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Maria Luisa<br />
Salvini<br />
Un lessico pittorico che vive di suggestioni<br />
ereditate dalla storia dell’arte recente e che<br />
sorprende con i suoi picchi di originalità<br />
di Daniela Pronestì<br />
Senza titolo, 2013, tempera su tela<br />
<strong>La</strong> carriera artistica di Maria Luisa<br />
Salvini, pittrice torinese residente<br />
da molti anni a Firenze, è caratterizzata<br />
da un’iniziale adesione<br />
ai criteri del disegno ornamentale e dal<br />
successivo raggiungimento della piena libertà<br />
espressiva attraverso il colore, che, privato<br />
di ogni residuo oggettuale, diventa proiezione<br />
diretta e immediata dell’impeto ispirativo.<br />
Capita di frequente che la Salvini scelga<br />
di non dare un titolo ai propri lavori per non<br />
ingabbiarli nei limiti di una definizione e farli<br />
essere invece un’esplosione di emozioni che<br />
si rinnovano sotto lo sguardo dell’osservatore,<br />
che in questo modo può più facilmente<br />
subire la carica seduttiva del colore. Esplosione<br />
cromatica da cui non scaturisce una<br />
visione caotica e disordinata, ma il ritmo circolare<br />
di un vortice che sembra essere al<br />
contempo il fulcro da cui ogni cosa ha origine<br />
e il grande vuoto a cui tutto fa ritorno. Una<br />
dimensione vitalistica del colore dato per<br />
piccoli tocchi o per ampie stesure, acceso di<br />
netti contrasti o sfumato in graduali passaggi<br />
di tono, a volte intriso di luce fino alla trasparenza.<br />
In questo caso il gesto non è l’espressione<br />
diretta dell’emotività dell’artista,<br />
come insegna la pittura d’azione, ma è il tramite<br />
per far fluire le sue sensazioni sulla tela<br />
e tradurle in un’evocativa combinazione di<br />
colori. Oltre a dare libero sfogo alla propria<br />
sensibilità, la Salvini celebra l’intimo sodalizio<br />
tra musica e colore: ad ogni tinta corrisponde<br />
un suono, ad ogni segno tracciato dal<br />
pennello una delle voci di cui si compongono<br />
le sue sinfonie cromatiche. “Il colore è il tasto,<br />
l’occhio il martelletto, l’anima il pianoforte<br />
dalle molte corde”, scrive Kandinsky<br />
agli inizi del secolo scorso. Una lezione che<br />
ha cambiato il modo d’intendere il colore in<br />
pittura e ha creato i presupposti per la nascita<br />
dell’astrattismo. Memore di questa esperienza<br />
e delle altre che nel Novecento hanno<br />
profondamente trasformato non solo le tecniche<br />
e i contenuti ma la stessa concezione<br />
Sinfonia, 2005, tempera su tela<br />
dell’arte, Maria Luisa Salvini applica i colori<br />
su sfondi neutri la cui funzione è suggerire<br />
l’idea di uno spazio illimitato, che non è un<br />
vuoto, ma un insieme di aria e di luce in cui<br />
le linee ‘danzano’ formando elaborati arabeschi.<br />
<strong>La</strong> scelta del blu, per quanto disgiunto<br />
da ogni finalità descrittiva, sembra confermare<br />
il riferimento ai valori atmosferici e<br />
luministici ponendosi come un residuo di<br />
realtà di cui avvertiamo la presenza ma che<br />
non possiamo riconoscere. Diverso è il caso<br />
dei dipinti in cui i colori non si mescolano né<br />
Senza titolo, 2006, tempera su tela<br />
si sovrappongono ma convivono armonicamente<br />
sul supporto mantenendo ciascuno<br />
il proprio tono, la propria intensità.<br />
Un turbinoso movimento rotatorio li desta<br />
dall’immobilità e li trascina in un ritmo<br />
che è espressione di grande vitalità. Un<br />
lessico pittorico che vive di suggestioni<br />
ereditate dalla storia dell’arte recente e<br />
che però non manca di sorprenderci con i<br />
suoi picchi di originalità.<br />
Tra i prossimi appuntamenti espositivi di<br />
Maria Luisa Salvini si segnala la partecipazione<br />
alla mostra collettiva dei finalisti<br />
del XXXI Premio Firenze che si terrà da<br />
venerdì 31 gennaio al 7 febbraio in Palazzo<br />
Bastogi (Firenze, Via Cavour 18), sede<br />
del Consiglio Regionale della Toscana.<br />
Nata a Torino, insegnante di scuola<br />
media, vive e lavora a Firenze.<br />
Dimostrando una notevole disposizione<br />
al disegno si è impegnata, all’inizio,<br />
in questa arte rendendosi perfetta<br />
nel disegno di medaglioni, stemmi e festoni<br />
ornamentali. Ben presto però il suo fare<br />
artistico ha intrapreso un diverso orientamento,<br />
per esprimere la sua inquietudine<br />
interiore. Nella sua opera sono ben visibili<br />
gli echi di un’amorosa consuetudine con<br />
Klimt. Nessuna ora del giorno o della notte<br />
può programmare l’istante di grazia per<br />
far vibrare nella sfaccettatura della gioia o<br />
dell’angoscia, del sogno o della realtà,<br />
una particolare sensazione. Ha partecipato<br />
a numerose mostre, anche personali, in<br />
Italia e all’estero. Il suo lavoro è stato recensito<br />
nel volume Donne dell’Arte in Toscana<br />
2013 (ed. Masso delle Fate-Toscana<br />
Cultura).<br />
Nel 2013 ha preso parte alla rassegna di<br />
arte contemporanea Panorama Arti Visive,<br />
presso la Rotonda Barbetti di Porta al Prato<br />
a Firenze, ed ha partecipato al XXXI Premio<br />
Firenze, posizionandosi tra i finalisti della<br />
manifestazione.<br />
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