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Domenico A. Nesci, Tommaso A. Poliseno ... - Doppio Sogno

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loro vita poi hanno pianto nel momento in cui hanno perso qualcuno. Ma hanno<br />

pianto veramente cioè sinceramente. E io quindi cioè questi aspetti io li vedo<br />

assolutamente come positivi no ma più che positivi cioè vitali, vitali proprio. E<br />

poi mi viene in mente un libro, il libro di Tiziano Terzani La fine e il mio inizio<br />

oltre a un intervista che lui ha fatto, in cui vengono messe invece in ridicolo le<br />

malattie e le cure e c è un recupero invece dell immagine della morte.<br />

18<br />

Io mi ricollego un attimo a quello che ha detto il collega sul discorso dell ascolto del<br />

paziente e sono molto d accordo con quello che stavo esponendo perché credo che<br />

spesso un po proprio per nostra difesa siamo abituati da medici a somministrare<br />

farmaci e spesso a somministrare anche dei modelli di comportamento nel paziente.<br />

La prima cosa [da fare] al momento in cui arriva il paziente, sono perfettamente<br />

d accordo con te, che è quello di a-scol-tare e quindi, dopo educatamente essersi<br />

presentati, dire mi dica . E in genere, e questo si ricollega mi è venuta<br />

l associazione, con la una delle prime immagini, quella del sogno della collega in<br />

macchina che cercava la frequenza giusta perché si sentisse la radio. In fondo anche<br />

noi dobbiamo, tramite l ascolto, riuscire a trovare la modulazione di frequenza<br />

giusta con cui comunicare la stessa verità, ma con una modulazione di frequenza<br />

differenziale e quindi mi era venuta in mente la tua radio, la rabbia di non trovare,<br />

il disagio di non trovare la modulazione di frequenza adatta.<br />

5<br />

Mi viene in mente quella che ricordo come la prima scena del film quando la<br />

giovane ragazza scatta delle fotografie e dice: Io vedo quello che gli altri non<br />

vedono . Poi fa di questo che lei ha visto un opera di comunicazione. E mi chiedo:<br />

Quanto quanta arte e quanti strumenti adeguati - lei cambia anche la macchina<br />

fotografica- quanti strumenti e quanta arte ci vuole per rendere comunicabili cose<br />

che a volte vediamo, che sono presenti, ma che gli altri non vedono. Stamattina<br />

pensavo anche ad un altra frase che mi ha fatto venire in mente il professor<br />

Scafoglio, che non cito a memoria perché non la so e credo che sia una frase che sta<br />

nel Piccolo Principe dove ci sono tre elementi: addomesticare, legare e rito. Mi<br />

pare che la frase dica che per addomesticare ci vuole un legame e che per fare un<br />

legame ci vuole un rito. E non so perché, credo che questo mi abbia permesso di<br />

Rivista internazionale di psicoterapia e istituzioni numero 7 copyright©2005 4

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