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Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Indice

Presentazione 5

Introduzione 6

Lo staff di progetto 7

Il Forum e i contributi tematici 6

Cap. 1 IL PROCESSO DI AGENDA 21 LOCALE A TORRE DEL GRECO 10

1.1 Lo Sviluppo Sostenibile ed il processo di Agenda 21

Locale a Torre del Greco 10

1.2 La Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente a Torre del

Greco: il quadro diagnostico e il modello DPSIR 11

Cap. 2 I FATTORI DETERMINANTI 13

2.1 Il quadro socio-economico e territoriale e le attività produttive 13

2.1.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità 13

2.1.2 L’andamento demografico 13

2.1.3 L’andamento socio-economico: le principali attività produttive 17

2.1.4 I principali indicatori 23

2.2 Agricoltura 24

2.2.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità 24

2.2.2 L’utilizzazione dei terreni agricoli 24

2.2.3 Il florovivaismo 26

2.2.4 Ordinamento produttivo e intensità della produzione agricola 27

2.2.5 Fertilizzanti e fitofarmaci distribuiti al consumo 28

2.2.6 Il patrimonio zootecnico 28

2.2.7 I principali indicatori 29

2.3 Energia 30

2.3.1 Le caratteristiche del comparto e analisi delle criticità 30

2.3.2 La domanda di energia 30

2.3.3 Consumi civili ed industriali 30

2.3.4 Il risparmio energetico: le azioni intraprese dal Comune 31

2.3.5 I principali indicatori 32

2.4 Trasporti 33

2.4.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità 33

2.4.2 La rete dei trasporti: stradale, ferroviaria, portuale 33

2.4.3 La mobilità: il trasporto pubblico e privato 37

2.4.4 I principali indicatori 39

2.5 Turismo 40

2.5.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità 40

2.5.2 La domanda turistica e l’offerta ricettiva 40

2.5.3 Le diverse tipologie di turismo a Torre del Greco 43

2.5.4 I principali indicatori 44

3.4.2 La rete di monitoraggio delle acque marino-costiere 61

3.4.3 I principali indicatori 62

3.5 Rifiuti 63

3.5.1 Caratteristiche e criticità 63

3.5.2 Riferimenti normativi 63

3.5.3 L’attuale produzione dei rifiuti solidi urbani 63

3.5.4 La Raccolta Differenziata 64

3.5.5 I principali indicatori 65

3.6 Suolo 66

3.6.1 Caratteristiche e criticità 66

3.6.3 Il Rischio idrogeologico 68

3.6.4 I principali indicatori 70

3.7 Rischio sismico e vulcanico 71

3.7.1 Rischio sismico: caratteristiche e criticità 71

3.7.3 Le azioni e gli strumenti per la riduzione e la prevenzione

del rischio sismico 72

3.7.4 Rischio vulcanico: caratteristiche e criticità 72

3.7.5 Le azioni per la riduzione e mitigazione del rischio vulcanico 75

3.7.6 Il Piano di emergenza per il rischio vulcanico 76

3.7.7 I principali indicatori 77

3.8 Elettromagnetismo 78

3.8.1 Caratteristiche e criticità 78

3.8.2 Le fonti di emissione nel territorio di Torre del Greco 78

3.8.3 Le misure di campo elettromagnetico nel territorio

comunale di Torre del Greco 79

3.8.4 I principali indicatori 79

Cap. 4 AGENDA 21 LOCALE: STATO DI ATTUAZIONE IN ITALIA

CRITICITÀ E PUNTI DI FORZA 80

BIBLIOGRAFIA 81

LINKS UTILi 82

Cap. 3 LE COMPONENTI AMBIENTALI 45

3.1 Natura, biodiversità e paesaggio 45

3.1.1 Caratteristiche e criticità 45

3.1.2 La tutela del territorio e delle risorse naturali: il Parco Nazionale

del Vesuvio e la biodiversità 45

3.1.3 I principali indicatori 47

3.2 Aria 48

3.2.1 Caratteristiche e criticità 48

3.2.2 La rete di monitoraggio di Torre del Greco 48

3.2.3 La qualità dell’aria 49

3.2.4 I principali indicatori 52

3.3 Acque superficiali e sotterranee 53

3.3.1 Caratteristiche e criticità 53

3.3.2 Acque superficiali 53

3.3.3 Acque sotterranee 54

3.3.4 Il fabbisogno idrico e i carichi inquinanti 55

3.3.5 I principali indicatori 58

3.4 Acque marino costiere 59

3.4.1 Caratteristiche e criticità 59


Presentazione

Una concreta politica di sviluppo sostenibile del territorio deve necessariamente considerare l’importanza della

tutela ambientale.

La Relazione sullo Stato dell’Ambiente redatta nell’ambito di Agenda 21 Locale, costituisce un primo ed

importante passo in avanti nella diffusione delle problematiche ambientali, sociali, economiche e territoriali

della Città, rappresentando uno strumento capace di coinvolgere l’intera cittadinanza e promuovere la cultura

della salvaguardia dell’ambiente.

In questi anni, l’acquisto di una stazione di monitoraggio per il controllo delle emissioni di anidride carbonica

e di polveri fini in atmosfera, e l’istituzione dell’obbligatorietà del “bollino blu” con la campagna “caldaia sicura”

hanno favorito la presa di coscienza da parte dei cittadini delle problematiche ambientali. A ciò si aggiunga la

costante presenza di punti d’informazione nel corso delle “domeniche del cittadino” dove, in assenza di traffico

veicolare, la cittadinanza riassapora il gusto di vivere la Città, alla luce di una dimensione meno alienante.

Torre del Greco si annota, tra l’altro, tra i pochi Comuni della Campania aderenti al Progetto ministeriale ICBI

(Incentivi Carburanti Basso Impatto Ambientale), grazie al quale i possessori di autoveicoli appartenenti

alle classi di autoveicoli Euro 1 ed Euro 2, vecchie tecnologie a forte tasso d’inquinamento, possono passare

dall’alimentazione a benzina a quella a gas.

Un ulteriore progetto “antinquinamento” sarà presto una realtà: la sede del Municipio – palazzo La Salle – sarà

dotato, grazie ad un progetto di co-finanziamento regionale, di un impianto fotovoltaico da 20 KWp che

provvederà a fornire, con la luce del sole, energia alternativa con abbattimento del tasso d’inquinamento.

Un impegno costante e concreto, dunque, teso al rispetto dell’ambiente e alla promozione di una coscienza

ambientale collettiva.

Per concludere, vorrei ringraziare vivamente le associazioni, gli enti pubblici e quelli privati, i cittadini che

hanno aderito al Forum di Agenda 21 Locale, per aver animato e reso interessante il dibattito, con l’apporto e lo

scambio di idee, dati, progetti ed informazioni, costituendo un’importante esperienza di partecipazione attiva,

fondamento dei processi basati sulla libera adesione.

Dott. Valerio Ciavolino

Sindaco di Torre del Greco


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Introduzione

Le tematiche ambientali assumono sempre più un ruolo di primaria importanza nell’azione di

governance delle Pubbliche Amministrazioni. Ciò deriva dalla concomitanza di diversi fattori tra i quali

certamente quello della crescente domanda sociale di qualità ambientale.

La diffusa consapevolezza delle conseguenze negative di un uso irrazionale delle risorse rappresenta un

imprescindibile elemento di riflessione sulla necessità di continuare a porre l’accento sulla questione

ambientale nei piani e programmi del governo del territorio, dalla scala europea a quella locale.

Tuttavia, nonostante gli sforzi messi in atto, la situazione ambientale nel nostro Paese, seppur migliorata

rispetto al passato, resta problematica. Occorre perciò associare agli obiettivi delle rinnovate politiche

ambientali una strumentazione istituzionale idonea, rendendosi necessaria, anche per il comparto

ambiente, una revisione e una semplificazione profonda dei processi amministrativi e di governo per

migliorare il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione.

In questi ultimi anni gli Enti Locali si sono dotati di una serie di strumenti di presidio della variabile

ambientale: dalla nascita degli assessorati all’ambiente, alla diffusione delle relazioni sullo stato

dell’ambiente, dei sistemi informativi ambientali, delle Agende 21 Locali e, più di recente, dei sistemi

di gestione conformi ai regolamenti internazionali (ISO 14000) e europei (EMAS).

In questo contesto i processi di Agenda 21 Locale in Italia si sono diffusi in modo significativo, soprattutto

grazie ai bandi del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (al quale ha partecipato il

Comune di Torre del Greco) e alle attività del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.

È opportuno evidenziare la difficoltà per gli Enti Locali nell’attivazione di un processo a volte complesso

e di medio-lungo periodo.

Tuttavia il rapporto costi-benefici pare essere positivo, quando il processo di Agenda 21 Locale

rappresenta contemporaneamente una leva tecnica e politica, e quando genera nuovi strumenti di

gestione e governo dell’ambiente.

La Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Torre del Greco, redatta dallo staff tecnico di Formambiente

responsabile dell’assistenza tecnica al Comune per il processo di Agenda 21 Locale, è il primo passo verso

l’attività “reporting strategico”. La conoscenza rappresenta la premessa fondamentale per poter avviare

processi di pianificazione, gestione e valutazione delle politiche ambientali. Il reporting è infatti basato su

un duplice approccio della conoscenza: da un lato occorre analizzare i bisogni di informazione e dall’altro

occorre divulgare la conoscenza rendendola accessibile, mirata e fruibile.

La Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Torre del Greco ha dunque l’obiettivo di introdurre un

approccio metodologico capace di produrre informazioni utili ad orientare la pianificazione del territorio

basata sulla promozione del concetto di sviluppo sostenibile.

Prof. Antonio Saturnino

Direttore di Formambiente

Responsabile del Progetto


Introduzione

Questa pubblicazione segna per l’Amministrazione della Città di Torre del Greco una svolta ed un punto di

non ritorno.

Una svolta per ciò che attiene le politiche ambientali, perchè per la prima volta si offre ai cittadini la migliore

delle fotografie possibili sullo Stato dell’Ambiente in Città su cui confrontarsi per calibrare in maniera

sistematica interventi di risanamento e di recupero.

Un punto di non ritorno in termini di metodo per uno sviluppo sostenibile, perchè il costituito Forum delle

associazioni costituisce un riferimento certo dell’Amministrazione Comunale per valutare, ad un tavolo

rappresentativo degli Stakeholders locali e di expertise ambientali, i rischi e le opportunità derivanti dalle

proprie decisioni.

Agenda 21 Locale ha fornito un metodo di confronto democratico e concreto tra chi amministra la città e

chi ne rappresenta il primo riferimento in termini di sussidiarietà verticale, che fa crescere le Associazioni e

responsabilizza gli Amministratori capaci.

A noi tutti il compito di cambiare in meglio la qualità della vita dei cittadini di Torre del Greco e dei loro figli.

Ing. Ninni De Santis

Presidente del Forum A21 Locale

Lo staff di progetto

Responsabile del progetto

Prof. Antonio Saturnino

Coordinamento tecnico-scientifico

Arch. Ciro Pinelli

Coordinamento di ambito

Arch. Antonio Oliviero

Dott. Armando G. C. Festa

Consulenti per il Forum e per la

Relazione sullo Stato dell’Ambiente

Dott. Gianluca Battaglia

Dott. Raffaele D’Aniello

Arch. Mara D’Onofrio

Dott. Gianfranco Esposito

Dott. Michele Fortunato

Dott.ssa Annalisa Gaglione

Dott. Dario Laudisio

Arch. Adele Martiniello

Arch. Giuseppe Miraglia

Dott.ssa Cinzia Pastore

Dott. Massimo Scognamiglio

Dott.ssa Antonella Serpieri


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Il Forum e i contributi tematici

Il Forum di Agenda 21 Locale ha evidenziato la volontà della cittadinanza

di Torre del Greco di partecipare a momenti di aggregazione durante i

quali contribuire alla crescita ed allo sviluppo del proprio territorio.

Uno degli elementi di maggiore successo di Agenda 21 Locale è

infatti rappresentato dall’entusiasmo e dalla partecipazione attiva ai

lavori del Forum da parte degli stakeholders. I partecipanti suddivisi,

in quattro gruppi tematici – ambiente, sociale, economia e territorio

– hanno contribuito con le loro idee, progetti, dati, studi e ricerche alla

individuazione dei punti di forza e di debolezza del territorio (analisi

swot) finalizzata alla definizione di obiettivi di sostenibilità. I gruppi di

lavoro sono stati supportati da un team di facilitatori che hanno favorito

la costruzione di scelte condivise e consensuali.

L’analisi swot ha permesso di:

1. elaborare definizioni condivise sul contesto territoriale in oggetto;

2. analizzare le caratteristiche dell’area torrese;

3. rilevare i punti di debolezza che ne limitano lo sviluppo socioeconomico;

4. evidenziare le opportunità che si possono presentare e le ricadute

positive da incentivare sul territorio;

5. analizzare i rischi ai quali il territorio è esposto.

Gli stakeholders hanno inoltre partecipato ad un ciclo di seminari su

alcune delle principali tematiche emerse dal dibattito del Forum: gli

argomenti affrontati hanno riguardato la problematica dei rifiuti e della

raccolta differenziata, la finanza etica e la mobilità sostenibile.

Il Forum, ovviamente, non intende in alcun modo sostituire gli organi

decisionali preposti dell’ente pubblico ma intende supportarne le

scelte con un contributo di idee e progetti orientati alla sostenibilità.

Di seguito viene riportato l’elenco delle associazioni aderenti al Forum

di Agenda 21 Locale di Torre del Greco, associazioni alle quali va un

sentito ringraziamento per l’assidua partecipazione e per il lavoro

svolto. Si tratta di 60 associazioni afferenti a diversi settori e tematismi:

Al presente lavoro hanno inoltre contribuito con la fornitura di dati,

informazioni, studi, ricerche e progetti diversi Enti, pubblici e privati,

grazie ai quali è stato possibile realizzare la prima Relazione sullo Stato

dell’Ambiente a Torre del Greco.

Analogamente ad altri contesti dove si sono sviluppati processi di

Agenda 21 Locale, è emerso che l’accesso ai dati ed alle informazioni

ambientali rappresenta un elemento di criticità del processo. Occorre

perciò insistere nel percorso di divulgazione e diffusione dei dati

a disposizione poiché solo in tal modo la Relazione sullo Stato

dell’Ambiente potrà costituire un elemento importante e decisivo per

coloro che devono proporre piani e progetti tesi al miglioramento della

qualità ambientale nel proprio Comune.

L’attuazione di Agenda 21 Locale in Italia rappresenta, in questo senso,

uno stimolo ad aumentare gli sforzi nella direzione di una più ampia

diffusione dei dati disponibili.

Associazione

Gruppo tematico: AMBIENTE

Ente Parco Nazionale del Vesuvio

LegaAmbiente

Associazione Rangers d’Italia

Ass. Torre Vesuvio Pro Natura

WWF/Comuni Vesuviani

ANEA – Agenzia Napoletana

Energia Ambiente

ATIA - Ass. Torrese Ingegneri e

Architetti

Il progresso

Università Verde

Associazione Amici

Associazione Le Contrade

Direz. Didattica 7°Circolo Via

Montedoro 43

6°Circolo Didattico E. De Nicola

C.Vitt.Emanuele

Scuola Media Statale G.Leopardi

Associazione Cento Fontane

Comitato Carotenuto

Associazione Delphino

Liceo Scientifico Statale “A. Nobel”

Gruppo tematico: ECONOMIA

UIL

CGIL

CISL

AssoCoral

Banca di Credito Popolare di Torre

del Greco

Ascom Confcommercio

Confartigianato

Oratorio/Parrocchia Preziosissimo

Sangue

Associazione Vesuviana di

volontariato

Confesercenti

Associazione

Gruppo Tematico: SOCIALE

Coop. Sociale Anchioleali

Sant’Antonio

IRT-volontari protezione civile

via calastro ex Mulini Marzoli

Bricolage

Ass. Le Tribù - Commercio

equo e solidale

Associazione di volontariato

Cepsav - ONLUS

AVO Associazione Volontari

Ospedalieri

A.T.O.M. (Ass. malati trapiantati

d’organo)

Ass. Musicale S. Cecilia

Contrada Taurano

Scuola Media Angioletti

Fonte Etica Service onlus Soc.

Coop

Istituto ProfessionaleSCT

F.Degni

Associazione Culturale

Musicale Torrese

V°Circolo Didattico Torre del

Greco

Lega Navale Italiana sezione

- Torre del Greco

Centro Studi e Progetti Caritas

Ass. Culturale Villa Giusy Club

Azione Cattolica Giovani

ATIPH Onlus

Gruppo tematico: TERRITORIO

TESS Costa del Vesuvio spa

Ente Ville Vesuviane

Santa Teresa Il Risveglio

Pro Loco Torre del Greco

GAT/Gruppo Archeologico

Torrese

Gruppo Archeologico

Vesuviano

A.R.C.I Oblò - Torre del Greco

UGL

V°Circolo Didattico N.

Giampietro

Solidarietà

Associazione Rangers d’Italia

Preziosissmo sangue

Unimpresa


IL FORUM E I CONTRIBUTI TEMATICI

Due momenti di Agenda 21 Locale a Torre del Greco: il Forum ed il

seminario sui rifiuti

Si ringraziano inoltre gli Enti ed i relativi responsabili e referenti

per la preziosa collaborazione prestata nell’ambito delle attività di

ricerca dati svolta per la realizzazione della Prima Relazione sullo

Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco.

Si ringraziano infine gli Enti che hanno manifestato la loro

disponibilità, collaborazione e partecipazione agli eventi organizzati

nell’ambito di Agenda 21 Locale. Tra questi l’Ente Parco Nazionale

del Vesuvio, l’Autorità di Bacino del Sarno, l’Autorità Ambientale

della Regione Campania, la Banca di Credito Popolare di Torre del

Greco, l’Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento

di Scienze Biologiche – Sezione Zoologia e Dipartimento di Scienze

della Terra, il Gruppo di Ricerca Ecologica, la Libera Facoltà di

Scienze Turistiche di Caserta, la Ditta IGI.CA., l’Istituto di Ricerca e di

Didattica Ambientale – IREDA, la Provincia di Napoli, l’ETP di Napoli,

Euroconsult, la Camera di Commercio di Napoli.

Comune di Torre del Greco

Protezione Civile Comunale

ISTAT Napoli

Ente Provinciale Turismo

Corpo Forestale dello Stato

Capitaneria di Porto

ARPAC – Ag. Reg. Protezione

Ambiente Campania

ARPAC – Ag. Reg. Protezione

Ambiente Campania - CRIA Napoli

Ente Ville Vesuviane

Tess – Costa del Vesuvio

Patto del Miglio D’oro

Ferrovie dello Stato

Vesuviana Mobilità

Metrò del Mare

Napoletana Gas Clienti S.p.A.

Napoletana Gas S.p.A.

AssoCoral

Circumvesuviana S.r.L.

ANEA – Agenzia Napoletana

Energia Ambiente

Regione Campania – Centro

Operativo Territoriale

Polizia Municipale Torre del Greco

Osservatorio Vesuviano

Dott.sa. Aurilia

Dott. Avallone

Sig. Balzano

Geom. Boccardo

Sig. Busco

Ing. Costabile

Dott. Formisano

Dott. Intoccia

Sig. Madonna

Dott. Merlino

Arch. Sannino

Ing. Sannino

Dott. Sbarra

Dott.ssa Scognamiglio

Sig. Raiola

Geom. Abilitato

Dott.ssa Angela Maria Digrandi

Dir. U.O. Statistiche economiche amb.

Dott. Potenzieri

Sig. Paesano

Ing. Luongo

Sov. Palomba

Ag Vanni

Ag Ferrante

Ag. Schiavone

STV Amato

Dott. Troina

Ing. De Nardo

Sig. Torre

Dott. D’Antonio

Sig. Barbato

Dott. De Simone

Dott. Chianese

Dott. Russoniello

Ing. Scialoia

Dott.ssa Buccella

Ing. Nastri

Dott. Di Martino

Ing. Sposito

Com. Iaccarino

Sig. Rossella

Ing. Napolitano

Sig. Silvestrini

Ing. Amoroso

Dott.ssa Ricci

Dott. Ascione

Sig. Torre

Ing. Aveta

Ing. Pesce

Sig. Capuano

Ing. Macaluso

Ing. Simeone

Dott.ssa Capone

Dott. Magliulo

Dott. Accardo

Dott. Avallone

Dott. Formisano

Dott. Macedonio

Dott.ssa Casagrande

Arch. Vertechi


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Cap. 1

IL PROCESSO DI AGENDA 21 LOCALE

A TORRE DEL GRECO

1.1 Lo Sviluppo Sostenibile ed il processo

di Agenda 21 Locale a Torre del Greco

Il concetto di Sviluppo Sostenibile comincia a diffondersi all’inizio

degli anni settanta quando, durante la Conferenza delle Nazioni

Unite sull’Ambiente Umano, furono affrontati e discussi i principi e

le raccomandazioni circa la responsabilità di ciascun individuo in

relazione all’ambiente.

I modelli di sviluppo economico, affermatisi a partire dagli anni cinquanta

nella maggior parte dei paesi industrializzati fino agli anni settanta,

erano essenzialmente finalizzati alla massima crescita economica. Gli

obiettivi principali di tali modelli erano rappresentati dall’espansione

del Prodotto Nazionale Lordo e dall’aumento del reddito individuale;

le questioni riguardanti la tutela ambientale, la qualità della vita e la

gestione del patrimonio culturale e naturale erano considerati obiettivi

secondari nella migliore delle ipotesi.

Nel 1987, il Ministro norvegese Bruntland, autrice del famoso omonimo

rapporto, definisce lo sviluppo sostenibile come “lo sviluppo in grado di

soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la

possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri””.

L’introduzione del concetto di sviluppo sostenibile riconosce i limiti

di una crescita economica basata su un aumento esponenziale della

domanda di risorse naturali appartenenti ad un sistema finito. Questo

modello di sviluppo porterebbe progressivamente all’involuzione dei

processi produttivi ed economici in atto.

D’altra parte è ormai concetto diffuso che la qualità della vita non sempre

coincide con la crescita economica. Qualità della vita che negli ultimi

anni ha subito un peggioramento in seguito alle alterazioni ambientali

e al degrado sociale. Di qui la necessità di affermare nuovi modelli di

sviluppo socio-economico in cui gli aspetti che prima rappresentavano

solo delle esternalità, diventino parti integranti del contesto produttivo

e dei processi di pianificazione dello sviluppo di un dato territorio.

Nel 1992, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Earth

Summit) a Rio de Janeiro, vengono indicati i principi su cui impostare le

politiche nazionali ed internazionali, sulla base dei problemi globali di

cui sono considerati responsabili tutti gli Stati.

È in tale occasione che viene siglato, da oltre 150 Paesi, il documento

intitolato “Agenda 21”, ovvero l’elenco delle cose da fare nel 21° secolo.

Quest’ultimo negli anni successivi si è tradotto, a livello locale, in uno

strumento di concertazione e partecipazione “dal basso” attraverso il

coinvolgimento degli stakeholders (i portatori di interessi) col fine di

individuare obiettivi, azioni e risorse per garantire il benessere delle

generazioni future del territorio di appartenenza.

L’Agenda 21 Locale, in particolare, rappresenta uno strumento di

pianificazione concertata di azioni concrete finalizzate allo sviluppo

sostenibile del territorio locale. La concertazione avviene tra le autorità

locali ed i diversi portatori di interesse locali (i cosiddetti stakeholders),

riuniti in un Forum Agenda 21. All’interno del Forum, a partire dalle

criticità più significative del territorio, vengono individuati gli obiettivi

ambientali, economici e sociali da raggiungere e le relative azioni da

attuare.

Il capitolo 28 del documento di Rio, in particolare, riconosce il ruolo

fondamentale delle autorità locali nel perseguimento degli obiettivi di

Agenda 21 e, dunque, di uno sviluppo sostenibile. Le autorità locali, infatti,

costruiscono, mantengono e rinnovano le infrastrutture economiche,

sociali ed ambientali, sovrintendono ai processi di pianificazione,

stabiliscono politiche e regolamentazioni ambientali e concorrono

all’attuazione delle politiche ambientali nazionali e regionali.

In Danimarca, nel 1994, viene approvata la “Carta delle Città Europee per

un Modello Urbano Sostenibile”, più conosciuta come Carta di Aalborg

dal nome della città che ospitò la Conferenza. Questo documento

è diventato, in Europa, il punto di riferimento per l’Agenda 21 Locale.

Infatti, moltissimi Enti locali, dopo aver sottoscritto la Carta di Aalborg,

hanno effettivamente attivato un percorso di coinvolgimento delle

loro Comunità e di progettazione di azioni concrete. In particolare, la

Commissione europea ha promosso l’Agenda 21 Locale attraverso la

Campagna Europea per le Città europee sostenibili che costituisce

parte del “Progetto Città Sostenibili”, avviato nel 1992 dal Gruppo

Esperti Ambiente Urbano dell’Unione Europea. Lo scopo principale

della Campagna è quello di promuovere l’adesione delle comunità

locali alla Carta di Aalborg e di assisterle nella costruzione di politiche

atte ad integrare le dimensioni ambientali, sociali ed economiche nello

sviluppo sostenibile delle città.

Nel 1999 è stata definita, da parte di un gruppo di amministrazioni

locali italiane, l’organizzazione di un Coordinamento Nazionale Agende

21Locali. Gli scopi e gli obiettivi del Coordinamento nazionale sono

stati discussi e sintetizzati, nello stesso anno, nella Carta di Ferrara e

successivamente nel “Documento di Firenze”.

Il Comune di Torre del Greco ha aderito alla Carta di Aalborg con

Delibera Giunta Municipale n. 145 del 12 novembre 2002 .

E ancora, i documenti di indirizzo Europei di questi anni hanno

contribuito al progredire della discussione sulle tematiche in questione,

il concetto di sviluppo sostenibile si è arricchito assumendo una tripla

valenza che vede l’interazione degli aspetti ambientali, economici e

sociali.

Un altro passo fondamentale nell’evoluzione del concetto di sviluppo

sostenibile è rappresentato dal Summit mondiale dell’ONU tenutosi

a Johannesburg nel 2002 in cui i principali leader ed organizzazioni

mondiali, riunitesi, hanno discusso ed affrontato le sempre più aggravate

problematiche ambientali del pianeta, indicando un percorso operativo

orientato alla sostenibilità delle azioni.

Anche le politiche dell’Unione Europea hanno contribuito al dibattito

internazionale sullo sviluppo sostenibile apportando un’innovazione

alle tematiche sullo sviluppo attraverso la definizione del VI Programma

di Azione adottato con Decisione n°1600/2002/CE del Parlamento

europeo e del Consiglio del 22-07-2002. Il VI Programma, in continuità

con il V Programma d’azione, delinea gli scenari per lo sviluppo delle

politiche ambientali dei paesi membri indicando nell’uso razionale

delle risorse naturali del pianeta e la salvaguardia dell’ecosistema

globale i presupposti essenziali dello sviluppo sostenibile, la prosperità

economica e un’equilibrata organizzazione sociale.

In Italia il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, sulla

base degli indirizzi del VI Programma Quadro europeo, ha elaborato

e proposto la propria strategia di azione ambientale, approvata con

Delibera CIPE del 02/08/2000.

I temi affrontati e sviluppati sono di seguito riportati:

1. Cambiamenti climatici e protezione della fascia dell’ozono;

2. Protezione e valorizzazione sostenibile della Natura e della

Biodiversità;

3. Qualità dell’Ambiente e qualità della vita negli ambienti

urbani e nel territorio;

10


IL PROCESSO DI AGENDA 21 LOCALE

A TORRE DEL GRECO

4. Gestione sostenibile delle risorse naturali, in particolare delle acque,

modelli di produzione e consumo e cicli dei rifiuti.

Emerge da questa breve sintesi che le politiche internazionali sono

sempre di più orientate verso il soddisfacimento delle crescente

domanda di qualità ambientale. La gestione della conflittualità tra

sviluppo e gestione delle risorse assume carattere prioritario nell’azione

di governo del territorio con la consapevolezza che la conservazione

delle risorse ambientali non deve essere fine a se stessa ma deve avere

un ruolo dinamico nello sviluppo economico.

La promozione dello sviluppo eco-compatibile, capace di sostenere

sistemi e processi di produttivi che non siano causa di degrado delle

risorse naturali non rinnovabili, diventa dunque obiettivo fondamentale

da perseguire mediante l’attuazione di modelli compatibili con le realtà

specifiche di un dato territorio.

1.2 La Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente a

Torre del Greco: il quadro diagnostico e il modello DPSIR

La Relazione sullo Stato dell’Ambiente rappresenta uno strumento

finalizzato ad individuare ed a descrivere il territorio individuando gli

indicatori più significativi che meglio possono caratterizzarne lo stato.

Tale Relazione, quindi, si pone l’obiettivo di descrivere lo stato attuale

della situazione ambientale dell’area comunale di Torre del Greco

sviluppando le diverse tematiche ambientali attraverso un’analisi

rigorosa dei dati disponibili, consolidati ed affidabili.

La Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Torre del Greco è il risultato

della prima fase del processo di Agenda 21 Locale e si pone i seguenti

obiettivi:

• essere uno strumento operativo del Forum e dell’Ente Locale per l’individuazione

di un successivo Piano di Azione Locale consentendo

il monitoraggio costante nel tempo delle condizioni ambientali del

territorio;

• essere un mezzo di comunicazione e divulgazione delle informazioni

sulle condizioni ambientali, sociali ed economiche raccolte sistematicamente

in seno al processo di Agenda 21 Locale;

• tracciare un quadro complessivo sullo stato ambientale del territorio

in tutti i suoi aspetti caratteristici (ambientali, economici e sociali);

• integrare la variabile ambientale nelle diverse politiche di settore in

maniera tale da innescare processi di condivisione delle strategie e

dei programmi di sviluppo.

La metodologia adottata per la relazione sullo stato dell’Ambiente

La Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Torre del Greco è stata

elaborata utilizzando un sistema di indicatori secondo la metodologia

del modello modello DPSIR (Determinanti-Pressioni-Stato-Impatti-

Risposte) messo a punto dall’European Environment Agency (Agenzia

Europea per l’Ambiente).

Gli indicatori sono parametri sintetici che rappresentano in modo

significativo un certo fenomeno e ne permettono la valutazione nel

tempo.

Il modello DPSIR, messo a punto originariamente dall’OCSE e basato

sulla sequenza Pressione-Stato-Risposta (PSR), è stato successivamente

ripreso dall’EEA che ha esplicitato le fasi relative alle cause generatrici

delle pressioni e degli impatti. Questo modello si basa su una struttura

di relazioni di causa-effetto che consentono di analizzare in maniera

organica le complesse interazioni che esistono fra sistema naturale e

sistema antropico.

Secondo il modello DPSIR:i Determinanti intendono descrivere le

attività antropiche causa dei principali fattori di Pressione esercitati

sull’ambiente che ne caratterizzano lo Stato e ne determinano gli

Impatti sulle singole componenti ambientali. Gli indicatori di Risposta

hanno lo scopo di evidenziare l’efficacia delle azioni messe in atto per

la tutela e salvaguardia dell’ambiente.

Il modello DPSIR si basa sulla seguente serie di relazioni causali:

• le attività antropiche (Driving Forces o Determinanti) operano una

pressione ambientale che interessa lo stato dell’ambiente, modificandone

la qualità e la quantità delle risorse naturali.

• queste alterazioni dello stato dell’ambiente hanno impatti ambientali

negativi sulla salute umana, gli ecosistemi e le funzioni ambientali.

• in risposta a ciò, la società (imprese, Pubblica Amministrazione e cittadini)

interviene per mitigare gli impatti attraverso le risposte (politiche

ambientali).

Questa struttura del modello di base è stata scelta per due motivi:

• Separa i 5 momenti della catena causale che porta dalle attività

antropiche alle politiche ambientali permettendo sia di valutare le

risposte ambientali (puntuali o sistematiche) in relazione agli impatti

dell’economia ed alle loro ripercussioni sullo stato dell’ambiente

che di stimare o misurare la pressione antropica separatamente per

ciascun settore economico ed analizzare il contributo delle diverse

componenti dell’economia al degrado ambientale fornendo preziose

indicazioni per le politiche ambientali preventive.

• È coerente con i modelli elaborati dall’OCSE e dalle istituzioni comunitarie

che sono ormai internazionalmente adottati come modelli di

riferimento.

Da un punto di vista operativo lo schema adottato (si veda la pagina

successiva) si può riassumere come segue:

• individuazione dei determinanti ovvero le cause che esercitano una

pressione sull’ambiente;

• valutazioni delle pressioni ovvero degli impatti che le attività

antropiche esercitano sull’ambiente;

• valutazione dello stato cioè della condizione delle risorse naturali

sia in termini qualitativi che quantitativi valutabile attraverso i dati

disponibili;

• valutazione degli impatti sulle singole componenti ambientali;

• descrizione delle risposte ovvero delle reazioni della società alle

modificazioni ambientali conseguenza delle pressioni esercitate su

di esso.

Gli indicatori ambientali individuati per le singole tematiche oggetto

del presente RSA rappresentano gli strumenti necessari per una

comunicazione essenziale, comprensibile e sintetica dello stato

dell’ambiente.

L’APAT ha elaborato un primo set SINAnet di 225 indicatori prioritari,

estratti da un nucleo iniziale di circa 550 suggeriti dall’EEA, idonei a

rappresentare determinati fattori o matrici ambientale e a garantire

una buona copertura spaziale e temporale.

Sulla base di questo elenco, sono stati scelti quegli indicatori che

maggiormente rappresentano la realtà del territorio comunale che

rispondono ai requisiti di seguito indicati:

• validità scientifica sulla base di dati documentati e validati;

• semplicità di lettura ed interpretazione;

• rappresentatività rispetto alle tendenze evolutive;

• tempestività dell’informazione rispetto a fenomeni potenzialmente

irreversibili;

• facilità di reperibilità a costi ragionevoli;

• facilità di aggiornamento. Per la redazione della RSA, sono stati

estrapolati soltanto alcuni “indicatori fondamentali” funzionali alla

descrizione delle specifiche tematiche.

11


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Per ciascun indicatore sono stati riportati:

• la categoria di appartenenza all’interno del modello DPSIR;

• l’obiettivo di qualità ambientale;

• lo stato;

• il trend in relazione all’obiettivo.

Lo sviluppo sociale e culturale ha portato in primo piano gli aspetti

legati alla qualità della vita e dell’ambiente.

Nel caso di obiettivi non specificamente previsti da normative, viene

proposto, se possibile, un obiettivo derivante da valutazioni relative

alle aspettative di miglioramento della qualità ambientale delle risorse

naturali per la tutela della salute e della qualità della vita. Lo stato è la

fotografia della situazione attuale, valutata sulla base degli opportuni

riferimenti spaziali e temporali indicati nel relativo testo.

Ad esso è assegnato un codice a facet, secondo questo criterio:

+ in miglioramento (avvicinamento agli obiettivi);

+/- indifferente (stazionario rispetto agli obiettivi);

- in peggioramento (allontanamento dagli obiettivi).

buono indifferente critico

Per ciascun indicatore è riportato il trend evolutivo, rappresentato con

segno + oppure -, in relazione all’obiettivo previsto:

C a u s e g en era tric i

p rim a rie

•agricoltura

•industria

•trasporti

•ecc

Determinanti

Interventi strutturali

emissivi

… )

Risposte

R is p o s te

•leggi

•piani

•prescrizioni

•ecc

Interventi prescrittivi /tecnologici

Pressioni

(tecnologie pulite, limiti

Bonifiche

Impatti

P res s io n i

•emissioni

atmosferiche

•produzione rifiuti

•scarichi industriali in

corpi idrici

•ecc

Stato

S ta to e ten d en ze

•qualit à dell’aria

•qualit à delle acque

•biodiversit à

•ecc

Im p a tto

•sulla salute

•sugli ecosistemi

•ecc

MODELLO DPSIR - Categorie e relazioni di causalità degli elementi conoscitivi - Fonte APAT

12


I FATTORI DETERMINANTI

Cap. 2

I FATTORI DETERMINANTI

2.1 Il quadro socio-economico e territoriale e le attività

produttive

2.1.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle

criticità

I principali documenti internazionali e comunitari relativi allo sviluppo

sostenibile, a partire da quello della Conferenza di Rio del 1992, sottolineano

che la sostenibilità deve riguardare tanto gli aspetti ambientali

quanto quelli sociali ed economici.

Nell’ambito del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente si ritiene utile fornire,

quindi, un iniziale inquadramento socio - economico che, pur senza

la pretesa di dettagliati livelli di analisi riguardanti le singole componenti

sociali e le reciproche interrelazioni, sia in grado di cogliere alcuni

aspetti fondamentali della comunità oggetto di analisi. Anche se non

direttamente correlati alle principali problematiche ambientali, gli indicatori

sociali possono fare emergere differenti valori, sensibilità, modelli

organizzativi e fasi di crescita di una collettività che sono destinati a

confrontarsi, più o meno indirettamente, con un modello di sviluppo

sostenibile dal punto di vista ambientale.

Le informazioni disponibili riguardanti gli aspetti demografici e sociali,

in particolar modo quelli in cui la componente qualitativa è più forte,

risultano molto spesso insufficienti per elaborare un set completo di indicatori

in quanto non esiste un monitoraggio abituale o, in alternativa,

occorre predisporre studi mirati.

Per ottenere una visione d’insieme del sistema socio-economico del

territorio di Torre del Greco e valutare le dinamiche di impatto ambientale,

il presente lavoro non può prescindere dall’analisi dell’andamento

demografico ed economico. Di seguito si riporta una breve sintesi delle

principali caratteristiche socio-economiche del Comune di Torre del

Greco che saranno approfondite nei successivi paragrafi.

Della popolazione residente nel Comune di Torre del Greco circa il 60%

risiede nel centro urbano. I nuclei familiari sono circa 26.000, mentre

i nuclei non domestici sono circa 3.000 (compresi circa 1.500 esercizi

commerciali fissi e circa 230 esercizi pubblici).

L’andamento della popolazione iscritta all’anagrafe mostra una diminuzione

nel periodo che intercorre dal 1991 al 2001 (dato coerente con il

trend negativo presente nell’Italia meridionale).

L’economia torrese presenta una specializzazione produttiva abbastanza

diversificata sia nel comparto industria e servizi che in quello

agricolo.

Di particolare rilievo le attività legate alla pesca, alla lavorazione del corallo

e di altri preziosi, alla floricoltura (soprattutto garofani, gerbere e

crisantemi) e alla produzione di pinoli. Produzioni che costituiscono il

fulcro del commercio e dell’artigianato locale.

Degna di nota l’attività avente ad oggetto la cantieristica navale, oggi in

fase regressiva rispetto al passato, ma ancora di rilievo.

In generale, le imprese presenti sono di piccole o piccolissime dimensioni,

in molti casi a conduzione familiare. Dall’analisi del settore manifatturiero

emerge una rilevante specializzazione nella categoria merceologica

gioielleria e oreficeria.

Il settore commerciale vede una prevalenza del commercio al dettaglio,

con una specializzazione relativa superiore al comparto provinciale e

Italia meridionale.

Il comparto agricolo ha una bassa incidenza in termini quantitativi, ma

si caratterizza per un’agricoltura intensiva nelle coltivazioni floricole e

nell’orticoltura specializzata. L’area è interessata da diverse produzioni

tipiche (albicocche e pomodorini).

Il settore turistico dell’area si fonda su importanti collettori turistici: Vesuvio,

aree archeologiche e tradizione ristorativi (spiccata vocazione del

territorio nella ristorazione, con 47 operatori presenti).

2.1.2 L’andamento demografico

I principali indicatori:

ANDAMENTO DEMOGRAFICO

Nome

Popolazione

residente

Densità

Dinamica

demografica

Indice di

vecchiaia

Genere

Stato civile

Saldo naturale

Saldo migratorio

Definizione

Numero di persone con dimora nell’ambito

comunale

Rapporto tra il numero di persone residenti

e la superficie del territorio di interesse

Rappresenta la distribuzione della

popolazione sul territorio comunale

attraverso il tempo

Rapporto percentuale tra la popolazione

con 69 anni e oltre e la popolazione con

meno di 19.

Differenza tra il numero di maschi e il

numero di femmine

Differenza tra numero di celibi e nubili

Differenza tra numero di coniugati e

separati

Differenza tra numero di vedovi e divorziati

Differenza tra il numero delle nascite e il

numero di decessi

Differenza tra le iscrizioni anagrafiche

per immigrazione e la cancellazione per

emigrazione

Popolazione residente e dinamica demografica

La prima forma di pressione sul territorio è certamente data dalla quantità

di persone che vi risiedono, poiché dal loro numero dipende l’uso

dei suoli, la domanda degli spazi, il consumo delle risorse, la produzione

di inquinanti.

Il Comune di Torre del Greco si estende per una superficie di 30,66 Kmq,

corrispondente allo 0,23 % dell’intero territorio regionale, che ha una

superficie pari a 13.593,33 Kmq, e al 2,62 % del territorio della Provincia

di Napoli.

La dinamica della popolazione complessiva di Torre del Greco presenta

un trend positivo fino al 1985 quando la popolazione raggiunge

13


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

105.091 unità; dal 1986 al 2005 assistiamo ad un’inversione di tendenza

con un decremento della popolazione di circa 16.000 unità.

Nel periodo compreso tra i censimenti 1981-2001 (al primo gennaio)

la popolazione residente nel Comune di Torre del Greco è passata da

103.605 a 90.607 abitanti segnando un calo complessivo del 12,55%. Il

calo demografico è dovuto più che ad un’insufficiente ricambio biologico

ad un movimento migratorio. Nel periodo 1985-2005 il calo demografico

è stato complessivamente pari al 15,48%.

Indice di vecchiaia

Classi di età 1981 1991 2001

fino a 19 anni 41.276 33.844 23.961

oltre 60 anni 11.552 13.743 16.480

Indice di vecchiaia 27,98 40,60 68,77

Dinamica demografica anni 1981- 2001

Popolazione residente per classi d'età

fin o a 9 a .

Anni

(al primo gennaio)

Popolazione

residente

Variazione %

1981 103.605 0,00

1991 101.361 -2,17

2001 90.607 -10,61

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

0

1981 1991 2001

d a 10 a 19

d a 20 a 29

d a 30 a 39

d a 40 a 49

d a 50 a 59

d a 60 a 69

o ltr e 69 a .

Al primo gennaio 2005 la popolazione è arrivata a 88.947 abitanti con

una densità demografica (popolazione residente su superficie territoriale

comunale) pari a 2.901,07 ab per Kmq. (Fonte: ISTAT)

La struttura della popolazione

Le variabili considerate per l’analisi della struttura della popolazione del

territorio di Torre del Greco sono:

• l’età anagrafica;

• il genere;

• lo stato civile.

L’età anagrafica è definita dall’indice di vecchiaia che consente di evidenziare

il grado di invecchiamento della popolazione, l’andamento nel

tempo e l’esistenza o meno di tendenze consolidate all’invecchiamento

della popolazione; un valore basso dell’indice indica un’elevata natalità

ed una ridotta percentuale delle classi anziane.

Dall’analisi dei dati dei censimenti 1981-1991-2001 si rileva che siamo

in presenza di un progressivo invecchiamento della popolazione di Torre

del Greco; infatti la popolazione di età inferiore a 19 anni è scesa da

41.276 unità nel 1981 a 23.961 mentre gli individui di età superiore a 60

anni sono aumentati da 11.552 a 16.480 unità.

L’indicatore relativo al genere consente di evidenziare la ripartizione

della popolazione tra i diversi sessi. I dati sulla popolazione residente

per sesso dal 1981 al 2005 evidenziano sempre un saldo positivo di

femmine rispetto ai maschi. (Fonte: ISTAT)

Popolazione residente per sesso

Anni M F TOTALE

1981 51.610 51.995 103.605

1991 49.085 52.276 101.361

2001 44.202 46.405 90.607

Evoluzione demografica dal 1861 al 2001

Popolazione residente per classi di età

Classi di età 1981 1991 2001

fino a 9 anni 20.664 14.723 11.078

10-19 20.612 19.121 12.883

20-29 16.141 17.763 14.396

30-39 14.096 14.110 13.091

40-49 11.000 12.220 11.797

50-59 9,540 9.681 10.882

60-69 6.719 7.804 8.318

oltre 69 anni 4.833 5.939 8.162

TOTALE 103.605 101.361 90.607

L’analisi è confermata dall’indice di vecchiaia che passa da 28 anziani

ogni 100 giovani del 1981 a 69 anziani ogni 100 giovani nel 2001.

14


I FATTORI DETERMINANTI

2001

Popolazione residente per sesso

Il saldo naturale

Consente di evidenziare le dinamiche della popolazione individuando

le variazioni dell’andamento demografico. L’analisi del movimento naturale

relativo al periodo 1993-2004 evidenzia un saldo positivo costante

annuo tra nati vivi e i morti.

1991

1981

40.000 45.000 50.000 55.000

Di seguito si riporta l’andamento demografico relativo al periodo 1

gennaio 2002 – 1 gennaio 2005:

Anni

(al primo

gennaio)

Popolazione residente per sesso

(Istat – Bilancio anagrafico)

M F TOTALE

2002 44.122 46.343 90.465

2003 43.688 45.973 89.661

2004 43.379 45.819 89.198

2005 43.228 45.719 88.947

L’indicatore relativo allo stato civile consente di evidenziare la ripartizione

della popolazione tra:

- celibi/nubili;

- coniugati/separati;

- vedovi/divorziati.

I dati rilevati dal censimento del 1981-1991-2001 evidenziano:

- un forte calo degli individui celibi/nubili;

- una riduzione percentualmente più contenuta degli

individui coniugati/separati;

- un aumento degli individui vedovi/divorziati.

Popolazione residente per stato civile

Stato civile 1981 1991 2001

Celibi/ nubili 52.784 50.161 40.356

Coniugati/separati 46.248 45.844 43.620

Vedovi/divorziati 4.573 5.356 6.996

TOTALE 103.605 101.361 90.607

120.000

100.000

80.000

60.000

40.000

20.000

0

Popolazione residente per stato civile

1981 1991 2001

M

F

ve dovi/divor zia ti

c oniuga ti/s e pa r a ti

c e libi/nubili

Movimento anagrafico anni 1993 – 2004

Movimento naturale

Anni

Nati vivi Morti Differenza

1993 1.277 730 +547

1994 1.302 739 +563

1995 1.206 733 +473

1996 1.128 767 +361

1997 1.172 768 +404

1998 1.138 661 +477

1999 1.210 742 +468

2000 1.190 729 +461

2001 1.194 708 +486

2002 1.121 793 +328

2003 1.099 782 +317

2004 1.059 767 +292

Poiché il saldo naturale tra natalità e mortalità è positivo vuol dire che il

trend decrescente della popolazione è dipeso da un fenomeno migratorio

degli abitanti di Torre del Greco verso altri comuni, solo parzialmente

mitigato da immigrati nazionali e internazionali.

Il saldo migratorio

L’indicatore relativo al saldo migratorio nazionale rappresenta la differenza

annuale tra il numero di immigrati e di emigrati all’interno del

territorio. L’analisi del movimento migratorio relativo al periodo 1993-

2004 evidenzia un saldo negativo costante che rappresenta la determinante

della costante riduzione della popolazione di Torre del Greco.

Anni

Saldo migratorio annuale anni 1993 – 2004

Immigrati da

altro comune

Emigrati in

altro comune

Saldo

migratorio

1993 1.197 2.045 -848

1994 1.162 2.122 -960

1995 1.166 2.446 -1.280

1996 1.052 2.717 -1.665

1997 1.023 2.448 -1.425

1998 1.142 2.332 -1.190

1999 1.250 2.796 -1.546

2000 1.108 3.044 -1.936

2001 1.125 2.333 -1.208

2002 1.270 2.402 -1.132

2003 1.150 2.065 -915

2004 1.159 1.862 -703

La descrizione della situazione demografica non può prescindere dalla

valutazione della presenza di popolazione straniera nell’area che resta

percentualmente bassa rispetto alla popolazione totale, pur essendo

largamente sottostimata a causa dei ben noti fenomeni di clandestinità

e mancanza di dati oggettivi.

L’indicatore relativo al saldo migratorio internazionale rappresenta la

15


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

differenza annuale tra il numero di immigrati e di emigrati da e

verso l’estero.

L’analisi del movimento migratorio internazionale relativo al periodo

1993-2001 evidenzia un saldo annuale costantemente negativo

che conferma la tendenza alla riduzione della popolazione di Torre

del Greco.

Dinamica demografica cittadini stranieri - 2002 - 2004

Anni Popolazione residente Variazione %

2002 183 +54,09

2003 282 +54,10

2004 357 +26,60

Saldo migratorio annuale anni 1993 – 2001

Anni

Immigrati

dall’estero

Emigrati

per l’estero

Saldo migratorio

internazionale

1993 25 81 -56

1994 45 63 -18

1995 35 35 ---

1996 44 51 -7

1997 49 44 +5

1998 45 89 -44

1999 61 143 -82

2000 63 99 -36

2001 72 206 -134

Di particolare interesse è il dato relativo al bilancio demografico dei cittadini

stranieri residenti a Torre del Greco.

Il bilancio demografico rappresenta, infatti, il movimento della popolazione

residente e registra le variazioni anagrafiche verificatesi nel corso

di un dato periodo (tre mesi o un anno); esso è costituito dal movimento

naturale (iscrizioni per nascita e cancellazioni per morte) e dal movimento

migratorio (iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza).

La popolazione straniera residente al 31 dicembre 2003 è pari a 282 abitanti

mentre al 1 Gennaio 2005 è pari a 357 abitanti.

Bilancio demografico cittadini stranieri 2004

Maschi Femmine Totali

Popolazione al 01/01/2004 67 215 282

Iscritti per nascita 0 0 0

Iscritti da altri comuni 3 6 9

Iscritti dall’estero 20 81 101

Totale iscritti 24 87 111

Cancellati per morte 0 0 0

Cancellati per altri comuni 5 12 17

Cancellati per l’estero 0 0 0

Altri cancellati 11 8 19

Totale cancellati 16 20 36

Popolazione straniera al

31/12/2004

75 282 357

Pur se in costante aumento, l’incidenza degli immigrati stranieri sulla

popolazione locale resta percentualmente bassa. I 2/3 provengono dai

paesi dell’Est - Europa in particolare da Ucraina, Polonia e Russia e dai

paesi nord-africani ed asiatici.

16


I FATTORI DETERMINANTI

2.1.3 L’andamento socio-economico: le principali attività

produttive

Dinamica occupazionale

Occupati per classe di età - Censimento Istat 2001

I principali indicatori:

Comune

Classe di età da 15 anni in poi

15-19 20-29 30-54 55 e più Totale

Nome

Definizione

Torre del

Greco

178 3.720 14.471 2.844 21.213

ANDAMENTO SOCIO-ECONOMICO

Dinamica

occupazionale

Attività

economiche

e sociali

(imprese,

istituzioni,

associazioni)

Trasformazioni

urbanistiche e

distribuzione

territoriale

delle attività

economiche

Competività

o eccellenze o

punti di forza

Occupati per classe d’età

Tasso di occupazione

Tasso di disoccupazione

Tasso di disoccupazione giovanile

Rapporto espresso in percentuale tra popolazione

residente e la popolazione attiva attraverso il tempo

Popolazione residente per ramo di attività

economica

Numero imprese per settore di attività economica

Numero di unità locali per settore di attività

economica

Numero di addetti per attività economica

Numero di istituzioni

Numero di unità locali per istituzione

Numero di addetti per istituzione

Numero di associazioni

Numero di unità locali per associazione

Numero di addetti per associazione

Numero di strumenti di intervento per l’apparato

distributivo

Numero di esercizi per tipologia e per distribuzione

territoriale

Mercato florovivaistico trend negli anni

Numero di Cantieri navali

Trend del commercio marittimo

Numero di navi prodotte

Trend del commercio di corallo negli anni

Nel 2001 Il tasso di occupazione a Torre del Greco è pari al 28,89 % mentre

quello di disoccupazione è pari al 31,87%. In particolare il tasso di

disoccupazione giovanile è pari al 70,53%. Il tasso di occupazione per

l’anno 2001 in Campania è invece pari al 32,00 % mentre il tasso di disoccupazione

è pari al 26,95 e quello di disoccupazione giovanile è pari

al 65,59 %. Dal confronto con i dati regionali, risulta che il territorio di

Torre del Greco è caratterizzato da una maggiore crisi occupazionale.

Tra i principali indicatori quello della dinamica occupazionale risulta essere

determinante nell’analisi del tessuto socio economico di Torre del

Greco.

L’analisi dei dati Istat relativi all’VIII° Censimento Industria e servizi 2001

raffrontati ai precedenti censimenti evidenzia una costante e leggera

flessione della popolazione attiva rispetto a quella residente nel ventennio

1981-2001.

Dinamica occupazionale e demografica anni 1981- 2001

Popolazione

Anni

Popolazione attiva %

residente

1981 103.605 25.680 24,79

1991 101.361 24.753 24,42

2001 90.607 20.562 22,69

I dati relativi alla distribuzione della popolazione attiva in condizione

professionale forniscono, in rapporto all’intera popolazione, una percentuale

del 22,69% circa, con un totale di addetti di 20.562 distinti nei

vari rami di attività economica nel modo seguente:

Popolazione residente per ramo di attività economica

Ramo di attività 1981 1991 2001

Artigianato

Numero di attività legate al commercio del corallo

Numero di addetti nel commercio del corallo

Agricoltura, caccia e pesca 2.263 1.477 1.202

Industria 4.740 3.806 4.190

Benessere e

qualità della

vita

Numero locali, eventi e manifestazioni legate al

commercio del corallo

Reddito pro capite

Costruzioni 1.401 1.804 1.246

Elettricità 160 187 158

Commercio 3.531 5.095 5.696

Trasporti 7.306 4.435 2.918

Capacità di

innovazione

delle imprese

Numero di aziende con certificazione di qualità

Credito 414 609 631

Servizi 4.080 5.094 2.431

Pubblica Amministrazione 1.785 2.246 2.090

Istruzione e

sua dinamica

Pesca e

molluschicoltura

Misura del grado d’istruzione della popolazione

attraverso il tempo

Misura dell’offerta scolastica attraverso il tempo

Numero addetti

Composizione della flotta peschereccia

Produzione molluschi

Caratteristiche portuali

TOTALE 25.680 24.753 20.562

La tabella evidenzia:

• una drastica diminuzione delle unità lavorative impegnate nei settori

agricoltura/caccia/pesca, trasporti e servizi;

• una crescita delle unità lavorative impegnate nel settore commercio;

• una sensibile riduzione delle unità lavorative impegnate negli altri

settori.

17


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Le attività economiche e sociali

L’analisi dell’VIII° Censimento generale dell’industria e dei servizi 2001

ha evidenziato sul territorio di Torre del Greco la presenza di 3.798 imprese

di cui 845 artigiane nonché 151 istituzioni. Le unità locali utilizzate

dalle imprese sono pari a 4.009 con 9.883 addetti mentre le unità

locali utilizzate dalle istituzioni sono 236 con 3.887 addetti.

Numero imprese per settore attività economica

Ramo di attività Numero Unità Locali Addetti

Agricoltura, caccia e

pesca

13 13 131

Industria 584 615 2147

Costruzioni 198 200 535

Alberghi 168 172 515

Commercio 1680 1770 2743

Trasporti 120 129 1322

Credito 56 83 567

Servizi 979 1027 1923

TOTALE 3798 4009 9883

Istituzioni 151 236 3887

Molto interessante è il dato rilevato dalla Camera di Commercio di Napoli

relativo alla presenza di imprese femminili.

Le imprese femminili operanti sul territorio sono 1.168 e rappresentano

il 30,75% delle imprese complessive. I principali settori di attività delle

imprese femminili sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio, le attività

manifatturiere e agricole e le attività alberghiere e ristorative.

La ripartizione delle unità locali e degli addetti relativi alle istituzioni è

indicato nello schema seguente:

Ripartizione addetti e unità locali - istituzioni

Forme istituzionali Unità Locali Addetti

Ministeri e organi statali 52 2170

Ente Locale 14 809

Ente sanitario pubblico 3 762

Ente di Previdenza 0 0

Altre istituzioni 0 0

TOTALE 69 3741

Le associazioni

Particolarmente incoraggiante è il dato sulle associazioni. L’VIII° censimento

generale dell’industria e dei servizi evidenzia la presenza di ben

167 associazioni presenti nel Comune di Torre del Greco con un numero

di addetti pari a 146 unità.

Ripartizione addetti e unità locali - associazioni

Forme istituzionali Unità Locali Addetti

Associazioni riconosciute 50 2

Fondazioni 0 0

Associazioni non riconosciute 106 21

Cooperative sociali 0 0

Altre istituzioni no-profit 11 123

TOTALE 167 146

Trasformazioni urbanistiche e distribuzione territoriale delle

attività economiche

Per il commercio, in attuazione della LR 1/2000, il comune di Torre del

Greco ha adottato, con delibera del Consiglio Comunale n° 18/2001, il

SIAD (strumento di intervento per l’apparato distributivo).

L’analisi di questo importante strumento evidenzia che il centro storico

rappresenta un’area fortemente vitale ed attrattiva per la presenza di un

fervido apparato commerciale e per la presenza di servizi ed attrezzature.

Negli ultimi anni si è assistito ad una forte espansione residenziale nelle

zone di S. Antonio, Cappella Bianchini, Montedoro, Lamaria, S. Maria la

Bruna e Leopardi che ha comportato un forte processo di urbanizzazione

e nuovi carichi a cui non sono seguiti i necessari adeguamenti

infrastrutturali.

Area

Territoriale

Centro

Storico

Resto del

territorio

Esercizi di vicinato per area territoriale – anno 2000

Tipologia


esercizi

Superficie

totale mq.

Superficie

di vendita

mq

Alimentari 156 6550 5861

Non

Alimentari

417 23756 21155

Alimentari

e non

7 627 574

alimentari

Totali 580 30933 27590

Alimentari 262 11326 9890

Non

Alimentari

513 40447 30093

Alimentari

e non 15 1229 1046

alimentari

Totali 790 53002 41029

Il quadro dell’apparato distributivo su aree private è completato dalla

rilevazione delle medie strutture che risultano allocate tutte al di fuori

del centro storico.

18


I FATTORI DETERMINANTI

Tipologia

Alimentari e

non alimentari

Extra

Alimentari

Medie strutture di vendita intero territorio anno 2000

n° esercizi

Superficie

totale mq.

Superficie di

vendita mq

9 7852 5539

8 4432 4132

Totali 17 12284 9671

L’80% del commercio su aree pubbliche è concentrato nel centro Storico.

Autorizzazioni al commercio su aa.pp. – anno 2000

Autorizzazione tipo a

Alimentari

Non

alimentari

Autorizzazione tipo b

Alimentari

Non

alimentari

47 35 59 49

Coltivatori

diretti

82 108 44

Quanto finora descritto mette in evidenza un doppio livello di criticità

dell’area. Da una parte la nota condizione di congestione demografica

che rende necessaria sia una politica di riduzione del peso demografico

sia una più diffusa azione di riqualificazione insediativa; dall’altra la fragilità

delle attività produttive, espressione sia di un modello economico

in declino, sia di un forte squilibrio rispetto al peso abitativo, che rende

necessario il potenziamento delle funzioni non residenziali, difficilmente

attuabile in un territorio ormai saturo.

L’azione di decompressione, riducendo la presenza residenziale, rende

al tempo stesso disponibili spazi per l’inserimento di nuove attività

produttive. In questa direzione essa diviene occasione per creare nuove

opportunità per la popolazione insediata e favorire nuove condizioni di

equilibrio territoriale, gettando le basi per un modello di sviluppo ancorato

alle specifiche identità e risorse locali, da costruire attivando più

diffusi processi di riqualificazione e valorizzazione del territorio.

44

L’artigianato

La lavorazione produttiva dei coralli e dei cammei a Torre del Greco ha

origini antiche tanto da attribuirle l’appellativo di “città del corallo” e di

caratterizzarla come unico centro di produzione a livello mondiale dei

cammei di conchiglia. Il settore del corallo a Torre del Greco è stato oggetto

di molteplici studi. Di particolare interesse la ricerca effettuata dal

Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università Federico II di Napoli

che ha portato alla pubblicazione del libro “Il settore dei coralli, cammei

ed oreficeria a Torre del Greco”, cui si riferisce il seguente paragrafo.

L’indagine diretta condotta dall’Università ha interessato 158 imprese (il

52% di quelle censite).

La dimensione media aziendale è di 5,5 unità lavorative. La produzione

torrese si caratterizza prevalentemente per una natura artigianale dei

processi produttivi (52,5%) con bassi investimenti in capitale fisso e notevoli

competenze artistiche che danno vita a prodotti di media-alta qualità,

ponendo il polo torrese in concorrenza con il distretto produttivo di

Mede, di Napoli e Valenza Po.

Il processo produttivo è caratterizzato da una divisione del lavoro tra gli

artigiani/artisti che realizzano il prodotto semilavorato e le imprese che

seguono le restanti fasi del montaggio e collocazione del prodotto sul

mercato. I fornitori delle materie prime sono localizzati anch’essi a Torre

ad eccezione delle conchiglie i cui fornitori sono prevalentemente esteri.

L’importazione di materie prime dall’estero avviene per il 47,9% dai paesi

caraibici, per il 30,4% dai paesi del mediterraneo e per la restante parte

dai paesi asiatici e americani.

Il mercato di destinazione della produzione torrese sembra essere prevalentemente

quello nazionale, mentre le esportazioni sono a favore dei

paesi della Unione Europea e degli USA.

Caratteristiche dimensionali del settore

L’analisi dei dati ottenuti ha portato a stimare la presenza sul territorio di

Torre del Greco di circa 306 imprese con 1.900 addetti di cui 1.300 interni

alle imprese e 600 addetti a domicilio.

L’88,2% delle imprese nel settore dei coralli, cammei ed oreficeria ha un

organico che non supera i 10 addetti e ha una struttura aziendale caratterizzata

da una forte connotazione familiare; quindi si caratterizzano come

piccole realtà imprenditoriali.

La produzione viene tramandata di generazione in generazione e questo

dato è confermato dal fatto che più del 24 % delle imprese sono state

fondate prima degli anni ’50 mentre solo il 9% circa dopo il 1990.

Anche la forma giuridica delle imprese conferma il carattere prevalentemente

familiare delle imprese operanti nel settore, infatti, il 63,9% delle

stesse sono ditte individuali mentre solo il 15,20 % sono Società a responsabilità

limitata. Il settore della gioielleria/oreficeria è caratterizzato dalla

presenza di molte aziende di piccole dimensioni. Molte volte l’impresa

è costituita dal solo imprenditore. Non è trascurabile in questo settore il

dato relativo al lavoro a domicilio anche se questo fenomeno risulta di

difficile analisi. Le imprese con un solo addetto ammontano al 36,10%

mentre le imprese con oltre tre addetti sono pari al 26,60%.

Prodotti e attività produttive

La produzione di settore risulta essere caratterizzata da una prevalente

despecializzazione nel senso che il 77,8% delle aziende opera congiuntamente

nel settore del corallo, dei cammei e nel settore orafo.

La maggioranza degli operatori adotta processi produttivi esclusivamente

di tipo artigianale: il 52,50% delle imprese ha un processo produttivo

artigianale mentre solo il 12,00% ha un processo di tipo industriale.

Classi di fatturato e tipologia di vendita

La maggioranza degli operatori stima un fatturato non superiore ai 150.000 €:

Fatturato stimato

% su totale imprese

Meno di 50.000 € 35,40

Da 50.000 € a 150.000 € 22,20

Da 150.000 € a 250.000 € 9,50

Da 250.000 € a 500.000 € 7,00

Oltre 500.000 € 12,70

Dato non disponibile 13,30

Totale 100

19


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Il 43,8% delle vendite è indirizzato ai grossisti mentre la percentuale di

vendite al dettaglio è mediamente del 27,3%:

Semilavorati

Ubicazione del fornitore

Il mercato di approvvigionamento

Le tabelle seguenti evidenziano il mercato di approvvigionamento di

materie prime e semilavorati e quindi l’ubicazione dei fornitori:

Materie

prime

Coralli grezzi

da lavorare

Conchiglie da

lavorare

Pietre

semipreziose

da lavorare

Pietre

preziose

Ubicazione del fornitore

Locale Nazionale Estero

Senza

prevalenza

Totale

47,2% 17,0% 11,3% 24,5% 100%

35,3% 5,9% 52,9% 5,9% 100%

42,1% 26,3% 21,1% 10,5% 100%

45,4% 27,3% 27,3% 0 100%

Oro fino 62,5% 20,8% 1,4% 15,3% 100%

Cammei grezzi

da lavorare

Semilavorati

in corallo da

montare

Semilavorati di

conchiglie da

montare

Semilavorati in

pietre preziose

da montare

Semilavorati in

oro da montare

Locale Nazionale Estero

Senza

prevalenza

Totale

65,0% 15,0% 15,0% 5,0% 100%

82,2% 44,4% 0% 13,3% 100%

87,5% 3,2% 0% 9,3% 100%

70,0% 10,0% 2,5% 17,5% 100%

72,2% 19,4% 0% 8,4% 100%

Altri materiali 28,6% 14,3% 57,1% 0% 100%

Altri metalli

preziosi

71,9% 15,6% 3,2% 9,3% 100%

Benessere e qualità della vita

L’incrocio tra i dati demografici e quelli delle attività consente di avanzare

alcune importanti riflessioni sulle relazioni tra peso residenziale e attività

economiche. Il numero degli addetti, rapportato alla popolazione complessiva,

restituisce inoltre la potenzialità occupazionale locale, mostrando

in genere valori di incidenza molto bassi assestati intorno al 23%.

L’analisi dei dati relativi al reddito pro-capite degli abitanti di Torre del

Greco ha evidenziato che:

- il numero complessivo dei contribuenti rilevati dal Ministero Economia

e Finanze sono 43.313 mentre quelli con imposta netta versata

risultano essere 32.485;

- il reddito imponibile pro-capite risulta essere intorno a 10.920,00.

(Fonte dati: Comune di Torre del Greco)

Capacità d’innovazione delle imprese

Si tratta di un indicatore di output della ricerca (quindi più preciso di un

indicatore di puro input finanziario alla ricerca) e quindi di fenomeni che

sono direttamente collegati con la capacità di invenzione ed innovazione

manifestata dal contesto socio-economico; rappresenta quindi, un indicatore

significativo non soltanto nelle ricerche di economia industriale,

ma anche nelle ricerche sul posizionamento competitivo delle città.

Il grado d’innovazione delle imprese è stato misurato attraverso le certificazioni

di qualità.

Le aziende certificate presenti sul territorio di Torre del Greco possono

essere raggruppate secondo le due principali tipologie di certificazioni

accreditate dalla Sincert (Associazione italiana di accreditamento degli

organismi di certificazione dei prodotti, di sistemi di qualità aziendali

e di personale) e precisamente in base alla normativa ISO 9000 e ISO

14001. La certificazione ISO 9000 è un sistema di gestione qualità di

base che può essere usato in aziende di ogni dimensione, ovunque

nel mondo. La certificazione a ISO 9000 offre la prova obiettiva che

un’azienda ha implementato un efficace sistema di gestione qualità e

che soddisfa tutti i requisiti delle norme applicabili. La ISO 14001 è una

norma internazionale di carattere volontario, applicabile a tutte le tipologie

di imprese, che definisce come deve essere sviluppato un efficace

sistema di gestione ambientale. La certificazione ISO 14001 rilasciata da

un organismo indipendente accreditato dimostra l’impegno concreto

20


I FATTORI DETERMINANTI

dell’impresa nel minimizzare l’impatto ambientale dei processi, prodotti

e servizi e attesta l’affidabilità del sistema di gestione ambientale

applicato. Su un totale di 3.798 aziende quelle in possesso della certificazione

ISO 9000 sono 51 mentre quelle in possesso di certificazione

ISO 14001 sono 5 e rappresentano solo l’1,5% del totale.

Il grafico che segue esplicita i settori di produzione in cui sono presenti

aziende certificate:

Tipologia aziende in possesso di certificazione ISO 9000

Settore di

produzione

Produzione

accessori nautici


aziende

Settore di produzione

n° aziende

1 Albergo 1

Settore stampe 1 Imprese informatiche 3

Produzione

alluminio e ferro

Produzione

meccanica

Produzione

prodotti nautici

2

Imprese di

progettazione

1 Imprese di servizi 2

1 Imprese di formazione 5

Imprese edili 17 Laboratori analisi 9

Commercio 2

Autorimesse e gestione

rifiuti

Tipologia aziende in possesso di certificazione ISO 14001

Settore di

produzione

Produzione

apparecchi elettrici


aziende

Settore di produzione

1

5

n° aziende

1 Impresa edile 1

albergo 1 Autorimesse e rifiuti 2

L’istruzione

L’indicatore relativo al livello di istruzione consente di evidenziare il grado

di istruzione della popolazione e verificare il relativo miglioramento nel

tempo; esso rappresenta l’incidenza delle persone prive di titolo di studio

sulla popolazione residente e l’incidenza dei diversi titoli di istruzione sulla

stessa. L’indicatore del livello di istruzione della popolazione residente

è, allo stesso tempo, indice della ricchezza culturale ed indicatore di performance

economica, in quanto presupposto della capacità di innovazione

e di gestione di funzioni ad alta gamma, la quale è condizionata dalla

disponibilità di capitale umano ad alto livello di qualificazione.

Di seguito vengono riportate le risultanze scaturite dai censimenti

1981 - 2001 riferite al grado d’istruzione della popolazione.

Grado di

istruzione

Popolazione residente per grado di istruzione

1981 1991 2001

Laurea 1.634 2.325 4.361

Diploma 8.271 14.785 19.122

Licenza media 19.778 29.031 25.758

Licenza

elementare

Alfabeti senza

titolo

37.659 29.123 22.189

20.359 14.768 10.702

Analfabeti < 45 943 < 65 1.700 < 65 1.971

analfabeti > 45 3.220 > 65 1.222 > 65 1.190

40.000

30.000

20.000

10.000

TOTALE 91.864 92.954 82.132

0

Popolazione residente per grado d'istruzione

1981 1991 2001

la u r e a

d ip lo m a

lic e n z a m e d ia

lic e n z a e le m e n ta r e

a lfab e ti s e n z a tito lo

a n a lfab e ti

a n a lfab e ti

Nel comune di Torre del Greco il livello di istruzione è in progressivo

aumento. La dinamica di riduzione della quota di popolazione priva di

titolo di studio e di incremento della popolazione con gradi più elevati

di istruzione si presenta come una tendenza ormai consolidata.

Il servizio di istruzione statale viene garantito da nove direzioni didattiche,

sei scuole secondarie di 1° grado, un istituto comprensivo, sei istituti

secondari di 2° grado. L’offerta del servizio scolastico è integrato dalla

presenza di quindici scuole private dell’infanzia e primarie e due istituti

privati di istruzione secondaria di 2° grado.

A Torre del Greco è stata recentemente inaugurata inoltre la Facoltà di

Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali - Corso di Laurea Biologia delle

Produzioni Marine dell’Università Federico II di Napoli presso il Complesso

ex Mulini Marzoli.

Inoltre è stato istituito anche il Corso di Laurea in Economia delle Istituzioni,

delle Amministrazioni Pubbliche e delle Organizzazioni Non Profit

(corrispondente al preesistente Diploma in Economia e gestione delle

Imprese Cooperative e Organizzazioni non profit) classe delle lauree in

Scienze Economiche.

Infine è stata istituita della Scuola Artigiana Torrese Emiddio Mele con il

fine di salvaguardare la secolare tradizione dell’artigianato locale.

POPOLAZIONE SCOLASTICA

Anno

scolastico

Scuola

dell’infanzia

Scuola primaria

Secondaria di

grado

Secondaria di

grado

Statali Private Statali Private Statali Private Statali Private

1989/90 2523 700 7374 1181 6013 4948

1994/95 2320 982 6500 1069 5000 48 4989

2000/01 2437 814 5242 825 4061 18 4459 142

2004/05 2394 934 4814 846 3853 0 4067 102

Il settore pesca, molluschicoltura e il movimento navi

La pesca

La flotta da pesca campana ha registrato, nel corso degli anni, un ridimensionamento

che ha riguardato maggiormente i sistemi di pesca a

maggiore produttività, quali strascico e circuizione.

Il sistema pesca nell’area torrese si compone principalmente di natanti

che hanno autorizzazioni per più attrezzi di pesca ed interessa particolarmente

natanti di piccole dimensioni caratterizzati da limitata capacità

di spostamento. Tra i sistemi di pesca impiegati, la rete a strascico è

presente in oltre il 50% dei casi.

Il il 73% dei natanti di questo segmento rientra nella classe di stazza

21


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

inferiore alle 10 tonnellate di stazza lorda. Il 24% rientra nella classe di

tsl compreso tra 10 e 50 unità di tonnellaggio, mentre solo 4 battelli

ricadono nella classe di stazza 51 -100 tsl.

Nella Tabella seguente viene riportata la composizione della flotta peschereccia

campana per compartimenti marittimi, con l’esclusione della

circuizione tonniera.

Compartimenti

Valori

assoluti

N. batt. TSL Kw

%

Valori

assoluti

Napoli 543 33,64 3.029,45 29,78 26.344,65

Torre del Greco 109 6,75 1.848,77 18,17 9.750,86

Salerno 746 46,22 3.091,00 38,35 33.897,50

Castellammare di

Stabia

216 13,38 1.393,17 13,70 11.333,53

Totale 1614 100,00 10.172,39 100,00 81.326,54

Il compartimento di Torre del Greco raggruppa una flotta di 109 natanti,

corrispondenti al 6,75% dell’intera flotta campana. Il tonnellaggio, pari

a 1.848 tonnellate di stazza lorda, risulta invece piuttosto elevato. I pescherecci

strascicanti (tsl medio pari a 48 unità), rappresentano, per tonnellaggio

impegnato, il 79% dell’intera flotta compartimentale, mentre

a livello regionale, nel segmento di riferimento, pesano per il 54% della

stazza complessiva. Il segmento della piccola pesca prevale per numero

di unità produttive impegnate, pari al 62,4% della flotta torrese.

Di seguito alcuni dati significativi sulle attività legate alla pesca ed alla

cantieristica:

%

Il movimento navi

Il movimento navi è legato alla presenza nella provincia di Napoli di

numerosi porti, questi come tutte le opere marittime litoranee hanno

un notevole effetto sulle dinamiche costiere in quanto, interrompendo

il flusso lungo costa, modificano l’evoluzione tipica dei fondali nel corso

del tempo, con conseguente innesco o accentuazione dei fenomeni

erosivi. Inoltre rappresentano punti di riflessione e/o diffrazione delle

onde, modificando di fatto i fenomeni di trasporto e sedimentazione legati

al campo ondoso esistente prima della realizzazione dell’opera. Un

porto può rappresentare talvolta una potenziale fonte di inquinamento

delle acque, in considerazione della non intercettazione di acque di scarico

e della scarsa ossigenazione dei fondali inquinati.

Il movimento navi, dove è molto consistente provoca delle modifiche

locali al moto ondoso; al traffico marittimo è legato il diffuso fenomeno

di abbandono di rifiuti in mare, la presenza di idrocarburi ed i fenomeni

di inquinamento acustico in direzione dei fondali, oltre alle emissioni di

inquinanti in atmosfera. I dati sulla portualità torrese sono riportati nella

seguente tabella (Fonte dati: Ministero delle Infrastrutture e trasporti

– Capitaneria di Porto di Torre del Greco):

Caratteristiche e dati relativi al porto di Torre del Greco

Servizi disponibili

Officine meccaniche, cantieri

navali, negozi, ecc

Indicatore

Quantità

Parcheggi auto 80

N cooperative pescatori 3

N. addetti 90

Pescatori autorizzati 1000

Superficie destinata a campocoltura (mq) 539.000

Cantieri 7

Addetti Cantieri 52

Officine meccaniche 5

Addetti officine meccaniche 16

Dimensione specchio d’acqua 77.000mq

n. posti barca da diporto 434

N° posti barca da pesca 30

La molluschicoltura

Negli specchi di acqua inclusi nella classificazione “B”, rientra l’area antistante

il porto di Torre del Greco per cui i mitili, prima di essere consumati,

devono subire il processo di depurazione e stabulazione.

Nelle area di Torre del Greco si concentra una produzione pari a 250

quintali. A tali stima occorre aggiungere il prodotto immesso sul mercato

abusivamente senza controlli né sanitari né fiscali, che risulta difficile

da quantificare. Le coltivazioni abusive locali risultano concentrate

prevalentemente in provincia di Napoli e, in particolare, nelle zone di

Pozzuoli, Torre del Greco, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.

La mitilicoltura si fa intensiva lungo le coste antistanti Torre Annunziata

e Torre del Greco dove, l’ottimo sapore dei mitili spesso non corrisponde

ad una buona qualità sanitaria del prodotto che và comunque depurato

prima di essere consumato. (Fonte RSA Provincia 2003)

22


I FATTORI DETERMINANTI

2.1.4 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione / Obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

TREND

FONTE

Variazione

demografica

D

Informa sul grado di congestione dell’area

urbana; è utile soprattutto

come riferimento ad altre realtà locali

+

Istat -

Comune di Torre del

Greco

Struttura della

popolazione

D

Permette, attraverso diversi indici di

struttura, di valutare il peso delle diversi

componenti della popolazione, suddivisa per

fasce di età,sesso e stato civile

+

Istat -

Comune di Torre del

Greco

Dinamica

demografica

D

Evidenzia l’andamento della popolazione

residente nell’ultimo anno

+

Istat -

Comune di Torre del

Greco

Saldo naturale e

migratorio

D

Consente di individuare lo scarto tra natalità

e mortalità annua nonché la differenza tra il

numero di individui immigrati ed il numero

di individui emigrati

+

Istat -

Comune di Torre del

Greco

Cittadini

stranieri

immigrati

D/R

Indica l’incidenza degli immigrati non

italiani sulla popolazione residente e il peso

delle diverse comunità

+ / -

Istat -

Comune di Torre del

Greco

Livello di

istruzione

D/S

Esprime l’incidenza delle persone prive di

titolo di studio e il peso dei diversi gradi di

istruzione

+

Istat -

Comune di Torre del

Greco

Dinamiche

occupazionali

D

Consente di rilevare la popolazione attiva

rispetto a quella residente

+ / -

Istat -

Comune di Torre del

Greco

Tendenze

attività

economiche

D

Conoscere le tipologie e l’evoluzione delle

imprese e degli addetti + / -

Istat - Comune di

Torre del Greco

– Camera di

Commercio di Napoli

Aziende

certificate

R

Propensione delle aziende ad un

atteggiamento positivo di gestione della

qualità di base e ambientale

+ Dati Sincert

Reddito procapite

medio

S

Conoscere lo stato di benessere della

comunità

+ / -

MEF+

Comune di Torre del

Greco

23


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

2.2 Agricoltura

2.2.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle

criticità

Tra le attività economiche, l’agricoltura rappresenta un’attività di grande

impatto sia sul paesaggio naturale sia sulle risorse ambientali (suolo,

sottosuolo, acqua, aria, ecc).

Il rapporto fra agricoltura ed ambiente risulta essere, quindi, estremamente

complesso:

- da un lato i suoli agricoli subiscono la competizione per altri usi settoriali

(ad esempio, per l’industria o per i trasporti) e le conseguenze

estreme di tali usi;

- dall’altro l’agricoltura è considerata una delle più potenti fonti di pressione

sulle matrici ambientali in quanto determina la conservazione

e la trasformazione del paesaggio e della biodiversità a secondo del

tipo di coltura praticata e delle tecniche colturali ed infine introduce

sostanze, quali gli antiparassitari e i fertilizzanti, che possono modificare

la qualità del suolo e delle acque.

Nel contempo - soprattutto grazie alle politiche agricole degli ultimi

vent’anni orientate allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, cioè in

grado di mantenere una buona capacità di produzione e di fornire contemporaneamente

servizi e beni ambientali - l’agricoltura ricopre un

ruolo rilevante nel sostenere processi positivi per l’ambiente quali, ad

esempio, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la riduzione dell’inquinamento,

il degrado ambientale e il sostegno alla biodiversità.

La politica di settore, a partire da quella comunitaria, tende quindi ad

orientarsi sempre più verso forme di integrazione degli obiettivi economici

ed ambientali, promosse anche attraverso forme di sostegno

finanziario ed incentivi.

Per quanto riguarda il territorio locale, Torre del Greco, come tutta l’area

vesuviana ha una forte vocazione agricola favorita dal clima mite e dalla

fertilità del terreno.

Nonostante la contrazione del numero delle aziende agricole verificatesi

negli ultimi trenta anni, lo sviluppo agricolo è fiorente ed occupa

tutt’ora una fetta importante dell’economia torrese.

La maggior parte del territorio agricolo viene coltivato con tecniche

convenzionali con un cospicuo consumo di concimi azotati, prodotti

chimici per la difesa fitosanitaria e lavorazioni meccaniche intensive.

Tali pratiche hanno portato ad una progressiva degenerazione “biologico

- naturalistica” dell’agroecosistema, determinando una progressiva

perdita di biodiveristà.

Dal punto di vista delle colture i dati Istat hanno evidenziato una prevalenza

delle produzioni agricole di tipo seminativo e l’assenza di superficie

destinata ad allevamenti zootecnici.

Il 90% delle aziende agricole utilizzano manodopera prevalentemente

e/o esclusivamente familiare.

Da segnalare anche la presenza di una fiorente coltivazione in serra

specializzata soprattutto nella produzione di fiori.

Le informazioni disponibili ed in particolare i dati dei diversi censimenti

dell’Istat sull’agricoltura, consentono di elaborare alcuni degli indicatori

di maggiore significato, relativi al numero, all’estensione della superficie

delle aziende agricole e delle diverse colture praticate sul territorio

di Torre del Greco, che nell’insieme consentono di fornire un primo, ma

puntuale, quadro di valutazione.

2.2.2 L’utilizzazione dei terreni agricoli

Un primo indicatore cui fare riferimento per una conoscenza del “peso”

della produzione agricola sul territorio comunale è l’indice di destinazione

agricola del suolo che permette di misurare l’incidenza della

superficie agricola aziendale sull’insieme della superficie del territorio

preso in esame. La superficie agricola rappresenta il 29% della superficie

complessiva del Comune di Torre del Greco, che si caratterizza,

quindi, come un territorio fortemente urbanizzato soprattutto anche

in confronto al dato provinciale (39%) e quello regionale (65%) (Fonte:

censimento ISTAT 2000, nostra elaborazione).

Superficie territoriale (in Ha)

Regione

Campania

Provincia

di Napoli

Comune

di Torre

del Greco

Regione

Campania

SAT

Provincia

di Napoli

Comune

di Torre

del Greco

1.358.968 117.131 3.066 878.519 45.391 891,89

Il numero di aziende agricole, la superficie agricola totale (SAT) e la superficie

agricola utilizzata (SAU) rappresentano le variabili principali

che caratterizzano l’agricoltura a Torre del Greco.

La superficie agricola utilizzata rappresenta la quota dei terreni destinati

alle coltivazioni.

Il dato SAU/SAT risulta essere un ottimo indicatore ambientale in quanto

ci informa indirettamente circa l’inquinamento del suolo; infatti dalla

sua evoluzione si deduce l’impatto che le aziende agricole esercitano

sull’ambiente, sull’uso del suolo e sul suo sfruttamento.

Notizie generali agricoltura

Dati riferiti alle aziende 1981 1991 2001

Numero totale 1.588 1.650 1.220

Superficie agricola totale (Ha) 827,85 678,77 892,00

2 .0 0 0

1 .5 0 0

1 .0 0 0

5 0 0

0

L e a zie nde

1981 1991 2001

N° Tot.

Superf. Agr. Utilizz. (Ha)

Le aziende agricole rilevate alla data del V° censimento generale dell’agricoltura

(2001) sono 1.220.

La superficie agricola totale è di 891,89 ha mentre la superficie agricola

utilizzata è di 411,29 ha rappresentando il 46% della superficie totale.

Superficie

agricola

utilizzata (sau)

Superficie agricola comunale

Boschi

Altra superficie

Superficie

agricola totale

(sat)

411,29 390,26 90,34 891,89

24


I FATTORI DETERMINANTI

Molto interessante è il dato relativo alla superficie totale (SAT) per forma di

conduzione dell’azienda, dove si evince che la superficie totale in ha condotta

direttamente dal coltivatore e dalla sua famiglia rappresenta il 59%

sul totale mentre la superficie totale in ha condotta con salariati è del 38%.

Superficie totale in ha per forma di conduzione aziende agricole

La superficie agricola utilizzata è destinata per il 76% a seminativi e per

la differenza a coltivazioni arboree e prati.

Seminativi

Destinazione superficie agricola comunale

Coltivazioni

legnose agrarie

Prati e pascoli

Sup. Agricola

Utilizzata (SAU)

312,90 98,08 0,31 411,29

Con solo

manodopera

familiare

Con

manodopera

familiare

prevalente

Con

manodopera

extrafamiliare

prevalente

Conduzione con

salariati

292,94 232,23 29,79 332,14

L’analisi di questi dati ci mostra una attività agricola che riguarda il 46%

della superficie agricola totale, mentre il 44% della stessa è destinato a

boschi. Questo secondo dato è interessante non tanto dal punto di vista

dell’economia agraria, che lo considera negativamente in quanto evidenzia

l’incapacità del settore agricolo di produrre redditi attraverso l’utilizzo

della superficie aziendale a scopi agricoli, ma in termini di sostenibilità

complessiva di un territorio per la quale assume altra rilevanza. In termini

sintetici, infatti, questa considerazione può essere riassunta in percentuale

di mq di bosco per abitante. Il Comune di Torre del Greco ha 43 (elaborazione

su dati censimento 2001) mq di bosco per abitante contro i 25

della Provincia di Napoli, i 447 della Regione Campania e i 989 Italia (fonte

Relazione sullo stato dell’ambiente Provincia di Napoli).

Nella tabella seguente vengono riportati i dati relativi al numero di addetti

in agricoltura e numero di giornate di lavoro, in termini assoluti e

per ettaro di SAU, nel comune di Torre del Greco.

Fonte RSA 2001 Provincia di Napoli

Comune

Sau (ha)

Addetti in agric.

(n)

Addetti agric. per

ettaro di SAU

Giornate di

lavoro (n)

Giorn. di

lavoro per

ettaro di SAU

T. del Greco 411.29 3.110 7.6 341.770 831

La forma prevalente di conduzione delle aziende agricole è quella a conduzione

diretta del coltivatore e della sua famiglia con una percentuale

sul totale delle aziende presenti sul territorio comunale vicino al 90%.

Con solo

manodopera

familiare

N° aziende per forma di conduzione aziende agricole

Con manodop.

familiare prevalente

Con manodop.

extrafamiliare

prevalente

Conduzione con

salariati

760 405 46 7

La superficie agricola utilizzata è destinata per la quasi totalità a colture

convenzionali. Infatti la SAU coltivata con metodi biologici, intesi come

sistema produttivo che tende a valorizzare non solo le risorse naturali (attraverso

la rinuncia di fertilizzanti e pesticidi chimici) ma anche le risorse

sociali e ambientali rispettando i ritmi e le leggi della natura, è percentualmente

marginale (non ci sono aziende biologiche).

Tra le tipologie di colture, un ruolo rilevante è ricoperto dalle coltivazioni

in serra che interessano il 40% dell’intera Superficie Agricola Utilizzata.

Aziende

floricole

Tipologia aziende coltivazioni in serra

Aziende orticole

Aziende

ortofloricole

Aziende totale

350 60 60 470

Superficie a

fiori

500

400

300

200

100

0

TAB. VII – Superficie coltivazioni in serra in ha

Superficie ad

ortaggi

Altro

Superficie

totale

140 20 5 165

165,00

S UP ER FIC IE C OL T IV A T A A

S ER R A

246,29

S UP ER FIC IE C ON

C OL T IV A Z IONE

T R A DIZ IONA L E

411,29

T OT A L E

L’analisi dei dati del censimento del Comune di Torre del Greco denota

un’agricoltura basata su piccole aziende che praticano attività intensive

principalmente legate a colture ortive e arboricoltura da frutto. Approfondendo

una valutazione del dato quantitativo si può leggere la

“qualità” di queste attività agricole nei seguenti termini: 1) l’ordinamento

produttivo e l’intensità della produzione agricola 2), la dimensione

aziendale media, 3) il tipo di meccanizzazione, 4) le risorse idriche.

25


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

2.2.3 Il florovivaismo

Il florovivavismo, comparto dell’agricoltura che comprende le attività

di “florocoltura”, legate alla commercializzazione di fiori recisi, foglie e

piante ornamentali, bulbose, piante da esterno, nonché le attività “vivaistiche”,

volte alla produzione di materiale floricolo (semi e talee, piante

da fiori recisi, piante intere da interno e da esterno e non floricolo (materiale

di propagazione per culture arboree, per colture ortive e piante

in piena aria da frutto e da bosco), rappresenta il 5% della produzione

agricola nazionale e contribuisce per il 23% alla formazione della produzione

florovivaistica europea.

Dal censimento dell’agricoltura del 2000, si evince che:

60%

40%

20%

0%

Fascia costiera e Pompeiano Stabiese

Agro sarnese nocerinoe Piana del Sele

Altre province

Aziende florovivaistiche in Italia

Aziende totali n. Sup. totale Tipologia

19.000 12.600 ha

In piena aria

Protetti

7.200 5.400

Al primo posto si colloca la Liguria con il 30% delle aziende ed il 21%

delle superfici, segue la Campania con 2300 aziende ed una superficie

intorno ai 1200 ha, al terzo ed al quarto posto, rispettivamente la Toscana

e la Lombardia, con 2000 aziende e 1200 ha , per la Toscana , e 1400

aziende e 1330 ha per la Lombardia.

Nel 2004, secondo gli operatori del settore, le aziende attive, nell’intera

filiera Florovivaistica erano circa 30.000, gli addetti alla lavorazione circa

150.000, la produzione raggiungeva circa i 1.550 Meuro. La Campania

si confermava tra le regioni di maggior rilievo a livello nazionale, ed in

particolare, contava:

Aziende florovivaistiche in Campania – anno 2004

Aziende n. 4000

Addetti n. 20.000

Superficie ha 1500

Produzione

310 Meuro

La Campania ha il primato nella produzione di fiori recisi tradizionali,

garofani, rose, crisantemi lilium,gladioli, ugualmente elevata la performance

relativa alla produzione di piante in vaso. Le coltivazioni hanno

assunto carattere intensivo, con oltre il 67% della produzione in superficie

protetta da serre; particolare rilievo sta assumendo la diffusione di

coltivazione fuori suolo, che attualmente occupa circa 20 ha ed è destinata

alla produzione di rose e gerbere.

La produzione florovivaistica campana si sta diffondendo, oltre che nelle

aree tradizionalmente vocate, come l’area costiera vesuviana, l’area

Stabiese-Pompeiana, e quella Boschese ed Agro Nocerino - Sarnese ,

anche in alcune aree della provincia di Avellino e Benevento.

Fonte: Imprese e Occupazione - I profili professionali utili allo sviluppo

– Costa del Vesuvio –2004 Tess, Patto del Miglio D’Oro

Torre del Greco, nel 2000 contava n. 480 aziende di piccola o media dimensione,

con superficie inferiore o uguale ad 1 Ha ed era collocata al

secondo posto tra i comuni della provincia in termini di “produzione

lorda vendibile agricola”, per il comparto florovivaistico. In particolare

esistono 349 aziende floricole specializzate, 64 aziende ortofloricole e

67 aziende orticole.

Le caratteristiche del comparto florovivaistico di Torre del Greco sono

individuabili nella:

- sup. territoriale: oltre i 220 Ha di cui 180 coltivate con specie orto-floricole;

- assoluta preminenza sia in termini numerici che economici del comparto

sull’intero comparto agricolo torrese, circa 50 miliardi del comparto

floricolo e circa 2 miliardi quello orticolo.

- un numero di addetti, tra produzione ed indotto, calcolato nello stesso

anno, superiore a 2000 unità;

- l’espansione della serricoltura pari a 175 Ha, pari al 97% della superficie

complessivamente investita. Le aziende sono prevalentemente

a gestione familiare e si servono, per lo più, di lavoratori stagionali,

impiegati unicamente per esigenze di punta, la produzione è passata,

nel corso degli anni dalla monocultura del garofano, alla coltura di

garofani, gerbere e crisantemi. L’attività pur essendo stata soggetta

ad un andamento sfavorevole in seguito all’effetto negativo dell’andamento

economico globale, aggravato dall’esistenza di alcune

problematiche legate all’inadeguatezza strutturale ed organizzativa

del territorio, è caratterizzata da un elevato dinamismo, prova ne è la

nascita di un sempre maggior numero di associazioni e cooperative.

26


I FATTORI DETERMINANTI

2.2.4 Ordinamento produttivo e intensità della produzione

agricola

La superficie agricola utilizzata è destinata per il 76% a seminativi e per

la differenza a coltivazioni arboree e prati.

Per quanto riguarda i seminativi abbiamo che il 71% delle aziende (762

su 1079) hanno coltivazioni ortive per 116,01 Ha. Per quanto riguarda le

coltivazioni legnose agrarie abbiamo 303 aziende con vite (50,79 Ha),

303 aziende con olivo (0,76 Ha), 220 aziende con agrumi (24,22 Ha), 147

aziende con fruttiferi (21,81 Ha).

Le colture permanenti, costituite per la quasi totalità da colture legnose

agrarie, occupano il 24% della superficie agricola utilizzata, in controtendenza

rispetto al dato provinciale che ha 63% di colture legnose

che superano di gran lunga i seminativi (36%) (fonte RSA, Provincia di

Napoli 2001). Per il resto si conferma il dato provinciale dove le colture

più rappresentate sono gli arboreti da frutto e, tra i seminativi, le colture

ortive intensive. Dal punto di vista ambientale queste informazioni

hanno una duplice lettura: da un lato la presenza di colture arboree,

seppure intensive e in gran parte specializzate, rappresenta un fattore

positivo dal punto di vista della salvaguardia degli equilibri del suolo e

del paesaggio, dall’altro la forte presenza di colture intensive come le

ortive è un dato che denota certamente una pressione rilevante delle

attività agricole sull’ambiente. All’intensività delle produzioni orticole

va aggiunto, poi, quello delle coltivazioni in serra che interessano il 40%

dell’intera Superficie Agricola Utilizzata.

Queste considerazioni vanno, infine, contestualizzate nell’ambito della

deliberazione n. 700 del 18 febbraio 2003 della Regione Campania che

individua le Zone Vulnerabili all’inquinamento da nitrati di origine agricola

(ZV) della Campania, nelle quali rientra anche il Comune di Torre

del Greco. Infine nel territorio vesuviano emerge la coltivazione delle

albicocche (oltre cento varietà) che contribuiscono all’80% della produzione

nazionale e la coltivazione dei pomodorini del “piennolo”.

Per la ricchezza di varietà dell’albicocca e per i sistemi di coltivazione

ancora di tipo tradizionale, è stato richiesto per l’albicocca vesuviana il

riconoscimento comunitario del marchio IGP (Indicazione Geografica

Protetta). Fonte Camera di Commercio di Napoli, Rapporto sui prodotti

tipici locali.

Produzione enologica

La produzione enologica costituisce ancora oggi una voce importante

nel bilancio dei comuni vesuviani posti lungo il versante orientale

e quello meridionale; i filari rappresentano tuttora una componente

essenziale del contesto vesuviano che da sempre ha contribuito a strutturarne

il paesaggio.

In particolare vengono coltivate l’uva falanghina dal quale si ricava il

rinomato Lacrima Christi (vino DOC dal 1983) prodotto nelle tipologie

bianco (vitigni di coda di volpe per l’80% più greco e falanghina in una

percentuale massima del 20%), Rosato e Rosso, ottenuti da uve piedirosso,

sciascinoso (80%) e aglianico (20 %).

Al fine di offrire un prodotto tipico valorizzando al tempo stesso le risorse

del territorio, in Campania sono state istituite diverse Strade del

Vino. Le Strade del Vino rappresentano infatti percorsi integrati di tutela

e promozione dei vigneti e delle cantine al fine di valorizzare i territori

ad alta vocazione viti-vinicola: nel territorio vesuviano è stata istituita la

“Strada del vino e dei prodotti tipici del Vesuvio”.

Dimensione aziendale media

Le aziende del Comune di Torre del Greco si caratterizzano come piccolissime

aziende. Del totale delle aziende, infatti, l’89% ha meno di un

ettaro mentre circa il 10% ha una superficie aziendale compresa fra 1

e 5 Ha.

Senza

superficie

Meno

di 1

ha

1-2 2-5

5-

10

10-

20

20-

50

50-

100

Oltre

100

Totale

\\ 1088 98 31 1 1 \\ \\ \\ 1220

Per quanto rigurda il dato medio abbiamo, quindi, una superficie aziendale

media di 0,73 ha, contro l’1.05 della Provincia di Napoli e il 3,53

della Campania.

Aziende

(numero)

Superficie

totale (ettari)

Sup. agricola

utilizzata (ettari)

Torre del Greco 1.220 891,89 411,29

Provincia di

Napoli

43.031 45.390,97 35.081,88

Campania 248.932 878.518,86 588.200,77

Tipo di Meccanizzazione

Associato alla grande frammentazione aziendale del Comune di Torre

del Greco c’è il problema della meccanizzazione delle aziende. Pur

avendo infatti un numero elevato di piccole aziende, il 65% di esse

gestisce la produzione agricola con mezzi propri, pur constatando un

contoterzismo che riguarda circa la metà delle aziende (45%). Dal punto

di vista delle relazioni interaziendali, va segnalato la pressochè inconsistenza

della comproprietà (2%).

Aziende con Mezzi

Irrigazione

Aziende con mezzi

forniti da terzi

Aziende con mezzi

in comproprietà

803 554 34

L’ultimo aspetto analizzato tenuto conto dell’intensività delle colture

del Comune di Torre del Greco è l’impatto sulla risorsa idrica. Le aziende

agricole basano il loro approvvigionamento idrico principalmente

sulle acque sotterranee (44%) e in percentuale minore ma comunque

rilevante sull’acquedotto (34%). Soltanto il 20% delle aziende ha un sistema

di raccolta delle acque piovane mentre è inesistente l’approvvigionamento

da impianti di depurazione.

Regione

Campania

Provincia di

Napoli

Acquedotto

Acque sotterranee

Corsi d’acqua

superficiali

Laghi naturali e

laghetti artificiali

Impianto di

depurazione

Raccolta acque

pluviali

13.261 43.673 15.344 1.069 116 8.553

2.757 13564 585 19 17 3102

Torre del Greco 420 535 3 2 1 244

27


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

2.2.5 Fertilizzanti e fitofarmaci distribuiti al consumo

I fertilizzanti sono definiti come le sostanze che, per il loro contenuto

in elementi nutritivi oppure per le loro caratteristiche chimiche, fisiche

e biologiche contribuiscono al miglioramento della fertilità del terreno

agrario o comunque al migliore sviluppo delle piante coltivate. Questi

prodotti comprendono concimi, ammendanti e correttivi. L’uso non razionale

di queste sostanze può comportare notevoli problemi dal punto

di vista dell’inquinamento dell’ambiente. I danni più sensibili possono

derivare da un aumento dei nitrati nelle acque sotterranee fino ad

un livello che ne pregiudica la potabilità; inoltre elevate quantità di sostanze

nutritive (in particolare fosforo e azoto) concentrate nelle acque

per effetto di lisciviazione e scorrimento, contribuiscono ad aumentare

l’intensità dei processi di eutrofizzazione. Inquinamenti possono anche

derivare da sostanze non desiderate, senza potere fertilizzante, contenute

in prodotti fertilizzanti che si ottengono dal trattamento dei rifiuti

(quali molti ammendanti, compost da trattamento dei rifiuti solidi urbani,

concimi organici azotati costituiti da rifiuti di macellazione, distillazione,

industria tessile).

L’agricoltura dell’area Vesuviana costiera esercita forti pressioni sull’ambiente,

anche se caratterizzata da una superficie aziendale estremamente

ridotta. Ciò dipende dall’orientamento prevalente ai seminativi

e da un’elevata incidenza delle colture floricole in serra, caratterizzate

da fortissimi impieghi di prodotti chimici e da un notevole impatto sul

paesaggio.

I punti di rivendita in Provincia di Napoli sono 181 (dati forniti dalle

CCIAA), mentre a Torre del Greco sono 3. Restano da definire i quantitativi

attinenti a ciascun punto di distribuzione. (RSA Provincia di

Napoli - 2003)

2.2.6 Il patrimonio zootecnico

La vocazione zootecnica è molto contenuta gli allevamenti presenti in

Provincia di Napoli rappresentano, infatti, solo il 7% delle aziende con

allevamenti presenti sull’intero territorio regionale e lo 0,6 % di quelli

presenti sull’intero territorio nazionale.

Nella tabella è riportato il numero di aziende con allevamenti Bovini,

Suini, Ovini, Caprini, Equini ed Avicoli, con relativo numero di capi di bestiame

allevati, per il Comune di Torre del Greco e per la Provincia di

Napoli. (RSA Provincia di Napoli – 2001)

Comune

Torre del

Greco

Tot.

Aziende

Aziende

Bovini Suini Ovini Caprini

Capi

Aziende

Capi

Aziende

Capi

Aziende

Capi

38 4 31 4 177 0 0 4 24

Tab.:Numero di aziende con allevamenti equini e avicoli e relativo numero

di capi di bestiame- (RSA Provincia di Napoli – 2001)

Comune

Tot.

Aziende

Equini

Avicoli

Aziende Capi Aziende Capi

Torre del Greco 38 3 42 30 1020

28


I FATTORI DETERMINANTI

2.2.7 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

FONTE

Numero di aziende

agricole

D

Quantifica il numero di aziende effettivamente

destinate ad attività agricole produttive / uso

sostenibile del territorio, la protezione della

natura e della biodiversità, il mantenimento

dei livelli di produttività

+ / -

ISTAT – 5°

Censimento

generale

dell’Agricoltura

Superficie Agricola

Utilizzata (SAU)

D

Stima l’estensione di territorio effettivamente

destinato ad attività agricole produttive/ uso

sostenibile del territorio, la protezione della

natura e della biodiversità, mantenimento dei

livelli di produttività

+ / -

ISTAT – 5°

Censimento

generale

dell’Agricoltura

Rapporto SAU/SAT

D

Fornisce l’indicazione della quota di territorio

effettivamente destinata ad attività agricole

produttive rispetto alla superficie totale

territoriale/ uso sostenibile del territorio, la

protezione della natura e della biodiversità,

mantenimento dei livelli di produttività

+ / -

ISTAT – 5°

Censimento

generale

dell’Agricoltura

Destinazione della

superficie agricola

S/D

Indica l’incidenza e l’estensione delle principali

forme di utilizzazione dei terreni nonché delle

principali coltivazioni praticate / Valutare l’

impatto sulla qualità del suolo e delle acque

+ / -

ISTAT – 5°

Censimento

generale

dell’Agricoltura

Tipologia e forma di

conduzione imprese

agricole

S

Fornisce una descrizione della proprietà e

delle modalità di conduzione delle aziende

/ Valutare l’ impatto sulla qualità del suolo e

delle acque

+ / -

ISTAT – 5°

Censimento

generale

dell’Agricoltura

Incidenza

dell’agricoltura

biologica

R

Valuta lo sviluppo di pratiche agricole

innovative dal punto di vista ambientale

adottate sul territorio comunale/ promuovere

l’uso sostenibile del territorio

+ / -

ISTAT – 5°

Censimento

generale

dell’Agricoltura

Distribuzione dei

fertilizzanti per uso

agricolo

D

Fornisce informazioni sulle quantità di

fertilizzanti distribuiti per uso agricolo/

rispettare i limiti normativi e salvaguardare la

risorsa acqua e suolo

+ / -

RSA Provincia

di Napoli

Patrimonio

zootecnico e attività

zootecnica

S

Quantifica la pressione ambientale esercitata

dai capi di bestiame allevati/ uso sostenibile

del territorio

+ / -

RSA Provincia

di Napoli

29


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

2.3 Energia

2.3.1 Le caratteristiche del comparto e analisi delle criticità

Negli ultimi anni la domanda di energia in Italia sta subendo una continua

crescita: dopo l’aumento del 3,9% avvenuto tra il 2001 ed il 2003 i

consumi in valore assoluto registrano una nuova impennata e crescono

del 2,4% nel solo 2004 (in particolare a Sud, dove si registrano punte

del 7%).

Più contenuto l’aumento del dato medio procapite che passa da 1.123

kWh/ab a 1.139 kWh/ab. Analizzando la distribuzione geografica per

consumo pro capite, emerge piuttosto chiaramente un’allocazione dei

valori più alti nel Centro-Nord, tutte a Sud le province che, con meno di

1.000 kW/h pro capite, occupano le prime posizioni. Quindi il continuo

incremento della domanda energetica ed il peso che quest’ultima ricopre

sia in ambito ambientale che economico, pone il problema del

reperimento e della gestione delle fonti energetiche come una sfida di

importanza strategica cruciale per tutte le comunità. Accanto alle fonti

energetiche tradizionali si stanno facendo sempre più strada , come

alternative necessarie, le fonti rinnovabili quali quelle solari ed eoliche.

I comuni che in Italia dichiarano di avere installato pannelli fotovoltaici

sono in totale 35, mentre si fermano a 26 quelli che hanno puntato sugli

impianti solari termici. Ancora poco diffusi i meccanismi economici

di incentivazioni per l’adozione di misure di risparmio energetico e la

diffusione di energie rinnovabili, mentre vi è al momento un maggior

ricorso a strumenti di natura dispositiva e normativa, in particolare i regolamenti

edilizi.

2.3.2 La domanda di energia

Dai dati storici del fabbisogno energetico relativamente al periodo

1980-2004 si possono sinteticamente evidenziare quali siano i settori

che richiedono maggiore energia elettrica:

- il settore dell’ industria è il maggiore consumatore di energia

elettrica;

- il settore agricolo è in leggera crescita;

- il settore civile (residenziale e terziario) è in costante crescita;

- il settore dei trasposti non presenta una crescita

apprezzabile.

Inoltre il rapporto tra “domanda di picco” e “potenza disponibile” sulla

base dei dati storici dal 1997 al 2004 (Fonte Ministero delle Attività Produttive)

permette di vedere come il costante andamento in aumento

della domanda di picco negli ultimi anni abbia determinato una riduzione

del margine di sicurezza, tale da determinare i famosi “distacchi

programmati” dell’estate.

Negli ultimi anni, inoltre, la domanda di picco estiva si pone ormai allo

stesso livello di quella invernale (viceversa prima solitamente la domanda

di picco estiva era un po’ più bassa).

2.3.3 Consumi civili ed industriali

Le notevoli modifiche intervenute nel corso degli anni hanno anche determinato

un importante cambiamento nella composizione percentuale

del consumo tra i diversi utilizzatori; se nel 1977, infatti, i consumi industriali

erano preponderanti sugli altri, nel 2001 il primo posto è occupato

dai consumi domestici rappresentando questi 41,1% il del totale.

Consumi in Italia

Tipologia di consumi 1977 2001

Consumi industriali 44,6% 24,6%

Consumi domestici 39,1% 41,1%

Consumi terziario 15,8% 31,8%

Consumi agricoltura 0.5% 0,7%

In Campania i massimi consumi energetici sono, in linea con la tendenza

nazionale, da imputare al settore domestico. Nell’anno 2000, da fonte

GRTN, la Campania ha un impiego di energia elettrica totale pari a

14.348 GWh mentre la provincia di Napoli ha un impiego pari a 7.103

GWh così distribuiti.

Impieghi finali di energia elettrica (GWh) in Campania e nella Provincia

di Napoli (anno 2000) – Fonte GRTN

Agricoltura

Industria

Terziario

Domestici

TOTALE

Napoli 54 1.895 2.180 2.974 7.103

Campania 213 5.089 3.784 5.263 14.348

Nel comune di Torre del Greco sono pochi i dati che ci consentono di

comprendere la distribuzione del consumo energetico nei vari comparti.

Gli unici dati disponibili sono forniti dal gestore locale del gas. Di

seguito vengono mostrati i dati relativi al consumo di gas nel comune

di Torre del greco nel periodo che và dal 1999 al 2002:

Variazione dei consumi di gas in mc – anni 1999 e 2002

Individuali Collettivi Produttivi TOTALE

1999 4.143.742 1.165.994 3.344.068 9.107.733

2002 3.947.363 1.110.734 3.185.586 8.243.683

Variazione % -9,48%

Fonte Napoletanagas

Da tali dati si evince il consumo di Gas nel comune di Torre del Greco registra

nel periodo sopraindicato una contrazione stimabile intorno al 10%

mentre il consumo di gas naturale in Italia è cresciuto nel periodo 1996-

2000, passando da circa 56,2 miliardi di metri cubi a circa 70,4 miliardi, e

nello stesso periodo, il gas naturale è stata la fonte di energia primaria

con la crescita più rapida, aumentando in media del 5,8% ogni anno.

Inoltre nel comune di Torre del Greco l’impiego di tale fonte energetica

si concentra prevalentemente per uso individuale, dove viene impiegato

il 48% del gas totale. Tale valore risulta essere di circa dieci punti

maggiore della quota destinata al settore produttivo che rappresenta

il 39% del totale.

30


I FATTORI DETERMINANTI

Consumi di gas mc nel 2002

2.3.4 Il risparmio energetico: le azioni intraprese dal

Comune

39%

13%

Individuali Collettivi Produttivi

48%

Nell’ambito delle iniziative per il risparmio energetico si deve evidenziare

la valutazione dei benefici economici ed ambientali derivata dalla

istallazione di un impianto fotovoltaico posto sull’edificio comunale La

Salle. I benefici di un impianto di produzione di energia elettrica che

utilizza un impianto fotovoltaico consistono fondamentalmente in una

riduzione delle emissioni di anidride carbonica e in una riduzione del

costo dell’energia prodotta. Di seguito viene riportata la valutazione dei

benefici economici ed ambientali derivati dalla istallazione di un impianto

fotovoltaico sull’edificio comunale La Salle:

Distribuzione percentuale del consumo di gas a Torre del Greco - 2002

In provincia di Napoli il panorama cambia, infatti le utilizzazioni civili

rappresentano il 39% contro quelle industriali ferme al 37% (fonte Provincia

di Napoli).

Di seguito si riporta una tabella relativa ai consumi ed agli impianti relativi

agli anni 2004-2005 suddivisi per i diversi segmenti di consumo

(fonte Napoletanagas):

Comune di Torre del Greco

Consumi ed impianti - anni 2004 / 2005

Impianti

n.

Consumi

m3

Potenza

(KW)

Energia

prodotta

(KWh/anno)

Risparmio

annuo (€/

anno)

CO 2

evitata CO 2

evitata

in un anno in 20 anni

(tonn) (tonn)

Risparmio

energetico

(TEP/anno)

Risparmio

economico

annuo (%)

19,8 27.271 3.817,99 19,09 381,8 6 9,09

Fonte Comune di Torre del Greco

Come si evince dalla tabella l’istallazione di impianti fotovolatici per la

produzione di energia elettrica consente sia di ridurre l’impatto ambientale,

evitando l’emissione di 19,09 tonn di CO 2

in un anno, sia di

ottenere un risparmio economico pari 9,09% per KW prodotto.

anno

2004

anno

2005 anno 2004 anno 2005

Segmento

Amministratori di

Condominio 22 22 171.394 205.522

Gestori Calore 8 8 114.487 137.284

Industriale 35 36 722.236 866.047

Pubblica

Amministrazione 120 123 1.137.774 1.364.326

Residenziale 11.185 11.482 5.528.154 6.628.910

Soho - Piccolo

Terziario 206 211 381.493 457.455

Terziario 44 48 1.739.313 2.085.642

Totale 11.620 11.930 9.794.851 11.745.186

Consumo pro

capite 843 985

31


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

2.3.5 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte

Consumo di energia

procapite

P

Descrive il fabbisogno energetico

procapite/Riduzione dei consumi

+ / -

Comune di Torre del

Greco/Napoletanagas

Consumo di energia

per settori d’impiego

P

Descrive il fabbisogno energetico per

settore / diminuire l’impatto dell’uso di

energia sui cambiamenti climatici

+ / -

Comune di Torre del

Greco/Napoletanagas

Impiego da fonti

di energia (gas,

termoelettrica,

rinnovabile ect.)

P

Misura l’impiego di energia da dalle

diverse fonti energetiche primarie /

Utilizzo di fonte energetiche alternative

+

Comune di Torre del

Greco/Napoletanagas

N° Piani energetici

adottati

R

Definisce il grado di attuazione della

L 10/91/ Aumentare l’utilizzo di fonti

energetiche alternative

-

Comune di Torre del

Greco

N° Azioni comunali

per l’incentivazione

all’uso di energie

“pulite”

R

Descrive le azioni comunali per l’utilizzo

di fonti energetiche alternative /

Riduzione delle emissioni in atmosfera

dei gas serra

+

Comune di Torre del

Greco

32


I FATTORI DETERMINANTI

2.4 Trasporti

2.4.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità

La dotazione infra-strutturale costituisce una condizione necessaria per

il miglioramento della competitività e dell’attrattività di un territorio. Un

buon livello quali - quantitativo di essa rappresenta un fattore determinante

per la localizzazione dei flussi di investimento e di lavoro e garantisce

un livello di vita soddisfacente a tutti i fruitori del territorio, cittadini,

lavoratori pendolari, turisti. Nel tempo stesso però, la realizzazione

disequilibrata del sistema infrastrutturale, il traffico prodotto dai veicoli

motorizzati ed il crescente ricorso ai mezzi privati, è individuabile come

una delle maggiori cause determinanti la produzione di fonti di pressione

sull’ambiente - inquinanti atmosferici, rumore, incidentalità, congestione,

consumo di carburanti, occupazione di spazio urbano, intrusione

visiva, fattori con forti ripercussioni sulla salute del cittadino.

Dal libro Bianco sui trasporti dell’Unione Europea e da studi condotti da

Enti specializzati nel settore (UITP, Enea, etc) si deduce che:

- Circa un terzo dei consumi finali di energia è imputabile ai trasporti,

tale valore è cresciuto del 21% tra il 1990 ed il 1999, del 23% in Italia;

ed è inversamente proporzionale alla densità abitativa.

- Le emissioni di CO 2

prodotte dai trasporti sono cresciute del 18% tra il

1990 ed il 1999, fino a costituire il 29% delle emissioni complessive;

- il 40% delle emissioni di anidride carbonica dovuta al trasporto stradale

è prodotto dal trasporto urbano;

- Fortemente preoccupante è l’incremento di altri inquinanti, come

gli ossidi d’azoto e altre particelle non regolamentate, in particolare

prodotte dal trasporto privato, in grado di determinare su alcune

categorie deboli, anziani e bambini, un numero crescente di malattie

respiratorie, cardiovascolari, etc.

- l’1,7% del PIL, nella comunità europea, rappresenta il costo per la collettività

derivato da malattie da inquinamento atmosferico;

- lo 0,5 % del PIL nella comunità europea rappresenta, invece, il costo

esterno per la congestione da traffico, tendenza in netto aumento; si

prevede, infatti per il 2010 l’aumento di circa il 142% di tali costi per un

ammontare di 80 mld di euro per anno;

- la prima causa di incidentalità a livello europeo, con oltre 97.000 morti

e 2.5 milioni di feriti nell’ultimo decennio, è costituita dai trasporti su

gomma, verificatisi prevalentemente in ambito urbano.

La relazione sullo stato dell’ambiente del Comune di Torre del Greco, non

può prescindere dall’analisi di tale comparto, individuato dalla Comunità

europea tra quelli prioritari per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo

sostenibile perseguiti. Esso sarà analizzato nei suoi sottosistemi - trasporto

passeggeri e trasporto merci - e nelle diverse modalità – su strada,

ferroviario, navale – attraverso degli indicatori oggettivi e monitorabili, nel

tempo e nello spazio, che proveranno a fornire in lettura congiunta con

indicatori descrittori di altre tematiche, informazioni relative a:

- lo stato delle infrastrutture;

- la domanda di mobilità privata;

- l’offerta di servizi di trasporto pubblico;

- la programmazione di infrastrutture e servizi per la mobilità

oltre che ad individuare le politiche e le azioni suggerite dai documenti

della comunità europea e dalla legislazione nazionale.

Nel territorio del Comune di Torre del Greco il totale dei veicoli circolanti

ammonta a 62.580 unità di cui circa il 60% è rappresentato da autovetture.

In tale realtà la presenza di veicoli è pari a oltre 2.000 unità per kmq.

A fronte di una situazione di forte impatto occorre intervenire nella direzione

della mobilità sostenibile attraverso:

•Utilizzo del trasporto pubblico;

•Manutenzione dei veicoli

circolanti (Bollino Blu);

•Car Pooling - Car Sharing;

•Incentivazione all’uso di veicoli

elettrici, ibridi, a GPL e metano;

•Uso della bicicletta

•Sensibilizzazione dei cittadini

2.4.2 La rete dei trasporti: stradale, ferroviaria, portuale

La rete stradale: il sistema viario principale e secondario

Il territorio di Torre del Greco si estende tra il Vesuvio ed il mare senza

soluzione di continuità tra Ercolano e Torre Annunziata. La città, servita

dall’Autostrada A3 Napoli – Pompei - Salerno, di cui accoglie un nuovo

casello, gode di una rete totale di rami stradali pari a Km. 97.790, costituiti

prevalentemente da “strade locali “ e “strade locali interzonali”, le prime

destinate alla circolazione all’interno di ciascun settore, le altre ai collegamenti

tra i diversi settori urbani dell’abitato. Il sistema stradale occupa

una superficie totale circa 0.50 Kmq pari a circa il 2,5%, destinata alla

circolazione veicolare, pedonale ed alla sosta.

Il tessuto principale del sistema, quello su cui si svolge la maggior parte

della circolazione veicolare, rappresenta l’80% dell’intera superficie destinata

a viabilità, con uno sviluppo di 42,4 km ed una larghezza destinata

alla circolazione di 6.5 m.

L’analisi del sistema stradale urbano del comune di Torre del Greco, ha evidenziato

una struttura inadeguata alle dimensioni ed allo sviluppo della

città, non soltanto nella sua estensione lineare, ma anche e soprattutto per

la ridotta larghezza delle strade cittadine principali e secondarie, dalle caratteristiche

morfologiche e dimensionali. Per semplicità descrittiva e per

omogeneità con il PGTU, il territorio è distinto in tre macroaree:

- Ipercentro: via XX Settembre ad est, via circonvallazione a Nord, via C.

Battisti ad ovest, il porto a sud .

- Centro urbano o 1° corona: area compresa tra l’A3 a nord- il porto a

Sud e la via De Gasperi ad est.

In tali macroaree risiede una popolazione pari a 58.062 abitanti.

- Centro abitato o 2° corona: che comprende tutta l’are tra il confine

comunale ed il centro urbano proteso verso nord ed est - comprensivo

delle località Lamaria S.Antonio, Litoranea, Leopardi, area Nord della città

( Cappella Bianchini, Curatoli, Lava Nuova e Ospedale Maresca).

Il centro storico di Torre del Greco, nel quale sono concentrate attività

terziarie e residenze, conserva l’impianto storico, inadeguato al transito

dei veicoli a motore; nel centro urbano solo alcune strade, come la via

Cesare Battisti, hanno una struttura idonea alla circolazione veicolare,

altre, come via Martiri d’Africa e via Beneduce, hanno una carreggiata

molto stretta e rappresentano un evidente pericolo in caso di calamità

naturale. Nel centro abitato, in particolare lungo la Litoranea, e nei set-

33


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

tori orientali, S. Maria La Bruna e Leopardi, si valutano circa 11.153 m

di strada con larghezza maggiore di 5 m su un totale di m 25.678. Un

territorio privo sia di strade di scorrimento e di quartiere, a causa

della carenza di geometria e fasce di rispetto, che di una viabilità di

circumvallazione adeguata ai traffici di scambio e di attraversamento,

che, come vedremo, costituiscono una buona quota percentuale sulla

totalità dei movimenti.

Una rete viaria carente ed inadeguata resa ancora meno efficiente dalla

presenza di numerosi passaggi a livello delle FS, che, in particolare, nel

settore est (Leopardi e S. Maria La Bruna), in cui unico asse viario è la

SS18, inibiscono lo smistamento sulla Litoranea dei traffici generati dagli

insediamenti a sud della Nazionale.

Qui, in un’area situata tra il confine comunale ed il centro urbano, ad

un fenomeno di crescita residenziale, misurato in circa 20.000 abitanti,

trasferitisi dal centro urbano, non si è accompagnato né un decentramento

delle unità lavorative e di servizio, né un’adeguata infrastrutturazione

del territorio, cosicché si verifica un considerevole svantaggio

nella ripartizione della dotazione viaria, rispetto al centro urbano, circa

un rapporto di 1 a 1,6, con una superficie urbanizzata relativa a tale area,

sei volte maggiore.

Numerosi gli interventi previsti da piani e i programmi di sviluppo sostenibile

del territorio che hanno come obiettivo il miglioramento dell’efficienza

del sistema stradale comunale; in particolare assumono grande

rilevanza i seguenti progetti, da realizzare o in corso di realizzazione:

- la realizzazione dei nuovi assi viari previsti dal Piano Strategico di sviluppo

del Comune di Torre del Greco per il miglioramento dell’accessibilità

all’area portuale;

- il completamento della bretella S. Antonio, casello autostradale e Via

Scappi previsto dal PGTU;

- la realizzazione di una strada di collegamento con l’anulare del Vesuvio

- che attualmente si arresta a via Cozzolino e riprende nel comune

di Boscotrecase - al fine di garantire il collegamento Torre del

Greco – Boscotrecase – Terzigno, allo stato inesistente, prevista dai

programmi dell’amministrazione comunale e dal piano strategico.

La domanda e l’offerta attuale

L’inefficienza del sistema stradale del Comune di Torre del Greco, emersa

in maniera evidente, dalla descrizione al paragrafo precedente, è ulteriormente

accresciuta da un elevato deficit di aree destinate alla sosta

di autoveicoli.

Al momento, la sosta di destinazione si svolge su strade e piazze, anche

in regime non consentito; la sosta stanziale si svolge prevalentemente

sulla viabilità, sia nelle zone del centro, che nelle aree esterne ad esso,

assorbendo gran parte degli spazi per i pedoni e restringendo le carreggiate,

che, come già precisato, nella maggior parte dei casi, non godono

di una larghezza maggiore di 5 m.

B ilanc io s o s ta attuale

15.000

12.500

10.000

7.500

5.000

2.500

0

D O MAN D A

O F F E R T A

D O MAN D A

O F F E R T A

Le analisi compiute hanno evidenziato una domanda per sosta di destinazione

pari a circa 12.000 posti auto.

DO M A NDA DI

P O S T I A UT O

0 2.000 4.000 6.000

Ipe r c e ntr o

C e ntr o ur bano

2a C o r o na

Come si evince dal grafico su riportato, la domanda di posti auto nel

centro urbano, comprensivo di Ipercentro, è nettamente superiore a

quella della parte restante della città; in particolare, si è valutata una

domanda pari a 7.485 posti auto, nel centro urbano contro i 5.124 posti

auto nella 2° corona. A tale domanda corrisponde un’offerta di posti

auto, pari a circa 8.239 unità, calcolati in base alle potenzialità dimensionali

delle strade, nel rispetto del Codice della strada.

Un’evidente carenza diffusa su tutto il territorio comunale, con un deficit

maggiore relativo al centro urbano, nel quale si contano circa 3.563

posti auto, di cui 1.275 su strade locali e la parte restante su strade principali,

sanabile, esclusivamente, attraverso la realizzazione di aree a parcheggio

“fuori strada”.

L’Amministrazione comunale nel 2003 adottando il Piano Generale

Traffico Urbano (PGTU), ha individuato le azioni correttive necessarie

per un’efficiente gestione della sosta e della mobilità, sia all’interno del

centro urbano, che sull’intero territorio di Torre del Greco. Il piano prevede,

tra gli altri:

a) interventi a favore della regolazione veicolare e della sosta;

b) interventi per la dotazione di infrastrutture per la sosta.

10000

8000

6000

4000

2000

0

O ffe rta po sti a u to

Ipe r c e ntr o

C e ntr o ur bano

2a C o r o na

to tale

Classificate Locali le strade, così come previsto dalle Direttive del MMLLPP, il

PGTU individua TOTALI

Principali

funzione di tale classificazione, un nuovo schema di

circolazione, le aree di Fuori sosta strada compatibili con un’efficiente circolazione

veicolare e pedonale all’interno del centro urbano, le aree del centro

34


I FATTORI DETERMINANTI

cittadino da destinare a zona a traffico limitato e alle esigenze del trasporto

collettivo, nonché individua aree fuori dal centro urbano da destinare

a “parcheggi fuori strada”.

In particolare, il piano, definito il regolamento della sosta ed individuata

la Zona a Traffico Limitato, calcola, in modo parametrico, per ciascun

tronco della rete, il numero di stalli realizzabili su strada e le aree all’interno

del territorio da destinare alla “sosta fuori strada”, indicando per

ciascuna di esse n° di posti auto, tipologia di impianto e tipo d funzione

prevalente.

Settore Strade secondarie

Strade locali

interzonali

Totale

Centro 1.131 1.146 2.277

Nord 843 425 1.268

S. Antonio 419 1.058 1.477

Est 1.112 623 1.735

Totale 3.505 3.252 6.757

Si sottolinea, inoltre, che il piano intende agire, attraverso la regolamentazione

del traffico ed attraverso la riduzione della durata di sosta

dovuta al regime tariffario imposto, nonché attraverso interventi coordinati

sul trasporto pubblico, per ridurre la domanda di sosta da 12.609

posti auto a 9.964, con una riduzione pari alla metà dell’attuale valore

nel centro urbano.

Il Comune di Torre del Greco, ha, per ora, attivato esclusivamente un

servizio di parcheggio a pagamento, prevalentemente lungo le strade

del centro, che conta circa 651 stalli, distinti in tre aree, coincidenti con

altrettante zone della città, regolamentati da parcometri e gratta e parcheggia,

con tariffa, orario e valididifferenziati secondo la fascia.

La rete ferroviaria

La Regione Campania annovera tra i progetti di sviluppo del suo territorio

l’attuazione del progetto della Metropolitana regionale, cioè la costituzione

di un grande e complesso sistema di reti ferroviarie (urbane

e regionali) da ammodernare o da costruire che si integrano tra di loro

grazie a una serie di nodi di interscambio e si collegano a loro volta con

quelle nazionali.

Attualmente in Campania scorrono 1.205 km di binari: 933 delle Ferrovie

dello Stato, dei quali 427 di interesse locale e 506 di interesse nazionale

e circa 272 di ferrovie concesse o in gestione governativa (di cui 70 km.

a doppio binario). Quest’ultimo dato rappresenta l’8% del totale nazionale

(che ammonta a 3.527 km.). Ma ancor più significativo è il numero

di passeggeri trasportati: sui circa 272 km di binari di ferrovie concesse

o in gestione governativa, infatti, transitano ogni anno circa 50 milioni

di viaggiatori, ossia circa 1/3 del totale nazionale che ammonta a 150

milioni di passeggeri. Scopo del progetto di metropolitana regionale è,

dunque, quello di mettere a frutto questo patrimonio esistente di ferrovie,

in gran parte scollegate e in cattive condizioni, ammodernandole e

collegandole tra di loro e con quelle in via di costruzione attraverso nodi

di interscambio in un’unica grande rete. Un principio di integrazione che

riguarda anche gli orari e le tariffe (con i sistemi di bigliettazione integrata

già utilizzati), in modo da costruire un unico sistema di trasporti regionale

sempre più efficiente, moderno e funzionale alle esigenze di mobilità.

Il comune di Torre del Greco è parte integrante di questo sistema, e si

avvia a divenire, in seguito all’implementazione della Metropolitana regionale,

un efficiente sistema di trasporto locale, in grado di ridurre il

flusso veicolare interno piuttosto rilevante.

Attualmente il Comune è attraversato da:

1) linea Napoli – Torre Annunziata della Ferrovia Circumvesuviana, su

cui sono eserciti servizi a scala comprensoriale;

2) linea Napoli – Salerno delle Ferrovie dello Stato, su cui vengono esercitati

prevalentemente servizi di tipo regionale e nazionale.

La lunghezza della rete nel territorio di Torre del Greco si estende per

7.5 Km circa, rispetto ai 142 Km circa della lunghezza totale della rete

circumvesuviana.

La Linea Napoli –Torre Annunziata della Circumvesuviana ha n. 7 stazioni

in Torre del Greco:

- Torre Centrale, ubicata nel settore NW del Centro, a circa 500 m dal

cuore della città;

- S. Antonio, in posizione intermedia tra La Maria e S. Antonio, in area

poco insediata;

- Via del Monte, a circa 1 km da S. Antonio e circa 200 m da Via Nazionale;

- Leopardi, a ridosso della Via Nazionale, nel centro abitato di Leopardi;

- le restanti stazioni Via Viuli, Via Monaci e Via Agnano, ubicate in zone

a bassa densità abitativa, non seguono normali orari di esercizio.

Pax/anno per fermata – Circumvesuviana -

300.000

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

0

T o r r e c e ntr ale

V ia de l M o nte

V ia M o nac i

V ia V iuli

pax/anno

S .A nto nio

L e o par di

V ia A gnano

I dati riportati nella tabella che segue forniscono le rilevazioni, riferite

sia per il periodo invernale che per quello estivo ad un giorno feriale

dell’anno 2004, degli utenti della circumvesuviana.

Fermate esistenti

N. utenti al giorno

inverno - 2004

N. utenti al giorno

estate - 2004

Torre del Greco 6.268 6.015

Leopardi 1.980 1.307

Via S. Antonio 1.083 803

Villa delle Ginestre 890 903

Via del Monte 400 320

Via Viuli 212 124

Via Monaci 126 518

Totale 10.959 9.980

Fonte: Azienda di servizi Euroconsult s.a.s

Dalla tabella emerge, in maniera evidente, la diminuzione dei movimenti,

durante i mesi estivi, esclusivamente nelle fermate utilizzate prevalentemente

da lavoratori e studenti; altrettanto evidente, l’incremento

dei movimenti estivi nelle fermate localizzate nei pressi di attrezzature

turistiche, Villa delle Ginestre e Via dei Monaci.

Dal confronto con i dati desunti dal PGTU del 1998 si evidenzia un

effettivo miglioramento del servizio, con aumento delle fermate attive

esistenti, nonché delle corse, al quale corrisponde un elevato

incremento dell’utenza.

35


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Fermate

Per Napoli

n. corse al giorno

Per Sorrento

Torre del Greco 84 76

Leopardi 73 72

Via S. Antonio 73 72

Villa delle Ginestre 74 73

Via del Monte 74 73

Via Viuli 46 44

Via Monaci 40 39

4.000.000

3.000.000

2.000.000

1.000.000

0

P a s s e g g e r i /a n n o

1998 2004

T o ta le M o v .

In particolare, si è valutata un frequenza media, in direzione Napoli, nelle

ore di punta del mattino pari a n° 7 corse/h, e nelle ore di punta della

sera pari a n° 5 corse/h; nella direzione opposta, si è valutata una media

di n. 4 corse all’ora, con una prevalenza di corse, nel primo pomeriggio.

La linea Napoli Salerno delle Ferrovie dello Stato ha n. 2 stazioni nel

territorio di Torre del Greco, S. Maria La Bruna e Torre Centrale; la prima

ubicata lungo la costa, al termine della litoranea, l’altra nelle immediate

vicinanze del centro.

In particolare, transitano ed effettuano fermata:

- n. 25 treni metropolitani con relazione Napoli -

Torre Annunziata – Castellammare - Gragnano e viceversa;

- n. 36 treni regionali con relazione Napoli – Salerno –

Battipaglia - Sapri e viceversa;

- n. 14 treni interregionali con relazione Napoli – Potenza –

Paola – Cosenza - Reggio Calabria e viceversa;

- circa 70.000 pax/anno nella stazione di S.Maria La Bruna.

Il trasporto collettivo attuale assorbe una bassa quota della mobilità,

che, come sarà meglio descritto, successivamente, ha il valore percentuale

massimo negli spostamenti interni (63.13 %). E’ proprio a servizio

di tali spostamenti ed, in particolare, a quelli tra Area est - centro che

l’offerta dei trasporti collettivi è carente. Possibilità di incremento dell’offerta

del sistema di trasporto pubblico su rete potrebbe ottenersi

attraverso il miglioramento dell’accessibilità della stazione di S. Maria

La Bruna. Qui Il PGTU prevede, in tempi coordinati con la trasformazione

del servizio ferroviario conseguenti al nuovo assetto del nodo Napoli

(alta velocità, Linea al monte del Vesuvio) e con la trasformazione del

servizio FS, in servizio di trasporto prevalentemente locale, la realizzazione

di un parcheggio con almeno 500 posti, destinato alla mobilità

di scambio. Numerosi i parcheggi di interscambio, come già anticipato,

previsti dal PGTU, in ambito cittadino, a servizio della mobilità di scambio

con l’area metropolitana: circa 1500 posti di interscambio da realizzarsi

nei pressi delle stazioni ferroviarie della città.

Torre del Greco, come tutti i comuni della Regione Campania, usufruisce

dal 2002 del biglietto integrato di trasporto pubblico urbano “Unico”:

esso permette ai cittadini di muoversi all’interno della città, di raggiungere

Napoli ed i Comuni vicini della provincia e viceversa, utilizzando

tutti i mezzi di trasporto.

La rete portuale: le infrastrutture ed analisi dello stato

attuale

Il bacino portuale di Torre del Greco occupa uno splendido tratto al centro

del golfo di Napoli ed assume nei programmi di sviluppo regionali

e Provinciali un ruolo determinante nel potenziamento del sistema dei

porti turistici regionali, insieme a quello di Torre Annunziata, di Marina

di Stabia e di Ercolano. Obiettivo di tali enti è attivare, attraverso una

programmazione mirata ed equilibrata di nuovi porti ed il potenziamento,

la riqualificazione e la riconversione di quelli attuali un sistema

di fruizione integrata con le risorse archeologiche presenti sia sul tratto

costiero che nelle aree retrostanti e con il Parco nazionale del Vesuvio.

Per il porto di Torre del Greco, la Regione Campania e la Provincia di

Napoli hanno previsto:

1. la riqualificazione ed il completamento delle strutture destinate alla

nautica da diporto, fino ad un massimo 800 posti barca;

2. la valorizzazione della funzione legata alla tradizione cantieristica

di qualità, anche attraverso l’ampliamento delle aree a terra e dello

specchio d’acqua dedicato;

3. la creazione di un approdo funzionale per il trasporto passeggeri (Vie

del mare) e per il sistema dei beni culturali e naturalistici;

4. lo sviluppo dei collegamenti marittimi nel settore della pesca e delle

attività sportive;

5. l’adeguamento delle strutture ai fini dell’utilizzo della rete portuale

quale via di esodo per il rischio Vesuvio, in caso di minaccia di evento

catastrofico.

Il bacino portuale è riparato ad Ovest, da un molo sopraflutto orientato

in direzione Nord - Sud e ad Est da un piccolo molo sottoflutto che si diparte

in direzione WSW, dall’estremo sud della banchina di riva. L’area a

terra è, per la maggior parte, occupata da una spiaggia di natura lavica,

la cosiddetta “Spiaggia del fronte”, su cui sorgono capannoni, strutture

di varo e alaggio, di numerosi cantieri navali per il naviglio leggero. Una

zona banchinata all’estremo orientale della spiaggia accoglie un circolo

nautico. In estate il bacino accoglie n. 9 pontili galleggianti di mt. 30, in

concessione ai privati, destinati all’ormeggio da diporto. Il numero di

posti barca previsto, per natanti da diporto è pari a 500; la dimensione

massima consentita per le imbarcazioni è pari a mt. 12 ai pontili, e mt.

15 in banchina. Le unità da diporto di piccolo tonnellaggio possono ormeggiare

liberamente alla radice della banchina, alla cui testata, invece,

ormeggiano le unità da diporto di medie dimensioni. Numerosi i servizi

e le attrezzature per la nautica da diporto, rifornimento di carburante,

energia elettrica, scalo di alaggio, rimessaggio, servizio antincendio,

autogrù, riparazioni elettriche e ai motori, guardiania e servizi presso

il circolo nautico.

Presenti, inoltre, elementi di carenza di natura strutturale e funzionale

del comparto portuale, che nello specifico evidenziano:

difficile accessibilità dell’area portuale, stretta tra il centro storico ed i

binari della FS, che, in alcuni punti, distano solo pochi metri dal porto.

Uniche due strade, Via Calastro, molto stretta ed a senso unico, con

strozzatura all’accesso alla Spiaggia del Fronte, e Corso Garibaldi, via

36


I FATTORI DETERMINANTI

che conduce al centro storico, paradigma delle criticità varie elencate

ai paragrafi precedenti;

• ristrettezza dell’area destinata ai cantieri, a causa dell’elevato salto di

quota della parete rocciosa alle spalle della spiaggia;

• presenza di una scogliera sommersa a partire dalla testata del molo

di sopraflutto per 40 m verso NE, particolarmente pericolosa per la

navigazione;

• insabbiamento del porto dovuto alle correnti;

• assenza di servizi igienici pubblici;

• assenza di una banchina in grado di ospitare i traghetti per l’esodo;

• assenza di spazi a terra e di specchi d’acqua per lo svolgimento efficiente

delle attività insediate;

• assenza di spazi a terra per la sosta dei passeggeri e dei veicoli da

imbarcare.

Il porto di Torre del Greco è stato inserito tra gli itinerari del metrò del

Mare, un sistema di trasporto extraurbano, ma anche una rete alternativa

verso alcuni importanti luoghi turistici della Campania.

Torre del Greco entrata a far parte della struttura nel 2002, divenendo

itinerario della la linea MM1 che collega Bacoli–Pozzuoli Napoli/Mergellina

Napoli/Beverello - Portici – Ercolano / Favorita - Torre del Greco

- Castellammare - Vico Equense/Seiano – Sorrento.

Nell’anno 2003 lo scalo di Torre del Greco è stato attivo dal 28 giugno

al 28 Settembre .

In questi mesi sono stati effettuati quattro approdi al giorno con una

movimentazione di 880 imbarcati e sbarcati.

Al momento non sono individuati dati disaggregati sui passeggeri in

entrata ed in uscita all’approdo di Torre del Greco. Dopo la temporanea

eliminazione della fermata nell’anno 2004/05, la regione Campania nel

2006 ha nuovamente previsto l’attivazione del servizio.

2.4.3 La mobilità: il trasporto pubblico e privato

Spostamenti e tagli modali

Prima di approfondire i flussi di mobilità, nella tabella che segue sono riportati

i dati sul parco veicolare circolante sul territorio di Torre del Greco

al 2001, disaggregati per le principali tipologie di veicoli; per quanto

riguarda le autovetture, che resta comunque il mezzo di trasporto/spostamento

principale, si evidenzia che a Torre del Greco sono diminuite

di 272 unità, (raffronto con i dati del primo RSA 1999 della Provincia

di Napoli) con un incremento di autovetture certificate con Bollino Blu,

che sono passate da n. 7400 dell’anno 2004 a n. 9300 del 2005

Comune

di Torre

del G.

Provincia

di Napoli

Autovetture

Autocarri

trasp.merci

Motocicli

Autoveicoli

speciali

Autobus

Motocarri

quadriciclici

Trattori

stradali

40.804 2.176 7.257 480 75 524 64

1.699.174 115.007 202.031 14.544 4.901 22.846 5.517

Fonte RSA 2003 Provincia di Napoli – da ACI 2001

L’analisi della mobilità, propedeutica al PGTU, ha valutato l’entità e le

destinazioni degli spostamenti di persone e veicoli durante l’ora di punta

del mattino, distinti nelle principali zone di origine e destinazione. La

circolazione veicolare nell’ora di punta ammonta a 10.000 veicoli /ora; il

totale degli spostamenti persone per ora è in media pari a 20.000 persone.

La mobilità totale motorizzata si stima essere pari a circa 230.000

pax/giorno, con un indice medio di circa 2 Spost/ab al giorno.

MOBIILITA’ VEICOLI %

Scambio Centro nord 1726 17

Scambio Centro Est 25556 25

Scambio Centro Ovest 1145 11

Interna Centro - centro 1732 17%

12.000

10.000

8.000

6.000

4.000

2.000

0

Interna Nord Nord 125 1

Interna Est Est 1589 15

Interna Ovest Ovest 29 0

Attraversamento 1437 14

M o bilità ve ic o la re

1978

1998

Si è evidenziata una forte e progressiva crescita costante delle relazioni

interne tra i quartieri orientali ed il centro urbano, a differenza delle

analisi compiute nel 1978, quando la direttrice principale dei traffici era

in direzione Nord-Sud. Il settore orientale della città genera il 40% del

traffico e la relazione Est – Centro rappresenta il 25% del totale. Il traffico

che attraversa l’area del centro urbano, con destinazioni esterne ad

esso, è pari al 14% del totale, l’aliquota prevalente proviene, nuovamente

da Est - circa 1400 veicoli/h, di cui 400 interessano l’autostrada, diretti

da e per l’autostrada. Una distribuzione degli spostamenti che risente in

maniera evidente della concentrazione delle attività economiche all’interno

del centro urbano (circa il 61%), nonché della carenza di efficienza

del trasporto pubblico urbano nell’area est della città, che accoglie una

quota rilevante della popolazione totale. Se si escludono gli spostamenti

in direzione Napoli, si è evidenziata una mobilità attratta da Torre

del Greco superiore a quella generata, con una prevalenza di traffico

veicolare proveniente da Torre Annunziata; una percentuale pari all’8%

del traffico è dovuta ai veicoli industriali. Le maggiori concentrazioni

pedonali sono state individuate nell’area del centro, ed in particolare

dell’Ipercentro, nonché lungo Via Nazionale: i principali assi viari della

città e sede di numerose attività economiche. Un sistema di mobilità

fortemente critico a causa della sua dipendenza dal sistema viario, che

come già precedentemente sottolineato, mostra delle enormi deficienze

dimensionali, a loro volta accresciute dalla mancanza di aree da sosta,

che determinano l’occupazione dei percorsi pedonali da parte dei

veicoli. Molto più basso il valore di mobilità pedonale nelle aree periferiche,

in quell’orientale, dove la percentuale non supera il 10%.

37


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

A ttr ave r s am e nto

Inte r na c e ntr o ur bano

Inte r na c e ntr o abitato

S c am bio

0 20 40 60 80 100 120

P ie di tr as po r to ind.le tr as po r to c o lle ttivo

15,00

12,50

10,00

7,50

5,00

2,50

0,00

Ve lo c ità m e dia c o m m e r c iale K M /H

L’assenza dei marciapiedi, in buona parte del centro urbano e la ridotta

dimensione di essi nella restante parte della città, determinano circa il

20% degli incidenti stradali, valore doppio rispetto alla media nazionale.

Il PGTU, individuata l’impossibilità diffusa, soprattutto nell’ipercentro, di

realizzazione di adeguati parcheggi pedonali e tenuto conto delle considerazioni,

sinora esposte, ha evidenziato la necessità di istituire una

Zona a traffico limitato così da garantire sicurezza, e fruibilità degli spazi

a maggior attrazione pedonale, anche stagionale.

Il trasporto collettivo e privato

Il trasporto individuale serve circa l’82% della mobilità, il trasporto collettivo

esclusivamente il 18%. In particolare nel centro urbano, il trasporto

collettivo copre l’11% dell’intera mobilità considerando anche

i 22 taxi collettivi che coprono, con una media di n. 8 passeggeri per

corsa e n. 28 aree di stazionamento cinque bacini di utenza che comprendono

le principali zone abitate del presenti sul territorio torrese.

Nella mobilità di scambio con l’area metropolitana di Napoli, la quota

afferente al trasporto collettivo sale al 21%. Il servizio di trasporto pubblico

urbano, gestito dalla Società Vesuviana Mobilità, è costituito da

sette linee, per una lunghezza massima di KM 13,6, distribuite su tutto

il territorio comunale, ma con una prevalenza di attestazioni a Nord, in

corrispondenza dell’ospedale. Si utilizzano n. 17 autobus che effettuano,

in totale, n. 256 corse al giorno e n. 534 fermate. Il servizio trasporta

n. 1.496.865 passeggeri l’anno, con una prevalenza lungo le linee E ed

F, che collegano la zona est con il centro e l’area a Nord, ad una velocità

commerciale media KM/h paria 11,45.

Linea ALinea BLinea C Linea D Linea E Linea Linea F G Totale

veloc ità c ommerc iale

È stato avviato, in via sperimentale dal 16/01 al 30/4 /2006, il potenziamento

della linea F, attraverso una nuova circolare, dalla lunghezza di

km 9, a servizio dell’area nord-orientale della città, non dotata di itinerari

per gli spostamenti interni ad essa, con capolinea in Piazza Buonconsiglio,

che garantisce n. 14 corse al giorno; la società gestrice dei trasporti,

in seguito alle esigenze mostrate dal comune di Torre del Greco, ha

proceduto alla progettazione di 2 ulteriori circolari, con capolinea sempre

in piazza Buonconsiglio a servizio degli spostamenti interni all’area

sud-orientale della città, che, come è emerso dal paragrafo precedente,

presenta un numero elevato di veicoli in circolo. Tali circolari, destra e

sinistra, seguono un itinerario di km 8,5 ed effettuerebbero n. 15 corse

al giorno, con una prevalenza negli orari di punta del mattino.

2.000.000

1.500.000

P as s e gge r i tr as po r tati /anno

1 . 4 9 6 . 8 6 5

1.000.000

500.000

0

4 0 5 . 8 8 0 4 5 1 . 1 4 0

1 3 6 . 8 7 5

2 6 . 2 8 1 0 3 2 . 4 9 5 1 4 0 . 8 9 0

2 0 3 . 3 0 5

N. P as s eggeri

L INEA A L INEA B L INEA C L INEA D

L INEA E L INEA F L INEA G TOTAL E

38


I FATTORI DETERMINANTI

2.4.4 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte

Dotazione rete

infrastrutturale

S

Fornisce l’articolazione della rete delle

infrastrutture / permette di valutare

l’incidenza delle infrastrutture sul

territorio

+

Comune di

Torre del Greco

Dotazione rete stradale

S

Fornisce indicazioni sull’assetto

delle strade principali e secondarie /

permette di valutare l’incidenza delle

infrastrutture sul territorio

+

Comune di

Torre del Greco

Dotazione stradale

destinata ai pedoni

S

Fornisce indicazioni sulle aree

destinate ai pedoni / uso sostenibile

del territorio

-

Comune di

Torre del Greco

Offerta posti auto

S

Fornisce indicazioni sull’utilizzo

mezzo privato / uso sostenibile del

territorio

+

Comune di

Torre del Greco

N. veicoli circolanti P

Fornisce indicazioni sulle pressioni

del sistema mobilità ed il numero di

veicoli per abitanti/ uso sostenibile

del territorio

+ / -

Comune di

Torre del Greco

ANEA

39


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

2.5 Turismo

2.5.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle

criticità

Il turismo rappresenta una rilevante risorsa economica, a livello globale;

sposta 5 miliardi di persone ogni anno, impiega 230 milioni di persone

a livello mondiale - 1 ogni 15 lavoratori in tutto il mondo - ed è destinato

a crescere esponenzialmente nei prossimi decenni, favorito dallo

sviluppo di trasporti e comunicazioni (stime dell’OMT indicano una crescita

del 5-6% degli arrivi internazionali fino al 2010).

L’interazione tra processi di produzione e/o di consumo che si realizzano

in settori complementari (quali trasporti, ristorazione, ricettività,

agricoltura), può generare fenomeni incompatibili con le regole dello

sviluppo durevole, ad esempio tassi d’uso del patrimonio naturale e

ambientale che eccedano la soglia limite della capacità di carico - fenomeni

di congestione dei centri urbani, intensità d’uso delle risorse

idriche ed energetiche derivante da un incremento non controllato dei

flussi, forti pressioni sull’ambiente, emissioni di CO 2

, inquinamento atmosferico,

rumore, perdita di habitat, aumento di rifiuti, sovraccarico di

servizi.

Presupposto fondamentale per una corretta gestione del turismo è che

sia garantita la sostenibilità delle risorse dalle quali esso dipende. La

sostenibilità del turismo richiede che esso integri l’ambiente naturale,

culturale e umano di riferimento che assicuri una dinamica durevole

dell’effetto delle attività che ad esso fanno riferimento sulle risorse naturali,

sulla biodiversità e sulla capacità di assorbimento dell’impatto e

dei rifiuti prodotti. Dopo decenni di sviluppo turistico di massa, che ha

fagocitato risorse ambientali in cambio di “apparenti” vantaggi economici,

nel 1995 la CEE è intervenuta con la diffusione di strategie di livello

locale in favore del turismo durevole. Per l’impresa turistica, l’approccio

strategico consiste nell’adeguare la propria offerta alle aspettative dei

visitatori e mettere in atto misure per la valorizzazione del patrimonio

locale, così come tenere conto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile

nella gestione dell’impresa. Il turismo è divenuto elemento fondamentale

per lo sviluppo sostenibile del territorio e come tale, oggetto di

costanti monitoraggi integrati ad azioni di tutela all’intero patrimonio

storico – culturale ed ambientale.

A fine 2004 si registra un fatturato di 86.806 milioni di euro di spesa turistica

totale in Italia, pari al 10,6% dei consumi interni, che ha attivato, tra

effetti diretti e indiretti, un valore aggiunto di 68.264 milioni di euro, il

5,1% dell’intero valore aggiunto nazionale, contro percentuali del 5,4%

- 5,7% degli anni precedenti e un numero di unità di lavoro che nel 2004

si è assestato a 2,3 milioni (il 9,4% dell’occupazione totale nazionale,

contro il 9,8% del 2003).

In questo capitolo sarà analizzato il fenomeno turistico nel Comune

di Torre del Greco, al fine di valutarne l’entità, le possibilità di sviluppo,

ed ipotizzarne una gestione compatibile con le risorse di cui il

territorio gode.

Nelle sue applicazioni di massa e di lusso, il turismo ha spesso prodotto

effetti molto negativi su paesaggi, culture, società ed economie dei

paesi di destinazione, esso è capace, di determinare, in assenza di una

adeguata pianificazione ed una corretta gestione, un elevato degrado

ambientale e la perdita delle identità locale e delle tradizioni culturali.

2.5.2 La domanda turistica e l’offerta ricettiva

Il sistema turistico della Campania presenta un’attrattività potenziale

di flussi turistici superiore alla media delle regioni Italiane. Risorse storiche,

culturali, archeologiche ed ambientali, gravitanti intorno a poli di

attrazione turistica, di livello internazionale ed inserite in un sistema di

tradizioni, produzioni ed identità culturali, sono in grado di determinare

un elevato valore aggiunto al territorio.

La Campania è al quinto posto nella classifica degli arrivi italiano con il 7,3

% dei turisti , con una permanenza 1-3 notti, occupa il quinto posto anche

tra le mete di lavoro. Nella graduatoria complessiva degli spostamenti,

la Campania occupa il settimo posto per gli arrivi italiani, l’ottavo per

quelli stranieri. Il mercato turistico campano ha, nell’anno 2004, contato

4 .617.252 arrivi, tra turisti italiani e stranieri e 21.440.087 presenze nelle

strutture ricettive ed extraricettive, così come emerge dalle tabelle allegate

(si intende per arrivi: il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli

esercizi ricettivi - alberghieri o complementari - nel periodo considerato e per

“presenze”, il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi).

Anno Italiani Stranieri Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

2004 2.868.779 13.107.842 1.748.473 8.332.245 4.617.252 21.440.087

Le presenze turistiche in Campania sono cresciute dello 0,7 % rispetto

al 2003 e sono state quasi 21,5 milioni , di cui il 67% circa per il comparto

alberghiero, la restante parte per quello extra - alberghiero.

Comparto Italiani Stranieri Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Alberghiero 2.454.555 8.305.264 1.495.272 6.135.729 3.949.827 14.440.993

Extra-

Alberghiero

414.224 4.802.578 253.201 2.196.516 667.425 6.999.094

L’anno 2004 ha mostrato due tendenze opposte:

- una crescita di arrivi e presenze nel comparto alberghiero, rispettivamente

0,7% e 4,1%

- una riduzione di arrivi e presenze nel comparto extra-alberghiero, rispettivamente

- 2,3% e -5,7%; in particolare si è registrato un calo nelle

presenze di turisti stranieri nelle strutture extra – ricettive, pari al 5%.

La ripartizione provinciale mostra la prevalenza della Provincia di Napoli,

con un incremento del 6%, al secondo posto la provincia di Benevento,

con un incremento del 4%; le altre province mostrano, invece, segni negativi

rispetto all’anno precedente. La città di Napoli mantiene il primato

nelle presenze alberghiere; quella di Salerno nelle extra-alberghiere

anche se, come già premesso, si è verificato un calo delle presenze in

attrezzature extra-alberghiere proprio nella provincia di Salerno. Nella

scelta della destinazione, la provincia di Napoli ha la preferenza sulle

altre, sia da parte dei turisti stranieri sia di quelli italiani.

40


I FATTORI DETERMINANTI

I dati evidenziano una difficoltà di decollo delle aree non inserite negli

itinerari tradizionali ed internazionali seppur dotate di un sistema di risorse

in grado di attivare un circolo virtuoso dagli effetti sinergici sia in

termini economici sia di miglioramento della qualità della vita per tutta

la collettività. Tra queste, risulta inserita il comune di Torre del Greco,

come riportato dalla Camera di Commercio nello studio sui Sistemi Turistici

Locali della Provincia di Napoli (STL Pompei - Ercolano, comprendente

i comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia,

Ercolano, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, S.Maria la Carità, Torre

Annunziata e Trecase).

M ovimento alberghiero - Italiani - anni 1999-

2004

70.000

65.000

60.000

55.000

50.000

45.000

40.000

35.000

30.000

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

0

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

a r r iv i

M ovimento alberghiero - Stranieri - anni 1999-

70.000

2004

65.000

p r e s e n z e

60.000

STL Pompei

Ercolano

Superficie

(kmq.)

Popol. 2001

Densità (ab./

kmq)

55.000

50.000

45.000

40.000

Totale 125,14 457.312 3.654,40

35.000

30.000

La domanda turistica, nel 2002, ha fatto registrare 91.862 arrivi e 174.683

presenze, tra italiani e stranieri con un valore medio delle permanenze

pari a 1,9 giornate, tra le più basse della provincia. L’analisi sull’evoluzione

della domanda nel periodo 1998-2002 ha mostrato un discreto

andamento positivo, facendo registrare un +14,98% nelle presenze e

un +5,26% negli arrivi.

Per il comune di Torre del Greco, è stato valutato un movimento alberghiero

totale in crescita fino all’anno 2001, sia riguardo le presenze turistiche

che gli arrivi; un decremento generale si è avuto nell’anno 2004,

in linea con quanto descritto in precedenza.

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

0

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

a r r iv i

p r e s e n z e

T o r r e d e l G r e c o - M o v im e n to to ta le a lb e r g h ie r o

85.000

75.000

65.000

55.000

45.000

35.000

25.000

15.000

5.000

-5.000

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Arrivi 35.056 36.270 37.061 39.063 37.336 36.095 34.507

Presenze 73.507 72.077 78.420 80.824 74.940 76.436 72.030

Si è registrato inoltre un decremento nelle presenze e negli arrivi Italiani;

in crescita, invece, rispetto all’anno 2003, il movimento turistico

straniero.

41


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

MOVIMENTO TOTALE

ITALIANI STRANIERI TOTALI

ARRIVI PRESENZE ARRIVI PRESENZE

AREA GEOGRAFICA-

AMMINISTRATIVA

DI RIFERIMENTO

PRESENZE

2002

ARRIVI

2002

1998 1999 2000 2001 2002 1998 1999 2000 2001 2002 1998 1999 2000 2001 2002 1998 1999 2000 2001 2002

Fonte: EPT Napoli

8.770 6.689 7.264 8.167 7.980 13.873 13.494 14.482 15.880 15.364 1.550 1.243 811 1.198 1.218 3.577 3.098 2.319 3.774 3.273 9.198 18.637

BOSCOREALE

BOSCOTRECASE

PORTICI

SAN GIORGIO

A CREMANO

SANTA MARIA

LA CARITÀ

TRECASE

41.339 44.380 39.058 43.080 42.422 164.121 172.771 155.709 175.361 178.860 23.952 17.800 24.087 25.381 28.251 55.359 44.374 55.792 64.783 74.467 70.673 253.327

CASTELLAMARE DI

STABIA

ERCOLANO 26.639 22.209 22.150 23.246 22.286 29.505 26.495 28.522 29.306 29.481 755 1.202 1.560 1.614 1.963 1.409 2.494 3.229 3.951 4.013 24.249 33.494

POMPEI 64.380 60.980 58.793 54.929 57.785 99.999 98.378 99.241 94.916 102.994 18.765 21.105 24.435 28.821 34.077 40.782 50.202 54.482 59.486 71.689 91.862 174.683

2.283 2.363 2.141 1.954 1.379 3.830 3.476 3.677 3.545 2.816 542 653 784 771 895 906 1.248 1.631 2.205 1.903 2.274 4.719

TORRE

ANNUNZIATA

TORRE DEL GRECO 29.328 30.542 30.379 31.706 30.777 61.108 58.608 61.958 62.257 58.834 5.510 5.728 6.682 7.357 6.559 12.399 13.469 16.462 18.567 16.106 37.336 74.940

TOTALE 172.739 167.163 159.785 163.082 162.629 372.436 373.222 363.589 381.265 388.349 51.074 47.731 58.359 65.142 72.963 114.432 114.885 133.915 152.766 171.451 235.592 559.800

340

320

300

280

260

240

220

200

180

160

140

120

100

80

60

40

20

0

72

- Comune di Torre del Grec o-

Cons is tenza es erc izi alberghieri

144

72

159

305

205

20

1 3

10

10

1

Es e r c iz i

C am e r e

L e tti

B agni

5 s te l l e 4 s te l l e 3 s te l l e 2 s te l l e 1 s te l l a r e s i d e n z e

tu r i s ti c o

a l b e r g h i e r e

Torre del Greco, così come il sistema turistico del quale è considerato

parte, soffre una dotazione infrastrutturale non adeguata alle relative

potenzialità di sviluppo, maggiormente aggravata da vincoli dettati

dalla conformazione del territorio, nonché dalla difficoltà di sviluppo di

una cultura dell’innovazione che generi sul territorio attività in grado di

trattenere i flussi turistici generati dalla componente archeologica, proponendo

interessanti e moderne forme alternative e complementari di

fruizione turistica.

A ciò contribuisce, notevolmente, la bassa offerta turistica del territorio,

la cui crescita non è inibita dalla marcata stagionalità della domanda, né

acquista spinta dalle numerose politiche di sviluppo attivate.

La regione Campania presenta nel 2004 oltre 31.000 esercizi turistici, in

prevalenza alberghieri, localizzati per il 60% nella Provincia di Napoli, e

con una predominanza di categoria medio alta, 4 e 3 stelle, che da sole

rappresentano l’80% del totale.

Provincia

Camere

non rec

Alberghiero Extralberghiero Totale

Avellino - 594 - 594

Benevento 0 313 468 781

Caserta 0 610 169 779

Napoli 11.310 6.445 1.429 19.184

Salerno 2.778 3.459 4.253 10.490

TOTALE 14.088 11.421 6.319 31.828

L’analisi del sistema Turistico Locale Pompei Ercolano mostra una concentrazione

dell’offerta degli esercizi ricettivi nei comuni di Pompei e

Castellammare di Stabia seguiti da Ercolano e Torre del Greco.

I dati relativi al comune di Torre del Greco mostrano, un elevato deficit

di strutture ricettive oltre che un lieve decremento dell’offerta, nonostante

le numerose politiche di sviluppo innescate dalla Regione Campania.

(Fonte E.T.P. di Napoli)

Si evidenzia quindi per Torre del Greco, l’assenza di alberghi a cinque

stelle e la prevalenza di strutture a tre stelle.

Dai dati disponibili si evidenziano che, oltre all’insediamento di due Bed

& Breakfast non sono registrati alloggi agrituristici e case per vacanza.

L’offerta turistica di un territorio, come la Camera di Commercio nel suo

studio evidenzia, è costituita non solo dalle risorse legate alla gestione

della “ricettività diretta”, ma anche dall’insieme dei fattori chiamati

“derivati” o detti anche “altre componenti del prodotto turistico”, quali

la gestione di strutture geomorfologiche e strutturali turisticamente interessanti

(porti, strutture congressuali, museali, ricreative, ecc.). Risorse,

che integrate, concorrono ad accrescere la capacità attrattiva del sistema

turistico dell’area.

42


I FATTORI DETERMINANTI

2.5.3 Le diverse tipologie di turismo a Torre del Greco

Turismo Balneare

Il Turismo balneare rappresenta uno dei più consistenti segmenti di mercato

per la Regione Campania. In passato l’immagine turistica della Campania

è stata legata, in maniera predominante, ai siti costieri, tra i quali

emergeva per qualità delle acque e dei servizi , la città di Torre del Greco.

Da alcuni decenni questo prodotto mostra evidenti segni di decadimento,

dovuti sia alla modifica della domanda che alla compromissione

della qualità dell’offerta (inquinamento ambientale, bassa qualità delle

strutture ricettive e complementari); ad esso si sono sostituiti nuovi

prodotti turistici in grado, però, di apportare benefici alle stesse località

costiere, attivando un circuito virtuoso di risorse , capaci di auto - sostenersi

ed auto - promuoversi.

Nell’inquadrare il prodotto turistico balneare è necessario evidenziare

gli elementi che lo compongono. La componente più importante è la

“risorsa mare” che può essere considerata il “servizio base”, ma è necessario

affiancare ad essa una serie di risorse o servizi complementari.

Questo studio intende individuare gli indicatori necessari a monitorare

lo sviluppo di tale prodotto turistico sul territorio negli anni che verranno,

tenendo conto dell’enorme valore che assumono, al fine di incrementare

la gradevolezza e l’attrattiva di una località balneare:

- la qualità dei servizi di fruizione;

- la qualità delle strutture ricettive;

- l’accessibilità dell’area;

- l’offerta enogastronomica.

In Campania, nell’anno 2001, sono censiti n. 1.124 stabilimenti balneari

su un totale di 6.289, un’incidenza sul totale pari al 9,3%, secondo stime

congiunte di dati Infocamera ed altre fonti, elaborate dalla Regione

Campania nel secondo Rapporto sul turismo. La Campania si posiziona

rispettivamente al terzo ed al secondo posto, nella classifica delle regioni

con più alberghi dotati di spiagge attrezzate, e in quella dei villaggi

turistici e camping con servizio spiaggia. Il sud da tale attività balneare

riporta un fatturato pari a soli 29,8 del totale, un prodotto, quindi,

in grado di generare, rispetto alle altre, un minore valore aggiunto. Le

imprese turistiche contano in Campania , secondo il Sindacato italiani

balneari , rapporto 2002- un valore medio di addetti pari a 2,2, un valore

ridottissimo rispetto al Friuli – al primo posto con 10 addetti. Tali stime,

naturalmente, sono suscettibili di correzioni in funzione della valutazione

del “sommerso”.

La costa vesuviana conta n. 31 stabilimenti balneari con un incidenza

sul totale pari al 4,3 %.

Il Comune di Torre del Greco è dotato di una superficie territoriale destinata

a spiaggia pari a mq 30.485,00, di cui mq 19.485 destinati a spiagge

in concessione e la restante parte riservata a n. 7 spiagge libere.

Inoltre a Torre del Greco ci sono 327 locali pubblici ed esercizi (ristoranti

e bar) e lungo la fascia costiera insistono 12 stabilimenti balneari.

Turismo Culturale

Nonostante Torre del Greco abbia una notevole presenza di edifici monumentali

di prestigio oltre ad una serie di attrazioni naturalistiche e

paesaggistiche non riesce ad affermarsi come polo turistico in provincia

di Napoli.

Di seguito si riporta un elenco delle principali emergenze architettoniche

e culturali di Torre del Greco:

Ville Vesuviane

1) Villa Bruno Prota

2) Villa Caramello

3) Villa del Cardinale

4) Palazzo Chicchella

5) Palazzo Masseria di

Donna Chiara

6) Villa Ercole

7) Villa Fienga

8 Villa Guerra

9) Villa Macrina

10) Villa Maria

11) Villa Mennella

12) Palazzo Petrella

13) Villa Prota

14) Palazzo del Salvatore

15) Villa San Gennariello

16) Villa Solimena

17) Palazzo Vallelonga

18) Villa E. De Nicola

Monumenti Storico

– Architettonici

1) Cento Fontane

2) Chiesa di Santa Anna

3) Villa Comunale

4) Monastero degli

Zoccolanti

5) Chiesa di San Michele

6) Convento di Santa

M. di Costantinopoli

7) Palazzo di Città

8) Basilica di S. Croce

9) Museo del Corallo

10) Casa del Beato

Vincenzo Romano

11) Villa delle Ginestre

12) Torre di Bassano

13) Palazzo Municipale

14) Chiesa di San

Giuseppe alle Paludi

15) Chiesa di Santa

Maria delle Grazie

16) Chiesa di Santa

Maria del Principio

Cappelle campestri

1) Cappella S. Elena

2) Cappella Sacro

Cuore

3) Cappella della Sacra

Famiglia

4) Cappella Privata

5) Cappella SS.

Crocifisso

6) Cappella S. Gennaro

7) Parrocchia di San

Michele Arcangelo ai

Camaldoli

Le aree archeologiche

L’area di maggior interesse archeologico, risalente al I secolo dopo Cristo,

è la “Contrada Sora” , che venne riscoperta negli anni ottanta dal

Gruppo Archeologico di Torre del Greco. Qui si possono ancora osservare

i ruderi di una villa marittima e di un complesso termale. In zona Colle

dei Camaldoli esistono i ruderi di una villa rustica. In Contrada Calastro,

altre presenze archeologiche testimoniano la presenza del suburbio.

I monumenti di interesse storico

Primo monumento di interesse è il Monastero degli Zoccolanti che venne

edificato sulle vestigia di un precedente complesso intorno al 1500.

All’interno del chiostro si possono ammirare, in 28 pannelli affrescati, le

fasi salienti della vita e della predicazione di San Francesco d’Assisi.

Molto interessante il patrimonio ecclesiale moderno che insiste su antichi

edifici distrutti nel corso dei secoli dalle varie eruzioni laviche. A tal

proposito è bene citare la Parrocchia di Santa Croce con il suo campanile

barocco, che venne seppellito durante l’eruzione del 1794; la vicina

Chiesa di San Michele con la Terra Santa, risalente al 1600; l’area ipogea

della Chiesa dell’Assunta con i suoi cunicoli scavati al di sotto dell’eruzione

del 1794. Molto importante è la chiesa di Santa Maria del Principio,

che conserva ancora intatta l’area ipogea e le vestigia dell’antica

chiesa risalente al 1000.

Villa delle Ginestre e Museo del Corallo

La Villa delle Ginestre è posta alle falde del Vesuvio. Essa ospitò tra il

1836 e il 1837, il poeta Giacomo Leopardi che qui compose i suoi ultimi

“canti”, fra cui “La Ginestra”, da cui la dimora ha preso il nome. La villa

è stato poi restaurata, e pur restando di proprietà dell’Università “Federico

II”, attraverso un accordo con il Comune di Torre del Greco, sarà

possibile restituirla alla città per accogliervi una Biblioteca ed un Centro

Studi Leopardiani, su modello di quello in Recanati.

Nel periodo maggio 2005 – marzo 2006 la Villa ha registrato un numero

di visitatori variabile tra le 70 e le circa 600 unità.

Un’altra emergenza culturale con riflessi sul turismo è quella del Museo

del Corallo dove è possibile seguire tutte la fasi della lavorazione

del corallo, tipica attività di Torre del Greco. Si registrano circa 10.000

visitatori all’anno.

43


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Le azioni intraprese dalla Regione Campania

La Regione Campania nelle ”Linee guida per il turismo in Campania”

ha compiuto un’attenta analisi del sistema turistico locale dell’Area Vesuviana,

individuata come parte dell’area n. 1 facente capo alla città di

Napoli. Obiettivo della Regione è costituire “il più grande parco archeologico

– culturale al mondo”. Questa area, in ragione della caratterizzazione

attrattiva suo patrimonio, è rivolta al turismo culturale di livello

internazionale nelle sue diverse manifestazioni.

Le risorse enogastronomiche e quelle naturalistiche divengono elemento

moltiplicatore delle valenze attrattive sul segmento culturale.

Il comune di Torre del Greco, tenuto conto degli obiettivi regionali,

è divenuto negli ultimi anni, oggetto di applicazione delle misure di

finanziamento previste dal POR Campania 2000-2006, relativamente al

programma di azioni inserite nei Progetti integrati territoriali (PIT):

- “Grandi Attrattori Culturali” in particolare al Pit “POMPEI - ERCOLA-

NO e sistema archeologico vesuviano”;

- PIT “Portualità Turistica” (relativamente alla linea MM1 del servizio di

trasporto marittimo “metrò del mare”, e all’individuazione dell’area

vesuviana costiera quale ambito prioritario di intervento per lo sviluppo

della portualità turistica);

- Polo orafo Campano.

Il comune rientra, inoltre, all’interno dei percorsi “Strada del vino Vesuvio

e dei prodotti tipici vesuviani”, redatto dietro la regia dell’Ente Parco

Nazionale del Vesuvio. Si tratta di un’iniziativa di promozione e valorizzazione

del territorio vesuviano estremamente significativa, che prevede

l’istituzione di circuiti enogastronomici da individuare nelle zone di

produzione dei vini D.O.C.; questi itinerari collegano le migliori realtà

produttive presenti in una zona.

Inoltre il comune è interessato dall’approvazione del progetto “Convention

and Visitor Bureau della fascia costiera vesuviana”, nell’ambito del

bando-concorso per la raccolta di idee-progetto per la promozione dei

prodotti turistici regionali. Tale ultimo progetto coinvolge il comune di

Ercolano in qualità di soggetto proponente e vi aderiscono anche i comuni

di Torre del Greco, di Portici, di Castellammare di Stabia, di Gragnano,

di Pompei e di San Giorgio a Cremano. Il progetto ha come obiettivo

la creazione del “Visitor and Convention Bureau” dell’area vesuviana.

Turismo ambientale

Il Vesuvio si candida ad essere tra Ie mete più frequentate dai turisti di

tutto il mondo: nel solo 2005 sono stati registrati circa 400 mila visitatori.

II picco più alto di visitatori per l’anno 2005, è stato registrato il 10 aprile,

con oltre 55 mila turisti.

Il parco dal 1998 ha un proprio marchio, registrato presso il Ministero

dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato. L’Ente Parco ha istituito

il Regolamento per la concessione del marchio del parco (delibera del

Consiglio direttivo n. 54 del 26 maggio 1998), dove definisce la procedura

per l’utilizzo del proprio marchio e della denominazione “Parco

Nazionale del Vesuvio”.

La valorizzazione delle identità e delle specificità del territorio

costituiscono,quindi, la premessa per un nuovo sviluppo sociale, economico

e culturale nel rispetto della natura e dell’ambiente. Infatti anche

il Parco Letterario Vesuvio nasce con l’idea di far conoscere il territorio

vesuviano attraverso l’incontro con gli “scritti” di cinque grandi autori

che descrissero, studiarono e amarono questi luoghi: Plinio il Giovane,

Leopardi, Goethe, Hamilton ed Emily Dickinson. La proposta è quella di

racchiudere gli eventi culturali e promozionali in alcuni itinerari turistico-letterari,

ispirati agli autori suddetti.

2.5.4 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo

N. Arrivi italiani e stranieri P

N. Presenze Italiane e

straniere

N. esercizi alberghieri

complessivi

P

S

Determina il carico turistico agente sul

territorio / Sviluppo turistico compatibile

con la vocazione del territorio

Determina il carico turistico agente sul

territorio / Sviluppo turistico compatibile

con la vocazione del territorio

Misura la ricettività turistica / Accrescere la

qualità e la varietà dell’offerta turistica

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte

+ ETP di Napoli

ETP di Napoli

+

ETP di Napoli

+

N. strutture extra-ricettive S

Misura la ricettività turistica / Accrescere la

qualità e la varietà dell’offerta turistica

+

ETP di Napoli

N. ostelli e Bed&Breakfast S

Misura la ricettività turistica / Accrescere la

qualità e la varietà dell’offerta turistica

+

ETP di Napoli

N. stabilimenti balneari S

Misura la ricettività turistica / Accrescere la

qualità e la varietà dell’offerta turistica

-

ETP di Napoli

N. itinerari enogastronomici R

Misura la presenza di modelli di turismo

sostenibile / Promuovere il turismo

sostenibile

Misura la presenza di modelli di turismo

sostenibile / Promuovere il turismo

sostenibile

+

ETP di Napoli

N. itinerari naturalistici R

+

Parco del

Vesuvio

44


LE COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITà

Cap. 3 LE COMPONENTI AMBIENTALI

3.1 Natura, biodiversità e paesaggio

3.1.1 Caratteristiche e criticità

La Campania è inserita nell’ecoregione mediterranea e rappresenta una

delle regioni italiane con la più ampia biodiversità di specie. Ad esempio

nel solo Cilento si registra l’esistenza di circa 3.500 specie superiori non

coltivate.

Questa diversità dipende soprattutto dalla ricchezza del paesaggio che

costituisce un mosaico complesso con la presenza del mare, di coste

sabbiose e rocciose, di pianure a ridosso della costa, di sistemi montuosi

carbonatici e di grandi sistemi vulcanici quali Roccamonfina, Campi

Flegrei, Vesuvio.

Purtroppo a fronte di una ricchezza e varietà uniche in Italia si deve

registrare un rischio di estinzione di molte specie animali e vegetali.

Un censimento organico delle specie è stato effettuato tramite studi

realizzati dalle Università e dagli Enti Parco. Per identificare le specie in

via di estinzione (specie protette) si ricorre perciò alla lista rossa della

flora (WWF Italia – Libro Rosso delle Piante d’Italia, 1992) e agli allegati

della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”.

In particolare, per la componente floristica, in Campania ci sono 56

specie endemiche e rare individuate dall’allegato della Legge Regionale

n. 40/94. Per tali specie la Regione Campania ha previsto una serie di

strumenti di tutela.

Le specie faunistiche protette, invece, sono identificate nel Libro Rosso

degli Animali d’Italia (WWF Italia, 1998) oltre che sulla base della

Direttiva 92/43/CEE “Habitat”. In Campania sono individuate 10 specie

protette di invertebrati.

A livello nazionale l’Italia ha ratificato, attraverso la Legge 124/94,

l’impegno a tutelare la diversità ecosistemica, di specie e genetica

del pianeta e redigere i piani Nazionali sulla biodiversità. Tale Legge si

basa sul valore ormai universalmente riconosciuto della biodiversità

affermato dalla Convenzione di Rio de Janeiro del 1992.

Tra gli strumenti principali per l’affermazione di tali principi vi è

senz’altro quello della istituzione di aree naturalistiche protette (parchi,

riserve, oasi) e della costituzione di reti di aree protette.

Il territorio del Comune di Torre del Greco è in parte interessato da

uno dei parchi nazionali costituiti con la Legge 394/91, il Parco del

Vesuvio, la cui istituzione consente di affermare il principio di difesa e

valorizzazione del vulcano e dei suoi versanti fortemente antropizzati.

3.1.2 La tutela del territorio e delle risorse naturali: il Parco

Nazionale del Vesuvio e la biodiversità

La Campania è tra le regioni d’Italia con la più alta percentuale di

territorio protetto. Le aree protette infatti interessano oltre 200 Comuni

di cui il 50% con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.

La classificazione delle Aree Protette della Campania fa riferimento alla

tipologia adottata dal Ministero dell’Ambiente e del Tutela del Territorio

con Delibera del 2 dicembre 1996.

I parchi nazionali coprono il 14 % del territorio regionale mentre le

Riserve naturali ammontano allo 0,14%.

Nel territorio provinciale sono presenti 19.282 ha di aree protette, pari

al 15,14% della superficie provinciale, di cui 8.482 ha sono costituiti

dal Parco Nazionale del Vesuvio. La percentuale di aree protette

sul territorio provinciale, inferiore alla media regionale (25,03%), è

comunque superiore a quella nazionale (10,53%). Tuttavia, si tratta per

lo più di aree in cui gli elementi di naturalità coesistono gli effetti di una

forte pressione antropica.

La superficie del Comune di Torre del Greco, interessata dall’area

protetta nazionale è pari a 1,38 kmq pari a circa il 4,5% della intera

superficie comunale.

Di seguito viene riportata una tabella riassuntiva di alcuni dati sintetici

del territorio protetto del Comune di Torre del Greco:

Fonte: Corpo Forestale dello Stato

Superficie totale

Superficie parco

Altitudine

Clima

Superficie boscata a pineta

30,66 kmq

1,38 kmq

tra 1.281M e 220 M slm

16° medi

6,841 kmq

La normativa di riferimento per il Parco Nazionale del Vesuvio è riportata

sinteticamente nella seguente tabella:

Denominazione

Parco Nazionale

del Vesuvio

Riserva Statale

Tirone Alto

Vesuvio

Tipo

MAB

SIC

ZPS

SIC

ZPS

Organismo

di Gestione

Ente Parco

Ex Azienda

di Stato

Foreste

Demaniali

Fonte RSA Regione Campania, 2003

Normativa

L. 394,

06/12/91;

DD.MM.

04/12/92

04/11/93

22/11/94;

DPR 05/06/95

Superficie

(Ha)

8.482,00

DM 29/03/72 1005,00

Il Parco Nazionale del Vesuvio è stato inserito nel 1997 nella prestigiosa

rete mondiale delle riserve della Biosfera (lista del programma MAB

– Man and Biosphere). In particolare, la riserva della biosfera “Somma-

Vesuvio e Miglio d’Oro” racchiude, oltre al territorio del il Parco Nazionale

del Vesuvio, anche la fascia costiera circostante e le sontuose ville

vesuviane del XVI XVII secolo dislocate lungo il Miglio d’Oro.

Nell’area protetta sono presenti inoltre due SIC (Siti di Interesse

Comunitario): Vesuvio e Monte Somma. Inoltre è presente anche una

ZPS (Zona a Protezione Speciale), in parte coincidente con i due SIC citati.

Il Parco Nazionale del Vesuvio è inoltre di grandissimo interesse

geologico e storico: contiene al suo interno uno dei vulcani più famosi

del mondo. Nell’area sono stati catalogati oltre 230 minerali differenti

ed è possibile osservare i depositi di diverse eruzioni storiche e le

forme generate dall’azione degli agenti esogeni sulle originarie coltri

piroclastiche.

La flora e la fauna nell’area protetta del Vesuvio

Flora e vegetazione

Il paesaggio botanico del Somma-Vesuvio, per effetto dell’attività

vulcanica, ha subito nel corso dei secoli continue variazioni che hanno

interessato sia il numero ed il tipo delle piante che lo hanno popolato,

sia l’aspetto dei boschi, delle macchie e di tutti gli altri tipi di vegetazione

che, nel tempo, lo hanno rivestito.

Ai fenomeni naturali, che hanno modificato più volte e in modo molto

incisivo il paesaggio sia nella morfologia che nella copertura vegetale, si

45


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

sono poi sovrapposti, nel corso dei secoli, gli interventi dell’uomo sotto

forma soprattutto di pratiche agricole e di rimboschimenti. Queste

attività, insieme all’urbanizzazione hanno, in tempi più recenti, variato

notevolmente il paesaggio vesuviano.

Le conoscenze più recenti sul popolamento floristico del Somma-

Vesuvio indicano la presenza di 610 entità mentre non sono state

più ritrovate specie riportate in passato da altri studiosi. Questo

impoverimento della flora vesuviana è riconducibile all’accentuarsi

dell’antropizzazione verificatasi soprattutto negli ultimi decenni. Tra

le piante del Somma-Vesuvio abbondano le specie annuali, seguite

dalle piante erbacee perenni, dagli alberi e dagli arbusti. Notevole è

l’incidenza delle specie mediterranee e di quelle ad ampia distribuzione,

mentre solo 18 sono le specie endemiche, e cioè le specie diffuse su

territori di limitata estensione nei quali la loro presenza è indice di una

buona qualità dell’ambiente. L’unica specie veramente rara rinvenuta

sul Vesuvio è la Silene Giraldii Guss.

Un importante ruolo nella colonizzazione dei suoli lavici è svolto

dai Licheni e dalle Briofite. Tra i licheni va segnalato lo Stereocaulon

vesuvianum, di colore grigio e forma di corallo, primo colonizzatore delle

rocce laviche che prepara il suolo per l’attecchimento delle piante.

Sono inoltre presenti nel parco 17 specie appartenenti alla famiglia

delle Orchidaceae.

Per quanto riguarda la flora micologica, un censimento ha portato

all’individuazione di duecentoquarantanove specie di macromiceti.

In particolare la vegetazione intorno al cratere è costituita da:

Licheni Artemisia campestre Valeriana rossa

Elicrisio Gialle ginestre Pino nero

Aleppo Pini Frutteti

Coltivi

Vigneti

Inoltre sono diffuse in tutta l’area protetta due specie invasive dannose

per le altre specie: la robinia e l’ailanto.

rilevamento dell’ereptofauna.

Uno studio pluriennale (1967-1999) dei Lepidotteri ha permesso

di rilevare la presenza di quarantaquattro specie di Hesperioidea e

Papilionoidea.

Tutela e salvaguardia

L’Ente Parco ha predisposto il Piano del Parco che è stato approvato.

Inoltre è stato approvato il Piano Socio-Economico. L’Ente Parco sta

attuando una politica di tutela dell’intero territorio protetto attraverso

l’abbattimento delle costruzioni abusive e attraverso interventi di

ingegneria naturalistica per far fronte ai dissesti idrogeologici e sta

anche organizzando eventi e manifestazioni per la conoscenza dei

luoghi e la promozione dei prodotti locali.

Di seguito sono riportati alcuni dati sull’abusivismo edilizio e sulle

discariche abusive nell’area protetta del Vesuvio:

Discariche abusive segnalate agli EE. LL. e all’autorità giudiziaria.

11

Superficie edificata abusiva

Anno

Superficie mq

2005 645

2004 1.288

2003 81

Con D.G.R. n. 5304 del 6 agosto 1999 sono stati definiti i confini delle aree

contigue e predisposta la rispettiva regolamentazione. In particolare,

sono definite “aree contigue a finalità urbanistica” le aree esterne al Parco

e attualmente delimitate dal Piano Paesistico; sono definite invece, “aree

contigue a finalità venatoria “le aree esterne al Parco comprendenti i

confini amministrativi dei Comuni della Comunità del Parco.

L’intera area vesuviana è interessata dal Piano Territoriale Paesistico,

approvato con D.M. del 14/12/95.

Fauna

La fauna è varia e cospicua. Tra i mammiferi si contano circa diciassette

specie. E’ da segnalare la presenza della Lepre europea, indicata come

categoria in Pericolo Critico (CR). Sono state censite, inoltre, circa

centotrentotto specie di uccelli di cui sessantadue nidificanti, alle

quali si potrebbero aggiungere altre otto specie la cui nidificazione

non è certa; una tale ricchezza di informazioni è dovuta alle numerose

missioni di studio effettuate in seguito all’istituzione del Parco nazionale.

L’aumento delle specie va attribuito anche all’azione di conservazione

della natura svolta dall’Ente: è il caso, ad esempio, del ritorno alla

nidificazione dello Sparviere; in altri casi, invece, alcune specie, come

Poiana, Gheppio, Colombaccio, Falco Pellegrino, Falco Pecchiaiolo,

Beccaccia, Storno, Coniglio e Upupa hanno fatto registrare sensibili

aumenti popolazionistici.

All’interno dell’area protetta attualmente sono in corso azioni per

il reinserimento dell’ìstrice e del capriolo. Si osserva, inoltre, un alto

numero di Quaglie, specie che ha subito in passato una forte pressione

venatoria. Tra i rettili sono da citare il colorato Ramarro, l’innocuo

serpente Biacco (Coluber viridiflavus), la Vipera comune (Vipera aspis),

il Saettone (Elaphe longissima), il Cervone (Elaphe quatuorlineata), il

Geco comune (Tarentola mauritanica), il Geco verrucoso (Hemidactylus

turcicus), la Lucertola campestre, il Gòngilo (Chalcides ocellatus).

Tra gli anfibi si segnala la presenza del Rospo smeraldino (Bufo virdis) e

la Rana verde (Rana esculenta).

Inoltre nel territorio di Torre del Greco sono presenti diverse stazioni di

46


LE COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITà

3.1.3 I principali indicatori

Di seguito vengono riassunti i principali indicatori:

INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte dati

N. di aree protette

per tipologia (parchi,

riserve)

R

Garantire e promuovere, in forma

coordinata, la conservazione e la

valorizzazione del patrimonio naturale

attraverso l’istituzione di aree naturali

protette

+

Parco del

Vesuvio

Superficie aree

protette/superficie

comunale

R

Garantire e promuovere, in forma

coordinata, la conservazione e la

valorizzazione del patrimonio naturale

attraverso l’istituzione di aree naturali

protette

+

Parco del

Vesuvio

N. habitat individuati

in attuazione della

Direttiva Habitat ed

Uccelli (SIC e ZPS)

R

Assicurare il ripristino o il mantenimento

degli habitat naturali e delle specie di

interesse comunitario

+

Parco del

Vesuvio

N. specie protette flora

e fauna

R

Salvaguardare la biodiversità mediante la

conservazione della flora e della fauna

+

Parco del

Vesuvio

N. di specie monitorate R

Raggiungere una adeguata conoscenza

dello stato di conservazione delle specie

animali e vegetali per assicurare il

mantenimento o il ripristino delle stesse

+

Parco del

Vesuvio

N. di progetti di

reintroduzione di

specie estinte

R Reintrodurre specie estinte +

Parco del

Vesuvio

Superficie edificata

abusiva e N. discariche

abusive

S Salvaguardare il territorio protetto +/- CFS

47


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

3.2 Aria

3.2.1 Caratteristiche e criticità

L’inquinamento atmosferico, nelle aree urbane, rappresenta uno dei

principali problemi ambientali del nostro tempo poiché esso incide sulla

salute umana e sulla qualità della vita sotto diversi aspetti. I rischi per

la salute sono associati principalmente all’inalazione di gas e particelle,

mentre per gli edifici ed i monumenti storici vi è un’accelerazione del

deterioramento e infine risultano esserci danni alla vegetazione ed agli

ecosistemi.

Prima di valutare le stime misurate nel Comune di Torre del Greco è opportuno

chiarire quali siano gli inquinanti dell’atmosfera e quali siano i

loro effetti sull’ambiente e sull’uomo.

I principali inquinanti, presi come riferimento ai sensi del DPCM 28.03.83,

del DPR 24.05.88 n. 203, del DM 25.11.94, del DM 16 maggio 1996, del

DM n. 60 del 2 aprile 2002 e del DLgs n. 183 del 21 maggio 2004 sono:

• Monossido di carbonio CO;

• Biossido di azoto NO 2

;

• Biossido di zolfo SO 2

;

• Ozono O 3

;

• PM 10

(articolato atmosferico) ;

• Benzene;

• Idrocarburi policiclici aromatici IPA.

Tali sostanze agiscono a differenti livelli nei processi inquinanti dell’atmosfera.

I fenomeni di inquinamento più gravi, di cui le sostanze sopraccitate

sono responsabili, possono essere elencati come segue:

• piogge acide;

• effetto serra;

• qualità dell’aria (danni per la salute dell’uomo).

Le piogge acide

Anche il fenomeno delle piogge acide, di grande attualità, è causato

dalle trasformazioni chimiche subite dagli inquinanti atmosferici. Nelle

zone colpite da tale fenomeno, i monumenti si sono deteriorati negli ultimi

decenni molto più velocemente che nei secoli precedenti. L’acidi

media delle precipitazioni, soprattutto nel nostro emisfero, è in continuo

aumento.

Le due tipiche sostanze presenti nelle precipitazioni acide sono l’acido

solforico e l’acido nitrico. Quello che nella realtà succede è che gli

ossidi di zolfo e di azoto (es. NO 2

, SO 2

) emessi in atmosfera a contatto

con l’umidità si idratano formando acidi che vengono poi integrati nelle

piogge rendendole acide. Oggi il valore di acididelle piogge è 40

volte superiore a quello degli anni ’70.

clorofluorocarburi (composti che contengono cloro, fluoro carbonio e a

volte idrogeno) tristemente noti anche per essere responsabili del buco

dell’ozono.

L’aumento dei gas serra si è avuto dopo la rivoluzione industriale per

l’uso esasperato di combustibili fossili e per la notevole deforestazione

che ogni anno elimina molti ettari di foreste che esplicano sia un’azione

diretta di regolazione del clima sia indiretta per la fissazione di CO 2

in

materia organica.

Tutti i gas elencati esercitano sull’uomo un’azione dannosa. Il monossido

di carbonio ha ad esempio la proprietà di legarsi all’emoglobina al

posto dell’ossigeno in maniera molto più efficace dell’ossigeno stesso.

Per questa ragione può portare gravi danni al sistema respiratorio e cardiocircolatorio.

Anche il biossido di azoto agisce prevalentemente sul

sistema respiratorio e cardiocircolatorio provocando difficoltà respiratorie.

Ad alte concentrazioni causa edema polmonare. Il PM 10

provoca, a

seconda della natura del articolato, malattie respiratorie e neoplasie.

3.2.2 La rete di monitoraggio di Torre del Greco

Il Comune di Torre del Greco è dotato di una stazione di monitoraggio

dell’inquinamento atmosferico in funzione dal marzo 2001. La cabina

appartiene alla rete della Provincia di Napoli che comprende sei centraline

dislocate rispettivamente in sei comuni della Provincia (Afragola,

Castellammare di Stabia, Frattamaggiore, Giugliano, Portici e Torre del

Greco).

Le centraline di monitoraggio sono costituite da cabine in vetroresina,

in cui sono alloggiati gli analizzatori che rilevano la concentrazione dei

gas inquinanti nell’atmosfera ed i misuratori dei parametri meteo. Tali

centraline sono dotate di un sistema di misurazione che consente di

acquisire i dati calcolando i valori medi nel tempo ( le medie orarie) ed

i valori puntuali o istantanei. I valori medi orari vengono acquisiti dal

centro di elaborazione della Provincia dei Napoli e validati dall’ARPAC

C.R.I.A.

La centralina di Torre del Greco è installata presso la scuola elementare

I Circolo G. Mazza in Via Vittorio Veneto 34 ed è dotata di quattro analizzatori

che rilevano i valori di:

• Biossido di Azoto;

• Ossido di carbonio;

• Biossido di zolfo;

• Polveri PM 10

.

L’effetto serra

Il fenomeno dell’effetto serra è causato da alcuni gas presenti nell’atmosfera

che assorbono la radiazione infrarossa emessa dalla superficie

terrestre irradiata dal sole rimandandola verso il basso.

Uno tra i principali gas responsabili di tale fenomeno è l’anidride carbonica;

assieme ad esso contribuiscono altri gas presenti in quantità

minori nell’atmosfera come metano, ossidi di azoto, ozono e diversi

48


LE COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA

3.2.3 La qualità dell’aria

La stima delle emissioni in atmosfera, in particolare quelle dovute ad

attività antropiche, della loro distribuzione sul territorio e della loro evoluzione

nel tempo deve essere valutata in parallelo ad un’analisi dello

stato e delle tendenze degli indicatori dei settori responsabili: energia,

trasporti, industria, usi civili, agricoltura.

L’inventario delle emissioni atmosferiche si basa su una dettagliata classificazione

e quantificazione degli indicatori relativi ai processi inquinanti,

così come riportato nell’ambito del progetto europeo CORINAIR.

Lo studio delle pressioni su scala locale consente di approfondire differenti

“criticità ambientali” quali le aree urbane, le grandi infrastrutture

stradali e i poli industriali.

Le elaborazioni dei dati disponibili consentono di affermare che i livelli

di concentrazione degli inquinanti si sono quasi sempre mantenuti nei

limiti di legge ed in certi casi anche entro i valori guida.

In particolare riferimento al DM 21 aprile 1999 gli unici superamenti verificatisi

riguardano il Monossido di carbonio (CO). Tale inquinante infatti

per quattro volte ha registrato un valore della concentrazione media

oraria superiore al livello di attenzione stabilito. Questo dato, seppur

non particolarmente allarmante deve essere preso come un sintomo

preoccupante da non sottovalutare, poiché in base alla direttiva CEE

2000/69 il valore limite di CO è fissato ad un valore di 10 mg/m³.

Per la valutazione della qualità dell’aria si fa riferimento ai limiti di concentrazione

in atmosfera delle sostanze inquinanti, stabiliti secondo disposizioni

di legge, che hanno il fine di tutelare la salute pubblica.

I valori limite sono stabiliti in funzione del tempo di mediazione e del

tempo di osservazione. Il tempo di mediazione rappresenta l’intervallo

di tempo della misura effettuata dal quale si ricava un valore medio

di concentrazione. Il tempo di osservazione rappresenta l’intervallo di

tempo che intercorre tra la prima e l’ultima misura effettuata. Tale tempo

è tipicamente di 1, 8 o 24 ore.

Il tempo di osservazione in genere copre un intero anno solare eccezione

fatta per inquinanti definiti stagionali per i quali l’intervallo di tempo

di osservazione può corrispondere al solo periodo stagionale.

I limiti stabiliti dalla normativa si possono classificare in base al tempo

di osservazione o in base all’azione che impongono. Nel primo caso ci

sono tutti quei limiti che si riferiscono a tempi di osservazione lunghi (1

anno) e limiti che si riferiscono a tempi di osservazione più brevi (es. 24

h). I primi limiti (Standards della qualità dell’aria) servono per stabilire

politiche a lungo periodo che tengono conto dell’andamento dei valori

su periodi lunghi, i secondi limiti (livelli di attenzione e di allarme)

sono invece necessari per interventi immediati e per fotografare la situazione.

Gli Standards della qualità dell’aria sono limiti generalmente

espressi attraverso parametri statistici (i percentili) che garantiscono, in

base alle conoscenze acquisite, una condizione di essenza di danni alla

salute. Diversamente i valori guida sono valori più bassi degli standards

e sono valori a cui bisogna tendere come obiettivo delle politiche

ambientali da raggiungere nell’arco di un anno solare. Attualmente in

funzione ci sono i limiti operativi il cui superamento obbliga le autorità

competenti a prendere provvedimenti.

Il D.M. 60 del 2 aprile 2002, decreto applicativo del D.Lgs. 351/99 di recepimento

di direttive CEE, rivoluziona completamente la normativa in materia

di controllo, valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente.

Tale D.M. stabilisce alcuni valori limite e le date per il loro raggiungimento

(per alcuni inquinanti è previsto il 2005, per altri il 2010) e abroga la norma

che aveva introdotto i livelli di attenzione e di allarme, che consentivano

all’autorità sanitaria competente, in caso di episodi acuti di inquinamento

atmosferico, di assumere provvedimenti di limitazione della circolazione

(D.M. 163 del 21.04.99). Per il periodo del regime transitorio il D.M. indica

dei margini di tolleranza ai limiti, a scalare negli anni.

Quasi tutti i dati raccolti si riferiscono ad un periodo antecedente all’entrata

in vigore del D.M. 60 del 02.04.2002; pertanto sono stati elaborati

utilizzando come criteri di valutazione quelli stabiliti dalle precedenti

normative (D.P.C.M. 28.03.83, D.P.R. 203/88, D.M. 25 novembre 1994,

D.M. 16 maggio 1996). I dati che seguono sono stati raccolti nell’anno

2001 per tale ragione i limiti a cui si fa riferimento sono quelli in vigore al

31/12/2001 e mostrati in tabella:

Inquinante

Monossido

di carbonio

Ozono

Biossido di

zolfo

Biossido di

azoto

Particelle

sospese

Concentrazione media di 1 h

Concentrazione media di 8 h

Livello di attenzione

Livello di allarme

Concentrazione media di 1 h da

non raggiungere

Media mobile trascinata su 8 h

Livello di attenzione

Livello di allarme

Mediana delle concentrazioni

medie di 24 h

98° percentile delle concentrazioni

medie di 24 h

Mediana delle concentrazioni

medie di 24 h

Livello di attenzione

Livello di allarme

98° percentile delle concentrazioni

medie di 1 h

Livello di attenzione

Livello di allarme

Livello di attenzione

Livello di allarme

Valore limite

40 mg/mc

10 mg/mc

15 mg/mc

30 mg/mc

200 ì g/mc

110 ì g/mc

180 ì g/mc

360 ì g/mc

80 ì g/mc

250 ì g/mc

130 ì g/mc

125 ì g/mc

250 ì g/mc

200 ì g/mc

200 ì g/mc

400 ì g/mc

150 ì g/mc

300 ì g/mc

49


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Monossido di carbonio

Di seguito vengono mostrati i dati raccolti divisi mensilmente riguardanti

il Monossido di carbonio.

Gennaio

Febbraio

Monossido di carbonio

MED

1-8

MED

9-16

MED

17-24

50° 95° 98° >15 >30 >40 >10 >10 >10

Marzo 1,5 5,4 7,5 2 0 0 0 0 0

Aprile 1,1 4,1 5,7 0 0 0 0 0 0

Maggio 1,1 4,3 5,4 0 0 0 0 0 0

Giugno 1,5 4,0 5,1 0 0 0 0 0 0

Luglio 1,4 3,4 4,6 0 0 0 0 0 0

Agosto 1,2 3,5 4,4 0 0 0 0 0 0

Settembre 1,1 5,6 7,1 0 0 0 0 0 0

Ottobre 1,8 7,7 9,1 0 0 0 0 0 0

Novembre 1,6 6,7 8,3 0 0 0 0 0 0

Dicembre 1,5 6,2 7,8 2 0 0 0 0 0

Annuale 1,4 5,3 7,2 4 0 0 0 0 0

Elaborazioni medie orarie. Fonte Comune di Torre del Greco, anno 2001

Tale tabella riporta nelle prime tre colonne i valori in percentile, la quarta

colonna rappresenta il numero di superamenti del livello di attenzione

che è anche il valore limite per il DM del 21 aprile 1999 n. 163 - Cco media

oraria >15 mg/m³). La quinta e sesta colonna rappresentano i superamenti

dei limiti di Cco media oraria >30 mg/m³ e 40 mg/m³ rispettivamente.

Le colonne rimanenti fanno riferimento al superamento del valore limite

per la concentrazione media oraria su base di otto ore di 10 mg/m³.

Di seguito è riportata la tabella dei valori mensili di concentrazione in

mg/m³ di monossido di carbonio.

3

2,5

2,1

2

1,5

mg/m_ 1

0,5

Medie mens ili Monos s ido di C arbonio

1,5 1,5

1,8

1,6

1,5

1,7

2,6

2,3

2,1

Il DM del 21 aprile 1999 n. 163 (art. 3 comma 3) stabilisce che le misure

programmate, permanenti e periodiche di limitazione o divieto della

circolazione devono essere adottate in zone del centro qualora si verifichino

nell’arco di un anno superamenti significativi e frequenti dei

livelli di attenzione di cui all’allegato I al Decreto 25 novembre 1994 del

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Ebbene tale limite

per il Monossido di carbonio coincide con il valore della concentrazione

media oraria di 15 mg/m³. Come risulta dalla quarta colonna della

tabella nell’anno 2001 si sono verificati 4 superamenti di tale limite. Non

si sono invece verificati né superamenti del livello di allarme (30 mg/m³)

delle concentrazioni medie su base 8 ore.

Nel grafico si può constatare come nei mesi estivi a causa del minor

numero di veicoli in circolazione si registrino i valori medi più bassi su

base annua, 1,5 mg/m³ ad agosto contro 2,6 mg/m³ a ottobre.

Biossido di azoto

Di seguito vengono mostrati i dati raccolti divisi mensilmente riguardanti

il Biossido di azoto

Gennaio

Febbraio

Biossido di azoto

MED 50° 95° 98° >200 >400

Marzo 57,4 53,2 106,3 117,9 0 0

Aprile 72,4 71,3 125,3 135,1 0 0

Maggio 67,9 67,9 127,5 166,9 0 0

Giugno 0 0 0 0 0 0

Luglio 0 0 0 0 0 0

Agosto 0 0 0 0 0 0

Settembre 0 0 0 0 0 0

Ottobre 0 0 0 0 0 0

Novembre 0 0 0 0 0 0

Dicembre 0 0 0 0 0 0

Annuale 63,8 61 116 131,7 0 0

Elaborazioni medie orarie. Fonte Comune di Torre del Greco, anno 2001

In tale tabella sono riportati, la media, i valori dei percentili ( 50°,95° e

98°) ed i superamenti dei livelli di attenzione e di allarme rispettivamente

di 200 e 400 µg/m³. Nell’ultima riga si riportano gli stessi valori riferiti

su base annua. Nel periodo, seppur limitato, di osservazione non si registrano

valori superiori al livello di attenzione pari a 200 µg/m³, infatti il

valore massimo misurato è stato di 193 µg/m³.

0

MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Fonte Comune di Torre del Greco

50


LE COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA

Biossido di zolfo

Analogamente agli altri inquinanti si riporta la tabella contenente la

media, i percentili (50°,95° e 98°) ed i superamenti dei livelli di attenzione

(125 µg/m³ e di allarme 250 µg/m³).

Gennaio

Febbraio

Biossido di zolfo

MED 50° 95° 98° >125 >250

Marzo 16 16,1 19,7 23,6 0 0

Aprile 15,1 15,4 19,1 19,8 0 0

Maggio 17,7 18,2 23,9 24 0 0

Giugno 11 10,6 17,5 18 0 0

Luglio 17,2 16,8 26,8 28,5 0 0

Agosto 23,5 22,7 28,2 29,5 0 0

Settembre 32,5 31,9 43,8 46,3 0 0

Ottobre 8,4 8,3 12,7 14,5 0 0

Novembre 4,2 3 8,2 10 0 0

Dicembre 2,6 2,5 6,5 7,2 0 0

Annuale 15 14,6 31,8 36,7 0 0

Elaborazioni medie orarie. Fonte Comune di Torre del Greco, anno 2001

Dalle osservazioni delle ultime due colonne risulta evidente che non

si sono verificati superamenti né del livello di attenzione né del livello

di allarme. Come si osserva il valore del 50° percentile misurato annuo,

14,6 µg/m³, è notevolmente inferiore al valore guida di 50 µg/m³. Anche

il valore della concentrazione media giornaliera 49 µg/m³, è inferiore in

misura considerevole al livello di attenzione pari a 125 µg/m³ .

Di seguito viene mostrato l’andamento dei valori di SO 2

nei mesi dell’anno.

µg/m³.

35

30

25

20

15

10

5

0

16 15,1

Medie mensili Biossido di zolfo

17,7

11

17,2

23,5

32,5

MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

8,4

4,2

2,6

Polveri PM 10

Analogamente agli altri inquinanti si riporta la tabella contenente la

media, i percentili (50°,95° e 98°) ed i superamenti del limite 40 µg/m³.

Polveri PM 10

MED 50° 95° 98° >40

Gennaio

Febbraio

Marzo 17,2 14,2 29,3 45,2 1

Aprile 13,3 13 19,6 20,5 0

Maggio 21,6 19,7 38 39,5 1

Giugno 17,5 16,8 23,6 27,2 0

Luglio 26 24,6 48,7 51,1 3

Agosto 27,3 27,8 39,4 40,9 1

Settembre 25 24,3 34,5 37,6 1

Ottobre 26,6 24,2 39,6 40,1 1

Novembre 18,6 19 24,9 25,7 0

Dicembre 18,3 16,5 23,8 23,9 0

Annuale 22,4 21,1 39 41,4 8

Elaborazioni medie orarie. Fonte Comune di Torre del Greco, anno 2001

Come si osserva dall’ultima riga della colonna dei valori medi, il valore

medio annuale di concentrazione della frazione di PM 10

del articolato è

risultato pari a 22,4 µg/m³ inferiore al valore obiettivo di 40 µg/m³ . Si

sono però riscontrati superamenti di tale limite come concentrazione

media giornaliera in otto giorni su 233 misurati (colonna >40).

Il Comune di Torre del Greco, ai fini di ridurre l’impatto ambientale

sulla componente aria, ha aderito, insieme ad altri pochi Comuni della

Campania, al Progetto ministeriale ICBI (Incentivi Carburanti Basso

Impatto Ambientale), grazie al quale i possessori di autoveicoli appartenenti

alle classi di autoveicoli Euro 1 ed Euro 2, vecchie tecnologie

a forte tasso d’inquinamento, possono passare dall’alimentazione a

benzina a quella a gas.

Fonte: Comune di Torre del Greco

Come si può osservare l’andamento delle concentrazioni di tale inquinante,

che dovrebbero essere massime nei mesi invernali a causa delle

emissioni degli impianti di riscaldamento, raggiunge in questi mesi i valori

più bassi. Una spiegazione può essere legata alla tipologia di clima

temperato di cui gode il territorio del comune di Torre del Greco.

51


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

3.2.4 I principali indicatori

Di seguito vengono riassunti i principali indicatori:

INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte

Quantità di gas inquinanti in

atmosfera

S

Misura il livello degli inquinanti /

diminuzione delle emissioni effetto serra in

atmosfera

+

Comune di

Torre del

Greco

Quantità di superamenti di

inquinanti in atmosfera

P

Misura i superamenti dei limiti/rientrare nei

limiti e diminuzione delle emissioni effetto

serra in atmosfera

+

Comune di

Torre del

Greco

Azioni di prevenzione e

mitigazione delle emissioni

in atmosfera

R

Misura delle azioni di prevenzione /

diminuzione delle emissioni effetto serra in

atmosfera

+ / -

Comune di

Torre del

Greco

Azioni intraprese per il

controllo delle emissioni

delle attività produttive

R

Misura dell’efficienza dei controlli sulle

emissioni industriali / diminuzione delle

emissioni effetto serra in atmosfera

+ / -

Comune di

Torre del

Greco

Piano del traffico veicolare

R

Verificare lo stato di attuazione /

diminuzione delle emissioni da traffico

veicolare

+

Comune di

Torre del

Greco

52


LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA

3.3 Acque superficiali e sotterranee

3.3.1 Caratteristiche e criticità

Gli argomenti trattati in questo capitolo si riferiscono alla qualità dell’ambiente

acquatico, inteso sia come acque interne (superficiali e sotterranee)

che come acque marino costiere.

Le acque interne costituiscono una risorsa strategica per la vita dell’uomo

e la sopravvivenza della specie, da cui vengono prelevate le risorse

idriche ad uso potabile, oltre a quelle per uso irriguo e per le attività

produttive.

Dall’analisi delle Relazioni sullo Stato dell’Ambiente del 2001 e del 2003

della Provincia di Napoli, si evince che la risorsa acqua, sia in termini

di qualità che di quantità, risulta generalmente compromessa; relativamente

alle acque sotterranee, si evidenziano vistosi segnali di sofferenza.

Risultano infatti evidenti abbassamenti dei livelli piezometrici,

con connessi fenomeni di subsidenza del suolo e, nelle zone costiere,

di intrusione di acque marine. Le acque sotterranee in aree sempre più

estese, risultano inquinate dagli scarichi civili e da quelli industriali (attraverso

gli scambi con il sistema idrico superficiale e, a volte, per immissione

diretta), dalla presenza di discariche abusive e dall’inquinamento

provocato dalle pratiche agricole (fertilizzanti, pesticidi, fitofarmaci).

Il DLGS 152/99 e le successive disposizioni correttive ed integrative contenute

nel DLGS 258/200, riordinano l’intera materia “acque”, attraverso

l’attuazione delle Direttive Europee 91/271/CEE (Trattamento delle acque

reflue urbane) e 91/676/CEE (Protezione delle acque dall’inquinamento

provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole) e allo stesso

tempo, fissa il sistema di regole ed i tempi di adeguamento a cui devono

attenersi sia il sistema pubblico che privato in relazione alle attività

di depurazione.

Gli elementi di maggiore novità introdotti da tali decreti, in materia di

tutela delle acque dall’inquinamento, si possono così riassumere:

• una nuova politica di risanamento e tutela della risorsa acqua, non più

fondata sul controllo e la messa a norma del singolo scarico, ma in funzione

di obiettivi di qualità del corpo idrico e/o del sistema recettore;

• norme più severe per gli scarichi al suolo e nel sottosuolo per difendere

meglio e più efficacemente le risorse idriche sotterranee;

• maggiore attenzione alle problematiche connesse al mantenimento

delle risorse idriche, anche in termini di qualità.

3.3.2 Acque superficiali

Nel territorio di Torre del Greco l’attuale struttura idrografica è il risultato

da un lato della morfologia vulcanica del Somma Vesuvio, e dall’altro

delle attività antropiche che hanno portato ad uno stravolgimento del

reticolo idrografico, .

Data la geografia del comune non esistono rilevanti corpi idrici superficiali

ma sono presenti piccoli corsi d’acqua, a carattere torrentizio, defluenti

nell’ambito territoriale.

Si tratta dei Torrenti Vesuviani che, nel caso specifico, si dipartono dalle pendici

del Vesuvio e recapitano le proprie acque in corrispondenza delle città

poste in prossimità della costa tra cui anche Portici ed Ercolano e sono caratterizzati

da lunghezze più modeste, al massimo dell’ordine di 3-4 Km.

I Determinanti e le pressioni

Le cause generatrici primarie delle pressioni sulla componente acqua

sono la popolazione e tutte le attività antropiche (industria, urbanizzazione,

turismo, deforestazione, agricoltura) che influiscono direttamente

sulla qualità chimico-fisica-microbiologica delle sue acque.

Il carattere spiccatamente torrentizio di tali tratti, determina il trasporto

di materiale solido fino ai tronchi vallivi, anche se in maniera sporadica,

manifestandosi soprattutto in conseguenza di piogge abbastanza

prolungate non particolarmente intense. I tratti pedemontani, caratterizzati

da una brusca diminuzione delle pendenze, a causa dell’apporto

solido da tali fossi e valloni, tendono progressivamente ad alluvionarsi

in conseguenza del deposito del materiale solido in arrivo da monte.

Il Comune di Torre del Greco rientra nel bacino del Sarno, caratterizzato

da forti coefficienti di rischio nei comuni vesuviani costieri. Tale rischio

è connesso all’elevatissimo valore esposto determinato dalla elevata

densità di popolazione e dalla presenza di numerosi alvei-strada che

sovente attraversano zone ad alta densità abitativa. Questi torrenti

rappresentano il naturale canale di deflusso delle acque piovane provenienti

dal Vesuvio e per questo motivo costituiscono una concreta

fonte di rischio per la popolazione.

Gli Impatti

I corsi d’acqua inquinati, in generale, impattano con il territorio circostante

e con le acque marine in cui essi sfociano; gli impatti con il

territorio sono di vario genere passando dai rischi epidemiologici per

l’uomo all’inquinamento indotto verso le acque sotterranee, attraverso

gli scambi fiume-falda e, infine, al deterioramento delle risorse paesaggistiche.

Per quanto riguarda l’impatto sulle acque marino-costiere di

Torre del Greco, occorre rilevare come i fenomeni di inquinamento veicolati

attraverso i corsi d’acqua rendano inutilizzabili estesi tratti di litorale

sia per scopi ricreativi-turistici che per altre utilizzazioni produttive

(pesca, molluschicoltura). Non sono oggi disponibili dati sulla qualità

delle acque superficiali.

Le Risposte

Le risposte che il Comune di Torre del Greco deve fornire per la riduzione

di tali impatti sono rappresentate dall’applicazione delle normative

relative alla difesa delle acque e di riduzione del rischio idraulico.

Devono essere effettuate, inoltre, attività di monitoraggio e controllo e

realizzati interventi tecnologici per il collettamento delle acque reflue e

per la depurazione delle stesse.

Appare ovvio che si tratta di opere ed azioni che devono inserirsi in

un contesto sovracomunale sia per la natura degli interventi sia per le

normative ed i piani che agiscono su un territorio di bacino più vasto

di quello comunale.

Occorre incentivare inoltre la ricerca di nuove tecnologie di produzione

meno inquinanti mediante modifiche dei processi produttivi ed

utilizzare più efficaci processi di trattamento delle acque reflue.

53


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

3.3.3 Acque sotterranee

Le acque sotterranee rappresentano risorse pregiate e sono ampiamente

utilizzate per usi civili. Negli anni sono state trascurate le esigenze di

controllo e di difesa dei sistemi acquiferi. Le recenti normative (e quelle

di prossimo recepimento di norme europee) hanno posto un freno alla

situazione di deterioramento quali-quantitativo di tali risorse strategiche

ma, se qualche avanzamento è stato fatto relativamente alla parte

relativa ai controlli, ancora molto si deve fare riguardo al risanamento

ed alla corretta gestione della risorsa.

Contesto Idrogeologico

Sulla base delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del territorio

di interesse il Comune di Torre del Greco ricade per la circolazione

idrica sotterranea nel corpo idrico del Somma Vesuvio.

Schema idrogeologico tratto dalla Provincia di Napoli - RSA 2003

Legenda:

1) Depositi alluvionali, piroclastiti travertinosi (Quaternario);

2) Lave e depositi piroclastici (Quaternario);

3) depositi arenaceo marnosi (Miocene);

4) Rocce carbonatiche (Mesozoico);

5) limiti delle strutture idrogeologiche;

6) Principali lineamenti tettonici (tratteggiati se presenti)

7) Principali Sorgenti;

8) Sorgenti termominerali;

9) Principali pozzi idro-minerali.;

10) Principali direzioni di flusso delle acque sotterranee.

Il Somma Vesuvio ha una morfologia tipica di un vulcano a strato, caratterizzata

da una forma tronco conica con acclività dei versanti piuttosto

accentuata. Dal punto di vista geologico e idrogeologico il cono del Vesuvio

si è impiantato nel 79 d. C nella caldera del Somma e si è formato

attraverso diverse fasi di attività. Il grado di fessurazione delle colate laviche

e la porosità degli orizzonti piroclastici condiziona le modalità di

deflusso idrico sotterraneo. Il corpo idrico sotterraneo del Somma-Vesuvio

risulta costituito da diversi orizzonti lavici, generalmente fessurati

(aventi un grado di permeabilità piuttosto elevato), intercalati a livelli

di scorie, ceneri, lapilli e pomici a granulometria generalmente grossolana

e da depositi tufacei, piroclastici a granulometria medio-fine e paleosuoli

aventi un grado di permeabilità, per porosità, piuttosto basso.

(Fonte RSA 2003 Provincia di Napoli)

Dunque la circolazione idrica sotterranea si definisce a falde sovrapposte,

tra loro generalmente interconnesse con i principali livelli acquiferi che si

localizzano in corrispondenza della porzione più fratturata delle singole

colate laviche e dei depositi piroclastici più grossolani ad esse intercalati.

Stato quali-quantitativo del corpo idrico sotterraneo

Dal punto di vista quantitativo non sembrano sussistere nell’area vesuviana,

allo stato attuale delle conoscenze, elementi che consentano

di evidenziare l’esistenza di particolari fenomeni di sovrasfruttamento

della falda. Le captazioni per uso idropotabile, industriale ed irriguo

sono tuttavia numerose e possono indurre localmente, a livello settoriale,

condizioni di alterazione degli equilibri idrogeologici. In attesa di dati

e valutazioni più attendibili sulla presenza e sull’entità di tale fenomeno

viene assegnata, a tale settore, la classe B (Allegato I D.Lvo 152/99), dove

per classe B si intende: l’impatto antropico è ridotto, vi sono moderate

condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca

una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa

sostenibile sul lungo periodo. (Fonte: RSA Provincia di Napoli 2003)

Dal punto di vista qualitativo vi è la presenza di fenomeni di inquinamento

diffusi di origine agricola e localizzati, per la presenza di centri

urbani e industriali. Lungo la fascia costiera vesuviana possono esserci

fenomeni di intrusione marina, sia generalizzati (legati al sovrasfruttamento

dell’acquifero), sia localizzati (dovuti ad attività di emungimento

prolungato mediante pozzi).

Valutando i macrodescrittori quali la conducibilità, gli ioni cloruro, manganese,

solfati e lo ione ammonio si può affermare che le caratteristiche

chimiche dell’acqua sono abbastanza buone. I valori delle concentrazioni

dello ione ferro oscillano tra livelli non rilevabili e livelli superiori a 200

μg/l ed hanno un valore medio di 163 μg/l. Lo ione nitrato nell’area varia

tra concentrazioni di 36 mg/l e 110 mg/l con una media di 86 mg/l. I valori

così alti delle concentrazioni dello ione nitrato evidenziano un impatto

antropico rilevante.

Inoltre l’origine vulcanica della zona favorisce le elevate concentrazioni

dello ione fluoruro variando da un valore minimo di 520 μg/l ad un

massimo di 3400 μg/l con un valore medio di 2380 μg/l.

Viene assegnata dagli esperti, considerata la presenza di contaminazione

antropica, generalmente sovrapposta alle naturali caratteristiche

della risorsa, la classe 3 (classe 3: impatto antropico significativo e con caratteristiche

idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di

compromissione).

(Fonte: RSA Provincia di Napoli 2003)

54


LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA

3.3.4 Il fabbisogno idrico e i carichi inquinanti

Le due grandi categorie di domande considerate ai fini della stima del

fabbisogno idrico complessivo sono rappresentate dalla domanda d’acqua

per usi idropotabili e dalla domanda d’acqua per usi produttivi.

Ai fini della stima, partendo dalle due grandi categorie di utenza citate,

in generale si preferisce suddividere il fabbisogno idrico nella maniera

seguente:

1) fabbisogno idropotabile: rappresenta l’ammontare dei consumi riconducili

alla popolazione residente, includendo quindi in esso sia il fabbisogno

diretto dei residenti, sia quello relativo alla popolazione fluttuante,

sia quello richiesto per il funzionamento dei servizi insediati;

2) fabbisogno industriale: rappresenta l’idroesigenza delle attività economiche

classificate dall’Istat come industriali;

3) fabbisogno per gli usi agricoli primari: rappresenta l’idroesigenza delle

superfici irrigate e delle specie coltivate che esprimono, a parità di

superficie occupata, differenti livelli unitari di fabbisogno.

I dati ricavati dalla relazione sullo stato dell’ambiente della Provincia di

Napoli 2001 riguardano i fabbisogni industriali che sono stati stimati

utilizzando dei metodi indiretti basati sul numero di addetti per categoria

ISTAT, e nella fattispecie sono stati utilizzati i dati del Censimento

Intermedio dell’Industria e dei Servizi (ISTAT 1996).

La valutazione delle idroesigenze industriali risulta molto problematica

sia per l’estrema variabilità legata al tipo di prodotto, sia per la diversità

del fabbisogno idrico nell’ambito di una stessa produzione a seconda

del grado di efficienza dell’impianto e della percentuale di riciclo.

In genere la percentuale di acqua consumata dalle industrie, in rapporto

a quella prelevata, è molto bassa (circa 5-10%). Tuttavia le idroesigenze

industriali sono molto importanti nell’ambito di un corretto piano

di gestione delle acque, in quanto il prelievo avviene, molto spesso, da

sotterraneo e la restituzione in acque superficiali. In altri termini, si sottraggono

acque generalmente di buona od ottima qualità agli acquiferi,

diminuendone le riserve, e si restituiscono acque di bassa qualità al

sistema idrico superficiale.

Indagini dirette per la valutazione dei fabbisogni idrici industriali sono

state eseguite solo nell’ambito di studi di estensione territoriale limitata

e con una non grande concentrazione industriale.

Quando invece si affrontano problemi relativi ad ambiti territoriali più

vasti si fa ricorso ai metodi indiretti: tali metodi consistono nel definire,

per le categorie idroesigenti ISTAT, dei coefficienti di prelievo unitario.

Tali coefficienti possono essere o per unità di prodotto o per addetto,

ma, data la facilità di reperimento dei dati relativi al personale addetto

(Censimenti ISTAT) ed il buon grado di disaggregazione di questi dati

(Comune), negli studi di valutazione dei prelievi industriali gli standards

unitari per addetto si sono affermati sempre più in confronto a quelli

per prodotto.

In tabella sono riportate, per la provincia di Napoli, le caratteristiche delle

attività economiche idroesigenti (che utilizzano cioè acqua nel loro

ciclo produttivo e la restituiscono all’ambiente più o meno modificata

nella qualità) secondo quanto rilevato dall’ISTAT nel corso del Censimento

intermedio dell’Industria e dei Servizi del 1996 [Istat,1999] e nei

due Censimenti generali precedenti, il 6° del 1981 [Istat,1984] ed il 7°del

1991 [Istat,1994 ].

Provincia di Napoli: Variazione delle caratteristiche delle attività economiche

idroesigenti secondo i diversi Censimenti Istat.

Napoli e provincia 1981 1991 1996

N° Comuni 92 92 92

Unità Locali 16.507 16.725 18.909

Addetti Industria 167.176 140.681 118.188

Di seguito si riportano due tabelle che riportano alcuni dati significativi

per il Comune di Torre del Greco. Le tabelle si riferiscono alla popolazione

equivalente ed al fabbisogno idrico industriale per sezione di attività

economica:

Dati relativi alla stima della popolazione equivalente di origine industriale

per l’anno 1996 (Provincia di Napoli - Rsa 2001)

Comune

Unità

locali

Addetti

Abitanti

equivalenti

% su totale

provincia

Torre del Greco 719 2.2281 26.718 1.46

Provincia di Napoli: Fabbisogno idrico industriale (mc/anno) per sezione

di attività economica

Comune

Torre del

Greco

Attività

estrattiva

Attività

manifatturiere

Produzione e

distribuzione

di energia

elettrica, gas e

acqua

Costruzioni

Totale

1.248.496 1.160.748 9.600 2.228 1.177.734

Il fabbisogno idrico industriale del Comune di Torre del Greco risulta

quindi pari a 1.177.734 mc/anno.

Il fabbisogno idrico stimato della popolazione e delle attività agricole è

pari rispettivamente a 16.801.691 mc/anno e 2.484.630 mc/anno.

Fonte dati: Attività di conoscenza e verifica dello stato qualitativo e

quantitativo delle acque superficiali e sotterranee del Bacino del Sarno

finalizzate al Piano Stralcio di tutela delle acque - (D.L.vo 152/99 modificato

ed integrato dal D.L.vo n. 258/00 - L. 183 /89 ) - Fase preliminare

Valutazione dei carichi inquinanti

La metodologia e i dati di seguito riportati sono ricavati da uno studio

dell’Autorità di Bacino del Sarno.

Le entità dei carichi inquinanti potenziali sversati nei corpi idrici sono

valutate correlando opportuni coefficienti numerici alle unità di riferimento

prescelte per le diverse fonti di generazione dell’inquinamento

(civili, industriali, agricole e zootecniche) che vengono così

trasformate in quantità di carico. I carichi sono espressi in funzione

dei quantitativi teorici di fosforo e di azoto ceduti da popolazione, industria,

agricoltura (suolo e zootecnia). Inoltre per i carichi derivanti

dalla popolazione e dalle attività industriali è stato considerato anche

il carico organico (BOD5).

55


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

La valutazione dei carichi inquinanti viene effettuata attraverso l’analisi

dei dati relativi alla pressione antropica esplicitata su tre elementi:

1. carichi inquinanti derivanti dalla popolazione residente;

2. carichi inquinanti derivanti dalle attività industriali;

3. carichi inquinanti derivanti dalle attività agricole e zootecniche.

I carichi inquinanti derivanti dalla popolazione sono calcolati in base ai

dati ISTAT.

Il numero di addetti complessivi nel settore industria, come ufficialmente

censiti dall’ISTAT nel 1996, rappresenta il dato utilizzato per il calcolo

del carico inquinante da nutrienti (azoto e fosforo) derivante da attività

industriali.

I dati utilizzati per il calcolo dei carichi inquinanti derivanti da attività

agricole sono rappresentati dalla superficie dei suoli coltivati (Superficie

Agricola Utilizzata) e dalla superficie dei suoli incolti desunti dalla

differenza tra la Superficie Agricola Totale (SAT) e la SAU. I dati di base,

sia per l’agricoltura che per la zootecnia, sono ricavati dal Censimento

dell’agricoltura del 1990.

Carichi inquinanti totali

Totale Fosforo Totale Azoto Totale BOD5

Torre del Greco 32.922 277.004 2.206.053

Bacino del Sarno 478.156 4.634.164 28.939.536

TOT. PROVINCIA

Napoli

1.149.600 8.931.720 67.887.547

Fonte dati: Attività di conoscenza e verifica dello stato qualitativo e

quantitativo delle acque superficiali e sotterranee del Bacino del Sarno

finalizzate al Piano Stralcio di tutela delle acque - (D.L.vo 152/99 modificato

ed integrato dal D.L.vo n. 258/00 - L. 183 /89) - Fase preliminare

Le Risposte

Il catasto pozzi

Le falde più profonde e quindi qualitativamente migliori hanno subito

un abbassamento generalizzato della falda nell’ambito di tutto il territorio

vesuviano causando un progressivo inquinamento. La causa è da

ricercarsi principalmente nella entità degli emungimenti operati e nella

mancanza del controllo sulla corretta esecuzione dei pozzi oltre che per

le caratteristiche litologiche della zona.

Inoltre anche le acque restituite all’ambiente, a seguito dei vari utilizzi,

non presentano quasi mai le caratteristiche originarie.

Sulla base del vigente quadro normativo la Provincia di Napoli è l’ente

preposto all’acquisizione delle denunce di pozzi esistenti, ai sensi del

D.Lgs. n. 275/93, al rilascio delle autorizzazioni alla trivellazione, al rilascio

delle concessioni, alla tenuta del catasto.

Da una stima delle denunce pervenute alla Direzione monitoraggio e

tutela delle acque e dell’aria dal 1993, anno della prima sanatoria, ad

oggi si possono contare circa 20.000 pozzi per tutta la provincia. A questo

dato si aggiunga quella percentuale di pozzi che sicuramente non

sono stati denunciati ed il cui numero è destinato a crescere anche in

maniera significativa.

A tale dato va aggiunto quello relativo alle 4.998 istanze che sono pervenute

all’Amministrazione provinciale dall’1/08/00 al 18/10/01.

Nelle tabelle seguenti vengono riportate le istanze pervenute per il

Comune di Torre del Greco; la suddivisione è relativa al periodo che va

dall’1/08/00 al 30/06/01.

Provincia di Napoli: Suddivisione per comune delle pratiche relative a pozzi

pervenute all’amministrazione ed informatizzate dal 1/8/00 al 18/10/01

Comune N° pozzi %

Torre del Greco 207 4.14

L’individuazione dell’abusivismo potrebbe consentire, oltre l’applicazione

delle sanzioni di legge, di avere un quadro più completo dei prelievi

idrici che attualmente vengono effettuati. Il dato diviene rilevante

se viene finalizzato alla pianificazione del bilancio idrico da parte delle

Autorità di Bacino. (Fonte dati RSA Provincia di Napoli 2001)

Il monitoraggio e le reti di controllo

Lo stato chimico: il monitoraggio condotto da ARPAC

Nel corso dell’anno 2001 l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale

della Campania ha avviato il controllo sistematico delle acque sotterranee

del territorio in attuazione di quanto previsto dal D. Lgs.152/99 e successivi

aggiornamenti. Anche se c’è ancora molto da fare per la qualificazione

delle acque sotterranee del territorio, tali controlli consentono di cominciare

a classificare gli acquiferi così come previsto dal D. Lgs. 152/99.

Il D. Lgs. 152/99 prevede che sulle acque vengano determinati sette parametri

chimici di base o macrodescrittori: conducibilità, cloruri, solfati,

nitrati, ferro, manganese e azoto ammoniacale, i cui valori servono alla

classificazione dell’acquifero, ed altri parametri che non influenzano

tale classificazione ma vengono utilizzati per meglio qualificarlo.

Temperatura (°C)

Durezza totale (mg/l CaCO 3

)

Conducibilità elettrica (µS/cm

(20°C)) (o)

Bicarbonati (mg/l)

Calcio (mg/l)

Cloruri (mg/l) (o)

Magnesio (mg/l)

Potassio (mg/l)

Sodio (mg/l)

Solfati (mg/l) come SO 4

(o)

Ione ammonio (mg/l) come

NH 4

(o)

Ferro (mg/l) (o)

Manganese (mg/l) (o)

Nitrati (mg/l) come NO 3

(o)

56


LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA

Per definire lo stato chimico occorre tenere conto inoltre dei parametri

addizionali la cui concentrazione deriva da cause antropiche o naturali.

Lo stato chimico è dunque determinato in base ai risultati analitici sui macrodescrittori

e sui parametri addizionali: i peggiori valori medi tra i vari

parametri determinano l’appartenenza dell’acquifero ad una determinata

classe individuata tra quelle definite secondo lo schema seguente:

Classe 1 Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche

idrochimiche;

Classe 2 Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e

con buone caratteristiche idrochimiche

Classe 3 Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche

generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione;

Classe 4 Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche

scadenti;

Classe 0(*) Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies

idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore

della classe 3.

(*) per la valutazione dell’origine endogena delle specie idrochimiche presenti dovranno

essere considerate anche le caratteristiche chimico-fisiche delle acque.

L’ARPAC ha il compito di effettuare il monitoraggio delle acque sotterranee;

è in fase di sviluppo l’implementazione di una rete di monitoraggio

che riguarderà anche il territorio della Provincia di Napoli. Ai sensi

della deliberazione della Giunta Regionale della Campania n. 1680 del

27/4/2001, la realizzazione di una rete di controllo delle acque sotterranee,

conforme alle scale di bacino ed utile ai fini della loro classificazione

costituisce una delle linee di indirizzo strategiche per l’attuazione

della misura 1.1 del POR Campania.

I principali corpi idrici sotterranei provvisoriamente ed attualmente

monitorati dagli enti gestori, in modo parziale, senza installazioni fisse,

insufficiente ai fini della conoscenza dello stato ambientale, sono riportati

nella seguente tabella. In essa vengono riportati, la destinazione

d’uso della risorsa intesa come principale utilizzo attuale ed il numero

di stazioni di campionamento attuali.

Corpi idrici sotterranei

Corpi idrici

sotterranei

Destinazione

risorsa

(prevalente)

Sorgenti con

monitoraggio

Pozzi con

monitoraggio

Caratteristiche

degli acquiferi

Monti Lattari 1-2-3-8 2 2 C

Piana del

Volturno-

Regi Lagni

1-2-3 - 3 PA

Utilizzazione prevalente delle risorse idriche: 1- Uso potabile, 2 – Uso

irriguo, 3 – Uso industriale, 4 – Uso estetico, paesaggistico e ricreativo,

5 – Conservazione dell’ambiente naturale, 6 – Salvaguardia della vita

acquatica, 7 – Uso plurimo, 8 – Uso termale e/o minerale; Caratteristiche

dei corpi idrici: C – Corpi idrici cartonatici; AP – Corpi idrici pluvio-piroclastici;

PA – Corpi idrici piroclastici alluvionali; V – Corpi idrici vulcanici.

Le stazioni previste nello studio di fattibilità per il POR relative ai corpi

idrici ricadenti anche nella provincia di Napoli sono 41. Per la zona del

Somma – Vesuvio sono previste 6 stazioni:

Somma Vesuvio (6 stazioni)

Comune Note Codice Stazione

Somma Vesuviana Piezometro Ves1

Ottaviano Piezometro Ves2

Terzigno Piezometro Ves3

Torre Annunziata Piezometro Ves4

Torre del Greco Piezometro Ves5

San Sebastiano al

Vesuvio

Piezometro

Ves6

I servizi di depurazione e fognatura

Nell’ambito della provincia di Napoli la capacità depurativa pubblica

continua ad essere minima con impianti obsoleti e progettati per il

trattamento di quantità e tipologia di reflui non corrispondenti alle

esigenze attuali e alle previsioni del D. Lgs. 152/99. Non fa eccezione

in questo contesto il comune di Torre del Greco dove attualmente

il depuratore in funzione non risulta soddisfare le esigenze della

comunità. Le reti fognarie del Comune di Torre del Greco rientrano

nell’ambito dell’ATO 3 Sarnese - Vesuviano e vanno ad incidere nel

sistema comprensorio Napoli Est (ATO 2).

Attualmente, sono state poste in essere dal Commissariato Straordinario

di Governo iniziative necessarie per la costruzione di un sistema depurativo

comprensoriale efficiente con depuratori di tipo biologico per

il trattamento terziario del refluo in grado di rendere idonee le acque

finali al loro riutilizzo.

Piana del

Sarno

Campi

Flegrei

Somma

Vesuvio

1-2-3 - - PA

2-3-8 1 - V

1-2-3-8 - 3 V

Totali 30 31 V

57


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Riferimenti normativi

DPR 8 giugno 1982, n. 470, attuazione della Direttiva 76/160/CEE, requisiti chimicofisici

e biologici delle acque di balneazione.

L. 183/89 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale per la difesa del suolo”.

L. 5 gennaio 1994, n. 36 (c.d. Legge Galli) “disposizioni in materia di risorse idriche”.

D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152, disposizioni per la tutela delle acque dall’inquinamento

e recepimento delle Direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE.

D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 258 (c.d. Acque bis), disposizioni correttive ed integrative

del D.Lgs. n. 152.

D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 31, attuazione della direttiva 98/83/CE, qualità delle acque

destinate al consumo umano.

LR 8/94 Norme in materia di difesa del suolo, pianificazione idrica e prevenzione del

rischio idrogeologico in attuazione della L 183/89.

LR 14/97 in applicazione della L 36/94 in materia di ciclo integrato delle acque.

I due capisaldi normativi del settore dell’economia idrica sono la

L.183/89 (sulla difesa del suolo) e la L. 36/94 (cosiddetta “Galli”).

Il Decreto Legislativo 152/99 ha delle finalità articolate. In esso viene

definita la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali e sotterranee

e vengono dettate norme per garantire un più razionale uso

della risorsa attraverso l’utilizzazione delle risorse più appropriate per i

diversi usi ed una sostanziale revisione dei criteri per le concessioni.

La Legge 36/94 disciplina, essenzialmente, il servizio idrico integrato,

costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e

distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle

acque reflue mediante:

• l’unificazione del ciclo acquedotto/fognatura/depurazione a livello

di gestione;

• l’individuazione di entità amministrative e tecnico-gestionali sovracomunali

per governare il ciclo idrico civile: gli ATO.

La legge 36/94, tuttavia, rimanda ad altri livelli di governo, istituzioni e

strutture (Stato, Regioni, Autorità di Bacino 183/89) per alcuni essenziali

compiti di programmazione e di governo delle risorse idriche quali:

• la determinazione delle politiche d’uso dell’acqua in riferimento alle

diverse domande;

• l’esigenza di corretta regolazione dei flussi nei bacini;

• il bilancio idrico a livello di bacino idrografico etc.

Competenze dei Comuni in materia di gestione della risorsa idrica

e inquinamento idrico:

I compiti dei comuni si limitano all’adozione di provvedimenti di pulizia

idraulica e alla pulizia dei tratti degli alvei dei fiumi, dei torrenti e dei corsi

d’acqua. Più rilevanti sono invece le funzioni di controllo che caratterizzano

i compiti dei Comuni nella materia di tutela idrica. Spetta al comune,

infatti, il rilascio delle autorizzazioni per gli scarichi di interesse comunale.

Infine al pari delle Province, i Comuni irrogano sanzioni amministrative

a seguito di violazioni della normativa in materia di tutela delle acque e

destinano le entrate a interventi di emergenza nel settore.

3.3.5 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte dati

Fabbisogno idrico

P

Valutare se i fabbisogni superano la

potenzialità della falda

-

RSA Prov. di Napoli

- Autorità

di Bacino del

Sarno

Scarichi ed immissioni

inquinanti

P

Definire la rilevanza della produzione di

scarichi di sostanze organiche e nutrienti

-

RSA Provincia di

Napoli

Qualità delle acque

sotterranee

S

Valutare la qualità media delle acque

sotterranee

+ / -

RSA Provincia di

Napoli

Qualità delle acque

superficiali

S

Valutare la qualità media delle acque

superficiali

+ / -

RSA Provincia di

Napoli - ARPAC

Monitoraggio del sistema

fognario

R

Definizione del grado di copertura del

sistema fognario

-

RSA Provincia di

Napoli

Quantità di acqua

depurata

R

Valutare l’efficienza del sistema di

depurazione

-

RSA Provincia di

Napoli

Numero e frequenza dei

campionamenti

R

verificare l’efficacia delle azioni per

conoscere e migliorare la qualità dell’acqua

di falda

+

RSA Provincia di

Napoli - ARPAC

58


LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA

3.4 Acque marino costiere

3.4.1 Caratteristiche e criticità

Le acque marino costiere subiscono maggiormente gli effetti dei fenomeni

di inquinamento prodotti dalle attività antropiche.

Le zone costiere infatti costituiscono degli ambienti complessi, influenzati

da diverse forze che interagiscono fra loro e che dipendono dalle

condizioni idrologiche, geomorfologiche, socioeconomiche, istituzionali

e culturali del sistema considerato.

In un comune come quello di Torre del Greco, sia per la posizione geografica

che per il territorio da esso occupato, molto forte risulta essere la

sensibilità verso le problematiche ambientali riguardanti le acque marine

e le zone costiere. Ne consegue che il monitoraggio dello stato di

qualità delle acque marino-costiere da un punto di vista ambientale e in

funzione della salute pubblica risulta essere un aspetto molto rilevante

per una completa valutazione dello stato dell’ambiente complessivo.

Per la tutela delle acque marino costiere, inoltre, il D.Lgs.152/99 considera

le acque a specifica destinazione d’uso:

• acque destinate alla balneazione;

• acque destinate alla vita dei molluschi.

L’ARPAC ha compiti di supporto tecnico-scientifico per campionamenti,

analisi e trasmissione dei dati alla Regione così come previsto dalla legge

regionale istitutiva dell’Agenzia.

Nella tabella, sono riportate, in modo sintetico, le principali normative

di riferimento:

DPR 470/82

DLgs. 530/9

Decreto del Presidente della Repubblica

“Attuazione della Direttiva CEE n° 76/160 relativa

alla qualità delle acque di balneazione”

“Attuazione direttiva 91/492/CEE che stabilisce

le norme sanitarie applicabili alla produzione e

commercializzazione di molluschi bivalvi vivi”

Competenze del Comune in materia di acque marino-costiere

Il Comune ricopre un ruolo primario nella delimitazione delle zone non

idonee alla balneazione, così come disciplinato dal D.P.R n. 470 del 1982,

attuativo della direttiva CEE n.76/160 relativa alla qualità delle acque di

balneazione. Tra i compiti del Comune vi sono quelli di:

- delimitazione, prima dell’inizio della stagione balneare delle zone

non idonee alla balneazione;

- delimitazione delle aree momentaneamente interdette alla balneazione

o la revoca dei divieti in atto.

Le pressioni

Gli scarichi in mare

Per la normativa vigente, risulta compito istituzionale delle Province

quello di formazione, tenuta e aggiornamento del Catasto degli scarichi,

pubblici e privati, nei corpi idrici superficiali, la Direzione Tutela e

Monitoraggio delle Acque e dell’Aria dell’Area Tutela Ambientale della

Provincia di Napoli ha provveduto a disporre sia l’aggiornamento e la

revisione del catasto degli scarichi a mare, sia la formazione ex novo del

catasto degli scarichi nei corpi idrici interni.

Dall’esame dei dati si evince chiaramente che il numero degli scarichi

autorizzati, in rapporto a quelli censiti, (24%) è alquanto esiguo, il che

lascia supporre il perdurare di un diffuso abusivismo. (Fonte: RSA Provincia

di Napoli 2003)

Provincia di Napoli: Numero d’effluenti a mare per tipologia e comune

Tipologia

Comune

Effluenti

Urbano

Domestico

Industriale

Meteorico

(Alveo naturale)

Castellammare di Stabia 40 29 0 2 9 17

Termale

Autorizzati

DM 29/01/92

DM

24/01/1996

DLgs 152/99

DLgs.

258/2000

L. 29/11/2000

n. 422

Decreto del Ministero della Sanità

“Aggiornamento delle norme tecniche di cui

all’allegato 2 del DPR 470/82, ecc.”

Decreto del Ministero dell’Ambiente 24/01/1996

“Direttive inerenti le attività istruttorie per il

rilascio delle autorizzazioni relative allo scarico

nelle acque del mare o in ambienti ad esso

contigui, di materiali provenienti da escavo di

fondali di ambienti marini o salmastri o di terreni

emersi, nonché da ogni altra movimentazione di

sedimenti in ambiente marino.”

Decreto Legislativo 11 Maggio 1999 n°

152 “Disposizioni sulla tutela delle acque

dall’inquinamento e recepimento della Direttiva

n° 91/271/CEE concernente il trattamento

delle acque reflue, urbane e della Direttiva

n° 91/676/CEE relativa alla protezione delle

acque dall’inquinamento provocato dai nitrati

provenienti da fonti agricole”

Decreto legislativo “Disposizioni correttive ed

integrative del D.Lgs.11. 05.99, n° 152 a tutela

delle acque dall’inquinamento, ecc.”

“ Disposizioni per l’adempimento di obblighi

derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle

Comunità Europee”

Ercolano 6 5 1 1

Torre Annunziata 23 19 0 4 0 3

Torre del Greco 31 20 4 1 6 6

RSA Provincia di Napoli 2003

Il dato maggiormente preoccupante è che la non ottemperanza alle

norme sulla tutela delle acque dall’inquinamento, sia ancora diffusa

per gli scarichi urbani costituiti, in maggior parte, da scarichi derivanti

da fognature, quindi scarichi pubblici per i quali perdura un’irregolare

posizione amministrativa. Numerosi sono i procedimenti ad essi relativi,

terminati con rigetti o con archiviazioni, per mancata presentazione

della documentazione occorrente.

Dalla prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Napoli

del 2001 si evincono altri dati circa il trattamento degli scarichi di

seguito riportati:

Comune

Effluenti

Trattati

Non trattati

Meteorici

Rivi*

Scarichi con

condotta

sottomarina

Torre del Greco 32 5 21 6 0 2

RSA Provincia di Napoli 2001

*Rivi: torrente che riceve scarichi abusivi

59


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Numero di scarichi pubblici e privati

Comune Effluenti Pubblici Privati

Torre del Greco 32 27 5

RSA Provincia di Napoli 2001

Il carico inquinante di azoto e fosforo

In Tabella sono riportati i valori per il carico potenziale di azoto e fosforo

prodotto dal comune di Torre del Greco, i dati sono estrapolati dal 1°

Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Napoli del 2001.

Sulla base di procedure standardizzate, sono state effettuate delle stime

dei valori di carico prendendo in considerazione diverse attività antropiche

quali l’agricoltura, l’attività zootecnica, l’industria, ecc. L’analisi, ha

messo in evidenza due dati interessanti. Innanzitutto, è stato riscontrato

un rapporto azoto fosforo ben più alto di quello considerato fisiologico

per la crescita degli organismi e un un effetto fertilizzante potenziale

pari a 300g/m 2 *a di produzione nuova che è paragonabile ai valori riscontrati

nelle aree fortemente eutrofizzate.

RSA Provincia di Napoli 2001

Stima dei carichi di azoto e fosforo dovuti all’attività antropica e suscettibili

di essere veicolati verso mare nel litorale di Torre del Greco:

Carico

di azoto

dovuto

ad

attività

agricole

Kg/

anno

Carico

di

fosforo

dovuto

ad

attività

agricole

Kg/

anno

Carico

di azoto

dovuto

ad attività

zootecniche

Carico di

fosforo

dovuto

ad attività

zootecniche

Carico

di azoto

dovuto alla

popolazione

Carico di

fosforo

dovuto

popolazione

Carico

di azoto

dovuto

ad attività

industriali

Carico di

fosforo

dovuto

ad attività

industriali

Carico

totale di

azoto

Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno

Carico

totale

di

fosforo

Kg/

anno

54885 27318 6910 1460 426459 63450 634503 6332 1122458 98560

RSA Provincia di Napoli 2001

I controlli sulle acque per la molluschicoltura

Ai sensi dell’ articolo 14 del D.L. 152/99 la Giunta Regionale con la Delibera

n. 310 del 1/2/2000 ha individuato le seguenti aree marine destinate

alla vita dei molluschi del litorale di Torre del Greco:

Torre del Greco: località Cavaliere - Torre di Bassano

Torre del Greco: Casina Rossa (fine litoranea) -

S. Maria la Bruna

La normativa per le acque per la molluschicoltura fa riferimento a due

diverse esigenze, l’una di carattere sanitario che riguarda il controllo

delle aree di produzione dei molluschi destinati alla vendita, regolata

dal D. Lgs 530/92, e l’altra, recepita nel D. Lgs.152/99, di carattere ambientale

che riguarda il monitoraggio per la valutazione delle caratteristiche

qualitative in base alla quali definire la conformità delle acque

designate dalla regione per la vita dei molluschi e la programmazione

degli interventi atti alla protezione ed al miglioramento delle stesse.

Il decreto 530/92 impone una classificazione triennale delle aree di produzione,

in base alle caratteristiche delle quali vengono individuate le

modalità di vendita del prodotto:

- Zona A: vendita diretta al pubblico;

- Zona B: vendita dopo un opportuno periodo di depurazione;

- Zona C: vendita dopo stabulazione per due mesi in acque con caratteristiche

di zona A.

Queste aree sono state monitorate sia per i parametri del 152/99 che

per quelli relativi al 530/92; in base ai risultati analitici ottenuti durante

le campagne di monitoraggio realizzate negli ultimi tre anni, vengono

riportate le classificazione relative:

- Zona A (aree conformi ai requisiti di qualità del 152/99)

- Zona B (aree non conformi che necessitano di interventi di miglioramento

ai sensi del 152/99):Torre del Greco: Casina Rossa - S.Maria La

Bruna

- Zona C (aree non conformi che necessitano di interventi di miglioramento

ai sensi del 152/99)

(Fonte dati: RSA Provincia di Napoli 2001/03)

I controlli effettuati dalla Capitaneria di Porto dal 2000 al

2003

Indicatore

Quantità

ANNO 2000

notizie di reato per inquinanti 2

Notizie reato art 54 36

Notizie reato art 55 1

Illeciti amm.vi su ordinanze balneari 4

ANNO 2001

notizie di reato per inquinanti 1

Notizie reato art 54 8

Notizie reato art 55 4

Illeciti amm.vi su ordinanze balneari 4

ANNO 2002

notizie di reato per sicurezza navigazione 1

Notizie reato art 54 25

Illeciti amm.vi su ordinanze balneari 8

ANNO 2003

notizie di reato per inquinamento 2

Notizie reato art 54 50

Illeciti amm.vi su ordinanze balneari 2

Violazioni inerenti alla commercializzazione prodotti tipici

Anno

Notizie

di reato

Illeciti

amministrativi

Sequestri

kg prodotti

sequestrati

2000 54 - 54 4263

2001 82 10 91 4674

2002 91 54 104 7710

2003 67 24 75 2228

TOT 294 88 324 19075

60


LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA

3.4.2 La rete di monitoraggio delle acque marino-costiere e

la balneabilità

Il DPR 470/82 e successive modifiche (art. 18 L 422/00) detta le norme

per la tutela igienico sanitaria delle acque adibite alla balneazione.

Sono infatti fissati criteri e modalità operative per la determinazione

dei requisiti chimici, fisici e microbiologici delle acque per garantire ai

bagnanti, nei tratti di costa idonei, la presenza di acque con caratteristiche

tali da escludere l’instaurarsi di eventi patologici. Per una nuova

stagione balneare, in via preliminare, le zone si considerano idonee alla

balneazione quando durante il periodo di campionamento (in genere

dal 1° maggio al 30 settembre) relativo all’anno precedente le analisi

dei campioni prelevati con la frequenza fissata (ogni 15 giorni) indicano

che i parametri delle acque in questione sono conformi ai requisiti almeno

nel 90% dei casi (80% per gli indicatori dell’inquinamento fecale)

e quando, nei casi di non conformità, i valori dei parametri numerici non

si discostano più del 50% dai limiti (questa limitazione non si applica

per i parametri microbiologici, il pH e l’ossigeno disciolto).

Il DPR 470/82 riporta inoltre le norme tecniche che definiscono le distanze

minime tra due punti di prelievo (di norma non superiore a 2 km

o meno per zone ad alta densità di balneazione), le modalità di prelevamento

dei campioni e le metodiche analitiche.

I prelievi devono essere eseguiti:

• ad una profondidi circa 30 cm sotto il pelo libero dell'acqua;

• ad una distanza dalla battigia tale che il fondale abbia una profondi

di 80 - 120 cm;

• dalle ore 9 alle ore 15;

• dopo almeno due giorni dall'ultima precipitazione atmosferica di rilievo

e dall'ultima burrasca.

Nella tabella che segue riportiamo i valori massimi registrati negli otto

punti monitorati dall’ARPAC:

Periodo di monitoraggio dal 14/04/2005 al 28/09/2005

Punto di prelievo

053 SPIAGGIA LA

SCALA

Coliformi

Totali

Valore max.

Coliformi

fecali

Streptococchi

1800 900 150

054 LIDO AZZURRO 10000 8500 5000

055 TORRE DI

BASSANO O

SCOGLIERA

3000 800 150

056 LA CONCHIGLIA 5000 1000 200

057 LIDO

INCANTESIMO

20000 15000 600

058 CASINA ROSSA 15000 8000 150

059 VILLA INGLESE

- BAGNO LEOPARDI

12000 10000 200

LIMITE DI LEGGE 2000 100 100

Per la disponibilità dei dati e la vocazione fortemente marittima del comune

di Torre del Greco si procederà di seguito all’analisi dei dati circa

lo stato delle acque marine relativamente alla balneazione. Per definire

la balneabilità delle acque il DPR 470/82 considera 12 parametri: tre

sono indicatori di inquinamento fecale (Coliformi totali, Coliformi fecali,

Streptococchi fecali); due, facoltativi, sono rivolti alla ricerca di specifici

patogeni (Salmonella e Enterovirus); altri quattro parametri sono essenzialmente

indicatori di inquinamento di origine industriale (pH, fenoli,

sostanze tensioattive, oli minerali); i restanti tre parametri (ossigeno

disciolto, colorazione, trasparenza) forniscono indicazioni correlabili ai

processi eutrofici e ai problemi estetici delle acque ma potrebbero anche

interessare l’aspetto igienico-sanitario in caso di “fioritura” di alghe

produttrici di biotossine.

Circa i parametri microbiologici si constata che i valori di concentrazione

relativi ai Coliformi, sia totali che fecali, che agli streptococchi risultano

nell’anno 2005 variabili con valori che sia nei mesi primaverili che in

quelli estivi risultano essere abbondantemente oltre i limiti di legge.

Fonte ARPAC

Come si evince dalla tabella i valori massimi misurati oltrepassano in

maniera preoccupante i limiti previsti dalla legge.

Questi indicatori sono specifici nel definire il contributo all’inquinamento

dovuto agli insediamenti antropici relativamente agli scarichi fognari.

Da tale quadro emerge la necessità di dover abbattere tali inquinanti

agendo a monte con un adeguato sistema di depurazione.

Un quadro più incoraggiante, ma non certo soddisfacente, emerge dal

quadro fisico-chimico relativamente ai valori di PH, colorazione e trasparenza.

Infatti dai dati delle analisi è emerso che il valore di PH si è mantenuto

all’interno dei limiti fissati dalla legge, mentre i valori della trasparenza,

espressi in metri di visibilità, non sono sempre conformi ai requisiti di

legge che richiedono un livello minimo di 1.0 metri.

61


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Di seguito è mostrata una tabella riassuntiva dei valori minimi e massimi

misurati negli otto punti di campionamento paragonati con i rispettivi

limiti di legge.

Periodo di monitoraggio dal 14/04/2005 al 28/09/2005

punto di prelievo

053 SPIAGGIA LA

SCALA

Valori di PH

Valore

min.

Valore

max.

Valori di

Colorazione

Valore

min.

Valore

max.

Valori di

Trasparenza in

metri

Valore

min.

Valore

max.

7.01 8,23 0 0 2 2

054 LIDO AZZURRO 7,38 8,47 0 0 1 1

055TORRE DI

BASSANO O

SCOGLIERA

7,57 8,29 0 0 1 1

056 LA CONCHIGLIA 7,58 8,23 0 0 1 1

057 LIDO

INCANTESIMO

7,19 8,11 0 0 1 1

058 CASINA ROSSA 7.39 8.15 0 0 0,8 1

059 VILLA INGLESE

- BAGNO LEOPARDI

7,52 8,25 0 0 0,7 3

Oltre ai dati di PH trasparenza e colorazione per individuare il contributo

all’inquinamento marino dovuto a scarichi industriali e più in generale

alle attività produttive si fa riferimento ai valori di olii, tensioattivi, fenoli

e ossigeno disciolti in acqua. Dalle rilevazioni effettuate dall’ARPAC nel

corso del 2005 solo i valori di ossigeno disciolto hanno superato talvolta

i limiti di legge (dati ARPAC), mentre i valori misurati di olii tensioattivi

e fenoli sono stati sostanzialmente nulli.

Infine bisogna comunque sottolineare che nella stagione balneare

2005 nessun tratto della costa del comune di Torre del Greco (lungo

6.963 metri) è risultato idoneo alla balneazione. Di seguito viene mostrata

una tabella che indica le località coinvolte, con relativa posizione

e punto di prelievo di riferimento.

Comune Località Idoneità

Spiaggia La Scala

Lido Azzurro

Torre di Bassano o Scogliera

Torre del

La Conchiglia

Greco

Lido Incantesimo

Casina Rossa

Villa Inglese – Bagno Leopardi

Elenco punti balneazione. Regione Campania 2005.

Non

balneabile

LIMITE DI LEGGE 6.0 9.0 0 0 >1

Fonte ARPAC

3.4.3 I principali indicatori

Di seguito sono indicati i principali indicatori per una valutazione sintetica del dato.

INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte dati

Carico Antropico D Densità della popolazione nelle zone costiere -

RSA Provincia

di Napoli

Fattori di degrado

sulle acque costiere

(inquinanti)

P

Valutazione del carico di inquinanti apportato

alle acque marine

-

RSA Provincia

di Napoli

Qualità delle acque

marine e costiere

(inquinanti)

S

Individuazione della percentuale di costa

balenabile -

RSA Provincia

di Napoli

Qualità delle acque

marine e costiere

(Quantità di ossigeno

disciolto)

R

Individuazione di segni di eutrofizzazione

delle acque

-

RSA Provincia

di Napoli

62


LE COMPONENTI AMBIENTALI: RIFIUTI

3.5 Rifiuti

3.5.1 Caratteristiche e criticità

L’enorme massa di rifiuti prodotta in Campania, nel passato è stata smaltita

in discariche prima incontrollate e poi, dopo l’entrata in vigore della

Delibera Comitato Interministeriale 27 luglio 1984, in impianti controllati.

L’emergere di problematiche diverse come la scarsità dei siti idonei

allo smaltimento definitivo, il proliferare di discariche abusive, utilizzate

anche per lo smaltimento illegale di rifiuti tossici e nocivi, la frammentarietà

della gestione dei rifiuti con la conseguenza di negative economie

di scala, scarsa efficienza dei sistemi organizzativi, ha comportato, dall’inizio

degli anni ’90, l’insorgere dell’emergenza rifiuti, vista la insostenibile

situazione ambientale, sanitaria e d’ordine pubblico.

3.5.2 Riferimenti normativi

A livello Nazionale, il nucleo normativo generale in materia di gestione

dei rifiuti è costituito dal D. Lgs. 22/97 che ha recepito le due Direttive

Quadro 91/156 e 91/689 e la Direttiva 94/62. Il D. Lgs. 22/97, noto come

“Decreto Ronchi”, rispetto al DPR 915/82 che principalmente normava

l’attività di smaltimento rifiuti, affronta il “problema rifiuti” nella globalità,

partendo dalla produzione, passando per il consumo ed arrivando a

gestire le fasi residue (gestione integrata, recupero materiali). Nel definire

una nuova strategia di gestione dei rifiuti, il decreto Ronchi introduce

l’ordine gerarchico dei principi secondo il quale l’assoluta priorità viene

assegnata alla riduzione della produzione dei rifiuti, seguita dal recupero,

materiale e/o energetico, ed infine dallo smaltimento in condizioni di

sicurezza. Lo smaltimento, inteso quale destinazione finale di quei rifiuti

non altrimenti recuperabili, viene quindi a costituire una fase residuale

della gestione dei rifiuti.

Il Decreto Ronchi in particolare prevedeva le seguenti finalità generali:

1. prevenire, recuperare e ridurre la pericolosità dei rifiuti stessi;

2. raggiungere l’autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti.

I ruoli e i compiti per i Comuni sono così sintetizzabili:

Comuni: Un ruolo di notevole rilevanza viene riconosciuto ai comuni

affidando ad essi la gestione in via esclusiva, ad eccezione della sola

attività di recupero, dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo

smaltimento. Gli strumenti normativi attraverso i quali il Comune realizza

il passaggio dalla tassa alla tariffa sono il Piano Finanziario, la Delibera

Comunale di determinazione della tariffa e il Regolamento Comunale di

applicazione della stessa.

Il territorio regionale viene suddiviso in Ambiti Territoriali Ottimali (ATO)

che rappresentano i bacini per la gestione ottimale dei rifiuti urbani,

coincidenti normalmente con le Province, col fine di effettuare lo smaltimento

dei rifiuti attraverso una rete integrata e adeguata di impianti e

seguendo i principi di “autosufficienza e prossimità”.

I compiti della Provincia e dei Comuni all’interno degli ATO sono:

• la Provincia deve coordinare le forme e i modi di cooperazione tra gli

enti ricadenti nel proprio ambito. In questo modo viene attivato un

processo di gestione integrata per bacini in grado di garantire scelte

efficaci ed efficienti;

• i Comuni all’interno dei Bacini devono organizzare la gestione dei rifiuti

stimolando anche la competività tra gli operatori.

Il Decreto Ronchi ha inoltre introdotto l’Osservatorio Nazionale dei rifiuti,

che oltre a garantire l’attuazione della normativa, costituisce uno

strumento di rilevazione di bisogni, di promozione di interventi e di propulsione

verso l’innovazione del sistema.

Nel rispetto dei principi comunitari della “responsabilità estesa”, del “chi

inquina paga” e “dalla culla alla tomba”, va sottolineata l’attenzione alla

gestione degli imballaggi al fine di consentire sia il riciclaggio sia il recupero

attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti; per tal fine i Comuni

avrebbero dovuto garantire, all’interno degli ATO, le seguenti percentuali

minime di raccolta differenziata sui rifiuti urbani:

• 15% entro il 1999;

• 25% entro 2001;

• 35% dal 2003.

La Regione Campania si è dotata già nel 1993 di una Legge Regionale

“Norme e procedure per lo smaltimento dei rifiuti in Campania” (L.R. n.

10 del 1993) e di un Piano di smaltimento dei rifiuti (1996 - revisionato

in itinere diverse volte: aggiornato nel 1997 per adeguarlo al decreto

Ronchi), poi modificato sostanzialmente con ordinanza commissariale

319 del 30/9/2002.

Infine nel 2006 è stata emanata la Legge 21/06 “Adeguamento del Piano

Rifiuti della Campania” del Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti

in Regione Campania

3.5.3 L’attuale produzione dei rifiuti solidi urbani

La produzione di rifiuti rappresenta una delle principali pressioni sull’ambiente

in quanto coinvolge vari aspetti ambientali producendo impatti:

1. sulla popolazione con potenziali cambiamenti di distribuzione della

popolazione o delle condizioni di salute;

2. sugli ecosistemi con potenziale depauperamento delle risorse (possibile

diminuzione della produttività dei suoli agrari e forestali posti vicino

alle discariche);

3. sulle principali matrici ambientali come l’aria (si pensi alle emissioni

di un inceneritore non dotato di sufficienti sistemi di abbattimento).

Il Comune di Torre del Greco ricade nel Bacino Napoli 4 ai sensi della

Legge Regionale n. 10 del 10/02/1993 e, secondo la più recente Legge

Regionale 21/06, nel Sub Ambito 3. Infatti per la Provincia di Napoli, visto

il forte impatto antropico nonché le specifiche problematiche territoriali,

sono stati definiti 3 Sub ATO. Di seguito la cartografia relativa alla

suddivisione in ATO secondo la LR 21/06:

In ciascun ATO deve essere raggiunta la percentuale del 35% di Raccolta

Differenziata entro il 31 dicembre 2007 e deve essere garantita l’autosufficienza

nella gestione del ciclo integrato, secondo quanto disposto

dalla normativa vigente, entro tre anni dalla costituzione.

Nella tabella seguente sono riportati i quantitativi di rifiuti prodotti per

il periodo 2001-2004 per la Regione Campania, la Provincia di Napoli e il

Comune di Torre del Greco.

63


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Regione

Campania

Provincia

di Napoli

Torre del

Greco

Unità di

Misura

1

gennaio

2002

1 gennaio

2003

1

gennaio

2004

1 gennaio

2005

Popolazione Abitanti 5.701.389 5.725.089 5.760.353 5.788.986

Produzione

rifiuti

Produzione

pro-capite

t/anno 2.762.878 2.659.996 2.681.884 2.756.081

Kg/ab/g 1,33 1,28 1,28 1,30

Popolazione Abitanti 3.060.124 3.075.660 3.085.447 3.092.859

Produzione

rifiuti

Produzione

pro-capite

t/anno 1.599.602 1.480.098 1.577.735

1.632.684

(*)

Kg/ab/g 1,43 1,32 1,40 1,45

Popolazione Abitanti 90.465 89.661 89.198 88.947

Produzione

rifiuti

Produzione

pro-capite

t/anno 38.044 40.883 43.884 46.424 (**)

Kg/ab/g 1,15 1,25 1,35 1,43

Fonte dati: Elaborazione Formambiente su dati derivati da: Adeguamento

al Piano Regionale dei Rifiuti (commissario di Governo per l’emergenza rifiuti),

ISTAT – bilancio demografico, ARPAC e Comune di Torre del Greco.

Come si può notare dalla tabella precedente la produzione di rifiuti indifferenziati

nel Comune di Torre del Greco ha subito un aumento nel

periodo 1 gennaio 2002 – 1 gennaio 2005. Il dato è in linea con la produzione

di rifiuti a livello provinciale per quanto riguarda la produzione

pro-capite con una differenza (in positivo) solo per il dato al 1 gennaio

2002. Inoltre la produzione di rifiuti è aumentata nonostante la diminuzione

della popolazione residente nello stesso periodo. Dalla tabella

emerge inoltre che la maggior parte dei rifiuti indifferenziati prodotti in

Campania sono prodotti dalla provincia di Napoli.

Nel grafico sottostante è mostrato l’andamento della produzione

dei rifiuti nel comune di Torre del Greco (Fonte Comune di Torre del

Greco)

3.5.4 La Raccolta Differenziata

L’obiettivo immediato delle azioni poste in essere dalla Struttura Commissariale,

così come peraltro sancito nelle Ordinanze Ministeriali emanate

è quello del raggiungimento dell’Obiettivo del 35% di recupero

di materia, ovvero avviare al recupero per il reinserimento nel ciclo

produttivo quei materiali che per la loro natura trovano un opportuna

collocazione nel mercato. La rimanente parte deve essere avviata,

mediante un processo sostenibile, agli impianti di produzione del CdR

(Combustibile Derivato da Rifiuti) e successivamente ad un impianto di

conversione per produrre energia elettrica.

La raccolta differenziata rappresenta quindi una fra le principali azioni

strategiche per la riduzione degli impatti dovuti alla gestione dei rifiuti.

Nel Comune di torre del Greco non è stata avviata la raccolta differenziata

e gli unici dati disponibili sono quelli relativi alla raccolta dei rifiuti

ingombranti.

Di seguito si riportano alcuni dati sintetici forniti dal Comune di Torre

del Greco:

- nel 2005 sono stati raccolti 110.390 kg di vetro.

- nel gennaio 2006 sono stati raccolti 6.100 kg di vetro;

Nel territorio comunale sono presenti n. 900 cassonetti per la raccolta

dei rifiuti solidi urbani (RSU) e n. 60 campane per la raccolta del vetro.

Da fonte Arpac risulta che sono stati raccolti 2.587.560 kg di rifiuti ingombranti

per l’anno 2003 e 2.021.380 kg per l’anno 2004.

Tonnellate annue di rifiuti prodotte nel Comune di Torre del Greco.

La riduzione della produzione dei rifiuti e l’avvio della raccolta differenziata,

considerati i dati emergenti dallo studio, devono diventare un

obiettivo prioritario dell’Amministrazione di Torre del Greco, in linea

con le direttive europee, con la normativa nazionale e regionale.

64


LE COMPONENTI AMBIENTALI: RIFIUTI

3.5.5 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte dati

Produzione di rifiuti

procapite

P

Valutazione della quantità della

produzione di rifiuti procapite / riduzione

della produzione di rifiuti urbani

-

Quantità totale di rifiuti

prodotta

P

Valutazione dello stato della produzione

di rifiuti / riduzione della produzione di

rifiuti urbani

+

Frazione di rifiuti

differenziati

S/R

Valutazione della capacità di differenziare

i rifiuti / aumento della percentuale di

raccolta differenziata

+ / -

Gestione dei rifiuti solidi

urbani

R

Verifica del numero e della qualità degli

impianti di trattamento dei rifiuti /

avviare il ciclo integrato dei rifiuti

-

Comune di

Torre del Greco

/ Commissariato

di Governo

Emergenza Rifiuti

/ ARPAC

RD per singolo materiale

S/R

Valutazione della raccolta differenziata

per singolo materiale / aumentare il

recupero delle frazioni riciclabili

-

Quantità di rifiuti smaltiti

in discarica

P

Valutare l’utilizzo delle discariche /

ridurre l’utilizzo delle discariche

-

Quantità di rifiuti speciali

prodotti

P

Valutare la produzione di rifiuti speciali /

ridurre la quantità di rifiuti speciali

-

65


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

3.6 Suolo

3.6.1 Caratteristiche e criticità

Il suolo è un sistema complesso costituito da una matrice, minerale ed

organica, nella quale aria, acqua ed organismi viventi interagiscono determinando

flussi di materia e di energia.

Costituisce l’habitat di una grande varietà di organismi che vivono nel

suo interno ed al di sopra della sua superficie e svolge il ruolo di supporto

meccanico e di riserva d’acqua e nutrienti per gli organismi vegetali.

Il suolo interagisce con le altre componenti dell’ambiente e, se interessato

da fenomeni di inquinamento che ne modificano le caratteristiche

e le proprietà chimico-fisiche e biologiche, subisce una serie di alterazioni

che si ripercuotono anche sulle altre matrici ed in particolare

sull’idrosfera. I centri urbani si espandono a ritmi sempre più elevati e

occupano porzioni di territorio sempre maggiori, utilizzando le risorse

naturali del suolo e del sottosuolo comportando una forte pressione

antropica sull’ambiente.

Il fenomeno dell’urbanizzazione incontrollata si verifica soprattutto

nelle aree “perifluviali” dove gli interventi dell’uomo, hanno permesso

l’insediamento di strutture residenziali e produttive in aree golenali.

Analoghe considerazioni possono essere espresse anche per le zone

potenzialmente interessate da eventi franosi di alcune aree montane.

Tra questi aspetti assumono rilevante importanza il dissesto idrogeologico,

la permeabilità del sottosuolo, la vulnerabilità delle falde sotterranee

(serbatoio di risorse idriche pregiate) ed i fenomeni sismici, i cui

effetti possono avere diversa intensità in relazione alla presenza di una

corretta pianificazione e progettazione edilizia.

Le più importanti problematiche della matrice ambientale suolo, nel territorio

della Provincia di Napoli, sono legate ai fenomeni di dissesto idrogeologico,

al rischio sismico e vulcanico, alla progressiva riduzione dei

suoli agrari, agli incendi boschivi, alle varie forme di inquinamento diffuse

(fertilizzanti e fitofarmaci, fenomeni di acidificazione) e localizzate (siti

contaminati, discariche abusive). Riguardo all’inquinamento, è da rilevare

che, attraverso i suoli contaminati, i fenomeni interessano altre matrici

ambientali e, in particolare, le acque sotterranee e quelle superficiali.

In questo quadro le aree critiche, quali cave dismesse, discariche ed

altre aree inquinate, industrie e attività incompatibili per la loro localizzazione,

costituiscono elementi di pressione sul sistema fisico suolo/

sottosuolo da prendere in considerazione, in quanto possono costituire

ulteriori fattori di aggravio dei rischi di contaminazione e degrado.

Il Comune di Torre del Greco ha, come già ricordato, una superficie di

3.066 Ha che rappresenta il 2,62 % della superficie della Provincia di

Napoli i cui 117.113 ettari sono costituiti da collina (66.772 ettari pari al

57,0%) e pianura (50.341 ettari pari al 43,0 %). Si tratta di un territorio

caratterizzato da una estrema diversificazione delle condizioni ambientali,

morfologiche, geologiche, pedologiche, climatiche e vegetazionali.

Tale variabilità è legata a fenomeni vulcanologici recenti, alla presenza

di un articolato sistema alluvionale e costiero e alla presenza di elevati

rilievi carbonatici. Su questo territorio ha inciso una forte antropizzazione

che ha agito con il progressivo diffondersi delle attività agricole,

delle sistemazioni agrarie, delle bonifiche, dell’urbanizzazione.

L’espansione urbana incontrollata dell’area vesuviana costiera sotto la

spinta della fortissima pressione demografica, con la conseguente riduzione

dei suoli agricoli, sono gli elementi più visibili dell’evoluzione di

questa zona. Tuttavia il territorio rurale comprende anche molte aree

di straordinario valore naturalistico e turistico quale quella del Somma

Vesuvio e la Riserva Alto Tirone Vesuvio.

Le pressioni

Le pressioni sulla matrice ambientale suolo sono strettamente legate

all’aumento della popolazione ed al conseguente incremento della

cementificazione e delle necessità dei vari comparti economici, tra cui

anche le profonde trasformazioni che hanno interessato il mondo agricolo,

nonché agli estesi fenomeni di abusivismo, sia in campo edilizio

che “ambientale” in senso stretto.

L’urbanizzazione rappresenta una delle principali cause di degrado delle

zone prossime alla costa dove il processo di trasformazione urbana ha

consumato suolo con grande intensità generando vastissime aree impermeabilizzate;

nella sola provincia di Napoli l’urbanizzazione ha sottratto

dal 1961 al 1991 più della metà delle superfici agricole utilizzate.

Tutto ciò genera perdita irreversibile di suoli e provoca nelle aree periurbane

una serie di effetti perturbanti e degenerativi (inquinamento

dei suoli da fonti non agricole o abbandono di pratiche agricole conservative).

Infine l’agricoltura intensiva genera una marcata riduzione dei contenuti

di sostanza organica negli terreni coltivati, provocando una più

preoccupante perdita di attività biologica e all’accentuazione dell’incrostamento

superficiale.

Le diverse forme di utilizzazione del terreno incidono in maniera molto diversa

sugli equilibri ambientali. Alcune di esse (ad esempio le discariche)

bloccano in maniera immediata e pressoché irreversibile ogni dinamica

naturale risolvendosi esclusivamente in un rilascio di residui inquinanti.

Infine la natura vulcanica dei suoli favorisce processi di erosione; ciò

rende il territorio vulnerabile e rende necessaria una gestione con pratiche

conservative utili al mantenimento dell’erosione a livelli naturali.

Il suolo agrario e forestale

Il suolo ha un’importante funzione regolatrice: costituisce infatti un filtro

biologico per le sostanze chimiche più o meno tossiche ed ha un

effetto regimante sui deflussi idrici. Esso sopporta il peso dell’espansione

urbana e degli aspetti ad essa connessi, quali la produzione di inquinanti

e rifiuti ma una delle sue funzioni principali è quella di produttore

agricolo e forestale. Il suolo è infatti il substrato per la coltivazione dei

prodotti agricoli.

Nell’ambito delle zone altimetriche della Provincia di Napoli suddivisa in

Regioni Agrarie, il Comune di Torre del Greco con altimetria pari a 1.186

mt rientra nell’area altimetrica delle Colline Litoranee di Napoli.

Le colline litoranee di Napoli (classificate Regione Agraria 2) comprendono

tutta l’area che circonda la città di Napoli dalla zona Flegrea all’area

Vesuviana ad Est. Questa regione rappresenta il 33,6% del territorio provinciale

ed è occupata quasi per metà dalla conurbazione napoletana. La

parte Vesuviana è dominata dai versanti del Vesuvio e del Monte Somma,

caratterizzati dalla prevalenza di sistemi di vegetazione di elevato valore

naturalistico ed ecologico. I versanti bassi del Vesuvio, verso il mare, sono

caratterizzati da agroecosistemi specializzati e intensivi (orto arborato e,

soprattutto, colture orticole e floricole in coltura protetta).

66


LE COMPONENTI AMBIENTALI: SUOLO

L’uso agricolo del suolo agisce con un insieme di prelievi e di rilasci che

raramente si pongono in equilibrio con le capacità di rigenerazione e di

decomposizione dell’ambiente ma che tuttavia agiscono generalmente

in tempi più lunghi, spesso compatibili con le capacità di recupero

ambientale.

Erosione delle coste

Un altro fattore critico rispetto alla tematica suolo è rappresentato dal

fenomeno dell’erosione delle coste. Uno degli aspetti più evidenti è

dato dall’arretramento della linea di riva e dall’instaurarsi dei fenomeni

erosivi. Fattore comune è la costante antropizzazione e l’utilizzo economico

della fascia costiera. Attualmente uno sfruttamento sempre più

intenso delle risorse naturali in ambito costiero procede di pari passo

con sempre più frequenti esempi di instabilità ambientale, tanto che

gli interventi dell’uomo a salvaguardia di questo delicato settore sono

sempre più numerosi.

Le cause di maggior rilievo della rapida destabilizzazione dell’ambiente

costiero sono:

- l’intensa antropizzazione delle coste a fini turistici e industriali, con

smantellamento delle dune per fare posto a centri balneari, villaggi

residenziali e porticcioli turistici;

- l’impoverimento dell’apporto solido dei fiumi al mare per l’indiscriminato

asporto di materiale dal letto dei corsi d’acqua e per la presenza

di dighe di ritenuta;

- la subsidenza accentuata per l’estrazione di idrocarburi e acqua in

zone troppo vicine al mare.

La posizione della linea di costa dipende dal rapporto esistente tra il

volume di detriti trasportati e quelli sottratti. Tale rapporto determina

l’avanzamento verso mare o l’arretramento innescando fenomeni di

erosione delle coste.

Dall’inizio del ventesimo secolo i litorali campani sono interessati da fenomeni

erosivi generalmente imputabili oltre che a interventi antropici

anche a cambiamenti climatici che inducono un minore rifornimento di

sedimenti.

Dal punto di vista naturalistico il litorale di Torre del Greco si sviluppa

per circa 7 km su una costa caratterizzata da formazioni costituite da

ceneri, lapilli, scorie di lancio con effusioni laviche intercalate, scorie di

coni avventizi e bocche laterali. Il litorale torrese si distingue per l’altissima

densità abitativa e risulta segnato da una continuità urbana con

forte integrazione tra insediamenti produttivi e residenziali ed aree ad

altissimo valore storico-naturalistico spesso contaminate da degrado

ambientale, sociale e paesaggistico (come ad es. il mega-albergo realizzato

sulla fascia costiera vicino alla Torre cinquecentesca di Bassano,

più volte citato, anche da importanti studi di associazioni ambientaliste,

come esempio di grave degrado paesaggistico).

Evoluzione del litorale vesuviano

Le aree costiere hanno subìto significative trasformazioni geoambientali

dovute a cicliche modificazioni climatiche ed agli interventi umani.

A partire dal XVIII secolo sono stati progettati alcuni tratti di fronte d’acqua

urbano per la fruizione dei cittadini come ville comunali e luoghi

per il tempo libero (Reggia di Portici, ville del Miglio d’Oro, ecc). Attualmente

il paesaggio costiero si presenta prevalentemente dequalificato

ed occupato dalle aree urbane in maniera ”selvaggia” senza una consapevolezza

del valore ambientale ed economico del territorio stesso.

La fascia costiera vesuviana non è adeguatamente valorizzata avendo

subito interventi che hanno forzato il naturale assetto costiero come

ad esempio la linea ferroviaria Napoli-Salerno. L’area è costituita da

una serie di centri abitati costieri praticamente privi di accesso al mare

caratterizzato dall’assenza di spiagge e deturpato da opere protettive

affioranti.

Le opere di difesa

Il precario equilibrio che si stabilisce tra l’apporto solido fluviale e la

ridistribuzione dei sedimenti lungo costa ad opera delle correnti litoranee

viene alterato ed accentuato dall’attività dell’uomo in molti modi.

Probabilmente il modo principale è la sottrazione di materiale dagli alvei

dei fiumi e dagli arenili e la costruzione di strutture che impediscono

l’apporto di sabbia alle spiagge. Queste comprendono opere di ritenuta

sui fiumi, difese dei promontori che un tempo fornivano sedimenti, e

sistemazioni a difesa dei suoli in collina e montagna.

Lo smantellamento della costa da parte del mare è un fatto naturale a

cui naturalmente si oppongono gli apporti fluviali ridistribuiti dall’onda

lungo costa; l’erosione è un visibile segno di rottura di questo equilibrio

che può venire innescata ed accelerata dall’azione antropica.

L’erosione costiera è il risultato del complesso dei processi per cui è rimosso

più materiale di spiaggia di quanto ne è depositato.

Qualunque sia la tipologia di intervento per la difesa dei litorali, è opportuno

ricordare come qualsiasi opera realizzata lungo la costa costituisce

un ostacolo al libero propagarsi del moto ondoso, e pertanto può

dar luogo ad effetti di vario genere, causando alterazioni della costa in

zone limitrofe a quella di intervento per cui è necessario pensare gli

interventi non come opere singole ma come singola componente parte

in un sistema di difesa dell’intera fascia litoranea.

Lungo il litorale vesuviano sono presenti opere di difesa disposte parallelamente

alla linea di costa a protezione di abitazioni, strade e ferrovie.

Queste strutture sono adatte per lo più a interventi di emergenza e di

breve durata data la loro economicità, rapididi esecuzione e immediata

protezione garantita dall’opera, però non garantiscono alcuna

protezione alla spiaggia.

Sulla base di segnalazioni riguardanti problematiche di dissesti e di

erosione delle zone costiere dei Comuni della Provincia di Napoli, pervenute

da privati e da Enti Pubblici, ed in seguito ai sopralluoghi effettuati

dai tecnici per accertare lo stato dei luoghi, è stato redatto e fatto

approvare il Programma triennale delle Opere Pubbliche unitamente

all’elenco annuale degli interventi più urgenti. Per il comune di Torre del

Greco si evidenzia di seguito l’intervento di cui è oggetto in merito alle

politiche per la prevenzione e gestione dell’erosione costiera.

Studio meteo – marino di Torre del Greco – Via Litoranea: verrà realizzato

uno studio allo scopo di conoscere l’andamento delle correnti

e del trasporto solido, la batimetria, il fetch, la capacità di erosione

del mare e la direzione dei venti dominanti lungo la linea di costa.

Riposizionamento delle scogliere: sulla base dello studio meteo

– marino effettuato le scogliere preesistenti verranno riposizionate

e, se necessario, integrate con nuovi elementi.

Ripascimento dell’arenile: per ristabilire l’originaria linea di coste si

interviene con l’apporto di sabbie con caratteristiche tessiturali, mineralogiche

e di colore simili a quelle presenti in loco, prelevate da

cave marine o terrestri. Fonte Provincia di Napoli

67


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Attività estrattive, siti dimessi e siti contaminati

L’estrazione dei materiali rappresenta una delle attività con il maggiore

impatto ambientale per le trasformazioni prodotte sul suolo, sulle acque

e sul paesaggio. In Campania la produzione di materiali estrattivi

può essere suddivisa in due gruppi: industria per l’estrazione di materiali

da costruzione e usi industriali ed industria per l’estrazione di marmi

e pietre da taglio e in pezzame.

La Regione ha commissionato all’Università degli Studi di Napoli “Federico

II” la redazione di una Proposta di piano regionale delle attività

estrattive. Tale studio, relativo alla situazione al 2001, ha come obiettivo

prioritario l’individuazione di aree da destinare ad attività estrattiva nel

rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente. Nello studio menzionato,

sono regolamentate le attività estrattive autorizzate poste all’interno

delle aree vincolate e individuate le aree in cui insistono cave che costituiscono

motivo di particolare gravità. In particolare, tali aree sono

state suddivise in:

- aree di crisi, ossia aree che sono state oggetto di intensa e non sempre

organica attività estrattiva. In tali aree si può rilevare (anche contestualmente)

una particolare concentrazione di cave attive e non

attive, un’estesa modifica del territorio, un impatto paesaggistico

medio-alto, uno sviluppo in settori del territorio ove ricadono vincoli,

una vicinanza di centri storici o beni storici - artistici-monumentali;

- zone critiche, situate all’interno di alcune aree di crisi e caratterizzate

da ulteriori elementi di acuizione del fenomeno di impatto sul territorio,

oltre all’esasperazione del rischio di dissesto morfologico e

ambientale;

- aree di particolare attenzione ambientale, ossia cave inattive in prevalenza

abbandonate site all’interno delle aree di crisi.

La Provincia di Napoli ha redatto inoltre uno studio dettagliato relativamente

al numero di cave e cavità presenti per ciascun comune

delle Regione.

Nel Comune di Torre del Greco risultano esserci 7 cave e 3 cavità. Le 7

cave sono così localizzate:n. 5 in località Villa Inglese, n. 1 in Via Ruggiero

e n. 1 Dietro ai Camaldoli.

Le Cave di Villa Inglese hanno generalmente vincolo 1-2-5-7; tutte le

cave presentano uno stato di abbandono usate per l’estrazione di lava.

Secondo la classificazione del rischio dell’Autorità di Bacino del Sarno

queste aree presentano rischio da frana moderato (R1). Tutte le cave

producono, sia per le dimensioni che per la presenza al suo interno di

diversi materiali di discarica, un forte impatto sul territorio circostante.

Non sono riscontrabili emergenze naturalistiche in quanto la classe di

interesse naturalistico risulta bassa.

Le Cavità sono 3 e sono situate in via Vittorio Emanuele (dalle informazioni

assunte risulta che lo spessore delle lave e’ variabile, con valori

compresi tra 3 e 5 m), Piazza Comizi e via Curtoli, 28.

Inoltre da, fonte comunale, risultano esservi nel Comune di Torre del

Greco, principalmente localizzate nelle pinete del Parco del Vesuvio, n.

13 siti di sversamento di rifiuti tossici inquinanti.

Il DM 471/99 definisce sito potenzialmente contaminato “un sito nel

quale, a causa di specifiche attività antropiche pregresse o in atto, sussiste

la possibilità che nel suolo o nel sottosuolo o nelle acque superficiali

o nelle acque sotterranee siano presenti sostanze contaminanti in concentrazioni

tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per

l’ambiente naturale o costruito”.

Il comune di Torre del Greco “nonché l’area marina antistante le aree

terrestri per un’estensione di tre km dalla costa” rientra interamente

nella perimetrazione del Sito di bonifica di interesse nazionale delle

Aree del Litorale Vesuviano (perimetrazione allegata alla G. U. n. 80 del

7/4/2005).

È in corso nel comune di Torre del Greco, ed in altri 11 comuni della

fascia costiera Vesuviana, una valutazione commissionata dal Ministero

dell’Ambiente all’Arpac, sullo stato del suolo del territorio, attuata attraverso

carotaggi e piezometri, al fine di individuare la sub-perimetrazione

del SIN “aree del litorale vesuviano” ai sensi della legge 179/02 (il

Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque

nella Regione Campania) ha affidato all’Arpac con ordinanza commissariale

n. 140 del 29/12 /2005 le attività di sub perimetrazione).

L’Arpac ha fissato i criteri per la sub-perimetrazione, precisamente sono

in esecuzione sopralluoghi presso siti, di carattere pubblico e privato,

inseriti in una short list che saranno inseriti in piani di caratterizzazione

e se necessario sottoposti a bonifica.

L’ICRAM ha già predisposto piano di caratterizzazione per le aree marino

costiere prospicienti il Litorale Vesuviano trasmesso il 22/02/2006 ed

acquisito al Ministero il 23/02/2006.

L’estensione dei siti inquinati nell’Area del litorale vesuviano è pari a

8.121 Ha e si caratterizza come aree dimesse con discariche di varia natura.

Normativa di riferimento

• Emergenza bonifica Legge 233 del 31/12/2004.

• Decreto Ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471 “Regolamento recante

criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e

il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del

decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e

integrazioni”.

Dal 29 aprile 2006 è entrato in vigore il testo unico in materia ambientale.

3.6.3 Il Rischio idrogeologico

Il territorio della Regione Campania per la sua fragilità strutturale è caratterizzato

da una forte propensione al dissesto idrogeologico. Nell’ambito

di tale rischio va evidenziato che, oltre ai fenomeni di frane, colate rapide,

alluvioni ed erosione costiera, sono presenti anche crolli sotterranei in cavità,

dovuti prevalentemente ad antiche attività antropiche e localizzati

diffusamente nelle aree urbane.

In seguito ai numerosi eventi calamitosi verificatisi negli ultimi anni ed al

riconoscimento della loro natura sociale, sono stati intrapresi programmi

di ricerca, sia a livello nazionale che internazionale, mirati ad affrontare

tali fenomeni con opportune opere di previsione e prevenzione.

Particolari e tuttavia pericolosi fenomeni di alluvionamento interessano

i numerosi alvei-strada che solcano le pendici del Somma-Vesuvio; i

loro effetti sono spesso esaltati dalle profonde manomissioni prodotte

dall’uomo sulle preesistenti opere di difesa idraulica. Il concetto di rischio

idraulico rientra nell’ambito più ampio del rischio idrogeologico

di cui rappresenta la componente legata al rischio ambientale da inondazioni,

alluvioni ecc. Si tratta, purtroppo, di una problematica sempre

più sentita a causa del crescente incremento di danni (sia in termini di

vite umane che di infrastrutture) che i fenomeni franosi e alluvionali

stanno producendo nel mondo.

Alla fine degli anni ottanta è stata emanata la Legge 183/1989; tale leg-

68


LE COMPONENTI AMBIENTALI: SUOLO

ge ha suddiviso il territorio in aree geografiche che possano ritenersi

indipendenti tra loro dal punto di vista ambientale co sì da poter essere

ragionevolmente considerate come aree autonome, analizzabili compiutamente

senza dover considerare forti interazioni reciproche. Inoltre

ha stabilito la creazione di enti preposti alla gestione di tale aree. Queste

aree sono definite bacini idrografici e gli enti sono definiti Autorità

di Bacino.

Per bacino idrografico s’intende: “il territorio dal quale le acque pluviali

o di fusione delle nevi e dei ghiacciai, defluendo in superficie, si raccolgono

in un determinato corso d’acqua direttamente o a mezzo di

affluenti, nonché il territorio che può essere allagato dalle acque del

medesimo corso d’acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci in

mare ed il litorale marittimo prospiciente”.

La Legge 183/89 prevede che per ogni bacino idrografico (regionale, interregionale

o di interesse nazionale) debba essere elaborato un Piano

di Bacino che riguardi la difesa dalle acque, la conservazione, la difesa

e la valorizzazione del suolo, la salvaguardia della qualità delle acque

superficiali e sotterranee e il loro disinquinamento, la compatibilità ambientale

dei sistemi produttivi, la salvaguardia dell’ambiente naturale,

l’acquisizione e la diffusione dei dati fino all’informazione della pubblica

opinione.

Definizione di rischio: il rischio (R) è definito come l’entità del danno atteso

in una data area e in un certo intervallo di tempo in seguito al verificarsi di

un particolare evento calamitoso.

La valutazione del rischio comporta non poche difficoltà per la complessità

e l’articolazione delle azioni da svolgere ai fini di un’adeguata

quantificazione dei fattori che lo definiscono. E’ assai complicato giungere

ad una parametrizzazione, in termini probabilistici, della pericolosità

e della vulnerabilità e, in termini monetari, del valore esposto.

Per lo stesso motivo, anche la mitigazione del rischio - che può essere

attuata, a seconda dei casi, agendo su uno o più elementi tra quelli sopra

riportati – risulta essere un’operazione molto complessa.

Sono state individuate le seguenti classi di rischio idraulico e idrogeologico:

R1 – moderato, per il quale sono possibili danni sociali ed economici

marginali;

R2 – medio, per il quale sono possibili danni minori agli edifici e alle infrastrutture

che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità

degli edifici e lo svolgimento delle attività socio- economiche;

R3 – elevato, per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle

persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente

inagibilità degli stessi e l’interruzione delle attività socio - economiche,

danni al patrimonio culturale;

R4 – molto elevato, per il quale sono possibili la perdita di vite umane e

lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici e alle infrastrutture, danni

al patrimonio culturale, la distruzione di attività socio - economiche.

L’area dei torrenti vesuviani e della fascia litoranea è caratterizzata principalmente

da fenomeni di dissesto della rete idrografica superficiale,

dovuti in massima parte all’intervento antropico, che ha ricoperto molti

alvei naturali per trasformarli in strade e come ricettacoli di rifiuti solidi

che, in occasione di forti piogge, vengono trasportati a valle.

I comuni vesuviani costieri (Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata

ed Ercolano) presentano elevati fattori di rischio connessi, oltre

a un oggettiva pericolosità, all’elevatissimo valore esposto determinato

dalla elevata densità di popolazione. In particolare, l’elevata pericolosità

si deve collegare alla presenza di numerosi alvei-strada che sovente

attraversano zone ad alta densità abitativa.

I tipi litologici largamente prevalenti sono rocce effusive (colate di lava)

e piroclastiche (alternanze irregolari di prodotti di lancio di varia granulometria);

queste ultime determinano l’instabilità dei versanti. La morfologia

del territorio torrese si presenta da sub-pianeggiante a collinare

con bassa pericolosità dei fenomeni franosi eccetto per la zona intorno

il Colle dei Camaldoli dove le carte della pericolosità dell’Autorità di Bacino

del Sarno mostrano dei valori più elevati. Il rischio idrogeologico

è generalmente moderato o medio mentre solo in alcune zone, come

lungo i canali di scorrimento delle acque che corrispondono ai tratti

stradali (alvei/strade) che congiungono il Vesuvio al mare, assume valore

più elevato.

Gli incendi boschivi

Grande rilevanza per la tutela del patrimonio forestale assume il fenomeno

degli incendi boschivi.

La scarsità delle precipitazioni nel periodo estivo, l’intensa urbanizzazione

e l’inadeguata sensibilità dei cittadini verso questo problema

sono tra le cause che rendono il territorio particolarmente vulnerabile

da questo punto di vista.

Il numero medio annuo di incendi boschivi registrati nella provincia di

Napoli é stato, nel quinquennio 1994-1998, pari a 163,8 incendi all’anno

per una superficie percorsa dal fuoco pari in media a 291,5 ha all’anno,

di cui 147,22 ha di superficie boscata.

Per quanto riguarda le cause, risulta che gli incendi sono attribuibili

solo in minima parte a cause naturali. La maggioranza degli incendi é

di origine dolosa, mentre una parte considerevole è dovuta a cause involontarie.

La maggior parte degli incendi e della superficie percorsa si concentrano

nei Comuni di Pozzuoli, Torre del Greco, Barano d’Ischia, Somma

Vesuviana, Terzigno, Giugliano, Napoli, Serrara Fontana, Ottaviano, Forio,

Roccarainola, Trecase, Bacoli, Ercolano, Palma Campania, interessando

quindi prevalentemente la zona di Napoli, dei Campi Flegrei, l‘area Vesuviana,

la penisola Sorrentina, l’isola di Ischia e la Comunità Montana

Montedonico-Tribucco.

Ai sensi della L.R. 11 del 07-05-1996 le funzioni amministrative in materia

forestale sono state delegate alle Comunità Montane e, per i restanti

territori, alle Amministrazioni Provinciali. Precisamente le zone boscate

di maggiori dimensioni ricadono sulle pendici del Vesuvio e del Monte

Somma (Comuni di Ercolano, Massa di Somma, Torre del Greco, Ottaviano

e Terzigno) nelle isole di Capri (Comuni di Capri ed Anacapri), di Ischia

(Comuni di Ischia, Lacco Ameno, Casamicciola, Forio, Serrara Fontana e

Barano d’Ischia) e nell’area Flegrea (Comuni di Pozzuoli e di Napoli).

L’Amministrazione Provinciale di Napoli esegue da molti anni, esattamente

dal 1995, interventi di miglioramento boschivo, rimboschimento,

sistemazioni idraulico-forestali, manutenzione della viabilità forestale e

del verde pubblico.

69


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

I dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato relativi agli incendi boschivi

a Torre del Greco sono di seguito riportati:

Anno N°

Sup.

boscata

Sup.

non

boscata

Sup.

totale

2000 11 9,48 3,60 13,08

2001 77 40,3810 15,9171 56,2981

2002 13 1,45 4,1470 5,5970

Personale

CFS

Altro

personale

Mezzi

2003 46 15,7565 12,73 28,4965 119 169 169 10

2004 21 7,26 13,27 20,53 57 288 125 16

2005 22 1,49 9295 10,8850 52 362 73 1

La normativa

La normativa di settore è relativa alle tematiche della difesa del

suolo (dissesto e rischio idraulico e geologico), della bonifica dei

siti inquinati, delle attività estrattive, della subsidenza, del rischio

Aerei

sismico, della vulnerabilità idrogeologica.

I riferimenti principali che concorrono a definire organicamente i soggetti

competenti e gli strumenti di programmazione e intervento, sono:

• la legge 183/89, riguardante la difesa del suolo, che istituisce le Autorità

di bacino;

• il D. Lgs 152/99, che detta norme sulla tutela dei corpi idrici sotterranei;

• il D. Lgs 22/97, sulla gestione dei rifiuti, che detta anche norme inerenti

la messa in sicurezza, la bonifica e il recupero dei siti inquinati;

• DM 471/99, relativa alla bonifica dei siti contaminati;

• LR 16/98 relativa alle attività estrattive.

Le attività di controllo sono svolte dalle strutture dei Dipartimenti Provinciali

dell’ARPA Campania con i Servizi Territoriali e con i Laboratori dei

Dipartimenti Tecnici; queste ultime svolgono, inoltre, attività analitiche

anche su richiesta dell’ASL, della Regione, degli Enti Locali, dell’Autorità

Giudiziaria, della Prefettura, degli organismi di vigilanza dei privati. Il

Gruppo Emergenze Ambientali, che opera sull’intero territorio regionale

in situazioni ad elevato livello di priorità, effettua sopralluoghi sulle

cave. Obiettivo della rete di monitoraggio è quello di garantire un flusso

costante di dati per evidenziare cambiamenti delle caratteristiche e

delle proprietà dei suoli, prevedere in anticipo l’instaurarsi di rilevanti

fenomeni di degrado e realizzare periodicamente rapporti specifici.

3.6.4 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte dati

Numero di cave

P

Verificare lo stato dei luoghi

rispetto alle linee d’intervento di

salvaguardia ambientale

+ SIT - Provincia di Napoli

Numero siti contaminati

P

Verificare la localizzazione e l’uso

dei siti indicati

+

ARPAC - Censimento

siti potenzialmente

inquinati

Mt di costa interessata dal

fenomeno di erosione.

I

Riduzione del fenomeno di

erosione della costa

+ / -

RSA Ministero

Ambiente; Capitaneria

di Porto

Superficie incendi e/o

relativo numero

I Prevenzione incendi + / -

Corpo Forestale dello

Stato

Stato di applicazione della

normativa ordinaria e

straordinaria in materia di

difesa del suolo

R

Attuazione della normativa

nazionale e regionale e dei

piani di bacino

+

Autorità di Bacino del

Sarno

70


LE COMPONENTI AMBIENTALI:

RISCHIO SISMICO E VULCAnico

3.7 Rischio sismico e vulcanico

La sismicità e il vulcanismo costituiscono due importanti sorgenti di pericolosità

naturale che, associate all’elevata vulnerabilità del territorio,

dovuta alla massiccia presenza di insediamenti umani e delle relative

infrastrutture, determinano un elevato livello di rischio. Occorre inoltre

considerare che i terremoti colpiscono un patrimonio edilizio che per

buona parte, soprattutto nei centri storici, risale a epoche antiche, e

dunque non costruito secondo le moderne tecniche antisismiche.

3.7.1 Rischio sismico: caratteristiche e criticità

La Campania è classificata come zona ad elevata sismicità. In particolare

si possono riconoscere aree a comportamento sismico differente quali

la zona costiera tirrenica, le aree vulcaniche napoletane (Vesuvio, Ischia

e Campi Flegrei) e la dorsale appenninica.

Le zone costiere tirreniche sono caratterizzate da sismicità storica di

energia estremamente bassa o nulla soprattutto rispetto alle adiacenti

aree vulcaniche e appenniniche.

L’Appennino Campano rappresenta una delle zone a più elevata dinamica

di tutta la penisola italiana. Dall’analisi della sismicità storica

e recente si evidenzia che i terremoti più catastrofici si sono generati

nelle aree del Matese, Sannio e Irpinia che quindi sono considerate

le aree a più elevata pericolosità.

Nelle aree vulcaniche napoletane, e dunque anche per il territorio di

Torre del Greco, il livello di sismicità è invece sensibilmente più basso

di quello appenninico poiché le caratteristiche meccaniche delle rocce

vulcaniche (bassa rigidità) nonché gli sforzi agenti estremamente concentrati,

non consentono un accumulo di energia molto elevato. Un’altra

peculiarità della sismicità nell’area vulcanica è la relativa piccola profondi

degli ipocentri che determina un’elevata avvertibilità in un’area

epicentrale molto ristretta, con effetti che si riducono rapidamente con

la distanza a causa della forte attenuazione.

Pericolosità sismica delle aree vulcaniche: il Vesuvio

Definire la pericolosità sismica in un’area vulcanica è in generale più

complesso che in aree tettoniche attive.

Un terremoto si può considerare vulcanico quando sulla sua genesi intervengono

processi come risalite magmatiche o esplosioni di gas. In

genere la sismicità vulcanica può precedere, accompagnare e seguire

un’eruzione.

L’analisi dei dati sismici rilevati nell’area vesuviana ha consentito di ottenere

un quadro conoscitivo della pericolosità sismica. I danni provocati

dall’ attività sismica vesuviana, in genere solo lesioni negli edifici, sono

da attribuirsi prevalentemente all’attività sismica che accompagna le

eruzioni. Durante l’attuale periodo di riposo del vulcano, cominciato

successivamente all’ultima eruzione del 1944, la pericolosità sismica è

connessa essenzialmente ad attività poco profonda: i sismi hanno epicentri

all’interno dell’area calderica del Somma e profondità non superiore

ai cinque chilometri; la massima magnitudo registrata per questi

eventi dal 1944 ad oggi è stata di 3.6.

Tabella: sismicità al Vesuvio con magnitudo maggiore uguale a 3.0 dal

1972 al 2001

(registrazioni strumentali)

Anno Mese Giorno Magnitudo

1977 SET 29 3.00

1977 OTT 21 3.01

1989 GEN 29 3.00

1989 MAR 19 3.03

1989 OTT 21 3.00

1990 MAR 5 3.00

1990 LUG 8 3.01

1990 SET 10 3.03

1995 AGO 2 3.02

1995 SET 16 3.02

1995 SET 24 3.01

1996 APR 25 3.03

1997 NOV 5 3.00

1999 OTT 9 3.06

1999 OTT 11 3.01

Fonte RSA Provincia di Napoli, 2001

Classificazione sismica

Il Progetto Finalizzato Geodinamica del CNR, del 7 marzo 1981, individua

una proposta di classificazione sismica del territorio nazionale. La

sismicità di una zona veniva definita attraverso il “grado di sismicità” S

(S=12;S=9;S=6), a cui corrispondono tre categorie sismiche (I;II;III); successivamente

è stata inserita una nuova categoria 4 per i territori non

classificati nella categoria 3.

La nuova normativa sismica classifica il territorio in 4 zone dove le zone

1 e 2 rappresentano zone sismiche ad alta pericolosità mentre quelle 3

e 4 sono zone sismiche a bassa pericolosità.

Il territorio del Comune di Torre del Greco ricade in zona 2.

Normativa e politiche regionali in materia di difesa del territorio

dal rischio sismico

La legislazione italiana in materia di rischio sismico e vulcanico è piuttosto

recente. Fino al manifestarsi del terremoto dell’Irpinia del 1980,

infatti, l’intervento statale è stato sempre limitato alle fasi di ricostruzione

post-evento con disposizioni semplici nel campo dell’edilizia

residenziale agevolata, ma con interventi piuttosto macchinosi e poco

tempestivi nelle fasi di emergenza. Di seguito si riporta un elenco delle

principali norme nazionali e regionali che mostrano l’evoluzione della

normativa italiana e regionale in merito al rischio sismico.

Legge n. 225 del 24 febbraio 1992: tale legge istituisce, inoltre, il “Servizio

Nazionale per la Protezione Civile”.

D.Lgs. n. 112/98: ha conferito alle Regioni il compito di provvedere all’individuazione

delle zone sismiche, alla formazione e all’aggiornamento

degli elenchi delle medesime zone (art. 94, comma 2, lettera a), lasciando

allo Stato le funzioni relative alla formulazione di criteri generali per l’individuazione

delle zone sismiche (art. 93, comma 1, lettera g).

Delibera della Giunta Regionale n. 5547 del 7 novembre 2002: aggiornamento

della classificazione sismica dei Comuni della Regione

Campania.

Delibera Giunta Regionale n. 6930/2001: la Regione Campania ha avviato,

nel 2001, una imponente opera di riorganizzazione del Sistema di

Protezione Civile sul territorio che ha portato, tra l’altro, alla realizzazione

di due importanti strutture di controllo e gestione dei rischi: la Sala

Operativa Unificata (S.O.R.U.) ed il Centro Funzionale per la previsione

metereologica e per il monitoraggio meteo- idropluviometrico e delle

frane, che assorbe l’ufficio di Napoli del Servizio Idrografico e Mareografico

Nazionale (S.I.M.N).

Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3274, marzo

2003 sono stati approvati i “Criteri per l’individuazione delle zone si-

71


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

smiche e l’individuazione, formazione e aggiornamento degli elenchi nelle

medesime zone”, nonché le connesse “Norme tecniche per il progetto, la

valutazione e l’adeguamento sismico degli edifici”; “Norme tecniche per il

progetto sismico dei ponti”; “Norme tecniche per il progetto sismico delle

opere di fondazione e sostegno dei terreni”.

Delibera della Giunta Regionale n. 2322 del 18 luglio 2003: è stata

approvata una procedura tecnico – amministrativa per la verifica strutturale

del patrimonio pubblico e l’analisi geologica in prospettiva sismica

del territorio campano.

3.7.3 Le azioni e gli strumenti per la riduzione e la prevenzione

del rischio sismico

Con la L. R. n. 27 del 2002 la Regione Campania ha approvato un nuovo

strumento finalizzato allo sviluppo di azioni di prevenzione e sicurezza

sul territorio: il “Registro storico-tecnico-urbanistico” dei fabbricati pubblici

e privati.

Tale strumento contiene informazioni circa lo stato conservativo dell’edificio

ed ha l’obiettivo di tutelare e salvaguardare la pubblica e

privata incolumità. La Regione, con la già citata Delibera di Giunta n.

6930/2001, ha attuato un’importante opera di riorganizzazione della

Protezione Civile, sul territorio regionale, attivando tra l’altro:

- il Centro funzionale per la previsione meteorologica ed il monitoraggio

meteo-idropluviometrico e delle frane;

- la Sala Operativa Unificata per la gestione delle operazione di soccorso.

La politica di prevenzione, prevista dalla Delibera, si basa sulla divulgazione

delle informazioni sulla sismicità di un territorio e sulle sue conseguenze

in termini di pianificazione territoriale e di protezione civile.

La costante azione di informazione dei cittadini rappresenta, infatti, uno

degli obiettivi prioritari delle politiche di prevenzione.

Nel dicembre 2002 viene inaugurata, la Sala Operativa Regionale Unificata

di Protezione Civile (S.O.R.U.), per il controllo, la gestione e la riduzione

dei rischi naturali ed antropici sul territorio regionale. La Sala Operativa

Unificata, collegata con il servizio 118, rappresenta il centro di raccolta,

coordinamento e smistamento delle informazioni, nonché, il braccio operativo

dell’Unità di Crisi nella gestione delle emergenze. All’interno della

struttura, presidiata 24 ore su 24, trova collocazione un moderno sistema

informatico di telecomunicazioni, di video-sorveglianza e di cartografia

del territorio in continuo aggiornamento. Da non sottovalutare in un moderno

sistema di protezione civile, il Volontariato rappresenta una risorsa

di eccellenza nelle attività di previsione, prevenzione e soccorso, così

come stabilito dalla legge n. 225/92 all’art. 11 (“le organizzazioni di volontariato

costituiscono una delle strutture operative del Servizio Nazionale di

Protezione Civile”). (Fonte RSA ARPAC, 2003)

3.7.4 Rischio vulcanico: caratteristiche e criticità*

Il Somma-Vesuvio è un vulcano strato di medie dimensioni con un’altezza

massima di 1.281 m s.l.m. costituito dal più vecchio vulcano del M.

Somma, la cui parte sommitale sprofondò generando una caldera, e dal

più recente vulcano del Vesuvio, cresciuto all’interno di essa.

Un vulcano è una spaccatura della superficie terrestre in corrispondenza

del quale si ha la fuoriuscita del magma tramite un’eruzione. L’accumulo

dei prodotti emessi durante le eruzioni (lave, piroclastiti, ecc.)

genera un edificio vulcanico.

Una caldera è uno sprofondamento, più o meno ampio, di un’area

vulcanica generatosi a seguito del collasso delle rocce sovrastanti un

serbatoio magmatico (camera magmatica superficiale) svuotatosi rapidamente

a seguito di un’eruzione.

La moderna ricerca vulcanologica ha fra i suoi obiettivi primari la previsione

delle eruzioni che può essere di breve o di lungo termine.

La previsione a breve termine consiste nel prevedere il verificarsi di

un’eruzione attraverso l’attività di sorveglianza che comprende reti di

monitoraggio sismiche, geodetiche e geochimiche. L’intervallo di

tempo che separa il manifestarsi dei fenomeni precursori dall’eruzione

non è facilmente stimabile così come è difficile dedurre il tipo di eruzione

dalle caratteristiche dei precursori.

Un adeguato monitoraggio di un vulcano prevede installazioni di fitte

reti di sensori (reti sismiche e geodetiche) e diversi punti di rilevamento

geochimico. Il Vesuvio è uno dei vulcani meglio monitorati al Mondo,

con strumentazione all’avanguardia distribuita in fitte reti di monitoraggio.

Le reti sono gestite dall’Osservatorio Vesuviano - sezione dell’Istituto

Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

La previsione a lungo termine si basa sulla ricchezza di dati storici e

sull’acquisizione di modelli che si possono replicare in futuro per un

determinato vulcano e i loro potenziali effetti sul territorio.

Dunque maggiore è la quantità e la qualità dei dati, maggiore sarà l’attendibilità

delle previsioni a lungo termine. La ricostruzione della storia

di un vulcano e del suo sistema di alimentazione, svolta attraverso ricerche

geologiche e storico-documentarie, rappresenta quindi un elemento

indispensabile per effettuare una previsione a lungo termine.

I fenomeni precursori più comunemente studiati sono: l’attività sismica

che è l’insieme dei terremoti generati all’interno di un vulcano; le deformazioni

dell’edificio vulcanico che possono essere prodotte da spostamenti

di masse magmatiche in profondità; le variazioni del campo gravitazionale,

magnetico ed elettrico prodotte dall’intrusione del magma

o dalla circolazione di fluidi; infine le variazioni geochimiche rappresentate

dal complesso di variazioni di temperatura, composizione e flusso

di fluidi (gas e liquidi). Il presupposto è che un’eruzione vulcanica sia

preceduta ed accompagnata da risalite di masse magmatiche e dal trasferimento

di fluidi ed energia verso la superficie.

Fonte: Osservatorio Vesuviano.

72


LE COMPONENTI AMBIENTALI:

RISCHIO SISMICO E VULCAnico

La rete di monitoraggio del Vesuvio

Il sistema per il monitoraggio sismico del Vesuvio è basato su 12 stazioni

sismiche che trasmettono via radio i segnali al centro di acquisizione. Tali

stazioni costituiscono un sottoinsieme della rete sismica dell’Osservatorio

Vesuviano su cui si basa il monitoraggio dei vulcani campani. Il rilevamento

delle variazioni e la loro misura sono effettuati utilizzando reti di

strumenti, opportunamente progettati ed installati sul territorio.

Il monitoraggio geochimico del Vesuvio è basato sulla variazione della

composizione dei fluidi fumarolici e delle acque di falda. Esso è effettuato

attraverso una rete di 15 stazioni fisse ubicate nell’interno del bordo

craterico del Vesuvio. Sono inoltre periodicamente analizzate le fumarole

presenti lungo il bordo ed all’interno del cratere e quelle sottomarine

nei pressi del porto di Torre del Greco. Tramite una stazione idrometrica

digitale, inoltre si controlla il livello e la temperatura della falda a quota

-120 m nell’area vesuviana (Camaldoli della TorreTorre del Greco).

Recenti studi delle fumarole del fondo cratere hanno portato alla formulazione

di un modello geochimico basato sulla presenza di un sistema

idrotermale localizzato nei condotti magmatici, ancora caldi,

dell’eruzione del 1944. Non esistono, al momento, indizi geochimici di

nuovi arrivi di magma. Il dato più significativo dell’attività vulcanica in

queste aree periferiche, è relativo alla presenza nel settore meridionale

ed orientale dell’edificio vulcanico di acque con valori elevati di pressione

parziale CO 2

e dalle emissioni gassose sottomarine lungo la costa

nell’area prospiciente le città di Torre del Greco e di Torre Annunziata.

Il sistema di monitoraggio geodetico dell’area vesuviana è abbastanza

recente risalendo soltanto all’inizio degli anni ’70. Esso si è andato

evolvendo nel tempo sia aggiornando i sistemi già esistenti sia implementando

nuovi sistemi di sorveglianza.

Tale sistema non ha evidenziato nessun fenomeno deformativo significativo

tranne in alcune aree di estensione limitata dove sono stati osservati

fenomeni di subsidenza (molto probabilmente non sono legati

alla dinamica del vulcano).

Il risultato del monitoraggio indica che non ci sono state significative

deformazioni del suolo né si è registrata alcuna variazione di parametri

fisici e chimici che possa indicare una riattivazione della dinamica del

sistema. I risultati di indagini geofisiche sulla struttura profonda del vulcano

indicano che non ci sono accumuli di significativi volumi di magma

nei primi 10 km di crosta.

sulle caratteristiche dell’evento vulcanico atteso e sulla morfologia del

territorio e se a queste carte si sovrappongono anche le variabili dipendenti

dalla presenza dell’uomo e dall’uso del territorio, si costruiscono

carte di rischio. Sono stati considerati quali parametri di valutazione degli

scenari di pericolosità:

- la storia eruttiva passata e la formulazione di modelli di

comportamento;

- l’indice di esplosività vulcanica;

- la morfologia dell’area vulcanica;

- la simulazione fisico numerica degli eventi attesi.

Il Somma-Vesuvio

La storia dell’apparato vulcanico Somma-Vesuvio è iniziata circa 25.000

anni fa con l’accrescimento del Somma a seguito di eruzioni prevalentemente

effusive, subordinatamente esplosive e di bassa energia. La parte

settentrionale di questo edificio più antico è ancora ben conservata ed

è rappresentata dall’attuale Monte Somma.

Il Vesuvio, il più pericoloso tra i vulcani attivi italiani, è noto nel mondo soprattutto

per l’eruzione del 79 d.C., che interruppe un periodo di quiescenza

durato sette secoli e distrusse in due giorni le città di Pompei, Ercolano,

Oplonti e Stabia, lasciando sgomenti i contemporanei. Come monito per

le generazioni attuali e future val la pena ricordare la frase di Publio Papinio

Stazio che recita: “Crederà la generazione ventura degli uomini, quando

rinasceranno le messi e rifioriranno questi deserti, che sotto i loro piedi sono

città e popolazioni e che le campagne degli avi si inabissarono”.

Il monitoraggio continuo dei fenomeni precursori legati agli aspetti sismici,

geodetici e geochimici può consentire di ipotizzare un’eruzione

imminente. Va sottolineato che a volte, nonostante la presenza dei fenomeni

precursori l’eruzione non avviene, causando falsi allarmi ma, in

un’ottica di prevenzione, l’attività di monitoraggio resta fondamentale

per una efficiente azione di gestione delle emergenze.

Pericolosità e rischio

Il rischio vulcanico è il prodotto di tre fattori: pericolosità vulcanica, valore

esposto e vulnerabilità.

La pericolosità vulcanica dipende da fenomeni naturali che sono fuori

dalla possibilità di controllo ma una corretta gestione del territorio

e adeguate misure di prevenzione possono evitare, o almeno limitare,

l’aumento del valore esposto e della vulnerabilità. La zonazione del

territorio in funzione dei pericoli attesi da un vulcano rappresenta il

presupposto indispensabile per la definizione del rischio vulcanico attraverso

la delimitazione delle aree che potrebbero essere esposte ai

diversi pericoli. Le carte di pericolosità riportano la zonazione, basata

73


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Carta schematica geologico-strutturale del Somma-Vesuvio

ORLO

CALDERICO

FAGLIE

CENTRI ATTIVI

DOPO IL 79 AD

CENTRI PIÙ VECCHI

DI 15 KA

Piroclastiti indifferenziate spesso rimaneggiate di età inferiore ai 17.000 anni

Piroclastiti indifferenziate di età inferiore a 17.000 anni

Piroclastiti e scorie saldate del 1944

Frane in piroclastiti ancora calde verificatesi durante l’eruzione del 1944

Lave eruttate tra il 1944 e il 1913

Lave eruttate tra il 1906 e il 1875

Lave eruttate tra il 1872 e il 1855

Lave eruttate tra il 1850 e il 1824

Lave eruttate tra il 1822 e il 1798

Lave eruttate tra il 1794 e il 1744

Lave eruttate tra il 1737 e il 1637

Depositi di flussi piroclastici dell’eruzione del 1631

miste (effusive ed esplosive). Il cono avventizio sul quale è stato costruito

il convento dei frati camaldolesi di Torre del Greco e le due bocche di

Pollena Trocchia (attualmente sepolte) sono presumibilmente sorte in

epoca preistorica. A tempi storici risalgono invece le bocche dette del

Viulo e di Fossamonaca sopra Torre Annunziata (medioevo), una serie di

bocche apertesi a monte di Torre del Greco e di Torre Annunziata negli

anni 1760, 1794 e 1861, oltre che quelle formatesi nel periodo 1941-42

sul versante est del Vesuvio (queste ultime sono però bocche effimere

collegate a fenomeni di ingrottamento). Questo periodo si concluse

con l’ultima eruzione, che iniziò il 18 marzo 1944 e terminò nei primi

giorni di aprile dello stesso anno.

Alla luce del comportamento passato del Vesuvio si ritiene che l’eruzione

del 1944 abbia segnato la fine di un periodo di attività eruttiva

che durava fin dalla grande eruzione del 1631 e l’inizio di un periodo

di quiescenza.

L’indice di Esplosività Vulcanica

Questo indice (VEI) è il risultato di più fattori di natura sia qualitativa che

quantitativa. Si tratta di un indice empirico che classifica l’energia delle

eruzioni esplosive (variabile in un scala da 0 a 8) attraverso cui è possibile

classificare le eruzioni vulcaniche e fornire indicazioni sul grado di

esplosività di un evento eruttivo.

Il VEI registrato al Monte Somma-Vesuvio è compreso tra 1 e 6 ed ha un

rapporto lavico/prodotto esplosivo caratterizzato da un’attività prevalentemente

esplosiva.

Le eruzioni attese nell’area vesuviana possono essere sia di tipo esplosivo

che effusivo e il centro di emissione può essere sia nella parte

sommitale del vulcano (eruzione tipo 1944) che lungo i fianchi, anche

a quote basse (eruzioni 1760 e 1794). Allo stato attuale non è ancora

possibile prevedere quale tipo di eruzione possa verificarsi, in quanto le

sole analisi statistiche non permettono di far luce sulla struttura e sulla

dinamica del vulcano. (Fonte RSA Arpac, 2003)

La morfologia dell’area

La distribuzione sul suolo dei prodotti da flusso di un’eruzione vulcanica

(colata lavica, corrente piroclastica, colata di fango o lahar) è strettamente

connessa alla morfologia dell’area.

Individuare su un’area vulcanica le zone di recapito di acqua o di materiale

eruttivo significa poter azzardare una previsione sulla pericolosità

dell’area stessa.

Tali prodotti tendono ad incanalarsi nei valloni già presenti ed arrestarsi

sia nelle zone più depresse che ai piedi degli alti morfologici come ad

esempio la caldera del Somma e la collina dei Camaldoli, che hanno

condizionato la propagazione dei flussi piroclastici.

Colate laviche precedenti il 1631 e posteriori il 79 d.C.

Dicchi e colate laviche del M. Somma

Fonte: Osservatorio Vesuviano

Nella caldera formatasi durante l’eruzione del 79 d.C. è cresciuto il vulcano

più giovane, il Vesuvio. Per circa mille anni dopo il 79 d.C. il Vesuvio

continuò, con frequenti eruzioni, a riversare i suoi prodotti sulle aree

circostanti. Alla fine di tale periodo seguì una fase di quiescenza che

durò circa cinque secoli, dal 1139 al 1631. Nel dicembre del 1631, il Vesuvio

ha ripreso la sua attività eruttiva durante la quale si sono alternate

fasi caratterizzate da prevalente attività stromboliana, brevi periodi di

riposo che non sono mai stati superiori a sette anni e violente eruzioni

74


LE COMPONENTI AMBIENTALI:

RISCHIO SISMICO E VULCAnico

3.7.5 Le azioni per la riduzione e mitigazione del rischio

vulcanico

Il rischio dell’area vesuviana può essere mitigato intervenendo sulla

consistenza del valore esposto al pericolo e sulla sua vulnerabilità. Questo

significa innanzitutto pianificare rigorosamente lo sviluppo del territorio,

in modo da contenere il valore esposto e favorire gli interventi

per la mitigazione del rischio, come ad esempio l’evacuazione preventiva

della popolazione nel caso di eruzione imminente. Attualmente nella

zona a più alto rischio vesuviana e flegrea vivono circa 1.000.000 di persone.

Appare evidente allora l’importanza non solo della pianificazione

delle azioni da realizzare in caso di emergenza, ma anche la promozione

di attività di prevenzione tra cui la formazione e l’informazione della

popolazione.

È evidente, pertanto, che discutere di rischio, e non solo di pericolo, apre

la questione a un ambito non tanto scientifico quanto etico e politico

accentuando la centralità della responsabilità. Tutti i soggetti coinvolti,

istituzionali e non, sono chiamati a una presa di coscienza della propria

responsabilità, affinché ciascuno svolga la propria parte nella realizzazione

degli interventi possibili.

La costante sensibilizzazione dei cittadini sulla pericolosità dei vulcani

concentrati nel territorio napoletano, consente una maggiore consapevolezza

e partecipazione alle azioni pianificate nei Piani di Emergenza

Nazionali.

Vista da S-O della caldera del M. Somma ed il cono del Vesuvio

accresciutosi al suo interno (Compagnia Generale Riprese aeree)

Fonte: Osservatorio Vesuviano

Le Competenze

La Comunità Scientifica ha il compito di definire la pericolosità di un

vulcano, di effettuare sia una previsione a lungo e a breve termine, che

una zonazione del territorio in funzione degli eventi attesi.

Lo Stato, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi in materia di protezione

civile, ha il compito di formulare gli indirizzi per la predisposizione

e l’attuazione dei programmi di previsione e prevenzione in relazione

alle varie ipotesi di rischio, e di promuovere ricerche nei diversi

ambiti disciplinari. A questi compiti si aggiungono l’impegno a svolgere

periodiche esercitazioni relative ai piani nazionali di emergenza, a promuovere

attività di formazione e di informazione della popolazione, e a

coordinare le organizzazioni di volontariato per favorirne la partecipazione

alle attività di protezione civile.

Il Dipartimento di Protezione Civile ha il compito di svolgere periodiche

esercitazioni relative ai Piani Nazionali di emergenza, promuovere

attività di informazione e formazione dei cittadini e coordinare le organizzazioni

locali di volontariato.

Le Regioni, sulla base delle direttive nazionali, devono predisporre i

programmi di previsione e prevenzione dei rischi e dettare gli indirizzi

per l’elaborazione dei piani provinciali di emergenza in caso di eventi

calamitosi che “per loro natura ed estensione, comportano l’intervento

coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria”.

Inoltre esse devono sia provvedere all’attuazione degli interventi

urgenti e di tutte le operazioni necessarie per favorire il ritorno alle

normali condizioni di vita, che gestire l’organizzazione e l’utilizzo del

volontariato.

Le Province hanno il compito di attuare le attività di previsione e gli

interventi di prevenzione dei rischi stabilite dai programmi e dai piani

regionali, di predisporre i piani provinciali di emergenza sulla base degli

indirizzi regionali, e di provvedere all’attivazione dei servizi urgenti per

fronteggiare gli eventi che “per loro natura ed estensione, comportano

l’intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via

ordinaria”.

I Comuni devono attuare le attività di previsione e gli interventi di prevenzione

dei rischi stabiliti dai programmi e piani regionali, e predisporre

e attuare i piani comunali e intercomunali di emergenza. Il Sindaco,

autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell’emergenza nell’ambito

del proprio territorio, assume la direzione e il coordinamento

dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede

agli interventi necessari per fronteggiare l’evento, utilizzando anche

il volontariato locale.

Un compito trasversale a tutti i soggetti è quello di fornire un’informazione

costante e precisa e di operare, insieme alle agenzie informative e

formative del territorio (scuola, mezzi di comunicazione di massa, associazioni,

ecc.), per favorire una cultura della prevenzione.

Vanno inoltre ricordate le numerose campagne di sensibilizzazione

della popolazione ed in particolare degli studenti, per la diffusione e lo

sviluppo di una cultura sul rischio sismico.

Finanziamenti

La Regione Campania, Assessorato all’Urbanistica, Politica del Territorio,

Tutela Beni Paesistici Ambientali e Culturali ed Edilizia Pubblica Abitativa,

ha avviato un programma operativo per il “governo del rischio

vulcanico” nell’area vesuviana, che si inserisce nell’ambito del Piano Territoriale

Regionale, e che comprende, tra l’altro, la riduzione del carico

abitativo attraverso forme di incentivi che favoriscano l’esodo volontario

delle famiglie residenti nei territori definiti ad alto rischio vulcanico.

Con delibera n. 2145 del 20 giugno 2003, la Giunta Regionale della

Campania ha avviato una serie di interventi di grande rilevanza mirati

75


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

alla riduzione del rischio nell’area vesuviana attraverso incentivi economici

in favore dei privati per l’acquisto della prima casa, al fine di

incentivare il trasferimento degli stessi in altre aree non a rischio vulcanico;

con lo scopo di favorire la riduzione del numero di residenti nei

comuni della zona rossa. Si tratta di un investimento importante (2.700

milioni di Euro) che si prefigge di delocalizzare dalla zona a rischio circa

120.000 abitanti in cinque anni. Nella stessa delibera vengono anche

stanziati fondi e dettate procedure per la lotta all’abusivismo edilizio

sul Vesuvio.

Con delibera di Giunta Regionale. n. 1914 del 22 ottobre 2004 è stato

previsto un secondo intervento al fine di continuare ad incentivare il

trasferimento volontario delle famiglie residenti nei 18 Comuni, definiti

ad alto rischio vulcanico, in altre zone. Fonte RSA Arpac - 2003.

3.7.6 Il Piano di emergenza per il rischio vulcanico

Il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile ha elaborato appositi

“Piani Nazionali di Emergenza” per la gestione delle situazioni di emergenza

e di rischio elevato.

Tali Piani sono stati elaborati in funzione di diversi parametri: scenario

eruttivo, livelli di pericolosità definiti per ogni singolo vulcano, distribuzione

della popolazione sul territorio, presenza di infrastrutture e loro

vulnerabilità.

Lo scenario di riferimento per il piano di emergenza del rischio vulcanico

del Vesuvio, elaborato da una Commissione istituita dal Ministro per

il coordinamento della Protezione Civile nel 1993, è un’eruzione con caratteristiche

simili a quella subpliniana avvenuta nel 1631, considerata

come il massimo evento atteso.

Tale scenario prevede che potranno verificarsi esplosioni connesse alla

riapertura del condotto, precedute da sismicità, deformazione del suolo,

incremento delle emissioni gassose, attivazione di nuove fumarole e

apertura di fratture.

La comunità scientifica (Gruppo Nazionale per la Vulcanologia, Osservatorio

Vesuviano, Gruppo Nazionale Difesa dai Terremoti) ha definito per

il piano di emergenza Vesuvio, varie fasi in funzione dei livelli di allerta

progressivamente crescenti in base a variazioni registrate nello stato

del vulcano (sismicità, deformazioni, variazione del campo gravimetrico,

temperatura e composizione delle fumarole).

I dati raccolti sull’attività del Vesuvio negli ultimi decenni hanno consentito

di individuare attualmente il livello base caratteristico del vulcano.

Tale livello è rappresentato da assenza di deformazione del suolo,

bassa sismicità, assenza di significative variazioni del campo gravimetrico,

valori costanti di composizione e valori decrescenti della temperatura

dei gas fumarolici. I livelli di allerta successivi al livello base sono legati

a progressive variazioni dei parametri misurati. I livelli caratterizzano

l’evoluzione del sistema fino all’eruzione e sono definiti da variazioni

dei parametri fisici e chimici registrati. Il piano individua le azioni da

compiersi in funzione del livello di allerta e tre specifiche aree di intervento,

denominate Zona Rossa, Zona Gialla e Zona Blu, in funzione del

tipo e dell’entità dei pericoli da cui potrebbero essere interessate.

La zona Rossa, in cui è compreso il territorio di Torre del Greco, è quella

immediatamente circostante il vulcano ed ha un’estensione radiale

di circa 200 Kmq comprendente i 18 Comuni della provincia di Napoli.

Vaste porzioni di questa zona potrebbero essere invase da flussi piroclastici

e colate di fango, e coperte da spessi accumuli di prodotti da

caduta. La Zona Rossa ha geometria circolare e gli abitanti residenti al

suo interno, le popolazioni dovranno allontanarsi da questa zona prima

dell’inizio dell’eruzione per la velocità e l’elevato potere distruttivo dei

flussi piroclastici.

La Zona Gialla potrebbe essere interessata da caduta di particelle e ha

un’estensione di 1.100 Kmq e comprende 59 Comuni delle province di

Napoli, Avellino, Salerno e marginalmente Benevento.

La Zona Blu è l’area che, oltre ad essere esposta a caduta di particelle,

potrebbe essere invasa da colate di fango ed essere interessata da inondazioni

e alluvioni. Essa ha un’estensione di circa 100 Kmq, coincide con

la Fossa di Nola e comprende 14 comuni della provincia di Napoli.

Il Piano nazionale d’emergenza per l’area vesuviana è un piano interamente

basato sull’evacuazione, unica reale difesa in caso di eruzioni

a carattere esplosivo. La sua singolarità rispetto ad altri piani consiste

nel suo carattere nazionale. Sono stati infatti previsti, oltre alle modalità

di trasporto ed alla logistica complessiva dell’operazione, “gemellaggi”

con comuni di altre regioni finalizzati al trasferimento di intere comunità,

che manterrebbero così la propria originaria coesione sociale.

I piani di emergenza sono uno strumento indispensabile per la mitigazione

del rischio. Un piano di emergenza non deve essere considerato

uno strumento statico e valido per un tempo indefinito, al contrario,

esso deve essere inteso come uno strumento dinamico da sottoporre

a periodico aggiornamento in funzione del variare dei parametri su cui

è stato elaborato.

Aree di intervento del Piano di Emergenza Vesuvio – Fonte Osservatorio

Vesuviano

76


LE COMPONENTI AMBIENTALI:

RISCHIO SISMICO E VULCAnico

3.7.7 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

FONTE

Numero dei principali

eventi sismici

Stato di attuazione della

normativa regionale per

la difesa del territorio dal

rischio sismico

S

R

Evidenziare la distribuzione epicentrale dei

maggiori terremoti che hanno interessato il

territorio nell’ultimo secolo

Favorire un corretto governo del territorio su

cui impostare politiche di difesa dal rischio

sismico, di protezione civile e di prevenzione

dal rischio.

+

+ / -

Sezione di Napoli

I N G V Osservatorio

Vesuviano-Provincia di

Napoli

Provincia di Napoli

Regione Campania

Categoria rischio sismico S Conoscere il grado di sismicità +

Sezione di Napoli

I N G V Osservatorio

Vesuviano

Morfologia dell’area

S

Valutare la pericolosità vulcanica dell’area

partenopea per la definizione del rischio,

inteso come prodotto della pericolosità del

vulcano per la vulnerabilità e per il valore degli

+ / -

Sezione di Napoli

I N G V Osservatorio

Vesuviano.

Densità abitativa

P

Verificare la pressione insediativa nelle aree

maggiormente vulnerabili

+ / -

Sezione di Napoli

I N G V – Osservatorio

Vesuviano

Indice di esplosività

vulcanica (VEI)

S

Conoscere l’intensità dell’evento sismico

previsto

+

Sezione di Napoli

I N G V Osservatorio

Vesuviano

Azioni di prevenzione e

mitigazione del rischio in

generale

R

Verificare quantità e qualità delle azioni di

prevenzioni del rischio attraverso azioni di

riduzione

+

Sezione di Napoli

I N G V Osservatorio

Vesuviano; Comune

Pratiche presentate

per allontanamento

popolazione dalle aree ad

alto rischio vulcanico

S/R

Verificare la risposta della popolazione

all’azione di informazione rispetto al rischio

Vesuvio

-

Comune di Torre del

Greco

Aree a diversa pericolosità

vulcanica

S

Definire lo scenario dei fenomeni attesi, in caso

di ripresa dell’attività ai fini della pianificazione

di emergenza

+

Protezione Civile-

Gruppo Nazionale per

la vulcanologia del

CNR

Precursori geofisici e

geochimici

S

Monitorare le variazioni dei parametri fisicochimici

dei sistemi vulcanici prodotti ai fini del

preannuncio dell’eruzione

+

Sezione di Napoli I

N G V. Osservatorio

Vesuviano

Numero edifici strategici

vulnerabili per il rischio

sismico

S-R

Ridurre il rischio sismico con priorità per gli

edifici strategici attraverso l’adeguamento alle

norme antisismiche.

+

Gruppo Nazionale

Difesa Terremoti CNR

(1999)

Strumenti di pianificazione

rispetto al rischio vulcanico

R

Verificare lo stato di attuazione di azioni di

prevenzione del rischio

+

ARPAC: Seconda

Relazione sullo Stato

dell’Ambiente della

Campania

Educazione/Informazione

R

Promuovere campagne di educazione e

sensibilizzazione tra popolazione delle aree a

rischio

+

Osservatorio

Vesuviano / Comuni

77


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

3.8 Elettromagnetismo

3.8.1 Caratteristiche e criticità

L’inquinamento elettromagnetico, con l’aumento degli impianti di radiocomunicazione,

sia radiotelevisivi che di reti cellulari, ha conosciuto

negli ultimi anni un crescente interesse degli studiosi per la verifica di

possibili danni all’ambiente ed alla salute umana.

Si tratta di una problematica relativamente nuova e questo contribuisce

alla scarsità di informazioni disponibili anche se, a livello della regione

Campania è in via di attuazione il censimento delle fonti di radiazioni

elettromagnetiche e delle aree critiche.

La Regione Campania inoltre si è dotata di una legislazione in materia

molto restrittiva. Ancora oggi comunque, nonostante i numerosi studi di

settore, non si è in grado di stabilire alcuna relazione causa effetto tra esposizione

ai campi elettromagnetici e l’insorgere di patologie accertate.

In particolare i campi elettromagnetici sono distinguibili in due categorie:

• a bassa frequenza (ELF – Extremely Low Frequency);

• a radio frequenze (RF) e microonde.

I campi ELF sono caratterizzati da basse frequenze e sono generati dai

sistemi di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica e dagli impianti

elettrici degli edifici. Pur rilevando, dagli studi condotti in alcuni

Paesi, degli effetti a lungo termine di tumori e leucemie infantili per

elevati tempi di esposizione, manca la conferma dell’Organizzazione

Mondiale della Sanità rispetto al collegamento tra la residenza e la localizzazione

dei siti dove sorgono gli impianti e pertanto la stima del

rischio è molto bassa.

Relativamente alle conseguenze derivanti dall’esposizione ai campi

elettromagnetici a radio frequenza a breve termine, gli studi scientifici

riferiscono di effetti termici che non sembrano avere effetti dannosi sul

corpo umano.

Valori significativi possono riscontrarsi solo nelle immediate vicinanze

di antenne pilotate da trasmettitori molto potenti, di solito collocati in

luoghi molto esposti e difficilmente accessibili ai non addetti.

Le prove e gli studi scientifici ì sostengono l’inesistenza di effetti tumorali

derivanti dall’esposizione alle radio frequenze a lungo termine.

Anche la normativa di settore a livello nazionale (DM 381/98) impone

severe norme restrittive. La normativa nazionale e regionale si basa essenzialmente

sul criterio di determinazione dei limiti di sicurezza finalizzati

alla protezione della popolazione dalle radiazioni non ionizzanti.

Relativamente alle basse frequenze (ELF) il DPCM del 23 aprile 1992

fissa i limiti di esposizione al campo elettrico e magnetico generati

alla frequenza industriale e nominale (50 Hz) e i criteri di applicazione

degli stessi. Con Legge Regionale n. 14/2001, la Regione Campania ha

provveduto a stabilire le regole in materia di localizzazione delle linee

elettriche ed, inoltre, vengono fissati i valori limite di induzione magnetica

in prossimità di asili, scuole, aree verdi attrezzate, ospedali ed aree

urbane nonché di uffici adibiti a permanenza di persone non inferiori a

quattro ore giornaliere.

Rispetto alle radio frequenze il DM 381/98 fissa i valori limite di esposizione

della popolazione ai campi elettromagnetici connessi al funzionamento

ed all’esercizio dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e

radiotelevisivi operanti nell’intervallo tra 100 kHz e 300 Ghz.

Tale Decreto sancisce il principio di minimizzazione dell’esposizione

della popolazione ai campi elettromagnetici attraverso l’adozione di

soluzioni tecnologiche avanzate tali da abbassare i valori dei campi.

Tale impostazione è recepita nella Legge n. 36/2001, Legge Quadro sulla

protezione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici.

Questo strumento normativo definisce i limiti di sicurezza, diversificandoli

in base alle diverse condizioni di esposizione e attribuisce alle amministrazioni

provinciali e comunali le funzioni di controllo e di vigilanza

sanitaria ed ambientale, avvalendosi delle strutture delle ARPA.

La legge inoltre istituisce, sia a livello regionale che nazionale, i catasti

delle sorgenti di campi elettromagnetici e stabilisce il sistema di riparto

delle competenze tra enti.

Le competenze

Allo Stato spetta la determinazione dei limiti di esposizione ai campi

elettromagnetici; alle Regioni la definizione degli strumenti e delle azioni

per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, consistenti in criteri

localizzativi, standard urbanistici, prescrizioni ed incentivi; ai Comuni

l’esercizio di una potestà regolamentare finalizzata ad assicurare il corretto

insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare

l’esposizione della popolazione.

3.8.2 Le fonti di emissione nel territorio di Torre del Greco

Di seguito vengono fornite alcune informazioni relative alle fonti di

emissione nel territorio comunale di Torre del Greco. I dati sono ricavati

dalla Seconda Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di

Napoli del 2003. In tale studio risulta che il Comune di Torre del Greco

è interessato sia dalla presenza di sorgenti di campi elettromagnetici

Radio e TV, sia da sorgenti di campi elettromagnetici SRB (impianti delle

reti di telefonia cellulare).

Infine il territorio di Torre del Greco è anche attraversato da un elettrodotto

ad alta tensione (sorgente di campo elettromagnetico ELF).

In particolare nel territorio comunale sono localizzati i seguenti

ponti radio:

Nortel

Via Vivara, 2 (Trav. De Nicola)

Via Felice Romano , 1

Nokia

Traversa privata S.Teresa 52/s

Siemens Mobile Via S.Maria La Bruna

Stazione Circumvesuviana

Via S. Maria La Bruna

Via Castro,14

2° traversa S. Noto, 4

Tim

Via Carbolillo , 23

Viale C. Colombo, 10

1° vico S. Vito, 24

Corso V. Emanuele, 95 (base)

Seconda traversa Cavallo

H3G

Via circonvallazione, 188 (presso centrale Telecom)

Viale Lombardia, 3

Vodafone Via Napoli, 3

Stazione FS Torre del Greco

R.F.I

Stazione Fs S. Maria La Bruna

Un ultimo dato, relativo al livello provinciale, è il numero di controlli sul

territorio, realizzati avvalendosi del CRIA – ARPAC e delle ASL competenti

nonché della collaborazione dei singoli Comuni.

Gli esposti dei cittadini prevenuti tra il 2001 e il 2002 (al Numero Verde,

alla Direzione Monitoraggio e Tutela delle Acque e dell’Aria della Provincia

ed al Dipartimento Provinciale dell’Arpac) per i quali sono stati

richiesti controlli sono 137 di cui 121 relativi a sorgenti di alta frequenza

(telefonia, radiodiffusioni e televisioni)e 16 riguardanti sorgenti a bassa

frequenza (elettrodotti, cabine di trasformazione).

Peraltro solo in alcuni casi sono stati registrati valori di emissione superiori

alla norma.

78


LE COMPONENTI AMBIENTALI:

ELETTROMAGNETISMO

3.8.3 Le misure di campo elettromagnetico nel territorio

comunale di Torre del Greco

Il Centro Regionale Inquinamento Atmosferico dell’ARPA Campania ha

effettuato misure di campo elettromagnetico presso gli impianti specificati

nelle tabelle riportate di seguito.

I valori misurati nei punti più significativi circostanti l’impianto sono

confrontati con i limiti prefissati dal DPCM 8 luglio 2003:

Campo elettrico E*: 6 V/m;

Campo elettrico E**: 20 V/m

* = aree adibite a permanenze non inferiori a 4 ore;

** = aree adibite a permanenze inferiori a 4 ore.

Le rilevazioni effettuate non segnalano superamenti dei limiti stabiliti

dalla Legge.

Sito

(Data e ora)

SRB in Via

Vivara

20/04/2004

9.30 – 10.30

SRB in Via

Vivara

01/04/2004

12.30 – 13.30

SRB –Corso

Vittorio

Emanuele 95

01/04/2004

10.30 – 12.00

Ubicazione

E

(V/m)

Via Positano 5/a 1.0

Via Positano 5/a 0.9

Via De Nicola, 55 0.8

Via Vivara, 5 1.7

Via Vivara, 5 0.3

Via Vivara, 4 1.3

Via Positano < 0.2

Corso Vittorio Emanuele 0.2

Corso Vittorio Emanuele 0.3

Corso Vittorio Emanuele 90 1.6

Corso Vittorio Emanuele 96 0.6

Corso Vittorio Emanuele 97/100 1.0

Misure di campo elettromagnetico

3.8.4 I principali indicatori

INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo

VALUTAZIONE

SINTETICA

Trend

Fonte dati

N. di supermenti dei limiti di

legge per i campi ELF e RF

N. di supermenti dei limiti di

legge per i campi SRB

S

S

Integrare i controlli con un

monitoraggio delle aree sensibili

Integrare i controlli con un

monitoraggio delle aree sensibili

+ / -

+ /-

Comune di Torre del

Greco / ARPAC

79


Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

Cap. 4

AGENDA 21 LOCALE: STATO DI ATTUAZIONE

IN ITALIA - CRITICITÀ E PUNTI DI FORZA

Agenda 21 Locale si è affermata sempre di più in Italia negli ultimi anni.

Molti Enti Locali hanno infatti aderito alla carta di Aalborg ed hanno avviato

processi di Agenda 21 Locale sostenendo la partecipazione della

cittadinanza alle scelte ed agli indirizzi programmatici di sviluppo del

proprio territorio.

Come in molte realtà locali italiane, il processo di Agenda 21 Locale a

Torre del Greco è stato finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della

Tutela del Territorio che ha messo a bando risorse finanziarie per gli enti

locali che intendevano avviare tale processo.

Numerose amministrazioni locali hanno comunque avviato il processo

di Agenda 21 Locale anche in assenza di finanziamenti ed infatti le autorità

locali italiane rappresentano il gruppo più numeroso tra quelle

che hanno sottoscritto gli Aalborg Committments, il nuovo documento

sulla sostenibilità locale approvato nel 2004 durante la IV Conferenza

delle Città Sostenibili d’Europa.

Anche se il processo di Agenda 21 Locale non ha una capacità risolutiva

immediata delle problematiche esistenti – e sarebbe non realistico

pensare che l’avvio di un processo basato sull’adesione volontaria

dell’ente possa in breve tempo risolvere problemi ambientali, sociali ed

economici di un dato territorio – esso sicuramente consente di rafforzare

e migliorare i progetti in atto e, soprattutto, consente di rafforzare il

senso di appartenenza dei cittadini, accrescere il livello di informazioni

sui progetti e sui programmi, interiorizzare la variabile ambientale all’interno

dei programmi dell’ente.

Agenda 21 Locale in Italia rappresenta sicuramente un rafforzamento

delle capacità progettuali dell’ente locale ed evidenzia, in molti casi, la

volontà di partecipazione attiva della cittadinanza attraverso un’operazione

di condivisione degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

D’altro canto, allo stato attuale, in Italia, la principale criticità che caratterizza

una buona parte dei processi di Agenda 21 Locale risulta essere

proprio la bassa affluenza agli incontri e, considerato che il processo è

attivato proprio per favorire la massima partecipazione ai cittadini ci

deve si porre l’interrogativo di quale sia la reale domanda di partecipazione

della cittadinanza.

La risposta risiede innanzitutto nella iniziale diffidenza dei cittadini che

in alcuni casi vedono A21 Locale come un processo di cui poi l’ente difficilmente

terrà conto in futuro. In altri termini esisterebbe una sorta

di scarsa fiducia nell’ente promotore che riguarda soprattutto quegli

stakeholders che hanno un certo peso e che spesso disertano il Forum

magari privilegiando altri canali di comunicazione con l’ente pubblico.

Se questo è il dato in generale occorre sottolineare che ci sono alcune

realtà dove la partecipazione è invece alta e animata da spirito costruttivo.

L’ente promotore può fare molto per favorire una crescita in

tal senso: occorre che sia attivata una corretta campagna di comunicazione

ed informazione rispetto al reale valore che si intende dare al

processo di A21L. Il Forum in particolare deve essere percepito come

un tavolo di confronto fondamentale dove le tematiche vengono affrontate

non solo in termini di discussione ma con un confronto con

l’ente promotore, il quale integrerà le proposte e le idee del Forum con

i propri programmi e progetti.

Il Forum è dunque il luogo dove vengono discussi i temi ambientali, sociali,

economici e territoriali di principale rilevanza e dove trovano spazio

il confronto delle idee, dei dati, delle proposte degli stakeholders.

Allo stesso tempo occorre evitare che il Forum diventi il luogo delle “polemiche”

inutili e degli spunti di discussione privi di spirito costruttivo

che scoraggia la partecipazione di altri attori realmente interessati. Il

rischio che si deve evitare è che il Forum perda la sua natura di luogo

di dibattito aperto e propositivo per diventare un tavolo di confronto

non efficace.

L’indagine sullo stato di attuazione dei processi di Agenda 21 Locale in

Italia per il 2006, realizzata dalla Segreteria Nazionale Coordinamento

Agende 21 Locali Italiane, ci restituisce alcune importanti informazioni

quali-quantitative sullo stato delle Agende 21 Locali nelle amministrazioni

locali italiane.

Rispetto ai risultati delle indagini svolte precedentemente, si può affermare

che i processi di Agenda 21 Locale in Italia nel 2006 sono aumentati.

E fra questi processi sono aumentati quelli in fase avanzata di

attuazione. Infatti il 75% degli enti che hanno risposto all’indagine ha

già costituito il Forum e avviato un processo di partecipazione. Tra questi

enti il 54% ha già definito o sta definendo il Piano d’Azione Locale,

il 31% ne sta realizzando l’attuazione ed il 14% ha avviato un’attività di

monitoraggio dei risultati conseguiti.

Un altro dato positivo, che si rileva da questa indagine, è che il processo di

maturazione delle Agende 21 Locali italiane è distribuito su tutto il territorio

nazionale (anche se il maggior numero di processi attivati è comunque

in due Regioni del Centro-Nord. Lombardia ed Emilia Romagna).

Su questo dato positivo ha inciso molto, come si diceva in precedenza,

il finanziamento che il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio ha

messo a disposizione degli enti locali. Il 65% degli enti che hanno avviato

il processo hanno beneficiato di finanziamenti, ovviamente non solo

ministeriali ma anche di fonte regionale, provinciale ed europea.

Rispetto alle tematiche affrontate all’interno dei Forum si conferma che

il processo di Agenda 21 Locale è visto come un progetto strettamente

ambientale con una prevalenza dei temi legati al territorio ed all’ambiente.

In particolare l’indagine effettuata dal Coordinamento delle

Agende 21 Locali italiane fornisce i seguenti risultati:

• tematiche energetiche, ambientali e territoriali: 80%;

• tematiche socio-culturali: 10%;

• tematiche economiche: 6%;

• tematiche socio-sanitarie: 3%.

Lo strumento principale utilizzato per l’analisi territoriale è la Relazione

sullo Stato dell’Ambiente con una percentuale pari al 69%.

Le criticità emerse dalle analisi territoriali e dal quadro diagnostico

effettuate nell’ambito delle Agende 21 Locali sono relative essenzialmente

alla tematica dei rifiuti, della mobilità e trasporti, dell’acqua, dell’energia

e dell’aria. In particolare nelle regioni del Sud molto sentito è

il problema legato ai rifiuti.

Infine rispetto ai dati di partecipazione emerge dall’indagine che tra

le associazioni che partecipano in maniera costante al Forum vi sono

quelle ambientaliste e quelle più genericamente di volontariato. In aumento

anche la presenza di liberi cittadini che conferma il dato che ai

processi partecipativi dal basso prendono parte sempre di più i portatori

di interesse che i rappresentanti dei gruppi di pressione.

In conclusione, Agenda 21 Locale si potrà caratterizzare come portatrice

di elementi di cambiamento e rinnovamento culturale ed amministrativo

se la presenza della cittadinanza attiva sarà sempre più presente nei

processi di sviluppo locale sostenibile in un’ottica di maggiore integrazione

e partecipazione.

Oramai le aree urbane ricoprono un ruolo importantissimo nel raggiungimento

degli obiettivi di sviluppo sostenibile e, come viene richiamato

anche nella recente Comunicazione del gennaio 2006 della Commissione

al Consiglio ed al Parlamento Europeo sulla Strategia Tematica dell’Ambiente

Urbano, l’obiettivo è quello di contribuire ad una migliore

qualità della vita nelle aree urbane attraverso un approccio integrato

alle diverse problematiche ambientali, sociali, economiche e territoriali.

80


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Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)

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