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Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Indice
Presentazione 5
Introduzione 6
Lo staff di progetto 7
Il Forum e i contributi tematici 6
Cap. 1 IL PROCESSO DI AGENDA 21 LOCALE A TORRE DEL GRECO 10
1.1 Lo Sviluppo Sostenibile ed il processo di Agenda 21
Locale a Torre del Greco 10
1.2 La Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente a Torre del
Greco: il quadro diagnostico e il modello DPSIR 11
Cap. 2 I FATTORI DETERMINANTI 13
2.1 Il quadro socio-economico e territoriale e le attività produttive 13
2.1.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità 13
2.1.2 L’andamento demografico 13
2.1.3 L’andamento socio-economico: le principali attività produttive 17
2.1.4 I principali indicatori 23
2.2 Agricoltura 24
2.2.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità 24
2.2.2 L’utilizzazione dei terreni agricoli 24
2.2.3 Il florovivaismo 26
2.2.4 Ordinamento produttivo e intensità della produzione agricola 27
2.2.5 Fertilizzanti e fitofarmaci distribuiti al consumo 28
2.2.6 Il patrimonio zootecnico 28
2.2.7 I principali indicatori 29
2.3 Energia 30
2.3.1 Le caratteristiche del comparto e analisi delle criticità 30
2.3.2 La domanda di energia 30
2.3.3 Consumi civili ed industriali 30
2.3.4 Il risparmio energetico: le azioni intraprese dal Comune 31
2.3.5 I principali indicatori 32
2.4 Trasporti 33
2.4.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità 33
2.4.2 La rete dei trasporti: stradale, ferroviaria, portuale 33
2.4.3 La mobilità: il trasporto pubblico e privato 37
2.4.4 I principali indicatori 39
2.5 Turismo 40
2.5.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità 40
2.5.2 La domanda turistica e l’offerta ricettiva 40
2.5.3 Le diverse tipologie di turismo a Torre del Greco 43
2.5.4 I principali indicatori 44
3.4.2 La rete di monitoraggio delle acque marino-costiere 61
3.4.3 I principali indicatori 62
3.5 Rifiuti 63
3.5.1 Caratteristiche e criticità 63
3.5.2 Riferimenti normativi 63
3.5.3 L’attuale produzione dei rifiuti solidi urbani 63
3.5.4 La Raccolta Differenziata 64
3.5.5 I principali indicatori 65
3.6 Suolo 66
3.6.1 Caratteristiche e criticità 66
3.6.3 Il Rischio idrogeologico 68
3.6.4 I principali indicatori 70
3.7 Rischio sismico e vulcanico 71
3.7.1 Rischio sismico: caratteristiche e criticità 71
3.7.3 Le azioni e gli strumenti per la riduzione e la prevenzione
del rischio sismico 72
3.7.4 Rischio vulcanico: caratteristiche e criticità 72
3.7.5 Le azioni per la riduzione e mitigazione del rischio vulcanico 75
3.7.6 Il Piano di emergenza per il rischio vulcanico 76
3.7.7 I principali indicatori 77
3.8 Elettromagnetismo 78
3.8.1 Caratteristiche e criticità 78
3.8.2 Le fonti di emissione nel territorio di Torre del Greco 78
3.8.3 Le misure di campo elettromagnetico nel territorio
comunale di Torre del Greco 79
3.8.4 I principali indicatori 79
Cap. 4 AGENDA 21 LOCALE: STATO DI ATTUAZIONE IN ITALIA
CRITICITÀ E PUNTI DI FORZA 80
BIBLIOGRAFIA 81
LINKS UTILi 82
Cap. 3 LE COMPONENTI AMBIENTALI 45
3.1 Natura, biodiversità e paesaggio 45
3.1.1 Caratteristiche e criticità 45
3.1.2 La tutela del territorio e delle risorse naturali: il Parco Nazionale
del Vesuvio e la biodiversità 45
3.1.3 I principali indicatori 47
3.2 Aria 48
3.2.1 Caratteristiche e criticità 48
3.2.2 La rete di monitoraggio di Torre del Greco 48
3.2.3 La qualità dell’aria 49
3.2.4 I principali indicatori 52
3.3 Acque superficiali e sotterranee 53
3.3.1 Caratteristiche e criticità 53
3.3.2 Acque superficiali 53
3.3.3 Acque sotterranee 54
3.3.4 Il fabbisogno idrico e i carichi inquinanti 55
3.3.5 I principali indicatori 58
3.4 Acque marino costiere 59
3.4.1 Caratteristiche e criticità 59
Presentazione
Una concreta politica di sviluppo sostenibile del territorio deve necessariamente considerare l’importanza della
tutela ambientale.
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente redatta nell’ambito di Agenda 21 Locale, costituisce un primo ed
importante passo in avanti nella diffusione delle problematiche ambientali, sociali, economiche e territoriali
della Città, rappresentando uno strumento capace di coinvolgere l’intera cittadinanza e promuovere la cultura
della salvaguardia dell’ambiente.
In questi anni, l’acquisto di una stazione di monitoraggio per il controllo delle emissioni di anidride carbonica
e di polveri fini in atmosfera, e l’istituzione dell’obbligatorietà del “bollino blu” con la campagna “caldaia sicura”
hanno favorito la presa di coscienza da parte dei cittadini delle problematiche ambientali. A ciò si aggiunga la
costante presenza di punti d’informazione nel corso delle “domeniche del cittadino” dove, in assenza di traffico
veicolare, la cittadinanza riassapora il gusto di vivere la Città, alla luce di una dimensione meno alienante.
Torre del Greco si annota, tra l’altro, tra i pochi Comuni della Campania aderenti al Progetto ministeriale ICBI
(Incentivi Carburanti Basso Impatto Ambientale), grazie al quale i possessori di autoveicoli appartenenti
alle classi di autoveicoli Euro 1 ed Euro 2, vecchie tecnologie a forte tasso d’inquinamento, possono passare
dall’alimentazione a benzina a quella a gas.
Un ulteriore progetto “antinquinamento” sarà presto una realtà: la sede del Municipio – palazzo La Salle – sarà
dotato, grazie ad un progetto di co-finanziamento regionale, di un impianto fotovoltaico da 20 KWp che
provvederà a fornire, con la luce del sole, energia alternativa con abbattimento del tasso d’inquinamento.
Un impegno costante e concreto, dunque, teso al rispetto dell’ambiente e alla promozione di una coscienza
ambientale collettiva.
Per concludere, vorrei ringraziare vivamente le associazioni, gli enti pubblici e quelli privati, i cittadini che
hanno aderito al Forum di Agenda 21 Locale, per aver animato e reso interessante il dibattito, con l’apporto e lo
scambio di idee, dati, progetti ed informazioni, costituendo un’importante esperienza di partecipazione attiva,
fondamento dei processi basati sulla libera adesione.
Dott. Valerio Ciavolino
Sindaco di Torre del Greco
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Introduzione
Le tematiche ambientali assumono sempre più un ruolo di primaria importanza nell’azione di
governance delle Pubbliche Amministrazioni. Ciò deriva dalla concomitanza di diversi fattori tra i quali
certamente quello della crescente domanda sociale di qualità ambientale.
La diffusa consapevolezza delle conseguenze negative di un uso irrazionale delle risorse rappresenta un
imprescindibile elemento di riflessione sulla necessità di continuare a porre l’accento sulla questione
ambientale nei piani e programmi del governo del territorio, dalla scala europea a quella locale.
Tuttavia, nonostante gli sforzi messi in atto, la situazione ambientale nel nostro Paese, seppur migliorata
rispetto al passato, resta problematica. Occorre perciò associare agli obiettivi delle rinnovate politiche
ambientali una strumentazione istituzionale idonea, rendendosi necessaria, anche per il comparto
ambiente, una revisione e una semplificazione profonda dei processi amministrativi e di governo per
migliorare il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione.
In questi ultimi anni gli Enti Locali si sono dotati di una serie di strumenti di presidio della variabile
ambientale: dalla nascita degli assessorati all’ambiente, alla diffusione delle relazioni sullo stato
dell’ambiente, dei sistemi informativi ambientali, delle Agende 21 Locali e, più di recente, dei sistemi
di gestione conformi ai regolamenti internazionali (ISO 14000) e europei (EMAS).
In questo contesto i processi di Agenda 21 Locale in Italia si sono diffusi in modo significativo, soprattutto
grazie ai bandi del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (al quale ha partecipato il
Comune di Torre del Greco) e alle attività del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.
È opportuno evidenziare la difficoltà per gli Enti Locali nell’attivazione di un processo a volte complesso
e di medio-lungo periodo.
Tuttavia il rapporto costi-benefici pare essere positivo, quando il processo di Agenda 21 Locale
rappresenta contemporaneamente una leva tecnica e politica, e quando genera nuovi strumenti di
gestione e governo dell’ambiente.
La Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Torre del Greco, redatta dallo staff tecnico di Formambiente
responsabile dell’assistenza tecnica al Comune per il processo di Agenda 21 Locale, è il primo passo verso
l’attività “reporting strategico”. La conoscenza rappresenta la premessa fondamentale per poter avviare
processi di pianificazione, gestione e valutazione delle politiche ambientali. Il reporting è infatti basato su
un duplice approccio della conoscenza: da un lato occorre analizzare i bisogni di informazione e dall’altro
occorre divulgare la conoscenza rendendola accessibile, mirata e fruibile.
La Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Torre del Greco ha dunque l’obiettivo di introdurre un
approccio metodologico capace di produrre informazioni utili ad orientare la pianificazione del territorio
basata sulla promozione del concetto di sviluppo sostenibile.
Prof. Antonio Saturnino
Direttore di Formambiente
Responsabile del Progetto
Introduzione
Questa pubblicazione segna per l’Amministrazione della Città di Torre del Greco una svolta ed un punto di
non ritorno.
Una svolta per ciò che attiene le politiche ambientali, perchè per la prima volta si offre ai cittadini la migliore
delle fotografie possibili sullo Stato dell’Ambiente in Città su cui confrontarsi per calibrare in maniera
sistematica interventi di risanamento e di recupero.
Un punto di non ritorno in termini di metodo per uno sviluppo sostenibile, perchè il costituito Forum delle
associazioni costituisce un riferimento certo dell’Amministrazione Comunale per valutare, ad un tavolo
rappresentativo degli Stakeholders locali e di expertise ambientali, i rischi e le opportunità derivanti dalle
proprie decisioni.
Agenda 21 Locale ha fornito un metodo di confronto democratico e concreto tra chi amministra la città e
chi ne rappresenta il primo riferimento in termini di sussidiarietà verticale, che fa crescere le Associazioni e
responsabilizza gli Amministratori capaci.
A noi tutti il compito di cambiare in meglio la qualità della vita dei cittadini di Torre del Greco e dei loro figli.
Ing. Ninni De Santis
Presidente del Forum A21 Locale
Lo staff di progetto
Responsabile del progetto
Prof. Antonio Saturnino
Coordinamento tecnico-scientifico
Arch. Ciro Pinelli
Coordinamento di ambito
Arch. Antonio Oliviero
Dott. Armando G. C. Festa
Consulenti per il Forum e per la
Relazione sullo Stato dell’Ambiente
Dott. Gianluca Battaglia
Dott. Raffaele D’Aniello
Arch. Mara D’Onofrio
Dott. Gianfranco Esposito
Dott. Michele Fortunato
Dott.ssa Annalisa Gaglione
Dott. Dario Laudisio
Arch. Adele Martiniello
Arch. Giuseppe Miraglia
Dott.ssa Cinzia Pastore
Dott. Massimo Scognamiglio
Dott.ssa Antonella Serpieri
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Il Forum e i contributi tematici
Il Forum di Agenda 21 Locale ha evidenziato la volontà della cittadinanza
di Torre del Greco di partecipare a momenti di aggregazione durante i
quali contribuire alla crescita ed allo sviluppo del proprio territorio.
Uno degli elementi di maggiore successo di Agenda 21 Locale è
infatti rappresentato dall’entusiasmo e dalla partecipazione attiva ai
lavori del Forum da parte degli stakeholders. I partecipanti suddivisi,
in quattro gruppi tematici – ambiente, sociale, economia e territorio
– hanno contribuito con le loro idee, progetti, dati, studi e ricerche alla
individuazione dei punti di forza e di debolezza del territorio (analisi
swot) finalizzata alla definizione di obiettivi di sostenibilità. I gruppi di
lavoro sono stati supportati da un team di facilitatori che hanno favorito
la costruzione di scelte condivise e consensuali.
L’analisi swot ha permesso di:
1. elaborare definizioni condivise sul contesto territoriale in oggetto;
2. analizzare le caratteristiche dell’area torrese;
3. rilevare i punti di debolezza che ne limitano lo sviluppo socioeconomico;
4. evidenziare le opportunità che si possono presentare e le ricadute
positive da incentivare sul territorio;
5. analizzare i rischi ai quali il territorio è esposto.
Gli stakeholders hanno inoltre partecipato ad un ciclo di seminari su
alcune delle principali tematiche emerse dal dibattito del Forum: gli
argomenti affrontati hanno riguardato la problematica dei rifiuti e della
raccolta differenziata, la finanza etica e la mobilità sostenibile.
Il Forum, ovviamente, non intende in alcun modo sostituire gli organi
decisionali preposti dell’ente pubblico ma intende supportarne le
scelte con un contributo di idee e progetti orientati alla sostenibilità.
Di seguito viene riportato l’elenco delle associazioni aderenti al Forum
di Agenda 21 Locale di Torre del Greco, associazioni alle quali va un
sentito ringraziamento per l’assidua partecipazione e per il lavoro
svolto. Si tratta di 60 associazioni afferenti a diversi settori e tematismi:
Al presente lavoro hanno inoltre contribuito con la fornitura di dati,
informazioni, studi, ricerche e progetti diversi Enti, pubblici e privati,
grazie ai quali è stato possibile realizzare la prima Relazione sullo Stato
dell’Ambiente a Torre del Greco.
Analogamente ad altri contesti dove si sono sviluppati processi di
Agenda 21 Locale, è emerso che l’accesso ai dati ed alle informazioni
ambientali rappresenta un elemento di criticità del processo. Occorre
perciò insistere nel percorso di divulgazione e diffusione dei dati
a disposizione poiché solo in tal modo la Relazione sullo Stato
dell’Ambiente potrà costituire un elemento importante e decisivo per
coloro che devono proporre piani e progetti tesi al miglioramento della
qualità ambientale nel proprio Comune.
L’attuazione di Agenda 21 Locale in Italia rappresenta, in questo senso,
uno stimolo ad aumentare gli sforzi nella direzione di una più ampia
diffusione dei dati disponibili.
Associazione
Gruppo tematico: AMBIENTE
Ente Parco Nazionale del Vesuvio
LegaAmbiente
Associazione Rangers d’Italia
Ass. Torre Vesuvio Pro Natura
WWF/Comuni Vesuviani
ANEA – Agenzia Napoletana
Energia Ambiente
ATIA - Ass. Torrese Ingegneri e
Architetti
Il progresso
Università Verde
Associazione Amici
Associazione Le Contrade
Direz. Didattica 7°Circolo Via
Montedoro 43
6°Circolo Didattico E. De Nicola
C.Vitt.Emanuele
Scuola Media Statale G.Leopardi
Associazione Cento Fontane
Comitato Carotenuto
Associazione Delphino
Liceo Scientifico Statale “A. Nobel”
Gruppo tematico: ECONOMIA
UIL
CGIL
CISL
AssoCoral
Banca di Credito Popolare di Torre
del Greco
Ascom Confcommercio
Confartigianato
Oratorio/Parrocchia Preziosissimo
Sangue
Associazione Vesuviana di
volontariato
Confesercenti
Associazione
Gruppo Tematico: SOCIALE
Coop. Sociale Anchioleali
Sant’Antonio
IRT-volontari protezione civile
via calastro ex Mulini Marzoli
Bricolage
Ass. Le Tribù - Commercio
equo e solidale
Associazione di volontariato
Cepsav - ONLUS
AVO Associazione Volontari
Ospedalieri
A.T.O.M. (Ass. malati trapiantati
d’organo)
Ass. Musicale S. Cecilia
Contrada Taurano
Scuola Media Angioletti
Fonte Etica Service onlus Soc.
Coop
Istituto ProfessionaleSCT
F.Degni
Associazione Culturale
Musicale Torrese
V°Circolo Didattico Torre del
Greco
Lega Navale Italiana sezione
- Torre del Greco
Centro Studi e Progetti Caritas
Ass. Culturale Villa Giusy Club
Azione Cattolica Giovani
ATIPH Onlus
Gruppo tematico: TERRITORIO
TESS Costa del Vesuvio spa
Ente Ville Vesuviane
Santa Teresa Il Risveglio
Pro Loco Torre del Greco
GAT/Gruppo Archeologico
Torrese
Gruppo Archeologico
Vesuviano
A.R.C.I Oblò - Torre del Greco
UGL
V°Circolo Didattico N.
Giampietro
Solidarietà
Associazione Rangers d’Italia
Preziosissmo sangue
Unimpresa
IL FORUM E I CONTRIBUTI TEMATICI
Due momenti di Agenda 21 Locale a Torre del Greco: il Forum ed il
seminario sui rifiuti
Si ringraziano inoltre gli Enti ed i relativi responsabili e referenti
per la preziosa collaborazione prestata nell’ambito delle attività di
ricerca dati svolta per la realizzazione della Prima Relazione sullo
Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco.
Si ringraziano infine gli Enti che hanno manifestato la loro
disponibilità, collaborazione e partecipazione agli eventi organizzati
nell’ambito di Agenda 21 Locale. Tra questi l’Ente Parco Nazionale
del Vesuvio, l’Autorità di Bacino del Sarno, l’Autorità Ambientale
della Regione Campania, la Banca di Credito Popolare di Torre del
Greco, l’Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento
di Scienze Biologiche – Sezione Zoologia e Dipartimento di Scienze
della Terra, il Gruppo di Ricerca Ecologica, la Libera Facoltà di
Scienze Turistiche di Caserta, la Ditta IGI.CA., l’Istituto di Ricerca e di
Didattica Ambientale – IREDA, la Provincia di Napoli, l’ETP di Napoli,
Euroconsult, la Camera di Commercio di Napoli.
Comune di Torre del Greco
Protezione Civile Comunale
ISTAT Napoli
Ente Provinciale Turismo
Corpo Forestale dello Stato
Capitaneria di Porto
ARPAC – Ag. Reg. Protezione
Ambiente Campania
ARPAC – Ag. Reg. Protezione
Ambiente Campania - CRIA Napoli
Ente Ville Vesuviane
Tess – Costa del Vesuvio
Patto del Miglio D’oro
Ferrovie dello Stato
Vesuviana Mobilità
Metrò del Mare
Napoletana Gas Clienti S.p.A.
Napoletana Gas S.p.A.
AssoCoral
Circumvesuviana S.r.L.
ANEA – Agenzia Napoletana
Energia Ambiente
Regione Campania – Centro
Operativo Territoriale
Polizia Municipale Torre del Greco
Osservatorio Vesuviano
Dott.sa. Aurilia
Dott. Avallone
Sig. Balzano
Geom. Boccardo
Sig. Busco
Ing. Costabile
Dott. Formisano
Dott. Intoccia
Sig. Madonna
Dott. Merlino
Arch. Sannino
Ing. Sannino
Dott. Sbarra
Dott.ssa Scognamiglio
Sig. Raiola
Geom. Abilitato
Dott.ssa Angela Maria Digrandi
Dir. U.O. Statistiche economiche amb.
Dott. Potenzieri
Sig. Paesano
Ing. Luongo
Sov. Palomba
Ag Vanni
Ag Ferrante
Ag. Schiavone
STV Amato
Dott. Troina
Ing. De Nardo
Sig. Torre
Dott. D’Antonio
Sig. Barbato
Dott. De Simone
Dott. Chianese
Dott. Russoniello
Ing. Scialoia
Dott.ssa Buccella
Ing. Nastri
Dott. Di Martino
Ing. Sposito
Com. Iaccarino
Sig. Rossella
Ing. Napolitano
Sig. Silvestrini
Ing. Amoroso
Dott.ssa Ricci
Dott. Ascione
Sig. Torre
Ing. Aveta
Ing. Pesce
Sig. Capuano
Ing. Macaluso
Ing. Simeone
Dott.ssa Capone
Dott. Magliulo
Dott. Accardo
Dott. Avallone
Dott. Formisano
Dott. Macedonio
Dott.ssa Casagrande
Arch. Vertechi
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Cap. 1
IL PROCESSO DI AGENDA 21 LOCALE
A TORRE DEL GRECO
1.1 Lo Sviluppo Sostenibile ed il processo
di Agenda 21 Locale a Torre del Greco
Il concetto di Sviluppo Sostenibile comincia a diffondersi all’inizio
degli anni settanta quando, durante la Conferenza delle Nazioni
Unite sull’Ambiente Umano, furono affrontati e discussi i principi e
le raccomandazioni circa la responsabilità di ciascun individuo in
relazione all’ambiente.
I modelli di sviluppo economico, affermatisi a partire dagli anni cinquanta
nella maggior parte dei paesi industrializzati fino agli anni settanta,
erano essenzialmente finalizzati alla massima crescita economica. Gli
obiettivi principali di tali modelli erano rappresentati dall’espansione
del Prodotto Nazionale Lordo e dall’aumento del reddito individuale;
le questioni riguardanti la tutela ambientale, la qualità della vita e la
gestione del patrimonio culturale e naturale erano considerati obiettivi
secondari nella migliore delle ipotesi.
Nel 1987, il Ministro norvegese Bruntland, autrice del famoso omonimo
rapporto, definisce lo sviluppo sostenibile come “lo sviluppo in grado di
soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la
possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri””.
L’introduzione del concetto di sviluppo sostenibile riconosce i limiti
di una crescita economica basata su un aumento esponenziale della
domanda di risorse naturali appartenenti ad un sistema finito. Questo
modello di sviluppo porterebbe progressivamente all’involuzione dei
processi produttivi ed economici in atto.
D’altra parte è ormai concetto diffuso che la qualità della vita non sempre
coincide con la crescita economica. Qualità della vita che negli ultimi
anni ha subito un peggioramento in seguito alle alterazioni ambientali
e al degrado sociale. Di qui la necessità di affermare nuovi modelli di
sviluppo socio-economico in cui gli aspetti che prima rappresentavano
solo delle esternalità, diventino parti integranti del contesto produttivo
e dei processi di pianificazione dello sviluppo di un dato territorio.
Nel 1992, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Earth
Summit) a Rio de Janeiro, vengono indicati i principi su cui impostare le
politiche nazionali ed internazionali, sulla base dei problemi globali di
cui sono considerati responsabili tutti gli Stati.
È in tale occasione che viene siglato, da oltre 150 Paesi, il documento
intitolato “Agenda 21”, ovvero l’elenco delle cose da fare nel 21° secolo.
Quest’ultimo negli anni successivi si è tradotto, a livello locale, in uno
strumento di concertazione e partecipazione “dal basso” attraverso il
coinvolgimento degli stakeholders (i portatori di interessi) col fine di
individuare obiettivi, azioni e risorse per garantire il benessere delle
generazioni future del territorio di appartenenza.
L’Agenda 21 Locale, in particolare, rappresenta uno strumento di
pianificazione concertata di azioni concrete finalizzate allo sviluppo
sostenibile del territorio locale. La concertazione avviene tra le autorità
locali ed i diversi portatori di interesse locali (i cosiddetti stakeholders),
riuniti in un Forum Agenda 21. All’interno del Forum, a partire dalle
criticità più significative del territorio, vengono individuati gli obiettivi
ambientali, economici e sociali da raggiungere e le relative azioni da
attuare.
Il capitolo 28 del documento di Rio, in particolare, riconosce il ruolo
fondamentale delle autorità locali nel perseguimento degli obiettivi di
Agenda 21 e, dunque, di uno sviluppo sostenibile. Le autorità locali, infatti,
costruiscono, mantengono e rinnovano le infrastrutture economiche,
sociali ed ambientali, sovrintendono ai processi di pianificazione,
stabiliscono politiche e regolamentazioni ambientali e concorrono
all’attuazione delle politiche ambientali nazionali e regionali.
In Danimarca, nel 1994, viene approvata la “Carta delle Città Europee per
un Modello Urbano Sostenibile”, più conosciuta come Carta di Aalborg
dal nome della città che ospitò la Conferenza. Questo documento
è diventato, in Europa, il punto di riferimento per l’Agenda 21 Locale.
Infatti, moltissimi Enti locali, dopo aver sottoscritto la Carta di Aalborg,
hanno effettivamente attivato un percorso di coinvolgimento delle
loro Comunità e di progettazione di azioni concrete. In particolare, la
Commissione europea ha promosso l’Agenda 21 Locale attraverso la
Campagna Europea per le Città europee sostenibili che costituisce
parte del “Progetto Città Sostenibili”, avviato nel 1992 dal Gruppo
Esperti Ambiente Urbano dell’Unione Europea. Lo scopo principale
della Campagna è quello di promuovere l’adesione delle comunità
locali alla Carta di Aalborg e di assisterle nella costruzione di politiche
atte ad integrare le dimensioni ambientali, sociali ed economiche nello
sviluppo sostenibile delle città.
Nel 1999 è stata definita, da parte di un gruppo di amministrazioni
locali italiane, l’organizzazione di un Coordinamento Nazionale Agende
21Locali. Gli scopi e gli obiettivi del Coordinamento nazionale sono
stati discussi e sintetizzati, nello stesso anno, nella Carta di Ferrara e
successivamente nel “Documento di Firenze”.
Il Comune di Torre del Greco ha aderito alla Carta di Aalborg con
Delibera Giunta Municipale n. 145 del 12 novembre 2002 .
E ancora, i documenti di indirizzo Europei di questi anni hanno
contribuito al progredire della discussione sulle tematiche in questione,
il concetto di sviluppo sostenibile si è arricchito assumendo una tripla
valenza che vede l’interazione degli aspetti ambientali, economici e
sociali.
Un altro passo fondamentale nell’evoluzione del concetto di sviluppo
sostenibile è rappresentato dal Summit mondiale dell’ONU tenutosi
a Johannesburg nel 2002 in cui i principali leader ed organizzazioni
mondiali, riunitesi, hanno discusso ed affrontato le sempre più aggravate
problematiche ambientali del pianeta, indicando un percorso operativo
orientato alla sostenibilità delle azioni.
Anche le politiche dell’Unione Europea hanno contribuito al dibattito
internazionale sullo sviluppo sostenibile apportando un’innovazione
alle tematiche sullo sviluppo attraverso la definizione del VI Programma
di Azione adottato con Decisione n°1600/2002/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio del 22-07-2002. Il VI Programma, in continuità
con il V Programma d’azione, delinea gli scenari per lo sviluppo delle
politiche ambientali dei paesi membri indicando nell’uso razionale
delle risorse naturali del pianeta e la salvaguardia dell’ecosistema
globale i presupposti essenziali dello sviluppo sostenibile, la prosperità
economica e un’equilibrata organizzazione sociale.
In Italia il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, sulla
base degli indirizzi del VI Programma Quadro europeo, ha elaborato
e proposto la propria strategia di azione ambientale, approvata con
Delibera CIPE del 02/08/2000.
I temi affrontati e sviluppati sono di seguito riportati:
1. Cambiamenti climatici e protezione della fascia dell’ozono;
2. Protezione e valorizzazione sostenibile della Natura e della
Biodiversità;
3. Qualità dell’Ambiente e qualità della vita negli ambienti
urbani e nel territorio;
10
IL PROCESSO DI AGENDA 21 LOCALE
A TORRE DEL GRECO
4. Gestione sostenibile delle risorse naturali, in particolare delle acque,
modelli di produzione e consumo e cicli dei rifiuti.
Emerge da questa breve sintesi che le politiche internazionali sono
sempre di più orientate verso il soddisfacimento delle crescente
domanda di qualità ambientale. La gestione della conflittualità tra
sviluppo e gestione delle risorse assume carattere prioritario nell’azione
di governo del territorio con la consapevolezza che la conservazione
delle risorse ambientali non deve essere fine a se stessa ma deve avere
un ruolo dinamico nello sviluppo economico.
La promozione dello sviluppo eco-compatibile, capace di sostenere
sistemi e processi di produttivi che non siano causa di degrado delle
risorse naturali non rinnovabili, diventa dunque obiettivo fondamentale
da perseguire mediante l’attuazione di modelli compatibili con le realtà
specifiche di un dato territorio.
1.2 La Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente a
Torre del Greco: il quadro diagnostico e il modello DPSIR
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente rappresenta uno strumento
finalizzato ad individuare ed a descrivere il territorio individuando gli
indicatori più significativi che meglio possono caratterizzarne lo stato.
Tale Relazione, quindi, si pone l’obiettivo di descrivere lo stato attuale
della situazione ambientale dell’area comunale di Torre del Greco
sviluppando le diverse tematiche ambientali attraverso un’analisi
rigorosa dei dati disponibili, consolidati ed affidabili.
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Torre del Greco è il risultato
della prima fase del processo di Agenda 21 Locale e si pone i seguenti
obiettivi:
• essere uno strumento operativo del Forum e dell’Ente Locale per l’individuazione
di un successivo Piano di Azione Locale consentendo
il monitoraggio costante nel tempo delle condizioni ambientali del
territorio;
• essere un mezzo di comunicazione e divulgazione delle informazioni
sulle condizioni ambientali, sociali ed economiche raccolte sistematicamente
in seno al processo di Agenda 21 Locale;
• tracciare un quadro complessivo sullo stato ambientale del territorio
in tutti i suoi aspetti caratteristici (ambientali, economici e sociali);
• integrare la variabile ambientale nelle diverse politiche di settore in
maniera tale da innescare processi di condivisione delle strategie e
dei programmi di sviluppo.
La metodologia adottata per la relazione sullo stato dell’Ambiente
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Torre del Greco è stata
elaborata utilizzando un sistema di indicatori secondo la metodologia
del modello modello DPSIR (Determinanti-Pressioni-Stato-Impatti-
Risposte) messo a punto dall’European Environment Agency (Agenzia
Europea per l’Ambiente).
Gli indicatori sono parametri sintetici che rappresentano in modo
significativo un certo fenomeno e ne permettono la valutazione nel
tempo.
Il modello DPSIR, messo a punto originariamente dall’OCSE e basato
sulla sequenza Pressione-Stato-Risposta (PSR), è stato successivamente
ripreso dall’EEA che ha esplicitato le fasi relative alle cause generatrici
delle pressioni e degli impatti. Questo modello si basa su una struttura
di relazioni di causa-effetto che consentono di analizzare in maniera
organica le complesse interazioni che esistono fra sistema naturale e
sistema antropico.
Secondo il modello DPSIR:i Determinanti intendono descrivere le
attività antropiche causa dei principali fattori di Pressione esercitati
sull’ambiente che ne caratterizzano lo Stato e ne determinano gli
Impatti sulle singole componenti ambientali. Gli indicatori di Risposta
hanno lo scopo di evidenziare l’efficacia delle azioni messe in atto per
la tutela e salvaguardia dell’ambiente.
Il modello DPSIR si basa sulla seguente serie di relazioni causali:
• le attività antropiche (Driving Forces o Determinanti) operano una
pressione ambientale che interessa lo stato dell’ambiente, modificandone
la qualità e la quantità delle risorse naturali.
• queste alterazioni dello stato dell’ambiente hanno impatti ambientali
negativi sulla salute umana, gli ecosistemi e le funzioni ambientali.
• in risposta a ciò, la società (imprese, Pubblica Amministrazione e cittadini)
interviene per mitigare gli impatti attraverso le risposte (politiche
ambientali).
Questa struttura del modello di base è stata scelta per due motivi:
• Separa i 5 momenti della catena causale che porta dalle attività
antropiche alle politiche ambientali permettendo sia di valutare le
risposte ambientali (puntuali o sistematiche) in relazione agli impatti
dell’economia ed alle loro ripercussioni sullo stato dell’ambiente
che di stimare o misurare la pressione antropica separatamente per
ciascun settore economico ed analizzare il contributo delle diverse
componenti dell’economia al degrado ambientale fornendo preziose
indicazioni per le politiche ambientali preventive.
• È coerente con i modelli elaborati dall’OCSE e dalle istituzioni comunitarie
che sono ormai internazionalmente adottati come modelli di
riferimento.
Da un punto di vista operativo lo schema adottato (si veda la pagina
successiva) si può riassumere come segue:
• individuazione dei determinanti ovvero le cause che esercitano una
pressione sull’ambiente;
• valutazioni delle pressioni ovvero degli impatti che le attività
antropiche esercitano sull’ambiente;
• valutazione dello stato cioè della condizione delle risorse naturali
sia in termini qualitativi che quantitativi valutabile attraverso i dati
disponibili;
• valutazione degli impatti sulle singole componenti ambientali;
• descrizione delle risposte ovvero delle reazioni della società alle
modificazioni ambientali conseguenza delle pressioni esercitate su
di esso.
Gli indicatori ambientali individuati per le singole tematiche oggetto
del presente RSA rappresentano gli strumenti necessari per una
comunicazione essenziale, comprensibile e sintetica dello stato
dell’ambiente.
L’APAT ha elaborato un primo set SINAnet di 225 indicatori prioritari,
estratti da un nucleo iniziale di circa 550 suggeriti dall’EEA, idonei a
rappresentare determinati fattori o matrici ambientale e a garantire
una buona copertura spaziale e temporale.
Sulla base di questo elenco, sono stati scelti quegli indicatori che
maggiormente rappresentano la realtà del territorio comunale che
rispondono ai requisiti di seguito indicati:
• validità scientifica sulla base di dati documentati e validati;
• semplicità di lettura ed interpretazione;
• rappresentatività rispetto alle tendenze evolutive;
• tempestività dell’informazione rispetto a fenomeni potenzialmente
irreversibili;
• facilità di reperibilità a costi ragionevoli;
• facilità di aggiornamento. Per la redazione della RSA, sono stati
estrapolati soltanto alcuni “indicatori fondamentali” funzionali alla
descrizione delle specifiche tematiche.
11
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Per ciascun indicatore sono stati riportati:
• la categoria di appartenenza all’interno del modello DPSIR;
• l’obiettivo di qualità ambientale;
• lo stato;
• il trend in relazione all’obiettivo.
Lo sviluppo sociale e culturale ha portato in primo piano gli aspetti
legati alla qualità della vita e dell’ambiente.
Nel caso di obiettivi non specificamente previsti da normative, viene
proposto, se possibile, un obiettivo derivante da valutazioni relative
alle aspettative di miglioramento della qualità ambientale delle risorse
naturali per la tutela della salute e della qualità della vita. Lo stato è la
fotografia della situazione attuale, valutata sulla base degli opportuni
riferimenti spaziali e temporali indicati nel relativo testo.
Ad esso è assegnato un codice a facet, secondo questo criterio:
+ in miglioramento (avvicinamento agli obiettivi);
+/- indifferente (stazionario rispetto agli obiettivi);
- in peggioramento (allontanamento dagli obiettivi).
buono indifferente critico
Per ciascun indicatore è riportato il trend evolutivo, rappresentato con
segno + oppure -, in relazione all’obiettivo previsto:
C a u s e g en era tric i
p rim a rie
•agricoltura
•industria
•trasporti
•ecc
Determinanti
Interventi strutturali
emissivi
… )
Risposte
R is p o s te
•leggi
•piani
•prescrizioni
•ecc
Interventi prescrittivi /tecnologici
Pressioni
(tecnologie pulite, limiti
Bonifiche
Impatti
P res s io n i
•emissioni
atmosferiche
•produzione rifiuti
•scarichi industriali in
corpi idrici
•ecc
Stato
S ta to e ten d en ze
•qualit à dell’aria
•qualit à delle acque
•biodiversit à
•ecc
Im p a tto
•sulla salute
•sugli ecosistemi
•ecc
MODELLO DPSIR - Categorie e relazioni di causalità degli elementi conoscitivi - Fonte APAT
12
I FATTORI DETERMINANTI
Cap. 2
I FATTORI DETERMINANTI
2.1 Il quadro socio-economico e territoriale e le attività
produttive
2.1.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle
criticità
I principali documenti internazionali e comunitari relativi allo sviluppo
sostenibile, a partire da quello della Conferenza di Rio del 1992, sottolineano
che la sostenibilità deve riguardare tanto gli aspetti ambientali
quanto quelli sociali ed economici.
Nell’ambito del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente si ritiene utile fornire,
quindi, un iniziale inquadramento socio - economico che, pur senza
la pretesa di dettagliati livelli di analisi riguardanti le singole componenti
sociali e le reciproche interrelazioni, sia in grado di cogliere alcuni
aspetti fondamentali della comunità oggetto di analisi. Anche se non
direttamente correlati alle principali problematiche ambientali, gli indicatori
sociali possono fare emergere differenti valori, sensibilità, modelli
organizzativi e fasi di crescita di una collettività che sono destinati a
confrontarsi, più o meno indirettamente, con un modello di sviluppo
sostenibile dal punto di vista ambientale.
Le informazioni disponibili riguardanti gli aspetti demografici e sociali,
in particolar modo quelli in cui la componente qualitativa è più forte,
risultano molto spesso insufficienti per elaborare un set completo di indicatori
in quanto non esiste un monitoraggio abituale o, in alternativa,
occorre predisporre studi mirati.
Per ottenere una visione d’insieme del sistema socio-economico del
territorio di Torre del Greco e valutare le dinamiche di impatto ambientale,
il presente lavoro non può prescindere dall’analisi dell’andamento
demografico ed economico. Di seguito si riporta una breve sintesi delle
principali caratteristiche socio-economiche del Comune di Torre del
Greco che saranno approfondite nei successivi paragrafi.
Della popolazione residente nel Comune di Torre del Greco circa il 60%
risiede nel centro urbano. I nuclei familiari sono circa 26.000, mentre
i nuclei non domestici sono circa 3.000 (compresi circa 1.500 esercizi
commerciali fissi e circa 230 esercizi pubblici).
L’andamento della popolazione iscritta all’anagrafe mostra una diminuzione
nel periodo che intercorre dal 1991 al 2001 (dato coerente con il
trend negativo presente nell’Italia meridionale).
L’economia torrese presenta una specializzazione produttiva abbastanza
diversificata sia nel comparto industria e servizi che in quello
agricolo.
Di particolare rilievo le attività legate alla pesca, alla lavorazione del corallo
e di altri preziosi, alla floricoltura (soprattutto garofani, gerbere e
crisantemi) e alla produzione di pinoli. Produzioni che costituiscono il
fulcro del commercio e dell’artigianato locale.
Degna di nota l’attività avente ad oggetto la cantieristica navale, oggi in
fase regressiva rispetto al passato, ma ancora di rilievo.
In generale, le imprese presenti sono di piccole o piccolissime dimensioni,
in molti casi a conduzione familiare. Dall’analisi del settore manifatturiero
emerge una rilevante specializzazione nella categoria merceologica
gioielleria e oreficeria.
Il settore commerciale vede una prevalenza del commercio al dettaglio,
con una specializzazione relativa superiore al comparto provinciale e
Italia meridionale.
Il comparto agricolo ha una bassa incidenza in termini quantitativi, ma
si caratterizza per un’agricoltura intensiva nelle coltivazioni floricole e
nell’orticoltura specializzata. L’area è interessata da diverse produzioni
tipiche (albicocche e pomodorini).
Il settore turistico dell’area si fonda su importanti collettori turistici: Vesuvio,
aree archeologiche e tradizione ristorativi (spiccata vocazione del
territorio nella ristorazione, con 47 operatori presenti).
2.1.2 L’andamento demografico
I principali indicatori:
ANDAMENTO DEMOGRAFICO
Nome
Popolazione
residente
Densità
Dinamica
demografica
Indice di
vecchiaia
Genere
Stato civile
Saldo naturale
Saldo migratorio
Definizione
Numero di persone con dimora nell’ambito
comunale
Rapporto tra il numero di persone residenti
e la superficie del territorio di interesse
Rappresenta la distribuzione della
popolazione sul territorio comunale
attraverso il tempo
Rapporto percentuale tra la popolazione
con 69 anni e oltre e la popolazione con
meno di 19.
Differenza tra il numero di maschi e il
numero di femmine
Differenza tra numero di celibi e nubili
Differenza tra numero di coniugati e
separati
Differenza tra numero di vedovi e divorziati
Differenza tra il numero delle nascite e il
numero di decessi
Differenza tra le iscrizioni anagrafiche
per immigrazione e la cancellazione per
emigrazione
Popolazione residente e dinamica demografica
La prima forma di pressione sul territorio è certamente data dalla quantità
di persone che vi risiedono, poiché dal loro numero dipende l’uso
dei suoli, la domanda degli spazi, il consumo delle risorse, la produzione
di inquinanti.
Il Comune di Torre del Greco si estende per una superficie di 30,66 Kmq,
corrispondente allo 0,23 % dell’intero territorio regionale, che ha una
superficie pari a 13.593,33 Kmq, e al 2,62 % del territorio della Provincia
di Napoli.
La dinamica della popolazione complessiva di Torre del Greco presenta
un trend positivo fino al 1985 quando la popolazione raggiunge
13
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
105.091 unità; dal 1986 al 2005 assistiamo ad un’inversione di tendenza
con un decremento della popolazione di circa 16.000 unità.
Nel periodo compreso tra i censimenti 1981-2001 (al primo gennaio)
la popolazione residente nel Comune di Torre del Greco è passata da
103.605 a 90.607 abitanti segnando un calo complessivo del 12,55%. Il
calo demografico è dovuto più che ad un’insufficiente ricambio biologico
ad un movimento migratorio. Nel periodo 1985-2005 il calo demografico
è stato complessivamente pari al 15,48%.
Indice di vecchiaia
Classi di età 1981 1991 2001
fino a 19 anni 41.276 33.844 23.961
oltre 60 anni 11.552 13.743 16.480
Indice di vecchiaia 27,98 40,60 68,77
Dinamica demografica anni 1981- 2001
Popolazione residente per classi d'età
fin o a 9 a .
Anni
(al primo gennaio)
Popolazione
residente
Variazione %
1981 103.605 0,00
1991 101.361 -2,17
2001 90.607 -10,61
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
1981 1991 2001
d a 10 a 19
d a 20 a 29
d a 30 a 39
d a 40 a 49
d a 50 a 59
d a 60 a 69
o ltr e 69 a .
Al primo gennaio 2005 la popolazione è arrivata a 88.947 abitanti con
una densità demografica (popolazione residente su superficie territoriale
comunale) pari a 2.901,07 ab per Kmq. (Fonte: ISTAT)
La struttura della popolazione
Le variabili considerate per l’analisi della struttura della popolazione del
territorio di Torre del Greco sono:
• l’età anagrafica;
• il genere;
• lo stato civile.
L’età anagrafica è definita dall’indice di vecchiaia che consente di evidenziare
il grado di invecchiamento della popolazione, l’andamento nel
tempo e l’esistenza o meno di tendenze consolidate all’invecchiamento
della popolazione; un valore basso dell’indice indica un’elevata natalità
ed una ridotta percentuale delle classi anziane.
Dall’analisi dei dati dei censimenti 1981-1991-2001 si rileva che siamo
in presenza di un progressivo invecchiamento della popolazione di Torre
del Greco; infatti la popolazione di età inferiore a 19 anni è scesa da
41.276 unità nel 1981 a 23.961 mentre gli individui di età superiore a 60
anni sono aumentati da 11.552 a 16.480 unità.
L’indicatore relativo al genere consente di evidenziare la ripartizione
della popolazione tra i diversi sessi. I dati sulla popolazione residente
per sesso dal 1981 al 2005 evidenziano sempre un saldo positivo di
femmine rispetto ai maschi. (Fonte: ISTAT)
Popolazione residente per sesso
Anni M F TOTALE
1981 51.610 51.995 103.605
1991 49.085 52.276 101.361
2001 44.202 46.405 90.607
Evoluzione demografica dal 1861 al 2001
Popolazione residente per classi di età
Classi di età 1981 1991 2001
fino a 9 anni 20.664 14.723 11.078
10-19 20.612 19.121 12.883
20-29 16.141 17.763 14.396
30-39 14.096 14.110 13.091
40-49 11.000 12.220 11.797
50-59 9,540 9.681 10.882
60-69 6.719 7.804 8.318
oltre 69 anni 4.833 5.939 8.162
TOTALE 103.605 101.361 90.607
L’analisi è confermata dall’indice di vecchiaia che passa da 28 anziani
ogni 100 giovani del 1981 a 69 anziani ogni 100 giovani nel 2001.
14
I FATTORI DETERMINANTI
2001
Popolazione residente per sesso
Il saldo naturale
Consente di evidenziare le dinamiche della popolazione individuando
le variazioni dell’andamento demografico. L’analisi del movimento naturale
relativo al periodo 1993-2004 evidenzia un saldo positivo costante
annuo tra nati vivi e i morti.
1991
1981
40.000 45.000 50.000 55.000
Di seguito si riporta l’andamento demografico relativo al periodo 1
gennaio 2002 – 1 gennaio 2005:
Anni
(al primo
gennaio)
Popolazione residente per sesso
(Istat – Bilancio anagrafico)
M F TOTALE
2002 44.122 46.343 90.465
2003 43.688 45.973 89.661
2004 43.379 45.819 89.198
2005 43.228 45.719 88.947
L’indicatore relativo allo stato civile consente di evidenziare la ripartizione
della popolazione tra:
- celibi/nubili;
- coniugati/separati;
- vedovi/divorziati.
I dati rilevati dal censimento del 1981-1991-2001 evidenziano:
- un forte calo degli individui celibi/nubili;
- una riduzione percentualmente più contenuta degli
individui coniugati/separati;
- un aumento degli individui vedovi/divorziati.
Popolazione residente per stato civile
Stato civile 1981 1991 2001
Celibi/ nubili 52.784 50.161 40.356
Coniugati/separati 46.248 45.844 43.620
Vedovi/divorziati 4.573 5.356 6.996
TOTALE 103.605 101.361 90.607
120.000
100.000
80.000
60.000
40.000
20.000
0
Popolazione residente per stato civile
1981 1991 2001
M
F
ve dovi/divor zia ti
c oniuga ti/s e pa r a ti
c e libi/nubili
Movimento anagrafico anni 1993 – 2004
Movimento naturale
Anni
Nati vivi Morti Differenza
1993 1.277 730 +547
1994 1.302 739 +563
1995 1.206 733 +473
1996 1.128 767 +361
1997 1.172 768 +404
1998 1.138 661 +477
1999 1.210 742 +468
2000 1.190 729 +461
2001 1.194 708 +486
2002 1.121 793 +328
2003 1.099 782 +317
2004 1.059 767 +292
Poiché il saldo naturale tra natalità e mortalità è positivo vuol dire che il
trend decrescente della popolazione è dipeso da un fenomeno migratorio
degli abitanti di Torre del Greco verso altri comuni, solo parzialmente
mitigato da immigrati nazionali e internazionali.
Il saldo migratorio
L’indicatore relativo al saldo migratorio nazionale rappresenta la differenza
annuale tra il numero di immigrati e di emigrati all’interno del
territorio. L’analisi del movimento migratorio relativo al periodo 1993-
2004 evidenzia un saldo negativo costante che rappresenta la determinante
della costante riduzione della popolazione di Torre del Greco.
Anni
Saldo migratorio annuale anni 1993 – 2004
Immigrati da
altro comune
Emigrati in
altro comune
Saldo
migratorio
1993 1.197 2.045 -848
1994 1.162 2.122 -960
1995 1.166 2.446 -1.280
1996 1.052 2.717 -1.665
1997 1.023 2.448 -1.425
1998 1.142 2.332 -1.190
1999 1.250 2.796 -1.546
2000 1.108 3.044 -1.936
2001 1.125 2.333 -1.208
2002 1.270 2.402 -1.132
2003 1.150 2.065 -915
2004 1.159 1.862 -703
La descrizione della situazione demografica non può prescindere dalla
valutazione della presenza di popolazione straniera nell’area che resta
percentualmente bassa rispetto alla popolazione totale, pur essendo
largamente sottostimata a causa dei ben noti fenomeni di clandestinità
e mancanza di dati oggettivi.
L’indicatore relativo al saldo migratorio internazionale rappresenta la
15
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
differenza annuale tra il numero di immigrati e di emigrati da e
verso l’estero.
L’analisi del movimento migratorio internazionale relativo al periodo
1993-2001 evidenzia un saldo annuale costantemente negativo
che conferma la tendenza alla riduzione della popolazione di Torre
del Greco.
Dinamica demografica cittadini stranieri - 2002 - 2004
Anni Popolazione residente Variazione %
2002 183 +54,09
2003 282 +54,10
2004 357 +26,60
Saldo migratorio annuale anni 1993 – 2001
Anni
Immigrati
dall’estero
Emigrati
per l’estero
Saldo migratorio
internazionale
1993 25 81 -56
1994 45 63 -18
1995 35 35 ---
1996 44 51 -7
1997 49 44 +5
1998 45 89 -44
1999 61 143 -82
2000 63 99 -36
2001 72 206 -134
Di particolare interesse è il dato relativo al bilancio demografico dei cittadini
stranieri residenti a Torre del Greco.
Il bilancio demografico rappresenta, infatti, il movimento della popolazione
residente e registra le variazioni anagrafiche verificatesi nel corso
di un dato periodo (tre mesi o un anno); esso è costituito dal movimento
naturale (iscrizioni per nascita e cancellazioni per morte) e dal movimento
migratorio (iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza).
La popolazione straniera residente al 31 dicembre 2003 è pari a 282 abitanti
mentre al 1 Gennaio 2005 è pari a 357 abitanti.
Bilancio demografico cittadini stranieri 2004
Maschi Femmine Totali
Popolazione al 01/01/2004 67 215 282
Iscritti per nascita 0 0 0
Iscritti da altri comuni 3 6 9
Iscritti dall’estero 20 81 101
Totale iscritti 24 87 111
Cancellati per morte 0 0 0
Cancellati per altri comuni 5 12 17
Cancellati per l’estero 0 0 0
Altri cancellati 11 8 19
Totale cancellati 16 20 36
Popolazione straniera al
31/12/2004
75 282 357
Pur se in costante aumento, l’incidenza degli immigrati stranieri sulla
popolazione locale resta percentualmente bassa. I 2/3 provengono dai
paesi dell’Est - Europa in particolare da Ucraina, Polonia e Russia e dai
paesi nord-africani ed asiatici.
16
I FATTORI DETERMINANTI
2.1.3 L’andamento socio-economico: le principali attività
produttive
Dinamica occupazionale
Occupati per classe di età - Censimento Istat 2001
I principali indicatori:
Comune
Classe di età da 15 anni in poi
15-19 20-29 30-54 55 e più Totale
Nome
Definizione
Torre del
Greco
178 3.720 14.471 2.844 21.213
ANDAMENTO SOCIO-ECONOMICO
Dinamica
occupazionale
Attività
economiche
e sociali
(imprese,
istituzioni,
associazioni)
Trasformazioni
urbanistiche e
distribuzione
territoriale
delle attività
economiche
Competività
o eccellenze o
punti di forza
Occupati per classe d’età
Tasso di occupazione
Tasso di disoccupazione
Tasso di disoccupazione giovanile
Rapporto espresso in percentuale tra popolazione
residente e la popolazione attiva attraverso il tempo
Popolazione residente per ramo di attività
economica
Numero imprese per settore di attività economica
Numero di unità locali per settore di attività
economica
Numero di addetti per attività economica
Numero di istituzioni
Numero di unità locali per istituzione
Numero di addetti per istituzione
Numero di associazioni
Numero di unità locali per associazione
Numero di addetti per associazione
Numero di strumenti di intervento per l’apparato
distributivo
Numero di esercizi per tipologia e per distribuzione
territoriale
Mercato florovivaistico trend negli anni
Numero di Cantieri navali
Trend del commercio marittimo
Numero di navi prodotte
Trend del commercio di corallo negli anni
Nel 2001 Il tasso di occupazione a Torre del Greco è pari al 28,89 % mentre
quello di disoccupazione è pari al 31,87%. In particolare il tasso di
disoccupazione giovanile è pari al 70,53%. Il tasso di occupazione per
l’anno 2001 in Campania è invece pari al 32,00 % mentre il tasso di disoccupazione
è pari al 26,95 e quello di disoccupazione giovanile è pari
al 65,59 %. Dal confronto con i dati regionali, risulta che il territorio di
Torre del Greco è caratterizzato da una maggiore crisi occupazionale.
Tra i principali indicatori quello della dinamica occupazionale risulta essere
determinante nell’analisi del tessuto socio economico di Torre del
Greco.
L’analisi dei dati Istat relativi all’VIII° Censimento Industria e servizi 2001
raffrontati ai precedenti censimenti evidenzia una costante e leggera
flessione della popolazione attiva rispetto a quella residente nel ventennio
1981-2001.
Dinamica occupazionale e demografica anni 1981- 2001
Popolazione
Anni
Popolazione attiva %
residente
1981 103.605 25.680 24,79
1991 101.361 24.753 24,42
2001 90.607 20.562 22,69
I dati relativi alla distribuzione della popolazione attiva in condizione
professionale forniscono, in rapporto all’intera popolazione, una percentuale
del 22,69% circa, con un totale di addetti di 20.562 distinti nei
vari rami di attività economica nel modo seguente:
Popolazione residente per ramo di attività economica
Ramo di attività 1981 1991 2001
Artigianato
Numero di attività legate al commercio del corallo
Numero di addetti nel commercio del corallo
Agricoltura, caccia e pesca 2.263 1.477 1.202
Industria 4.740 3.806 4.190
Benessere e
qualità della
vita
Numero locali, eventi e manifestazioni legate al
commercio del corallo
Reddito pro capite
Costruzioni 1.401 1.804 1.246
Elettricità 160 187 158
Commercio 3.531 5.095 5.696
Trasporti 7.306 4.435 2.918
Capacità di
innovazione
delle imprese
Numero di aziende con certificazione di qualità
Credito 414 609 631
Servizi 4.080 5.094 2.431
Pubblica Amministrazione 1.785 2.246 2.090
Istruzione e
sua dinamica
Pesca e
molluschicoltura
Misura del grado d’istruzione della popolazione
attraverso il tempo
Misura dell’offerta scolastica attraverso il tempo
Numero addetti
Composizione della flotta peschereccia
Produzione molluschi
Caratteristiche portuali
TOTALE 25.680 24.753 20.562
La tabella evidenzia:
• una drastica diminuzione delle unità lavorative impegnate nei settori
agricoltura/caccia/pesca, trasporti e servizi;
• una crescita delle unità lavorative impegnate nel settore commercio;
• una sensibile riduzione delle unità lavorative impegnate negli altri
settori.
17
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Le attività economiche e sociali
L’analisi dell’VIII° Censimento generale dell’industria e dei servizi 2001
ha evidenziato sul territorio di Torre del Greco la presenza di 3.798 imprese
di cui 845 artigiane nonché 151 istituzioni. Le unità locali utilizzate
dalle imprese sono pari a 4.009 con 9.883 addetti mentre le unità
locali utilizzate dalle istituzioni sono 236 con 3.887 addetti.
Numero imprese per settore attività economica
Ramo di attività Numero Unità Locali Addetti
Agricoltura, caccia e
pesca
13 13 131
Industria 584 615 2147
Costruzioni 198 200 535
Alberghi 168 172 515
Commercio 1680 1770 2743
Trasporti 120 129 1322
Credito 56 83 567
Servizi 979 1027 1923
TOTALE 3798 4009 9883
Istituzioni 151 236 3887
Molto interessante è il dato rilevato dalla Camera di Commercio di Napoli
relativo alla presenza di imprese femminili.
Le imprese femminili operanti sul territorio sono 1.168 e rappresentano
il 30,75% delle imprese complessive. I principali settori di attività delle
imprese femminili sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio, le attività
manifatturiere e agricole e le attività alberghiere e ristorative.
La ripartizione delle unità locali e degli addetti relativi alle istituzioni è
indicato nello schema seguente:
Ripartizione addetti e unità locali - istituzioni
Forme istituzionali Unità Locali Addetti
Ministeri e organi statali 52 2170
Ente Locale 14 809
Ente sanitario pubblico 3 762
Ente di Previdenza 0 0
Altre istituzioni 0 0
TOTALE 69 3741
Le associazioni
Particolarmente incoraggiante è il dato sulle associazioni. L’VIII° censimento
generale dell’industria e dei servizi evidenzia la presenza di ben
167 associazioni presenti nel Comune di Torre del Greco con un numero
di addetti pari a 146 unità.
Ripartizione addetti e unità locali - associazioni
Forme istituzionali Unità Locali Addetti
Associazioni riconosciute 50 2
Fondazioni 0 0
Associazioni non riconosciute 106 21
Cooperative sociali 0 0
Altre istituzioni no-profit 11 123
TOTALE 167 146
Trasformazioni urbanistiche e distribuzione territoriale delle
attività economiche
Per il commercio, in attuazione della LR 1/2000, il comune di Torre del
Greco ha adottato, con delibera del Consiglio Comunale n° 18/2001, il
SIAD (strumento di intervento per l’apparato distributivo).
L’analisi di questo importante strumento evidenzia che il centro storico
rappresenta un’area fortemente vitale ed attrattiva per la presenza di un
fervido apparato commerciale e per la presenza di servizi ed attrezzature.
Negli ultimi anni si è assistito ad una forte espansione residenziale nelle
zone di S. Antonio, Cappella Bianchini, Montedoro, Lamaria, S. Maria la
Bruna e Leopardi che ha comportato un forte processo di urbanizzazione
e nuovi carichi a cui non sono seguiti i necessari adeguamenti
infrastrutturali.
Area
Territoriale
Centro
Storico
Resto del
territorio
Esercizi di vicinato per area territoriale – anno 2000
Tipologia
N°
esercizi
Superficie
totale mq.
Superficie
di vendita
mq
Alimentari 156 6550 5861
Non
Alimentari
417 23756 21155
Alimentari
e non
7 627 574
alimentari
Totali 580 30933 27590
Alimentari 262 11326 9890
Non
Alimentari
513 40447 30093
Alimentari
e non 15 1229 1046
alimentari
Totali 790 53002 41029
Il quadro dell’apparato distributivo su aree private è completato dalla
rilevazione delle medie strutture che risultano allocate tutte al di fuori
del centro storico.
18
I FATTORI DETERMINANTI
Tipologia
Alimentari e
non alimentari
Extra
Alimentari
Medie strutture di vendita intero territorio anno 2000
n° esercizi
Superficie
totale mq.
Superficie di
vendita mq
9 7852 5539
8 4432 4132
Totali 17 12284 9671
L’80% del commercio su aree pubbliche è concentrato nel centro Storico.
Autorizzazioni al commercio su aa.pp. – anno 2000
Autorizzazione tipo a
Alimentari
Non
alimentari
Autorizzazione tipo b
Alimentari
Non
alimentari
47 35 59 49
Coltivatori
diretti
82 108 44
Quanto finora descritto mette in evidenza un doppio livello di criticità
dell’area. Da una parte la nota condizione di congestione demografica
che rende necessaria sia una politica di riduzione del peso demografico
sia una più diffusa azione di riqualificazione insediativa; dall’altra la fragilità
delle attività produttive, espressione sia di un modello economico
in declino, sia di un forte squilibrio rispetto al peso abitativo, che rende
necessario il potenziamento delle funzioni non residenziali, difficilmente
attuabile in un territorio ormai saturo.
L’azione di decompressione, riducendo la presenza residenziale, rende
al tempo stesso disponibili spazi per l’inserimento di nuove attività
produttive. In questa direzione essa diviene occasione per creare nuove
opportunità per la popolazione insediata e favorire nuove condizioni di
equilibrio territoriale, gettando le basi per un modello di sviluppo ancorato
alle specifiche identità e risorse locali, da costruire attivando più
diffusi processi di riqualificazione e valorizzazione del territorio.
44
L’artigianato
La lavorazione produttiva dei coralli e dei cammei a Torre del Greco ha
origini antiche tanto da attribuirle l’appellativo di “città del corallo” e di
caratterizzarla come unico centro di produzione a livello mondiale dei
cammei di conchiglia. Il settore del corallo a Torre del Greco è stato oggetto
di molteplici studi. Di particolare interesse la ricerca effettuata dal
Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università Federico II di Napoli
che ha portato alla pubblicazione del libro “Il settore dei coralli, cammei
ed oreficeria a Torre del Greco”, cui si riferisce il seguente paragrafo.
L’indagine diretta condotta dall’Università ha interessato 158 imprese (il
52% di quelle censite).
La dimensione media aziendale è di 5,5 unità lavorative. La produzione
torrese si caratterizza prevalentemente per una natura artigianale dei
processi produttivi (52,5%) con bassi investimenti in capitale fisso e notevoli
competenze artistiche che danno vita a prodotti di media-alta qualità,
ponendo il polo torrese in concorrenza con il distretto produttivo di
Mede, di Napoli e Valenza Po.
Il processo produttivo è caratterizzato da una divisione del lavoro tra gli
artigiani/artisti che realizzano il prodotto semilavorato e le imprese che
seguono le restanti fasi del montaggio e collocazione del prodotto sul
mercato. I fornitori delle materie prime sono localizzati anch’essi a Torre
ad eccezione delle conchiglie i cui fornitori sono prevalentemente esteri.
L’importazione di materie prime dall’estero avviene per il 47,9% dai paesi
caraibici, per il 30,4% dai paesi del mediterraneo e per la restante parte
dai paesi asiatici e americani.
Il mercato di destinazione della produzione torrese sembra essere prevalentemente
quello nazionale, mentre le esportazioni sono a favore dei
paesi della Unione Europea e degli USA.
Caratteristiche dimensionali del settore
L’analisi dei dati ottenuti ha portato a stimare la presenza sul territorio di
Torre del Greco di circa 306 imprese con 1.900 addetti di cui 1.300 interni
alle imprese e 600 addetti a domicilio.
L’88,2% delle imprese nel settore dei coralli, cammei ed oreficeria ha un
organico che non supera i 10 addetti e ha una struttura aziendale caratterizzata
da una forte connotazione familiare; quindi si caratterizzano come
piccole realtà imprenditoriali.
La produzione viene tramandata di generazione in generazione e questo
dato è confermato dal fatto che più del 24 % delle imprese sono state
fondate prima degli anni ’50 mentre solo il 9% circa dopo il 1990.
Anche la forma giuridica delle imprese conferma il carattere prevalentemente
familiare delle imprese operanti nel settore, infatti, il 63,9% delle
stesse sono ditte individuali mentre solo il 15,20 % sono Società a responsabilità
limitata. Il settore della gioielleria/oreficeria è caratterizzato dalla
presenza di molte aziende di piccole dimensioni. Molte volte l’impresa
è costituita dal solo imprenditore. Non è trascurabile in questo settore il
dato relativo al lavoro a domicilio anche se questo fenomeno risulta di
difficile analisi. Le imprese con un solo addetto ammontano al 36,10%
mentre le imprese con oltre tre addetti sono pari al 26,60%.
Prodotti e attività produttive
La produzione di settore risulta essere caratterizzata da una prevalente
despecializzazione nel senso che il 77,8% delle aziende opera congiuntamente
nel settore del corallo, dei cammei e nel settore orafo.
La maggioranza degli operatori adotta processi produttivi esclusivamente
di tipo artigianale: il 52,50% delle imprese ha un processo produttivo
artigianale mentre solo il 12,00% ha un processo di tipo industriale.
Classi di fatturato e tipologia di vendita
La maggioranza degli operatori stima un fatturato non superiore ai 150.000 €:
Fatturato stimato
% su totale imprese
Meno di 50.000 € 35,40
Da 50.000 € a 150.000 € 22,20
Da 150.000 € a 250.000 € 9,50
Da 250.000 € a 500.000 € 7,00
Oltre 500.000 € 12,70
Dato non disponibile 13,30
Totale 100
19
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Il 43,8% delle vendite è indirizzato ai grossisti mentre la percentuale di
vendite al dettaglio è mediamente del 27,3%:
Semilavorati
Ubicazione del fornitore
Il mercato di approvvigionamento
Le tabelle seguenti evidenziano il mercato di approvvigionamento di
materie prime e semilavorati e quindi l’ubicazione dei fornitori:
Materie
prime
Coralli grezzi
da lavorare
Conchiglie da
lavorare
Pietre
semipreziose
da lavorare
Pietre
preziose
Ubicazione del fornitore
Locale Nazionale Estero
Senza
prevalenza
Totale
47,2% 17,0% 11,3% 24,5% 100%
35,3% 5,9% 52,9% 5,9% 100%
42,1% 26,3% 21,1% 10,5% 100%
45,4% 27,3% 27,3% 0 100%
Oro fino 62,5% 20,8% 1,4% 15,3% 100%
Cammei grezzi
da lavorare
Semilavorati
in corallo da
montare
Semilavorati di
conchiglie da
montare
Semilavorati in
pietre preziose
da montare
Semilavorati in
oro da montare
Locale Nazionale Estero
Senza
prevalenza
Totale
65,0% 15,0% 15,0% 5,0% 100%
82,2% 44,4% 0% 13,3% 100%
87,5% 3,2% 0% 9,3% 100%
70,0% 10,0% 2,5% 17,5% 100%
72,2% 19,4% 0% 8,4% 100%
Altri materiali 28,6% 14,3% 57,1% 0% 100%
Altri metalli
preziosi
71,9% 15,6% 3,2% 9,3% 100%
Benessere e qualità della vita
L’incrocio tra i dati demografici e quelli delle attività consente di avanzare
alcune importanti riflessioni sulle relazioni tra peso residenziale e attività
economiche. Il numero degli addetti, rapportato alla popolazione complessiva,
restituisce inoltre la potenzialità occupazionale locale, mostrando
in genere valori di incidenza molto bassi assestati intorno al 23%.
L’analisi dei dati relativi al reddito pro-capite degli abitanti di Torre del
Greco ha evidenziato che:
- il numero complessivo dei contribuenti rilevati dal Ministero Economia
e Finanze sono 43.313 mentre quelli con imposta netta versata
risultano essere 32.485;
- il reddito imponibile pro-capite risulta essere intorno a 10.920,00.
(Fonte dati: Comune di Torre del Greco)
Capacità d’innovazione delle imprese
Si tratta di un indicatore di output della ricerca (quindi più preciso di un
indicatore di puro input finanziario alla ricerca) e quindi di fenomeni che
sono direttamente collegati con la capacità di invenzione ed innovazione
manifestata dal contesto socio-economico; rappresenta quindi, un indicatore
significativo non soltanto nelle ricerche di economia industriale,
ma anche nelle ricerche sul posizionamento competitivo delle città.
Il grado d’innovazione delle imprese è stato misurato attraverso le certificazioni
di qualità.
Le aziende certificate presenti sul territorio di Torre del Greco possono
essere raggruppate secondo le due principali tipologie di certificazioni
accreditate dalla Sincert (Associazione italiana di accreditamento degli
organismi di certificazione dei prodotti, di sistemi di qualità aziendali
e di personale) e precisamente in base alla normativa ISO 9000 e ISO
14001. La certificazione ISO 9000 è un sistema di gestione qualità di
base che può essere usato in aziende di ogni dimensione, ovunque
nel mondo. La certificazione a ISO 9000 offre la prova obiettiva che
un’azienda ha implementato un efficace sistema di gestione qualità e
che soddisfa tutti i requisiti delle norme applicabili. La ISO 14001 è una
norma internazionale di carattere volontario, applicabile a tutte le tipologie
di imprese, che definisce come deve essere sviluppato un efficace
sistema di gestione ambientale. La certificazione ISO 14001 rilasciata da
un organismo indipendente accreditato dimostra l’impegno concreto
20
I FATTORI DETERMINANTI
dell’impresa nel minimizzare l’impatto ambientale dei processi, prodotti
e servizi e attesta l’affidabilità del sistema di gestione ambientale
applicato. Su un totale di 3.798 aziende quelle in possesso della certificazione
ISO 9000 sono 51 mentre quelle in possesso di certificazione
ISO 14001 sono 5 e rappresentano solo l’1,5% del totale.
Il grafico che segue esplicita i settori di produzione in cui sono presenti
aziende certificate:
Tipologia aziende in possesso di certificazione ISO 9000
Settore di
produzione
Produzione
accessori nautici
n°
aziende
Settore di produzione
n° aziende
1 Albergo 1
Settore stampe 1 Imprese informatiche 3
Produzione
alluminio e ferro
Produzione
meccanica
Produzione
prodotti nautici
2
Imprese di
progettazione
1 Imprese di servizi 2
1 Imprese di formazione 5
Imprese edili 17 Laboratori analisi 9
Commercio 2
Autorimesse e gestione
rifiuti
Tipologia aziende in possesso di certificazione ISO 14001
Settore di
produzione
Produzione
apparecchi elettrici
n°
aziende
Settore di produzione
1
5
n° aziende
1 Impresa edile 1
albergo 1 Autorimesse e rifiuti 2
L’istruzione
L’indicatore relativo al livello di istruzione consente di evidenziare il grado
di istruzione della popolazione e verificare il relativo miglioramento nel
tempo; esso rappresenta l’incidenza delle persone prive di titolo di studio
sulla popolazione residente e l’incidenza dei diversi titoli di istruzione sulla
stessa. L’indicatore del livello di istruzione della popolazione residente
è, allo stesso tempo, indice della ricchezza culturale ed indicatore di performance
economica, in quanto presupposto della capacità di innovazione
e di gestione di funzioni ad alta gamma, la quale è condizionata dalla
disponibilità di capitale umano ad alto livello di qualificazione.
Di seguito vengono riportate le risultanze scaturite dai censimenti
1981 - 2001 riferite al grado d’istruzione della popolazione.
Grado di
istruzione
Popolazione residente per grado di istruzione
1981 1991 2001
Laurea 1.634 2.325 4.361
Diploma 8.271 14.785 19.122
Licenza media 19.778 29.031 25.758
Licenza
elementare
Alfabeti senza
titolo
37.659 29.123 22.189
20.359 14.768 10.702
Analfabeti < 45 943 < 65 1.700 < 65 1.971
analfabeti > 45 3.220 > 65 1.222 > 65 1.190
40.000
30.000
20.000
10.000
TOTALE 91.864 92.954 82.132
0
Popolazione residente per grado d'istruzione
1981 1991 2001
la u r e a
d ip lo m a
lic e n z a m e d ia
lic e n z a e le m e n ta r e
a lfab e ti s e n z a tito lo
a n a lfab e ti
a n a lfab e ti
Nel comune di Torre del Greco il livello di istruzione è in progressivo
aumento. La dinamica di riduzione della quota di popolazione priva di
titolo di studio e di incremento della popolazione con gradi più elevati
di istruzione si presenta come una tendenza ormai consolidata.
Il servizio di istruzione statale viene garantito da nove direzioni didattiche,
sei scuole secondarie di 1° grado, un istituto comprensivo, sei istituti
secondari di 2° grado. L’offerta del servizio scolastico è integrato dalla
presenza di quindici scuole private dell’infanzia e primarie e due istituti
privati di istruzione secondaria di 2° grado.
A Torre del Greco è stata recentemente inaugurata inoltre la Facoltà di
Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali - Corso di Laurea Biologia delle
Produzioni Marine dell’Università Federico II di Napoli presso il Complesso
ex Mulini Marzoli.
Inoltre è stato istituito anche il Corso di Laurea in Economia delle Istituzioni,
delle Amministrazioni Pubbliche e delle Organizzazioni Non Profit
(corrispondente al preesistente Diploma in Economia e gestione delle
Imprese Cooperative e Organizzazioni non profit) classe delle lauree in
Scienze Economiche.
Infine è stata istituita della Scuola Artigiana Torrese Emiddio Mele con il
fine di salvaguardare la secolare tradizione dell’artigianato locale.
POPOLAZIONE SCOLASTICA
Anno
scolastico
Scuola
dell’infanzia
Scuola primaria
Secondaria di 1°
grado
Secondaria di 2°
grado
Statali Private Statali Private Statali Private Statali Private
1989/90 2523 700 7374 1181 6013 4948
1994/95 2320 982 6500 1069 5000 48 4989
2000/01 2437 814 5242 825 4061 18 4459 142
2004/05 2394 934 4814 846 3853 0 4067 102
Il settore pesca, molluschicoltura e il movimento navi
La pesca
La flotta da pesca campana ha registrato, nel corso degli anni, un ridimensionamento
che ha riguardato maggiormente i sistemi di pesca a
maggiore produttività, quali strascico e circuizione.
Il sistema pesca nell’area torrese si compone principalmente di natanti
che hanno autorizzazioni per più attrezzi di pesca ed interessa particolarmente
natanti di piccole dimensioni caratterizzati da limitata capacità
di spostamento. Tra i sistemi di pesca impiegati, la rete a strascico è
presente in oltre il 50% dei casi.
Il il 73% dei natanti di questo segmento rientra nella classe di stazza
21
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
inferiore alle 10 tonnellate di stazza lorda. Il 24% rientra nella classe di
tsl compreso tra 10 e 50 unità di tonnellaggio, mentre solo 4 battelli
ricadono nella classe di stazza 51 -100 tsl.
Nella Tabella seguente viene riportata la composizione della flotta peschereccia
campana per compartimenti marittimi, con l’esclusione della
circuizione tonniera.
Compartimenti
Valori
assoluti
N. batt. TSL Kw
%
Valori
assoluti
Napoli 543 33,64 3.029,45 29,78 26.344,65
Torre del Greco 109 6,75 1.848,77 18,17 9.750,86
Salerno 746 46,22 3.091,00 38,35 33.897,50
Castellammare di
Stabia
216 13,38 1.393,17 13,70 11.333,53
Totale 1614 100,00 10.172,39 100,00 81.326,54
Il compartimento di Torre del Greco raggruppa una flotta di 109 natanti,
corrispondenti al 6,75% dell’intera flotta campana. Il tonnellaggio, pari
a 1.848 tonnellate di stazza lorda, risulta invece piuttosto elevato. I pescherecci
strascicanti (tsl medio pari a 48 unità), rappresentano, per tonnellaggio
impegnato, il 79% dell’intera flotta compartimentale, mentre
a livello regionale, nel segmento di riferimento, pesano per il 54% della
stazza complessiva. Il segmento della piccola pesca prevale per numero
di unità produttive impegnate, pari al 62,4% della flotta torrese.
Di seguito alcuni dati significativi sulle attività legate alla pesca ed alla
cantieristica:
%
Il movimento navi
Il movimento navi è legato alla presenza nella provincia di Napoli di
numerosi porti, questi come tutte le opere marittime litoranee hanno
un notevole effetto sulle dinamiche costiere in quanto, interrompendo
il flusso lungo costa, modificano l’evoluzione tipica dei fondali nel corso
del tempo, con conseguente innesco o accentuazione dei fenomeni
erosivi. Inoltre rappresentano punti di riflessione e/o diffrazione delle
onde, modificando di fatto i fenomeni di trasporto e sedimentazione legati
al campo ondoso esistente prima della realizzazione dell’opera. Un
porto può rappresentare talvolta una potenziale fonte di inquinamento
delle acque, in considerazione della non intercettazione di acque di scarico
e della scarsa ossigenazione dei fondali inquinati.
Il movimento navi, dove è molto consistente provoca delle modifiche
locali al moto ondoso; al traffico marittimo è legato il diffuso fenomeno
di abbandono di rifiuti in mare, la presenza di idrocarburi ed i fenomeni
di inquinamento acustico in direzione dei fondali, oltre alle emissioni di
inquinanti in atmosfera. I dati sulla portualità torrese sono riportati nella
seguente tabella (Fonte dati: Ministero delle Infrastrutture e trasporti
– Capitaneria di Porto di Torre del Greco):
Caratteristiche e dati relativi al porto di Torre del Greco
Servizi disponibili
Officine meccaniche, cantieri
navali, negozi, ecc
Indicatore
Quantità
Parcheggi auto 80
N cooperative pescatori 3
N. addetti 90
Pescatori autorizzati 1000
Superficie destinata a campocoltura (mq) 539.000
Cantieri 7
Addetti Cantieri 52
Officine meccaniche 5
Addetti officine meccaniche 16
Dimensione specchio d’acqua 77.000mq
n. posti barca da diporto 434
N° posti barca da pesca 30
La molluschicoltura
Negli specchi di acqua inclusi nella classificazione “B”, rientra l’area antistante
il porto di Torre del Greco per cui i mitili, prima di essere consumati,
devono subire il processo di depurazione e stabulazione.
Nelle area di Torre del Greco si concentra una produzione pari a 250
quintali. A tali stima occorre aggiungere il prodotto immesso sul mercato
abusivamente senza controlli né sanitari né fiscali, che risulta difficile
da quantificare. Le coltivazioni abusive locali risultano concentrate
prevalentemente in provincia di Napoli e, in particolare, nelle zone di
Pozzuoli, Torre del Greco, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.
La mitilicoltura si fa intensiva lungo le coste antistanti Torre Annunziata
e Torre del Greco dove, l’ottimo sapore dei mitili spesso non corrisponde
ad una buona qualità sanitaria del prodotto che và comunque depurato
prima di essere consumato. (Fonte RSA Provincia 2003)
22
I FATTORI DETERMINANTI
2.1.4 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione / Obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
TREND
FONTE
Variazione
demografica
D
Informa sul grado di congestione dell’area
urbana; è utile soprattutto
come riferimento ad altre realtà locali
+
Istat -
Comune di Torre del
Greco
Struttura della
popolazione
D
Permette, attraverso diversi indici di
struttura, di valutare il peso delle diversi
componenti della popolazione, suddivisa per
fasce di età,sesso e stato civile
+
Istat -
Comune di Torre del
Greco
Dinamica
demografica
D
Evidenzia l’andamento della popolazione
residente nell’ultimo anno
+
Istat -
Comune di Torre del
Greco
Saldo naturale e
migratorio
D
Consente di individuare lo scarto tra natalità
e mortalità annua nonché la differenza tra il
numero di individui immigrati ed il numero
di individui emigrati
+
Istat -
Comune di Torre del
Greco
Cittadini
stranieri
immigrati
D/R
Indica l’incidenza degli immigrati non
italiani sulla popolazione residente e il peso
delle diverse comunità
+ / -
Istat -
Comune di Torre del
Greco
Livello di
istruzione
D/S
Esprime l’incidenza delle persone prive di
titolo di studio e il peso dei diversi gradi di
istruzione
+
Istat -
Comune di Torre del
Greco
Dinamiche
occupazionali
D
Consente di rilevare la popolazione attiva
rispetto a quella residente
+ / -
Istat -
Comune di Torre del
Greco
Tendenze
attività
economiche
D
Conoscere le tipologie e l’evoluzione delle
imprese e degli addetti + / -
Istat - Comune di
Torre del Greco
– Camera di
Commercio di Napoli
Aziende
certificate
R
Propensione delle aziende ad un
atteggiamento positivo di gestione della
qualità di base e ambientale
+ Dati Sincert
Reddito procapite
medio
S
Conoscere lo stato di benessere della
comunità
+ / -
MEF+
Comune di Torre del
Greco
23
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
2.2 Agricoltura
2.2.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle
criticità
Tra le attività economiche, l’agricoltura rappresenta un’attività di grande
impatto sia sul paesaggio naturale sia sulle risorse ambientali (suolo,
sottosuolo, acqua, aria, ecc).
Il rapporto fra agricoltura ed ambiente risulta essere, quindi, estremamente
complesso:
- da un lato i suoli agricoli subiscono la competizione per altri usi settoriali
(ad esempio, per l’industria o per i trasporti) e le conseguenze
estreme di tali usi;
- dall’altro l’agricoltura è considerata una delle più potenti fonti di pressione
sulle matrici ambientali in quanto determina la conservazione
e la trasformazione del paesaggio e della biodiversità a secondo del
tipo di coltura praticata e delle tecniche colturali ed infine introduce
sostanze, quali gli antiparassitari e i fertilizzanti, che possono modificare
la qualità del suolo e delle acque.
Nel contempo - soprattutto grazie alle politiche agricole degli ultimi
vent’anni orientate allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, cioè in
grado di mantenere una buona capacità di produzione e di fornire contemporaneamente
servizi e beni ambientali - l’agricoltura ricopre un
ruolo rilevante nel sostenere processi positivi per l’ambiente quali, ad
esempio, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la riduzione dell’inquinamento,
il degrado ambientale e il sostegno alla biodiversità.
La politica di settore, a partire da quella comunitaria, tende quindi ad
orientarsi sempre più verso forme di integrazione degli obiettivi economici
ed ambientali, promosse anche attraverso forme di sostegno
finanziario ed incentivi.
Per quanto riguarda il territorio locale, Torre del Greco, come tutta l’area
vesuviana ha una forte vocazione agricola favorita dal clima mite e dalla
fertilità del terreno.
Nonostante la contrazione del numero delle aziende agricole verificatesi
negli ultimi trenta anni, lo sviluppo agricolo è fiorente ed occupa
tutt’ora una fetta importante dell’economia torrese.
La maggior parte del territorio agricolo viene coltivato con tecniche
convenzionali con un cospicuo consumo di concimi azotati, prodotti
chimici per la difesa fitosanitaria e lavorazioni meccaniche intensive.
Tali pratiche hanno portato ad una progressiva degenerazione “biologico
- naturalistica” dell’agroecosistema, determinando una progressiva
perdita di biodiveristà.
Dal punto di vista delle colture i dati Istat hanno evidenziato una prevalenza
delle produzioni agricole di tipo seminativo e l’assenza di superficie
destinata ad allevamenti zootecnici.
Il 90% delle aziende agricole utilizzano manodopera prevalentemente
e/o esclusivamente familiare.
Da segnalare anche la presenza di una fiorente coltivazione in serra
specializzata soprattutto nella produzione di fiori.
Le informazioni disponibili ed in particolare i dati dei diversi censimenti
dell’Istat sull’agricoltura, consentono di elaborare alcuni degli indicatori
di maggiore significato, relativi al numero, all’estensione della superficie
delle aziende agricole e delle diverse colture praticate sul territorio
di Torre del Greco, che nell’insieme consentono di fornire un primo, ma
puntuale, quadro di valutazione.
2.2.2 L’utilizzazione dei terreni agricoli
Un primo indicatore cui fare riferimento per una conoscenza del “peso”
della produzione agricola sul territorio comunale è l’indice di destinazione
agricola del suolo che permette di misurare l’incidenza della
superficie agricola aziendale sull’insieme della superficie del territorio
preso in esame. La superficie agricola rappresenta il 29% della superficie
complessiva del Comune di Torre del Greco, che si caratterizza,
quindi, come un territorio fortemente urbanizzato soprattutto anche
in confronto al dato provinciale (39%) e quello regionale (65%) (Fonte:
censimento ISTAT 2000, nostra elaborazione).
Superficie territoriale (in Ha)
Regione
Campania
Provincia
di Napoli
Comune
di Torre
del Greco
Regione
Campania
SAT
Provincia
di Napoli
Comune
di Torre
del Greco
1.358.968 117.131 3.066 878.519 45.391 891,89
Il numero di aziende agricole, la superficie agricola totale (SAT) e la superficie
agricola utilizzata (SAU) rappresentano le variabili principali
che caratterizzano l’agricoltura a Torre del Greco.
La superficie agricola utilizzata rappresenta la quota dei terreni destinati
alle coltivazioni.
Il dato SAU/SAT risulta essere un ottimo indicatore ambientale in quanto
ci informa indirettamente circa l’inquinamento del suolo; infatti dalla
sua evoluzione si deduce l’impatto che le aziende agricole esercitano
sull’ambiente, sull’uso del suolo e sul suo sfruttamento.
Notizie generali agricoltura
Dati riferiti alle aziende 1981 1991 2001
Numero totale 1.588 1.650 1.220
Superficie agricola totale (Ha) 827,85 678,77 892,00
2 .0 0 0
1 .5 0 0
1 .0 0 0
5 0 0
0
L e a zie nde
1981 1991 2001
N° Tot.
Superf. Agr. Utilizz. (Ha)
Le aziende agricole rilevate alla data del V° censimento generale dell’agricoltura
(2001) sono 1.220.
La superficie agricola totale è di 891,89 ha mentre la superficie agricola
utilizzata è di 411,29 ha rappresentando il 46% della superficie totale.
Superficie
agricola
utilizzata (sau)
Superficie agricola comunale
Boschi
Altra superficie
Superficie
agricola totale
(sat)
411,29 390,26 90,34 891,89
24
I FATTORI DETERMINANTI
Molto interessante è il dato relativo alla superficie totale (SAT) per forma di
conduzione dell’azienda, dove si evince che la superficie totale in ha condotta
direttamente dal coltivatore e dalla sua famiglia rappresenta il 59%
sul totale mentre la superficie totale in ha condotta con salariati è del 38%.
Superficie totale in ha per forma di conduzione aziende agricole
La superficie agricola utilizzata è destinata per il 76% a seminativi e per
la differenza a coltivazioni arboree e prati.
Seminativi
Destinazione superficie agricola comunale
Coltivazioni
legnose agrarie
Prati e pascoli
Sup. Agricola
Utilizzata (SAU)
312,90 98,08 0,31 411,29
Con solo
manodopera
familiare
Con
manodopera
familiare
prevalente
Con
manodopera
extrafamiliare
prevalente
Conduzione con
salariati
292,94 232,23 29,79 332,14
L’analisi di questi dati ci mostra una attività agricola che riguarda il 46%
della superficie agricola totale, mentre il 44% della stessa è destinato a
boschi. Questo secondo dato è interessante non tanto dal punto di vista
dell’economia agraria, che lo considera negativamente in quanto evidenzia
l’incapacità del settore agricolo di produrre redditi attraverso l’utilizzo
della superficie aziendale a scopi agricoli, ma in termini di sostenibilità
complessiva di un territorio per la quale assume altra rilevanza. In termini
sintetici, infatti, questa considerazione può essere riassunta in percentuale
di mq di bosco per abitante. Il Comune di Torre del Greco ha 43 (elaborazione
su dati censimento 2001) mq di bosco per abitante contro i 25
della Provincia di Napoli, i 447 della Regione Campania e i 989 Italia (fonte
Relazione sullo stato dell’ambiente Provincia di Napoli).
Nella tabella seguente vengono riportati i dati relativi al numero di addetti
in agricoltura e numero di giornate di lavoro, in termini assoluti e
per ettaro di SAU, nel comune di Torre del Greco.
Fonte RSA 2001 Provincia di Napoli
Comune
Sau (ha)
Addetti in agric.
(n)
Addetti agric. per
ettaro di SAU
Giornate di
lavoro (n)
Giorn. di
lavoro per
ettaro di SAU
T. del Greco 411.29 3.110 7.6 341.770 831
La forma prevalente di conduzione delle aziende agricole è quella a conduzione
diretta del coltivatore e della sua famiglia con una percentuale
sul totale delle aziende presenti sul territorio comunale vicino al 90%.
Con solo
manodopera
familiare
N° aziende per forma di conduzione aziende agricole
Con manodop.
familiare prevalente
Con manodop.
extrafamiliare
prevalente
Conduzione con
salariati
760 405 46 7
La superficie agricola utilizzata è destinata per la quasi totalità a colture
convenzionali. Infatti la SAU coltivata con metodi biologici, intesi come
sistema produttivo che tende a valorizzare non solo le risorse naturali (attraverso
la rinuncia di fertilizzanti e pesticidi chimici) ma anche le risorse
sociali e ambientali rispettando i ritmi e le leggi della natura, è percentualmente
marginale (non ci sono aziende biologiche).
Tra le tipologie di colture, un ruolo rilevante è ricoperto dalle coltivazioni
in serra che interessano il 40% dell’intera Superficie Agricola Utilizzata.
Aziende
floricole
Tipologia aziende coltivazioni in serra
Aziende orticole
Aziende
ortofloricole
Aziende totale
350 60 60 470
Superficie a
fiori
500
400
300
200
100
0
TAB. VII – Superficie coltivazioni in serra in ha
Superficie ad
ortaggi
Altro
Superficie
totale
140 20 5 165
165,00
S UP ER FIC IE C OL T IV A T A A
S ER R A
246,29
S UP ER FIC IE C ON
C OL T IV A Z IONE
T R A DIZ IONA L E
411,29
T OT A L E
L’analisi dei dati del censimento del Comune di Torre del Greco denota
un’agricoltura basata su piccole aziende che praticano attività intensive
principalmente legate a colture ortive e arboricoltura da frutto. Approfondendo
una valutazione del dato quantitativo si può leggere la
“qualità” di queste attività agricole nei seguenti termini: 1) l’ordinamento
produttivo e l’intensità della produzione agricola 2), la dimensione
aziendale media, 3) il tipo di meccanizzazione, 4) le risorse idriche.
25
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
2.2.3 Il florovivaismo
Il florovivavismo, comparto dell’agricoltura che comprende le attività
di “florocoltura”, legate alla commercializzazione di fiori recisi, foglie e
piante ornamentali, bulbose, piante da esterno, nonché le attività “vivaistiche”,
volte alla produzione di materiale floricolo (semi e talee, piante
da fiori recisi, piante intere da interno e da esterno e non floricolo (materiale
di propagazione per culture arboree, per colture ortive e piante
in piena aria da frutto e da bosco), rappresenta il 5% della produzione
agricola nazionale e contribuisce per il 23% alla formazione della produzione
florovivaistica europea.
Dal censimento dell’agricoltura del 2000, si evince che:
60%
40%
20%
0%
Fascia costiera e Pompeiano Stabiese
Agro sarnese nocerinoe Piana del Sele
Altre province
Aziende florovivaistiche in Italia
Aziende totali n. Sup. totale Tipologia
19.000 12.600 ha
In piena aria
Protetti
7.200 5.400
Al primo posto si colloca la Liguria con il 30% delle aziende ed il 21%
delle superfici, segue la Campania con 2300 aziende ed una superficie
intorno ai 1200 ha, al terzo ed al quarto posto, rispettivamente la Toscana
e la Lombardia, con 2000 aziende e 1200 ha , per la Toscana , e 1400
aziende e 1330 ha per la Lombardia.
Nel 2004, secondo gli operatori del settore, le aziende attive, nell’intera
filiera Florovivaistica erano circa 30.000, gli addetti alla lavorazione circa
150.000, la produzione raggiungeva circa i 1.550 Meuro. La Campania
si confermava tra le regioni di maggior rilievo a livello nazionale, ed in
particolare, contava:
Aziende florovivaistiche in Campania – anno 2004
Aziende n. 4000
Addetti n. 20.000
Superficie ha 1500
Produzione
310 Meuro
La Campania ha il primato nella produzione di fiori recisi tradizionali,
garofani, rose, crisantemi lilium,gladioli, ugualmente elevata la performance
relativa alla produzione di piante in vaso. Le coltivazioni hanno
assunto carattere intensivo, con oltre il 67% della produzione in superficie
protetta da serre; particolare rilievo sta assumendo la diffusione di
coltivazione fuori suolo, che attualmente occupa circa 20 ha ed è destinata
alla produzione di rose e gerbere.
La produzione florovivaistica campana si sta diffondendo, oltre che nelle
aree tradizionalmente vocate, come l’area costiera vesuviana, l’area
Stabiese-Pompeiana, e quella Boschese ed Agro Nocerino - Sarnese ,
anche in alcune aree della provincia di Avellino e Benevento.
Fonte: Imprese e Occupazione - I profili professionali utili allo sviluppo
– Costa del Vesuvio –2004 Tess, Patto del Miglio D’Oro
Torre del Greco, nel 2000 contava n. 480 aziende di piccola o media dimensione,
con superficie inferiore o uguale ad 1 Ha ed era collocata al
secondo posto tra i comuni della provincia in termini di “produzione
lorda vendibile agricola”, per il comparto florovivaistico. In particolare
esistono 349 aziende floricole specializzate, 64 aziende ortofloricole e
67 aziende orticole.
Le caratteristiche del comparto florovivaistico di Torre del Greco sono
individuabili nella:
- sup. territoriale: oltre i 220 Ha di cui 180 coltivate con specie orto-floricole;
- assoluta preminenza sia in termini numerici che economici del comparto
sull’intero comparto agricolo torrese, circa 50 miliardi del comparto
floricolo e circa 2 miliardi quello orticolo.
- un numero di addetti, tra produzione ed indotto, calcolato nello stesso
anno, superiore a 2000 unità;
- l’espansione della serricoltura pari a 175 Ha, pari al 97% della superficie
complessivamente investita. Le aziende sono prevalentemente
a gestione familiare e si servono, per lo più, di lavoratori stagionali,
impiegati unicamente per esigenze di punta, la produzione è passata,
nel corso degli anni dalla monocultura del garofano, alla coltura di
garofani, gerbere e crisantemi. L’attività pur essendo stata soggetta
ad un andamento sfavorevole in seguito all’effetto negativo dell’andamento
economico globale, aggravato dall’esistenza di alcune
problematiche legate all’inadeguatezza strutturale ed organizzativa
del territorio, è caratterizzata da un elevato dinamismo, prova ne è la
nascita di un sempre maggior numero di associazioni e cooperative.
26
I FATTORI DETERMINANTI
2.2.4 Ordinamento produttivo e intensità della produzione
agricola
La superficie agricola utilizzata è destinata per il 76% a seminativi e per
la differenza a coltivazioni arboree e prati.
Per quanto riguarda i seminativi abbiamo che il 71% delle aziende (762
su 1079) hanno coltivazioni ortive per 116,01 Ha. Per quanto riguarda le
coltivazioni legnose agrarie abbiamo 303 aziende con vite (50,79 Ha),
303 aziende con olivo (0,76 Ha), 220 aziende con agrumi (24,22 Ha), 147
aziende con fruttiferi (21,81 Ha).
Le colture permanenti, costituite per la quasi totalità da colture legnose
agrarie, occupano il 24% della superficie agricola utilizzata, in controtendenza
rispetto al dato provinciale che ha 63% di colture legnose
che superano di gran lunga i seminativi (36%) (fonte RSA, Provincia di
Napoli 2001). Per il resto si conferma il dato provinciale dove le colture
più rappresentate sono gli arboreti da frutto e, tra i seminativi, le colture
ortive intensive. Dal punto di vista ambientale queste informazioni
hanno una duplice lettura: da un lato la presenza di colture arboree,
seppure intensive e in gran parte specializzate, rappresenta un fattore
positivo dal punto di vista della salvaguardia degli equilibri del suolo e
del paesaggio, dall’altro la forte presenza di colture intensive come le
ortive è un dato che denota certamente una pressione rilevante delle
attività agricole sull’ambiente. All’intensività delle produzioni orticole
va aggiunto, poi, quello delle coltivazioni in serra che interessano il 40%
dell’intera Superficie Agricola Utilizzata.
Queste considerazioni vanno, infine, contestualizzate nell’ambito della
deliberazione n. 700 del 18 febbraio 2003 della Regione Campania che
individua le Zone Vulnerabili all’inquinamento da nitrati di origine agricola
(ZV) della Campania, nelle quali rientra anche il Comune di Torre
del Greco. Infine nel territorio vesuviano emerge la coltivazione delle
albicocche (oltre cento varietà) che contribuiscono all’80% della produzione
nazionale e la coltivazione dei pomodorini del “piennolo”.
Per la ricchezza di varietà dell’albicocca e per i sistemi di coltivazione
ancora di tipo tradizionale, è stato richiesto per l’albicocca vesuviana il
riconoscimento comunitario del marchio IGP (Indicazione Geografica
Protetta). Fonte Camera di Commercio di Napoli, Rapporto sui prodotti
tipici locali.
Produzione enologica
La produzione enologica costituisce ancora oggi una voce importante
nel bilancio dei comuni vesuviani posti lungo il versante orientale
e quello meridionale; i filari rappresentano tuttora una componente
essenziale del contesto vesuviano che da sempre ha contribuito a strutturarne
il paesaggio.
In particolare vengono coltivate l’uva falanghina dal quale si ricava il
rinomato Lacrima Christi (vino DOC dal 1983) prodotto nelle tipologie
bianco (vitigni di coda di volpe per l’80% più greco e falanghina in una
percentuale massima del 20%), Rosato e Rosso, ottenuti da uve piedirosso,
sciascinoso (80%) e aglianico (20 %).
Al fine di offrire un prodotto tipico valorizzando al tempo stesso le risorse
del territorio, in Campania sono state istituite diverse Strade del
Vino. Le Strade del Vino rappresentano infatti percorsi integrati di tutela
e promozione dei vigneti e delle cantine al fine di valorizzare i territori
ad alta vocazione viti-vinicola: nel territorio vesuviano è stata istituita la
“Strada del vino e dei prodotti tipici del Vesuvio”.
Dimensione aziendale media
Le aziende del Comune di Torre del Greco si caratterizzano come piccolissime
aziende. Del totale delle aziende, infatti, l’89% ha meno di un
ettaro mentre circa il 10% ha una superficie aziendale compresa fra 1
e 5 Ha.
Senza
superficie
Meno
di 1
ha
1-2 2-5
5-
10
10-
20
20-
50
50-
100
Oltre
100
Totale
\\ 1088 98 31 1 1 \\ \\ \\ 1220
Per quanto rigurda il dato medio abbiamo, quindi, una superficie aziendale
media di 0,73 ha, contro l’1.05 della Provincia di Napoli e il 3,53
della Campania.
Aziende
(numero)
Superficie
totale (ettari)
Sup. agricola
utilizzata (ettari)
Torre del Greco 1.220 891,89 411,29
Provincia di
Napoli
43.031 45.390,97 35.081,88
Campania 248.932 878.518,86 588.200,77
Tipo di Meccanizzazione
Associato alla grande frammentazione aziendale del Comune di Torre
del Greco c’è il problema della meccanizzazione delle aziende. Pur
avendo infatti un numero elevato di piccole aziende, il 65% di esse
gestisce la produzione agricola con mezzi propri, pur constatando un
contoterzismo che riguarda circa la metà delle aziende (45%). Dal punto
di vista delle relazioni interaziendali, va segnalato la pressochè inconsistenza
della comproprietà (2%).
Aziende con Mezzi
Irrigazione
Aziende con mezzi
forniti da terzi
Aziende con mezzi
in comproprietà
803 554 34
L’ultimo aspetto analizzato tenuto conto dell’intensività delle colture
del Comune di Torre del Greco è l’impatto sulla risorsa idrica. Le aziende
agricole basano il loro approvvigionamento idrico principalmente
sulle acque sotterranee (44%) e in percentuale minore ma comunque
rilevante sull’acquedotto (34%). Soltanto il 20% delle aziende ha un sistema
di raccolta delle acque piovane mentre è inesistente l’approvvigionamento
da impianti di depurazione.
Regione
Campania
Provincia di
Napoli
Acquedotto
Acque sotterranee
Corsi d’acqua
superficiali
Laghi naturali e
laghetti artificiali
Impianto di
depurazione
Raccolta acque
pluviali
13.261 43.673 15.344 1.069 116 8.553
2.757 13564 585 19 17 3102
Torre del Greco 420 535 3 2 1 244
27
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
2.2.5 Fertilizzanti e fitofarmaci distribuiti al consumo
I fertilizzanti sono definiti come le sostanze che, per il loro contenuto
in elementi nutritivi oppure per le loro caratteristiche chimiche, fisiche
e biologiche contribuiscono al miglioramento della fertilità del terreno
agrario o comunque al migliore sviluppo delle piante coltivate. Questi
prodotti comprendono concimi, ammendanti e correttivi. L’uso non razionale
di queste sostanze può comportare notevoli problemi dal punto
di vista dell’inquinamento dell’ambiente. I danni più sensibili possono
derivare da un aumento dei nitrati nelle acque sotterranee fino ad
un livello che ne pregiudica la potabilità; inoltre elevate quantità di sostanze
nutritive (in particolare fosforo e azoto) concentrate nelle acque
per effetto di lisciviazione e scorrimento, contribuiscono ad aumentare
l’intensità dei processi di eutrofizzazione. Inquinamenti possono anche
derivare da sostanze non desiderate, senza potere fertilizzante, contenute
in prodotti fertilizzanti che si ottengono dal trattamento dei rifiuti
(quali molti ammendanti, compost da trattamento dei rifiuti solidi urbani,
concimi organici azotati costituiti da rifiuti di macellazione, distillazione,
industria tessile).
L’agricoltura dell’area Vesuviana costiera esercita forti pressioni sull’ambiente,
anche se caratterizzata da una superficie aziendale estremamente
ridotta. Ciò dipende dall’orientamento prevalente ai seminativi
e da un’elevata incidenza delle colture floricole in serra, caratterizzate
da fortissimi impieghi di prodotti chimici e da un notevole impatto sul
paesaggio.
I punti di rivendita in Provincia di Napoli sono 181 (dati forniti dalle
CCIAA), mentre a Torre del Greco sono 3. Restano da definire i quantitativi
attinenti a ciascun punto di distribuzione. (RSA Provincia di
Napoli - 2003)
2.2.6 Il patrimonio zootecnico
La vocazione zootecnica è molto contenuta gli allevamenti presenti in
Provincia di Napoli rappresentano, infatti, solo il 7% delle aziende con
allevamenti presenti sull’intero territorio regionale e lo 0,6 % di quelli
presenti sull’intero territorio nazionale.
Nella tabella è riportato il numero di aziende con allevamenti Bovini,
Suini, Ovini, Caprini, Equini ed Avicoli, con relativo numero di capi di bestiame
allevati, per il Comune di Torre del Greco e per la Provincia di
Napoli. (RSA Provincia di Napoli – 2001)
Comune
Torre del
Greco
Tot.
Aziende
Aziende
Bovini Suini Ovini Caprini
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
38 4 31 4 177 0 0 4 24
Tab.:Numero di aziende con allevamenti equini e avicoli e relativo numero
di capi di bestiame- (RSA Provincia di Napoli – 2001)
Comune
Tot.
Aziende
Equini
Avicoli
Aziende Capi Aziende Capi
Torre del Greco 38 3 42 30 1020
28
I FATTORI DETERMINANTI
2.2.7 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
FONTE
Numero di aziende
agricole
D
Quantifica il numero di aziende effettivamente
destinate ad attività agricole produttive / uso
sostenibile del territorio, la protezione della
natura e della biodiversità, il mantenimento
dei livelli di produttività
+ / -
ISTAT – 5°
Censimento
generale
dell’Agricoltura
Superficie Agricola
Utilizzata (SAU)
D
Stima l’estensione di territorio effettivamente
destinato ad attività agricole produttive/ uso
sostenibile del territorio, la protezione della
natura e della biodiversità, mantenimento dei
livelli di produttività
+ / -
ISTAT – 5°
Censimento
generale
dell’Agricoltura
Rapporto SAU/SAT
D
Fornisce l’indicazione della quota di territorio
effettivamente destinata ad attività agricole
produttive rispetto alla superficie totale
territoriale/ uso sostenibile del territorio, la
protezione della natura e della biodiversità,
mantenimento dei livelli di produttività
+ / -
ISTAT – 5°
Censimento
generale
dell’Agricoltura
Destinazione della
superficie agricola
S/D
Indica l’incidenza e l’estensione delle principali
forme di utilizzazione dei terreni nonché delle
principali coltivazioni praticate / Valutare l’
impatto sulla qualità del suolo e delle acque
+ / -
ISTAT – 5°
Censimento
generale
dell’Agricoltura
Tipologia e forma di
conduzione imprese
agricole
S
Fornisce una descrizione della proprietà e
delle modalità di conduzione delle aziende
/ Valutare l’ impatto sulla qualità del suolo e
delle acque
+ / -
ISTAT – 5°
Censimento
generale
dell’Agricoltura
Incidenza
dell’agricoltura
biologica
R
Valuta lo sviluppo di pratiche agricole
innovative dal punto di vista ambientale
adottate sul territorio comunale/ promuovere
l’uso sostenibile del territorio
+ / -
ISTAT – 5°
Censimento
generale
dell’Agricoltura
Distribuzione dei
fertilizzanti per uso
agricolo
D
Fornisce informazioni sulle quantità di
fertilizzanti distribuiti per uso agricolo/
rispettare i limiti normativi e salvaguardare la
risorsa acqua e suolo
+ / -
RSA Provincia
di Napoli
Patrimonio
zootecnico e attività
zootecnica
S
Quantifica la pressione ambientale esercitata
dai capi di bestiame allevati/ uso sostenibile
del territorio
+ / -
RSA Provincia
di Napoli
29
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
2.3 Energia
2.3.1 Le caratteristiche del comparto e analisi delle criticità
Negli ultimi anni la domanda di energia in Italia sta subendo una continua
crescita: dopo l’aumento del 3,9% avvenuto tra il 2001 ed il 2003 i
consumi in valore assoluto registrano una nuova impennata e crescono
del 2,4% nel solo 2004 (in particolare a Sud, dove si registrano punte
del 7%).
Più contenuto l’aumento del dato medio procapite che passa da 1.123
kWh/ab a 1.139 kWh/ab. Analizzando la distribuzione geografica per
consumo pro capite, emerge piuttosto chiaramente un’allocazione dei
valori più alti nel Centro-Nord, tutte a Sud le province che, con meno di
1.000 kW/h pro capite, occupano le prime posizioni. Quindi il continuo
incremento della domanda energetica ed il peso che quest’ultima ricopre
sia in ambito ambientale che economico, pone il problema del
reperimento e della gestione delle fonti energetiche come una sfida di
importanza strategica cruciale per tutte le comunità. Accanto alle fonti
energetiche tradizionali si stanno facendo sempre più strada , come
alternative necessarie, le fonti rinnovabili quali quelle solari ed eoliche.
I comuni che in Italia dichiarano di avere installato pannelli fotovoltaici
sono in totale 35, mentre si fermano a 26 quelli che hanno puntato sugli
impianti solari termici. Ancora poco diffusi i meccanismi economici
di incentivazioni per l’adozione di misure di risparmio energetico e la
diffusione di energie rinnovabili, mentre vi è al momento un maggior
ricorso a strumenti di natura dispositiva e normativa, in particolare i regolamenti
edilizi.
2.3.2 La domanda di energia
Dai dati storici del fabbisogno energetico relativamente al periodo
1980-2004 si possono sinteticamente evidenziare quali siano i settori
che richiedono maggiore energia elettrica:
- il settore dell’ industria è il maggiore consumatore di energia
elettrica;
- il settore agricolo è in leggera crescita;
- il settore civile (residenziale e terziario) è in costante crescita;
- il settore dei trasposti non presenta una crescita
apprezzabile.
Inoltre il rapporto tra “domanda di picco” e “potenza disponibile” sulla
base dei dati storici dal 1997 al 2004 (Fonte Ministero delle Attività Produttive)
permette di vedere come il costante andamento in aumento
della domanda di picco negli ultimi anni abbia determinato una riduzione
del margine di sicurezza, tale da determinare i famosi “distacchi
programmati” dell’estate.
Negli ultimi anni, inoltre, la domanda di picco estiva si pone ormai allo
stesso livello di quella invernale (viceversa prima solitamente la domanda
di picco estiva era un po’ più bassa).
2.3.3 Consumi civili ed industriali
Le notevoli modifiche intervenute nel corso degli anni hanno anche determinato
un importante cambiamento nella composizione percentuale
del consumo tra i diversi utilizzatori; se nel 1977, infatti, i consumi industriali
erano preponderanti sugli altri, nel 2001 il primo posto è occupato
dai consumi domestici rappresentando questi 41,1% il del totale.
Consumi in Italia
Tipologia di consumi 1977 2001
Consumi industriali 44,6% 24,6%
Consumi domestici 39,1% 41,1%
Consumi terziario 15,8% 31,8%
Consumi agricoltura 0.5% 0,7%
In Campania i massimi consumi energetici sono, in linea con la tendenza
nazionale, da imputare al settore domestico. Nell’anno 2000, da fonte
GRTN, la Campania ha un impiego di energia elettrica totale pari a
14.348 GWh mentre la provincia di Napoli ha un impiego pari a 7.103
GWh così distribuiti.
Impieghi finali di energia elettrica (GWh) in Campania e nella Provincia
di Napoli (anno 2000) – Fonte GRTN
Agricoltura
Industria
Terziario
Domestici
TOTALE
Napoli 54 1.895 2.180 2.974 7.103
Campania 213 5.089 3.784 5.263 14.348
Nel comune di Torre del Greco sono pochi i dati che ci consentono di
comprendere la distribuzione del consumo energetico nei vari comparti.
Gli unici dati disponibili sono forniti dal gestore locale del gas. Di
seguito vengono mostrati i dati relativi al consumo di gas nel comune
di Torre del greco nel periodo che và dal 1999 al 2002:
Variazione dei consumi di gas in mc – anni 1999 e 2002
Individuali Collettivi Produttivi TOTALE
1999 4.143.742 1.165.994 3.344.068 9.107.733
2002 3.947.363 1.110.734 3.185.586 8.243.683
Variazione % -9,48%
Fonte Napoletanagas
Da tali dati si evince il consumo di Gas nel comune di Torre del Greco registra
nel periodo sopraindicato una contrazione stimabile intorno al 10%
mentre il consumo di gas naturale in Italia è cresciuto nel periodo 1996-
2000, passando da circa 56,2 miliardi di metri cubi a circa 70,4 miliardi, e
nello stesso periodo, il gas naturale è stata la fonte di energia primaria
con la crescita più rapida, aumentando in media del 5,8% ogni anno.
Inoltre nel comune di Torre del Greco l’impiego di tale fonte energetica
si concentra prevalentemente per uso individuale, dove viene impiegato
il 48% del gas totale. Tale valore risulta essere di circa dieci punti
maggiore della quota destinata al settore produttivo che rappresenta
il 39% del totale.
30
I FATTORI DETERMINANTI
Consumi di gas mc nel 2002
2.3.4 Il risparmio energetico: le azioni intraprese dal
Comune
39%
13%
Individuali Collettivi Produttivi
48%
Nell’ambito delle iniziative per il risparmio energetico si deve evidenziare
la valutazione dei benefici economici ed ambientali derivata dalla
istallazione di un impianto fotovoltaico posto sull’edificio comunale La
Salle. I benefici di un impianto di produzione di energia elettrica che
utilizza un impianto fotovoltaico consistono fondamentalmente in una
riduzione delle emissioni di anidride carbonica e in una riduzione del
costo dell’energia prodotta. Di seguito viene riportata la valutazione dei
benefici economici ed ambientali derivati dalla istallazione di un impianto
fotovoltaico sull’edificio comunale La Salle:
Distribuzione percentuale del consumo di gas a Torre del Greco - 2002
In provincia di Napoli il panorama cambia, infatti le utilizzazioni civili
rappresentano il 39% contro quelle industriali ferme al 37% (fonte Provincia
di Napoli).
Di seguito si riporta una tabella relativa ai consumi ed agli impianti relativi
agli anni 2004-2005 suddivisi per i diversi segmenti di consumo
(fonte Napoletanagas):
Comune di Torre del Greco
Consumi ed impianti - anni 2004 / 2005
Impianti
n.
Consumi
m3
Potenza
(KW)
Energia
prodotta
(KWh/anno)
Risparmio
annuo (€/
anno)
CO 2
evitata CO 2
evitata
in un anno in 20 anni
(tonn) (tonn)
Risparmio
energetico
(TEP/anno)
Risparmio
economico
annuo (%)
19,8 27.271 3.817,99 19,09 381,8 6 9,09
Fonte Comune di Torre del Greco
Come si evince dalla tabella l’istallazione di impianti fotovolatici per la
produzione di energia elettrica consente sia di ridurre l’impatto ambientale,
evitando l’emissione di 19,09 tonn di CO 2
in un anno, sia di
ottenere un risparmio economico pari 9,09% per KW prodotto.
anno
2004
anno
2005 anno 2004 anno 2005
Segmento
Amministratori di
Condominio 22 22 171.394 205.522
Gestori Calore 8 8 114.487 137.284
Industriale 35 36 722.236 866.047
Pubblica
Amministrazione 120 123 1.137.774 1.364.326
Residenziale 11.185 11.482 5.528.154 6.628.910
Soho - Piccolo
Terziario 206 211 381.493 457.455
Terziario 44 48 1.739.313 2.085.642
Totale 11.620 11.930 9.794.851 11.745.186
Consumo pro
capite 843 985
31
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
2.3.5 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte
Consumo di energia
procapite
P
Descrive il fabbisogno energetico
procapite/Riduzione dei consumi
+ / -
Comune di Torre del
Greco/Napoletanagas
Consumo di energia
per settori d’impiego
P
Descrive il fabbisogno energetico per
settore / diminuire l’impatto dell’uso di
energia sui cambiamenti climatici
+ / -
Comune di Torre del
Greco/Napoletanagas
Impiego da fonti
di energia (gas,
termoelettrica,
rinnovabile ect.)
P
Misura l’impiego di energia da dalle
diverse fonti energetiche primarie /
Utilizzo di fonte energetiche alternative
+
Comune di Torre del
Greco/Napoletanagas
N° Piani energetici
adottati
R
Definisce il grado di attuazione della
L 10/91/ Aumentare l’utilizzo di fonti
energetiche alternative
-
Comune di Torre del
Greco
N° Azioni comunali
per l’incentivazione
all’uso di energie
“pulite”
R
Descrive le azioni comunali per l’utilizzo
di fonti energetiche alternative /
Riduzione delle emissioni in atmosfera
dei gas serra
+
Comune di Torre del
Greco
32
I FATTORI DETERMINANTI
2.4 Trasporti
2.4.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle criticità
La dotazione infra-strutturale costituisce una condizione necessaria per
il miglioramento della competitività e dell’attrattività di un territorio. Un
buon livello quali - quantitativo di essa rappresenta un fattore determinante
per la localizzazione dei flussi di investimento e di lavoro e garantisce
un livello di vita soddisfacente a tutti i fruitori del territorio, cittadini,
lavoratori pendolari, turisti. Nel tempo stesso però, la realizzazione
disequilibrata del sistema infrastrutturale, il traffico prodotto dai veicoli
motorizzati ed il crescente ricorso ai mezzi privati, è individuabile come
una delle maggiori cause determinanti la produzione di fonti di pressione
sull’ambiente - inquinanti atmosferici, rumore, incidentalità, congestione,
consumo di carburanti, occupazione di spazio urbano, intrusione
visiva, fattori con forti ripercussioni sulla salute del cittadino.
Dal libro Bianco sui trasporti dell’Unione Europea e da studi condotti da
Enti specializzati nel settore (UITP, Enea, etc) si deduce che:
- Circa un terzo dei consumi finali di energia è imputabile ai trasporti,
tale valore è cresciuto del 21% tra il 1990 ed il 1999, del 23% in Italia;
ed è inversamente proporzionale alla densità abitativa.
- Le emissioni di CO 2
prodotte dai trasporti sono cresciute del 18% tra il
1990 ed il 1999, fino a costituire il 29% delle emissioni complessive;
- il 40% delle emissioni di anidride carbonica dovuta al trasporto stradale
è prodotto dal trasporto urbano;
- Fortemente preoccupante è l’incremento di altri inquinanti, come
gli ossidi d’azoto e altre particelle non regolamentate, in particolare
prodotte dal trasporto privato, in grado di determinare su alcune
categorie deboli, anziani e bambini, un numero crescente di malattie
respiratorie, cardiovascolari, etc.
- l’1,7% del PIL, nella comunità europea, rappresenta il costo per la collettività
derivato da malattie da inquinamento atmosferico;
- lo 0,5 % del PIL nella comunità europea rappresenta, invece, il costo
esterno per la congestione da traffico, tendenza in netto aumento; si
prevede, infatti per il 2010 l’aumento di circa il 142% di tali costi per un
ammontare di 80 mld di euro per anno;
- la prima causa di incidentalità a livello europeo, con oltre 97.000 morti
e 2.5 milioni di feriti nell’ultimo decennio, è costituita dai trasporti su
gomma, verificatisi prevalentemente in ambito urbano.
La relazione sullo stato dell’ambiente del Comune di Torre del Greco, non
può prescindere dall’analisi di tale comparto, individuato dalla Comunità
europea tra quelli prioritari per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo
sostenibile perseguiti. Esso sarà analizzato nei suoi sottosistemi - trasporto
passeggeri e trasporto merci - e nelle diverse modalità – su strada,
ferroviario, navale – attraverso degli indicatori oggettivi e monitorabili, nel
tempo e nello spazio, che proveranno a fornire in lettura congiunta con
indicatori descrittori di altre tematiche, informazioni relative a:
- lo stato delle infrastrutture;
- la domanda di mobilità privata;
- l’offerta di servizi di trasporto pubblico;
- la programmazione di infrastrutture e servizi per la mobilità
oltre che ad individuare le politiche e le azioni suggerite dai documenti
della comunità europea e dalla legislazione nazionale.
Nel territorio del Comune di Torre del Greco il totale dei veicoli circolanti
ammonta a 62.580 unità di cui circa il 60% è rappresentato da autovetture.
In tale realtà la presenza di veicoli è pari a oltre 2.000 unità per kmq.
A fronte di una situazione di forte impatto occorre intervenire nella direzione
della mobilità sostenibile attraverso:
•Utilizzo del trasporto pubblico;
•Manutenzione dei veicoli
circolanti (Bollino Blu);
•Car Pooling - Car Sharing;
•Incentivazione all’uso di veicoli
elettrici, ibridi, a GPL e metano;
•Uso della bicicletta
•Sensibilizzazione dei cittadini
2.4.2 La rete dei trasporti: stradale, ferroviaria, portuale
La rete stradale: il sistema viario principale e secondario
Il territorio di Torre del Greco si estende tra il Vesuvio ed il mare senza
soluzione di continuità tra Ercolano e Torre Annunziata. La città, servita
dall’Autostrada A3 Napoli – Pompei - Salerno, di cui accoglie un nuovo
casello, gode di una rete totale di rami stradali pari a Km. 97.790, costituiti
prevalentemente da “strade locali “ e “strade locali interzonali”, le prime
destinate alla circolazione all’interno di ciascun settore, le altre ai collegamenti
tra i diversi settori urbani dell’abitato. Il sistema stradale occupa
una superficie totale circa 0.50 Kmq pari a circa il 2,5%, destinata alla
circolazione veicolare, pedonale ed alla sosta.
Il tessuto principale del sistema, quello su cui si svolge la maggior parte
della circolazione veicolare, rappresenta l’80% dell’intera superficie destinata
a viabilità, con uno sviluppo di 42,4 km ed una larghezza destinata
alla circolazione di 6.5 m.
L’analisi del sistema stradale urbano del comune di Torre del Greco, ha evidenziato
una struttura inadeguata alle dimensioni ed allo sviluppo della
città, non soltanto nella sua estensione lineare, ma anche e soprattutto per
la ridotta larghezza delle strade cittadine principali e secondarie, dalle caratteristiche
morfologiche e dimensionali. Per semplicità descrittiva e per
omogeneità con il PGTU, il territorio è distinto in tre macroaree:
- Ipercentro: via XX Settembre ad est, via circonvallazione a Nord, via C.
Battisti ad ovest, il porto a sud .
- Centro urbano o 1° corona: area compresa tra l’A3 a nord- il porto a
Sud e la via De Gasperi ad est.
In tali macroaree risiede una popolazione pari a 58.062 abitanti.
- Centro abitato o 2° corona: che comprende tutta l’are tra il confine
comunale ed il centro urbano proteso verso nord ed est - comprensivo
delle località Lamaria S.Antonio, Litoranea, Leopardi, area Nord della città
( Cappella Bianchini, Curatoli, Lava Nuova e Ospedale Maresca).
Il centro storico di Torre del Greco, nel quale sono concentrate attività
terziarie e residenze, conserva l’impianto storico, inadeguato al transito
dei veicoli a motore; nel centro urbano solo alcune strade, come la via
Cesare Battisti, hanno una struttura idonea alla circolazione veicolare,
altre, come via Martiri d’Africa e via Beneduce, hanno una carreggiata
molto stretta e rappresentano un evidente pericolo in caso di calamità
naturale. Nel centro abitato, in particolare lungo la Litoranea, e nei set-
33
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
tori orientali, S. Maria La Bruna e Leopardi, si valutano circa 11.153 m
di strada con larghezza maggiore di 5 m su un totale di m 25.678. Un
territorio privo sia di strade di scorrimento e di quartiere, a causa
della carenza di geometria e fasce di rispetto, che di una viabilità di
circumvallazione adeguata ai traffici di scambio e di attraversamento,
che, come vedremo, costituiscono una buona quota percentuale sulla
totalità dei movimenti.
Una rete viaria carente ed inadeguata resa ancora meno efficiente dalla
presenza di numerosi passaggi a livello delle FS, che, in particolare, nel
settore est (Leopardi e S. Maria La Bruna), in cui unico asse viario è la
SS18, inibiscono lo smistamento sulla Litoranea dei traffici generati dagli
insediamenti a sud della Nazionale.
Qui, in un’area situata tra il confine comunale ed il centro urbano, ad
un fenomeno di crescita residenziale, misurato in circa 20.000 abitanti,
trasferitisi dal centro urbano, non si è accompagnato né un decentramento
delle unità lavorative e di servizio, né un’adeguata infrastrutturazione
del territorio, cosicché si verifica un considerevole svantaggio
nella ripartizione della dotazione viaria, rispetto al centro urbano, circa
un rapporto di 1 a 1,6, con una superficie urbanizzata relativa a tale area,
sei volte maggiore.
Numerosi gli interventi previsti da piani e i programmi di sviluppo sostenibile
del territorio che hanno come obiettivo il miglioramento dell’efficienza
del sistema stradale comunale; in particolare assumono grande
rilevanza i seguenti progetti, da realizzare o in corso di realizzazione:
- la realizzazione dei nuovi assi viari previsti dal Piano Strategico di sviluppo
del Comune di Torre del Greco per il miglioramento dell’accessibilità
all’area portuale;
- il completamento della bretella S. Antonio, casello autostradale e Via
Scappi previsto dal PGTU;
- la realizzazione di una strada di collegamento con l’anulare del Vesuvio
- che attualmente si arresta a via Cozzolino e riprende nel comune
di Boscotrecase - al fine di garantire il collegamento Torre del
Greco – Boscotrecase – Terzigno, allo stato inesistente, prevista dai
programmi dell’amministrazione comunale e dal piano strategico.
La domanda e l’offerta attuale
L’inefficienza del sistema stradale del Comune di Torre del Greco, emersa
in maniera evidente, dalla descrizione al paragrafo precedente, è ulteriormente
accresciuta da un elevato deficit di aree destinate alla sosta
di autoveicoli.
Al momento, la sosta di destinazione si svolge su strade e piazze, anche
in regime non consentito; la sosta stanziale si svolge prevalentemente
sulla viabilità, sia nelle zone del centro, che nelle aree esterne ad esso,
assorbendo gran parte degli spazi per i pedoni e restringendo le carreggiate,
che, come già precisato, nella maggior parte dei casi, non godono
di una larghezza maggiore di 5 m.
B ilanc io s o s ta attuale
15.000
12.500
10.000
7.500
5.000
2.500
0
D O MAN D A
O F F E R T A
D O MAN D A
O F F E R T A
Le analisi compiute hanno evidenziato una domanda per sosta di destinazione
pari a circa 12.000 posti auto.
DO M A NDA DI
P O S T I A UT O
0 2.000 4.000 6.000
Ipe r c e ntr o
C e ntr o ur bano
2a C o r o na
Come si evince dal grafico su riportato, la domanda di posti auto nel
centro urbano, comprensivo di Ipercentro, è nettamente superiore a
quella della parte restante della città; in particolare, si è valutata una
domanda pari a 7.485 posti auto, nel centro urbano contro i 5.124 posti
auto nella 2° corona. A tale domanda corrisponde un’offerta di posti
auto, pari a circa 8.239 unità, calcolati in base alle potenzialità dimensionali
delle strade, nel rispetto del Codice della strada.
Un’evidente carenza diffusa su tutto il territorio comunale, con un deficit
maggiore relativo al centro urbano, nel quale si contano circa 3.563
posti auto, di cui 1.275 su strade locali e la parte restante su strade principali,
sanabile, esclusivamente, attraverso la realizzazione di aree a parcheggio
“fuori strada”.
L’Amministrazione comunale nel 2003 adottando il Piano Generale
Traffico Urbano (PGTU), ha individuato le azioni correttive necessarie
per un’efficiente gestione della sosta e della mobilità, sia all’interno del
centro urbano, che sull’intero territorio di Torre del Greco. Il piano prevede,
tra gli altri:
a) interventi a favore della regolazione veicolare e della sosta;
b) interventi per la dotazione di infrastrutture per la sosta.
10000
8000
6000
4000
2000
0
O ffe rta po sti a u to
Ipe r c e ntr o
C e ntr o ur bano
2a C o r o na
to tale
Classificate Locali le strade, così come previsto dalle Direttive del MMLLPP, il
PGTU individua TOTALI
Principali
funzione di tale classificazione, un nuovo schema di
circolazione, le aree di Fuori sosta strada compatibili con un’efficiente circolazione
veicolare e pedonale all’interno del centro urbano, le aree del centro
34
I FATTORI DETERMINANTI
cittadino da destinare a zona a traffico limitato e alle esigenze del trasporto
collettivo, nonché individua aree fuori dal centro urbano da destinare
a “parcheggi fuori strada”.
In particolare, il piano, definito il regolamento della sosta ed individuata
la Zona a Traffico Limitato, calcola, in modo parametrico, per ciascun
tronco della rete, il numero di stalli realizzabili su strada e le aree all’interno
del territorio da destinare alla “sosta fuori strada”, indicando per
ciascuna di esse n° di posti auto, tipologia di impianto e tipo d funzione
prevalente.
Settore Strade secondarie
Strade locali
interzonali
Totale
Centro 1.131 1.146 2.277
Nord 843 425 1.268
S. Antonio 419 1.058 1.477
Est 1.112 623 1.735
Totale 3.505 3.252 6.757
Si sottolinea, inoltre, che il piano intende agire, attraverso la regolamentazione
del traffico ed attraverso la riduzione della durata di sosta
dovuta al regime tariffario imposto, nonché attraverso interventi coordinati
sul trasporto pubblico, per ridurre la domanda di sosta da 12.609
posti auto a 9.964, con una riduzione pari alla metà dell’attuale valore
nel centro urbano.
Il Comune di Torre del Greco, ha, per ora, attivato esclusivamente un
servizio di parcheggio a pagamento, prevalentemente lungo le strade
del centro, che conta circa 651 stalli, distinti in tre aree, coincidenti con
altrettante zone della città, regolamentati da parcometri e gratta e parcheggia,
con tariffa, orario e validità differenziati secondo la fascia.
La rete ferroviaria
La Regione Campania annovera tra i progetti di sviluppo del suo territorio
l’attuazione del progetto della Metropolitana regionale, cioè la costituzione
di un grande e complesso sistema di reti ferroviarie (urbane
e regionali) da ammodernare o da costruire che si integrano tra di loro
grazie a una serie di nodi di interscambio e si collegano a loro volta con
quelle nazionali.
Attualmente in Campania scorrono 1.205 km di binari: 933 delle Ferrovie
dello Stato, dei quali 427 di interesse locale e 506 di interesse nazionale
e circa 272 di ferrovie concesse o in gestione governativa (di cui 70 km.
a doppio binario). Quest’ultimo dato rappresenta l’8% del totale nazionale
(che ammonta a 3.527 km.). Ma ancor più significativo è il numero
di passeggeri trasportati: sui circa 272 km di binari di ferrovie concesse
o in gestione governativa, infatti, transitano ogni anno circa 50 milioni
di viaggiatori, ossia circa 1/3 del totale nazionale che ammonta a 150
milioni di passeggeri. Scopo del progetto di metropolitana regionale è,
dunque, quello di mettere a frutto questo patrimonio esistente di ferrovie,
in gran parte scollegate e in cattive condizioni, ammodernandole e
collegandole tra di loro e con quelle in via di costruzione attraverso nodi
di interscambio in un’unica grande rete. Un principio di integrazione che
riguarda anche gli orari e le tariffe (con i sistemi di bigliettazione integrata
già utilizzati), in modo da costruire un unico sistema di trasporti regionale
sempre più efficiente, moderno e funzionale alle esigenze di mobilità.
Il comune di Torre del Greco è parte integrante di questo sistema, e si
avvia a divenire, in seguito all’implementazione della Metropolitana regionale,
un efficiente sistema di trasporto locale, in grado di ridurre il
flusso veicolare interno piuttosto rilevante.
Attualmente il Comune è attraversato da:
1) linea Napoli – Torre Annunziata della Ferrovia Circumvesuviana, su
cui sono eserciti servizi a scala comprensoriale;
2) linea Napoli – Salerno delle Ferrovie dello Stato, su cui vengono esercitati
prevalentemente servizi di tipo regionale e nazionale.
La lunghezza della rete nel territorio di Torre del Greco si estende per
7.5 Km circa, rispetto ai 142 Km circa della lunghezza totale della rete
circumvesuviana.
La Linea Napoli –Torre Annunziata della Circumvesuviana ha n. 7 stazioni
in Torre del Greco:
- Torre Centrale, ubicata nel settore NW del Centro, a circa 500 m dal
cuore della città;
- S. Antonio, in posizione intermedia tra La Maria e S. Antonio, in area
poco insediata;
- Via del Monte, a circa 1 km da S. Antonio e circa 200 m da Via Nazionale;
- Leopardi, a ridosso della Via Nazionale, nel centro abitato di Leopardi;
- le restanti stazioni Via Viuli, Via Monaci e Via Agnano, ubicate in zone
a bassa densità abitativa, non seguono normali orari di esercizio.
Pax/anno per fermata – Circumvesuviana -
300.000
250.000
200.000
150.000
100.000
50.000
0
T o r r e c e ntr ale
V ia de l M o nte
V ia M o nac i
V ia V iuli
pax/anno
S .A nto nio
L e o par di
V ia A gnano
I dati riportati nella tabella che segue forniscono le rilevazioni, riferite
sia per il periodo invernale che per quello estivo ad un giorno feriale
dell’anno 2004, degli utenti della circumvesuviana.
Fermate esistenti
N. utenti al giorno
inverno - 2004
N. utenti al giorno
estate - 2004
Torre del Greco 6.268 6.015
Leopardi 1.980 1.307
Via S. Antonio 1.083 803
Villa delle Ginestre 890 903
Via del Monte 400 320
Via Viuli 212 124
Via Monaci 126 518
Totale 10.959 9.980
Fonte: Azienda di servizi Euroconsult s.a.s
Dalla tabella emerge, in maniera evidente, la diminuzione dei movimenti,
durante i mesi estivi, esclusivamente nelle fermate utilizzate prevalentemente
da lavoratori e studenti; altrettanto evidente, l’incremento
dei movimenti estivi nelle fermate localizzate nei pressi di attrezzature
turistiche, Villa delle Ginestre e Via dei Monaci.
Dal confronto con i dati desunti dal PGTU del 1998 si evidenzia un
effettivo miglioramento del servizio, con aumento delle fermate attive
esistenti, nonché delle corse, al quale corrisponde un elevato
incremento dell’utenza.
35
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Fermate
Per Napoli
n. corse al giorno
Per Sorrento
Torre del Greco 84 76
Leopardi 73 72
Via S. Antonio 73 72
Villa delle Ginestre 74 73
Via del Monte 74 73
Via Viuli 46 44
Via Monaci 40 39
4.000.000
3.000.000
2.000.000
1.000.000
0
P a s s e g g e r i /a n n o
1998 2004
T o ta le M o v .
In particolare, si è valutata un frequenza media, in direzione Napoli, nelle
ore di punta del mattino pari a n° 7 corse/h, e nelle ore di punta della
sera pari a n° 5 corse/h; nella direzione opposta, si è valutata una media
di n. 4 corse all’ora, con una prevalenza di corse, nel primo pomeriggio.
La linea Napoli Salerno delle Ferrovie dello Stato ha n. 2 stazioni nel
territorio di Torre del Greco, S. Maria La Bruna e Torre Centrale; la prima
ubicata lungo la costa, al termine della litoranea, l’altra nelle immediate
vicinanze del centro.
In particolare, transitano ed effettuano fermata:
- n. 25 treni metropolitani con relazione Napoli -
Torre Annunziata – Castellammare - Gragnano e viceversa;
- n. 36 treni regionali con relazione Napoli – Salerno –
Battipaglia - Sapri e viceversa;
- n. 14 treni interregionali con relazione Napoli – Potenza –
Paola – Cosenza - Reggio Calabria e viceversa;
- circa 70.000 pax/anno nella stazione di S.Maria La Bruna.
Il trasporto collettivo attuale assorbe una bassa quota della mobilità,
che, come sarà meglio descritto, successivamente, ha il valore percentuale
massimo negli spostamenti interni (63.13 %). E’ proprio a servizio
di tali spostamenti ed, in particolare, a quelli tra Area est - centro che
l’offerta dei trasporti collettivi è carente. Possibilità di incremento dell’offerta
del sistema di trasporto pubblico su rete potrebbe ottenersi
attraverso il miglioramento dell’accessibilità della stazione di S. Maria
La Bruna. Qui Il PGTU prevede, in tempi coordinati con la trasformazione
del servizio ferroviario conseguenti al nuovo assetto del nodo Napoli
(alta velocità, Linea al monte del Vesuvio) e con la trasformazione del
servizio FS, in servizio di trasporto prevalentemente locale, la realizzazione
di un parcheggio con almeno 500 posti, destinato alla mobilità
di scambio. Numerosi i parcheggi di interscambio, come già anticipato,
previsti dal PGTU, in ambito cittadino, a servizio della mobilità di scambio
con l’area metropolitana: circa 1500 posti di interscambio da realizzarsi
nei pressi delle stazioni ferroviarie della città.
Torre del Greco, come tutti i comuni della Regione Campania, usufruisce
dal 2002 del biglietto integrato di trasporto pubblico urbano “Unico”:
esso permette ai cittadini di muoversi all’interno della città, di raggiungere
Napoli ed i Comuni vicini della provincia e viceversa, utilizzando
tutti i mezzi di trasporto.
La rete portuale: le infrastrutture ed analisi dello stato
attuale
Il bacino portuale di Torre del Greco occupa uno splendido tratto al centro
del golfo di Napoli ed assume nei programmi di sviluppo regionali
e Provinciali un ruolo determinante nel potenziamento del sistema dei
porti turistici regionali, insieme a quello di Torre Annunziata, di Marina
di Stabia e di Ercolano. Obiettivo di tali enti è attivare, attraverso una
programmazione mirata ed equilibrata di nuovi porti ed il potenziamento,
la riqualificazione e la riconversione di quelli attuali un sistema
di fruizione integrata con le risorse archeologiche presenti sia sul tratto
costiero che nelle aree retrostanti e con il Parco nazionale del Vesuvio.
Per il porto di Torre del Greco, la Regione Campania e la Provincia di
Napoli hanno previsto:
1. la riqualificazione ed il completamento delle strutture destinate alla
nautica da diporto, fino ad un massimo 800 posti barca;
2. la valorizzazione della funzione legata alla tradizione cantieristica
di qualità, anche attraverso l’ampliamento delle aree a terra e dello
specchio d’acqua dedicato;
3. la creazione di un approdo funzionale per il trasporto passeggeri (Vie
del mare) e per il sistema dei beni culturali e naturalistici;
4. lo sviluppo dei collegamenti marittimi nel settore della pesca e delle
attività sportive;
5. l’adeguamento delle strutture ai fini dell’utilizzo della rete portuale
quale via di esodo per il rischio Vesuvio, in caso di minaccia di evento
catastrofico.
Il bacino portuale è riparato ad Ovest, da un molo sopraflutto orientato
in direzione Nord - Sud e ad Est da un piccolo molo sottoflutto che si diparte
in direzione WSW, dall’estremo sud della banchina di riva. L’area a
terra è, per la maggior parte, occupata da una spiaggia di natura lavica,
la cosiddetta “Spiaggia del fronte”, su cui sorgono capannoni, strutture
di varo e alaggio, di numerosi cantieri navali per il naviglio leggero. Una
zona banchinata all’estremo orientale della spiaggia accoglie un circolo
nautico. In estate il bacino accoglie n. 9 pontili galleggianti di mt. 30, in
concessione ai privati, destinati all’ormeggio da diporto. Il numero di
posti barca previsto, per natanti da diporto è pari a 500; la dimensione
massima consentita per le imbarcazioni è pari a mt. 12 ai pontili, e mt.
15 in banchina. Le unità da diporto di piccolo tonnellaggio possono ormeggiare
liberamente alla radice della banchina, alla cui testata, invece,
ormeggiano le unità da diporto di medie dimensioni. Numerosi i servizi
e le attrezzature per la nautica da diporto, rifornimento di carburante,
energia elettrica, scalo di alaggio, rimessaggio, servizio antincendio,
autogrù, riparazioni elettriche e ai motori, guardiania e servizi presso
il circolo nautico.
Presenti, inoltre, elementi di carenza di natura strutturale e funzionale
del comparto portuale, che nello specifico evidenziano:
• difficile accessibilità dell’area portuale, stretta tra il centro storico ed i
binari della FS, che, in alcuni punti, distano solo pochi metri dal porto.
Uniche due strade, Via Calastro, molto stretta ed a senso unico, con
strozzatura all’accesso alla Spiaggia del Fronte, e Corso Garibaldi, via
36
I FATTORI DETERMINANTI
che conduce al centro storico, paradigma delle criticità varie elencate
ai paragrafi precedenti;
• ristrettezza dell’area destinata ai cantieri, a causa dell’elevato salto di
quota della parete rocciosa alle spalle della spiaggia;
• presenza di una scogliera sommersa a partire dalla testata del molo
di sopraflutto per 40 m verso NE, particolarmente pericolosa per la
navigazione;
• insabbiamento del porto dovuto alle correnti;
• assenza di servizi igienici pubblici;
• assenza di una banchina in grado di ospitare i traghetti per l’esodo;
• assenza di spazi a terra e di specchi d’acqua per lo svolgimento efficiente
delle attività insediate;
• assenza di spazi a terra per la sosta dei passeggeri e dei veicoli da
imbarcare.
Il porto di Torre del Greco è stato inserito tra gli itinerari del metrò del
Mare, un sistema di trasporto extraurbano, ma anche una rete alternativa
verso alcuni importanti luoghi turistici della Campania.
Torre del Greco entrata a far parte della struttura nel 2002, divenendo
itinerario della la linea MM1 che collega Bacoli–Pozzuoli Napoli/Mergellina
Napoli/Beverello - Portici – Ercolano / Favorita - Torre del Greco
- Castellammare - Vico Equense/Seiano – Sorrento.
Nell’anno 2003 lo scalo di Torre del Greco è stato attivo dal 28 giugno
al 28 Settembre .
In questi mesi sono stati effettuati quattro approdi al giorno con una
movimentazione di 880 imbarcati e sbarcati.
Al momento non sono individuati dati disaggregati sui passeggeri in
entrata ed in uscita all’approdo di Torre del Greco. Dopo la temporanea
eliminazione della fermata nell’anno 2004/05, la regione Campania nel
2006 ha nuovamente previsto l’attivazione del servizio.
2.4.3 La mobilità: il trasporto pubblico e privato
Spostamenti e tagli modali
Prima di approfondire i flussi di mobilità, nella tabella che segue sono riportati
i dati sul parco veicolare circolante sul territorio di Torre del Greco
al 2001, disaggregati per le principali tipologie di veicoli; per quanto
riguarda le autovetture, che resta comunque il mezzo di trasporto/spostamento
principale, si evidenzia che a Torre del Greco sono diminuite
di 272 unità, (raffronto con i dati del primo RSA 1999 della Provincia
di Napoli) con un incremento di autovetture certificate con Bollino Blu,
che sono passate da n. 7400 dell’anno 2004 a n. 9300 del 2005
Comune
di Torre
del G.
Provincia
di Napoli
Autovetture
Autocarri
trasp.merci
Motocicli
Autoveicoli
speciali
Autobus
Motocarri
quadriciclici
Trattori
stradali
40.804 2.176 7.257 480 75 524 64
1.699.174 115.007 202.031 14.544 4.901 22.846 5.517
Fonte RSA 2003 Provincia di Napoli – da ACI 2001
L’analisi della mobilità, propedeutica al PGTU, ha valutato l’entità e le
destinazioni degli spostamenti di persone e veicoli durante l’ora di punta
del mattino, distinti nelle principali zone di origine e destinazione. La
circolazione veicolare nell’ora di punta ammonta a 10.000 veicoli /ora; il
totale degli spostamenti persone per ora è in media pari a 20.000 persone.
La mobilità totale motorizzata si stima essere pari a circa 230.000
pax/giorno, con un indice medio di circa 2 Spost/ab al giorno.
MOBIILITA’ VEICOLI %
Scambio Centro nord 1726 17
Scambio Centro Est 25556 25
Scambio Centro Ovest 1145 11
Interna Centro - centro 1732 17%
12.000
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
0
Interna Nord Nord 125 1
Interna Est Est 1589 15
Interna Ovest Ovest 29 0
Attraversamento 1437 14
M o bilità ve ic o la re
1978
1998
Si è evidenziata una forte e progressiva crescita costante delle relazioni
interne tra i quartieri orientali ed il centro urbano, a differenza delle
analisi compiute nel 1978, quando la direttrice principale dei traffici era
in direzione Nord-Sud. Il settore orientale della città genera il 40% del
traffico e la relazione Est – Centro rappresenta il 25% del totale. Il traffico
che attraversa l’area del centro urbano, con destinazioni esterne ad
esso, è pari al 14% del totale, l’aliquota prevalente proviene, nuovamente
da Est - circa 1400 veicoli/h, di cui 400 interessano l’autostrada, diretti
da e per l’autostrada. Una distribuzione degli spostamenti che risente in
maniera evidente della concentrazione delle attività economiche all’interno
del centro urbano (circa il 61%), nonché della carenza di efficienza
del trasporto pubblico urbano nell’area est della città, che accoglie una
quota rilevante della popolazione totale. Se si escludono gli spostamenti
in direzione Napoli, si è evidenziata una mobilità attratta da Torre
del Greco superiore a quella generata, con una prevalenza di traffico
veicolare proveniente da Torre Annunziata; una percentuale pari all’8%
del traffico è dovuta ai veicoli industriali. Le maggiori concentrazioni
pedonali sono state individuate nell’area del centro, ed in particolare
dell’Ipercentro, nonché lungo Via Nazionale: i principali assi viari della
città e sede di numerose attività economiche. Un sistema di mobilità
fortemente critico a causa della sua dipendenza dal sistema viario, che
come già precedentemente sottolineato, mostra delle enormi deficienze
dimensionali, a loro volta accresciute dalla mancanza di aree da sosta,
che determinano l’occupazione dei percorsi pedonali da parte dei
veicoli. Molto più basso il valore di mobilità pedonale nelle aree periferiche,
in quell’orientale, dove la percentuale non supera il 10%.
37
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
A ttr ave r s am e nto
Inte r na c e ntr o ur bano
Inte r na c e ntr o abitato
S c am bio
0 20 40 60 80 100 120
P ie di tr as po r to ind.le tr as po r to c o lle ttivo
15,00
12,50
10,00
7,50
5,00
2,50
0,00
Ve lo c ità m e dia c o m m e r c iale K M /H
L’assenza dei marciapiedi, in buona parte del centro urbano e la ridotta
dimensione di essi nella restante parte della città, determinano circa il
20% degli incidenti stradali, valore doppio rispetto alla media nazionale.
Il PGTU, individuata l’impossibilità diffusa, soprattutto nell’ipercentro, di
realizzazione di adeguati parcheggi pedonali e tenuto conto delle considerazioni,
sinora esposte, ha evidenziato la necessità di istituire una
Zona a traffico limitato così da garantire sicurezza, e fruibilità degli spazi
a maggior attrazione pedonale, anche stagionale.
Il trasporto collettivo e privato
Il trasporto individuale serve circa l’82% della mobilità, il trasporto collettivo
esclusivamente il 18%. In particolare nel centro urbano, il trasporto
collettivo copre l’11% dell’intera mobilità considerando anche
i 22 taxi collettivi che coprono, con una media di n. 8 passeggeri per
corsa e n. 28 aree di stazionamento cinque bacini di utenza che comprendono
le principali zone abitate del presenti sul territorio torrese.
Nella mobilità di scambio con l’area metropolitana di Napoli, la quota
afferente al trasporto collettivo sale al 21%. Il servizio di trasporto pubblico
urbano, gestito dalla Società Vesuviana Mobilità, è costituito da
sette linee, per una lunghezza massima di KM 13,6, distribuite su tutto
il territorio comunale, ma con una prevalenza di attestazioni a Nord, in
corrispondenza dell’ospedale. Si utilizzano n. 17 autobus che effettuano,
in totale, n. 256 corse al giorno e n. 534 fermate. Il servizio trasporta
n. 1.496.865 passeggeri l’anno, con una prevalenza lungo le linee E ed
F, che collegano la zona est con il centro e l’area a Nord, ad una velocità
commerciale media KM/h paria 11,45.
Linea ALinea BLinea C Linea D Linea E Linea Linea F G Totale
veloc ità c ommerc iale
È stato avviato, in via sperimentale dal 16/01 al 30/4 /2006, il potenziamento
della linea F, attraverso una nuova circolare, dalla lunghezza di
km 9, a servizio dell’area nord-orientale della città, non dotata di itinerari
per gli spostamenti interni ad essa, con capolinea in Piazza Buonconsiglio,
che garantisce n. 14 corse al giorno; la società gestrice dei trasporti,
in seguito alle esigenze mostrate dal comune di Torre del Greco, ha
proceduto alla progettazione di 2 ulteriori circolari, con capolinea sempre
in piazza Buonconsiglio a servizio degli spostamenti interni all’area
sud-orientale della città, che, come è emerso dal paragrafo precedente,
presenta un numero elevato di veicoli in circolo. Tali circolari, destra e
sinistra, seguono un itinerario di km 8,5 ed effettuerebbero n. 15 corse
al giorno, con una prevalenza negli orari di punta del mattino.
2.000.000
1.500.000
P as s e gge r i tr as po r tati /anno
1 . 4 9 6 . 8 6 5
1.000.000
500.000
0
4 0 5 . 8 8 0 4 5 1 . 1 4 0
1 3 6 . 8 7 5
2 6 . 2 8 1 0 3 2 . 4 9 5 1 4 0 . 8 9 0
2 0 3 . 3 0 5
N. P as s eggeri
L INEA A L INEA B L INEA C L INEA D
L INEA E L INEA F L INEA G TOTAL E
38
I FATTORI DETERMINANTI
2.4.4 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte
Dotazione rete
infrastrutturale
S
Fornisce l’articolazione della rete delle
infrastrutture / permette di valutare
l’incidenza delle infrastrutture sul
territorio
+
Comune di
Torre del Greco
Dotazione rete stradale
S
Fornisce indicazioni sull’assetto
delle strade principali e secondarie /
permette di valutare l’incidenza delle
infrastrutture sul territorio
+
Comune di
Torre del Greco
Dotazione stradale
destinata ai pedoni
S
Fornisce indicazioni sulle aree
destinate ai pedoni / uso sostenibile
del territorio
-
Comune di
Torre del Greco
Offerta posti auto
S
Fornisce indicazioni sull’utilizzo
mezzo privato / uso sostenibile del
territorio
+
Comune di
Torre del Greco
N. veicoli circolanti P
Fornisce indicazioni sulle pressioni
del sistema mobilità ed il numero di
veicoli per abitanti/ uso sostenibile
del territorio
+ / -
Comune di
Torre del Greco
ANEA
39
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
2.5 Turismo
2.5.1 Le caratteristiche del comparto ed analisi delle
criticità
Il turismo rappresenta una rilevante risorsa economica, a livello globale;
sposta 5 miliardi di persone ogni anno, impiega 230 milioni di persone
a livello mondiale - 1 ogni 15 lavoratori in tutto il mondo - ed è destinato
a crescere esponenzialmente nei prossimi decenni, favorito dallo
sviluppo di trasporti e comunicazioni (stime dell’OMT indicano una crescita
del 5-6% degli arrivi internazionali fino al 2010).
L’interazione tra processi di produzione e/o di consumo che si realizzano
in settori complementari (quali trasporti, ristorazione, ricettività,
agricoltura), può generare fenomeni incompatibili con le regole dello
sviluppo durevole, ad esempio tassi d’uso del patrimonio naturale e
ambientale che eccedano la soglia limite della capacità di carico - fenomeni
di congestione dei centri urbani, intensità d’uso delle risorse
idriche ed energetiche derivante da un incremento non controllato dei
flussi, forti pressioni sull’ambiente, emissioni di CO 2
, inquinamento atmosferico,
rumore, perdita di habitat, aumento di rifiuti, sovraccarico di
servizi.
Presupposto fondamentale per una corretta gestione del turismo è che
sia garantita la sostenibilità delle risorse dalle quali esso dipende. La
sostenibilità del turismo richiede che esso integri l’ambiente naturale,
culturale e umano di riferimento che assicuri una dinamica durevole
dell’effetto delle attività che ad esso fanno riferimento sulle risorse naturali,
sulla biodiversità e sulla capacità di assorbimento dell’impatto e
dei rifiuti prodotti. Dopo decenni di sviluppo turistico di massa, che ha
fagocitato risorse ambientali in cambio di “apparenti” vantaggi economici,
nel 1995 la CEE è intervenuta con la diffusione di strategie di livello
locale in favore del turismo durevole. Per l’impresa turistica, l’approccio
strategico consiste nell’adeguare la propria offerta alle aspettative dei
visitatori e mettere in atto misure per la valorizzazione del patrimonio
locale, così come tenere conto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile
nella gestione dell’impresa. Il turismo è divenuto elemento fondamentale
per lo sviluppo sostenibile del territorio e come tale, oggetto di
costanti monitoraggi integrati ad azioni di tutela all’intero patrimonio
storico – culturale ed ambientale.
A fine 2004 si registra un fatturato di 86.806 milioni di euro di spesa turistica
totale in Italia, pari al 10,6% dei consumi interni, che ha attivato, tra
effetti diretti e indiretti, un valore aggiunto di 68.264 milioni di euro, il
5,1% dell’intero valore aggiunto nazionale, contro percentuali del 5,4%
- 5,7% degli anni precedenti e un numero di unità di lavoro che nel 2004
si è assestato a 2,3 milioni (il 9,4% dell’occupazione totale nazionale,
contro il 9,8% del 2003).
In questo capitolo sarà analizzato il fenomeno turistico nel Comune
di Torre del Greco, al fine di valutarne l’entità, le possibilità di sviluppo,
ed ipotizzarne una gestione compatibile con le risorse di cui il
territorio gode.
Nelle sue applicazioni di massa e di lusso, il turismo ha spesso prodotto
effetti molto negativi su paesaggi, culture, società ed economie dei
paesi di destinazione, esso è capace, di determinare, in assenza di una
adeguata pianificazione ed una corretta gestione, un elevato degrado
ambientale e la perdita delle identità locale e delle tradizioni culturali.
2.5.2 La domanda turistica e l’offerta ricettiva
Il sistema turistico della Campania presenta un’attrattività potenziale
di flussi turistici superiore alla media delle regioni Italiane. Risorse storiche,
culturali, archeologiche ed ambientali, gravitanti intorno a poli di
attrazione turistica, di livello internazionale ed inserite in un sistema di
tradizioni, produzioni ed identità culturali, sono in grado di determinare
un elevato valore aggiunto al territorio.
La Campania è al quinto posto nella classifica degli arrivi italiano con il 7,3
% dei turisti , con una permanenza 1-3 notti, occupa il quinto posto anche
tra le mete di lavoro. Nella graduatoria complessiva degli spostamenti,
la Campania occupa il settimo posto per gli arrivi italiani, l’ottavo per
quelli stranieri. Il mercato turistico campano ha, nell’anno 2004, contato
4 .617.252 arrivi, tra turisti italiani e stranieri e 21.440.087 presenze nelle
strutture ricettive ed extraricettive, così come emerge dalle tabelle allegate
(si intende per arrivi: il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli
esercizi ricettivi - alberghieri o complementari - nel periodo considerato e per
“presenze”, il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi).
Anno Italiani Stranieri Totale
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
2004 2.868.779 13.107.842 1.748.473 8.332.245 4.617.252 21.440.087
Le presenze turistiche in Campania sono cresciute dello 0,7 % rispetto
al 2003 e sono state quasi 21,5 milioni , di cui il 67% circa per il comparto
alberghiero, la restante parte per quello extra - alberghiero.
Comparto Italiani Stranieri Totale
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
Alberghiero 2.454.555 8.305.264 1.495.272 6.135.729 3.949.827 14.440.993
Extra-
Alberghiero
414.224 4.802.578 253.201 2.196.516 667.425 6.999.094
L’anno 2004 ha mostrato due tendenze opposte:
- una crescita di arrivi e presenze nel comparto alberghiero, rispettivamente
0,7% e 4,1%
- una riduzione di arrivi e presenze nel comparto extra-alberghiero, rispettivamente
- 2,3% e -5,7%; in particolare si è registrato un calo nelle
presenze di turisti stranieri nelle strutture extra – ricettive, pari al 5%.
La ripartizione provinciale mostra la prevalenza della Provincia di Napoli,
con un incremento del 6%, al secondo posto la provincia di Benevento,
con un incremento del 4%; le altre province mostrano, invece, segni negativi
rispetto all’anno precedente. La città di Napoli mantiene il primato
nelle presenze alberghiere; quella di Salerno nelle extra-alberghiere
anche se, come già premesso, si è verificato un calo delle presenze in
attrezzature extra-alberghiere proprio nella provincia di Salerno. Nella
scelta della destinazione, la provincia di Napoli ha la preferenza sulle
altre, sia da parte dei turisti stranieri sia di quelli italiani.
40
I FATTORI DETERMINANTI
I dati evidenziano una difficoltà di decollo delle aree non inserite negli
itinerari tradizionali ed internazionali seppur dotate di un sistema di risorse
in grado di attivare un circolo virtuoso dagli effetti sinergici sia in
termini economici sia di miglioramento della qualità della vita per tutta
la collettività. Tra queste, risulta inserita il comune di Torre del Greco,
come riportato dalla Camera di Commercio nello studio sui Sistemi Turistici
Locali della Provincia di Napoli (STL Pompei - Ercolano, comprendente
i comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia,
Ercolano, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, S.Maria la Carità, Torre
Annunziata e Trecase).
M ovimento alberghiero - Italiani - anni 1999-
2004
70.000
65.000
60.000
55.000
50.000
45.000
40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
a r r iv i
M ovimento alberghiero - Stranieri - anni 1999-
70.000
2004
65.000
p r e s e n z e
60.000
STL Pompei
Ercolano
Superficie
(kmq.)
Popol. 2001
Densità (ab./
kmq)
55.000
50.000
45.000
40.000
Totale 125,14 457.312 3.654,40
35.000
30.000
La domanda turistica, nel 2002, ha fatto registrare 91.862 arrivi e 174.683
presenze, tra italiani e stranieri con un valore medio delle permanenze
pari a 1,9 giornate, tra le più basse della provincia. L’analisi sull’evoluzione
della domanda nel periodo 1998-2002 ha mostrato un discreto
andamento positivo, facendo registrare un +14,98% nelle presenze e
un +5,26% negli arrivi.
Per il comune di Torre del Greco, è stato valutato un movimento alberghiero
totale in crescita fino all’anno 2001, sia riguardo le presenze turistiche
che gli arrivi; un decremento generale si è avuto nell’anno 2004,
in linea con quanto descritto in precedenza.
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
a r r iv i
p r e s e n z e
T o r r e d e l G r e c o - M o v im e n to to ta le a lb e r g h ie r o
85.000
75.000
65.000
55.000
45.000
35.000
25.000
15.000
5.000
-5.000
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
Arrivi 35.056 36.270 37.061 39.063 37.336 36.095 34.507
Presenze 73.507 72.077 78.420 80.824 74.940 76.436 72.030
Si è registrato inoltre un decremento nelle presenze e negli arrivi Italiani;
in crescita, invece, rispetto all’anno 2003, il movimento turistico
straniero.
41
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
MOVIMENTO TOTALE
ITALIANI STRANIERI TOTALI
ARRIVI PRESENZE ARRIVI PRESENZE
AREA GEOGRAFICA-
AMMINISTRATIVA
DI RIFERIMENTO
PRESENZE
2002
ARRIVI
2002
1998 1999 2000 2001 2002 1998 1999 2000 2001 2002 1998 1999 2000 2001 2002 1998 1999 2000 2001 2002
Fonte: EPT Napoli
8.770 6.689 7.264 8.167 7.980 13.873 13.494 14.482 15.880 15.364 1.550 1.243 811 1.198 1.218 3.577 3.098 2.319 3.774 3.273 9.198 18.637
BOSCOREALE
BOSCOTRECASE
PORTICI
SAN GIORGIO
A CREMANO
SANTA MARIA
LA CARITÀ
TRECASE
41.339 44.380 39.058 43.080 42.422 164.121 172.771 155.709 175.361 178.860 23.952 17.800 24.087 25.381 28.251 55.359 44.374 55.792 64.783 74.467 70.673 253.327
CASTELLAMARE DI
STABIA
ERCOLANO 26.639 22.209 22.150 23.246 22.286 29.505 26.495 28.522 29.306 29.481 755 1.202 1.560 1.614 1.963 1.409 2.494 3.229 3.951 4.013 24.249 33.494
POMPEI 64.380 60.980 58.793 54.929 57.785 99.999 98.378 99.241 94.916 102.994 18.765 21.105 24.435 28.821 34.077 40.782 50.202 54.482 59.486 71.689 91.862 174.683
2.283 2.363 2.141 1.954 1.379 3.830 3.476 3.677 3.545 2.816 542 653 784 771 895 906 1.248 1.631 2.205 1.903 2.274 4.719
TORRE
ANNUNZIATA
TORRE DEL GRECO 29.328 30.542 30.379 31.706 30.777 61.108 58.608 61.958 62.257 58.834 5.510 5.728 6.682 7.357 6.559 12.399 13.469 16.462 18.567 16.106 37.336 74.940
TOTALE 172.739 167.163 159.785 163.082 162.629 372.436 373.222 363.589 381.265 388.349 51.074 47.731 58.359 65.142 72.963 114.432 114.885 133.915 152.766 171.451 235.592 559.800
340
320
300
280
260
240
220
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
72
- Comune di Torre del Grec o-
Cons is tenza es erc izi alberghieri
144
72
159
305
205
20
1 3
10
10
1
Es e r c iz i
C am e r e
L e tti
B agni
5 s te l l e 4 s te l l e 3 s te l l e 2 s te l l e 1 s te l l a r e s i d e n z e
tu r i s ti c o
a l b e r g h i e r e
Torre del Greco, così come il sistema turistico del quale è considerato
parte, soffre una dotazione infrastrutturale non adeguata alle relative
potenzialità di sviluppo, maggiormente aggravata da vincoli dettati
dalla conformazione del territorio, nonché dalla difficoltà di sviluppo di
una cultura dell’innovazione che generi sul territorio attività in grado di
trattenere i flussi turistici generati dalla componente archeologica, proponendo
interessanti e moderne forme alternative e complementari di
fruizione turistica.
A ciò contribuisce, notevolmente, la bassa offerta turistica del territorio,
la cui crescita non è inibita dalla marcata stagionalità della domanda, né
acquista spinta dalle numerose politiche di sviluppo attivate.
La regione Campania presenta nel 2004 oltre 31.000 esercizi turistici, in
prevalenza alberghieri, localizzati per il 60% nella Provincia di Napoli, e
con una predominanza di categoria medio alta, 4 e 3 stelle, che da sole
rappresentano l’80% del totale.
Provincia
Camere
non rec
Alberghiero Extralberghiero Totale
Avellino - 594 - 594
Benevento 0 313 468 781
Caserta 0 610 169 779
Napoli 11.310 6.445 1.429 19.184
Salerno 2.778 3.459 4.253 10.490
TOTALE 14.088 11.421 6.319 31.828
L’analisi del sistema Turistico Locale Pompei Ercolano mostra una concentrazione
dell’offerta degli esercizi ricettivi nei comuni di Pompei e
Castellammare di Stabia seguiti da Ercolano e Torre del Greco.
I dati relativi al comune di Torre del Greco mostrano, un elevato deficit
di strutture ricettive oltre che un lieve decremento dell’offerta, nonostante
le numerose politiche di sviluppo innescate dalla Regione Campania.
(Fonte E.T.P. di Napoli)
Si evidenzia quindi per Torre del Greco, l’assenza di alberghi a cinque
stelle e la prevalenza di strutture a tre stelle.
Dai dati disponibili si evidenziano che, oltre all’insediamento di due Bed
& Breakfast non sono registrati alloggi agrituristici e case per vacanza.
L’offerta turistica di un territorio, come la Camera di Commercio nel suo
studio evidenzia, è costituita non solo dalle risorse legate alla gestione
della “ricettività diretta”, ma anche dall’insieme dei fattori chiamati
“derivati” o detti anche “altre componenti del prodotto turistico”, quali
la gestione di strutture geomorfologiche e strutturali turisticamente interessanti
(porti, strutture congressuali, museali, ricreative, ecc.). Risorse,
che integrate, concorrono ad accrescere la capacità attrattiva del sistema
turistico dell’area.
42
I FATTORI DETERMINANTI
2.5.3 Le diverse tipologie di turismo a Torre del Greco
Turismo Balneare
Il Turismo balneare rappresenta uno dei più consistenti segmenti di mercato
per la Regione Campania. In passato l’immagine turistica della Campania
è stata legata, in maniera predominante, ai siti costieri, tra i quali
emergeva per qualità delle acque e dei servizi , la città di Torre del Greco.
Da alcuni decenni questo prodotto mostra evidenti segni di decadimento,
dovuti sia alla modifica della domanda che alla compromissione
della qualità dell’offerta (inquinamento ambientale, bassa qualità delle
strutture ricettive e complementari); ad esso si sono sostituiti nuovi
prodotti turistici in grado, però, di apportare benefici alle stesse località
costiere, attivando un circuito virtuoso di risorse , capaci di auto - sostenersi
ed auto - promuoversi.
Nell’inquadrare il prodotto turistico balneare è necessario evidenziare
gli elementi che lo compongono. La componente più importante è la
“risorsa mare” che può essere considerata il “servizio base”, ma è necessario
affiancare ad essa una serie di risorse o servizi complementari.
Questo studio intende individuare gli indicatori necessari a monitorare
lo sviluppo di tale prodotto turistico sul territorio negli anni che verranno,
tenendo conto dell’enorme valore che assumono, al fine di incrementare
la gradevolezza e l’attrattiva di una località balneare:
- la qualità dei servizi di fruizione;
- la qualità delle strutture ricettive;
- l’accessibilità dell’area;
- l’offerta enogastronomica.
In Campania, nell’anno 2001, sono censiti n. 1.124 stabilimenti balneari
su un totale di 6.289, un’incidenza sul totale pari al 9,3%, secondo stime
congiunte di dati Infocamera ed altre fonti, elaborate dalla Regione
Campania nel secondo Rapporto sul turismo. La Campania si posiziona
rispettivamente al terzo ed al secondo posto, nella classifica delle regioni
con più alberghi dotati di spiagge attrezzate, e in quella dei villaggi
turistici e camping con servizio spiaggia. Il sud da tale attività balneare
riporta un fatturato pari a soli 29,8 del totale, un prodotto, quindi,
in grado di generare, rispetto alle altre, un minore valore aggiunto. Le
imprese turistiche contano in Campania , secondo il Sindacato italiani
balneari , rapporto 2002- un valore medio di addetti pari a 2,2, un valore
ridottissimo rispetto al Friuli – al primo posto con 10 addetti. Tali stime,
naturalmente, sono suscettibili di correzioni in funzione della valutazione
del “sommerso”.
La costa vesuviana conta n. 31 stabilimenti balneari con un incidenza
sul totale pari al 4,3 %.
Il Comune di Torre del Greco è dotato di una superficie territoriale destinata
a spiaggia pari a mq 30.485,00, di cui mq 19.485 destinati a spiagge
in concessione e la restante parte riservata a n. 7 spiagge libere.
Inoltre a Torre del Greco ci sono 327 locali pubblici ed esercizi (ristoranti
e bar) e lungo la fascia costiera insistono 12 stabilimenti balneari.
Turismo Culturale
Nonostante Torre del Greco abbia una notevole presenza di edifici monumentali
di prestigio oltre ad una serie di attrazioni naturalistiche e
paesaggistiche non riesce ad affermarsi come polo turistico in provincia
di Napoli.
Di seguito si riporta un elenco delle principali emergenze architettoniche
e culturali di Torre del Greco:
Ville Vesuviane
1) Villa Bruno Prota
2) Villa Caramello
3) Villa del Cardinale
4) Palazzo Chicchella
5) Palazzo Masseria di
Donna Chiara
6) Villa Ercole
7) Villa Fienga
8 Villa Guerra
9) Villa Macrina
10) Villa Maria
11) Villa Mennella
12) Palazzo Petrella
13) Villa Prota
14) Palazzo del Salvatore
15) Villa San Gennariello
16) Villa Solimena
17) Palazzo Vallelonga
18) Villa E. De Nicola
Monumenti Storico
– Architettonici
1) Cento Fontane
2) Chiesa di Santa Anna
3) Villa Comunale
4) Monastero degli
Zoccolanti
5) Chiesa di San Michele
6) Convento di Santa
M. di Costantinopoli
7) Palazzo di Città
8) Basilica di S. Croce
9) Museo del Corallo
10) Casa del Beato
Vincenzo Romano
11) Villa delle Ginestre
12) Torre di Bassano
13) Palazzo Municipale
14) Chiesa di San
Giuseppe alle Paludi
15) Chiesa di Santa
Maria delle Grazie
16) Chiesa di Santa
Maria del Principio
Cappelle campestri
1) Cappella S. Elena
2) Cappella Sacro
Cuore
3) Cappella della Sacra
Famiglia
4) Cappella Privata
5) Cappella SS.
Crocifisso
6) Cappella S. Gennaro
7) Parrocchia di San
Michele Arcangelo ai
Camaldoli
Le aree archeologiche
L’area di maggior interesse archeologico, risalente al I secolo dopo Cristo,
è la “Contrada Sora” , che venne riscoperta negli anni ottanta dal
Gruppo Archeologico di Torre del Greco. Qui si possono ancora osservare
i ruderi di una villa marittima e di un complesso termale. In zona Colle
dei Camaldoli esistono i ruderi di una villa rustica. In Contrada Calastro,
altre presenze archeologiche testimoniano la presenza del suburbio.
I monumenti di interesse storico
Primo monumento di interesse è il Monastero degli Zoccolanti che venne
edificato sulle vestigia di un precedente complesso intorno al 1500.
All’interno del chiostro si possono ammirare, in 28 pannelli affrescati, le
fasi salienti della vita e della predicazione di San Francesco d’Assisi.
Molto interessante il patrimonio ecclesiale moderno che insiste su antichi
edifici distrutti nel corso dei secoli dalle varie eruzioni laviche. A tal
proposito è bene citare la Parrocchia di Santa Croce con il suo campanile
barocco, che venne seppellito durante l’eruzione del 1794; la vicina
Chiesa di San Michele con la Terra Santa, risalente al 1600; l’area ipogea
della Chiesa dell’Assunta con i suoi cunicoli scavati al di sotto dell’eruzione
del 1794. Molto importante è la chiesa di Santa Maria del Principio,
che conserva ancora intatta l’area ipogea e le vestigia dell’antica
chiesa risalente al 1000.
Villa delle Ginestre e Museo del Corallo
La Villa delle Ginestre è posta alle falde del Vesuvio. Essa ospitò tra il
1836 e il 1837, il poeta Giacomo Leopardi che qui compose i suoi ultimi
“canti”, fra cui “La Ginestra”, da cui la dimora ha preso il nome. La villa
è stato poi restaurata, e pur restando di proprietà dell’Università “Federico
II”, attraverso un accordo con il Comune di Torre del Greco, sarà
possibile restituirla alla città per accogliervi una Biblioteca ed un Centro
Studi Leopardiani, su modello di quello in Recanati.
Nel periodo maggio 2005 – marzo 2006 la Villa ha registrato un numero
di visitatori variabile tra le 70 e le circa 600 unità.
Un’altra emergenza culturale con riflessi sul turismo è quella del Museo
del Corallo dove è possibile seguire tutte la fasi della lavorazione
del corallo, tipica attività di Torre del Greco. Si registrano circa 10.000
visitatori all’anno.
43
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Le azioni intraprese dalla Regione Campania
La Regione Campania nelle ”Linee guida per il turismo in Campania”
ha compiuto un’attenta analisi del sistema turistico locale dell’Area Vesuviana,
individuata come parte dell’area n. 1 facente capo alla città di
Napoli. Obiettivo della Regione è costituire “il più grande parco archeologico
– culturale al mondo”. Questa area, in ragione della caratterizzazione
attrattiva suo patrimonio, è rivolta al turismo culturale di livello
internazionale nelle sue diverse manifestazioni.
Le risorse enogastronomiche e quelle naturalistiche divengono elemento
moltiplicatore delle valenze attrattive sul segmento culturale.
Il comune di Torre del Greco, tenuto conto degli obiettivi regionali,
è divenuto negli ultimi anni, oggetto di applicazione delle misure di
finanziamento previste dal POR Campania 2000-2006, relativamente al
programma di azioni inserite nei Progetti integrati territoriali (PIT):
- “Grandi Attrattori Culturali” in particolare al Pit “POMPEI - ERCOLA-
NO e sistema archeologico vesuviano”;
- PIT “Portualità Turistica” (relativamente alla linea MM1 del servizio di
trasporto marittimo “metrò del mare”, e all’individuazione dell’area
vesuviana costiera quale ambito prioritario di intervento per lo sviluppo
della portualità turistica);
- Polo orafo Campano.
Il comune rientra, inoltre, all’interno dei percorsi “Strada del vino Vesuvio
e dei prodotti tipici vesuviani”, redatto dietro la regia dell’Ente Parco
Nazionale del Vesuvio. Si tratta di un’iniziativa di promozione e valorizzazione
del territorio vesuviano estremamente significativa, che prevede
l’istituzione di circuiti enogastronomici da individuare nelle zone di
produzione dei vini D.O.C.; questi itinerari collegano le migliori realtà
produttive presenti in una zona.
Inoltre il comune è interessato dall’approvazione del progetto “Convention
and Visitor Bureau della fascia costiera vesuviana”, nell’ambito del
bando-concorso per la raccolta di idee-progetto per la promozione dei
prodotti turistici regionali. Tale ultimo progetto coinvolge il comune di
Ercolano in qualità di soggetto proponente e vi aderiscono anche i comuni
di Torre del Greco, di Portici, di Castellammare di Stabia, di Gragnano,
di Pompei e di San Giorgio a Cremano. Il progetto ha come obiettivo
la creazione del “Visitor and Convention Bureau” dell’area vesuviana.
Turismo ambientale
Il Vesuvio si candida ad essere tra Ie mete più frequentate dai turisti di
tutto il mondo: nel solo 2005 sono stati registrati circa 400 mila visitatori.
II picco più alto di visitatori per l’anno 2005, è stato registrato il 10 aprile,
con oltre 55 mila turisti.
Il parco dal 1998 ha un proprio marchio, registrato presso il Ministero
dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato. L’Ente Parco ha istituito
il Regolamento per la concessione del marchio del parco (delibera del
Consiglio direttivo n. 54 del 26 maggio 1998), dove definisce la procedura
per l’utilizzo del proprio marchio e della denominazione “Parco
Nazionale del Vesuvio”.
La valorizzazione delle identità e delle specificità del territorio
costituiscono,quindi, la premessa per un nuovo sviluppo sociale, economico
e culturale nel rispetto della natura e dell’ambiente. Infatti anche
il Parco Letterario Vesuvio nasce con l’idea di far conoscere il territorio
vesuviano attraverso l’incontro con gli “scritti” di cinque grandi autori
che descrissero, studiarono e amarono questi luoghi: Plinio il Giovane,
Leopardi, Goethe, Hamilton ed Emily Dickinson. La proposta è quella di
racchiudere gli eventi culturali e promozionali in alcuni itinerari turistico-letterari,
ispirati agli autori suddetti.
2.5.4 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo
N. Arrivi italiani e stranieri P
N. Presenze Italiane e
straniere
N. esercizi alberghieri
complessivi
P
S
Determina il carico turistico agente sul
territorio / Sviluppo turistico compatibile
con la vocazione del territorio
Determina il carico turistico agente sul
territorio / Sviluppo turistico compatibile
con la vocazione del territorio
Misura la ricettività turistica / Accrescere la
qualità e la varietà dell’offerta turistica
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte
+ ETP di Napoli
ETP di Napoli
+
ETP di Napoli
+
N. strutture extra-ricettive S
Misura la ricettività turistica / Accrescere la
qualità e la varietà dell’offerta turistica
+
ETP di Napoli
N. ostelli e Bed&Breakfast S
Misura la ricettività turistica / Accrescere la
qualità e la varietà dell’offerta turistica
+
ETP di Napoli
N. stabilimenti balneari S
Misura la ricettività turistica / Accrescere la
qualità e la varietà dell’offerta turistica
-
ETP di Napoli
N. itinerari enogastronomici R
Misura la presenza di modelli di turismo
sostenibile / Promuovere il turismo
sostenibile
Misura la presenza di modelli di turismo
sostenibile / Promuovere il turismo
sostenibile
+
ETP di Napoli
N. itinerari naturalistici R
+
Parco del
Vesuvio
44
LE COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITà
Cap. 3 LE COMPONENTI AMBIENTALI
3.1 Natura, biodiversità e paesaggio
3.1.1 Caratteristiche e criticità
La Campania è inserita nell’ecoregione mediterranea e rappresenta una
delle regioni italiane con la più ampia biodiversità di specie. Ad esempio
nel solo Cilento si registra l’esistenza di circa 3.500 specie superiori non
coltivate.
Questa diversità dipende soprattutto dalla ricchezza del paesaggio che
costituisce un mosaico complesso con la presenza del mare, di coste
sabbiose e rocciose, di pianure a ridosso della costa, di sistemi montuosi
carbonatici e di grandi sistemi vulcanici quali Roccamonfina, Campi
Flegrei, Vesuvio.
Purtroppo a fronte di una ricchezza e varietà uniche in Italia si deve
registrare un rischio di estinzione di molte specie animali e vegetali.
Un censimento organico delle specie è stato effettuato tramite studi
realizzati dalle Università e dagli Enti Parco. Per identificare le specie in
via di estinzione (specie protette) si ricorre perciò alla lista rossa della
flora (WWF Italia – Libro Rosso delle Piante d’Italia, 1992) e agli allegati
della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”.
In particolare, per la componente floristica, in Campania ci sono 56
specie endemiche e rare individuate dall’allegato della Legge Regionale
n. 40/94. Per tali specie la Regione Campania ha previsto una serie di
strumenti di tutela.
Le specie faunistiche protette, invece, sono identificate nel Libro Rosso
degli Animali d’Italia (WWF Italia, 1998) oltre che sulla base della
Direttiva 92/43/CEE “Habitat”. In Campania sono individuate 10 specie
protette di invertebrati.
A livello nazionale l’Italia ha ratificato, attraverso la Legge 124/94,
l’impegno a tutelare la diversità ecosistemica, di specie e genetica
del pianeta e redigere i piani Nazionali sulla biodiversità. Tale Legge si
basa sul valore ormai universalmente riconosciuto della biodiversità
affermato dalla Convenzione di Rio de Janeiro del 1992.
Tra gli strumenti principali per l’affermazione di tali principi vi è
senz’altro quello della istituzione di aree naturalistiche protette (parchi,
riserve, oasi) e della costituzione di reti di aree protette.
Il territorio del Comune di Torre del Greco è in parte interessato da
uno dei parchi nazionali costituiti con la Legge 394/91, il Parco del
Vesuvio, la cui istituzione consente di affermare il principio di difesa e
valorizzazione del vulcano e dei suoi versanti fortemente antropizzati.
3.1.2 La tutela del territorio e delle risorse naturali: il Parco
Nazionale del Vesuvio e la biodiversità
La Campania è tra le regioni d’Italia con la più alta percentuale di
territorio protetto. Le aree protette infatti interessano oltre 200 Comuni
di cui il 50% con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.
La classificazione delle Aree Protette della Campania fa riferimento alla
tipologia adottata dal Ministero dell’Ambiente e del Tutela del Territorio
con Delibera del 2 dicembre 1996.
I parchi nazionali coprono il 14 % del territorio regionale mentre le
Riserve naturali ammontano allo 0,14%.
Nel territorio provinciale sono presenti 19.282 ha di aree protette, pari
al 15,14% della superficie provinciale, di cui 8.482 ha sono costituiti
dal Parco Nazionale del Vesuvio. La percentuale di aree protette
sul territorio provinciale, inferiore alla media regionale (25,03%), è
comunque superiore a quella nazionale (10,53%). Tuttavia, si tratta per
lo più di aree in cui gli elementi di naturalità coesistono gli effetti di una
forte pressione antropica.
La superficie del Comune di Torre del Greco, interessata dall’area
protetta nazionale è pari a 1,38 kmq pari a circa il 4,5% della intera
superficie comunale.
Di seguito viene riportata una tabella riassuntiva di alcuni dati sintetici
del territorio protetto del Comune di Torre del Greco:
Fonte: Corpo Forestale dello Stato
Superficie totale
Superficie parco
Altitudine
Clima
Superficie boscata a pineta
30,66 kmq
1,38 kmq
tra 1.281M e 220 M slm
16° medi
6,841 kmq
La normativa di riferimento per il Parco Nazionale del Vesuvio è riportata
sinteticamente nella seguente tabella:
Denominazione
Parco Nazionale
del Vesuvio
Riserva Statale
Tirone Alto
Vesuvio
Tipo
MAB
SIC
ZPS
SIC
ZPS
Organismo
di Gestione
Ente Parco
Ex Azienda
di Stato
Foreste
Demaniali
Fonte RSA Regione Campania, 2003
Normativa
L. 394,
06/12/91;
DD.MM.
04/12/92
04/11/93
22/11/94;
DPR 05/06/95
Superficie
(Ha)
8.482,00
DM 29/03/72 1005,00
Il Parco Nazionale del Vesuvio è stato inserito nel 1997 nella prestigiosa
rete mondiale delle riserve della Biosfera (lista del programma MAB
– Man and Biosphere). In particolare, la riserva della biosfera “Somma-
Vesuvio e Miglio d’Oro” racchiude, oltre al territorio del il Parco Nazionale
del Vesuvio, anche la fascia costiera circostante e le sontuose ville
vesuviane del XVI XVII secolo dislocate lungo il Miglio d’Oro.
Nell’area protetta sono presenti inoltre due SIC (Siti di Interesse
Comunitario): Vesuvio e Monte Somma. Inoltre è presente anche una
ZPS (Zona a Protezione Speciale), in parte coincidente con i due SIC citati.
Il Parco Nazionale del Vesuvio è inoltre di grandissimo interesse
geologico e storico: contiene al suo interno uno dei vulcani più famosi
del mondo. Nell’area sono stati catalogati oltre 230 minerali differenti
ed è possibile osservare i depositi di diverse eruzioni storiche e le
forme generate dall’azione degli agenti esogeni sulle originarie coltri
piroclastiche.
La flora e la fauna nell’area protetta del Vesuvio
Flora e vegetazione
Il paesaggio botanico del Somma-Vesuvio, per effetto dell’attività
vulcanica, ha subito nel corso dei secoli continue variazioni che hanno
interessato sia il numero ed il tipo delle piante che lo hanno popolato,
sia l’aspetto dei boschi, delle macchie e di tutti gli altri tipi di vegetazione
che, nel tempo, lo hanno rivestito.
Ai fenomeni naturali, che hanno modificato più volte e in modo molto
incisivo il paesaggio sia nella morfologia che nella copertura vegetale, si
45
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
sono poi sovrapposti, nel corso dei secoli, gli interventi dell’uomo sotto
forma soprattutto di pratiche agricole e di rimboschimenti. Queste
attività, insieme all’urbanizzazione hanno, in tempi più recenti, variato
notevolmente il paesaggio vesuviano.
Le conoscenze più recenti sul popolamento floristico del Somma-
Vesuvio indicano la presenza di 610 entità mentre non sono state
più ritrovate specie riportate in passato da altri studiosi. Questo
impoverimento della flora vesuviana è riconducibile all’accentuarsi
dell’antropizzazione verificatasi soprattutto negli ultimi decenni. Tra
le piante del Somma-Vesuvio abbondano le specie annuali, seguite
dalle piante erbacee perenni, dagli alberi e dagli arbusti. Notevole è
l’incidenza delle specie mediterranee e di quelle ad ampia distribuzione,
mentre solo 18 sono le specie endemiche, e cioè le specie diffuse su
territori di limitata estensione nei quali la loro presenza è indice di una
buona qualità dell’ambiente. L’unica specie veramente rara rinvenuta
sul Vesuvio è la Silene Giraldii Guss.
Un importante ruolo nella colonizzazione dei suoli lavici è svolto
dai Licheni e dalle Briofite. Tra i licheni va segnalato lo Stereocaulon
vesuvianum, di colore grigio e forma di corallo, primo colonizzatore delle
rocce laviche che prepara il suolo per l’attecchimento delle piante.
Sono inoltre presenti nel parco 17 specie appartenenti alla famiglia
delle Orchidaceae.
Per quanto riguarda la flora micologica, un censimento ha portato
all’individuazione di duecentoquarantanove specie di macromiceti.
In particolare la vegetazione intorno al cratere è costituita da:
Licheni Artemisia campestre Valeriana rossa
Elicrisio Gialle ginestre Pino nero
Aleppo Pini Frutteti
Coltivi
Vigneti
Inoltre sono diffuse in tutta l’area protetta due specie invasive dannose
per le altre specie: la robinia e l’ailanto.
rilevamento dell’ereptofauna.
Uno studio pluriennale (1967-1999) dei Lepidotteri ha permesso
di rilevare la presenza di quarantaquattro specie di Hesperioidea e
Papilionoidea.
Tutela e salvaguardia
L’Ente Parco ha predisposto il Piano del Parco che è stato approvato.
Inoltre è stato approvato il Piano Socio-Economico. L’Ente Parco sta
attuando una politica di tutela dell’intero territorio protetto attraverso
l’abbattimento delle costruzioni abusive e attraverso interventi di
ingegneria naturalistica per far fronte ai dissesti idrogeologici e sta
anche organizzando eventi e manifestazioni per la conoscenza dei
luoghi e la promozione dei prodotti locali.
Di seguito sono riportati alcuni dati sull’abusivismo edilizio e sulle
discariche abusive nell’area protetta del Vesuvio:
Discariche abusive segnalate agli EE. LL. e all’autorità giudiziaria.
11
Superficie edificata abusiva
Anno
Superficie mq
2005 645
2004 1.288
2003 81
Con D.G.R. n. 5304 del 6 agosto 1999 sono stati definiti i confini delle aree
contigue e predisposta la rispettiva regolamentazione. In particolare,
sono definite “aree contigue a finalità urbanistica” le aree esterne al Parco
e attualmente delimitate dal Piano Paesistico; sono definite invece, “aree
contigue a finalità venatoria “le aree esterne al Parco comprendenti i
confini amministrativi dei Comuni della Comunità del Parco.
L’intera area vesuviana è interessata dal Piano Territoriale Paesistico,
approvato con D.M. del 14/12/95.
Fauna
La fauna è varia e cospicua. Tra i mammiferi si contano circa diciassette
specie. E’ da segnalare la presenza della Lepre europea, indicata come
categoria in Pericolo Critico (CR). Sono state censite, inoltre, circa
centotrentotto specie di uccelli di cui sessantadue nidificanti, alle
quali si potrebbero aggiungere altre otto specie la cui nidificazione
non è certa; una tale ricchezza di informazioni è dovuta alle numerose
missioni di studio effettuate in seguito all’istituzione del Parco nazionale.
L’aumento delle specie va attribuito anche all’azione di conservazione
della natura svolta dall’Ente: è il caso, ad esempio, del ritorno alla
nidificazione dello Sparviere; in altri casi, invece, alcune specie, come
Poiana, Gheppio, Colombaccio, Falco Pellegrino, Falco Pecchiaiolo,
Beccaccia, Storno, Coniglio e Upupa hanno fatto registrare sensibili
aumenti popolazionistici.
All’interno dell’area protetta attualmente sono in corso azioni per
il reinserimento dell’ìstrice e del capriolo. Si osserva, inoltre, un alto
numero di Quaglie, specie che ha subito in passato una forte pressione
venatoria. Tra i rettili sono da citare il colorato Ramarro, l’innocuo
serpente Biacco (Coluber viridiflavus), la Vipera comune (Vipera aspis),
il Saettone (Elaphe longissima), il Cervone (Elaphe quatuorlineata), il
Geco comune (Tarentola mauritanica), il Geco verrucoso (Hemidactylus
turcicus), la Lucertola campestre, il Gòngilo (Chalcides ocellatus).
Tra gli anfibi si segnala la presenza del Rospo smeraldino (Bufo virdis) e
la Rana verde (Rana esculenta).
Inoltre nel territorio di Torre del Greco sono presenti diverse stazioni di
46
LE COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITà
3.1.3 I principali indicatori
Di seguito vengono riassunti i principali indicatori:
INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte dati
N. di aree protette
per tipologia (parchi,
riserve)
R
Garantire e promuovere, in forma
coordinata, la conservazione e la
valorizzazione del patrimonio naturale
attraverso l’istituzione di aree naturali
protette
+
Parco del
Vesuvio
Superficie aree
protette/superficie
comunale
R
Garantire e promuovere, in forma
coordinata, la conservazione e la
valorizzazione del patrimonio naturale
attraverso l’istituzione di aree naturali
protette
+
Parco del
Vesuvio
N. habitat individuati
in attuazione della
Direttiva Habitat ed
Uccelli (SIC e ZPS)
R
Assicurare il ripristino o il mantenimento
degli habitat naturali e delle specie di
interesse comunitario
+
Parco del
Vesuvio
N. specie protette flora
e fauna
R
Salvaguardare la biodiversità mediante la
conservazione della flora e della fauna
+
Parco del
Vesuvio
N. di specie monitorate R
Raggiungere una adeguata conoscenza
dello stato di conservazione delle specie
animali e vegetali per assicurare il
mantenimento o il ripristino delle stesse
+
Parco del
Vesuvio
N. di progetti di
reintroduzione di
specie estinte
R Reintrodurre specie estinte +
Parco del
Vesuvio
Superficie edificata
abusiva e N. discariche
abusive
S Salvaguardare il territorio protetto +/- CFS
47
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
3.2 Aria
3.2.1 Caratteristiche e criticità
L’inquinamento atmosferico, nelle aree urbane, rappresenta uno dei
principali problemi ambientali del nostro tempo poiché esso incide sulla
salute umana e sulla qualità della vita sotto diversi aspetti. I rischi per
la salute sono associati principalmente all’inalazione di gas e particelle,
mentre per gli edifici ed i monumenti storici vi è un’accelerazione del
deterioramento e infine risultano esserci danni alla vegetazione ed agli
ecosistemi.
Prima di valutare le stime misurate nel Comune di Torre del Greco è opportuno
chiarire quali siano gli inquinanti dell’atmosfera e quali siano i
loro effetti sull’ambiente e sull’uomo.
I principali inquinanti, presi come riferimento ai sensi del DPCM 28.03.83,
del DPR 24.05.88 n. 203, del DM 25.11.94, del DM 16 maggio 1996, del
DM n. 60 del 2 aprile 2002 e del DLgs n. 183 del 21 maggio 2004 sono:
• Monossido di carbonio CO;
• Biossido di azoto NO 2
;
• Biossido di zolfo SO 2
;
• Ozono O 3
;
• PM 10
(articolato atmosferico) ;
• Benzene;
• Idrocarburi policiclici aromatici IPA.
Tali sostanze agiscono a differenti livelli nei processi inquinanti dell’atmosfera.
I fenomeni di inquinamento più gravi, di cui le sostanze sopraccitate
sono responsabili, possono essere elencati come segue:
• piogge acide;
• effetto serra;
• qualità dell’aria (danni per la salute dell’uomo).
Le piogge acide
Anche il fenomeno delle piogge acide, di grande attualità, è causato
dalle trasformazioni chimiche subite dagli inquinanti atmosferici. Nelle
zone colpite da tale fenomeno, i monumenti si sono deteriorati negli ultimi
decenni molto più velocemente che nei secoli precedenti. L’acidità
media delle precipitazioni, soprattutto nel nostro emisfero, è in continuo
aumento.
Le due tipiche sostanze presenti nelle precipitazioni acide sono l’acido
solforico e l’acido nitrico. Quello che nella realtà succede è che gli
ossidi di zolfo e di azoto (es. NO 2
, SO 2
) emessi in atmosfera a contatto
con l’umidità si idratano formando acidi che vengono poi integrati nelle
piogge rendendole acide. Oggi il valore di acidità delle piogge è 40
volte superiore a quello degli anni ’70.
clorofluorocarburi (composti che contengono cloro, fluoro carbonio e a
volte idrogeno) tristemente noti anche per essere responsabili del buco
dell’ozono.
L’aumento dei gas serra si è avuto dopo la rivoluzione industriale per
l’uso esasperato di combustibili fossili e per la notevole deforestazione
che ogni anno elimina molti ettari di foreste che esplicano sia un’azione
diretta di regolazione del clima sia indiretta per la fissazione di CO 2
in
materia organica.
Tutti i gas elencati esercitano sull’uomo un’azione dannosa. Il monossido
di carbonio ha ad esempio la proprietà di legarsi all’emoglobina al
posto dell’ossigeno in maniera molto più efficace dell’ossigeno stesso.
Per questa ragione può portare gravi danni al sistema respiratorio e cardiocircolatorio.
Anche il biossido di azoto agisce prevalentemente sul
sistema respiratorio e cardiocircolatorio provocando difficoltà respiratorie.
Ad alte concentrazioni causa edema polmonare. Il PM 10
provoca, a
seconda della natura del articolato, malattie respiratorie e neoplasie.
3.2.2 La rete di monitoraggio di Torre del Greco
Il Comune di Torre del Greco è dotato di una stazione di monitoraggio
dell’inquinamento atmosferico in funzione dal marzo 2001. La cabina
appartiene alla rete della Provincia di Napoli che comprende sei centraline
dislocate rispettivamente in sei comuni della Provincia (Afragola,
Castellammare di Stabia, Frattamaggiore, Giugliano, Portici e Torre del
Greco).
Le centraline di monitoraggio sono costituite da cabine in vetroresina,
in cui sono alloggiati gli analizzatori che rilevano la concentrazione dei
gas inquinanti nell’atmosfera ed i misuratori dei parametri meteo. Tali
centraline sono dotate di un sistema di misurazione che consente di
acquisire i dati calcolando i valori medi nel tempo ( le medie orarie) ed
i valori puntuali o istantanei. I valori medi orari vengono acquisiti dal
centro di elaborazione della Provincia dei Napoli e validati dall’ARPAC
C.R.I.A.
La centralina di Torre del Greco è installata presso la scuola elementare
I Circolo G. Mazza in Via Vittorio Veneto 34 ed è dotata di quattro analizzatori
che rilevano i valori di:
• Biossido di Azoto;
• Ossido di carbonio;
• Biossido di zolfo;
• Polveri PM 10
.
L’effetto serra
Il fenomeno dell’effetto serra è causato da alcuni gas presenti nell’atmosfera
che assorbono la radiazione infrarossa emessa dalla superficie
terrestre irradiata dal sole rimandandola verso il basso.
Uno tra i principali gas responsabili di tale fenomeno è l’anidride carbonica;
assieme ad esso contribuiscono altri gas presenti in quantità
minori nell’atmosfera come metano, ossidi di azoto, ozono e diversi
48
LE COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA
3.2.3 La qualità dell’aria
La stima delle emissioni in atmosfera, in particolare quelle dovute ad
attività antropiche, della loro distribuzione sul territorio e della loro evoluzione
nel tempo deve essere valutata in parallelo ad un’analisi dello
stato e delle tendenze degli indicatori dei settori responsabili: energia,
trasporti, industria, usi civili, agricoltura.
L’inventario delle emissioni atmosferiche si basa su una dettagliata classificazione
e quantificazione degli indicatori relativi ai processi inquinanti,
così come riportato nell’ambito del progetto europeo CORINAIR.
Lo studio delle pressioni su scala locale consente di approfondire differenti
“criticità ambientali” quali le aree urbane, le grandi infrastrutture
stradali e i poli industriali.
Le elaborazioni dei dati disponibili consentono di affermare che i livelli
di concentrazione degli inquinanti si sono quasi sempre mantenuti nei
limiti di legge ed in certi casi anche entro i valori guida.
In particolare riferimento al DM 21 aprile 1999 gli unici superamenti verificatisi
riguardano il Monossido di carbonio (CO). Tale inquinante infatti
per quattro volte ha registrato un valore della concentrazione media
oraria superiore al livello di attenzione stabilito. Questo dato, seppur
non particolarmente allarmante deve essere preso come un sintomo
preoccupante da non sottovalutare, poiché in base alla direttiva CEE
2000/69 il valore limite di CO è fissato ad un valore di 10 mg/m³.
Per la valutazione della qualità dell’aria si fa riferimento ai limiti di concentrazione
in atmosfera delle sostanze inquinanti, stabiliti secondo disposizioni
di legge, che hanno il fine di tutelare la salute pubblica.
I valori limite sono stabiliti in funzione del tempo di mediazione e del
tempo di osservazione. Il tempo di mediazione rappresenta l’intervallo
di tempo della misura effettuata dal quale si ricava un valore medio
di concentrazione. Il tempo di osservazione rappresenta l’intervallo di
tempo che intercorre tra la prima e l’ultima misura effettuata. Tale tempo
è tipicamente di 1, 8 o 24 ore.
Il tempo di osservazione in genere copre un intero anno solare eccezione
fatta per inquinanti definiti stagionali per i quali l’intervallo di tempo
di osservazione può corrispondere al solo periodo stagionale.
I limiti stabiliti dalla normativa si possono classificare in base al tempo
di osservazione o in base all’azione che impongono. Nel primo caso ci
sono tutti quei limiti che si riferiscono a tempi di osservazione lunghi (1
anno) e limiti che si riferiscono a tempi di osservazione più brevi (es. 24
h). I primi limiti (Standards della qualità dell’aria) servono per stabilire
politiche a lungo periodo che tengono conto dell’andamento dei valori
su periodi lunghi, i secondi limiti (livelli di attenzione e di allarme)
sono invece necessari per interventi immediati e per fotografare la situazione.
Gli Standards della qualità dell’aria sono limiti generalmente
espressi attraverso parametri statistici (i percentili) che garantiscono, in
base alle conoscenze acquisite, una condizione di essenza di danni alla
salute. Diversamente i valori guida sono valori più bassi degli standards
e sono valori a cui bisogna tendere come obiettivo delle politiche
ambientali da raggiungere nell’arco di un anno solare. Attualmente in
funzione ci sono i limiti operativi il cui superamento obbliga le autorità
competenti a prendere provvedimenti.
Il D.M. 60 del 2 aprile 2002, decreto applicativo del D.Lgs. 351/99 di recepimento
di direttive CEE, rivoluziona completamente la normativa in materia
di controllo, valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente.
Tale D.M. stabilisce alcuni valori limite e le date per il loro raggiungimento
(per alcuni inquinanti è previsto il 2005, per altri il 2010) e abroga la norma
che aveva introdotto i livelli di attenzione e di allarme, che consentivano
all’autorità sanitaria competente, in caso di episodi acuti di inquinamento
atmosferico, di assumere provvedimenti di limitazione della circolazione
(D.M. 163 del 21.04.99). Per il periodo del regime transitorio il D.M. indica
dei margini di tolleranza ai limiti, a scalare negli anni.
Quasi tutti i dati raccolti si riferiscono ad un periodo antecedente all’entrata
in vigore del D.M. 60 del 02.04.2002; pertanto sono stati elaborati
utilizzando come criteri di valutazione quelli stabiliti dalle precedenti
normative (D.P.C.M. 28.03.83, D.P.R. 203/88, D.M. 25 novembre 1994,
D.M. 16 maggio 1996). I dati che seguono sono stati raccolti nell’anno
2001 per tale ragione i limiti a cui si fa riferimento sono quelli in vigore al
31/12/2001 e mostrati in tabella:
Inquinante
Monossido
di carbonio
Ozono
Biossido di
zolfo
Biossido di
azoto
Particelle
sospese
Concentrazione media di 1 h
Concentrazione media di 8 h
Livello di attenzione
Livello di allarme
Concentrazione media di 1 h da
non raggiungere
Media mobile trascinata su 8 h
Livello di attenzione
Livello di allarme
Mediana delle concentrazioni
medie di 24 h
98° percentile delle concentrazioni
medie di 24 h
Mediana delle concentrazioni
medie di 24 h
Livello di attenzione
Livello di allarme
98° percentile delle concentrazioni
medie di 1 h
Livello di attenzione
Livello di allarme
Livello di attenzione
Livello di allarme
Valore limite
40 mg/mc
10 mg/mc
15 mg/mc
30 mg/mc
200 ì g/mc
110 ì g/mc
180 ì g/mc
360 ì g/mc
80 ì g/mc
250 ì g/mc
130 ì g/mc
125 ì g/mc
250 ì g/mc
200 ì g/mc
200 ì g/mc
400 ì g/mc
150 ì g/mc
300 ì g/mc
49
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Monossido di carbonio
Di seguito vengono mostrati i dati raccolti divisi mensilmente riguardanti
il Monossido di carbonio.
Gennaio
Febbraio
Monossido di carbonio
MED
1-8
MED
9-16
MED
17-24
50° 95° 98° >15 >30 >40 >10 >10 >10
Marzo 1,5 5,4 7,5 2 0 0 0 0 0
Aprile 1,1 4,1 5,7 0 0 0 0 0 0
Maggio 1,1 4,3 5,4 0 0 0 0 0 0
Giugno 1,5 4,0 5,1 0 0 0 0 0 0
Luglio 1,4 3,4 4,6 0 0 0 0 0 0
Agosto 1,2 3,5 4,4 0 0 0 0 0 0
Settembre 1,1 5,6 7,1 0 0 0 0 0 0
Ottobre 1,8 7,7 9,1 0 0 0 0 0 0
Novembre 1,6 6,7 8,3 0 0 0 0 0 0
Dicembre 1,5 6,2 7,8 2 0 0 0 0 0
Annuale 1,4 5,3 7,2 4 0 0 0 0 0
Elaborazioni medie orarie. Fonte Comune di Torre del Greco, anno 2001
Tale tabella riporta nelle prime tre colonne i valori in percentile, la quarta
colonna rappresenta il numero di superamenti del livello di attenzione
che è anche il valore limite per il DM del 21 aprile 1999 n. 163 - Cco media
oraria >15 mg/m³). La quinta e sesta colonna rappresentano i superamenti
dei limiti di Cco media oraria >30 mg/m³ e 40 mg/m³ rispettivamente.
Le colonne rimanenti fanno riferimento al superamento del valore limite
per la concentrazione media oraria su base di otto ore di 10 mg/m³.
Di seguito è riportata la tabella dei valori mensili di concentrazione in
mg/m³ di monossido di carbonio.
3
2,5
2,1
2
1,5
mg/m_ 1
0,5
Medie mens ili Monos s ido di C arbonio
1,5 1,5
1,8
1,6
1,5
1,7
2,6
2,3
2,1
Il DM del 21 aprile 1999 n. 163 (art. 3 comma 3) stabilisce che le misure
programmate, permanenti e periodiche di limitazione o divieto della
circolazione devono essere adottate in zone del centro qualora si verifichino
nell’arco di un anno superamenti significativi e frequenti dei
livelli di attenzione di cui all’allegato I al Decreto 25 novembre 1994 del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Ebbene tale limite
per il Monossido di carbonio coincide con il valore della concentrazione
media oraria di 15 mg/m³. Come risulta dalla quarta colonna della
tabella nell’anno 2001 si sono verificati 4 superamenti di tale limite. Non
si sono invece verificati né superamenti del livello di allarme (30 mg/m³)
né delle concentrazioni medie su base 8 ore.
Nel grafico si può constatare come nei mesi estivi a causa del minor
numero di veicoli in circolazione si registrino i valori medi più bassi su
base annua, 1,5 mg/m³ ad agosto contro 2,6 mg/m³ a ottobre.
Biossido di azoto
Di seguito vengono mostrati i dati raccolti divisi mensilmente riguardanti
il Biossido di azoto
Gennaio
Febbraio
Biossido di azoto
MED 50° 95° 98° >200 >400
Marzo 57,4 53,2 106,3 117,9 0 0
Aprile 72,4 71,3 125,3 135,1 0 0
Maggio 67,9 67,9 127,5 166,9 0 0
Giugno 0 0 0 0 0 0
Luglio 0 0 0 0 0 0
Agosto 0 0 0 0 0 0
Settembre 0 0 0 0 0 0
Ottobre 0 0 0 0 0 0
Novembre 0 0 0 0 0 0
Dicembre 0 0 0 0 0 0
Annuale 63,8 61 116 131,7 0 0
Elaborazioni medie orarie. Fonte Comune di Torre del Greco, anno 2001
In tale tabella sono riportati, la media, i valori dei percentili ( 50°,95° e
98°) ed i superamenti dei livelli di attenzione e di allarme rispettivamente
di 200 e 400 µg/m³. Nell’ultima riga si riportano gli stessi valori riferiti
su base annua. Nel periodo, seppur limitato, di osservazione non si registrano
valori superiori al livello di attenzione pari a 200 µg/m³, infatti il
valore massimo misurato è stato di 193 µg/m³.
0
MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Fonte Comune di Torre del Greco
50
LE COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA
Biossido di zolfo
Analogamente agli altri inquinanti si riporta la tabella contenente la
media, i percentili (50°,95° e 98°) ed i superamenti dei livelli di attenzione
(125 µg/m³ e di allarme 250 µg/m³).
Gennaio
Febbraio
Biossido di zolfo
MED 50° 95° 98° >125 >250
Marzo 16 16,1 19,7 23,6 0 0
Aprile 15,1 15,4 19,1 19,8 0 0
Maggio 17,7 18,2 23,9 24 0 0
Giugno 11 10,6 17,5 18 0 0
Luglio 17,2 16,8 26,8 28,5 0 0
Agosto 23,5 22,7 28,2 29,5 0 0
Settembre 32,5 31,9 43,8 46,3 0 0
Ottobre 8,4 8,3 12,7 14,5 0 0
Novembre 4,2 3 8,2 10 0 0
Dicembre 2,6 2,5 6,5 7,2 0 0
Annuale 15 14,6 31,8 36,7 0 0
Elaborazioni medie orarie. Fonte Comune di Torre del Greco, anno 2001
Dalle osservazioni delle ultime due colonne risulta evidente che non
si sono verificati superamenti né del livello di attenzione né del livello
di allarme. Come si osserva il valore del 50° percentile misurato annuo,
14,6 µg/m³, è notevolmente inferiore al valore guida di 50 µg/m³. Anche
il valore della concentrazione media giornaliera 49 µg/m³, è inferiore in
misura considerevole al livello di attenzione pari a 125 µg/m³ .
Di seguito viene mostrato l’andamento dei valori di SO 2
nei mesi dell’anno.
µg/m³.
35
30
25
20
15
10
5
0
16 15,1
Medie mensili Biossido di zolfo
17,7
11
17,2
23,5
32,5
MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
8,4
4,2
2,6
Polveri PM 10
Analogamente agli altri inquinanti si riporta la tabella contenente la
media, i percentili (50°,95° e 98°) ed i superamenti del limite 40 µg/m³.
Polveri PM 10
MED 50° 95° 98° >40
Gennaio
Febbraio
Marzo 17,2 14,2 29,3 45,2 1
Aprile 13,3 13 19,6 20,5 0
Maggio 21,6 19,7 38 39,5 1
Giugno 17,5 16,8 23,6 27,2 0
Luglio 26 24,6 48,7 51,1 3
Agosto 27,3 27,8 39,4 40,9 1
Settembre 25 24,3 34,5 37,6 1
Ottobre 26,6 24,2 39,6 40,1 1
Novembre 18,6 19 24,9 25,7 0
Dicembre 18,3 16,5 23,8 23,9 0
Annuale 22,4 21,1 39 41,4 8
Elaborazioni medie orarie. Fonte Comune di Torre del Greco, anno 2001
Come si osserva dall’ultima riga della colonna dei valori medi, il valore
medio annuale di concentrazione della frazione di PM 10
del articolato è
risultato pari a 22,4 µg/m³ inferiore al valore obiettivo di 40 µg/m³ . Si
sono però riscontrati superamenti di tale limite come concentrazione
media giornaliera in otto giorni su 233 misurati (colonna >40).
Il Comune di Torre del Greco, ai fini di ridurre l’impatto ambientale
sulla componente aria, ha aderito, insieme ad altri pochi Comuni della
Campania, al Progetto ministeriale ICBI (Incentivi Carburanti Basso
Impatto Ambientale), grazie al quale i possessori di autoveicoli appartenenti
alle classi di autoveicoli Euro 1 ed Euro 2, vecchie tecnologie
a forte tasso d’inquinamento, possono passare dall’alimentazione a
benzina a quella a gas.
Fonte: Comune di Torre del Greco
Come si può osservare l’andamento delle concentrazioni di tale inquinante,
che dovrebbero essere massime nei mesi invernali a causa delle
emissioni degli impianti di riscaldamento, raggiunge in questi mesi i valori
più bassi. Una spiegazione può essere legata alla tipologia di clima
temperato di cui gode il territorio del comune di Torre del Greco.
51
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
3.2.4 I principali indicatori
Di seguito vengono riassunti i principali indicatori:
INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte
Quantità di gas inquinanti in
atmosfera
S
Misura il livello degli inquinanti /
diminuzione delle emissioni effetto serra in
atmosfera
+
Comune di
Torre del
Greco
Quantità di superamenti di
inquinanti in atmosfera
P
Misura i superamenti dei limiti/rientrare nei
limiti e diminuzione delle emissioni effetto
serra in atmosfera
+
Comune di
Torre del
Greco
Azioni di prevenzione e
mitigazione delle emissioni
in atmosfera
R
Misura delle azioni di prevenzione /
diminuzione delle emissioni effetto serra in
atmosfera
+ / -
Comune di
Torre del
Greco
Azioni intraprese per il
controllo delle emissioni
delle attività produttive
R
Misura dell’efficienza dei controlli sulle
emissioni industriali / diminuzione delle
emissioni effetto serra in atmosfera
+ / -
Comune di
Torre del
Greco
Piano del traffico veicolare
R
Verificare lo stato di attuazione /
diminuzione delle emissioni da traffico
veicolare
+
Comune di
Torre del
Greco
52
LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA
3.3 Acque superficiali e sotterranee
3.3.1 Caratteristiche e criticità
Gli argomenti trattati in questo capitolo si riferiscono alla qualità dell’ambiente
acquatico, inteso sia come acque interne (superficiali e sotterranee)
che come acque marino costiere.
Le acque interne costituiscono una risorsa strategica per la vita dell’uomo
e la sopravvivenza della specie, da cui vengono prelevate le risorse
idriche ad uso potabile, oltre a quelle per uso irriguo e per le attività
produttive.
Dall’analisi delle Relazioni sullo Stato dell’Ambiente del 2001 e del 2003
della Provincia di Napoli, si evince che la risorsa acqua, sia in termini
di qualità che di quantità, risulta generalmente compromessa; relativamente
alle acque sotterranee, si evidenziano vistosi segnali di sofferenza.
Risultano infatti evidenti abbassamenti dei livelli piezometrici,
con connessi fenomeni di subsidenza del suolo e, nelle zone costiere,
di intrusione di acque marine. Le acque sotterranee in aree sempre più
estese, risultano inquinate dagli scarichi civili e da quelli industriali (attraverso
gli scambi con il sistema idrico superficiale e, a volte, per immissione
diretta), dalla presenza di discariche abusive e dall’inquinamento
provocato dalle pratiche agricole (fertilizzanti, pesticidi, fitofarmaci).
Il DLGS 152/99 e le successive disposizioni correttive ed integrative contenute
nel DLGS 258/200, riordinano l’intera materia “acque”, attraverso
l’attuazione delle Direttive Europee 91/271/CEE (Trattamento delle acque
reflue urbane) e 91/676/CEE (Protezione delle acque dall’inquinamento
provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole) e allo stesso
tempo, fissa il sistema di regole ed i tempi di adeguamento a cui devono
attenersi sia il sistema pubblico che privato in relazione alle attività
di depurazione.
Gli elementi di maggiore novità introdotti da tali decreti, in materia di
tutela delle acque dall’inquinamento, si possono così riassumere:
• una nuova politica di risanamento e tutela della risorsa acqua, non più
fondata sul controllo e la messa a norma del singolo scarico, ma in funzione
di obiettivi di qualità del corpo idrico e/o del sistema recettore;
• norme più severe per gli scarichi al suolo e nel sottosuolo per difendere
meglio e più efficacemente le risorse idriche sotterranee;
• maggiore attenzione alle problematiche connesse al mantenimento
delle risorse idriche, anche in termini di qualità.
3.3.2 Acque superficiali
Nel territorio di Torre del Greco l’attuale struttura idrografica è il risultato
da un lato della morfologia vulcanica del Somma Vesuvio, e dall’altro
delle attività antropiche che hanno portato ad uno stravolgimento del
reticolo idrografico, .
Data la geografia del comune non esistono rilevanti corpi idrici superficiali
ma sono presenti piccoli corsi d’acqua, a carattere torrentizio, defluenti
nell’ambito territoriale.
Si tratta dei Torrenti Vesuviani che, nel caso specifico, si dipartono dalle pendici
del Vesuvio e recapitano le proprie acque in corrispondenza delle città
poste in prossimità della costa tra cui anche Portici ed Ercolano e sono caratterizzati
da lunghezze più modeste, al massimo dell’ordine di 3-4 Km.
I Determinanti e le pressioni
Le cause generatrici primarie delle pressioni sulla componente acqua
sono la popolazione e tutte le attività antropiche (industria, urbanizzazione,
turismo, deforestazione, agricoltura) che influiscono direttamente
sulla qualità chimico-fisica-microbiologica delle sue acque.
Il carattere spiccatamente torrentizio di tali tratti, determina il trasporto
di materiale solido fino ai tronchi vallivi, anche se in maniera sporadica,
manifestandosi soprattutto in conseguenza di piogge abbastanza
prolungate non particolarmente intense. I tratti pedemontani, caratterizzati
da una brusca diminuzione delle pendenze, a causa dell’apporto
solido da tali fossi e valloni, tendono progressivamente ad alluvionarsi
in conseguenza del deposito del materiale solido in arrivo da monte.
Il Comune di Torre del Greco rientra nel bacino del Sarno, caratterizzato
da forti coefficienti di rischio nei comuni vesuviani costieri. Tale rischio
è connesso all’elevatissimo valore esposto determinato dalla elevata
densità di popolazione e dalla presenza di numerosi alvei-strada che
sovente attraversano zone ad alta densità abitativa. Questi torrenti
rappresentano il naturale canale di deflusso delle acque piovane provenienti
dal Vesuvio e per questo motivo costituiscono una concreta
fonte di rischio per la popolazione.
Gli Impatti
I corsi d’acqua inquinati, in generale, impattano con il territorio circostante
e con le acque marine in cui essi sfociano; gli impatti con il
territorio sono di vario genere passando dai rischi epidemiologici per
l’uomo all’inquinamento indotto verso le acque sotterranee, attraverso
gli scambi fiume-falda e, infine, al deterioramento delle risorse paesaggistiche.
Per quanto riguarda l’impatto sulle acque marino-costiere di
Torre del Greco, occorre rilevare come i fenomeni di inquinamento veicolati
attraverso i corsi d’acqua rendano inutilizzabili estesi tratti di litorale
sia per scopi ricreativi-turistici che per altre utilizzazioni produttive
(pesca, molluschicoltura). Non sono oggi disponibili dati sulla qualità
delle acque superficiali.
Le Risposte
Le risposte che il Comune di Torre del Greco deve fornire per la riduzione
di tali impatti sono rappresentate dall’applicazione delle normative
relative alla difesa delle acque e di riduzione del rischio idraulico.
Devono essere effettuate, inoltre, attività di monitoraggio e controllo e
realizzati interventi tecnologici per il collettamento delle acque reflue e
per la depurazione delle stesse.
Appare ovvio che si tratta di opere ed azioni che devono inserirsi in
un contesto sovracomunale sia per la natura degli interventi sia per le
normative ed i piani che agiscono su un territorio di bacino più vasto
di quello comunale.
Occorre incentivare inoltre la ricerca di nuove tecnologie di produzione
meno inquinanti mediante modifiche dei processi produttivi ed
utilizzare più efficaci processi di trattamento delle acque reflue.
53
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
3.3.3 Acque sotterranee
Le acque sotterranee rappresentano risorse pregiate e sono ampiamente
utilizzate per usi civili. Negli anni sono state trascurate le esigenze di
controllo e di difesa dei sistemi acquiferi. Le recenti normative (e quelle
di prossimo recepimento di norme europee) hanno posto un freno alla
situazione di deterioramento quali-quantitativo di tali risorse strategiche
ma, se qualche avanzamento è stato fatto relativamente alla parte
relativa ai controlli, ancora molto si deve fare riguardo al risanamento
ed alla corretta gestione della risorsa.
Contesto Idrogeologico
Sulla base delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del territorio
di interesse il Comune di Torre del Greco ricade per la circolazione
idrica sotterranea nel corpo idrico del Somma Vesuvio.
Schema idrogeologico tratto dalla Provincia di Napoli - RSA 2003
Legenda:
1) Depositi alluvionali, piroclastiti travertinosi (Quaternario);
2) Lave e depositi piroclastici (Quaternario);
3) depositi arenaceo marnosi (Miocene);
4) Rocce carbonatiche (Mesozoico);
5) limiti delle strutture idrogeologiche;
6) Principali lineamenti tettonici (tratteggiati se presenti)
7) Principali Sorgenti;
8) Sorgenti termominerali;
9) Principali pozzi idro-minerali.;
10) Principali direzioni di flusso delle acque sotterranee.
Il Somma Vesuvio ha una morfologia tipica di un vulcano a strato, caratterizzata
da una forma tronco conica con acclività dei versanti piuttosto
accentuata. Dal punto di vista geologico e idrogeologico il cono del Vesuvio
si è impiantato nel 79 d. C nella caldera del Somma e si è formato
attraverso diverse fasi di attività. Il grado di fessurazione delle colate laviche
e la porosità degli orizzonti piroclastici condiziona le modalità di
deflusso idrico sotterraneo. Il corpo idrico sotterraneo del Somma-Vesuvio
risulta costituito da diversi orizzonti lavici, generalmente fessurati
(aventi un grado di permeabilità piuttosto elevato), intercalati a livelli
di scorie, ceneri, lapilli e pomici a granulometria generalmente grossolana
e da depositi tufacei, piroclastici a granulometria medio-fine e paleosuoli
aventi un grado di permeabilità, per porosità, piuttosto basso.
(Fonte RSA 2003 Provincia di Napoli)
Dunque la circolazione idrica sotterranea si definisce a falde sovrapposte,
tra loro generalmente interconnesse con i principali livelli acquiferi che si
localizzano in corrispondenza della porzione più fratturata delle singole
colate laviche e dei depositi piroclastici più grossolani ad esse intercalati.
Stato quali-quantitativo del corpo idrico sotterraneo
Dal punto di vista quantitativo non sembrano sussistere nell’area vesuviana,
allo stato attuale delle conoscenze, elementi che consentano
di evidenziare l’esistenza di particolari fenomeni di sovrasfruttamento
della falda. Le captazioni per uso idropotabile, industriale ed irriguo
sono tuttavia numerose e possono indurre localmente, a livello settoriale,
condizioni di alterazione degli equilibri idrogeologici. In attesa di dati
e valutazioni più attendibili sulla presenza e sull’entità di tale fenomeno
viene assegnata, a tale settore, la classe B (Allegato I D.Lvo 152/99), dove
per classe B si intende: l’impatto antropico è ridotto, vi sono moderate
condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca
una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa
sostenibile sul lungo periodo. (Fonte: RSA Provincia di Napoli 2003)
Dal punto di vista qualitativo vi è la presenza di fenomeni di inquinamento
diffusi di origine agricola e localizzati, per la presenza di centri
urbani e industriali. Lungo la fascia costiera vesuviana possono esserci
fenomeni di intrusione marina, sia generalizzati (legati al sovrasfruttamento
dell’acquifero), sia localizzati (dovuti ad attività di emungimento
prolungato mediante pozzi).
Valutando i macrodescrittori quali la conducibilità, gli ioni cloruro, manganese,
solfati e lo ione ammonio si può affermare che le caratteristiche
chimiche dell’acqua sono abbastanza buone. I valori delle concentrazioni
dello ione ferro oscillano tra livelli non rilevabili e livelli superiori a 200
μg/l ed hanno un valore medio di 163 μg/l. Lo ione nitrato nell’area varia
tra concentrazioni di 36 mg/l e 110 mg/l con una media di 86 mg/l. I valori
così alti delle concentrazioni dello ione nitrato evidenziano un impatto
antropico rilevante.
Inoltre l’origine vulcanica della zona favorisce le elevate concentrazioni
dello ione fluoruro variando da un valore minimo di 520 μg/l ad un
massimo di 3400 μg/l con un valore medio di 2380 μg/l.
Viene assegnata dagli esperti, considerata la presenza di contaminazione
antropica, generalmente sovrapposta alle naturali caratteristiche
della risorsa, la classe 3 (classe 3: impatto antropico significativo e con caratteristiche
idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di
compromissione).
(Fonte: RSA Provincia di Napoli 2003)
54
LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA
3.3.4 Il fabbisogno idrico e i carichi inquinanti
Le due grandi categorie di domande considerate ai fini della stima del
fabbisogno idrico complessivo sono rappresentate dalla domanda d’acqua
per usi idropotabili e dalla domanda d’acqua per usi produttivi.
Ai fini della stima, partendo dalle due grandi categorie di utenza citate,
in generale si preferisce suddividere il fabbisogno idrico nella maniera
seguente:
1) fabbisogno idropotabile: rappresenta l’ammontare dei consumi riconducili
alla popolazione residente, includendo quindi in esso sia il fabbisogno
diretto dei residenti, sia quello relativo alla popolazione fluttuante,
sia quello richiesto per il funzionamento dei servizi insediati;
2) fabbisogno industriale: rappresenta l’idroesigenza delle attività economiche
classificate dall’Istat come industriali;
3) fabbisogno per gli usi agricoli primari: rappresenta l’idroesigenza delle
superfici irrigate e delle specie coltivate che esprimono, a parità di
superficie occupata, differenti livelli unitari di fabbisogno.
I dati ricavati dalla relazione sullo stato dell’ambiente della Provincia di
Napoli 2001 riguardano i fabbisogni industriali che sono stati stimati
utilizzando dei metodi indiretti basati sul numero di addetti per categoria
ISTAT, e nella fattispecie sono stati utilizzati i dati del Censimento
Intermedio dell’Industria e dei Servizi (ISTAT 1996).
La valutazione delle idroesigenze industriali risulta molto problematica
sia per l’estrema variabilità legata al tipo di prodotto, sia per la diversità
del fabbisogno idrico nell’ambito di una stessa produzione a seconda
del grado di efficienza dell’impianto e della percentuale di riciclo.
In genere la percentuale di acqua consumata dalle industrie, in rapporto
a quella prelevata, è molto bassa (circa 5-10%). Tuttavia le idroesigenze
industriali sono molto importanti nell’ambito di un corretto piano
di gestione delle acque, in quanto il prelievo avviene, molto spesso, da
sotterraneo e la restituzione in acque superficiali. In altri termini, si sottraggono
acque generalmente di buona od ottima qualità agli acquiferi,
diminuendone le riserve, e si restituiscono acque di bassa qualità al
sistema idrico superficiale.
Indagini dirette per la valutazione dei fabbisogni idrici industriali sono
state eseguite solo nell’ambito di studi di estensione territoriale limitata
e con una non grande concentrazione industriale.
Quando invece si affrontano problemi relativi ad ambiti territoriali più
vasti si fa ricorso ai metodi indiretti: tali metodi consistono nel definire,
per le categorie idroesigenti ISTAT, dei coefficienti di prelievo unitario.
Tali coefficienti possono essere o per unità di prodotto o per addetto,
ma, data la facilità di reperimento dei dati relativi al personale addetto
(Censimenti ISTAT) ed il buon grado di disaggregazione di questi dati
(Comune), negli studi di valutazione dei prelievi industriali gli standards
unitari per addetto si sono affermati sempre più in confronto a quelli
per prodotto.
In tabella sono riportate, per la provincia di Napoli, le caratteristiche delle
attività economiche idroesigenti (che utilizzano cioè acqua nel loro
ciclo produttivo e la restituiscono all’ambiente più o meno modificata
nella qualità) secondo quanto rilevato dall’ISTAT nel corso del Censimento
intermedio dell’Industria e dei Servizi del 1996 [Istat,1999] e nei
due Censimenti generali precedenti, il 6° del 1981 [Istat,1984] ed il 7°del
1991 [Istat,1994 ].
Provincia di Napoli: Variazione delle caratteristiche delle attività economiche
idroesigenti secondo i diversi Censimenti Istat.
Napoli e provincia 1981 1991 1996
N° Comuni 92 92 92
Unità Locali 16.507 16.725 18.909
Addetti Industria 167.176 140.681 118.188
Di seguito si riportano due tabelle che riportano alcuni dati significativi
per il Comune di Torre del Greco. Le tabelle si riferiscono alla popolazione
equivalente ed al fabbisogno idrico industriale per sezione di attività
economica:
Dati relativi alla stima della popolazione equivalente di origine industriale
per l’anno 1996 (Provincia di Napoli - Rsa 2001)
Comune
Unità
locali
Addetti
Abitanti
equivalenti
% su totale
provincia
Torre del Greco 719 2.2281 26.718 1.46
Provincia di Napoli: Fabbisogno idrico industriale (mc/anno) per sezione
di attività economica
Comune
Torre del
Greco
Attività
estrattiva
Attività
manifatturiere
Produzione e
distribuzione
di energia
elettrica, gas e
acqua
Costruzioni
Totale
1.248.496 1.160.748 9.600 2.228 1.177.734
Il fabbisogno idrico industriale del Comune di Torre del Greco risulta
quindi pari a 1.177.734 mc/anno.
Il fabbisogno idrico stimato della popolazione e delle attività agricole è
pari rispettivamente a 16.801.691 mc/anno e 2.484.630 mc/anno.
Fonte dati: Attività di conoscenza e verifica dello stato qualitativo e
quantitativo delle acque superficiali e sotterranee del Bacino del Sarno
finalizzate al Piano Stralcio di tutela delle acque - (D.L.vo 152/99 modificato
ed integrato dal D.L.vo n. 258/00 - L. 183 /89 ) - Fase preliminare
Valutazione dei carichi inquinanti
La metodologia e i dati di seguito riportati sono ricavati da uno studio
dell’Autorità di Bacino del Sarno.
Le entità dei carichi inquinanti potenziali sversati nei corpi idrici sono
valutate correlando opportuni coefficienti numerici alle unità di riferimento
prescelte per le diverse fonti di generazione dell’inquinamento
(civili, industriali, agricole e zootecniche) che vengono così
trasformate in quantità di carico. I carichi sono espressi in funzione
dei quantitativi teorici di fosforo e di azoto ceduti da popolazione, industria,
agricoltura (suolo e zootecnia). Inoltre per i carichi derivanti
dalla popolazione e dalle attività industriali è stato considerato anche
il carico organico (BOD5).
55
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
La valutazione dei carichi inquinanti viene effettuata attraverso l’analisi
dei dati relativi alla pressione antropica esplicitata su tre elementi:
1. carichi inquinanti derivanti dalla popolazione residente;
2. carichi inquinanti derivanti dalle attività industriali;
3. carichi inquinanti derivanti dalle attività agricole e zootecniche.
I carichi inquinanti derivanti dalla popolazione sono calcolati in base ai
dati ISTAT.
Il numero di addetti complessivi nel settore industria, come ufficialmente
censiti dall’ISTAT nel 1996, rappresenta il dato utilizzato per il calcolo
del carico inquinante da nutrienti (azoto e fosforo) derivante da attività
industriali.
I dati utilizzati per il calcolo dei carichi inquinanti derivanti da attività
agricole sono rappresentati dalla superficie dei suoli coltivati (Superficie
Agricola Utilizzata) e dalla superficie dei suoli incolti desunti dalla
differenza tra la Superficie Agricola Totale (SAT) e la SAU. I dati di base,
sia per l’agricoltura che per la zootecnia, sono ricavati dal Censimento
dell’agricoltura del 1990.
Carichi inquinanti totali
Totale Fosforo Totale Azoto Totale BOD5
Torre del Greco 32.922 277.004 2.206.053
Bacino del Sarno 478.156 4.634.164 28.939.536
TOT. PROVINCIA
Napoli
1.149.600 8.931.720 67.887.547
Fonte dati: Attività di conoscenza e verifica dello stato qualitativo e
quantitativo delle acque superficiali e sotterranee del Bacino del Sarno
finalizzate al Piano Stralcio di tutela delle acque - (D.L.vo 152/99 modificato
ed integrato dal D.L.vo n. 258/00 - L. 183 /89) - Fase preliminare
Le Risposte
Il catasto pozzi
Le falde più profonde e quindi qualitativamente migliori hanno subito
un abbassamento generalizzato della falda nell’ambito di tutto il territorio
vesuviano causando un progressivo inquinamento. La causa è da
ricercarsi principalmente nella entità degli emungimenti operati e nella
mancanza del controllo sulla corretta esecuzione dei pozzi oltre che per
le caratteristiche litologiche della zona.
Inoltre anche le acque restituite all’ambiente, a seguito dei vari utilizzi,
non presentano quasi mai le caratteristiche originarie.
Sulla base del vigente quadro normativo la Provincia di Napoli è l’ente
preposto all’acquisizione delle denunce di pozzi esistenti, ai sensi del
D.Lgs. n. 275/93, al rilascio delle autorizzazioni alla trivellazione, al rilascio
delle concessioni, alla tenuta del catasto.
Da una stima delle denunce pervenute alla Direzione monitoraggio e
tutela delle acque e dell’aria dal 1993, anno della prima sanatoria, ad
oggi si possono contare circa 20.000 pozzi per tutta la provincia. A questo
dato si aggiunga quella percentuale di pozzi che sicuramente non
sono stati denunciati ed il cui numero è destinato a crescere anche in
maniera significativa.
A tale dato va aggiunto quello relativo alle 4.998 istanze che sono pervenute
all’Amministrazione provinciale dall’1/08/00 al 18/10/01.
Nelle tabelle seguenti vengono riportate le istanze pervenute per il
Comune di Torre del Greco; la suddivisione è relativa al periodo che va
dall’1/08/00 al 30/06/01.
Provincia di Napoli: Suddivisione per comune delle pratiche relative a pozzi
pervenute all’amministrazione ed informatizzate dal 1/8/00 al 18/10/01
Comune N° pozzi %
Torre del Greco 207 4.14
L’individuazione dell’abusivismo potrebbe consentire, oltre l’applicazione
delle sanzioni di legge, di avere un quadro più completo dei prelievi
idrici che attualmente vengono effettuati. Il dato diviene rilevante
se viene finalizzato alla pianificazione del bilancio idrico da parte delle
Autorità di Bacino. (Fonte dati RSA Provincia di Napoli 2001)
Il monitoraggio e le reti di controllo
Lo stato chimico: il monitoraggio condotto da ARPAC
Nel corso dell’anno 2001 l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale
della Campania ha avviato il controllo sistematico delle acque sotterranee
del territorio in attuazione di quanto previsto dal D. Lgs.152/99 e successivi
aggiornamenti. Anche se c’è ancora molto da fare per la qualificazione
delle acque sotterranee del territorio, tali controlli consentono di cominciare
a classificare gli acquiferi così come previsto dal D. Lgs. 152/99.
Il D. Lgs. 152/99 prevede che sulle acque vengano determinati sette parametri
chimici di base o macrodescrittori: conducibilità, cloruri, solfati,
nitrati, ferro, manganese e azoto ammoniacale, i cui valori servono alla
classificazione dell’acquifero, ed altri parametri che non influenzano
tale classificazione ma vengono utilizzati per meglio qualificarlo.
Temperatura (°C)
Durezza totale (mg/l CaCO 3
)
Conducibilità elettrica (µS/cm
(20°C)) (o)
Bicarbonati (mg/l)
Calcio (mg/l)
Cloruri (mg/l) (o)
Magnesio (mg/l)
Potassio (mg/l)
Sodio (mg/l)
Solfati (mg/l) come SO 4
(o)
Ione ammonio (mg/l) come
NH 4
(o)
Ferro (mg/l) (o)
Manganese (mg/l) (o)
Nitrati (mg/l) come NO 3
(o)
56
LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA
Per definire lo stato chimico occorre tenere conto inoltre dei parametri
addizionali la cui concentrazione deriva da cause antropiche o naturali.
Lo stato chimico è dunque determinato in base ai risultati analitici sui macrodescrittori
e sui parametri addizionali: i peggiori valori medi tra i vari
parametri determinano l’appartenenza dell’acquifero ad una determinata
classe individuata tra quelle definite secondo lo schema seguente:
Classe 1 Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche
idrochimiche;
Classe 2 Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e
con buone caratteristiche idrochimiche
Classe 3 Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche
generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione;
Classe 4 Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche
scadenti;
Classe 0(*) Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies
idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore
della classe 3.
(*) per la valutazione dell’origine endogena delle specie idrochimiche presenti dovranno
essere considerate anche le caratteristiche chimico-fisiche delle acque.
L’ARPAC ha il compito di effettuare il monitoraggio delle acque sotterranee;
è in fase di sviluppo l’implementazione di una rete di monitoraggio
che riguarderà anche il territorio della Provincia di Napoli. Ai sensi
della deliberazione della Giunta Regionale della Campania n. 1680 del
27/4/2001, la realizzazione di una rete di controllo delle acque sotterranee,
conforme alle scale di bacino ed utile ai fini della loro classificazione
costituisce una delle linee di indirizzo strategiche per l’attuazione
della misura 1.1 del POR Campania.
I principali corpi idrici sotterranei provvisoriamente ed attualmente
monitorati dagli enti gestori, in modo parziale, senza installazioni fisse,
insufficiente ai fini della conoscenza dello stato ambientale, sono riportati
nella seguente tabella. In essa vengono riportati, la destinazione
d’uso della risorsa intesa come principale utilizzo attuale ed il numero
di stazioni di campionamento attuali.
Corpi idrici sotterranei
Corpi idrici
sotterranei
Destinazione
risorsa
(prevalente)
Sorgenti con
monitoraggio
Pozzi con
monitoraggio
Caratteristiche
degli acquiferi
Monti Lattari 1-2-3-8 2 2 C
Piana del
Volturno-
Regi Lagni
1-2-3 - 3 PA
Utilizzazione prevalente delle risorse idriche: 1- Uso potabile, 2 – Uso
irriguo, 3 – Uso industriale, 4 – Uso estetico, paesaggistico e ricreativo,
5 – Conservazione dell’ambiente naturale, 6 – Salvaguardia della vita
acquatica, 7 – Uso plurimo, 8 – Uso termale e/o minerale; Caratteristiche
dei corpi idrici: C – Corpi idrici cartonatici; AP – Corpi idrici pluvio-piroclastici;
PA – Corpi idrici piroclastici alluvionali; V – Corpi idrici vulcanici.
Le stazioni previste nello studio di fattibilità per il POR relative ai corpi
idrici ricadenti anche nella provincia di Napoli sono 41. Per la zona del
Somma – Vesuvio sono previste 6 stazioni:
Somma Vesuvio (6 stazioni)
Comune Note Codice Stazione
Somma Vesuviana Piezometro Ves1
Ottaviano Piezometro Ves2
Terzigno Piezometro Ves3
Torre Annunziata Piezometro Ves4
Torre del Greco Piezometro Ves5
San Sebastiano al
Vesuvio
Piezometro
Ves6
I servizi di depurazione e fognatura
Nell’ambito della provincia di Napoli la capacità depurativa pubblica
continua ad essere minima con impianti obsoleti e progettati per il
trattamento di quantità e tipologia di reflui non corrispondenti alle
esigenze attuali e alle previsioni del D. Lgs. 152/99. Non fa eccezione
in questo contesto il comune di Torre del Greco dove attualmente
il depuratore in funzione non risulta soddisfare le esigenze della
comunità. Le reti fognarie del Comune di Torre del Greco rientrano
nell’ambito dell’ATO 3 Sarnese - Vesuviano e vanno ad incidere nel
sistema comprensorio Napoli Est (ATO 2).
Attualmente, sono state poste in essere dal Commissariato Straordinario
di Governo iniziative necessarie per la costruzione di un sistema depurativo
comprensoriale efficiente con depuratori di tipo biologico per
il trattamento terziario del refluo in grado di rendere idonee le acque
finali al loro riutilizzo.
Piana del
Sarno
Campi
Flegrei
Somma
Vesuvio
1-2-3 - - PA
2-3-8 1 - V
1-2-3-8 - 3 V
Totali 30 31 V
57
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Riferimenti normativi
DPR 8 giugno 1982, n. 470, attuazione della Direttiva 76/160/CEE, requisiti chimicofisici
e biologici delle acque di balneazione.
L. 183/89 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale per la difesa del suolo”.
L. 5 gennaio 1994, n. 36 (c.d. Legge Galli) “disposizioni in materia di risorse idriche”.
D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152, disposizioni per la tutela delle acque dall’inquinamento
e recepimento delle Direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE.
D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 258 (c.d. Acque bis), disposizioni correttive ed integrative
del D.Lgs. n. 152.
D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 31, attuazione della direttiva 98/83/CE, qualità delle acque
destinate al consumo umano.
LR 8/94 Norme in materia di difesa del suolo, pianificazione idrica e prevenzione del
rischio idrogeologico in attuazione della L 183/89.
LR 14/97 in applicazione della L 36/94 in materia di ciclo integrato delle acque.
I due capisaldi normativi del settore dell’economia idrica sono la
L.183/89 (sulla difesa del suolo) e la L. 36/94 (cosiddetta “Galli”).
Il Decreto Legislativo 152/99 ha delle finalità articolate. In esso viene
definita la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali e sotterranee
e vengono dettate norme per garantire un più razionale uso
della risorsa attraverso l’utilizzazione delle risorse più appropriate per i
diversi usi ed una sostanziale revisione dei criteri per le concessioni.
La Legge 36/94 disciplina, essenzialmente, il servizio idrico integrato,
costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e
distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle
acque reflue mediante:
• l’unificazione del ciclo acquedotto/fognatura/depurazione a livello
di gestione;
• l’individuazione di entità amministrative e tecnico-gestionali sovracomunali
per governare il ciclo idrico civile: gli ATO.
La legge 36/94, tuttavia, rimanda ad altri livelli di governo, istituzioni e
strutture (Stato, Regioni, Autorità di Bacino 183/89) per alcuni essenziali
compiti di programmazione e di governo delle risorse idriche quali:
• la determinazione delle politiche d’uso dell’acqua in riferimento alle
diverse domande;
• l’esigenza di corretta regolazione dei flussi nei bacini;
• il bilancio idrico a livello di bacino idrografico etc.
Competenze dei Comuni in materia di gestione della risorsa idrica
e inquinamento idrico:
I compiti dei comuni si limitano all’adozione di provvedimenti di pulizia
idraulica e alla pulizia dei tratti degli alvei dei fiumi, dei torrenti e dei corsi
d’acqua. Più rilevanti sono invece le funzioni di controllo che caratterizzano
i compiti dei Comuni nella materia di tutela idrica. Spetta al comune,
infatti, il rilascio delle autorizzazioni per gli scarichi di interesse comunale.
Infine al pari delle Province, i Comuni irrogano sanzioni amministrative
a seguito di violazioni della normativa in materia di tutela delle acque e
destinano le entrate a interventi di emergenza nel settore.
3.3.5 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte dati
Fabbisogno idrico
P
Valutare se i fabbisogni superano la
potenzialità della falda
-
RSA Prov. di Napoli
- Autorità
di Bacino del
Sarno
Scarichi ed immissioni
inquinanti
P
Definire la rilevanza della produzione di
scarichi di sostanze organiche e nutrienti
-
RSA Provincia di
Napoli
Qualità delle acque
sotterranee
S
Valutare la qualità media delle acque
sotterranee
+ / -
RSA Provincia di
Napoli
Qualità delle acque
superficiali
S
Valutare la qualità media delle acque
superficiali
+ / -
RSA Provincia di
Napoli - ARPAC
Monitoraggio del sistema
fognario
R
Definizione del grado di copertura del
sistema fognario
-
RSA Provincia di
Napoli
Quantità di acqua
depurata
R
Valutare l’efficienza del sistema di
depurazione
-
RSA Provincia di
Napoli
Numero e frequenza dei
campionamenti
R
verificare l’efficacia delle azioni per
conoscere e migliorare la qualità dell’acqua
di falda
+
RSA Provincia di
Napoli - ARPAC
58
LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA
3.4 Acque marino costiere
3.4.1 Caratteristiche e criticità
Le acque marino costiere subiscono maggiormente gli effetti dei fenomeni
di inquinamento prodotti dalle attività antropiche.
Le zone costiere infatti costituiscono degli ambienti complessi, influenzati
da diverse forze che interagiscono fra loro e che dipendono dalle
condizioni idrologiche, geomorfologiche, socioeconomiche, istituzionali
e culturali del sistema considerato.
In un comune come quello di Torre del Greco, sia per la posizione geografica
che per il territorio da esso occupato, molto forte risulta essere la
sensibilità verso le problematiche ambientali riguardanti le acque marine
e le zone costiere. Ne consegue che il monitoraggio dello stato di
qualità delle acque marino-costiere da un punto di vista ambientale e in
funzione della salute pubblica risulta essere un aspetto molto rilevante
per una completa valutazione dello stato dell’ambiente complessivo.
Per la tutela delle acque marino costiere, inoltre, il D.Lgs.152/99 considera
le acque a specifica destinazione d’uso:
• acque destinate alla balneazione;
• acque destinate alla vita dei molluschi.
L’ARPAC ha compiti di supporto tecnico-scientifico per campionamenti,
analisi e trasmissione dei dati alla Regione così come previsto dalla legge
regionale istitutiva dell’Agenzia.
Nella tabella, sono riportate, in modo sintetico, le principali normative
di riferimento:
DPR 470/82
DLgs. 530/9
Decreto del Presidente della Repubblica
“Attuazione della Direttiva CEE n° 76/160 relativa
alla qualità delle acque di balneazione”
“Attuazione direttiva 91/492/CEE che stabilisce
le norme sanitarie applicabili alla produzione e
commercializzazione di molluschi bivalvi vivi”
Competenze del Comune in materia di acque marino-costiere
Il Comune ricopre un ruolo primario nella delimitazione delle zone non
idonee alla balneazione, così come disciplinato dal D.P.R n. 470 del 1982,
attuativo della direttiva CEE n.76/160 relativa alla qualità delle acque di
balneazione. Tra i compiti del Comune vi sono quelli di:
- delimitazione, prima dell’inizio della stagione balneare delle zone
non idonee alla balneazione;
- delimitazione delle aree momentaneamente interdette alla balneazione
o la revoca dei divieti in atto.
Le pressioni
Gli scarichi in mare
Per la normativa vigente, risulta compito istituzionale delle Province
quello di formazione, tenuta e aggiornamento del Catasto degli scarichi,
pubblici e privati, nei corpi idrici superficiali, la Direzione Tutela e
Monitoraggio delle Acque e dell’Aria dell’Area Tutela Ambientale della
Provincia di Napoli ha provveduto a disporre sia l’aggiornamento e la
revisione del catasto degli scarichi a mare, sia la formazione ex novo del
catasto degli scarichi nei corpi idrici interni.
Dall’esame dei dati si evince chiaramente che il numero degli scarichi
autorizzati, in rapporto a quelli censiti, (24%) è alquanto esiguo, il che
lascia supporre il perdurare di un diffuso abusivismo. (Fonte: RSA Provincia
di Napoli 2003)
Provincia di Napoli: Numero d’effluenti a mare per tipologia e comune
Tipologia
Comune
Effluenti
Urbano
Domestico
Industriale
Meteorico
(Alveo naturale)
Castellammare di Stabia 40 29 0 2 9 17
Termale
Autorizzati
DM 29/01/92
DM
24/01/1996
DLgs 152/99
DLgs.
258/2000
L. 29/11/2000
n. 422
Decreto del Ministero della Sanità
“Aggiornamento delle norme tecniche di cui
all’allegato 2 del DPR 470/82, ecc.”
Decreto del Ministero dell’Ambiente 24/01/1996
“Direttive inerenti le attività istruttorie per il
rilascio delle autorizzazioni relative allo scarico
nelle acque del mare o in ambienti ad esso
contigui, di materiali provenienti da escavo di
fondali di ambienti marini o salmastri o di terreni
emersi, nonché da ogni altra movimentazione di
sedimenti in ambiente marino.”
Decreto Legislativo 11 Maggio 1999 n°
152 “Disposizioni sulla tutela delle acque
dall’inquinamento e recepimento della Direttiva
n° 91/271/CEE concernente il trattamento
delle acque reflue, urbane e della Direttiva
n° 91/676/CEE relativa alla protezione delle
acque dall’inquinamento provocato dai nitrati
provenienti da fonti agricole”
Decreto legislativo “Disposizioni correttive ed
integrative del D.Lgs.11. 05.99, n° 152 a tutela
delle acque dall’inquinamento, ecc.”
“ Disposizioni per l’adempimento di obblighi
derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle
Comunità Europee”
Ercolano 6 5 1 1
Torre Annunziata 23 19 0 4 0 3
Torre del Greco 31 20 4 1 6 6
RSA Provincia di Napoli 2003
Il dato maggiormente preoccupante è che la non ottemperanza alle
norme sulla tutela delle acque dall’inquinamento, sia ancora diffusa
per gli scarichi urbani costituiti, in maggior parte, da scarichi derivanti
da fognature, quindi scarichi pubblici per i quali perdura un’irregolare
posizione amministrativa. Numerosi sono i procedimenti ad essi relativi,
terminati con rigetti o con archiviazioni, per mancata presentazione
della documentazione occorrente.
Dalla prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Napoli
del 2001 si evincono altri dati circa il trattamento degli scarichi di
seguito riportati:
Comune
Effluenti
Trattati
Non trattati
Meteorici
Rivi*
Scarichi con
condotta
sottomarina
Torre del Greco 32 5 21 6 0 2
RSA Provincia di Napoli 2001
*Rivi: torrente che riceve scarichi abusivi
59
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Numero di scarichi pubblici e privati
Comune Effluenti Pubblici Privati
Torre del Greco 32 27 5
RSA Provincia di Napoli 2001
Il carico inquinante di azoto e fosforo
In Tabella sono riportati i valori per il carico potenziale di azoto e fosforo
prodotto dal comune di Torre del Greco, i dati sono estrapolati dal 1°
Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Napoli del 2001.
Sulla base di procedure standardizzate, sono state effettuate delle stime
dei valori di carico prendendo in considerazione diverse attività antropiche
quali l’agricoltura, l’attività zootecnica, l’industria, ecc. L’analisi, ha
messo in evidenza due dati interessanti. Innanzitutto, è stato riscontrato
un rapporto azoto fosforo ben più alto di quello considerato fisiologico
per la crescita degli organismi e un un effetto fertilizzante potenziale
pari a 300g/m 2 *a di produzione nuova che è paragonabile ai valori riscontrati
nelle aree fortemente eutrofizzate.
RSA Provincia di Napoli 2001
Stima dei carichi di azoto e fosforo dovuti all’attività antropica e suscettibili
di essere veicolati verso mare nel litorale di Torre del Greco:
Carico
di azoto
dovuto
ad
attività
agricole
Kg/
anno
Carico
di
fosforo
dovuto
ad
attività
agricole
Kg/
anno
Carico
di azoto
dovuto
ad attività
zootecniche
Carico di
fosforo
dovuto
ad attività
zootecniche
Carico
di azoto
dovuto alla
popolazione
Carico di
fosforo
dovuto
popolazione
Carico
di azoto
dovuto
ad attività
industriali
Carico di
fosforo
dovuto
ad attività
industriali
Carico
totale di
azoto
Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno
Carico
totale
di
fosforo
Kg/
anno
54885 27318 6910 1460 426459 63450 634503 6332 1122458 98560
RSA Provincia di Napoli 2001
I controlli sulle acque per la molluschicoltura
Ai sensi dell’ articolo 14 del D.L. 152/99 la Giunta Regionale con la Delibera
n. 310 del 1/2/2000 ha individuato le seguenti aree marine destinate
alla vita dei molluschi del litorale di Torre del Greco:
• Torre del Greco: località Cavaliere - Torre di Bassano
• Torre del Greco: Casina Rossa (fine litoranea) -
S. Maria la Bruna
La normativa per le acque per la molluschicoltura fa riferimento a due
diverse esigenze, l’una di carattere sanitario che riguarda il controllo
delle aree di produzione dei molluschi destinati alla vendita, regolata
dal D. Lgs 530/92, e l’altra, recepita nel D. Lgs.152/99, di carattere ambientale
che riguarda il monitoraggio per la valutazione delle caratteristiche
qualitative in base alla quali definire la conformità delle acque
designate dalla regione per la vita dei molluschi e la programmazione
degli interventi atti alla protezione ed al miglioramento delle stesse.
Il decreto 530/92 impone una classificazione triennale delle aree di produzione,
in base alle caratteristiche delle quali vengono individuate le
modalità di vendita del prodotto:
- Zona A: vendita diretta al pubblico;
- Zona B: vendita dopo un opportuno periodo di depurazione;
- Zona C: vendita dopo stabulazione per due mesi in acque con caratteristiche
di zona A.
Queste aree sono state monitorate sia per i parametri del 152/99 che
per quelli relativi al 530/92; in base ai risultati analitici ottenuti durante
le campagne di monitoraggio realizzate negli ultimi tre anni, vengono
riportate le classificazione relative:
- Zona A (aree conformi ai requisiti di qualità del 152/99)
- Zona B (aree non conformi che necessitano di interventi di miglioramento
ai sensi del 152/99):Torre del Greco: Casina Rossa - S.Maria La
Bruna
- Zona C (aree non conformi che necessitano di interventi di miglioramento
ai sensi del 152/99)
(Fonte dati: RSA Provincia di Napoli 2001/03)
I controlli effettuati dalla Capitaneria di Porto dal 2000 al
2003
Indicatore
Quantità
ANNO 2000
notizie di reato per inquinanti 2
Notizie reato art 54 36
Notizie reato art 55 1
Illeciti amm.vi su ordinanze balneari 4
ANNO 2001
notizie di reato per inquinanti 1
Notizie reato art 54 8
Notizie reato art 55 4
Illeciti amm.vi su ordinanze balneari 4
ANNO 2002
notizie di reato per sicurezza navigazione 1
Notizie reato art 54 25
Illeciti amm.vi su ordinanze balneari 8
ANNO 2003
notizie di reato per inquinamento 2
Notizie reato art 54 50
Illeciti amm.vi su ordinanze balneari 2
Violazioni inerenti alla commercializzazione prodotti tipici
Anno
Notizie
di reato
Illeciti
amministrativi
Sequestri
kg prodotti
sequestrati
2000 54 - 54 4263
2001 82 10 91 4674
2002 91 54 104 7710
2003 67 24 75 2228
TOT 294 88 324 19075
60
LE COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUA
3.4.2 La rete di monitoraggio delle acque marino-costiere e
la balneabilità
Il DPR 470/82 e successive modifiche (art. 18 L 422/00) detta le norme
per la tutela igienico sanitaria delle acque adibite alla balneazione.
Sono infatti fissati criteri e modalità operative per la determinazione
dei requisiti chimici, fisici e microbiologici delle acque per garantire ai
bagnanti, nei tratti di costa idonei, la presenza di acque con caratteristiche
tali da escludere l’instaurarsi di eventi patologici. Per una nuova
stagione balneare, in via preliminare, le zone si considerano idonee alla
balneazione quando durante il periodo di campionamento (in genere
dal 1° maggio al 30 settembre) relativo all’anno precedente le analisi
dei campioni prelevati con la frequenza fissata (ogni 15 giorni) indicano
che i parametri delle acque in questione sono conformi ai requisiti almeno
nel 90% dei casi (80% per gli indicatori dell’inquinamento fecale)
e quando, nei casi di non conformità, i valori dei parametri numerici non
si discostano più del 50% dai limiti (questa limitazione non si applica
per i parametri microbiologici, il pH e l’ossigeno disciolto).
Il DPR 470/82 riporta inoltre le norme tecniche che definiscono le distanze
minime tra due punti di prelievo (di norma non superiore a 2 km
o meno per zone ad alta densità di balneazione), le modalità di prelevamento
dei campioni e le metodiche analitiche.
I prelievi devono essere eseguiti:
• ad una profondità di circa 30 cm sotto il pelo libero dell'acqua;
• ad una distanza dalla battigia tale che il fondale abbia una profondità
di 80 - 120 cm;
• dalle ore 9 alle ore 15;
• dopo almeno due giorni dall'ultima precipitazione atmosferica di rilievo
e dall'ultima burrasca.
Nella tabella che segue riportiamo i valori massimi registrati negli otto
punti monitorati dall’ARPAC:
Periodo di monitoraggio dal 14/04/2005 al 28/09/2005
Punto di prelievo
053 SPIAGGIA LA
SCALA
Coliformi
Totali
Valore max.
Coliformi
fecali
Streptococchi
1800 900 150
054 LIDO AZZURRO 10000 8500 5000
055 TORRE DI
BASSANO O
SCOGLIERA
3000 800 150
056 LA CONCHIGLIA 5000 1000 200
057 LIDO
INCANTESIMO
20000 15000 600
058 CASINA ROSSA 15000 8000 150
059 VILLA INGLESE
- BAGNO LEOPARDI
12000 10000 200
LIMITE DI LEGGE 2000 100 100
Per la disponibilità dei dati e la vocazione fortemente marittima del comune
di Torre del Greco si procederà di seguito all’analisi dei dati circa
lo stato delle acque marine relativamente alla balneazione. Per definire
la balneabilità delle acque il DPR 470/82 considera 12 parametri: tre
sono indicatori di inquinamento fecale (Coliformi totali, Coliformi fecali,
Streptococchi fecali); due, facoltativi, sono rivolti alla ricerca di specifici
patogeni (Salmonella e Enterovirus); altri quattro parametri sono essenzialmente
indicatori di inquinamento di origine industriale (pH, fenoli,
sostanze tensioattive, oli minerali); i restanti tre parametri (ossigeno
disciolto, colorazione, trasparenza) forniscono indicazioni correlabili ai
processi eutrofici e ai problemi estetici delle acque ma potrebbero anche
interessare l’aspetto igienico-sanitario in caso di “fioritura” di alghe
produttrici di biotossine.
Circa i parametri microbiologici si constata che i valori di concentrazione
relativi ai Coliformi, sia totali che fecali, che agli streptococchi risultano
nell’anno 2005 variabili con valori che sia nei mesi primaverili che in
quelli estivi risultano essere abbondantemente oltre i limiti di legge.
Fonte ARPAC
Come si evince dalla tabella i valori massimi misurati oltrepassano in
maniera preoccupante i limiti previsti dalla legge.
Questi indicatori sono specifici nel definire il contributo all’inquinamento
dovuto agli insediamenti antropici relativamente agli scarichi fognari.
Da tale quadro emerge la necessità di dover abbattere tali inquinanti
agendo a monte con un adeguato sistema di depurazione.
Un quadro più incoraggiante, ma non certo soddisfacente, emerge dal
quadro fisico-chimico relativamente ai valori di PH, colorazione e trasparenza.
Infatti dai dati delle analisi è emerso che il valore di PH si è mantenuto
all’interno dei limiti fissati dalla legge, mentre i valori della trasparenza,
espressi in metri di visibilità, non sono sempre conformi ai requisiti di
legge che richiedono un livello minimo di 1.0 metri.
61
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Di seguito è mostrata una tabella riassuntiva dei valori minimi e massimi
misurati negli otto punti di campionamento paragonati con i rispettivi
limiti di legge.
Periodo di monitoraggio dal 14/04/2005 al 28/09/2005
punto di prelievo
053 SPIAGGIA LA
SCALA
Valori di PH
Valore
min.
Valore
max.
Valori di
Colorazione
Valore
min.
Valore
max.
Valori di
Trasparenza in
metri
Valore
min.
Valore
max.
7.01 8,23 0 0 2 2
054 LIDO AZZURRO 7,38 8,47 0 0 1 1
055TORRE DI
BASSANO O
SCOGLIERA
7,57 8,29 0 0 1 1
056 LA CONCHIGLIA 7,58 8,23 0 0 1 1
057 LIDO
INCANTESIMO
7,19 8,11 0 0 1 1
058 CASINA ROSSA 7.39 8.15 0 0 0,8 1
059 VILLA INGLESE
- BAGNO LEOPARDI
7,52 8,25 0 0 0,7 3
Oltre ai dati di PH trasparenza e colorazione per individuare il contributo
all’inquinamento marino dovuto a scarichi industriali e più in generale
alle attività produttive si fa riferimento ai valori di olii, tensioattivi, fenoli
e ossigeno disciolti in acqua. Dalle rilevazioni effettuate dall’ARPAC nel
corso del 2005 solo i valori di ossigeno disciolto hanno superato talvolta
i limiti di legge (dati ARPAC), mentre i valori misurati di olii tensioattivi
e fenoli sono stati sostanzialmente nulli.
Infine bisogna comunque sottolineare che nella stagione balneare
2005 nessun tratto della costa del comune di Torre del Greco (lungo
6.963 metri) è risultato idoneo alla balneazione. Di seguito viene mostrata
una tabella che indica le località coinvolte, con relativa posizione
e punto di prelievo di riferimento.
Comune Località Idoneità
Spiaggia La Scala
Lido Azzurro
Torre di Bassano o Scogliera
Torre del
La Conchiglia
Greco
Lido Incantesimo
Casina Rossa
Villa Inglese – Bagno Leopardi
Elenco punti balneazione. Regione Campania 2005.
Non
balneabile
LIMITE DI LEGGE 6.0 9.0 0 0 >1
Fonte ARPAC
3.4.3 I principali indicatori
Di seguito sono indicati i principali indicatori per una valutazione sintetica del dato.
INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte dati
Carico Antropico D Densità della popolazione nelle zone costiere -
RSA Provincia
di Napoli
Fattori di degrado
sulle acque costiere
(inquinanti)
P
Valutazione del carico di inquinanti apportato
alle acque marine
-
RSA Provincia
di Napoli
Qualità delle acque
marine e costiere
(inquinanti)
S
Individuazione della percentuale di costa
balenabile -
RSA Provincia
di Napoli
Qualità delle acque
marine e costiere
(Quantità di ossigeno
disciolto)
R
Individuazione di segni di eutrofizzazione
delle acque
-
RSA Provincia
di Napoli
62
LE COMPONENTI AMBIENTALI: RIFIUTI
3.5 Rifiuti
3.5.1 Caratteristiche e criticità
L’enorme massa di rifiuti prodotta in Campania, nel passato è stata smaltita
in discariche prima incontrollate e poi, dopo l’entrata in vigore della
Delibera Comitato Interministeriale 27 luglio 1984, in impianti controllati.
L’emergere di problematiche diverse come la scarsità dei siti idonei
allo smaltimento definitivo, il proliferare di discariche abusive, utilizzate
anche per lo smaltimento illegale di rifiuti tossici e nocivi, la frammentarietà
della gestione dei rifiuti con la conseguenza di negative economie
di scala, scarsa efficienza dei sistemi organizzativi, ha comportato, dall’inizio
degli anni ’90, l’insorgere dell’emergenza rifiuti, vista la insostenibile
situazione ambientale, sanitaria e d’ordine pubblico.
3.5.2 Riferimenti normativi
A livello Nazionale, il nucleo normativo generale in materia di gestione
dei rifiuti è costituito dal D. Lgs. 22/97 che ha recepito le due Direttive
Quadro 91/156 e 91/689 e la Direttiva 94/62. Il D. Lgs. 22/97, noto come
“Decreto Ronchi”, rispetto al DPR 915/82 che principalmente normava
l’attività di smaltimento rifiuti, affronta il “problema rifiuti” nella globalità,
partendo dalla produzione, passando per il consumo ed arrivando a
gestire le fasi residue (gestione integrata, recupero materiali). Nel definire
una nuova strategia di gestione dei rifiuti, il decreto Ronchi introduce
l’ordine gerarchico dei principi secondo il quale l’assoluta priorità viene
assegnata alla riduzione della produzione dei rifiuti, seguita dal recupero,
materiale e/o energetico, ed infine dallo smaltimento in condizioni di
sicurezza. Lo smaltimento, inteso quale destinazione finale di quei rifiuti
non altrimenti recuperabili, viene quindi a costituire una fase residuale
della gestione dei rifiuti.
Il Decreto Ronchi in particolare prevedeva le seguenti finalità generali:
1. prevenire, recuperare e ridurre la pericolosità dei rifiuti stessi;
2. raggiungere l’autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti.
I ruoli e i compiti per i Comuni sono così sintetizzabili:
Comuni: Un ruolo di notevole rilevanza viene riconosciuto ai comuni
affidando ad essi la gestione in via esclusiva, ad eccezione della sola
attività di recupero, dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo
smaltimento. Gli strumenti normativi attraverso i quali il Comune realizza
il passaggio dalla tassa alla tariffa sono il Piano Finanziario, la Delibera
Comunale di determinazione della tariffa e il Regolamento Comunale di
applicazione della stessa.
Il territorio regionale viene suddiviso in Ambiti Territoriali Ottimali (ATO)
che rappresentano i bacini per la gestione ottimale dei rifiuti urbani,
coincidenti normalmente con le Province, col fine di effettuare lo smaltimento
dei rifiuti attraverso una rete integrata e adeguata di impianti e
seguendo i principi di “autosufficienza e prossimità”.
I compiti della Provincia e dei Comuni all’interno degli ATO sono:
• la Provincia deve coordinare le forme e i modi di cooperazione tra gli
enti ricadenti nel proprio ambito. In questo modo viene attivato un
processo di gestione integrata per bacini in grado di garantire scelte
efficaci ed efficienti;
• i Comuni all’interno dei Bacini devono organizzare la gestione dei rifiuti
stimolando anche la competività tra gli operatori.
Il Decreto Ronchi ha inoltre introdotto l’Osservatorio Nazionale dei rifiuti,
che oltre a garantire l’attuazione della normativa, costituisce uno
strumento di rilevazione di bisogni, di promozione di interventi e di propulsione
verso l’innovazione del sistema.
Nel rispetto dei principi comunitari della “responsabilità estesa”, del “chi
inquina paga” e “dalla culla alla tomba”, va sottolineata l’attenzione alla
gestione degli imballaggi al fine di consentire sia il riciclaggio sia il recupero
attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti; per tal fine i Comuni
avrebbero dovuto garantire, all’interno degli ATO, le seguenti percentuali
minime di raccolta differenziata sui rifiuti urbani:
• 15% entro il 1999;
• 25% entro 2001;
• 35% dal 2003.
La Regione Campania si è dotata già nel 1993 di una Legge Regionale
“Norme e procedure per lo smaltimento dei rifiuti in Campania” (L.R. n.
10 del 1993) e di un Piano di smaltimento dei rifiuti (1996 - revisionato
in itinere diverse volte: aggiornato nel 1997 per adeguarlo al decreto
Ronchi), poi modificato sostanzialmente con ordinanza commissariale
319 del 30/9/2002.
Infine nel 2006 è stata emanata la Legge 21/06 “Adeguamento del Piano
Rifiuti della Campania” del Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti
in Regione Campania
3.5.3 L’attuale produzione dei rifiuti solidi urbani
La produzione di rifiuti rappresenta una delle principali pressioni sull’ambiente
in quanto coinvolge vari aspetti ambientali producendo impatti:
1. sulla popolazione con potenziali cambiamenti di distribuzione della
popolazione o delle condizioni di salute;
2. sugli ecosistemi con potenziale depauperamento delle risorse (possibile
diminuzione della produttività dei suoli agrari e forestali posti vicino
alle discariche);
3. sulle principali matrici ambientali come l’aria (si pensi alle emissioni
di un inceneritore non dotato di sufficienti sistemi di abbattimento).
Il Comune di Torre del Greco ricade nel Bacino Napoli 4 ai sensi della
Legge Regionale n. 10 del 10/02/1993 e, secondo la più recente Legge
Regionale 21/06, nel Sub Ambito 3. Infatti per la Provincia di Napoli, visto
il forte impatto antropico nonché le specifiche problematiche territoriali,
sono stati definiti 3 Sub ATO. Di seguito la cartografia relativa alla
suddivisione in ATO secondo la LR 21/06:
In ciascun ATO deve essere raggiunta la percentuale del 35% di Raccolta
Differenziata entro il 31 dicembre 2007 e deve essere garantita l’autosufficienza
nella gestione del ciclo integrato, secondo quanto disposto
dalla normativa vigente, entro tre anni dalla costituzione.
Nella tabella seguente sono riportati i quantitativi di rifiuti prodotti per
il periodo 2001-2004 per la Regione Campania, la Provincia di Napoli e il
Comune di Torre del Greco.
63
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Regione
Campania
Provincia
di Napoli
Torre del
Greco
Unità di
Misura
1
gennaio
2002
1 gennaio
2003
1
gennaio
2004
1 gennaio
2005
Popolazione Abitanti 5.701.389 5.725.089 5.760.353 5.788.986
Produzione
rifiuti
Produzione
pro-capite
t/anno 2.762.878 2.659.996 2.681.884 2.756.081
Kg/ab/g 1,33 1,28 1,28 1,30
Popolazione Abitanti 3.060.124 3.075.660 3.085.447 3.092.859
Produzione
rifiuti
Produzione
pro-capite
t/anno 1.599.602 1.480.098 1.577.735
1.632.684
(*)
Kg/ab/g 1,43 1,32 1,40 1,45
Popolazione Abitanti 90.465 89.661 89.198 88.947
Produzione
rifiuti
Produzione
pro-capite
t/anno 38.044 40.883 43.884 46.424 (**)
Kg/ab/g 1,15 1,25 1,35 1,43
Fonte dati: Elaborazione Formambiente su dati derivati da: Adeguamento
al Piano Regionale dei Rifiuti (commissario di Governo per l’emergenza rifiuti),
ISTAT – bilancio demografico, ARPAC e Comune di Torre del Greco.
Come si può notare dalla tabella precedente la produzione di rifiuti indifferenziati
nel Comune di Torre del Greco ha subito un aumento nel
periodo 1 gennaio 2002 – 1 gennaio 2005. Il dato è in linea con la produzione
di rifiuti a livello provinciale per quanto riguarda la produzione
pro-capite con una differenza (in positivo) solo per il dato al 1 gennaio
2002. Inoltre la produzione di rifiuti è aumentata nonostante la diminuzione
della popolazione residente nello stesso periodo. Dalla tabella
emerge inoltre che la maggior parte dei rifiuti indifferenziati prodotti in
Campania sono prodotti dalla provincia di Napoli.
Nel grafico sottostante è mostrato l’andamento della produzione
dei rifiuti nel comune di Torre del Greco (Fonte Comune di Torre del
Greco)
3.5.4 La Raccolta Differenziata
L’obiettivo immediato delle azioni poste in essere dalla Struttura Commissariale,
così come peraltro sancito nelle Ordinanze Ministeriali emanate
è quello del raggiungimento dell’Obiettivo del 35% di recupero
di materia, ovvero avviare al recupero per il reinserimento nel ciclo
produttivo quei materiali che per la loro natura trovano un opportuna
collocazione nel mercato. La rimanente parte deve essere avviata,
mediante un processo sostenibile, agli impianti di produzione del CdR
(Combustibile Derivato da Rifiuti) e successivamente ad un impianto di
conversione per produrre energia elettrica.
La raccolta differenziata rappresenta quindi una fra le principali azioni
strategiche per la riduzione degli impatti dovuti alla gestione dei rifiuti.
Nel Comune di torre del Greco non è stata avviata la raccolta differenziata
e gli unici dati disponibili sono quelli relativi alla raccolta dei rifiuti
ingombranti.
Di seguito si riportano alcuni dati sintetici forniti dal Comune di Torre
del Greco:
- nel 2005 sono stati raccolti 110.390 kg di vetro.
- nel gennaio 2006 sono stati raccolti 6.100 kg di vetro;
Nel territorio comunale sono presenti n. 900 cassonetti per la raccolta
dei rifiuti solidi urbani (RSU) e n. 60 campane per la raccolta del vetro.
Da fonte Arpac risulta che sono stati raccolti 2.587.560 kg di rifiuti ingombranti
per l’anno 2003 e 2.021.380 kg per l’anno 2004.
Tonnellate annue di rifiuti prodotte nel Comune di Torre del Greco.
La riduzione della produzione dei rifiuti e l’avvio della raccolta differenziata,
considerati i dati emergenti dallo studio, devono diventare un
obiettivo prioritario dell’Amministrazione di Torre del Greco, in linea
con le direttive europee, con la normativa nazionale e regionale.
64
LE COMPONENTI AMBIENTALI: RIFIUTI
3.5.5 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte dati
Produzione di rifiuti
procapite
P
Valutazione della quantità della
produzione di rifiuti procapite / riduzione
della produzione di rifiuti urbani
-
Quantità totale di rifiuti
prodotta
P
Valutazione dello stato della produzione
di rifiuti / riduzione della produzione di
rifiuti urbani
+
Frazione di rifiuti
differenziati
S/R
Valutazione della capacità di differenziare
i rifiuti / aumento della percentuale di
raccolta differenziata
+ / -
Gestione dei rifiuti solidi
urbani
R
Verifica del numero e della qualità degli
impianti di trattamento dei rifiuti /
avviare il ciclo integrato dei rifiuti
-
Comune di
Torre del Greco
/ Commissariato
di Governo
Emergenza Rifiuti
/ ARPAC
RD per singolo materiale
S/R
Valutazione della raccolta differenziata
per singolo materiale / aumentare il
recupero delle frazioni riciclabili
-
Quantità di rifiuti smaltiti
in discarica
P
Valutare l’utilizzo delle discariche /
ridurre l’utilizzo delle discariche
-
Quantità di rifiuti speciali
prodotti
P
Valutare la produzione di rifiuti speciali /
ridurre la quantità di rifiuti speciali
-
65
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
3.6 Suolo
3.6.1 Caratteristiche e criticità
Il suolo è un sistema complesso costituito da una matrice, minerale ed
organica, nella quale aria, acqua ed organismi viventi interagiscono determinando
flussi di materia e di energia.
Costituisce l’habitat di una grande varietà di organismi che vivono nel
suo interno ed al di sopra della sua superficie e svolge il ruolo di supporto
meccanico e di riserva d’acqua e nutrienti per gli organismi vegetali.
Il suolo interagisce con le altre componenti dell’ambiente e, se interessato
da fenomeni di inquinamento che ne modificano le caratteristiche
e le proprietà chimico-fisiche e biologiche, subisce una serie di alterazioni
che si ripercuotono anche sulle altre matrici ed in particolare
sull’idrosfera. I centri urbani si espandono a ritmi sempre più elevati e
occupano porzioni di territorio sempre maggiori, utilizzando le risorse
naturali del suolo e del sottosuolo comportando una forte pressione
antropica sull’ambiente.
Il fenomeno dell’urbanizzazione incontrollata si verifica soprattutto
nelle aree “perifluviali” dove gli interventi dell’uomo, hanno permesso
l’insediamento di strutture residenziali e produttive in aree golenali.
Analoghe considerazioni possono essere espresse anche per le zone
potenzialmente interessate da eventi franosi di alcune aree montane.
Tra questi aspetti assumono rilevante importanza il dissesto idrogeologico,
la permeabilità del sottosuolo, la vulnerabilità delle falde sotterranee
(serbatoio di risorse idriche pregiate) ed i fenomeni sismici, i cui
effetti possono avere diversa intensità in relazione alla presenza di una
corretta pianificazione e progettazione edilizia.
Le più importanti problematiche della matrice ambientale suolo, nel territorio
della Provincia di Napoli, sono legate ai fenomeni di dissesto idrogeologico,
al rischio sismico e vulcanico, alla progressiva riduzione dei
suoli agrari, agli incendi boschivi, alle varie forme di inquinamento diffuse
(fertilizzanti e fitofarmaci, fenomeni di acidificazione) e localizzate (siti
contaminati, discariche abusive). Riguardo all’inquinamento, è da rilevare
che, attraverso i suoli contaminati, i fenomeni interessano altre matrici
ambientali e, in particolare, le acque sotterranee e quelle superficiali.
In questo quadro le aree critiche, quali cave dismesse, discariche ed
altre aree inquinate, industrie e attività incompatibili per la loro localizzazione,
costituiscono elementi di pressione sul sistema fisico suolo/
sottosuolo da prendere in considerazione, in quanto possono costituire
ulteriori fattori di aggravio dei rischi di contaminazione e degrado.
Il Comune di Torre del Greco ha, come già ricordato, una superficie di
3.066 Ha che rappresenta il 2,62 % della superficie della Provincia di
Napoli i cui 117.113 ettari sono costituiti da collina (66.772 ettari pari al
57,0%) e pianura (50.341 ettari pari al 43,0 %). Si tratta di un territorio
caratterizzato da una estrema diversificazione delle condizioni ambientali,
morfologiche, geologiche, pedologiche, climatiche e vegetazionali.
Tale variabilità è legata a fenomeni vulcanologici recenti, alla presenza
di un articolato sistema alluvionale e costiero e alla presenza di elevati
rilievi carbonatici. Su questo territorio ha inciso una forte antropizzazione
che ha agito con il progressivo diffondersi delle attività agricole,
delle sistemazioni agrarie, delle bonifiche, dell’urbanizzazione.
L’espansione urbana incontrollata dell’area vesuviana costiera sotto la
spinta della fortissima pressione demografica, con la conseguente riduzione
dei suoli agricoli, sono gli elementi più visibili dell’evoluzione di
questa zona. Tuttavia il territorio rurale comprende anche molte aree
di straordinario valore naturalistico e turistico quale quella del Somma
Vesuvio e la Riserva Alto Tirone Vesuvio.
Le pressioni
Le pressioni sulla matrice ambientale suolo sono strettamente legate
all’aumento della popolazione ed al conseguente incremento della
cementificazione e delle necessità dei vari comparti economici, tra cui
anche le profonde trasformazioni che hanno interessato il mondo agricolo,
nonché agli estesi fenomeni di abusivismo, sia in campo edilizio
che “ambientale” in senso stretto.
L’urbanizzazione rappresenta una delle principali cause di degrado delle
zone prossime alla costa dove il processo di trasformazione urbana ha
consumato suolo con grande intensità generando vastissime aree impermeabilizzate;
nella sola provincia di Napoli l’urbanizzazione ha sottratto
dal 1961 al 1991 più della metà delle superfici agricole utilizzate.
Tutto ciò genera perdita irreversibile di suoli e provoca nelle aree periurbane
una serie di effetti perturbanti e degenerativi (inquinamento
dei suoli da fonti non agricole o abbandono di pratiche agricole conservative).
Infine l’agricoltura intensiva genera una marcata riduzione dei contenuti
di sostanza organica negli terreni coltivati, provocando una più
preoccupante perdita di attività biologica e all’accentuazione dell’incrostamento
superficiale.
Le diverse forme di utilizzazione del terreno incidono in maniera molto diversa
sugli equilibri ambientali. Alcune di esse (ad esempio le discariche)
bloccano in maniera immediata e pressoché irreversibile ogni dinamica
naturale risolvendosi esclusivamente in un rilascio di residui inquinanti.
Infine la natura vulcanica dei suoli favorisce processi di erosione; ciò
rende il territorio vulnerabile e rende necessaria una gestione con pratiche
conservative utili al mantenimento dell’erosione a livelli naturali.
Il suolo agrario e forestale
Il suolo ha un’importante funzione regolatrice: costituisce infatti un filtro
biologico per le sostanze chimiche più o meno tossiche ed ha un
effetto regimante sui deflussi idrici. Esso sopporta il peso dell’espansione
urbana e degli aspetti ad essa connessi, quali la produzione di inquinanti
e rifiuti ma una delle sue funzioni principali è quella di produttore
agricolo e forestale. Il suolo è infatti il substrato per la coltivazione dei
prodotti agricoli.
Nell’ambito delle zone altimetriche della Provincia di Napoli suddivisa in
Regioni Agrarie, il Comune di Torre del Greco con altimetria pari a 1.186
mt rientra nell’area altimetrica delle Colline Litoranee di Napoli.
Le colline litoranee di Napoli (classificate Regione Agraria 2) comprendono
tutta l’area che circonda la città di Napoli dalla zona Flegrea all’area
Vesuviana ad Est. Questa regione rappresenta il 33,6% del territorio provinciale
ed è occupata quasi per metà dalla conurbazione napoletana. La
parte Vesuviana è dominata dai versanti del Vesuvio e del Monte Somma,
caratterizzati dalla prevalenza di sistemi di vegetazione di elevato valore
naturalistico ed ecologico. I versanti bassi del Vesuvio, verso il mare, sono
caratterizzati da agroecosistemi specializzati e intensivi (orto arborato e,
soprattutto, colture orticole e floricole in coltura protetta).
66
LE COMPONENTI AMBIENTALI: SUOLO
L’uso agricolo del suolo agisce con un insieme di prelievi e di rilasci che
raramente si pongono in equilibrio con le capacità di rigenerazione e di
decomposizione dell’ambiente ma che tuttavia agiscono generalmente
in tempi più lunghi, spesso compatibili con le capacità di recupero
ambientale.
Erosione delle coste
Un altro fattore critico rispetto alla tematica suolo è rappresentato dal
fenomeno dell’erosione delle coste. Uno degli aspetti più evidenti è
dato dall’arretramento della linea di riva e dall’instaurarsi dei fenomeni
erosivi. Fattore comune è la costante antropizzazione e l’utilizzo economico
della fascia costiera. Attualmente uno sfruttamento sempre più
intenso delle risorse naturali in ambito costiero procede di pari passo
con sempre più frequenti esempi di instabilità ambientale, tanto che
gli interventi dell’uomo a salvaguardia di questo delicato settore sono
sempre più numerosi.
Le cause di maggior rilievo della rapida destabilizzazione dell’ambiente
costiero sono:
- l’intensa antropizzazione delle coste a fini turistici e industriali, con
smantellamento delle dune per fare posto a centri balneari, villaggi
residenziali e porticcioli turistici;
- l’impoverimento dell’apporto solido dei fiumi al mare per l’indiscriminato
asporto di materiale dal letto dei corsi d’acqua e per la presenza
di dighe di ritenuta;
- la subsidenza accentuata per l’estrazione di idrocarburi e acqua in
zone troppo vicine al mare.
La posizione della linea di costa dipende dal rapporto esistente tra il
volume di detriti trasportati e quelli sottratti. Tale rapporto determina
l’avanzamento verso mare o l’arretramento innescando fenomeni di
erosione delle coste.
Dall’inizio del ventesimo secolo i litorali campani sono interessati da fenomeni
erosivi generalmente imputabili oltre che a interventi antropici
anche a cambiamenti climatici che inducono un minore rifornimento di
sedimenti.
Dal punto di vista naturalistico il litorale di Torre del Greco si sviluppa
per circa 7 km su una costa caratterizzata da formazioni costituite da
ceneri, lapilli, scorie di lancio con effusioni laviche intercalate, scorie di
coni avventizi e bocche laterali. Il litorale torrese si distingue per l’altissima
densità abitativa e risulta segnato da una continuità urbana con
forte integrazione tra insediamenti produttivi e residenziali ed aree ad
altissimo valore storico-naturalistico spesso contaminate da degrado
ambientale, sociale e paesaggistico (come ad es. il mega-albergo realizzato
sulla fascia costiera vicino alla Torre cinquecentesca di Bassano,
più volte citato, anche da importanti studi di associazioni ambientaliste,
come esempio di grave degrado paesaggistico).
Evoluzione del litorale vesuviano
Le aree costiere hanno subìto significative trasformazioni geoambientali
dovute a cicliche modificazioni climatiche ed agli interventi umani.
A partire dal XVIII secolo sono stati progettati alcuni tratti di fronte d’acqua
urbano per la fruizione dei cittadini come ville comunali e luoghi
per il tempo libero (Reggia di Portici, ville del Miglio d’Oro, ecc). Attualmente
il paesaggio costiero si presenta prevalentemente dequalificato
ed occupato dalle aree urbane in maniera ”selvaggia” senza una consapevolezza
del valore ambientale ed economico del territorio stesso.
La fascia costiera vesuviana non è adeguatamente valorizzata avendo
subito interventi che hanno forzato il naturale assetto costiero come
ad esempio la linea ferroviaria Napoli-Salerno. L’area è costituita da
una serie di centri abitati costieri praticamente privi di accesso al mare
caratterizzato dall’assenza di spiagge e deturpato da opere protettive
affioranti.
Le opere di difesa
Il precario equilibrio che si stabilisce tra l’apporto solido fluviale e la
ridistribuzione dei sedimenti lungo costa ad opera delle correnti litoranee
viene alterato ed accentuato dall’attività dell’uomo in molti modi.
Probabilmente il modo principale è la sottrazione di materiale dagli alvei
dei fiumi e dagli arenili e la costruzione di strutture che impediscono
l’apporto di sabbia alle spiagge. Queste comprendono opere di ritenuta
sui fiumi, difese dei promontori che un tempo fornivano sedimenti, e
sistemazioni a difesa dei suoli in collina e montagna.
Lo smantellamento della costa da parte del mare è un fatto naturale a
cui naturalmente si oppongono gli apporti fluviali ridistribuiti dall’onda
lungo costa; l’erosione è un visibile segno di rottura di questo equilibrio
che può venire innescata ed accelerata dall’azione antropica.
L’erosione costiera è il risultato del complesso dei processi per cui è rimosso
più materiale di spiaggia di quanto ne è depositato.
Qualunque sia la tipologia di intervento per la difesa dei litorali, è opportuno
ricordare come qualsiasi opera realizzata lungo la costa costituisce
un ostacolo al libero propagarsi del moto ondoso, e pertanto può
dar luogo ad effetti di vario genere, causando alterazioni della costa in
zone limitrofe a quella di intervento per cui è necessario pensare gli
interventi non come opere singole ma come singola componente parte
in un sistema di difesa dell’intera fascia litoranea.
Lungo il litorale vesuviano sono presenti opere di difesa disposte parallelamente
alla linea di costa a protezione di abitazioni, strade e ferrovie.
Queste strutture sono adatte per lo più a interventi di emergenza e di
breve durata data la loro economicità, rapidità di esecuzione e immediata
protezione garantita dall’opera, però non garantiscono alcuna
protezione alla spiaggia.
Sulla base di segnalazioni riguardanti problematiche di dissesti e di
erosione delle zone costiere dei Comuni della Provincia di Napoli, pervenute
da privati e da Enti Pubblici, ed in seguito ai sopralluoghi effettuati
dai tecnici per accertare lo stato dei luoghi, è stato redatto e fatto
approvare il Programma triennale delle Opere Pubbliche unitamente
all’elenco annuale degli interventi più urgenti. Per il comune di Torre del
Greco si evidenzia di seguito l’intervento di cui è oggetto in merito alle
politiche per la prevenzione e gestione dell’erosione costiera.
Studio meteo – marino di Torre del Greco – Via Litoranea: verrà realizzato
uno studio allo scopo di conoscere l’andamento delle correnti
e del trasporto solido, la batimetria, il fetch, la capacità di erosione
del mare e la direzione dei venti dominanti lungo la linea di costa.
Riposizionamento delle scogliere: sulla base dello studio meteo
– marino effettuato le scogliere preesistenti verranno riposizionate
e, se necessario, integrate con nuovi elementi.
Ripascimento dell’arenile: per ristabilire l’originaria linea di coste si
interviene con l’apporto di sabbie con caratteristiche tessiturali, mineralogiche
e di colore simili a quelle presenti in loco, prelevate da
cave marine o terrestri. Fonte Provincia di Napoli
67
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Attività estrattive, siti dimessi e siti contaminati
L’estrazione dei materiali rappresenta una delle attività con il maggiore
impatto ambientale per le trasformazioni prodotte sul suolo, sulle acque
e sul paesaggio. In Campania la produzione di materiali estrattivi
può essere suddivisa in due gruppi: industria per l’estrazione di materiali
da costruzione e usi industriali ed industria per l’estrazione di marmi
e pietre da taglio e in pezzame.
La Regione ha commissionato all’Università degli Studi di Napoli “Federico
II” la redazione di una Proposta di piano regionale delle attività
estrattive. Tale studio, relativo alla situazione al 2001, ha come obiettivo
prioritario l’individuazione di aree da destinare ad attività estrattiva nel
rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente. Nello studio menzionato,
sono regolamentate le attività estrattive autorizzate poste all’interno
delle aree vincolate e individuate le aree in cui insistono cave che costituiscono
motivo di particolare gravità. In particolare, tali aree sono
state suddivise in:
- aree di crisi, ossia aree che sono state oggetto di intensa e non sempre
organica attività estrattiva. In tali aree si può rilevare (anche contestualmente)
una particolare concentrazione di cave attive e non
attive, un’estesa modifica del territorio, un impatto paesaggistico
medio-alto, uno sviluppo in settori del territorio ove ricadono vincoli,
una vicinanza di centri storici o beni storici - artistici-monumentali;
- zone critiche, situate all’interno di alcune aree di crisi e caratterizzate
da ulteriori elementi di acuizione del fenomeno di impatto sul territorio,
oltre all’esasperazione del rischio di dissesto morfologico e
ambientale;
- aree di particolare attenzione ambientale, ossia cave inattive in prevalenza
abbandonate site all’interno delle aree di crisi.
La Provincia di Napoli ha redatto inoltre uno studio dettagliato relativamente
al numero di cave e cavità presenti per ciascun comune
delle Regione.
Nel Comune di Torre del Greco risultano esserci 7 cave e 3 cavità. Le 7
cave sono così localizzate:n. 5 in località Villa Inglese, n. 1 in Via Ruggiero
e n. 1 Dietro ai Camaldoli.
Le Cave di Villa Inglese hanno generalmente vincolo 1-2-5-7; tutte le
cave presentano uno stato di abbandono usate per l’estrazione di lava.
Secondo la classificazione del rischio dell’Autorità di Bacino del Sarno
queste aree presentano rischio da frana moderato (R1). Tutte le cave
producono, sia per le dimensioni che per la presenza al suo interno di
diversi materiali di discarica, un forte impatto sul territorio circostante.
Non sono riscontrabili emergenze naturalistiche in quanto la classe di
interesse naturalistico risulta bassa.
Le Cavità sono 3 e sono situate in via Vittorio Emanuele (dalle informazioni
assunte risulta che lo spessore delle lave e’ variabile, con valori
compresi tra 3 e 5 m), Piazza Comizi e via Curtoli, 28.
Inoltre da, fonte comunale, risultano esservi nel Comune di Torre del
Greco, principalmente localizzate nelle pinete del Parco del Vesuvio, n.
13 siti di sversamento di rifiuti tossici inquinanti.
Il DM 471/99 definisce sito potenzialmente contaminato “un sito nel
quale, a causa di specifiche attività antropiche pregresse o in atto, sussiste
la possibilità che nel suolo o nel sottosuolo o nelle acque superficiali
o nelle acque sotterranee siano presenti sostanze contaminanti in concentrazioni
tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per
l’ambiente naturale o costruito”.
Il comune di Torre del Greco “nonché l’area marina antistante le aree
terrestri per un’estensione di tre km dalla costa” rientra interamente
nella perimetrazione del Sito di bonifica di interesse nazionale delle
Aree del Litorale Vesuviano (perimetrazione allegata alla G. U. n. 80 del
7/4/2005).
È in corso nel comune di Torre del Greco, ed in altri 11 comuni della
fascia costiera Vesuviana, una valutazione commissionata dal Ministero
dell’Ambiente all’Arpac, sullo stato del suolo del territorio, attuata attraverso
carotaggi e piezometri, al fine di individuare la sub-perimetrazione
del SIN “aree del litorale vesuviano” ai sensi della legge 179/02 (il
Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque
nella Regione Campania) ha affidato all’Arpac con ordinanza commissariale
n. 140 del 29/12 /2005 le attività di sub perimetrazione).
L’Arpac ha fissato i criteri per la sub-perimetrazione, precisamente sono
in esecuzione sopralluoghi presso siti, di carattere pubblico e privato,
inseriti in una short list che saranno inseriti in piani di caratterizzazione
e se necessario sottoposti a bonifica.
L’ICRAM ha già predisposto piano di caratterizzazione per le aree marino
costiere prospicienti il Litorale Vesuviano trasmesso il 22/02/2006 ed
acquisito al Ministero il 23/02/2006.
L’estensione dei siti inquinati nell’Area del litorale vesuviano è pari a
8.121 Ha e si caratterizza come aree dimesse con discariche di varia natura.
Normativa di riferimento
• Emergenza bonifica Legge 233 del 31/12/2004.
• Decreto Ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471 “Regolamento recante
criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e
il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del
decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e
integrazioni”.
Dal 29 aprile 2006 è entrato in vigore il testo unico in materia ambientale.
3.6.3 Il Rischio idrogeologico
Il territorio della Regione Campania per la sua fragilità strutturale è caratterizzato
da una forte propensione al dissesto idrogeologico. Nell’ambito
di tale rischio va evidenziato che, oltre ai fenomeni di frane, colate rapide,
alluvioni ed erosione costiera, sono presenti anche crolli sotterranei in cavità,
dovuti prevalentemente ad antiche attività antropiche e localizzati
diffusamente nelle aree urbane.
In seguito ai numerosi eventi calamitosi verificatisi negli ultimi anni ed al
riconoscimento della loro natura sociale, sono stati intrapresi programmi
di ricerca, sia a livello nazionale che internazionale, mirati ad affrontare
tali fenomeni con opportune opere di previsione e prevenzione.
Particolari e tuttavia pericolosi fenomeni di alluvionamento interessano
i numerosi alvei-strada che solcano le pendici del Somma-Vesuvio; i
loro effetti sono spesso esaltati dalle profonde manomissioni prodotte
dall’uomo sulle preesistenti opere di difesa idraulica. Il concetto di rischio
idraulico rientra nell’ambito più ampio del rischio idrogeologico
di cui rappresenta la componente legata al rischio ambientale da inondazioni,
alluvioni ecc. Si tratta, purtroppo, di una problematica sempre
più sentita a causa del crescente incremento di danni (sia in termini di
vite umane che di infrastrutture) che i fenomeni franosi e alluvionali
stanno producendo nel mondo.
Alla fine degli anni ottanta è stata emanata la Legge 183/1989; tale leg-
68
LE COMPONENTI AMBIENTALI: SUOLO
ge ha suddiviso il territorio in aree geografiche che possano ritenersi
indipendenti tra loro dal punto di vista ambientale co sì da poter essere
ragionevolmente considerate come aree autonome, analizzabili compiutamente
senza dover considerare forti interazioni reciproche. Inoltre
ha stabilito la creazione di enti preposti alla gestione di tale aree. Queste
aree sono definite bacini idrografici e gli enti sono definiti Autorità
di Bacino.
Per bacino idrografico s’intende: “il territorio dal quale le acque pluviali
o di fusione delle nevi e dei ghiacciai, defluendo in superficie, si raccolgono
in un determinato corso d’acqua direttamente o a mezzo di
affluenti, nonché il territorio che può essere allagato dalle acque del
medesimo corso d’acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci in
mare ed il litorale marittimo prospiciente”.
La Legge 183/89 prevede che per ogni bacino idrografico (regionale, interregionale
o di interesse nazionale) debba essere elaborato un Piano
di Bacino che riguardi la difesa dalle acque, la conservazione, la difesa
e la valorizzazione del suolo, la salvaguardia della qualità delle acque
superficiali e sotterranee e il loro disinquinamento, la compatibilità ambientale
dei sistemi produttivi, la salvaguardia dell’ambiente naturale,
l’acquisizione e la diffusione dei dati fino all’informazione della pubblica
opinione.
Definizione di rischio: il rischio (R) è definito come l’entità del danno atteso
in una data area e in un certo intervallo di tempo in seguito al verificarsi di
un particolare evento calamitoso.
La valutazione del rischio comporta non poche difficoltà per la complessità
e l’articolazione delle azioni da svolgere ai fini di un’adeguata
quantificazione dei fattori che lo definiscono. E’ assai complicato giungere
ad una parametrizzazione, in termini probabilistici, della pericolosità
e della vulnerabilità e, in termini monetari, del valore esposto.
Per lo stesso motivo, anche la mitigazione del rischio - che può essere
attuata, a seconda dei casi, agendo su uno o più elementi tra quelli sopra
riportati – risulta essere un’operazione molto complessa.
Sono state individuate le seguenti classi di rischio idraulico e idrogeologico:
R1 – moderato, per il quale sono possibili danni sociali ed economici
marginali;
R2 – medio, per il quale sono possibili danni minori agli edifici e alle infrastrutture
che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità
degli edifici e lo svolgimento delle attività socio- economiche;
R3 – elevato, per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle
persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente
inagibilità degli stessi e l’interruzione delle attività socio - economiche,
danni al patrimonio culturale;
R4 – molto elevato, per il quale sono possibili la perdita di vite umane e
lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici e alle infrastrutture, danni
al patrimonio culturale, la distruzione di attività socio - economiche.
L’area dei torrenti vesuviani e della fascia litoranea è caratterizzata principalmente
da fenomeni di dissesto della rete idrografica superficiale,
dovuti in massima parte all’intervento antropico, che ha ricoperto molti
alvei naturali per trasformarli in strade e come ricettacoli di rifiuti solidi
che, in occasione di forti piogge, vengono trasportati a valle.
I comuni vesuviani costieri (Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata
ed Ercolano) presentano elevati fattori di rischio connessi, oltre
a un oggettiva pericolosità, all’elevatissimo valore esposto determinato
dalla elevata densità di popolazione. In particolare, l’elevata pericolosità
si deve collegare alla presenza di numerosi alvei-strada che sovente
attraversano zone ad alta densità abitativa.
I tipi litologici largamente prevalenti sono rocce effusive (colate di lava)
e piroclastiche (alternanze irregolari di prodotti di lancio di varia granulometria);
queste ultime determinano l’instabilità dei versanti. La morfologia
del territorio torrese si presenta da sub-pianeggiante a collinare
con bassa pericolosità dei fenomeni franosi eccetto per la zona intorno
il Colle dei Camaldoli dove le carte della pericolosità dell’Autorità di Bacino
del Sarno mostrano dei valori più elevati. Il rischio idrogeologico
è generalmente moderato o medio mentre solo in alcune zone, come
lungo i canali di scorrimento delle acque che corrispondono ai tratti
stradali (alvei/strade) che congiungono il Vesuvio al mare, assume valore
più elevato.
Gli incendi boschivi
Grande rilevanza per la tutela del patrimonio forestale assume il fenomeno
degli incendi boschivi.
La scarsità delle precipitazioni nel periodo estivo, l’intensa urbanizzazione
e l’inadeguata sensibilità dei cittadini verso questo problema
sono tra le cause che rendono il territorio particolarmente vulnerabile
da questo punto di vista.
Il numero medio annuo di incendi boschivi registrati nella provincia di
Napoli é stato, nel quinquennio 1994-1998, pari a 163,8 incendi all’anno
per una superficie percorsa dal fuoco pari in media a 291,5 ha all’anno,
di cui 147,22 ha di superficie boscata.
Per quanto riguarda le cause, risulta che gli incendi sono attribuibili
solo in minima parte a cause naturali. La maggioranza degli incendi é
di origine dolosa, mentre una parte considerevole è dovuta a cause involontarie.
La maggior parte degli incendi e della superficie percorsa si concentrano
nei Comuni di Pozzuoli, Torre del Greco, Barano d’Ischia, Somma
Vesuviana, Terzigno, Giugliano, Napoli, Serrara Fontana, Ottaviano, Forio,
Roccarainola, Trecase, Bacoli, Ercolano, Palma Campania, interessando
quindi prevalentemente la zona di Napoli, dei Campi Flegrei, l‘area Vesuviana,
la penisola Sorrentina, l’isola di Ischia e la Comunità Montana
Montedonico-Tribucco.
Ai sensi della L.R. 11 del 07-05-1996 le funzioni amministrative in materia
forestale sono state delegate alle Comunità Montane e, per i restanti
territori, alle Amministrazioni Provinciali. Precisamente le zone boscate
di maggiori dimensioni ricadono sulle pendici del Vesuvio e del Monte
Somma (Comuni di Ercolano, Massa di Somma, Torre del Greco, Ottaviano
e Terzigno) nelle isole di Capri (Comuni di Capri ed Anacapri), di Ischia
(Comuni di Ischia, Lacco Ameno, Casamicciola, Forio, Serrara Fontana e
Barano d’Ischia) e nell’area Flegrea (Comuni di Pozzuoli e di Napoli).
L’Amministrazione Provinciale di Napoli esegue da molti anni, esattamente
dal 1995, interventi di miglioramento boschivo, rimboschimento,
sistemazioni idraulico-forestali, manutenzione della viabilità forestale e
del verde pubblico.
69
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
I dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato relativi agli incendi boschivi
a Torre del Greco sono di seguito riportati:
Anno N°
Sup.
boscata
Sup.
non
boscata
Sup.
totale
2000 11 9,48 3,60 13,08
2001 77 40,3810 15,9171 56,2981
2002 13 1,45 4,1470 5,5970
Personale
CFS
Altro
personale
Mezzi
2003 46 15,7565 12,73 28,4965 119 169 169 10
2004 21 7,26 13,27 20,53 57 288 125 16
2005 22 1,49 9295 10,8850 52 362 73 1
La normativa
La normativa di settore è relativa alle tematiche della difesa del
suolo (dissesto e rischio idraulico e geologico), della bonifica dei
siti inquinati, delle attività estrattive, della subsidenza, del rischio
Aerei
sismico, della vulnerabilità idrogeologica.
I riferimenti principali che concorrono a definire organicamente i soggetti
competenti e gli strumenti di programmazione e intervento, sono:
• la legge 183/89, riguardante la difesa del suolo, che istituisce le Autorità
di bacino;
• il D. Lgs 152/99, che detta norme sulla tutela dei corpi idrici sotterranei;
• il D. Lgs 22/97, sulla gestione dei rifiuti, che detta anche norme inerenti
la messa in sicurezza, la bonifica e il recupero dei siti inquinati;
• DM 471/99, relativa alla bonifica dei siti contaminati;
• LR 16/98 relativa alle attività estrattive.
Le attività di controllo sono svolte dalle strutture dei Dipartimenti Provinciali
dell’ARPA Campania con i Servizi Territoriali e con i Laboratori dei
Dipartimenti Tecnici; queste ultime svolgono, inoltre, attività analitiche
anche su richiesta dell’ASL, della Regione, degli Enti Locali, dell’Autorità
Giudiziaria, della Prefettura, degli organismi di vigilanza dei privati. Il
Gruppo Emergenze Ambientali, che opera sull’intero territorio regionale
in situazioni ad elevato livello di priorità, effettua sopralluoghi sulle
cave. Obiettivo della rete di monitoraggio è quello di garantire un flusso
costante di dati per evidenziare cambiamenti delle caratteristiche e
delle proprietà dei suoli, prevedere in anticipo l’instaurarsi di rilevanti
fenomeni di degrado e realizzare periodicamente rapporti specifici.
3.6.4 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte dati
Numero di cave
P
Verificare lo stato dei luoghi
rispetto alle linee d’intervento di
salvaguardia ambientale
+ SIT - Provincia di Napoli
Numero siti contaminati
P
Verificare la localizzazione e l’uso
dei siti indicati
+
ARPAC - Censimento
siti potenzialmente
inquinati
Mt di costa interessata dal
fenomeno di erosione.
I
Riduzione del fenomeno di
erosione della costa
+ / -
RSA Ministero
Ambiente; Capitaneria
di Porto
Superficie incendi e/o
relativo numero
I Prevenzione incendi + / -
Corpo Forestale dello
Stato
Stato di applicazione della
normativa ordinaria e
straordinaria in materia di
difesa del suolo
R
Attuazione della normativa
nazionale e regionale e dei
piani di bacino
+
Autorità di Bacino del
Sarno
70
LE COMPONENTI AMBIENTALI:
RISCHIO SISMICO E VULCAnico
3.7 Rischio sismico e vulcanico
La sismicità e il vulcanismo costituiscono due importanti sorgenti di pericolosità
naturale che, associate all’elevata vulnerabilità del territorio,
dovuta alla massiccia presenza di insediamenti umani e delle relative
infrastrutture, determinano un elevato livello di rischio. Occorre inoltre
considerare che i terremoti colpiscono un patrimonio edilizio che per
buona parte, soprattutto nei centri storici, risale a epoche antiche, e
dunque non costruito secondo le moderne tecniche antisismiche.
3.7.1 Rischio sismico: caratteristiche e criticità
La Campania è classificata come zona ad elevata sismicità. In particolare
si possono riconoscere aree a comportamento sismico differente quali
la zona costiera tirrenica, le aree vulcaniche napoletane (Vesuvio, Ischia
e Campi Flegrei) e la dorsale appenninica.
Le zone costiere tirreniche sono caratterizzate da sismicità storica di
energia estremamente bassa o nulla soprattutto rispetto alle adiacenti
aree vulcaniche e appenniniche.
L’Appennino Campano rappresenta una delle zone a più elevata dinamica
di tutta la penisola italiana. Dall’analisi della sismicità storica
e recente si evidenzia che i terremoti più catastrofici si sono generati
nelle aree del Matese, Sannio e Irpinia che quindi sono considerate
le aree a più elevata pericolosità.
Nelle aree vulcaniche napoletane, e dunque anche per il territorio di
Torre del Greco, il livello di sismicità è invece sensibilmente più basso
di quello appenninico poiché le caratteristiche meccaniche delle rocce
vulcaniche (bassa rigidità) nonché gli sforzi agenti estremamente concentrati,
non consentono un accumulo di energia molto elevato. Un’altra
peculiarità della sismicità nell’area vulcanica è la relativa piccola profondità
degli ipocentri che determina un’elevata avvertibilità in un’area
epicentrale molto ristretta, con effetti che si riducono rapidamente con
la distanza a causa della forte attenuazione.
Pericolosità sismica delle aree vulcaniche: il Vesuvio
Definire la pericolosità sismica in un’area vulcanica è in generale più
complesso che in aree tettoniche attive.
Un terremoto si può considerare vulcanico quando sulla sua genesi intervengono
processi come risalite magmatiche o esplosioni di gas. In
genere la sismicità vulcanica può precedere, accompagnare e seguire
un’eruzione.
L’analisi dei dati sismici rilevati nell’area vesuviana ha consentito di ottenere
un quadro conoscitivo della pericolosità sismica. I danni provocati
dall’ attività sismica vesuviana, in genere solo lesioni negli edifici, sono
da attribuirsi prevalentemente all’attività sismica che accompagna le
eruzioni. Durante l’attuale periodo di riposo del vulcano, cominciato
successivamente all’ultima eruzione del 1944, la pericolosità sismica è
connessa essenzialmente ad attività poco profonda: i sismi hanno epicentri
all’interno dell’area calderica del Somma e profondità non superiore
ai cinque chilometri; la massima magnitudo registrata per questi
eventi dal 1944 ad oggi è stata di 3.6.
Tabella: sismicità al Vesuvio con magnitudo maggiore uguale a 3.0 dal
1972 al 2001
(registrazioni strumentali)
Anno Mese Giorno Magnitudo
1977 SET 29 3.00
1977 OTT 21 3.01
1989 GEN 29 3.00
1989 MAR 19 3.03
1989 OTT 21 3.00
1990 MAR 5 3.00
1990 LUG 8 3.01
1990 SET 10 3.03
1995 AGO 2 3.02
1995 SET 16 3.02
1995 SET 24 3.01
1996 APR 25 3.03
1997 NOV 5 3.00
1999 OTT 9 3.06
1999 OTT 11 3.01
Fonte RSA Provincia di Napoli, 2001
Classificazione sismica
Il Progetto Finalizzato Geodinamica del CNR, del 7 marzo 1981, individua
una proposta di classificazione sismica del territorio nazionale. La
sismicità di una zona veniva definita attraverso il “grado di sismicità” S
(S=12;S=9;S=6), a cui corrispondono tre categorie sismiche (I;II;III); successivamente
è stata inserita una nuova categoria 4 per i territori non
classificati nella categoria 3.
La nuova normativa sismica classifica il territorio in 4 zone dove le zone
1 e 2 rappresentano zone sismiche ad alta pericolosità mentre quelle 3
e 4 sono zone sismiche a bassa pericolosità.
Il territorio del Comune di Torre del Greco ricade in zona 2.
Normativa e politiche regionali in materia di difesa del territorio
dal rischio sismico
La legislazione italiana in materia di rischio sismico e vulcanico è piuttosto
recente. Fino al manifestarsi del terremoto dell’Irpinia del 1980,
infatti, l’intervento statale è stato sempre limitato alle fasi di ricostruzione
post-evento con disposizioni semplici nel campo dell’edilizia
residenziale agevolata, ma con interventi piuttosto macchinosi e poco
tempestivi nelle fasi di emergenza. Di seguito si riporta un elenco delle
principali norme nazionali e regionali che mostrano l’evoluzione della
normativa italiana e regionale in merito al rischio sismico.
Legge n. 225 del 24 febbraio 1992: tale legge istituisce, inoltre, il “Servizio
Nazionale per la Protezione Civile”.
D.Lgs. n. 112/98: ha conferito alle Regioni il compito di provvedere all’individuazione
delle zone sismiche, alla formazione e all’aggiornamento
degli elenchi delle medesime zone (art. 94, comma 2, lettera a), lasciando
allo Stato le funzioni relative alla formulazione di criteri generali per l’individuazione
delle zone sismiche (art. 93, comma 1, lettera g).
Delibera della Giunta Regionale n. 5547 del 7 novembre 2002: aggiornamento
della classificazione sismica dei Comuni della Regione
Campania.
Delibera Giunta Regionale n. 6930/2001: la Regione Campania ha avviato,
nel 2001, una imponente opera di riorganizzazione del Sistema di
Protezione Civile sul territorio che ha portato, tra l’altro, alla realizzazione
di due importanti strutture di controllo e gestione dei rischi: la Sala
Operativa Unificata (S.O.R.U.) ed il Centro Funzionale per la previsione
metereologica e per il monitoraggio meteo- idropluviometrico e delle
frane, che assorbe l’ufficio di Napoli del Servizio Idrografico e Mareografico
Nazionale (S.I.M.N).
Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3274, marzo
2003 sono stati approvati i “Criteri per l’individuazione delle zone si-
71
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
smiche e l’individuazione, formazione e aggiornamento degli elenchi nelle
medesime zone”, nonché le connesse “Norme tecniche per il progetto, la
valutazione e l’adeguamento sismico degli edifici”; “Norme tecniche per il
progetto sismico dei ponti”; “Norme tecniche per il progetto sismico delle
opere di fondazione e sostegno dei terreni”.
Delibera della Giunta Regionale n. 2322 del 18 luglio 2003: è stata
approvata una procedura tecnico – amministrativa per la verifica strutturale
del patrimonio pubblico e l’analisi geologica in prospettiva sismica
del territorio campano.
3.7.3 Le azioni e gli strumenti per la riduzione e la prevenzione
del rischio sismico
Con la L. R. n. 27 del 2002 la Regione Campania ha approvato un nuovo
strumento finalizzato allo sviluppo di azioni di prevenzione e sicurezza
sul territorio: il “Registro storico-tecnico-urbanistico” dei fabbricati pubblici
e privati.
Tale strumento contiene informazioni circa lo stato conservativo dell’edificio
ed ha l’obiettivo di tutelare e salvaguardare la pubblica e
privata incolumità. La Regione, con la già citata Delibera di Giunta n.
6930/2001, ha attuato un’importante opera di riorganizzazione della
Protezione Civile, sul territorio regionale, attivando tra l’altro:
- il Centro funzionale per la previsione meteorologica ed il monitoraggio
meteo-idropluviometrico e delle frane;
- la Sala Operativa Unificata per la gestione delle operazione di soccorso.
La politica di prevenzione, prevista dalla Delibera, si basa sulla divulgazione
delle informazioni sulla sismicità di un territorio e sulle sue conseguenze
in termini di pianificazione territoriale e di protezione civile.
La costante azione di informazione dei cittadini rappresenta, infatti, uno
degli obiettivi prioritari delle politiche di prevenzione.
Nel dicembre 2002 viene inaugurata, la Sala Operativa Regionale Unificata
di Protezione Civile (S.O.R.U.), per il controllo, la gestione e la riduzione
dei rischi naturali ed antropici sul territorio regionale. La Sala Operativa
Unificata, collegata con il servizio 118, rappresenta il centro di raccolta,
coordinamento e smistamento delle informazioni, nonché, il braccio operativo
dell’Unità di Crisi nella gestione delle emergenze. All’interno della
struttura, presidiata 24 ore su 24, trova collocazione un moderno sistema
informatico di telecomunicazioni, di video-sorveglianza e di cartografia
del territorio in continuo aggiornamento. Da non sottovalutare in un moderno
sistema di protezione civile, il Volontariato rappresenta una risorsa
di eccellenza nelle attività di previsione, prevenzione e soccorso, così
come stabilito dalla legge n. 225/92 all’art. 11 (“le organizzazioni di volontariato
costituiscono una delle strutture operative del Servizio Nazionale di
Protezione Civile”). (Fonte RSA ARPAC, 2003)
3.7.4 Rischio vulcanico: caratteristiche e criticità*
Il Somma-Vesuvio è un vulcano strato di medie dimensioni con un’altezza
massima di 1.281 m s.l.m. costituito dal più vecchio vulcano del M.
Somma, la cui parte sommitale sprofondò generando una caldera, e dal
più recente vulcano del Vesuvio, cresciuto all’interno di essa.
Un vulcano è una spaccatura della superficie terrestre in corrispondenza
del quale si ha la fuoriuscita del magma tramite un’eruzione. L’accumulo
dei prodotti emessi durante le eruzioni (lave, piroclastiti, ecc.)
genera un edificio vulcanico.
Una caldera è uno sprofondamento, più o meno ampio, di un’area
vulcanica generatosi a seguito del collasso delle rocce sovrastanti un
serbatoio magmatico (camera magmatica superficiale) svuotatosi rapidamente
a seguito di un’eruzione.
La moderna ricerca vulcanologica ha fra i suoi obiettivi primari la previsione
delle eruzioni che può essere di breve o di lungo termine.
La previsione a breve termine consiste nel prevedere il verificarsi di
un’eruzione attraverso l’attività di sorveglianza che comprende reti di
monitoraggio sismiche, geodetiche e geochimiche. L’intervallo di
tempo che separa il manifestarsi dei fenomeni precursori dall’eruzione
non è facilmente stimabile così come è difficile dedurre il tipo di eruzione
dalle caratteristiche dei precursori.
Un adeguato monitoraggio di un vulcano prevede installazioni di fitte
reti di sensori (reti sismiche e geodetiche) e diversi punti di rilevamento
geochimico. Il Vesuvio è uno dei vulcani meglio monitorati al Mondo,
con strumentazione all’avanguardia distribuita in fitte reti di monitoraggio.
Le reti sono gestite dall’Osservatorio Vesuviano - sezione dell’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
La previsione a lungo termine si basa sulla ricchezza di dati storici e
sull’acquisizione di modelli che si possono replicare in futuro per un
determinato vulcano e i loro potenziali effetti sul territorio.
Dunque maggiore è la quantità e la qualità dei dati, maggiore sarà l’attendibilità
delle previsioni a lungo termine. La ricostruzione della storia
di un vulcano e del suo sistema di alimentazione, svolta attraverso ricerche
geologiche e storico-documentarie, rappresenta quindi un elemento
indispensabile per effettuare una previsione a lungo termine.
I fenomeni precursori più comunemente studiati sono: l’attività sismica
che è l’insieme dei terremoti generati all’interno di un vulcano; le deformazioni
dell’edificio vulcanico che possono essere prodotte da spostamenti
di masse magmatiche in profondità; le variazioni del campo gravitazionale,
magnetico ed elettrico prodotte dall’intrusione del magma
o dalla circolazione di fluidi; infine le variazioni geochimiche rappresentate
dal complesso di variazioni di temperatura, composizione e flusso
di fluidi (gas e liquidi). Il presupposto è che un’eruzione vulcanica sia
preceduta ed accompagnata da risalite di masse magmatiche e dal trasferimento
di fluidi ed energia verso la superficie.
Fonte: Osservatorio Vesuviano.
72
LE COMPONENTI AMBIENTALI:
RISCHIO SISMICO E VULCAnico
La rete di monitoraggio del Vesuvio
Il sistema per il monitoraggio sismico del Vesuvio è basato su 12 stazioni
sismiche che trasmettono via radio i segnali al centro di acquisizione. Tali
stazioni costituiscono un sottoinsieme della rete sismica dell’Osservatorio
Vesuviano su cui si basa il monitoraggio dei vulcani campani. Il rilevamento
delle variazioni e la loro misura sono effettuati utilizzando reti di
strumenti, opportunamente progettati ed installati sul territorio.
Il monitoraggio geochimico del Vesuvio è basato sulla variazione della
composizione dei fluidi fumarolici e delle acque di falda. Esso è effettuato
attraverso una rete di 15 stazioni fisse ubicate nell’interno del bordo
craterico del Vesuvio. Sono inoltre periodicamente analizzate le fumarole
presenti lungo il bordo ed all’interno del cratere e quelle sottomarine
nei pressi del porto di Torre del Greco. Tramite una stazione idrometrica
digitale, inoltre si controlla il livello e la temperatura della falda a quota
-120 m nell’area vesuviana (Camaldoli della Torre – Torre del Greco).
Recenti studi delle fumarole del fondo cratere hanno portato alla formulazione
di un modello geochimico basato sulla presenza di un sistema
idrotermale localizzato nei condotti magmatici, ancora caldi,
dell’eruzione del 1944. Non esistono, al momento, indizi geochimici di
nuovi arrivi di magma. Il dato più significativo dell’attività vulcanica in
queste aree periferiche, è relativo alla presenza nel settore meridionale
ed orientale dell’edificio vulcanico di acque con valori elevati di pressione
parziale CO 2
e dalle emissioni gassose sottomarine lungo la costa
nell’area prospiciente le città di Torre del Greco e di Torre Annunziata.
Il sistema di monitoraggio geodetico dell’area vesuviana è abbastanza
recente risalendo soltanto all’inizio degli anni ’70. Esso si è andato
evolvendo nel tempo sia aggiornando i sistemi già esistenti sia implementando
nuovi sistemi di sorveglianza.
Tale sistema non ha evidenziato nessun fenomeno deformativo significativo
tranne in alcune aree di estensione limitata dove sono stati osservati
fenomeni di subsidenza (molto probabilmente non sono legati
alla dinamica del vulcano).
Il risultato del monitoraggio indica che non ci sono state significative
deformazioni del suolo né si è registrata alcuna variazione di parametri
fisici e chimici che possa indicare una riattivazione della dinamica del
sistema. I risultati di indagini geofisiche sulla struttura profonda del vulcano
indicano che non ci sono accumuli di significativi volumi di magma
nei primi 10 km di crosta.
sulle caratteristiche dell’evento vulcanico atteso e sulla morfologia del
territorio e se a queste carte si sovrappongono anche le variabili dipendenti
dalla presenza dell’uomo e dall’uso del territorio, si costruiscono
carte di rischio. Sono stati considerati quali parametri di valutazione degli
scenari di pericolosità:
- la storia eruttiva passata e la formulazione di modelli di
comportamento;
- l’indice di esplosività vulcanica;
- la morfologia dell’area vulcanica;
- la simulazione fisico numerica degli eventi attesi.
Il Somma-Vesuvio
La storia dell’apparato vulcanico Somma-Vesuvio è iniziata circa 25.000
anni fa con l’accrescimento del Somma a seguito di eruzioni prevalentemente
effusive, subordinatamente esplosive e di bassa energia. La parte
settentrionale di questo edificio più antico è ancora ben conservata ed
è rappresentata dall’attuale Monte Somma.
Il Vesuvio, il più pericoloso tra i vulcani attivi italiani, è noto nel mondo soprattutto
per l’eruzione del 79 d.C., che interruppe un periodo di quiescenza
durato sette secoli e distrusse in due giorni le città di Pompei, Ercolano,
Oplonti e Stabia, lasciando sgomenti i contemporanei. Come monito per
le generazioni attuali e future val la pena ricordare la frase di Publio Papinio
Stazio che recita: “Crederà la generazione ventura degli uomini, quando
rinasceranno le messi e rifioriranno questi deserti, che sotto i loro piedi sono
città e popolazioni e che le campagne degli avi si inabissarono”.
Il monitoraggio continuo dei fenomeni precursori legati agli aspetti sismici,
geodetici e geochimici può consentire di ipotizzare un’eruzione
imminente. Va sottolineato che a volte, nonostante la presenza dei fenomeni
precursori l’eruzione non avviene, causando falsi allarmi ma, in
un’ottica di prevenzione, l’attività di monitoraggio resta fondamentale
per una efficiente azione di gestione delle emergenze.
Pericolosità e rischio
Il rischio vulcanico è il prodotto di tre fattori: pericolosità vulcanica, valore
esposto e vulnerabilità.
La pericolosità vulcanica dipende da fenomeni naturali che sono fuori
dalla possibilità di controllo ma una corretta gestione del territorio
e adeguate misure di prevenzione possono evitare, o almeno limitare,
l’aumento del valore esposto e della vulnerabilità. La zonazione del
territorio in funzione dei pericoli attesi da un vulcano rappresenta il
presupposto indispensabile per la definizione del rischio vulcanico attraverso
la delimitazione delle aree che potrebbero essere esposte ai
diversi pericoli. Le carte di pericolosità riportano la zonazione, basata
73
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Carta schematica geologico-strutturale del Somma-Vesuvio
ORLO
CALDERICO
FAGLIE
CENTRI ATTIVI
DOPO IL 79 AD
CENTRI PIÙ VECCHI
DI 15 KA
Piroclastiti indifferenziate spesso rimaneggiate di età inferiore ai 17.000 anni
Piroclastiti indifferenziate di età inferiore a 17.000 anni
Piroclastiti e scorie saldate del 1944
Frane in piroclastiti ancora calde verificatesi durante l’eruzione del 1944
Lave eruttate tra il 1944 e il 1913
Lave eruttate tra il 1906 e il 1875
Lave eruttate tra il 1872 e il 1855
Lave eruttate tra il 1850 e il 1824
Lave eruttate tra il 1822 e il 1798
Lave eruttate tra il 1794 e il 1744
Lave eruttate tra il 1737 e il 1637
Depositi di flussi piroclastici dell’eruzione del 1631
miste (effusive ed esplosive). Il cono avventizio sul quale è stato costruito
il convento dei frati camaldolesi di Torre del Greco e le due bocche di
Pollena Trocchia (attualmente sepolte) sono presumibilmente sorte in
epoca preistorica. A tempi storici risalgono invece le bocche dette del
Viulo e di Fossamonaca sopra Torre Annunziata (medioevo), una serie di
bocche apertesi a monte di Torre del Greco e di Torre Annunziata negli
anni 1760, 1794 e 1861, oltre che quelle formatesi nel periodo 1941-42
sul versante est del Vesuvio (queste ultime sono però bocche effimere
collegate a fenomeni di ingrottamento). Questo periodo si concluse
con l’ultima eruzione, che iniziò il 18 marzo 1944 e terminò nei primi
giorni di aprile dello stesso anno.
Alla luce del comportamento passato del Vesuvio si ritiene che l’eruzione
del 1944 abbia segnato la fine di un periodo di attività eruttiva
che durava fin dalla grande eruzione del 1631 e l’inizio di un periodo
di quiescenza.
L’indice di Esplosività Vulcanica
Questo indice (VEI) è il risultato di più fattori di natura sia qualitativa che
quantitativa. Si tratta di un indice empirico che classifica l’energia delle
eruzioni esplosive (variabile in un scala da 0 a 8) attraverso cui è possibile
classificare le eruzioni vulcaniche e fornire indicazioni sul grado di
esplosività di un evento eruttivo.
Il VEI registrato al Monte Somma-Vesuvio è compreso tra 1 e 6 ed ha un
rapporto lavico/prodotto esplosivo caratterizzato da un’attività prevalentemente
esplosiva.
Le eruzioni attese nell’area vesuviana possono essere sia di tipo esplosivo
che effusivo e il centro di emissione può essere sia nella parte
sommitale del vulcano (eruzione tipo 1944) che lungo i fianchi, anche
a quote basse (eruzioni 1760 e 1794). Allo stato attuale non è ancora
possibile prevedere quale tipo di eruzione possa verificarsi, in quanto le
sole analisi statistiche non permettono di far luce sulla struttura e sulla
dinamica del vulcano. (Fonte RSA Arpac, 2003)
La morfologia dell’area
La distribuzione sul suolo dei prodotti da flusso di un’eruzione vulcanica
(colata lavica, corrente piroclastica, colata di fango o lahar) è strettamente
connessa alla morfologia dell’area.
Individuare su un’area vulcanica le zone di recapito di acqua o di materiale
eruttivo significa poter azzardare una previsione sulla pericolosità
dell’area stessa.
Tali prodotti tendono ad incanalarsi nei valloni già presenti ed arrestarsi
sia nelle zone più depresse che ai piedi degli alti morfologici come ad
esempio la caldera del Somma e la collina dei Camaldoli, che hanno
condizionato la propagazione dei flussi piroclastici.
Colate laviche precedenti il 1631 e posteriori il 79 d.C.
Dicchi e colate laviche del M. Somma
Fonte: Osservatorio Vesuviano
Nella caldera formatasi durante l’eruzione del 79 d.C. è cresciuto il vulcano
più giovane, il Vesuvio. Per circa mille anni dopo il 79 d.C. il Vesuvio
continuò, con frequenti eruzioni, a riversare i suoi prodotti sulle aree
circostanti. Alla fine di tale periodo seguì una fase di quiescenza che
durò circa cinque secoli, dal 1139 al 1631. Nel dicembre del 1631, il Vesuvio
ha ripreso la sua attività eruttiva durante la quale si sono alternate
fasi caratterizzate da prevalente attività stromboliana, brevi periodi di
riposo che non sono mai stati superiori a sette anni e violente eruzioni
74
LE COMPONENTI AMBIENTALI:
RISCHIO SISMICO E VULCAnico
3.7.5 Le azioni per la riduzione e mitigazione del rischio
vulcanico
Il rischio dell’area vesuviana può essere mitigato intervenendo sulla
consistenza del valore esposto al pericolo e sulla sua vulnerabilità. Questo
significa innanzitutto pianificare rigorosamente lo sviluppo del territorio,
in modo da contenere il valore esposto e favorire gli interventi
per la mitigazione del rischio, come ad esempio l’evacuazione preventiva
della popolazione nel caso di eruzione imminente. Attualmente nella
zona a più alto rischio vesuviana e flegrea vivono circa 1.000.000 di persone.
Appare evidente allora l’importanza non solo della pianificazione
delle azioni da realizzare in caso di emergenza, ma anche la promozione
di attività di prevenzione tra cui la formazione e l’informazione della
popolazione.
È evidente, pertanto, che discutere di rischio, e non solo di pericolo, apre
la questione a un ambito non tanto scientifico quanto etico e politico
accentuando la centralità della responsabilità. Tutti i soggetti coinvolti,
istituzionali e non, sono chiamati a una presa di coscienza della propria
responsabilità, affinché ciascuno svolga la propria parte nella realizzazione
degli interventi possibili.
La costante sensibilizzazione dei cittadini sulla pericolosità dei vulcani
concentrati nel territorio napoletano, consente una maggiore consapevolezza
e partecipazione alle azioni pianificate nei Piani di Emergenza
Nazionali.
Vista da S-O della caldera del M. Somma ed il cono del Vesuvio
accresciutosi al suo interno (Compagnia Generale Riprese aeree)
Fonte: Osservatorio Vesuviano
Le Competenze
La Comunità Scientifica ha il compito di definire la pericolosità di un
vulcano, di effettuare sia una previsione a lungo e a breve termine, che
una zonazione del territorio in funzione degli eventi attesi.
Lo Stato, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi in materia di protezione
civile, ha il compito di formulare gli indirizzi per la predisposizione
e l’attuazione dei programmi di previsione e prevenzione in relazione
alle varie ipotesi di rischio, e di promuovere ricerche nei diversi
ambiti disciplinari. A questi compiti si aggiungono l’impegno a svolgere
periodiche esercitazioni relative ai piani nazionali di emergenza, a promuovere
attività di formazione e di informazione della popolazione, e a
coordinare le organizzazioni di volontariato per favorirne la partecipazione
alle attività di protezione civile.
Il Dipartimento di Protezione Civile ha il compito di svolgere periodiche
esercitazioni relative ai Piani Nazionali di emergenza, promuovere
attività di informazione e formazione dei cittadini e coordinare le organizzazioni
locali di volontariato.
Le Regioni, sulla base delle direttive nazionali, devono predisporre i
programmi di previsione e prevenzione dei rischi e dettare gli indirizzi
per l’elaborazione dei piani provinciali di emergenza in caso di eventi
calamitosi che “per loro natura ed estensione, comportano l’intervento
coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria”.
Inoltre esse devono sia provvedere all’attuazione degli interventi
urgenti e di tutte le operazioni necessarie per favorire il ritorno alle
normali condizioni di vita, che gestire l’organizzazione e l’utilizzo del
volontariato.
Le Province hanno il compito di attuare le attività di previsione e gli
interventi di prevenzione dei rischi stabilite dai programmi e dai piani
regionali, di predisporre i piani provinciali di emergenza sulla base degli
indirizzi regionali, e di provvedere all’attivazione dei servizi urgenti per
fronteggiare gli eventi che “per loro natura ed estensione, comportano
l’intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via
ordinaria”.
I Comuni devono attuare le attività di previsione e gli interventi di prevenzione
dei rischi stabiliti dai programmi e piani regionali, e predisporre
e attuare i piani comunali e intercomunali di emergenza. Il Sindaco,
autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell’emergenza nell’ambito
del proprio territorio, assume la direzione e il coordinamento
dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede
agli interventi necessari per fronteggiare l’evento, utilizzando anche
il volontariato locale.
Un compito trasversale a tutti i soggetti è quello di fornire un’informazione
costante e precisa e di operare, insieme alle agenzie informative e
formative del territorio (scuola, mezzi di comunicazione di massa, associazioni,
ecc.), per favorire una cultura della prevenzione.
Vanno inoltre ricordate le numerose campagne di sensibilizzazione
della popolazione ed in particolare degli studenti, per la diffusione e lo
sviluppo di una cultura sul rischio sismico.
Finanziamenti
La Regione Campania, Assessorato all’Urbanistica, Politica del Territorio,
Tutela Beni Paesistici Ambientali e Culturali ed Edilizia Pubblica Abitativa,
ha avviato un programma operativo per il “governo del rischio
vulcanico” nell’area vesuviana, che si inserisce nell’ambito del Piano Territoriale
Regionale, e che comprende, tra l’altro, la riduzione del carico
abitativo attraverso forme di incentivi che favoriscano l’esodo volontario
delle famiglie residenti nei territori definiti ad alto rischio vulcanico.
Con delibera n. 2145 del 20 giugno 2003, la Giunta Regionale della
Campania ha avviato una serie di interventi di grande rilevanza mirati
75
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
alla riduzione del rischio nell’area vesuviana attraverso incentivi economici
in favore dei privati per l’acquisto della prima casa, al fine di
incentivare il trasferimento degli stessi in altre aree non a rischio vulcanico;
con lo scopo di favorire la riduzione del numero di residenti nei
comuni della zona rossa. Si tratta di un investimento importante (2.700
milioni di Euro) che si prefigge di delocalizzare dalla zona a rischio circa
120.000 abitanti in cinque anni. Nella stessa delibera vengono anche
stanziati fondi e dettate procedure per la lotta all’abusivismo edilizio
sul Vesuvio.
Con delibera di Giunta Regionale. n. 1914 del 22 ottobre 2004 è stato
previsto un secondo intervento al fine di continuare ad incentivare il
trasferimento volontario delle famiglie residenti nei 18 Comuni, definiti
ad alto rischio vulcanico, in altre zone. Fonte RSA Arpac - 2003.
3.7.6 Il Piano di emergenza per il rischio vulcanico
Il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile ha elaborato appositi
“Piani Nazionali di Emergenza” per la gestione delle situazioni di emergenza
e di rischio elevato.
Tali Piani sono stati elaborati in funzione di diversi parametri: scenario
eruttivo, livelli di pericolosità definiti per ogni singolo vulcano, distribuzione
della popolazione sul territorio, presenza di infrastrutture e loro
vulnerabilità.
Lo scenario di riferimento per il piano di emergenza del rischio vulcanico
del Vesuvio, elaborato da una Commissione istituita dal Ministro per
il coordinamento della Protezione Civile nel 1993, è un’eruzione con caratteristiche
simili a quella subpliniana avvenuta nel 1631, considerata
come il massimo evento atteso.
Tale scenario prevede che potranno verificarsi esplosioni connesse alla
riapertura del condotto, precedute da sismicità, deformazione del suolo,
incremento delle emissioni gassose, attivazione di nuove fumarole e
apertura di fratture.
La comunità scientifica (Gruppo Nazionale per la Vulcanologia, Osservatorio
Vesuviano, Gruppo Nazionale Difesa dai Terremoti) ha definito per
il piano di emergenza Vesuvio, varie fasi in funzione dei livelli di allerta
progressivamente crescenti in base a variazioni registrate nello stato
del vulcano (sismicità, deformazioni, variazione del campo gravimetrico,
temperatura e composizione delle fumarole).
I dati raccolti sull’attività del Vesuvio negli ultimi decenni hanno consentito
di individuare attualmente il livello base caratteristico del vulcano.
Tale livello è rappresentato da assenza di deformazione del suolo,
bassa sismicità, assenza di significative variazioni del campo gravimetrico,
valori costanti di composizione e valori decrescenti della temperatura
dei gas fumarolici. I livelli di allerta successivi al livello base sono legati
a progressive variazioni dei parametri misurati. I livelli caratterizzano
l’evoluzione del sistema fino all’eruzione e sono definiti da variazioni
dei parametri fisici e chimici registrati. Il piano individua le azioni da
compiersi in funzione del livello di allerta e tre specifiche aree di intervento,
denominate Zona Rossa, Zona Gialla e Zona Blu, in funzione del
tipo e dell’entità dei pericoli da cui potrebbero essere interessate.
La zona Rossa, in cui è compreso il territorio di Torre del Greco, è quella
immediatamente circostante il vulcano ed ha un’estensione radiale
di circa 200 Kmq comprendente i 18 Comuni della provincia di Napoli.
Vaste porzioni di questa zona potrebbero essere invase da flussi piroclastici
e colate di fango, e coperte da spessi accumuli di prodotti da
caduta. La Zona Rossa ha geometria circolare e gli abitanti residenti al
suo interno, le popolazioni dovranno allontanarsi da questa zona prima
dell’inizio dell’eruzione per la velocità e l’elevato potere distruttivo dei
flussi piroclastici.
La Zona Gialla potrebbe essere interessata da caduta di particelle e ha
un’estensione di 1.100 Kmq e comprende 59 Comuni delle province di
Napoli, Avellino, Salerno e marginalmente Benevento.
La Zona Blu è l’area che, oltre ad essere esposta a caduta di particelle,
potrebbe essere invasa da colate di fango ed essere interessata da inondazioni
e alluvioni. Essa ha un’estensione di circa 100 Kmq, coincide con
la Fossa di Nola e comprende 14 comuni della provincia di Napoli.
Il Piano nazionale d’emergenza per l’area vesuviana è un piano interamente
basato sull’evacuazione, unica reale difesa in caso di eruzioni
a carattere esplosivo. La sua singolarità rispetto ad altri piani consiste
nel suo carattere nazionale. Sono stati infatti previsti, oltre alle modalità
di trasporto ed alla logistica complessiva dell’operazione, “gemellaggi”
con comuni di altre regioni finalizzati al trasferimento di intere comunità,
che manterrebbero così la propria originaria coesione sociale.
I piani di emergenza sono uno strumento indispensabile per la mitigazione
del rischio. Un piano di emergenza non deve essere considerato
uno strumento statico e valido per un tempo indefinito, al contrario,
esso deve essere inteso come uno strumento dinamico da sottoporre
a periodico aggiornamento in funzione del variare dei parametri su cui
è stato elaborato.
Aree di intervento del Piano di Emergenza Vesuvio – Fonte Osservatorio
Vesuviano
76
LE COMPONENTI AMBIENTALI:
RISCHIO SISMICO E VULCAnico
3.7.7 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione/Obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
FONTE
Numero dei principali
eventi sismici
Stato di attuazione della
normativa regionale per
la difesa del territorio dal
rischio sismico
S
R
Evidenziare la distribuzione epicentrale dei
maggiori terremoti che hanno interessato il
territorio nell’ultimo secolo
Favorire un corretto governo del territorio su
cui impostare politiche di difesa dal rischio
sismico, di protezione civile e di prevenzione
dal rischio.
+
+ / -
Sezione di Napoli
I N G V Osservatorio
Vesuviano-Provincia di
Napoli
Provincia di Napoli
Regione Campania
Categoria rischio sismico S Conoscere il grado di sismicità +
Sezione di Napoli
I N G V Osservatorio
Vesuviano
Morfologia dell’area
S
Valutare la pericolosità vulcanica dell’area
partenopea per la definizione del rischio,
inteso come prodotto della pericolosità del
vulcano per la vulnerabilità e per il valore degli
+ / -
Sezione di Napoli
I N G V Osservatorio
Vesuviano.
Densità abitativa
P
Verificare la pressione insediativa nelle aree
maggiormente vulnerabili
+ / -
Sezione di Napoli
I N G V – Osservatorio
Vesuviano
Indice di esplosività
vulcanica (VEI)
S
Conoscere l’intensità dell’evento sismico
previsto
+
Sezione di Napoli
I N G V Osservatorio
Vesuviano
Azioni di prevenzione e
mitigazione del rischio in
generale
R
Verificare quantità e qualità delle azioni di
prevenzioni del rischio attraverso azioni di
riduzione
+
Sezione di Napoli
I N G V Osservatorio
Vesuviano; Comune
Pratiche presentate
per allontanamento
popolazione dalle aree ad
alto rischio vulcanico
S/R
Verificare la risposta della popolazione
all’azione di informazione rispetto al rischio
Vesuvio
-
Comune di Torre del
Greco
Aree a diversa pericolosità
vulcanica
S
Definire lo scenario dei fenomeni attesi, in caso
di ripresa dell’attività ai fini della pianificazione
di emergenza
+
Protezione Civile-
Gruppo Nazionale per
la vulcanologia del
CNR
Precursori geofisici e
geochimici
S
Monitorare le variazioni dei parametri fisicochimici
dei sistemi vulcanici prodotti ai fini del
preannuncio dell’eruzione
+
Sezione di Napoli I
N G V. Osservatorio
Vesuviano
Numero edifici strategici
vulnerabili per il rischio
sismico
S-R
Ridurre il rischio sismico con priorità per gli
edifici strategici attraverso l’adeguamento alle
norme antisismiche.
+
Gruppo Nazionale
Difesa Terremoti CNR
(1999)
Strumenti di pianificazione
rispetto al rischio vulcanico
R
Verificare lo stato di attuazione di azioni di
prevenzione del rischio
+
ARPAC: Seconda
Relazione sullo Stato
dell’Ambiente della
Campania
Educazione/Informazione
R
Promuovere campagne di educazione e
sensibilizzazione tra popolazione delle aree a
rischio
+
Osservatorio
Vesuviano / Comuni
77
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
3.8 Elettromagnetismo
3.8.1 Caratteristiche e criticità
L’inquinamento elettromagnetico, con l’aumento degli impianti di radiocomunicazione,
sia radiotelevisivi che di reti cellulari, ha conosciuto
negli ultimi anni un crescente interesse degli studiosi per la verifica di
possibili danni all’ambiente ed alla salute umana.
Si tratta di una problematica relativamente nuova e questo contribuisce
alla scarsità di informazioni disponibili anche se, a livello della regione
Campania è in via di attuazione il censimento delle fonti di radiazioni
elettromagnetiche e delle aree critiche.
La Regione Campania inoltre si è dotata di una legislazione in materia
molto restrittiva. Ancora oggi comunque, nonostante i numerosi studi di
settore, non si è in grado di stabilire alcuna relazione causa effetto tra esposizione
ai campi elettromagnetici e l’insorgere di patologie accertate.
In particolare i campi elettromagnetici sono distinguibili in due categorie:
• a bassa frequenza (ELF – Extremely Low Frequency);
• a radio frequenze (RF) e microonde.
I campi ELF sono caratterizzati da basse frequenze e sono generati dai
sistemi di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica e dagli impianti
elettrici degli edifici. Pur rilevando, dagli studi condotti in alcuni
Paesi, degli effetti a lungo termine di tumori e leucemie infantili per
elevati tempi di esposizione, manca la conferma dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità rispetto al collegamento tra la residenza e la localizzazione
dei siti dove sorgono gli impianti e pertanto la stima del
rischio è molto bassa.
Relativamente alle conseguenze derivanti dall’esposizione ai campi
elettromagnetici a radio frequenza a breve termine, gli studi scientifici
riferiscono di effetti termici che non sembrano avere effetti dannosi sul
corpo umano.
Valori significativi possono riscontrarsi solo nelle immediate vicinanze
di antenne pilotate da trasmettitori molto potenti, di solito collocati in
luoghi molto esposti e difficilmente accessibili ai non addetti.
Le prove e gli studi scientifici ì sostengono l’inesistenza di effetti tumorali
derivanti dall’esposizione alle radio frequenze a lungo termine.
Anche la normativa di settore a livello nazionale (DM 381/98) impone
severe norme restrittive. La normativa nazionale e regionale si basa essenzialmente
sul criterio di determinazione dei limiti di sicurezza finalizzati
alla protezione della popolazione dalle radiazioni non ionizzanti.
Relativamente alle basse frequenze (ELF) il DPCM del 23 aprile 1992
fissa i limiti di esposizione al campo elettrico e magnetico generati
alla frequenza industriale e nominale (50 Hz) e i criteri di applicazione
degli stessi. Con Legge Regionale n. 14/2001, la Regione Campania ha
provveduto a stabilire le regole in materia di localizzazione delle linee
elettriche ed, inoltre, vengono fissati i valori limite di induzione magnetica
in prossimità di asili, scuole, aree verdi attrezzate, ospedali ed aree
urbane nonché di uffici adibiti a permanenza di persone non inferiori a
quattro ore giornaliere.
Rispetto alle radio frequenze il DM 381/98 fissa i valori limite di esposizione
della popolazione ai campi elettromagnetici connessi al funzionamento
ed all’esercizio dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e
radiotelevisivi operanti nell’intervallo tra 100 kHz e 300 Ghz.
Tale Decreto sancisce il principio di minimizzazione dell’esposizione
della popolazione ai campi elettromagnetici attraverso l’adozione di
soluzioni tecnologiche avanzate tali da abbassare i valori dei campi.
Tale impostazione è recepita nella Legge n. 36/2001, Legge Quadro sulla
protezione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici.
Questo strumento normativo definisce i limiti di sicurezza, diversificandoli
in base alle diverse condizioni di esposizione e attribuisce alle amministrazioni
provinciali e comunali le funzioni di controllo e di vigilanza
sanitaria ed ambientale, avvalendosi delle strutture delle ARPA.
La legge inoltre istituisce, sia a livello regionale che nazionale, i catasti
delle sorgenti di campi elettromagnetici e stabilisce il sistema di riparto
delle competenze tra enti.
Le competenze
Allo Stato spetta la determinazione dei limiti di esposizione ai campi
elettromagnetici; alle Regioni la definizione degli strumenti e delle azioni
per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, consistenti in criteri
localizzativi, standard urbanistici, prescrizioni ed incentivi; ai Comuni
l’esercizio di una potestà regolamentare finalizzata ad assicurare il corretto
insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare
l’esposizione della popolazione.
3.8.2 Le fonti di emissione nel territorio di Torre del Greco
Di seguito vengono fornite alcune informazioni relative alle fonti di
emissione nel territorio comunale di Torre del Greco. I dati sono ricavati
dalla Seconda Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di
Napoli del 2003. In tale studio risulta che il Comune di Torre del Greco
è interessato sia dalla presenza di sorgenti di campi elettromagnetici
Radio e TV, sia da sorgenti di campi elettromagnetici SRB (impianti delle
reti di telefonia cellulare).
Infine il territorio di Torre del Greco è anche attraversato da un elettrodotto
ad alta tensione (sorgente di campo elettromagnetico ELF).
In particolare nel territorio comunale sono localizzati i seguenti
ponti radio:
Nortel
Via Vivara, 2 (Trav. De Nicola)
Via Felice Romano , 1
Nokia
Traversa privata S.Teresa 52/s
Siemens Mobile Via S.Maria La Bruna
Stazione Circumvesuviana
Via S. Maria La Bruna
Via Castro,14
2° traversa S. Noto, 4
Tim
Via Carbolillo , 23
Viale C. Colombo, 10
1° vico S. Vito, 24
Corso V. Emanuele, 95 (base)
Seconda traversa Cavallo
H3G
Via circonvallazione, 188 (presso centrale Telecom)
Viale Lombardia, 3
Vodafone Via Napoli, 3
Stazione FS Torre del Greco
R.F.I
Stazione Fs S. Maria La Bruna
Un ultimo dato, relativo al livello provinciale, è il numero di controlli sul
territorio, realizzati avvalendosi del CRIA – ARPAC e delle ASL competenti
nonché della collaborazione dei singoli Comuni.
Gli esposti dei cittadini prevenuti tra il 2001 e il 2002 (al Numero Verde,
alla Direzione Monitoraggio e Tutela delle Acque e dell’Aria della Provincia
ed al Dipartimento Provinciale dell’Arpac) per i quali sono stati
richiesti controlli sono 137 di cui 121 relativi a sorgenti di alta frequenza
(telefonia, radiodiffusioni e televisioni)e 16 riguardanti sorgenti a bassa
frequenza (elettrodotti, cabine di trasformazione).
Peraltro solo in alcuni casi sono stati registrati valori di emissione superiori
alla norma.
78
LE COMPONENTI AMBIENTALI:
ELETTROMAGNETISMO
3.8.3 Le misure di campo elettromagnetico nel territorio
comunale di Torre del Greco
Il Centro Regionale Inquinamento Atmosferico dell’ARPA Campania ha
effettuato misure di campo elettromagnetico presso gli impianti specificati
nelle tabelle riportate di seguito.
I valori misurati nei punti più significativi circostanti l’impianto sono
confrontati con i limiti prefissati dal DPCM 8 luglio 2003:
Campo elettrico E*: 6 V/m;
Campo elettrico E**: 20 V/m
* = aree adibite a permanenze non inferiori a 4 ore;
** = aree adibite a permanenze inferiori a 4 ore.
Le rilevazioni effettuate non segnalano superamenti dei limiti stabiliti
dalla Legge.
Sito
(Data e ora)
SRB in Via
Vivara
20/04/2004
9.30 – 10.30
SRB in Via
Vivara
01/04/2004
12.30 – 13.30
SRB –Corso
Vittorio
Emanuele 95
01/04/2004
10.30 – 12.00
Ubicazione
E
(V/m)
Via Positano 5/a 1.0
Via Positano 5/a 0.9
Via De Nicola, 55 0.8
Via Vivara, 5 1.7
Via Vivara, 5 0.3
Via Vivara, 4 1.3
Via Positano < 0.2
Corso Vittorio Emanuele 0.2
Corso Vittorio Emanuele 0.3
Corso Vittorio Emanuele 90 1.6
Corso Vittorio Emanuele 96 0.6
Corso Vittorio Emanuele 97/100 1.0
Misure di campo elettromagnetico
3.8.4 I principali indicatori
INDICATORI DPSIR Descrizione / obiettivo
VALUTAZIONE
SINTETICA
Trend
Fonte dati
N. di supermenti dei limiti di
legge per i campi ELF e RF
N. di supermenti dei limiti di
legge per i campi SRB
S
S
Integrare i controlli con un
monitoraggio delle aree sensibili
Integrare i controlli con un
monitoraggio delle aree sensibili
+ / -
+ /-
Comune di Torre del
Greco / ARPAC
79
Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
Cap. 4
AGENDA 21 LOCALE: STATO DI ATTUAZIONE
IN ITALIA - CRITICITÀ E PUNTI DI FORZA
Agenda 21 Locale si è affermata sempre di più in Italia negli ultimi anni.
Molti Enti Locali hanno infatti aderito alla carta di Aalborg ed hanno avviato
processi di Agenda 21 Locale sostenendo la partecipazione della
cittadinanza alle scelte ed agli indirizzi programmatici di sviluppo del
proprio territorio.
Come in molte realtà locali italiane, il processo di Agenda 21 Locale a
Torre del Greco è stato finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio che ha messo a bando risorse finanziarie per gli enti
locali che intendevano avviare tale processo.
Numerose amministrazioni locali hanno comunque avviato il processo
di Agenda 21 Locale anche in assenza di finanziamenti ed infatti le autorità
locali italiane rappresentano il gruppo più numeroso tra quelle
che hanno sottoscritto gli Aalborg Committments, il nuovo documento
sulla sostenibilità locale approvato nel 2004 durante la IV Conferenza
delle Città Sostenibili d’Europa.
Anche se il processo di Agenda 21 Locale non ha una capacità risolutiva
immediata delle problematiche esistenti – e sarebbe non realistico
pensare che l’avvio di un processo basato sull’adesione volontaria
dell’ente possa in breve tempo risolvere problemi ambientali, sociali ed
economici di un dato territorio – esso sicuramente consente di rafforzare
e migliorare i progetti in atto e, soprattutto, consente di rafforzare il
senso di appartenenza dei cittadini, accrescere il livello di informazioni
sui progetti e sui programmi, interiorizzare la variabile ambientale all’interno
dei programmi dell’ente.
Agenda 21 Locale in Italia rappresenta sicuramente un rafforzamento
delle capacità progettuali dell’ente locale ed evidenzia, in molti casi, la
volontà di partecipazione attiva della cittadinanza attraverso un’operazione
di condivisione degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
D’altro canto, allo stato attuale, in Italia, la principale criticità che caratterizza
una buona parte dei processi di Agenda 21 Locale risulta essere
proprio la bassa affluenza agli incontri e, considerato che il processo è
attivato proprio per favorire la massima partecipazione ai cittadini ci
deve si porre l’interrogativo di quale sia la reale domanda di partecipazione
della cittadinanza.
La risposta risiede innanzitutto nella iniziale diffidenza dei cittadini che
in alcuni casi vedono A21 Locale come un processo di cui poi l’ente difficilmente
terrà conto in futuro. In altri termini esisterebbe una sorta
di scarsa fiducia nell’ente promotore che riguarda soprattutto quegli
stakeholders che hanno un certo peso e che spesso disertano il Forum
magari privilegiando altri canali di comunicazione con l’ente pubblico.
Se questo è il dato in generale occorre sottolineare che ci sono alcune
realtà dove la partecipazione è invece alta e animata da spirito costruttivo.
L’ente promotore può fare molto per favorire una crescita in
tal senso: occorre che sia attivata una corretta campagna di comunicazione
ed informazione rispetto al reale valore che si intende dare al
processo di A21L. Il Forum in particolare deve essere percepito come
un tavolo di confronto fondamentale dove le tematiche vengono affrontate
non solo in termini di discussione ma con un confronto con
l’ente promotore, il quale integrerà le proposte e le idee del Forum con
i propri programmi e progetti.
Il Forum è dunque il luogo dove vengono discussi i temi ambientali, sociali,
economici e territoriali di principale rilevanza e dove trovano spazio
il confronto delle idee, dei dati, delle proposte degli stakeholders.
Allo stesso tempo occorre evitare che il Forum diventi il luogo delle “polemiche”
inutili e degli spunti di discussione privi di spirito costruttivo
che scoraggia la partecipazione di altri attori realmente interessati. Il
rischio che si deve evitare è che il Forum perda la sua natura di luogo
di dibattito aperto e propositivo per diventare un tavolo di confronto
non efficace.
L’indagine sullo stato di attuazione dei processi di Agenda 21 Locale in
Italia per il 2006, realizzata dalla Segreteria Nazionale Coordinamento
Agende 21 Locali Italiane, ci restituisce alcune importanti informazioni
quali-quantitative sullo stato delle Agende 21 Locali nelle amministrazioni
locali italiane.
Rispetto ai risultati delle indagini svolte precedentemente, si può affermare
che i processi di Agenda 21 Locale in Italia nel 2006 sono aumentati.
E fra questi processi sono aumentati quelli in fase avanzata di
attuazione. Infatti il 75% degli enti che hanno risposto all’indagine ha
già costituito il Forum e avviato un processo di partecipazione. Tra questi
enti il 54% ha già definito o sta definendo il Piano d’Azione Locale,
il 31% ne sta realizzando l’attuazione ed il 14% ha avviato un’attività di
monitoraggio dei risultati conseguiti.
Un altro dato positivo, che si rileva da questa indagine, è che il processo di
maturazione delle Agende 21 Locali italiane è distribuito su tutto il territorio
nazionale (anche se il maggior numero di processi attivati è comunque
in due Regioni del Centro-Nord. Lombardia ed Emilia Romagna).
Su questo dato positivo ha inciso molto, come si diceva in precedenza,
il finanziamento che il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio ha
messo a disposizione degli enti locali. Il 65% degli enti che hanno avviato
il processo hanno beneficiato di finanziamenti, ovviamente non solo
ministeriali ma anche di fonte regionale, provinciale ed europea.
Rispetto alle tematiche affrontate all’interno dei Forum si conferma che
il processo di Agenda 21 Locale è visto come un progetto strettamente
ambientale con una prevalenza dei temi legati al territorio ed all’ambiente.
In particolare l’indagine effettuata dal Coordinamento delle
Agende 21 Locali italiane fornisce i seguenti risultati:
• tematiche energetiche, ambientali e territoriali: 80%;
• tematiche socio-culturali: 10%;
• tematiche economiche: 6%;
• tematiche socio-sanitarie: 3%.
Lo strumento principale utilizzato per l’analisi territoriale è la Relazione
sullo Stato dell’Ambiente con una percentuale pari al 69%.
Le criticità emerse dalle analisi territoriali e dal quadro diagnostico
effettuate nell’ambito delle Agende 21 Locali sono relative essenzialmente
alla tematica dei rifiuti, della mobilità e trasporti, dell’acqua, dell’energia
e dell’aria. In particolare nelle regioni del Sud molto sentito è
il problema legato ai rifiuti.
Infine rispetto ai dati di partecipazione emerge dall’indagine che tra
le associazioni che partecipano in maniera costante al Forum vi sono
quelle ambientaliste e quelle più genericamente di volontariato. In aumento
anche la presenza di liberi cittadini che conferma il dato che ai
processi partecipativi dal basso prendono parte sempre di più i portatori
di interesse che i rappresentanti dei gruppi di pressione.
In conclusione, Agenda 21 Locale si potrà caratterizzare come portatrice
di elementi di cambiamento e rinnovamento culturale ed amministrativo
se la presenza della cittadinanza attiva sarà sempre più presente nei
processi di sviluppo locale sostenibile in un’ottica di maggiore integrazione
e partecipazione.
Oramai le aree urbane ricoprono un ruolo importantissimo nel raggiungimento
degli obiettivi di sviluppo sostenibile e, come viene richiamato
anche nella recente Comunicazione del gennaio 2006 della Commissione
al Consiglio ed al Parlamento Europeo sulla Strategia Tematica dell’Ambiente
Urbano, l’obiettivo è quello di contribuire ad una migliore
qualità della vita nelle aree urbane attraverso un approccio integrato
alle diverse problematiche ambientali, sociali, economiche e territoriali.
80
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Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di Torre del Greco (NA)
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