domus_aurea_01_articolo_gehard_demetz - Edizioni Rendi srl
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l’inquietudine<br />
del Demiurgo<br />
Gehard Demetz<br />
Foto©Stefano Mariga
L’artista altoatesino che ama scolpire bambini con tasselli di tiglio levigato ci ha aperto in esclusiva<br />
le porte della sua casa. Un’isola felice immersa nella natura dove si respira la fragranza del legno,<br />
se ne percepisce il confortante calore. Dove l’uomo, il padre, lo scultore si fondono in un’unica<br />
essenza plasmando la materia e dialogando con le sue opere di rigore staineriano<br />
a cura di Laura Stradaroli<br />
Il suo sguardo è profondo, i suoi modi<br />
gentili, il suo animo generoso.<br />
Gehard Demetz, lo scultore che vive in Val<br />
Gardena, schivo e riservato, si apre alla<br />
nostra rivista “raccontandosi” con estrema<br />
sincerità e umiltà, aspetti del carattere<br />
che lui considera valori.<br />
Non è uomo che ama i riflettori, ma è conosciuto<br />
e apprezzato a livello internazionale<br />
per il suo indiscutibile talento e per<br />
le sue originali sculture: bambini imbronciati,<br />
corpi esili, posture composte, con gli<br />
occhi a volte rivolti verso il basso (nulla a<br />
che vedere col sorriso solare e cristallino<br />
di suo figlio).<br />
“Mi piace rappresentarli consapevoli della<br />
loro situazione con visi da piccoli adulti. In<br />
qualche scultura preferisco che il bambino<br />
non cerchi un contatto con lo sguardo proprio<br />
perché sta parlando con il suo intimo”.<br />
Influenzato dalle letture di Rudolf Steiner,<br />
fondatore delle scuole staineriane (1) , è<br />
convinto che i bambini fin da piccoli hanno<br />
percezione del loro inconscio ma poi<br />
crescendo perdono questa capacità.<br />
“Li ritraggo in una fase di transizione dove<br />
sentono ancora il loro inconscio, ma sanno<br />
che nel diventare adulti le cose cambieranno,<br />
per questo hanno dei volti poco<br />
infantili e molto consapevoli”.<br />
L’artista altoatesino ne caratterizza la<br />
postura forgiando su misura un paio di<br />
guanti, delle forbici, stivali per la pioggia,<br />
un cappello da Pinocchio, un ombrello:<br />
oggetti plasmati con lo stesso legno dai<br />
colori cangianti. Particolari che evidenziano<br />
“la voglia di diventare adulti precocemente,<br />
forse per liberarsi da colpe non<br />
loro, perdendo però l’età della spensieratezza<br />
e del gioco... bambini che prendono<br />
sul serio la vita, un’infanzia che si porta già<br />
sulle spalle tutto il peso del proprio destino”.<br />
“Il destino si compone di due ordini di<br />
fatti, i quali si fondono a formare quella<br />
unità che è una vita umana. Il primo scaturisce<br />
dagli impulsi dell’anima, il secondo<br />
si avvicina all’uomo tramite il mondo<br />
esteriore”.<br />
Condividi l’affermazione di Steiner Qual<br />
213
è il tuo rapporto con il mondo esteriore e<br />
quello interiore<br />
“Sicuramente è cambiato da quando ero<br />
bambino, ma lo ammetto, spesso cerco<br />
di riportarmi in situazioni o pensieri che<br />
ho vissuto da piccolo. Parlavo molto con<br />
il mio interiore, pur non sapendo con chi<br />
stavo parlando. Forse è questa una parte<br />
di me che mi piace”. Poeta che si esprime<br />
attraverso la materia, in questo caso<br />
il legno, confessa che in ogni opera c’è<br />
qualcosa di sè, in cui lui si riconosce. Una<br />
di quelle a cui è particoolarmente legato è<br />
I hear the spirits while i whisper.<br />
Il fancilullino pascoliano “guarda tutte le<br />
cose con stupore e con meraviglia, non<br />
coglie i rapporti logici di causa-effetto,<br />
215
ma intuisce”. Quanto dello stupore del<br />
fanciullo è rimasto in te<br />
“Guardo sicuramente con stupore quello<br />
che mi circonda, le cose a me piu vicine e<br />
quelle che mi interressano”.<br />
Persona colta e sensibile (nella sua valigia<br />
non manca mai un buon libro), si avvicina<br />
alla scultura fin da adolescente sperimentando<br />
materiali diversi come plexiglass e<br />
plastilina. In seguito ritorna al legno a lui<br />
familiare anche per territorialità.<br />
“Sono partito con l’arte sacra, scolpendo<br />
crocifissi e santi su commissione. Però nei<br />
momenti liberi realizzavo sculture seguendo<br />
il mio istinto e riproducendo ciò che mi<br />
piaceva”.<br />
Un metodo di lavoro il suo che parte dal<br />
basso: prima costruisce il piedistallo con<br />
tasselli di legno, poi come il Demiurgo (2)<br />
“il divino artigiano platonico”, incastra i<br />
tasselli in un preciso ordine, lasciando vo-
lutamente fessure, spazi vuoti, che fanno<br />
parte della scultura stessa. A quel punto<br />
inizia la vera e propria manualità. Partendo<br />
dal viso e in base all’espressione ne<br />
caratterizza il corpo, dando alla figura una<br />
forma distinta e il movimento che la rende<br />
unica, lasciandola volutamente incompiuta<br />
nel retro.<br />
La scelta del legno di tiglio non è casuale.<br />
“Utilizzo unicamente questo materiale perché<br />
è monocromo e quindi non produce<br />
nella scultura ulteriori interruzioni oltre a<br />
quelle volute”.<br />
Il suo angolo segreto è sullo Stevia. La sera,<br />
tre-quattro volte a settimana, parte da<br />
casa e cammina per 40 minuti. Poi si siede,<br />
guarda le montagne, legge in attesa<br />
della giusta ispirazione.<br />
Ma non è l’unico modo nel quale l’artista<br />
si rilassa. “Mi piace fare alpinismo con gli<br />
amici. Con sci e racchette, partiamo la<br />
mattina presto e saliamo fino ai 2964 metri<br />
del Piz Miara, sul massivo del Sella. Mi<br />
scarica fisicamente, ma è anche una sfida<br />
per mettermi alla prova e superare i miei<br />
limiti”.<br />
Inquieto, geniale, disincantato, Gehard<br />
apprezza la vita e condivide generosamente<br />
iniziative umanitarie come la mostra<br />
“tattile” che si è tenuta a Como nel<br />
2009, in occasione del bicentenario della<br />
nascita di Louis Braille inventore dell’alfabeto<br />
per non vedenti.<br />
Si chiamava Love at first touched: un percorso<br />
espositivo creato per avvicinare<br />
all’arte contemporanea anche i diversamente<br />
abili che, grazie a un allestimento<br />
sensoriale, visite guidate e laboratori<br />
(organizzati dall’Unione Italiana Ciechi e<br />
Ipovedenti), hanno potuto finalmente avere<br />
un contatto diretto con le opere senza<br />
l’ausilio della vista.<br />
218
“Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni<br />
ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa”<br />
Rudolf Steiner<br />
Foto©Stefano Mariga<br />
La personale di Demetz aveva un fine benefico:<br />
tutti i proventi realizzati dalla vendita<br />
del catalogo sono serviti per acquistare<br />
10.000 tavolette braille per i ragazzi ciechi<br />
dei Paesi in via di sviluppo.<br />
Due i sogni-desideri nel cassetto dell’artista<br />
altoatesino: un altro figlio e l’ampliamento<br />
del suo laboratorio.<br />
Guardando le immagini di questo servizio<br />
il primo desiderio a quanto pare è già in<br />
cantiere.<br />
www.<strong>gehard</strong><strong>demetz</strong>.com<br />
Note<br />
(1)<br />
Rudolf Steiner (1861/1925), è stato filosofo,<br />
esoterista e pedagogista austriaco.<br />
Fondatore dell’antroposofia, di una particolare<br />
impostazione pedagogica (la scuola<br />
staineriana), di un tipo di medicina antroposofica,<br />
è stato l’ispiratore dell’agricoltura<br />
biodinamica, di uno stile architettonico e di<br />
uno pittorico. Ha posto anche le basi dell’euritmia<br />
e dell’arte della parola. Si è occupato<br />
di filosofia, sociologia, antropologia e musicologia.<br />
Per Steiner la pedagogia è un’arte<br />
e il maestro deve avere una sorta di “vocazione”.<br />
L’insegnamento non è solo un freddo<br />
passaggio di informazioni, ma una relazione<br />
tra due esseri umani, in cui uno è assetato<br />
di conoscenza e l’altro è portato a trasferire<br />
tutto il proprio sapere umano ed intellettuale.<br />
(2)<br />
Demiurgo, secondo il filosofo Platone è colui<br />
che contemplando le idee plasma la materia<br />
sul modello delle idee stesse. mentre gli artigiani<br />
umani fanno riferimento ad un modello<br />
che hanno in testa, il Demiurgo guarda ad un<br />
qualcosa che è fuori da lui.<br />
Si ringrazia per la collaborazione e l’ospitalità la<br />
famiglia Demetz.<br />
Tutte le immagini del servizio sono a cura di<br />
Stefano Mariga.<br />
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