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Brochure - Reggio Calabria - Duomo

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Da tempo, grazie a Dio, la nostra Chiesa diocesana<br />

sta camminando verso la Settimana Sociale di<br />

Ottobre.<br />

Un apposito Comitato si raduna periodicamente<br />

per dare il suo contributo di riflessione, di proposte<br />

e di concreto sostegno allo svolgersi di quelle<br />

giornate.<br />

Da tempo, in particolare, il nostro Settimanale<br />

diocesano, L’Avvenire di <strong>Calabria</strong>, si distingue nel<br />

tenere desta l’attenzione di tutti su questa singolare<br />

tappa del nostro cammino ecclesiale con una<br />

serie di spunti che invitano a conoscere, pensare,<br />

riflettere, operare.<br />

Ora, occorre che tutte le realtà della nostra Chiesa<br />

locale si mobilitino in vista del singolare appuntamento:<br />

le Parrocchie, le Associazioni (già si segnala<br />

l’aprirsi, a questo cammino, dell’Azione Cattolica),<br />

i Gruppi, i Movimenti. Tutto insomma il nostro<br />

mondo ecclesiale deve diventare un “popolo che<br />

cammina” per essere pronto ad Ottobre ad accogliere,<br />

accompagnare, condividere, dialogare... vivere<br />

insomma, con i cattolici dell’Italia intera, una indimenticabile<br />

esperienza che potrà diventare oltremodo<br />

significativa per la storia di questo territorio,<br />

oltre che per il cammino cristiano dell’Italia intera.<br />

Quel che il Comitato scientifico, che organizza le<br />

Settimane Sociali, si attende è che da questa mobilitazione<br />

- nostra e dell’Italia intera - emergano un<br />

insieme di pochi problemi - cinque-sei, non di più -<br />

intorno ai quali si realizzi una serena analisi, una<br />

discussione approfondita, un discernimento comunitario,<br />

per giungere a delle proposte operative,<br />

concrete, precise, da offrire all’intera Nazione come<br />

contributo dei cattolici italiani alla crescita del<br />

Paese e del suo futuro.<br />

Problemi e proposte operative da scegliere,<br />

ovviamente, all’interno della vita della gente, dei<br />

problemi culturali, politici ed economici, all’interno<br />

del cammino dei giovani e dei fanciulli, dentro lo<br />

spessore delle famiglie, o nell’esperienza della sofferenza,<br />

nel panorama insomma della vita e del suo<br />

valore.<br />

Esprimo, per questo, il mio compiacimento a<br />

tutte quelle realtà della Chiesa diocesana che<br />

hanno già cominciato questa sorta di “laboratorio<br />

comunitario di base”; ed esorto tutte le altre ad iniziare<br />

a vivere la stessa esperienza, che sicuramente<br />

servirà per coinvolgere l’intero Popolo di Dio che è<br />

in <strong>Reggio</strong> <strong>Calabria</strong>-Bova in questo progetto dei cattolici<br />

italiani che si avvia a stilare l’Agenda di speranza<br />

per il futuro dell’intero paese.<br />

Un’Agenda, cari fratelli, che sarà ufficialmente<br />

definita e scelta, ad Ottobre, più o meno nell’imminenza<br />

di una data storica per l’Italia, qual è quella<br />

dei 150 anni dalla sua Unità, che ricorre nel 2011.<br />

Ma un’Agenda che affonda le sue radici molto<br />

più in là nel tempo, alle origini stesse del cristianesimo<br />

e della sua storia: le affonda nel divino evento<br />

della Risurrezione di Cristo, che segna l’intervento<br />

più alto di Dio “dentro ed oltre” la storia dell’uomo.<br />

È con il pensiero e il cuore rivolti a Colui, che per<br />

amore nostro ha donato se stesso, e nella speranza<br />

che tutti possiamo incontrarlo lungo i passi della<br />

nostra vita terrena, aperta all’eterno, che saluto<br />

tutti e ciascuno di voi, fratelli carissimi, assicurandovi<br />

il mio ricordo nella preghiera e chiedendo il<br />

vostro: nella certezza che la comunione in Cristo<br />

renderà Pastore e Fedeli più vicini al desiderio del<br />

Suo cuore.<br />

La Vergine, Madre della Consolazione, che nel<br />

segreto e nel silenzio ha contemplato il Volto del<br />

Figlio Risorto, ci sostenga con la sua materna tenerezza<br />

nel nostro cammino di ricerca e di testimonianza;<br />

e ci renda capaci di essere nel mondo umili strumenti<br />

della Sua presenza, per il bene di tutti e per un<br />

futuro più umano e più sacro del nostro Paese.<br />

<strong>Reggio</strong> <strong>Calabria</strong>, 14 marzo 2010<br />

Domenica IV di Quaresima «Laetare»<br />

Vittorio Mondello<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ARCIDIOCESI DI REGGIO CALABRIA-BOVA<br />

Messaggio<br />

per la Pasqua<br />

2010


CARISSIMI,<br />

Ai Fedeli<br />

dell’Arcidiocesi<br />

nell’imminenza della Pasqua del Signore, avverto<br />

il bisogno di rivolgermi a tutti e a ciascuno di voi,<br />

aprendovi il mio cuore.<br />

Il Mistero che celebriamo, infatti, è l’evento<br />

supremo della nostra Redenzione, l’evento che - al<br />

di sopra di ogni altro - manifesta l’amore del nostro<br />

Dio. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo<br />

Figlio” (Gv 3, 16): in quel “dare” c’è in sintesi il “racconto”<br />

dell’amore misericordioso del Padre.<br />

Egli, in maniera che appare incredibile, giunge a<br />

“sacrificare” il Suo Unico Figlio, il Primogenito di<br />

ogni creatura, per amore dei suoi figli.<br />

In un certo senso ci dà ancora di più che se avesse<br />

sacrificato se stesso: perché il Padre ama il Figlio<br />

più di se stesso.<br />

E tutti siamo chiamati, prima ancora che ad<br />

accoglierlo, a “contemplare” questo infinito amore<br />

del Padre, che - nella Pasqua del Suo Figlio - raggiunge<br />

queste impensabili altezze.<br />

Un artista ci aiuta in questa contemplazione.<br />

Egli ha immaginato il Padre che “dona” il Figlio<br />

affisso sulla croce: e ha creato su tela un dipinto di<br />

straordinaria bellezza. Il Cristo crocifisso non ha<br />

dietro le spalle la croce, ma il Padre. Il Figlio è affisso<br />

alle braccia aperte del Padre. Nel suo immenso<br />

dolore grida col Salmo:“Dio mio, Dio mio, perché mi<br />

hai abbandonato” (Mt 27, 46)... ma il Padre è lì, nel<br />

suo misterioso Silenzio, e lo sostiene. Acquistano<br />

così una suggestione diversa le parole finali del<br />

Crocifisso: “In manus tuas commendo spiritum<br />

meum” (Lc 23, 46) (“Nelle tue mani consegno il mio<br />

spirito”).<br />

È proprio lì, tra le Sue mani, che Egli si abbandona;<br />

ed è lì che egli emette l’ultimo respiro... “Emisit<br />

spiritum” si legge nel Vangelo secondo Giovanni<br />

(19, 30c); “emise lo spirito”, cioè morì; ma anche<br />

“emise lo Spirito”, cioè effuse lo Spirito Santo. Lì sulla<br />

croce avviene, suggestivamente, la prima Pentecoste.<br />

E lo Spirito, dal Padre e dal Figlio, viene effuso<br />

sugli astanti: il centurione, infatti, é illuminato e si<br />

converte:“Veramente quest’uomo - dice - era il Figlio<br />

di Dio” (Mc 15, 39).<br />

Fratelli carissimi, vorrei ora invitarvi rapidamente<br />

a passare - dentro la vostra contemplazione - da<br />

questa icona del Crocifisso all’icona del Sepolcro<br />

vuoto e dei “lini che giacciono” senza contenere più<br />

le sue spoglie mortali entrate nella gloria della<br />

risurrezione; all’icona, poi, del giardino dove Maria<br />

di Magdala lo riconosce dalla voce; all’icona, infine,<br />

del Risorto che, con un Volto sempre nuovo, si fa<br />

pellegrino sulle strade... da quella che si avvia verso<br />

Emmaus a quella che porta al Cenacolo, dalla<br />

spiaggia del mare di Tiberiade alla strada in salita<br />

che conduce al monte dell’appuntamento.<br />

Il Risorto pellegrino cerca i suoi, cerca perennemente<br />

ogni uomo nei suoi nascondigli; e ci invita, a<br />

nostra volta, a cercarlo nei Suoi nascondimenti, a<br />

riconoscerLo nel volto degli ultimi della storia, nei<br />

quali egli perennemente sosta come dentro una<br />

Sua dimora, secondo le Sue parole: “Quello che<br />

avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, voi l’avrete<br />

fatto a Me” (Mt 25, 40).<br />

Nasce così la Speranza.<br />

La Speranza di un Dio che é “presente” anche<br />

quando appare “assente”; la speranza di una “ricerca”<br />

che può giungere all’“incontro”, di una sete che<br />

può essere saziata, di un’attesa che si concluda con<br />

l’abbraccio.<br />

“Andate - egli dirà sul monte - Andate, annunciate<br />

il Vangelo ad ogni creatura!” (Mt 28, 20). Nasce la<br />

speranza di uomini capaci di vivere in un perenne<br />

“andare”, perché la Parola sia annunciata e la vita<br />

del mondo si apra alla luce del Risorto.<br />

È dentro questo contesto, fratelli carissimi, che<br />

non posso non pensare all’Agenda di speranza<br />

per il futuro del Paese, che tutte le chiese d’Italia<br />

- e noi particolarmente - siamo chiamati a scrivere<br />

e a realizzare in vista della grande Settimana Sociale<br />

dei Cattolici italiani che si terrà proprio nella<br />

nostra città, a <strong>Reggio</strong> <strong>Calabria</strong>, dal 14 al 17 Ottobre<br />

di questo 2010.<br />

È la 46.ma Settimana che verrà qui vissuta. Già<br />

un’altra volta la nostra città fu protagonista di questo<br />

evento: ciò avvenne esattamente 50 anni or<br />

sono, quando fu celebrata la 33.ma Settimana<br />

Sociale, che trattò il tema delle migrazioni.<br />

Quest’anno, in un contesto completamente<br />

nuovo, e dentro una cultura permeata sempre dai<br />

valori cristiani, ma insidiata - tra l’altro - dal diffondersi<br />

di un relativismo esasperato, il tema ci impegnerà<br />

in una direzione finora non attraversata:<br />

quella di pensare, scrivere e attuare un’Agenda di<br />

speranza per il futuro del Paese.<br />

Dico “pensare, scrivere e attuare”. Si tratta di<br />

“agenda”, infatti.<br />

Ed “agenda” è in sostanza una parola della lingua<br />

latina: significa le “cose che devono essere<br />

fatte”.<br />

È necessario dunque “pensare”; è importante “scrivere”<br />

ciò che si è “pensato”; ma è indispensabile<br />

“attuare” ciò che viene pensato e scritto. E ciò in<br />

vista del “futuro del Paese”. Un futuro che sarà fragile,<br />

se non si lotterà, insieme e con passione, per il<br />

“bene comune” di tutti.<br />

E tutto questo avviene in una stagione difficile,<br />

non solo dell’Italia, ma dell’Europa e del mondo; e<br />

non solo a motivo della crisi economica internazionale,<br />

ma a motivo di una crisi esistenziale più profonda,<br />

che tocca il senso stesso della vita dell’uomo<br />

e del suo essere nel mondo.<br />

Per questo, “l’Agenda di speranza per il futuro<br />

del Paese” é un impegno che ci coinvolge pienamente.<br />

A sostenerci nell’impegno è anzitutto il Pontefice<br />

Benedetto XVI, che nella sua ultima Enciclica<br />

Caritas in veritate ci invita a renderci protagonisti,<br />

non solo, a livello ideale, di un “pensiero nuovo”;<br />

ma, a livello operativo, di un’opera di “discernimento”<br />

concreto che conduca alla scelta di “soluzioni<br />

nuove”.<br />

A sostenerci, è anche la stessa Conferenza dei<br />

Vescovi italiani che, per bocca del suo Presidente, il<br />

Cardinal Angelo Bagnasco, ci ha di recente ricordato<br />

che “ciascuno di noi è chiamato in causa in quest’opera<br />

d’amore verso l’Italia”. Un’espressione davvero<br />

felice che ci aiuta ad incarnare il sentimento<br />

dell’amore per il Paese nella concretezza del vissuto,<br />

nella pluralità di gesti concreti.

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