolosamente.<br />
Tornato in quel posto il mulattiere,<br />
convinto di trovarsi di<br />
fronte ad un evento straordinario,<br />
prese a scavare, pregando,<br />
tra i fanghi della mefite, dai<br />
quali affiorò il corpo intatto di<br />
un adolescente. Certo di aver<br />
scoperto il corpo di San Potito, il<br />
mulattiere compose degnamente<br />
le sacre spoglie, che portò a<br />
Tricarico dove vennero esposte<br />
alla venerazione dei fedeli”.<br />
Per commemorare l’evento prodigioso,<br />
gli Ascolani cominciarono<br />
a recarsi in pellegrinaggio sul<br />
luogo del martirio del loro Santo,<br />
ove annualmente si svolgeva una<br />
lunga processione e si celebrava<br />
una solenne Messa all’aperto di<br />
cui esiste una documentazione<br />
fotografica, ma nel tempo la consuetudine<br />
è venuta meno.<br />
Resiste invece nella tradizione<br />
ascolana quella de lu ciuccë San<br />
Pétitë, la cui sagoma metallica carica<br />
di fuochi d’artificio sfila scoppiettante<br />
in piazza tra due ali di<br />
folla festante, la sera del <strong>13</strong> gennaio,<br />
ricorrenza liturgica della<br />
festa patronale. Oltre che nel<br />
suo dies natalis il Martire viene<br />
celebrato nuovamente nella seconda<br />
decade di agosto, con una<br />
festa più popolare, per farvi partecipare<br />
gli emigrati che trascorrono<br />
in paese le loro ferie.<br />
Questo giovane martire è<br />
venerato soprattutto in Puglia e<br />
31<br />
Campania, ma anche in altre<br />
regioni del centro-nord e persino<br />
in Sardegna; oltre a chiese a lui<br />
dedicate, ci sono anche quattro<br />
Comuni italiani che portano o<br />
hanno portato il suo nome.<br />
Nella nostra diocesi San Potito<br />
viene festeggiato il 14 gennaio<br />
come patrono della diocesi e<br />
della città di Tricarico (lo è anche<br />
di Corleto Perticara).<br />
La festa ha una connotazione<br />
prevalentemente religiosa, con<br />
l’ottavario in onore di San<br />
Potito, l’esposizione delle reli-<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 33 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Cultura<br />
quie alla venerazione dei fedeli,<br />
la celebrazione del solenne<br />
Pontificale del Vescovo e la<br />
processione dalla chiesa parrocchiale<br />
a lui dedicata alla<br />
Cattedrale, dove le reliquie sono<br />
custodite per tutto l’anno.<br />
È forse però un santo poco<br />
conosciuto, soprattutto dalle<br />
nuove generazioni. E pensare<br />
che a Tricarico vi era l’usanza di<br />
imporre il nome ‘Potito’ ad<br />
almeno un elemento di ogni<br />
famiglia e che fino agli anni ’40 si<br />
celebrava una seconda festa per<br />
San Potito il 17 luglio, a ricordo<br />
della traslazione delle reliquie<br />
dalla SS. Trinità alla Cattedrale.<br />
Momento importante nella storia<br />
delle reliquie e del culto del<br />
giovane martire Potito è la<br />
dedicazione di una nuova chiesa<br />
parrocchiale a Tricarico, nella<br />
nuova zona abitativa, fortemente<br />
voluta dal vescovo Delle<br />
Nocche (decreto del 1 settembre<br />
<strong>19</strong>58) il quale tra l’altro si era<br />
fatto promotore anche di tutta<br />
una serie di ricerche e studi su<br />
San Potito. In occasione della<br />
solenne cerimonia di consacrazione<br />
della chiesa (20 marzo<br />
<strong>19</strong>66), l’allora vescovo Bruno<br />
Maria Pelaia donò due reliquie<br />
del santo prelevate da quelle<br />
custodite in cattedrale, secondo<br />
il desiderio del Venerabile<br />
Raffaello Delle Nocche.<br />
Tali reliquie oggi si trovano collocate<br />
sotto la mensa del nuovo<br />
altare realizzato in occasione<br />
della ristrutturazione della Chiesa<br />
di San Potito.<br />
L’otto gennaio 20<strong>12</strong>, a seguito<br />
della consegna di una reliquia<br />
richiesta dall’Abate Ildebrando<br />
Scicolone della Badia di San<br />
Anselmo in Roma, per l’erigendo<br />
monastero benedettino<br />
in Nicolosi (CT), si è proceduto<br />
ad una dettagliata e interessante<br />
documentazione fotografica<br />
della cassetta delle reliquie e del<br />
suo contenuto.<br />
32<br />
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Cultura<br />
Papa<br />
Benedetto<br />
XVI<br />
sul senso del<br />
racconto<br />
evangelico<br />
Il nuovo libro del Santo Padre<br />
Benedetto XVI “L’Infanzia di<br />
Gesù” conclude una trilogia,<br />
iniziata nel 2007 e proseguita<br />
nel 2011, sull’analisi evangelica di<br />
Cristo, nello specifico sulla sua<br />
puerizia e su ciò che Matteo e<br />
Luca hanno raccontato all’inizio<br />
dei loro vangeli. “Finalmente posso<br />
consegnare nelle mani del<br />
lettore il piccolo libro da lungo<br />
tempo promesso sui racconti<br />
dell’infanzia di Gesù. Non si tratta<br />
di un terzo volume, ma di una<br />
specie di piccola ‘sala d’ingresso’<br />
ai due precedenti”, con queste<br />
parole Papa Benedetto XVI firmava<br />
il suo intento di pubblicazione a<br />
Castel Gandolfo a pochi mesi dalla<br />
sua ufficiale presentazione alla<br />
Buchmesse di Francoforte, la<br />
Fiera internazionale del Libro.<br />
“L’Infanzia di Gesù” di Ratzinger<br />
affronta l’esegesi della figura di<br />
Cristo ripercorrendone le tappe<br />
principali dell’Annuncio a Maria,<br />
della Nascita e della visita dei<br />
Magi al bambino, in un percorso<br />
storico ed evangelico che affonda<br />
le radici nel passato cristiano e<br />
consegna un’interpretazione dei<br />
fatti che possa appartenere al<br />
presente. Oggi ci interroghiamo<br />
sulle scelte di una donna che ha<br />
risposto sì incondizionatamente,<br />
oggi riflettiamo sul senso dell’incontro<br />
con Cristo, sull’inquietudine<br />
dei Magi che si confrontano<br />
per la prima volta con il Bambino.<br />
È il senso della fede che risponde<br />
ai nostri dubbi e che spinge Maria<br />
ad accettare il messaggio divino<br />
o i re Magi a partire per un lungo<br />
cammino. Ecco come il passato si<br />
trasforma in presente e si attualizza,<br />
in un percorso di fede che<br />
ha interessato i racconti dei vangeli<br />
di Matteo e Luca e, oggi, interessa<br />
l’uomo contemporaneo.<br />
“L’Infanzia di Gesù” è un libro<br />
che indaga le ragio ni profonde<br />
della fede, un testo, che così,<br />
come i precedenti, è destinato ad<br />
aprire nuovi dibattiti, confronti e<br />
discussioni teologiche.<br />
33<br />
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Territorio<br />
Anna Giammetta<br />
34<br />
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Territorio<br />
Artese-Garrambone:<br />
due lucani<br />
per un<br />
Presepe Monumentale<br />
Migliaia di occhi, anche inconsapevoli,<br />
punteranno il loro<br />
sguardo, in queste festività<br />
natalizie, sulla Basilicata grazie<br />
al presepe artistico del maestro grassanese,<br />
Franco Artese.<br />
Il coronamento di un sogno che arriva<br />
dopo 35 anni di intensa carriera costellata<br />
di successi e gratificazioni nazionali e<br />
internazionali.<br />
Per questo Natale, infatti, l’artista di fama<br />
mondiale donerà un suo manufatto al Papa,<br />
che sarà esposto in piazza San Pietro, a<br />
Roma, sotto l’obelisco e che costruirà la<br />
scenografia natalizia di tutta la piazza.<br />
L’opera, realizzata per l’occasione, è<br />
imponente e minuziosamente curata in tutti<br />
i suoi elementi. La stessa dovizia di<br />
particolari dei presepi già esposti a New<br />
York, Parigi, Betlemme, Lubiana o Loreto.<br />
Questo manufatto ha richiesto un mese di<br />
studio e tre di lavoro. Si estende su una<br />
superficie di <strong>13</strong>0 metri quadrati e sarà<br />
installato in uno spazio di 225, che lo cingerà<br />
di un cielo artificiale dove si alterneranno le<br />
fasi lunari e solari, con circa 150 statuine, tra<br />
i 35 e i 50 centimetri, e abiti realizzati a mano<br />
sui modelli della tradizione contadina. Tutti i<br />
pastori sono in terracotta, con costumi di<br />
stoffa inamidata, ispirati a quelli indossati<br />
dai contadini lucani negli anni Cinquanta<br />
del secolo scorso e che riproducono, con<br />
efficace realismo, scene della tradizione<br />
contadina lucana, alcune di queste, per<br />
situazioni e fisionomie, ispirate al dipinto<br />
“Lucania ’61” di Carlo Levi. Ma non finisce<br />
qua. Ad arricchire, infatti l’opera un altro<br />
professionista e talentuoso lucano, lo<br />
scenografo, Mario Garrambone, nativo di<br />
Cirigliano, conosciuto nell’ambiente dello<br />
spettacolo per l’allestimento di palcoscenici<br />
di importanti appuntamenti (quale il premio<br />
Mia Martini) e allestimenti di studi televisivi<br />
di Mediaset e Rai. Anche per il presepe di<br />
Artese, Mario Garrambone e la sua squadra<br />
interverranno con un complesso impianto<br />
scenografico-illuminotecnico che esalterà<br />
con la luce la monumentale opera.<br />
35<br />
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36<br />
Dalle Parrocchie<br />
TRICARICO<br />
CATTEDRALE<br />
Vito Sacco<br />
MANDATO DEI MINISTRANTI<br />
“Quando partecipate alla Liturgia<br />
svolgendo il vostro servizio all’altare,<br />
voi offrite a tutti una testimonianza.<br />
Il vostro atteggiamento<br />
raccolto, la vostra devozione<br />
che parte dal cuore e si esprime<br />
nei gesti, nel canto, nelle risposte:<br />
se lo fate nella maniera giusta<br />
e non distrattamente, in modo<br />
qualunque, allora la vostra è una<br />
testimonianza che tocca gli uomini”.<br />
Sono le parole di Benedetto<br />
XVI pronunciate durante uno dei<br />
numerosi messaggi rivolti ai ministranti,<br />
persone che svolgono<br />
l’importantissimo servizio di assistenza<br />
ai sacerdoti durante la<br />
liturgia. Il termine ha un significato<br />
molto profondo, perché deriva<br />
dal latino “ministrans”, cioè<br />
colui che serve, secondo l’esempio<br />
di Gesù ed è per questo che<br />
la Costituzione conciliare “Sacrosanctum<br />
Concilium” sulla Sacra<br />
Liturgia, al numero 29, stabilisce<br />
che “anche i ministranti, i lettori,<br />
i commentatori e i membri della<br />
«schola cantorum» svolgono<br />
un vero ministero liturgico. Essi<br />
perciò esercitino il proprio ufficio<br />
con quella sincera pietà e con<br />
quel buon ordine che conviene a<br />
un così grande ministero e che il<br />
popolo di Dio esige giustamente<br />
da essi. Bisogna dunque che tali<br />
persone siano educate con cura,<br />
ognuna secondo la propria condizione,<br />
allo spirito liturgico e siano<br />
formate a svolgere la propria<br />
parte secondo le norme stabilite<br />
e con ordine”. In questo spirito,<br />
infatti, dopo aver seguito un<br />
percorso formativo di un anno,<br />
fatto di praticantato sull’altare e<br />
di incontri mensili con il parroco<br />
don Giovanni Trolio sul significato<br />
della celebrazione religiosa e<br />
delle azioni liturgiche, lo scorso<br />
sabato 8 <strong>dicembre</strong>, festa dell’Immacolata<br />
Concezione, durante<br />
la messa delle 10.00, nella chiesa<br />
di San Francesco, otto bambini<br />
della parrocchia Cattedrale,<br />
Pancrazio Benevento, 10 anni;<br />
Nicola Caravelli, 10 anni; Sandro<br />
Centola, 10 anni; Mariano Cetani,<br />
10 anni; Antonio Dabraio, 10<br />
anni; Rocco Novellino, 10 anni;<br />
Antonio Salomone, 11 anni e Gabriele<br />
Spolidoro, 10 anni hanno<br />
ricevuto il mandato di ministranti<br />
dal nostro Vescovo, monsignor<br />
Vincenzo Orofino, presentati dal<br />
responsabile dei ministranti della<br />
Cattedrale Donatello Locuoco.<br />
Non è un caso che il mandato di<br />
ministrante viene conferito durante<br />
la festa dell’Immacolata,<br />
perché quell’“eccomi!”, pronunciato<br />
da ognuno dei bambini candidati,<br />
rispondendo all’appello<br />
nominale, è lo stesso “eccomi”,<br />
ha spiegato il Vescovo durante<br />
l’omelia, pronunciato da Maria<br />
quando accettò l’invito di Dio a<br />
diventare la madre di Gesù Cristo.<br />
“In questa semplice parola – ha<br />
continuato monsignor Orofino –<br />
è condensato tutto il contenuto<br />
della fede cristiana, che è la risposta<br />
obbediente, di cuore, a Dio<br />
che ci chiama, che ci ama, che ci<br />
sceglie e che ci accompagna nella<br />
vita”. La fede però, ha precisato<br />
il Vescovo, non è mai un’iniziativa<br />
della persona: è la risposta<br />
a Dio che chiama nella modalità<br />
che sceglie. Pertanto, tutto il ministero<br />
della Chiesa deriva dalla<br />
chiamata di Dio e dalla risposta<br />
della persona: “Eccomi!”. Infine,<br />
augurando ai nuovi ministranti<br />
di sentire il Signore per tutta la<br />
vita, “facendo tutto quello che<br />
il Signore vuole da voi”, monsignor<br />
Orofino si è rivolto ai genitori<br />
dicendo loro che il primo servizio<br />
che hanno fatto al Signore<br />
è stato quando hanno messo al<br />
mondo i figli, perché “avete collaborato<br />
con Dio all’opera della<br />
creazione”. Però, ha anche detto<br />
loro che sono chiamati a essere<br />
anche i primi collaboratori di<br />
Dio nell’opera della redenzione,<br />
nell’opera della salvezza, “continuando<br />
a collaborare con Dio<br />
nell’educazione di questi ragazzi,<br />
cioè nell’insegnare loro la fede,<br />
nell’accompagnarli a incontrare<br />
Dio”.<br />
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Dalle Parrocchie<br />
Maria Ambrisi<br />
ORATORIO ESTIVO IN CATTEDRALE<br />
Nel mese di agosto 20<strong>12</strong>,<br />
la parrocchia Cattedrale<br />
“Santa Maria Assunta”<br />
ha dato inizio a un’esperienza<br />
entusiasmante: l’Oratorio estivo.<br />
Sono state quattro settimane<br />
di gioco, di divertimento, di<br />
emozioni, di fatica fisica ma, soprattutto,<br />
di tante soddisfazioni<br />
e tutti hanno potuto constatare<br />
la bellezza di questa attività estiva<br />
che si è svolta presso i locali<br />
della Cattedrale destinati ad uso<br />
di oratorio parrocchiale. Tutto<br />
è nato dall’esigenza, avvertita<br />
dal parroco don Giovanni Trolio<br />
e anche da numerosi genitori, di<br />
dare ai propri ragazzi un’opportunità<br />
per stare insieme in allegria<br />
in un periodo, quale quello<br />
estivo, in cui sono la televisione<br />
o i videogiochi a farla da padroni.<br />
L’oratorio, vero “laboratorio<br />
di evangelizzazione”, è dunque<br />
la risposta concreta di questa<br />
comunità che non ha voluto rinunciare<br />
a educare i suoi figli e ha<br />
voluto essere un sostegno per le<br />
famiglie. I destinatari di questo<br />
meraviglioso progetto sono stati<br />
i bambini dai sei ai tredici anni:<br />
tutti sono stati impegnati, per<br />
tutte le età, dalla cucina all’organizzazione<br />
dei giochi, dall’offerta<br />
di “laboratori” alla pulizia degli<br />
ambienti, dalla cura dei più piccini<br />
all’accompagnamento nelle<br />
uscite, dalla preparazione della<br />
merenda al pranzo. Pertanto,<br />
gli animatori hanno organizzato<br />
vari laboratori di decoupage, di<br />
cucina, di pasta di sale. L’oratorio<br />
estivo è stata una esperienza<br />
attraverso la quale abbiamo desiderato<br />
aiutare i ragazzi a prendere<br />
coscienza dell’importanza<br />
della Parola, come atto che permette<br />
di incontrare e ospitare<br />
altri e di essere ospitati dagli altri.<br />
Attraverso le parole, infatti,<br />
non solo diciamo il senso delle<br />
cose e della vita ma esse sono<br />
anche principale strumento di accoglienza<br />
reciproca gli uni verso<br />
gli altri, senza distinzione alcuna<br />
ma semplicemente riscoprendo<br />
il valore della comune fraternità.<br />
Abbiamo trasmesso questi valori<br />
attraverso le molteplici attività<br />
che abbiamo vissuto con i ragaz-<br />
37<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 39 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Dalle Parrocchie<br />
zi: gioco e preghiera, laboratori e<br />
gruppi di interesse, canto e ballo;<br />
sono stati questi i luoghi ove<br />
la Parola ha trovato dimora ed<br />
è stata comunicazione di gioia<br />
e allegria, amicizia e fraternità.<br />
Questa esperienza è diventata<br />
quindi un’occasione preziosa di<br />
incontro, di amicizia, di crescita<br />
umana e cristiana per tutti, sia<br />
per i ragazzi che hanno partecipato,<br />
sia per chi si è prestato<br />
per il servizio educativo, perché<br />
dimostra quanto sia importante<br />
l’attenzione dei più grandi verso<br />
i più piccoli, perché è la prova<br />
che ci si può divertire educando<br />
ed educandoci. L’oratorio estivo<br />
è testimonianza di un cammino<br />
fatto di fatiche, di ricchezze acquisite,<br />
di gioie condivise, che ha<br />
portato non solo i bambini a una<br />
crescita personale ma anche gli<br />
stessi educatori che, mettendosi<br />
in gioco, hanno potuto saggiare<br />
in prima persona la gioia e la forza<br />
che c’è nell’educare, quando<br />
ciò viene fatto mettendosi alla<br />
sequela di Gesù e affidandosi alla<br />
sua volontà. L’oratorio, infatti,<br />
non ha portato frutti solo ai suoi<br />
“utenti”, in quanto la stessa Parrocchia<br />
si è vivacizzata, ne è uscita<br />
rinvigorita; le famiglie si sono<br />
sentite meno sole, hanno imparato<br />
a fare fronte comune e tutto<br />
ciò ha ridato fiducia ai genitori<br />
che si sono sentiti maggiormente<br />
coinvolti. Molti, accompagnando<br />
i loro figli e in un certo senso attirati,<br />
affascinati dalla passione<br />
educativa di tanti animatori, hanno<br />
deciso di essere parte attiva di<br />
questo progetto e, mettendosi<br />
in gioco, pur tra mille difficoltà,<br />
hanno potuto riscoprire la gioia<br />
di stare con i ragazzi. Grazie<br />
dunque a tutti per l’impegno e<br />
l’augurio di poter continuare a<br />
camminare insieme con sempre<br />
maggiore gioia e responsabilità.<br />
38<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 40 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Dalle Parrocchie<br />
LA COMUNITÀ<br />
DI STIGLIANO<br />
RACCOLTA<br />
IN PREGHIERA<br />
ATTORNO ALLE<br />
RELIQUIE DI<br />
S. ANTONIO<br />
DA PADOVA<br />
riuniti nel nome<br />
del Signore per dare<br />
“Siamo<br />
inizio alla visita nel nostro<br />
paese delle reliquie del santo<br />
Patrono e facciamo memoria di<br />
lui, grande discepolo di Cristo e<br />
di Francesco”. Con queste parole<br />
monsignor Vincenzo Carmine<br />
Orofino, vescovo di Tricarico, la<br />
sera del 10 ottobre 20<strong>12</strong>, ha accolto<br />
le reliquie di Sant’Antonio da<br />
Padova all’ingresso di Stigliano.<br />
Unica tappa lucana, per il 20<strong>12</strong>,<br />
del pellegrinaggio svoltosi grazie<br />
a padre Luciano Marini, frate<br />
conventuale che ha accompagnato<br />
le reliquie e ci ha parlato<br />
del santo. In tutto due: la prima,<br />
un muscolo della massa corporis,<br />
conservata in un mezzo busto<br />
dorato raffigurante il santo; la<br />
seconda, una parte del costato<br />
custodita in un reliquiario. Dopo<br />
l’accoglienza solenne delle sacre<br />
spoglie, ha avuto seguito il corteo<br />
processionale verso l’omonima<br />
parrocchia guidata da don<br />
Pino Daraio e dedicata proprio al<br />
Maria Antonietta Calbi<br />
“portoghese” (Santo António<br />
de Lisboa, al secolo Fernando<br />
Martins de Bulhões, nato a<br />
Lisbona il 15 agosto del 1<strong>19</strong>5 e<br />
deceduto a Padova il <strong>13</strong> giugno<br />
del <strong>12</strong>31), dove il vescovo ha presieduto<br />
la Santa Messa e, nell’omelia,<br />
ha spiegato che l’arrivo<br />
del santo non è casuale ma rientra<br />
nella vita ecclesiale, in quanto<br />
ci aiuta a sperimentare, attraverso<br />
la testimonianza, l’amore verso<br />
Dio e i fratelli. Le reliquie del<br />
religioso lusitano, canonizzato<br />
dalla Chiesa Cattolica e proclamato<br />
dottore della Chiesa nel <strong>19</strong>46,<br />
hanno sostato a Stigliano dal 10<br />
al 14 ottobre: giorni durante i<br />
quali la Chiesa è stata sempre<br />
aperta per permettere a tutti di<br />
venerarle. In questi giorni si sono<br />
susseguiti diversi appuntamenti:<br />
dalla visita agli ammalati in ospedale,<br />
alla visita degli anziani alla<br />
casa di riposo Hostilianus, dai<br />
bambini della scuola elementare<br />
ai giovani delle scuole superiori.<br />
Giovedì <strong>12</strong> ottobre, straordinaria<br />
apertura dell’Anno della Fede,<br />
indetto dal papa Benedetto XVI,<br />
con l’adorazione davanti a Gesù<br />
STIGLIANO<br />
Parrocchia S. Antonio di Padova<br />
Eucaristico. La sera del <strong>13</strong>, si è<br />
tenuta in parrocchia la proiezione<br />
del film “Antonio guerriero di<br />
Dio”. Non poteva mancare la<br />
liturgia penitenziale alla quale il<br />
Santo dedicava la maggior parte<br />
della giornata; scrive, infatti: “Il<br />
sacramento della penitenza è<br />
chiamato “casa di Dio”, perché i<br />
peccatori si riconciliano con lui,<br />
come il figliol prodigo si riconcilia<br />
con il padre suo e lo accoglie<br />
nuovamente in casa”. Domenica<br />
14, infine, il saluto dell’intera<br />
comunità, accompagnato dalla<br />
celebrazione della Santa Messa<br />
presieduta dal Vescovo, durante<br />
la quale ci ha ricordato che la<br />
partenza delle reliquie non è un<br />
punto di arrivo ma lo stimolo a<br />
crescere nella fede, diventando<br />
capaci di non dipendere dalle<br />
persone o dalle cose del mondo.<br />
La presenza delle reliquie di un<br />
santo che, per la diffusione planetaria<br />
della sua devozione, lo<br />
rendono il più venerato al mondo<br />
e che, fra l’altro, è il Patrono e il<br />
Protettore di Stigliano, ha rappresentato<br />
per l’intera comunità<br />
un evento di grazia durante il<br />
quale ciascuno di noi ha potuto<br />
sperimentare, attraverso la vita e<br />
l’esempio di Sant’Antonio da<br />
Padova, la presenza dell’amore<br />
di Dio. Esperienza che ci ha<br />
sicuramente aiutato a rinsaldare<br />
la fede, la speranza e la carità.<br />
39<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 41 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
40<br />
Dalle Parrocchie<br />
GARAGUSO<br />
Parrocchia San Nicola di Myra<br />
NATALE A<br />
KILOMETRO ZERO<br />
Si è svolto il 23 <strong>dicembre</strong> 20<strong>12</strong> nella<br />
caratteristica zona del fondaco,<br />
vecchia strada di Garaguso, con<br />
inizio intorno alle ore 10,00 e conclusione<br />
per le ore <strong>19</strong>,00 la rappresentazione<br />
“Natale a Km zero”, dove è stato<br />
allestito il presepe, e nel piazzale adiacente,<br />
è stato disposto il “villaggio di<br />
Babbo Natale”. Promotore dell’evento<br />
è stata la Parrocchia san Nicola di Myra<br />
col gruppo Giovani “Giovanni Paolo II”<br />
guidato dal parroco. Natale a Kilometro<br />
zero. Natale tra fede e tradizione.<br />
L’evento prevedeva la ricostruzione di<br />
un presepe vivente all’interno del quale<br />
sono stati allestiti dei Mercatini di<br />
piccoli artigiani del nostro territorio, la<br />
cui presenza ha riprodotto lo scenario<br />
paesaggistico in cui nacque Gesù. È stato<br />
possibile visitare gli stand dove si è<br />
potuto degustare i prodotti tipici e acquistare<br />
i prodotti di artigianato locale.<br />
All’uscita ad ognuno dei visitatori è stato<br />
consegnato un bambinello con auguri<br />
di Natale. I giovani del “Gruppo Giovanni<br />
Paolo II”, vestiti da Babbo Natale,<br />
hanno allietato la serata per i più piccoli<br />
con balli e canti. Allestita una “tenda”<br />
nella quale i Babbi Natale hanno truccato<br />
i bimbi e una seconda nella quale<br />
fare foto con Babbo Natale. I Bambini<br />
hanno partecipato al laboratorio “Addobbiamo<br />
l’albero di Natale”, nel quale<br />
ognuno di loro ha costruito la propria<br />
“palla di Natale” per addobbare un albero.<br />
La scelta della tipologia di evento<br />
e la modalità in cui lo stesso è stato<br />
organizzato sono funzionali al contesto<br />
ambientale e finalizzati a sensibilizzare<br />
il paese al Natale, festa da vivere non<br />
come un evento storico di 2000 anni fa,<br />
ma come un momento forte nella vita<br />
del Cristiano ancora oggi.<br />
gruppo giovani "Giovanni Paolo II"<br />
OMAGGIO DELLA<br />
PARROCCHIA<br />
SAN NICOLA DI MYRA<br />
A SAN ROCCO<br />
di Vito Sacco<br />
Garaguso è stato sorteggiato<br />
tra i 1.800 comuni d’Italia<br />
dove si venera San Rocco per<br />
rappresentare tutti i comuni italiani<br />
nel rendere omaggio al Santo della<br />
Misericordia, quale segno di filiale<br />
devozione in questo anno particolare<br />
voluto da Papa Benedetto XVI<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 42 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Dalle Parrocchie<br />
dedicato alla Fede. La cerimonia è organizzata<br />
dall’Associazione Europea Amici di San Rocco<br />
(www.amicidisanrocco.it) con l’Unione dei Comuni<br />
di San Rocco e il Comune di Garaguso con<br />
grande piacere ha accolto l’invito che sta vivendo<br />
con lo spirito tutto religioso e con la finalità<br />
di far riscoprire e affermare il valore della fede<br />
cristiana nella visione missionaria, come ha fatto<br />
San Rocco il quale, con la sua testimonianza<br />
di vita, ci sprona tutti ad una fede concreta e<br />
a una carità senza misure. Il giorno 20 ottobre<br />
prossimo, presso la Chiesa patriarcale di San<br />
Rocco in Roma, la comunità garagusana renderà<br />
omaggio alla Sacra Reliquia di San Rocco con<br />
l’accensione della lampada e l’omaggio floreale.<br />
Insieme ai tanti fedeli, alle rappresentanze politiche<br />
e al sindaco di Roma, saranno presenti, da<br />
Garaguso, il parroco don Giuseppe Abbate, il sindaco<br />
Rocco Costanzo, la Giunta comunale e una<br />
cinquantina di fedeli. Il raduno, presso la Chiesa<br />
Patriarcale di San Rocco in Roma, è previsto alle<br />
ore 8.00 e, alle ore 9.00, ci sarà l’omaggio floreale<br />
e l’accensione votiva alla Sacra Reliquia del<br />
Braccio di San Rocco da parte del sindaco Rocco<br />
Costanzo. Alle ore 10.00, saranno celebrate le<br />
lodi e, alle ore 11.30, sarà concelebrata la messa<br />
solenne presieduta da monsignor Pietro Farina.<br />
Nel pomeriggio, alle ore 16.00, ci sarà la processione<br />
per il centro storico di Roma.<br />
41<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 43 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
42<br />
Dalle Parrocchie<br />
S. MAURO FORTE<br />
Parrocchia S. Maria Assunta<br />
Calcio a 5<br />
Debutta<br />
l’A.S.D. ANSPI<br />
Delle Nocche:<br />
la squadra<br />
dell’Amicizia<br />
Potrebbe chiamarsi “la squadra<br />
dell’Amicizia” stando a<br />
quanto ci raccontano i suoi<br />
componenti e allenatori ed al<br />
percorso che ci è voluto per arrivare<br />
alla sua formazione ufficiale.<br />
È l’A.S.D. ANSPI Mons. Raffaello<br />
delle Nocche che ha debuttato<br />
qualche giorno fa in un vero e<br />
proprio campionato dilettantistico.<br />
Ci sono voluti quasi tre anni<br />
affinchè un percorso sportivo e<br />
un’esperienza collettiva si trasformasse<br />
in una vera e propria<br />
“SQUADRA”. Da tutto questo<br />
tempo, infatti, a San Mauro,<br />
l’ANSPI Mons. Raffaello delle<br />
Nocche (Associazione Nazionale<br />
S. Paolo Italia) si occupa di riempire<br />
il tempo libero di ragazzi<br />
con attività diversificate per<br />
gruppi di età che vanno dall’ultimo<br />
anno di asilo fino alla scuola<br />
superiore.<br />
L’ANSPI, lo ricordiamo, nata nel<br />
periodo conciliare, per confederare<br />
gli Oratori e i Circoli giovanili<br />
promossi dalla chiesa italiana, è<br />
un’Associazione ecclesiale che<br />
prende vita in comunità, vive<br />
sotto la guida dei “Pastori” (parroci),<br />
sostenuta quotidianamente<br />
dall’impegno attivo di laici.<br />
Anna Giammetta<br />
A San Mauro, un gruppo formato<br />
da un consiglio direttivo ben<br />
saldo che ha continuato costantemente<br />
ad operare in questi<br />
anni, formato da don Giuseppe Di<br />
Perna “presidente” Santochirico<br />
Domenico “vice presidente”<br />
Pierro Antonella “segretaria”<br />
Dirago Leonardo “cassiere e<br />
guida dei ragazzi della scuola<br />
superiore” e dai “consiglieri<br />
Deufemia Chiara Liuzzi Antonio<br />
Mucci Nicoletta e Dilema Patrizia<br />
e Rocco Mita “guida per gli altri<br />
gruppi”. Cinque, per l’esattezza i<br />
gruppi formatisi nel corso degli<br />
anni composti da maschietti e<br />
femminucce.<br />
L’obiettivo dell’associazione è<br />
far capire ai ragazzi che lo sport<br />
(calcio, pallavolo, ecc.), non è<br />
fatto solo di vittorie, ma soprattutto<br />
di collaborazione, dello<br />
stare bene insieme nel segno<br />
dell’AMICIZIA! Ed è proprio su<br />
questo principio che si fonda il<br />
progetto sportivo dallo slogan<br />
inequivocabile: “Non c’è sport<br />
se non c’è amicizia e non c’è<br />
vittoria se non stiamo bene<br />
insieme!” Un progetto che i<br />
ragazzi hanno condiviso fin dal<br />
primo momento tanto che il<br />
direttivo, dopo alcuni mesi dell’inizio<br />
delle attività 20<strong>12</strong> ha ricevuto<br />
una lettera nella quale venivano<br />
riportate queste parole:<br />
«carissimo direttivo A.N.S.P.I.<br />
dopo questi 5-6 mesi di attività ci<br />
sembrava opportuno fare alcune<br />
considerazioni.<br />
Innanzitutto vogliamo ringraziarvi<br />
per averci dato l’opportunità di<br />
incontrarci e fare sport insieme.<br />
In questi mesi abbiamo capito la<br />
bellezza dello sport, ma soprattutto<br />
abbiamo capito che ciò che<br />
conta maggiormente non è la<br />
vittoria di una partita ma lo stare<br />
insieme e divertirci. Pensavamo<br />
che durante le attività avremmo<br />
fatto solo partitelle tra di noi, non<br />
pensavamo di fare esercizi di<br />
tattica, schemi ecc, che ci hanno<br />
aiutati a crescere anche a livello<br />
sportivo. Ci piace svolgere questi<br />
esercizi e queste attività intraprese<br />
con serenità e con rispetto degli<br />
altri e delle regole date in partenza<br />
da voi. Come detto prima vi siamo<br />
grati per averci dato la possibilità<br />
di fare sport, del resto se questo<br />
non fosse avvenuto da parte<br />
vostra a quest’ora non avremmo<br />
scoperto la bellezza di stare<br />
insieme e soprattutto avremmo<br />
perso il nostro tempo libero tra<br />
villa e passeggiate per il paese.<br />
Vogliamo anche ringraziare<br />
Leonardo per la sua disponibilità,<br />
puntualità e serietà nel ruolo da<br />
voi assegnatogli per questo gruppo.<br />
Adesso ci viene istintivo chiedervi<br />
se fosse possibile intraprendere<br />
un percorso più agonistico:<br />
formare una squadra con iscrizione<br />
al campionato. Speriamo che<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 44 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Dalle Parrocchie<br />
esaudiate questa nostra richiesta<br />
da noi tanto voluta; inoltre sarà<br />
nostro impegno in caso di iscrizione<br />
iniziare ogni partita con la<br />
preghiera ma anche non litigare<br />
tra di noi». Dopo aver preso visione<br />
di questa lettera il direttivo<br />
ha deciso di formare la squadra<br />
e di iscriversi al campionato<br />
allievi calcio a 5 che è iniziato il<br />
<strong>19</strong> novembre scorso con una<br />
sonora vittoria (anche se questo<br />
per i ragazzi poco importa<br />
i successi fanno sempre bene).<br />
Siamo sicuri che il campionato<br />
vedrà disputare belle partite ma<br />
la certezza concreta è che questi<br />
giovani atleti hanno già vinto<br />
la loro partita più importante,<br />
quella giocata con il cuore e con<br />
lo spirito amichevole.<br />
GUARDIA PERTICARA<br />
Parrocchia S. Nicolò Magno<br />
Un inizio tra preghiera e festa<br />
A cura del Consiglio Pastorale<br />
La Parrocchia S. Nicolò Magno<br />
in Guardia Perticara ha iniziato<br />
le attività pastorali<br />
con un momento di preghiera<br />
e festa il ventisette ottobre.<br />
Dopo la Celebrazione Eucaristica,<br />
in cui don Marco e padre<br />
Morlin hanno presentato le linee<br />
programmatiche dell’anno<br />
pastorale esortando a vivere<br />
intensamente la vita della Chiesa,<br />
la comunità parrocchiale ha<br />
vissuto un momento di festa e<br />
animazione guidati dai giovani e<br />
ha coinvolto anche gli anziani e i<br />
bambini. I parroci hanno poi donato,<br />
in segno di ricordo, la matita<br />
missionaria. Tutta la comunità<br />
ha preparato il buffet e alcuni<br />
adulti hanno suonato musica.<br />
GALLICCHIO<br />
Parrocchia S. Maria Assunta<br />
I NONNI:<br />
UN TESORO<br />
PER TUTTI<br />
A cura della Caritas e dei Catechisti<br />
All’inizio del nuovo anno<br />
pastorale, la Parrocchia S.<br />
Maria Assunta in Gallicchio<br />
ha dato il via alle attività pastorali il<br />
sei ottobre celebrando la Festa dei<br />
nonni e degli anziani per ribadire<br />
che essi sono un tesoro per la<br />
comunità.<br />
La Parrocchia ha invitato “casa<br />
per casa” le famiglie e la serata si è<br />
svolta con un momento di preghiera,<br />
la visione del film “Up” che<br />
parla del rapporto di un bambino<br />
con un anziano e il Parroco,<br />
don Marco Volpe, ha consegnato<br />
una pergamena con le parole di<br />
Benedetto XVI.<br />
Il Sindaco ha ringraziato la Parrocchia<br />
per l’impegno a promuovere i<br />
valori fondamentali.<br />
43<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 45 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Alla Scuola dei Santi<br />
Riportiamo in questa rubrica “Alla scuola dei santi”<br />
il testo del biglietto di auguri<br />
che Mons. Delle Nocche ha inviato alle “sue” suore<br />
per la festa del Santo Natale del <strong>19</strong>31<br />
44<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 46 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Alla Scuola dei Santi<br />
Tricarico, Dicembre <strong>19</strong>31<br />
Figlie mie,<br />
domani dovrete fare la meditazione del viaggio della Madonna da Nazaret a Betlemme, per imparare quello<br />
che dovete pensare dell’ubbidienza, della povertà.<br />
Gesù rinunzia a tutte le comodità, anche a quelle concesse a S. Giovanni Battista. Rinunzia anche alla<br />
casa, a un ricovero, a un luogo in cui possa nascere. Che cosa gli costava fare uscire l’ordine dell’imperatore<br />
un mese dopo<br />
Per ordine di chi Gesù usciva Per ordine dell’imperatore che non aveva nessun diritto su di Lui, che<br />
operava spinto da ragioni umane.<br />
Gesù non fece discussioni. Il vero ubbidiente sa che non si deve discutere tranne nel caso in cui si<br />
ordina ciò che è peccato; se deve ubbidire a qualsiasi costo. Imitiamo Gesù in queste due virtù.<br />
Allora sarete vere Discepole e il canto degli angeli sarà anche per voi: “Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e<br />
pace agli uomini di buona volontà”.<br />
Dio ha avuto tanta buona volontà per voi, che vi ha mostrato una speciale predilezione. Ora vuole la<br />
parte vostra, la buona volontà vostra, il desiderio di essere simili a Gesù.<br />
Sentirete molte volte l’incomodo di una stagione rigida in montagna, in una casa disagiata. Vi esorto a<br />
pensare a quante comodità ha rinunziato Gesù, ma soprattutto vi esorto a pensare all’ubbidienza di Gesù.<br />
I veri Religiosi hanno trovato la felicità nell’ubbidienza. Nell’ubbidienza c’è la rinunzia completa di<br />
voi stesse. A molte di voi sembra di non far nulla in confronto a quanto faceva nel mondo.<br />
Potrebbe avere la tentazione di dire: “Che sono venuta a fare” Gesù venne a ubbidire; per molto tempo non<br />
esercitò nessun apostolato.<br />
Questo è l’argomento su cui dovete fermare la vostra considerazione in questi giorni: la pratica<br />
dell’obbedienza e ancora quella della carità scambievole perché su questo punto mancate ancora molto.<br />
La carità non consiste solo nel non pensare male o dir male, ma anche nel non riferire quello che sentite<br />
dire di qualcuna. Che bene ne ricavate Il Cuore di Gesù c’insegna a dire solo cose che possono edificare, a<br />
parlare poco e parlare bene.<br />
Siate allegre nel Signore, godete di santa gioia.<br />
Imitate il Cuore di Gesù.<br />
† Raffaello Vescovo<br />
45<br />
<strong>fermenti</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>20<strong>12</strong>.indd</strong> 47 <strong>19</strong>/<strong>12</strong>/<strong>12</strong> <strong>13</strong>:<strong>09</strong>
Agenda<br />
Gennaio 20<strong>13</strong><br />
Febbraio 20<strong>13</strong><br />
1 Mar Maria Madre di Dio. 46 a Giornata della pace.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
2-3-4-5 Vacanza sulla neve per giovani.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
6 Dom Epifania. Giornata dell’Infanzia Missionaria.<br />
Garaguso scalo: ritiro spirituale per i Ministri straordinari della Comunione.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
8 Mar Tricarico: incontro di formazione permanente per il clero.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
10 Gio Garaguso scalo – Santuario della Madonna del Sauro: Adorazione eucaristica zonale.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
<strong>12</strong> Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
<strong>13</strong> Dom Battesimo del Signore. 99 a Giornata delle migrazioni (colletta obbligatoria).<br />
Corleto Perticara: Anno della fede, Corso sul Credo tenuto dal Vescovo per la Zona Val d’Agri-Sauro (per tutti).<br />
Anno della Cresima: in ogni parrocchia consegna ai cresimandi del segno del Consiglio.<br />
A.C. Adulti: settimana (<strong>13</strong>-<strong>19</strong>) della Pace.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
14 Lun Tricarico: incontro dei sacerdoti giovani.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
15 Mar Tricarico: Consiglio presbiterale.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
17 Gio 24 a Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
18 Ven Settimana (18-25) di preghiera per l’unità dei cristiani.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
<strong>19</strong> Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
20 Dom Garaguso scalo: Anno della fede, Corso sul Credo tenuto dal Vescovo per la Zona Val Basento (per tutti).<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
21 Lun Incontro zonale di clero.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
24 Gio Garaguso scalo: Consiglio Pastorale Diocesano.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
26 Sab Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />
Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
27 Dom 60 a Giornata dei malati di lebbra.<br />
Tricarico: ritiro spirituale per le Religiose.<br />
UNITALSI: catechesi sul tema dell’anno.<br />
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2 Sab Presentazione di Gesù al Tempio. 17 a Giornata della Vita Consacrata.<br />
Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
3 Dom 35 a Giornata per la vita.<br />
Anno della Cresima: in ogni parrocchia consegna ai cresimandi del segno della Fortezza.<br />
Garaguso scalo: ritiro spirituale per i Ministri straordinari della Comunione.<br />
Garaguso scalo: manifestazione per la vita e la pace.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
5 Mar Tricarico: incontro di formazione permanente per il clero.<br />
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9 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />
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10 Dom Corleto Perticara: Anno della fede, Corso sul Credo tenuto dal Vescovo per la Zona Val d’Agri-Sauro (per tutti).<br />
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11 Lun 21 a Giornata Mondiale del Malato.<br />
A.C. Adulti: settimana (11-17) sociale.<br />
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<strong>12</strong> Mar Incontro zonale di clero.<br />
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<strong>13</strong> Mer Mercoledì delle Ceneri<br />
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14 Gio Garaguso scalo – Santuario della Madonna del Sauro: Adorazione eucaristica zonale.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
16 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
17 Dom I Domenica di Quaresima.<br />
Garaguso scalo: Anno della fede, Corso sul Credo tenuto dal Vescovo per la Zona Val Basento (per tutti).<br />
Garaguso scalo: ritiro spirituale per i giovani (Uff. Past.le Giov.le).<br />
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Agenda<br />
Marzo 20<strong>13</strong><br />
18 Lun Tricarico: incontro dei sacerdoti giovani.<br />
23 Sab Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />
Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
24 Dom II Domenica di Quaresima.<br />
Tricarico: ritiro spirituale per le Religiose;<br />
UNITALSI: catechesi sul tema dell’anno;<br />
Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
27 Mer Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
28 Gio Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo.<br />
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1 Ven Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo.<br />
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2 Sab Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo.<br />
(Gli aspiranti diaconi permanenti partecipano agli esercizi spirituali)<br />
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3 Dom III Domenica di Quaresima.<br />
Esercizi spirituali per fedeli laici (tutti) guidati dal Vescovo;<br />
Anno della Cresima: in ogni parrocchia consegna ai cresimandi del segno della Scienza;<br />
Garaguso scalo: ritiro spirituale per i Ministri straordinari della Comunione.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
4 Lun Tricarico: (pomeriggio) ritiro spirituale per il clero;<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
5 Mar Tricarico: incontro di formazione permanente per il clero.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
9 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
10 Dom IV Domenica di Quaresima.<br />
Corleto Perticara: Anno della fede, Corso sul Credo<br />
ritiro spirituale tenuto dal Vescovo per la Zona Val d’Agri-Sauro (per tutti).<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
11 Lun Tricarico: incontro dei sacerdoti giovani.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
14 Gio Garaguso scalo – Santuario della Madonna del Sauro: Adorazione eucaristica zonale.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
15 Ven Grassano: ritiro spirituale Ordine Francescano Secolare.<br />
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16 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano;<br />
Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
17 Dom V Domenica di Quaresima.<br />
Garaguso scalo: Anno della fede, Corso sul Credo<br />
ritiro spirituale tenuto dal Vescovo per la Zona Val Basento (per tutti);<br />
Anno della Cresima: ritiro spirituale per i cresimandi a livello zonale (Garaguso Sc. – Corleto);<br />
Azione Cattolica Giovani: Sichem (ritiro spirituale per giovani).<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
18 Lun Incontro zonale di clero.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
<strong>19</strong> Mar San Giuseppe.<br />
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21 Gio Garaguso scalo: Consiglio Pastorale Diocesano.<br />
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23 Sab Garaguso scalo: corso teologico per aspiranti diaconi permanenti e coloro che lo desiderano;<br />
Pomeriggio, a Tricarico: 28a Giornata Mondiale della gioventù (celebrazione diocesana).<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
24 Dom Domenica delle Palme. Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei missionari martiri.<br />
Tricarico: ritiro spirituale per le Religiose.<br />
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________<br />
27 Mer Tricarico: Santa Messa Crismale.<br />
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29 Ven Giornata per le opere della Terra Santa (colletta obbligatoria).<br />
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30 Sab Garaguso scalo: ritiro spirituale per universitari.<br />
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31 Dom Pasqua di Resurrezione.<br />
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Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali<br />
CORSO SUL CREDO<br />
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DIOCESI DI TRICARICO<br />
ESERCIZI SPIRITUALI<br />
per tutti i fedeli laici adulti<br />
Guidati da:<br />
S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo Orofino<br />
Subiaco, 27 febbraio - 3 marzo 20<strong>13</strong><br />
Note organizzative:<br />
Costo complessivo €180,00<br />
(incluso il viaggio in pullman)<br />
Iscrizioni in parrocchia<br />
entro e non oltre domenica 27 gennaio<br />
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